Acari di superficie nella dermatologia dei piccoli animali by RS
Transcript
Acari di superficie nella dermatologia dei piccoli animali by RS
Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Acari di superficie nella dermatologia dei piccoli animali Ralf S. Mueller Dr Med Vet, Dipl ACVD, FACVSc, Monaco, Germania Rogna sarcoptica La rogna sarcoptica è una malattia contagiosa causata da Sarcoptes scabiei var. canis nel cane e da Notoedres cati nel gatto. Secondo la nostra esperienza, è molto più comune nel cane. La trasmissione avviene solitamente per contatto diretto con animali colpiti, in rari casi gli animali possono infestarsi a partire da un ambiente contaminato di recente. Si riscontrano anche portatori clinicamente non colpiti. L’acaro non sopravvive lontano dall’ospite per periodi di tempo molto lunghi. Il suo ciclo vitale si compie in circa 21 giorni. Clinicamente, questa rogna è caratterizzata da un tremendo prurito. Nelle sedi colpite si sviluppano papule, scaglie e croste, tipicamente a livello di gomiti, garretti, muso e padiglioni auricolari nel cane e muso, orecchie e collo nel gatto. Occasionalmente, si osserva un prurito senza lesioni causato da acari della scabbia (Scabies incognito). La diagnosi viene formulata mediante raschiati cutanei superficiali. Tuttavia, dato che gli acari possono essere difficili da dimostrare, per confermare la presenza dei parassiti nei soggetti che risultano negativi a questo tipo di esame si ricorre comunemente ai tentativi terapeutici. Durante i primi giorni di terapia, spesso si osserva un aumento del prurito dovuto agli acari morenti, e può essere utile la concomitante somministrazione di glucocorticoidi per i primi 3-5 giorni. Otodectes cynotis (acari auricolari) Si tratta di acari grandi, bianchi e liberi di muoversi dotati di 4 paia di arti che si estendono oltre i margini del corpo (fatta eccezione per il rudimentale quarto paio delle femmine). Il ciclo vitale dura 3 settimane. Le uova vengono deposte fissandole al substrato con una sostanza cementante. Dopo 4 giorni di incubazione, ne schiude una larva esapode che si alimenta attivamente per 3-10 giorni, si riposa per un giorno e schiude una protoninfa (ottapode, con l’ultimo paio molto piccolo) ed in seguito muta nella deutoninfa. Il maschio adulto si fissa alla deutoninfa in modo termino-terminale. Se la deutoninfa è una femmina avviene l’accoppiamento e la femmina diventa portatrice di uova. Le femmine che non si sono unite ad un maschio non depongono le uova. Vivono per due mesi. La trasmissione avviene per contatto diretto ed indiretto. Gli acari possono sopravvivere anche per 8-12 settimane nell’ambiente. Si ritiene che le pulci siano in grado di trasmettere gli acari e le uova che possono aderire al loro corpo. Gli acari si alimentano dei detriti dell’epidermide e dei fluidi tissutali della parte superficiale dell’epidermide. Cau- sano un’intensa irritazione e la formazione di spesse croste bruno rossastre nelle orecchie dei cani e dei gatti. I parassiti si trovano comunemente in altre aree dell’organismo, specialmente il collo, la groppa e la coda. Sono altamente contagiosi e particolarmente diffusi nei giovani. Si ritiene che il 50% o più della totalità delle otiti del gatto ed il 10% di quelle del cane siano causati da acari auricolari. Le infestazioni nei felini variano da Paese a Paese con valori di appena 3,5% in Australia! e fino al 75% negli Stati Uniti. Cheyletiella (“Forfora che cammina”) Quelli del genere Cheyletiella sono acari di grandi dimensioni (385 mcm) che colpiscono i gatti (C. blakei), i cani (C. yasguri), i conigli (C. parasitovorax) e l’uomo (colpito in maniera transitoria da C. yasguri o blakei). La specificità di ospite è ancora un argomento controverso. Si riscontrano 4 paia di arti dotati di pettini invece che di artigli. La principale caratteristica diagnostica è data dalle parti orali accessorie o palpi che