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A cura di Europe Direct Carrefour Alpi
Centro europeo di informazione
Istituto Agrario di San Michele all’Adige
All’interno
La Costituzione
Europea
Articoli 141-142
Agricoltura
• PE e fragole, lamponi
e ciliegie
• Trucioli nei vini
Cittadini
Invecchiamento
demografico
Europe Direct
Ghiacciai in serra
in Val di Fassa
ISTITUTO AGRARIO
SAN MICHELE ALL’ADIGE
REGIONE AUTONOMA
TRENTINO ALTO ADIGE
nforma
Anno 10, n. 19 del 18 ottobre 2006
214 Spediz. in abb. post. art. 2, comma 20/C - Legge 662/96 - Filiale di Trento
La Turchia si allontana dall’UE
Se fino all’anno scorso l’adesione della Turchia all’Unione
europea nell’arco dei prossimi, diciamo, dieci anni era un
fatto dato quasi per certo, ultimamente sta prendendo sempre più forza un’idea diversa, che vede allontanarsi il paese
dall’Europa comunitaria.
Piuttosto emblematica al riguardo è una recentissima affermazione del presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso, il quale ha ribadito che è dovere della Commissione proseguire i negoziati di adesione, ma,
ha aggiunto “Se mi chiedete: la Turchia può diventare membro dell’Unione oggi, la risposta è “no”. Ma tra quindici, venti o venticinque anni, chi può dire quale sarà la situazione in
Turchia e in Europa?”
Anche la cancelliera tedesca Angela Merkel ha comunicato
di ritenere personalmente preferibile un “partenariato privilegiato” con la Turchia piuttosto che l’adesione del paese: è
questo è un cambiamento radicale rispetto alla posizione
tedesca fino a poco tempo fa.
L’evoluzione dell’“argomento Turchia” è più rapida di quanto
si potesse fino a poco tempo fa immaginare e, se non si
agirà in maniera adeguata, potrebbe portare ad una rottura
completa tra Ankara e l’UE. Si parla sempre di più delle difficoltà che stanno incontrando i negoziati avviati in vista dell’adesione: il Parlamento europeo a questo riguardo ha lanciato un allarme piuttosto forte, ricordando come la Turchia
abbia rallentato se non addirittura bloccato il processo di
riforme necessarie per sperare di entrare nell’Europa comunitaria. Altro tasto dolente è la volontà turca di non riconoscere Cipro e proprio nei giorni si è aggiunto a questo riguardo un ulteriore fatto: il governo turco ha dato parere negativo
per la visita ad Ankara di una commissione del Parlamento
europeo poiché tra i suoi componenti figura un rappresentante cipriota non ben visto dalla Turchia.
In definitiva, se stanno aumentando le perplessità degli
Europei per l’adesione, c’è da dire che la Turchia non fa
niente per superare i problemi che sorgono, tuttaltro! Sembra quasi ci sia la volontà di Ankara di arrivare ad una rottura dei negoziati per poi addossarne la colpa all’UE.
È probabile (ed auspicabile) che non si arrivi alla rottura
completa ma che si giunga ad un accordo che porti in conclusione ad attivare un “partenariato rafforzato” o un’altra
forma di associazione da definire, senza una vera e propria
adesione.
Non sono comunque scomparsi i sostenitori dell’adesione
completa, come l’ex primo ministro tedesco Joschka
Fischer, che argomenta in maniera molto semplice il suo
favore all’ingresso della Turchia nell’Europa comunitaria:
l’UE deve elaborare una “grande strategia europea” per l’Est
del Mediterraneo e per il Medio Oriente e la Turchia svolgerà
in questo senso sicuramente un ruolo centrale a livello politico, militare, economico e culturale. La modernizzazione e la
democratizzazione, fondamentali per la Turchia stessa, serviranno inoltre da “modello di trasformazione per il mondo
islamico”. L’atteggiamento contrario all’adesione turca è,
secondo Fischer, “irresponsabile” perché spinge la Turchia a
stabilire alleanze con Russia ed Iran. Quanto auspicato da
Fischer potrebbe comunque realizzarsi anche con un “partenariato rafforzato”, senza necessariamente arrivare all’adesione del paese.
