STRAMPELLI. La rivoluzione verde - Istituto Centrale per gli Archivi
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STRAMPELLI. La rivoluzione verde - Istituto Centrale per gli Archivi
ROBERTO LORENZETTI STRAMPELLI La rivoluzione verde Abbreviazioni ASR AP ASSGRi ASSGRi - APS Sott. AC ASRoma Cam. ASCRi IP IC ASCCont. AG CAR ACS IP ArGIA IP Maic INA SIPZ1 IG INGC SNTAF MENDGA CFLA CPPG ACS SPD 4 - Archivio di Stato di Rieti Archivio privato della famiglia Potenziani presso l’Archivio di Stato di Rieti Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti Archivio privato Strampelli (si tratta della parte d’archivio conservata nello studio Strampelli) Sottoprefettura Serie Arti e Commercio del fondo Sottoprefettura presso l’Archivio di Stato di Rieti Archivio di Stato di Roma Fondo Camerale presso l’ASRoma Archivio Storico del Comune di Rieti Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRi Serie Industria e Commercio dell’ASCRi Archivio Storico del Comune di Contigliano Serie Agricoltura dell’ASCRi Comizio Agrario di Rieti Archivio Centrale dello Stato Inchieste Parlamentari Atti della Giunta per l’Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRi Ministero di Agricoltura Industria e Commercio Institut International d’Agricolture Società Italiana per la produzione dello zucchero indigeno Categoria Istituto di Genetica dell’ASSGRi Istituto Nazionale di Genetica dell’ASSGRi Sindacato Nazionale Tecnici Agricoli Fascisti Ministero dell’Economia Nazionale - Direzione Generale dell’Agricoltura Confederazione Fascista Lavoratori dell’Agricoltura Commissione provinciale per la propaganda granaria Archivio Centrale dello Stato Segreteria Particolare del Duce INDICE Premessa Pag. 7 1 NAZARENO STRAMPELLI. NOTA BIOGRAFICA 11 2 LE ISTITUZIONI AGRARIE REATINE. DALL’ACCADEMIA AGRARIA PREUNITARIA ALLA CATTEDRA AMBULANTE PER LA CEREALICOLTURA 15 3 IL GRANO DI RIETI 31 4 LASSÙ A CAMPOMORO A STRAPAPR SEGRETI ALLA NATURA 39 4.1 4.2 4.3 Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica I prodotti del lavoro: i grani Strampelli Essere artisti o archeologi? La polemica tra Strampelli e Todaro 39 54 59 5 LE STRUTTURE E I RISULTATI 71 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 5.8 5.9 5.10 5.11 5.12 5.13 5.14 Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia La trasformazione della Cattedra in Stazione sperimentale Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura La terra Le stazioni fitotecniche Foggia Roma Cagliari Rieti S. Angelo Lodigiano Badia Polesine Montagnana, Urbino, Forlì Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttori all’ARS Gli impianti per la molitura e la panificazione 71 72 79 87 96 97 101 103 105 112 114 120 129 136 6 DA CAMPOMORO ALLA PAMPA ARGENTINA 145 6.1 6.2 6.3 Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina Le aspettative comuni Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centro sperimentale Strampelli di Olivos 145 152 159 5 7 I GRANI STRAMPELLI E IL FASCISMO 173 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze di Arrigo Serpieri La battaglia del grano Produzione nazionale, fabbisogno e protezionismo I grani Strampelli nella battaglia del grano Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicoltura italiana tra le due guerre Strampelli e Mussolini 173 176 182 191 203 203 8 DALLA BATTAGLIA DEL GRANO ALAL RIVOLUZIONE CINESE DI MAO. I GRANI STRAMPELLI NEL MONDO 211 9 FONTI BIBLIOGRAFICHE 222 LE CARTE DEL LAVORO DI NAZARENO STRAMPELLI 10 10.1 10.2 10.3 6 L’ARCHIVIO DELLA CATTEDRA AMBULANTE, POI STAZIONE SPERIMETNALE DI GRANICOLTURA “NAZARENO STRAMPELLI” Premessa Prima parte. L’archivio personale e scientifico di Nazareno Strampelli Seconda parte. L’archivio della cattedra ambulante, poi Stazioen sperimentale di granicoltura 246 246 249 305 Premessa Qualche anno fa, in occasione del congresso internazionale di geografia, tenendo una relazione ad un pubblico composto prevalentemente da geografi e che in massima parte non conosceva Nazareno Strampelli, riflettevo su quale poteva essere il modo più giusto di trasferire ad altri, che non fossero addetti ai lavori di quello stesso orizzonte tematico, il risultato di un lavoro di ricerca come questo. Partivo dall’assunto che ci sono tanti modi per raccontare una storia e che quindi c’erano diversi modi per raccontare la storia, soprattutto quando si tratta di una vicenda come questa, dove i freddi dati scientifici si intrecciano con vicende umane profonde.1 Mi chiedevo e mi chiedo, quale sia il modo più appropriato, quello giusto da quando ho deciso di interessarmi a questa storia ed ho passato molto tempo tra le carte manoscritte di Nazareno Strampelli. Chi fa questo mestiere – quello dello storico o dell'archivista – che spesso inevitabilmente convivono, sa che si finisce sempre con lo stabilire uno strano rapporto con l’oggetto delle proprie indagini, e questo è particolarmente evidente quando si studiano personaggi come Nazareno Strampelli. Si riaprono faldoni di carte polverose lasciate lì da tanto tempo e, come per magia, tutto torna in qualche modo a vivere; appunti scientifici, relazioni, lettere dalle quali ci si può limitare a trarre dati da esporre in una pubblicazione, oppure si può andare oltre e cercare di cogliere emozioni, aspettative, delusioni e entusiasmi nella vita quotidiana di un grande scienziato. L’itinerario diventa ancor più emozionante quando il lavoro si svolge negli stessi ambienti nei quali lo studioso ha operato, in questo caso in quello stesso studio dell'ex Stazione Sperimentale di Granicoltura di Campomoro, dove tutto è rimasto incredibilmente immutato; la sua scrivania, i due armadi dove conservava le sue carte più preziose, gli attestati e le foto alle pareti. Dopo qualche tempo che studiavo questa vicenda mi è sembrato di riuscire a dare un senso a tutto. Al perché erano stati esposti sottovetro alcuni documenti piuttosto che altri, così come il perché delle fotografie alle pareti, da quella di Guido Baccelli, ministro dell'agricoltura nel 1903, a quella di Emilio Maraini fondatore di quel primo zuccherificio italiano e grande sostenitore di Strampelli, così come quella del principe Potenziani che evitò che egli abbandonasse Rieti proprio all’inizio della sua avventura scientifica. Perfino la fotografia della moglie Carlotta sul letto di morte, che egli ha tenuto per tutta la sua vita davanti alla sua scrivania, mi è apparsa meno lugubre di come la percepii la prima volta che la vidi. Quando lavoravo alla prima edizione di questo libro, ho aperto una cartella nella quale dopo la morte di Strampelli erano state raccolte alla rinfusa una moltitudine di carte senza alcun senso logico. C'erano giornali che spesso in prima pagina parlavano delle sue ultime scoperte, rapporti epistolari con altri scienziati di tutto il mondo, complicati appunti scientifici, i beni famosi alberi genealogici, che a me, profano della genetica e delle leggi mendeliane, continuano a far pensare a delle partiture musicali piuttosto che a percorsi seguiti per arrivare alla creazione di un nuovo grano. C'erano tracce della sua esperienza in Argentina dove fu chiamato dal governo di quel Paese a studiare la politica cerealicola e tanti altri documenti che confermavano lo straordinario ruolo svolto da questo scienziato in Italia e nel mondo. Ripiegate in una busta alcune lettere della moglie Carlotta dalle quali appare, come d'altra parte è logico che sia, una immagine completamente diversa del suo uomo, in forte contrasto con 7 l'autorevolezza, l'ufficialità con cui appariva nel resto della documentazione. Da esse traspare in primo luogo un grande rapporto d’amore che risulta essere fondamentale in tutta la vicenda scientifica e umana di Nazareno Strampelli, e in secondo luogo aspetti caratteriali che oggi possono farci anche sorridere, ma che sono stati anch'essi elementi importanti di questa storia. In una lettera Carlotta si preoccupava della sua salute, mentre lo rassicurava della propria, accennando soltanto ad alcuni suoi malori ai quali si sforzava di non dare peso e che invece erano i sintomi del male che da lì a poco tempo l'avrebbe portata alla morte. In un'altra gli intimava che passando per Roma, non avesse come al solito acquistato regali per il figlio Benedetto. Strampelli a quel tempo era già un personaggio famoso in Italia e nel mondo; poteva cambiare la politica agraria di paesi come l'Argentina, fare conferenze all'Accademia dei Lincei o all'Università di Buenos Aires, parlare a tu per tu con il Re e Mussolini, ma, per acquistare un paio di pantaloni per il figlio, Carlotta gli imponeva di fare un giro per i negozi di Roma, appuntarsi i prezzi perché alla prima occasione, sarebbero andati insieme a fare l'acquisto. Chi si è cimentato a fare calcoli ha stabilito che i grani Strampelli hanno consentito un aumento di produzione di circa 20 milioni di quintali all'anno che, tradotto in termini economici, vuol dire un aumento di reddito che in base ai valori attuali raggiunge i 450 milioni di euro annui. Forse non fu solo retorica quella di Giuseppe Tallarico, consigliere del CNR, che nel 1942 in conclusione del suo discorso commemorativo affermò che Nazareno Strampelli, grazie al suo lavoro scientifico «ha donato a più di dodici milioni di creature italiane il loro pane quotidiano».2 Alla fine della sua carriera, dopo una vita dedicata interamente alla ricerca, nel redigere il suo testamento, che abbiamo rintracciato tra le carte d'ufficio, colui che in Italia, Francia, Argentina, Russia e in genere nel mondo venne definito il «mago del grano», e che produsse un aumento di reddito che solo per l'Italia e solo facendo un calcolo su un arco cronologico di venti anni, è calcolabile oggi in circa dieci miliardi di euro, non ebbe ricchezze da lasciare in eredità, ma, al contrario, la sua prima preoccupazione fu quella di indicare al figlio Benedetto le modalità per estinguere l'ipoteca di 150.000 lire che gravava sulla casa natale di Crispiero. Dalla pubblicazione del volume “La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dall’età giolittiana al secondo dopoguerra”, sono trascorsi dodici anni.3 Il volume è da molto tempo esaurito e questa seconda edizione, nella quale sono stati apportati alcuni aggiustamenti e alcune aggiunte, fa parte di un percorso che si è avviato fin da allora e che ha visto susseguirsi una serie di iniziative indirizzate a valorizzare la figura di questo grande scienziato che fino ad allora era rimasto conosciuto solo ad una ristretta cerchia di addetti ai lavori nel campo cerealicolo. A dire il vero il percorso che ha portato alla pubblicazione del volume era iniziato fin dal 1994 quando l’Archivio di Stato di Rieti, d’intesa con la Regione Lazio anticipò i primi risultati della ricerca che lo scrivente aveva da poco avviato in una mostra presentata nel contesto della IV Settimana della cultura Scientifica.4 Subito prima dell’uscita del volume, insieme all’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di Roma, avevamo avviato l’organizzazione del convegno internazionale che si è tenuto nel mese di giugno 2000 e che vide scienziati di ogni parte del mondo venire a Rieti per ricordare un grande maestro comune.5 Venute meno le possibilità di far nascere sulla collina di Campomoro un centro-studi, con annesso museo dedicato alla figura di Nazareno Strampelli, abbiamo lavorato alla realizzazione del museo virtuale della scienza del grano tutt’ora visitabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti.6 C’è stato poi un interessamento da parte della RAI che ha realizzato un lungo servizio alla figura di Strampelli 7, soprattuto in relazione al frumento “Senatore Cappelli” e anche la produzione di un film che purtroppo, aldilà delle intenzioni iniziali, non ci sembra che abbia raggiunto l’obiettivo che si era prefissato e resta una occasione perduta per portare a conoscenza del grande pubblico questa pagina di storia.8 8 Evito di citare i molti articoli e relazioni a convegni presentati su questo argomento e le tante altre iniziative, l’ultima delle quali è stata la sezione dedicata a Nazareno Strampelli all’interno della mostra “150 anni di genio italiano” organizzata dalla Fondazione Rosselli e l’Accademia dei Lincei nel contesto delle iniziative per il 150° dell’Unità d’Italia e che ha avuto come prima sede il Festival della scienza di Genova del 2011 per poi avviarsi ad un lungo percorso espositivo internazionale che, quando viene dato alle stampe questo volume, è ancora in corso. Sul piano degli studi va detto che sono state avviate ricerche significative sul periodo marchigiano di Nazareno Strampelli e questa è cosa certamente utile se porterà ad aggiungere notizie su aspetti poco noti di questo grande scienziato prima del suo arrivo a Rieti nel 1903.9 Questa seconda edizione del volume viene data alle stampe in concomitanza con la notizia della chiusura definitiva del centro di Campomoro da parte del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA) a cui lo stabile è pervenuto in seguito ad un lungo e farraginoso percorso di riorganizzazione degli istituti di ricerca italiani. Quanto resta a Rieti delle testimonianze di Strampelli è un anello fortissimo che lega questa importante pagina di storia al capoluogo sabino. Su quella collina di Campomoro, dove Strampelli trascorse gran parte della sua vita a strappare segreti alla natura, ci sono i suoi grani, raccolti con amore prima da Carlotta e poi dai suoi collaboratori, in un lungo corridoio che contiene i risultati del suo lavoro. Tra una teca e l’altra si apre la porta del suo studio, rimasto così come lo lasciò lui nel 1942. Li si è concretizzata la storia del grano. Le foto alle pareti sono ancora quelle lasciate lì da Nazareno Strampelli. C’è poi l’archivio storico che l’amministrazione archivistica, dopo aver consentito allo scrivente di riordinarlo negli anni ’90, ha ritenuto di lasciare lì proprio nella speranza che quel luogo diventi un centro di studi dedicato al grande scienziato. C’è poi quanto resta della biblioteca, alcuni strumenti scientifici e tante altre testimonianze che nel loro insieme costituiscono di fatto un museo nel quale è sintetizzata questa straordinaria pagina di storia della scienza. C’è solo da augurarsi che la città di Rieti abbia le giuste capacità per conservare e valorizzare tutta questa storia che fa parte della propria identità. Roberto Lorenzetti 9 NOTE R. LORENZETTI, La sperimentazione agraria in Italia. Il caso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’opera di Nazareno Strampelli, in M.G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a cura di), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998. 2 GIUSEPPE TALLARICO, Nazareno Strampelli, Colombo, 1942. 3 R. LORENZETTI, La scienza del grano: l'esperienza scientifica di Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dal periodo giolittiano al secondo dopoguerra, Roma 2000, t.i. The weat Science. The green revolution of Nazareno Strampelli, Genetic&Breeding 2000. 4 La mostra si è tenuta a Rieti dal 19 al 25 aprile 1994. 5 Rieti 12-14 giugno 2000. Del convegno, probabilmente l’appuntamento più importante organizzato per ricordare il lavoro di Strampelli, purtroppo non sono mai usciti gli atti. Riporto di seguito i nomi dei relatori: A. BIANCHI (Istituto Cerealicoltura, Roma, Italia); S. PETROVIC (Univ. Novi Sad, Yugoslavia); K. BOROJEVIC (Univ. Novi Sad, Yugoslavia); N. POGNA (Istituto sperimentale di Cerealicoltura, Roma); U. MENINI (F.A.O.); R. LORENZETTI (Archivio di Stato di Rieti) A. A. SOZINOV (Univ. Kiev, Ucraina); B. BORGHI (Ist. Agr. S. Michele all’Adige, Trento); N. MICHAHELLES (Az. Michahelles); C. MALIANI (Maliani Genetica S.r.l., Recanati); A. BOZZINI (Enea, Roma); P. ANNICHIARICO, L. PECETTI (Istituto Foraggere e Ist. Cerealicoltura, Lodi); A.J. WORLAND (John Innes Centre, Norwich, Inghilterra); E. DE AMBROGIO (Società Produttori Sementi, Bologna); G. AMADEI (Università di Bologna); C. CEOLONI (Università della Tuscia, Viterbo); E. SUAREZ (INTA, Castelar, Argentina); M. VAN GINKEL (CIMMYT, Messico City, Messico); G. BOGGINI (Ist. Cerealicoltura, Lodi), G. T. SCARASCIA-MUGNOZZA (Accademia dei Lincei); L. B. ROSSI (Presidente FIDAF), I.B. EDWARDS (Grain BioTech Ltd., Balcatta, Australia); D.S. ZHENG and X.Y. ZHANG (Istituto del Germoplasma, Pechino, Cina); V. SANTANIELLO (Università Tor Vergata, Roma, Italia); F. SALAMINI (Max Planck Inst., Colonia, Germania) E. PORCEDDU (Università della Tuscia, Viterbo). 6 Il museo virtuale MUSGRA, Archivio di Stato di Rieti - Amministrazione Provinciale è stato realizzato con i testi e le immagini tratti dal volume La scienza del grano…cit. di Roberto Lorenzetti ed è visitabile accedendo al sito: www.asrieti.it. 7 Il servizio è andato in onda nel contesto del programma TG2 Dossier del 28 giugno 2003. Regia di Angelo Figorilli, immagini di Vincenzo Bonanni. Cfr. anche A. FIGORILLI, Il cane patàn e altre storie, Roma 2005. Il film “L’uomo del grano” del 2009 è del regista Giancarlo Baudena. 8 Dopo Genova la mostra è stata allestita a New York, Los Angeles, Rio de Janeiro e tutt’ora sono in corso di definizione altre sedi espositive. 9 Si vedano: M. MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903), Camerino 2009; S. SALVI, Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009. 1 10 Nazareno Strampelli. Nota biografica Nazareno Strampelli nacque a Crispiero di Castelraimondo in provincia di Macerata il 29 maggio 1866 proprio l'anno in cui l'abate Gregorio Mendel consegnava ad una memoria, stampata in appena quaranta copie e rimasta ignorata fino agli inizi del secolo successivo, le sue fondamentali leggi sulla trasmissione dei caratteri ereditari. Nei primi anni del novecento nella Stazione sperimentale di cerealicoltura di Rieti, Strampelli dette concretezza a quelle stesse leggi senza conoscerle e, quando poi queste divennero note, gli confermarono la giustezza della strada che stava percorrendo e che l'avrebbe condotto a scrivere una pagina fondamentale della storia delle scienze agrarie. Dopo aver conseguito la maturità classica a Camerino, Strampelli studiò agraria a Portici e Pisa dove conseguì la laurea nel 1891.1 Il suo curriculum universitario non fu in realtà pari al ruolo scientifico che ricoprì successivamente, pur se il suo voto di laurea fu di 130/130. Il 28 giugno 1887 sostenne il primo esame, botanica generale, con il prof. Arcangeli e il risultato non fu dei migliori, visto che riportò appena il voto di 18/30. A Portici in diversi esami non riuscì ad andare oltre a 7/10, e appena 6/10 fu il voto in geologia e mineralogia. Dove egli eccelse fu in zoologia e entomologia (10 e lode), e tecnologia chimica agraria (10/10). Non appena laureato ricoprì il ruolo di operatore assistente presso i laboratori di chimica e mineralogia dell'università di Camerino. Tra il 1893 e il 1894 diresse il laboratorio chimico delle miniere dell'Argentario, e negli stessi anni svolse numerose Il giovane Nazareno Strampelli nei primi anni di lavoro a Rieti 11 altre attività didattiche presso il ginnasio Varano di Camerino, la scuola normale e l'istituto tecnico della stessa città, tenendo lezioni di agraria anche ai soldati di leva. Nel 1895 tornò all’università di Camerino come assistente presso il gabinetto di fisica e di aiuto presso quello di chimica e mineralogia.2 Un impegno significativo Strampelli lo riservò al Comizio Agrario di Camerino nel quale entrò nel 1895 collaborando attivamente soprattutto con il Bollettino sul quale scrisse numerosi articoli fino al 1903, anno del suo trasferimento a Rieti. Il 28 aprile 1900 a Roma sposò Carlotta Parisani figlia del conte Giuseppe e di Emilia Gabrielli, che fu la sua fedele collaboratrice fino al 1926 quando morì prematuramente. Da essa ebbe due figli Benedetto e Augusta. Tutta la sua vita fu dedicata al suo lavoro che lo portò a rivoluzionare la granicoltura mondiale. Carlotta Strampelli sul letto di morte. Questa foto Nazareno Strampelli la tenne al fianco della sua scrivania per tutta la vita. 12 Una delle stesure del testamento di Nazareno Strampelli che abbiamo rintracciato tra le sue carte. Nella busta che lo conteneva Strampelli ci tenne a scrivere che fu redatto nel Senato del Regno. Il 29 agosto 1940. I funerali di stato di Nazareno Strampelli nel 1942 Solo in occasione del terremoto di Avezzano del 1915, con grande spirito umanitario, si distrasse dai suoi studi per dedicarsi ad assistere soprattutto i bambini terremotati andandoli a raccogliere soprattutto nei centri del Cicolano per poi portarli ed assisterli a Rieti.3 Nella prima metà del novecento gran parte della superficie cerealicola italiana era coltivata con i grani creati nel laboratorio reatino di Campomoro, ed altrettanto accadde in molti altri Paesi come la Russia, l’Argentina, la Francia e poi la Cina. L’aumento della produttività fu enorme. Nel 1929, malgrado la sua riluttanza espressa direttamente a Mussolini, venne nominato senatore per alti meriti scientifici e nel 1933 gli vennero tributate delle onoranze nazionali alla presenza delle massime cariche dello stato e di oltre 3000 rappresentanti di tutte le associazioni agricole italiane. Nazareno Strampelli morì a Roma il 23 gennaio 1942. Ebbe l’onore dei funerali di stato e venne sepolto nel cimitero di Rieti. La pergamena di conferimento della cittadinanza onoraria conferita a Nazareno Strampelli dalla città di Rieti nel 1933 13 I bambini salvati dal terremoto di Avezzano del 1915 e ospitati a Rieti NOTE 1 Per queste e altre notizie biografiche cfr. ASSGR, APS, b.1, Attestato della Scuola superiore di agricoltura di Portici, 6 dicembre 1890; Attestato della R. Università di Pisa, 21 luglio 1891; Università di Pisa. Scuola superiore di agraria. Certificato di studi di N. Strampelli, 20 luglio 1891; Statuto della società agricolo - operaia di mutuo soccorso di Crispiero costituita il 25 marzo 1891. A stampa, Matelica 1891; Attestato del prof. A. Fabrini dell'Università di Camerino, 6 marzo 1896; Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentario circa l'attività prestata da N. Strampelli nei laboratori chimici dal 1893 al 1894 in qualità di direttore 24 febbraio 1896; Attestato dell'attività prestata da N. Strampelli come professore di scienze naturali nel ginnasio di Camerino negli anni 1895-96, 6 marzo 1896; Elenchi di titoli, attestati vari relativi all'attività di N. Strampelli, 1896-1903; Perizia giudiziaria redatta da N. Strampelli circa la qualità di alcune farine. All. il giornale “L'Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l'articolo “Chimica e microscopia” di N. Strampelli; Ibid. f. 8, Attestato del presidente del Comizio agrario di Camerino che certifica come N. Strampelli dal 1894 in poi ha fatto parte della direzione del Comizio, ed è stato redattore del bollettino, 14 marzo 1899; Attestato dell'Istituto tecnico G. Antinori che certifica l'attività di N. Strampelli come insegnante di agraria e computisteria agraria nel 1899, 14 dicembre 1899; 14 Attestato della Scuola normale femminile di Camerino circa l'attività di insegnamento agronomia di N. Strampelli nell'anno 1898-99, 7 marzo 1899; Lettera del provveditorato agli studi di Roma a N. Strampelli, 18 gennaio 1900; Partecipazione di nozze tra Carlotta Parisani e Nazareno Strampelli, 28 aprile 1900; Attestato dell'attività svolta da N. Strampelli come assistente volontario presso la Cattedra ambulante di agricoltura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898, 7 novembre 1901; Attestato del Comandante della divisione militare di Ancona che certifica che N. Strampelli ha tenuto conferenze di agraria ai militari nel biennio 1901-1902, 11 ottobre 1902; Lettera di nomina di N. Strampelli a direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto, 5 dicembre 1902; Ministero della pubblica istruzione. Stato di servizio di N. Strampelli, 3 marzo 1921; Testamenti di N. Strampelli, gennaio 1937, agosto 1940. 2 Per il periodo marchigiano di Nazareno Strampelli cfr. M. MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio.Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903). Camerino 2009; S. SALVI, Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli, Pollenza 2008; Id, Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009. 3 ASSGR, APS, b. 37, Documentazione varia relativa ai ricoverati del terremoto del 1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione dei profughi ecc. Il presidente del comitato reatino era l’on. Domenico Raccuini. Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato. Le istituzioni agrarie reatine dall’Accademia agraria preunitaria alla nascita della Cattedra ambulante per la cerealicoltura Prima dell’arrivo di Strampelli, Rieti, al pari di gran parte delle provincie pontificie si caratterizzava per una agricoltura piuttosto arretrata con una scarsa propensione all’innovazione. Occorrerà attendere la prima metà dell’Ottocento perché si iniziasse a parlare della nascita di una istituzione il cui compito fosse stato quello dello sviluppo dell'agricoltura.1 Lo Stato Pontificio era fortemente in ritardo in questo senso, e, tranne alcune eccezioni localizzate nell'area emiliana e marchigiana, non esisteva alcuna istituzione che, soprattutto a livello locale, fosse realmente indirizzata allo sviluppo tecnico produttivo dell'agricoltura.2 A cavallo tra gli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento si tentò di sopperire a tale carenza promovendo la nascita di diverse accademie agrarie ma, tranne quelle di Pesaro, Jesi, Perugia, Ferrara e Macerata, le altre furono incentrate su un generico insegnamento teorico pratico dell’agricoltura.3 Tra queste è certamente da annoverare l'Accademia agraria di Rieti fondata nel 1841 per iniziativa dell’allora Delegato Apostolico Bartolomeo Orsi. Fin dal suo discorso inaugurale si comprende come l'Accademia non si poneva lo scopo di introdurre elementi di novità nell'agricoltura Sabina, e palesemente si malgiudicavano quelle istituzioni che, secondo il Delegato Apostolico reatino, «...vanno a gara di nuovi sperimenti», e quelle che «...consumano le ore in dissertazioni teoriche».4 «Non v'ha qui bisogno di ardui sperimenti, di nuove scoperte per lo più figlie dell'ambizione e del caso», sosteneva Bartolomeo Orsi, lasciando chiaramente intendere come l'obiettivo dell'Accademia fosse il semplice miglioramento della situazione esistente «...applicando a ciascun terreno i migliori e più acconci modi di industria agricola già conosciuti ed applicati altrove».5 Quindi l'attività principale che si prefiggeva l'Accademia agraria reatina era esclusivamente l'istruzione agraria, né d'altra parte ci si poteva aspettare di più soprattutto per la diffidenza e il sospetto con cui il governo centrale guardava ogni iniziativa che manifestasse intenzioni innovative. Se infatti non mancarono dei segni di stimolo per la fondazione di queste istituzioni, il controllo del governo era più che ferreo, tanto che, oltre a sottostare ad un preciso rapporto gerarchico con l’autorità provinciale, la Sacra congregazione degli studi e i ministeri del commercio e dell'interno, in virtù della bolla Quod Divina Sapientia emanata da Leone XII nel 1824, esercitavano una decisa azione di controllo, a cominciare dagli statuti e dai programmi delle varie istituzioni. L'unica nota di rilievo ravvisabile nei programmi dell'accademia fondata a Rieti fu l'idea di creare una serie di opifici a sostegno del mondo agricolo locale. Bartolomeo Orsi non mancò infatti di sottolineare il vantaggio che in Sabina avrebbero portato delle «…fucine onde provvedere il contadino almeno della vanga, della falce, dell'aratro [...] fabbriche per grossi panni onde consumare le lane indigene, e vestire il nostro villano del proprio gregge [...] conce onde trarre miglior partito del duro cuoio dei nostri tori, e della morbida pelle dei Sabinesi capretti, e calzare a più lunga durata e miglior mercato i nostri contadini».6 Secondo il Delegato Apostolico, solo attraverso questa sorta di autarchia economica si sarebbe raggiunto lo scopo dell’accademia: Aumentato così il lavoro, bandito l'ozio, cresciuta la dovizia, perfezionata la civiltà e la morale, s'aumenterà eziandio e crescerà più robusta la popolazione, e regnerà il buon ordine, che porge una mano alla dovizia come disse Esiodo, e l'altra alla pace.7 15 In realtà, come riferì più tardi Agostino Rosati al Commissario reale della provincia di Rieti, questa accademia non riuscì a creare altro «... che uno sterile ed infruttuoso istituto nominato dagli orfanelli i quali a null'altro vengono educati che alla coltivazione di pochi fondi di altrui spettanza donde devono ricavare la loro sussistenza».8 In base al decreto del 17 marzo 1864, l'accademia passò sotto la gestione diretta della Congregazione di carità, e venne redatto un nuovo statuto, approvato con il regio decreto dell'otto giugno 1868. L'Accademia aveva ormai totalmente assunto le sembianze di una opera pia, e venne denominata orfanotrofio agrario con lo scopo di «ricoverare i fanciulli poveri ed orfani» istruendoli «nell'arte agraria».9 Raggiunta l'età di ventuno anni, gli orfani, che all’atto dell’ingresso non potevano avere più di 12 anni, venivano licenziati ricevendo una «regalia» consistente «…nei principali strumenti della professione, in un letto completo e in oggetti di vestiario secondo le forze economiche dell'istituto, e la condotta tenuta dall'orfano durante la sua dimora nell'Ospizio».10 Più tardi, anche con l'intervento del Comizio agrario, si tentò una ristrutturazione dell'orfanotrofio allo scopo di creare una moderna scuola di agraria, ma l'operazione fallì, e questo istituto restò relegato nella sua funzione prettamente assistenziale.11 Nel 1846, con l'ascesa al pontificato di Pio IX, si tentò di mettere fine alla situazione di ristagno che vigeva un po’ in ogni parte dello Stato Pontificio. A Roma iniziarono a circolare pubblicazioni e giornali sui quali si dette avvio ad un dibattito agrario di un certo rilievo. Nel 1847 venne creato il Pontificio Istituto Statistico Agrario e di Incoraggiamento, e tra il 1853 e il 1858 furono inviate numerose circolari nelle quali si sottolineava l'importanza degli «studij e de lavori delle Accademie agricole» invitando i delegati a «riunire in società uomini di provata fede ed osservatori e conoscitori di questo ramo di scienza importantissimo, i quali fossero per comunicarsi le rispettive idee e cognizioni propagandando in pubblico beneficio i risultati de loro studij e delle loro esperienze».12 16 Ma se si eccettuano le situazioni d'avanguardia dell'area marchigiana ed emiliana nelle quali il dibattito agrario era in progressiva crescita, gli interventi indirizzati a creare questo tipo di istituzioni furono accolti con apatia generale, al punto che soltanto Rieti e Velletri, dietro ripetuti solleciti, riuscirono ad ottenere risultati di qualche rilievo.13 Inizialmente il Delegato Apostolico di Rieti, senza molti preamboli, tentò di evitare di accollarsi questa incombenza proveniente dal governo centrale, rispondendo alla circolare del Ministro del commercio che sarebbe stato ben felice di promuovere l'istituzione di una accademia agraria «... se non conoscessi assolutamente la neglittosità delle popolazioni componenti questa provincia reatina».14 Ma dietro ai successivi solleciti nei quali il ministro portava come esempio le esperienze di Pesaro, Macerata e Perugia, dove si era già riusciti nello scopo15, il Delegato apostolico non potette fare altro che mettersi al lavoro, e il primo gennaio 1858 comunicò al governo centrale di essere riuscito a formare una commissione di «probi agricoltori e proprietari» della quale facevano parte il conte Giacinto Vincenti Mareri, l'avv. Antonio Colarieti, il cav. Annibale Vincentini, don Camillo Tommasi e Francesco Zapparelli.16 Il punto di riferimento di questa sorta di comitato promotore era il conte Giacinto Vincenti Mareri, che tra i proprietari reatini era certamente quello più disponibile ad introdurre elementi di novità nell'economia agricola locale.17 Egli fu subito nominato vicepresidente, e ricevette l'incarico di redigere una bozza di statuto dell'Accademia precisandone gli scopi e le modalità della sua attività.18 Ciò che aveva portato all'insuccesso di queste associazioni, erano gli scarsi mezzi che esse avevano a disposizione, e ciò fu ben compreso dal conte Vincenti Mareri che nel riferire al Delegato Apostolico i risultati del suo lavoro, richiese delle garanzie reali in tal senso.19 Egli ricordò l'esperienza dell'accademia agraria promossa nel 1841 da Bartolomeo Orsi, e precisò che «prima d'ogni altra cosa [ ... ] il consiglio provinciale Sabino di cui è imminente la riunione, assegni i fondi occorrenti», onde evitare la fondazione di una istituzione del tutto inoperante.20 La denominazione dell'istituzione fu quella di “Accademia economica agraria per la provincia di Rieti”, e l’obiettivo di fondo fu individuato nel “…miglioramento reale dell'agricoltura e dell'economia rurale in tutti i suoi rami» da raggiungersi tramite la creazione di una «scuola teorico sperimentale», un «orto sperimentale e annui premi di incoraggiamento a tutti coloro domiciliati nella nostra provincia, i quali si distingueranno nello studio dell'agricoltura, e nella migliore coltivazione dei campi; e nella industria del bestiame”.21 Dagli articoli dello statuto traspare in modo evidente una nuova mentalità nel progettare questa istituzione rispetto a quella del 1841. Allo spirito totalmente assistenziale umanitario, e alla totale chiusura verso ogni istanza innovativa che caratterizzava la precedente associazione, si contrapponevano ora articoli nei quali si faceva largo uso del termine «sperimentale», dai quali emerge come lo scopo ultimo di tutto il lavoro doveva essere non il semplice adeguamento delle cognizioni degli agricoltori rispetto a ciò che già si conosceva, ma la crescita globale di tutto il sistema agricolo da raggiungere tramite la sperimentazione e l'incentivazione. Sono temi che ritroveremo in seguito negli scopi dei Comizi agrari e delle Cattedre ambulanti di agricoltura, insieme alla prospettiva di una presenza nel territorio, fino ad allora sconosciuta, da raggiungere tramite l'istituzione di sedi dipendenti nei diversi distretti della provincia. L'attività che l'accademia svolse con un finanziamento annuale di 300 scudi non fu comunque particolarmente significativa sia perché iniziò ad operare negli anni immediatamente precedenti all’unificazione nazionale nei quali i temi di crescita economica passarono decisamente in secondo piano all’interno del governo pontificio, nel quale era ormai in atto un irreversibile processo di lacerazione, sia perché nel gruppo promotore dell'accademia, se si fa eccezione per Vincentini, non erano stranamente presenti i veri grandi proprietari terrieri della Sabina, e cioè le famiglie Potenziani, Borghese, Vitelleschi, Leoni, Vecchiarelli, i cui membri, malgrado inseriti in un lungo elenco di probabili accademici, non devono certamente aver facilitato molto lo sviluppo di una struttura L’annuale del Comizio agrario di Rieti per l’anno 1879. In questa edizione venne pubblicato lo studio di Palmegiani e Fallerini redatto per l’Inchiesta Jacini. 17 Il regolamento del Comizio agrario sabino del 1871. 18 di progresso pensata e animata da persone che avevano un peso economico e sociale inferiore al loro.22 Il dibattito che si riuscì a stimolare fu però certamente utile per la formazione di quella coscienza sulla quale proliferarono le varie forme associative postunitarie. La più significativa fu di certo il Comizio agrario sabino nato il 2 gennaio 1864 per iniziativa di un comitato promotore di 19 proprietari terrieri.23 Gli stimoli per la nascita di questa associazione pervennero dal Ministero di agricoltura industria e commercio che, fin dal mese di maggio 1862, aveva diramato una circolare con la quale appoggiava l'iniziativa dell'Associazione agraria italiana di creare in ogni circondario del Regno un comizio agrario con lo scopo di «…favorire tutto ciò che valga a promuovere l'agricoltura, e insieme di stringere ogni vieppiù i vincoli dell'unità italiana».24 L'Associazione agraria italiana fin dal 1842 aveva operato intensamente nel campo dello sviluppo agricolo, ed era ora stata adottata dal nuovo governo nazionale come strumento di coordinamento sia delle vecchie che delle nuove forme dell'associazionismo agrario del Paese, tramite un decreto del 10 marzo 1862, e l'elargizione di un contributo annuale di 10.000 lire.25 Malgrado fosse rimasta pressoché inattiva, l'accademia agraria fondata nel 1858 aveva stimolato almeno tra la borghesia illuminata reatina un certo spirito associativo e, contrariamente a quanto era avvenuto nell'immediato passato, i solleciti del sottoprefetto Luigi Tanari trovarono una pronta risposta nella costituzione di un primo nucleo del Comizio agrario il cui gruppo dirigente era composto oltre che dal sottoprefetto in qualità di presidente, da Felice Palmegiani, Filippo Dupré, Francesco Fiordeponti, Lodovico Colombini, Alessandro Ceccarelli e Antonio Blasetti.26 Tra i soci iniziali non è presente il conte Giacinto Vincenti Mareri che aveva promosso la precedente associazione né, se si eccettua il marchese Bartolomeo Vecchiarelli, altri esponenti dell'aristocrazia agraria che inizialmente snobbarono l'iniziativa, e solo nell'agosto dello stesso anno vi aderirono il marchese Giovanni Potenziani e il conte Enrico Gabinscki.27 Nello spirito di questo nuovo tipo di organizzazioni non era però legittima una struttura che comprendesse un ristretto numero di «accademici», ma era necessario svolgere un ruolo di primo piano su tutto il territorio del circondario, cosa possibile solo attraverso una massiccia adesione dei comuni, dei proprietari e, soprattutto, acquisendo autonomamente i mezzi finanziari necessari. Al fine di raggiungere questo scopo, nel luglio 1864 il Comizio Agrario Sabino dette avvio ad una vera e propria campagna di adesioni diramando una circolare dove tra l'altro si legge: All'oggetto di promuovere l'Agricoltura nel Circondario si è costituita in Rieti una Società sotto il nome di Comizio Agrario. I soci sono già numerosi e bastanti ad assicurare la vita alla nascente Società. Ma per raggiungere uno scopo sì grande, per non limitarsi ad annuali convegni d'esercitazioni Accademiche e di teorici discorsi, per scendere sibbene a prattici incoraggiamenti ed aiuti occorrono mezzi e molti. E questi avuto riguardo alla tenuità della quota mensile fissata dallo Statuto a L. una non possono ottenersi a sufficienza senza un rilevante numero di firme. Sarà possibile che queste manchino nella classe dei Coltivatori, mentre altre Società non hanno difficoltà a trovarne in Classi meno numerose e meno agiate?0 per meglio dire, quando tutte le Classi Sociali si costituiscono in associazioni per il vicendevole aiuto, mancherà di farlo quella dei Coltivatori in un paese eminentemente agricolo qual'è la nostra Sabina? Col vicendevole aiuto facendo a spese comuni esperimenti che sarebbero impossibili o almeno rovinosi sacrifizi per un solo, spandendo fra i braccianti agricoltori ed uniformemente quei principij che avremo maturati e discussi fra noi, promuovendo con pubbliche e periodiche mostre l'Agricoltura e la Pastorizia, col vicendevole aiuto in somma mettendoci in condizione di migliorare l'arte da noi professata, oltre che avvantaggeremo la nostra posizione, e ci troveremo pronti a lottare colla concorrenza che le ferrovie e il libero scambio ci procureranno ben presto, avremo anche migliorato la condizione di quella Classe d'Uomini, la quale, benché sia la più numerosa, e dia tutto il suo sudore alla terra, e il più forte contingente di sangue alla patria, non gode ancora di quella considerazione che pur meritano i suoi sacrifizi, la sua sobrietà.28 I risultati che si ottennero con questa circolare non furono particolarmente positivi, e per far salire il numero dei soci a 172, si dovette ricorrere all'autorevolezza del sottoprefetto che 9 giorni dopo diramò una analoga circolare ai sindaci.29 Tra i nuovi soci, oltre ai comuni di Aspra, Contigliano, Collebaccaro, Magliano Sabina, Montopoli, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Poggio Moiano, S. Benedetto e Rivodutri, figurano come abbiamo ricordato i nomi di alcuni esponenti dell'aristocrazia agraria, quelli di numerosi proprietari dei centri del circondario totalmente assenti in precedenza, e quelli di intellettuali come Francesco Grigi e Antonio De Nino.30 Contemporanea alla campagna di iscrizione, fu la decisione di organizzare un concorso agrario diviso nelle sezioni: agricoltura, industria agraria, meccanica agraria e pastorizia, che prevedeva anche premi speciali per esperimenti di coltura della vite, per memorie riguardanti la coltura della vite nel circondario di Rieti, e per i maestri di scuole rurali che si fossero distinti nell'insegnamento agrario.31 Sarebbe fuorviante utilizzare il catalogo di questo concorso esposizione come strumento di conoscenza dello stato dell'agricoltura sabina di questo periodo, tuttavia è possibile trarvi una serie di interessanti notizie, almeno su quelle che erano le punte più avanzate in termini di innovazioni tecnologiche delle campagne. Numerosi furono i partecipanti alla categoria «ortaggi» provenienti quasi esclusivamente da Rieti dove questa coltivazione recitava ancora un ruolo fondamentale, e ad essa erano destinati la quasi totalità dei terreni suburbani dai quali si otteneva sia il fabbisogno cittadino sia un non trascurabile introito attraverso l'esportazione dei prodotti a Roma.32 Nelle tenute Palmegiani e Potenziani, e in quelle di alcuni altri proprietari del circondario, era largamente estesa la coltivazione della canapa, mentre si erano ormai abbandonate le coltivazioni del tabacco e del guado, dal quale Lodovico Potenziani riuscì ad ottenere l'indaco.33 Ovviamente un particolare spazio fu dedicato al grano da seme originario che, già famoso in tutta la zona circostante, iniziava allora ad essere esportato in altre aree italiane tra cui la valle Padana, e all'olio prodotto nella bassa Sabina. Vennero esposti anche diversi vini e liquori, come il centerbe prodotto dal farmacista Giacomo De Hieronimis di Cittaducale, e lo zucchero estratto in via sperimentale dalle barbabietole dell'agro reatino da tecnici francesi della Società anonima per la fabbricazione dello zucchero, che già pensava ad impiantare un apposito opificio a Rieti. 19 Nel settore macchine agrarie, tra i partecipanti esterni alla Sabina, fu significativa la presenza di Luigi Botter di Bologna, direttore del Giornale degli agrofili italiani, che presentò un ravagliatore Certani, e Annibale Gardini di Buovio, inventore di numerosi strumenti tra i quali il suo famoso aratro particolarmente studiato per i terreni alluvionali come erano quelli dell'agro reatino.34 Il Comizio agrario presentò un aratro volta orecchio particolarmente adatto per le aree collinari costruito nello stabilimento metallurgico di Terni, mentre i fratelli Palmegiani dettero sfoggio degli attrezzi utilizzati nella loro azienda, e in particolare di un aratro dombasle e uno barret a tre ruote acquistati a Genova, oltre ad un carro da buoi di loro invenzione, e realizzato nella bottega artigiana di Mariano Biscetti. Furono inoltre presentate sei memorie sul metodo di coltivazione della vite nel circondario, ma Riccardo Gamba e Eugenio Dupré, incaricati di esaminarle, non assegnarono alcun premio visto il loro scarso valore. Ad Antonio De Nino e Giuseppe Giorgietti fu invece dato incarico di esaminare le capacità tecniche e culturali dei figli degli agricoltori ma, a testimonianza di quanto lontana fosse quella manifestazione dal mondo reale dei contadini sabini, vi fu un solo partecipante che fu comunque «…reputato degno del premio stabilito nel programma».35 Sostanzialmente quello che emerge dalla rassegna del 1866, è la presenza in Sabina di una nuova classe di borghesia illuminata della quale facevano certamente parte i fratelli Palmegiani, che si dedicavano all'agricoltura con spirito innovativo, e che, insieme ad altri, si contrapponevano alla vecchia e logora aristocrazia agraria dalla quale traspare una forte necessità di mettere in mostra la grandiosità del proprio casato, ma anche la scarsa attenzione verso lo sviluppo reale dell'agricoltura locale. Fu in ogni caso una occasione importante, certamente la prima in cui per la maggior parte dei proprietari reatini fu possibile entrare in contatto diretto con le più avanzate realtà dell'agricoltura italiana, con quegli strumenti «creati colla luce divina della scienza» che si contrapponevano a quelli «figli dell'empirismo» fino ad ora usati in Sabina.36 20 Il Comizio agrario pubblicava periodicamente un proprio bollettino dove si dava conto dell’attività svolta e si diffondevano insegnamenti agli agricoltori sulle moderne pratiche colturali. Gli stessi Giuseppe Palmegiani e Pietro Fallerini scrivevano nell'Annuale del Comizio Agrario Sabino: Non può dirsi invero che tale esposizione abbia arrecati vantaggi diretti all'agricoltura locale ma, certo è che fu una propizia occasione per chiamare a convegno gli agricoltori; quali da quella copiosa mostra di oggetti poterono conoscere l'importanza delle cose agrarie in questo territorio e dall'esempio dei pochi arguire la possibilità degli opportuni miglioramenti.37 Con questa manifestazione il Comizio agrario di Rieti arrivò all'anno in cui il governo italiano, nel quadro di un vasto processo di modernizzazione dell'agricoltura, emanò la legge che istituì ufficialmente i comizi agrari in ogni capoluogo di circondario.38 I comizi dovevano essere una sorta di organo consultivo periferico del Ministero di agricoltura industria e commercio, al quale fornivano informazioni sullo stato delle campagne, ed in genere sulle condizioni economiche generali dell'area di loro competenza, suggerendo anche i rimedi più opportuni da adottare. Come le precedenti associazioni, essi dovevano farsi promotori di mostre, concorsi ed in genere manifestazioni che fungessero da stimolo allo sviluppo e razionalizzazione dell'agricoltura locale, ma nel complesso non furono altro che lo strumento con cui la borghesia agraria post risorgimentale riuscì ad esprimere i propri interessi all'interno del governo centrale, rafforzando la propria posizione di potere in ambito locale.39 A Rieti non si trattava di costituire un nuovo comizio agrario, quanto di adattare quello già esistente alla nuova normativa. A tal proposito il sottoprefetto organizzò una riunione in cui furono invitati i sindaci del circondario che in base all'art. 3 della legge, dovevano provvedere all'elezione di un rappresentante all'interno del Comizio.40 Ma se a Rieti esisteva una pur esigua rappresentanza di quella borghesia agraria sensibile e cosciente del ruolo che poteva svolgere questa istituzione, nel resto del circondario la situazione era molto diversa e, dopo il fallimento della prima riunione, il sottoprefetto fu costretto a diffondere una circolare diretta ai sindaci dove tra l'altro scriveva: La relazione a stampa sulla esposizione agraria del 1866 Questo istituto non potrebbe allungo sussistere se non fosse sufficientemente coadiuvato dal concorso di tutti i municipi del 21 circondario, fra i quali ben pochi hanno dimostrato di comprendere la importanza delle riunioni alle quali erano chiamati e che avevano per scopo la creazione del comizio in corpo morale per conseguire quindi alla personalità giuridica senza di che niuna istituzione può sussistere e progredire. 41 Soltanto nel maggio 1870, pur ancora privo di riconoscimento di ente morale che otterrà con decreto del 18 dicembre dello stesso anno, il Comizio agrario sabino riuscì ad iniziare la sua attività con una assemblea nella quale dopo l'approvazione del regolamento interno, venne eletto il nuovo consiglio direttivo presieduto da Odoardo Vincentini e composto da Antonio Blasetti, Riccardo Gamba, Sante Marcotulli, Angelo Dal Buono e Tommaso Crispolti.42 La vita del Comizio non si presentò semplice, soprattutto a causa delle scarse risorse economiche dovute da un lato alla mancata adesione di gran parte dei comuni che avrebbero dovuto garantire un contributo annuale, dall'altro al basso numero di soci causato, secondo Palmegiani e Fallerini: …dall'erroneo criterio che sono uso farsi i più dei possidenti ed agricoltori sull'indole di siffatte società, i quali pretenderebbero che il Comizio imprendesse operazioni tali da arrecare istantaneamente rilevanti vantaggi all'agricoltura. Onde l'introduzione di una macchina, di una nuova pianta, la divulgazione di una pratica utile, come a mo’ d’esempio la solforazione delle viti, ecc. od anche un aumento limitato della rendita totale dei terreni vengono da essi considerate come cose di poco momento, e rifiutano per conseguenza il loro concorso ad una società che procura loro tali vantaggi.43 Oltre ad alcune iniziative promozionali, in ogni caso di minor spessore rispetto all’esposizione agraria del 1866, e all'impegno dedicato all'istruzione agraria, tra le attività del comizio agrario è da segnalare il censimento del bestiame i cui rilevamenti furono effettuati dall'allora segretario Riccardo Gamba.44 Non si trattò di un lavoro statisticamente attendibile sia per la reticenza dei proprietari a dichiarare il vero nel timore di «un novello cespite di tasse governative», sia per la totale impreparazione dei comuni nel fornire i dati, o nel rilevarli nei tempi stabiliti. Fu però il primo tentativo di rilevazione 22 complessiva su questo settore dal quale, se non è possibile leggere le cifre numericamente esatte, emergono le diversità presenti nelle varie aree del circondario. Legata all'esistenza del Comizio agrario è anche la pubblicazione di due fondamentali opere per la conoscenza delle campagne sabine di questo periodo. La prima, del 1873, è di Riccardo Gamba, al tempo segretario del comizio e insegnante di scienze naturali presso il liceo comunale.45 Si tratta di una copiosa monografia nella quale vengono presi in esame i vari aspetti nell'agricoltura nell'agro reatino descrivendo la situazione esistente e proponendo i necessari rimedi per raggiungere un concreto sviluppo di essa. Dalle pagine di questo lavoro traspare la posizione di almeno una parte dell'allora dirigenza del Comizio agrario, che non si era ancora delineato come mera voce padronale ma, al contrario, era proprio nella mentalità retrograda di gran parte dei proprietari che veniva visto un limite al progresso dell'agricoltura della zona. Riccardo Gamba, anticipando in qualche modo le pagine dell'inchiesta Jacini, e dei cronisti socialisti di fine secolo, descrisse le misere condizioni di vita dei contadini, le loro abitazioni, l'alimentazione, le condizioni sanitarie, fornendo una grande quantità di notizie d’elevato interesse storico etnografico. Il contratto di mezzadria, nel modo in cui era esercitato nell'agro reatino, viene descritto come strumento di sudditanza del contadino nei confronti del padrone. Dati alla mano Riccardo Gamba descrisse il bilancio economico delle famiglie coloniche dal quale emerge un costante indebitamento del contadino verso il padrone, cosa questa che arginava ogni qualsivoglia tentativo di progresso. Come si poteva imputare ai soli contadini il mancato sviluppo agricolo della zona se, osservava Riccardo Gamba, «…i proprietari stessi mancano anzitutto delle necessarie cognizioni per farsi agricoltori. Questi sono indolenti quanto quelli e forse di più».46 Sostanzialmente simili, pur se espressi con toni più pacati, sono i contenuti della “Monografia sulle condizioni dell'agricoltura e della classe agricola nel circondario di Rieti”, redatta da Pietro Fallerini e Giuseppe Palmegiani per partecipare al concorso indetto nel contesto dell'inchiesta Jacini, e quindi pubblicata nell'annuale del comizio agrario del 1879.47 Questo lavoro si presenta meno particolareggiato del precedente, e non ottenne particolari risultati nel concorso, tuttavia rappresenta un primo tentativo di analizzare l'intero circondario di Rieti nelle molteplici diversità, geografiche, economiche e sociali dei suoi mandamenti.48 Uno dei motivi dello scarso successo del comizio in questo periodo va senza dubbio ricercato nel peso che ebbero le posizioni critiche nei confronti della classe padronale. Anche se nella volontà di quel microcosmo di borghesia illuminata che ne gestiva l'esistenza non c’era certamente un progetto di trasformazione dei rapporti sociali, essa in questa fase rappresentò una significativa voce critica. Nel periodo della grande crisi agraria, il Comizio agrario, pur se non scomparve del tutto come accadde alla maggior parte dei comizi che operavano nelle aree di maggiore arretratezza economica, ridusse al minimo la propria attività, e gettò le basi per una sua trasformazione che lo portò già alla fine del secolo, sotto la presidenza del principe Lodovico Potenziani, ad essere la voce degli agrari locali. Nel 1906 il Comizio fu il punto di riferimento della Sabina per il movimento inteso ad ottenere l'estensione alle Marche, Umbria e Lazio dei provvedimenti che il governo intendeva assumere a sostegno del mezzogiorno d'Italia.49 Nel primo decennio del novecento questa istituzione subì un definitivo declino sia perché il suo carattere di parte era ormai divenuto più che evidente, sia perché si faceva sempre più strada l'ascesa di altre forme associative come le cattedre ambulanti che rappresentarono degli efficaci mezzi di istruzione agraria e diffusione delle moderne conoscenze agronomiche soprattutto tra i piccoli agricoltori.50 Nel 1897, con un certo anticipo rispetto al resto dell'area umbro-laziale, nacque a Poggio Mirteto una Cattedra ambulante di agricoltura la quale, grazie anche al sostegno del ministro Fortis, eletto nel collegio sabino, ottenne un sussidio di 3000 lire dal Ministero di agricoltura a cui si aggiunse un finanziamento di 1000 lire dell'Amministrazione provinciale dell'Umbria, e 1200 lire da diverse amministrazioni comunali della bassa Sabina. Il primo presidente fu Vittorio Peglion, uomo di primo piano, destinato a diventare una delle più autorevoli figure dell'agricoltura italiana fino a ricoprire nel 1925 il ruolo di sottosegretario di stato al ministero dell'economia nazionale. La cattedra di Poggio Mirteto svolse un ruolo centrale nello sviluppo dell'agricoltura della bassa Sabina innestando, tra l'altro, un significativo spirito cooperativistico di tipo liberale tra la media proprietà contadina. L’esistenza della cattedra di Poggio Mirteto sminuiva però l'immagine di Rieti, capoluogo del circondario, dove il progresso dell'agricoltura era rimasto affidato al locale comizio agrario, ormai ridotto ad associazione padronale. Era quindi logico che i più illuminati proprietari del reatino spingessero Domenico Raccuini, deputato del collegio sabino, a chiedere al governo la concessione di una simile istituzione anche a Rieti. Le motivazioni c'erano tutte, viste le tragiche condizioni economiche in cui versava la Sabina nella quale fin dal 1901 si era per altro avviato un processo di spopolamento soprattutto legato ad un trend emigratorio verso il Brasile. Un fenomeno che si legava da un lato a condizioni generali di vita di carattere semifeudale, e dall'altro al percorso di acquisizione di fondi agricoli da parte di molti contadini in seguito alla vendita dei beni della manomorta degli anni ottanta, ed al loro progressivo indebitamento, che comportò l'espropriazione da parte dello stato dei fondi acquistati, e la conseguente nascita di un vasto fenomeno di pauperismo che nell’emigrazione transoceanica verso il Brasile - la Sabina in tal senso ebbe il più alto tasso del paese - trovò l'unico illusorio percorso di soluzione. Ed è proprio su tali condizioni che fece leva l'on. Raccuini alla Camera, chiedendo da un lato l'estensione alla Sabina dei provvedimenti assunti dal governo in materia di credito agrario per il Lazio, in base ad un disegno di legge presentato nel 1901 da Zanardelli, e successivamente ripreso da Guido Baccelli, e dall'altro, qualsiasi altro provvedimento in grado di incidere sulle condizioni economiche del reatino. 23 Se egli fallì sul terreno del credito agrario, anche a causa dell'esiguità del finanziamento globale di appena un milione, si ritenne ugualmente soddisfatto, anche perché, in sede di discussione della sua interpellanza, il ministro Baccelli assunse un preciso impegno in merito alla nascita della cattedra ambulante di Rieti esprimendosi nei seguenti termini: Egli ha parlato di granicoltura; e gli rispondo che nessuno ignora l'importanza delle granaglie rietine. Ebbene noi faremo un istituto speciale, perché quell'importanza sia nota e di quelle pregiate semenze si diffonda l'uso, con vantaggio grande di tutta l'agricoltura nazionale. Questo sarà un istituto che con la cattedra ambulante di Poggio Mirteto, dirigerà i campi sperimentali, di cui in questi ultimi anni è stata dotata la Sabina. E nella parsimonia del bilancio dell'agricoltura è certo che l'onorevole Raccuini sarà così discreto, da confessare che qualche cosa si è potuto fare per la sua regione.51 In realtà quando venne discussa l'interpellanza parlamentare, la decisione del ministro Baccelli era già nota tanto che nel marzo dello stesso anno lo stesso Raccuini aveva comunicato al sindaco di Rieti che il governo era intenzionato a "...concedere, potrei dire ha concesso, una cattedra ambulante speciale per il miglioramento della coltura del frumento da semina con relativo deposito di macchine speciali per la granicoltura alla nostra Rieti". Aggiungeva poi che era opportuno non divulgare la notizia "...per timore non abbiano a suscitarsi in altre città ed altrove appetiti per noi pericolosi".52 Un mese dopo fu lo stesso ministro Baccelli a comunicare al sindaco della città di aver concesso un finanziamento annuo alla cattedra di 7500 lire annue. Baccelli specificò anche quale sarebbe stato lo scopo e i compiti dell'istituto reatino: La cattedra avrà per fine principale di diffondere mediante insegnamenti pratici, campi sperimentali e dimostrativi, la conoscenza dei mezzi più adatti a rendere meglio remuneratrice la granicoltura a questo fine la cattedra eseguirà anche indagini e studi relativi alla selezione dei grani, per accertarne la maggiore produttività e la resistenza alle malattie. Ne sarà trascurato quanto concerne le ricerche applicative sui concimi e sui terreni, mediante 24 esperimenti da compiersi nei campi dimostrativi predetti. La cattedra sarà affidata ad un Direttore con l'assegno annuo di Lire 3500, la cui nomina, subordinata all'approvazione del Ministero, avverrà per concorso fra i laureati in scienze agrarie da non meno di un triennio, i quali provino di aver passato questo periodo di tempo nell'insegnamento, o nello esercizio di industrie agrarie. La nomina sarà fatta da una commissione composta da 5 membri, dei quali 3 nominati dal Governo, uno dal Comune e l'altro dal Comizio Agrario locale. Alla cattedra presiederà un consiglio direttivo di 5 membri, dei quali due di nomina governativa, uno nominato dal Comune e uno dal Comizio Agrario, e del Direttore titolare della Cattedra, che funzionerà da segretario.53 La nuova istituzione reatina non venne ben accolta dalla consorella di Poggio Mirteto la quale, proprio in quel periodo, stava programmando l'estensione della sua azione sull'intero circondario di Rieti. C'era un obiettivo rischio di sovrapposizione di competenze e, non appena appresa la notizia, Angelo Orsolini Marescotti, allora presidente della cattedra di Poggio Mirteto, non mancò di presentare il problema attraverso una circolare a stampa nella quale, dopo aver ricordato l'attività svolta, ed in modo particolare i dieci campi dimostrativi aperti, cinque dei quali proprio nel mandamento di Rieti, sosteneva la necessità di rafforzare l'importanza del suo ente “…anziché diminuirla ponendogli a fianco un nuovo istituto, che anche per la sua omonimia, apparisce senz'altro un duplicato di quello esistente”.54 In realtà nello statuto della cattedra di Poggio Mirteto, non era prevista una competenza sul mandamento di Rieti, ma solo negli altri cinque del circondario, anche se, proprio in quel periodo di crescita dell’istituto, le velleità di acquisire una egemonia sull’intero territorio, diventavano sempre più un dato di fatto. Almeno sul piano delle competenze tematiche, i timori di Angelo Orsolini Marescotti erano del tutto ingiustificati, in quanto nei progetti della cattedra di Rieti non c’erano programmi competitivi con quelli della consorella di Poggio Mirteto. L’istituto reatino avrebbe dovuto agire soprattutto sul terreno della granicoltura in correlazione al miglioramento del ben noto Rieti originario. Ciò che in realtà risultò poco gradito agli agrofili della bassa Sabina, fu il fatto che l’istituto reatino sarebbe stato totalmente a carico dello stato, che viceversa ad essi concedeva un semplice contributo finanziario costringendoli costantemente a fare i conti con un consorzio di comuni che non era sempre semplice coordinare. A Rieti le aspettative per la nuova cattedra erano molte anche se c'era poca chiarezza sulle sue reali prospettive operative. C'era chi vi vedeva una grossa opportunità per arrivare ad un reale sviluppo del Rieti originario, chi né voleva fare un laboratorio sperimentale di livello nazionale, in ogni caso tutti concordavano su ciò che la cattedra non doveva essere, e cioè una struttura “… per predicazioni girovaghe ai contadini”.55 In un primo articolo “L'Avvenire della Sabina” collocò il possibile orizzonte di azione della cattedra unicamente nella valorizzazione del Rieti originario: E senza dubbio, la Cattedra ambulante di Rieti, curando la selezione del miglior grano da seme che si conosca, potrà risolvere in gran parte il problema propostosi dall'on. Ministro, poiché è provato che il grano da seme della valle reatina da un prodotto maggiore di quello fornito da altre sementi. Non dissimile l'opinione di Oreste Narduzzi che sullo stesso giornale auspicava per la cattedra di Rieti un ruolo nazionale, collocandola in un contesto più ampio di interventi ministeriali a sostegno della granicoltura del paese. All'istituto reatino riservava il ruolo del “…miglioramento del grano da seme di Rieti ed avvisare a tutti quei mezzi che valgano a tutelarne l’onesto commercio”. Egli auspicava poi un coordinamento tra i produttori e la cattedra, per farne “…scaturire una istituzione di garanzia commerciale”, mentre il direttore doveva essere “…consigliere intimo e sincero degli agricoltori del contado”.56 Il Comizio agrario, al di là della soddisfazione per la riuscita dell'operazione, pose al comune il problema dei fondi necessari al funzionamento dell’istituto. Il contributo ministeriale non sarebbe stato sufficiente a far svolgere alla cattedra una adeguata attività, e invitò il municipio a stanziare un contributo e a farsi promotore di un Il bando con cui venne indetto il concorso per direttore della Cattedra ambulante di granicoltura vinto da Nazareno Strampelli. 25 consorzio di comuni del circondario che avrebbero dovuto contribuire proporzionalmente ai benefici ottenuti dalla nuova istituzione. Il Comizio agrario aveva certamente ragione, d'altra parte sia la struttura consorella di Poggio Mirteto, sia le altre cattedre italiane operavano proprio grazie al contributo dei comuni e delle banche, ma la sollecitazione inoltrata dal comune non ottenne neanche una risposta.57 Un ruolo fondamentale nel determinare il livello operativo in cui far muovere la cattedra l'avrebbe svolto il suo direttore che sarebbe scaturito da un apposito concorso che il ministero autorizzò subito il comune di Rieti a bandire.58 Il municipio di Rieti nominò il prof. Giuseppe Brucchietti quale proprio rappresentante nella commissione del concorso e Giuseppe Palmegiani in seno al futuro comitato direttivo, e lo stesso fece il Comizio agrario che per entrambi i ruoli incaricò il suo segretario Pietro Fallerini. Il Ministero di agricoltura nominò quali rappresentanti in seno al comitato direttivo dell’Istituto reatino il principe Ludovico Potenziani e il marchese Francesco Canali, due dei principali agrari della valle reatina, senza quindi collocare all'interno dell'Istituto un proprio rappresentante istituzionale, e ciò a testimoniare quanto fosse lontana la prospettiva sperimentale che assunse successivamente l’istituto di Rieti.59 Al bando risposero inizialmente solo otto candidati, e il ministero decise di rinviare l'espletamento del concorso invitando il comune a riaprirne i termini.60 Alla fine i partecipanti furono quattordici e, esaminati i titoli e le relazioni presentate, furono ammessi a sostenere la prova orale che consisteva in una ipotetica lezione pubblica, tre soli candidati: Nazareno Strampelli, Silvio Laureti e Alfonso Maria Leoni.61 Il tema che la commissione scelse era ovviamente legato alla granicoltura: “Principali miglioramenti da introdursi nella coltivazione del frumento, tenendo conto dello stato attuale della agricoltura nell’Italia centrale”. Ai concorrenti, ai quali vennero date 5 ore per preparare la lezione, venne esplicitato che l'ipotetico auditorio doveva essere di "…agricoltori di mediocre istruzione", e questo a sottolineare la dimensione didattica che si intendeva imprimere all'istituto.62 26 Alla fine risultò vincitore Nazareno Strampelli con la votazione di 27/30, mentre gli altri due concorrenti riportarono la votazione di 24/30. Nacque così il rapporto tra Strampelli e Rieti che con la Sabina aveva già avuto un contatto l'anno precedente quando vinse il concorso per direttore della cattedra ambulante di Poggio Mirteto, incarico che però rifiutò in quanto nel frattempo era stato chiamato alla cattedra di agraria e estimo presso l'università di Reggio Calabria.63 La pagina iniziale di questa vicenda è caratterizzata dalle profonde diversità di motivazione dei soggetti che ne furono artefici. Da un lato Rieti che voleva la sua cattedra ambulante, dall’altro il Ministero di agricoltura che l’aveva concessa senza troppa convinzione, e sull’altro fronte Nazareno Strampelli che riuscì ad insediarsi nella valle reatina, la madre di quel frumento, il Rieti originario, che fu alla base di tutto il suo percorso di ricerca. Il Rieti originario NOTE Su questa tematica cfr. R. LORENZETTI, Storia Sociale e economica della Sabina, Città di Castello 1989. 2 Cfr. C. M. TRAVAGLINI, Il dibattito sull'agricoltura romana nel secolo XIX (1815-1870), Roma 1981. 3 Sull’accademia di Jesi si veda A.M. NAPOLIONI, La società agraria jesina dalla fondazione all'unità, in S. ANSELMI (a cura di), Nelle Marche centrali. Territorio, economia, società tra medioevo e novecento, Jesi, 1978, 2° vol., pp. 1169-1220; su quella di Pesaro, T. CRESCENTINI ANDERLINI, Sulla storia dell'Accademia agraria di Pesaro, in «Proposte e ricerche», VI, 1981, pp. 165-174; sulla Società agraria di Bologna, R. ZANGHERI (a cura di), Le campagne emiliane nell'età moderna, Milano 1957; mentre per un inquadramento generale del problema in Italia si veda, Accademie e società agrarie in Italia. Cenni storici editi a cura della Reale Accademia dei georgofili, Firenze 1931. 4 B. ORSI, Per la solenne istituzione ed apertura della Società economico agraria della Provincia di Rieti e Sabina. Discorso pronunziato il 13 febbraio 1841 da Monsignor Bartolomeo Orsi Delegato apostolico e presidente della società medesima, Rieti 1841, pp. 4-5. 5 Ibid. 6 Ibid., p. 11. 7 Ibid., p. 12. 8 ASR, Sott. AC., 1860, lettera di Agostino Rosati al Commissario reale per la provincia di Rieti, 28 dicembre 1860. Si veda anche ASRoma, Cam. 11, tit. 11, b. 13, Stabilimenti agrari. orfanotrofio di Rieti ospitava inizialmente soltanto 6 ragazzi la cui custodia era affidata ad un contadino in qualità di prefetto. La sede era quella della chiesa della Madonna di Loreto fuori di Porta Cintia. In altri termini quella di Rieti più che una accademia agraria era un semplice orfanotrofio maschile il quale era stato già ideato ma non realizzato da mons. Ferretti nel 1839. Cfr. M. P. RICCIARDI, Vicende dell'istruzione popolare di Rieti e provincia dal 1800 al 1900, in «Rieti», 1974, n. 8-9, pp. 175-226 e n. 10, pp. 229-258. 9 Statuto organico dell'orfanotrofio dei maschi in Rieti, Rieti 1868, artt. 1-2. 10 Ibid., art. 9. Durante il loro soggiorno dell'ospizio gli orfani dovevano indossare come divisa la tradizionale «sarga». 11 Sul riordinamento dell'orfanotrofio si veda ASR, ASCRi, Opere pie, Istituti Pubblici, 1860-1890, «Orfanotrofio dei maschi»; G. ACUTI, Progetto di riordinamento dell'orfanotrofio agrario di Rieti, Rieti 1 1885; Statuto organico e regolamento amministrativo dell'orfanotrofio dei maschi in Rieti, Rieti 1890. 12 ASR, ASCRi, I P, cl. 5^ 1898 1900, Circolare del 10 giugno 1856. 13 Ibid. lettera del ministro dell'interno al Delegato apostolico di Rieti, 10 giugno 1856; Ibid. lettere del ministro del commercio e dei lavori pubblici al Delegato apostolico, 25 giugno 1856 e 17 febbraio 1857. 14 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro del commercio, 21 giugno 1856. 15 Ibid., lettera ministro del commercio al Delegato apostolico, 4 febbraio 1857. 16 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro dei commercio, 1 gennaio 1858. 17 Ibid., lettera del Delegato apostolico al conte Vincenti Mareri, 1 gennaio 1858; Ibid. lettera di A. Vincentini al Delegato apostolico, 4 febbraio 1858; Ibid. lettera di F. Zapparelli al Delegato apostolico, 2 febbraio 1858; Ibid. lettera di G. V. Mareri al Delegato apostolico, 15 giugno 1858. Giacinto Vincenzo Mareri fu tra l’altro il promotore della costituzione della Cassa di Risparmio di Rieti. 18 L’Accademia era presieduta dal Delegato apostolico. 19 Ibid., lettera del conte Giacinto Vincenti Mareri al Delegato apostolico, 15 giugno 1858. 20 Ibid. 21 Ibid. «Progetto di regolamento per l'accademia agraria di Rieti» 19 novembre 1 (858), f.to G. Vincenti Mareri. Nella stessa busta è anche conservata la prima bozza di statuto del 14 giugno 1858. 22 Sull’attività dell'accademia: Ibid. lettere del Delegato apostolico al commissario amministrativo della provincia di Rieti, 25 giugno e 9 dicembre 1858; Ibid. lettera di Gio. Maria Blasetti e Francesco Zapparelli al Delegato apostolico, 20 settembre 1858; Ibid. lettera del Delegato apostolico al Ministro del commercio, 28 dicembre 1858 e 1 gennaio 1859; Ibid. cat. 11, cl. 6^, 1861-1900, «Comizi e associazioni agrarie», verbali del consiglio provinciale di Rieti del 25 giugno e 9 dicembre 1858; Ibid. «Elenco degli individui proposti all'associazione agraria» s.d. Nell'elenco figurano tra gli altri Felice e Francesco Palmegiani, Filippo Durre, Francesco e Filippo Fiordeponti, Tommaso Crispolti, Agostino e Giuseppe Napoleoni, Carlo Piccadori, Gabinshi Potenziani, Cesare Sacchetti, Basilio Sisti, Gaetano Sorge, Salvatore Trinchi, Bartolomeo Vecchiarelli, Giacinto Vincenti, Pietro Odoardo e Ippolito Vincentini, Tullio Catalani, Paolo Leoni, Girolamo Colelli, Nicola Canali, Francesco Grigi, Caledonio Vitelleschi. 27 ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, lettera del sottoprefetto Luigi Mastricola al sindaco Carlo Piccadori, 24 dicembre 1863; Ibid. lettera di Carlo Piccadori all'Associazione agraria umbra, 24 dicembre 1863; Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864; Statuto del Comizio Agrario di Rieti, Rieti 1864. 24 Ibid. lettera circolare del ministro di agricoltura industria e commercio del 30 maggio 1862. 25 Ibid. Associazione agraria italiana, Statuto organico, 1862; Ibid. decreto di approvazione dello statuto del 10 marzo 1862. 26 Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864. 27 Ibid. «Elenco dei soci che hanno dichiarato di far parte del Comizio Agrario di Rieti» s.d. Tra i soci figurano Giovanni Pilati, Vincenzo Fioritoni, Domenico Colarieti, Basilio Sisti, Giuseppe Napoleoni, Salvatore e Antonio Trinchi, Gaetano Sorge, Antonio Blasetti, Tullio Catalani, Bernardino Franceschini. 28 ASR, ACCont. AG, lettera circolare dei comizio agrario di Rieti, 20 luglio 1864. 29 Ibid., lettera circolare del sottoprefetto, 25 luglio 1864. 30 Su Francesco Grigi veda: A.S. SASSETTI, Scritti scelti di Francesco Grigi, Rieti 1914, mentre tra i lavori del grande folclorista abruzzese Antonio De Nino nei quali sono riportate documentazioni relative alla sua attività in Sabina vanno ricordati almeno i seguenti: La Sabina nel dialetto e nei canti, in «Rivista Moderna Politica e letteraria» Roma, 15-3-1903; Lingua vernacola e Loreto Mattei, in Bricciole letterarie, Lanciano 1884 2 voll.; Saggio di Canti popolari sabinesi, Rieti 1869; I poeti pastori di Leonessa in «Fanfulla della Domenica», 12-3-1905. 31 Comizio Agrario di Rieti, Relazione sul concorso e sulla esposizione del 1866, Rieti 1867. La decisione di organizzare il concorso fu presa nella riunione del 20 luglio 1864 fissando la data ai giorni 12-3 ottobre 1865 ma a causa dell'epidemia di colera che colpì in quel periodo diverse regioni italiane la data fu fatta slittare di un anno. Cfr. ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, Manifesti a stampa del Comizio Agrario di Rieti, 20 luglio 1864 e 1 settembre 1865. 32 CAR, Relazione sul concorso.... cit. 33 Cfr. G. CAPRIOLI, Antiche industrie agricole. Il guado in Rieti, in «Sabina Agricola», XI, 1933, n. 7. 34 Luigi Botter, professore di agronomia all'Università di Bologna e membro dell'Accademia dei georgofili, segnalò ampiamente il concorso di Rieti nel giornale da lui diretto «Giornale di agricoltura industria e commercio del Regno d'Italia» 111, 1866, v. 6, lugliodicembre, pp. 144, 267, 223. 23 28 CAR, Relazione sul concorso... cit., p. 70. P. DONI, Una visita alla esposizione agraria di Rieti nel 1866, CAR, Relazione sul concorso...cit., pp. 93-118. 37 Annuale del Comizio Agrario Sabino per l'anno 1879, cit. p. 934. 38 In realtà non in tutti i circondari del Paese si riuscì ad istituire un comizio agrario. Nel 1870 questi erano dislocati per il 52% al nord, 16% al centro, 20% al sud e 12% nelle isole. Anche dalla diversa distribuzione territoriale di questi enti si evince come si faceva sempre più strada il dualismo economico tra nord e sud. Sulla problematica generale dei comizi agrari si veda P. CORTI, I comizi agrari dopo l'Unità, (1866-1891), in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 1973, n. 3; ID., Fortuna e decadenza dei Comizi Agrari, in «Quaderni storici», 1977, n. 36, pp. 738-758. 39 I comizi agrari furono istituiti ufficialmente con il R.D. del 22 dicembre 1866, n. 3452 successivamente modificato da quelli del 22 giugno 1879 e 3 aprile 1884. 40 ASR, ASCRi, IC, 1867, lettere dei sottoprefetto al sindaco di Rieti, 26 giugno e 8 luglio 1867. 41 Ibid. lettera del sottoprefetto ai sindaci del circondario, 7 luglio 1868; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco di Rieti, 25 aprile 1869. 42 Ibid. lettera del Comizio Agrario Sabino al sindaco di Rieti, 15 giugno 1870; «Relazione della direzione per la presentazione del progetto di regolamento interno approvato all'assemblea generale del Comizio», in Legge organica e regolamento interno al Comizio Agrario Sabino, Rieti 1871. 43 Annuale del Comizio Agrario Sabino…cit., p. 94. 44 R. GAMBA, Censimento del bestiame del circondario di Rieti al 31 dicembre 1868, in «Bollettino del Comizio Agrario Sabino», 1, 1872, n. 1, pp. 19-45. 45 R. GAMBA, Monografia statistico economica sull'agro reatino e suo mandamento, Terni 1873, 2 voll. 46 Ibid. p. 214. 47 ACS, IP., ARGIA, b. 8. Il manoscritto conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato è di 92 pagine ed è datato 1878, porta il titolo: Memoria sulle condizioni dell'agricoltura e della classe agricola nel circondario di Rieti compilata per incarico del presidente del Comizio Agrario Sabino, Sig. conte Pietro Vincentini da Giuseppe Palmegiani e Pietro Fallerini. Cfr. R. LORENZETTI, Le monografie inedite dell'Inchiesta Jacini presso l'Archivio Centrale dello Stato, in «Società e storia», 1984, n. 25, pp. 687-709. 48 Sulla partecipazione al concorso: ASR, ASCRi, IC. Oggetti Diversi, 1861 1900, Lettera del sottoprefetto al presidente del CAR. 35 36 (copia), 23 gennaio 1879; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco di Rieti, 23 gennaio 1879. Il dott. Alessandro Silvaggi fu invece incaricato della compilazione del questionario relativo all'inchiesta sulle condizioni sanitarie che l'on. Agostino Bertani stava conducendo parallelamente a quella di Stefano Jacini. Purtroppo non si è rintracciata nessuna copia della relazione di Silvaggi né è possibile farlo altrove, date le note vicende della documentazione relativa a questa inchiesta. Cfr. Ibid. Lettera circolare del prefetto dell'Umbria relativa l'inchiesta Bertani. Ibid. Lettera del 20 marzo 1879 e 5 ottobre 1880; Ibid. lettera del sindaco di Rieti ai medici reatini Augusto Borghini, Francesco Catalani, Alessandro Silvaggi, Luigi Brucchietti, 10 agosto 1879. 49 ASR, ASCRi, Fin., Cont., 1901-1913, Lettere circolari del Comizio Agrario Sabino del 31 maggio 1905, 28 maggio, 2 e 25 settembre 1906; lettera del sindaco di Rieti al principe Lodovico Potenziani, 2 giugno 1906. In questa occasione il principe Potenziani fece diffondere un anacronistico manifesto dove, dopo aver descritto le misere condizioni della popolazione sabina alle quali affiancava sullo stesso piano quelle di proprietari gravati di tasse e di conseguenza costretti loro malgrado «… a dare ai braccianti irrisori salari», lasciava intendere che in Sabina esisteva una forte situazione di dissenso che rischiava fortemente di degenerare se non si estendevano anche in questa area i provvedimenti pensati per il sud d'Italia, in quanto, minacciava Potenziani, «.…coll'acuta miseria la pazienza potrebbe stancarsi», Ibid. manifesto a stampa del 22 aprile 1906. 50 Cfr. M. ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura, G. Volpe Editore, Roma 1970; A. SALTINI, Istituzioni agrarie e progresso delle campagne, Edizioni Spazio rurale 2006. 51 Cfr. R. LORENZETTI, Storia sociale e economica della Sabina, cit. p. 506. 52 ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 3; Lettera di Domenico Raccuini al sindaco di Rieti relativa all'istituzione della cattedra ambulante di granicoltura 16 marzo 1903; Ibid. f.1; Lettera del Ministro di Agricoltura Industria e Commercio, Guido Baccelli all'on. Domenico Raccuini, deputato al parlamento del collegio di Rieti, 11 aprile 1903. Baccelli comunica a Raccuini di aver concesso alla Cattedra di Rieti un contributo annuo di 7.500 lire. 53 Ibid. Lettera del Ministro di agricoltura industria e commercio, Guido Baccelli al sindaco di Rieti, 11 aprile 1903. Si vedano anche Ibid. Avviso di concorso, aprile 1903; Ibid. lettere del sindaco di Rieti a Domenico Raccuini e Emilio Maraini, 14 aprile 1903. 54 Ibid. f. 2, Cattedra di Granicoltura, Lettera del presidente della cattedra ambulante di agricoltura per la Sabina al Maic, 18 aprile 1903. Gebe, La nuova Cattedra ambulante di Rieti, “L'Avvenire della Sabina”, I (1903), n. 6, 15 aprile, p. 1. 56 O. NARDUZZI, Sulla cattedra di granicoltura di Rieti, “L'Avvenire della Sabina”, I (1903), n. 11, 1 luglio, p. 1. 57 ASR, ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 1, Lettera del CAR al sindaco, 25 aprile 1903. 58 Ibid., Bando del concorso. Aprile 1903. 59 Ibid., Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti, 26 agosto 1903; Ibid. Delibera del consiglio comunale del 19 maggio 1903; si veda anche la lettera di incarico del comune di Rieti a Giuseppe Palmegiani, 1903 maggio 31; Ibid. lettera del CAR al sindaco di Rieti 13 maggio 1903. 60 Ibid. Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti giugno 23 1903. 61 Ibid. f.3, I partecipanti furono: Donato Bellini di Potenza, De Iorio Filippo di Avellino, Hinech Giovanni di Treviso, Degli Espoinosa Gaetano di Sulmona, Dante Gavegli di Citta S. Angelo, Saverio Iovino di Roma, Silvio Laureti di Cosenza, Alfonso Maria Leoni di Voghera, Guido Pasquini di Siena, Matteo Talamini di Roma, Leonello Pannocchia, Augusto Salucci di Ancona Pietro Viani di Catania e Nazareno Strampelli di Camerino. Si veda anche la domanda presentata da Nazareno Strampelli per partecipare al concorso per direttore della Cattedra speciale di granicoltura di Rieti, 29 luglio 1903; Rapporto della commissione giudicatrice del concorso per il posto di direttore della Cattedra Ambulante di Granicoltura di Rieti, 1903; Ibid. f. 2 sub. Minuta di lettera con la quale il sindaco di Rieti comunica a Strampelli il risultato del concorso. 62 Ibid., Rapporto della commissione giudicatrice del concorso per il posto di direttore della Cattedra Ambulante di Granicoltura di Rieti, 1903. 63 Cfr. Il nuovo direttore della cattedra Ambulante di agricoltura per la Sabina, in “L’Avvenire della Sabina”, 1 (1903), n. 1, p. 2. Al posto di Nazareno Strampelli l'incarico venne assunto da Arnaldo Napoleoni. Sulle cattedre ambulanti di agricoltura si vedano: M. ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura (1886-1935), in “Rivista di Storia dell’Agricoltura”, X (1970) n. 3, pp. 221-252; V. PEGLION, L’ordinamento della sperimentazione agraria in italiana, Roma 1919; E. FILENI, Sull’insegnamento agrario ambulante nel mezzogiorno, Roma 1907; P. FRIZZATI, L’insegnamento agrario ambulante in alcuni Stati d’Europa, Faenza 1909; E. FILENI, Sviluppo delle Cattedre ambulanti di agricoltura in Italia, nazionale di agricoltura, in, Atti del XIII Congresso Roma 1927. 55 29 La sede della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura di Rieti, nei primi anni del ‘900, nella Palazzina che poi ospiterà la Banca d’Italia Il grano di Rieti Se sappiamo quando iniziò il rapporto tra Strampelli e il Rieti originario, poco sappiamo quando nel capoluogo sabino si sia iniziato a produrre grano da seme.1 Si tratta di un frumento collocato nella categoria degli autunnali teneri e aristati che veniva apprezzato per l’alta resistenza alle ruggini, una della cause di maggiore danno alle colture, ma che aveva il suo punto debole nella facilità all’allettamento. Fino alla prima metà del XIX secolo il Rieti originario, oltre che in Sabina, era stato significativamente impiantato in tutta l’area umbra da dove si estese in Emilia e in Toscana. Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione della seconda metà dell’Ottocento, e soprattutto l’arrivo della ferrovia a Rieti nel 1883, consentì una larga diffusione del prodotto che si andò a collocare tra i più coltivati del Paese. Il suo costo era notevolmente superiore a quello dei grani da seme comuni, ed aumentava significativamente in funzione delle richieste, tanto che nel 1879 questo veniva venduto a 50 lire il quintale contro le 24,32 lire degli altri grani reperibili sulle piazze agricole italiane. Non secondaria era l’incidenza dei costi di trasporto che, fino al 1883, doveva essere effettuata con carri fino alla stazione ferroviaria di Terni. Anche la spedizione ferroviaria incideva significativamente sul costo complessivo del prodotto, in media 12-18 lire per quintale, in funzione della percorrenza.2 Nella seconda metà dell’Ottocento il Rieti originario divenne un vero e proprio fenomeno della granicoltura italiana fino al punto che iniziarono a diffondersi vere e proprie frodi come riferiva il periodico agrario milanese “Il Giornale del Villaggio” che nel 1882 ebbe a scrivere: 3 Abbiamo detto che girino campioni da tutte le parti; Ferrarese dato per Rieti, riprodotto e offerto per originale grano, del confine Umbro dato per Velino: questa faccenda del Rieti pare voglia tenere somiglianza con quella passata dei Cartoni giapponesi. Gli è come del Chianti: fortunato colle, che in nome suo si dà da bere a tutto il mondo. Molti rivenditori acquistavano piccole partite di Rieti originario per avere un qualche documento da esporre che comprovasse la provenienza del prodotto, per poi sostituirlo con altro grano; altri, soprattutto in Romagna, “tagliavano” il Rieti originario con grani locali di valore nettamente inferiore. C’era pure una truffa messa in atto da molti agricoltori reatini che smerciavano per grano da seme Rieti originario, quello che si raccoglieva in collina o in altre zone del circondario, ma non nella piana alluvionale di Rieti, e quindi di valore e qualità decisamente inferiore, tanto che si andava pericolosamente diffondendo l’idea che il prodotto di Rieti fosse in realtà un bluff. Insomma, le cronache del tempo sono piene di episodi di questo genere che incidevano negativamente sul prestigio di questo prodotto soprattutto quando ci si accorgeva che le tanto decantate rese, e la resistenza alle ruggini venivano meno. Lo stesso Strampelli nei primi anni del suo lavoro a Rieti ebbe a scrivere al Ministro di agricoltura: Mi permetto inoltre far notare all’E.V. che stando ai si dice, il commercio del grano da seme di Rieti lascia molto a desiderare per l’onestà e lealtà con cui viene esercitato, tantochè è forte il discredito rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questa piazza.4 31 Una fama quella del Rieti originario che si era andata sempre di più diffondendo per opera soprattutto dei comizi agrari molti dei quali divennero distributori del prodotto sottolineandone la bontà nelle loro pubblicazioni dirette ai coltivatori. Così nel “Bollettino del comizio agrario di Alessandria”, parlando delle diverse specie di grani da seme, si legge: Fra queste noi diamo la preferenza alla varietà detta di Rieti, a quella ben s’intende che proviene dai terreni che fruiscono del beneficio delle torbide alluvionali….La preferenza da noi accordata al grano reatino non è puramente come chi dicesse ideale, ma è la sintesi di numerosissimi fatti tutti militanti in di lui favore.5 Del tutto simile era il giudizio del comizio di Cremona: S’è visto infatti che gli stessi appezzamenti di terreno seminati parte a grano rietino, e parte a grano nostrano somministrano prodotti per qualità e quantità differentissimi, avendo i primi superato sotto ogni rapporto, di gran lunga questi ultimi.6 Il “Giornale di Agricoltura Pratica”, sosteneva come il Rieti originario fosse un “…esempio rimarcabilissimo di ciò che può un germe vivace e rusticano nel frumento, esempio degnissimo di essere propagato ovunque” e quasi con enfasi concludeva “…dunque, signori lettori, è un buon inizio anzi un eccellente prognostico. Seminiamo grano di Rieti, noi soprattutto dell’alta Italia, e un anno per l’altro potremo dire che l’annata sarà buona”.7 Il “Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia” pubblicò nel 1876 i risultati di alcune prove effettuate presso il campo sperimentale di Parma da cui emerse come il Rieti, sia quello originario che quello di prima e seconda riproduzione, davano risultati nettamente superiori agli altri grani confrontati come il Bardianska, il Restaiolo e il Tosello.8 Icilio Bandini, nell’“Agricoltura Italiana” dell’agosto 1878, metteva in evidenza il vero e proprio fenomeno che si era venuto a creare con la diffusione del Rieti originario fino al punto da manifestare qualche perplessità rispetto ad un utilizzo generalizzato che si stava facendo di tale frumento. 32 Opuscolo pubblicitario del Rieti originario redatto da Pietro Fallerini nel 1877. Egli sottolineava come dopo i risultati riscontrati e pubblicizzati dalla stampa nazionale, “… se né fa una animata ed insistente ricerca […] In tutta Italia vi è una gara, una ressa indicibile per avere il grano di Rieti; non si ha fede, non si confida che in esso”. Secondo lui, le straordinarie qualità di questo frumento erano indiscutibili sia per la notevole resa che per la resistenza alle ruggini, ma metteva anche in guardia verso un utilizzo esagerato: …ma che oggi lo si voglia seminare dappertutto, in piano e in colle in creta o nel tufo, nel magro e nel grasso, nell’asciutto e nell’umido mi pare una esagerazione.9 La sintesi delle varie esperienze che in Italia si andavano diffondendo sul Rieti originario venne dal Ministero di agricoltura industria e commercio nelle “Notizie intorno alle condizioni dell’agricoltura”, dove venne sottolineato come il Rieti originario era senza dubbio il grano che si stava maggiormente diffondendo in Italia, e questo malgrado il suo prezzo decisamente elevato rispetto agli altri frumenti. In base alle notizie che il ministero aveva raccolto dai vari comizi agrari, il Rieti originario era ormai largamente attestato come la principale varietà coltivata, oltre che nell’area umbra, nelle province di Cuneo, Milano, Pavia, Bergamo, Verona, Belluno, Padova e Cremona, mentre iniziava a diffondersi nelle province di Macerata, Modena e Forlì. Nel sud se ne faceva largo uso a Benevento e Avellino, mentre non pochi comizi agrari, pur riconoscendo l’alta qualità del prodotto, lamentavano l’alto costo, come nel caso di Teramo dove si sosteneva che il Rieti “…per esser troppo costoso, e perché bisogna rinnovarlo ogni anno, è riservato ai soli coltivatori facoltosi”.10 Nel 1881 una apposita commissione nominata all’interno del Comizio agrario reatino provvedeva ad acquisire il grano da seme dai produttori locali e a rivenderlo ad un prezzo fisso che per quell’anno venne fissato a 42 lire il quintale.11 Una delle tante pubblicazioni redatte per promuovere il Rieti originario. 33 Era però difficile concretizzare un coordinamento tra i proprietari della zona che preferivano vendere direttamente il loro prodotto. Lo sostenne con forza il presidente del Comizio agrario nell’assemblea del 30 maggio del 1885, denunciando “…la troppa avidità dei proprietari reatini”.12 Nel 1889, il Comizio agrario di Rieti che da sempre aveva lavorato per la diffusione del Rieti originario, istituì una apposita “Commissione per il grano da seme” con il compito di curare e controllare le vendite del prodotto a livello nazionale, e di eliminare le frodi attraverso la bollatura a piombo dei sacchi, l’apposizione su di essi dello stemma di Rieti e della sigla del Comizio agrario, e l’accompagno di una cedola di controllo firmata da uno dei membri della commissione.13 In realtà la commissione non svolse un ruolo particolarmente significativo limitandosi, come rileverà più tardi Antonio Stoppani, “…agli acquisti del grano per conto del Comizio e a firmare cedole, quelle povere cedole che si adattano a qualunque sacco aperto, pronto a ospitarle”.14 Lo stresso Strampelli, non appena giunto a Rieti, tentò di affrontare il problema per eliminare, o quantomeno ridurre, tale inconveniente che rischiava di compromettere l’immagine di qualità del prodotto reatino, e più tardi, riferendo allo stesso Ministro di agricoltura, ebbe a scrivere: …volendo disciplinare detto commercio fondando un sindacato fra questi produttori di grano da seme, ho incontrato ostacoli attualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi,e non lievemente nei loro interessi.15 A tanto successo del prodotto non corrispose nell’ambiente reatino una adeguata capacità imprenditoriale, tanto che le richieste si potevano soddisfare solo in parte, e l’unica reazione concreta percepibile, fu un aumento del prezzo del prodotto che passò dalle 35 lire il quintale nel 1875, a 41 nel 1876, a 45 nel 1877 per arrivare alle 50 lire del 1879.16 Chi più di altri riuscì a cogliere l’importanza di questa situazione, fu certamente il principe Potenziani, che ritroveremo poi come artefice nell’opera di Strampelli. Egli, d’intesa con il Regio laboratorio chimico agrario dell’università di 34 Perugia, impiantò campi sperimentali nella sua azienda di S. Pastore per lo studio dell’azione dei fertilizzanti chimici come il perfosfato di calcio e il solfato di ammonio, con l’evidente obiettivo di ottenere una maggiore produzione del Rieti originario da immettere sul mercato.17 Un mercato nel quale i Potenziani erano in prima linea gestendone una considerevole porzione, come testimonia il loro centro di vendita aperto a Bologna, che smerciava sul mercato emiliano dai 1000 ai 2000 quintali di Rieti originario l’anno. Una quantità ragguardevole se si tiene conto che la Commissione del Comizio agrario di Rieti nel 1871 riuscì a vendere appena 526,20 ettolitri di prodotto proveniente dalle aziende di piccole e medie dimensioni del reatino, visto che sia i Potenziani, così come i Vincentini e i Blasetti, ed altri tra i principali proprietari della valle reatina, avevano per lo stesso anno già provveduto direttamente alla vendita.18 Ancora nel primo novecento non pochi erano coloro che consideravano il Rieti originario il migliore grano da seme in assoluto, soprattutto per quanto riguardava la sua resistenza alle ruggini. L’unico difetto che gli si riscontrava era quello che, coltivato all’esterno dell’habitat naturale della valle reatina, in un ciclo di 3-4 anni, perdeva le sue caratteristiche, e doveva essere sostituito da nuovo frumento originario fatto venire da Rieti, con costo non secondario da parte delle aziende agrarie. Alla straordinaria resistenza alle ruggini, il Rieti aggiungeva una altissima produttività, che a livello sperimentale superava spesso i 30 quintali per ettaro. La bontà del prodotto si percepiva ancor più nelle annate caratterizzate da forti attacchi dalle ruggini, come dimostrarono in due diversi esami sia Foëx e Vidal che il Garola in Francia, i quali rilevarono come nel 1911 nessun frumento raggiunse i 28,4 q.li per ettaro come il Rieti e i 37,7 q.li in media su diversi anni di prove. Un’altra prova effettuata nell’arco di un decennio dall’agronomo Genin vide ancora primeggiare il Rieti con una produzione media di 31 quintali per ettaro, seguito dal Noe 25, e dal Bordeaux 23.19 Locandina di promozione del Rieti originario dei primi del ‘900. 35 La fama e le qualità del Rieti originario erano ben conosciute dall’allora giovane Nazareno Strampelli che nel 1900, presso l’università di Camerino, aveva realizzato l’incrocio del Rieti originario con il Noe, un grano caratterizzato da una forte resistenza all’allettamento, tentando in tal modo di aggiungere tale qualità a quelle intrinseche del Rieti, e cioè la resistenza alle ruggini, e l’alta resa del prodotto. Egli quindi fu ben felice di arrivare nel capoluogo sabino, anche se come direttore di una semplice cattedra ambulante, e più tardi ebbe a scrivere: “Naturalmente, trovandomi a Rieti, i miei lavori dovevano cominciare dal frumento Rieti il quale, coltivato da tempo immemorabile in quella vallata fredda in inverno, calda-umida in estate, in ambiente estremamente favorevole allo sviluppo delle ruggini, è andato selezionandosi attraverso i secoli, acquistando rusticità e divenendo assai resistente agli attacchi dei detti parassiti”. 20 Era talmente forte la curiosità di Strampelli per il Rieti originario da fargli scrivere al Ministro dell’agricoltura, nei primi anni del suo lavoro nel capoluogo sabino: Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti son dovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di questo suolo l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di aumentarne i pregi, mentre, con accurata selezione fisiologica e metodica, si potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il migliore dei frumenti da seme con grande vantaggio di tutta la granicoltura nazionale.21 Ma gli obiettivi di Strampelli erano ben diversi, e fin dall’inizio si comprese come egli avrebbe trasformato la valle reatina nel suo grande laboratorio di ricerca, destinato ad incidere significativamente nel campo della granicoltura mondiale. Il Rieti originario fu alla base delle sue sperimentazioni, ma non tanto come pretendeva l’ambiente agrario reatino per migliorarlo e imporlo maggiormente in Italia, quanto per strappare di volta in volta i suoi segreti, e fonderli con quelli posseduti da altri grani coltivati in ogni angolo del mondo, e dar così vita a nuove specie, sfidando le leggi della natura, o forse più semplicemente dimostrando che queste potevano essere razionalmente controllate.22 36 Nel 1925, all’inizio della battaglia del grano che avrebbe segnato il trionfo dei grani Strampelli, l’Unione produttori di Rieti avviò una campagna di promozione del “Rieti originario”. Il giovane Nazareno Strampelli, da poco arrivato a Rieti 37 NOTE Unione Produttori Grano da Seme. Il grano “Rieti originario”, Rieti, Faraoni 1925. 2 G. PALMEGIANI, Monografia del grano da seme di Rieti, Rieti 1884. Il costo arrivava fino a 27 lire qualora la metà fosse stata Reggio Calabria, e diminuiva sensibilmente qualora la spedizione completava un intero vagone di 80-100 quintali. 3 Frumento di Rieti, in «Il Giornale del Villaggio», n. 321, 13 agosto 1882. 4 ASSGRi, APS, b. 10 f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministro di agricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905). 5 «Bollettino del comizio agrario di Alessandria», VIII (1874), luglio, n. 7. 6 «Bollettino del Comizio Agrario di Cremona» X (1876), n. 8. 7 «Il coltivatore. Giornale di agricoltura pratica», XXII (1876), n. 15. 8 Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio del regno d’Italia XIII (1876) v. XXVI, p. 138. Il Bardianska era stato introdotto nel parmense fin dal 1866. 9 L’Agricoltura Italiana, IV (1878), f. XLVII, agosto 1878. 10 MAIC, Notizie intorno alle condizioni dell’agricoltura negli anni 1878-1879, v. 1, c. IV, p. 248, Roma 1880. 11 A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav. Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchi s.d. (1905). 12 Ibid., p. 6. 13 ASR, AP, b. 17, Lettera circolare del Comizio agrario di Rieti, 3 agosto 1898. Della Commissione facevano parte l’avv. Tito Pilati, l’avv. Domenico Parasassi, il Prof. Francesco Duprè, Giovanni Stoli, e Francesco Marinelli De Marco; cfr. anche “Bollettino del Comizio Agrario Sabino”, 1872, n. 1, in part. Avviso ai Comizi Agrari e agli agricoltori italiani sulla vendita del grano da seme, p. 14, e G. PALMEGIANI, Relazione sulla vendita del grano da seme promossa dal comizio, pp. 46-54. 14 A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav. Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchi s.d. (1905). 15 ASSGRi, APS, b.10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit. 16 F. PALMEGIANI, Monografia sul grano da seme... cit. 17 ASR, AP, b. 17, Corrispondenza tra il principe Giovanni Potenziani e il prof. Giuseppe Bellucci, direttore del Regio laboratorio chimico dell’università di Perugia relativa ai campi sperimentali per la 1 38 produzione di Rieti originario 1890-1891. La corrispondenza era spesso tenuta da Guglielmo Sacenti, agente della famiglia Potenziani; Ivi, progetti vari per i campi sperimentali, 1890. La sperimentazione si tenne su due ettari di terreno dell’azienda S. Pastore, mai concimati in precedenza. Il primo ettaro fu trattato con 134 Kg di perfosfato di calcio aggiunto a 100 Kg di solfato di ammonio mentre il secondo ettaro non venne concimato. Il 10 agosto 1891 nel registro della sperimentazione si annotò che l’ettaro di terreno concimato produsse 18,18 q.li di frumento, contro i 16,67 q.li dell’altro appezzamento. Ivi, Registro della sperimentazione, 1891. 18 ASR, AP, “Vendita grano originario di Rieti fatta a Bologna da Sarti Alessandro. 1898; ID., Generi diversi venduti a Bologna da Sarti Alessandro, 1899; ID., Conti Particolari, vendita grano di Rieti ed altri generi di S.E. il Sig. Principe Potenziani, 1898. Sulle vendite del prodotto da parte del Comizio agrario di Rieti ed in particolare della Commissione appositamente istituita, si veda G. PALMEGIANI, Relazione sulla vendita del grano da seme promossa dal comizio, pp. 46-54. 19 E. PANTANELLI, Le malattie crittogamiche del frumento, Roma 1914. Si vedano le tabelle a p. 30-31. 20 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani della vittoria, in ING, Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, p. 49. 21 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit. Sul grano da seme Rieti originario, si rinvia alla specifica voce nelle fonti bibliografiche. Lassù a Campomoro a strappar segreti alla natura Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica Quando Strampelli arrivò a Rieti non iniziò a lavorare subito all’ibridazione del frumento ma, in modo più coerente con quello che era la Cattedra ambulante che dirigeva, sulle malattie del grano, ed in particolare a quella dovuta all’Ustilago Carbo, utilizzando il Rieti originario come punto centrale delle sue indagini. Studiò poi l’azione oligodinamica di alcune sostanze chimiche come il manganese, e rivolse la sua attenzione anche alle tipologie di concimazione, nonché alle rotazioni agrarie e alle tecniche di lavorazione del suolo nella valle reatina.1 Ma il principale lavoro di questa sua prima fase di impegno scientifico nel capoluogo sabino fu il suo studio sul frumento Rieti originario che, come abbiamo visto, ricopriva un significativo ruolo nella granicoltura nazionale, e decisamente centrale nell’economia locale. Egli, già nel 1900, al fine di studiare un frumento adeguato per l’area camerinese dove il Rieti era soggetto all’allettamento e il Noe alle ruggini, aveva proceduto ad incrociare i due frumenti ottenendo buoni risultati in prima generazione (F1) ma pessimi in seconda generazione (F2), per la nota legge mendeliana sulla disgiunzione dei caratteri. Il suo obiettivo era quello di migliorare la qualità del frumento reatino elevandone la produttività, anche con nuove tecniche di concimazione, e combattendo il suo principale limite che era quello dell’allettamento, che limitava fortemente il suo principale pregio, cioè a dire la forte resistenza alle ruggini.2 La strada della selezione razionale e fisiologica era quella che la cultura scientifica dominante del tempo considerava come l’unica percorribile, ed anche egli si mosse in questa direzione, sia lavorando direttamente in questo senso, sia prendendo iniziative indirizzate a coinvolgere il mondo dell’agricoltura locale intorno all’attività della cattedra. Così, nel 1904, bandì un concorso a premi tra i produttori del Rieti originario che avrebbero dovuto avviare un lavoro di selezione che sarebbe terminato un triennio dopo.3 Strampelli era convinto che il Rieti originario, qualora si fosse praticata una adeguata selezione, poteva diventare in breve tempo il miglior frumento da seme italiano, obiettivo raggiungibile anche con il coinvolgimento diretto dei produttori locali offrendo loro “… il miraggio del possibile conseguimento di qualche premio” 4. Al concorso potevano partecipare solo i “…proprietari ed affittuari che coltivano terreni alluvionali della valle reatina” 5 i quali dovevano seguire le istruzioni impartite da Nazareno Strampelli il quale specificò come “...la selezione dovrà incominciare sul raccolto di quest’anno con la scelta delle spighe migliori (cioè più lunghe, meglio conformate, più ricche di semi e per conseguenza più pesanti) facenti parte dei cesti più numerosi e non allettati e col ritenere buone per la prossima semina solo le migliori granella della parte mediana delle spighe scelte e che è obbligo di ogni concorrente di mandare a questa cattedra prima del 30 luglio p.v un campione delle dette spighe e granella selezionate”. Il concorso fu vinto dal marchese Benedetto Cappelletti, mentre ai posti successivi si classificarono altri grandi proprietari del reatino come Potenziani, Fiordeponti, Pilati, e Pitoni,6 ma Strampelli non intendeva impegnarsi più di tanto in questa direzione. 