VILÁGÖRÖKSÉG IT

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VILÁGÖRÖKSÉG IT
S I T I D E L P AT R I M O N I O
E d i to re :
H o l ló kő é r t K ö z a l a p í t vá n y
Te sto e i m m a g i n i :
Centro N a z i o n a le G y u l a Fo rste r d i G e st i o n e
del Patrimonio Cultura le - S e g re te r i a p e r i l Pa t r i m o n i o d e l l ' U m a n i tà
A c u ra d i :
Zsuzsa n n a Fe ke te a n d D r. G á b o r S o ó s
D E L L ’ U M A N I T À
P ro g e t to g ra f i co :
Fá kó Á r p á d
T i p o g ra f i a :
P h a r m a P re ss
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Castello illuminato di Buda e il Ponte delle Catene
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Budapest, divisa dal Danubio in due parti, una collinare e una
pianeggiante collegate tra loro da una fila di ponti snelli a cavallo del fiume,
ci offre un panorama unico. Le opere architettoniche del paesaggio cittadino che
si affacciano su entrambe le sponde del fiume testimoniano i diversi periodi
della storia della Capitale d’Ungheria.
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Budapest, including
the Banks of the Danube,
the Buda Castle Quarter
and Andrássy Avenue
inscribed on the World
Heritage List in 1987
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● Sito culturale della storica regione del vino Tokaj
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United Nations
(GXFDWLRQDO6FLHQWL¿FDQG
Cultural Organization
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● Sito culturale del Lago di Fertő (Neusiedl)
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● Cimitero paleocristiano di Pécs (Sopianæ)
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● Parco nazionale di Hortobágy – la Puszta
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● Il millenario monastero benedettino di Pannonhalma
e il suo ambiente naturale
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● Le grotte delle zone carsiche Aggtelek e Slovak
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Riconosciuto dal 1987
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● L’antico borgo di Hollókő e i suoi dintorni
Categoria: patrimoni culturali
Anno di estensione: 2002
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● Budapest – Le sponde del Danubio, il quartiere del Castello di Buda
e il viale Andrássy
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Siti del Patrimonio dell’Umanità in Ungheria
Budapest – Le sponde del
Danubio, il quartiere del Castello
di Buda e il viale Andrássy
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comprende in sé il complesso di edifici del
quartiere del Castello di Buda che si compone
quant’anni è diventata una metropoli, pur
DEL DANUBIO
Con le sue grandiose opere ingegneristiche
mantenendo le caratteristiche strutturali
(una fila di ponti, i lungofiume a Buda e a
sua struttura medievale, della Chiesa di Mat-
degli agglomerati precedenti, Pest e Buda.
Pest) e con gli splendidi edifici pubblici è un
tia (Mátyás templom) e del Bastione dei Pe-
Ne danno testimonianza le caratteristiche
esempio di singolare incontro e di armonia
scatori (Halászbástya), inoltre del Palazzo
medievali del quartiere del Castello di Buda
esistenti tra l’ambiente naturale morfologica-
Reale di Buda (Budavári Palota). Uno degli
che si intravedono sotto la veste del pe-
mente variegato (il monte Gherardo, in parte
edifici dominanti della zona di Pest è il Parla-
riodo barocco e l’architettura voluminosa
coperto di boschi e le montagne di Buda, il
mento, un edificio grandioso in stile dell’Isto-
di Pest, in stile dell’Istorismo e Liberty, sin-
largo fiume Danubio con le sue isole, la pia-
rismo neogotico, progettato da Imre Steindl.
golarmente unita, ricca di edifici pubblici
nura dolcemente acclive di Pest) e la comu-
Di particolare pregio sono la sede neorinasci-
di particolare importanza, aderente alla
nità residente. La zona riconosciuta come pa-
mentale dell’Accademia Ungherese delle
struttura urbana grandiosa anulare-radiale
trimonio dell’umanità che si estende dal
Scienze (Magyar Tudományos Akadémia), il
di Pest, di cui il viale Andrássy è una parte im-
ponte Margherita (Margit híd) fino al ponte
Palazzo Gresham (Gresham palota), uno dei
portante.
della Libertà (Szabadság híd), nel lato di Buda
capolavori dello stile Liberty ungherese, il
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IL PANORAMA DELLE SPONDE
l’unione di tre agglomerati, nell’arco di cin-
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Budapest, nata tra il 1872 e il 1873 dal-
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del borgo che fino ad oggi ha mantenuto la
da mura antiche e da un pendio, comprende
stello medievale, vi sono il Museo della Storia
romantica ungherese, nonché il Mercato Co-
il vecchio Palazzo Reale e il borgo storico
di Budapest (Budapesti Történeti Múzeum),
perto Centrale (Központi Vásárcsarnok), una
adiacente. Nel centro del quartiere del Ca-
la Biblioteca Nazionale Széchenyi (Országos
delle opere più belle dell’architettura di mat-
stello si erge la Chiesa dell’Assunta (Nagybol-
Széchenyi Könyvtár) e la Galleria Nazionale
toni dello stile dell’Istorismo ungherese.
dogasszony templom), più conosciuta come
d’Ungheria (Magyar Nemzeti Galéria).
