Zambon Italia Parte Generale

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Zambon Italia Parte Generale
Modello di Organizzazione
Gestione e Controllo
Zambon Italia S.r.l.
Zambon Italia S.r.l., Via Lillo del Duca, 10, 20091 Bresso (MI)
Edizione n.
Elaborato da
Approvato da
Edizione precedente
Destinatari
3
Zambon Company S.p.A. – Governance, Tax & Audit
Consiglio di Amministrazione del 13 Ottobre 2010
n. 2 - Dicembre 2008
Tutti i dipendenti e collaboratori
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
PREMESSA
Zambon Italia S.r.l., così come le altre società italiane del Gruppo Zambon, è soggetta
alla direzione e coordinamento della Capogruppo Zambon Company S.p.A.
Zambon Italia è stata la prima società del Gruppo Zambon ad adottare un Modello di
Organizzazione Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. 231/2001 nel marzo 2007.
Nel dicembre 2008 il Modello è stato aggiornato a seguito dell’introduzione dei reati
in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Con delibera del 12 aprile 2010 il Consiglio di Amministrazione della Società ha
formalmente disposto la modifica e l’aggiornamento del Modello 231 in ragione
dell’introduzione dei nuovi reati presupposto.
Si è pertanto colta l’occasione per semplificare e razionalizzare l’impianto di gestione
dei rischi e rivisitare l’impostazione del precedente Modello Organizzativo ritenendo
opportuno fare propria integralmente la Parte Generale del Modello di Organizzazione
Gestione e Controllo adottato dalla Capogruppo. Tale scelta è motivata dalla presenza
di un’organizzazione a livello di Gruppo che prevede la centralizzazione di funzioni e
di servizi, interconnessioni operative e rapporti intercompany tra le diverse società del
gruppo, nonché un sistema informatico unificato ed un corpus di policy e procedure
comuni. Il Codice Etico di Gruppo è adottato da tutte le società in Italia e all’estero al
fine di mantenere unità di intenti e di comportamenti. La funzione Internal Audit è a
livello di gruppo e l’Organismo di Vigilanza di ogni società italiana è composto dagli
stessi membri per garantire continuità d’azione, efficacia ed efficienza in presenza di
attività comuni.
Pertanto nella Parte Generale si trova una esaustiva descrizione dell’ organizzazione e
delle scelte di governance a livello di gruppo, oltre all’individuazione dei reati
presupposto ipotizzabili in ciascuna società del gruppo.
Le aree sensibili relative alle attività/processi svolti direttamente da Zambon Italia
sono descritte nell’ambito delle apposite Parti Speciali.
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INDICE
PARTE GENERALE
INTRODUZIONE: FINALITA’ DEL MODELLO 231
PAG. 3
1.
RIFERIMENTI NORMATIVI, INTERPRETATIVI ED APPLICATIVI
PAG. 6
2.
ADOZIONE DEL MODELLO IN ZAMBON COMPANY E NELLE SOCIETÀ
ITALIANE DEL GRUPPO
PAG. 10
3.
LA STRUTTURA DEL MODELLO
PAG. 17
4.
IL CODICE ETICO DEL GRUPPO ZAMBON
PAG. 18
5.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA
PAG. 19
6.
IL SISTEMA DISCIPLINARE
PAG. 31
7.
DIFFUSIONE E FORMAZIONE SUL MODELLO
PAG.
37
Allegato 1: Mappatura dei servizi intercompany
PAG.
40
Allegato 2: Elenco dei reati presupposto al Decreto Legislativo n. 231/2001
PAG.
41
PARTI SPECIALI
PARTE SPECIALE A:
PARTE SPECIALE B:
PARTE SPECIALE C:
PARTE SPECIALE D:
PARTE SPECIALE E:
PARTE SPECIALE F:
PARTE SPECIALE G:
PARTE SPECIALE H:
Reati contro la Pubblica Amministrazione e Dichiarazioni
mendaci all’autorità giudiziaria
Reati societari
Reati in materia di salute e sicurezza sul lavoro
Reati di ricettazione e riciclaggio
Delitti contro l’industria e il commercio
Delitti informatici e trattamento illecito di dati e violazione del
diritto d’autore
Delitti di criminalità organizzata
Reati transnazionali
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INTRODUZIONE: FINALITÀ DEL MODELLO 231
Il contesto Zambon
Zambon è un gruppo totalmente privato con una storia ultracentenaria, sviluppatosi nel
settore della salute e di conseguenza culturalmente predisposta a sistemi regolamentari
e di controllo.
Il Gruppo è strutturato con una capogruppo italiana che svolge il ruolo di direzione e
coordinamento sotto la quale vi sono sub-holding dedicate ai singoli rami di attività, i
principali sono quello farmaceutico e quello chimico farmaceutico. La presenza
geografica è estesa, in particolare per il ramo farmaceutico, e coinvolge più continenti.
Tutte le società hanno organi amministrativi composti da almeno tre membri, nella
holding e nelle società capofila sono presenti anche consiglieri indipendenti; la
maggior parte delle società del gruppo è supervisionata da organismi di controllo
contabile, ad esempio in Italia tutte le società hanno un collegio sindacale, i bilanci
sia civilistici che consolidati sono certificati.
Particolare attenzione è riposta nell’assegnazione delle deleghe di poteri che
prevedono sempre poteri regolamentati e mai illimitati anche a livello apicale.
Esiste un sistema procedurale molto articolato che tocca i vari settori di operatività
delle società del Gruppo.
Si è investito in controlli interni specialistici, quali la farmacovigilanza, la qualità, i
sub-contractors, ed è stata inoltre istituita una funzione di Internal Audit di Gruppo
che risponde direttamente alla Presidenza della capogruppo.
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In sintesi esiste quindi una Governance che fornisce ampie garanzie di trasparenza e
suddivisione dei compiti ed è coerente con una impostazione unitaria del Gruppo pur
nel rispetto delle rispettive responsabilità gestionali.
Il Codice etico, i valori, i principi.
Per Zambon, strategie d’impresa e valori sono due facce della stessa medaglia. Le
competenze di base, l’identità, la struttura organizzativa, i valori di Zambon hanno una
relazione a due vie con le strategie: le sostengono e ne sono sostenute.
Zambon è da molti anni dotata di un Codice Etico che è stato esteso a tutte le società
del Gruppo.
Anche per volontà diretta della Proprietà, i principi e i valori, quali l’onestà,
l’integrità, la correttezza, la trasparenza e l’obiettività, sono sistematicamente
richiamati a tutti i livelli in occasione di eventi aziendali, permeando l’ambiente e le
strutture aziendali sia italiane che estere.
Le finalità del Modello
Il Modello vuole
rappresentare un effettivo punto di riferimento per dipendenti,
collaboratori e più in generale per tutti gli stakeholders, per quanto concerne l’assetto
organizzativo, i principi e le regole di comportamento a cui si ispira il Gruppo. Il
Modello, si propone di offrire una preventiva risposta adeguata e di rappresentare un
idoneo riferimento anche operativo. Individua altresì nell’OdV, nonché nel Controllo
Interno, un adeguato presidio sia di controllo che di aggiornamento.
Le scelte per una efficiente ed efficace applicazione del Modello.
In considerazione di quanto precede e dell’esperienza maturata con l’applicazione
delle precedenti versioni, si è adottato un Modello che oltre a rispecchiare l’effettiva
organizzazione del Gruppo, possa divenire strumento fruibile a tutti i livelli, anche al
fine di tutelare la Società da possibili reati che potrebbero essere commessi in
violazione delle prescrizioni del modello stesso. A valle di una scrupolosa
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rivisitazione dei processi aziendali si è deciso di includere specificatamente nel
Modello una serie di reati che potrebbero interessare singolarmente o trasversalmente
una o più società del Gruppo.
Riguardo alla forma si è optato per una parte generale comune a tutte le società del
Gruppo che ne hanno deliberato l’adozione, mentre si fa rinvio ad una parte speciale
elaborata appositamente per ogni singola entità legale.
Con questa soluzione si intende avere una matrice comune per tutto il Gruppo pur nel
rispetto delle individualità giuridiche così come prescritto dalle normative che
regolano la materia.
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1.
RIFERIMENTI NORMATIVI, INTERPRETATIVI ED APPLICATIVI
1.1
Decreto Legislativo 8 giugno 2001 n. 231
Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231, recante “Disciplina della responsabilità
amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive
di personalità giuridica, a norma dell’art. 11 della legge 29 settembre 2000, n. 300” ha
introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento la responsabilità in sede penale
delle persone giuridiche (gli “enti” nel linguaggio del legislatore), definita come
“amministrativa”. La responsabilità dell’ente si aggiunge e non sostituisce quella della
persona fisica che ha realizzato materialmente il fatto illecito.
La persona giuridica può essere pertanto ritenuta responsabile e quindi passibile delle
sanzioni previste dal Decreto (pecuniarie e interdittive), in relazione ad alcune
fattispecie di reato che si suppone siano state commesse a suo vantaggio o nel suo
interesse da soggetti qualificati.
I presupposti perché ricorra la descritta responsabilità sono:
a)
che il reato commesso rientri tra quelli previsti dal Decreto. L’elenco dei reati è
fornito nel relativo Allegato 2.;
b)
che il reato sia stato commesso da una persona fisica in posizione apicale o da
un soggetto sottoposto. Per soggetti apicali si intendono persone che rivestono
funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione dell’ente o di una sua
unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale o che esercitano,
anche di fatto, funzioni di direzione e controllo. I soggetti sottoposti sono i
soggetti sottoposti alla direzione o alla vigilanza dei soggetti apicali, ovvero
chiunque si trovi ad operare nell’ente in una posizione anche non formalmente
inquadrabile in un rapporto di lavoro dipendente purché sottoposto alla direzione
o alla vigilanza altrui (es. consulenti);
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c)
che il reato sia stato commesso nell’interesse o a vantaggio dell’ente
(responsabilità oggettiva).