39 In realtà, se l’immagine esterna del lavoro di Strampelli era quella di un semplice direttore di cattedra ambulante, egli già nel 1904 utilizzò quel primo fondo agricolo di Setteponti concessogli dal principe Potenziani, per mettere a coltura 240 diverse qualità di frumento che si era fatto arrivare da ogni parte del mondo, scegliendole tra quelle che nei rispettivi paesi di origine fornivano rese di molto superiori a quelle che generalmente si ottenevano in Italia.7 Nel 1907, intervenendo con una comunicazione al VI congresso internazionale di chimica applicata di Roma, Strampelli presentò i risultati di quel suo lavoro, per altro non particolarmente originale, almeno per quanto concerne il percorso di indagine sull’acclimatizzazione dei frumenti stranieri, visto che analoghi risultati erano già stati constatati dal prof. Giglioli che operava ad Acerra.8 In sintesi Strampelli provò a vedere cosa succedeva coltivando nella valle reatina tipologie frumentarie di gran resa usate nel resto del mondo. I risultati furono disastrosi, tanto che la totalità dei grani venne pesantemente attaccata dalla ruggine, e le spighe si presentarono nere, quasi del tutto prive di chicchi, fino al punto che fu difficile perfino raccogliere un minimo di prodotto da utilizzare come seme per l’anno successivo. Ripiantato quanto raccolto tra il 1903 e il 1904, il risultato fu un minor danno provocato dall’attacco della ruggine, e così progressivamente negli anni successivi. Di fatto c’era stato un progressivo adattamento di questi frumenti all’habitat della valle reatina, e di conseguenza agli attacchi dalle ruggini, senza però neanche avvicinarsi alle proprietà del Rieti, e senza raggiungere i livelli di produttività che essi manifestavano nei paesi di origine. Al congresso di chimica applicata, Strampelli presentò una importante novità e cioè che, contrariamente a quanto si credeva, il Rieti originario non era affatto immune dall’attacco dalle ruggini, anzi, in base alle sue osservazioni, era il primo in ordine di tempo a presentare pustole rugginose sulle foglie, ma mai sul culmo, con il risultato che i danni che ne derivavano erano praticamente nulli, quasi si trattasse di una sorta di vaccinazione che proteggeva il frumento reatino nel completamento del suo ciclo vegetale. 40 Era evidente che Strampelli tornasse a concentrarsi sul Rieti originario ponendosi il problema di modificarne le qualità, o introducendo i caratteri di resistenza alle ruggini in frumenti di grande resa, o trasferendo le caratteristiche di questi nel Rieti. Più tardi nel ripercorrere le tappe del suo lavoro, ebbe a scrivere: Chiaramente quindi si delinearono innanzi a me due vie da tentare e cioè 1) provare ad indurre nelle migliori varietà esotiche, precocità e resistenza alle ruggini; 2) cercare di dare al Rieti ciò che gli manca, ossia paglia forte e resistente all’allettamento 9 Quindi, in questa fase Strampelli era impegnato sul terreno dei più accreditati studi di selezione genealogica, ma che già preludeva, di fatto, ad un approccio di manipolazione genetica. Per realizzare la selezione genealogica Strampelli creava dei mini appezzamenti separati, in ognuno dei quali coltivava la granella prelevata da un’unica spiga facendo attenzione a scegliere quelle che si presentavano in modo difforme dall’insieme della massa dei grani. In tal modo egli riuscì ad isolare alcune centinaia di linee pure, morfologicamente differenti tra loro, anche se per caratteri minimi come il colmo rosso e spiga bianca, spiga bianca e antere rosse ecc.). L’unico risultato di una certa consistenza che egli ottenne fu un tipo a cui venne dato il nome di Rieti 745, caratterizzato da una pur minima maggiore produttività rispetto al Rieti originario, ma nessun progresso era stato fatto per quanto concerneva il punto critico dell’allettamento. Secondo Strampelli tale rigidità di risultati era facilmente spiegabile proprio con la specificità del frumento della valle reatina, da secoli utilizzato come preziosa semenza, e come tale protetto in un habitat chiuso dal contatto con altre varietà che avrebbero potuto generare delle ibridazioni spontanee in grado di produrre quelle che egli definiva “fortunate mutazioni”. Non a caso notava che “…se si sono trovate modificazioni (sia pur lievi) di caratteri nel Rieti originario, si sono trovate lontano dall’ambiente naturale a questa varietà”.10 Pianta del campo sperimentale della Torretta concesso a Strampelli dal principe Potenziani 41 Era quindi un percorso con scarse prospettive quello della selezione genealogica del Rieti originario, e Strampelli imboccò la strada dell’ibridazione che in verità già seguiva in modo parallelo, quasi che attestare la non praticabilità della tradizionale selezione fosse un atto dovuto per giustificare un suo totale impegno sul terreno sperimentale della manipolazione genetica. Anche l’acquisizione delle centinaia di varietà di frumenti da ogni parte del mondo servì certamente per studiarne l’acclimatazione, ma come egli stesso disse più tardi, “…per avere altresì a disposizione il materiale necessario ai progettati lavori di incrocio”.11 In altri termini egli era convinto che con la selezione genealogica era possibile accentuare i caratteri già esistenti in un determinato frumento, ma, per introdurre caratteristiche che questo non possedeva, il percorso genetico era l’unico percorribile. In realtà Strampelli sapeva benissimo che praticando la selezione in un ambiente diverso da quello reatino, si potevano ottenere risultati diversi, così come fece Francesco Todaro che lavorò sul Rieti originario nel bolognese, riuscendo ad ottenere linee pure di sicuro pregio tra le quali il Rieti 11 che trovò un significativo impiego in numerose parti d’Italia. Qualche sospetto che Strampelli non abbia voluto percorrere fino in fondo la strada della selezione, venne nel 1929 a Corrado Peroni il quale, pur riconoscendo l’indubbia validità del lavoro svolto sul Rieti originario, riferendosi alle varietà individuate dal Todaro ebbe a scrivere: ...non sappiamo persuaderci come tali forme non siano state pure notate ed isolate nell’agro reatino dallo Strampelli per quanto limitata fosse la possibilità di imbattersi in esse.12 In verità Strampelli sapeva che procedendo ad un lavoro di selezione in ambiente diverso, anche i risultati potevano essere diversi, e ciò non tanto e non solo per l’impiego del Rieti in altri ambienti, ma soprattutto per l’azione “…di ibridazioni spontanee”.13 Era l’idea di sperare di incontrarsi con la casualità di mutazioni genetiche che non affascinava affatto Strampelli, il 42 quale voleva essere egli stesso a generarle e controllarle, e su tale aspetto intrattenne, come vedremo, una forte polemica con Francesco Todaro. Per altro non è neanche ipotizzabile che i tipi isolati poi da Todaro nel bolognese sul Rieti originario non fossero stati notati da Strampelli. E’ più logico pensare, seguendo proprio il suo ragionamento, che questi non esistevano affatto nel Rieti originario della valle reatina, ma appartenevano solo a quello utilizzato nella valle padana in seguito a forme di ibridazione spontanea che il frumento reatino aveva subito in quell’area grazie al contatto con un ambiente diverso, e soprattutto a quello con altre specie frumentarie che non esistevano nel luogo di origine. D’altra parte la relativa frequenza dell’ibridazione casuale del frumento era già stata attestata fin dalla seconda metà dell’Ottocento dal Delpino nel parmense14 e non pochi erano i fautori della tesi che i tipi nuovi comparsi in una popolazione apparentemente uniforme, non erano dovuti a mutazioni, ma ad incroci spontanei. Quello delle ibridazioni spontanee non era affatto considerato un terreno scientifico percorribile, ma, al contrario, un vero e proprio problema in quanto, come sosteneva Ehle Nilsson, direttore della ben nota stazione sperimentale di Svalöf in Svezia, rappresentava un ostacolo al mantenimento e controllo delle razze pure.15 Qualcuno ci provò a realizzare degli ibridi artificialmente ma senza ottenere risultati di qualche significato, come Maud, Vilmorin, Pringle e Blount.16 Rimpau in Germania tentò anche un incrocio intergenerico tra grano e segale senza ottenere alcun risultato agrario, esperimento questo che riuscì invece pienamente a Strampelli nel 1902.17 Non c’era alcuna convinzione di poter ottenere risultati sul terreno dell’ibridazione, e i vari esperimenti realizzati, più per curiosità che per progetto scientifico, venivano lasciati cadere di volta in volta. Il primo a crederci davvero fu Strampelli, e iniziò un lavoro di esame microscopico delle sezioni dei culmi di vari frumenti da cui dedusse che la resistenza all’allettamento era dipendente dalla conformazione di questi. Il laboratorio chimico della Stazione sperimentale di granicoltura Laboratorio tecnologico della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti 44 Un culmo basso è più resistente di quello alto, e quello a diametro più grande lo è più di quello a diametro più piccolo: ma il culmo basso produce poca paglia, il culmo a diametro grande produce invece paglia scadente, poco utilizzabile per gli animali domestici;e se un colpo di vento fortemente impetuoso riesce a piegarlo, esso si spezza e non si raddrizza più.19 Quindi diventava fondamentale concentrarsi sulla struttura anatomica del culmo, soprattutto sulla sua impalcatura interna. L’obiettivo di Strampelli fu quindi quello di generare un culmo certamente forte, ma contestualmente dotato di una elasticità in grado “…non solo di piegarsi senza rompersi, sotto la pressione e l’impeto dei venti, ma anche di sapersi poi raddrizzare appena cessata la meteora”.20 Strampelli aveva notato che tale proprietà era posseduta da quelle piante il cui culmo era dotato di molteplici fasci librolegnosi, la cui sezione era allungata nel senso del raggio del culmo, i quali si presentavano disposti in più serie concentriche.21 Nel Rieti originario la presenza di fasci libro-legnosi era decisamente scarsa, a differenza ad esempio di altri frumenti come il Triticum Villosum, e secondo lui questo spiegava la scarsa resistenza all’allettamento del frumento reatino. Fu quindi sufficiente procedere all’incrocio genetico dei due frumenti per ottenere un risultato positivo che in ogni caso dava forza alle ipotesi dello scienziato. Ma quale era il sistema utilizzato da Strampelli nel suo lavoro? Per comprenderlo, almeno nei suoi tratti essenziali, dobbiamo far ricorso alle leggi mendeliane sull’ibridismo. In estrema sintesi, nelle cellule sessuali sia maschili che femminili non esiste un’unica forza ereditaria, ma tanti elementi indipendenti tra loro, i fattori ereditari o geni, ognuno dei quali è in grado di riprodurre uno specifico carattere morfologico o fisiologico. All’atto della fecondazione, i geni si sommano tra loro per poi tornare a disgiungersi nel momento della formazione delle cellule sessuali della generazione successiva. E’ ovviamente necessario limitare il nostro discorso al mondo delle piante che si presentano quindi non come organismi unitari, ma come aggregati di elementi. Due diverse razze possono avere in comune uno o più caratteri elementari, ma, in funzione della loro affinità, diffe- Strampelli con la sua compagna Carlotta durante una fase del suo lavoro. riranno tra loro con caratteri opposti, definiti appunto caratteri antagonistici o allelomorfi, l’uno dominante e l’altro remissivo, in funzione della forza di trasmettersi nel primo individuo riprodotto dall’incrocio. Nella prima riproduzione domina la cosiddetta legge mendeliana della dominanza in base alla quale l’individuo riprodotto possiede i carattere dominanti di entrambi i genitori. L’ibrido che si riproduce poi con fecondazione propria, genera una progenie di individui tre quarti dei quali possiedono i caratteri del progenitore dominante, e un quarto quelli remissivi dell’altro genitore. Un esempio servirà meglio a comprendere il concetto. Ipotizziamo di dover incrociare due tipi di frumenti differenti tra loro per la colorazione della spiga, nel primo bianca nell’altro rossa. 45 I chicchi ottenuti dall’incrocio, in base ad una metodologia che vedremo meglio in seguito seguendo il lavoro di Strampelli, vengono seminati, e il prodotto che otterremo è quello di prima generazione (F1) con le spighe uniformi di colorazione rossa, in quanto il rosso è elemento dominante sul bianco, ed è noto che in base alla legge sull’uniformità dei caratteri compariranno solo i caratteri dominanti. Le cariossidi ottenute vengono di nuovo seminate per produrre una seconda generazione (F2) nella quale si manifesta la legge della disgiunzione dei caratteri, cioè a dire otterremo in percentuali diverse spighe rosse e bianche. Normalmente si riteneva che la disgiunzione dei caratteri in F2 si manifestasse in modo casuale, ed è li che normalmente venivano abbandonate le sperimentazioni. Fu Strampelli a comprendere empiricamente, cosa che Mendel aveva già annotato tra le sue leggi, che tale processo di disgiunzione non era affatto casuale, ma ubbidiva a regole precise. In pratica in F2 si otterranno tre quarti di spighe rosse e un quarto bianche le cui cariossidi dovranno successivamente essere divise e coltivate separatamente. Siamo quindi alla terza generazione (F3) nella quale le cariossidi delle spighe rosse produrranno un quarto di spighe rosse che resteranno tali anche nelle generazioni successive, mentre due quarti di spighe saranno ibride, cioè a dire nelle generazioni successive produrranno una ulteriore disgiunzione di caratteri, e un’ultimo quarto saranno bianche, fisse anche esse. Strampelli aveva già seguito questo percorso fin dal 1900 quando incrociò il Rieti con il Noe, e in prima generazione (F1) aveva ottenuto esattamente ciò che egli aveva progettato, cioè l’unione dei caratteri del Rieti, sommati a quelli del Noe. Si era praticamente concretizzata la legge della uniformità in F1. Egli pensò di riseminare quanto ottenuto semplicemente per avere maggiore semenza da moltiplicare, ma nel nuovo raccolto la delusione fu enorme in quanto scomparse del tutto l’uniformità della varietà creata, e sul suo campo maturarono centinaia di forme diverse di spighe. Era la legge della disgiunzione dei caratteri in seconda generazione (F2). 46 Uno dei primi resoconti a stampa del lavoro svolto da Nazareno Strampelli a Rieti. Foto eseguita nel laboratorio di fotografia della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Anni ‘20 47 Le teorie scientifiche del tempo erano chiare, e si fondavano sulla convinzione della non fissità degli incroci che, nelle generazioni successive alla prima, altro non facevano che riproporsi con le caratteristiche dei genitori su cui si era basata l’ibridazione. Incroci se ne erano provati a fare proprio nello stesso periodo in cui operava Strampelli, a cominciare dal prof. Passerini, che nel 1900, presso l’istituto agrario di Scandicci aveva effettuato l’incrocio del Gentil rosso con il Noe,22 mentre altri tentativi vennero effettuati nel 1903 dal Soleri a Cuneo.23 Va ancora ricordato che le leggi che l’abate agostiniano Gregorio Mendel aveva scoperto nel 1865 a Brünn erano rimaste del tutto sconosciute, e che quindi egli altro non stava facendo che seguirne il percorso senza conoscerle.24 Egli aveva quindi iniziato con l’intuire la legge dell’indipendenza dei caratteri fin dal 1900 quando sdoppiò quelli positivi del Rieti, e quelli positivi del Noe, per accoppiarli e generare un nuovo tipo che li contenesse entrambi. Nella successiva sperimentazione si incontrò con la legge della disgiunzione dei caratteri in F2, e aveva proseguito con la selezione genealogica dei discendenti isolando, più o meno consapevolmente, gli individui omozigoti, cioè a dire vere le proprie cellule sessuali generate dalla fusione di elementi della stessa natura. Fu la chiave di svolta in quanto, proprio isolando e selezionando metodicamente gli individui partoriti da un incrocio, si riuscì alla fine a giungere alla fissazione di una precisa forma genetica, proprio come aveva intuito Mendel. Va detto che non è possibile accreditare unicamente a Strampelli la primogenitura di tale percorso scientifico in quanto proprio nello stesso periodo altri tre grandi scienziati stavano, per altro all’insaputa l’uno dell’altro, percorrendo la stessa strada, Correns a Tubigen, Tschermak a Vienna e De Vries ad Amsterdam. A comunicare a Strampelli l’esistenza di quella ben nota memoria di Gregorio Mendel rimasta pressoché ignota per circa 35 anni, fu il più autorevole patologo vegetale italiano, Giuseppe Cuboni nel 1905 nel corso di una sua visita alla Cattedra ambulante di Rieti. 48 Giuseppe Cuboni, direttore dell’Istituto di patologia Vegetale di Roma, fu sempre vicino al lavoro di Nazareno Strampelli Formule di concimazione che risalgono ai primi lavori di Strampelli a Rieti. 1904 Come scrisse più tardi Benedetto, figlio dello Strampelli, “…la conoscenza di queste fugarono completamente ogni dubbio nella mente dello Strampelli, e coordinarono e fusero in un tutto organico i bagliori di verità già dallo Strampelli intraveduti, per cui la conoscenza degli studi di Mendel furono per lo Strampelli la luce polare che gli permisero un più rapido orientamento verso la meta”.25 In effetti la memoria dell’abate Mendel, Verucher über Pflanzenhybriden pubblicata nel 1866 negli atti dell’accademia di Brünn era rimasta del tutto sconosciuta, e fino alle soglie del 1900 non trovò alcun seguace. Per altro la memoria pubblicata da Mendel riportava solo parzialmente l’esperienza che egli aveva fatto con i piselli, e altrettanto parziali erano le notizie pubblicate nel 1870 sul lavoro compiuto riguardo ai bastardi di Hieracium.26 Mendel non pubblicò mai la varietà delle sue scoperte, comunicandole solo a Karl Nägeli in un lungo carteggio che il Correns pubblicherà solo nel 1905.27 Ancora nel 1900, il grande botanico olandese De Vries pubblicò nei Comptes Rendus dell’Accademia delle scienze di Parigi, una breve nota, Sur la loi de disjonction des hybrides, dimostrando di ignorare totalmente le leggi mendeliane.28 Sempre nel 1900 Tschermak pubblicò Ueber Künstliche Kreuzung bei Pisum sativum29 e il Correns G. Mendel’s Regel über das Verhalten der Nachkommenschaft derRassenbastarde,30 riconoscendo di fatto le leggi mendeliane, e portandole a conoscenza della comunità scientifica dopo che essi stessi, e De Vries e Strampelli ne avevano seguito inconsapevolmente le orme. Gli effetti come è noto furono devastanti per la tradizione scientifica del tempo, che in un sol colpo vide rimettere in discussione le teorie lamarkiane, e soprattutto quelle evoluzionistiche di Darwin. Si era compreso che la selezione naturale poteva portare a modificare una specie, perfino ad estinguerla, ma non poteva generarla, così come fino ad allora si riteneva. Ma Strampelli, al pari di Tschermak, de Vries e Correns, aveva già ripercorso la strada di Gregorio Mendel arrivando proprio in quell’anno a realizzare il primo ibrido Noe x Rieti intuendo un percorso di ricerca che, come vedremo, egli seguì per oltre un quarantennio. 49 Giuseppe Cuboni fu colui che introdusse in Italia le leggi di Mendel, dandone notizia nel 1903 in un suo saggio che si concludeva con le possibili applicazioni in campo agrario: (le leggi di Mendel)… ci faranno sperare che non sia lontano il giorno in cui sarà possibile predire, con sicurezza matematica, i risultati di un dato incrocio e con questo mezzo nuove forme e nuove varietà saranno ottenute, rispondenti ai desideri e ai bisogni dei coltivatori.31 Cuboni scriveva questo articolo nell’agosto 1903 da Albano Laziale, e non sapeva ancora che a pochi chilometri c’era chi stava già lavorando proprio in questa stessa direzione. Se ne accorse due anni dopo, visitando la cattedra che Strampelli dirigeva a Rieti, e rimase entusiasta di quanto stava accadendo, tanto da scrivere un apposito articolo sul Bollettino della società degli agricoltori italiani.32 Egli ricordando quanto era accaduto nell’ultimo congresso degli agricoltori italiani, dove vi fu chi sostenne che la scienza nulla aveva più da offrire in campo agricolo, lamentava lo scarso impegno del governo nei confronti della ricerca scientifica in questo settore, soprattutto per quanto riguardava le stazioni agrarie che l’allora Ministro Rava aveva promesso di sostenere con nuovi e adeguati finanziamenti. In attesa che queste promesse diventino realtà - scriveva Cuboni - consoliamoci a constatare che non ostante la quasi indifferenza del pubblico e la grande scarsità di mezzi, qualche tentativo serio di applicazione dei metodi rigorosi e scientifici per la soluzione di alcuni problemi agrari si viene facendo anche da noi. Come un bell’esempio di siffatti tentativi meritano di essere citate le esperienze di granicoltura istituite dal prof. Nazareno Strampelli a Rieti.33 E proseguiva: Nei tentativi di ibridazione per formare nuove varietà, lo Strampelli era guidato dal concetto di combinare la varietà locale del frumento reatino, che, come tutti sanno, ha il pregio di una notevolissima resistenza alla ruggine, con altre varietà migliori del Rieti... Il bravo professore ha fatto la fecondazione artificiale di ben 2720 fiori e la fecondazione è riuscita sopra 1089. Gli ibridi ottenuti sono 53, nei quali il Rieti funziona 27 volte da maschio e 26 volte da femmina.34 50 Certo Strampelli era solo all’inizio del suo lavoro, e doveva ancora vedere i risultati dei suoi 53 ibridi, ma Cuboni che da allora resterà sempre vicino allo scienziato reatino, ne intuì subito le straordinarie potenzialità tanto da fargli concludere che quanto stava accadendo nella semplice cattedra ambulante “…faceva sperare che Rieti, mercè gli studi e le ricerche del bravo prof. Strampelli, sarà in grado di offrire all’Italia nuove varietà di un frumento adatto ai nostri climi e alle moderne esigenze colturali, e tale da non aver nulla da invidiare alle migliori qualità straniere”.35 Cuboni aveva intuito benissimo quale sarebbe stato il risultato del lavoro di Strampelli che non stava creando semplicemente varietà confrontabili con i tipi esteri di gran resa, ma stava percorrendo la strada che lo avrebbe condotto a creare in assoluto i migliori grani del mondo, come il Damiano Chiesa che stracciò ogni record mondiale di produzione unitaria con ben 82 q.li per ettaro.36 Nel 1908 lo fece invitare dalla Società degli agricoltori italiani a tenere una conferenza sui risultati raggiunti a Rieti, dopo quella che egli avrebbe tenuto riferendo sul suo recente viaggio nel prestigioso istituto sperimentale di Svalöf37, e, tramite lui, Strampelli ebbe i primi contatti con l’Accademia dei Lincei, e con l’Institut international d’agricolture. Per quanto concerne il suo metodo di lavoro, fu lo stesso Strampelli a descriverlo fin dal 1907 nel corso di una conferenza per il congresso agrario di Cologna veneta. “La tecnica dell’ibridazione anche nel frumento è molto facile e costituisce niente di più che un esercizio di pazienza; voglio però ugualmente esporre quella da me seguita, acciocché si possa giudicare del modo come ho operato. Per comodità di lavoro e più specialmente perché, potendone regolare la vegetazione, mi sia possibile praticare la fecondazione artificiale fra piante precoci e tardive, semino in vasi quelle varietà o specie che ho predestinate a fungere da piante femmine. A principio di primavera i vasi di varietà tardive vengono da me collocati nella parte più soleggiata e contro muro rivolto a sud, dell’orto adibito a laboratorio d’ibridazione mentre tengo le precoci nella parte più ombreggiata, e, se ciò non basta, le porto anche in un vano interno pianoterra molto fresco. Così facendo ottengo fioritura contemporanea o poco distanziata tra le piante destinate a funzionare da femmine e quelle da cui si deve prendere materiale per la impollinazione. Al momento opportuno, e cioè quando i fiori presentano le antere completamente verdi e gli stigmi sviluppati, ma ancora chiusi, procedo alla Quadro riassuntivo che riporta il numero delle diverse sperimentazioni che erano in atto nei diversi campi sperimentali alle soglie della battaglia del grano 51 Esempio di un albero genealogico di un discendente individuato tra i 204 individuati in F2 di uno stesso ibrido. Questo esempio venne fatto da Strampelli nel 1932 per spiegare il suo metodo di lavoro. 52 castrazione dei fiori stessi. Per alcune varietà tale momento si ha sei o sette giorni dopo che le spighe si sono liberate dal loro invoglio, per altre invece subito dopo la emissione della spiga e per altre, infine (specialmente per quelle tardive), è necessario operare anche qualche giorno prima, che le infiorescenze escano fuori dall’invoglio, per non trovarvi antere già mature. Scelgo nel vaso due, tre, ecc., delle migliori spighe fra le più avanzate o le più arretrate (a seconda dell’opportunità del caso) e tolgo tutte le altre strappandone o tagliandone i culmi. Sulle spighe prescelte faccio una toeletta, che consiste nel sopprimere i fiori troppo arretrati (qualcuno dell’apice e della base, e tutti i fiori mediani o più alti di ciascuna spighetta), lasciando solo quelli che mostrano contemporaneità od uguaglianza di sviluppo. Con apposite pinze, allargando glume e glumelle, apro successivamente tutti i fiori conservati e da ciascuno esporto le tre antere, avendo cura, massima di non toccare menomamente né ovario né stigmi. Proteggo le spighe castrate, da fortuite impollinazioni possibili per vento, insetti, ecc., introducendole, ciascuna in un tubo di carta pergamena saldata nella congiuntura longitudinale con collodion, perché non si apra per umidità od acqua. Chiudo ciascun tubo superiormente ed inferiormente con batuffoli di cotone cardato e li assicuro ciascuno ad una canna conficcata nella terra del vaso. La carta pergamena consente il passaggio della luce, il cotone rende possibile la circolazione dell’aria, ma l’una e l’altro impediscono che polline, non voluto, vada sulle spighe. Al disopra, poi di ciascuno dei tubi, ma abbastanza scosto da non ostacolare la circolazione dell’aria, applico, fissandolo alla stessa canna di sostegno, un cartoccio conico, pur esso di carta pergamena, con la base in basso, per impedire che la pioggia o la rugiada abbiano da bagnare il batuffolo superiore […] Ogni spiga ha un cartellino ove incomincio dal segnare la data di castrazione e poi successivamente quella di ibridazione e le annotazioni del caso, compreso il binomio dell’ibrido tentato. Quando gli organi femminili sono pronti per ricevere la impollinazione, e cioè è facile riconoscere dalle piumette dello stigma turgide ed allargate, allora, non prima e non dopo, procedo alla fecondazione artificiale […] Per procurarmi il polline, colgo nell’aiola della varietà predestinata a fungere da maschio, un certo numero di spighe portanti, nell’interno dei fiori, antere gialle mature o molto prossime alla loro maturazione; riunite in Mazzetti le scuoto accuratamente per far cadere polvere e quanto può aver aderito sulle glume, sulle ariste, ecc.; portatele in laboratorio, le colloco entro vasi, immergendo la parte tagliata dei culmi in acqua, e le espongo al sole. Mano, mano ritiro i mazzetti e da ciascun fiore di ciascuna spiga estraggo le antere più gialle e mature che lascio cadere sopra un foglio di carta pergamena. Le antere mature esposte all’aria deiscono e lasciano uscire polline dalle loro logge. Porto polline ed antere sopra un piccolo staccino a rete metallica con maglie di circa mezzo millimetro di diametro, ed agitole antere terminano di vuotarsi completamente e tutto il polline, passando a traverso le maglie della rete, viene a raccogliersi in un vetro da orologio posto sotto lo staccino stesso. Ne, i primi anni di questo lavoro trovai comodo avvolgere i mazzetti di spighe con cartocci conici di carta pergamena, per raccogliere in essi, durante l’esposizione al sole, il polline votato dalle antere uscite dalle glume, solevo anche, prima di accingermi ad estrarre le antere, di scuotere le spighe sul foglio di carta pergamena per raccogliervi tutto il polline di cui le spighe stesse erano imbrattate, ed anche questo polline usavo nella fecondazione artificiale. Ricerche ed osservazioni posteriori mi hanno convinto che con tale sistema è facile avere polline inquinato da qualche spora di carbone (già portata dal vento sulle glume, e, cedelle spighe raccolte) e che quindi con esso è possibile infettare gli ovari con ustilago carbo. Non rari stati i casi di ibridi che mi hanno date piante carbonchiose nella loro prima generazione non ostante l’accurata medicatura delle sementi e la loro semina in vaso con terreno preventivamente sterilizzato con calore. Ho quindi soppressa questa pratica, che, indubbiamente aveva il pregio della sollecitudine ed anzi, come ho detto più sopra, scuoto accuratamente le spighe prima di esporle al sole. Approntato il polline, senza indugiare, affinché il polline stesso a contatto dell’aria non trasudi e s’impasti, vado subito ad impollinare; liberata la spiga dal tubo di carta pergamena, apro con le pinze le glume di ciascun fiore; coli pennellino, preso il polline dal vetro da orologio, né spolvero le piumette di ciascuno stimma, e ad operazione compiuta torno a protegger la spiga racchiudendola, nuovamente entro il suo cartoccio. Prima di passare a preparare il polline di un’altra varietà, con lampada a spirito arrovento la rete dello staccino e lavo il pennellino ed il vetrino con alcool. Trascorsi un paio di giorni dalla impollinazione osservando i fiori è facile accorgersi, se l’attecchimento è riuscito o no. Infatti quando la fecondazione è riuscita lo stimma si avvizzisce subito e si va atrofizzando e, contemporaneamente, l’ovaio va ingrossandosi crescendo maggiormente nel senso della lunghezza; al contrario ove l’attecchimento è fallito lo stimma persiste e l’ovarlo si allarga senza però crescere in altezza. […] Passati alcuni giorni dalla costatazione dell’avvenuta fecondazione, e propriamente quando sono sicuro che i pochi ovari non fecondatisi hanno perduta ogni possibilità di att’ecchimento per una successiva fortuita impollinazione, tolgo la spiga dal tubo di carta di pergamena e la racchiudo invece entro un sacchetto di garza a maglie larghe circa un millimetro o poco più, ove la lascio sino a maturazione compiuta, per prevenire i furti di granella da parte di uccelli, formiche, ecc. Con il metodo esposto, nel 1904 ho ottenuto l’attecchimento di 1089 semi su 2720 fiori nel quali tentai la fecondazione artificiale, una riuscita del 40 per conto; nel 1905 su 3692 fiori ibridati né riuscirono 2379, il 64 per cento; nel 1906 su 4195 né attecchirono 3387, l’80 per cento. Nell’anno corrente il lavoro di fecondazione artificiale è stato da me alquanto rallentato ma, per compenso (e per scopi certamente non pratici), l’ho anche rivolto ad incroci fra diversi generi e specie di graminacee; togliendo questi ultimi casi e conteggiando le ibridazioni tra varietà e varietà di frumenti, i fiori attecchiti sono 369 contro 381 fecondazioni tentate, un attecchimento del 96.85 per cento.38 53 I prodotti del lavoro: i grani Strampelli Il primo momento di messa in pratica del lavoro che Nazareno Strampelli aveva svolto presso l’istituto di Campomoro si ebbe nel 1914, anno di uscita del Carlotta Strampelli. In realtà, come si deduce da una relazione inviata al Maic, egli era già in possesso di una copiosissima varietà di frumenti; gli incroci già realizzati erano 304. Da questi si erano ottenute decine di migliaia di tipi, 4706 dei quali erano stati fissati. Il frumento che veniva ora sperimentato e commercializzato, il Carlotta, altro non era che uno dei 1086 che lo scienziato reatino aveva ritenuti validi. La motivazione che portò Strampelli a mettere in circolazione solo uno dei suoi grani, va ricercata in varie direzioni, ma soprattutto nella difficoltà in cui operava nell’ambiente reatino, come si deduce da una sua lettera del 1914: Dopo ulteriore studio ed opportune prove colturali, necessarie a precisare il valore di ciascun tipo, attraverso i vari anni né vennero scartati 3690, mentre i rimanenti 1086 furono giudicati meritevoli di essere conservati. La maggior parte di questi 1086 tipi sono frumenti pregevolissimi, ma dovendo, per ragioni di opportunità locale moltiplicare nella classica pianura reatina, un solo grano, in sostituzione del vecchio Rieti si è creduto dare la preferenza al tipo 637 dell’ibrido Rieti x Massy (cui fu imposto il nome di Carlotta Strampelli) e di sospendere, conservandoli nelle collezioni, tutti gli altri. Il Carlotta Strampelli ebbe la preferenza per la sua grande adattabilità alle diverse condizioni di coltura e di ambiente; e tale adattabilità è stata confermata dai risultati conseguiti per 4 anni nelle numerose prove regionali fatte da agricoltori e istituzioni agrarie delle varie province d’Italia centrale e settentrionale.39 Tra i tanti frumenti che Strampelli aveva creato a Rieti, dopo diversi anni di prove colturali, scelse quindi di pubblicare quello ottenuto incrociando il Rieti con il Massy, da cui derivò il Carlotta Strampelli, un frumento particolarmente indicato per l’area centro-settentrionale, adatto ai climi freddi e alle ruggini, con notevole resistenza allettamento. Il Carlotta, insieme al Gregorio Mendel venne presentato alla mostra delle novità agrarie del 191440 e successivamente Strampelli presentò diverse relazioni al Maic sui risultati conseguiti nei diversi campi di prova italiani.41 54 Il Carlotta fu la chiave di accesso di Strampelli al panorama più accreditato della ricerca agronomica italiana, tanto che su tale frumento fu invitato a riferire anche all’Accademia dei Lincei,42 la quale, nel 1919 gli concesse il prestigioso premio Santoro di diecimila lire.43 Fu anche il banco di prova per l’ambiente agrario reatino che, almeno in parte, rispose alla sollecitazione di coltivare questo primo prodotto innovativo creato a Campomoro,44 così come risposero all’appello molti agricoltori italiani rassicurati dagli ottimi risultati che erano stati raggiunti in via sperimentale, tanto che già nel 1918, 100.000 ettari di superficie granaria italiana era coltivata con tale frumento.45 Anche l’Institut international d’agricolture, insieme a tutto il mondo agrario italiano, volle rendere omaggio a Strampelli. Lo fece per iniziativa del barone De Bildt, corrispondente della Svezia, paese che aveva fortemente investito sugli studi relativi all’ibridazione, e del francese Luis-Dop, i quali, nella seduta del comitato permanente dell’Institut international che si tenne il 29 febbraio 1919, proposero di inviare una nota ufficiale a Strampelli per il premio ricevuto dall’Accademia dei Lincei, e di invitarlo a redigere un saggio sul suo lavoro da pubblicare anche nelle edizioni francese e inglese della rivista dell’istituto.46 In calce alla lettera il presidente dell’Institut international d’agricolture, appose la seguente annotazione: Io so che Ella non ama scrivere articoli. Ho quindi pregato il prof. Cuboni di dettare questo articolo servendosi dell’opera del Dr. Orri che Ella conosce. Con questa triplice collaborazione spero che metteremo in luce la importante opera sua e la faremo conoscere al mondo. Era in effetti nota la reticenza di Strampelli a scrivere del suo lavoro, e pressoché inutili erano le continue richieste dei giornali specializzati, tanto che i più avvertiti neanche gli chiedevano più di redigere uno scritto, ma solo di essere autorizzati a riprendere passi già pubblicati, come il direttore della “Minerva Agraria” che gli chiese “…di riprendere pressoché integralmente” l’articolo sul Carlotta pubblicato negli atti dell’Accademia dei Lincei,47 e lo stesso fece il direttore della Stazione agraria di Modena per la redazione dell’enciclopedia agraria della Zanichelli.48 Scheda del frumento Carlotta preparata da Strampelli per la mostra delle novità agrarie che si tenne a Roma nel 1914. 55 Il frumento Carlotta che rese famoso Strampelli nel mondo degli agricoltori italiani e che gli fruttò il premio dell’Accademia dei Lincei. 56 L’introduzione colturale del Carlotta coincise con un triennio di stagioni particolarmente favorevoli, con estati fresche, fino al punto che i risultati di resa ottenuti meravigliarono perfino lo stesso Strampelli, soprattutto perché si raggiungevano anche in aree che egli non aveva ritenuto idonee alle specificità di quel frumento.49 Il Carlotta aveva fatto gridare al miracolo, ma in realtà negli anni successivi, con il ritorno di stagioni ad alte temperature estive, in quei territori reputati dallo stesso Strampelli inadatti, il Carlotta venne colpito dalla cosiddetta “stretta” e, contro di esso, si scagliarono le più aspre critiche, sia in relazione alle rese che furono decisamente basse, sia mettendo in discussione le qualità alimentari del prodotto ottenuto.50 Nel frattempo Strampelli aveva già pubblicato altri frumenti come il Dauno, l’Apulia e il Varrone, ma il parziale insuccesso del Carlotta lo spinse verso la ricerca dell’abbreviazione del ciclo vegetativo dei frumenti, proprio per aggirare l’ostacolo della siccità estiva che provocava danni soprattutto nell’ultima fase di maturazione. Sarebbe stato sufficiente creare un frumento che avesse avuto una maturazione più precoce di 15-20 giorni per aggirare il pericolo della stretta, ma anche per ottenere altri vantaggi, come la possibilità di liberare i fondi dal grano in anticipo, rendendo possibili diverse colture intercalari, così come la precocità del raccolto avrebbe consentito nelle zone malariche una minore permanenza dei contadini sui fondi proprio nel periodo di maggiore pericolosità. Nacque così l’Ardito un frumento che maturava circa tre settimane prima degli altri, ottenuto da Strampelli dalla reibridazione di una varietà giapponese l’Akagomuchi, caratterizzata da una altissima precocità ma di nessun valore colturale, con l’ibrido ottenuto incrociando il Rieti con il Wilhelmina, altamente produttivo, ma tardivo nella maturazione.51 L’Ardito fu un vero trionfo in quanto non solo, maturando prima, aggirava il pericolo della stretta, ma rese possibile trasformare diverse colture annuali in intercalari come il riso, il tabacco, il lino ecc. con un notevolissimo vantaggio economico per le aziende agrarie.52 L’articolo scritto dal grande patologo vegetale Giuseppe Cuboni nel 1905 sul lavoro che Nazareno Strampelli stava conducendo a Rieti. 57 Campo sperimentale di Rieti. Coltivazione del Carlotta Strampelli. 1924 La varietà di mais creata da Nazareno Strampelli e dedicata al principe Potenziani 58 All’Ardito fecero seguito nel 1923 altri grani teneri precoci come il Villa Glori, che si impose pressoché generalmente nel nord d’Italia,53 il Fausto, il Mentana,54 il Raismondo, l’Edda, nonché il frumento duro Aziziach 17-45, ed altri frumenti tardivi come il Virgilio.55 E’ di questa fase anche il Terminillo, del quale va detto che si tratta di un incrocio intergenerico in quanto ottenuto dall’ibridazione del frumento Rieti con la segale. Tale esperimento era già stato eseguito dal Vilmorin nel 1875 con scarsi risultati, e ripreso dallo Strampelli già nel 1904.56 A Rieti Strampelli realizzò oltre 800 incroci. Calcolando che ogni incrocio da vita a oltre 1000 diverse forme, egli osservò circa un milione di diverse tipologie frumentarie dalle quali scaturirono i suoi grani che negli anni ‘40 ricoprivano 3.134.000 ettari, cioè il 66,5%, della superficie granaria complessiva del paese, producendo un aumento produttivo di circa 20 milioni di quintali l’anno. Va in ultimo ricordato che il suo lavoro non si limitò al solo frumento, ma investì altre specie vegetali come il mais,57 del quale egli si occupò fin dai primi anni del Novecento generando numerose varietà caratterizzate da una altissima resa tra i quali il Luigia Strampelli, ottenuto dall’ibridazione del Quindici agosto con il Rosso piemontese, e l’Eureka (Maggengo reatino x Giallo precoce d’Ausonia). Nel corso della prima guerra mondiale si occupò anche della barbabietola da zucchero per incarico della Società Italiana per la produzione dello zucchero indigeno, anche se va tenuto conto che Strampelli aveva iniziato a lavorare in questa direzione fin dal 1907 pubblicando, per altro, una relazione sul bollettino ufficiale del Maic, e un’altra nei Rendiconti dell’Accademia del Lincei.58 Numerosi lavori furono poi eseguiti sul ricino a Rieti, S. Angelo Lodigiano e Badia Polesine,59 sull’orzo nei campo sperimentale di Leonessa,60 sull’avena e sulla segale, sulle patate anche queste sperimentate a Leonessa e Badia Polesine,61 così come sui pomodori, lenticchie e fagioli, studi che Strampelli abbandonò molto presto per dedicarsi pressoché unicamente alla sperimentazione cerealicola.62 Essere artisti o archeologi? La polemica scientifica tra Strampelli e Todaro Nazareno Strampelli, così come è inevitabile per ogni innovatore della scienza, incontrò nel suo cammino molte difficoltà nell’affermare le sue idee, e non pochi furono i suoi oppositori. Egli tuttavia non si lasciò mai coinvolgere in polemiche letterarie, e preferiva non rispondere alle accuse che gli venivano mosse, ritenendo di doverle smentire con i risultati delle sue sperimentazioni. Merita comunque di essere ricordata la polemica che egli ebbe con l’altro grande nome della granicoltura italiana del tempo, Francesco Todaro,63 soprattutto perché in essa c’è lo scontro tra due scuole, tra due diversi modi di intendere la granicoltura. Francesco Todaro impersonava la tradizione scientifica italiana con tutto un bagaglio di certezze largamente accreditato, Nazareno Strampelli la messa in discussione di quanto fino ad allora era stato fatto, e la proposta di un nuovo e rivoluzionario approccio scientifico. Nel 1918 Strampelli pubblicò nel “Bollettino degli agricoltori italiani” un articolo dal titolo Breve riassunto dei lavori della R. Stazione di granicoltura Sperimentale a Rieti, nel quale si soffermò sul metodo dell’ibridazione da lui adottato, esaltandone le potenzialità rispetto a quello della selezione. La data di questo articolo è importante. Siamo nel 1918, quindi a poca distanza di tempo dalla pubblicazione e dai successi del Carlotta Strampelli. Quel grano avrebbe reso famoso Strampelli, ma egli, in quel preciso momento, nascondeva un importante segreto scientifico. Dalle sue ricerche nell’istituto di Rieti non era nato solo il Carlotta, ma decine di altri grani di straordinaria importanza, individuati tra quei 1089 tipi scelti e fissati tra decine di migliaia di varianti osservate. Tali frumenti rimasero segreti, e quindi nel momento in cui Strampelli scriveva quell’articolo, c’era in lui tutta la consapevolezza che l’applicazione delle ricerche effettuate a Campomoro, avrebbe potuto rivoluzionare la granicoltura mondiale. Parlando del suo metodo di lavoro, egli si lasciò andare ad un entusiasmo che, ai suoi interlocutori che conoscevano solo il Carlotta, suonava perfino come presunzione. Nell’articolo Strampelli, senza mezzi termini, pose una demarcazione netta tra il suo approccio e quello del Todaro: Fra il semplice ricercatore o selezionatore genealogico e colui che esegue ibridazioni e ne segue i tipi che ne conseguono, scegliendone e fissandone quelli che corrispondono ai suoi fini, corre la differenza che passa tra colui che esegue scavi per rintracciare opere e l’artista che tali opere d’arte crea. E più oltre: Se si vuole abbellire una piazza, una corte, un giardino con una statua chi più facilmente riuscirà, colui che la statua va a ricercare con sapienti scavi ... o lo scultore, che provvedutosi del necessario blocco di marmo incomincia con colpi lenti, costanti del suo assiduo scalpello a modellarvi la statua rispondente al soggetto richiesto e nelle dimensioni e ragioni prospettiche dell’ambiente? Poi Strampelli tornò a ribadire un concetto che gli era caro, e che costituisce il punto di messa in discussione delle concezioni darwinistiche da parte dell’approccio mendeliano. Attraverso l’evoluzione della specie non si genera alcun tipo nuovo, ed anche quando questo avviene, la causa generatrice non è l’evoluzione, ma l’ibridazione casuale con altre specie. Quindi - prosegue Strampelli - “…non nego che con la sola selezione pedigree si possa avere la fortuna di incappare in ottime varietà; ma ciò è specialmente possibile quando le ricerche si eseguono su materiale impuro, o meglio dove sono state possibili ibridazioni spontanee”. A Francesco Todaro, il massimo esponente della scuola basata sulla selezione genealogica essere descritto come “semplice ricercatore che per fortuna incappa” a differenza dell’ibridatore che è “l’artista che crea”, non piacque affatto, e rispose con un articolo “Ibridatori e selezionatori“ su “L’Italia Agricola” difendendo la sua scuola basata sulla selezione genealogica. In primo luogo Todaro mise in evidenza come Strampelli con quell’articolo aveva provocato una netta contrapposizione tra i due approcci scientifici: … il prof. Strampelli ha voluto separare con un taglio ben netto, il campo di attività dell’ibridatore (L’artista che crea) da quello del selezionatore (il semplice ricercatore che per fortuna incappa). 59 Todaro aveva ragione, Strampelli con quell’articolo aveva stabilito un solco incolmabile non tra due modi diversi di procedere, ma tra due diversi modi di pensare. Il suo lavoro non era uno dei tanti possibili. Era un approccio “altro”, fondato su concetti e percorsi di pensiero assolutamente innovativi. Non quindi uno dei tanti metodi che di tanto in tanto venivano indicati come possibili dai ricercatori, ma un approccio completamente diverso che non poteva non contrapporsi al primo. E il fatto era tutt’altro che indolore, perché non solo si trattava di ridefinire il quadro scientifico sulla materia, con la consacrazione dell’esistenza di due diverse scuole di pensiero, ma anche di proporsi nei confronti delle scelte governative in termini di finanziamenti, di impianti, insomma di credibilità. Francesco Todaro questo lo aveva compreso perfettamente, e il suo primo tentativo fu quello di ricomporre il lavoro di Strampelli all’interno di un quadro più generale nel quale egli era considerato il leader indiscusso. La realtà dei fatti, secondo Todaro, “…non sopporta alcuna imposizione di teorie e vedute per quanto autorevoli”, e considerava questa una questione assolutamente fondamentale, quasi ad esorcizzare l’ipotesi di un percorso di pensiero alternativo al suo. …non esito ad affermare che in confronto del semplice e povero selezionatore, colui che esegue ibridazioni altro non fa - di diverso e di più - che la impollinazione artificiale, con processi a tutti ben noti: delicati ma non estremamente difficili. Selezionare vuol dire scegliere. E l’ibridatore - al pari del selezionatore - non fa che scegliere: scegliere dapprima fra le razze esistenti, quelle che egli ritiene di poter utilmente ravvicinare o fondere per la costruzione dell’ibrido stesso, e non si arresta che quando è convinto di aver trovato il tipo o i tipi rispondenti ai suoi fini. Secondo Todaro, nulla di diverso da quello che fa il selezionatore che “…prepara il materiale della prima scelta, e procura di utilizzare nel miglior modo quello da lungo tempo preparato e messo al mondo dal buon vecchio Dio”. 60 Francesco Todaro, docente all’università di Bologna , era il più autorevole esponente della scuola basata sulla selezione genealogica delle piante che Strampelli mise in crisi con il suo metodo dell’ibridismo. Poi si chiedeva: E’ tanto vasta e grave la suaccennata lacuna […] da giustificare la sentenziosa contrapposizione del prof. Strampelli? Il quale mentre vede sapere e arte e magari poteri creativi nell’ibridatore che pur manca di ogni mezzo di controllo e di ogni sicura previsione sulla discendenza dell’ibrido - crede di poter abbassare il selezionatore al modesto livello di scavi …archeologici. Todaro ribadiva la superiorità della selezione genealogica la quale secondo lui, restava l’unico metodo “sussidiata o meno dall’incrocio artificiale”, per poter garantire la soluzione ai problemi agrari italiani. Todaro aveva ben intuito che quel lavoro che Strampelli stava svolgendo a Rieti avrebbe finito per minare, o quantomeno ridurre la sua autorevolezza. Non lo preoccupavano molto i confronti tra i suoi grani e quelli di Strampelli che si andavano diffondendo in Italia,64 quanto l’esistenza di un percorso diverso dal suo, le cui potenzialità che allora appena si intravedevano, rischiavano di marginalizzare il suo approccio metodologico. Strampelli non proseguì nella polemica, e gli anni successivi furono quelli dell’uscita degli altri suoi frumenti che andarono progressivamente a sostituire quelli tradizionali, e a prevalere pressoché ovunque, sulle razze presentate da Francesco Todaro. Strampelli aveva grande stima di Francesco Todaro, e quella polemica fu solo un atto dovuto per imporre il suo pensiero, e al suo antagonista bolognese egli riservò sempre grande rispetto. Lo dimostra una lettera che egli inviò a Gino Morassutti, altro agronomo del tempo, tra i molti che volevano mettere a confronto i suoi grani con quelli selezionati a Bologna. Appunti scientifici di Nazareno Strampelli ...il prof. Mariani mi fece noto che il prof. Todaro è dispiaciuto con me perché tu gli avresti detto che io ti ho proibito (anche con un guai!!!...) di coltivare i frumenti selezionati del Prof. Todaro stesso in confronto coi miei. Io ho subito smentito la cosa perché non solo con te ma con nessuno ho fatto cenno ad una simile esclusione. […] So che entrambi lavoriamo nell’interesse della granicoltura del nostro Paese e non per la nostra personale ambizione. Io poi anche attaccato ingiustamente non rispondo mai, essendo convinto che le polemiche non giovano a chi le fa e tantomeno servono a far progredire la nostra agricoltura.65 61 La polemica la riprese invece Todaro nel 1925 in piena battaglia del grano, ma questa volta non era tanto indirizzata verso la metodologia scientifica di Nazareno Strampelli, quanto con la “moda” dei suoi grani, e con chi, soprattutto la stampa specializzata, la seguivano. Edito dall’Istituto di cerealicoltura di Bologna che lui dirigeva, pubblicò un opuscolo “Grani in luce e grani in ombra” nel quale così esordiva:66 Scorrendo al stampa agraria - periodici e fogli volanti - di queste ultime settimane, si può giustamente valutare la formidabile pressione di cui è capace quel quid indefinibile che chiamasi la moda. La quale investe tutte le nostre cose - la nostra stessa persona - e non soltanto (come erroneamente credono le donnette del villaggio) i cappelli, le chiome e il vestiario delle signore eleganti. Essa avvolge e travolge: tutto e tutti. Poi, riferendosi in tutta evidenza a Nazareno Strampelli, e al suo successo che stava dilagando: …ci sono in ogni tempo uomini e cose di moda, che hanno tutto il favore della cronaca; per la quale più non esiste ciò che è già di moda. E può scorgersi, a ben guardare, che anche il cronista, nel diuturno suo divenire, obbedisce a quella pressione universale, se anche possa illudersi di essere - egli - il creatore della moda. Todaro questa volta se la prendeva soprattutto con il frumento Ardito che stava incontrando larghissimi favori nel mondo agricolo italiano, sopperendo agli inconvenienti che aveva presentato il Carlotta qualche anno prima. Nei periodici agrari la moda oggi comanda - ed il cronista scrive - che il frumento Ardito debba stare in piena luce, bene in vista davanti agli agricoltori italiani; tutti gli altri - giù di moda restare nella provvida penombra, che sa pietosamente nascondere la mediocrità e la miseria. Certo, ormai Todaro non poteva più disconoscere la validità di Nazareno Strampelli e della sua scuola, e l’unica cosa che intendeva sostenere, probabilmente anche a ragione, era la validità anche dei suoi grani, e che l’enfasi con cui venne accolto l’Ardito era forse eccessiva. 62 In effetti l’Ardito, frumento precoce che aggirava i pericoli della stretta e consentiva altre colture nello stesso fondo e nello stesso anno, venne accolto come qualcosa di miracoloso, e Todaro che non potette fare a meno di riconoscere che si trattava di un prodotto validissimo, ma tese a ricondurne le caratteristiche alle sue reali potenzialità, tutto sommato quelle stesse che aveva indicato Strampelli. 67 “Perché mettere in ombra tutti gli altri grani?”, si chiedeva polemicamente Todaro, e la risposta era sempre la stessa, “la moda“, non comprendendo che in realtà il governo aveva di fatto compiuto la sua scelta nei confronti dei grani Strampelli, gli unici su cui si poteva scommettere per condurre la battaglia del grano. E che Mussolini avesse compiuta una precisa scelta in questa direzione lo conferma il fatto che quando nominò il Comitato permanente del grano, un superorganismo che egli stesso presiedeva, con l’incarico di elaborare tutti i provvedimenti legislativi a sostegno della battaglia del grano, chiamò a farne parte Strampelli, e relegò Todaro a presiedere la commissione provinciale di Bologna. D’altra parte non era pensabile mettere in gioco la credibilità del regime lanciando la battaglia del grano, e pensare di condurla dopo aver messo in moto una massiccia macchina propagandistica, con le sementi tradizionali delle quali erano ampiamente note le rese e le potenzialità. Se non si voleva aumentare la superficie granaria, non sarebbe certamente stato un aumento di impiego dei fertilizzanti, né una più razionale organizzazione colturale, né tantomeno i vari provvedimenti legislativi a garantire il successo di quella che fu una delle più clamorose applicazioni della politica autarchica del regime. C’era bisogno di qualcosa in più, e questo erano le sementi create da Nazareno Strampelli a Rieti tenute rigorosamente segrete, e che ora potevano essere messe in campo con tutti i rischi del caso, ma anche con la possibilità che quello che da anni Strampelli sosteneva nelle relazioni che periodicamente presentava al governo, ufficialmente o in forma riservata, fosse tutto vero, e su ciò scommettere. Una scommessa che, indipendentemente dalle valutazioni di ordine politico, e dalla rilevanza e conseguenza all’interno del quadro economico più generale, sul piano dell’aumento della produzione cerealicola fu certamente vinta. Francesco Todaro, molti anni dopo, nel 1940, in un altro articolo emblematicamente intitolato “Rettifiche di rotta“ non potette far altro che riconoscere i meriti di Strampelli scrivendo tra l’altro:68 Ancora una volta desidero esplicitamente riconoscere che di essi (grani precoci Strampelli) la nostra granicoltura ha potuto e potrà larghissimamente avvantaggiare; e che alte benemerenze sono pertanto legittimamente dovute al camerata Strampelli, che per primo li ha introdotti presso di noi. Ma riprendiamo quella prima risposta di Todaro a Strampelli del 1918, in modo particolare un passaggio specifico che ci consente di evidenziare una ulteriore differenziazione tra Todaro e Strampelli: “Noi - riferendosi sia a lui che a Strampelli - lavoriamo non per alte spirituali finalità dell’arte, ma per assicurare alle imprese di produzione agrarie il vile, volgarissimo, e pur tanto necessario profitto”. Nella prospettiva finale del Todaro, e lo diceva senza mezzi termini, c’era l’industria agraria, e il suo lavoro sembra essere posto al servizio di quell’agricoltura capitalistica che sempre di più si poneva in modo egemone nel panorama economico del Paese. Non che Strampelli lavorasse in contrapposizione a tale prospettiva, ma il suo lavoro sembra più collocato in una dimensione politica generale indirizzata ad affrontare un problema indipendentemente da chi ne avesse reso possibile la realizzazione, e da chi ne avrebbe beneficiato. Strampelli iniziò il suo lavoro scientifico durante il periodo giolittiano, attraversandolo trasversalmente in ogni sua sfumatura, crebbe durante il governo Calandra, e mise in pratica i risultati della sua ricerca durante il fascismo, indipendentemente se essi fossero andati a beneficio dei grandi agrari o delle masse contadine. Era uno scienziato per così dire “puro”, e Todaro aveva torto anche quando ironizzava sulle citazioni artistiche di Strampelli, perché in fondo la creatività era una delle molle principali che accompagnarono il suo lavoro, insieme ad una sorta di ossessione epistemologica rispetto alla sua attività di ricerca, e morale, rispetto agli obiettivi. Egli si sente investito di una missione; quella di rendere un grande servizio all’Italia. Lo ripete costantemente in ogni occasione, e non è un atteggiamento retorico d’immagine, in quanto questa convinzione la si ritrova espressa anche nella documentazione più intima e privata, e di essa era pienamente consapevole la sua compagna Carlotta. Così, ad esempio, quando la moglie lo prega di recarsi presso il policlinico di Roma per curarsi di alcuni malanni si esprime nei seguenti termini: Se ti piacesse andare al Policlinico, ove non occorre prendere appuntamento, ed ove troveresti tutti i dottori necessari potresti andare con Frances, che li conosce; altrimenti va da chi credi, basta mi contenti e mi fai questo piacere. Ora non puoi dirmi che costa troppo, perché hai per curarti, ed è obbligo, dovere e necessario che curi e mantieni la tua salute più a lungo, e meglio che puoi. Se non lo fai sei un egoista, mentre il farlo, è per bene degli altri, e mi sembra che ciò che sempre hai desiderato di fare.69 Nel 1932 rispondendo a coloro che gli rimproveravano di pubblicare troppo poco del suo lavoro egli scrisse: Se avessi voluto pubblicare tutto ciò che di interessante, anche dal solo punto di vista teoretico, mi si è presentato nel corso dei miei lavori e delle mie esperienze, su tutti gli argomenti e problemi di cui mi sono occupato, avrei certo accumulato una letteratura copiosissima, ed oso dire anche interessante, giacché avrei tra l’altro documentato nella stampa la priorità di osservazioni che sono invece rimaste nei miei registri di lavoro.[...]L’uomo che allarga ogni giorno il suo dominio su tutto ciò che lo circonda non è padrone del tempo, il grande galantuomo che tutto mette a posto. E il tempo è a me mancato di fare tante cose che pure avrei desiderato veder compiute.[...] Le mie pubblicazioni, quelle a cui tengo veramente, sono i miei grani: non conta se essi non portano il mio nome; ma ad essi è e resta affidata la modesta opera mia, svolta nell’interesse della granicoltura del mio Paese.70 Ma ancor più questa tendenza si deduce nel momento della nascita dell’Istituto nazionale di genetica totalmente pensato da Strampelli senza che ne abbia mai rivendicato la primogenitura. Nel progettarlo, e lo scrisse senza mezzi termini, non pretendeva neanche corrispettivi economici “…perché a me basta mi sia data la possibilità di raggiungere l’immensa soddisfazione di rendere un grande servizio al mio Paese”. 63 In realtà Strampelli era ben cosciente di avere in mano gli elementi per compiere qualcosa di davvero significativo nel panorama scientifico mondiale, ed in fondo riuscì ad essere anche un buon organizzatore di se stesso, riuscendo nel compito, tutt’altro che facile, di far transitare i suoi progetti sempre per le strade che ne consentissero la realizzazione, indipendentemente dai governi a cui aveva dovuto far riferimento nel corso della sua esperienza scientifica. Non c’è dubbio che il ruralismo fascista, ed in particolare la battaglia del grano, rappresentarono una vera e propria fortuna per Strampelli che si trovò a poter offrire il prodotto giusto al momento giusto. Fu proprio in questo contesto che egli fece uscire i suoi frumenti dai contenitori di laboratorio, ed ebbe la possibilità di verificarne l’applicazione economica su tutto il territorio nazionale. Va infatti specificato che, fino ad allora, l’opera di Strampelli, così come quella degli altri ricercatori, si svolgeva su un piano di mera sperimentazione. Basti pensare che, fatta eccezione per il periodo in cui venne presentato il frumento Carlotta nel 1914, che ebbe un discreto indice di applicazione, ancora nel 1927, quindi all’inizio della battaglia del grano, l’unico frumento Strampelli coltivato con una certa consistenza in Italia era l’Ardito, utilizzato su una superficie complessiva di circa 170 mila ettari. Cioè a dire poco più del 3% della superficie granaria italiana. Nello stesso anno il Rieti originario era ancora coltivato su 271 mila ettari, cioè a dire oltre il 5% della superficie, e i frumenti derivati dalla selezione genealogica di Francesco Todaro occupavano una fetta molto più consistente. Una situazione che appena cinque anni dopo si era incredibilmente capovolta. Come vedremo in modo più specifico in seguito, i grani Strampelli nel 1932 ricoprivano oltre il 30 % della superficie granaria nazionale, e nel 1940 la percentuale aveva superato il 50% con regioni come il Piemonte, la Lombardia, la Venezia Giulia dove la percentuale saliva al 70-80 e anche oltre il 90%. Una vera e propria rivoluzione che non solo è unica in campo agrario a livello mondiale, ma che per tempi reali di concretizzazione, trova ben pochi altri esempi sul piano delle applicazioni scientifiche. 64 NOTE Riguardo ai suoi studi sull’Ustilago Garbo, Strampelli pubblicherà più tardi: Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta all’Ustilago Carbo, in “Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, matematiche e naturali”, v. XV (1906), s. 5^, f. 3°, mentre sull’utilizzo del manganese, cfr. N. STRAMPELLI, Azione dei diversi composti di manganese ed in particolare del minerale manganesifero del Monte Argentario, usati nella concimazione delle piante, in Atti del VI congresso internazionale di Chimica applicata, Roma 1907. 2 ASSGRi, APS, b. 16, f. 5, Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti con o senza stallatico, 1904; Ibid., b. 17, f. 8, Registro delle prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti, 1905-1906; Ibid., b. 10, f. 13 “Studio dei frumenti siciliani e reatini”. Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R.scuola pratica di agricoltura di Caltagirone, s.d. 1905. Sull’attività di ricerca di questa prima fase si vedano anche ASSGRi, APS, b. 16, f. 9, Appunti di N. Strampelli sull’azione olodinamica del frumento”, s.d. (1904?); Ibid., b. 18, f. 14, “Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con particolare riguardo ai terreni” Relazione mss. s.d. e s. f. (probabilmente di N. Strampelli) s.d.; Ibid., b. 11, f. 1, “Relazione di N. Strampelli sulla situazione finanziaria della Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”, s.d. (1907 ?); Ibid., f. 5, Relazione di N. Strampelli al Ministro di agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui risultati ottenuti, marzo 1910; b. 18, f. 9, Documenti vari relativi al viaggio di studio effettuato da N. Strampelli nel 1911 in Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Scozia, Norvegia, 1911; Ibid., f. 11, dattiloscritto firmato da N. Strampelli intestato: “Le piante emettono dalle loro radici sostanze (tossine) che accumulate nel terreno riescono dannose alle colture immediatamente successive di piante della stessa specie o di specie affini “Allegata una fotografia s.d. (1912?); b. 18, f. 15, Appunti per una relazione di N. Strampelli circa l’attività scientifica della Stazione di granicoltura di Rieti. S.d. (1914?); b. 19, f. 1, Registro in cui sono riportate 254 ibridazioni con l’indicazione del “numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabili raggruppamenti di caratteri antagonistici dei genitori”, il “Numero dei tipi studiati e coltivati”, e il “Numero dei tipi studiati, coltivati e poi scartati”, e il “Numero dei tipi restanti allo studio e alla prova nell’anno corrente”. s.d. (1914?); b. 19, f. 3, Appunti di N. Strampelli (non firmati) relativi al suo lavoro scientifico. s.d. (1915?) ; Ibid., f. 16, 1 Appunti di N. Strampelli relativi all’attività della Stazione sperimentale di Rieti. s.d. (1920?); Ibid., f. 16, Relazione di N. Strampelli mss relativa ai risultati ottenuti nell’annata agraria 1920-21; Ibid., f. 15, “Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana” s. d. 1921 (?); b. 20 f. 4, Relazione di N. Strampelli in francese sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti, 1925. 3 ASSGRi, APS, b. 4, f. 1, Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Registro delle valutazioni dei fondi agricoli, s.d. (1906); Ibid., f. 3; Concorso “La spiga d’oro” Domande di iscrizione dei coltivatori, 1904 -1912; Ibid., f. 10, Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Corrispondenza, regolamento ecc. 4 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministro di agricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905). 5 ASSGRi, APS, b. 5, f. 12, “Avviso di concorso a premi per la selezione del grano da seme”, s.d.. 6 Ivi, b. 5 f. 12, Verbale della commissione giudicatrice del concorso 3 luglio 1909. 7 ASSGRi, b. 4, 1 novembre 1903 - fattura dell’Ufficio tecnico romano per l’acquisto di 4 qualità di frumento, 4 novembre 1903; Id, fattura della ditta Vilmorin Andrieux di Parigi per l’acquisto di 58 varietà diverse di grano da 1 Kg. ciascuna; Ivi, Registro dei primi esperimenti di selezione fatti a Rieti Grani esteri e italiani (1904); Ivi, Appunti scientifici di Nazareno Strampelli relativi ai suoi primi esperimenti genetici realizzati a Rieti, s.d. [primo decennio del ‘900]; Ivi, Appunti di Nazareno Strampelli relativi alle prime sperimentazioni effettuate a Rieti nel 1904-1905; Ivi, Pianta delle sperimentazioni realizzate da Strampelli presso il campo di Setteponti, 1905. 8 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed alla selezione del frumento,in Atti del VI congresso Internazionale di Chimica Applicata, Roma 1907. 9 N. STRAMPELLI, I miei lavori:origini e sviluppi. I grani della vittoria, in Istituto Nazionale per la Cerealicoltura, Origini, sviluppi e risultati, Roma 1932, p. 50. 10 ASSGR, Pianta dell’utilizzo del campo sperimentale della Torretta a Rieti reparti 9, 10 e 11, scala 1:700, 1906-1907; ID., scala 1:300. 11 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 53 12 C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, cit. 1929, p. 18. 13 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 50. 14 F. DELPINO, Sulla dicogamia vegetale e specialmente su quella dei cereali, Parma 1871. H. EHLE NILSSON, Krenzungunersuchungen on Hafer und Weizen, Lunds Univ. Areskrft. N.F Af, 11-5 n. 2, 1909. 16 Sui problemi della genetica agraria del tempo cfr. M. BONVICINI, Miglioramento genetico delle piante agrarie, Torino 1942; J. XUXLEY, La genetique sovietique et la science mondiale, Paris 1950; A.N. STUTEVANT, Problemes genetiques, Paris 1936; M. MAYLIN, Manuel pratique e tecnique de l’ybridation des cereales, Paris 1926; J.M. HARRACA, De l’amelioration sistematique des varietes dans le vegetaux, Paris 1900. 17 E. BASSI, Il grano, Roma 1935, p. 215. 18 G. LO PRIORE, Genetica sperimentale, Milano 1920. 19 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 51. 20 Ibid., p. 52. 21 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed alla selezione del frumento in Atti del VI congresso Internazionale di Chimica Applicata, Roma 1907; ID., Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendiconti dell’Accademia dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s. 5^,v. 2°; ID., Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a mezzo dell’ibridazione, Roma 1907; ID., Studi e ricerche di selezione e di ibridazione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in “Bollettino della Società Agraria Italiana”, XIII (1908), n. 7; ID., Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”, XIII (1908), n. 9/10. 22 Istituto Agrario di Scandicci, Il frumento “Gentile rosso” selezionato e gli ibridi Gentile rosso x Noe ottenuti dal prof. Passerini, Scandicci 1913. 23 E. SOLERI, Relazione sulla selezione dei grani, Cuneo 1903. 24 Cfr. C. CORRENS, Sulle leggi della ereditarietà, Torino 1906; A. KÜAN, La teoria dell’ereditarietà, Torino 1945; S. ARCIDIACONO, Gregorio Mendel e l’evoluzione biologica, in “Memorie e rendiconti. Accademia di scienze, lettere e belle arti degli zelanti e dei dafnici”. 3. ser., vol. 4 (1984), p. 529-543; G. MENDEL, Le leggi dell’ereditarietà; con un saggio di Vitezslav Orel, Milano Rizzoli, 1984; Tit. orig.: Versuche über Pflanzen-Hybriden; G. WILMA, The Mendel enigma, the farmer’s son: the key to Mendel’s motivation, in “Archives internationales d’histoire des sciences”. - Vol. 32, n. 109, (1982), p. 177-183; R. OLBY, Historiographical problems in the history of genetics, in “Rivista di storia della scienza”, I (1984), n. 1, pp. 25-38; P. ENRIQUES, Le leggi di Mendel e i cromosomi Bologna 1932; R.H. BIFFEN, Mendels larvs of inheritance and mheat breeding, in “Journ. Agr. Sc.”, n. 1, 1905. 15 65 B. STRAMPELLI, Nazareno Strampelli come pioniere e scienziato nel campo genetico, Roma 1944, p. 10. 26 G. MENDEL, Uber einige aus K ünstlicher Befruchtung gewonnene Hieracium-batarde, in “Verhandl. d. naturf.”, Vereines in Brünn 1870. Per alcuni esperimenti precedenti cfr. L. BLARINGHEN, La nocion d’espece et la disjonction des hibrides, d’apres Charles Naudin 1852-1875, Paris s.d. 27 C. CORRENS, Gregor Mendels Briefe an Karl Nägeli 1866-1873. Ein Nachtrag zu den veröffentlichten Batardierungsversuchern Mendels, in “Abh. D. math-phys. Klasse d. K. Säches. Gesellscaft der Wissenachaft z. Leipz”, XXIX (1905), n. III. 28 H. DE VRIES, Sur la loi de disjonction des hybrides, in “Compt. Rend. Del L’Acad. D. sc. De paris”, Paris 1900; ID., Espèces et variétés leur naissance par mutation. Paris 1909. Trad. It. Specie e varietà e loro origine per mutazione. 2 voll., Milano s.d. 29 E. TSCHERMAK, Ueber Künstliche Kreuzung bei Pisum sativum, in “Zeitschr. F. d. landw. Versuchesweusen in osterreich”, 1900, f. 5. 30 C. CORRENS, G. Mendel’s Regel über das Verhalten der Nachkommenschaft der Rassenbastarde, in “Berichte d. Deutsche Botan. Gesellsch” XVIII (1900), fasc. 4. Del Correns si veda anche la sua conferenza tenuta nel 1905 ai Naturalisti e medici tedeschi e tradotta in italiano l’anno successivo: C. CORRENS, Sulle leggi della eredità, Torino 1906. 31 G. CUBONI, Le leggi dell’ibridismo secondo i recenti studi, in “Bollettino della società degli agricoltori italiani”, Roma 1903 (estr.), p. 14. 32 G. CUBONI, Le esperienze di granicoltura a Rieti, in “ Bollettino della società degli agricoltori italiani”, X (1905) n. 2. 33 Ibid., p. 5. 34 Ibid., p. 6. 35 Ibid., p. 8. 36 E. BASSI, Il grano…, cit. p. 111. 37 ASSGRi, APS, b. 19 (n. p.), f. 7, Lettere della Società degli agricoltori italiani a N. Strampelli, 1908. 38 N. STRAMPELLI, Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a mezzo dell’ibridazione, Roma 1907, e ancora in, Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”, XIII (1908), n. 9/10. 39 ASSGRi, b. 18, f. 5, Relazione di Nazareno Strampelli sull’attività scientifica svolta presso la Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti s.d. [1914]. 25 66 N. STRAMPELLI, La Regia stazione sperimentale di granicoltura di Rieti alla mostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914. 41 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento “Carlotta Strampelli” conseguiti nei campi regionali di prova, in “Annali del Maic”, v. 1915 Idem., v. 1916; Idem., v. 1917; ID., Risultati ottenuti col frumento “Carlotta Strampelli” nei campi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916, Rieti, Trinchi 1916, Sui risultati dei campi di prova si veda ASSGR, b. 1 (anno 1916), f. 1, cat. V-B, - Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli 31/8/1916, - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” di Voghera 26/8/1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli 28/8/1916 - Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura della provincia di Ancona in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10 agosto 1916, (all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate); Relaz. della Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Torino 31/7/1916, Relaz. della Scuola pratica di viticoltura e enologia in Avellino 4/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola. 18/7/1916 - Relaz. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena 24/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova 21/7/1916 - Relaz. della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino 28 luglio 1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo 29/7/1916 - Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi di Siena 19 luglio 1916 - Relaz. della scuola pratica di agricoltura di Imola 18 luglio 1916 - Relaz. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ferrara 17/5/1916 - Sui risultati del Carlotta Strampelli e sulla gestione da parte della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti, cfr. ASSGRi, b. 19 (n. p.), f. 31, Ricevute di pagamento e carte contabili varie relative alla moltiplicazione del frumento Carlotta nella piana reatina, 1917; Ivi., b. 22 (n. p.), f. 3, Registro dei risultati del Carlotta Strampelli nelle diverse regioni d’Italia, s.d. (1918); Ivi., Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano da seme relativo alle vendite del Carlotta Strampelli, 1917; Ivi., Registro delle fatture relative alle vendite del Carlotta da parte della Stazione sperimentale Esercizio 1916-17; Ivi., Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli 1916; Ivi., f. 7 Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli 1917; Ivi., f. 8 “Registro delle richieste del nuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi. Richieste del nuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi., f. 10 Registro delle prenotazioni del Carlotta Strampelli 1919; Ivi., f. 11 Notizie e risultati sul frumento Carlotta Strampelli 1917-1918. Ivi., b. 26, f. 1, Corrispondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazione del frumento Carlotta Strampelli 1917 -1919; Ivi., f. 2, Corrispondenza in 40 arrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1915 -1916. Contiene anche la relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati del Carlotta del 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto; Ivi., f. 3, Registro dei coltivatori del Carlotta (?), s.d. 1914; ID., b. 26, f. 1, Corrispondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazione del frumento Carlotta Strampelli, 1917-1919; f. 2, Corrispondenza in arrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1914-1916, Contiene la relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati del Carlotta del 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto 1915; f. 3, Registro dei coltivatori del Carlotta (?) s.d. 1914. A. GIODA, Il frumento Carlotta Strampelli, in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 5, pp. 94-96; G. CONSOLANI; Successi del Carlota Strampelli nell’alto Polesine; in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 3, pp. 511-52; A. TIZZI; Carlotta Strampelli e Gentil Rosso x Noe n. 46. Risultati di una coltivazione, in “Agricoltura senese”, LV (1918), n. 10, pp. 112-113; G. GREZZI, Risultati del frumento Carlotta Strampelli; in “Rivista agraria polesana” XVII (1918), n. 19, p. 231; V. DE CAROLIS, Il C. Strampelli e le prossime semine; in “La sentinella agricola” XXII (1918), n. 10, pp. 225227; ID., Il frumento Strampelli nel cremonese; in “La sentinella agricola” XXII (1918), n. 18, pp. 217-220; (f. f.); Risultati del Carlotta Strampelli al secondo anno di prova; in “L’Umbria verde”, VII (1918), n. 9-11, pp. 51-52; D. ORZI; Un precocissimo frumento italiano per terreni fertili (C. Strampelli); in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI (1918), n. 133, p. 82; M. FANTOZZI; Esperimenti di varietà di grano; in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI (1918), n. 139, p. 119. 42 N. STRAMPELLI, Genealogia del frumento “Carlotta Strampelli”, in “Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali”, v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°. 43 Su premio Santoro e sull’eco che ebbe nel mondo agrario italiano si veda: ASSGRi, APS, b. 25, f. 1. “Premio Santoro” 1919 Lettere, telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei, 1919. Per i riflessi sulla stampa: Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italiana che assicura il fabbisogno annuale del grano, in “Il Corriere di Canelli”, XIII (1919), n. 6, pp. 1-2; P. RANIERI, Un trionfo della società agraria italiana, in “L’Eco di Bergamo”, 5 febbraio 1919; (n.d.r), Il rifornimento del grano e l’importanza di una scoperta scientifica, in “Il Corriere della Sera”, 3 febbraio 1919; Il gran premio Santoro al Prof. N. Strampelli, in “Chienti e Potenza. Periodico settimanale Camerinese” XXXIII (1919), n. 3, pp. 1-2; Onoranze al Prof. Strampelli, in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 6, p. 2; Onore alla scienza, in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 5, p. 2-3; Il frumento Carlotta Strampelli. Una grande scoperta italiana, in “Il Giornale di Ascoli”, III (1919), n. 3, pp. 2. 44 ASSGR, b. 1, f. 8 Contratti per la coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordeponti ecc.), 1918. 45 ASSGR, b. 19 1915, f. 7 - cat. II - C, Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita. Ivi., b. 3, f. 15 - cat. III - C, 1917. Richieste di acquisto del frumento Carlotta Strampelli, Ivi., b. 9, f. 13 - 1918 cat. III - A, Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relativi alle sperimentazioni di frumento. Si veda in particolare la relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma “Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli“ a cura della Scuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia. 46 ASSGRi, APS, b. 25, f. 1, “Premio Santoro” 1919 - Lettere, telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei 1919. Lettera del presidente dell’Istitut International d’Agricolture a N. Strampelli, febbraio 1919. 47 ASSGRi, b. 25, f. 2, Cartolina del direttore della rivista Minerva Agraria del 23 novembre 1918. 48 Ivi., Lettere del direttore della R. Stazione Agraria di Modena, del 10-11-23 novembre 1918. Si veda anche la lettera del direttore del giornale La Via dei Campi che chiede, senza risposta, un articolo sul Carlotta del 20 novembre 1918. 49 N. STRAMPELLI, I grani della vittoria, in INGC, Origini, sviluppi. lavori e risultati, Roma 1932, p. 69. 50 Ivi., p. 69-70. 51 Riguardo ai risultati dell’Ardito si veda ASSGRi, APS, b. 31, f. 3, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Ardito. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto, medio minimo e massimo ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc., 1926; ID., b. 23, f. 3, Giornali e articoli vari relativi ai risultati ottenuti dal frumento Ardito, 1924; N. STRAMPELLI, Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane con i cereali Strampelli nell’anno 1922-1923; Rieti, Faraoni 1924; ID., Le produzioni del frumento “Ardito” conseguite nell’anno agrario 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924; ID., Le produzioni del frumento “Ardito” conseguite nell’anno agrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925. 67 F. FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito; in Le stazioni sperimentali agrarie italiane, v. LVIII (1925), pp. 337-372; F. MENIN, A proposito di Ardito, in “L’Agricoltura Veneta” 12, 20 luglio 1924, nn. 13-14; P. BRACATO, Il frumento Ardito, in “Rivista agraria polesiana”, 15 settembre 1924, n. 17, p. 182; G. JERNA, Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’Agro piacentino, in “Libertà”, Venerdì 12 dicembre 1924; F. BONAVOGLIA, Pro Granicoltura. Risultati di prove colturali, Macerata 1924; (NDR), Inaugurazione della mostra della spiga in Alessandria, in “La Gazzetta del Popolo”, 2 settembre 1924, p. 5; L. FOLLINI, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 50, 14 dicembre, p. 445; G. ESMENARDO, Discutiamo in merito alla produzione granaria in “La vita rustica”, II (1924), n. 9, p. 1; A. BOZZOLO, In tema di frumento. Varietà e razze colturali in L’agricoltura friulana”, III (1924), n. 23, p. 1; I. ZANNONI, Razze elette e coltivazioni razionali nell’alessandrino in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 32, p. 285; ID, Il problema della ceralicoltura nazionale, in “La vita rustica”, II (1924), n. 10, p. 3; L. FOLLINI, I nuovi frumenti alla prova, in “L’Agricoltura piacentina” XVII (1924), n. 7, pp. 105-107; G. CONSOLANI, I nostri campi di grano nel 1923-24, Conegliano 1924; A. DRAGHETTI, Le basi del miglioramento tecnico della nostra cerealicoltura, in “Rivista agricola romagnola” II (1924), n. 15, pp. 158-162; M. BASSI, L’Ardito si fa onore, in “Rivista agricola romagnola” II (1924), n. 15, pp. 162-163; D. LIBERTINI, I grani eletti ed il problema granario italiano, in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 39, p. 352; L. C. NICOLAI, I nuovi frumenti Strampelli alla prova in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 30, pp. 362-364; ID., L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, 69 (1923), n. agosto 30, p. 174; A. COSSOLANI, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 23, pp. 135-137; B. BRASCHI, Prove comparate su alcune varietà di frumento Genova 1924; G. BELLINI, Per l’aumento della granicoltura in Maremma, in “La Maremma agricola - zootecnica”, XIV (1924), n. 9-19, pp. 4-24; Cattedra di Agricoltura della provincia di Arezzo, Contributo allo studio della granicoltura. Relazione sui risultati ottenuti nei campi sperimentali istituiti nel 1924, Arezzo 1924. 53 Riguardo ai risultati del Villa Glori cfr. ASSGRi, APS, b. 31, f. 1, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Villa Glori. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cremona, Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con l’inallettabile 96. 1926. 52 68 Riguardo al Mentana, Ivi., b. 31, f. 2, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Mentana. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Grosseto, Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc. 1926. 55 Tra la vasta pubblicistica relativa all’introduzione e ai risultati dei grani Strampelli nel sistema agrario italiano si vedano: G. CARFI, Grani Strampelli e grani indigeni in raffronto, in “Il Coltivatore Siciliano”, 1930-1932; G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaro nel fabrianese, Piacenza 1921; Federazione italiana consorzi agrari, Un triennio d’esperimenti sui nuovi ibridi di grano Strampelli, Piacenza 1927; F. FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito, in “Le stazioni sperimentali agrarie italiane”, LVIII (1925) pp. 337-372; A. FOLLONI, Razze elette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; INGC, Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane con i cereali Strampelli nell’anno agrario 1922-23, Roma 1923; G. JERNA, Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’agro piacentino, Piacenza 1924; E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; B. MORESCHI, La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in “L’agricoltura italiana illustrata” I (1919), n. 3, pp. 11-17; C. PERONI, Il frumento di Rieti, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; P. ROSSI, I grani Strampelli in Sabina, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 1930; ID., Campo di orientamento per grani di razze elette Strampelli. Magliano Sabina Anno agrario 1929-30, Rieti, Faraoni 1930; A. SUCCI, Prove di orientamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali, in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto su prove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e 1924-25), in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; E. AVANZI, Studi e progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento 1930; E. AZIMONTI, I grani dello Strampelli nel mezzogiorno, Piacenza 1920; E. BASSI, Granicoltura laziale. Affermazione meravigliosa per produttività e resistenza dei frumenti precoci del Sen. Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 3 novembre 1940; A. BRIZI, Il frumento Strampelli nell’anno 1920-21, in La propaganda per la coltivazione frumentaria nell’anno 1920-21, Roma 1922; B. MORESCHI, La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in “L’agri54 coltura italiana illustrata” I (1919), n. 3, pp. 11-17; A. DONÀ, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; Per il senatore Strampelli, in “Il Popolo Sannita”, 1933; (A.D). 49 quintali di frumento ad ettaro in Agro Romano, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 agosto 1939; (E.B). Se si fossero coltivati i grani precoci, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 agosto 1939. 56 G. SERMONTI, Osservazioni cariolingiche sul frumento Strampelli “Terminillo” (Triticum vulgare “Rieti” x Secale cereale) x T. vulgare “Rieti”, in “Annali della sperimentazione agraria”, v. III (1949), n. 4. 57 ASSGR, APS, b. 5, f. 13, Concorso a premi fra ibridatori e selezionatori di granoturco. Regolamento s.d., 1910; b. 19, f. 6, Quaderno con dati vari relativi ai risultati delle sperimentazioni pp. 76, 19161919. Il quadernetto contiene dati di varia natura relativi sia alle sperimentazioni così come a varietà che probabilmente Strampelli intendeva utilizzare come il granoturco “Hopi” coltivato dagli indios del nuovo Messico; b. 21, f. 13, Sperimentazione del granoturco. cc. 7, 1936, Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazioni del granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro delle diverse varietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936. Alcuni appunti riportano la data del 1920, altri del 1941; b. 22, f. 2, Quaderno intestato “Semine 1938. Granturchi a Rieti”, 1938. All’interno del registro si trovano foglietti di appunti vari relativi alle sperimentazioni e un foglio a stampa del Consorzio Enti Agrari del Friuli intestato “Alcune varietà di granoturco adatte alle diverse condizioni ambientali della nostra provincia” pp. 4 s.d; b. 22, f. 6, Registro intestato “Semine granoturco 1938. Rieti, S. Angelo, Badia”, 62 pagine, 1939. Cfr. anche N. STRAMPELLI, Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti, Piacenza 1919. 58 N. STRAMPELLI, Alcune esperienze intorno alla coltura della barbabietola da zucchero, in “Bollettino Ufficiale del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio”, v. 1907; ID., Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendiconti dell’Accademia dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°. Cfr. anche ASSGR, APS, b. 15, f. 1,“Risultati di alcune esperienze colturali nella barbabietola da zucchero”. Mss. cc. 8. 1906(?). Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incompleto e in fase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione del cloruro sodico e del biossido di manganese. Un foglio riporta il disegno di un campo sperimentale; b. 9, f. 2, Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole. cc. 20, 1919. Contiene anche una relazione di cc. 4 mss., sulla selezione della barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli; b. 11, f. 11, “Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di Foggia per la coltura delle barbabietole. 1916” cc. 3, 1916. Contiene anche una lettera del responsabile del campo di Foggia a Nazareno Strampelli del 28 marzo 1920. b. 1, f. 23, Lettera della Società Italiana per la Fabbricazione dello Zucchero Indigeno a Nazareno Strampelli che attesta la collaborazione avviata fin dal 1908 sul campo della selezione delle bietole da seme. 23 giugno 1920; b. 13, f. 12, “Determinazione dello zucchero nelle barbabietole del prof. Strampelli”. Analisi chimica. cc.1, 1910-1910. L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti; Ivi, f. 13, “Analisi delle barbabietole da seme”. cc. 5, 1913; Ivi, f. 14, “Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti. Analisi delle barbabietole da seme”, 1915-1915. 59 ASSGR, APS, b. 22, f. 11; Quaderno di appunti contenente le prove biologiche, colturali e genetiche relative alle sperimentazioni del ricino a Rieti, Badia Polesine, S. Angelo Lodigiano, 1935-45; Sull’orzo cfr. b. 19, f. 5, Scheda dell’orzo “Emilio Maraini”. Firmata da Nazareno Strampelli.1915; b. 20, f. 6, “Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”. 1925-1926. Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna, Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, il prima e seconda generazione. All. Schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi simili; Sulla varietà di ricino Strampelli M-6, Ivi., b. 22, f. 7, Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricino M. 6, 1940. Cfr. anche cfr. A. DE CILLIS, Collaudo del ricino M-6 Strampelli, in “Agricoltura fascista”, 24 novembre 1940; ID., Un’altra conquista di N. Strampelli. Un ricino precocissimo per i climi meridionali: l’“M-6”, in “Agricoltura fascista”, 14 gennaio 1940. 60 ASSGR, APS, b. 21, f. 11.1, Scheda descrittiva dell’orzo “Emilio Maraini” creato da Nazareno Strampelli, s.d. [1915]; Ivi., b.19 (n. p.) f. 28 Relazione dattiloscritta probabilmente di N. Strampelli relativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “Ministro Raineri” e “Maraini” (s.d.). 61 ASSGRi, APS, b. 30, f. 15, Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. Registro di 2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938; Ivi, f. 16, Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14 pagine. 1936; Ivi, f. 17, Appunti, schemi vari sulla sperimentazione 69 delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. cc.13.1937-1939; Ivi, f. 18, Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14 pagine.1937. 62 Per quanto riguarda la documentazione relativa alle prime sperimentazioni dei frumenti. Cfr. ASSGRi, APS, b. 19, f. 4, “Breve sunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti” Manoscritto e dattiloscritto, s.d. (1915?); b. 20, f. 2, Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibridazioni. I documenti sono privi di indicazioni e di data. Uno soltanto è datato 1924; b. 17, f. 1, Quinterno contenente in uno schema le varietà di frumento, il paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazione se si trattava di varietà originarie o riprodotte.1904(?), ivi, f. 2, Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti”, 1904(?); Ivi, f. 3, “Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incroci sperimentati da Strampelli nel campo di Setteponti. 1905. Prevalentemente si tratta di ibridazioni effettuate tra il Rieti originario, segnato con la lettera “R” e le centinaia di varietà di frumenti che Strampelli si era procurato in ogni parte del mondo; Ivi, f. 4,“Varietà frumenti ‘1905”. 1905. Elenchi, appunti vari; Ivi, f. 6, “Autunno 1905. Semina delle varietà a Setteponti”. 1905. Si tratta dell’elenco delle 216 varietà di frumenti provenienti vari paesi europei ed extraeuropei sperimentate nel campo di Setteponti. 63 Riguardo a Francesco Todaro e al suo lavoro a Bologna cfr. M. BONVICINI, Francesco Todaro, in “Annali dell’accademia di agricoltura di Bologna”, v. V, 1950; F. TODARO, Il miglioramento di razza nelle piante agrarie. Selezione, ibridazione, Casale Monferrato 1921, In part. il capitolo Impollinazione: generalità, lavori di Strampelli Osservazioni di Hartley, pp. 179-188; ID., Ibridatori e Selezionatori, in “Giornale di Agricoltura della Domenica”, febbraio 1919; ID., Questioni granarie. Rettifiche di rotta, in “Giornale di Agricoltura della Domenica”, 21 luglio 1940; Adattamento, selezione, incrocio delle piante coltivate, Bologna 1914; ID., Sulle possibilità di alte produzioni nella coltura del grano, Bologna 1930; ID., Sulla produzione granaria in Italia, Bologna 1923; ID., I grani selezionati della Società bolognese produttori sementi, Bologna 1914; Per l’incremento della nostra granicoltura, Bologna 1922; Lavori di selezione del frumento nel bolognese, Bologna 1912; ID., La produzione dei grani da semente, Bologna 1928; ID., Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925; ID., La selezione dei cereali, in MAIC, La propaganda per la coltivazione frumentaria nell’anno agrario 1920-1921, Roma 1922, pp. 321-326; ID., Varietà migliorate ed incremento della produzione in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 488-492; ID., Ancora sementi? in “Giornale di agri70 coltura della domenica”, 24/4/1938; ID., Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925; ID., Sulle possibilità di alte produzioni nella coltura del grano, Bologna 1930; ID., Adattamento, selezione, incrocio delle piante coltivate, Bologna 1914; ID., La produzione dei grani da seme, Bologna 1928; ID., Lavori di selezione del frumento nel bolognese, Bologna 1912; ID., I grani selezionati della Società bolognese produttori sementi, Bologna 1914. 64 Si vedano ad esempio G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaro nel fabrianese, in “l’Italia Agricola”, 15 novembre 1921; B. TOMEI, Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia 1925. 65 ASSGR, b. 152, f. 2, Lettera di Gino Morassutti a N. Strampelli, 17 febbraio 1924 - Risposta del 13 luglio 1924. 66 F. TODARO, Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925. 67 Ivi., p. 5. 68 Giornale di Agricoltura, 21 luglio 1940. 69 ASSGR, APS, b. 1, f. 21. 70 Istituto nazionale per la cerealicoltura, Origini, sviluppi e risultati, Roma 1932. Le strutture e i risultati Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia Come abbiamo visto Nazareno Strampelli abbandonò la sua attività di insegnamento nelle Marche per arrivare a Rieti nel 1903 come vincitore del concorso della Cattedra ambulante di granicoltura agognata dai reatini soprattutto per ragioni di prestigio. Gli unici interessi reali che si nascondevano dietro di essa erano quelli dei grandi proprietari della pianura che intravedevano nella nuova istituzione un mezzo per accrescere i loro guadagni nella vendita e diffusione del Rieti originario. Tutto qui. Nessuna tensione verso il miglioramento complessivo dell’agricoltura locale, ne tantomeno verso forme di sperimentazione. Il primo periodo di esistenza della nuova struttura fu decisamente negativo tanto che non pochi pensarono ad un fallimento dell'operazione e il giovane Nazareno Strampelli sembrava destinato a seguire le sorti dei molti tecnici chiamati in passato dal Comizio agrario per progettare un lancio su vasta scala del grano da seme Rieti originario, ma che poi, per la scarsità di mezzi che venivano loro messi a disposizione, declinavano il loro impegno. Difatti il rapporto iniziale tra Strampelli e il comune di Rieti non fu idilliaco tanto che in più di una occasione egli pensò di abbandonare l'incarico per tornare ai suoi studi all'università di Camerino. Basti pensare che per circa un anno la sede di questo istituto, destinato a rivoluzionare la granicoltura italiana e in qualche modo quella mondiale, rimase relegata in una stanza dell’Hotel Quattro Stagioni. Sul retro del fondo di un sedia, da noi rintracciata presso la sede di Campomoro, Strampelli più tardi scrisse ironica- mente: "Questo è quanto io ebbi a mia disposizione dall'ottobre 1903 all'aprile 1904 come materiale d'impianto e di funzionamento della Cattedra Sperimentale di Granicoltura". Soltanto nel 1904 una prima sede fu reperita presso il palazzo della Cassa di Risparmio in via Garibaldi che concesse in affitto sei vani dei locali del palazzo, e una parte del cortile al quale si accedeva da vicolo Chiavelloni, ma si trattò di una soluzione che si rivelò ben presto inadatta e insufficiente.1 Strampelli lamentava al sindaco le difficoltà logistiche derivanti dall'ubicazione dei locali collocati in parte al piano terra del palazzo, ed in parte nell'ex casa Crispolti cosa che imponeva il passaggio per il vicolo Chiavelloni per spostarsi da una parte all’altra della struttura. Inoltre, proseguiva Strampelli, "...detti ambienti, e specialmente quelli della casa Crispolti, hanno un accesso impossibile per ragioni igieniche e di decoro, e il piano terra della Cassa di Risparmio presenta impossibilità di collocamento di stufe e di altri caloriferi indispensabili per il riscaldamento nella stagione invernale". Non c’era altra possibilità di utilizzare stufe per riscaldarsi nel periodo invernale e tutta la struttura era carente di spazi per contenere i campioni delle diverse varietà, forme patologiche eteratologiche del frumento, e di altri cereali studiati, così come si imponevano nuovi e adeguati spazi per installare i laboratori di microscopia, microfotografia e batteriologia, problemi che furono solo parzialmente risolti con l’acquisizione degli adiacenti locali dell’ex agenzia delle imposte. Nazareno Strampelli pensava di fatto ad una sede alternativa che aveva individuato nella vicina palazzina del marchese Francesco Canali in via Garibaldi.2 71 L’operazione andò in porto, ma anche in questo caso con notevoli problemi soprattutto per l’evoluzione dell’attività dell’istituto che necessitava di sempre maggiori spazi per i laboratori e le attrezzature. Così nel 1907, quindi nel periodo in cui la cattedra ambulante di granicoltura stava per essere trasformata in Regia stazione sperimentale, Strampelli presentò ancora una volta al sindaco le difficoltà strutturali dell’istituto, sottolineando come, "…oltre agli ambienti attualmente destinati agli uffici ed al laboratorio chimico occorrono altre stanze da destinarsi a laboratori di microscopia, microfotografia e batteriologia, nonché altre stanze da servire per le collezioni, varietà e specie diverse, e forme patologiche e teratologiche del frumento ed altri cereali per conservazione e studio di selezione dei prodotti delle numerose ibridazioni, ecc.".3 La crescita delle esigenze dell’istituto non andava di pari passo con la disponibilità del comune di Rieti, né tantomeno con la proprietà dell’edificio che nel 1915 presentò a Strampelli una ingiunzione di sfratto.4 L’esigenza di una nuova sede si faceva avvertire con sempre maggiore insistenza, e la questione venne più volte posta al Ministero di agricoltura. Emilio Maraini, già due anni prima, aveva annunciato al sindaco di Rieti che il Ministero di agricoltura era orientato a costruire una apposita sede per l’istituto reatino,5 ma, solo nel 1925, questo potette essere adeguatamente ospitato nello stabile appositamente costruito a Campo Moro dove ebbe sede fino alla sua soppressione nel 1967. Nel frattempo, sempre per volontà di Nazareno Strampelli, con il decreto luogotenenziale dell'otto giugno 1919, era stato fondato a Roma l'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, che, dopo essere stato ospitato prima nei locali del Ministero di agricoltura, poi in quelli dell'Istituto sperimentale zootecnico, ed infine in uno stabile a Porta Pia, potette anch'esso beneficiare di una adeguata sede appositamente costruita nel 1930 sulla via Cassia. 