Sul fronte interno turco molte sono le contraddizioni, in
quanto la forte volontà di aderire all’Europa comunitaria
cammina di pari passo con l’interesse a mantenere alcune
“regole del gioco” ben lontane dai criteri di Copenhagen
richiesti per entrare nell’UE. Anche le componenti che sono
apertamente favorevoli all’apertura occidentale del paese,
come la Tüsiad (l’organizzazione degli industriali, molto attiva -in senso positivo- a Bruxelles) e la casta militare, custode storica dei principi laici introdotti da Atatürk, vorrebbero
mantenere alcune prerogative che con l’Occidente hanno
poco a che vedere. Per non parlare poi della questione curda, in aperto contrasto rispetto alle regole europee che proteggono le minoranze; la popolazione curda al confine turcoiracheno vive tra l’altro in una zona dove l’odore del petrolio
è molto forte e conseguentemente forti sono gli interessi
economici…
In conclusione le perplessità sull’adesione della Turchia
all’UE sono notevoli da ambo le parti, anche se le posizioni
ufficiali dicono il contrario: da una parte la Turchia dice di
rifiutare a priori qualsiasi soluzione che sia diversa dalla
completa adesione del paese, dall’altra l’UE ha avviato i
negoziati con l’obiettivo finale di arrivare effettivamente all’adesione del paese.
Si è quindi ad un punto dove c’è una notevole confusione tra
due aspetti che dovrebbero esser tenuti separati: da un lato
le relazioni strette, amichevoli e efficaci tra UE e Turchia, che
sono indispensabili, dall’altro l’adesione della Turchia all’UE
come membro a pieno titolo. È corretto (perché così era stato deciso!) che i negoziati di adesione si siano aperti ed ora
debbono probabilmente continuare, in buona fede e con
chiarezza, lasciando aperto il risultato finale. Questi negoziati sono necessari ed è probabile che, chiarendo le poste in
gioco e valutando la portata dei vincoli che l’adesione implica e le loro ripercussioni, i negoziatori arriveranno alla conclusione che lo statuto di membro a pieno titolo non è la formula più idonea, né per l’UE né per la Turchia. Nel corso del
negoziato l’UE rileverà che l’ingresso del paese a pieno titolo comporterà l’impossibilità di un funzionamento equilibrato
delle istituzioni (la Turchia avrebbe la rappresentanza nazionale più elevata in seno al Parlamento europeo e avrebbe un
peso maggiore di ogni altro paese UE al Consiglio) e l’impossibilità di finanziare la sua politica regionale e di coesione
(con le regole vigenti, la maggior parte delle dotazioni disponibili andrebbe alla Turchia) noché la politica agricola (tenuto
conto del numero di agricoltori turchi). L’alternativa sarebbe
trasformare l’UE in semplice zona di libero scambio, abbandonando sia l’obiettivo di potenza politica che i due pilastri
della solidarietà comunitaria: la politica regionale e quella
agricola. Tali evoluzioni piacerebbero agli USA e forse ad
alcuni paesi UE, ma vorrebbero dire la fine delle velleità di
integrazione europea. Per quanto la riguarda, la Turchia si
renderà progressivamente conto nel corso dei negoziati dell’ampiezza e del significato delle trasformazioni che dovrà
accettare: diritti delle minoranze radicalmente ampliati,
libertà religiosa, obblighi sempre più costrittivi in materia di
gestione energetica (in particolare per le reti di trasporto),
obbedienza alle decisioni delle istituzioni comunitarie e della
Corte di giustizia. Il tutto accompagnato dalla progressiva
riduzione dell’autonomia nazionale in politica estera, anche
per i paesi di lingua turca dell’ex URSS. Ne risulterebbero
divisioni interne in particolare tra autorità militari e religiose,
che il paese potrà difficilmente sopportare.
Quindi una partnership rafforzata è probabilmente la soluzione ideale che porterà vantaggi notevoli ad entrambe le parti.