Il Decreto offre all’ente una forma di esonero della propria responsabilità
(artt. 6 e 7).
Lo stesso Decreto prevede uno specifico strumento per consentire l’esonero della
responsabilità qualora l’ente provi che:
a)
l’organo dirigente abbia adottato ed efficacemente attuato, prima della
commissione del fatto, modelli di organizzazione gestione e controllo (Modello)
idonei a prevenire reati oggetto del Decreto;
b)
il compito di vigilare sul funzionamento e l’osservanza del Modello e di curarne
l’aggiornamento sia stato affidato ad un organismo dell’ente dotato di autonomi
poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza “OdV”);
c)
le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il Modello.
In caso di reato commesso da soggetto apicale sarà l’ente a dover dimostrare di aver
ottemperato a quanto previsto nei punti precedenti (art. 6); nel caso di reato commesso
da soggetto sottoposto, spetterà alla Pubblica Accusa dimostrare la colpevolezza
dell’ente (art.7).
Idoneità del Modello
Il Modello, ai fini della sua idoneità ovvero della capacità di prevenire la commissione
dei reati presupposto, deve rispondere ai seguenti requisiti (art. 6, 2° comma):
a)
individuare le attività a rischio, ovvero quelle attività/processi aziendali nel cui
ambito potrebbero essere commessi i reati;
b)
prevedere specifiche procedure volte a programmare la formazione e
l’attuazione delle decisioni dell’ente;
c)
individuare idonee modalità di gestione delle risorse finanziarie;
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d)
prevedere obblighi di informazione nei confronti dell’OdV;
e)
introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle
regole previste dal Modello.
Efficacia del Modello
L’efficace attuazione del Modello richiede (art. 7, 4° comma):
a)
una verifica periodica e l’eventuale modifica dello stesso qualora si verifichino
significative violazioni delle regole previste dal Modello, o quando intervengano
mutamenti nell’organizzazione o nell’attività;
b)
un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure
indicate nel modello.
Per quanto riguarda i Gruppi di impresa, il Decreto non contiene previsioni; la
responsabilità disciplinata dal Decreto riguarda ogni ente (persona giuridica)
singolarmente considerato, pertanto ogni società appartenente ad un Gruppo deve
adottare un proprio Modello.
1.2
Riferimenti applicativi ed interpretativi: le Linee Guida
Come previsto dall’art. 6, 3° comma del Decreto, la Società adotta il Modello
attenendosi, per quanto applicabili, ai codici di comportamento redatti dalle
associazioni rappresentative degli enti.
Di seguito vengono indicate in forma tabellare le linee guida di riferimento nella
versione aggiornata per ciascuna società del Gruppo Zambon:
Linee Guida
Confindustria
Farmindustria
Federchimica
Zambon
Company
S.p.A.
Zambon
ZaCh
Zambon
Zambon
Italia
System
Group
Immobiliare
S.r.l.
S.p.A
S.p.A.
S.p.A
Zambon
S.p.A.
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1.3
Riferimenti applicativi ed interpretativi: dottrina e giurisprudenza
Il presente Modello è stato redatto anche tenendo conto degli orientamenti espressi
nelle ordinanze e nelle sentenze giurisprudenziali e della migliore dottrina in materia.
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2.
ADOZIONE
DEL
MODELLO
IN
ZAMBON COMPANY
E NELLE SOCIETÀ
ITALIANE DEL GRUPPO
2.1
L’avvio del progetto ed il percorso svolto
La riorganizzazione del Gruppo Zambon
Agli inizi del 2006, il Gruppo Zambon ha avviato un processo di riorganizzazione
societaria e di razionalizzazione delle attività, volto principalmente ad una maggiore
focalizzazione sui settori chimico e farmaceutico.
Nell’ambito di tale progetto, Zambon Company assumeva il ruolo di Capogruppo e la
direzione ed il coordinamento delle partecipate, anche operanti all’estero.
Al fine di supportare adeguatamente l’operatività di tali nuove realtà, Zambon
Company istituiva tre funzioni centrali preposte al coordinamento e alla supervisione,
a livello di Gruppo.
Allo scopo di agevolare le decisioni di business delle aree farma e chimica, si
prevedeva che i rispettivi responsabili si avvalessero di appositi comitati consultivi e
di coordinamento composti da membri del Consiglio di Amministrazione di Zambon
Company, dalle tre funzioni centrali e da altre funzioni di volta in volta individuate.
Nell’ottica di predisporre una più efficiente attività di controllo e di monitoraggio di
tutte le attività a rischio, il Gruppo ha accentrato presso Zambon Company l’attività di
Controllo Interno (cosiddetta anche “Internal Audit”), collocandola, come appena
accennato, tra le competenze della direzione di Group Governance, Tax & Audit.
Nell’ambito del progetto di riorganizzazione appena esposto nei suoi tratti salienti si
colloca sin dalla sua fase iniziale l’adozione del Modello 231 da parte di Zambon
Company e delle principali società italiane del Gruppo. Si è proceduto pertanto
all’adozione dei Modelli da parte delle singole società dando priorità alle attività
maggiormente a rischio ai fini del Decreto.
Il percorso appena descritto chiude idealmente la prima fase del processo di attuazione
del Decreto nel Gruppo.
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Nel Marzo 2010 Zambon Company ha avviato un percorso di semplificazione
organizzativa che mira a dare ai business una maggiore indipendenza anche nella
gestione operativa. Zambon Company ha pertanto soppresso alcune funzioni centrali
ed i comitati, mantenendo la direzione ed il coordinamento del Gruppo. A ciò si
accompagna la contestuale razionalizzazione della struttura della Capogruppo, in capo
alla quale sono state mantenute esclusivamente la funzioni Group Governance, Tax &
Audit, e la funzione Comunicazione e Formazione di Gruppo.
In esito a questo progetto di riorganizzazione:
-
sono confluite in Zambon S.p.A. le attività di Organizational Development in base
al criterio di preponderanza del business farma nel Gruppo Zambon;
-
le attività di servizi di supporto al business di Zambon Company sono state
concentrate in Zambon Group S.p.A.
L’8 Giugno 2010 il Consiglio di Amministrazione di Zambon Company ha disposto la
modifica e l’aggiornamento del Modello ‘231 sulla base dell’evoluzione della
normativa e delle modifiche connesse al nuovo assetto organizzativo.
L’aggiornamento del Modello di Zambon Company e nelle altre Società
Le attività necessarie a tale scopo sono state affidate alla funzione Group Governance,
Tax & Audit. In coordinamento con l’OdV si è pertanto colta l’occasione per
semplificare e razionalizzare l’impianto di gestione dei rischi a livello di Gruppo e
conseguentemente rivisitare l’impostazione del precedente Modello organizzativo.
In tale ambito si è proceduto ad un aggiornamento della mappatura dei rischi
utilizzando la metodologia dell’autovalutazione da parte del management operativo
con il supporto dell’Internal Audit di Gruppo, facente parte della funzione Group
Governance, Tax & Audit, quale tutore/facilitatore metodologico, come previsto dalle
Linee Guida Confindustria. Nel contesto dell’attività di aggiornamento dei rischi si è
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ritenuto di focalizzarsi sulle funzioni/processi aziendali che nella nuova versione
costituiscono il punto di partenza dell’analisi e della rappresentazione dei rischi.
Gli elementi di riferimento per l’attività di aggiornamento della mappatura dei rischi e
della relativa Gap Analysis sono i seguenti:
1. Attribuzione responsabilità (job description, organigrammi)
2. Procedure manuali ed informatiche
3. Deleghe e procure
4. Segregazione dei ruoli
5. Comunicazione e formazione
6. Flussi informativi periodici verso OdV
7. Controllo di 3° livello
8. Reporting e tracciabilità
Le attività condotte per la revisione del Modello sono state le seguenti:
1. aggiornamento dell’analisi dei rischi per società, valutazione del sistema dei
controlli interni ed aggiornamento della Gap Analysis;
2. aggiornamento dell’Action Plan;
3. ridefinizione dell’analisi dei rischi di Gruppo con riferimento ai servizi
intragruppo (intercompany).
Le risultanze dell’aggiornamento dell’analisi dei rischi per società, della valutazione
del sistema dei controlli interni e della Gap Analysis sono contenute nel documento
“Mappa delle aree a rischio”.
Le risultanze dell’aggiornamento dell’Action Plan sono contenute nel documento
Action Plan 2010;
Le risultanze della ridefinizione dei rischi con riferimento ai servizi intercompany
sono contenute nel documento “Mappatura delle attività intragruppo”.
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Tutta la documentazione relativa alle varie fasi del processo di adozione ed
aggiornamento dei modelli è custodita presso gli archivi della funzione Group
Governance, Tax & Audit.