terminano con uncini prominenti. L’organo sensoriale a forma di cuore sul genu 1 ha valore diagnostico per C. yasguri, quello a forma di cono per C. blakei e quello globale per C. parasitovorax. Gli acari adulti sono giallastri e si muovono rapidamente nello strato corneo ma non scavano gallerie. Vivono dei fluidi tissutali pungendo periodicamente la cute. Le uova sono più piccole delle lendini dei pidocchi e sono attaccate ai peli mediante fini filamenti fibrillari (non cementate saldamente ai peli stessi come le lendini). Schiudono in 4 giorni. La larva esapode muta nella ninfa 1 ottopode dopo 7 giorni, nella ninfa 2 dopo 4 giorni e mezzo e nell’adulto dopo 5 giorni. L’acaro è un parassita obbligato che non vive lontano dall’ospite per più di 48 ore (fatta eccezione per le femmine, che possono sopravvivere anche per 10 giorni se vengono accuratamente refrigerate). Gli acari sono altamente contagiosi, specialmente per gli animali giovani. Il decorso nei piccoli animali è cronico, più grave e generalizzato nei cuccioli di 2-8 settimane. I soggetti più anziani possono diventare portatori asintomatici. Di solito l’unica alterazione è data dalla formazione di scaglie (dovuta ad acari e scaglie di cheratina) mentre il prurito risulta lieve o assente. I gatti possono sviluppare delle diffuse eruzioni papulocrostose ed un intenso prurito in alcuni casi. La diagnosi viene formulata mediante prelievo per impronta con nastro adesivo, raschiati superficiali, digestione con KOH dei detriti raccolti attraverso un pettine da pulci o campioni fecali esaminati per flottazione. Le principali diagnosi differenziali da prendere in considerazione sono gli Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC altri ectoparassiti e la seborrea. Nelle biopsie si osserva un dermatite perivascolare superficiale iperplastica con ipercheratosi ed un numero variabile di eosinofili. La cheyletiellosi è una malattia locale; si osserva con estrema frequenza in alcune aree mentre è molto rara in altre. Dermanyssus gallinae (acaro del pollame) L’“acaro rosso” (che ha questa colorazione soltanto quando è gonfio di sangue) attacca il pollame, gli uccelli selvatici e da gabbia, i cani, i gatti, i bovini, i cavalli e l’uomo. Misura 1 mm, vive nei nidi e nelle fessure delle gabbie o delle case e depone fino a 7 uova dopo un pasto. Queste schiudono ninfe esapodi che non si alimentano. Dopo 48 ore queste mutano in protoninfe ottopodi, e dopo altre 48 ore in deutoninfe e dopo due giorni in adulti. L’intero ciclo vitale richiede quindi in condizioni ideali 7 giorni, ma può durare fino a 5 mesi. La maggior parte dei casi nei piccoli animali si riscontra in soggetti che possono avere accesso a dei pollai (talvolta vecchi ed abbandonati o destinati ad altri usi). Quindi, per la diagnosi della malattia è essenziale una buona indagine anamnestica. Si possono osservare eritema, prurito ed eruzioni papulocrostose, specialmente al di sopra del dorso ed a livello delle estremità, ma in un cane è stata anche descritta una grave desquamazione generalizzata senza prurito. La diagnosi può essere formulata mediante raschiati cutanei. Tuttavia, gli acari tendono a vivere nell’ambiente e ad alimentarsi di notte. Le spugnature e gli spray insetticidi gli eliminano, ma per prevenire l’infestazione è essenziale trattare le strutture. Lynxacarus radovsky (acaro della pelliccia del gatto) Questi piccoli acari (0,5 mm) possiedono delle estensioni sternali simili a lembi che contengono i primi due arti, che afferrano il pelo dell’ospite. Questi parassiti non sono altamente contagiosi e di solito il prurito è scarso. Si attaccano ai peli e conferiscono un aspetto “sale e pepe” al mantello opaco e sporco. Il pelo viene via facilmente, la cute è normale e mostra un’eruzione papulosa. La diagnosi viene formulata mediante raschiato cutaneo o preparati per impronta con nastro adesivo, gli animali vengono trattati con