L`Osservatore Romano del 30 gennaio 2014
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L`Osservatore Romano del 30 gennaio 2014
L’OSSERVATORE ROMANO EDIZIONE SETTIMANALE Unicuique suum Anno LXIV, numero 5 (3.725), giovedì 30 gennaio 2014 IN LINGUA ITALIANA Non praevalebunt Città del Vaticano Copia € 1,00. Copia arretrata € 2,00 All’udienza generale dedicata alla cresima il Papa lancia un appello per gli operai Il lavoro sorgente di dignità E denuncia la drammatica piaga sociale dell’usura All’Angelus il Pontefice invoca la fine delle violenze Per l’Ucraina la via del dialogo La fine delle violenze in Ucraina e l’inizio di «un dialogo costruttivo tra le istituzioni e la società civile» sono stati invocati da Papa Francesco all’Angelus di domenica 26 gennaio in piazza San Pietro. Assicurando la sua vicinanza nella preghiera alle popolazioni del Paese, «in particolare a quanti hanno perso la vita e alle loro famiglie», il Pontefice ha espresso l’auspicio che, «evitando ogni ricorso ad azioni violente, prevalgano lo spirito di pace e la ricerca del bene comune». Al termine della preghiera mariana — dopo aver commentato il passo del vangelo sugli inizi della vita pubblica di Gesù in Galilea — il Papa ha salutato come di consueto va- ri gruppi di fedeli. E sottolineando la presenza di tanti bambini dell’Azione cattolica romana, venuti per la tradizionale “carovana della pace”, ha rivolto un pensiero al piccolo Nicola Campolongo, che a tre anni è stato ucciso e bruciato a Cassano all’Jonio. «Questo accanimento — ha detto commosso — sembra non avere precedenti nella storia della criminalità». Da qui l’invito a pregare «con Cocò, che sicuro è con Gesù in cielo, per le persone» che si sono macchiate del delitto, «perché si pentano e si convertano». Inoltre il Pontefice ha augurato «gioia e speranza» ai popoli asiatici che celebrano il capodanno lunare. PAGINA 3 Come in Galilea Nel commentare le Scritture il vescovo di Roma quasi ogni giorno offre, e certo non soltanto ai cattolici, motivi e spunti di riflessio- ne per la vita di oggi. Emblematico è il commento al brano evangelico che cita la profezia di Isaia sulla «Galilea delle genti», dove secondo il racconto dell’evangelista Matteo ebbe inizio la predicazione di Gesù. Significativamente in una regione di confine, che Papa Francesco ha descritto caratterizzata dalla presenza di diverse popolazioni straniere. Una realtà che vuole sottolineare il profeta quando parla dei confini di quel «territorio» — è questo il significato del nome Galilea — e lo identifica come quello «delle nazioni pagane». Proprio così può essere descritta la condizione del mondo di oggi, dove la Chiesa di Cristo è inviata a essere testimone di quella luce destinata, già nella visione del CONTINUA A PAGINA 16 Il lavoro non deve mancare perché «è sorgente di dignità» per la persona umana. È il nuovo appello di Papa Francesco in difesa dei lavoratori lanciato mercoledì 29 gennaio durante l’udienza generale in piazza San Pietro. L’occasione è stata offerta dalla presenza di alcune famiglie di operai, dipendenti di una fabbrica toscana in serie difficoltà. Difficoltà che non di rado finiscono per trascinare le famiglie nel drammatico vortice dell’usura. Un pericolo, questo, che si è manifestato in tutta la sua drammaticità con la presenza all’udienza anche di alcune vittime degli usurai, accompagnate dai membri di un’associazione impegnata a combattere il grave fenomeno. È così sembrato quasi naturale il collegamento tra le parole rivolte da Papa Francesco alle famiglie degli operai in crisi e la sua dura condanna dell’usura. «Quando una famiglia non ha da mangiare — ha detto il Pontefice — perché deve pagare il mutuo agli usurai» ci troviamo dinanzi a qualcosa che «non è cristiano, non è umano», ma «una drammatica piaga sociale che ferisce la dignità inviolabile della persona umana». In precedenza il Santo Padre aveva svolto una riflessione sul sacramento della confermazione. Un sacramento, ha detto, al quale forse si dà poca importanza. Invece «è tanto importante nella vita cristiana» perché «ci dà la forza per andare avanti», ha ribadito. Con la cresima, unita al battesimo e all’Eucaristia, ha spiegato, si completa quell’unico evento salvifico «che si chiama “iniziazione cristiana”» attraverso il quale «diventiamo nuove creature e membra della Chiesa». Un evento al quale non è estranea la presenza dello Spirito Santo e dei suoi doni. E a questo proposito Papa Francesco ha annunciato che proprio ai sette doni dello Spirito Santo dedicherà le riflessioni proposte durante le prossime udienze