Di seguito si riportano i principali passaggi del processo di adozione ed
aggiornamento dei Modelli:
CdA
approvazione del
progetto 231
CdA approvazione
del Modello e
nomina OdV
Approvazione
regolamento OdV
CdA ultima
delibera di
aggiornamento
Modello
CdA approvazione
del Modello
aggiornato
Zambon
Company
24 maggio 2007
28 maggio 2008
23 settembre 2008
8 giugno 2010
12 ottobre 2010
Zambon Group
3 dicembre 2007
28 maggio 2008
23 settembre 2008
12 aprile 2010
13 ottobre 2010
Zambon SpA
3 dicembre 2007
28 maggio 2008
23 settembre 2008
8 giugno 2010
21 dicembre 2010
ZaCh System
18 marzo 2008
28 maggio 2008
23 settembre 2008
8 giugno 2010
21 dicembre 2010
Zambon Italia
2 febbraio 2007
2 marzo 2007
20 giugno 2007
12 aprile 2010
13 ottobre 2010
12 aprile 2010
13 ottobre 2010
26 ottobre 2010
Zambon
Immobiliare
Il sistema di deleghe e procure
Il livello di autonomia, il potere di rappresentanza ed i limiti di spesa assegnati ai vari
titolari di deleghe e procure all’interno di Zambon Company e delle altre Società e del
Gruppo risultano sempre individuati. Essi sono fissati in modo coerente con il livello di
responsabilità e/o gerarchico del destinatario della delega o della procura nei limiti di
quanto strettamente necessario all’espletamento dei compiti e delle mansioni oggetto di
delega.
I poteri così conferiti vengono aggiornati in funzione dei cambiamenti organizzativi
che intervengono nella struttura di Zambon Company e delle altre Società del Gruppo.
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Il sistema di procedure manuali ed informatiche
Nell’ambito del proprio sistema organizzativo il Gruppo Zambon ha riordinato ed
implementato un corpus di policy e procedure, sia manuali che informatiche, volto a
regolamentare lo svolgimento delle attività aziendali.
Nel corso del 2009 è stato inoltre implementato un nuovo sistema informatico
unificato che assicura un elevato livello di standardizzazione e di compliance.
Il sistema di gestione di salute e sicurezza
Le società del Gruppo Zambon con siti produttivi, Zambon S.p.A. e ZaCh System
S.p.A., hanno un sistema di gestione certificato secondo i requisiti della Norma British
Standard OHSAS 18001:2007. Per i siti non produttivi, il Gruppo Zambon ha
predisposto un corpus di procedure a tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di
lavoro. E’ stato inoltre implementato il progetto “Benvivere” per tutte le società del
Gruppo, che prevede sia la sistemazione degli ambienti di lavoro sia l’organizzazione
di iniziative rivolte a tutti i dipendenti. Tale progetto tende al conseguimento di un alto
livello di salute di tutti i dipendenti, interpretando il concetto di salute nella sua
accezione più estesa di completo star bene e benessere sociale.
I rapporti intragruppo
In presenza della centralizzazione di determinate funzioni che erogano servizi per tutte
le società del Gruppo, è stato sviluppato un sistema di contrattualistica intercompany,
che garantisce una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità tra società
fornitrice e società beneficiaria del servizio assicurando per determinate attività a
rischio una opportuna separazione di ruoli. I contratti intercompany prevedono inoltre
l’obbligo da parte della società beneficiaria del servizio di attestare la veridicità e
completezza della documentazione e delle informazioni comunicate alla società
erogante il servizio ai fini dello svolgimento dei servizi richiesti.
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La mappatura dei servizi intercompany con l’indicazione del servizio reso, della
società erogante e delle società beneficiarie è disponibile nell’Allegato 1 e sarà oggetto
di aggiornamenti sistematici.
2.2
I reati presupposto nel Gruppo Zambon
Premesso che la normativa di riferimento disciplina una serie numerosa di fattispecie
di reato (vedi Allegato 2), in considerazione dell’analisi del contesto aziendale e delle
attività potenzialmente a rischio-reato a livello di Gruppo, solo alcune fattispecie di
reato sono stato oggetto di approfondimento del Modello. Sulla base dell’evoluzione
della normativa si è provveduto ad aggiornare i Modelli con i nuovi reati presupposto
introdotti successivamente alla originaria adozione e rilevanti per il Gruppo Zambon,
ricomprendendo inoltre i delitti informatici ed i reati transnazionali. In esito a tale
aggiornamento, in Zambon Company e nelle altre Società del Gruppo l’elenco delle
fattispecie di reato ipotizzabili possono essere ricondotte a:
1. Reati
contro
la
Pubblica
Amministrazione
(corruzione,
concussione,
malversazione ai danni dello Stato od altro Ente Pubblico, indebita percezione
di erogazioni, truffa in danno dello stato o di un Ente Pubblico);
2. Reati societari (false comunicazioni sociali e influenza sull’assemblea);
3. Reato di omicidio colposo o lesioni colpose gravi o gravissime commessi con
violazione della salute e sicurezza sul lavoro;
4. Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza
illecita;
5. Delitti contro l’industria e il commercio;
6. Delitti in materie di violazione del diritto d’autore;
7. Delitti informatici e trattamento illecito di dati;
8. Delitti di criminalità organizzata (associazione per delinquere);
9. Reati transnazionali;
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10. Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci
all’autorità giudiziaria.
2.3
Le aree a rischio in Zambon Company e nelle altre società del Gruppo ai fini del
D. Lgs. 231/2001
Nelle Parti Speciali di ogni società del Gruppo sono analiticamente individuate le aree
a rischio relative sia alle attività/processi svolti direttamente, sia alle attività/processi
svolti attraverso servizi intragruppo.
2.4
L’Action Plan
Alla luce degli aggiornamenti normativi del Decreto e delle modifiche connesse al
nuovo assetto organizzativo è stato aggiornato ed integrato l’Action Plan che definisce
l’insieme delle azioni da porre in essere in relazione alle aree a rischio, nonché le
attività da espletare per il buon funzionamento di quanto previsto dal Modello. Tale
piano prevede il coinvolgimento attivo delle funzioni aziendali e tempi di attuazione
di breve e medio periodo successivamente all’approvazione dell’aggiornamento del
presente Modello.
L’OdV, come già avvenuto sin dall’adozione del Modello, controlla il rispetto dei
tempi e delle attività indicate nell’Action Plan, individuando altresì ogni altra azione
che dovesse ritenere necessaria.
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3.
LA STRUTTURA,
MODIFICHE E INTEGRAZIONI DEL MODELLO
3.1
Struttura del Modello
Il presente Modello è stato così strutturato:
a)
una Parte Generale, relativa al percorso di adozione del Modello ed il suo
aggiornamento, alle fattispecie di reato, al ruolo dell’OdV, al Sistema
Disciplinare, al Codice Etico e alla Diffusione e Formazione sul Modello;
b)
le Parti Speciali, corrispondenti a ciascuna fattispecie di reato, composte
dall’elenco delle attività a rischio ed i relativi principi di comportamento;
c)
gli Allegati Specifici delle Parti Speciali per le singole funzioni aziendali,
contenenti la mappatura e la valutazione dei relativi rischi unitamente
all’elenco delle procedure volte a prevenire la commissione del reato.
3.2
Modifiche ed integrazioni del Modello
Il presente Modello deve essere tempestivamente modificato o integrato dal Consiglio
di Amministrazione, anche su proposta e comunque previa consultazione dell’OdV,
così come definito nel paragrafo successivo, quando siano intervenute:
-
violazioni o elusioni delle prescrizioni del Modello che ne abbiano dimostrato
l’inefficacia o l’incoerenza ai fini della prevenzione dei reati;
-
significative modificazioni dell’assetto interno della società o del Gruppo e/o
delle modalità di svolgimento delle attività d’impresa;
-
modifiche normative.
Le procedure operative adottate in attuazione del presente Modello sono modificate a
cura delle funzioni aziendali competenti, qualora si dimostrino inefficaci ai fini di una
corretta attuazione delle disposizioni del Modello. Le funzioni aziendali competenti
curano altresì le modifiche o integrazioni alle procedure operative necessarie per dare
attuazione alle eventuali revisioni del presente Modello.
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4.
IL CODICE ETICO DEL GRUPPO ZAMBON
Il Codice Etico di Gruppo costituisce parte integrante del presente Modello e della
normativa aziendale ed è pubblicato sui portali internet ed intranet della società. Per
una più agevole consultazione la sociètà ha curato anche una versione ridotta del
Codice Etico che sintetizza i principi fondamentali.
Zambon opera sulla base di valori fondamentali, ossia principi che devono guidare i
comportamenti dell’impresa e delle persone. I valori sono i prerequisiti dei nostri
comportamenti, ciò per cui vale la pena spendersi.
Zambon promuove presso tutti gli stakeholders i propri valori nella consapevolezza
che condotte ispirate ai principi di diligenza, correttezza e lealtà costituiscono un
importante “motore” per lo sviluppo economico e sociale.
In particolare, i soggetti in posizione apicale, quali amministratori, sindaci o soggetti
con funzioni di direzione, nonché tutti i dipendenti, i collaboratori, i consulenti e più in
generale tutti i terzi che entrano in rapporto con le Società del Gruppo non devono mai
venire meno al rispetto di principi fondamentali quali l’onestà, l’integrità morale, la
correttezza, la trasparenza e l’obiettività nel perseguimento degli obiettivi aziendali.
Nello svolgimento dei propri incarichi, ognuno dovrà rispettare le leggi e le normative
vigenti orientando le proprie azioni ed i propri comportamenti ai principi, agli obiettivi
ed agli impegni richiamati nel Codice Etico e, in nessun caso, il perseguimento
dell’interesse del Gruppo può giustificare un comportamento in contrasto con i
suddetti principi.
L’ultima versione del
Codice Etico è stata approvata dal Consiglio di
Amministrazione il 28 maggio 2008.
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5.
L’ORGANISMO DI VIGILANZA
Ai sensi del D. Lgs. 231/2001, il compito di vigilare sul funzionamento, sull’efficacia
e sull’osservanza del Modello, nonché di curarne il costante e tempestivo
aggiornamento deve essere assegnato ad un Organismo dotato di autonomi poteri di
iniziativa e di controllo (art. 6, 1° comma, lett. b).