72 La trasformazione della Cattedra ambulante in Stazione sperimentale. L'abito della cattedra ambulante era davvero troppo stretto per Strampelli che operava soprattutto sul terreno della sperimentazione, e questo a differenza di quanto contestualmente accadeva per altri istituti italiani che, nati come centri di sperimentazione, erano stati progressivamente relegati a centri di divulgazione agraria, o al massimo di esame di prodotti in laboratorio. Era quindi evidente che egli facesse pressioni affinché la cattedra reatina venisse trasformata in stazione sperimentale. I risultati che egli aveva raggiunto gli avevano già dato notorietà nel mondo dell’agricoltura italiana, ed anche all’interno dell’apparato del Ministero di agricoltura che iniziò a pensare di trasformare la cattedra reatina nel primo istituto sperimentale del paese specificatamente dedicato alla granicoltura. Per la concretizzazione di tale operazione era però necessario il pieno accordo del comune di Rieti che, ovviamente, non pose problemi, se non quello di un generale disinteresse, tanto che la seduta consiliare del 21 settembre 1905 che avrebbe dovuto ratificare l’accettazione della trasformazione della cattedra in istituto sperimentale, andò deserta. La cosa appare ancor più grave se si tiene conto che il ministero aveva fatto precise pressioni affinché l’atto ufficiale del municipio di Rieti giungesse a Roma entro il 24 settembre onde evitare problemi per l’emanazione del decreto legislativo in proposito. Il problema venne parzialmente risolto con una delibera di giunta del 23 settembre alla quale sarebbe seguita quella del consiglio riconvocato per il giorno 25.6 Sia in giunta che nella seduta del consiglio, Filippo Corbelli illustrò la proposta sottolineando che tale trasformazione andava vista di buon grado perché l’istituto reatino avrebbe acquisito una maggiore stabilità, si sarebbe ottenuto un ulteriore sviluppo nel commercio del grano di Rieti, la città sarebbe stata onorata di ospitare l’unico centro di sperimentazione sul grano del Paese, e tutto ciò senza che il municipio fosse costretto ad un aggravio economico. La sede reatina a Campomoro della Stazione sperimentale di Cerealicoltura inaugurata nel 1925. Prospetto centrale, prospetto laterale e laboratori di ibridazione. (serra e frigorifero) 73 La proposta, fu accolta all’unanimità, non suscitando però nessun intervento in consiglio comunale, segno evidente di un certo disinteresse, in ogni caso di una difficoltà a rapportarsi con quanto stava accadendo dentro i locali di via Garibaldi dove lavorava Strampelli.7 Diverso era il livello di riflessione all’interno del Ministero di agricoltura, e le sollecitazioni che da questo pervenivano al comune di Rieti erano legate ad un momento in cui era in atto un ripensamento generale delle istituzioni agrarie. Il Ministero di agricoltura chiedeva al parlamento un aumento di spesa per i propri servizi speciali da 8.713.473,08 lire a 9.178.149.38 lire, e al primo posto delle questioni che sottostavano a tale richiesta c’era proprio la trasformazione dell’istituto reatino. Nella relazione si legge: Nel 1903 veniva istituita a Rieti, come esperimento, una cattedra ambulante di granicoltura che in breve tempo ha dato lusinghieri risultati, tanto da ottenere tra gli altri suoi lavori, più di 100 ibridi di grani di Rieti, famosi in tutto il mondo, con varietà italiane e estere. L’utilità di tali studi, il bisogno di accrescere e migliorare la produzione frumentaria, hanno consigliato di dar vita stabile ad un istituto scientifico di grado superiore il quale con maggiore larghezza di mezzi e con personale proprio, si occupi delle ricerche e degli studi in riguardo alla coltura di tutti i cereali in genere.8 Il finanziamento previsto per l’istituto reatino fu di 15.000 lire, e vi si sarebbe fatto fronte diminuendo di pari importo il capitolo di bilancio destinato alle iniziative indirizzate a combattere le cause della pellagra, con un ragionamento che vale la pena seguire: Si potrebbe osservare che a questo ultimo scopo (lotta alla pellagra) mirano quasi tutti i capitoli di questo bilancio perché migliorando ed aumentando la produzione agricola, favorendo l’incremento dell’industria e dei commerci, si combatte il malessere economico, causa della cattiva e insufficiente alimentazione che produce l’infezione pellagrosa. Ma prescindendo da questa considerazione suscitata dalle parole colle quali si giustifica la nuova istituzione, è indubitato che una stazione di granicoltura, in un centro di produzione frumentaria come Rieti, può concorrere efficacemente a migliorare ed aumentare la produzione granaria. Fu ricordato altre volte come il nostro Paese presenta una scarsa produzione in rapporto al suolo coltivato a frumento. La media produzione granaria, per molteplici 74 ragioni, non tutte facilmente rimovibili, è in Italia inferiore a quella di tutti gli altri Paesi: mentre il consumo per l’aumentata popolazione e per il miglioramento economico ogni anno si accresce.9 Non che con tale presupposto il Ministero di agricoltura ritenesse superata l’esperienza delle cattedre ambulanti, anzi le riteneva ancor più fondamentali per divulgare i risultati che si sarebbero raggiunti nei centri sperimentali come quello di Rieti. E’ inutile, si sosteneva, “…pubblicare questi risultati nelle effemeridi del Ministero ignote ai più”; era necessario che le cattedre ambulanti diffondessero tra gli agricoltori i risultati acquisiti, altrimenti il tutto sarebbe risultato vano. Si chiedeva un aumento di finanziamento da destinare alle cattedre ambulanti di almeno 20.000 lire che erano ben poca cosa se si tiene conto che operavano sul territorio ben 74 istituti di questo genere. Si ottenne in tal modo il decreto reale che trasformava la cattedra ambulante di Rieti in Regia stazione sperimentale di granicoltura, ma ci fu subito una battuta di arresto presso la Corte dei Conti che, basandosi su un provvedimento legislativo del 1904, non ritenne sufficiente per la trasformazione un semplice decreto, ma un’apposita legge. L’istituto reatino continuò quindi a funzionare come cattedra ambulante, anche se con qualche vantaggio in più a cominciare dall’anticipo globale del finanziamento ministeriale di 7500 lire.10 Era quindi solo una questione di tempo, ed infatti con la legge del 6 giugno 1907 n. 297 (pubblicata nella G.U del 10/6/1907) la cattedra ambulante di Rieti venne trasformata in Regia stazione sperimentale di granicoltura. Vale la pena soffermarsi sulla relazione alla legge fatta dall’on. Melodia, non solo per gli aspetti che giustificarono la creazione di questo istituto a Rieti, ma anche per un altro fatto importante legato al Rieti originario. Melodia esordì sottolineando un dato di fondo che era quello dell’insufficienza della produzione granaria italiana in funzione dei bisogni, tanto che le importazioni di frumento avevano ormai raggiunto un valore di 200.000 lire annue. L’obiettivo dell’istituto che si andava ad istituire a Rieti era principalmente quello di “…contribuire a scemare questo tributo”.11 Egli sottolineò poi l’opera che svolgevano i comizi agrari, le cattedre ambulanti e altre strutture didattiche in merito all’utilizzo dei concimi chimici e ad un più razionale utilizzo della meccanica agraria, ma, aggiungeva, “…per la scelta delle sementi ben poco o nulla si è fatto finora”. E’ vero che i singoli coltivatori, o selezionando le proprie sementi, o acquistandole altrove mostrano d’intendere la grande importanza di una buona scelta, ma questa, salvo rare eccezioni, si fa empiricamente, e spesso si crede raggiungere lo scopo, col semplice scambio di semi fra collina e pianura, o seminando varietà non usate nella regione, con l’opinione che tutto il male venga dalla degenerazione delle varietà antiche. Lo studio accurato e condotto con rigore scientifico per una metodica selezione; la creazione a mezzo della fecondazione artificiale di nuovi tipi resistenti agli assalti parassitari ed all’allettamento adatti ai diversi terreni; che maturino precocemente, o tardivamente secondo le condizioni dei diversi climi, finora è stato in Italia molto trascurato. Poi sottolineò il dislivello italiano rispetto ad altri paesi europei e extraeuropei, affidando al nuovo istituto reatino il compito di colmare tale ritardo anche al fine di un aumento produttivo in grado di ridurre il deficit di importazione. Melodia conosceva bene i risultati a cui era giunto Strampelli a Rieti, e senza temere di esagerare affermò come fosse una “…delle poche volte per altro che nella fondazione di un nuovo istituto si può avere la certezza preventiva che lo scopo a cui esso tende sarà raggiunto”. Rieti era destinata a diventare la “Svalöf italica”, cioè a dire l’alter ego della nota stazione sperimentale svedese divenuta un riferimento mondiale nello sviluppo di nuove metodologie di selezione vegetale, e i finanziamenti che fino ad ora erano stati concessi erano del tutto irrisori rispetto ai risultati che aveva raggiunto Nazareno Strampelli. Arrivò quindi ad un passaggio fondamentale, nel quale è forse possibile ravvisare un concetto che Strampelli non avrebbe mai osato esprimere in prima persona, ed era la messa in discussione della qualità del Rieti originario: …a tutti è noto che il grano reatino ha la qualità speciale e pregevolissima di resistere agli attacchi della ruggine. Da esperimenti fatti è risultato che lo stesso grano seminato in qualche altra regione dopo una sola riproduzione abbia perduto questa qualità, ed è stato attaccato dalla ruggine come i semi locali. Si è detto che la causa di questo fenomeno bisognava rintracciarla nella mala fede di volgari speculatori, ma siccome quel seme era indubbiamente venuto da Rieti, ove la resistenza alla ruggine è generale, bisognerà convenire che pur facendo la debita parte alla cattiva selezione, non può assolutamente ammettersi che un seme trasportato in condizioni diverse di terra e di clima mantenga intatte le sue qualità di origine. Si era venuta in pratica a creare la contraddittoria situazione che, mentre Rieti accettava di buon grado la trasformazione della cattedra ambulante in stazione sperimentale, pensando ancora una volta al Rieti originario, questa nasceva di fatto con l’obiettivo di generare grani alternativi a questo. La legge stabilì anche l’organico del nuovo istituto che oltre al direttore prevedeva due assistenti e un capo-coltivatore. Il finanziamento annuo venne fissato in lire 15.000, mentre spettava al comune di Rieti fornire i locali occorrenti, e le spese di illuminazione, riscaldamento e manutenzione degli stessi. La cattedra ambulante di Rieti uscì quindi dalla dimensione istituzionale dell’insegnamento e divulgazione agraria, che per altro non aveva mai praticato, per essere più adeguatamente collocata nel contesto degli istituti di sperimentazione italiani che si erano cominciati a diffondere dopo l’unificazione nazionale.12 Fu il governo Minghenti a dare impulso a queste strutture consentendone la nascita in modo annesso ai già esistenti laboratori chimici dipendenti dal Ministero di agricoltura. Nel 1870 era nata la Stazione sperimentale per la chimica agraria di Udine, seguita da quella enologica di Gattinara (Vercelli) successivamente trasferita ad Asti, quella bacologica di Padova, quella casearia di Lodi, quella crittogamica di Pavia. Fu del 1875 l’istituzione della Cattedra sperimentale entomologica di Firenze, e del 1887 quella di patologia vegetale di Roma. Va detto che il passaggio di questi istituti dal Ministero di agricoltura al Ministero della pubblica istruzione, fece si che l’attività sperimentale cedesse progressivamente il passo a quella didattica. C’era poi il fatto che annettendosi ai laboratori chimici, e quindi con un personale unicamente preparato in questa direzione, anche la sperimentazione agronomica fu un fatto del tutto marginale, a volte del tutto inesistente, a favore della ricerca in laboratorio.13 75 Composizione di grani. Foto eseguita nel laboratorio di fotografia della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Anni ‘20 Una vera e propria contraddizione, soprattutto in relazione al fatto che, come già notava Cuboni nel 1908, se dal 1840 alla seconda metà del secolo XIX era stata la chimica a contribuire al progresso scientifico in campo agrario, questa aveva progressivamente lasciato il posto alla botanica, dalla quale ci si aspettavano importanti risultati.14 Il confronto degli istituti italiani con quelli del resto dell’Europa era decisamente sconfortante. A Vienna operava una Stazione di batteriologia e patologia vegetale con 68 dipendenti e adeguati laboratori, così come annessi alla Scuola superiore di agricoltura, esistevano numerosi campi sperimentali diretti dal prof. Tschermark, uno dei massimi artefici dell’ibridismo che con De Vries e Correns aveva ripercorso le leggi mendeliane. A Budapest, il prof. Istwanfi dirigeva un efficiente istituto ampelografico, nato nel 1902, con adeguati laboratori di chimica enologica e batteriologia della vite. A Wadeswil, vicino al lago di Zurigo, era nato nel 1903 un istituto nazionale per la frutticoltura e viticoltura e nello stesso anno era sorta a Hohenheim, in Germania, una importante stazione di patologia vegetale diretta dal prof. Kirschner, mentre nel 1905 nacque a Berlino una Stazione di biologia agraria con lo scopo di studiare la fisiologia e patologia vegetale, la batteriologia e l’entomologia agraria. A Copenaghen esisteva da tempo il celebre laboratorio Carlsberg diretto dai professori Hansen e Jorgensen, appositamente destinato alla chimica e fisiologia delle fermentazioni. In Svezia esistevano importanti centri di ricerca a Stoccolma e Upsola, oltre alla notissima stazione agraria di Svalöff, mentre in Olanda, a Wageniugen, il prof. Ritzema Bof dirigeva una efficiente stazione sperimentale di patologia vegetale nata nel 1899, non dissimile da quella che esisteva fin dal 1894 a Gembloux in Belgio.15 Nell’Italia dei primi anni del secolo, tranne rarissime eccezioni, dove però, come abbiamo detto, si facevano esami in laboratorio piuttosto che sperimentazioni sul campo, gli istituti nati nella seconda metà del XIX secolo sotto la spinta del governo Minghetti, al di là delle loro denominazioni, erano ridotti a strutture meramente didattiche indirizzate alla diffusione di quanto era già noto. Nei primi anni del Novecento, oltre ad aver dotato i laboratori di chimica agraria di Pisa, Milano e Portici di competenze in campo di sperimentazione agraria, sorsero le stazioni sperimentali di Vercelli per la risicoltura (1908), di Acireale per frutticoltura e agrumicoltura (1907), di Rovigo per la Bieticoltura (1910), di Crema per la Batteriologia agraria (1914), tutte precedute da quella per la granicoltura di Rieti del 1907, considerando che in tal senso, seppur nella veste di cattedra ambulante, questa operava fin dal 1903. Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1919, sorsero le stazioni agrarie sperimentali di Bari e di Reggio Calabria per le essenze e i derivati agrumari, oltre all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura di Roma, che precedette di due anni quello nato a Bologna per volontà di Francesco Todaro. Nel 1920 sorse a Bergamo la stazione sperimentale per la maiscoltura, e nello stesso anno quella di Ascoli Piceno per la bachicoltura, mentre a Milano sorse nel 1919 quella per la meccanica agraria, e nel 1922 quella per l’ortofrutticoltura. A gran parte di questi istituti venivano però affidate congiuntamente competenze in materia di analisi dei terreni, concimi e prodotti agrari, sia per conto dello stato, che di enti agrari e di industrie legate all’agricoltura. Oltre a ciò, a questi istituti spettava il compito della sorveglianza sulle frodi nella preparazione dei prodotti legati all’agricoltura, capitolo questo dal quale essi traevano un significativo introito finanziario che garantiva la loro sopravvivenza. Di fatto, ancora una volta, queste attività si sovrapposero al loro compito principale che era quello della sperimentazione che, come nel caso degli istituti di prima generazione, divenne una attività accessoria, spesso inesistente.16 Questo problema si pose con forza nel contesto del ruralismo fascista, il quale iniziò a dare alle istituzioni esistenti un più razionale assetto, assicurando ad esse adeguate risorse e riconducendole, in larga misura, agli obiettivi sperimentali per cui erano nate. Nel 1923 (d.l 30 dicembre) all’interno del Ministero di agricoltura e foreste, venne istituita la Fondazione per la sperimentazione e la ricerca agraria, mentre il Comitato permanente del grano, istituito con il decreto legge del 4 luglio 1925, vero e proprio centro operativo della battaglia del grano, utilizzò le stazioni sperimentali, soprattutto quella di Rieti, come interlocutrici privilegiate per la sua azione. 77 Con la legge del 5 giugno 1930 le stazioni sperimentali vennero collocate dentro un contesto unico, caratterizzato da una precisa individuazione dell’autonomia tecnico-amministrativa degli istituti ai quali, non solo venne raddoppiato l’organico e aumentati i finanziamenti, ma venne sancita la differenziazione professionale tra analisti e sperimentatori, risolvendo una delle cause del ristagno di questi centri. Gli istituti sperimentali, con una propria personalità giuridica e una autonomia amministrativa, potevano ora contare su una precisa legislazione, e su cospicui finanziamenti che scaturirono sia dalla legge in questione che dalla Fondazione per la sperimentazione e ricerca agraria e dal Comitato permanente per il grano. Sorsero poi altri centri come la stazione di Lodi per la praticoltura (1923), quella di Conegliano per la viticoltura e l’enologia (1923), il laboratorio sperimentale di fitopatologia di Torino (1923), l’istituto sperimentale zootecnico di Roma (1923), quello zootecnico e caseario di Torino (1925), la stazione zootecnica di Milano (1928) quella di floricoltura di San Remo (1925), l’istituto di frutticoltura e elettrogenetica di Roma (1926), l’istituto regionale di Pisa per la cerealicoltura (1926), quello sempre per la cerealicoltura della Sicilia (1927), la stazione sperimentale per le piante officinali del Regio Orto Botanico di Napoli (1928), e si modificarono competenze a numerosi altri istituti già esistenti.17 Tornando all'istituto reatino, la sua trasformazione del 1907 gli aveva garantito una diversa collocazione giuridica, ma era necessario aggiungere a questa un più adeguato assetto tecnico e finanziario. Strampelli lavorava sodo, e i suoi risultati non finivano di sorprendere ed era quindi logico che le sue richieste trovassero ascolto e risposte adeguate. Uno dei principali punti di riferimento di Nazareno Strampelli in questo periodo fu l'on. Antonio Solidati Tiburzi, eletto nel collegio di Rieti, al quale egli si era già rivolto nel 1909 sia per sollecitarlo in merito al personale dell'istituto reatino, che per porgli il problema delle condizioni logistiche degli istituti sperimentali che egli giudicava "misere" e mancanti “…dei mezzi indispensabili per i loro lavori e i loro studi".18 Due anni dopo Solidati-Tiburzi fu relatore al disegno di legge che estendeva l'azione della Stazione sperimentale di 78 granicoltura elevandola ad ente autonomo, e dotandola di un nuovo organico. Egli ripercorse per intero l’iter storico dell'istituto reatino, soffermandosi ancora una volta sulle difficili condizioni della granicoltura italiana, e del suo ritardo rispetto agli altri paesi europei. Le sole esperienze di Strampelli avevano iniziato a dare frutti significativi, ma era assurdo che molti percorsi sperimentali che egli conduceva a Rieti si erano dovuti abbandonare per mancanza di terreno. Strampelli aveva sintetizzato a Solidati i risultati raggiunti fino ad allora, ed egli li riferì alla Camera dei Deputati nei seguenti termini: Nonostante ciò nelle ricerche di nuove razze o varietà ogni anno si sono esaminate e studiate molte decine di migliaia di forme apparse, sia per mutazioni spontanee, sia per disgiunzione degli ibridi precedentemente ottenuti, allo scopo di scegliere e sottoporre a coltura le sole degne di lavoro di fissazione. Attualmente si hanno 1647 forme allo stato di colture spighe e di queste oltre 500 sono per compiere anche esse il terzo anno di non disgiunzione (cioè prossime ad essere dichiarate fisse) le quali nel venturo anno costituiranno altrettanti punti di partenza di altrettante colture pedigree. Inoltre le varietà fisse sommano a 796 delle quali 475 sono allo stato di colture famiglie e 321 allo stato di colture masse occupanti da 25 a 50 mq ciascuna: un totale pertanto per il corrente anno di 2443 colture. Ma se lo scarto di quelle varietà, che non opposero una necessaria resistenza né alle ruggini né ad altri parassiti vegetali (che nella pianura reatina per la eccezionale umidità di questa trovano l'ambiente più favorevole che altrove per il loro sviluppo) si poté fare con sicurezza anche coltivando le diverse razze di frumento su piccole aiole durante e dopo il lavoro di fissazione, il processo di scelta e eliminazione di esse, in base alla produttività, non sarebbe consentito, se la regia stazione non disponesse di un vasto terreno perfettamente omogeneo tale cioè da permettere la comparazione o il confronto tra loro delle diverse razze ottenute.19 Quindi, da un lato si sarebbe dovuto acquistare un fondo agricolo adeguato, e dall'altro l'istituto reatino doveva essere libero di estendere le sue sperimentazioni in altre località "…ove per tipiche condizioni di clima e di suolo (di cui è così avara la nostra penisola) si ritenesse tecnicamente utile fare ricerche ed esperienze per ottenere frumenti adatti alle diverse regioni italiane". Venne così acquistato il campo sperimentale di Rieti con un mutuo di 125.000 lire concesso dalla Cassa depositi e prestiti, e contestualmente venne data facoltà all'istituto reatino di estendere il suo lavoro di sperimentazione in altre località italiane. Anche l'organico venne rivisto, ed esso si compose di un primo assistente, di due assistenti, uno di prima e uno di seconda classe, e due capi coltivatori, uno di prima e l'altro di seconda classe. L'art. 5 della legge specificò la nuova condizione giuridica di ente autonomo posto sotto la vigilanza del Ministero di agricoltura, e guidato da un comitato amministrativo composto da due delegati del governo, uno del comune di Rieti, dal direttore dell'istituto e da un delegato di ciascuno degli altri enti o società o consorzi industriali che avrebbero contribuito con una cifra annua e continuativa di almeno 1500 lire.20 Nacquero così il campo sperimentale di Rieti sotto Campomoro, e quello di Leonessa a circa 1000 metri di altitudine, particolarmente indirizzato alla ricerca e sperimentazione di frumenti, orzi e segale adatti alla coltura di montagna. Nello stesso contesto venne acquisito un fondo agricolo nel Tavoliere delle Puglie, nei pressi di Foggia, rivolto allo studio e sperimentazione dei frumenti adatti ai climi aridi.21 Se Rieti ospitava un istituto di ricerca di rilievo nazionale, era venuta però a perdere una struttura locale di divulgazione agraria, e la questione la pose con forza Ludovico Potenziani, presidente del Comizio agrario, comunicando al sindaco che l’organismo da lui presieduto si era fatto promotore dell’istituzione di una sezione di propaganda da affiancare alla nuova Stazione sperimentale “…con programma e funzionamento di una Cattedra Ambulante di Agricoltura” la quale si sarebbe dovuta finanziare con contributi sia del comune di Rieti che degli altri del mandamento, oltre naturalmente a quello del Comizio agrario e del Ministero di agricoltura.22 Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura Nel periodo del primo conflitto mondiale Strampelli lavorò soprattutto sulla barbabietola che, a causa della guerra, era pressoché impossibile importare dall’estero. In realtà Strampelli aveva iniziato a lavorare sulle barbabietole fin dal 1908, né d’altra parte poteva essere altrimenti, vista la presenza dello zuccherificio a Rieti, e il ruolo svolto da Emilio Maraini che l’aveva fondato, all’interno della Stazione sperimentale di granicoltura. Non era però un settore di ricerca che interessasse più di tanto Strampelli, tanto che nel 1921 egli consegnò alla Società italiana per la produzione dello zucchero indigeno i materiali dei suoi studi. Ora, scriveva Strampelli, “…che la ragione del mio lavoro cessa, do qui sotto descrizione del metodo di selezione da me adottato e che chiamo genealogico-metodico”, e più oltre, “…consegno allo zuccherificio di Rieti il materiale di selezione ancora da me posseduto e ne do qui sotto le indicazioni perché possa essere utilizzato da chi volesse proseguire il mio lavoro”.23 Strampelli era tornato a concentrarsi sui suoi grani ma, contestualmente, anche ad una ulteriore evoluzione dell’istituto da lui diretto. Anche la dimensione di stazione sperimentale gli stava ormai stretta, ed egli cominciò a pensare ad istituto di reale dimensione nazionale. Se egli nel corso della sua carriera riuscì ad ottenere gran parte di quello che chiedeva al competente ministero, va detto che non sempre trovò le porte aperte, ed anzi dovette più volte mettere in discussione l’interezza del suo lavoro, e minacciare anche di abbandonarlo, pur di raggiungere i suoi scopi. Questo è puntualmente accaduto ad ogni passaggio di questa vicenda scientifica, fin dalla sua nascita nel 1903, quando Strampelli rimase a Rieti solo grazie all’intervento del principe Potenziani che gli concesse i primi terreni su cui iniziare le sue sperimentazioni. E lo stesso accadde nel 1910 quando dovette insistere in più di una occasione con il ministro dell’agricoltura affinché l’istituto reatino si potesse dotare di fondi agricoli stabili, e la stessa cosa accadde quando iniziò a pensare all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, chiedendo ulteriori investimenti da parte ministeriale sul suo lavoro. Iniziò a farlo fin dal 1917, quando percepì che quanto aveva creato si muoveva dentro un orizzonte troppo stretto rispetto alla potenzialità dei risultati. 79 Nel 1917 egli aveva intenzione di avviare la moltiplicazione su larga scala di quattro nuovi frumenti pensati per l'area meridionale, e per una varietà di orzo, ma per far ciò era necessario un fondo agricolo di grandi dimensioni. Strampelli presentò tale ipotesi nel corso della riunione del consiglio di amministrazione del 30 luglio 1917 presieduta da Carlo Schanzer, e alla quale partecipò solo Giuseppe Cuboni in quanto il principe Potenziani era assente per motivi militari.24 Il consiglio di amministrazione approvò la proposta, e immediatamente venne richiesto un adeguato finanziamento al ministero, mentre Strampelli avrebbe dovuto individuare un fondo agricolo adatto allo scopo. Il fondo venne individuato, ma dal ministero non arrivava una risposta in proposito per le difficoltà sollevate dal direttore generale che riteneva eccessivo l'investimento che si stava facendo verso l'istituto reatino. E’ a questa vicenda che va collegata la lettera con la quale Strampelli minacciò di dimettersi in seguito ad un litigio, probabilmente proprio con lo stesso direttore generale del Ministero di agricoltura. Nella lettera Strampelli scrive: Egregio Sig. Commendatore, La sua scomposta esasperazione per la decisione mia di correre a rassegnare le dimissioni al Ministro, mi fece intuire subito a quale brutta figura verso il Ministro stesso e verso il Paese, io la esponevo, e, vile mai, per non dovere esporre le ragioni che mi inducevano a tal passo desistei sul momento dal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significai subito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addolorava maggiormente per la stima e devozione che ho per Lei, la cui gentilezza per me era stata ordinariamente tanto lusinghiera da ritenersi affettuosa. Dato però che Ella non sa contenere gli irritabili nervi quando peroro nell’interesse della mia Stazione e chieggo i mezzi che permettono di ritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favore dell’economia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che la migliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe essere quella di lasciare la mia Stazione. E se non mando le mie dimissioni come dissi avrei fatto, non è per incostanza di pensiero, ma per quei sentimenti altruistici e per quella bontà d’animo che costantemente albergano in me. Dimettendomi e non volendo esporre le ragioni determinanti quale figura poco simpatica farei io agli occhi del Paese? I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di dire che cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggiori guadagni non ho avuto ritegno di farmi parricida? Quindi lealmente non mando le dimissioni tantopiù che ella mi ha dichiarato di rimandarmele 80 Carlo Schanzer, al tempo ministro delle finanze del governo Nitti ed ex membro comitato amministrativo della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti fin dal 1911, fu più volte il punto di riferimento di Strampelli indietro ed io sento sin d’ora l’animo mio incapace di resistere alle esortazioni di ritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Si finirebbe in una commedia poco seria per me, e per quanto io mantenessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbe nel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosa scena che io cerco di far passare al più presto possibile nel dimenticatoio. E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, se Ella crede, resteranno di sincera e affettuosa cordialità, e da parte mia questa è innegabile prova, ma di interessi del mio ufficio …non mi permetterò più intrattenerla che con lettere ufficiali.25 Alla fine Strampelli ottenne un finanziamento straordinario di 40.000 lire, ma l'inconveniente provocò un notevole ritardo tanto che il proprietario del fondo posto nell'agro foggiano lo aveva nel frattempo affittato ad altri, e ciò costrinse Strampelli ad una affannosa ricerca di un altro fondo individuato in quello di proprietà della famiglia Toda di 180 ettari nel quale riunire, insieme al campo di moltiplicazione, anche quello sperimentale affittato dalla famiglia Abruzzese per il quale, a causa di alcuni vizi di forma, si era annullato il contratto.26 Ma Strampelli voleva andare oltre, e individuò una tappa fondamentale per concretizzare la sua avventura scientifica:l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura. Fin da allora si è sempre ritenuto che la nascita di questo istituto fosse da accreditarsi a una sorta di azione dell'alta burocrazia interna al Ministero di agricoltura, o addirittura ad una volontà strategica del governo centrale che, per sprovincializzarla, operò per traslare a Roma la straordinaria esperienza scientifica di Nazareno Strampelli realizzata a Rieti. In realtà chi pensò alla nascita di questo istituto fu proprio Strampelli, e lo face in tutto segreto, senza far trapelare nulla nell’ambiente reatino del quale era sempre timoroso. Lo testimoniano una serie di appunti manoscritti dello stesso Strampelli nei quali viene ipotizzata la nascita di un istituto, che egli chiamò prima “Istituto sperimentale di cerealicoltura”, poi “Istituto di genetica vegetale”, che sembrava la definizione da lui definitivamente scelta visto che la utilizzò in una relazione dattiloscritta nella quale presentava la strutturazione dell’istituto con i suoi scopi, organico, necessità finanziarie ecc., e quindi “Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura” che fu la denominazione infine scelta. La lunga lettera con la quale Strampelli chiedeva l’appoggio di Carlo Schanzer per la creazione dell’Istituto Nazioanle di Genetica per la Cerealicoltura. 25 gennaio 1919 81 La sede dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura realizzato a Roma sulla via Cassia in base a progetto dell’architetto Gentiloni Silvery e inaugurata nel 1930. 82 In un appunto a matita sembra stendere i presupposti epistemologici del nuovo istituto: La guerra ci ha dimostrato che l’agricoltura è la fonte prima di ricchezza nazionale. Ogni nazione attinge da essa la sua potenzialità economica. Cose [...] che sanno di stantio ma che pure devono essere di ammaestramento ai nostri governanti. Poco, molto poco si è fatto. Molte speranze, molte promesse, molte idee belle. Ma queste speranze, queste promesse, prenderanno forma […] La Pace porterà una riforma radicale nelle cose mentre saranno meglio avviate soluzioni per avere una agricoltura veramente progredita, veramente restauratrice di finanze ed energie nazionali? E’ confortante vedere come tale problema sia preoccupazione di tutti, dagli uomini di governo agli agricoltori pratici, tutti si studiano ad aumentare la produzione frumentaria. Ed è anche confortante notare come in questi ultimi anni molto si è progredito, specialmente per opera delle b.te Cattedre am. Di agr., alle quali si deve la diffusione di molti fattori di fertilità e particolarmente delle razionali applicazioni dei concimi chimici, delle regolari rotazioni, delle migliori lav. del terreno. Frumenti rispondenti nei vari climi e vari terreni alle nuove esigenze colturali.27 In un altro parla esplicitamente del superamento del Rieti originario. e della necessità di nuovi frumenti da creare attraverso la manipolazione genetica, ed in un altro ancora, introduce una ipotesi che contestualizzata in quel periodo è decisamente illuminante. Strampelli scrive che i risultati fino ad allora ottenuti avrebbero consentito di “…arrivare a fare scomparire le importazioni di frumento, specialmente poi se potremo avere varietà di frumenti rispondenti alle nuove esigenze di coltura ed alle svariate condizioni del nostro clima” Ed era proprio questo lo scopo principale dell’“Istituto Nazionale di Genetica Vegetale”, che troviamo progettato in una relazione della quale abbiamo individuato due copie, una delle quali con varie correzioni a penna di mano dello stesso Strampelli.28 Lo scopo dell’istituto, si legge nella relazione, “…deve essere essenzialmente pratico e cioè quello della ricerca e creazione di nuove varietà delle principali piante coltivate, che, meglio di quelle sino ad ora esistenti, sappiano resistere ai parassiti crittogamici ed alle avversità meteoriche e diano produzioni maggiormente elevate e qualità di prodotti più rispondenti alle esigenze dei consumatori”. Per accedere ad una dimensione davvero nazionale, Strampelli pensava quindi di allargare il campo di azione dell’istituto non ritenendo che la sola granicoltura potesse giustificare una tale evoluzione. Così l’Istituto di genetica vegetale si sarebbe dovuto occupare in primo luogo del frumento, ma anche di tutte le altre specie coltivate, organizzando il lavoro in sei sezioni: frumento e cereali minori, leguminose da seme e piante ortensi, altre piante sarchiate non leguminose come granoturco, piante da tiglia tessile ecc., foraggiere in genere ed in speciale foraggiere leguminose, piante legnose da frutta, piante da fiori, da ornamento e medicinali. Ognuna di esse doveva essere guidata da un genetista coadiuvato da vari assistenti, mentre il laboratorio chimico sarebbe stato comune per tutte le sezioni, il tutto coordinato da un direttore che avrebbe potuto anche guidare contestualmente uno dei settori dell’istituto. E’ evidente che Strampelli pensava ad una struttura nella quale traslare ad ogni altra specie vegetale il suo metodo di lavoro, ma che gli consentisse di proseguire i suoi studi, continuando a curare la sezione dedicata specificatamente alla granicoltura. La struttura amministrativa sarebbe stata quella di un ente autonomo con un comitato amministrativo, e tra le figure professionali previste c’era quella di un segretario generale amministrativo, coadiuvato da segretari contabili che avrebbero eliminato ogni tipo di incombenza burocratica al direttore e ai vari ricercatori che curavano le diverse sezioni. Complessivamente l’organico previsto era di 27 persone per il personale scientifico, e 21 per quello amministrativo, includendo in questo anche inservienti, uscieri bidelli e guardiani dei campi, per una spesa complessiva di 148.800 lire annue. Le dotazioni annue per le singole sezioni sarebbero state di 25000 lire per la II-III-IV, di 30000 per la V, di 20000 per la VI, mentre per quella relativa al frumento la cifra sarebbe stata di 50000 lire, oltre al ricavo della vendita dei prodotti dei campi sperimentali. Un simile istituto prosegue la relazione “..non potrà sorgere tutto d’un tratto, è necessario abbia uno sviluppo graduale perché si possa aver modo e mezzi per l’impianto dei laboratori, dei gabinetti, delle serre, dei campi e per la 83 formazione delle collezioni specialmente viventi, tanto indispensabili onde i genetisti abbiano il materiale occorrente ai loro studi e possano aver contemporaneamente la conoscenza di tutte le varietà esistenti, molto opportuna per non sfondare delle porte aperte. Lo sviluppo graduale è necessario anche per creare un personale tecnico che abbia veramente spiccate attitudini per gli studi genetici”. Inoltre le diverse sezioni non sarebbero partite insieme, ma “…a seconda della loro importanza rispetto all’economia nazionale”. E di conseguenza: … si dovrebbe incominciare con l’utilizzare il più largamente possibile il materiale genetico ottenuto dalla Stazione di Rieti, e siccome la parte più importante di tal materiale è quella che riguarda il frumento (sono parecchie decine di migliaia di nuove varietà create) si dovrebbero istituire dei grandi campi regionali di orientamento e di saggio dei numerosi nuovi frumenti della detta Stazione per ricercare fra essi le varietà più rispondenti alla varie regioni italiane più marcatamente dissimili fra loro per clima e terreni. In questa prima ipotesi l’istituto avrebbe dovuto “…avere sede principale nella pianura di Rieti” da cui sarebbero dipese le diverse sezioni della penisola. Ma su questo punto Strampelli era incerto. Negli appunti che abbiamo rintracciato, si trovano varie ipotesi, come uno schema degli articoli di legge nel quale si legge come “Sulla base della Regia Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti, è fondato in Roma un Istituto nazionale di Genetica per la Cerealicoltura”. In un altro si parla “dell’istituzione in Roma del nuovo istituto”, mentre la Stazione di granicoltura di Rieti sarebbe stata “…il principale ambiente di lavoro genetico”, in un altro ancora Rieti si sarebbe trasformata in una semplice stazione fitotecnica. Insomma, il ruolo dell’istituto reatino, in relazione alla nascita dell’istituto romano, era in tutta evidenza ciò che maggiormente preoccupava Strampelli. In ogni caso nella redazione finale della prima ipotesi dell’Istituto nazionale di genetica vegetale, Strampelli pensava di trasformare l’istituto reatino in un istituto nazionale, e per accedere a tale dimensione, avrebbe dovuto interessarsi anche ad altro, ma privilegiando sempre la granicoltura come terreno di ricerca a lui caro. 84 Lo testimonia il riparto dei finanziamenti previsti che per la sezione dei frumenti era il doppio rispetto alle altre, così come la priorità di impianto, fino al punto da far pensare che quello potesse essere un quadro progettuale d’insieme da realizzarsi semmai in una prospettiva lunga, mentre nell’immediato si sarebbe concretizzata solo la parte destinata alla granicoltura. D’altra parte il passaggio della relazione che ipotizza la nascita delle sezioni in funzione degli interessi del Paese lascia pochi dubbi in proposito. Ancor più certa è la progettazione di Strampelli dell’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, in un altro documento, anche questo rimasto fino ad ora ignoto. Si tratta di una lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata al fratello di Carlo Schanzer, al tempo ministro del tesoro del governo Nitti, il quale era stato membro del comitato amministrativo della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti fin dal 1911 in rappresentanza del Ministero di agricoltura.29 A lui Strampelli confida in primo luogo i risultati del suo lavoro scientifico di Rieti che in massima parte teneva segreti: Non le parlo né dei lavori di Foggia né di Leonessa poiché i risultati di essi vanno utilizzati in ambienti ove il commercio di grano da seme di Rieti non ha avuto mai e non avrà mai alcun mercato. Le parlo invece dei miei lavori genetici di Rieti scopo dei quali è la ricerca di varietà di cereali rispondenti alle esigenze delle nuove condizioni colturali dell'I(Italia) c. (centrale) e s. (settentrionale). Con tali lavori (genetici) a Rieti ho creato alcune centinaia di nuovi frumenti fra i quali ve ne sono parecchie diecine interessantissime. Di questi né ho pubblicato e distribuito uno solo il Carlotta Strampelli siccome è quello che presenta la massima adattabilità per l'Italia centrale e settentrionale volendo anche con esso dare alla pianura reatina il grano che potesse sostituire nelle coltivazioni locali e nel commercio da semente il vecchio Rieti non più rispondente nella aumentata fertilità delle terre, ove specialmente le benemerite cattedre hanno largamente diffuse regionali rotazioni e concimazioni e migliorate le lavorazioni del suolo. Gli altri frumenti molto interessanti, non potendoli moltiplicare a Rieti, ove è indispensabile mantenere un unico tipo per evitare le inquinazioni, qui più facili che altrove date le frequenti alluvioni non li ho nemmeno pubblicati, facendo così anche sacrificio del mio amor proprio. Poi arriva a spiegare il motivo del perché del suo segreto: Pubblicandoli avrei poi dovuto moltiplicarli altrove, e dove li avrei moltiplicati sarebbero sorti altrettanti centri di concorrenza per Rieti nel commercio di grano da seme. Ciò però non valse a non farmi odiare dai reatini, i quali mi accusarono di aver creato un grano che distruggerà il loro commercio, poiché essendo esso fisso, gli agricoltori estrareatini non avranno più in avvenire la necessità di tornare ogni 2 o 3 anni, come solevano nel passato, ad acquistare la semente originale a Rieti. Qui Strampelli fa riferimento alla spaccatura che era avvenuta all'interno della Unione produttori grano da seme i cui soci in gran parte preferirono tornare alla produzione del Rieti Originario, arrivando perfino ad estromettere Strampelli dall’organismo che egli stesso aveva creato. Tornando alla lettera, Strampelli manifestò la grande convinzione che aveva dei risultati del suo lavoro: Il frumento C.S (Carlotta Strampelli) nell'Italia cent. e sett. ha saputo superare tutte le altre varietà postegli a confronto ma ciò non dimostra che tra gli altri miei grani non vi siano quelli che per le singole contrade della stessa It. c. (centrale) e sett. possano rispondere anche molto meglio del C.S. Anzi io ho ragione per poter affermare che con la utilizzazione del copioso materiale genetico di cui dispongo, potrei in tempo molto breve, dare ad ogni contrada il frumento ad essa più adatto. Poi arrivò alla proposta che era appunto quella di un nuovo istituto nazionale di genetica agraria tramite il quale poter razionalizzare al massimo la granicoltura Italiana e mondiale: Ma se io ciò facessi di mia iniziativa, l'odio reatino diverrebbe sommamente grave. Ella che ha mente e cuore comprende quindi che perché io possa essere utile al mio Paese quanto vorrei e potrei è necessario che io sia posto in condizione di poter svolgere l'opera mia senza alcuna pastoia. Troverà perciò anche giusto l'espresso mio desiderio di togliere quel carattere regionale che attualmente ha questa istituzione nel suo nome di Stazione sp. di gr. di Rieti. Carattere regionale che inoltre attualmente ci procura anche diffidenza ed antipatia da parte degli altri centri produttori di grani da seme in antagonismo con Rieti mentre noi desideriamo niente di meglio che esser liberi di fare risentire anche a tali centri i benefici dell'opera nostra. Ecco perché io mi permetto di proporre che con il denaro che il nostro ministero mercé il suo interessamento ha otte- nuto dal ministero del tesoro retto dall'illustre suo fratello si voglia istituire un istituto centrale di cerealicoltura sperimentale con sede a Roma. A tale Istituto secondo me dovrebbero essere annesse a) delle stazioni di ricerche e di sperimentazione (nel numero richiesto dall'opportunità dei lavori) fra le quali principalmente quella di Rieti ambiente mirabilmente adatto alla creazione del materiale genetico per l'Italia centrale e settentrionale. Altri ambienti di lavoro potrebbero essere Foggia, la Sicilia, la Sardegna. b) Campi regionali o territoriali di orientamento da istituirsi con la cooperazione di tutte le istituzioni agrarie del Regno c) Campi di moltiplicazione con uffici di distribuzione delle sementi (fra questi non dovrebbero mancare quelli della valle del Po e di alcune speciali località della Toscana). Presso la sede centrale di Roma sarebbe opportuno che oltre il campo sperimentale e quello di moltiplicazione converrebbe istituire il museo genetico affinché tanto materiale possa esser facilmente conosciuto, apprezzato e consultato da italiani e stranieri. Questo a grandi linee. Io desidererei rimanere sempre il direttore della Stazione di Rieti ed avere l'incarico (gratuito) perché a me basta mi sia data la possibilità di raggiungere l'immensa soddisfazione di rendere un grande servizio al mio Paese della direzione dell'Istituto Centrale. Era talmente forte la sicurezza di Strampelli di raggiungere i risultati che nel concludere la lettera si espresse nel seguente modo: Garantisco in modo assoluto che così riuscirò e riuscirò indubbiamente a dare ad ogni regione il grano o i grani più rispondenti ai vari climi, alla varia natura e giacitura dei terreni. (Non si potrebbe fissare che non riuscendo sarò condannato per sperpero di pubblico denaro?) Quindi c’è una profonda modificazione tra la prima e la seconda impostazione che Strampelli voleva dare all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura. E’ facile intuire i motivi della inaccettabilità della prima ipotesi, chiaramente incentrata sulla base del dualismo scientifico dell’ibridazione e della selezione, polemica che Strampelli intratteneva, e continuerà ad intrattenere a lungo, con Franceso Todaro. Rinchiudere la sperimentazione agraria complessiva nella sfera dell’ibridismo professato da Strampelli, avrebbe comportato da parte del governo una scelta di campo eccessivamente radicale, che per altro non gli competeva fare. 85 Per altro Francesco Todaro, senatore, e massimo fautore del metodo della selezione, aveva uguali e forse maggiori agganci all’interno dell’apparato di governo, tanto che l’anno successivo a quello della nascita dell’istituto di genetica, nacque a Bologna, in base ad un suo progetto, L’Istituto di allevamento vegetale per la cerealicoltura, strettamente connesso all’Istituto superiore agrario della stessa città.30 Esistevano poi già altri istituti dedicati alle coltivazioni che Strampelli aveva incluso nel suo progetto, come la Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli nata nel 1908, quella di frutticoltura e agrumicoltura di Acireale del 1907, ed erano già state pensate, e sarebbero nate da li a poco, la Stazione sperimentale di maiscoltura di Bergamo, nata nel 1920, e la stazione sperimentale di viticoltura e enologia di Conegliano del 1923. Più logica, e priva di evidenti scelte di campo, apparve la seconda ipotesi presentata da Strampelli, e così nel 1919 nacque ufficialmente a Roma l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura il cui funzionamento finanziario venne assicurato dai fondi derivati dalle detrazioni di 30 centesimi per ogni quintale di frumento, granoturco, avena, orzo e segale, requisiti, o comunque acquistati dallo stato, nell’anno agrario 1919, operazione questa prevista dal decreto luogotenenziale del 18 marzo 1919 n. 521.31 Tali fondi, specificatamente destinati al miglioramento della cerealicoltura, ammontarono a 4.800.000 lire che per 4/5 vennero impiegati per la nascita dell’istituto pensato da Strampelli. Qualche imbarazzo Strampelli deve averlo avuto proprio con il principe Potenziani che nella seduta del consiglio di amministrazione del 13 febbraio 1920, aveva manifestato perplessità sulle modalità di fondazione del nuovo organismo. Egli pensava che sarebbe stato il centro di Rieti ad essere elevato a rango di istituto nazionale, ed invece c'era il serio pericolo che questo sarebbe passato in subordine rispetto a quello romano. Potenziani propose anche di inviare una lettera di protesta al ministro di agricoltura, impegno questo che si assunse lo stesso Cuboni, mentre Strampelli, al quale come abbiamo visto si deve pressoché totalmente la progettazione dell'istituto, non intervenne per nulla sulla questione.32 86 I compiti del nuovo organismo vennero specificati nell’articolo 1 del decreto istitutivo che affidava all’istituto la “…ricerca e l’assegnazione delle varietà di cereali più adatte ai vari territori italiani”. Lo stato giuridico fu quello di ente morale autonomo che operava sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura, a cui spettava la nomina del presidente del Consiglio di amministrazione del quale facevano parte i direttori delle stazioni di patologia vegetale e di quella di chimico-agraria di Roma, dall’incaricato di botanica generale dell’università di Roma, due possidenti indicati dal Ministero di agricoltura e, ovviamente, dal direttore dello stesso istituto.33 Va detto che il capitale con il quale iniziò a funzionare l’istituto fu di circa 10 milioni, in quanto al primo finanziamento si andò ad aggiungere la somma complessiva del prelievo di 50 centesimi a quintale sulla requisizione dei cereali per l’anno 1920.34 Sempre l’art. 1 previde la creazione delle stazioni fitogeniche, con relativi campi sperimentali e di moltiplicazione iniziale, di Foggia, Palermo e di quella di Roma, annessa all’istituto stesso. Si previde inoltre l’istituzione di campi regionali di orientamento e di prova presso i vari istituti agrari del Regno, mentre altri campi di moltiplicazione si sarebbero dovuti affidare alle scuole pratiche e speciali di agricoltura su cui sarebbero gravati anche i campi di conservazione in purezza delle sementi, e i relativi uffici di distribuzione. Nella sede dell’istituto sarebbe poi stato istituito un museo genetico così come aveva più volte ipotizzato Strampelli. Non chiara era la situazione tra l’istituto di Rieti e quello di Roma, problema questo che, come abbiamo visto, aveva fortemente condizionato il lavoro progettuale di Nazareno Strampelli. La legge si limitò a dire che: “L’azione tecnica della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti è coordinata a quella dell’Istituto”.35 In cosa consistesse tale coordinamento non fu detto, e la situazione restò equivoca a lungo. A trovare una soluzione compatibile tra le esigenze del nuovo organismo romano con quelle dell’istituto storico reatino, ci provò, senza ottenere risultati, il conte Orsolini Cencelli. Ai problemi diplomatici di supremazia di immagine di un istituto sull’altro, si aggiungeva quello della diversità giuridica dei due istituti, sia per costituzione che per ordinamento. L’istituto reatino era infatti un organismo a totale dipendenza statale, quindi con un patrimonio demaniale e personale assoggettato al regime dei dipendenti dello stato, a differenza dell’Istituto nazionale di genetica, che era un ente morale, sottoposto alla vigilanza del Ministero di agricoltura, ma con un proprio patrimonio e una gestione del tutto autonoma, a cominciare da quella del personale. Il percorso che si pensò di seguire fu quello della fusione dei due istituti, ma le difficoltà non erano poche in quanto o si sarebbe dovuto sopprimere l’istituto romano e incorporare il suo patrimonio e attività all’interno di quello di Rieti elevandolo poi a istituto nazionale, o, viceversa, si sarebbe dovuto sopprimere quest’ultimo ed inglobarlo in quello di Roma o, soluzione ancor più complessa, mantenere il suo carattere di ente morale autonomo, ma formando un consorzio tra stato ed altri enti per la sua gestione. Quest’ultima soluzione avrebbe penalizzato fortemente l’istituto reatino che sarebbe diventato una delle tante stazioni fitotecniche alle dipendenze di quello romano. La soluzione escogitata, probabilmente un po’ pasticciata sul piano formale, ma di certo fruttuosa su quello operativo, fu quella di lasciare invariato il regime giuridico dei due enti, ma di arrivare ad un pieno coordinamento della loro attività attraverso la fusione dei due consigli di amministrazione, e la nomina di un unico direttore scientifico per entrambi. Con un apposito regio decreto, il n. 379 del 11 febbraio 1926, si sancì la fusione virtuale dei due istituti, ponendoli sotto un unico consiglio di amministrazione ed una unica direzione, mentre entrambi avrebbero conservato la propria autonomia di gestione dei patrimoni, con bilanci separati. Il nuovo comune consiglio di amministrazione sarebbe stato composto da un rappresentante del governo, nominato con decreto del Ministro per l’economia nazionale che l’avrebbe presieduto, da un delegato del comune di Rieti, dai direttori delle stazioni di chimica agraria e di patologia vegetale di Roma, dal direttore dell’istituto botanico dell’università di Roma, e da un “esperto agricoltore”, anche questo di nomina ministeriale.36 La sede dell'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura dopo essere stata ospitata prima nei locali del Ministero di agricoltura, poi in quelli dell'Istituto sperimentale zootecnico, ed infine in uno stabile a Porta Pia, potette beneficiare dal 1930 di una apposita struttura costruita sulla via Cassia, vicina alla tenuta dell’Inviolatella. I lavori di edificazione, realizzati in base al progetto redatto dall’ing. conte Stefano Gentiloni Silvery, iniziarono verso la fine del 1927, e già il 2 gennaio 1930 l’Istituto iniziò il trasferimento degli uffici e dei laboratori. Si trattava di una palazzina di due piani con varie cubature annesse, decisamente adeguata al suo scopo, sulla quale il regime, in pieno contesto della battaglia del grano, non lesinò a spese. Al pianterreno del fabbricato centrale c’era il laboratorio chimico con annessi i locali per le apparecchiature, così come il laboratorio tecnologico con il molino e il forno sperimentali. Sullo stesso piano era stato ubicato il museo del pane che raccoglieva forme e qualità provenienti da ogni parte del mondo. Al primo piano si trovavano la presidenza, la direzione, la sala riunioni del consiglio di amministrazione, l’archivio e i vari uffici di segreteria e contabilità, oltre ad una sala congressi dotata di schermo per proiezioni. Adiacenti al suo ufficio, Strampelli volle che fossero annessi piccoli laboratori di chimica, microscopia e fotografia. Nella parte posteriore del fabbricato si trovavano il laboratorio di microscopia e quello di biologia e elettrogenetica, divisi tra loro dalla biblioteca. Adiacente all’edificio principale si trovava la struttura dove erano stati ubicati il molino, il pastificio e il panificio dimostrativi. La terra Ma il vero laboratorio di Nazareno Strampelli era la terra. Era nei suoi campi sperimentali che egli, soprattutto nei periodi di semina e di raccolto, passava l'intera giornata a controllare i lavori, per poi tornare la sera a Campomoro a sbrigare le pratiche di ufficio, e verificare i risultati tramite le strumentazioni tecniche e scientifiche che aveva a disposizione. 87 Proprio per questo la possibilità di avere terra da utilizzare fu il principale dei suoi problemi. I primi due campi sperimentali a Rieti li ebbe gratuitamente nel 1904 dal principe Potenziani, il più autorevole esponente dell'aristocrazia agraria reatina, che per primo intuì le potenzialità del giovane ricercatore e gli consentì di effettuare le prime sperimentazioni nell'agro reatino, evitando in tal modo che Strampelli, vista l'assoluta scarsità di mezzi che gli venivano concessi, concretizzasse l'idea di abbandonare tutto. Potenziani concesse a Strampelli complessivamente sei ettari di terra sui quali egli impiantò due campi sperimentali, il primo di 3,5 ha che conteneva 400 aiuole di 50 mq ciascuna sul quale egli avviò i suoi studi su 100 diverse formule di concimazione, sui diversi tipi di rotazioni agrarie, sul trapianto e sulla selezione del Rieti originario, così come sullo studio dell’azione oligodinamica di alcune sostanze chimiche, sull’azione dell’elettricità sulle piante di frumento e sull’inoculazione delle sementi di leguminose a mezzo delle colture batteriche del Moore. Nel secondo campo di 2,5 ettari, diviso in 300 aiuole di 50 mq ciascuna, Strampelli studiò in modo comparativo la produttività di 240 diversi tipi di frumento italiani e esteri, la loro resistenza alle ruggini e all’allettamento, e il loro acclimatamento nella valle reatina. Nel 1906 Strampelli dovette però restituire al principe Potenziani i terreni di Setteponti e S. Pastore, e trasferire il suo laboratorio naturale in un unico fondo di circa 7 ettari, sempre concesso gratuitamente dal principe Potenziani, in vocabolo Torretta che egli fin dall’inizio curò insieme a due assistenti, Giovanni Dall’Aglio e Bernardino Giovannelli, che divenne il suo più stretto collaboratore. Nel 1906 ottenne, sempre gratuitamente, dall’on. marchese Raffaele Cappelli un fondo agricolo a Foggia nel quale impiantò un campo sperimentale allo scopo di studiare i danni della siccità sul frumento nell’Italia meridionale. Ora però Strampelli riteneva che la sua esperienza scientifica aveva raggiunto un grado di maturazione tale da essere incompatibile con una dimensione nella quale l’attività sperimentale era confinata in piccoli fondi concessi gratuitamente da personaggi dell’aristocrazia agraria illuminata del tempo. 88 Il senatore Raffaele Cappelli che sostenne Strampelli nella realizzazione della stazione fitotecnica di Foggia e al quale lo scienziato reatino dedicò un frumento, il “Senatore Cappelli” che è tornato ad essere coltivato in tempi recenti. Pianta della masseria Manfredini a Foggia che divenne il laboratorio di Strampelli per i suoi grani duri, soprattutto del “Senatore Cappelli”. 89 Diffusione del frumento Senatore Cappelli dal 1932 al 1947 90 La Torretta. Qui Strampelli iniziò le sue prime sperimentazioni a Rieti Foto del 1907. Con le prime sperimentazioni eseguite da Strampelli a Rieti 92 Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro 93 Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro. 94 Coltivazione di grano Strampelli nei pressi di Terria (Contigliano) Strampelli avvertiva con sempre maggiore forza la necessità di sperimentare anche altrove i suoi frumenti, e la richiesta di fondi per impiantare nuovi centri di sperimentazione fu una costante dei suoi rapporti con il Ministero di agricoltura. Nel marzo 1910 presentò una lunga relazione al Ministro di agricoltura nella quale tra l’altro scriveva: Sin qui i lavori di ricerca e creazione di nuove varietà di frumenti, iniziati dalla cessata Cattedra e proseguiti da questa R.Stazione si sono svolti nel loro primo periodo, che possiamo chiamare botanico, poiché infatti non si è trattato di provocare mutazioni (con l’ibridazone), di afferrare quelle spontanee, di cercare di fissare le une e le altre e di andare eseguendo la selezione, che lo speciale ambiente clima della vallata reatina rende più facile che altrove. Ora però siamo per entrare nel 2° periodo, in quello agronomico o di comparazione e di determinare il valore delle nuove varietà nella grande coltura, e non è più possibile di accontentarsi a lavorare in terreni in cui non si è che ospiti (sia pure, come nel caso nostro, di uomini di grande intelletto e di grande generosità). Occorrono i mezzi che permettano la scelta dei terreni più rispondenti allo scopo e che assicurino stabilità di dimora in essi.37 Strampelli chiedeva mezzi adeguati per svolgere il suo lavoro, e l’acquisizione di diversi fondi agricoli a Rieti, Foggia e Leonessa, tre punti nodali per la sperimentazione dei frumenti da utilizzare per l’Italia centrosettentrionale, meridionale e per le zone collinari e montane. Ma il ministro restò sordo alle sue richieste, ed egli tornò a riproporle ancora nel luglio dello stesso anno ribadendo totalmente il suo progetto: L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno climi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevoli frumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra penisola. Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedi di lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavoliere delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di Leonessa, che dista poche ore da Rieti. 96 Egli voleva istituire a Rieti “…un grande campo giardino per le colture pure o pedigree. Tre campi di comparazione e moltiplicazione (uno in un terreno siliceo argilloso calcare; il 2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il terzo in terreno calcare argilloso arido)”. A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione, e a Leonessa un piccolo campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione specificando come: Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze e varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci colline dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quelli di Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti alle siccità estive dei vari terreni dell’Italia Meridionale.38 Solo nel 1911, grazie all'apposita legge n. 550 dell'otto luglio, fu acquisito dalla famiglia Palmegiani il vasto campo sperimentale sottostante alla sede dell'istituto. Sempre in base a quella stessa legge venne impiantata una stazione sperimentale a Foggia prevalentemente indirizzata alla ricerca sui frumenti resistenti alla siccità, e un’altra ancora a Leonessa per la ricerca su orzo, segale e frumento adatti alla coltura in climi freddi di montagna. Le stazioni fitotecniche Quindi il principale punto che stava a cuore a Strampelli era quello della sperimentazione diffusa dei suoi frumenti nelle diverse zone d’Italia. Questo rappresentò uno dei capisaldi dell’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, nella cui legge istitutiva era prevista la nascita di diverse stazioni fitotecniche, e di altri centri di coltura, prova, orientamento e moltiplicazione dei grani studiati a Roma e Rieti, in modo da strutturare una articolata rete periferica dell’istituto, capillarmente diffusa sul territorio nazionale. Foggia Già nell'agosto 1919, in anticipo rispetto alla strutturazione completa dell'istituto, nacque nei pressi di Foggia la stazione fitotecnica per le Puglie.39 Si trattava di una vasta azienda, la "masseria Manfredini" di circa 185 ettari, che inizialmente venne presa in affitto, e quindi acquisita dall'istituto, grazie ad una espropriazione per motivi di pubblica utilità. Quindi una vasta azienda pianeggiante dell'agro foggiano, collocata lungo l'asse stradale per Lucera, caratterizzata dalla presenza di diversi fabbricati rurali che vennero impiegati per gli alloggi del personale, e per i depositi delle macchine agrarie. L'azienda venne gestita direttamente dall'istituto con salariati che lavoravano sia al campo sperimentale vero e proprio, sia nelle aree destinate alla moltiplicazione e conservazione in purezza dei diversi tipi di frumento. Nel 1919, primo anno di attività, furono seminati 3097 tipi diversi di frumento in altrettante aiole, dei quali solo 105 sopravvissero, soprattutto per la forte siccità di quell'anno che provocò una selezione molto drastica delle specie impiantate. Il raccolto rappresentò in ogni caso un materiale prezioso per Strampelli che riseminò l'anno successivo insieme ad altre 124 diverse varietà create a Rieti. Per comprendere la strutturazione della stazione fitotecnica di Foggia abbiamo riassunto nella tabella seguente l'evoluzione degli impianti dal 1919 al 1923.39 La sede della Stazione fitotecnica di Foggia. Anni ‘20 97 1919 -1920 Campo sperimentale con 3097 tipi di frumenti 1920 -1921 Campo per prove colturali di 229 nuovi frumenti Vari campi di moltiplicazione iniziale per i frumenti risultati adatti alle prove regionali Campo per la sperimentazione di 8 nuove avene Vari campi per la conservazione in purezza dei frumenti Campo di allevamento di 136 frumenti divenuti fissi nell'anno precedente Campo per prove colturali di 366 nuovi frumenti e loro duplicati Campo per la fissazione della purezza dei nuovi 4 frumenti Dauno, Apulia, Cervaro e Luigia Strampelli Campo di 202 aiole per la ricerca di individui omozigotici e 23 aiole per la ricerca di nuove forme Campo di fissazione e selezione di 349 nuovi tipi di frumenti. Campo per la moltiplicazione iniziale di 24 tipi di frumenti e avene Campo (70 ha) per la moltiplicazione e distribuzione nell'Italia meridionale di sementi 98 1921 -1922 Campo di allevamento di 234 tipi di frumenti divenuti fissi l'anno precedente Campi (70 ha) per la moltiplicazione e distribuzione nell'Italia meridionale di sementi 1922 -1923 Campo per la selezione e fissazione di 444 frumenti teneri e duri 1923 -1924 Campo di prove colturali per 326 varietà di frumenti Campo di allevamento di 180 frumenti divenuti fissi l'anno precedente Campo di allevamento per 290 tipi divenuti fissi l'anno precedente Vari campi di moltiplicazione iniziale per i frumenti risultati adatti alle prove regionali Campo catalogo per 17 varietà Campo di prove colturali per 355 tipi di cereali e duplicati (706 parcelle) Campo per la fissazione di 247 tipi ibridati Campi (70 ha) per la moltiplicazione e distribuzione nell'Italia meridionale di sementi Campo di seconda moltiplicazione per 6 varietà di frumenti Campi (44 ha) per la moltiplicazione e distribuzione nell'Italia meridionale di sementi Pianta delle sperimentazioni a Foggia nel 1911-1912 99 Contadine al lavoro nel campo sperimentale di Foggia 100 Roma Sempre nel 1919, pur di avviare i suoi lavori senza perdere la possibilità di un anno agrario nell'ambiente dell'agro romano, Strampelli prese in affitto un fondo di 3 ettari che rappresentò il nucleo iniziale della futura Stazione fitotecnica per il Lazio, la cui ubicazione definitiva fu individuata dopo varie ricerche l'anno successivo. Si trattava della tenuta "Inviolatella Borghese", di circa 150 ettari collocata lungo la via Cassia, a solo 7 chilometri dalla città, che venne acquistata direttamente dall'istituto. Anche in questo caso l'azienda era dotata di fabbricati rurali, per altro di recente costruzione, adatti ad ospitare la sede della stazione, nonché gli alloggi per il personale e le attrezzature agrarie. Altre cubature furono edificate dall'istituto come il Silos progettato nel 1927 dallo stesso Strampelli con 14 celle cilindriche per i frumenti, provvisto di montacarichi elettrico, un grande capannone per le macchine agrarie, e vari dormitori per i lavoratori avventizi.40 La stazione fitotecnica romana. La prima foto raffigura la sede dell’Istituto nazionale di Genetica per la cerealicoltura con le sue serre. Le altre due la tenuta dell’Inviolatella. 101 Pianta delle semine nel campo sperimentale di Roma l’Inviolatella 1921-1922 102 Cagliari In base a quanto era previsto dalla legge restava da realizzare l'ultima stazione fitotecnica, quella per la Sicilia, ma le difficoltà nell'individuare un idoneo fondo agricolo, e quelle relative all'avvio dell'attività negli altri due centri, fecero sì che si iniziasse ad affrontare realmente il problema solo nel 1924. Lo si fece prima impiantando un campo sperimentale nel demanio forestale della Ficuzza, ed avviando quindi lavori di selezione dei grani locali, così come istituendo dei campi di orientamento e di prova di diversi tipi creati a Rieti, e ritenuti idonei per la Sicilia. Nel 1925, in seguito alla proclamazione della battaglia del grano, il Comitato permanente del grano pensò di istituire in Sicilia una apposita Stazione di granicoltura allo scopo di studiare in modo specifico le problematiche cerealicole dell'isola. Si trattava della Stazione sperimentale di granicoltura per la Sicilia voluta da un altro grande agronomo che la diresse poi a lungo, Emanuele De Cillis, il quale però pensava ad un istituto che si interessasse ad ampio raggio dei problemi agricoli dell’isola, tanto da fargli ammettere nello stesso anno di costituzione, che quella denominazione fu una vera e propria imposizione del Comitato permanente del grano. 41 In ogni caso impiantare in modo definitivo una stazione fitotecnica nell'isola apparve una operazione inutile, e si pensò quindi di traslare tale ipotesi in Sardegna dove, già dal 1925, Strampelli aveva preso in affitto un fondo di 5 ettari dell'Opera nazionale combattenti nel tenimento di Sanluri, e contestualmente avviò le ricerche per l’acquisizione di una idonea tenuta idonea ad ospitare la stazione fitotecnica. Solo nel 1928 l'istituto acquistò la tenuta di S. Gimiliano di circa 100 ettari, e prese in affitto per 29 anni l'adiacente fondo Su Pardu di 72 ettari di proprietà del comune di Sinnai, nella frazione di Settimo S. Pietro in provincia di Cagliari, e su tali fondi nacque la stazione fitotecnica sarda che nel 1931 si accrebbe ulteriormente con l'acquisto della tenuta Tanca S. Michele di circa 372 ettari. Si trattava di un grande fondo pressoché abbandonato, del quale, al momento dell’acquisizione, erano coltivati appena 2-3 ettari dal guardiano per il proprio fabbisogno, mentre il resto era affittato annualmente ai pastori. Nella parte pianeggiante di circa 280 ettari, collocata nel territorio comunale di Ussana, fu necessario un grosso lavoro di appoderamento che incluse la realizzazione di circa 20 Km di strade poderali e interpoderali, 36 Km di canali di bonifica, 12 pozzi, 8 Km di siepi di fichi d’India, e la costruzione di sette case coloniche, un mulino, un forno e una chiesa. In tal modo si cercò di stabilizzare le famiglie coloniche sui fondi, dimensione questa pressochè sconosciuta in Sardegna dove dominava l’accentramento della popolazione nei centri. L’operazione andò comunque in porto, e l’azienda venne divisa in otto poderi di circa 30 ettari ciascuno in ognuno dei quali si insediò una famiglia di 8-10 persone. La stazione fitotecnica venne utilizzata per la moltiplicazione delle sementi idonee all'area sarda, mentre la sede fu collocata negli edifici esistenti nella tenuta di S. Gimiliano, dove venne impiantato il campo sperimentale vero e proprio.42 La stazione fitotecnica di Cagliari 103 Nazareno Strampelli a Cagliari nella tenuta Tanca San Michele nel 1940 104 Rieti Uno dei problemi che assillava Strampelli era quello della produzione diretta delle sue sementi le cui richieste aumentavano di anno in anno in modo vertiginoso. Era una fase delicata del processo, e affidarla a ditte private voleva dire correre qualche rischio sui risultati del prodotto finito, né era possibile fornire una risposta alla domanda con i piccoli campi di moltiplicazione annessi alle tre stazioni fitotecniche, né, tantomeno, era pensabile ridurre la superficie destinata alla sperimentazione a favore della moltiplicazione. Era necessario un apposito fondo agricolo da destinarsi a questo scopo, e l'occasione si presentò nel 1924 quando si potettero acquistare gli oltre 200 ettari della tenuta S. Pastore di proprietà del principe Potenziani. 43 Il fondo venne diviso in 19 colonie date a mezzadria, i cui centri direzionali furono Piedifiume e Casabianca. Va detto che dal 1924 al 1926 la tenuta venne ceduta in affitto alla Società italiana per la produzione dello zucchero indigeno, fermo restando che la moltiplicazione dei frumenti Strampelli doveva essere fatta sotto il controllo dell'istituto. Il fondo, tornato alla gestione diretta dell'istituto nel 1927, produceva in assoluta purezza genetica, circa 2000 quintali dei diversi frumenti Strampelli, metà dei quali costituivano la parte colonica sulla quale però l'istituto si riservò un diritto di prelazione qualora le richieste di prodotto né avessero creata la necessità. Serre presso la sede dell’Istituto sperimentale di cerealicoltura di Rieti. Anni ‘30 105 Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30 Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30 Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30 Rieti, campo sperimentale di Piedifiume. Anni ‘20 109 Rieti, campo sperimentale sotto Campomoro. Il bambino è probabilmente Benedetto, figlio di Nazareno Rieti, Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30 111 S. Angelo Lodigiano Nel 1933 la contessa Lydia Caprara, vedova del conte Gian Giacomo Morando Attendolo Bolognini, donò all’Istituto nazionale di genetica il suo castello a S. Angelo Lodigiano, in provincia di Milano, con l’intera tenuta composta da otto fondi agricoli per complessivi 400 ettari.44 Lo scopo era quello di creare una fondazione intestata al marito la quale fungesse da stazione fitotecnica per l’Italia settentrionale, e con regio decreto del 19 febbraio 1934 (n.459) la fondazione Bolognini fu eretta a ente morale.45 Il castello Bolognini a Sant’Angelo Lodigiano, sede della Stazione fitotecnica creata da Strampelli in Lombardia. Le foto risalgono agli anni ‘30 112 Sant’Angelo Lodigiano. Separazione delle spighe. 1939 113 Badia Polesine Nel 1937 per iniziativa del comune di Badia, che mise a disposizione un proprio podere e gli uffici necessari, del Consorzio agrario provinciale, della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, del Consiglio provinciale delle corporazioni, e più tardi della Società polesana produttori sementi, che contribuirono finanziariamente, nacque la Stazione fitotecnica di Badia Polesine. Gli obiettivi che i vari enti si posero nel realizzarla erano quelli di creare un centro sperimentale particolarmente indirizzato al miglioramento delle colture polesane, e quello della produzione di sementi per soddisfare i bisogni della provincia esportando il surplus in quelle limitrofe.46 La stazione di Badia, oltre che sul fondo comunale di 6 ettari, potette contare su un altro appezzamento di 22 ettari preso in affitto, sui quali, fin dal 1937, si iniziò la sperimentazione dei frumenti Strampelli a cui si affiancò quella sul ricino, lino, orzo, avene, patate, erba medica, soie, papavero da oppio, cipero, topinambur, arachide e timo.47 Badia Polesine, sperimentazione del ricino. 1942. 114 Badia Polesine. Sperimentazione del papavero da oppio. 1942 Badia Polesine. Sperimentazione del grano “Comandante Baudi” 1942 Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942 Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942 118 Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942 119 Montagnana, Urbino, Forlì Sempre nel 1937 si seguì lo stesso percorso per far nascere la stazione fitotecnica di Montagnana, mentre l’anno successivo, promossa dal Consorzio agrario cooperativo, nacquero le stazioni fitotecniche di Urbino e di Forlì, quest’ultima sorta sulle terre di proprietà dello stesso Mussolini.48 Il lavoro svolto da Strampelli nei suoi campi sperimentali fu immenso. Per averne una idea abbiamo elaborato nelle tabelle seguenti le quantità delle varie tipologie di sperimentazioni nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Cagliari e Rocca di Mezzo49, e i rendimenti per ettaro delle principali varietà nello stesso arco cronologico. Strampelli nella stazione fitotecnica di Montagnana insieme ai suoi collaboratori. 1941 120 ROMA FOGGIA LEONESSA ROCCA DI MEZZO 249 28 2247 70 2803 FISSAZIONE 79 130 15 10 27 MOLTIPLICAZIONI INIZIALI 1629 7 44 MOLTIPLICAZIONI 919 710 424 FISSAZIONE 1644 644 445 ALLEVAMENTO MOLTIPLICAZIONI INIZIALI CAMPO CATALOGO 315 17 - 54 31 540 31 4 1^ GENERAZIONE 226 226 PROVE DI CONCIMAZIONE 11 11 19 19 2^ GENERAZIONE COLTURE DIVERSE IN USO TRIBU' ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME TOTALE 23 20 MOLTIPLICAZIONI TRAPIANTO 10 151 30 TOTALE 12 3120 12 1738 1329 531 30 6748 1924-1925 ALLEVAMENTO CAMPO CATALOGO TRAPIANTO 1^ GENERAZIONE 2^ GENERAZIONE PROVE DI CONCIMAZIONE COLTURE DIVERSE IN USO TRIBU' ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME TOTALE 765 288 105 SARDEGNA RIETI 631 872 ROCCA DI MEZZO 665 LEONESSA 674 FOGGIA PROVE COLTURALI ROMA 3035 RIETI TOTALE PROVE COLTURALI 1923-1924 75 1233 1853 9 2 5 4 20 18 29 21 24 92 24 24 184 184 27 27 9 9 126 3339 1105 892 367 28 126 5815 121 ROCCA DI MEZZO RIETI ROMA FOGGIA SARDEGNA LEONESSA ROCCA DI MEZZO 669 824 532 496 199 20 2740 24 1058 FISSAZIONE 195 243 4 32 MOLTIPLICAZIONI INIZIALI 992 23 21 25 15 78 MOLTIPLICAZIONI 18 27 20 LEONESSA PROVE COLTURALI SARDEGNA 3159 FOGGIA 30 ROMA TOTALE RIETI TOTALE PROVE COLTURALI 986 889 642 352 260 FISSAZIONE 954 41 39 1925-1926 ALLEVAMENTO MOLTIPLICAZIONI INIZIALI CAMPO CATALOGO MOLTIPLICAZIONI TRAPIANTO 1^ GENERAZIONE 2^ GENERAZIONE PROVE DI CONCIMAZIONE COLTURE DIVERSE IN USO TRIBU' ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME TOTALE 122 447 30 116 18 4 6 14 23 18 27 39 19 8 9 27 39 5 17 24 4 129 2521 1116 830 602 360 312 30 1926-1927 ALLEVAMENTO CAMPO CATALOGO TRAPIANTO 1^ GENERAZIONE 2^ GENERAZIONE PROVE DI CONCIMAZIONE 399 29 19 32 129 ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME 2 TOTALE 18 4 557 1434 69 3 29 12 80 19 18 6 COLTURE DIVERSE IN USO 5169 87 18 17 TRIBU' 53 6 32 117 2217 1237 907 499 233 20 129 5113 775 422 49 MOLTIPLICAZIONI INIZIALI CAMPO CATALOGO MOLTIPLICAZIONI TRAPIANTO 1^ GENERAZIONE 2^ GENERAZIONE PROVE DI CONCIMAZIONE COLTURE DIVERSE IN USO TRIBU' ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME TOTALE 371 188 180 20 14 19 3 25 22 17 5 34 25 41 2 ROCCA DI MEZZO FISSAZIONE ALLEVAMENTO LEONESSA 199 SARDEGNA LEONESSA 350 FOGGIA SARDEGNA 497 ROMA FOGGIA 725 TOTALE RIETI ROMA 674 ROCCA DI MEZZO RIETI PROVE COLTURALI 1927-1928 TOTALE 30 2475 PROVE COLTURALI 836 884 766 318 169 30 3003 1246 FISSAZIONE 629 122 34 17 MOLTIPLICAZIONI INIZIALI 86 MOLTIPLICAZIONI 25 89 10 10 33 39 19 2048 1445 19 762 358 218 30 ALLEVAMENTO 56 75 89 6 741 1928-1929 4861 CAMPO CATALOGO TRAPIANTO 258 13 34 23 45 1^ GENERAZIONE 265 PROVE DI CONCIMAZIONE 16 2^ GENERAZIONE COLTURE DIVERSE IN USO TRIBU' ESPERIENZE DI SEMINA CON DIVERSA QUANTITÀ DI SEME TOTALE 321 53 1 8 23 1 20 24 8 43 13 632 786 5 50 13 103 13 88 45 265 10 10 23 20 2149 1421 24 20 83 20 2 929 2 347 201 30 5087 123 RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI RIETI VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920 CARLOTTA 25,50 43,60 34,25 31,60 30,70 34,70 36,56 32,72 43 31,50 31,05 ZARA 25,50 38,90 39,16 29,35 25,14 40,30 23 23,20 35,10 25,40 40,90 42,93 31,35 28,25 28,60 38,50 32,30 31,90 21,70 42,80 41,10 41,10 19,40 - - VARRONE VIRGILIO RISMONDO FAUSTO EDDA ARDITO DAMIANO MENTANA VILLA GLORI FIERAMOSCA FANFULLA RIETI COM. RIETI 11 124 22,30 23,20 23,35 20,35 22,40 19,95 19,85 22,50 22,60 29,95 25,60 18,45 21,60 41,15 42,90 38,65 26,25 42,20 33,60 37,25 - 30 34,85 35 22 30,34 32,25 27,25 25,57 21,85 - 31,40 36 23,50 37 32,38 39,10 36,55 34,19 23,63 - 25 33,80 27,30 43 30,30 35,15 30,36 22,65 - 33 34,50 28,50 26,60 40,85 32,10 - - 42,30 30,40 37,50 - 23,20 37,50 43,10 - - - 31,10 33,30 32,10 - - 22,80 - 45,80 29,40 44,30 30,70 - - - - - - 34,30 - - - 29 37,50 - - 22 26,10 - - - 32,50 - 31 - - - - - - 30,90 26,80 - - - 36 - 32,70 40 24 31,80 RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI ROMA PIANO VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920 CARLOTTA 27,76 27,36 35,68 28,40 34,45 30,60 25,70 39,05 34,20 17,80 25,56 MENTANA 28.04 31,96 32,11 34,13 36,35 35,50 39,85 40,55 52,80 42,48 - - - - - - ZARA VILLA GLORI DAMIANO ARDITO EDDA BALILLA FANFULLA FIERAMOSCA CAPPELLI 30,96 30,16 34,08 28,56 36,24 20,44 27,16 30,96 28,04 34,80 34 30,22 41,40 19,20 21,60 - - - - - - - - 22,32 - DAUNO III 20,28 33,20 RIETI 11 23,93 GENTIL ROSSO 48 24,12 - 30,40 29,28 32,08 28,76 31,56 28,92 28,44 31,13 36,53 - - - - - 36 - - 25,30 48 30,40 41,64 33,90 35,10 36,16 26,92 29,20 32,40 26,40 24,60 35,73 35,88 39,37 28,64 23 29,53 26,88 20,48 AZIZIAH 17-45 33,75 - - - - - - - 37,70 - 42,56 29,06 22 34,50 - 39,28 23,14 - - - - 34,88 - - - - - - - - - - - - - 32,06 - - - - - 30,6 27,45 27,65 32,05 37,55 42,44 22,80 39,16 31 37 33,50 30,75 46,45 39,50 24,48 32,84 32,40 32,25 34,25 40,25 18,40 42,40 16,48 30,72 125 RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI FOGGIA VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 APULIA 15,60 25,80 23,60 19,03 22 22 12,40 12,22 21,37 20,20 MENTANA 21,20 30,80 32 24,80 26 40 23,20 - VILLA GLORI DAMIANO RISMONDO ARDITO 19,60 19,40 14,80 29,20 26,80 22 29,20 34 32,80 24,40 - 22 - 34 - 15,60 - 26,66 - 1921 - - - - - - - - - - 22 28,80 20,32 19,20 20 25,45 21,72 24,97 BALILLA 19,20 22 28,40 - - - - - CAPPELLI 15,20 21,60 32,40 22,80 27,20 38 20,80 20,35 16,72 27,20 - 24,40 34,40 22,80 28,81 32 22,80 31,71 24,88 26,40 - 21,60 16 20,80 28 12,80 24,48 13,52 17,60 - FIERAMOSCA FANFULLA AZIZIAH-17-45 DAUNO III DAUNO VI BIANCHETTA DURO DI PUGLIA 126 26 27,60 30,80 35,20 10,40 30,80 17,60 17,60 13,60 16,80 28,40 22,40 24 30 34 31,60 31,20 26,40 22,40 - 24 23,20 20 24 - - 35,60 - 26 34,40 29,20 32 21,60 - 19,20 19,20 27,52 - - 24 25,96 14,20 24,30 1920 15,36 - - - - - - 20,48 26,80 13,12 22,80 - - - - RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI SARDEGNA VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920 CALATAFIMI 21,20 6,70 30 18,80 19,80 - - - - - - BALILLA 14,80 1,90 - - - VILLA GLORI 13,20 MENTANA DAMIANO ARDITO EDDA 20 18,80 - - 24,60 - - - 18 5,20 - 16 6,50 23 19,80 15,80 18 1,10 28,80 16,20 14,20 21,40 20,10 22,20 17,60 AZIZIACH 17-45 21,20 DAUNO III 17,20 DAUNO VI 5,70 20,20 28,20 19,20 DAUNO I 23,50 7,20 FIERAMOSCA CAPPELLI 6,80 18,80 3 - 3,30 - 13 17,80 - - 24,60 16,20 - - - 24,60 - 20,70 15 - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 20,80 - - - - - - - - - - - - - - - 127 RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI LEONESSA VARIETÀ 1930 1929 1928 1927 1926 1925 1924 1923 1922 1921 1920 CARLOTTA 20 20,50 25,50 18 24,50 20,50 23,40 25 14,96 9,52 13,60 BAIONETTE 21,50 18,50 24,50 19,50 25 26,50 21,70 21 ZARA CAMBIO 23 20,50 24,50 22,50 24,50 23 22,70 18,90 15,40 14,11 17,29 17,50 23 24,50 13,50 15,09 14,10 16 25,50 26,50 14,50 20 15,40 23,50 18,50 12 TILIA 21,50 24,50 24,50 18 25,50 19,87 VIRGILIO 15,50 - - - - 22 17 18,50 - GREGORIO MENDEL 19,50 VARRONE DAMIANO COSTACALDA RIETI 11 RIETI COMUNE ORZO SIRENTE ORZO VALLE OLIVA ORZO RANIERI 128 15,50 19,50 16 - 22,50 15 15,50 20,50 22 21 24 18 19,50 17,50 - 23 12,50 18,50 30 19,50 8,50 7 23,50 - 19,50 14 22 - - 25,12 24,50 - 22,50 23,50 18,50 21,40 25 22 19,50 25 - 22,50 15,50 13 - 21 20 18 18 31 21,44 15,70 - - 18 - - 19,50 14,30 22 17,20 - - - - 16,10 12,90 25 17,50 13 14,56 17,14 13,20 21,80 5,50 7,60 26,60 - 9,20 - - 14,64 - - 8,51 17 - 21,40 23 - 10,80 - - 18 11,85 13,50 Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttori all’ARS La tenuta S. Pastore rappresentò la base per la nascita a Rieti dell'Associazione riproduttori sementi, la cui originaria denominazione fu quella di Associazione reatina sementi. Già nel 1905 Strampelli aveva intuito l'importanza di un coordinamento nella commercializzazione dei suoi grani. Al tempo la preoccupazione principale era quella delle continue frodi cui era soggetto il Rieti originario, ed egli aveva stimolato la nascita dell'Unione produttori grano da seme allo scopo di controllare la commercializzazione del prodotto, ma, probabilmente, anche con l'idea di avere una struttura idonea alla diffusione dei suoi grani. Una operazione difficile, che andava a contrastare con i particolarismi dai quali i proprietari dell’agro reatino sembravano non riuscire a liberarsi, tanto da fargli scrivere al Ministro di agricoltura che il suo progetto di “disciplinare detto commercio”, onde affrontare il problema del “discredito rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questa piazza”, incontrava “ostacoli attualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi, e non lievemente, nei loro interessi”.50 L'occasione si ebbe nel 1914 quando Strampelli presentò il suo frumento Carlotta che venne subito adottato dal principe Potenziani nelle sue tenute della valle reatina. I risultati furono sorprendenti. Nella tenuta S. Pastore il Carlotta produsse un incremento di produzione di 2,40 q.li per ettaro, in quella delle Comunali l'incremento fu addirittura di 8,4 q.li, nel podere di S. Mauro 7,32 q.li e così via, con una media di accrescimento produttivo calcolata in 5,41 q.li per ettaro.51 L'anno successivo l'Unione, presieduta dallo stesso principe Potenziani, decise di affiancare alla vendita del Rieti originario anche quella del Carlotta Strampelli che ebbe un successo straordinario in tutta la penisola.52 Negli anni seguenti iniziarono a crescere le richieste del Carlotta, considerato una sorta di grano miracoloso, e diminuirono progressivamente quelle del Rieti originario. Solo alcuni proprietari reatini, a cominciare dai Potenziani, intuirono che era tempo di modificare l'assetto delle produzioni dei loro fondi, e iniziarono a produrre esclusivamente il Carlotta, immettendolo poi nel mercato nazionale e ottenendone elevati riscontri economici. La maggioranza dei proprietari rimase ancorata alla produzione del Rieti originario e, facendo leva su una flessione delle richieste del nuovo frumento, dovuta ad un errato impiego in zone inidonee, iniziarono a ritenere che il lavoro di Strampelli avrebbe prodotto progressivi danni all'economia reatina. Nel 1923 si arrivò ad una vera e propria spaccatura interna all'Unione produttori grano da seme, fino al punto da estromettere Strampelli e tutti coloro che avrebbero coltivato i suoi grani. Quindi, proprio quando i grani Strampelli si stavano affermando in Italia, la maggioranza dei proprietari terrieri del reatino decise di rimanere ancorata al prodotto da sempre utilizzato, e votarono la trasformazione della denominazione dell'associazione in “Unione produttori grano da seme Rieti originario”, segnandone in modo inequivocabile il campo di azione, tanto che da essa erano esclusi tutti gli agricoltori che non avessero scelto di coltivare esclusivamente il Rieti originario. In una nota sulla pubblicazione “La Regione Sabina”, l’Unione sostenne con spirito chiaramente polemico con la Cattedra sperimentale: che "Il Rieti originario è il più antico grano da seme, e, nonostante le novità di questi ultimi anni, resta e resterà sempre vittorioso per la sua resistenza alla ruggine".53 Il principe Potenziani, che al tempo la presiedeva, insieme a pochi altri proprietari, uscì dall'Unione per fondare, insieme a Corrado Peroni, e sotto la guida di Nazareno Strampelli, l'Associazione Reatina Sementi legalmente costituita l'otto giugno 1924. A presiederla fu ancora una volta il principe Potenziani, mentre la direzione tecnica fu affidata a Bernardino Giovannelli, vicedirettore della Stazione sperimentale di granicoltura, e più stretto collaboratore di Nazareno Strampelli. 129 Con la concessione dell'esclusiva della produzione fatta dalla Stazione all'ARS, il connubio tra i due organismi fu completo, e Strampelli riuscì finalmente ad avere a disposizione una struttura attraverso la quale controllare direttamente il processo di moltiplicazione e distribuzione dei suoi frumenti. Il riscontro nazionale fu enorme, tanto che nel 1925 l'ARS riuscì a smerciare la totalità dei grani Strampelli prodotti, 2752 quintali, a fronte di una richiesta complessiva che superava i diecimila quintali.54 Nel contesto della battaglia del grano venne emanato un decreto legge (d.l 3-1-1926) che stimolava la nascita di consorzi e associazioni per la produzione e distribuzione di sementi elette. I contributi concessi erano fino al 50 per cento delle spese di impianto, compresi i fabbricati necessari, ma tale provvedimento riguardava esclusivamente le strutture di nuova costituzione, e quindi l'Associazione reatina sementi, nata appena due anni prima, ne rimaneva esclusa. L'unica possibilità era quella di sciogliere l'associazione e costituirne una nuova, cosa che avvenne nel febbraio 1926 quando nacque L'Associazione riproduttori sementi, che conservava la stessa sigla, ARS del precedente ente.55 Subito dopo si tentò di ricucire i rapporti tra il nuovo organismo e l'Unione produttori grano da seme Rieti originario, ma all'inizio senza successo, tanto che ad una ventilata ipotesi di fusione, l’Unione diramò una circolare ai propri soci che aveva il sapore di un vero e proprio anatema. Nessuno avrebbe dovuto allacciare rapporti con i rappresentati dell'ARS, che agivano in "sleale concorrenza", pena l'espulsione dall'associazione. Mario Marcucci, podestà di Rieti indisse nel giugno 1926 una riunione tra tutti i proprietari dell'agro reatino che segnò l'inizio di un progressivo decadimento della vecchia Unione in quanto molti soci decisero di aderire al nuovo organismo riconosciuto e finanziato dallo stato all'interno del quale avrebbero per altro potuto liberamente continuare a produrre il Rieti originario. Tre anni dopo l'ARS costruì all'inizio dell'attuale asse di viale Maraini, un moderno complesso destinato alla selezione e commercializzazione dei grani, sia di quelli creati da Nazareno Strampelli, sia del Rieti originario. 130 Così nel suo catalogo tornò l'antico frumento tipico della valle reatina che incontrava ancora numerosi estimatori in Italia, tanto che nel 1926 se ne vendettero ben 1824,45 quintali, poco meno della quantità complessiva delle sementi Strampelli Carlotta, Varrone, Ardito, Mentana, Villa Glori ed altre, per un complesso di 2078,80, quintali anche se va detto che negli anni successivi i grani Strampelli presero decisamente il sopravvento tanto che nel 1929, a fronte di una vendita di Rieti originario di 1072 quintali, i grani Strampelli smerciati dall’ARS furono di 4450,71 q.li. Tali dati non rendono comunque pieno merito ai frumenti creati sulla collina di Campomoro, anzi sarebbero perfino fuorvianti, se non si tiene conto che mentre la disponibilità del Rieti originario superava abbondantemente la domanda, con i grani Strampelli si riusciva a soddisfare solo in minima parte le richieste che pervenivano da ogni parte d’Italia e successivamente del mondo. Nel 1929, ad esempio, vennero venduti 1072,70 quintali di Rieti originario, a fronte di una disponibilità di 1500 q.li. Discorso diametralmente inverso per i grani Strampelli. Del Carlotta le richieste ammontarono a 568 q.li ma la disponibilità era solo di 368, ancor più macroscopica fu la situazione per l'Ardito, i cui 315 quintali venduti, soddisfacevano solo in minima parte le ordinazioni che ammontarono a 1287 q.li, e per il Villa Glori, 296,32 q.li venduti contro richieste per 1805 q.li. In sintesi, per citare solo i dati di quell'anno, la disponibilità di razze elette Strampelli era di 4450,71 q.li a fronte di richieste che ammontarono a 8657,80 q.li, mentre, al contrario, per il Rieti originario la disponibilità superò la domanda di circa 430 q.li.56 Tutto questo mette in marcata evidenza la scarsa propensione dei proprietari reatini a modificare il loro modo di produrre, e una diffidenza verso le innovazioni che Strampelli creava nel suo laboratorio di Campomoro che resistette anche davanti alla concreta possibilità di maggiori guadagni. Questo consentì all’Unione produttori grano da seme originario, di continuare in qualche modo a sopravvivere, pur se le richieste esterne del grano autoctono reatino scendevano progressivamente. La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini 131 La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini 132 Nel 1925, per decantare le qualità del Rieti originario, l’Unione fece redigere da Francesco Palmegiani un opuscolo che, per impostazione e contenuti sembra più appartenere a quella pubblicistica di metà Ottocento con la quale il prodotto reatino si era conquistato uno spazio di rilievo nella granicoltura italiana.57 La verità era che ormai i grani di razza eletta Strampelli stavano progressivamente sostituendo i frumenti tradizionali e, semmai una alternativa poteva esistere a questi, andava ricercata nei frumenti derivati dal sistema di ricerca alternativo a quello di Nazareno Strampelli, cioè a dire quello della selezione genealogica professato da Francesco Todaro che, per diffondere i suoi grani, aveva creato in Emilia la Società bolognese produttori sementi, alter ego dell’ARS reatina. Due scuole di pensiero quella di Todaro e Strampelli che caratterizzarono la granicoltura italiana del tempo, e tra le quali, come vedremo, prevalse alla fine quella dello scienziato reatino. La discrasia tra l’Unione e l’ARS era tale che quando ci si rese conto che le richieste del Rieti originario precipitarono, fino al punto da mettere in discussione la stessa esistenza dell’Unione, questa, anziché tornare sui suoi passi, incaricò Marco Michahelles, allievo del Todaro, di avviare un percorso di selezione genealogica del frumento reatino, e adottò quale prodotto di vendita il Rieti Todaro fam. 11, come a dire, proprio nel cuore dell’esperienza scientifica di Strampelli, ci fu chi ritenne opportuno investire sulla scuola alternativa. Corrado Peroni, al tempo direttore della sezione reatina della Cattedra ambulante per la Sabina, che lavorò a lungo per cercare di ricucire i rapporti tra l’Unione e l’ARS, così si esprimeva nel 1929: Non pochi granicoltori reatini rimasti completamente sordi ad ogni sollecitazione mirante ad ottenere la loro adesione all’ARS, restarono e restano ancora avvinti alla vecchia Unione […] rileviamo solo l’errore madornale in cui essa è caduta credendo che in tal guisa fosse possibile una rivalorizzazione del Rieti originario e il poter dar forma ad un monopolio di grani da seme di razza eletta….originaria reatina. Riconoscerà l’Unione, l’errore in cui è stata trascinata dalla cieca ostinazione in errati concetti sul reale valore dei diversi tipi di frumento e derivante – nella migliore delle ipotesi – da un non sostenibile spirito di campanilismo?58 Che questo atteggiamento di ostilità nei confronti delle innovazioni prodotte da Strampelli abbia avuto un peso pratico lo testimonia l'evidente contraddizione in cui Rieti si trovò nel 1931 quando venne additata dal duce come una delle province con minor produttività frumentaria del Paese. Il capo del governo non intendeva certamente evidenziare le misere condizioni economiche della nuova provincia laziale per correre in suo soccorso, né manifestare preoccupazione per la scarsità dei raccolti della provincia, se non altro per l’insignificante incidenza sul dato complessivo nazionale, quanto sottolineare una evidente contraddizione. L'occasione della citazione fu una sua relazione al Comitato permanente del grano in cui sintetizzò risultati raggiunti dalla “battaglia” in quell'anno. Quella collocazione in coda alla graduatoria nazionale, insieme a Reggio Calabria, Nuoro e Frosinone, aveva il sapore di un rimprovero, e della sottolineatura della contraddizione che il luogo dove erano nati i cosiddetti grani della vittoria creati da Nazareno Strampelli, era quello che manifestava reticenza ad utilizzarli, restando legato a vecchie e superate concezioni agricole. Certo, il territorio reatino per conformazione morfologica, con appena 43.800 ettari coltivati a frumento su 104.600 seminativi, su un totale della superficie di 260.667 ha di superficie territoriale, non poteva competere con altre zone d'Italia, soprattutto se si tiene conto che le aree realmente produttive erano i 3000 ettari della pianura reatina, i poco più che 600 della piana del Tevere, e i 2800 collinari della bassa Sabina. Per il resto solo aree montane, nelle quali raggiungere elevate rese non era certamente agevole. In ogni caso la citazione in negativo di Mussolini, che di certo non si poteva mettere in discussione, se non altro perché era assolutamente vera, funzionò come una vera e propria doccia fredda nell'ambiente agricolo locale. A tentare di spiegare il fenomeno fu Corrado Peroni sul "Giornale di agricoltura della domenica" del 6 dicembre 1931. Da buon mediatore quale era, Peroni fece carte false per non ricondurre la vicenda alla diatriba tra l'ARS e l'Unione, e alle conseguenze che questa aveva generato spingendo gran parte degli agricoltori locali a restare ancorati al Rieti 133 originario anziché adottare, come era accaduto in quasi tutte le province italiane, le razze elette che Strampelli aveva creato proprio a Rieti, e che riproduceva nel sottostante campo sperimentale vicino al Velino, e moltiplicava nella tenuta di Piedifiume acquisita dal principe Potenziani. Compito arduo quello di Peroni che nel lungo articolo non citò mai né il Rieti originario né Nazareno Strampelli, né tantomeno la vicenda tutta reatina della diatriba tra l’ARS e l’Unione.59 Egli iniziò con un preciso atto dovuto nei confronti del duce: L'incisiva parola mussoliniana e la chiarezza delle cifre rispecchiano una verità matematica: nella nostra provincia il rendimento medio unitario di grano è così basso da farla classificare fra quelle meno produttive d'Italia. Poi passò in rassegna tutte le difficoltà territoriali della provincia lasciandosi andare ad argomentazioni davvero poco credibili: Le avverse condizioni del terreno, sono aggravate da un clima decisamente ingrato. La irregolare e mal distribuita caduta delle piogge abbonda nel periodo autunno-invernale producendo danni con la rapidità di scorrimento sui terreni in declivio e col ristagno in fondi-valle, mentre scarseggia e manca durante la primavera e l'estate allorché sarebbe grandemente benefica. E proseguì ancora sottolineando il problema delle "brinate tardive e delle nebbie spesso fittissime" soprattutto lungo il Velino e Turano, e poi ancora delle inadeguate vie di comunicazione che incidevano sui "…prezzi dei concimi e degli altri mezzi di produzione", e come poi non far riferimento "..disagio economico della nostra popolazione", alle carenze del credito agrario e perfino ai governi passati "retrogradi" e disattenti nei confronti del reatino. Tutte argomentazioni facilmente smentibili se si tiene conto che Rieti da sempre era considerata un vero e proprio paradiso cerealicolo, e che anzi, proprio a quelle condizioni ambientali denunciate da Peroni, doveva la qualità del suo grano capace di resistere alle ruggini come nessun altro in Italia. 134 Che i governi prefascisti fossero poi stati ingenerosi riguardo alla granicoltura reatina, fu una affermazione quantomeno ingenerosa se si tiene conto che la Cattedra ambulante di granicoltura di Rieti creata nel 1903, fu tra le pochissime finanziate direttamente dallo stato, il quale seguì direttamente il suo evolversi finanziando la sua trasformazione in Regia stazione sperimentale, e via via fino a farla crescere come il principale laboratorio di studio e ricerca granaria in Italia. Nessuna delle argomentazioni di Peroni poteva giustificare quel 7,6 quintali per ettaro che per altro, ben lungi da costituire un dato anomalo, rappresentavano un vero e proprio successo se si tiene conto che nell'anno precedente la produzione media fu di 6,39 q.li, e nel quinquennio precedente la media fu di poco superiore ai 5 q.li. Quindi in quell'annata si era ottenuto un aumento di produzione del 19% rispetto al 1930, e di circa il 50% maggiore alla media del quinquennio precedente, e questo è facilmente spiegabile con l'utilizzo delle sementi Strampelli da una parte degli agricoltori locali, soprattutto di alcuni grandi proprietari come i Potenziani che ruppero ogni filo con l'ambiente agricolo locale che nelle creazioni di Strampelli non vide una opportunità, ma una minaccia per l'antica e ormai insostenibile economia basata sul Rieti originario. Nel concludere l'articolo Peroni non può fare a meno di rifugiarsi nella retorica fascista più retriva e vuota, quasi a voler sopperire con essa l'ostinazione degli agricoltori reatini: …colla serenità che deriva dalla coscienza dell'utile lavoro compiuto, con rinnovate energie, con raddoppiato ardore, con ritemprata fede, i nostri rurali mirino sempre più avanti, sempre più in alto. Appena due anni prima Peroni aveva così concluso un altro suo scritto: …il locale commercio del grano da seme, forte nel passato col Rieti originario, ben istradato e promettentissimo al presente con le razze Strampelli, di queste seguirà le sorti, guadagnando il luminoso avvenire a cui tende con onestà, con fermezza, con passione, con fede. E a Rieti rimarrà e si accrescerà la fama di centro produttivo dei migliori frumenti, con cui la patria italiana avrà l'auspicata vittoria: la "Vittoria del grano".60 La verità era che a Rieti dominava ancora incontrastato il culto per il Rieti originario e, le uniche altre varietà coltivate erano il Gentil Rosso e il Todaro n. 11, prodotto proprio dal rivale nazionale di Strampelli. Nel 1927, in base ai dati riportati dallo stesso Corrado Peroni, l'utilizzo delle razze elette, era limitato al 5% della superficie granaria complessiva, appena 2200 ettari, in gran parte di proprietà dei Potenziani, mentre nel rimanente 95% della superficie, 41680 Ha, erano impiegate altre varietà.61 Il rifiuto dei grani Strampelli appare in tutta evidenza, e la frammentarietà del suo utilizzo, 15 varietà diverse in appena 2200 ettari, testimonia una sorta di empiricità nell’utilizzo di tali frumenti, quasi fossero prove colturali effettuate per curiosità, senza cioè una precisa connessione tra varietà frumentarie e caratteristiche ambientali dei fondi agricoli. Non a caso quando le varietà Strampelli si iniziarono a coltivare sistematicamente, si ridussero a tre o quattro, in modo particolare il Roma e il Virgilio, le quali nel 1927 non risultavano per altro coltivate, e il Mentana che al tempo ricopriva appena lo 0,6% di quel 5% di superficie coltivata con varietà elette. La situazione non si modificò affatto negli anni successivi come testimoniano i dati riportati da Nicola Colabrese per il 1930 che sottolineò come le razze elette investivano appena il 6% della superficie cerealicola provinciale,62 e altrettanta conferma ci viene dall’inchiesta Ciferri che confermò l’incontrastato dominio delle razze tradizionali.63 Altrettanto evidente appare il deciso cambio di rotta che si ebbe negli anni successivi alla negativa citazione mussoliniana, tanto che nel 1939 la situazione si era del tutto invertita, e le sementi elette erano coltivate sul 90% della superficie, non proprio come nell'Italia settentrionale dove le varietà comuni erano completamente scomparse in ben 26 province a favore dei grani Strampelli, ma in ogni caso, come testimonia la tavola seguente, in termini decisamente diversi rispetto a pochi anni prima.64 UTILIZZO DI RAZZE ELETTE NELLA PROVINCIA DI RIETI 1927-1939 dati % Vecchie razze Razze elette ROMA MENTANA LITTORIO 1927 1930 1939 5 6 90 95 - 94 0,6 VIRGILIO FRASSINETO 405 ROSSO DI LEONESSA 0,36 1,25 ARDITO 0,46 CERVARO INALLETTABILE VARRONE FAUSTO BAIONETTE TODARO 48 RIETI ALTRI 10 20 8 20 CARLOTTA STRAMPELLI GENTIL ROSSO fam.48 10 1,09 3 2 0,1 0,2 0,2 0,1 0,2 0,98* 2 20 3 * Edda, Villa Glori, Dante, Virgilio, Italo Balbo ecc. 135 Gli impianti per la molitura e la panificazione Strampelli non era preoccupato soltanto di creare le migliori condizioni perché i suoi grani seguissero un adeguato ciclo biologico. Egli dovette spingersi anche oltre, al di là della produttività delle sue sementi, per dimostrarne le qualità merceologiche. Era un problema che egli si pose fin dall’inizio, tanto che fin dal 1904, tra gli acquisti iniziali dell’allora Cattedra ambulante di Rieti figura un molinetto a mano, e l’anno successivo un altro molino a macina e un forno per la panificazione, oltre a diversi strumenti per lo studio delle farine. Successivamente venne acquistato un molino a motore a cilindri (1911), e un altro a palmenti nel 1914 per finire nel 1925, quando il laboratorio tecnologico reatino si accrebbe di un molino a motore a cilindri con buratto, un forno elettrico, e una impastatrice automatica.65 In effetti non appena vennero presentate le sue varietà elette, si avviò un processo denigratorio dei prodotti ottenuti, soprattutto sul frumento Ardito e su tutti i grani precoci. Le perplessità sembravano trovare un evidente riscontro nell'aspetto stesso dalla cariosside, più piccola e con una colorazione che apparve innaturale rispetto a quella dei tradizionali Gentilrosso, Rieti originario, Calogna ecc. Lo stesso Strampelli rilevò come i suoi grani furono oggetto “…di un’ingiusta quanto interessata campagna denigratrice, che li accusava di essere poco adatti alla panificazione, nei confronti di altri grani nazionali e specialmente dei grani importati dall’estero”.66 Il Ministero dell’agricoltura, preoccupato per le voci che giravano con sempre maggiore insistenza, anche in relazione al fatto che i grani Strampelli andavano progressivamente a sostituire le varietà tradizionali, fece eseguire numerosi controlli e analisi i cui risultati, che smentivano di fatto quando si andava sostenendo, vennero pubblicati nel 1930.67 Per sfatare ulteriormente le ipotesi della negatività dei suoi grani dal punto di vista merceologico, Strampelli ritenne opportuno che il ciclo sperimentale dell’Istituto nazionale di 136 Il mulino dimostrativo presso l’Istituto nazionale di genetica. Anni ‘30 genetica di Roma, includesse un settore industriale di trasformazione delle farine in pane e pasta, delle quali venivano poi studiate le caratteristiche alimentari. Venne così realizzato un impianto di molitura, un pastificio e un laboratorio di panificazione, nonché un museo del pane nel quale furono raccolte forme e varietà provenienti da tutto il mondo. Tutti i grani Strampelli dimostrarono di avere delle caratteristiche merceologiche del tutto simili a quelle dei grani tradizionali, soprattutto del Manitoba n. 2, frumento di importazione considerato in assoluto il più pregiato per la panificazione. I dati relativi alla percentuale di glutine presente nelle farine del Manitoba n. 2 e in quelle ottenute dall’Ardito risultarono molto simili, 46,85 il primo contro 44,22 il secondo, e lo stesso discorso vale per l’azoto della farina integrale, 2,20 contro 2,19, e le sostanze azotate 13,75 contro 13,70. Insomma i grani precoci come l’Ardito, il Mentana e il Villa Glori, creati da Strampelli, reggevano pienamente il confronto con il più autorevole frumento di importazione, ed erano quindi adatti a sostituirlo nelle produzioni alimentari.68 L’ulteriore conferma di quanto sosteneva Strampelli, arrivò nel 1924 da una ricerca del D'Ippolito che sfatò completamente tali supposizioni che avevano attecchito tra non pochi produttori. Egli prese in esame non solo la quantità, ma la qualità del glutine presente nelle diverse specie di farine dimostrando come molti grani Strampelli, in particolare il Carlotta e l’Apulia, erano adattissimi per la panificazione, mentre altri risultarono particolarmente idonei per la pastificazione come l'Ardito riprodotto e il Dauno.69 Anzi, come dimostra la tabella seguente, numerosi frumenti di razza eletta, avevano ampiamente superato le qualità alimentari dei frumenti tradizionali come il Rieti originario, e veniva introdotta una differenziazione tra le qualità dei frumenti che potevano essere ottimi per la pastificazione ma poco adatti alla panificazione e viceversa. Il D’Ippolito, partendo dall'assunto, ampiamente condiviso, che la principale caratteristica che deve possedere il Il museo del pane creato da Strampelli a Roma. Oggi al castello di Sant’Angelo Lodigiano 137 glutine per una buona panificazione è il suo rigonfiamento al calore, condusse le sue analisi non utilizzando il vecchio aleurometro del Boland, ritenendolo ormai superato soprattutto a causa della scarsa attendibilità dei dati che forniva, ma uno specifico glutinometro che egli stesso aveva creato. Al bagno d'olio dell'aleurometro del Boland, si era sostituita aria calda, cosa che consentiva una più esatta misurazione della rigonfiabilità del glutine. Le polemiche e le perplessità sull’impiego dei nuovi frumenti sfumarono progressivamente, e lasciarono come eredità positiva il fatto che Strampelli potette completare il suo apparato di strutture con l’anello mancante del controllo sui risultati dei suoi grani nella fabbricazione del pane e delle paste alimentari. Il logo dell’Associazione Reatina Sementi, modificato con un timbro in Associazione Riproduttori Sementi per accedere ai benefici della legge sulla battaglia del grano 138 QUALITÀ ALIMENTARI DEI GRANI STRAMPELLI IN BASE ALL’INDAGINE DEL D’IPPOLITO VARIETA' GLUTINE UMIDO % GLUTINE SECCO % TENACITÀ CM. DILATABILITÀ A 120 G. Gentil rosso originario 24,80 8,90 25-30 Volumi 6,50 BUONO PER PANE Inallettabile (Todaro) 27,20 9,08 45-50 Volumi 5,75 MEDIOCRE PER PANE Semiaristato 48 Carosella (Todaro) Rieti originario 24,30 27,30 27,38 Rieti 745 (Strampelli) 27,80 Apulia Strampelli 32,54 Carlotta Strampelli Ardito riprodotto Dauno Strampelli Manitoba originario 8,30 9,14 8,28 35-45 25-30 45-50 Volumi 4,25 Volumi 8,50 Volumi 5,00 9,42 35-40 Volumi 6,50 10,36 38-40 Volumi 6,50 32,80 10,22 32,90 11,20 90-95 Volumi 9.00 15,78 105-110 Volumi 5,50 45,70 34,94 12,18 75-80 25-30 Volumi 3,75 Volumi 6,50 QUALITÀ MEDIOCRE PER PANE OTTIMO PER PANE MEDIOCRE PER PANE PASTA BUONO PER PANE BUONO PER PANE BUONO PER PANE OTTIMO PER PASTE DISCRETO PER PANE OTTIMO PER PASTE BUONO PER PANE 139 NOTE ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 2 /c, Contratto di locazione tra la Cassa di Risparmio di Rieti, rappresentata dal presidente Antonio Rosati Colarieti e il municipio di Rieti, rappresentato dal sindaco Filippo Corbelli, dei locali per la sede della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 14 maggio 1904. 