STRAMPELLI. La rivoluzione verde - Istituto Centrale per gli Archivi

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STRAMPELLI. La rivoluzione verde - Istituto Centrale per gli Archivi
ROBERTO LORENZETTI
STRAMPELLI
La rivoluzione verde
Abbreviazioni
ASR
AP
ASSGRi
ASSGRi - APS
Sott.
AC
ASRoma
Cam.
ASCRi
IP
IC
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AG
CAR
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IP
ArGIA
IP
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SIPZ1
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INGC
SNTAF
MENDGA
CFLA
CPPG
ACS
SPD
4
-
Archivio di Stato di Rieti
Archivio privato della famiglia Potenziani presso l’Archivio di Stato di Rieti
Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti
Archivio privato Strampelli (si tratta della parte d’archivio conservata nello studio Strampelli)
Sottoprefettura
Serie Arti e Commercio del fondo Sottoprefettura presso l’Archivio di Stato di Rieti
Archivio di Stato di Roma
Fondo Camerale presso l’ASRoma
Archivio Storico del Comune di Rieti
Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRi
Serie Industria e Commercio dell’ASCRi
Archivio Storico del Comune di Contigliano
Serie Agricoltura dell’ASCRi
Comizio Agrario di Rieti
Archivio Centrale dello Stato
Inchieste Parlamentari
Atti della Giunta per l’Inchiesta agraria e sulle condizioni della classe agricola
Serie Istruzione Pubblica dell’ASCRi
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio
Institut International d’Agricolture
Società Italiana per la produzione dello zucchero indigeno
Categoria Istituto di Genetica dell’ASSGRi
Istituto Nazionale di Genetica dell’ASSGRi
Sindacato Nazionale Tecnici Agricoli Fascisti
Ministero dell’Economia Nazionale - Direzione Generale dell’Agricoltura
Confederazione Fascista Lavoratori dell’Agricoltura
Commissione provinciale per la propaganda granaria
Archivio Centrale dello Stato
Segreteria Particolare del Duce
INDICE
Premessa
Pag.
7
1
NAZARENO STRAMPELLI. NOTA BIOGRAFICA
11
2
LE ISTITUZIONI AGRARIE REATINE. DALL’ACCADEMIA AGRARIA PREUNITARIA
ALLA CATTEDRA AMBULANTE PER LA CEREALICOLTURA
15
3
IL GRANO DI RIETI
31
4
LASSÙ A CAMPOMORO A STRAPAPR SEGRETI ALLA NATURA
39
4.1
4.2
4.3
Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica
I prodotti del lavoro: i grani Strampelli
Essere artisti o archeologi? La polemica tra Strampelli e Todaro
39
54
59
5
LE STRUTTURE E I RISULTATI
71
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.8
5.9
5.10
5.11
5.12
5.13
5.14
Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia
La trasformazione della Cattedra in Stazione sperimentale
Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura
La terra
Le stazioni fitotecniche
Foggia
Roma
Cagliari
Rieti
S. Angelo Lodigiano
Badia Polesine
Montagnana, Urbino, Forlì
Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttori all’ARS
Gli impianti per la molitura e la panificazione
71
72
79
87
96
97
101
103
105
112
114
120
129
136
6
DA CAMPOMORO ALLA PAMPA ARGENTINA
145
6.1
6.2
6.3
Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina
Le aspettative comuni
Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centro sperimentale Strampelli di Olivos
145
152
159
5
7
I GRANI STRAMPELLI E IL FASCISMO
173
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze di Arrigo Serpieri
La battaglia del grano
Produzione nazionale, fabbisogno e protezionismo
I grani Strampelli nella battaglia del grano
Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicoltura italiana tra le due guerre
Strampelli e Mussolini
173
176
182
191
203
203
8
DALLA BATTAGLIA DEL GRANO ALAL RIVOLUZIONE CINESE DI MAO.
I GRANI STRAMPELLI NEL MONDO
211
9
FONTI BIBLIOGRAFICHE
222
LE CARTE DEL LAVORO DI NAZARENO STRAMPELLI
10
10.1
10.2
10.3
6
L’ARCHIVIO DELLA CATTEDRA AMBULANTE, POI STAZIONE SPERIMETNALE
DI GRANICOLTURA “NAZARENO STRAMPELLI”
Premessa
Prima parte. L’archivio personale e scientifico di Nazareno Strampelli
Seconda parte. L’archivio della cattedra ambulante, poi Stazioen sperimentale di granicoltura
246
246
249
305
Premessa
Qualche anno fa, in occasione del congresso internazionale di geografia, tenendo una relazione ad un pubblico composto
prevalentemente da geografi e che in massima parte non conosceva Nazareno Strampelli, riflettevo su quale poteva essere il
modo più giusto di trasferire ad altri, che non fossero addetti ai lavori di quello stesso orizzonte tematico, il risultato di un lavoro
di ricerca come questo.
Partivo dall’assunto che ci sono tanti modi per raccontare una storia e che quindi c’erano diversi modi per raccontare la
storia, soprattutto quando si tratta di una vicenda come questa, dove i freddi dati scientifici si intrecciano con vicende umane
profonde.1
Mi chiedevo e mi chiedo, quale sia il modo più appropriato, quello giusto da quando ho deciso di interessarmi a questa
storia ed ho passato molto tempo tra le carte manoscritte di Nazareno Strampelli.
Chi fa questo mestiere – quello dello storico o dell'archivista – che spesso inevitabilmente convivono, sa che si finisce
sempre con lo stabilire uno strano rapporto con l’oggetto delle proprie indagini, e questo è particolarmente evidente quando si
studiano personaggi come Nazareno Strampelli.
Si riaprono faldoni di carte polverose lasciate lì da tanto tempo e, come per magia, tutto torna in qualche modo a vivere;
appunti scientifici, relazioni, lettere dalle quali ci si può limitare a trarre dati da esporre in una pubblicazione, oppure si può
andare oltre e cercare di cogliere emozioni, aspettative, delusioni e entusiasmi nella vita quotidiana di un grande scienziato.
L’itinerario diventa ancor più emozionante quando il lavoro si svolge negli stessi ambienti nei quali lo studioso ha operato,
in questo caso in quello stesso studio dell'ex Stazione Sperimentale di Granicoltura di Campomoro, dove tutto è rimasto incredibilmente immutato; la sua scrivania, i due armadi dove conservava le sue carte più preziose, gli attestati e le foto alle pareti.
Dopo qualche tempo che studiavo questa vicenda mi è sembrato di riuscire a dare un senso a tutto. Al perché erano stati
esposti sottovetro alcuni documenti piuttosto che altri, così come il perché delle fotografie alle pareti, da quella di Guido Baccelli,
ministro dell'agricoltura nel 1903, a quella di Emilio Maraini fondatore di quel primo zuccherificio italiano e grande sostenitore
di Strampelli, così come quella del principe Potenziani che evitò che egli abbandonasse Rieti proprio all’inizio della sua avventura
scientifica. Perfino la fotografia della moglie Carlotta sul letto di morte, che egli ha tenuto per tutta la sua vita davanti alla sua
scrivania, mi è apparsa meno lugubre di come la percepii la prima volta che la vidi.
Quando lavoravo alla prima edizione di questo libro, ho aperto una cartella nella quale dopo la morte di Strampelli erano
state raccolte alla rinfusa una moltitudine di carte senza alcun senso logico. C'erano giornali che spesso in prima pagina parlavano delle sue ultime scoperte, rapporti epistolari con altri scienziati di tutto il mondo, complicati appunti scientifici, i beni famosi
alberi genealogici, che a me, profano della genetica e delle leggi mendeliane, continuano a far pensare a delle partiture musicali
piuttosto che a percorsi seguiti per arrivare alla creazione di un nuovo grano. C'erano tracce della sua esperienza in Argentina
dove fu chiamato dal governo di quel Paese a studiare la politica cerealicola e tanti altri documenti che confermavano lo straordinario ruolo svolto da questo scienziato in Italia e nel mondo. Ripiegate in una busta alcune lettere della moglie Carlotta dalle
quali appare, come d'altra parte è logico che sia, una immagine completamente diversa del suo uomo, in forte contrasto con
7
l'autorevolezza, l'ufficialità con cui appariva nel resto della documentazione. Da esse traspare in primo luogo un grande rapporto
d’amore che risulta essere fondamentale in tutta la vicenda scientifica e umana di Nazareno Strampelli, e in secondo luogo aspetti
caratteriali che oggi possono farci anche sorridere, ma che sono stati anch'essi elementi importanti di questa storia. In una lettera
Carlotta si preoccupava della sua salute, mentre lo rassicurava della propria, accennando soltanto ad alcuni suoi malori ai quali
si sforzava di non dare peso e che invece erano i sintomi del male che da lì a poco tempo l'avrebbe portata alla morte.
In un'altra gli intimava che passando per Roma, non avesse come al solito acquistato regali per il figlio Benedetto.
Strampelli a quel tempo era già un personaggio famoso in Italia e nel mondo; poteva cambiare la politica agraria di paesi
come l'Argentina, fare conferenze all'Accademia dei Lincei o all'Università di Buenos Aires, parlare a tu per tu con il Re e Mussolini, ma, per acquistare un paio di pantaloni per il figlio, Carlotta gli imponeva di fare un giro per i negozi di Roma, appuntarsi
i prezzi perché alla prima occasione, sarebbero andati insieme a fare l'acquisto.
Chi si è cimentato a fare calcoli ha stabilito che i grani Strampelli hanno consentito un aumento di produzione di circa 20
milioni di quintali all'anno che, tradotto in termini economici, vuol dire un aumento di reddito che in base ai valori attuali
raggiunge i 450 milioni di euro annui. Forse non fu solo retorica quella di Giuseppe Tallarico, consigliere del CNR, che nel 1942
in conclusione del suo discorso commemorativo affermò che Nazareno Strampelli, grazie al suo lavoro scientifico «ha donato a
più di dodici milioni di creature italiane il loro pane quotidiano».2
Alla fine della sua carriera, dopo una vita dedicata interamente alla ricerca, nel redigere il suo testamento, che abbiamo
rintracciato tra le carte d'ufficio, colui che in Italia, Francia, Argentina, Russia e in genere nel mondo venne definito il «mago
del grano», e che produsse un aumento di reddito che solo per l'Italia e solo facendo un calcolo su un arco cronologico di venti
anni, è calcolabile oggi in circa dieci miliardi di euro, non ebbe ricchezze da lasciare in eredità, ma, al contrario, la sua prima
preoccupazione fu quella di indicare al figlio Benedetto le modalità per estinguere l'ipoteca di 150.000 lire che gravava sulla casa
natale di Crispiero.
Dalla pubblicazione del volume “La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dall’età giolittiana
al secondo dopoguerra”, sono trascorsi dodici anni.3
Il volume è da molto tempo esaurito e questa seconda edizione, nella quale sono stati apportati alcuni aggiustamenti e
alcune aggiunte, fa parte di un percorso che si è avviato fin da allora e che ha visto susseguirsi una serie di iniziative indirizzate
a valorizzare la figura di questo grande scienziato che fino ad allora era rimasto conosciuto solo ad una ristretta cerchia di
addetti ai lavori nel campo cerealicolo.
A dire il vero il percorso che ha portato alla pubblicazione del volume era iniziato fin dal 1994 quando l’Archivio di Stato
di Rieti, d’intesa con la Regione Lazio anticipò i primi risultati della ricerca che lo scrivente aveva da poco avviato in una mostra
presentata nel contesto della IV Settimana della cultura Scientifica.4
Subito prima dell’uscita del volume, insieme all’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di Roma, avevamo avviato l’organizzazione del convegno internazionale che si è tenuto nel mese di giugno 2000 e che vide scienziati di ogni parte del mondo venire
a Rieti per ricordare un grande maestro comune.5
Venute meno le possibilità di far nascere sulla collina di Campomoro un centro-studi, con annesso museo dedicato
alla figura di Nazareno Strampelli, abbiamo lavorato alla realizzazione del museo virtuale della scienza del grano tutt’ora
visitabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti.6 C’è stato poi un interessamento da parte della RAI che ha
realizzato un lungo servizio alla figura di Strampelli 7, soprattuto in relazione al frumento “Senatore Cappelli” e anche la
produzione di un film che purtroppo, aldilà delle intenzioni iniziali, non ci sembra che abbia raggiunto l’obiettivo che si era
prefissato e resta una occasione perduta per portare a conoscenza del grande pubblico questa pagina di storia.8
8
Evito di citare i molti articoli e relazioni a convegni presentati su questo argomento e le tante altre iniziative, l’ultima delle
quali è stata la sezione dedicata a Nazareno Strampelli all’interno della mostra “150 anni di genio italiano” organizzata dalla
Fondazione Rosselli e l’Accademia dei Lincei nel contesto delle iniziative per il 150° dell’Unità d’Italia e che ha avuto come prima
sede il Festival della scienza di Genova del 2011 per poi avviarsi ad un lungo percorso espositivo internazionale che, quando viene
dato alle stampe questo volume, è ancora in corso.
Sul piano degli studi va detto che sono state avviate ricerche significative sul periodo marchigiano di Nazareno Strampelli
e questa è cosa certamente utile se porterà ad aggiungere notizie su aspetti poco noti di questo grande scienziato prima del suo
arrivo a Rieti nel 1903.9
Questa seconda edizione del volume viene data alle stampe in concomitanza con la notizia della chiusura definitiva del
centro di Campomoro da parte del Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura (CRA) a cui lo stabile è pervenuto
in seguito ad un lungo e farraginoso percorso di riorganizzazione degli istituti di ricerca italiani.
Quanto resta a Rieti delle testimonianze di Strampelli è un anello fortissimo che lega questa importante pagina di storia
al capoluogo sabino. Su quella collina di Campomoro, dove Strampelli trascorse gran parte della sua vita a strappare segreti
alla natura, ci sono i suoi grani, raccolti con amore prima da Carlotta e poi dai suoi collaboratori, in un lungo corridoio che
contiene i risultati del suo lavoro. Tra una teca e l’altra si apre la porta del suo studio, rimasto così come lo lasciò lui nel 1942.
Li si è concretizzata la storia del grano. Le foto alle pareti sono ancora quelle lasciate lì da Nazareno Strampelli. C’è poi l’archivio
storico che l’amministrazione archivistica, dopo aver consentito allo scrivente di riordinarlo negli anni ’90, ha ritenuto di
lasciare lì proprio nella speranza che quel luogo diventi un centro di studi dedicato al grande scienziato.
C’è poi quanto resta della biblioteca, alcuni strumenti scientifici e tante altre testimonianze che nel loro insieme
costituiscono di fatto un museo nel quale è sintetizzata questa straordinaria pagina di storia della scienza. C’è solo da
augurarsi che la città di Rieti abbia le giuste capacità per conservare e valorizzare tutta questa storia che fa parte della
propria identità.
Roberto Lorenzetti
9
NOTE
R. LORENZETTI, La sperimentazione agraria in Italia. Il caso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’opera di Nazareno
Strampelli, in M.G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a cura di), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998.
2 GIUSEPPE TALLARICO, Nazareno Strampelli, Colombo, 1942.
3 R. LORENZETTI, La scienza del grano: l'esperienza scientifica di Nazareno Strampelli e la granicoltura italiana dal periodo giolittiano al secondo
dopoguerra, Roma 2000, t.i. The weat Science. The green revolution of Nazareno Strampelli, Genetic&Breeding 2000.
4 La mostra si è tenuta a Rieti dal 19 al 25 aprile 1994.
5 Rieti 12-14 giugno 2000. Del convegno, probabilmente l’appuntamento più importante organizzato per ricordare il lavoro di Strampelli,
purtroppo non sono mai usciti gli atti. Riporto di seguito i nomi dei relatori: A. BIANCHI (Istituto Cerealicoltura, Roma, Italia); S. PETROVIC
(Univ. Novi Sad, Yugoslavia); K. BOROJEVIC (Univ. Novi Sad, Yugoslavia); N. POGNA (Istituto sperimentale di Cerealicoltura, Roma); U. MENINI
(F.A.O.); R. LORENZETTI (Archivio di Stato di Rieti) A. A. SOZINOV (Univ. Kiev, Ucraina); B. BORGHI (Ist. Agr. S. Michele all’Adige, Trento); N.
MICHAHELLES (Az. Michahelles); C. MALIANI (Maliani Genetica S.r.l., Recanati); A. BOZZINI (Enea, Roma); P. ANNICHIARICO, L. PECETTI (Istituto
Foraggere e Ist. Cerealicoltura, Lodi); A.J. WORLAND (John Innes Centre, Norwich, Inghilterra); E. DE AMBROGIO (Società Produttori Sementi,
Bologna); G. AMADEI (Università di Bologna); C. CEOLONI (Università della Tuscia, Viterbo); E. SUAREZ (INTA, Castelar, Argentina); M. VAN
GINKEL (CIMMYT, Messico City, Messico); G. BOGGINI (Ist. Cerealicoltura, Lodi), G. T. SCARASCIA-MUGNOZZA (Accademia dei Lincei); L. B. ROSSI
(Presidente FIDAF), I.B. EDWARDS (Grain BioTech Ltd., Balcatta, Australia); D.S. ZHENG and X.Y. ZHANG (Istituto del Germoplasma, Pechino,
Cina); V. SANTANIELLO (Università Tor Vergata, Roma, Italia); F. SALAMINI (Max Planck Inst., Colonia, Germania) E. PORCEDDU (Università della
Tuscia, Viterbo).
6 Il museo virtuale MUSGRA, Archivio di Stato di Rieti - Amministrazione Provinciale è stato realizzato con i testi e le immagini tratti dal
volume La scienza del grano…cit. di Roberto Lorenzetti ed è visitabile accedendo al sito: www.asrieti.it.
7 Il servizio è andato in onda nel contesto del programma TG2 Dossier del 28 giugno 2003. Regia di Angelo Figorilli, immagini di Vincenzo
Bonanni. Cfr. anche A. FIGORILLI, Il cane patàn e altre storie, Roma 2005. Il film “L’uomo del grano” del 2009 è del regista Giancarlo Baudena.
8 Dopo Genova la mostra è stata allestita a New York, Los Angeles, Rio de Janeiro e tutt’ora sono in corso di definizione altre sedi espositive.
9 Si vedano: M. MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903), Camerino 2009;
S. SALVI, Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009.
1
10
Nazareno Strampelli. Nota biografica
Nazareno Strampelli nacque a Crispiero di Castelraimondo in provincia di Macerata il 29 maggio 1866 proprio
l'anno in cui l'abate Gregorio Mendel consegnava ad una
memoria, stampata in appena quaranta copie e rimasta ignorata fino agli inizi del secolo successivo, le sue fondamentali
leggi sulla trasmissione dei caratteri ereditari.
Nei primi anni del novecento nella Stazione sperimentale di cerealicoltura di Rieti, Strampelli dette concretezza a quelle stesse leggi senza conoscerle e, quando poi
queste divennero note, gli confermarono la giustezza della
strada che stava percorrendo e che l'avrebbe condotto a
scrivere una pagina fondamentale della storia delle scienze
agrarie.
Dopo aver conseguito la maturità classica a Camerino,
Strampelli studiò agraria a Portici e Pisa dove conseguì la
laurea nel 1891.1
Il suo curriculum universitario non fu in realtà pari
al ruolo scientifico che ricoprì successivamente, pur se il
suo voto di laurea fu di 130/130. Il 28 giugno 1887
sostenne il primo esame, botanica generale, con il prof.
Arcangeli e il risultato non fu dei migliori, visto che
riportò appena il voto di 18/30. A Portici in diversi esami
non riuscì ad andare oltre a 7/10, e appena 6/10 fu il voto
in geologia e mineralogia. Dove egli eccelse fu in
zoologia e entomologia (10 e lode), e tecnologia chimica
agraria (10/10).
Non appena laureato ricoprì il ruolo di operatore assistente presso i laboratori di chimica e mineralogia dell'università di Camerino.
Tra il 1893 e il 1894 diresse il laboratorio chimico delle
miniere dell'Argentario, e negli stessi anni svolse numerose
Il giovane Nazareno Strampelli nei primi anni di lavoro a Rieti
11
altre attività didattiche presso il ginnasio Varano di Camerino, la scuola normale e l'istituto tecnico della stessa città,
tenendo lezioni di agraria anche ai soldati di leva.
Nel 1895 tornò all’università di Camerino come assistente presso il gabinetto di fisica e di aiuto presso quello di
chimica e mineralogia.2
Un impegno significativo Strampelli lo riservò al
Comizio Agrario di Camerino nel quale entrò nel 1895 collaborando attivamente soprattutto con il Bollettino sul quale
scrisse numerosi articoli fino al 1903, anno del suo trasferimento a Rieti.
Il 28 aprile 1900 a Roma sposò Carlotta Parisani figlia
del conte Giuseppe e di Emilia Gabrielli, che fu la sua
fedele collaboratrice fino al 1926 quando morì prematuramente.
Da essa ebbe due figli Benedetto e Augusta.
Tutta la sua vita fu dedicata al suo lavoro che lo portò a
rivoluzionare la granicoltura mondiale.
Carlotta Strampelli sul letto di morte. Questa foto Nazareno Strampelli
la tenne al fianco della sua scrivania per tutta la vita.
12
Una delle stesure del testamento di Nazareno Strampelli che abbiamo
rintracciato tra le sue carte.
Nella busta che lo conteneva Strampelli ci tenne a scrivere
che fu redatto nel Senato del Regno. Il 29 agosto 1940.
I funerali di stato di Nazareno Strampelli nel 1942
Solo in occasione del terremoto di Avezzano del 1915,
con grande spirito umanitario, si distrasse dai suoi studi per
dedicarsi ad assistere soprattutto i bambini terremotati andandoli a raccogliere soprattutto nei centri del Cicolano per poi
portarli ed assisterli a Rieti.3
Nella prima metà del novecento gran parte della superficie cerealicola italiana era coltivata con i grani creati nel
laboratorio reatino di Campomoro, ed altrettanto accadde in
molti altri Paesi come la Russia, l’Argentina, la Francia e poi
la Cina. L’aumento della produttività fu enorme.
Nel 1929, malgrado la sua riluttanza espressa direttamente a Mussolini, venne nominato senatore per alti meriti
scientifici e nel 1933 gli vennero tributate delle onoranze
nazionali alla presenza delle massime cariche dello stato e di
oltre 3000 rappresentanti di tutte le associazioni agricole
italiane.
Nazareno Strampelli morì a Roma il 23 gennaio 1942.
Ebbe l’onore dei funerali di stato e venne sepolto nel cimitero
di Rieti.
La pergamena di conferimento della cittadinanza onoraria conferita a
Nazareno Strampelli dalla città di Rieti nel 1933
13
I bambini salvati dal terremoto di Avezzano del 1915 e ospitati a Rieti
NOTE
1 Per queste e altre notizie biografiche cfr. ASSGR, APS, b.1, Attestato della Scuola superiore di agricoltura di Portici, 6 dicembre 1890;
Attestato della R. Università di Pisa, 21 luglio 1891; Università di Pisa.
Scuola superiore di agraria. Certificato di studi di N. Strampelli, 20
luglio 1891; Statuto della società agricolo - operaia di mutuo soccorso
di Crispiero costituita il 25 marzo 1891. A stampa, Matelica 1891;
Attestato del prof. A. Fabrini dell'Università di Camerino, 6 marzo
1896; Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentario
circa l'attività prestata da N. Strampelli nei laboratori chimici dal 1893
al 1894 in qualità di direttore 24 febbraio 1896; Attestato dell'attività
prestata da N. Strampelli come professore di scienze naturali nel
ginnasio di Camerino negli anni 1895-96, 6 marzo 1896; Elenchi di
titoli, attestati vari relativi all'attività di N. Strampelli, 1896-1903;
Perizia giudiziaria redatta da N. Strampelli circa la qualità di alcune
farine. All. il giornale “L'Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l'articolo “Chimica e microscopia” di N. Strampelli; Ibid. f. 8, Attestato del
presidente del Comizio agrario di Camerino che certifica come N.
Strampelli dal 1894 in poi ha fatto parte della direzione del Comizio,
ed è stato redattore del bollettino, 14 marzo 1899; Attestato dell'Istituto
tecnico G. Antinori che certifica l'attività di N. Strampelli come insegnante di agraria e computisteria agraria nel 1899, 14 dicembre 1899;
14
Attestato della Scuola normale femminile di Camerino circa l'attività
di insegnamento agronomia di N. Strampelli nell'anno 1898-99, 7
marzo 1899; Lettera del provveditorato agli studi di Roma a N. Strampelli, 18 gennaio 1900; Partecipazione di nozze tra Carlotta Parisani e
Nazareno Strampelli, 28 aprile 1900; Attestato dell'attività svolta da N.
Strampelli come assistente volontario presso la Cattedra ambulante di
agricoltura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898, 7 novembre
1901; Attestato del Comandante della divisione militare di Ancona che
certifica che N. Strampelli ha tenuto conferenze di agraria ai militari
nel biennio 1901-1902, 11 ottobre 1902; Lettera di nomina di N.
Strampelli a direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Poggio
Mirteto, 5 dicembre 1902; Ministero della pubblica istruzione. Stato di
servizio di N. Strampelli, 3 marzo 1921; Testamenti di N. Strampelli,
gennaio 1937, agosto 1940.
