PARTICOLARITÀ e LEGGENDE Se Corbusier le definì “la più bella

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PARTICOLARITÀ e LEGGENDE Se Corbusier le definì “la più bella
PARTICOLARITÀ e LEGGENDE Se Corbusier le definì “la più bella architettura naturale del mondo” un
motivo c’è. Anzi, più d’uno: le Dolomiti sono una vera costruzione,
formatasi nel tempo grazie alle alghe e alle barriere coralline, e sono così
straordinarie da non temere confronti. Le dimensioni, la composizione e la
ricchezza del paesaggio, amplificata da colori senza eguali, ne hanno
fatto una meta di artisti da tutto il mondo ma soprattutto hanno permesso
il maggior riconoscimento da parte dell’Unesco, che nel 2009 le ha
proclamate Patrimonio naturale dell’Umanità. Di giorno sono visitate dagli amanti dell’alta montagna, che le scelgono
per escursioni in estate e lunghe sciate in inverno; la sera si colorano di
rosa per l’affascinante fenomeno detto “enrosadira”, che pare avere
origini leggendarie. Le storie mitiche sono infatti tra le principali protagoniste di queste cime, e ancora oggi il popolo delle Dolomiti l
ama raccontare: è sulCatinaccio (in tedesco Rosengarten, ovvero Giardino delle rose) che si narra vivesse il
potente re Laurino, così amante delle rose da coltivare con passione un giardino ad esse dedicato.
Innamoratosi della principessa Similda, ma
osteggiato dalla di lei famiglia, si vendicò
dell’arresto ad opera del fratello facendo
Cantinaccio (osegarten) al tramonto con il suo colore rosa per l'incantesimo di re Laurino.
un incantesimo: nessuno avrebbe più potuto
godere della vista delle rose né di giorno, né di
notte. Si dimenticò però del tramonto, ed ecco perché
calar del sole il Catinaccio si colora delle tinte di
quegli splendidi fiori.
Un’altra leggenda narra di un mago che, innamorato di una sirena del Lago di Carezza, riempì di pietre prezios
un arcobaleno tra il Catinaccio ed il Latemar per conquistarla. Lei ammirò le lucenti gemme, ma quando si
accorse della presenza del mago scomparve nel lago. Lui gettò allora l’arcobaleno nel lago, che ancora oggi
risplende con i suoi fantastici colori. E all’origine della definizione di “monti pallidi” c’è un’altra mitica storia. Il figlio di un re aveva come sogno quello
andare sulla luna. Un giorno si perse nel bosco e decise di passarvi la notte, sognando una bellissima ragazza
che gli disse di essere la figlia del re della Luna. Al risveglio, deluso, cominciò a seguire delle voci che
provenivano da una rupe; arrampicandosi, trovò una porta e due vecchietti lo accolsero dicendo che avrebbero
potuto accompagnarlo sulla luna, aggiungendo però che la sua luce avrebbe potuto farlo diventare cieco. Il
principe salì e trovò la ragazza del sogno; stette con lei a lungo, ma gli occhi cominciarono a bruciare e perciò
decise di tornare portandola con sé. Lei diffuse sulla terra i fiori del suo mondo, che vennero chiamati “stelle
alpine”, ma a breve sentì il bisogno di tornare sulla luna per la troppa nostalgia. Il principe, disperato, andò ad
abitare sui monti per esserle più vicino e un giorno incontrò il re Laurino, sovrano dei nani Salvani, che gli prom
di aiutarlo a patto che il principe lasciasse vivere sulle montagne il suo popolo. Il patto fu stretto, e i piccoli abita
cominciarono a filare i raggi della luna, fino a tessere l’intera montagna. Tutto fu meravigliosamente bianco, la
principessa tornò dall’amato e le montagne presero il nome di “monti pallidi”.
