N. 5- novembre dicembre 2006
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N. 5- novembre dicembre 2006
DCN n. 5 - 2006 28-11-2006 15:32 Pagina 1 Vo l u m e 4 • N u m e r o 5 • N o v e m b r e - D i c e m b r e 2 0 0 6 Spediz. in abb. post. 45% - art. 2 comma 20.b - legge 662/96 - Filiale di Milano • Una copia: e 0,40 www.dermocosmonews.it BIMESTRALE DI NOTIZIE, NOVITÀ, AGGIORNAMENTI, TERAPIE IN DERMOCOSMETOLOGIA Direttore Scientifico: Ruggero Caputo Direttore Responsabile: Riccarda Serri Coordinatore Scientifico: Stefano Veraldi Comitato Scientifico e di Redazione: Mauro Barbareschi (MI), Enzo Berardesca (RM), Leonardo Celleno (RM), Gabriella Fabbrocini (NA), Marcella Guarrera (GE), Matilde Iorizzo (BO), Franco Kokelj (TS), Giorgio Landi (CE), Giuseppe Micali (CT), Giuseppe Monfrecola (NA), Paolo Piazza (RM), Marcella Ribuffo (RM), Corinna Rigoni (MI), Fabio Rinaldi (MI), Luigi Rusciani (RM), Adele Sparavigna (Monza - MI), Aurora Tedeschi (CT), Antonella Tosti (BO), Antonello Tulli (CH) Segreteria di Redazione: Giuseppe Provveduto [email protected] Redazione e Pubblicità: Via B. 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Dove possibile viene quindi effettuato un confronto dei dati per evidenziare corrispondenze e differenze. Alcuni casi vengono discussi in dettaglio per la maggiore significatività dei dati. Procedendo secondo l’ordine determinato dal numero, compreso tra 10000 e 18000, dello schedario di Pompei, riportiamo le seguenti considerazioni. Sul campione 11061A con l’utilizzo della microscopia Raman si sono evidenziate grosse particelle lucenti con picchi a 1082 e 705 cm-1 tipici dell’aragonite (Fig. 2). Si è potuto osservare la presen- za di cristalli di goethite colorati in giallo, con un picco a 390 cm-1 ed altri a 273 e 215m cm-1 (Fig. 3). È presente anche del carbone amorfo. Un’altra sostanza presente in questo campione è un felspato e precisamente l’ortoclasio con una banda forte a 513 cm-1 e altre due a 475 e 285 cm-1. Il campione 11122 presenta cristalli con bande a 1099, 725, 299, e 177 cm-1 (Fig. 4) tipiche della dolomite. Ci sono cristalli grigi che presentano le bande dell’ortoclasio. Il campione 11432E presentava cristalli bianchi con bande a 660, 507, 461, 385, 274, e 214 cm-1 che indicano l’ematite assieme a magnetite (Fig. 5). L’ematite si presenta in forma amorfa ed è nettamente prevalente sulla magnetite. La polvere fine del campione 11489M Iscrizione al ROC n° 9838 Iscrizione Tribunale di Milano n° 87 del 15/02/2003 E SOMMARIO Pag. e 100 (Italia) 150 (Estero) 8 di Michela Starace, Matilde Iorizzo, Antonella Tosti ABBONAMENTI ANNUALI e Cosmesi ungueale: è tutto oro quello che luccica? 1 Gli unguentari pompeiani e il loro contenuto 10 (Seconda Parte) di Cecilia Baraldi, Maria Cristina Gamberini, Pietro Baraldi, Maria Perla Colombini, Erika Ribechini Dalla biologia molecolare alla clinica: i progressi della dermocosmetologia di Rossana Schianchi, Stefano Veraldi Notizie dalla Letteratura Internazionale e dai Congressi 7 12 Rubrica aperta ai nostri sponsor DCN n. 5 - 2006 2 28-11-2006 15:33 Pagina 2 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 p resenta dei cristalli dello stesso c o l o re che erano costituiti da carbone amorfo (Fig. 6); una serie di piccoli cristalli bianchi hanno indicato la presenza di quarzo con bande a 466, 356 e 203 cm-1 (Fig. 7). Altri cristalli bianchi mostravano picchi a 1087, 710 e 280 cm-1, caratteristici della calcite. Il campione 17904 presenta cri- Fig. 2 - Spettro Raman della aragonite presente nel campione 11061. Fig. 5 - Spettro Raman di cristalli rossi del campione 11432 E. presenta le componenti dell’ortoclasio, una discreta quantità di ematite e tracce di fosfati con picchi a 962, 592, 510, 385, 277 e 214 cm-1 (Fig. 9). Una identificazione di rilievo è rappresentata dalla jarosite, presente nella polvere del balsamario 10809XXII e avente lo spettro complesso riportato in Fig. 10. La Fig. 3 - Spettro Raman della Goethite del campione 11061A. Fig. 6 - Spettro Raman del carbone presente nel campione 11489. 3 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 nella Tab. 1 insieme alle altre informazioni pertinenti. Con l’aiuto anche di dati di letteratura è possibile descrivere alcune caratteristiche e tecniche di ottenimento dei cosmetici. Se si prendono in esame gli spettri IR e Raman, è possibile osservare che i contenitori per cosmetici di Pompei sono spesso presenti sca- Fig. 4 - Spettro Raman della Dolomite del campione 11122. Fig. 7 - Spettro Raman del Quarzo presente nel campione 11489. Fig. 8 - Spettro Raman di Calcite e Apatite del campione 17904. Fig. 9 - Spettro Raman di un feldspato (ortoclasio) presente nel campione 17904. Fig. 10 - Spettro Raman della Jarosite presente nel campione 10809XXII. stalli rossi di ematite e magnetite, e altri con picchi a 962, 789, 663, 598, 488, 400, 286, 223, 195 cm-1, che indicano la presenza di un fosfato, molto probabilmente l’apatite. Un nuovo spettro esibisce picchi a 1085, 962 cm-1 (Fig. 8), riscontrabili negli spettri della calcite e dell’apatite. Un altro spettro sua provenienza dall’Egitto è probabile, come mostrano alcune analisi eseguite su reperti egiziani al British