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La Costituzione
Europea
Agricoltura
Decisione della Commissione del 4 ottobre
2006, recante fissazione per l’esercizio
finanziario 2006 delle dotazioni finanziarie
assegnate agli Stati membri, per un
determinato numero di ettari, ai fini della
ristrutturazione e della riconversione dei
vigneti ai sensi del regolamento (CE) n.
1493/1999 del Consiglio
GUUE L 275 del 6 ottobre 2006
(continua da Europa informa n. 213)
(…)
ARTICOLO III-141
1. La legge quadro europea facilita l’accesso alle attività autonome e l’esercizio di queste. È intesa:
a) al reciproco riconoscimento dei diplomi‚ certificati ed altri titoli,
b) al coordinamento delle disposizioni legislative‚ regolamentari e amministrative degli Stati membri relative all’accesso alle attività autonome e all’esercizio di queste.
2. Per quanto riguarda le professioni mediche‚ paramediche e farmaceutiche‚ la graduale soppressione delle restrizioni è subordinata al coordinamento delle condizioni d’esercizio di tali professioni nei vari Stati
membri.
ARTICOLO III-142
Le società costituite conformemente alla legislazione di uno Stato membro e aventi la sede sociale‚ l’amministrazione centrale o il centro di attività principale all’interno dell’Unione sono equiparate‚ ai fini dell’applicazione della presente sottosezione, alle persone fisiche aventi la cittadinanza degli Stati membri.
Per “società” si intendono le società di diritto civile o di diritto commerciale‚ comprese le società cooperative‚
e le altre persone giuridiche contemplate dal diritto pubblico o privato‚ ad eccezione delle società che non si
prefiggono scopi di lucro.
(continua)
Spese irregolari da rimborsare
Italia, Spagna, Regno Unito, Francia e Germania dovranno rimborsare alla Commissione europea complessivamente 317,3 milioni di euro di fondi comunitari agricoli per non aver adottato le misure necessarie a
recuperare presso le aziende agricole spese irregolari effettuate prima del 1° gennaio 1999. In realtà quasi
tutto il rimborso sarà a carico dell’Italia, che dovrà pagare 310,8 milioni di euro.
Finanziamenti per migliorare i vigneti
Ammontano a 448,8 milioni di euro i fondi stanziati dalla Commissione europea per i programmi di ristrutturazione e riconversione di 63.732 ha di vigneti in 14 Stati membri nel corso del 2006. La Spagna ha la dotazione maggiore con 158 milioni di euro (per 23.325 ha), davanti alla Francia (108 milioni di euro per 12.302
ha), l’Italia (96,6 milioni per 14.714 ha), il Portogallo (44,4 milioni per 6.437 ha), la Germania (12,4 milioni
per 1.966 ha), l’Ungheria (10,6 milioni per 1.482 ha), l’Austria 6,5 milioni per 1.347 ha) e la Grecia (5,7
milioni per 788 ha). Contributi finanziari di importo più bassi sono stati assegnati agli altri sei paesi produttori di vino (Repubblica ceca, Cipro, Slovenia, Slovacchia, Malta e Lussemburgo).
Il Parlamento europeo a difesa di fragole, lamponi e ciliegie
Risoluzione del Parlamento europeo
del 12 ottobre 2006 sulla situazione nel
settore dei frutti rossi e delle ciliegie
destinati alla trasformazione (B6-0525/2006
Il Parlamento europeo ha chiesto il 12 ottobre l’istituzione di misure immediate e a più lunga scadenza intese a superare la crisi attuale nel settore delle bacche (fragole, lamponi, ribes rossi) e delle ciliegie destinate
alla trasformazione.
Adottando una risoluzione presentata dalla sua commissione dell’agricoltura, il PE invita la Commissione
europea ad istituire immediatamente aiuti per la formazione e per il miglioramento delle infrastrutture di
commercializzazione in favore del settore europeo delle bacche e delle ciliegie. Chiede anche che questo
settore possa beneficiare degli stessi sostegni attribuiti dall’UE per la trasformazione dei pomodori, delle
pere, delle pesche e degli agrumi. Secondo i deputati, i produttori nei nuovi Stati membri dovrebbero
ricevere un aiuto maggiore per la costituzione e la gestione delle associazioni di produttori. Inoltre, gli stessi
raccomandano un aiuto finanziario per l’eliminazione delle vecchie coltivazioni di bacche e di ciliegie in caso
di eccedenza prolungata dell’offerta.
