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SINDACATO AUTONOMO DI
POLIZIA
SEGRETERIA PROVINCIALE
GORIZIA
Periodico di opinione, informazione e critica sindacale
edito, stampato e riprodotto
in proprio dalla Segreteria
SAP di Gorizia
Registrato al Tribunale di
Gorizia il 31/08/2005 nr. 7/05
Direttore responsabile
Angelo Obit
Comitato di redazione
Dott. Stefano Simonelli
Mario Fazioli
Alessandra Tensi
Hanno collaborato:
Avv. Paolo Bevilacqua
Andrea Campanile
Mario Fazioli
Diego Grop
Raffaele Pinto
Stefano Simolelli
Alessandra Tensi
Bruno Zilli
SOMMARIO:
L’Angolo del Legale
5
Le norma antifumo e 8
i danni da fumo passivo
E devolution fu!
9
Carta di credito: prevenire le frodi. Consigli generali
10
L’Italia nel caos nucleare
13
La nuova legge contro lo sfruttamento
della prostituzione e
15
la pornografia
La legalità tirata per
la giacchetta
16
Il risparmio e la tute- 18
la ambientale
L’Opinione del SAP
A N N O
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N U M E R O
Editoriale
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D I C E M B R E
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di Angelo Obit - Segretario Provinciale SAP
Colgo l’occasione di questo spazio
per fare il punto sulla legge finanziaria in approvazione alla Camera
e già approvata dal Senato. Come
avevo già anticipato nell’editoriale
pubblicato su questo giornale nel
numero del luglio scorso, nella
legge finanziaria non è stato contemplato lo stanziamento per il rinnovo dei contratti di lavoro biennio economico 2006 – 2007. Non
per la Polizia di Stato ma per tutto
il pubblico impiego, dal quale si
parte per il rinnovo dei contratti
del Comparto Sicurezza. Già a luglio ripeto, avevo anticipato che
questa finanziaria avrebbe previsto
il recupero inflativo per l’anno 2005 pari allo 0,7% e così è stato
(articolo 1 comma 111 del progetto all’esame). Veramente l’importo
di 136 milioni di euro del recupero
inflativo per l’anno 2005 è da aggiungere quello di 119 milioni di
euro per l’anno 2004, già annunciato nei Sap Flash di luglio e che
però è ancora fermo sul tavolo per
resistenze di taluni settori del
Comparto. E’ da premettere che la
ripartizione deve accontentare tutti
e in ognuno c’è
l’esigenza
di
distribuire i soldi tra la propria
categoria. Il recupero inflativo
anno 2004 dovrebbe andare
sull’assegno di funzione, ma talune categorie ritengono che così facendo verrebbe percepito maggiormente tra gli appartenenti delle
Forze di Polizia (i meno giovani);
insomma soldi fermi per ragioni
corporative che facilmente potete
immaginare. Altro inciso, fermatemi se ne faccio troppi, nel comparto sicurezza vogliono entrare anche i Vigili del Fuoco e i Vigili
Urbani i primi praticamente quasi
ci sono .. sarebbero ancora problemi, il Sap, e non da oggi ritiene
che ne dovrebbero uscire le Forze
Armate.
Qualcuno ha annunciato, magari
come cartello per partecipare allo
sciopero generale, che la Finanziaria prevede cinque euro di aumento per le Forze dell’Ordine ..
qualcuno che forse non ha letto
bene o, vogliamo sperare, in quel
momento si è dimenticato i meccanismi della spesa pubblica. La legge finanziaria in quanto tale, prevede tutto il bilancio dello Stato,
entrate ed uscite. Il nostro contratto, all’articolo 2 comma 2, contempla un elemento provvisorio
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Titolo brano interno
(chiamato indennità di vacanza contrattuale) pari al
trenta per cento del tasso di
inflazione programmato che
decorre dalla scadenza del
contratto (quindi a marzo
2006). La legge finanziaria
ovviamente deve coprire
questa spesa e lo fa con l’articolo 1 comma 118 prevedendo complessivi 70 milioni di euro (che siano cinque
euro a testa può essere ma
non ho i dividenti per fare il
conto). Il finanziamento per
il rinnovo del contratto per
gli impiegati pubblici non è
stato previsto perché per accordo c’era da coprire quello per il rinnovo 2004 – 2005 percepito da tempo dalla
Polizia di Stato e non ancora
distribuito al pubblico impiego. Anche qua altro inciso. Più di qualche collega
mi ha contattato per chiedere: se al pubblico impiego
hanno dato 100 euro quanto
danno a noi? La risposta sta
nel fatto che i cento euro
sono ancora da percepire, lo
saranno ad approvazione
della legge finanziaria, mentre noi gli incrementi gli abbiamo già nella nostra busta
paga. E vieppiù con i fondi
aggiuntivi previsti dallo
sganciamento dal pubblico
impiego, ottenuto come impegno da questo Governo
proprio grazie al Sap. Vediamo le misure (ne avevo
già parlato nell’editoriale di
luglio). L’incremento stipendiale percepito dal Comparto per il biennio 2004 –
2005, calcolato ufficialmente dall’ARAN (l’Agenzia
per la Rappresentanza Negoziale per le Pubbliche
Amministrazioni), è quantificato nell’ 9,6% mentre
quello che percepiranno i
pubblici impiegati sarà del
5,01%. Ho detto tutto. Naturalmente al prossimo Governo, di qualunque parte sia,
spetterà mantenere lo stanziamento aggiuntivo rispetto
al pubblico impiego, stanziamento avversato dalle
principali organizzazioni
sindacali di categoria
(CIGL-CISL e UIL) per il
principio di uguaglianza tra
lavoratori. In merito a questo ultimo principio essendo
autonomi riteniamo di avere
molto da discutere sulle peculiarità, altro non sono che
il lavoro notturno, il festivo,
l’orario di lavoro che si protrae e la sua incertezza, la
programmazione delle ferie,
i servizi di O.P. ma anche la
doveri derivanti dalla funzione e la disciplina, insomma tutto quello che riconduciamo in una affermazione
quantomai ampia con “i disagi delle Forze di Polizia”.
Tutte queste informazioni le
trovate nell’editoriale del
numero di luglio (detto allora) se non disponibile nei
vostri uffici, reperibile nel
nostro sito internet all’indirizzo www.sap.gorizia.it,
guardateci. Ma le cose non
sono andate nemmeno così,
come la storia di finanza
pubblica e sindacale avrebbe insegnato. Il Sap ha evidenziato che ciò avrebbe
penalizzato le Forze di Polizia che il loro contratto lo
avevano siglato per tempo,
facendo valere le aspettative
dei colleghi in sede politica.
Nella riunione del Consiglio
dei Ministri della mattinata
del 2 dicembre il Vice Presidente Fini ha chiesto lo
stanziamento per il contratto
biennio 2006/2007. Complessivamente quanto stabilito dall'inflazione programmata più uno stanziamento
aggiuntivo quale sganciamento pari a 200/250 milioni di euro. Ora la scelta è
diventata politica anche
considerando che l’eventuale spesa, certamente non farà piacere al Ministro Tremonti, potrebbe essere dirottata su interventi sociali.
A molti sfuggirà la portata
epocale di questo stanziamento, se ci sarà; in passato
non è mai accaduto che venissero stanziate risorse esclusivamente per il rinnovo
dei contratti delle Forze dell'Ordine. Il pubblico impiego nel 2006 percepirà il
contratto del biennio 2004/2005, i metalmeccanici devono ancora siglarlo, mentre
il Comparto potrebbe sedersi attorno ad un tavolo per
distribuire le risorse relative
al biennio 2006/2007. Allora vedrete come si leveranno gli altri sindacati ad annunciare le loro vittorie.