All’interno del Gruppo Zambon è stato stabilito che l’Organismo di Vigilanza sia
singolo e autonomo per ogni Società e composto sempre dagli stessi membri. Tale
scelta è stata dettata dalla struttura organizzativa del Gruppo al fine di garantire
continuità d’azione, efficacia ed efficienza visto il livello di attività, tematiche e
funzioni comuni tra le società (centralizzazione di funzioni, interconnessioni operative
e rapporti intercompany tra le diverse società, sistemi informatici unificati, fornitori
comuni).
L’Organismo di Vigilanza si avvale prevalentemente della funzione Internal Audit di
Gruppo per lo svolgimento delle attività di verifica, monitoraggio e di manutenzione
del Modello. L’Internal Audit di Gruppo si rapporta con le altre funzioni del Gruppo
fornitrici di servizi di assurance e controllo (quali Quality Assurance, Responsabile del
Servizio di Prevenzione e Protezione, Comitato per le Attività di Informazione
Scientifica, Preclinical & Clinical QA) al fine di assicurare un’adeguata copertura ed
evitare eventuali doppi controlli.
L’OdV ispira la propria azione ai seguenti principi:
-
attività di Vigilanza sull’adeguatezza del Modello;
-
attività di controllo sull’efficacia del Modello;
-
continuità di azione.
Esso deve:
1. essere composto da soggetti di adeguato spessore e consistenza, dotati di
conoscenze, tecniche e strumenti idonei;
pag.
19
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
2. avere poteri di acquisizione e di richiesta di informazioni da e verso ogni livello e
settore operativo della società;
3. avere la possibilità di proporre procedimenti disciplinari ed eventuali sanzioni a
carico di soggetti che non abbiano rispettato le prescrizioni contenute nel Modello;
4. essere indipendente da responsabilità di gestione aziendale ed autonomo rispetto ai
vertici aziendali.
All’interno del Gruppo Zambon è stato stabilito che l’OdV debba ricomprendere tra i suoi
membri almeno una figura che partecipi con regolarità alla vita aziendale onde consentire un
pronto e costante flusso informativo sull’andamento del Gruppo.
5.1
Nomina, durata e sostituzione dei membri
L’Organismo di Vigilanza viene nominato dal Consiglio di Amministrazione, è
composto da tre membri.
Il Consiglio di Amministrazione, nella scelta dei membri dell’Organismo di Vigilanza,
deve valutare i seguenti elementi:
-
professionalità, intesa come “possesso di adeguate competenze specialistiche”. I
componenti dell’Organismo di Vigilanza, devono essere scelti preferibilmente tra
professionisti con esperienza maturata in ambito ispettivo, giuridico e
consulenziale;
-
onorabilità, intesa come assenza di cause di ineleggibilità previste per i soggetti
che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo, e per sentenze di
condanna (o patteggiamento) per i reati contemplati nel D. Lgs. 231/2001;
-
indipendenza, intesa come (i) assenza di vincoli di parentela con gli
Amministratori della società; (ii) assenza di legami con la società derivanti da
interessi economici rilevanti o di altra natura che possano generare conflitti o
condizionare i doveri di controllo da esercitare ai sensi del D. Lgs. 231/2001;
pag.
20
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
-
continuità di azione, da realizzarsi anche attraverso il supporto di una struttura
interna dedicata.
Il Consiglio di Amministrazione deve garantire autonomia e indipendenza
all’Organismo di Vigilanza attraverso:
-
il rispetto dei criteri di nomina sopra enunciati;
-
l’attribuzione dei poteri che di seguito verranno elencati;
-
l’approvazione annuale del fondo di dotazione;
-
la dotazione di strumenti idonei per poter svolgere l’attività, anche avvalendosi di
ausili specializzati esterni.
E’ rimessa al Consiglio di Amministrazione la responsabilità di valutare
periodicamente l’adeguatezza dell’Organismo di Vigilanza, in termini di struttura
organizzativa e di poteri conferiti, apportando, mediante delibera consiliare, tutte le
modifiche e/o integrazioni ritenute necessarie. In particolare:
1. i membri dell’Organismo decadono in caso di perdita dei requisiti di onorabilità,
professionalità e indipendenza;
2. i membri dell’Organismo devono comunicare tempestivamente al Presidente del
Consiglio di Amministrazione e agli altri componenti l’eventuale perdita dei
requisiti;
3. l’Organismo di Vigilanza si intende decaduto se viene a mancare la maggioranza
dei componenti. In tal caso, il Consiglio di Amministrazione provvede a nominare
i nuovi membri, sulla base dei criteri di composizione sopra definiti;
4. l’Organismo si intende, altresì, decaduto se la società incorre in sentenza di
condanna o di patteggiamento per violazione del D. Lgs. 231/2001 a seguito di
accertata inadeguatezza ovvero omissione dell’attività di Vigilanza;
5. i membri dell’Organismo di Vigilanza non possono essere revocati dal Consiglio
di Amministrazione se non per giusta causa, accertata dal Consiglio in seduta
congiunta con il Collegio Sindacale, cui partecipano anche gli altri membri
dell’Organismo.
pag.
21
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
I componenti dell’Organismo di Vigilanza rimangono in carica tre anni, con
possibilità di rinnovare il mandato ogni triennio, con apposita delibera del Consiglio di
Amministrazione.
La rinuncia di uno o più membri dell’Organismo di Vigilanza può essere esercitata in
qualsiasi momento tramite comunicazione al Presidente del Consiglio di
Amministrazione e agli altri componenti.
5.2
Compenso e capacità di spesa
Il compenso ai membri dell’Organismo di Vigilanza è fissato dal Consiglio di
Amministrazione che terrà conto della eventuale partecipazione dei membri a più
Organismi di Vigilanza all’interno Gruppo.
L’Organismo di Vigilanza deve essere dotato di autonoma capacità di spesa,
commisurata ai compiti da svolgere e concordata con il Consiglio di Amministrazione;
tale capacità potrà essere esercitata ogniqualvolta l’Organismo decida di avvalersi di
servizi o di professionisti esterni al fine di vigilare sul funzionamento, l’efficacia e
l’osservanza del Modello, nonché di curarne il costante e tempestivo aggiornamento,
nell’ambito dell’attuazione delle disposizioni di cui al D. Lgs. 231/2001.
5.3
Regole di funzionamento e convocazione
L’Organismo di Vigilanza riferisce al Consiglio di Amministrazione ed è dotato di un
proprio Regolamento.
L’Organismo di Vigilanza si riunisce, su convocazione del suo Presidente o del
Controllo Interno, con cadenza trimestrale; se necessario, può programmare sedute più
frequenti.
L’Organismo potrà essere convocato in qualsiasi momento dal Consiglio di
Amministrazione e dal Collegio Sindacale per riferire in merito al funzionamento del
Modello o a situazioni specifiche.
pag.
22
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Per la validità delle sedute, è richiesto l’intervento della maggioranza dei membri in
carica. Le decisioni vengono assunte a maggioranza dei presenti; in caso di parità,
prevale il voto del Presidente.
Per un miglior coordinamento delle attività di vigilanza e per un più efficace scambio
di informazioni, alle riunioni dell’Organismo di Vigilanza possono essere invitati
anche gli Amministratori Delegati, i managers e le altre funzioni aziendali.
L’Organismo di Vigilanza deve, inoltre, incontrarsi almeno una volta l’anno con il
Collegio Sindacale e con i Revisori contabili.
Annualmente, in concomitanza con l’approvazione del bilancio sociale, l’Organismo
di Vigilanza redige una Relazione che consegna al Consiglio di Amministrazione e al
Collegio Sindacale e che deve (i) riepilogare l’attività svolta nel corso dell’esercizio,
(ii) render conto del budget di spesa, (iii) porre particolare evidenza alle modifiche non
strutturali apportate al Modello nel corso dell’esercizio.
In particolare, la suddetta Relazione deve prevedere:
-
una sintesi dell’attività svolta, dei principali interventi ed eventuali conseguenti
azioni intraprese;
-
indicazione delle modifiche “non strutturali” intervenute sul Modello, ossia quelle
che necessitano solo di ratifica da parte del Consiglio di Amministrazione;
-
le proposte di modifiche “strutturali” da sottoporre invece alla approvazione del
Consiglio di Amministrazione;
-
5.4
resoconto dettagliato del budget di spesa.
Funzioni e poteri
All’Organismo di Vigilanza è attribuito il compito di vigilare con autonomi poteri di
controllo e iniziativa:
a) sull’osservanza e il funzionamento delle prescrizioni del Modello da parte dei suoi
destinatari (organi sociali, personale, collaboratori e qualsiasi altro soggetto che
possa agire in nome e per conto della società).
pag.
23
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Più precisamente, esso deve:
-
attivare le procedure di controllo e verificare che le procedure siano
adeguate e rispondenti alle esigenze di osservanza di quanto prescritto dal
D. Lgs. 231/2001;
-
disporre periodicamente verifiche su determinate operazioni o atti specifici
posti in essere nell’ambito delle attività a rischio;
-
coordinarsi con le altre funzioni aziendali per il migliore monitoraggio
delle attività a rischio. L’Organismo di Vigilanza ha libero accesso a tutta
la documentazione aziendale che ritiene rilevante e deve essere tenuto
costantemente informato, dagli Organi Sociali e dai responsabili delle
strutture interessate, sull’evoluzione delle attività a rischio e sugli aspetti
dell’attività aziendale che possono esporre la società al rischio di
commissione dei reati;
-
effettuare verifiche relative al grado di conoscenza acquisito dal personale
rispetto alle ipotesi di reato previste dal D. Lgs. 231/2001 e al Modello
adottato, anche tramite interviste a campione;
-
attivare indagini interne per l’accertamento di presunte violazioni delle
prescrizioni del Modello;
-
proporre, se necessario, alla funzione aziendale competente l’applicazione
delle sanzioni previste dallo specifico sistema disciplinare;
-
verificare il rispetto dei tempi per l’implementazione delle azioni
eventualmente previste dall’OdV stesso;
-
programmare eventuali incontri con le altre funzioni aziendali.
