nuove varieta` di vite per il futuro: “ adattamento al

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nuove varieta` di vite per il futuro: “ adattamento al
N. OLLAT – NUOVE VARIETA’ DI VITE PER IL FUTURO: “ ADATTAMENTO AL MERCATO, RESISTENZA ALLE MALATTIE:
NUOVI INCROCI E NUOVE VARIETA’ “, PAG.1
NUOVE VARIETA’ DI VITE PER IL FUTURO: “ ADATTAMENTO AL MERCATO,
RESISTENZA ALLE MALATTIE: NUOVI INCROCI E NUOVE VARIETA’ ”
Nathalie Ollat
Unité de Recherches sur les Espèces fruitières et la Vigne, INRA, CR de Bordeaux, 33 883 Villenave d'Ornon.
A nome del gruppo Vigne du Département « Génétique et Amélioration des Plantes » de l'INRA
Dagli Atti della giornata tecnica organizzata da la Station Régionale ITV Midi-Pyrénées
sull’innovazione in viticoltura/Enologia del 15 dicembre 2005 a Tolosa.
Introduzione
Da sempre, la vite coltivata è sottoposta a miglioramento genetico. E’ stato però anche dimostrato
che la maggior parte dei vitigni coltivati attualmente, considerati tradizionali da alcuni e nobili da
altri, derivano da incroci naturali tra altri vitigni più antichi. Il Cabernet Sauvignon deriva per
esempio da un incrocio tra il Cabernet Franc e il Sauvignon Bianco. I vitigni sono in gran parte
degli incroci. Nel corso dei secoli, la mano esperta dell’uomo ha realizzato un lavoro paziente di
selezione per scegliere i migliori vitigni.
Nel corso dei secoli, il miglioramento delle conoscenze nel campo genetico ha consentito di
controllare meglio gli incroci per poter combinare i caratteri più interessanti. Ciò ha permesso il
miglioramento di diverse caratteristiche degli animali e delle piante di interesse agronomico (per
esempio le rese) e altre volte la perdita di certe qualità (per esempio la rusticità). Anche la vite,
come tutte le altre piante, è stata studiata. Nel corso del XIX secolo per poter affrontare la
diffusione di nuovi parassiti che minacciavano i vigneti, è stata scelta la via genetica; i portainnesti
attuali ne sono un prodotto. Anche il grave problema delle malattie crittogamiche, come la
peronospora e l’oidio, ha motivato la creazione di ibridi resistenti. Ma il risultato in materia di qualità
dell’uva non è stato altrettanto soddisfacente e ciò ha determinato una certa diffidenza nei
confronti di questi risultati. In seguito, una legislazione più rigida sulla coltivazione degli ibridi ha
limitato notevolmente la valorizzazione della via genetica per il controllo dei problemi sanitari nel
vigneto. Allo stesso tempo, lo sviluppo dell’utilizzo dei pesticidi ha consentito di controllare le
malattie più gravi. In Francia, questa situazione, unitamente alla supremazia del sistema
dell'Appellation d'Origine Contrôlée, ha determinato una mancanza di interesse per le nuove
varietà e ciò ha avuto come conseguenza lo sviluppo limitato delle ricerche in ambito genetico
della vite.
I principi generali del miglioramento genetico e della selezione
Le caratteristiche di un essere vivente (pianta, animale ...) sono in gran parte determinate dai geni.
Nell’uomo, il colore degli occhi è determinato geneticamente. Nella vite, il colore delle bacche, la
resistenza all’oidio, o alla siccità sono controllate, almeno in parte, geneticamente. Le piante, come
gli animali, ricevono le informazioni genetiche per una metà dal padre e per l’altra metà dalla
madre. Perché sia possibile il miglioramento genetico classico, occorre che il carattere esista sotto
diverse forme, ovvero, in una popolazione di individui deve esistere variabilità, ma gli individui
devono essere allo stesso tempo sufficientemente vicini affinché gli incroci tra di essi siano
possibili. Tale popolazione di individui rappresenta ciò che viene chiamato risorsa genetica. Con
l’incrocio (o con l’ibridazione) si ha un mescolamento dei geni e i discendenti possono avere
ereditato o meno la forma interessante del carattere. Occorre allora scegliere i discendenti che
presentano la forma favorevole: questa è la selezione. La successione incrocio – selezione
costituisce il fondamento del miglioramento genetico effettuato fino ad ora dapprima dagli
agricoltori, poi dai genetisti. Al giorno d’oggi, le conoscenze genetiche consentono di isolare il gene
che controlla il carattere e di introdurlo nel genoma della pianta da migliorare. Si tratta di un
cammino più specifico e più mirato.
