quadernetti della val colla

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quadernetti della val colla
N. 52
QUADERNETTI
DELLA VAL COLLA
QUADERNETTI DELLA VAL COLLA
Il valore di un
bicchiere d’acqua
Vi offriamo un bicchiere di pura e fresca acqua. La sua alta qualità è confermata dai controlli regolari ai quali essa
viene sottoposta e garantita dalla
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PUBBLICATI DAGLI «AMICI DELLA VAL COLLA»
ANNO XXXVII – NUMERO 52 – APRILE 2015
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INDICE
Pag.
Comitato 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   2
La geologia della Valle racconta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .   3
La finestra del Presidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
  10
La nostra attività proposta per il 2015 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  14
Festa di fine estate 2014
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  15
Saluto del Sindaco di Lugano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  20
Dal nostro shop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  22
La geologia della Val Colla e i suoi dissesti idrogeologici . . . . . . . . . . . . .  24
I Denti della Vecchia: l’Alpe Bolla e la salita al Sasso Grande . . . . . . . . . . .  32
Il Consorzio Alto Cassarate: 80 anni di interventi forestali . . . . . . . . . . . . .  42
Aldo Soldati Console di Svizzera (1921-1996) Cimadera . . . . . . . . . . . . .  46
Alpe di Pietrarossa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  52
15 anni del Gruppo Costumi Valcolla (1999-2014) . . . . . . . . . . . . . . . .  58
Amelio Rossini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  62
Caccia alla lepre col Segugio, quanti ricordi… . . . . . . . . . . . . . . . . .  66
Negli USA sulla via dell’emigrazione ticinese - La California (2. parte) . . . . . . .  72
Christian Frapolli, appassionato cuoco autodidatta . . . . . . . . . . . . . . . .  78
Gita al Lago d’Iseo e Monte Isola con visita a una cantina in Franciacorta . . . . . .  84
Intervista agli ultimi quattro Sindaci di Bogno, Certara, Cimadera
    e Valcolla che dal 2013 si sono aggregati con Lugano . . . . . . . . . . . . .  90
È il momento di svegliarsi! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .  108
Calendario degli eventi, feste e manifestazioni in valle . . . . . . . . . . . . .
Fondazione della Svizzera italiana per la ricerca scientifica
 112
    e gli studi universitari, F.SIRSSU, Lugano . . . . . . . . . . . . . . . . .  116
In copertina:
Fotografia panoramica della Val Colla
dalle pendici del Gazzirola (Foto: Piergiorgio Rossini)
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
COMITATO 2015
In carica dopo l᾿ultima Assemblea sociale del 4 maggio 2014.
Presidente:
ROSSINI Piergiorgio, 6962 Viganello
Vice-presidente:
PETRALLI Angelo, 6951 Scareglia
Segretarie:
MORESI-BASSI Petra, 6963 Pregassona
RONCORONI Manuela, 6965 Cadro
Responsabile delle finanze:
BERINI Matthias, 6926 Montagnola
Responsabile del sito internet:
MOROSOLI Gianluca, 6950 Tesserete
Responsabile redazione Quadernetti: PORETTI Piercarlo, 6976 Castagnola
Membri:
ANTONINI Ermidio, 6974 Aldesago
SOLDATI Massimiano, 6968 Sonvico
************
Revisori:
CAMPANA Felice, 6986 Novaggio
CAMPANA Gabriele, 6959 Curtina
CANEPA-MORANDI Sara, 6802 Rivera
Sostituto revisore:
ROSSINI Alberto, 6951 Insone
Panoramica sulla Val Colla dalle pendici del Gazzirola (Foto: A. Poretti).
2
EDITORIALE
LA GEOLOGIA DELLA VALLE
RACCONTA
Prima di tutto che il 2015 sia per i soci, amici e simpatizzanti della nostra Associazione un anno sereno, gioioso e in buona salute. Nell’anno appena trascorso il Quadernetto numero 51, impostato “Alla scoperta dell’acqua in Val Colla” è stato
apprezzato e letto da un numero sempre maggiore di persone.
Il nostro scopo è quello, a ogni uscita di un nuovo Quadernetto, di far conoscere la
natura di questo nostro piccolo territorio che è come uno scrigno pieno zeppo di
cose belle ma che spesso rimangono note solo agli esperti e agli studiosi. Per questa
nuova edizione abbiamo scelto quale tema conduttore “La geologia in Val Colla e
quanto racconta il suo territorio”. Cerchiamo di attirare l’attenzione su ciò che
spesso abbiamo sotto gli occhi e di cui non ci rendiamo conto, illustrando le peculiarità, le caratteristiche, le curiosità di ciò che si vede, e rammentando pure ciò che
è accaduto.
Vista dalla Fojorina (Foto: A. Poretti).
3
EDITORIALE
In tutti noi ci sono delle domande che aspettano una risposta, per rispondere con
cognizione di causa ed esaustivo giudizio, ci siamo rivolti al geologo, ing. Urs Luechinger di Pregassona, valido professionista da anni impegnato in numerose situazioni di dissesto idrogeologico che purtroppo si sono manifestate, anche in maniera
devastante su più fronti in val Colla. Avvincente il suo racconto dell’alluvione del
2001 vissuta di persona, nel momento culminante lungo il Cassarate la sera del 15
luglio 2001.
Come non ricordare, nel recente passato, la persona di riferimento per la nostra Associazione, l’ingegnere geologo Bruno Campana (1910 - 1998), originario di Piandera, che nel 1967 fu fra i fondatori e primo presidente della costituita Associazione
“Amici di Piandera e Cimadera”.
Nel 1978 l’Associazione diventa “Amici della Val Colla “ e di seguito nel 1985 la
presidenza passa da Bruno Campana, voluto quale presidente onorario, ad Aldo
Soldati di Cimadera, non dimenticato console di Svizzera a Venezia. Di Aldo Soldati andiamo a riportare un interessante
scritto biografico redatto dalla figlia
Anita Soldati. A Bruno Campana si deve
in gran parte il merito di aver portato
l’Associazione a un alto livello di popolarità ed efficienza; sempre a lui si deve
la nascita dei Quadernetti, cui ha dedicato grandissimo impegno. Ma Bruno
Campana è ricordato soprattutto come
geologo di fama internazionale, avendo
operato in tutto il mondo.
Quale degna testimonianza del passato
trascorso e quanto occorre tener conto
con la lunga visione del geologo, l’ingegner Bruno Campana l’ha ripercorsa e
trasmessa con la storia geologica della
sua terra, quale autore di tanti scritti
sulla conoscenza del paesaggio, quale
parvenza di cause geologiche che si sono succedute nel tempo.
L᾿ing. geologo Bruno Campana.
4
EDITORIALE
Il substrato roccioso della Val Colla è essenzialmente costituito dagli Gneiss dello
Stabbiello, rocce molto scistose formatesi a seguito dell’origine delle Alpi, indotta
dalla compressione della placca africana contro quella europea. Questo processo di
formazione della catena alpina iniziò decine di milioni di anni fa e prosegue ancora
oggi senza che noi umani ce ne accorgiamo.
Una seconda formazione rocciosa che costituisce la parte alta del versante destro
della valle è rappresentata da rocce ancora maggiormente scistose; esse costituiscono parte delle cime del Caval Drossa, del monte Baro fino a giungere alla cima del
monte Gazzirola.
Anche queste rocce fillonitiche hanno un’età pari ai più noti gneiss dello Stabbiello.
Lungo il versante sinistro sono talora visibili anche dagli automobilisti che percorrono la strada cha da Sonvico va fino al bivio per Cimadera delle rocce di color più
In zona Malpensata, l’alluvione del 2001 erose il piede della scarpata della strada cantonale
mettendola in serio pericolo di franamento.
5
EDITORIALE
scuro, quasi verde e assai più massicce. Si tratta di filoni di scisti ad orneblenda che
ben si distinguono appunto dalle altre formazioni rocciose.
Sopra il substrato roccioso, che è stato eroso e modellato particolarmente nell’ultima
era glaciale, sono stati lasciati i depositi dei ghiacciai che ritirandosi, lasciavano sui
vari livelli della valle. Si tratta di sedimenti sabbiosi o ghiaiosi di colore rossiccio
che formano dunque i terrazzi sui quali sono adagiati la maggior parte dei paesi
della Val Colla.
Le zone occupate da questi depositi morenici furono presto riconosciute dagli agricoltori di montagna, che le dissodarono e vi coltivarono orti, campi e prati, da almeno due millenni. L’argilla è stata utilizzata per fabbricare materiale dell’edilizia,
soprattutto coppi e mattoni. I Denti della Vecchia e in Fojorina sono costituiti da
Si lavorò molto per sistemare la frana della Malpensata. La foto illustra un possente argine in massi ciclopici
(eseguita dall’impresa Campana SA) e la ricostruzione totale del versante con inteventi di ingegneria naturalistica
(eseguiti dalla AFOR Valli del Cassarate), mediante cassoni doppi in legno, teli di cocco e un rinverdimento
adatto alla situazione.
6
EDITORIALE
rocce dolomitiche , che scaldate a fortissima temperatura, permettevano di ricavare
la calce. Le fornaci dove si cuoceva la calce, ampi buchi circolari nel terreno rinforzati da pareti in muratura, si possono trovare ancora oggi. A Cimadera, in zona
detta Canvini, un tempo erano menzionate alcune fornaci di calce.
Per una più esauriente lezione di geologia e di storia della Val Colla, rimando ai
numerosi scritti dell’ing. Bruno Campana, e in particolare ai nostri Quadernetti del
luglio1975 “Gli approfondimenti del Cassarate e le sue terrazze”, del luglio 1979
“Introduzione alla preistoria e alla storia della Val Colla” e del dicembre 1982
“Villaggi e paesaggi di Val Colla”, dove oltre agli scritti dell’ing. Bruno Campana
e di Lucio Campana, troviamo pure uno studio fotografico con testi storici, geologici e morfologici, un saggio botanico di Mario Jaeggli e sei disegni artistici di Willy
M. Huber.
Grotto del Magnan: la riva destra fu completamente ricostruita con una nuova arginatura in massi ciclopici
e sotto l’alveo si ripristinò il passaggio del collettore consortile delle acque luride, andato distrutto
dalla furia delle acque.
7
EDITORIALE
In questo Quadernetto annuario troverete anche la finestra del nostro presidente
che illustra compiutamente l’attività dell’anno scorso e di quanto si vuol proporre
per quest’anno, come pure potete consultare il nostro “shop”, nonché il calendario
di tutte le manifestazioni che avranno luogo in valle in modo da poterci ritrovare in
gioiosi momenti di svago e di amicizia.
Trovate i saluti del sindaco di Lugano, Onorevole Marco Borradori, agli abitanti dei
nuovi quartieri della Val Colla, e le curiose interviste ai quattro ex sindaci dei comuni aggregati con Lugano, i quali ci dilettano con le loro avvincenti dichiarazioni.
Non abbiamo dimenticato di esporre la gratificante gita sociale al Lago d’Iseo e
Monte Isola, le interviste e gli esposti ai personaggi noti della valle; inoltre proposte
di escursioni alla scoperta dei nostri alpeggi e dei loro prodotti, come pure l’esposto
appassionante di una battuta di caccia alla lepre e di altri racconti per grandi e piccini che supponiamo possano essere di sicuro vostro gradimento.
Come consuetudine i testi sono accompagnati con delle splendide fotografie, nuove
e di altri tempi che possono suscitare in noi graditi ricordi.
Auguro a tutti una buona lettura, con l’invito a chi non è ancora nostro socio, di
voler aderire alla nostra sempre più numerosa Associazione, per un tangibile sostegno alla Val Colla.
Piercarlo Poretti, Castagnola-Bogno
Responsabile di redazione del presente Quadernetto.
Pista di fondo tra Certara e Cimadera.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
LA FINESTRA DEL PRESIDENTE
Cari Amici,
è con molto piacere che mi appresto a presentarvi una nuova edizione di Quadernetti della Val Colla che quest̓anno
(2015) sarà la pubblicazione n. 52. Un opuscolo già “maturo” per la sua età ma sempre giovane nei contenuti.
Ormai da qualche anno Quadernetti esce annualmente ed
è un piacere, con la mia grande motivazione, riuscire a trasmetterla ai miei colleghi di comitato, per trovare sempre
nuovi spunti che possano interessare i nostri affezionati
lettori.
Piergiorgio Rossini
Vorrei ringraziare personalmente tutti i collaboratori che si mettono a disposizione
per la produzione di questa straordinaria pubblicazione. L̓edizione annuale del nostro Quadernetti implica infatti una mole di lavoro non indifferente. Oltre a trovare
spunti interessanti e redigere i testi, è necessario fare anche delle ricerche su vecchie
e nuove fotografie da pubblicare come pure la ricerca della pubblicità, quest̓ultima
molto importante per il finanziamento dell̓opera stessa. Vi è poi il lavoro di impaginazione da non sottovalutare. Esso infatti non viene eseguito unicamente dalla tipografia, ma richiede l’attenta collaborazione del nostro collega Pier Poretti che nei
mesi precedenti l’uscita deve sobbarcarsi intere giornate di lavoro per assicurarsi
che tutto il materiale da pubblicare (testi, fotografie e inserzioni pubblicitarie) sia
pronto a fine gennaio per avare poi l’edizione pronta nel mese di aprile. So per certo che in questi giorni Pier è molto sollecitato perché la scadenza è imminente e
deve fare i conti con i soliti ̓ritardatari̓ come il sottoscritto per disporre di tutto
l̓occorrente.
Non voglio essere vanaglorioso, ma l̓edizione di quest̓anno, con i suoi contenuti le
fotografie, è ancora migliore degli scorsi anni. È proprio il caso di dirlo: più si va
avanti e più si migliora.
Nel nostro comitato, oltre al citato Pier Poretti, si lavora pure su altre mansioni,
come per esempio la gestione dell̓apparato contabile-amministrativo, l’amministrazione del sito Internet, la coordinazione dei soci, la stesura dei verbali di ogni as10
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
semblea o riunione di comitato come pure la preparazione delle varie manifestazioni che ogni anno andiamo a proporre.
Colgo l̓occasione per ringraziare anche tutti i miei colleghi di Comitato e le due
solerti segretarie Manuela e Petra.
A proposito delle nostre manifestazioni vi presento qui di seguito un̓anteprima del
nostro ricco programma 2015:
• a maggio si terrà l̓assemblea generale dell̓Associazione, seguirà la nostra tradizionale gita in luogo ancora da designare e, come al solito, proporremo sicuramente ai nostri soci degli itinerari attraenti;
•a fine maggio avremo il piacere di ospitare Il Coro della Castellanza, di sicuro
richiamo, presso il capannone delle feste a Maglio di Colla e non mancheranno
altri intrattenimenti durante la giornata;
• durante l̓estate, lasceremo poi spazio alle sagre di paese tra luglio e agosto per poi
riproporre verso metà settembre la tradizionale Festa di Fine estate, festa che proponiamo già da parecchi anni e che migliora con il tempo. Non mancheranno le
tradizionali bancarelle, musica, animazioni e la camminata popolare attraverso
suggestivi sentieri della nostra magnifica Valle;
• nel tardo autunno proporremo, presso la palestra del Centro scolastico di Maglio
di Colla, una rappresentazione di canti tradizionali, cori e gruppi musicali. Il tutto
sarà offerto gratuitamente alla popolazione vallerana e non solo;
•infine verso inizio dicembre offriremo, come di consueto, la “panettonata e vin
brulé” in occasione del mercatino di Natale organizzato dal Gruppo Genitori.
Saluto tutti coloro che ci apprezzano con un caloroso invito alle nostre manifestazioni e ringrazio ancora tutti i nostri soci e fedeli lettori per il loro sostegno che
spero manterranno anche in futuro partecipando attivamente alle nostre manifestazioni e perché no, inviandoci vostri consigli o suggerimenti tramite il nostro indirizzo di posta elettronica [email protected] .
Le vostre osservazioni e le vostre proposte saranno ben accette.
Piergiorgio Rossini, Presidente
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
LA NOSTRA ATTIVITÀ
PROPOSTA PER IL 2015
• Quadernetti della Val Colla, numero 52, edizione aprile 2015.
• Primavera, con data da definire: serata con la Filarmonica veterani Medio Vedeggio che sarà pubblicizzata con i manifesti esposti in valle, tramite stampa
scritta e nel nostro sito internet.
• Domenica 26 aprile: Assemblea sociale, presso la sala grande nella Casa comunale al Maglio di Colla.
• Domenica di Pentecoste 24 maggio, Gita sociale con meta da definire. Seguirà invito tramite la circolare a tutti i soci e simpatizzanti. Inoltre sul nostro sito
internet.
• Sabato 30 maggio, serata con il Coro della Castellanza, diretto dal maestro Tiziano Zanetti. Nel capannone delle manifestazioni approntato sul piazzale al Maglio di Colla.
• Domenica 20 settembre (in caso di cattivo tempo domenica 27 settembre), “Festa
di fine estate”. Tutti in piazza al Maglio di Colla con il mercatino dell’artigianato,
bancherelle con i prodotti nostrani, vini e musica con intrattenimenti vari. Cucina
e cantina in funzione nel capannone delle feste. Al mattino “Camminata popolare” alla scoperta dei sentieri panoramici della Val Colla.
• Sabato 28 novembre: mercatino di Natale con l’immancabile Panettonata e vin
brûlé, offerta a tutti grandi e piccini, in collaborazione con l’Associazione dei genitori della Val Colla, presso la sede delle scuole elementari del Maglio di Colla.
Se qualcuno di voi avesse delle idee o delle osservazioni da proporre, non esito a
contattarci tramite posta elettronica all’indirizzo: [email protected]
Diventa nuovo socio della nostra Associazione!
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
RICORDI DELLA FESTA
DI FINE ESTATE 2014
Partenza della camminata popolare “In giro per la Val Colla”.
L᾿imbocco del sentiero Maglio di Colla - Certara.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Transito dei partecipanti sotto la chiesa di Certara.
Il presidente ringrazia chi ha concluso la camminata popolare.
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19
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
SALUTO DEL SINDACO DI LUGANO
Saluto con affetto tutti i membri dell’Associazione “Amici
della Val Colla” che dal 1967 cura questa interessante pubblicazione. I Quadernetti della Val Colla rappresentano un
documento storico importante, dove i racconti e gli aneddoti degli abitanti della Valle ci permettono di conoscere e
apprezzare un territorio di rara bellezza.
Questa nuova edizione ci porta alla scoperta di tutte le particolarità geologiche della nostra valle: un tema di sicuro
interesse, a volte però poco discusso e conosciuto solo dagli
Marco Borradori
esperti del settore. Comprendere la storia e l’evoluzione
geologica di un territorio significa indagare il suo passato,
ma anche gli elementi di conoscenza utili per valorizzare e tutelare al meglio un
patrimonio ambientale della nostra città.
Il sottosuolo è una mappa variegata dalla quale è possibile apprendere anche le abitudini dei nostri predecessori; pensiamo all’impiego che si faceva in passato di alcune pietre: i Denti della Vecchia, con la loro morfologia particolare fatta di torrioni
e di guglie, si compongono anche di rocce dolomitiche che venivano scaldate a
temperatura molto elevata per ottenere la calce.
Oggi lo studio della geologia ci consente anche di anticipare le influenze delle attività antropiche e della variabilità del clima, che a volte ci porta a confrontarci con
fenomeni naturali di particolare violenza.
Io credo che dalla geologia possiamo trarre un importante insegnamento: il rispetto
per la nostra terra, che a volte è messa a dura prova da fenomeni naturali di particolare intensità, responsabili di allagamenti, smottamenti ed esondazioni. Ricordo
l’alluvione del 15 luglio 2001 che aveva provocato ingenti danni, in particolare
nella zona di Maglio di Colla e sul Piano della Stampa. Le conseguenze potevano
essere ancora più gravi senza una politica forestale attenta a tutelare le aree boschive,
al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e ridurre i danni dei pericoli naturali.
Oggi l’instabilità del clima e la frequenza di precipitazioni di eccezionale intensità
ci inducono a rivedere e aggiornare le zone a rischio, così come a limitare gli interventi invasivi sul territorio.
Con le aggregazioni la Città di Lugano può ora contare su un vario e vasto territorio,
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
ricco di ambienti naturali di pregio, ideali per lo svago e per il turismo. Da questo
fatto è emersa l’esigenza di aggiornare la situazione dei nuovi quartieri: la Città di
Lugano, sulla base del consolidamento dei Piani delle zone di pericolo elaborati dal
Cantone, sta facendo tutte le verifiche utili al fine di disporre di un quadro puntuale
delle zone potenzialmente esposte o già colpite da pericoli naturali, e di individuare
le misure necessarie per mettere in sicurezza il territorio.
Ringrazio l’Associazione “Amici della Val Colla” che da tanti anni si prodiga nella
difesa del patrimonio paesaggistico, culturale, forestale e agricolo della Valle, e
nella conservazione dei suoi monumenti storici, civili e religiosi.
Marco Borradori
Sindaco di Lugano
Le due capanne sul confine Svizzera - Italia al Passo del San Lucio (Foto: A. Poretti).