Il Parlamento chiede anche una semplificazione delle regole volte ad agevolare le sovvenzioni ai produttori di
bacche e di ciliegie in caso di difficoltà a causa di intemperie o di periodi di siccità. Nell’ambito della riforma
dell’organizzazione comune dei mercati nel settore degli ortofrutticoli, la Commissione è invitata ad istituire
un’indennità per i produttori di bacche e di ciliegie che accettassero di rinunciare a commercializzare i
raccolti in caso di offerta eccessiva sul mercato. Il PE si pronuncia a favore dell’introduzione di un sistema di
etichettatura che indichi il paese di origine dei prodotti agricoli che entrano nella composizione dei prodotti
trasformati. La Commissione è invitata ad adottare subito disposizioni per limitare le importazioni “eccessive
di bacche dei paesi terzi” e a riflettere sulla creazione di un meccanismo di accesso condizionale al mercato
“che subordini le importazioni di prodotti provenienti da paesi terzi al rispetto, durante la loro produzione, di
norme ambientali e sociali corrispondenti a quelle vigenti nell’UE”. Questo meccanismo, in caso di violazione
delle norme, permetterebbe di applicare un prelievo sulle importazioni “per proteggere i produttori europei
contro il dumping”.
Trucioli di quercia nei vini
Regolamento (CE) n. 1507/2006
della Commissione, dell’11 ottobre 2006,
(…) riguardo alle modalità di impiego
dei pezzi di legno di quercia
nell’elaborazione dei vini e di designazione e
di presentazione dei vini così trattati
GUUE L 280 del 12 ottobre 2006
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Dopo il via libera degli Stati membri il 26 settembre, la Commissione europea ha adottato l’11 ottobre un
regolamento sull’impiego dei trucioli di quercia nel processo di vinificazione nell’UE. Questa pratica enologica, che permette di dare al prodotto un sapore di bosco simile a quello di un vino invecchiato in botti di
quercia, è usato nell’UE dalla fine del 2005. Ma finora gli operatori che volevano ricorrere a questa pratica
dovevano prima avviare una lunga procedura per ottenere una deroga alle norme comunitarie sulle pratiche
enologiche ammesse nell’UE.
Il nuovo regolamento consente soprattutto al consumatore di non essere più indotto in errore leggendo
l’etichetta: le diciture “maturato in barrique”, “fermentato in botte”, o “invecchiato in botte” sono d’ora in poi
vietate per i vini trattati con trucioli di legna. Inoltre, l’etichetta dei vini dovrà comprendere la menzione
d’origine della specie botanica di quercia impiegata, l’intensità del riscaldamento eventuale dei trucioli di
legna e le condizioni di conservazione del prodotto.
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EMPOWER - Forum europeo della società civile
Si svolgerà a Bergamo, il 9 e 10 novembre prossimo, EMPOWER, il Forum europeo della società civile organizzato dalla Commissione europea nell’ambito della consultazione sul Libro bianco sulla comunicazione
europea. All’appuntamento sono attesi oltre 300 rappresentanti di ONG e associazioni provenienti da tutti i
25 Stati membri dell’Unione europea, Bulgaria e Romania. La partecipazione è su invito.
Cittadini
Combattere l’invecchiamento demografico
L’invecchiamento demografico dell’Europa rappresenta una sfida senza precedenti per l’intera società, ma è
una sfida che occorre affrontare, e bisogna farlo subito, come indica la nuova comunicazione della Commissione sul futuro demografico dell’Europa. Il documento sottolinea la necessità per gli Stati membri di far
fronte alle sfide dell’assottigliarsi della forza lavoro e dell’invecchiamento demografico.
