Contribuenti al servizio del fisco
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Contribuenti al servizio del fisco
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La Ctr Bari inaugura un nuovo filone Bongi-Bartolozzi a pag. 8 Fisco/2 - Fatture false, fattispecie estesa: i chiarimenti dei giudici di legittimità sulla dichiarazione fraudolenta Loconte-Rotunno a pag. 10 Fisco/3 - Sgravi start-up a maglie larghe: incentivi estesi al 2016, elevate soglia e durata minima Pagamici a pag. 11 Impresa/1 - Grazie alla guida Mise le aziende hanno una bussola per orientarsi fra le agevolazioni disponibili Lenzi a pag. 14 Impresa/2 - Private equity e venture capital, l’Italia piace e si investe di più. Raccolta fondi a 2,5 mld, il 45% sono esteri dell’Olio a pag. 15 Impresa/3 - Agenti e mediatori creditizi: è caccia agli abusivi del credito. I soggetti non autorizzati saranno resi noti Unnia a pag. 16 Ambiente - Tutte le indicazioni per essere in regola con i modelli 231 ed evitare ecoresponsabilità e sanzioni Dragani a pag. 17 Spendere meglio - Offerte telefoniche a misura di partita Iva: le strategie sul mercato per professionisti e pmi Di Palma a pag. 19 Affari in Piazza - Bond, è ora di alzare l’asticella, ma senza esporsi eccessivamente dell’Olio a pag. 20 D Documenti - I testi d delle sentenze tributar commentate nella rie S Selezione www www.italiaoggi.it/docio7 *** #&*"&"& & Contribuenti al servizio del fisco Sempre più dati e adempimenti obbligatori per imprese, professionisti, lavoratori autonomi a favore dell’anagrafe tributaria. Si va verso un socialismo reale hi-tech MARINO LONGONI [email protected] DI L a quantità di dati che banche, imprese, professionisti, enti pubblici devono inviare all’anagrafe tributaria sta crescendo in modo esponenziale. Negli ultimi 12 mesi sono almeno una dozzina i provvedimenti dell’Agenzia delle entrate che hanno imposto nuove corvèe fiscali: dagli enti di previdenza alle università, dai professionisti alle imprese, dalle assicurazioni alle banche, tutti hanno dovuto aggiornare procedure, software, competenze, per adempiere ai nuovi obblighi di volta in volta imposti dalla normativa tributaria. I conti bancari, i risparmi, perfino le cassette di sicurezza sono scandagliati in modo sistematico dal grande fratello fiscale. La gran parte delle riforme fiscali degli ultimi anni si è tradotta in nuovi adempimenti a carico delle categorie produttive che, oltre a combattere con clienti e fornitori, hanno dovuto sobbarcarsi oneri e attività che la pubblica amministrazione non è in grado o non vuole svolgere. Un esempio recente è l’operazione 730 online, per la quale sono state arruolate, gratis et amore dei, schiere di professionisti, imprese, lavoratori autonomi, che si sono dovuti organizzare, quasi sempre in tempi stretti, per la trasmissione delle informazioni richieste dall’anagrafe tributaria. Spesso sotto la minaccia di sanzioni pesantissime. L’aumento delle informazioni in possesso del grande fratello fiscale ha messo nelle mani dell’Agenzia delle entrate un’arma micidiale. Definitiva. L’evasione fiscale, con tutti gli squilibri e le ingiustizie causati da una ripartizione iniqua del carico tributario, sembra avere i giorni contati. Ma cosa succederà quando tutto sarà sotto il controllo vigile del fisco? Quando strumenti elettronici sempre più sofisticati renderanno l’evasione un’ipotesi residuale? Succederà quello che è già successo in Russia, a Cuba, nell’Eu- ropa dell’Est. Nessuno più avrà voglia di avviare un’impresa, un’attività artigianale o professionale. Perché assumersi dei rischi, impegnarsi allo spasimo, lavorare duramente se poi, con una pressione tributaria che supera il 43% del pil, a guadagnarci è sempre e solo il fisco? È come giocare con una roulette, dove vince sempre il banco. L’Italia si avvia a inaugurare il socialismo reale hi-tech. Il rapporto tra l’apparato burocratico statale, che si nutre di imposte, e l’apparato produttivo, che le imposte le paga, è necessariamente un rapporto dialettico, che si mantiene su delicati equilibri. Non può essere scardinato a favore dell’una o dell’altra parte senza conseguenze rovinose. La storia del Novecento è ricca di esempi che lo dimostrano. Invece, a fronte di un aumento impressionante e continuo della quantità di dati contenuti nell’anagrafe tributaria, le garanzie offerte ai contribuenti non crescono affatto. Possono infatti accedere all’anagrafe tributaria la gran parte dei 36 mila dipendenti dell’Agenzia delle entrate, oltre 400 enti esterni (Poste, Inps, Inail, Equitalia e altri,) le regioni e 5.700 comuni. E in passato sono emersi casi di accessi non esattamente per ragioni di servizio. Il garante della privacy, pochi giorni fa, ha evidenziato la presenza massiccia di dati errati: basta imputare male un numero o un nome e questo può generare accertamenti sbagliati, segnalazioni prive di fondamento, anomalie più o meno gravi che rischiano di trascinarsi per anni (o di non essere corrette mai). Lo stesso garante non ha però previsto la possibilità per il contribuente di accedere ai dati a lui riferiti (per facilitare l’emersione di eventuali errori). E nemmeno ha ritenuto necessario consentire ai contribuenti la conoscenza di quale funzionario ha effettuato l’accessi sui suoi dati: lo ha confermato di recente la struttura di Antonello Soro, rispondendo a un quesito in tal senso posto da ItaliaOggi. Cresce così lo squilibrio tra una parte, quella pubblica, che viene dotata di poteri sempre più penetranti e un’altra, quella privata, che si trova ad agire in ambiti sempre più ristretti. Da stato di polizia (tributaria). © Riproduzione riservata Quasi tutte le banche sono attive online. Fb, Twitter & co. nuovi strumenti di fidelizzazione e profilazione dei clienti A caccia di correntisti sui social Affari Legali Per gli studi legali si apre la sfida del Brevetto Ue Occupazione, il turismo fa spazio ai giovani $ & +" ")% Sette IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE C omplice l’arrivo del bail-in, per il settore bancario sta diventando sempre più importante instaurare e consolidare un rapporto di fiducia con la clientela acquisita e potenziale, nella consapevolezza di almeno due criticità: le ferite rimaste aperte dopo la lunga stagione di crisi, la necessità di fare i conti con la clientela più giovane, per sua natura meno portata alla fidelizzazione. Uno scenario che spiega l’interesse crescente degli istituti di credito verso i social network. Sui principali ci sono quasi tutti, almeno tra gli operatori di grandi e medie dimensioni. Uno studio realizzato da Abi e Kpmg segnala che ormai l’85% delle banche italiane è presente sui principali canali del web, dato destinato a salire oltre la soglia del 90% nell’anno in corso. Le piattaforme più utilizzate sono Facebook, YouTube, Twitter e LinkedIn, con una presenza che mira sia a spingere il filone commerciale sia a valorizzare il brand aziendale. E già da qualche mese Facebook ha lanciato un servizio per trasferire denaro: basta collegare la propria carta di credito o debito al proprio account messenger per prelevare dal conto corrente senza costi aggiuntivi e con un semplice click. NELL’INSERTO/2 NELL’INSERTO/1 Finanziamenti Selezione di PMI Sentenze tributarie A CURA DELLO SCADENZARIO RAGIONATO DELLE OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI COMUNITARI E REGIONALI Aprile 2016 STUDIO FUOCO a cura di CINZIA BOSCHIERO 1. CASE DI LUSSO, DELL’IVA RISPONDE L’ACQUIRENTE Per domande o segnalazioni: [email protected] 2. CONTRIBUTO UNIFICATO, INVITO NON IMPUGNABILE LEGENDA 3. BUONA FEDE, IL PRINCIPIO VALE PER LE DUE PARTI 4. CARTELLE NON IMPUGNATE, PRESCRIZIONE DECENNALE 5. CONCESSIONARIO, RESPONSABILITÀ AMPIA - Grado di anticipazione della notizia rispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea espresso in numero di stelle (5 stelle = massima anticipazione) - Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazione di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc. Aiuti per la competitività delle pmi, la formazione e la ricerca 6. DOCUMENTI INUTILIZZABILI SOLO SE RICHIESTI 7. DIFESA ESAUSTIVA NON IMPLICA ATTO MOTIVATO I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7 27 Marzo 2016 dell’Olio da pag. 12 "&+%&%%% %%#%%&#& ##%"#+++%%&(&%%& !% ()%&%&"&)%#%%"#++% (&$"+%(#%% &%+" "%#(&%%#&*"%%")%"%%" "++%&%"%'% )%( (&(&+%%%"& "%"%"+%)#&%%#&%'''%#&'$ "#&%("%%%("% % 2 Domenica 27 Marzo 2016 L OT TA A L L’ E VA S I O N E Sono ben 12 i provvedimenti dell’ultimo anno con nuovi obblighi di comunicazione Anagrafe tributaria, mole di informazioni da capogiro Pagine a cura ANDREA BONGI Anagrafe tributaria un anno di nuovi obblighi DI nagrafe tributaria in crescita esponenziale. Sono ben 12, uno al mese, i provvedimenti che nell’ultimo anno solare hanno disposto nuovi obblighi di comunicazione dati o hanno integrato o modificato quelli già esistenti. Ad ogni nuova richiesta di invio di dati in anagrafe tributaria corrisponde il reclutamento forzato di una nuova categoria di operatori economici chiamati ad inviare, con cadenza annuale o mensile, tutta una serie di informazioni relative alle operazioni compiute nell’anno o nel mese precedente. La mole di dati che affluiscono periodicamente nelle varie partizioni dell’anagrafe tributaria è da capogiro. A fronte di tali continui afflussi e dello stock di dati ed informazioni già presenti non mancano continui richiami alla protezione ed al controllo degli stessi da intrusioni esterne da parte del Garante della privacy alle quali, in qualche modo, l’amministrazione finanziaria cerca di dare risposta ed adeguamento. In un tale contesto è urgente capire se e come ogni singolo cittadino possa attivarsi per avere contezza di chi, come e perché, ha avuto accesso ai propri dati, spesso anche sensibili. Forse le disposizioni in materia di trasparenza dell’azione amministrativa (la legge n. 241 dell’ormai lontano 1990) potranno costituire l’appiglio decisivo per un tale tipo di tutela. Ciò premesso vediamo, in estrema sintesi, quali sono le principali informazioni che affluiscono nell’anagrafe tributaria e quali sono le categorie di operatori economici forzatamente obbligati dal fisco a far affluire i dati stessi sotto la comminatoria di pesanti sanzioni amministrative. A I «forzati» della Precompilata. Nell’ultimo anno solare sono state arruolate dal fisco tutta una serie di categorie economiche che hanno dovuto assumersi l’onere di comunicare telematicamente una ingente mole di dati ed informazioni necessarie alla predisposizione del «famigerato» 730 precompilato. Molte di queste nuove comunicazioni sono evidenziate nella tabella in pagina. I primi a pagare lo scotto della precompilata sono stati i sostituti d’imposta che tutto d’un tratto si son visti imporre, entro un termine più breve rispetto al passato, l’obbligo di trasmissione telematica delle certificazioni uniche, pena la Normativa di riferimento Tipologia di comunicazione Provvedimento del 19/2/2016 Dati relativi alle spese funebri Provvedimento del 19/2/2016 Dati relativi ai contributi versati alle forme pensionistiche complementari Provvedimento del 19/2/2016 Dati relativi alle spese sanitarie rimborsate Provvedimento del 19/2/2016 Dati relativi alle spese universitarie Provvedimento del 25/1/2016 Modifiche ed integrazioni alla comunicazione in archivio dei rapporti finanziari Provvedimento del 15/1/2016 Dati contenuti nelle Certificazioni uniche (Cu 2016) Provvedimento del 23/12/2015 Modifiche alla comunicazioni dati relativi ai contratti assicurativi e ai premi assicurativi Provvedimento del 23/12/2015 Modifiche alla comunicazione dei dati relativi ai bonifici per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici Provvedimento del 31/7/2015 Dati delle spese sanitarie ai fini della elaborazione della dichiarazione dei redditi precompilata Provvedimento del 16/7/2015 Modifiche alla comunicazione dei trasferimenti, anche attraverso movimentazione di conti, da o verso l’estero di mezzi di pagamento, da parte degli intermediari finanziari Provvedimento del 28/5/2015 Integrazioni alla comunicazione integrativa annuale all’Archivio dei rapporti - giacenza media annua dei conti. Provvedimento del 31/3/2015 Modifiche alla comunicazione delle operazioni rilevanti ai fini dell’imposta sul valore aggiunto – c.d. Spesometro sanzione amministrativa pari a 100 euro per ogni errore o omissione, Subito dopo i sostituti d’imposta il fisco ha arruolato gli operatori finanziari per l’invio dei dati relativi ai bonifici per le spese di ristrutturazione edilizia e risparmio energetico, poi gli operatori della sanità – medici e strutture sanitarie – per l’invio dei dati relativi alle prestazioni rese nei confronti dei loro pazienti e per gli eventuali rimborsi delle stesse da parte del servizio sanitario nazionale. A seguire sono stati precettati tutti coloro che erogano prestazioni funebri, le università statali e non statali e gli enti che erogano forme pensionistiche complementari. Ad ognuno di essi è stato richiesto l’invio dei dati delle prestazioni rese nel corso dell’anno precedente ai fini dell’inserimento degli stessi nel modello precompilato. Le comunicazioni degli operatori finanziari. L’archivio dei rapporti finanziari è il cuore dell’anagrafe tributaria. Gli operatori del comparto (banche, Poste italiane spa, intermediari finanziari, imprese di investimento, organismi di investimento collettivo del risparmio, società di gestione del risparmio ed ogni altro operatore finanziario) sono oberati da una serie di obblighi di trasmissione telematica di dati ed informazioni in anagrafe tributaria sia su base mensile che annuale. Senza voler scendere nel dettaglio (si veda articolo successivo) i principali obblighi di trasmissione riguardano: i bonifici per le detrazioni fiscali, la tassazione dei redditi da risparmio sotto forma di pagamenti di interessi (direttiva risparmio), i dati relativi all’archivio dei rapporti finanziari (il c.d. monitoraggio fiscale), gli interessi passivi su mutui, le informazioni relative alle indagini finanziarie e la co- municazione delle operazioni rilevanti ai fini Iva effettuate tramite Pos. Amministrazioni, enti pubblici e società concessionarie. Molteplici anche gli obblighi di comunicazioni di dati all’anagrafe tributaria da parte delle amministrazioni locali (in particolare i comuni) le pubbliche amministrazioni e gli uffici pubblici. Tutti i comuni italiani hanno infatti l’obbligo di trasmettere informazioni utili ai fini dell’accertamento dei tributi statali attraverso tramite il sistema Siatel. Il flusso delle informazioni riguarda in particolare i settori: commercio, professioni, urbanistica e territorio, proprietà edilizie e patrimonio immobiliare, residenze fittizie all’estero e, in generale, la disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva. Grazie all’invio di tali segnalazioni i Comuni potranno poi partecipare in quota al gettito erariale recuperato. Gli uffici comunali che abbiano ricevuto denunce di inizio attività e emesso atti di assenso in materia di attività edilizia devono poi effettuare specifiche comunicazioni in anagrafe tributaria in relazione a tali atti. Allo stesso modo tutti gli uffici pubblici che hanno concesso autorizzazioni, licenze e concessioni di aree demaniali marittime, devono comunicare in anagrafe tributaria i dati dei soggetti beneficiari. Anche gli enti locali che gestiscono la tassa rifiuti e le società concessionarie che gestiscono la Tariffa di igiene ambientale, hanno l’obbligo di comunicare annualmente all’anagrafe tributaria i dati relativi agli utenti dei servizi. Assicurazioni, gestori di utenze, ordini, strutture sanitarie e società di calcio. Molteplici anche le comunicazione in anagrafe tributaria alle quali sono obbligate le società e le compagnie di assicurazioni. Si va dai dati relativi ai premi di assicurazione detraibili alle notizie, relativamente ai soggetti contraenti, dei più svariati contratti di assicurazione con esclusione soltanto di quelli relativi alla responsabilità civile e all’assistenza e garanzie accessorie. Tutti gli operatori del settore delle assicurazioni devono poi comunicare in via telematica all’anagrafe tributaria i dati relativi alle liquidazioni effettuate in presenza di sinistri, compresi quelli che si riferiscono a erogazioni effettuate da altri in loro nome o per loro conto. I gestori di servizi di pubblica utilità devono invece comunicare annualmente all’anagrafe tributaria i dati relativi ai contratti di somministrazione di energia elettrica, acqua, gas e i contratti di servizi di telefonia fissa, mobile e satellitare. Gli ordini professionali e gli altri enti ed uffici obbligati alla tenuta di albi, registri e elenchi istituti per l’esercizio delle attività professionali e di lavoro autonomo devono invece comunicare, sempre con cadenza annuale, all’anagrafe tributaria i dati relativi alle iscrizioni, variazioni e cancellazioni. Le strutture sanitarie private, organizzate in qualsiasi forma, sono invece tenute a comunicare telematicamente l’ammontare dei compensi complessivamente riscossi per ogni medico e paramedico in ciascun anno solare. © Riproduzione riservata Domenica 27 Marzo 2016 Le principali comunicazioni all’archivio dei rapporti finanziari Tipologia rapporto importi da comunicare Altre informazioni Conto corrente e Saldo Contabile fine Saldo Contabile di Totale accrediti ef- Totale degli addebiti fine anno fettuati nell’anno effettuati nell’anno carte di credito anno precedente con Iban Conto deposito Controvalore dei tititoli e/o obbliga- toli alla data fine zioni anno precedente (come da estratto conto) Controvalore dei titoli rilevato contabilmente alla data di fine anno (come da estratto conto) Giacenza media Importo totale degli Importo totale disinacquisti di titoli, vestimenti effettuafondi ecc effettuati ti nell’anno nell’anno, esclusi i rinnovi. Conto deposito a Saldo Contabile fine Saldo Contabile di Importo totale ac- Importo totale degli risparmio libero/ anno precedente fine anno crediti ef fettuati addebiti effettuati vincolato nell’anno nell’anno Rappor to fidu- Controvalore rileva- Controvalore rilevaciario ex lege n. to contabilmente to contabilmente a 1966/1939 a fine anno prece- fine anno dente Gestione collettiva Ammontare del condel risparmio tratto di gestione alla data di fine anno precedente Importo totale distintamente individuato dei conferimenti (parziali/ totali) ef fet tuati nell’anno Giacenza media Importo totale distintamente individuato dei prelievi (parziali/totali) effettuati nell’anno Ammontare del con- Importo totale del- Importo totale dei tratto di gestione le sottoscrizioni di rimborsi di quote nell’anno alla data di fine quote nell’anno anno Gestione patrimo- Valore globale del Valore globale del Importo totale degli Importo totale dei niale patrimonio a data patrimonio a data apporti effettuati prelievi effettuati nell’anno nell’anno di fine anno prece- fine anno dente Certificati di depo- Totale degli importi sito e buoni frut- facciali dei Certificatiferi ti o dei buoni a fine anno precedente Totale degli importi Importo totale delle Importo totale delle Numero totafacciali dei Certifi - accensioni effettua- estinzioni effettuate le dei certifinell’anno cati o dei buocati o dei buoni a te nell’anno ni fruttiferi fine anno Conto terzi indivi- Saldo Contabile alla Saldo Contabile alla Importo totale degli Importo totale degli duale/globale data di fine anno data di fine anno accrediti effettuati addebiti effettuati precedente nell’anno nell’anno Dopo incasso Saldo Contabile alla Saldo Contabile alla Importo totale degli data di fine anno data di fine anno incassi effettuati precedente nell’anno Numero totale degli accessi effettuati nell’anno Cassette di sicurezza Contratti derivati Giacenza media Importo totale no- Importo totale no- Numero totazionale dei contratti zionale dei contratti le dei contratti stipulati chiusi nell’anno. accesi nell’anno Carte di credito/ Utilizzo del plafond Utilizzo del plafond di Per le carte pre- importo totale degli debito di spesa a fine anno spesa a fine anno pagate Ricaricabili, acquisti effettuati precedente l’importo totale del- nell’anno. le ricariche effettuate nell’anno. Per le prepagate non ricaricabili l’importo totale del valore delle carte acquistate nell’anno Prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione Importo totale de- Importo totale dei gli incrementi della riscatti della polizza polizza effettuati effettuati nell’anno nell’anno Acquisto e vendita di oro e metalli preziosi Importo totale del Importo totale del Numero totavalore degli acquisti valore delle vendite le delle opeeffettuati nell’anno effettuate nell’anno razioni effettuate Operazione Extraconto Ammontare delle operazioni nell’anno Numero delle operazioni effettuate 3 4 Domenica 27 Marzo 2016 L OT TA A L L’ E VA S I O N E L’archivio dei rapporti finanziari rappresenta il cuore dell’Anagrafe tributaria Conti bancari, il Fisco sa tutto Pagina a cura ANDREA BONGI DI iente sfugge più all’archivio dei rapporti finanziari. Nessun segreto «bancario» può essere ormai tenuto nascosto agli occhi dell’anagrafe tributaria italiana. Gli 007 del fisco possono capire, con un semplice click, come i contribuenti italiani movimentano ed utilizzano le loro disponibilità finanziarie. Per avere contezza di tutto ciò basta dare un rapido sguardo alla tabella nella pagina precedente nella quale sono riepilogate, per ogni tipologia di rapporto intrattenuto con gli operatori finanziari, i dati che periodicamente vengono inviati all’archivio dei rapporti finanziari, vero e proprio cuore dell’anagrafe tributaria alla quale hanno accesso, oltre ai funzionari dell’Agenzia delle entrate, anche i militari della Guardia di finanza, gli ispettori di Equitalia e di recente anche quelli dell’Inps. N Comunicazioni mensili e annuali. Gli operatori finanziari devono comunicare mensilmente all’archivio dei rapporti i dati relativi al rapporto finanziario e delle operazioni extra-conto, comprensivi del codice identificativo e dei dati anagrafici dei soggetti collegati al rapporto con specificazione del ruolo dagli stessi rivestito. Pe r q u a n t o r i g u a r d a quest’ultimo sono previste le seguenti tipologie soggettive: Titolare e contitolare; Titolare di ditta individuale; Delegato o procuratore; Delegato di sportello o delegato occasionale; Titolare effettivo (come rilevabile ai sensi della normativa antiriciclaggio); Garantito. Su base annuale invece dovranno essere invece trasmessi, relativamente ai rapporti attivi nel corso dell’anno di riferimento, i seguenti dati: 1) dati identificativi del rapporto, compreso il codice univoco assegnato dall’operatore al momento della comunicazione di accensione del rapporto; 2) dati relativi ai saldi del rapporto, distinti in saldo iniziale al 1° gennaio e saldo finale al 31 dicembre, dell’anno cui è riferita la comunicazione; 3) saldo iniziale alla data di apertura, per i rapporti acce- si nel corso dell’anno; il saldo contabilizzato antecedente la data di chiusura, per i rapporti chiusi nel corso dell’anno; 4) dati relativi agli importi totali delle movimentazioni distinte tra dare ed avere per ogni tipologia di rapporto, conteggiati su base annua; 5) giacenza media annua relativa ai rapporti di deposito e di conto corrente bancari e postali e rapporti assimilati; 6) altri dati contabili, solo per alcune particolari tipologie di rapporto. Le «giacenze medie» dei conti. Entrando più nel dettaglio delle singole comunicazioni non si può non evidenziare come per tre tipologie di rapporti finanziari vengano inviate al fisco anche le c.d. «giacenze medie». Si tratta di una nuova comunicazione introdotta a partire dai dati di riferimento dell’anno 2014, tramite la quale le banche e le Poste italiane spa inviano, in ossequio al provvedimento direttoriale del 28 maggio 2015, le informazioni della giacenza media annua per i rapporti di conto corrente, di conto deposito a risparmio libero/vincolato e per i rapporti di conto terzi individuale/ globale. Per giacenza media annua del rapporto deve intendersi l’importo medio delle somme a credito del cliente in un dato periodo ragguagliato ad un anno. Il calcolo della giacenza media annua si determina dividendo la somma delle giacenze giornaliere per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito o il conto risulta effettivamente attivo. Per giacenze giornaliere si intendono i saldi giornalieri per valuta. In presenza di una giacenza media negativa, i soggetti obbligati alla comunicazione dovranno indicare il valore zero. Le informazioni della giacenza media annua vanno trasmesse per tutti i soggetti persone fisiche e non fisiche che siano titolari di una delle tipologie di rapporto sopra indicate. Si tratta di un dato di evidente utilità segnaletica che va ad aggiungersi alle rilevazioni in ordine ai saldi contabili di inizio e fine anno e all’invio dei totali in accredito e in addebito su base annua. Le «Altre informazioni». Per particolari tipologie di rapporti bancari o finanziari il fisco chiede agli operatori del settore di inviare anche altri dati aggiuntivi a quelli relativi agli stock e ai flussi annuali. Si prenda, ad esempio, quanto richiesto in relazione ai certificati di deposito e buoni fruttiferi posseduto dal contribuente. Per questi ultimi la banca deve comunicare, oltre agli importi facciali dei titoli di fine ed inizio anno, nonché i totali delle accensioni ed estinzioni effettuate nel corso dell’anno, anche il numero totale dei certificati o dei buoni fruttiferi posseduto dal contribuente appositamente identificato tramite codice fiscale. Per le cassette di sicurezza il dato che interessa il fisco è il numero totale degli accessi effettuati nell’anno dal contribuente. Si tratta di una informazione che potrebbe far scattare segnali di allarme da parte dei soggetti che hanno accesso all’archivio dei rapporti finanziari perché indicativi di movimenti in entrata o uscita, da o verso, la cassetta di sicurezza stessa. © Riproduzione riservata Alcune informazioni viaggiano al contrario Il primo magazine-device per vivere bene nell’era digitale FIG GLI DIGITALI: COME AIUTARLI, COME DIFENDERLI IN PIÙ SPECIALE CLASSIFICHE I MIGLIORI 50 HOTEL D’ITALIA EDICOLA đ SMARTPHONE đƫTABLET đ SOCIAL È un magazine A fronte di una mole imponente di dati verso l’anagrafe tributaria qualcosa ritorna in direzione dei contribuenti. Si tratta delle nuove tipologie di comunicazione definite «avanzate» dall’Agenzia delle entrate, con le quali si tenta di stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari e l’emersione delle basi imponibili facilitandone gli adempimenti. Il riferimento è alle disposizioni contenute nella legge 23 dicembre 2014 n. 190, articolo 1, commi 634-636 ed al conseguente provvedimento direttoriale del 13 luglio 2015 (prot. n. 94624). Grazie a queste disposizioni i contribuenti potranno aver accesso ad una serie di informazioni che li riguardano direttamente e che potranno aiutarli nell’adempimento spontaneo dei loro obblighi tributari. Per adesso i dati che i contribuenti potranno ricevere e consultare dall’anagrafe tributaria sono solo di due tipi: 1. informazioni derivanti dal confronto con i dati comunicati dai loro clienti attraverso il c.d. Spesometro, da cui risulterebbe che gli stessi abbiano omesso, in tutto o in parte, di dichiarare i ricavi conseguiti; 2. informazioni riguardanti possibili anomalie, presenti nelle dichiarazioni dei redditi, relative alla corretta indicazione dei compensi certificati dai sostituti d’imposta nei modelli 770, quadro «Co- municazione dati certificazione lavoro autonomo, provvigioni e redditi diversi», con causale A (prestazioni di lavoro autonomo rientranti nell’esercizio di arte o professione abituale) ovvero M (prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente). I dati dei sostituti affluiscono nel cassetto fiscale del contribuente nella sezione «comunicazioni». I dati relativi agli spesometri inviati dai propri clienti dovrebbero invece arrivare tramite un messaggio sulla casella di posta certificata del contribuente. Il condizionale è d’obbligo perché a tutt’oggi, nonostante quanto indicato dal provvedimento istitutivo, non risulta sia stata inviata alcuna comunicazione del genere. Tornando alle comunicazioni rilevate dai 770 dei sostituti è opportuno evidenziare come il valore segnaletico delle stesse sia solo apparente. In esse è infatti evidenziata la ragione sociale del sostituto ed il tipo di reddito assoggettato a ritenuta ma non è indicato nessun importo né del reddito né delle ritenute effettuate. Difficile quindi pensare che solo sulla base di tale segnalazione sia possibile avere un utile riscontro o una semplificazione degli adempimenti tributari da effettuare. © Riproduzione riservata Domenica 27 Marzo 2016 Do FISCALITÀ INTERNAZIONALE 5 La procedura di definizione preventiva prevista per le imprese a vocazione internazionale Attività transnazionali in chiaro Indagini fiscali solo su fattispecie non previste dall’accordo DI Pagina a cura DUILIO LIBURDI nterpello ad hoc per le imprese a vocazione internazionale: le nuove disposizioni introdotte dal decreto legislativo n. 147 del 2015 trovano attuazione dal 21 marzo scorso per effetto della emanazione del relativo provvedimento attuativo da parte dell’agenzia delle entrate. Effetti rilevanti sulle attività di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria che, di fatto, potrà indagare solo su fattispecie diverse rispetto a quelle dell’accordo. Con un lasso temporale coperto dal ruling che, in linea di massima, dura cinque periodi di imposta. Le disposizioni contenute nel decreto internazionalizzazione, hanno introdotto l’articolo 31-ter del dpr n. 600 del 1973 disciplinando la possibilità che le imprese a vocazione internazionale possano individuare con l’amministrazione finanziaria alcune regole certe in situazioni che, nell’ambito della fiscalità internazionale, indubbiamente possono condurre a controversie. Di fatto, dunque, una norma (che sostituisce il ruling internazionale introdotto nel 2003 e che non ha riscontrato grandissimo successo) di garanzia per le parti interessate, a fronte, essenzialmente, di un contraddittorio preventivo. Posto che nella tabella in pagina sono delineati gli argomenti per i quali è possibile attivare l’accordo preventivo, il provvedimento del 21 marzo 2016 delinea in modo molto preciso la procedura da seguire. I Le ipotesi oggetto di possibile accordo Costi black list L’articolo 31-ter del dpr n. 600 del 1973 prevedeva tale ipotesi che nel provvedimento non viene più menzionata in funzione di quanto stabilito nella legge n. 208 del 2015 che prevede la deducibilità dei costi black list al solo requisito della inerenza degli stessi Determinazione dei valori di uscita o di ingresso in caso Trasferimento di di trasferimento della residenza ai sensi degli articoli residenza imprese 166 e 166-bis del Tuir Transfer pricing Facoltativo o sostanzialmente automatico per le imprese che aderiscono la regime collaborativo Redditi di natura finanziaria e royalties Applicazione a un caso concreto di norme, anche di origine convenzionale, concernenti l’erogazione o la percezione di dividendi, interessi e royalties e altri componenti reddituali a o da soggetti non residenti Valutazione della stabile organizzazione Valutazione preventiva della sussistenza o meno dei requisiti che configurano una stabile organizzazione situata nel territorio dello Stato, tenuti presenti i criteri previsti dall’articolo 162 del Tuir nonché dalle vigenti Convenzioni contro le doppie imposizioni stipulate dall’Italia Reddito della stabile organizzazione Applicazione a un caso concreto di norme, anche di origine convenzionale, concernenti l’attribuzione di utili e perdite alla stabile organizzazione in un altro Stato di un’impresa o un ente residente ovvero alla stabile organizzazione in Italia di un soggetto non residente Di particolare interesse è la i l i l fase iniziale, in quanto, ancora prima di presentare una istanza, il provvedimento afferma che è data facoltà alle imprese con attività internazionale di richiedere un incontro con i rappresentanti dell’ufficio al fine di ottenere, anche h per il tramite di propri procuratori ed in forma anonima, chiarimenti e/o indicazioni in merito alla procedura. Da qui il provvedimento delinea la strada da seguire che sarà: - quella ll della d ll presentazione i di una istanza corredata da documentazione nella quale si espone il caso concreto nonché la relativa soluzione. È evidente che questa parte è tipizzata in ragione della fattispecie che si intende trattare. Ad esempio, nell’ambito della valutazione della sussistenza dei requisiti di stabile organizzazione, la soluzione dovrà essere supportata da elementi di fatto e di diritto idonei e congruenti rispetto alla soluzione stessa; - la determinazione in merito alla ammissibilità della stessa che viene comunicata entro 30 giorni dalla presentazione; - l’avvio del contraddittorio con la parte nell’ambito del quale sarà possibile per l’amministrazione finanziaria procedere ad effettuare accessi mirati nonché richiedere documentazione che viene ritenuta necessaria in relazione alla comprensione della fattispecie; - il procedimento si chiude entro i 180 giorni successivi alla presentazione dell’istanza. Deve essere osservato come a differenza delle ordinarie forme di interpello, non è ovviamente prevista la forma del silenzio assenso. Si tratta di un termine indicativo decorso il quale non è ipotizzabile la condivisione sulla soluzione proposta; - una particolare modalità di svolgimento della procedura è prevista, comunque, in relazione alla verifica della sussistenza di una stabile organizzazione in Italia; - l’accordo, nell’ipotesi che questo venga raggiunto, diviene vincolante per le parti e rimane in vigore per il periodo di imposta in cui è stipulato e per i quattro periodi di imposta successivi e, per tali periodi, le attività di controllo di cui all’art. 32 dpr n. 600/73 possono essere svolte solo con riferimento a fattispecie che non riguardano l’accordo medesimo. Contraddittorio anticipato, transfer pricing in pole position Il transfer pricing sarà, con tutta probabilità, l’argomento che con maggior frequenza potrà costituire richiesta di accordo preventivo tra imprese ed amministrazione finanziaria. La fattispecie è di rilevante complessità e, in sede di verifica, rappresenta uno degli argomenti sui quali talvolta è complesso giungere ad una soluzione univoca. Per tale motivo lo strumento dell’accordo preventivo potrà condurre ad una maggiore «serenità». In questo contesto, va ricordata, in primo luogo, la norma di riferimento che è costituita dall’articolo 110, comma 7, del Tuir. In base alla disposizione di legge, i componenti del reddito derivanti da operazioni con società non residenti nel territorio dello Stato, che direttamente o indirettamente controllano l’impresa, ne sono controllate o sono controllate dalla stessa società che controlla l’impresa, sono valutati in base al valore normale dei beni ceduti, dei servizi prestati e dei beni e servizi ricevuti, determinato in base a criteri di «mercato» se ne deriva aumento del reddito; la stessa disposizione si applica anche se ne deriva una diminuzione del reddito, ma soltanto in esecuzione degli accordi conclusi con le autorità competenti degli Stati esteri a seguito delle speciali «procedure amichevoli» previste dalle convenzioni internazionali contro le doppie imposizioni sui redditi. La disposizione in materia di prezzi di trasferimento si applica anche per i beni ceduti e i servizi prestati da società non residenti nel territorio dello Stato per conto delle quali l’impresa esplica attività di vendita e collocamento di materie prime o merci o di fabbricazione o lavorazione di prodotti. In concreto, la valutazione delle operazioni soggette alla disciplina dei prezzi di trasferimento ha sicuramente una conseguenza di natura tributaria ma una «preparazione» che è prettamente aziendalistica e che si fonda cioè sulla valutazione della fattispecie in relazione alle indicazioni di matrice Ocse. Questioni, solitamente, estremamente complesse e che indubbiamente si prestano a valutazioni soggettive. Sulla determinazione del corret- to valore normale tra imprese del gruppo, va ricordato peraltro come l’ordinamento contenga una disposizione finalizzata a eliminare l’applicabilità delle sanzioni in caso di accertamento laddove l’impresa abbia predisposto un apposito set documentale nel quale sono ricostruiti criteri e modalità di determinazione del prezzo di trasferimento delle operazioni sui beni e sui servizi. In tal senso, si esprime infatti il provvedimento dell’Agenzia delle entrate del 29/9/2010, n. 137654 emanato in attuazione di quanto previsto dall’art. 1, comma 2-ter dlgs 18 dicembre 1997, n. 471, ora comma 6 dopo la riforma del sistema sanzionatorio. Nella sostanza, a seconda della tipologia di soggetto interessato dalla disciplina dei prezzi di trasferimento, dovrà essere predisposta una tipologia di documentazione partendo da quello che è definito Masterfile che descrive, principalmente, la struttura del gruppo di appartenenza del soggetto che predispone la relativa documentazione. La questione che dovrà essere at- tentamente valutata alla luce della introduzione del nuovo provvedimento è quella del rapporto tra le discipline. Si deve infatti ritenere come la possibilità introdotta di accordo preventivo, nell’ipotesi in cui lo stesso venga raggiunto e sia rispettato, elimini in radice la possibilità di irrogazione sanzioni (in virtù del fatto che le attività di controllo possono essere esperite, come visto, solo su questioni diverse) e, conseguentemente, renda di fatto inutile la predisposizione della documentazione da consegnare in sede di verifica. O, per meglio dire, si tratta di una predisposizione della documentazione effettuata in via anticipata e propedeutica in quanto finalizzata all’accordo. Si deve infatti ulteriormente ipotizzare come la struttura e il contenuto degli elementi che vengono portati nel contraddittorio preventivo con l’amministrazione finanziaria, non siano di fatto diversi da quelli che sono rappresentati nella documentazione che viene tenuta a disposizione dell’amministrazione stessa in caso di controllo. 6 Domenica 27 Marzo 2016 P R I VAC Y & C O N S U M ATO R I Dopo l’intervento del Garante una sentenza ferma le telefonate generate automaticamente Anche la Cassazione striglia i call center sulle chiamate mute DI Pagine a cura ANTONIO CICCIA MESSINA top alle telefonate mute: sono fuorilegge. Anche per la Cassazione, che con la sentenza n. 2196/16 del 15/1/2016, depositata il 4/2/2016 bacchetta i call center che utilizzano lo stratagemma dell’overbooking di chiamate telefoniche. Ossia, un sistema automatizzato chiama più numeri di quanti siano gli operatori disponibili, per evitare tempi morti. Così, a volte, c’è un utente in linea ma nessun addetto del call center pronto a parlare. Il risultato è un trattamento dei dati (il numero del chiamato) non corretto: perché disturbare qualcuno e farlo stare in attesa e nell’ansia di non sapere chi c’è all’altro capo del filo? Ma non si tratta solo di una scorrettezza, si tratta di una vera e propria illegittimità. Lo ha detto il Garante della privacy e lo ha confermato la corte suprema, che ha convalidato una decisione del collegio presieduto da Antonello Soro. La pronuncia ha rilevato l’effettuazione delle chiamate multiple attraverso un sistema, definito predictive. Esiste cioè un compositore numerico che connette gli operatori (a quei numeri che danno risposta positiva. In caso di minor numero di operatori rispetto alle risposte positive, però, il destinatario, proprio in considerazione della prescelta modalità, è esposto al rischio di non ricevere risposta alla chiamata. Il Garante della privacy ha ritenuto questo sistema contrario ai principi del codice della privacy: secondo gli articoli 4 e 11 del Codice della privacy, i dati personali vanno gestiti rispettando i canoni della correttezza, pertinenza e non eccedenza rispetto alle finalità del loro utilizzo. Anche i giudici hanno ritenuto scorretta la modalità di trattamento del dato messa in atto dal sistema di telemarketing, in quanto tale modalità mira a ottimizzare il successo delle chiamate passate agli operatori, facendo ricadere il rischio, e il disagio, della chiamata «muta» sui soli destinatari. Per la Cassazione non ha alcuna importanza se la percentuale delle telefonate «mute» è molto bassa. Inoltre, la Cassazione aggiunge anche un altro motivo di illegittimità: costituiscono un trattamento dei dati personali con sistemi automatici di chiamata, che è consentito dal Codice della privacy (artt. 129 e 130) solo con il consenso dell’interessato. L’esonero dall’obbligo di acquisire il previo consenso riguarda solo S Cosa sono le chiamate mute e come tutelarsi Cosa sono le telefonate mute A cosa servono E f fe t t o d e l l e chiamate mute sulle persone contattate Vantaggi per il call center Tutele contro le telefonate mute Riconoscibilità di una chiamata muta a fini di marketing A cosa serve il comfort noise Termini di conservazione della traccia delle chiamate mute effettuate Sono chiamate effettuate da call center per finalità commerciali, nelle quali la persona contattata, dopo aver sollevato il ricevitore, non viene messa in comunicazione con alcun interlocutore I call center, per ottimizzare i tempi, utilizzano sistemi automatizzati che generano più chiamate rispetto al numero degli operatori disponibili a gestirle, i quali, quindi, non possono parlare con l’utente finché non si liberano dalle chiamate precedenti che il sistema ha instradato automaticamente Possono ingenerare nelle persone contattate uno stato di ansia, allarme e preoccupazione circa la loro provenienza. Le persone chiamate sono naturalmente portate ad associare tale evento a comportamenti illeciti (controlli indebiti, molestie, stalking, verifiche di malintenzionati volte alla commissione di eventuali reati, quali furti o aggressioni). Inoltre, si associa la frustrazione connessa al senso di impotenza e all’incapacità di reagire all’evento Il call center può decidere di programmare il sistema in modo che esso inoltri un numero di telefonate anche di molto superiore alla propria capacità ricettiva e di lavorazione, con il vantaggio così di assicurarsi che i propri operatori, al termine di ciascuna telefonata effettuata, ne abbiano sempre a disposizione una ulteriore, già instradata, da prendere in carico ed evitare, così, che rimangano inattivi o si ingenerino tempi morti Il Garante ha stabilito che: • non possono effettuarsi più di 3 telefonate mute ogni 100 andate a buon fine; • la chiamata muta deve interrompersi trascorsi 3 secondi dalla risposta dell’utente; • a seguito di una chiamata muta deve essere preclusa la possibilità di richiamare quella stessa utenza per almeno cinque giorni; • l’eventuale successivo riuso di quel numero deve avvenire in modo da assicurare la presenza di un operatore L’utente non può essere messo in attesa silenziosa e che il sistema deve generare una sorta di rumore ambientale, il cosiddetto comfort noise (voci di sottofondo, squilli di telefono, brusio) Serve a rassicurare la persona chiamata. L’utente, anche se non ancora in contatto con l’operatore, ha la sensazione che la telefonata ricevuta provenga da un call center e non da un pericoloso sconosciuto chiamante I call center devono conservare i report statistici delle percentuali di telefonate mute effettuate per ciascuna campagna per un periodo non inferiore a due anni Fonte: Faq www.garanteprivacy.it – Rielaborazione ItaliaOggi il marketing diretto, diretto effettuato mediante l’uso del telefono con l’operatore. Mentre, prosegue la sentenza in esame, non rientrano nel concetto di marketing diretto con operatore, ma riguardano sistemi automatici di chiamata, le telefonate con contatto abbattuto (quelle appunto «mute»), proprio perché in esse l’operatore manca. La Cassazione, quindi, conclu- de che l’articolo 130, 130 comma 3-bis, del Codice della privacy, che consente, in deroga al principio del consenso espresso, il trattamento dei dati personali mediante l’impiego del telefono per le comunicazioni di natura commerciale nei confronti di chi non abbia esercitato il diritto di opposizione mediante iscrizione della propria numerazione nel registro pubblico delle op- posizioni (regime dell’opt dell’opt-out), out) non trova applicazione nel caso in cui l’autore del trattamento abbia inviato telefonate senza operatore, né in quello in cui l’utenza chiamata non risulti inserita in uno degli elenchi cartacei o elettronici a disposizione del pubblico (come per esempio avviene per i telefoni cellulari). © Riproduzione riservata I paletti dell’Autorità Comfort noise per evitare che il chiamato sia raggiunto dalla telefonata di un malintenzionato. È uno stratagemma per rendere meno fastidiose le chiamate di telemarketing, alla ricerca di un non semplice equilibrio tra esigenze commerciali e diritto alla tranquillità individuale. La prescrizione è inserita nel provvedimento del Garante della privacy del 20 febbraio 2014, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 79 del 4 aprile 2014, con cui ha imposto agli operatori di telemarketing di adottare specifiche misure per arginare il fenomeno delle telefonate mute. Il problema deriva dalle impostazioni dei sistemi centralizzati di chiamata dei call center, rivolte a massimizzare la produttività degli operatori. Le regole fissate dal Garante per eliminare gli effetti distorsivi di questa pratica commerciale, prevedono che i call center devono tenere precisa traccia delle «chiamate mute», che dovranno comunque essere interrotte trascorsi 3 secondi dalla risposta dell’utente. Non possono verificarsi più di 3 telefonate «mute» ogni 100 andate «a buon fine». Tale rapporto deve essere rispettato nell’ambito di ogni singola campagna di telemarketing. L’utente non può essere messo in attesa silenziosa, ma il sistema deve generare una sorta di rumore ambientale, il cosiddetto «comfort noise» (come con voci di sottofondo, squilli di telefono, brusio), per dare la sensazione che la chiamata provenga da un call center e non da un eventuale molestatore. L’utente disturbato da una chiamata muta non potrà essere ricontattato per cinque giorni e, al contatto successivo, dovrà essere garantita la presenza di un operatore. Infine i call center saranno tenuti a conservare per almeno due anni i report statistici delle telefonate «mute» effettuate per ciascuna campagna, così da consentire eventuali controlli. P R I VAC Y & C O N S U M ATO R I l telemarketing «selvaggio» resiste. E si discute se il Registro delle opposizioni sia stato davvero efficace contro le chiamate indesiderate. Chi non vuole ricevere comunicazioni telefoniche commerciali iscrive il suo numero nel registro e dovrebbe essere al riparo (http://www.registrodelleopposizioni.it/). Le aziende di marketing prima di lanciare una campagna devono sottoporre le loro liste al registro, che le ripulisce dalle linee iscritte. Eppure stando all’ultima relazione annuale del Garante della privacy (per il 2014), per quanto riguarda le utenze telefoniche iscritte al Registro pubblico delle opposizioni è alto numero di segnalazioni relative alla ricezione di chiamate promozionali indesiderate. Segnalazioni e reclami in materia di marketing telefonico sono stati 2.220 (quasi il 50% del totale). Numerose segnalazioni hanno riguardato anche telefonate a carattere commerciale effettuate nei confronti di utenze riservate, fisse e mobili, non presenti negli elenchi telefonici e anche di utenze, non riservate e non iscritte nel Registro pubblico delle opposizioni, per le quali è stato negato il consenso al trattamento dei dati personali nei confronti di una o più società. In numerosi casi, rileva il Garante, le aziende che hanno svolto attività a contenuto promozionale hanno operato anche tramite terzi i quali, a loro volta, hanno ulteriormente demandato l’attività promozionale ad altri soggetti, talora stabiliti all’estero. Lo svolgimento dell’attività istruttoria ha comportato la necessità di svolgere un previo accertamento sulla titolarità delle utenze segnalate. In numerosi casi, il numero chiamante è risultato oscurato oppure solo apparentemente in chiaro (in quanto, ricontattando l’utenza telefonica, la stessa è risultata essere «inesistente»). Nel 2014 il Garante ha trattato un totale di 1.398 pratiche, delle quali, per più di 1.000, è stata conclusa l’attività istruttoria. In più di 80 casi, inoltre, l’attività è stata definita con la trasmissione degli atti al Dipartimento competente per l’apertura di un procedimento sanzionatorio. Gli accertamenti svolti nell’ambito delle istruttorie, peraltro, hanno determinato in taluni casi la necessità di effettuare attività di carattere ispettivo nei confronti sia dei soggetti committenti l’attività di telemarketing, sia di alcuni call center. Al 1° marzo 2016 nel Registro pubblico delle opposizioni sono presenti oltre 1.457.000 numerazioni, intestate ai cittadini che hanno manifestato il diritto di opposizione alle chiamate di telemarketing. Si ricorda I Il telemarketing selvaggio resiste Gli adempimenti per gli operatori • Nel corso della chiamata, gli operato- • ri di telemarketing devono: • consentire l’identificazione, mostrando il proprio numero telefonico al cittadino contattato, la cui utenza è presente sull’elenco telefonico indicare con precisione all’abbonato che i suoi dati personali sono stati estratti dagli elenchi telefonici pubblici o da liste private informare gli abbonati della possibilità d’iscrizione nel Registro pubblico delle opposizioni al fine di non essere più contattati Come iscriversi al Registro opposizioni Le modalità di iscrizione Modulo elettronico sul sito web L’Abbonato intestatario della numera- Telefono zione presente negli elenchi telefonici pubblici può iscriversi gratuitamente Raccomandata al Registro pubblico delle opposizioni Fax attraverso Posta elettronica Possono iscriversi nel Registro pubblico delle opposizioni gli abbonati (persona fisica, persona giuridica, ente o associazione), il cui numero telefonico è presente negli elenchi telefonici, che non desiderano essere contattati per proposte commerciali. L’iscrizione è gratuita, a tempo indeterminato e revocabile senza alcuna limitazione. Ci si può iscrivere in qualunque momento, a qualsiasi ora anche nei giorni festivi. Si possono iscrivere contemporaneamente più numerazioni intestate allo stesso abbonato. L’iscrizione, inoltre, è sicura e protetta contro l’accesso abusivo. L’accesso ai dati forniti dall’abbonato può avvenire solo per fi nalità ispettive da parte del Garante della privacy o dell’Autorità giudiziaria. L’iscrizione decade automaticamente quando cambia l’intestatario o si verifica la cessazione dell’utenza. Per iscriversi nel Registro ci sono cinque modalità: compilando il modulo elettronico sul sito www.registrodelleopposizioni.it; chiamando il numero verde 800.265.265; inviando il modulo predisposto all’indirizzo di posta elettronica [email protected]; inviando la raccomandata al Gestore del Registro pubblico delle opposizioni – Abbonati, Ufficio che dal Registro pubblico delle opposizioni vengono rimosse periodicamente le numerazioni iscritte che sono cessate o per cui è cambiato l’intestatario. Dall’inizio delle attività del servizio al 1° febbraio 2016, circa il 58% delle Roma Nomentano, Nomentano Casella Postale 7211, 7211 00162 Roma; oppure spedendo il fax allo 06.54224822. L’iscrizione è effettuata entro il giorno lavorativo successivo alla richiesta e diventa efficace al massimo trascorsi 15 giorni: dopo questo lasso di tempo gli operatori di telemarketing devono rispettare le opposizioni del cittadino. Se un abbonato continua a ricevere chiamate pubblicitarie indesiderate, per prima cosa, deve verificare se l’iscrizione al Registro sia avvenuta con successo. Si può, per esempio, chiamare il numero verde 800.265.265 dal numero telefonico per cui è stata fatta la richiesta di inserimento nel Registro. Occorre verificare, poi, se sono trascorsi 15 giorni dall’iscrizione. Ma soprattutto bisogna controllare di non avere dato il consenso al trattamento dei propri dati per finalità di telemarketing a soggetti terzi che effettuano chiamate pubblicitarie da fonti diverse dagli elenchi telefonici pubblici. Tale consenso, avvisa la Fondazione Bordoni, che gestisce il registro, potrebbe essere stato raccolto, per esempio, durante la stipula di contratti con le aziende dalle quali sono stati acquistati prodotti o servizi oppure durante la sottoscrizione di tessere di fidelizzazione cliente, raccolta punti. iscrizioni sono state effettuate via web, il 36% tramite il numero verde, mentre il restante 6% di registrazioni è avvenuto con le modalità email, fax e raccomandata. Ma il Registro funziona? Secondo la Fondazione Bordoni, che gestisce il re- gistro, gistro bisogna distinguere l’impianto normativo con l’effettivo funzionamento del servizio. In sostanza si può essere in disaccordo con la scelta di lasciare la possibilità agli operatori di marketing di effettuare chiamate senza il previo consenso Domenica 27 Marzo 2016 D 7 (a certe condizioni), ma la gestione del registro invece è ottimale. Per quanto riguarda il servizio fornito agli abbonati, il gestore ha gestito tutte le richieste di iscrizione pervenute entro il giorno lavorativo successivo, ha iscritto oltre un milione di cittadini, ha fornito assistenza e supporto predisponendo un apposito help desk a disposizione di tutti i cittadini e promosso iniziative di sensibilizzazione sulle nuove regole e sugli strumenti di tutela. Certo è che con il varo del Registro sono stati introdotti obblighi per gli operatori di telemarketing. Le imprese che effettuano chiamate promozionali, si legge sul sito del gestore del servizio, sono obbligati a: indicare con precisione agli abbonati da dove sono stati estratti i loro dati personali; informarli della possibilità di iscrizione al Registro pubblico delle opposizioni al fine di non essep rre più contattati; garantire la Al 1° marzo 2016 nel Registro pubblico delle opposizioni sono presenti oltre 1.457.000 numerazioni. Dall’inizio delle attività del servizio al 1° febbraio 2016, circa il 58% delle iscrizioni sono state effettuate via web propria identificazione mop strando il numero telefonico all’abbonato contattato. Tra l’altro è un sistema adottato, oltre che dagli Stati Uniti, da molti paesi europei: U Belgio, Danimarca, FinlanB dia, Francia, Islanda, Olanda, Norvegia, Regno Unito, Spagna. All’estero le chiamo «liste Robinson». Attenzione a non credere, però, che l’iscrizione al Regip stro protegga da tutte le chiamate di telemarketing. m Gli operatori di telemarketting possono, infatti, legittimamente chiamare se hanno m ottenuto il diretto consenso dell’interessato, indipendenttemente dall’iscrizione nel Registro. Il consenso potrebR be essere stato raccolto, per b esempio, durante la stipula di contratti con le aziende dalle quali sono stati acquistati prodotti o servizi oppurre durante la sottoscrizione di tessere di fidelizzazione cliente, raccolta punti: il consenso specifico non è superato dall’iscrizione nell’elenco. È sempre possibile revocare il consenso dato a terzi inviando la richiesta cancellazione dei propri dati direttamente al soggetto titolare del trattamento dei dati; il titolare ha l’obbligo di rimuovere entro 15 giorni dalle proprie liste il numero telefonico in questione. © Riproduzione riservata 8 Domenica 27 Marzo 2016 FISCO La Ctr Bari inaugura il nuovo filone in materia di tutela post riforma del rito tributario Sospensione cautelare a debutto Per il ricorrente c’era il concreto pericolo di subire danni DI Pagina a cura SILVIA BARTOLOZZI E ANDREA BONGI