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Come finanziare un videogioco Il modello dell’early access permette agli sviluppatori di portare sul mercato le proprie produzioni evitando le ingenti spese derivanti dai test / 06.03.2017 di Davide Canavesi Creare un videogioco dal nulla è un’attività estremamente lunga e complessa. Ci vogliono molti talenti specializzati in ambiti notevolmente diversi tra loro: programmazione, design, composizione musicale, illustrazione, narrativa, modellazione 3D, doppiaggio e molti altri. L’epoca in cui, per creare un gioco di successo, bastavano una o due persone, oramai appartiene ad un passato remoto. Con l’avvento di computer e console da gioco sempre più potenti e complesse, i team di sviluppo dei blockbuster videoludici contano centinaia di persone che lavorano in team specializzati sparsi per tutto il mondo. Serie come Assassin’s Creed o Call of Duty sono colossali sforzi umani e finanziari, supportati da publisher dotati di imponenti risorse sia finanziarie che pubblicitarie. Ma cosa succede quando un team non ha il supporto di grandi aziende con milioni di franchi da investire in un progetto? Una delle strategie possibili, sempre più adottate sia da team indipendenti che da studios già affermati, è l’early access, l’accesso anticipato. Conosciuto con diversi nomi (early funding, paid-alpha e altri ancora), questo modello di finanziamento nasce nel 2013 ad opera di Valve, software house famosa soprattutto per la creazione della piattaforma di distribuzione digitale Steam. Steam non è solo un negozio online ma è anche una comunità di giocatori e un’importantissima vetrina per i giochi indipendenti. Grazie alla visibilità permessa da Steam, gli sviluppatori possono proporre i loro giochi in versioni ancora incomplete. In questo modo i giocatori possono ottenere un gioco spendendo generalmente meno di quanto avrebbero fatto per un prodotto definitivo, giocare in anticipo e influenzare le decisioni del team di sviluppo. I creatori del gioco invece ottengono fondi senza doversi legare a decisioni imposte da investitori esterni e ottengono importantissimi feedback dalla comunità che si forma attorno al loro titolo. Si tratta di un modello molto interessante, dal momento che segna un punto di rottura con quello che è lo sviluppo tradizionale di un videogame. Normalmente un gioco viene pubblicato solo in versione definitiva, dopo lunghi, rigorosi e costosissimi test interni, solitamente appaltati ad aziende specializzate. La fase di test è indispensabile ma è una spesa insostenibile per un team indipendente. L’early access sembra dunque essere un’ottima soluzione. Ed in effetti ci sono parecchi giochi di successo nati grazie a questo sistema: Don’t Starve, Subnautica, Ark: Survival Evolved, Kerbal Space Program e molti altri. L’ultimo della lista è Conan Exiles, un gioco a mondo aperto online ambientato nell’universo di Conan il Barbaro. In Conan Exiles impersoniamo un esule abbandonato in un deserto abitato da animali pericolosi e tribù sanguinarie. Lo scopo è semplicemente la sopravvivenza costruendo avamposti, creando utensili sempre più raffinati e cercando alleanze con gli altri giocatori. Conan Exiles è un esempio interessante di gioco early access: con una spesa tutto sommato contenuta si ottiene un promettente gioco di sopravvivenza, divertente da giocare con gli amici. Il lato negativo è che ci sono problemi ricorrenti, errori, continui aggiornamenti (anche giornalieri!) da scaricare e altri difetti che sarebbero semplicemente inaccettabili in un gioco definitivo. Il mondo di Conan Exiles è quindi in continuo mutamento: nuovi oggetti, attività e possibilità vengono aggiunte mentre altre vengono eliminate. Un vero e proprio cantiere aperto virtuale. Nonostante difetti e fastidi però i giocatori rispondono positivamente a prodotti come questo. Conan Exiles è stato venduto in oltre 320’000 copie in una sola settimana. Di sicuro un ottimo traguardo per Funcom, lo studio di sviluppo. Comprare un gioco non finito «sulla fiducia» ha però i suoi rischi. Ci sono titoli in early access che impiegano anni per essere completati, oppure non lo sono mai del tutto. Titoli molto famosi come Rust, Ark: Surival Evolved o The Forest sono in sviluppo da anni, senza che se ne veda la fine. Senza la pressione di un investitore esterno, alcuni team semplicemente se la prendono fin troppo comoda per completare le loro opere. Il risultato è che spesso i giocatori fedeli, quelli che hanno supportato il titolo sin dall’inizio, perdono interesse e passano ad altro. Nonostante gli svantaggi di questo modello di finanziamento, l’early access sembra destinato a restare una valida alternativa per sviluppare videogiochi. Decisamente, ai giocatori piace far parte del processo di creazione del loro passatempo preferito.