ORIGINI e PERSONAGGI FAMOSI La loro nascita pare risalire a 200 milioni di anni fa, quando cominciarono ad ergersi dal mare di Teti, maestose
bizzarre per forma, colore e composizione. Fu il geologo Deodat de Dolomieu a scoprire nel 1791 il perché del
loro “pallore” (e ad avere l’onore di dar loro il proprio nome): il carbonato doppio di calcio e magnesio di cui è
formata la loro roccia (da quel momento chiamata, appunto, “dolomia”) le rende più chiare dei monti vicini. Altri scienziati nei secoli scorsi si sono occupati di queste cime, seguiti da esperti scalatori desiderosi di
conquistarle (i viennesi Paul Grohmann e Emil Zsigmondy su tutti), ma è soprattutto dopo i film del regista
gardenese Luis Trenker che nel XX secolo la loro fama ha raggiunto il mondo intero. Il "re degli ottomila" Reinhold Messner, altoatesino doc, ha sempre
Nel 1978 scala l'Everest senza l'ausilio di ossigeno.
affermato che il fascino delle cime dolomitiche non ha paragoni, tanto
STORIA, LADINI e GASTRONOMIA
da affermare che “non sono le più alte, ma sicuramente sono le
Pare fossero abitate già nell’Età del Ferro;montagne
successivamente
state popolate
da Reti, Romani e Longobard
più bellesono
del mondo”;
lo scrittore
e pittore Dino Buzzati ne
Ora vi abitano i Ladini, che sono il terzo gruppo
linguistico
Adige e
la epropria
fatto una
fonte didell’Alto
ispirazione
per iderivano
propri libri
quadri.lingua dal latino
popolare parlato dai soldati e dai commercianti romani misto al lessico dei Reti. L’amore per le tradizioni e il
desiderio di mantenere viva la lingua hanno
sì che sono
la cultura
sia ancora
sentita, inRoman
diversi
Trafanno
le Dolomiti
stati ladina
girati vari
film, tramolto
cui Dracula di
ambiti: a partire dalla lingua, che è parlataPolanski
da 30.000
persone, si passa
per le leggende
cheBertolucci
hanno come
(1967),L’ultimo
imperatore di
Bernardo
(1987),
protagonisti uomini del bosco, streghe e reJames
e che Bond
vengono
tramandate
padre in figlio, per arrivare alle
delizie
– Solo
per i tuoidiocchi (1981), Cliffhanger con
Silvester
gastronomiche, che comprendono piatti semplici
e
genuini. Stallone (1993), The italian job (2003) e la serie tv Un passo dal
cielo con Terence Hill (2010).
Per tradizione, infatti, anche gli antenati delle attuali popolazioni si nutrivano di ciò che g
animali e la natura a queste altitudini poteva offrire: essenzialmente latte e derivati, spe
patate, fave e spinaci, frutti di bosco e funghi. Vini rossi e bianchi DOC.
La cottura avveniva per le carni tramite bollitura o arrostimento e, per altri cibi, mediante
frittura nel burro o nello strutto. È così che anche oggi possiamo apprezzare il brodo frit
o al vino, le sfogliatelle di patate, zuppe e ravioli, nella malga più sperduta come nei
ristoranti rinomati: anche gli chef stellati cucinano mantenendo come ingredienti base
quelli di un tempo.
Non dimentichiamo anche i vitigni della zona: il 98% dei vini dell’Alto Adige, una delle
zone dolomitiche per eccellenza, vanta il marchio di qualità DOC, che coinvolge sia
bianchi (Gewürztraminer, per esempio) che rossi (Lagrein in primis). NATURA
Molte le vette oltre i tremila metri, ma non mancano gli altipiani: scalatori e amanti delle escursioni trovano
ovunque pane per i loro denti. Il gruppo montuoso più alto è la Marmolada, con i suoi 3.342 metri; le vette più
famose sono però le tre cime di Lavaredo, che tra il 1915 e il 1917 costituirono il fronte di guerra (sono ancora
visibili, in forma di trincee, gallerie e baraccamenti, i resti di quel periodo).