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
DAL NOSTRO SHOP
Numeri arretrati dei Quadernetti ancora disponibili, in vendita a CHF 10 l’uno:
Nr. 5, 6, 7, 10-11, 14-15, 18, 31, 32, 33, 34-35, 36-40, 41, 42, 43,
44 (Una Valle da scoprire), 45, 46, 47, 48, 49, 50 e 51
Pubblicazioni arretrate:
S. Lucio di Cavargna, degli Amici di Cavargna, CHF 22
Itinerari di Valli Ticinesi, di Piergiorgio Morandi, CHF 20
Generazioni a confronto, di Ezio Galli, CHF 20
Una piccola valle racconta, di Aldo Petralli, CHF 15
Glossarietto del gergo dei magnani, di Aldo Soldati, CHF 14
Sciur cürat, degli Amici della Cavargna, CHF 14
Altro materiale:
Poster con i paesi della Val Colla, CHF 5
Adesivi con il logo dell’Associazione, CHF 2
Vaso cilindrico con il logo dell’Associazione, CHF 10
“Tazzin” con il logo dell’Associazione, CHF 10
Maglietta color giallo con ricamato il logo
dell’Associazione, CHF 10
CD-video
“LA VALCOLLA”,
CHF 20
Fino a esaurimento scorta
Il materiale può essere ordinato per posta:
Associazione Amici della Val Colla
casella postale 33
6959 Maglio di Colla
Oppure inviando un messaggio e-mail: [email protected]
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autorizzato
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Natel 076 386 71 86
Fax 091 972 95 61
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
LA GEOLOGIA DELLA VAL COLLA
E I SUOI DISSESTI IDROGEOLOGICI
Il 15 luglio del 2001, di ritorno da una vacanza, viste le
intense nubi scure che da Lugano salivano verso Nord, decisi di prendere la mia canna da pesca e di andare in Val
Colla. Erano circa le 17.00 quando raggiunsi Maglio di
Colla e scesi sul fiume poco dopo la Raiffeisen; pioveva
che “Dio la mandava”. Il fiume era comunque ancora decente e presi subito una bella trota che si infilò nel mio cestino. Poi, in pochi minuti, il fiume divenne marrone, poi
marrone scuro e il suo livello si alzava a vista d’occhio.
Erano circa le 17.30 e pioveva come non avevo mai visto.
Urs Lüchinger
Il fiume saliva talmente velocemente che decisi di mettermi
al riparo e di smettere di pescare, anche perchè lungo la
corrente del fiume iniziavano a scendere numerosi tronchi d’albero molto pericolosi. Presi l’automobile e, via Madonna D’Arla, tornai a casa a Pregassona. Era da
poco sceso il buio quando la polizia cantonale mi chiamò al telefono e mi chiese di
intervenire presso Maglio di Colla in quanto dalla Valle del Buco, posta sopra l’ex
Municipio e il ristorante Washington, proveniva una marea di fango ed acqua. Ripresi l’auto, ripassai dalla Madonna d’Arla a zig zag evitando di tutto lungo la careggiata, e raggiunsi l’obbiettivo. Dovetti decretare l’inabitabilità degli stabili citati
e, dopo un po’ decisi che era giunto il momento di ritornare a casa. L’indomani mi
sarei di nuovo recato sul posto per rivedere la situazione con la luce diurna. Arrivai
poco a valle della diga di Curtina e mi trovo sbarrata la strada da un flusso di detriti sceso da una piccola valletta. Forzatamente dovevo tornare indietro. Girata l’auto
e fatti 150-200 metri, un improvviso altro flusso detritico mi sbarrò la strada a monte: ero chiuso tra due flussi detritici. Intanto diluviava in modo impressionante, il
fiume rumoreggiava molto forte per l’impatto dei sassi lungo l’alveo. Dovetti scegliere se lasciare l’auto posteggiata vicino al fiume oppure vicino al versante. Indovinate dove la misi?
Chiamai al telefono mia moglie dicendole di salire in Valcolla passando da Tesserete e che mi avrebbe trovato sulla strada, avendo infatti superato a piedi il flusso di
detrito a valle. Così accadde che finalmente potei tornare a casa.
Ho voluto raccontarvi quasta storia vera in quanto fu poi il destino a farmi assumere il compito, unitamente allo studio d’ingegneria Mauri&Banci, di operare il risanamento delle numerose situazioni di dissesto idrogeologico dovute a quella deva24
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
stante alluvione e per il quale il Cantone stanziò un credito di 2.4 milioni di franchi.
Si seppe poi che la goccia che fece traboccare il vaso fu il collasso dei versanti
delle valli Saslina e Lavazee, un tempo già foriere di disastri e rimboscate dall’uomo
con le celeberrime piantagioni. I danni furono molti e in svariati punti; ricordo fra i
tanti quelli della Malpensata, di Insone e di Scareglia ma soprattutto, poiché allora
ero presidente della società di pesca la Ceresiana, la completa distruzione delle vasche esterne della piscicoltura di Maglio di Colla dove perdemmo tutti i pesci riproduttori e successivamente si attesero 3 anni prima di riprendere la produzione di
uova ed avannotti.
Non possiamo comunque dimenticare altri eventi alluvionali che produssero ingenti dissesti idrogeologici con relativi danni materiali: in primis la famosa frana di
Corticiasca del 5 agosto del 1896 che distrusse 8 case e che indusse numerose famiglie a mettersi in salvo.
Infine due parole anche per la recentissima alluvione del mese di novembre del
2014, che a seguito di precipitazioni eccezionalmente abbondanti, ha prodotto diversi dissesti idrogeologici, fortunatamente senza danni a persone ma con numerose
dichiarazioni di inabitabilità transitorie di case primarie. Alcune frane già conosciute hanno ripreso a muoversi anche se al momento non di molto (come quella dei
Lavinelli a Maglio di Colla). Altre nuove si sono formate come ad esempio a Colla
e lungo la cantonale “bassa” nella frazione di Corticiasca. I conti li faremo però tra
qualche mese, in quanto i terreni sono saturi di acqua e vedremo infatti come si
comporteranno durante il periodo del gelo e disgelo. Saranno secondo me possibili
nuovi eventi di dissesto idrogeologico e dunque nuovi danni. Molto dipenderà anche
dal regime pluviometrico della prossima primavera.
Ma perché la Val Colla è soggetta particolarmente ai dissesti idrogeologici? Va premesso che la roccia, che fa da base a tutto, non è certo delle più massicce, presentando infatti una forte scistosità, ma soprattutto, lungo il versante destro della valle,
(quella che va da Rovederedo e giunge sino a Cozzo ed in parte anche a Bogno),
questa roccia presenta il cosiddetto “uncinamento degli strati”. Si tratta di una condizione strutturale della roccia che vede i propri strati (qui rappresentati dalla scistosità) con un’ inclinazione rivolta verso il pendio. In poche parole, la roccia si presenta con le sue testate, fratturata e rivolta verso valle, predisponendo dunque il
tutto alla discesa per gravità.
25
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Cosa si fa per ovviare a questa situazione? Se da un lato è praticamente impossibile
intervenire su una condizione geologica presente in larga scala come in Val Colla,
dall’altro i mezzi tecnici odierni ci permettono di controllare la situazione. In sostanza si procede ad un monitoraggio che il Cantone esegue su mandato del CVC (che
a sua volta viene sussidiato). La zona monitorata due volte l’anno va da Roveredo
fino a Bogno. (Vengono misurati 26 punti disseminati lungo il versante) e un paio
di punti sono pure raggiunti presso il campanile di Cimadera, lungo dunque il versante sinistro. Le stazioni base sono collocate una a Madonna d’Arla e l’altra a
Treciò.
Vi sono poi i monitoraggi delle situazioni puntuali: la frana del Pianone a Bogno (controllo dell’inclinometro), la zona della Bruga dalla Poma sempre a Bogno (3 inclino-
Alluvione del 2001. La furia devastante del Cassarate ha completamente reso irriconoscibile lo stabilimento
piscicolo di Maglio di Colla. Le vasche esterne sono state rimepite da legname e sedimenti;
tutti i pesci ivi contenuti sono stati dunque uccisi dall'evento. Ci sono poi voluti 4 anni per recuperare
il patrimonio ittico per la riproduzione di trote.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
metri + controllo geodetico), la recentissima istallazione di un monitoraggio preso la
briglia della Valle del Buco (novembre 2014), la frana di Cimadera (controllo inclinometrico con recentissima misura zero nel dicembre 2014 + misurazioni geodetiche).
La frana dei Lavinelli presso Maglio di Colla al momento non viene monitorata e si
vedrà se sar^a il caso di prendere la dicisione di proseguire le misure eseguite nel
passato. Da ultimo è intenzione del Cantone di valutare il ripristino delle misurazioni
presso la chiesa di Corticiasca, quella posta ai bordi della frana del 1896.
Lungo la Bruga dalla Poma si sono eseguito importanti interventi di consolidamento sotto l’ex falegnameria Bettoni, punto nel quale il dissesto idrogeologico di versante aveva raggiunto lo stabile a pochi centimetri. Furono dunque tensionati potenti ancoraggi su travi di dimensioni ragguardevoli. L’effetto estetico non è dei migliori, ma quando ci vuole….ci vuole.
Il Cantone spese dunque quasi 350’000.– franchi per ricostituire un'arginatura con massi ciclopici
a protezione delle vasche esterne tutte recuparate o ricostruite ex novo.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Lungo la valle del Buco sia a monte che appena sopra il Municipio furono realizzate diverse opere con il metodo dell’ingengeria naturalistica, con cassoni doppi in
legno e un pennello deviatore dei flussi detritici tutto realizzato in legno dall’Afor
locale.
In zona Malpensata lungo il Cassarate l’intervento fu più “duro”, con la posa di una
arginatura in massi ciclopici che funge tuttora da piede del versante che allora era
franato nel fiume; a monte delle case il rialetto fu ricondotto in un alveo ricostruito
da nuovo e dunque messo in sicurezza. Nelle valli Saslina e Lavazzee furono realizzati degli interventi selvicolturali oltre che opere che stabilizzassero i versanti e
l’alveo dei due corsi d’acqua e ciò sempre utilizzando i metodi dettati dall’ingegneria naturalistica.
Per la piscicoltura l’intervento fu imponente, con dapprima lo sgombero di centinaia di tonnellate di detriti ed in particolare di enormi tronchi d’albero incastratisi
nelle vasche.
Le vasche furono ricostruite da nuovo e l’arginatura che contorna la piscicoltura fu
rifatta a nuovo e potenziata di molto con massi ciclopici.
Questi sono solamente alcuni casi fra i tanti risolti. Fu un lavoro enorme!
Come vedete dunque molto è stato fatto e il controllo della situazione è sempre attivo, anzi è in via di incrementazione.
Le zone soggette a pericoli naturali sono state eseguite da tempo a livello particellare e anche in questo settore è dunque possibile una conseguente pianificazione
edilizia e una gestione razionale delle risorse per la manutenzione delle vie di transito.
Urs Luechinger
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Alluvione 2001: strada per Scareglia. Dagli interventi in corso si comprende bene il grado
di distruzione della strada che fu interrotta al transito per molti mesi. L’intero bordo esterno
della carreggiata franò completamente nell’alveo del riale sottostante.
Ecco come si presenta la strada per Scareglia con i lavori di messa in sicurezza conclusi.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
I DENTI DELLA VECCHIA: L’ALPE BOLLA
E LA SALITA AL SASSO GRANDE
Di Luca Bettosini e Ely Riva
“… E si giunge finalmente in un meraviglioso campo, irto di torri e aguglie naturali di dolomia, d’onde ha nome il monte: Denti della Vecchia o Canne d’Organo. Lo
scompiglio di quelle rocce è degno di essere veduto dal geologo; né altro luogo del
cantone offre così portentosa scena”.
(Luigi Lavizzari, 13 giugno 1885, dal libro “Escursioni nel Cantone Ticino”).
Le montagne che fanno da corona alle Valli del Cassarate e del Vedeggio (Valli di
Lugano), con i loro sinuosi rilievi, offrono la possibilità di percorrere incantevoli
itinerari pedestri, immersi nella natura, alla scoperta di un ricco paesaggio culturale,
con una vista di incomparabile bellezza sul lago Ceresio, uno straordinario panorama sulla catena alpina e sulla Pianura Padana. I Denti della Vecchia è una montagna
delle Prealpi luganesi, tra Svizzera ed Italia. Il “Sasso Grande”, che raggiunge i
1’492 metri, è il più suggestivo dei pennoni calcarei che la compongono. Sono anche definiti “Canne d’organo”. I “denti” sono formati da uno strato geologico più
antico: quello del Triassico superiore che è costituito da dolomia. Tra i Denti della
Vecchia e la Capanna Pairolo si possono osservare dei conglomerati verrucani che
risalgono ad un’epoca ancora più remota. Tutto il massiccio del Gazzirola è costituito invece da uno zoccolo cristallino in forma di gneiss, che rappresenta le rocce
affioranti più antiche del Sottoceneri. In Val Colla, sul fondovalle, si riscontrano
rocce coperte da ghiaia, sabbie e argille che erano in origine antiche morene d’epoca glaciale. La particolare conformazione di queste montagne ha ispirato tutta una
serie di leggende popolari. Alcune di esse sono state raccolte da autori diverse e
sono state trascritte con questi titoli: “Il curioso punito”, “L’asino di Ventuno”, “La
leggenda delle Canne d’Organo... e dei Denti della Vecchia” e sono rintracciabili
nella raccolta “Il meraviglioso”.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Due parole sulla geologia dei Denti della Vecchia
La Placca Adriatica è quasi sempre rimasta sommersa da un mare poco profondo.
Ad un certo punto della storia della Terra, nel Giurassico (190 milioni d’anni fa),
questa placca iniziò a ruotare in senso orario, spinta dalle grosse placche continentali che la circondavano. Nel movimento la Placca Adriatica andò a scontrarsi con
la Placca Europea. Dopo alcuni milioni d’anni di relativa calma (dal punto di vista
geologico), con l’inizio del Cretaceo (da 136 a 65 milioni d’anni fa) improvvisamente le placche continentali invertirono il loro movimento di allontanamento e la
placca africana ed euroasiatica iniziarono ad avvicinarsi tra loro causando la lenta
chiusura della Tetide e dando inizio alla formazione della catena di montagne più
nota al mondo: le Alpi. Le Alpi rappresentano la catena montuosa più lunga d’Europa e si estendono per oltre 600 chilometri con cime che superano i 4’000 metri di
altezza, il Monte Bianco con i suoi 4’848 metri è la montagna più alta. Nasceva
così il territorio che si sarebbe chiamato Cantone Ticino; i Denti della Vecchia sono
ciò che rimane di una parte del continente africano quando avvenne il distacco tra
l’Europa e l’Asia dall’Africa. Possiamo definire la Linea Insubrica come la cicatrice
nata dallo scontro della Placca Africana con quella Europea. L’origine e il significato di questo lineamento è molto complesso ed è, ancora oggi, fonte di discussione e
pareri contrastanti. La nascita della Linea Insubrica coincide, all’incirca, con l’inizio
dell’orogenesi alpina e cioè a partire dal Cretaceo.
I Denti della Vecchia
sono una delle formazioni orografiche più
particolari del Ticino,
occupando buona parte della cresta che fa
da confine con l’Italia
tra la Val Colla e Valsolda. I loro bei torrioni di colore chiaro si
alzano al cielo come
canne d’organo visibili dal Luganese e danno un tocco alpino a
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
tutta la regione. Esse sono un bastione occidentale della forte fascia di rocce della
famiglia dei carbonati, ossia calcari e dolomie; sono composte in parte da calcite e
dolomite e i Denti della Vecchia appartengono alla Dolomia Principale, l’unità carbonatica più diffusa ed omogeneamente distribuita nelle Alpi Meridionali, ovvero
nelle montagne che si trovano a sud della Linea Insubrica. Oggi si pensa che la
Dolomia Principale sia nata in un mare di bassa profondità dove si potevano sviluppare grandi piani con distese di alghe, dove si raccoglievano i vari sedimenti trasportati dalla corrente. Questi sedimenti intrappolati dalle alghe venivano poi ricoperti
da una sottile guaina di carbonato di calcio, mentre piccolissimi cristalli riempivano
i diversi interstizi, serrandosi insieme durante lo sprofondamento, che ha trasformato il tutto nella bella roccia che oggi possiamo ammirare. La Dolomia Principale ci
porta alle Dolomiti per il fatto che è dello stesso tipo ed età. Con i suoi appigli e i
caratteristici camini è una roccia ideale per essere scalata e i Denti della Vecchia
sono, infatti, un vero paradiso per gli scalatori con decine e decine di itinerari diversi e interessanti. I veri conoscitori di tutte le arrampicate possibili sono i componenti del Gruppo Scoiattoli dei Denti della Vecchia. Tipici di questa montagna sono i
torrioni e le guglie: il Sasso Grande con i suoi 1491 metri è il punto più alto; (il
Sasso Palazzo 1483 metri è il secondo) le diverse rocce escono dalla fitta vegetazione che si trova sui fianchi risaltando ancora di più. Ai piedi dei Denti della Vecchia
si trova la capanna Pairolo; di proprietà della SAT Lugano; è situata in alta Val
Colla tra i Denti della Vecchia e la Cima di Foiorina ed è il punto d’arrivo e di partenza per passeggiate
in diverse direzioni:
Val Colla, Sopraceneri, Italia e lago di Lugano.
Flora tra i Denti
della Vecchia
Nei prati tra gli spuntoni calcarei, i frastagliati pinnacoli e le
bizzarre guglie dei
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Denti della Vecchia (1’491 m) prospera una flora straordinaria. Fino a poco prima
della seconda guerra mondiale nella regione esisteva una Primula viola, quasi nera,
con fauce gialla, nota col nome dialettale di “Vedovella”. Pier Luigi Zanon, botanico del Museo Cantonale di Storia Naturale di Lugano, mi aveva scritto che questa
primula è quasi certamente un ibrido tra l’Orecchietta d’orso (Primula auricola) di
color giallo, conosciuta in dialetto col nome di “Fioo sassin”, e la Primula hirsuta
dal colore rosa porpora, ambedue presenti sui Denti. La regione è ricca di Rose di
Natale (Helleborus niger) che fioriscono d’inverno, proprio quando tutti gli altri
fiori dormono, quasi a dimostrare che la natura è sempre viva, anche durante l’inclemente stagione. È pure presente il raro Rododendro irsuto o Rosa delle Alpi a
foglie ciliate (Rhododendron hirsutum) caratterizzato da foglie verdi lucenti orlate
di peli. Altre piante rare che crescono solo sulle rocce carbonatiche sono la Peverina
di Carinzia sudalpina (Cerastium carinthiacum austroalpinum) e la piccola ed elegante Aquilegia di Einsele (Aquilegia einseleana), presenti solo sulla Cima dell’Oress, il Millefoglio di Clavena (Achillea clavenae) e la Pedicolare spiralata (Pedicularis gyroflexa), queste ultime due pure presenti sul Generoso. Dalla fine di aprile a
metà maggio è in piena fioritura il Ranuncolo erba tora (Ranunculus thora), la
pianta più velenosa tra le terribili ranuncolacee. Dalle sue radici i Galli estraevano
un liquido usato per avvelenare le punte delle loro frecce. Una vera preziosità dei
“Denti” è però costituita dalla presenza, su un ripido pendio sassoso, di un raro endemita delle Prealpi lombarde, il Citiso insubrico (Cytisus emeriflorus), una piccola
pianticella legnosa
che fiorisce verso la
fine di maggio. Dal
Brè alla Foiorina, invece, abbonda il Ciclamino (Cyclamen
purpurescens) che in
particolari circostanze
profuma l’aria di tutto
il sottobosco. Mentre
quasi tutte le piante
fanno il possibile per
disseminare lontano i
propri semi, il Cicla35
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
mino fa esattamente il contrario: appena il fiore è fecondato attorciglia il gambo
floreale a “molla d’orologio” e, come farebbe un giardiniere, si china sul terreno e
deposita il seme vicino al suo bulbo. Un piccolo passo ma sicuro! Lungo il vecchio
sentiero, dove un tempo c’era pascolo, troviamo una delle stazioni più belle della
cespugliosa Genziana asclepiadea, con centinaia di fiori: una meraviglia! Diffuso è
pure l’elegante Ormino (Horminum pyrenaicum) dai grandi fiori viola, presente in
Svizzera solo in questa regione. Raro è invece il delicato Garofano di bosco (Dianthus monspessulanus), rosa o bianco e profumato. Rarissima è la strisciante Clematide alpina (Clematis alpina) che in Ticino cresce solo in un remoto angolo dei
Denti. Le piante descritte sono rare in Svizzera perché, durante l’ultima glaciazione,
sono sopravvissute in questa regione calcarea tra i Denti della Vecchia e la cima
dell’Oress, che emergevano dalle potenti fiumane di ghiaccio provenienti dal Ceneri e da Porlezza (Ghiacciaio dell’Adda). I Denti sono anche l’ambiente ideale per
molti insetti e molluschi rari, che tra le rocce calcaree hanno trovato l’ambiente
ideale per riprodursi. Ma questa è un’altra storia.