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Per la vite, le risorse genetiche sono molto numerose. Botanicamente, la vite fa parte del genere
Vitis che comprende le sezioni Vitis « vere » o Euvitis (Vitis vinifera, V. Berlandieri, V. riparia ecc..)
e Muscadinia. Le piante dello stesso genere possono incrociarsi facilmente tra di loro. I
portainnesti risultano tra incroci tra Euvitis. Gli incroci tra Euvitis e Muscadinia sono possibili, ma
molto più difficili. Il livello di classificazione inferiore al genere è la specie. Vitis vinifera, Vitis
berlandieri, Vitis rupestris sono specie differenti. Nell’ambito delle risorse genetiche della vite, vi è
quindi una grande variabilità. Per esempio, nell’ambito del genere Vitis, vi sono numerosi geni per
la resistenza alle malattie.
E’ importante sapere che, nella quasi totalità dei casi, il risultato di un incrocio è un ibrido. Nel caso
della vite, un incrocio origina sempre numerosi discendenti ibridi. Quando i due genitori
appartengono a due specie diverse, si ottengono degli ibridi interspecifici. Per esempio, la maggior
parte dei portainnesti sono ibridi interspecifici. Qualora i due genitori appartengono alla stessa
specie, si ottengono degli ibridi intraspecifici. Per esempio, nel corso degli ultimi decenni, l’INRA ha
creato molte nuove varietà di vite denominate « incroci »; essi derivano dall’incrocio tra vitigni
appartenenti tutti alla specie Vitis vinifera, sono quindi ibridi intraspecifici.
Il processo di selezione che consiste nella scelta tra tutti i discendenti di un incrocio di quei o quel
individuo che presenta la migliore combinazione dei caratteri interessanti (varietà rossa a bacche
piccole, portamento ascendente dei tralci, poco sensibile al marciume ecc…) consiste di numerose
tappe. Per la vite, questa selezione può durare anche 25 anni prima che una nuova varietà possa
essere iscritta in catalogo e la coltivazione autorizzata. E’ per questo motivo che non è possibile
proporre delle soluzioni a breve termine per far fronte a cambiamenti economici improvvisi o per
contrastare l’emergenza di una nuova malattia. Occorre quindi muoversi in anticipo, ma ciò può
creare uno sfasamento tra le richieste a breve termine e le soluzioni a lungo termine che possono
proporre i genetisti. Le nuove varietà di vite che cominciano ad essere riconosciute oggi derivano
da incroci effettuati negli anni 60!!!
Gli obbiettivi del miglioramento genetico della vite
Da 50 anni, gli obbiettivi perseguiti per il miglioramento della vite sono cambiati poco:
miglioramento della resistenza alle malattie e qualità . Ma il contesto della viticoltura ha fatto sì che
in questo periodo le varietà meno sensibili o resistenti alle malattie non interessassero agli addetti
del settore (o per lo meno alla maggior parte di loro). L’accento è stato messo sul miglioramento
della qualità, ovvero la tipicità per le varietà da vino, la diversificazione per le varietà da tavola e
l’adattamento al luogo per il portainnesto. Senza parlare della selezione clonale, 13 varietà tra cui il
Marselan e il Folignan, 10 varietà da tavola tra cui Danuta, 2 portainnesti (Fercal e Gravesac) sono
stati iscritti dall’INRA dal 1980 e hanno un certo successo. Per quanto riguarda la resistenza alle
malattie sono state iscritte solo 4 varietà di uva da tavola per la coltivazione a livello amatoriale;
comunque le ricerche in tal senso non sono terminate.
Benché oggi l’accettazione di varietà resistenti non sia sempre generalizzata e la loro coltivazione
sia comunque regolamentata, per non dire impossibile, questi obbiettivi sono attualmente prioritari
per i genetisti. Gli obbiettivi sono quindi di creare varietà di uve da vino, da tavola e portainnesti
che siano resistenti ai principali parassiti e che rispondano comunque a precisi requisiti qualitativi.