Veniamo ora al riordino della carriere. Sono stati fatti
girare progetti più o meno
elaborati, nei quali erano
state più o meno contemplate le aspettative di tutti. Il
Sap ha sempre detto e scritto che il riordino doveva av-
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venire con una legge delega al Governo che
ne indicasse i principi. La discussione in
Commissione parlamentare è cominciata il 9
settembre 2004 ed è terminata il 4 ottobre 2005 il provvedimento è stato calendarizzato in
aula per il 15 dicembre 2005 (per dirla tutta
la data potrebbe slittare al 13 gennaio; infatti
c’è una forte spinta delle forze centriste della
Casa della Libertà a portare prima in aula la
“legge sul risparmio”). Tutti i verbali delle
sedute sono disponibili nell’apposita sezione
del sito www.sap.gorizia.it. Il riordino nasce
da tre progetti di legge: il 3437 del 28 novembre 2002 a firma di Ascierto e La Russa,
il 4376 presentato nel 15 ottobre 2003 a firma
del deputato Lavagnini e il 5400 del 4 novembre 2004 a firma del Deputato Lucidi.
Progetti come vedete datati di Alleanza Nazionale, Forza Italia e i Democratici di Sinistra. Dal 9 settembre 2004 questo è stato in
discussione in commissione, e dopo vari emendamenti, approvati e bocciati, prese di
posizione, ne è uscito il testo unificato approvato dalla Commissione (meglio sarebbe dire
comitato ristretto). Le posizioni da tenere in
considerazione erano sostanzialmente tre, la
possibilità per il ruolo agenti ed assistenti di
progredire nella loro carriera sino alla pensione (anche riottenendo una progressione economica negata dal riordino del 1995; ricorderete che sino ad allora con la qualifica di
UPG era consentito di accedere al 6° livello)
senza che ciò comporti disagi come il trasferimento. Si pensi a tale proposito al personale
femminile ulteriormente penalizzato nella
progressione di carriera o nella gestione famigliare. L'esigenza di dare una collocazione
agli ex. Ispettori prima della riforma senza
comprimerli nelle qualifiche apicali e la diringezializzazione dei Funzionari di Polizia;
non è accettabile che un funzionario prefettizio di ragioneria assunto ieri rivesta una qualifica superiore ad un Vice Questore Aggiunto di Polizia con anni di esperienza. Per muoversi su queste tre direttrici, riconosciute da
tutti i progetti all'esame, era necessario o trovare un punto di incontro tra le varie forze
del Comparto (la cosa più difficile, infatti
non è riuscita), oppure agire con un provvedimento legislativo (la soluzione riuscita) che
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ne delineasse le linee guida e ultimo ma non
da meno trovare i fondi necessari. Il riordino
se approvato dai due rami del parlamento non
potrà essere attuato interamente in forma immediata proprio per i costi superiori alle disponibilità, ma dovrà prevedere più fasi, massimo tre, con impegni a reperire i fondi nelle
prossime finanziarie (indipendentemente da
chi ci governi). Il progetto approda alla Camera con una relazione tecnica (disponibile
nel sito internet www.sap.gorizia.it) secondo
la quale per la sola riunificazione del ruolo
agenti ed assistenti la spesa dovrebbe essere
pari a 74 milioni di euro. Altri 45 milioni di
euro sarebbero previsti con la valorizzazione
funzionale ed economica dei ruoli apicali degli Ispettori. Complessivi 119 milioni di euro.
Nella seconda fase sono previste valorizzazioni del ruolo di base (incrementi stipendiali
per riallineamenti dalla qualifica iniziale) per
complessivi 185 milioni di euro, ulteriori spese per interventi non ancora qualificabili per
il completamento del riordino dei ruoli non
direttivi e almeno altri 50 milioni di euro per
l'integrazione economica conseguente alla
diringezializzazione dei funzionari e ufficiali.
La relazione conclude con proiezioni di spesa
stimabile in una fascia compresa tra 300/550
milioni e circa 500/650 milioni di euro anche
in più fasi. Abbiamo letto dichiarazioni, purtroppo sindacali, con le quali si afferma che i
soldi per il riordino andrebbero stanziati per
il contratto. Nulla di più fuorviante, il contratto ci sarà quando esisterà la previsione per
il pubblico impiego negli importi contemplati
dall'inflazione programmata per il biennio
2006 – 2007, perché così previsto dall'accordo del luglio 1993. Aspettiamo costoro a difendere lo sganciamento con lo stanziamento
aggiuntivo rispetto al pubblico impiego qualora questo non venga riconosciuto. Non vorremmo essere ancora una volta da soli. Lo
affermo ora e rimarrà scritto, il SAP sarà li
dove è sempre stato, accanto alle aspettative
dei colleghi. Di certo non può essere che coloro che non vogliono il riordino valutino innanzi tutto che i principi enunciati all'inizio
non trovino corrispondenza nelle aspettative
e in regime di ristrettezza economica vogliono rinunciare a una cifra complessiva pari a
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500/650 milioni di euro. Non vogliono cioè
che gli agenti progrediscano la loro carriera
sino alla pensione, gli ex ispettori siano riqualificati, i funzionari abbiano pari dignità
rispetto a quelli prefettizi. Per usare una frase
nota .. Io non ci stò! Certo ci sono anche altre
posizioni da ponderare quali quelle degli attuali Sovrintendenti che però non possono
accampare alcun diritto o pretesa, per i quali
secondo il Sap andranno previsti degli accessi interni al ruolo degli Ispettori nel numero
dei posti disponibili (ampliati con la riqualificazione degli ex ispettori sottratti dal ruolo).
Discutiamone senza però porre condizioni del
tipo Sovrintendenti di serie A e serie B perché un sindacato è forte quando rappresenta
la categoria e non già una sua parte.. allora
diventa una piccola corporazione. In prospettiva anche gli attuali Ispettori Capo troverebbero uno sbocco, ora molto limitato nelle
qualifiche apicali. Certo un riordino non è la
panacea a tutti i mali ma è un modo per risolvere i nodi esistenti e poi questo riordino nasce sul principio di quello attuato per contratto al pubblico impiego secondo il quale, ovviamente a grandi linee, il posto superiore
libero viene coperto da quello del ruolo inferiore.
Continuando ad analizzare la legge Finanziaria abbiamo trovato un’altra sorpresa. La
scomparsa per tutto il pubblico impiego
(Comparto incluso) dell’indennità di trasferta, meglio nota come diaria di missione (art.
1 comma 147 della legge finanziaria). Per la
Polizia di Stato si tratta delle ipotesi previste
dall’articolo 8 Dpr 147/90 cioè dell’importo
di 20,45 euro giornaliere corrisposto per il
disagio di essere comandati in missione. Importo che, qualora si abbia diritto ad almeno
un pasto, si riduceva a 8,18 euro, complessivi
0,34 centesimi l’ora. Ci hanno rubato l’elemosina. Ben più grave è invece l’ipotesi contenuta nel comma 168 secondo la quale per
l’anno 2006 per la Polizia di Stato è prevista
l’assunzione di 1.500 unità. Si pensi che se
questa previsione fosse confermata, circa
1.000 Agenti Ausiliari trattenuti non verranno confermati. Sarebbe veramente incredibile
che accadesse anche perché secondo lo spirito della norma l'articolo 96 della legge 311/04, "il blocco delle assunzioni" può essere
superato nel rispetto dei criteri di cui all'articolo 39 comma ter, della legge 449/97 e cioè
nell'ottica della riqualificazione professionale, a esigenze di funzionalità, nella definizione di modelli organizzativi in relazione a
qualificati servizi da fornire all'utenza. In ragione di questo mandare a casa Agenti della
Polizia di Stato per due anni qualificati ci pare quasi crimine; il Sap lo sta perseguendo.
Il punto sulle principali vertenze locali
Mentre nell’ultima riunione sindacale il Questore ha sostenuto di non avere soppresso
l’Ufficio Minori (peccato che nella sua ordinanza è testualmente scritto “l’ufficio minori
è soppresso”) la Segreteria Generale è intervenuta presso il Dipartimento con la nota che
pubblichiamo a pagina sette.