a sospensione cautelare dell’atto impugnato in Cassazione al debutto nel processo tributario. È una sentenza della Commissione tributaria regionale della Puglia, depositata il 25 febbraio scorso, a inaugurare il nuovo fi lone giurisprudenziale in materia di tutela cautelare post riforma del rito tributario ai sensi dell’articolo 62-bis del dlgs 546 del 1992 in vigore dal 1° gennaio del corrente anno. Con il decreto legislativo 156/2015, infatti, in attuazione del principio di delega enunciato nell’articolo 10, comma 1, lettera b), n. 9 della legge n. 23 del 2014, volto a garantire, tra l’altro, «l’uniformazione e la generalizzazione della tutela cautelare», il nostro legislatore ha apportato modifiche all’art. 47 del decreto n. 546/1992, introducendo l’istituto della sospensione (degli atti e delle sentenze) per tutte le fasi del processo. I principi oggi sanciti prevedono, in sintesi, che: a) il contribuente può sempre chiedere la sospensione dell’atto impugnato in presenza di un danno grave e irreparabile; b) le parti possono sempre chiedere la sospensione degli effetti della sentenza sia di primo che di secondo grado, analogamente a quanto previsto nel processo civile; c) il giudice può subordinare i provvedimenti cautelari a idonea garanzia, la cui disciplina di dettaglio è rimessa a un decreto ministeriale. Dal 1° gennaio 2016, dunque, il contribuente in presenza di un danno grave e irreparabile, può invocare la tutela cautelare in qualunque fase del giudizio, chiedendo sia la sospensione dell’atto impugnato, che eventualmente quella della sentenza. I presupposti della sospensione, dei quali il giudice deve riscontrare la sussistenza all’esito di una sommaria delibazione, rimangono quelli già noti, ovvero: a) il fumus boni iuris, ossia la fondatezza prima facie dei motivi di ricorso; b) il periculum in mora, ossia il pericolo di danno grave e irreparabile, che l’esecuzione dell’atto cagionerebbe al contribuente. Il bilanciamento tra tali interessi meritevoli di tutela e quello, contrapposto, dell’amministrazione può far propendere il giudice per la concessione anche di una sospensione parzia- L Il principio Comm. trib. regionale Bari - Sezione 23 Sentenza n. 217 del 25/02/2016 Dovendo tenersi in considerazione il solo richiesto presupposto della gravità e irreparabilità del danno che potrebbe derivare dall’esecuzione, per la valutazione della sua sussistenza non si deve porre mente alla fondatezza o meno dell’impugnazione, giudizio riservato alla Suprema corte, sospende l’esecuzione del primigenio atto di accertamento Le nuove misure cautelari dal 1° gennaio 2016 Sospensione in primo grado: articolo 47 dlgs 546/92 1. Il ricorrente, se dall’atto impugnato può derivargli un danno grave e irreparabile, può chiedere alla Commissione provinciale competente la sospensione dell’esecuzione dell’atto stesso con istanza motivata proposta nel ricorso o con atto separato notificata alle altre parti e depositato in segreteria sempre che siano osservate le disposizioni di cui all’art. 22 Sospensione in appello articolo 52 dlgs 546/92 2. L’appellante può chiedere alla Commissione regionale di sospendere in tutto o in parte l’esecutività della sentenza impugnata, se sussistono gravi e fondati motivi. Il contribuente può comunque chiedere la sospensione dell’esecuzione dell’atto se da questa può derivargli un danno grave e irreparabile Sospensione in Cassazione articolo 62-bis dlgs 546/92 1. La parte che ha proposto ricorso per Cassazione può chiedere alla Commissione che ha pronunciato la sentenza impugnata di sospenderne in tutto o in parte l’esecutività allo scopo di evitare un danno grave e irreparabile. Il contribuente può comunque chiedere la sospensione dell’esecuzione dell’atto se da questa può derivargli un danno grave e irreparabile le dell’esecutività dell’atto impugnato o, addirittura, per l’adozione di un provvedimento cautelare inaudita altera parte, nei casi di eccezionale urgenza. Ed è proprio dall’esame di tali requisiti che la Commissione regionale della Puglia ha deciso positivamente il caso di un contribuente, che avendo proposto ricorso per Cassazione avverso una pronuncia della medesima commissione, ha presentato apposita istanza al giudice di secondo grado per ottenere in via principale la sospensione dell’atto impugnato o, in subordine, quella della sentenza di secondo grado al vaglio dei giudici di legittimità. La Commissione territoriale, prescindendo dalla fondatezza del ricorso per Cassazione proposto dal contribuente, ha valutato l’attuale gravità e il concredi tale processo, concre processo che come è to pericolo per il ricorrente noto è volto alla impugnadi subire danni irrimediabi- zione di atti autoritativi. li o comunque difficilmente Per tale ragione il legirimediabili a causa dell’ese- slatore ha stabilito l’immecuzione della sentenza di se- diata esecutività solo per condo grado e, le sentenze di conseguentributarie Nella sentenza in za, ha sospeso aventi a oga l’esecutività getto l’img esame, i giudici hanno dell’atto impugnazione p concesso l’invocata mipugnato. di d un atto sura cautelare, esoneCome si è impositivo rando il contribuente accennato, la e, e dunque, la anche dalla prestazionuova tutela restituzione re ne della garanzia cautelare indi d tributi in veste non solo favore del gli atti impucontribuenc gnati ma anche le altre e le sentenze, te, mentre per tutte tu rispetto alla cui effi cacia il controversie, l’esecutività legislatore ha introdotto ul- deriva dal passaggio in giudicato della sentenza. teriori modifiche. L’immediata esecutività A differenza del processo civile, nel rito tributario delle sentenze si atteggia l’esecutività immediata del- però in modo differente a le sentenze risente inevita- seconda che le pronunce bilmente della peculiarità siano favorevoli all’ammi- nistrazione o, piuttosto, al contribuente. Nel primo caso il legislatore ha mantenuto fermo il principio già sancito dall’art. 68 del rito tributario, in forza del quale dopo la sentenza di primo grado è prevista la riscossione frazionata del tributo, con esigibilità del medesimo entro il limite dei due terzi, per non aggravare ulteriormente il contribuente esigendo un tributo la cui legittimità è ancora sub judice. Nel caso in cui invece la sentenza di primo grado sia favorevole al contribuente si registrano le principali novità della riforma. Se fino a oggi l’esecutività si verifi cava solo a seguito del passaggio in giudicato della sentenza, a seguito del decreto legislativo 156/2015 l’effetto cogente della decisione è immediato, sebbene con qualche distinguo, reso necessario dalla oggettiva differenza tra i protagonisti della vicenda giudiziaria. La riforma ha infatti previsto alcune cautele per il caso in cui il contribuente sia vittorioso in primo grado e, dunque, ottenga il rimborso del tributo pagato, ma risulti poi soccombente in grado di appello, dovendo quindi «restituire» il tributo all’amministrazione. Al fine di evitare che quest’ultima, all’esito del giudizio di secondo grado, si trovi nell’impossibilità di recuperare le somme erogate per la insolvenza del contribuente, la nuova norma ha subordinato il rimborso in favore del contribuente al rilascio di una idonea garanzia, a carico della parte defi nitivamente soccombente nel giudizio. Tale garanzia non trova in ogni caso applicazione per importi inferiori a 10.000 euro e per la restituzione di somme pagate in corso di causa, a prescindere dal loro importo. Nella sentenza in esame, peraltro, i giudici pugliesi hanno concesso l’invocata misura cautelare, esonerando il contribuente anche dalla prestazione della garanzia. La riforma in commento, sempre in tema di tutela cautelare, ha disciplinato anche il regime delle spese di lite relative a tale fase, prevedendo che sia la commissione a provvedervi con l’ordinanza che decide sull’istanza; detta pronuncia conserva efficacia anche dopo il provvedimento che definisce il giudizio, ciò, evidentemente al fine di disincentivare il ricorso abusivo alle richieste di sospensione. © Riproduzione riservata Domenica 27 Marzo 2016 FISCO 9 Con un recente intervento l’Agenzia delle entrate ha modificato le precedenti istruzioni Ecobonus codificato per il 730 Da inserire le spese per interventi di risparmio energetico DI Pagina a cura BRUNO PAGAMICI egime agevolato dell’ecobonus con pieno diritto di cittadinanza nel mod. 730/2016. Con un recente intervento (provvedimento n. 36463 del 9 marzo 2016), l’Agenzia delle entrate ha modificato le istruzioni approvate lo scorso gennaio per la compilazione del modello, inserendo specifici codici riguardanti le spese per acquisto e posa in opera delle schermature solari e degli impianti di climatizzazione invernale a biomasse combustibili. Nelle istruzioni del mod. 730/2016, approvato con provvedimento del 15 gennaio 2016, non era infatti stata prevista la codificazione per le due tipologie di intervento. Di seguito vengono riportate le indicazioni per righi e per colonne, comprensive di esempi e importi agevolabili. Le novità nel 730/2016. Il provvedimento n. 36463 del 9 marzo 2016 ha inserito alla colonna 1 (Tipo intervento) dei R Le modifiche apportate al mod. 730/2016 Sono inseriti alla col. 1 (Tipo intervento), righi da E61 a E63, due codici • • • All’elenco puntato della col. 8 (Importo spesa) sono stati aggiunti due punti righi da E61 a E63 E63, i seguenti due codici: - «5» Acquisto e posa in opera di schermature solari; - «6» Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale a biomasse. Inoltre, all’elenco presente nella colonna 8 (Importo spesa), sono aggiunti i due seguenti punti: - per l’acquisto e posa in • «5» Acquisto e posa in opera di schermature solari «6» Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale a biomasse Per l’acquisto e posa in opera di schermature solari (cod. 5): 92.307,69 euro per le spese sostenute 1/1-31/12/ 2015 (65%) Per l’acquisto e posa in opera di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (cod. 6): 46.153,84 euro per le spese sostenute 1/1-31/12/2015 (65%) opera di schermature solari (cod. «5»): 92.307,69 euro per le spese sostenute dall’1/1 al 31/12/2015 (65%); - acquisto e posa in opera di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (cod. «6»): 46.153,84 euro per le spese sostenute dall’1/1 al 31/12/2015 (65%). Istruzioni 730-2016. Le spese sostenute dal 2008 al 2015 per interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici esistenti, di qualsiasi categoria catastale, anche rurale, devono essere indicate nel quadro E del mod. 730/2016, nella sezione IV. La detrazione d’imposta, che verrà calcolata da chi presta l’assistenza fiscale, è pari al: 55%, per le spese sostenu- te dal 2008 al 2012 e dall’1/1 al 5/6/2013; 65%, per le spese sostenute dal 6/6/2013 al 31/12/2015. Per le spese sostenute dal 2011 al 2015 la detrazione deve ripartita in 10 rate annuali di pari importo (entro il limite massimo previsto per ciascuna tipologia di intervento effettuato). Per le spese sostenute nel 2008 le rate annuali continuano a essere quelle scelte (da 8 a 10), salvo il caso di rideterminazione del numero delle rate. Si ricorda che le tipologie di interventi previste sono: la riqualificazione energetica di edifici esistenti; gli interventi sull’involucro di edifici esistenti; l’installazione di pannelli solari; la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale; - acquisto e posa in opera di schermature solari; acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. © Riproduzione riservata Righi da E61 a E63: guida alla corretta compilazione Per ottenere le detrazioni devono essere compilati i righi E61, E62, E63. Nello specifico, nella colonna 1 deve essere indicato il codice che individua il tipo di intervento e in particolare: • «1» - Interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti. Sono diretti alla riduzione del fabbisogno di energia primaria per soddisfare i bisogni connessi a un uso standard dell’edificio, che permettono di conseguire un indice di prestazione energetica invernale non superiore ai valori di cui al dm Mise11/3/2008, allegato A (sostituzione o installazione di climatizzatori invernali anche con generatori di calore non a condensazione, con pompe di calore, con scambiatori per teleriscaldamento, con caldaie a biomasse, gli impianti di cogenerazione, rigenerazione, impianti geotermici e interventi di coibentazione che non hanno le caratteristiche richieste per la loro inclusione negli interventi descritti ai punti successivi); • «2» - Interventi sull’involucro degli edifici esistenti. Sono interventi relativi a strutture opache verticali (pareti), orizzontali (coperture e pavimenti), fornitura e posa in opera di materiale coibente, nuove finestre comprensive di infissi, miglioramento termico di componenti vetrati esistenti, demolizione e ricostruzione dell’elemento costruttivo a condizione che siano rispettati i requisiti richiesti di trasmittanza termica U; • «3» - Installazione di pannelli solari, realizzati anche in autocostruzione, bollitori, accessori e componenti elettrici ed elettronici utilizzati per la produzione di acqua calda a uso domestico; • «4» - Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Sono gli interventi di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. Dall’1/1/2008 vi rientrano anche i lavori di sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di pompa di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia. Dall’1/1/2012 sono compresi anche gli interventi di sostituzione di scaldacqua tradizionali con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; • «5» - Acquisto e posa in opera di schermature solari, a protezione di una superficie vetrata, applicate in modo solidale con l’involucro edilizio e non liberamente montabili e smontabili dall’utente; • «6» - Acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale, con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili. Alla colonna 2 «anno» deve essere riportato l’anno in cui sono state sostenute le spese. La colonna 3 «periodo 2013» deve essere compilata solo se le spese sono state sostenute nel 2013 indicando i seguenti codici numerici: - «1» spese sostenute dall’1/1 al 5/6/2013 (55%); - «2» spese sostenute dall’1/1 al 31/12/2013 (65%). La colonna 4 (Casi particolari) deve essere compilata solo se ci si trova in una delle seguenti situazioni indi- cando il codice corrispondente: - «1» nel caso di spese sostenute per lavori iniziati tra il 2008 e il 2014 e ancora in corso nel 2015; - «2» nel caso in cui le spese sostenute in anni precedenti al 2015 riguardino un immobile ereditato, acquistato o ricevuto in donazione nel 2015; - «3» nel caso in cui siano presenti entrambe le ipotesi descritte dai codici «1» e «2» (lavori che proseguono in più anni e immobile ereditato, acquistato o ricevuto in donazione). La colonna 5 deve essere compilata dai contribuenti che dal 2009 al 2015 hanno acquistato, ricevuto in donazione o ereditato un immobile, oggetto di lavori nel corso del 2008, se hanno rideterminato o intendono rideterminare il numero delle rate scelte da chi ha sostenuto la spesa, indicano in questa colonna il numero delle rate in cui è stata inizialmente ripartita la detrazione e nella colonna 6 il numero di rate (10) in cui è possibile rideterminare la detrazione. Nella successiva colonna 6 deve essere indicato il numero di rate in cui deve essere ripartita la detrazione e, precisamente: - «10» se la spesa è stata sostenuta dal 2011 al 2015; - fra «8» e «10» se la spesa è stata sostenuta nel 2008 (numero di rate in cui si è scelto di ripartire la detrazione). Se è stata compilata la colonna 5, il numero di rate da inserire in questa colonna è il numero 10. Nella colonna 7 deve essere riportato il numero della rata che si utilizza nell’anno 2015. Ad esempio, indicare 3 per le spese sostenute nel 2013, 2 per le spese del 2014 e 1 per le spese del 2015. In colonna 8 deve essere indicato l’ammontare della spesa sostenuta entro i seguenti limiti: • per gli interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti (cod. 1): 181.818,18 euro per le spese sostenute fino al 5.6.2013 (55%); 153.846,15 euro per le spese sostenute dal 6.6. 2013 al 31.12. 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 100 mila euro; • per gli interventi sull’involucro degli edifici esistenti (codice «2») e l’installazione di pannelli solari (codice «3»): 109.090,90 euro per le spese sostenute fino al 5 giugno 2013 (55%); 92.307,69 euro per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 60 mila euro; • per la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale (cod.4): 54.545,45 euro per le spese sostenute fino al 5 giugno 2013 (55%); 46.153,84 euro per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 30 mila euro; • per l’acquisto e posa in opera di schermature solari (codice «5»): 92.307,69 euro per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 60 mila euro; • acquisto e posa in opera di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (cod. 6): 46.153,84 euro per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015 (65%). La detrazione massima consentita è infatti di 30 mila euro. © Riproduzione riservata 10 Domenica 27 Marzo 2016 FISCO I principi enunciati dalla Cassazione in merito alla dichiarazione fraudolenta ai fini Iva Fatture false, fattispecie estesa Contano sia i contenuti, sia l’indicazione dei soggetti Pagina a cura LOCONTE ROTUNNO Le norme DI STEFANO E ROSSELLA a creazione di fatture false, inserite nella dichiarazione della società, al fine di detrarre indebitamente l’Iva, integra il delitto di dichiarazione fraudolenta di cui all’art. 2 del dlgs. 74/2000 e non la diversa fattispecie prevista dall’art. 10-quater del medesimo decreto, ossia indebita compensazione. Ad affermarlo è la terza sezione penale della Corte di cassazione con sentenza n. 5703 dell’11 febbraio 2016. Con la pronuncia il giudice di legittimità ha respinto il ricorso proposto da un contribuente, indagato del reato di cui all’art. 2 del dlgs 74/2000, per avere, in veste di amministratore di una società per azioni, indicato nelle dichiarazioni annuali ai fini Iva elementi passivi fittizi, avvalendosi di centinaia di fatture contraffatte, beneficiando, in tal modo, di indebite detrazioni di imposta per oltre un milione di euro nell’arco di tre anni. La decisione è di rilievo per due ragioni: in primo luogo, la suprema corte, confermando la qualificazione giuridica compiuta dal giudice di merito, chiarisce la portata della disposizione di cui all’art. 2, rimarcando il discrime tra la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e la diversa fattispecie disciplinata dal successivo art. 3 (dichiarazione fraudolenta mediante altri artifizi). Successivamente, allontanandosi dall’impostazione adottata dalla sentenza n. 42462/2010, si sottolinea come nel caso di specie non possa nemmeno invocarsi l’applicabilità dell’art. 10-quater, disciplinante la condotta criminis di indebita compensazione. In particolare, per quanto concerne il primo profilo, la Corte aderisce a quell’indirizzo giurisprudenziale che ritiene sussumibili nella disciplina di cui all’art. 2 tanto le ipotesi di falso ideologico quanto quelle di falso materiale, ivi inclusa la formazione di fatture materialmente false. Ciò, non solo in ragione del fatto che già nel contesto della precedente legge 516/1982, l’art. 4 riservava a entrambe le condotte illecite il medesimo trattamento sanzionatorio, ma soprattutto in virtù della peculiare «struttura bifasica» che caratterizza l’attuale ipotesi criminosa in oggetto. Nella stessa, infatti, la dichiarazione, quale momento conclusivo, dà vita a un falso contenutistico, mentre la condotta prodromica e, cioè, la registrazione o detenzione ai fini probatori dei documenti che costituiranno il supporto della dichiarazione, può avere a oggetto sia documenti contenutisticamente falsi, emessi da L Dlgs 74/2000 Art. 2 Fattispecie Dichiarazione fraudolenta mecriminosa diante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti Soggetto Chiunque (reato comune) attivo Condotta tipica Indicazione in dichiarazione di (reati di mera elementi passivi fittizi, mediante condotta e di utilizzo di fatture o altri docupericolo,a for- menti relativi ad operazioni in ma vincolata) tutto o in parte inesistenti, o indicanti corrispettivi o Iva in misura superiore a quella reale, o che riferiscono l’operazione a soggetti diversi da quelli effettivi, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto Art. 3 Art. 10-quater Dichiarazione fraudolenta me- Indebita compensadiante altri artifizi zione Indicazione in dichiarazione di elementi attivi inferiori a quelli effettivi, od elementi passivi fittizi o crediti e ritenute fittizi, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, fuori da casi previsti dall’art. 2. Soglie di punibilità: • ricavi dichiarati > euro 30 mila; • ammontare complessivo dei crediti e delle ritenute fittizie portate a diminuzione d’imposta > 5% dell’imposta complessiva o, comunque > euro 30 mila Omesso versamento delle somme dovute, utilizzando in compensazione crediti non spettanti, per un importo annuo superiore a euro 50 mila Elemento Dolo specifico soggettivo Tr a t t a m e n t o Reclusione da un anno e sei Reclusione da un anno e sei Crediti non spettanti: sanzionatorio mesi a sei anni mesi a sei anni reclusione da sei mesi a due anni Crediti inesistenti: reclusione da un anno e sei mesi a sei anni altri dell’utilizzatore, lt i iin ffavore d ll’ tili t sia documenti materialmente falsi, ovvero contraffatti o alterati (anche dallo stesso utilizzatore del documento). La fattispecie in esame si distinguerebbe, pertanto, da quella prevista dall’art. 3 del dlgs 74/2000, non tanto per la natura del falso perseguito, ma in virtù del rapporto di specialità reciproca esistente tra le due citate disposizioni legislative, ove a un nucleo comune, costituito dalla dichiarazione infedele, si aggiungerebbero, infatti, specializzante, i f tti in i chiave hi i li t nell’art. 2, l’utilizzo di fatture e documenti equiparabili relativi a operazioni inesistenti e, nell’art. 3, la falsa rappresentazione nelle scritture contabili obbligatorie congiunta con l’utilizzo di mezzi fraudolenti idonei a ostacolare l’accertamento e la previsione di una soglia minima di punibilità. A quanto asserito, la Corte fa presente come la condotta in contestazione non potrebbe essere ricondotta, come invece eccepito dal contribuente, nean- che h alla ll ffattispecie tti i meno grave di cui all’art. 10-quater del dlgs 74/2000 che attiene alla indebita compensazione tra imposte dovute e crediti non spettanti o inesistenti. Ciò in quanto l’art. 2 del decreto in oggetto, la cui condotta si incentra sul momento dichiarativo e non sull’omesso versamento delle somme dovute dal contribuente, presenta nella sua struttura un elemento ulteriore e specificativo, e cioè l’utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti nonché l’indica- FISCO FLASH a cura dello Studio F. Ghiglione e A. Ghio Fiscalità internazionale Iva trimestrale (provvedimento dell’Agenzia delle entrate n. 42623 del 21 marzo 2016) Disposizioni per l’attuazione della disciplina degli accordi preventivi per le imprese con attività internazionale (provvedimento dell’Agenzia delle entrate n. 42295 del 21 marzo 2016) Iva Approvazione del modello Iva TR per la richiesta di rimborso o per l’utilizzo in compensazione del credito Detrazioni irpef SPESE RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA CONDOMINIO Indicate le modalità con le quali il contribuente che non può usufruire della detrazione spettante può cederla La versione integra- al fornitore (provvedimento dell’Agenzia delle entrate le è disponibile su numero 43434 del 22 marzo www.italiaoggi.it/ 2016) docio7 zione in i i sede d di dichiarazione di hi i di elementi passivi fittizi, ponendosi, pertanto, in rapporto di specialità (ex art. 15 c.p.) rispetto all’invocata previsione del citato art. 10 quater che rivestirebbe, al riguardo, carattere residuale. La sentenza in rassegna appare condivisibile, specie alla luce della riforma apportata in materia penale tributaria dal dlgs n. 158 del 2015. Con il provvedimento in oggetto il legislatore è, infatti, intervenuto sulle singole fattispecie criminose contemplate nel dlgs 74/2000 inasprendo il trattamento sanzionatorio delle condotte connotate da maggiore gravità, specie sotto il profilo dell’elemento soggettivo. Estendendo la portata della dichiarazione fraudolenta, e ricomprendendovi anche la condotta di chi, mediante la creazione di fatture materialmente false si propone come unico obbiettivo il perseguimento dell’indebita deduzione dei costi, il giudice di legittimità non fa che porsi in armonia con quanto previsto dal legislatore della riforma, riservando a un comportamento certamente più riprovevole rispetto a quello dell’indebita compensazione, il più grave trattamento sanzionatorio contemplato dall’art. 2. Domenica 27 Marzo 2016 FISCO 11 Dal decreto interministeriale sulle agevolazioni per chi investe in neoimprese innovative Sgravi start-up a maglie larghe Incentivi estesi al 2016, elevate soglia e durata minima DI Pagina a cura BRUNO PAGAMICI er il restyling degli incentivi per chi investe nelle start-up innovative il ministro dell’economia e delle finanze ricorre a nuovo decreto, controfirmato dal ministro dello sviluppo economico. Rilevanti le novità apportate dal legislatore: l’estensione dei benefici fino a tutto il 2016, l’innalzamento della soglia massima degli investimenti ammissibili a 15 milioni di euro, il periodo minimo di durata dell’investimento che passa da 2 a 3 anni, a pena di decadenza dell’agevolazione. I soggetti Irpef e i soggetti Ires che investono in start-up innovative possono quindi effettuare le proprie scelte di convenienza sulla base di una nuova normativa, che ha ampliato il perimetro entro cui poter usufruire dei benefici fiscali previsti dopo il via libera da parte di Bruxelles. Il nuovo decreto del Mise. Il decreto recante le nuove disposizioni di attuazione dell’art. 29 del dl n. 179/2012 è stato adottato al fine di adeguare la disciplina ai nuovi orientamenti comunitari in materia di capitale di rischio e alla decisione della Commissione europea del 14 dicembre 2015 che ha autorizzato gli aiuti anche per il 2016. Tra le novità rispetto alla precedente disciplina (decreto interministeriale del 30/1/2014): - l’aumento da 2,5 a 15 milioni di euro dell’ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili che ciascuna startup innovativa; - l’aumento da 2 a 3 anni del periodo obbligatorio di durata dell’investimento. Invariata la normativa relativamente ai soggetti beneficiari, ovvero i soggetti Irpef (persone fisiche) e i soggetti Ires (persone giuridiche), così come disciplinati rispettivamente dai titoli I e II del Tuir, che effettuano un investimento agevolato in una o più start-up innovate. Sono esclusi: le start-up innovative; gli incubatori certificati; gli Oicr (organismi di investimento collettivo del risparmio); le società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative intermediarie per investi-menti propri nel capitale di start-up innovative; nel caso di investimento diretto, o indiretto per il tramite di altre società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative e le cui azioni non siano quotate su un mercato regolamentato o su un sistema multilaterale di negoziazione: i soggetti che possiedono partecipazioni, titoli o diritti nella start-up innovativa. Gli investimenti agevolati. Le agevolazioni spettano nel caso di investimenti ef- P Le novità per le start up innovative Estensione temporale delle agevolazioni Incremento della soglia massima di investimenti ammissibili Estensione del periodo minimo di durata dell’investimento Condizioni di decadenza Esclusioni dalle cause di decadenza Le agevolazioni a favore delle start up innovative vengono estese fino a tutto il 2016, dopo il via libera da parte della Commissione europea Le agevolazioni spettano fino ad un ammontare complessivo dei conferimenti ammissibili non superiori ad euro 15.000,00 per ciascuna start up innovativa. Ai fini del calcolo rilevano tutti i conferimenti agevolati ricevuti dalla start up innovativa nel periodo di vigenza del regime agevolativo Le agevolazioni si applicano ai soggetti passivi dell’Irpef e ai soggetti passivi sul reddito delle società, che effettuano un investimento agevolato in una o più start up innovative nei quattro periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2012 Il diritto all’agevolazione decade se entro 3 anni dalla data in cui rileva l’investimento si verifica una delle seguenti cause: cessione delle partecipazioni ricevute in cambio degli investimenti; riduzione di capitale sociale o ripartizione di riserve; recesso o esclusione degli investitori; perdita di uno dei requisii richiesti per la qualifica della start up innovativa Sono state razionalizzate le cause di decadenza dell’agevolazione: non determina la decadenza dell’incentivo la perdita dello status di startup innovativa, se dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di negoziazione. Come previsto dalla precedente normativa, non costituiscono causa di decadenza i trasferimenti a titolo gratuito, o a causa di morte del contribuente, nonché i trasferimento conseguenti a operazioni straordinarie fettuati sia direttamente che indirettamente per il tramite di organismi di investimento collettivo del risparmio (Oicr) o altre società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative. In particolare, sono agevolati i conferimenti in denaro iscritti alla voce capitale sociale e riserva da sovrapprezzo delle start-up innovative o delle società di capitali che investono prevalentemente in start-up innovative, anche in seguito alla conversione di obbligazioni convertibili in azioni o quote di nuova emissione, e agli investimenti in quote degli Oicr. Viene considerato conferimento in denaro (e costituisce pertanto investimento agevolato) anche la sottoscrizione di un aumento di capitale mediante compensazione di crediti, a eccezione dei crediti risultanti da cessioni di beni o prestazioni di servizi diverse da quelle previste dall’art. 27 del dl n. 179/2012 (ossia le prestazioni dei dipendenti e dei collaboratori o di coloro che apportano servizi resi in favore della startup innovativa). Con riguardo alle start-up innovative non residenti che esercitano nel territorio dello stato un’attività di impresa mediante una stabile organizzazione, le agevolazioni spettano in relarela zione alla parte corrispondente agli incrementi del fondo di dotazione delle stesse stabili organizzazioni. Le agevolazioni non competono in caso di: 1) investimenti effettuati tramite Oicr e società, direttamente o indirettamente, a partecipazione pubblica; 2) investimenti in start-up innovative: - che si qualifichino come imprese in difficoltà; - operanti nel settore della costruzione navale e dei settori del carbone e dell’acciaio. Rilevanza temporale degli investimenti. I conferimenti agevolabili rilevano nel periodo d’imposta in corso alla data del deposito per l’iscrizione nel registro delle imprese dell’atto costitutivo o della deliberazione di aumento del capitale sociale ovvero, se successiva, alla data del deposito dell’attestazione che l’aumento del capitale è stato eseguito ai sensi degli articoli 2444 e 2481bis c.c. I conferimenti derivanti dalla conversione di obbligazioni convertibili, invece, rilevano nel periodo d’imposta in corso alla data in cui ha effetto la conversione. Incentivi fiscali. Ai soggetti Irpef è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda pari al 19% dei conferimenti rilevanti effettuati, nel limite complessivo di 500 mila euro su base annua. Qualora la detrazione sia di ammontare superiore all’imposta lorda l’eccedenza può essere riportata in detrazione sul reddito delle imposte sui redditi degli anni successivi, ma non oltre il terzo. Ai soggetti Ires l’incentivo è concesso sotto forma di deduzione dal reddito, in misura pari a 20% dei conferimenti rilevanti effettuati, per un importo annuo non superiore a 1.800.000 euro. Se la deduzione è di ammontare superiore al reddito complessivo dichiarato, l’eccedenza può essere computata in aumento dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il terzo. L’eccedenza che non trova capienza è computata in aumento dell’importo deducibile dal reddito complessivo dei periodi di imposta successivi, ma non oltre il terzo, dichiarato dalle singole società fino a concorrenza del suo ammontare. Le eccedenze generatesi anteriormente all’opzione per il consolidato non sono attribuibili al consolidato e sono ammesse in deduzione dal reddito complessivo dichiarato delle singole società. Per fruire delle agevolazioni, il beneficiario ovvero il soggetto intermediario (nel caso di investimento indiretto) ricevere dalla start-up e conservare una serie di documenti, tra cui la documentazione della start-up innovativa che attesti è stato rispettato l’importo complessivo dei conferimenti ammissibili che la start-up innovativa può ricevere, pari a 15 milioni di euro. Le start-up innovative sociali. Per le start-up innovative sociali e per quelle appartenenti al settore energetico, la detrazione è elevata al 25% e la deduzione al 27%, nel caso di investimenti in start-up innovative a vocazione sociale o che sviluppano e commercializzano esclusivamente prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico in ambito energetico. È il caso di ricordare che rientrano nella categoria delle start-up innovative del settore energetico le start-up innovative attive nei seguenti codici Ateco 2007: 27.1, 27.2, 27.32, 27.33, 28.11, 28.12, 28.13, 28.14, 28.15, 28.21, 28.25, 28.29.2, 29.31, 72.1. Decadenza dalle agevolazioni. Una delle novità inserite nel nuovo decreto firmato dal Mef, di concerto con il Mise, riguarda le modifiche alla disciplina delle cause di decadenza dalle agevolazioni fiscali. In particolare, il diritto all’agevolazione decade se, entro 3 anni (nella previgente disciplina il termine era di 2 anni) dalla data in cui rileva l’investimento, si verifica una delle seguenti cause: - la cessione, anche parziale, a titolo oneroso, delle partecipazioni ricevute in cambio degli investimenti; - la riduzione di capitale sociale nonché la ripartizione di riserve o altri fondi costituiti con sovrapprezzi di emissione delle azioni; - il recesso o l’esclusione degli investitori; - la perdita, da parte della start-up innovativa, di uno dei requisiti richiesti dalla normativa. Esclusioni dalle cause di decadenza. La nuova disciplina ritocca anche i casi di esclusione dalle cause di decadenza. Non determina la decadenza dell’incentivo la perdita dello status di start-up innovativa, se dovuta al superamento del limite temporale dei 5 anni dalla costituzione, o del tetto di 5 milioni di euro del valore della produzione annua, o la quotazione su una piattaforma multilaterale di negoziazione. Non costituiscono causa di decadenza, inoltre, i trasferimenti a titolo gratuito o mortis causa del contribuente e quelli conseguenti a operazioni straordinarie. 12 Domenica 27 Marzo 2016 IMPRESA La maggior parte degli istituti è online. Lavori in corso su profilazione e moneta elettronica Credito, ora la clientela si fidelizza sui social network DI risultati di bilancio comunicati nelle ultime settimane hanno evidenziato un fatto nuovo per il mercato bancario italiano. Complice l’arrivo del bail-in, che chiama in causa anche i correntisti (ma solo sopra i 100 mila euro di depositi) in caso di crisi aziendale, vi sono stati bruschi movimenti nella raccolta, con le banche in maggiore difficoltà che hanno perso quota a vantaggio di quelle reputate più stabili. Un dato finanziario che evidenzia quanto sia diventato importante per il settore instaurare e consolidare un rapporto di fiducia con la clientela acquisita e potenziale, pur nella consapevolezza che vi sono due criticità: da una parte le ferite rimaste aperte dopo la lunga stagione della crisi, che richiederà tempo per essere rimarginate; dall’altra la necessità di fare i conti con la clientela più giovane, per sua natura meno portata alla fidelizzazione. Uno scenario che spiega l’interesse crescente degli istituti di credito verso i social network. che ha un taglio più professionale rispetto a Facebook e Twitter. Le associazioni per i diritti dei consumatori americane hanno già espresso il loro dissenso a riguardo, condannando questo metodo di selezione, ma nei fatti è impossibile impedire a una società di fare le proprie valutazioni sui richiedenti credito. Del resto, la crescita dei Big data e degli analytics va proprio in direzione di una migliore profilazione della clientela (anche potenziale) con l’intento di offrire a ciascuno la proposta migliore, e al tempo stesso ottimizzare rischi e investimenti delle aziende. Per altro, già da qualche mese Facebook ha lanciato un servizio per trasferire denaro: basta collegare la propria carta di credito o debito al proprio account messenger per prelevare dal conto corrente senza costi aggiuntivi e con un semplice click. Canali social Pagine a cura LUIGI DELL’OLIO I Strategie diversificate. Quanto alla presenza, sui social network principali ci sono quasi tutti, almeno tra gli operatori di grandi e medie dimensioni. Uno studio realizzato da Abi (Associazione bancaria italiana) e Kpmg segnala che ormai l’85% delle banche italiane è presente sui principali canali del Web, un dato destinato a salire oltre la soglia del 90% nell’anno in corso. Le piattaforme più utilizzate sono Facebook, YouTube, Twitter e LinkedIn, con una presenza che mira sia a spingere il filone commerciale, sia a valorizzare il brand aziendale. Un duplice obiettivo che spiega l’intreccio tra comunicazione relativa a nuovi prodotti e servizi e messaggi di natura reputazionale. Lo studio mette in luce anche i limiti delle strategie adottate, a cominciare da una limitata carica innovativa, per esempio in merito al confronto con gli utenti. La presenza sulle piattaforme social è considerata strategica dalle banche italiane ed è per questo che nella gran parte dei casi i canali social sono gestiti internamente all’azienda o al massimo con la collaborazione di agenzie specializzate. Tra gli operatori che non hanno ancora un profilo social, il principale ostacolo indicato è relativo alla difficol- Fonte Abi-Kpmg In Russia sotto esame la condotta on-line La notizia ha creato un certo sconcerto tra le associazioni di tutela della privacy. A inizio marzo, il sistema nazionale russo d’informazione creditizia (analogo di Crif per l’Italia) insieme con la società It Double Data, ha lanciato un nuovo servizio destinato alle banche, finalizzato all’analisi del comportamento dei richiedenti crediti. Dunque, chi intende rivolgersi allo sportello per ottenere un finanziamento, deve aver cura di tenere un comportamento virtuoso sui social network. Qualche esem- pio? Se un potenziale cliente fa parte di gruppi di concessione facile e immediata dei microcrediti o è simpatizzante di società che osteggiano il recupero dei crediti il rischio, potrà risultare poco affidabile. Mentre se, sul suo profilo, si mostrerà positivo e con una buona propensione ai consumi, sarà visto di buon occhio. Il tutto, ovviamente, non ha un valore assoluto, ma solo indicativo, accanto ad altri parametri da tenere in considerazione, a cominciare dal comportamento passato in caso di finanziamenti già ricevuti. Strategia di successo in quattro step Social Minds ha messo a punto una guida in quattro step per una strategia bancaria di successo sui social network. Si inizia con la customer care che è la funzione più logica. I correntisti hanno spesso domande e lamentele da rivolgere alle banche. Il bancomat che non funziona, la carta di credito non abilitata per l’online e così via. La raccomandazione è individuare figure specifiche per rispondere ai clienti, con metodologie e forme prestabilite. Il secondo ambito è la customer acquisition, sfruttano la leva del profilo social per acquisire nuovi clienti, con la raccomandazione di offrire alle persone contenuti tà nel valutare i rischi legati all’utilizzo di questi strumenti. In alcuni casi le banche non attive indicano una scarsa chiarezza circa l’utilità effettiva del ricorso a questi strumenti o motivano questo orientamento con la complessità nel pianificare le attività e nel misurare il ritorno dell’investimento per queste iniziative. Le nuove frontiere. Il e offerte di qualità se si vuole sperare di crescere. Il terzo ambito riguarda i servizi bancari, che al momento stanno muovendo i primi passi, ma hanno il potenziale più grande. Infine la fidelizzazione, ricordando che è fallimentare usare Facebook come cassa di risonanza per i propri comunicati o per farsi pubblicità autoreferenziale. Occorre costruire uno storytelling della banca, mettendo l’istituto in una posizione defilata. Indicazioni difficili da contestare, anche se non certo facili da mettere in pratica se non c’è una strategia a monte e l’impegno di professionalità adeguate. quadro generale che emerge è quello di un settore che sta ancora muovendo i primi passi di un mercato ad altissimo potenziale. Di certo siamo ancora lontani da esperienze internazionali come LendUp, che utilizza i social come indicatore di stabilità per decidere se concedere o meno un prestito bancario. Secondo la società statunitense, infatti, una attività intensa sui social network può essere considerata un valido indicatore di stabilità economica. Mentre Lenndo utilizza il medesimo indicatore, ma in modo diverso: se tra gli amici figura un cattivo pagatore, per l’utente sarà difficile ottenere un prestito. Il focus è soprattutto sulle amicizie vantate su LinkedIn, La spinta dei millennials. Probabilmente presto sul mercato arriveranno altre novità su questo fronte. Una recente indagine dell’Associazione italiana istituti di pagamento e di moneta elettronica (Aiip), rivolta agli universitari e mirata a sondare le abitudini finanziare dei giovani della cosiddetta Millennial Generation, segnala risultato che gli studenti apprezzano sempre più la moneta elettronica, ricercando soluzioni innovative. Il presidente dell’associazione, Maurizio Pimpinella, segnala come esempio da tenere d’occhio BuddyBank la nuova banca del gruppo Unicredit, b disegnata esclusivamente per smartphone, che sarà operativa dal 2017, offrendo persino v un servizio di concierge via u chat o telefono, attivo 24 ore su 24, che assisterà i clienti iin operazioni quotidiane quali lla prenotazioni al ristorante o lo spostamento in taxi. «La ttecnologia del mobile piace sempre di più e i possessori di carta chiedono quindi ad emittenti e retailer di metterre a loro disposizione opzioni di pagamento via smartphone veloci e facili da usare», spiega v ll’esperto, ad esempio i giovani, non essendo interessati n ad attivare linee di credito, grazie ai conti di pagamento, g più semplici ed economici di un conto corrente, riescono a soddisfare tutte le loro esigenze, controllando meglio le spese. Molto presto potrebbe cambiare in maniera radicale il modo in cui accediamo al nostro home banking e lo utilizziamo, prevedendo soluzioni fino ad ora impensabili». © Riproduzione riservata Domenica 27 Marzo 2016 IMPRESA 13 Facebook, Twitter & co.: strumenti da gestire con attenzione per comunicare correttamente Per le aziende una nuova sfida a una parte la consapevolezza ormai acquisita dalle aziende che i social network sono irrinunciabili strumenti di comunicazione, ma anche la difficoltà di pianificare una strategia vincente. Dall’altra le opportunità di interazione rilevate dagli utenti, ma anche le minacce per la propria privacy. Con 30 milioni di italiani che ormai navigano sul Web, le piazze virtuali come Facebook, Twitter e LinkedIn sono divenute un nuovo punto di incontro tra imprese e consumatore, ponendo nuove sfide. Uno scenario nuovo per il legislatore, che non a caso corre ai ripari cercando innovazioni del quadro normativi. D Nuovo protagonismo. «Se fino a qualche anno ciò che si consumava, così come il brand dell’azienda relativa, erano uno status per il consumatore, oggi la prospettiva è mutata: il protagonismo emerge dall’interazione con chi produce e commercializza i beni, un dialogo che si svolge grazie ai social network», spiega Francesco Morace, sociologo e presidente di Future Concept Lab. «Tra le aziende vi è ormai una presenza diffusa sui nuovi canali di comunicazione, ma spesso con una strategia inadeguata, che è quella del sito web, finestra per far conoscere i propri prodotti. Mentre è deficitario l’aspetto del confronto con i consumatori, che pongono domande e a volte rivolgono critiche, che non possono rimanere inevase». Né tanto meno possono ricevere risposte evasive. «Occorre una strategia mirata, occorrono professionalità adatte a questo nuovo tipo di comunicazione», aggiunge Morace. Dello stesso avviso è Andrea Barchiesi, fondatore di Reputation Manager (società che analizza e gestisce la reputazione online) e autore del libro La tentazione dell’oblio. Un concetto diffuso, ma con contorni spesso approssimativi. «Tanti, sia a livello aziendale che tra i consumatori, sono convinti che cancellare informazioni dalla rete sia possibile e sufficiente per avere una buona identità digitale», spiega. «Mentre sarebbe da prediligere una gestione corretta e organizzata della propria identità digitale». In concreto questo che cosa comporta per chi frequenta i social network? «Per le aziende è un imperativo programmare e gestire la comunicazione, ricordando che resta traccia di ogni cosa che si fa online. Per quanto riguarda gli utenti occorre tenere conto, per esempio, che se Utenti web in Italia Gli errori da evitare Cosa da fare non solo quando si apre il profilo Non controllare le impostasocial, ma periodicamente perché spesso le zioni della privacy impostazioni di default vengono modificate Lasciare in memoria la Cosa pericolosa se si perde o si presta ad altri il propria password su pc, proprio dispositivo e, ancor più, se si accede da smartphone, palmare computer altrui (per esempio un Internet point) Pubblicare dati finanziari Le truffe in questo campo sono molto diffuse Indicare a un’utenza indiffe- Cosa che espone al rischio che le informazioni renziata il proprio recapito finiscano nelle mani sbagliate Dall’Oba allo spam: così arriva la visibilità Sono tre le tecniche più utilizzate dalle aziende per avere visibilità nelle piazze virtuali: il social spam (invio di comunicazioni pubblicitarie tramite le piazze virtuali), il viral advertising (in genere video, che vengono diffusi tramite condivisione tra gli utenti) e l’Oba (acronimo di online behavioural advertising, vale a dire la pubblicità profilata sulla basa della navigazione dell’utente). Queste tecniche devono fare i conti con la normativa italiana, a cominciare dal Codice privacy (artt. 23, 130, Linee guida garante privacy 19 marzo 2015, 4 luglio 2013, 8 maggio 2014): «Il social spam e il viral advertising richiedono l’opt in dell’utente, vale a dire il suo preventivo consenso espresso ed informato a ricevere queste comunicazioni commerciali», spiega Martini. «Vi è un’eccezione per il follower, al quale si applicherà il regime dell’opt out (e quindi l’azienda potrà trasmettergli queste comunicazioni fino a che rimarrà follower e non si opporrà a ricevere questi messaggi)». L’Oba invece richiede sia l’opt in, sia l’informativa cookies, così come il banner cookies e la notificazione al garante. si esprime un’opinione politica, se si interagisce con un produttore di alcolici, si trasmettono informazioni importanti di sé». Dunque, il possibile protagonismo offerto da questi canali di comu- nicazione può essere un’arma a doppio taglio. Necessaria una presenza consapevole. «La presenza sui social network non va temuta», precisa Barchiesi, «ma è opportuno fare scelte consapevoli». Considerando che le tracce lasciate con le proprie parole possono essere utilizzate da chi ha uno specifico interesse. «Per esempio, ci sono aziende che accedono ai social network per valutare il candidato all’assunzione o le abitudini del cliente, acquisito o potenziale», spiega Gaia Rubera, docente di marketing alla Bocconi. Che ricorda come il discorso valga anche per i selfie, che «sono una miniera di dati forniti direttamente, seppure involontariamente» dai consumatori stessi alle aziende attraverso la pubblicazione su canali come Instagram e Tumblr. Legislazione comunitaria in evoluzione. Il legislatore prova a rincorrere l’evoluzione tempestosa dal mercato, a cominciare dall’ambito comunitario. Nei mesi scorsi, dopo quattro anni di discussioni, è stata approvata una bozza del nuovo Regolamento europeo per la privacy, che dovrebbe essere approvato nel giro di poche settimane. Per quel che riguarda l’Italia, prenderà il posto dell’attuale Codice privacy (dlgs n.196/2003). «Il regolamento stabilisce regole stringenti per i titolari del trattamento dei dati, in particolare per le aziende che usano i social monitorando regolarmente e sistematicamente, ad esempio attraverso una profilatura degli utenti per scopi pubblicitari», spiega Nadia Martini, del team intellectual property/information technology dello studio Nunziante Magrone. L’ambito di applicazione riguarda sia le realtà della Ue, che quelle con headquarter al di fuori dell’area, Amazon o Google inclusi). «All’utente dovrà essere il consenso preventivo espresso e informato (opt in)», spiega l’esperto. «Inoltre l’azienda, chiamata a nominare un privacy officer per la fase di compliance, dovrà compiere una valutazione di impatto sulla protezione dei dati, fare un risk assessment, e adottare misure di sicurezza idonee (come la cifratura o la pseudoanonimizzazione dei dati) documentandone ll’adozione. Quindi, i risultati rraccolti dovranno essere notificati entro 72 ore all’Autorità garante. In difetto, le sanzioni g potranno arrivare fino al 4% p del fatturato annuo». Norme severe, dunque, che per Martini non freneranp no lo sviluppo del mercato, n ma piuttosto offriranno un m quadro più chiaro per la sua evoluzione. «I social network rrappresentano per l’azienda un potentissimo canale di cou municazione da cui non si può m prescindere per poter attuare p una strategia efficace», ricoru da. «Sono infatti uno strumento sempre più utilizzato per pubblicizzare l’attività e raccogliere follower di ogni età e target, quindi clienti». Del resto, gli utenti che hanno un profilo su almeno uno di essi sono sempre in aumento, il numero dei contenuti condivisi con la propria rete di contatti cresce a livelli esponenziali e la durata del tempo trascorso sui social network diventa sempre più consistente. 