Corsa allo shopping dalla packaging valley

Transcript

Corsa allo shopping dalla packaging valley
Il Sole 24 Ore
Martedì 23 Giugno 2015 - N. 171
27
EMILIA-ROMAGNA
Manifatturiero / 1
Corsa allo shopping
dalla packaging valley
Motor valley,
un nuovo suv
Lamborghini
che sa di svolta
Acquisizioni e innovazione le ricette di un comparto arrivato al record di ricavi
di Mario Cianflone
P
in ricerca e nuove tecnologie, visibili nei
2.500 brevetti depositati. «Nel reparto ingegneria - spiega l’ad - abbiamo 1.400 persone,
l’innovazione è la chiave per competere. A
maggior ragione ora, che vediamo qualche
rallentamento nei Paesi emergenti».
Il punto chiave del comparto è proprio la
tecnologia, che consente al distretto di vincere gare a ripetizione oltreconfine, conquistando una leadership assoluta che si sostanzia per il settore nel maggior avanzo commerciale tra tutti i Paesi del mondo. Una
spinta misurabile anche in termini brevettuali, perché tra tutte le province italiane è
proprio Bologna a guidare la classifica di
quelle più innovative per quanto riguarda gli
imballaggi e la movimentazione, con 909
domande di brevetto pubblicate dal competente Ufficio europeo tra 2000 e 2013.
er Lamborghini il suv rappresenta,
dunque, una svolta epocale simile (ma
con numeri più ridotti) a quella effettuata 13 anni fa da Porsche con il lancio del
Cayenne,chehacambiatolastoriadellamarca di Zuffenhausen; una svolta che apre le
porte a una crescita strutturale e anche a
grandiprospettivedisviluppodellafabbrica,
dove saranno allestite linee per assemblare
un modello con una piattaforma derivata da
quella, battezzata Mlb, sulla quale sono basati altri modelli del gruppo tedesco. Insomma
a Sant’Agata Bolognese un suv rischia di
cambiare la storia della produzione automobilistica del nostro Paese.
Mac’èancheunamoto,laScramblermade
by Ducati, che ha cambiato il volto della fabbrica di Borgo Panigale e ha portato a rivedere il rapporto tra azienda e lavoratori, avvicinatoaquellodeidipendentidellacasaMadre
(che è sempre Volkswagen). In particolare,
per far fronte alle esigenze produttive della
nuova moto, sono stati introdotti con un
complesso accordo sindacale turni 7 giorni
su 7 e con 30 ore di lavoro a settimana retribuite come se fossero 40. Il tutto con un investimento di non meno di 11,5 milioni e 13 nuovi
posti di lavoro a tempo indeterminato. A
Borgo Panigale è stata introdotta la carta dei
diritti dei lavoratori Volkswagen che ha tra
gli obiettivi primari quello di essere top-arbeitgeber: il migliore datore di lavoro per trasformare il lavoratore da costo in risorsa.
Ma opportunità di lavoro e di sviluppo sono arrivate anche da Maserati, Ferrari e Alfa
Romeo. A Modena, nella fabbrica del Tridente, si producono le Alfa 4C, mentre a Maranello, in Ferrari, sono prodotti i motori V6
per le Maserati Ghibli e quattro porte, partendo da un basamento che arriva dagli Usa.
La motor valley ora è davvero globale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
«I
l record? Sì, per il momento».
Nei piani di Alfredo Aureli,
presidente di Aetna group, in
effetti i 105 milioni di ricavi raggiunti dal gruppo sono solo una
tappa, in vista di un raddoppio entro il 2018,
grazie a crescita organica e “shopping”. «Sa spiega - noi vendiamo a Wal-Mart, Nestlè,
Coca-Cola, l’export vale il 90% dei ricavi e
ora vogliamo fare un passo avanti con nuove
acquisizioni oltreconfine, in modo da produrre almeno in parte localmente all’estero,
il che comunque produrrà nuovo export anche dagli stabilimenti italiani». Il percorso di
Aetna, 500 addetti e 4 impianti in Italia, tre siti e altri 200 addetti all’estero, è comune ad
altre realtà del comparto delle macchine per
il packaging dell’Emilia-Romagna, filiera
che vale quasi i due terzi dell’intero settore
nazionale, arrivato nel 2014 al nuovo record
di ricavi, oltre i sei miliardi di euro.