2 Per il periodo marchigiano di Nazareno Strampelli cfr. M.
MOSCIATTI, Là dove tutto ebbe inizio.Nazareno Strampelli a Camerino
tra insegnamento e ricerca (1891-1903). Camerino 2009; S. SALVI,
Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli, Pollenza 2008; Id,
Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009.
3 ASSGR, APS, b. 37, Documentazione varia relativa ai ricoverati
del terremoto del 1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione dei
profughi ecc. Il presidente del comitato reatino era l’on. Domenico
Raccuini. Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato.
Le istituzioni agrarie reatine dall’Accademia agraria preunitaria
alla nascita della Cattedra ambulante per la cerealicoltura
Prima dell’arrivo di Strampelli, Rieti, al pari di gran parte
delle provincie pontificie si caratterizzava per una agricoltura
piuttosto arretrata con una scarsa propensione all’innovazione.
Occorrerà attendere la prima metà dell’Ottocento perché
si iniziasse a parlare della nascita di una istituzione il cui
compito fosse stato quello dello sviluppo dell'agricoltura.1
Lo Stato Pontificio era fortemente in ritardo in questo
senso, e, tranne alcune eccezioni localizzate nell'area
emiliana e marchigiana, non esisteva alcuna istituzione che,
soprattutto a livello locale, fosse realmente indirizzata allo
sviluppo tecnico produttivo dell'agricoltura.2
A cavallo tra gli anni ’30 e ’40 dell’Ottocento si tentò di
sopperire a tale carenza promovendo la nascita di diverse
accademie agrarie ma, tranne quelle di Pesaro, Jesi, Perugia,
Ferrara e Macerata, le altre furono incentrate su un generico
insegnamento teorico pratico dell’agricoltura.3
Tra queste è certamente da annoverare l'Accademia
agraria di Rieti fondata nel 1841 per iniziativa dell’allora
Delegato Apostolico Bartolomeo Orsi.
Fin dal suo discorso inaugurale si comprende come l'Accademia non si poneva lo scopo di introdurre elementi di
novità nell'agricoltura Sabina, e palesemente si malgiudicavano quelle istituzioni che, secondo il Delegato Apostolico
reatino, «...vanno a gara di nuovi sperimenti», e quelle che
«...consumano le ore in dissertazioni teoriche».4
«Non v'ha qui bisogno di ardui sperimenti, di nuove
scoperte per lo più figlie dell'ambizione e del caso», sosteneva Bartolomeo Orsi, lasciando chiaramente intendere come
l'obiettivo dell'Accademia fosse il semplice miglioramento
della situazione esistente «...applicando a ciascun terreno i
migliori e più acconci modi di industria agricola già conosciuti ed applicati altrove».5
Quindi l'attività principale che si prefiggeva l'Accademia
agraria reatina era esclusivamente l'istruzione agraria, né
d'altra parte ci si poteva aspettare di più soprattutto per la
diffidenza e il sospetto con cui il governo centrale guardava
ogni iniziativa che manifestasse intenzioni innovative. Se
infatti non mancarono dei segni di stimolo per la fondazione
di queste istituzioni, il controllo del governo era più che
ferreo, tanto che, oltre a sottostare ad un preciso rapporto
gerarchico con l’autorità provinciale, la Sacra congregazione
degli studi e i ministeri del commercio e dell'interno, in virtù
della bolla Quod Divina Sapientia emanata da Leone XII nel
1824, esercitavano una decisa azione di controllo, a cominciare dagli statuti e dai programmi delle varie istituzioni.
L'unica nota di rilievo ravvisabile nei programmi dell'accademia fondata a Rieti fu l'idea di creare una serie di opifici
a sostegno del mondo agricolo locale.
Bartolomeo Orsi non mancò infatti di sottolineare il
vantaggio che in Sabina avrebbero portato delle «…fucine
onde provvedere il contadino almeno della vanga, della falce,
dell'aratro [...] fabbriche per grossi panni onde consumare le
lane indigene, e vestire il nostro villano del proprio gregge [...]
conce onde trarre miglior partito del duro cuoio dei nostri tori,
e della morbida pelle dei Sabinesi capretti, e calzare a più
lunga durata e miglior mercato i nostri contadini».6
Secondo il Delegato Apostolico, solo attraverso questa
sorta di autarchia economica si sarebbe raggiunto lo scopo
dell’accademia:
Aumentato così il lavoro, bandito l'ozio, cresciuta la dovizia,
perfezionata la civiltà e la morale, s'aumenterà eziandio e crescerà
più robusta la popolazione, e regnerà il buon ordine, che porge una
mano alla dovizia come disse Esiodo, e l'altra alla pace.7
15
In realtà, come riferì più tardi Agostino Rosati al
Commissario reale della provincia di Rieti, questa accademia
non riuscì a creare altro «... che uno sterile ed infruttuoso istituto nominato dagli orfanelli i quali a null'altro vengono
educati che alla coltivazione di pochi fondi di altrui spettanza
donde devono ricavare la loro sussistenza».8
In base al decreto del 17 marzo 1864, l'accademia passò
sotto la gestione diretta della Congregazione di carità, e venne
redatto un nuovo statuto, approvato con il regio decreto
dell'otto giugno 1868.
L'Accademia aveva ormai totalmente assunto le
sembianze di una opera pia, e venne denominata orfanotrofio
agrario con lo scopo di «ricoverare i fanciulli poveri ed
orfani» istruendoli «nell'arte agraria».9
Raggiunta l'età di ventuno anni, gli orfani, che all’atto
dell’ingresso non potevano avere più di 12 anni, venivano
licenziati ricevendo una «regalia» consistente «…nei principali strumenti della professione, in un letto completo e in
oggetti di vestiario secondo le forze economiche dell'istituto,
e la condotta tenuta dall'orfano durante la sua dimora
nell'Ospizio».10
Più tardi, anche con l'intervento del Comizio agrario, si
tentò una ristrutturazione dell'orfanotrofio allo scopo di creare
una moderna scuola di agraria, ma l'operazione fallì, e questo
istituto restò relegato nella sua funzione prettamente assistenziale.11
Nel 1846, con l'ascesa al pontificato di Pio IX, si tentò di
mettere fine alla situazione di ristagno che vigeva un po’ in
ogni parte dello Stato Pontificio.
A Roma iniziarono a circolare pubblicazioni e giornali
sui quali si dette avvio ad un dibattito agrario di un certo
rilievo. Nel 1847 venne creato il Pontificio Istituto Statistico
Agrario e di Incoraggiamento, e tra il 1853 e il 1858 furono
inviate numerose circolari nelle quali si sottolineava l'importanza degli «studij e de lavori delle Accademie agricole» invitando i delegati a «riunire in società uomini di provata fede
ed osservatori e conoscitori di questo ramo di scienza importantissimo, i quali fossero per comunicarsi le rispettive idee
e cognizioni propagandando in pubblico beneficio i risultati
de loro studij e delle loro esperienze».12
16
Ma se si eccettuano le situazioni d'avanguardia dell'area
marchigiana ed emiliana nelle quali il dibattito agrario era in
progressiva crescita, gli interventi indirizzati a creare questo
tipo di istituzioni furono accolti con apatia generale, al punto
che soltanto Rieti e Velletri, dietro ripetuti solleciti, riuscirono ad ottenere risultati di qualche rilievo.13
Inizialmente il Delegato Apostolico di Rieti, senza molti
preamboli, tentò di evitare di accollarsi questa incombenza
proveniente dal governo centrale, rispondendo alla circolare
del Ministro del commercio che sarebbe stato ben felice di
promuovere l'istituzione di una accademia agraria «... se non
conoscessi assolutamente la neglittosità delle popolazioni
componenti questa provincia reatina».14
Ma dietro ai successivi solleciti nei quali il ministro
portava come esempio le esperienze di Pesaro, Macerata e
Perugia, dove si era già riusciti nello scopo15, il Delegato
apostolico non potette fare altro che mettersi al lavoro, e il
primo gennaio 1858 comunicò al governo centrale di
essere riuscito a formare una commissione di «probi agricoltori e proprietari» della quale facevano parte il conte
Giacinto Vincenti Mareri, l'avv. Antonio Colarieti, il cav.
Annibale Vincentini, don Camillo Tommasi e Francesco
Zapparelli.16
Il punto di riferimento di questa sorta di comitato promotore era il conte Giacinto Vincenti Mareri, che tra i proprietari reatini era certamente quello più disponibile ad introdurre
elementi di novità nell'economia agricola locale.17
Egli fu subito nominato vicepresidente, e ricevette l'incarico di redigere una bozza di statuto dell'Accademia precisandone gli scopi e le modalità della sua attività.18
Ciò che aveva portato all'insuccesso di queste associazioni, erano gli scarsi mezzi che esse avevano a disposizione,
e ciò fu ben compreso dal conte Vincenti Mareri che nel riferire al Delegato Apostolico i risultati del suo lavoro, richiese
delle garanzie reali in tal senso.19
Egli ricordò l'esperienza dell'accademia agraria promossa nel 1841 da Bartolomeo Orsi, e precisò che «prima
d'ogni altra cosa [ ... ] il consiglio provinciale Sabino di cui è
imminente la riunione, assegni i fondi occorrenti», onde
evitare la fondazione di una istituzione del tutto inoperante.20
La denominazione dell'istituzione fu quella di “Accademia economica agraria per la provincia di Rieti”, e l’obiettivo di fondo fu individuato nel “…miglioramento reale
dell'agricoltura e dell'economia rurale in tutti i suoi rami» da
raggiungersi tramite la creazione di una «scuola teorico sperimentale», un «orto sperimentale e annui premi di incoraggiamento a tutti coloro domiciliati nella nostra provincia, i
quali si distingueranno nello studio dell'agricoltura, e nella
migliore coltivazione dei campi; e nella industria del
bestiame”.21
Dagli articoli dello statuto traspare in modo evidente una
nuova mentalità nel progettare questa istituzione rispetto a
quella del 1841.
Allo spirito totalmente assistenziale umanitario, e alla
totale chiusura verso ogni istanza innovativa che caratterizzava la precedente associazione, si contrapponevano ora articoli nei quali si faceva largo uso del termine «sperimentale»,
dai quali emerge come lo scopo ultimo di tutto il lavoro
doveva essere non il semplice adeguamento delle cognizioni
degli agricoltori rispetto a ciò che già si conosceva, ma la
crescita globale di tutto il sistema agricolo da raggiungere
tramite la sperimentazione e l'incentivazione.
Sono temi che ritroveremo in seguito negli scopi dei
Comizi agrari e delle Cattedre ambulanti di agricoltura,
insieme alla prospettiva di una presenza nel territorio, fino ad
allora sconosciuta, da raggiungere tramite l'istituzione di sedi
dipendenti nei diversi distretti della provincia.
L'attività che l'accademia svolse con un finanziamento
annuale di 300 scudi non fu comunque particolarmente significativa sia perché iniziò ad operare negli anni immediatamente precedenti all’unificazione nazionale nei quali i temi di
crescita economica passarono decisamente in secondo piano
all’interno del governo pontificio, nel quale era ormai in atto
un irreversibile processo di lacerazione, sia perché nel gruppo
promotore dell'accademia, se si fa eccezione per Vincentini,
non erano stranamente presenti i veri grandi proprietari
terrieri della Sabina, e cioè le famiglie Potenziani, Borghese,
Vitelleschi, Leoni, Vecchiarelli, i cui membri, malgrado inseriti in un lungo elenco di probabili accademici, non devono
certamente aver facilitato molto lo sviluppo di una struttura
L’annuale del Comizio agrario di Rieti per l’anno 1879.
In questa edizione venne pubblicato lo studio di Palmegiani e Fallerini
redatto per l’Inchiesta Jacini.
17
Il regolamento del Comizio agrario sabino del 1871.
18
di progresso pensata e animata da persone che avevano un
peso economico e sociale inferiore al loro.22
Il dibattito che si riuscì a stimolare fu però certamente
utile per la formazione di quella coscienza sulla quale proliferarono le varie forme associative postunitarie.
La più significativa fu di certo il Comizio agrario sabino
nato il 2 gennaio 1864 per iniziativa di un comitato promotore di 19 proprietari terrieri.23
Gli stimoli per la nascita di questa associazione pervennero dal Ministero di agricoltura industria e commercio che,
fin dal mese di maggio 1862, aveva diramato una circolare
con la quale appoggiava l'iniziativa dell'Associazione agraria
italiana di creare in ogni circondario del Regno un comizio
agrario con lo scopo di «…favorire tutto ciò che valga a
promuovere l'agricoltura, e insieme di stringere ogni vieppiù
i vincoli dell'unità italiana».24
L'Associazione agraria italiana fin dal 1842 aveva
operato intensamente nel campo dello sviluppo agricolo, ed
era ora stata adottata dal nuovo governo nazionale come strumento di coordinamento sia delle vecchie che delle nuove
forme dell'associazionismo agrario del Paese, tramite un
decreto del 10 marzo 1862, e l'elargizione di un contributo
annuale di 10.000 lire.25
Malgrado fosse rimasta pressoché inattiva, l'accademia
agraria fondata nel 1858 aveva stimolato almeno tra la
borghesia illuminata reatina un certo spirito associativo e,
contrariamente a quanto era avvenuto nell'immediato passato,
i solleciti del sottoprefetto Luigi Tanari trovarono una pronta
risposta nella costituzione di un primo nucleo del Comizio
agrario il cui gruppo dirigente era composto oltre che dal
sottoprefetto in qualità di presidente, da Felice Palmegiani,
Filippo Dupré, Francesco Fiordeponti, Lodovico Colombini,
Alessandro Ceccarelli e Antonio Blasetti.26
Tra i soci iniziali non è presente il conte Giacinto
Vincenti Mareri che aveva promosso la precedente associazione né, se si eccettua il marchese Bartolomeo Vecchiarelli,
altri esponenti dell'aristocrazia agraria che inizialmente snobbarono l'iniziativa, e solo nell'agosto dello stesso anno vi
aderirono il marchese Giovanni Potenziani e il conte Enrico
Gabinscki.27
Nello spirito di questo nuovo tipo di organizzazioni non
era però legittima una struttura che comprendesse un ristretto
numero di «accademici», ma era necessario svolgere un ruolo
di primo piano su tutto il territorio del circondario, cosa possibile solo attraverso una massiccia adesione dei comuni, dei
proprietari e, soprattutto, acquisendo autonomamente i mezzi
finanziari necessari.
Al fine di raggiungere questo scopo, nel luglio 1864 il
Comizio Agrario Sabino dette avvio ad una vera e propria
campagna di adesioni diramando una circolare dove tra l'altro
si legge:
All'oggetto di promuovere l'Agricoltura nel Circondario si è
costituita in Rieti una Società sotto il nome di Comizio Agrario. I
soci sono già numerosi e bastanti ad assicurare la vita alla nascente
Società. Ma per raggiungere uno scopo sì grande, per non limitarsi
ad annuali convegni d'esercitazioni Accademiche e di teorici
discorsi, per scendere sibbene a prattici incoraggiamenti ed aiuti
occorrono mezzi e molti. E questi avuto riguardo alla tenuità della
quota mensile fissata dallo Statuto a L. una non possono ottenersi a
sufficienza senza un rilevante numero di firme. Sarà possibile che
queste manchino nella classe dei Coltivatori, mentre altre Società
non hanno difficoltà a trovarne in Classi meno numerose e meno
agiate?0 per meglio dire, quando tutte le Classi Sociali si costituiscono in associazioni per il vicendevole aiuto, mancherà di farlo
quella dei Coltivatori in un paese eminentemente agricolo qual'è la
nostra Sabina? Col vicendevole aiuto facendo a spese comuni esperimenti che sarebbero impossibili o almeno rovinosi sacrifizi per un
solo, spandendo fra i braccianti agricoltori ed uniformemente quei
principij che avremo maturati e discussi fra noi, promuovendo con
pubbliche e periodiche mostre l'Agricoltura e la Pastorizia, col
vicendevole aiuto in somma mettendoci in condizione di migliorare
l'arte da noi professata, oltre che avvantaggeremo la nostra posizione, e ci troveremo pronti a lottare colla concorrenza che le
ferrovie e il libero scambio ci procureranno ben presto, avremo
anche migliorato la condizione di quella Classe d'Uomini, la quale,
benché sia la più numerosa, e dia tutto il suo sudore alla terra, e il
più forte contingente di sangue alla patria, non gode ancora di quella
considerazione che pur meritano i suoi sacrifizi, la sua sobrietà.28
I risultati che si ottennero con questa circolare non furono
particolarmente positivi, e per far salire il numero dei soci a
172, si dovette ricorrere all'autorevolezza del sottoprefetto che
9 giorni dopo diramò una analoga circolare ai sindaci.29
Tra i nuovi soci, oltre ai comuni di Aspra, Contigliano,
Collebaccaro, Magliano Sabina, Montopoli, Poggio Catino,
Poggio Mirteto, Poggio Moiano, S. Benedetto e Rivodutri,
figurano come abbiamo ricordato i nomi di alcuni esponenti
dell'aristocrazia agraria, quelli di numerosi proprietari dei
centri del circondario totalmente assenti in precedenza, e quelli
di intellettuali come Francesco Grigi e Antonio De Nino.30
Contemporanea alla campagna di iscrizione, fu la decisione di organizzare un concorso agrario diviso nelle sezioni:
agricoltura, industria agraria, meccanica agraria e pastorizia,
che prevedeva anche premi speciali per esperimenti di coltura
della vite, per memorie riguardanti la coltura della vite nel
circondario di Rieti, e per i maestri di scuole rurali che si
fossero distinti nell'insegnamento agrario.31
Sarebbe fuorviante utilizzare il catalogo di questo
concorso esposizione come strumento di conoscenza dello
stato dell'agricoltura sabina di questo periodo, tuttavia è
possibile trarvi una serie di interessanti notizie, almeno su
quelle che erano le punte più avanzate in termini di innovazioni tecnologiche delle campagne.
Numerosi furono i partecipanti alla categoria «ortaggi»
provenienti quasi esclusivamente da Rieti dove questa coltivazione recitava ancora un ruolo fondamentale, e ad essa erano
destinati la quasi totalità dei terreni suburbani dai quali si otteneva sia il fabbisogno cittadino sia un non trascurabile introito
attraverso l'esportazione dei prodotti a Roma.32
Nelle tenute Palmegiani e Potenziani, e in quelle di
alcuni altri proprietari del circondario, era largamente estesa
la coltivazione della canapa, mentre si erano ormai abbandonate le coltivazioni del tabacco e del guado, dal quale Lodovico Potenziani riuscì ad ottenere l'indaco.33
Ovviamente un particolare spazio fu dedicato al grano
da seme originario che, già famoso in tutta la zona circostante, iniziava allora ad essere esportato in altre aree italiane
tra cui la valle Padana, e all'olio prodotto nella bassa Sabina.
Vennero esposti anche diversi vini e liquori, come il
centerbe prodotto dal farmacista Giacomo De Hieronimis di
Cittaducale, e lo zucchero estratto in via sperimentale dalle
barbabietole dell'agro reatino da tecnici francesi della Società
anonima per la fabbricazione dello zucchero, che già pensava
ad impiantare un apposito opificio a Rieti.
19
Nel settore macchine agrarie, tra i partecipanti esterni
alla Sabina, fu significativa la presenza di Luigi Botter di
Bologna, direttore del Giornale degli agrofili italiani, che
presentò un ravagliatore Certani, e Annibale Gardini di
Buovio, inventore di numerosi strumenti tra i quali il suo
famoso aratro particolarmente studiato per i terreni alluvionali come erano quelli dell'agro reatino.34
Il Comizio agrario presentò un aratro volta orecchio
particolarmente adatto per le aree collinari costruito nello
stabilimento metallurgico di Terni, mentre i fratelli Palmegiani dettero sfoggio degli attrezzi utilizzati nella loro
azienda, e in particolare di un aratro dombasle e uno barret a
tre ruote acquistati a Genova, oltre ad un carro da buoi di loro
invenzione, e realizzato nella bottega artigiana di Mariano
Biscetti.
Furono inoltre presentate sei memorie sul metodo di
coltivazione della vite nel circondario, ma Riccardo Gamba
e Eugenio Dupré, incaricati di esaminarle, non assegnarono
alcun premio visto il loro scarso valore.
Ad Antonio De Nino e Giuseppe Giorgietti fu invece dato
incarico di esaminare le capacità tecniche e culturali dei figli
degli agricoltori ma, a testimonianza di quanto lontana fosse
quella manifestazione dal mondo reale dei contadini sabini,
vi fu un solo partecipante che fu comunque «…reputato degno
del premio stabilito nel programma».35
Sostanzialmente quello che emerge dalla rassegna del
1866, è la presenza in Sabina di una nuova classe di borghesia
illuminata della quale facevano certamente parte i fratelli
Palmegiani, che si dedicavano all'agricoltura con spirito innovativo, e che, insieme ad altri, si contrapponevano alla
vecchia e logora aristocrazia agraria dalla quale traspare una
forte necessità di mettere in mostra la grandiosità del proprio
casato, ma anche la scarsa attenzione verso lo sviluppo reale
dell'agricoltura locale.
Fu in ogni caso una occasione importante, certamente la
prima in cui per la maggior parte dei proprietari reatini fu
possibile entrare in contatto diretto con le più avanzate realtà
dell'agricoltura italiana, con quegli strumenti «creati colla
luce divina della scienza» che si contrapponevano a quelli
«figli dell'empirismo» fino ad ora usati in Sabina.36
20
Il Comizio agrario pubblicava periodicamente un proprio bollettino
dove si dava conto dell’attività svolta e si diffondevano insegnamenti
agli agricoltori sulle moderne pratiche colturali.
Gli stessi Giuseppe Palmegiani e Pietro Fallerini scrivevano nell'Annuale del Comizio Agrario Sabino:
Non può dirsi invero che tale esposizione abbia arrecati
vantaggi diretti all'agricoltura locale ma, certo è che fu una propizia
occasione per chiamare a convegno gli agricoltori; quali da quella
copiosa mostra di oggetti poterono conoscere l'importanza delle
cose agrarie in questo territorio e dall'esempio dei pochi arguire la
possibilità degli opportuni miglioramenti.37
Con questa manifestazione il Comizio agrario di Rieti
arrivò all'anno in cui il governo italiano, nel quadro di un
vasto processo di modernizzazione dell'agricoltura, emanò la
legge che istituì ufficialmente i comizi agrari in ogni capoluogo di circondario.38
I comizi dovevano essere una sorta di organo consultivo
periferico del Ministero di agricoltura industria e commercio,
al quale fornivano informazioni sullo stato delle campagne,
ed in genere sulle condizioni economiche generali dell'area di
loro competenza, suggerendo anche i rimedi più opportuni
da adottare.
Come le precedenti associazioni, essi dovevano farsi promotori di mostre, concorsi ed in genere manifestazioni che
fungessero da stimolo allo sviluppo e razionalizzazione dell'agricoltura locale, ma nel complesso non furono altro che lo
strumento con cui la borghesia agraria post risorgimentale riuscì
ad esprimere i propri interessi all'interno del governo centrale,
rafforzando la propria posizione di potere in ambito locale.39
A Rieti non si trattava di costituire un nuovo comizio
agrario, quanto di adattare quello già esistente alla nuova
normativa. A tal proposito il sottoprefetto organizzò una
riunione in cui furono invitati i sindaci del circondario che in
base all'art. 3 della legge, dovevano provvedere all'elezione di
un rappresentante all'interno del Comizio.40
Ma se a Rieti esisteva una pur esigua rappresentanza di
quella borghesia agraria sensibile e cosciente del ruolo che
poteva svolgere questa istituzione, nel resto del circondario la
situazione era molto diversa e, dopo il fallimento della prima
riunione, il sottoprefetto fu costretto a diffondere una circolare diretta ai sindaci dove tra l'altro scriveva:
La relazione a stampa sulla esposizione agraria del 1866
Questo istituto non potrebbe allungo sussistere se non fosse
sufficientemente coadiuvato dal concorso di tutti i municipi del
21
circondario, fra i quali ben pochi hanno dimostrato di comprendere
la importanza delle riunioni alle quali erano chiamati e che avevano
per scopo la creazione del comizio in corpo morale per conseguire
quindi alla personalità giuridica senza di che niuna istituzione può
sussistere e progredire. 41
Soltanto nel maggio 1870, pur ancora privo di riconoscimento di ente morale che otterrà con decreto del 18
dicembre dello stesso anno, il Comizio agrario sabino riuscì
ad iniziare la sua attività con una assemblea nella quale dopo
l'approvazione del regolamento interno, venne eletto il nuovo
consiglio direttivo presieduto da Odoardo Vincentini e
composto da Antonio Blasetti, Riccardo Gamba, Sante
Marcotulli, Angelo Dal Buono e Tommaso Crispolti.42
La vita del Comizio non si presentò semplice, soprattutto
a causa delle scarse risorse economiche dovute da un lato alla
mancata adesione di gran parte dei comuni che avrebbero
dovuto garantire un contributo annuale, dall'altro al basso
numero di soci causato, secondo Palmegiani e Fallerini:
…dall'erroneo criterio che sono uso farsi i più dei possidenti
ed agricoltori sull'indole di siffatte società, i quali pretenderebbero
che il Comizio imprendesse operazioni tali da arrecare istantaneamente rilevanti vantaggi all'agricoltura. Onde l'introduzione di una
macchina, di una nuova pianta, la divulgazione di una pratica utile,
come a mo’ d’esempio la solforazione delle viti, ecc. od anche un
aumento limitato della rendita totale dei terreni vengono da essi
considerate come cose di poco momento, e rifiutano per conseguenza il loro concorso ad una società che procura loro tali
vantaggi.43
Oltre ad alcune iniziative promozionali, in ogni caso di
minor spessore rispetto all’esposizione agraria del 1866, e
all'impegno dedicato all'istruzione agraria, tra le attività del
comizio agrario è da segnalare il censimento del bestiame i
cui rilevamenti furono effettuati dall'allora segretario
Riccardo Gamba.44
Non si trattò di un lavoro statisticamente attendibile sia
per la reticenza dei proprietari a dichiarare il vero nel timore
di «un novello cespite di tasse governative», sia per la totale
impreparazione dei comuni nel fornire i dati, o nel rilevarli
nei tempi stabiliti. Fu però il primo tentativo di rilevazione
22
complessiva su questo settore dal quale, se non è possibile
leggere le cifre numericamente esatte, emergono le diversità
presenti nelle varie aree del circondario.