generali, non appena concluderà quelle dedicate ai sacramenti. PAGINE 8 E 9 Nella basilica di San Paolo fuori le mura i vespri per la conclusione della settimana ecumenica Cristo non può essere diviso PAGINA 2 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 8 giovedì 30 gennaio 2014, numero 5 All’udienza generale Papa Francesco parla dell’importanza della cresima nell’iniziazione cristiana Un cammino da non lasciare a metà Senza la Cresima i bambini e i ragazzi battezzati restano «a metà cammino» e non ricevono lo Spirito Santo, «che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti». Lo ha detto Papa Francesco all’udienza generale di mercoledì 29 gennaio, in piazza San Pietro, parlando dell’importanza del sacramento della confermazione nel percorso di formazione dei credenti. Cari fratelli e sorelle, buongiorno, in questa terza catechesi sui Sacramenti, ci soffermiamo sulla Confermazione o Cresima, che va intesa in continuità con il Battesimo, al quale è legata in modo inseparabile. Questi due Sacramenti, insieme con l’Eucaristia, formano un unico evento salvifico, che si chiama — l’“iniziazione cristiana” —, nel quale veniamo inseriti in Gesù Cristo morto e risorto e diventiamo nuove creature e membra della Chiesa. Ecco perché in origine questi tre Sacramenti si celebravano in un unico momento, al termine del cammino catecumenale, normalmente nella Veglia Pasquale. Così veniva suggellato il percorso di formazione e di graduale inserimento nella comunità cristiana che poteva durare anche alcuni anni. Si faceva passo a passo per arrivare al Battesimo, poi alla Cresima e all’Eucaristia. Comunemente si parla di sacramento della “Cresima”, parola che significa “unzione”. E, in effetti, attraverso l’olio detto “sacro Crisma” veniamo conformati, nella potenza dello Spirito, a Gesù Cristo, il quale è l’unico vero “unto”, il “Messia”, il Santo di Dio. Il termine “Conferma- zione” ci ricorda poi che questo Sacramento apporta una crescita della grazia battesimale: ci unisce più saldamente a Cristo; porta a compimento il nostro legame con la Chiesa; ci accorda una speciale forza dello Spirito Santo per diffondere e difendere la fede, per confessare il nome di Cristo e per non vergognarci mai della sua croce (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1303). Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi, ricevano questo Sacramento. Tutti noi abbiamo cura che siano battezzati e questo è buono, ma forse non abbiamo tanta cura che ricevano la Cresima. In questo modo re- steranno a metà cammino e non riceveranno lo Spirito Santo, che è tanto importante nella vita cristiana, perché ci dà la forza per andare avanti. Pensiamo un po’, ognuno di noi: davvero abbiamo la preoccupazione che i nostri bambini, i nostri ragazzi ricevano la Cresima? È importante questo, è importante! E se voi, a casa vostra, avete bambini, ragazzi, che ancora non l’hanno ricevuta e hanno l’età per riceverla, fate tutto il possibile perché essi portino a termine l’iniziazione cristiana e ricevano la forza dello Spirito Santo. È importante! Naturalmente è importante offrire ai cresimandi una buona preparazio- Con gli operai e le vittime degli strozzini Vittime dell’usura e operai che stanno perdendo il lavoro sono venuti a incontrare il Papa, all’udienza generale di mercoledì 29 gennaio, «per fare il pieno di speranza e solidarietà», per sentirsi «meno soli, farsi coraggio e trovare anche la forza di combattere per una vita migliore». I rappresentanti della Consulta italiana antiusura e gli operai della Shelbox di Castelfiorentino hanno presentato al Pontefice, gli uni accanto agli altri, le loro «drammatiche storie, vissute alla periferia di una società che considera le persone in difficoltà come scarti da emarginare». Sono venuti dal Pontefice, dicono insieme, «per riaffermare la loro dignità». Lo stesso pensiero ha mosso anche i giornalisti italiani dell’associazione Carta di Roma, che hanno consegnato a Papa Francesco il testo del codice deontologico — firmato dal Consiglio nazionale dell’ordine e dalla Federazione della stampa italiana — studiato «per incidere sul linguaggio che i mass media usano presentando le questioni degli immigrati e dei rifugiati politici» spiega il presidente Giovanni Maria Bellu. A dare voce al capillare servizio della Consulta nazionale antiusura sono giunti in piazza San Pietro in oltre duemilacinquecento. Con i sacerdoti e i volontari che animano le ventotto federazioni e i centri di ascolto in tutta Italia, c’erano molte persone vittime dell’usura o a rischio di cadere nelle mani degli usurai: si parla