Itinerario
Cureggia – Alpe Bolla – Sasso Grande – Cureggia
Per il posteggio esiste un grande autosilo comunale a Cureggia, poco prima del
grotto. Partendo la mattina presto si può compiere una bella escursione verso l’Alpe
Bolla e al Sasso Grande dei Denti della Vecchia, prendere un po’ di sole e scendere
poi al grotto Pierino per gustare un ottimo piatto freddo oppure una buona cena
nostrana. L’escursione non comporta grande fatica, ma bisogna calcolare circa un’ora e 15 minuti di cammino in salita per arrivare all’Alpe Bolla e ancora un’ora e 30
minuti circa per salire alla vetta del Sasso Grande, il punto culminante dei Denti
della Vecchia; il tutto su un bellissimo sentiero segnato ed immerso nel bosco. In
poco meno di due ore si ridiscende poi a Cureggia.
Per quanto brevissima ed elementare la salita al Sasso Grande richiede una certa
pratica ed esperienza. Sebbene i passaggi su roccia siano limitatissimi e sempre facilitati e protetti da robusti mughi, chi volesse affrontare la salita con persone meno
esperte potrebbe trarre giovamento dall'uso di una corda. Il sentiero, interamente
segnato, parte da Cureggia; poco dopo il grotto Pierino si deve prendere la strada
asfaltata che gira subito a sinistra, sulla curva a destra parte pianeggiante il sentiero
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
che introduce l’escursione nel fitto bosco. In circa 15 minuti, passando davanti ad
una cappelletta, si giunge a Preda Grossa (809 m), vecchio grottino situato sotto
enormi platani, il sentiero sale a destra e ripidamente prosegue con diversi tornanti
attraversando un bosco molto fitto, dove dominano il faggio e il castagno. Dopo
circa 45 minuti si sbuca in un vasto pianoro dove è situata l’Alpe Bolla a 1’129
metri, con la possibilità di riposarsi, bere e mangiare qualcosa. Dall’Alpe Bolla si
prende il sentiero segnato “Denti della Vecchia” e in breve si giunge al Pian di Scagn
(1’174 m), dove il vasto tratto erboso introduce la bella salita panoramica. Il sentiero, sempre segnato, passa nel bosco per poi riemergere nei pascoli e rientrarci nuovamente. È un bel camminare in un ambiente davvero meraviglioso che permette di
incontrare una ricca flora. Attraversato il bosco di faggi si incontrano le prime guglie
dei Denti della Vecchia e si giunge al cartello che indica la salita al Sasso Grande.
Per il Sasso Grande si sale verso destra in direzione delle sovrastanti rupi, portandosi ad una grande sella di rocce e mughi. Ci si abbassa sul versante opposto per pochi
metri e si attraversa, nella sua parte alta, un profondo vallone inciso fra pareti. Si
sale per un po’ fiancheggiando lo stretto ramo finale del canalone e, infine, deviando
a sinistra, si raggiunge una selletta, dalla quale si possono ammirare le belle architetture delle pareti che delimitano il canalone verso Nord. Fra esse spicca un bel
dito di roccia, molto elegante ed aereo: è il collo della struttura rocciosa nota agli
scalatori come “il cammello”. Dalla selletta si segue il sentiero, raggiungendo un
piccolo risalto di roccia grigio scura che si risale (passaggio di II grado) per poi
proseguire con maggiore attenzione fino
ad un nuovo saltino
oltre il quale si devia
progressivamente a sinistra. Un altro gradino porta all’ultimo
tratto del sentiero che
aggira la cima verso
sinistra portando sul
torrione che la fiancheggia a Sud. Con un
lungo passo si scavalca la spaccatura che
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
separa il torrione dalla
cima. La vetta, dalla
forma di cupola erbosa e rocciosa, è caratteristica e permette
una vista panoramica
eccezionale.
40 anni
d’arrampicata
Il 25 marzo 1964 dodici amici si riunirono
per fondare un’associazione autonoma di alpinisti rocciatori; nacque così il “Gruppo
Scoiattoli dei Denti della Vecchia”. Il “Gruppo Scoiattoli” intende, oggi come allora,
riunire appassionati di montagna e di arrampicata. Attualmente fanno parte del
“Gruppo Scoiattoli” un centinaio di membri provenienti da ogni parte del Cantone.
Con il libro “Denti della Vecchia, Guida alle arrampicate” i membri del Gruppo
Scoiattoli (www.scoiattoli.ch), non vogliono promuovere la scalata come prestazione sportiva, ma intendono celebrare il microcosmo dei Denti della Vecchia che, oltre
a rappresentare idealmente la loro “culla”,
riserva meravigliose
sorprese a tutti coloro
che sanno ascoltare,
nella quiete e nel silenzio della natura, il
suono delle sue “Canne d’Organo”.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Denti della vecchia o canne d’organo?
Tratto da: “La guglia che sognava il cielo, novelle sulle montagne ticinesi”, Edizioni Associazione vivere la montagna e Fontana Edizioni, di Luca Bettosini.
Prima di addentrarci nella storia che vado a raccontarvi è bene saperne di più
sull’organo. L’organo, più precisamente quello a canne, è uno strumento ad aria,
che viene soffiata all’interno da uno o più mantici. Da questi essa entra, attraversa le varie tubature, in speciali serbatoi costituiti da grandi casse di legno, che
hanno il compito di distribuirla alle singole canne. Il piano superiore dei somieri
è letteralmente crivellato da fori, ognuno dei quali è chiuso da una valvola ed è
sede di una canna. Ogni ventilabro è collegato, tramite un sistema meccanico composto di sottili leve, squadre e fulcri, tiranti ad un tasto della tastiera o ad un pedale della pedaliera, azionati dal suonatore. Premendo un tasto si mettono in
funzione i congegni meccanici che fanno aprire la relativa valvola e l’aria compressa, tramite un canale, fluisce dal somiere alla canna, che produce il magnifico
suono. La maggior parte delle canne d’organo sono realizzate in metallo, ma vi
sono anche canne di legno, generalmente di abete stagionato; una pianta che non
manca certo in Ticino. Ma inventare questo strumento non è stato per nulla facile.
Il cammino comincia quando i greci crearono il primo organo idraulico, presto di
gran successo in tutti i paesi di cultura greca e romana. Teatri, circhi, arene, tutti
i luoghi pubblici vantavano il proprio organo che, con le sue sonore canne di bronzo, riusciva a raggiungere volumi abbastanza assordanti. Un giorno, molto ma
molto tempo fa, nel Luganese accadeva qualcosa di molto strano. In una certa
zona situata nelle vicinanze dei Denti della Vecchia, si udivano le note melodiose
di un organo che suonava; ma questo capitava raramente e siccome il posto non
era abitato pochi lo avevano udito.
I suonatori ambulanti e i cantastorie portavano la musica in spalla: nelle vie della
città rallegravano grandi e piccini, nelle aie dei contadini animavano le feste campagnole, accompagnando le danze con ariette popolari e accontentandosi di poche
monete buttate dalla finestra. Uno di loro, un certo Spallucci di Como, era giunto a
Lugano col suo organetto caricato sul carro trainato da due cavalli. Girava soprattutto nella zona di confine col Ticino perché in Italia la concorrenza era tanta.
Spallucci oltre che suonatore era anche un cantastorie, uno di quelli che portavano
le storie e le leggende di paesi lontani sulla bocca di tutti e che poi le tramandavano ai figli e così via. Lui aveva tante storie da raccontare e restò a lungo nel Luga39
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
nese. Qui la gente non era abituata a quello svago e Spallucci rappresentava per
loro una delle poche occasioni per riunire tutta la gente. Una sera accadde che un
calzolaio di nome Nicola si avvicinò a Spallucci e gli confidò di avere udito, nei
boschi sotto i Denti della Vecchia, una musica meravigliosa, ma che non sapeva
dire quale strumento o chi la suonasse. Per Spallucci era una gioia inaspettata; ora
aveva un’altra storia da raccontare, ma doveva saperne di più. Nicola lo accompagnò nella zona in cui aveva udito la musica e ve lo lasciò solo col suo organo da
viaggio. Spallucci si mise a suonarlo direttamente dal carro e il suono si levò verso
la montagna. Continuò così per ore fino a quando la sua musica richiamò un’altra
musica, proprio come aveva pensato. Ma quello che udì fu il suono più celestiale,
la musica più bella che mai un musicista avrebbe potuto comporre. Le note sembravano uscire dalle nuvole e la melodia sembrava un canto di angeli. Non riusciva a
capire da dove provenisse, ma davanti a lui si trovavano le guglie della montagna
chiamata Denti della vecchia. Osservandola, Spallucci vide che le nuvole stavano
tutt’intorno alla montagna, come se da sotto qualcosa le soffiasse via. Rimase sconvolto quando comprese che le guglie erano delle vere e proprie canne d’organo e
che il suono usciva da quella montagna. Immerso nei pensieri cercò di tranquillizzarsi e di trovare una spiegazione logica; nel frattempo il suono cessò e lo Spallucci non lo udì mai più. Ritornò centinaia di volte ancora e centinaia di volte suonò il
suo organetto, ma della celestiale melodia non c’era più traccia. Lui era un cantastorie e un suonatore e alla fine comprese che la montagna desiderava che lui portasse la sua musica alle genti di altri paesi. E così fece. Da allora tutto il mondo
conosce la storia delle “canne d’organo” della montagna chiamata Denti della
Vecchia, che si trova in Ticino e più precisamente nel Luganese. Ma ciò che nessuno
sapeva è che la montagna suonò ancora; quando lo Spallucci si recò per l’ultima
volta sulla guglia più grande della montagna. Stava morendo e voleva ascoltare
ancora una volta il suono che l’avrebbe reso felice d’essere vissuto raccontando
storie. E così fu.
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Impresa generale
di costruzioni
Edilizia
genio civile
Lavori specialistici
Certificato no. 70135
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Via S. Balestra 27
Casella postale 220
CH 6906 LUGANO
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Magazzino Pregassona:
Tel. 091 942 83 59
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E-mail: [email protected]
No. IVA 188 276
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
IL CONSORZIO ALTO CASSARATE:
80 ANNI DI INTERVENTI FORESTALI
Costituito nel 1918, l’allora Consorzio Alto Cassarate ha operato fino al 1997, quando fu sostituito dal nuovo Consorzio valle del Cassarate e golfo di Lugano. In 80
anni di attività e di storia, molteplici sono stati i progetti di sistemazione forestale e
gli interventi di manutenzione eseguiti nel comprensorio consortile, i quali hanno
permesso di mettere in sicurezza un’intera regione che alla fine del XIX secolo versava in un grave stato di dissesto idrogeologico, tale da compromettere la stabilità
degli insediamenti.
I temi sono tanti e complessi, per questo abbiamo deciso di cominciare ad approfondirne uno solo, più che pertinente con i recenti avvenimenti legati al maltempo del
2014: il progetto di sistemazione del riale di Albumo.
La sistemazione del riale di Albumo (1964-1965)
Già nel 1957, l’ispettore forestale ordina una perizia sulle condizioni geologiche
della zona di Corticiasca - Albumo, che evidenzia alcuni problemi strutturali: il
tratto più delicato della valle corrisponde allo sperone di Albumo su cui sorge l’abitato: qui la roccia risulta completamente dissolta in frammenti smossi che subiscono
un processo di insaccamento.
Nel giugno 1960, rispondendo alle preoccupazioni degli abitanti di Albumo e del
CAC, riguardo alla sicurezza del villaggio, viene elaborato un primo progetto per la
sistemazione di un tratto della valle di Albumo, le cui sponde scoscese sono in costante indebolimento a causa dell’intensa erosione nei periodi di piena: la forte
azione di trascinamento delle acque, dovuta all’elevata pendenza, convoglia a valle
detriti solidi che sottrae al terreno erodendo fondo e fianchi.
Per arrestare l’indebolimento il progetto propone l’inserimento di briglie trasversali
nel letto del riale, opera che dovrà essere supportata da adeguate piantagioni, queste
ultime volte a diminuire il deflusso e quindi la portata del fiume stesso.
L’approvazione definitiva del progetto da parte del Consiglio di Stato, per una spesa
preventivata di CHF 175’000, giunge nell’agosto del 1962.
Gli interventi di sistemazione di un tratto della valle di Albumo, su una lunghezza
di ca. 250 m (da quota 980 a 1200 m s.l.m) sono così ripartiti:
–costruzione briglie nell’alveo del torrente;
–piantagione con ontani e salici sui fianchi della valle;
–sistemazione terreno con graticciate;
–costruzione cinta.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Una prima fase delle opere, eseguite lo stesso anno, ha riguardato il prosciugamento della zona del Badairolo e la ricostruzione del canale esistente presso la piantagione di Corticiasca, alfine di assicurare il pendio sopra il villaggio. Il lento ma
costante movimento del pendio ha infatti sconnesso e parzialmente ostruito un canale trasversale che un tempo raccoglieva le acque superficiali e filtranti, provocando pericolosi accumuli di materiale franoso in prossimità dell’abitato.
Allo scopo di garantire una buona esecuzione e manutenzione dei lavori di sistemazione dei fianchi della valle si è proceduto all’acquisto per espropriazione di alcuni
terreni, per una superficie totale di ca. 1 ha.
I lavori di sistemazione hanno potuto cominciare nel novembre del 1964 e si sono
conclusi ufficialmente con il collaudo tecnico del giugno 1966.
L’ing. Arnoldo Arrigoni e il Consorzio Alto Cassarate
Attraverso una breve ricerca nelle nostre fonti archivistiche, sono emersi alcuni incarti che riguardano l’ing. Arnoldo Arrigoni, ispettore dell’Ufficio forestale V° circondario e che legano il suo operato al Consorzio Alto Cassarate.
Classe 1916 l’ing. Arrigoni, dopo il diploma al Politecnico di Zurigo, ha approfondito i suoi studi a Davos, per poi fare ritorno
in Ticino ed essere impiegato presso la Sezione Forestale del Dipartimento del Territorio,
prima a Bellinzona ed
in seguito a Muzzano.
Nel corso della sua lunga carriera, l’ingegnere, ha seguito molteplici progetti di sistemazione forestale, commissionati dall’allora
Consorzio Alto CassaSignôra, 28 ottobre 1977: visita Demanio da parte dell’on. Caccia
rate.
consigliere di Stato. Da sinistra: cap. Morandi, sig. Ponci, ing. Arrigoni,
Il nome Arnoldo Arrion. Caccia, ing. Viglezio, sif. Franchini, ing. Vicari, ing. Grandi.
goni viene citato più
(Dall᾿Archivio del Consorzio Alto Cassarate)
43
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
volte nel nostro archivio storico: dalle fotografie a carattere documentario eseguite
personalmente, agli incarti legati ai numerosi progetti forestali – come le sistemazioni delle frane in Val Caurga (1958-1960 / 1965-1967), ai Mulini di Piandera
(1963), al bosco di Signôra (1963) –; passando per il pre-collaudo della strada forestale Rompiago - Corte di Camorino (1978), le costruzioni delle chiuse in Val Saslina (1975-1976) e in Valle Cappon (1955) e la sistemazione del vivaio forestale di
Tesserete (1957-1962).
Il progetto di sistemazione del riale di Albumo, che abbiamo approfondito prima, è
uno dei tanti ai quali ha contribuito l’ingegnere.
L’aver citato l’ing. Arrigoni, seppur brevemente, vuole essere un piccolo omaggio
al nipote che purtroppo non ha mai conosciuto, l’On. Michele Bertini, a cui il CVC
porge i suoi migliori auguri per un futuro ricco di successi e soddisfazioni.
Testo Massimiano Soldati
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
ALDO SOLDATI CONSOLE DI SVIZZERA
(1921-1996) CIMADERA
Il sogno di Aldo Soldati, Console di Svizzera, era quello di ritornare al suo paesello
tutti gli estati. Negli anni 1950-1960, il viaggio era sempre lungo, si partiva di notte
e al mattino si arrivava a Lugano. Si faceva la strada “del lungolago” e poi si prendeva una strada molto stretta da Sonvico per salire a Cimadera. La più grande paura
era quella d’incrociare l’autopostale e quando capitava si dovevano fare mille manovre per passare con l’automobile.
Cimadera, per Aldo era una parola magica. Non era mai stato un grande sportivo ma
quando arrivava “a casa” andava a prendere lo zaino, i pedü, i calzettoni per ritrovare le sue care montagne, andare al Pairolo, alla Piazzascia, a San Lucio.
Perché amava tanto Cimadera? Vivendo e lavorando all’estero ormai da molti anni
ritrovava qui le sue radici, i suoi amici d’infanzia, i suoi ricordi di gioventù, la sua
casa paterna dov’era nato e cresciuto.
Il suo posto preferito, mettersi comodo sulla sedia del terrazzo, gustarsi il caffè o un
sorso di vino, leggere il giornale e guardare la gente passare. Conosceva tutti e tutti
si fermavano per chiacchierare con lui. Poco a poco il terrazzo si riempiva di amici
e conoscenti, sembrava quasi un ristorante. Aldo amava parlare con i suoi amici
delle ultime novità, della vita quotidiana, dell’attualità e dei problemi del paese. Le
discussioni erano sempre animate, le risate molte quanto i caffè, torte e bicchierini che Denise portava senza fine. Bisognava calmare queste gole assetate e rifocillare questi ospiti improvvisati.
Nonostante il suo lavoro quale Console,
era rimasto una persona semplice, accessibile, aperta, che amava comunicare
con la gente e condividere idee e opinioni. Quando era a Cimadera riviveva,
“era con la sua gente, a Cimadera trovava la sua aria” come diceva sua moglie
Denise.
Raccontava spesso il suo percorso e la
sua gioventù a Cimadera.
Nato il 16 febbraio 1921, aveva frequentato la scuola dell’obbligo a Cimadera,
Sergio Bassi e Aldo Soldati
dal maestro Felice Soldati, detto el barall᾿inizio del cantiere Casa Orizzonte a Colla.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
bison che insegnava a otto classi contemporaneamente. Certo non era facile avere
come maestro il proprio padre, che era ancora più severo ed esigente con lui che con
gli altri allievi. Poi c’erano le vacanze estive dove bisognava aiutare nei lavori dei
campi. Ma all’epoca i ragazzi erano molti e nonostante l’isolamento geografico del
paesello si condividevano le gioie semplici in un paesaggio di montagna stupendo
dove ognuno si sentiva libero.
Dopo questo periodo spensierato a Cimadera venne quello dell’adolescenza, della
Scuola di Commercio di Bellinzona e della pensione presso la famiglia Bassi pure
di Cimadera. Furono anni di scoperta di un mondo diverso, quello cittadino.
Finiti gli studi e maggiorenne Aldo si trova in pieno nella seconda guerra mondiale
in quello della mobilitazione generale. Ha vestito come tutti la divisa grigio-verde
che ha mantenuto per quattro anni. Dopo la scuola recluta è diventato Caporale, poi
Corriere, Tenente e infine Capitano.
Con la pace, nel 1945, ognuno inizia a ricostruirsi la propria vita e per Aldo è arrivato il momento delle scelte. Studente all’Università di Berna entra nell’Amministrazione Federale e dopo le prime esperienze passa al Dipartimento degli Affari
Platea di fondazione della costruenda Casa degli anziani Orizzonte a Colla.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Esteri, il quale gli attribuisce rapidamente un servizio esterno. Inizia così la sua
carriera ma anche la sua vita da nomade. Carriera consolare che lo porta per circa
quaranta anni ad assumere le sue funzioni in Europa e fuori-Europa con accanto la
moglie Denise, indispensabile aiuto e collaboratrice.
Dapprima va a Trieste poi, con la moglie Denise conosciuta un primo agosto a Berna,
è trasferito a Vienna. Sono anni difficili dove si percepisce nella vita quatidiana l’antagonismo tra i due blocchi. Prosegue a Lussemburgo dove nasce sua figlia Anita.
Si sposta poi per sei anni a Praga “dietro la cortina di ferro”. Anni difficili, di tensione dovuta alla guerra-fredda. Il cibo e le cose di prima necessità scarseggiano.
Aldo con la famiglia si reca regolarmente a Weiden in Germania per comprare del
cibo di solito in scatola
Questi anni di tensione, siamo attorno al 1956-1962, contrastano con i quadri che
dipinge, pieni di colore e di luce. Si lega d’amicizia con diversi vicini di casa, le
famiglie si frequentano, le risate squillano e Aldo è felice.
Arriva a Torino nel 1962. Aldo non è lontano dal suo Ticino e ritrova la libertà e il
benessere di un paese occidentale. Ritrova con grande piacere i mercati colmi di
frutta, verdura, i negozi pieni di merce. Nasce sua figlia Alda.
Aldo Soldati con la moglie Denise sulla terrazza di casa a Cimadera.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Dopo quattro anni tranquilli si trasferisce ad Algeri, paese in piena post-indipendenza.