Legata all'esistenza del Comizio agrario è anche la
pubblicazione di due fondamentali opere per la conoscenza
delle campagne sabine di questo periodo.
La prima, del 1873, è di Riccardo Gamba, al tempo
segretario del comizio e insegnante di scienze naturali presso
il liceo comunale.45
Si tratta di una copiosa monografia nella quale vengono
presi in esame i vari aspetti nell'agricoltura nell'agro reatino
descrivendo la situazione esistente e proponendo i necessari
rimedi per raggiungere un concreto sviluppo di essa.
Dalle pagine di questo lavoro traspare la posizione di
almeno una parte dell'allora dirigenza del Comizio agrario,
che non si era ancora delineato come mera voce padronale
ma, al contrario, era proprio nella mentalità retrograda di gran
parte dei proprietari che veniva visto un limite al progresso
dell'agricoltura della zona.
Riccardo Gamba, anticipando in qualche modo le pagine
dell'inchiesta Jacini, e dei cronisti socialisti di fine secolo,
descrisse le misere condizioni di vita dei contadini, le loro
abitazioni, l'alimentazione, le condizioni sanitarie, fornendo
una grande quantità di notizie d’elevato interesse storico etnografico.
Il contratto di mezzadria, nel modo in cui era esercitato
nell'agro reatino, viene descritto come strumento di sudditanza del contadino nei confronti del padrone.
Dati alla mano Riccardo Gamba descrisse il bilancio
economico delle famiglie coloniche dal quale emerge un
costante indebitamento del contadino verso il padrone, cosa
questa che arginava ogni qualsivoglia tentativo di progresso.
Come si poteva imputare ai soli contadini il mancato sviluppo
agricolo della zona se, osservava Riccardo Gamba, «…i
proprietari stessi mancano anzitutto delle necessarie cognizioni per farsi agricoltori. Questi sono indolenti quanto quelli
e forse di più».46
Sostanzialmente simili, pur se espressi con toni più
pacati, sono i contenuti della “Monografia sulle condizioni
dell'agricoltura e della classe agricola nel circondario di
Rieti”, redatta da Pietro Fallerini e Giuseppe Palmegiani per
partecipare al concorso indetto nel contesto dell'inchiesta
Jacini, e quindi pubblicata nell'annuale del comizio agrario
del 1879.47
Questo lavoro si presenta meno particolareggiato del
precedente, e non ottenne particolari risultati nel concorso,
tuttavia rappresenta un primo tentativo di analizzare l'intero
circondario di Rieti nelle molteplici diversità, geografiche,
economiche e sociali dei suoi mandamenti.48
Uno dei motivi dello scarso successo del comizio in
questo periodo va senza dubbio ricercato nel peso che ebbero
le posizioni critiche nei confronti della classe padronale.
Anche se nella volontà di quel microcosmo di borghesia
illuminata che ne gestiva l'esistenza non c’era certamente un
progetto di trasformazione dei rapporti sociali, essa in questa
fase rappresentò una significativa voce critica.
Nel periodo della grande crisi agraria, il Comizio agrario,
pur se non scomparve del tutto come accadde alla maggior
parte dei comizi che operavano nelle aree di maggiore arretratezza economica, ridusse al minimo la propria attività, e
gettò le basi per una sua trasformazione che lo portò già alla
fine del secolo, sotto la presidenza del principe Lodovico
Potenziani, ad essere la voce degli agrari locali.
Nel 1906 il Comizio fu il punto di riferimento della
Sabina per il movimento inteso ad ottenere l'estensione alle
Marche, Umbria e Lazio dei provvedimenti che il governo
intendeva assumere a sostegno del mezzogiorno d'Italia.49
Nel primo decennio del novecento questa istituzione subì
un definitivo declino sia perché il suo carattere di parte era
ormai divenuto più che evidente, sia perché si faceva sempre
più strada l'ascesa di altre forme associative come le cattedre
ambulanti che rappresentarono degli efficaci mezzi di istruzione agraria e diffusione delle moderne conoscenze agronomiche soprattutto tra i piccoli agricoltori.50
Nel 1897, con un certo anticipo rispetto al resto dell'area
umbro-laziale, nacque a Poggio Mirteto una Cattedra ambulante di agricoltura la quale, grazie anche al sostegno del
ministro Fortis, eletto nel collegio sabino, ottenne un sussidio
di 3000 lire dal Ministero di agricoltura a cui si aggiunse un
finanziamento di 1000 lire dell'Amministrazione provinciale
dell'Umbria, e 1200 lire da diverse amministrazioni comunali della bassa Sabina.
Il primo presidente fu Vittorio Peglion, uomo di primo
piano, destinato a diventare una delle più autorevoli figure
dell'agricoltura italiana fino a ricoprire nel 1925 il ruolo di
sottosegretario di stato al ministero dell'economia nazionale.
La cattedra di Poggio Mirteto svolse un ruolo centrale nello
sviluppo dell'agricoltura della bassa Sabina innestando, tra
l'altro, un significativo spirito cooperativistico di tipo liberale tra la media proprietà contadina.
L’esistenza della cattedra di Poggio Mirteto sminuiva
però l'immagine di Rieti, capoluogo del circondario, dove il
progresso dell'agricoltura era rimasto affidato al locale
comizio agrario, ormai ridotto ad associazione padronale.
Era quindi logico che i più illuminati proprietari del
reatino spingessero Domenico Raccuini, deputato del
collegio sabino, a chiedere al governo la concessione di una
simile istituzione anche a Rieti.
Le motivazioni c'erano tutte, viste le tragiche condizioni
economiche in cui versava la Sabina nella quale fin dal 1901
si era per altro avviato un processo di spopolamento soprattutto legato ad un trend emigratorio verso il Brasile.
Un fenomeno che si legava da un lato a condizioni generali di vita di carattere semifeudale, e dall'altro al percorso di
acquisizione di fondi agricoli da parte di molti contadini in
seguito alla vendita dei beni della manomorta degli anni
ottanta, ed al loro progressivo indebitamento, che comportò
l'espropriazione da parte dello stato dei fondi acquistati, e la
conseguente nascita di un vasto fenomeno di pauperismo che
nell’emigrazione transoceanica verso il Brasile - la Sabina in
tal senso ebbe il più alto tasso del paese - trovò l'unico illusorio percorso di soluzione.
Ed è proprio su tali condizioni che fece leva l'on.
Raccuini alla Camera, chiedendo da un lato l'estensione alla
Sabina dei provvedimenti assunti dal governo in materia di
credito agrario per il Lazio, in base ad un disegno di legge
presentato nel 1901 da Zanardelli, e successivamente
ripreso da Guido Baccelli, e dall'altro, qualsiasi altro provvedimento in grado di incidere sulle condizioni economiche
del reatino.
23
Se egli fallì sul terreno del credito agrario, anche a causa
dell'esiguità del finanziamento globale di appena un milione,
si ritenne ugualmente soddisfatto, anche perché, in sede di
discussione della sua interpellanza, il ministro Baccelli
assunse un preciso impegno in merito alla nascita della
cattedra ambulante di Rieti esprimendosi nei seguenti
termini:
Egli ha parlato di granicoltura; e gli rispondo che nessuno
ignora l'importanza delle granaglie rietine. Ebbene noi faremo un
istituto speciale, perché quell'importanza sia nota e di quelle pregiate
semenze si diffonda l'uso, con vantaggio grande di tutta l'agricoltura nazionale. Questo sarà un istituto che con la cattedra ambulante
di Poggio Mirteto, dirigerà i campi sperimentali, di cui in questi
ultimi anni è stata dotata la Sabina. E nella parsimonia del bilancio
dell'agricoltura è certo che l'onorevole Raccuini sarà così discreto,
da confessare che qualche cosa si è potuto fare per la sua regione.51
In realtà quando venne discussa l'interpellanza parlamentare, la decisione del ministro Baccelli era già nota tanto
che nel marzo dello stesso anno lo stesso Raccuini aveva
comunicato al sindaco di Rieti che il governo era intenzionato a "...concedere, potrei dire ha concesso, una cattedra
ambulante speciale per il miglioramento della coltura del
frumento da semina con relativo deposito di macchine
speciali per la granicoltura alla nostra Rieti".
Aggiungeva poi che era opportuno non divulgare la
notizia "...per timore non abbiano a suscitarsi in altre città ed
altrove appetiti per noi pericolosi".52
Un mese dopo fu lo stesso ministro Baccelli a comunicare al sindaco della città di aver concesso un finanziamento
annuo alla cattedra di 7500 lire annue.
Baccelli specificò anche quale sarebbe stato lo scopo e i
compiti dell'istituto reatino:
La cattedra avrà per fine principale di diffondere mediante
insegnamenti pratici, campi sperimentali e dimostrativi, la conoscenza dei mezzi più adatti a rendere meglio remuneratrice la granicoltura a questo fine la cattedra eseguirà anche indagini e studi
relativi alla selezione dei grani, per accertarne la maggiore produttività e la resistenza alle malattie. Ne sarà trascurato quanto
concerne le ricerche applicative sui concimi e sui terreni, mediante
24
esperimenti da compiersi nei campi dimostrativi predetti. La
cattedra sarà affidata ad un Direttore con l'assegno annuo di Lire
3500, la cui nomina, subordinata all'approvazione del Ministero,
avverrà per concorso fra i laureati in scienze agrarie da non meno
di un triennio, i quali provino di aver passato questo periodo di
tempo nell'insegnamento, o nello esercizio di industrie agrarie. La
nomina sarà fatta da una commissione composta da 5 membri, dei
quali 3 nominati dal Governo, uno dal Comune e l'altro dal
Comizio Agrario locale. Alla cattedra presiederà un consiglio direttivo di 5 membri, dei quali due di nomina governativa, uno nominato dal Comune e uno dal Comizio Agrario, e del Direttore titolare
della Cattedra, che funzionerà da segretario.53
La nuova istituzione reatina non venne ben accolta dalla
consorella di Poggio Mirteto la quale, proprio in quel periodo,
stava programmando l'estensione della sua azione sull'intero
circondario di Rieti.
C'era un obiettivo rischio di sovrapposizione di competenze e, non appena appresa la notizia, Angelo Orsolini Marescotti, allora presidente della cattedra di Poggio Mirteto, non
mancò di presentare il problema attraverso una circolare a
stampa nella quale, dopo aver ricordato l'attività svolta, ed in
modo particolare i dieci campi dimostrativi aperti, cinque dei
quali proprio nel mandamento di Rieti, sosteneva la necessità di rafforzare l'importanza del suo ente “…anziché diminuirla ponendogli a fianco un nuovo istituto, che anche per la
sua omonimia, apparisce senz'altro un duplicato di quello
esistente”.54
In realtà nello statuto della cattedra di Poggio Mirteto,
non era prevista una competenza sul mandamento di Rieti,
ma solo negli altri cinque del circondario, anche se, proprio
in quel periodo di crescita dell’istituto, le velleità di acquisire una egemonia sull’intero territorio, diventavano sempre
più un dato di fatto.
Almeno sul piano delle competenze tematiche, i timori di
Angelo Orsolini Marescotti erano del tutto ingiustificati, in
quanto nei progetti della cattedra di Rieti non c’erano
programmi competitivi con quelli della consorella di Poggio
Mirteto.
L’istituto reatino avrebbe dovuto agire soprattutto sul
terreno della granicoltura in correlazione al miglioramento
del ben noto Rieti originario.
Ciò che in realtà risultò poco gradito agli agrofili della
bassa Sabina, fu il fatto che l’istituto reatino sarebbe stato
totalmente a carico dello stato, che viceversa ad essi concedeva un semplice contributo finanziario costringendoli
costantemente a fare i conti con un consorzio di comuni che
non era sempre semplice coordinare.
A Rieti le aspettative per la nuova cattedra erano molte
anche se c'era poca chiarezza sulle sue reali prospettive
operative.
C'era chi vi vedeva una grossa opportunità per arrivare ad
un reale sviluppo del Rieti originario, chi né voleva fare un
laboratorio sperimentale di livello nazionale, in ogni caso tutti
concordavano su ciò che la cattedra non doveva essere, e cioè
una struttura “… per predicazioni girovaghe ai contadini”.55
In un primo articolo “L'Avvenire della Sabina” collocò il
possibile orizzonte di azione della cattedra unicamente nella
valorizzazione del Rieti originario:
E senza dubbio, la Cattedra ambulante di Rieti, curando la
selezione del miglior grano da seme che si conosca, potrà risolvere
in gran parte il problema propostosi dall'on. Ministro, poiché è
provato che il grano da seme della valle reatina da un prodotto
maggiore di quello fornito da altre sementi.
Non dissimile l'opinione di Oreste Narduzzi che sullo
stesso giornale auspicava per la cattedra di Rieti un ruolo
nazionale, collocandola in un contesto più ampio di interventi
ministeriali a sostegno della granicoltura del paese.
All'istituto reatino riservava il ruolo del “…miglioramento del grano da seme di Rieti ed avvisare a tutti quei
mezzi che valgano a tutelarne l’onesto commercio”.
Egli auspicava poi un coordinamento tra i produttori e la
cattedra, per farne “…scaturire una istituzione di garanzia
commerciale”, mentre il direttore doveva essere “…consigliere intimo e sincero degli agricoltori del contado”.56
Il Comizio agrario, al di là della soddisfazione per la
riuscita dell'operazione, pose al comune il problema dei fondi
necessari al funzionamento dell’istituto.
Il contributo ministeriale non sarebbe stato sufficiente a
far svolgere alla cattedra una adeguata attività, e invitò il
municipio a stanziare un contributo e a farsi promotore di un
Il bando con cui venne indetto il concorso per direttore della Cattedra
ambulante di granicoltura vinto da Nazareno Strampelli.
25
consorzio di comuni del circondario che avrebbero dovuto
contribuire proporzionalmente ai benefici ottenuti dalla
nuova istituzione.
Il Comizio agrario aveva certamente ragione, d'altra parte
sia la struttura consorella di Poggio Mirteto, sia le altre
cattedre italiane operavano proprio grazie al contributo dei
comuni e delle banche, ma la sollecitazione inoltrata dal
comune non ottenne neanche una risposta.57
Un ruolo fondamentale nel determinare il livello operativo in cui far muovere la cattedra l'avrebbe svolto il suo direttore che sarebbe scaturito da un apposito concorso che il
ministero autorizzò subito il comune di Rieti a bandire.58
Il municipio di Rieti nominò il prof. Giuseppe Brucchietti quale proprio rappresentante nella commissione del
concorso e Giuseppe Palmegiani in seno al futuro comitato
direttivo, e lo stesso fece il Comizio agrario che per entrambi
i ruoli incaricò il suo segretario Pietro Fallerini.
Il Ministero di agricoltura nominò quali rappresentanti
in seno al comitato direttivo dell’Istituto reatino il principe
Ludovico Potenziani e il marchese Francesco Canali, due dei
principali agrari della valle reatina, senza quindi collocare
all'interno dell'Istituto un proprio rappresentante istituzionale,
e ciò a testimoniare quanto fosse lontana la prospettiva sperimentale che assunse successivamente l’istituto di Rieti.59
Al bando risposero inizialmente solo otto candidati, e il ministero decise di rinviare l'espletamento del concorso invitando
il comune a riaprirne i termini.60
Alla fine i partecipanti furono quattordici e, esaminati i
titoli e le relazioni presentate, furono ammessi a sostenere la
prova orale che consisteva in una ipotetica lezione pubblica,
tre soli candidati: Nazareno Strampelli, Silvio Laureti e
Alfonso Maria Leoni.61
Il tema che la commissione scelse era ovviamente legato
alla granicoltura: “Principali miglioramenti da introdursi
nella coltivazione del frumento, tenendo conto dello stato
attuale della agricoltura nell’Italia centrale”.
Ai concorrenti, ai quali vennero date 5 ore per preparare
la lezione, venne esplicitato che l'ipotetico auditorio doveva
essere di "…agricoltori di mediocre istruzione", e questo a
sottolineare la dimensione didattica che si intendeva imprimere all'istituto.62
26
Alla fine risultò vincitore Nazareno Strampelli con la
votazione di 27/30, mentre gli altri due concorrenti riportarono la votazione di 24/30.
Nacque così il rapporto tra Strampelli e Rieti che con la
Sabina aveva già avuto un contatto l'anno precedente quando
vinse il concorso per direttore della cattedra ambulante di
Poggio Mirteto, incarico che però rifiutò in quanto nel frattempo era stato chiamato alla cattedra di agraria e estimo
presso l'università di Reggio Calabria.63
La pagina iniziale di questa vicenda è caratterizzata dalle
profonde diversità di motivazione dei soggetti che ne furono
artefici.
Da un lato Rieti che voleva la sua cattedra ambulante,
dall’altro il Ministero di agricoltura che l’aveva concessa
senza troppa convinzione, e sull’altro fronte Nazareno Strampelli che riuscì ad insediarsi nella valle reatina, la madre di
quel frumento, il Rieti originario, che fu alla base di tutto il
suo percorso di ricerca.
Il Rieti originario
NOTE
Su questa tematica cfr. R. LORENZETTI, Storia Sociale e economica della Sabina, Città di Castello 1989.
2 Cfr. C. M. TRAVAGLINI, Il dibattito sull'agricoltura romana nel
secolo XIX (1815-1870), Roma 1981.
3 Sull’accademia di Jesi si veda A.M. NAPOLIONI, La società
agraria jesina dalla fondazione all'unità, in S. ANSELMI (a cura di),
Nelle Marche centrali. Territorio, economia, società tra medioevo e
novecento, Jesi, 1978, 2° vol., pp. 1169-1220; su quella di Pesaro, T.
CRESCENTINI ANDERLINI, Sulla storia dell'Accademia agraria di
Pesaro, in «Proposte e ricerche», VI, 1981, pp. 165-174; sulla Società
agraria di Bologna, R. ZANGHERI (a cura di), Le campagne emiliane
nell'età moderna, Milano 1957; mentre per un inquadramento generale
del problema in Italia si veda, Accademie e società agrarie in Italia.
Cenni storici editi a cura della Reale Accademia dei georgofili, Firenze
1931.
4 B. ORSI, Per la solenne istituzione ed apertura della Società
economico agraria della Provincia di Rieti e Sabina. Discorso pronunziato il 13 febbraio 1841 da Monsignor Bartolomeo Orsi Delegato
apostolico e presidente della società medesima, Rieti 1841, pp. 4-5.
5 Ibid.
6 Ibid., p. 11.
7 Ibid., p. 12.
8 ASR, Sott. AC., 1860, lettera di Agostino Rosati al Commissario
reale per la provincia di Rieti, 28 dicembre 1860. Si veda anche
ASRoma, Cam. 11, tit. 11, b. 13, Stabilimenti agrari. orfanotrofio di
Rieti ospitava inizialmente soltanto 6 ragazzi la cui custodia era affidata ad un contadino in qualità di prefetto. La sede era quella della
chiesa della Madonna di Loreto fuori di Porta Cintia. In altri termini
quella di Rieti più che una accademia agraria era un semplice orfanotrofio maschile il quale era stato già ideato ma non realizzato da mons.
Ferretti nel 1839. Cfr. M. P. RICCIARDI, Vicende dell'istruzione popolare di Rieti e provincia dal 1800 al 1900, in «Rieti», 1974, n. 8-9, pp.
175-226 e n. 10, pp. 229-258.
9 Statuto organico dell'orfanotrofio dei maschi in Rieti, Rieti 1868,
artt. 1-2.
10 Ibid., art. 9. Durante il loro soggiorno dell'ospizio gli orfani dovevano indossare come divisa la tradizionale «sarga».
11 Sul riordinamento dell'orfanotrofio si veda ASR, ASCRi, Opere
pie, Istituti Pubblici, 1860-1890, «Orfanotrofio dei maschi»; G. ACUTI,
Progetto di riordinamento dell'orfanotrofio agrario di Rieti, Rieti
1
1885; Statuto organico e regolamento amministrativo dell'orfanotrofio
dei maschi in Rieti, Rieti 1890.
12 ASR, ASCRi, I P, cl. 5^ 1898 1900, Circolare del 10 giugno
1856.
13 Ibid. lettera del ministro dell'interno al Delegato apostolico di
Rieti, 10 giugno 1856; Ibid. lettere del ministro del commercio e dei
lavori pubblici al Delegato apostolico, 25 giugno 1856 e 17 febbraio
1857.
14 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro del commercio,
21 giugno 1856.
15 Ibid., lettera ministro del commercio al Delegato apostolico, 4
febbraio 1857.
16 Ibid., lettera del Delegato apostolico al ministro dei commercio,
1 gennaio 1858.
17 Ibid., lettera del Delegato apostolico al conte Vincenti Mareri,
1 gennaio 1858; Ibid. lettera di A. Vincentini al Delegato apostolico,
4 febbraio 1858; Ibid. lettera di F. Zapparelli al Delegato apostolico,
2 febbraio 1858; Ibid. lettera di G. V. Mareri al Delegato apostolico,
15 giugno 1858. Giacinto Vincenzo Mareri fu tra l’altro il promotore
della costituzione della Cassa di Risparmio di Rieti.
18 L’Accademia era presieduta dal Delegato apostolico.
19 Ibid., lettera del conte Giacinto Vincenti Mareri al Delegato
apostolico, 15 giugno 1858.
20 Ibid.
21 Ibid. «Progetto di regolamento per l'accademia agraria di Rieti»
19 novembre 1 (858), f.to G. Vincenti Mareri. Nella stessa busta è
anche conservata la prima bozza di statuto del 14 giugno 1858.
22 Sull’attività dell'accademia: Ibid. lettere del Delegato apostolico
al commissario amministrativo della provincia di Rieti, 25 giugno e 9
dicembre 1858; Ibid. lettera di Gio. Maria Blasetti e Francesco Zapparelli al Delegato apostolico, 20 settembre 1858; Ibid. lettera del Delegato apostolico al Ministro del commercio, 28 dicembre 1858 e 1
gennaio 1859; Ibid. cat. 11, cl. 6^, 1861-1900, «Comizi e associazioni
agrarie», verbali del consiglio provinciale di Rieti del 25 giugno e 9
dicembre 1858; Ibid. «Elenco degli individui proposti all'associazione
agraria» s.d. Nell'elenco figurano tra gli altri Felice e Francesco Palmegiani, Filippo Durre, Francesco e Filippo Fiordeponti, Tommaso
Crispolti, Agostino e Giuseppe Napoleoni, Carlo Piccadori, Gabinshi
Potenziani, Cesare Sacchetti, Basilio Sisti, Gaetano Sorge, Salvatore
Trinchi, Bartolomeo Vecchiarelli, Giacinto Vincenti, Pietro Odoardo e
Ippolito Vincentini, Tullio Catalani, Paolo Leoni, Girolamo Colelli,
Nicola Canali, Francesco Grigi, Caledonio Vitelleschi.
27
ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, lettera del sottoprefetto Luigi
Mastricola al sindaco Carlo Piccadori, 24 dicembre 1863; Ibid. lettera
di Carlo Piccadori all'Associazione agraria umbra, 24 dicembre 1863;
Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864; Statuto del Comizio
Agrario di Rieti, Rieti 1864.
24 Ibid. lettera circolare del ministro di agricoltura industria e
commercio del 30 maggio 1862.
25 Ibid. Associazione agraria italiana, Statuto organico, 1862; Ibid.
decreto di approvazione dello statuto del 10 marzo 1862.
26 Ibid. verbale della riunione del 3 gennaio 1864.
27 Ibid. «Elenco dei soci che hanno dichiarato di far parte del
Comizio Agrario di Rieti» s.d. Tra i soci figurano Giovanni Pilati,
Vincenzo Fioritoni, Domenico Colarieti, Basilio Sisti, Giuseppe Napoleoni, Salvatore e Antonio Trinchi, Gaetano Sorge, Antonio Blasetti,
Tullio Catalani, Bernardino Franceschini.
28 ASR, ACCont. AG, lettera circolare dei comizio agrario di Rieti,
20 luglio 1864.
