E` il tempo di reagire

Transcript

E` il tempo di reagire
Il CNCA (Coordinamento Delle comunità di accoglienza ) DELL’UMBRIA
INCONTRA L'ASSESSORE REGIONALE ALLE POLITICHE SOCIALI DAMIANO STUFARA
SULLE 30 MORTI DI OVERDOSE.
Mercoledì 17 Ottobre 2007 il Cnca dell'Umbria incontra L'Assessore Regionale con Delega alle politiche sulle
tossicodipendenze Damiano Stufara per esprimergli la propria preoccupazione per l'altissimo numero di morti per
overdose nella nostra Regione e per sotto porgli il documento che segue.
Il Cnca dell'Umbria è l'Associazione che aderisce alla federazione nazionale del Coordinamento delle comunità
di Accoglienza che rappresenta il gruppo più numeroso in Italia di esperienze e servizi del privato-sociale nel campo
della prevenzione, la riabilitazione, la riduzione del danno e l'inserimento sociale di persone con problemi di
dipendenze.
In Umbria il Cnca gestisce 2 comunità terapeutiche a Foligno, una Unità di strada a Perugia e una a Terni, due
Centri Diurni a Perugia di uno specifico per persone con problemi alcool correlati, una serie di servizi per l'inserimento
sociale sia a Perugia che a Foligno ed infine 4 centri di aggregazione giovanile attivi anche nel campo della prevenzione
tra Perugia, Foligno e Terni.
“E' il tempo di reagire”
“Al 30 settembre di quest’anno le persone morte per overdose in Umbria sono state 30, una cifra tanto più
insopportabile quanto più si pensa che abbiamo di fronte ancora ben tre mesi prima di concludere l’anno, per cui,
purtroppo, non è cinismo ipotizzare che altre morti si possano sommare a queste.
Di conseguenza, anche questo 2007 sarà archiviato come il terzo anno di fila che vede l’Umbria detenere il
macabro primato di regione italiana con il più alto numero di morti per overdose per numero di abitanti.
Il CNCA (Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza) dell’Umbria, nel ribadire la
preoccupazione per il perdurare di questa tragica situazione, che è poi la preoccupazione per gli operatori del sistema
dei servizi, che ogni giorno incontrano e progettano percorsi per migliorare la qualità della vita delle persone
tossicodipendenti senza avere nessuna certezza di rivederle il giorno dopo, non intende cedere alla rassegnazione né
all’impotenza determinate da questo stato di cose.
Premesso che da sempre abbiamo creduto e difeso i Dipartimenti per le Dipendenze come fulcro del sistema
dei servizi per le tossicodipendenze – sistema che si è dimostrato già efficace nel bloccare, anche in Umbria, il
diffondersi del contagio da HIV fra la popolazione tossicodipendente – riteniamo che attualmente il sistema dei
Dipartimenti abbia grossi problemi, legati alla scarsità sia di risorse umane che di risorse strutturali, e che non sia
avvenuta, negli anni, una reale integrazione tra approcci preventivi, riabilitativi e di riduzione del danno nella cultura e
nella prassi degli operatori dei Ser.T.
Riteniamo, inoltre, che tutta la società civile umbra debba e possa assumersi la tutela della salute delle persone
tossicodipendenti come momento fondante di uno spirito di solidarietà sociale che rivendica voce e diritti uguali per
tutti, anche per coloro che l’hanno perduti dietro a scelte che possono non essere condivisibili.
Solo la politica, a parere nostro, può assumersi il ruolo e l’onere di una profonda rivoluzione culturale in
questo senso, perché di cultura si tratta. È la cultura dell’accoglienza, della solidarietà, del riconoscere qualsiasi persona
come simile, con uguali bisogni e uguali diritti. È la politica che deve rendere possibile l’implementazione di un reale
piano di contrasto alle dipendenze patologiche, che affianchi all’azione di repressione dello spaccio, ovvia e certa, una
altrettanto ovvia e certa azione di prevenzione e cura, il cui fulcro è la riduzione del danno, sia nei confronti della
persona tossicodipendente che della società civile.
Ci preme anche dire che l’esclusione sociale è ciò che rende per ogni persona meno interessante la vita, fino a
spezzarne l’istinto di sopravvivenza. Dunque, ogni politica che non integri i percorsi riabilitativi con i sostegni sociali
(casa, lavoro, beni primari quali alimentazione e igiene personale), lungi dall’essere concretamente efficace, di fatto
aumenta solo il grado di vulnerabilità di ogni persona, perciò il grado di vulnerabilità dell’intera società civile.
È tempo ormai di superare questa grave emergenza sanitaria ed è tempo, quindi, che si superino le attuali
barriere fra la programmazione sanitaria e la attuazione sul territorio, fra le politiche sanitarie e quelle sociali. È tempo
che siano finalizzate, come avveniva con la legge 45/99, le risorse del Fondo Nazionale contro le Droghe, che
attualmente vanno ai Comuni, i quali le impegnano in altri ambiti piuttosto che in azioni di prevenzione dei consumi di
sostanze stupefacenti. È tempo, soprattutto, che la politica superi la logica che il proprio lavoro consista e finisca con gli
atti di indirizzo, assolutamente necessari, con l’elaborazione di linee guida sulla mortalità per overdose, assolutamente
sottoscrivibili, e si assuma invece la responsabilità di analizzare e capire cosa non funziona nelle 4 Aziende Sanitarie
Locali, perché atti formali - quali sono i Piani Sanitari e le linee di indirizzo della Giunta Regionale - siano
puntualmente disattesi. Infine, è tempo che la politica si assuma la responsabilità di decidere tutte le azioni correttive
necessarie per rendere efficiente ed efficace una risposta che spezzi questa inaccettabile catena di morti per overdose.
Chiediamo, quindi, che la prossima Conferenza Regionale sulle Dipendenze, che a breve si terrà nella nostra
regione, sia strutturata a partire da questa emergenza della mortalità per overdose, individuando azioni di contrasto
efficaci, quali possono essere:
-
la messa a regime del sistema di allerta rapida sull’analisi delle sostanze;
-
la creazione di un sistema integrato di Unità di Strada, che agisca secondo le caratteristiche del territorio;
-
la sperimentazione di una sala di iniezione;
-
la creazione di una rete di distribuzione del Narcan, che veda coinvolte anche le strutture residenziali e
carcerarie, nonché le farmacie della regione.
Auspichiamo, infine che la Conferenza Regionale veda la partecipazione attiva ed ascoltata del “cittadino”
tossicodipendente, così da rendere un rispettoso atto di solidarietà civile alle 30 persone morte e alle loro famiglie.
CNCA dell’Umbria
Massimo Costantini - Presidente CNCA dell'Umbria
347-5703549
Simona Bruschini - Area Dipendenze CNCA dell'Umbria
348-0908381