I ponti che collegano Buda e Pest sono punti
Chiesa di Mattia, luogo di incoronazione di
panoramici della città, di questi quattro si
diversi re ungheresi, che alla fine dell’Otto-
IL VIALE ANDRÁSSY
trovano nel sito del patrimonio dell’umanità:
cento fu ricostruita in stile neogotico se-
Il viale Andrássy e i suoi dintorni (i quartieri
il ponte Margherita, il ponte delle Catene
condo i progetti di Frigyes Schulek. Anche
storici entro il Kiskörút e i loro edifici pub-
Széchenyi (Széchenyi lánchíd) (il primo ponte
il Bastione dei Pescatori fu costruito in base
blici, nonché il Belső-Erzsébetváros) sono un
in pietra di Buda e Pest), il ponte Elisabetta
ai suoi progetti, in luogo delle antiche mura
insieme di grandiose opere architettoniche
(Erzsébet híd) e il ponte della Libertà.
del Castello di Buda, tra 1895 e 1902, in stile
molto complesse realizzato nella seconda
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metà del 19° secolo. Un complesso architet-
antico dei re ungheresi) è uno dei centri cul-
tonico cittadino i cui elementi urbanistici
turali più importanti dell’Ungheria. Tra i suoi
vennero realizzati con un elevato livello tec-
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del quartiere del Castello di Buda, circondato
edifici, che comprendono anche parti del ca-
nico ed artistico, avvalendosi delle più mo-
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neoromano. Il Palazzo Reale di Buda (palazzo
IL QUARTIERE DEL CASTELLO DI BUDA
Il complesso architettonico momumentale
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Pesti Vigadó, uno dei simboli dell’architettura
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Veduta del Castello di Buda con la Chiesa di Mattia (Foto: Róbert Hack)
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Veduta dei ponti del Danubio (Foto: Péter Somogyi-Tóth)
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una volta ivi prevalente, come ad esempio la
Sinagoga di via Dohány, costruita in stile moresco secondo i progetti di Ludwig Förster.
Il viale Andrássy collega il centro dinamico
della città con i parchi verdi del Városliget
(Parco della Città), e fa sentire tale sua funzione anche per la sua struttura suddivisa in
tre parti: inizia in forma di grande viale centrale, affiancato da palazzi, poi pian piano di-
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venta sempre più largo, più lieve e più verde,
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chiamano alla memoria la comunità ebraica
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edifici del quartiere Belső-Erzsébetváros ri-
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tale, e gli edifici del Largo Kodály. Numerosi
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kadémia), costruito in stile neorinascimen-
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L’Antico borgo di Hollókő,
volutamente conservato
tale, dove anche oggi sopravvivono le tradizioni di una
volta, è un agglomerato
urbano palóc che si nasconde
tra le colline di Cserhát.
Il paese risalente all’inizio
del 20° secolo, è costituito
da un complesso architettonico di cinquantacinque
abitazioni e una chiesa.
porio della moda), il Conservatorio (Zenea-
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in stile Liberty del Divatcsarnok (Grande em-
• Riconosciuto dal 1987
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Categoria: patrimoni culturali
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A Világörökség listára
felvétel éve: 1987
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Merita particolare attenzione anche l’edificio
Egyesült Nemzetek
Nevelésügyi, Tudományos és
Kulturális Szervezete
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tata da Miklós Ybl è una gemma preziosa.
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dell’epoca, di cui l’Opera (Operaház) proget-
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vera e propria galleria di stili architettonici
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quale Budapest divenne una metropoli. Una
La struttura antica del paese, le tradizionali
fiancato da ville che sbocca nell’affascinante
caratteristiche architettoniche palóc e i ma-
complesso della piazza degli Eroi (Hősök tere)
teriali usati sono in unione armoniosa con
attorniata dal Monumento al Millennio (Mil-
l’ambiente paesaggistico-naturale. Il sito del
leniumi Emlékmű), dal Museo di Belle Arti
patrimonio dell’umanità che si estende su
(Szépművészeti Múzeum) e dalla Galleria
145 ettari comprende le rovine di un castello
d’Arte (Műcsarnok). Sotto il viale Andrássy
medievale sovrastanti il villaggio e la campa-
ancora oggi corrono i treni della prima me-
gna screziata di strette particelle e di pascoli
tropolitana dell’Europa continentale.
a volte caratterizzati da alberi solitari, che
nale che la comunità rurale fece della regione,
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presero forma attraverso l’utilizzo tradizio-
Il viale Andrássy a volo d’uccello
(Foto: Péter Somogyi-Tóth)
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per trasformarsi in un largo viale alberato af-
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dell’architettura eclettica dell’epoca grazie alla
L’Antico borgo di Hollókő
e i suoi dintorni
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gurato nel 1885, rappresentava il culmine
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lungo quasi 2,5 km, iniziato nel 1872 e inau-
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derne soluzioni tecniche dell’epoca. Il viale,
La chiesa del villaggio (Foto: Krisztina Bélavári)
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cambiò dopo l’incendio del 1909 quando le
trovava la dispensa dove veniva conservato il
case, ormai con muri di argilla, venivano co-
frumento, che era anche la camera da letto
struite su fondamenta in pietra, la struttura
degli anziani. Era di solito pertinenza delle
del tetto era a puntoni e coperto da tegole,
case anche una cantina adattata alle caratteri-
ma conservava comunque intatta la forma
stiche geomorfologiche. Le memorie della tra-
originale del tetto. L’antico borgo con la tipica
dizionale vita agreste si possono rinvenire non
atmosfera di inizi Ottocento e rimembranze
soltanto nell’antico borgo, ma anche nel pae-
in stile architettonico palóc prese in quel pe-
saggio adiacente. Anche i lunghi terreni sulle
riodo l’aspetto che conserva tuttora.
pendici delle colline, quello che rimane del
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Nel centro del borgo, su una “isola” creata
grande pascolo di una volta, vicino al castello,
sulla sommità della collina, si erge la chiesa che
e l’abbeveratoio nella valle del ruscello, raccon-
ha una piccola torre in legno con tetto di pa-
tano della quotidianità della comunità paesana
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Caves of Aggtelek Karst
and Slovak Karst
inscribed on the World
Heritage List in 1995
La particolare importanza delle grotte e delle
formazioni carsiche
Aggtelek e Slovak deriva
dalla ricchezza della
forma, dalla complessità,
dalla relativa integrità
e dalla presenza concentrata in un territorio
ristretto.
e del suo rapporto armonioso con il paesaggio.