14 Domenica 27 Marzo 2016 IMPRESA Tutti i chiarimenti nella guida pubblicata dal ministero dello sviluppo economico Agevolazioni, c’è la bussola Sabatini-ter attiva soltanto fino al 31 dicembre 2016 DI Pagina a cura ROBERTO LENZI a Sabatini-ter non è ancora partita ma ha già una data di scadenza. La guida alle agevolazioni, pubblicata dal ministero dello sviluppo economico il 22 marzo ha infatti ricordato che la misura agevolativa rimarrà attiva solo fino al 31 dicembre 2016. E la circolare del 23 marzo 2016, attuativa della Sabatini-ter, nello stabilire che lo sportello di presentazione delle domande si aprirà il prossimo 2 maggio, ha anche informato le imprese che il finanziamento bancario o il leasing finanziario, cui è subordinato il riconoscimento del contributo da parte del Ministero, deve essere deliberato entro il 31 dicembre 2016 da una banca/intermediario finanziario aderente alla convenzione. Quindi, il 31 dicembre 2016 non è la vera e propria scadenza per presentare domanda, ma addirittura fissa il termine massimo per la delibera di finanziamento da parte dell’istituto convenzionato. Se la Sabatini-bis, tuttora aperta ma ormai prossima alla chiusura, potrà vantare oltre due anni di operatività, non sarà così invece per la Sabatini-ter che nasce già con una data di scadenza a pochi mesi di distanza, salvo interventi legislativi di proroga. Oltre a trattare i finanziamenti Sabatini, il Mise, attraverso la guida, fornisce uno spaccato dei principali strumenti nazionali a favore delle imprese, affiancando anche una versione inglese a beneficio di imprese estere, multinazionali e imprenditori stranieri interessati ad investire in Italia. Sostegno alla competitività. Il sostegno alla competitività è la prima macro area trattata dalla guida, ove sono riportate le agevolazioni Nuova Sabatini, Fondo di garanzia anche per imprese femminili ed editoria, contratti di sviluppo, nuova imprenditorialità, assunzione di personale altamente qualificato, Fondo Italia Venture Capital e Cooperative-Nuova Marcora. La Nuova Sabatini, recentemente riformata, è lo strumento che sostiene gli investimenti per acquisto, anche in leasing, di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali, effettuati dalle pmi su tutto il territorio nazionale. Il contributo che copre parte degli interessi sui finanziamenti bancari è pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del 2,75%, su un piano convenzionale di ammortamento, con rate semestrali costanti e della durata di cinque anni, di importo cor- L La guida in numeri 2 versioni della guida 4 macro-aree di intervento 1 focus speciale 7 strumenti di sostegno alla competitività Italiano Inglese Sostegno alla competitività Sostegno all’innovazione Efficienza energetica Internazionalizzazione Raffronto tra start-up e pmi innovative Nuova Sabatini Fondo di garanzia (e sue sezioni) Contratti di sviluppo Autoimprenditorialità Assunzione personale altamente qualificato Fondo Italia Venture Capital Cooperative-Nuova Marcora 8 strumenti di sostegno all’innovazione Credito di imposta per ricerca e sviluppo Credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno Super ammortamento beni strumentali Patent box Sostegno alle start-up innovative Start & Smart Fondo nazionale innovazione Disegni +3 Marchi +2 2 strumenti per l’efficienza energetica Certificati bianchi Conto termico Inserimento sui mercati esteri extra Ue Crediti all’esportazione Studi di prefattibilità, fattibilità e assistenza tecnica Fondo di Venture Capital 7 strumenti per l’internazionalizzazione Partecipazione al capitale Patrimonializzazione delle pmi Prima partecipazione ad una fiera o mostra sui mercati extra Ue Conto termico in rampa di lancio La sezione della guida sull’efficienza energetica punta sui certificati bianchi e sul conto termico, prossimamente operativo nella nuova versione 2.0. I certificati bianchi sono titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi energetici negli usi finali di energia a seguito di progetti di incremento dell’efficienza energetica. La domanda di certificati bianchi è determinata dai distributori di energia elettrica e di gas naturale con più di 50 mila clienti finali ai quali è assegnato l’obbligo di raggiungere annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria. Detti soggetti possono assolvere al proprio obbligo realizzando direttamente progetti di efficienza energetica oppure acquistando sul mercato organizzato dal Gme i certificati bianchi rilasciati ad altri soggetti per interventi di efficienza energetica. Il numero di certificati bianchi è proporzionato ai risparmi generati dal progetto di efficienza energetica, mentre il valore del singolo certificato dipende dall’andamento del mercato. Il conto termico vuole incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e la realizzazio- ne di interventi di efficienza energetica negli edifici nella pubblica amministrazione. L’accesso a privati e imprese è consentito per la prima categoria di interventi, mentre per la seconda l’accesso è riservato alle p.a. che vi possono accedere direttamente o attraverso una Esco. L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale che può raggiungere anche il 65% della spesa ammissibile. Internazionalizzazione. La macro area sull’internazionalizzazione è quella che riporta meno novità, in quanto gli strumenti di finanziamento sono attivi già da diverso tempo e non hanno conosciuto recenti riforme. In questa sono riportate le agevolazioni, ormai classiche, che si riducono alla riduzione di interessi e alla partecipazione al capitele. Gli interventi sono previsti per inserimento sui mercati esteri extra Ue; Crediti all’esportazione; studi di prefattibilità, fattibilità e assistenza tecnica; Fondo di Venture Capital; partecipazione al capitale; patrimonializzazione delle pmi; prima partecipazione a una fiera o mostra sui mercati extra Ue. rispondente al finanziamento. Il contributo è correlato a un finanziamento bancario (o leasing), che può essere assistito fino all’80% dell’importo dal Fondo di garanzia, compreso tra 20 mila euro e 2 milioni di euro. La scheda si chiude evidenziando che l’agevolazione è aperta fino al 31 dicembre del 2016, ribadendone, a meno di proroghe nei prossimi mesi, la data di scadenza. La guida prosegue elencando le altre agevolazioni disponibili come il microcredito, che supporta l’avvio e lo sviluppo della microimprenditorialità, facilitando l’accesso alle fonti finanziarie alle imprese già costituite o ai professionisti. Nella stessa macro area si trova la sezione imprese femminili, che mira a supportare l’utilizzo della garanzia del Fondo a favore delle imprese a prevalente partecipazione femminile. Sostegno all’innovazione. Una macro area importante per le imprese è quella relativa al sostegno all’innovazione. In questa sezione sono elencate le agevolazioni relative a credito di imposta per ricerca e sviluppo, credito di imposta per investimenti nel Mezzogiorno, super ammortamento beni strumentali, patent box, sostegno alle start-up innovative Start & Smart, fondo nazionale innovazione, disegni +3, Marchi +2. Il credito di imposta per la ricerca e sviluppo ha visto aumentare la sua importanza con la recente circolare 5E, che ha esteso la possibilità di ottenere il contributo a tutte le imprese che fanno ricerca, a prescindere dalla tipologia di personale che hanno in forza. In questa area si trova anche il credito di imposta per iinvestimenti nel Mezzogiorno, attualmente operativo per n gli investimenti a partire dalg llo scorso 1° gennaio 2016. In questo caso, il beneficio consiste nel riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare iin compensazione in dichiarazione dei redditi, per l’acquisto di beni strumentali nuovi efffettuati tra il 2016 e il 2019. La misura dell’agevolazione è differenziata in relazion ne alle dimensioni aziendali: n 20% pmi; 15% medie imprese; 10% grandi imprese. E proprio in questi giorni è stato p emanato da parte dell’Agenzia delle entrate il provvedimento per stabilire che le iistanze di accesso all’agevollazione devono essere presenttate a partire dal 30 giugno 2016. La guida tratta anche iil super-ammortamento sui beni strumentali, grazie al b quale viene riconosciuta una maggiorazione del 40%, del m costo fiscalmente ammesso iin deduzione a titolo di ammortamenti (o di canone di m lleasing). Domenica 27 Marzo 2016 IMPRESA 15 Il rapporto Aifi su private equity e venture capital. Resta il divario con altri paesi L’Italia piace e si investe di più Raccolta fondi a 2,5 mld (+84,5%). Il 48% sono esteri DI Pagina a cura LUIGI DELL’OLIO dall’avvio della grande crisi internazionale che si susseguono gli inviti alle aziende a ridurre la dipendenza dal credito bancario, cercando alternative sia sul fronte dei finanziamenti, che del capitale, in modo da fronteggiare con successo il nuovo scenario di mercato. Anche se poi, a guardare ai dati, è sempre stata evidente la difficoltà degli imprenditori ad abbracciare le nuove opportunità, anche per la distanza culturale e di prospettiva con gli operatori istituzionali. Tuttavia lo scenario sta evolvendo in senso positivo e questo non può che essere letto positivamente per il nostro Paese, che verosimilmente vedrà le banche impegnate ancora per diversi anni a rimarginare le ferite dovute al boom di crediti deteriorati. La semina. Secondo l’ultimo rapporto di Aifi (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt), nel 2015 la raccolta dei fondi di private equity presenti sul mercato italiano si è attestata a quota 2,487 miliardi di euro, mettendo a segno un balzo dell’84,5% rispetto al 2014. Un risultato sul quale ha sicuramente inciso la situazione dei tassi di interesse, mai così bassi nella storia europea, ma che comunque va salutato con favore perché significa che sono a disposizione risorse importanti per far crescere la capitalizzazione delle aziende italiane. Per altro è indicativo l’interesse degli operatori internazionali, che hanno contribuito per il 48,1% alla raccolta totale. Detto della semina, va comunque sottolineato che solo una parte di queste risorse è stata immediatamente impiegata, laddove è stata individuata dagli investitori un’opportunità di crescita e si è trovato un accordo con l’imprenditore. Prestiti in calo È Identikit delle imprese In totale gli investimenti nel corso del 2015 sono stati 342, il 10% in più dell’anno precedente, con un ammontare complessivo (considerando quindi anche il denaro raccolto nel passato) di 4,62 miliardi di euro (+31% sul 2014). «Si tratta del secondo valore più alto di sempre, a indicare la ritrovata attrattività del nostro Paese», è l’analisi di Anna Gervasoni, direttore generale di Aifi. «Gli operatori internazionali hanno apportato ben il 66% dell’ammontare totale investito». Dalle opinioni degli addetti ai lavori emerge che vi è una maggiore disponibilità del passato da parte degli imprenditori ad aprire il capitale dell’azienda agli investitori istituzionali, che non apportano solo capitale, ma anche competenze e una rete di contatti. Ma anche questi ultimi Sul mercato si affacciano i primi investitori sul debito Non solo equity, cioè acquisto di quote azionarie. Tra i fondi crescono anche quelli specializzati sul lato debito, cioè il finanziamento diretto alle imprese, con un’ottica di medio-lungo periodo, a costituire un’alternativa al credito concesso dalle banche. Secondo il censimento di Aifi, sono 17 i soci che svolgono attività in questo campo, che è ancora dominato dagli operatori domestici (77% del totale). Il target di raccolta dei fondi di private debt italiani è di circa 4 miliardi, anche nel biennio di attività di questi fondi non si è arrivati ancora al miliardo. Guardando alle fonti della raccolta, sempre nel periodo 2013-2015, il 96% proviene da investitori istituzionali domestici, mentre il 4%dall’estero. Nella tipologia della fonte, il 49% del capitale è arrivato dalle banche, il 20% dalle assicurazioni e il 16% da fondi pensione e casse di previdenza. Tra il 2014 e il 2015 vi sono state 46 operazioni d’investimento per un ammontare di 264 milioni di euro. Sul versante debito andrebbe considerato anche il settore dei minibond, con 179 emissioni già avvenute per 7,2 miliardi di euro raccolti. Un settore, quest’ultimo, che è cresciuto rapidamente negli ultimi mesi, accogliendo anche molte emissioni di piccolo importo. hanno cambiato approccio, approccio allungando l’orizzonte di investimento e spesso accettando di rilevare quote di minoranza delle aziende. Facile indebitarsi. Quanto alle tipologie di operazioni, il 42% del mercato è costituito dal buyout, vale a dire acquisizione di aziende il ricorso prevalente al capitale di debito, che viene poi rimborsato con l’utilizzo dei flussi di cassa positivi generati dall’impresa stessa. Il balzo del 49% sul dato 2014 conferma l’abbondante liquidità presente sui mercati finanziari. Crescono anche le operazioni di seed/ startup, vale a dire nelle prime fasi della vita aziendale, mentre soffrono quelle di expansion (a sostegno della crescita). Nel 2015, l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni, è stato pari a 2.903 milioni di euro in crescita del 10,3% rispetto ai 2.632 dell’anno precedente, con 178 dismissioni (+2,3%). Lo strumento maggiormente utilizzato per i disinvestimenti è stata la vendita ad altri investitori finanziari. Visti nel loro insieme, questi dati indicano la crescita del private equity italiano, anche se il confronto con gli altri Paesi occidentali resta impietoso. Come rilevato dal presidente di Aifi, Innocenzo Cipolletta, se nella Penisola le aziende finanziate ogni anno sono circa 300, a livello europeo si arriva a quota 5 mila. I fondi di private equity investono lo 0,1% del pil nazionale, contro una media europea dello 0,28%, che comprende lo 0,25% della Germania, lo 0,40% della Francia, lo 0,42% dell’Inghilterra e lo 0,59% della Norvegia, prima in graduatoria. Differenze enormi che chiamano in causa non solo la tradizionale ritrosia degli imprenditori italiani all’apertura del capitale, ma anche lo scarso coraggio degli investitori del Paese. Per Cipolletta occorre agire in più direzioni: «Favorire l’ampliamento delle forme di finanziamento disponibili per le Pmi non quotate; aumentare la capacità attrattiva dell’Italia presso gli investitori istituzionali internazionali e migliorare l’operatività del mercato». Necessità che implicano uno sforzo congiunto tra istituzioni, aziende e investitori. Una spinta alle nuove aziende Fare di necessità virtù è diventato il mantra di tanti italiani (giovani e non) che negli ultimi tempi hanno deciso di dar vita a una nuova azienda. Sostenuti anche dalle esperienze di successo che arrivano da Oltreoceano, dove da Facebook in giù si sprecano i casi di giovani realtà d’impresa arrivate in pochi anni al successo globale. Va comunque detto che il tasso di mortalità tra le startup è elevatissimo, vuoi perché le idee di business devono confrontarsi (e spesso scontrarsi) con la realtà del mercato, vuoi per la difficoltà di accedere a capitali a sostegno della crescita nei primi anni di attività. A questo proposito va citato il progetto VentureUp, promosso da Aifi e Fondo italiano d’investimento, consiste nella creazione di un sito web dedicato all’ecosistema startup e venture capital. Lo scopo è di creare un luogo virtuale in cui venture capitalist e startupper con idee innovative possano di incontrarsi e di fornire uno strumento di informazione e orientamento verso gli attori e le opportunità che la filiera delle nuove aziende offre, a disposizione di tutti coloro che sono interessati ad approfondire questo mondo. Il sito include varie sezioni, all’interno delle quali si trovano documenti, notizie, materiale informativo e molto altro ancora su venture capital, business angel, incubatori e piattaforme di crowdfunding. 16 Domenica 27 Marzo 2016 IMPRESA I numeri dell’Oam, l’organismo che vigila su agenti finanziari e mediatori creditizi Caccia agli abusivi del credito Controlli raddoppiati. I non autorizzati saranno resi noti DI Pagina a cura FEDERICO UNNIA ntensificazione dell’attività di vigilanza, con oltre 5 mila controlli effettuati contro i 2.800 previsti, più di 2.400 procedimenti sanzionatori avviati (di cui 1.875 conclusi; 1.693 con l’erogazione di una sanzione definitiva), verifiche mirate su fenomeni patologici quali le irregolarità nel collocamento di fideiussioni, 57 esposti per esercizio abusivo dell’attività. Sono alcune delle cifre che esprimono le linee lungo le quali si muove l’Oam, l’organismo per la gestione degli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi. Istituito con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, che ha recepito la direttiva europea 2008/48/Ce sui contratti di credito ai consumatori e introdotto il nuovo titolo VI-bis del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385 (Testo unico bancario), l’Oam gestisce gli elenchi degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, accertando la sussistenza (e la permanenza) dei requisiti di onorabilità e di professionalità previsti dalla legge per chi vuole operare nel settore. Nel 2016 l’Oam intende rafforzare l’azione contro l’abusivismo e sta valutando la possibilità di pubblicare i nominativi dei soggetti non autorizzati, di cui sia stato evidenziato l’esercizio abusivo della professione. «La battaglia contro l’abusivismo nella mediazione creditizia», spiega Antonio Catricalà, presidente dell’Oam, «è fondamentale. Stiamo facendo la nostra parte e sono allo studio misure per informare i consumatori sui soggetti che stanno sul mercato senza avere le carte in regola. Siamo in una fase in cui la domanda di credito diventa essenziale per le famiglie e per le imprese. Ma deve essere credito “buono”, supportato da tutte le informazioni necessarie per scegliere al meglio e ridurre anche per questa via il rischio del debitore di trovarsi negli anni con un peso finanziario del quale non aveva ben valutato le conseguenze. I consumatori possono essere garantiti solo se entrano in contatto con gli operatori dotati della necessaria professionalità, che agiscono sotto la vigilanza dell’Oam, con trasparenza. In questo modo non solo si tutela la parte più debole del rapporto ma si premiano gli operatori onesti, ai quali viene richiesto un aggiornamento professionale continuo». Per raggiungere questo obiettivo anche il legislatore deve fare la sua parte perché il deterrente penale, contro gli abusivi, non è sufficiente, I Sintesi Dati Elenchi al 31 dicembre 2015 n. 8.370 iscritti n. 6.547 Agenti in attività finanziaria n. 300 Mediatori creditizi n. 1.523 Agenti nella Sezione speciale (servizi di pagamento) n. 7.554 iscritti operativi e n. 816 non operativi n. 10.759 collaboratori n. 4.062 collaboratori di società di mediazione creditizia n. 5.587 collaboratori di società di agenzia in attività finanziaria Confronto con i dati all’inizio dell’anno: - 1.017 iscritti (di cui - 435 iscritti operativi e - 582 iscritti non operativi) + 321 collaboratori + 1.826 cancellati L’arretrato vista la mole di lavoro di cui sono oberate le nostre procure. «Per i mutui immobiliari», propone Catricalà, «per esempio, sarebbe fondamentale inserire una norma in base alla quale, nell’atto notarile, debba essere indicato, a pena di nullità, il nome del soggetto, mediatore o agente in attività finanziaria, che ha intermediato il mutuo e che deve risultare iscritto ai nostri elenchi, e la commissione pagata dal cliente. In questo modo non solo emergerebbe base imponibile ma verrebbe eretta una barriera contro gli abusivi. È un meccanismo semplice, da incentivare prevedendo agevolazioni fiscali per il mutuatario sul costo pagato per la commissione, quando dovuta». Il contrasto al fenomeno dell’abusivismo, spiegano fonti dell’organismo, rappresenta il cuore dell’azione dell’Oam per migliorare, da un lato, la protezione del consumatore e tutelare, dall’altro, i soggetti regolarmente iscritti negli elenchi. Proprio per facilitare le segnalazioni è stata istituita una casella di posta elettronica dedicata e prevista un’apposita sezione nel sito dell’organismo. E nel 2015 gli esposti pervenuti in materia di esercizio abusivo di attività finanziaria hanno riguardato 162 soggetti (di cui 39 al Nord, 24 al Centro e 44 nel Sud e nelle Isole). In seguito agli accertamenti svolti, l’Oam ha presentato 57 esposti alle procure della repubblica competenti per territorio. Per disincentivare il ricorso da parte dei consumatori a soggetti privi dei necessari requisiti l’organismo ha inoltre portato avanti una campagna informativa ad hoc. L’Oam partecipa inoltre all’Osservatorio per il contrasto all’esercizio abusivo dell’attivi- tà di intermediazione del credito, costituito nel 2013 insieme alle 13 associate (le associazioni di settore che costituiscono l’assemblea dell’organismo) oltre al sindacato Si.medi. Scopo dell’osservatorio promuovere iniziative finalizzate a garantire maggiore efficacia e coerenza alle attività di controllo sugli operatori, monitorare la diffusione del fenomeno dell’abusivismo, intervenire in modo mirato e contrastare con efficienza le azioni scorrette; non solo per tutelare i consumatori, ma anche per salvaguardare l’immagine di una categoria che ricopre un ruolo fondamentale nel mondo del credito. La battaglia contro l’abusivismo rappresenta tuttavia solo uno degli aspetti dell’attività di vigilanza portata avanti dall’Oam che deve controllare un comparto “regolare” costituito, a fine dicembre 2015, da 8.370 soggetti iscritti negli elenchi, di cui 6.547 agenti in attività finanziaria, 300 mediatori creditizi, 1.523 agenti nella sezione speciale servizi di pagamento, affiancati da 10.759 collaboratori. Proprio sulla vigilanza nei confronti degli iscritti lo scorso anno si è registrato, secondo quanto si evince dall’ultima relazione dell’organismo, un cambio di passo: le attività di controllo sono ora impostate su controlli mirati e non su verifiche a campione come accadeva nel recente passato. Un approccio che sta portando i suoi frutti visto che quasi la metà dei controlli si trasforma in procedimenti e poco meno in sanzioni. L’attività di vigilanza si intreccia con l’attività di tenuta degli elenchi: l’Oam deve infatti verificare la permanenza dei requisiti necessari per l’iscrizione; il rispetto da parte degli iscritti delle disposizioni loro applicabili; l’assenza di cause di incompatibilità, di sospensione e di cancellazione nei confronti degli iscritti; l’effettivo svolgimento dell’attività ai fini della permanenza negli elenchi. A fronte di questa attività nel 2015 sono state deliberate complessivamente 2.291 cancellazioni di soggetti dagli elenchi di cui 949 su istanza da parte e 1.342 a seguito di provvedimenti, anche sanzionatori, dell’organismo. Per garantire che chi offre credito ai consumatori lo faccia con la necessaria competenza, spiegano all’Oam, l’organismo sta anche innalzando i requisiti di professionalità richiesti per l’accesso alla professione: nel 2015 sono stati incrementati i quesiti che costituiscono il background culturale per la prova d’esame destinata ad agenti e mediatori. Nonostante tale incremento la percentuale di idonei è aumentata, rispetto al 2012 (primo anno di operatività dell’organismo), dal 62 al 74%. Da settembre dello scorso anno, inoltre, l’Oam gestisce anche la prova valutativa destinata ai collaboratori: a fronte dei 300 posti disponibili, i partecipanti sono stati 241, con un tasso di idoneità dell’83%. L’Oam nel corso del 2015 ha assunto anche la competenza sulla gestione del Registro degli esercenti l’attività di cambiavalute, provvedendo al necessario adeguamento delle strutture informatiche. In base alla normativa i cambiavalute sono dunque tenuti a trasmettere all’Oam periodicamente tutte le operazioni di cambio effettuate. Si tratta di un accentramento delle informazioni che dovrebbe agevolare le indagini penali in materia di contrasto al riciclaggio e finanziamento del terrorismo. © Riproduzione riservata Domenica 27 Marzo 20 2016 AMBIENTE 17 Le indicazioni Fise Assoambiente per prevenire la responsabilità ex dlgs 231/2001 Gestione dei rifiuti senza rischi Modelli organizzativi adeguati per prevenire gli ecoreati DI Pagina a cura VINCENZO DRAGANI alutazione dell’esposizione a tutti i reati previsti dal dlgs 231/2001, chiara definizione di compiti e responsabilità aziendali, peculiare analisi dei rischi legati alle aree sensibili dell’attività d’impresa. Arriva da FiseAssoambiente la guida che supporta le aziende di gestione rifiuti nella redazione del «modello organizzativo» utile ad arginare le dirette responsabilità previste dal dlgs 231/2001 in caso di reati commessi da propri collaboratori. Approvate dal ministero della giustizia nel dicembre 2015 e diramate nei giorni scorsi anche sul sito internet www.assoambiente.org, le linee guida sviluppate in collaborazione con CertiQuality integrano e declinano le più generali istruzioni già dettate da Confindustria in materia di responsabilità amministrativa degli enti. V Il contesto normativo. In base al dlgs 231/2001 imprese ed enti rispondono direttamente, con sanzioni amministrative sia pecuniarie che interdittive, per determinati reati commessi nel loro interesse o vantaggio da propri amministratori, dirigenti e dipendenti. Le stesse entità non rispondono di tali illeciti (c.d. «reati presupposto», elencati dal decreto) se dimostrano: di aver adottato ed efficacemente attuato prima della loro commissione un «modello di organizzazione e gestione» idoneo a prevenirli; di aver svolto effettiva vigilanza sulla sua osservanza; l’avvenuta fraudolentemente elusione del protocollo da parte degli autori dell’illecito. Il modello è considerato «idoneo» se risponde ai requisiti essenziali sanciti dagli articoli 6 e 7 del dlgs 231/2001, ossia: individua le attività nel cui ambito possono commettersi i reati presupposto; prevede specifici protocolli per formazione e attuazione delle azioni preventive; dispone obblighi di informazione dell’Organo di vigilanza; prevede un adeguato sistema sanzionatorio per la violazione delle regole; è costantemente verificato ed aggiornato. Una presunzione di conformità è sancita dallo stesso dlgs 231/2001 per i protocolli riconosciuti dal ministero della giustizia. I reati presupposto. Fondamentale nella redazione del modello, sottolineano le nuove linee guida, è considerare dalla legge 123/2007. Tra gli illeciti di stretto carattere ambientale (che se non già sottoposti a prevenzione impongono un rapido upgrade del proprio modello organizzativo), si ricordano invece due importanti upgrade del catalogo dei «reati 231»: quello effettuato dlgs 121/2011, che vi ha inserito quelli in materia di inquinamento di acque, aria e suolo, gestione dei rifiuti, danneggiamento di fauna, flora e habitat; quello recato dalla recente legge 68/2015 che vi ha introdotto i nuovi ecodelitti (sia dolosi che colposi) di inquinamento e disastro ambientale, traffico o abbandono di materiale ad alta radioattività. dell’azienda. Nelle imprese d di d gestione rifiuti, sottolineano le linee guida, figurano a in i tale senso le attività di trattamento rifiuti, intermediazione, trasporto, bonifiche. In relazione al trattamento rifiuti, in particolare, peculiare attenzione dovrà essere prestata a: processi di pianificazione dei conferimenti; trasporti; gestione, esercizio e manutenzione impianti; flussi in ingresso/uscita; analisi di laboratorio; monitoraggi ambientali (relativi a suolo, acque, aria); gestione delle emergenze; gare e negoziazioni dirette; omologa rifiuti. In relazione alla bonifica di siti inquinati particolare attenzione dovrà inoltre essere posta su: attività preliminari ed elaborazione dei progetti; caratterizzazioni (come carotaggi ed emungimenti); messa in sicurezza; bonifica delle falde; asportazione di strati contaminati e trattamenti on site. Fra i controlli specifici sul processo, l’attenzione dovrà invece essere posta sui protocolli aziendali interni che disciplinano anche: uso di sostanze chimiche; eventi potenzialmente contaminanti di matrici ambientali; controlli manuali a campione; censimento di impianti, macchinari, attrezzature e dispositivi potenzialmente contenenti sostanze lesive dell’ozono; nuove opere e manutenzioni straordinarie anche in prossimità di aree naturali; tracciabilità delle attività; verifica di titoli autorizzatori in capo a soggetti terzi cui vengono conferiti i rifiuti (inclusa verifica delle targhe dei mezzi); gestione degli impianti con emissioni; verifica della validità temporale delle autorizzazioni. Il modello organizzativo. Al fine di garantire l’efficace controllo dei rischi, nella costruzione del «modello 231» particolare attenzione dovrà essere posta nella chiara e formale definizione di compiti e responsabilità delle figure aziendali. Tra i protocolli di controllo per prevenire i reati (anche nelle attività eco-sensibili) si citano a titolo di esempio quelli relativi alle variazioni del ciclo produttivo «trasversali» sia alla gestione ambientale (quali nuovi scarichi, rifiuti o emissioni) che alla gestione della sicurezza sul lavoro (come l’aggiornamento della valutazione dei rischi per ricezione di nuovi rifiuti o utilizzo di neo sostanze chimiche). Analisi dei processi aziendali. L’idonea prevenzione dei reati ex dlgs 231/2001 passa attraverso l’individuazione dei rischi legati alle c.d. «aree sensibili» I sistemi di gestione ambientale volontari. Le linee guida Assoambiente offrono infine utili indicazioni per l’integrazione tra sistemi volontari di gestione ambientali (Iso 14001 ed Emas) e modelli ex dlgs 231/2001. Tali sistemi volontari, evidenziano le linee guida, mirano proprio ad identificare gli aspetti ambientali con impatti significativi al fine di effettuare gli interventi di prevenzione, controllo, monitoraggio e miglioramento necessari. Fermo restando che solo l’adozione e l’attuazione del «modello 231» può avere effetto contenitivo delle responsabilità legate ai sottesi illeciti, i sistemi volontari Iso ed Emas possono, con i dovuti adattamenti che tengano conto delle relative prescrizioni legali, contribuire proprio alla valida costruzione del documento di prevenzione ex dlgs 231/2001. Responsabilità 231, le indicazioni alle aziende Quali reati presupposto Nella redazione del modello organizzativo occorre considerare: • tutti i reati previsti dal dlgs 231/2001; • affrontare le specificità degli illeciti che interessano il settore merceologico Nel modello organizzativo Particolare attenzione deve essere posta: • alla definizione di compiti e responsabilità delle figure aziendali; • nei protocolli preventivi, alle variazioni del ciclo produttivo trasversali a gestione ambientale e sicurezza sul lavoro Nell’analisi dei processi Occorrono: • individuazione e controllo dei rischi legati alle cd. «aree sensibili» (come attività di trattamento rifiuti, intermediazione, trasporto, bonifiche) Con i dovuti adattamenti alle prescrizioni ex dlgs Sistemi ambientali 231/2001: Iso/Emas • possono contribuire alla valida costruzione del modello organizzativo tutte le fattispecie di reato previste dal dlgs 231/2001, salvo poi affrontare le specificità dei singoli illeciti cui l’attività dell’azienda renda sensibilmente esposti. Sotto tale profilo, a titolo esemplificativo le istruzioni Assoambiente elencano una serie di reati presupposto che interessano anche le imprese della gestione sui rifiuti. Tra questi, vengono in primo luogo evidenziati gli illeciti legati a rapporti e contatti con la pubblica amministrazione, come malver- sazione, indebita percezione di erogazioni, truffa ai danni dello Stato, concussione e corruzione. In relazione a tali illeciti, principali aree di rischio per le aziende del settore ambientale appaiono essere: partecipazione a gare pubbliche e negoziazioni; procedimenti per rilascio di atti, provvedimenti e autorizzazioni. Di rilevo, si evince dalle stesse linee guida, anche l’as- sociazione a delinquere, collegabile con il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita possono altresì interessare le attività di raccolta e smaltimento rifiuti come la produzione di energie rinnovabili. Sotto osservazione anche l’impiego di cittadini di paesi terzi con soggiorno irregolare, illecito aggravato dall’esposizione a situazioni lavorative di grave pericolo. Tra gli altri reati di carattere generale, l’attenzione deve altresì essere posta su falsità e frode informatica, ricettazione, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Peculiare, per la trasversalità delle fattispecie sottese, dovrà altresì essere la prevenzione dei reati di omicidio e lesioni colpose commesse in violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro, elevati a illeciti «231» 18 Domenica 27 Marzo 2016 PREVIDENZA Le precisazioni dell’Inps in merito alla facoltà concessa dalla legge di stabilità È ammesso il mix tra i riscatti Sì alla cumulabilità tra laurea e congedo parentale DI Pagina a cura DANIELE CIRIOLI umulabile il riscatto della laurea con quello del congedo parentale fuori rapporto di lavoro. Dal 1° gennaio, infatti, è possibile chiedere all’Inps il riconoscimento di periodi di studio anche se sia stato chiesto il riscatto del periodo di congedo parentale non fruito (massimo sei mesi) e viceversa. Il pagamento del riscatto, determina il riconoscimento di questi periodi ai fi ni del diritto e della misura di una pensione (dunque un’occasione in più per «arrotondare» i mesi o gli anni che mancano per mettersi a riposo). La novità arriva dalla legge di stabilità 2016 ed è stata illustrata dall’Inps nella circolare n. 44/2016. C Il riscatto del congedo parentale (fuori rapporto lavoro). I lavoratori dipendenti hanno la facoltà di riscattare, a domanda, i periodi corrispondenti alla durata dell’astensione facoltativa (ora congedo parentale), anche se relativi a maternità che si siano verificate al di fuori di un rapporto di lavoro. Per l’esercizio di tale facoltà è richiesta un’unica condizione: che a favore del lavoratore risultino versati almeno 5 anni di contributi da «effettiva» attività lavorativa. Nel computo dei 5 anni, pertanto, vanno considerati soltanto i periodi durante i quali c’è stata corresponsione di retribuzione assoggettata al pagamento di contributi, anche se non c’è stata effettiva prestazione di lavoro (ferie, festività, malattia ecc.). Il requisito deve essere posseduto alla data di formulazione della domanda. Quest’ultima va presentata alla sede Inps competente per territorio (dove risiede il lavoratore), unitamente a un’autocertifi cazione che attesti tutti i dati relativi a maternità, paternità e data di nascita del bambino per il quale si richiede il riscatto del periodo di congedo parentale. Il susseguirsi di norme e riforme ha dato vita a una griglia di condizioni e limiti all’esercizio della facoltà di riscatto, riassunta in tabella. Oggi, ossia a partire dal 28 marzo 2000 (a seguito della legge n. 53/2000 e in considerazione della modifica temporale di fruizione dei congedi introdotta dalla riforma del Jobs act), il riscatto può essere riconosciuto alla madre e al padre e il periodo riscattabile, successivo ai 3 mesi dopo la nascita del bambino (è questo il periodo Quando e come il riscatto del congedo Periodo in cui ricade la maternità Dal 4 gennaio 1951 al 17 gennaio 1972 A chi è data facoltà di riscatto Solo la madre Il periodo riscattabile e le altre condizioni È quello successivo alle 8 settimane di assenza obbligatoria dopo il parto, non può essere superiore a 6 mesi e si deve collocare entro il primo anno di vita del bambino Dal 18 gennaio 1972 Solo la madre È quello successivo ai 3 mesi di al 17 dicembre 1977 assenza obbligatoria dopo il parto, non può essere superiore a 6 mesi e si deve collocare entro il primo anno di vita del bambino Dal 18 dicembre 1977 La madre o, È quello successivo ai 3 mesi al 27 marzo 2000 in alternativa, di assenza obbligatoria dopo la il padre nascita del bambino, non può essere superiore a 6 mesi e si deve collocare entro il primo anno di vita del bimbo Dal 28 marzo 2000 Madre e padre, È quello successivo ai 3 mesi di asautonomamente senza obbligatoria dopo la nascita del bambino, nella stessa misura prevista nei casi di astensione in costanza di rapporto di lavoro con diritto alla relativa indennità e si deve collocare entro i primi 8 anni di vita del bambino Dal 25 giugno 2015 Madre e padre, È quello successivo ai 3 mesi di asautonomamente senza obbligatoria dopo la nascita del bambino, nella stessa misura prevista nei casi di astensione in costanza di rapporto di lavoro con diritto alla relativa indennità e si deve collocare entro i primi 8 anni di vita del bambino (1) (1) I periodi di congedo fruiti tra gli 8 e i 12 anni non è mai indennizzato cosiddetto di «maternità/pamaternità/pa ternità», per cui c’è l’assenza obbligatoria della madre/padre), è quello stesso previsto nei casi di astensione facoltativa (congedo parentale) in costanza di rapporto di lavoro con diritto alla relativa indennità: pertanto, quello che si colloca entro i primi 8 anni di vita del bambino, nonostante il congedo possa essere fruito fino ai 12 anni (perché i periodi di congedo fruiti tra gli 8 e i 12 anni non è mai indennizzato). I contributi accreditati dopo l’avvenuto pagamento del riscatto sono utili sia ai fini del diritto e sia della misura della pensione, inclusa l’ex anzianità (oggi pensione anticipata). Il riscatto della laurea. I lavoratori dipendenti hanno la facoltà di riscattare, a domanda, i periodi corrispondenti al corso legale di laurea a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo di studio. Sono esclusi dalla possibilità di riscatto: a) i periodi di iscrizione fuori corso; b) i periodi già coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto. Si possono riscattare: • i diplomi universitari (corsi di durata non inferiore a due anni e non superiore a tre); • i diplomi di laurea (corsi di durata non inferiore a quattro e non superiore a sei anni); • i diplomi di specializzazione che si conseguono successivamente alla Laurea e al termine di un corso di durata non inferiore a due anni; • i dottorati di ricerca i cui corsi sono regolati da specifiche disposizioni di legge; • i titoli accademici introdotti con riforma del dlgs n. 509/1999 cioè: laurea, al termine di un corso di durata triennale e laurea specialistica, al termine di un corso di durata biennale cui si accede con la laurea. Per quanto riguarda i diplomi rilasciati dagli istituti di alta formazione artistica e musicale possono essere ammessi a riscatto ai fini pensionistici i corsi attivati a decorrere dall’anno accademico 2005/2006, e che danno luogo al conseguimento dei seguenti titoli di studio: diploma accademico di primo livello; diploma accademico di secondo livello; diploma di specializzazione; diploma accademico di formazione alla ricerca (equiparato al dottorato di ricerca universitario) Il riscatto può riguardare tutto il periodo o singoli periodi. A partire dal 12 luglio 1997 è data la facoltà di riscattare due o più corsi di laurea, anche per i titoli conseguiti anteriormente a questa data. Come accennato, per poter chiedere il riscatto è necessario che il lavoratore abbia conseguito il diploma di laurea o titoli equiparati; che i periodi per i quali si chiede il riscatto non devono essere coperti da contribuzione obbligatoria o figurativa o da riscatto; che il richiedente sia titolare di contribuzione (almeno un contributo obbligatorio). I contributi da riscatto sono utili sia ai fini del diritto e sia della misura della pensione. Il cumulo dei due riscatti. Fino al 31 dicembre 2015, in vigenza del comma 2, dell’art. 14, del dlgs n. 503/1992 (abrogato dalla legge n. 208/2015), era previsto che la facoltà di riscatto dei periodi corrispondenti al congedo parentale collocati fuori dal rapporto di lavoro non era cumulabile con il riscatto del periodo di corso legale di laurea. Sotto la vigenza del predetto comma 2, dunque, le due facoltà di riscatto erano alternative: l’esercizio dell’una precludeva l’altra a prescindere, peraltro, da entità ed eventuali sovrapposizioni dei periodi riscattati. La legge di stabilità 2016 ha abrogato la norma (comma 2 dell’art. 14 del dlgs n. 503/1992) con la conseguenza che, per le domande di riscatto presentate a partire dal 1° gennaio 2016, non è più operativo il regime di alternatività e, dunque, è diventato possibile esercitare le due facoltà di riscatto anche cumulativamente. Cumulabilità estesa al pregresso. Peraltro, la cumulabilità delle facoltà opera anche con riferimento «a periodi» antecedenti al 1° gennaio 2016, nel senso che le istanze di riscatto presentate a decorrere dal 1° gennaio 2016, possono avere a oggetto anche periodi di corso di laurea e/o periodi corrispondenti al congedo parentale fuori dal rapporto di lavoro antecedenti a tale data. Per converso, il regime di incumulabilità/alternatività continua a essere vigente per le istanze di riscatto presentate in data antecedente al 1° gennaio 2016, le quali ricadono sotto la normativa d’incumulabilità vigente all’epoca. Tuttavia l’Inps, in virtù del generale principio di efficienza e di non aggravio del procedimento amministrativo sui cittadini, ha stabilito che le domande presentate prima del 1° gennaio 2016 e ancora pendenti, saranno definite d’ufficio (dalle competenti strutture territoriali dell’Inps) come se fossero state presentate alla data del 1° gennaio 2016. Una volta definite queste istanze pendenti, le sedi dell’Inps daranno apposita informazione ai diretti interessati, specificando che l’onere del riscatto è stato calcolato alla data del 1° gennaio 2016. © Riproduzione riservata SPENDERE MEGLIO Domenica 27 Marzo 2016 Domeni 19 Le strategie degli operatori di telefonia per conquistare liberi professionisti e pmi Offerte a misura di partita Iva I più gettonati: pacchetti scontati per chiamate e web DI Pagina a cura SIBILLA DI PALMA acchetti all inclusive, offerte tarate su specifiche esigenze, promozioni. Gli operatori di telefonia non guardano solo ai privati, ma puntano a conquistare nuovi clienti anche tra partite Iva e piccole e medie imprese. Tramite proposte ad hoc che consentono di ridurre i costi legati all’utilizzo di cellulare, internet e telefono fisso. Ecco una panoramica delle principali offerte. P Caratteristiche. I più gettonati sono in genere i pacchetti che, al costo di un canone mensile spesso scontato, offrono una certa quantità di chiamate e traffico internet. Per orientarsi tra le tariffe è bene soffermarsi con attenzione sulle condizioni proposte in modo da scegliere quella più adatta. Da sottolineare che gli utenti di telefonia mobile, titolari di un contratto di abbonamento, sono tenuti a pagare la tassa di concessione governativa (pari a 12,91 euro per le imprese e i titolari di partita Iva) e che alcuni operatori prevedono delle promozioni con il rimborso della tassa. Le offerte di Tim, Vodafone e Wind. Tim propone Internet in uffi cio che permette di navigare da tablet, chiavetta o router con la sim dati e il servizio 4g Plus. La compagnia offre 5gb a 20 euro al mese, 10gb a 30 euro al mese e 20gb a 40 euro al mese. Sempre a imprese e professionisti è riservata l’offerta che include chiamate illimitate verso tutti i numeri fissi e mobili nazionali, internet illimitato fino a 100 mega in copertura fibra e router wi-fi con installazione inclusa al costo di 35 euro al mese come promo web (anziché 50 euro). Per il mobile, la compagnia propone Tim professional unlimited con chiamate e sms illimitati e 1gb di internet a 39 euro al mese. Alle partite Iva sono riservate le seguenti proposte Vodafone: Easy S al costo di 19,90 euro al mese (500 minuti e 500 sms, 1 gb); Easy M (29,90 euro, 800 minuti e 800 sms, 1gb); Relax L (39,90, minuti e sms illimitati, 1 gb più 1gb 4g); Relax L (minuti e sms illimitati, 2 gb più 1gb 4g). Sempre alle partite Iva è dedicata Soluzione lavoro relax con internet e chiamate illimitate al costo di 29,90 euro al mese (anziché 39,90) se attivata online. Le offerte delle compagnie Compagnia Prodotto Tim Internet in ufficio: 5gb a 20 euro al mese, 10gb a 30 euro al mese e 20gb a 40 euro al mese. Chiamate illimitate verso tutti i numeri fissi e mobili nazionali, internet illimitato fino a 100 mega in copertura fibra e router wi-fi con installazione inclusa al costo di 35 euro al mese come promo web (anziché 50 euro). Tim professional unlimited: chiamate e sms illimitati e 1gb di internet a 39 euro al mese Vodafone Per partite Iva: Easy S al costo di 19,90 euro al mese (500 minuti e 500 sms, 1 gb); Easy M (29,90 euro, 800 minuti e 800 sms, 1gb); Relax L (39,90, minuti e sms illimitati, 1 gb più 1gb 4g); Relax L (minuti e sms illimitati, 2 gb più 1gb 4g). Soluzione lavoro Relax: internet e chiamate illimitate al costo di 29,90 euro al mese (anziché 39,90) se attivata online. Soluzione azienda - Express premium: chiamate illimitate verso fissi, 150 minuti per interno verso mobile, 10 minuti condivisi per interno verso internazionali a 170 euro al mese. Soluzione azienda - Express relax: chiamate illimitate verso fissi e mobile, 150 minuti condivisi per interno verso numeri internazionali a 240 euro al mese Wind Per le partite Iva: All Inclusive (250 minuti verso tutti e 250 sms, internet 1 giga a 12 euro al mese); All inclusive big (550 minuti verso tutti e 550 sms, internet 2 giga a 17 euro al mese); All inclusive unlimited (minuti e sms illimitati verso tutti, Internet 5 giga a 24 euro al mese); All inclusive unlimited premium (minuti e sms illimitati verso tutti, 1000 minuti verso l’estero, 1000 sms e 3 giga di internet in Europa, Usa e Canada a 32 euro al mese). All inclusive business abbonamento: minuti e sms verso tutti, chiamate illimitate verso i colleghi, internet illimitato a partire da 17 euro al mese. All inclusive aziende ricaricabile: minuti e sms verso tutti, minuti illimitati verso i colleghi e internet a partire da 12 euro al mese 3 Italia Ufficio 3: chiamate senza limiti (in Italia e all’estero), al costo di 15 euro al mese, con 20 gb di traffico internet 4g Lte e 100 mb in roaming nazionale Fastweb Business class: per titolari di partita Iva, 39 euro al mese, connessione internet illimitata, linea telefonica con chiamate verso rete nazionale fissa e cellulari nazionali, 1000 minuti di chiamate internazionali e modem wi-fi. Unlimited business: al costo di 65 euro al mese offre alle pmi due linee telefoniche, internet senza limiti, chiamate illimitate verso i telefoni fissi e mobili nazionali e 1000 minuti di chiamate internazionali Per le piccole e medie imprese, invece, la compagnia telefonica propone Soluzione azienda - Express premium con chiamate illimitate verso fissi, 150 minuti per interno verso mobile, 10 minuti condivisi per interno verso internazionali, oltre a connettività fibra o Adsl fino a 25 interni fissi e centralino virtuale in cloud a 170 euro al mese. Mentre Soluzione azienda - Express relax offre le stesse condizioni per l’Adsl, oltre a chiamate illimitate verso fissi e mobile e a 150 minuti condivisi per interno verso numeri internazionali a 240 euro al mese. Wind propone i seguenti pacchetti per le partite Iva: All inclusive (250 minuti verso tutti e 250 sms, internet 1 giga a 12 euro al mese); All inclusive big (550 minuti verso tutti e 550 sms, internet 2 giga a 17 euro al mese); All inclusive unlimited (minuti e sms illimitati verso tutti, internet 5 giga a 24 euro al mese); All inclusive unlimited pre- mium (minuti e sms illimitati verso tutti, 1000 minuti verso l’estero, 1000 sms e 3 giga di internet in Europa, Usa e Canada a 32 euro al mese). Per le piccole e medie aziende la compagnia propone All inclusive business abbonamento, con minuti e sms verso tutti, chiamate illimitate verso i colleghi, internet illimitato a partire da 17 euro al mese. Mentre All inclusive aziende ricaricabile offre minuti e sms verso tutti, minuti illimitati verso i colleghi e internet a partire da 12 euro al mese. Le proposte di 3 Italia e Fastweb. 3 Italia ha lanciato offerte che prevedono promozioni ad hoc per partite Iva, professionisti e imprese. Ufficio 3 permette di chiamare senza limiti (in Italia e all’estero) e, al costo di 15 euro al mese, offre un piano con 20 gb al mese di traffico internet 4g-Lte e 100 mb in roaming nazionale con il PocketCube (dispositivo che integra le caratteristiche di un router wi-fi con quelle di un hotspot tascabile e permette di collegare fino a cinque periferiche contemporaneamente). L’offerta comprende anche una Sim per smartphone con minuti illimitati, in Italia e all’estero, sms illimitati, 100 mb in roaming nazionale e 2 gb di Internet 4g-Lte. Inoltre, chi sottoscrive «Uffi cio 3» può attivare fino a cinque ulteriori Sim ricaricabili Gli utenti di telefonia mobile, titolari di un contratto di abbonamento, sono tenuti a pagare la tassa di concessione governativa. Alcuni operatori prevedono delle promozioni con il rimborso della tassa per i propri collaboratori o familiari, con minuti e sms illimitati e 2 gb di internet 4g Lte, al costo di 10 euro al mese ciascuna. Anche Fastweb ha presentato le nuove offerte per i titolari di partita Iva e le piccole e medie imprese. Al costo di 39 euro al mese, Business class offre ai primi connessione internet illimitata, linea telefonica con chiamate verso rete nazionale fissa e cellulari nazionali, 1000 minuti di chiamate internazionali e modem wifi. Per chi è raggiunto dalla rete in fi bra di Fastweb, l’opzione Ultrafibra (che permette di navigare fino a 100 Mbps in download e fino a 50 in upload) è gratuita per il primo anno. Successivamente, il costo è di cinque euro al mese. Unlimited business, al costo di 65 euro al mese offre invece alle Pmi due linee telefoniche, internet senza limiti, chiamate illimitate verso i telefoni fi ssi e mobili nazionali e 1000 minuti di chiamate internazionali. L’offerta include infine anche un router wi-fi e un centralino virtuale con due telefoni Ip. © Riproduzione riservata 20 Domenica 27 Marzo 2016 A F FA R I I N P I A Z Z A Con i tassi a zero, per generare rendimento occorre assumersi una certa dose di rischio Bond, è ora di alzare l’asticella La precauzione: non esporsi troppo agli alti e bassi DI Pagina a cura LUIGI DELL’OLIO Andamento dello spread Btp-Bund ripetuti tagli ai tassi da parte della Bce hanno portato buona parte dei titoli di stato europei (almeno quelli a breve e media scadenza) in terreno negativo. Così per l’investitore intenzionato a mantenere una quota di portafoglio investita nell’obbligazionario diventa fondamentale un check-up per valutare se è il caso di pensare ad alternative, anche a costo di alzare l’asticella del rischio. Nella consapevolezza che lo scenario non potrà cambiare a breve, dato che l’istituto di Francoforte ha assicurato che proseguirà con l’approccio ultraccomodante ancora per diverso tempo, dato che l’obiettivo di inflazione prossimo al 2% resta lontanissimo, a fronte di prezzi tornati a scendere nell’Eurozona. I Da risparmiatore a investitore. Aldo Vittorio Varenna, presidente di Efpa Italia (ong europea che fissa gli standard professionali, etici, di formazione e di esame per i professionisti dei servizi finanziari), sottolinea l’importanza di compiere un salto mentale da risparmiatore a investitore, «chiarendo prima con se stesso e poi anche con il consulente quali sono gli obiettivi per cui destina il suo capitale d’investimento. L’obiettivo di rendimento, infatti, non può essere disconnesso dal controllo del rischio». Fatto questo passaggio, che può richiedere anche diverso tempo, arriva il momento di piani- ficare gli investimenti e in questo caso entrano in gioco anche altri fattori, a cominciare dalla situazione dei mercati per proseguire con l’orizzonte d’investimento. «Immaginando il profilo-tipo di un piccolo investitore con una disponibilità di 50mila euro e bassa propensione al rischio», riprende Varenna, Rischio liquidità, banche al restyling Imparare a vivere con meno liquidità. Sembrerà strano, ma in una fase caratterizzata da liquidità abbondante sui mercati finanziari e mai così a buon mercato, è questa la raccomandazione che emerge dal report annuale «Wholesale Banks & Asset Managers», redatto da Morgan Stanley e Oliver Wyman. Contrariamente alla percezione diffusa, spiegano gli autori dello studio, i fondi comuni non sono stati fonte di rischio sistemico: nei tre mesi peggiori del 2015, i riscatti si sono attestati al 2-6% soltanto. Ma gli stress-test, le nuove norme sulla liquidità, la crescente attenzione dei supervisori del valore effettivamente offerto alla clientela in relazione alle commissioni pagate e una normativa più intrusiva richiederanno un ulteriore adattamento, con una ulteriore pressione del 3% circa sui costi e una maggiore importan- «si può ipotizzare di tenere il 20% in liquidità, da usare come riserva in caso di necessità o se si vuole investire in qualcos’altro nei prossimi mesi, in attesa di un’eventuale fase di mercato favorevole. Quindi un 10% a testa può essere riservato al debito sovrano dei mercati emergenti e al Tre- za dei fattori di scala e del capitale. Le difficoltà a livello di liquidità, esacerbate dai tassi negativi, potrebbero favorire e non ostacolare gli investitori su indici ed Etf. Ma le difficoltà maggiori potrebbero coinvolgere le banche, con ulteriori tagli in arrivo. «Lo scenario prevede che nei prossimi due anni molti istituti di credito non riusciranno a remunerare adeguatamente il capitale, soprattutto in Europa», si legge nel report. «Le politiche di re-pricing aiuteranno, ma non saranno sufficienti poiché i tassi bassissimi e il cambiamento delle dinamiche della liquidità pesano sulle fonti di reddito. I benefici di scala acquisiranno ulteriore importanza». Da qui la stima che il 5% circa della quota di mercato possa rendersi disponibile a fronte di scelte molto più selettive di partecipazione a livelli di cliente, prodotto e paesi di molte banche soprattutto europee». Un contesto che impone un ripensamento del modello operativo e scelte manageriali coraggiose. «Ne usciranno vincenti le banche di maggiori dimensioni, quelle di nicchia e specializzate, nonché gli operatori non bancari», è la previsione. asury americano per puntare su una diversificazione valutaria». La componente più importante, nell’esempio elaborato da Varenna, è in obbligazioni corporate area euro investment grade (quelle emesse da aziende reputate affidabili, e che quindi riescono a spuntare rendimenti contenuti, ndr), che coprono il 30% dell’investimento totale. Resta un altro 30%, da dividere equamente tra azioni ad alto dividendo («ben diversificate e internazionali», ricorda l’esperto) e fondi flessibili a delega bilanciati prudenti. L’attenzione si sposta sugli high yield. Raphaël Chemla di Edmond de Rothschild Asset Management sottolinea che l’estensione del quantitative easing ai bond corporate ad alta affidabilità tenderà a ridurre i rendimenti di questi prodotti. Da qui l’interesse verso le emissioni high yield (alto rendimento, a fronte di un minore merito creditizio dell’emittente), i finanziari senior e subordinati. «All’interno di un portafoglio bilanciato, per un investitore mediamente avverso al rischio, suggeriamo un investimento in obbligazioni tra il 40 e il 60%», aggiunge Chemla. Per il quale anche nelle gestioni obbligazionarie è il momento di puntare su strategie attive, che lasciano al gestore la libertà di muoversi secondo le opportunità del momento. A livello generale, comunque, la sua view è positiva soprattutto verso l’area euro, mentre resta selettiva verso Stati Uniti e mercati emergenti. Sugli high yield punta anche Edoardo Danieli, membro del team di gestione di Sofi a Sgr, che indica tra le obbligazioni preferite anche le subordinate bancarie con scadenze tra i quattro e i sette anni e i bond governativi legati all’inflazione come il BTp Italia. «Occhio a non commettere l’errore di allungare le scadenze oltre i sette anni», avverte, «poiché improvvisi rialzi dell’infl azione, spinti anche da fattori volatili come il prezzo delle materie prime, sono capaci di annullare anni di rendimentti in poche sedute. Mentre iil premio per mantenere le obbligazioni fino a scadenza è talmente basso che è questionabile se preferirlo a non iinvestire affatto». Occhio alle scadenze. Fabio De Gaspari, responF sabile asset management di Invest Banca, condivide lla preoccupazione per le scadenze lunghe in uno scenario che appare destinato n a restare volatile ancora a llungo. «Dato che il rendimento medio delle emissioni m iinvestment grade è prossimi all’1%, riteniamo rischioso assumere posizioni su titoli a medio/lunga scadenza». Per un portafoglio ideale di 50 mila euro con un basso profilo di rischio, l’indicaziop ne di Invest Banca è di punn ttare su un massimo di esposizione al mondo corporate non finanziario pari al 20%, n preferendo una esposizione p mediante fondi dedicati o m Etf. «Il piano della Bce renE de interessante il corporate high yield», sottolinea, «che h ottiene un beneficio relativo iindiretto, di cui consigliamo una esposizione massima del 10% attraverso l’acquisto di Etf specializzati. Inoltre può risultare interessante aggiungere un Etf sul mondo corporate investment grade senza rischio tasso che possa beneficiare del restringimento degli spread di credito, con un peso consigliato del 10%. Resta un altro 60%, che per De Gaspari è opportuno investire in «BTp Italia a media durata e in senior finanziari italiani possibilmente a tasso variabile entro i tre anni». © Riproduzione riservata C O N TA B I L I TÀ Domenica 27 Marz Marzo 2016 21 Gli effetti della prima applicazione della deduzione dell’imposta dovuta per il 2015 Costo del lavoro, il risparmio Irap è reale e consistente Pagine a cura DI NORBERTO VILLA E FRANCO CORNAGGIA rima applicazione della nuova deduzione per il costo del lavoro ai fini Irap ai nastri partenza. I primi calcoli effettuati individuano un risparmio d’imposta reale e di importo consistente. Le regole che dovranno applicarsi nell’ormai prossimo calcolo dell’Irap dovuta per il 2015 derivano dalle previsioni contenute nella legge 23 dicembre 2014, n. 190, art. 1 commi da 20 a 24: • a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014, si considerano deducibili, agli effetti dell’Irap, le spese sostenute in relazione al personale dipendente impiegato con contratto di lavoro a tempo indeterminato dai soggetti che determinano il valore della produzione netta ai sensi degli articoli da 5 a 9 del decreto Irap; • il riconoscimento per i medesimi soggetti che non impiegano lavoratori dipendenti, di un credito d’imposta stabilito in misura pari al 10% dell’Irap lorda. Il credito in esame è utilizzabile esclusivamente in compensazione a partire dall’anno di presentazione della corrispondente dichiarazione. Le indicazioni della prassi sono contenute in due documenti: circolare n. 6/E del 19 febbraio 2015 e circolare n. 22/E del 9 giugno 2015. Con riguardo alla prima delle due previsioni un chiarimento intervenuto riguarda il costo sostenuto per il Tfr e per gli accantonamen- P za al verificarsi dell’evento in quanto afferenti a costi del lavoro deducibili dalla base imponibile Irap a parti- vigore della nuova previsiov ne norma senza incidenza sul calcolo della base imponibile Irap, assumono rilievo v nel caso in cui si realizzi l’evento che ne ha determinato lo stanziamento in bilancio. Quindi la circolare 22/E ha sostenuto che «tali oneri rientrano, pertanto, nel calcolo del costo del personale deducibile ai sensi del nuovo comma 4-octies) del decreto Irap, ancorché non imputati a conto economico in quanto portati a diretta riduzione degli accantonamenti operati». Con riguardo a tale seconda ipotesi vi sono però da coordinare gli effetti indiretti re dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2014 (sul punto valgono ancora le indicazioni contenute nella circolare 12/E del 2008); • i fondi relativi a oneri per il personale dipendente stanziati in bilancio in esercizi antecedenti l’entrata in che tale regola comporta ai fini delle imposte dirette (Ires/Irpef). Gli accantonamenti in parola possono aver concorso alla determinazione dell’Irap deducibile dalle imposte sui redditi. Ora ottenendo gli stessi rilevanza ai fini Irap sarà oggi per allora «necessario procedere Guida al calcolo Costo complessivo per il personale dipendente con contratto a tempo indeterminato A Meno Deduzioni Irap B Se A è maggiore di B la differenza forma deduzione ai fini Irap ti. Le quote di Tfr maturate a partire dall’esercizio 2015 sono da considerare nella determinazione delle spese per il personale dipendente deducibili ai sensi della norma in esame, trattandosi di costi sostenuti a fronte di debiti certi a carico del datore di lavoro. E sono anche da comprendere le rivalutazioni delle quote accantonate negli anni precedenti. Tale risposta consente di ritenere che allo stesso modo eventuali altri oneri accantonati a fine esercizio (si pensi ai cosiddetti ratei ferie) siano allo steso modo da considerare. Più articolato invece il ragionamento per gli accantonamenti: • per quelli effettuati a partire dal 2015 per eventuali oneri futuri connessi al rapporto di lavoro, gli stessi essendo poste di natura estimativa sono indeducibili dall’Irap e non rientrano nel calcolo del costo del lavoro ammesso in deduzione. Tali oneri assumeranno rilevan- a rideterminare l’eventuale Irap dedotta negli esercizi precedenti relativamente agli stessi. In particolare, l’imposta dedotta dovrà essere recuperata mediante la rilevazione di un componente positivo di reddito ai sensi dell’articolo 88 del Tuir nell’esercizio di sostenimento della spesa afferente all’accantonamento a suo tempo operato. A tal fine, gli utilizzi andranno prioritariamente attribuiti ai fondi accantonati prima dell’entrata in vigore della nuova disciplina, che hanno generato Irap deducibile, partendo da quelli di data più remota». Con riguardo alla individuazione dei contratti a tempo indeterminato la linea interpretativa è stata rigida con riguardo ai cosiddetti stagionali. Infatti considerata che la norma ha come finalità quella di incentivare gli impieghi a tempo indeterminato la prassi ha ritenuto di escludere che rapporti di lavoro regolati a tempo determinato in funzione del tipo di attività svolta ovvero della normativa di settore diano diritto all’applicazione della nuova misura concernente la deducibilità integrale delle spese per il personale impiegato a tempo indeterminato. Pertanto ai fini dell’applicazione della ulteriore deduzione non si può tener conto dei rapporti di lavoro a «termine» in ragione del tipo di attività svolta (lavoratori stagionali) o di preclusioni legali/regolamentari (esempio: i calciatori con contratto di durata massima quinquennale. © Riproduzione riservata Beneficiarie anche le imprese a concessione e a tariffa Somministrazione e distacco fanno discorso a sé Anche le imprese operanti in concessione e a tariffa godono della nuova deduzione. La possibilità di dedurre la differenza tra il costo complessivo per il personale dipendente impiegato con contratto di lavoro a tempo indeterminato e le deduzioni Irap spetta anche alle imprese che operano in «concessione» e a «tariffa» escluse, per espressa previsione di legge, dalle deduzioni sul cuneo fiscale. La norma introduce, dunque, un criterio di deducibilità «per differenza» tra il costo del lavoro complessivo sostenuto in relazione ai rapporti di impiego a tempo indeterminato e le deduzioni già spettanti. Ma la norma stessa non limita la possibilità della nuova deduzione a coloro i quali godevano delle precedenti. Da ciò se la sommatoria delle deduzioni vigenti è inferiore al costo del lavoro, spetta un’ulteriore deduzione fino a concorrenza dell’intero importo dell’onere sostenuto: quindi per coloro i quali le precedenti deduzioni non avevano effetto o ne avevano uno limitato sarà maggiore il differenziale deducibile. Pertanto come chiarito dalla circolare 22/E: «La circostanza che alcuni soggetti non beneficino di tutte le deduzioni richiamate dalla norma non li esclude dall’applicazione del beneficio. Le public utilities, escluse ex lege dalle misure sul cuneo fiscale possono, pertanto, beneficiare della deducibilità integrale del costo sostenuto per i lavoratori impiegati a tempo indeterminato». Somministrazione e distacco del personale con regole ad hoc per il calcolo della deduzione. Il contratto di somministrazione può essere concluso a termine ovvero a tempo indeterminato (staff leasing) e in tal caso vede coinvolti tre soggetti: il somministratore, l’utilizzatore e il lavoratore che presta il servizio. Considerando che le nuove deduzioni Irap che riconoscono la deduzione del differenziale tra le spese relative al personale dipendente impiegato a tempo indeterminato e le deduzioni spettanti ai sensi dell’articolo 11 nel caso in esame: • a prescindere dalle modalità di articolazione del contratto il beneficio spetta a condizione che il rapporto contrattuale tra datore di lavoro e dipendente sia a tempo indeterminato; • il beneficio è riconosciuto in capo all’utilizzatore per il periodo di effettivo impiego del personale somministrato. Nel caso del distacco di personale invece la circolare 22/E ha chiarito che sono «deducibili dalla base imponibile Irap dell’impresa distaccante i costi sostenuti in relazione al personale dipendente distaccato impiegato con contratto di lavoro a tempo indeterminato, con conseguente rilevanza degli importi spettanti, a titolo di rimborso, delle spese afferenti al medesimo personale». 22 Domenica 27 Marzo 2016 enza lavoratori nuovo sconto del 10% ai fini Irap. La legge di stabilità per il 2015 (legge 190/2014) attribuisce ai contribuenti che «non si avvalgono di lavoratori dipendenti» un credito di imposta pari al 10% dell’Irap lorda indicata in dichiarazione. La misura è stata introdotta al fine di riequilibrare la situazione dopo che ai soggetti con lavoratori dipendenti è stata concessa la deduzione integrale del costo relativo a quelli a tempo indeterminato. Sul punto la circolare 22/E è risultata molto rigida nell’interpretare questa regola sostenendo che: «L’articolo 1, comma 21, della legge di stabilità 2015 subordina il riconoscimento del credito d’imposta, stabilito in misura pari al 10% dell’Irap lorda, alla circostanza che i contribuenti non dispongano di lavoratori dipendenti. Stante il tenore letterale della norma, si è del parere che il beneficio in esame possa essere riconosciuto solo in favore dei soggetti che non si avvalgano, in alcun modo, di personale dipendente, a prescindere dalla tipologia contrattuale adottata (tempo determinato /indeterminato). Si ritiene inoltre che, per effetto della condizione posta dalla norma, non debba essere operato alcun ragguaglio nel caso in cui il contribuente abbia avuto nel corso dell’anno, anche per un periodo di tempo limitato, lavoratori alle proprie dipendenze». Quindi le due indicazioni della circolare sono: • non spetta la deduzione nel caso in cui l’impresa o il professionista pur non avendo dipendenti in ogni giorno del periodo di imposta ne abbiano solo per una parte dell’anno (in questa ipotesi si poteva anche ritenere che la deduzione fosse riconosciuta seppur in misura ragguagliata ai giorni di assenza di personale dipendente); • non spetta la deduzione nemmeno se la presenza di lavoratori subordinata non dia luogo alla deduzione del costo del lavoro trattandosi di lavoratori con contratto diverso da quello a tempo indeterminato. La seconda previsione mostra non poche criticità. Nel caso infatti di presenza di lavoratori a tempo non indeterminato si giunge infatti a escludere tali soggetti da ambedue le nuove deduzioni Irap e ciò non appare equo. È vero che la finalità della deduzione del costo del lavoro indeterminato a come finalità quella di favorire unicamente questo tipo di rapporto, ma il credito del 10% doveva servire per riequilibrare la situazione nei confronti di coloro che non essendo in tale situazione si vedono tolta la deduzione ai fini Ires della quota di Irap pagata sul costo del lavoro. Ma applicando la norma così come interpre- S C O N TA B I L I TÀ Sconto per chi non ha dipendenti Così il credito d’imposta in dichiarazione Nel rigo IS89 indicare: • in colonna 1, l’eccedenza di credito risultante dalla precedente dichiarazione; • in colonna 2, l’importo di cui a colonna 1 utilizzato entro la data di presentazione della presente dichiarazione per compensare tributi e contributi mediante il modello di pagamento F24, ai sensi dell’art. 17 del dlgs n. 241 del 1997; • in colonna 3, l’ammontare del credito d’imposta pari al 10% dell’Irap lorda risultante dalla presente dichiarazione; • in colonna 4, il credito da utilizzare in compensazione ai sensi del dlgs 9 luglio 1997, n. 241 (tramite modello F24). Nella presente colonna gli importi a credito devono essere indicati al lordo degli utilizzi già effettuati. Con risoluzione n. 105 del 17 dicembre 2015 è stato istituito il codice tributo n. 3883; • in colonna 5, il credito ceduto ai fini della compensazione dell’Ires dovuta dalla consolidante per effetto della tassazione di gruppo e indicato nel quadro GN (o nel quadro GC) del modello Unico SC. Si precisa che la somma degli importi indicati in colonna 4 e in colonna 5 non può essere superiore al valore risultante dalla seguente operazione: col. 1 – col. 2 + col. 3. Ires e Irpef, quando sono dovute... C’è il rischio di pagare Ires e Irpef sul credito d’imposta Irap del 10% riconosciuto ai soggetti che non si avvalgono di lavoratori subordinati. Questa la conclusione (criticabile) che deriva dal contenuto della circolare n. 6/E del 19 febbraio 2015. Il quesito posto all’amministrazione finanziaria riguardava il trattamento da riservare ai fini delle imposte sui redditi del credito di imposta del 10% previsto dalla legge di stabilità 2015. Si chiedeva nel dettaglio se lo stesso dovesse concorrere alla formazione del reddito di impresa o di lavoro autonomo del soggetto che ne usufruisce. Ciò partendo dalla considerazione che il provento rilevato a conto economico in contropartita del credito di imposta costituisce sopravvenienza attiva interamente imponibile, o tassabile solo in parte a seguito della limitata deducibilità dell’Irap a cui si riferisce. La risposta dell’agenzia è stata tranciante. La stessa ha sostenuto che «in assenza di una specifica previsione normativa che disponga in senso contrario, si ritiene che il provento contabilizzato a conto economico per effetto del riconoscimento del credito d’imposta costituisca una sopravvenienza attiva, che concorre integralmente alla determinazione del reddito d’impresa ai sensi dell’articolo 88 del Tuir. Diversamente, il credito d’imposta non rileva ai fi ni della determinazione del reddito di lavoro autonomo, non essendo previsto come componente di reddito dagli articoli 53 e 54 del Tuir». ... e quando no Il credito Irap se contabilizzato a scom- con riguardo alla posta dello stato patriputo delle imposte non dà luogo alla tas- moniale da attivare. Il credito d’imposta è da iscrivere avendo sazione Ires e Irpef. La ria riguardo il principio sposta della prassi in tema C’è il rischio di padi di rilevanza reddituale del d competenza e nello stato patrimoniale rapcredito Irap deve essere s gare Ires e Irpef sul presenta un credito nei rivista. La stessa parte inp credito d’imposta Irap confronti dell’erario. fatti dal presupposto che c del 10% riconosciuto Tale credito ricordiamo lo stesso sia iscritto quale T ai soggetti che non si che per regola generasopravvenienza attiva del c avvalgono di lavoratori le deve essere esposto conto economico. In realtà subordinati al è possibile una diversa ina netto degli eventuali debiti compensabili. terpretazione. Se infatti lo Nulla di specifico viene stesso è considerato come N scomputo o diminuzione del costo Irap invece detto con riguardo al conto econodell’anno nessun effetto ai fini delle im- mico ma si ritiene che l’esposizione del costo tributario al netto dei crediti sia poste dirette viene a manifestarsi. Sul punto i principi contabili aiutano il comportamento preferibile e che per solo con riguardo alla individuazione di più elimina qualsiasi conseguenza in della necessità di contabilizzazione e ambito tributario. tata dalla prassi si giunge a penalizzare i contribuenti che pur personale dipendente lo hanno in forma diversa da quella indeterminata, i quali si vedono negare la precedente deduzione senza goderne di una nuova. La prassi ha inoltre chiarito il collegamento esistente tra la deduzione dalle imposte sui redditi del 10% dell’Irap riconosciuta in presenza di oneri finanziari indeducibili e il credito di imposta introdotto per i contribuenti che non si avvalgono di lavoratori dipendenti. A commento della deducibilità dalle imposte sui redditi del 10% dell’Irap forfettariamente riferita a interessi passivi e oneri assimilati indeducibili è stato chiarito che l’Irap rilevante è quella versata nel periodo d’imposta a titolo di saldo del periodo d’imposta precedente e di acconto di quello successivo, nei limiti per quanto riguarda l’acconto dell’imposta effettivamente dovuta. Ciò La legge di stabilità per il 2015 attribuisce ai contribuenti che «non si avvalgono di lavoratori dipendenti» un credito di imposta pari al 10% dell’Irap lorda indicata in dichiarazione. La misura è stata introdotta al fine di riequilibrare la situazione dopo che ai soggetti con lavoratori dipendenti è stata concessa la deduzione integrale del costo relativo a quelli a tempo indeterminato deve ora essere coordinato con il nuovo credito d’imposta, quantificato in misura pari al 10% dell’Irap lorda che deve essere utilizzato «esclusivamente in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, a decorrere dall’anno di presentazione della corrispondente dichiarazione». Secondo la prassi «la compensazione «orizzontale» prevista dalla norma, mediante utilizzo del credito anche per debiti diversi da quelli relativi al pagamento dell’Irap, fa sì che non vi sia una diretta correlazione tra il credito maturato e l’Irap dovuta in relazione a ciascun periodo d’imposta. Pertanto, la «deduzione forfetaria» del 10% prevista ai fini Ires/Irpef va calcolata sull’Irap al lordo del credito. Ciò anche nel caso in cui il contribuente decidesse di utilizzare il credito maturato per compensare l’Irap di periodo, trattandosi comunque di imposta dovuta e versata previa compensazione con il credito spettante». © Riproduzione riservata Anno 25 - Numero 74 - € 0,50 Domenica 27 Marzo 2016 Affari Sette € Legali *Oltre al prezzo del giornale IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA NEGOZIAZIONE PROCESSI NELLA UE CASSAZIONE Il bonus fiscale non è allettante Uguali diritti per tutti i minori Ingigantire i fatti passibile di calunnia Furlò a pag. Bozzacchi a pag. Allegrucci a pag. IV VI VII È quella che si apre per gli studi legali italiani che si occupano di Proprietà intellettuale La sfida del Brevetto Ue DI ROBERTO MILIACCA C IL CODICE ICHINO in collaborazione con IN EDICOLA A SOLI € 11,90* CON Disponibile su www.classabbonamenti.com *Oltre al prezzo del giornale rescono i brevetti made in Italy e si rafforzano le tutele per la proprietà intellettuale. Con l’adesione dell’Italia, a ottobre dello scorso anno, al Brevetto unico europeo gestito dall’European patent office (Epo, ovvero Ufficio brevetti europeo), le opere dell’ingegno italiane da quest’anno godono della stessa protezione legale che viene riconosciuta ai brevetti di tutti gli altri 25 paesi dell’Unione europea che hanno aderito al sistema comunitario (l’unica a restarne fuori è solo la Spagna). Il vantaggio del Brevetto unico è sotto gli occhi di tutti: attraverso un unico iter di registrazione, e un solo pagamento, si ottiene un unico titolo legale che garantisce la medesima tutela in tutti gli Stati comunitari. Per paesi a medio-forte vocazione brevettuale, come l’Italia, questo passaggio diventa molto importante, e rafforza il ruolo dei consulenti legali che si occupano del settore Ip. Secondo il recente report dell’Epo, nel 2015, società e inventori italiani hanno inoltrato 3.979 richieste di brevetto all’Ufficio brevetti europeo, contro le 3.649 del 2014, «invertendo la tendenza dell’ultimo periodo, che ha registrato un calo nel numero di domande per quattro anni consecutivi». Con una quota del 2% di tutte le richieste presentate in Europa, l’Italia è risalita dall’undicesimo al decimo posto tra i paesi richiedenti protezione brevettuale. Per gli avvocati che si occupano di Ip, come emerge dall’inchiesta che Affari Legali pubblica questa settimana, si apre la strada della «nuova» sfida della tutela brevettuale, che ormai varca i confini nazionali e ha bisogno di studi e avvocati pronti ad affrontarla. II Domenica 27 Marzo 2016 STUDI & CARRIERE La protezione si uniforma e il contenzioso si svolgerà davanti a un tribunale multinazionale Brevetto unico europeo, l’assistenza varca i confini Pagine a cura di FEDERICO UNNIA favorendo solo i dell’Unione titolari di brevetEuropea». ti davvero forti e Per Giorgio Floridia, avn passaggio cultura- invece costringenvocato e ordile prima ancora che do a domandarsi nario di diritprofessionale. Non se varrà ancora to industriale solo per le imprese la pena di mann e l l ’ U n i v e rma anche per i legali che le tenere brevetti sità Cattolica assistono. È questo l’effetto deboli, che oggi del Sacro Cuodell’adesione dell’Italia il 7 spesso costituire di Milano luglio 2015 al Brevetto Uni- scono spauracchi «il risultato tario, ratificando la preceden- contro le imprese dell’adesione te adesione all’Unified Patent minori. Col nuovo Michele Bertani Giorgio Floridia Gualtiero Dragotti Lydia Mendola al sistema del Court. Il 30 Settembre 2015 sistema potranno la Commissione Europea ha essere eliminati con una sola giurisdizione, dividendo- ste aziende, per la scarsità di brevetto unitario è che si avrà poi confermato la propria azione. «Avremo dunque un lo assurdamente in tre per ricerca in Italia, saranno in un unico titolo brevettuale sistema molto più chiare esigenze di spartizio- gran parte in posizione di sovrannazionale che non soautorizzazione affidabile, che li- ne e assegnando le tre sedi convenute». stituisce, ma si affianca, ai tiall’adesione. bererà risorse per delle rispettive Corti centrali Dal canto suo Michele toli brevettuali già esistenti Il sistema del fare e per proteg- a Parigi, Londra e Bertani, special e cioè al brevetto nazionale Brevetto Unitagere l’innovazione Monaco di Bacounsel di Orrick ed al brevetto europeo, con rio avrà quinvera» conclude. e professore ordi- il vantaggio che con una sola di efficacia nei viera, secondo Secondo Adria- criteri di assenario di diritto in- registrazione la protezione primi mesi del no Vanzetti, pro- gnazione irradustriale all’Uni- brevettuale è automatica2017. Da quel fessore emerito di zionali. Tutte le versità di Foggia mente estesa a tutti i paesi momento le imdiritto industriale difese dovranno r i c o r d a ch e « i n dell’Ue. Se questo sistema prese (grandi, n e l l ’ U n i v e r s i t à essere di regomateria di brevetto può costituire un incentivo medie e piccole) Cattolica del Sacro la svolte in una europeo ad effetto all’innovazione tecnologie i centri di riCuore ed avvocato delle tre lingue unitario le incogni- ca a livello europeo, non si cerca universitaCesare Galli a Milano, «l’ade- inglese, francese te sono molte. Tut- deve comunque dimenticare ri avranno una sione al Brevetto e tedesco. I costi te le criticità sono che l’enforcement del titolo nuova opzione irrilevanti a con- brevettuale unitario avrà dei in più per ottimizzare le pro- Unitario è un mero atto di per le aziende fronto dell’appro- notevoli costi». prie strategie di protezione servilismo nei confronti del- italiane, specie Adriano Vanzetti «Chi si occupa di brevetti e do, costituito da un e sfruttamento dei risultati la triade Inghilterra – Fran- medio-piccole, cia – Germania, che si sono saranno enormi, titolo di protezione di contenzioso Ip è abituato inventivi ottenuti. Il Brevetto Unitario e la accaparrate il vertice della anche senza contare che que- unica per quasi tutta l’area a confrontarsi con vertenze che coinvolgono più giurisdiUnified Patent Court offrizioni; la creazione di una ulranno ai titolari il vantaggio DANIELA MAININI, PRESIDENTE CENTRO STUDI ANTICONTRAFFAZIONE teriore arena e di un nuovo di disporre di un titolo unico titolo non deve spaventare per tutta l’Unione Europea gli operatori, cui spetta il (Spagna esclusa, per ora), compito di impiegare questi evitando traduzioni e paganuovi strumenti nella mamenti delle tasse per ciascuniera più effi cace» ricorda no Stato. Il brevetto potrà «La partita del brevetto unico ha visto due corti specializzate a Monaco e a Londra. Gualtiero Dragotti, partessere difeso (e attaccato) diversi autogol molti dei quali istituzionali. Dopo avere fatto opposizione alla Corte di ner di Dla Piper. Che agin un’unica causa con effetti Voglio dire che oggi che la decisione è stata Giustizia europea per ragioni procedurali ed giunge: «sarà cruciale offrire per tutta l’Europa davanti a presa, che qualcuno se ne è finalmente as- averla persa, ha meditato a lungo se aderire un’assistenza che prescinde un Tribunale multinazionasunto la responsabilità mettendoci la faccia, o meno. I dati sono al contrario più che noti e dai confini nazionali, anche le specializzato e, prima antroviamo molti sostenitori anche istituziona- portati a conoscenza del sistema politico anin termini di selezione del cora, costituirà una barriera li, ma sin dal 2011 quando presi come presi- che dal Centro studi anticontraffazione: per team di professionisti, dealle frontiere comunitarie dente del Consiglio Nazionale Anticontraf- le imprese, il vantaggio è quantificabile in stinati a confrontarsi con contro i falsi. Insomma, un fazione (Cnac), accompagnata da una serie quasi 12 milioni di euro all’anno, mentre per magistrati e tecnici di più vantaggio con forti risparmi. autorevolissima di esperti giuridici posizione le casse dello Stato il vantaggio è stimabile nazionalità. In positivo conin quasi 19 milioni di euro all’anMa i professionisti specializnetta e scritta, invitando i diverterà il ruolo della divisione no». E così che abbiamo perso la zati in IP come giudicano la si governi che si sono succeduti locale italiana del tribunale partita di avere una delle Corti nuova normativa? a valutare le opportunità perse unificato, che ha i numeri centrali, dapprima sulla scorta Secondo Cesare Galli, dall’Italia a stare al di fuori di un per divenire uno dei fori più del fattore linguistico, poi per name partner dello Studio sistema con posizione a dir poco importanti per le azioni di l’opposizione di molti studi tecIP Law Galli, «si tratta di miope. Furono taluni dirigenti contraffazione». nici brevettuali che temevano di una soluzione equilibrata al ministeriali i più forti detratPer Lydia Mendola, perdere i proventi delle traduzioproblema della biforcazione tori, uno dei quali mi invitò ad counsel di Allen & Overy ni necessarie per nazionalizzare tra cause di nullità e di conoccuparmi solo di contraffazio«non c’è dubbio che le novità e cioè validare in Italia i brevetti traffazione prevista nell’ulne forse per mancata comprenpreviste rappresentino una concessi in sede europea, insomtima versione delle Rules of sione del legame tra brevetto, grossa sfida per le imprese ma le scuse sono state dentro e Procedure della Corte che ha innovazione e tutela». Daniela italiane che dovranno ripenfuori le più disparate ma credo permesso di superare gran Mainini, presidente del Centro Daniela Mainini sare alla proprie strategie che anche prima dell’avvento parte delle perplessità che il studi anticontraffazione (Csa), brevettuali tenendo conto della luce elettrica ci fossero le sistema aveva suscitato inigià presidente del Cnac e condell’impatto che il nuovo sizialmente. Anche dal punto sulente della Commissione parlamentare resistenze dei venditori di candele. «Persa la stema potrà avere sul pordi vista del diritto sostanziadi inchiesta per la lotta alla contraffazione partita della Corte Centrale rimane la Corte tfolio brevettuale esistente le la fine definitiva della peha seguito da vicino la lunga partita che ha locale a Milano su cui vi è sostanziale accore futuro, e sulle modalità e ricolosa illusione della «via portata al varo della disciplina. «Tutt’oggi do istituzionale e dove è già stata identificata i limiti della relativa tuteitaliana al contenzioso breoccorre monitorare che le inerzie che hanno una Sede anche perché l’adesione dell’Italia la». vettuale», cancellando l’idea caratterizzato sin qui il percorso non con- alla cooperazione rafforzata comunicata ha «Per quanto riguarda il riche validità e contraffazione tinuino ad avere la meglio in questa mate- fatto finalmente cambiare verso alla vicenlascio del titolo, il vantaggio si debbano valutare seconria così fondamentale per il sistema paese. da. Molto bene perché ospitare un’istituzione do criteri diversi da quelli L’Italia, autoesclusasi dal Brevetto unitario europea a Milano pur nella limitata visione principale del nuovo sistema risultanti dall’European e presentando con ritardo la domanda per locale (rispetto alle potenzialità che avremconsiste nell’avere un brePatent Convention». Certo, la candidatura a sede della Corte Unitaria, mo dovuto giocare) è l’ultima vera partita vetto valevole in tutti i paesi tutto questo imporrà di riha assistito da spettatrice inerte all’asse- che il Sistema Milano e il Sistema Italia non aderenti, con riduzione dei pensare totalmente le stragnazione della Corte centrale a Parigi, con devono perdere» conclude. costi oggi dettati dal sistema tegie di difesa e di attacco, delineato dalla Convenzione U Un punto fermo dopo anni di inerzia STUDI & CARRIERE Domenica 27 Marzo 2016 Domeni III La normativa metterà in competizione gli studi legali sul Brevetto Europeo», com- sata sulla sovrapposizione la semplificazione ammini- italiane in maggiori disagi «all or nothing» già peraltro menta Salvatore Orlando, e innesto di nuove regole strativa compenseranno il da un punto di vista orga- vigente da svariati anni sia n i z z a t i v o e per il Marchio Comunitario socio dei dipartimenti con- dell’Unione europea su di costi per che per il Design Comunitenzioso e proprietà intel- regole pre-esistenti di a f f r o n t a r e tario. Le piccole e medie lettuale Macchi di Cellere natura convenzionale (quale p er esempio la un giudizio imprese avranno un struGangemi Studio legale. i n s t a u r a t o mento molto più efficace «A livello di tutela giudi- Convenzione di Monaall’estero. In per difendersi da condotte ziale, il vantaggio consiste co) nonché su regole di q u e s t i c a s i abusive di imprese che fino nella possibilità di ottenere diritto nazionale. In aggiunta, l’Ufficio si dovrà per- ad oggi hanno praticato una un provvedimento efficace tanto fare ri- strategia di brevettazione in tutti i paesi aderenti. Ciò cui verrà assegnato il corso ad uno a cortina fumogena deposipermetterà alle imprese di compito di rilasciare studio legale tando brevetti a bassissimo tutelare potenzialmente ad titoli brevettuali per nel paese in valore e concessi con rivenun minor costo i propri bre- l’Unione europea sarà Gianluca c u i è s t a t a dicazioni limitatissime ma vetti, riducendo il volume esterno all’Unione; sin Giovanna Bagnardi De Cristofaro r a d i c a t a l a branditi come strumenti di del contenzioso ed i relativi dall’inizio, il sistema si causa, che in coercizione concorrenziale» esborsi, solo però nel caso di presenterà in modo evicontraffazioni su larga sca- dentemente frammentario». maggior rischio di causa: molti casi può avere chiosa. Le piccole-medie certo è che questo rischio si costi di gran lunga la. «Il sistema imprese italiane potrà tradurre in un van- superiori a quelli Si può anche a Brevetto d o v r a n n o a b i - taggio per il titolare di un praticati dai colprevedere una Unitario, a tuarsi all’idea di brevetto sufficientemente leghi italiani». sorta di forum mio avviso, essere convenute forte da superare il vaglio «Il sistema comshopping da permetterà in giudizio non della corte unificata dei porterà la necessiparte dei titolari di riportapiù in Italia, ma brevetti. Il tema diventerà tà di maggior cura dei brevetti, sia re serietà e avanti una sezio- reale alla fine del periodo nel selezionare le pure all’interno severità nel ne non italiana transitorio – 7 anni, proro- innovazioni meridi alternativ e sistema di della corte cen- gabili – , quando soltanto i tevoli e nella scelrigide che forse concessione e tralizzata, con brevetti nazionali saranno ta dell’approccio penalizzano le gestione delproblemi di lin- sottratti alla giurisdizione giudiziario dato Pmi italiane in l e e s cl u s i v e gua. «Infine, la esclusiva della corte uni- l ’ i n v e s t i m e n t o termini di costi. brevettuali, Giovanni F. Casucci decisione potrà ficata e il titolare previsto Altro dato signibasato sulla Salvatore Orlando anche imporre di un brevetto ma offrificativo è quello qualità dei misure cautelari «debole» potrà rà l’importante brevetti e non più sulle ridell’incentivo opportunità per sorse finanziarie per poter verso quegli studi legali e quali sequestro e inibitoria essere costretto le entità a forte ottenere concessioni. quelle realtà professionali con effetto sul territorio ita- a optare per più valore innovatiche si stanno già muovendo liano. I costi di una even- brevetti nazioIl vero dubbio che resta vo di poter vedere è: le imprese con grandi nella direzione della crea- tuale difesa brevettuale per nali per evitare premiati i propri risorse finanziarie (non nezione di strutture europee le piccole medie imprese il rischio di ansforzi». con sedi in alcune o tutte italiane potranno incremen- nullamento con cessariamente inventive) Secondo Gio- accetteranno tale sfida o le città in cui è istituito il tare» conclude. un’unica azione Per Gianluca De Cri- legale». v a n n i F. C a - eluderanno il sistema uniTribunale unificato dei brestofaro, responsabile del s u c c i , p a r t n e r tario per restare nel solo vetti» . I n f i n e, s u l l e d i B a r d e h l e (e più comodo) gioco dei Per Giovanna Bagnar- dipartimento di proprietà criticità Rocco Rocco Pagenberg «la brevetti nazionali con la di, partner dello Studio intellettuale di Lca, «è dif- Lanzavecchia, Lanzavecchia vera differenza possibilità di gestire vittoLegale De Berti Jacchia ficile capire, in un momen- socio del diparche metterà alla rie e sconfitte locali nello Franchini Forlani «il nuo- to in cui la tassa di rinnovo timento di Ip di vo pacchetto costituirà una del brevetto unitario non è Simmons & Simmons , prova l’intero sistema bre- scacchiere comunitario?» soluzione non tecnicamente ancora stata quantificata, ricorda come «queste si so- vettuale comunitario sarà conclude. appropriata in quanto ba- se la riduzione dei costi e stanzieranno per le aziende l’applicazione del principio © Riproduzione riservata MARCO RASS Con il Patent Box più incentivi per chi fa innovazione O aperta dall’adesione al Brevetto ltre 4500 domande Unitario». di opzioni recapitate Per Roberto Valenti, partner all’agenzia delle entraresponsabile della practice di te per aderire al patent Intellectual Property all’interno box. Un successo superiore alle del dipartimento Intellectual Proattese? Secondo Cesare Galli, perty & Technology di Dla Piper dello Studio IP Law Galli «que«il dato delle domande di Ip Box ste adesioni sono un buon segno. non è particolarmente Poiché infatti le opzioni significativo di come la esercitate riguardano normativa (che - come l’esercizio 2015, arrinoto - ha visto nel nostro veranno anche i primi studio uno dei più conruling dell’Agenzia delvinti supporter) troverà le Entrate, che verosiapplicazione negli anni milmente chiariranno a venire. E infatti esso è i punti ancora incerti «viziato» dalla circostane quindi apriranno la za che il decreto attuastrada a molte più adetivo è stato pubblicato sioni per il 2016. Molte solo il 20 ottobre 2015, imprese, infatti, sono il modulo per l’adesione rimaste «alla finestra» Roberto Valenti è stato a disposizione dei anche perché i benefici contribuenti solo il sucprevisti sono proporziocessivo 10 novembre e la circolare nalmente più elevati per 2016 e esplicativa dell’Agenzia delle En2017 di quanto non siano per il trate dell’inizio di dicembre. 2015. I ritorni positivi potrebbeIn questa situazione è evidente ro quindi essere maggiori anche che soprattutto le realtà più strutsotto il profilo dell’incentivo ad turate non hanno avuto il tempo investire nell’innovazione e anmateriale per predisporre le doche nella difesa dei diritti IP, atmande di adesioni in modo adetività che rientra nel perimetro guato alla complessità dei diritti di dell’agevolazione. Sono dunque proprietà intellettuale gestiti. Era buone notizie per tutto il Sistema dunque difficile aspettarsi un dato Italia, anche nella prospettiva diverso. Sicuramente più rilevante dell’1.12.2015 – risulta più ageti dal punto di vista del numero vole. È altrettanto prevedibile che delle domande sarà quest’anno: e molti titolari di diritti su marchi sotto questo profilo noi registriaregistrati e segreti aziendali che mo un interesse nei confronti della non abbiano optato per il patent normativa che continua ad essere box l’anno scorso si organizzemolto da parte di socieranno per depositare tà diversissime, dalla l’istanza entro il 30 piccola società titolare giugno, per evitare il ridi know-how al gruppo schio che un cambio di imprenditoriale multiregime in ottemperannazionale italiano con za alle raccomandaziosignificativo portafoglio ne dell’Ocse impedisca brevettuale, dalla casa la possibilità di fruire di moda alla compagnia dell’incentivo per il di assicurazione». prossimo quinquennio. Infine, secondo MiNella nostra esperienchele Bertani, speza una quota non irricial counsel di Orrick levante dei clienti di Michele Bertani e Professore Ordinario Orrick ha esercitato di Diritto Industriale l’opzione già nel 2015, all’Università di Foggia «Il dato mentre la maggioranza si sta orè in linea con le attese. È ragioganizzando per farlo nella prima nevole immaginare che le istanmetà dell’anno appena iniziato.» ze presentate abbiano riguardato © Riproduzione riservata soprattutto intangibles coperti da diritti di proprietà intelletSupplemento a cura tuale cd. «titolati» (principalmente marchi o design registrati ed di ROBERTO MILIACCA invenzioni brevettate), per i quali [email protected] la redazione dell’istanza di ruling e GIANNI MACHEDA – quanto meno nella forma «light» consentita dal provvedimento del [email protected] direttore dell’Agenzia delle entra- IV Domenica 27 Marzo 2016 AT T UA L I TÀ È quello riconosciuto sulle negoziazioni assistite che secondo i legali, non funzionerà Un bonus fiscale poco allettante L’incentivo non copre neppure i costi della procedura suo ammontare complessivo Anche Maria Laura Dalla ancora sfruttato nel modo il rischio che, «proprio ladlo pensa anche Roberto Ti- Giustina, partner di UpLex corretto, perché le parti af- dove oggetto del contenderone socio dello Studio Co- ritiene che l’incentivo fisca- frontano la procedura con ec- re siano somme di denaro, er alleggerire i tri- cuzza & Associati, secondo le introdotto per agevolare cessiva rigidità ai fini della il creditore potrebbe essere portato ad accettare una debunali dall’eccesso il quale, la misura «non ap- l’accesso alla procedura di composizione della lite». A l l o s t a - curtazione del proprio credidi cause si è prova- pare sufficiente a spostare negoziazione to attuale, to, pur di non incorrere nelle to davvero di tutto, gli equilibri delle parti e a assistita possa per Daniele lungaggini processuali. o quasi. L’ultimo tentativo sollecitare o incentivare una costituire un Sorgente, La differenza rispetto al in ordine di tempo sono gli soluzione transattiva del- valido escal ’ o b i e t t i v o passato non è di poco conincentivi fiscali alla negozia- la potenziale controversia. m o t a g e p e r d e f l a t t i v o to, e infatti, le transazioni zione assistita e agli arbitra- Il rapporto tra il risparmio evitare la risodella rifor- raggiunte nell’ambito di ti, procedura attiva ormai da dello Stato per il fenomeno luzione della ma «è stato un giudizio pendente, veniquasi un anno che mira, nel- deflattivo dei contenziosi controversia raggiunto in vano valutate su elementi le intenzioni della riforma, portato dalla negoziazione in Tribunale. misura as- concreti in ragione delle dia portare i contenziosi fuo- assistita e l’ammontare de- Tuttavia, la solutamente fese svolte dalle parti. L’atri dalle aule dei tribunali, gli incentivi risulterà pro- p r o f e s s i o n i insoddisfa- tuale procedimento, invece, bloccando a monte l’afflusso babilmente, al massimo, in sta sottolinea come «l’impulcente». laddove conciliato, impone dei processi e costituendo equilibrio». Più morbido invece il giudi- so che è stato La perce- una definizione sulla base un’alternativa stragiudiziale zio di Danie- dato dal lezione del pro- di elementi incerti». all’ordinaria le Sorgente gislatore trafessionista, Che gli avvocati abbiano risoluzione m a n a g e r e mite questa ad oggi, «è da sempre ricercato soluziodei conflitti. Daniele Sorgente team leader innovazione è che la nego- ni transattive, che possano La misura del diparti- poco incisivo dal ziazione as- evitare l’introduzione di una incentivanmento con- punto di vista dell’effetto di sistita per molti operatori procedura contenziosa o la te però non t e n z i o s o e degiurisdizionalizzare il con- rappresenti semplicemente sua prosecuzione non è una convince gli arbitrati di tenzioso». un passaggio obbligato da novità anche secondo Roavvocati che Girardi StuDalla Giustina fa notare concludere prima di incar- berto Tirone che proprio per la ritengono dio Legale che la possibilità di otte- dinare un giudizio. In tale questa ragione, ritiene che insufficiente e Tributa- nere la somma a titolo di o t t i c a , l a la mediazione e di modesta rio. A parere credito d’imposta è infatti s t r a d a d a (che sia obblientità. d e l p r o f e s - condizionata dal fatto che p e r c o r r e r e gatoria o faL’incentivo coltativa) così fiscale previs i o n i s t a l o la procedura sia portata a per ottenere come la negosto dall’artis t r u m e n t o termine con un accordo di risultati poziazione assicolo 21-bis del degli incen- negoziazione assistita, esito sitivi è anMaria Fazio stita «hanno decreto legge t i v i f i s c a l i che non può essere dato per cora estreavuto e stannumero 83 n e l l ’ a m b i t o scontato. Ecco quindi che «la m a m e n t e no avendo un del 2015 per l’utilizzo degli della negoziazione assistita spesa per lo Stato appare fin lunga. Alcusuccesso molstrumenti alternativi di ri- e degli arbitrati «può contri- troppo elevata soprattutto in ni apprezto limitato». soluzione delle controversie buire, almeno in parte, a dif- considerazione della riusci- zabili sepInoltre, l’avè rappresentato dalla previ- fondere in modo più proficuo ta del progetto, ciò avrebbe pur parziali vocato dello sione di un credito di impo- e consapevole il loro utilizzo. esito diverso nel caso in cui riscontri, a studio Cocuzsta, riconosciuto sino alla La misure sono correlate al lo strumento così predisposto quanto conza e Associati concorrenza di 250 euro per positivo esperimento di tali venisse realmente e concre- s t a , s o n o non pensa che ogni singolo procedimento, in procedure e sotto tale aspetto tamente utilizzato e portato stati otteMaria Laura Dalla Giustina gli incentivi favore di chi ha corrisposto ritengo che in termini di spe- a termine». Per poter fare un nuti esclufiscali siano compensi per la definizione sa lo Stato potrà ricavarne passo indietro e andare ad s i v a m e n t e positiva di questi procedi- un beneficio, in un’ottica di analizzare gli effetti dell’isti- nell’ambito del diritto di fa- lo strumento adeguato per sollecitare il raggiungimenmenti. progressiva degiurisdiziona- tuto che è alla base degli in- miglia». centivi fiscali, Sul punto è d’accordo Ma- to di accordi transattivi. «Tenuto conto dei costi lizzazione». l ’ a v v o c a t o ria Fazio, anche secondo lei «Probabilmente un riledelle procedure arbitrali, Sorgente Dalla Giusti- il procedimento è destinato vante aumento dell’importo nonché dell’attività che l’av- si focalizza na ritiene che «a ridurre notevolmente il delle spese di lite a carico vocato deve comunque esple- sul fatto che sia necessario carico dei Tribunali per i della parte soccombente tare, ritengo che il credito di la deflazione operare una procedimenti di separazione e la dichiarazione ex ante imposta sia esiguo e, quindi, del contend i s t i n z i o n e : consensuale, di scioglimento delle parti dei beni aggrenon sufficiente a incentivare zioso «sia un «la procedura o di cessazione degli effetti dibili in caso di soccombenil ricorso a tali strumenti». proposito, di di negoziazio- civili del matrimonio, nonché za potrebbe essere un serio A dirlo è Maria Fazio del- per sé, conne assistita in di modifica delle condizioni incentivo a transigere cause lo studio legale Mariani divisibile» e materia sepa- di separazione o di divor- poco fondante o meramente Menaldi che spiega come, a proprio per razione e ces- zio». dilatorie» suggerisce Tirone, suo parere, gli incentivi così questo motisazione degli Eppure, da un punto di vi- sottolineando che un diverso concepiti da soli non possano vo, il meccaeffetti civili, sta meno settoriale, l’intro- strumento che potrebbe aveesser sufficienti al raggiungi- nismo degli scioglimento o duzione della negoziazione re una buon effetto deflatmento di una convenzione di incentivi fimodifica delle assistita «non rappresenta tivo – peraltro recentemente negoziazione, posto il limite scali e duncondizioni di una vera e propria novità adottato dal legislatore – «è di detraibilità a 250 euro. que la valoRoberto Tirone separazione e da un punto di vista sostan- quello del trasferimento di «La disciplina potrebbe es- rizzazione di divorzio finora ziale in ragione del fatto certi contenziosi a gli arbitri sere corretta», suggerisce un vantaggio la Fazio, «prevedendo che in personale per le parti «deve è apparsa un valido strumen- che, generalmente, prima (i quali sono anche più rapidi determinate materie, il rime- essere ulteriormente incre- to per assistere persone con di attivare un contenzioso nell’emissione delle sentenze dio della negoziazione assi- mentato ed accompagnato vicende che non presentava- in sede giudiziale, gli avvo- rispetto alla giustizia ordinastita sia alternativa rispetto a una puntuale formazione no grossi motivi di criticità e cati sono soliti cercare un ria, con conseguente soddisfaall’istituto della mediazione. da parte degli operatori del rientravano nelle condizioni accordo nell’interesse delle zione delle parti interessate). Oggi, invece, gli istituti della diritto: la gestione di una previste dalla norma. In que- parti – continua Fazio - e Nel sistema attuale gli incenmediazione e della negozia- procedura di negoziazio- sto senso assolve in maniera infatti, anche in passato, tivi fiscali non appaiono sufzione assistita si pongono ne assistita coinvolge infatti suffi ciente alla volontà de- si assisteva soventemente ficienti neppure per questo in parte come obbligatori aspetti non solo giuridici ma flattiva dell’intero provvedi- all’abbandono del giudizio strumento di soluzione altere conviventi tra loro con la anche relazionali, strategici mento nel quale è inserita». in ragione del fatto che, nativa delle controversie, ma conseguenza che tanto per i e gestionali. Il vero risultato Diversamente, sottolinea la medio tempore, le parti ad- essendo l’arbitrato in sé un cittadini, quanto per gli ope- potrà dirsi ottenuto quando professionista di UpLex, «per divenivano ad un accordo ottimo strumento risolutore ratori di settore, costituisce la negoziazione assistita sarà quanto concerne la negozia- conciliativo». di controversie, l’effetto voL’introduzione della ne- luto dal legislatore potrebbe una faticosa rincorsa verso interpretata quale opportu- zione assistita tout court, le aule di giustizia». nità e non come un semplice trovo che sia uno strumento goziazione assistita per la essere, almeno in parte, ragChe l’incentivo sia di mo- incombente di carattere qua- potenzialmente molto utile professionista dello studio giunto». desta entità e limitato nel si esclusivamente formale». che attualmente non viene Mariani Menaldi, comporta © Riproduzione riservata DI Pagina a cura MARIA CHIARA FURLÒ P Selezione di Sentenze tributarie A CURA DELLO STUDIO FUOCO 1. CASE DI LUSSO, DELL’IVA RISPONDE L’ACQUIRENTE 2. CONTRIBUTO UNIFICATO, INVITO NON IMPUGNABILE 3. BUONA FEDE, IL PRINCIPIO VALE PER LE DUE PARTI 4. CARTELLE NON IMPUGNATE, PRESCRIZIONE DECENNALE 5. CONCESSIONARIO, RESPONSABILITÀ AMPIA 6. DOCUMENTI INUTILIZZABILI SOLO SE RICHIESTI 7. DIFESA ESAUSTIVA NON IMPLICA ATTO MOTIVATO I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7 27 Marzo 2016 SENTENZE TRIBUTARIE Case di lusso, dell’Iva risponde l’acquirente Nel caso in cui la cessione di una casa di abitazione di lusso, eccedente i 240 mq, venga assoggettata a Iva con l’aliquota ridotta del 4%, del recupero fiscale risponde solo l’acquirente e non anche il venditore; è irrilevante, infatti, che il venditore fosse a conoscenza della non applicabilità dell’agevolazione fiscale (egli è certamente in grado di verificare che l’immobile da vendere abbia le caratteristiche «di lusso»), poiché il beneficio fiscale è a vantaggio della sola parte acquirente, così come la dichiarazione mendace di costui instaura un rapporto diretto, ed esclusivo, tra l’acquirente stesso e l’amministrazione finanziaria. È il principio che si legge nella sentenza n. 3844/2016 della Corte di cassazione. Gli Ermellini hanno ribaltato i due gradi di merito che si erano conclusi con la soccombenza della società ricorrente. La vertenza prende le mosse da un atto impositivo con cui le Entrate recuperavano una maggiore Iva, applicando l’aliquota ordinaria in luogo di quella agevolata del 4%, relativamente alla compravendita di una casa d’abitazione che aveva le caratteristiche «di lusso», poiché eccedente i 240 mq. L’atto veniva notificato alla società venditrice che, impugnandolo, sosteneva la propria estraneità alla pretesa che doveva essere rivolta esclusivamente nei confronti dell’acquirente. Primo e secondo grado di giudizio respingevano le doglianze opposte dalla società che, con ricorso per cassazione, chiedeva il vaglio dei giudici di legittimità. La Cassazione ha accolto il ricorso spiegando che, nel caso in cui la cessione di una casa di abitazione di lusso venga erroneamente assoggettata all’Iva con aliquota del 4%, l’avviso di liquidazione va emesso direttamente nei confronti dell’acquirente, in quanto l’applicazione dell’aliquota inferiore da parte del venditore dell’immobile è derivata da una dichiarazione mendace dell’acquirente stesso; ciò ai sensi della tariffa allegata al dpr n. 131 del 1986, art. 1, nota 2-bis, applicabile a tutte le ipotesi di accertata non spettanza del beneficio fiscale, si tratti di imposta sul valore aggiunto, come nella specie, o anche di imposta di registro. La dichiarazione (mendace) dell’acquirente di volere fruire del beneficio fiscale, spiegano gli Ermellini, «impone al venditore di applicare l’aliquota ridotta», non sussistendo in capo a costui alcun obbligo di verifica delle condizioni per l’applicazione dell’agevolazione; così che, in caso di rettifica fiscale, risponde esclusivamente l’acquirente. Nicola Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA (…) In altri termini, la «dichiarazione» dell’acquirente di voler fruire del beneficio fiscale istituisce un rapporto giuridico diretto ed esclusivo tra l’acquirente stesso e l’amministrazione finanziaria, in ordine al quale non assumenessunrilievoilregimegiuridico proprio della specifica imposta, sicché, anche in ipotesi di soggezione dell’atto all’Iva, la (generale) soggettività passiva esclusiva del venditore viene meno, soggiacendo egli all’opzione potestativa dell’acquirente circa il regime agevolato cui assoggettare l’operazione economica. Perciò si spiega la perentorietà del predicato verbale («deve») utilizzato dal legislatore nel comma 4 della richiamata nota 2-bis), che impone all’ufficio dell’Agenzia delle entrate, presso cui sono stati registrati i relativi atti, di «recuperare nei confronti degli acquirenti», non già dei venditori, avendo questi esaurito il rispettivo 2 rapporto tributario assoggettando l’atto all’aliquota ridotta conseguente alla richiesta dell’acquirente, «la differenza fra l’imposta calcolata in base all’aliquota applicabile in assenza di agevolazioni e quella risultante dall’applicazione dell’aliquota agevolata» nonché di «irrogare la sanzione amministrativa, pari al 30% della differenza medesima». Da tali principi discende l’irrilevanza delle osservazioni del controricorrente, secondo cui «il venditore è infatti chiaramente in grado di riconoscere, prima della conclusione del contratto di compravendita, se l’immobile venduto è di lusso poiché di superficie utile superiore ai 240 mq, e se tale requisito oggettivo manca sin dall’inizio il cedente è tenuto ad applicare la corretta aliquota Iva del 20%»; come visto, infatti, il cedente non dispone in realtà di un simile potere di «rettifica», sostituivo rispetto alla dichiarazione resa dall’acquirente, il quale ne assume ogni responsabilità, sicché l’eventuale conoscenza (o conoscibilità) della mancanza delle condizioni di legge non influisce in alcun modo sul predetto rapporto tributario, che trova la sua unica fonte e il suo presupposto nel negozio traslativo del bene, considerato nella sua consistenza oggettiva (…) In conclusione, la sentenza impugnata va cassata e, non occorrendo ulteriori accertamenti in fatto, la causa può essere decisa nel merito, ai sensi dell’art. 384, primo comma, cod. proc. civ., con l’accoglimento dell’originario ricorso del contribuente, al quale l’amministrazione finanziaria soccombente dovrà rifondere le spese del giudizio di legittimità, liquidate in dispositivo; sussistono invece giusti motivi, stanti le peculiarità della vicenda processuale, per la compensazione delle spese relative ai gradi di merito. SENTENZE TRIBUTARIE Contributo unificato, invito non impugnabile L’invito al pagamento del contributo unificato tributario, emesso dalla segreteria della Commissione tributaria nei casi di omesso o insufficiente versamento dello stesso, non è un atto impugnabile. Tale provvedimento, infatti, rappresenta un invito spontaneo al pagamento del dovuto, senza addebito di sanzioni e interessi e non ha le caratteristiche di un atto impositivo vero e proprio. Il ricorso, quindi, deve essere proposto contro la successiva iscrizione a ruolo, notificata al contribuente tramite la cartella di pagamento. È quanto si legge nella sentenza n. 223/03/16 della Ctr di Genova.A seguito della proposizione di un ricorso tributario o di un appello, la segreteria della Commissione controlla il versamento del contributo unificato tributario e, qualora lo stesso manchi o si riveli insufficiente in relazione al valore della lite, la stessa segreteria notifica un invito volto alla regolarizzazione della situazione; tale invito contiene l’importo omesso, senza addebito di sanzioni e interessi e, in caso di mancato versamento, il carico viene iscritto a ruolo. Il contributo unificato tributario rientra nel novero dei tributi e il giudice competente, dinanzi al quale contestare la debenza di tali somme, è la Commissione tributaria. Tuttavia, secondo la Ctr di Genova, l’azione non può essere promossa contro l’invito notificato dalla segreteria, essendo necessario attendere la successiva cartella esattoriale. Tale atto, si legge in sentenza, «è un semplice invito all’adempimento spontaneo da parte del contribuente delle somme in esso contenute» ed è un «atto dovuto ex lege, che non può essere ricompreso nel dettato di cui all’art. 19 del dlgs n. 546/92, né assimilato a un vero e proprio atto di accertamento». A ulteriore riprova circa la natura da attribuirsi a tale provvedimento, la Commissione osserva anche che lo stesso si limita a richiedere il pagamento dovuto entro 30 giorni, «senza addebito di interessi e sanzioni». In ogni caso, prosegue il collegio ligure, la tutela in giudizio delle ragioni del contribuente non è affatto preclusa, poiché egli può agire con l’impugnazione della cartella di pagamento, facendo valere in tale sede anche gli eventuali vizi dell’atto presupposto. Facendo applicazione di tali principi, la Ctr di Genova ha dichiarato inammissibile l’appello, e ancor prima il ricorso introduttivo, condannando il contribuente al pagamento delle spese di giudizio. Benito Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA [omissis] La commissione, in fase d’appello, ritiene il ricorso inammissibile sul presupposto che è stato impugnato un atto autonomamente non impugnabile. L’invito al pagamento non è infatti autonomamente impugnabile, trattandosi di un atto che non prelude all’esecuzione forzata, ma alla riscossione mediante ruoli esattoriali. Il ridetto atto è un semplice invito all’adempimento spontaneo da parte del contribuente delle somme in esso contenute al momento del deposito del ricorso. In effetti, con l’invito in parola, l’ufficio di segreteria della commissione tributaria fa rilevare al ricorrente che risulta omesso o insufficiente il versamento del contributo unificato relativamente al deposito del suo ricorso, e gliene richiede il pagamento entro 30 giorni, senza addebito di interessi e sanzioni. Pertanto, trattandosi di atto dovuto ex lege, non può essere ricompreso nel dettato di cui all’art. 19 del dlgs n. 542 del 1992, né assimilato a un vero e pro- prio atto di accertamento. Ne discende che i ricorsi proposti avverso tale atto debbano ritenersi inammissibili (si vedano, in tal senso, le sentenze nn. 16293/2007 e 16428/2007 delle Ss.uu. della Corte di cassazione, relative alla non impugnabilità degli avvisi bonari dell’Agenzia delle entrate, considerati quali atti aventi la forma di invito a fornire chiarimenti cui è necessario che segua l’iscrizione a ruolo per precisare e formalizzare la pretesa tributaria). Tale orientamento è confermato anche dalla giurisprudenza di merito. In particolare, la Commissione tributaria provinciale di Enna (sent. n. 125/3/09) ha ritenuto inammissibile il ricorso avverso l’avviso bonario relativo al contributo unificato tributario, in quanto introdotto contro un atto di carattere amministrativo non rientrante nell’ambito degli atti impugnabili di cui all’art. 19 del dlgs n. 546 del 1992. In buona sostanza, tale invito non è un avviso di liquidazione del tributo, né una cartella di pagamento o un qualsivoglia atto che la legge dichiari impugnabile dinanzi ai giudici tributari. In ogni caso, la tutela in giudizio delle ragioni del contribuente può essere esercitata in sede di impugnazione della cartella, facendo valere anche i vizi dell’atto presupposto. Condanna il contribuente alle spese di lite anche per questa fase di contenzioso che liquida nella somma di euro 300 oltre oneri ed eventuali spese prenotate a debito. PQM La commissione tributaria regionale di Genova, sez. terza, riunita in camera di consiglio, definitivamente pronunciando: dichiara inammissibile l’appello. Condanna del contribuente alle spese di lite che liquida nella somma di euro 300 oltre oneri ed eventuali spese prenotate a debito. [omissis]. 3 SENTENZE TRIBUTARIE Buona fede, il principio vale per le due parti I principi di lealtà, buona fede, collaborazione e correttezza che devono improntare il rapporto tra fisco e cittadino valgono per entrambe le parti, vicendevolmente. Così che, il cittadino non può invocare tali principi per evitare l’accertamento derivante da un errore formale, quando quello stesso errore si è posto come ostacolo ai controlli fiscali (o comunque non li ha favoriti). È quanto si legge nella sentenza n. 2371/19/16 della Ctp di Roma (presidente e relatore Ferrara). La vertenza si origina dalla notifica di un avviso di accertamento con cui l’Agenzia delle entrate recuperava a tassazione maggiori canoni di locazione, riscontrando una difformità tra gli importi dichiarati dal contribuente e quelli risultanti dal contratto di locazione. A propria discolpa, il contribuente palesava di aver erroneamente sottratto ai canoni l’assegno corrisposto al fratello, in forza delle disposizioni rese dal defunto genitore nell’atto di donazione dell’immobile locato: con tale atto, il genitore donava l’immobile a uno dei figli, disponendo al contempo il pagamento, a onere di costui, di una somma mensile pari a euro 1.200, vita natural durante, in favore dell’altro figlio. Essendo tale somma deducibile dalla dichia- razione dei redditi, sosteneva il contribuente nel ricorso, l’effetto finale sull’imponibile era del tutto equivalente: per tal ragione chiedeva l’annullamento dell’accertamento, atteso che non era stata sottratta materia imponibile all’erario e che i rapporti e le condotte dell’amministrazione finanziaria devono essere orientate dai precetti dettati dall’articolo 10 della legge n. 212/2000 («Tutela dell’affidamento e della buona fede. Errori del contribuente»). La Ctp di Roma ha rigettato il ricorso, confermando la rettifica erariale. L’errore commesso dal contribuente, consistente nell’aver omesso l’indicazione delle somme erogate al fratello nell’apposito rigo della dichiarazione, seppure neutrale ai fini dell’imposta, si pone come ostacolo ai controlli dell’Ufficio. Se è vero, infatti, che l’amministrazione impronta i propri rapporti alla buona fede e alla collaborazione, la stessa cosa deve valere al contrario, da parte del cittadino. Correttamente, dunque, l’Ufficio ha accertato un maggior reddito di locazione (pari a quello effettivamente percepito), arrecando le relative maggiori imposte. Alla soccombenza è seguita anche la condanna alle spese a carico del contribuente. Nicola Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA In primo luogo, deve rilevarsi come la costituzione in giudizio dell’Agenzia delle entrate debba ritenersi tardiva e non rispetta neppure i termini ultimi stabiliti dall’articolo 32 del dlgs 546/92 per il deposito di memorie e documenti a ridosso dell’udienza di trattazione, dacché le controdeduzioni non possono essere considerate ai fini del presente giudizio. Il ricorso del contribuente è, tuttavia, infondato e merita di essere rigettato. Non è in dubbio, lo afferma la stessa ricorrente nelle memorie illustrative, che gli importi corrisposti al fratello non sono stati dichiarati da costui e non sono stati quindi sottoposti a imposizione. Così come è evidente che la contribuente non abbia indicato nella propria dichiarazione dei redditi tali importi nell’apposito quadro, così commettendo un errore, oltre che formale, che si pone anche d’intralcio ai controlli dell’amministrazione finanziaria, che non ha avuto contezza di tali somme, onde poter effettuare i relativi controlli. 4 Se, dunque, la contribuente invoca a proprio favore l’articolo 10 della legge n. 212/2000, secondo cui i rapporti tra fisco e contribuente devono essere improntati alla correttezza, alla reciproca collaborazione e alla buona fede, tali precetti debbono essere rispettati da entrambe le parti, fisco e contribuente, mentre nel caso di specie l’omissione dichiarativa degli importi corrisposti al fratello si pone nel senso esattamente contrario, per quanto sopra detto. Da ciò discende che, correttamente, l’Ufficio ha accertato un reddito di locazione effettivamente superiore rispetto a quello dichiarato dalla contribuente e tale reddito corrisponde al canone di locazione del contratto registrato. Decurtare direttamente l’importo della locazione con le somme corrisposte al fratello, oltre che irrituale e inesatto, ha rappresentato anche un ostacolo per i controlli dell’amministrazione, ragion per cui non possono essere riconosciute le ragioni dedotte dalla contribuente e l’accertamento va confermato. Le spese del presente giudizio seguono la soccombenza e vengono liquidate nella misura di euro 400 (quattrocento) oltre accessori se dovuti. PQM La Commissione rigetta il ricorso e condanna il ricorrente alle spese nella misura di euro 400 (quattrocento) oltre accessori se dovuti. SENTENZE TRIBUTARIE Cartelle non impugnate, prescrizione decennale Una volta notificata la cartella esattoriale,contenente ruoli di natura tributaria, la mancata impugnazione della stessa rende definitivo il credito: in tal caso, il termine di prescrizione per vantare tale credito è di dieci anni, suscettibile di proroghe in ordine alla notifica di atti interruttivi (per esempio, intimazioni di pagamento, preavvisi di fermo o ipoteca ecc.). È quanto afferma la Ctr di Roma nella sentenza n. 35/28/16, in accoglimento dell’appello proposto dall’Agente della riscossione, soccombente dinanzi ai giudici provinciali. Secondo l’interpretazione del collegio laziale, la definitività della cartella, a seguito della sua non impugnazione, produce un effetto di cristallizzazione del credito in essa contenuto; l’atto si pone, a tal punto, quale un titolo esecutivo e rimane assoggettato, in assenza di una diversa specificazione normativa, all’ordinario termine di prescrizione decennale, ex artt. 2934 e seguenti del codice civile. Altra parte della giurisprudenza tributaria ha sostenuto, invece, che la prescrizione del credito erariale, vantato per mezzo di una cartella definitiva, si prescriva in cinque anni. Il ragionamento, in tal caso, ruota attorno al concetto di obbligazione tributaria quale obbligazione periodica. In tal caso, se l’obbligazione tributaria (a prescindere dalla tipologia d’imposta) ha fisiologicamente insita la caratteristica della «periodicità», la stessa può essere ricondotta alla disciplina recata dall’art. 2948 n. 4 del codice civile, secondo cui «si prescrivono in cinque anni... gli interessi e, in generale, tutto ciò che deve pagarsi periodicamente ad anno o in termini più brevi». Anche la stessa Ctr del Lazio, nella sentenza n. 4721/29/15 aveva ritenuto operante il termine di cinque anni e, di contro, «applicabile il termine decennale solo quando la pretesa erariale si fondi su una sentenza passata in giudicato, perché in tal caso la cartella esattoriale, avendo a oggetto un credito definitivamente accertato all’esito di un contenzioso, ha come titolo la sentenza (cfr. Cass. n. 8380/13 e, da ultimo, Cass. n. 16354/14) e non un atto amministrativo, per quanto non più contestabile in sede amministrativa». Nel caso di specie, tuttavia, i giudici della sezione 28 hanno ritenuto pienamente operante il termine di prescrizione decennale al credito vantato con cartella esattoriale definitiva, rilevando peraltro l’effetto interruttivo portato dall’avvenuta notificazione di intimazioni e preavvisi di misure esecutive. Benito Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA (…) nel procedimento dinanzi alle commissioni tributarie deve ritenersi ammissibile, in deroga alla regola generale di inammissibilità dell’impugnazione cumulativa, l’impugnazione, con un unico atto, di più sentenze relative a distinti procedimenti, allorquando: le sentenze impugnate cumulativamente siano espressamente indicate, con manifestazione non equivoca della volontà di impugnarle tutte; sussista identità di parti e di rapporto giuridico d’imposta, pur se riferito a diverse annualità; sia ravvisabile l’identità delle questioni di diritto poste a fondamento delle decisioni formalmente distinte (sì da potersi configurare un giudicato rilevabile d’ufficio in tutte le controversie oggetto di ricorso). Nel caso di specie si ritiene, pur non vertendosi, in effetti, dell’ipotesi tipica e più ricorrente di plurime controversie concernenti identiche questioni incidenti su diversi periodi d’imposta, bensì del medesimo rapporto impositivo contestato nel momento iniziale della rettifica e in quello successivo dell’attuazione frazionata della pretesa tributaria in corso di giudizio, che ricorrano tutti i requisiti di ammissibilità teste indicati. Si osserva, in particolare, che l’appello della Imor srl è stato cumulativamente proposto avverso: - la sentenza n. 63/02/2006 della commissione tributaria provinciale di Oristano, avente a oggetto l’accertamento Invim n. 708/91 e, segnatamente, l’ammissibilità del ricorso contro di esso proposto dall’Au e legale rappresentante della Immobiliare Residenziale srl, allorquando quest’ultima si era già estinta a seguito del perfezionamento degli effetti della fusione per incorporazione nella Imor srl; questa decisione ha dichiarato inammissibile il ricorso, proprio perché non proposto da quest’ultima società, unico soggetto legittimato a seguito della incorporazione; - la sentenza n. 64/02/2006 della medesima commissione tributaria provinciale, avente a oggetto l’intimazione di pagamento notificata a Imor in corso di giudizio, ex art. 56, dpr 131/86, per il pagamento di due terzi dell’importo portato dal suddetto accertamento; anche in questo giudizio la legittimità dell’atto impugnato veniva posta in relazione alla legittimità della notificazione dell’atto prodromico, pacificamente ravvisabile nel suddetto accertamento n. 708/91, tant’è vero che la decisione è stata nel senso del rigetto del ricorso, proprio perché la cartella di pagamento era stata emessa e notificata a seguito della regolare notificazione dell’atto di accertamento, prima del perfezionamento della fusione per incorporazione, alla Immobiliare Residenziale Srl. (…) In definitiva, la decisione della commissione tributaria regionale di ritenere ammissibile l’appello, ancorché proposto con modalità cumulativa, può essere qui condivisa perché sostanzialmente collimante col suddetto orientamenti di legittimità, facente condivisibilmente perno sulla identità di ratio decisoria e di effetti delle plurime sentenze unitariamente impugnate. 5 SENTENZE TRIBUTARIE Concessionario, responsabilità ampia Se il ricorso è proposto esclusivamente nei confronti del concessionario della riscossione, ma le doglianze attengono aspetti di merito della pretesa che ricadono nella sfera di spettanza dell’ente creditore, è interesse del concessionario stesso chiamare in causa il soggetto che ha effettuato l’iscrizione a ruolo, per non rispondere egli stesso dell’esito della lite. È quanto si evince dalla sentenza n. 344/02/16 della Ctp di Taranto. La vertenza prendeva le mosse da un ricorso proposto contro una cartella di pagamento emessa da Equitalia Sud, agente della riscossione per la provincia di Taranto, recante un’iscrizione a ruolo effettuata dalla regione Puglia per il bollo auto dell’anno 2009. L’atto d’impugnazione veniva rivolto esclusivamente nei confronti del concessionario, pur lamentando vizi concernenti l’iscrizione a ruolo stessa, quali la prescrizione e la mancata notificazione degli atti prodromici. Il resistente concessionario sosteneva, nel merito, il proprio difetto di legittimazione passiva, atteso che le doglianze in parola dovevano essere rivolte nei confronti dell’ente creditore, essendo questioni di spettanza di quest’ultimo, la Ctp di Taranto ha ritenuto di poter trattenere la causa (il concessionario aveva eccepito il difetto di competenza territoriale, poiché l’ente creditore aveva sede in Bari) e ha deciso la controversia in favore del contribuente. Sotto il profilo della competenza territoriale, si legge nella sentenza, la Ctp richiama l’articolo 4, comma 1, del dlgs n. 546/92, secondo cui detta competenza si individua in base alle «controversie proposte nei confronti degli enti impositori, degli agenti della riscossione e dei soggetti iscritti all’albo di cui all’articolo 53 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, che hanno sede nella loro circoscrizione». Dunque, tale norma si riferisce anche agli agenti della riscossione, così che il ricorso proposto nei confronti di Equitalia va incardinato in base alla provincia ove ha sede l’articolazione territoriale che ha emesso l’atto contestato. Ciò è stato di recente sovvertito dalla Corte costituzionale, che con la sentenza n. 44/2016, ha dichiarato incostituzionale tale aspetto della norma applicata dai giudici tarantini (la pronuncia della Ctp è antecedente rispetto all’intervento della Consulta) Scendendo nel merito, poi, la Ctp ha accolto il ricorso, sotto il profilo della mancata notificazione di atti prodromici, assunto quale elemento invalidante la successiva cartella. LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA [omissis] Si costituiva l’Agente della riscossione mediante il deposito di controdeduzioni con le quali evidenziava: a) l’incompetenza territoriale della Commissione provinciale adita per essere competente quella di Bari, nella cui circoscrizione aveva sede l’ufficio che aveva formato il ruolo; b) il proprio difetto di legittimazione passiva in ordine alle censure attinenti al merito della pretesa impositiva [omissis]. All’udienza di trattazione, la causa veniva riservata per la decisione. L’eccezione di incompetenza territoriale è infondata. L’art. 4, comma 1, dlgs n. 546/1992, individua tale competenza con riferimento alla sede dell’ufficio o del concessionario che ha emesso l’atto impugnato dal contribuente. Nella fattispecie trattasi di un atto adottato da agente della riscossione che ha sede nella circoscrizione provinciale di Taranto (cfr. Cass. Civ., sez. V, sent. n. 20761/2014). Altrettanto infondata è l’eccezione relativa al difetto di legittimazione passiva con riferimento 6 alla questione attinente «all’omessa notifica degli atti prodromici» atteso che nel processo tributario la mancata notifica dell’atto prodromico alla cartella costituisce vizio proprio di questa e come tale, legittima il concessionario della riscossione a contraddire nel relativo giudizio (cfr. Cass. Civ. Sez. V, 25/1/2008 n. 1652). Il motivo sub a è fondato. Il contribuente ha allegato di non aver mai ricevuto l’avviso di accertamento e la controparte non ha documentato la regolare o avvenuta notifica di detto atto. Ciò comporta un vizio della sequenza procedimentale dettata dalla legge a cui consegue la nullità della cartella per omessa notifica del provvedimento presupposto (Cass. Civ. Sez. un. 25/7/2007 n. 16142). L’accoglimento del suesposto motivo, esime il collegio dall’esaminare le ulteriori doglianze del ricorrente. Alla soccombenza della spa Equitalia Sud consegue la condanna della stessa al rimborso, in favore dell’altra parte delle spese e dei compensi di lite. Nicola Fuoco SENTENZE TRIBUTARIE Documenti inutilizzabili solo se richiesti L’inutilizzabilità in sede contenziosa dei documenti non prodotti in risposta agli inviti dell’amministrazione opera solamente a condizione che la richiesta dell’Ufficio sia specifica; non è sufficiente, in tal senso, un generico e ampio riferimento nel questionario a una categoria di atti e documenti, poiché la ratio della norma è quella di instaurare un confronto leale e trasparente tra fisco e cittadino in sede precontenziosa e non quella di precludere al contribuente il proprio, pieno esercizio di difesa. Sono i principi che si evincono dalla sentenza n. 542/01/16 della Ctr di Milano, con cui il collegio meneghino rigetta l’appello proposto dall’Agenzia delle entrate. L’articolo 32, comma 4, del dpr 600/73 prevede che «le notizie e i dati non addotti e gli atti, i documenti, i libri e i registri non esibiti o non trasmessi in risposta agli inviti dell’ufficio non possono essere presi in considerazione a favore del contribuente, ai fini dell’accertamento in sede amministrativa e contenziosa. Di ciò l’ufficio deve informare il contribuente contestualmente alla richiesta». Così che, qualora nel confronto tra l’amministrazione e il contribuente, costui ometta di esibire o fornire taluni dati o documenti richiesti, gli stessi non potranno entrare nel successivo contenzioso tributario. Questa pesante sanzione sul piano proba- torio determina una certa compressione al diritto di difesa e, perciò, la stessa deve operare solamente in specifici casi. In particolare, spiega la Ctr, al contribuente deve essere «chiaramente esplicitato l’oggetto della sua obbligazione, e cioè chiaramente indicato che cosa deve esibire o trasmettere all’Ufficio». Non può ritenersi sufficiente, dunque, un generico invito a «evidenziare i beni derivanti da liberalità o vincite» o, ancor meno, la generica previsione di «altre giustificazioni suscettibili di apprezzamento da parte dell’Ufficio», per impedire l’ingresso di specifici documenti nel giudizio tributario. La logica della previsione normativa, infatti, mira alla realizzazione di un «leale precontenzioso tra l’amministrazione e il privato», dovendosi valutare, pertanto, se l’omissione del contribuente sia stata dettata effettivamente dalla volontà di nascondere il documento agli agenti del fisco. Applicando detti principi, la Ctr di Milano ha confermato la decisione dei colleghi provinciali di annullamento di un atto impositivo, utilizzando della documentazione probatoria che, a parere dell’appellante ufficio finanziario, non poteva essere presa in considerazione, poiché non prodotto in risposta a un questionario. Benito Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA [omissis] La norma richiamata dall’Ufficio prevede che le notizie e i dati non addotti e gli atti, i documenti, i libri e i registri non esibiti o non trasmessi in risposta agli inviti dell’ufficio non possono essere presi in considerazione a favore del contribuente ai fini dell’accertamento in sede amministrativa o contenziosa, salvo che l’omessa produzione dipenda da cause non imputabili. La pesante sanzione sul piano probatorio prevista dalla norma presuppone che al contribuente sia chiaramente indicato che cosa deve esibire o trasmettere all’ufficio. Nel caso in esame l’ipotesi della dazione di una somma da parte di un familiare non era indicata tra quelle evidenziate nel questionario sottoposto al contribuente. Tale non può essere considerato l’invito a evidenziare i «beni derivanti da atti di liberalità» e la «disponibilità di somme derivanti da eredità e vincite» e ancor meno la generica previsione di «altre giustificazioni suscettibili di apprezzamento da parte dell’ufficio». A fronte di una richiesta non precisa in ordine a un determinato fatto - quale poteva emergere magari nel corso di un contraddittorio integrato da un incontro personale - non sussiste la lamentata omissione, la cui ratio è quella di realizzare un leale contraddittorio precontenzioso tra l’amministrazione e il privato. Alla documentata, e non contestata nella sua attualità, dazione della somma di euro 16 mila da parte del padre del contribuente si aggiunga la considerazione dei redditi del coniuge che, se pure non esposti nel questionario non poteva essere ignota all’ufficio; anche queste risorse, una volta provate, vengono a togliere fondamento all’accertamento per l’anno 2006. [omissis] L’appello deve quindi essere respinto e le spese del grado, liquidate come in dispositivo, seguono la soccombenza. PQM La Commissione rigetta l’appello. Condanna l’appellante alla rifusione delle spese del grado, che liquida in euro 1.000,00 oltre accessori di legge. [omissis] 7 SENTENZE TRIBUTARIE Difesa esaustiva non implica atto motivato Il fatto che il contribuente abbia avuto la possibilità/capacità di esperire un’adeguata e compiuta difesa, in ordine all’impugnazione di un atto impositivo, non è elemento di per sé sufficiente a ritenere assolto l’obbligo di motivazione dei provvedimenti emessi dall’amministrazione finanziaria. La correttezza e la chiarezza della motivazione, infatti, devono essere valutate in ragione delle indicazioni riportate ab origine sull’atto stesso, indipendentemente da ciò che il contribuente abbia potuto eccepire in sede contenziosa. È il principio che si legge nella sentenza n.762/67/16 della Ctr di Brescia, depositata lo scorso 8 febbraio. Il giudice d’appello ha ribalto l’esito del giudizio di prime cure, ritenendo fondata l’eccezione di carenza di motivazione mossa nel ricorso introduttivo, in relazione a un avviso di accertamento catastale emesso dall’Agenzia delle entrate, sezione Territorio. I giudici della provinciale di Brescia avevano respinto la doglianza formulata dal ricorrente, secondo cui l’atto impositivo fosse del tutto sfornito di una motivazione chiara ed esaustiva, sul presupposto che la difesa tributaria era stata puntuale e precisa: tale circostanza denotava il fatto che il contribuente avesse compreso chiaramente an e quantum della pretesa, escludendo l’asserito difetto di motivazione. L’interpretazione resa dalla Ctp viene definita dal collegio regionale «una visione riduttiva del ruolo della motivazione, che pur leggendolo in funzione dell’esercizio del diritto di difesa, finisce per legittimare un possibile, ma inammissibile, giudizio ex post della sufficienza della motivazione, argomentata dalla difesa comunque svolta in concreto dal contribuente, piuttosto che un giudizio ex ante argomentata sulla rispondenza degli elementi enunciati nella motivazione». In definitiva, dunque, ,la valutazione in ordine alla presenza nell’atto impugnato di una adeguata motivazione deve essere condotta ex ante, cioè indipendentemente dal fatto che il ricorrente sia riuscito, o meno, a svolgere un’adeguata difesa in sede di gravame. Esperita detta premessa, la Ctr ha valutato la motivazione contenuta nell’originario accertamento, ritenendola tutt’altro che chiara ed esaustiva; per tale ragione, l’appello del contribuente è stato accolto, con vittoria di spese poste a carico dell’amministrazione finanziaria. Nicola Fuoco LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA (…) il Giudice a quo ha pertanto errato quando ha «presupposto» la presenza di «dati oggettivi utilizzati dall’Ufficio» (ma poi: quali avrebbero dovuto/ potuto essere questi dati oggettivi?) invero assolutamente inesistenti in motivazione, concretizzandosi la stessa nei soli passi riportati in narrativa; il Giudice a quo ha anche errato quando, esplicitando la convinzione che «se la Ricorrente si è difesa vuol dire che l’atto era motivato», ha qualificato lo stesso come «provocatio ad opponendum»; infatti, ci dice la Cassazione che «...ciò significa che l’atto impositivo, avendo carattere di provocatio ad opponendum, offriva sufficienti elementi perché il contribuente potesse svolgere efficacemente le proprie difese. Questa è una visione riduttiva del ruolo della motivazione, che pur leggendolo in funzione dell’esercizio del diritto di difesa, finisce per legittimare un possibile, ma inammissibile, giudizio ex post della sufficienza della 8 motivazione argomentata dalla difesa comunque svolta in concreto dal contribuente piuttosto che un giudizio ex ante argomentata sulla rispondenza degli elementi enunciati nella motivazione a consentire ex se l’esercizio effettivo del diritto di difesa. In realtà, l’obbligo di motivazione dell’atto impositivo «persegue il fine di porre il contribuente in condizione di conoscere la pretesa impositiva in misura tale da consentirgli sia di valutare l’opportunità di esperire l’impugnazione giudiziale, sia, in caso positivo, di contestare efficacemente l’an e il quantum deleatur. Detti elementi conoscitivi devono essere forniti all’interessato, non solo tempestivamente (e cioè inserendoli ab origine nel provvedimento impositivo), ma anche con quel grado di determinatezza e intelligibilità che permetta al medesimo un esercizio non difficoltoso del diritto di difesa» (Cass. 12 luglio 2006, n. 15842; v. in senso conforme Cass. 27 novembre 2006, n. 25064; Cass. 30 ottobre 2009, n. 23009)» (Cass.sent.2013/21564 in motivazione); insomma la valutazione in ordine alla presenza nell’atto impugnato di una adeguata motivazione va fatta dal Giudice ex ante indipendentemente, cioè, dal fatto che il Ricorrente sia riuscito, o meno, a svolgere un’adeguata difesa in sede di gravame; in conclusione i motivi di appello, sul punto, sono fondati; rimangono assorbiti gli ulteriori motivi; la sentenza va, pertanto, riformata con annullamento degli atti impugnati; le spese di giudizio, liquidate come in dispositivo, seguono la soccombenza. A F FA R I L E G A L I Domenica 27 M Marzo 2016 V I nodi da sciogliere sul trattamento da riservare alle corresponsioni CASSAZIONE Migranti, fisco leggero Legale fai-da-te, procura ko Non tassabili i compensi alle famiglie essere fatto con i Cas (contributo di autonoma sistemazione), già riconosciuti, in occasione di calamità naturali, in favore dei compensi eventualmente nuclei familiari che provvedeerogati a cittadini e famiglie vano autonomamente alla proche si rendano disponibili pria sistemazione alloggiativa. ad accogliere migranti non Con Circ. n. 11 del 21.05.14 la costituiscono redditi soggetti a Regione Emilia Romagna ha a tassazione. Una cosa che non tale proposito stabilito che «si sembra ancora sia stata presa ritiene che il Cas, non essendo nella dovuta considerazione, inquadrabile in alcuna delle categorie redné dalla prassi né dituali di cui al dalla normativa, è Un primo citato articolo 6 quale sia la natudel Tuir, non sia ra giuridica di tali raffronto è imponibile ai fini corresponsioni e con il conIrpef». Seguendo quale l’eventuale tributo di la stessa ratio trattamento triautonoma della circolare cibutario. In attesa ssistemazione tata, gli importi in di interventi ufquestione potrebficiali che ne posbero essere allora sano chiarire la disciplina, proviamo dunque assimilati a indennità, che non a porre, senza certo pretesa sostituiscono redditi, ma reindi definitiva soluzione, alcune tegrano un onere (forfettariaquestioni. A fronte dell’impe- mente determinato), sostenugno a garantire vitto e alloggio to per esigenze di solidarietà. ai migranti dovrebbe essere Anche la giurisprudenza, per prevista l’erogazione, a favore affermare la tassabilità o meno dei cittadini e famiglie ospitan- di una somma, mentre reputa ti, di contributi giornalieri. Un irrilevante la qualificazione forprimo raffronto potrebbe allora male dell’erogazione, utilizza il criterio della concreta funzione corrisposti ad imprese, escludell’erogazione, laddove questa si quelli per l’acquisto di beni non sarebbe, nella specie, il cor- strumentali». rispettivo per una prestazioLa ritenuta operata costitune, ma la compartecipazione irebbe poi acconto delle impopubblica, tramite ste che il beneficontributo, all’acciario dovrebbe Sul punto coglienza privata. corrispondere Il contributo, del sul proprio redl’intervento, resto, non rappredito. Laddove il nel 2014, senta il pagamento contributo fosse della regione d di una cessione di da considerarsi Emilia Robeni o di una precome corrispettimagna stazione di servizi vo sussisterebbe e, come tale, sarebinoltre l’obbligo be qualificato fuori del beneficiario dal campo di applicazione Iva. di emettere regolare fattura Tale ratio non dovrebbe vale- nei confronti dell’ente erogare, però, per quei soggetti che tore. Invece, ai sensi dell’art. svolgono tale attività in forma 143, c. 3, lett. b) del Tuir, per professionale o imprenditoria- gli enti non commerciali, che, in le. Ai fini infatti delle imposte conformità ai fini istituzionali, dirette, per i contributi erogati effettuino prestazioni di servizi a soggetti che svolgono attivi- con finalità sociali, i contributà di impresa, ex art. 28, c. 2, ti, normalmente concessi sulla del dpr n. 600/73, «le regioni, base di rendiconti di spesa, le province, i comuni, gli altri non dovrebbero concorrere alla enti pubblici e privati devono formazione del reddito. Infine, operare una ritenuta del 4% a come sancito dall’art. 16, dlgs. titolo di acconto delle imposte n. 460/97, non dovrebbero esse[sul reddito delle persone giu- re soggetti a ritenuta i contriridiche] e con obbligo di rivalsa buti riconosciuti alle Onlus. sull’ammontare dei contributi © Riproduzione riservata Litisconsorzio facoltativo anche nel rito tributario Legittima la presunzione da condotta contra pacta Si applica anche nel processo tributario l’istituto del litisconsorzio facoltativo, nella duplice forma del litisconsorzio facoltativo proprio, che ricorre nel caso in cui le cause risultino connesse per il titolo o per l’oggetto e del litisconsorzio facoltativo improprio, che si verifica allorché le cause risultino connesse per il fatto che la decisione di ciascuna di esse dipende dalla risoluzione di una questione identica. Così ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 4629 del 09.03.2016. Nel caso di specie la Ctr, pur riconoscendo che l’applicabilità delle disposizioni del codice di procedura civile al processo tributario rende estensibili le norme sul litisconsorzio, riteneva tuttavia che in tale processo il litisconsorzio necessario ha una dimensione eminentemente processuale, collegata all’inscindibilità dell’oggetto, mentre il litisconsorzio facoltativo ricorre quando l’impugnazione proposta da uno dei coobbligati non è fondata su elementi impositivi comuni a tutti i destinatari. I ricorrenti censuravano quindi, davanti alla Corte, l’errore della Ctr, laddove aveva ritenuto che non si applica al processo tributario l’istituto del litisconsorzio facoltativo, rilevando che dalla lettura della norma non è dato evincere alcun elemento di incompatibilità tra l’istituto litisconsortile e il processo tributario. Sia l’art. 26 che l’art. 29 del dlgs 546/92 risultano del resto improntati alla stessa ratio dell’art. 103 cpc, ovvero quella di garantire la massima economia processuale, attraverso la riunione in un unico contesto processuale di tutte le domande oggettivamente connesse tra loro, o che presuppongono la definizione di identiche questioni, ed evitando così la possibilità di sentenze difformi o contrastanti. La Corte affermava quindi che l’istituto del litisconsorzio facoltativo gode, pur in difetto di un esplicito riconoscimento normativo, di pieno riconoscimento nel processo tributario. Non prevedendo il dlgs 546/92 alcuna disposizione in ordine al cumulo dei ricorsi e rinviando il suo art. 1, secondo comma, alle norme del cpc per quanto da esso La sentenza disposto, deve insul sito www.italia- non fatti ritenersi comunoggi.it/docio7 que applicabile l’art. 103 cpc. È legittima, in assenza di adeguati supporti probatori, la presunzione impositiva derivante da una condotta contra pacta, da cui si possa ricavare l’esistenza di ricavi non fatturati, tra l’altro all’interno di una logica di gruppo. In ogni caso deve essere fornita la prova dell’esistenza di accordi derogatori delle previsioni contrattuali già pattuite, le quali, in caso contrario, conservano la loro efficacia vincolante e i conseguenti effetti fiscali. Così ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 3845 del 26.02.2016. Nel caso di specie, in base a scrittura privata stipulata tra due società appartenenti ad un medesimo gruppo, la prima provvedeva a cedere alla seconda i contratti di compravendita stipulati con i clienti, dietro versamento di un corrispettivo pari al prezzo di vendita, decurtato di una percentuale preconcordata a titolo di remunerazione dei servizi di trasporto e assistenza al cliente forniti direttamente dalla società «cessionaria», e suscettibile di variazione su accordo delle parti, salvo conguaglio. L’Ufficio, vista la fatturazione per importi inferiori a quelli dovuti in base alle pattuizioni negoziali, presumeva corrispettivi non fatturati, nell’ambito peraltro di una strategia di gruppo. La contribuente impugnava l’avviso, asserendo il lecito esercizio dell’autonomia negoziale, che avrebbe potuto fiscalmente rilevare solo in presenza dei presupposti del transfer pricing, non applicabile però ad un gruppo di società nazionali. La Ctp di Firenze accoglieva il ricorso con sentenza poi confermata anche dalla Ctr, per la quale il contratto contemplava un lecito meccanismo di regolazione dei rapporti infragruppo, non esorbitante dall’autonomia negoziale. In Cassazione l’Agenzia evidenziava come, in ogni caso, non era stata prodotta alcuna prova, che, in base alla invocata autonomia negoziale, dimostrasse la modificazione delle previsioni contrattuali. La Corte, come detto, accoglieva il ricorso, vista l’assenza di prova (che, in base alle medesime clausole, doveva essere scritta) sulla discrasia tra i dati contabili e la disciplina La sentenza a cui le sul sito www.italia- contrattuale, parti si sarebbero dovuoggi.it/docio7 te attenere, essendovisi liberamente vincolate. DI Pagina a cura GIOVAMBATTISTA PALUMBO I I soggetti in possesso dei requisiti richiesti per l’abilitazione all’assistenza tecnica dinanzi alle commissioni tributarie possono stare in giudizio personalmente, anche laddove partecipino al giudizio quali legali rappresentanti di una società. In tal caso non è necessario che il legale rappresentante sia munito di procura rilasciata a se stesso. Così la Cassazione con la sentenza n. 4621 del 09.03.2016. Nel caso di specie la Commissione tributaria regionale aveva accolto l’appello dell’Agenzia, dichiarando inammissibile il ricorso proposto dalla società sulla base della irregolarità della procura. Evidenziavano i giudici di merito che l’amministratore della società, avendo i requisiti per ricevere procura speciale alla difesa ed essendo iscritto nell’albo dei dottori commercialisti, aveva nominato se stesso difensore ed autenticato la sua firma sia come amministratore mandante della procura, sia come mandatario della procura stessa. Secondo la Ctr, così facendo, si erano però verificate alcune illegittimità che rendevano nullo l’atto di procura. L’amministratore, ad avviso dei giudici, aveva infatti violato la normativa che prevede sia un pubblico ufficiale ad autenticare la sottoscrizione di una procura speciale ed aveva inoltre violato il principio di terzietà che deve sussistere tra mandante e mandatario per non incorrere nella figura giuridica dell’autocertificazione. Proponendo ricorso per cassazione il contribuente evidenziava allora, tra le altre, che, posto che l’allora amministratore della società era abilitato alla difesa tecnica innanzi alle commissioni tributarie, la difesa era consentita senza necessità di una procura a se stesso. La procura era quindi superflua per la coincidenza di parte e difensore. I giudici di legittimità ritenevano fondato il ricorso e affermavano che la regola secondo cui i soggetti in possesso di abilitazione all’assistenza tecnica possono stare in giudizio personalmente, opera anche nei casi in cui il soggetto partecipi non in nome proprio, ma in rappresentanza di altri e, quindi, quale legale rappresentante di una società. Ne discendeva che, nel caso di specie, il controllo di validità della procura era irrilevante. VI Domenica 27 Marzo 2016 A F FA R I L E G A L I DALL’EUROPA/ L’obiettivo delle nuove norme che sono state proposte dal Parlamento Uguali diritti per tutti i minori Processo equo da garantire in qualunque stato dell’Ue DI PAOLO BOZZACCHI guali diritti per tutti i minori europei coinvolti nei processi penali. Questo l’obiettivo delle nuove norme proposte dall’Europarlamento, che intendono garantire che i minori indagati o accusati di un crimine ricevano un processo equo in qualsiasi stato membro dell’Unione europea. La nuova direttiva stabilisce anzitutto il diritto a essere assistito da un avvocato e accompagnato dal titolare della responsabilità genitoriale (o da un altro adulto idoneo) nel corso del procedimento. Strasburgo punta così a un modello comune europeo di giusto processo per i minori, in cui trovare un equilibrio tra la necessità di accertamento della responsabilità del crimine e quella di tenere in debita considerazione la vulnerabilità dei minori e le loro specifiche esigenze. Nel testo sono anche esplicitati i casi che fanno eccezione al diritto di assistenza legale, valide «solamente nel U caso in cui sia ritenuto non proporzionato alle circostanze del processo o in casi eccezionali (nella fase pre processua- le), se nell’interesse superiore del minore». La proposta di direttiva è stata approvata a larghissima maggioranza (613 voti favorevoli, 30 contrari e 56 astensioni). Gli stati aderenti dovranno garantire che la privazione della libertà del Un giro di vite sulla detenzione di armi Un giro di vite sulla detenzione delle armi da fuoco. Con più controlli europei sulle vendite online e l’obbligo per i registri nazionali di tracciare dalla registrazione fino alla distruzione definitiva. Questo il progetto normativo della Commissione europea, discusso dalla Commissione mercato dell’Europarlamento, che aveva il compito di valutarne l’impatto economico e sociale. Le attuali norme europee in vigore sulle armi da fuoco sono datate 2008, e Bruxelles ha deciso di attualizzarle dopo gli attacchi terroristici di Parigi. Nell’Unione europea oggi le armi da fuoco automatiche sono vietate, e quelle semiautomatiche (che sparano una sola carica di munizioni ogni volta che si preme il grilletto) richiedono un’autorizzazione specifica. Le altre armi da fuoco, come i fucili, devono essere dichiarate dai proprietari, mentre le armi d’antiquariato non sono disciplinate da alcuna legge. Bruxelles propone anzitutto di vietare oltre alle armi automatiche anche quelle semiautomatiche, e di applicare le nuove norme di registrazione anche ai collezionisti e ai musei, obbligandoli a specifiche autorizzazioni. Su quest’ultimo punto la discussione è aperta, visto che secondo gli esperti interpellati dall’Europarlamento «disattivare un’arma significa mutilarla fino al punto di quasi distruggerla, e sarebbe come togliere il motore da un’auto storica». Nelle intenzioni della Commissione europea c’è anche quella di prolungare il periodo (attualmente 20 anni) di conservazione nei registri nazionali delle armi da fuoco. Philippe Nobels, responsabile della polizia giudiziaria francese, ha dichiarato: «Vent’anni è troppo poco. Negli attacchi di Parigi sono state usate armi datate dal 1942 al 1957». Bruxelles punta anche a introdurre regole comuni europee sulla vendita via internet delle armi, un mercato in forte espansione. La relazione della Commissione mercato dell’Europarlamento dovrebbe essere adottata entro la fine di giugno, per poi arrivare all’esame di prima lettura in seduta plenaria nel prossimo autunno. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://www.europarl.europa.eu/news/it. Paolo Bozzacchi minore sia disposta solo come ultima istanza, e deve essere sempre della più breve durata possibile. Inoltre i minori dovranno essere detenuti separatamente dagli adulti, a meno che si ritenga preferibile evitarlo nel loro interesse. Tra le altre garanzie previste: il diritto a essere accompagnato dal titolare della responsabilità genitoriale o da un altro adulto idoneo durante le udienze e anche gli interrogatori di polizia, il diritto alla tutela della privacy durante il procedimento, la formazione specifica per giudici, pubblici ministeri e tutti i professionisti coinvolti nell’amministrazione della giustizia minorile. La nuova direttiva dovrà ora essere approvata dal Consiglio dei ministri dell’Ue, e poi gli stati avranno tre anni di tempo per recepirla nelle legislazioni nazionali. Ma Regno Unito, Danimarca e Irlanda hanno già annunciato che non aderiranno. Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.europarl.europa. eu/news. LETTURE DI DIRITTO Autori - Guido Vasapolli e Andrea Vasapolli Titolo - Dal bilancio di esercizio al reddito d’impresa Casa editrice - RT Editore, Milano, 2016, pagg. 3300 Prezzo - Euro 160 Argomento - Punto di riferimento da oltre venti anni ol per commerciap listi, direttori li amministrativi a e finanziari, la nuova edizione n del testo di Guid do e Andrea Vad sapolli è di nuosa vo nelle librerie professionali aggiornato sota to molti aspetti. Pregio dell’opera è da sempre la trattazione approfondita e puntuale, con taglio operativo, dei riflessi civilistici e fiscali che hanno impatto sull’intero iter che porta dalla formazione del bilancio di esercizio fino al pagamento delle imposte dirette e indirette. La profonda conoscenza della materia da parte degli autori ha permesso loro di creare al contempo uno strumento di lavoro imprescindibile e una fonte di aggiornamento professionale per quanti si occupano della redazione dei bilanci e delle dichiarazioni dei redditi delle imprese e che devono muoversi con padronanza tra le novità fiscali e civilistiche di volta in volta introdotte dal legislatore. I lettori possono contare su un testo strutturato in sei sezioni: la prima è dedicata ai postulati del bilancio, alla nota integrativa e alla relazione sulla gestione, mentre nella seconda sezione si affrontano le specifiche norme che disciplinano la determinazione del reddito d’impre- sa. Nella terza sezione si trova, invece, un’approfondita analisi civilistica e fiscale delle singole voci dello stato patrimoniale e del conto economico. Di seguito un’intera sezione, la quarta, è dedicata alle modalità di determinazione della base imponibile Irap. Il libro si conclude con la quinta sezione, relativa alla dichiarazione dei redditi e al versamento delle imposte, e con la sesta sezione inerente la tenuta dei libri e dei registri contabili obbligatori. Da quest’anno il testo cartaceo può essere integrato o sostituito da un servizio online offerto dagli autori attraverso il loro portale www.ilvasapolli.it. Abbonandosi digitalmente, oltre alla consultazione elettronica del testo, si otterranno aggiornamenti costanti «in tempo reale» grazie al lavoro di revisione degli autori che periodicamente recepiscono e commentano ogni nuova rilevante legge, sentenza o circolare possibilmente entro 15 giorni dalla sua emanazione. Un nuovo e innovativo motore di ricerca permette di trovare facilmente e in pochi secondi l’informazione cercata e la nuova documentazione richiamata nel testo può essere visualizzata e archiviata. Inoltre viene consentita la personalizzazione con sottolineature, note e segnalibri del testo così come puoi la creazione di fascicoli elettronici nei quali raccogliere sia la documentazione del portale sia i documenti delle proprie pratiche di lavoro e di studio. Autori - Paolo Bastia e Raffaella Brogi Titolo - Operazioni societarie straordinarie e crisi d’impresa Casa editrice - Ipsoa, Milano, 2016, pagg. 416 Prezzo - Euro 40 Argomento - L’opera costituisce la prima monografia dedicata ai rapporti tra operazioni societarie straordinarie e diritto concorsuale. In un approccio interdisciplinare alle problematiche trattate, unisce la prospettiva giuridica con quella aziendalistica, cercando di fornire a tutti coloro che operano nel mondo concorsuale un’analisi sistematica in grado di sviluppare un’adeguata comprensione di fenomeni particolarmente complessi come quelli delle operazioni straordinarie nell’ambito delle crisi aziendali. Operazioni straordinarie, come la fusione e la scissione, si prestano a consentire riassetti idonei per la gestione delle crisi aziendali, li anche in sede concorsuale, sia co in ipotesi di ristrutturazione st del d debito, che in quella di risanaqu mento. Le operam zioni su capitale zi sociale attuate so nella fase della n crisi cr di impresa si rivelano sia come strumento co di riorganizzazione del finanziamento sia come modalità di possibile soddisfazione dei creditori, anche in eventuale combinazione con le operazioni corporative come la fusione, la scissione e la trasformazione. Queste ultime, già dalla riforma del diritto societario del 2003, hanno, inoltre, assunto un rilievo sistematico anche nell’ambito degli enti non profit, evidenziando anche in tali casi, grazie alla legge sul sovraindebitamento, possibili impieghi in chiave di riorganizzazione e di ristrutturazione del debito. Autore - Salvo Dell’Arte Titolo - Fotografia e diritto Casa editrice - Utet Giuridica, Torino, 2015, pagg. 527 Prezzo - Euro 42 Argomento - Sin dalla sua invenzione nel XIX secolo, la fotografia ha affascinato ognuno di noi grazie alla al sua capacità espressiva che es cambia a seconca da d del soggetto che ch la osserva. La fotografia «è realfo tà e immaginario, verità e falsità, ve rappresentaziora ne n e creatività. È tutto e il contratu rio ri di tutto, ambiguità gu e umanità». Proprio per questo suo forte potere mediatico è evidente che un utilizzo improprio della fotografia da parte di chiunque può generare effetti devastanti sia nel bene che nel male. E anche per questo le norme che regolamentano «l’utilizzo» della fotografia sono cresciute e si sono evolute col tempo, tanto da poter parlare di diritto della fotografia. L’opera di Salvo Dell’Arte espone in maniera organica un quadro completo delle norme di diritto riguardanti la fotografia ed il fotografo, spaziando dalla normativa nazionale a quella internazionale alla luce di nuovi percorsi interpretativi e giurisprudenziali. Nel testo viene «toccato» ogni argomento d’interesse: dal diritto d’autore alla privacy; dal diritto all’immagine alla pubblicità; dal fotografo come soggetto del diritto agli atti di trasferimento dei diritti sulla fotografia. Il testo è completato da un’appendice nella quale è riportato un elenco esaustivo di massime di sentenze sulla materia. a cura di Francesco Romano A F FA R I L E G A L I Domenica 27 M Marzo 2016 VII Sentenza della Corte di cassazione su un caso di accuse rivolte alle forze dell’ordine Ingigantire i fatti è calunnia Stessa conseguenza dell’incolpare soggetti innocenti DI Pagina a cura LORENZO ALLEGRUCCI a Cassazione ha stabilito che ingigantire le conseguenze di un fatto vero costituisce calunnia, quindi, si consuma il reato anche se il fatto di cui viene incolpata una persona è reale ma a condizione che venga ingigantito (sez. VI, sentenza n. 9874 del 9 marzo 2016). Incolpare dinanzi a una pubblica autorità un soggetto innocente consuma il reato di calunnia ma si ha la stessa conseguenza, dunque, se il fatto, pur vero, viene ingigantito. Infatti, secondo la Suprema Corte, si configura l’illecito penale di calunnia, anche se il fatto, oggetto della falsa incolpazione, abbia natura più grave di quello effettivamente posto in essere dalla persona incolpata. Nel caso specifico era stato ritenuto colpevole, dai giudici di merito, del reato di calunnia un soggetto che nell’ambito di una narrazione complessivamente veridica, riferiva all’autorità giudiziaria particolari volutamente falsi integranti autonomi e distinti profili di responsabilità penale nei confronti di due appartenenti alle forze dell’ordine. Il soggetto condannato aveva affermato che, nel quadro di violenze effettivamente subite ad opera di due carabinieri, aveva anche subito la perdita dell’incisivo, con conseguente deformazione dell’armonia della simmetria facciale (e queste sono caratteristiche proprie dello sfregio permanente del viso, secondo l’art. 583, comma 2, n. 4 c. p.), e ciò nonostante la consapevolezza della innocenza dei militari, perché l’avulsione dentale era avvenuta nel corso di una lite ingaggiata con cittadini extracomunitari per motivi connessi alla compravendita di sostanze stupefacenti e prima dell’intervento dei carabinieri. Quindi, in altri termini, aveva denunciato una falsa circostanza aggravante. Secondo i giudici della Suprema Corte «sussiste il reato di calunnia anche quando il fatto, oggetto della falsa incolpazione, sia diverso e più grave di quello effettivamente commesso dalla persona incolpata, condizione che si verifica allorché la diversità, incidendo sull’essenza del fatto, riguardi modalità essenziali della sua realizzazione, che ne modifichino l’aspetto strutturale e incidano sulla sua maggiore gravità ovvero sulla sua identificazione». L La sentenza sul sito www.italiaoggi.it/docio7 ASSICURAZIONI Non è più reato esporre contrassegni taroccati Falsificare i contrassegni assicurativi o esporre, sul parabrezza dell’auto, un contrassegno taroccato non è più reato è una conseguenza del decreto legislativo n. 7 del 2016 in tema di depenalizzazione di alcune figure di reato. Tale depenalizzazione comprende anche il reato di falso in scrittura privata e con esso anche la falsificazione del contrassegno assicurazione, lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza del 2 marzo 2016, n. 11013 Secondo la Corte di cassazione, la falsificazione di un contrassegno assicurativo e l’uso dello stesso non integrano il delitto di ricettazione a meno che il documento falso sia proveniente da altro reato. Si pensi, ad esempio, all’ipotesi in cui i moduli assicurativi «in bianco» siano provento di furto, di appropriazione indebita o di altro reato. La norma che prevedeva il reato di falso in scrittura privata sanzionava la contraffazione di un documento a condizione che di questo se ne faces- se uso. Ciò indipendentemente dal fatto che il soggetto utilizzatore della falsa assicurazione sia stato lo stesso a compilare il modulo non autentico (inserendovi i propri dati anagrafici e quelli identificativi del veicolo), o che a predisporre il certificato assicurativo in bianco sia stato un terzo. Ora secondo la ricostruzione della Cassazione in tali casi non è più prevista la configurazione del reato di ricettazione (fattispecie che invece resta penalmente rilevante), ma solo di falso in scrittura privata che, invece, è stato depenalizzato e che resta u n s e m p l i c e illecito civile. Due anni di matrimonio bastano per l’assegno Si può donare soltanto dopo aver diviso l’eredità La Corte di cassazione con una ordinanza ha stabilito che non sono pochi due anni di matrimonio per escludere l’obbligo di versare l’assegno di mantenimento al coniuge (ordinanza, sez. VI civile, dell’11 marzo 2016, n. 4797). Il parametro della durata del matrimonio, deve essere sempre presente al giudice di merito nel momento in cui fissa l’ammontare dell’assegno mensile all’ex coniuge, motivo per cui per le nozze «lampo», ovvero quando la separazione sia arrivata poco dopo il matrimonio, si può anche escludere del tutto il versamento dell’assegno di mantenimento. Tale considerazione ha valore in quei casi in cui il tempo matrimoniale è durato veramente poco (ad esempio, pochi mesi o, addirittura, alcune settimane). Ora intervengono i giudici della Suprema Corte, che nel caso analizzato, ovvero di una unione che si sia protratta per 24 mesi, affermano che l’assegno di mantenimento non può essere negato, poiché è illogico sostenere che una breve durata del matrimonio possa costituire «ragione da sola sufficiente per escludere l’assegno divorzile». Conseguentemente opera la regola per cui, se uno dei due coniugi ha un reddito inferiore rispetto a quello dell’altro e, quindi, con la separazione si verifica il peggioramento del proprio tenore di vita rispetto a quello goduto in costanza di matrimonio, il coniuge con il reddito minore avrà diritto all’assegno di mantenimento. Il caso si è chiuso con i giudici che hanno ritenuto legittima la richiesta della donna: a lei l’ex marito dovrà versare l’assegno divorzile, seppure su cifre economiche più contenute, ovvero 150 euro mensili rispetto ai 200 previsti in primo grado. La diminuzione è stata giustificata dai giudici d’appello con due considerazioni: la prima, la «breve durata del matrimonio», cioè due anni; la seconda, con le maggiori spese cui l’uomo dovrà fare fronte per il mantenimento della nuova famiglia di fatto che ha costituito con un’altra donna. L’incertezza intorno al quantitativo monetario da versare, l’applicazione del concetto di debolezza economica spesso ondivaLe sentenze go, fanno emergere anche da noi l’esigenza di una sul sito www.italialegge sui patti prematrioggi.it/docio7 moniali. L’erede non può donare a terzi uno dei beni ricevuti con la successione se ancora non si è proceduto alla divisione con gli altri coeredi e ciò neanche se la cessione ha per oggetto, non l’intera proprietà, ma solo la quota ideale del bene stesso. È quanto hanno chiarito le Sezioni Unite della Cassazione con la sentenza n 5068 del 15 marzo 2016. Quindi, se ancora non vi è stata divisione dell’eredità, sarà impossibile la cessione della quota pro indiviso, con la conseguenza che sarà nullo l’atto con cui si cede la titolarità di un immobile proprio perché ancora di proprietà di tutti gli altri coeredi. Le Sezioni Unite hanno stabilito che è nulla la donazione, da parte del coerede, della quota di un bene indiviso compreso in una massa ereditaria, perché prima che avvenga la divisione, il singolo bene non fa parte del patrimonio del coerede donante. Il caso specifico si è verificato perché un coerede defunto aveva donato al nipote la nuda proprietà della sua quota, corrispondente ai 5/12 indivisi dell’intero, di 2 appartamenti costituenti l’intero secondo piano di un fabbricato di vecchia costruzione. I giudici hanno ritenuto che l’atto di donazione sia affetto da nullità, perché non si può donare ciò che ancora non è proprio. In altri termini la donazione di un bene altrui è nulla (e non semplicemente inefficace come, invece, precedenti sentenze avevano stabilito). Il problema sorgeva intorno alla interpretazione dell’art. 771 c.c., che stabilisce che la donazione non può comprendere che i beni presenti del donante. Se comprende beni futuri, è nulla rispetto a questi, salvo che si tratti di frutti non ancora separati. Il codice si riferisce solo alla donazione di «beni futuri» e non invece a quella di «beni altrui», come nel caso della comunione ereditaria non ancora divisa. Tuttavia, secondo la Cassazione, è possibile arrivare a tale conclusione partendo dalla disposizione civilistica, che afferma che un atto è nullo se la sua causa è nulla, e seguendo il seguente ragionamento: nella donazione, la causa, è costituita dallo spirito di liberalità in favore di un altro soggetto, però la circostanza che il bene sia di proprietà altrui è incompatibile con la causa della donazione, pertanto la donazione stessa è nulla. VIII Domenica 27 Marzo 2016 A F FA R I L E G A L I Coinvolti a Firenze gli uffici di giustizia e la Camera di commercio Ticket tribunale-Cciaa Convenzione per digitalizzazione degli atti DI MARZIA PAOLUCCI ribunale e Camera di commercio di Firenze insieme per sveltire la giustizia e favorire la competitività delle imprese. Succede nel capoluogo toscano dove il 17 marzo scorso a Palazzo Vecchio, Tribunale e Camera di commercio si sono dati appuntamento per la firma di una convenzione per la digitalizzazione degli atti tra il Registro delle imprese e il Tribunale. Ma nel bagaglio delle iniziative di giustizia 2.0 lanciate durante la presentazione, le voci di novità sono più di una: a parte i depositi telematici tra tribunale e registro delle imprese, c’è in programma anche la digitalizzazione dell’ufficio del processo, la promozione dell’arbitrato e della Camera di mediazione internazionale fondata quasi un anno fa a Firenze, un nuovo organismo di risoluzione delle crisi aziendali e uno sportello informativo in tribunale sui sistemi di risoluzione alternativa delle T controversie. ATTI TELEMATICI FRA TRIBUNALE E REGISTRO IMPRESE. Il registro delle Imprese e il Tribunale lavorano insieme per definire centinaia di atti ogni anno solo a Firenze. La novità è che tutti questi documenti circolano adesso esclusivamente per via telematica, grazie al supporto di Infocamere. Il Ministero ha riconosciuto a Firenze il valore legale dei depositi telematici negli atti di competenza del giudice del registro insieme a pochissime altre realtà pilota come Roma, Milano, Bologna e Catania. UFFICIO DEL PROCESSO. L’hardware necessario per il processo telematico è fornito dalla Camera di commercio e nell’ambito di questa informatizzazione, magistrati e personale amministrativo potranno contare sulla consegna gratuita degli strumenti necessari alla firma digitale, come smart card e token Usb. ARBITRATO. Uno stru- mento per la risoluzione delle controversie civili e commerciali alternativo all’ordinaria via giudiziaria: la sua caratteristica fondamentale è la possibilità di avvalersi di arbitri, fra tecnici ed esperti della materia debitamente formati. La procedura termina entro 180 giorni. A Firenze dal 2013 è attivo il primo esempio in Italia di Camera arbitrale congiunta tra un ente pubblico come Camera di commercio e gli ordini professionali del settore giuridico-economico (avvocati, commercialisti e notai). La nuova convenzione potenzierà il ricorso a questo metodo contribuendo anche a ridurre l’arretrato in tribunale. INFOPOINT ADR IN TRIBUNALE. Tribunale e Camera di commercio di Firenze si stanno impegnando per diffondere sempre di più la cultura della mediazione, anche attraverso il progetto Nausicaa nell’ambito dell’Osservatorio sulla giustizia civile. Come nuovo passo di promozione è allo studio un vero e proprio Infopoint ca- merale sulle Adr (Alternative dispute resolution) all’interno del Tribunale di Firenze: un luogo dove sarà possibile approfondire tutti gli strumenti di giustizia alternativa, come mediazione e arbitrato sia in ambito nazionale che internazionale con la possibilità di depositare domande introduttive per l’avvio dei procedimenti. MEDIAZIONE INTERNAZIONALE. Dopo la nascita di Fimc, Florence international mediation chamber, unica iniziativa di mediazione internazionale promossa da soggetti pubblici, la Camera di commercio di Firenze si sta impegnando per portare a Firenze un’iniziativa mondiale di Imi (International mediation institute), organismo non profit che punta a promuovere ed elevare gli standard della mediazione. L’iniziativa (info su www.globalpoundconference.org) fa parte di un ciclo di conferenze nelle principali città del mondo dove verranno affrontati e votati i temi chiave della giustizia anche attraverso un’innovativa piattaforma digitale. A Firenze, unica città italiana coinvolta, la conferenza è prevista per i primi mesi del 2017. I DATI. Per la mediazione ci sono state 401 domande nel 2015. Gli argomenti più trattati sono stati quelli in materia di liti su contratti bancari e finanziari, locazione e compravendita immobiliare, condominio, successioni ereditarie e divisioni di patrimoni. Mediamente l’anno scorso una mediazione con esito positivo si è risolta in 71 giorni. Nel 65% dei casi è stato trovato l’accordo quando le parti che si sono presentate al tavolo hanno manifestato l’intenzione di iniziare la mediazione. Ben al di sotto la diffusione di arbitrati visto che dal 2014, anno di nascita della camera arbitrale congiunta, sono state gestite appena 20 procedure arbitrali di cui alcune internazionali. Gli argomenti più trattati sono i contratti di appalto di beni e servizi, le compravendite immobiliari e le controversie fra soci e affitto d’azienda. L’ASSEGNAZIONE DEI BENI AI SOCI t&TUSPNJTTJPOFBHFWPMBUFQFSJCFOJEJNQSFTB t"TTFHOB[JPOFDFTTJPOFFUSBTGPSNB[JPOF t-PQFSB[JPOFEJBTTFHOB[JPOFBHFWPMBUB t"MUSFJNQPTUFJOEJSFUUFQFSMFUSFPQFSB[JPOJ t-BDFTTJPOFBHFWPMBUBEFJCFOJBJTPDJ t-BUSBTGPSNB[JPOFJOTPDJFUËTFNQMJDF t-FTUSPNJTTJPOFEBQBSUFEJJNQSFOEJUPSJJOEJWJEVBMJ t1SPmMJ*WBEFMMFPQFSB[JPOJBHFWPMBUF Gli aspetti fiscali, contabili e civilistici delle operazioni di estromissione previste dalla legge di stabilità per il 2016 IN EDICOLA CON Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com IMMOBILI & CONDOMINIO Domenica 27 Marzo 2016 D 35 La Cassazione su una delibera illegittima di passaggio al riscaldamento autonomo Si può tornare al centralizzato La richiesta di ripristino non costituisce abuso del diritto DI Pagina a cura GIANFRANCO DI RAGO on costituisce abuso del diritto la richiesta del condomino che, dopo avere ottenuto la dichiarazione dell’illegittimità della delibera assembleare che aveva soppresso l’impianto centralizzato di riscaldamento, ne pretenda il ripristino. E questo anche ove nel frattempo siano passati molti anni e i condomini abbiano provveduto all’installazione di impianti individuali nei rispettivi appartamenti. Lo ha stabilito la seconda sezione civile della Cassazione con la sentenza n. 1209/2016. N Il fatto. Nel caso di specie la proprietaria di due unità immobiliari comprese in un edificio condominiale aveva convenuto in giudizio il condominio, in persona del proprio amministratore pro tempore, per sentirlo condannare all’immediato ripristino del servizio centralizzato di riscaldamento. La stessa aveva premesso di avere ottenuto in un precedente giudizio la dichiarazione della nullità della delibera assembleare che aveva autorizzato tale trasformazione e che tale sentenza, confermata in sede di appello, era passata in giudicato. Il condominio si era quindi costituito nel nuovo giudizio eccependo l’intento esclusivamente emulativo dell’azione giudiziaria, poiché nel frattempo tutti i condomini si erano dotati di propri impianti individuali. Secondo il condominio, quindi, la domanda di ripristino dell’impianto preesistente andava integralmente rigettata, poiché l’unico scopo della condomina attrice era quello di recare un danno agli altri comproprietari. Il tribunale, qualificata la domanda come di natura possessoria, aveva però provveduto ad accoglierla, ordinando al condominio di reintegrare la condomina nel possesso dell’impianto di riscaldamento centralizzato, mediante il ripristino del medesimo. La sentenza era stata prontamente impugnata dinanzi alla Corte di appello che, qualificando invece la domanda come petitoria, aveva ritenuto la stessa di natura meramente emulativa, rigettandola quindi integralmente. I giudici di secondo grado avevano evidenziato come, non essendo stata ottenuta a suo tempo la sospensione dell’efficacia della delibera impugnata, i condomini avessero provveduto a costosi interventi per l’installazione nei propri appartamenti di altrettanti impianti indivi- tivato dall’assemblea condominiale. Del resto i condomini si erano successivamente dotati di propri impianti autonomi proprio in attuazioIl diritto al ripristino dell’impianto dotati di impianto unifamiliare) - ovne della medesima delibera, di riscaldamento centralizzato ri- vero all’onerosità del ripristino - e, quindi sempre sulla base di un presupposto illegittimo. sponde all’utilità del condomino di dall’altro, alla circostanza che il Secondo la Cassazione la senusufruire di un servizio comune che condomino che chieda di ritornare tenza di secondo grado aveva risulti essere stato illegittimamen- allo statu quo ante avrebbe potuto quindi errato nel ritenere che la condotta della condomina te disattivato. Appare erroneo, nel dotarsi a sua volta di un impianto concretasse una fattispecie di valutare se la richiesta di ripristino autonomo (e chiedere il risarcimenabuso del diritto. I giudici di del servizio da parte del condomi- to del danno determinato dai costi e appello, infatti, nell’assumeno configuri o meno un’ipotesi di dai disagi sopportati): in tal modo, re tale decisione, da un lato avevano fatto riferimento alla abuso del diritto, fare riferimento, infatti, l’abuso del diritto verrebbe natura e all’entità delle opeda un lato, alla natura e all’entità ravvisato formulando un inammisre di radicale trasformazione delle opere di trasformazione che sibile giudizio di proporzionalità fra che si sarebbero rese necessarie per il ripristino dell’imsarebbero necessarie per il ripri- l’utilità conseguibile dal condomino pianto (quando ormai tutti stino dell’impianto (quando ormai e l’onerosità che ne sarebbe derigli altri condomini si erano tutti gli altri condomini si siano vata agli altri comproprietari. dotati di impianto unifamiliare), dall’altro si erano richiamati alla circostanza che la condomina attrice avrebbe duali di riscaldamento. Oltre nello svolgere la sua impugna- re che l’esercizio del diritto di potuto dotarsi di un impianto a ciò il ripristino del vecchio zione dinanzi alla Cassazione, proprietà risponda alla fun- autonomo e chiedere tutto al impianto centralizzato, se- aveva in primo luogo conte- zione riconosciuta al titolare più il risarcimento del danno condo quanto risultante da stato l’applicabilità al caso di dall’ordinamento, impedendo determinato dai costi e dai diuna consulenza tecnica svol- specie del principio dell’abu- che i poteri e le facoltà dal sagi subiti nell’adeguarsi alla ta nel corso del giudizio, non so del diritto che, secondo la medesimo esercitabili si tra- delibera assembleare. sarebbe stato possibile con le propria tesi difensiva, essen- ducano in atti In tal medesime caratteristiche che do stato elaborato dalla giu- privi di alcun modo, però, m Non può ritenersi lo stesso aveva in preceden- risprudenza sulla base degli interesse per c o m e c o remulativo l’atto che za, perché non più a norma di artt. 1175 e 1375 c.c., avrebbe il proprietario rettamente r risponda a un intelegge per quanto riguardava dovuto rimanere circoscritto ma che, per le ravvisato il rispetto della disciplina in all’ambito contrattuale. In concrete modalla Supred resse del proprietamateria di sicurezza. Di qui ogni caso, sempre secondo la dalità con le ma m corte, si rio, dovendo esclul’ingente esborso economico ricorrente, nel caso specifico quali sono poera pervedersi che il giudice che il condominio sarebbe non vi sarebbero neppure sti in essere, nuti all’inn possa compiere una stato costretto a sopportare stati i presupposti per la sua abbiano l’efdividuaziod valutazione compaa fronte di tale intervento. applicazione, poiché il dirit- fetto di recare ne di una rativa discrezionale Secondo la consulenza tecni- to a ottenere il ripristino del p r e g i u d i z i o fattispecie ca d’ufficio, infatti, i relativi vecchio impianto centralizza- ad altri condi d abuso del fra gli interessi in costi si sarebbero aggirati tra to invalidamente smantellato sociati. Anche diritto sulla d gioco i 173.500,00 e i 251.500,00 per decisione dell’assemblea n e l l ’ a m b i t o base di un b euro, oltre alle spese per la costituiva l’unica modalità della proprieinammissii messa a norma della centra- prevista dall’ordinamento tà e dei diritti reali eali è dunque bile giudizio di proporzionap le termica. per eliminare le conseguen- applicabile il principio più lità fra l’utilità conseguibile Secondo la Corte di ap- ze illegittime dell’operato del generale dell’abuso del dirit- dalla condomina e l’onerosità pello, quindi, la domanda di condominio. In altri termini, to che, nello specifico, emerge che ne sarebbe derivata agli parte attrice configurava un secondo la ricorrente, l’abuso dal disposto di cui al predetto altri comproprietari. Ma, evidente caso di abuso del del diritto sarebbe stato con- art. 833 del codice civile. Tut- come evidenziato in precediritto, poiché la stessa, che figurabile soltanto laddove, a tavia, perché la condotta del denza, non sono queste le pure aveva ottenuto la dichia- fronte di un diritto, il titolare proprietario possa conside- caratteristiche proprie di razione dell’invalidità della avesse a disposizione diverse rarsi tale, la stessa deve ri- detto istituto giuridico. In delibera impugnata, avrebbe modalità per la sua pratica velarsi oggettivamente priva casi del genere, quindi, per potuto ottenere comunque un attuazione e scegliesse quella di utilità per quest’ultimo e quanto costoso per la colletristoro economico ai danni su- più afflittiva per la contropar- di per sé idonea ad arreca- tività condominiale, deve esbiti in relazione all’illegittima te, agendo quindi più con lo re danno a terzi. Pertanto, sere assicurato al condomino costrizione a installare degli scopo di recare un pregiudizio secondo la Cassazione, non che correttamente si dolga impianti autonomi nelle uni- all’avversario che di godere di può ritenersi emulativo l’at- dell’agire dell’assemblea il tà immobiliari di proprietà un vantaggio proprio. to che comunque risponda a diritto di pretendere il riesclusiva. I giudici di secondo Su questo specifico punto i un interesse del proprieta- pristino dello status quo angrado avevano altresì richia- supremi giudici hanno tutta- rio, dovendo escludersi che il tecedente alla deliberazione mato l’evoluzione legislativa via premesso che, trattandosi giudice possa compiere una illegittima. Da questo punto diretta a incentivare la tra- di causa vertente in tema di valutazione comparativa di- di vista è anche utile evidensformazione in autonomi de- comproprietà di un bene con- screzionale fra gli interessi ziare l’importanza, in siffatte gli impianti di riscaldamento dominiale, la possibile anti- in gioco ovvero formulare un eventualità, di una ponderata centralizzati, evidenziando giuridicità della condotta po- giudizio di meritevolezza e di valutazione da parte del giucome il risultato del preteso sta in essere dalla condomina prevalenza fra l’interesse del dice dell’impugnazione sulla ripristino avrebbe condotto ricorrente andava verificata proprietario e quello di terzi. sussistenza delle esigenze alla messa in funzione di un con riferimento alla previsioNel venire alla questione cautelari che possono portare impianto ormai obsoleto e ne di cui all’art. 833 c.c., con- concreta, i giudici di legitti- alla sospensione dell’efficacia non più in linea con le poli- tenente il noto principio per mità hanno quindi rilevato della delibera in attesa deltiche di risparmio energetico cui il proprietario non può come il diritto al ripristino la sentenza di merito (nella e di sicurezza. Avverso tale compiere atti che non abbia- dell’impianto di riscaldamen- specie l’istanza di cui all’art. decisione la condomina ave- no altro scopo se non quello to azionato dalla condomina 1137 c.c. era stata respinta va quindi presentato ricorso di nuocere o recare molestia rispondesse oggettivamente dal tribunale presso il quale ad altri. La disposizione in all’utilità della stessa di po- era stata impugnata la deliin Cassazione. questione, come parimenti tere usufruire di un servizio berazione che aveva soppresLa decisione della Su- evidenziato dalla Cassazio- comune che era stato, si noti so l’impianto centralizzato). prema corte. La ricorrente, ne, ha la finalità di assicura- bene, illegittimamente disat© Riproduzione riservata Il principio di diritto Numero doppio IN EDICOLA 35 ANNI DI SUCCESSI IN REGALO Libro 360 pagine IL LIBRO DEI NUMERI UNO D’ITALIA Il volume, realizzato da Capital per il suo 35° anniversario e in occasione del primo Summit dei #1 tenutosi negli spazi di Pirelli HangarBicocca a Milano, è un’esclusiva raccolta di storie di successo delle eccellenze italiane, delle aziende più innovative, degli imprenditori più dinamici e coraggiosi. In tutti i campi, dalla finanza alla moda, dal cibo e il vino alle grandi opere, dall’architettura alle due e quattro ruote. Storie e racconti di Numeri Uno in un’edizione che solo Capital poteva realizzare, le parole di tutti i capitani di lungo corso o dei più promettenti giovani imprenditori e start upper a cui ispirarsi per il proprio business e la propria vita. Il libro di Numeri Uno d’Italia, tra passato e presente. Per produrre il futuro. CON IL PATROCINIO DEL www.classabbonamenti.com IL PRIMO MAGAZINE INTERATTIVO PER CHI VINCE INNOVANDO Finanziamenti PMI SCADENZARIO RAGIONATO DELLE OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI COMUNITARI E REGIONALI Aprile 2016 a cura di CINZIA BOSCHIERO Per domande o segnalazioni: [email protected] LEGENDA - Grado di anticipazione della notizia rispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea espresso in numero di stelle HHHHH (5 stelle = massima anticipazione) - Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazione di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc. Aiuti per la competitività delle pmi, la formazione e la ricerca FINANZIAMENTI PMI In questo inserto molti i bandi per il settore dei nuovi materiali, della salute e della formazione. Si segnala che la Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica sino al 4 maggio per raccogliere le opinioni di imprese e cittadini sui Centri di informazione Europe direct (Edic) che sono oltre 500 sportelli. Si ricorda che la Bei ha approvato 42 progetti per un finanziamento BANDI E FONDI COMUNITARI SETTORE AGRICOLTURA ANTICIPAZIONE HHH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 3 TITOLO AGRICOLTURA Contenuto: gli agricoltori possono beneficiare di un pacchetto aggiuntivo di misure eccezionali che sfruttano tutti gli strumenti messi a disposizione nel quadro della Politica agricola comune (Pac) salvaguardando al tempo stesso il mercato interno dell’Unione Europea. Sono stati stanziati 93.650.000 euro per azioni di informazione e di promozione riguardanti i prodotti agricoli realizzate nel mercato interno e nei Paesi terzi (rif. Guue C 41/4 del 4/2/2016). Si punta a rafforzare la competitività del settore agricolo dell’Unione europea; si vuole migliorare il grado di conoscenza dei meriti dei prodotti agricoli dell’Unione europea e degli elevati standard applicabili ai metodi di produzione comunitari; vengono sostenti progetti per aumentare la competitività e il consumo dei prodotti agricoli e di determinati prodotti alimentari dell’Unione europea e ottimizzarne l’immagine tanto all’interno quanto all’esterno dell’Unione; si punta a rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento dei regimi di qualità comunitari; possono essere coperte le spese per progetti utili ad aumentare la quota di mercato dei prodotti agricoli e di determinati prodotti alimentari comunitari, prestando particolare attenzione ai mercati di paesi terzi che presentano il maggior potenziale di crescita. Sono stati stanziati 9 milioni di euro per programmi d’informazione e di promozione del latte e dei prodotti lattiero-caseari, dei prodotti a base di carne suina o di una combinazione dei due; si punta a rafforzare la consapevolezza e il riconoscimento dei regimi di qualità specifici dell’Unione europea per questi prodotti e si vuole favorire quei progetti che possano mettere in evidenza le specificità dei metodi di produzione agricola comunitaria, in particolare sul piano della sicurezza degli alimenti, della tracciabilità, dell’autenticità, dell’etichettatura, degli aspetti nutrizionali e sanitari, del benessere degli animali, del rispetto dell’ambiente e della sostenibilità, oltre alle caratteristiche dei prodotti stessi, in termini di qualità, sapore, diversità o tradizioni. Beneficiari dei fondi sono organismi dotati di personalità giuridica; organizzazioni 2 complessivo di 5,7 miliardi di euro. Il Fei ha deliberato 84 operazioni per un sostegno complessivo di 1,8 miliardi di euro ed è stato costituito anche il Polo europeo di consulenza sugli investimenti Advisory hub di assistenza per l’individuazione, la preparazione, lo sviluppo e il finanziamento dei progetti che intendano effettuare gli investitori sia privati che pubblici. professionali o interprofessionali, organizzazioni di produttori o associazioni di organizzazioni di produttori; associazioni e organismi del settore agroalimentare. Si segnala tuttavia che Copagri ha scritto di recente al Ministro Martina delle proposte per rivendicare nei confronti di Bruxelles cinque punti di intervento per il Sistema Italia. Sono punti che Copagri ritiene fondamentali per riavviare la nostra economia agricola: Istituire un’agenzia di sorveglianza per garantire un prezzo latte alla stalla che riconosca i costi reali di produzione; istituire una Dop sul latte (latte italiano Dop) e non solo sui prodotti trasformati; limitare i contributi nazionali e regionali ai soli caseifici che trasformano latte 100% italiano; Consentire la produzione di formaggi e derivati partendo solo dalla materia prima (latte crudo e pastorizzato); vietare l’uso della chimica; pianificare una campagna di educazione alimentare sull’acquisto e il consumo dei prodotti lattiero-caseari. Oltre a concretizzare queste proposte, occorre, secondo Copagri, occorre attuare il Programma di responsabilità del mercato, realizzato dai membri dell’European Milk Board, attraverso il quale è possibile prevenire e gestire i momenti di crisi economica del comparto. A chi rivolgersi: ec.europa.eu - Commissione europea - DG Agricoltura e sviluppo rurale - ec.europa.eu/ agriculture/index_it.htm SETTORE COOPERAZIONE ANTICIPAZIONE HH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 4 TITOLO AUDIOVISIVO Contenuto: è aperto un bando del programma europeo denominato Europa Creativa del sottoprogramma Media che elargisce sostegni alla produzione di opere audiovisive destinate alla diffusione televisiva. Possono partecipare al bando società di produzione indipendenti che abbiano sede in uno degli Stati dell’Unione europea e nei Paesi extra-europei ammessi al programma. Possono essere cofinanziati progetti di produzione audiovisiva quali opere drammatiche, opere di animazione e documentari, che implichino la partecipazione di almeno tre emittenti televisive di tre diversi Paesi. I progetti devono durare al massimo 42 mesi. Il budget totale ammonta a 12,5 milioni di euro e per le opere drammatiche e di animazione non può essere superiore a 500 mila euro o al 12,5% dei costi totali ammissibili di produzione. Per le serie televisive co-prodotte, di genere drammatico, costi- FINANZIAMENTI PMI tuite di almeno sei puntate di durata non inferiore a 45 minuti ciascuna, con un budget di produzione ammissibile di almeno dieci milioni di euro, può essere richiesto un contributo massimo di un milione di euro. Per i documentari, invece, il contributo non sarà superiore a 300 mila euro o al 20% dei costi totali ammissibili di produzione. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants/ portal/desktop/en – eacea.ec.europa.eu/creative-europe/ funding/tv-programming-2016_en realtà sul territorio di rilievo quali ADMI-Ass. Donne Magistrato italiane, UnWomen Comitato Nazionale Italia, EWMD (European Women Management Development) International, Ande, Moica, Inretedonne, SWA-PromAzioni360. A chi rivolgersi: Commissione europea - DG Giustizia e Consumatori – ec.europa.eu/justice/grants1/calls SETTORE COOPERAZIONE ANTICIPAZIONE SETTORE HH COOPERAZIONE ANTICIPAZIONE H GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 1 TITOLO GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 2 COOPERAZIONE TITOLO COOPERAZIONE Contenuto: si può partecipare a un bando (rif. JUST/2015/RCHI/AG/PROF) che cofinanzia progetti per lo sviluppo delle capacità dei professionisti che operano nei sistemi di protezione dei minori e dei legali che rappresentano i bambini nei procedimenti giudiziari. Il bando è nell’ambito del programma comunitario Diritti, uguaglianza e cittadinanza. Possono essere cofinanziati progetti transnazionali relativi a tre target group che riguardino (target A) lo sviluppo delle capacità degli operatori/professionisti che si occupano dei bambini all’interno delle carceri o in strutture di assistenza alternative; (target B) per lo sviluppo delle capacità degli avvocati/consulenti legali che rappresentano i bambini nei procedimenti giudiziari penali, amministrativi e civili; e per progetti di (target C) sviluppo delle capacità degli operatori della giustizia o di altri operatori, come gli assistenti sociali e gli operatori sanitari, gli operatori giovanili e i servizi di polizia, nel seguire pratiche multidisciplinari, a misura di bambino nel settore della giustizia alternativa. Sono cofinanziati moduli di formazione, applicazioni di strumenti pratici, attività di coordinamento multidisciplinari. Possono beneficiare dei fondi enti, pmi, organizzazioni pubbliche e private, associazioni anche internazionali. Ogni progetto va presentato da almeno quattro organizzazioni di diversi Stati e la richiesta non deve essere inferiore a 100 mila euro. Possono essere coperti i costi sino all’80%. Il proponente del progetto deve essere una associazione/organizzazione senza scopo di lucro. Le iniziative devono durare massimo ventiquattro mesi. I progetti devono essere presentati utilizzando l’apposito sistema Priamos. Sono stati stanziati 3 milioni e 300 mila euro. Di recente è stata premiata Paola Bonzi che ha fondato il centro di aiuto alla vita presso la clinica Mangiagalli di Milano per sostenere le donne che vogliono portare avanti la gravidanza davanti a mille difficoltà. Assieme a lei sono state premiate in tutti trenta donne eccellenti, tra cui anche la dott. ssa Maria Banchero, referente dei progetti di Regione Lombardia sulla medicina di genere, rappresentante della Direzione Generale Salute al tavolo nazionale antiviolenza. Il premio internazionale Stand Out è stato organizzato dalla consigliera di parità Anna Maria Gandolfi, ha avuto il patrocinio del Ministero del Lavoro, della Regione Lombardia, della Commissione europea. Il Comitato di valutazione era composto dalla Consigliera Nazionale di Parità e da una serie di Contenuto: è aperto un bando del programma comunitario Europa Creativa (rif. EACEA 12/2016), per il sostegno all’integrazione dei rifugiati. Possono essere cofinanziati progetti transnazionali orientati ad aiutare i rifugiati a socializzare e a esprimersi senza necessariamente parlare fin da subito la lingua del Paese ospitante; progetti per sviluppare piattaforme di apprendimento in senso ampio, capaci di promuovere il rispetto e la comprensione della diversità, delle competenze interculturali e civiche, dei valori democratici e della cittadinanza; progetti per consentire ai cittadini comunitari di comprendere i valori e le culture dei rifugiati; iniziative di coproduzione di opere culturali e/o audiovisive in tutta Europa; progetti di collaborazione tra organizzazioni di vari Stati. Sarà dato un sostegno a un numero limitato di Partenariati Creativi di alta qualità per lo sviluppo di progetti culturali, audiovisivi e transettoriali volti a favorire l’integrazione dei rifugiati nella realtà europea, rafforzando la comprensione culturale reciproca e incoraggiando il dialogo interculturale e interreligioso, la tolleranza e il rispetto per le altre culture. I Partenariati Creativi sono consorzi costituiti da organismi che operano nei settori culturali e coinvolgono anche altri settori, come il pubblico, il sociale, il settore dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria etc. Possono essere coperte spese per progetti creativi quali manifestazioni, festival, co-creazioni, tour, film e produzioni audiovisive; conferenze e seminari; attività di formazione; azioni di sensibilizzazione e diffusione; azioni mirate alla creazione e al potenziamento di reti, allo scambio di buone pratiche; studi, analisi, progetti di mappatura; scambi, mobilità; attività di ricerca. Possono partecipare realtà dei 28 Stati dell’Unione europea, dei Paesi Efta/ See (solo Islanda e Norvegia); dei Paesi candidati effettivi e potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia). Si possono ricevere sino a 200 mila euro con una copertura dell’80% dei costi. Beneficiari sono quindi organizzazioni, associazioni, imprese attive nei settori culturali e creativi, ma anche organizzazioni, associazioni, imprese attive in settori diversi dalla cultura, come il settore pubblico, sociale, dell’istruzione, dell’assistenza sanitaria o altri settori che possono contribuire all’integrazione dei migranti. I progetti devono avere una durata massima di 24 mesi. Il budget totale ammonta a un milione e 600 mila euro. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants - Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (Eacea) – eacea.ec.europa.eu 3 FINANZIAMENTI PMI SETTORE SETTORE COOPERAZIONE ANTICIPAZIONE HHHH INNOVAZIONE GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 5 TITOLO ANTICIPAZIONE HHH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 3 TITOLO CULTURA RICERCA Contenuto: si può partecipare a un bando per il settore Cultura (rif. EACEA 13/2016) per progetti di traduzione letteraria. È un bando del programma comunitario Europa Creativa. Si punta a promuovere la diversità culturale e linguistica nell’Unione europea; la circolazione transnazionale di opere letterarie di elevata qualità e si vuole migliorare l’accesso alle opere tradotte sia all’interno che all’esterno dell’Unione europea per raggiungere nuovi pubblici. Tra le priorità si punta a sostenere la promozione della letteratura europea, incluso l’uso appropriato delle tecnologie digitali, per distribuire e promuovere le opere; incoraggiare la traduzione dalle lingue meno usate verso l’inglese, il tedesco, il francese, lo spagnolo (castigliano) in modo da garantire un’ampia circolazione delle opere letterarie; incoraggiare la traduzione dei generi meno rappresentati, come le opere per i giovani (bambini, adolescenti), i fumetti, i graphic novel, i racconti e la poesia; incoraggiare la traduzione e la promozione dei libri che hanno vinto il Premio europeo per la Letteratura. Possono essere dati fondi per progetti biennali per la traduzione di opere letterarie. I progetti devono riguardare la traduzione e la promozione di un pacchetto di tre/dieci opere letterarie. Si possono tradurre opere in tutte le lingue ufficiali dei paesi ammissibili al sottoprogramma Cultura, compreso latino e greco. Le opere possono essere sia in formato cartaceo che digitale (e-book). Inoltre, le opere da tradurre devono essere esclusivamente opere di narrativa di alto valore letterario indipendentemente dal genere, come romanzi, racconti, opere teatrali, poesia, fumetti e narrativa per ragazzi; essere state scritte da autori che abbiano cittadinanza o residenza in uno dei Paesi ammissibili al Sottoprogramma Cultura (escluso per le opere in Greco o Latino); essere già state pubblicate e non tradotte in precedenza nella lingua prescelta per la traduzione. Possono essere coperti i costi di traduzione, pubblicazione, distribuzione e promozione di un pacchetto di opere di narrativa di alto valore letterario; traduzione di estratti di opere di narrativa per i cataloghi degli editori e delle case editrici, per contribuire a promuovere la vendita dei diritti sia all’interno che al di fuori dell’Europa; eventi speciali e attività di marketing/distribuzione organizzati per la promozione delle opere quali fiere del libro e festival letterari. Possono beneficiare dei fondi editori o case editrici che siano legalmente costituiti con personalità giuridica da almeno due anni in uno dei Paesi ammissibili al sottoprogramma Cultura (i 28 Stati comunitari, i Paesi Efta/See (solo Islanda e Norvegia), i Paesi candidati e potenziali candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia, Turchia), Georgia, Moldavia, Ucraina. Possono essere coperti sino al 50% dei costi per un massimo di 100 mila euro. I progetti devono durare al massimo 24 mesi. Sono stati stanziati 3 milioni e 54 mila euro. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/education/participants/portal - Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura (EACEA) – eacea.ec.europa.eu Contenuto: si può partecipare ai bandi aperti del programma comunitario Horizon 2020 per il cosiddetto Pilastro «Sfide della società» per i temi Salute e Società inclusive, innovative e riflessive. In particolare per l’area Salute, benessere e cambiamento demografico è aperto un bando H2020-SC1-2016-2017 di medicina personalizzata che riguarda la cooperazione tra Unione europea e Giappone sulla robotica per l’assistenza e l’avanzamento dell’età (rif- SC1-PM-14-2016 - EU-Japan cooperation on Novel ICT Robotics based solutions for active and healthy ageing at home or in care facilities). Ci sono poi altri bandi aperti sulla resistenza antimicrobica, fondi per progetti di ricerca sulla medicina personalizzata, progetti per la standardizzazione pre-analitica e analitica delle procedure in vitro; un bando sulla European Human Biomonitoring Initiative (rif. SC1-PM-05-2016); un bando sulla ricerca clinica sulla medicina rigenerativa (rif. SC1-PM-11-2016-2017: Clinical research on regenerative medicine); un bando sullo sviluppo di vaccini per la malaria o altre patologie infettive (rif. SC1-PM-06-2016: Vaccine development for malaria and/or neglected infectious diseases). Inoltre per il tema Società inclusive, innovative e riflessive è aperto un bando (rif. CO-CREATION-05-2016: Cocreation between public administrations: once-only principle) per la cooperazione tra pubbliche amministrazioni. Mentre per il programma Horizon 2020 ma per il Pilastro denominato Leadership Industriale per il bando H2020-ICT-2016-2017 – Tecnologie dell’informazione e comunicazione – ci soni bandi di ricerca su vari temi tra cui il bando – ICT-01-2016 - Smart Cyber-Physical Systems; il bando - ICT-03-2016: SSI Smart System Integration; il bando ICT-06-2016: Cloud Computing; un bando sull’ Iniziativa Net (rif. - ICT-12-2016: Net Innovation Initiative); un bando di sperimentazione (rif.- ICT-13-2016: Future Internet Experimentation - Building a European experimental Infrastructure); diversi bandi sui Big Data (rif. - ICT-14-2016-2017: Big Data PPP-Cross-sectorial and cross-lingual data integration and experimentation: - ICT-15-2016-2017: Big Data PPP-Large Scale Pilot actions in sectors best benefitting from data-driven innovation; - ICT-17-2016-2017: Big data PPP-Support, industrial skills, benchmarking and evaluation (CSA); ICT-18-2016: Big data PPP-Privacy-preserving big data technologies); un bando sul supporto tecnologico per le industrie creative (rif. - ICT-21-2016: Support technology transfer to the creative industries); un bando per le Tecnologie della formazione (rif. - ICT-222016: Technologies for Learning and Skills); un bando sulla fotonica (rif. - ICT-29-2016: Photonics KET 2016); un bando sulla robotica (rif. ICT-25-2016-2017: Advanced robot capabilities research and take-up); un bando per una maggiore sinergia per il settore artistico (rif. - ICT-36-2016: Boost synergies between artists, creative people and technologists). Inoltre ci sono due bandi aperti (rif. H2020-IOT-2016-2017) per il così definito- Internet degli oggetti. Inoltre si segnalano altri bandi aperti in seconda fase per il settore dei materiali e dell’energia (rif. 4 FINANZIAMENTI PMI - PILOTS-01-2016: Pilot lines for manufacturing of materials with customized thermal/electrical conductivity properties – bando PILOTS-02-2016: Pilot Line Manufacturing of Nanostructured Antimicrobial Surfaces using Advanced Nanosurface Functionalization Technologies). Si può partecipare anche ai topics sull’economia circolare (rif. - CIRC-01-2016-2017: Systemic, eco-innovative approaches for the circular economy: large-scale demonstration projects; bando CIRC-02-2016-2017: Water in the context of the circular economy; CIRC-03-2016: Smart Specialisation for systemic eco-innovation/circular economy; - CIRC-04-2016: New models and economic incentives for circular economy business; - CIRC-05-2016: Unlocking the potential of urban organic waste). Si segnala anche l’edizione 2016 del concorso europeo I giovani e le scienze, la cui edizione italiana è organizzata dalla Federazione delle associazioni scientifiche e tecniche. A Milano si terrà la finale nazionale i giorni 9-11 aprile 2016 e i migliori parteciperanno alla finale europea del concorso dell’Unione europea per i giovani scienziati (http://eucys2016.eu) vincendo sino a 7 mila euro per progetti e invenzioni, viaggi, borse di studio, soggiorni studio all’estero tra cui la possibilità di partecipare alla 13a ESE, esposizione scientifica europea di Milset (http://ese2016.milset.org) a Tolosa in Francia dal 9 al 15 luglio 2016. A chi rivolgersi: https://ec.europa.eu/programmes/ horizon2020 - www.fast.mi.it SETTORE INNOVAZIONE RICERCA HH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 2 TITOLO INNOVAZIONE Contenuto: si può beneficiare del fatto che il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e il Fondo di Garanzia per le pmi hanno firmato in Italia un accordo Cosme, che usufruisce del sostegno del Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis), fulcro del Piano di investimenti per l’Europa. Il contratto di controgaranzia consentirà al Fondo di Garanzia di sostenere finanziamenti per oltre un miliardo di euro a favore di ventimila piccole e medie imprese italiane nel corso dei prossimi 12 mesi. Il Fondo di Garanzia sosterrà le pmi italiane tramite i confidi (società di mutua garanzia che forniscono garanzie alle pmi in Italia). Il contratto di controgaranzia è stipulato nell’ambito del programma Cosme comunitario con il sostegno finanziario della Commissione europea. Jyrki Katainen, Vicepresidente della Commissione europea responsabile per il portafoglio «Occupazione, crescita, investimenti e competitività», ha dichiarato: «L’Italia è molto impegnata nella conclusione delle convenzioni di finanziamento per le pmi nel quadro del Piano di investimenti: il numero di quelle stipulate in Italia è di gran lunga superiore a quelle concluse negli altri Stati membri. Si tratta di uno sviluppo particolarmente positivo in quanto le pmi sono la spina dorsale dell’economia italiana». L’accordo riflette l’impegno del gruppo Bei a rispondere con tempestività alle richieste degli Stati membri, della Commissione europea e del Parlamento europeo per un rapido avvio di iniziative concrete nell’ambito del Feis finalizzate ad accelerare le operazioni di concessione di prestiti e di garanzie che siano in grado di stimolare la crescita e l’occupazione nell’Unione Europea. Il Fondo europeo per gli investimenti (Fei) fa parte del gruppo della Banca europea per gli investimenti. La sua missione fondamentale è sostenere le microimprese, le piccole e medie imprese europee, facilitandone l’accesso ai finanziamenti. Secondo le stime della Banca europea per gli investimenti (Bei), fino a febbraio 2016 il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Feis) aveva attivato oltre 60 miliardi di euro di investimenti in Europa. Cosme è il programma dell’Unione Europea per la competitività delle imprese e le piccole e medie imprese per il periodo 2014-2020, che dispone di un bilancio totale di 2,3 miliardi di euro. Almeno il 60% delle risorse del programma sarà destinato ad agevolare l’accesso delle pmi ai finanziamenti in Europa attraverso due strumenti finanziari. Lo strumento di garanzia dei prestiti del programma Cosme fornisce garanzie e controgaranzie alle istituzioni finanziarie per aiutarle a erogare nuovi prestiti e finanziamenti tramite leasing alle pmi. Lo strumento prevede anche la cartolarizzazione di portafogli di crediti concessi alle pmi. Il programma Cosme investe anche attraverso il suo strumento di equity per la crescita in fondi di equity che forniscono capitale di rischio alle pmi soprattutto nelle fasi di crescita e di espansione. Il programma Cosme si fonda sul successo del programma quadro per la competitività e l’innovazione (CIP) che, tra il 2007 e il 2013, ha contribuito a mobilitare oltre 20 miliardi di euro di prestiti e 3 miliardi di euro di capitale di rischio a favore di oltre 373 mila pmi in Europa. Si ricorda anche che la neo costituita banca di sviluppo multilaterale Asian Infrastructure Investment Bank - AIIB - pilotata dalla Cina e alla quale partecipano, al momento, 57 Stati membri fondatori, tra cui diversi Stati dell’Unione Europea, compreso l’Italia e le due istituzioni finanziarie dell’Unione Europea (la Banca Europea per gli Investimenti e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo), ha manifestato l’interesse a partecipare alla capitalizzazione del Fondo Europeo per gli Investimenti strategici - EFSI - che rappresenta il braccio operativo del Piano di investimenti per l’Europa (Piano Juncker) che si inquadra in una strategia generale che associa investimenti, riforme strutturali, integrazione del mercato unico e responsabilità fiscale degli Stati membri. La dotazione finanziaria iniziale ammonta a 21 miliardi di euro con una garanzia di 16 miliardi di euro a carico del bilancio generale dell’Unione Europea e di 5 miliardi di euro forniti dalla Bei. L’AIIB inaugurata il 16 gennaio 2016 a Pechino dal suo presidente Jin Liqun, ha come scopo principale quello di promuovere gli investimenti pubblici e privati in Asia nel settore delle infrastrutture, dei settori produttivi e dei servizi, e in particolare in tutti quei settori dove meno si dirigono i capitali privati. Ha un capitale autorizzato di 100 miliardi di dollari. Inoltre la Commissione europea ha adottato una serie di programmi di cooperazione transfrontaliera per un totale di un miliardo di euro a sostegno dello sviluppo sociale ed economico delle Regioni situate su entrambi i lati delle frontiere esterne dell’Unione. Il nuovo pacchetto di misure finanzia progetti in trenta Stati, di cui sedici sono Stati membri dell’Unione europea (Italia, Bulgaria, Cipro, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Svezia, Ungheria e Slovacchia). I finanziamenti sono del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr) e dello Strumento europeo di vicinato (European Neighbourhood and Partneship Instrument - ENI). Si segnala anche che il 5 FINANZIAMENTI PMI Fondo europeo per gli investimenti (Fei) e il Credito Valtellinese, assistito da Finanziaria Internazionale, hanno sottoscritto un accordo di tipo InnovFin (finanziamento dell’Ue per l’innovazione) per le pmi. L’accordo InnovFin consentirà al Credito Valtellinese di mettere a disposizione delle imprese innovative in Italia finanziamenti per i prossimi due anni garantiti dal Fei e con il sostegno di Horizon 2020, il programma-quadro dell’Ue per la ricerca e l’innovazione. Il supporto comunitario per le imprese italiane innovative potrà generare un volume di prestiti bancari fino a 150 milioni di euro. C’è anche un accordo InnovFin con la Banca Cassa di Risparmio di Savigliano S.p.A. (Banca CRS) che consentirà a Banca CRS di concedere prestiti per i prossimi due anni a imprese innovative in Italia con prestiti bancari pari a 30 milioni di euro. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/growth/smes/cosme/ index_en.htm - http://www.access2finance.eu/ SETTORE INNOVAZIONE ANTICIPAZIONE H GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 1 TITOLO INNOVAZIONE Contenuto: è aperto un bando denominato Blue Labs – Soluzioni innovative alle sfide marittime. Finanzia laboratori innovativi per lo sviluppo di soluzioni da applicare al settore marittimo e/o all’ambiente marino. Il bando è finanziato dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). Nei blue labs giovani scienziati supportati da ricercatori, industria e stakeholder locali si mettono insieme per sviluppare soluzioni innovative che sostengono lo sviluppo di un’economia blu sostenibile, preservando le risorse marine e gli ecosistemi. Le priorità sono 1 - biorisanamento blu - sfruttare nuovi metaboliti e biomolecole, enzimi e geni da microrganismi che vivono in ambienti marini estremi, al fine di sviluppare e sperimentare soluzioni di biorisanamento in diverse aree/luoghi, compreso il possibile riutilizzo e riciclaggio di materiali pericolosi; 2 - rifiuti marini sviluppare nuove tecnologie, strumenti e prodotti per affrontare la riduzione di questi rifiuti e la gestione di specifici tipi di rifiuti, compresi i nanomateriali, la micro-plastica e i rifiuti esplosivi; 3 - patrimonio culturale subacqueo - sviluppare nuovi servizi, tecnologie o prodotti (ad esempio, veicoli autonomi senza pilota/sistemi robotizzati ecc.) per scoprire, proteggere e valorizzare il patrimonio culturale subacqueo; 4 - proliferazione di specie aliene invasive e di meduse - sviluppare nuovi prodotti, servizi e strumenti per affrontare la proliferazione nell’ambiente marino di specie aliene invasive e/o meduse, comprese la diagnosi precoce, la prevenzione, la mitigazione e misure di gestione; ad esempio la raccolta delle meduse può essere utilizzata a per impieghi alimentari, medici e industriali. Ogni Blue Lab è uno spazio organizzativo per un lavoro collaborativo e multidisciplinare teso a sviluppare una nuova idea da applicare al settore marittimo e/o all’ambiente marino. Il team deve comprendere almeno un team di studenti universitari, studenti post-universitari con diploma universitario di almeno tre anni; laureati recenti e uno o più ricercatori e tutor con esperienza provenienti dal settore accademico, imprenditoriale o pubblico che gui- 6 deranno il team. Le soluzioni sviluppate devono essere rivolte ai problemi o esigenze specifiche di uno o più bacini marittimi che circondano le coste europee (Mediterraneo, Atlantico, Mare del Nord, Mar Baltico, Mar Nero). Ogni Blu Labs opera a livello di interfaccia tra la ricerca e lo sfruttamento commerciale, così che i risultati della ricerca saranno portati sul mercato. Possono beneficiare dei fondi persone giuridiche, pubbliche o private attive nei settori della ricerca, dei problemi marini e marittimi o in altri settori se rilevanti per il progetto; organizzazioni non profit private o pubbliche, autorità pubbliche nazionali, regionali, locali, università, istituti di istruzione e formazione, centri di ricerca, imprese pubbliche o private, piccole, medie o grandi, federazioni e associazioni; gruppi di azione locale della pesca. Ogni progetto potrà ottenere sino a un massimo di 500 mila euro e la copertura sino all’80% dei costi ammissibili. I membri del consorzio devono avere sede in uno Stato comunitario; possono partecipare a un progetto come partner aggiuntivi però anche soggetti di Paesi terzi il cui coinvolgimento sia necessario per il raggiungimento degli obiettivi del bando. In particolare sono ammissibili i Paesi terzi che si affacciano sui bacini che costituiscono l’ambito geografico del bando e partecipano alle relative strategie (Strategia dell’Atlantico: Canada e Usa; Strategia del Baltico: Bielorussia, Norvegia, Russia; Strategia Adriatico-Ionica: Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia; Unione per il Mediterraneo: Algeria, Albania, Bosnia-Erzegovina, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Mauritania, Monaco, Montenegro, Marocco, Palestina, Tunisia e Turchia; Strategia del Mar Nero: Armenia, Azerbaigian, Georgia, Moldova, Russia, Turchia e Ucraina). Lo stanziamento totale ammonta a un milione e 700 mila euro. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/fisheries/cfp/emff/ index_it.htm - Commissione europea – Agenzia Esecutiva per le PMI (EASME) – https://ec.europa.eu/easme/ en/call-proposals-blue-labs-innovative-solutions-maritime-challenges SETTORE INNOVAZIONE ANTICIPAZIONE HHHH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 4 TITOLO INNOVAZIONE Contenuto: si può partecipare a un bando intitolato Blue careers in Europe per lo sviluppo di competenze per lavorare nell’economia blu. Il bando è finanziato dal Feamp (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). Si punta a colmare la carenza di personale qualificato; attrarre verso le professioni marittime laureati o persone con qualifiche professionali/tecniche grazie a iniziative mirata e innovative di istruzione e/o di formazione (compreso l’orientamento professionale); possono essere cofinanziati progetti per riqualificare e sviluppare le competenze dei lavoratori impiegati in altri settori e/o disoccupati e a diversificare o ampliare le competenze delle persone attualmente impiegate nell’economia blu perché possano progredire nella loro carriera e/o per facilitare la loro mobilità verso altri lavori marittimi. I fondi sono destinati a progetti di istruzione e/o formazione iniziale/continua destinati ai lavoratori attuali o futuri del settore dell’economia blu che necessitano di FINANZIAMENTI PMI specifiche qualifiche/competenze/profili professionali nel contesto locale, regionale o transfrontaliero pertinente. Possono essere coperte le spese per attività di progettazione o adattamento di corsi di formazione, moduli per l’istruzione e la formazione professionale primaria o l’alta formazione con elementi forti di apprendimento sul lavoro, come i piani di apprendistato; progetti per lo sviluppo di programmi di formazione, creazione di corsi di formazione e orientamento professionale destinati a lavoratori esperti con qualifiche tecniche quali gli elettricisti, i lavoratori metallurgici e gli ingegneri meccanici al fine di riqualificarli/sviluppare le loro competenze per posti di lavoro in settori marittimi; creazione di corsi/ formazione quali corsi specialistici o lauree/master per fornire conoscenze e competenze specifiche, compreso l’orientamento professionale, per lavorare nell’economia blu a professionisti altamente qualificati quali avvocati, lavoratori del settore della logistica, biologi, chimici, ingegneri civili. Inoltre fondi sono destinati a corsi di riqualificazione e sviluppo di competenze (Ict, lingue ecc.) per i professionisti del settore. Tra le università che organizzano corsi di formazione si ricorda Unimeier che organizza iniziative di aggiornamento in vari settori professionali, ma anche corsi di politica per donne di cui uno recente a Novara, Torino e Milano; corsi di psicologia, psichiatria ecc. «Gli aggiornamenti nel nostro ambito professionale sono costanti», dice Cyrus Roustayan, psicologo e psicoterapeuta, docente,«L’Intensive Short-Term Dynamic Psychotherapy, offre ad esempio, a differenza di altri orientamenti tradizionali di psicoterapia, la possibilità di arrivare alla risoluzione dei sintomi di ansia, depressione nel minor tempo possibile e soprattutto, risparmiando danaro rispetto numerose sedute spesso senza ottenere risultati soddisfacenti. La cooperazione internazionale tra enti e università con cui io collaboro dimostra la dinamicità del sistema formativo internazionale attuale». Possono beneficiare del bando persone giuridiche, pubbliche o private attive nei settori dell’istruzione, della formazione, del lavoro o dell’economia blu e settori correlati (energie marine rinnovabili, biotecnologie blu, turismo costiero, acquacoltura, trasporto marittimo, petrolio e gas offshore, pesca o acquacoltura). Possono partecipare al bando cluster marittimi in possesso di personalità giuridica, parti sociali o altri rappresentanti del mondo del lavoro, centri di ricerca, enti che forniscono orientamento professionale, servizi di consulenza e informazione professionale, associazioni professionali, istituti di istruzione e formazione, istituti di istruzione superiore, scuole/istituti secondari/centri di istruzione, aziende pubbliche o private piccole, medie o grandi, camere di commercio, dell’industria, dell’artigianato qualificato o del lavoro e altri organismi intermedi, federazioni e associazioni, fondazioni, organizzazioni no profit private o pubbliche, autorità pubbliche nazionali, regionali, locali. Per ogni progetto approvato saranno elargiti sino a 700 mila euro con una copertura sino all’80% dei costi ammissibili. Ogni proposta di progetto può essere inoltrata da un consorzio costituito da almeno due soggetti ammissibili e deve comprendere almeno un istituto di istruzione/formazione (università, scuola secondaria o istituto di formazione professionale) e una impresa o Camera di commercio (Cciaa) o altro ente intermedio. Il budget totale ammonta a 3 milioni e 452 mila euro. A chi rivolgersi: ec.europa.easme - Commissione europea – Agenzia Esecutiva per le pmi (EASME) SETTORE MOBILITÀ ANTICIPAZIONE HH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 2 TITOLO APPRENDISTATO Contenuto: è aperto un bando per un progetto pilota sulla mobilità a lungo termine per gli apprendisti della Commissione europea, Direzione Generale Occupazione, Affari sociali e Inclusione. Si punta alla creazione di «un quadro europeo per la mobilità degli apprendisti» per permettere ai giovani in apprendistato di sviluppare competenze e migliorare le prospettive occupazionali, rafforzando, allo stesso tempo, il loro senso di cittadinanza europea. Possono essere cofinanziati corsi di apprendistato per gli studenti di formazione professionale della durata minima di sei mesi e massima di dodici, da svolgere all’estero in uno Stato comunitario; organizzazioni di sessioni di benvenuto e corsi di lingua come preparazione, e parte, dell’esperienza di apprendistato nel Paese ospitante; progetti di sviluppo di dettagliati contratti di apprendimento per i tirocini degli apprendisti, compresi i contenuti curricolari e i risultati di apprendimento; attività per facilitare l’integrazione dei giovani nella località ospitante in modo da promuovere un senso di cittadinanza europea tra gli apprendisti; sviluppare strutture/reti di cooperazione sostenibile tra le organizzazioni competenti al fine di garantire tirocini di qualità e, più in generale, sviluppare sistemi innovativi e sostenibili per superare gli ostacoli alla mobilità nella formazione professionale. «L’apprendistato», dice Angela Formaggia, titolare della sartoria di alta moda omonima, «è importante. Noi lavoriamo da oltre trenta anni e lamentiamo la mancanza di interventi seri e concreti a favore del settore artigianale e soprattutto la mancanza di seri sgravi fiscali». Ogni progetto deve essere presentato da un consorzio costituito da almeno due fornitori di IFP accreditati a livello nazionale, legalmente costituiti e registrati in due diversi Stati comunitari. I progetti devono anche coinvolgere come partner associato almeno un’impresa ospitante, preferibilmente una pmi legalmente registrata e con esperienza nel fornire formazione professionale. Possono partecipare ai progetti come partner associati anche organizzazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro a livello locale/ ragionale/nazionale, camere di commercio o altre organizzazioni rappresentative di settori o professioni, servizi per l’impiego, agenzie di sviluppo, organizzazioni giovanili. Il budget ammonta a 1,8 milioni di euro. Il cofinanziamento arriva sino all’ 85% dei costi ammissibili sino a una cifra massima a progetto di 200 mila euro. A chi rivolgersi: ec.europa.eu/social SETTORE RICERCA ANTICIPAZIONE H GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 1 TITOLO RICERCA Contenuto: sono aperti dei bandi per il programma europeo Horizon 2020 per quello che è definito 7 FINANZIAMENTI PMI Pilastro «Sfide della società». Si tratta di bandi 20162017 per i temi di sicurezza alimentare, agricoltura sostenibile, ricerca marina e marittima, bioeconomia. Ricordiamo che per i programmi di lavoro 2016-2017 sono stati stanziati circa 16 miliardi di euro. Tra quelli aperti segnaliamo ad esempio bandi con scadenza in seconda fase al 13 settembre 2016 che riguardano temi quali la sostenibilit, il controllo delle sementi, i legumi, le interazioni patogene, nuovi tools, fondi per migliorare l’acquacoltura, aiuti per progetti di sicurezza alimentare in Africa; lo sviluppo di tecniche per sistemi di agricoltura innovativi. Inoltre per (rif. bando H2020-RUR-2016-2017 – rinascimento rurale - promuovere l’innovazione e le opportunità di business) fondi sono destinati a progetti di ricerca per le cosiddette water-farms, per progetti di agricoltura sostenibile, per progetti che creino modelli sinergici tra gli ambienti rurali e quelli urbani. Mentre per il bando H2020-BB-2016-2017 – relative a bio-innovazione per beni e servizi sostenibili - sostenere lo sviluppo di una bio-economia europea – i fondi sono destinati a progetti per soluzioni e tools per la gestione del patrimonio forestale, per le bio-industrie. E per il bando H2020BG-2016-2017 – Crescita Blu i fondi sono destinati a progetti per le biomasse, le bioraffinerie, nuove tecnologie marine, un Sistema di osservazione artica integrato, attività legate all’iniziativa denominate Blumed per un coordinamento marino e marittimo di attività di ricerca e innovazione nel Mediterraneo. Inoltre per i trasporti intelligenti ci sono bandi aperti in seconda fase per l’automazione, per la sicurezza, per l’automazione dei veicoli e per il bando H2020MG-2016-2017 – mobilità per la crescita – ci sono bandi aperti in seconda fase per progetti di ricerca e innovazione su temi quali trasporti via acqua, infrastrutture innovative, cluster, progetti dimostrativi, riduzione energetica. A chi rivolgersi: https://ec.europa.eu/programmes/ horizon2020 SETTORE SALUTE ANTICIPAZIONE HHH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 3 TITOLO INNOVAZIONE Contenuto: si può partecipare al bando aperto del programma Salute in vigore sino al 2020. Si tratta del terzo programma d’azione in tema di salute della Commissione europea. Risponde alle priorità della Strategia comunitaria sulla salute che è stata integrata dal recente documento di lavoro della Commissione europea intitolato Investing in Health. Il suo obiettivo è di integrare, sostenere e aggiungere valore alle politiche degli Stati membri per migliorare la salute dei cittadini e ridurre le disuguaglianze fra i cittadini in termini di salute, incoraggiando l’innovazione, accrescendo la sostenibilità dei sistemi sanitari e proteggendo i cittadini dalle gravi minacce sanitarie transfrontaliere. I fondi sono destinati a progetti suddivisi per obiettivi ovvero per l’obiettivo 1 a iniziative e progetti finalizzati a promuovere la salute, prevenire le malattie e incoraggiare ambienti favorevoli a stili di vita sani 8 tenendo conto del principio «la salute in tutte le politiche» (rif. Guue C 84/8 del 04/03/2016). I fondi sono suddivisi per obiettivi. Ad esempio, per l’obiettivo 1 si punta a dare finanziamenti a progetti per promuovere la salute, prevenire le malattie e incoraggiare ambienti favorevoli a stili di vita sani tenendo conto del principio «la salute in tutte le politiche. Le azioni tematiche finanziabili sono varie tra cui interventi per la salute dei migranti con lo sviluppo di modelli di assistenza basati sulla comunità, tesi a migliorare l’accesso all’assistenza sanitaria dei migranti e dei rifugiati vulnerabili, con l’obiettivo di individuare modi innovativi per ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari e a promuovere l’inclusione sociale. Possono essere finanziati test pilota e modelli di valutazione comparativa per erogare assistenza sanitaria ai migranti vulnerabili all’interno di un gruppo selezionato di Stati comunitari; la creazione di una rete di competenze in materia di salute mentale dei migranti e dei rifugiati, in particolare da stress post-traumatico; progetti di formazione dei professionisti della salute e del sociale perché siano in grado di rilevare disturbi mentali e offrire un primo aiuto psicologico ai rifugiati; individuazione di percorsi efficaci per programmi di assistenza di lungo periodo che potrebbero comprendere attività sociali e sostegno tra pari nelle popolazioni di rifugiati al fine di prevenire l’insorgenza dei disturbi mentali; individuazione di modi per dare consulenza ai rifugiati in tema di accesso alle cure per la salute mentale. Per tali misure sono stati stanziati 4.500.000 euro. Inoltre per la misura 1.2.- raccogliere le conoscenze e scambiare le migliori pratiche sulle misure per ridurre la disponibilità di bevande alcoliche il budget è di un milione e duecentomila euro. Si vuole promuovere progetti di buone pratiche innovative per ridurre i danni collegati all’alcol e contribuire al conseguimento degli obiettivi dei Piani d’azione degli Stati membri in tema di ubriacature giovanili e ubriacature gravi episodiche che riprendano il piano di azione comunitario. Mentre per il punto 1.3. - raccogliere le conoscenze e scambiare le migliori pratiche sulle misure per prevenire l’uso illecito di droghe in linea con gli standard minimi di qualità nella riduzione della domanda di droga i fondi sono di seicentomila euro. Possono essere cofinanziati progetti per prevenire l’uso illecito di droghe e ritardare l’età di inizio nel consumo di droghe illecite in particolare attraverso la creazione e/o promozione di buone pratiche di prevenzione nuove/innovative, sostenendo in questo modo il piano d’azione comunitario in materia di droga. Per l’azione invece 1.4. - sostenere gli Stati membri e gli stakeholder nell’affrontare la sfida delle malattie croniche ci sono 2 milioni e mezzo di euro. Tra le attività finanziabili ci sono progetti per individuare, sviluppare e mettere in pratica misure basate su prove per prevenire e gestire le malattie croniche con un focus su diagnosi precoce delle principali malattie e interventi adeguati e tempestivi, con particolare attenzione per gli interventi inter-settoriali e trasversali; identificazione dei bisogni e delle opportunità per la prevenzione delle malattie e interventi mirati per i gruppi più vulnerabili; mezzi efficaci per facilitare l’accesso e mantenere i malati cronici sul mercato del lavoro e nel loro ambiente domestico; miglioramento delle comunità di assistenza per una migliore prevenzione e gestione delle malat- FINANZIAMENTI PMI tie croniche; elementi per una gestione più efficace delle multi-morbilità; identificazione o sviluppo e attuazione di percorsi integrati di assistenza ai pazienti; assistenza sanitaria tecnologica per interventi migliori. Possono essere finanziati anche progetti per una migliore informazione sanitaria e di sicurezza sanitaria attraverso l’espansione di dati per il monitoraggio e la valutazione delle politiche e delle azioni relative alla salute; il miglioramento della cultura della salute attraverso un migliore accesso e maggiore disponibilità di informazioni sanitarie per i gruppi più vulnerabili. Poi per l’obiettivo 4- facilitare l’accesso a un’assistenza sanitaria migliore e più sicura per i cittadini ci sono diverse azioni tematiche tra cui la 4.3 - selezione e protezione dei donatori (tessuti, cellule e sangue) che punta ad aumentare la sicurezza delle donazioni e dell’applicazione clinica di tessuti e cellule e/o sangue, ottimizzando le procedure per la selezione e la protezione del donatore. Si segnala l’iniziativa United for beauty che si terrà a Milano il 29 maggio presso la Scuola Militare Teulié, organizzata dalla associazione Vivisalute con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Regione Lombardia Assessorato Inclusione sociale. È giunta alla sua terza edizione e si terrà anche a Torino, è stata ideata da Marcello Caforio, Hairstylist, assieme alla dott.ssa Cosima Coppola, Presidente Nazionale della Associazione Vivisalute, alla prof.ssa Dea d’Aprile, Presidente di Vivisalute Lombardia e al prof. Antonio Mussa, chirurgo oncologo e docente dell’Università di Torino. Gli operatori della bellezza presenti durante la manifestazione offriranno gratuitamente un servizio di cura e di bellezza agli ospiti disabili e nel contempo insegneranno loro semplici regole per sentirsi sempre in ordine. A seguire ci sarà uno spettacolo artistico-musicale sul palco in cui si alterneranno vari artisti ed è prevista anche la performance di due giovani cantanti, talenti della associazione lirica europea e un ricco buffet finale. Nasce dalla consapevolezza del ruolo rigenerativo che può avere la cura di sé, troppo spesso dimenticata a causa delle malattie e delle disabilità. «L’iniziativa è aperta al pubblico», dice Dea D’Aprile, presidente di Vivisalute Lombardia, «Sono coinvolti, volontari, responsabili delle strutture socio-assistenziali presenti sul territorio regionale che ospitano persone con disabilità psico-fisiche; adulti, giovani ragazzi e ragazze e adulti di tali strutture; loro accompagnatori; gli operatori del settore dell’estetica e della cura della bellezza. Vogliamo incoraggiare la cura del sé corporeo nelle persone con disabilità e puntiamo a sensibilizzare quanti ruotano attorno a loro per collaborare assieme affinché si possa favorire lo sviluppo di autostima nei soggetti giovani e adulti affetti dalla disabilità psicologica e/o mentale o che vivono situazioni di disagio». Tornando al bando europeo per la salute si punta a riunire assieme gli individui e le organizzazioni dei settori tessuti e cellule e/o sangue che hanno competenze nel rivolgersi ai donatori per attività di raccolta e confronto dei criteri nazionali di selezione e protezione dei donatori basati su una valutazione approfondita dei rischi per donatori e riceventi; individuazione delle informazioni necessarie sui donatori o le loro famiglie per consentire l’applicazione di criteri appropriati per il rinvio o l’esclusione del donatore; individuazione di approcci per controllare e minimizzare i rischi; iden- tificazione e validazione di procedure per raccogliere informazioni complesse e sensibili che tengano conto anche dei fattori socio-economici, culturali ed emotivi; sviluppo di linee guida per lo screening dei donatori; realizzazione di una proposta di questionario standardizzato per il donatore e la sua famiglia e progetti per una assistenza e un follow-up di breve e di lungo termine e dei donatori viventi. Il bilancio ammonta a 550 mila euro. Possono partecipare ai bandi associazioni, enti, autorità pubbliche, istituzioni di ricerca e sanitarie, università, istituti di istruzione superiore. I progetti, che devono essere triennali, possono ottenere un contributo che copra sino all’80% dei costi ammissibili. Devono essere presentati da partenariati comprendenti organismi reciprocamente indipendenti di tre diversi Stati dell’Unione europea o di Islanda e Norvegia. Il budget totale ammonta a 9.350.000 euro. A chi rivolgersi: CHAFEA - Agenzia esecutiva per i consumatori, la salute e gli alimenti – ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en SETTORE SALUTE ANTICIPAZIONE HHHH GRADO DI DIFFICOLTÀ L. 4 TITOLO RETI Contenuto: è aperto un bando del programma europeo Salute in vigore sino al 2020 per le reti di riferimento europee e accordi quadro di partenariato (rif. Guue C 100/4 del 16/03/2016). Questo bando, che rientra nelle misure dell’obiettivo 4 del programma Salute2014-2020 e fornisce un sostegno finanziario alle reti europee di riferimento (Ern) che abbiano ottenuto un riconoscimento formale come Ern. Disciplinate dalla Direttiva 2011/24/Ue, le Ern sono reti di riferimento europee tra prestatori di assistenza sanitaria e centri di eccellenza negli Stati membri e si basano sulla partecipazione volontaria dei loro membri, che contribuiscono alle attività della rete conformemente alla loro normativa nazionale. Sono aperte in ogni momento all’entrata di nuovi membri e devono essere costituite da almeno dieci componenti di almeno otto Stati membri. Si lavora con gli accordi quadro di partenariato (Fpa) della durata massima di cinque anni – per gli anni 2017, 2018, 2019, 2020 e 2021 – che consentono di candidarsi per aggiudicarsi accordi specifici di sovvenzione (Sga). Ogni FPA comprende un piano di lavoro pluriennale per il periodo 2017-2021, comprensivo di un piano di bilancio generale. Solo le Ern approvate possono sottoscrivere un Fpa. La firma di un Fpa non garantisce il cofinanziamento annuale tramite Sga. Sono stati stanziati due milioni e mezzo di euro e il cofinanziamento copre sino al 60, massimo 80%, per un massimo di 200 mila euro. Fa parte delle reti Ern l’Istituto Besta che si occupa molto anche di malattie rare. «Spesso più che malattie rare, i dati comunitari, ci dicono che sono malattie sotto-diagnosticate se si valutano i numeri dei pazienti che sono elevati ad esempio per talune patologie nell’Unione europea», spiega il dott. Davide Pareyson, che ha di recente partecipato come relatore a Miami all’INC 9 FINANZIAMENTI PMI – Inherited Neuropathy Consortium Investigators’ Meeting della rete Rare Clinical Diseases Research Network, di cui è l’unico referente italiano, «della rete di cui faccio parte con 20 gruppi internazionali, seguiamo 3500 pazienti di cui 400 sono del nostro Istituto. Del registro nazionale copriamo il 10%. Con gli Erf-European reference networks la Commissione europea punta a migliorare la sinergia tra ospedali, associazioni, centri di ricerca. Presso il nostro Istituto i soggetti con malattia neurologica rara sono seguiti dall’età pediatrica fino alla senescenza e questo ci rende un Centro di Riferimento a livello europeo e internazionale anche per l’elevato numero di casistiche di pazienti che curiamo». Presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta sono seguite 89 malattie o gruppi di malattie rare neurologiche (89 codici) di pertinenza con 12 referenti medici per l’età pediatrica, 19 referenti medici per quelle relative all’età adulta, 6 referenti (medici o biologi) di laboratorio. Gli ambulatori speciali sono circa 50 attivi per malattie o gruppi di malattie rare. Vi sono inoltre cinque bio-banche/biorepository (Dna, siero, fibroblasti, mioblasti, tumori rari). Molti sono i progetti di ricerca sulle malattie rare , attualmente presso la Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico Carlo Besta, vi sono 38 trial clinici interventistici e osservazionali attuali all’interno dei 160 attivi; altri 31 riguardano i tumori primitivi che sono tumori rari. A chi rivolgersi: Commissione europea – CHAFEA (Agenzia esecutiva per i consumatori, la salute e i gli alimenti) – ec.europa.eu/chafea/health/hp-ern-2016_ en.html BANDI E FONDI regionali e strutturati SETTORE INNOVAZIONE REGIONE SETTORE INVESTIMENTI REGIONE EMILIA-ROMAGNA Contenuto: gli imprenditori possono fare riferimento al programma di promozione degli investimenti promosso dalla Camera di commercio e dal Comune di Ferrara. Sono stati stanziati 100 mila euro. Possono fare domanda gli aspiranti imprenditori che vogliono insediarsi nel territorio comunale e le micro, piccole e medie aziende con sede attuale o futura a Comacchio. Viene elargito un contributo a fondo perduto che copre sino al 40% le spese connesse all’insediamento produttivo, quali opere murarie, macchinari e impianti, hardware e software, pubblicità e marketing, forniture di materie prime. Si può presentare domanda sino al 30 settembre 2016. Sempre in Emilia-Romagna si segnala che è aperto un bando (rif. Delibera n. 11 dell’11 gennaio 2016 in B.U.R. n. 17 del 22 gennaio 2016) a favore dell’avvio o del consolidamento di start-up innovative. Sono stati stanziati 6.028.065,87 euro. Possono beneficiare dei fondi progetti di avvio (tipologia A), che possono essere presentati da start-up innovative costituite successivamente al primo gennaio 2013; progetti di consolidamento (tipologia B), che possono essere proposti da start-up innovative costituite successivamente al primo marzo 2011. Le richieste possono essere inoltrate fino al 30 settembre 2016 esclusivamente on line, tramite l’applicativo disponibile sul sito regionale. Possono fare domanda le micro e piccole imprese, regolarmente costituite come società di capitali (incluse le srl uninominali, consorzi, società consortili e cooperative), registrate nella Sezione speciale del Registro delle imprese presso la Cciaa dedicata alle start-up innovative, con unità locale sede di progetto in Emilia Romagna e con codice ATECO 2007 primario dell’unita locale rientrante tra quelli individuati nella Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente relativi a vari ambiti produttivi tra cui agroalimentare; meccatronica e motoristica; industrie della salute e del benessere; industrie culturali e creative. R i f e r i m e n t i : h t t p : / / w w w. f e . c a m c o m . i t / promozione/finanziamenti/bando-per-lattrazione-e-losviluppo-di-nuoveattivita-produttive-nel-comune-di-comacchio - www.regione.emilia-romagna.it TUTTE Contenuto: è aperto un bando per le micro e piccole aziende. Si tratta degli incentivi economici previsti dal programma Disegni+3 (rif. G.U. del3dicembre 2015, n. 282). La Direzione Generale per la Lotta alla Contraffazione - Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (di seguito DGLC-UIBM) del Ministero dello Sviluppo economico ha reso noto che dal 2 marzo 2016 si possono inoltrare domande di agevolazione per l’acquisto di servizi specialistici esterni per favorire la messa in produzione di nuovi prodotti correlati a un disegno/modello registrato (Fase 1 Produzione); la commercializzazione di un disegno/modello registrato (Fase 2 - Commercializzazione). Il programma Disegni+3 punta a potenziare la capacità innovativa delle imprese italiane sui mercati nazionale e internazionali, attraverso la valorizzazione economica dei modelli e disegni industriali e la conseguente tutela dell’innovazione da essi generata. Sono stati stanziati 5 milioni di euro. Riferimenti: www.disegnipiu3.it 10 SETTORE INVESTIMENTI REGIONE ABRUZZO Contenuto: le micro, piccole e medie aziende, cooperative, consorzi, con sede legale o unità operativa a Pescara possono fare domanda alla Camera di commercio per i danni subiti dovuti alla alluvione del 14 settembre 2015. Possono essere coperte, con un contributo a fondo perduto, le spese sostenute per il ripristino del funzionamento dei macchinari, per la sostituzione d’impianti, arredi o altre attrezzature danneggiate; possono essere coperti anche i costi di riparazione, trasporto, montaggio, smontaggio e smaltimento. Gli interventi devono essere successivi al14 settembre. Riferimenti: http://www.pc.camcom.it/promozione/ contributi/contributi-1/apre-il-25-gennaio-2016-il-bando-che-concede-contributi-alleimprese-colpite-dallalluvione-di-settembre FINANZIAMENTI PMI SETTORE INVESTIMENTI REGIONE PIEMONTE Contenuto: è aperto un bando relativo a interventi integrati per l’acquisizione di aziende in crisi, di impianti produttivi chiusi o a rischio di chiusura (rif. Determinazione n. 33 del 22 gennaio 2016 (in B.U.R. n. 4 del 28 gennaio 2016, Supplemento n. 1). Il budget ammonta a 4.546.553 euro. Possono essere elargiti contributi in conto capitale a favore di imprese italiane ed estere per l’acquisizione di aziende o rami d’azienda in crisi o di impianti, stabilimenti e centri di ricerca chiusi o a rischio di chiusura. L’investimento, di importo non inferiore a 1,5 milioni di euro, deve consentire di mantenere o di raggiungere almeno il 40% del livello occupazionale dell’azienda in crisi. Le domande potranno essere presentate fino al 30 giugno 2017. Potranno presentare domanda le aziende di qualsiasi dimensione, italiane o estere con unità operativa localizzata in Piemonte al momento dell’erogazione del contributo. Sono considerate aziende in crisi le imprese che hanno formalmente avviato una procedura di licenziamento collettivo o di cassa integrazione straordinaria per crisi, oppure una procedura concorsuale (concordato, liquidazione, fallimento, amministrazione straordinaria). Viene elargito un contributo a fondo perduto con un massimale di due milioni di euro per gli investimenti; gli incentivi all’occupazione potranno arrivare al massimo a 400 mila euro per singolo beneficiario. Riferimenti: www.finpiemonte.info. gnala anche un bando, per il sostegno all’economia del territorio di Varese, attraverso l’abbattimento dei costi dei prestiti bancari, varato dalla Camera di commercio di Varese. Possono fare domanda le micro, piccole e medie imprese con sede legale o unità operativa nella Provincia di Varese. Inoltre la Regione Lombardia, con il bando approvato con decreto n. 412 del 26 gennaio 2016, mette a disposizione contributi per aprire un franchising. Possono fare domanda gli aspiranti franchisee per l’apertura di attività in franchising del commercio, della ristorazione e dei servizi; e anche aziende già esistenti che intendano riconvertire o ampliare la propria attività attraverso l’affiliazione a uno dei franchisor coinvolti nella misura. Sono stati stanziati 452 mila euro. Possono essere coperte le spese ad esempio per opere inerenti la struttura del punto vendita (opere strutturali e murarie, opere impiantistiche, riqualificazione del punto vendita); opere inerenti l’allestimento del punto vendita e le attrezzature; acquisto di software e hardware e altri beni strumentali necessari per il punto vendita. L’importo minimo dell’investimento non deve essere inferiore a 20 mila euro al netto Iva. Il contributo viene elargito a fondo perduto, cumulabile con altri contributi pubblici nel limite del rispetto della normativa comunitaria sul de minimis. Riferimenti: Camera di commercio di Alessandria, Via Vochieri 58, 15121 Alessandria - http://www. al.camcom.gov.it - http://www.va.camcom.it - www.bandimpreselombarde.it SETTORE SETTORE SVILUPPO REGIONE LAZIO Contenuto: le aziende possono partecipare a un bando della Regione Lazio con un budget di 1,2 milioni di euro, a sostegno della nascita e/o dello sviluppo di imprese nel settore delle attività culturali e creative. Possono fare domanda le pmi costituite da non più di sei mesi, con sede legale e operativa nel territorio della Regione Lazio. Possono presentare domanda anche promotori, persone fisiche che intendano costituire una nuova micro, piccole e media impresa ad alto contenuto creativo e innovativo. Possono essere coperte le spese sino all’80% con un tetto massimo di 30 mila euro per investimenti materiali e immateriali e di funzionamento, sostenute dall’impresa nei primi due anni di attività. Riferimenti: GeCoWEB www.regione.lazio.it SETTORE SVILUPPO REGIONE LOMBARDIA Contenuto: si segnala che la Camera di commercio di Alessandria ha pubblicato un bando per finanziare corsi di aggiornamento professionale. Possono accedere ai contributi le imprese e i consorzi con sede o unità operative nella Provincia. Possono essere elargiti un massimo di 700 euro per i nuovi assunti e di 500 euro per i dipendenti. Le domande vanno presentate entro il 31 dicembre 2016. Si se- TURISMO REGIONE TUTTE Contenuto: è prevista una agevolazione fiscale per le strutture ricettive turistico-alberghiere, esistenti alla data del primo gennaio 2012, introdotta dall’art. 10 del dl n. 83/2014 e le cui modalità di attuazione sono state disciplinate dal decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali del 7 maggio 2015. Può essere ottenuto un credito d’imposta del 30% dei costi sostenuti, negli anni 2014, 2015 e 2016, per interventi di riqualificazione delle strutture alberghiere al fine di migliorarne la qualità dell’offerta ricettiva e accrescere la competitività delle destinazioni turistiche. Riferimenti: www.beniculturali.it - https: //procedimenti.beniculturali.gov.it EUROAPPUNTAMENTI Ogni mese vengono evidenziati alcuni eventi, manifestazioni, iniziative, progetti a cui le aziende possono partecipare gratuitamente e che riguardano finanziamenti e settori di ricerca europei. COOPERAZIONE Area tematica: AGROALIMENTARE Data: 27 aprile 2016 Sede: Barcellona, Spagna Contenuto: è previsto un evento di matchmaking gratuito per le aziende grazie alla rete Enterprise Eu- 11 FINANZIAMENTI PMI rope Network della Commissione europea. Si terrà all’interno della fiera denominata Alimentaria. Riferimenti: https://www.b2match.eu/alimentariabrokerage2016 COOPERAZIONE Area tematica: INNOVAZIONE Data: 28-29 aprile 2016 Sede: Londra, Gran Bretagna Contenuto: si terrà un evento di brokerage gratuito per le aziende del settore Ict, turismo e di innovazione sanitaria. È organizzato dalla rete EEN della Commissione europea in collaborazione con Ucl e Ccir Paca. 12 Riferimenti: https://www.b2match.eu/Marseille2London2016 COOPERAZIONE Area tematica: NAUTICA Data: 29 aprile 2016 Sede: Palma di Maiorca, Spagna Contenuto: all’interno della 34esima edizione dell’International Boat Show previsto a Palma de Maiorca si terrà un evento di brokerage gratuito per le aziende del settore della nautica organizzato dalla rete EEN. Riferimenti: https://www.b2match.eu/boatshowpalma2016 Domenica 27 Marzo 2016 Lavoro 43 IIL NUOVO CODICE DELLA STR S RADA Il settimanale delle in edicola a con co Opportunità professionali SCELTI & PRESCELTI Italiani esterofili, ma senza esperienza Sono molti gli italiani che ogni anno lasciano i confini della propria patria, ma ancora di più sono quelli che sognano di partire, anche per la prima volta. Quasi il 67% di chi vive in Italia vorrebbe infatti trasferirsi all’estero per migliorare la propria condizione lavorativa o la qualità della propria vita, possibilmente in Germania (35%) o Usa (33%). Tuttavia, pochi di loro hanno effettivamente già fatto un’esperienza di studio (22,3%) o di lavoro (25,5%) in una nazione diversa dalla nostra. È questo uno dei principali risultati di una ricerca di Jobrapido. Dal 6 all’8 aprile torna IoLavoro Il 46% dei profili ricercati riguarda neodiplomati e neolaureati, tra figure tradizionali e professionisti della cultura Il turismo è giovane Dal 6 all’8 aprile si svolgerà a Torino la 20ª edizione di IoLavoro. Chi cerca un impiego può iscriversi online sul sito www. iolavoro.org e candidarsi per le opportunità di occupazione che saranno offerte da oltre 100 aziende e agenzie per il lavoro in cerca di personale. Le offerte di lavoro sono migliaia e ripartite in ogni settore. A queste si aggiungono le migliaia di proposte di lavoro in Europa grazie alla partecipazione dei Servizi per l’impiego francesi Pôle Emploi e dei referenti della rete Eures (Portale europeo della mobilità professionale). Dalle elaborazioni dei dati delle passate edizioni emerge che circa il 25% dei candidati ha trovato un impiego dopo la manifestazione. Studenti universitari al test televisione Supplemento a cura di FRANCA FLORIS [email protected] Almaviva. Il gigante dei call center in Italia annuncia l’avvio delle procedure di mobilità per quasi 3 mila lavoratori nelle sedi di Roma, Palermo e Napoli SU Giuliano Poletti. Per evitare abusi e nuove forme di precariato arriva la stretta sui voucher che saranno pienamente tracciabili prima del loro utilizzo Ù GI Fox Networks Group Italy e Sim (Società italiana marketing) presentano il Premio Marketing Fox, la XXVIII edizione del Premio Marketing per l’Università che metterà per la prima volta gli studenti italiani alla prova su un caso di studio legato al mondo televisivo. Al premio Marketing concorrono studenti di 29 università pubbliche e private italiane, è possibile partecipare come singoli individui o in squadre composte al massimo da 3 persone. I vincitori avranno l’opportunità di effettuare uno stage retribuito presso gli uffici di Fox, con la possibilità di svolgere un breve periodo all’estero. Le domande di iscrizione potranno essere inviate fino a fine maggio 2016. Per partecipare è sufficiente visitare il sito www.premiomarketing.com. 44 Domenica 27 Marzo 2016 FORMAZIONE I corsi di formazione organizzati da Forma Futuro Gestione hi-tech dell’ambulatorio Street food in aula Veterinari pronti Un’Academy sul cibo di strada Pagina a cura FILIPPO GROSSI DI l cibo di strada diventa oggetto di un vero e proprio corso, anzi di un’intera accademia. A Parma, città riconosciuta dall’Unesco per la creatività e la qualità della gastronomia, è infatti appena nata la Street food academy dedicata alla formazione e all’inserimento professionale nel settore del cibo di strada, quale ad esempio il cuoppo napoletano, il siciliano pane cà meuza o il lampredotto fiorentino. Il corso è ideato da Forma Futuro, ente formativo pubblico, con la collaborazione dello chef Rubio, protagonista del programma tv Unti e bisunti sullo street food. La prima fra le offerte formative della neonata accademia consiste nel corso in Addetto alla ristorazione con competenze street food con annessa qualifica profes- I sionale certificata. Per ottenerla, occorrerà partecipare al corso gratuito, aperto a un massimo di 20 partecipanti (disoccupati e inoccupati anche senza esperienza nel settore), che si terrà dal 20 aprile a fine ottobre 2016 a Parma. In particolare, il corso in Addetto alla ristorazione con competenze street food ha come obiettivo principale di formare la figura di un professionista che sia in grado di preparare e distribuire pasti e bevande intervenendo in tutte le fasi del processo produttivo della ristorazione, con particolare attenzione al settore del cibo di strada nelle sue diverse forme (truck, street food stanziale, take away ed eventi gastronomici vari). Il corso, che si articola in vari moduli quali sicurezza del luogo di lavoro, trattamento materie prime, preparazione e distribuzione piatti e bevande e sistemi di conservazione, dal 15 luglio al 15 settembre 2016 prevede inoltre attività di inserimento lavorativo mirato e prioritario degli studenti in attività produttive street food tramite somministrazione. Infine, i 12 studenti più meritevoli otterranno un contratto a tempo indeterminato dalle aziende partner dell’iniziativa. Per iscriversi e avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.formafuturo.it o scrivere all’indirizzo email: info@ formafuturo.it. alla tecnologia iventare veterinari del Terzo millennio. È l’obiettivo del corso ne «La gestione innovativa degli ambulatori, delle cliniche e degli ospedali veterinari» che partirà a ottobre 2016 per la durata di sei mesi ed è organizzato da Cure veterinary consulting in collaborazione con Sda Bocconi, dove è stato presentato il 19 marzo. In un momento in cui il pet sta assumendo un ruolo sociale sempre maggiore, al professionista veterinario s o n o r i ch i e s t e nuove competenze manageriali e approcci tecnologici, anche per gestire in modo meno costoso, innovativo, efficace ed efficiente la propria struttura sanitaria veterinaria. Un corso per veterinari 2.0, attivi anche sui social network, specializzati in animali domestici e pensato D per superare gli attuali limiti della professione. L’obiettivo è, infatti, far sì che il professionista impari a gestire al meglio la propria organizzazione, rendendola sempre più efficace ed efficiente, acquisendo nuovi strumenti a sostegno dei costi della salute, attraverso assicurazioni, credito al consumo e charity per le famiglie meno abbienti. Tutto questo rimanendo al passo con le nuove tecnologie. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito internet: www.sdabocconi.it o scrivere all’indirizzo email: [email protected]. CORSI & MASTER Torna in autunno il master in Urban interior design (i termini per l’iscrizione scadono l’1 settembre 2016) organizzato da Poli.design assieme alla Escuela Politecnica superior universidad di Madrid. Il master, che si svolgerà dal 3 ottobre 2016 al 20 settembre 2017, è un percorso internazionale che mira a formare designer degli spazi urbani contemporanei, ossia progettisti educati al progetto delle aree non costruite: piazze, strade, parchi, rotatorie e altri vuoti urbani non definiti. Una professione attuale e ricercata anche da realtà consolidate, attive da anni a livello internazionale nella progettazione di edifici e spazi pubblici, di piani urbanistici e nel campo del disegno di interni e dell’allestimento. Obiettivo del master è permettere ai partecipanti di apprendere un metodo progettuale solido e attuale per dare forma concreta e funzionale agli spazi urbani che ospiteranno le nuove esigenze collettive, siano esse virtuali o reali, private o pubbliche. Interamente in lingua inglese, l’iter formativo prevede una duplice esperienza formativa fra Milano e Madrid, in cui lezioni frontali più teoriche si alternano a intense fasi di workshop progettuali; per tutti gli studenti, infine, è previsto un periodo di stage presso realtà di primo piano del settore dove mettere in pratica gli insegnamenti raccolti e avviare il proprio percorso professionale. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.polidesign.net. Si terrà a Milano e a Roma il corso di formazione Finanziare l’impresa con i fondi europei organizzato da Ipsoa-Wolters Kluwer. Il corso, che si svolgerà a Milano dal 12 maggio al 9 giugno 2016 e a Roma dal 24 maggio al 21 giugno 2016, intende offrire un quadro chiaro e completo delle opportunità di finanziamento europeo per le piccole e medie imprese. Attraverso formazione teorica e laboratori pratici, il corso si propone di creare le competenze della nuova figura del professionista europeo di finanza d’impresa permettendo inoltre di ottenere la dichiarazione degli apprendimenti ai sensi delle normative europee in tema di qualifiche professionali. Durante la parte teorica, verranno illustrate le domande di finanziamento secondo il nuovo strumento «Sme instrument» all’interno del programma tematico Horizon 2020, le condizioni di ac- cesso ai finanziamenti, le principali tecniche di stesura del proposta di progetto; durante il laboratorio pratico, invece, verranno più concretamente predisposte le domande di finanziamento su fondi europei aventi come beneficiari piccole e medie imprese prevedendo una serie di simulazioni sulle modalità di risposta a bandi europei e nazionali di finanziamento alle pmi. Per iscriversi e per avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.formazione.ipsoa.it. internazionale e la formazione erogata in tema di sicurezza è valida anche come aggiornamento rssp/ aspp multiateco fino a 24 ore. Per iscriversi e per avere ulteriori informazioni, consultare il sito internet: www.istum.it. Scadono il 6 aprile i termini per iscriversi al master in Sistemi di gestione integrati qualità, ambiente, energia e sicurezza organizzato da Istum nelle sedi di Milano, Roma, Entro l’11 aprile è possibile iscriversi al corso di alta formazione in Quality assurance & Gmp compliance organizzato da Quality assurance academy nelle sedi di Milano, Roma e Napoli. Il corso, che si terrà dal 15 aprile al 14 maggio 2016, intende formare la figura tecnica del quality assurance che, data la natura articolata della sua attività, è tra le professioni più richieste nel mondo farmaceutico. Si tratta, infatti, di una figura aziendale trasversale, chiamata a coordinare i servizi e le direzioni coinvolte nella produzione dei farmaci al fine di assicurare che i processi e l’organizzazione siano sempre efficienti, controllati e documentati nel rispetto delle norme di buona fabbricazione (Gmp). L’obiettivo del corso, anche grazie a esercitazioni pratiche rappresentative di processi reali che si possono presentare in ogni azienda farmaceutica, è quello di formare persone pronte ad un inserimento rapido al quality assurance di aziende farmaceutiche o biotech, percorrendo tutti i concetti chiave del lavoro nel quality assurance. Per iscriversi e avere maggiori informazioni, consultare il sito web: www.qaccademy.it. Padova, Firenze, Bari e Cagliari e co-organizzato con gli ordini degli ingegneri territoriali e con il provider Sudformazione. Il master, che si terrà dal 9 aprile al 9 luglio 2016, rappresenta un percorso formativo completo a livello nazionale per i riconoscimenti e titoli accreditati che lo caratterizzano (tra cui le nuovissime norme ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015 con conseguente rilascio dei titoli in riferimento alle stesse) nonché per le ampie possibilità di spendibilità lavorativa nel settore. All’interno del mater, sono inoltre inclusi i quattro corsi per «Lead auditor 40 ore» (auditor interno ed esterno) qualità, ambiente, sicurezza ed energia riconosciuti a livello Domenica 27 Marzo 2016 L’ I N C H I E S T A 45 Le opportunità offerte da un settore che contribuisce con il 10,3% al Pil nazionale Il turismo fa spazio ai giovani Il 46% dei profili ricercati tra neodiplomati e neolaureati DI Pagina a cura EMANUELA LANCIANESE oggi la contribuzione del turismo alberghiero vale 16,6 miliardi di Euro, cui si aggiungono gli 1,2 miliardi di euro generati dagli alloggi privati gestiti in maniera imprenditoriale e dai b&b registrati. Complessivamente il contributo del turismo al Pil italiano è importante e vale circa il 10,3% del totale. Ma questa percentuale potrebbe essere di gran lunga maggiore. Basti pensare al valore rappresentato dai 51 siti italiani patrimonio dell’Unesco, dalla nostra cultura culinaria e di accoglienza e dal traino che riveste per l’occupazione giovanile (i giovani sono oltre il 50% delle risorse impiegate. Tra le assunzioni programmate nel 2016 il 46,9% dei profili ricercati è adatto a un giovane appena uscito dal sistema formativo). L’industria dei viaggi, con agenti e tour operator, l’alberghiero e la ristorazione, per un totale di 565.581 aziende registrate, offre sempre numerose e interessanti opportunità. A Di queste aziende registrate tuttavia solo 198 mila hanno del personale alle dipendenze, una cifra che vale il 13% di tutte le imprese italiane extra-agricole con dipendenti. La maggior parte (163 mila unità) opera nella ristorazione, mentre 35 mila si concentrano sulle attività del core business turistico. In generale prevalgono le piccole imprese: il 90% ha infatti meno di 10 dipendenti. Sulla base delle indicazioni, divise per comparto e numero di occupati, fornite dall’indagine Excelsior di Unioncamere all’interno del salone Fare Turismo, si stima che i lavoratori dipendenti delle imprese turistiche siano stati, a fine 2014, poco più di 877 mila, pari al 7,7% del totale nazionale (considerando esclusivamente i dipendenti dell’industria e dei servizi e escludendo l’agricoltura e il settore pubblico). Di questi, circa 210 mila lavorano nelle attività core business, mentre quasi 667 mila operano nella ristorazione e nei pubblici esercizi. Ma i dati cambiano se consideriamo l’offerta ricettiva rappresentata oltre che dai bed and breakfast, dalle camere, stanze o appartamenti disponibili tramite i portali. E se si considerano anche quelle attività ricettive non registrate, che appartengono al settore dell’economia «informale», le cifre spesso subiscono delle oscillazioni considerevoli. Un calcolo lo ha effettuato Res Joint Venture Partner in Italia di Str Global, sulla base dei dati Istat rielaborati alla luce dei numeri che emergono estraendo i dati dai portali Homeaway, Homelidays, Flipkey e Wimdu, Housetrip, Onlyapartments, Sunny rentals. A fronte di 33.290 alberghi, 125.122 esercizi extralberghieri e 117.749 tra alloggi in affitto, b&b e agriturismi, in Italia ci sono 177.865 tra case, appartamenti ville e stanze, private o condivise, disponibili sul portale Airbnb; 95.346 inserzioni presenti su Homeaway seguite dalle 94.449 contenute su Homelidays, dalle 41.185 di Flipkey, le 38.931 di Wimdu per finire con le 24.694 di Housetrip, le 5.821 di Onlyapartments e le 3.414 di SunnyRentals. Queste sistemazioni presso le abitazioni private totalizzano 111,4 milioni di presenze (il totale è di 254 milioni), di cui solo 37,6 milioni sono effettivamente registrate. E quanto vale in cifre assolute di introiti/fatturato l’economia turistica degli alloggi privati non registrati? Le stime le ha fatte l’Incipit su dati Istat, Banca d’Italia e Federalberghi e viaggiano su un fatturato di 2,4 miliardi di euro. Il che significa una evasione di 112 milioni in termini di Iva (che per 1,6 miliardi di Euro viene versata oggi dagli alberghi mentre per 114 milioni di euro proviene da alloggi privati registrati), di 57 milioni di euro in meno in termini di imposta di soggiorno (che oggi vale 271 milioni di euro versati da alberghi e 29 milioni di euro versati da alloggi privati e b&b registrati), di 73 mila occupati in più che potrebbero essere impiegati in regola e di 763 milioni di euro di salari e stipendi che dovrebbero essere pagati regolarmente. © Riproduzione riservata Dal barman al sommelier, la selezione corre sul web Nuovi spazi professionali tra cultura e ambiente Non solo o non tanto chef ma anche e soprattutto accoglienza in sala, impiegati del back office e gestori della parte informatica, dei canali online e del web. Le 28 aziende che attualmente ricercano personale nel settore turistico alberghiero hanno stilato una lista di profili professionali molto variegata: si cercano esperti di ricevimento, animatori, assistenti bagnanti, bagnini, barman, bellboy, camerieri bar/sala, capi e segretari di ricevimento, chef de partie, chef de rang, commis cucina, commis sala, cuochi, direttore struttura ricettiva, governanti, hostess di sala, istruttori sportivi, macellai, maitre, pasticcieri, pizzaioli, portieri di notte, revenue manager, room division manager, sommelier. Dunque un monito che il mondo del lavoro turistico alberghiero, che si è appena riunito nel salone espositivo fare Turismo, lancia ai giovani iscritti agli istituti tecnici e agli Its alberghieri (in Italia ce ne sono solo sette ma il settore chiede al Governo di autorizzarne di più) oltre che ai laureati in Scienze turistiche e gastronomiche: non si può essere tutti Carlo Cracco e non è neanche auspicabile. Sono 150 le figure professionali di cui vanno a caccia aziende come Alpitour World / VOIhotels, Barceló Hotels & Resorts, Elite Club Vacanze, Hilton, Holiday Inn, Minerva Club Resort Golf & SPA, NH Hotels, Niquesa Hotels, Hotel Nord Nuova Roma, Planetaria Hotels, Renco, Roscioli Hotels, Royal Group Hotels & Resorts, Sheraton Parco de’ Medici Rome Hotel, Starwood Hotels & Resorts, TH Resorts, Hotel Valadier, Visconti Palace Hotel. Le modalità di reclutamento vanno dal Web a Linkedin, ai centri dell’impiego. Altre informazioni si possono reperire sul portale Professionioccupazione.isfol.it, che rimanda anche alle offerte del portale Click Lavoro. Infine Blastness, società di La Spezia con sede a Roma e Milano è alla ricerca di personale con high skill informatiche e competenze nel marketing online. Dai Revenue Manager che, spiega il vice presidente di Blasteness, Piergiorgio Schirru, definisce la strategia commerciale dell’hotel (in concerto con il general manager) e assume le decisioni relative ai prezzi e alla disponibilità, al Software Developer per la parte informatica, al Web marketing manager e Web designer. Nuove figure professionali crescono all’ombra del turismo culturale, ambientale e di scoperta. Per esempio la necessità di ampliare l’offerta facendo rete, apre un mondo di opportunità ai creatori dei network culturali e di start up, che sono in grado di offrire una esperienza emozionale unica al viaggiatore, promuovendo il territorio in una logica di sistema. Sul versante culturale e del turismo sostenibile, oltre ai percorsi religiosi in cui è possibile fare anche del volontariato, si può godere dell’ospitalità diffusa in borghi medievali, delle viste guidate da scrittori, degli itinerari emozionali nei musei e luoghi d’arte, degli incontri con un ospite misterioso. Ad esempio la Compagnia turismo e cultura di Torino (www.assoctc.it) propone New York con Fabio Geda, la Londra dei Sex Pistols e di Dickens in compagnia di Giuseppe Culicchia o la San Pietroburgo di Puškin, Gogol’, Dostoevskij, Tolstoj, assieme a Paolo Nori. Ma si può anche scegliere un’emozione: rabbia, gioia, estasi, amore, meraviglia, paura e seguire il tour che offre AppTripper (la app per smartphone, sviluppata dalla Fondazione ITs per i beni e le attività culturali di Vico Equense, che ha già dato lavoro a 60 giovani creatori e che sta espandendo la rete di collaboratori). Hostart (Milano) è il social network dei professionisti dell’ospitalità, dedicato all’incontro e alla relazione tra hotel, locali, ristoranti e le persone che lavorano all’interno di queste attività; Bed&Care (Roma) è il portale che si rivolge alle persone con disabilità, Swip (Milano), il servizio di Car renting peer to peer, mette in contatto chi possiede una macchina che resta inutilizzata per molti giorni dell’anno con chi ne ha bisogno. Il lavoro c’è anche per procacciatori di risorse finanziarie tramite il fundraising sui social media e per i curatori di immagine di circuiti turistici, ma anche più prosaicamente, avverte Flavia Coccia di Unioncamere, per spedizionieri ed esperti nella preparazione e conservazione dei cibi per la logistica del food. Tutte figure che puntano a comunicare: l’area, il sistema, il network, invece del prodotto o del marchio che devono avere competenze manageriali e formazione di livello superiore (universitaria e post universitaria) incluso l’ambito umanistico. Competenze trasversali Mentre all’estero le grandi catene alberghiere sono interessate ai Business development executive, ai Digital manager, ai Guest experience manager, ai Green manager o ai consulenti per il consumo energetico, in Italia si cercano ancora figure tradizionali come l’assistenza ai piani e personale per la reception. Una ricerca del Ciset sottolinea, in particolare, che per lavorare all’estero nel marketing occorre avere competenze maturate nel brand management, nella Crm Customer relationship management, nel Pricing, nella consumer behaviour analysis (studio socio-psicologico del consumatore e comportamento del consumatore), nei social media e nel bundling (commercializzare un pacchetto di prodotti). Nel Sales and business development sono fondamentali invece le esperienze maturate nel Demand planning e logistica (pianificazione della domanda), nel Sales forecasting (previsione delle vendite) e competenze trasversali di interculturalità, visione strategica e di insieme. In Italia gli hotel sono speso di piccole dimensioni e a gestione familiare, dimensioni troppo esigue per ricercare queste figure. Le assunzioni al 54% riguardano il personale suddiviso tra cucina, sala e accoglienza (all’estero la percentuale scende al 34%), il marketing e la comunicazione 11% e l’area commerciale (19% delle assunzioni). Comunque si rafforza l’attenzione per il digitale con lo sviluppo dei siti web e dei profili dei social media. Ancora lontana, invece, la realizzazione di database, per acquisire informazioni sulla clientela che è invece indispensabile per la sua fidelizzazione. Il ruolo della risorsa umana resta comunque centrale, occorre laurea e specializzazione, aggiornamento costante delle competenze, incluso quelle linguistiche specialmente l’arabo, il cinese e il russo, predisposizione nelle relazioni e allo stress e cultura dell’accoglienza. 46 Domenica 27 Marzo 2016 O P P O R T U N I TÀ Le opportunità di lavoro per i giovani declinate in un convegno dell’ordine di Milano Ingegneri specializzati cercansi Le aziende puntano sulle competenze multidisciplinari DI GABRIELE VENTURA l mercato chiede nuove specializzazioni ai giovani ingegneri. Dalla geofi sica e geologia per studiare il terreno, alle tecnologie di raffinazione, alle tecniche di produzione di energia in modo efficiente da fonti alternative quali biomasse o biocarburanti, fino alla tecnologia dell’informazione. Oggi, le opportunità di lavoro nelle grandi aziende sono infatti riservate ai professionisti tecnici con competenze multidisciplinari. È quanto è emerso, tra l’altro, nel corso di un seminario organizzato dall’Ordine degli ingegneri di Milano dal titolo «Professioni emergenti e nuove opportunità per giovani ingegneri», che si è svolto nei giorni scorsi a Milano. Durante l’evento hanno illustrato la loro s t r a t e g i a di recruiting I aziende come Abb, Enea, Eni, Trenitalia, Piaggio Aerospace e Aermatica, sottolineando le nuove tendenze e le evoluzioni professionali legate al mondo dell’ingegneria. Abb Italia, in particolare, conta in azienda ben 1.406 ingegneri e ogni settimana tiene assessment di selezione legati alle facoltà di ingegneria elettrica, meccanica, elettronica e gestionale. Le nuove competenze che ricerca l’azienda riguardano soprattutto la tecnologia dell’informazione, con importanza primaria alla conoscenza dell’inglese, dato che i due terzi della produzione di Abb Italia vengono esportati all’estero. Una volta entrato, il giovane ingegnere può accedere a diverse macro aree e dopo tre anni può la mobilità interna. Eni, invece, è collegata a 100 università in tutto il mondo e in Italia, in particolare, pesca i giovani talenti dai politecnici di Milano e Torino. Sono ricercati, visti gli investimenti della società, ingegneri che abbiano conoscenze in geofisica e geologia per lo studio del terreno, vista la necessità di costruire modelli geologici e di giacimento. La perforazione, in particolare, è l’attività che assorbe maggiori risorse per Eni, ovvero il 40% del budget destinato alla ricerca. Di questi, il 20% delle risorse serve per incrementare l’efficienza e il 50% per la sicurezza dei giacimenti. In particolare, sarà importante per il futuro lo sviluppo dei controlli remoti delle attività per collegare i siti con centri di eccellenza. Per quanto riguarda le specializzazioni più richieste, inoltre, Eni punta sulla comunicazione, sull’automazione e sull’efficienza energetica, che saranno temi centrali per tutto il mondo industriale. È necessario, oggi, per l’azienda, ricercare materiali innovativi per la produzione di energie da fonti alternative, e in parti- colare da materiali biologici e biodegradabili, incrementando l’efficienza. Piaggio Aerospace, invece, dal 2012 al 2016 ha ristrutturato l’engineering portando il numero di risorse da 186 (13% del totale) a 220 (18%), sviluppando il know how e puntando su nuovi skill e attitudini. In particolare, è cresciuta significativamente l’area avionica & sistemi di missioni (+70% in termini assoluti) che include l’area dei sistemi di controllo velivolo, che ha registrato la crescita maggiore. Oggi, quest’area occupa il 30% del settore engineering di Piaggio Aerospace. Il system engineer è una figura chiave per l’azienda all’interno del team di progetto. A lui spetta infatti il compito di supportare il capo progetto e il program manager coordinando tutte le attività specialistiche attraverso la definizione delle attività necessarie a eseguire il progetto, minimizzando i rischi. Le qualità speciali del system engineer sono quelle di validare e verificare l’implementazione dei requisiti. In particolare la validazione, nelle fasi iniziali del progetto richiede la creazione di un ambiente virtuale di analisi: il system engineer si cura quindi di modellare tutti gli elementi della catena (velivolo, sistema, equipaggiamento) e di verificare i modelli stessi, spesso con test dedicati. Infine, forte attenzione in Piaggio Aerospace è rivolta alla figura del product green fielding engineering. Si tratta di una competenza professionale addetta alla quantificazione del bilancio energetico a vita intera di un prodotto o di un sistema, vale a dire l’energia utilizzata per lo sviluppo, produzione, utilizzo, dismissione e smaltimento. Creando, quindi, una sorta di «passaporto energetico» che oggi ancora è poco utilizzato e non è imposto dalla normativa in termini di soglie quantitative di idoneità. Strumenti di lavoro Autore - a cura di Enri Enrico Cerni Titolo - LE ACADEMY AZIENDALI - Cultura, competenza e formazione in azienda Casa editrice - FrancoAngeli Editore, 2016, pagg. 126 Prezzo - Euro 16 Argomento - Il testo propone una riflessione approfondita sulle Academy aziendali sulla base di esperienze di formazione fatte in aziende del Nordest di Italia dalla Niuko Innovation & Knowledge, ex Cuoa Impresa, società di formazione collegata alla Confindustria veneta. Gli autori presentano un modello di soluzioni organizzative e didattiche che può essere sperimentato anche in altre realtà. L’obiettivo dell’Academy aziendale è quello di creare ambienti di apprendimento attraverso processi di formazione e di auto-formazione, cui si aggiunge lo sviluppo delle competenze tecniche e trasversali. Nel libro vengono di frequente effettuati interessanti confronti con le Corporate university (Cu). In effetti, non è così semplice differenziate i due organismi, fermo restando che le Cu hanno un’ampiezza di intervento sul complesso dei collaboratori per favorire i processi di cambiamento in sintonia con gli obiettivi strategici, mentre le Academy sono maggiormente focalizzate su specifiche aree in trasformazione, con particolare attenzione al trasferimento di know-how tecnico professionale. Nel primo dei sei capitoli del libro si analizzano le trasformazioni avvenute nella formazione aziendale, mentre nel secondo si parla del modello Academy di Niuko. Il tema successivo è quello della conoscenza, quale elemento generatore di valore per le organizzazioni, seguito da tre esperienze concrete di aziende internazionali con filiali produttive in Veneto. Nel quinto capitolo si prospetta lo sviluppo delle Academy del futuro, mentre nell’ultimo si documenta lo stato dell’arte delle Corporate university e delle Academy. Autore - Luciano Bonucci Titolo - IL CORAG CORAGGIO DI OSARE - Leadership e cambiamento creativo Casa editrice - Guerini Next Editore, 2015 pagg. 189 Prezzo - Euro 20 Argomento - Il libro presenta le pratiche necessarie ai leader di oggi per sviluppare visione e pensiero creativo, due competenze fondamentali per guidare in modo efficace i processi di cambiamento, che è diventato sinonimo di nuova normalità. Fare previsioni è sempre più difficile, aumentano le complessità e l’incertezza, per questo i leader devono sviluppare capacità di pensiero e di problem solving di altissimo livello per reagire in modo rapido e originale al mutare del mercato, guidando i collaboratori a fare lo stesso. La creatività è il nuovo modo di pensare che consente di rispondere in modo puntuale ed appropriato alle sfide del mercato. Il volume propone il modello del Catch leader, acronimo che sta per Creative agent of transformation & change: un leader che, come suggerisce il termine inglese catch, in uno scenario in cui tutto è in movimento offre una presa, un appiglio sicuro, un punto di riferimento. Il coraggio di osare, titolo del libro, è una vera e propria cassetta degli attrezzi da usare senza dimenticare che possono esserci molti modi diversi di approcciare la leadership, la creatività e l’innovazione: l’importante è capire il proprio modo e allenarsi per interpretarlo. Infatti, la creatività è dentro di noi, ma occorre esercitarla, sapendo che ciò richiede un profondo mutamento nel proprio modo di essere e la capacità di suscitare analoga trasformazione nel modo di essere degli altri. I primi quattro capitoli del volume sviluppano i contenuti delle parole chiave dell’acronimo, mentre l’intero quinto capitolo presenta una serie di esercizi e il sesto contiene alcuni casi di esperienze concrete. Autori - Luca Conti e Cristiano Carriero Titolo - CONTENT MARKETING - Promuovere, sedurre e vendere con i contenuti Casa editrice - Ulrico Hoepli Editore, 2016, pagg. 305 Prezzo - Euro 24,90 Argomento - Questo volume sul content marketing ha la forma di un manuale agile, facile da assimilare, immediato nell’applicazione pratica sul campo. L’avvento del digitale ha cambiato le regole del gioco della comunicazione, ampliando il territorio delle persone coinvolte, influenzando i contenuti e le modalità di trasmissione. Rispetto alle strategie aziendali di comunicazione del passato, oggi un’impresa, capace di creare rapidamente contenuti efficaci, può condividere i suoi messaggi in tempo reale online con i network, superando largamente nei tempi la concorrenza che ancora non si è adeguata alla nuova metodologia. Di fronte a un pubblico sempre più smaliziato e informato, l’obiettivo di vendere di più si raggiunge creando contenuti online molto attrattivi, che presentino al meglio i prodotti e i servizi, in modo che appaiano sulla prima pagina dei risultati dei motori di ricerca. Tuttavia il content marketing non è più un tema che riguarda solo le aziende e i liberi professionisti che hanno un blog, ma può riguardare anche coloro che vogliano costruire la propria identità online. Nella realtà resta principalmente uno strumento per generare business, ma è bene conoscerne tutte le potenzialità. Il libro intende offrire un contributo ai professionisti del marketing e a coloro che intendano confrontarsi su questo tema. Lo sviluppo degli argomenti è molto segmentato per la facilitare l’apprendimento, per questo si contano 24 capitoli, mediamente di 10/15 pagine ciascuno, che comprendono tutti al termine l’indicazione di «Cinque cose che potete fare subito». a cura di Pietro Scardillo Domenica 27 Marzo 201 2016 PERCORSI 47 L’evoluzione tecnologica implica la richiesta di nuovi profili per essere più competitivi La pubblicità si sposta sul web Professionisti specializzati per annunci e campagne online Strategie di marketing nel piano formativo L’identikit Mansioni Competenze Settori in cui opera e prospettive Formula gli annunci pubblicitari online, traducendo i prodotti e i servizi degli inserzionisti in elenchi di parole chiave Capacità analitiche e strategiche di alto livello e passione per il lavoro di consulenza diretta ai clienti, sapere collaborare in team Lavora soprattutto nelle agenzie media e creative, nei motori di ricerca e nei siti internet Definisce l’impostazione strategica e analizza i dati del rendimento Occorre avere solide basi umanistiche o tecniche e abilità linguistiche, soprattutto un’ottima conoscenza dell’inglese Le prospettive sono buone in quanto la comunicazione online sta prendendo sempre più piede in Italia e nel mondo Pagina a cura ROBERT HASSAN campagne pubblicitarie. bbli it i IInfi fine, si occupa di incoraggiare gli inserzionisti a implementare le varie strategie di annunci orientate all’ottimizzazione del roi e di suggerire miglioramenti editoriali e strutturali che ottimizzino le campagne pubblicitarie. È un profilo che lavora soprattutto nelle agenzie media e creative, nei motori di ricerca e nei siti internet, e talvolta anche all’interno delle aziende più strutturate. Si tratta dunque di un ruolo che offre consulenza agli inserzionisti per svilupparne la strategia e che richiede capacità analitiche e strategiche di alto livello e grande motivazione per il lavoro di consulenza diretta ai clienti. Inoltre, questa figura professionale deve saper collaborare in team, in particolare con l’area sales and operations nel gestire il portafoglio clienti, al fine di ottimizzare il rendimen- DI e evoluzioni tecnologiche hanno implicato negli ultimi anni una richiesta di professionisti come veri fattori competitivi per un’azienda che vuole lavorare a tutto campo. Un esempio viene dai profili che formulano gli annunci pubblicitari online, traducendo i prodotti e i servizi degli inserzionisti in elenchi di parole chiave che assicurino la massima visibilità e resa della campagna pubblicitaria. Sono ruoli che si occupano essenzialmente di definire l’impostazione strategica e di analizzare i dati del rendimento. Le loro prospettive sono piuttosto buone in quanto la comunicazione on-line sta prendendo sempre più piede in Italia e nel mondo. Questa figura emergente deve avere generalmente solide basi umanistiche o tecniche e abilità linguistiche, soprattutto un’ottima conoscenza dell’inglese. Occorre avere inoltre ottime doti nella scrittura e nelle relazioni interpersonali, capacità di smaltire velocemente grossi volumi di lavoro, abilità nella risoluzione dei problemi e capacità di raggiungere livelli di produttività elevati. In tutto questo processo l’esperienza di questo ruolo è un elemento fondamentale per ottimizzare le scelte e identificare la strategia vincente. Il potenziale business che queste figure offrono all’area tradizionale di appartenenza è in crescita, anche per attirare nuove e più tradizionali tipologie di clienti dall’enorme mercato che il web presenta. Questo professionista è chiamato dunque a controllare la qualità editoriale, monitorare e analizzare i dati sul rendimento delle campagne di marketing, utilizzare le conoscenze approfondite dei siti web e dei prodotti dei clienti per sviluppare e ottimizzare i contenuti e la struttura delle L to t generale l delle d ll campagne pubblicitarie. Le campagne di search marketing richiedono un impegno costante di analisi, controllo e ottimizzazione. In molte aziende esiste un team di esperti dedicati a questa attività, quello dei search account manager, che insieme ai clienti mettono in atto la migliore strategia per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. C’è chi ad esempio vuole un cost per click più conveniente, chi invece una maggiore visibilità per le proprie campagne, chi invece il migliore Roi (Return of investment possibile). Riguardo la formulazione degli annunci pubblicitari online, generalmente sono molti i fattori da valutare per decidere quali sono le parole chiave più adatte per implementare le campagne di advertising on-line realmente efficaci. Innanzitutto, è essenziale identificare con chiarezza il Per completare la formazione dei profili che lavorano nella formulazione degli annunci pubblicitari online generalmente sono utili i corsi in web marketing. Su questo tema Galdus, ente di formazione, organizza corsi rivolti a imprenditori, a chi lavora nel settore marketing, comunicazione e vendite. Questi incontri formativi, strutturati su due livelli, intendono fornire tutti gli strumenti necessari per applicarli alle differenti situazioni e tipologie aziendali. Durante il corso di base verranno approfondite tematiche legate al marketing e strategie search engine optimization, all’analisi dei dati statistici web: misurazione e analisi del traffico sul sito aziendale, valutazione del grado di interesse e coinvolgimento del navigatore, analisi e valutazione dell’efficacia delle campagne advertising, nonché dell’indicizzazione e del posizionamento sui motori di ricerca. Per il livello avanzato invece si tratteranno argomenti come: il web media mix (integrazione tra social media e sito aziendale), social media e web reputation, analisi «professionale» dati statistici web: estrapolazione di dati significativi dall’analisi dei dati statistici e loro utilizzo per ottimizzare la performance del sito (provenienza utenti – motori di ricerca, chiavi di ricerca, siti; geolocalizzazione). Infine, il programma del corso prevede l’analisi del mercato di riferimento e della concorrenza; degli strumenti di misurazione del proprio sito e della concorrenza – benchmarking e report comparativi; dei social network e altri strumenti di comunicazione: forum, blog, newsletter, a seconda delle merceologia delle aziende presenti. Negli ultimi anni la figura del web marketing manager, insieme a quella dell’on-line manager, ha permesso al canale web di ritagliarsi una posizione di sempre maggiore importanza all’interno delle strutture commerciali e marketing delle aziende. Il fatturato e il market-share generati dal canale online stanno crescendo di anno in anno, arrivando a ricoprire percentuali interessanti sul fatturato globale dell’azienda. Questo trend rappresenta l’evoluzione del ruolo del web marketing manager che ha affiancato alla responsabilità di presenza dell’azienda nel mondo web quella del fatturato e market share per singoli segmenti di mercato. settore in cui opera l’investitore e chiarire gli obiettivi strategici che si vogliono raggiungere. Una volta effettuata questa identificazione, si stila STRATEGIE DI LAVORO Coppie di successo Per alcune persone il fatto di lavorare con il partner rappresenta una grande risorsa in quanto consente un confronto esterno alla vita privata nel quale possono emergere risorse nuove e arricchenti per la coppia. Il lavoro in comune, inoltre, può rappresentare un’occasione di rafforzata conoscenza del compagno/a, soprattutto per chi non conviva e non abbia la possibilità di condividere molti spazi privati. Le variabili che influenzano il successo del lavoro in coppia sono molteplici e si collegano al vissuto della propria individualità, al come una persona riesca a conciliare i problemi professionali con la gestione della quotidianità e, non ultimi, ad aspetti prettamente emotivi, quali, ad esempio, l’invidia o la gelosia. Un elemento importante per aumentare la probabilità che tale esperienza risulti positiva sarà il creare confini netti nell’ambito dell’attività lavorativa, al fine di mantenere separati ruoli e responsabilità. Un ulteriore tassello sarà rappresentato dal mantenimento di una buona comunicazione tra i partner, dall’interesse reciproco nei confronti dei risultati raggiunti e dal rispetto delle differenze individuali nell’affrontare, ad esempio, compiti e difficoltà. In effetti, la regola per eccellenza sarà lo scambiarsi frequentemente punti di vista e idee, «sfruttando» le capacità creative e le caratteristiche tecniche e trasversali del partner. Un lavoro svolto in coppia, per produrre risultati positivi, dovrà avere come base la sincerità, la condivisione di informazioni e il sostegno nel portare avanti i rispettivi impegni. In tale maniera, si ridurranno le possibilità di entrare in conflitto su temi lavorativi e non si temerà il giudizio dell’altro. Infine, un atteggiamento non sempre semplice da mostrare, ma fondamentale per la salvaguardia del rapporto, sarà il sapersi congratulare per il successo del partner, anche quando i propri risultati non si rivelino altrettanto brillanti. Angelo Boccato [email protected] un primo elenco di keyword utilizzabili. La maggior parte di queste parole chiave sono molto specifiche e legate al core business del cliente, altre invece possono essere più generiche. Il principale fattore di successo di una campagna di keyword advertising sta proprio nel bilanciare nella maniera ottimale il rapporto tra le prime, che presentano in genere un costo moderato e un forte tasso di conversione, e le seconde, più costose, ma di norma in grado di generare più elevati volumi di traffico e vendite sul sito del cliente. L’insieme di parole chiave che verranno utilizzate nella campagna pubblicitarie sarà quindi formato dal mix di keyword che meglio si presta al raggiungimento delle performance desiderate. Durante la campagna di advertising online è inoltre necessario monitorare costantemente il rendimento delle singole parole chiave, apportando, se necessario, alcune modifiche. Il vantaggio di queste campagne on-line, rispetto alla pubblicità offline, è di aggiustare il tiro mentre la campagna è in corso. 