Una crescita che in regione si vede anche nei primi mesi del 2015, pur con qualche divaricazione tra commesse italiane,
in frenata, ed estere, in crescita ancora a
doppia cifra.
Settore solido quello dei macchinari da
imballaggio, non a caso in grado di far “battezzare” packaging valley l’area lungo la via
Emilia, con baricentro Bologna, forte di 219
aziende, 15mila addetti, quasi 4 miliardi di
euro di ricavi. Realizzati con aziende di dimensioni robuste, in qualche caso anche
quotate, come Ima, capaci di perseguire
una strategia di internazionalizzazione a
tutto tondo, fatta non solo di export ma anche di produzione estera, frutto di investimenti diretti in nuovi impianti, joint venture o acquisizioni di aziende già esistenti.
Nel caso di Ima - ad esempio - dal 2004 ad
Hi-tech. Una macchina per il confezionamento di prodotti (gruppo Coesia)
oggi sono state ben 11 le acquisizioni realizzate, portando alla costruzione di un campione mondiale che si appresta a sfondare
quota 1 miliardo di ricavi.
Shopping continuo (10 operazioni in tre
anni) anche per il “campione” del settore in
termini dimensionali, Coesia, gruppo pronto a raggiungere il nuovo record storico di ricavi a 1,5 miliardi, con oltre seimila addetti
sparsi in 55 stabilimenti in 31 Paesi del mondo. «Essere globali non significa però allontanarsi dal territorio - spiega l’ad Angelos Papadimitriou - perché testa, cuore e muscoli
del gruppo sono saldamente in Italia: anche
se solo il 2% dei nostri ricavi è legato a commesse nazionali il 60% di ciò che produciamo è realizzato qui». Grazie ad una rete di oltre 1.000 fornitori (il 70% in un raggio di 100
chilometri), che alimenta le produzioni del
gruppo, realizzate con investimenti ingenti
BPERESTERO.IT
“Fare strada è il mio mestiere.
Ora anche in Polonia.”
Alberto Montanari. General Manager di Marini Spa.
Alberto, con gli impianti per l’asfalto Marini, l’impresa che dirige,
è arrivato fino in Polonia. È anche per lui che abbiamo pensato
a bperestero.it. Bastano pochi clic per ottenere analisi mirate
sulle opportunità di business, consulenza in loco, assistenza nella
ricerca di partner e molto altro ancora. Per andare lontano basta
un portale che ti apra tutte le strade.
Vicina. Oltre le attese.
www.bperestero.it
BPER Estero per le imprese
Messaggio pubblicitario con finalità
finalità promozionali. Per tutte le condizioni contrattuali si rinvia ai fogli informativi a disposizione
della clientela presso le filiali o sul sito bper.it.
Ma a tre anni dal terremoto il distretto è in salute
di Giorgio Costa
U
u Continua da pagina 23
di Luca Orlando
Sulla via del biomedicale
i tagli alla spesa sanitaria
n distretto che ha resistito al terremoto
esperadinondovercapitolaredifronte
ataglilineariallaspesasanitaria.Apoco
piùditreannidalsismachemiseinginocchiole
fabbriche, il distretto del biomedicale di Mirandola(Modena)faicontiescoprechelemultinazionali non sono andate via, le imprese attive sono un centinaio circa, gli addetti oltre
5mila, i ricavi sfiorano il miliardo (incluso l’indotto) e l’export è salito del 10% tra 2012 e 2015.