La comunità di Hollókő, la maggior
semplicità è impressionante anche ai nostri
parte della quale attualmente abita nel nuovo
La zona carsica che si estende lungo il confine
giorni. Hollókő è un esempio tipico di borgo
borgo, protegge e gestisce con cura e amore
settentrionale-orientale dell’Ungheria e lungo
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glia, costruita nel 1889 con i soldi raccolti tra
la gente, la cui bellezza derivante dalla sua
chia, composta da più di 1000 grotte è uno
ste a forma di pettine, la cui struttura di base
e religiosa, possibilità di lavoro e di conser-
degli esempi più eccellenti e complessi dell’ero-
consiste in una doppia fila di case costruite di
vare e promuovere le loro tradizioni.
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il confine meridionale-orientale della Slovac-
garantiscono una vita comunitaria, spirituale
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l’antico borgo e le sue case sotto tutela che gli
sione carsica nelle montagne di media altezza
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storico, caratteristico nella regione palóc, composto da un’unica via con le abitazioni dispo-
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Frazione di una via (Foto: Krisztina Bélavári)
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Manifestazione nel periodo della vendemmia
(Foto: Zsuzsanna Sztrémi)
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drone di casa, mentre nella parte posteriore si
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(tisztaszoba) occupata dalla famiglia del pa-
verso una semplice presa d’aria. La situazione
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posto del camino l’areazione avveniva attra-
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parte più vicina alla strada si trovava la camera
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nell’anticamera (pitvar), cioè nella cucina. Nella
mabile, mentre sopra il focolare aperto al
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United Nations
(GXFDWLRQDO6FLHQWL¿FDQG
Cultural Organization
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avevano il tetto di paglia facilmente infiam-
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le quali chi arrivava, entrava direttamente
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erano costruite in legno, senza fondamenta e
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intaglio a giorno (tornác o hambitus) attraverso
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chie volte vittima di incendi perché le case
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pilastri di legno ornamentati con dei motivi a
• Categoria: patrimoni naturali •
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geva una chiesa - nel corso dei secoli fu parec-
Sito che si estende oltre il confine ungherese-slovacco
Riconosciuto dal 1995 Anno di estensione: 2000
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in quella posteriore da terrazze a parapetti e
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dove già nella prima metà del 14° secolo si er-
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locali, sono orlate sia nella parte anteriore che
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delle case contadine a due falde speciali, a tre
struito un castello sul monte Szár. Il borgo –
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quando, dopo le invasioni dei tartari, fu co-
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venne costruita una seconda casa. Le facciate
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mentava, dietro la casa che dava sulla strada,
La storia del borgo risale al 13° secolo
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ristica e preziosa fauna di Cserhát.
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il numero dei componenti della famiglia au-
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perte di boschi e prati, dimora della caratte-
Le grotte delle zone
carsiche Aggtelek e Slovak
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costruì la casa su una sola particella e quando
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parte della zona anche le vicine colline co-
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Questa struttura si formò perché ogni famiglia
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traverso alla via centrale, su strette particelle.
unità economica con l’antico borgo. Fanno
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L’antico villaggio di Hollókő e le rovine della fortezza
medievale (Foto: Róbert Hack)
e in tempi antichi costituirono una stretta
(Foto: Csaba Egri)
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terra, costituendo un particolare ecosistema ,
durante gli scavi archeologici testimoniano che
offre un habitat a più di cinquecento specie ca-
alcune delle grotte furono conosciute e usate
vernicole o troglofile, tra cui ci sono anche al-
come dimora dall’uomo preistorico.
cune specie endemiche. Tra le 28 specie dei pi-
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grotte Baradla-Domica lungo 26 chilometri, la
delle specie a rischio di estinzione. L’ambiente
grotta più lunga della zona temperata ricca di
umido offre un habitat ideale anche a certi an-
stalattiti e stalagmiti, in cui scorre un ruscello
fibi come la salamandra plamista.
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in queste grotte, di cui due sono nella lista
• Riconosciuto dal 1996
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pistrelli europei, ventuno sono state registrate
Categoria: patrimoni culturali
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Millenary Benedictine Abbey
of Pannonhalma and
its Natural Environment
inscribed on the World
Heritage List in 1996
La maggior parte del sito del patrimonio
pubblicato da Georg Wernher nel 1549 a Basi-
dell’umanità gode di particolare protezione in
lea. Altre grotte rinvenibili in questa zona car-
entrambi i Paesi. Oltre alle grotte con ruscello,
sica sono la grotta di Aladár Földvári e la grotta
la zona è ricca di grotte verticali formatesi gra-
n. 1 di Rákóczi nel massiccio dell’Esztramos;
zie all’effetto solubile delle acque infiltranti, ma
la grotta Béke (Pace) il cui clima è adatto per
possiamo trovare anche delle grotte create dal
la cura delle persone che soffrono di problemi
flusso delle acque calde ascendenti, le quali sono
alle vie respiratorie; la grotta verticale (zsom-
caratterizzate dalle formazioni dovute all’ef-
boly) di Vecsem-Bükk che è la seconda grotta
fetto dell’acqua termale. Le formazioni carat-
più profonda dell’Ungheria, nonché la grotta
teristiche della superficie carsica collegate al
di Imre Vass, importantissima sotto l’aspetto
mondo sotterraneo offrono un’occasione ecce-
idrologico. La grotta di ghiaccio di Silice, in Slo-
zionale per lo studio del rapporto tra l’evolu-
vacchia, che tra le grotte di ghiaccio della zona
zione carsica superficiale e quella sotterranea.