29 Ibid., lettera circolare del sottoprefetto, 25 luglio 1864.
30 Su Francesco Grigi veda: A.S. SASSETTI, Scritti scelti di Francesco Grigi, Rieti 1914, mentre tra i lavori del grande folclorista abruzzese Antonio De Nino nei quali sono riportate documentazioni relative
alla sua attività in Sabina vanno ricordati almeno i seguenti: La Sabina
nel dialetto e nei canti, in «Rivista Moderna Politica e letteraria»
Roma, 15-3-1903; Lingua vernacola e Loreto Mattei, in Bricciole
letterarie, Lanciano 1884 2 voll.; Saggio di Canti popolari sabinesi,
Rieti 1869; I poeti pastori di Leonessa in «Fanfulla della Domenica»,
12-3-1905.
31 Comizio Agrario di Rieti, Relazione sul concorso e sulla esposizione del 1866, Rieti 1867. La decisione di organizzare il concorso
fu presa nella riunione del 20 luglio 1864 fissando la data ai giorni 12-3 ottobre 1865 ma a causa dell'epidemia di colera che colpì in quel
periodo diverse regioni italiane la data fu fatta slittare di un anno. Cfr.
ASR, ASCRi, IC., cl. 6^, f. 1, Manifesti a stampa del Comizio Agrario
di Rieti, 20 luglio 1864 e 1 settembre 1865.
32 CAR, Relazione sul concorso.... cit.
33 Cfr. G. CAPRIOLI, Antiche industrie agricole. Il guado in Rieti, in
«Sabina Agricola», XI, 1933, n. 7.
34 Luigi Botter, professore di agronomia all'Università di Bologna
e membro dell'Accademia dei georgofili, segnalò ampiamente il
concorso di Rieti nel giornale da lui diretto «Giornale di agricoltura
industria e commercio del Regno d'Italia» 111, 1866, v. 6, lugliodicembre, pp. 144, 267, 223.
23
28
CAR, Relazione sul concorso... cit., p. 70.
P. DONI, Una visita alla esposizione agraria di Rieti nel 1866,
CAR, Relazione sul concorso...cit., pp. 93-118.
37 Annuale del Comizio Agrario Sabino per l'anno 1879, cit. p. 934.
38 In realtà non in tutti i circondari del Paese si riuscì ad istituire un
comizio agrario. Nel 1870 questi erano dislocati per il 52% al nord,
16% al centro, 20% al sud e 12% nelle isole. Anche dalla diversa distribuzione territoriale di questi enti si evince come si faceva sempre più
strada il dualismo economico tra nord e sud. Sulla problematica generale dei comizi agrari si veda P. CORTI, I comizi agrari dopo l'Unità,
(1866-1891), in «Ricerche di storia sociale e religiosa», 1973, n. 3;
ID., Fortuna e decadenza dei Comizi Agrari, in «Quaderni storici»,
1977, n. 36, pp. 738-758.
39 I comizi agrari furono istituiti ufficialmente con il R.D. del 22
dicembre 1866, n. 3452 successivamente modificato da quelli del 22
giugno 1879 e 3 aprile 1884.
40 ASR, ASCRi, IC, 1867, lettere dei sottoprefetto al sindaco di
Rieti, 26 giugno e 8 luglio 1867.
41 Ibid. lettera del sottoprefetto ai sindaci del circondario, 7 luglio
1868; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco di Rieti, 25 aprile 1869.
42 Ibid. lettera del Comizio Agrario Sabino al sindaco di Rieti, 15
giugno 1870; «Relazione della direzione per la presentazione del
progetto di regolamento interno approvato all'assemblea generale del
Comizio», in Legge organica e regolamento interno al Comizio
Agrario Sabino, Rieti 1871.
43 Annuale del Comizio Agrario Sabino…cit., p. 94.
44 R. GAMBA, Censimento del bestiame del circondario di Rieti al
31 dicembre 1868, in «Bollettino del Comizio Agrario Sabino», 1,
1872, n. 1, pp. 19-45.
45 R. GAMBA, Monografia statistico economica sull'agro reatino e
suo mandamento, Terni 1873, 2 voll.
46 Ibid. p. 214.
47 ACS, IP., ARGIA, b. 8. Il manoscritto conservato presso l'Archivio Centrale dello Stato è di 92 pagine ed è datato 1878, porta il
titolo: Memoria sulle condizioni dell'agricoltura e della classe agricola nel circondario di Rieti compilata per incarico del presidente del
Comizio Agrario Sabino, Sig. conte Pietro Vincentini da Giuseppe
Palmegiani e Pietro Fallerini. Cfr. R. LORENZETTI, Le monografie
inedite dell'Inchiesta Jacini presso l'Archivio Centrale dello Stato, in
«Società e storia», 1984, n. 25, pp. 687-709.
48 Sulla partecipazione al concorso: ASR, ASCRi, IC. Oggetti
Diversi, 1861 1900, Lettera del sottoprefetto al presidente del CAR.
35
36
(copia), 23 gennaio 1879; Ibid. lettera del sottoprefetto al sindaco di
Rieti, 23 gennaio 1879. Il dott. Alessandro Silvaggi fu invece incaricato della compilazione del questionario relativo all'inchiesta sulle
condizioni sanitarie che l'on. Agostino Bertani stava conducendo parallelamente a quella di Stefano Jacini. Purtroppo non si è rintracciata
nessuna copia della relazione di Silvaggi né è possibile farlo altrove,
date le note vicende della documentazione relativa a questa inchiesta.
Cfr. Ibid. Lettera circolare del prefetto dell'Umbria relativa l'inchiesta
Bertani. Ibid. Lettera del 20 marzo 1879 e 5 ottobre 1880; Ibid. lettera
del sindaco di Rieti ai medici reatini Augusto Borghini, Francesco
Catalani, Alessandro Silvaggi, Luigi Brucchietti, 10 agosto 1879.
49 ASR, ASCRi, Fin., Cont., 1901-1913, Lettere circolari del
Comizio Agrario Sabino del 31 maggio 1905, 28 maggio, 2 e 25
settembre 1906; lettera del sindaco di Rieti al principe Lodovico Potenziani, 2 giugno 1906. In questa occasione il principe Potenziani fece
diffondere un anacronistico manifesto dove, dopo aver descritto le
misere condizioni della popolazione sabina alle quali affiancava sullo
stesso piano quelle di proprietari gravati di tasse e di conseguenza
costretti loro malgrado «… a dare ai braccianti irrisori salari», lasciava
intendere che in Sabina esisteva una forte situazione di dissenso che
rischiava fortemente di degenerare se non si estendevano anche in
questa area i provvedimenti pensati per il sud d'Italia, in quanto, minacciava Potenziani, «.…coll'acuta miseria la pazienza potrebbe stancarsi», Ibid. manifesto a stampa del 22 aprile 1906.
50 Cfr. M. ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura, G. Volpe
Editore, Roma 1970; A. SALTINI, Istituzioni agrarie e progresso delle
campagne, Edizioni Spazio rurale 2006.
51 Cfr. R. LORENZETTI, Storia sociale e economica della Sabina, cit.
p. 506.
52 ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 3; Lettera di Domenico Raccuini al sindaco di Rieti relativa
all'istituzione della cattedra ambulante di granicoltura 16 marzo 1903;
Ibid. f.1; Lettera del Ministro di Agricoltura Industria e Commercio,
Guido Baccelli all'on. Domenico Raccuini, deputato al parlamento del
collegio di Rieti, 11 aprile 1903. Baccelli comunica a Raccuini di aver
concesso alla Cattedra di Rieti un contributo annuo di 7.500 lire.
53 Ibid. Lettera del Ministro di agricoltura industria e commercio,
Guido Baccelli al sindaco di Rieti, 11 aprile 1903. Si vedano anche
Ibid. Avviso di concorso, aprile 1903; Ibid. lettere del sindaco di Rieti
a Domenico Raccuini e Emilio Maraini, 14 aprile 1903.
54 Ibid. f. 2, Cattedra di Granicoltura, Lettera del presidente della
cattedra ambulante di agricoltura per la Sabina al Maic, 18 aprile 1903.
Gebe, La nuova Cattedra ambulante di Rieti, “L'Avvenire della
Sabina”, I (1903), n. 6, 15 aprile, p. 1.
56 O. NARDUZZI, Sulla cattedra di granicoltura di Rieti, “L'Avvenire
della Sabina”, I (1903), n. 11, 1 luglio, p. 1.
57 ASR, ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura,
f. 1, Lettera del CAR al sindaco, 25 aprile 1903.
58 Ibid., Bando del concorso. Aprile 1903.
59 Ibid., Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti, 26 agosto
1903; Ibid. Delibera del consiglio comunale del 19 maggio 1903; si
veda anche la lettera di incarico del comune di Rieti a Giuseppe Palmegiani, 1903 maggio 31; Ibid. lettera del CAR al sindaco di Rieti 13
maggio 1903.
60 Ibid. Lettera del ministro Baccelli al sindaco di Rieti giugno 23
1903.
61 Ibid. f.3, I partecipanti furono: Donato Bellini di Potenza, De
Iorio Filippo di Avellino, Hinech Giovanni di Treviso, Degli
Espoinosa Gaetano di Sulmona, Dante Gavegli di Citta S. Angelo,
Saverio Iovino di Roma, Silvio Laureti di Cosenza, Alfonso Maria
Leoni di Voghera, Guido Pasquini di Siena, Matteo Talamini di Roma,
Leonello Pannocchia, Augusto Salucci di Ancona Pietro Viani di
Catania e Nazareno Strampelli di Camerino. Si veda anche la domanda
presentata da Nazareno Strampelli per partecipare al concorso per
direttore della Cattedra speciale di granicoltura di Rieti, 29 luglio 1903;
Rapporto della commissione giudicatrice del concorso per il posto di
direttore della Cattedra Ambulante di Granicoltura di Rieti, 1903; Ibid.
f. 2 sub. Minuta di lettera con la quale il sindaco di Rieti comunica a
Strampelli il risultato del concorso.
62 Ibid., Rapporto della commissione giudicatrice del concorso per
il posto di direttore della Cattedra Ambulante di Granicoltura di Rieti,
1903.
63 Cfr. Il nuovo direttore della cattedra Ambulante di agricoltura
per la Sabina, in “L’Avvenire della Sabina”, 1 (1903), n. 1, p. 2. Al
posto di Nazareno Strampelli l'incarico venne assunto da Arnaldo
Napoleoni. Sulle cattedre ambulanti di agricoltura si vedano: M.
ZUCCHINI, Le cattedre ambulanti di agricoltura (1886-1935), in
“Rivista di Storia dell’Agricoltura”, X (1970) n. 3, pp. 221-252; V.
PEGLION, L’ordinamento della sperimentazione agraria in italiana,
Roma 1919; E. FILENI, Sull’insegnamento agrario ambulante nel
mezzogiorno, Roma 1907; P. FRIZZATI, L’insegnamento agrario ambulante in alcuni Stati d’Europa, Faenza 1909; E. FILENI, Sviluppo delle
Cattedre ambulanti di agricoltura in Italia, nazionale di agricoltura,
in, Atti del XIII Congresso Roma 1927.
55
29
La sede della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura di Rieti, nei primi anni
del ‘900, nella Palazzina che poi ospiterà la Banca d’Italia
Il grano di Rieti
Se sappiamo quando iniziò il rapporto tra Strampelli e il
Rieti originario, poco sappiamo quando nel capoluogo sabino
si sia iniziato a produrre grano da seme.1
Si tratta di un frumento collocato nella categoria degli
autunnali teneri e aristati che veniva apprezzato per l’alta resistenza alle ruggini, una della cause di maggiore danno alle
colture, ma che aveva il suo punto debole nella facilità all’allettamento.
Fino alla prima metà del XIX secolo il Rieti originario,
oltre che in Sabina, era stato significativamente impiantato
in tutta l’area umbra da dove si estese in Emilia e in Toscana.
Lo sviluppo dei mezzi di comunicazione della seconda
metà dell’Ottocento, e soprattutto l’arrivo della ferrovia a
Rieti nel 1883, consentì una larga diffusione del prodotto che
si andò a collocare tra i più coltivati del Paese.
Il suo costo era notevolmente superiore a quello dei grani
da seme comuni, ed aumentava significativamente in
funzione delle richieste, tanto che nel 1879 questo veniva
venduto a 50 lire il quintale contro le 24,32 lire degli altri
grani reperibili sulle piazze agricole italiane.
Non secondaria era l’incidenza dei costi di trasporto che,
fino al 1883, doveva essere effettuata con carri fino alla
stazione ferroviaria di Terni.
Anche la spedizione ferroviaria incideva significativamente sul costo complessivo del prodotto, in media 12-18 lire
per quintale, in funzione della percorrenza.2
Nella seconda metà dell’Ottocento il Rieti originario
divenne un vero e proprio fenomeno della granicoltura
italiana fino al punto che iniziarono a diffondersi vere e
proprie frodi come riferiva il periodico agrario milanese “Il
Giornale del Villaggio” che nel 1882 ebbe a scrivere: 3
Abbiamo detto che girino campioni da tutte le parti; Ferrarese
dato per Rieti, riprodotto e offerto per originale grano, del confine
Umbro dato per Velino: questa faccenda del Rieti pare voglia
tenere somiglianza con quella passata dei Cartoni giapponesi. Gli
è come del Chianti: fortunato colle, che in nome suo si dà da bere
a tutto il mondo.
Molti rivenditori acquistavano piccole partite di Rieti
originario per avere un qualche documento da esporre che
comprovasse la provenienza del prodotto, per poi sostituirlo
con altro grano; altri, soprattutto in Romagna, “tagliavano” il
Rieti originario con grani locali di valore nettamente inferiore.
C’era pure una truffa messa in atto da molti agricoltori
reatini che smerciavano per grano da seme Rieti originario,
quello che si raccoglieva in collina o in altre zone del circondario, ma non nella piana alluvionale di Rieti, e quindi di
valore e qualità decisamente inferiore, tanto che si andava
pericolosamente diffondendo l’idea che il prodotto di Rieti
fosse in realtà un bluff.
Insomma, le cronache del tempo sono piene di episodi
di questo genere che incidevano negativamente sul prestigio
di questo prodotto soprattutto quando ci si accorgeva che le
tanto decantate rese, e la resistenza alle ruggini venivano
meno.
Lo stesso Strampelli nei primi anni del suo lavoro a Rieti
ebbe a scrivere al Ministro di agricoltura:
Mi permetto inoltre far notare all’E.V. che stando ai si dice, il
commercio del grano da seme di Rieti lascia molto a desiderare per
l’onestà e lealtà con cui viene esercitato, tantochè è forte il discredito rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questa
piazza.4
31
Una fama quella del Rieti originario che si era andata
sempre di più diffondendo per opera soprattutto dei comizi
agrari molti dei quali divennero distributori del prodotto
sottolineandone la bontà nelle loro pubblicazioni dirette ai
coltivatori.
Così nel “Bollettino del comizio agrario di Alessandria”,
parlando delle diverse specie di grani da seme, si legge:
Fra queste noi diamo la preferenza alla varietà detta di Rieti,
a quella ben s’intende che proviene dai terreni che fruiscono del
beneficio delle torbide alluvionali….La preferenza da noi accordata al grano reatino non è puramente come chi dicesse ideale, ma
è la sintesi di numerosissimi fatti tutti militanti in di lui favore.5
Del tutto simile era il giudizio del comizio di Cremona:
S’è visto infatti che gli stessi appezzamenti di terreno seminati parte a grano rietino, e parte a grano nostrano somministrano
prodotti per qualità e quantità differentissimi, avendo i primi superato sotto ogni rapporto, di gran lunga questi ultimi.6
Il “Giornale di Agricoltura Pratica”, sosteneva come il
Rieti originario fosse un “…esempio rimarcabilissimo di ciò
che può un germe vivace e rusticano nel frumento, esempio
degnissimo di essere propagato ovunque” e quasi con enfasi
concludeva “…dunque, signori lettori, è un buon inizio anzi
un eccellente prognostico. Seminiamo grano di Rieti, noi
soprattutto dell’alta Italia, e un anno per l’altro potremo dire
che l’annata sarà buona”.7
Il “Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio del
Regno d’Italia” pubblicò nel 1876 i risultati di alcune prove
effettuate presso il campo sperimentale di Parma da cui
emerse come il Rieti, sia quello originario che quello di prima
e seconda riproduzione, davano risultati nettamente superiori
agli altri grani confrontati come il Bardianska, il Restaiolo e
il Tosello.8
Icilio Bandini, nell’“Agricoltura Italiana” dell’agosto
1878, metteva in evidenza il vero e proprio fenomeno che si
era venuto a creare con la diffusione del Rieti originario fino
al punto da manifestare qualche perplessità rispetto ad un
utilizzo generalizzato che si stava facendo di tale frumento.
32
Opuscolo pubblicitario del Rieti originario redatto da Pietro Fallerini
nel 1877.
Egli sottolineava come dopo i risultati riscontrati e
pubblicizzati dalla stampa nazionale, “… se né fa una animata
ed insistente ricerca […] In tutta Italia vi è una gara, una ressa
indicibile per avere il grano di Rieti; non si ha fede, non si
confida che in esso”.
Secondo lui, le straordinarie qualità di questo frumento
erano indiscutibili sia per la notevole resa che per la resistenza alle ruggini, ma metteva anche in guardia verso un
utilizzo esagerato:
…ma che oggi lo si voglia seminare dappertutto, in piano
e in colle in creta o nel tufo, nel magro e nel grasso,
nell’asciutto e nell’umido mi pare una esagerazione.9
La sintesi delle varie esperienze che in Italia si andavano diffondendo sul Rieti originario venne dal Ministero
di agricoltura industria e commercio nelle “Notizie intorno
alle condizioni dell’agricoltura”, dove venne sottolineato
come il Rieti originario era senza dubbio il grano che si
stava maggiormente diffondendo in Italia, e questo
malgrado il suo prezzo decisamente elevato rispetto agli
altri frumenti.
In base alle notizie che il ministero aveva raccolto dai
vari comizi agrari, il Rieti originario era ormai largamente
attestato come la principale varietà coltivata, oltre che
nell’area umbra, nelle province di Cuneo, Milano, Pavia,
Bergamo, Verona, Belluno, Padova e Cremona, mentre
iniziava a diffondersi nelle province di Macerata, Modena e
Forlì.
Nel sud se ne faceva largo uso a Benevento e Avellino,
mentre non pochi comizi agrari, pur riconoscendo l’alta
qualità del prodotto, lamentavano l’alto costo, come nel caso
di Teramo dove si sosteneva che il Rieti “…per esser troppo
costoso, e perché bisogna rinnovarlo ogni anno, è riservato ai
soli coltivatori facoltosi”.10
Nel 1881 una apposita commissione nominata all’interno
del Comizio agrario reatino provvedeva ad acquisire il grano
da seme dai produttori locali e a rivenderlo ad un prezzo fisso
che per quell’anno venne fissato a 42 lire il quintale.11
Una delle tante pubblicazioni redatte per promuovere il Rieti originario.
33
Era però difficile concretizzare un coordinamento tra i
proprietari della zona che preferivano vendere direttamente il
loro prodotto.
Lo sostenne con forza il presidente del Comizio agrario
nell’assemblea del 30 maggio del 1885, denunciando “…la
troppa avidità dei proprietari reatini”.12
Nel 1889, il Comizio agrario di Rieti che da sempre aveva
lavorato per la diffusione del Rieti originario, istituì una apposita “Commissione per il grano da seme” con il compito di
curare e controllare le vendite del prodotto a livello nazionale,
e di eliminare le frodi attraverso la bollatura a piombo dei
sacchi, l’apposizione su di essi dello stemma di Rieti e della
sigla del Comizio agrario, e l’accompagno di una cedola di
controllo firmata da uno dei membri della commissione.13
In realtà la commissione non svolse un ruolo particolarmente significativo limitandosi, come rileverà più tardi
Antonio Stoppani, “…agli acquisti del grano per conto del
Comizio e a firmare cedole, quelle povere cedole che si adattano a qualunque sacco aperto, pronto a ospitarle”.14
Lo stresso Strampelli, non appena giunto a Rieti, tentò
di affrontare il problema per eliminare, o quantomeno ridurre,
tale inconveniente che rischiava di compromettere l’immagine di qualità del prodotto reatino, e più tardi, riferendo allo
stesso Ministro di agricoltura, ebbe a scrivere:
…volendo disciplinare detto commercio fondando un sindacato fra questi produttori di grano da seme, ho incontrato ostacoli
attualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi,e
non lievemente nei loro interessi.15
A tanto successo del prodotto non corrispose nell’ambiente reatino una adeguata capacità imprenditoriale, tanto
che le richieste si potevano soddisfare solo in parte, e l’unica
reazione concreta percepibile, fu un aumento del prezzo del
prodotto che passò dalle 35 lire il quintale nel 1875, a 41 nel
1876, a 45 nel 1877 per arrivare alle 50 lire del 1879.16
Chi più di altri riuscì a cogliere l’importanza di questa
situazione, fu certamente il principe Potenziani, che ritroveremo poi come artefice nell’opera di Strampelli. Egli, d’intesa
con il Regio laboratorio chimico agrario dell’università di
34
Perugia, impiantò campi sperimentali nella sua azienda di S.
Pastore per lo studio dell’azione dei fertilizzanti chimici come
il perfosfato di calcio e il solfato di ammonio, con l’evidente
obiettivo di ottenere una maggiore produzione del Rieti originario da immettere sul mercato.17
Un mercato nel quale i Potenziani erano in prima linea
gestendone una considerevole porzione, come testimonia il
loro centro di vendita aperto a Bologna, che smerciava sul
mercato emiliano dai 1000 ai 2000 quintali di Rieti originario
l’anno.
Una quantità ragguardevole se si tiene conto che la
Commissione del Comizio agrario di Rieti nel 1871 riuscì a
vendere appena 526,20 ettolitri di prodotto proveniente dalle
aziende di piccole e medie dimensioni del reatino, visto che
sia i Potenziani, così come i Vincentini e i Blasetti, ed altri tra
i principali proprietari della valle reatina, avevano per lo
stesso anno già provveduto direttamente alla vendita.18
Ancora nel primo novecento non pochi erano coloro che
consideravano il Rieti originario il migliore grano da seme in
assoluto, soprattutto per quanto riguardava la sua resistenza
alle ruggini.
L’unico difetto che gli si riscontrava era quello che, coltivato all’esterno dell’habitat naturale della valle reatina, in un
ciclo di 3-4 anni, perdeva le sue caratteristiche, e doveva
essere sostituito da nuovo frumento originario fatto venire da
Rieti, con costo non secondario da parte delle aziende agrarie.
Alla straordinaria resistenza alle ruggini, il Rieti aggiungeva una altissima produttività, che a livello sperimentale
superava spesso i 30 quintali per ettaro.
La bontà del prodotto si percepiva ancor più nelle annate
caratterizzate da forti attacchi dalle ruggini, come dimostrarono in due diversi esami sia Foëx e Vidal che il Garola in
Francia, i quali rilevarono come nel 1911 nessun frumento
raggiunse i 28,4 q.li per ettaro come il Rieti e i 37,7 q.li in
media su diversi anni di prove.
Un’altra prova effettuata nell’arco di un decennio
dall’agronomo Genin vide ancora primeggiare il Rieti con
una produzione media di 31 quintali per ettaro, seguito dal
Noe 25, e dal Bordeaux 23.19
Locandina di promozione del Rieti originario
dei primi del ‘900.
35
La fama e le qualità del Rieti originario erano ben conosciute dall’allora giovane Nazareno Strampelli che nel 1900,
presso l’università di Camerino, aveva realizzato l’incrocio
del Rieti originario con il Noe, un grano caratterizzato da una
forte resistenza all’allettamento, tentando in tal modo di
aggiungere tale qualità a quelle intrinseche del Rieti, e cioè la
resistenza alle ruggini, e l’alta resa del prodotto.
Egli quindi fu ben felice di arrivare nel capoluogo sabino,
anche se come direttore di una semplice cattedra ambulante,
e più tardi ebbe a scrivere:
“Naturalmente, trovandomi a Rieti, i miei lavori dovevano
cominciare dal frumento Rieti il quale, coltivato da tempo immemorabile in quella vallata fredda in inverno, calda-umida in estate,
in ambiente estremamente favorevole allo sviluppo delle ruggini, è
andato selezionandosi attraverso i secoli, acquistando rusticità e
divenendo assai resistente agli attacchi dei detti parassiti”. 20
Era talmente forte la curiosità di Strampelli per il Rieti
originario da fargli scrivere al Ministro dell’agricoltura, nei
primi anni del suo lavoro nel capoluogo sabino:
Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti son
dovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di questo
suolo l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di aumentarne i
pregi, mentre, con accurata selezione fisiologica e metodica, si
potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il migliore dei frumenti
da seme con grande vantaggio di tutta la granicoltura nazionale.21
Ma gli obiettivi di Strampelli erano ben diversi, e fin
dall’inizio si comprese come egli avrebbe trasformato la valle
reatina nel suo grande laboratorio di ricerca, destinato ad incidere significativamente nel campo della granicoltura mondiale.