Museum(40). A questo punto è possibile portare avanti alcune considerazioni almeno provvisorie per un inquadramento dei dati ottenuti. A tal fine i dati pompeiani sono stati riassunti glie o comunque frammenti minuti di materiale vetroso che è possibile riferire all’alterazione del vetro subita nel tempo. Il vetro degrada diventando in parte cristallino, in parte idratandosi in superficie e determinando il distacco di particelle anche di considerevoli dimensioni. Il rinvenimento di mate- N° Inventario IR Raman 10583B u. v. Ca, org C 10690C u. v. K, Do, Ap Mg, (He) An, Do, S, 10794I u.v. Org, (Ca) C 10809III u.v. Ca, Si, (org.) Ca, He, Go, Am grigio 10809VIII u.v. Ca, Qz, Si Ca, He, Do rosso 10809XIII u.v. Si, Ca, K C, Go, Fo, Am nero 10809XXII u.v. Ca, Si, K Ja, Ca, He, Mg ocra C, Ca, He, Mg, (Ap), org grigio 10809XXVIII u.v. GC-MS Note grigio grigio a.p, a.s. bruno 10830C u.v. Ka, Ca C, Di, Ca, He (Mg) (Ap) grigio 11061A Ca, S He, Ar, C, F bianco 11122 Ca, TV Ca, Do, Qz verde 11141A Ca Qz, Ca, C bianco 11294B Ca, Gy, S Ca, S bianco 11294D Ca, O Ca, He, Ap, F, Anl bianco 11432C Ca, O Ca, Do, F 11432 D u.v. C C, (F) 11432 E Ca, O Ca, He, Go, F bianco 11489M C, Ca, Qz, org C, Ca, Qz grigio 11489 N 11709 B Ca, S Ca, S Ca Ca, He, F bianco bianco 11805 A Ca, S Ca, Do, Mg, F, Ap, Fo bianco 11907C Ca, S, org S bianco 11948A Ca, S Ca, Qz, F bianco 11994A Ca, S Ca, F 11994C org C 11994I Ca, S Ca, Gy, Go, He bianco 11994 L u.v. Ca, S Ca, S, He bianco 11994M Ca, S Ca, F, Di, Do, Mg, (He) bianco 11994Q Ca, org Ca, C bruno 11994S Ca, org, Do, He, Ka C, (F), Qz, Ca, Do bianco 12045 B u.v. Ca, S Ca, An, Anl, C, Mi, Or grigio 12080A u. v. Ca, Si Au, He, (Mg), Ca, Or grigio 12108B u.v. Ca, Si Ap, Mg, He, Ca, Or, Au, Di grigio 12132B u.v. Ca, Si, org K, C, Ca grigio 12132F u.v. Ca, Si,(org) C, He, Ca, Qz grigio 12132N u.v. Si Do, He, Mg, Ap, Am, An, Or, Ca nero 12148 B u.v. Ca, Ar Ca bianco 12148 D u.v. Ca, S Ca, C 12241 A u.v. S, org C 12425 u.v. Ca, Si Mg, He, C, Qz, Or, Ca 12777D u.v. Go, Ca, K Go, Mg, Ap, Or 12834 b.v. org. C, Qz, He (Mg), Ca 12974C u.v. Ap, K,(org) C bianco a.p., a.s. nero bianco a.p., a.s. bruno grigio a.p., a.s. bruno grigio rosso a.p., a.s. nero nero Adenogen con Adenosina all unga la vi ta ai capel li favorendo l’aumento naturale del loro fattore di crescita FGF-7. Un grande ri sul tato dell a Ricerc a Scienti fica Shiseido per capell i pi ù lunghi, robusti e con un di ametro superiore , senza effetti collaterali. DCN n. 5 - 2006 28-11-2006 4 15:33 Pagina 4 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 12982B u.v. org. S 13086 u.v. C, org C 13270 A u.v. Gy, Ca Gy, Ca, He bianco 13271H u.v. Si, K, Ap? Di, Am, Mg, He, Au, Or, Ap, (Ca) grigio 13584A u.v. Ca, Si, org C nero 13599 u.v. Gy, Ce Gy, Ce, Ang, C grigio 13972 u.v. Si Mg, He, Ar, Ap rosa 14187A u.v. Ca, Si He, Mg, Ca, Or, Ap, Au grigio 17896 Ca, S Ca, C bianco 17897 Ca, S Ca bianco 17898 Ca, S Ca bianco 17899 Ca, S Ca bianco 17900 Ca, S Ca bianco 17903 Ca, S Ca, Do, F bianco 17904 17906 Ca, S Ca, org, S Ca, Ap Ca, C bianco bianco 17907 Ca, S Ca, Do, C bianco 17911 Ca, S Ca, (He), (F) bianco 17912 Ca, S Ca, He, (Ap), (F) bianco 17913 Ca, S Ca, F, (He) bianco 17915 Ca, S Ca, F bianco 17918 Ca, S Ca, F, He bianco 17921 Ca, S Ca, F bianco 17924 Ca, S Ca, F, Go bianco 17928 Ca, S Ca, S bianco 17968 Ca, S Ca bianco ocra a.p., a.s. nero Tab. 1 - Dati riassuntivi sui prodotti rinvenuti nei balsamari di Pompei (a. = acido, An = anatasio, Ang = anglesite, Anl Am = analcime, Anr = anort ite, Ap = apatite, Ar = aragonite, ar. = aryballos, Az = azzurrite, b. = balsamario, c. = ciotola, C = carbone, Ca = calcite, Ce = cerussite, Di = diopside, Do = Dolomite, E = esteri, F = feldspato, f. = fittile, Fo = forsterite, Gy = gesso, Go = goethite, He = ematite,, i = idrocarburi, Ja = Jarosite, K = Nitrato di potassio, Ka = Caolinite, Le = lepidocrocite, Ma = malachite, Mg = magnetite, Mi = mica, Or = ortoclasio, Org = sostanze organiche, p. = palmitico, Qz = quarzo, s. = stearico, S = silicato vetroso, Si = silicati, u. = unguentario, v. = vitre o ) . riale vetroso è quindi legato al tipo di contenitore. Un discorso analogo si può delineare per i contenitori fittili o bronzei, che possono determinare la presenza nella polvere contenuta all’interno di particelle ceramiche o di cristalli di malachite e azzurrite derivanti dall’alterazione della parete. Tra le tecniche IR e Raman vi è invece una notevole concordanza per quanto riguarda i componenti principali. Nei dettagli si rivelano delle differenze che possono essere attribuite alla elevata risoluzione spaziale della microscopia Rama, che consente di avere lo spettro e quindi l’identità chimica anche di un solo granello presente in una miscela. Osserviamo che i campioni di nero brillante sono risultati costituiti praticamente di solo carbone. L’assenza di altri ingredienti inorganici fa propendere per l’origine vegetale di questi pigmenti neri e quindi fa pensare ad un kohl per occhi di tipo economico. Infatti la letteratura parla di kohl costituito da galena o antimonite, ritenuti preziosi già a quei tempi. Solo in un caso si è rilevata la presenza di fosfati in una polvere nera, che quindi sarà di