E’ compito dell’Organismo di Vigilanza vigilare sull’attivazione di eventuali
provvedimenti disciplinari o se necessario stimolarne l’avvio in caso di
accertate violazioni del Modello, anche in maniera indipendente dall’eventuale
procedimento dell’Autorità Giudiziaria.
pag.
24
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
b) sulla reale efficacia ed adeguatezza del Modello in relazione alla struttura
aziendale, ed alla effettiva capacità di prevenire la commissione dei reati di cui al
D.Lgs. 231/2001.
A tal fine, l’Organismo deve:
-
svolgere ricognizioni dell’attività aziendale ai fini di un aggiornamento
periodico della mappatura delle attività “a rischio reato” e dei relativi
processi sensibili;
-
promuovere idonee iniziative per la diffusione della conoscenza e della
comprensione del Modello e predisporre la documentazione organizzativa
interna necessaria al funzionamento del Modello stesso, contenente
istruzioni, chiarimenti o aggiornamenti;
-
coordinarsi con la funzione aziendale preposta e con il Controllo Interno
per la definizione dei programmi di formazione per il personale e del
contenuto delle comunicazioni periodiche da farsi agli Organi Sociali, al
personale e ai collaboratori esterni, finalizzate a fornire agli stessi la
necessaria sensibilizzazione e le conoscenze di base della normativa di cui
al D. Lgs. 231/2001;
-
concorrere alla definizione del Programma annuale di Audit ai sensi del D.
Lgs. 231/2001 anche in base al piano di spesa per l’esercizio successivo.
c) sull’opportunità di aggiornamento del Modello e delle relative procedure, laddove
si riscontrino esigenze di adeguamento dello stesso in relazione a mutate
condizioni aziendali e/o normative.
A tal fine, esso deve:
-
esprimere sulla base delle risultanze emerse dalle attività di verifica e
controllo, una valutazione sull’adeguatezza del Modello, rispetto alle
prescrizioni del Decreto, nonché sull’operatività dello stesso (presentando
apposita relazione al Consiglio di Amministrazione);
pag.
25
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
-
verificare l’attuazione e l’effettiva funzionalità delle soluzioni/azioni
correttive proposte;
-
collaborare, nel continuo, con le altre unità organizzative interessate,
proponendo agli organi competenti (Consiglio di Amministrazione)
eventuali correzioni e adeguamenti.
Resta fermo che nell’espletamento della propria attività l’Organismo di Vigilanza, anche
mediante il Controllo Interno, può assumere informazioni da qualsiasi struttura e/o
persona della società e accedere a tutti i documenti aziendali e può anche avvalersi della
funzione di Controllo Interno per effettuare accertamenti, rilevanti ai fini del Decreto in
questione, presso le unità organizzative. Accertamenti in tal senso possono essere
disposti anche con la collaborazione del Collegio Sindacale.
5.5
I flussi informativi e le segnalazioni da parte dell’Organismo di Vigilanza e
relazioni con gli organi sociali
L’Organismo di Vigilanza, anche mediante il Controllo Interno, deve fornire
chiarimenti a tutte le funzioni aziendali in merito al significato e alla applicazione del
Modello.
Spetta all’Organismo mantenere e assicurare flussi informativi verso il Consiglio di
Amministrazione. In particolare esso:
-
presenta la Relazione annuale sull’attività svolta e sulla gestione delle disponibilità
finanziarie;
-
riferisce in merito alle eventuali variazioni “non strutturali” apportate al Modello e
alle procedure che formano parte integrante dello stesso e propone eventuali
modifiche di carattere “strutturale”, da sottoporre a specifica approvazione del
Consiglio di Amministrazione;
pag.
26
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
-
presenta una Relazione sulle segnalazioni ricevute nel corso dell’esercizio,
suddividendole per ciascuna attività a rischio ed indicando le strutture coinvolte,
unitamente ad una sintesi degli esiti;
-
riferisce in caso di segnalazioni di violazioni accertate e relaziona sul buon
funzionamento del sistema disciplinare e sanzionatorio.
L’Organismo di Vigilanza valuta, caso per caso, la necessità di informare
tempestivamente e per iscritto il Collegio Sindacale su ogni significativo evento
rilevato nello svolgimento della propria attività.
Al fine di riferire in merito al funzionamento del Modello o a specifiche situazioni,
l’Organismo può presentare richiesta di formale convocazione del Consiglio di
Amministrazione e/o del Collegio Sindacale.
5.6
I flussi informativi e le segnalazioni nei confronti dell’Organismo di Vigilanza
Flussi informativi periodici
L’Organismo di Vigilanza ha il compito di monitorare, anche per il tramite del
Controllo Interno, le operazioni potenzialmente sensibili (attività a rischio) e di
predisporre un efficace sistema di comunicazione interna per consentire la
trasmissione e raccolta di notizie rilevanti per il D. Lgs. 231/2001. A tale riguardo
l’Organismo di Vigilanza ha predisposto per il tramite del Controllo Interno un
sistema di reportistica periodica per ogni attività a rischio, che i responsabili di
funzione dovranno inviare all’Organismo per il tramite del Controllo Interno al fine di
individuare indici di anomalia e di svolgere un’attività di monitoraggio preventivo
delle attività a rischio.
pag.
27
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Segnalazioni
Le segnalazioni verso l’Organismo di Vigilanza possono riguardare tanto violazioni, o
presunte violazioni, quanto fatti, ordinari e straordinari, rilevanti ai fini della
attuazione e dell’efficacia del Modello.
Devono essere trasmesse tempestivamente al Controllo Interno e all’Organismo di
Vigilanza, le informative concernenti: la pendenza di un procedimento penale a carico
dei dipendenti e le segnalazioni o le richieste di assistenza legale inoltrate dal
personale in caso di avvio di procedimento giudiziario per uno dei reati previsti dal D.
Lgs. 231/2001;
Devono essere segnalate al Controllo Interno e all’Organismo di Vigilanza tutte le
violazioni o sospette violazioni delle regole previste dal Modello.
Tale obbligo riguarda tutti i soggetti che, nello svolgimento della loro attività, vengano
a conoscenza delle suddette violazioni (amministratori, sindaci, dipendenti,
collaboratori, ecc.).
Ciascuna segnalazione dovrà essere il più esauriente possibile al fine di consentire
all’Organismo di Vigilanza di attivarsi tempestivamente e in modo efficace anche per
il tramite del Controllo Interno.
Le segnalazioni possono pervenire all’Organismo di Vigilanza sia in forma cartacea,
sia in forma elettronica; a tal proposito, sono state attivate le seguenti caselle di posta
elettronica
“[email protected]”
;
“[email protected]” e divulgate a tutti i dirigenti, dipendenti,
collaboratori e consulenti della società.
L’Organismo di Vigilanza deve valutare con tempestività le segnalazioni ricevute
(anche avvalendosi del Controllo Interno) e gli eventuali provvedimenti che si
rendessero necessari. L’eventuale decisione di non dar corso allo svolgimento di
pag.
28
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
indagini interne dovrà essere motivata, documentata e conservata negli atti
dell’Organismo.
Spetta all’Organismo di Vigilanza garantire i segnalanti contro qualsiasi forma di
ritorsione, discriminazione o penalizzazione, assicurando anche la riservatezza
dell’identità del segnalante, fatti salvi gli obblighi di legge e la tutela dei diritti della
società o delle persone accusate erroneamente e/o in mala fede; il venir meno a tale
obbligo rappresenta una grave violazione del Modello.
5.7
Libro delle riunioni dell’Organismo di Vigilanza – Raccolta e conservazione delle
informazioni
L’Organismo di Vigilanza deve costituire un dossier a documentazione delle attività
svolte ove devono essere sintetizzate:
a.
le attività svolte dall’Organismo;
b.
le attività di formazione intraprese dalla Società e dei relativi risultati, suddivisi
per categoria e livello gerarchico;
c.
le attività di verifica svolte, con indicazione della durata e motivazione della
verifica, dell’attività sensibile e delle unità organizzative interessate, della sintesi
della verifica, delle principali evidenze e degli eventuali suggerimenti;
d.
le segnalazioni ricevute, suddivise per attività sensibile, con indicazione del
numero di segnalazioni che hanno avuto seguito e delle strutture coinvolte;
e.
le attività periodiche di aggiornamento del Modello, indicando i principali
interventi eseguiti.
L’Organismo deve, inoltre, tenere un libro delle proprie adunanze, ove, per ogni
convocazione, dovranno essere riportate le seguenti informazioni:
a.
numero progressivo dell’intervento/attività e anno di riferimento;
b.
data riunione;
c.
ordine del giorno;
pag.
29
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
d.
verbale sintetico, con evidenza delle principali decisioni assunte.
Per ottimizzare l’attività svolta dai membri degli Organismi di Vigilanza delle società
del Gruppo, e quindi, rendere l’attività di vigilanza e controllo più effettiva e
maggiormente ancorata alla realtà operativa delle diverse società, le tematiche di
rilevanza comune a più società sono trattate in sedute congiunte degli OdV delle
rispettive società. Naturalmente, l’attività di vigilanza e controllo propria di ogni
singola società resta in capo al singolo OdV che la affronta in sessioni distinte. Il ruolo
di segretario dell’OdV è ricoperto dal responsabile dell’Internal Audit.