2 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco s.d. 3 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco, 14 gennaio 1907. 4 Ivi, Atto di sfratto dei locali in via Garibaldi che ospitavano la Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 2 dicembre 1915; Cfr. anche Ivi, Lettera di Gualtiero Canali, proprietario del villino che ospitava la sede della Cattedra Sperimentale di Granicoltura al sindaco di Rieti, 19 dicembre 1915. 5 Ivi, Lettera di Emilio Maraini al sindaco di Rieti, 30 dicembre 1913. 6 Ivi, Atti Consiliari, Delib. Della giunta comunale del 23 sett. 1905 n. 1430. 7 Ivi, Delib. del Consiglio Comunale di Rieti del 25 settembre 1905 n. 348. 8 Atti parlamentari, Camera del Deputati, XXII legislatura, sessione 1904-1906, Documenti, disegni di legge e relazioni n. 289-A -289 bisA, p. 7. 9 Ivi. 10 ASR, ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 1, Lettera del ministro di agricoltura industria e commercio Cocco Ortu a Domenico Raccuini, deputato al parlamento del collegio di Rieti, 13 settembre 1906. 11 Atti Parlamentari, Senato del Regno, Legisl. XII 1^ sess. 19041906 - Documenti, Disegni di legge e relazioni, n. 454-A - pres. 13 febbraio 1907, discussa il 13 maggio 1907. 12 Sulla sperimentazione sul grano nel periodo precedente a Strampelli cfr. MAIC, La coltivazione del frumento in Italia Roma 1913; ID., Risultati delle coltivazioni sperimentali del frumento anni 1885-1888, Roma 1890; I.J. PIERRE, Recherches experimentales sur le developpement du blè, Paris 1866; R. MUSSET, Le blè dans le monde, Paris 1859; J. MICRON, Des cereales en Italie sous les romains, Paris 1859; L. HEMRY, Cataloque metodique et sinimique des fruments, Paris 1895; Institut International d’Agricolture (INA), La sua organizzazione, la sua attività, i suoi risultati, Roma 1914; INA L’attività dell’istituto, Roma 1912; INA, The science and pratice of farming during 1910, Roma 1910. 1 140 Si veda su questo aspetto V. PEGLION, L’ordinamento della sperimentazione agraria in italiana, Roma 1919. 14 G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italia e all’estero, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”, XIII (1908), n. 9-10, pp. 3 (estr). 15 O. MUNERATTI, La Stazione Sperimentale per il miglioramento delle sementi di Svalöf, Piacenza 1911. 16 G. TOMMASI, La sperimentazione agraria in Italia, in Annali della Regia Stazione chimico - agraria di Roma, s. II, v. XIV, Roma 1934; M. MARIANI, La sperimentazione agraria in Italia, in, Nuovi annali di Agricoltura del Ministero di Agricoltura e foreste, XIX (1939), Roma 1939; G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italia e all’estero, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani” XIII (1908), n. 9-10, pp. 3 (estr). 17 Si ricostituì ad esempio l’Istituto chimico agrario sperimentale di Gorizia, e si assegnarono competenze di stazione sperimentale al laboratorio di chimica agraria del regio Istituto superiore agrario di Bologna (1926), e la stessa cosa accadde a quello di Firenze (1931). Cfr. M. CASALINI Le istituzioni create dallo stato per l’agricoltura, Roma 1937. 18 ASR, APS, Lettera di Strampelli a A. Solidati Tiburzi, 5 aprile 1909. 19 Atti parlamentari, Camera dei Deputati, leg. XXIII, sess. 1909-11, Disegni di legge, Documenti e relazioni, Disegno di legge presentato dal Ministro di Agricoltura Rainero nella seduta del 2 dicembre 1910 relazione dell'on. Solidati Tiburzi nella seduta del 28 febbraio 1911. 20 Il mutuo di 125.000 lire fu poi elevato a 155.000 con la legge del 6 luglio 1912 n. 803. 21 ASSGRi, APS, b. 8, f. 1, Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Adamo Tartarini, cc. 109, 1919-1920. Adamo Tartarini era il responsabile della Stazione fitotecnica di Foggia. La corrispondenza riguarda prevalentemente le disposizioni impartite da Strampelli per l’attività della stazione. b. 8, f. 2, Documentazione prevalentemente di carattere contabile relativa alla stazione fitotecnica foggiana 1919-1920. Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti; Ivi, f. 3, Ricevute di spedizione e varie relative alla Stazione di Foggia, 1910-1920; Ivi, f. 4, Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”, 1919; Ivi f. 5, Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentale e Campo di moltiplicazione. Foggia”, 1918; Ivi, f. 6, Quaderno intestato “prodotti moltiplicazioni Foggia”. 1918; Ivi, f. 11, “Conto dei lavori eseguiti nel casale del campo sperimentale (di Foggia) per ordine della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”, 1920; 13 b. 9, f. 5, Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia. cc. 38, 1918-1919. Contiene carteggi relativi all’acquisizione della masseria Manfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Strampelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativa al campo sperimentale di Foggia. ASSGRi, b. 28, Registri, corrispondenza ecc. riguardanti il Campo sperimentale di Foggia, 1912-1924; b. 32, f. 7, Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana; Ivi. b. 4, f. 4, Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di Foggia, 1916; Ivi. b. 5, 10, Coltivazione delle barbabietole da seme a Leonessa e a Foggia 1916-1922; b. 19, f. 8, Lettere del ministro di agricoltura F. Cocco a N. Strampelli 5 novembre 1906; Ivi. b. 1, f. 5, cat. IV-A, Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia, 1916; Ivi. f. 6, cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzioni tecniche con il Campo sperimentale di Foggia, 1916; b. 3, f. 13, cat. IV-A Corrispondenza con il Campo Sperimentale di Foggia 1917; b. 3, f. 14. cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzioni tecniche Campo sperimentale di Foggia, 1917; b. 9, f. 14, cat. IV-A, Contiene corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia 1918 Ivi. f. 15, cat. IV-A, Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate al Campo sperimentale di Foggia, 1918; b. 11, f. 2, cat. V, Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi 1920; Ivi. b. 19, f. 15, cat. IV-A, Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate al Campo sperimentale di Foggia, 1915; Ivi. f. 16 - cat. IV-A Campo di Foggia, 1915. 22 Lettera di L. Potenziani al sindaco, 1907 settembre 8, ASR, ASCRi, cat. V, Istr. Pubb, b. 486. 23 ARSSG, b. 11, f. 3, Relazione di Strampelli alla SIPZI, 22 febbraio 1921. 24 Ivi, b. 6, Registro dei verbali del consiglio di amministrazione, v.1, seduta del 30 luglio 1917, c. 83. 25 Ivi, b. 32 f. 22, Lettera di N. Strampelli a…? 3 agosto 1917. 26 Ivi, b. 6, verbali del 22 ottobre 1917 e 27 febbraio 1918. 27 Ivi, b. 13, f. 11, Appunti di N. Strampelli relativi al progetto di costituzione dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. 1918-19 (?). Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte sciolte, e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta il decreto istitutivo dell’Istituto. Il fascicolo contiene anche due copie di un dattiloscritto di 7 cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” con annotazioni a penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minuta di lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25 febbraio 1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte sciolte e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta il decreto istitutivo dell’Istituto. Nel loro insieme testimoniano in modo evidente che a pensare e progettare l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura fu lo stesso Strampelli. 28 Ivi. appunti non datati. 29 Ivi, b.13, f.11, Lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata al fratello di Carlo Schanzer. 30 Regio Decreto 10 giugno 1920, n. 849. 31 Decreto luogotenenziale 8 giugno 1919 n. 1044 pubb. sulla G.U., 8 luglio 1919 n. 161. 32 Verbale della seduta del 13 febbraio 1920. 33 Il primo consiglio di amministrazione fu così composto: Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanico dell’università di Roma, Giuseppe Cuboni, direttore dell’istituto di patologia vegetale, Gaspare Ampolla direttore della stazione di chimica agraria, il senatore conte Alberto Cencelli, mentre Il Prof. Alessandro Brizi, direttore generale del Ministero di agricoltura fu il primo presidente e, ovviamente, Nazareno Strampelli che fu nominato direttore per alti meriti scientifici come era previsto dalla legge. 34 Ivi. Complessivamente fruttò l’importo di 5.700.000 lire. 35 Ivi. art. 1. 36 R.D. 11/2/1926 n. 379, art. 2 Il primo consiglio di amministrazione dei due istituti che si insediò il 17 agosto 1926 presso la sede del Ministero dell’Economia Nazionale si componeva di: Alessandro Brizi, presidente, principe Ludovico Spada Potenziani, nominato dal comune di Rieti, che fu poi nominato vice-presidente, mentre gli altri membri restarono immutati fatta eccezione per le sostituzioni decise dagli enti di appartenenza Nel maggio e novembre 1920 erano morti il prof. Gaspare Ampolla, sostituito dal prof. Giuseppe Tommasi e il prof. Giuseppe Cuboni, sostituito, ma solo nel 1925, dal prof. Lionello Petri. Alessandro Brizi lasciò la carica e venne sostituito da Alberto Cencelli al cui posto di consigliere venne nominato il principe Francesco Boncompagni Ludovisi che divenne poi Governatore di Roma. Nel 1924 morì anche il conte Cencelli, e il suo posto venne preso dal prof. Romualdo Pirotta, sostituito nel 1925 dal senatore Giovanni Raineri che ben conosceva l’attività di Strampelli avendo per altro scritto nel 1914 l’articolo La stazione di granicoltura di Rieti, in "L'Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12. Riguardo ai campi di prova e di orientamento cfr. ASSGRi, b. 31, f. 4; Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1924-1925. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basilicata e Sicilia; 1924-1925; f. 5 idem 1925-1926 Piemonte, Lombardia, 141 Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise, Toscana, Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna; f. 6 idem 1926-1927. Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzi e Molise, Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna; f. 7, 1927-28, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Venezia Giulia e Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Sicilia, Colonie; f. 8, idem 1928-1929. Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e Estero; 1928; 1929; f. 9, Idem. 1929-1930; f. 10, Idem 1930-1931; f. 11, Idem 1935-1936; f. 12, Date di raccolta e prodotto per ettaro di alcune delle nostre principali varietà degli ultimi dieci anni; 19251934; f. 13; Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 1936-1937; f. 14; Registro delle “Masse autunnali”; 1930; f. 15; “Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al 1936-37”; 1927; 1937; f. 16; Dati riassuntivi dei raccolti delle diverse varietà sperimentate nei campi di orientamento di Rieti, Roma, Foggia; 1932; f. 17; Risultati dei campi di orientamento del triennio 1932-1934; 1932; 1934; f. 18; Riepilogo per regioni dei risultati dei vari campi di orientamento del triennio 1932-34; 1932; 1934; f. 19; Registro delle disponibilità dei frumenti; 1931; f. 20; “Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà"; 1936; f. 21; Relazione delle prove con sitosfero; 1933; f. 22; Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 19331934; 1933; 1934; f. 23; f. 24; Riepilogo del raccolto nei diversi campi. Anno agrario 1924-1935; 1934; 1935; f. 28; Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti ecc., 1936; f. 29 Idem, 1937; f. 30, Idem 1938. 37 ASSGRi, APS, b. 11, f. 5, Relazione di N. Strampelli al ministro di agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui risultati ottenuti. Marzo 1910. 38 Ivi, b. 11, f.4, Lettera di N. Strampelli al ministro di agricoltura, 19 luglio 1910. 39 Ivi, b. 27, IG, cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia, 1922; Ivi. b. 29, 1924. 40 N. STRAMPELLI, Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'anno agrario 1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione (dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura); Roma 1923; ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S.E. il Ministro dell'Economia Nazionale, in "Nuovi Annali del Ministero per 142 l'Agricoltura", II (1922), n. 2; ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione al S.E. il Ministro dell'Economia Nazionale, Rieti, Faraoni 1924; INGC, Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932. 41 E. DE CILLIS, Intorno agli Istituti di sperimentazione fondati dal Comitato permanente del grano, in “Nuovi Annali di Agricoltura”, v. 1926. Cfr. anche ID., La granicoltura siciliana e le basi del suo miglioramento, Catania 1931; ID., I frumenti siciliani, Catania 1942. 42 ASSGRi, APS, b.21 f. 17, Relazione di Michele Meletti, responsabile della stazione fitotecnica sarda del 14 febbraio 1943. 43 Acquisto del 6 gennaio 1924. 44 Sulla nascita di questa e delle altre stazioni fitotecniche cfr. ASSGRi, b. 21, f. 20, Relazione sull’attività svolta dall’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura. Relazione del direttore Prof. Ugo De Cillis, 12 aprile 1955. Per quanto concerne le Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana, si veda; Ivi. b. 83, IG, f. 7 cl. 7 - 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91,1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944; Ivi. b. 83, 1942; Ivi. b. 83, 1942, f. 8. Per la Stazione fitotecnica di Urbino Ivi. passim. Per la Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano, Ivi. b. 86, f. 6 cl. 6; Ivi. b. 89, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91, 1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 83, 1942. Per la Stazione fitotecnica di Cagliari; Ivi. b. 62, 1930; Ivi. b. 65, 1933; Ivi. b. 83, 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91, 1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944. Per quanto concerne il castello Bolognini cfr.; Ivi. b. 21, f. 1, Relazione di G. B. Bottazzi al direttore dell’INGC sull’utilizzo del castello Morando Bolognini come sede della stazione fitotecnica delle province lombarde, 29 ottobre 1942. 45 Sull’attività sperimentale svolta a S. Angelo Lodigiano, cfr. ASSGRi, APS, b. 21, f. 18, Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del grano effettuate nella stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano 1938-1939; Ivi. f. 2, “Programma di attività per il miglioramento genetico dell’erba medica”. Relazione di G. B. Bottazzi Reggente della Stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano, 23 marzo 1943. 46 ASSGRi, APS, b. 30, f. 30, “Attività svolte dalla stazione fitotecnica di Badia dalla sua fondazione”, 1942 . 47 Cfr. Ivi. b. 30, f. 29, Quadro riassuntivo dei risultati del campo di orientamento dei Lini di Badia Polesine 1942; Ivi. f. 21, Schemi dei risultati della sperimentazione delle patate a Badia Polesine 1939. Ibid. f. 15, Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine, 1936-1938; b. 22, f.1, Quaderno di appunti relativo alle sperimentazioni del ricino a Rieti e Badia Polesine, 1938; b. 21, f. 16, Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del grano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 1938-1939. Sulla stazione di Badia Polesine si veda anche L. ZERBINATI, La fabbrica dei grani. Storia della Società Polesana Produttori Sementi, Badia Polesine, 2001. 48 ASSGRi, APS, b. 30, f.33, Registro dei dati relativi alle sperimentazioni effettuate nella stazione fitotecnica di Urbino, 1942. 49 ASSGRi, APS, b. 19, f. 18, Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni il 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa, 1922-1923 ; Ibid. f. 20., 1923-24;, b.20. f. 3, 1924-1925; Ibid. f. 5, 1925-1926; Ibid. f. 11, 1926-1927; Ibid. f.14, 1927-1928; b. 21, f. , 1928-1929; b. 20, f. 6. “Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”, Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna, Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, il prima e seconda generazione. Allo schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi simili,1925-1926; b. 20, f. 7, Schema delle superfici utilizzate nei campi di Rieti, Roma, Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzo e S. Pietro per le prove colturali, allevamento, fissazione, moltiplicazione iniziale, campo catalogo, moltiplicazioni in seconda generazione e ibridi, 1925-1926; b. 20, f. 8, Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di colle”, 1926; Ivi, f. 13, Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di piano”, 1926; Ibid. f. 9, Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”, 1925; b. 21, f. 2, “Superfici seminate e numero delle colture nei diversi campi” (Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Sardegna) 19301931; b. 21, f. 2, Quaderno delle varietà seminate nei diversi campi sperimentali. Rieti, Foggia, Leonessa, Sardegna, S. Pastore, 19301931; Ivi, f. 4, Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi scelti per i quali erano in corso anche le prove di molitura, glutine, azoto ecc. 1930-1931; b. 19, f. 14, Quaderno nel quale sono sintetizzati i dati relativi al prodotto per ettaro delle diverse varietà di frumenti sperimentati dal 1920 al 1930 e la media degli anni, 1920-1930; b. 21, f. 7, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna, 1931-1932; Ivi, f. 8, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna, 1932-1933; Ivi, f. 9, f. 29, 1933-1934; Ivi, f. 10, 1934-1935; Ivi. f. 11, 1935-1936; Ibid. f. 12, 1936-1937; b. 21, f.13, Quaderno delle “Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre 1930”, 1930-1931. 50 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al ministro di agricoltura s.d. (1905?) minuta; Ibid. b. 19, f. 2, “Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumento Carlotta Strampelli”. Relazione, s.f. (probabilmente di N. Strampelli) relativa alla commercializzazione del Carlotta da parte dell’Unione produttori grano da seme “Rieti”. s.d. (1914). 51 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova, in "Annali del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio", v. 1915; ID., Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario 1914-1915, in "Annali del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio", v. 1916; ID., Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" nei campi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916, Rieti, Trinchi 1916. 52 “Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumento Carlotta Strampelli” doc. cit. 53 Unione Produttori Grano da Seme, in "La Regione Sabina", numero unico, s.d. 54 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, Rieti 1929, p. 91. 55 ARS, Statuto dell'Associazione Riproduttori Sementi, Rieti 1926. 56 Nostra elaborazione in base ai dati riportati da. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, Rieti 1929, p. 99. 57 F. PALMEGIANI, Il Grano “Rieti Originario”, Rieti 1925. 58 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, Rieti 1929, p. 91. 59 C. PERONI, Il frumento di Rieti. Considerazioni sulla produzione media unitaria, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6 dicembre 1931, p. 545. 60 ID., Varietà e razze elette di frumenti nell'agro reatino, cit., p. 103. 61 ID., Note sullo stato attuale della granicoltura in provincia di Rieti, Rieti 1927. 62 N. COLABRESE, L'economia Sabina dalla ricostituzione della provincia al 1930, Rieti 1933, p. 163. 63 Cfr. R. CIFERRI, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel 1939-1940…cit. p. 469. 143 Fonti per il 1927: C. PERONI, Note sullo stato attuale della granicoltura in provincia di Rieti, Rieti 1927, per il 1939: R. CIFERRI, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel 1939-1940 in "Atti della Regia Accademia dei Georgofili", s. VI, (1940), v. VI, pp. 438-548. 65 ASSGRi, Libri di carico e scarico dei beni mobili. 66 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani della vittoria, in ING, origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, pp. 47-81. 67 G. VANNUCCINI, I grani precoci, Roma 1930. Per quanto concerne la problematica della panificazione cfr. A. LURASCHI, L’Italia ed il suo pane v. 1 Milano 1935 ID., L’Italia ed il suo pane v. 2 Milano 1936; ID., Economia di frumento e pane, Milano 1917; ID., Odierni problemi dell’industria panaria, Milano 1920; ID., Sulla libertà di commercio delle farine e dei cereali, Milano 1921; ID., Sul disciplinamento del mercato nazionale dei frumenti, Milano 1935; Atti del convegno nazionale di panificazione, Milano 1923; P. POTEL, Le 64 144 probleme do pain. La qualitè des bles et sou amelioration, Paris 1937; G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933. Si veda anche ASSGRi, APS, b. 21, f. 9. “Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfatiche e azotate sulle qualità panificabili del grano". Due relazioni datt. relative la prima al 1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17 pagine numerate).1933-1934. Relazione dattiloscritta non firmata che riporta le prove effettuate sui frumenti Mentana, Damiano, Rieti 11, Cappelli e Ardito su 98 campioni di frumento provenienti da stazioni sperimentali varie di Milano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania e Vercelli. 68 V. MONTANARI, La produzione granaria in Italia, Roma 1959 cfr. anche L’impianto dimostrativo di molitura, panificazione e pastificazione, in INGC, Origini, sviluppi, lavori e risultati, cit. pp. 197-204. 69 G. D'IPPOLITO, Ricerche comparate sui caratteri fisici del glutine di alcune varietà di frumento in rapporto alla panificazione, in "L'Italia Agricola", 61 (1924), n. 3, pp. 116-121. Si veda anche V. GALBIATI, Pane di tipo unico o con farina di miscela, Milano 1939. Da Campomoro alla Pampa Argentina Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina C’è una pagina pressoché ignota della vicenda scientifica di Nazareno Strampelli, della quale egli non amava parlare molto, ed è la sua esperienza in Argentina. Non ne fa mai cenno nelle sue pubblicazioni, né la menziona in quel resoconto della sua esperienza di lavoro redatto nel 19321, quasi avesse voluto cancellarne le tracce, tanto che anche chi, dopo la sua morte, ha ricordato la sua opera, o non né parla affatto, o né fa solo un fugace e superficiale riferimento.2 Eppure fu un momento importante, che non solo contribuì ad accreditare ulteriormente l’immagine di Strampelli sul piano internazionale, ma che gli consentì anche di seguire direttamente l’applicazione dei suoi grani su un territorio diverso e di straordinaria importanza cerealicola. I rapporti tra Nazareno Strampelli e l’America Latina iniziano nel 1919 quando Marco Dutto, che in Uruguay operava come Tefe de la Inspecion Veterinaria del dipartimento di Sorian (Mercedes), fece da tramite tra lo scienziato reatino e il prof Boerger, direttore dell’Istituto Fitotecnico di Estanziela, per la realizzazione di sperimentazioni di vari prodotti (lino, frumento, orzo ecc.) da svolgersi a Rieti, mentre in Uruguay si sarebbe avviata una sperimentazione del Carlotta definito nella lettera “assolutamente incomparabile”.3 In Cile i grani Strampelli erano già stati introdotti da tempo, tanto che i frumenti Orofen e Rulofen largamente diffusi in tutta l’America Latina, ma più tardi anche in Cina, altro non erano che le creazioni in linea diretta del Mentana. Dal Brasilie arrivarono a Strampelli importanti proposte che egli però rifiutò, mentre il primo approccio con l’Argentina lo ebbe attraverso quella vivace rete di circolazione di notizie proprio del mondo dell’emigrazione italiana, che rivestiva un ruolo di potere di tutto rilievo nell’ambiente economico sudamericano.4 Nel maggio del 1919 Carlo Meschini, segretario della sezione argentina della Società degli agricoltori italiani, inviò a Strampelli una lunga lettera nella quale gli propose di esporre a Buenos Aires i suoi grani, e di tenere un ciclo di lezioni all’università della stessa città.5 Nella lettera Meschini fa riferimento al prestigioso premio Santoro, concesso a Strampelli dall’Accademia dei Lincei, e dell’eco che tale avvenimento aveva avuto nel mondo agricolo italoargentino. Molti giornali ne avevano parlato, ed egli, che si definiva allievo di Strampelli, si era impegnato a far pubblicare la relazione del prof. Cuboni su varie riviste, e a redigere un saggio in proposito per gli Annali della Sociedad Rural Argentina. Ma il nocciolo della lettera di Meschini a Strampelli era un altro. Egli gli comunicò che si stava formando una società di import export finanziata dal Banco Francese e Italiano per l’America del Sud, emanazione diretta della Banca Commerciale Italiana. La società avrebbe esportato verso l’Italia animali, grano, sangue disseccato, farina di carne, ossa, cenere di ossa ecc. ed avrebbe importato trattori, macchine agricole, macchine per caseifici e sementi. Di fatto Meschini proponeva a Strampelli di entrare nell’affare, e lo fece prima diplomaticamente: Non conosco quale sia la sua posizione (parlo dal punto di vista commerciale) in detto Istituto, ma in ogni modo si desidererebbe che lei fosse il mediatore fra i venditori delle sue sementi. 145 Poi diventò più esplicito, e gli propose di essere lui stesso il venditore delle sementi che venivano prodotte a Rieti: ...meglio ancora se le due persone potessero confondersi per quel che riguarda a noi in una sola persona che fosse il prof. Nazareno Strampelli. Lo mise poi in guardia da altre richieste in questo senso che sarebbero arrivate dall’Argentina, suggerendogli di “...diffidare da tutte”, ricordandogli il caso del prof. Berlese che aveva trovato la soluzione contro i danni provocati dalla diaspis pentagona un insetto nocivo che attaccava diverse colture, per la quale il governo argentino aveva offerto un premio di 50 mila pesos. Il legno prospaltellizzato ideato dal prof. Barlese riuscì a risolvere il problema, ma a quanto riferisce Meschini, egli non ricevette mai il premio in denaro del governo argentino. Quindi, secondo Meschini, nessuno meglio di lui e della SAI avrebbero potuto tutelare gli interessi materiali e morali di Strampelli in Argentina e per dimostrargli la consistenza dell’operazione, gli chiese di inviargli una consistente quantità di grano, 2000 q.li suddivisi tra Apulia, Carlotta Strampelli, Baionetta, Dauno, che sarebbero stati commercializzati dalla società in formazione. Meschini era stato più volte a Rieti a visitare i campi sperimentali, ed aveva capito l’importanza di quello che veniva creato nel laboratorio di Campomoro, ed ora proponeva a Strampelli di utilizzare l’Argentina come area di applicazione concreta dei suoi frumenti sottolineandogli come “In questo paese agricolo per eccellenza, le sue creazioni possono trovare delle applicazioni sbalorditive”. Non conosciamo quale atteggiamento assunse Strampelli davanti a tale proposta che per altro offriva buoni elementi di credibilità anche per la presenza nel consiglio di amministrazione della SAI di Buenos Aires di Moldo Montanari che era stato maestro di Strampelli, ma di certo l’invito di Meschini giungeva in un momento particolare della sua vicenda scientifica. Siamo nel 1919, l’anno di fondazione dell’Istituto Nazionale di Genetica, ed egli era totalmente assorbito in questa direzione, tanto da rifiutare un’importante occasione come questa che avrebbe dato uno spessore internazionale alla sua opera. 146 I rapporti con l’Argentina in ogni caso proseguirono, e l’ambiente agrario italoargentino continuò ad investire sulla figura di Strampelli, al di là della sua presenza in Argentina, tanto che tre anni dopo, nel 1922, egli ricevette un dispaccio dalla legazione argentina in Italia con il quale gli si comunicava il testo di un telegramma giunto da Buenos Aires: Il Ministero di Agricoltura argentino desidera vivamente che il Professore Nazareno Strampelli venisse alla brevità possibile a l’Argentina, approfittando al prossimo raccolto di grano perché possa dare il suo giudizio sulle varietà que (sic) si coltivano.6 Il ministro dell’agricoltura voleva che Strampelli si recasse in Argentina entro il mese di dicembre 1923, e chiedeva lui quali condizioni poneva per tale incarico. Questa volta Strampelli partì per l’Argentina, e il lavoro fatto dal mondo agrario italiano a Buenos Aires deve essere stato estremamente incisivo, viste le accoglienze che ricevette dal governo argentino, con forme generalmente riservate ad alte personalità politiche. Si formarono addirittura due comitati, il primo d’onore presieduto dallo stesso capo del governo argentino Marcello de Alvear, e di cui facevano parte il ministro di Agricoltura Tommaso Le Breton, l’ambasciatore italiano conte Giuseppe Colli di Felizzano, il console generale d’Italia Francesco de Velutilis, il sindaco di Buenos Aires Carlo Noel, il presidente del consiglio deliberante Tedin Oriburu, il presidente della Società rurale Pietro Pages, il presidente della Banca di commercio Guglielmo Padilla, il presidente della borsa dei cerali Raul Elluverry, e poi i decani delle università di Buenos Aires e della Plata, i presidenti delle società italiane, ed altre personalità del mondo agricolo e economico argentino. L’altra commissione era esecutiva, ed era presieduta dal prof. Alessandro Tedeschi, che coordinava una segreteria di cinque membri e un consiglio di 30, formato da alti funzionari e rappresentanti del mondo agricolo e economico italoargentino.7 Tutti i giornali argentini, ed in modo particolare quelli italo-argentini, dedicarono all’arrivo di Strampelli uno spazio centrale, spesso in prima pagina.8 I comitati lavoravano per preparare una accoglienza di gran tono, e questa divenne una ulteriore occasione nella Strampelli con il figlio Benedetto sul Duca D’Aosta insieme al comitato argentino appositamente organizzato per accoglierlo. 1922 Biglietto del piroscafo Duca D’Aosta da Napoli a Buenos Aires. 1922 147 quale far emergere le profonde discrasie interne al complesso e variegato mondo italoargentino. Prima dell’arrivo di Strampelli i comitati si riunirono presso il circolo italiano di Buenos Aires per annunciare il programma dei festeggiamenti, e in quell’occasione non vennero invitati ne il quotidiano socialista L’Italia del Popolo, ne il settimanale repubblicano L’Amico del Popolo. Lo stesso giorno dell’arrivo di Strampelli a Buenos Aires, il 6 dicembre 1922, L’Italia del Popolo pubblicò un lungo e indignato articolo dal titolo Per l’imparzialità di fronte alla scienza nel quale protestava vivacemente per tale esclusione.9 Il bersaglio era Alessandro Tedeschi, presidente del comitato organizzativo: Avete dunque, come membro dell’officialismo coloniale, agito colla solita parzialità propria dell’officialismo, il più settario. […] la scienza è imparziale, signor professor Tedeschi. La scienza non è ne monarchica ne repubblicana, non è ne cattolica ne protestante, non è ne socialista ne anarchica. Per questo voi avreste dovuto, almeno in questo caso, far vedere che apprezzate e valutate la scienza come è necessario valutarla: avreste dovuto essere superiore alle meschinità che affliggono la nostra collettività chiamando anche il nostro giornale che è il giornale degli operai e dei lavoratori, ad unirsi all’omaggio all’uomo insigne che viene in questo paese come in una missione di cultura e di intelligenza. Poi, a sottolineare che la polemica era esclusivamente politica, e non riguardava affatto la figura di Strampelli, a fianco di questo, pubblicò un altro breve articolo, L’arrivo del prof. Strampelli, nel quale venne sottolineato un fatto fondamentale, e cioè che Strampelli arrivava in Argentina non per l’azione della comunità italo-argentina, ma per volontà dello stesso governo argentino. Il prof. Strampelli, direttore della stazione esperimentale agricola di Rieti, autore di importanti scoperte scientifiche nei campi dell’agraria e dell’agricoltura, è uno dei pochi - vorremmo dire l’unico - italiano che viene in questo giovane paese non a portarci la voce della patria lontana, ma - chiamato dal governo argentino a dare i frutti del suo lungo, instancabile lavoro, delle sue esperienze, del suo sapere nel campo del vero benessere sociale. 148 La Nueva Provincia. 22 dicembre 1922 Nazareno Strampelli al lavoro in Argentina. 1922 149 Prendendo le distanze da quanto si stava muovendo intorno a Strampelli in Argentina, il quotidiano socialista concludeva: Sinceramente e semplicemente, senza associarci a pompe ed ostentazioni di sorta, porgiamo oggi il nostro cordiale saluto all’uomo che impiegato gli anni migliori della sua vita nello studio d’una scienza che è la base fondamentale della prosperità e della economia dei popoli, allo scienziato silenzioso e modesto che con titanica operosità e purissima fede nell’avvenire ha scoperto pei nostri lavoratori del campo, nuove fonti produttive, nuove vie e nuovi orizzonti. Prof. Strampelli siate il benvenuto. In effetti l’esperienza di Strampelli in Argentina venne accompagnata da un’enfasi, generata e tenuta viva dal comitato, che andò ben al di là dello specifico incarico che egli aveva ricevuto. Su di essa si giocò la partita dell’orgoglio italiano, ma anche l’investimento governativo verso l’ipotesi di una vera e propria svolta economica del paese. Divenne un fatto di costume, ma anche un terreno sul quale traslare il confronto politico interno alla comunità italoargentina. Divenne anche una occasione per diversi faccendieri, mettendo in luce il particolarismo imprenditoriale di quegli italiani che non erano emigrati in Argentina per fame, ma per fare facili affari, con operazioni spesso mediate da commistioni con l’apparato governativo argentino, come nel caso che vedremo meglio in seguito di Pacifico Toscano. A sottolineare l’aspettativa che si aveva in Argentina, Il 6 dicembre 1922 il Secolo XIX, pubblicò in prima pagina la notizia dell’arrivo di Strampelli a Buenos Aires10 e qualche giorno dopo La Patria degli Italiani, al fianco di un articolo che parlava del fanatismo femminile verso Mussolini, e del suo frach, pubblicava sempre in prima pagina, una lunga intervista a Regina Pacini de Alvear, moglie del presidente della repubblica Argentina, sulla personalità e il fascino dello scienziato italiano che essa aveva voluto conoscere.11 Tutto era fatto per mantenere vivo l’interesse dell’opinione pubblica verso il lavoro di Strampelli. Anche un banchetto che si teneva in suo onore meritava lunghi articoli sui giornali,12 così come una sua visita alla 150 Il Secolo XIX riportava in prima pagina la notizia dell’arrivo di Nazareno Strampelli in Argentina. banca commerciale dove venne ricevuto dal presidente e dall’intero consiglio di amministrazione.13 Questo imbarazzava Strampelli, notoriamente schivo a manifestazioni rivolte alla sua persona, tanto che appena sbarcato a Buenos Aires, e trovatosi davanti alle sfarzose accoglienze che il comitato aveva organizzato, dichiarò ad un giornalista: “Io sono un lavoratore e non un uomo politico che ha bisogno di certe manifestazioni”.14 Il Giornale d’Italia lo descrive come: Schivo e modesto sul serio, uomo di scienza, completamente dedicato allo studio, egli rifugge dai complimenti inutili. Ma ha la sublime e santa coscienza del bene che fa, del bene che la sua missione di studioso può e deve dare all’Italia ed al mondo: non concepisce perciò le distrazioni e ricorda con nostalgia il suo campo sperimentale, i suoi studi momentaneamente interrotti. Non a se stesso, ma in quello che di positivo egli può trovare, osservare costatare, annette importanza. 15 Strampelli viene visto in Argentina come uno dei più illustri personaggi italiani che potesse essere sbarcato in quel paese, fino al punto che la stampa nazionale italo-argentina pretendeva da lui opinioni sugli argomenti più disparati della situazione italiana. Nell’intervista che Gregori pubblicò sulla prima pagina del Giornale d’Italia, c’è l’aspettativa di avere opinioni in merito al fascismo da poco nato, alla politica estera italiana, alla questione del prestito fatto al Cile. Aspettative che vennero puntualmente deluse da Strampelli che, come era suo costume, non uscì mai dal suo specifico scientifico. L’Argentina aveva sempre affascinato Strampelli, ed egli lo ammette senza riserve. C’era una tensione particolare “…che io stesso non mi so spiegare”, dichiarava Strampelli, e malgrado la conoscenza che aveva di questo paese, rispetto alle sue grandi estensioni pianeggianti, la verifica dal vero superava ogni immaginazione. “Ma pensi - riferiva Strampelli al suo interlocutore - io sono racchiuso da lustri in un piccolo mondo immenso: quello della natura, di una parte della natura. Ebbene questa grande visione ch’io ho della vita s’è allargata qui senza limite in forme che mi sbalordiscono”. Poi si soffermò sugli italiani in Argentina evitando di affrontare problemi dell’immigrazione e della situazione interna alla comunità italo-argentina, ma scherzosamente sostenendo che era facilissimo riconoscere un campo agricolo italiano tra mille, e poi sulle famiglie italiane: “S’immagini che in una sola famiglia ho contato 49 bambini! Una sessantina di persone in tre sole generazioni, e tutte vive e vegete. Meraviglie, figliolo”. Anche nel periodo in cui egli intraprese il suo viaggio nelle province interne, abbandonando la cerimonialità che gli veniva riservata a Buenos Aires, non solo i suoi spostamenti erano seguiti quotidianamente, ma la stampa pubblicava articoli sulla sua attività in Italia, e perfino Rieti divenne oggetto di curiosità per gli argentini. Emblematica in questo senso è la lunga intervista a Roberto Godoy pubblicata sulla Nacion del 26 dicembre 1922.16 Godoy era considerato tra i maggiori agronomi esperti in granicoltura dell’Argentina, e per lungo tempo aveva diretto il centro regionale agrario della Pampa. Egli era stato inviato in missione ufficiale a Rieti dal governo Argentino, e aveva quindi preso atto del lavoro che Strampelli svolgeva a Campomoro. Era quindi la persona più indicata a fornire qualche notizia in più all’opinione pubblica argentina ormai coinvolta nella vicenda scientifica di Strampelli, e soprattutto sulle speranze di crescita economica che grazie a lui poteva trarre quel paese. Godoy raccontò la sua esperienza a Rieti insieme a Strampelli, i risultati dei suoi lavori, la sua tecnica innovativa unica al mondo, e rassicurava gli argentini rispetto al lavoro che egli stava svolgendo: El pais puede estar seguro que de esta visita recogerà beneficio. El prof. Strampelli tan ilustre como modesto, no ha salido da Rieti en vano. Hai que saber lo quel el ama su voluntarlo enclerro para poder valorar suconducta. La mayor aspiraciòn de este generoso y fecundo obreo de la prodocion es lograr que Italia consiga suprimir la importacion de cereales, mediante el aumento de sus rendimentos, i luego morir en Rieti. Rieti es su pasion, Rieti es su Paraiso. 151 Le aspettative comuni Ma cosa si aspettava Strampelli dall’Argentina, e su cosa questa confidava in Strampelli? Abbiamo già visto come egli non facesse mistero del suo fascino verso l’Argentina. Ma forse non fu solo questo a spingerlo verso l’America del sud, ed è possibile azzardare un’altra motivazione. Perché distogliersi da ciò che faceva, per recarsi in Argentina, dopo aver rifiutato importanti incarichi in Brasile e in Francia, e dopo che, per concentrarsi ulteriormente sul frumento, aveva ormai abbandonato ogni altra forma di sperimentazione con la chiarezza di un obiettivo preciso che non aveva mai rivelato direttamente? Quell’obiettivo Strampelli lo confessò a Roberto Gody a Buenos Aires, ed era l’autosufficienza granaria italiana, e questo tre anni prima che Mussolini proclamasse la battaglia del grano, che si pose quello stesso ambizioso punto di arrivo. Ed allora perché distogliersi dal lavoro verso uno scopo tanto importante per andare in Argentina, lui che era costantemente ossessionato dal tempo che segnava dei limiti al suo lavoro, e questo proprio nel momento in cui i suoi grani abbandonavano la dimensione sperimentale per essere realmente coltivati nelle campagne italiane? PRODUZIONE DI GRANO IN ARGENTINA DAL 1895 AL 1904 ANNO 1895 1896 1897 1898 1899 1900 1901 1902 1903 1904 152 PRODUZIONE Q.LI 12.474.890 7.031.400 14.062.600 30.620.180 28.805.650 20.413.450 19.887.130 29.486.100 38.558.750 40.826.910 E che dire poi dell’evidente contrasto tra gli obiettivi della sua missione scientifica in Argentina, con la politica cerealicola del regime che aveva instaurato un regime protezionistico sul grano? Quale era il senso di mettere a disposizione i risultati delle proprie ricerche scientifiche ad un paese al quale l’Italia pagava già un alto tributo per l’importazione di grano, con l’evidenza che se li si fosse aumentata la produzione frumentaria, con la conseguente contrazione dei costi di produzione, e quindi del prezzo sul mercato internazionale, si sarebbe ulteriormente indebolita la posizione italiana? Per tentare di spiegare tale apparente contraddizione dobbiamo risalire al 1905, anno di datazione di una relazione manoscritta che abbiamo rintracciato presso l’archivio di Nazareno Strampelli, e che riguarda la produzione mondiale del grano, ma in modo particolare la cerealicoltura argentina, e la problematica delle importazioni frumentarie in Italia. Siamo nel 1905, e Strampelli è il direttore della modesta Cattedra ambulante di Rieti, che aveva come scopo istituzionale il miglioramento del Rieti originario, e non di certo la politica delle importazioni granarie in Italia. La relazione prendeva in esame la produzione granaria argentina dell’ultimo decennio: Il raccolto del 1904 è stato il più elevato del decennio e superiore a quello del 1903 di 2.268.160 quintali ed a quello del 1902 di 11.304.810 quintali. Si osserva inoltre che la coltura del frumento nell’Argentina va sempre aumentando e la sua produzione ha notevole influenza sul mercato granario europeo. Così nel decorso marzo, mentre si temeva una deficienza di frumento in Italia, l’Argentina dopo la Russia e la Romania, contribuì alla importazione di grano con 106.970 quintali nel periodo dal 1 gennaio al 31 luglio e cioè aumentò nove volte circa la sua importazione normale di frumento in Italia.17 Lo studio va poi avanti esaminando le produzioni granarie in Russia, Romania e Stati Uniti, gli altri grandi fornitori di grano all’Italia, ma tra questi, che avevano una produzione elevatissima ma sostanzialmente stabile, l’Argentina rappresentava una eccezione. Il suo trend di aumento produttivo non aveva confronti, e nella relazione questo viene evidenziato in una apposita tabella che metteva in evidenza come la cerealicoltura di quel paese rappresentasse una variabile sul mercato internazionale estremamente significativa, caratterizzata da una forte dinamicità. Quindi, se la presenza di tale relazione conferma ulteriormente gli obiettivi reali di Strampelli che fin dall’inizio del secolo andavano ben al di là dei confini istituzionali della Cattedra ambulante che dirigeva, l’accettazione dell’incarico in Argentina potrebbe trovare almeno due chiavi interpretative. E’ di certo immaginabile che nel momento in cui arrivò quella proposta si stessero gettando le basi della battaglia del grano, e Strampelli avrebbe dovuto giocare la carta dei suoi frumenti che erano stati creati a Rieti negli anni precedenti, ma che forse dovevano essere ancora meglio sperimentati per essere certi dei risultati ottenibili. L’Argentina apriva a Strampelli di fatto due diversi percorsi, il primo dei quali era ovviamente quello dell’applicazione concreta dei suoi frumenti in un territorio tanto vasto, e solo marginalmente sfruttato. L’altro potrebbe essere ricercato in una sorta di comprensibile incertezza sull’impiego massiccio dei suoi frumenti in Italia, e l’Argentina, con cui si sarebbero potuti stringere accordi economici particolarmente convenienti, poteva rappresentare un rimedio da mettere in campo in caso di fallimento della battaglia del grano. E forse questo spiega anche il perché egli, nella fase della gestione dei suoi frumenti in Argentina, piuttosto che a Carlo Meschini e alla Società degli agricoltori italiani, preferì affidarsi ad una società come la Toscano & Schmitz, con uffici a Buenos Aires, Torino e Parigi, ed in particolare a Pacifico Toscano che vantava forti agganci sia nel mondo universitario argentino, ma soprattutto all’interno dell’apparato governativo. E forse non fu ancora un caso che nelle sue lettere, Pacifico Toscano faceva spesso riferimento alle assicurazioni ricevute dal ministro dell’agricoltura Le Breton in base alle quali c’era una disponibilità da parte del governo argentino ad esportare in Italia frumento a prezzo dimezzato, in una quantità doppia a quella dei frumenti Strampelli introdotti in Argentina, e di questo invitava Strampelli a riferire direttamente a Mussolini. Come dire, se in Italia i frumenti Strampelli non avessero raggiunto i risultati desiderati, la bilancia dei pagamenti avrebbe potuto ugualmente avvantaggiarsi dall’importazione a prezzi ridotti del grano argentino. Difficile è trovare un riscontro esplicito per tale percorso. L’unica certezza è che per sua fortuna i frumenti creati a Campomoro funzionarono benissimo nelle campagne italiane, altrimenti, come vedremo, sarebbe stato ben difficile che Pacifico Toscano avrebbe operato come voleva Strampelli nella direzione dell’economia nazionale italiana, rivelandosi piuttosto un abile faccendiere, tenace e privo di scrupoli. Per altro una tale prospettiva aveva poco a che fare con i programmi propagandistici del regime che fece dell’autosufficienza granaria una vera e propria bandiera da spendere sul piano internazionale, senza badare più di tanto alla complessità dell’economia europea del tempo, all’interno della quale non era affatto scontato - e questo di fatto accadde - che l’affrancamento dall’importazione frumentaria, producesse automaticamente reali benefici all’economia complessiva del paese. E sull’altro fronte, cosa si aspettava l’Argentina da Strampelli? Nell’intervista rilasciata alla Nacion, Roberto Godoy sottolineava come il rendimento medio frumentario in Argentina non superasse i 5,5 - 6,5 q.li per ettaro, e ciò era considerato uno dei mali più gravi dell’economia argentina. Non che tale produzione non fosse sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno, anzi l’Argentina era un paese esportatore di grano anche verso l’Italia, ma la bassa produzione faceva crescere il costo del frumento tanto che questo era diventato poco concorrenziale sul mercato internazionale. L’Argentina aveva investito fortemente nel porsi come paese esportatore di frumento, destinando a questa coltura tutta una vasta area che includeva la provincia di Buenos Aires, quella di Cordoba, tutta l’area a nord-est della Pampa, e quella ad est di San Luis. La superficie coltivata a grano superava i 6 milioni di ettari da cui si ricavava una produzione di poco superiore a quella italiana, ma che rapportata alla popolazione presente, circa di 10 milioni di abitanti, non poteva che essere destinata in larga misura all’esportazione. Che l’Argentina abbia investito in questo senso lo si deduce dall’aumento della produzione granaria e soprattutto della superficie destinata a tale coltura che nel 1872 investiva appena 580.000 ettari, che salirono a 2,5 milioni solo nel 1888, e a 4,9 milioni del 1895.18 153 Nel 1896 la produzione era di appena di 7 milioni di quintali, che raddoppiò l’anno successivo per arrivare a 30 milioni nel 1898, e via via fino agli oltre 40 milioni nel 1904, che si mantennero sostanzialmente costanti per tutta la prima metà del XX secolo.19 Che tale aumento di produzione frumentaria fosse parte di una strategia economica indirizzata a potenziare questa come la principale voce attiva dell’esportazione, lo testimonia l’esiguità del fabbisogno interno dovuto ad una popolazione che, in base a quanto riferisce il De Moussy, nel 1860, superava di poco un milione di abitanti, i quali nel 1869, anno del primo censimento ufficiale, erano saliti a 1.830.214, e quindi a 4.040.911 nel 1895 e a 8.092.216 nel 1914.20 Nel 1922 sul totale complessivo delle importazioni frumentarie l’Italia introduceva dall’Argentina il 5,11% di frumento, quota che, come si vede dalla tavola seguente, crebbe progressivamente fino a raggiungere il 26,06% nel 1928, per oltre 7 milioni di quintali. Una piantagione di grano Strampelli a Caseras (Argentina) INCIDENZA DELL’IMPORTAZIOE FRUMENTARIA DALL’ARGENTINA DAL 1922 AL 1933 ANNO FRUMENTO IMPORTATO Q.LI 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 1933 26.813.020 27.887.420 21.310.280 22.419.050 21.462.830 23.081.590 27.448.300 17.648.430 19.350.530 14.849.180 10.561.710 4.605.060 154 VALORE LIRE 3.057.059.358 3.039.068.994 2.484.450.547 3.843.026.288 3.535.682.968 3.001.759.297 2.995.207.597 1.718.024.203 1.567.311.551 835.774.434 504.687.869 205.751.390 Q.LI DI FRUMENTO IMPORTATI DALL’ARGENTINA 1.370..045 2.502.969 3.162.445 2.844.971 3.021.966 2.578.213 7.201.347 4.375.095 1.669.950 1.597.843 2.755.550 675.101 % DELL’IMPORTAZIONE DALL’ARGENTINA SUL TOTALE DELLE IMPORTAZIONI 5,11 8,94 14,84 12,69 14,08 11,17 26,06 24,79 8,63 10,76 26,09 14,66 Il problema in Argentina era quindi, come in Italia, quello di aumentare la produzione per ettaro, ma l’obiettivo era esattamente opposto, in quanto ciò non sarebbe dovuto servire a ridurre l’importazione, ma per abbassare i costi di produzione, ed avere un ruolo concorrenziale sul mercato internazionale. La produttività media per ettaro nell’intervallo 19091913 era stata in Argentina di 6,6 q.li, inferiore a quella degli Stati Uniti che era di 9,4 q.li, così come di quella della Russia 6,87 q.li, e nettamente più bassa di quella del Canada dove si producevano in media 13,3 q.li per ettaro, anche se va tenuto conto che in questo periodo la superficie frumentaria canadese era concentrata in poco più di 4 milioni di ettari, che aumentarono vorticosamente negli anni successivi, fino a superare i 10 milioni nel 1929. CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIA ARGENTINA CON QUELLA DI ALTRI PAESI NELL’INTERVALLO DI TEMPO 1909-1913 PAESI EUROPA U.R.S.S. STATI UNITI CANADA ASIA (India, Turchia, Giappone, Cina) AUSTRALIA ARGENTINA TOTALE MONDIALE SUPERFICIE HA 29.340.000 29.950.000 23.881.000 4.024.000 PRODUZIONE COMPLESSIVA Q.LI 370.530.000 206.000.000 224.853.000 6,87 9,40 13,3 24.629.000 8,02 187.819.000 6.022.000 40.023.000 115.352.000 12,5 53.647.000 19.059.000 3.076.000 PRODUZIONE x HA Q.LI 1.106.048.000 Strampelli in Argentina con il figlio Benedetto 9,85 6,64 9,58 155 Le strade percorribili erano sostanzialmente due; da un lato l’introduzione di nuove varietà di frumento, dall’altro una maggiore razionalizzazione delle colture, e su questo fronte era impegnato Marcello Conti che insegnava presso l’università di Buenos Aires, e che fu vicino a Strampelli nella sua esperienza in Argentina, per essere poi coinvolto nell’operazione economica ideata da Pacifico Toscano per la gestione dei frumenti Strampelli in America Latina. In effetti il sistema di raccolta del grano in Argentina soprattutto per la scarsità della manodopera, era fortemente meccanizzato, più che in ogni altro paese dell’America Latina, ma questo comportava una perdita di frumento che, secondo una indagine condotta da Conti, superava gli otto milioni di quintali l’anno, cosa che non poteva non incidere significativamente sul costo di produzione.21 In modo particolare venivano usate mietitrici-legatrici o semplici spigatrici, mentre solo da poco venivano impiegate le mietitrici-trebbiatrici, introdotte prevalentemente dal Canada, che garantivano un risultato economicamente più vantaggioso. Ma il problema centrale era quello delle varietà di frumento che in Argentina si coltivava su una superficie di circa 7 milioni di ettari, collocati all’interno di una area, potenzialmente adatta a questa coltivazione, che si estendeva per oltre 50 milioni di ettari. E’ evidente che una area tanto vasta si presentava con profonde differenze morfologiche e climatologiche che andavano dal clima quasi equatoriale del nord, che garantiva un forte sviluppo vegetativo, a quello secco del sud e dell’ovest, dove i terreni arenosi e la scarsità di piogge presentavano problematiche del tutto diverse. Nazareno Strampelli partì per il suo viaggio nell’interno dell’Argentina visitando le principali province produttrici di grano. Quella di Cordoba, dove la superficie frumentaria era di 1.792.000 ettari, e dove il grano costituiva il 45% sul totale delle coltivazioni, quella di Santa Fe con 1.262.650 ettari coltivati a grano (33%), quella di Entrerios 300.000 ettari, (36%), la Pampa Centrale, 301.000 ettari ( 33%) e quella di Buenos Aires 2.119.900 (30%). Con lui c’erano Marcello Conti, Roberto Godoy e un piccolo taccuino che abbiamo di recente rintracciato nell’ar156 chivio reatino della Stazione sperimentale,22 dove egli, regione per regione, prendeva appunti circa la superficie delle colture, le diverse varietà di grano coltivate, ma dove segnava anche i nomi degli italiani che incontrava lungo il tragitto, e che spesso chiedevano a lui di portare notizie e saluti a qualche famigliare.23 Nell’area visitata da Strampelli era concentrato oltre il 90% della superficie granaria dell’intero paese, ed egli comprese subito che uno dei principali problemi della granicoltura argentina era l’empirismo delle coltivazioni, per altro comune a gran parte delle aree a produzione estensiva. Occorreva trovare la giusta qualità di grano in funzione delle diverse aree geografiche argentine, ed era evidente che molti dei suoi frumenti potevano essere adeguatamente coltivati, ma solo dopo alcuni anni di sperimentazione. Al ritorno dal suo sopralluogo nelle province interne, Strampelli rilasciò una intervista al Giornale d’Italia nella quale, contrariamente a quanto aveva fatto in altri casi, anticipò i contenuti della relazione che avrebbe preparato per il governo argentino.24 Il primo errore dell’agricoltura argentina, secondo Strampelli, era legato all’estensività delle colture a discapito della qualità del prodotto. Mi pare che qui si alimenti troppo la mania dell’estensione: si ha l’incubo della superficie. La vastità della campagna argentina esercita una attrazione controproducente. E di conseguenza tutto è superficiale. L’aratura poco profonda la coltura poco intensa. Anche il metodo di semina veniva fatto in modo empirico e superficiale, a cominciare dai tempi in cui questa avveniva, senza tener conto delle varietà che si seminavano, fino al punto che i frumenti a ciclo vegetativo lungo venivano piantati in primavera anziché in autunno. Inoltre non esisteva per Strampelli uno studio attendibile delle varietà più adatte in funzione delle diverse aree geografiche del paese. Su questo aspetto egli però non si sentì ancora di fornire indicazioni precise in quanto non era sufficiente una unica annata per verificare la bontà di una varietà rispetto ad un’altra in una determinata area, e portò l’esempio di Guatraché nella pampa centrale dove si coltivava il suo Carlotta con risultati che avevano entusiasmato gli agricoltori della zona. Egli invece di favorire la diffusione del suo grano, ne sconsigliò l’uso, non ritenendolo adatto alle caratteristiche morfologiche di quell’area. I buoni risultati di quell’anno erano dovuti all’eccezionalità dell’annata particolarmente piovosa che, secondo Strampelli, aveva rappresentato l’unica vera condizione di riuscita del Carlotta a Guatraché, e concludeva: “Ora le annate piovose in questa zona sono eccezionali, rare e diffondendo questo mio grano si farebbe del danno, anziché del bene.” Strampelli ci teneva a non deludere, e già durante i sopralluoghi nella Pampa aveva gettato acqua sul fuoco degli entusiasmi che avevano generato i risultati di qualche suo grano. Al cronista della Nacion che lo seguiva nel suo viaggio ebbe a dichiarare: No obstante el buen resultado conseguito en este año es bueno no ilusionarse porque juzgo al Carlotta Strampelli non apto a la región de la Pampa.25 In effetti la ricerca in campo agrario in Argentina era alquanto arretrata, e se si fa eccezione per alcuni studiosi del mondo accademico come Luis Maria Del Carril, che proprio nell’anno in cui arrivò Strampelli tenne una conferenza all’università di Buenos Aires sull’applicazione della genetica in agricoltura,26 per il resto la situazione ristagnava su pratiche empiriche di coltivazione, spesso introdotte dagli stessi colonizzatori.27 Lo stesso Strampelli tornato in Italia sottolineò come gli agronomi argentini non avevano a disposizione né campi sperimentali né dimostrativi, e pose un problema relativo all’emigrazione italiana in quel paese, gestita dagli agenti consolari, privi di cognizioni agricole, e quindi incapaci di orientare opportunamente gli emigranti verso le diverse aree argentine. “Affinchè i nostri contadini che emigrano - dichiarava Strampelli - possano realizzare subito discreti guadagni e non perdere un tempo prezioso, bisogna che essi siano diretti ad esercitare l’agricoltura in quelle zone della Repubblica Argentina che presentano le caratteristiche speciali proprie delle loro zone di origine”,28 e per far questo era necessario rivolgersi proprio agli agronomi locali, gli unici che potevano fornire indicazioni in proposito. Dati precisi sulla coltivazione dei frumenti Strampelli in Argentina non se ne hanno, ma, non appena tornato a Rieti, egli spedì direttamente al Ministro di agricoltura Tomasso Le Breton 400 kg di frumenti da seme Dauno, Apulia, Luigia, Cervaro, Calatafimi, Carlotta, Riccio, Ardito e Marzuolo Potenziani.29 Si trattò solo di un primo momento, più simbolico che strutturale, in quanto, come vedremo, la diffusione dei frumenti Strampelli non seguì tanto il percorso dell’ufficialità governativa, quanto quella dell’imprenditorialità italo-argentina. Di certo nel 1924 Henry D’André, direttore del Laboratorio de los molinos herineros y elevadores de granos di Buenos Aires, considerava i frumenti Strampelli come uno dei tre raggruppamenti frumentari argentini, cioè a dire trigos norte-americanos, trigos dei pais, e appunto, trigos Strampelli, e, a parte il Dauno, li considerava tra i migliori per la panificazione,30 e sedici anni dopo Noé Horovitz nella sua catalogazione dei frumenti coltivati in Argentina, classificava le varietà più coltivate i grani Ardito, Mentana, Carlotta Strampelli, Riccio, oltre al Rieti originario, che Strampelli deve aver introdotto ritenendolo adatto in qualche specifica area argentina.31 Di certo dopo l’esperienza di Strampelli, in Argentina si assiste ad una vivacità degli studi agronomici sul frumento32 ben al di là delle pubblicazioni propagandistiche diffuse dalla Ferrocarril Central Argentino, la compagnia ferroviaria che lavorava per la colonizzazione di larghe aree pressoché deserte.33 Appare altresì evidente un aumento produttivo dovuto non solo ad una maggiore estensione frumentaria, ma, soprattutto, ad una più elevata produttività per ettaro, cosa che è difficile non mettere in correlazione con l’introduzione dei frumenti Strampelli. Tra il 1929 e il 1932, la produzione media in Argentina era salita a 8,25 q.li per ettaro, ma contestualmente la superficie frumentaria era cresciuta di circa un milione di ettari, mentre la produzione media per lo stesso periodo negli Stati Uniti era rimasta sostanzialmente ferma a 9,49 q.li, così come quella russa che era leggermente diminuita a 9,56 q.li, mentre quella del Canada era scesa a 9,6 q.li.34 157 CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIA ARGENTINA CON QUELLA DI ALTRE AREE NELL’INTERVALLO DI TEMPO 1929-1932 SUPERFICIE HA PAESI 29.869.000 EUROPA 33.540.000 U.R.S.S. 35.310.000 STATI UNITI 10.475.000 CANADA ASIA (India, Turchia, Giappone, Cina) AUSTRALIA ARGENTINA TOTALE MONDIALE 24.311.000 6.437.000 7.006.000 146.948.000 PRODUZIONE COMPLESSIVA Q.LI 390.360.000 220.162.000 335.242.000 101.351.000 230.532.000 50.648.000 57.829.000 1.386.174.000 PRODUZIONE x HA Q.LI 13,6 6,56 9,49 9,67 9,48 7,97 9,43 ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE GRANARIA IN ARGENTINA DAL 1909-1933 1909-1913 6.022.000 40.023.000 6,64 1933 7.957.000 69.720.000 8,8 158 7.006.000 57.829.000 PRODUZIONE DI GRANO IN ALCUNI PAESI MAGGIORI PRODUTTORI AL MONDO NEL 1933 8,25 Nel 1933 l’Argentina aveva destinato a frumento altri 900 mila ettari raggiungendo una produzione di 69.720.000 q.li, con una media per ettaro di 8,8 q.li, la più alta di tutta l’area americana. Infatti nel Canada si producevano 7 q.li per ettaro, 6,7 nel Messico, 7,5 negli Stati Uniti, 7,6 in Uruguay, e l’Argentina aveva anche superato la Russia dove si producevano 8,3 q.li per ettaro, e l’Australia dove se ne producevano 7,6. Come si evince dalla tavola seguente, tra i grandi produttori di grano del mondo dove veniva prevalentemente praticata la coltura estensiva, l’Argentina era diventato il paese 1929-1932 con la migliore produttività unitaria, senza però raggiungere i livelli europei dove la prevalente cultura intensiva, garantiva, come si deduce dalla tavola seguente, rese unitarie ben maggiori.35 Non conosciamo la relazione che Strampelli presentò al ministro Le Breton prima di partire da Buenos Aires, e che a quanto pare venne pubblicata e largamente diffusa,36 ma questa deve aver inciso su una maggiore razionalizzazione dell’impiego delle sementi, e, ovviamente, su un crescente utilizzo dei frumenti Strampelli riprodotti in loco. 8,25 PAESI ITALIA FRANCIA GERMANIA GRAN BRETAGNA GRECIA JUGOSLAVIA BULGARIA POLONIA UNGHERIA ROMANIA SPAGNA RUSSIA INDIA ARGENTINA CANADA U.S.A AUSTRALIA ETTARI PRODUZIONE Q.LI MEDIA x ETTARO 5.085.900 81.003.000 15,9 2.318.000 56.043.000 24,2 722.000 6.721.000 9,3 5.464.000 706.000 98.611.000 17.000.000 18 24,1 2.079.000 26.286.000 12,6 1.700.000 18.600.000 11 1.225.000 1.953.000 3.166.000 4.552.000 16.019.000 13 26.244.000 13,4 50.184.000 11 32.406.000 10,4 33.241.000 277.268.000 8,3 7.957.000 69.720.000 8,8 13.351.000 10518.000 19.220.000 6.035.000 96.037.000 73.409.000 143.504.000 47.356.000 7,2 7 7,5 7,8 Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centro sperimentale Strampelli di Olivos Se in Italia Strampelli si era sempre preoccupato di controllare l’intero ciclo del suo lavoro, dall’ibridazione alla diffusione dei suoi frumenti, la stessa cosa intendeva fare in Argentina dove era ormai certa la diffusione delle sue creazioni. Qui però il discorso era diverso, e non c’era solo il problema della distribuzione, ma soprattutto quello della moltiplicazione, e ancor prima, quello della coltura sperimentale da svolgersi per verificare l’adattabilità dei grani in un habitat tanto diverso da quello italiano. C’è un personaggio a cui abbiamo già fatto cenno, che si inserisce all’interno dell’esperienza di Strampelli in Argentina, e questi non è Carlo Meschini, che si era proposto a Strampelli in questo senso fin dal 1919, ne altri del mondo agrario legato alla SAI, ma l’imprenditore italoargentino Pacifico Toscano che di fatto divenne l’agente di Nazareno Strampelli in Argentina, e in altri paesi dell’America Latina, fondando una società di commercializzazione dei grani Strampelli, e creando ad Olivos, un apposito centro sperimentale intestato e diretto dallo stesso Nazareno Strampelli, ma all’interno di un percorso non sempre chiaro, sempre giocato sul filo della commistione, più o meno trasparente, con l’apparato governativo argentino. La principale fonte di questo capitolo della vicenda, è la copiosa corrispondenza tra Pacifico Toscano e Strampelli tra il 1923 e il 1924. Una vicenda che, come vedremo, coinvolse anche Marcello Conti, che insegnava agraria all’università di Buenos Aires, ed altri personaggi del mondo italoargentino. Già nella prima lettera del 4 ottobre 1923, Toscano fa riferimento agli imballaggi dei grani Strampelli da inviare in Argentina, segno evidente di un rapporto che era già nato a Buenos Aires, e che iniziava ora a concretizzarsi. Fin dall’inizio appare evidente il carattere di Pacifico Toscano, imprenditore tenace sul percorso di un nuovo affare, e la difficoltà di Strampelli a frequentare quel terreno così lontano dai suoi laboratori di Campomoro. Nella lettera Toscano riferisce a Strampelli che quella stessa mattina aveva incontrato il ministro Le Breton il quale, per altro, gli aveva posto un problema relativo ad un errore nel compenso che era stato inviato a Strampelli, e che questi avrebbe dovuto restituire.37 In realtà Strampelli non percepì compensi per la sua missione in Argentina, ma solo un rimborso che avrebbe dovuto coprire tutte le spese sostenute. Strampelli si trovò nel bel mezzo di una questione tutta sudamericana. L’ambasciata argentina gli accreditò una somma maggiorata, che egli intendeva subito restituire, ma l’ambasciatore sosteneva di non aver commesso errori, e non rinviava al ministero argentino, che a sua volta aveva rilevato il disguido e richiesto il rimborso, il surplus pagato. Le Breton nell’incontro con Pacifico Toscano e Marcello Conti trovò il modo di sottolineare questo aspetto, come se il debitore verso il ministero argentino fosse lo stesso Strampelli.38 L’imprenditore italoargentino pensò di realizzare un centro di diffusione dei frumenti Strampelli ad Olivos dove, nei pressi della sua villa, acquisì un fondo agricolo di 2800 varas, circa 20 ettari, e manifestò la sua ipotesi allo scienziato reatino, tentando anche di solleticarlo nella sua vanità: Nel centro (del terreno) farò fare una porta arcata in muratura con la iscrizione: Pacifico Toscano y cia Societàitalo-argentina. Campo Esperimental de acliatatiòn de las semillas inedita Strampelli.39 Poi aggiungeva: Mettendo la parola inedita... lascerò molto da pensare a ciò che sarà, e quindi solleticando la curiosità ....otterrò di mantenere vivo e fresco il pensiero degli agricoltori ed agronomi argentini su di noi, ed intanto si faranno gli studi che a noi converranno, dando tutta la nostra attività alle vedute commerciali col fine di raggiungere lo scopo prefissoci con una vittoria completa e col trionfo del suo nome che strampellerò con tutta la passione del mio carattere. L’obiettivo dell’imprenditore italoargentino era in tutta evidenza quello di acquisire il monopolio dei frumenti Strampelli non solo per l’Argentina, ma per tutta l’America Latina, e l’occasione per esplicitare ciò gli si presentò quando Strampelli gli comunicò che tali Negretti e Zamba smerciavano i suoi frumenti a Santiago presentandosi come rappresentanti dei suoi grani in Cile. 159 Nazareno Strampelli temeva fortemente che quanto era accaduto in più di una occasione per il Rieti originario, soggetto a numerose frodi, potesse con estrema facilità accadere ai suoi grani all’estero. Non era facile trovare una soluzione, ma questa gli viene suggerita dal Toscano che gli propose di depositare il marchio Strampelli a nome della Toscano & C., in modo da poter tenere sotto controllo il mercato dei frumenti in America, e a tal proposito gli inviò una procura da sottoscrivere.40 Il documento in questione era un vero e proprio cappio al collo per Strampelli che avrebbe concesso il marchio del suo nome ad un privato che ne avrebbe potuto disporre senza limiti.41 Qualche dubbio deve esser venuto a Strampelli che iniziò a prendere tempo nel rispedire la procura controfirmata, tanto da far scrivere a Toscano:42 Non posso dar fuoco alle bombe se non sono in un campo di pura legalità, e perché non sono uomo da farmi far la barba da nessuno, [...] stia certo che io saprò approfittare della ingordigia di molti che preparano così una nuova attiva reclame a nostro favore. E ancora il mese successivo: Io ho propalato ai quattro venti che Lei è uomo di scienza , non può e non vuole occuparsi in modo assoluto di affari ma che solamente geloso della sua dignità di scienziato e del suo rispettato nome non deve permettere assolutamente che ingordi speculatori sfruttino la sua opera e il suo nome da usurai e li è conseguenza ch’ella si decise a nominarmi suo procuratore dandomi pure il diritto di commerciare onestamente […] Le ho già scritto che per strampellare sono fatto apposta, e a suo tempo strampellerò con tanta dignità degna del nome per cui strampello che Le assicuro dovranno venire da me col cappello in mano e supplicanti per avere quello che vogliono.43 L’imprenditore italoargentino non sapeva da quale lato prendere Strampelli che in qualche modo si fidava di lui, ma evidentemente non fino in fondo, e questo Toscano lo aveva percepito, tanto che colse, per altro a ragione, nel ritardo dell’invio della procura l’intuizione di Strampelli nella poca chiarezza dell’operazione. 160 A questo punto gli propose senza mezzi termini di essere pienamente socio dell’affare, rassicurandolo anche di salvaguardare il suo nome di scienziato che non sarebbe affatto figurato, aggiungendo: ...mentre lo è di fatto e di diritto […] Io farò figurare solo il mio nome sul quale nessuno può indagare.44 In ogni caso egli aveva iniziato già a lavorare ad un primo campo sperimentale di 16,60x50 metri, e ad una serra di 35x5 metri, e pensava già alla denominazione da dare all’impresa: Pacifico Toscano Esperimental de aclimataction semilla ineditas Prof. Strampelli. Egli aveva anche avviato l’organizzazione di una mostra dei prodotti realizzati a Rieti, e Strampelli aveva accettato di buon grado, ipotizzando anche di donare poi i materiali al museo della Società rurale argentina, cosa che stuzzicò ulteriormente lo spirito imprenditoriale di Toscano il quale tradusse anche questo gesto in prospettiva affaristica, ritenendolo ottimo per dar maggiore visibilità all’operazione, e spiegava poi a Strampelli lo spirito argentino: ...qui molto se non tutto dipende dalla parada, che deve sollecitare le ambizioni di questa gente nuova e piena di orgoglio per la...grande Nacion. 45 Lo stesso direttore del museo, dott. Girola, poteva essere un buon tramite verso una fetta del mondo agricolo argentino, e Toscano rimproverò a Strampelli, che intratteneva con lui rapporti epistolari, di non avergli comunicato la nascita dell’impresa ad Olivos: Come Lei non ha parlato di me al Girola sarebbe ottima cosa ch’Ella dichiarasse a lui ed a tutti la mia qualità di procuratore generale.....Non è più il caso di far misteri a chicchessia ed è necessario che Lei sappia e faccia sapere a tutti che per ogni trattativa sui suoi grani debbono dirigersi a me perché nessuno può e potrà esportare qui grani-semilla Strampelli anche se ne ricevesse l’autorizzazione di compera dal Governo, inquantochè con le mie patenti in corso per l’Argentina,Uruguay, Cile e Brasile non permetterò nessuna introduzione sotto il nome Strampelli che mi appartiene per il nostro comune affare. 46 Il centro dimostrativo dei grani Strampelli creato ad Olivos da Pacifico Toscano. Anni ‘20 161 Strampelli appare sempre più titubante nei confronti di Toscano, e questi sempre più preoccupato di non riuscire nell’impresa di ottenere il monopolio della gestione dei frumenti Strampelli e tornò a declamare le sue qualità imprenditoriali sostenendo: “Ella caro professore non mi conosce ancora, perché ignora come alla mia volontà di ferro nessuna resistenza è possibile”, e a ribadire ciò che pensava di aver ottenuto come diritto, facendo leva sulla parola a lui data da Strampelli: ...qui non si possono importare frumenti Strampelli se non con il mio intermezzo per le patenti che proteggono questa introduzione esclusiva al mio nome potendo io con tutti i diritti sequestrare tutti i frumenti introdotti con questo nome tanto in Argentina che in Uruguay, Cile e Brasile. Ben chiarito questo punto che si può anche informare il nostro governo per il monopolio di cui mi sono reso assuntore, non c’è da far altro che rispondere a tutte le richieste possibili che essendo io l’unico importatore nei paesi summenzionati tutte le trattative di compera debbono essere da me vagliate ed accettate sempre uniformandosi gli acquirenti alle condizioni che stabilirò. Arrivando anche a mettere alle strette Strampelli: Spero ch’Ella Egregio professore avrà ben compreso l’importanza capitale che ha il mio programma di esclusività assoluta, per il che mi protegge la legge sulla quale nessuno può obiettare senza pericolo di pagare assai caro il rischio di infrazione E’ perfino preoccupato degli ingegneri che il governo argentino inviava periodicamente a Rieti presso l’Istituto sperimentale di cerealicoltura, suggerendo a Strampelli: “Non si scaldi tanto il fegato a comunicare troppa scienza agli Ingegneri Agronomi che il Governo Argentino manda da Lei a Rieti”. Intanto il risultato è il medesimo. Se Toscano pensava a fare affari, Strampelli era invece preoccupato di creare in Argentina un centro che avesse delle buone credibilità scientifiche, e tra lui e Toscano voleva che operassero alcuni degli addetti ai lavori che avevano seguito la sua missione governativa. 162 Bozzetto da apporre sui sacchi di grano da esportare da Rieti a Buenos Aires. 1922 In modo particolare le persone che egli sembrava ritenere maggiormente affidabili erano Marcello Conti, professore di agraria all’università di Buenos Aires, e Roberto Godoy, considerato una delle principali voci della granicoltura argentina con importanti incarichi governativi, e che conosceva bene il lavoro di Strampelli essendo stato a lungo Rieti per incarico del Ministero dell’agricoltura argentino. Conti sarà sempre coinvolto in questa vicenda, non molto ben tollerato dal Toscano, ma in ogni caso presente, mentre Godoy né rimase fuori, e la motivazione la comunicò lo stesso Toscano a Strampelli: L’ing. Godoy mi visitò in villa tre settimane or sono promettendomi di tornare a conversare con me…ma ho saputo da Conti ch’egli ha un solo e unico interesse di fuggire a Parigi insieme alla sua amante ch’essendo maritata e separata qui non può rimanere in questa terra dove è sfuggita dalle sue antiche relazioni a parenti. Per cui Godoy che è fortemente avvinghiato a questa signora che accompagnò anche ad Olivos, non vede e non sogna che…Parigi per cui farà ed agirà con energia onde ottenere il canonicato che desidera per mangiare in pace e in buona compagnia le prebende della cara madre patria. Sia quindi pace all’anima sua, nessuno a questo mondo essendo indispensabile.47 Chi faceva la parte del leone nella vicenda era Pacifico Toscano, e Strampelli deve aver compreso di essersi cacciato in un guaio dal quale era per altro ormai difficile venir fuori. Egli pretendeva che l’imprenditore italoargentino fosse il gestore di una operazione solo parzialmente economica, probabilmente con le motivazioni che abbiamo esposto in precedenza, e questi invece era totalmente convinto di aver messo in piedi una impresa che in poco tempo avrebbe fruttato cospicui guadagni, e riteneva ogni altro aspetto assolutamente secondario rispetto a questo scopo. Strampelli provò ad arginare per quanto possibile la situazione pasticciata che si era venuta a creare, e scrisse una lunga lettera a Pacifico Toscano nella quale tra l’altro gli dice: Una lettera dell’imprenditore italo-argentino Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli con la carta intestata del centro dei grani Strampelli ad Olivos. 23 maggio 1924. Ricevuta la sua del 23 aprile mi sono recato dal sig. Brebbia addetto commerciale della Legazione Argentina a Roma, che è colui che compilò e scrisse la carta poder, come ebbi a dirle in altra mia. Il Brebbia, si è rifiutato di fare la correzione desiderata. Egli ritiene non 163 serio e non decoroso cedere il mio nome in proprietà ad altra persona, qualunque essa sia. Aggiunge che Ella avendo la mia procura generale può servirsene ugualmente in tutti i modi. Io quindi non posso fare altro che ritornarle la carta poder senza correzione. Se questo fatto può portare altra spesa oltre quelle già da Lei sostenute addebiti a me le spese maggiori se lo crederà giusto. Ma le dichiaro che pur avendo in lei la massima stima e cieca fiducia come ho dimostrato con la rilasciatale ampia procura trovo giusto quanto osserva il Brebbia e per il mio decoro non farò mai rinuncia del mio cognome, che voglio resti sempre mia proprietà. Riguardo al nome da dare alla casa di importazione Semillas Strampelli faccia come vuole a me non importa nulla della dicitura qualunque essa sia. Sono pervenute altre richieste di grani da seme per paesi sudamericani, ma io valendomi della mia posizione presso questo Ministero di Agricoltura ho posto il veto per l’esportazione. Questa facoltà che io ho ci potrà giovare in modo grandissimo nei nostri futuri affari. Per ora essa è servita ad impedire che altri inizino il commercio dei grani da seme Strampelli.48 La risposta di Toscano non si fece attendere e fu lapidaria: Ella, egregio amico, è un grandissimo scienziato, ma mi permetta di dirle, e La prego di non aver a male la mia franchezza, che considero un dovere usare con un amico che stimo come Lei, di affari non ne comprende un’acca ed è meglio che ella ne lasci il compito a chi ha passato tutta la sua lunga vita con essi.49 Toscano sembrava percepire che l’affare Strampelli gli stesse sfumando, e tentò di giocare l’ultima carta della credibilità che egli poteva vantare nell’apparato governativo argentino. Quindi si rivolse a Strampelli riferendogli di aver incontrato il ministro Le Breton il quale gli aveva chiesto informazioni circa l’importazione dei frumenti da Rieti, quasi a sottolineare che l’operazione che egli proponeva a Strampelli godeva di una sorta di benedizione governativa. E si spinse oltre, dicendogli che tale disponibilità avrebbe fatto bene ad annunciarla direttamente a Mussolini in quanto ciò sarebbe stato fatto ufficialmente da li a poco dal Ministro dell’agricoltura argentino in visita in Italia. C’era poi il campo sperimentale di Olivos che andava molto bene, ed era stato visitato dal deputato Arana, cugino del presidente della Repubblica Alvear, il quale per altro lo avrebbe visitato al più presto. 164 Toscano si prodigava a manifestare a Strampelli le sue intenzioni patriottiche, dietro le quali erano però fin troppo evidenti i suoi affari. Gli ho comunicato (al ministro) come ora comunico a Lei il mio divisamento di favorire il nostro paese nel senso veramente patriottico, proponendomi di spedire in Italia grano di ottima qualità a prezzo inferiore della quotazione del mercato perdendo così noi del denaro, in competenza con tutti cosa che noi possiamo fare non solo per atto patriottico, ma nel nostro stesso interesse deducendo questa perdita dal beneficio che ritrarremo dalla vendita delle semenze introdotte introducendo maggior quantità di semenze. Sto anche studiando il mezzo di facilitare la vendite delle nostre semenze favorendo gli agricoltori evitando loro esborso in denaro, ricevendo in pagamento delle nostre semenze, in natura e cioè col grano immagazzinato nel momento che noi faremo le vendite.50 Nel frattempo Toscano aveva realizzato nuove serre, e nel campo sperimentale di Olivos lavoravano 20 operai senza mai trascurare un apparato scenografico che ora prevedeva una nuova iscrizione: “Ensayos de rendimientos de las semillas ineditas Strampelli“, tre statue di finto marmo raffiguranti il Sembrador, il Segador e il Fauno, e per finire sul muraglione del campo aveva in mente di far dipingere un murales dal pittore italoargentino Cuppini, e aggiungeva con soddisfazione: Le dico solo che il cartello è lungo 9 metri x2. Sembra un monumento nazionale che vedranno anche i ciechi...dal continente.51 Ancora una volta magnificò a Strampelli il suo lavoro in Argentina, tutto indirizzato ad esaltare l’opera dello scienziato italiano. Toscano a questo punto doveva aver abbandonato l’idea di acquisire il monopolio del marchio Strampelli per tutta l’America Latina, e, suo malgrado, sembrava aver accettato di essere semplicemente l’agente dei frumenti reatini registrando il marchio Trigos Strampelli, ma a nome dello stesso Strampelli. Dallo scienziato reatino aveva ricevuto l’assicurazione che non ci sarebbero stati altri intermediari, tanto che in una lettera lo prega di “perdonare la sua ignoranza in materia di affari”, e poi, utilizzando un po’ il linguaggio di Toscano aggiungeva: “Ella sarà il solo gallo del gallinaio”.52 In effetti Toscano era un imprenditore irrefrenabile, e anche quando non era andato in porto il suo progetto monopolistico, proseguì la sua incessante attività che Strampelli in qualche modo ammirava e non mancò più volte di manifestarglielo come quando prese l’iniziativa di presentare una dettagliata relazione al Ministro di agricoltura italiano nella quale, oltre a parlare dell’esperienza argentina di Strampelli, spiegava la dimensione di quella sua impresa economica. La relazione di Toscano è importante, e vale la pena seguirla in alcuni passaggi che fanno chiarezza rispetto ad almeno alcuni aspetti della vicenda argentina di Strampelli. In primo luogo Toscano riferisce del lavoro di Strampelli svolto per incarico del governo argentino: Il prof. Strampelli ha compiuta la sua missione con la fedeltà ed intelligenza che si addice ad uomini del suo stampo, ricevendo l’encomio generale per la opera sua e per la dotta relazione rilasciata prima del suo viaggio di ritorno in patria, relazione che per cura del ministero di agricoltura argentino fu poi data alla pubblicità.53 Poi si sofferma a descrivere i grandi vantaggi che l’Argentina avrebbe ricevuto coltivando i suoi frumenti, ma anche i tentativi poco chiari di costruire affari su tale operazione, e aggiungeva: Il Prof. Strampelli che come gli uomini di scienza è negativo negli affari, rifiutò terminatamente ogni lusinghiera renumerativa proposta, e come io con lui vedemmo il pericolo che si potessero importare qui dei frumenti qualsiasi, camuffandoli col nome di frumenti Strampelli, indussi il Prof., a cui io sono legato da sincera amicizia, di registrare la marca delle sue creazioni in Argentina, Cile, Brasile e Uruguay, perché pure da questi altri Paesi sud-americani piovevano laute proposte da speculatori. Poi arrivava a porsi come il vero e unico interlocutore scelto da Strampelli, e che operava per tutelarne il nome da “ingordi affaristi”, senza dimenticare di collocarsi dentro un agire sinceramente patriottico: Onorato dal Prof. Strampelli della sua più ampia procura generale io mi sono dovuto preoccupare di evitare che non solo ingordi affaristi potessero sfruttare il nome del nostro illustre scienziato, denigrandolo con importazioni mistificate che darebbero loro usurai benefici, ma ho tenuto fermamente il principio che si dovesse tener ben alto con il decoro italiano, il prestigio scientifico del sapiente nostro connazionale che onora il nostro Paese, anche perché fosse luminosamente provato dai risultati che la fiducia di cui fu onorato il Prof. Strampelli dall’onorevole Ministro Sua Eccellenza Le Breton, era completamente giustificata, ed in conseguenza la scelta fatta del ministro argentino assolutamente accertata per il benessere che si prometteva di apportare in beneficio del suo paese. E quindi passava a descrivere il modo in cui aveva operato e intendeva operare in futuro: Istruito e stimolato dal prof. Strampelli, ho creato in Olivos, in un terreno di oltre circa tre mila metri quadrati, attiguo alla mia villa, un campo sperimentale con il quale potrò documentare agli agricoltori di questo Paese le mie esperienze comparative con i frumenti, già degenerati, che si usano qui, sia nella loro acclimatazione, come per il superiore rendimento ed infine per la loro resistenza alle varie avversità che affliggono i frumenti in generale. Con la seminazione in differenti date. Potrò con elementi positivi controllabili qui alla vista di tutti, consigliare gli agricoltori sui frumenti precoci o tardivi. e dimostrare loro le differenze sensibili di maggior produzione, come le migliorate qualità del raccolto. Tutto ciò lo renderò di dominio pubblico invitando a tempo debito tutti gli agricoltori a visitare il mio campo sperimentale, interessando in modo particolare i signori ingegneri agronomi della Repubblica, onde essi possano propalare, nell’interesse del loro paese, con perfetta convinzione e coscienza propria i risultati indubbi che si otterrebbero seminando le originali varietà dei frumenti Strampelli. Un lavoro di pubblicizzazione che era già cominciato, e Toscano ricordò “la grande onorificenza” concessa alla mostra del grano a Buenos Aires, così come il fatto che la compagnia ferroviaria dell’Oeste, che investiva in propaganda agraria onde colonizzare altre aree deserte dell’Argentina, aveva organizzato proprio in quell’anno un giro di propaganda agraria con lezioni tenute dal prof. Alfredo Bonino per spiegare agli agricoltori i vantaggi dei frumenti Strampelli. Si trattò di un lungo giro nell’interno dell’Argentina iniziato il 30 giugno, e che il 10 luglio, quando Toscano redasse la sua relazione, doveva ancora concludersi. 165 Poi Toscano esplicitò le sue intenzioni: Per il prossimo anno 1924 importerò le originali semenze Strampelli, ed a proteggere gl’interessi di questo Paese, onde legittimare la genuina provenienza, ogni sacco in più della marca registrata, dovrà portare la indicazione dell’anno della semenza, ed il controllo con firma autografa del Prof. Strampelli. Non permetterò in conseguenza a chicchessia introduzione alcuna di semenze col nome Strampelli, valendomi dei diritti che la legge argentina concede per tutti i prodotti della marca registrata. Considerando come massima di onorare la propria nazionalità beneficiando con il lavoro il Paese che ci ospita, il mio principio è di favorire in tutto il possibile l’agricoltura argentina, facendo nel contempo opera eminentemente italiana in questa terra dove milioni d’italiani trovano pane e lavoro, costituendomi in ente commerciale per la introduzione di queste originali varietà di semenze. Ma intendo ente commerciale onesto, che tenga ben alto il nome italiano, salvaguardando con scrupolo la dignità e gli sforzi scientifici del prof. Strampelli. Arrivò poi all’aspetto che avrebbe potuto funzionare come uno degli elementi base dell’operazione di Strampelli in Argentina, e cioè quello di un rapporto privilegiato nell’importazione di grano in Italia che avrebbe potuto funzionare come scappatoia qualora i frumenti Strampelli non avessero ottenuto i successi aspettati una volta coltivati su larga scala, contribuendo in ogni caso a ridurre il peso economico dell’importazione del grano in Italia. Mi propongo esportare in Italia in cambio di questa importazione, doppia quantità come minimo, di ottimo grano per pane, impegnandomi di vendere questo grano argentino a prezzo sensibilmente inferiore della quotazione di piazza e ciò nell’intento di beneficiare il nostro Paese, favorendo l’intercambio italo-argentino ed escludendo così ogni competenza di esportazione per l’Italia. Il sacrificio che imporrò alla mia società commerciale, vendendo sottocosto il grano per l’Italia, lo ricaveremo in parte dal beneficio che ci darà la importazione dall’Italia e ci sarà già sufficiente compenso morale l’essere utili alla nostra patria inviando prodotti necessari a condizioni… Toscano concludeva con un evidente invito al ministro di appoggiare questa operazione che lo avrebbe posto in una situazione leader nel contesto degli scambi economici tra Italia e Argentina. 166 Le due anime, quella di Strampelli scienziato e quella di Toscano affarista, convivevano in strana simbiosi all’interno di questa operazione. Strampelli intendeva utilizzare il centro di Olivos come un vero e proprio istituto sperimentale controllato da un agronomo di rilievo come Marcello Conti, dal quale Toscano poteva anche trarre dei guadagni, ma senza superare i rigidi confini che Strampelli poneva da Rieti. Così, quando tal Cappelli propose a Strampelli di importare vagoni di frumento nella provincia di Santafè, egli lo mise in contatto con Pacifico Toscano presentandolo come il suo rappresentate in Argentina, ma, ben lungi dal consentirgli di fare affari ad ogni costo, comunicò allo stesso Toscano: Gli ho detto che prima di importare le mie semenze è bene attendere i risultati delle esperienze che sono istituite colà per poter con coscienza e scienza scegliere il tipo da esservi utilmente importato. Cosa indispensabile per la serietà del nome mio e del nostro Paese. Altrimenti si potrebbe andare incontro a degli insuccessi e fare così figura da imbroglioni. Ho anche detto che la quantità di Ardito raccolto in Italia in questo anno potrà aggirarsi intorno ai 5000 quintali ma che qui è avidamente ricercato per seme e che gli acquirenti entusiasti offrono 200 e più lire il quintale come viene a bocca di trebbia senza essere lavorato e selezionato a seme. Si prevede che non ne resterà disponibile per esportarne e pare che il Ministero di Agricoltura voglia applicare il veto .....per questo tipo.54 Toscano invece voleva fare affari e farli presto, e che non badasse troppo alle sottigliezze lo testimonia il modo in cui pubblicizzava i frumenti Strampelli in Argentina. Nell’aprile nel 1924 diffuse migliaia di copie di una circolare destinata ai produttori argentini nella quale dopo aver ricordato la figura di Nazareno Strampelli, del quale egli si professava “amigo, discipulo” ma soprattutto “apoderado general”, proponeva ad essi di prenotare il frumento Ardito per la prossima semina. Egli comunicava di essere stato direttamente a Rieti, e che, malgrado le promesse fatte da Strampelli al ministro Le Breton, c’erano difficoltà ad esportare tale varietà di frumento per l’altissimo utilizzo che se ne faceva in Italia. Solo a lui Strampelli aveva concesso una certa quantità di Ardito che in Italia aveva dato risultati eccezionali, consentendo nel 1923 una riduzione di importazione di frumento di 12 milioni di quintali, e producendo quindi un arricchimento di 300 milioni di lire/oro. Quindi un frumento davvero miracoloso, che per esser ottenuto occorreva prenotarlo in tempo vista l’esigua disponibilità. E in un’altra circolare specificava che il prezzo era di 45 dollari argentini per ogni confezione da 65 Kg., con l’impegno da parte dell’acquirente di restituire il sacco con cui era confezionato onde evitare contraffazioni.55 In realtà fino al 1925 in Italia l’Ardito non era coltivato che su una modesta superficie di 175.000 ettari, e gli straordinari risultati che Toscano descriveva ai suoi connazionali, dovevano ancora accadere. Così come non era affatto vero che in Italia l’importazione di frumento era diminuita di 12 milioni di quintali nel 1923, anzi questa passò da 26.813.020 nel 1922 a 27.887.420 nel 1923, diminuendo nel 1924 di circa 6 milioni di quintali, ma non grazie all’Ardito che ancora si coltivava su ristrettissime porzioni di territorio. Tutto vero quello che diceva Toscano, solo che quello che lui descriveva come cosa accaduta, doveva ancora accadere, e, come abbiamo visto, occorrerà aspettare la fine degli anni venti perché i grani Strampelli venissero massicciamente introdotti nelle campagne italiane consentendo un pressoché totale annullamento delle importazioni frumentarie. Egli stava investendo molto in questo affare, e non ne faceva mistero a Strampelli: Avendo io già speso più che 120.000 lire per il Campo Esperimentale ed essendo deciso a mettere tutta la mia fortuna in questo affare che io vedo chiaro come la luce del sole ho bisogno di circondarmi di collaboratori attivi, influenti e che si uniscano a me per dare la vita che abbisogna un commercio qualsiasi e quindi questi miei collaboratori debbono guadagnare sulle utilità che dal mio commercio ritrarrò, volendo che per Lei rimanga il venticinque per cento sulle utilità nette e rimborsandole tutte le spese ch’ella incontrerà non solo per l’acquisto delle semenze, ma bensì tutte le spese di posta telegrammi eccetera ch’ella deve sopportare a riguardo di questo commercio. A tempo debito farò fare una scrittura legale al rispetto.56 Marcello Conti, del quale Strampelli si fidava, se non altro perché era uno studioso decisamente accreditato nel mondo accademico argentino, rappresentava per Toscano un freno, ed egli tendeva a metterlo in cattiva luce: Sull’amico Conti e mi spiace il dirlo, io non posso contare affatto. Non solo non ha affatto spirito commerciale ma è di una negligenza da far cascare le braccia. Non si è mai interessato di nulla se non che della parte curiositiva che è l’antitesi assoluta della collaborazione, ma tutto ciò che io l’ho incaricato di fare non l’ha fatto e non si è dato il pensiero di farlo dal momento che io ho cercato di innestargli il mio entusiasmo facendogli comprendere che chi con me lavora guadagna.57 La pagina argentina di Strampelli resta comunque ancora con delle ombre. Di certo Toscano importò considerevoli quantità di frumento con confezioni direttamente preparate a Rieti58 tanto che nell’agosto 1923 egli chiese la disponibilità a Strampelli per complessivi 5000 quintali dei frumenti Carlotta, Ardito, Apulia, Cervaro, Potenziani e Riccio,59 ed egli stesso nel luglio dello stesso anno comunicò di avere completamente esaurito i 300 sacchi di Ardito, così come del Potenziani per il quale chiedeva l’imbarco immediato di un’altra fornitura.60 Toscano nominava subagenti in giro per l’Argentina, diffondeva attraverso pubblicazioni i frumenti Strampelli, e procurava anche altre ordinazioni dalla Francia, come quella per Luis Gaye a Lannemezan.61 Nel frattempo egli aveva coinvolto nell’operazione l’ing. Bonino che non solo aveva accompagnato Strampelli nel suo giro per l’interno dell’Argentina, ma era stato incaricato dalla compagnia ferroviaria di effettuare un lungo giro di propaganda per diffondere i frumenti Strampelli. Egli poi metteva in piedi iniziative promozionali sia sul piano giornalistico, avvalendosi per altro del suo ruolo di azionista della Nacion, uno dei principali giornali argentini, sia con azioni singolari come quella, suggeritagli per altro da Bonino, di diffondere campioni gratuiti di frumenti Strampelli agli agricoltori utilizzando la compagnia ferroviaria argentina.62 Come sempre declamava il suo entusiasmo per questa impresa, ma i rapporti con Strampelli si interruppero qui. Nel 1924 Strampelli ricevette a Rieti la visita del Ministro dell’agricoltura argentino Tommaso Le Breton,63 ma qualche mese dopo venne totalmente assorbito dalla battaglia del grano essendo stato chiamato da Mussolini a far parte del Comitato permanente del grano, e i suoi frumenti andarono progressivamente ad acquisire un pressoché totale monopolio nella granicoltura italiana. 167 Scheda tecnica del grano “Carlotta” largamente diffuso in Argentina. Rivista Granos, 1939 168 Difficile pensare che essi potessero anche essere esportati, tanto che lo stesso Strampelli aveva comunicato già nel 1924 a Toscano che il suo grano, soprattutto l’Ardito, era “...avidamente ricercato per seme, e che gli acquirenti entusiasti offrono 200 e più lire il quintale come viene a bocca di trebbia senza essere lavorato e selezionato a seme. Si prevede che non ne resterà disponibile per esportarne e pare che il Ministero di Agricoltura voglia applicare il veto ....per questo tipo”.64 D’altra parte una ipotetica politica import-export adombrata come ipotesi da Strampelli, e sulla quale aveva fortemente investito Pacifico Toscano, mal si addiceva alla strategia autarchica di Mussolini che aveva puntato ad annullare le importazioni granarie fidandosi ciecamente dei frumenti Strampelli. Ma c’è un altro elemento che potrebbe spiegare l’interruzione dei rapporti tra Strampelli e Toscano nel 1924, e ancora una volta è Rieti ad agire verso Strampelli con una ossessionante forma di controllo e sfiducia. Così come accadde quando Strampelli iniziò a lavorare alle sue ibridazioni anziché alla valorizzazione del Rieti originario, così come quando egli in tutto segreto pensò e progettò la nascita dell’istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura a Roma, così quello che Strampelli stava facendo in Argentina deve aver insospettito l’ambiente reatino e suscitato quelle reazioni da sempre temute da Nazareno Strampelli. Non abbiamo riscontrato elementi documentari precisi in questo senso, ma è molto indicativa l’ultima delle lettere che Toscano scrisse a Strampelli e nella quale tra l’altro dice: ...ben sorpreso di apprendere le accennate comarate ...di quei Signori Reatini, che dimostrano non solo una crassa ignoranza per le sue eccelse qualità di uomo e scienziato, ma bensì un cretina ingratitudine per tutto quello che lei ha fatto e sta facendo per Rieti, onorandola nella maniera che pochi uomini sanno fare. Toccare poi la sua persona come trafficante...è proprio un delitto ma come un raglio di un asino, o di asini non giunge al cielo, lasci ragliare finchè vogliono certo, come dev’essere che nessuno può dare ascolto a simili canagliate. L’amico Conti con me ne ha riso perché è perfino indecoroso che lei raccolga certa immondizia che non potrà mai toccarle la suola delle scarpe.65 Questa fu di fatto l’ultima lettera di Toscano a Strampelli, e l’ultimo atto di un capitolo che, come abbiamo detto all’inizio, Nazareno Strampelli non ha mai voluto ricordare. A ciò può aggiungersi che lo spirito imprenditoriale alquanto spregiudicato di Pacifico Toscano deve aver ulteriormente intimorito Strampelli fino al punto da prenderne le distanze. Tale ipotesi è ulteriormente suffragata da una lettera che Strampelli ricevette nel maggio 1924 dall’ing. Parcel, della Dirección general de Enseñanza agricola del Ministero de Agricoltura de la Nación, il quale gli riferì i risultati del frumento Apulia, e senza mezzi termini gli fece intendere che sarebbe stata più opportuna una diffusione dei frumenti tramite l’apparato ministeriale argentino per evitare situazioni poco chiare e, con delicatezza, ma in modo inequivocabile, fece riferimento a Pacifico Toscano che tra l’altro magnificava la qualità dei frumenti che vendeva ovunque, i quali poi deludevano nell’applicazione pratica, e questo era quanto di più preoccupava Strampelli. Secondo l’ing. Parcel in alcune zone della pampa argentina l’Ardito non era affatto indicato, e molto meglio di esso si comportava l’Apulia.66 E’ comunque certo che in altre zone l’Ardito andava benissimo, come testimonia una relazione di G. Bachrouse sui frumenti Strampelli da lui coltivati nella provincia di Buenos Aires: Su mejor trigo es indiscutiblemente el Ardito, que si bien fracaso en el norte en tre puntos, en rinde, y tambien aspecto de grano, en el Oeste Centro rendia mas qualquier otro, y grano bastante bueno.67 Un’altra testimonianza della perdita di credibilità di Toscano, è la corrispondenza di Pagella Ilnos-Junin, un ricco proprietario di Buenos Aires, che chiese a Strampelli di fornirgli direttamente i suoi frumenti, e in questo lo consigliò il dott. Girola, direttore del museo agricolo di Buenos Aires che più volte Toscano aveva cercato, evidentemente senza successo, di coinvolgere,68 e nello stesso modo si comportò il direttore della Bolsa de Cereales-Buenos Aires che relazionò direttamente a Strampelli sui risultati delle coltivazioni del Carlotta, e gli chiese un parere circa le possibilità di diffonderlo nella zona della Pampa.69 Insomma Toscano uscì dall’orizzonte di Nazareno Strampelli, ed egli chiuse la sua pagina in Argentina per dedicarsi totalmente alla battaglia del grano che rappresentò la grande applicazione pratica dei suoi frumenti. 