Per le uve da vino e da tavola, si ricerca la resistenza all’oidio e alla peronospora. Per i
portainnesti, oltre alla resistenza alla fillossera, si ricerca prioritariamente la resistenza alla
trasmissione del virus dell’arricciamento.
Alcuni obiettano che la peronospora e l’oidio siano perfettamente controllati dai trattamenti chimici
e che sarebbe più importante interessarsi alle malattie del legno contro le quali non ci sono
attualmente soluzioni. E’ importante ricordare che la protezione fitosanitaria del vigneto consuma
da sola la maggior parte dei prodotti chimici utilizzati in agricoltura, sia in Francia che in Europa.
Malgrado lo sviluppo di strategie di trattamenti ragionati, i trattamenti a calendario sono ancora la
regola, non l’eccezione. Le conseguenze negative di un utilizzo così indiscriminato dei prodotti
fitosanitari sono conosciute sempre più da un maggior numero di persone. Il primo gruppo di
problemi è legato alla salute dei tecnici che fanno i trattamenti e alla degradazione di tali prodotti
nell’ambiente (inquinamento delle acque, comparsa di ceppi patogeni resistenti). Anche l’aspetto
economico non è da sottovalutare. Da una parte, questi trattamenti rappresentano un costo
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abnorme per il viticoltore. Dall’altra parte, è sicuro che questi aspetti diventeranno sempre più
importanti per l’immagine e la commercializzazione dei vini, soprattutto quando la concorrenza è
forte.
Quali varietà saranno proposte nei prossimi 20 anni dall’INRA ?
E’ importante dire che tutte le varietà che saranno proposte per l’iscrizione nei prossimi 20 anni
dall’INRA in Francia sono state ottenute con i metodi classici di miglioramento genetico, ovvero
con una successione di tappe di incroci e selezione.
Attualmente, vengono ricercate varietà che siano resistenti alla peronospora e all’oidio. L’obbiettivo
è quello di combinare numerose resistenze trovate nelle risorse genetiche di Vitis. Sono in corso le
prime fasi di selezione in vigneto per varietà che combinano le resistenze provenienti da
Muscadinia e Euvitis. Altri incroci sono in corso. Le prime varietà di questa generazione saranno
proposte per l’iscrizione a partire dal 2015. Ma degli incroci basati unicamente su resistenze
trovate in Euvitis sono stati effettuati negli anni 80 e sono in corso di sperimentazione in numerosi
vigneti in Francia, malgrado le difficoltà di legislazione che essa incontra.
Per quanto riguarda i portainnesti, è stato selezionato a Montpellier da Alain Bouquet un
portainnesto che possiede un elevato grado di resistenza a Xiphinema index, il nematode vettore
del virus dell’arricciamento, e che ha presentato un ritardo alla reinfezione da parte del virus in un
terreno fortemente infettato. E’ sicuramente resistente alla fillossera. La resistenza a questi
parassiti è stata introdotta a partire da Muscadines. Questo portainnesto sta per essere
sperimentato in vigneto in Francia nel corso dei prossimi 5 anni per valutarne l’adattamento a
diversi tipi di terreni e per valutare l’interazione portainnesto/vitigno. Se vengono confermati i
risultati positivi, potrà essere iscritto a partire dal 2010. Sono in corso dei lavori su scala nazionale
a lungo termine per proporre una gamma completa di portainnesti resistenti alla trasmissione del
virus dell’arricciamento e adatti a diversi tipi di terreni (soprattutto con un’elevata resistenza alla
clorosi) e che consentano di controllare la vigoria e la produttività.
Conclusione
Malgrado lo scarso interesse dimostrato dagli addetti francesi per le nuove varietà di vite, la ricerca
nazionale francese ha mantenuto nel corso degli ultimi 50 anni, un’attività di ricerca in questo
ambito. Attualmente, altri Paesi in Europa e in altri continenti sono molto più avanti rispetto a noi,
per quanto riguarda la coltivazione di varietà resistenti alle malattie. E’ attualmente di estrema
importanza che i viticoltori francesi siano convinti dell’interesse di questo tipo di materiale vegetale
e lavorino in stretta collaborazione con i ricercatori, affinché tali varietà siano le migliori dal punto di
vista qualitativo, ma anche per superare gli impedimenti regolamentari e cambiare la mentalità.
Si può arrivare velocemente a questo traguardo solo camminando insieme.
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