Per quanto attiene alla nuova sala operativa,
premesso che la sua edificazione è avvenuta
con magheggi, nell’ultima riunione le OO.SS. si sono espresse in forma variegata.
Chi ha dato l’assenso alla sua apertura, chi ha
chiesto bagni chimici. Il SAP ha invece ribadito la proprio posizione che non doveva essere aperta senza le necessarie opere di urba-
nizzazione.
Proprio dal Provveditorato alle Opere Pubbliche di Trieste, presso il quale ci eravamo rivolti, è arrivata infatti la notizia che il finanziamento per i servizi igienici è alla registrazione presso la ragioneria. I lavori dovrebbero iniziare nel mese di febbraio.
Per quanto attiene all’Ufficio denunce e quindi alla costrizione dello spazio dell’addetto
alla vigilanza, forse per la testardaggine della
quale siamo stati accusati, ma ne siamo assolutamente contrari.
Intanto è precaria la situazione del riscaldamento alla Caserma Massarelli. Molto grave
quella dell’Officina e Ufficio Automezzi.
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L’angolo del Legale ..
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Approfondimenti a cura dell’Avv. Paolo Bevilacqua
ESAME DI PERSONA IMPUTATA IN UN
PROCEDIMENTO CONNESSO
Gli articoli 5, 6 e 8 della Legge 1 marzo 2001,
n.63, rappresentano, unitamente alla nuova
formulazione dell’art.64 C.p.p. (di cui si è già
scritto in precedente intervento - confronta
anno 1 n.2, pag.8 -), lo sforzo del legislatore
di rendere residuale l’aera di intervento dell’art.210 C.p.p che, com’è noto, disciplina l’esame di una persona imputata in un procedimento connesso.
La modifica operata, quindi, all’art.197
C.p.p., l’inserimento dell’art.197 bis
(testimone cosiddetto assistito) e le modificazioni dell’art.210 del codice di rito, in una lettura unitaria congiunta delle norme in questione, ha reso evidente la volontà del legislatore
di ridurre l’area delle incompatibilità a testimoniare.
Ed allora, pur richiamata la Tavola sinottica
già riportata in ordine ai “contributi probatori
dell’imputato in dibattimento” (di cui già si è
fatto cenno in precedenza), per comodità espositiva, attesa la particolare difficoltà interpretativa in ordine alle varie ipotesi che si
possono verificare, si ritiene utile richiamare,
quale ulteriore e significativo contributo,
quello del già più volte citato autore (Paolo
TONINI), in relazione all’ulteriore quadro
ricognitivo volto a specificare “i contributi
probatori di testimoni imputati”, riportato
sub.a, pur non sottaciuto, per completezza,
quello relativo al “privilegio contro l’autoincriminazione”, siccome indicato sub.b, quello
del “testimone prossimo congiunto all’imputato”, sub.c, per finire con il “quadro dei gradi
di parentela e affinità ai fini dell’astensione
del testimone prossimo congiunto dell’imputato”.
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Nota prot. 0207/25.GO.1Sal inviata al Ministero dell’Interno - Ufficio per l’Amministrazione
Generale -Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Ufficio per le Relazioni Sindacali dal Segretario Generale Sap il 30 novembre 2005.
La Segreteria provinciale SAP di Gorizia ha segnalato
la determinazione della locale Questura di sopprimere
l’Ufficio Minori con decorrenza 12 settembre 2005, le
cui competenze sono state devolute alla locale Squadra Mobile.
Nella stessa ordinanza del 7 settembre 2005, a firma
del Questore di Gorizia, è stata disposta l’integrazione
del personale in servizio presso il soppresso Ufficio
nell’organico della Squadra Mobile in parola.
Tale decisione appare biasimevole considerando la
funzione delicata e fondamentale svolta dall’Ufficio
Minori, ragione della sua istituzione avvenuta nel 1996.
L’Ufficio Minori, difatti, nasce come “Pronto Soccorso”
per far fronte ai problemi degli adolescenti e delle famiglie in difficoltà. L’obiettivo perseguito non è solo
quello di tenere sotto controllo la delinquenza, ma anche e soprattutto quello di prevenire gli abusi e gli abbandoni dei minori al fine di salvaguardarne i diritti.
Dotare ogni Questura di un ufficio come questo con
personale qualificato che dispone di un metodo operativo appropriato e di una forte interazione con le altre
Istituzioni, genera sicurezza nella misura in cui utilizza
risorse pubbliche, private e sociali.
L’Ufficio Minori, difatti, non svolge soltanto compiti tipici di un ufficio di polizia, ma è anche punto di riferimento per associazioni, enti morali, uffici sanitari e
assistenziali impegnati sul tema del disagio minorile.
Le motivazioni che hanno determinato la sua istituzione sono le medesime che ne giustificano la conservazione. Tuttavia, nonostante l’esigenza sociale dell’Ufficio Minori, la Questura di Gorizia ha optato per la sua
soppressione, in violazione di una precisa direttiva di
codesto Ministero (prot. n. 123/A1/130/3/54 del 08/05/96), con la quale è stata disposta l’istituzione dell’Ufficio Minori.
Alla luce di tutto quanto esposto e tenuto conto della
reale necessità della collettività di potersi avvalere di
un Ufficio che svolge un ruolo fondamentale nel contesto sociale in cui opera, si chiede a codesto Ufficio di
voler intervenire con urgenza per il ripristino dell’ufficio
Minori presso la Questura di Gorizia, in ottemperanza
a quanto disposto in occasione della sua istituzione.
In attesa di un cortese cenno di riscontro, si porgono
distinti saluti. Il Segretario Generale - Filippo Saltamartini -
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Le norme antifumo e i danni da fumo passivo
di Andrea Campanile - Consigliere Regionale SAP
I danni da fumo passivo e la necessità di emanare una legge che tutelasse soprattutto la salute dei non fumatori, hanno fatto sì che il
Consiglio dei Ministri approvasse in data 23/12/2003 il decreto di attuazione dell'art. 51
comma 2 della legge 16.01.2003 numero 3
come modificato dall'art. 7 della legge 21/10/2003 n° 306 in materia di tutela della salute dei non fumatori. Da un exursus legislativo si evince che, in Italia, già dal 1975 come
previsto dalla legge n. 584 sussisteva il divieto di fumare in determinati locali e su mezzi
di trasporto pubblici ( corsie degli ospedali,
aule delle scuole, autoveicoli pubblici, metropolitane, sale di attesa delle stazioni, carrozze
ferroviarie non riservate ai fumatori ecc. ). In
data 14.12.95 veniva emanata una direttiva
ministeriale, che contemplava il divieto di fumo in determinati locali della pubblica amministrazione o dei gestori della pubblica amministrazione. Allo scopo di attivare le direttive
previste dalla ministeriale sopraccitata verranno curati i seguenti adempimenti:
nei locali laddove si applica il divieto di fumo
verranno apposti dei cartelli con l’indicazione
del divieto stesso nonché l’indicazione della
relativa norma, delle sanzioni applicabili, del
soggetto cui spetta vigilare in merito all’osservanza del divieto e dell’autorità cui compete accertare le infrazioni. I Dirigenti preposti alle strutture amministrative e di servizio,
individueranno in ciascuna di esse uno o più
funzionari incaricati di procedere alla contestazione di eventuali infrazioni , di verbalizzarle e di riferirne all’autorità competente, come previsto dalla legge n. 689 del 24.11.1981.
Secondo la sentenza numero 399 del 11.12.1996 della Corte Costituzionale ne è derivato che il datore di lavoro dovrà trovare
tutte quelle misure organizzative sufficienti a
conseguire il fine della protezione dal fumo
passivo. Il rispetto di questo principio, va in-
teso nella direzione che la tutela preventiva
dei non fumatori sui luoghi di lavoro, può essere ragionevolmente soddisfatta quando, mediante una serie di misure adottate secondo le
diverse circostanze, il rischio proveniente dal
fumo passivo, se non eliminato, sia ridotto ad
una soglia talmente bassa da far ragionevolmente escludere che la loro salute sia messa a
repentaglio.
