marra: sulle orme di rosi con fanny ardant

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marra: sulle orme di rosi con fanny ardant
IN CONCORSO A VENEZIA CON 'L'ORA DI PUNTA'
MARRA: SULLE ORME DI ROSI CON FANNY ARDANT
"La mia candidatura in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, insieme a quella di Paolo
Franchi ('Nessuna qualita' agli eroi', ndr) e Andrea Porporati ('Il dolce e l'amaro', ndr) e' un
segnale positivo e significa che sta tornando l'attenzione verso il cinema impegnato, verso un
certo modo di fare e pensare i film che fa parte della nostra storia". Vincenzo Marra, in
concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con 'L'ora di punta', parla per la prima volta delle
emozioni di rappresentare l'Italia al festival lagunare e della soddisfazione di essere riuscito,
dopo tre anni di lavoro, a realizzare un film di grandissima attualita' "che nasce seguendo
idealmente le orme di grandi maestri che hanno espresso sempre grande stima nei miei
confronti come Monicelli, Rosi, Bertolucci, Olmi, Angelopoulos o i fratelli Taviani". Il film di
Marra, interpretato da Fanny Ardant e da molti esordienti, tra cui il protagonista, Michele
Lastella ("e' un giovane della provincia di Foggia che sognava di fare l'attore. Quando gli ho
detto che avrebbe lavorato con Fanny e' quasi svenuto", spiega Marra), e' la storia di un
agente della Guardia di Finanza che e' disposto a tutto pur di arrivare in alto. Per far cio' si
lega ad una donna piu' grande di lui, bella, colta, affascinante, potente e molto innamorata.
"E' il terzo capitolo di una ideale trilogia - spiega il regista - che ho iniziato con gli altri due
miei film, 'Tornando a casa', che parla di acqua, e 'Vento di terra'. Questo film e' il fuoco,
l'ambizione che brucia le persone e che le rendono disposte ad ogni crimine e compromesso
pur di scalare posizioni sociali". L'idea di questo film e' nata nella mente di Marra in maniera
originale: "Stavo seduto in una grande piazza di Roma - racconta - e vedevo passare centinaia
di persone su e giu'. A un certo punto mi sono immaginato di stare nella ex Jugoslavia prima
della guerra. Tra i tanti passanti c'erano anche molte persone che di li' a un anno avrebbero
imbracciato i kalashnikov e si sarebbero trasformate in cecchini. Cosi' ho pensato, con una
strana associazione di idee, a quanti malfattori e gente disposta a tutto per scalare la societa'
ci fossero davanti a me in quella piazza. Cosi' e' nata l'idea de 'L'ora di punta', e il titolo stesso
indica il momento in cui un luogo e' piu' congestionato di persone: proprio in quel posto e' piu'
facile nascondersi, dove le diverse anime, anche le piu' nere, possono mimetizzarsi". La
pellicola di Vincenzo Marra ha una protagonista d'eccezione, Fanny Ardant, una delle piu'
importanti attrici internazionali, la 'musa' di Francois Truffaut, che ha accettato di mettersi in
gioco facendosi dirigere da un giovane cineasta poco noto. "Ho pensato a lei immediatamente confessa il regista - e, per la prima volta in vita mia, ho scritto la sceneggiatura immaginando
una persona ben precisa come protagonista. Mi affascinava la sua classe e, soprattutto, la
malinconia del suo sguardo. Finita la prima stesura della sceneggiatura, ho voluto incontrarla a
tutti i costi e sono andato a Parigi. Li' si e' subito instaurato un feeling tra noi e lei ha
accettato immediatamente di fare il film. Poi, purtroppo, e' passato quasi un anno e ho temuto
seriamente che avesse cambiato idea. Ma mi sbagliavo: le ho scritto una e-mail e lei mi ha
risposto nel giro di poche ore che era assolutamente carica e disponibile a lavorare con me".
L'affinita' e la simpatia stabilite con la Ardant in fase di preparazione, spiega ancora Marra,
si sono confermate anche sul set. "Lavorare con lei e' stato bello e piacevole: Fanny ha
dimostrato di essere umile, di avere il coraggio di mettersi in discussione e di assumersi dei
rischi. Penso che chiunque voglia fare il mestiere di attore dovrebbe prenderla a modello e
pensare meno ai soldi, alla ricerca del successo, ai rotocalchi". "Mettere un ragazzo di 32 anni
originario della provincia di Foggia che sognava di fare l'attore, accanto a un monumento del
cinema come Fanny Ardant - continua Marra - fa parte dell'aspetto un po' folle di questo
mestiere". Il 35enne regista napoletano e' sicuro di se' e spiega che la presenza di un'attrice di
grande esperienza internazionale non ha influenzato il suo modo di dirigere e non ci sono stati
da parte sua consigli o suggerimenti: "Non ci sono stati interventi esterni perche' preferisco
sempre fare un film come dico io. Sono una persona con le idee chiare e credo che ognuno
debba fare il proprio mestiere. Sono stato per anni fotografo sportivo e per me un film e' come
una partita: io sono l'allenatore e le scelte le faccio io, prendendomi i miei rischi e
assumendomi le mie responsabilita'". Vincenzo Marra utilizza poi un'altra metafora calcistica
per spiegare quanto sia importante il suo successo. "Come diceva Maradona sullo scudetto
vinto a Napoli che vale 10 vinti a Torino, anch'io credo che un mio successo valga come 10 di
altri miei colleghi che fanno un cinema diverso. Oggi, infatti, c'e' un'inversione culturale
rispetto ai tempi dei grandi maestri del nostro cinema. Viene detto al pubblico: distraetevi,
divertitevi, non pensate e starete meglio. Ma io sono della scuola opposta e credo che i film
duri, anche dolorosi, possano far apprezzare meglio la vita. Il mondo e' cambiato
completamente con l'avvento della tv, di internet, dei filmati sui cellulari. E' sempre piu' diffusa
l'idea del disimpegno, della leggerezza, ma io penso che il cinema abbia bisogno di far
riflettere, di storie intense che diano voce anche alle persone che spesso non ce l'hanno. Io
faccio un cinema d'impegno, con molta fatica". In concorso alla Mostra del Cinema di Venezia,
'L'ora di punta' corona il sogno di Marra nato nel 2004.
Eppure nella storia di questo film c'e' una nota di profonda tristezza. "All'inizio delle riprese
del film - spiega - ho perso mio padre, Lanfranco. Per me la sua scomparsa e' stata un dolore
immenso: e' stata la prima persona con cui ho parlato del progetto, mi e' stato sempre vicino,
mi ha aiutato in ogni momento della vita e del lavoro. Inoltre mi ha sempre detto che gli
sarebbe piaciuto che un film di suo figlio vincesse il Leone d'Oro a Venezia. 'L'ora di punta' e'
dedicato alla sua memoria". Oggi Marra si gode questo momento professionale magico ed
esprime un desiderio per il futuro: "Mi auguro che dopo Venezia possa fare un altro film in
maniera meno faticosa".