169 NOTE N. STRAMPELLI, I miei lavori…op. cit. G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942. 3 ASSGRi, APS, b. 13, f. 34, Lettera di Marco Dutto a Nazareno Strampelli, 1919. 4 Sul ruolo degli emigranti italiani in Argentina cfr. E. SCARSELLA, Italiani d’Argentina, Venezia 1983; E. GENTILE, L’emigrazione italiana in Argentina nella politica di espansione del nazionalismo e del fascismo, in “Storia Contemporanea”, XVII (1986), n. 3, pp. 355-396. Più in generale per quanto riguarda l’America Latina si veda il numero monografico di Quaderni Storici n. 25, 1974 “Capitale e lavoro in America Latina”. 5 ASSGRi, APS, b. 10 (n. p.) f. 2, Lettera del dott. Carlo Meschini a Nazareno Strampelli, 8 maggio 1919. 6 Ivi, b. 10 (n. p.) f. 10, Lettera dell’ambasciatore della legazione della Repubblica Argentina a Nazareno Strampelli, ottobre 30 1922. 7 L’elenco dei membri delle commissioni è pubblicato in, Il prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in “La Scena Illustrata”, (di Buenos Aires) XVI (1922), nn. 50-51, p. 7 . 8 L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina) in “L’Italia del popolo”, 6 dicembre 1922, p. 2; Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in “La nuova Provincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en su jra por copetonas e irene, in “La nuova Provincia”, 23 dicembre 1922; Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923 (settimanale di Camerino); Il professore Strampelli nella nostra casa in “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923; Cultivo y rendiniento del trigo, in “La Nation”, 1 febbraio 1923; Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquella zona in “La Nation”, 24 febbraio 1922. 9 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia del Popolo”, 6 dicembre 1922. 10 Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6 dicembre 1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires). 11 N. PASINI, Conversando con donna Regina Pacini de Alvear (Moglie del presidente della repubblica Argentina), in “La Patria degli Italiani”, 17 dicembre 1922, p. 1. 12 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli; in “Il giornale d’Italia”, 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires). 13 Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio in “Giornale d’Italia”, 17 gennaio 1923. 14 Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre in “La Scena Illustrata”, XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre, p. 7. 15 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. Le impressioni del Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno (dell’Argentina) in “Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922. 1 2 170 16 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires). 17 ASSGRi, APS, b. 24, f. 1, Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria (Minuta del dott. O. Narduzzi 17/11/1905). 18 E. SALA ROCA, El problema mundial del trigo y el problema del trigo en España, Barcellona 1948. 19 Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria…doc. cit. 20 V.M DE MOUSSY, Description géographique et statistique de la Conféderation Argentine, Parigi 1860; Primer censo de la Republica Argentina verificado en los dias 15,16 y 17 de setiembre 1869, Buenos Aires 1870; Secundo censo de la Republica Argentina. Mayo 10 de 1895 Buenos Aires 1896; A.S. DELACHAUS, La poblacion de la Republica Argentina. Su reparticion, densidad y ley de crecimiento, in “Revista de la Universidad”, III, 1895. 21 M. CONTI, Studi e ricerche sui sistemi di raccolta del grano. Risultati di una inchiesta in Argentina, in “L’Italia Agricola”, 65 (1928), n. 6, pp. 719-724. a M. CONTI, Mecànica agricola, Motores i maquinarias. 2. Voll Buenos Aires 1913. 22 ASSGRi, APS, b. 24, f. 12, “Repubblica Argentina”. Quaderno di appunti 1922. 23 Ibid. 24 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. In “Il Giornale d’Italia” 28 dicembre 1922. 25 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquella zona. in “La Nation”, 24 febbraio 1922. 26 L.M. De CARRIL, Aplicaciones de la Genetica a los problemas aricolas argentinos in “Revista de la facultad de agronomia y veterinaria”, t. IV (1922), dicembre, pp. 127-155. 27 Per una panoramica complessiva della storia agraria argentina cfr. I. Carlos Pereira, Historia politica, económica y social de l’Argentina 1563-1914, Buenos Aires 1982; M. DE BLACHA GIRBAL, Historia de la agricoltura argentina a fines del siglo XIX, Buenos Aires 1982; R. JAMES SCOIBIE, Revolucion en las Pampas: historia social del trigo argentino. 1860-1910, Buenos Aires 1962; E. GARZON, L’Amerique latine.République argentine, Parigi 1913; MIATELLO U., Tratado de Agricoltura. Cereales, Buenos Aires, 1921. 28 Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923 (settimanale di Camerino). 29 ASSGRi, APS, b. 24, f. 8, “Nota dei frumenti da seme inviati a S.E. il Ministro di Agricoltura a Buenos Aires” s.d. (1923). 30 FERROCARRIL CENTRAL ARGENTINO, Nueva zona agricola sopre la linea F:C:C:A en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires 1924; cfr. anche H. MIATELLO, Cultivo del trigo en la provincia de Santiago del estero Buenos Aires 1922. 31 N. HOROVIT, Descripción de variedades agricolas de trigo por sus caracteres morfológicos, in “Granos”, 1939, dicembre. 32 cfr. LABORATORIO EXPERIMENTAL DE MOLINERIA Y PANIFICACION,Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos hibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentes de siembra, Buenos Aires 1925; E. CLOS, Ensayo de classificacion de los trigos de “pedigrée” cultivados en la Argentina, in «Alm. Del Min. de Agr. », 1934, pp. 331-330; HIRSCHORN J., Identificación colorimétrica de las variedades de trigo mediante el ácido fenico, In “Rev. De la fac. De Agr. De La Plata” XX (1934), n. 1; KLEIN C, Estudio sobre las carcteristicas de 12 variedades de trigo de pedigrée y la posibilidad de identificarlas per el grano, in “Bol. Min. Agr.”, XXVIII (1929), n. 2, pp. 151-162; N. RUSSO PETRON, Descripción de trinta y cinco variedades de trigo del pais con observaciones sobre la costancia de lagunos caracteres morfólogicos, Buenos Aires 1939; Ministero de Agricoltura de la Repubblica Argentina, Informe sobre la conferenzia internacional del trigo realizada in Roma en el mes de apbril 1927, Buenos Aires 1927. 33 H. MIATELLO, Cultivo del Maiz en la zona de secano Santiagueña, Buenos Aires 1922. Pubblicazione che fa parte di una serie di volumetti in questo senso sul Mais, grano, lino ecc. distribuiti gratuitamente ai coloni. 34 E. BASSI, Il grano, Roma 1935. 35 Fonte: E. BASSI, Il grano, cit. p. 348. 36 Della pubblicazione della relazione Strampelli fa menzione Pacifico Toscano in una relazione inviata all’Ambasciatore argentino in Italia. Cfr. ASSG, b. 10, Lettera di P. Toscano del 10 luglio 1923. 37 ASSGRi, APS, b. 24, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 4 ottobre 1923; Ivi, Bozzetto da imprimere nei sacchi destinati all’importazione dei grani Strampelli in Argentina, s.d. [1923]. Nella lettera Toscano definisce il ministro Le Breton un “pitocchioso”. 38 Ivi, f. 7, in “Liquidazione conto spese con il Ministero di Agricoltura di Buenos Aires, 6 dicembre 1923; Ivi, Nota delle spese di viaggio da Rieti a Buenos Aires e viceversa, s.d.; Ivi, f. 10, Lettera della Legazione della Repubblica argentina a Nazareno Strampelli 1923, luglio 19. 39 Ivi, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19 febbraio 1923. 40 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19 marzo 1923. 41 Ivi, Procura allegata alla lettera di Toscano a Strampelli del 19/3/1923: Yo, el infrascripto, Nazareno Strampelli, domiciliato en Italia, poe èsta presente autorizza expressamente al Sr. Pacifico Toscano de Buenos Aires para que registre a su nombre en la Repùplica Argentina, mi appellido “STRAMPELLI” como marca de fàbrica ò de comercio...”. 42 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 20 marzo 1923. 43 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 3 aprile 1923 Toscano comunica anche a Strampelli che sarebbe arrivato a Rieti l’agronomo argentino Vincente Carlos Bruni, inviato dal Ministero di agricoltura. 44 Ivi, lettera del 23 aprile 1923. 45 Ivi. 46 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 12 maggio 1923. 47 Ivi. 48 Ivi, Lettera di N. Strampelli a Toscano, 31 maggio 1923. 49 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 3 luglio 1923. 50 Ivi. 51 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 27 giugno 1923. 52 Ivi, Lettera di N. Strampelli a P. Toscano s.d. luglio 1923. 53 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano al Ministro d’Italia 10 luglio 1923. 54 Ivi, lettera di N. Strampelli a P. Toscano (luglio 1923). 55 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Strampelli, s.d. All. Circolare del 30-4-1924 e altra circolare s.d. 56 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19 settembre 1923. 57 Ivi. 58 Strampelli fece appositamente fabbricare 700 sacchi dallo Jutificio Centurini di Terni, cfr. Ivi, fattura dell’11 febbraio 1924. 59 Ivi, telegramma del 4 agosto 1923). 60 Ivi lettera del 6 giugno 1924. 61 Ivi, lettera del 7 giugno 1923. 62 Ivi. 63 Così scriveva Toscano nella lettera del 23 maggio 1924: “…sono veramente compiaciuto di leggere nei giornali le buone accoglienze a le Breton, nonché la ricca ospitalità a lui dal Potenziani, per iniziativa sua, e del compiacimento di S. M. il re perché il Le Breton visitò lei a Rieti”. Si veda anche il biglietto da visita nel registro di presenze dell’istituto sperimentale di granicoltura di Rieti. 64 Ivi lettera di Strampelli a Toscano, luglio 1923. 65 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 6 giugno 1924. 66 ASSGRi, Carteggio, b. 44, f. 5, lettera di Alfredo Parcel, del Ministero de Agricoltura della Nación - Dirección general de Enseñanza agricola, 19 maggio 1924. 67 Ivi, lettera di G. Bachrouse del 15 gennaio 1924 68 Ivi, Lettera di Pagella Ilnos - Junin, del 6 aprile 1924; Ivi b. 45, f. 5. 69 Ivi, lettera del direttore dalla Bolsa de Cereales-Buenos Aires del 26 maggio 1924. 171 Stand dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura e della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura alla Mostra Nazionale del Grano 1932 I grani Strampelli e il Fascismo I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze di Arrigo Serpieri Come è noto gli effetti della prima guerra mondiale sull’economia italiana furono devastanti soprattutto perché già dal primo ventennio del novecento, la struttura produttiva aveva assunto un carattere marcatamente capitalistico che presentava un punto di criticità fortemente condizionante e cioè la sua dipendenza dal mercato internazionale sia per l’acquisizione di materie prime e mezzi tecnologici, che per collocarvi un surplus produttivo non assorbibile dal mercato interno. Tuttavia, almeno sul piano numerico, nel triennio 1922-1925 si assiste ad un significativo sviluppo dell’agricoltura italiana, anche se più per motivi esogeni che per una reale politica di intervento sul settore. I prodotti italiani sono richiesti sul mercato estero anche perché, grazie ai bassi costi della manodopera agricola, l’offerta si presentava in termini decisamente competitivi. L’emigrazione di inizio secolo aveva inoltre sfoltito in modo significativo il surplus di popolazione agricola dalla quale, per altro, grazie alle rimesse economiche, si poteva contare su un significativo contributo al percorso di riequilibrio della bilancia dei pagamenti. Insomma, il settore primario, come si evince dall’indagine di Orlando, in questi anni continuò a crescere con un tasso del 2,3%, molto vicino a quello del ventennio che aveva preceduto il primo conflitto mondiale.1 Questa congiuntura favorevole iniziò a subire un deciso arresto fin dal 1925 tanto che nel quindicennio successivo il tasso medio di variazione del valore aggiunto in agricoltura fu appena dello 0,5%. Nel 1925 gli Stati Uniti, verso cui si era in larga misura orientata l’emigrazione italiana, chiuse le proprie frontiere; le annate agrarie di quegli anni furono particolarmente disastrose, e la richiesta di prodotti agricoli da esportazione, subì un vero e proprio tracollo. A tutto questo si deve aggiungere il progressivo aumento del deficit della bilancia commerciale dovuto all’aumento dell’acquisto dall’estero di materie prime e macchine agrarie per le quali si passò da un valore di importazione di 19.522.170 lire del 1922, a 51.833.478 nel 1925, e la cifra raggiunse i 90.525.460 l’anno successivo. Ad incidere tutt’altro che favorevolmente fu anche l’enorme trend di importazione di scorte sollecitato dall’aumento dell’inflazione, e l’indisponibilità di beni dovuta alle pessime annate agrarie di quel periodo. Il ragionamento che davanti a tutto questo fece Mussolini appariva all’interno del regime come inevitabile. Visto che la voce che incideva in termini maggiormente negativi nella bilancia commerciale italiana era quella del grano, occorreva puntare tutto per aumentarne la produzione al fine di ridurne l’importazione.2 Questo di fatto fu il percorso con cui si tentò di affrontare uno dei problemi economici più spinosi del Paese. Ne venne fuori una azione fortemente propagandistica, che nulla toglie alla bontà degli straordinari risultati scientifici di Nazareno Strampelli, la quale era indirizzata in varie direzioni, ma soprattutto verso il rafforzamento del blocco borghese nelle campagne.3 Se almeno formalmente, pur con qualche perplessità dovuta all’ipotesi di raggiungere un obiettivo mai sfiorato in precedenza, gran parte dell’apparato di governo condivideva l’ossessione mussoliniana dell’indipendenza granaria, c’era chi seguiva un percorso di ragionamento diverso, come Arrigo 173 Serpieri, uno degli uomini più intelligenti e colti di cui il regime abbia potuto disporre, il quale nel 1925 pubblicò su “L’Italia agricola” un articolo dal titolo emblematico Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia.4 Più volte sottosegretario al Ministero di agricoltura con l’incarico dal 1929 di sovrintendere alla bonifica integrale, Arrigo Serpieri era dialetticamente legato al mondo dell’agraria, soprattutto toscana,5 all’interno della quale raccoglieva la stima della parte più illuminata, mentre era guardato con perplessità dalle frange più tradizionali e reazionarie, contraddizione, questa come altre, che stigmatizzarono il suo profondo intreccio con le vicende dell’agricoltura italiana per oltre mezzo secolo, e che, come notava giustamente Giuseppe Medici, “…viste a distanza si presentano nella forma di una sorprendente “continuità”.6 La premessa è importante perché Serpieri tra il 1920 e il 1925 si collocò come il più autorevole stratega della politica agraria del fascismo, estrapolando, ed anche in questo in aperta contraddizione con il diniego del regime verso il liberalismo, numerosi teoremi paretiani, collocandoli a sorreggere sul piano teorico il suo ruralismo politico. Quindi persona significativa, di certo la più autorevole, che poteva esprimersi sul fronte della politica cerealicola che si stava sviluppando in quegli anni, prevalentemente incentrata sulle opzioni genetiche della scuola reatina di Strampelli, e quelle della selezione genealogica della scuola bolognese di Todaro. Nell’articolo Serpieri fa una disamina completa del quadro economico della granicoltura del Paese, sostenendo tesi che di grande modernità, in ogni caso molto poco allineate a quelle concezioni fortemente propagandistiche del tempo. Egli era da sempre un sostenitore della piccola proprietà contadina che poteva svilupparsi attraverso un modello liberista lontano dallo statalismo mussoliniano. In pratica occorreva trovare il modo per aumentare il reddito della produzione di grano per aumentarne la produzione, senza le strategie pianificatorie che intendeva mettere in atto Mussolini. Nell’articolo Arrigo Serpieri si mosse con grande cautela, fino a rasentare lo scetticismo rispetto alla prospettiva della battaglia del grano che da li a poco Mussolini avrebbe proclamato, e della quale egli non poteva non essere informato. 174 Il fatto che nella postilla all’articolo egli precisò di averlo scritto prima della proclamazione della battaglia del grano, è davvero di scarsa importanza, e non tanto, e non solo perché esso venne pubblicato nel numero di settembre della rivista, quindi più di due mesi dopo la proclamazione ufficiale fatta da Mussolini, ma soprattutto perché è difficile immaginare che il duce possa aver intrapreso tale percorso senza essersi confrontato con lui, da sempre punto di riferimento della politica agraria del regime, se non altro perché ricopriva l’incarico di sottosegretario del Ministero di agricoltura. Il ragionamento di Serpieri è ben lontano da quel coro di politici che sulla battaglia del grano scommettevano gran parte della credibilità del regime. E’ economicamente e sociologicamente avvertito; pacato, quasi scettico, non immune da atteggiamenti di difesa degli interessi di quelli che egli definiva come gli agricoltori-imprenditori, insomma di quell’agricoltura capitalistica della quale si sentiva espressione: Volendo sinteticamente prospettare le ragioni determinanti gli indirizzi e le modalità della granicoltura italiana, e trarne quindi norma per direttive di azione pubblica o privata, si può, per una prima approssimazione, ragionare così. Essendo la produzione attuata da privati agricoltori che agiscono in una economia di scambio, allo scopo di realizzare un massimo di tornaconto, che diremo monetario troveremo nelle leggi di questo le ragioni cercate.7 Una bella differenza di approccio rispetto a chi avrebbe fatto della battaglia del grano solo una questione di orgoglio nazionale. Per Serpieri dovevano essere le leggi economiche a regolare un aumento di produzione frumentaria, e avvertiva senza mezzi termini che era, o doveva essere, l’imprenditore agricolo, viste determinate condizioni ambientali collegate al prezzo dei prodotti agrari, a stabilire la convenienza o meno di coltivare sul proprio fondo il grano, e in quale misura e combinazione con altre coltivazioni. Già con questo Serpieri metteva un preciso freno alle ipotesi pianificatorie, da più parti caldeggiate, di aumentare la superficie cerealicola nazionale. In base agli indicati calcoli di tornaconto, l’agricoltore “uomo economico”, sceglie dunque la combinazione colturale nella quale il grano è o non è ammesso, e, in caso affermativo, occuperà una quota di superficie più o meno estesa.8 In tal modo si era da sempre determinata l’estensione cerealicola nazionale ma questo è solo uno dei due elementi che determina la produzione, in quanto l’altro è “l’intensità”, cioè a dire la produttività dei fondi agricoli destinati a frumento. La produttività di un ettaro ha per ovvie ragioni una soglia massima non travalicabile, e Serpieri era ben consapevole che le rese massime che si ottenevano in Italia erano molto lontane dal raggiungerla. Tale ragionamento era strumentale per introdurre un altro concetto, in quanto, sosteneva Serpieri, “…non è detto che raggiungere questo limite assoluto sia conveniente.” C’è una intensità di produzione alla quale conviene fermarsi, ed egli lo sostenne con un concetto economicamente elementare, ma espresso da lui, e in quel contesto, assumeva anche un preciso significato politico. Per elevare il prodotto per ettaro, in un determinato fondo, occorre aumentare la quantità di mezzi impiegati (lavoro, concimi ecc.): da una parte si ha quindi un aumento di costo, dall’altra un incremento di prodotto. Ciò sarà conveniente fino a quando il valore dell’incremento di prodotto superi, o, al limite, eguagli, l’incremento di costo. Quindi chi voleva a tutti i costi aumentare la produzione cerealicola del paese doveva tener ben presenti i fattori dell’estensione, la quale doveva essere in funzione delle potenzialità di ricavo rapportata ad altre possibili colture, e del rapporto tra il valore monetario del surplus del prodotto ottenuto, e gli investimenti impiegati per ottenerlo. Tali investimenti non erano solamente legati ad un maggiore impiego di macchine agricole, manodopera e fertilizzanti, questo era ovvio, ma servì a Serpieri per porre un problema di capitale importanza. Si trattava del dualismo agricolo delle due italie, quella centro-settentrionale dove l’adeguamento strutturale per una cerealicoltura intensiva era in qualche modo in fase avanzata, contrapposta al meridione dove era ancora presente: …una granicoltura che si attua su terreni i quali si trovano ancora allo stato naturale, o quasi. E’ l’industria del menar la semina, con la quale, in terre non sistemate, scarsamente provviste di costruzioni, di strade ecc., si sparge il seme e si raccoglie, affidandosi al buon Dio sull’esito della coltura. Il fattore “natura” ha il maggior peso: il fattore “uomo” ne ha uno assai piccolo. 9 Quindi, ribadiva Serpieri, se si voleva aumentare la produzione frumentaria, non potevano non mettersi in bilancio tempi e costi per un miglioramento fondiario del sud. Andava poi tenuto conto che la reale produzione cerealicola italiana era leggermente superiore a quella riportata dai dati ufficiali, i quali non tenevano conto che, contrariamente a quanto avveniva in altri paesi a prevalente esclusività colturale, circa la metà della superficie cerealicola nazionale era di tipo promiscuo, con il risultato che la compresenza colturale dilatava erroneamente il dato della superficie cerealicola, facendo conseguentemente scendere il tasso medio di produttività. L’incidenza venne stimata da Serpieri in circa 1/5, cosa che riduceva la superficie reale destinata a frumento, portando la media produttiva unitaria a circa 14 q.li per ettaro. Da questo deriva che il rendimento frumentario italiano era allineato a quello di altri paesi europei, e li dove le produzioni erano maggiori, andava considerata la superficie che questi paesi destinavano al frumento. In effetti la Germania, la cui produzione media superava i 20 q.li per ettaro, aveva una estensione complessiva inferiore ai due milioni di ettari, meno della metà dell’Italia la cui superficie frumentaria era di circa quattro milioni e settecentomila ettari. Ancor più macroscopica è la differenza con altri paesi come il Belgio, la Svezia o la Danimarca, che avevano produzioni superiori anche ai 25 q.li, ma su superfici addirittura inferiori ai 150 mila ettari, quindi coltivati in modo estremamente intensivo, a differenza dell’Italia che per altro aveva una significativa percentuale di aree montano-collinari impiegate nella coltivazione del grano. Quindi secondo Serpieri la tanto declamata arretratezza della granicoltura italiana era tale solo “…per chi non sa istituire razionalmente tali confronti”.10 175 Questo non vuol dire che in Italia non fosse possibile, o non si dovesse aumentare la produzione frumentaria, ma che il percorso da seguire non era quello della superficie, ma due diversi fattori. Il primo era il prezzo del grano in relazione ai mezzi utilizzati per l’intensivazione colturale (manodopera, fertilizzanti, meccanizzazione ecc.), e di conseguenza, tanto più alte sarebbero state le possibilità di ricavo da parte degli imprenditori agricoli, tanto più essi avrebbero effettuato investimenti allo scopo di aumentare la resa. L’altro fattore, che è quello che più ci interessa in questa sede, era quello che egli chiamava il “sapere” inteso in due diverse direzioni. Da un lato c’era bisogno di avviare una forte campagna propagandistica, e di incentivare l’istruzione agraria in modo che i “…migliori metodi di coltivazione già zona per zona attuati dagli agricoltori migliori, si estendano a tutti”. Dall’altro c’era bisogno di introdurre una variabile esterna, e cioè che “…la sperimentazione scopra metodi più vantaggiosi di quelli finora noti”. Quindi nuovi frumenti da mettere a coltura, e certamente Serpieri conosceva già quelli che Strampelli teneva ancora nei cassetti della Stazione sperimentale di Rieti, ma su questo punto egli rimase molto cauto, lasciando trasparire qualche perplessità rispetto ai risultati ottenibili con essi. Il “molto fermento di idee nuove”, riferendosi in tutta evidenza alle ricerche di Strampelli, doveva trovare un riscontro pratico, scriveva Serpieri, “…con serietà di metodi onde evitare che si possano seminare dannose illusioni, anziché favorire il progresso”. Perplessità queste che, come abbiamo visto, erano probabilmente anche di Strampelli, ma che ormai egli non era più in grado di gestire, nel momento in cui entrarono nel vortice dei tempi politici imposti da Mussolini per la battaglia del grano. Serpieri si pose il problema dei reali costi che si sarebbero avuti per aumentare la produzione granaria, sia in termini di impiego di fertilizzanti, che delle superfici che rischiavano di essere sottratte ad altre coltivazioni, così come di quelle destinate al pascolo e alle piante foraggiere, con la conseguente incidenza negativa sul patrimonio zootecnico. 176 Contestualmente sostenne che uno degli elementi che incideva come voce negativa nel quadro dei fattori di produzione era il costo della manodopera soprattutto in quelle aree dove era maggiormente presente un sistema di conduzione a salariati, il cui costo era superiore all’aumento del prezzo del grano. Egli colse puntualmente l’esasperazione di quegli anni verso la mitizzazione dell’indipendenza granaria che da li a poco sarebbe diventata la battaglia del duce, e nello stesso tempo indicò la strada come eventualmente condurla, anche con l’introduzione, con le dovute cautele, delle nuove varietà come quelle di Strampelli. Insomma, in questo articolo di Serpieri sembra vi sia contenuta sia l’idea della battaglia del grano, sia tutte le critiche che successivamente si mossero ad essa, sia la difesa degli interessi degli agrari, sia il bisogno consapevole di tradurre l’investimento in sviluppo complessivo e duraturo, quasi ad avvertire e prendere le distanze dal pericolo di una azione meramente propagandistica del regime. La battaglia del grano E che in parte fu così non c’è dubbio. Il ruralismo fascista troverà nella battaglia del grano la sua apoteosi, così come è vero che risultati concreti si raggiunsero, ed è altrettanto vero e significativo che quando Mussolini lanciò la battaglia del grano, lo fece tenendo presenti molte delle consapevolezze che aveva manifestato Serpieri.11 Certo fu una battaglia tutta indirizzata verso fini produzionistici che, contrariamente a quanto aveva detto Serpieri, non si pose il problema di un miglior assetto fondiario, soprattutto del meridione, cosa che avrebbe consentito, magari con tempi più lunghi, di tradurre i risultati raggiunti in sviluppo concreto e duraturo. 12 Che comunque Mussolini abbia tenuto conto delle osservazioni di Serpieri lo si intuisce fin dall’inizio. Certo, è difficile scorgere le consapevolezze di Serpieri durante la seduta notturna della Camera dei deputati del 20 giugno 1925 nel corso della quale Mussolini proclamò la battaglia del grano, con la retorica che gli era consueta.13 Queste cominciarono ad emergere qualche giorno dopo, nel corso della seduta in cui si insediò il Comitato permanente del grano costituito con regio decreto del 4 luglio 1925.14 Del comitato, presieduto direttamente da Mussolini, facevano parte Giorgio Belluzzo, ministro per l’economia nazionale, Alessandro Brizi, direttore generale dei servizi dell’agricoltura, Gino Cacciari, Enrico Fileni, Antonio Marozzi, in rappresentanza della Confederazione nazionale fascista degli agricoltori, Franco Angelini, Novello Novelli, Luigi Razza, rappresentanti della Federazione nazionale sindacati fascisti dell’agricoltura, e quindi Antonio Bartoli, Emanuele de Cillis e Nazareno Strampelli. In quella seduta d’insediamento Mussolini lasciò delle precise consegne al superorganismo:15 1 - Non è strettamente necessario aumentare la superficie coltivata a grano in Italia. Non bisogna togliere terreno ad altre colture che possono essere più redditizie e che comunque sono necessarie al complesso dell’economia nazionale. E’ da evitare, quindi, ogni aumento della superficie coltivata a grano. A parere unanime la cifra di ettari raggiunta con le semine del 1924 può bastare. 2 - E’ necessario invece aumentare il rendimento medio di grano per ettaro. Un aumento medio anche modesto, dà risultati globali notevolissimi. Posti questi capisaldi i lavori del Comitato permanente del grano devono affrontare: 1° - Il problema selettivo dei semi 2° - Il problema dei concimi e, in genere, dei perfezionamenti tecnici 3°- Il problema dei prezzi Se è evidente l’inserimento di alcuni concetti, pur mediati e ridimensionati, di Serpieri nelle consegne del duce, è altrettanto evidente che da questi venne del tutto disatteso quello dell’adeguamento fondiario del sud che costituirà uno dei limiti principali della battaglia del grano. Certo, il linguaggio di Serpieri era chiaro, e da esso non traspare di certo entusiasmo verso l’avventura mussoliniana, cosa che con molta probabilità è alla base della sua esclusione dal Comitato, per essere relegato a presiedere la Commissione provinciale per la propaganda granaria di Firenze, dove egli poteva di certo trovare validi interlocutori alle sue teorie liberiste. Trebbiatura a Roma a piazza del Popolo e trebbiatura del grano da parte dei militari. Due dei tanti momenti propagandistici della battaglia del grano. 177 Pressoché contestualmente alla riunione di insediamento del Comitato permanente del grano, egli partecipò ad una adunanza dell’autorevole Accademia dei georgofili, appositamente riunita per affrontare il problema della granicoltura italiana in relazione ai provvedimenti che stava assumendo il governo. Qui Serpieri non fa altro che ribadire, anche con maggior forza, i concetti che aveva espresso nell’articolo sull’Italia agricola, rispetto al quale sembrava aver inizialmente preso le distanze, sostenendo di averlo scritto precedentemente alla proclamazione della battaglia del grano.16 Nel resoconto del suo intervento si legge: L’on. Prof. Serpieri ringrazia del saluto rivoltogli e si augura che dall’applicazione della legge sulle trasformazioni fondiarie si abbia l’effetto sperato del miglioramento di molte regioni dell’Italia meridionale e più specialmente del latifondo. La nuova legge tende a trasformare queste terre che sono coltivate a pascolo a granicoltura estensiva, e si trovano quasi allo stato selvaggio. La trasformazione incontra ostacoli nella natura ma anche negli uomini. I latifondisti che non risiedono nelle loro terre non possono interessarsi del loro miglioramento e le disposizioni circa l’espropriazione delle terre latifondistiche è naturale che trovino in loro forti resistenze. […] Il problema del grano è soprattutto un problema di intensificazione della coltura e in questo senso deve svolgersi l’opera dei dirigenti della battaglia ora iniziata.17 Poi, facendo riferimento ai colloqui che aveva avuto con il prof. Avanzi, sostenne che nell’Italia meridionale la coltura intensiva del grano potrebbe essere convenientemente introdotta solo in quelle aree dove le infrastrutture e la presenza di centri abitati vicini lo consentono, trasformando le altre, dove la cerealicoltura è scarsamente remunerativa, in colture delle foraggiere ed altre più appropriate. E aggiungeva: Ciò permetterebbe forse di ottenere la stessa produzione di grano su minore superficie, attuando la coltivazione di foraggiere ed altre piante in quelle terre che ora sono coltivate a grano, con scarso e aleatorio rendimento. 178 Arrigo Serpieri Non bisogna dimenticare che oltre al grano, importiamo anche per circa un milione di quintali di carne congelata, e lana ed altri prodotti animali. Se Mussolini fece sue le tesi del mantenimento della superficie granaria, e quelle del “sapere” agricolo nel senso dell’impiego di nuovi frumenti, e dello sviluppo dell’istruzione agricola nelle campagne, glissò completamente l’aspetto della sistemazione fondiaria del sud d’Italia, e soprattutto quello dell’esproprio dei latifondi per il quale sarebbe stato sufficiente applicare quella stessa legge sulle trasformazioni fondiarie che Serpieri stesso aveva elaborato nel 1923, annullando di fatto, e traslando all’interno della politica agraria del regime, tutta la progettualità socialista e popolare sui temi del latifondo. Per altro Serpieri pose come problema storico dell’arretratezza del sud d’Italia, quello dell’assenteismo dei latifondisti meridionali, esprimendo un concetto che sarebbe stato ripreso più tardi da Emilio Sereni, che insieme a Manlio Rossi Doria fu suo allievo e collaboratore.18 Riguardo alla composizione del Comitato permanente del grano, è altrettanto chiaro un altro aspetto a cui abbiamo già fatto cenno, e cioè l’investimento di Mussolini nei riguardi delle razze elette di Nazareno Strampelli, e non solo perché Strampelli venne chiamato a far parte del Comitato mentre il suo antagonista Francesco Todaro venne incaricato di presiedere il comitato provinciale di Bologna, cosa che, ovviamente, aveva un preciso significato di scelta di campo da parte del duce, ma soprattutto perché la problematica delle sementi elette venne posta al primo punto dei problemi che il Comitato avrebbe dovuto affrontare. I grani che Strampelli aveva creato a Rieti erano quindi la variabile esterna che pur con timidezza aveva indicato Serpieri nel suo articolo sull’Italia agricola, individuandoli come fattore decisivo per sperare in un aumento di produzione frumentaria che non implicasse l’estensione della superficie di coltivazione. Lo testimoniano numerosi artefici e osservatori del tempo come Festa Campanile e Fittipaldi, autori della prima sintesi della battaglia del grano scritta nel 1931. Essi sottolinearono come il duce pose prima di ogni altro problema quello delle sementi elette e aggiungevano: Chi risalga indietro nella storia della granicoltura in Italia, troverà che giammai molta importanza fu accordata dagli agricoltori a tale problema. 19 In effetti ogni qualvolta che si era tentato di sviluppare la produzione granaria, l’unica attenzione che veniva rivolta al seme si risolveva nelle indicazioni di un suo corretto impiego, ubbidendo alla logica che un grano originario di una zona, dava generalmente maggiori produzioni in un’altra. Poi i due autori ripercorsero tutta la vicenda scientifica di Strampelli fin dalla nascita della Cattedra ambulante di Rieti nel 1903, sottolineando l’importanza del suo lavoro, e affidando alle nuove razze una “importanza capitale”, considerandole “il fattore primo” del successo della coltura granaria. Va detto che fin dall’inizio della battaglia del grano Mussolini si rivolse direttamente a tutte le cattedre ambulanti della penisola chiedendo loro se, e in quale misura, sarebbe stato possibile aumentare la produzione granaria nel loro territorio. Una azione più rivolta a coinvolgere e mobilitare territorialmente quelle che egli definiva “le truppe della battaglia”, piuttosto che per avere un riscontro reale su quel tema. L’undici ottobre 1925 al teatro Costanzi nel corso di una premiazione di agricoltori così si esprimeva: La battaglia è semplice perché l’obiettivo è preciso. […] Ho letto con molto interesse tutte le risposte date dai direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura i quali rispondevano alla mia precisa domanda: “E’ possibile nella vostra giurisdizione aumentare il rendimento agricolo?”. La risposta è stata unanime; dal monte al piano, dalle regioni impervie alle zone fertili: dovunque è possibile aumentare il rendimento medio per ettaro del grano. Allora, se questo è possibile, questo deve essere fatto!20 In realtà se le si va a leggere, le risposte date dai direttori delle Cattedre furono fin troppo scontate e, tranne qualcuna che appare piuttosto redatta per compiacere al duce, rassicurandolo su un quantomai improbabile raddoppio di produzione, le altre furono tutte accompagnate da una lunga serie di “se” e di condizioni. 179 In effetti nessun direttore di cattedra disse che non si sarebbe potuta aumentare la produzione nel suo territorio, ma chi avrebbe osato farlo ricevendo quella richiesta dal duce che conteneva di fatto già la risposta. Ovunque si sarebbe potuta aumentare la produzione, ma solo a determinate condizioni.21 Così il direttore della Cattedra di Cremona rispondeva: “Cremona può produrre una maggiore quantità di frumento ? Noi rispondiamo: si”, per poi aggiungere “ Tutto sta nei mezzi da mettersi in opera”. Sattin, direttore della cattedra di Venezia, rispose che di certo la produzione sarebbe aumentata ma solo se “…siano eseguite da tutti gli agricoltori della provincia le più moderne e razionali norme di coltivazione”, e nello stesso modo rispose Zerbini da Bologna che assicurava una sovrapproduzione di 200 mila q.li “…con l’applicazione delle norme colturali dappertutto”, così come Beltrami di Genova che rassicurava il duce sul possibile aumento se però “..le norme razionali fossero applicate”, mentre quello di Mestre, Scalvetti, pose il problema del credito agrario. Mussolini e Vittorio Emanuele, insieme a Strampelli visitano i campi sperimentali dei frumenti impiegati per la battaglia del grano. 180 Caldaia da Casteldepiano senza mezzi termini comunicò al duce che si sarebbe anche potuto lavorare per un aumento di produzione “...tenendo presente il concetto del tornaconto”, mentre Rozzini da Ascoli Piceno pose il problema dell’impiego delle sementi elette e delle macchine seminatrici, e Veronesi da Civitavecchia quello dei “...latifondisti che affittano i terreni col divieto della semina”. Chimetti da Velletri sosteneva che l’unico modo di aumentare la produzione era quello di “...obbligare i proprietari e gli enti morali a coltivare grano nei loro terreni oggi a pascolo”, e gli fece eco Filesi da Matera che propose di estendere del 15% la coltura del grano. Molto preciso fu Beninato da Nicosia anche lui convinto che potesse aumentarsi la produzione, ma solo se si attuassero programmi di credito agrario, costruzioni stradali, impiego di concimi chimici e sementi selezionate, e altrettanto preciso fu Alagna da Alcamo che subordinava le possibilità di aumento produttivo ai “…miglioramenti e trasformazioni fondiarie ed ambientali”, e il suo collega di Mazara, Sammartano, rinviava gli aumenti produttivi “…al giorno in cui la campagna verrà arricchita di strade rotabili, di pubblica sicurezza e di bonifiche”, e Scavone di Terranova suggerì di trasformare la piana di Terranova in pianura irrigua costruendo un serbatoio montano utilizzando le acque del fiume Gela.22 In altri termini più che la rassicurazione sul sicuro esito della battaglia del grano, dalle risposte delle Cattedre ambulanti italiane Mussolini ricevette in realtà solo un quadro dei problemi dell’agricoltura italiana, e soprattutto delle profonde diversità tra nord e sud. Un nord pronto ad aumentare la produzione già intensiva attraverso l’intervento pubblico in termini di migliori fertilizzanti e razionalizzazione delle colture, e un sud arcaico, ancora legato ai problemi del latifondo, dove, come sosteneva Serpieri, qualsiasi ipotesi di miglioramento non poteva prescindere da radicali interventi di trasformazione fondiaria. Insomma, le risposte dei direttori delle Cattedre ambulanti di agricoltura sembrano tratte dai questionari dell’inchiesta Jacini e, più che un grido di guerra, in esse ci si scorge piuttosto una richiesta di aiuto. Il mosaico dei problemi presentati dai direttori delle cattedre era fin troppo noto ai membri del Comitato permanente del grano, che avviò subito i suoi lavori, e alla fine di quello stesso mese di luglio, presentò un primo pacchetto di provvedimenti che furono subito trasformati in decreti legge. Con il decreto 1229 del 26 luglio 1925, vennero ripristinati i dazi doganali della tariffa generale sul frumento, sui cereali minori, e sui prodotti derivati, mentre con un altro decreto (il n. 1258 sempre del 26 luglio), si approvò l’esenzione dal dazio doganale e dalla tassa di vendita per il petrolio destinato ai motori agricoli. Al fine di incrementare la propaganda e la sperimentazione agraria, furono poi elevati i finanziamenti per le cattedre ambulanti, aumentandone il numero soprattutto al sud, e affidando loro il compito di istituire nell’arco di un decennio campi dimostrativi di almeno un ettaro in ogni comune.23 Ulteriori finanziamenti vennero poi concessi alle regie stazioni agrarie, e ai vari istituti agrari, mentre in ogni provincia venne istituita una commissione per la propaganda granaria. Tra questo primo pacchetto di provvedimenti figura anche il decreto legge 1314 del 29 luglio, indirizzato alla produzione e diffusione delle sementi elette che rappresentavano uno dei fattori centrali su cui poggiò tutta l’impalcatura della battaglia del grano. In seguito a tale provvedimento nacque a Rieti l’Associazione riproduttori sementi che, come abbiamo già visto, esisteva già come Associazione reatina sementi, ed altri sei stabilimenti simili in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Toscana, che beneficiarono di un contributo fino al 50% per le strutture d’impianto. Vennero poi assunti alcuni provvedimenti per il credito agrario,24 per incoraggiare i dissodamenti e l’elettrocoltura, soprattutto per le aree a coltura estensiva del sud, e per quelle di brughiera da poco bonificate,25 mentre un altro decreto introdusse i concorsi a premi tra gli agricoltori per la produzione frumentaria.26 181 Il 30 luglio, giorno successivo dell’emanazione dell’ultimo decreto del primo pacchetto elaborato dal Comitato permanente, Mussolini parlando alle rappresentanze sindacali agricole a palazzo Chigi , lanciò ufficialmente la battaglia del grano declamando: “L’agricoltura italiana ha forse bisogno di un ministro. Quel ministro sono io. Ha bisogno di mezzi: li avrà”. Produzione nazionale, fabbisogno e protezionismo Quel primo provvedimento preso riguardo al prezzo del grano e alla reintroduzione della tariffa doganale sul frumento, aveva tutto il sapore di un messaggio rivolto agli agrari rassicurandoli sul conto economico della coltivazione frumentaria. Fu così reintrodotta una tassa d’importazione sul frumento di 7,50 lire/oro, esattamente quella del 1915, e gli effetti si fecero subito sentire tanto che il prezzo del grano, che nel 1924 era stato di 124 lire al q.le, salì l’anno successivo a 181 lire, per raggiungere le 200 lire nel 1926. Nel 1927 il prezzo scese di nuovo a 114 lire, per poi risalire nel giugno1928 a 149,50, precipitando però nei mesi successivi al raccolto dello stesso anno a 120,50 lire.27 Il regime era fortemente intenzionato ad attuare una politica di deflazione della quale, i provvedimenti protezionistici sul frumento e suoi derivati, non furono che un primo momento, anche se il punto di svolta in questa direzione si ebbe nel 1926 con la cosiddetta “quota novanta”, una operazione di politica finanziaria che Mussolini fece abilmente condurre da Giuseppe Volpi, che dal luglio 1925 aveva sostituito De Stefani al ministero del tesoro. Volpi, uomo proveniente e strettamente legato al mondo della finanza italiana, aveva il compito di compiere una manovra drastica che il duce sapeva essere invisa al mondo economico italiano, e confidava sul fatto che se a condurla fosse stato un tecnico di grande autorevolezza piuttosto che un uomo d’apparato, avrebbe evitato forti contraccolpi nel mondo finanziario del paese.28 182 ANDAMENTO DEL PREZZO DEL FRUMENTO DAL 1900 AL 1940 ANNO 1900 1901 1902 1903 1904 1905 1906 1907 1908 1909 1910 1911 1912 1913 1914 1915 1916 1917 1918 1919 1920 1921 1922 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 1933 1934 1935 1936 1937 1938 1939 1940 FRUMENTO PRODOTTO Q.LI 40.100.000 49.400.000 41.000.000 55.300.000 50.300.000 48.100.000 52.900.000 53.200.000 45.700.000 51.813.000 41.740.000 52.362.000 45.102.000 58.452.000 46.153.000 46.414.000 48.044.000 38.102.000 49.885.000 46.204.000 38.466.000 52.482.000 43.992.000 61.191.000 46.306.000 65.548.000 60.050.000 53.291.000 62.215.000 70.795.000 57.173.000 66.520.000 75.367.000 81.003.000 62.000.000 76.317.000 61.119.000 80.636.000 81.308.000 79.710.000 71.043.000 FRUMENTO TENERO £. x QUINTALE 24,48 25,03 23,59 23,12 23,12 25,16 23,96 23,46 26,68 29,85 27,54 26,81 31 29 29 40 38 43 56 69 90 115 118 102 121 181 200 140 135 130 127 101 111 93 86 105 116 127 140 145 153 FRUMENTO DURO £. x QUINTALE 26,40 25,46 24,80 23,53 22,87 24,88 26,23 26,88 30,77 30,18 28,25 28,59 34 32 34 45 42 50 65 79 102 133 124 113 131 192 209 161 142 140 131 126 125 106 101 120 131 138 148 152 189 L’operazione indirizzata a rivalutare e stabilizzare la lira, portò ad un cambio con il dollaro pari a 19 lire, e a 92,46 con la sterlina, moneta principale di riferimento del tempo (quota novanta appunto). Il problema che ebbe Mussolini era comune a gran parte degli altri paesi europei che adottarono misure simili, anche se strutturate in modo meno aggressivo e propagandistico di quanto accadde in Italia, la cui politica deflazionistica portò ad una contrazione degli sconti e delle anticipazioni da parte della Banca d’Italia, e la cosa non poteva non riflettersi sull’attività degli istituti di credito costretti ad una continua rincorsa di liquidità. Chi ne fece le maggiori spese furono la borsa e i titoli di stato, per i quali si richiesero immediati rimborsi, tanto che il governo, nel 1926, attraverso l’operazione del cosiddetto prestito littorio, fu costretto a trasformare il debito fluttuante in consolidato. Anche le industrie esportatrici del settore agricolo furono duramente colpite, in modo particolare le imprese nate sui progetti di bonifica, le quali negli anni precedenti avevano fatto largo ricorso al credito bancario e ipotecario. Per quanto riguarda il tema che stiamo affrontando, il dazio stabilito nel 1925 non era chiaramente più sufficiente e, l’anno successivo alla quota novanta, il governo fu costretto ad elevarlo a 11 lire/oro per q.le (pari a 40,26 lire carta).29 Ma l’aumento del dazio non produsse un aumento del valore del grano nazionale, che nei mesi successivi rimase pressoché stazionario, passando dalle 160 lire il q.le del 1927, alle 142 nel 1928, alle 140 nel 1929. Contestualmente sul piano internazionale si ebbe una sovrapproduzione agricola, soprattutto negli Stati Uniti, massimo fornitore di grano dell’Italia, così come in Australia, Canada e Argentina, con un conseguente crollo dei prezzi, tanto che in base ai calcoli del Grifoni, l’indice del prezzo all’ingrosso del grano su base 100 (1925), scese a 72 nel 1929, e la stessa sorte toccò ad altri prodotti come i bozzoli che scese a 54, l’olio a 65 e i limoni a 35.30 Questo voleva dire che il grano americano, il Manitoba n. 3 (Winnipeg), largamente importato in Italia, e principale antagonista dei grani Strampelli soprattutto rispetto alle sue qualità alimentari, era sceso da 158 lire nel 1928 a 100 lire nel 1929, con la conseguenza che il dazio di 40,26 lire, non era più sufficiente ad arrestarne l’introduzione sul mercato italiano dove il prodotto nazionale aveva raggiunto le 140 lire. Il decreto legge del 24 maggio 1929 elevò la misura protezionistica a 14 lire/oro per quintale, cioè a dire 51,24 lire carta, e quindi a 75 lire nel 1931 quando i prezzi del grano americano scesero ancora vorticosamente fino a toccare le 43 lire nel 1935. Quello del dazio doganale sul grano non era un problema nuovo, e aveva caratterizzato il dibattito tra liberisti e protezionisti dall’unificazione nazionale fino alla prima guerra mondiale.31 Fino al 1887 il dazio di importazione era stato di 1,40 (lire oro), che in quell’anno sali a 3, per aumentare ancora a 5 nel 1888, e a 7,50 nel 1894. Nel 1898 scese prima a 5 lire, per essere abolito nel mese di maggio di quell’anno, e poi reintrodotto a 7,50 a luglio. Restò più o meno immutato fino al 1914, quando scese a 3 lire, per essere abolito all’inizio del 1915, e reintrodotto a 7,70 lire nello stesso anno, e quindi di nuovo abolito fino al 1925. Va anche detto che il decreto legge del 24 luglio 1925 non riguardò solo il frumento, ma anche altri prodotti e derivati in base alla seguente tabella. PRODOTTO FRUMENTO SEGALE GRANTURCO FARINA DI FRUMENTO FARINA DI SEGALA FARINA DI AVENA FARINA DI GANTURCO GIALLO SEMOLINO PASTE DI FRUMENTO PANE E BISCOTTI DI AVENA AVENA CRUSCA DAZIO LIRE / ORO PER Q.LE 7,50 4,50 1,15 11,50 6,50 6,00 3,15 15,50 16,00 16,00 4,00 2,00 183 L’Italia non era mai riuscita a produrre grano sufficiente al proprio fabbisogno, e, nonostante i provvedimenti protezionistici ottocenteschi, quella dell’importazione rimase una voce costantemente negativa della bilancia dei pagamenti. Lo avevano messo già in luce Jacini, Valenti, Giglioli, denunciando il problema economico dell’arretratezza dell’agricoltura italiana nei confronti di altri paesi. Per altro, il trend di importazione di frumento fu costantemente crescente, passando dai poco più di 3 milioni di quintali nel quinquennio 1881-1885, agli oltre 8 milioni in quello successivo, per poi scendere a circa 6 milioni nel decennio 1891-1900, per quindi risalire agli oltre 10 milioni nel primo quinquennio del Novecento, per arrivare ai 25 milioni nel quinquennio antecedente alla dichiarazione della battaglia del grano. Va anche sottolineato come nel rapporto produzionefabbisogno interno, pesava fortemente il fatto che nell’alimentazione italiana, così come in quella francese, il frumento e i suoi derivati entravano in modo decisamente superiore a quello di molti altri paesi. Se infatti nel XIX secolo il consumo medio procapite era intorno ai 100 Kg l’anno, per salire progressivamente nel Novecento fino a toccare i 188 Kg nel 1924, in altri paesi era decisamente più basso, 155 Kg in Spagna, 124 in Olanda, 123 in Romania, 93 in Germania, 59 in Portogallo, per non parlare di paesi come la Polonia, la Finlandia, l’Estonia che non raggiungevano neanche i 50 Kg. L’aumento del fabbisogno individuale va ovviamente messo in correlazione con le migliorate condizioni economiche e sociali del ‘900 rispetto a quelle del XIX secolo, ed in modo particolare col crescente diffondersi dell’uso del pane bianco anche in quelle regioni caratterizzate da una alimentazione maidica, o dal cosiddetto pane scuro. Non va poi sottaciuta, soprattutto negli anni del fascismo, una restrizione di consumo di altri prodotti più nobili da parte del terziario, e quindi un maggior utilizzo di frumento. Problema questo che venne notato anche da qualche osservatore del tempo, ma che veniva puntualmente minimizzato o glissato, come fece Morandi sull’Italia agricola che dopo aver evidenziate le migliorate condizioni economiche della classe contadina grazie al fascismo, aggiungeva: Forse s’è pure accresciuto il consumo di pane da parte delle classi impiegatizie e, in generale, a reddito fisso, a compenso della restrizione di altri consumi. Su che, però, ci manca qualunque dato.32 184 Questo in ogni caso voleva dire che in funzione dell’aumento della popolazione cresceva in progressione il fabbisogno granario e, restando pressoché costante la produzione, si elevava inevitabilmente la quota di prodotto da acquisire nei mercati esteri. Come si deduce dalla tavola seguente relativa al periodo 1900-1925, che abbiamo elaborato accorpando dati provenienti da varie fonti, soprattutto nelle annate negative di produzione, l’importazione raggiungeva cifre elevatissime, toccando i 25, 26 e anche 29 milioni di quintali, superando quindi il 50% della produzione interna. Copertina della Domenica del Corriere con Mussolini che lavora alla trebbiatura. Una delle immagini più propagandistiche della battaglia del grano. PRODUZIONE DI FRUMENTO IN ITALIA33 ANNO 1900-1901 1901-1902 1902-1903 1903-1904 1904-1905 1905-1906 1906-1907 1907-1908 1908-1909 1909-1910 1910-1911 1911-1912 1912-1913 1913-1914 1914-1915 1915-1916 1916-1917 1917-1918 1918-1919 1919-1920 1920-1921 1921-1922 1922-1923 1923-1924 1924-1925 SUPERFICIE GRANARIA PRODUZIONE Q.LI IMPORTAZIONE Q.LI 4.954.234 40.100.000 9.881.000 4.750.000 41.000.000 12.523.000 50.300.000 8.587.000 4.820.000 4.850.000 5.396.997 5.315.304 5.229.860 5.107.600 4.756.000 4.758.600 4.738.000 4.751.600 4.737.400 4.777.100 4.769.300 5.059.500 4.726.300 4.272.100 4.365.700 4.286.600 4.570.500 4.766.700 4.649.500 4.675.900 4.566.300 49.400.000 PRODUZIONE PER ETTARO Q.LI POPOLAZIONE DEL REGNO DISP. X ABIT. KG. 8,1 32.475.253 136 8,6 32.845.790 145 9.267.000 10,2 7.780.000 11,4 32.996.427 48.100.000 12.196.000 9 33.441.484 161 53.200.000 4.928.000 10,2 33.911.468 152 9.225.000 11 34.565.198. 160 11 35.160.000 165 11.129.362 12,3 35.597.800 20.248.506 9,2 55.300.000 52.900.000 11.482.000 9,3 10,3 33.282.710 33.640.705 173 157 173 11.135.000 41.740.000 14.933.000 8,8 45.102.000 18.775.884 9,5 46.153.000 14.948.544 48.044.000 17.874.585 10,2 18.917.844 11,4 35.993.900 176,8 8,4 36.584.000 161 52.362.000 58.452.000 46.414.000 38.102.000 49.885.000 46.204.000 38.466.000 52.482.000 43.992.000 61.191.000 46.306.000 11.323.000 13.681.044 9,7 8,9 34.269.856. 162 45.700.000 51.813.000 8,9 32.643.299 34.860.540 147 146 35.239.000 164,9 36.120.100 152,5 36.669.700 36.758.200 36.563.100 166.4 165,3 127,2 20.782.120 10,8 26.535.095 11 38.738.000 189,7 13,1 39.612.000 188,2 26.213.870 29.767.447 18.623.427 25.974.980 9,5 10,1 36.147.400 179,4 39175.200 39.492.000 170 173,9 167 185 Cosa accadde dopo l’introduzione del provvedimento protezionistico sull’importazione del frumento? Assolutamente nulla. L’Italia continuò ad importare ingenti quantità di frumento e, almeno fino al 1931, quando iniziò una rapida discesa concomitante da un lato con l’aumento a 75 lire del dazio doganale, e dall’altro con una reale maggiore produzione, che solo in parte si spiega con un più razionale sfruttamento intensivo dei fondi grazie ad un maggiore impiego della meccanizzazione agricola, al massiccio utilizzo di fertilizzanti chimici ecc., mentre a nostro avviso, come vedremo meglio, ha agito in modo determinante l’impiego delle varietà elette, di Nazareno Strampelli. Come si può infatti vedere dalla tabella, l’importazione di frumento tra il 1925, anno d’inizio della battaglia del grano, e il 1931, si mantenne sostanzialmente costante. 1927-1928 4.975.800 53.291.000 23.081.590 1928-1929 4.963.000 62.215.000 27.448.300 1929-1930 4.773.000 70.795.000 17.648.430 1930-1931 4.823.000 57.173.000 19.350.530 DISP. X ABIT. KG. 1926-1927 4.915.100 60.050.000 21.462.830 POPOLAZIONE DEL REGNO 1925-1926 4.723.700 65.548.000 22.419.050 PRODUZIONE PER ETTARO Q.LI IMPORTAZIONE Q.LI PRODUZIONE Q.LI ANNO SUPERFICIE GRANARIA IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931 40.307.000 188,4 13,9 40.003.000 176,6 10,8 40.639.000 179,4 12,2 12,5 14,8 11,9 40.946.000 41.207.000 41.575.000 181,4 184,2 173,4 Nel 1932 a fronte di una produzione di 66,5 milioni di q.li di frumento, l’importazione scese da 19 a 14 milioni di q.li, per scendere a 4,5 milioni nel 1934, a fronte di una produzione di 81 milioni di q.li, per arrivare a soli 858.000 q.li del 1942. 186 IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931 ANNO PRODUZIONE Q.LI IMPORTAZIONE Q.LI 1931-1932 1932-1933 1933-1934 1934-1935 1935-1936 1936-1937 1937-1938 66.520.000 75.367.000 81.003.000 62.000.000 76.317.000 61.119.000 80.636.000 14.849.180 10.561.710 4.605.060 4.690.000 5.497.000 5.350.000 16.584.000 1938-1939 81.308.000 2.905.000 1939-1940 79.710.000 6.481.000 - 858,000 1940-1941 71.043.000 1941-1942 6.906.000 POPOLAZIONE DEL REGNO 41.832.000 42.095.000 42.360.000 42.629.000 42.901.000 43.196.000 43.492.000 DISP. X ABIT. 164,9 162,3 170,9 156,2 151,2 162,3 165,7 43.851.000 175,5 44.794.000 163,8 44.334.000 45.061.000 180,4 143,0 Antecedentemente al primo conflitto mondiale, l’Italia si riforniva prevalentemente dalla Russia che garantiva il 58% del fabbisogno, e dalla Romania 17,93, mentre dagli Stati Uniti arrivava solo il 5,54% del prodotto. Nel dopoguerra la situazione si invertì completamente, e gli 881.000 quintali di grano importati dalla Russia nel 1913 si ridussero ad appena 13.000 nel 1923, mentre i 153.000 q.li che importati dagli Stati Uniti nel 1913, salirono ad oltre 1.700.000 nel1923. Questo processo provocò per altro, notevoli contraccolpi nell’industria alimentare che dal frumento duro russo basava gran parte della produzione delle paste alimentari, parte delle quali erano destinate all’esportazione, cosa che non poteva avvenire con il grano tenero americano, inadeguato a tale produzione. Come si vede dalla tavola seguente, l’Italia importava poi grano in modo significativo anche dall’Argentina, dal Canada e dall’Australia. 25.974.980 2.484.450.547 14,84 3.535.682.968 14,08 14,85 26,06 30,95 1923 1924 1925 1926 1927 1928 1929 1930 1931 1932 1933 18.623.427 22.419.050 21.462.830 23.081.590 27.448.300 3.039.068.994 3.843.026.288 3.001.759.297 2.995.207.597 5,11 11,17 7,82 20,37 19,37 6,70 - 2,55 5,21 4,26 44,04 11,36 0,03 32,00 0,63 8,78 - 0,22 9,44 0,02 - 10,76 19,21 17,98 - 205.751.390 14,66 12,55 12,56 - 4.605.060 54,06 15,24 0,02 835.774.434 26,09 1,52 22,04 6,16 14.849.180 504.687.869 0,38 0,86 37,13 10.561.710 0,39 18,44 24,79 8,63 65,86 9,34 1.718.024.203 1.567.311.551 - 0,72 17.648.430 19.350.530 0,45 13,98 0,56 32,92 12,09 10,32 22,55 - - ALTRI PAESI % 3.057.059.358 USA % 29.767.447 RUSSIA % 12,69 1922 VALORE LIRE ROMANIA % 13,38 FRUMENTO IMPORTATO DALL’ESTERO Q.LI INDIA BRITANNICA E CEYLON % CANADA % 8,94 ANNO AUSTRALIA % ARGENTINA % IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA 1922-1933 34 0,08 0,33 1,06 0,80 - 0,71 5,45 61,66 55,11 43,00 1,24 2,52 2,07 - 23,76 5,32 4,79 27,23 18,80 1,22 - 12,80 44,49 2,99 6,31 1,59 15,55 16,82 17,83 18,76 8,41 1,47 187 Ma se di fatto si raggiunse l’autosufficienza granaria, come mai a questa non corrispose un saldo positivo dell’economia agricola del paese il cui tasso di crescita nel quindicennio 1925-1940 fu solo dello 0,5%, a fronte del 2,3% del ventennio precedente? I costi per raggiungere l’autosufficienza granaria furono certamente alti, e chi si è cimentato a misurarli, sia pure su base teorica, ha rilevato una evidente prevalenza di questi rispetto ai reali benefici.35 Per assurdo, chi più degli altri beneficiò degli investimenti in agricoltura legati alla battaglia del grano, fu il mondo dell’industria, e non solo per un reinvestimento in questa direzione dei capitali accumulati, ma anche per la crescente domanda di macchine agricole e fertilizzanti, tanto che il settore chimico e quello meccanico, proprio in questo periodo, acquisirono la leadership del settore industriale del paese. Un primo soggetto a farne le spese fu il patrimonio zootecnico che ne uscì largamente ridimensionato, sia per la eliminazione dei buoi da lavoro in seguito al consistente processo di meccanizzazione, sia perché soprattutto nel meridione molte aree vennero sottratte al pascolo a favore della cerealicoltura. Il numero dei bovini tra il 1927 e il 1931 passò da 7.400.000 capi a 6.890.000, mentre quello degli ovini scese da 12.350.000 nel 1926 a 9.896.000 nel 1936, così come i caprini che in seguito ai provvedimenti indirizzati alla salvaguardia delle aree boschive, da 3.100.000 capi del 1926 scesero a 1.791.000 con notevole danno economico su molteplici derivati come la lana il cui prezzo da un indice 100 nel 1925, scese a 23 nel 1931.36 A rendersi conto del pericolo che stava correndo il patrimonio zootecnico fu lo stesso governo che nel 1930 emanò un decreto legge37 con cui si bandì il primo concorso triennale zootecnico con un finanziamento di otto milioni di lire. Tra il 1926 e il 1931 il patrimonio zootecnico subì una forte contrazione e, per tale settore, il deficit della bilancia commerciale passò da 508 milioni del 1926 a 645 nel 1927, a 1168 nel 1928, fino a raggiungere i 1617 nel 1929. Ancora una volta il problema si presentava in termini macroscopici nel meridione, e non fu di certo un caso che al primo concorso bandito dal regime il maggior numero di aziende iscritte proveniva dal centro-nord e non dal sud, verso il quale era stato particolarmente diretto quel provvedimento.38 188 Altro settore penalizzato fu quello delle colture pregiate per le quali però è necessario specificare che, contrariamente a quanto si è spesso sostenuto, non vale il discorso dell’erosione della superficie agraria a queste destinata a favore della cerealicoltura, tanto che la superficie destinata agli ortaggi aumentò da 97.782 ha del periodo 1922-1925, a 112.283 ettari nell’intervallo 1926-1929, mentre quella viticola scese leggermente da 4.277.000 a 4.192.250.39 Ciò che diminuì significativamente fu la produzione media dei prodotti pregiati che, negli stessi intervalli di tempo, scese da 214,8 q.li a 190,7 per i pomodori, da 87,8 a 54,2 q.li per i carciofi, da 304 a 174 per i cocomeri e da 18,2 a 17,2 per la vite e questo è da mettere in correlazione più che con la flessione della domanda estera conseguente alle scelte deflazionistiche del governo, con una totale assenza di una politica di sostegno, unicamente concentrata sul settore cerealicolo. Vincere la battaglia del grano senza aumentare la superficie di coltivazione, era stata la consegna del duce e, pur con differenze tra nord e sud, questo sostanzialmente avvenne. Come si vede dalla tavola seguente, la superficie complessiva granaria non registrò modificazioni sostanziali, passando dai 4.723.700 ettari del 1925, anno di proclamazione della battaglia del grano, ai 4.800.000 ettari del 1935, aumento che in ogni caso non giustifica il surplus produttivo registrato, che, in base alle statistiche del Mitchell realizzate su base 100 nel 1911, nel 1936 fu di 142, il più significativo in Europa.40 ANNO 1925-1926 1926-1927 1927-1928 1928-1929 1929-1930 1930-1931 1931-1932 1932-1933 1933-1934 1934-1935 SUPERFICIE GRANARIA HA. 4.723.700 4.915.100 4.975.800 4.963.000 4.773.000 4.823.000 4.809.000 4.931.100 5.085.900 4.800.000 L’andamento non fu ovviamente unilaterale, e si presentò con significative differenze tra il nord, dove la superficie granaria rimase sostanzialmente immutata, e il sud e le isole dove questa aumentò in qualche caso in modo considerevole. Infatti, come si deduce dalle tavole seguenti, ai 397.500 ettari di nuova superficie granaria corrispose una diminuzione di superficie a pascolo di 389.700. Nel computo dell’aumento di superficie coltivata a grano, va comunque considerato che nel 1930 risultavano bonificati 304.291 ettari degli oltre 2,3 milioni soggetti a bonifica idraulica, e parte di questi furono messi a coltura, così come vanno considerate le superfici granarie delle nuove province della Venezia Giulia e Tridentina, non contemplate nei precedenti conteggi.41 SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTO CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928; 1936-1939; 1948-1951 1 1923-1928 NORD CENTRO SUD ISOLE ITALIA 1.352.400 1.082.100 1.389.900 865.700 4.690.100 2 1936-1939 1.440.600 1.101.400 1.505.600 1.040.000 5.087.600 3 1948-1951 1.392.500 1.109.700 1.338.200 870.200 4.710.600 DIFF. 1-2 87.200 19.300 115.700 173.300 397.500 Quindi, chi rispose meno degli altri alle direttive di Mussolini fu il sud e le isole, che aumentarono in modo significativo la superficie granaria per complessivi 289.000, ettari su un totale di aumento nazionale di 397.000 ettari. Scomponendo il dato del sud, si nota come dei 289.000, ettari ben 111.900 sono collocati in Sicilia, 62.400 in Sardegna, 59.100 in Puglia, aree dove era largamente concentrato il latifondo, mentre l’aumento nelle altre regioni meridionali fu meno evidente. SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTO CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928; 1936-1939; 1948-1951 ABRUZZI-MOLISE CAMPANIA PUGLIA BASILICATA CALABRIA SICILIA SARDEGNA 1 1923-1928 2 1936-1939 3 1948-1951 DIFF. 2-1 188.100 250.500 195.500 62.400 352.100 256.000 386.900 192.700 202.200 677.600 352.900 272.800 446.000 209.800 224.100 789.500 334.100 268.200 367.000 192.600 176.300 674.300 800 16.800 59.100 17.100 21.900 111.900 SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A PASCOLO. CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928; 1936-1939; 1948-1951 1 1923-1928 NORD CENTRO SUD ISOLE ITALIA 1.184.900 582.600 1.160.600 1.440.800 4.368.900 2 1936-1939 1.018.200 540.800 1.077.500 1.342,700 3.979.200 3 1948-1951 1.082.300 501.700 1.008.000 1.318.300 3.910.300 DIFF. 1-2 166.700 41.800 83.100 98.100 389.700 189 Nelle aree latifondiste della Sicilia, Sardegna e Puglia, la battaglia del grano si concretizzò quindi con un prevalente aumento della coltura estensiva, e non con l’impegno per una maggiore razionalizzazione colturale e a guadagnarci fu ancora una volta quel mondo agrario parassitario che Serpieri, ma non Mussolini, aveva individuato come il reale problema che ostava allo sviluppo del meridione. E forse questo è un altro tassello che spiega la relegazione di Serpieri ad un ruolo marginale all’interno della battaglia del grano. Serpieri individuava nella lotta contro il latifondo un percorso obbligato per la rinascita dell’agricoltura nazionale, mentre la battaglia del grano, consentendo a questo enormi guadagni senza investimenti, finì con il rafforzarlo C’era bisogno di estendere al sud la policolturalità, soprattutto in relazione ai prodotti pregiati, gli unici che avrebbero consentito all’Italia una forte competitività sul mercato internazionale, ed invece altro non si fece che perpetuare una politica agraria di tipo estensivo, fortemente arretrata, in grado solo di aumentare il potere economico e politico degli agrari che vennero talmente rafforzati da tale operazione, fino al punto da uscire dalla federazione delle bonifiche, per costituire un loro proprio organismo che riuscì a far approvare un articolo di legge che abrogò la norma della legge Serpieri che prevedeva l’espropriazione per quei fondi in cui la proprietà sarebbe stata inadempiente rispetto alle opere di bonifica.42 Una situazione che ristagnò a lungo, affrontata solo nel dopoguerra, e sulla quale tornò Serpieri nel 1947 in occasione del Congresso nazionale per i provvedimenti di emergenza per l’incremento della coltivazione del frumento.43 La coerenza del mosaico produttivo cerealicolo, secondo Serpieri, si sarebbe dovuta raggiungere restringendo la superficie cerealicola complessiva, all’interno della quale il grano doveva essere coltivato per non più di 4,5 milioni di ettari. In tal modo, secondo le stime di Serpieri, si sarebbe soddisfatto il fabbisogno nazionale senza per altro escludere l’introduzione dall’estero di un parte residuale di prodotto e “…ove questa fosse giudicata ancora eccessiva, converrebbe […] puntare verso produzioni unitarie ancora più alte, piuttosto che verso estensioni di superficie”.44 190 Un’altra testimonianza del diverso andamento tra nord e sud, ci viene proprio dall’argomento che stiamo trattando, e cioè dall’utilizzo dei grani Strampelli, e più in generale delle razze elette rispetto alle sementi tradizionali. Il sud non sfruttò al meglio l’ampia superficie che aveva già a disposizione, non realizzò opere di trasformazione fondiaria, e ridusse al minimo anche l’investimento per l’introduzione di nuove varietà maggiormente produttive come erano le razze elette, tanto che queste, se ad esempio già nel 1932 incidevano per il 64,1% al nord, erano impiegate solo per il 22,3% al sud, e appena per il 7,2% nelle isole, e, quando nel 1934 queste erano salite al 93,3% al nord, raggiunsero appena il 44% al sud e il 23,5 nelle isole. La conseguenza fu che le alte possibilità produttive del sud consentirono un notevolissimo aumento di produzione quantitativa che, come abbiamo visto, rappresentò un notevole guadagno per i latifondisti, ma la produzione media per ettaro che passò da 8,9 q.li del 1922-23 a 11,2 nel 1933-35, non è di certo confrontabile con i risultati del nord d’Italia dove nello stesso intervallo di tempo si passò da 15,8 a 21,7 q.li per ettaro. AUMENTO DEL RENDIMENTO MEDIO PER ETTARO NEL PERIODO DELLA BATTAGLIA DEL GRANO – q, x h. 45 19231924 NORD CENTRO MERIDIONE ISOLE ITALIA 15,8 10,9 8,9 8,2 11,2 19241926 17,4 10,8 9,4 9,8 12,1 19271929 17,7 11,1 10,3 10,3 12,7 19301932 19,4 12,5 10,4 10,2 13,6 19331935 21,7 14,3 11,2 9,5 14,6 19361938 20,9 12,9 11,4 11,8 14,6 I grani Strampelli nella battaglia del grano Al di là di ogni interpretazione, il dato inconfutabile è che in Italia nel periodo della battaglia del grano la produzione media annua passò da 55 milioni di q.li nel 1922-23, ai 75 milioni di q.li nel 1936-39. Abbiamo visto come l’aumento della superficie cerealicola non può aver inciso in modo determinante in tale processo, tanto che, considerando la produzione media nazionale, e l’aumento di superficie granaria, è stimabile una influenza non superiore ad 1/4 del surplus produttivo. Meccanizzazione, aumento dei fertilizzanti chimici, e altre forme di razionalizzazione colturale, hanno avuto anch’essi un ruolo di sostegno, ma di certo non tale da spiegare l’aumento complessivo. L’altra variabile che è stata largamente ignorata, è stata quella delle razze elette che proprio in quegli anni trovarono un loro progressivo impiego fino ad assumere la leadership tra i prodotti coltivati. Più che di maggiore aumento, possiamo parlare, soprattutto per quanto concerne il nord, di vera e propria sostituzione globale delle sementi tradizionali con quelle elette. Resta da chiarire l’incidenza dei grani creati da Nazareno Strampelli in tale processo. I risultati della nostra indagine in tal senso, che ci ha portato ad accumulare dati per ogni provincia d’Italia, e per ognuno dei grani Strampelli utilizzati, non lascia dubbi in proposito. Parlare di razze elette vuol dire parlare sostanzialmente dei frumenti che Nazareno Strampelli aveva creato presso il suo laboratorio di Rieti, e che in questa occasione trovarono la loro applicazione pratica. I grani Strampelli e le altre varietà minori elette, non entrarono subito nel vivo della battaglia del grano. Strampelli, come abbiamo visto, aveva creato le sue varietà nell’arco del quindicennio precedente alla battaglia del grano, ma i suoi frumenti fissati e riprodotti, erano utilizzati solo marginalmente. Al momento dell’inizio della battaglia del grano, sulle campagne italiane si coltivava su una superficie di appena 175.000 ettari solo l’Ardito, mentre per il resto, come si deduce dalla tavola seguente relativa al 1927, dominavano pressoché esclusivamente le vecchie razze di frumento. PRINCIPALI GRANI COLTIVATI IN ITALIA NEL 192746 TIPO DI GRANI GRANI TENERI SUPERFICIE Ha. % SULLA SUPERFICIE GRANARIA Gentil Rosso Todaro 48 Bianchetta Maiorca Carosella Inallettabile e razze derivate (5 entità) Cologna e razze derivate (4 entità) Rieti e razze derivate (2 entità) Ardito Strampelli Rosetta (Maiorca rossa) Risciola Romanello 999.201 270.298 121.708 129.612 170.572 21,32 5,77 2,60 2,77 3,64 243.172 5,15 GRANI DURI 200.097 174.501 83.605 105.346 Saragolle (4 entità) Russie (2 entità) Realforte (siciliano) Samartinara (siciliano) 169.118 271.014 175.807 60.730 72.770 200.877 3,61 5,78 3,75 1,30 1,55 4,29 4,27 3,72 1,78 2,25 191 Superficie coltivata a sementi elette in Italia nel 1932 Ha 2.10.000 dei quali 1.777.000, cioè a dire l’81,1% erano i frumenti Strampelli 192 GENTIL ROSSO TODARO 48 BIANCHETTO MAIORCA CAROSELLA INALLETTABILE E DERIV. COLOGNA E DERIV. RIETI E DERIV. ARDITO STRAMPELLI ROSETTA RISCIOLA ROMANELLO SARAGOLLE RUSSIE REALFORTE SAMMARTINARA PRINCIPALI VARIETÀ DI FRUMENTO COLTIVATE NELLE DIVERSE REGIONI NEL 1927 47 DATI % SULLA SUPERFICIE GRANARIA REGIONALE PIEMONTE 38,16 5,54 - - - 1,74 25,05 9 5,5 - - - - - - - LIGURIA 23,28 5,25 - - - 2,80 - 18,26 0,72 - - - - - - - LOMBARDIA 32,40 18,71 - - - 12,85 16,09 6,07 - - - - - - - VENETO 42,28 13,27 - - - 5,65 15,59 14,95 - - - - - - - VEN. TRIDENTINA 10 5 - - - 3 12 3 3 - - - - - - - VENEZIA GIULIA 9,37 33,81 - - - 2,57 9,05 2 5,24 - - - - - - - EMILIA 27,80 15,28 - - - 18,89 11,10 9,24 14,52 - - - - - - - TOSCANA 57,33 1,99 - - - 1,35 0,67 6,70 0,73 - - - - - - - MARCHE 57,06 6,39 - - 21,84 4,56 - 5,10 1,76 - - - - - - - UMBRIA 55 5 - - - - 25,05 - - - - - - - LAZIO - 15,06 - - - - 15,06 - - 30 8 - - ABRUZZI E MOLISE 8 3,25 1,28 - 10,26 - - 18 - - 5,50 33,30 - - 3,19 - - - 3,52 - - 2,08 0,81 5 6,35 45,79 12,55 - - PUGLIA - - 28,52 23,05 3,62 - - - - 5,83 5,57 - 6 6 - BASILICATA - 1,11 10,26 - 8,09 - - - - 8,52 10 - 8 11,43 - CALABRIA - - - 11,91 19,87 - - - 0,57 6 - - - 38,43 - SICILIA - - - 3,44 - - - - - - - - - 8,85 12,33 15,53 SARDEGNA - - - - - - - - - - - - - - - - CAMPANIA 8,09 193 La mossa vincente di Strampelli, in qualità di membro del Comitato permanente del grano, fu quella del decreto legge del 29 luglio 1925 n. 1314, indirizzato appunto agli incoraggiamenti economici per la produzione e diffusione delle sementi elette. Strampelli da sempre si era preoccupato della diffusione dei suoi frumenti, consapevole che non era sufficiente la loro creazione se poi non se ne fossero seguite tutte le diverse fasi che andavano dalla moltiplicazione alla diffusione, per finire con le tecnologie di trasformazione. Egli aveva compreso che il solo lavoro scientifico, al di là degli apprezzamenti che generava, era ben poca cosa se poi i suoi grani non si fossero conquistati uno spazio nel mondo produttivo reale del Paese, e di certo va accreditata a lui la stesura del decreto legge con cui si impiantarono sette stabilimenti per la produzione e distribuzione di sementi elette, uno dei quali fu appunto l’ARS di Rieti. Il decreto prevedeva un contributo del 50% da parte dello stato per l’impianto di tali strutture, mentre un contributo del 25% fu concesso per l’impianto di stabilimenti sostanzialmente simili indirizzati specificatamente ad aree non coperte dai primi sette, come quelli che sorsero a Venezia e Firenze. Venne quindi avviata su larga scala una operazione che assunse il nome di “cambio delle sementi”, cioè a dire una distribuzione agli agricoltori di sementi elette con la clausola di seminarle, e con un accordo con i singoli agricoltori, che avrebbero dovuto versare una uguale quantità di grano comune a quello ricevuto, o acquistarlo pagando la differenza di prezzo tra le sementi elette e quelle tradizionali. La legge, dopo un minimo di rodaggio iniziò ad incidere, e negli anni successivi, come si può dedurre dalla tavola seguente, i frumenti eletti Strampelli, iniziarono a conquistare spazi sempre più significativi della superficie granaria nazionale. 194 ANDAMENTO DELLA PERCENTUALE DI UTILIZZO DELLE SEMENTI ELETTE DAL 1930 AL 193448 1930 1931 1932 1933 1934 NORD CENTRO 64,1 74,7 82,4 93,0 93,3 23,4 34,6 48,5 66,8 76,6 SUD 22,3 21,6 28,7 34,0 44,0 ISOLE TOTALE 7,2 10,8 22,1 25,1 23,5 37,5 46,0 54,9 58,2 61,7 Quando si parla di razze elette si parla prevalentemente di grani creati da Nazareno Strampelli come si evince dalla loro percentuale sul complesso delle varietà elette coltivate nelle singole regioni. Nel 1932, ad esempio, la percentuale dei grani Strampelli sul totale delle varietà elette coltivate in Sardegna era del 100%, 99,3% in Calabria, 98,1% in Basilicata, 96,6% in Lombardia, 94,6% in Puglia, 94,4% nella Venezia Euganea e così via, come si può vedere dalla tavola seguente, nella quale appare evidente come, a differenza del 1927, quando in Italia erano coltivati meno di 200 mila ettari con il frumento Ardito, i grani creati a Rieti si erano già conquistati un posto di straordinario significato sulla superficie complessiva granaria delle singole regioni.49 Per ogni regione la cifra in alto indica la percentuale dei frumenti duri Strampelli sul totale della superficie granaria. La cifra in basso indica la percentuale dei frumenti duri Strampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette. Dati riferiti al 1932 195 VENEZIA TRIDENTINA 27,3 37,4 VENEZIA GIULIA 37,7 65 VENEZIA EUGANEA LIGURIA EMILIA TOSCANA UMBRIA MARCHE LAZIO ABRUZZI E MOLISE CAMPANIA PUGLIA BASILICATA CALABRIA SICILIA SARDEGNA 196 79,6 17 72,1 15,6 26,2 19,1 22,9 21,3 18,1 31,7 22,5 32,9 16 16,5 94,9 59,5 88,3 39,2 60 47,1 48,6 89,5 80,1 94,6 98,1 99,3 80,9 100 ITALIA DEL NORD ITALIA CENTRALE ITALIA MERIDIONALE SICILIA SARDEGNA 1926 1932 1932 PRODUZIONE MEDIA X ETTARO Q.LI 96,9 1926 GRANI STRAMPELLI PRECOC I % SULLA SUPERFICIE TOTALE 87,5 85 AUMENTO DELLA PRODUZIONE MEDIA PER ETTARO DEL FRUMENTO IN ITALIA IN RELAZIONE ALL’INTRODUZIONE DEI GRANI STRAMPELLI. CONFRONTO 1926-193250 PRODUZIONE MEDIA X ETTARO Q.LI LOMBARDIA 52,4 Anche incrociando i dati con la produzione media per ettaro, si nota come questa sia cresciuta nettamente in funzione dell’introduzione dei grani Strampelli, che è difficile considerare come uno degli elementi che concorsero all’aumentata produttività, quanto come la vera variabile che la produsse. GRANI STRAMPELLI PRECOC I % SULLA SUPERFICIE TOTALE PIEMONTE SUL TOTALE DELLA SUPERFICIE A RAZZE ELETTE REGIONI SUL TOTALE DELLA SUPERFICIE GRANARIA % DI IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLI NEL 1932 9,8 16,2 70,4 22,5 0,3 10,5 27,2 11,3 1,6 0 0 10,6 9,7 10 20,4 16 16,5 12,8 11,7 11,10 AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ PER ETTARO IN ITALIA GRAZIE AI FRUMENTI STRAMPELLI. CONFRONTO TRA IL 1926 E IL 1932 197 Strampelli era del tutto consapevole di questo, tanto che nel 1937 ebbe a sostenere:51 E qui, chi scrive, per quanto parte in causa, non può (fare) a meno di parlare sia pur brevissimamente, dei progressi e delle conquiste che nel campo della genetica applicata alla cerealicoltura si erano frattanto già andati affermando, e di ulteriori si preparavano, per dare alla granicoltura italiana quali armi sempre più perfezionate, costituite dalle nuove varietà di frumento, che si sono poi via via dimostrate (e, su tutte, quelle precoci), il fattore dominante del progresso produttivo. E più oltre: Dopo undici anni di Battaglia del Grano, e di risultati inoppugnabili, non sarà giudicata immodesta l’affermazione che, per far fare un salto alla produzione granaria italiana, occorrevano le nuove varietà che essa ha avuto ed ha a disposizione, e che, nella scala dei valori da attribuirsi ai vari fattori tecnici, determinanti il progresso raggiunto, il primo posto va assegnato alle varietà precoci di frumento.52 D’altra parte che i frumenti Strampelli avrebbero recitato un ruolo determinante nella battaglia del grano, lo testimoniano i risultati che ottenevano nei diversi concorsi e gare che si moltiplicarono nel Paese, come quello bandito dalla Cassa di risparmio delle province lombarde nel quale, le prime otto aziende classificate ubicate nelle province di Brescia, Pavia, Cremona e Bergamo, avevano utilizzato tutte frumenti Strampelli, e precisamente il Villa Glori, il Mentana e l’Ardito, raggiungendo produzioni di oltre i 50 q.li per ettaro.53 E con i frumenti Strampelli fu vinta la gara per la maggiore produzione unitaria che si tenne tra le province di Brescia e Cremona, sulla quale si concentrò l’attenzione di numerosi agronomi del tempo. Alla fine risultò vincitore Alessandro Cremonesi di S. Zeno sul Naviglio che riuscì ad ottenere una produzione di 60,90 q.li per ettaro con il Mentana, e di 61,35 con il Villa Glori.54 Tutta la pubblicistica del tempo mise in evidenza il fondamentale ruolo dei frumenti Strampelli. Alessandro Rota così si esprimeva nel 1929: 198 Sono le varietà precoci quelle che tengono trionfalmente la palma, [ ….] raggiungono produzioni che hanno in alcuni casi del miracoloso. Le varietà precoci, e fra queste, in ordine di merito, Villa Glori, Mentana, Ardito, se è vero che sono capaci dei più alti redditi, è altrettanto vero che hanno esigenze speciali e vogliono essere trattate con criteri e con mezzi molto diversi da quelli fin qui prevalsi per le varietà comuni55. Nel 1940 le razze elette avevano pressoché ovunque sostituito le vecchie varietà di frumento, e sempre più massiccia era la percentuale dei frumenti Strampelli tanto che ormai, in base ai dati che abbiamo elaborato, oltre il 51% della superficie granaria nazionale era coltivata con i frumenti creati dallo scienziato reatino, e il dato è certamente da ritenersi sottodimensionato se si tiene conto che molti ispettorati agrari risposero all’indagine condotta dal Ciferri sulle varietà cerealicole coltivate in Italia, rinviando alla voce “altri” notevoli percentuali di territorio coltivate con vari frumenti, gran parte dei quali, elencati nelle risposte, erano ancora grani Strampelli, senza che però se ne possa misurare la percentuale non essendo estrapolabili dagli altri. Il dato diventa ancor più macroscopico se lo si scompone nelle diverse realtà italiane, e quel 51,8% medio, diventa 96% nel Veneto, 89% in Lombardia, 85% in Emilia Romagna, per citare solo le regioni dove i frumenti Strampelli ebbero maggiore utilizzo, così come se ci si addentra nelle singole realtà provinciali, appare evidente come i frumenti creati a Rieti erano utilizzati sulla stragrande maggioranza della superficie a vocazione granaria della penisola. Le differenze regionali mettono in evidenza un dato già ampiamente dimostrato, e cioè il ritardo del sud rispetto al nord, che si attesta sui valori già registrati nei primi anni trenta, migliorandoli in alcune aree come la Liguria dove i grani Strampelli passarono dal 17% del 1932 al 28% del 1940, o il Piemonte che passò dal 52 al 78%, così come il Lazio che passò dal 22 al 54%. Anche nel sud l’introduzione dei frumenti Strampelli fu elevatissima, ma scontando i ritardi storici del territorio, non si riuscì a raggiungere i livelli del centro-nord, anche se non può non essere rilevato come la Puglia passò dal 31% al 44%, la Basilicata dal 22 al 49%, e la Sardegna dal 16 al 61%, grazie soprattutto all’utilizzo del frumento duro Senatore Cappelli. 6 PERCENTUALE DEI GRANI STRAMPELLI SUL TOTALE DELLA SUPERFICIE GRANARIA ITALIA CONFRONTO 1932-1940 REGIONI 1932 % 1940 % PIEMONTE 52,4 74,97 LOMBARDIA 87,5 89,13 LIGURIA 17 VENEZIA TRIDENTINA 27,3 VENEZIA GIULIA 37,7 VENEZIA EUGANEA EMILIA TOSCANA MARCHE UMBRIA LAZIO ABRUZZI E MOLISE CAMPANIA PUGLIA BASILICATA CALABRIA SICILIA SARDEGNA 79,6 72,1 15,6 19,1 26,2 22,9 21,3 18,1 31,7 22,5 32,9 16 16,5 28,13 37,5 96 52,95 85,85 38,6 40,5 24,25 54,25 43,3 38,9 44,47 49,7 34,5 25,2 61,3 Gli stand dell’ARS e degli Istituti diretti da Strampelli alla Mostra del Grano del 1934 199 DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932 Per ogni regione la cifra in alto indica la percentuale dei frumenti Strampelli sul totale della superficie granaria. La cifra in basso indica la percentuale dei frumenti Strampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette. 200 5,84 94,16 48,69 7,2 12,09 8,42 6,01 SUD 37,38 62,62 42,17 0,55 6,48 0,44 0,78 ISOLE 41,4 58,6 43,25 ITALIA 22,30 77,70 51,80 CENTRO 1,5 9,71 15,12 4,43 3,08 1,66 1,52 0,20 5,18 0,1 1,1 0,34 2,89 30,3 29,7 0,04 0,5 12,51 0,56 2,30 ARDITO 3,53 LITTORIO VIRGILIO 5,90 5,96 0,3 0,4 1,5 0,8 0,11 2,07 0,16 EDDA VILLA GLORI 29,38 DAUNO MENTANA 22,25 CARLOTTA DAMIANO CHIESA 63,11 ROMA TOTALE GRANI STRAMPELLI 84,56 TERMINILLO RAZZE ELETTE 15,44 NORD SENATORE CAPPELLI VECCHIE RAZZE IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1939-40 VALORI % 0,45 11,95 0,19 1,40 201 VENETO VEN. TRIDENTINA VENEZIA GIULIA TOTALE NORD CENTRO EMILIA 28 25 15,44 MARCHE TOTALE CENTRO SUD ABRUZ. E MOLISE 57 PUGLIA LUCANIA CALABRIA TOTALE SUD ISOLE SICILIA SARDEGNA TOTALE ISOLE 75 84,56 99 2,4 97,6 17,6 57 72 1 1 UMBRIA 99 5,84 92,8 99 82,4 94,16 24,2 75,8 46,2 53,8 36,6 21 58,9 37,38 63,4 79 41,1 62,62 55,1 44,9 41,4 58,6 37,7 62,3 85,85 38,6 40,5 24,25 54,25 48,6 43,3 38,9 44,47 49,7 34,5 42,1 25,2 61,3 43,2 36,31 35,5 30 16,7 8,75 42 1,1 34,5 9,5 39,6 22 2,5 22,25 1,5 29,38 14,2 2,5 7,2 12,25 1,52 0,20 7,5 7,5 1,1 10 3,53 10,5 14 6 1,66 3,2 0,75 1,5 1,25 14,75 7,9 3,75 11,25 12,25 12,09 8,42 6,01 2,89 5,18 4 0,9 2,4 25,6 3,2 35 1,6 10,1 2,5 5,37 0,55 6,48 0,25 5,90 1,25 0,25 12,7 1,3 0,44 1,1 0,4 0,78 25,5 48,3 0,6 17,1 0,1 30,3 1,1 0,7 24,5 0,08 1,5 29,7 0,04 2,3 ARDITO 1,7 5,93 LITTORIO 3,33 2,7 EDDA 26,7 17,25 DAUNO 57,4 1 3,21 CARLOTTA 0,7 ROMA 14,31 TERMINILLO 24,87 SENATORE CAPPELLI 31,88 VIRGILIO VILLA GLORI 1 TOTALE GRANI STRAMPELLI 98,2 7,2 TOSCANA 202 1,8 67,5 74,97 28,13 89,13 96 37,5 52,95 63,1 MENTANA LOMBARDIA CAMPANIA 95,65 32,5 LIGURIA LAZIO 4,35 DAMIANO CHIESA PIEMONTE RAZZE ELETTE NORD VECCHIE RAZZE SUDDIVISIONE REGIONALE 34,9 1 0,5 1,3 0,5 0,1 4 2,25 8,25 0,45 5,96 7,2 0,8 0,9 2 0,34 0,4 0.8 23,1 11,95 1,5 0,3 1,4 0,3 1,5 0,8 Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicoltura italiana tra le due guerre L’escalation dei frumenti Strampelli fu davvero straordinaria, e non ebbe esempi confrontabili nel mondo. E’ sufficiente ricordare che all’inizio della battaglia del grano i frumenti Strampelli erano coltivati su meno del 3% della superficie nazionale, dato che già nel 1932 salì ad oltre il 30%, e nel 1939-40 superò il 50%. In poco più di un decennio Strampelli rivoluzionò completamente la granicoltura nazionale, e il dato diventa ancor più macroscopico se si tiene conto che nel contraltare del circa il 42% di superficie coltivata in altro modo, sono contenute sia le vecchie varietà frumentarie, che ancora nel 1930 erano utilizzate su circa il 63% della superficie nazionale, sia le varietà create a Bologna da colui che tra le due guerre fu l’antagonista di Strampelli, e cioè Francesco Todaro che seguiva il metodo della selezione genealogica, sia altri frumenti prodotti dalle decine di istituti di ricerca e sperimentazione che operavano sul territorio nazionale, ed in ultimo, anche molte varietà create sulla base della scuola di pensiero di Strampelli. Come scrisse più tardi Ugo De Cillis, l’esperienza di Strampelli fu unica sia per i risultati raggiunti, sia per i tempi con cui furono raggiunti, in aperta contraddizione con il normale trend dell’introduzione dei risultati ottenuti attraverso la ricerca genetica che presuppongono tempi di adeguamento e adattamento decisamente più dilatati.58 Strampelli e Mussolini Malgrado che il reale impiego dei suoi grani avvenne durante il fascismo, sarebbe fuorviante collocare il suo lavoro esclusivamente nel contesto del regime se non altro perché tutta la fase dell’evoluzione della sua ricerca, ivi inclusi i consistenti mezzi per concretizzarla, appartengono al periodo giolittiano. Abbiamo visto come Strampelli non abbia semplicemente fornito un contributo all’interno di un preesistente apparato strutturale della ricerca scientifica italiana. Egli ha creato, e fatto crescere le strutture collegate alla sua ricerca, partendo da quella semplice Cattedra ambulante del 1903, trasformata in Stazione sperimentale nel 1907, e quindi l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura del 1919, così come le stazioni fitotecniche di Cagliari, Foggia, Badia Polesine, Montagnana, Leonessa. Tutto questo avvenne prima del fascismo durante il quale Strampelli non modificò in alcun modo il suo operare, tanto che perfino i ben noti grani della vittoria, vero e proprio simbolo dell’autarchia fascista, furono pensati, realizzati e fissati da Strampelli molti anni prima. Questo non vuol dire che il fascismo non sia stato utile a Strampelli, o che Strampelli non sia stato utile alla politica economica del regime, né tantomeno che Strampelli non sia stato fascista. Strampelli era uno scienziato puro, ma si pose sempre su un piano fortemente innovativo che, per essere affermato, necessitava una altrettanto valida capacità di gestione politica della sua ricerca. Ciò che egli intendeva fare non esisteva prima di lui, ed è fin troppo logico che per realizzarlo egli abbia dovuto sempre convincere qualcuno, dal ministro Guido Baccelli, all’apparato del Maic che operava durante il governo Calandra, fino a quello che prendeva ordini da Mussolini. Il fascismo dette molto a Strampelli, non tanto in termini di strutture perché queste già esistevano, quanto in mezzi per farle funzionare. Mussolini investì molto su di lui, facendo fuoriuscire le sue creazioni dal piano della sperimentazione per una applicazione pratica su vasta scala, in tempi che non hanno avuto confronti in nessuna altra parte del mondo. Forse non fu neanche un caso che Strampelli si iscrisse al partito nazionale fascista solo nel 1925, proprio l’anno di inizio della battaglia del grano.59 I rapporti tra Strampelli e Mussolini furono sempre stretti come testimoniano le frequenti richieste di appuntamento che il duce gli fissava,60 così come appare in tutta evidenza l’interesse di Mussolini per il lavoro di Strampelli fino al punto che voleva essere egli stesso a scegliere, e in ogni caso ad approvare, i nomi che venivano dati ai grani creati a Campomoro.61 Viene anche da chiedersi chi sia stato il vero ideatore della battaglia del grano, Strampelli o Mussolini. 203 DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932 Per ogni regione la cifra in alto indica la percentuale dei frumenti precoci Strampelli sul totale della superficie granaria. La cifra in basso indica la percentuale dei frumenti precoci Strampelli sul totale della superficie coltivata a razze elette. Dati riferiti al 1932 204 Di certo fu una occasione nella quale il duce non si affidò a quella mente pensante dell’agricoltura italiana del tempo che era Arrigo Serpieri, ed è difficile immaginare che egli si sia potuto lanciare in una simile sfida senza avere un punto di riferimento preciso. E’ certo che Strampelli si poneva con forza l’obiettivo dell’autosufficienza granaria dell’Italia molto tempo prima della battaglia del grano, e il suo lavoro scientifico era pressoché unicamente indirizzato a questo scopo. I grani della vittoria che egli teneva da anni ben celati nel suo laboratorio di Rieti, furono forse l’elemento che convinse Mussolini a lanciarsi in questa impresa. Una sorta di vera e propria arma segreta da mettere in campo per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo visto come tutta l’esperienza di Strampelli in Argentina potrebbe avere avuto sullo sfondo la battaglia del grano. E forse non fu un caso se egli proprio a Buenos Aires confessò a Robert Godoy un impegno verso l’autosufficienza granaria italiana, ben tre anni prima della proclamazione della battaglia del grano.62 Di certo il fascismo fu riconoscente a Strampelli, come testimoniano quelle onoranze nazionali che gli furono tributate nel 1933. L’iniziativa la prese il sindacato dei tecnici agricoli, ma dietro l’operazione si intuisce la volontà di Mussolini di rendere gratitudine allo scienziato che stava brillantemente conducendo una battaglia che egli voleva trasformare in un fiore all’occhiello del regime. Si formò un comitato nazionale che il 4 dicembre a Roma, nell’aula magna del Collegio romano, tributò le onoranze nazionali allo scienziato reatino. Era presente tutto il mondo dell’agricoltura italiana, dal ministro Acerbo ai due sottosegretari, Serpieri e Marescalchi, i rappresentanti ufficiali della Camera e del Senato, numerosissimi parlamentari, il presidente dell’Istituto internazionale di agricoltura. Da tutta Italia giunsero oltre tremila rappresentanti di tutte le istituzioni agrarie, dai sindacati agli ispettorati provinciali, alle cattedre ambulanti, a tutti gli istituti scientifici e accademici del Paese, e il giorno successivo a Rieti gli venne conferita la cittadinanza onoraria.63 Egli dal fascismo aveva già ricevuto un’altra gratificazione, quella di essere nominato senatore per i suoi alti meriti scientifici. Fu la federazione italiana dei sindacati fascisti dell’agricoltura a fare includere il nome di Strampelli tra coloro che il gran consiglio e Mussolini stesso avrebbero scelto per essere nominati senatori. Un riconoscimento decisamente ambito, che in realtà turbò Strampelli fino al punto da fargli scrivere una lettera a Mussolini nella quale, dopo aver ovviamente ringraziato chi lo aveva indicato per l’alta onorificenza, sottolineava che “… per natura, carattere, attitudini e occupazioni sono assolutamente negato alla funzione di deputato”.64 E nel chiedere scusa per il suo ardire concludeva: Mi permetto, quindi, rivolgere alla E.V, preghiera perché voglia, nel fare eliminazioni, tener presente anche le mie dette qualità assolutamente negative e lasciare il posto che potrebbe essere assegnato ad altri che, avendo più tempo e più capacità di me possa più degnamente e più efficacemente rappresentare la Federazione in Parlamento ed essere nel Campo politico, maggiormente utile al nostro Paese. Diffusione del frumento Cappelli in Italia nel 1939-40 (R. Ciferri, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia, Roma, 1940) 205 NOTE G. ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (a cura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969. 2 Sul problema granario nel periodo fascista, ed in modo particolare sulle questioni legate alla battaglia del grano si vedano: A. COSTA, Gli sviluppi economici della battaglia del grano. Studio monografico di una azienda agraria toscana condotta a mezzadria, con particolare riguardo alla coltura granaria, Pisa 1934; DE BONIS, L’agricoltura e la coltura granaria in relazione alla economia nazionale. Velletri 1925; R. DELLA VOLTA - P. FERRARI, - A. MARTELLA - G. D’ANCONA, La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V, XII (1925), f, IV, pp. 226-252; G. ESMENARD, La battaglia del grano. Scopi, possibilità, notizie statistiche, note colturali Roma 1926 (2. Ed.); R. FESTA CAMPANILE, L’opera del governo nazionale per la battaglia del grano, Roma 1927; R. FITTIPALDI - R. FESTA CAMPANILE, Mussolini e la battaglia del grano, Roma 1931; E. FILENI, La battaglia del grano in Italia. Relazione disposta dal Ministero di Agricoltura e Foreste, Roma 1930; F. GUARNERI, Battaglie economiche tra le due grandi guerre, Roma 1953 (2 voll.); G. GUERRAZZI, La battaglia del grano. Il problema del grano è il problema di tutta l’agricoltura nazionale, Roma 1926; C. MARANI, Per la battaglia del grano. La coltura del grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; Marescalchi, Agricoltura Italica 1930-1931, Casale Monferrato 1931; MAIC, Le comunicazioni del capo del governo e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitato permanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932; Ministero dell’economia nazionale, Provvedimenti per l’incremento della coltivazione granaria. Fasc. 1. Roma 1925; MAIC - direzione generale di agricoltura, La battaglia del grano in Italia, Roma 1930; MAIC, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di Budapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incremento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID, Provvedimenti per l’incremento della coltivazione granaria. Fasc.1, Roma 1925; E. MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia del grano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926), f. 1, pp. XXI-XLII; A. T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suo pane, Casale Monferrato 1933; G. RAINERI, Di alcune questioni che traggono all’incremento della produzione granaria, in “L’Italia Agri1 206 cola”, 62 (1925) n. 1, pp. 1-10; V. RIVERA, Battaglie per il grano, L’Aquila 1925; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano 1929; A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443-458-472; SNTAF, Prima mostra nazionale del grano. Catalogo della mostra, Roma 1927; ID, I progressi della granicoltura italiana, Roma 1939; ID, I progressi della granicoltura italiana, Roma 1928; D. SINISCALCO, Sviluppo e direttive della battaglia del grano nell’anno VII, Foggia 1929; N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, in, Dal regno all’Impero. 17 marzo 1861-9 maggio 1936 Roma, Reale, Acc. Naz. lincei 1937; G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933. 3 Si veda su questo aspetto G. CANDELORO, Storia dell’Italia moderna, v. IX, Il fascismo e le sue guerre, Milano 1981. 4 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia in, “L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9 pp. 458-472. 5 Cfr. E. SERENI, L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regime fascista e l’opera di Arrigo Serpieri, in La Toscana nel regime fascista (1922-1939), Firenze 1971. 6 G. MEDICI, Stato e problemi degli studi di economia agraria in Italia, in “Rivista di economia agraria”, 1946 n. 2, p. 126. Su questo aspetto si veda in particolare C. FUMIAN, Modernizzazione, tecnocrazia, ruralismo: Arrigo Serpieri, in “Italia Contemporanea”, XXXI (1979), n. 137, pp. 3-3. 7 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia…cit., p. 1. 8 Ibid., p. 460. 9 Ibid., p. 461. 10 Ibid., p. 467. 11 Su questo aspetto cfr. R. DE FELICE, Mussolini il fascista. L’organizzazione dello stato fascista 1925-1929, Torino 1968, p. 378. 12 Sulla complessa figura di Serpieri si vedano: L. D’ANTONE, Politica e cultura agraria: Arrigo Serpieri, in “Studi Storici”, 1979, n. 3; G. SANTOMASSIMO, Una lettera di Arrigo Serpieri a Mussolini, in “Italia contemporanea”, XXVIII (1976), n. 123, pp. 115-122; E. SERENI, L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regime fascista e l’opera di Arrigo Serpieri, in, La Toscana nel regime fascista (1922-1939), Firenze 1971; S. LEPRE, Arrigo Serpieri, in F. CORDOVA (a cura di). Uomini e volti del fascismo, Roma 1980. 13 “Io ho preso formale impegno di condurre la Battaglia del Grano e ho già preparato lo stato maggiore, il quale stato maggiore dovrà agire sui quadri rappresentati dai tecnici dei Consorzi agrari, delle Cattedre ambulanti di agricoltura e dei Consigli agrari provinciali; e costoro dovranno muovere l’esercito, la truppa degli agricoltori”. 14 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro dell’Agricoltura…cit., p. 9. Sulla battaglia del grano si vedano: L. SEGRE, La “battaglia” del grano, Milano, CLESAV 1982; S. LA FRANCESCA, La politica economica del fascismo, Bari 1972; A. ARABINI, I risultati della battaglia del grano, In “Lo stato operaio”, n. 5, 1934; G. ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (a cura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969; G. TATTARA, Cerealicoltura e politica agraria durante il fascismo, in G. TONIOLO (a cura di), Lo sviluppo economico italiano 1861-1940, Bari 1973; D. PRETI, La politica agraria del fascismo, in “Studi Storici”, 1973, n. 4; P. L. PROFUMIERI, La “Battaglia del grano: costi e ricavi, in “Rivista di Storia dell’Agricoltura”, XI (1971), n. 2, pp. 153-172; E. FANO, Problemi e vicende dell’agricoltura italiana tra le due guerre, in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 468-496; A. CADEDDU - S. LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo nel settore agricolo italiano (1918-1939), in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 497-518; P. CORNER, Considerazioni sull’agricoltura capitalistica durante il fascismo, in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 519-529; A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo, in, Istituto Alcide Cerci. Annali 1/1979, Bologna 1979, pp. 349-380; P. CORENER, Rapporti tra agricoltura e industria durante il fascismo, in A. AQUARONE, M. VERNASSA, Il regime fascista, Bologna 1974; D. SCARDACCIONE, Indirizzi di politica agraria del fascismo, in “Il nuovo osservatore”, n. 50, 1966; E. SANTARELLI, Storia del fascismo, Roma 1973; Agricoltura e sviluppo del capitalismo, Roma 1968; G. TONIOLO, L’economia dell’Italia fascista, Bari 1980. 15 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta …cit. Riguardo alle iniziative e ai provvedimenti assunti a sostegno della battaglia del grano cfr. G. ESMENARD, La battaglia del grano…cit N. DE BONIS,, L’agricoltura e la coltura granaria…cit ; R. DELLA VOLTA - P. FERRARI - A. MARTELLI - G. D’ANCONA, La questione del grano in Italia…cit.; R. FESTA CAMPANILE, L’opera del governo nazionale per la battaglia del grano…cit.; C. MARANI, Per la battaglia del grano. La coltura del grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; MAIC, Le comunicazioni del capo del governo e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitato permanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932; Maic, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di Budapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incremento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID., Provvedimenti per l’incremento della coltivazione granaria. Fasc. 1,Roma 1925; E. MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, In “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia del grano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926), f. 1, pp. XXI-XLII; T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suo pane, Casale Monferrato 1933; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano 1929; A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia, In “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443458-472. 16 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia in, “L’Italia agricola”…cit. 17 La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia dei georgofili”, s. V, v. XXII (1925), disp. IV, p. 249. 18 E. SERENI, Il capitalismo nelle campagne, Torino 1947 (1^ ed.). 19 R. FESTA CAMPANILE, R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del grano… p. 41. 