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e di cui per la prima volta si parla in uno scritto
delle formazioni e delle figure carsiche connesse,
1863 da János Hunfalvy, fondatore della geo-
nonché l’importanza biologia, archeologica e
grafia scientifica ungherese e i suoi dintorni
geologica delle grotte, questo sito può essere
sono stati riconosciuti nel 2000 come parte di
considerato come eccellente esempio di museo
questo sito del patrimonio dell’umanità.
sotterraneo e laboratorio di scienze naturali.
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Tenendo presente la vasta scala di tipi di grotte,
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temperata è quella che si trova più a sud. La
grotta di ghiaccio di Dobsina menzionata nel
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(Foto: Richárd Kovács)
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(Foto: Richárd Kovács)
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La grotta più importante di questo sito
del patrimonio dell’umanità è il sistema di
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United Nations
(GXFDWLRQDO6FLHQWL¿FDQG
Cultural Organization
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milioni di anni. Innumerevoli reperti trovati
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calcite. Questo mondo che si estende sotto-
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da perle di grotta, da varie pisoliti e lastre di
di evoluzione geologica che dura da più di dieci
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riodi di glaciazione del quaternario: una storia
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filtrante, corrente oppure ferma, sono ornate
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sciolto è stato depositato da acqua gocciolante,
processi glaciali e periglaciali avvenuti nei pe-
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climatiche tropicali e subtropicali e le tracce dei
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della loro evoluzione cioè se il loro materiale
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zioni superficiali e sedimenti nati in condizioni
Il millenario Monastero
benedettino di Pannonhalma e
il suo ambiente naturale
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dimensioni e colori diversi, le grotte, a seconda
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gico. In questa zona possiamo trovare concre-
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diere”, scoli e altre formazioni aventi forme,
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Oltre che da stalattiti e stalagmiti, “ban-
l’interesse biologico, geologico e paleontolo-
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delle zone temperate, è ricchissima anche per
Mille anni a volo d’uccello (Foto: Ákos Pottyondy)
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L’ala occidentale ospitava i laboratori e gli scrit-
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dievali le stanze non avevano il riscaldamento).
nale di questo centro della cultura benedettina.
liceo e del convitto (il cosiddetto liceo “italiano”)
trasmette il messaggio delle diverse epoche, si
venne costruito nel Novecento.
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dell’Assunta e della Cappella Millenaria, che ci
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decenni dell’Ottocento, mentre il complesso del
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ficio della biblioteca furono costruiti nei primi
basilica, degli edifici formativi, della Cappella
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Nel complesso degli edifici del monastero, della
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giore attenzione. La torre in stile classico e l’edi-
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cora oggi esistenti, il refettorio merita la mag-
monasteri che segue le tradizioni benedettine.
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tosto integro della distribuzione classica dei
Veduta del Monastero di Pannonhalma (Foto: Ákos Pottyondy)
Aumentano il valore del monastero
monastero che fu costruita sulla cripta di stile
anche le ricche collezioni artistiche e scientifi-
con la realizzazione della nuova cantina e del-
lo stile monastico dell’Ordine, avvalendosi del
gotico precedentemente realizzata nell’11o se-
che. Nella biblioteca di notevole importanza si
l’enoteca, che sono visitabili. Il nuovo centro per
lineare linguaggio delle forme dell’architettura
colo, nei periodi successivi fu arricchita di ele-
trovano più di trecentomila libri. Tra i nume-
i visitatori e gli edifici della ristorazione (risto-
moderna, e dimostrano la capacità della comu-
menti in stile tardo-gotico, rinascimentale e
rosi preziosi documenti custoditi nell’Archivio
rante e enoteca, casa dei pellegrini) seguono
nità monastica di continuo rinnovamento.
neogotico. La Basilica di Pannonhalma, che fu
del monastero quello più famoso è il più antico
costruita come chiesa del monastero benedet-
documento linguistico ungherese (e ugrofin-
tino, viene usata dalla comunità dei monaci re-
nico), ossia l’atto di fondazione dell’Abbazia
Conformemente alla volontà del principe
sidenti. Il suo aspetto esteriore e quello inte-
benedettina di Tihany datato anno 1055. Sono
Géza, che ne fu il fondatore, il monastero di-
riore si svilupparono nel corso del susseguirsi
importanti anche la pinacoteca, la raccolta di
venne la testa di ponte orientale della cultura
del periodo di edificazione. In occasione della
incisioni, la raccolta numismatica, quella di an-
dell’Europa medievale ed ebbe un ruolo deci-
sua ricostruzione iniziata nel 2011, nell’am-
tichità e la tesoreria del monastero. Sono parti
sivo nella divulgazione del cristianesimo nel-
bito della riorganizzazione dello spazio, il prin-
integranti del podere del monastero il giardino
l’Europa Centrale. Il Monastero di Pannon-
cipio guida teneva in considerazione gli aspetti
di piante officinali, la distilleria di lavanda, la
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realizza l’unità delle diversità. La chiesa del
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Tra le parti in stile barocco del monastero an-
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toi (scriptorium) e al primo piano i dormitori.