Lavoratore accanito, Aldo deve assumersi dei compiti delicati. Affascinato da questo
paese Aldo fa diversi viaggi nel deserto. Il suo desiderio è sempre quello di conoscere, incontrare e dividere con gli altri. Da organizzatore senza pari consacra il suo
tempo libero a sviluppare “la Società degli svizzeri all’estero” e i membri lo sostengono.
Nel 1970 arriva a Lione, in Francia. Questa città conta una forte popolazione di discendenti d’origine ticinese e crea la “Pro-Ticino”. Società oggi ancora molto attiva.
Amato da tutti per il suo buonumore, la sua simpatia, la facilità di contatto, Aldo è
sempre apprezzato in ogni suo compito.
Si apre qui il secondo periodo italiano con Napoli e Venezia.
A Napoli Aldo vive con la moglie il terribile terremoto che devasta una parte del sud
Italia. Ne esce illeso ma la realtà è difficile. Quando gli aiuti arrivano dalla Svizzera,
quale Console è attivo nell’organizzare la distribuzione di questi aiuti umanitari.
Sempre presente nelle rappresentanze ufficiali, Aldo, riesce a riunire i gruppi o persone le più diverse e antagoniste con gran facilità. Questa è sempre stata la sua
forza e per questo è sempre stato apprezzato.
Venezia è stato il suo ultimo incarico. Il suo primo desiderio di gioventù era di diventare pittore. Qui in questa città di sogno, sostiene gli svizzeri che sono presenti alla
Biennale e alla Mostra del cinema di Venezia. Accompagna gli artisti conosciuti, ma
sostiene anche quelli che non lo sono. Generoso, altruista Aldo non ha mai contato le
ore, i sabati le domeniche, per sostenere, aiutare i suoi compatriotti all’estero.
In tutte le sedi, Aldo è stato apprezzato dai suoi superiori, collaboratori, lasciando
un rimpianto ad ogni partenza. La sua intelligenza, la sua semplicità, la sua disponibilità, la sua sensibilità ma anche la sua capacità lavorativa, la sua efficienza e le sue
capacità oratorie sono sempre state riconosciute.
La malattia lo allontana preciposamente dalle sue funzioni e suona l’ora del pensionamento. Per Aldo non c’è altra sede che Cimadera ma anche ora vuole rendersi
utile.
Aldo si considera un po’ come un emigrato e tornato in patria ritrova un suo amico
d’infanzia il sig. Bruno Campana “l’ingegnere geologo” rientrato come lui in Ticino.
Si associa con lui e nasce così “L’Associazione Amici di Cimadera e Piandera”. Ne
diventa il presidente, e grazie a quest’attività desidera farsi eco dello sviluppo della
Valle, seguire la metamorfosi dei nostri villaggi e negli scritti affronta temi sempre
umani come per esempio quelli dell’emigrazione.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
In questo periodo Aldo scrive, ricerca documenti e passa lunghi pomeriggi con il suo
compaesano Bruno a finalizzare gli articoli.
L’Associazione si allarga poi a tutta la Valle e diventa “Associazione Amici della Val
Colla”, quella che conosciamo oggi.
Non dimentichiamo il contributo d’Aldo nella creazione del “ Centro l’Orizzonte di
Colla”.
Aldo, quale presidente del gruppo politico e primo presidente del Consiglio consortile, guidò questo gruppo politico che sviluppò e presentò il progetto. Aldo è mancato prima che potesse assistere all’inaugurazione del Centro l’Orizzonte ma il suo
scopo era raggiunto. Anche in tarda età i suoi compatrioti possono passare gli ultimi
giorni della loro vita insieme nella loro valle nativa circondati dalle montagne che
lui amava tanto.
Questa è stata la sua ultima battaglia che vorrei nessuno dimenticasse.
Ma ricordiamo Aldo che accoglieva tutti con il suo “ buongiorno” accompagnato dal
suo largo e simpatico sorriso.
Testo e fotografie di Anita Soldati, figlia di Aldo Soldati
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I NOSTRI ALPEGGI
ALPE DI PIETRAROSSA
Questo inserto vuole essere la continuazione di una serie con i quali intendiamo
ogni anno presentare e promuovere i nostri alpeggi e i nostri rifugi alpini.
Situato sul versante destro della Val Colla, ad un̓altitudine di circa 1549 metri a
ridosso di un gruppo roccioso, sorge l̓Alpe di Pietrarossa. Immerso nel verde dei
ripidi pascoli, perpetua una tradizione rurale, viva nel tempo quella del “caricamento” che immancabilmente avviene a tra metà e fine maggio di ogni anno.
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I NOSTRI ALPEGGI
Il casaro all᾿opera.
Il presidente sceglie la forma migliore.
L̓alpe di Pietrarossa è facilmente raggiugibile in circa 1,5/2 ore di cammino dal
villaggio di Colla e l̓itinerario inizia dal posteggio sul piazzale della Chiesa dei SS
Pietro e Paolo, dopo aver percorso della strada che porta ai “Barchi” di Colla, si
segue la strada agricola che conduce fino all̓Alpe con un dislivello di circa 550
metri.
Si può raggungere l̓Alpe di Pietrarossa anche da un comodo sentiero, adibito a
percorso per rampichini Via Bidogno, Somazzo, Capanna Monte Bar e Piandanazzo
come pure da Scareglia e Signôra.
Verso levante il sentiero prosegue in direzione del passo S. Lucio attraversando innumerevoli rigagnoli lungo tutta la falda della Gazzirola. Lì il panorama incantevole concede delle emozioni indescrivibili.
Arrivati sul posto, salutati dai fischi delle marmottte e dai campanacci delle capre e
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I NOSTRI ALPEGGI
delle mucche, si gode di un panorama
ravvicinato su tutta la Val Colla circondata dalla catena delle proprie montagne
e dove si possono ammirare i Denti della Vecchia, Il Monte Boglia, il Monte
Generoso ed il golfo di Lugano.
Abbiamo voluto intervistare l̓alpigiano
signor Christian Singer di Bruzella il
quale gestisce anche un̓azienda agricola nella valle della Crotta in Val di Muggio coadiuvato dal fratello Alex che per
il secondo anno si è fatto carico della gestione del nostro Alpe.
Sul posto operano, con passione, quattro persone, che si occupano anche dell̓accoglienza, fra cui il provetto casaro addetto alla lavorazione e conservazione dei
vari formaggi e latticini.
La varietà e la qualità dei prodotti è molto apprezzata e soddisfa le diverse esigenze
dei buongustai; l̓assortimento propone: formagella di capra, formagella mista, for-
Vista dal Gazzirola sulla Val Colla con i paesi di Bogno, Certara e Cimadera.
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I NOSTRI ALPEGGI
maggini di capra (Büscon), formaggini di mucca (robiole) formaggio misto e formaggio di mucca.
I prodotti di possono acquistare direttamente o su ordinazione e vengono commerciati anche al tradizionale mercato di Lugano.
Quest̓anno (2014) da metà maggio l̓Alpe è stato caricato con 235 capre, di cui 140
da mungere e da 37 manzette e da metà giugno pascolano 12 mucche da latte.
La produzione media è di 220 litri di latte di capra e 160 di mucca.
Una gita all̓accogliente Alpe di Pietrarossa, durante il periodo estivo, offre agli
escursionisti l̓occasione di scoprire la vita rurale, di conoscere gli alpigiani e il loro
lavoro e di trascorrere una giornata particolare, gustare i prodotti tipici e di ristorarsi con una bibita e nel contempo ammirare uno splendido paesaggio in piena tranquillità, lontano da rumori molesti.
Quest̓anno gli alpigiani, nel corso dell̓estate hanno proposto due momenti
d̓incontro: il “Brunch” del 1° agosto e la festa dell̓Alpe il 17 agosto.
Lasciamo a malincuore questo idilliaco luogo perché la giornata sta volgendo al
termine, lasciamo il nostro interlocutore in quanto il lavoro lassù non manca. La
giornata all̓Alpe inizia presto il mattino e, viste le lunghe giornate estive, termina
molto tardi la sera.
Duro lavoro ma in compenso scelta di vita.
Per chi fosse interessato sono possibili delle visite guidate per il tramite del Patriziato di Colla.
Questo itinerario all̓Alpe di Pietrarossa lo consigliamo vivamente a tutti quelli che
amano la natura, il paesaggio e le passeggiate all̓aria aperta e naturalmente scoprire
luoghi incantevoli.
Testo e foto di Piergiorgio Rossini, Viganello-Insone
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
15 ANNI DEL GRUPPO COSTUMI
VALCOLLA (1999 – 2014)
Il Gruppo Costumi Valcolla è stato fondato ufficialmente nel
mese di novembre 1999; antecedentemente c’erano dei gruppi spontanei che si mettevano a disposizione con i costumi di
famiglia e partecipavano in particolare al corteo della vendemmia di Lugano.
Dopo l’ufficializzazione il gruppo si è dato un'ordine tramite uno statuto, un logo e si è affiliato all’associazione ticinese dei costumi.
Nel corso degli anni dopo una ricerca capillare tra la popolazione, nei vari paesini
della valle, si sono scoperti una serie di costumi diversi nella rifinitura e particolari,
da qui la decisione di riprodurli fedelmente come quelli usati appunto nel periodo
storico a cavallo tra la fine dell’800 e inizio del ’900, in modo che i modelli originali potessero essere conservati gelosamente dai vari proprietari senza essere ulteriormente strapazzati.
Foto del gruppo in una manifestazione del 2000.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Foto scattate nel 2003
Parallelamente oltre ad aver rispolverato i vecchi costumi, il gruppo ha riscoperto
vecchie filastrocche, orazioni, frasi in rugin (la vecchia parlata dei magnani) che
sono state riproposte in occasione di momenti sociali riscuotendo un notevole successo tra i presenti non più abituati a queste diciture.
La direzione del gruppo è stata affidata in un primo momento dal 1999 al 2012 al
Maestro Maurizio Bigatti, a cui va dato un ringraziamento per l’impegno profuso in
questi anni.
Il primo fisarmonicista Mirco Reali e moglie di Certara (2004) e l'attuale fisarmonicista Gianni Motta (2014).
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Dal 2013 la direzione è stata presa dal
maestro Romano Riboni che ha continuato l’opera con nuove canzoni che
completano il repertorio del Gruppo
Oggi il gruppo conta una trentina di
membri con sempre alla presidenza la
dinamica Roberta Soldati di Sonvico
che anche lei festeggia i 15 anni del
gruppo e di presidenza. Il gruppo viene
sovente ingaggiato in occasione di sagre, manifestazioni in Ticino in Svizzera
interna e nella vicina Italia.
Tra gli scopi del gruppo si tende a portare a conoscenza quello che era la vita di
una volta nella valle, magari a volte con
un po’ di nostalgia; ma sempre con uno
spirito di riconoscenza e di affetto per i
nostri cari che ci hanno preceduto.
La presidente con il vessillo (2014).
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UNA VALLE E I SUOI PERSONAGGI
AMELIO ROSSINI
Dedico questo scritto al mio caro Nonno Amelio, ancora in vita, che compirà i 98
anni il 28 marzo 2015. Il nonno Amelio merita queste righe sui "Quadernetti della
Val Colla" in quanto è stato un personaggio che ha lasciato un segno in Valle sia a
livello professionale, ricordato come il "Postino di Insone e Curtina", sia a livello
politico per molti anni e pure per la sua attività in diversi altri Enti. Promotore di
tante iniziative e sempre disponibile verso il prossimo, è una persona stimata e molto conosciuta in Valle.
Chiara Rossini
Ha fatto un po’ di tutto nella sua vita, l’Amelio Rossini. Invece di 98 anni (eh sì, 98
il prossimo marzo), avrebbe dovuto averne 130. Dal pasticcere al soldato, dal segretario comunale a quello parrocchiale, dal dottore improvvisato all’apicoltore. Ma la
sua vera vocazione è stata la posta, tramandata dai genitori. L’Amelio è stato, infatti, il postino della sponda sinistra della Valle per… beh, per una vita intera.
Classe 1917, quinto di 8 tra fratelli e
sorelle, nato a Insone, il nostro postino,
dopo le scuole dell’obbligo, aveva inizialmente scelto la professione di pasticcere. Il mestiere l’aveva portato non solo in città, ma anche in giro per la Svizzera. Come d’usanza un tempo per i Ticinesi, andare oltr’Alpe era una tappa
quasi obbligatoria. E così il giovane
Amelio si era fatto le ossa tra Briga e
Zurigo prima di essere chiamato sotto le
armi a servire la patria nel periodo della
Seconda Guerra Mondiale.
Ristabilita la “calma” in Europa, l’Amelio aveva poi deciso di tornare nella sua
amata Val Colla. I genitori ormai anziani
erano pronti a passare il testimone. A
quei tempi infatti la Posta veniva affidata alle famiglie, quelle fidate, tramandata di generazione in generazione come
un piccolo gioiello da custodire. Anni
Amelio durante la mobilitazione.
62
UNA VALLE E I SUOI PERSONAGGI
dopo, il timone venne poi consegnato al
figlio Fabio.
Gli uffici dell’Amelio erano inizialmente quello di Curtina e quello di Insone,
successivamente vennero aperti anche
quelli di Scareglia e Signôra. Erano periodi duri per i postini di un tempo, la
distribuzione della posta veniva fatta a
mano e soprattutto… a piedi. L’Amelio
non faceva eccezione e così ogni giorno
portava pacchi, pacchetti, lettere e missive su e giù per il sentiero che collegava i paesi.
Ma come dicevamo, l’Amelio ha fatto di
tutto nella vita e mentre scarpinava per i
sentieri, distribuiva la posta e gestiva gli
uffici, non solo aveva trovato il tempo di
sposarsi con l’Edina di Scareglia e tirare
su 5 figli, ma anche di ricoprire imporNonno Pietro che passa le redini della posta al figlio
tanti cariche pubbliche nella Valle. Era
Amelio con la presenza dei nipoti Enrico e Piergiorgio.
stato infatti presidente del Consiglio
Parrocchiale di Colla per quasi 50 anni, attivo promotore della strada che collega
Insone con il Murin, segretario del Comune di Insone, carica questa cessata nel 1957
dopo la fusione con il comune Valcolla. E ancora, comandante del Corpo Pompieri
per 40 anni, segretario del Patriziato di Insone per 46 anni, segretario del Consorzio
Raccolta Rifiuti di Valcolla, segretario dell’Associazione Sportiva valcollese, segretario dell’Associazione Apicoltori del Luganese, amministratore dell’Oratorio di
San Rocco di Insone per 20 anni, municipale del Comune Valcolla dal ’57 al ’96.
Nel tempo libero l’Amelio trovava anche il tempo di dare una mano alla moglie
nella gestione del piccolo negozio di alimentari di Insone, in funzione fino agli anni
’70 per servire quello che un tempo era un paesone popoloso. Gentilezza per altro
ricambiata dall’Edina che si ritagliava il tempo per aiutare il marito nella distribuzione della posta.
Anche i figli si impegnavano per dare una mano in casa e aiutavano volentieri il
papà in un altro compito serale di cui si era incaricato: la distribuzione delle bom63
UNA VALLE E I SUOI PERSONAGGI
bole del gas, che nella Valle degli anni
’60-’70-’80 era l’unica fonte energetica
delle cucine. Con una delle poche automobili della Val Colla, andavano in tutti
i villaggi della Valle a distribuire le
bombole.
Essere un uomo all’avanguardia e al
passo con i tempi come proprietario di
una macchina, comportava sicuro molti
vantaggi, ma anche molte responsabilità. L’Amelio infatti scorrazzava per la
Valle facendo da servizio taxi e aiutando
la gente nei lavori della fienagione.
Amelio davanti all’ufficio Postale di Insone.
Questa sua disponibilità l’aveva trasformato occasionalmente perfino in un samaritano. La gente non solo apprezzava l’Amelio per tutto ciò che faceva e lo rispettava quando girava con la sua divisa delle
Amelio in pensione.
64
UNA VALLE E I SUOI PERSONAGGI
PTT, ma soprattutto si fidava ciecamente di lui. I Valcollesi si fidavano infatti al
punto da farsi medicare o farsi fare le
iniezioni. Era visto un po’ come il “dottore” del paese, come quello da chiamare in caso di bisogno.
Ve l’avevo detto che l’Amelio ne ha
fatte tante nella vita. E io non mi sono
mai stancata di sentire le sue avventure
che usava raccontare a noi nipoti nelle
calde serate estive, quando ancora andavamo in “vacanza” a Insone nelle pause
scolastiche. Anche se ora passa la mag- Orgoglioso davanti alla sua fuoriserie VW Variant.
gior parte del suo tempo tranquillamente
seduto su una poltrona a riposare (dopo 98 anni di fatiche direi che se lo merita!), io
me lo ricordo ancora con il largo cappello e la retina impegnato con le api o con il
secchio pieni di mangime a dar da mangiare alle galline nel pollaio e ai conigli nelle gabbiette. E naturalmente con la nonna che urlava instancabilmente dalla finestra
“Ameliooo! vegn che l’è mesdì” perché era ora di pranzo.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
CACCIA ALLA LEPRE COL SEGUGIO,
QUANTI RICORDI…
La stagione della caccia alla lepre è ormai terminata, pertanto non ci resta che attendere l’arrivo della prossima apertura; tuttavia ogni buon segugista sa bene come
impegnare il proprio tempo libero anche in questi lunghi mesi, carichi di attesa e
speranza. La chiusura della stagione venatoria, non impedirà, inoltre, all’appassionato di continuare ad allenare il proprio cane, e a tal proposito le zone di “addestramento cani” costituiscono certamente una grande opportunità.
Purtroppo per frequentare queste zone di addestramento e di allenamento occorre
recarsi oltre confine, nella vicina penisola, poiché da noi tali zone non hanno mai
ottenuto il consenso sperato da parte delle autorità preposte e dopo aver formulato
varie proposte per istituire anche sul nostro territorio delle zone adatte allo scopo,
non sono mai state accettate, anche dopo ripetute e insistenti richieste.
Il periodo immediatamente successivo alla chiusura della caccia è anche quello delle valutazioni e delle riflessioni; questo, infatti, è senza dubbio il momento ideale
per guardarsi alle spalle e cercare di ripercorrere nel modo più obiettivo possibile la
propria stagione di caccia, concentrandosi principalmente su quegli aspetti su cui
sarà necessario lavorare per provare a migliorarsi. Ma rivedendo a ritroso la stagione appena trascorsa, quasi inevitabilmente si finirà per cercare confronti e paragoni
con le annate precedenti, e così, specialmente se queste considerazioni verranno
condotte assieme ai propri fedeli compagni di caccia, si finirà per concentrarsi maggiormente su quel groviglio di emozioni che solo alcune giornate di caccia ci hanno
saputo donare e sanno ancora offrirci a distanza di tempo ogni volta che ci sovviene
il loro ricordo.
E a tal proposito, proprio mentre mi accingo a scrivere queste considerazioni, mi è
tornato alla memoria un fine settimana di qualche anno fa, trascorso in quel di Carì
e Molare, a Barescia, assieme all’indimenticabile amico Angelo Brumana, purtroppo non più fra noi già da anni.
Eravamo all’inizio di novembre, un periodo dove le poche lepri rimaste sul territorio
sanno bene come difendersi e anche se le condizioni climatiche e ambientali spesso
sono favorevoli alla caccia col segugio, avere ragione di questi fieri avversari non è
certo affare semplice. Quella mattina, le condizioni sembravano esserci tutte: temperature non eccessivamente rigide, terreno ideale e assenza di vento.
Abbiamo deciso di recarci al di sotto dell’alpe di Stou per scovare quel maschio di
lepre che ci aveva creato già parecchi grattacapi. Dalle fatte si sarebbe detto un
esemplare giovane, insolitamente territoriale a discapito del sesso, ma da qualche
giornata si celava un mistero legato all’ubicazione del suo covo.
66
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Quella mattina, assieme ad Angelo, e agli amici Palo e Aldo, abbiamo sciolto i tre
cani, Diana, segugia svittese, Bela, segugia bernese e Tea, figlia di Bela di appena
diciassette mesi, alla Portiscia di Piana, al di sotto dell’alpe, solitamente posto molto apprezzato dalla lepre per i suoi banchetti notturni. Infatti, i cani confermarono
subito le mie impressioni, dapprima con allegri movimenti di coda e con le prime
emissioni vocali. L’accostamento nelle prime fasi fu condotto dai cani con discreta
sicurezza, tanto da indurmi a pensare che questa volta saremmo sicuramente riusciti a giungere fino al covo della lepre.
Tutte le mie certezze diventavano però ogni passo più deboli man mano che il tempo passava e l’atteggiamento dei cani mi faceva capire che la lepre era ancora lontana e ben al sicuro nel suo covo. Col giungere del sole un fastidioso vento si era
alzato contribuendo a complicare ulteriormente il compito dei cani, che in un paio
di occasioni erano già andati in difficoltà, finché, oltrepassato un piccolo avvallamento, sembravano essere entrati definitivamente in crisi.