origine animale. È noto infatti da secoli il pigmento detto “nero d’ossa”, ottenuto calcinando gli ossi di animali in ambiente carente d’ossigeno, per cui le parti proteiche vengono ridotte a carbone e i fosfati a fosfato tricalcico. Singolare è il rinvenimento di una polvere color ocra, si è rilevata costituita da goethite FeOOH. Si tratta di un idrossido di ferro che presenta la proprietà di trasformarsi per riscaldamento in ematite. La sua presenza in una polvere o in un affresco può essere un “termometro” per accertare se il reperto ha subito un riscaldamento nel tempo intercorso tra il suo app rontamento nel contenitore o sulla parete e il rinvenimento. Da studi pregressi è noti che la transizione può avvenire tra i 230°C(36) e i 290°C(37), a seconda delle condizioni operative e delle dimensioni medie delle particelle. Si può affermare che i reperti pompeiani 5 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 non sono stati riscaldati a temperature superiori, poiché anche sulle pareti si hanno ancora grandi campiture gialle come nella casa del Menandro. Quale può essere stato l’impiego della goethite ovvero ocra gialla a quel tempo? Occorrerebbe identificare il sito in cui è stato ritrovato per verificare alcune ipotesi e scartarne altre. Si può pensare che un’ocra venisse impiegata per truccare il viso per rappresentare a teatro un personaggio particolare o indicare un particolare stato d’animo. È possibile anche che venisse impastata con cerussa o altri pigmenti bianchi per ottenere una specie di fondotinta. Commentando le presenze singolari nelle miscele, è da osservare ancora che sono presenti due carbonati interessanti, la cerussite e l’aragonite. La prima è un minerale di piombo che è presente in natura, ma può essere anche ottenuto artificialmente da piombo metallico. Molto più nota era l’id ro c e russite, che la letteratura, con il nome di cerussa al tempo dei Romani e di biacca al tempo dei Germani, ricorda essere stata usata dalle signore romane per dare al loro viso un aspetto pallido e più giovane. La cerussite potrebbe derivare dalla carbonatazione della idrocerussite avvenuta nel corso dei secoli. La frequenza del rinvenimento del gesso nei contenitoei di Pompei, prodotto di basso prezzo e facilmente reperibile, può indicare o che i ceti sociali erano mediamente di basso livello e quindi si potevano concedere una maschera per il viso di livello inferiore, o che ci si era resi conto della tossicità della biacca e quindi questa era stata in parte eliminata. L’impiego del gesso, anche se unito ad eccipienti grassi, doveva comunque essere non ideale per la pelle e c re a re una specie di maschera rigida. Il rinvenimento singolare della malachite, che per le misure Raman è associata ad azzurrite, ha chiarito che l’incrostazione presente sulla superficie del contenitore in vetro era da riferire al contatto con un oggetto di rame o b ronzo e non ad un cosmetico verde, che era invece comune in ambito egiziano. La presenza di calcite in numerosi casi può essere dovuta ad apporto da parte di acqua piovana che nei secoli è fluita attraverso il terreno, formatosi dallo strato di cenere e lapilli. Questi ultimi possono essere la fonte di una serie di silicati, presenti in numerosi campioni. Per interpretare dati di questo tipo sarebbe importante eseguire una ricognizione sui contenitori e sui Diari di Scavo per verificare le modalità di rinvenimento dei balsamari che presentino problemi di questo tipo (in suolo umido, in un sito asciutto e riparato, il contenitore era chiuso o aperto?). Per interpre t a re la presenza di alcuni composti organici in qualche balsamario reperito a Pompei, occorre ricordare che questi prodotti cosmetici dovevano essere utilizzati miscelandoli con un grasso vegetale o animale. Le signore pompeiane disponevano dei balsamari in cui conservavano le polveri e di piccoli contenitori o piastre sulle quali impastavano la polvere con il grasso, ma solo al momento dell’uso. I grassi hanno poi subito una sorte diversa a seconda della loro modalità di c o n s e rvazione e dell’attacco da parte di agenti ambientali, chimici e biologici. Numerosi lavori pubblicati sugli esiti di queste degradazioni riportano la possibile idrolisi degli esteri per dare ad es. glicerolo e acidi palimitico, stearico ed oleico(36, 37). Il glicerolo è solubile in acqua e quindi o per dilavamento o per effetto dei lavaggi di ripulitura dei re p e rti da parte degli archeologi potrebbe essere stato eliminato. Invece gli acidi grassi liberi possono aver resistito agli attacchi del tempo o spezzarsi in molecole più piccole. Gli acidi grassi insaturi possono trasformarsi completamente in saturi, per cui l’oleico si trasforma in palmitico, con perdita di due atomi di carbonio e saturazione del doppio legame, e il rapporto finale palmitico: stearico risulta quindi più alto di quello previsto per un certo tipo di grasso. Alcuni di questi acidi grassi possono essere stati metilati ad opera di batteri. Un altro meccanismo di degradazione potrebbe essere la completa deidrossigenazione per dare idrocarburi ad alta massa molare. La presenza di acidi palmitico e stearico in campioni di nero per occhi indicherebbe quindi