Pag 2 intervista

Transcript

Pag 2 intervista
Venerdì 17 maggio abbiamo invitato a scuola
la cantante civitanovese SERENA ABRAMI
per conoscerla e intervistarla. Serena è arrivata accompagnata dal suo chitarrista, Enrico, e
con molta simpatia e disponibilità ha risposto a
tutte le nostre domande … Sentite cosa ci ha
detto …
Come ti è venuta
l’idea di fare la
c a n ta n te ?
Ascoltando la mia
mamma, che cantava e suonava la
chitarra e il pianoforte. I miei genitori mi hanno appoggiato tantissimo nelle mia scelta di fare la
cantante e questo è stato fondamentale per me.
Quindi canti da quando
Sì, ho cominciato a cantare
e fare concorsi sin da quando ero molto piccola.
eri
piccola?
Cosa hai fatto per diventare una cantante?
Ho studiato, tantissimo.
Andavo a scuola (prima le
elementari, come voi, poi
le medie e il liceo, infine
l’università) e contemporaneamente ho sempre studiato canto moderno e
jazz. Ho cominciato a studiare con Cristina Domenella, che voi conoscete bene … Ricordate
che non si canta solo perché si ha una bella voce, bisogna studiare tanto. Questo non è un mestiere facile, a volte ti chiudono la porta in faccia, però bisogna lottare per ciò che si vuole
raggiungere, facendo tanti sacrifici e non scoraggiandosi di fronte alle difficoltà.
Sai suonare qualche strumento?
So suonare la chitarra e ho studiato per due anni
pianoforte.
Ci racconti qualcosa della tua partecipazione
al programma televisivo X-Factor?
È stato un programma molto importante per la
mia carriera, perché mi ha dato l’opportunità di
farmi conoscere. Ci sono rimasta per quattro
puntate, prima di essere eliminata. Devo dire
però che non tutto mi è piaciuto di X-Factor: ad
esempio il fatto di non poter scegliere cosa cantare o come vestirmi …
Sappiamo che hai partecipato a Sanremo:
come è stata questa esperienza?
Sono arrivata a Sanremo Giovani dopo una lunga selezione: all’inizio eravamo in 700, poi siamo scesi a 48, poi a 16; a quel punto ho fatto le
selezioni a Domenica In, dove il pubblico, votando da casa, ha scelto gli 8 giovani che avrebbero partecipato alla manifestazione. Sono riuscita ad arrivare alla serata finale, classificandomi quarta. Arrivare in finale per me era
l’obiettivo più importante. È stata davvero una
grande emozione e una bella soddisfazione cantare su quel palco.
Ti piacerebbe tornare di nuovo a Sanremo?
Sì, certamente, anche perché quando partecipi a
Sanremo, poi fai più concerti.
Che ne pensi del programma The Voice?
Ho visto solo una puntata e non lo conosco
molto, però la cosa bella che ho notato è i ragazzi cantano accompagnati da una band che
suona dal vivo e questo è molto importante.
Tu canti accompagnata dalla tua band?
Sì, c’è una band che mi accompagna sempre.
La band è molto importante per un cantante,
perché si è forti insieme. Ricordatevelo sempre:
è importante il lavoro di squadra, da soli non si
va da nessuna parte.
Le tue canzoni te le scrivi sempre da sola?
Sono una cantautrice: quindi scrivo io le mie
canzoni, però canto anche brani scritti da altri
autori. Ad esempio, hanno scritto delle canzoni
per me Nicolò Fabi, Max Gazzè e Ivano Fossati.
Tra le
tue canzoni, quale preferisci?
Mi piacciono tutte, ma in particolare ne amo
una che si intitola Amianto. Devo dirvi, però,
che spero sempre di scrivere canzoni più belle
di quelle che ho già fatto.
Ti ispiri a qualcuno per scrivere canzoni?
È chiaro che se ascolto tanto un musicista,
quando scrivo, poi, l’influenza di
quel musicista si sente. Però
l’ispirazione la trovo dentro di me:
libero la mente e cerco di far fluire
tutto ciò che ho dentro … nascono
così le mie canzoni ed è per questo
che, anche se sono influenzate da
qualcuno, io le sento solo mie.
Che musica ti piace ascoltare?