Ogni informazione, segnalazione, report previsto nel presente Modello (e nei suoi
eventuali successivi aggiornamenti) deve essere custodito per un periodo di 10 anni
nell’apposito data base (informatico e/o cartaceo) gestito dall’Organismo di Vigilanza,
ferma restando l’osservanza delle disposizioni in materia di riservatezza dei dati
personali e dei diritti da essa garantiti in favore degli interessati.
5.8
Obbligo di formazione
I membri dell’Organismo di vigilanza hanno l’obbligo di effettuare una adeguata
attività di aggiornamento professionale.
pag.
30
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
6.
IL SISTEMA DISCIPLINARE
La definizione di misure disciplinari applicabili in caso di violazione delle regole
previste dal Modello rende efficiente l’azione svolta dall’Organismo di Vigilanza ed
ha come obbiettivo quello di garantire l’effettività del Modello stesso (art. 6, 1°
comma lett. e) del D. Lgs. 231/2001).
L’applicazione del sistema disciplinare presuppone la violazione del Modello.
Il predetto sistema deve essere attivato indipendentemente dallo svolgimento e
dall’esito del procedimento penale eventualmente avviato dall’Autorità Giudiziaria.
La Società deve procedere ad una graduazione delle sanzioni applicabili, e ciò con
riferimento al differente grado di pericolosità e/o gravità che i comportamenti possono
presentare rispetto alla commissione dei reati.
La tipologia e l’entità della sanzione varieranno in funzione dei seguenti fattori:
a.
elemento soggettivo della condotta, a seconda, cioè, che quest’ultima sia stata
contraddistinta da dolo, colpa, negligenza o imperizia;
b.
rilevanza degli obblighi violati;
c.
livello di responsabilità gerarchica e/o tecnica ricoperto dall’autore del
comportamento, oggetto di sanzione;
d.
eventuale condivisione di responsabilità con altri soggetti che abbiano concorso
nella violazione delle regole previste dal Modello;
e.
presenza di circostanze aggravanti o attenuanti, con particolare riguardo alla
professionalità, alle precedenti prestazioni lavorative, ai precedenti disciplinari,
alle circostanze in cui è stato commesso il fatto.
Ai sensi del combinato disposto degli artt. 5, lettera b) e 7 del D. Lgs. 231/2001, le
sanzioni previste nei successivi paragrafi verranno applicate, a seconda della gravità,
nei confronti del personale della Società che pone in essere illeciti disciplinari
derivanti da:
pag.
31
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
a.
mancato rispetto delle disposizioni previste dal Modello, dalle Procedure o dal
Codice Etico e dalle normative di legge;
b.
mancato rispetto delle modalità di documentazione, di conservazione e controllo
degli atti previsti dalle Procedure;
c.
mancata formazione e/o mancato aggiornamento e/o omessa comunicazione al
personale operante nelle attività a rischio dei processi interessati dal Modello;
d.
violazioni e/o elusioni del sistema di controllo, poste in essere mediante la
sottrazione, la distruzione o l’alterazione della documentazione prevista dalle
Procedure ovvero impedendo il controllo o l’accesso alle informazioni ed alla
documentazione ai soggetti preposti, incluso l’Organismo di Vigilanza ed il
Controllo Interno.
Il presente Modello è parte integrante della normativa aziendale. Eventuali violazioni
sostanziali delle singole regole di comportamento contenute nel Modello e delle
correlate procedure aziendali, costituiscono (a) inadempimento delle obbligazioni
derivanti dal rapporto di lavoro, (b) illecito disciplinare, nonché (c) fatto
pregiudizievole al riconoscimento di bonus e/o incentivi e saranno regolate come di
seguito specificato.
I procedimenti disciplinari che riguardano il personale dipendente devono essere
trasmessi all’Organismo di Vigilanza.
6.1
Misure nei confronti degli Amministratori e dei Sindaci
In caso di violazione del Modello da parte di un membro del Consiglio di
Amministrazione o del Collegio Sindacale, l’Organismo di Vigilanza deve informare
il Collegio Sindacale e l’intero Consiglio di Amministrazione, i quali devono
assumere i necessari provvedimenti, anche ai sensi della vigente normativa societaria.
pag.
32
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
In caso di inerzia da parte degli organi competenti, sarà compito dell’OdV richiedere
l’intervento dell’Assemblea dei Soci.
6.2
Misure nei confronti dei componenti dell’Organismo di Vigilanza
In caso di violazione del Modello da parte di un componente dell’Organismo di
Vigilanza, l’Organismo stesso, con delibera assunta in conformità alle disposizioni
contenute nel Modello, deve informare il Collegio Sindacale e l’intero Consiglio di
Amministrazione, i quali devono assumere gli opportuni provvedimenti anche in
relazione a quanto previsto per la rispettiva categoria di appartenenza dei diversi
componenti e nel rispetto delle regole di funzionamento dell’Organismo e dei criteri di
durata in carica e di sostituzione dei componenti dello stesso, così come previsti dal
Modello.
6.3
Misure nei confronti dei dipendenti inquadrati nella categoria dei dirigenti
In caso di segnalazione di violazione, da parte di dirigenti, delle procedure previste dal
Modello o di adozione, nell’espletamento delle attività a rischio, di un comportamento
non conforme alle prescrizioni del Modello stesso, l’Organismo di Vigilanza deve
vigilare che vengano attivate tutte le procedure volte ad accertare la fondatezza della
segnalazione o, se necessario, attivarsi in tal senso.
Nei confronti dei dirigenti, l’accertamento della violazione può dar luogo
all’applicazione delle misure e dei provvedimenti ritenuti più idonei nel rispetto delle
disposizioni di legge, di contratto e aziendali che regolano la materia, in relazione alla
gravità della violazione e dell’eventuale reiterazione, nonché in considerazione del
particolare vincolo fiduciario che caratterizza il rapporto tra l’azienda e il dirigente
stesso.
In caso di effettivo accertamento della violazione, verranno applicate le sanzioni di
seguito indicate, in proporzione ai seguenti aspetti:
pag.
33
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
a.
gravità delle infrazioni accertate;
b.
livello di responsabilità e autonomia del dirigente;
c.
eventuale reiterazione dei comportamenti non conformi;
d.
intenzionalità del comportamento;
e.
livello di rischio cui la società può ragionevolmente ritenersi esposta a seguito
della condotta irregolare accertata.
a)
Diffida - nel caso di:
1. inosservanza non grave di quanto stabilito dalle procedure interne previste dal
Modello o adozione di un comportamento negligente non conforme alle
prescrizioni del Modello stesso;
2. omessa segnalazione o tolleranza, da parte dei proposti, di irregolarità commesse
da altri dipendenti.
Oltre all’eventuale risarcimento del danno cui il Dirigente potrà essere tenuto,
potranno essere applicate in aggiunta sanzioni patrimoniali, in relazione alla
gravità delle inosservanze e/o delle omesse segnalazioni e tolleranze.
b)
Licenziamento ex art. 2118 c.c. - nel caso di:
1. grave inosservanza di quanto stabilito dalle procedure interne previste dal Modello
o gravi negligenze rispetto alle prescrizioni del Modello stesso;
2. omessa segnalazione o tolleranza di gravi irregolarità commesse da altri
dipendenti.
c)
Licenziamento per giusta causa - nel caso di:
1. adozione di un comportamento in palese grave violazione alle prescrizioni del
Modello e tale da determinare la possibile concreta applicazione a carico della
società delle misure previste dal D. Lgs. 231/2001, riconducibile a mancanze di
gravità tale da far venir meno la fiducia sulla quale è basato il rapporto di lavoro e
pag.
34
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
da non consentire comunque la prosecuzione, nemmeno provvisoria, del rapporto
stesso;
2. violazione delle prescrizioni del Modello con un comportamento tale da
configurare una possibile ipotesi di reato sanzionato dal D. Lgs 231/2001 di una
gravità tale da esporre la società ad una situazione oggettiva di pericolo o tale da
determinare riflessi negativi per la società stessa, intendendosi in tal modo un
inadempimento notevole degli obblighi cui il lavoratore è tenuto nello svolgimento
del proprio rapporto di lavoro.
In attesa di deliberare la definitiva sanzione disciplinare, la Società adotta le misure
cautelari previste dalla normativa.
Per quanto riguarda l’accertamento e la valutazione delle infrazioni e la conseguente
irrogazione delle sanzioni, restano invariati i poteri già conferiti, nei limiti della
rispettiva competenza, agli organi sociali e alle funzioni aziendali competenti per i
procedimenti disciplinari ordinari.
Sono in questa sede richiamate tutte le disposizioni, previste dalla legge e dai Contratti
Collettivi applicati, relativi alle procedure e agli obblighi da osservare nell’applicazione
delle sanzioni.
6.4
Misure nei confronti dei dipendenti inquadrati nelle categorie Aree Professionali e
Quadri Direttivi
Il mancato rispetto delle prescrizioni del Modello da parte dei dipendenti, il cui contratto
di lavoro è regolamentato dal CCNL di settore, costituisce illecito disciplinare; le
eventuali violazioni alle prescrizioni del presente Modello sono regolate sul piano
disciplinare con applicazione delle disposizioni di legge e di contratto.
pag.
35
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Per quanto riguarda l’accertamento e la valutazione delle violazioni, i procedimenti
disciplinari e l’irrogazione delle sanzioni, restano invariati i poteri conferiti alle funzioni
aziendali competenti.
6.5
Misure nei confronti dei collaboratori esterni
La violazione del Modello da parte di collaboratori esterni della società può determinare,
secondo quanto previsto dalle specifiche clausole contrattuali contenute nelle lettere di
incarico o negli accordi di convenzione, la risoluzione anticipata del rapporto
contrattuale, ai sensi dell’art. 1456 c.c., fatta salva la facoltà di richiesta del risarcimento
qualora le suddette violazioni possano arrecare danni concreti alla Società.