che questi prodotti erano pronti per l’uso. Infine il campione 13972 presenta un’associazione di magnetite, ematite, aragonite e fosfati che fa ipotizzare la sua preparazione da una miscela composita in cui erano presenti composti di ferro. Questa miscela sarebbe stata riscaldata ad una temperatura abbastanza alta da produrre la formazione della magnetite dall’ematite, ma non sufficiente a decomporre l’aragonite. Tutto questo ammettendo che non si tratti di una miscela casuale di minerali macinati. Qualche ulteriore indizio che accertasse la possibile formazione della magnetite per via sintetica e dei fosfati da minerali o da ossa, consentirebbe di avere qualche chiarezza su questo punto. Osserviamo anche che i dati relativi ai cosmetici pompeiani sono alquanto differenti da quelli reperiti ad Oplontis(38). In quella serie di analisi era risultato innanzitutto la presenza quasi esclusiva di sostanze organiche di varia natura. Si trattava quindi di unguenti e non di fondotinta o mascara. Essi erano stati preparati utilizzando novità Hydra-Excel La 1 a i d r a t a z i o n e CRONOBIOLOGICA Linea cosmetica per il viso a base di C a p t i v i n e un complesso idratante unico formato da Lipidure® e Glicerina Trattamento Idratante Giorno Trattamento Nutriente Notte + Amido di riso = Trattamento Idratante Giorno + Crema Detergente Nutriente Acidi grassi essenziali = Trattamento Nutriente Notte L U T S I N E: formulato dalla scienza, apprezzato dalla pelle. DCN n. 5 - 2006 6 28-11-2006 15:33 Pagina 6 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 oli e in particolare olio di oliva o di olio ad alto contenuto di trioleato di glicerina. Numerosi sono i terpeni che sono stati riscontrati, dal borneolo al patchoulolo al terpineolo, la cui presenza è indicativa dell’impiego di profumi o estratti di particolari vegetali. Il borneolo ad es. risulta molto abbondante nell’olio essenziale di rosmarino e quindi è molto probabile che la sua presenza indichi l’impiego di questa pianta nella cosmesi pompeiana. Del resto il rosmarino è pianta spontanea nella zona vesuviana e lo era anche in epoca romana, quando si usava un “oleum ros marini”. CONSIDERAZIONI E CONCLUSIONI Mentre si procedeva alla raccolta dei dati di catalogo sui reperti cosmetici, si è pensato anche ad una indagine sulle loro quantità relative nella città di Pompei. Il numero elevato di campioni reperiti, superiore alle 200 unità, potrebbe rendere statisticamente significative le deduzioni ottenute, anche tenuto conto del fatto che i balsamari contenenti un prodotto erano una percentuale bassa sul totale. Il contenuto di numerosi unguentari è costituito semplicemente da cenere e lapilli, penetrati all’interno del contenitore. Da uno sguardo di insieme dei dati ottenuti sui reperti pompeiani si Bibliografia 1. Theophrastus, De Lapidibus, trad. 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Il gesso si ritroverebbe come sale diidrato per riidratazione dell’emiidrato. Le polveri nere sono risultate sempre costituite da carbone e solo in pochi casi il carbone conteneva apatite e quindi era derivato da carbonizzazione di materiale animale. Questo indica che il carbone principalmente era origine vegetale e veniva ottenuto dalla carbonizzazione in carenza d’aria di legno o di materiale legnoso, come i semi, i noccioli e i tralci, di varia origine. Pochi contenitori avevano polveri di colore insolito: solo in un caso polvere verdastra con terra verde, e pochi casi di ocra, rosso, rosa, tutti esplicabili con un contenuto di idrossido o ossido di ferro e che può avere avuto un uso particolare. Per il giallo si può pensare o ad usi particolari, come il trucco per gli attori, o ad un uso quotidiano come ombretto, in sostituzione del più rinomato ombretto tratto dal croco. Interessante la presenza di J a rosite, un minerale di pro v e- nienza egiziana, riscontrato già a Pompei in una ciotola(39). La presenza di esteri di acidi palmitico e stearico indica che i cosmetici potevano essere acquistati o portati con sé già pronti per l’uso, cioè già stemperati con materie grasse di origine animale o vegetale. I cosmetici rilevati costituivano, quindi, per la gran parte un maquillage estremamente sobrio e piuttosto diffuso nella città. In questi balsamari si sono evidenziati residui di grassi in forma di acidi liberi, formatisi in seguito alle alterazioni indotte dal tempo. L’associazione di acido palmitico e stearico testimonia la natura di grasso del prodotto originario. In mancanza della prova della presenza di colesterolo non si può ipotizzare la provenienza da grassi animali. 8. AA: VV., Vita quotidiana nell’Italia anticavol. I, Vita in Famiglia, Casalecchio di Reno a c. della COOP, (1993) p. 183. 9. 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Farmer V.C., The Infrared spectra of Mi nerals, Ed. Farmer (1974). Mills, J., Conservation in the Tropics, Proc. 37. 38. 39. 40. Asia-Pacific Seminar on Cons Cult Pro perty, New Delhi (1972) 159. Cox J., J. Egyptian Archaeol. 