Il Rieti originario fu alla base delle sue sperimentazioni,
ma non tanto come pretendeva l’ambiente agrario reatino per
migliorarlo e imporlo maggiormente in Italia, quanto per
strappare di volta in volta i suoi segreti, e fonderli con quelli
posseduti da altri grani coltivati in ogni angolo del mondo, e
dar così vita a nuove specie, sfidando le leggi della natura, o
forse più semplicemente dimostrando che queste potevano
essere razionalmente controllate.22
36
Nel 1925, all’inizio della battaglia del grano che avrebbe segnato il
trionfo dei grani Strampelli, l’Unione produttori di Rieti avviò una
campagna di promozione del “Rieti originario”.
Il giovane Nazareno Strampelli, da poco arrivato a Rieti
37
NOTE
Unione Produttori Grano da Seme. Il grano “Rieti originario”,
Rieti, Faraoni 1925.
2
G. PALMEGIANI, Monografia del grano da seme di Rieti, Rieti
1884. Il costo arrivava fino a 27 lire qualora la metà fosse stata Reggio
Calabria, e diminuiva sensibilmente qualora la spedizione completava
un intero vagone di 80-100 quintali.
3
Frumento di Rieti, in «Il Giornale del Villaggio», n. 321, 13
agosto 1882.
4
ASSGRi, APS, b. 10 f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministro di
agricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905).
5
«Bollettino del comizio agrario di Alessandria», VIII (1874),
luglio, n. 7.
6
«Bollettino del Comizio Agrario di Cremona» X (1876), n. 8.
7
«Il coltivatore. Giornale di agricoltura pratica», XXII (1876), n. 15.
8
Giornale di Agricoltura, Industria e Commercio del regno d’Italia
XIII (1876) v. XXVI, p. 138. Il Bardianska era stato introdotto nel
parmense fin dal 1866.
9
L’Agricoltura Italiana, IV (1878), f. XLVII, agosto 1878.
10
MAIC, Notizie intorno alle condizioni dell’agricoltura negli anni
1878-1879, v. 1, c. IV, p. 248, Roma 1880.
11
A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav.
Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchi
s.d. (1905).
12
Ibid., p. 6.
13
ASR, AP, b. 17, Lettera circolare del Comizio agrario di Rieti, 3
agosto 1898. Della Commissione facevano parte l’avv. Tito Pilati,
l’avv. Domenico Parasassi, il Prof. Francesco Duprè, Giovanni Stoli,
e Francesco Marinelli De Marco; cfr. anche “Bollettino del Comizio
Agrario Sabino”, 1872, n. 1, in part. Avviso ai Comizi Agrari e agli
agricoltori italiani sulla vendita del grano da seme, p. 14, e G. PALMEGIANI, Relazione sulla vendita del grano da seme promossa dal
comizio, pp. 46-54.
14
A. STOPPANI, Pro grano da seme Rieti. Relazione letta dal cav.
Antonio Stoppani nell’assemblea del 19 febbraio 1905, Rieti Trinchi
s.d. (1905).
15
ASSGRi, APS, b.10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit.
16
F. PALMEGIANI, Monografia sul grano da seme... cit.
17
ASR, AP, b. 17, Corrispondenza tra il principe Giovanni Potenziani e il prof. Giuseppe Bellucci, direttore del Regio laboratorio
chimico dell’università di Perugia relativa ai campi sperimentali per la
1
38
produzione di Rieti originario 1890-1891. La corrispondenza era
spesso tenuta da Guglielmo Sacenti, agente della famiglia Potenziani;
Ivi, progetti vari per i campi sperimentali, 1890. La sperimentazione
si tenne su due ettari di terreno dell’azienda S. Pastore, mai concimati
in precedenza. Il primo ettaro fu trattato con 134 Kg di perfosfato di
calcio aggiunto a 100 Kg di solfato di ammonio mentre il secondo
ettaro non venne concimato. Il 10 agosto 1891 nel registro della sperimentazione si annotò che l’ettaro di terreno concimato produsse 18,18
q.li di frumento, contro i 16,67 q.li dell’altro appezzamento. Ivi, Registro della sperimentazione, 1891.
18
ASR, AP, “Vendita grano originario di Rieti fatta a Bologna da
Sarti Alessandro. 1898; ID., Generi diversi venduti a Bologna da Sarti
Alessandro, 1899; ID., Conti Particolari, vendita grano di Rieti ed altri
generi di S.E. il Sig. Principe Potenziani, 1898. Sulle vendite del
prodotto da parte del Comizio agrario di Rieti ed in particolare della
Commissione appositamente istituita, si veda G. PALMEGIANI, Relazione
sulla vendita del grano da seme promossa dal comizio, pp. 46-54.
19
E. PANTANELLI, Le malattie crittogamiche del frumento, Roma
1914. Si vedano le tabelle a p. 30-31.
20
N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani della
vittoria, in ING, Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, p. 49.
21
ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli cit. Sul grano
da seme Rieti originario, si rinvia alla specifica voce nelle fonti bibliografiche.
Lassù a Campomoro a strappar segreti alla natura
Dalla selezione genealogica alla manipolazione genetica
Quando Strampelli arrivò a Rieti non iniziò a lavorare
subito all’ibridazione del frumento ma, in modo più coerente
con quello che era la Cattedra ambulante che dirigeva, sulle
malattie del grano, ed in particolare a quella dovuta all’Ustilago Carbo, utilizzando il Rieti originario come punto
centrale delle sue indagini.
Studiò poi l’azione oligodinamica di alcune sostanze
chimiche come il manganese, e rivolse la sua attenzione
anche alle tipologie di concimazione, nonché alle rotazioni
agrarie e alle tecniche di lavorazione del suolo nella valle
reatina.1
Ma il principale lavoro di questa sua prima fase di
impegno scientifico nel capoluogo sabino fu il suo studio sul
frumento Rieti originario che, come abbiamo visto, ricopriva
un significativo ruolo nella granicoltura nazionale, e decisamente centrale nell’economia locale.
Egli, già nel 1900, al fine di studiare un frumento
adeguato per l’area camerinese dove il Rieti era soggetto
all’allettamento e il Noe alle ruggini, aveva proceduto ad
incrociare i due frumenti ottenendo buoni risultati in prima
generazione (F1) ma pessimi in seconda generazione (F2),
per la nota legge mendeliana sulla disgiunzione dei caratteri.
Il suo obiettivo era quello di migliorare la qualità del
frumento reatino elevandone la produttività, anche con nuove
tecniche di concimazione, e combattendo il suo principale
limite che era quello dell’allettamento, che limitava fortemente il suo principale pregio, cioè a dire la forte resistenza
alle ruggini.2
La strada della selezione razionale e fisiologica era quella
che la cultura scientifica dominante del tempo considerava
come l’unica percorribile, ed anche egli si mosse in questa
direzione, sia lavorando direttamente in questo senso, sia
prendendo iniziative indirizzate a coinvolgere il mondo
dell’agricoltura locale intorno all’attività della cattedra.
Così, nel 1904, bandì un concorso a premi tra i produttori del Rieti originario che avrebbero dovuto avviare un
lavoro di selezione che sarebbe terminato un triennio dopo.3
Strampelli era convinto che il Rieti originario, qualora
si fosse praticata una adeguata selezione, poteva diventare in
breve tempo il miglior frumento da seme italiano, obiettivo
raggiungibile anche con il coinvolgimento diretto dei produttori locali offrendo loro “… il miraggio del possibile conseguimento di qualche premio” 4.
Al concorso potevano partecipare solo i “…proprietari
ed affittuari che coltivano terreni alluvionali della valle
reatina” 5 i quali dovevano seguire le istruzioni impartite da
Nazareno Strampelli il quale specificò come “...la selezione
dovrà incominciare sul raccolto di quest’anno con la scelta
delle spighe migliori (cioè più lunghe, meglio conformate,
più ricche di semi e per conseguenza più pesanti) facenti parte
dei cesti più numerosi e non allettati e col ritenere buone per
la prossima semina solo le migliori granella della parte
mediana delle spighe scelte e che è obbligo di ogni concorrente di mandare a questa cattedra prima del 30 luglio p.v un
campione delle dette spighe e granella selezionate”.
Il concorso fu vinto dal marchese Benedetto Cappelletti,
mentre ai posti successivi si classificarono altri grandi
proprietari del reatino come Potenziani, Fiordeponti, Pilati,
e Pitoni,6 ma Strampelli non intendeva impegnarsi più di
tanto in questa direzione.
39
In realtà, se l’immagine esterna del lavoro di Strampelli
era quella di un semplice direttore di cattedra ambulante, egli
già nel 1904 utilizzò quel primo fondo agricolo di Setteponti
concessogli dal principe Potenziani, per mettere a coltura 240
diverse qualità di frumento che si era fatto arrivare da ogni
parte del mondo, scegliendole tra quelle che nei rispettivi
paesi di origine fornivano rese di molto superiori a quelle che
generalmente si ottenevano in Italia.7
Nel 1907, intervenendo con una comunicazione al VI
congresso internazionale di chimica applicata di Roma,
Strampelli presentò i risultati di quel suo lavoro, per altro non
particolarmente originale, almeno per quanto concerne il
percorso di indagine sull’acclimatizzazione dei frumenti stranieri, visto che analoghi risultati erano già stati constatati dal
prof. Giglioli che operava ad Acerra.8
In sintesi Strampelli provò a vedere cosa succedeva coltivando nella valle reatina tipologie frumentarie di gran resa
usate nel resto del mondo.
I risultati furono disastrosi, tanto che la totalità dei grani
venne pesantemente attaccata dalla ruggine, e le spighe si
presentarono nere, quasi del tutto prive di chicchi, fino al
punto che fu difficile perfino raccogliere un minimo di
prodotto da utilizzare come seme per l’anno successivo.
Ripiantato quanto raccolto tra il 1903 e il 1904, il risultato fu un minor danno provocato dall’attacco della ruggine,
e così progressivamente negli anni successivi.
Di fatto c’era stato un progressivo adattamento di questi
frumenti all’habitat della valle reatina, e di conseguenza agli
attacchi dalle ruggini, senza però neanche avvicinarsi alle
proprietà del Rieti, e senza raggiungere i livelli di produttività
che essi manifestavano nei paesi di origine.
Al congresso di chimica applicata, Strampelli presentò
una importante novità e cioè che, contrariamente a quanto si
credeva, il Rieti originario non era affatto immune dall’attacco dalle ruggini, anzi, in base alle sue osservazioni, era il
primo in ordine di tempo a presentare pustole rugginose sulle
foglie, ma mai sul culmo, con il risultato che i danni che ne
derivavano erano praticamente nulli, quasi si trattasse di una
sorta di vaccinazione che proteggeva il frumento reatino nel
completamento del suo ciclo vegetale.
40
Era evidente che Strampelli tornasse a concentrarsi sul
Rieti originario ponendosi il problema di modificarne le
qualità, o introducendo i caratteri di resistenza alle ruggini in
frumenti di grande resa, o trasferendo le caratteristiche di
questi nel Rieti.
Più tardi nel ripercorrere le tappe del suo lavoro, ebbe a
scrivere:
Chiaramente quindi si delinearono innanzi a me due vie da
tentare e cioè 1) provare ad indurre nelle migliori varietà esotiche,
precocità e resistenza alle ruggini; 2) cercare di dare al Rieti ciò
che gli manca, ossia paglia forte e resistente all’allettamento 9
Quindi, in questa fase Strampelli era impegnato sul
terreno dei più accreditati studi di selezione genealogica, ma
che già preludeva, di fatto, ad un approccio di manipolazione
genetica.
Per realizzare la selezione genealogica Strampelli creava
dei mini appezzamenti separati, in ognuno dei quali coltivava
la granella prelevata da un’unica spiga facendo attenzione a
scegliere quelle che si presentavano in modo difforme dall’insieme della massa dei grani.
In tal modo egli riuscì ad isolare alcune centinaia di linee
pure, morfologicamente differenti tra loro, anche se per caratteri minimi come il colmo rosso e spiga bianca, spiga bianca
e antere rosse ecc.).
L’unico risultato di una certa consistenza che egli ottenne
fu un tipo a cui venne dato il nome di Rieti 745, caratterizzato
da una pur minima maggiore produttività rispetto al Rieti
originario, ma nessun progresso era stato fatto per quanto
concerneva il punto critico dell’allettamento.
Secondo Strampelli tale rigidità di risultati era facilmente
spiegabile proprio con la specificità del frumento della valle
reatina, da secoli utilizzato come preziosa semenza, e come tale
protetto in un habitat chiuso dal contatto con altre varietà che
avrebbero potuto generare delle ibridazioni spontanee in grado
di produrre quelle che egli definiva “fortunate mutazioni”.
Non a caso notava che “…se si sono trovate modificazioni (sia pur lievi) di caratteri nel Rieti originario, si sono
trovate lontano dall’ambiente naturale a questa varietà”.10
Pianta del campo sperimentale della Torretta concesso a Strampelli dal principe Potenziani
41
Era quindi un percorso con scarse prospettive quello
della selezione genealogica del Rieti originario, e Strampelli
imboccò la strada dell’ibridazione che in verità già seguiva in
modo parallelo, quasi che attestare la non praticabilità della
tradizionale selezione fosse un atto dovuto per giustificare un
suo totale impegno sul terreno sperimentale della manipolazione genetica.
Anche l’acquisizione delle centinaia di varietà di frumenti
da ogni parte del mondo servì certamente per studiarne l’acclimatazione, ma come egli stesso disse più tardi, “…per
avere altresì a disposizione il materiale necessario ai progettati lavori di incrocio”.11
In altri termini egli era convinto che con la selezione
genealogica era possibile accentuare i caratteri già esistenti in
un determinato frumento, ma, per introdurre caratteristiche
che questo non possedeva, il percorso genetico era l’unico
percorribile.
In realtà Strampelli sapeva benissimo che praticando la
selezione in un ambiente diverso da quello reatino, si potevano
ottenere risultati diversi, così come fece Francesco Todaro che
lavorò sul Rieti originario nel bolognese, riuscendo ad ottenere linee pure di sicuro pregio tra le quali il Rieti 11 che trovò
un significativo impiego in numerose parti d’Italia.
Qualche sospetto che Strampelli non abbia voluto percorrere fino in fondo la strada della selezione, venne nel 1929 a
Corrado Peroni il quale, pur riconoscendo l’indubbia validità
del lavoro svolto sul Rieti originario, riferendosi alle varietà
individuate dal Todaro ebbe a scrivere:
...non sappiamo persuaderci come tali forme non siano state
pure notate ed isolate nell’agro reatino dallo Strampelli per quanto
limitata fosse la possibilità di imbattersi in esse.12
In verità Strampelli sapeva che procedendo ad un lavoro
di selezione in ambiente diverso, anche i risultati potevano
essere diversi, e ciò non tanto e non solo per l’impiego del
Rieti in altri ambienti, ma soprattutto per l’azione “…di ibridazioni spontanee”.13
Era l’idea di sperare di incontrarsi con la casualità di
mutazioni genetiche che non affascinava affatto Strampelli, il
42
quale voleva essere egli stesso a generarle e controllarle, e su
tale aspetto intrattenne, come vedremo, una forte polemica
con Francesco Todaro.
Per altro non è neanche ipotizzabile che i tipi isolati poi
da Todaro nel bolognese sul Rieti originario non fossero stati
notati da Strampelli.
E’ più logico pensare, seguendo proprio il suo ragionamento, che questi non esistevano affatto nel Rieti originario
della valle reatina, ma appartenevano solo a quello utilizzato
nella valle padana in seguito a forme di ibridazione spontanea
che il frumento reatino aveva subito in quell’area grazie al
contatto con un ambiente diverso, e soprattutto a quello con
altre specie frumentarie che non esistevano nel luogo di origine.
D’altra parte la relativa frequenza dell’ibridazione
casuale del frumento era già stata attestata fin dalla seconda
metà dell’Ottocento dal Delpino nel parmense14 e non pochi
erano i fautori della tesi che i tipi nuovi comparsi in una popolazione apparentemente uniforme, non erano dovuti a mutazioni, ma ad incroci spontanei.
Quello delle ibridazioni spontanee non era affatto considerato un terreno scientifico percorribile, ma, al contrario, un
vero e proprio problema in quanto, come sosteneva Ehle
Nilsson, direttore della ben nota stazione sperimentale di
Svalöf in Svezia, rappresentava un ostacolo al mantenimento
e controllo delle razze pure.15
Qualcuno ci provò a realizzare degli ibridi artificialmente
ma senza ottenere risultati di qualche significato, come Maud,
Vilmorin, Pringle e Blount.16
Rimpau in Germania tentò anche un incrocio intergenerico tra grano e segale senza ottenere alcun risultato agrario,
esperimento questo che riuscì invece pienamente a Strampelli nel 1902.17
Non c’era alcuna convinzione di poter ottenere risultati
sul terreno dell’ibridazione, e i vari esperimenti realizzati, più
per curiosità che per progetto scientifico, venivano lasciati
cadere di volta in volta.
Il primo a crederci davvero fu Strampelli, e iniziò un
lavoro di esame microscopico delle sezioni dei culmi di vari
frumenti da cui dedusse che la resistenza all’allettamento era
dipendente dalla conformazione di questi.
Il laboratorio chimico della Stazione sperimentale di granicoltura
Laboratorio tecnologico della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti
44
Un culmo basso è più resistente di quello alto, e quello a
diametro più grande lo è più di quello a diametro più piccolo: ma
il culmo basso produce poca paglia, il culmo a diametro grande
produce invece paglia scadente, poco utilizzabile per gli animali
domestici;e se un colpo di vento fortemente impetuoso riesce a
piegarlo, esso si spezza e non si raddrizza più.19
Quindi diventava fondamentale concentrarsi sulla struttura
anatomica del culmo, soprattutto sulla sua impalcatura interna.
L’obiettivo di Strampelli fu quindi quello di generare un
culmo certamente forte, ma contestualmente dotato di una
elasticità in grado “…non solo di piegarsi senza rompersi, sotto
la pressione e l’impeto dei venti, ma anche di sapersi poi
raddrizzare appena cessata la meteora”.20
Strampelli aveva notato che tale proprietà era posseduta da
quelle piante il cui culmo era dotato di molteplici fasci librolegnosi, la cui sezione era allungata nel senso del raggio del
culmo, i quali si presentavano disposti in più serie concentriche.21
Nel Rieti originario la presenza di fasci libro-legnosi era
decisamente scarsa, a differenza ad esempio di altri frumenti
come il Triticum Villosum, e secondo lui questo spiegava la
scarsa resistenza all’allettamento del frumento reatino.
Fu quindi sufficiente procedere all’incrocio genetico dei
due frumenti per ottenere un risultato positivo che in ogni caso
dava forza alle ipotesi dello scienziato.
Ma quale era il sistema utilizzato da Strampelli nel suo
lavoro? Per comprenderlo, almeno nei suoi tratti essenziali,
dobbiamo far ricorso alle leggi mendeliane sull’ibridismo.
In estrema sintesi, nelle cellule sessuali sia maschili che
femminili non esiste un’unica forza ereditaria, ma tanti
elementi indipendenti tra loro, i fattori ereditari o geni, ognuno
dei quali è in grado di riprodurre uno specifico carattere morfologico o fisiologico.
All’atto della fecondazione, i geni si sommano tra loro
per poi tornare a disgiungersi nel momento della formazione
delle cellule sessuali della generazione successiva.
E’ ovviamente necessario limitare il nostro discorso al
mondo delle piante che si presentano quindi non come organismi unitari, ma come aggregati di elementi.
Due diverse razze possono avere in comune uno o più
caratteri elementari, ma, in funzione della loro affinità, diffe-
Strampelli con la sua compagna Carlotta durante una fase del suo lavoro.
riranno tra loro con caratteri opposti, definiti appunto caratteri antagonistici o allelomorfi, l’uno dominante e l’altro
remissivo, in funzione della forza di trasmettersi nel primo
individuo riprodotto dall’incrocio.
Nella prima riproduzione domina la cosiddetta legge
mendeliana della dominanza in base alla quale l’individuo
riprodotto possiede i carattere dominanti di entrambi i genitori.
L’ibrido che si riproduce poi con fecondazione propria,
genera una progenie di individui tre quarti dei quali possiedono i caratteri del progenitore dominante, e un quarto quelli
remissivi dell’altro genitore.
Un esempio servirà meglio a comprendere il concetto.
Ipotizziamo di dover incrociare due tipi di frumenti differenti tra loro per la colorazione della spiga, nel primo bianca
nell’altro rossa.
45
I chicchi ottenuti dall’incrocio, in base ad una metodologia che vedremo meglio in seguito seguendo il lavoro di
Strampelli, vengono seminati, e il prodotto che otterremo è
quello di prima generazione (F1) con le spighe uniformi di
colorazione rossa, in quanto il rosso è elemento dominante
sul bianco, ed è noto che in base alla legge sull’uniformità
dei caratteri compariranno solo i caratteri dominanti.
Le cariossidi ottenute vengono di nuovo seminate per
produrre una seconda generazione (F2) nella quale si manifesta la legge della disgiunzione dei caratteri, cioè a dire otterremo in percentuali diverse spighe rosse e bianche.
Normalmente si riteneva che la disgiunzione dei caratteri in F2 si manifestasse in modo casuale, ed è li che normalmente venivano abbandonate le sperimentazioni.
Fu Strampelli a comprendere empiricamente, cosa che
Mendel aveva già annotato tra le sue leggi, che tale processo
di disgiunzione non era affatto casuale, ma ubbidiva a regole
precise.
In pratica in F2 si otterranno tre quarti di spighe rosse e
un quarto bianche le cui cariossidi dovranno successivamente
essere divise e coltivate separatamente.
Siamo quindi alla terza generazione (F3) nella quale le
cariossidi delle spighe rosse produrranno un quarto di spighe
rosse che resteranno tali anche nelle generazioni successive,
mentre due quarti di spighe saranno ibride, cioè a dire nelle
generazioni successive produrranno una ulteriore disgiunzione
di caratteri, e un’ultimo quarto saranno bianche, fisse anche esse.
Strampelli aveva già seguito questo percorso fin dal 1900
quando incrociò il Rieti con il Noe, e in prima generazione
(F1) aveva ottenuto esattamente ciò che egli aveva progettato,
cioè l’unione dei caratteri del Rieti, sommati a quelli del Noe.
Si era praticamente concretizzata la legge della uniformità in F1.
Egli pensò di riseminare quanto ottenuto semplicemente
per avere maggiore semenza da moltiplicare, ma nel nuovo
raccolto la delusione fu enorme in quanto scomparse del tutto
l’uniformità della varietà creata, e sul suo campo maturarono
centinaia di forme diverse di spighe.
Era la legge della disgiunzione dei caratteri in seconda
generazione (F2).
46
Uno dei primi resoconti a stampa del lavoro svolto da Nazareno
Strampelli a Rieti.
Foto eseguita nel laboratorio di fotografia
della Stazione sperimentale di granicoltura
di Rieti. Anni ‘20
47
Le teorie scientifiche del tempo erano chiare, e si fondavano sulla convinzione della non fissità degli incroci che,
nelle generazioni successive alla prima, altro non facevano
che riproporsi con le caratteristiche dei genitori su cui si era
basata l’ibridazione.
Incroci se ne erano provati a fare proprio nello stesso
periodo in cui operava Strampelli, a cominciare dal prof.
Passerini, che nel 1900, presso l’istituto agrario di Scandicci
aveva effettuato l’incrocio del Gentil rosso con il Noe,22 mentre
altri tentativi vennero effettuati nel 1903 dal Soleri a Cuneo.23
Va ancora ricordato che le leggi che l’abate agostiniano
Gregorio Mendel aveva scoperto nel 1865 a Brünn erano
rimaste del tutto sconosciute, e che quindi egli altro non stava
facendo che seguirne il percorso senza conoscerle.24
Egli aveva quindi iniziato con l’intuire la legge dell’indipendenza dei caratteri fin dal 1900 quando sdoppiò quelli
positivi del Rieti, e quelli positivi del Noe, per accoppiarli e
generare un nuovo tipo che li contenesse entrambi.
Nella successiva sperimentazione si incontrò con la legge
della disgiunzione dei caratteri in F2, e aveva proseguito con
la selezione genealogica dei discendenti isolando, più o meno
consapevolmente, gli individui omozigoti, cioè a dire vere le
proprie cellule sessuali generate dalla fusione di elementi
della stessa natura.
Fu la chiave di svolta in quanto, proprio isolando e selezionando metodicamente gli individui partoriti da un
incrocio, si riuscì alla fine a giungere alla fissazione di una
precisa forma genetica, proprio come aveva intuito Mendel.
Va detto che non è possibile accreditare unicamente a
Strampelli la primogenitura di tale percorso scientifico in
quanto proprio nello stesso periodo altri tre grandi scienziati
stavano, per altro all’insaputa l’uno dell’altro, percorrendo la
stessa strada, Correns a Tubigen, Tschermak a Vienna e De
Vries ad Amsterdam.
A comunicare a Strampelli l’esistenza di quella ben nota
memoria di Gregorio Mendel rimasta pressoché ignota per
circa 35 anni, fu il più autorevole patologo vegetale italiano,
Giuseppe Cuboni nel 1905 nel corso di una sua visita alla
Cattedra ambulante di Rieti.