di quattro milioni di famiglie in Italia. E con loro tante vittime delle estorsioni, ex giocatori di azzardo e «persone che vivono sotto la tutela dello Stato, lontano dalle loro famiglie perché minacciate dalla criminalità organizzata» spiega monsignor Alberto D’Urso, vice presidente e segretario generale della consulta. «Al Papa abbiamo chiesto di incoraggiarci — aggiunge — soprattutto in un tempo di crisi che aggrava situazioni già difficili». E «vogliamo riaffermare che è possibile uscire dalla morsa dell’usura e liberarsi dalla dipendenza del gioco purché ci sia più prevenzione, più sobrietà, più solidarietà, più lealtà e soprattutto un accompagnamento spirituale e pratico per chi è finito in povertà». E proprio per testimoniare «la vicinanza della Chiesa ai problemi concreti della gente» il cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, ha voluto essere accanto alla delegazione degli operai CONTINUA A PAGINA 9 ne, che deve mirare a condurli verso un’adesione personale alla fede in Cristo e a risvegliare in loro il senso dell’appartenenza alla Chiesa. La Confermazione, come ogni Sacramento, non è opera degli uomini, ma di Dio, il quale si prende cura della nostra vita in modo da plasmarci ad immagine del suo Figlio, per renderci capaci di amare come Lui. Egli lo fa infondendo in noi il suo Spirito Santo, la cui azione pervade tutta la persona e tutta la vita, come traspare dai sette doni che la Tradizione, alla luce della Sacra Scrittura, ha sempre evidenziato. Questi sette doni: io non voglio domandare a voi se vi ricordate i sette doni. Forse li saprete tutti... Ma li dico io a nome vostro. Quali sono questi doni? La Sapienza, l’Intelletto, il Consiglio, la Fortezza, la Scienza, la Pietà e il Timore di Dio. E questi doni ci sono dati proprio con lo Spirito Santo nel sacramento della Confermazione. A questi doni intendo poi dedicare le catechesi che seguiranno quelle sui Sacramenti. Quando accogliamo lo Spirito Santo nel nostro cuore e lo lasciamo agire, Cristo stesso si rende presente in noi e prende forma nella nostra vita; attraverso di noi, sarà Lui lo stesso Cristo a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace. Pensate quanto è importante questo: per mezzo dello Spirito Santo, Cristo stesso viene a fare tutto questo in mezzo a noi e per noi. Per questo è importante che i bambini e i ragazzi ricevano il Sacramento della Cresima. Cari fratelli e sorelle, ricordiamoci che abbiamo ricevuto la Confermazione! Tutti noi! Ricordiamolo prima di tutto per ringraziare il Signore di questo dono, e poi per chiedergli che ci aiuti a vivere da veri cristiani, a camminare sempre con gioia secondo lo Spirito Santo che ci è stato donato. numero 5, giovedì 30 gennaio 2014 L’OSSERVATORE ROMANO Nei saluti ai gruppi il Pontefice esprime solidarietà ai lavoratori in crisi L’usura è disumana dono, a servire i fratelli e a realizzare nella nostra vita l’ordine divino e la pace. Benedico voi tutti e i vostri cari di cuore. Salutando i diversi gruppi presenti in piazza San Pietro per partecipare all’udienza generale, il Papa ha espresso solidarietà ai lavoratori di una fabbrica fiorentina in crisi e ha auspicato il deciso intervento delle istituzioni per stroncare l’usura, drammatica piaga sociale che — ha detto — ferisce la dignità umana. Questi i saluti rivolti ai fedeli. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, specialmente i giovani venuti dal Belgio e dalla Francia, particolarmente i latinisti del Collegio Santa Teresa d’Avila, di Lille. Vi invito a invocare spesso lo Spirito Santo perché la sua azione trasformi tutta la vostra vita. Buon pellegrinaggio e buon soggiorno a tutti! Saluto tutti i pellegrini di lingua inglese presenti a questa Udienza, specialmente quelli provenienti da Scozia, Irlanda e Stati Uniti. Rivolgo un saluto particolare ai pellegrini della Diocesi di Rapid City, accompagnati dal Vescovo Robert Gruss. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore! Un cordiale benvenuto ai pellegrini e partecipanti di lingua tedesca. Ringraziamo il Signore per il Sacramento della Cresima che è compimento del Battesimo. Nella Cresima Cristo ci dona in aiuto lo Spirito Santo. E in questo modo vuole operare nel mondo: attraverso di noi, sarà Lui a perdonare, a pregare, a infondere speranza e a farsi vicino ai bisognosi. Lo Spirito Santo vi colmi di sapienza e di forza. Saluto con affetto i pellegrini di lingua spagnola, venuti da Spagna, Cile, Argentina, Messico e altri paesi latinoamericani. Invito tutti a ricordare che abbiamo ricevuto la Confermazione, a rendere grazie a Dio per questo e a chiedergli che ci aiuti a vivere come veri cristiani e a camminare sempre con gioia, secondo lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto. Cari pellegrini di lingua portoghese, rivolgo un cordiale benvenuto a tutti. Ricordatevi di ringraziare il Signore per il dono del sacramento della Cresima, chiedendogli che vi aiuti a vivere sempre da veri cristiani, per confessare dappertutto il nome di Cristo! Scenda su di voi la Benedizione del Signore! Cari fratelli e sorelle di lingua araba, specialmente quelli provenienti dal Medio Oriente. Quando apriamo la porta del nostro cuore allo Spirito Santo e lo lasciamo agire nella nostra vita, Cristo stesso si rende presente in noi e, attraverso di noi sarà Lui a pregare, a perdonare, a infondere speranza e consolazione, a servire i fratelli, a farsi vicino ai bisognosi e agli ultimi, a creare comunione, a seminare pace. Il Signore vi custodisca e vi doni il coraggio di accoglierLo e di accettare il Suo amore! Saluto cordialmente i pellegrini polacchi partecipanti a quest’udienza. Fratelli e sorelle, memori di aver ricevuto la grazia della Cresima, lasciamo che lo Spirito Santo guidi la nostra vita. Sia Lui a perfezionare la nostra preghiera, la capacità di per- Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti al Forum della Pontificia Facoltà di Teologia; i Silenziosi Operai della Croce; e i rappresentanti dello Spettacolo Viaggiante di Bergantino, esortandoli ad essere testimoni gioiosi dei valori cristiani della solidarietà e dell’ospitalità. Saluto inoltre il gruppo dei Cuochi fiorentini e toscani, come pure le Associazioni “Carta di Roma” e “Casa Alessia”, incoraggiando ciascuno a proseguire l’impegno verso i bisognosi e i rifugiati. Saluto le famiglie degli operai della Shelbox di Castelfiorentino con il Cardinale Giuseppe Betori e, mentre esprimo la mia vicinanza, formulo voti che si faccia ogni sforzo possibile da parte delle competenti istanze, perché il lavoro, che è sorgente di dignità, sia preoccupazione centrale di tutti. Che non manchi il lavoro. È sorgente di dignità! Saluto le Fondazioni Associate alla Consulta Nazionale Antiusura con l’Arcivescovo di Bari, Mons. Francesco Cacucci, ed auspico che le Istituzioni possano intensificare il loro impegno al fianco delle vittime dell’usura, drammatica piaga sociale. Quando una famiglia non ha da mangiare, perché deve pagare il mutuo agli usurai, questo non è cristiano, non è umano! E questa drammatica piaga sociale ferisce la dignità inviolabile della persona umana. Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Venerdì prossimo celebreremo la memoria di San Giovanni Bosco. Cari giovani, la sua figura di padre e maestro vi accompagni negli anni di studio e formazione. Cari ammalati, non perdete la speranza anche nei momenti più duri della sofferenza. E voi, cari sposi novelli, ispiratevi al modello salesiano dell’amore preventivo nell’educazione integrale dei vostri figli. pagina 9 Con gli operai e le vittime degli strozzini CONTINUAZIONE DALLA PAGINA 8 dell’azienda Shelbox di Castelfiorentino, venuti a presentare al Pontefice la loro drammatica situazione. «Non abbiamo prospettive lavorative perché l’azienda si sta spegnendo» spiegano. E «la chiusura definitiva di questa realtà provocherà ulteriori drammi nel tessuto sociale della zona» confermano il presidente della Camera di commercio di Firenze Vasco Galgani, il sindaco di Castelfiorentino Giovanni Occhipinti e il responsabile dell’ufficio pastorale sociale e del lavoro dell’arcidiocesi fiorentina don Giovanni Momigli. «Oggi, con Papa Francesco, ci sentiamo meno soli e torniamo a casa con più coraggio per combattere per il futuro delle nostre famiglie» dicono i rappresentanti degli operai che, per questa ragione, sono «venuti dal Papa soprattutto con tutti i nostri bambini». Il Pontefice ha poi salutato i trecento circensi giunti dal Triveneto e in particolare da Bergantino, in provincia di Rovigo, conosciuto anche come «il paese della giostra». Un artista ha anche presentato un bellissimo e grande esemplare di pappagallo carioca al Papa che lo ha tenuto sulla mano per qualche istante. Ad accompagnare il gruppo il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, e gli operatori della fondazione Migrantes, con il direttore generale monsignor Giancarlo Perego. In piazza San Pietro c’era inoltre una folta delegazione dell’associazione culturale cristiana italo-ucraina «per esprimere la speranza di un futuro di pace e di riconciliazione per il Paese». Tra i presenti Parisa Khosravi, senior vice presidente della Cnn Worldwide.