63 (1977) 67. Baraldi P. Baraldi C., Fagnano C., Ferioli V., Gamberini M.C., Ricerche sui contenuti dei balsamari di Oplontis, Riv Studi pom peiani, XV (2004) 109-125. Fagnano C., Tinti A., Taddei P., Baraldi P. (2003). La tavolozza dei colori negli affre schi di Pompei. In “Fini G., In Memoria di Alessandro Bertoluzza”. (vol. 1, pp. 11). Bologna: Clueb. Wallert A., Studies in Conservation 40 (1995) 177. DALLA BIOLOGIA MOLECOLARE ALLA CLINICA: I PROGRESSI DELLA DERMOCOSMETOLOGIA Rossana Schianchi*, Stefano Veraldi° * Istituto Dermatologico Europeo - Milano ° Istituto di Scienze Dermatologiche, Università di Milano, Fondazione I.R.C.C.S., Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagallie Regina Elena - Milano Ringraziamenti Al termine del lavoro si ringraziano il Soprintendente di Pompei prof. Pietro Giovanni Guzzo per avere consentito l’accesso a numero s i re p e rti dei sito e la dott.ssa Annamaria Ciarallo del Laboratorio Scientifico della Soprintendenza di Pompei per i suggerimenti e le discussioni durante lo svolgimento del lavoro. g D iciamo una banalità se scriviamo che la dermocosmetologia ha fatto passi da gigante? Forse sì. Tuttavia, non si può rim a n e re insensibili di fronte a un nuovo prodotto per il trattamento dell’acne (di cui non diciamo né il nome commerciale né la company, per evitare che qualcuno favoleggi che queste nostre poche righe sono “sponsorizzate”) che è arrivato da pochissimo sul merc ato italiano e che è supportato da un pedigree molecolare e chimico di assoluto rispetto. Questo prodotto contiene, tra le alt re molecole, dei sebosomi®. I sebosomi® sono liposomi di forma ap- p rossimativamente sferica, ma altamente plastica, a membrana mult i l a m e l l a re, e con una sorta di cavità di grandi dimensioni (Fig. 1). I sebosomi® sono prevalentemente utilizzati per il trasporto transepid e rmico e follicolare di molecole che, altrimenti, penetre re b b e ro poco e/o in modo irregolare. Nel prodotto di cui stiamo parlando, i sebosomi® sono complessati con un derivato dell’epilobio (Epilobium augustifolium), una pianta ricca in enotheina B (famiglia dei tannini macrociclici) che inibisce l’attività della 5-a- reduttasi. Una volta raggiunto il derma e il dotto sebaceo, i sebosomi® “liberano” il derivato dell’epilobio, che può quindi agire, ad alta concentrazione, direttamente nella ghiandola sebacea. Questo prodotto costituisce quindi un eccellente esempio di quanto sia diventato importante il veicolo. g Fig. 1 - Sebosoma®. DCN n. 5 - 2006 8 28-11-2006 15:33 Pagina 8 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 COSMESI UNGUEALE: È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA? Michela Starace, Matilde Iorizzo, Antonella Tosti Clinica Dermatologica – Università degli Studi di Bologna U nghie scolpite, unghie art i f iciali, smalti colorati, decorazioni (nail art) e integratori specifici per la salute delle unghie sono al centro dell’attenzione di molte donne che sempre più desiderano avere unghie esteticamente perf e t t e . Ma è tutto oro quello che luccica? Purtroppo non sempre. Quello che ci preme sottolineare è che una corretta cosmesi dell’unghia è importante per la salute dell’unghia stessa. re di creare infiammazione della piega ungueale prossimale e/o alterazioni di superficie della lamina. La cuticola ha infatti funzione protettiva nei confronti della matrice ungueale che si trova al di sotto della piega ungueale prossimale; se la cuticola non aderisce bene alla lamina, polvere ed altri microrganismi ambientali si infilano sotto alla piega infiammando i tessuti e danneggiando la matrice che darà origine ad una lamina con superficie alterata. MANICURE / PEDICURE E LACCHE UNGUEALI Alla semplice manicure / pedicure può essere aggiunto lo smalto, solitamente in 3 strati: la base, lo smalto colorato e lo smalto protettivo. La maggior parte degli smalti sono costituiti da: Prima di eseguire un corretto manicure e/o pedicure le mani e i piedi vanno sempre immersi in acqua tiepida e sapone in modo da ammorbidire lamina ungueale e cuticola. La lamina va quindi tagliata sempre dritta, senza arrotondare gli angoli in modo da impedire incarnimento e/o infiammazione dei tessuti circostanti. Il margine libero deve essere limato in un’unica direzione, meglio se con lime di cartone. La cuticola deve essere spinta prossimalmente con un bastoncino di legno e mai tagliata, onde evita- - 15% nitrocellulosa (un componente non sensibilizzante e resistente all’acqua che produce un film lucente che aderisce alla lamina); - 7% resina termoplastica (resina toluene sulfonamide-form a l d e idica che migliora la lucentezza, la resistenza dello smalto); - 7% plasticizzante (ftalati di butile e canfora che migliorano la flessibilità e prevengono l’assot- tigliamento dello smalto); - 70% solvente (di solito toluene, butile o etile acetato con alcol isopropilico); - 1% pigmento. I così detti smalti “ipoallergenici” differiscono da questi poiché contengono resine di poliestere alchiliche che non sono sensibilizzanti. Talvolta, come base, possono essere utilizzati smalti indurenti o rinforzanti. Sono prodotti molto pubblicizzati, ma non esistono dati validi che ne dimostrino la reale efficacia. Questi prodotti sono una modificazione dello smalto ungueale con una differente concentrazione di solvente e resine e aggiunta di sostanze come cheratina, vitamine, fluoruro di