20 P. ORANO (a cura di), Consegne e direttive del duce sui problemi della vita italiana ed internazionale, v. 5° - Agricoltura e Bonifiche, Roma 1940, p. 48. 21 Fa eccezione il direttore della cattedra di Lanciano, Gentile che rispose: “Non è opinione azzardata il dire, anzi l’affermare, che la produzione granaria in questo circondario dovrebbe come media raddoppiare ed anche salire senza sforzo da 5-6 quintali a 14-15”. 22 Le risposte parziali delle cattedre sono riportate in J. BOSSI, Verso l’indipendenza granaria, Intra 1925. 23 d.l. 29 luglio n. 1313. 24 d.l. 29 luglio n. 1317. 25 d.l. 29 luglio n. 1315. 26 d.l. 29 luglio n. 1316. 27 Fonte: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 18611955, Roma 1958. 28 Sulla “quota novanta” si vedano in particolare: F. A. REPACI, La finanza pubblica italiana nel secolo 1861-1960, Bologna 1962; G. FALCO, M. STORACI, Fluttuazioni monetarie alla metà degli anni ’20: Belgio, Francia e Italia, in “Sudi Storici” 1975, n. 1, pp. 57-101; R. DE FELICE, I lineamenti politici di “quota novanta” attraverso i documenti di Mussolini e di Volpi, in “ Il nuovo osservatore”, maggio 1966; G. C. MIGONE, La stabilizzazione della lira: la finanza americana e Mussolini, in “Rivista di Storia contemporanea”, 1973, n. 2. 207 Decreto legge 12 settembre 1928. P. GRIFONE, Il Capitale finanziario in Italia, Torino 1971 (2^). 31 Cfr. L. MUSELLA, La valutazione storica del dazio sul grano nel dibattito tra liberisti e protezionisti a cavallo fra otto e novecento, in “Archivio Storico Italiano”, CXXXIX (1981), n. 509, Disp. III, pp. 479-496. 32 E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in “L’Italia agricola”, 62 (1925), n. 9, p. 457. Sul consumo del frumento in Italia in relazione all’alimentazione cfr. A. VIVENZA, La culture des céréales au point de vue economique et social en Italie. Rapporto au XIII Congrès International d’Agricolture, in, Atti del XIII congresso internaziona di agricoltura, Roma 1927. 33 Fonti: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 1861-1955, Roma 1958; MAIC, Uff. di statistica agraria, La coltivazione del frumento in Italia. Studi e cenni illustrativi, Roma 1913; E. MORANDI, Questioni frumentarie, in “L’Italia agricola” 61 (1924), n. 7, pp. 329343; E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in “L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; E. BASSI, Il grano, Roma 1935. 34 Fonte: E. BASSI, Il grano, Roma 1935. 35 P. L. PROFUMIERI, La “Battaglia del grano”: costi e ricavi. In “Rivista di storia dell’agricoltura” XI (1971), n. 2, pp. 153-172. 36 Cfr. R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del grano, cit. p. 146. 37 d.l. 11 gennaio 1930 n. 17. 38 R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del grano, cit. p. 151. 39 A. CADEDDU - S. LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo…cit. p. 507. 40 B.R. MITCHELL, European historical statistics, Agricolture. London 1975. 41 Fonte: nostra elaborazione sulla base dei dati SVIMEZ, Statistiche sul mezzogiorno d’Italia, Roma 1954. 42 A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo…cit, p. 354. 43 M. ROSSI DORIA, I problemi delle trasformazioni fondiarie nel Mezzogiorno e nelle isole, in “Rivista di economia agraria”, I (1946) n. 3, pp. 195-216. 44 A. SERPIERI, Relazione introduttiva al Congresso nazionale per i provvedimenti di emergenza per l’incremento della coltivazione del frumento, Roma 1947, p. 9. 45 Fonte: G. TATTARA, cit., p. 379. 29 30 208 Fonte: Nostra elaborazione sulla base dei dati riportati da E. DE CILLIS, I grani d’Italia, Roma 1927. 47 Ibid. 48 Fonte: G. TATTARA, cit. p. 381, n. 20. 49 Nostra elaborazione sui dati INGA Origini, Sviluppi…op. cit. 50 Idem. 51 N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, cit. p. 16. 52 Ibid., p. 17. 53 Sulla gara tra Brescia e Cremona cfr. La sfida granaria Cremona - Brescia, in “La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste”, Roma 1930, 54 La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro dell’Agricoltura e delle Foreste cit. pp. 90-91. 55 A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano s.d. (1929). Sull’utilizzo dei frumenti Strampelli all’interno della battaglia del grano si vedano: F. ANGELICI, Quindici anni di sperimentazione granaria in Agro Romano, Roma 1938; E. AVANZI, Qualche notizia circa alcuni grani vecchi e nuovi, Trento 1930; ID., Stato attuale e prospettive dell’impiego delle razze elette, in, Atti del convegno per l’autarchia nel settore granario, Roma 1938, p. 91 e seg.; ID., Studi e progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento 1930; E. BASSI, La vittoria granaria e le razze precoci, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 15 agosto 1937; ID., Un triennio di esperimenti sui grani Strampelli, Piacenza 1927; ID., Granicoltura laziale. Affermazione meravigliosa per produttività e resistenza dei frumenti precoci del Sen. Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 3 novembre 1940; ID., Se e entro quali limiti sia possibile aumentare la produzione granaria nazionale, in “L’Italia Agricola”, 6a (1923) n. 5, pp.193-204; N. BOCHICCIO, Le varietà elette e la battaglia del grano, in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 9, pp. 531-533; A. DONÀ, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; A. TRAGHETTI, Il carattere “precocità” nei nuovi frumenti. Osservazioni sperimentali, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 493-502; E. AVANZI, Studi e progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento 1930, E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; E. FILENI, La battaglia del grano in Italia. Relazione disposta dal Ministero di Agricoltura e Foreste, Roma 1930; ID., Lo stato presente dell’agricoltura italiana, Roma 1929; A. FOLLONI, Razze elette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; E. LANDI, 46 Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; C. MARANI, Per la battaglia del grano. La coltura del grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; MAIC, 2° quadriennio di sperimentazione per la cerealicoltura, Portici 1934; ID., I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di Budapest, Roma 1934; ID., Relazione sul 2° quadriennio di sperimentazione per la cerealicoltura (1929-1933), Portici 1934; C. NEPPI, La battaglia del grano dall’inizio a oggi nel ferrarese, Ferrara 1927; T. POGGI, Le più alte produzioni di frumento nell’anno 1938 e i loro ammaestramenti, Roma 1938; V. RIVERA, Battaglie per il grano, L’Aquila 1925; ID., Oro di Puglia, Firenze 1928; A. SUCCI, Prove di orientamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali, in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto su prove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e1924-25), in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; R. TOMA, La granicoltura nell’agro romano. (in part. “Gli ibridi Strampelli”, Roma. s.d.; B. TOMEI, Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia 1925; A. VOLPE, I progressi della granicoltura, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443-451, 472-482; G. BELLINI, Sulle varietà di grano che nell’attuale momento occorre richiamare l’attenzione degli agricoltori della Maremma, Grosseto 1929; Cassa di risparmio per le provincie lombarde, Contributo alla battaglia del grano. Cinquanta quintali per ettaro, Milano s.d. (1928); CPPG, I primi quattro anni della battaglia del grano nella provincia di Roma, Roma 1930; C. MANCINI, Granicoltura meridionale, Casale Monferrato 1929; G. MORASSUTTI, La battaglia del grano in Umbria 1926-1927, Perugia 1928. 56 Fonte: nostra elaborazione sui dati riportati in R. CIFERRI, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel 1939-1940 in “Atti della Regia Accademia dei Georgofili”, s. sesta, (1940), v. VI, pp. 438-548. 57 La media relativa al Lazio è stata calcolata su 4 provincie in quanto Viterbo non comunicò i dati scorporati, così come Napoli e quindi anche in quel caso abbiamo considerato solo tre provincie. 58 U. DE CILLIS, Miglioramento e produzione delle sementi di frumento, in Atti del Convegno Nazionale sulle sementi elette, Lonigo 1959. 59 ACS, SPD, C.O, f. 518186, Partito nazionale fascista. Fascicoli personali senatori e consiglieri. F. 470 Nazareno Strampelli. 16 gennaio 1931. Strampelli dichiara di essersi iscritto al partito il 7 settembre 1925 al fascio di Rieti. ACS, SPD, C.O, f. 518186, 22 dicembre 1933, Lettera di Strampelli ad Alessandro Chiavolini, segretario particolare del duce per un appuntamento. Ibid., 2 ottobre 1932, Strampelli chiede di essere ricevuto dal duce; Ibid., 12 giugno 1935, Richiesta di Strampelli per una udienza con il duce; Ibid., lettera 18 aprile 1935; Ibid., 13 marzo 1937; Mussolini convoca Strampelli per il 27 marzo; Ibid., 20 gennaio 1936, Lettera di Strampelli al duce; Chiede protezione per la carriera scientifica di Benedetto; Ibid., 12 settembre 1935, Lettera di Strampelli al duce. Il motivo è sempre Benedetto; Ibid., Mussolini fissa l’appuntamento a Strampelli per il 18 settembre 1935; Ibid., 9 marzo 1937; Fonogramma di Strampelli che chiede un appuntamento al duce. 61 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 29/1/(1942), Lettera di Strampelli al segretario particolare del Duce. Trasmette la pubblicazione del frumento al Duce; Ibid., 3 marzo 1937, Lettera di Strampelli a Mussolini. Lo informa sui risultati del frumento Littorio; Ibid., 18 aprile 1935; Appunto del Ministro di agricoltura riguardo al nome da darsi ad un nuovo frumento creato da Strampelli. Si riferisce al Littorio. Appunto “Il duce ha detto si”; Ibid., b. 2144, f. 539.957; Ibid., f. 518186, Lettera del ministro Raineri al duce. Presenta le ultime due varietà di frumenti realizzate da Strampelli. Vengono pubblicate dopo la sua morte e probabilmente è lo stesso Raineri a dargli il nome di Eia e Alala. ACS, SPD, C.O, B.2144 f. 518186; Ibid., Foto di congressiste italiane in visita a Rieti ad un campo sperimentale davanti al frumento Edda (1927). 62 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); “La mayor aspiraciòn de este generoso y fecundo obreo de la prodocion es … lograr que Italia consiga suprimir la importacion de cereales, mediante el aumento de sus rendimentos. 63 Sulle onoranze nazionali a Strampelli cfr. (n.d.r), Le solenni onoranze nazionali al Senatore Nazareno Strampelli, in “Agricoltura Fascista”, 10 dicembre 1933, p. 3; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in “Il Giornale d’Italia”, 6 dicembre 1933, p. 5; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in “Il Popolo di Roma”, 6 dicembre 1933; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli, in “L’Unità Sabina” VIII (1933), n. 48, p. 2; (n.d.r), Le solenni onoranze al senatore Strampelli, in “Il Messaggero”, 4 dicembre 1933; (n.d.r), Onoranze al Sen. Strampelli, in “Il giornale d’Italia”, 10 dicembre 1933; G. STOPPANI, Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Strampelli, in “Bollettino Agricolo Mensile”, V (1933), n. 11/12, p. 1-2; (n.d.r), I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933. 64 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 17 febbraio 1929, Lettera di Strampelli a Mussolini. 60 209 Stand reatino alla Mostra Nazionale del Grano del 1932 Dalla battaglia del grano alla rivoluzione cinese di Mao. I grani Strampelli nel mondo Se per l’Italia è stato possibile ricostruire con esattezza l’incidenza dei grani Strampelli è molto più difficile effettuare lo stesso percorso per quanto riguarda il resto del mondo. I dati che siamo riusciti a reperire sono solo parziali e la ricerca è stata resa ancor più difficoltosa dalle modifiche dei nomi che questi hanno subito una volta esportati, senza tener conto dei successivi incroci che questi hanno subito con le varietà locali. Solo una attenta ricerca sui genotipi delle specie coltivate potrebbe darci una risposta, ma questo, ovviamente, esula dal nostro campo disciplinare che altro non può fare che raccogliere i dati disponibili auspicando appropriate indagini nel campo dell'attuale genetica agraria, e contestualmente può offrire un contributo attraverso l’ausilio della documentazione storica dalla quale è possibile dedurre i luoghi in cui i frumenti creati a Rieti sono stati sperimentati, almeno fino alla prima metà del novecento. Di certo negli anni cinquanta, ad oltre un decennio della sua morte 2.375.000 ettari, cioè a dire oltre il 50% del totale della superficie granaria italiana, era ancora coltivata con i frumenti Strampelli ma, come ha notato giustamente Viscardo Montanari, se a tale superficie si somma quella coltivata con frumenti creati dagli allievi di Strampelli, e che hanno utilizzato i suoi genotipi, tale superficie è stimabile in oltre tre milioni di ettari per una percentuale di circa il 66%.1 E che non si sia trattato di certo di un fatto di "moda" come sosteneva Francesco Todaro negli anni venti, lo testimonia il fatto che, come abbiamo visto, la produttività media per ettaro in Italia è cresciuta in funzione diretta all'impiego concreto dei frumenti Strampelli, passando dai meno dei 10 q.li per ettaro nel triennio 1919-22 ai 12,6 come media del sessennio 1926 -1931, anni delle prime applicazioni concrete dei suoi frumenti, per salire ancora a 14,75 q.li nel periodo 1936-1939, e a 15,3 nel periodo 1949-51. Si tratta di dati evidenti che, come abbiamo visto, si presentano con diverse sfaccettature regionali, soprattutto per quanto riguarda le differenze tra nord e sud, ma che mettono in chiara luce un elemento, e cioè che è facile stimare che grazie ai frumenti Strampelli si sono prodotti in media oltre 20 milioni di quintali in più di frumento all'anno.2 Se Strampelli ebbe la fortuna di avere a disposizione i suoi grani da proporre al momento giusto in funzione della battaglia del grano, non possiamo dire che fu altrettanto fortunato nell'aver operato in quel contesto per un concreto successivo riconoscimento dei suoi meriti. Non c'è dubbio che egli anticipò di decenni la ricerca scientifica italiana, e valga per tutti il dato che dopo oltre un ventennio che la genetica agraria era stata alla base della rivoluzione granaria del paese, solo nel 1948 venne bandito un concorso universitario a cattedre di genetica, e occorrerà attendere il 1968 perché se ne bandisse uno specificatamente dedicato al miglioramento genetico delle piante. Non pochi genetisti negli ultimi decenni hanno sottolineato che la ben nota rivoluzione verde messicana condotta dal Cimmyt (Centro internacional de mejoramento de maiz y trigo), che nel 1970 fruttò il premio Nobel a Norman Borlaug che colse l'obiettivo dell'autosufficienza granaria in quel Paese, l'aveva realizzata Strampelli un quarto di secolo prima, e che quindi il suo non fu altro che il proseguo del lavoro scientifico che si era svolto fin dall'inizio del secolo a Rieti.3 Se si tiene conto che Norman Borlaug ebbe a disposizione mezzi finanziari e strutture di ben altro spessore di 211 quelle su cui Strampelli potette disporre a Rieti, e che i risultati che egli ha ottenuto in Messico furono solo temporanei, ci si può rendere conto della genialità dell'opera dello scienziato reatino. Si notava di recente nel mondo della genetica agraria: "Il Cimmyt in sostanza ha ripercorso le tappe di Strampelli con vari decenni di ritardo, ma non solo! Certe acquisizioni come la bassa taglia, l'insensibilità al fotoperiodo e l'incrocio sistematico tra varietà invernali e varietà primaverili, sono maturate nel corso di diversi anni. Nel caso di Strampelli invece, il vero segreto, l'autentico colpo di genio, sta proprio in quell'incrocio (capolavoro) triparentale (meglio chiamarlo forse pentaparentale…Si tratta di un incrocio chiave, un vero "crogiolo genetico" (melting pot)".4 Lo ha ricordato il genetista americano Warren Kronstad nel corso della quinta conferenza internazionale sul frumento che si è tenuta ad Ankara nel 1996, sottolineando come Nazareno Strampelli fu il primo studioso al mondo ad utilizzare varietà giapponesi come l'Akakomughi. Lo fece fin dai primi anni del novecento con l'obiettivo di ridurre l'altezza del frumento e aumentarne la produttività, esattamente lo stesso percorso seguito molto tempo dopo da Norman Borlaug. Strana situazione quella della genetica agraria italiana degli ultimi decenni che sembra essere affetta da una esterofilia, e soprattutto da un americanismo esasperato, dimenticando il suo principale maestro, e dallo stesso mondo a cui essa guardava come l'unica luce possibile, sono arrivati attestati di riconoscimento verso Nazareno Strampelli come quello recente di Warren Kronstad. Non ci competono giudizi nei riguardi di una importante disciplina come la genetica, ma crediamo francamente che l'opera di Strampelli vanti crediti non solo sul terreno della storia agraria per la quale questo lavoro tenta in parte di porre rimedio, ma anche all'interno della specificità disciplinare che egli ha contribuito a far nascere e sviluppare in Italia e nel mondo. 212 Slavko Borojevic, professore di genetica presso l'università di Novi Sad, e uno dei personaggi più accreditati della genetica agraria internazionale, ha da sempre sottolineato la straordinarietà scientifica dell'opera di Strampelli,5 così come altri studiosi italiani del dopoguerra6 tra cui il suo principale allievo Bernardino Giovannelli, ma anche Cirillo Maliani, Giuseppe Tallarico, Viscardo Montanari,7 mentre solo pochi dell'ultima generazione ne seguono le orme dimenticando come grazie a Strampelli la genetica agraria italiana è stata per lungo tempo maestra nel mondo.8 Se c'è un limite nell'esperienza di Strampelli, fu quello di aver comunicato poco con il resto della comunità scientifica. Le sue pubblicazioni sono scarse. Nessun volume, ma solo una certa quantità di articoli in larga misura solo schede dei suoi grani, quasi dovessero essere essi a parlare per lui.9 Tale disattenzione appare ancor più ingiustificata se si tiene conto che i frumenti Strampelli non appartengono al passato, ma continuano a vivere sia nei genotipi che egli ha creato incrociati oggi con altri frumenti, sia nelle forme che egli stesso ha fissato a Rieti, tanto che alcune varietà come il Senatore Cappelli, Damiano, Aziziah, Mentana, Roma, Salto, S. Pastore, Villa Glori e Virgilio, figuravano iscritte nel 1963 nel Registro nazionale delle specie e varietà coltivate10 e ancora nel 1981 vi figuravano il Cappelli e S. Pastore.11 Il genetista Angelo Bianchi ha indagato in questo senso sulle specie coltivate in Italia dal 1972 al 1995 e i risultati sono sorprendenti. Il frumento tenero S. Pastore, una delle ultime creazioni di Strampelli, negli anni settanta era ancora il frumento maggiormente coltivato in Italia, e in numerose altre parti del mondo. E quando all'inizio degli anni novanta si riduce la percentuale di superficie su cui viene coltivato, ciò avviene a favore di altri frumenti come il Libellula, Marzotto, Irnerio, Mec ecc., i quali hanno la caratteristica comune di possedere almeno un genotipo dei frumenti Strampelli come il Villa Glori, L'Ardito, il S. Pastore e il Damiano. E per quanto riguarda i grani duri, tra i maggiori coltivati ancora oggi sono il Capeiti, il Patrizio, l'Appulo, il Cresco ecc., ma nota Bianchi, in questo caso "…la dipendenza da Strampelli è anche più stretta, peraltro per così dire monotona: nessuna delle varietà, prime o seconde nella graduatoria, ha potuto evitare di risultare generata, in una maniera o in un'altra, dal Cappelli", il ben noto grano duro che Strampelli diffuse nel contesto della battaglia del grano.12 Difficile dire quanto e quali siano stati, e, quanto ancora oggi, sono coltivati i frumenti Strampelli nel resto del mondo. Abbiamo provato a seguire le tracce delle diverse sperimentazioni in altri paesi, e i risultati sono sorprendenti, tanto che i frumenti creati nel laboratorio di Campomoro, in grandi o piccole quantità, sono stati introdotti in ogni Paese al mondo che avesse terra adeguata a questa coltivazione. Le porte internazionali si aprirono con Strampelli dopo il successo del Carlotta, e soprattutto dopo il prestigioso premio Santoro ricevuto nel 1919 dall'Accademia dei Lincei. All’inizio fu Strampelli che cercò di sperimentare il Carlotta in altre parti del mondo offrendone una piccola quantità agli istituti sperimentali di diversi paesi,13 ma man mano la fama dei risultati di tale frumento raggiunse gran parte del mondo agrario internazionale, e perfino da Cuba giunse una richiesta da parte del governo di quel paese che chiedeva di sperimentarlo tramite la propria Estaction experimental agronomica.14 Successivamente, Strampelli non ebbe più bisogno di offrire il suo grano per farlo sperimentare in altre nazioni, ma furono esse stesse a rivolgersi costantemente a lui per ricevere i grani creati a Rieti e valutarne l'applicazione. Che i frumenti Strampelli fossero utilizzati nel lavoro di bonifica agraria delle colonie italiane è cosa ovvia. Nel 1924 si iniziarono prove colturali in Abissinia,15 mentre tra il 1924 e il 1926 in Cirenaica vennero sperimentati i grani Ardito, Luigia, Apulia, Cervara, Potenziani, Riccio, Bersagliere,16 e la stessa cosa accadde in Libia dove a dirigere i servizi agrari della colonia venne chiamato Emanuele de Cillis, da sempre attento osservatore della ricerca di Strampelli.17 Nell’annata 1926-27 venne istituito un campo di prova dall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica a Bendasi, e l’anno dopo altri ne furono impiantati in Somalia nei pressi di Mogadiscio gestito dall’ufficio agrario locale, in Eritrea nei pressi di Asmara, a Rodi, gestito dalla Direzione dell’agricoltura del governo di quel paese, in Libia a Toera, e a Tripoli.18 Va anche detto che non poche furono le sperimentazioni dei frumenti Strampelli in altri paesi africani come quelle attuate nel 1924 nella Colonia Meknes in Marocco con i frumenti Dauno, Cappelli, Ardito, Apulia, Luigia e Cervaro,19 quelle realizzate con gli stessi frumenti dal servizio botanico del Ministero dell'agricoltura tunisino,20 e quelle della Stazione sperimentale di Bathurst in Sud Africa con il Carlotta, l'Ardito il Varrone e il Rieti.21 L'ambiente agrario italiano era orgoglioso dei risultati che Strampelli otteneva nel mondo, tanto che il direttore dell'Italia Agricola nel 1924 gli scrisse per comunicargli che il Departement of Agricolture del Goouvernement of Western Australia, lo aveva portato a conoscenza che il frumento Ardito aveva dato risultati eccezionali, e altrettanto positivi erano stati i risultati ottenuti con gli altri grani Strampelli sperimentati in quel Paese.22 Nel 1923 il dipartimento di botanica dell'università di Manitoba in Canada iniziò a sperimentare la coltivazione del Rieti 745,23 mentre nel 1925 nella Stazione agronomica di Haina, del Ministero dell'agricoltura di Santo Domingo, si iniziò a sperimentare il frumento duro Cappelli.24 Sempre nel 1925 nel Tewfik Fahmy-Micologist del Ministero dell'agricoltura egiziano si provarono diverse varietà,25 e la stessa cosa accadde nella Estaciòn Central de Ensayo de Semillas di Madrid.26 In Romania prima il prof. Jean Titzu, direttore della Station Metereologique Agricole-Copou, poi l'agronomo N. Laulescu sperimentano il Carlotta, l'Ardito, il Cervaro, il Marrone, il Rieti che Strampelli gli spediva da Rieti.27 Anche in Uruguay le sperimentazioni dei grani Strampelli avvennero per iniziativa ministeriale, e devono avere avuto una notevole risonanza se nel 1924 Jose Roina, delegato uruguayano dell'Istituto internazionale di agricoltura, scrisse a Strampelli: "Il suo nome, illustre professore, è notissimo nel nostro Pese", e si propone di collaborare con lui per diffondere ulteriormente i suoi grani in Uruguay.28 In Cile Negretti e Zambia, rappresentanti cileni dell'Istituto internazionale di agricoltura, avevano introdotto da tempo i frumenti Strampelli e, come Pacifico Toscano per l'Argentina, tendevano a proporsi come suoi agenti in America Latina, e, anche attraverso la legazione cilena a 213 Roma, facevano forti pressioni a Strampelli perché inviasse i suoi frumenti in Cile.29 Di certo tra il 1924 e il 1926, come riferisce un rapporto dell'Istituto Biologico de la Sociedad nacional de agricoltura del Cile, iniziò la sperimentazione dei grani Carlotta, Ardito, Cervaro Strampelli, Potenziani e Varrone.30 In Grecia l'introduzione dei grani Strampelli avvenne tramite la Società ellenica di agricoltura, e lo stesso Ministero dell'agricoltura greca, con risultati notevolissimi tanto da far scrivere a J. Papandreus che nel campo di Geraka in Attica, l'Ardito rese 660 Kg per ettaro, contro i 350 della razza locale Del Deve, mentre in Tessaglia il rapporto fu 566 Kg. contro 356.31 Già negli anni venti in Francia i frumenti Strampelli vinsero un concorso internazionale al quale parteciparono 230 concorrenti da ogni parte del mondo con 600 diverse varietà.32 L'Istituto di patologia vegetale del Ministero dell'agricoltura francese iniziò la sperimentazione del Carlotta, la Scuola nazionale di agricoltura di Grignon quella dei frumenti Mendel, Ardito, Varrone, Riccio, Apulia, Cervaro, Dauno, mentre il Laboratorio di botanica dell’università di Toulose, il Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres, i servizi agricoli del Bouches du Rhone e lo Stabilimento Denaiffe, di Carignan si concentrarono prevalentemente sull'Ardito.33 Anche la stampa specializzata francese si interessò largamente ai frumenti Strampelli, e il Jurnal d'Agricolture Pratique, riportò i risultati di una sperimentazione effettuata dalla Società centrale di agricoltura nella quale il Carlotta aveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con un rendimento di 14, 80 quintali per ettaro contro i 12,20 del Bordeaux.34 La Revue Agricole dedicò un apposito articolo alle creazioni di Strampelli, e alle applicazioni in Aquitania dove vennero impiegati il Carlotta, l'Ardito, il Varrone e il Vittorio Veneto,35 e il Bolletin Mensil du Comice Agricole de Castres si soffermò specificatamente sul frumento Carlotta.36 Nel 1924 arrivò a Rieti una delegazione di studiosi francesi, della quale facevano parte M. Rouart, presidente dell'Office agricole du Sud-Ouest, M. Nicolas, professore di agraria 214 all'università di Toulose, M. Séverac, responsabile dei servizi commerciali della Compagnie du Midi, il prof. Serin, e M. Maylin, Prèparteur a la Station d'essais de semences di Parigi, e di questa esperienza venne pubblicato un lungo resoconto negli Annales de la Science Agronomique française et etrangère.37 Nel 1930 alcuni imprenditori italiani che operavano nel settore agricolo in Francia richiesero a Strampelli l'esclusiva per l'importazione dei suoi frumenti per quel paese e per la Spagna. Essi riferivano come, specialmente nel sud-ovest della Francia, i frumenti precoci creati a Rieti avevano conquistato uno spazio di tutto rilievo andando spesso a soppiantare i frumenti distribuiti dalle ditte Villemorin, Tourneur e Frères che gestivano in qualche modo il monopolio frumentario francese. Era quindi necessario costituire una apposita società che provvedesse a coordinare l'importazione e a diffondere capillarmente i frumenti Strampelli in Francia dove potevano conquistarsi uno spazio di mercato decisamente rilevante.38 In Messico gli esperimenti sui grani Strampelli si dovettero interrompere a causa della rivoluzione che impedì di ritirare il carico partito da Rieti,39 ma ripresero subito dopo per iniziativa dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del Poder ejecutivo federal,40 e quindi della Direzion general de agricoltura dell'estado de Coahila de Zaragoza, che avviò la sperimentazione dei frumenti Carlotta, Varrone, Ardito, Gregorio Mendel, Baionette, Apulia, e Cervaro. In Brasile, come testimonia una relazione dell'agronomo Joao Grochowalski, il Carlotta era stato sperimentato fin dal 1923,41 mentre l'Istituto cantonale di Mazzana nel Canton Ticino sperimentò a lungo l'applicazione dell'Ardito.42 L'Istituto per l'allevamento delle piante dell'Università di Zagabria sperimentò tutte le varietà che Strampelli riuscì ad inviargli da Rieti,43 così come l'Istituto nazionale turco di selezione44 mentre l'Institute of applied botany & new cultures bureau of introdution di Leningrado, propose all'istituto reatino una collaborazione sperimentale sul mais.45 Nel 1934 i frumenti Strampelli erano tra i più coltivati del Portogallo, soprattutto nei distretti di Portalegre e Evora, dove si faceva largo uso delle varietà Mentana, Ardito, Carlotta Strampelli, Vittorio Veneto, e, anche in modo significativo, del Rieti.46 In modo particolare la Estación agronómica nacional, nata nel 1936, e la Estación para la mejora de plantas di Elvas, realizzarono nel 1942 diverse altre ibridazioni utilizzando i frumenti Strampelli come il Villa Glori e l'Ardito, incrociati rispettivamente con il Precoce e il Manshots.47 Ancora più evidente è stato questo processo in Spagna dove i frumenti Mentana, Damiano Chiesa, Villa Glori, Ardito, Zara ed altri, sono stati incrociati con frumenti locali e africani dando vita a numerosi altri tipi largamente impiegati.48 Slavko Borojevic, riferisce come tra il 1956 e il 1957 furono importate in Jugoslavia campioni di ben trenta varietà italiane, e decine di altre provenienti dalla Francia, Grecia, Austria ed altre parti del mondo. L'obiettivo era quello di verificare quale fosse il frumento migliore per un clima freddo come quello dell'ex Jugoslavia. Tra tutte primeggiò il S. Pastore che Strampelli aveva creato molti anni prima tanto che "…in pochi anni divenne la varietà leader del paese" e altrettanto successo questo frumento ebbe in Ungheria, Romania e Bulgaria.49 Zhou Xiangchun ha di recente riferito riguardo all'utilizzo dei grani Strampelli in Cina dove furono introdotti negli anni trenta in occasione di una mostra agraria allestita a Percival.50 Vi furono esposti i famosi "grani della vittoria", il Villa Glori, il Mentana e l'Ardito che, successivamente moltiplicati, furono messi a coltura. Il primo che trovò largo impiego fu il Villa Glori che, sotto il nome cinese di Zhongnong 28, venne impiegato fin dal 1938 nella provincia sud-occidentale di Sichuan, seguito dalle altre due varietà nelle medie e basse aree del fiume Azzurro. Ma la vera applicazione su larga scala i frumenti Strampelli l'ebbero dopo il 1949, quando nel contesto della rivoluzione maoista, la superficie granaria della Repubblica popolare venne aumentata del 30% coprendo una superficie di oltre 30 milioni di ettari. I frumenti Strampelli, insieme ad alcuni altri italiani che, come abbiamo visto, derivano in ogni caso geneticamente da quelli di Strampelli, contribuirono a far sì che la produzione media per ettaro in Cina aumentasse di ben cinque volte passando dai 7 ai 35 q.li.51 Così i grani che in Italia erano stati gli artefici della battaglia del grano, vero e proprio simbolo della propaganda fascista, in Cina furono al servizio della rivoluzione maoista. Dalla provincia di Sichuan le varietà Strampelli già introdotte, alle quali si aggiunse successivamente il S. Pastore, si diffusero progressivamente nelle vallate del fiume Azzurro, quindi in quelle del fiume Giallo e in quelle del fiume Huai, in un territorio vasto circa dieci volte l'Italia. Il frumento Mentana che in Cina ha assunto il nome di Nanda 2419, nel 1961 era ancora coltivato su una superficie di oltre 70 milioni di Mu, cioè a dire circa 4.666.000 ettari, all'incirca l'intera superficie granaria italiana, e dalle operazioni di breeding effettuate successivamente, scaturirono ben 110 diverse nuove qualità di frumento: 31 derivarono dall'Ardito, 28 dal Virgilio e 20 dal S. Pastore. Complessivamente ben 189 diverse qualità di frumento coltivate in Cina derivano direttamente dai frumenti che Strampelli creò a Rieti, e il numero è di certo approssimato per difetto se si tiene conto che una indagine del 1992 del genetista Zheng, ha messo in luce che oltre 600 qualità di frumento con pedigree noto, coltivate attualmente in Cina possiedono almeno un genotipo italiano, ed è facile immaginare quanti di questi derivino direttamente e indirettamente dai grani Strampelli. Così, come sottolinea ancora una volta Zhou Xiangchun, altre varietà introdotte in Cina fino alla metà degli anni '70, come i frumenti cileni Orofen e Rulofen altro non sono che le creazioni in linea diretta del Mentana. E se a questo si aggiunge che le varietà Strampelli sono state largamente utilizzate nel breeding cinese, sia in termini di incrocio con altre razze, che di selezione diretta, ha di certo ragione chi ha sostenuto che “…per la Cina il vero e unico "Cimmyt" è stato il breeding italiano grazie a Nazareno Strampelli e ai breeders venuti dopo di lui”.52 215 Negli anni venti si impiantarono numerosi campi di orientamento e di prova all’estero tra i quali quelli francesi di Valence sur Rhone, quello della Station d’essais de semences di Parigi diretta da Emile Schribaux, e di Roye, quest’ultimo per iniziativa del Roaul Lamaire, e quello della Station central d’amemoration del plates de grand cuture nei pressi di Versailles, oltre a due in Corsica, il primo per iniziativa della Direzione dei servizi agricoli della Corsica, e l’altro gestito dalla Scuola d’agricoltura di Ajaccio. In Romania un campo di orientamento era curato dal Prof. Saulescu, e un altro, nei pressi di Bucarest, fu impiantato per iniziativa dell’on. Alexsander Algin dell’Accademia Nazionale di agricoltura. In Germania un campo venne impiantato e curato dal Prof. Roemer a Halle Saale, e un altro dal dott. Bausse, che per altro era delegato dell’Istitut international d’agricolture. In Turchia ne esisteva uno nei pressi di Adona, un altro in Lettonia curato dalla Sole Kcijas Staxija, e un altro ancora in Spagna a Pamplona, curato da Don Carlos Eugui Barricola. 216 In Grecia abbiamo trovato notizie di almeno tre campi di orientamento e prova, uno a Larissa per iniziativa della Stazione di miglioramento delle piante diretta dal Prof. Papadakis, l’altro nei pressi di Atene curato dal dott. Parastevopulos, e l’ultimo curato dal Prof. Stravros, Direttore della Scuola superiore di agricoltura di Atene. In Olanda l’iniziativa di istituire un campo di orientamento dei frumenti Strampelli l’assunse l’Istitut pour l’amelioration des plantes nei pressi di Wageninghen, mentre il Prof. Egidio Gaetano Rebonato ne impiantò uno a Saltillo Coah in Messico. Il conte Brettan fece lo stesso a Tangeri, e il dipartimento agricolo australiano ne impiantò uno nei pressi di Sidney, così come quello indiano che fece lo stesso nei pressi di Burna, mentre in Sud Africa se ne impiantò uno per iniziativa del Commissariato agricolo.53 Va poi detto che una notevole quantità di frumenti Strampelli furono esportati direttamente dall'Associazione riproduttori sementi di Rieti, per altro in quantità notevoli come si deduce dalla tabella seguente relativa al riepilogo per la quantità esportata dei diversi frumenti, anche se non se ne conosce la destinazione.54 QUANTITÀ DI FRUMENTO DA SEME ESPORTATO DALL’ARS DAL 1924 AL 1940. DATI IN Q.LI ‘24 ‘25 ‘26 ‘27 ‘28 ‘29 ‘30 ‘31 ‘32 ‘33 ‘34 ‘35 ‘36 ‘37 ‘38 597 1287 483 441 852 368 188 61 213 273 139 110 23 18 124 ARDITO 367 VIRGILIO 48 CARLOTTA VARRONE ATTILIO BAIONETTE 2134 376 1 3 943 239 700 33 395 464 121 141 CERVARO 15 22 56 17 FAUSTO 26 43 75 154 MENTANA 57 169 1194 15 73 92 DANTE ITALO VITTORIO VENETO VILLA GLORI RIETI ORIGINARIO RIETI 11 6 8 33 18 19 69 1742 4 5 53 ZARA RIETI 75 MENTANA NUTICO TERMINILLO ROMA LITTORIO 149 229 104 40 7 9 161 16 856 1865 1576 2697 1408 2256 1784 3760 3748 2 110 2334 3069 6871 7030 9564 6039 9672 6933 13259 10056 122 297 1283 433 314 181 102 157 251 197 176 35 54 469 443 124 238 340 34 5 1693 3026 1038 97 703 16 249 15 3 10 46 161 3269 TILIA EDDA 384 301 ‘40 2825 2589 DAMIANO OBERDAN 315 ‘39 250 125 33 353 606 805 17 232 676 1392 787 1977 1128 21 32 94 62 3543 2240 31 606 109 1016 1690 1267 934 1841 1924 7 32 1664 87 67 965 72 36 1179 863 599 898 892 836 746 256 1286 4899 1509 762 1227 1673 2502 472 9453 217 Perfino se seguiamo questo percorso in periodi più recenti appare in tutta la sua forza l’incidenza dei grani Strampelli. Nell'ex Yugoslavia nel periodo dal 1958 al 1968 la produzione media dl grano tenero è passata da 12,5 a 41,9 q/ha in seguito all'introduzione di varietà derivate dal S. Pastore o dai suoi discendenti Libellula e Leonardo. Queste stesse varietà hanno contribuito in maniera significativa all'incremento della produzione granaria in Ungheria, Slovacchia, Bulgaria e Romania. L'Australia ricevette nel 1926 da Strampelli la varietà Ardito. Questa conteneva il gene per la bassa taglia RhtB, importante per l’Australia in quanto riduce l'altezza della pianta senza accorciare la lunghezza del coleoptile, e quindi consentendo una emergenza uniforme delle plantule anche in condizioni di siccità. Complessivamente, Strampelli inviò in Australia 104 varietà di grano tra le quali "Mentana", utilizzata per produrre la varietà "Gamenya", coltivata dal 1962 fino al 1997. Le idee rivoluzionarie di Strampelli erano note in Russia sin dalle sue prime sperimentazioni reatine. Utilizzando le sue varietà il prof. Sapegin creò la varietà Odessa 3, coltivata per oltre mezzo secolo su milioni di ettari nell'ex Unione Sovietica. La varietà Ardito fu utilizzata da Lukyanenko per creare la famosa Bezostaya 1 presente nella genealogia di oltre 200 cultivar di grano tenero e grano duro attualmente coltivate in decine di paesi. In sud America Strampelli e le sue varietà hanno avuto una fortissima influenza dopo l’introduzione degli anni venti e le sue varietà si sono continuate a coltivare almeno fino agli anni ’60 del novecento. In Brasile si è fatto largo uso di varietà precoci derivate da Mentana, mentre in Argentina e Uruguay sono state coltivate varietà a bassa taglia e precoci derivate da Ardito, Mentana o da entrambe. Come abbiamo visto Strampelli ebbe un ruolo centrale nella politica cerealicola in Argentina dove per altro fece da maestro al prof. Blackhouse che sviluppò due importanti varietà argentine, 38MA e Lin Cele, ampiamente coltivate e progenitrici delle moderne varietà argentine. 218 Anche in Francia, Cile, Messico, Spagna e Portogallo si è fatto largo uso di varietà strampelliane. Ad esempio, in quest'ultimo paese nei 1934 le varietà Mentana, Ardito, Carlotta Strampelli e Vittorio Veneto erano tra le più coltivate nei distretti di Portalegre e Evora, Le moderne tecniche di analisi molecolare consentono di comprendere le basi genetiche del successo dei grani di Strampelli. Nelle varietà Ardito, Damiano e Villa Glori si ritrovano tre importanti geni, Ppd-D1, Rthe e Yr16 , portati da un segmento del cromosoma 2D ereditato dalla varietà giapponese Akakomughi. Il gene Ppd-D1 conferisce insensibilità al totoperiodo, consentendo a queste varietà di fiorire precocemente ed evitare la stretta. Inoltre ne riduce indirettamente l'altezza, collaborando con il gene Rth8, il quale abbassa l'altezza della pianta di altri 8 cm. II terzo gene Yr16 conferisce resistenza alla ruggine gialla ed è strettamente associato a altri geni che aumentano la fertilità della spiga. Questo segmento cromosomico critico è stato trasmesso alle moderne varietà italiane ed ha svolto un ruolo fondamentale nella granicoltura sudeuropea, sudamericana e cinese. Va detto in conclusione che oggi tutto il miglioramento genetico vegetale si basa sul trasferimento di geni utili ed è sorprendente osservare come cento anni fa Nazareno Strampelli, senza conoscere il lavoro di Mendel, avesse già ben chiaro questo concetto e cercasse questi geni utili anche in specie diverse dal frumento coltivato. Già nel 1902 fece un incrocio tra la segale e il grano Rieti, da cui ottenne la varietà Terminillo. Incrociò il Rieti" e l’Akakomughi con il Trilla villosum ottenendo varietà di successo come il Cantore e il Roma, e tentò anche incroci con Aegilops Agropyron e persino mais.55 Abbiamo già detto che non è di nostra competenza dar conto dell'impiego dei frumenti Strampelli nel mondo, soprattutto perché, in tale percorso d’indagine, l’attestazione documentaria dell’introduzione di un determinato frumento, è solo uno degli anelli al quale occorrerebbe aggiungere quelli del successivo impiego delle specie coltivate dopo le fasi sperimentali e di moltiplicazione. Ancor di più il discorso si pone all’esterno del nostro campo di ricerca quando si tratta di indagare sulle operazioni di breeding effettuate in loco, sia tra i frumenti Strampelli e le razze locali, sia tra queste ed altri frumenti importati da altri paesi, ma che a loro volta altro non sono che il risultato di incroci con i grani dello scienziato reatino. Quanto abbiamo esposto è solo il primo livello di attestazione, utile comunque a testimoniare lo straordinario ruolo avuto dai frumenti Strampelli nella granicoltura mondiale. Un ruolo sul quale varrebbe forse la pena indagare, e non tanto, o quantomeno non solo, per misurare quanto quei frumenti italiani creati in quella fucina di Campomoro, abbiano contribuito allo sviluppo della cerealicoltura di altri paesi, ma anche per apporre un altro tassello in quel mosaico di crediti che la figura di questo scienziato riteniamo possa ancora legittimamente vantare. NOTE V. MONTANARI, Un grande agronomo italiano. Nazareno Strampelli, in "L'agricoltura delle Venezie", n. 7, 1952, pp. 3-16. 2 G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942. 3 V. MONTANARI, Un grande …cit. ; C. MALIANI, Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro", s. III (1979), v. X. 4 Z. XIANGCHUN - B. GIORNI - ROSSI, L'utilizzo dei frumenti italiani in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997, p. 45. 5 A. BIANCHI, Genetica agraria. Missione di vita, Verona 1997: ID., Nazareno Strampelli. Quarant'anni di sperimentazione genetica; il quarantennio della successiva sperimentazione genetica; le quattro decadi future a cavallo del 2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21, pp. 33-42; L'opera di N. Strampelli e i nuovi orientamenti della genetica del frumento, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro", s. III (1985), v. 15, pp. 109-112; Nazareno Strampelli: weat breeder extraordinary and father of Italy's "green revolution" in "Diversity" 1 11 (1995), n. 1-2, pp. 135-136; Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli: passato e presente, in B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit., pp. 17-27; A. BIANCHI, C. MALIANI, Nazareno Strampelli a forerunner in green revolution, in "Genetica agraria", v. 33, 1979. 6 Tra gli studi di Slavko Borojevic cfr. The effect irradiation and selection after irradiation on the number of Kernels per spike in wheat, in The Use of Induced Mutations in plant Breeding, Oxford 1965; Genetics, environment and modeling in breeding of organisms, in "Savremena poljoprivreda", 26 (1978), n. 11-12, pp. 5-27; S. BOROJEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi dell'Est Europa, in B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit. , pp. 28-36. 7 C. MALIANI, Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro", s. III (1979), v. X; V. MONTANARI, Un grande…cit.; B. GIOVANNELLI, Nazareno Strampelli, in "Genetica Agraria", v. I, f. 1, 1946; ID., Commemorazione di Nazareno Strampelli, in Atti del convegno di genetica agraria, Roma 1950; G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942; B. STRAMPELLI, Un grande reatino di elezione: Nazareno Strampelli, in "Sabina. Periodico dell'EPT di Rieti, II (1957), n. 3, pp. 8-14; ID., Nazareno Strampelli come pioniere e scienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, e tecnica eseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche genetiche, esposte dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docente nella R. Università, Roma 1944. 8 Va sottolineata l'opera che sta svolgendo in questa direzione il genetista Benito Giorgi cfr. in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit. 9 Su tale aspetto cfr. IST. NAZ. GEN., I miei studi i miei lavori, cit. 10 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro istituito con decreto ministeriale 28 ottobre 1963 e successive modifiche e integrazioni, Roma s.d. 11 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro istituito dalla legge n. 1096 del 25-11-1971 e con d. p. r. 24-11-1972 (Aggiornato al 31-12-1981), Roma 1981. Sulle teorie scientifiche relative all'ibridazione nel periodo successivo a Strampelli cfr. H.K. HAYES, F.R. IMMER, Methods of plant breeding, London 1942; ID., I nuovi metodi per la selezione delle piante, Milano 1954. 219 A. BIANCHI, Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli: passato e presente, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit., pp. 17-27. 13 ASSGRi, b. 25 (n. p.), f. 2, Lettera dell'ambasciata francese a Strampelli del 3 nov. 1918. Ibid. Lettera del capitano L. Miège, da Fez in Marocco del 23 0ttobre 1918. 14 Ibid. Lettera di Mario Calvino, direttore de la Estacion Experimental Agronomica di Santiago de Las Vegas a N. Strampelli del 31 gennaio 1919. Sui rapporti con Cuba si vedano anche la corrispondenza con di R. Falco direttore della rivista "La Cultura latina", Ibid. 15 Si veda ad esempio la corrispondenza tra Strampelli e agronomi che operavano in Abissinia ASSGRi, b. a. 1924, f. 5. 16 T. PASSALACQUA, Possibilità agricole della Cirenaica. Due anni di sperimentazione agricola a Cirene, Palermo 1928. 17 Sulle problematiche dell'agricoltura nelle colonie italiane cfr. C. MORETTI, La Colonia eritrea. Considerazioni Economico - agrarie, Bene Vigienna 1923; L. CAVALIERI, Giornate tripoline, Terni 1928; Governo della Tripolitania - direzione dell'agricoltura, I servizi agrari in Tripolitania, Tripoli 1923; G. LEONE, Le coltivazioni sperimentali asciutte delle foraggiere in Tripolitania nell'anno agrario 1917-1918, in "Bollettino di informazione del Ministero delle colonie ", 1919, n.1; ID., Saggio di bonifica agraria in Tripolitania. Azienda Leone - Ortu, Firenze 1930; ID., La difesa dal vento nella bonifica agraria delle steppe tripolitane, Firenze 1930; ID., Agricoltura e colonizzazione della Tripolitania settentrionale e nel sud tunisino, in "Bollettino di Informazione del Ministero delle Colonie", 1922 n. 5; H. SCAETTA, Rilievo agrologico della regione di Tocra, Bengasi 1924; G. SOLVETTI, L'agricoltura in Tripolitania, s.l. 1927; E.M. TASCHDJIAN, Sguardo sulle possibilità agricole dell'Abissinia, Firenze 1936; DE CILLIS, Cinque anni di sperimentazione agraria in Tripolitania, Firenze 1921; ID., Saggio di fenicigrafia libica. Roma 1923; S. ADORNO, De Cillis, Emanuele, in “Dizionario biografico degli italiani”, Roma Istituto della Enciclopedia italiana, 1960, Vol. 33 (1987), p. 542-544. 18 ASSGRi, b. (n. provv.) 30, f. 7, Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1927-1928; Ibid. f. 8, Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929. 19 ASSGR, b. a. 1924, f. 5, Corrispondenza con la Colonia MeknesMedina, 12 settembre, 1924. 20 Ibid. Corrispondenza con la Direzione generale dell'agricoltura. Servizio botanico, 2 ottobre e 9 agosto 1924. 12 220 Ibid. Corrispondenza con la Stazione Sperimentale di Bathurst, 16 marzo 1924. 22 ASSGR, b. anno 1924, f. 5, lettera del direttore dell'Italia Agricola del 21 gennaio 1924. 23 Ibid. lettera del direttore del dipartimento di botanica dell'Università di Manitoba del 9 dicembre 1923. 24 Ibid. lettera del direttore della Stazione agronomica di Haina, 8 giugno 1925. 25 Ibid. lettera del direttore del Tewfik Fahmy - Micologist del 10 settembre 1925. 26 Ibid. lettera del direttore della Estaciòn Central de Ensayo de Semillas di Madrid del 25 settembre 1925. 27 Ibid. lettera del Prof. Jean Titzu direttore della Station Metereologique Agricole-Copou del 9 settembre 1924; Ibid. b. a. 1925, f. 5, lettera del prof. N. Laulescu di Bucarest s.d. (agosto 1925). I frumenti sperimentati furono: Carlotta, Ardito, Cervaro, Varrone, Mendel Luigia, Potenziani, Baionette, Apulia, Rieti. 28 Ibid. lettera di Jose Roina del 19 gennaio 1924 si veda anche, Ibid. lettera di Nicolas Fantini, Inspector de defensa Agricola Paysandru del 22 ottobre 1924 che chiede a Strampelli di fornirgli i frumenti Rieti 745, Carlotta, Luigia, Ardito e Apulia. Cfr. anche A. BORGER, Osservaciones sobre agricoltura quince anos de trabaios fitotecnicos en el Uruguay, Montevideo 1928. 29 Lettera della Legazione cilena a dell'11 gennaio 1924. Si richiedono i frumenti Ardito, Riccio, Potenziani, Varrone, Mendel, Carlotta, Apulia, Cervaro, Luigia, Dauno, Francesco. 30 ISTITUTO BIOLOGICO DE LA SOCIETAD AD NACIONAL DE AGRICOLTURA DEL CILE, Memoria de los trabajos realizados en el año 1924, Santiago de Chile 1925. 31 Ibid. lettera di J. Papandreus, direttore della Societè Ellenica d'Agricolture 7 gennaio 1925. Si veda anche la relazione del genetista Jean Papadakis del 16 agosto 1924 e la corrispondenza con il Ministero dell'agricoltura greco del settembre 1924. 32 Ibid. si veda la lettera del Prof. Fontet La Reole Gironde del 5 dicembre 1924; Ibid. Lettera del Ministero dell'Agricoltura - Scuola Nazionale di Agricoltura di Grignon, 30 novembre, 1924; Lettera del Prof. Edoardo Serin, Chaire d'Agricolture, Villefranche de Lauragais, 6 ottobre 1924; Lettera del Ministero dell'Agricoltura - Scuola Nazionale di Agricoltura di Grignon, 29 settembre 1924; Lettera del Ministero dell’Agricoltura. Istituto di Patologia Vegetale, 22 ottobre 1924; Lettera del Università di Toulose. Laboratorio di botanica, 17 ottobre 21 1924; Lettera del Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres, 21 marzo 1924; Lettera dello Stabilimento Denaiffe, di Carignan, 11 febbraio 1924. 34 L. ROLLAND, Expériences sur variétés de blè dans l'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'Agricolture Pratique", 89 (1925), n. 11, pp. 216-217. 35 R. SEVERIN, Les blès du Pr. Strampelli in Aquitaine, in "Revue Agricole", 1924. 36 C. DE CARBONNIÈRES, Le blè Carlotta Strampelli, in "Bolletin Mensil du Comice Agricole de Castres", 1924, n. 10, pp. 75-77; Cfr. anche C. CREPIN, Observations sur les rouilles del cereales en 1923 a Grignon, Paris 1924. 37 M. MAYLIN, La station expèrimentale de granicolture de Rieti, in "Annales de la Science Agronomique française et etrangère", v. 1924, pp. 339-351. 38 ASSGRi, b. 1930, f. 5, Lettera del 7 luglio 1930; Ibid. b. anno 1924, f. 5 - 1924; Ibid. b. n. anno 1925 f. 5, 1925; Ibid. b. n. anno 1930, f. 5. 39 Ibid. lettera del 17 luglio 1924 della Direzion General de Agricoltura dell'Estado de Coahila de Zaragoza. 40 Ibid. lettera dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del Poder Ejecutivo Federal 18 settembre 1924. 41 ASSGRi, b. 32, f. 14 Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr. Miguel Calmon Du Pin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura, industria i commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski, sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, realizados durante o anno 1922. Rio de Janeiro 11 gennaio 1923. Dattiloscritto. 42 Ibid. b.a. 1925, f. 5, Corrispondenza con l'Istituto Cantonale di Mezzana, 4 ottobre 1924, e 7 dicembre 1925. 43 Ibid. lettera del direttore dell'Istituto dell'allevamento delle piante dell'università di Zagabria 1 agosto 1924. 44 Lettera del direttore dell'Istituto Nazionale Turco di Selezione, 28 giugno 1925. 45 Ibid., b. a. 1930, Lettera del direttore dell'Institute of applied botany & new cultures bureau of introdution di Leningrado 16 febbraio 1930. 46 Estação agraria central, A cultura do trigo na Regiâo do Alto Altentio, Lisbona 1934 p. 189 e tav. p. 190-19. Cfr. anche A. DA CUNHA MONTEIRO, Trigos Portugueses, Lisbona 1935. 47 E. SALA ROCCA, El problema mundial del trigo y el problema del trigo en España, Barcellona 1948, p. 145. ID., El problema mundial del trigo y el problema del trigo en España cit., p. 151-152. In Spagna si faceva per altro largo uso del Rieti originario. 49 C. BOROJEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi dell'Est Europa, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di) I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit. pp. 28-36. 50 Z. XIANGCHUN - B. GIORGI - L. ROSSI, L'utilizzo dei frumenti italiani in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B. GIORNI - O. PORFIRI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997. 51 ZHENG D.S. - ZHUANG Q.S., Utilization of Italian wheat varieties in China, Report of the Institute of Crop Germplasm Resurces, 1992. 52 Z. XIANGCHUN …cit., p. 44. 53 ASSGRi, b. 30 (n. p.), f. 8, Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929; Ibid. f. 9, Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1929-1930. 54 ASSGRi, b. 31, f. 33, Dati relativi all’esportazione del frumento da parte dell’ARS dal 1924 al 1940, s.d. (1940?). 55 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli, in “L’Informatore Agrario” , 2000, 32: pp. 31-33. 48 221 Fonti Bibliografiche Scritti di Nazareno Strampelli 1. Scritti di Nazareno Strampelli nella fase precedente all’inizio della sua attività a Rieti. Si tratta perlopiù di brevi articoli pubblicati sul bollettino del Comizio agrario di Camerino del quale Strampelli fu infaticabile animatore.1 Il rhus cotinus e la sua coltura nel camerunese, Pisa 1896. Chimica e microscopia, in «L'Appennino. Gazzetta Camerinese», 14 maggio 1898. 3 Note sulla difesa contro la Peronospora, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio Giugno 1896. 4 La Lupinella o crocetta (Hedysarum onobrychis L.) sui monti del Camerinese in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896. 5 Fillossera e viti americane, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896. 6 La fertilizzazione del suolo, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896. 7 La fertilizzazione del suolo a mezzo di concimi chimici. In “Chienti e Potenza”, Camerino 9 gennaio 1897. 8 Fillossera e viti Americane (I parte). In “Chienti e Potenza”, Camerino 19 Gennaio 1897. 9 Fillossera e viti Americane" (II parte). In “Chienti e Potenza”, Camerino 9 Febbraio 1897. 10 Esperimenti di concimazioni chimiche sul frumento. In “Chienti e Potenza”, Camerino 5 Ottobre 1897. 11 Questioni Agricole, in “Chienti e Potenza”, Camerino 5 Gennaio 1898. 12 Chimica e microscopia, in “L'Appennino Gazzetta Camerinese”, 14 Maggio 1898. 13 I concimi chimici non impoveriscono il suolo in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1899. 1 2 222 Tavole di Chimica Analitica qualitativa. Camerino Tipografia Savini, 1898. 15 Come risanare il frumento attaccato dal Cladioporium erbarium, Università di Camerino 1898. 16 La formalina nelle valvole idrauliche per la chiusura delle botti, Camerino 1898. 17 Per la lotta contro la peronospora, Camerino 1898. 18 Nitrato sodico in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1899. 19 Memoriale dell'agricoltore (Marzo) in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1899. 20 Memoriale dell'agricoltore (Aprile), in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1899. 21 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1899. 22 Granturco e concimi chimici, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899. 23 Alcune norme per la buona fabbricazione del formaggio, “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899. 24 Memoriale dell'agricoltore (Maggio), in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899. 25 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899. 26 Memoriale dell'agricoltore (Giugno), in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1899. 27 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1899. 28 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899. 29 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899. 30 Notizie Tariffa di trasporto pel solfato e acetato di rame, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899. 14 Stallatico e concimi chimici in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899. 32 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, I parte in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899. 33 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899. 34 Memoriale dell'agricoltore (Settembre), in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto 1899. 35 L'allettamento del grano, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Settembre 1899. 36 Risposte a quesiti in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Ottobre 1899. 37 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, II parte, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre 1899. 38 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre 1899. 39 Parole rivolte alle alunne nella prima festa degli alberi dal professore d'agraria Dott N. Strampelli, Camerino 1899. 40 Le malattie della vite ed i concimi, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899. 41 Notizie, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899. 42 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899. 43 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899. 44 Il trionfo dei cannoni, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1900. 45 La barbabietola da zuccaro, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Ottobre 1900. 46 Patate di gran reddito, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1900. 47 A chi acquista semi dal commercio, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1901. 48 L'innesto secondo le varie piante, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1901. 49 A proprietari di boschi, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1901. 50 Ai viticoltori I parte, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1901. 31 Spigolature e notizie agrarie, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1901. 52 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1901. 53 Alcune faccende di Giugno, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1901. 54 Ai viticoltori II parte, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1901. 55 Ai contadini, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1901. 56 Le principali faccende di Settembre, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Settembre 1901. 57 La fillossera ci circonda, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Settembre 1901. 58 Le principali faccende del mese di Ottobre, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, ottobre 1901. 59 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Ottobre 1901. 60 Attenti negli acquisti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre.Dicembre 1901. 61 Perfosfati e scorie, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre-Dicembre 1901. 62 La Cocciniglia del Gelso o Diaspis pentagona, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902. 63 Appunti di stagione, concimazione di prati, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902. 64 Ancora attenti agli acquisti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902. 65 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902. 66 I panelli nell'alimentazione delle pecore, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1902. 67 Innesti estivi, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1902. 68 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1902. 69 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto-Settembre 1902. 70 Una pianta foraggera poco conosciuta presso di noi, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1902. 51 223 Il seme grano Italia, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto-Settembre 1902. 72 I frumenti selezionati, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto-Settembre 1902. 73 Per la prossima semina, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto-Settembre 1902. 74 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto-Settembre 1902. 75 Intorno all'azione postuma del Nitrato sodico, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto 1903. 71 2. Scritti di Nazareno Strampelli dopo il suo arrivo a Rieti 76 Esperienze di inoculazione con preparati di Moore, in «Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio», v. 1906. 77 Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta all'Ustilago Carbo, in "Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. XV (1906), s. 5^, f. 3°. 78 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1906. 79 Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed alla selezione del frumento, in Atti del VI Congresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero, 1907. 80 Di una speciale azione elettrica sulle piante, in Atti del VI Congresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero, 1907. 81 Azione dei diversi composti di manganese ed in particolare del minerale manganesifero del Monte Argentario, usati nella concimazione delle piante, in Atti del VI Congresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero, 1907. 82 Alcune esperienze intorno alla coltura della barbabietola da zucchero, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1907. 83 Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in "Rendiconti dell'Accademia dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°. 84 Alcune anomalie di forma nelle infiorescenze del frumento, in "Le stazioni sperimentali agrarie italiane", v. LX (1907), f. 2°, pp. 121-127. 224 85 Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a mezzo dell'ibridazione, Roma 1907. 86 Studi e ricerche di selezione e di ibridazione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della società agraria italiana", XIII (1908), n. 7. 87 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della società degli agricoltori italiani, XIII (1908), n. 9-10. 88 Come rendere più produttiva la coltura del grano, in Atti del IV Congresso agrario marchigiano, Macerata 1908, pp. 39-49. 89 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, Rieti 1909. 90 Varietà di mais ottenuta nella stazione di granicoltura di Rieti, Rieti 1910. 91 De l'étude des caractéres anormaux présentés par les plan tules pour la recherche des varietés nouvelles, in Atti della IV Conferenza internazionale di genetica, Parigi 1911. 92 La regia stazione sperimentale di granicoltura di Rieti alla mostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914. 93 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario 1914-1915, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1916. 94 Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" nei campi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 19151916, Rieti, Trinchi 1916. 95 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario 1915-1916, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1917. 96 Breve riassunto dei lavori della R. stazione di granicoltura sperimentale di Rieti, in "Bollettino degli agricoltori italiani" (1918), n. 10/11. 97 Il frumento "Carlotta Strampelli" nell'anno agrario 19161917, Terni, Alterocca 1918. 98 Genealogia del frumento "Carlotta Strampelli", in "Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°. 99 Su di alcuni risultati conseguiti mediante l'ibridazione e la selezione di piante agrarie, in Atti del XLVIII Congresso degli agricoltori italiani, s.l. s.d. (1918). 100 Esperienze intorno alla carie (Tilletia caries) del frumento, in "Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. XXVII (1919), s. 5^, f. 4°, Nota del dott. N. Strampelli presentata dal socio G. Cuboni. 101 Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti, Piacenza 1919. 102 Altre varietà di frumenti ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti, Piacenza 1920. 103 Il funzionamento dell'Istituto nazionale per la cerealicoltura nell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S. E. il Ministro dell'economia nazionale, in "Nuovi Annali del Ministero per l'agricoltura", II (1922), n. 2. 104 Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'anno agrario 1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione (dell'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura), Roma 1923. 105 I più recenti grani Strampelli, in "L’Italia Agricola", 1923. 106 Elenco dei frumenti Strampelli presentati alla prima Mostra romana dell'agricoltura, dell'industria e dell'arte applicata, 21 aprile-30 giugno 1923, Rieti, Trinchi 1923. 107 Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione al S.E. il Ministro dell'economia nazionale, Rieti, Faraoni 1924. 108 Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane con i cereali Strampelli nell'anno 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924. 109 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'anno agrario 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924. 110 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'anno agrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925. 111 Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumenti mutici ed aristati (Triticum folliculosum), in "Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. I (1925), s. 6^, f. 4°. 112 Rapporto al XII Congresso internazionale di agricoltura a Varsavia, in Atti del XII Congresso internazionale di agricoltura di Varsavia, Varsavia 1925. 113 Novità 1926, Rieti, Faraoni, 1926. 114 Nuovi frumenti 1927, Rieti 1927. 115 Ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a Rieti, a Roma e a Foggia, Roma 1927. 116 Alcune osservazioni sull'impiego del manganese, Roma 1927. 117 Alcune produzioni raggiunte in annata agraria avversa (1927), con frumenti di razze elette, Roma, Danesi 1928. 118 Breve sguardo alla cerealicoltura italiana e ai suoi problemi, in "Nuova antologia", 16 dicembre 1931. 119 La cerealicoltura, in I problemi attuali dell'agricoltura in Italia, Bologna 1933, pp. 121-126. 120 I miei lavori:origini e sviluppi. I grani della vittoria, in “Istituto nazionale per la cerealicoltura”, Origini, sviluppi e risultati, Roma 1932, pp. 49-112. 121 Agricoltura e battaglia del grano, in Dal regno all'Impero. 17 marzo 1861-9 maggio 1936, Roma, Reale Accademia Nazionale dei Lincei, 1937. 122 I frumenti "Italo Balbo", "Comandante Baudi", “Comandante Novaro" che hanno conseguito la iscrizione al R. Registro Nazionale delle varietà elette di frumento nell'anno 1940, Roma, Istituto Naz. di genetica agraria, R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 1941. 123 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio, estr. s.d. 124 Per la lotta contro la peronospora, s.l., s.d. 3 . Il lavoro scientifico di Nazareno Strampelli 125 Il miglioramento genetico dei cereali. Celebrazione del 40° anniversario della morte di Nazareno Strampelli, Roma, Accademia dei Lincei 1982. 126 ARS, Nazareno Strampelli. Commemorazione celebrata a Rieti il giorno 8 giugno 1952, Rieti, s.d. (1952). 127 AVANZI E., Contributo al progresso agrario nazionale dei genetisti italiani scomparsi, in "Rivista di storia dell'agricoltura", 1962, nn. 3 e 4. 128 BENEDETTI A., Nazareno Strampelli, in "L’Italia agricola" 104, 1967, pp. 515-530. 129 BIANCHI A., L'opera di N. Strampelli e i nuovi orientamenti della genetica del frumento, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro" s. III (1985), v. 15, pp. 109-112. 130 BIANCHI A., Nazareno Strampelli. Quarant'anni di sperimentazione genetica; il quarantennio della successiva sperimentazione genetica; le quattro decadi future a cavallo del 2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21, pp. 33-42. 225 BIANCHI A., Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli. Passato e presente, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997, pp. 17-27. 132 BIANCHI A., Nazareno Strampelli weat breeder extraordinary and father of Itayl's “geen revolution”, in "Diversity" 11 (1995), n. 1-2, pp. 135-136. 133 BIANCHI A., MALIANI C., Nazareno Strampelli a forerunner in green revolution, in "Genetica agraria", v. 33, 1979. 134 BIANCHI A., Un novantennio di genetica agraria. L'Informatore Agrario (n. 7). 1997. 135 BOROJEVIC S., L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi dell’Est Europa, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997, pp. 28-36. 136 DOTTORI, Rivoluzioni verdi: tante ma quali le prime?, in “L’informatore agrario", n. 49, 1994, pp. 30-32. 137 GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1998. 138 GIOVANNELLI B., Nazareno Strampelli, in "Genetica Agraria",v. I, £ 1, 1946. 139 GIOVANNELLI B., Commemorazione di Nazareno Strampelli, in Atti del Convegno di genetica agraria, Roma 1950. 140 LORENZETTI R., La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti dal periodo giolittiano al secondo dopoguerra, Roma 2000. T. Ing. The weat Science: the green revolution of Nazareno Strampelli, Genetic&Breeding 2000. 141 LORENZETTI R., La sperimentazione agraria in Italia. Il caso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’opera di Nazareno Strampelli, in M. G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a cura di), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998. 142 MALIANI C., Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro”, s. III (1979), v. X. 143 MARINPIETRI L., TIRELLI M., Il chicco di grano. Struttura fisiologia, chimica, parassiti, conservazione, Roma 1947. 144 MONTANARI V., Un grande agronomo italiano. Nazareno Strampelli, in "L'agricoltura delle Venezie", rt. 7, 1952, pp. 3-16. 131 226 MORESCHI B., La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in "L'agricoltura italiana illustrata" 1 (1919), n. 3, pp. 11-17. 146 MOSCIATTI M., Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903), Camerino 2009. 147 Per il senatore Strampelli, in "Il Popolo Sannita", 1933. 148 PASQUETTI S., Un cittadino benefattore Nazareno Strampelli, in "Mondo Sabino", VIII (1993), n. 42 e n. 43. POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli, in “L'Informatore Agrario”. 149 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli, in “L'Informatore Agrario” (n. 32) 2000. 150 SALVI S., Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009. 151 SALVI S., Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli, Pollenza 2008. 152 SALVI S., La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli. Agricoltura Istituzioni Mercati (n. 3), 2009, pp. 107-121. 153 SALVI S., Uno scienziato da riscoprire: Nazareno Strampelli. Rivista di diritto agrario 68 (n. 2) 2010, pp. 66-71. 154 SALVI S., PORFIRI O., Il papà del grano. “Storia in rete” (n. 60), 2010, pp. 54-59. 155 SCARASCIA MUGNOZZA T., The contribution of Italian wheat geneticists: From Nazareno Strampelli to Francesco D'Amato. Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL s.d. 156 STRAMPELLI B., Un grande reatino di elezione Nazareno Strampelli, in "Sabina. Periodico dell’E.P.T. di Rieti", II (1957), n. 3, pp. 8-4. 157 STRAMPELLI B., Nazareno Strampelli come pioniere e scienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, e tecnica eseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche genetiche esposte e dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docente nella R. Università, Roma 1944. 158 TALLARICO G., Nazareno Strampelli, Roma 1942. 159 ZAGANELLA M., Rivoluzione verde. L’incredibile epopea di Nazareno Strampelli, in “L’Illustrazione Italiana”, n. 4, 2012 pp. 24-32. 145 4. La Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti, l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, le stazioni fitotecniche, le altre strutture 160 Una stazione di sperimentale granicoltura stabilita a Foggia, in "Il Rinnovamento. Giornale politico democratico della Capitanata", VIII (1919), n. 16, p. 1. 161 CASALINI M., Le istituzioni create dallo stato per l’agricoltura, Roma 1937. 162 CUBONI G., L'esperimentazione agricola in Italia e all'estero, in "Bollettino della società degli agricoltori italiani", XII (1908) n. 9-10. 163 FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO, L’Istituto nazionale di Genetica per la Cerealicoltura in Roma, Roma 1939. 164 GIOVANNELLI B., L'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura N. Strampelli. Roma, La Stazione sperimentale di granicoltura di N. Strampelli - Rieti. Alle mostre attività romane 1946, Rieti 1946. 165 ISTITUTO NAZIONALE DI GENETICA PER LA CEREALICOLTURA, Leggi, decreti, regolamento, Roma s.d. 166 RAINERI L., La stazione di granicoltura di Rieti, in "L’Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12. 167 SINDACATO NAZIONALE TECNICI AGRICOLI, Prima mostra nazionale del grano. I progressi della granicoltura italiana. 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Il Carlotta aveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con un rendimento di 14,80 quintali per ettaro contro i 12,20 del Bordeaux). 704 ROLLAND L., Expériences sur variétés de blè dans l'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'agricolture pratique", 89 (1925), n. 11, pp. 216-217. 705 SCAETTA H., Rilievo agrologico della regione di Tocra, Bengasi 1924. 706 SEVERIN R., Les blès du Pr. Strampelli in Aquitaine, in "Revue Agricole", 1924. 707 SILVETTI G., L'agricoltura in Tripolitania, s.l. 1927. 708 TASCHDJIAN E.M., Sguardo sulle possibilità agricole dell'Abissinia, Firenze 1936. 709 XIANGCHUN Z., GIORGI B., ROSSI L., L'utilizzo dei frumenti italiani in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997, pp. 29-36. 700 14. Il lavoro di Strampelli in Argentina 710 Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all'ospite illustre, in "La Scena Illustrata", XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre, p. 7. 711 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in "L'Italia del Popolo", 6 dicembre 1922. 712 Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio, in "Giornale d'Italia", 17 gennaio 1923. 713 L'arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in "L'Italia del popolo", 6 dicembre 1922, p. 2. 714 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli, in "Il Giornale d'Italia", 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires). 715 Las investigaciones del profesor Strampelli, in "La Nation", 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires). 716 Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in "La Nuova Provincia", 22 dicembre 1922 717 El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en su jra por copetonas e irene, in "La Nuova Provincia", 23 dicembre 1922. 718 Il Prof. Nazareno Strampelli, in "In Cammino", 3 marzo 1923 (settimanale di Camerino). 719 Il professore Strampelli nella nostra casa, in "La Patria degli Italiani", 14 gennaio 1923. 720 Per l'arrivo del prof. Strampelli, in "Il secolo XIX", 6 dicembre 1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires). 721 Cultivo y rendiniento del trigo, in "La Nation", 1 febbraio 1923. 722 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquella zona, in "La Nation", 24 febbraio 1922. 723 En honor del professor Strampelli, 17 de enero 1923. 724 CLOS E., Ensayo de classificacion de los trigos de "pedigrée" cultivados en la Argentina, in "Alm. Del Min. de Agr.", 1934, pp. 331-330. 725 CONTI M., Mecànica agricola, Motores i maquinarias. 2. Voll, Buenos Aires 1913. 726 CONTI M., Studi e ricerche sui sistemi di raccolta del grano. Risultati di una inchiesta in Argentina, in "L'Italia Agricola", 65 (1928), n. 6, pp. 719-724. 727 DE BLACHA GIRBAL M., Historia de la agricoltura argentina a fines del siglo XIX, Buenos Aires 1982. 728 DE MOUSSY V.M., Description géographique et statistique de la Conféderation Argentine, Parigi 1860. 729 D EL C ARRIL L.M., Aplicaciones de la Genetica a los problemas aricolas argentinos, in "Revista de la facultad de agronomia y veterinaria", t. IV (1922), dicembre, pp. 127-155. FERROCARRIL CENTRAL ARGENTINO, Nueva zona agricola sopre la linea F:C:C:A en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires 1924. 731 GREGORI A., Con il mago dell'agricoltura. Le impressioni del Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l'interno (dell'Argentina), in "Il giornale d'Italia", 28 dicembre 1922 (Giornale italiano di Buenos Aires). 732 HIRSCHHORN J., Identificación colorimétrica de las variedades de trigo mediante el ácido fenico, in "Rev. De la fac. De Agr. De La Plata" XX (1934), n. 1. 733 HOROVITZ N., Descripción de variedades agricolas de trigo por sus caracteres morfológicos, in "Granos", 1939, dicembre. 734 JAMES SCOBIE R., Revolucion en las Pampas: historia social del trigo argentino, 1860-1910, Buenos Aires 1962. 735 KLEIN C., Estudio sobre las carcteristicas de 12 variedades de trigo de pedigrée y la posibilidad de identificarlas per el grano, in "Bol. Min. Agr.", XXVIII (1929), n. 2, pp. 151-162. 736 LABORATORIO EXPERIMENTAL DE MOLINERIA Y PANIFICACION, Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos hibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentes de siembra, Buenos Aires 1925. 737 MIATELLO U., Tratado de Agricoltura Cereales, Buenos Aires, 1921. 738 MIATELLO H., Cultivo del Maiz en la zona de secano Santiagueña, Buenos Aires 1922. 739 MIATELLO H., Cultivo del trigo en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires 1922. 740 MINISTERO DE AGRICOLTURA DE LA REPUBBLICA ARGENTINA, Informe sobre la conferenzia internacional del trigo realizada in Roma en el mes de apbril 1927, Buenos Aires 1927. 741 PASINI N., Conversando con donna Regina Pacini de Alvear (Moglie del presidente dell'Argentina), in "La Patria degli Italiani", 17 dicembre 1922, p. 1 (Buenos Aires). 742 RUSSO PTRON N., Descripción de trinta y cinco variedades de trigo del pais con observaciones sobre la costancia de lagunos caracteres morfólogicos, Buenos Aires 1939. 743 SALA ROCA E., El problema mundial del trigo y el problema del trigo en España, Barcellona 1948. 730 243 15. Il premio dell’Accademia dei Lincei e le onoranze nazionali del 1933 I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933. Il gran premio Santoro al Prof. N.Strampelli, in "Chienti e Potenza. Periodmico settimanale Camerinese" XXXIII (1919), n. 3, pp. 1-2. 746 STOPPANI G., Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Strampelli, in "Bollettino Agricolo Mensile", V (1933), n. 11-12, p. 1-2. 747 Le solenni onoranze al senatore Strampelli, in "Il Messaggero", 4 dicembre 1933. 748 Le solenni onoranze nazionali al Senatore Nazareno Strampelli, in "Agricoltura Fascista", 10 dicembre 1933, p. 3 749 Onoranze al Prof. Strampelli, in "L'Unione Liberale" XL (1919), n. 6, p. 2. 750 Onoranze al sen. Strampelli, in "Il Giornale d'Italia", 10 dicembre 1933. 751 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli, in "L'Unità Sabina" VIII (1933), n. 48, p. 2. 752 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "Il Giornale d'Italia", 6 dicembre 1933, p. 5. 753 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "Il Popolo di Roma", 6 dicembre 1933. 754 Onore alla scienza, in "L'Unione Liberale" XL (1919), n. 5, p. 2-3. 744 745 Devo la segnalazione degli scritti camerinesi a Mario Mosciatti, che li riporta nella sua pubblicazione: Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903), Camerino 2009. 1 Le condizioni dell’archivio prima del riordino 244 LE CARTE DEL LAVORO DI NAZARENO STRAMPELLI L’Archivio della Cattedra Ambulante, poi Stazione Sperimentale di Granicoltura “Nazareno Strampelli” Premessa L’ Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti si compone di due parti ben distinte. Della prima fa parte un corpus di documenti che impropriamente, e solo per comodità, abbiamo definito come Archivio Privato e Scientifico Strampelli. E’ costituito da un insieme di carte rintracciate prevalentemente nella stanza di lavoro di Nazareno Strampelli in modo disordinato, prive di ogni tipo di condizionamento e di ordinamento, in larga misura recuperate in terra e in due armadi. Evidentemente furono lasciate lì dallo stesso Strampelli, certamente non nel disordine in cui le abbiamo trovate, il quale è certamente da addebitarsi ai vari lavori di spostamento avvenuti dopo la sua morte. Le carte in questione fin dal 1994 furono progressivamente trasferite presso l’Archivio di Stato di Rieti dove chi scrive ha provveduto ad una loro catalogazione in larga misura analitica, per poi ricomporle in unità archivistiche quanto più omogenee. Le carte riguardano aspetti prettamente privati della vita di Strampelli, dalle lettere di sua moglie Carlotta, ai quaderni universitari, ai suoi testamenti, ma anche appunti scientifici, relazioni, corrispondenza prevalentemente legata alla sua attività di ricerca. In quello spazio abbiamo trovato anche i verbali del Consiglio di Amministrazione della Stazione Sperimentale e numerose altre carte che dovrebbero far parte dell’archivio propriamente amministrativo e che evidentemente erano conservate da Strampelli nel suo studio per motivi di organizzazione del lavoro. In alcuni casi si sono trovati documenti già raggruppati i quali risultavano per altro essere anomali rispetto alla definizione dell’attività di Strampelli, come nel caso di un gruppo di carte riguardanti l’attività professionale del figlio Benedetto che abbiamo schedato nell’insieme senza procedere ad una loro descrizione analitica. Di questa parte dell’archivio fanno parte anche un considerevole numero di lastre fotografiche in vetro che, pur essendo state trovate nello studio di Nazareno Strampelli, vista la loro fragilità, sono state lasciate presso l’ex sede della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura. Più complesso è il discorso per quanto concerne l’archivio vero e proprio della Stazione Sperimentale di Granicoltura per il quale a suo tempo siamo riusciti a realizzare solo un elenco di consistenza che deve essere letto con tutta la provvisorietà del caso, ma che potrà tornare utile per ulteriori approfondimenti di indagine. Anche in questo caso le carte sono state rintracciate in una condizione fortemente degradata. In larga misura a terra e in sacchi della spazzatura. L’unica forma di condizionamento era fasci di carte legati con dello spago o incartati probabilmente dopo la soppressione dell’Istituto nel 1967. In ogni caso la documentazione non era condizionata in faldoni. Contestualmente alla realizzazione dell’elenco di consistenza, abbiamo provveduto a condizionare il materiale in appositi faldoni e a ricollocarlo nella scaffalatura lignea originale. D’intesa con la Soprintendenza Archivistica per il Lazio, non si è trasferita alla documentazione presso l’Archivio di Stato di Rieti in quanto, proprio in quegli anni, era in fase di progettazione un museo-centro di documentazione dedicato allo scienziato del quale avrebbero fatto parte integrante sia l’archivio che la biblioteca. 246 In realtà questo, per i più disparati motivi, non si è mai concretizzato e d’intesa con l’Amministrazione Provinciale di Rieti abbiamo provveduto a realizzare un museo virtuale, tutt’ora consultabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti. Questa parte dell’archivio si compone complessivamente di 575 faldoni e 257 registri a cui abbiamo assegnato un numero di corda da 1 a 832. Va specificato che allo stato attuale non si è proceduto ad un ordinamento dei singoli faldoni e questo perché si era in attesa di un trasferimento dell’archivio in locali più idonei e in una scaffalatura maggiormente adeguata. Pertanto il numero di riferimento per l’individuazione dei faldoni è il secondo che si legge nell’elenco che corrisponde a quello assegnato nel momento della catalogazione iniziale. Va in primo luogo detto che l’Archivio segue l’evoluzione dell’istituto reatino, e in questo senso abbiamo cercato di suddividerlo cronologicamente nelle diverse fasi delle sue trasformazioni. Esiste quindi un archivio dell’originaria Cattedra Ambulante di Granicoltura che dal 1903 va fino al 1907. L’organizzazione del carteggio è estremamente elementare e si compone delle due sole categorie “posta in entrata” e “posta in uscita”. In modo separato erano tenuti: 1 - Ricevute entrate e uscite, 2 - documentazione e registri relativi alle macchine agrarie, 3 - registri protocollo, 4 - registro delle somme incassate. Dal 2 giugno 1907 la Cattedra ambulante venne trasformata in Stazione sperimentale ma, almeno nei primi anni, l’organizzazione del carteggio rimase sostanzialmente immutata. Soltanto a cominciare dal 1915 l’archivio iniziò ad articolarsi con una suddivisione della corrispondenza in funzione dell’attività dell’ente, soprattutto in relazione della nascita dei campi sperimentali di Leonessa e Foggia. Nascono così delle specifiche categorie da I a V con diverse suddivisioni interne attivate all’occorrenza in specifici fascicoli indicati alfabeticamente. Dal 1920, dopo la nascita dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, l’organizzazione dell’archivio si evolse ulteriormente in relazione alle nuove funzioni che l’istituto si trovò a svolgere. L’archivio venne organizzato in base a sei grandi categorie: 1 - V Varie , 2 - V.P Vendita prodotti, 3 - E.F Esperienze frumenti, 4 - E.M Esperienze mais, 5 - I.G Istituto di Genetica, 6 D, Regio Deposito. La prima categoria V, è a sua volta suddivisa in 7 classi: cl.1 Corrispondenza con vari ministeri, cl. 2 Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa e uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni agrarie, cl. 4 Corrispondenza con privati, cl. 5 Corrispondenza con fornitori, cl. 6 Corrispondenza campi sperimentali, cl. 7 Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo. Dal 1930 viene aggiunta la cl. 8, Corrispondenza con l’estero. Mostre,fiere ecc. La seconda categoria V.P., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con ministeri, cl. 2 Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie e uffici governativi ecc., cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl.4 Corrispondenza con privati. La categoria 3 E.F. in 7 classi: cl. 1 Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, cl.2 Corrispondenza con associazioni, cl. 3 Corrispondenza con privati, cl. 4 Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazione di frumenti, cl. 5 Registro della distribuzione dei frumenti nei campi di orientamento e campi di prova, cl. 6 Quadro riepilogativo dei campi di orientamento per frumento, cl. 7 Relazioni sui risultati ottenuti. Dal 1924 la cl. 6 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria 4 E.M., in otto classi: cl. 1 Corrispondenza con Ministeri, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenza con privati, cl. 5 Articoli di giornale, cl. 6 Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo, cl. 7 Quadro dei campi di orientamento granturchi, cl. 8 Indirizzario spedizione granturchi. Dal 1924 la cl. 5 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria I.G., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con Ministeri, cl. 2 Campo sperimentale di Foggia, cl. 3 Campo sperimentale di Roma, cl. 4 Corrispondenza varia. 247 Dal 1922 la cl.4 diventa: Stazione fitotecnica siciliana e viene aggiunta la cl. 5 Varie. L’ultima categoria D, Regio Deposito si divideva in 4 classi, cl. 1 Corrispondenza con l’estero, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenza con fornitori. Dal 1934 si aggiunge la categoria S.P, Sperimentazione prodotti, con quattro classi (Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri, Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, Corrispondenza con associazioni, Corrispondenza con privati) che inglobò le categorie E.F. e E.M. Dal 1939 viene aggiunta la categoria Z.T. Zona Tipica, dove veniva raccolta in una unica classe la documentazione relativa alla Zona Tipica della pianura reatina. Contestualmente e anche negli anni successivi, vennero riarticolate le classi all’interno delle categorie in funzione dell’evolversi dell’azione dell’Istituto. Un’ultima annotazione va fatta rispetto agli estremi cronologici. Come si noterà spesso la documentazione supera il 1967, anno della soppressione della Stazione Sperimentale di cerealicoltura. Questo si deve al fatto che aldilà della soppressione i fondi agricoli dell’istituto così come il personale continuarono ad operare, così come vennero portate a compimento alcune indagini che erano state avviate precedentemente. Nel momento in cui va in stampa questo volume i due archivi sono conservati in due sedi distinte, l’Archivio di Stato e l’ex Istituto Sperimentale di Cerealicoltura che, dopo aver ospitato l’ex Istituto per lo studio e la difesa del suolo, e dopo essere stato annoverato tra i centri del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (C.R.A), nel prossimo futuro dovrebbe ospitare un altro ente istituzionale. Confidiamo nella prossima destinazione, possa finalmente trovare spazio una struttura espositiva e di ricerca dedicata a Nazareno Strampelli all’interno della quale i due archivi potranno essere riuniti e conservati in un ambiente adeguato. Le condizioni dell’archivio prima del riordino 248 PRIMA PARTE L’Archivio Personale e Scientifico di Nazareno Strampelli Inventario Il primo numero corrisponde alla busta, il secondo in corsivo al fascicolo. 1, 1 Attestato della Scuola superiore di agricoltura di Portici. 1890, dicembre 6 Si certifica che Nazareno Strampelli ha frequentato il triennio nella scuola ed è stato licenziato avendo sostenuto tutti gli esami. 1, 2 Attestato della Regia Università di Pisa. 1891, luglio 21 Si attesta che Nazareno Strampelli si è laureato con il punteggio di 130/130. 1, 3 Statuto della società agricolo-operaia di mutuo soccorso di Crispiero costituita il 25 marzo 1891. 1891 A stampa, Matelica, tipografia Tonnarelli 1891. 10x14, pp. 16. Strampelli era stato il fondatore della Società e primo presidente. 1, 4 Relazioni su esami chimici di acque probabilmente fatte da Nazareno Strampelli nel periodo in cui lavorò come direttore dei laboratori chimici del Monte Argentario. cc.12 1893 Le minute di relazioni manoscritte non sono firmate. Nel fascicolo si trova un appunto su carta intestata “Fratelli Rae. Miniere del Monte Argentario” del 25 agosto 1893 intestato “Analisi della torba del padule di Burano. Con timbro “dott. Nazareno Strampelli” 1, 5 Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentario. 1896 febbraio 24 Si attesta l’attività prestata da Nazareno Strampelli nei laboratori chimici dal 1893 al 1894 in qualità di direttore. Il documento, dattiloscritto, è in inglese. Sotto traduzione mss. 1, 6 Attestato del prof. A. Fabrini dell’Università di Camerino. 1896, marzo 6 Si attesta che Nazareno Strampelli negli anni 1894-95, e 1895-96 ha tenuto il posto di aiuto alle cattedre di Chimica generale e Chimica farmaceutica presso l’università di Camerino. 1, 7 Attestato dell’attività prestata da Nazareno Strampelli come professore di scienze naturali nel ginnasio di Camerino negli anni 1895-96. 1896, marzo 6 1, 8 Elenchi di titoli, attestati vari relativi all’attività di Nazareno Strampelli 1896 249 Si tratta di vari elenchi di titoli manoscritti e e a stampa con relativi attestati. cc.20 . 1, 9 Minuta della perizia giudiziaria redatta da Nazareno Strampelli circa la qualità di alcune farine. cc 8 . 1898 La perizia fu redatta per incarico del tribunale di Camerino. S.d. L’incarico della perizia è dell’11 febbraio 1898. All. “Estratto del verbale di perizia 11 febbraio 1898” c.1. All. il giornale “L’Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l’articolo “Chimica e microscopia” di Nazareno Strampelli. riguardante la sofisticazione di farine 1, 10 Attestato del presidente del Comizio agrario di Camerino. 1899, marzo 14 Si attesta che Nazareno Strampelli dal 1894 in poi ha fatto parte della direzione del Comizio ed è stato redattore del bollettino 1, 11 Attestato dell’Istituto tecnico G. Antinori. 1899, dicembre 14 Si certifica l’attività di Nazareno Strampelli come insegnante di agraria e computisteria agraria nel 1899. 1, 12 Attestato della Scuola normale femminile di Camerino. 1899, marzo 7 Si attesta l’attività di insegnamento di agronomia di Nazareno Strampelli nell’anno 1898-1899. 1, 13 Lettera del Provveditorato agli studi di Roma a Nazareno Strampelli. 1900, gennaio 18 Si comunica che nel concorso per l’insegnamento agrario nelle scuole normali di Roma, la commissione giudicatrice ha ammesso solo dieci candidati. Strampelli occupava il quinto posto. 250 1, 14 Partecipazione di Nozze tra Carlotta Parisani e Nazareno Strampelli. 1900, aprile 28 1, 15 Polizze assicurative varie di Nazareno Strampelli 1901 1, 16 Attestato della Cattedra Ambulante di agricoltura di Rimini. 1901, novembre 7 Si attesta l’attività svolta da Nazareno Strampelli come assistente volontario presso la Cattedra Ambulante di Agricoltura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898 1, 17 Attestato del Comandante della divisione militare di Ancona. 1902, ottobre 11 Certifica che Nazareno Strampelli ha tenuto conferenze di agraria ai militari nel biennio 1901-1902. 1, 18 Lettera di nomina di Nazareno Strampelli a direttore della Cattedra Ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto. 1902, dicembre 5. 1, 19 libretti bancari intestati a Nazareno Strampelli in quanto direttore della Cattedra ambulante e della Stazione Sperimentale di granicoltura 1903-1923 1906-1923 Si tratta di 4 libretti datati 1906, 1920, e due del 1923. 1, 20 Corrispondenza e carte private varie cc. 28 1908-37 Lettere, ricevute di pagamento, biglietti di viaggio ecc. Contiene anche documenti relativi al figlio Benedetto. 1, 21 Lettere di Carlotta Parisani a Nazareno Strampelli. 1918 Si tratta di 4 lettere 1, 22 Corrispondenza riguardante una consulenza data da Nazareno Strampelli relativamente ad una vertenza per alcune stime di fondi di proprietà della famiglia Potenziani. cc.10 1919 1, 23 Lettera della Società Italiana per la Fabbricazione dello Zucchero Indigeno a Nazareno Strampelli che attesta la collaborazione avviata fin dal 1908 sul tema della selezione delle bietole da seme. 1920, giugno 23. 1, 24 Ministero della pubblica istruzione. Stato di servizio di Nazareno Strampelli. 1921, marzo 3. 1, 25 Università di Pisa. Scuola superiore di agraria. Certificato di studi di Nazareno Strampelli. 1891, luglio 1921, marzo 3. 1, 26 Documenti vari relativi all’acquisto da parte di Nazareno Strampelli di una motocicletta. 1921 Si trattava della motocicletta Frera con carrozzino che Strampelli acquistò usata dal principe Lodovico Potenziani. 1, 27 Documenti vari relativi all’acquisto da parte di Nazareno Strampelli di un autovettura Fiat 501 1923 Contratto, libretto di circolazione, ecc. 1, 28 Manifesto a stampa del municipio di Rieti relativo alle onoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933. 1933 dicembre 2. 1, 29 Manifesto a stampa del Comitato provinciale di Rieti per le onoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933. 1933, dicembre 1. 1, 30 Giornali relativi alle “onoranze nazionali” tributate a Nazareno Strampelli nel 1933 a Roma e a Rieti. 1933 “Il Giornale d’Italia Agricolo 10 dicembre 1933; “Il Messaggero” 4 dicembre 1933; “Agricoltura Fascista” 10 dicembre 1933; “L’Unità Sabina” 10 dicembre 1933; “Il Giornale d’Italia.” 10 dicembre 1933; “Bollettino Agricolo mensile” Novembre-Dicembre 1933; “Il Popolo di Roma” 6 dicembre 1933. 1, 31 Testamenti di Nazareno Strampelli. 1937-1940. Si tratta di 5 documenti, 3 dattiloscritti e 2 manoscritti datati 1937, gennaio 3, e 1940, agosto 29. Su una delle due buste appunto di Strampelli “Scritto a Roma nel Senato del Regno”. 1, 32 Lettera con cui Nazareno Strampelli affida al comune di Rieti “..l’artistico , prezioso dono offertomi nel 1933 dagli agricoltori di tutta Italia” s.d. 1937(?). 1, 33 Documenti vari successivi alla morte di Nazareno Strampelli 1942. Contiene l’elenco delle corone di fiori inviate al funerale, dichiarazioni degli eredi, corrispondenza tra Luigi Troini, 251 cognato di Benedetto Strampelli e Tartarini, circa alcuni problemi di natura fiscale successivi alla morte di Nazareno Strampelli. 2, 1 Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura IV. Portici 88-89. II corso” 1888-1889. 2, 2 Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura II. II corso” 1888. 2, 3 Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura fascicolo IV. “ s.d. 2, 4 Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Periodo Produttivo del terreno. Andamenti periodici” s.d. Su un foglio sciolto, e anche all’interno delle pagine del quaderno sono presenti numerosi disegni di attrezzi agricoli. 2, 5 Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Pozzi assorbenti”. s.d. Vari disegni all’interno del quaderno 2, 6 Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Arboricoltura…vite” s.d. 2, 7 Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno 252 Strampelli intestato “Importanza ed effetti dei terreni profondi” s.d. 2, 8 Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Chimica agraria” s.d 2, 9 Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura VI. Portici R. Scuola Superiore di Agricoltura 1888.1889. fasc.VI” Il quaderno è diviso in capitoli Sesamo, arachide, papavero, Ricino, Girasole, Piante Tintorie, Robbia, Cartamo, Zafferano, Guaderella, Indaco ecc. 2, 10 Quaderno non datato di appunti di Nazareno Strampelli intestato “Appunti non di scuola presi per mio uso in Biblioteca. Varietà”. s.d. L’argomento degli appunti è quello degli innesti. 2, 11 Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Silvicoltura” . 2, 12 Libretto d’iscrizione di Nazareno Strampelli alla facoltà di Farmacia di Camerino. 1896. 2, 13 Quaderni scolastici di Augusta Strampelli relativi all’anno 1918. Si tratta di 7 quaderni di appunti scolastici di Augusta, figlia di Nazareno Strampelli. Un quaderno appartiene a tal Vittorio Mazzilli. 3 Documentazione relativa al dott. Benedetto Strampelli. 1919-1924 Si tratta di registri di appuntamenti, ricette, corrispondenza varia riguardante l’attività di Benedetto, figlio di Nazareno, oculista. 4, 1 Concorso a premi per la selezione del grano da seme organizzato dalla Cattedra sperimentale di granicoltura. Schede di domande di ammissione al concorso. cc.28, 1904. Le schede riportano l’indicazione del proprietario, del coltivatore e della localizzazione del fondo agricolo. 4, 2 “Nota dei soci del Comizio agrario di Rieti ed altri proprietari produttori di grano da seme” 1904. 4, 3 Appunti e schede varie relative al concorso “La spiga d’oro”. cc.8, 1904. 4, 4 Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino, organizzato dal Comizio Agrario di Rieti e dalla Cattedra Sperimentale di Granicoltura. Lettera di invito e schede di adesione. cc.48, 1906-1908. 4, 5 Regolamento del concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Bozza manoscritta. 1906 4, 6 Corrispondenza tra il Ministero di Agricoltura e la Cattedra sperimentale di granicoltura relativa al Concorso a premi tra i coltivatori dell’agro reatino. cc.7, 1906. 4, 7 Quadro riepilogativo con allegate domande di ammissione al concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. cc.45, 1906. 4, 8 Elenco dei campi dimostrativi ministeriali impiantati negli anni 1903-4. 1904. 4, 9 Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Registro dei concorrenti. S.d. Registro di 52 pagine, 1906(?). 4, 10 Concorso a premi la spiga d’oro. Schede di partecipazione per gli anni 1911-1912. cc. 38, 1911-1912. 4, 11 Documenti vari relativi al concorso per direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto. cc. 30, 1908. Contiene le schede individuali dei partecipanti, verbali della commissione della quale Strampelli fu membro in rappresentanza del Ministero di agricoltura, la relazione di Strampelli al ministro sugli esiti del concorso ecc. 4, 12 Ricevute di pagamento rilasciate a Nazareno Strampelli per gli operai impiegati nel campo sperimentale della Torretta nella piana reatina. cc. 3, 1906. 5, 1 Minuta di lettera di Lodovico Potenziani al ministro Guido Baccelli. 253 1903. Lo informa della costituzione del Consiglio direttivo della Cattedra ambulante di granicoltura di Rieti. 5, 2 “Note delle indennità di missione dovute al Sig. Prof. Nazareno Strampelli Autunno 1903; Primavera 1904” cc.2, 1903-1904. Le missioni erano state effettuate per la direzione dei lavori in 17 campi dimostrativi ministeriali 5, 3 Lettere di G. Brucchietti a Nazareno Strampelli. cc.9, 1903-1904. Brucchietti, segretario particolare del ministro di Agricoltura, era anche il direttore del giornale L’Avvenire della Sabina, che per un periodo divenne l’organo ufficiale della Cattedra sperimentale di Rieti. Tra le lettere c’è una minuta di risposta del 12 ottobre 1903 a firma di Lodovico Potenziani. 5, 4 Lettera del presidente del Comizio Agrario di Rieti, Emilio Maraini, a Nazareno Strampelli. 1903 novembre 6. 1903. Maraini propone a Strampelli una collaborazione tra il Comizio agrario e la nuova Cattedra sperimentale. Nella minuta di lettera Strampelli manifesta a Pasqui le difficoltà ad utilizzare la mietitrice legatrice Deering già consegnata dal Ministero al Regio deposito di macchine agrarie di Rieti. Le difficoltà secondo Strampelli, che parla addirittura di impossibilità, risiedevano nella sua preoccupazione di conseguenti scioperi che avrebbe provocato l’utilizzo di tale macchina. Fa anche riferimento ad una analoga situazione scaturita in seguito al tentativo del principe Potenziani di introdurre una macchina simile nelle sue tenute. 5, 7 Circolare e questionario diffuso dal Ministero di Agricoltura Industria e Commercio. cc. 4, 1904. Si tratta dell’inchiesta ministeriale sulle cattedre ambulanti di agricoltura in Italia. Contenente i vari quesiti, e la minuta delle risposte relative alla cattedra di Rieti redatte in data 14 aprile 1904 da Nazareno Strampelli. Il documento fotografa la situazione della Cattedra ambulante (finanziamenti, attività scientifica ecc.) ad un anno dalla sua nascita. 5, 5 Manifesto a stampa della Cattedra Sperimentale di granicoltura di Rieti, a firma del presidente Lodovico Potenziani. 19 giugno 1904. Il manifesto è relativo al concorso a premi per la selezione fisiologica del frumento “Rieti”. Il concorso si sarebbe concluso nel 1908. 5, 8 Carteggio relativo all’impianto di un osservatorio meteorologico e geodinamico presso la Cattedra ambulante di Rieti. cc.7, 1904. L’osservatorio era fortemente voluto da Strampelli che però si incontrò con la reticenza del Ministero di agricoltura che lo riteneva superfluo esistendone un altro a Rieti presso il liceo classico. Dalle lettere dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica e da un appunto manoscritto dello stesso Strampelli, alla fine si riuscì ad ottenere quanto desiderato grazie anche all’impegno del prof. Federico Braghi che cedette alla cattedra di Rieti le attrezzature scientifiche della stazione termoendiometrica da lui diretta. 