spugnature o spray insetticidi. Trombiculidiasi (larve) I trombiculi sono degli “spazzini” che vivono sul materiale vegetale in decomposizione. Hanno un colore rosso arancio, le dimensioni di uno spillo e vivono circa 10 mesi (le femmine possono sopravvivere per più di un anno). Le uova vengono deposte nel terreno umido e schiudono dando origine a delle larve rosse esapodi che sono parassiti. Si alimentano sugli animali (può venire colpito qualsiasi animale grande o piccolo nonché l’uomo), cadono al suolo e diventano ninfe ed infine adulti. L’intero ciclo vitale si completa in 50-70 giorni. Le morsicature, solitamente localizzate a livello delle aree di cute che vengono a contatto del suolo come gli arti, le zampe, la testa, le orecchie ed il ventre, producono una grave irritazione ed un intenso prurito, con eruzioni papulocrostose, ma possono anche dare origine a pustole non pruriginose e croste con desquamazione secondaria ed alopecia nei piccoli animali. I parassiti aderiscono strettamente alla cute. Nell’uomo, si osserva un intenso prurito delle caviglie, delle gambe e del girovita. L’acaro rosso viene spesso grattato via. Nei soggetti sensibilizzati si possono avere reazioni urticarioidi o granulomatose. Le larve di Trombicula sono stagionali in estate ed in autunno. La biopsia cutanea rivela una dermatite perivascolare superficiale nella quale sono prominenti gli eosinofili. Per la terapia si utilizzano una o due spugnature parassiticide e l’instillazione di gocce di tiabendazolo nei condotti uditivi, ma i pazienti vanno tenuti lontani dalle aree contaminate per prevenire la reinfestazione. La somministrazione di corticosteroidi per 2-3 giorni contribuisce ad alleviare il prurito. Trattamento degli acari superficiali • La selamectina è un farmaco spot on registrato per il trattamento della rogna sarcoptica e degli acari auricolari in molti Paesi. Si è anche dimostrato efficace nei confronti della Cheyletiellosi. Io lo impiego ogni 2 settimane per 3 trattamenti. • Anche la moxidectina è disponibile come farmaco spot on registrato per il trattamento della rogna sarcoptica del cane. I trattamenti topici comprendono spugnature di solfuro di calce, amitraz, ivermectina ed altri bagni antiparassitari. Vengono utilizzati settimanalmente per 4 settimane. • Si può attuare una terapia sistemica con ivermectina o milbemicina. Il protocollo di routine per un cane che non sia mai stato trattato prima con ivermectina prevede un lento incremento da 50 mcg/kg a 100 mcg/kg a 150 mcg/kg a 300 mcg/kg nel corso di somministrazioni successive ogni giorno. Si deve richiedere al proprietario di monitorare attentamente l’animale durante questo periodo per rilevare l’eventuale comparsa degli effetti collaterali precedentemente citati. Se insorge qualsiasi segno di atassia o tremore, la somministrazione del farmaco deve essere immediatamente interrotta. Una volta raggiunta la dose di mantenimento, si continua con questa posologia una volta alla settimana per altre tre settimane nei casi sospetti o accertati di rogna sarcoptica, cheyletiellosi o infestazioni da Otodectes cynotis. Anche il trattamento con milbemicina ossima a 2 mg/kg due volte alla settimana per 3-4 settimane si è dimostrato molto sicuro, facile ed efficace per la terapia della rogna sarcoptica nel cane. • Bisogna trattare anche tutti gli animali a contatto del paziente! • Durante i primi giorni di trattamento si può avere un iniziale peggioramento, che può venire trattato con glucocorticoidi ogni giorno per 3-4 giorni alla dose di 1 mg/kg. • Nella maggior parte dei pazienti si deve ottenere la remissione entro 4 settimane, anche se in alcuni casi è stato necessario prolungare la terapia per 8 settimane. Indirizzo per la corrispondenza: Ralf S. Mueller - Medizinische Tierklinik - Veterinaerstr. 13 80539 Muenchen - Germany - Ph: (49) 89 - 2180 2654 This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee