Al primo posto, fra le cose importanti della vita, i giovani pongono
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Al primo posto, fra le cose importanti della vita, i giovani pongono
Il futuro delle nuove generazioni: presentata a Roma la ricerca sui giovani italiani Al primo posto, fra le cose importanti della vita, i giovani pongono oggi il lavoro che – per la prima volta – supera con il 91% il primato duraturo della variabile “famiglia”; fra le priorità delle nuove generazioni: l’occupazione è ritenuta condizione ineludibile per la progettazione del futuro. Pesa, sempre di più, l’incertezza sull’avvenire: meno di un quarto dei giovani italiani si immagina tra 5 anni con un lavoro stabile e ben retribuito. Il 78% dei giovani è convinto che nel nostro Paese per entrare nel mondo del lavoro, più che la preparazione, serva soprattutto la rete di relazioni, “conoscere persone che contano”;. Sono questi alcuni dei dati che emergono dall’indagine sui giovani fra i 18 ed i 34 anni dal titolo Il futuro delle nuove generazioni in Italia, promossa dallo IAL Nazionale in sinergia con la CISL e realizzata dall’Istituto di Ricerche Demopolis. I risultati della ricerca sono stati presentati a Roma, alla presenza del Ministro Corrado Passera e del Segretario nazionale della CISL Raffaele Bonanni, dall’amministratore unico di IAL Graziano Trerè e dal direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento: si è trattato di un’occasione per conoscere, attraverso nuovi strumenti di lettura demoscopica, opinioni, vissuti ed istanze che i giovani rivolgono agli attori istituzionali, per ripensare il proprio futuro in un contesto di crisi. “Le corpose trasformazioni intervenute negli ultimi anni nelle dinamiche di ingresso occupazionale – ha dichiarato Graziano Trerè – hanno drasticamente alterato il vissuto delle nuove generazioni, intaccando la percezione delle sicurezze attese ed i punti di riferimento dei giovani. In questo contesto, IAL Nazionale ha deciso di restituire profondità ad un segmento sociale troppo spesso raccontato per stereotipi, promuovendo un itinerario di ascolto e comprensione di un’intera generazione che tenta di realizzarsi nella vita e nel lavoro”;. L’indagine racconta di giovani estremamente realisti, che guardano all’avvenire senza farsi molte illusioni, pienamente consapevoli delle difficoltà del contesto. I risultati della ricerca, condotta su un campione di 3.600 intervistati rappresentativo dei cittadini italiani tra i 18 ed i 34 anni, restituiscono dalla viva voce dei giovani il loro vissuto personale e lavorativo, ma anche le preoccupazioni e le aspettative verso il futuro. “Si tratta di una generazione – ha affermato il direttore dell’istituto Demopolis Pietro Vento – che, fra incertezza occupazionale e tutele sociali ridimensionate, è indotta sempre più a vivere al presente, come meccanismo di difesa ma anche di adattamento. Secondo il 61% degli intervistati, chi oggi studia o inizia a confrontarsi con il mondo del lavoro occuperà in futuro, nel nostro Paese, una posizione sociale ed economica peggiore rispetto alla precedente generazione. L’ascensore sociale è ormai fuori uso: nella percezione collettiva, sarà difficile che i giovani italiani possano godere in prospettiva delle medesime certezze e del tenore di vita degli attuali genitori”;. “L’insicurezza nel mondo del lavoro e l’assenza percepita di concrete prospettive occupazionali stanno divenendo, per molti, precarietà esistenziale. Oltre al contesto di crisi economica, sulle inquietudini delle nuove generazioni – ha aggiunto Pietro Vento – incide un diffuso disorientamento: la maggioranza assoluta, il 55% degli intervistati, ammette di non sapere quali siano oggi, in Italia, i settori con maggiori opportunità di inserimento lavorativo”;. Fra gli aspetti che mettono più in difficoltà le nuove generazioni, l’84% dei giovani intervistati dall’Istituto Demopolis indica, al primo posto, l’incertezza sull’avvenire; il 72% segnala la temporaneità del lavoro, circa 7 su 10 la mancanza di un reddito adeguato alla pianificazione della propria vita, ma anche la discontinuità della retribuzione (65%) e la continua, logorante ricerca di un nuovo impiego (57%). All’incertezza sistemica dei tempi che corrono, le nuove generazioni del Paese stanno imparando ad adattarsi. Ma al proprio futuro lavorativo non smettono di guardare con timore: incidono la paura di restare senza lavoro (70%) o di averne uno precario (61%); di non poter costruire una famiglia (60%), di non maturare una pensione (56%); di non riuscire a risparmiare (53%) o ad acquistare una casa (51%). E la preoccupazione cresce ulteriormente tra le giovani donne. La presentazione della ricerca ha dato il via ad un interessante confronto a più voci sulle prospettive dei giovani in Italia, moderato dal direttore del Diario del lavoro Massimo Mascini, al quale hanno preso parte il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello, l’ex ministro del Lavoro Tiziano Treu, il coordinatore del Comitato Scientifico dello IAL Michele Colasanto e il Senior Partner dell’”;European House Ambrosetti”; Marco Grazioli. Le conclusioni dei lavori sono state tratte dal segretario generale della CISL Raffaele Bonanni. Nota informativa: campione e metodologia della ricerca La ricerca, commissionata dallo IAL Nazionale in sinergia con la CISL, è stata realizzata, con metodologie quali-quantitative, dall'Istituto Nazionale di Ricerche DEMOPOLIS su un campione di 3.600 intervistati, rappresentativo dell’universo dei giovani residenti in Italia di età compresa tra i 18 ed i 34 anni, con stratificazione per genere, fascia di età ed area geografica di residenza.