La legge n°3 del 16/01/03 ha fatto si che anche il minimo rischio proveniente dal fumo
passivo potesse essere annullato attraverso il
divieto di fumo nei locali chiusi, ad eccezione
di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico e quelli riservati ai fumatori e come tali
contrassegnati.
Questa legge pone il nostro paese, tra i primi
in Europa per la tutela della salute da danni da
fumo passivo.
IL FUMO PASSIVO: Per fumo passivo va
intesa l’esposizione a sostanze cancerogene
del tabacco, da parte di chi non fuma unicamente dovuto al fatto di respirare l’aria di un
ambiente inquinato dal fumo rilasciato sia
dalla combustione dell’estremità della sigaretta ( sidestream smoke -S.S. ) sia dal fumo espirato dai fumatori ( mainstream ms ). Il fumo di tabacco rilasciato in ambiente è una miscela di gas e particelle, detta ETS ( Enviromental Tobacco Smoke ) e il suo principale
costituente è rappresentato dal Sidestream
smoke, sia per la parte gassosa che per circa
la metà del particolato. L’esposizione al fumo
passivo puo’ avvenire in casa, se il coniuge o
i genitori fumano, in qualsivoglia luogo di lavoro se fumano i colleghi, in altri ambienti
pubblici se frequentati da fumatori. Nel fumo
generato dal tabacco, vanno distinte due diverse tipologie: la principale è quella che interessa i fumatori attivi che si genera durante
l’aspirazione e fluisce attraverso la colonna di
tabacco e l’eventuale filtro della sigaretta ; la
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seconda, quella dei fumatori passivi viene provocata con gli atti di aspirazione-espirazione
del fumatore, diffondendosi cosi direttamente
nell’ambiente.
Sotto il profilo tossicologico sussiste una stretta somiglianza nella composizione chimica tra
i due tipi di fumo, anche se l’abbassamento di
temperatura determinatosi nella generazione
del fumo laterale, cioè il principale componente del fumo passivo, fa si che alcune sostanze
vengano rilevate a livelli più elevati proprio in
questa corrente piuttosto che in quella centrale.
L’ E. T.S. è una miscela composta da migliaia
di sostanze diverse, delle quali un centinaio
E devolution fu!-
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sono considerate nocive per la salute e circa
quaranta cancerogene. E’ stato possibile osservare come la concentrazione di queste sostanze
cancerogene possa essere in funzione di molteplici fattori: modo di fumare, tipo di tabacco e
la forma con qui viene utilizzato ( sigari, sigarette, trinciati destinati al fumo nella pipa ).
Il catrame che nel fumatore attivo si deposita
per l’ 80 – 90 % nell’albero tracheobronchiale,
nei soggetti esposti passivamente si deposita
per l’11% nei segmenti distali dell’albero bronchiale , pertanto cio’ dovrebbe determinare una
maggiore frequenza di neoplasie polmonari periferiche.
di Stefano Simonelli - Consigliere Provinciale SAP
Mercoledì 16 novembre u.s. è stato approvato
dall’Aula del Senato il provvedimento con cui
vengono apportate le modifiche alla Parte II
della Costituzione : 170 i voti favorevoli, 132 i
contrari e 3 gli astenuti.
La legge di riforma - oltre a istituire il Senato
federale della Repubblica, quale Camera rappresentativa degli interessi del territorio e delle
comunità locali, a ridurre il numero complessivo dei parlamentari (518 alla Camera dei deputati, 252 al Senato federale), a snellire l’iter di
approvazione delle leggi introducendo in via
principale, salvo alcune eccezioni, il procedimento monocamerale e altro ancora - rimodula
l’assetto delle attuali competenze legislative,
valorizzando il ruolo delle autonomie regionali,
attraverso l’attribuzione di competenze legislative esclusive in materia di sanità, scuola e polizia locale (cd. devolution).
In pratica, per quest’ultimo aspetto, si è attribuita alla regione la capacità esclusiva di legiferare in fatto di polizia amministrativa regionale e locale.
In realtà, l’approvazione di questo provvedimento non fa altro che chiudere un “lungo percorso” di decentramento amministrativo dallo
Stato alle Regioni e Enti locali iniziato con la
legge delega 15 marzo 1997 n. 59 e con il con-
seguente decreto delegato 31 marzo 1998 n.
112 che segna l’inizio del passaggio di competenze in materia di polizia amministrativa e locale.
In questo quadro si inserisce la legge 18 ottobre
2001 n. 3, modificativa del “Titolo V” della
Costituzione, che, nell’ampliare la potestà legislativa esclusiva e concorrente delle Regioni,
stabilisce un punto fermo: la permanenza della
potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di (…) ordine e sicurezza, ad esclusione
della polizia amministrativa locale.
Questo il breve e sintetico quadro su cui si innesta il provvedimento in commento che sancisce la chiusura di questo iter iniziato, come ricordato, nel lontano marzo del 1997.
Potestà legislativa esclusiva, però, non significa
non esercizio delle funzioni.
Cambiamenti per le tradizionali Forze di Polizia, a mio avviso, ci saranno eccome, stabilire
però quanti e quali sarà solo il tempo a dirlo.
Ma, procediamo con ordine.
I Corpi di polizia locali avranno non solo il
compito di svolgere le funzioni cui saranno istituzionalmente preposti, ma, come peraltro già
accade per i Corpi di Polizia Municipali, saranno anche chiamati a svolgere, secondo lo schema fissato dalla legge-quadro 7 marzo 1986 n.
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65, le funzioni di polizia giudiziaria secondo
i criteri di competenza fissati dall’art. 57 del
c.p.p., quelle di pubblica sicurezza e quelle
proprie della polizia stradale.
La polizia locale può dunque essere definita
come l’attività di controllo, prevenzione e
repressione di natura prevalentemente amministrativa affidata ad un determinato organo
di polizia (Municipale, Provinciale, …) per
curare l’osservanza delle disposizioni contenute nelle legislazioni nazionali e regionali,
nei regolamenti e nelle ordinanze emesse da
un Ente territoriale in un quadro di generale
cooperazione con le Forze di Polizia.
A fronte di questo importante e riconosciuto
ruolo, è facile prevedere che le varie polizie
locali troveranno ora un unicum organizzativo e ordinamentale nella Regione, attraverso
uno sviluppo piramidale che partendo dalla
base delle "municipali" arrivi alle
"provinciali" sino al vertice regionale.
Ovviamente dette peculiarità non potranno
che trovare il proprio motore propulsivo nella creazione di una Scuola di formazione regionale la cui realizzazione costituiva, tra l’altro, oggetto di programma politico anche
nelle ultime elezioni amministrative di questa
Regione.
Se questo dovesse essere il quadro prognostico dei prossimi anni è quasi certo, che in un
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periodo in cui nel nostro Paese si fa un gran
parlare di sicurezza e legalità, specie dai rappresentanti degli enti locali, grossi e importanti investimenti verranno effettuati in questa direzione.
E il terreno di confronto con le altre Forze di
Polizia sarà inevitabilmente sulla qualità del
servizio offerto, sul gradimento espresso del
cittadino, sul quantum di sicurezza che si riuscirà a produrre e garantire.
Tanto maggiore sarà la tutela del benesicurezza, tanto maggiore sarà la fidelizzazione” del cittadino per quell’Istituzione.
Per queste ragioni, spero che ogni sforzo da
parte dei vertici dell’Amministrazione, delle
organizzazioni sindacali e dei lavoratori tutti
sia - superate le sterili e, talvolta, inconferenti prese di posizione - volto a raccogliere con
successo questa importantissima e stimolante
“sfida”.