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La biblioteca del Monastero (Foto: Ákos Pottyondy)
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Il Monastero benedettino di Pannonhalma in Ungheria è un esempio rimasto piut-
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nere in modo eccezionale la continuità funzio-
e ininterrotta da un millennio e mezzo possa
alberi e arbusti appartenenti a diverse centi-
millenaria. Il monastero unisce insieme l’am-
nutrirsi sempre di silenzio e di preghiere.
naia di specie particolari.
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benedettino avvenuto nell’arco della sua storia
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utilizza biomassa. Nell’arboreto sono coltivati
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casa del tè e l’impianto di riscaldamento che
la vita monastica introdotta da San Benedetto
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liturgici e teologici della comunità in modo che
Oltre all’educazione e all’insegnamento
dei giovani che oggi è una delle attività prin-
rapporti con il paesaggio circostante. Quest’ar-
Speciosa (l’ingresso principale della chiesa) di
cipali dell’Ordine, ha un ruolo importantis-
monia caratterizza i monasteri benedettini fin
particolare bellezza. La sala capitolare probabil-
simo la coltivazione del podere del monastero.
dalla fondazione dell’Ordine. La comunità dei
mente era situata nell’ala orientale dell’edifico,
La riproposizione delle tradizioni della viticol-
monaci, che ancora oggi si fonda sul rispetto
vicino al chiostro, nella sezione meridionale si
tura e dell’enologia del monastero è iniziata
della Regola di San Benedetto e del motto “Ora
trovava il refectorium (refettorio) adiacente alla
con il programma di impianto dei vigneti nei
et labora!” (“Prega e lavora!”), riesce a mante-
stanza riscaldata (visto che nei monasteri me-
vecchi poderi del monastero, continuando poi
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La chiesa e il chiostro eretto nella parte
meridionale sono collegati tra loro dalla Porta
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biente naturale e architettonico grazie alla posizione particolare, alla struttura singolare e ai
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halma che si fonde armoniosamente con l’ambiente naturale, ricorda lo sviluppo dell’ordine
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La cripta della basilica del Monastero
(Foto: Monastero benedettino di Pannonhalma)
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Porta Speciosa
(Foto: Ádám Arnóth)
Il complesso del millenario
Monastero benedettino di
Pannonhalma, costruito sulla
collina che nei tempi antichi
fu chiamata il “Monte Sacro
della Pannonia” (Mons Sacer
Pannoniae), si erge come un
simbolo sopra la regione
pannonica dell’Ungheria
occidentale. L’Ordine benedettino, fondato nel 996 in
onore di San Martino di
Tours e lo Stato ungherese
hanno la stessa età.
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Nel paesaggio apparentemente monotono si
tori attraverso la pianura sempre più spopo-
inseriscono armoniosamente le osterie, i ponti
lata, nonché gli sporadici ponti – quello più fa-
e le opere murarie dei pastori. Gli alberi, i tu-
moso è il Ponte a nove archi costruito nel 1827,
muli funerari, i pozzi a mazzacavallo, le osterie
uno dei simboli di Hortobágy – furono costruiti
costruite nel Settecento e nell’Ottocento e i
a partire dal Settecento e nell’Ottocento.
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Categoria: patrimoni culturali, paesaggio culturale
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Parco nazionale
di Hortobágy – la Puszta
United Nations
(GXFDWLRQDO6FLHQWL¿FDQG
Cultural Organization
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Hortobágy National Park
the Puszta
inscribed on the World
Heritage List in 1999
Riconosciuto dal 1999
Con un territorio di circa 81 mila ettari il Parco nazionale di Hortobágy
si estende in un’ampia pianura ed è un eccellente esempio di interazione
armoniosa tra uomo e natura caratterizzato dall’allevamento del bestiame
che prevede anche che il bestiame venga abituato all’ambiente naturale
(pascoli salmastri, steppe, prati, zone umide).
Tramonto nella Puszta (Foto: Attila Szilágyi)
ponti, tutti distribuiti nel paesaggio a rompere
Ai giorni nostri gli habitat più caratteri-
l’orizzonte dell’infinito contribuiscono al pro-
stici di Hortobágy sono i pascoli salmastri,
filo speciale del Parco. La Puszta, che per la
i prati e le paludi che si susseguono a mosaico,
maggior parte fino ad oggi è rimasta disabi-
a seconda delle variegate condizioni micro oro-
tata, da aprile fino ad ottobre viene utilizzata
grafiche, idrologiche e del terreno, a volte scre-
da centinaia di allevatori di bestiame i quali,
ziati di aree di loess. In primavera e in autunno
conservando i costumi e le tradizioni sociali
il caratteristico habitat della Puszta è impor-
dei pastori, pascolano qui le mandrie dei bo-
tante sito a livello europeo della covata e della
vini grigi, delle pecore racka e dei cavalli.
migrazione degli uccelli acquatici. Nell’Europa
La pianura erbosa dominata da terreni
Centrale vive in questa zona la maggiore po-
salmastri ottenne il suo attuale aspetto alla
polazione delle spatole, ma anche le specie au-
fine dell’epoca glaciale quando – a seguito della
toctone di aironi, mignattai, cormorani e nu-
formazione dell’attuale letto del fiume Tibisco
merose specie di uccelli canterini. Una folla
(Tisza) – questa zona perdette ogni collega-
composta da cento migliaia di gru migranti at-
mento con i bacini idrografici settentrionali.
traverso il nostro Paese e le oche selvatiche,
È fatto provato che l’uomo fosse presente in
prima di continuare il loro lungo viaggio – si
questa regione già nel paleolitico inferiore. I tu-
danno qui un momento di pace due volte al-
muli funerari cioè i kurgan, nel linguaggio co-
l’anno offrendo agli amanti degli uccelli uno
mune chiamati anche tumuli cumani, alti tra 1
spettacolo di importanza internazionale.