La nuova comunicazione definisce cinque nuovi ambiti d’azione concreti per aiutare gli Stati membri ad
adeguare i loro contesti nazionali al cambiamento demografico: aiutare i lavoratori ad equilibrare la vita
professionale, familiare e privata in modo che i potenziali genitori possano avere il numero di figli che desiderano; migliorare le opportunità di lavoro per i lavoratori anziani; aumentare la produttività e la competitività
potenziale valorizzando il contributo apportato sia dai lavoratori anziani sia da quelli giovani; sfruttare l’impatto positivo dell’immigrazione sul mercato del lavoro; garantire finanze pubbliche sostenibili per consentire di
assicurare la protezione sociale a lungo termine.
La comunicazione non invita a elaborare nuove strategie per far fronte all’invecchiamento, ma sottolinea la
necessità che gli Stati membri compiano maggiori sforzi perché la strategia per “la crescita e l’occupazione”
diventi una realtà. La sfida dell’invecchiamento demografico europeo va integrata in tutte le politiche.
I cittadini europei vivono più a lungo e in condizioni di salute migliori e le donne hanno un accesso più equo
al mercato del lavoro. Si tratta di sviluppi positivi, ma occorre anche riformare le politiche relative ai regimi
pensionistici. I primi risultati ottenuti negli Stati membri sono incoraggianti e mostrano che l’Europa è
all’altezza della sfida.
Parlamentari per l’idrogeno
Un anno dopo la firma della “Carta europea per l’idrogeno verde” alcuni parlamentari europei assieme al
professore universitario americano Jeremy Rifkin hanno rilanciato la necessità di dare nuovo slancio alla
promozione dell’economia dell’idrogeno. I membri del Parlamento europeo hanno evidenziato il fatto che
Stati Uniti e Giappone dedichino 250 milioni di euro alla ricerca in materia d’idrogeno mentre l’investimento
dell’Unione europea varia appena tra 100.000 e 150.000 euro l’anno. Hanno ancora sottolineato la necessità di attribuire un ruolo importante all’idrogeno nell’ambito del 7° Programma quadro di Ricerca & Sviluppo
per colmare il ritardo finché sono disponibili le risorse, le infrastrutture, la tecnologia e poiché la popolazione
è pronta al cambiamento. Da parte sua la Commissione europea ha ricordato che sono già previsti, entro il
2010, dei mercati per la pila a idrogeno per piccole apparecchiature elettroniche, mentre le vetture dotate di
pila a combustibile saranno immesse sul mercato automobilistico dal 2020.
Europe Direct riuniti a Bologna
I referenti di tutte le antenne Europe Direct italiane, portoghesi, spagnole, slovene, greche e maltesi, assieme
ai responsabili dei Centri di Documentazione Europea operanti negli stessi paesi si sono riuniti a Bologna
dall’11 al 13 ottobre su invito della Commissione europea. Il futuro dell’UE ed il “periodo di riflessione” sul
Trattato costituzionale, oltre all’illustrazione della recente riforma dell’OCM vino sono stati i due argomenti
trattati congiuntamente dai partecipanti. Altri momenti di approfondimento hanno riguardato in particolare lo
scambio di buone pratiche tra i diversi partecipanti.
Ambiente
Per maggiori informazioni sulle fonti
energetiche nuove e rinnovabili:
http://ec.europa.eu/energy/res/index_en.htm
Attività
Europe Direct
Ghiacciai in serra
“Abbassa, spegni, ricicla, cammina” è lo slogan della “Campagna europea sul cambiamento climatico”
promossa dalla Commissione europea e nell’ambito della quale Europe Direct - Carrefour Alpi ha organizzato l’iniziativa “Ghiacciai in serra”, inaugurata venerdì 13 ottobre a Pergine Valsugana alla presenza di un
numeroso ed interessato pubblico.
Di notevole impatto i raffronti fotografici tra i ghiacciai alpini a distanza di 80-100 anni. La riduzione dell’estensione di tutti i ghiacciai delle Alpi in un periodo di tempo molto breve è stata impressionante, e le
previsioni per il futuro non sono sicuramente rosee, come ha evidenziato Roberto Seppi nel corso del suo
intervento. Molto interessante ed alla portata di tutti il documentario presentato da Alberto Tafner ed imperniato sulla situazione dei ghiacciai trentini e sulle modalità di esecuzione dei monitoraggi glaciologici.