L’alpe di Siusi e l’altipiano dello Sciliar (il più vasto d’Europa) sono una
delle zone privilegiate per lunghe passeggiate, fin dall’antichità: nell’Alto
Medioevo erano amate dalla nobiltà come luogo di caccia, mentre i primi
Le Tre cime di Lavaredo sullo sfondo.
rifugi vennero costruiti nel XVI secolo. Intorno al 1930 furono realizzati i
primi impianti di risalita, cui seguì l’inaugurazione dei primi alberghi: da
quel momento divennero meta di escursionisti e sciatori. Anche in questo caso non mancano storie e leggende legate alla zona: s
dice che le streghe dello Sciliar si riunissero proprio qui, sulle cosiddette
“panche delle streghe” che in realtà sono speciali formazioni di roccia con
bracciolo e schienale.
Da non dimenticare anche il massiccio del Sella, che si trova tra l’Alta Badia e la Val Gardena ed è
particolarmente amato dagli sciatori perché permette di fare un percorso molto suggestivo, dedicato agli sportiv
più esperti: il famoso giro dei Quattro Passi o Sellaronda, 26 km di piste tra le valli Gardena, Alta Badia, Arabba
Fassa. Più rilassanti ma non per questo meno affascinanti i parchi naturali, che comprendono aree di interesse
paesaggistico e culturale poste sotto tutela. Sono sette, più uno nazionale (il parco dello Stelvio): il Puez Odle,
Sciliar- Catinaccio, il Monte Corno, il Vedrette di Ries-Aurina, il Tre Cime, il Fanes-Senes-Braines, il Gruppo di
Tessa, che è il più vasto.
Tre sono i laghi dolomitici che vale la pena conoscere: il lago di Braies, considerato la perla dei laghi dolomitici;
lago di Carezza, celebre per le sue acque verde smeraldo; il lago di Dobbiaco, una sorta di confine tra il parco
naturale di Fanes – Sennes – Braies e quello di Dolomiti di Sesto, interamente percorribile grazie a un sentiero
didattico che prevede 11 punti di informazione naturalistica.
CONCORSO "Il Quiz delle Dolomiti" Un concorso che parte da un gioco interattivo e arriva a un premio decisamente allettante. Il leggendario mond
delle Dolomiti è protagonista di un vero e proprio questionario suddiviso in quattro macrotemi (o “tappe”) che be
raccontano il fascino di queste straordinarie cime. L’utente metterà alla prova la propria conoscenza del mondo
[immagini5]
dolomitico attraversoquattro domande per ognuna delle quattro
Partecipa al quiz e vinci i premi in piano: inizia subito!
tappe (“Attività & Scalatori”, “Leggende & Stregoni”, “Miracoli
della natura & Coralli”, “Cultura montana & Ladini”). Tre domand
sono a risposta multipla, la quarta consiste nell’accoppiare a og
immagine l’esatta denominazione (modalità “drag & drop”).
Se non si conosce la soluzione, quale migliore occasione per
prendersi un po’ di tempo, sbirciare sui siti ufficiali e dare la
risposta esatta? Il superamento delle prove di ogni singola tappa consente di
partecipare via via all’estrazione dei premi minori (3 zaini alpini,
set da picnic e 2 giacche outdoor), ma è solo alla fine del
percorso che si può ambire al premio finale: chi risponde
esattamente a tutte le domande e lascia il proprio commento su
“libro di vetta” può vincere una vacanza di 5 notti per 5 persone
all’insegna dell’eccezionalità.
Sì, perché oltre all’hotel con vista sulle cime dolomitiche e trattamento a mezza pensione, sono previste una ce
in un ristorante 2 stelle Michelin dell’Alta Badia, un volo in parapendio biposto, la scalata di una vetta dolomitica
4 escursioni guidate, queste ultime naturalmente al fianco di guide esperte.
L’iniziativa, un’occasione divertente e allo stesso tempo istruttiva per apprezzare ancora di più la molteplicità di
queste montagne, si candida per essere al centro di un vero e proprio tam tam tra i giocatori, soprattutto
attraverso i social media: coinvolgere i propri amici, gli ideali compagni di viaggio per questa avventura, è anch
un modo per moltiplicare le chance di vittoria.