A tal fine, il Modello e il Codice Etico dovranno essere consegnati a tutti i collaboratori
esterni della società, con apposita accompagnatoria firmata per ricevuta.
6.6
Misure nei confronti dei fornitori
La violazione del Codice Etico da parte di fornitori della società può determinare, la
risoluzione anticipata del rapporto contrattuale, ai sensi dell’art. 1456 c.c..
pag.
36
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
7.
7.1
DIFFUSIONE E FORMAZIONE SUL MODELLO
Diffusione e Informazione sul Modello
Ai fini dell’efficacia del presente Modello, deve essere svolta un’adeguata attività di
diffusione, informazione e di formazione nei confronti di tutto il personale della Società,
per favorire la conoscenza di quanto stabilito dal Decreto 231/2001 e dal Modello
adottato nelle sue diverse componenti (mappatura delle aree/attività a rischio di reato,
normativa e/o protocolli speciali che regolamentano le attività a rischio, Organismo di
Vigilanza, Flussi informativi e Segnalazioni da parte e all’Organismo di Vigilanza,
Sistema disciplinare, Codice Etico).
Tutto il personale deve essere informato sul contenuto del Decreto 231/2001 e del
Modello tramite Circolari interne, pubblicate nella rete Intranet Aziendale, con area
specificamente dedicata al D. Lgs. 231/2001, dove dovrà essere di immediata
consultazione anche il presente Modello e le normative collegate (Codice Etico,
Normative speciali, ecc.).
I documenti presenti in tale spazio devono essere opportunamente aggiornati in
relazione alle evoluzioni delle normative esterne e del Modello.
La diffusione del Modello e delle procedure, che ne formano parte integrante, è
obbligatoria; deve pertanto essere rilevata attestazione di conoscenza.
Ai nuovi assunti deve essere consegnato un set informativo, con il quale assicurare agli
stessi le conoscenze considerate di primaria rilevanza. Tale set informativo deve
contenere, oltre ai documenti di norma consegnati al neo-assunto, il Modello 231/2001
ed il Codice Etico. I dipendenti sono tenuti a rilasciare alla Società una dichiarazione
sottoscritta, ove si attesti la ricezione del set informativo.
pag.
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
E’ inoltre necessario prevedere analoga informativa e pubblicità del Modello anche per
gli eventuali collaboratori esterni (agenti e consulenti), nonché per i collaboratori a
contratto, cosidetti parasubordinati, e outsourcer, secondo modalità differenziate, in
relazione alla possibilità di accesso alla normativa aziendale, piuttosto che attraverso
consegna cartacea del Modello e del Codice Etico (con ricevuta di presa visione) ed
eventualmente distinguendo, in relazione alla tipologia di rapporto contrattuale e alla
tipologia di attività svolta in relazione ai rischi di reato presupposto del D. Lgs.
231/2001.
7.2
Formazione sul Modello
Al fine di garantire l’effettiva conoscenza del Modello e sensibilizzare il personale sul
rispetto della normativa e sull’osservanza dei principi e dei protocolli previsti dal
Modello stesso, devono essere previste specifiche attività formative definite all’interno
di apposito e organico piano formativo. Il Piano formativo deve essere articolato, in
relazione ai contenuti e alle modalità di erogazione, in funzione della qualifica dei
destinatari, del livello di rischio dell'area in cui operano, dell’avere o meno funzioni di
rappresentanza della società. Il suddetto Piano potrà essere inoltre legato al sistema degli
incentivi e deve essere previsto nei regolamenti aziendali.
La formazione ed i relativi contenuti devono essere articolati secondo moduli distinti per
destinatari in relazione al livello e ruolo organizzativo:
a.
per responsabilità (dirigenti, responsabili di struttura organizzativa, risorse con
deleghe specifiche, altri dipendenti), anche da erogare secondo una logica topdown al fine di garantire adeguato e pervasivo processo di trasmissione della
conoscenza;
b.
neoassunti e nuovi incarichi: particolare attenzione deve essere dedicata sia ai
nuovi assunti (deve essere previsto modulo formativo in materia da includere nel
set formativo iniziale obbligatorio), sia al personale destinato a ricoprire nuovi
incarichi/ruoli, in particolare se relativi a ruoli/attività specifiche o a rischio.
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
La formazione deve prevedere i seguenti contenuti:
a.
una parte comune per tutti i destinatari, avente ad oggetto la normativa di
riferimento, il Modello e il suo funzionamento;
b.
una parte speciale, con riferimento a specifici e ben determinati ambiti operativi.
Essa deve essere finalizzata a diffondere la conoscenza dei reati, le fattispecie
configurabili e i presidi specifici delle aree di competenza dei singoli operatori.
La formazione è obbligatoria. Deve essere rilevata attestazione di frequenza dei corsi.
E’ compito del Controllo Interno in coordinamento con l’OdV pianificare
adeguatamente, con la funzione aziendale preposta, l’attività di formazione dei
dipendenti e del management della Società sui contenuti del Modello e delle relative
procedure operative, sulle modalità di attuazione, sul livello di rischio di ogni singola
area aziendale e sul sistema sanzionatorio.
I contenuti formativi devono essere opportunamente aggiornati in relazione alle
evoluzioni della normativa e del Modello; nel caso di aggiornamento significativo della
normativa di riferimento, la formazione deve prevedere le necessarie integrazioni.
E’ compito dell’Organismo di Vigilanza verificare la completa attuazione del piano di
formazione, raccogliere le evidenze relative all’effettiva partecipazione ai programmi di
formazione e conservarle negli appositi archivi, nonché effettuare controlli periodici sul
grado di conoscenza da parte dei dipendenti del D. Lgs. 231/2001 e del Modello.
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
ALLEGATO 1
Mappatura dei servizi intercompany
Servizio
Società erogante
Fiscale
Societario
Formazione
Comunicazione
Manutenzione Modello 231
Payroll
Amministrazione
Reportistica
Tesoreria
Security sede Bresso
Assicurazioni
Servizi informativi
Acquisti G&A
Legal
Marchi
Farmacovigilanza
Gestione del Personale
Zambon Company
Zambon Company
Zambon Company
Zambon Company
Zambon Company
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Group
Zambon Spa
Zambon Spa
Zambon Spa
Zambon Spa
Zambon Spa
Compensation&Benefit
Zambon Spa
Funzione
Governance, Tax & Audit
Governance, Tax & Audit
Learning & Communications
Learning & Communications
Governance, Tax & Audit
Payroll
Italy Administration
Reporting Services
Treasury & reporting
Security
Insurance & Finance Project
IT
Procurement G&A
Legal Affairs
Trademarks
Drug Safety
Human Relations
Human Relations
Procurement & Supply Chain
Zambon Spa
Procurement non-inventory
Zambon Spa
Pharma Property
ZaCh System
Intellectual
Servizi
generali
Zambon Immobiliare
Zambon Immobiliare RSPP
Business & Operational
Scouting e sviluppo progetti Z-Cube
Development
Acquisti inventory
Acquisti non inventory
Brevetti
Servizi generali
RSPP Bresso
Società beneficiarie
Zambon Zambon ZaCh Zambon Zambon Zambon
Company SpA System Italia
Group Immobiliare
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Aggiornamento al 1° marzo 2011
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ALLEGATO 2
Elenco dei reati presupposto al Decreto Legislativo n. 231/2001
Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 24, D.Lgs. 231/01)
Malversazione a danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 316-bis c.p.);
Indebita percezione di contributi, finanziamenti o altre erogazioni da parte dello Stato
o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art.316-ter c.p.);
Truffa in danno dello Stato o di altro ente pubblico o delle Comunità europee (art.640,
comma 2, n.1, c.p.);
Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (art. 640-bis c.p.);
Frode informatica in danno dello Stato o di altro ente pubblico (art. 640-ter c.p.).
Delitti informatici e trattamento illecito di dati (art. 24-bis, D.Lgs. 231/01) [Articolo
aggiunto dalla L. 18 marzo 2008 n. 48, art. 7]
falsità in un documento informatico pubblico o avente efficacia probatoria (art. 491-bis
c.p.);
accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico (art. 615-ter c.p.);
detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a sistemi informatici o telematici
(art. 615-quater c.p.);
diffusione di apparecchiature, dispositivi o programmi informatici diretti a danneggiare
o interrompere un sistema informatico o telematico (art. 615-quinquies c.p.);
intercettazione, impedimento o interruzione illecita di comunicazioni informatiche o
telematiche (art. 617-quater c.p.);
installazione di apparecchiature atte ad intercettare, impedire o interrompere
comunicazioni informatiche o telematiche (art. 615-quinquies c.p.);
danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici (art. 635-bis c.p.);
danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici utilizzati dallo Stato o
da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità (art. 635-ter c.p.);
danneggiamento di sistemi informatici o telematici (art. 635-quater c.p.);
danneggiamento di sistemi informatici o telematici di pubblica utilità (art. 635quinquies c.p.);
frode informatica del certificatore di firma elettronica (art. 640-quinquies c.p.)
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Delitti di criminalità organizzata (art. 24-ter, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 15
luglio 2009, n. 94, art. 2, co. 29].