Da venerdì 20 ottobre la mostra sarà a Pozza di Fassa, presso il Museo ladino, con un appuntamento
particolare la sera, alle 20.30: la presentazione del libro “Il ritiro del ghiacciaio della Marmolada” ed a seguire l’incontro su “Il ghiacciaio della Marmolada: ieri, oggi e domani”.
Da sabato 28 ottobre a sabato 3 novembre la mostra sarà invece a Borgo Valsugana, nella sede del Consorzio BIM Brenta.
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Europa da leggere
Le città europee
Società urbane, globalizzazione, governo locale
di Patrick Le Galès
Il Mulino, 2006
Pagine 312 - 24,00 euro
Nella società postindustriale le città sono al centro di una duplice tensione: da un lato tra dimensione locale e globale, dall’altro tra cooperazione e competizione. Una crescente delega di competenze ricolloca a livello locale una serie sempre più ampia di problemi, dalla disoccupazione al disagio
sociale, dalla povertà al traffico, dalla sicurezza alla tutela dell’ambiente. A partire da una ricostruzione del rapporto tra città e Stati dal Medioevo ai nostri giorni, questa lucida analisi mostra come il
modello urbano europeo stia cambiando e ridefinendo la sua identità.
Bandi aperti
Assunzioni - L’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), la direzione generale della Commissione responsabile dell’elaborazione e dell’attuazione della politica contro le frodi che è al
tempo stesso un servizio investigativo, invita a presentare le candidature per:
– Un posto di direttore responsabile dell’orientamento strategico e della gestione della
direzione «Investigazioni e operazioni II» (Direzione OLAF.B). Si tratta di assicurare
l’ulteriore sviluppo della capacità operativa dell’OLAF, in stretta cooperazione con i
servizi degli Stati membri e dei paesi terzi, cosicché le investigazioni portino a risultati
significativi e visibili, e di gestire le risorse così da garantirne la disponibilità per soddisfare le priorità stabilite.
– Un posto di direttore incaricato dell’orientamento strategico e della gestione della
direzione «Supporto operativo e politico» (Direzione OLAF.C). Si tratta di assicurare
l’ulteriore sviluppo della capacità di analisi e di elaborazione politica dell’OLAF, avvalendosi nel miglior modo possibile della crescente esperienza e dei contatti operativi
dell’OLAF con altri servizi di lotta contro la frode, e di gestire le risorse così da garantire l’ininterrotta disponibilità del supporto tecnico necessario per le investigazioni dell’OLAF. Tra i requisiti richiesti, i candidati devono possedere un diploma universitario
che dia accesso a studi di dottorato e aver maturato almeno 15 anni di esperienza
professionale post laurea ad un livello al quale le qualifiche sopra descritte consentano
di accedere. Almeno 5 anni di tale esperienza professionale devono essere stati acquisiti ad un alto livello dirigenziale.
http://ec.europa.eu/dgs/personnel_administration/working_senior_mgt_en.htm.
Scadenza: 6 novembre 2006
GUUE C238 A del 3 ottobre 2006
- L’Europol, che lavora per migliorare l’efficacia dei servizi competenti degli Stati membri e la loro cooperazione al fine di prevenire e combattere tutte le gravi forme di criminalità internazionale e il terrorismo, invita a presentare le candidature per un posto
di vicedirettore. Tale compito è svolto in un contesto linguistico essenzialmente di
espressione inglese. L’Europol incoraggia in modo particolare le donne di tutti gli Stati
membri a presentare la propria candidatura al presente posto vacante. Il candidato, tra
i vari requisiti richiesti, dovrà essere un dirigente esperto di livello superiore (almeno 10
anni di esperienza di gestione).
www.europol.eu.int
Scadenza: 10 dicembre 2006
GUUE C245 A del 12 ottobre 2006
Giovani
Aperte le iscrizioni alla rete nazionale italiana “Eurodesk”. Si tratta della struttura del
programma comunitario Gioventù che opera nel settore dell’informazione e dell’orientamento sui programmi in favore dei giovani promossi dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa. Possono inviare la candidatura di adesione alla rete nazionale italiana
dei Punti Locali Decentrati Eurodesk le strutture degli enti pubblici (o di enti privati, con
preferenza per quelli che operano sul territorio in virtù di una convenzione con ente
pubblico) che si occupano di informazione e orientamento, in particolare quelle strutture che hanno i giovani come target prioritario. L’adesione alla rete nazionale italiana dei
Punti Locali Decentrati Eurodesk comporta la corresponsione di una quota annuale.