67
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Provai anche ad aiutarli cercando di farli allargare partendo dal sentiero cui i segugi
erano giunti dopo aver oltrepassato la pineta, ma ogni tentativo fu vano. Il sentiero
divideva a metà il pascolo dell’alpe che mi si parava di fronte ai cani, sia di propria
iniziativa sia invitati dal sottoscritto, avevano provato a riagganciare l’usta della
lepre quasi in ogni punto, ma l’astuta sembrava proprio aver fatto perdere le proprie
tracce.
Giunto quasi in cima al pascolo, ai piedi di una grande pietraia, decisi di ritornare
verso l’alpe, dove mi attendevano gli altri compagni di caccia, deluso per il mancato scovo, ma nel contempo entusiasta per aver trovato un antagonista coriaceo e
stimolante.
Il vento cessò d’improvviso all’ora di pranzo e così, mentre cercavo di mangiare,
seppur distratto dal pensiero di quel maschio che ancora una volta era riuscito a
farla franca, i miei pensieri vennero interrotti dalla proposta di Angelo: “perché
questo pomeriggio non portiamo i cani al di sopra della pietraia?”.
All’inizio l’idea mi parve poco allettante, ma alla fine decisi di accettare, del resto
la giornata era soleggiata e un po’ di movimento non avrebbe fatto male ai cani,
specialmente alla giovane Tea che già aveva mostrato un atteggiamento interessante.
Detto fatto, all’una di pomeriggio porto i cani al di sopra dell’alpe, sul fianco della
pietraia, dove al mattino i cani non erano giunti. Questa volta però non richiamai i
cani e li seguii in silenzio, incitandoli solo di
tanto in tanto a continuare nella ricerca, fino a
quando giunsi quasi alla
sommità della pietraia. A
quel punto Angelo sentenziò: “è nella vegetazione bassa al di sopra
della pietraia”; quando
alcuni colpi di voce di
Diana segnala la presenza del selvatico, subito
assecondata dalle altre
due cagne. Dopo meno
di cinque minuti di cerRiborsa della lepre da parte di Tea nei rododendri.
68
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
L’amico Angelo Brumana con una magnifica muta di Segugi lucernesi.
ca, intervallata da qualche scagno di troppo da parte di Tea, che io giudicai frettolosamente come un vizio dettato dalla giovane età, ecco comparire come d’incanto
una lepre che, lasciato il covo, a pochi metri dal muso dei cani, se li tirò dietro in
una bella seguita decisa e incalzante.
Incredulo e ancora un po’ in difficoltà nel realizzare quanto era successo, decisi di
provare a seguire i cani, mentre Aldo andò a posizionarsi in una posta che molte
volte in passato lo aveva premiato. Non senza difficoltà riuscii a tornare sui cani che
erano entrati in fallo al limite superiore della pineta. Mentre li osservavo dall’alto,
ho visto la giovane Tea che ruppe gli indugi e infilandosi nei rododendri, esplose di
69
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
gioia andando a riscovare la lepre, che per fortuna questa volta prese diritta dritta la
via che portava a Aldo. Un solo colpo secco e tanti complimenti elargiti alla giovane cagna che mi fecero capire che la lepre, con perseveranza e un pizzico di fortuna,
era stata presa, ma m’insegnarono anche di non sottovalutare mai il lavoro dei cani
e ad aver fiducia e pazienza nel loro operato.
Felice ed emozionato per il lavoro svolto dalla giovane e promettente Tea in particolare, mi sono incamminato verso casa assieme agli inseparabili compagni di tante
cacce.
Piercarlo Poretti, Castagnola
Foto recente di una battuta di caccia alla lepre variabile.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
NEGLI USA SULLA VIA DELL’EMIGRAZIONE
TICINESE - LA CALIFORNIA (2. PARTE)
Nel numero 51 dell’aprile 2014 avevo raccontato la storia della mia famiglia, i cui
antenati emigrarono dalla Val Colla negli USA, in particolare nel Massachusetts. In
questa seconda puntata parlerò di un’altra famiglia di Certara, quella di Pietro Moresi, ul magnan (stagnino) da la Val Cola, i cui componenti cercarono fortuna in
California, in particolare nella regione di San Francisco.
Prima però vorrei proporvi qualche considerazione di carattere generale, tratta da
Wikipedia, l’enciclopedia libera, sull’emigrazione ticinese in California. Le informazioni sono state attinte dalle ricerche di due storici, ossia Giorgio Cheda e Maurice Edmond Perret.
“…L’emigrazione ticinese verso la California durante il XIX secolo è cominciata
con la scoperta dell’oro. I primi due ticinesi furono dei leventinesi che arrivano a
San Francisco nel 1849. Negli anni successivi il numero di emigranti aumenta e
varia da meno di cento fino a diverse centinaia. La maggioranza proveniva dalle
valli superiori del Ticino, soprattutto dalle Valle Maggia e dalla Leventina. Sovente
il comune o il patriziato prestavano i soldi per il viaggio. L’emigrante si rivolgeva
ad un’agenzia di viaggio e firmava un contratto dove si precisava il percorso e il
vitto. Bisognava prendere la diligenza e spesso attraversare il passo del San Gottardo a piedi. A Lucerna si poteva prendere la ferrovia. I porti marittimi utilizzati erano
Le Havre, Amburgo e Anversa ma
capitava di andare prima a Londra e
lavorare qualche tempo allo scopo di
poter poi emigrare in America. Il
viaggio durava diversi mesi poiché
bisognava aggirare il Continente sudamericano o sbarcare a Colón e attraversare l’istmo di Panamá. Nel
1869 la costruzione della ferrovia che
andava da New York a San Francisco
raccorciò notevolmente la durata del
viaggio.
La congiuntura economica e gli eventi politici e climatici influenzano molto il flusso di emigranti. Per il Ticino,
oltre alla chiusura della frontiera ci
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
sono le vicissitudini politiche locali, le inondazioni che distruggono i campi e le
strade e le facilitazioni di viaggio. Negli Stati Uniti, la guerra di secessione e le diverse crisi economiche sono un freno all’emigrazione. Analizzando i fogli del censimento californiano del 1870, si trovano 882 ticinesi ma precisa che il numero vero
era forse il doppio. Nel 1930 i californiani d’origine ticinese erano circa 20’000 su
un totale di 5’677’251 abitanti. Il numero totale di ticinesi che si sono recati in California è molto più grande poiché le persone ritornate in patria non figurano nel
censimento del 1930.
La stragrande maggioranza dei ticinesi si occupava dell’allevamento del bestiame e
della produzione di latte. Nei racconti degli emigranti si parla sovente del duro lavoro dei mungitori che si dovevano occupare di un grande numero di mucche. I
ranch californiani erano molto più estesi delle aziende agricole alpine. In inverno
capitava che non c’era più lavoro e allora bisognava cercare un’altra occupazione
nelle segherie o nelle industrie. Sovente l’emigrato cominciava come vaccaio ma
poi con i risparmi e un credito bancario acquistava un piccolo ranch. Nel
1896 fu fondata la Banca Svizzera
Americana con sede a Locarno e
agenzie a San Francisco e San Luis
Obispo allo scopo di raccogliere i risparmi dei ticinesi. Nel 1909 l’agenzia di San Francisco divenne un istituto autonomo.
I minatori erano poco numerosi, soprattutto dopo l’esaurimento dei filoni auriferi. L’insediamento dei ticinesi cominciò al Nord della California
(regione di San Francisco) e si estese
regioni più aride della frontiera messicana.
Catene costiere al Nord di San
Francisco - Nelle contee di Sonoma,
Marin, Humboldt, Napa, Solano e
Mendocino troviamo numerosi tici73
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
nesi provenienti soprattutto dalla Valle Maggia. Il loro numero passa da 344 nel
1870 a 5’110 nel 1930. Petaluma, Sonoma, Eureka, Ferndale e Tomales sono delle
località che si trovano sovente nelle lettere scritte dagli emigranti. Nella Contea di
Sonoma i ticinesi svilupparono la coltivazione della vigna. A Petaluma ci sono anche degli avicoltori. Le fattorie sono disseminate in tutto questo vasto territorio
dove la vera colonizzazione cominciò solo dopo la scoperta dell’oro (nel 1850 la
popolazione della California era di 92’597 abitanti per una superficie dieci volte più
grande della Svizzera). La valle della Napa è conosciuta ancora oggi per i suoi vini.
Nel 1881 c’erano 5 ticinesi che possedevano 22 ettari di vigneti. Provengono dalle
regioni del Sopraceneri dove si coltiva la vigna (Verscio, Monte Carasso). La promozione della produzione e vendita del vino degli emigranti svizzeri e italiani fu
affidata all’Associazione Svizzero-Italiana di agricoltura. Questa società, che aveva
la sua sede a San Francisco, fu in seguito chiamata la Italian Swiss Colony. All’inizio un ticinese faceva parte del comitato ma poi divenne una società interamente
italiana.
Catene costiere al Sud di San Francisco - Nelle contee di Monterey, San
Luis Obispo, Santa Clara e Santa
Barbara i ticinesi sono passati da 109
nel 1870 a 6075 nel 1930. Le principali colonie sono quelle di Castroville, Salinas, Soledad e King City. I ticinesi posseggono anche qui dei
ranch e si occupano dell'allevamento
del bestiame. Si creano delle latterie
per commercializzare i loro prodotti.
Ci sono anche degli orticoltori (produzione di insalata). L’industria alimentare è pure sviluppata e si producono formaggio e latte condensato.
Nella Contea di Santa Barbara i ticinesi fondarono la località di Casmalia
che si chiamava all'inizio Someo in
ricordo del loro villaggio d’origine in
74
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Valle Maggia. San Luis Obispo, Gaviota, Guadalupe, Gonzales, Soledad sono altre
località che si trovano sovente nelle lettere scritte dagli emigranti. In alcune regioni
si trova persino del petrolio con un rapido arricchimento dei fortunati proprietari.
La Valle Centrale - La Central Valley comprende la valle di Sacramento al Nord e
la valle di San Joaquin al Sud. Questa estesa pianura si trova tra la Sierra Nevada e
le catene costiere. Grazie all’irrigazione (le piogge sono insufficienti in estate) è
stato possibile praticare tutto l’anno l’allevamento del bestiame. Nelle contee di
questa regione, in particolare San Joaquin, Stanislaus, Fresno e Sacramento i ticinesi sono passati da 27 nel 1870 a 3570 nel 1930.Stockton, Visalia, Dinuba e Cutler
sono le località che si trovano sovente nelle lettere scritte dagli emigranti.
La Sierra Nevada - La Sierra Nevada è conosciuta per la scoperta dell’oro nella
sabbia dei torrenti e, più tardi, di un filone aurifero. I ticinesi, provenienti soprattutto dalla Leventina e da Biasca restano poco tempo a lavorare nelle miniere. L’allevamento del bestiame corrisponde meglio alle loro attitudini. Nelle contee di questa
regione, in particolare Plumas, El Dorado, Stanislaus, Placer e Sierra i ticinesi sono
passati da 253 nel 1870 a 1’105 nel 1930. Stockton, Visalia, Placerville, Grizzly Flat
sono le località che si trovano sovente nelle lettere scritte dagli emigranti.
Distretto di San Francisco - Nelle contee di San Francisco, Alameda, San Mateo e
Contra Costa i ticinesi sono passati da 120 nel 1870 a 2’550 nel 1930. I ticinesi lavorano negli alberghi e nei commerci di questa città. San Francisco e Oakland sono
delle località che si trovano sovente
nelle lettere scritte dagli emigranti.
San Francisco è la sede di società di
mutuo soccorso e di società patriottiche fondate dagli emigrati. Per la festa nazionale ed in altre feste i ticinesi si ritrovano per avere delle notizie
dei compatrioti e del Ticino. Si pubblicano dei giornali con delle notizie
sui membri della colonia e gli avvenimenti in patria…..”. (fine della citazione).
75
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
E veniamo ora alla famiglia
di Pietro Moresi, da Certara,
che ha messo le radici in
quest’ultima zona della California, ossia il Distretto di
San Francisco. Pietro nacque
a Certara nel 1876; sposato
con Pasqualina, partì la prima
volta a San Francisco verso la
fine del 1800. Attraversò più
volte l’Oceano (almeno 7)
con i bastimenti di allora. Faceva di mestiere il magnan
(lo stagnino), tipica professione dei valcollesi. Ebbe quattro figli: Guido (1903), Raimondo (1907) , Angelo
(1914) e Aurelio (1918). Guido, Raimondo ed Angelo partirono pure loro per la
California negli anni ’20. Raimondo e Angelo costruirono la loro famiglia laggiù,
sposando Berenice e Maria, quest’ultima di origine genovese. Dall’unione di Raimondo e Berenice nacquero due figli: Ray jr. e Joanne, a loro volta coniugati. Il
loro domicilio è sempre stato nella Città di San Francisco. Erano attivi su più fronti,
in particolare nel commercio e nell’immobiliare. Dall’unione di Angelo e Maria
nacquero Joyce, sposata con Peter Brucato, con due figlie, Cherry e Michelle, ed
Anna, sposata con John Ramaciotti, con due figli, John Stevens e Joseph. Si è arrivati pertanto alla quarta generazione e, nel prossimo mese di maggio 2015, è previsto un lieto evento che porterà alla quinta. Angelo ha lavorato tanti anni come conducente di autocarri. Con la sua famiglia ha vissuto nella Baia di San Francisco, tra
Burlingame e San Mateo. L’altro fratello, Guido, tornò in Svizzera dopo qualche
anno e, con sua moglie Innocenta Borella, senza figli, lavorò per tutta la vita a Certara nell’agricoltura e nella pastorizia. Faceva anche il magnan girando con suo
padre nei villaggi del Luganese e del Mendrisiotto. Il fratello più giovane Aurelio,
sposato con Pierina, con due figli, Marco e Remo, tentò pure lui la via dell’emigrazione, negli anni ’50 del secolo scorso, ma la nostalgia di casa lo fece rientrare
presto. Con Marco siamo stati più volte a visitarli. Quali grandi ed emozionanti festeggiamenti con altri emigranti originari della Val Colla in quella regione: i Boscacci, i Campana, i Reali, i Ceresa, i Bassi! Tutte le famiglie sono saldamente legate tra
76
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
di loro ed ai loro luoghi di
origine, anche se pochissimi
parlano ancora la lingua italiana, che si perde inesorabilmente con il passare delle
generazioni. Siamo pure stati
a visitare altre famiglie di
emigranti ticinesi: i Nicora,
provenienti dalla Valle Maggia, i Richina da Robasacco,
che producono ancora luganighe nostrane ticinesi nella Salinas Valley, gli Stornetta, da
Sant’Antonino, attivi soprattutto nell’allevamento del bestiame e nell’agricoltura, che hanno recentemente messo a disposizione le loro terre a Mendocino per la creazione di un vasto parco nazionale americano.
Ma la storia non finisce qui. Anche a Chicago c’è una ramificazione importante
della famiglia Moresi da Certara, quella di Celeste (fratello di Demetrio), morto
qualche anno (nel 1999) alla veneranda età di 104 anni. Lì non sono mai stato. Ma
chissà mai che un giorno possa andarci, e soggiornare allo Stevens Hôtel, ora Chicago Hilton and Towers, dove mio nonno Rinaldo lavorò quale cuoco per quasi 40
anni prima di rientrare definitivamente a casa nel 1959. Chi vivrà … vedrà …
Testo e foto di Gianni Moresi, Bissone
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Siamo sempre alla ricerca di vecchie documentazioni quali: fotografie, mappe e
documenti da poter riprodurre sul nostro “Quadernetto”.
Inviare a:Associazione Amici della Val Colla – AAVC
Casella postale 33 - 6959 Maglio di Colla
[email protected]
77
UN PERSONAGGIO DELLA VALLE
CHRISTIAN FRAPOLLI,
APPASSIONATO CUOCO AUTODIDATTA
Nato il 5 ottobre 1969 a Lugano, Christian Frapolli, terminate le scuole d̓obbligo,
segue la sua passione per l̓arte intraprendendo i suoi studi a Firenze nel campo del
restauro di dipinti con il conseguimento di un titolo accademico.
Amante della cucina e della buona tavola, d̓altronde la cucina è arte, ha sempre
coltivato la sua passione per il mondo della gastronomia, ispirato dai preziosi insegnamenti di nonna Dina, nonna Niny e della madre Manuela, attraverso un tipo di
cucina semplice e intuitivo capace di risvegliare sensazioni e ricordi.
Cresciuto in una famiglia dove la tavola, ma soprattutto l̓aspetto conviviale ad essa
legato, ha sempre rappresentato un momento d̓incontro e di condivisione. Proprio
questa esperienza ha dato a Christian lo stimolo giusto per intraprendere una nuova
attività legata, naturalmente, al l̓affascinante mondo della cucina.
Con l̓inizio del nuovo millennio, grazie all̓aiuto di tutta la famiglia, ma soprattutto
grazie allo stimolo, l̓iniziativa, al lavoro e all̓impegno del padre Renzo, ha ristrutturato, nel suo paese di origine, Scareglia, un vecchio rustico ereditato dal nonno e
un tempo utilizzato per l̓allevamento del bestiame, trasformandolo in un esercizio
pubblico, il “Grott dal Galett”, un simpatico ed accogliente ritrovo, situato in una
splendida posizione, giusto ai margini di stupendi boschi di castagni.
78
UN PERSONAGGIO DELLA VALLE
Il Grotto, o meglio Christian ed i suoi famigliari, proponevano un tipo di cucina
“nostrana” ma non per questo meno moderna e raffinata, presentata in un̓ambiente
unico, accogliente ed elegante, attraverso un tipo di servizio curato e conviviale ma
soprattutto famigliare, capace di regalare felicità ai propri ospiti.
Dopo anni di sacrifici, ricchi però di soddisfazioni, Christian e i suoi famigliari
hanno deciso, a malincuore, di cessare l̓attività, questo per permettere ai genitori,
Renzo e Manuela, di godersi finalmente la meritata pensione. Il Grotto è stato dunque trasformato in abitazione primaria, dove tutt̓oggi Christian vive con la moglie
Paola.
La passione di Christian non si è però fermata con la chiusura del Grotto, anzi
l̓esperienza acquisita durante gli anni di gestione lo ha portato ad affrontare una
nuova avventura, sempre legata all̓affascinante mondo della cucina. Condividendo
le sue esperienze, le sue ricette nella trasmissione enogastronomia “Piattoforte”, in
onda tutte i giorni alle 17.10 sul RSI 1, Christian cerca di trasmettere, con il cuore,
la sua passione e la sua filosofia, basata su un tipo di cucina semplice, genuina,
ricca di sapori e rispettosa dei prodotti del territorio.
Per rendere partecipi i nostri lettori sui caratteristici e originali piatti di Christian,
qui di seguito vi proponiamo una delle tante ricette che caratterizzano la sua cucina.
(Intervista rilasciata da Christian Frapolli a Piercarlo Poretti, gennaio 2015)
Ossobuco di cervo
e i suoi contorni:
risotto al vino rosso,
zafferano e porri,
spätzli di castagne
e pappardelle ai gallinacci
Ingredienti per 4 persone
Ossobuco di cervo:
8 ossibuchi di cervo da circa 100 g
l̓uno, 1 carota, 3 coste di sedano verde, 1 porro
1 cipolla, 50 g di farina, olio extravergine di oliva, 4 dl di vino rosso, 160 g di polpa
di pomodori, 4 foglie di alloro, 4 bacche di ginepro, 1 ciuffo di prezzemolo, scorza
di 1 limone, 200 g di prugne secche, 3 dl di fondo di selvaggina,.
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UN PERSONAGGIO DELLA VALLE
Risotto al vino rosso, zafferano e porri:
300 g di riso Carnaroli, 1 dl di vino rosso corposo, 1,5 l di brodo di carne di manzo,
2 bustine di zafferano, 100 g di Grana Padano grattugiato, 50 g di burro, 1 porro,
100 g di Grana Padano, olio extravergine di oliva, sale, pepe.
Spätzli di farina di castagne con cavoletti:
250 g di farina di castagne (oppure farina integrale, o di grano saraceno), 200 g di
farina bianca, 1 cucchiaino di sale, 1 dl di latte, 1 dl di acqua, 4 uova, 350 g di cavoletti di Bruxelles, olio extravergine di oliva, 1 noce di burro.
Pappardelle con gallinacci trifolati all̓aglio affumicato e rosmarino:
350 g di pappardelle pronte, 400 g di gallinacci freschi, olio extravergine di oliva, 3
spicchi di aglio affumicato, 1 rametto di rosmarino fresco, 1 dl di vino bianco secco,
1 dl di brodo vegetale, 50 g di burro, sale, pepe.