Associazione per delinquere (art. 416 c.p., ad eccezione del sesto comma);
Associazione a delinquere finalizzata alla riduzione o al mantenimento in schiavitù,
alla tratta di persone, all'acquisto e alienazione di schiavi ed ai reati concernenti le
violazioni delle disposizioni sull'immigrazione clandestina di cui all'art. 12 d. lgs
286/1998 (art. 416, sesto comma, c.p.);
Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.);
Scambio elettorale politico-mafioso (art. 416-ter c.p.);
Sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c.p.);
Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74
DPR 9 ottobre 1990, n. 309);
Illegale fabbricazione, introduzione nello Stato, messa in vendita, cessione, detenzione
e porto in luogo pubblico o aperto al pubblico di armi da guerra o tipo guerra o parti di
esse, di esplosivi, di armi clandestine nonché di più armi comuni da sparo(*) (art. 407,
co. 2, lett. a), numero 5), c.p.p.).
Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (art. 25, D.Lgs. 231/01):
Corruzione per un atto d’ufficio (art. 318 c.p.);
Pene per il corruttore (art. 321 c.p.);
Corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio (art. 319 c.p.);
Circostanze aggravanti (art. 319-bis c.p.);
Corruzione in atti giudiziari (art. 319-ter c.p.);
Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);
Concussione (art. 317 c.p.).
Reati di falso nummario (art. 25-bis, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D.L. 25
settembre 2001 n. 350, art. 6, D.L. convertito con modificazioni dalla legge n. 409 del
23/11/2001; modificato dalla legge n. 99 del 23/07/09 ]:
Falsificazione di monete, spendita e introduzione nello Stato, previo concerto, di
monete falsificate (art. 453 c.p.);
Alterazione di monete (art. 454 c.p.);
Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate (art. 455
c.p.);
Spendita di monete falsificate ricevute in buona fede (art. 457 c.p.);
Falsificazione di valori di bollo, introduzione nello Stato, acquisto, detenzione o
messa in circolazione di valori di bollo falsificati (art. 459 c.p.);
Contraffazione di carta filigranata in uso per la fabbricazione di carte di pubblico
credito o di valori di bollo (art. 460 c.p.);
pag.
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Fabbricazione o detenzione di filigrane o di strumenti destinati alla falsificazione di
monete, di valori di bollo o di carta filigranata (art. 461 c.p.);
Uso di valori di bollo contraffatti o alterati (art. 464 c.p.);
Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti,
modelli e disegni (art. 473 c.p.);
Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi (art. 474 c.p.).
Delitti contro l'industria e il commercio (art. 25-bis.1., D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto
dalla legge n. 99 del 23/07/09 ]:
Turbata libertà dell'industria o del commercio (art. 513 c.p.);
Frode nell'esercizio del commercio (art. 515 c.p.);
Vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine (art. 516 c.p.);
Vendita di prodotti industriali con segni mendaci (art. 517 c.p.);
Fabbricazione e commercio di beni realizzati usurpando titoli di proprietà industriale
(art. 517-ter c.p.);
Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti
agroalimentari (art. 517-quater c.p.);
Illecita concorrenza con minaccia o violenza” (art. 513-bis c.p.);
Frodi contro le industrie nazionali (art. 514).
Reati societari (art. 25-ter, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D.Lgs. 11 aprile 2002 n.
61, art. 3]:
False comunicazioni sociali (art. 2621 c.c.);
False comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori (art. 2622, comma 1 e 3,
c.c.);
Impedito controllo (art. 2625, comma 2, c.c.);
Formazione fittizia del capitale (art. 2632 c.c.);
Indebita restituzione di conferimenti (art. 2626 c.c.);
Illegale ripartizione degli utili e delle riserve (art. 2627 c.c.);
Illecite operazioni sulle azioni o quote sociali o della società controllante (art. 2628
c.c.);
Operazioni in pregiudizio dei creditori (art. 2629 c.c.);
Indebita ripartizione dei beni sociali da parte dei liquidatori (art. 2633 c.c.);
Illecita influenza sull’assemblea (art. 2636 c.c.);
Aggiotaggio (art. 2637 c.c.);
Omessa comunicazione del conflitto d’interessi (art. 2629-bis c.c.) [Articolo aggiunto
dalla L. 28 dicembre 2005, n. 262, art. 31];
Ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza (art. 2638,
comma 1 e 2, c.c.).
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico previsti dal codice
penale e dalle leggi speciali (art. 25-quater, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 14
gennaio 2003 n. 7, art. 3].
Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili (art. 583-bis c.p.) (art. 25-quater.1,
D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 9 gennaio 2006 n. 7, art. 8].
Delitti contro la personalità individuale (art. 25-quinquies, D.Lgs. 231/01) [Articolo
aggiunto dalla L. 11/08/2003 n. 228, art. 5]:
Riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù (art. 600 c.p.);
Prostituzione minorile (art. 600-bis c.p.);
Pornografia minorile (art. 600-ter c.p.);
Detenzione di materiale pornografico (art. 600-quater);
Pornografia virtuale (art. 600-quater.1 c.p.) [aggiunto dall'art. 10, L. 6 febbraio 2006 n.
38];
Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600quinquies c.p.);
Tratta di persone (art. 601 c.p.);
Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602 c.p.).
Reati di abuso di mercato (art. 25-sexies, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 18
aprile 2005 n. 62, art. 9].
Abuso di informazioni privilegiate (D.Lgs. 24.02.1998, n. 58, art. 184);
Manipolazione del mercato (D.Lgs. 24.02.1998, n. 58, art. 185).
Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime, commessi con violazione
delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell'igiene e della salute sul lavoro (art. 25septies, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 3 agosto 2007 n. 123, art. 9]:
Omicidio colposo (art. 589 c.p.);
Lesioni personali colpose (art. 590 c.p.).
Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art.
25-octies, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dal D.Lgs. 21 novembre 2007 n. 231, art. 63, co.
3].
Ricettazione (art. 648 c.p.);
Riciclaggio (art. 648-bis c.p.);
Impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita (art. 648-ter c.p.).
pag.
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Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Delitti in materia di violazione del diritto d'autore (art. 25-novies, D.Lgs. 231/01)
[Articolo aggiunto dalla legge n. 99 del 23/07/09 ]:
Messa a disposizione del pubblico, in un sistema di reti telematiche, mediante
connessioni di qualsiasi genere, di un'opera dell'ingegno protetta, o di parte di essa (art.
171, l. 633/1941 comma 1 lett a) bis);
Reati di cui al punto precedente commessi su opere altrui non destinate alla
pubblicazione qualora ne risulti offeso l’onore o la reputazione (art. 171, l. 633/1941
comma 3);
Abusiva duplicazione, per trarne profitto, di programmi per elaboratore; importazione,
distribuzione, vendita o detenzione a scopo commerciale o imprenditoriale o
concessione in locazione di programmi contenuti in supporti non contrassegnati dalla
SIAE; predisposizione di mezzi per rimuovere o eludere i dispositivi di protezione di
programmi per elaboratori (art. 171-bis l. 633/1941 comma 1);
Riproduzione, trasferimento su altro supporto, distribuzione, comunicazione,
presentazione o dimostrazione in pubblico, del contenuto di una banca dati; estrazione
o reimpiego della banca dati; distribuzione, vendita o concessione in locazione di
banche di dati (art. 171-bis l. 633/1941 comma 2);
Abusiva duplicazione, riproduzione, trasmissione o diffusione in pubblico con
qualsiasi procedimento, in tutto o in parte, di opere dell'ingegno destinate al circuito
televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio di dischi, nastri o supporti
analoghi o ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere
musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in
movimento; opere letterarie, drammatiche, scientifiche o didattiche, musicali o
drammatico musicali, multimediali, anche se inserite in opere collettive o composite o
banche dati; riproduzione, duplicazione, trasmissione o diffusione abusiva, vendita o
commercio, cessione a qualsiasi titolo o importazione abusiva di oltre cinquanta copie
o esemplari di opere tutelate dal diritto d'autore e da diritti connessi; immissione in un
sistema di reti telematiche, mediante connessioni di qualsiasi genere, di un'opera
dell'ingegno protetta dal diritto d'autore, o parte di essa (art. 171-ter l. 633/1941);
Mancata comunicazione alla SIAE dei dati di identificazione dei supporti non soggetti
al contrassegno o falsa dichiarazione (art. 171-septies l. 633/1941);
Fraudolenta produzione, vendita, importazione, promozione, installazione, modifica,
utilizzo per uso pubblico e privato di apparati o parti di apparati atti alla
decodificazione di trasmissioni audiovisive ad accesso condizionato effettuate via
etere, via satellite, via cavo, in forma sia analogica sia digitale (art. 171-octies l.
633/1941).
pag.
45
Zambon Italia S.r.l - Parte Generale -
Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità
giudiziaria (art. 25-novies, D.Lgs. 231/01) [Articolo aggiunto dalla L. 3 agosto 2009 n. 116,
art. 4].
Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità
giudiziaria (art. 377-bis c.p.).
Reati transnazionali (Legge 16 marzo 2006, n. 146, artt. 3 e 10):
L’art. 3 della legge definisce reato transnazionale il reato punito con la pena della reclusione
non inferiore nel massimo a quattro anni, qualora sia coinvolto un gruppo criminale
organizzato, nonché: a) sia commesso in più di uno Stato; b) ovvero sia commesso in uno
Stato, ma una parte sostanziale della sua preparazione, pianificazione, direzione o controllo
avvenga in un altro Stato; c) ovvero sia commesso in uno Stato, ma in esso sia implicato un
gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato; d) ovvero sia
commesso in uno Stato ma abbia effetti sostanziali in un altro Stato.
Associazione per delinquere (art. 416 c.p.);
Associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.);
Associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi lavorati esteri (art.
291-quater del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio
1973, n. 43);
Associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 74
del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n.
309);
Disposizioni contro le immigrazioni clandestine (art. 12, commi 3, 3-bis, 3-ter e 5, del
testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286);
Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità
giudiziaria (art. 377-bis c.p.);
Favoreggiamento personale (art. 378 c.p.).
pag.
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