Il Ponte a nove archi
Mandriano e mandria di bovini grigi (Foto: Attila Szilágyi)
Gru nell’acqua (Foto: Attila Szilágyi)
e 9 metri conservano memorie principalmente
dell’età del rame e del bronzo. La Puszta, nel
Medioevo raramente popolata, che probabilmente veniva utilizzata per il pascolo brado,
a seguito dei processi storici e sociali che ebbero il loro culmine alla fine del Cinquecento
diventò alquanto disabitata e l’unica prova
dell’esistenza di agglomerati antichi sono le rovine di alcune chiese. Le osterie molto caratteristiche in questa zona costruite ogni 10-12
chilometri, cosiddette a muta di cavallo, lungo
le strade commerciali che portavano i viaggia12
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Categoria: patrimoni culturali
• Riconosciuto dal 2000
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Cultural Organization
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Cimitero paleocristiano
di Pécs (Sopianae)
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L’insieme dei reperti archeologici è testimo-
stiana, le iniziali di Cristo, era un motivo
nianza da molti punti di vista e in modo
decorativo ricorrente. Sugli affreschi rivi-
complesso, sia nella sua architettura che nei
vono le scene della Bibbia, la storia del pec-
suoi affreschi, dell’architettura e dell’antica
cato originale, del profeta Daniele gettato
arte funeraria paleocristiana presso le pro-
nella tana dei leoni, della Madonna con
vince settentrionali e occidentali dell’Im-
il bambino Gesù, di Giona e quella dei gio-
pero Romano e delle origini di quella cultura
vani gettati nel fuoco. I ricchi ornamenti
e di quella civiltà che sopravvivono fino ai
caratterizzati dalla rappresentazione di piante
giorni nostri.
e animali, colombi, pavoni, brocca e bicchiere
O
Early Christian Necropolis
of Pécs (Sopianae)
inscribed on the World
Heritage List in 2000
Gli antichi Romani fondarono Sopianae dove sorge l’odierna Pécs, all’inizio del
2o secolo d.C. e nel 4o secolo la città diventò il fiorente capoluogo della regione e un
importante centro del cristianesimo. Il cimitero (necropolis) paleocristiano di Pécs
(Sopianae) è uno dei più importanti cimiteri provinciali dell’epoca tardo romana.
Mausoleo paleocristiano, sarcofago (Foto: Ádám Arnóth)
Il cimitero paleocristiano di Sopianae
e gli ornamenti geometrici simboleggianti
è particolare perché ospita numerose costru-
il giardino del Paradiso, sono motivi fre-
zioni in pietra: diverse centinaia di tombe in
quenti.
mattoni, varie dozzine di camere funerarie
Dal 2007 una notevole parte dei re-
familiari di piccole dimensioni, grandi sepol-
perti rinvenuti è esposta in un unico com-
cri comuni e costruzioni cimiteriali, edificati
plesso di edifici, nel Centro Visitatori Cella
in pietra e mattoni.
Septichora. Il Mausoleo paleocristiano e i se-
Gli edifici paleocristiani di Pécs con-
polcri ritrovati in via Apáca si possono visi-
servarono l’unità architettonica, camera fu-
tare in diversi punti del sito del patrimonio
neraria-cappella, sistemate verticalmente,
dell’umanità, in forma di isole autonome.
Mausoleo paleocristiano, Adamo ed Eva nel giardino
dell’Eden (Foto: András Török)
rarità nell’epoca antica. La parte sotterranea
della costruzione a due componenti era la camera funeraria e il corpo del defunto veniva
deposto in una tomba di mattoni o, più raramente, in un sarcofago. Sopra la tomba veniva costruita una cappella commemorativa
La camera funeraria Péter-Pál
(Foto: András Török)
La Cella Septichora sotto vetro
(Foto: László Tám)
(memoria, mausoleum). Le costruzioni a due
piani avevano due funzioni: furono un sito
funerario e il luogo delle cerimonie. Le camere funerarie di solito appartenevano a famiglie benestanti.
In una parte degli edifici cimiteriali le
pareti sono decorate di affreschi, con scene
e simboli biblici. Gli affreschi sono esempi
di arte paleocristiana, realizzate in base
a delle prefigurazioni italiche e balcaniche.
Il simbolo più comune dell’arte paleocri14
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Sito che si estende oltre il confine austro-ungarico
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Sito culturale del Lago
di Fertő (Neusiedl)
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Cultural Organization
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FertĘNeusiedlersee
Cultural Landscape
inscribed on the World
Heritage List in 2001
• Categoria: patrimoni culturali, sito culturale •
Sentendo parlare di Fertő quasi tutti hanno questi pensieri: un misterioso
lago salato, il mondo delle paludi, una giungla di canne, paesaggio romantico
dalle mille facce. Questo paesaggio multiforme, dal 1920 diviso tra due Paesi
ma per la sua geologia e storia è unico e possiede peculiarità naturali ,
paesaggistiche, architettoniche e civiche incomparabili.