La parola passa ora inesorabilmente ai cittadini !
P.S. : Come prevede la Costituzione, il testo
appena approvato potrà essere sottoposto a
referendum, poiché non è stato approvato
nella seconda votazione da ciascuna delle
Camere a maggioranza di due terzi dei suoi
componenti.
Carte di credito: prevenire le frodi. Consigli Generali
di Alessandra Tensi - Consigliere Provinciale SAP
• Non perdere mai di vista la tua carta di
credito e i dettagli della tua carta di credito,
soprattutto durante i pagamenti, ad esempio
al rifornitore o al ristorante. Diffida da chi
non ha il POS a vista o fa più strisciate.
• Prima di firmare una ricevuta d’acquisto
presso un negozio controlla che l’importo
indicato sia quello giusto.
• Non gettare o lasciare incustodite le ricevute degli acquisti, ricorda che sulla ricevuta
è stampato sia il numero di carta che la data
di scadenza!
• Controlla bene gli estratti conto, nel caso
di una transazione sospetta, comunicalo subito all’emittente della carta.
• Controlla che l’estratto conto arrivi regolarmente tutti i mesi, il criminale potrebbe
infatti rubarlo dalla cassetta della posta per
utilizzare poi i dati contenuti in esso.
• Non rivelare a nessuno il PIN della tua car-
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ta, non custodirlo insieme alla carta (ad esempio nel portafoglio), piuttosto memorizzalo.
• Assicurati di non essere osservato mentre digiti il pin presso un negozio presso un distributore automatico.
• Firma la carta sul retro appena la ricevi.
• Appena ti accorgi che la tua carta di credito è
stata smarrita o rubata chiama immediatamente
il numero blocchi.
CONSIGLI DI SICUREZZA PER L’USO
DELLA CARTA DI CREDITO SU
INTERNET
Usa la tua carta solamente su siti web sicuri e
controlla le credenziali del negozio online, in
particolare:
• Utilizza i motori di ricerca: spesso è possibile
trovare indicazioni sull’affidabilità di un negozio ondine tra commenti e messaggi di utenti
che hanno già acquistato in passato.
• Controlla se sul sito web è indicato un indirizzo fisico e telefonico dove contattare l’azienda. Procedi con estrema cautela qualora fosse
indicato solo un numero di cellulare o un indirizzo email.
• Assicurati che al momento dell’acquisto sia
presente l’icona di transazione sicura indicata
sul browser con un piccolo lucchetto posto in
basso a sinistra e che sulla barra dell’indirizzo
compaia https:// anziché http://
• Se hai dubbi circa l’affidabilità di un negozio
utilizza un metodo di pagamento alternativo oppure utilizza una carta prepagata
• Al tuo indirizzo di posta elettronica potrebbe
arrivare un’email che ti porti, attraverso qualche stratagemma (ad esempio facendo finta di
essere una email ufficiale della tua banca) ad
inserire i tuoi dati personali e quelli relativi alla
tua carta di credito. Non rispondere mai a questo tipo di email ne inserire i propri dati personali.
• Stampa e conserva sempre le ricevute dei pagamenti, e le clausole dei contratti, potrebbero
risultare utili in caso si voglia contestare l’acquisto
• Controllare sempre in modo accurato l’estrat-
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to conto, segnalando subito all’emittente eventuali spese non riconosciute.
CONSIGLI DI SICUREZZA PER L’USO
DELLA CARTA PRESSO I DISTRIBUTORI
AUTOMATICI DI CONTANTE
• Fai attenzione alle persone che ti sono intorno, se noti comportamenti sospetti o ti senti a
disagio scegli un altro distributore automatico.
• Controlla il distributore, se noti qualcosa di
strano come pannelli posticci o microtelecamere fallo immediatamente presente alla tua banca, leggi gli articoli sulle frodi presso i distributori per capire come il criminale può catturare i
dati della tua carta
• Non accettare aiuto da estranei, anche se si
identificano come personale della banca, piuttosto entrate nella banca e falle presente il problema.
• Se il distributore non restituisce la carta farlo
presente in ogni caso al numero verde apposito
• Non gettare la ricevuta alla fine della transazione
• Fate attenzione, soprattutto la sera. Quando ci
si allontana dal distributore è poco illuminata,
sceglietene un altro.
COSA FARE SE SOSPETTATE DI ESSERE
VITTIMA DI UNA FRODE
• Bloccate immediatamente la carta telefonando al numero blocchi
• Controllate l’estratto conto, se vi sono spese
che non riconoscete, evidenziate.
• Procedete con una denuncia alle forze dell’ordine verso ignoti, allegando una copia dell’estratto conto con le voci precedentemente evidenziate, facendo presente di aver sempre custodito carta e pin con la massima cura
• Inviate una copia della denuncia e dell’estratto conto evidenziato alla società emittente sia
via fax che per posta raccomandata (non inviare
mai gli originali sempre le copie)
• In genere questi casi si risolvono con il rimborso totale dell’importo frodato che avviene a
circa 2 – 3 mesi della comunicazione all’emittente.
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Sindacale.
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Incredibile ma vero .. Dove l’Ufficio è funzionale si pensa a come
non renderlo e i soldi non vengono spesi per la priorità di migliorare le condizioni di
lavoro. Secondo voi era il caso modificare la struttura del corpo di guardia della
Questura riducendolo ad uno stanzino per farci entrare anche l’Ufficio denunce quando a
soli 800 metri di distanza esistono ancora cose così?
Camere di sicurezza Caserma Massarelli
Scrivania dell’Ispettore di turno
Lavabo autolavaggio
Video citofono - Caserma
Massarelli
Autolavaggio
Armadio per materiale volanti
Armadio operatori volanti. I reparti di
elite
Porta per camere di sicurezza
Corpo di guardia addetto alla vigilanza Caserma Massarelli - Con
videocitofono
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L’Italia nel caos … nucleare
Allo stato attuale c’è un decreto sbloccacentrali nucleari, proprio quelle chiuse dopo il
referendum del 1987, quindi chi la volesse potrebbe ottenere, in pochi mesi, l’autorizzazione
alla costruzione di un impianto nucleare. Per
far ciò i produttori di energia che operano nel
mercato italiano, tra i quali i francesi e gli spagnoli, dovrebbero trovare i soldi e, soprattutto,
riuscire a convincere le popolazioni del sito
prescelto; tutto questo perché c’è chi vuole riaprire il dibattito sull’utilizzo del nucleare in
Italia, a pieno titolo in quanto gli effetti del referendum, si scopre, sono scaduti. Alla notizia
della teorica possibilità di apertura di impianti
nucleari, con sorpresa, non c’è stata quella reazione isterica che ci si poteva aspettare, anzi,
come sempre, c’è una grossa fetta di interessati, in particolare la Sogin, società che gestisce
tutti gli impianti atomici italiani, la quale ribadisce che allo stato attuale non possiamo perdere una possibilità destinata a divenire una risorsa energetica indispensabile per l’Italia come
per tutto il resto del mondo civile. Ci sono esperti che hanno previsto e rivalutato l’atomo
quale necessaria conseguenza allo scenario di
fine petrolio. Per contro la risposta dei possibili
produttori e finanziatori italiani non è stata entusiastica, i piani a breve e medio periodo del
maggiore produttore di energia in Italia: l’Enel,
non prevedono l’atomo come soluzione ai problemi energetici del nostro Paese. Aggiungono,
a sostegno della tesi, che dall’87 è stato perso
troppo know-how (sapere come) in merito alla
produzione e sicurezza di una centrale nucleare
attiva, ci sono tanti e troppi ritardi da recuperare e troppe problematiche da affrontare in merito all’eventuale ubicazione del sito. In un Paese
in cui è un dramma costruire una centrale elettrica a turbina eolica, o dove è considerato quasi impossibile dare sede ad un deposito nazionale per le scorie nucleari, scegliere un sito per
una centrale atomica attiva è un vero incubo.