5, 6 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e T. Pasqui, Ispettore generale del Ministero dell’agricoltura. cc.3, 1904. 5, 9 Lettere del Ministro di agricoltura, G. Brucchietti e E.Maraini a Strampelli. cc.4, 1904. 254 Le lettere si riferiscono al concorso che Strampelli intendeva indire per la selezione fisiologica del frumento “Rieti originario”. 5, 10 Lettera del presidente della Società Agricolo-Operaia di Mutuo Soccorso di Crispiero a Nazareno Strampelli. 1904, marzo 28. Si comunica a Strampelli la sua nomina a consigliere della Società. 5, 11 “Istanza inviata all’on. Casciani per la Commissione Parlamentare che esamina il disegno di legge a favore dei professori delle scuole serali e pratiche di agricoltura”. 1908, dicembre 19. L’istanza è a firma del personale degli oleifici e delle cantine sperimentali. 5, 12 Documenti vari relativi al concorso a premi per la selezione del Rieti originario. cc.3, 1909. Contiene l’avviso di concorso, il verbale della commissione giudicatrice e una minuta di relazione al Ministero di agricoltura probabilmente dello stesso Strampelli. 5, 13 Concorso a premi fra ibridatori e selezionatori di granoturco. Regolamento s.d. 1910 5, 14 Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti e alla sua attività di ricerca. s.d 1911(?). cc.15, 1911. Allegati alla minuta di relazione si trovano sette fogli contenenti l’elenco delle sperimentazioni effettuate dal 1909 al 1911 a Rieti e Leonessa. 5, 15 Documenti vari relativi alla coltivazione delle barbabietole da seme a Leonessa. cc.65, 1916-1917 Si tratta per lo più di documenti contabili, paghe degli operai, contratti di affitto di terreni, ricevute di pagamento, fatture ecc. 5, 16 Quinterno intestato “Conto spese per la coltura delle barbabietole da seme” . cc.16, 1917(?). Contiene anche il “Conto della stazione con la fabbrica di zucchero di Rieti per la coltura delle barbabietole da seme”. 5, 17 Appunti di Nazareno Strampelli relativi all’attività della Stazione sperimentale di Rieti. S.d. 1920(?). cc.12, 1920. Gli appunti iniziano con la sintesi del lavoro eseguito da Strampelli a Rieti: “Nella stazione di granicoltura di Rieti sono stati eseguiti sino ad oggi ben 306 incroci su frumenti, da essi per il fenomeno della disgiunzione dei caratteri che comincia alla 2^ generazione, di ciascun ibrido sono state isolate parecchie migliaia di tipi, dei quali fino al 1914 ne furono fissati 4776…” 5, 18 Appunti di una relazione del presidente del comizio agrario (di Rieti) relativa all’inaugurazione di una esposizione agraria. s. d. cc.7, 1925(?). 5, 19 Elenco delle autorità di Rieti s.d.(anni -’20). 5, 20 Quaderni e registri contenenti gli elenchi degli acquirenti dei frumenti della Stazione Sperimentale di Rieti. Doc. n. 5, 1919-1922. 255 6 Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti. 1911-1949. v.1 – 26 novembre 1911 – 5 febbraio 1929 v.2- 28 dicembre 1929 – 27 maggio 1949 7 Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti. 1956-1966. v.3 19 dicembre 1956 – 17 dicembre 1966 8, 1 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Adamo Tartarini. cc.109, 1919-1920. Adamo Tartarini era il responsabile della Stazione fitotecnica di Foggia. La corrispondenza riguarda prevalentemente le disposizioni impartite da Strampelli per l’attività della stazione. 8, 2 Documentazione prevalentemente di carattere contabile relativa alla stazione fitotecnica foggiana. 1919-1920. Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti, ecc. 8, 3 Ricevute di spedizione e varie relative alla Stazione di Foggia. 1910-1920. 8, 4 Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”. 1919. 8, 5 Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentale e Campo di moltiplicazione. Foggia”. 1918. 256 8, 6 Quaderno intestato “prodotti moltiplicazioni Foggia”. 1918. 8, 7 Quaderno intestato “Semine 1917”. 1917. 8, 8 Quaderno “Distribuzione semenza 1917”. 1917. 8, 9 Quaderno intestato , “Granturchi”. 1917. 8, 10 Riepiloghi dattiloscritti intestati “Gestione Sementi. Foggia”. 1920. 8, 11 Conto dei lavori eseguiti nel casale del campo sperimentale (di Foggia) per ordine della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”. 1920. 9, 1 Corrispondenza varia cc.7, 1917-1919. Carteggio con la Società agricola Cella di Cerignola, con l’Ufficio agrario di Capitanata, con la Station d’Avirtissements Agricoles di Montpellier. Allegata pagina del giornale “I Campi” s.d. 9, 2 Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole. cc.20, 1919. Contiene anche una relazione di cc.4 mss., sulla selezione della barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli. 9, 3 Carteggio vario relativo al campo sperimentale di Roma. cc.9, 1919. Contiene lettere di Giuseppe Cuboni, Edoardo Monaco, Francesco Boncompagni Ludovisi, principe di Piombino e Giuseppe Maoli. 9, 4 Fascicolo intestato “Ricerche per la sede dell’Istituto in Roma” cc.7, 1919. Contiene corrispondenza, appunti ecc. 9, 5 Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia. cc.38, 1918-1919. Contiene carteggi relativi all’acquisizione della masseria Manfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Strampelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativa al campo sperimentale di Foggia. 9, 6 Rimborsi spese dovuti a Nazareno Strampelli dall’Istituto di genetica. cc.3, 1919-1920. 9, 7 Appunti vari sui campi regionali e su quelli privati. cc.7, 1919. 9, 8 “Abbozzo di contratto fra l’istituto genetico di Roma e la Federazione dei Consorzi agrari di Piacenza per la moltiplicazione industriale delle sementi” cc.3 datt., 1922(?). Allegato foglio mss intestato “Prodotti moltiplicazione. Anno 1922”. 9, 9 Carteggio con la Società agricola suburbana di Roma per l’acquisizione della tenuta Inviolatella. cc.5, 1919. Si tratta delle lettere indirizzate a Nazareno Strampelli dalla Società Agricola Suburbana, dal dott. Arnaldo Vanissi e dall’Istituto di Fondi Rustici. 9, 10 Carteggio e normative per la requisizione del grano. cc.27. 1917 9, 11 Carte intestate, schede moduli in bianco. s.d. 10, 1 Minuta di lettera del presidente della Cattedra sperimentale di granicoltura al sindaco di Rieti. cc.1. 1903, novembre. Potenziani chiede al sindaco la concessione di un orto annesso al palazzo della Corte d’assise, per le sperimentazioni in vaso che voleva impiantare Nazareno Strampelli. 10, 2 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Carlo Knoblauch. cc.2, 1903. La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte della Stazione di Rieti di un aratro “Apollo”. 10, 3 Corrispondenza tra Strampelli e la ditta Bales & Fdward. cc.15, 1903. La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte della Cattedra di Rieti di varie macchine agrarie. 10, 4 “Copia della lettera di Nazareno Strampelli al Ministero di Agricoltura industria e Commercio” e lettera di risposta del Ministro. cc.2, 1903, settembre 28; 1903, ottobre 12. Si tratta della richiesta e dell’autorizzazione all’acquisto di varie macchine agrarie per l’istituto reatino. 257 10, 5 Minuta della “nota del mobilio necessario per i locali degli uffici”. cc.5, 1904, marzo 8. La lettera e la relativa nota furono probabilmente trasmessi da Nazareno Strampelli al comune di Rieti. Nel fascicolo altra “nota del mobilio necessario per gli uffici della Cattedra Sperimentale di Granicoltura” con allegati schizzi a matita e penna probabilmente dello stesso Strampelli. 10, 6 Carteggio tra Nazareno Strampelli e G. Del Pelo Pardi. cc.3, 1904. Si riferisce all’utilizzo di alcune macchine agrarie da parte dell’Istituto di Rieti 10, 7 Minuta di una lettera del principe Lodovico Potenziani indirizzata al sindaco di Rieti, Presidente della Cassa di Risparmio, Presidente della Banca agricola, Presidente della Cassa di sovvenzione. cc.2, 1904. Potenziani richiedeva fondi per il funzionamento della Cattedra sperimentale di granicoltura. 10, 8 Relazione dattiloscritta del Genio Civile al Ministero dei Lavori Pubblici sull’inondazione del Velino a Rieti nel 1905. cc. 6 datt., 1905, dicembre 5. L’inondazione provocò forti danni ai campi sperimentali dell’Istituto di Rieti. 10, 9 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Comune di Rieti. s.d. 1905(?). Strampelli fa riferimento all’inadeguatezza del locale concesso dall’amministrazione per il deposito di macchine agrarie. 258 10, 10 “Studio dei frumenti siciliani e reatini”. cc.2, 1905(?). Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R. Scuola pratica di agricoltura di Caltagirone. 10, 11 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di agricoltura (?) cc.1, 1905(?). Nella lettera Strampelli scrive: “Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti son dovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di questo suolo, l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di aumentarne i pregi mentre con accurata selezione fisiologica e metodica si potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il migliore dei frumenti da seme con grande vantaggio di tutta la granicoltura nazionale. A condurre questi agricoltori all’ottima pratica della selezione credo essere loro indispensabile il miraggio del possibile conseguimento di qualche premio”. Quindi chiede di istituire un premio per la selezione fisiologica del grano da seme e poi aggiunge: “Mi permetto inoltre far notare all’E.V. che stando ai si dice, il commercio del grano da seme di Rieti lascia molto a desiderare per l’onestà e lealtà con cui viene esercitato tantochè il discredito rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questa piazza… 2 - che io volendo disciplinare detto commercio fondando un sindacato fra questi produttori di grano da seme, ho incontrato ostacoli attualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi, e non lievemente nei loro interessi.” 10, 12 “Inventario degli oggetti acquistati presso la ditta Wallach Nachfolger per esperienze di concimazione per favorire l’aumento della produzione frumentaria”. cc.3, 1907. Contiene anche una relazione dattiloscritta in lingua tedesca intestata “Gebrauchsanweisung zum Heinsdorf schen Kornpru: fer. 11, 1 Relazione di Nazareno Strampelli sulla situazione finanziaria della Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”. cc.2 datt., 1907(?). Dattiloscritto. Allegata “Dotazione fissata con legge 6 giugno 1907 per la Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”. 11, 2 “Totale delle spese incontrate pel campo sperimentale negli esercizi 1907-08 e 1908-09” cc.4.1907-1909. Allegata “Ripartizione mensile e settimanale del numero operai e giornate settimanali e relativa opera occorsa pel campo sperimentale negli esercizi 1907-08 e 1908-09”. 11, 3 Appunti vari per la stesura di una relazione sulla situazione complessiva della Stazione sperimentale di granicoltura. cc.7, 1908. Stato finanziario, spese per il campo sperimentale, pro memoria relativo ai contributi ministeriali ecc. 11, 4 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura. 1910, luglio 19. L’oggetto della lettera è: “Campi sperimentali necessari per la costituzione di razze di frumenti atte alle diverse regioni italiane” Tra l’altro Strampelli torna sulla questione di affiancare alla stazione di Rieti alcune stazioni fitotecniche e scrive: “L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno climi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevoli frumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra penisola.Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedi di lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavoliere delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di Leonessa, che dista poche ore da Rieti.” Strampelli voleva istituire a Rieti “un grande campo giardino per le colture pure o pedigree. Tre campi di comparazione e moltiplicazione uno in un terreno siliceo argilloso calcareo; il 2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il terzo in terreno calcareo argilloso arido?” A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione A Leonessa un piccolo campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione. “Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze e varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci colline dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quelli di Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti alle siccità estive dei vari terreni dell’Italia Meridionale”. 11, 5 Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui risultati ottenuti. cc.16 datt. e 14 mss., 1910, marzo. Nella relazione Strampelli descrive l’attività scientifica fino ad allora svolta e le condizioni finanziarie dell’Istituto. 11, 6 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli. (al direttore generale del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio?) cc.2, 1917, agosto 3. E’ uno dei tanti momenti di conflitto tra Strampelli e l’apparato ministeriale. Nella lettera Strampelli scrive: “Egregio Sig. Commendatore, La sua scomposta esasperazione per la decisione mia di correre a rassegnare le dimissioni al Ministro, mi fece intuire subito a quale brutta figura verso il Ministro stesso e verso il Paese, io la esponevo, e , vile mai, per non dovere esporre le ragioni che mi inducevano a tal passo desistei sul momento dal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significai 259 subito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addolorava maggiormente per la stima e devozione che ho per Lei, la cui gentilezza per me era stata ordinariamente tanto lusinghiera da ritenersi affettuosa. Dato però che Ella non sa contenere gli irritabili nervi quando peroro nell’interesse della mia Stazione e chieggo i mezzi che permettono di ritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favore dell’economia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che la migliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe essere quella di lasciare la mia Stazione. E se non mando le mie dimissioni come dissi avrei fatto, non è per incostanza di pensiero, ma per quei sentimenti altruistici e per quella bontà d’animo che costantemente albergano in me. Dimettendomi e non volendo esporre le ragioni determinanti quale figura poco simpatica farei io agli occhi del Paese? I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di dire che cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggiori guadagni non ho avuto ritegno di farmi parricida? Quindi lealmente non mando le dimissioni tantopiù che ella mi ha dichiarato di rimandarmele indietro ed io sento sin d’ora l’animo mio incapace di resistere alle esortazioni di ritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Si finirebbe in una commedia poco seria per me, e per quanto io mantenessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbe nel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosa scena che io cerco di far passare al più presto possibile nel dimenticatoio. E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, se Ella crede, resteranno di sincera e affettuosa cordialità, e da parte mia questa è innegabile prova, ma di interessi del mio ufficio …non mi permetterò più intrattenerla che con lettere ufficiali. Con distinti cordiali saluti”. ecc. relativi al fondo agricolo di proprietà di Eugenio Palmegiani avuto dal 1909 in affitto e poi acquistato, nel 1912, dal Ministero dell’Agricoltura per il campo sperimentale di Rieti. Il fascicolo contiene anche la copia autentica dell’atto sottoscritto il 20 marzo 1913 davanti al sottoprefetto di Rieti Giuseppe Fea con cui nel 1913 venne modificato l’acquisto del fondo inizialmente acquisito direttamente dall’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura (atto del notaio Brandi di Rieti del 20 ottobre 1912 ), e quindi traslato direttamente al Ministero di Agricoltura Industria e Commercio da cui venne ceduto in uso gratuito alla Stazione Sperimentale. 11, 7 Documentazione varia relativa al fondo agricolo di Campomoro prima acquisito in affitto, e poi acquistato per il Campo sperimentale di Rieti. cc.33, 1909-1913. La documentazione è costituita per lo più da appunti manoscritti e dattiloscritti, minute di lettere, schemi di contratto 11, 11 “Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di Foggia per la coltura delle barbabietole. 1916” . cc.3, 1916. Contiene anche una lettera del responsabile del campo di Foggia a Nazareno Strampelli del 28 marzo 1920. 260 11, 8 Minuta di verbale del Comitato per la statistica agraria del Circondario di Rieti. cc.6, 1910, febbraio 26. Il Comitato era composto dall’Ing. Basilio Giovannelli, da Nazareno Strampelli e da tal G. Gorni 11, 9 Minuta del programma dei lavori di ricerca della Stazione Sperimentale di Rieti inviata al Ministero di Agricoltura cc.8, 1910 (?). Il documento riporta le ipotesi finanziarie per i campi sperimentali di Rieti, Leonessa e Foggia e le superfici necessarie per l’impianto dei campi giardino, di comparazione, moltiplicazione ecc. 11, 10 Minute e dati per l’acquisto di prodotti chimici, macchine agrarie ecc. cc.14, 1910 (?). 11, 12 Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia. cc.14, 1919-1920. Contiene anche lettere a Strampelli di Egidio Nevola di Lucera, Nicola Sbano-Vitale di Foggia, l’Istituto fondi rustici di Lucera, l’Azienda agricola di Capitanata. 12, 1 Regolamento dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. S.d. cc.21 datt., 1920(?) Si tratta di tre copie, la prima con annotazioni a matita. 12, 2 Relazione preventiva e consuntiva dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.1919-1920 cc.17 datt., 1919-1920. Si tratta delle prime due relazioni preventive e consuntive dell’Istituto nato nel 1919. Allegata anche minuta della Relazione tecnica di Nazareno Strampelli fatta al consiglio di amministrazione durante la seduta del 30 ottobre 1920. 12, 3 Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.1920-1921. cc.6 datt., 1920-1921. Contiene anche la relazione dei sindaci Panfili e Serangeli. 12, 4 Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.1921-1922. cc.13 datt., 1921-1922. 12, 5 Appunti, relazioni, schemi relativi alla situazione contabile dell’istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura dal 1925 al 1927. cc.36, 1925-1927. Il fascicolo contiene anche una minuta di relazione all’on. Giovanni Raineri in qualità di presidente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto, e documenti contabili vari specificatamente riguardanti l’azienda S. Pastore inclusi due quadernetti intestati “Misure superfici S. Pastore 1925” e “S. Pastore. Semine 1925” al cui interno si trova anche una pianta ripiegata dell’azienda. 12, 6 Affitto della tenuta di S. Pastore di proprietà dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura alla Società Italiana per l’industria dello zucchero indigeno. 1926-1928. Il fascicolo contiene l’atto di consegna con l’inventario e la pianta dell’azienda di 112 cc. rilegato, il “Bilancio fra gli inventari di consegna e riconsegna della tenuta S. Pastore in territorio di Rieti” di 48cc., la “Nota degli oggetti sacri che si trovano nella chiesa di S. Francesco al colle S. Pastore”, l’ipotesi di trasformazione di alcuni fabbricati rurali dell’azienda S. Pastore e note e corrispondenza varia. 12, 7 Corrispondenza con la “Secretaria de Agricoltura Commercio y trabayo del a Repubblica de Cuba cc.10, 1918-1918. I rapporti tra Strampelli e Cuba erano mediati da F. Falco, direttore de “La Cultura Latina. Rivista scientifica internacional”. 12, 8 Corrispondenza tra Strampelli e Giovanni Rossi . cc. 5, 1919. La corrispondenza si riferisce alle ipotesi di sperimentazione dei cereali Cartons propugnate dall’agronomo Giovanni Rossi. 12, 9 Corrispondenza tra Strampelli e l’ambasciata francese. cc.2, 1918. La corrispondenza si riferisce alla sperimentazione dei grani Strampelli in Francia. 261 12, 9 Lettera del presidente della Società degli Agricoltori Italiani a Nazareno Strampelli. 1919, gennaio 4. Il prof. Azzi comunica tra l’altro a Strampelli la nomina a vicepresidente della Sezione di geografia e meteorologia agraria, presieduta dal prof. Grassi. 12, 10 Lettera dell’On. Raineri a Nazareno Strampelli. 1919, gennaio 17. Raineri comunica a Strampelli le difficoltà avute per le sperimentazioni a Piacenza a causa della guerra. 12, 11 Lettere del direttore della Stazione agraria di Modena a Nazareno Strampelli. cc.3, 1918-1919. La corrispondenza riguarda soprattutto richieste di materiali da pubblicare soprattutto per l’Enciclopedia Agraria Alpe e Zecchin. 12, 12 Corrispondeza varia. 1918-1919. Contiene lettere e biglietti della Federazione Italiana dei consorzi agrari, dell’Orto botanico di Roma, telegrammi, biglietti ecc. 13, 1 Lettera del presidente dell’Associazione fra i proprietari e agricoltori dell’agro reatino a Nazareno Strampelli. 1920, giugno 28. Si comunica la nomina di Strampelli a consulente onorario dell’associazione. 13, 2 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidente dell’Istituto Internazionale di Agricoltura. 1920 (?). 262 Nazareno Strampelli lamenta il fatto che il Sig. E. Coquidè nel suo volume “Amèlioration des plates cultivèes et du Bètail” pubblicato dall’editore Baillière di Parigi, “…a p.424 attribuisce a Giovanni Patanè quanto io ho potuto conseguire con i miei lavori di ibridazione e selezione” 13, 3 Lettera della Société international de géographie et métérologie agricoles a Nazareno Strampelli 1920, febbraio 10, 1920. Si invita Strampelli a far parte del Comitato Italiano per l’incremento degli studi di geografia e meterologia agraria. Il comitato nazionale italiano era presieduto da Mario Cermenati, sottosegretario di stato per l’agricoltura. E di esso facevano parte Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanico dell’università di Roma, Vittorio Alpe, della scuola superiore di agricoltura di Milano, Antonio Bartoli in rappresentanza della Società degli agricoltori italiani, Oreste Bordiga, della Scuola di agricoltura di Portici, Alessandro Brizi, Direttore generale del Ministero dell’agricoltura, Andrea Cravino, Soc. degli agricoltori italiani, Enrico Fileni, dell’Unione delle cattedre ambulanti, Italo Giglioli, Università di Pisa, Vittorio Peglion, Università di Bologna, Luigi Raineri, Federazione dei consorzi agrari, Vittorio Stringher, Ispettore generale del Ministero di agricoltura, Alessandro Vivenza dell’istituto agrario di Perugia, e Nazareno Strampelli. 13, 4 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e la Cassa di Risparmio di Rieti. cc.2, 1937. Riguarda le dimissioni di Strampelli da membro del Consiglio di amministrazione della Cassa di risparmio di Rieti per motivi di salute. 13, 5 Lettera del direttore dell’Italia Agricola a Nazareno Strampelli. 1919, febbraio 25. Si trasmettono le bozze dell’articolo di Francesco Todaro “Ibridatori e selezionatori” il quale sarebbe stato pubblicato nel numero successivo del “Giornale di agricoltura della domenica”, invitando Strampelli ad una replica. 13, 6 Minuta di lettera di Strampelli a Francesco Maluetani, e minuta di lettera indirizzata a tal Fornari. cc.2, 1915, giugno 15. Le due lettere riguardano la candidatura del principe Lodovico Potenziani al senato e l’appoggio datogli dallo stesso Strampelli. 13, 7 Lettera della Società degli agricoltori italiani a Nazareno Strampelli. 1908, novembre 30. Si invita Strampelli, su indicazione di Giuseppe Cuboni, a tenere una conferenza nel corso della prossima assemblea generale della Società, dopo quella di Cuboni steso che avrebbe riferito sul suo recente viaggio a Svalöf. 13, 8 Lettera del ministro di agricoltura F. Cocco a Nazareno Strampelli. 1906, novembre 5. Fa riferimento alla proposta dell’On. Marchese Cappelli di istituire un campo sperimentale di granicoltura in provincia di Foggia nel suo podere “Feudo della Puglia”. Si invita Strampelli ad assumere la direzione del campo sperimentale. Le spese sostenute sarebbero state a carico del ministero. 13, 9 Lettere del ministro di agricoltura F. Cocco a Nazareno Strampelli. cc.2, 17 luglio 1909; 12 febbraio 1910. La corrispondenza si riferisce alle esperienze di concimazione indiretta del frumento nell’Italia meridionale, e alla commissione tecnica della quale venne chiamato far parte Strampelli con l’incarico “dell’alta vigilanza” degli esperi- menti condotti a L’Aquila, Bari, Chieti, Campotosto, Teramo e Perugia. 13, 10 Corrispondenza varia proveniente prevalentemente dal campo sperimentale di Foggia e indirizzata a Nazareno Strampelli e Bernardino Giovannelli. cc.7, 1918-1927. 13, 11 Appunti di Nazareno Strampelli relativi al suo progetto di costituzione dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. cc. 47, 1919 Il fascicolo contiene anche due copie di un dattiloscritto di 7 cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” con annotazioni a penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minuta di lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25 febbraio 1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte sciolte e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U che riporta il decreto istitutivo dell’Istituto. Nel loro insieme testimoniano in modo evidente che a pensare e progettare l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura fu lo stesso Strampelli. 13, 12 “Determinazione dello zucchero nelle barbabietole del prof. Strampelli”. Analisi chimica. 1910-1910. L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti. 13, 13 “Analisi delle barbabietole da seme” cc.5, 1913. 13, 14 “Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti. Analisi delle barbabietole da seme.” 1915-1915. 263 13, 15 Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti. Analisi delle barbabietole da seme. 1916-1916. 13, 16 “Esperienze dell’annata 1932-1933. Raccolto e determinazioni su di esso”. cc.3, 1933 (?). 13, 17 “Relazione riassuntiva del lavoro svolto e da svolgersi” cc.6, 1941 (?). Relazione manoscritta, probabilmente di Bernardino Giovannelli sull’attività svolta dalla Stazione sperimentale e sui programmi futuri. 13, 18 Documenti vari, lettere, appunti ecc. relativi alle sperimentazioni collegiali nel 1941. cc. 17, 1941-1941. 13, 19 Quadro riepilogativo del numero delle diverse colture nei vari campi sperimentali nell’anno agrario. 1942-1943. 13, 20 Corrispondenza tra Bernardino Giovannelli, direttore della Stazione sperimentale di granicoltura e le diverse stazioni fitotecniche relative alle varie sperimentazioni. cc.38, 1942. 13, 21 Relazione del responsabile della stazione fitotecnica di Foggia a Bernardino Giovannelli, direttore dell’Istituto Nazionale Di Genetica per la Cerealicoltura. 1943, gennaio 10. 264 13, 22 Relazione del responsabile della stazione fitotecnica sarda a Bernardino Giovannelli, direttore dell’Istituto Nazionale Di Genetica per la Cerealicoltura. 1943, gennaio 10. 13, 23 Relazione del responsabile della stazione fitotecnica per le province lombarde. Fondazione Conte G.G. Morando Bolognini a Bernardino Giovannelli. 1943, gennaio 4 13, 24 Appunti, dattiloscritti e manoscritti, probabilmente di Bernardino Giovannelli. cc.50, 1941(?). 13, 25 Quaderno, probabilmente di Nazareno Strampelli, contenente una serie di riassunti di articoli e testi di conferenze. cc.36 , 1911(?). In modo particolare il quaderno contiene: 1 - “Sopra l’origine delle specie per mutamento del sig. A.W. Sutton”. 2 - “Quarta conferenza inter.le di genetica (Parigi dal 18 al 23 settembre 1911) La legge della uniformità degli ibridi è assoluta? Riassunto del rapporto del sig. Gard, dottore in scienze nella facoltà di scienze di Bordeaux. 3 - “Sul principio della coalescenza dei sieri viventi e sull’origine delle razze e delle specie. Riassunto della memoria del Sig. Armando Gantier dell’Istituto” 4 - “inerviate nuovamente tra loro due specie che si sono svincolate d’un ibrido, non obbediscono più alla legge mendeliana della qualità di ciò che è dominante. (Riassunto delle comunicazioni del sig. G. Bellair, Giardiniere capo del palazzo nazionale) 5 - Esame della teoria dei fattori per incrociamento metodico degli ibridi. (Riassunto della memoria del professor Tschermak di Vienna) 6 - Sull’origine delle avene coltivate. Riassunto della comunicazione del signor L. Trabut, capo del servizio botanico del governo generale d’Algeria. Conseguimento di varietà di piante resistenti alle malattie. Riassunto della comunicazione di W.A. Orton Patologista riparto dell’Agricoltura Waschington. 7 - Conseguimento di una varietà a fiori doppi. Riassunto della comunicazione di Miss E.R. Sanders, Nevverthan College, Cambridge) 8 - Mutazioni delle linee pure dei fagioli. Riassunto della comunicazione di W. Johnsen. 13, 26 “La coltura dell’incrocio sulle piante da podere. Esperimenti e risultati del Sig. Garbon”. mss. s.d cc.24, 1911(?). 13, 27 “Guardiola. Resoconto analitico di quattro sorgenti acqua”. 1912, luglio 11 L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti. 13, 28 Relazione dattiloscritta probabilmente di Nazareno Strampelli relativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “Ministro Raineri” e “Maraini” cc.4, 1912(?). 13, 29 Lettere del Ministero di Agricoltura 1913 Si tratta di 3 lettere relative agli esperimenti di dry-farming da effettuare nella stazione fitotecnica di Foggia 13, 30 Relazione sull’attività della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Dattiloscritta. cc.3 1908(?) 13, 31 Ricevute di pagamento e carte contabili varie. cc. 18 1917 La documentazione è relativa alla moltiplicazione del frumento Carlotta nella piana reatina 13, 32 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cc.7 1916 Si tratta di lettere indirizzate dal guardiano del campo sperimentale di Leonessa a Nazareno Strampelli 13, 33 Lettere varie indirizzate a Nazareno Strampelli. cc. 18, 1916-1920. Si tratta per lo più di lettere di presidenti di Istituti di ricerca, Cattedre ambulanti, ricercatori ecc. 13, 34 “Corrispondenza con l’estero”. cc.5, 1919. Contiene la lettera di Marco Dutto dell’Uruguay, del 12 ottobre 1919, una della legazione italiana in Uruguay, 9/2/1920; di P. Guex del 26/2/1920 e dell’Every Jersey del 4/10/1919 13, 35 Miscellanea di ricevute di pagamento e carte contabili varie relative all’Istituto. cc. 113, 1911-1933. 14, 1 “Collezione Sementi. Catalogo” cc.48, 1919-1925. Contiene appunti, promemoria, elenchi, schede relative alla collezione delle sementi. La parte omogenea del fascicolo è costituita da schede in ognuna delle quali vengono indicati i tipi originari da cui è scaturita l’ibridazione, il numero d’ordine (assente), il numero del tipo, lo scaffale e il ripiano di collocazione. 265 14, 2 Quaderni relativi agli “Elenchi delle spighe nelle collezioni dei scaffali”. Si tratta di 4 quaderni realizzati manualmente numerati da II a V, manca il n. I, di pp. 60, 48, 52 e 56. 1905-1925 Riporta l’indicazione delle spighe della collezione con la descrizione del percorso dell’ibridazione, l’anno di realizzazione ecc. 14, 3 Registro delle ibridazioni eseguite suddivise in ordine alfabetico. Registro di 84 pp., 1904-1932. Il registro riporta il numero dell’ibridazione, i due frumenti incrociati e l’anno di realizzazione. 14, 4 Quaderno a rubrica, probabilmente di Nazareno Strampelli, con appunti vari di carattere bibliografico suddivisi per argomento. 1909(?) 14, 5 “Schizzo della credenza e sistema di divisioni” s.d. 1936(?) Lo schizzo riproduce l’organizzazione dello spazio della credenza d’archivio interna alla stanza di lavoro di Nazareno Strampelli. 14, 6 Rubrica per il reperimento della documentazione dell’archivio della Stazione Sperimentale. 1943(?) La rubrica venne realizzata probabilmente nel 1943, l’ultimo anno che indica, e riporta l’indicazione delle voci d’archivio con una corrispondenza numerica, probabilmente riferita alle caselle della scaffalatura in cui era conservato l’archivio. In due fogli staccati si riporta l’indicazione della collocazione dei fascicoli di corrispondenza e di contabilità all’interno delle “caselle”. 266 15, 1 “Risultati di alcune esperienze colturali nella barbabietola da zucchero”. cc.8, 1906(?). Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incompleto e in fase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione del cloruro sodico e del biossido di manganese. Un foglio riporta il disegno di un campo sperimentale. 15, 2 Prove di concimazione per i campi sperimentali di barbabietole. cc.19, 1906-1907. Contiene prove di concimazione, schede, appunti, corrispondenza con la Società Suisse pour l’industrie du sucre, ecc. 15, 3 Carte contabili relative all’attività di ricerca. cc.28, 1903-1905. Rimborsi, preventivi, consuntivi, schemi contabili vari, crediti, spese postali ecc. 15, 4 Schede di lavoro di Nazareno Strampelli 1903(?). Schede evidentemente estratte dallo schedario di lavoro di Strampelli. Il primo gruppo riguarda la viticoltura, il secondo i concimi e il terzo materie varie. In molti casi si trovano ritagli di giornale incollati alle schede. 16, 1 Campi dimostrativi ministeriali. cc.5, 1903. Contiene: “Nota del gesso acquistato ed adoperato nella concimazione dei campi dimostrativi impiantati per conto del Superiore Ministero. 1903”. “Ditte e case commerciali che a quanto assicurano, dispongono del vero Pioppo del Canada”. “Nota delle indennità di missione dovute al Prof. Nazareno Strampelli per essersi recato a dirigere i lavori, lo spandimento e la semina nei nuovi 17 campi dimostrativi concessi nel 1903 dal Sup.re Ministero”. Elenco delle visite effettuate con il chilometraggio percorso. 16, 2 Documenti vari, carteggi, elenchi, preventivi, relativi all’acquisto di prodotti chimici. cc.16, 1903-1904. Corrispondenza con le ditte Martinin Wallch Nachofolger, Carlo Erba, Società Italiana per la fabbricazione dei prodotti azotati. 16, 3 Lettera del direttore della R. Stazione di chimica agraria sperimentale di Roma a Nazareno Strampelli. 1904, marzo 24. Fa riferimento a sperimentazioni “con le api” e al bisogno di Strampelli di acquistare della “nitragina” difficilmente reperibile in Italia. 16, 7 Quaderno intestato “Varietà servite per gli ibridi.1904”. 1904. E’ numerato sul recto con timbratura da 1 a 71 e contiene la descrizione di 71 varietà utilizzate da Strampelli per la realizzazione di ibridazioni nel 1904 16, 8 “Peso specifico dei prodotti ottenuti in ciascuna aiuola ottenuti nel campo di Setteponti”. cc.7, 1904-1905. Riporta il numero e il peso specifico di ogni aiuola del campo sperimentale di Setteponti che Strampelli aveva ricevuto a titolo gratuito dal principe Potenziani. 16, 9 Quaderno intestato “Campi dimostrativi ministeriali”. 1906. In molti casi oltre ai dati di rilevamento, viene riprodotto uno schizzo del fondo agricolo. 16, 4 Lettera di Giuseppe Cuboni, direttore della R. Stazione di patologia Vegetale di Roma a Nazareno Strampelli. 1904, maggio 3. Cuboni comunica a Strampelli i risultati microscopici delle foglie di frumento esaminate. 16, 10 Due lettere di Giuseppe Cuboni a Nazareno Strampelli. 1904, agosto 1; 1904 ottobre 5. Il prof. Cuboni , Direttore della R. Stazione di Patologia Vegetale di Roma, fu tra i primi ad individuare la portata scientifica del lavoro di Strampelli. 16, 5 Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti con o senza stallatico. cc.2, 1904-1904. 16, 11 Quinterno relativo ai primi esperimenti di selezione fatti a Rieti. “Semina varietà al campo sperimentale - Torretta”. 1904(?). Nel quinterno sono riportate le varietà seminate al campo sperimentale della Torretta suddivise per Teneri mutici, Teneri aristati, Duri e Turgidi. Le specie sperimentate in aiuole provenivano dalla Francia, Inghilterra, Boemia, Paesi Bassi, Russia, Italia, Svizzera, Africa, Stati Uniti, Canada, Australia. Ad ogni varietà è assegnato un numero di aiuola sperimentale. 16, 6 ”Azione olodinamica del frumento” cc.4, 1904(?). Manoscritto di mano dello stesso Strampelli in prima stesura con varie correzioni. 267 16, 12 Corrispondenza tra Strampelli e il prof. Girarard presidente del Sindacat agricole de la regione de Sertif. cc.2, 1904. Strampelli richiede varietà di grano per effettuare prove comparate. 16, 13 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e il prof. Isaia Baldrati, responsabile dell’Ufficio agrario sperimentale della Colonia Eritrea. 1904. 16, 14 Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e James Macdonald, segretario della Higland & Agricoltural Society - Scotland, di Edinburgh. 1904. Nella minuta di Strampelli, si trova anche analoga lettera di richiesta di varietà di frumento indirizzata alla Real Society of Agricolture di Londra. 16, 15 Lettera della Statskonsulten i Plntekultur di Lingby a Nazareno Strampelli. 1904, ottobre 4 16, 16 Lettera del prof. Westermann a Nazareno Strampelli da Copenaghen. 1904, settembre 9. 16, 17 Lettera di Nazareno Strampelli a Ugo De Vries. 1904, settembre 8. 1904 Gli richiede varietà di frumenti olandesi e belgi. 16, 18 Lettera della Agricoltur-Botanische Landes Versuchs und Samencontrol Station in Troppau a Nazareno Strampelli. 1904, ottobre 7 268 16, 19 Lettera della Royak Agricoltural Society of England a Nazareno Strampelli. 1904 settembre 4. 16, 20 Lettera della Societè Anonime pour le developpement de la Sericolture Serbe di Belgrado a Nazareno Strampelli. 1904 settembre 29. 16, 21 Lettera del direttore del Jardin Imperial de Botanique di St. Petersborg a Nazareno Strampelli. 1904 settembre 22. 16, 22 Lettere della Station Agronomique dell’Etat di Vageningen a Nazareno Strampelli. cc.2, 1904. 16, 23 Fattura della ditta Valmorin Andriex &C. intestata a Nazareno Strampelli. 1904, ottobre 12. La fattura riguarda l’acquisto da parte di Strampelli di 58 varietà di frumento. 16, 24 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidente del Commissariato italiano per l’esposizione di S. Luis. 1904, settembre 24. Strampelli presenta la sua ipotesi di studio delle varietà di grano di tutto il mondo e chiede collaborazione per acquisire le varietà americane. 16, 25 Carteggio tra Nazareno Strampelli all’abate Luigi Rhagen superiore del Collegio Siro Maronita di Roma cc.2, 1904. Gli chiede collaborazione per ottenere alcune varietà di frumento dal Libano. 16, 26 Minuta di lettera di Nazareno Strampelli a Thomas Allsops di Reading 1904, settembre 27. 16, 27 Documentazione varia relativa all’impianto di un laboratorio chimico nell’Istituto di Rieti. cc.6, 1904. 17, 1 Quinterno contenente in uno schema le varietà di frumento, il Paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazione se si trattava di varietà originarie o riprodotte. 1904(?). 17, 2 Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti” . 1904(?). 17, 3 “Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incroci sperimentati da Strampelli nel campo di Setteponti. 1905. Prevalentemente si tratta di ibridazioni effettuate tra il Rieti originario, segnato con la lettera “R” e le centinaia di varietà di frumenti che Strampelli si era procurato in ogni parte del mondo. 17, 4 “Varietà frumenti 1905”. 1905. Elenchi, appunti vari. 17, 5 “Concimazioni 1905” . 1905. Appunti, elenchi , combinazione delle diverse tipologie di concimazione effettuate nelle varie aiuole sperimentali. 17, 6 “Autunno 1905. Semina delle varietà a Setteponti.” 1905 Si tratta dell’elenco delle 216 varietà di frumenti provenienti da vari paesi europei ed extraeuropei sperimentate nel campo di Setteponti. 17, 7 “Ibridi raccolti nel 1905” . 1905. 17, 8 Registro delle prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti. 1905-1906. 17, 9 Composizione delle formule di concimazione utilizzate nei campi sperimentali di Rieti. 1905-1906. 17, 10 Schema dei risultati delle semine delle aiole riportante la produzione delle singole parcelle e quella riferita ad ettaro. 1905-1905. 17, 11 “Varietà di frumenti già servite per fare ibridi. Varietà che funzionano da maschio” Elenco su foglio di 2 pp. 1905(?). 17, 12 “Varietà che debbono ancora servire per dar polline” Elenco su foglio singolo. 1905(?). 17, 13 Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti, con la suddivisione delle sperimentazioni in atto. 1905(?). 269 17, 14 “Elenco delle varietà di frumento coltivate nel campo di S. Pastore” 1905(?). Nel quinterno vengono riportate le varietà, il paese di provenienza, il nome dello spedizioniere, l’indicazione se si trattava di varietà originarie o riprodotte e il numero della particella dove era stata impiantata la sperimentazione. 17, 15 Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti, con la suddivisione delle sperimentazioni in atto e gli appunti dei risultati relativi alle varie particelle e combinazioni dei frumenti. 1905(?). 18, 1 “Ibridi 1904 raccolto 1908”. 1908. Elenco con appunti. 18, 2 “Ibridi 1905 raccolto 1908” 1908 Elenco con appunti. 18, 3 “Notizie sull’oleificio sperimentale e convenienza di convertirlo in stazione di oleificio e di olivicoltura”. 1908(?). 18, 4 Schemi delle rese di ogni particella sperimentata 1908(?). 18, 5 “Esperienze colturali di 3 campioni di frumento RIETI eseguite nelle sottoindicate località” 1908(?). 270 La tabella riporta l’elenco di 39 località italiane in cui fu effettuata la sperimentazione, il nome dello sperimentatore e i risultati ottenuti dal 1904 al 1908. 18, 6 Quaderno intestato “Semine 1909, Ibridi 1905, sdoppi nel 1908, figli nel 1909”. S.d. 1909. Quaderno contenente le descrizioni di diverse ibridazioni. 18, 7 Minuta di relazione di Nazareno Strampelli probabilmente indirizzata al Ministro di agricoltura. 1910, luglio 17. Strampelli relazione circa le condizioni dei campi dimostrativi e di prova. 18, 8 Relazione di Nazareno Strampelli sullo studio “...dei Sig.ri La Marca” relativo al trapianto del frumento. 1910(?). 18, 9 Documenti vari relativi al viaggio di studio effettuato da Nazareno Strampelli nel 1911 in Francia, Belgio, Olanda, Inghilterra, Scozia, Norvegia. 1911 . Il programma di viaggio fu preparato fin dal 1903 dal prof. Giglioli. E sarebbe durato 12 settimane. 18, 10 Quinterni con appunti riepilogativi in tabella relativi alle produzioni dei frumenti sperimentati. 1911-1922. 18, 11 Dattiloscritto firmato da Nazareno Strampelli intestato: “Le piante emettono dalle loro radici sostanze tossine? che accumulate nel terreno riescono dannose alle colture immediata- mente successive di piante della stessa specie o di specie affini ?” Allegata una fotografia. 1912(?). 18, 12 Quaderno riportante l’elenco delle 108 varietà di patate provate nel campo sperimentale di Leonessa. 1912-1913. 18, 13 Relazione di Nazareno Strampelli sulle tossine emesse dalle piante e sugli effetti dannosi alle colture successive di specie uguali o affini. La relazione, parte dattiloscritta e parte manoscritta, è priva di data e riporta la descrizione di una sperimentazione effettuata dal 1909 al 1912. 1912(?). 18, 14 “Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con particolare riguardo ai terreni” Relazione ms. s.d e s.f. probabilmente di Nazareno Strampelli. 1912(?). 18, 15 Appunti per una relazione, probabilmente di Nazareno Strampelli circa l’attività scientifica della Stazione di granicoltura di Rieti. 1914(?). Molte pagine sono schede di frumenti con la foto allegata. 19, 1 Registro delle ibridazioni. Mss. pp.26, 1914(?). Il registro riporta i dati di 254 ibridazioni con l’indicazione del “numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabili raggruppamenti di caratteri antagonistici dei genitori”, il “numero dei tipi studiati e coltivati”, e il “numero dei tipi studiati, coltivati e poi scartati” e il “numero dei tipi restanti allo studio e alla prova nell’anno corrente”. 19, 2 “Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumento Carlotta Strampelli”. cc.10, 1914(?). Relazione, s.f. probabilmente di Nazareno Strampelli relativa alla commercializzazione del Carlotta da parte dell’Unione produttori grano da seme. Allegati anche due moduli prestampati per le ordinazioni del frumento. Due copie del dattiloscritto di pp. 3 e una copia mss. 19, 3 Appunti di Nazareno Strampelli non firmati relativi al suo lavoro scientifico. cc.20, 1915(?). Gli appunti sono su fogli parzialmente numerati di varia natura e grandezza. Si tratta degli appunti redatti probabilmente per una relazione o una pubblicazione. Strampelli parla del suo metodo di lavoro scientifico esordendo “ Le leggi di Mendel ed i successivi studi compiuti sotto la loro direttiva, costituiscono quella nuova scienza che va sotto il nome di Genetica. “Strampelli a porla poi del suo metodo di lavoro e dei suoi primi esperimenti con i grani giapponesi. “Ebbi dal Giappone mercè la cortesia del Dott. Ingegnoli un frumento L’Akagomughi alto appena 60-65 cm.” 19, 4 “Breve sunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti” Manoscritto e dattiloscritto, s.d 1915(?). cc.2 datt. e 2 mss. 1915(?). 19, 5 Scheda dell’orzo “Emilio Maraini” firmata da Nazareno Strampelli. 1915. 19, 6 Quaderno con dati vari relativi ai risultati delle sperimentazioni pp.76, 1916-1919. 271 Il quaderno contiene dati di varia natura relativi sia alle diverse sperimentazioni di varietà che probabilmente Strampelli intendeva utilizzare, Tra queste il granoturco “Hopi” coltivato dagli indios del nuovo messico. 19, 7 “Nota di collezioni, modelli e tavole murali interessanti l’agricoltura” e elenco di piante dattiloscritto in duplice copia. cc.3, 1917(?). Nel fascicolo si trova anche una minuta di lettera di Nazareno Strampelli datata 7 agosto 1917 e appunti riguardanti una mostra di ortaggi. 19, 8 Fascicolo contenente dati e appunti relativi alla sperimentazione dei granturchi . cc.10, 1918. Molte carte riportano come intestazione “Fotografie granturchi” e riportano elenchi delle ibridazioni sperimentate da Strampelli con dati dal 1910 al 1917. 19, 9 Studio scientifico del dott. Roberto Savelli sulla Nicotina e le esperienze di ibridazione. cc. 17 datt., 1918(?). In testa alla relazione si riporta la seguente dicitura: “Relazione sugli studi compiuti dal dott. Roberto Savelli nell’anno 1917-1918 presso il R.Istituto superiore sperimentale di Perugia con borsa di studio di perfezionamento conferitagli per decreto ministeriale 23 maggio 1917”. 19, 10 Corrispondenza tra Strampelli e la Società Italiana per la produzione dello zucchero indigeno. Allegata relazione mss. e “Norme per la coltura delle bietole porta seme”. cc. 11, 1919-192. In una relazione mss. Strampelli fa riferimento al suo lavoro di ricerca sulle bietole da zucchero iniziato fin dal 1908 e che produsse notevoli vantaggi durante il primo conflitto 272 mondiale. “ Ora che la ragione del mio lavoro cessa, do qui sotto descrizione del metodo di selezione da me adottato e che chiamo genealogico-metodico.” 19, 11 “Distribuzione dei frumenti Ardito”e Riccio”nell’anno 1920.” Registro di pp. 12, 1920-1922. Lo schema riporta l’elenco delle aziende agrarie e delle località di prova dei frumenti Ardito e Riccio. 19, 12 Quaderno riportante i dati relativi alla moltiplicazione dei granoturchi fatta a Rieti. pp. 28, 1920. 19, 13 Quaderno dove sono riportati i dati delle “Moltiplicazioni al Casaletto” a Roma pp.28, 1920-1921. 19, 14 “Prodotti e medie di vari anni di alcune delle principali varietà di frumenti. 1930”. Quaderno . di 16 pp., 1920-1931. Vi sono sintetizzati i dati relativi al prodotto per ettaro delle diverse varietà di frumenti sperimentati dal 1920 in poi e la media degli anni. Contiene anche un altro quaderno privo di. indicazioni ma con gli stessi dati. 19, 15 “Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana”. cc. 4.datt., 1921(?). 19, 16 Relazione di Nazareno Strampelli relativa ai risultati ottenuti nell’annata agraria 1920-21. cc. 13, 1921. 19, 17 Registro intestato “ Nuovi frumenti in moltiplicazioni” Anno 1921-1922; 1922-1923. pp. 12, 1921-1923. Il registro riporta l’indicazione dei vari frumenti sperimentati a Rieti, Foggia e Roma con l’indicazione delle produzioni per ettaro in q.li. 19, 18 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario 1922-1923. cc. 5, 1922-1923. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. 19, 19 “Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr. Miguel Calmon Du Pin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura, industria i commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski, sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, realizados durante o anno 1922”. cc. 50 datt., 1923, gennaio 11. Relazione sulle sperimentazioni di grano in Brasile dove tra gli altri, era stato importato anche il Carlotta. 19, 20 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. 1923-1924. 20, 1 Minuta della relazione di Nazareno Strampelli al Prof. Domenico Lo Monaco, direttore dell’istituto di chimica fisiologica dell’università di Roma. cc.6, 15 giugno 1924. La relazione riporta i risultati di alcune ricerche indirizzate a studiare l’azione esercitata da sostanze chimiche sulla germinazione di alcune piante. 20, 2 Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibridazioni. cc. 18, 1923-1924. I documenti sono privi di indicazioni. Due soli documenti sono datati. 20, 3 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. cc.6, 1924-1925. 20, 4 Relazione di Nazareno Strampelli in lingua francese sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti. cc.7 datt., 1925. 20, 5 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. cc.6, 1925-1926. 20, 6 “Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”. cc.5, 1925-1926. Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna, Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, in prima e seconda generazione. All. Schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi simili. 20, 7 Schema delle superfici utilizzate nei campi di Rieti, Roma, Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzo e S. Pietro per 273 le prove colturali, allevamento, fissazione, moltiplicazione iniziale, campo catalogo, moltiplicazione in seconda generazione e ibridi. cc.3, 1925-1926. 20, 8 Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”. pp.80, 1925. 20, 9 Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di colle”. pp.80, 1926. 20, 10 “Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumenti mutici ed aristati (Triticum follicolosum)”. Relazione dattiloscritta di Nazareno Strampelli (non firmata). cc. 6, 1925(?). Si tratta di due copie del testo della relazione pubblicata da Nazareno Strampelli nei “Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, matematche e naturali”, v.I (1925), s.6^, f. 4°. 20, 11 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. cc.6, 1926-1927. 20, 12 “Calendario per la coltura del grano d’inverno” cc.1. 1925(?) Riporta i periodi di coltivazione dei grani nei diversi paesi del mondo. 20, 13 Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di piano” pp. 36. 1926. 274 20, 14 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa. cc.6, 1927-1928. 20, 15 Quaderno che riporta i dati relativi ai risultati dei raccolti a Roma nelle singole aiuole. pp. 122, 1927. 20, 16 “Risultati delle aiole trebbiate ieri”. 1927, giugno 30 cc.5 . cc.4, 1927. Riporta i dati del seme impiegato per ha e del prodotto ottenuto per i diversi frumenti. 21, 1 Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno agrario. cc.6 scritte a matita, 1928-1929. Le tabelle riportano il numero degli allevamenti, delle prove colturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa e Cagliari (indicata come “Sardegna”). 21, 2 “Superfici seminate e frumento delle colture nei diversi campi” Quaderno di 16 pagine. 1930-1931. Riporta i dati dei risultati ottenuti nei campi sperimentali di Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, e Sardegna sia per quanto riguarda i frumenti che gli orzi e la segale. 21, 3 Varietà seminate Quaderno di 8 pagine, 1930-1931. Riporta i risultati ottenuti nei diversi campi sperimentali. Rieti, Foggia, Leonessa, Cagliari, S. Pastore. 21, 4 Prove Sperimentali Quaderno di 18 pagine, 1930-1931. Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi scelti per i quali erano in corso anche le prove di molitura, glutine, azoto ecc 21, 5 “Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre 1930” Quaderno di 16 pagine 1930-1931 In fondo al quaderno, più volte ripiegata, si trova la “Pianta delle semine fatte sotto la gabbia a Roma” 21, 6 Quaderno con intestazione “Famiglie 1939” Quaderno di 122 pagine, 1939. All’inizio del quaderno si trova sciolto lo schema di un campo sperimentale suddiviso in 624 particelle numerate. Nelle pagine si riportano le indicazioni delle ibridazioni effettuate nelle singole particelle, e i dati relativi ai risultati. 21, 7 Quaderno intestato “Colture e superficie. Anno agrario 1931-32” Quaderno di 48 pagine, 1931-1932. Il documento riporta l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma e Cagliari, con un riepilogo finale delle colture e delle superfici investite. Alla fine si riporta lo schema delle “Produzioni e medie di più anni delle principali varietà in coltivazione” dal 1920 al 1931. 21, 8 Quaderno intestato “Anno agrario 1932-1933. Riepilogo delle colture e delle superfici” 44 pagine, 1932-1933. Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Cagliari e Leonessa. 21, 9 “Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfatiche e azotate sulle qualità panificabili del grano”. 1933-1934 Due relazioni dattiloscritte non firmate relative la prima al 1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17 pagine numerate) che riportano le prove effettuate sui frumenti Mentana, Damiano, Rieti 11, Cappelli e Ardito su 98 campioni di frumento provenienti da stazioni sperimentali varie di Milano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania e Vercelli. 21, 10 Quaderno intestato “Anno Agrario 1933-1934”. All’interno a matita “ Colture e superfici”. 34 pagine, 1933-1934. Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna con riepilogo delle colture e superfici distinte in autunnali e primaverili, le varietà coltivate nei campi di moltiplicazione ecc. 21, 11 Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1934-1935”. 1934-1935 Sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna. Alla fine foglietto allegato con l’elenco delle superfici impiegate con l’esclusione dei fossi e degli argini. 21, 12 Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1935-1936”. 1935-1936. Oltre all’elenco delle colture e delle relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna, si riporta un quadro riepilogativo delle specie sperimentate. 21, 13 Sperimentazione del granoturco. cc.7, 1936. 275 Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazioni del granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro delle diverse varietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936. Alcuni appunti riportano la data del 1920, altri del 1941. 21, 14 Quaderno Intestato “VII. Riepilogo colture e superfici. Anno agrario 1936-1937”. 40 pagine, 1936-1937. Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna. 21, 15 Sperimentazione del grano. cc.4, 1938-1938. Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del frumento “Damiano” effettuate nella stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano. 21, 16 Sperimentazione del grano. cc.4, 1938-1938. Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del grano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine 21, 17 Relazione di Michele Meletti sulla situazione e l’attività della stazione fitotecnica sarda. cc.8 datt., 1943, febbraio 14. 22, 1 Quaderno intestato “Ricino. Semine 1938” pp. 16, 1938-1938. Quaderno di appunti relativo alle sperimentazioni del ricino a Rieti e Badia Polesine. Riporta le prove genetiche, quelle di confronto per l’isolamento dei tipi, schemi delle coltivazioni ecc. 276 22, 2 Quaderno intestato “ Semine 1938. Granturchi a Rieti” 1938. All’interno del registro si trovano foglietti di appunti vari relativi alle sperimentazioni e un foglio a stampa del Consorzio Enti Agrari del Friuli intestato “Alcune varietà di granoturco adatte alle diverse condizioni ambientali della nostra provincia” pp. 4 s.d. 22, 3 Quaderno intestato “Masse 1939” 196 pagine, 1939. Il quaderno contiene all’inizio uno schema di un campo sperimentale suddiviso in 624 particelle numerate. Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effettuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi. 22, 4 Sperimentazione granturchi precoci. 1939. Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “precoci” sperimentati nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 22, 5 Sperimentazione granturchi “cinquantini”. Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “cinquantini” sperimentati nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 1939. Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “cinquantini” sperimentati nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 22, 6 Registro intestato “Semine granoturco 1938. Rieti, S. Angelo, Badia”. 62 pagine, 1939. 22, 7 Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricino M.6 cc.19, 1940-1940. 22, 8 Quaderno con intestazione “Famiglie 1940” 36 pagine, 1940. Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effettuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi ai risultati ottenuti. 22, 9 Quaderno con intestazione “Ricino. 1940. Comune piccolo ed M.G.A. cassa C. Anno 1940” 28 pagine, 1940. Riporta i risultati della sperimentazione del ricino del tipo “Comune Piccolo e M.G.A. 22, 10 Registro intestato “Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà in coltivazione”. 20 pagine, 1940. Il registro riporta le produzioni medie dei frumenti Mentana, Damiano, Villa Glori, Roma, Littorio, Tiriamo Dritto, Tevere, Abulia Precoce, registrati nei campi sperimentali di Roma, Rieti, Foggia, Cagliari, S. Angelo, Leonessa, Badia Polesine, Montagnana e Urbino. I dati si riferiscono alle produzioni ad ettaro negli anni 1930-1940. 23, 1 Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dal frumento “Carlotta Strampelli”. 1918-1919. Contiene: L’importanza del grano e l’importanza di una scoperta scientifica. Il frumento Carlotta Strampelli, Corriere della Sera 3 febbraio 1919 (rit); P. Ranieri, Un trionfo della scienza agraria italiana, in L’Eco di Bergamo, 5 febbraio 1919 (rit.), Il gran premio Santoro al prof. Nazareno Strampelli, in “Chienti e Potenza”, 1 febbraio 1919; Il nuovo frumento Carlotta Strampelli. Una grande scoperta italiana, in “Il Giornale di Ascoli”, 1-15 febbraio 1919; Per la produzione granaria, in “Il Martello 23 febbraio 1919; f.f. Risultati del Carlotta Strampelli al secondo anno di prova, in “L’Umbria verde”, n. 9-11, 1918; D. Orzi, Un pregevolis- simo frumento italiano per terreni fertili, in “La nuova agricoltura del Lazio”, 16 luglio 1918; M. Fantozzi, Esperimenti di varietà di grano, in “La nuova agricoltura del Lazio”, 16 ottobre 1918; A. Gidda, Il frumento Carlotta Strampelli, in “Il Coltivatore”, n.5 1919; A. Tizzi, Carlotta Strampelli e Gentil Rosso x Noe n. 46, in “Agricoltura Senese”, n. 10 1918; G. Grezzi, Risultati del frumento Carlotta Strampelli, in “Rivista Agraria Polesana”, n. 19 1918; V. De Carolis “Il frumento Strampelli nel Cremonese, in “La sentinella agricola”, n. 18 1918; V. De Carolis Il C. Strampelli e le prossime semine , in “La sentinella agricola”, n. 19 1918; G. Consolani, Successi del frumento Carlotta Strampelli nell’Alto Polesine, in “Il Coltivatore”, n. 3 1919; Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italiana che assicura il fabbisogno annuale di grano, in “Il Corriere di Canelli”, n.6, 1919. 23, 2 Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dal frumento “Ardito”. 1924. Contiene: Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’agro Piacentino, in “Libertà”, n. 220 1924; L. Follini, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di Agricoltura della domenica”, n. 50 1924; A. Pozzolo, In tema di frumento. Varietà e pratiche colturali, in “l’Agricoltura friulana”, n. 23 1924; I. Zannoni, Razze elette e coltivazioni razionali nell’alessandrino, in “Giornale di agricoltura della domenica”, n. 32 1924; L. Follini, I nuovi frumenti alla prova, in “l’Agricoltura piacentina”, n. 7 1924; m. L’Ardito si fa onore, in “Rivista agricola romagnola”, n. 15 1924; D. Libertini, “I grani eletti ed il problema granario italiano”, in “Giornale di agricoltura della domenica”, n. 39 1924; L.C.Nicola, I nuovi frumenti Strampelli alla prova, in “ Il Coltivatore”, n. 30 1924; G. Consolani, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, n.23, 1924. 24, 1 “Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria”. Relazione sulla situazione granaria mondiale con riguardo a quella Argentina. cc.10, 1905. 277 Riporta in calce la dicitura “Minutata dal dott. Oreste Narduzzi 17/11/905”. 24, 2 Lettera di Carlo Meschini, segretario della Società degli Agricoltori italiani.Sezione della Repubblica Argentina, a Nazareno Strampelli. 6 cc. datt., 1919, maggio 8. E’ il primo contatto avuto da Strampelli con l’ambiente italoargentino. 24, 3 Lettera del prof.Marcello Conti, dell’università di Buenos Aires a Pacifico Toscano. 1924, febbraio 2. Marcello Conti insegnava agraria presso l’Università di Buenos Aires ed era membro della American Society of Agricoltural Engineers. La lettera è indirizzata all’imprenditore italo-argentino Pacifico Toscano che diventerà il punto di riferimento dell’esperienza di Strampelli in Argentina. 24, 4 Lettere di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli. 1923 Si tratta di 32 lettere, spesso di più pagine, e di 5 telegrammi inviati da Pacifico Toscano a Strampelli. Allegate anche due minute di lettere indirizzate da Toscano a Mario Bresaola direttore della Stazione di praticoltura di Lodi e a Alberto Wieimaier di Lipsia. Il carteggio si riferisce all’esperienza del “Campo experimental y escretorio de la Tritica Strampelli” nato ad Olivos. 24, 5 Relazione di Pacifico Toscano all’ambasciatore italiano a Buenos Aires sull’esperienza argentina di Strampelli 1923, luglio 10. Toscano relaziona sul centro sperimentale di Olivos e sul ruolo avuto da Strampelli in Argentina. 278 24, 6 Minute di lettere di Nazareno Strampelli a P. Toscano. 1923. Si tratta di due sole lettere inviate da Strampelli a Toscano. 24, 7 “Note delle spese di viaggio da Rieti a Buenos Aires e viceversa”. 1922. Biglietto di viaggio, ricevute, elenchi di spese ecc. 24, 8 “Nota dei frumenti da me inviati a S.E. il Ministro di Agricoltura a Buenos Aires” s.d-(1923 ?). Appunto non firmato ma probabilmente di Nazareno Strampelli. 24, 9 Nota dei risultati delle prove dei frumenti Strampelli coltivati nel campo sperimentale di Olivos. La nota è diretta a Pacifico Toscano. 1924(?). I grani Strampelli sperimentati erano: Ardito, Luigia, Riccio, Dauno, Cervaro, Francesco, Carlotta, Potenziani, Abulia, Calatafimi, Marrone e Baionette. La nota riporta anche i risulati di alcune varietà argentine. 24, 10 Lettere della Legazione argentina a Nazareno Strampelli. 30 e 19 luglio 1923. cc. 2, 1922, ottobre 30; 1923, luglio 19. 24, 11 Telegrammi del Ministro dell’agricoltura argentino Le Breton a Nazareno Strampelli. 2 telegrammi, 1923. 24, 12 Quaderno di appunti utilizzato da Nazareno Strampelli durante il suo giro nelle province interne dell’Argentina. 1922. Il quadernetto si compone di 37 pagine di cui 26 numerate e 6 bianche. Riporta dati e appunti presi da Strampelli nel suo viaggio nelel province argentine Les Andes, Buenos Aires, Catamerea, Chaco, Chubut, Cordoba, Carientes, Entrerios, Formosa, Jujuj, Mendozza, Missiones, Neuquen, Pampa Central e La Rioja. 24, 13 Pagine di giornali vari argentini che riportano notizie dell’esperienza di Nazareno Strampelli. 1922-1923. Contiene pagine e ritagli di giornali argentini nei quali si parla della visita di Strampelli in Argentina: Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in “La Scena Illustrata”, XVI (1922), nn.50-51, 10-17 dicembre, p.7; Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia del Popolo”, 6 dicembre 1922; Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio, in “Giornale d’Italia”, 17 gennaio 1923; L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in “L’Italia del popolo”, 6 dicembre 1922, p.2 ; Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli. in “Il Giornale d’Italia”, 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires); Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in “La Nuova Provincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en su jra por copetonas e irene, in “La Nuova Provincia”, 23 dicembre 1922; Il Prof. Nazareno Strampelli, in “In Cammino”, 3 marzo 1923; Il professore Strampelli nella nostra casa, in “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923; Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6 dicembre 1922, p.1; Cultivo y rendiniento del trigo, in “La Nation”, 1 febbraio 1923; Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquella zona, in “La Nation”, 24 febbraio 1922; En honor del professor Strampelli, 17 de enero 1923; GREGORI A., Con il mago dell’agricoltura. Le impressioni del Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno (dell’Argentina), in “Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922 . 24, 14 Avviso di spedizione di frumenti da Rieti a Buenos Aires. (altri moduli in bianco) cc.8, 1924, marzo 8. 24, 15 Ordine di acquisto di 700 sacchi dallo Jutificio Centurini di Terni per la spedizione dei grani in Argentina. 1924, febbraio 11. 24, 16 “Conto esposizione Argentina. Spese pagate dal professore”. cc.11, 1923. Contiene ricevute delle spese sostenute da Strampelli per la preparazione della mostra ad Olivos. 24, 17 Lettere varie relative alla questione argentina. cc.5, 1924. 24, 18 Alcune pubblicazioni relative alla granicoltura in Argentina 1922. Laboratorio experimental de molineira y panificacion, 1 - Laboratorio experimental de molineira y panificacion, Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos hibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentes de siembra, Buenos Aires 1925. 2 - H. Milatello, Cultivo del trigo en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires 1922. 3 - Rivista “GRANOS” dicembre de 1939. 25, 1 “Premio Santoro” 1919- Lettere, telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei. cc. 253, 1919. 279 25, 2 Minute di risposte di ringraziamento di Nazareno Strampelli ad alcuni messaggi ricevuti per il conferimento del premio Santoro. cc. 10, 1919. 26, 5 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Caluso (Torino) riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 23, 1914-1915. 26, 2 Corrispondenza proveniente dalla Scuola di Viticoltura e Enologia di Avellino cc. 9, 1914-1915. Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del frumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati del frumento “Gregorio Mendel”. 26, 7 Corrispondenza proveniente dall’ Azienda Valle Felici di Cesenatico riguardo alla sperimentazion dei grani Strampelli. cc. 5, 1914-1915. 26, 1 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Ascoli Piceno. cc. 5, 1914-1915. Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del frumento “Carlotta”. 26, 3 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Padova riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 9, 1914-1915. Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del frumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati del frumento “Gregorio Mendel”. Allegata Pianta delle sperimentazioni dei frumenti Carlotta ed altri della Scuola agraria in Brusegana. 26, 4 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura in Caltagirone riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 6, 1914-1915. 280 26, 6 Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Castrovillari. cc. 5, 1914-1915. Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale di prova dei grani Strampelli. 26, 8 Corrispondenza proveniente dalla Fattoria di Stato per la produzione del tabacco in Castelnuovo-Cilento riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 6, 1914-1915. 26, 9 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 16, 1915-1916. 26, 10 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 12, 1915-1916. 26, 11 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Lecce riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 7, 1914-1915. 26, 12 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura “G. Garibaldi” di Macerata riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 13, 1915-1916. Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale di prova. Contiene anche la relazione “Alcune note sulle coltivazioni di frumenti della R. Stazione di Granicoltura di Rieti fatta alla Scuola Agraria di Macerata” a firma di P. Bandi. cc.4 mss. In modo specifico si relaziona sulle sperimentazioni dei frumenti Carlotta e Gregorio Mendel. 26, 18 Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura del Circondario di Rimini riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 5, 1915-1916. 26, 13 Corrispondenza proveniente dalla R. Cattedra di Agricoltura di Matera riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 12, 1915-1916. 26, 20 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di Agricoltura di Voghera riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 11, 1915-1916. 26, 14 Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura per la Provincia di Piacenza riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 4, 1915-1916. 26, 15 Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura, Istituto Stefano Sabatini in Bozzolo del Friuli. cc.15, 1915-1916. 26, 16 Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 18, 1915-1916. 26, 17 Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di Agricoltura per la provincia di Siena riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 6, 1915-1916. 26, 19 Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli. cc. 11, 1915-1916. 26, 21 Registro intestato “Anno agrario 1914-1915. Campi regionali di prova dei nostri nuovi frumenti” pp.8, 1914-1915. 26, 22 Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura Industria e Commercio 1915, agosto 23. cc.11 datt., 1915. “Relazione sui risultati del nuovo frumento “CARLOTTA STRAMPELLI” conseguiti nei campi regionali di prova”. 26, 23 Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura Industria e Commercio. cc. 43, 1917, marzo 5. “II relazione sui campi regionali di prova del nuovo frumento Carlotta Strampelli (Anno agrario 1915-16)” Due copie della relazione dattiloscritta indirizzata da Strampelli al Ministro di Agricoltura. 281 26, 3 Registro dei coltivatori del Carlotta. 1914(?). 26, 1 Corrispondenza aziende agrarie relativa alla coltivazione del frumento Carlotta Strampelli. 1917-1919. 27, 1 Registro di vendita del frumento “Carlotta Strampelli”. 1918. 27, 2 “Libro magazzino benzina” 1916. La benzina veniva venduta in latte e risulta impiegata soprattutto per la trebbiatura del frumento“Carlotta Strampelli”. 27, 3 Registro dei risultati del Carlotta Strampelli nelle diverse regioni d’Italia. 1918(?). 27, 4 Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano da seme relativo alle vendite del Carlotta Strampelli. 1917. 27, 5 Registro delle vendite relative alle vendite del Carlotta da parte della Stazione sperimentale. 1916-1917. 27, 6 Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli. 1916. 27, 7 Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli. 1917. 282 27, 8 “Registro delle richieste del nuovo frumento Carlotta Strampelli. 1916. 27, 9 Schede di richiesta del nuovo frumento Carlotta Strampelli. 1916. 27, 10 “Registro delle prenotazioni del Carlotta Strampelli per l’anno 1919” 1919. 27, 11 Notizie e risultati sul frumento Carlotta Strampelli. 1917-1918. Contiene le relazioni sull’impiego e sui risultati ottenuti con il frumento “Carlotta Strampelli”provenienti da: Società Anonima Cooperativa per l’esportazione dei prodotti agricoli di Jesi, Azienda agricola Marenghi di Jesi, Società anonima cooperativa di Osimo, Amministrazione Censi Buffarini di Montemarsciano, Amministrazione Giuseppe Villa di S. Marino, Scuola pratica di agricoltura di Todi, Cattedra ambulante di agricoltura di Trevi, Istituto Superiore Agrario di Perugina, Cattedra ambulante di agricoltura di Massa, Azienda Paci di Cetona, Tenuta Pentolina di Frosoni (Siena), Azienda Maoli di Roma, Consorzio agrario Sabino di Poggio Mirteto, Azienda Brunetti di Bologna, Azienda Guarzoni di Ravenna, Azienda Spalletti di Macerata, Azienda Marchetti di Roma, Azienda Miliani di Fiorano, Azienda Zampini di Formigana, Azienda Maciga di Ferrara, Azienda Ferrarsi di Ostra, Azienda Di Giacomo di Affida, Azienda Poch di Roma, Azienda Novelli Fara Sabina, Azienda Mauguri di Collescipoli, Azienda Marchesini di Cantalupo, Azienda Vecchi di Revere, Unione agraria di Sesto Fiorentino, Azienda Montanari di S. Arcangelo di Romagna, Azienda Gardini di Gatteo, Azienda “Le Perogole” di Borgo S. Lorenzo, Azienda Ravanelli di Ferrara, Azienda Bovi di Guarda ferrarese, Azienda Forti di Migliarino (Ferrara), Azienda Passerini di Copapri (Ferrara), Azienda Santini di Cesena, Azienda Mazzocchi di Cesena, Azienda Piragnoli di Castelbolognese, Azienda Fasanelli di Cassino, Azienda Bordelli di Ganzate, Azienda Sinibaldi di Osimo. Federazione agraria Casalese, Succursale di Alessandria, Azienda Bochirchio di Caluso, Azienda Muzzioli di Perugina, Azienda Piermarini di Montenano, Azienda Bolusco di Atina, Azienda Nisionna di Nibionno, Azienda Belloni di Buti (Pisa). 28, 1 Registro dei risultati raggiunti dal Carlotta Strampelli nei diversi campi di prova italiani. 28 pagine, 1916-1918. Il registro è diviso per regioni, e riporta i dati relativi alla produzione raggiunta per ettaro nei singoli campi e la media della provincia sia nel caso del seme originario che riprodotto. 28, 2 Appunti, elenchi vari, ricevute di spedizioni relativi al Carlotta Strampelli. 1916-1917 Contiene anche un quadernetto intestato “Denaro da rimborsare dalla gestione Carlotta Strampelli”. 28, 3 Corrispondenza proveniente da istituti agrari relativa alla sperimentazione del Carlotta. cc.18, 1918-1919. Contiene carteggi provenienti dal Consorzio agrario Bolognese, R. Scuola Pratica di Agricoltura di Imola, Consorzio Agrario cooperativo di Frosinone, Scuola Pratica di Agricoltura di Ancona, Consorzio Agrario Cooperativo di Bergamo, Consorzio delle Cattedre Ambulanti di Agricoltura per la provincia di Alessandria, Società Italiana per la fabbricazione dello zucchero indigeno di Roma, Comizio Agrario di Conselve, Società per la Bonifica dei terreni Ferraresi, Mobilitazione agraria della provincia di Parma, Consorzo agrario cooperativo di Parma, Cattedra Ambulante di agricoltura di Ferrara. 28, 4 Corrispondenza proveniente aziende agrarie private relativa ai risultati della sperimentazione del Carlotta Strampelli. cc.31, 1918-1919. Contiene carteggi provenienti dalle aziende: Principe Aldobrandini di Roma, Amministrazione Torlonia di Bologna, conte Arcelli Fontana di Piacenza, Triossi di Bologna, Brian di Felino (Parma), Mazzetti di Collecchiello di Collecchio (Parma), Calducci di Cesena, Tosi di S. Mauro di Romagna, Brunetti di Bologna, Sostegno di Budrio, Turina di Croata, Cavallara di Guarda Ferrarese, Mion di Carrara, Mecenati di Adria, Cotti di Grazzano Monferrato, Frascara di Sezzadio (Alessandria), Salvatori di Chianti (Pisa), Calmieri Nuti di Sovicille, Corsano di Monteroni D’Abbia, Goisis di Comunnuovo, Meroni di Milano, Trua di Soriano del Cimino, Ciucci di Terni, Rossetti di Foligno, Paoli di Cingoli, Gentili di S. Angelo in Vado, Isacco di Rogeno Brianza. 28, 5 Corrispondenza varia relativa ai risultati delle sperimentazioni del frumento Carlotta Strampelli. cc. 43, 1918-1919. 28, 6 Cartoline pre indirizzate per la risposta alla Stazione Sperimentale di Rieti diffuse tra aziende agrarie e privati che riportano sinteticamente i risultati delle sperimentazioni del frumento Carlotta. cc. 251, 1918-1919. 28, 7 “Esperimento di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nella tenuta di Lispida dei Sig. Conti Corinaldi” 1918, settembre 11. 1918. La relazione è allegata alla lettera di trasmissione dell’Amministrazione dei conti Corinaldi del 21 settembre 1918. 283 28, 8 “Relazione su prove di coltivazione con frumento Carlotta Strampelli di I riproduz.” Relazione a cura del Comizio agrario del circondario di Mondovì. 1918, novembre 1. Allegata minuta di risposta. 28, 9 “Resoconto sull’esperimento della coltura del Carlotta Strampelli”. Relazione mss a firma di A. Cavallotti. 1918, settembre 24. 28, 10 Relazione di D. Bruni sui risultati ottenuti presso la Scuola Pratica di Agricoltura di Pesaro nella sperimentazione del Carlotta Strampelli. cc.2, 1919, maggio 5. Allegato il ritaglio di un articolo pubblicato a firma dello stesso Bruni “Il frumento Carlotta Strampelli sperimentato nella nostra Scuola Agraria” in “L’ idea”, 20 luglio 1918. 28, 11 Pagina del giornale “L’Agricoltore Ferrarese” 1918 settembre 30. 1918. Riporta l’articolo “Frumento Carlotta Strampelli” 29, 1 “Risultati del Carlotta Strampelli” - Appunti, lettere, elenchi ecc. 1918-1919. 29, 2 Copia delle relazioni e segnalazioni più significative relative ai risultati del Carlotta Strampelli nei diversi campi di prova italiani. cc.252 datt., 1918-1919. 284 30, 1 “Vari trattamenti del seme. Affondatura sistema giapponese. Diverso orientamento delle file. Diversa distanza tra le file e diversa quantità di seme. File abbinate. Selezione Haiser”. cc.2, 1906-1910. 30, 2 “Barbabietole.Selezione iniziata nel 1908. Raccolto del 1910.Radici”. Registro di 34 pp., 1910. 30, 3 Appunti vari relativi alla coltivazione delle barbabietole. cc.10, 1911-1919. Contiene anche una lettera della Società Italiana per l’industria dello Zucchero Indigeno del 16 gennaio 1919. 30, 4 “Tipi che si sono distinti per produttività a Rieti” (e Leonessa) e dati vari sui raccolti in pagine di registro”. cc.40, 1912. 30, 5 “Produzioni anno 1912 e medie anni precedenti nei campi sperimentali di Foggia - Cagliari - Roma” Registro di 26 pagine, 1912. 30, 6 Registro delle vendite dei fagioli ed altri cereali. pp.5, 1916-1917. 30, 7 “Nota delle spese incontrate per i lavori di selezione e relative colture eseguite nel giardino e nell’orto dell’abitazione del sottoscritto (Nazareno Strampelli) negli anni 1917-1918”. 1917-1918. 30, 8 Schede intestate: “Rilievi alla raccolta”. cc.8, 1917(?). 30, 9 Appunti e grafici vari privi di altre indicazioni. cc.11, 1918(?). 30, 10 Carteggio tra Nazareno Strampelli e Guglielmo Iosa, direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Campobasso. cc.10, 1922. 30, 11 “Sardegna. Raccolto 1927”. Registro di 16 pagine, 1927. 30, 12 Disponibilità del frumento da seme a Rieti, Roma, Leonessa, Foggia e Cagliari Registro di 24 pagine e più fogli sciolti, 1928. 30, 13 “Prodotti unitari e medie delle principali razze di cereali”. Registro di 14 pagine, 1929-1930. 30, 14 “Richieste di frumento passate all’ARS”. Registro di 2 pagine, 1932. 30, 15 Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine Registro di 2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938. 30, 16 Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14 pagine, 1936. 30, 17 Appunti, schemi vari sulla sperimentazione delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. cc.13, 1937-1939. 30, 18 Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14 pagine, 1937. 30, 19 Risultati dei campi di orientamento. Registro di 18 pagine, 1937. 30, 20 “Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà” Registro di 18 pagine, 1937. 30, 21 Schemi dei risultati della sperimentazione delle patate a Badia Polesine. cc.2, 1938-1939. 30, 22 Risultati dei campi di orientamento e prova. Registro di 24 pagine. Allegate 3 lettere, 1938. 30, 23 “Osservazioni sulle patate”. Registro di 5 pagine. 1939. 30, 24 Frumenti in prova per l’iscrizione nel registro delle varietà elette. cc. 14, 1940-1941. 30, 25 Dati relativi all’esportazione del frumento da parte dell’ARS dal 1924 al 1940. 1940. 30, 26 Dati, relazioni e notizie relative al trattamento elettrico delle sementi con il sistema Riccioni. cc.22, 1941-1942. 285 30, 27 Relazione relativa alle prove collegiali effettuate dalla Stazione sperimentale di risicoltura e delle colture irrigue di Vercelli. cc.7 datt., 1941-1942. 30, 28 Decreto del Ministro dell’Agricoltura relativo all’inscrizione nel registro delle varietà elette di frumento in base all’art.6 della legge 28 aprile 1938 n. 512. cc.2 datt., 1942. 30, 29 Quadro riassuntivo dei risultati del campo di orientamento dei Lini di Badia Polesine. 1942 30, 30 “Attività svolte dalla stazione fitotecnica di Badia dalla sua fondazione” cc.6 datt., 1942. 30, 31 “Relazione riassuntiva sui risultati finora conseguiti dalla sperimentazione collegiali fini della battaglia del grano”. Relazione redatta dall’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. Agosto 1942 “ cc.42 datt., 1942. 30, 32 “Prove sperimentali delle varietà di grano Strampelli. Annata 1941-1942”. Sperimentazioni effettuate dalla Stazione sperimentale di risicoltura e delle colture irrigue di Vercelli. cc.4 datt., 1942. 30, 33 Dati relativi alle sperimentazioni effettuate nella stazione fitotecnica di Urbino. Registro di 16 pagine, 1942. 286 30, 34 Miscellanea, stampe, circolari, lettere varie ecc. 1920-1942. 31, 1 Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Villa Glori. 1926. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cremona, Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, il prodotto ottenuto per h., e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con l’inalettabile 96. 31, 2 Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Mentana. 1926. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Grosseto, Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, il prodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc. 31, 3 Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Ardito. 1926. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza, Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, il prodotto, medio minimo e massimo ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc. 31, 4 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1924-1925. 1924-1925. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basilicata e Sicilia. 31, 5 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1925-1926. 1925-1926. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise, Toscana, Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna. 31, 6 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1926-1927. 1926-1927. Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo e Molise, Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna. 31, 7 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1927-1928. 1927-1928. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Venezia Giulia e Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Sicilia, Colonie. Per le Colonie il campo di prova era gestito dall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica a Bengasi. 31, 8 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929. 1928-1929. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e Estero. Colonie: Ufficio Agrario di Mogadiscio (Somalia); Ufficio Agrario dell’Eritrea (Asmara); Colonia Libica. Fascio milanese Alfredo Banfi di Toera; Conte Ulderico Sottacasa di Tripoli; Direzione di Agricoltura del Governo di Rodi; Amm. Principe Paternò di Tripoli; Barone Saverio Polcra Bengasi (Cirenaica). Estero: Valence sur Rhone - Francia; Direzione dei servizi agricoli della Corsica; Prof. M. Saulescu, Accademia di Agricoltura della Romania; Prof. Basilio Desmirau. Istitut International d’agricolture; Prof. T. Roemer, Halle, Saale (Germania); Vice console d’Italia – Adona (Turchia); On. Alexsander Algin di Bucarest (Romania); Prof. Roaul Lamaire Roye (Somme) Francia; Dott. W. Bausse, Germania (delegato all’Istituto Internazionale di Agricoltura; SoleKcijas Staxija - Stendè (Lettonia); Don Carlos Eugui Barricola - di Pamplona (Spagna); Scuola d’agricoltura di Aiaccio, Corsica; Stazione di miglioramento delle piante - Prof. Papadakis - Larissa (Grecia); Commissariato per il Sud Africa Dott. A. Parastevopulos - Ipector de Colonisation - Atene (Grecia) Istitut pour l’amelioration des plantes - Wageninghen (Olanda); Prof. Egidio Gaetano Rebonato, Saltillo Coah (Messico); Conte N. Brettan di Tangeri; Station d’essais de semences, Prof. Emile Schribaux di Parigi; Dipartimento agricolo di Sidney (Australia); Dipartimento agricolo di Burma (India). 31, 9 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1929-1930. 1929-1930. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e Estero Colonie: Governo delle isole Egee - Rodi; Ufficio Agrario di Mogadiscio (Somalia); Ufficio Agrario dell’Eritrea (Asmara); Colonia Libica. Fascio milanese Alfredo Banfi - Toera; Ufficio 287 Agrario di Tripoli; Direzione di Agricoltura del Governo di Rodi; Prof. Stravros, Direz. Scuola Sup. di Agricoltura di Atene; Station central d’Amemoration del Plates de Grand Culture - Versailles (Francia) 31, 10 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1930-1931. 1930-1931. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania, Calabria Puglie, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Colonie, e Estero. 31, 11 Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1935-1936. 1935-1936. Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Venezia Tridentina, Veneto, Venezia Giulia, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, Toscana, Calabria, Campania, Puglie, Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna. 31, 12 “Date di raccolta e prodotto per ettaro di alcune delle nostre principali varietà degli ultimi dieci anni” 1925-1934. Lo schema riporta il prodotto per ettaro e la data di raccolta a Roma, Rieti, Foggia e Cagliari delle varietà, Mentana, Damiano, Villa Glori, Fanfulla, Roma, Terminillo, Carlotta, Virgilio, Catria, Cambio, Baionette, Nuria, Rieti 11, Cappelli, Aziziah 17-45, Dauno III, Roma B. 31, 13 Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 1936-1937. 1936-1937. Il quaderno riporta i risultati di 17 ibridazioni definite con i nomi dei “genitori” con le località di semina e le produzioni dal 1927 al 1935. 288 31, 14 Registro delle “Masse autunnali”. 1930. 31, 15 “Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al 1936-37”. 1927-1937. Per ogni varietà coltivata, selezioni, ibridi, orzi, segale ecc., viene riportato il numero di riferimento nel registro con il relativo anno. 31, 16 Dati riassuntivi dei raccolti delle diverse varietà sperimentate nei campi di orientamento di Rieti, Roma, Foggia. 1932. 31, 17 Risultati dei campi di orientamento del triennio 1932-1934. 1932-1934 31, 18 Riepilogo per regioni dei risultati dei vari campi di orientamento del triennio 1932-34. 1932-1934. 31, 19 Registro delle disponibilità dei frumenti. 1931. Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa. 31, 20 “Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà”. 1936. Il registro riporta le produzioni dal 1926 al 1936 con la relativa media per ettaro di 27 varietà di frumenti e orzi. 31, 21 Relazione delle prove con sitosfero. 1933. 31, 22 Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 1933-1934. 1933-1934. 31, 23 Registro delle disponibilità dei frumenti. 1934. Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa. 31, 24 Riepilogo del raccolto nei diversi campi. Anno agrario 1924-1935. 1934-1935. 31, 25 Registro delle disponibilità dei cereali da seme. 1935-1936. Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa, S. Angelo. 31, 26 Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 1934-1935 1934-1935. 31, 27 “Assegnazione di sementi per le colture (anno 1935-1936) di frumento da sottoporre al controllo per l’applicazione del marchio. 1935-1936. 31, 28 Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti ecc. 1936. 31, 29 Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti del 1937 ecc. 1937. 31, 30 Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti del 1938 ecc. 1938. 32 Schede relative alle produzioni di grani. 1932-1940. Le schede, probabilmente conservate in origine in uno schedario, riportano oltre all’indicazione del nome del prodotto sperimentato, la produzione per ettaro e le date di raccolta suddivise per i campi sperimentali di Rieti, Roma, Foggia, Cagliari, Leonessa e S. Angelo. 33, 1 Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1934-1935. 33, 2 Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1936. 33, 3 Nuove linee, appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1937. 33, 4 Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1938. 289 33, 5 Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1940. 33, 6 Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino. 1945. 33, 7 Lettere di Cirillo Maliani, responsabile della Stazione fitotecnica di Badia Polesine a Nazareno Strampelli. 1938-1941. Le lettere si riferiscono alle sperimentazioni sul Ricino che si svolgevano a Badia Polesine. Allegata “Relazione sugli studi e sulle ricerche eseguite dall’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, sul Ricino”. La relazione dattiloscritta, di 8 pagine con varie tabelle manoscritte, non è firmata ma, come si deduce in una lettera conservata nel fascicolo, è di Cirillo Maliani e fu redatta presumibilmente nel 1941. 33, 8 Tabelle riassuntive relative alle semine e raccolta del Ricino a Rieti e Badia Polesine. 1938-1939. 33, 9 “Riepilogo delle produzioni delle varietà` di orzi coltivati nei nostri campi sperimentali”. 1936. 33, 10 Appunti vari, schemi riepilogativi raccolti, rese degli ibridi ecc. 1940-1943. 33, 11 Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a S. Angelo Lodigiano 1938. 290 33, 7 Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a Rieti. 1936. 33, 8 Specchio riassuntivo dei risultati della sperimentazione delle varietà di granturchi. 1937. 33, 9 Appunti, elenchi e documenti vari relativi alla sperimentazione dei granturchi. 1937(?). 33, 10 Foglio intestato “Le distanze indicate per i seguenti nuovi granturchi” 2 copie datt., 1937(?). Riporta le indicazioni per la semina dei vari tipi di granturchi prodotti dalla Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti. 34, 1 Sperimentazione ricino. 1938-1939. 34, 2 Vendita prodotti, rimanenze ecc. 1930-1938. 34, 3 Elenchi di operai e appunti vari. 1930(?). 34, 4 Quadri riepilogativi dei risultati delle colture nei diversi campi sperimentali (Badia Polesine, S. Angelo ecc.). 1938-1939. 35, 1 Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale. 1942-1949. 35, 2 Corrispondenza varia. 1912-1951. 1934. Si tratta di 5 relazioni alle prove effettuate in Alta Montagna, fondovalle, alta collina dell’anfiteatro morenico eporediese, pianura delle alluvioni terrazzate, e pianura diluvionale. Le prove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 per iniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura della Provincia di Aosta. 35, 4 Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo. 1947. 36, 5 Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti Strampelli nella provincia di Como. 1934. Si tratta di una relazione relativa a due campi di orientamento impiantati in provincia di Como a Novate e Olmeda. Le prove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 per iniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura della Provincia di Como. 35, 3 Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria” 1912(?). 36, 1 Relazioni sulla diffusione dei grani Strampelli in Italia nel 1932. 1933. Il fascicolo contiene le relazioni, generalmente delle Cattedre Ambulanti d’Agricoltura relative alle superfici occupate dalle diverse qualità di frumenti Strampelli nelle province italiane. In modo specifico sono presenti le relazioni delle seguenti Cattedre Ambulanti di Agricoltura: Provincia di Genova, Provincia dell’Istria, Treviso, provincia di Belluno, provincia di Gorizia, Firenze, Parma, Vicenza, Frosinone, Trento, Cremona, Vercelli, Torino, Brescia, Alessandria, Imperia, Bergamo, Savona, La Spezia, Milano, Bolzano, Como, Enna, Catanzaro, Teramo, Terni, Pesaro, Siena, Pistoia, Pisa, Livorno 36, 2 Corrispondenza relativa all’inchiesta sulle superfici occupate dai grani Strampelli in Italia nel 1932. 1933. 36, 3 Foglio con appunti a matita relativo ad una sintesi dei dati raccolti circa la superficie occupata dai frumenti Strampelli in Italia. 1934(?). 36, 4 Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti Strampelli nella provincia di Aosta. 36, 6 Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti Strampelli effettuate dall’Istituto tecnico agrario di Todi. 1934. Le prove furono effettuate nel “campo catalogo” dell’istituto di Todi nell’anno agrario 1933-1934. 36, 7 Relazione di G. Nicolas, professeur de la Facultè de Sciences e direttore dell’Istituto agricolo dell’università di Toulose, circa la sperimentazione di frumenti in Francia. S.d. 1934(?). Della relazione in 6 pagine dattiloscritte, manca la prima pagina. 36, 8 Inchiesta sulle varietà di frumento coltivate in Italia. Relazioni degli Ispettorati provinciali di Agricoltura inviate all’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Rieti. 1947. L’iniziativa assunta dall’Istituto di Rieti era indirizzata a rilevare le varietà di frumento coltivate in Italia, misurando l’in291 cidenza delle varietà Strampelli. Nel fascicolo si trovano le relazioni degli Ispettorati Provinciali di Agricoltura di: Alessandria, Firenze, Ancona, Massa, L’Aquila, Arezzo, Ascoli Piceno, Asti, Avellino, Belluno, Benevento, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Caltanisetta, Campobasso, Como, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Forlì, Frosinone, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Lecce, Livorno, Lucca, Mantova, Matera, Milano, Modena, Napoli, Novara, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugina, Pesaro, Pescara, Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio Calabria, Roma, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Siracusa, Taranto, Teramo, Terni, Trento, Treviso, Udine, Varese, Vercelli, Verona, Vicenza, Viterbo. 36, 9 Elenco manoscritto degli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura. 1941. In rosa sono indicate le province da cui si erano ricevuti i dati, in giallo quelle di Foggia e Cagliari, in cui erano presenti stazioni fitotecniche dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, in verde la provincia di Rieti, e in bianco quelle che non avevano inviato relazioni. 36, 10 Piantina dell’Italia suddivisa per province con l’indicazione di quelle che nona vevano risposto all’inchiesta sulle varietà di frumento. 1947(?). 36, 11 Lettera di Ernesto Grifoni a Alviero Dionigi. 1947, marzo 12. Allegata la relazione di sintesi dell’inchiesta sulle varietà di frumento in Italia. Grifoni, al tempo responsabile della stazione fitotecnica di Foggia, trasmette a Alviero Dionigi a Rieti i risultati della sua elaborazione dei dati dell’inchiesta sulle varietà di frumento italiane e sull’incidenza che su queste avevano nel 1947 le varietà Strampelli. Il tentativo 292 dell’inchiesta era quello di misurare a un quindicennio dei dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura e a quelli riferiti dall’Inchiesta del Ciferri relativa al 1940 e pubblicata negli atti dell’Accademia dei Georgofili, le modificazioni avvenute nel campo della granicoltura nazionale. La relazione di Ernesto Grifoni, corredata da vari grafici, è di 25 pagine e rappresenta solo una prima sintesi dei materiali raccolti. 36, 12 Appunti contenenti uno schema di temi da trattare probabilmente redatto per la stesura di una relazione. cc.5. Le carte sono numerate da 3 a 10. 1937. 36, 13 Registro contenente le schede di fondi agricoli della valle reatina con le indicazioni del proprietario, del colono e delle caratteristiche del fondo. 1941. 37 Documentazione varia relativa ai ricoverati del terremoto del 1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione dei profughi ecc. 1915. Il presidente del comitato reatino era l’ on. Domenico Raccuini. Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato. 38 “Cattedra Sperimentale di granicoltura di Rieti. Riassunto dei risultati ottenuti durante il periodo quadriennale 1903-1904 della rotazione fissata nel campo dimostrativo per la concimazione indiretta del frumento”. 1903-1913. Schede individuali nelle quali è indicato il comune, il vocabolo e il nome del proprietario del fondo e i risultati delle sperimentazioni. Le schede vanno dal n. 1 al n. 55 39 Schede relative ai campi dimostrativi di concimazione chimica indiretta al frumento. 1903-1904. Le schede riportano la localizzazione del fondo, il proprietario, le spese sostenute per la coltivazione, il metodo seguito e i risultati ottenuti. 40, 1 Registro contenente l’elenco delle formule di concimazione per gli anni agrari 1903-1904 e 1904-1905. 1903-1905. 40, 2 Registro contenente l’elenco delle formule di concimazione per gli anni agrari 1905-1906 e 1906-1907. 1905-1907. 40, 3 Registro relativo alle foraggere leguminose. 1908-1918. Registro per ogni varietà riporta i dati dei termini del periodo di germinazione, dell’accestimento, della tallitura, della fioritura e della germinazione. 40, 4 Registro intestato “Appunti diversi di Dall’Aglio”. 1918-1922. Riporta dati relativi alle concimazioni e fogli con appunti su carta intestata dell’Associazioen Reatina Sementi. 40, 5 Tre registri intestati “Concimazioni 1903-1904”. 1903-1904. I registri, al fianco del n. dell’aiuola speriemtnale, riportano i dati e della formula di concimazione, dell’area uranifera dell’aiuola, e dei prodotti ottenuti con la proiezione ad ettaro. 40, 6 Registro intestato “Campo sperimentale di (Setteponti) Concimazioni. Anno agrario 1904-1905. 1904-1905. 40, 7 Registro intestato Campo Sperimentale (S. Pastore) Concimazioni 1905-1906. 1905-1906. 40, 8 Registro intestato “Campo Sperimentale. Concimazioni”. 1905-1906 40, 9 Due registri intestati “Comparazione delle medie. Azione del Manganese”. 1904-1906. 40, 10 Registro intestato “Anno agrario 1904-1905. Azione Potassica”. 1904-1905. 40, 10 Registro intestato “Medie delle produzioni per ciascuna formula. Anno agrario 1904-1905”. 1904-1905. 40, 11 Registro intestato “Anno 1904-05. Azione della calce di defecazione, del gelso, del silicato sodico e del carbonato di magnesio”. 1904-1905. 40, 12 Registro intestato. “Stallatico e concimazioni chimiche complete. 1904-1905”. 1904-1905. 293 40, 13 Tre registri intestati “medie delle produzioni per ciascuna formula”. 1904-1907. 43, 5 Frumento Attili n. foto 2 cm. 19x26 - 11x18. 42 Quattro registri relativi alle produzioni per ettaro delle diverse qualità di frumenti dell’Istituto. 1913(?). I registri riportano i dati della produzione ottenuta dall’anno dell’introduzione in poi con la suddivisione dei dati relativi alla varie stazioni fitotecniche. 43, 7 Frumento Ausonia n. foto 5 cm. 17x21 - 9,5x21 -13x21. 41 Registri vari relativi ai dati della raccolta dei granturchi a Rieti, Leonessa e Foggia dal 1913 al 1927. 1913-1927. FOTOGRAFIE 43, 1 Frumento Alalà n. foto 5 cm. 18x24. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 2 Frumento Augusta n. foto 3 cm. 13x22. 43, 3 Frumento Apulia n. foto 2 cm. 19x26 - 6,5x25. 43, 4 Frumento Ardito n. foto 9 cm. 12,5x25. 294 43, 6 Frumento Arnaldo n. foto 2 cm. 14x23 Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 8 Frumento Aziziak 17 45. n. foto 4 cm. 14x23. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 9 Frumento Baionette n. foto 1 cm. 20,5x26,5. 43, 10 Frumento Balbo (Italo) n. foto 5 cm. 17,5x25. 43, 11 Frumento Balilla n. foto 2 cm. 11x20. 43, 12 Frumento Bersagliere n. foto 1 cm. 10x24. 43, 13 Frumento Baudi (Comandante) n. foto 4 cm. 17x24. 43, 14 Frumento Bruno n. foto 5 cm. 16x20. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 15 Frumento Cancelli (Senatore) n. foto 5 cm. 16x26,5. 43, 16 Frumento Cantore n. foto 1 cm. 16,5x25. 43, 17 Frumento Cambio n. foto 1 cm.16,5x25. 43, 23 Frumento Calatafimi n. foto 4 cm. 19x26 - 12x22. 43, 24 Frumento Catone e Columella n. foto 7 cm. 19x26. 43, 25 Frumento Cervaro n. foto 3 cm. 19x26 - 11x25. 43, 26 Frumento Catria n. foto 3 cm. 13x21. Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico Cav. Luigi Leonardi. Rieti. 43, 18 Frumento Caprera n. foto 3 cm. 11x24. 43, 27 Frumento Cuboni n. foto 7 cm. 19x26 - 6,5x21. 43, 20 Frumento Carlotta n. foto 5 cm. 19x26 - 11x22. 43, 29 Frumento Dante n. foto 15 cm. 7x17 - 19x26. 43, 19 Frumento Catria n. foto 1 cm. 13x21. 43, 21 Frumento Caprera n. foto 1 cm. 19x26. 43, 22 Frumento Castelfidardo n. foto 2 cm. 19x26 - 15x24,5. 43, 28 Frumento Damiano n. foto 7 cm. 10x24. 43, 30 Frumento Dauno I - VI n. foto 6 cm. 19x26 - 12x25. 43, 31 Frumento Edda n. foto 3 cm. 14x23. 295 43, 32 Frumento Eia n. foto 5 cm. 16x24. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 33 Frumento Fabrini A. n. foto 1 cm. 18x24. 43, 34 Frumento Fanfulla n. foto 3 cm. 13x19. 43, 35 Frumento Fausto n. foto 4 cm. 9x21. 43, 36 Frumento Fieramosca n. foto 3 cm. 9x21. 43, 37 Frumento Fiume n. foto 9 cm. 19x26 - 14x22,5. 43, 38 Frumento Francesco n. foto 2 cm. 19x26. 43, 39 Frumento Luigia n. foto 1 cm. 19x26. 43, 40 Frumento Littorio n. foto 2 cm. 10x18. 296 43, 41 Frumento Garigliano n. foto 3 cm. 119x26 - 7x26. 43, 42 Frumento Goito n. foto 2 cm. 18x25 - 13,5x21 43, 43 Frumento Italo n. foto 3 cm.19x26 - 5x23. 43, 44 Frumento Libero n. foto 1 cm. 13x18. 43, 45 Frumento Littorio n. foto 3 cm. 8,5x21 - 10x18. 43, 46 Frumento Luigia n. foto 1 cm. 13x18. 43, 47 Frumento Marsala n. foto 3 cm. 8,5x24,5 - 19x24. 43, 48 Frumento Mendel n. foto 5 cm. 8x20. 43, 49 Frumento Mentana n. foto 3 cm. 17x26 - 8x26. 43, 50 Frumento Mentana Mutico n. foto 7 cm. 14x23. 43, 51 Frumento Novaro (Comandante) n. foto 5 cm. 16x24 43, 60 Frumento Stamura n. foto 3 cm. 16x17 43, 53 Frumento Palestro n. foto 2 cm. 19x26 - 9x20. 43, 62 Frumento Tevere n. foto 3 cm. 11x18. 43, 52 Frumento Nuria n. foto 4 cm. 13x22. 43, 54 Frumento Razza (Luigi) n. foto 2 cm. 18x24,5. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 43, 55 Frumento Riccio n. foto 2 cm. 18x26 - 6x17,8. 43, 61 Frumento Terminillo n. foto 4 cm. 16x26. 43, 63 Frumento Tilia n. foto 3 cm. 15x24. 43, 64 Frumento Tiriamo Dritto n. foto 1 cm. 14x23. Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico Cav. Luigi Leonardi”. Rieti. 43, 56 Frumento Rieti 745 n. foto 5 cm. 14, 5x22. 43, 65 Frumento Enrico Toti n. foto 2 cm. 17x24 - 9x20. 