Per la preparazione dell̓ossobuco di cervo: mondare e tritare finemente 1 cipolla
e tagliare a dadini 1 carota, 3 coste di sedano e 1 porro, per avere la base di un soffritto. Infarinare leggermente 8 ossibuchi e rosolarli in una padella antiaderente con
un filo di olio extravergine di oliva, per qualche minuto, da entrambi i lati. Togliere
la carne dalla padella e nella stessa rosolarvi il soffritto, sfumare con 4 dl di vino
rosso e lasciarlo ridurre almeno della metà. A questo punto, aggiungere 160 g di
polpa di pomodoro, 4 foglie di alloro, 4 bacche di ginepro, 3 dl di fondo di selvaggina e gli ossibuchi. Coprire la carne e cuocere per almeno 45 minuti avendo cura
di rimestare di tanto in tanto. Intanto, ammollare in acqua tiepida 200 g di prugne
secche per almeno 30 minuti. Verso fine cottura degli ossibuchi, aggiungere la scorza grattugiata di 1 limone e le prugne secche precedentemente ammollate. Lasciare
sobbollire il tutto fino a quando la salsa risulta cremosa. Servire gli ossibuchi con
una spolverata di prezzemolo tritato.
Per la preparazione del risotto al vino rosso, zafferano e porri: in una pentola
aggiungere un filo di olio extravergine di oliva, 1 porro precedentemente mondato e
affettato molto finemente e 1 pizzico di sale. Rosolare per qualche minuto il porro,
aggiungere 300 g di riso carnaroli, 2 bustine di zafferano e tostare il tutto fino a
quando il riso risulta traslucido e caldo al tatto. A questo punto, sfumare con 1 dl di
vino rosso corposo a temperatura ambiente, lasciarlo evaporare, quindi cominciare
ad aggiungere, poco per volta, 1,5 l di brodo di carne ben caldo e continuare la cottura per circa 18 minuti. A ¾ di cottura togliere il risotto dal fuoco e mantecarlo con
80
UN PERSONAGGIO DELLA VALLE
25 g di burro e 100 g di Grana Padano grattugiato, rimestare amalgamando bene il
tutto e lasciare riposare per 2 minuti. A questo punto, riportare il risotto sul fuoco,
aggiungere una macinata di pepe e finire la cottura continuando a mescolare. Se il
risotto dovesse risultare troppo denso, aggiungere un po̓ di brodo per ottenere la
classica cremosità del risotto “all̓onda”.
Per la preparazione degli spätzli di farina di castagne con cavoletti: in una bacinella unire 250 g di farina di castagne e 200 g di farina bianca, aggiungere 1 dl di
acqua e 1 dl di latte precedentemente miscelati e cominciare a mescolare bene con
l̓aiuto di una frusta, in seguito, con un mestolo. A parte, sbattere 4 uova intere e
unirle al composto. Continuare a mescolare finché la pastella si stacca a fatica dal
mestolo e lasciate riposare per circa 30 minuti. Nel frattempo, in una pentola portate a ebollizione abbondante acqua salata e, utilizzando l̓apposito setaccio, fare cadere la pastella degli spätzli direttamente nell̓acqua bollente . Non salgono a galla,
scolare gli spätzli con una schiumarola e tenerli da parte. In abbondante acqua salata sbollentare 350 g di cavoletti di Bruxelles per 5 minuti, quindi tagliarli a metà e
rosolarli in una padella con un filo di olio extravergine di oliva e 1 spicchio di aglio,
per qualche minuto. Poco prima di servire, spadellare velocemente gli spätzli in
padella con 1 noce di burro fino a quando risulteranno leggermente rosolati, quindi
aggiungere i cavoletti e continuare la cottura per qualche minuto.
Per la preparazione delle pappardelle con gallinacci trifolati all̓aglio affumicato e rosmarino: pulire 400 g di gallinacci e tagliarli in due. In una padella antiaderente scaldare un filo di olio extravergine di oliva con 3 spicchi di aglio affumicato
e 1 rametto di rosmarino fresco, portare a temperatura, unire i funghi e spadellare il
tutto a fuoco vivo per qualche minuto. Sfumare con 1 dl di vino bianco secco, lasciarlo evaporare, quindi aggiungere 1 dl di brodo vegetale e lasciare cuocere per
qualche minuto senza asciugare troppo i funghi e la salsa. Poco prima
dell̓impiattamento, aggiungere 50 g di burro e aggiustare di sale e pepe.
Nel frattempo, cuocere in abbondante acqua salata 350 g di pappardelle, scolarle e
mantecarle con i gallinacci trifolati.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
GITA AL LAGO D’ISEO E MONTE ISOLA
CON VISITA A UNA CANTINA
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Anche per il 2014, nel rispetto della tradizione, abbiamo intrapreso la consueta gita
primaverile. Il lunedì di Pentecoste, 9 giugno 2014, ben cinquantasei partecipanti, si
sono accomodati su un comodo e confortevole torpedone della ditta Viaggi Ghezzi
di Rivera, ed alcuni sul pulmino di Gianfranco Facoli di Tesserete. La meta è il lago
d’Iseo che ha il singolare primato di avere l’isola lacustre più grande d’Europa:
Monte Isola, sulla quale approderemo per una visita guidata.
Partenza dallo stadio di Cornaredo alle ore 07.00 e arrivo a Iseo, dopo un viaggio in
autostrada, tangenziale per Venezia, con l’inevitabile colonna dell’orario di punta.
Accumuliamo quasi 2 ore di ritardo sulla tabella di marcia, compresa naturalmente
la sosta per il caffè e per necessità varie! Alle ore 10.30 siamo giunti finalmente in
quel d’Iseo appena in tempo per imbarcarci in tutta fretta sul battello in procinto di
partire senza di noi.
Lago d’Iseo e isola con villa Beretta.
84
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Lago d’Iseo e Monte Isola.
Sul battello ad attenderci c’era la nostra simpatica guida che ci ha accompagnati ed
eruditi sulla storia del lago e delle sue due isole nonché dei vari borghi che si vedono dal battello.
Siamo sul lago d’Iseo, una gemma di rara bellezza e dalle meravigliose sfaccettature su cui si riflette l’azzurro del cielo e il rosso dei tramonti; incastonato in una
preziosa corona di monti e colline. Senza dimenticare ed ammirare da vicino il panorama circostante fatto di ville e palazzi d’epoca, di piccoli borghi di pescatori
attorniati da una variegata flora tutta in fiore.
Con una breve ma entusiasmante attraversata verso Monte Isola, approdiamo a Peschiera Maraglio per una piacevole passeggiata lungo la riva del lago; ammiriamo la
rigogliosa vegetazione, poi procediamo alla visita del pittoresco borgo di pescatori.
Restiamo sorpresi dalla bellezza del nucleo di case che il tempo ha gelosamente custodito. Qui possiamo visitare un’artigianale fabbrica di reti da pesca, peculiarità di
competenza degli artigiani locali. Giunti sulla piazza del posto d’attracco barche a
lago, vi è la possibilità di entrare in una bottega dove si possono acquistare le squisitezze culinarie locali tipiche del bresciano, quali i filetti di pesce persico affumicato,
vari prodotti di salumi, d’insaccati nostrani ed i vini pregiati di Franciacorta.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Lago d’Iseo con vista su Peschiera Maraglio.
Per il seguito della gita ci imbarchiamo di nuovo sul battello che ci conduce a Sulzano, pittoresco borgo dove l’acqua lambisce le antiche case; tra vicoli nascosti e
caratteristici approdi per le barche dei pescatori.
Da Sulzano con il torpedone siamo proseguiti tra lago e collina, per raggiungere nella zona di Franciacorta il sospirato
luogo per il pranzo in un tipico agriturismo con annessa cantina, che visiteremo
in seguito.
Questa struttura, tipica del luogo, è posta tra vigneti e oliveti, su un terrazzo
panoramico. È stata ristrutturata con
dovizia artigianale, tutta in pietra locale
e legno. È molto bella ed è attorniata da
muri di cinta pure in pietra di tufo, che Evviva la coppia Moresi - Bassi,
contornano un magnifico giardino. La sempre presenti per l’AAVC.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Entrata al ristorante dell’agriturismo.
costruzione presenta le caratteristiche
architettoniche locali delle antiche dimore medievali.
L’interno, magnifico con un ampio salone e tetto a vista di ottima fattura, ci
accoglie in un’atmosfera unica. Siamo
tutti pronti a prendere posto a tavola; ci
aspetta un banchetto con un’infinità di
portate.
S’inizia dal tagliere di salumi nostrani,
verdure grigliate e crostoni di verdure,
poi la polenta al forno con lardo e miele,
una sfogliata calda alle verdure e il prosciutto crudo di Parma con squisite verdure sott’olio. Tutto questo come antipasto. In seguito gustiamo risotto con for-
Il momento del discorso del Presidente.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Il momento più bello con la grande abbuffata, tutti a tavola nell’accogliente sala del ristorante dell’agriturismo.
maggella nostrana e carciofi, gnocchetti alle verdure con la salsa al bagos (formaggio della zona montana di Brescia), quindi il pasticcio di pasta fresca con le coste.
Come piatti principali vengono serviti: grigliata mista di carne, manzo all’olio con
polenta e tagliata con rucola, il tutto accompagnato con contorni misti.
Dopo queste ricche pietanze si giunge al dessert che comprende la millefoglie con
crema chantilly, accompagnata da spumante dolce e la coppa di macedonia con gelato (oppure frutta fresca o sorbetto). Il tutto innaffiato da vini sinceri di Franciacorta, quali Franciacorta Brut, Terre di Franciacorta Bianco, Terre di Franciacorta
Rosso, IGT Sebino Rosso e per concludere con lo Spumante dolce.
Dopo una tale abbuffata ed un buon caffè, ci ritroviamo sul torpedone per proseguire verso la visita accompagnata della cantina, dove è spiegato il metodo di produzione caratteristico di questi luoghi. È proprio qui, infatti, che nasce il vino a denominazione di origine controllata e garantita; primo vino italiano prodotto esclusiva88
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Fotografia di gruppo con tutti i partecipanti alla gita.
mente con il metodo della rifermentazione in bottiglia, che ha ottenuto il prestigioso
riconoscimento Docg.
La Franciacorta, oltre alle cantine, offre interessanti itinerari con i suoi borghi medievali e le sue antiche dimore, le sue abbazie ed i suoi monasteri. Un’atmosfera
unica in un contesto non lontano da Milano e vicino al Veneto. Un angolo fertile
della Lombardia, tra lago e colline, tra buona tavola e vino sincero.
Dopo i vari assaggi di vino e qualche acquisto di bottiglie pregiate, ci siamo accomodati nei nostri mezzi di trasporto per il rientro in Ticino. Soddisfatti per aver
goduto di una gita pregevole e trascorsa in allegra compagnia e con il sincero augurio di poterci ancora incontrare nel 2015 per una nuova affascinante gita con gli
“Amici della Val Colla”.
Foto e testo di Piercarlo Poretti, Castagnola-Bogno
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INTERVISTA AGLI ULTIMI QUATTRO
SINDACI DI BOGNO, CERTARA, CIMADERA
E VALCOLLA CHE DAL 2013
SI SONO AGGREGATI CON LUGANO
Dopo più di un anno dall’avvenuta plebiscitaria aggregazione ci sembrava doveroso
sentire le loro opinioni, in particolare toccar con mano i loro sentimenti attraverso i
ricordi di tanti anni trascorsi, con impegno e tanto cuore, nella loro carica da ultimo
sindaco. Un fatto che li ha resi “sindaci” per sempre del loro comune vallerano.
INTERVISTA
AD ANDREA MORANDI,
ULTIMO SINDACO
DEL COMUNE DI BOGNO
Andrea Morandi, tutti in valle ed anche fuori la
conoscono. Classe 1976, docente di matematica
alle scuole medie di Tesserete. Sposato con la signora Lucia, 2 figli: Mattia di 4 anni e Irene di 8
mesi. Vice Sindaco di Bogno dal 2008 al 2011.
Sindaco di Bogno dal 2011 al 2013 resterà sindaco
in eterno poiché nessuno occuperà il suo posto!
Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa:
dopo più di un anno dall’aggregazione, oggi
sarebbe ancora entusiasta o favorevole ad unirsi con Lugano?
Favorevole sicuramente sì, entusiasta un po’ meno… Va ribadito che eravamo una
piccola realtà con enormi problemi finanziari, con sempre meno persone che si adoperavano per la cosa pubblica e in un periodo in cui amministrare un comune richiedeva sempre maggior tempo e “professionalità”. Quindi, in ogni caso, non c’erano
alternative e questo la gente lo ha capito molto bene plebiscitando l’aggregazione
con il voto del 2013. Certo, le attuali finanze della città non aiutano a far mantenere
a chi di dovere tutti gli impegni presi e le promesse fatte, ma bisogna avere ancora
pazienza e dar tempo agli attuali e futuri politici: sicuramente arriveranno tempi
migliori e gli effetti si noteranno anche in valle!
Visto che in valle tutti la conoscono, come e perché si è dato alla politica.
Dall’esterno mi pareva ci fosse un po’ di passività in Municipio, inoltre volevo capire cosa significava amministrare un comune, dov’erano le difficoltà: così mi sono
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
messo a disposizione. Ho pensato, un po’ di forze giovani e nuove motivazioni potrebbero giovare …
Mi racconti quale politico o personaggio l’ha più colpita fra quelli che ha conosciuto grazie alla sua posizione e perché.
In tema aggregazione la prima persona che mi viene in mente è Giorgio Giudici: lui
è stato sicuramente colui che più ha creduto e sostenuto questo progetto.
Mi racconti l’episodio bello o tragico che più le è restato nei ricordi nei suoi
anni da sindaco e da municipale.
Parto con un episodio “divertente”: ero stato convocato per un sopralluogo a Bogno
e alla presenza di tanti, probabilmente troppi funzionari cantonali (visto la non importanza dell’accaduto) ne è uscita un’animata e accesa discussione che difficilmente dimenticherò…
Gli episodi belli sono tanti, ma la cosa principale è aver lavorato con un gruppo di
persone che si sono sempre rispettate e a fine di ogni anno ritrovate a cena con voglia di stare assieme e divertirsi.
Nella sua carriera da politico ha trovato sempre la giusta e corretta collaborazione dei colleghi di Municipio, oppure ha dovuto lottare per poter portare a
compimento quanto si era prefisso?
Devo dire che ho sempre collaborato bene con tutti i colleghi; come dicevo c’era
probabilmente un po’ poca iniziativa, ma poi di fronte a idee e progetti venivo appoggiato e sostenuto: c’era piena collaborazione. Va anche detto che in una piccola
realtà era abbastanza facile: quando si trovavano i soldi per un progetto difficilmente qualcuno era contrario…
Comunque colgo quest’occasione per ricordare almeno i colleghi che ci hanno lasciato proprio nell’ultima legislatura, ovvero il sindaco Mario Campana, al quale
sono subentrato, e la Municipale Nives Marioni, che per tanti anni si sono adoperati per il bene del comune; entrambi sostenevano l’aggregazione ma purtroppo non
l’hanno vista realizzarsi.
C’è stato un momento nel quale si è detto: “basta, ne ho piene le scatole, che si
arrangino! Se ha pronunciato questa frase, mi può dire quando è avvenuto?
Non mi è mai capitato; certo ci sono stati momenti un po’ antipatici. La gente criti91
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
ca in fretta senza sapere quello che sta dietro; poi, dialogando, le cose si sistemano
quasi sempre… In generale, però, ho mantenuto buoni rapporti con tutti.
La sua famiglia sicuramente ha avuto un ruolo importante e soprattutto la signora Lucia si è sacrificata molto per la collettività, non glielo ha mai rinfacciato?
Assolutamente no; l’ultimo periodo è stato parecchio intenso, quindi la frase “ancora riunione per il Municipio…” qualche volta l’ho sentita… Comprensibile, avevamo appena avuto un bambino, quindi anche a casa c’era parecchio da fare. Devo
davvero ringraziarla, mi ha sempre sostenuto, sia nella scelta iniziale che durante
l’intero percorso.
Se si guarda “indietro” cosa è cambiato nel suo territorio durante i suoi anni
da sindaco? (a parte l’aggregazione con Lugano).
La nostra è una realtà dove grandi cambiamenti non ce ne possono essere. Sicuramente è stato fatto molto per preservare il nucleo e consegnare alla città un paese
dotato di tutte le infrastrutture necessarie di buon livello con dei servizi funzionali.
Cosa non è riuscito a concludere?
L’ultimo di quattro tratti del ripristino del collegamento Bogno-Certara (pista di
fondo), che in parte ha poi realizzato la città, e una strada di servizio che l’assemblea
comunale ha respinto.
Cosa ha fatto e non farebbe più?
Negli ultimi anni sono state realizzate importanti opere che hanno riguardato soprattutto il nucleo, è stato realizzato un parcheggio nella parte alta del paese, poi mi
sono impegnato per sistemare e valorizzare importanti sentieri sul nostro comprensorio.
Cose che non farei… non so, penso non ce ne siano!
Intervista rilasciata da Andrea Morandi a Piercarlo Poretti, gennaio 2015.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INTERVISTA
A MARCO MORESI,
ULTIMO SINDACO
DEL COMUNE DI CERTARA
Marco Moresi, tutti in valle ed anche fuori la conoscono. Classe 1945, professione idraulico con
ditta in proprio di impianti sanitari e di riscaldamento, sposato con la signora Elena, nata Frapolli
di Scareglia, con tre figli, Giordana, Francesca e
Gianmarco, con più nipotini.
Sindaco di Certara dal 1982 al 2013. Ora son ben
contento di aver fatto il Sindaco, ma altrettanto contento di lasciare la carica dopo ben 31 anni; penso di
aver svolto il mio dovere in questo lungo periodo nel bene e nel male! L’idea che poi
resterò Sindaco in eterno, visto che nessuno mai prenderà il mio posto, mi diverte!
Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa: dopo più di un anno dall’aggregazione, oggi sarebbe ancora entusiasta o favorevole ad unirsi con Lugano?
Sono stato favorevole alla fusione con Lugano, poiché ho costatato che la carica di
Sindaco comporta un impegno e una responsabilità che tanti non vogliono assumere.
Ora mi rendo conto che parecchie cose non funzionano a dovere, perché nessuno
prende a cuore il proprio paese, e di conseguenza constato che chi non vi abita non
può vedere le problematiche essenziali del luogo.
Visto che in valle tutti la conoscono, come e perché si è dato alla politica.
Mi sono messo a disposizione per il Municipio dal 1972 come cittadino interessato
al mio comune per risolvere certi problemi, in particolare l’acquedotto, le fognature,
le strade, il rifugio di Protezione Civile, il cimitero, la casa comunale, la piazza
principale e varie opere complementari. Lavori eseguiti non con poca difficoltà, ma
che mi hanno dato tanta soddisfazione.
Mi racconti quale politico o personaggio l’ha più colpita fra quelli che ha conosciuto grazie alla sua posizione e perché.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
I ricordi più belli sono quelli dove si è potuto risolvere tante problematiche difficoltose, con poche finanze, e lavorare assieme per realizzare, di comune accordo con i
colleghi di Municipio, tante problematiche. Grande soddisfazione la ritrovo nell’aver
potuto dare concretamente al mio Comune tante cose partendo dal niente. L’essere
stato capace di realizzare quel sogno voluto da tempo, magari anche sbagliando.
Mi racconti l’episodio bello o tragico che più le è restato nei ricordi nei suoi
anni da sindaco e da municipale.
L’aver voluto e potuto realizzare diversi lavori di primo acchito, senza aspettare il
consenso delle autorità preposte, ma di seguito approvati e giustificati, sempre per
il bene della comunità, ricevendo anche dei rimproveri. La soddisfazione più grande
è quella di poter arrivare in vetta con volontà e un certo orgoglio personale.
Nella sua lunga carriera da politico ha trovato sempre la giusta e corretta collaborazione dei colleghi di Municipio, oppure ha dovuto lottare per poter portare a compimento quanto si era prefisso?
Nella mia lunga carriere da Sindaco ho avuto anche certe difficoltà nel trovare il
comune accordo con i colleghi di Municipio, ma quasi sempre si è trovata la collaborazione per una soddisfacente e reciproca soluzione del caso.
C’è stato un momento nel quale si è detto: “basta, ne ho piene le scatole, che si
arrangino! Se ha pronunciato questa frase, mi può dire quando è avvenuto?
Ci sono stati dei momenti in cui ho pensato di dire basta a questa carica, ma con la
mia forza di volontà ho sempre voluto continuare le battaglie, con la voglia di vincere. Se ci si arrende davanti alle difficoltà che incontri non sei una persona seria e
costruttiva, le battaglie bisogna combatterle fino alla fine per poter dimostrare la tua
forza di volontà ai cittadini che ti hanno dato la loro fiducia con il voto. La voglia
di voler gettare la spugna l’ho provata a circa metà della mia carriera.
La sua famiglia sicuramente ha avuto un ruolo importante e soprattutto la signora Elena si è sacrificata molto per la collettività, non glielo ha mai rinfacciato?
La mia famiglia non è stata dimenticata anche perché quando formi una famiglia, hai
una responsabilità da portare sempre avanti, sia nel bene, sia nel male. Mia moglie mi
ha sempre sostenuto e supportato, tante volte anche nei momenti di difficoltà, sia familiari, sia dovuti alla carica pubblica. Se non avevo il sostegno di mia moglie non
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
potevo portare avanti tutto quello che ho compiuto nell’incarico pubblico. Un grazie
a lei che si è sacrificata molto per la collettività e ha dimostrato forza e comprensione.