Sulla stessa onda è la società francese Edf, la
maggiore produttrice di nucleare europeo, la
quale conferma che in Italia ci sono grossi problemi ad aprire un inceneritore per i rifiuti, fi-
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di Bruno Zilli - Consigliere Provinciale SAP
guriamoci costruire una centrale nucleare. Altro grosso problema sono i finanziamenti: ricercatori ed analisti affermano che, tra le fonti di
energia, scindere l’atomo è tra le più costose;
aggiungono che solamente tramite importanti
investimenti statali i costi sarebbero, in qualche
modo, contenuti; da non dimenticare che nessuna compagnia assicurativa coprirebbe eventuali incidenti causati da una centrale in mano a
privati. Nel resto del mondo occidentale si può
vedere che i paesi maggiormente impegnati nel
settore nucleare hanno congelato le loro politiche di merito; questo a fronte del rapporto investimento-guadagno, il risultato stà raggiungendo il segno negativo, troppe le spese per le
centrali dell’ultima generazione, spese per la
sicurezza che inesorabilmente si riversano nel
bilancio finale. Ad esempio in Gran Bretagna
la produttrice di nucleare non riesce a pareggiare il debito con la vendita di energia, deve intervenire lo Stato; la Germania è in fase di pianificazione per l’abbandono del nucleare. Solamente la Finlandia ha deciso di costruire un
reattore di ultima generazione da 1.600 megawatt, per la realizzazione il governo Finlandese
ha assicurato il consorzio di produttori sull’acquisto dell’energia elettrica per i prossimi 40
anni, inoltre prenderà in carico il problema dello smaltimento scorie e quello che attiene alla
sicurezza dell’impianto. Si parla di cifre enormi: i costi di una centrale nucleare nuova sono
dell’ordine di 2 milioni di Euro a megawatt.
Nella nostra Italia si sono già pagati circa 7,5
miliardi di Euro all’Enel e costruttori a rimborso della cancellazione del piano nucleare, rimborso pagato tramite le bollette, a cui si devono
aggiungere altri circa 3 miliardi di Euro per lo
smaltimento delle centrali dimesse. Ipotesi da
escludere: far ripartire le centrali spente, costerebbe più che costruirle nuovamente. Nell’emisfero orientale le cose vanno diversamente. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia
atomica nell’Asia e nell’Europa dell’Est si
stanno costruendo nuove centrali, per dare dei
numeri: 8 in India, 4 in Ucraina, 3 in Russia, 25
in Cina. Voglio precisare che la nostra Enel, da
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poco ha acquistato la Slovacca Slovenske Elektrarne, con cui ha acquisito 2 centrali nucleari.
Nella Romania si è incentivato l’investimento
straniero nel settore. Secondo un rapporto della
Commissione Europea nei vari impianti operanti in Europa orientale (26), tutti di concezione
sovietica, almeno una decina hanno delle lacune
nel settore sicurezza. Ho appreso, da una cartina
geografica, che 13 centrali nucleari sono ad un
passo da casa nostra, più precisamente 19 centrali sono nel raggio di 500 Km da Trieste, mentre ben 86 nel raggio di 1000 Km da Trieste; da
questo, nell’eventualità di un grave incidente, le
nostre regioni confinanti con le centrali subirebbero il fall-out di un’eventuale nube radioattiva,
più direttamente sarebbero interessate le Regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, l’alta Lombardia,
Trentino e Friuli, ma a seconda delle condizioni
meteo il tutto si potrebbe estendere alle regioni
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Centrali e Meridionali. Guardando a scenari migliori la scelta del nucleare, nel nostro Paese,
sarebbe possibile. Un partner di prestigio sarebbe senza dubbio la francese Edf ( non dimenticare che ha già una quota dell’italiana Edison )
la quale propone di costituire un pool di investitori europei, come già avviene, per esempio, per
la costruzione dell’Airbus nel campo aeronautico, al fine di abbattere i costi di costruzione e
messa in sicurezza degli impianti, il fine ultimo
è quello di operare una strategia europea dell’atomo che riunisca sia produttori che utilizzatori
dell’energia, attualmente radicata nel petrolio.
E’necessario che l’uomo moderno trovi un punto di equilibrio tra le continue richieste di energia e lasciare il nostro pianeta il più “pulito”
possibile alle generazioni future……non sarà
facile !
Angolo della posta dei lettori
Gentilissima redazione, sono un’appartenente
al ruolo Agenti Assistenti e faccio servizio
presso la Questura con orario d’ufficio. Sembra che ci saranno nuove disposizioni per coloro che effettueranno il turno 19.00/01.00
saltuariamente al sabato (esempio vigilanza al
CPT), quindi a cavallo della domenica giorno
nel quale solitamente viene concesso il riposo
settimanale. Pare che d’ora in poi coloro che
verranno impiegati con la turnazione citata
dovranno lavorare anche la domenica per
completare l’orario di servizio.
Dovrò per forza lavorare anche se chiedo che
l’ora in più (00.00/01.00) mi venga pagata come straordinario?
E’ vero che sulla programmazione settimanale
la giornata di riposo potrà essere anticipata
d’ufficio?
Grazie per la cortese ospitalità!
Il riposo settimanale è un diritto irrinunciabile
garantito dall’articolo 36 della nostra costituzione. Di norma coincide con la domenica, ma
data la peculiarità del lavoro di polizia non è
un obbligo. C’è un obbligo, quello di program-
marlo, per consentire il recupero delle energie
pscicofisiche. In caso di non fruizione è stata
infatti prevista l’indennità di compensazione
(tutte le indennità sono destinate alla remunerazione di un disagio).
Fatta questa premessa è vero che il riposo può
essere anticipato, è settimanale, deve essere
programmato e non è obbligatorio che coincida con la domenica. Se l’Amministrazione
prevede per tempo un turno che vada ad intaccare il riposo settimanale è altrettanto lecito
che lo programmi in altro giorno della settimana. La finalità è quella del recupero delle energie psicofisiche. In quella settimana avrai diritto a segnare straordinario solo al superamento delle 36 ore o 6 ore giornaliere. Il turno
19/01 non da diritto allo straordinario in quanto di sei ore anche se a cavallo di due giorni.
Pertanto se il riposo è programmato in altro
giorno non è esatto dire che devi completare il
turno di servizio per quella domenica, ma che
devi svolgerlo. Ti spetterà invece l’indennità
di festivo. Riposo settimanale e festivo sono
due istituti differenti non necessariamente
coincidenti .. Come sanno bene i turnisti.
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La nuova legge contro lo sfruttamento della prostituzione e la pornografia
minorile
di Raffaele Pinto - Consigliere Provinciale SAP
Il primo disegno di legge della nuova normativa fu presentato alla Camera dei Deputati dall’On. Rizza il 5 maggio 1996.
Dopo essere stato unificato con altri disegni di
legge di iniziativa parlamentare, venne approvato dalla Camera il 3.7.1997.
Il Senato elaborò quello che poi in sostanza è
stato quasi integralmente il testo di legge definitivo, approvandolo il 9.6.1998.
Trasmesso nuovamente alla Camera, è stato in
parte ritoccato (nelle modifiche apportate alla
Camera si è intravista l’esigenza di introdurre
nel testo degli aggiustamenti in chiave
“garantista”, non per questo il testo normativo
ne ha perso di severità ed efficacia) e quindi
dopo l’approvazione, avvenuta il 29.7.1998,
nuovamente trasmesso al Senato che lo ha approvato definitivamente il 30.7.1998.
La legge 3 agosto 1998 n.269 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 10.8.1998 (G.U.
n.185) entrando in vigore l’11.9.1998.
All’origine del nuovo provvedimento normativo, come abbiamo visto sul primo numero, vi
è l’impegno dell’Italia assunto con la Convenzione di New York sui diritti del fanciullo.