48 Domenica 27 Marzo 2016 AZIENDE I giovani più promettenti preparati a occupare ruoli dirigenziali Futuri manager in Bosch Per 280 neolaureati la formazione di Jmp Pagina a cura LAURA ROTA DI o s ch i n v e s t e n e i futuri manager: quest’anno il fornitore di tecnologie e servizi, presente in Italia dal 1904 e oggi sul territorio con quasi 5.800 collaboratori, 17 società e quattro centri di ricerca e che costituisce per il gruppo uno dei mercati più importanti nel mondo, prevede di inserire circa 280 persone nel programma per junior manager. A livello globale, è in corso una ricerca di laureati con voti superiori alla media, da inserire nel Junior managers program (Jmp) che, nei prossimi anni, li preparerà ad occupare ruoli manageriali. «I manager di domani», dichiara Christoph Kübel, membro del board e direttore delle relazioni industriali di Bosch, «devono essere ottimi navigatori per indicare la giusta rotta. Per questo prepariamo i nostri tirocinanti a guidare i collaboratori in un ambiente B lavorativo connesso a livello mondiale, a fornire loro orientamento e a lavorare insieme per raggiungere l’eccellenza». La maggior parte delle opportunità è in Germania (65) e in Cina (41). In Italia, tra assunzioni e stage, attualmente ci sono circa 40 posizioni aperte. Con 34 ricerche, l’azienda sta espandendo il proprio programma nel sud-est asiatico. Per la prima volta saranno aperte anche quattro candidature in Africa. «Stiamo cercando», aggiunge Kübel, «figure complete con abilità It, software e laureati in ingegneria ed economia». Il Jmp è un trampolino di lancio per la carriera: quattro dei membri dell’attuale board di Bosch sono stati tirocinanti. Le donne qualificate che si candidano hanno ottime possibilità di accedere al programma. Entro il 2020, il gruppo vuole infatti aumentare la quota femminile in posizioni ma- nageriali, portandola al 20%. Il Junior Managers Program da 30 anni prepara giovani talenti a ricoprire cariche manageriali. È caratterizzato da moduli di programma personalizzati sviluppati insieme ai partecipanti con un tutor manager senior. «Imparano a conoscere fin dall’inizio», spiega Kübel, «una cultura aziendale orientata ai valori e alla sostenibilità, invece di concentrarsi sul massimizzare i profitti nel breve termine». Nel Jmp i partecipanti cambiano diversi ruoli negli stabilimenti, divisioni e reparti, svolgendo progetti e compiti associati al lavoro di ogni giorno e hanno accesso alla formazione. L’obiettivo dei manager junior è arrivare a una funzione manageriale di un reparto otto anni dopo l’inserimento nel programma. I giovani hanno, quindi, un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Il Jmp offre diverse opportunità: ricerca e sviluppo, It, contabilità, logistica, vendite e acquisti, dura dai 18 ai 24 mesi e comprende un’esperienza all’estero. Al termine i tirocinanti, solitamente, occupano ruoli impegnativi. «Gli aspiranti manager hanno prospettive di carriera accattivanti», dichiara Stefan Asenkerschbaumer, vicepresidente del board di Bosch. «La combinazione di personalità e abilità professionali è la chiave per progredire sul lavoro. Chiunque sia interessato a una futura carriera dirigenziale nella nostra azienda dovrebbe essere in grado di motivare le persone, possedere una mentalità imprenditoriale e saper lavorare in team». Per candidarsi, collegarsi al sito http://www.bosch-career.it/ it/it/home_it/home.html. Il gruppo Tienneti cerca consulenti e promoter Le filiali Credem pronte a 150 inserimenti Nuove opportunità di lavoro a Roma con il gruppo Tienneti. L’azienda, specializzata nella produzione e commercializzazione nel settore infissi e climatizzatori, annuncia un piano di reclutamento di dieci consulenti alle vendite e promoter, con un’età minima di 25 anni, diploma di maturità, capacità organizzativa, passione, dinamismo, motivazione, buone doti relazionali e di problem solving, disponibilità full time e nei weekend. È previsto un percorso formativo che permetterà di essere subito operativi in un ambiente sereno e professionale. Le selezioni intendono potenziare e completare una struttura commerciale già consolidata a Roma, opportunità a disposizione con la mansione di standisti nei principali centri commerciali e supermercati della capitale. Tienneti intende entrare in contatto con collaboratori che sappiano gestire le trattative con i clienti. La collaborazione si svolgerà direttamente con l’azienda e prevede una retribuzione fissa giornaliera più un regime provvisionale: il piano di incentivazione sarà in grado di premiare il raggiungimento di obiettivi prefissati. Gli interessati possono inviare il loro curriculum, con foto e autorizzazione al trattamento dei dati personali ai sensi del dlgs 196 del 30 giugno 2003, all’indirizzo mail info@tienneti. it. Superata la fase di colloquio, gli inserimenti saranno immediati, con sedi di lavoro esclusivamente a Roma e provincia. L’azienda è in sviluppo, in questi anni di crisi è riuscita a eludere eventi e ad investire in persone e tecnologie, arrivando nel 2014 alla realizzazione del sogno di produrre qualcosa di proprio, finestre in pvc, un prodotto interamente italiano. Per ogni informazione è possibile visitare il sito www. tienneti.it e, nello specifico, consultare la sezione lavora con noi. Saranno fino a 150 i giovani che Credem, tra i principali gruppi bancari italiani, inserirà entro fine 2016, in aumento di circa 50 unità rispetto a quanto già annunciato lo scorso settembre. Si conferma così la strategia di crescita della banca, di cui l’investimento sulle persone rappresenta uno dei capisaldi. Il gruppo, infatti, ha chiuso il 2015 con un incremento dell’organico del 2,2%. Come riconoscimento dell’attenzione che dedica al personale, il gruppo ha recentemente ottenuto la certificazione Top Employers, riconosciuta alle imprese che raggiungono i più elevati standard nelle condizioni di lavoro dei dipendenti, assegnata in Italia a 66 aziende, di cui cinque banche. «Siamo convinti», dichiara Francesco Reggiani, direttore hr di Credem, «che investire sulle persone e sui giovani sia la strategia vincente per primeggiare in un contesto particolarmente complesso. Il nostro obiettivo è offrire a chi lavora con noi la possibilità di operare in un ambiente dinamico e orientato al gioco di squadra, all’interno di un’organizzazione che è da anni ai vertici del sistema bancario per solidità patrimoniale e soddisfazione della clientela. In particolare, vogliamo continuare ad attuare pratiche di eccellenza per valorizzare il merito, offrendo costanti opportunità di sviluppo delle competenze e strumenti all’avanguardia per la gestione, lo sviluppo del personale e delle sue competenze tecniche e manageriali». Nel 2016, inoltre, saranno potenziati gli investimenti in formazione e valorizzazione delle risorse umane, il programma di welfare aziendale, con iniziative a sostegno del reddito, della salute e della maternità, la valorizzazione della seniority (over 50) e delle donne in azienda e l’attivazione del remote working. Candidarsi al sito www.credem.it, lavora con noi. NEWS VueTel Italia, secondo operatore internazionale italiano in telecomunicazioni, operante nei servizi wholesale voce e dati, cerca per la sede di Roma account executive per servizi voce laureato in economia, business development executive (data) con laurea in economia o in ingegneria gestionale, entrambi con buona conoscenza dell’inglese, e trade analyst laureato in statistica o matematica. Curriculum a www.vuetelitalia.it, lavora con noi. Vueling, compagnia low cost spagnola, organizza un open day a Catania il 31 marzo per la selezione di nuovi assistenti di volo. Gli interessati, con età minima 18 anni, diploma, conoscenza della lingua inglese e buona comprensione dello spagnolo, ottime doti relazionali e comunicative, permesso di lavoro valido in Ue, nessun tatuaggio o piercing visibile, dovranno mandare un’e-mail a [email protected]. Jimmy Choo, brand del settore retail del lusso, ricerca nuove figure con conoscenza della lingua inglese e dei principali strumenti informatici ed esperienza: uno store manager e un sales assistant good seller man shoes and bags a Milano, uno stock controller per Roma e un ingegnere gestionale a Firenze. Candidarsi al sito http://row.jimmychoo. com/on/demandware. store/Sites-jchrow-Site/ en/Default-Start, careers. Idea Bellezza, catena di profumerie, cerca beauty consultant comparto tricologico a Pescara, Giulianova, Ortona, Chieti, Sulmona e Teramo; addetti alla vendita nelle stesse sedi e a Napoli e appartenenti alle categorie protette a Salerno e Benevento; responsabile della logistica a Nola (Na); promoter a Napoli, Salerno, Benevento, Avellino, Sorrento, Piano di Sorrento, Pompei e Giugliano. Offre inoltre stage. www.ideabellezza. it, lavora con noi. Club Animazione, con sede operativa a Casoria (Na) specializzata nell’animazione e nei servizi turistici, seleziona 500 giovani di età non inferiore ai 18 anni per la stagione estiva, disponibili a lavorare almeno in luglio e agosto, tra cui animatori di contatto e mini club, ballerini, coreografi, capi villaggio, istruttori sportivi e altre figure. Candidature al sito www. clubanimazione.it, lavora con noi. I L P R O F E S S I O N I STA Domenica Dom Do menica i a2 27 7 Ma M Marzo rzoo 20 2 2016 1 Cesare Cesa Bianchi, a capoo d del el Collegio Collegio na nazionale azionale d delle elle gguide ui d e a alpine lpine iitaliane taliane d dal al 20 2012 012 Quando la montagna chiama Avere la fortuna di fare un professione rara porta alla consapevolezza di dover sempre fare il massimo per valorizzare ogni minimo dettaglio DI BEATRICE MIGLIORINI criveva William Blake: «Quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono». Cose talmente grandi, alle volte, che possono fare sì che una grande passione per la matematica passi in secondo piano di fronte alla necessità primordiale di stare all’aria aperta, il più possibile a contatto con le montagne. Ne sa qualcosa Cesare Cesa Bianchi, presidente del Collegio nazionale delle guide alpine italiane dal 2012, classe 1950, milanese nell’anima, cresciuto tra i numeri e le montagne, tanto da laurearsi in matematica e poi scegliere di continua a lavorare a contatto con la natura. «Il legame con la montagna ha origine fin dalla mia infanzia e col tempo, non ha fatto altro che consolidarsi, fino al punto in cui terminati gli studi», ha raccontato a ItaliaOggi Sette Cesa Bianchi, «ho scelto di proseguire la mia attività come maestro di sci prima e come guida alpina in un secondo momento». Cesa Bianchi, però, nasce e cresce a Milano ed ecco, quindi, la necessità di trovare una soluzione per unire l’utile al dilettevole. «Quando ho iniziato a gettare le basi per la mi attività ho scelto di andare controcorrente rispetto all’attività tipica delle guide alpine che tendenzialmente aspettano i loro clienti direttamente nella località dell’escursione. Facendo base a Milano questo non era possibile», ha raccontato il numero del Collegio nazionale, «e da questa consapevolezza è nata l’idea di lavorare sul territorio da cui provenivo andando a cercare un cliente dopo l’altro e offrendo, come valore aggiunto, un accompagnamento completo. Si parte dalla città prima della vacanze e si arriva alla meta insieme». Ed è proprio questo uno degli aspetti che Cesa Bianchi apprezza di più del proprio lavoro e che, nonostante le difficoltà anche fisiche, lo ha sempre portato a non abbandonare mai la propria strada. L’emozione che si prova nel sapere che quando si è guida alpina si ha nelle mani la vita degli altri, ma che anche le persone con cui si intraprendere un percorso possono avere nelle mani la tua è qualcosa a cui è difficile rinunciare. Non è un caso, quindi, che nella vita professionale delle guide alpine la formazione rivesta un ruolo centrale, tanto da essere anche il punto di partenza dell’impegno per la categoria di Cesa Bianchi. «Subito dopo essere divenuto guida alpina ho scelto, a mia volta, di dedicarmi alla formazione S di coloro che ambivano a fare questo mestiere. Una scelta che ancora oggi, se alla base c’è una forte passione, consiglierei a qualsiasi ragazzo. Quello della guida alpina, infatti, è un mestiere che offre buone opportunità di lavoro. Alla base, però, ci deve essere tanta determinazione, tanta testardaggine e spirito di sacrificio vista e considerata anche la grande componente fisica che deve essere sostenuta». Una realtà quella delle guide, che in Italia, comprese le guide vulcanologiche e quelle di media montagna, non conta più di 1.500 unità ma che si contraddistingue per la forte compattezza. «Le guide alpine sono tra le poche categorie al mondo che hanno la fortuna di avere una formazione comune», ha raccontato Cesa Bianchi, «e questa è una garanzia per tutti coloro che scelgono di usufruire delle nostre prestazioni professionali. Allo stesso modo poi, è una grande opportunità per tutti i colleghi che sanno di poter vedere riconosciuto il loro valore anche a livello internazionale». Ed è proprio partendo da questa consapevolezza che è stato fissato l’obiettivo della presidenza di Cesa Bianchi. «È necessario che sia fatto ordine nel settore delle attività di montagna professionistiche. L’attuale poca chiarezza nel settore fa sì che tutta la categoria ne risenta anche a livello qualitativo. Senza contare, poi, che il livello della sicurezza è il primo ad abbassarsi». Presidenza a parte, però, tra i sogni del cassetto del numero uno delle guide alpine italiane c’è quello di creare una vera e propria cultura della montagna. «È necessario che le persone capiscano che la montagna non può essere affrontata senza preparazione e conoscenza. E in questa ottica noi siamo chiamati a svolgere un ruolo chiave, così come altri nostri colleghi sta già facendo all’estero. Il turismo montano deve continuare a svilupparsi», ha concluso Cesa Bianchi, «ma con la fattiva collaborazione dei professionisti del settore». Chi è Cesare Cesa Bianchi • Viaggiatore per passione e per professione, tra i luoghi che porta nel cuore il monte Manaslu in Nepal • Tra i vantaggi del contatto con la natura c’è anche quello di poter vedere da vicino le aquile • Lettore eclettico, il poco tempo a disposizione non gli impedisce di dedicarsi ai libri di storia • Amante del cibo e della buona tavola, da italiano genuino ha una predilezione per tutti i tipi di pasta • La Tv è un buon sonnifero, ma quando si tratta dell’opera di Verdi il cuore batte più forte NOME Cesare Cesa Bianchi NATO A Milano IL 2 luglio 1950 PROFESSIONE Laureato in matematica nel 1978, decide fin da su- bito di dedicarsi alla montagna, facendone una professione. Guida alpina dal 1980 e guida alpina istruttore dal 1983, è stato presidente della Commissione tecnica nazionale del Collegio nazionale Guide alpine italiane dal 1985 al 2000. Da sempre legato alla categoria, mentre ricopriva la carica di vicepresidente dell’Uiagm tra il 2012 e il 2014, diviene presidente del Collegio nazionale. Nonostante gli impegni, continua a svolgere l’attività di guida a tempo pieno organizzando e realizzando i programmi con la Mountain Kingdom 49 50 Domenica 27 Marzo 2016 P RO F E S S I O N I S T I I N C R E S C I TA Bordogna entra in Cathay Pacific airways Daniele Bordogna assume l’incarico di sales & marketing manager Italia di Cathay Pacific Airways. Milanese, classe 1973, dopo gli studi universitari in Italia e negli Stati Uniti, inizia la sua esperienza professionale in importanti tour operator italiani. Successivamente decide di ampliare le sue competenze all’interno di alcune tra le più importanti compagnie aeree italiane e internazio- Tre nuovi consiglieri nel comitato Leonardo Tre nuovi consiglieri nel Comitato Leonardo. L’assemblea dei soci ha infatti approvato la nomina di Mauro Moretti, a.d. e direttore generale di Finmeccanica, Alessandro Castellano, a.d. di Sace e Andrea Tessitore, co-fondatore e a.d. di Italia Independent Group a membri del consiglio direttivo, l’organo esecutivo dell’Associazione. Oltre alle nomine dei nuovi consiglieri, sono stati cooptati nel Comitato due realtà aziendali leader nei rispettivi settori di appartenenza: nali. Nel 2007 approda in Cathay Pacific Airways come sales executive fino al 2011, quando assume la carica di client nanager presso Finnair, compagnia di bandiera finlandese con una sviluppata rete di collegamenti con l’Asia. In seguito approda in easyJet dove ricopre la posizione di sales executive, dal 2012 al 2015, e poi di head of sales Italia fino ai primi mesi del 2016. Paolo Castelli SpA (arredo) e Conad (grande distribuzione), che saranno rappresentate nel Comitato rispettivamente dall’a.d. Paolo Castelli e dall’a.d. e direttore generale Francesco Pugliese. Paolo Castelli e Conad si aggiungono ai numerosi imprenditori e personalità del mondo dell’arte, della cultura e della scienza già associati al Comitato. Laura Pagani head of sales di Tradelab per l’Italia Tradelab rafforza il team italiano annunciando la nomina di Laura Edlmann managing partner Ashurst Italia Ashurst annuncia che il socio Stephen Edlmann è stato nominato managing partner per l’Italia. Edlmann, stimato esperto nei settori del debt e dell’equity capital markets, prima di spostarsi in Italia ha operato nel securities and derivatives group della sede di Londra e ha svolto un ruolo di primo piano nella strutturazione e sviPagani in qualità di head of sales per il mercato italiano. In precedenza sales manager North Italy in 4W MarketPlace, la manager affiancherà Gaetano Polignano, country manager, mettendo al servizio della piattaforma programmatica indipendente i suoi 15 anni di esperienza in società di primo piano del settore come Populis, Rcs, Msn e Tiscali. L’obiettivo di questa nomina sarà guidare la squadra di sales nell’acquisizione di nuovi clienti, contribuendo all’ideazione di nuove strategie commerciali e allo sviluppo dell’approccio consulenziale dell’azienda. Il vostro salva-patrimoni COVER STORY GREEN, ETICO, SOSTENIBILE… MA QUANTO RENDONO? Questi strumenti hanno performance in linea con gli altri fondi, ma nelle fasi di crisi difendono meglio il portafoglio. Ecco come funzionano e su cosa investono Il patrimonio è qualsiasi cosa abbia per voi un valore inestimabile: una casa, il futuro di un figlio, un quadro, un libro, un’idea. Patrimoni è il primo mensile italiano creato appositamente per aiutarvi a far crescere qualsiasi patrimonio, anche il più piccolo, con la consulenza di autorevoli esperti, rubriche esclusive dedicate ai finanziamenti personali, al credito al consumo, a nuove forme di investimento. Il bassotto l’aveva scelto Bonaventura come custode dei suoi infiniti tesori, l’ha scelto anche Patrimoni perché questo è quello che vuole fare per voi. Leggerlo vi arricchirà. IN EDICOLA CON luppo dei team di Debt capital markets a Londra ed Hong Kong, con particolare riferimento al recruitment di nuovi partner e professionisti a vari livelli. Ha precedentemente ricoperto il ruolo di partner in Linklaters per 24 anni nonché il ruolo di head of international finance per cinque anni e co-head of Equity capital markets per dieci anni. Andrea Bastoni direttore generale di Paglieri È forte di un’esperienza internazionale ventennale nel largo consumo Andrea Bastoni, nuovo direttore generale di Paglieri S.p.A., a cui l’omonima famiglia, proprietaria del 100% dell’azienda di Alessandria, ha deciso di affidare i piani di crescita e di sviluppo in Italia ed all’estero, a cominciare proprio dall’anno del suo 140° anniversario. E non è solo Bastoni l’unico talent che ha deciso di scommettere sulle ambiziose sfide di Paglieri: di recente insediamento troviamo anche Daniele Del Fiol, nuovo P RO F E S S I O N I S T I I N C R E S C I TA Responsabile Tecnico con una forte vocazione per l’innovazione. Andrea Bastoni - 46 anni, mantovano, laureato in Economia Aziendale presso l’Università Luigi Bocconi di Milano, ha ricoperto incarichi in diverse Società, di cui tre affiliate del Gruppo Henkel, passando dall’Italia alla Grecia e, successivamente, alla Spagna, dove ha concluso la propria carriera all’interno del colosso tedesco con il ruolo di General Manager Laundry&Home Care di Henkel Iberica SA. Manager poliglotta - oltre alla madrelingua, parla perfettamente inglese, spagnolo e francese - multiculturale e multidisciplinare, ha dimostrato di saper raggiungere risultati importanti anche in situazioni di mercato complesse e diversificate. Daniele Del Fiol - 40 anni, milanese, laurea in Chimica organica all’Università di Pavia, ha all’attivo oltre dieci anni di Ricerca&Sviluppo a livello globale nel settore dei prodotti per la pulizia della casa di Unilever - esperienza durante la quale «ha portato a scaffale» oltre 30 nuovi prodotti. A completare il suo profilo manageriale, un periodo de- Stefano Merlino sales manager di Ism Stefano Merlino è stato nominato sales manager di Ism (Integrated security management), azienda milanese specializzata nella realizzazione e gestione di sistemi di sicurezza. Torinese, nato nel 1974, prima dell’arrivo in Ism ha maturato una significativa esperienza in aziende come Dot System e STC, dove è stato responsabile commerciale, e dicato all’innovazione dei prodotti Unilever in chiave di packaging in qualità di platform manager. Fiore all’occhiello di Del Fiol anche l’aver fatto parte della squadra che nel periodo 2008-2012 ha portato Unilever alla creazione di 4 nuovi brevetti nell’area della detergenza. Raimondo Massimo Cogotti cresce nel gruppo Gabetti Raimondo Massimo Cogotti è il nuovo direttore Office Italia all’interno della divisione Agency corporate di Gabetti. Cogotti si occuperà a livello nazionale di coordinare le attività Ase, dove ha ricoperto il ruolo di responsabile acquisti. Ism – Integrated security management è una realtà imprenditoriale con forte know-how nel settore della sicurezza e della localizzazione satellitare, con una forte specializzazione nei settori della logistica e dei trasporti, sia per quanto riguarda i mezzi che gli impianti fissi. sulla commercializzazione in locazione e vendita di immobili a uso terziario. La sua esperienza internazionale permetterà di offrire ai clienti del Gruppo, sia proprietari che end-user, un forte contributo nell’individuazione del miglior prodotto, in armonia con i nuovi dettami dello smart working e del workplace. Cogotti lavora nel settore immobiliare corporate dal 1991. Prima di approdare in Gabetti, ha ricoperto la carica di responsabile Global client services Italia in Cbre, e ha lavorato per oltre 20 anni in JLL in Francia, diventando poi a Milano il responsabile Tenant representation e quindi Corporate solutions business Domenica 27 Marzo 2016 Do 51 development della società. Sempre In Francia, Cogotti ha conseguito nel 1990 un master in pianificazione urbanistica e territoriale presso l’Università Jean Moulin Lyon III, con una tesi sul mercato Prime office nella Central business district area di Londra. Monaco responsabile sistemi informativi di Probios Gino Monaco è il nuovo responsabile Sistemi Informativi di Probios, azienda leader in Italia nella distribuzione di prodotti biologici vegetariani e per intolleranze alimentari, Nel suo nuovo ruolo, Gino Monaco avrà la responsabilità di tutte le fasi di sviluppo del sistema informativo Probios, realizzando nuove soluzioni e supportando il processo di innovazione dell’azienda. Negli ultimi anni 10 anni Gino Monaco, ingegnere informatico con Master in «ICT Governance e IT Service Management», ha diretto i reparti IT di importanti aziende del settore servizi, della distribuzione e del settore delle costruzioni. Ha partecipato in qualità di capo progetto alla realizzazione e allo sviluppo di applicazioni all’interno di avanzati progetti di ricerca europei ed è stato responsabile di Business unit e direttore del project office in varie aziende ICT. È socio fondatore e membro del consiglio direttivo della JIA (Java Italian Association), membro del Pmi (Project management institute), dell’Assirep (Associazione professionale dei responsabili di progetto) e del Club dei dirigenti delle tecnologie dell’informazione. IL NUOVO CODICE DELLA STRADA t*MSFBUPEJPNJDJEJPTUSBEBMF t*MEJWJFUPEJGVNBSFJOBVUP t*MSJUPSOPEFMMBMFUUFSBEJWFUUVSB t*MOVPWPFTBNFQFSMBQBUFOUF t2VBOEPMBVUPEFOVODJBDPOWJFOF t$PNFEJGFOEFSTJEBMMFTBO[JPOJ CON IL TESTO AGGIORNATO DEL CODICE DELLA STRADA IN EDICOLA CON Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com 52 Domenica 27 Marzo 2016 PROFESSIONISTI IN CRESCITA Poker di studi per l’acquisto di via Tortona 37 a Milano da parte del fondo Neif II Neif II Fund (Next Estate Income Fund II), fondo paneuropeo di diritto lussemburghese gestito da Bnp Paribas Real Estate Investment Mana- Paolo Rulli gement, ha annunciato l’acquisto del complesso di via Tortona 37, a Milano, di proprietà della famiglia Toffano Pagnan. Il fondo è stato assistito, per gli aspetti legali dallo studio Clifford Chance con un team composto dal socio Paolo Rulli e dal senior associate Ivana Magistrelli, per gli aspetti di diritto tributario dallo studio Pirola Pennuto Zei & associati con un team composto dal socio Francesco Mantegazza e dal senior consultant Giovanni Giudici. La famiglia Toffano Pagnan, venditore del complesso, è stata assistita, per gli aspetti legali, da Paolo Marra, socio dello Studio Hi.lex - avvocati associati e, per gli aspetti di diritto tributario, da Antonio Guarnieri socio dello Studio Cortellazzo & Soatto di Padova. Gop assiste Ge Capital Interbanca nel ricorso al Tar Lazio Il partner Antonio Lirosi e il counsel Marco Martinelli del dipartimento di diritto amministrativo dello studio legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & partners, coadiuvati dal founding partner Giuseppe Iannoc- Belluzzo & partners sbarca a Singapore Belluzzo & partners, studio di commercialisti e avvocati con uffici a Milano, Verona e Londra, apre una nuova sede a Singapore e ha organizzato, il 24 marzo scorso, un workshop sull’attrattività del mercato italiano e le potenzialità che l’Italia presenta agli imprenditori e agli investitori attivi nel Far East. All’incontro hanno partecipato, tra l’altro, i rappresentanti dell’Ambasciata italiana, della Camera di Commercio italiana a Singapore e della Singapore Manufacturing Federation. «Il Far East è l’area più strategica nel processo di globalizzazione delle imprese europee, così come l’Italia torna a rappresentare uno dei paesi di maggiore appeal per molti investitori internazionali», commenta Luigi Belluzzo (nella foto), managing partner dello studio. La nuova struttura professionale metterà a disposizione di imprenditori e uomini d’affari italiani e internazionali un team di professionisti dotati di specifiche competenze e in grado di affiancare le imprese e di supportarle sia nella fase di start-up che nello sviluppo delle attività sui mercati. Il nuovo team professionale sarà guidato da Malcom Lim (Tan & Lim e Belluzzo & Partners). L’attività sarà concentrata anche sulla clientela private, con particolare attenzione agli investimenti in Europa, Regno Unito e Italia soprattutto. interventi ambientali sui siti d’interesse nazionale di Torviscosa, Brescia e Colleferro. Nell’accogliere il ricorso, comunica lo studio, il Tar Lazio ha riconosciuto l’illegittimità del provvedimento impugnato sotto diversi profili attinenti al difetto dei suoi presupposti sia soggettivi che oggettivi. Cristiano Tommasi lead managers mentre Kbc Bank nv e Skandinaviska Enskilda Banken AB (publ) in qualità di co-lead managers. Il team di Allen & Overy che ha assistito Unicredit è composto dai partner Cristiano Tommasi e Craig Byrne, coadiuvati dalla senior associate Alessandra Pala e dall’associate Alessandro Laurito. Gli aspetti fiscali dell’operazione sono stati curati dal partner Francesco Bonichi coadiuvato dal senior associate Michele Milanese. Gattai Minoli Agostinelli & partners con Cir nell’accordo con F2i per l’acquisto di Kos Allen & Overy con UniCredit per un bond da 1 miliardo di euro Antonio Lirosi cone dello studio legale Iannaccone, hanno assistito Ge Capital Interbanca spa nel ricorso al Tar Lazio per l’annullamento del provvedimento del ministero dell’ambiente, adottato ai sensi dell’art. 305 del Codice dell’ambiente, che, nell’ambito della vicenda Caffaro-Snia, l’aveva intimata, assieme ad altre società, a effettuare immediati Allen & Overy ha assistito Unicredit spa nell’emissione di un bond senior a tasso fisso con valore nominale pari a un miliardo di euro. L’emissione, documentata ai sensi del programma emtn di Unicredit, è destinata alla quotazione sul mercato regolamentato dalla Borsa del Lussemburgo. Banco Santander sa, Citigroup Global Markets Limited, Jp Morgan Securities plc, Société Générale e UniCredit Bank ag hanno agito in qualità di joint Domani in ufficio, macchina o motorino? Gerardo Gabrielli Lo studio Gattai Minoli Agostinelli & partners ha assistito Cir – Compa- Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected] Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209) Direttore Marino Longoni (02-58219207) Redazione: Silvana Saturno (02-58219378) Roxy Tomasicchio (02-58219335) Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile) VE LO DICE classmeteo.it ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374. Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano con Bernago (Mi) Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 02-58219283. Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità - Via Burigozzo 8 - 20122 Milano - Tel. 02-58219521-2. Class Pubblicità SpA Direzione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522 Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1 Class Roma: Roma, Via C. Colombo 456 - tel. 06 69760855 Presidente: Angelo Sajeva. Vicepresidente: Gianalberto Zapponini. Vicedirettore Generale New Business Iniziative & Eventi Speciali: Francesco Rossi. Vicedirettore Generale Stampa e Web Business & Luxury Stefano Maggini; Vicedirettore Generale TV Indoor & Moving TVConsumer Giovanni Russo. Per informazioni commerciali: [email protected] Tariffe abbonamenti ItaliaOggi - Euro 320,00 annuale, estero euro 900,00 annuale: Abbonamento estero via aerea. ItaliaOggi Sette - Registrazione del tribunale di Milano n. 174 del 25/3/95 - Direttore responsabile: Paolo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 SERVIZIO ABBONAMENTI per informazioni e segnalazioni CHIAMATA GRATUITA NUMERO VERDE 800-822195 CHIAMATA GRATUITA FAX VERDE 800-822196 Domenica 27 Marzo 2016 PROFESSIONISTI IN CRESCITA gnie Industriali Riunite spa nell’ac’accordo raggiunto tra Cir e F2i con A Ardian per l’acquisto da quest’ultima per 292 milioni di euro del 46,7% di Kos, società del gruppo Cir tra i principali operatori nazionali del settore socio – sanitario. Il team che ha assistito Cir è stato composto dai soci Bruno Gattai e Gerardo Gabrielli e dal senior associate Michele Ventura. F2i è stata assistita per i profili legali dallo Studio Carbonetti e Associati, con un team guidato da Massimo Tesei coadiuvato da Alessandro Metrangolo, Rocco Santarelli e Carlo Mecella, nonché dallo Studio Pessi e Associati per i profili giuslavoristici e dallo Studio Sanino per i profili regolamentari. Ashurst nomina Stephen Edlmann nuovo managing partner per l’Italia anni e co-head of Equity capital markets k t per dieci di i anni. i Legance, Gatti Pavesi Bianchi e Hogan Lovells nell’operazione Tuttogiglio Gatti Pavesi Bianchi e Legance – avvocati associati hanno assistito rispettivamente Cbre Global Investors, in qualità di venditore e Tikehau Capital partners in qualità di acquirente, nell’acquisizione dell’intero capitale sociale di Tuttogiglio spa, proprietaria del centro commerciale «I Petali di Reggio». Il team di Legance è stato guidato da Alberto Giampieri e da Elena Generini, coadiuvati dagli associate Francesca Iannò e Paolo Antonio Mulas, mentre il team di Gatti Pavesi Bianchi è stato guidato dai soci Rocco Ferrari e Guido Sagliaschi, coadiuvati dall’associate Stefano Motta. Per la Ashurst annuncia che il socio Stephen Edlmann è stato nominato managing partner per l’Italia. Edlmann, esperto nei settori del debt e dell’equity capital markets, prima di spostarsi in Italia ha operato nel securities and derivatives group della sede di Londra e ha svolto un ruolo Stephen Edlmann di primo piano nella strutturazione e sviluppo dei team di Debt capital markets a Londra e Hong Kong, con particolare riferimento al recruitment di nuovi partner e professionisti a vari livelli. Ha precedentemente ricoperto il ruolo di partner in Linklaters per 24 anni nonché il ruolo di head of international finance per 5 Pedersoli e Simmons nel finanziamento a favore di Wide srl Lo studio legale Pedersoli e associati con un team guidato dal socio Alessandro Fosco Fagotto, con Annalisa Baratto e Rosalba Pizzicato, ha assistito Banca Popolare di Milano scarl e Elena Felici Alessandro Fosco Cassa di risparmio di Parma e Piacenza spa (Cariparma) nell’erogazione del finanziamento a favore di Wide srl, società di nuova costituzione controllata da Wise sgr spa, società di gestione del fondo mobiliare chiuso Wisequity III, dalla famiglia Di Iorio e dalla famiglia Emdin. La nuova finanza sarà di supporto al perfezionamento dell’acquisizione del 100% del capitale sociale del Gruppo Controls. Per Wide e Wise ha agito lo studio Simmons&Simmons con il socio Davide D’Affronto, Maria Ilaria Griffo e Cettina Merlino. Rocco Ferrari parte fiscale Cbre Global Investors è stata assistita da Pirola Pennuto Zei, nella persona del socio Claudio Schettini, mentre il dott. Michele Iavagnilio ha assistito Tikehau Capital Partners. Legance ha inoltre assistito Tikehau Capital partners nella connessa operazione di rifinanziamento di Tuttogiglio spa, con un team guidato da Alberto Giampieri e da Marco Iannò, coadiuvati dall’associate Alessandro Marino. La banca finanziatrice, Crédit Agricole Cib, è stata assistita da Hogan Lovells con un team guidato da Carlo Massini, socio, e da Francesco Marchini, associate. 53 Pavia e Ansaldo per il centro simulatori di volo di Ansett Aviation Training Lo studio legale Pavia e Ansaldo, con i partner Elena Felici e Christian Caserini, ha assistito Ansett Aviation Training, fornitore indipendente di servizi per la formazione con simulatori di volo a livello globale, nell’accordo siglato con Sea per la realizzazione presso l’aeroporto di Malpensa di un nuovo centro per le attività di addestramento di piloti ed equipaggi. La nuova struttura sorgerà su di un’area di circa 3 mila mq, in ambito aeroportuale, per la quale Aat ha sviluppato un progetto preliminare che prevede la realizzazione di un edificio che ospiterà fino a quattro simulatori di volo. L’infrastruttura troverà accoglienza in un terreno «landside» di immediato accesso dalla strada in una zona intermedia fra i due terminal aeroportuali. Enac ha espresso l’assenso sul progetto preliminare e a breve verranno avviate le procedure approvative finali con tutti gli enti coinvolti, con l’obiettivo di avviare la costruzione del centro entro la metà del 2016. L’inaugurazione è prevista entro il 2017. Nctm con Universal Music Publishing nel giudizio in Cassazione Nctm studio legale ha assistito e difeso Universal Music Publishing Group (Umpg) nel giudizio promosso da un noto cantautore, che chiedeva l’identificazione della durata della cessione, a un editore, del diritto di stampa di opere musicali, quali spartiti e testi di canzoni, in un periodo massimo di 20 anni alla stregua di quanto previsto dalla legge sul diritto d’autore per le opere letterarie. Con sentenza del 29 febbraio, comunica lo studio, la Cassazione ha rigettato le richieste principali addotte dal ricorrente, accogliendo invece le motivazioni proposte da Universal Publishing. La Suprema Corte ha riconosciuto che la durata continua a pag. 54 Il nuovo magazine per donne c o s m o p o l i t e , t r e n d s e t t e r, c u r i o s e Donne appassionate e divertenti, che sanno cogliere il lato splendente della vita Ladies è il loro pensiero altrove Un territorio per esplorare il mondo e l’Italia, per scoprire altre storie di successo, per scegliere quanto di meglio la cultura e il mercato offrano, stagione per stagione. IN EDICOLA, NUOVO TUTTO DA SCOPRIRE www.classabbonamenti.com È un magazine 54 Domenica 27 Marzo 2016 segue da pag. 53 della cessione del diritto di stampa di opere musicali coincide con quella del copyright, ed è quindi da calcolare in 70 anni dalla morte dell’autore. Nctm ha assistito Universal Publishing con il partner Lorenzo Attolico. Cassa Renon difesa all’Antitrust da Macchi di Cellere Gangemi Simone Gambuto e Giordana Aquilea, del dipartimento concorrenza dello studio Macchi di Cellere Gangemi, coadiuvati da Lukas von Lutterotti dello studio legale Frei - Tarfusser – Lutterotti di Bolzano, hanno difeso la Simone Gambuto più grande cassa rurale del sistema Raiffeisen dalla accusa di aver posto in essere per oltre sette anni un’intesa unica e complessa a danno delle PROFESSIONISTI IN CRESCITA Dentons apre il China desk a Milano Lo studio legale Dentons apre il proprio China desk in Italia, a Milano, con l’ingresso di Claudio Giammarino (nella foto) nel ruolo di senior associate. Giammarino, rientrato in Italia dopo un’esperienza di cinque anni tra Pechino e Hong Kong dove ha lavorato per Chiomenti studio legale, ha maturato esperienza nell’assistere clienti cinesi che investono in Italia e ha altresì affiancato importanti gruppi italiani nel loro ingresso e consolidamento sul mercato cinese. «La Cina è già diventata una realtà tra i grandi investitori del mercato italiano», ha commentato Federico Sutti, managing partner di Dentons, «l’arrivo di Claudio Giammarino ci consente di iniziare a guardare a quel mercato con l’intento di sfruttare anche l’incredibile piattaforma rappresentata dai nostri 44 uffici in Cina. Non appena possibile cercheremo poi di verificare la fattibilità di un Italian Desk in Cina». famiglie, in particolare concordando con altre 13 casse Raiffeisen e la omonima Federazione il tasso minimo per i mutui ed altre condizioni commerciali. La Banca del Renon, comunica lo studio, ha dimostrato nel merito l’infondatezza delle accuse dell’Antitrust, provando su ogni punto di contestazione la liceità dei suoi comportamenti: partecipazione ad incontri, scambio e messa in comune di informazioni, limitazione dell’apertura di sedi e del confronto concorrenziale con le altre casse. L’Antitrust ha riconosciuto la correttezza dei comportamenti della Renon e comminato alle altre Casse, alla Federazione Raiffeisen e alla Federazione Trentina della Cooperazione, sanzioni per circa 27 milioni di euro. Rödl & partner con il gruppo Voss nell’acquisizione di Larga srl Rödl & partner ha assistito la so- cietà Voss Fluid GmbH, appartenenc V te t all gruppo Voss nell’acquisizione del d 100% delle quote di Larga srl. Con questo passo, il produttore di C q qualità di raccordi per tubi rigidi ted desco integra il suo programma di p prodotti con altri componenti idraul lici. Il gruppo Voss è un gruppo att tivo a livello internazionale, mentre Stefan Brandes V Voss Fluid GmbH è specialista nel settore della tecnologia di raccordo idraulico. Il gruppo è stato assistito dai consulenti dello studio Rödl & partner, in particolare per gli aspetti legali da Stefan Brandes, managing partner, ed Evelyn Ziebs, associate partner, e per gli aspetti fiscali da Birgit Rauschendorfer, associate partner. Larga spa è stata, invece, assistita da Giuseppe Montrasio, titolare dell’omonimo studio di ragioniere commercialista in Monza. Gabriele Ventura Con meno di €5 a settimana leggi il tuo quotidiano preferito su PC, iPad, Tablet e Smartphone Android, Tablet e PC Windows 8, Amazon Kindle Fire Abbonamento mensile €19,99 (pari a €4,99 a settimana) Abbonamento annuale €229,99 (pari a €4,42 a settimana) Abbonati su www.classabbonamenti.com oppure chiama il numero verde 800.822.195 Domenica 27 Marzo 2016 55 POLAR CAPITAL FUNDS Comparto Classe di Azioni Global Technology CNP Alpenbank Aggressive CNP Alpenbank Balanced CNP Alpenbank Balanced 2 CNP Alpenbank Dynamic CNP Alpenbank Substance CNP CIIS Aggressivo CNP CIIS Dinamico CNP CIIS Equilibrato CNP CIIS Moderato CNP CIIS Prudente CNP CIIS Total Return CNP CIIS Essential CNP CIIS Advanced CNP Crescita CNP Dynamic Structured Opp CNP Equilibrato CNP Fondo Interno Certius IV CNP Fondo Interno Certius V CNP Linea Aggressiva CNP Linea Conservativa CNP Dinamico CNP Moderato CNP Protezione CNP Prudente CNP Reddito CNP Sviluppo 99,83 94,45 100,39 122,06 107,18 89,09 92,20 91,73 94,78 97,41 96,32 78,54 86,58 92,85 100,00 93,64 82,44 48,28 94,76 92,23 95,73 97,04 97,43 98,30 94,08 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 20/01/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 21/03/2016 NAV EUR GBP USD 21,42 23/03/2016 16,9600 23/03/2016 23,9300 23/03/2016 Healthcare Opportunities EUR GBP USD Polar Japan Fund USD GBP JPY UK Absolute Return Class A EUR Class A GBP Class A USD Class I EUR Class I GBP Class I USD 20,34 16,1100 22,7300 19,13 13,6100 2160,4200 12,22 10,2523 16,5042 12,5050 10,4927 16,8911 23/03/2016 23/03/2016 23/03/2016 24/03/2016 24/03/2016 24/03/2016 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 18/11/2013 www.polarcapital.co.uk NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA FONDI PENSIONE APERTI Valori al PREVISUISSE-Crescita-MAIN PREVISUISSE-Dinamica-MAIN PREVISUISSE-Garanzia-MAIN Valori in Euro 29/02/2016 15,21 13,94 16,16 MetLife Europe Limited Rappresentanza Generale per l’Italia Via Andrea Vesalio n. 6 00161 Roma 1,296 MetLife Protezione in Crescita 80% 1,202 MetLife Protezione in Crescita 90% 1,091 Alico Aper.Indiciz.Ita 23/03/16 BANCASSICURAZIONE UNIT LINKED UNIDESIO 760071 12,189 18/03/2016 UNIDESIO 760129 12,189 18/03/2016 UNIDESIO 760186 11,3600 18/03/2016 UNIDESIO 760072 12,201 18/03/2016 UNIDESIO 760130 10,8580 18/03/2016 UNIDESIO 760187 11,8400 18/03/2016 UNIDESIO 760073 12,216 18/03/2016 UNIDESIO 760139 11,965 18/03/2016 UNIDESIO 760189 11,9130 18/03/2016 UNIDESIO 760075 13,045 18/03/2016 UNIDESIO 760140 12,0100 18/03/2016 UNIDESIO 760191 10,464 18/03/2016 UNIDESIO 760078 11,5290 18/03/2016 UNIDESIO 760147 12,0200 18/03/2016 UNIDESIO 760192 11,8210 18/03/2016 UNIDESIO 760080 11,6690 18/03/2016 UNIDESIO 760149 11,9560 18/03/2016 UNIDESIO 760193 12,0560 18/03/2016 UNIDESIO 760082 11,5130 18/03/2016 UNIDESIO 760150 11,962 18/03/2016 UNIDESIO 760201 11,465 18/03/2016 UNIDESIO 760085 10,812 18/03/2016 UNIDESIO 760156 10,260 18/03/2016 UNIDESIO 760202 12,145 18/03/2016 UNIDESIO 760088 12,2410 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 12,4400 13,0920 12,4240 UNIDESIO 760157 UNIDESIO 760203 UNIDESIO 760091 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 10,8110 10,574 11,9400 UNIDESIO 760205 UNIDESIO 760095 UNIDESIO 760159 18/03/2016 18/03/2016 04/03/2016 10,9110 11,1170 11,597 UNIDESIO 760206 UNIDESIO 760096 UNIDESIO 760160 UNIDESIO 760163 10,0400 18/03/2016 UNIDESIO 760210 12,240 18/03/2016 UNIDESIO 760169 12,905 18/03/2016 UNIDESIO 760216 10,990 18/03/2016 UNIDESIO 760170 11,905 18/03/2016 UNIDESIO 760229 11,147 18/03/2016 UNIDESIO 760234 10,110 18/03/2016 UNIDESIO 760235 10,082 18/03/2016 UNIDESIO 760243 9,577 18/03/2016 UNIDESIO 760098 12,417 18/03/2016 UNIDESIO 760099 11,727 18/03/2016 UNIDESIO 760102 11,305 18/03/2016 UNIDESIO 760104 11,1020 18/03/2016 UNIDESIO 760174 12,1990 18/03/2016 UNIDESIO 760105 10,6810 18/03/2016 UNIDESIO 760179 11,699 18/03/2016 UNIDESIO 760106 11,9410 18/03/2016 UNIDESIO 760180 11,8750 18/03/2016 11,431 18/03/2016 6,739 11,4000 18/03/2016 18/03/2016 UNIDESIO 760109 11,5760 18/03/2016 UNIDESIO 760183 UNIDESIO 760125 12,145 18/03/2016 UNIDESIO 760185 0,763 AZZOAGLIO DINAMICO AZZOAGLIO EQUILIBRATO UNIDESIO PRUDENTE UNIDESIO MODERATO UNIDESIO ATTIVO UNIDESIO VIVACE OBBLIGAZIONARIO MISTO AZIONARIO EURO AZIONARIO GLOBALE BILANCIATO CONSERVATIVE BOND MIX 5,620 6,796 11,600 11,923 12,331 12,288 10,633 9,040 12,068 11,900 10,345 10,723 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 18/03/2016 23/03/16 1,107 Alico Liquidita’ 23/03/16 AZZOAGLIO CONSERVATIVO DUAL INDEX - 2012 102,222 23/03/2016 DUAL INDEX - 2013 100,799 23/03/2016 INDEX EURO DIVIDEND - 2013 106,138 23/03/2016 INDEX EuroCrescita 2014 98,985 23/03/2016 INDEX TOP DIVIDEND 2013 107,791 23/03/2016 107,886 23/03/2016 BALANCED 11,764 18/03/2016 GLOBAL EQUITY 14,231 18/03/2016 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,294 18/03/2016 UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,145 18/03/2016 UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,586 18/03/2016 UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 14,924 18/03/2016 OBBIETTIVO 03/2021 9,772 18/03/2016 OBBIETTIVO 05/2021 10,242 18/03/2016 HIGH DIVIDEND 8,804 18/03/2016 MEGATREND 7,909 18/03/2016 INDEX LINKED Alico Monet. Protetto Entra in Helvetia con il tuo Smartphone UNIT LINKED - FONDI INTERNI Valorizzazione al: 23/03/16 MetLife Protezione in Crescita 70% Helvetia Vita S.p.A. - Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A. Via G.B. Cassinis, 21 - 20139 Milano Valori al 1,055 PIP - FONDI INTERNI PREVIMISURATO PREVIBRIOSO PREVIDINAMICO 13,744 13,513 14,064 17/03/2016 17/03/2016 17/03/2016 12,165 12,624 12,361 13,207 13,508 13,639 13,058 13,280 14,343 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 29/02/2016 FPA - LINEE Alico Prot.Trim. Eur 23/03/16 1,083 Alico R. Prudente 23/03/16 1,193 EUROSTOXX 50 - 2012 Alico Prot.Trim. Usa 23/03/16 1,089 Alico R. Crescita 23/03/16 1,090 LINEA 1 LINEA 1 - FASCIA A LINEA 1 - FASCIA B LINEA 2 LINEA 2 - FASCIA A LINEA 2 - FASCIA B LINEA 3 LINEA 3 - FASCIA A LINEA 3 - FASCIA B CANALE AGENTI E BROKER INDEX LINKED HELVETIA EUROCRESCITA Alico Gest.Bilanc.Glob 23/03/16 1,355 Alico R. Multi Comm. 23/03/16 UNIT LINKED - FONDI INTERNI 94,625 23/03/2016 0,385 ATTIVO SPECIFICO Alico Gest.Azion.Glob 23/03/16 1,369 Alico Multi Comm. 23/03/16 0,406 HELVETIA QUATTRO.10 99,069 23/03/2016 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 105,660 23/03/2016 HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 96,937 12,330 23/03/2016 22/03/2016 PIP - FONDI INTERNI HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY HELVETIA WORLD EQUITY Alico Gest.Bilanc.Eur 23/03/16 1,356 Alico Sec. Acc. 2016 23/03/16 1,054 Alico Gest.Azion. Eur 23/03/16 1,329 Alico Sec. Acc. 2017 23/03/16 1,064 Alico Aper.Indiciz.Eur 23/03/16 0,982 Alico Long Investment 23/03/16 0,788 23/03/16 1,714 Alico Agriculture 23/03/16 216,400 22/03/2016 HELVETIA WORLD BOND 243,790 22/03/2016 HELVETIA GLOBAL BALANCED 172,610 22/03/2016 HELVETIA GLOBAL EQUITY 126,740 22/03/2016 LINEA GARANTITA 12,443 29/02/2016 LINEA BILANCIATO 13,557 29/02/2016 FPA - LINEE 12,870 22/03/2016 LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,402 29/02/2016 155,400 22/03/2016 LINEA AZIONARIO 9,843 29/02/2016 www.helvetia.it Il resto, scopritelo da voi. UNIT LINKED Valori al 24/03/2016 Alico Aper.Indiciz.Usa HELVETIA EUROPE BALANCED UNIT in EURO 0,403 Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1388,26 Quality Progress Maximum Global Equity Global 100 Flex Equity 100 Opportunità Reddito Opportunità Reddito Plus Opportunità Crescita Opportunità Crescita Plus DATA PREZZO 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 16/03/2016 7,558 6,8230 5,4010 5,8420 5,2320 11,478 4,915 4,633 4,927 4,621 EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A. Alico Aper.Indiciz.Glo 23/03/16 1,330 Alico Metals www.metlife.it 23/03/16 0,410 Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma Tel. 06 474821 www.eurovita.it + VELOCE + MODERNO + BELLO + RICCO + FACILE NEW DA USARE DA LEGGERE DA CONDIVIDERE NEI CONTENUTI DA NAVIGARE