Qualche volta mi diceva di lasciare questa carica poiché non tutti erano riconoscenti.
Se si guarda “indietro” cosa è cambiato nel suo territorio durante i suoi anni
da sindaco? (a parte l’aggregazione con Lugano).
Se mi guardo indietro, posso dire che tante cose sono cambiate; prima di tutto mi
rammarico per l’abbandono del settore primario, dell’agricoltura, dei terreni abbandonati e non più falciati, con il conseguente avanzamento del bosco. Sono rimasti
solo un paio di contadini di montagna, troppo pochi…, per cui i terreni non coltivati sono lasciati senza la dovuta pulizia periodica. Una delle cause di tale abbandono
è da ricercare nella diminuzione degli abitanti locali, tante case sono vuote, e chi
viene solo saltuariamente da fuori, e che non sono originari di Certara, abbandonano
i prati lasciandoli all’incuria.
Cosa non è riuscito a concludere?
L’aggregazione al momento non ha portato alla risoluzione dei problemi che per ora
rimangono in sospeso. Certi progetti che erano già approvati dall’ex Municipio di
Certara, e che in seguito erano stati promessi di essere risolti, durante la campagna
dell’aggregazione, per il momento non sono ancora eseguiti. Con le attuali finanze
della città è difficile mantenere gli impegni presi, spero che in futuro le promesse
fatte siano realizzate.
Cosa ha fatto e non farebbe più?
Non sono riuscito a portare a termine certe opere già approvate. Quello che ho fatto
in tutta la mia lunga carriera, l’ho fatto per il bene del Comune, con una certa soddisfazione, anche personale.
Se dovessi tornare in dietro con l’esperienza acquisita, cercherei di fare il massimo
possibile, soprattutto curando anche i miei interessi personali, perché ora siamo confrontati con una società fallimentare. Un proprietario deve pagare solo tasse senza
essere riconosciuto al momento opportuno dalle autorità preposte. Il cittadino nulla
tenente è quello più fortunato giacché è sempre assistito senza preoccuparsi di tanto.
Questo è il mio giudizio che mi sento di esprimere in questo momento!
Intervista rilasciata da Marco Moresi a Piercarlo Poretti, gennaio 2015.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INTERVISTA
A CHERUBINA RAVASI,
ULTIMO SINDACO
DEL COMUNE DI CIMADERA
Per ben 18 anni ha ricoperto la più alta carica
del più alto paese della Val Colla:
La signora Cherubina Ravasi!
Basta incontrarla una volta, il suo sorriso e quella
frase: “mi chiami Kerry” ti mettono subito a tuo
agio. Arrivi in piazza: alla tua sinistra le case strette fra di loro, come se si dessero la mano… i pochi
scalini che portano alla chiesetta e più in basso
tutta la Val Colla!
Tutti conoscono Kerry; sindaco di Cimadera dal 1995 al 2013. Nessuno mai, prenderà il suo posto!
Kerry: togliamoci subito un sassolino dalla scarpa. Dopo più di un anno dall’aggregazione, oggi sarebbe ancora entusiasta o favorevole ad unirsi con Lugano?
Sì, senza dubbio. Sono stata Sindaco del Comune di Cimadera per 18 anni e, nonostante fossimo sotto compensazione intercomunale e dovevamo quindi sottostare a
regole ben precise di sorveglianza da parte del Cantone, posso affermare che è stato
un bel periodo. Non facile, tutt’altro, ma i progetti giusti, interessanti e rivolti al
bene della comunità, se ben presentati e motivati, venivano considerati
positivamente anche a Bellinzona. Mi sento di affermare che siamo riusciti a raggiungere risultati molto significativi, favoriti naturalmente dal benessere delle condizioni generali di vita del Cantone e di tutto quello che ci circondava, anche al di
fuori dei confini del nostro paese. Poi, si sa, le cose possono cambiare in poco
tempo; e…sono cambiate!
Le condizioni finanziarie in picchiata (anche a Lugano) potrebbero indurci a pensare male, ma per me non è così. L’aggregazione con Lugano è stata e resterà un
passo importante e decisivo per i comuni della Val Colla. Ricordiamoci che, se
dapprima il fondo di compensazione cantonale interveniva a coprire il nostro deficit
strutturale e annuale, ed era Lugano a contribuirvi in modo preponderante, ora, la
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
consapevolezza di essere cittadino di un comune più forte finanziariamente – seppur
in un particolare momento di ristrettezze dovute anche ad una serie di fattori esterni
- ci deve far ragionare anche sulle più piccole manovre che lo stesso deve mettere
in atto per la propria amministrazione. Questo si chiama consapevolezza, infatti non
tutto ci spetta di diritto! La mia conclusione resta positiva e, nonostante alcuni “ma”
o “se”, quale cittadina responsabile e consapevole di vivere nel presente, direi ancora “sì” a Lugano.
Visto che in valle tutti la conoscono e mi sembra banale raccontare come e perché si è data alla politica, mi racconti piuttosto quale politico o personaggio l’ha
più colpita fra quelli che ha conosciuto grazie alla sua posizione e perché.
Le cito due persone. Il compianto Consigliere di Stato, allora responsabile del Dipartimento Istruzione, Onorevole Giuseppe Buffi, al quale mi rivolsi in merito all’episodio relativo alla scuola dell’infanzia del quale parlerò in seguito. Questi rispose
personalmente alla mia telefonata, capendo le nostre ragioni e riuscendo a far cambiare la risoluzione governativa a nostro favore.
La seconda persona è sicuramente l’ex sindaco di Lugano Giorgio Giudici, “ul Sindic”, al quale vanno la mia stima e tanta simpatia! Ci ha capito e ci ha aiutato,
quando ancora tutti gli altri Partiti e direi anche tutto il Cantone erano contro di noi.
Ci ha sostenuto a portare avanti con successo il processo “aggregazione” dei quattro
Comuni della Val Colla con la città.
Mi racconti l’episodio bello o tragico che più le è stato impresso nei ricordi
durante i suoi anni da sindaco.
Ecco, non saprei! Sentirsi in imbarazzo davanti ad una domanda…vuol forse dire
aver passato così tanto tempo alla gestione di Cimadera senza subire scossoni di
alcun genere? Oppure e pare forse essere la versione più credibile, il fatto che ogni
progetto andato in porto, fosse sempre occasione per esprimere contentezza? Penso
ad esempio alla soddisfazione che provammo quando, unitamente al Consorzio
Scolastico (di cui ero presidente) e ai genitori e ai bimbi, riuscimmo a mantenere
l’apertura della Scuola d’Infanzia a tempo pieno a Maglio di Colla. Il Cantone, in
un momentaneo lieve calo di frequenza dei piccoli alunni, imponeva il 50%. La
frequenza ritornò poi subito regolare e qualche anno fa, altro grande risultato, potemmo regalare ai bambini una vero asilo grazie alla costruzione di un nuovo edificio. Sì, perché prima le lezioni si svolgevano in un corridoio vicino alla palestra!
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Nella sua lunga carriera da politico ha trovato sempre la giusta e corretta
collaborazione dei colleghi di Municipio, oppure ha dovuto lottare per poter
portare a compimento quanto si era prefissa? C’è stato un momento nel quale si è detta: “basta ne ho piene le scatole, che si arrangino!” Se ha pronunciato questa frase mi può dire quanto è avvenuto?
Mi fa sorridere pensare ai miei anni da Sindaco come una “carriera politica”!
Io li ho sempre interpretati come un periodo di amministrazione di un “qualcosa”
un po’ più grande della propria famiglia, con pieno rispetto della voce “entrate”
prima di intaccare ogni singola “uscita”!
Per tornare però alla domanda e faccio una brevissima premessa, sono entrata in
Municipio quasi senza preavviso e a seguito di un avvenimento un po’ particolare:
le dimissioni del precedente Sindaco. Non nascondo che per qualche mese lavorare non fu facile né per me e nemmeno per gli altri due Municipali. Non per questo
mi persi d’animo, trovando sostegno nella figura della segretaria comunale. Quando, dopo le nuove elezioni comunali del 1996, formammo il nuovo Municipio, nel
suo interno si riuscì sempre a trovare un comune accordo, sia sulle linee generali,
come sui modi di procedere e sui vari progetti in cantiere. Ognuno portava le proprie idee e ad averla vinta era sempre il “buon senso”. Ciò non toglie che le discussioni, anche accese, non ci fossero…ma venivano dimenticate una volta fuori
della Casa Comunale.
Sorrido però ancora al ricordo di alcune mie prime prese di posizione leggermente diverse dalla maggioranza dei miei colleghi (tutti maschi) dei vari Municipi in
valle. È infatti vero che all’inizio il fatto di essere Sindaco donna non fu un avvenimento scontato. Il tempo poi ha dissolto anche qualche prima scaramuccia e,
seppur a volte in diversità di vedute, ma con molto impegno nei momenti topici,
la piena collaborazione ebbe sempre partita vinta.
La sua famiglia sicuramente ha avuto un ruolo importante. Lei si è sacrificata molto per la collettività; non glielo hanno mai rinfacciato?
Non parlerei di sacrifici; perché ho sempre lavorato per il Comune con entusiasmo, riuscendo a conciliare anche il lavoro (la pagnotta non me la potevo comprare di certo con il salario da Sindaco) con i miei affetti e i momenti di vacanza e di
rilassamento. Mi è andata bene! Fin da piccola la mia famiglia mi aveva in un
certo modo spinta ad essere partecipe della vita del Comune. Infatti mio papà era
in Municipio e posso dire di essere cresciuta a “pane e politica”. Di riflesso la
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
stessa cosa è successa a mia figlia, cresciuta tra convocazioni d’assemblea e discussioni elettorali, sempre attenta ed ancora molto critica nei confronti del mio
operato.
Se si guarda “indietro” cosa è cambiato nel suo territorio durante i suoi anni
da sindaco? (a parte l’aggregazione con Lugano).
Se si esclude questo importante fatto, nulla di quanto non fosse già in fase d’evoluzione. Non potrebbe essere altrimenti. Lentamente ma inesorabilmente, anche la
vita nei paesini si adegua all’andamento generale di quello che ci circonda. Mentre i viottoli del nucleo sono sempre meno trafficati – la mia mamma dice “non c’è
più nessuno in giro”-, ci si sposta con l’automobile per raggiungere il centro città
e per andare a fare la spesa. Anche perché, lasciatemelo dire, il trasporto pubblico
(autopostale) non ha modificato di un minuto i suoi orari, inadeguati, oggi, quanto una volta. Per arrivare a Lugano alle 08.00 bisogna partire da Cimadera pochi
minuti dopo le 06.00! Poi si parla di incentivare i giovani ad utilizzare il trasporto
pubblico…
Ciò che non è cambiato, per fortuna, e spero non cambierà mai, è il piacere di
chiudere la porta di casa e di trovarsi subito in piena libertà nei prati, nel bosco…
Cosa non è riuscita a concludere?
Mi sento abbastanza soddisfatta del lavoro svolto, anche se al momento dell’aggregazione sono rimasti in sospeso due progetti:
•La ristrutturazione della Casa Comunale e relativa trasformazione in locale pubblico. Progetto in stallo a Lugano.
•La possibilità di insediamento di un’ulteriore azienda agricola sul nostro territorio (ex Comune), attualmente in fase di studio presso il Patriziato di Cimadera.
Cosa ha fatto e non farebbe più?
Quest’ultima domanda è piuttosto cattivella! Quasi quasi sono tentata di aggirarla
e lasciar perdere!
Infatti ogni atto municipale era valutato fin nei minimi dettagli e sempre motivato.
Non c’era spazio per il superfluo… Ma c’è un “qualcosa” che non ho mai capito
e che non riesco a digerire, soprattutto quando ci passo davanti: Il posteggio in
frazione Treciò. È stato fortemente voluto dai residenti ed è poco frequentato dal
momento della sua costruzione; al punto da chiedermi se non se ne siano ancora
99
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
accorti che è stato messo lì, apposta per loro! Che abbiano tutti bisogno di un
paio di occhiali?
Termina con un pizzico di pepe, che rende sempre più sapore alle pietanze,
anche a quelle fatte di parole, la chiacchierata con Kerry Ravasi, sindaco di
Cimadera in eterno!
Intervista rilasciata da Cherubina Ravasi a Prisca Gilardi, gennaio 2015.
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100
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
INTERVISTA
A PIERINO PETRALLI,
ULTIMO SINDACO DEL COMUNE
DI VALCOLLA.
Intervista a Pierino Petralli; per sempre sindaco!
tato rumorosamente l’intrusa!
È domenica, un cielo terso ed una splendida vista
sino al monte Rosa fanno da sfondo ad una chiacchierata con Pierino Petralli, ultimo sindaco di Val
Colla prima dell’aggregazione con Lugano.
Ci fa compagnia un cagnolino forse incuriosito o
preoccupato da una presenza sconosciuta!
Ben-Hur e Arwin, nel loro recinto, hanno già salu-
Pierino Petralli: tutti in valle ed anche fuori la conoscono! Mi racconti un po’
della sua vita prima del pensionamento. Ma prima di tutto mi presenti la sua
famiglia!
Sono sposato con Margherita dal 1967, quindi 48 anni… ed ho quattro figli: Michela, Manuela, Lara ed Angelo ed un nipote: Alexander.
Ho la formazione di idraulico. Ho lavorato per 40 anni presso la ditta Ex-Ammon di
Lugano come apprendista, come capo montatore ed in seguito tecnico e direttore in
ufficio dei lavori nei cantieri. In seguito, per 6 anni, presso la Tech-Insta a Taverne
quale responsabile manutenzione in ufficio fino al pensionamento.
Ora mi parli della sua carriera politica…
La mia scelta di entrare e far parte della politica mi è stata trasmessa dai miei antenati, in primis dal nonno Angelo che ricopriva a suo tempo la carica di segretario
comunale dei paesi di Insone, Colla (frazioni di Cozzo, Maglio di Colla e Curtina)
e Piandera (con la frazione Mulini di Piandera). Ho continuato la mia strada nella
politica seguendo il nonno e mio zio Attilio Petralli, il quale ha ricoperto la carica
di sindaco del comune di Scareglia per poi continuare quale segretario comunale,
dapprima nei comuni gestiti dal nonno ed in seguito dell’ex Comune di Val Colla.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Grazie a loro ho iniziato a capire la politica sia a livello comunale che cantonale e
federale. Con il loro aiuto ho potuto capire per quale partito schierarmi e lottare,
continuando a seguire e combattere per i miei ideali e soprattutto per il bene della
Valle.
Sono stato quindi Consigliere Comunale dal 1964 al 1967, Municipale dal 1968 al
1987 e Sindaco dal 1988 all’aprile 2013 del comune di Valcolla.
Togliamoci subito un sassolino dalla scarpa: dopo più di un anno dall’aggregazione, oggi sarebbe ancora entusiasta o almeno favorevole ad unirsi con
Lugano?
Le dirò: in verità all’aggregazione con Lugano non sono mai stato completamente
favorevole. Ed ancora meno d’accordo. Ero membro del gruppo di lavoro di questa
“fusione”. Il lato favorevole di questo grande cambiamento era il lato finanziario
che allora si presentava molte bene. Dal lato pratico era meno favorevole; vedevo
un problema la gestione del territorio, soprattutto per la lontananza da Lugano e per
le tipologie ben diverse da quelle della città.
Nel lontano 2000 si avviò uno studio per aggregarsi solo tra i comuni della Val Colla e questo, a mio umile parere, era il primo passo fondamentale da farsi e che mi
vedeva pienamente d’accordo.
Con il trascorrere del tempo e degli anni…si è iniziato a ventilare l’idea di unirsi con
la città di Lugano, fatto che la città stessa, per diversi motivi, sospese. Uno di questi
motivi fu il lato finanziario: la cifra che il Cantone avrebbe dovuto versare nelle
casse della città.
Nel gennaio 2010 è stato ripreso lo studio; la gran parte della popolazione della
valle vedeva questo passo un vero “tocca sana” per il loro territorio ed anch’io ho
voluto convincermi cambiando atteggiamento, usando le mie forze per spingere a
concludere le trattative con Lugano e verso l’unificazione. Era il 2 settembre 2011,
si concluse e si firmò la fase di aggregazione.
Ora, guardandomi nel profondo dell’anima, le dirò che se avessi la bacchetta magica e potessi esaudire un desiderio, tornerei indietro e lotterei con tutte le mie forze
contro l’aggregazione con la città e porterei avanti l’idea che l’unione da farsi è
quella tra i comuni della Val Colla. Sono fermamente sicuro che unendo le nostre
forze avremmo potuto lavorare bene per il bene della valle e della sua gente. Sono
pure convinto che questo mio pensiero, se oggi come oggi dovessimo rifare la votazione, il 90% dei “sì” si tramuterebbero nell’80% dei “no”!
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Mi racconti, caro “sindaco”, l’episodio più bello che le è capitato nei suoi lunghi
anni da sindaco!
Ne sono avvenuti tanti…ne cito alcuni che mi stanno veramente a cuore:
1989: il rinnovo della convenzione per il medico condotto.
Il Municipio di Valcolla con il sostegno dei Municipi di Bogno, Certara e Cimadera,
ha portato a termine con successo, dopo la rinuncia del medico condotto Cleto Paltenghi, il rinnovo della convenzione sottoscritta tra il dottor Claudio Bosia di Lugano e i comuni dell’intera valle. La convenzione, che ci assicurava di garantire il
servizio medico di montagna in valle, è stata sottoscritta il 15 gennaio 1989, per poi
essere approvata dal Consiglio di Stato il 22 marzo del 1989. Servizio che a tutt’oggi è ancora in funzione presso la ex Casa Comunale a Maglio di Colla. Tengo a dire
che questo passo mi ha toccato particolarmente in quanto negli anni ’80 non era
così evidente, per la nostra gente, recarsi altrove per una visita medica.
Febbraio 1994 “Ponte Lavinon” Scareglia/Val Colla.
Lavori di grande manutenzione con chiusura della strada per circa 6 mesi! Il nostro
Municipio di allora si è detto contrario alla chiusura totale della strada. Di conseguenza una riunione con il Dipartimento del Territorio, presente il sottoscritto ed
altri colleghi.
In questa riunione ho fatto delle proposte concrete, in quanto spostare il traffico
veicolare lungo la strada di Colla, Bogno, Maglio di Colla vedeva la creazione di
diversi problemi. La pericolosità del”Né” a Cozzo era evidente, specialmente d’inverno con il rischio di frane o di valanghe. Il pericolo era di isolare tutta la zona da
Cozzo a Scareglia, in quanto non esisteva nessun collegamento verso il fondo valle
e men che meno verso la Capriasca. A questo punto, in qualità di sindaco, proposi
un intervento cantonale, finanziario e reale, per la formazione di una pista carrozzabile per veicoli leggeri sul tratto di Maglio di Colla – Signôra (strada prevista da
PR). La risposta non è stata immediata ma i responsabili si impegnarono a comunicarla al Consigliere di Stato On. Respini direttore del Dipartimento del Territorio. In
data 27 settembre 1994 il dipartimento ci comunicava che ci veniva concesso un
credito di Fr.100'000 per formare una pista veicolare. Così abbiamo attuato un collegamento molto importante per l’intero comprensorio e per il nostro comune. Se
non ci fosse stato concesso questo sussidio a fondo perso la strada menzionata Signôra-Maglio di Colla non sarebbe mai stata realizzata.
Nuova casa dell’infanzia.
In data 22 marzo 2004 il Municipio di Valcolla e di seguito il Consiglio Comunale
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
approvava l’acquisto del terreno dove ora sorge il nuovo asilo. Il nostro Municipio
aveva intrapreso i passi per l’acquisto del terreno adiacente il centro scolastico esistente, senza porsi molte domande e non esitando nel portare davanti al proprio legislativo questa decisione. Il Consorzio Scolastico con una delegazione allargata, ha
iniziato la procedura per la nuova costruzione. In data 25 ottobre 2008 la struttura
ha potuto essere inaugurata ed offrire ai più piccoli di tutta la valle degli spazi adeguati ed a norma di legge. Realizzando anche una mensa scolastica separata dalla
scuola elementare.
In ogni famiglia, purtroppo, avvengono anche episodi tragici; essendo un
Comune una “grande famiglia” sicuramente le verrà in mente un episodio
tragico…
Sì, purtroppo ricordo con dispiacere l’alluvione del 15 luglio 2001 che ha toccato
tutta la nostra Valle, fortunatamente con “solo” danni materiali in tutte le frazioni del
nostro ex Comune. Per precauzione sono state evacuate delle case a Maglio di Colla ed i loro occupanti sono stati sistemati nei rifugi della protezione civile di Maglio
di Colla e presso la Casa Anziani di Colla. Ricordo ancora oggi come se fosse quel
15 luglio 2001 la paura che provai per il perdurare del maltempo e ringrazio ancora
tutti coloro che hanno prestato aiuto nel risolvere questa triste situazione.
Nella sua lunga carriere da politico ha trovato sempre la giusta e corretta collaborazione dei colleghi di Municipio, oppure ha dovuto lottare per portate a
compimento quanto si era prefisso? C’è stato un momento nel quale si è detto:
“basta ne ho piene le scatole, che si arrangino!” Se ha pronunciato questa frase
mi può dire quando è avvenuto?
Nella mia lunga carriera ho sempre avuto con i miei colleghi di Municipio un rapporto di collaborazione e amicizia più che ottimo. È con questa collegialità che abbiamo potuto portare a termine diversi lavori, talvolta impensabili con le nostre
forze finanziarie. Si può ben dire che abbiamo fatto più o meno tutto quello che si
poteva fare, con l’approvazione del nostro legislativo! Abbiamo potuto consegnare
alla città di Lugano un territorio con delle infrastrutture quasi complete, con sì, dei
debiti esistenti, ma con i lavori eseguiti a tempo debito. Questo è stato per me e per
i miei colleghi di Municipio il passo più importante.
Sì, qualche volta non ottenendo ciò che il Municipio si era prefisso, può darsi che
davanti ad una decisione possa aver detto: “ma chi me lo fa fare”! oppure “basta”,
104
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
ma in un centesimo di secondo la ragione vinceva sulla rabbia. Pensando alla fiducia
che i miei concittadini avevano riposto nella mia persona, non ho mai pensato di
abbandonare la mia carica anche quando, dopo una seduta di Municipio, mi sono
ritrovato con tre gomme dell’auto tagliate!
La sua famiglia sicuramente ha avuto un ruolo importante. Penso a sua moglie
Margherita, la quale si è sicuramente sacrificata molto, come pure ai suoi figli,
tutti si sono dedicati e si dedicano ancora oggi in favore della collettività. Sua
moglie non le ha mai rinfacciato niente?
Mia moglie è una “santa donna”! Non mi ha mai ostacolato ne rimproverato per il
tempo che dedicavo ai miei concittadini e per la Valle. Si è sempre sacrificata per il
mio bene e per quello dei figli. Tutti loro hanno condiviso le mie scelte ed appoggiato il ruolo che occupavo nell’ente pubblico e mi hanno sempre sostenuto nel
continuare a farlo. Quindi anche per me nessun rimpianto!
Se si guarda “indietro” cosa è cambiato nel suo territorio durante i suoi anni
da sindaco? (A parte l’aggregazione con Lugano)
Il nostro territorio è cambiato molto. Abbiamo attuato i raggruppamenti dei terreni
con le misurazioni definitive nelle frazioni di Scareglia, Signôra, Colla, Cozzo e
Maglio di Colla. Attuati collegamenti stradali molto importanti. Per le altre frazioni
del territorio dell’ex comune questi lavori erano già terminati. Inoltre è stato portato
a termine tutta la depurazione delle acque in tutti gli ex comuni della Val Colla.
Cosa non è riuscito a concludere?
Un rammarico l’ho!
È di non aver avuto modo di portare a termine il progetto di regalare un piccolo
campo di calcio ai nostri piccoli abitanti della valle!
Ho ancora la speranza che la città, seppur confrontata con grandi problemi finanziari, riesca ad esaudire a breve questo mio piccolo desiderio che è anche il regalo che
si augurano tanti miei vallerani.
Cosa ha fatto e non farebbe più?
L’aggregazione con Lugano mi ha deluso, pensavo che le cose sarebbero andate
meglio…
Non mi aspettavo di certo la disastrosa situazione finanziaria che le nostre attuali
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
autorità si sono trovate dopo il rinnovo dei poteri comunale dell’aprile 2013. Come
ho detto precedentemente non intraprenderei più l’aggregazione; né con la città di
Lugano, né con altri comuni confinanti. Però intraprenderei i passi dovuti e lotterei
per l’unione tra i quattro comuni della Val Colla!
Per concludere positivamente mi permetta di rivolgere i complimenti alle autorità
del Comune di Lugano per come stanno cercando risolvere i problemi finanziari ed
organizzativi della “Grande Lugano”. Mi lasci dire, visto che conosco bene il problema, che questi sono fatti non facili da risolvere neanche per una grande città!
Spero solo una cosa: che quello che è stato scritto sul documento dell’aggregazione
e più specificatamente per quanto riguarda i lavori da eseguire, questi siano portati
a termine il più presto possibile, soprattutto per quanto concerne i crediti già votati
e che sono presto in scadenza!
Intervista Rilasciata da Pierino Petralli a Prisca Gilardi Herber, gennaio 2015.
P.S. Mi permetto, quale intervistatrice, di aggiungere una personale richiesta: invito
le autorità della mia amata città di Lugano di fare un piccolo sforzo finanziario:
realizzare un desiderio che tanto sta a cuore ad un uomo che ha donato molto al suo
territorio! Pierino Petralli desidererebbe un campetto da calcio per i bambini. Saprebbe pure dove ubicarlo senza grandi spese. Da anni vedo tutta la famiglia Petralli dedicare molto tempo ed impegno alla collettività. Non c’è avvenimento che non
li veda forza lavorativa. Non c’è manifestazione alla quale non partecipano! Regaliamo alla valle una struttura per i più giovani ed ad una generosa persona il veder
realizzato un sogno! PgH
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
È IL MOMENTO DI SVEGLIARSI!
Le ore di luce stanno rubando tempo alle tenebre. La fata della neve, ogni notte,
accarezza ancora con la sua bacchetta magica le cime delle nostre montagne. Il gnomo guardiano della terra sta ancora dormendo profondamente nel suo castello posto
sotto l’immenso sasso che delimita il grande prato ai confini del bosco. Improvvisamente la grande sveglia sul comodino si mette a trillare rumorosamente e lo sveglia
dal suo sonno invernale.
Uno sbadiglio fa tremare persino la contorta betulla posta all’entrata dell’abitazione
e lo gnomo esclama:
– Devo ricordarmi, prima dell’inverno prossimo, di ungere un po’ l’ingranaggio
della sveglia, se mi sveglio male, non lavoro bene! – Infila la sua tuta da lavoro e
sbadigliando esce da sotto il masso, facendosi largo tra le foglie secche che ostruiscono l’entrata. Una prima occhiata è accompagnata da un altro sbadiglio, poi il
gnomo si arrampica fin sopra il grande masso ed inspirando profondamente fa un
cenno d’assenso con il capo ed un largo sorriso illumina il suo volto. I primi raggi
dell’amico sole stanno già colorando di pennellate d’oro i prati dal color paglia e
quelli ancora ricoperti da chiazze di neve. – È ora, devo svegliare i miei lavoratori!
– Esclama il guardiano raddrizzando il berretto che ha in testa. Con piglio deciso si
avvicina ad un ceppo di castagno, lo sfiora e questi si apre; anch’esso cigolando
sonoramente. – Anche qui devo mettere un po’ di olio! – Poi si mise a frugare ed
estrae un corno di mucca, lo porta alla bocca e soffiando fa uscire un suono molto
strano e gutturale. Il silenzio dell’alba viene rotto un paio di volte da quel suono. Poi
una leggera brezza accarezza il prato circostante ed un numero incalcolabile di piccoli esseri, numerosi quanto le foglie secche che l’amico autunno ha scosso dagli
alberi qualche mese prima e che ora il compagno vento fa talvolta volteggiare a suo
piacimento su e giù per i pendii. Dunque tanti esserini popolano ora il grande spiazzo.
Il guardiano dall’alto del masso srotola una pergamena e deciso declama: – gemmaioli e primulini, siete presenti? – Dal prato si alza un allegro coro – Tutti pronti
siamo! – Presto, andate: colorate i prati ed ogni angolo della terra con i tenui colori
delle primule e posate perle di gemme su ogni ramo di tutti gli alberi e degli arbusti!
– Srotolando di più la pergamena si guarda attorno e rivolgendosi ad un immenso
gruppo di gnomi muniti di secchi esclama: – Vedo che siete già pronti cari gnomi
dei prati; bene… allora iniziate subito a colorare ogni filo di erba, mi raccomando:
un verde più brillante che mai! –
Un colpo di tosse e lo gnomo si gira verso la grande betulla contorta dicendole: – al
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
posto di guardarmi senza far niente, intanto che impartisco gli ordini, preparami un
infuso con la tua corteccia che fa bene alla mia voce! Ecco, se non sbaglio, là in
alto, vedo i dispensatori di linfa, potete andare e fare il vostro indispensabile ed
importantissimo lavoro. Ogni arbusto o albero che sia, deve ricevere la giusta dose
del vostro magico liquido. Quindi a voi… “buon lavoro!” –
Nel cielo stavano già brillando le prime stelle quando il gnomo della terra chiamò
gli ultimi gnomi della lista: quelli che popolano
l’acqua. – Dove siete gnomi che popolate l’acqua?
Non vi vedo! – chiamò diverse volte ma nessuna risposta! Allora suonò ancora il corno… ed ecco che
dal piccolo rigagnolo poco
distante giungono gridolini e risate. Il gnomo guardiano si avvicina all’acqua
e vede giovani gnomi scivolare sull’erba bagnata
come se fosse uno scivolo.
Sorrise a quella vista ma
poi riprendendo la serietà
che appartiene al suo compito riprese severamente i
giocherelloni e li invitò a
compiere anche loro il lavoro a loro assegnato: ornare le rive e preparare i
fondali ad accogliere le
creature appartenenti al regno dell’acqua. Con questo episodio concluse l’assegnazione dei compiti
agli gnomi.
109
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
Rivolgendosi ancora alla contorta betulla esclamò: – Ti ringrazio cara amica, senza
la tua tisana non ce l’avrei fatta a concludere tutto questo lavoro entro sera! Ora non
mi resta che contattare Fata Primavera e comunicarle che tutta la procedura di partenza è stata effettuata. Quindi ancora un piccolo sforzo e poi mi godrò la serata
guardando il cielo stellato; ho saputo che quest’anno si potranno vedere ben tre
comete, le inviterò tutte a raggiungermi almeno una sera, hanno sempre qualcosa di
nuovo e di speciale da raccontare! – Canticchiando allegramente si ritirò nel suo
castello, sotto il grande masso e poco dopo una bianca colomba si alzò in volo,
sfiorando i rami già ornati dai fiori maschili della contorta betulla, volo accompagnato dagli ultimi momenti di luce di quell’importante giorno.
La sua destinazione sarà la dimora di Fata Primavera.
Il sole sorgeva da dietro le alte cime colorandole di un rosa screziato di pennellate
dorate.
Fata Primavera accarezza con grande amore la bianca colomba che ha volato tutta
la notte.
– Ti ringrazio cara amica, mi hai portato delle buone notizie. Il Gnomo della Terra,
come sempre, ha concluso rapidamente e coscienziosamente la procedura di partenza ed io potrò partire e far cadere, in ogni luogo che aspetta il risveglio della natura,
la polvere magica della mia bacchetta! –
In un altro luogo, molto distante, il Gnomo della Terra, dal suo osservatorio in cima
al grande masso, osserva attento l’immenso lavoro dei suoi aiutanti. Nulla gli sfugge ed ogni tanto deve pure redarguire qualche gnomo che si distrae dal suo lavoro
per fare qualche dispetto a qualche animaletto del bosco o a qualche umano che
passeggia, quest’ultimo ignaro che attorno a lui c’è tutto un mondo in fermento.
Prisca Gilardi Herber, Aldesago-Signôra
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
CALENDARIO DEGLI EVENTI, FESTE
E MANIFESTAZIONI IN VALLE
Ogni piccolo borgo della nostra valle offre momenti di svago e di amicizia; ogni paese c’è una sagra in onore del Santo Patrono Protettore. Per conoscersi, per stare insieme, la dimensione più naturale è quella ludica, quella della festa. Vi proponiamo un
dettaglio, che speriamo esaustivo, di queste feste nostrane e manifestazioni varie, invitandovi a partecipare e a creare nuove amicizie tra gli amici della nostra valle.
BOGNO
Propaganda turistica di Bogno e la Parrocchia di Bogno
•Domenica 12 luglio, Festa di San Lucio sulla capanna al passo di San Lucio.
•Mercoledì 15 luglio, Festa dell’Assunzione in paese, con la parrocchia di Bogno.
•Domenica 16 agosto, Festa di San Rocco sulla capanna al passo di San Lucio.
Società Cacciatori Gazzirola di Bogno
•Data e luogo da definire, Assemblea Generale Ordinaria con il Cenone.
•Sabato 25 aprile, Tiro Sociale Gazzirola, con la Soc. Cacc. Capriasca allo Stand
a Gola di Lago.
•Data da definire, 2° Tiro dell’amicizia in Italia, al lago d’Elio (sopra Maccagno).
•Sabato 18 luglio, Grande Maratona Non-Stop di 100 Piattelli, presso lo Stand
di tiro a Serpiano.
•Domenica 26 luglio, Tiro Sociale della Società Cacciatori della Capriasca congiuntamente con i Soci della Società Cacciatori Gazzirola di Bogno, presso lo
Stand di Gola di Lago.
CERTARA
Associazione Amici dell’Alpe Corte di Certara
•Diversi appuntamenti a partire da marzo fino a fine anno fra cui in particolare:
domenica 23 agosto, Festa sull’Alpe Corte di Certara con gli Amici dell’Alpe.
CIMADERA
Unione Tiratori Monte Era - Cimadera, Società Tiratori Gazzirola Maglio di Colla, presso lo stand di tiro a Cimadera
•Domenica 17 maggio, Tiro obbligatorio a 300 m. Unione Tiratori Monte Era.
•Domenica 31 maggio, Tiro obbligatorio a 300 m. Società Tiratori Gazzirola.
•Domenica 7 giugno, Tiro federale di campagna. Unione Tiratori Monte Era e
Società Tiratori Gazzirola.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
•Domenica 21 giugno, Tiro obbligatorio a 300 m. Società Tiratori Gazzirola.
•Domenica 5 luglio, Tiro obbligatorio a 300 m. e, il pomeriggio, tiro sociale.
A mezzogiorno sarà servito il pranzo. Unione Tiratori Monte Era.
Parrocchia di Cimadera
•Domenica 14 giugno, Festa di Sant’Antonio.
•Domenica 19 luglio, Festa patronale della Madonna del Carmelo.
COLLA
Patriziato di Colla, la Parrocchia di Colla e il Centro Orizzonte
•Domenica 3 maggio, Apertura dell’Alpe di Pietrarossa con l’arrivo delle capre.
•Domenica 7 giugno, Festa della Polenta e formaggio, presso il Centro Orizzonte
di Colla.
•Domenica 28 e lunedì 29 giugno, Festa patronale dei SS Pietro e Paolo alla chiesa di Colla.
•Sabato 1. agosto, Festa nazionale con il Brunch all’Alpe Pietrarossa, organizza il
Team Christian.
•Domenica 16 agosto, Festa dell’Alpe di Pietrarossa, organizza il Team Christian.
•Domenica 31 gennaio 2016, Festa di carnevale, organizzata dal Comitato Carnevale “El Coleta” Val Colla presso il Centro Orizzonte di Colla.
COZZO
Comitato dell’Oratorio della Beata Vergine Maria del Carmelo
•Sabato 18 e domenica 19 luglio, Festa patronale della B.V. Maria del Carmelo,
sagra paesana presso l’Oratorio di B.V. Maria del Carmelo.
CURTINA
Amici della Curtina
•Sabato 25 e domenica 26 luglio, Festa di Sant’Anna, sagra paesana.
INSONE
Comitato dell’Oratorio di San Rocco, manifestazioni presso il capannone
“al Ritrovo” di Insone:
•Domenica 23 agosto, Festa paesana di Pro San Rocco, pranzo di Polenta con
contorni nostrani presso il capannone “Al Ritrovo”.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
•Sabato 26 settembre, ore 19.00, Sagra del Bollito, presso il capannone “Al Ritrovo”.
•Sabato 14 novembre, ore 19.00, Fondue ai 4 formaggi per tutti, presso il capannone “Al Ritrovo”.
MAGLIO DI COLLA
Associazione Amici della Val Colla, Associazione Genitori della Val Colla,
Comitato Carnevale di beneficienza “El Coleta” Val Colla
e tutti i Patriziati riuniti della Val Colla:
•Domenica 26 aprile, Assemblea sociale dell’Associazione Amici della Val Colla,
presso la sala grande nell’ex casa comunale al Maglio di Colla;
•Primavera, con data da definire, Serata in concerto con la Filarmonica veterani
Medio Vedeggio, che sarà pubblicizzata con i manifesti esposti in valle, tramite la
stampa, e nel nostro sito Internet.
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ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
•Domenica di Pentecoste 24 maggio, Gita sociale con l’Associazione Amici della
Val Colla, meta da definire. Seguirà invito tramite circolare a tutti i soci e simpatizzanti.
•Sabato 30 maggio, Serata con il coro della Castellanza, presso il capannone
approntato sul Piazzale al Maglio di Colla.
•Sabato 13 giugno, Assemblea Alleanza Patriziale Ticinese ALPA. Organizzazione da parte dei Patriziati della Val Colla, quali Bogno, Certara, Cimadera, InsoneCorticiasca, Colla, Piandera e Scareglia.
•Domenica 20 settembre (in caso di cattivo tempo domenica 27 settembre), “Festa
di fine estate” in piazza al Maglio di Colla, con il mercatino dell’artigianato, bancherelle con i prodotti nostrani, e la camminata popolare “In giro per la Val Colla”.
Organizzazione Associazione Amici della Val Colla.
•Sabato 28 novembre, Mercatino di Natale con la Panettonata e vin brûlé offerta, presso il Centro Scuole Elementari. Organizzato in collaborazione dell’Associazione Genitori con l’Associazione Amici della Val Colla.
•Sabato 16 gennaio 2016, alla sera, Polenta e merluzzo, presso il capannone approntato sul Piazzale al Maglio di Colla.
•Venerdì 22 e sabato 23 gennaio 2016, inizio del Carnevale con il Comitato del Carnevale di beneficenza “El Colèta” presso il capannone sul Piazzale al Maglio di Colla.
PIANDERA
Pro Piandera e Comitato dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena
•Domenica 26 luglio, Festa paesana dell’Oratorio di Santa Maria Maddalena.
•Sabato 1. agosto, Festa nazionale.
SCAREGLIA
Comitato dell’Oratorio di Santa Maria della Neve
•Domenica 26 aprile, Festa della Madonna di Re.
•Venerdì 31 luglio, sabato 8 e domenica 9 agosto, Festa patronale all’Oratorio di
Santa Maria della Neve. Programma dettagliato vedere www.scareglia.ch
SIGNÔRA
Comitato dell’Oratorio di San Giuseppe
•Martedì 17 e mercoledì 18 marzo, e di seguito al venerdì 1° maggio, Festa patronale di San Giuseppe, presso l’Oratorio di San Giuseppe.
115
ASSOCIAZIONE AMICI DELLA VAL COLLA
FONDAZIONE DELLA SVIZZERA ITALIANA
PER LA RICERCA SCIENTIFICA E GLI STUDI
UNIVERSITARI, F.SIRSSU, LUGANO
Concorso per l’assegnazione di borse di studio
2014 / 2015
Fondo dott. Cleto Paltenghi per studenti della Val Colla
Richiamato il suo regolamento, la Commissione del Fondo apre il concorso per
l’assegnazione della/e borsa/e di studio per l’anno universitario 2014/2015 a favore
di studenti originari della Val Colla o ivi residenti, di condizione modesta, che si
distinguono negli studi e che necessitano di un aiuto finanziario, iscritti alla formazione di base presso la facoltà di medicina di un’università svizzera o, in mancanza
di concorrenti, in una disciplina delle scienze naturali (email: fondazione@sirssu.
ti-edu.ch e info: www.ti-edu.ch/sirssu).
Per la valutazione delle necessità finanziarie la Commissione si basa sia sui fattori
di reddito della famiglia e dello stesso studente senza appoggi familiari (dichiarazione fiscale aggiornata) sia su altri fattori d’aggravio economico, dovuti per esempio
a fratelli/sorelle contemporaneamente agli studi fuori casa, persone a carico, particolari difficoltà dovute a perifericità del domicilio e simili, purché credibilmente
documentati nella loro incidenza economica all’atto della richiesta.
Le domande, corredate dai necessari allegati che comprovino la situazione scolastica dello studente (iscrizione ai corsi ed esami sostenuti), la sua condizione economica, l’attestazione d’eventuali altre borse di studio ottenute come pure ogni altro
elemento utile a illustrare la specifica situazione dello studente, vanno inoltrate alla
Commissione Fondo Paltenghi, Fondazione SIRSSU, c/o avv. Enzio Bertola, c.p.
336, 6906 Lugano-Cassarate (TI), entro venerdì 15 maggio 2015.
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Con le carte Raiffeisen
il mondo è ai vostri piedi.
Banca Raiffeisen
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Agenzie a:
6950 Tesserete
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Sede giuridica
Sede commerciale
Tel. 091 936 36 36
Fax 091 936 36 37
CB 80366
Tel. 091 936 36 76
Fax 091 936 36 77
6965 Cadro / 6949 Comano / 6944 Cureglia / 6964 Davesco-Soragno
6946 Ponte Capriasca / 6968 Sonvico
Con noi per nuovi orizzonti