Con tale trattato gli Stati si sono impegnati a
proteggere i fanciulli da ogni forma di sfruttamento, tra cui quello connesso alla prostituzione ed alla pornografia minorile.
La legge “269” è composta da 19 articoli i
quali mirano a realizzare essenzialmente cinque finalità:
rinforzare la repressione penale, con l’introduzione nel codice penale di nuove fattispecie
delittuose, in particolare l’art.600 bis
(prostituzione minorile); l’art.600 ter
(pornografia minorile); 600 quater (detenzione
di materiale pornografico); l’art.600 quinques
(iniziative turistiche finalizzate allo sfruttamento della prostituzione minorile); nonché
gli artt. 600 sexies e septies che disciplinano le
circostanze aggravanti, attenuanti e le pene
accessorie.
Inoltre, la modifica apportata all’art.604 c.p.,
derogando al principio di territorialità della
legge penale, amplia la possibilità per il giudice italiano di punire fatti di prostituzione e
pornografia minorile commessi all’estero.
L’inserimento delle nuove norme nel titolo e
nella sezione dei delitti contro la libertà e personalità individuale, fa trasparire con evidenza
quale sia il bene giuridico tutelato dalle nuove
norme incriminatici, che configurano lo sfruttamento sessuale minorile come “nuova forma
di schiavitù”.
altra finalità perseguita dalla legge è quella di
fornire all’Autorità Giudiziaria più efficaci
strumenti processuali.
Già le alte pene edittali previste per la maggior
parte dei nuovi delitti determinano effetti processuali come l’obligatorietà dell’arresto in
flagranza, la possibilità del fermo di indiziato,
l’ammissibilità dell’applicazione della misura
coercitiva della custodia in carcere e delle intercettazioni.
In particolare, poi, negli artt.11, 12, e 13 sono
apportate modifiche al codice di procedura penale con le quali, tra l’altro, si amplia la gamma dei reati per cui è obbligatorio l’arresto in
flagranza e sono ammissibili le intercettazioni
(es. per la pornografia minorile, che non consentiva l’applicabilità in tutte le fattispecie, dei
citati istituti processuali, per l’esiguità della
pena edittale).
Inoltre si è reso più agevole il ricorso all’incidente probatorio, quando è da escutere un minore degli anni 16 (è prevista sia nell’incidente
che in sede dibattimentale, una modalità particolare di audizione di testi minori –la c.d. audizione protetta-), che mira proprio ad evitare
traumi psicologici al fanciullo esaminato.
invece l’art.14 della legge, attribuisce alla polizia giudiziaria nuovi mezzi di contrasto nella lotta al tipo di criminalità di cui ci si occupa.
Sulla base della positiva esperienza fatta nell’applicazione del T.U. 309/90 (in materia di
stupefacenti), alcuni mezzi investigativi ivi
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disciplinati sono stati resi utilizzabili anche
per la repressione della prostituzione e pornografia minorile: viene consentito l’acquisto
simulato di materiale pornografico; viene permessa l’apertura di siti Internet di “copertura”
per scoprire i trafficanti di bambini ed immagini per via telematica; viene consentito in
ritardo dell’esecuzione di provvedimenti di
arresto e sequestro, per cercare di non
“scoprire” le investigazioni in corso; viene
autorizzata “l’nfiltrazione” di agenti nei viaggi organizzati per finalità di turismo teso allo
sfruttamento della prostituzione minorile – i
c.d. “sex tour”-. Altre norme mirano a tutelare i minori da danni fisici e psichici, connessi ai reati patiti. L’art.2 c.2 attiva un circuito
informativo per far giungere al Tribunale per i
Minorenni le notizie sui bambini vittime della
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prostituzione e consentire così l’adozione dei
provvedimento opportuni.
L’art.8, modificando l’art.734 bis c.p., vieta la
pubblicazione delle generalità e delle immagini dei minori vittime dei reati di violenza sessuale e di sfruttamento della prostituzione e
pornografia.
Infine l’art.17 detta un’articolata normativa
che attribuisce alla Presidenza del Consiglio
ed al Ministro dell’Interno importanti compiti
di coordinamento e di informazione dell’attività di monitoraggio e repressione dello sfruttamento minorile, stimolando la cooperazione
internazionale e prevedendo l’istituzione di
nuovi nuclei specializzati investigativi presso le Squadre Mobile delle Questure.
La “legalità” tirata per la giacchetta di Mario Fazioli - Segretario Organizzativo
Legalità, cioè l’essere legale, conforme alla
Legge; questo riporta testualmente un dizionario della lingua italiana.
A tal proposito, negli ultimi periodi, è stato
portato al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica il tema della legalità. Dai problemi del Meridione d’Italia, impegnato nella
lotta alla criminalità organizzata, ai gravi episodi verificatisi in Francia, - ma non serve
andare tanto lontano, basta pensare anche ai
fatti di cronaca locale, centri sociali, disobbedienti, ecc.- In questo contesto i media, le
forze politiche, sociologi, intellettuali vari,
cantanti, preti (questi non mancano mai), attori, mettiamoci pure i sindacati e tanti altri,
ne hanno approfittato e ne approfittano per
cavalcare l’onda.
Basta pensare alla “tolleranza zero” promessa tempo fa dal Sindaco di Treviso e ultimamente da quello di Bologna. Subito è iniziato
il balletto delle discussioni fra gli schieramenti politici, ognuno dei quali rivendica il
proprio pensiero sulla “giusta legalità”. Ma
siccome i cittadini la pretendono, ecco che la
sicurezza è diventata materia di campagna
politica e mediatica e così, da una parte si
dice che la legalità è un ideale proprio della
sinistra, mentre dall’altra che è una virtù naturale della destra. Tutti sbandieratori della
democrazia (menomale) e, non di meno, del
rispetto delle regole che una comunità si è
data. Tra fautori delle posizioni estreme, invece, ve ne sono alcuni che la legalità non la
sopportano, o meglio che sostengono la si
possa ottenere attraverso “l’illegalità legale”,
altri, invece, che sono convinti di poterla
conseguire solamente con eccessi di repressione o meglio di “legalità illegali”.
Peccato che di legalità si parli tanto, forse
troppo e soltanto ora…..ora che è di moda
parlarne e che ha un’enorme cassa di risonanza, senza alcun cenno a favore di chi, per
difenderla (appartenenti alle Forze dell’Ordine, magistrati, cittadini), ci ha rimesso la vita.
Nel frattempo la legalità è assoggettata a
continue aggressioni, perché non può essere
solamente un impegno "morale" da parte di
qualcuno nei confronti dei suoi interlocutori,
ma un diritto di tutti. E la legalità è soprattutto nella chiarezza, nella trasparenza delle leggi e delle istituzioni pubbliche.
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Il SAP ha stipulato una convenzione esclusiva con la
prestigiosa Facoltà di Giurisprudenza dell' Università
di Perugia, una delle più importanti ed antiche d' Italia.
Al Personale delle Forze di
Polizia sono riconosciuti crediti formativi per il conseguimento della Laurea di I°
livello della Facoltà di Giurisprudenza - Corso di Laurea
per Funzionario Giudiziario
e Amministrativo.
• Agenti con un corso 107 crediti (Primo anno due prove integrative con test on line +
tesina e un esame orale intero. Secondo anno una prova integrativa con test on line +
tesina e quattro esami orali interi. Terzo anno una prova integrativa con test on line +
tesina e un esame orale intero e la prova finale)
• Agenti con due corsi o Sovrintendenti 121 crediti (Primo anno una prova integrativa con test on line + tesina e un esame orale intero. Secondo anno tre prove integrative
con test on line + tesina e due esami orali interi. Terzo anno un esame orale intero e la
prova finale)
• Ispettori 129 crediti (Primo anno una prova integrativa con test on line + tesina e un
esame orale intero. Secondo anno una prova integrativa con test on line + tesina e tre
esami orali interi. Terzo anno un esame orale intero e la prova finale)
E’ possibile immatricolarsi al Corso di Laurea teledidattico per Funzionario Giudiziario e Amministrativo esclusivamente attraverso il modulo di preiscrizione disponibile
presso la Segreteria provinciale.