43, 58 Frumento Sabaudia n. foto 3 cm. 19x26 - 8x26. 43, 67 Frumento Tripolino n. foto 4 cm. 18x27 - 9x27. 43, 57 Frumento Roma n. foto 4 cm. 11x17,5. 43, 59 Frumento Sapri n. foto 2 cm. 6,5x27 - 18x27. 43, 66 Frumento Trieste n. foto 3 cm. 17x24 - 6x22. 43, 68 Frumento Trento n. foto 1 cm. 19x26. 297 43, 69 Frumento Varrone n. foto 1 cm. 18x27 - 9x21. 43, 70 Frumento Vettore n. foto 3 cm. 13x21. 43, 71 Frumento Villa Glori n. foto 2 cm. 11,5x17, 5. 43, 72 Frumento Virgilio. n. foto 4 cm. 11,8x22. 43, 73 Frumento Vittorio Veneto n. foto 1 cm. 19x26. 44, 3 Mais Potenziani (Principe) n. foto 1 cm. 23x33,5. 3 foto incollate su cartoncino. 44, 4 Mais Saverio e Ideale n. foto 2 cm. 19,8x25,5. 44, 5 Mais Saverio Strampelli n. foto 1 cm. 23x33,5. 3 foto Foto incollate su cartoncino. 44, 6 Foto di varietà di mais non identificato n. foto 19 misure varie 43, 74 Frumento Zara n. foto 3 cm. 19x26 - 12,5x20. 44, 7 Fotografie di piante di mais n. foto 29 misure varie. 44, 1 Mais Luigia Strampelli n. foto 2 cm. 23x33,5. 5 foto incollate su cartoncino. 44, 9 Orzo Aurora n. foto 6 cm. 16x26. 43, 75 Frumenti vari non identificati n. foto 38 misure varie. 44, 2 Mais Pioniere n. foto 1 cm. 23x33,5. 2 foto incollate su cartoncino. Contiene anche una pagina de “L’Italia Agricola” con due immagini a colori del mais Pioniere con la didascalia “Varietà di mais ottenute nella R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”. 298 44, 8 Orzi Alba e 24 maggio n. foto 2 cm. 19x26. 44, 10 Orzo Cappelli n. foto 4 cm. 19x26 - 9x26. 44, 11 Orzo Leonessa n. foto 7 cm. 9x26. 44, 12 Orzo Milazzo n. foto 7 cm. 19x26 - 9x26. 44, 13 Orzo Sabaudia n. foto 1 cm. 19x26. Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi” di Rieti. 44, 14 Orzo Sirente n. foto 9 cm. 19x24 - 13x21,5. 44, 15 Orzi Valle Olina e Avanguardia n. foto 2 cm. 19x26. 44, 16 Varietà di cotone n. foto 24 cm. 17x24 - 12x17,5. Foto varie di piante di cotone e del prodotto. 44, 17 Varietà di pomodori. n. foto 9 cm. 13x19,5. Si tratta delle varietà Fundania e Marrone. Sull’esterno della busta dello studio fotografico Leonardi, è riportata la scritta “Pomodori a forma di mela”. 45, 1 Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a Campomoro. L’edificio, vedute dall’esterno. n. foto 2 cm. 25x12,5 - 13x18. Foto Sansaini e Leonardi. 45, 2 Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a Campomoro. Laboratori. Esterni e interni. n. foto 14 cm. 18x26. In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti. 45, 3 Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a Campomoro. La collezione delle spighe. n. foto 8 cm. 18x26. 45, 4 Rieti. Sede dell’Associazione Reatina Sementi, poi Riproduttori Sementi. n. foto 2 cm. 18x26. 45, 5 Rieti. Il campo sperimentale vicino alla sede dell’Istituto. n. foto 20 cm. 18x26 - 13x18. In due casi si tratta di prove di pagine di una pubblicazione con didascalie in lingua francese. In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti. 45, 6 Rieti. Campo sperimentale di Piedifiume. n. foto 52 cm. 18x26. 45, 7 Rieti campi sperimentali della Torretta e di Terria. n. foto 5 cm. 18x26 - 13x18. In un caso una foto riporta la data 30 giugno 1924 e raffigura un campo coltivato con il “Carlotta Strampelli”. 45, 8 Rieti. Campo sperimentale danni subiti dall’alluvione del Velino. n. foto 16 cm. 18x26 - 13x18 - 7,5x3,5. Le immagini raffigurano il campo sperimentale sotto alla sede di Campomoro sommerso dalle acque in seguito ad una alluvione del Velino !923(?) Foto dello studio Fallerini di Rieti. 46, 1 Roma Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. Foto dell’edificio. n. foto 3 cm. 18x24. Ristampe recenti. 299 46, 2 Badia Polesine. Stazione fitotecnica. Campi vari (gano, ricino ecc.). n. foto 46 cm. 18x26 - 7x10. 46, 3 Foggia. Stazione Fitotecnica. Campi coltivati con il Mentana, Cappelli, Damiano, Villa Glori. n. foto 22 cm. 10,5x18. Le foto riportano sul verso la data del 1938. 46, 4 Località Varie. Leonessa, Pisa, Benevento n. foto 13 cm. 18x26 - 9x13. Alcune foto riportano date comprese tra il 1924 e il 1939. 46, 5 Microfotografie n. foto 36 cm. 6x9 - 13x18. 47, 1 Cartoncini e foto distribuiti in occasione delle Onoranze Nazionali a Nazareno Strampelli nel 1933. n. foto 4 cm. 25x35. Le foto sono stampate tipograficamente. Nei 4 esemplari del fascicolo, non sono incollate sul cartoncino. 47, 2 Fotografia della pergamena con cui il comune di Rieti concesse nel 1933 la cittadinanza onoraria a Nazareno Strampelli. n. foto 2 cm. 13x18. Una delle due foto è una stampa tipografica. 47, 3 Cartolina dell’A.R.S, Associazione Reatina Sementi. n. foto 1 cm. 9x14. La scritta “Reatina” è cancellata con un timbro che indica la nuova dizione “Riproduttori”. 300 47, 4 Foto di gruppo del sindacato lavoratori agricoli. n. foto 1 cm. 18x24. La foto riporta la data del 10 aprile 1927 e fu scattata in occasione della prima festa degli alberi a Poggio Fidoni (Rieti). 47, 5 Foto di Nazareno Strampelli. n. foto 9 cm. 10x24 - 7x10. Ritratti di Strampelli, Argentina, Castelporziano con il Re e Mussolini. (Tranne che in due casi si tratta di ristampe recenti). 47, 6 Foto dei funerali di Nazareno Strampelli. n. foto 13 cm. 18x24 - 9x13. 47, 7 Biglietti funebri ricordo di Luigia Ottaviani in Strampelli. n. foto 4 cm. 7,5x11. Luigia Strampelli era nata a Camerino nel 1843 e morì a Rieti nel 1914. 47, 8 Annuncio funebre e foto di Carlotta Strampelli sul letto di morte. n. foto 5 cm. 19x26 su cartoncino 25x31. Carlotta Parisani Strampelli morì il 12 marzo 1926. 47, 9 Foto con dedica a Strampelli di O. Correns. n. foto 1 cm. 11x16. La foto riporta come località Portici e la data 10 febbraio 1917. 47, 10 Foto studio Gino Caccia di Intra. n. foto 1 cm. 5,5x8,5. Montata su cartoncino. 47, 11 Foto della tomba di Nazareno Strampelli nel cimitero di Rieti. n. foto 3 cm. 9x13. Le foto sono custodite dentro una busta dello studio Leonardi di Rieti. 47, 12 Foto varie n. foto 106 Foto varie non identificate. 48, 1 Campo sperimentale di Rieti. n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 33x46,5. 48, 2 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45. Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino ad altre varietà allettate” Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti. 48, 3 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45. Didascalia manoscritta “A sinistra Carlotta e a destra altre varietà alettate” Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti. 48, 4 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45. 48, 5 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45. Didascalia manoscritta “Ardito ritto a confine con altre varietà allettate” Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti. 48, 6 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 29x24 su cartone 36x45. Didascalia manoscritta “Reparto sud del campo sperimentale (dopo la mietitura)” Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti. 48, 7 Rieti Piana reatina Campo di grano. n. foto 1 cm. 24x30 su cartone 38x33. Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino ad altre varietà alettate”. Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti. 48, 8 Rieti Piana reatina Campi di grano. n. foto 2 cm. 28x19,5 su cartone 36x45. 48, 9 Foto di una stele con l’indicazione. Rieti. Unione Produttori Grano da Seme. n. foto 1 cm. 22x32 su cartone 36x48,5. 48, 10 Foto di Gruppo n. foto 1 cm. 36x27 su cartone 64x47,5. Sul retro indicazione manoscritta: “Prof. Strampelli. Direttore Stazione di Agricoltura di Rieti”. 48, 11 Foto dello studio di Nazareno Strampelli a Rieti. n. foto 3 cm. 40x60. Foto Rinaldi e Bernardinetti di Rieti (anni ’60). 301 LASTRE FOTOGRAFICHE di vari formati dal 10x15 al 20x30 49-66 Lastre fotografiche di vetro Si tratta di foto dei grani ripresi in laboratorio con lastre che poi venivano stampate a contatto CARTE TOPOGRAFICHE E VARIE 67, 1 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Parte a sud della strada di colle. Varietà. 67, 2 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 8. Semine a diverse epoche e profondità e diverso orientamento delle file ecc. 67, 6 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Pianta generale. 67, 7 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 6.Parte a sud. Masse ibridi 1905. 67, 8 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Varietà. Parte a nord della strada di colle. 67, 9 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1907-1908. Reparto 2. Selezioni. 67, 3 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 7. Selezione. 67, 10 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1907-1908. Reparto 4. Semina differenti specie. Spighe ibridi 1906. Cesti Herisson x Rieti 1904. 67, 4 Pianta del Campo sperimentale - Torretta cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 5. Masse 1904. 67, 11 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1907-1908. Reparto 6. Masse ibridi 1904. 67, 5 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 6. Ibridi e varietà di granturchi. Parte a nord. 67, 12 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 3. Spighe e masse Herisson x Rieti 1904. 302 67, 13 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 9-10-11, Consociazioni, Concimazioni, Rotazioni, Culture elettriche. Pianta policroma 67, 14 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 2. Ibridi 1906. Spighe e masse Rieti x Herisson. Spighe ibridi 1905. Messe Herisson x Rieti. Frumenti inviatici e vari. 67, 15 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1907-1908. Reparto 5. Ibridi 1907 da 1 a 22. Masse ibridi 1906 da 1 a 30. Cesti ibridi 1904 da 25 a 30. Cesti ibridi 1905 da 43 a 82. Cesti Herissono x Rieti (1904). 67, 16 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1907-1908. Reparto 1. Lungo il fosso martino. Cesti ibridi 1904. e 1905. 67, 17 Pianta del Campo sperimentale - Torretta. cm. 66x48. Anno agrario 1906-1907. Reparto 4. Spighe ibridi 1904. Pianta firmata da G. Dall’Aglio. 67, 18 Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore. cm. 66x48 Foglio 1. 67, 19 Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore. cm. 66x48. Foglio 2. 67, 20 Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore. cm. 66x48. Foglio 3. 67, 21 Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore. cm. 66x48. Foglio 4. 67, 22 Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore. cm. 66x48 Foglio 5 67, 23 Pianta del campo sperimentale della tenuta Comunali. cm. 66x48. Campo sperimentale di concimazione su barbabietole. 67, 24 Campo sperimentale istituito al feudo della Puglia presso Foggia cm. 66x48. Anno agrario 1911-12. Ripartizione del fondo. 67, 25 Pianta della masseria Manfredini di Foggia. cm. 66x48. Suddivisione del fondo. 67, 26 Pianta del Campo sperimentale di Roma. cm. 32x24 Anno agrario 1921-1922. Pianta delle semine. Pianta ripiegata con copertina, 67, 27 Pianta catastale di Campoloniano (Rieti). 303 cm. 66x48. Con l’indicazione della “… parte che intende acquistare la R. Stazione”. 67, 28 Pianta del campo sperimentale di S. Gemiliano. 1933-1934. cm. 67x35. Nello stesso foglio pianta del Campo catalogo S. Michele. 1933-34. 67, 29 Planimetrie, cianografie e piante varie relative all’Azienda S. Pastore (Rieti). Riporta anche la suddivisione dell’azienda in base al sistema di conduzione. All. documenti del 1964. 304 67, 30 Pianta dell’azienda agraria di Foggia. cm. 42x30. Piano delle Semine 1941-42. Pianta policroma. 67, 31 Fascicolo con piante varie del Campo sperimentale di Rieti. Piante di vari anni fino al 1948. 67, 32 Piante di vari fondi non identificati. Spesso si tratta di schizzi appena abbozzati. 67, 33 Disegno raffigurante il percorso scientifico dell’ibridazione. cm. 66x48. PARTE SECONDA L’Archivio della Cattedra Ambulante, poi Stazione Sperimentale di Granicoltura Elenco di consistenza Il primo numero è quello progressivo, il secondo indica la busta CATTEDRA AMBULANTE DI GRANICOLTURA n. 1 1 1 1 2 2 3 3 3 3 3 4 Busta n. 715 715 715 715 8 8 716 716 716 716 716 717 5 5 5 5 6 6 6 f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. 1 2 3 4 1 2 1 2 3 4 5 1 718 718 718 718 720 f. f. f. f. f. 2 3 4 5 1 720 720 f. 2 f. 3 Corrispondenza in partenza Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in partenza Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in partenza Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in partenza Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in partenza Copialettere Ricevute di pagamento Contiene tra l’altro una fattura dell’Ufficio tecnico romano per l’acquisto di 4 qualità di frumenti dell’8 novembre 1903 e un’altra della ditta Vilmorin Andrieux di Parigi per l’acquisto di 57 varietà diverse di grano da 1 Kg. Ciascuna del 4 novembre 1903 Ricevute di pagamento Ricevute di pagamento Ricevute di pagamento Ricevute di pagamento Minuta di regolamento della Cattedra Sperimentale di Granicoltura di Rieti s.d. Registro delle “somme incassate” Registro delle entrate e uscite 1903 1903 1904 1904 1905 1905 1906 1906 1907 1907 1907 1903 1904 1905 1906 1907 1903 1903 1903 305 6 6 6 6 7 7 7 7 7 8 720 720 720 720 721 721 721 721 721 291 f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. 4 5 6 7 1 2 3 4 5 1 Libro giornale delle spese Protocollo della corrispondenza Protocollo della corrispondenza Protocollo della corrispondenza Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito Registro delle domande delle macchine e degli strumenti agrari Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito Registri di carico e scarico dei beni mobili 1903 1903 1906 1907 1904 1904 1905 1905 1906 1906 STAZIONE SPERIMENTALE DI GRANICOLTURA 9 9 10 10 11 11 12 12 12 13 13 14 14 15 15 15 15 6 6 7 7 5 5 150 150 150 151 151 10 10 2 2 2 2 15 15 2 2 15 15 15 16 2 2 2 4 306 f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. 1 2 1 2 1 2 1 2 3 1 2 1 2 3 4 5 6 f. f. f. f. 9 10 11 1 f. 7 f. 8 Corrispondenza in arrivo 1908 Corrispondenza in partenza 1908 Corrispondenza in arrivo 1909 Corrispondenza in partenza 1909 Corrispondenza in arrivo 1910 Corrispondenza in partenza 1910 Corrispondenza in arrivo 1911 Corrispondenza in partenza 1911 Copialettere (r) 1911 Corrispondenza in arrivo 1912 Corrispondenza in partenza 1912 Corrispondenza in arrivo 1913 Corrispondenza in partenza 1913 “Magazzino di Leonessa” Appunti a matita sul magazzino di Leonessa s.d 1913? Pratica relativa alle “pecore di Frisia” 1913 Appunti relativi allo statuto dell’Unione Grano da Seme di Rieti s.d. Concessione di una medaglia d’oro per meriti agrari all’Unione Grano da seme 1910 di Rieti. Corrispondenza con l’on. Solidati Vendita del Trifoglio Alessandrino 1911 Contratti per la coltivazione del frumento Carlotta Strampelli 1918 nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordeponti ecc.) Bollette e ricevute varie 1917 Pratiche esonero servizio militare 1917-1918 Corrispondenza non protocollata 1918 Corrispondenza in arrivo dal n. 2800 a 3271 1914 16 17 18 4 44 722 f. 2 f. 1 f. 1 18 722 f. 2 18 722 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 19 19 19 19 19 19 1 f. 3 Corrispondenza in partenza dal n. 2217 al n. 2800 Corrispondenza in partenza “Repertorio degli atti stipulati dalla R. Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti eretta in ente autonomo con la legge dell’8 giugno 1911” Registro di 19 ff. numerati. Registri delle macchine e strumenti agrari. 5 registri Biblioteca. Registro d’ingresso dei libri, schede, elenco libri non inventariati, appunti vari. CAT. I CAT. I CAT. II - A CAT. II - A CAT. II - B CAT. II - B CAT. II - C CAT. II - C f. f. f. f. f. f. f. f. CAT. II - D CAT. II - E f. 10 f. 11 CAT. II - D CAT. II - E 1 2 3 4 5 6 7 8 f. 9 f. 12 CAT. III - A B f. 13 CAT. III C CAT. IV A CAT. IV A CAT. IV B CAT. V - ABCDE CAT. V - ABCDE CAT. V - AB CAT. V - AB CAT. I f. 14 f. 15 f. f. f. f. f. f. f. 18 17 18 19 20 21 1 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura Corrispondenza varia Corrispondenza varia Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo “Ministro Raineri” prodotto a Leonessa Acquisto - attrezzature – arrivi Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie Acquisto - attrezzature - partenze Contiene corrispondenza con vari istituti agrari, ordini di frumento, lenticchie ecc. Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e con i comuni del circondario di Rieti Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. Corrispondenza varia 1915 Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate al Campo sperimentale di Foggia Campo di Foggia Corrispondenza in partenza Miscellanea Miscellanea Miscellanea Campo sperimentale di Leonessa. Contabilità Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 1914 1914 1915 1910 s.d (1910) 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1915 1916 307 CAT. I CAT. II - A CAT. II - A CAT. II - B CAT. II - B CAT. II - C f. f. f. f. f. f. 2 3 4 5 6 7 20 20 20 20 20 20 1 1 1 1 1 1 20 20 1 1 20 20 1 1 20 1 20 1 20 1 CAT. III C f. 14 20 1 CAT. III C f. 14 20 1 CAT. III C f. 15 20 1 CAT. III C f. 16 308 CAT. II - C CAT. II - D CAT. II - D CAT. II - E CAT. II - E f. 8 f. 9 f. 10 f. 11 f. 12 CAT. III - A - B f. 13 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza varia - partenze 1916 Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze Corrispondenza con privati - arrivi Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita Corrispondenza con privati - partenze 1916 Acquisto - attrezzature – arrivi Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie Acquisto - attrezzature - partenze Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. Corrispondenza varia - arrivi Lettere provenienti da Scuole pratiche di agricoltura. Generalmente contengono richieste del frumento “Carlotta” per poterlo sperimentare. Allegata una copia del giornale “La Sesia. Giornale della città e del circondario di Vascelli” del 13 ottobre 1916 che riporta l’articolo di N. Novelli “Il frumento Carlotta Strampelli” nei terreni irrigui - risicali. Riporta anche una relazione della Cattedra ambulante di agricoltura per la provincia di Siena sui risultati del frumento “Carlotta” messo a confronto con altri frumenti Corrispondenza varia - partenze Minute di lettere di richiesta di invio dei risultati delle sperimentazioni del frumento “Carlotta” effettuate da varie Cattedre ambulanti di agricoltura italiane. Corrispondenza varia - arrivi Richieste di acquisto del frumento “Carlotta” provenienti da aziende agrarie, Comizi agrari, Cattedre ambulanti ecc. Corrispondenza varia - partenze Lettere indirizzate a istituzioni varie. Contiene la minuta della relazione inviata il 6 luglio 1916 all’Unione produttori grano da seme, con cui l’Istituto fissa le condizioni per la moltiplicazione del frumento “Carlotta”. 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 1916 CAT. III C 1 1 CAT. III C CAT. IV A f. 17 20 20 1 1 CAT. IV A CAT. IV B f. 20 f. 21 20 20 1 1 CAT. IV B CAT. V B f. 21 f. 22 20 1 CAT. V B f. 23 21 21 21 3 3 3 CAT. I CAT. I CAT. II - A f. 1 f. 2 f. 3 20 1 20 20 f. 18 f. 19 Corrispondenza varia - arrivi 1916 Corrispondenza proveniente da enti e organismi agrari vari. Corrispondenza varia - partenze 1916 Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - Arrivi 1916 Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia. Relazioni e note del responsabile del campo, Adamo Martellucci. Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze 1916 Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi 1916 Relazioni e documentazione contabile proveniente dal campo sperimentale di Leonessa. In modo particolare si tratta di brevi relazioni e note del guardiano del campo Chiaretti. Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze 1916 Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - arrivi 1916 Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani della Regia Stazione Sperimentale di Granicoltura. In particolare le relazioni si riferiscono alla sperimentazione del frumento Carlotta Strampelli. - Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli 31-8-1916. - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” di Voghera 26-8-1916. - Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli 28-8-1916. - Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura della provincia di Ancona in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10 agosto 1916. (all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate). - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Torino, in Calluso sul frumento Carlotta Strampelli 31-7-1916. - Relaz. della Scuola pratica di viticoltura e enologia in Avellino 4-7-1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola. 18-7-1916. - Rel. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena 24 luglio 1916. - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova 21-7-1916. - Relaz della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino 28 luglio 1916. - Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo 29-7-1916. - Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi di Siena 19 luglio 1916. - Relaz. della scuola pratica di agricoltura di Imola 18 luglio 1916. - Relaz della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ferrara 17 maggio 1916 Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - partenze 1916 Richieste dei risultati delle prove sperimentali del frumento Carlotta Strampelli indirizzate a vari istituti agrari italiani. Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi 1917 Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze 1917 Corrispondenza varia - arrivi 1917 309 CAT. II - A CAT. II - B CAT. II - B CAT. II - C 3 CAT. II - C f. f. f. f. 21 21 21 3 3 3 CAT. II - D CAT. II - D CAT. II - E f. 9 f. 10 f. 11 21 3 21 3 21 21 21 21 21 3 3 3 3 3 22 22 22 22 22 22 22 9 9 9 9 9 9 9 22 21 21 21 21 3 3 3 3 21 CAT. II - E 4 5 6 7 f. 8 f. 12 CAT. III - A B f. 13 CAT. III C CAT. III C CAT. IV B CAT. IV B CAT. IV B f. f. f. f. f. 9 CAT. II - C f. 8 22 9 CAT. II - D f. 9 22 22 9 9 CAT. II - D CAT. II - E f. 10 f. 11 310 CAT. I CAT. I CAT. II - A CAT. II - A CAT. II - B CAT. II - B CAT. II - C 14 15 16 17 18 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 Corrispondenza varia - partenze Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze Corrispondenza con privati - arrivi Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita Corrispondenza con privati - partenze Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo “Ministro Raineri” prodotto a Leonessa Acquisto - attrezzature - arrivi Acquisto - attrezzature - partenze Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari. Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza varia - partenze Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze Corrispondenza varia non protocollata Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza varia - partenze Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze Corrispondenza con privati - arrivi Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita Corrispondenza con privati - partenze Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa Acquisto - attrezzature - arrivi Corrispondenza prevalentemente di carattere contabile relativa ad attrezzature agricole. Acquisto - attrezzature - partenze Corrispondenza varia - arrivi 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1917 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 22 9 CAT. II - E 22 9 CAT. III - A B f. 13 22 9 CAT. III C f. 14 22 22 22 22 23 23 23 23 23 23 23 9 9 9 9 15 15 15 15 15 15 15 23 15 CAT. II - C 23 15 CAT. II - D f. 8 23 23 23 15 15 15 CAT. II - D CAT. II - E CAT. II - E 23 15 CAT. III - A B f. 13 CAT. IV A CAT. IV A CAT. IV B CAT. IV B CAT. I CAT. I CAT. II - A CAT. II - A CAT. II - B CAT. II - B CAT. II - C f. 12 f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. f. 15 16 17 18 1 2 3 4 5 6 7 f. 9 f. 10 f. 11 f. 12 Corrispondenza varia - partenze Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e con alcuni comuni del circondario di Rieti Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento: Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. In particolare: relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma “Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia. Corrispondenza varia - arrivi Contiene richieste di acquisto dei grani della Stazione Sperimentale Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza varia - partenze Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze Corrispondenza con privati - arrivi Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita Corrispondenza con privati - Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa Acquisto - attrezzature - arrivi Corrispondenza prevalentemente di carattere contabile relativa ad attrezzature agricole. Acquisto - attrezzature - partenze Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza varia - partenze Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e con alcuni comuni del circondario di Rieti Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento. 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1918 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 311 23 23 23 23 23 24 25 26 15 15 15 15 15 16 17 18 26 18 26 18 27 11 27 11 27 11 27 11 27 11 28 12 28 12 28 12 28 12 28 12 312 CAT. III C CAT. IV A CAT. IV A CAT. IV B CAT. IV B f. f. f. f. f. f. f. f. 14 15 16 17 18 1 1 1 f. 1 f. 1 Categoria “V” f. Varie Categoria “V” f. Varie Categoria “V” f. Varie Categoria “V” f. Varie Categoria “V” f. Varie Cat. “VP” f. Vendita prodotti Cat. “VP” f. Vendita prodotti Cat. “VP” f. Vendita prodotti Cat. “VP” f. Vendita prodotti Cat. “VP” f. Vendita prodotti 1 2 In particolare relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma “Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia. Corrispondenza varia - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze Corrispondenza varia Corrispondenza varia Corrispondenza varia Corrispondenza in arrivo senza protocollo e protocollata fino al n. 6987 Corrispondenza varia Corrispondenza in arrivo dal n. 7801 al n. 8419 Corrispondenza varia Corrispondenza in arrivo dal n. 6988 al n. 7800 cl.1 - Corrispondenza con vari ministeri 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 5 cl. 5 - Corrispondenza con fornitori 4 1 2 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 1 - Corrispondenza con ministeri 3 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 5 cl. 5 - Corrispondenza con ministeri 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1919 1920 1920 1920 1920 1920 1920 1920 1920 1920 1920 29 13 29 13 29 13 29 13 29 13 29 13 29 13 30 14 30 14 Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “ E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1920 cl. 2 - Corrispondenza con associazioni 1920 f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con privati 1920 f. 4 cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazioni di frumenti 1920 cl. 6 - Quadro riepilogativo dei campi di orientamento per frumento 1920 f. 2 f. 5 f. 6 f. 7 Cat. “E.M.” f. 1 Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. 2 Esperienze Mais cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei campi di orientamento e campi di prova 1920 cl. 7 - Relazioni sui risultati ottenuti: 1920 Relazioni sui risultati ottenuti nei campi sperimentali: sf. 1 - Provincia di Padova, sf. 2 - Province di Bergamo e Brescia, sf. 3 - Province di Pesaro, Ascoli Piceno e Macerata, sf.4 - Provincia di Ancona, sf. 5 - Provincia di Rovigo, sf. 6 - Provincia di Mantova, sf. 7 - Provincia di Forli, sf. 8 - Provincia di Ravenna, sf. 9. Provincia di Como, sf. 10 - Provincia di Alessandria, sf. 11 - Province di Siena e Pisa, sf. 12 - Provincia di Piacenza, sf. 13 Provincia di Verona, sf. 14 - Province di Firenze, Arezzo e Lucca, sf. 15 - Provincia di Pavia, sf. 16 - Provincia di Perugia, sf. 17 Provincia di Grosseto, sf. 18 - Rimini, sf. 19 - Provincia di Reggio Emilia, sf. 20 - Provincia di Genova e Porto Maurizio, sf. 21 - Provincia di Livorno e Lucca, sf. 22 - Provincia di Milano, sf. 23 - Provincia di Treviso e Venezia, sf. 24 - Provincia di Modena, sf. 25 - Provincia di Parma, sf. 26 - Provincia di Bologna, sf. 27 - Provincia di Ferrara, sf. 28 - Provincia di Torino, sf. 29 - Provincia di Cremona, sf. 30 - Provincia di Roma, sf. 31 - Provincia di Udine, sf. 32 - Provincia di Vicenza cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1920 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1920 313 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 30 14 31 31 12 12 31 31 31 31 31 32 12 12 12 12 12 20 32 20 32 20 32 20 314 Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat. “E.M.” f. Esperienze Mais Cat.”I.G.” f. Istituto di Genetica Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “V” - varie f. Cat. “V” - varie f. Cat. “V” - varie f. Cat. V f. Cat. “V” - varie f. Cat. “V” - varie f. Cat. “V” - varie f. Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1920 5 cl. 5 - Articoli di giornale 1920 4 6 7 8 9 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 6 - Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo cl. 7 - Quadro dei campi di orientamento granturchi cl. 8 - Indirizzario spedizione granturchi 1920 1920 1920 1920 10 cl. 1 - Corrispondenza e documentazione varia relativa all’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura cl. 2 - Corrispondenza con Ministeri 1920 12 cl. 4 - Corrispondenza con associazioni 1920 11 13 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 1 - Corrispondenza con vari ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni cl. 4 - Corrispondenza con privati 1920 1920 1920 1921 1921 1921 1921 1921 1921 1921 1921 1921 1921 1921 32 20 32 20 32 20 32 20 32 20 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 33 21 Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito 5 cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1921 cl. 2 - Corrispondenza con associazioni 1921 7 cl. 3 - Corrispondenza con privati 1921 8 cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazioni di frumenti 1921 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1921 6 9 1 2 3 4 5 6 7 8 cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei campi di orientamento e di prova 1921 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1921 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1921 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri cl. 2 - Campo sperimentale di Foggia cl. 3 - Campo sperimentale di Roma cl. 4 - Corrispondenza varia 9 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 11 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 10 12 1921 1921 1921 1921 1921 1921 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1921 cl. 4 - Corrispondenza con fornitori 1921 1921 315 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 29 34 35 29 30 35 30 35 30 35 30 316 Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1922 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1922 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922 3 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1922 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922 7 9 10 11 12 13 14 1 2 3 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 5 - Corrispondenza con l’estero cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922 1922 1922 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1922 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1922 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1922 1922 1922 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1922 cl. 4 - Corrispondenza con fornitori 1922 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1922 35 30 35 30 35 30 35 30 36 36 36 36 36 36 36 37 61 61 61 61 61 61 61 31 37 31 37 31 31 37 37 31 37 31 37 31 37 31 37 31 37 31 Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 6 8 1 2 3 4 5 6 7 1 1922 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1922 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1922 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1922 1922 1922 1922 1922 1922 1922 1922 1923 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1923 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1923 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1923 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923 7 9 10 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 5 - Corrispondenza con l’estero cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923 1923 1923 317 37 31 37 31 37 37 38 31 31 32 38 32 38 32 38 32 39 33 39 33 39 33 39 33 40 64 40 64 40 64 40 64 41 69 41 69 41 69 41 69 42 27 318 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “I.G” f. Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat. “D” f. Regio Deposito Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais 11 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1923 13 14 1 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1923 1923 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923 1 cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri 1923 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 12 2 4 2 4 1 2 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi cl. 4 - Corrispondenza con fornitori cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1923 1923 1923 1923 1923 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1923 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1 1923 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 6 8 1923 1923 cl. 4 - Corrispondenza con privati 7 1923 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 4 5 1923 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1923 1923 1923 42 27 42 27 42 27 42 27 42 27 42 27 42 27 42 27 42 27 43 28 43 28 43 28 43 28 44 44 44 44 44 44 44 44 44 152 152 152 152 152 152 152 152 26 44 26 Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Maisf Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti 2 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1924 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924 3 5 6 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1924 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1924 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 9 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 8 1924 1924 1924 10 cl. 5 - Varie 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1924 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924 1 3 4 1 2 3 4 5 6 7 8 1 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1 - Corrispondenza con ministeri vari 2 - Corrispondenza con Istituti, cattedre ecc 3 - Corrispondenza con Associazioni, uffici governativi ecc, 4 - Corrispondenza con privati 5 - Fornitori 6 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 7 - Campo di Leonessa 8 - Estero cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 1924 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1924 319 44 26 44 26 44 26 45 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 44 22 320 Cat. “E.F” f. 3 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 4 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 5 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 1 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 2 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 3 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 4 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 5 Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. 6 Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. 7 Esperienze Mais Cat. “E.M” f. 8 Esperienze Mais Cat. “E.M” f. 9 Esperienze Mais Cat. “E.M” f. 10 Esperienze Mais Cat. “E.M” f. 11 Esperienze Mais Cat. “I.G” f. 12 Istituto di Genetica cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1924 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1924 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1924 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1925 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1925 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925 cl. 5 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazioni di frumenti 1925 cl. 6 - Corrispondenza con l’estero 1925 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1925 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 5 - Corrispondenza con l’estero cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925 1925 1925 44 22 44 22 44 22 44 22 46 23 46 23 46 23 46 23 47 47 47 47 48 48 48 49 24 24 24 24 25 25 25 34 49 34 49 34 49 34 49 34 49 34 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais 13 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1925 15 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1925 14 16 1 2 3 4 1 2 3 4 1 2 3 1 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricolturae altri ministeri 1925 1925 1925 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1925 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1925 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1925 1925 1925 1925 1925 1925 1925 1926 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1925 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1926 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1926 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1926 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1926 321 49 34 49 34 49 34 49 34 49 34 49 34 49 34 49 34 50 35 50 35 50 35 50 35 51 51 51 51 52 52 52 53 37 37 37 37 38 38 38 55 53 55 53 55 322 Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti 7 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1926 9 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1926 8 10 11 12 13 14 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1926 1926 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1926 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1926 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 5 - Varie 1926 1926 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1926 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1926 1926 1926 1926 1926 1926 1926 1927 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1927 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1927 2 4 1 2 3 4 1 2 3 1 1926 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1926 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1926 53 55 53 55 53 55 53 55 53 55 53 55 53 54 55 56 54 56 54 56 54 56 55 55 55 55 55 55 55 56 57 57 57 57 57 57 57 40 56 40 56 40 56 40 56 40 Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1927 6 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1927 5 7 8 9 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1927 1927 1927 1927 10 1 cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1927 5 6 7 8 9 10 11 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1928 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1928 2 4 2 4 5 1927 1927 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1927 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana cl. 5 - Varie 1927 1928 1928 1928 323 57 39 57 39 57 39 57 39 57 39 57 39 57 39 57 39 57 39 58 41 58 41 58 41 58 41 59 59 59 59 60 60 60 61 42 42 42 42 43 43 43 58 324 Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.F” Esperienze Frumenti Cat. “E.M” Esperienze Mais Cat. “E.M” Esperienze Mais Cat. “E.M” Esperienze Mais Cat. “E.M” Esperienze Mais Cat. “E.M” Esperienze Mais Cat. “V.P” Vendita Prodotti Cat. “V.P” Vendita Prodotti Cat. “V.P” Vendita Prodotti Cat. “V.P” Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “V” - Varie Cat. “E.F” Esperienze Frumenti f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928 f. 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1928 f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1928 f. 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928 f. 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1928 f. 6 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1928 f. 8 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928 f. 7 f. 9 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1928 1928 f. 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri f. 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1928 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1929 f. 2 f. 4 f. f. f. f. f. f. f. f. 1 2 3 4 1 2 3 1 1928 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1928 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1928 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 61 58 62 59 62 59 62 59 62 59 63 63 63 63 63 63 63 64 64 60 60 60 60 60 60 60 52 52 Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1929 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1929 6 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 5 7 9 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1929 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 10 cl. 5 - Varie 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 11 2 3 4 1 2 3 4 5 6 7 1 2 cl. 6 - Estero 1929 1929 1929 1929 1929 1929 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1929 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1929 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1930 1930 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1929 325 64 64 64 64 64 64 65 52 52 52 52 52 52 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 65 62 326 Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 3 4 5 6 7 8 1 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc. cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1930 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1930 .4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1930 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930 8 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 7 9 10 11 12 13 14 1930 1930 1930 1930 1930 1930 1930 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1930 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1930 1930 1930 1930 1930 1930 65 62 65 62 66 63 66 63 66 63 66 63 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 67 45 68 46 68 46 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti 15 cl. 5 - Varie 1930 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1930 16 2 3 4 1 Stazione fitotecnica di Cagliari cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1930 1930 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1930 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1930 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1931 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1931 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1931 5 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 7 9 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1931 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1931 10 cl. 5 - Varie 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1 1931 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1931 1931 1931 1931 327 68 46 68 46 69 69 69 69 69 69 69 70 47 47 47 47 47 47 47 48 70 48 70 48 70 48 70 48 70 48 70 48 70 48 70 48 70 48 71 49 71 49 328 Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “E.M” f. Esperienze Mais Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1931 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1931 1931 1931 1931 1931 1931 1931 1932 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 2 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1932 3 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1932 4 cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi 1932 1 2 3 4 5 6 7 1 1931 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1932 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1932 6 8 9 10 1 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1932 1932 1932 1932 1932 1932 71 49 71 49 71 49 72 50 73 73 73 73 73 73 73 74 74 74 74 74 74 74 74 75 51 51 51 51 51 51 51 53 53 53 53 53 53 53 53 65 75 65 75 65 75 65 75 65 75 65 76 54 Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1932 5 cl. 5 - Richieste di frumenti dall’estero 1932 4 1 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 8 1 cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 6 - Vendita prodotti. Richieste varie 1932 1932 1932 1932 1932 1932 1932 1933 1933 1933 1933 1933 1933 1933 1933 1933 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1933 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 5 6 1 1932 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc. cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 2 3 1932 cl. 5 - Varie Stazione fitotecnica di Cagliari cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1933 1933 1933 1933 1933 329 76 54 76 54 76 54 76 54 77 77 77 77 77 77 77 77 78 66 66 66 66 66 66 66 66 67 78 67 78 67 78 67 78 67 78 67 78 67 330 Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “E.F” f. Esperienze Frumenti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. Sp f. Sperimentazione prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e Uffici governativi 1933 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1933 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1933 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1933 1 2 3 4 5 6 7 8 1 cl. 8 - Corrispondenza con l’estero cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934 1934 1934 1934 1934 1934 1934 1934 1934 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1934 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1934 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1934 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1934 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934 3 7 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1934 78 67 78 67 78 79 67 68 79 68 79 68 79 68 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 80 70 81 71 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V” - Varie f. 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1934 10 11 cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1934 1934 13 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1934 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935 9 12 14 1 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1934 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1934 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1934 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1935 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1935 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1935 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1935 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 7 9 10 1 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1935 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1935 cl. 5 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935 1935 1935 331 81 81 81 81 81 81 82 71 71 71 71 71 71 72 82 72 82 72 82 72 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 83 73 332 Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. Sp f. Sperimentazione prodotti Cat. Sp f. Sperimentazione prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 2 3 4 5 6 7 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1935 1935 1935 1935 1935 1935 1935 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1935 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1935 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 3 1 1935 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1936 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1936 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1936 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1936 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1936 7 9 10 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana cl. 5 - Varie 1936 1936 1936 84 74 84 74 84 74 84 74 85 85 85 85 85 85 85 86 75 75 75 75 75 75 75 76 86 76 86 76 86 76 86 76 86 76 86 76 86 76 86 76 86 76 Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 1 cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1936 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1936 1936 1936 1936 1936 1936 1936 1937 2 4 1 2 3 4 5 6 7 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1936 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1936 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1937 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1937 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1937 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1937 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 7 9 10 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1937 cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana 1937 cl. 5 - Varie 1937 1937 333 86 76 86 76 86 76 86 76 86 87 87 87 87 87 87 88 76 77 77 77 77 77 77 78 88 78 88 78 88 78 88 78 88 78 88 78 88 78 88 78 88 78 334 Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 11 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937 13 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1937 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1937 1937 1937 1937 1937 1937 1937 1938 12 14 15 1 2 3 4 5 6 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1937 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1937 2 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1938 3 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni 1938 4 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1938 5 cl. 5 - Corrispondenza con l’estero 1938 6 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1938 8 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1938 7 9 10 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana cl. 5 - Varie 1938 1938 1938 89 79 89 79 89 79 89 79 89 79 90 90 90 90 90 90 90 91 80 80 80 80 80 80 80 88 91 88 91 88 C 91 88 91 91 91 91 91 91 91 92 88 88 88 88 88 88 88 89 Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti at. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 1 cl. 6 - Cartelle colture sotto controllo 1938 2 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1938 4 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1938 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Sperimentazioni varie 1938 1938 1938 1938 1938 1938 1938 1939 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1939 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1939 4 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1939 5 6 7 8 9 10 11 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie,Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1939 1939 1939 1939 1939 1939 1939 1939 3 5 1 2 3 4 5 6 7 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1938 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1938 335 92 89 92 89 92 89 92 89 92 89 92 92 92 89 89 89 92 89 92 89 92 89 92 89 93 93 93 93 93 93 93 94 90 90 90 90 90 90 90 91 94 91 94 91 336 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “I.G” f. Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti 2 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1939 4 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1939 3 5 6 7 8 9 10 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1939 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1939 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1939 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana f. 9 cl. 9 - Varie cl. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia 11 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 13 cl. 4 - Corrispondenza con privati 12 1939 1939 1939 1939 1939 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1939 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1940 f.1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1940 1940 1940 1940 1940 1940 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1940 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1940 1 2 3 4 5 6 7 1 1939 1940 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 94 91 95 81 95 81 96 82 Cat. “S.P” f. 4 Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. 5 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 6 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 7 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 8 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 9 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 10 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 11 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 12 Istituto di Genetica Cat. “Z.T” f. 13 Zona Tipica Cat. “V.P” f. 14 Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. 15 Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. 16 Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. 17 Vendita Prodotti Cat. “S.P” f. 1 Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. 2 Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. 1 Sperimentazione Prodotti f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1940 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1940 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1940 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1940 1940 1940 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1940 f. 9 cl. 9 - Varie 1940 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana f. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1940 1940 1940 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1940 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1940 Controllo campi di orientamento e schede impegni vendite prodotti 1941 - Certificati relativi al premio di conferimento, - liste dei conferenti, - Certificati di spedizione dell’Unione produttori grano da Seme di Rieti f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1941 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1940 1941 337 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 96 82 97 83 97 83 97 83 338 Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1941 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1941 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1941 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1941 6 f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali, parastatali, regi ispettorati dell’agricoltura, enti provinciali e comunali 1941 8 f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati 1941 9 f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero 1941 10 f. 1 cl. 1 - Vendita ricini (Ric) 1941 f. 3 cl. 3 - Consorzi, associazioni agrarie, sindacali ed altri enti 1941 14 f. 5 cl. 5 - Vendita prodotti all’estero 1941 2 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 7 f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1941 11 f. 2 cl. 2 - Uffici statali, parastatali, provinciali e comunali 13 f. 4 cl. 4 - Vendita prodotti a privati 12 1 3 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1941 1941 1941 1941 1941 97 83 97 83 97 83 97 83 97 83 97 83 97 97 97 97 97 97 97 98 83 83 83 83 83 83 83 84 98 84 98 84 98 84 98 84 98 84 98 84 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. Sp f. Sperimentazione Cat. Sp f. Sperimentazione Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti 4 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1941 6. f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1941 8 f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino 1941 5 7 9 10 11 12 13 14 15 16 1 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana f. 9 cl. 9 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1941 1941 1941 1941 1941 1941 1941 1941 1941 1941 1942 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1942 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1942 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1942 6 f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali, 1942 parastatali, regi ispettorati dell’agricoltura, enti provinciali e comunali f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1942 3 7 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1942 339 98 84 98 84 98 98 98 98 98 98 98 99 84 84 84 84 84 84 84 85 100 92 100 100 100 100 100 100 100 101 92 92 92 92 92 92 92 93 101 93 101 93 101 93 340 Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti 8 f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati 1942 9 f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero 1942 10 11 12 13 14 15 16 1 1942 1942 1942 1942 1942 1942 1942 1942 2 3 4 5 6 7 8 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti, l’Unione produttori grano da seme di Rieti Certificati relativi al premio di conferimento. Lista dei conferenti e certificati di spedizione dell’ARS. f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1943 1943 1943 1943 1943 1943 1943 1943 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1943 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1943 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1943 1 1943 101 93 101 93 101 93 101 93 101 93 101 93 101 93 101 101 93 93 101 93 101 93 101 93 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1943 7 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1943 6 8 9 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1943 1943 1943 10 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1943 12 13 f. 9 cl. 9 - Varie cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1943 1943 11 14 15 16 1 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1943 1943 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1943 f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1944 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1943 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1944 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1944 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1944 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1944 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1944 341 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 94 102 102 103 94 94 86 103 86 103 103 103 103 103 103 103 103 86 86 86 86 86 86 86 86 342 Cat. “I.G” f. 7 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 8 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 9 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 10 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 11 Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. 12 Istituto di Genetica Cat. “Z.T” f. 13 Zona Tipica Cat. “V.P” f. 14 Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. 15 Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. 15 Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. 17 Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. 18 Cat. “V” - Varie f. 19 Cat. “S.P” f. 1 Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. 2 Sperimentazione Prodotti Cat. “V” - Varie f. 3 Cat. “V” - Varie f. 4 Cat. “V” - Varie f. 5 Cat. “V” - Varie f. 6 Cat. “V” - Varie f. 7 Cat. “V” - Varie f. 8 Cat. “V” - Varie f. 9 Cat. “I.G” f. 10 Istituto di Genetica f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1944 f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1944 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1944 1944 1944 f. 9 cl. 9 - Varie 1944 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1944 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, 1944 Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1944 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1944 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1944 1944 1945 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1944 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1945 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo Corrispondenza con l’estero f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1945 1945 1945 1945 1945 1945 1945 1945 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 103 86 104 95 104 95 104 95 104 95 104 95 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 11 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1945 13 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1945 12 14 15 16 17 18 19 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1945 1945 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1945 f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino 1945 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana f. 9 cl. 9 - Varie 1945 1945 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1945 1945 1945 1 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1945 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1946 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1946 4 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1946 5 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1946 20 21 22 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1945 1946 343 104 95 104 95 104 95 104 95 104 95 104 95 104 104 95 95 104 95 104 95 104 95 104 95 104 104 104 104 104 104 104 105 95 95 95 95 95 95 95 96 105 96 105 96 105 96 344 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica 6 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1946 8 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1946 7 9 10 11 12 13 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1946 1946 1946 1946 14 f. 9 cl. 9 - Varie f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1946 1946 16 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1946 18 19 20 21 22 23 24 1 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1946 1946 1946 1946 1946 1946 1946 1947 3 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1947 15 17 2 4 1946 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1946 cl. 4 - Corrispondenza con privati f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia 1946 1947 1947 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 96 105 105 105 105 105 105 105 106 106 106 106 106 106 106 107 96 96 96 96 96 96 96 97 97 97 97 97 97 97 98 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “S.P” f. Sperimentazione 5 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1947 7 f. 5 cl .5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) 1947 6 8 9 10 11 f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda 1947 f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano 1947 f. 9 cl. 9 - Varie 1947 f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1947 12 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 1947 14 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1947 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie 1947 1947 1947 1947 1947 1947 1947 1948 1948 1948 1948 1948 1948 1948 1948 13 15 16 17 18 19 20 21 22 1 2 3 4 5 6 7 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 4 - Corrispondenza con privati 1947 1947 1947 345 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 98 107 107 98 98 107 98 107 98 107 98 107 98 108 99 346 Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazione Prodotti Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “I.G” f. Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat.”V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “S.P” f. Sperimentazioni 2 f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir) 1948 3 f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric) 1948 4 f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec) 1948 5 f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo) 1948 6 f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale 1948 8 f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma 1948 7 9 10 11 12 13 14 f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti) f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana 1948 1948 1948 1948 1948 15 f. 9 cl. 9 - Varie f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri 17 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1948 f. 1 Miscellanea 1949 16 18 1 cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 4 - Corrispondenza con privati 1948 1948 1948 1948 1948 108 99 108 99 108 99 108 99 108 99 108 108 108 108 108 108 108 99 99 99 99 99 99 99 Cat. “I.G” f. Istituto di Genetica Cat. “Z.T” f. Zona Tipica Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V.P” f. Vendita Prodotti Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. Cat. “V” - Varie f. 2 3 f. 1 - Miscellanea 1949 4 f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi, Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1949 6 cl. 4 - Corrispondenza con privati 1949 5 7 8 9 10 11 12 13 1949 cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie 1949 cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie cl. 4 - Corrispondenza con privati cl. 5 - Corrispondenza con fornitori cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1949 1949 1949 1949 1949 1949 1949 L’Archivio dopo il riordino con la numerazione provvisoria in attesa di una sistemazione definitiva 347 SPERIMENTAZIONI - DOCUMENTAZIONE NON INSERITA NEL CARTEGGIO Varie 138 143 705 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 1 112 705 Sperimentazione f. 2 112 112 705 705 Sperimentazione Sperimentazione f. 3 f. 4 112 705 Sperimentazione f. 5 113 712 Sperimentazione f. 1 114 114 710 713 Sperimentazione Sperimentazione 115 539 Varie f. 1 f. 1 116 116 116 324 324 324 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 4 f. 1 f. 2 109 533 110 111 112 348 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Osservatorio meteorologico e geodinamico. Schede di rilevazione Schede colture sotto controllo Bollettari vari Relazione di G.B. Bottazzi al direttore dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura sull’utilizzo del castello Morando Bolognini come sede della stazione fitotecnica delle province lombarde. 29 ottobre 1942 “Programma di attività per il miglioramento genetico dell’erba medica”. Relazione di G.B. Bottazzi Reggente della Stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano 23 marzo 1943 Registro delle moltiplicazioni in corso Manoscritto di A. Dionigi, “Il miglioramento genetico dell’olivo” s.d. ma 1948 Il manoscritto è stato redatto utilizzando il retro dei fogli del “registro delle licenze delle trebbie. 1942” La data del 1948 si ricava dal fatto che l’autore fa riferimento ad un suo articolo, “Le pienate su misura”, pubblicato “…qualche giorno fa”, sulla rivista “l’Italia Agricola” n. 2 1948. Relazione sull’attività svolta dall’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. Relazione del direttore Prof. Ugo De Cillis 12 aprile 1955 Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura per l’esonero dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942 Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura per l’esonero dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942 Domande dei coltivatori con fondi nella “zona tipica” al Ministero di Agricoltura per l’esonero dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942 Trebbiatrici. Reg. delle utilizzazioni Colture sotto controllo Zona tipica 1923-1935 1937 1937-1966 1942 1943 1946-1947 1948 1955 1942 1942-1949 1943-1944 1944 1945 1940 1940 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Varie Varie 207 714 535 44 202 205 205 708) Sperimentazione Sperimentazione Varie Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 3 f. 2 f. 3 f. 4 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 2 f. 2 f. 1 133 134 135 136 137 138 138 139 517 711 280 525 526 201 200 214 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 140 141 142 211 211 209 116 117 117 118 119 120 120 121 121 122 123 123 124 124 125 125 324 43 43 43 178 706 706 210 210 203 206 206 208 208 535 535 126 127 128 129 130 131 131 132 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 1 f. 1 f. 3 f. 2 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 Libro stalla Corrispondenza varia Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria” Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo Sperimentazione patate Sperimentazione patate a Leonessa Sperimentazione trifogli Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Centro Fecondazione artificiale Carteggio con il dott. Volpe per una serie di lezioni agli operatori agricoli Bollettari schede valutazioni Registri entrata e uscita beni mobili 1953 - 1954 Cantiere rimboschimento Prove di concimazione Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Sperimentazione orzi, barbabietole e avena Relazioni, schemi riepilogativi, iscrizioni al registro, prove colturali ecc, Dati relativi alla Sperimentazione patate a Leonessa Prove colturali con acido gibberellico Sperimentazione. Quaderni da campo Quaderni da campo per le rilevazioni colturali Quaderni da campo per le rilevazioni colturali Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni, documenti contabili, bollette di scarico ecc. Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni 1943 1946-1951 1946 1947 1947-1949 1947-1949 1948-1951 1950 1966 1951 1951 1955 1952 1967 1952-1953 1953 1953 1953-1954 1953 1954-1956 1954 1956 1960 1956-1976 1957 1958 1961-1971 1961-1971 1961-1971 1962 1963 1963-1973 1964 1970 1965 349 142 143 144 144 145 146 147 209 239 238 238 245 207 243 148 149 149 150 248 204 204 707 (258) 226 226 226 226 226 244 271 242 246 153 212 212 241 709 240 151 151 151 151 151 152 153 153 154 155 156 156 157 158 159 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 2 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 4 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 1 f. 1 Varie Sperimentazione Sperimentazione Sperimentazione f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 Bollettari schede valutazioni Sperimentazione foraggere Sperimentazione foraggere. Appunti e dati vari Sperimentazione foraggere. Registri da campo Sperimentazione foraggere. Appunti, quaderni da campo ecc. Bollettari schede valutazioni Schede di accertamento dei caratteri morfologici e fisiologici del trifoglio Eliografie varie Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Appunti, relazioni scientifiche, dati, fotografie relative allo studio sugli orzi condotto da Eugenio Margaritelli Frumenti utilizzati a Rieti e Piacenza Sperimentazione frumenti Sperimentazione pomodori Sperimentazioni varie Sperimentazioni varie Sperimentazione foraggere. Dati registrati. Schede semine Cerealicoltura, frumenti Sperimentazione frumenti Bollettari fecondazioni artificiali. Monte taurine ecc. Bollettari schede valutazioni Bollettari schede valutazioni Sperimentazione frumenti Analisi chimiche delle varietà degli orzi sperimentati Sperimentazione foraggere. Appunti, registri da campo ecc. 1972 1966-1968 1967-1972 1970 1967-1974 1968 1968-1970 1968-1973 1969 1971 1969-1970 1970-1972 1971-1972 1971 1973 1974 1970-1972 1970-1975 1972-1973 1972-1975 1973 1973 1974 1973-1974 1973 1974-1975 AMMINISTRAZIONE E BILANCI CONTABILI 160 161 162 163 286 287 399 400 164 164 289 289 350 Amministrazione Amministrazione Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 4 f. 2 Verbali del consiglio di amministrazione Verbali del consiglio di amministrazione Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi sperimentali di Leonessa, Rieti e di Foggia Quaderni di prima nota allegati al bilancio Libro cassa allegato al bilancio 1960-1973 1954-1960 1911-1912 1911-1912 1912-1913 1913-1914 165 166 166 167 168 169 401 289 289 402 403 404 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 3 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 288 317 311 318 290 295 294 309 325 327 292 293 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 198 346 391 392 393 299 300 296 298 302 303 301 331 332 335 336 337 338 338 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo Allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi sperimentali di Leonessa, Rieti e di Foggia Spese per il materiale scientifico e di laboratorio ecc. Bilancio e allegati contabili Mandati di pagamento, registro prima nota Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio consuntivo Bilancio e allegati contabili Bilancio e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Fascicoli contabili allegati al bilancio Bilancio e allegati contabili Allegati contabili al bilancio del 1919 Registro contabilità, registro cassa Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio. Entrate Bilancio. Uscite Bilancio preventivo e allegati contabili Bilancio consuntivo Bilancio e allegati contabili Bilancio e allegati contabili Bilancio e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Fatture, mandati di pagamento, matrici, contabilità generale Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Spese per campo sperimentale di Foggia 1912-1913 1913-1914 1914-1915 1913-1914 1913-1914 1913-1914 1914-1915 1914-1915 1915-1916 1915-1916 1916-1917 1916-1917 1917-1918 1917-1918 1918-1919 1918-1919 1919 1919 1920 1921 1921 1921 1922 1922 1923 1923 1924 1924 1925 1925-1926 1925-1926 1926 1926 1926 1926 1926 351 198 198 198 198 198 198 338 338 338 338 338 338 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 199 200 201 202 203 203 203 203 203 203 203 203 203 339 340 341 342 343 343 343 343 343 343 343 343 343 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 8 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 204 205 206 207 207 207 207 207 207 207 207 344 345 347 348 348 348 348 348 348 348 348 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 208 209 313 315 Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 352 Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’ Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano) Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Disponibilità frumenti per la vendita Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano) Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano) Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati al bilancio (bollettari, ordini di spedizioni, registro spese postali ecc.) 1926 1926 1926 1926 1926 1926 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1927 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1929 1929 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 316 305 307 437 349 350 351 444 445 353 354 355 438 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 357 358 359 443 361 362 363 480 481 364 365 366 462 463 451 452 453 370 371 372 367 368 369 418 419 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Allegati al bilancio, Copie entrate ecc. Fascicoli contabili relativi al bilancio preventivo e consuntivo Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Documenti contabili allegati al bilancio. Magazzino, libro mastro, mandati di pagamento ecc. Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio 1929 1930 1930 1930 1931 1931 1931 1931 1931 1932 1932 1932 1932 1933 1933 1933 1933 1934 1934 1934 1934 1934 1935 1935 1935 1935 1935 1936 1936 1936 1937 1937 1937 1938 1938 1938 1938 1938 353 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 354 460 461 373 374 375 476 376 377 458 459 378 379 455 456 457 380 381 470 382 383 384 385 394 386 387 486 388 389 390 487 395 396 420 421 442 423 479 431 432 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Libro mastro, magazzino elenco entrate Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio 1938 1938 1939 1939 1939 1939 1940 1940 1940 1940 1941 1941 1941 1941 1941 1942 1942 1942 1943 1943 1944 1944 1944 1945 1945 1945 1946 1946 1946 1946 1947 1947 1947 1947 1947-1950 1948 1948 1949 1949 287 288 289 290 291 292 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 424 425 426 427 508 428 428 430 433 434 439 440 464 465 490 466 467 473 158 441 498 448 308 309 449 450 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 472 488 489 496 160 492 328 329 330 493 259 321 521 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Bilanci Bilanci Bilanci f. 1 f. 1 f. 1 Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle entrate Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle uscite Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio consuntivo e carte contabili varie Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili Documenti contabili vari, mandati di pagamento, ricevute allegati al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Documenti contabili vari, mandati di pagamento, ricevute allegati al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Allegati contabili al bilancio Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio, ricevute ecc. Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Fascicoli spese mensili. 1° Semestre Fascicoli spese mensili. 2° Semestre Allegati contabili al bilancio Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili Bilancio preventivo dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili 1950 1950 1950 1950 1950 1951 1951 1951 1952 1952 1952 1953 1956 1956 1956 1957 1957 1960 1961 1962 1962 1963-1964 1963-1964 1964 1964 1967 1967 1968 1969 1970 1973 1973 1973 1973 1975-1977 1975 355 322 323 324 324 324 324 324 324 325 326 327 327 327 327 327 327 327 197 304 312 312 312 312 312 312 527 408 310 310 310 310 310 310 310 328 329 329 329 329 329 329 329 329 330 331 332 333 334 334 334 334 334 334 334 312 326 326 326 326 326 326 326 326 219 220 297 333 334 334 334 334 334 334 334 356 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 6 f. 7 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 f. 5 f. 8 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 Rendiconti Regio deposito Rendiconti contabili Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il mobilio Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione Documenti contabili vari Libro cassa e mandati di pagamento Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’impianto e conduzione del campo di moltiplicazione S. Lorenzo a Foggia Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il campo di moltiplicazione di Foggia dei nuovi Cereali Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione Contabilità varia, registri ecc. Contabilità varia, ricevute, bollette Contabilità. Mandati di pagamento Fascicoli delle uscite Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano) 1904 1904 1915-1916 1915-1916 1915-1916 1915-1916 1915-1916 1915-1916 1915-1925 1916-1917 1917-1918 1917-1918 1917-1918 1917-1918 1917-1918 1917-1918 1917-1918 1917 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1918-1919 1920 1920 1923 1925 1925 1925 1925 1925 1925 1925 1925 Contabilità Contabilità Contabilità 281 281 281 281 281 281 319 319 319 319 319 319 319 319 319 319 314 314 314 314 314 314 314 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 528 320 320 320 320 320 320 320 320 320 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 f. 8 f. 9 335 336 337 398 415 500 338 338 338 338 338 338 339 339 339 339 339 339 339 339 339 339 340 340 340 340 340 340 340 341 342 342 342 342 342 342 342 342 342 f. 3 f. 1 f. 6 f. 4 f. 5 f. 2 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 f. 8 f. 9 f. 10 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 Amministrazione azienda S. Pastore Contratti scaduti (assicurazioni varie) Amministrazione azienda S. Pastore Conti consuntivi e inventari Quaderni prima nota cassa Blocchi fatture Verifiche vendita grani Libro stalla Contratti con lo zuccherificio Spese postali Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali Azienda S. Pastore. Conti con i coloni Azienda S. Pastore. Libro cassa Azienda S. Pastore. Macchine agrarie Azienda S. Pastore. Scorte morte Azienda S. Pastore. Conti diversi Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale Azienda S. Pastore. Miglioramenti dondiari Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola (battaglia del grano) Documenti contabili vari Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali Azienda S. Pastore. Conti con i coloni Azienda S. Pastore. Libro cassa Azienda S. Pastore. Macchine agrarie Azienda S. Pastore. Scorte morte Azienda S. Pastore. Conti diversi Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale Azienda S. Pastore. Miglioramenti fondiari 1927 1925-1927 1928-1940 1928-1936 1931-1936 1936 1937 1937 1939 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1928 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929-1934 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929 1929 357 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità 435 352 352 352 352 352 352 352 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 10 f. 1 f. 2 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 357 357 357 357 357 357 357 356 356 356 356 356 356 356 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 358 359 360 361 362 363 363 363 363 436 263 103 104 105 360 360 360 360 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 342 343 343 344 344 344 344 344 344 344 320 397 397 306 306 306 306 306 306 306 345 346 346 346 346 346 346 346 358 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 f. 5 f. 6 f. 7 Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni Spedizioni grani. Registro ricevute Libro mastro Spese per materiale scientifico e di laboratorio Spese per il Campo sperimentale di Leonessa Spese per il Campo sperimentale di Rieti Spese per macchine agrarie Spese per manutenzione fabbricati Spese per acquisto beni patrimoniali Allegati contabili vari, bollettari fatture, libro magazzino, reversali ecc. Amministrazione azienda S. Pastore Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola (battaglia del grano) Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca Spese per il materiale scientifico e di laboratorio Spese per il mobilio Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che interessano l’aumento della produzione cerealicola. (battaglia del grano) Amministrazione azienda S. Pastore Spese postali Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti al n. 1 al n. 100 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 393 Spese per campo sperimentale di Foggia Spese per campo sperimentale di Rieti Spese per campo sperimentale di Leonessa Spese per la biblioteca 1929 1929 1929 1930 1930 1930 1930 1930 1930 1930 1930 1931 1931 1931 1931 1931 1931 1931 1932 1932 1932 1932 1932 1932 1932 1932 1932-1939 1933 1933 1933 1933 1933 1933 1933 363 363 363 360 360 360 Contabilità Contabilità Contabilità f. 5 f. 6 f. 7 364 365 475 101 Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 366 367 368 369 370 371 372 373 102 112 107 108 109 110 111 116 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 117 118 119 106 113 114 115 174 529 123 126 127 128 130 416 100 133 135 136 414 484 129 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Spese per il materiale scientifico e di laboratorio 1933 Spese per il mobilio 1933 Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi 1933 che interessano l’aumento della produzione cerealicola (battaglia del grano) Amministrazione dell’azienda S. Pastore 1933 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1934 Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 398 1934 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1934 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1935 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1935 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1935 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n.1 al n. 100 1935 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1935 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1936 Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1936 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1936 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1936 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1937 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101 1937 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1937 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1937 Vendita prodotti 1937 Documenti contabili vari 1937-1947 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400 1938 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100 1938 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1938 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1938 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 401 al n. 490 1938 Registri spese eseguite, mandati di pagamento 1938-1949 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 200 1939 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1939 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1939 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 404 1939 Brogliardi di cassa, registri presenze 1939-1944 Amministrazione azienda S. Pastore 1939 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 383 1940 359 396 397 398 399 131 132 134 536 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 400 401 402 264 120 121 Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 422 423 424 425 426 426 426 427 428 122 180 532 124 125 468 285 447 514 272 285 187 191 308 524 230 137 183 192 193 193 217 146 170 171 171 171 502 168 360 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 1 f. 1 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100 1940 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1940 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1940 Commissione di controllo del governo militare alleato. 1940-1944 Rendiconto finanziario, indennità di bombardamento, corrispondenza varia Spese postali 1940-1943 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300 1941 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200 1941 Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100 1941 Bollettari, ricevute varie 1941 Libri delle famiglie coloniche 1941-1959 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 102 al n. 200 1942 Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101 1942 Documenti contabili vari 1943 Sindacato impiegati 1946-1947 Documenti contabili vari, mandati di pagamento, ricevute ecc. 1948-1956 Amministrazione azienda S. Pastore 1949 Mandati di pagamento, fatture ecc. 1949 Mandati di pagamento 1949-1951 Bollettari, ricevute varie 1950 Documenti e allegati contabili 1950 Stati patrimoniali 1950-1953 Amministrazione azienda S. Pastore 1951 Elenchi debiti da pagare 1952-1970 Mandati di pagamento 1953 Bollettari, ricevute varie 1953 Bilancio preventivo e allegati contabili 1953 Amministrazione 1953 Personale 1953 Registri contabili vari 1953-1965 Mandati di pagamento 1954-1955 Contabilità. Copie contabili 1954 Amministrazione 1954 Personale 1954 Sperimentazioni varie 1954 Documenti contabili vari 1954 Registri conto cassa segretario e bollettari vari 1955-1968 429 429 430 431 432 433 434 435 436 437 437 437 438 439 440 441 442 443 443 443 443 443 443 444 445 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 175 175 184 530 144 179 148 185 188 189 189 189 531 164 503 504 175 195 195 195 195 195 195 196 216 216 417 501 510 145 147 172 482 483 258 139 141 142 172 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 3 f. 1 f. 4 f. 5 f. 6 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 Amministrazione 1955? Contabilità. Copie contabili 1955 Bollettari, ricevute varie, fatture ecc. 1955-1957 Documenti contabili vari 1955-1957 Mandati di pagamento 1956-1958 Bollettari, ricevute varie 1956 Reversali 1957-1964 Mandati di pagamento, reversali ecc. 1957 Bollettari, ricevute varie 1957 Amministrazione 1957 Personale 1957 Sperimentazioni varie 1957 Conto cassa segretario, registro compensi a terzi ecc. 1957-1961 Carte contabili varie 1958-1970 Libro cassa e documenti contabili 1958 Documenti contabili 1958 Copie entrate 1959? Amministrazione 1959 Entrate 1959 Rendiconti finanziari 1959 Registri vitelli 1959 Personale 1959 Sperimentazioni varie 1959 Mandati di pagamento 1959 Colonie, bestiame, stalle ecc. 1959 Rubrica fatture pagate 1959-1968 Contratti vari, moduli lavoro straordinario personale ecc. 1959 Documenti contabili relativi alla documentazione delle bietole e vari 1959 Documenti contabili 1959 Bollettari di fatture 1960-1964 Mandati di pagamento 1960-1966 Corrispondenza 1960 Libro cassa e altri documenti contabili 1960 Documenti contabili 1960 Contabilità, stampe, corrispondenza varia 1960-1970 Blocchi fatture 1961-1966 Mandati di pagamento 1961-1965 Reversali 1961-1966 Corrispondenza 1961 361 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 181 182 156 172 406 512 513 140 149 519 520 279 412 494 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 485 486 495 277 165 177 413 157 405 162 224 222 223 491 251 251 409 487 488 489 490 491 492 493 494 495 410 321 322 250 249 232 233 469 275 362 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 3 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 Bollettari, ricevute varie Bollettari, ricevute varie Contabilità - Rendiconti e documenti contabili vari Contabilità. Registri contabili Versamenti cassa mutua dipendenti e fascicoli contabili vari Documenti contabili relativi al 1 e 2 semestre Documenti contabili Mandati di pagamento Miscellanea di carte contabili Documenti contabili vari Documenti contabili vari relativi al 1 e 2 semestre Registri dei conti colonici Fascicoli contabili vari Libro magazzino e libro cassa, documenti contabili vari relativi al 1° semestre Documenti contabili vari relativi al 2° semestre Mandati di pagamento, reversali ecc. Copie del consuntivo Valutazione e liquidazione colonie Reversali, mandati di pagamento Carte contabili varie, ricevute, mandati ecc. Corrispondenza e fascicoli contabili Contabilità - Bollettini, ricevute ecc. Carico e scarico bestiame delle aziende agrarie Contabilità, ricevute, allegati, trattamento del personale ecc. Contabilità. Fascicoli e allegati vari Documenti contabili vari e protocollo di corrispondenza Contabilità. Fatture, ricevute ecc. Contabilità. Fatture, ricevute ecc. Contabilità. Movimento bestiame, Azienda sementi, documentazione ricevute varie Macchine agrarie, bestiame, servizio meteorologico ecc. Mandati, fatture, ricevute e altra documentazione contabile Grani c/o ARS, Azienda Sementi ecc. Contabilità. Fatture, ricevute ecc. Contabilità. Fatture, ricevute ecc. Contabilità, corrispondenza, allegati contabili vari Contabilità Amministrazione azienda S. Pastore Contabilità. 1° Semestre 1961 1961 1962-1964 1962-1963 1962 1963 1963 1965-1966 1965 1965 1965 1965-1977 1966-1974 1966-1968 1966 1966-1970 1967 1967-1977 1967 1969 1969 1970 1970-1973 1971 1971 1971 1972 1975 1972 1972 1972 1972 1973 1974 1974 1974 1974 1974 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 276 323 474 274 235 252 228 229 522 523 159 161 Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità Contabilità f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Contabilità. 2° Semestre 1974 Documento contabili vari 1974 Amministrazione dell’azienda S. Pastore 1975 Ricevute, fatture, mandati ecc. 1975 Schede dei buoni utilizzati per i fornitori 1976-1978 Contabilità. Fatture, ricevute ecc. 1976-1977 Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 1° semestre 1977 Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 2° semestre 1977 Amministrazione azienda S. Pastore 1977 Documenti contabili 1977 Contabilità 1978 Contabilità - Bollettini, ricevute ecc. 1979 Corrispondenza Corrispondenza f. 1 f. 2 Corrispondenza f. 4 Bollettari di carico delle macchine agrarie Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura Corrispondenza Corrispondenza. Registro protocollo corrispondenza, Amministrazione Corrispondenza Corrispondenza Buoni di prelevamento Corrispondenza Registro protocollo corrispondenza Registro protocollo corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Acquisto campo di Leonessa Registro protocollo corrispondenza Registro protocollo corrispondenza Registro protocollo corrispondenza CORRISPONDENZA 508 508 282 282 508 282 508 282 508 282 509 510 506 190 511 512 513 513 513 513 514 515 515 516 516 516 167 166 194 194 194 194 518 186 186 218 218 218 Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza f. 3 f. 5 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 4 f. 1 f. 2 f. 3 f. 1 f. 2 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 1922 1926 1926 1926 1926 1948 1950 1951 1952 1952 1950 1950 1951 1952 1953 1953 1953 1954 1956 363 516 517 517 518 519 519 510 520 521 522 523 524 525 525 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 539 539 218 176 176 446 199 199 199 499 515 173 497 511 169 169 169 507 198 505 165 471 157 509 516 227 254 270 273 253 273 273 273 Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 3 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 3 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 f. 3 f. 4 Bollette movimento bestiame Corrispondenza Bollettini vari e “prontuari vecchi” Corrispondenza Ricevute e allegati contabili vari Corrispondenza Registro protocollo corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza e protocollo di corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza Corrispondenza in partenza Corrispondenza Corrispondenza in arrivo Corrispondenza in partenza Corrispondenza in arrivo 1962-1963 1955 1950-1955 1957 1958 1958 1958 1959 1960 1962-1966 1962 1963 1964 1963 1965 1964 1965 1966 1967 1967 1968 1968 1969 1971 1972-1975 1976 1976 1977-1978 1976 1977 1977 Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 Magazzino centrale 1937 Controllo trebbie. Bollettari. Zona tipica 1939 Polizze in vigore 1940-1947 Bestiame delle aziende. Registri, bollette ecc. 1946-1970 Progetto elettrificazione Colle S. Pastore, Ara grange e Piedifiume 1947 PATRIMONIO 540 541 542 543 544 364 454 163 538 215 538 Patrimonio f. 3 Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio f. 1 f. 1 f. 1 f. 2 Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio f. 5 f. 7 f. 8 f. 6 f. 1 f. 1 f. 1 544 538 545 545 545 422 422 422 545 545 545 546 422 422 422 485 547 547 547 547 537 537 537 537 547 547 547 547 548 548 549 537 537 537 537 231 247 485 550 719 Personale 551 552 553 554 555 556 557 558 221 269 268 478 256 257 262 534 Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale 559 560 265 225 Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Patrimonio Personale Personale f. 1 f. 1 f. 1 f. 3 f. 2 f. 1 f. 4 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Appalto lavori di costruzione di due fabbricati colonici 1947 a Colle S. Pastore Riparazione nuova serra 1948-1952 Progetti vari 1949-1951 Progetto e pratica per il consolidamento di un argine 1951 del fiume Velino Progetto per la riparazione di una casa colonica dell’azienda 1952 Progetto per l’adattamento a due alloggi dell’abitazione del direttore 1952 Pratica acquisto terreno a Sella di Corno 1959 Progetto per il completamento della costruzione della 1949 nuova serra annessa alla stazione sperimentale Corrispondenza varia 1949 Giornale magazzino 1949 Inventario beni mobili 1950 Gara d’appalto per l’elettrificazione del Colle S. Pastore, 1951 Ara Grande e Piedifiume Pratica impianto di irrigazione 1951 Progetto di trasformazione di due casali di colle S. Pastore 1953 Statuto del Consorzio provinciale tra conduttori monta taurina 1954 Personale delle case coloniche 1957-1958 Schede movimento bestiame 1956-1968 Relazioni varie dell’azienda agricola di Rieti 1959-1974 Progetto per la costruzione della chiesa 1967 “S. Francesco” sul colle S. Pastore Documenti vari riguardanti Alfredo Simeoni, ricevute, 1912 agende, fotografie, corrispondenza e registri. Simeoni fu dipendente della Stazione sperimentale fin dal 1912 prima come sottocapo coltivatore e quindi come contabile Indennità di missione 1919-1938 Contabilità. Pratiche varie 1919 Contabilità. Mandati di pagamento 1920 Libretti settimanali degli operai dell’azienda S. Pastore 1927-1937 Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli 1929-1932 Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli 1933-1943 Personale. Note spese operai 1933-1940 Stato famiglia operai, composizione famiglie coloniche, 1936-1956 libri paga operai e libro matricola Personale. Schede individuali, fascicoli vari 1942-1950 Azienda S. Pastore. Gestione personale, bestiame, 1947 macchine agrarie ecc. 365 561 562 563 563 564 477 260 261 261 234 565 566 567 568 569 570 571 571 572 573 574 575 213 407 154 155 266 267 236 236 255 284 411 236 576 577 237 283 Personale Personale Personale Personale Personale f. 1 f. 1 f. 2 f. 1 f. 1 Personale Personale f. 1 f. 1 Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale Personale f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 f. 3 f. 2 f. 1 f. 1 f. 1 f. 1 Libretti di lavoro e libretti delle famiglie coloniche Indennità di missione, pratiche varie personale Richieste mensili di autorizzazione alle spese Personale. Contributi SCAU. Schede individuali del personale avventizio impiegato nelle aziende agrarie Personale. Indennità di missioni Personale e contabilità varia Fascicoli e documenti vari relativi al personale Fascicoli e documenti vari relativi al personale Contabilità. Mandati di pagamento Contabilità. Conto consuntivo Tariffe operai Posizioni assicurative Pratiche varie operai Contabilità personale e varia Personale e fascicoli contabili Domande di affitto delle colonie dell’azienda. Vertenze Gentile - Leoni ecc. Personale Contabilità personale e varia 1950-1970 1952-1960 1957-1969 1965-1970 1961-1964 1962-1968 1966-1969 1968 1968 1968 1968 1974 1978-1984 1975 1975 1975 1976-1983 1976 1976 REGISTRI 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587 588 589 690 691 366 582 696 583 584 598 577 578 678 646 679 576 645 648 680 Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Libro mastro Giornale di cassa Stazione Sperimentale di Rieti Libro mastro Libro mastro Libro giornale di cassa Libro mastro Libro mastro 1 Libro magazzino di Rieti Libro magazzino di Rieti Libro magazzino di Rieti Libro mastro Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa Libro magazzino di Rieti 1912 1912-1913 1913-1916 1915-1918 1916-1922 1918 1919-1920 1920-1922 1921-1929 1923-1925 1924-1926 1926-1945 1926-1945 1926-1927 692 693 694 695 696 697 698 699 700 701 702 703 704 705 706 707 708 709 710 711 712 713 714 715 716 717 718 719 720 721 722 723 724 725 726 727 728 729 730 550 658 601 604 681 688 560 581 605 659 563 647 668 689 551 649 660 669 682 670 690 552 652 671 553 683 691 554 672 555 692 556 653 673 684 561 693 698 557 Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Libro giornale di cassa Prima nota azienda S. Pastore Spese generali Registri contabili dell’azienda S. Pastore Libro magazzino di Rieti Libro magazzino Centrale Libro mastro Libro mastro Registri contabili dell’azienda S. Pastore Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Libro magazzino di Rieti Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Libro magazzino di Rieti Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino di Rieti Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro giornale di cassa Libro magazzino di Rieti Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro giornale di cassa Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino di Rieti Libro mastro Libro magazzino Centrale Libro mastro Libro giornale di cassa 1927-1928 1927 1928 1928 1928-1930 1928-1929 1929 1929-1931 1929 1929 1930 1930-1939 1930 1930-1931 1931-1932 1931-1935 1931 1931 1931-1933 1932 1932-1933 1933 1933-1936 1933-1934 1934 1934-1936 1934-1935 1935 1935-1936 1936 1936-1937 1937 1937-1938 1937-1938 1937-1938 1938 1938-1939 1938 1939 367 731 732 733 734 735 736 737 738 739 740 741 742 743 744 745 746 747 748 749 750 751 752 753 754 755 756 757 758 759 760 761 762 763 764 765 766 767 768 769 368 654 674 685 558 650 694 559 655 675 569 686 568 656 676 695 562 687 570 565 657 566 677 572 661 573 662 575 600 663 571 664 697 574 665 567 666 564 667 594 Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino di Rieti Libro giornale di cassa Libro magazzino di Rieti Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro mastro Libro magazzino di Rieti Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro magazzino Centrale Libro mastro Libro magazzino di Rieti Libro mastro Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Prima nota magazzino centrale di Rieti Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Registro delle spese eseguite sulle aperture di credito Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro spese Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro mastro Prima nota azienda S. Pastore Libro magazzino Centrale 1939-1940 1939-1940 1939-1941 1940 1940-1945 1940-1942 1941 1941-1942 1941-1942 1942 1942-1943 1943 1943-1944 1943-1945 1943-1945 1944 1944-1945 1945 1946 1946 1947 1947 1948 1948 1949 1949 1950 1950-1958 1950 1951 1951 1951-1952 1952 1952 1953 1953 1954 1954 1955-1972 770 771 772 773 774 775 776 777 778 779 780 781 782 783 784 785 786 787 788 789 790 791 792 793 794 795 796 797 798 799 800 801 802 803 804 805 806 807 808 595 636 639 593 596 597 579 607 635 637 640 580 642 643 638 641 599 644 700 701 611 612 699 613 614 615 616 628 629 630 632 627 603 626 625 631 624 633 623 Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Libro giornale di cassa Libro anticipazioni e spese Libro anticipazioni e spese Libro magazzino Centrale Libro giornale di cassa Partitari Libro mastro Libro prima nota Registro dei conti entrata fecondazione artificiale Libro anticipazioni e spese Libro anticipazioni e spese Libro mastro Registri contabili dell’azienda S. Pastore Registri contabili dell’azienda S. Pastore Libro anticipazioni e spese Libro anticipazioni e spese Libro paga Registri contabili dell’azienda S. Pastore Libro magazzino di Rieti Registro acquisti Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Protocolli riservati Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza 1955-1960 1955-1960 1955-1960 1956-1965 1956-1961 1958-1964 1961-1963 1961-1970 1961-1972 1961-1966 1961-1966 1965 1967-1974 1967 1969 1970 1973 1973-1977 1973-1975 1973 1912-1915 1917 1919 1920-1921 1922-1923 1924 1925 1927-1928 1929 1930 1931 1932 1932-1942 1933 1934 1935 1936 1936 1938 369 809 810 811 812 813 814 815 816 817 818 819 820 821 822 823 824 825 826 827 828 829 830 831 832 370 617 618 619 620 621 622 703 609 610 634 585 586 591 587 608 592 589 588 590 606 602 651 704 702 Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Reg. Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registro di protocollo della corrispondenza Registri osservazioni pluviometriche Registri osservazioni pluviometriche Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento Registri delle sperimentazioni delle patate a Rieti e Leonessa Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione Registri delle sperimentazioni delle bietole a Rieti e Leonessa Giornale di entrata e uscita dei beni mobili Registro sperimentazioni patate Rieti e Leonessa Sperimentazione orzo e avena Libro Sperimentazione Mais 1939 1940 1941 1942 1943-1945 1946-1949 1954 1959-1961 1963-1966 1972-1978 1904-1939 1910-1912 1922-1927 1926-1930 1928 1928-1937 1931-1932 1931-1939 1933-1941 1953-1963 1953 1955-1966 1959-1961 1973