Castello Esterházy, Fertőd (Foto: Róbert Hack)
Canneto (Foto: Róbert Hack)
Uno scorcio del paesaggio del Fertő (Foto: Attila Pellinger)
Grazie agli effetti climatici continentali, mediterranei e atlantici questa zona lacustre pianeggiante che si estende ai piedi delle Alpi
è punto d’incontro di confini floreali e faunistici e allo stesso tempo è l’habitat ideale per
svariate rare specie vegetali e animali. Il sito
culturale che si è formato a seguito dell’interazione armoniosa tra l’attività umana e l’ambiente naturale, ormai da otto millenni esposto all’effetto modificatore delle diverse culture che ivi si confrontano, rappresenta spiccati valori storico-culturali ed etnografici.
Il Lago di Fertő, con la sua superficie di
310 chilometri quadrati è il maggior lago salato (salmastro) d’Europa ed è uno specchio
d’acqua naturale di importanza internazionale. È inoltre l’esempio più occidentale di
16
17
mente tra il 1865 e il 1871), ma a volte il suo
litorale raggiunse le ultime case dei borghi limitrofi. Un’altra peculiarità è che molte parti
della superficie del lago sono coperte da
canne e giunchi dove enormi quantità di uccelli possono covare, nutrirsi e nascondersi,
in particolare nel periodo di migrazione.
Reperti archeologici dimostrano che la
zona fu abitata già circa 6000 anni avanti Cristo. Sono stupendi i ricordi dell’epoca romana,
ad esempio i resti di un bagno termale sulla
riva meridionale del lago, del periodo di Marco
Aurelio (161-180), nonché una sorgente utilizzata dai Romani e un santuario di Mithra ,
di incomparabile bellezza, sito a Fertőrákos.
Furono i Romani ad introdurre nella zona la
cultura della vite e del vino che hanno importanza e alta qualità anche ai giorni nostri.
L’aspetto architettonico dei borghi intorno al lago testimonia l’eredità settecentesca e ottocentesca degli edifici, come ad
esempio nella parte austriaca Rust (Ruszt),
Santuario di Mithra a Fertőrákos (Foto: Róbert Hack)
Architettura rurale a Fertőszéplak
(Foto: Róbert Hack)
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Il castello di Nagycenk (Foto: Ádám Arnóth)
che nel Medievo era famoso per gli ottimi
lago delle steppe dell’Eurasia e nel 1979 è
vini, Purbach (Feketeváros), Mörbisch am See
Haydn rese famosa la vita musicale di Eszter-
la costruzione della cattedrale di Santo Ste-
stato riconosciuto dall’UNESCO come riserva
(Fertőmeggyes) e Breitenbrunn (Fertőszéle-
háza in tutta l’Europa. Il castello Széchenyi a
fano a Vienna. Nel corso dei lavori di scavo
di biosfera. La sua parte ungherese dal 1991
skút), o nella parte ungherese Fertőrákos,
Nagycenk ottenne la sua forma odierna nella
si erano formate interessanti “sale” simili a
è parco nazionale, mentre la parte austriaca
Balf, Hidegség, Fertődoboz e Hegykő. Oltre
prima metà dell’Ottocento e più tardi la sua
enormi porticati nelle quali di tanto in tanto
lo è dal 1993 (Parco nazionale di Fertő-Han-
all’architettura nobilmente semplice dei paesi,
biblioteca e le sue famose collezioni costitui-
vengono organizzati programmi culturali.
ság e Parco nazionale di Neusiedlersee See-
gli splendidi castelli rappresentano un distinto
rono una base per le collezioni della Biblio-
L’aspetto odierno del paesaggio del
winkel). Habitat di acqua salata si possono
valore culturale. Il castello Eszterházy e il suo
teca Nazionale (Nemzeti Könyvtár) e del
Fertő è il risultato di un’evoluzione continua
trovare in tutta Europa, vicino ai mari, men-
grandioso parco francese in stile barocco, che
Museo Nazionale Ungherese. Sin dall’epoca
e dinamica ed è un buon esempio per dimo-
tre laghi salati ci sono solo nella parte orien-
furono costruiti tra il 1720 e il 1760 presero
romana proveniva dalla cava di pietre situata
strare come culture appartenenti a diverse
tale dell’Europa e nel bacino dei Carpazi. La
a modello il castello reale di Versailles. Il ca-
nei pressi di Fertőrákos la famosa pietra cal-
epoche potevano adattarsi a questo ambiente
profondità media del lago di Fertő è un
stello ospitava anche un locale di svago, un
carea di Lajta che, tra l’altro, venne utilizzata
naturale particolare e variegato e come nel
metro, durante la sua storia si è completa-
teatro dei burattini, un teatro lirico-musicale
come materia prima per la costruzione delle
corso dei diversi periodi lo utilizzavano e mo-
mente prosciugato parecchie volte (ultima-
e quest’ultimo, sotto la direzione di Joseph
mura medievali della città di Sopron e per
dificavano.
Covoni di canne (Foto: Róbert Hack)
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• Riconosciuto dal 2002
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Tokaj Wine Region
Historic Cultural Landscape
inscribed on the World
Heritage List in 2002
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United Nations
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A Tokaj-hegyalja, zona pedemontana, grazie alle straordinarie
caratteristiche climatiche e paesaggistiche e all’attività umana
che le sfrutta, nacque una cultura enologica unica.
Il sito culturale storico della regione del vino Tokaj è situato
nell’Ungheria nord-orientale, ai piedi della montagna di Zemplén,
lungo il fiume Bodrog e nella confluenza del Bodrog e del Tibisco.
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Categoria: patrimoni culturali, sito culturale
A
Sito culturale della storica
regione del vino Tokaj
la coltivazione dell’uva si svolgeva all’interno
vorisce la comparsa della muffa nobile Bo-
turale, etnico e religioso.
del triangolo formato dai “tre monti a tenda”
Il sito del patrimonio dell’umanità, che
(monte Tokaj, il monte a tenda di Abaúj-
dell’uva. Gli elementi caratteristici del pae-
si estende su circa 88 124 ettari, comprende
szántó e il monte a tenda di Sátoraljaújhely).
saggio sono le file di cantine scavate a mano
ventisette borghi.