48
Giuseppe Cuboni, direttore dell’Istituto di patologia Vegetale di Roma,
fu sempre vicino al lavoro di Nazareno Strampelli
Formule di concimazione che risalgono ai primi lavori di Strampelli
a Rieti. 1904
Come scrisse più tardi Benedetto, figlio dello Strampelli,
“…la conoscenza di queste fugarono completamente ogni
dubbio nella mente dello Strampelli, e coordinarono e fusero
in un tutto organico i bagliori di verità già dallo Strampelli
intraveduti, per cui la conoscenza degli studi di Mendel
furono per lo Strampelli la luce polare che gli permisero un
più rapido orientamento verso la meta”.25
In effetti la memoria dell’abate Mendel, Verucher über
Pflanzenhybriden pubblicata nel 1866 negli atti dell’accademia di Brünn era rimasta del tutto sconosciuta, e fino alle
soglie del 1900 non trovò alcun seguace.
Per altro la memoria pubblicata da Mendel riportava solo
parzialmente l’esperienza che egli aveva fatto con i piselli, e
altrettanto parziali erano le notizie pubblicate nel 1870 sul
lavoro compiuto riguardo ai bastardi di Hieracium.26
Mendel non pubblicò mai la varietà delle sue scoperte,
comunicandole solo a Karl Nägeli in un lungo carteggio che
il Correns pubblicherà solo nel 1905.27
Ancora nel 1900, il grande botanico olandese De Vries
pubblicò nei Comptes Rendus dell’Accademia delle scienze di
Parigi, una breve nota, Sur la loi de disjonction des hybrides,
dimostrando di ignorare totalmente le leggi mendeliane.28
Sempre nel 1900 Tschermak pubblicò Ueber Künstliche
Kreuzung bei Pisum sativum29 e il Correns G. Mendel’s Regel
über das Verhalten der Nachkommenschaft derRassenbastarde,30
riconoscendo di fatto le leggi mendeliane, e portandole a conoscenza della comunità scientifica dopo che essi stessi, e De Vries
e Strampelli ne avevano seguito inconsapevolmente le orme.
Gli effetti come è noto furono devastanti per la tradizione
scientifica del tempo, che in un sol colpo vide rimettere in
discussione le teorie lamarkiane, e soprattutto quelle evoluzionistiche di Darwin.
Si era compreso che la selezione naturale poteva portare
a modificare una specie, perfino ad estinguerla, ma non
poteva generarla, così come fino ad allora si riteneva.
Ma Strampelli, al pari di Tschermak, de Vries e Correns,
aveva già ripercorso la strada di Gregorio Mendel arrivando
proprio in quell’anno a realizzare il primo ibrido Noe x Rieti
intuendo un percorso di ricerca che, come vedremo, egli seguì
per oltre un quarantennio.
49
Giuseppe Cuboni fu colui che introdusse in Italia le leggi
di Mendel, dandone notizia nel 1903 in un suo saggio che si
concludeva con le possibili applicazioni in campo agrario:
(le leggi di Mendel)… ci faranno sperare che non sia lontano
il giorno in cui sarà possibile predire, con sicurezza matematica, i
risultati di un dato incrocio e con questo mezzo nuove forme e
nuove varietà saranno ottenute, rispondenti ai desideri e ai bisogni
dei coltivatori.31
Cuboni scriveva questo articolo nell’agosto 1903 da
Albano Laziale, e non sapeva ancora che a pochi chilometri
c’era chi stava già lavorando proprio in questa stessa direzione.
Se ne accorse due anni dopo, visitando la cattedra che
Strampelli dirigeva a Rieti, e rimase entusiasta di quanto
stava accadendo, tanto da scrivere un apposito articolo sul
Bollettino della società degli agricoltori italiani.32
Egli ricordando quanto era accaduto nell’ultimo
congresso degli agricoltori italiani, dove vi fu chi sostenne che
la scienza nulla aveva più da offrire in campo agricolo, lamentava lo scarso impegno del governo nei confronti della ricerca
scientifica in questo settore, soprattutto per quanto riguardava
le stazioni agrarie che l’allora Ministro Rava aveva promesso
di sostenere con nuovi e adeguati finanziamenti.
In attesa che queste promesse diventino realtà - scriveva Cuboni
- consoliamoci a constatare che non ostante la quasi indifferenza del
pubblico e la grande scarsità di mezzi, qualche tentativo serio di
applicazione dei metodi rigorosi e scientifici per la soluzione di
alcuni problemi agrari si viene facendo anche da noi. Come un
bell’esempio di siffatti tentativi meritano di essere citate le esperienze di granicoltura istituite dal prof. Nazareno Strampelli a Rieti.33
E proseguiva:
Nei tentativi di ibridazione per formare nuove varietà, lo
Strampelli era guidato dal concetto di combinare la varietà locale
del frumento reatino, che, come tutti sanno, ha il pregio di una notevolissima resistenza alla ruggine, con altre varietà migliori del
Rieti... Il bravo professore ha fatto la fecondazione artificiale di
ben 2720 fiori e la fecondazione è riuscita sopra 1089. Gli ibridi
ottenuti sono 53, nei quali il Rieti funziona 27 volte da maschio e
26 volte da femmina.34
50
Certo Strampelli era solo all’inizio del suo lavoro, e
doveva ancora vedere i risultati dei suoi 53 ibridi, ma Cuboni
che da allora resterà sempre vicino allo scienziato reatino, ne
intuì subito le straordinarie potenzialità tanto da fargli concludere che quanto stava accadendo nella semplice cattedra
ambulante “…faceva sperare che Rieti, mercè gli studi e le
ricerche del bravo prof. Strampelli, sarà in grado di offrire
all’Italia nuove varietà di un frumento adatto ai nostri climi
e alle moderne esigenze colturali, e tale da non aver nulla da
invidiare alle migliori qualità straniere”.35
Cuboni aveva intuito benissimo quale sarebbe stato il
risultato del lavoro di Strampelli che non stava creando
semplicemente varietà confrontabili con i tipi esteri di gran
resa, ma stava percorrendo la strada che lo avrebbe condotto
a creare in assoluto i migliori grani del mondo, come il
Damiano Chiesa che stracciò ogni record mondiale di produzione unitaria con ben 82 q.li per ettaro.36
Nel 1908 lo fece invitare dalla Società degli agricoltori
italiani a tenere una conferenza sui risultati raggiunti a Rieti,
dopo quella che egli avrebbe tenuto riferendo sul suo recente
viaggio nel prestigioso istituto sperimentale di Svalöf37, e,
tramite lui, Strampelli ebbe i primi contatti con l’Accademia
dei Lincei, e con l’Institut international d’agricolture.
Per quanto concerne il suo metodo di lavoro, fu lo stesso
Strampelli a descriverlo fin dal 1907 nel corso di una conferenza per il congresso agrario di Cologna veneta.
“La tecnica dell’ibridazione anche nel frumento è molto facile e
costituisce niente di più che un esercizio di pazienza; voglio però ugualmente esporre quella da me seguita, acciocché si possa giudicare del
modo come ho operato. Per comodità di lavoro e più specialmente
perché, potendone regolare la vegetazione, mi sia possibile praticare la
fecondazione artificiale fra piante precoci e tardive, semino in vasi
quelle varietà o specie che ho predestinate a fungere da piante femmine.
A principio di primavera i vasi di varietà tardive vengono da me collocati nella parte più soleggiata e contro muro rivolto a sud, dell’orto
adibito a laboratorio d’ibridazione mentre tengo le precoci nella parte
più ombreggiata, e, se ciò non basta, le porto anche in un vano interno
pianoterra molto fresco. Così facendo ottengo fioritura contemporanea
o poco distanziata tra le piante destinate a funzionare da femmine e
quelle da cui si deve prendere materiale per la impollinazione. Al
momento opportuno, e cioè quando i fiori presentano le antere completamente verdi e gli stigmi sviluppati, ma ancora chiusi, procedo alla
Quadro riassuntivo che riporta il numero delle diverse sperimentazioni che erano in atto nei diversi campi sperimentali alle soglie della battaglia del grano
51
Esempio di un albero genealogico di un discendente individuato tra i 204 individuati in F2 di uno stesso ibrido.
Questo esempio venne fatto da Strampelli nel 1932 per spiegare il suo metodo di lavoro.
52
castrazione dei fiori stessi. Per alcune varietà tale momento si ha sei o
sette giorni dopo che le spighe si sono liberate dal loro invoglio, per
altre invece subito dopo la emissione della spiga e per altre, infine
(specialmente per quelle tardive), è necessario operare anche qualche
giorno prima, che le infiorescenze escano fuori dall’invoglio, per non
trovarvi antere già mature. Scelgo nel vaso due, tre, ecc., delle migliori
spighe fra le più avanzate o le più arretrate (a seconda dell’opportunità
del caso) e tolgo tutte le altre strappandone o tagliandone i culmi. Sulle
spighe prescelte faccio una toeletta, che consiste nel sopprimere i fiori
troppo arretrati (qualcuno dell’apice e della base, e tutti i fiori mediani
o più alti di ciascuna spighetta), lasciando solo quelli che mostrano
contemporaneità od uguaglianza di sviluppo. Con apposite pinze, allargando glume e glumelle, apro successivamente tutti i fiori conservati e
da ciascuno esporto le tre antere, avendo cura, massima di non toccare
menomamente né ovario né stigmi. Proteggo le spighe castrate, da
fortuite impollinazioni possibili per vento, insetti, ecc., introducendole,
ciascuna in un tubo di carta pergamena saldata nella congiuntura longitudinale con collodion, perché non si apra per umidità od acqua. Chiudo
ciascun tubo superiormente ed inferiormente con batuffoli di cotone
cardato e li assicuro ciascuno ad una canna conficcata nella terra del
vaso. La carta pergamena consente il passaggio della luce, il cotone
rende possibile la circolazione dell’aria, ma l’una e l’altro impediscono
che polline, non voluto, vada sulle spighe. Al disopra, poi di ciascuno
dei tubi, ma abbastanza scosto da non ostacolare la circolazione
dell’aria, applico, fissandolo alla stessa canna di sostegno, un cartoccio
conico, pur esso di carta pergamena, con la base in basso, per impedire
che la pioggia o la rugiada abbiano da bagnare il batuffolo superiore
[…] Ogni spiga ha un cartellino ove incomincio dal segnare la data di
castrazione e poi successivamente quella di ibridazione e le annotazioni
del caso, compreso il binomio dell’ibrido tentato. Quando gli organi
femminili sono pronti per ricevere la impollinazione, e cioè è facile riconoscere dalle piumette dello stigma turgide ed allargate, allora, non
prima e non dopo, procedo alla fecondazione artificiale […] Per procurarmi il polline, colgo nell’aiola della varietà predestinata a fungere da
maschio, un certo numero di spighe portanti, nell’interno dei fiori, antere
gialle mature o molto prossime alla loro maturazione; riunite in Mazzetti
le scuoto accuratamente per far cadere polvere e quanto può aver aderito
sulle glume, sulle ariste, ecc.; portatele in laboratorio, le colloco entro
vasi, immergendo la parte tagliata dei culmi in acqua, e le espongo al
sole. Mano, mano ritiro i mazzetti e da ciascun fiore di ciascuna spiga
estraggo le antere più gialle e mature che lascio cadere sopra un foglio
di carta pergamena. Le antere mature esposte all’aria deiscono e lasciano
uscire polline dalle loro logge. Porto polline ed antere sopra un piccolo
staccino a rete metallica con maglie di circa mezzo millimetro di
diametro, ed agitole antere terminano di vuotarsi completamente e tutto
il polline, passando a traverso le maglie della rete, viene a raccogliersi
in un vetro da orologio posto sotto lo staccino stesso. Ne, i primi anni
di questo lavoro trovai comodo avvolgere i mazzetti di spighe con
cartocci conici di carta pergamena, per raccogliere in essi, durante
l’esposizione al sole, il polline votato dalle antere uscite dalle glume,
solevo anche, prima di accingermi ad estrarre le antere, di scuotere le
spighe sul foglio di carta pergamena per raccogliervi tutto il polline di
cui le spighe stesse erano imbrattate, ed anche questo polline usavo nella
fecondazione artificiale. Ricerche ed osservazioni posteriori mi hanno
convinto che con tale sistema è facile avere polline inquinato da qualche
spora di carbone (già portata dal vento sulle glume, e, cedelle spighe
raccolte) e che quindi con esso è possibile infettare gli ovari con ustilago
carbo. Non rari stati i casi di ibridi che mi hanno date piante carbonchiose nella loro prima generazione non ostante l’accurata medicatura
delle sementi e la loro semina in vaso con terreno preventivamente sterilizzato con calore. Ho quindi soppressa questa pratica, che, indubbiamente aveva il pregio della sollecitudine ed anzi, come ho detto più
sopra, scuoto accuratamente le spighe prima di esporle al sole. Approntato il polline, senza indugiare, affinché il polline stesso a contatto
dell’aria non trasudi e s’impasti, vado subito ad impollinare; liberata la
spiga dal tubo di carta pergamena, apro con le pinze le glume di ciascun
fiore; coli pennellino, preso il polline dal vetro da orologio, né spolvero
le piumette di ciascuno stimma, e ad operazione compiuta torno a
protegger la spiga racchiudendola, nuovamente entro il suo cartoccio.
Prima di passare a preparare il polline di un’altra varietà, con lampada
a spirito arrovento la rete dello staccino e lavo il pennellino ed il vetrino
con alcool. Trascorsi un paio di giorni dalla impollinazione osservando
i fiori è facile accorgersi, se l’attecchimento è riuscito o no. Infatti
quando la fecondazione è riuscita lo stimma si avvizzisce subito e si va
atrofizzando e, contemporaneamente, l’ovaio va ingrossandosi
crescendo maggiormente nel senso della lunghezza; al contrario ove
l’attecchimento è fallito lo stimma persiste e l’ovarlo si allarga senza
però crescere in altezza. […] Passati alcuni giorni dalla costatazione
dell’avvenuta fecondazione, e propriamente quando sono sicuro che i
pochi ovari non fecondatisi hanno perduta ogni possibilità di att’ecchimento per una successiva fortuita impollinazione, tolgo la spiga dal tubo
di carta di pergamena e la racchiudo invece entro un sacchetto di garza
a maglie larghe circa un millimetro o poco più, ove la lascio sino a maturazione compiuta, per prevenire i furti di granella da parte di uccelli,
formiche, ecc. Con il metodo esposto, nel 1904 ho ottenuto l’attecchimento di 1089 semi su 2720 fiori nel quali tentai la fecondazione artificiale, una riuscita del 40 per conto; nel 1905 su 3692 fiori ibridati né
riuscirono 2379, il 64 per cento; nel 1906 su 4195 né attecchirono 3387,
l’80 per cento. Nell’anno corrente il lavoro di fecondazione artificiale è
stato da me alquanto rallentato ma, per compenso (e per scopi certamente non pratici), l’ho anche rivolto ad incroci fra diversi generi e
specie di graminacee; togliendo questi ultimi casi e conteggiando le ibridazioni tra varietà e varietà di frumenti, i fiori attecchiti sono 369 contro
381 fecondazioni tentate, un attecchimento del 96.85 per cento.38
53
I prodotti del lavoro: i grani Strampelli
Il primo momento di messa in pratica del lavoro che
Nazareno Strampelli aveva svolto presso l’istituto di Campomoro si ebbe nel 1914, anno di uscita del Carlotta Strampelli.
In realtà, come si deduce da una relazione inviata al Maic,
egli era già in possesso di una copiosissima varietà di
frumenti; gli incroci già realizzati erano 304.
Da questi si erano ottenute decine di migliaia di tipi,
4706 dei quali erano stati fissati.
Il frumento che veniva ora sperimentato e commercializzato, il Carlotta, altro non era che uno dei 1086 che lo
scienziato reatino aveva ritenuti validi.
La motivazione che portò Strampelli a mettere in circolazione solo uno dei suoi grani, va ricercata in varie direzioni,
ma soprattutto nella difficoltà in cui operava nell’ambiente
reatino, come si deduce da una sua lettera del 1914:
Dopo ulteriore studio ed opportune prove colturali, necessarie
a precisare il valore di ciascun tipo, attraverso i vari anni né vennero
scartati 3690, mentre i rimanenti 1086 furono giudicati meritevoli
di essere conservati. La maggior parte di questi 1086 tipi sono
frumenti pregevolissimi, ma dovendo, per ragioni di opportunità
locale moltiplicare nella classica pianura reatina, un solo grano, in
sostituzione del vecchio Rieti si è creduto dare la preferenza al tipo
637 dell’ibrido Rieti x Massy (cui fu imposto il nome di Carlotta
Strampelli) e di sospendere, conservandoli nelle collezioni, tutti gli
altri. Il Carlotta Strampelli ebbe la preferenza per la sua grande
adattabilità alle diverse condizioni di coltura e di ambiente; e tale
adattabilità è stata confermata dai risultati conseguiti per 4 anni
nelle numerose prove regionali fatte da agricoltori e istituzioni
agrarie delle varie province d’Italia centrale e settentrionale.39
Tra i tanti frumenti che Strampelli aveva creato a Rieti,
dopo diversi anni di prove colturali, scelse quindi di pubblicare quello ottenuto incrociando il Rieti con il Massy, da cui
derivò il Carlotta Strampelli, un frumento particolarmente
indicato per l’area centro-settentrionale, adatto ai climi freddi
e alle ruggini, con notevole resistenza allettamento.
Il Carlotta, insieme al Gregorio Mendel venne presentato alla mostra delle novità agrarie del 191440 e successivamente Strampelli presentò diverse relazioni al Maic sui
risultati conseguiti nei diversi campi di prova italiani.41
54
Il Carlotta fu la chiave di accesso di Strampelli al panorama più accreditato della ricerca agronomica italiana, tanto
che su tale frumento fu invitato a riferire anche all’Accademia dei Lincei,42 la quale, nel 1919 gli concesse il prestigioso premio Santoro di diecimila lire.43
Fu anche il banco di prova per l’ambiente agrario reatino
che, almeno in parte, rispose alla sollecitazione di coltivare
questo primo prodotto innovativo creato a Campomoro,44 così
come risposero all’appello molti agricoltori italiani rassicurati
dagli ottimi risultati che erano stati raggiunti in via sperimentale, tanto che già nel 1918, 100.000 ettari di superficie
granaria italiana era coltivata con tale frumento.45
Anche l’Institut international d’agricolture, insieme a tutto
il mondo agrario italiano, volle rendere omaggio a Strampelli.
Lo fece per iniziativa del barone De Bildt, corrispondente
della Svezia, paese che aveva fortemente investito sugli studi
relativi all’ibridazione, e del francese Luis-Dop, i quali, nella
seduta del comitato permanente dell’Institut international che
si tenne il 29 febbraio 1919, proposero di inviare una nota
ufficiale a Strampelli per il premio ricevuto dall’Accademia
dei Lincei, e di invitarlo a redigere un saggio sul suo lavoro
da pubblicare anche nelle edizioni francese e inglese della
rivista dell’istituto.46
In calce alla lettera il presidente dell’Institut international
d’agricolture, appose la seguente annotazione:
Io so che Ella non ama scrivere articoli. Ho quindi pregato il prof.
Cuboni di dettare questo articolo servendosi dell’opera del Dr. Orri
che Ella conosce. Con questa triplice collaborazione spero che metteremo in luce la importante opera sua e la faremo conoscere al mondo.
Era in effetti nota la reticenza di Strampelli a scrivere del
suo lavoro, e pressoché inutili erano le continue richieste dei
giornali specializzati, tanto che i più avvertiti neanche gli
chiedevano più di redigere uno scritto, ma solo di essere autorizzati a riprendere passi già pubblicati, come il direttore della
“Minerva Agraria” che gli chiese “…di riprendere pressoché
integralmente” l’articolo sul Carlotta pubblicato negli atti
dell’Accademia dei Lincei,47 e lo stesso fece il direttore della
Stazione agraria di Modena per la redazione dell’enciclopedia
agraria della Zanichelli.48
Scheda del frumento Carlotta
preparata da Strampelli per la mostra
delle novità agrarie che si tenne
a Roma nel 1914.
55
Il frumento Carlotta che rese famoso Strampelli
nel mondo degli agricoltori italiani e che gli fruttò
il premio dell’Accademia dei Lincei.
56
L’introduzione colturale del Carlotta coincise con un
triennio di stagioni particolarmente favorevoli, con estati
fresche, fino al punto che i risultati di resa ottenuti meravigliarono perfino lo stesso Strampelli, soprattutto perché si
raggiungevano anche in aree che egli non aveva ritenuto
idonee alle specificità di quel frumento.49
Il Carlotta aveva fatto gridare al miracolo, ma in realtà
negli anni successivi, con il ritorno di stagioni ad alte temperature estive, in quei territori reputati dallo stesso Strampelli
inadatti, il Carlotta venne colpito dalla cosiddetta “stretta” e,
contro di esso, si scagliarono le più aspre critiche, sia in relazione alle rese che furono decisamente basse, sia mettendo
in discussione le qualità alimentari del prodotto ottenuto.50
Nel frattempo Strampelli aveva già pubblicato altri
frumenti come il Dauno, l’Apulia e il Varrone, ma il parziale
insuccesso del Carlotta lo spinse verso la ricerca dell’abbreviazione del ciclo vegetativo dei frumenti, proprio per aggirare l’ostacolo della siccità estiva che provocava danni
soprattutto nell’ultima fase di maturazione.
Sarebbe stato sufficiente creare un frumento che avesse
avuto una maturazione più precoce di 15-20 giorni per aggirare il pericolo della stretta, ma anche per ottenere altri
vantaggi, come la possibilità di liberare i fondi dal grano in
anticipo, rendendo possibili diverse colture intercalari, così
come la precocità del raccolto avrebbe consentito nelle zone
malariche una minore permanenza dei contadini sui fondi
proprio nel periodo di maggiore pericolosità.
Nacque così l’Ardito un frumento che maturava circa tre
settimane prima degli altri, ottenuto da Strampelli dalla reibridazione di una varietà giapponese l’Akagomuchi, caratterizzata da una altissima precocità ma di nessun valore colturale,
con l’ibrido ottenuto incrociando il Rieti con il Wilhelmina,
altamente produttivo, ma tardivo nella maturazione.51
L’Ardito fu un vero trionfo in quanto non solo, maturando prima, aggirava il pericolo della stretta, ma rese possibile trasformare diverse colture annuali in intercalari come il
riso, il tabacco, il lino ecc. con un notevolissimo vantaggio
economico per le aziende agrarie.52
L’articolo scritto dal grande patologo vegetale Giuseppe Cuboni
nel 1905 sul lavoro che Nazareno Strampelli stava conducendo a Rieti.
57
Campo sperimentale di Rieti. Coltivazione del Carlotta Strampelli. 1924
La varietà di mais
creata da Nazareno
Strampelli e
dedicata al principe
Potenziani
58
All’Ardito fecero seguito nel 1923 altri grani teneri precoci
come il Villa Glori, che si impose pressoché generalmente nel
nord d’Italia,53 il Fausto, il Mentana,54 il Raismondo, l’Edda,
nonché il frumento duro Aziziach 17-45, ed altri frumenti
tardivi come il Virgilio.55
E’ di questa fase anche il Terminillo, del quale va detto
che si tratta di un incrocio intergenerico in quanto ottenuto
dall’ibridazione del frumento Rieti con la segale.
Tale esperimento era già stato eseguito dal Vilmorin nel
1875 con scarsi risultati, e ripreso dallo Strampelli già nel
1904.56
A Rieti Strampelli realizzò oltre 800 incroci. Calcolando
che ogni incrocio da vita a oltre 1000 diverse forme, egli
osservò circa un milione di diverse tipologie frumentarie
dalle quali scaturirono i suoi grani che negli anni ‘40 ricoprivano 3.134.000 ettari, cioè il 66,5%, della superficie
granaria complessiva del paese, producendo un aumento
produttivo di circa 20 milioni di quintali l’anno.
Va in ultimo ricordato che il suo lavoro non si limitò al
solo frumento, ma investì altre specie vegetali come il mais,57
del quale egli si occupò fin dai primi anni del Novecento
generando numerose varietà caratterizzate da una altissima
resa tra i quali il Luigia Strampelli, ottenuto dall’ibridazione
del Quindici agosto con il Rosso piemontese, e l’Eureka
(Maggengo reatino x Giallo precoce d’Ausonia).
Nel corso della prima guerra mondiale si occupò anche
della barbabietola da zucchero per incarico della Società
Italiana per la produzione dello zucchero indigeno, anche se
va tenuto conto che Strampelli aveva iniziato a lavorare in
questa direzione fin dal 1907 pubblicando, per altro, una relazione sul bollettino ufficiale del Maic, e un’altra nei Rendiconti dell’Accademia del Lincei.58
Numerosi lavori furono poi eseguiti sul ricino a Rieti, S.
Angelo Lodigiano e Badia Polesine,59 sull’orzo nei campo
sperimentale di Leonessa,60 sull’avena e sulla segale, sulle
patate anche queste sperimentate a Leonessa e Badia Polesine,61 così come sui pomodori, lenticchie e fagioli, studi che
Strampelli abbandonò molto presto per dedicarsi pressoché
unicamente alla sperimentazione cerealicola.62
Essere artisti o archeologi? La polemica scientifica tra
Strampelli e Todaro
Nazareno Strampelli, così come è inevitabile per ogni innovatore della scienza, incontrò nel suo cammino molte difficoltà
nell’affermare le sue idee, e non pochi furono i suoi oppositori.