Scadenza: 30 novembre 2006
www.eurodesk.it
L’elenco dei bandi ancora aperti pubblicati sulla Gazzetta ufficiale serie C è disponibile sul sito
di Europe Direct - Carrefour Alpi all’indirizzo: http://europedirect.iasma.it
Il centro Europe Direct - Carrefour Alpi è disponibile per qualsiasi chiarimento, informazione, assistenza, presso la sede di
Pergine Valsugana in orario d’ufficio. Indirizzo: via alla Val, 2 - loc. Costa di Casalino - 38057 Pergine Valsugana (Trento)
Tel. +39 0461 534848 - Fax +39 0461 531052 - E-mail: [email protected]
Europa Informa è un periodico quindicinale. Per ricevere gratuitamente copia in formato cartaceo o in formato digitale è sufficiente
farne richiesta a EUROPE DIRECT - Carrefour Alpi. Disponibile su Internet al sito http://europedirect.iasma.it - Autorizz. Trib. Trento
N. 984 dell’11.11.97 - Direttore responsabile: Silvia Ceschini - In redazione Giancarlo Orsingher, Stefania Trentin, Lara Lupato
Stampa: Esperia s.r.l. - Lavis (TN) - Via Galileo Galilei, 45
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Partnership
Progetto Grundtvig
Lo Europe Direct di Norr, nella regione di Västerbotten (Svezia settentrionale), sta cercando partner che lavorino nel campo dell’educazione e della formazione per adulti per sviluppare un progetto entro il programma “Grundtvig”. L’obiettivo è
quello di approfondire e incentivare l’internazionalizzazione delle attività coinvolgendo giovani
adulti tra i 20 e i 35 anni in seminari europei,
dove possano discutere argomenti di interesse
come la salute pubblica, le tematiche ambientali,
la pace, i diritti umani ecc.
Contattare:
Andreas Hernadi
Skeria 4, S-931 77 Skellefteå, Sweden
e-mail: [email protected]
Tel:: +46 910 58 54 21; cell: +46 70 564 57 20
Fax: +46 910 58 54 99
www.europadirektforumnorr.se
Seminario di contatto in Turchia
Il prossimo aprile sarà organizzato in Turchia un
seminario di contatto (Azione 5 del programma
“Gioventù”) per sviluppare scambi internazionali
tra le organizzazioni che lavorano con giovani con
minori possibilità. Si tratta di un’opportunità per
conoscersi, condividere esperienze ed idee,
scambiare informazioni e sviluppare idee per
nuovi progetti giovanili.
Contattare:
Peter Keijzer
e-mail: [email protected]
www.richtereu.com
Scambio internazionale per
bambini contro la discriminazione
Una associazione polacca che lavora con bambini
affetti dalla sindrome di Down, sta cercando partner per collaborare nell’ambito del programma
“Gioventù”. In particolare l’intenzione è quella di
organizzare uno scambio giovanile in Polonia sia
per bambini sani che per bambini affetti dalla sindrome di Down. Attraverso seminari, incontri ecc.
si vuole favorire l’integrazione e costruire un’Europa libera dalla xenofobia e dalla discriminazione.
Contattare:
e-mail: [email protected]
Scambio giovanile in Lettonia
Lo Hitchhiker Club della Lettonia sta cercando
partner per realizzare in maggio un’Azione 1
(scambio giovanile) come organizzazione ospitante. L’intenzione è quella di organizzare uno scambio multilaterale.
Contattare:
Fax: +371 3021910
e-mail: [email protected]
Per verificare l’efficacia
dell’informazione fornita,
comunicateci i progetti che riuscite
ad attivare nell’ambito delle partnership
proposte in questa rubrica.
Grazie per la collaborazione