calcio, oli naturali, fibre di nylon, teflon, seta. Non è vero che gli smalti possono provocare fragilità ungueale, anzi prevengono il contatto con acqua o detergenti che disidratere b b e ro l’unghia. Ciò che provoca fragilità ungueale da disidratazione è l’uso ripetuto del solvente. Quest’ultimo non andrebbe usato più di una volta ogni 15 giorni e dovrebbe essere sempre privo di acetone. L A B O R A T O I R E S L I E R A C INTEGRATORI Le unghie scolpite vengono fatte con una combinazione di liquido monomerico (etil metacrilato) e polvere polimerica (polietil metacrilato) trattata a temperatura ambiente con un accelerante organico (benzoil perossido). La pasta ottenuta è modellata direttamente sulla lamina ungueale dove è stato posizionato un calibro sagomato metallico con la forma del letto dell’unghia. Le unghie scolpite possono essere fatte anche con gel e richiedono l’esposizione ai raggi UV per ess e re polimerizzate e indurite. Il gel, che è un mix etil cianoacrilato e monomeri di poetil metacrilato è combinato con la polvere polimerica. Le unghie scolpite possono essere facilmente rimosse immergendole in acetone. Sebbene non ci siano prove evidenti che l’uso di integrazione alimentare sia davvero efficace, vitamine, oligoelementi e aminoacidi possono essere tavolta di aiuto, soprattutto nella fragilità ungueale. Dopo ripetute applicazioni di unghie scolpite si osservano fragilità ed onicolisi. Gli effetti collaterali più temuti sono le dermatiti irritative o a l l e rgiche da contatto, in questo caso più frequenti a livello locale. Si possono osservare derm a t iti dopo un periodo di 2-4 mesi fino a 16 mesi dalla prima applicazione. Sono stati descritti anche casi di parestesie e perdita temporanea o permanente dell’unghia, aumento della suscettibilità ad onicomicosi e perionissi. Notevoli problemi sono insorti tra gli operatori sanitari, ai quali è stato limitato l’utilizzo di unghie scolpite. UNGHIE ARTIFICIALI Sono lamine ungueali preformate applicate direttamente sull’unghia. Possono essere naturali, smaltate o decorate con disegni. Vengono incollate con etile cianoacrilato, un sensibilizzante che può causare d e rmatiti allergiche da contatto sia locali che a distanza. - Vitamina A: l’ipovitaminosi A è associata alla s i n d rome delle unghia a guscio d’uovo, ma bisogna stare molto attenti perché un sovradosaggio della vitamina A può determ i n a re una perdita di capelli e una severa distruzione delle unghie, quindi le preparazioni in uso non devono contenere alte dosi di questa vitamina. - Vitamina H o biotina: l’ipovitaminosi H è associata a fragilità ungueale. La biotina migliora la forza delle unghie agendo sulla sintesi delle molecole lipidiche. Molti studi hanno dimostrato un miglioramento clinico nei pazienti che ricevono supplementi orali di biotina (2,5-10 mg/dì). - Ferro: una carenza di ferro può associarsi a fragilità ungueale, striature longitudinali e coilonichia. Il ferro migliora però la fragilità ungueale solo quando i livelli di ferritina scendono sotto i 10ng/ml. - Cistina: la cistina è un disulfide che contiene due molecole di cisteina, aminoacidi che mantengono la catena proteica della cheratina. È HYDRA-CHRONO È IL PIÙ COMPLETO TRATTAMENTO IDRATANTE ANTI-ETÀ: L’ESCLUSIVO COMPLESSO AQUA-PUMP® AGISCE SU TUTTO LO SPESSORE EPIDERMICO, DISTENDE I TESSUTI E RIDUCE LE RUGHE. IL COMPLESSO HYDRA-NUTRITIVO CONTROLLA IL LIVELLO IDROLIPIDICO NEGLI STRATI SUPERFICIALI, DOVE LA SECCHEZZA EVIDENZIA RUGHE SOTTILI. UN PROGRAMM A COMPLETO PER UN’AZIONE URTO SU DISCROMI E CUTANEE DA SOLE, DA I NVECCHIAM ENTO O CLOASMA GRAVIDI CO. CREMA SCHIARENTE IP 12 UNGHIE SCOLPITE IDRATAZIONE ANTI- ANTI- Vaso da 50 ml. Prezzo consigliato e 28,50. Se però lo smalto colorato non viene rimosso, dopo circa 10 giorni la cheratina tende a pigmentare e l’unghia si colora di giallo-rosso. Il tutto torna gradualmente nella norma dopo 14 giorni senza effettuare alcun trattamento. Gli effetti collaterali più temuti delle lacche ungueali sono però le dermatiti irritative o allergiche da contatto. Circa l’1-3% della popolazione è affetto da questo problema. Il principale responsabile è la resina toluene sulfonamide-formaldeidica. Le dermatiti si localizzano a livello periungueale o a distanza (trasferimento di smalto con la mano in altre zone del corpo come palpebre, volto e collo). A distanza ci sono chiazze eritemato-desquamative di variabile grandezza e gravità. A livello locale di solito ci sono perionissi (infiammazione dei tessuti periungueali), onicolisi (distacco della lamina dal letto), fragilità ed alterazioni di colore e superficie della lamina. Le dermatiti da smalti sono comunque più frequenti a distanza, molto spesso infatti l’apparato ungueale non presenta alcuna anomalia. HYDRA-CHRONO CORREC- CONCENTRATO ATTIVATORE SCHIARENTE 9 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 TRATTAMENTO INTENSIVO SCHIARENTE FLUIDO FRESCHEZZA CREMA CONFORT E CREMA RICCA BALSAMO ESTREMO PER PELLE NORMALE O MISTAPER PELLE SECCA E MOLTO SECCA PER PELLE DISIDRATATA Flacone dosatore da 30 ml. Prezzo consigliato e 23,50. I N N O V A Z I O N E Usare al mattino sulla pelle pulita. Flacone da 40 ml. Prezzo consigliato e 30,00. E S T E T I C A A L È S G R O U P E I T A L I A S P A • I N F A R M A C I A • T e l . 