L’aspetto e la struttura del paesaggio mutava
in rapporto alla millenaria cultura enolo-
tura enologica esistessero già all’epoca della
gica, viva ancora oggi. Come regione vinicola
nella coltivazione dei vigneti (terrazze, con-
conquista della Patria e sono disponibili dati
è protetta dall’anno 1737 quando un regio
trafforti, muri bassi di pietra a secco, bacini
dimostranti che in questa regione esistesse
decreto, per la prima volta al mondo, di-
ecc.), nonché i paesini e le piccole città che
la viticultura a partire dalla seconda metà del
chiarò la zona una regione vinicola esclusiva.
hanno un’atmosfera particolare, e sono cu-
12o secolo, dopo l’arrivo dei coloni valloni.
I borghi storici hanno conservato la loro
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Si suppone che la viticultura e la cul-
vulcanica e le altre costruzioni utilizzate
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nella pietra dei monti di origine soprattutto
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trytis cinera, responsabile dell’appassimento
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La storia della regione dal 1561 dimostra che
gione, multicolore sotto l’aspetto sociale, cul-
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stodi dell’eredità della popolazione della re-
acquatici creano un microclima speciale e fa-
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L’insieme dei pendii vulcanici e degli habitat
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Veduta della città di Tokaj (Foto: Dr. Gábor Soós)
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Veduta di Hegyalja (Foto: Ádám Arnóth)
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File di cantine a Hercegkút (Foto: Ádám Arnóth)
sulle pareti delle cantine ed esercita un ef-
e quello con il territorio che ruotava attorno
cie di viti odierne. Vitigni selvatici della spe-
dii con un’inclinazione favorevole, la forte
fetto benefico sulla maturazione del vino.
alla produzione e alla vendita del vino e che
cie preistorica Vitis sylvestris ancora oggi si
irradiazione, la vicinanza dei fiumi Bodrog
Il legno, ideale per la produzione delle botti,
fino ad oggi serve da base per le cantine e le
possono trovare nel Tokaj-hegyalja.
I
sorbire, conservare ed emettere calore. I pen-
R
sere ritenuta progenitrice comune delle spe-
dizioni climatiche favorevoli per la comparsa
delle montagne vicine. Per questo le botti
avvalendosi dei mezzi adeguati dell’architet-
zona ha caratteristiche uniche. Le rocce di-
della muffa Botrytiscinera che provoca l’ap-
realizzate in rovere esercitano un effetto de-
tura moderna.
sgregabili, nate grazie all’attività vulcanica
passimento dell’uva. Nella zona di Hegyalja
cisivo sul sapore, sul colore e sulla maturazione del vino.
L
è il rovere proveniente dalle zone più alte
Sotto aspetto geologico e geografico la
22
tica esercitata già nei primi anni del 1600.
tona – si tratta di una vite preistorica (Vitis
suolo influenza la produttività, il contenuto
Grazie al microclima speciale la particolare
tokaensis), dall’epoca miocene – che può es-
di minerali del suolo, la sua capacità di as-
muffa, la Gladosporium cellare trova casa
I
la selezione dell’uva passita divenne una pra-
di vari tipi di suolo. La composizione del
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e post-vulcanica, dettero origine alla nascita
S
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È stata trovata in questa zona il fossile
di una foglia di quella specie vegetale autoc-
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e Tibisco e i lunghi autunni crearono le con-
aziende vinicole della zona, per rinnovarsi
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struttura originale, i loro rapporti reciproci
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Grappolo d’uva (Foto: Ádám Arnóth)
Entrata di una cantina (Fotos: Ádám Arnóth)
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Uva, con sullo sfondo il monte Tokaj
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Luoghi inclusi nella
lista dei siti proposti per
essere riconosciuti, 2012
Tratto ungherese dei limes dell’Impero Romano – Ripa Pannonica in Ungheria (culturale) (2009)
L’architettura autonoma e premoderna di Lechner Ödön (culturale) (2008)
Sistema di fortezze a Komárom / Komarno e nella confluenza dei fiumi Danubio e Vág (culturale) (2007)
Penisola di Tihany, i monti testimoni del bacino di Tapolca e il lago di Hévíz (culturale) (1993)
La fortezza medievale di Esztergom (culturale) (1993) e la Sede reale e la riserva di caccia di Visegrád (culturale) (2000)
congiuntamente, sotto il titolo „Sito culturale dell’ansa del Danubio”
Cantine (Foto: Ádám Arnóth)
Habitat preistorico di Tarnóc (naturale) (2000)
Le grotte del sistema carsico termale a Buda (naturale) (1993)
(Estensione del sito del patrimonio dell’umanità Budapest – Le sponde del Danubio,
il quartiere del Castello di Buda e il viale Andrássy)
La rete delle antiche residenze caratteristiche delle diverse regioni dell’Ungheria (culturale) (2000)
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ÖRÖKS
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Egyesült Nemzetek
Nevelésügyi, Tudományos és
Kulturális Szervezete
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Chiese in legno della zona nord-orientale del bacino dei Carpazi (culturale) (2000)
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Mezőhegyesi Állami Ménesbirtok (Podere statale per l’allevamento di cavalli a Mezőhegyes)
(culturale – sito culturale) (2000)
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Magyar Világörökség
Titkárság
www.vilagorokseg.hu