La creatività, antidoto al conformismo
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La creatività, antidoto al conformismo
LA CREATIVITA’, ANTIDOTO AL CONFORMISMO di Maria Gallarotti Ratti Pubblicato su “Scuola e Didattica” n.9 del 15 dicembre 2009 Il concorso proposto quest’anno si pone diversi obiettivi: • educare i ragazzi e stimolare le loro famiglie a pensare e a scegliere in modo creativo, contribuendo ad abituarli ad affrontare le diverse situazioni in maniera non scontata e ripetitiva; • promuovere le scelte creative dei docenti, che trovano soluzioni originali ai problemi educativi, immaginando dentro la realtà percorsi aperti e innovativi, affrontando le conoscenze senza schemi rigidi e le relazioni senza passività. Questi obiettivi esaltano la libertà e il gusto del nuovo e utile, in sintonia con quello proposto per il 2009, Anno europeo della creatività e innovazione: “accrescere la consapevolezza dell’importanza della creatività e dell’innovazione in quanto competenze chiave per lo sviluppo personale, sociale ed economico”. Perché questo concorso? Proprio perché svolto nell’ambiente formativo della scuola, il nostro concorso contribuisce a valorizzare l’operazione del creare, intesa quale azione principe per la formazione della persona. Questo, in sintesi, l’invito che lanciamo: • esercitare e mobilitare le proprie capacità creative per maturare le competenze personali; • stimolare gli studenti (e i docenti) a utilizzare conoscenze ed abilità apprese e ad agire, per realizzare “qualcosa di utile” (comprensibile e riconosciuto tale dalla comunità) e “qualcosa di nuovo” (applicazione nuova di una “regola” esistente, estensione di una regola esistente a un campo nuovo, istituzione di una regola del tutto nuova). Che cos’è la creatività? “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”: questa la definizione sintetica e precisa formulata dal matematico Henri Poincaré. La creatività è quindi la capacità di: • riconoscere in modo personale nuovi rapporti fra gli oggetti e/o i problemi (originalità); • utilizzarli sensatamente in modo insolito (flessibilità); • notare nuovi problemi (sensitività); • staccarsi dallo schema logico abituale e di non considerare nulla come assodato e univoco (fluidità), sfidando anche la norma e non avendo timore della contestazione (non conformismo). La scuola ha il compito primario di esercitare la creatività, proponendo nuove e complesse esperienze che lascino spazio all’attività dei ragazzi, alla loro curiosità. Strategie e tecniche per esercitare il processo creativo. È importante svolgere in gruppo Unità di apprendimento che prevedano attività di laboratorio, adottando metodi che comportino la conoscenza e l’applicazione di alcune tecniche ormai classiche: • il brainstorming di Alex Osborn. Dato un problema, lasciare che ciascuno del gruppo liberamente proponga soluzioni di ogni tipo, anche con poco senso apparente, senza che nessuna di esse venga minimamente censurata. La critica e la eventuale selezione interverrà solo in un secondo tempo, quando la seduta di brainstorming è finita; • il pensiero divergente di J.P. Guilford. Prevede la produzione del maggior numero possibile di risposte ad un unico quesito; • il pensiero laterale di Edward de Bono; • la sinettica di William Gordon. Vuole rendere familiare ciò che è estraneo e insolito, per migliorare la comprensione del problema e rendere estraneo e insolito ciò che è familiare, per individuare, all’interno di un gruppo creativo, una soluzione adeguata considerando il problema sotto una prospettiva completamente nuova; • il PAPSA di Hubert Jaoui (acronimo di Percezione, Analisi, Produzione, Selezione, Applicazione); • il TRIZ di Genrich Altshuller (acronimo del russo Teorija Resheniya Izobretatelskikh Zadatch, traducibile in italiano come “teoria per la soluzione inventiva dei problemi”); • la Mappa mentale di Tony Buzan. Consiste nella rappresentazione in forma grafica del pensiero, delle informazioni e delle conoscenze; • la bisociazione di Arthur Koestler. Propone l’intersecazione tra due sistemi di riferimento, solitamente considerati incompatibili, ciascuno dotato di una propria logica interna: questo incontro inconsueto dà luogo alla creazione; • gli esercizi di binomio fantastico proposti da Gianni Rodari. Si parte dall’accostamento discretamente insolito fra due parole “distanti, sufficientemente estranee”: una parola singola “agisce” solo quando ne incontra una seconda che la provoca, la costringe a uscire dai binari dell’abitudine, a scoprirsi nuove capacità di significare. Il loro accostamento discretamente insolito, costringe l’immaginazione a mettersi in moto per istituire tra loro una parentela, per costruire un insieme, fantastico, in cui i due elementi estranei possano convivere. Si attua così un effetto di straniamento, di spaesamento: per cui le parole, i concetti, le immagini passano dalla dimensione quotidiana solida ad una dimensione straordinaria, fluida. Soprattutto le ultime due “tecniche” ci ricordano che la creatività è espressione tipicamente umana perché si fonda anche sul possesso di un linguaggio. Agli alunni il concorso chiede di utilizzare con creatività i segni linguistici: verbali, per scrivere un finale al racconto “incompiuto” di Roberta Grazzani e di Anna Peiretti, o iconici, per rielaborare graficamente un’immagine per cui il soggetto reale o ordinario osservato diventi “un altro”. RICRE RI CREAZIONE AZIONE RICREAZIONE RICRE