«Le imprese – spiega il presidente di Assobiomedica Stefano Rimondi - si sono rimboccate le maniche, non hanno delocalizzato né
smesso di fare ricerca e vendere in tutto il mondo. Resta il fatto che il settore continua a subire
continui attacchi, ultimo il cosiddetto payback
sui farmaci, di fatto una tassa che penalizzerebbe le imprese che vendono dispositivi oltre il
tetto di spesa fissato, costringendole a “girare”
allo Stato circa il 6% dei loro ricavi. Una norma
assurda che cercheremo in tutte le maniere di
fermare». E con la cui entrata in vigore se le Asl
dovessero superare la quota del 4,4% della spesa totale in dispositivi medici, le imprese dovrebbero restituire il 30% di quanto incassato
con la vendita dei loro prodotti.
Ma, questioni di spesa pubblica a parte, il distretto di Mirandola sta vivendo un periodo
felice caratterizzato da forti investimenti delle imprese e da una rinnovata vitalità della ricerca che ora può puntare sulle forze di un
Tecnopolo regionale appena avviato. «Sono
già attivi tre laboratori – spiega il responsabile
scientifico del Tecnopolo Aldo Tomasi – che
operano nei settori della biocompatibilità,
della biologia molecolare, essenzialmente
sulle cellule staminali, e dell’ingegneria sensoristica. Per ora abbiamo già concluso 15 contratti con altrettante aziende ma sono in corso
contatti con altre 40 realtà produttive. E abbiamo anche avuto la soddisfazione di una
multinazionale americana che si è rivolta a
noi, e non ai laboratori statunitensi, per migliorare la qualità dei prodotti. Di certo – conclude Tomasi – una volta avviata, la struttura
deve stare in piedi sulle proprie gambe e quin-
di sarà in pieno nel mercato della ricerca; e anche per questo ci avvicineremo alla ricerca
farmaceutica che è quella più profittevole».
«È stato grazie al sostegno di tutte le istituzioni sul territorio - ha dichiarato Giuliana Gavioli, vicepresidente di Confindustria Modena
epresidenteSteeringcommitteedelTecnopolo di Mirandola - se siamo riusciti a rialzarci fin
da subito e a restare competitivi a livello globale. Il Tecnopolo si proietta al futuro proponendosi alla comunità internazionale con progetti
scientifici attrattivi e come incubatore di startup, di cui il territorio è molto ricco».
Le imprese non stanno certo a guardare. E se
il big del distretto Gambro (gruppo Baxter) ha
dapocorealizzatounnuovocentrologisticoda
40milionidieuroingradodimovimentareuna
sessantina di camion al giorno, anche Bellco
(specializzatainfiltrimonousoperilsanguesia
perladialisisia,daultimo,perlaterapiaintensiva neonatale) sta spingendo su infrastrutture e
ricerca. «Il terremoto ha distrutto capannoni e
apparecchiature ma - fanno sapere dall’azienda ora in parte rilevata dal fondo Charme II –
dopo una ricostruzione a tempo di record nel
2015 l’azienda realizzerà ricavi per 120 milioni,
increscitadell’8%sulrisultatodell’annoprecedente. Abbiamo 330 addetti al lavoro a Mirandola e altri 130 in Cina per la commercializzazione di prodotti realizzati integralmente in
Italia. Oggi la Cina è già il nostro secondo mercato e abbiamo una quota export al 70%». E
questo è anche il frutto di un investimento da
40 milioni nel nuovo sito produttivo modenese.Dueglielementinegativi:lalentezzaconcui
arrivanoirisarcimentipubblicipostterremoto
elamobilità.«Ricordo–spiegaAlbertoBortoli,
amministratore delegato di Fresenius Hemocare-cheilfondatoredeldistrettodelbiomedicale Mario Veronesi diceva nel 1993 agli amministratori locali: “facciamo tutto noi, voi pensate alle strade”. Siamo ancora a quel punto con
un progetto di Cispadana ancora sulla carta.
Questo non ci impedisce di realizzare ricavi infragruppo di circa 25 milioni, di dar lavoro a 200
dipendenti e di essere leader nel settore dei filtri per infusioni e trasfusioni di sangue».
© RIPRODUZIONE RISERVATA