Mi piacciono tanti generi musicali, in
particolare ascolto i cantautori, la musica degli
anni ’80 e, tra i gruppi stranieri, i Coldplay e i
Radiohead. L’heavy metal, invece, non mi piace proprio.
Di che cosa ami parlare nelle tue canzoni?
Di relazioni umane: di amore, di sentimenti, di
come vanno le cose … cerco sempre di parlare
delle mie esperienze e di come vedo il mondo.
Canti solo in italiano o anche in inglese?
Quasi sempre in italiano, però ho anche
scritto delle canzoni in
inglese. Ricordate che
è
importantissimo
conoscere l’inglese,
perché ti permette di
avere molte più opportunità, anche per chi fa
un lavoro come il mio.
L’inglese è una porta
di accesso a tutto il
mondo: io, ad esempio, se lo conoscessi meglio,
potrei andare a vivere e a lavorare a Londra e
cantare con musicisti stranieri …
Quanti album hai inciso finora?
Nel 2011 ho inciso il mio primo album,
“Lontano da tutto”, e ora ne sto preparando un
altro.
Ti emoziona cantare davanti al pubblico?
Ogni volta che sono davanti al pubblico mi
metto alla prova e mi emoziono sempre. Una
volta un musicista famoso ha detto che lui suonerà fino a
quando si emozionerà … ecco, io la penso
allo stesso modo.
Durante i tuoi
concerti
usi
mai
effetti
speciali tipo
fumo o finte
esplosioni?
(n.d.r. Questa
domanda di Manuel ha fatto
fare a tutti una
grande risata,
anche a Serena
ed
Enr i co).
Le finte esplosioni no … per
quanto riguarda
il fumo, non lo uso tantissimo perché mi fa un
po’ male. Una volta lavoravo come corista e
durante il concerto avevo la macchina del fumo
di fianco a me … ad un certo punto ce n’era
talmente tanto che sono svenuta ...
Ti è mai capitato di rimanere senza voce?
Una volta, avevo cantato a squarciagola e non
avevo più un filo di voce. Ho dovuto fare degli
esercizi e piano piano è tornata …
Qualche volta hai cantato in playback?
Sì, ho dovuto farlo una volta in una trasmissione su RAI2 che si chiama “Top of the pops”. È
molto difficile cantare in playback, io non so
farlo bene …
Hai mai sbagliato durante un concerto?
Sì, certo, nessuno è perfetto … Quando sbaglio,
prima mi arrabbio, poi sdrammatizzo, mi faccio
una risata e cerco di capire ciò che non avrei
dovuto fare, in fondo sbagliare serve anche a
questo. A volte, mi capita di aver paura di sbagliare, però la paura bisogna imparare a gestirla.
Noi quest’anno e l’anno prossimo facciamo
parte del Si Fa Coro, diretto dalla maestra
Cristina: tu hai mai cantato in un coro?
A 13 anni ho fatto parte di una corale, ma anche
in quel caso facevo la voce solista. Spero mi
ricapiti ancora, perché cantare in un coro è
un’attività molto bella.
Serena, che cosa significa per te cantare?
Il canto per me è fondamentale, è ciò che mi fa
sentire viva. IO SARÒ SEMPRE UNA CANTANTE, anche se un giorno non dovessi più
cantare per il pubblico.
Hai qualche consiglio da dare ai bambini che
un giorno vorrebbero diventare cantanti?
Di non voler cantare solo per diventare famosi o
per andare ad Amici. Quando chiedo ai miei
allievi:- Perché vuoi cantare?, di solito rispondono:- Perché mi piace e mi fa stare bene. Ecco,
io dico a chi vuole fare il cantante di non scordare mai il motivo per cui si comincia questa
carriera: il piacere di cantare e la felicità che ne
deriva.
A questo punto è iniziata la parte più bella
dell’incontro, perché Serena ci ha
fatto ascoltare la
sua splendida voce,
accompagnata da
Enrico alla chitarra
e da un’ospite speciale che
passava da quelle parti … la maestra
Cristina!! Alla fine, tutti in fila per
l’autografo e poi .. foto di gruppo!
Grazie, Serena, per la tua allegra
disponibilità e per gli importanti
messaggi che ci hai trasmesso. In
bocca al lupo per il tuo futuro!
La redazione di San Marone