Commento al vangelo di domenica 11 gennaio 2015

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Commento al vangelo di domenica 11 gennaio 2015
DOMENICA 11 GENNAIO BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO B)
padre Gian Franco Scarpitta
Novità di vita
Gesù si confonde
con i peccatori alla riva del
Giordano per chiedere a
Giovanni di essere battezzato
come tutti gli altri, sebbene lui
fosse apparso per togliere i
peccati del mondo intero e in lui
non vi fosse peccato alcuno
(1Gv 3, 5). La sua scelta di
umiltà e di sottomissione si
giustifica con l'adempimento
della volontà del Padre, che era quella adempiere ogni opera per il riscatto e per la
salvezza dell'umanità: sottomettendosi al battesimo al Giordano Cristo adempie la
volontà del Padre di avvicinare i peccatori per comunicare loro amore e misericordia
e per instaurare con essi un rapporto di intimità e di fiducia, ai fini di recuperarli alla
vita. Di salvarli. Gesù al Giordano si rende insomma solidale con i peccatori
condividendo con essi angosce e sofferenze che la privazione di Dio comporta nella
loro vita; per coltivare con essi la stessa aspirazione alla speranza e alla vita nuova,
alla forza rigeneratrice del perdono divino che rigenera e infonde coraggio. Gesù
accetta di sottoporsi al Battesimo e questo gli merita l'approvazione del Padre e il
dono dello Spirito Santo. Uscito dall'acqua viene istituito (già lo era nell'incarnazione)
Figlio di Dio e prediletto del Padre, il quale gli schiude le porte alla missione di
redenzione e di salvezza.
Sul significato del Battesimo di Gesù in relazione al nostro lavacro
battesimale, Giovanni il Battista è molto perentorio quando parla di "uno che è più
grande di me, che battezzerà in Spirito Santo e acqua", istituendo così un nuovo
Battesimo dalle prerogative più elevate. Secondo Giovani Evangelista Cristo è venuto
"non con l'acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue"(1Gv 5, 6).
E in effetti dal costato trafitto di Gesù, che sulla croce inaugura la Chiesa
nel tempo della nuova Alleanza, scaturirono sangue e acqua: il primo simbolo
dell'Eucarestia, l'altra del Battesimo. Il sangue misto ad acqua che scaturisce dalla
profondità delle ferite del Crocifisso rende questi Testimone della misericordia del
Padre verso tutti i peccatori. A rendere testimonianza del Cristo in relazione a noi
sono di conseguenza questi tre elementi: lo Spirito, l'acqua e il sangue (1Gv 5, 8).
Conseguentemente il Battesimo istituito da Gesù è quello inaugurato dal sacrificio
con cui Cristo ha pagato per noi il suo prezzo sulla croce, ha valore espiativo e
redentivo perché esso stesso rigenera a vita nuova debellando in noi il peccato. Esso
non è più un semplice rito esteriore quali potevano trovarsi già nei culti e nelle
ritualità pagane; non assume un ruolo simbolico come il Battesimo impartito da
Giovanni Battista al Giordano e non ha nulla di puramente formale o esibizionistico.
E' il Battesimo esercitato dallo stesso Cristo, che avviene nello Spirito Santo, anche
se la materia con cui è amministrato è l'acqua. In esso agisce Cristo stesso per mezzo
dello Spirito Santo, che attualizza la presenza invisibile ma operante dello stesso
Signore. Inoltre ha esso stesso l'efficacia di rigenerare a vita nuova, di purificare e di
far rinascere cancellando in noi ciò che è sordido. Come noi spieghiamo ai bambini
dei percorsi di catechesi, il Battesimo cancella in noi il peccato originale. Ciò significa
che ci fa rinascere dall'alto, immergendoci in un lavacro di purificazione che
solamente lo Spirito può operare, ci introduce nella nuova vita, animando in noi il
desiderio di appartenenza a Cristo e lo zelo della testimonianza. Nello Spirito Santo
il Battesimo del Signore distrugge quanto in noi quanto è sordido per rinnovarci
interiormente fino in fondo, ponendo le condizioni di perfezione assoluta e santità di
vita e rendendoci liberi e affrancati dalle schiavitù del peccato. Il Battesimo è quindi
la nostra rinascita.
Nel Battesimo di Cristo percepiamo la
presenza dello Spirito che costituisce sempre lo sprone
delle nostre azioni e delle nostre scelte, motivandoci e
dandoci slancio e vigore in tutte le circostanze e
rinnovando in noi zelo e temperanza nella
testimonianza del Risorto. La rinascita nello Spirito
non può che comportare gioia perenne, come si
descrive per immagini nel Libro di Isaia (I Lettura) che
invita tutti a rifocillarsi anche senza denaro senza spesa,
venendo prima all'acqua e poi al "vino e al latte", per
godere della salvezza e della pienezza della vita nuova.
La nuova vita però non legittima
l'isolamento e la chiusura egoistica nella detenzione di
un tesoro gelosamente custodito ed ermeticamente impermeabile per gli altri: il
Battesimo dischiude all'apertura e al dono di se stessi perché impone necessaria
testimonianza della nostra nuova condizione di vita e per ciò stesso è un dono che
apre alla comunione e alla missione. Rinnovato a nuova vita, il cristiano è infatti
tempio dello Spirito Santo e membro del Corpo che è la Chiesa, il cui capo è il Cristo.
Nel lavacro battesimale siamo infatti chiamati ad essere parte di Cristo Capo, sue
membra innestate alla Vite che traggono da essa alimento e che di essa sono riflesso
e prolungamento nel mondo. Chi riceve il Battesimo è quindi elemento di unità e di
comunione, membro facente parte di un tutto organico nel quale esercita una funzione,
strumento di missione e di evangelizzazione a testimonianza della Chiesa.
Ricevendo il Battesimo del Signore siamo destinati ad essere "rigenerati
da Dio per vincere il mondo" (1Gv 5, 3) e per avere anche noi ragione del peccato e
del maligno, alla sola condizione che perseveriamo nella fede e nella costanza che ci
apporta l'essere Figli di Dio. Nella fede siamo chiamati infatti a non vanificare la
grazia battesimale che ci è stata data in dono, a non disperdere il beneficio che il
Cristo stesso ci ha concesso rigenerandoci a nuova vita, ma a camminare nella fede e
nella costante adesione a Dio, sempre pronti ad esercitare la sua volontà
nell'osservanza dei suoi moniti e dei suoi comandamenti. Il che equivale ad instaurare
una relazione di assoluta familiarità con Dio che esclude ogni sorta di servilismo e di
sudditanza, chiamandoci piuttosto ad uno spirito di familiarità e di collaborazione
attiva all'opera di salvezza dello stesso Signore per mezzo di una condotta che
significhi esteriormente il vero rinnovamento personale, nella presa di distanza dal
male fuggito con orrore per la continua ricerca del bene.
Un atto di umiltà e di sottomissione da parte di Gesù si trasforma
pertanto in occasione di novità e di vita per chi vuole decidersi per Cristo senza riserve.
Vivere costantemente il nostro Battesimo e impegnarci senza riserve affinché i suoi
frutti di novità possano coinvolgere tutto il nostri vissuto e il mondo intero,
impegnarci senza esclusione di colpi contro il peccato e le sue trappole di illusione
fittizia è la prima vocazione alla quale ciascuno è chiamato. E è anche garanzia di vita
e di salvezza perenne.