Egli tuttavia non si lasciò mai coinvolgere in polemiche
letterarie, e preferiva non rispondere alle accuse che gli venivano mosse, ritenendo di doverle smentire con i risultati delle
sue sperimentazioni.
Merita comunque di essere ricordata la polemica che egli
ebbe con l’altro grande nome della granicoltura italiana del
tempo, Francesco Todaro,63 soprattutto perché in essa c’è lo
scontro tra due scuole, tra due diversi modi di intendere la
granicoltura.
Francesco Todaro impersonava la tradizione scientifica
italiana con tutto un bagaglio di certezze largamente accreditato, Nazareno Strampelli la messa in discussione di quanto
fino ad allora era stato fatto, e la proposta di un nuovo e rivoluzionario approccio scientifico.
Nel 1918 Strampelli pubblicò nel “Bollettino degli agricoltori italiani” un articolo dal titolo Breve riassunto dei lavori
della R. Stazione di granicoltura Sperimentale a Rieti, nel
quale si soffermò sul metodo dell’ibridazione da lui adottato,
esaltandone le potenzialità rispetto a quello della selezione.
La data di questo articolo è importante. Siamo nel 1918,
quindi a poca distanza di tempo dalla pubblicazione e dai
successi del Carlotta Strampelli. Quel grano avrebbe reso
famoso Strampelli, ma egli, in quel preciso momento,
nascondeva un importante segreto scientifico.
Dalle sue ricerche nell’istituto di Rieti non era nato solo
il Carlotta, ma decine di altri grani di straordinaria importanza, individuati tra quei 1089 tipi scelti e fissati tra decine
di migliaia di varianti osservate.
Tali frumenti rimasero segreti, e quindi nel momento in
cui Strampelli scriveva quell’articolo, c’era in lui tutta la consapevolezza che l’applicazione delle ricerche effettuate a Campomoro, avrebbe potuto rivoluzionare la granicoltura mondiale.
Parlando del suo metodo di lavoro, egli si lasciò andare
ad un entusiasmo che, ai suoi interlocutori che conoscevano
solo il Carlotta, suonava perfino come presunzione.
Nell’articolo Strampelli, senza mezzi termini, pose una
demarcazione netta tra il suo approccio e quello del Todaro:
Fra il semplice ricercatore o selezionatore genealogico e colui
che esegue ibridazioni e ne segue i tipi che ne conseguono,
scegliendone e fissandone quelli che corrispondono ai suoi fini,
corre la differenza che passa tra colui che esegue scavi per rintracciare opere e l’artista che tali opere d’arte crea.
E più oltre:
Se si vuole abbellire una piazza, una corte, un giardino con
una statua chi più facilmente riuscirà, colui che la statua va a ricercare con sapienti scavi ... o lo scultore, che provvedutosi del necessario blocco di marmo incomincia con colpi lenti, costanti del suo
assiduo scalpello a modellarvi la statua rispondente al soggetto
richiesto e nelle dimensioni e ragioni prospettiche dell’ambiente?
Poi Strampelli tornò a ribadire un concetto che gli era
caro, e che costituisce il punto di messa in discussione delle
concezioni darwinistiche da parte dell’approccio mendeliano.
Attraverso l’evoluzione della specie non si genera alcun tipo
nuovo, ed anche quando questo avviene, la causa generatrice non
è l’evoluzione, ma l’ibridazione casuale con altre specie.
Quindi - prosegue Strampelli - “…non nego che con la
sola selezione pedigree si possa avere la fortuna di incappare
in ottime varietà; ma ciò è specialmente possibile quando le
ricerche si eseguono su materiale impuro, o meglio dove sono
state possibili ibridazioni spontanee”.
A Francesco Todaro, il massimo esponente della scuola
basata sulla selezione genealogica essere descritto come
“semplice ricercatore che per fortuna incappa” a differenza
dell’ibridatore che è “l’artista che crea”, non piacque affatto,
e rispose con un articolo “Ibridatori e selezionatori“ su
“L’Italia Agricola” difendendo la sua scuola basata sulla selezione genealogica.
In primo luogo Todaro mise in evidenza come Strampelli
con quell’articolo aveva provocato una netta contrapposizione tra i due approcci scientifici:
… il prof. Strampelli ha voluto separare con un taglio ben netto,
il campo di attività dell’ibridatore (L’artista che crea) da quello del
selezionatore (il semplice ricercatore che per fortuna incappa).
59
Todaro aveva ragione, Strampelli con quell’articolo
aveva stabilito un solco incolmabile non tra due modi diversi
di procedere, ma tra due diversi modi di pensare.
Il suo lavoro non era uno dei tanti possibili. Era un
approccio “altro”, fondato su concetti e percorsi di pensiero
assolutamente innovativi.
Non quindi uno dei tanti metodi che di tanto in tanto
venivano indicati come possibili dai ricercatori, ma un
approccio completamente diverso che non poteva non
contrapporsi al primo.
E il fatto era tutt’altro che indolore, perché non solo si
trattava di ridefinire il quadro scientifico sulla materia, con la
consacrazione dell’esistenza di due diverse scuole di pensiero,
ma anche di proporsi nei confronti delle scelte governative in
termini di finanziamenti, di impianti, insomma di credibilità.
Francesco Todaro questo lo aveva compreso perfettamente, e il suo primo tentativo fu quello di ricomporre il
lavoro di Strampelli all’interno di un quadro più generale nel
quale egli era considerato il leader indiscusso.
La realtà dei fatti, secondo Todaro, “…non sopporta
alcuna imposizione di teorie e vedute per quanto autorevoli”,
e considerava questa una questione assolutamente fondamentale, quasi ad esorcizzare l’ipotesi di un percorso di
pensiero alternativo al suo.
…non esito ad affermare che in confronto del semplice e
povero selezionatore, colui che esegue ibridazioni altro non fa - di
diverso e di più - che la impollinazione artificiale, con processi a
tutti ben noti: delicati ma non estremamente difficili.
Selezionare vuol dire scegliere. E l’ibridatore - al pari del
selezionatore - non fa che scegliere: scegliere dapprima fra le
razze esistenti, quelle che egli ritiene di poter utilmente ravvicinare o fondere per la costruzione dell’ibrido stesso, e non si arresta
che quando è convinto di aver trovato il tipo o i tipi rispondenti ai
suoi fini.
Secondo Todaro, nulla di diverso da quello che fa il selezionatore che “…prepara il materiale della prima scelta, e
procura di utilizzare nel miglior modo quello da lungo tempo
preparato e messo al mondo dal buon vecchio Dio”.
60
Francesco Todaro, docente all’università di Bologna , era il più autorevole
esponente della scuola basata sulla selezione genealogica delle piante che
Strampelli mise in crisi con il suo metodo dell’ibridismo.
Poi si chiedeva:
E’ tanto vasta e grave la suaccennata lacuna […] da giustificare la sentenziosa contrapposizione del prof. Strampelli? Il quale
mentre vede sapere e arte e magari poteri creativi nell’ibridatore che pur manca di ogni mezzo di controllo e di ogni sicura previsione sulla discendenza dell’ibrido - crede di poter abbassare il selezionatore al modesto livello di scavi …archeologici.
Todaro ribadiva la superiorità della selezione genealogica la quale secondo lui, restava l’unico metodo “sussidiata
o meno dall’incrocio artificiale”, per poter garantire la soluzione ai problemi agrari italiani.
Todaro aveva ben intuito che quel lavoro che Strampelli
stava svolgendo a Rieti avrebbe finito per minare, o quantomeno ridurre la sua autorevolezza.
Non lo preoccupavano molto i confronti tra i suoi grani
e quelli di Strampelli che si andavano diffondendo in Italia,64
quanto l’esistenza di un percorso diverso dal suo, le cui
potenzialità che allora appena si intravedevano, rischiavano
di marginalizzare il suo approccio metodologico.
Strampelli non proseguì nella polemica, e gli anni successivi
furono quelli dell’uscita degli altri suoi frumenti che andarono
progressivamente a sostituire quelli tradizionali, e a prevalere
pressoché ovunque, sulle razze presentate da Francesco Todaro.
Strampelli aveva grande stima di Francesco Todaro, e
quella polemica fu solo un atto dovuto per imporre il suo
pensiero, e al suo antagonista bolognese egli riservò sempre
grande rispetto.
Lo dimostra una lettera che egli inviò a Gino Morassutti,
altro agronomo del tempo, tra i molti che volevano mettere a
confronto i suoi grani con quelli selezionati a Bologna.
Appunti scientifici di Nazareno Strampelli
...il prof. Mariani mi fece noto che il prof. Todaro è dispiaciuto
con me perché tu gli avresti detto che io ti ho proibito (anche con
un guai!!!...) di coltivare i frumenti selezionati del Prof. Todaro
stesso in confronto coi miei. Io ho subito smentito la cosa perché
non solo con te ma con nessuno ho fatto cenno ad una simile esclusione. […] So che entrambi lavoriamo nell’interesse della granicoltura del nostro Paese e non per la nostra personale ambizione. Io
poi anche attaccato ingiustamente non rispondo mai, essendo
convinto che le polemiche non giovano a chi le fa e tantomeno
servono a far progredire la nostra agricoltura.65
61
La polemica la riprese invece Todaro nel 1925 in piena
battaglia del grano, ma questa volta non era tanto indirizzata
verso la metodologia scientifica di Nazareno Strampelli,
quanto con la “moda” dei suoi grani, e con chi, soprattutto la
stampa specializzata, la seguivano.
Edito dall’Istituto di cerealicoltura di Bologna che lui
dirigeva, pubblicò un opuscolo “Grani in luce e grani in
ombra” nel quale così esordiva:66
Scorrendo al stampa agraria - periodici e fogli volanti - di
queste ultime settimane, si può giustamente valutare la formidabile
pressione di cui è capace quel quid indefinibile che chiamasi la
moda. La quale investe tutte le nostre cose - la nostra stessa persona
- e non soltanto (come erroneamente credono le donnette del
villaggio) i cappelli, le chiome e il vestiario delle signore eleganti.
Essa avvolge e travolge: tutto e tutti.
Poi, riferendosi in tutta evidenza a Nazareno Strampelli,
e al suo successo che stava dilagando:
…ci sono in ogni tempo uomini e cose di moda, che hanno
tutto il favore della cronaca; per la quale più non esiste ciò che è già
di moda. E può scorgersi, a ben guardare, che anche il cronista, nel
diuturno suo divenire, obbedisce a quella pressione universale, se
anche possa illudersi di essere - egli - il creatore della moda.
Todaro questa volta se la prendeva soprattutto con il
frumento Ardito che stava incontrando larghissimi favori nel
mondo agricolo italiano, sopperendo agli inconvenienti che
aveva presentato il Carlotta qualche anno prima.
Nei periodici agrari la moda oggi comanda - ed il cronista
scrive - che il frumento Ardito debba stare in piena luce, bene in
vista davanti agli agricoltori italiani; tutti gli altri - giù di moda restare nella provvida penombra, che sa pietosamente nascondere
la mediocrità e la miseria.
Certo, ormai Todaro non poteva più disconoscere la validità di Nazareno Strampelli e della sua scuola, e l’unica cosa
che intendeva sostenere, probabilmente anche a ragione, era
la validità anche dei suoi grani, e che l’enfasi con cui venne
accolto l’Ardito era forse eccessiva.
62
In effetti l’Ardito, frumento precoce che aggirava i pericoli della stretta e consentiva altre colture nello stesso fondo
e nello stesso anno, venne accolto come qualcosa di miracoloso, e Todaro che non potette fare a meno di riconoscere che
si trattava di un prodotto validissimo, ma tese a ricondurne le
caratteristiche alle sue reali potenzialità, tutto sommato quelle
stesse che aveva indicato Strampelli. 67
“Perché mettere in ombra tutti gli altri grani?”, si chiedeva polemicamente Todaro, e la risposta era sempre la
stessa, “la moda“, non comprendendo che in realtà il governo
aveva di fatto compiuto la sua scelta nei confronti dei grani
Strampelli, gli unici su cui si poteva scommettere per
condurre la battaglia del grano.
E che Mussolini avesse compiuta una precisa scelta in
questa direzione lo conferma il fatto che quando nominò il
Comitato permanente del grano, un superorganismo che egli
stesso presiedeva, con l’incarico di elaborare tutti i provvedimenti legislativi a sostegno della battaglia del grano, chiamò a
farne parte Strampelli, e relegò Todaro a presiedere la commissione provinciale di Bologna. D’altra parte non era pensabile
mettere in gioco la credibilità del regime lanciando la battaglia
del grano, e pensare di condurla dopo aver messo in moto una
massiccia macchina propagandistica, con le sementi tradizionali delle quali erano ampiamente note le rese e le potenzialità.
Se non si voleva aumentare la superficie granaria, non
sarebbe certamente stato un aumento di impiego dei fertilizzanti, né una più razionale organizzazione colturale, né tantomeno i vari provvedimenti legislativi a garantire il successo
di quella che fu una delle più clamorose applicazioni della
politica autarchica del regime.
C’era bisogno di qualcosa in più, e questo erano le
sementi create da Nazareno Strampelli a Rieti tenute rigorosamente segrete, e che ora potevano essere messe in campo
con tutti i rischi del caso, ma anche con la possibilità che
quello che da anni Strampelli sosteneva nelle relazioni che
periodicamente presentava al governo, ufficialmente o in
forma riservata, fosse tutto vero, e su ciò scommettere.
Una scommessa che, indipendentemente dalle valutazioni
di ordine politico, e dalla rilevanza e conseguenza all’interno
del quadro economico più generale, sul piano dell’aumento
della produzione cerealicola fu certamente vinta.
Francesco Todaro, molti anni dopo, nel 1940, in un altro
articolo emblematicamente intitolato “Rettifiche di rotta“ non
potette far altro che riconoscere i meriti di Strampelli scrivendo tra l’altro:68
Ancora una volta desidero esplicitamente riconoscere che di
essi (grani precoci Strampelli) la nostra granicoltura ha potuto e
potrà larghissimamente avvantaggiare; e che alte benemerenze
sono pertanto legittimamente dovute al camerata Strampelli, che
per primo li ha introdotti presso di noi.
Ma riprendiamo quella prima risposta di Todaro a Strampelli del 1918, in modo particolare un passaggio specifico che
ci consente di evidenziare una ulteriore differenziazione tra
Todaro e Strampelli:
“Noi - riferendosi sia a lui che a Strampelli - lavoriamo
non per alte spirituali finalità dell’arte, ma per assicurare alle
imprese di produzione agrarie il vile, volgarissimo, e pur
tanto necessario profitto”.
Nella prospettiva finale del Todaro, e lo diceva senza
mezzi termini, c’era l’industria agraria, e il suo lavoro sembra
essere posto al servizio di quell’agricoltura capitalistica che
sempre di più si poneva in modo egemone nel panorama
economico del Paese.
Non che Strampelli lavorasse in contrapposizione a tale
prospettiva, ma il suo lavoro sembra più collocato in una
dimensione politica generale indirizzata ad affrontare un
problema indipendentemente da chi ne avesse reso possibile
la realizzazione, e da chi ne avrebbe beneficiato.
Strampelli iniziò il suo lavoro scientifico durante il
periodo giolittiano, attraversandolo trasversalmente in ogni
sua sfumatura, crebbe durante il governo Calandra, e mise in
pratica i risultati della sua ricerca durante il fascismo, indipendentemente se essi fossero andati a beneficio dei grandi
agrari o delle masse contadine.
Era uno scienziato per così dire “puro”, e Todaro aveva
torto anche quando ironizzava sulle citazioni artistiche di
Strampelli, perché in fondo la creatività era una delle molle
principali che accompagnarono il suo lavoro, insieme ad una
sorta di ossessione epistemologica rispetto alla sua attività di
ricerca, e morale, rispetto agli obiettivi.
Egli si sente investito di una missione; quella di rendere
un grande servizio all’Italia. Lo ripete costantemente in ogni
occasione, e non è un atteggiamento retorico d’immagine, in
quanto questa convinzione la si ritrova espressa anche nella
documentazione più intima e privata, e di essa era pienamente
consapevole la sua compagna Carlotta.
Così, ad esempio, quando la moglie lo prega di recarsi
presso il policlinico di Roma per curarsi di alcuni malanni si
esprime nei seguenti termini:
Se ti piacesse andare al Policlinico, ove non occorre prendere
appuntamento, ed ove troveresti tutti i dottori necessari potresti
andare con Frances, che li conosce; altrimenti va da chi credi, basta
mi contenti e mi fai questo piacere. Ora non puoi dirmi che costa
troppo, perché hai per curarti, ed è obbligo, dovere e necessario
che curi e mantieni la tua salute più a lungo, e meglio che puoi. Se
non lo fai sei un egoista, mentre il farlo, è per bene degli altri, e mi
sembra che ciò che sempre hai desiderato di fare.69
Nel 1932 rispondendo a coloro che gli rimproveravano di
pubblicare troppo poco del suo lavoro egli scrisse:
Se avessi voluto pubblicare tutto ciò che di interessante, anche
dal solo punto di vista teoretico, mi si è presentato nel corso dei
miei lavori e delle mie esperienze, su tutti gli argomenti e problemi
di cui mi sono occupato, avrei certo accumulato una letteratura
copiosissima, ed oso dire anche interessante, giacché avrei tra
l’altro documentato nella stampa la priorità di osservazioni che
sono invece rimaste nei miei registri di lavoro.[...]L’uomo che
allarga ogni giorno il suo dominio su tutto ciò che lo circonda non
è padrone del tempo, il grande galantuomo che tutto mette a posto.
E il tempo è a me mancato di fare tante cose che pure avrei desiderato veder compiute.[...] Le mie pubblicazioni, quelle a cui tengo
veramente, sono i miei grani: non conta se essi non portano il mio
nome; ma ad essi è e resta affidata la modesta opera mia, svolta
nell’interesse della granicoltura del mio Paese.70
Ma ancor più questa tendenza si deduce nel momento della
nascita dell’Istituto nazionale di genetica totalmente pensato
da Strampelli senza che ne abbia mai rivendicato la primogenitura. Nel progettarlo, e lo scrisse senza mezzi termini, non
pretendeva neanche corrispettivi economici “…perché a me
basta mi sia data la possibilità di raggiungere l’immensa soddisfazione di rendere un grande servizio al mio Paese”.
63
In realtà Strampelli era ben cosciente di avere in mano gli
elementi per compiere qualcosa di davvero significativo nel
panorama scientifico mondiale, ed in fondo riuscì ad essere
anche un buon organizzatore di se stesso, riuscendo nel
compito, tutt’altro che facile, di far transitare i suoi progetti
sempre per le strade che ne consentissero la realizzazione,
indipendentemente dai governi a cui aveva dovuto far riferimento nel corso della sua esperienza scientifica.
Non c’è dubbio che il ruralismo fascista, ed in particolare
la battaglia del grano, rappresentarono una vera e propria
fortuna per Strampelli che si trovò a poter offrire il prodotto
giusto al momento giusto.
Fu proprio in questo contesto che egli fece uscire i suoi
frumenti dai contenitori di laboratorio, ed ebbe la possibilità
di verificarne l’applicazione economica su tutto il territorio
nazionale.
Va infatti specificato che, fino ad allora, l’opera di Strampelli, così come quella degli altri ricercatori, si svolgeva su un
piano di mera sperimentazione.
Basti pensare che, fatta eccezione per il periodo in cui
venne presentato il frumento Carlotta nel 1914, che ebbe un
discreto indice di applicazione, ancora nel 1927, quindi
all’inizio della battaglia del grano, l’unico frumento Strampelli
coltivato con una certa consistenza in Italia era l’Ardito, utilizzato su una superficie complessiva di circa 170 mila ettari. Cioè
a dire poco più del 3% della superficie granaria italiana.
Nello stesso anno il Rieti originario era ancora coltivato
su 271 mila ettari, cioè a dire oltre il 5% della superficie, e i
frumenti derivati dalla selezione genealogica di Francesco
Todaro occupavano una fetta molto più consistente.
Una situazione che appena cinque anni dopo si era incredibilmente capovolta.
Come vedremo in modo più specifico in seguito, i grani
Strampelli nel 1932 ricoprivano oltre il 30 % della superficie
granaria nazionale, e nel 1940 la percentuale aveva superato
il 50% con regioni come il Piemonte, la Lombardia, la Venezia
Giulia dove la percentuale saliva al 70-80 e anche oltre il 90%.
Una vera e propria rivoluzione che non solo è unica in
campo agrario a livello mondiale, ma che per tempi reali di
concretizzazione, trova ben pochi altri esempi sul piano delle
applicazioni scientifiche.
64
NOTE
Riguardo ai suoi studi sull’Ustilago Garbo, Strampelli pubblicherà più tardi: Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta
all’Ustilago Carbo, in “Rendiconti della R. Accademia Nazionale dei
Lincei. Classe di Scienze Fisiche, matematiche e naturali”, v. XV
(1906), s. 5^, f. 3°, mentre sull’utilizzo del manganese, cfr. N. STRAMPELLI, Azione dei diversi composti di manganese ed in particolare del
minerale manganesifero del Monte Argentario, usati nella concimazione delle piante, in Atti del VI congresso internazionale di Chimica
applicata, Roma 1907.
2 ASSGRi, APS, b. 16, f. 5, Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale
di Rieti con o senza stallatico, 1904; Ibid., b. 17, f. 8, Registro delle
prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti,
1905-1906; Ibid., b. 10, f. 13 “Studio dei frumenti siciliani e reatini”.
Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R.scuola pratica
di agricoltura di Caltagirone, s.d. 1905. Sull’attività di ricerca di questa
prima fase si vedano anche ASSGRi, APS, b. 16, f. 9, Appunti di N.
Strampelli sull’azione olodinamica del frumento”, s.d. (1904?); Ibid.,
b. 18, f. 14, “Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con particolare riguardo ai terreni” Relazione mss. s.d. e s. f. (probabilmente di
N. Strampelli) s.d.; Ibid., b. 11, f. 1, “Relazione di N. Strampelli sulla
situazione finanziaria della Stazione Sperimentale di granicoltura di
Rieti”, s.d. (1907 ?); Ibid., f. 5, Relazione di N. Strampelli al Ministro
di agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui
risultati ottenuti, marzo 1910; b. 18, f. 9, Documenti vari relativi al
viaggio di studio effettuato da N. Strampelli nel 1911 in Francia,
Belgio, Olanda, Inghilterra, Scozia, Norvegia, 1911; Ibid., f. 11, dattiloscritto firmato da N. Strampelli intestato: “Le piante emettono dalle
loro radici sostanze (tossine) che accumulate nel terreno riescono
dannose alle colture immediatamente successive di piante della stessa
specie o di specie affini “Allegata una fotografia s.d. (1912?); b. 18, f.
15, Appunti per una relazione di N. Strampelli circa l’attività scientifica della Stazione di granicoltura di Rieti. S.d. (1914?); b. 19, f. 1,
Registro in cui sono riportate 254 ibridazioni con l’indicazione del
“numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabili raggruppamenti di caratteri antagonistici dei genitori”, il “Numero dei tipi
studiati e coltivati”, e il “Numero dei tipi studiati, coltivati e poi scartati”, e il “Numero dei tipi restanti allo studio e alla prova nell’anno
corrente”. s.d. (1914?); b. 19, f. 3, Appunti di N. Strampelli (non
firmati) relativi al suo lavoro scientifico. s.d. (1915?) ; Ibid., f. 16,
1
Appunti di N. Strampelli relativi all’attività della Stazione sperimentale di Rieti. s.d. (1920?); Ibid., f. 16, Relazione di N. Strampelli mss
relativa ai risultati ottenuti nell’annata agraria 1920-21; Ibid., f. 15,
“Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana”
s. d. 1921 (?); b. 20 f. 4, Relazione di N. Strampelli in francese sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti, 1925.
3 ASSGRi, APS, b. 4, f. 1, Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Registro delle valutazioni dei fondi
agricoli, s.d. (1906); Ibid., f. 3; Concorso “La spiga d’oro” Domande
di iscrizione dei coltivatori, 1904 -1912; Ibid., f. 10, Concorso a premi
fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Corrispondenza,
regolamento ecc.
4 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al Ministro
di agricoltura (?) s.d. minuta, s.d. (1905).
5 ASSGRi, APS, b. 5, f. 12, “Avviso di concorso a premi per la
selezione del grano da seme”, s.d..
6 Ivi, b. 5 f. 12, Verbale della commissione giudicatrice del
concorso 3 luglio 1909.
7 ASSGRi, b. 4, 1 novembre 1903 - fattura dell’Ufficio tecnico
romano per l’acquisto di 4 qualità di frumento, 4 novembre 1903; Id,
fattura della ditta Vilmorin Andrieux di Parigi per l’acquisto di 58
varietà diverse di grano da 1 Kg. ciascuna; Ivi, Registro dei primi esperimenti di selezione fatti a Rieti Grani esteri e italiani (1904); Ivi,
Appunti scientifici di Nazareno Strampelli relativi ai suoi primi esperimenti genetici realizzati a Rieti, s.d. [primo decennio del ‘900]; Ivi,
Appunti di Nazareno Strampelli relativi alle prime sperimentazioni
effettuate a Rieti nel 1904-1905; Ivi, Pianta delle sperimentazioni
realizzate da Strampelli presso il campo di Setteponti, 1905.