0 2 . 2 9 0 . 6 6 7 . 1 • E - m a i l : c v i g i l a n z a @ a l e s g r o u p e . i t • Applicare mattina e sera sulla pelle pulita. Vaso da 40 ml. Prezzo consigliato e 30,00. L A B O R A T O I R E S L I E R A C Applicare al mattino e secondo necessità. Vaso da 40 ml. Prezzo consigliato e 30,00. I N N O V A Z I O N E E S T E T I C A A L È S G R O U P E I T A L I A S P A • I N F A R M A C I A • T e l . 0 2 . 2 9 0 . 6 6 7 . 1 • E - m a i l : c v i g i l a n z a @ a l e s g r o u p e . i t • DCN n. 5 - 2006 10 28-11-2006 15:34 Pagina 10 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 solitamente usata per migliorare la crescita e la resistenza delle unghie. - Zinco: la carenza di zinco causa unghie Bibliografia - Baran R. Nail beauty therapy: an attracti ve enhancement or a potential hazard? J Cosm Dermatol. 2002; 1: 24-29. fragili, striature longitudinali, colorazione grigia delle unghie, infiammazione periungueale e perionissi cronica. Un trattamento prolungato con zinco migliora la fragilità ungueale. - Silicio: stabilizza le strutture cheratiniche conferendo resistenza alle unghie. - - - Baran R, André J. Side effects of nail co smetics. J Cosm Dermatol. 2005; 4: 204-209. Dahdah MJ, Scher RK. Nail diseases rela ted to nail cosmetics. Dermatol Clin. 2006; 24: 233-239. - Haneke E. Onychocosmeceuticals. J Cosm Dermatol. 2006; 5: 95-100. Iorizzo M, Piraccini BM, Tosti A. Nail co smetics in nail disorders. J Cosm Derma tol. 2007; in press. [email protected] The activity of human melanocytes is essentially dependent upon keratinocytar signals, among which endotheline-1, the stem cell factor (SCF), the basic fibroblast growth factor (b-FGF) and alpha melanostimuline (a-MSH). However, cytokines capable of stimulating both the multiplication and the synthesis activity of melanocytes are also produced by dermal fibroblasts, which notably synthesize soluble SCF into situations of rapid multiplication or inflammation. A mela- nocytar stimulation of dermal origin would for example explain the pigmentation in histiocytofibromas. In the case of melasma, the authors wanted to establish a link between the functional abnormalities of fibroblasts secondary to heliodermia and epidermal hyperpigmentation. In a histopathological study among 60 Korean patients, they particularly studied SCF expression via dermal fibroblasts and that of c-kit keratinocytar receptors in the epidermis. Lesional skin of the melasma was characterized at epidermal level by an increase in melanin within all epidermal layers as well as an increase in the number of melanocy- I contributi editoriali dei Lettori vanno inviati a: [email protected] g Notizie dalla Letteratura Internazionale e dai Congressi I contributi editoriali dei Lettori vanno inviati a: MELASMA MAY RESULT FROM A HYPERSTIMULATION IN MELANOCYTES BY FIBROBLASTS 11 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 tes, at dermal level by a solar elastosis and fibroblasts abnormally numerous and active. Immunohistochemical staining showed an increase in SCF expression by dermal fibroblasts of melasma compared to normal skin whereas SCF expression had not been modified in the epidermis, appendages or dermal vessels. For c-kit, immunohistochemical staining was incre ased in the basal layer of the lesional epidermis but not at dermic mastocyte level. Study in RT-PCR of mRNA expression (on the entire skin) showed an increase in the production of SCF and c-kit on lesional skin. These results are compatible with the hypothesis of a role of abnormal activation of fibroblasts at the origin of melasma. Nevertheless, a dermal hyperproduction of SCF should logically stimulate in parallel the c-kit receptors of mastocytes, even if found in normal quantity. Furthermore, a separate study of the epidermis and dermis would be needed to distinguish epidermal production of SCF. La prevalenza di acne si è dimostrata del 7,3% (più colpite le bambine). Il pattern più comune è stato quello comedonico. Il BMI medio dei bambini con acne era significativamente più alto rispetto ai bambini senza acne dimostrando, quindi, una correlazione tra le due patologie. - Kang HY, Hwang JS, Lee JY et al. The dermal stem cell factor and c-kit are overexpressed in melasma. Br J Dermatol. 2006 Jun; 154(6): 1094-9. Riccarda Serri - Milano - Higher body mass index is a significant risk factor for acne formation in schoolchildren. MinChien Tsai, WenChieh Chen, YuWen Cheng, et al. Eur J Dermatol 2006; 16: 251-253. Matilde Iorizzo - Bologna L’OBESITÀ COME FATTORE DI RISCHIO PER L’ACNE GIOVANILE CRESCITA DI PELI TERMINALI ATTORNO AD AREE EPILATE CON LASER L’obesità si accompagna frequentemente ad iperandrogenismo periferico che può essere associato ad aumentata produzione di sebo ed allo sviluppo di acne severa. L’indice di massa corporea (BMI) è uno dei modi più accurati per misurare e determinare l’obesità. Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare la correlazione trà l’obesità e la prevalenza di acne, con relativi patterns, in un gruppo di 3274 studenti di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. In questo studio è stata osservata, in alcuni pazienti, la comparsa di peli terminali nelle aree adiacenti a quelle sottoposte alla epilazione laser o in quelle dove anche i peli del vello sono stati trattati. Su 750 pazienti trattati, 30 sono andati incontro a crescita di nuovi peli. La maggior parte di questi pazienti era di fototipo scuro (III o IV) e l’effetto collaterale è comparso dopo 3 - 10 trattamenti (alessandrite o IPL). I nuovi peli sono stati nuovamente trattati con il laser ri- spondendo al trattamento con una graduale riduzione di densità. L’induzione di peli terminali dopo epilazione laser è un evento che può presentarsi ai margini delle aree colpite dal laser o nel trattamento dei peli del vello, soprattutto nei pazienti con fototipo scuro. Le aree più colpite sono viso e collo. Si ipotizza che il fenomeno sia dovuto all’infiammazione locale, conseguente a ripetuti trattamenti con laser, che può agire da fattore inducente la trasform a z i one di peli del vello in peli term inali. È quindi consigliabile avvert i re il paziente di questo possibile, seppur raro, effetto collaterale. - Hair induction after laser-assisted hair removal and its treatment. Kontoes P, Vlachos S, Kostantinos M, et al. J Am Acad Dermatol. 2006; 54: 64-67. Matilde Iorizzo - Bologna MOLTEPLICE APPROCCIO AL PHOTOAGING Questo articolo ci ricorda come nell’approccio al photoaging non si debba considerare soltanto la cute, ma anche il tessuto sottocutaneo, le ossa e la cartilagine. Queste strutture costituiscono il supporto della cute e vanno an- PHYTOPROGENIUM: LA NUOVA DETERSIONE DI PHYTO I l abor ator i di r i cer ca Ph yto pr esentano P hytopr ogéni um uno s h a m p o o a base di atti vi naturali efficaci e sel ettivi sui mi crorganism i sapr ofit i e su quel l i patogeni del cuoi o capel l uto. La pr esenza di tensi oatti v i extra deli cati e sostanze emollienti, garantisce in oltre un’ azione purificante e protetti va. Concepit o seguendo le più moder ne tecni che formul a t i v e AL È S G R O U P E I TA L I A SP A • T e l. 0 2 . 2 9 0. 66 7 . 1 • E- m a il : c vi g il a n z a @ a le s g r ou p e .i t • w w w . ph y t o. it • I N MONODERMÀ è una linea venduta in Farmacia 28 MONODERMODOSI 1 sola MonoDermoDose è sufficiente per mani e viso 14 MONODERMODOSI per ampie superfici cutanee DCN n. 5 - 2006 28-11-2006 15:34 Pagina 12 Volume 4 • Numero 5 • Novembre-Dicembre 2006 I contributi editoriali dei Lettori vanno inviati a: [email protected] ch’esse incontro ad indesiderati cambiamenti che si riflettono sulla cute stessa. Il dermatologo può approcciarsi al photoaging in modo medico ed in modo chirurgico più o meno invasivo, ma se non considera tutte queste strutture assieme non otterrà mai risultati ottimali. L’autrice espone anche, per ogni distretto, una carrellata di possibili trattamenti volti a combattere il photoaging. - Concepts in a Multiprong Approach to Photoaging. Draelos ZD. Skin Therapy Lett 2006; 11: 1-3. Matilde Iorizzo - Bologna ADENOGEN (ADENOSINA): UNA VIA NATURALE PER LA CURA DELL’ALOPECIA NON SOLO ANDROGENETICA L’ effetto di Minoxidil sulla crescita del capello è mediato da Adenosina, una molecola naturalmente liberata dalle cellule in condizione di ipossia o di bilancio energetico negativo. In risposta ad Adenosina le cellule della papilla sintetizzano VEGF ma soprattutto FGF7, il fattore di UPDATE SULLA CICLOSPORINA NELLE DERMATOSI IMMUNOMEDIATE Bellissimo update sull’utilizzo della ciclosporina nelle dermatosi immunomediate. Gli autori esaminano dapprima il farmaco spiegando il razionale del suo utilizzo in queste patologie per poi prenderle in esame singolarmente dando indicazioni su dosaggi e monitoraggio del paziente. Vengono esaminate psoriasi, artrite psoriasica, dermatite atopica, pioderma gangrenoso, pustolosi palmoplantare, pemfigo vol- c rescita che più di ogni altro sostiene la fase Anagen e si oppone alla miniaturizzazione del follicolo. FGF7 (Fibroblast Growth Factor 7) è un potentissimo fattore di crescita che favorisce le mitosi dei cheratinociti, si oppone alla loro apoptosi, e nel contempo riduce i processi infiammatori e le fibrosi. FGF7, indispensabile per la crescita del capello, è represso nell’alopecia androgenetica. Uno studio clinico in doppio cieco verso Niacinamide su oltre 100 g a re, lichen planus, orticaria idiopatica cronica e prurigo nodulare. La ciclosporina è un ottimo trattamento per queste patologie, sia come sistemico che come topico. I noti effetti collaterali non devono spaventare poiché, se le linee guida vengono rispettate, possono essere ridotti al minimo con una buona tolleranza da parte del paziente. - Update on the use of ciclosporin in immune-mediated dermatoses. Griffiths CEM, Katsambas A, Dijkmans BAC, et al. Br J Dermatol 2006; 155(S2): 1-16. Matilde Iorizzo - Bologna pazienti dimostra l’efficacia di Adenogen nell’alopecia androgenetica. I capelli si allungano, aumentano di diametro e sono più resistenti. L’assoluta mancanza di effetti collaterali associata alla benefica azione antinfiammatoria rendono Adenogen un utile strumento per combattere l’alopecia. Per approfondimenti consultare: http://www.shiseido-italy.com Link “Sezione riservata ai Sigg. Medici”.