Il modulo deve essere compilato in ogni sua parte, firmato e spedito al seguente indirizzo: Segreteria Generale Sap - Via Cavour, 256 - 00184 Roma
Non saranno accettati moduli incompleti, non firmati o spediti ad altro recapito.
Successivamente, sulle base di quanto risultante dall’attestazione predetta, sarà possibile iscriversi al Corso di Laurea con modalità che verranno comunicate direttamente agli interessati
Si rammenta, altresì, che la data di scadenza delle immatricolazioni è il 31 gennaio 2006,
data entro la quale occorrerà corrispondere la prima rata di iscrizione – 372, 09 euro – secondo modalità che verranno in seguito indicate
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Il risparmio e la tutela ambientale di Diego Grop - Consigliere Provinciale SAP
Come già descritto negli articoli precedenti, è
possibile ottenere risparmi in varie maniere, sia in
ambito strettamente familiare che in ambito generale, ottenendo nel contempo un risultato favorevole in campo ambientale.
Le stesse amministrazioni locali, in forza di Leggi
nazionali, tendono a promuovere le economie di
scala e quindi il risparmio inteso come minore
impiego di risorse, siano naturali o economiche.
La raccolta differenziata si sta finalmente estendendo alla totalità dei Comuni italiani.
In alcune virtuose realtà Comunali si riesce a riciclare anche il 70 % dei materiali di scarto, ottenendo il duplice obbiettivo di ridurre la massa dei
rifiuti ( e quindi il costo di smaltimento) ed il recupero di materia riutilizzabile in varie produzioni.
Sono risultati che sono stati ottenuti in tempi non
brevi, e che purtroppo risentono ancora di una
mentalità, in alcuni soggetti, difficile da modificare, e che porta taluni a considerare come non indispensabile il pur semplice impegno di separare i
materiali di scarto da conferire alla raccolta differenziata.
Importanti anche se ancora non significativi a livello nazionale sono i risparmi che si stanno ottenendo con il fotovoltaico ed il solare. Entrambe i
sistemi di generazione di energia, sia per la produzione diretta di energia elettrica che per la produzione di acqua calda, scontano un elevato costo
iniziale per l’impianto, pur compensato in parte
da interventi contributivi governativi a fondo perduto sino al 70% del costo. Per informazioni consultare il sito www.regionefvg.it
Nuove tecnologie di produzione degli elementi
fotogeneranti attualmente in fase sperimentale
permetteranno nei prossimi anni di poter installare
impianti fotovoltaici in unità abitative con costi
quasi dimezzati, e con la già vigente normativa
che consente di produrre e vendere l’energia, di
sicuro interesse. Infatti nelle giornate in cui il
consumo dell’abitazione è inferiore a quanto generato dai pannelli, l’energia in eccesso viene inviata alla rete ENEL che la contabilizza con uno
specifico contatore, e successivamente la pone a
conguaglio dell’energia consumata. Può quindi
accadere, specie nei periodi estivi o comunque
molto soleggiati, che “si vada continuamente a
credito”, creando così un guadagno che consente
di ammortizzare ancor prima del previsto il costo
dell’impianto (attualmente circa 7 anni per un im-
pianto da 2 KW e di circa 20 mq di superficie).
Più semplicemente si possono ottenere risparmi
significativi optando per i contratti “a fascia”
che l’ENEL già attiva gratuitamente su richiesta
a tutti coloro che sono stati muniti di contatore
elettronico, e che permettono di risparmiare dal
15 al 25% concentrando i consumi elettrici in
determinate fasce orarie della giornata o determinati giorni della settimana. E’ possibile ottenere informazioni dettagliate sul sito
www.enel.it.
Già sostituendo le normali lampadine di casa
con quelle al neon (cosiddette a risparmio energetico) si possono realizzare, considerando la
maggior durata nel tempo ed il minor consumo
a parità di capacità illuminante, dei risparmi
proporzionati all’utilizzo dell’illuminazione.
Anche il costo piuttosto elevato di queste lampadine può essere detratto, specie se acquistate
al momento della costruzione o dell’acquisto
dell’immobile.
Si spera inoltre che entri presto in vigore la nuova regolamentazione che dovrebbe consentire ai
centri commerciali di poter vendere carburanti,
consentendo risparmi sensibili (anche 10 centesimi al litro, verificabili presso il CARREFOUR
di Portogruaro o a Udine, nei pressi del centro
commerciale in Viale Tricesimo) rispetto alla
rete di distribuzione tradizionale.
Naturalmente anche un esame delle tabelle esposte dai distributori nelle zone di residenza
può consentire di risparmiare 3 – 4 centesimi al
litro rispetto al prezzo più alto, a fine anno ognuno potrà fare i conti in base alla percorrenza
chilometrica realizzata ed al consumo del proprio veicolo.
Delle economie ottenibili con le assicurazioni
online, dei mutui più agevolati e dei conti correnti più virtuosi si è già trattato negli scorsi editoriali, e gran parte delle informazioni fin qui
fornite sono disponibili nelle pubblicazioni edite dalla numerose associazioni di consumatori
esistenti in Italia. Una cosa che forse non tutti
sanno è che il Mercatone Zeta di Palmanova
consente di ottenere il 5% di sconto sugli acquisti effettuati da tutte le forze dell'Ordine, previa
esibizione del tesserino allo sportello centrale
informazioni, e consegna del tagliandino così
ottenuto alle casse al momento del conto. Tale
sconto non si applica agli elettrodomestici ed al
materiale hi-fi e video.
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Curiosit@’ dal Web di Mario Fazioli- Segretario Organizzativo SAP
Per convincere il marito di non essere lei la
protagonista di un film per adulti simula di
essere stata rapita e di aver subito abusi
Dopo aver visto un film per adulti, è scoppiata la
lite tra la coppia. Lui era fermamente convinto
che l'attrice porno vestita solamente con un cappuccio rosso che le nascondeva il viso era in realtà la moglie. Lei, una casalinga di 22 anni, non
riusciva a smuovere il marito dalla sua posizione,
e così ha deciso di assecondarlo e di ammettere
di essere stata sequestrata e di essere stata ripresa
a sua insaputa.
Per rendere più credibile la sua storia, si è così
rivolta alla locale stazione dei Carabinieri di Correggio, comune vicino a quello dove risiede insieme al marito, e ha presentato denuncia per sequestro e violenza. I carabinieri, una volta visionata la cassetta e dopo aver avviato le indagini,
hanno accertato la vera identità dell'attrice presente nel video, e scoperto la messa in scena.
La casalinga è riuscita a mettere fine alle ingiuste
accuse del marito, ma ora dovrà far fronte alle
accuse della giustizia: simulazione di reato e calunnia.
Sirena della polizia ammazza 435 polli.
CINA - Un contadino cinese ha citato in giudizio
le forze dell'ordine dopo che la sirena guasta di
una delle automobili della polizia locale aveva
spaventato a morte tutti i suoi 435 polli.
È accaduto nei giorni scorsi in un podere dello
Huxian, nella provincia di Shaanxi, dove 35 volatili sono morti sul colpo per il rumore assordante
(la sirena era a meno di 10 metri dall'allevamento), mentre i restanti 400 sono deceduti di lì a
qualche giorno dopo l'accaduto a causa, secondo
l'uomo, dello stress emotivo subito.
La Corte ha stabilito che all'agricoltore dovranno
esserne risarciti solo i primi 35 polli. (China
News)
Chissà se qualcuno avrà pensato di brevettare
l’apparato come rimedio per eventuali epidemie
di influenza aviaria.
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Paolo Majer