8 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed
alla selezione del frumento,in Atti del VI congresso Internazionale di
Chimica Applicata, Roma 1907.
9 N. STRAMPELLI, I miei lavori:origini e sviluppi. I grani della
vittoria, in Istituto Nazionale per la Cerealicoltura, Origini, sviluppi e
risultati, Roma 1932, p. 50.
10 ASSGR, Pianta dell’utilizzo del campo sperimentale della
Torretta a Rieti reparti 9, 10 e 11, scala 1:700, 1906-1907; ID., scala
1:300.
11 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 53
12 C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino,
cit. 1929, p. 18.
13 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 50.
14 F. DELPINO, Sulla dicogamia vegetale e specialmente su quella
dei cereali, Parma 1871.
H. EHLE NILSSON, Krenzungunersuchungen on Hafer und
Weizen, Lunds Univ. Areskrft. N.F Af, 11-5 n. 2, 1909.
16 Sui problemi della genetica agraria del tempo cfr. M. BONVICINI, Miglioramento genetico delle piante agrarie, Torino 1942; J.
XUXLEY, La genetique sovietique et la science mondiale, Paris 1950;
A.N. STUTEVANT, Problemes genetiques, Paris 1936; M. MAYLIN,
Manuel pratique e tecnique de l’ybridation des cereales, Paris 1926;
J.M. HARRACA, De l’amelioration sistematique des varietes dans le
vegetaux, Paris 1900.
17 E. BASSI, Il grano, Roma 1935, p. 215.
18 G. LO PRIORE, Genetica sperimentale, Milano 1920.
19 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi…cit., p. 51.
20 Ibid., p. 52.
21 N. STRAMPELLI, Alcune osservazioni intorno alla ibridazione
ed alla selezione del frumento in Atti del VI congresso Internazionale
di Chimica Applicata, Roma 1907; ID., Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendiconti dell’Accademia
dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s.
5^,v. 2°; ID., Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a
mezzo dell’ibridazione, Roma 1907; ID., Studi e ricerche di selezione
e di ibridazione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in
“Bollettino della Società Agraria Italiana”, XIII (1908), n. 7; ID., Le
ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”,
XIII (1908), n. 9/10.
22 Istituto Agrario di Scandicci, Il frumento “Gentile rosso” selezionato e gli ibridi Gentile rosso x Noe ottenuti dal prof. Passerini,
Scandicci 1913.
23 E. SOLERI, Relazione sulla selezione dei grani, Cuneo 1903.
24 Cfr. C. CORRENS, Sulle leggi della ereditarietà, Torino 1906;
A. KÜAN, La teoria dell’ereditarietà, Torino 1945; S. ARCIDIACONO,
Gregorio Mendel e l’evoluzione biologica, in “Memorie e rendiconti.
Accademia di scienze, lettere e belle arti degli zelanti e dei dafnici”. 3. ser., vol. 4 (1984), p. 529-543; G. MENDEL, Le leggi dell’ereditarietà; con un saggio di Vitezslav Orel, Milano Rizzoli, 1984; Tit. orig.:
Versuche über Pflanzen-Hybriden; G. WILMA, The Mendel enigma, the
farmer’s son: the key to Mendel’s motivation, in “Archives internationales d’histoire des sciences”. - Vol. 32, n. 109, (1982), p. 177-183; R.
OLBY, Historiographical problems in the history of genetics, in
“Rivista di storia della scienza”, I (1984), n. 1, pp. 25-38; P. ENRIQUES,
Le leggi di Mendel e i cromosomi Bologna 1932; R.H. BIFFEN, Mendels
larvs of inheritance and mheat breeding, in “Journ. Agr. Sc.”, n. 1,
1905.
15
65
B. STRAMPELLI, Nazareno Strampelli come pioniere e scienziato nel campo genetico, Roma 1944, p. 10.
26 G. MENDEL, Uber einige aus K ünstlicher Befruchtung gewonnene Hieracium-batarde, in “Verhandl. d. naturf.”, Vereines in Brünn
1870. Per alcuni esperimenti precedenti cfr. L. BLARINGHEN, La nocion
d’espece et la disjonction des hibrides, d’apres Charles Naudin
1852-1875, Paris s.d.
27 C. CORRENS, Gregor Mendels Briefe an Karl Nägeli 1866-1873.
Ein Nachtrag zu den veröffentlichten Batardierungsversuchern Mendels,
in “Abh. D. math-phys. Klasse d. K. Säches. Gesellscaft der Wissenachaft z. Leipz”, XXIX (1905), n. III.
28 H. DE VRIES, Sur la loi de disjonction des hybrides, in “Compt.
Rend. Del L’Acad. D. sc. De paris”, Paris 1900; ID., Espèces et
variétés leur naissance par mutation. Paris 1909. Trad. It. Specie e
varietà e loro origine per mutazione. 2 voll., Milano s.d.
29 E. TSCHERMAK, Ueber Künstliche Kreuzung bei Pisum sativum,
in “Zeitschr. F. d. landw. Versuchesweusen in osterreich”, 1900, f. 5.
30 C. CORRENS, G. Mendel’s Regel über das Verhalten der Nachkommenschaft der Rassenbastarde, in “Berichte d. Deutsche Botan.
Gesellsch” XVIII (1900), fasc. 4. Del Correns si veda anche la sua
conferenza tenuta nel 1905 ai Naturalisti e medici tedeschi e tradotta
in italiano l’anno successivo: C. CORRENS, Sulle leggi della eredità,
Torino 1906.
31 G. CUBONI, Le leggi dell’ibridismo secondo i recenti studi, in
“Bollettino della società degli agricoltori italiani”, Roma 1903 (estr.),
p. 14.
32 G. CUBONI, Le esperienze di granicoltura a Rieti, in “ Bollettino della società degli agricoltori italiani”, X (1905) n. 2.
33 Ibid., p. 5.
34 Ibid., p. 6.
35 Ibid., p. 8.
36 E. BASSI, Il grano…, cit. p. 111.
37 ASSGRi, APS, b. 19 (n. p.), f. 7, Lettere della Società degli
agricoltori italiani a N. Strampelli, 1908.
38 N. STRAMPELLI, Alla ricerca e creazione di nuove varietà di
frumento a mezzo dell’ibridazione, Roma 1907, e ancora in, Le
ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”,
XIII (1908), n. 9/10.
39 ASSGRi, b. 18, f. 5, Relazione di Nazareno Strampelli sull’attività scientifica svolta presso la Stazione Sperimentale di Granicoltura
di Rieti s.d. [1914].
25
66
N. STRAMPELLI, La Regia stazione sperimentale di granicoltura
di Rieti alla mostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914.
41 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento
“Carlotta Strampelli” conseguiti nei campi regionali di prova, in
“Annali del Maic”, v. 1915 Idem., v. 1916; Idem., v. 1917; ID., Risultati ottenuti col frumento “Carlotta Strampelli” nei campi regionali
di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916, Rieti, Trinchi 1916,
Sui risultati dei campi di prova si veda ASSGR, b. 1 (anno 1916), f. 1,
cat. V-B, - Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli
31/8/1916, - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” di
Voghera 26/8/1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicoltura
di Vercelli 28/8/1916 - Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura della
provincia di Ancona in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10
agosto 1916, (all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate); Relaz.
della Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Torino 31/7/1916,
Relaz. della Scuola pratica di viticoltura e enologia in Avellino
4/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola.
18/7/1916 - Relaz. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena
24/7/1916 - Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova
21/7/1916 - Relaz. della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino
28 luglio 1916 - Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura di
Rovigo 29/7/1916 - Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi di
Siena 19 luglio 1916 - Relaz. della scuola pratica di agricoltura di
Imola 18 luglio 1916 - Relaz. della Cattedra Ambulante di Agricoltura
di Ferrara 17/5/1916 - Sui risultati del Carlotta Strampelli e sulla
gestione da parte della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti,
cfr. ASSGRi, b. 19 (n. p.), f. 31, Ricevute di pagamento e carte contabili varie relative alla moltiplicazione del frumento Carlotta nella
piana reatina, 1917; Ivi., b. 22 (n. p.), f. 3, Registro dei risultati del
Carlotta Strampelli nelle diverse regioni d’Italia, s.d. (1918); Ivi.,
Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano da seme relativo
alle vendite del Carlotta Strampelli, 1917; Ivi., Registro delle fatture
relative alle vendite del Carlotta da parte della Stazione sperimentale
Esercizio 1916-17; Ivi., Registro relativo alla gestione del frumento
Carlotta Strampelli 1916; Ivi., f. 7 Registro relativo alla gestione del
frumento Carlotta Strampelli 1917; Ivi., f. 8 “Registro delle richieste
del nuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi. Richieste del
nuovo frumento Carlotta Strampelli” 1916; Ivi., f. 10 Registro delle
prenotazioni del Carlotta Strampelli 1919; Ivi., f. 11 Notizie e risultati
sul frumento Carlotta Strampelli 1917-1918. Ivi., b. 26, f. 1, Corrispondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazione del
frumento Carlotta Strampelli 1917 -1919; Ivi., f. 2, Corrispondenza in
40
arrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1915 -1916. Contiene
anche la relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati del
Carlotta del 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto;
Ivi., f. 3, Registro dei coltivatori del Carlotta (?), s.d. 1914; ID., b. 26,
f. 1, Corrispondenza con i coltivatori relativamente alla coltivazione
del frumento Carlotta Strampelli, 1917-1919; f. 2, Corrispondenza in
arrivo dei campi regionali di prova del Carlotta, 1914-1916, Contiene
la relazione al Ministro di agricoltura relativa ai risultati del Carlotta
del 23 agosto 1915 e la risposta del Ministro del 31 agosto 1915; f. 3,
Registro dei coltivatori del Carlotta (?) s.d. 1914. A. GIODA, Il
frumento Carlotta Strampelli, in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 5, pp.
94-96; G. CONSOLANI; Successi del Carlota Strampelli nell’alto Polesine; in “Il Coltivatore”, 65 (1919), n. 3, pp. 511-52; A. TIZZI; Carlotta
Strampelli e Gentil Rosso x Noe n. 46. Risultati di una coltivazione, in
“Agricoltura senese”, LV (1918), n. 10, pp. 112-113; G. GREZZI, Risultati del frumento Carlotta Strampelli; in “Rivista agraria polesana”
XVII (1918), n. 19, p. 231; V. DE CAROLIS, Il C. Strampelli e le prossime semine; in “La sentinella agricola” XXII (1918), n. 10, pp. 225227; ID., Il frumento Strampelli nel cremonese; in “La sentinella
agricola” XXII (1918), n. 18, pp. 217-220; (f. f.); Risultati del Carlotta
Strampelli al secondo anno di prova; in “L’Umbria verde”, VII (1918),
n. 9-11, pp. 51-52; D. ORZI; Un precocissimo frumento italiano per
terreni fertili (C. Strampelli); in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI
(1918), n. 133, p. 82; M. FANTOZZI; Esperimenti di varietà di grano;
in “La nuova agricoltura del Lazio”, VI (1918), n. 139, p. 119.
42 N. STRAMPELLI, Genealogia del frumento “Carlotta Strampelli”, in “Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze
fisiche, matematiche e naturali”, v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°.
43 Su premio Santoro e sull’eco che ebbe nel mondo agrario
italiano si veda: ASSGRi, APS, b. 25, f. 1. “Premio Santoro” 1919 Lettere, telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto
da Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei, 1919. Per i riflessi
sulla stampa: Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italiana
che assicura il fabbisogno annuale del grano, in “Il Corriere di
Canelli”, XIII (1919), n. 6, pp. 1-2; P. RANIERI, Un trionfo della società
agraria italiana, in “L’Eco di Bergamo”, 5 febbraio 1919; (n.d.r), Il
rifornimento del grano e l’importanza di una scoperta scientifica, in
“Il Corriere della Sera”, 3 febbraio 1919; Il gran premio Santoro al
Prof. N. Strampelli, in “Chienti e Potenza. Periodico settimanale
Camerinese” XXXIII (1919), n. 3, pp. 1-2; Onoranze al Prof. Strampelli, in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 6, p. 2; Onore alla scienza,
in “L’Unione Liberale” XL (1919), n. 5, p. 2-3; Il frumento Carlotta
Strampelli. Una grande scoperta italiana, in “Il Giornale di Ascoli”,
III (1919), n. 3, pp. 2.
44 ASSGR, b. 1, f. 8 Contratti per la coltivazione del frumento
Carlotta Strampelli nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordeponti
ecc.), 1918.
45 ASSGR, b. 19 1915, f. 7 - cat. II - C, Vendita del grano Carlotta
Strampelli. Concessioni di vendita. Ivi., b. 3, f. 15 - cat. III - C, 1917.
Richieste di acquisto del frumento Carlotta Strampelli, Ivi., b. 9, f. 13
- 1918 cat. III - A, Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relativi alle sperimentazioni di frumento. Si veda in particolare la relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma “Prima annata di
coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nell’agro romano” e
“Prova di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli“ a cura della
Scuola di Zootecnica e caseificio di Reggio Emilia.
46 ASSGRi, APS, b. 25, f. 1, “Premio Santoro” 1919 - Lettere,
telegrammi, biglietti di auguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da parte dell’Accademia dei Lincei 1919. Lettera del presidente
dell’Istitut International d’Agricolture a N. Strampelli, febbraio 1919.
47 ASSGRi, b. 25, f. 2, Cartolina del direttore della rivista Minerva
Agraria del 23 novembre 1918.
48 Ivi., Lettere del direttore della R. Stazione Agraria di Modena,
del 10-11-23 novembre 1918. Si veda anche la lettera del direttore del
giornale La Via dei Campi che chiede, senza risposta, un articolo sul
Carlotta del 20 novembre 1918.
49 N. STRAMPELLI, I grani della vittoria, in INGC, Origini,
sviluppi. lavori e risultati, Roma 1932, p. 69.
50 Ivi., p. 69-70.
51 Riguardo ai risultati dell’Ardito si veda ASSGRi, APS, b. 31,
f. 3, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Ardito. Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona,
Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza,
Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto, medio
minimo e massimo ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto
con le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile,
ecc., 1926; ID., b. 23, f. 3, Giornali e articoli vari relativi ai risultati ottenuti dal frumento Ardito, 1924; N. STRAMPELLI, Produzioni unitarie
conseguite nelle varie regioni italiane con i cereali Strampelli nell’anno
1922-1923; Rieti, Faraoni 1924; ID., Le produzioni del frumento
“Ardito” conseguite nell’anno agrario 1922-1923, Rieti, Faraoni
1924; ID., Le produzioni del frumento “Ardito” conseguite nell’anno
agrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925.
67
F. FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito; in Le stazioni
sperimentali agrarie italiane, v. LVIII (1925), pp. 337-372; F. MENIN,
A proposito di Ardito, in “L’Agricoltura Veneta” 12, 20 luglio 1924, nn.
13-14; P. BRACATO, Il frumento Ardito, in “Rivista agraria polesiana”,
15 settembre 1924, n. 17, p. 182; G. JERNA, Il frumento Ardito nel suo
primo anno di coltivazione nell’Agro piacentino, in “Libertà”, Venerdì
12 dicembre 1924; F. BONAVOGLIA, Pro Granicoltura. Risultati di
prove colturali, Macerata 1924; (NDR), Inaugurazione della mostra
della spiga in Alessandria, in “La Gazzetta del Popolo”, 2 settembre
1924, p. 5; L. FOLLINI, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 50, 14 dicembre, p. 445;
G. ESMENARDO, Discutiamo in merito alla produzione granaria in “La
vita rustica”, II (1924), n. 9, p. 1; A. BOZZOLO, In tema di frumento.
Varietà e razze colturali in L’agricoltura friulana”, III (1924), n. 23, p. 1;
I. ZANNONI, Razze elette e coltivazioni razionali nell’alessandrino in
“Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV (1924), n. 32, p.
285; ID, Il problema della ceralicoltura nazionale, in “La vita rustica”,
II (1924), n. 10, p. 3; L. FOLLINI, I nuovi frumenti alla prova, in
“L’Agricoltura piacentina” XVII (1924), n. 7, pp. 105-107; G. CONSOLANI, I nostri campi di grano nel 1923-24, Conegliano 1924; A.
DRAGHETTI, Le basi del miglioramento tecnico della nostra cerealicoltura, in “Rivista agricola romagnola” II (1924), n. 15, pp. 158-162;
M. BASSI, L’Ardito si fa onore, in “Rivista agricola romagnola” II
(1924), n. 15, pp. 162-163; D. LIBERTINI, I grani eletti ed il problema
granario italiano, in “Giornale di agricoltura della domenica”, XXXIV
(1924), n. 39, p. 352; L. C. NICOLAI, I nuovi frumenti Strampelli alla
prova in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 30, pp. 362-364; ID., L’Ardito
Strampelli, in “Il Coltivatore”, 69 (1923), n. agosto 30, p. 174; A.
COSSOLANI, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, 70 (1924), n. 23,
pp. 135-137; B. BRASCHI, Prove comparate su alcune varietà di
frumento Genova 1924; G. BELLINI, Per l’aumento della granicoltura
in Maremma, in “La Maremma agricola - zootecnica”, XIV (1924),
n. 9-19, pp. 4-24; Cattedra di Agricoltura della provincia di Arezzo,
Contributo allo studio della granicoltura. Relazione sui risultati ottenuti nei campi sperimentali istituiti nel 1924, Arezzo 1924.
53 Riguardo ai risultati del Villa Glori cfr. ASSGRi, APS, b. 31,
f. 1, Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Villa Glori. Campi di orientamento e di prova di
Alessandria, Cremona, Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata il prodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute
con l’inallettabile 96. 1926.
52
68
Riguardo al Mentana, Ivi., b. 31, f. 2, Riepilogo dei risultati
ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Mentana.
Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo, Pavia,
Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna, Ferrara, Forlì,
Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro, Grosseto,
Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riporta l’indicazione delle aziende
agrarie, la superficie coltivata il prodotto ottenuto per ha, e nelle note
spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri frumenti,
Cologna, Inalettabile, ecc. 1926.
55 Tra la vasta pubblicistica relativa all’introduzione e ai risultati
dei grani Strampelli nel sistema agrario italiano si vedano: G. CARFI,
Grani Strampelli e grani indigeni in raffronto, in “Il Coltivatore Siciliano”, 1930-1932; G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaro nel fabrianese, Piacenza 1921; Federazione italiana consorzi agrari, Un triennio
d’esperimenti sui nuovi ibridi di grano Strampelli, Piacenza 1927; F.
FESTA, La semina fitta del frumento e l’Ardito, in “Le stazioni sperimentali agrarie italiane”, LVIII (1925) pp. 337-372; A. FOLLONI, Razze
elette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; INGC,
Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane con i cereali
Strampelli nell’anno agrario 1922-23, Roma 1923; G. JERNA, Il
frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’agro piacentino, Piacenza 1924; E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi dei
frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6
dicembre 1931; B. MORESCHI, La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in “L’agricoltura italiana illustrata” I (1919), n. 3,
pp. 11-17; C. PERONI, Il frumento di Rieti, in “Giornale di agricoltura
della domenica”, 6 dicembre 1931; P. ROSSI, I grani Strampelli in
Sabina, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 1930; ID., Campo
di orientamento per grani di razze elette Strampelli. Magliano Sabina
Anno agrario 1929-30, Rieti, Faraoni 1930; A. SUCCI, Prove di orientamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali, in
“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto su
prove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e 1924-25), in
“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; E. AVANZI, Studi e
progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento
1930; E. AZIMONTI, I grani dello Strampelli nel mezzogiorno, Piacenza
1920; E. BASSI, Granicoltura laziale. Affermazione meravigliosa per
produttività e resistenza dei frumenti precoci del Sen. Strampelli, in
“Giornale di agricoltura della domenica”, 3 novembre 1940; A. BRIZI,
Il frumento Strampelli nell’anno 1920-21, in La propaganda per la
coltivazione frumentaria nell’anno 1920-21, Roma 1922; B. MORESCHI, La granicoltura italiana e gli esperimenti Strampelli, in “L’agri54
coltura italiana illustrata” I (1919), n. 3, pp. 11-17; A. DONÀ, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; Per il senatore
Strampelli, in “Il Popolo Sannita”, 1933; (A.D). 49 quintali di
frumento ad ettaro in Agro Romano, in “Giornale di agricoltura della
domenica”, 6 agosto 1939; (E.B). Se si fossero coltivati i grani precoci,
in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 agosto 1939.
56 G. SERMONTI, Osservazioni cariolingiche sul frumento Strampelli “Terminillo” (Triticum vulgare “Rieti” x Secale cereale) x T.
vulgare “Rieti”, in “Annali della sperimentazione agraria”, v. III
(1949), n. 4.
57 ASSGR, APS, b. 5, f. 13, Concorso a premi fra ibridatori e selezionatori di granoturco. Regolamento s.d., 1910; b. 19, f. 6, Quaderno
con dati vari relativi ai risultati delle sperimentazioni pp. 76, 19161919. Il quadernetto contiene dati di varia natura relativi sia alle sperimentazioni così come a varietà che probabilmente Strampelli
intendeva utilizzare come il granoturco “Hopi” coltivato dagli indios
del nuovo Messico; b. 21, f. 13, Sperimentazione del granoturco. cc.
7, 1936, Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazioni
del granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro delle diverse
varietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936. Alcuni appunti riportano la data del 1920, altri del 1941; b. 22, f. 2, Quaderno intestato
“Semine 1938. Granturchi a Rieti”, 1938. All’interno del registro si
trovano foglietti di appunti vari relativi alle sperimentazioni e un foglio
a stampa del Consorzio Enti Agrari del Friuli intestato “Alcune varietà
di granoturco adatte alle diverse condizioni ambientali della nostra
provincia” pp. 4 s.d; b. 22, f. 6, Registro intestato “Semine granoturco
1938. Rieti, S. Angelo, Badia”, 62 pagine, 1939. Cfr. anche N. STRAMPELLI, Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti,
Piacenza 1919.
58 N. STRAMPELLI, Alcune esperienze intorno alla coltura della
barbabietola da zucchero, in “Bollettino Ufficiale del Ministero di
Agricoltura Industria e Commercio”, v. 1907; ID., Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul granoturco, in “Rendiconti
dell’Accademia dei Lincei. Classe di scienze matematiche e naturali,
v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°.
Cfr. anche ASSGR, APS, b. 15, f. 1,“Risultati di alcune esperienze colturali nella barbabietola da zucchero”. Mss. cc. 8. 1906(?).
Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incompleto e in
fase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione del cloruro sodico e
del biossido di manganese. Un foglio riporta il disegno di un campo
sperimentale; b. 9, f. 2, Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole.
cc. 20, 1919. Contiene anche una relazione di cc. 4 mss., sulla selezione della barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli; b. 11, f.
11, “Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di Foggia
per la coltura delle barbabietole. 1916” cc. 3, 1916. Contiene anche
una lettera del responsabile del campo di Foggia a Nazareno Strampelli del 28 marzo 1920. b. 1, f. 23, Lettera della Società Italiana per
la Fabbricazione dello Zucchero Indigeno a Nazareno Strampelli che
attesta la collaborazione avviata fin dal 1908 sul campo della selezione
delle bietole da seme. 23 giugno 1920; b. 13, f. 12, “Determinazione
dello zucchero nelle barbabietole del prof. Strampelli”. Analisi
chimica. cc.1, 1910-1910. L’esame venne eseguito dal laboratorio
chimico della fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti; Ivi, f.
13, “Analisi delle barbabietole da seme”. cc. 5, 1913; Ivi, f. 14, “Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti. Analisi delle barbabietole da seme”, 1915-1915.
59 ASSGR, APS, b. 22, f. 11; Quaderno di appunti contenente le
prove biologiche, colturali e genetiche relative alle sperimentazioni
del ricino a Rieti, Badia Polesine, S. Angelo Lodigiano, 1935-45;
Sull’orzo cfr. b. 19, f. 5, Scheda dell’orzo “Emilio Maraini”. Firmata
da Nazareno Strampelli.1915; b. 20, f. 6, “Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari
campi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”. 1925-1926.
Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna,
Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi
e selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, il prima e
seconda generazione. All. Schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed
altri due schemi simili; Sulla varietà di ricino Strampelli M-6, Ivi., b.
22, f. 7, Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricino
M. 6, 1940. Cfr. anche cfr. A. DE CILLIS, Collaudo del ricino M-6
Strampelli, in “Agricoltura fascista”, 24 novembre 1940; ID., Un’altra
conquista di N. Strampelli. Un ricino precocissimo per i climi meridionali: l’“M-6”, in “Agricoltura fascista”, 14 gennaio 1940.
60 ASSGR, APS, b. 21, f. 11.1, Scheda descrittiva dell’orzo
“Emilio Maraini” creato da Nazareno Strampelli, s.d. [1915]; Ivi., b.19
(n. p.) f. 28 Relazione dattiloscritta probabilmente di N. Strampelli
relativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “Ministro Raineri” e
“Maraini” (s.d.).
61 ASSGRi, APS, b. 30, f. 15, Registro riepilogativo dei risultati
dei raccolti delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. Registro di
2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938; Ivi, f. 16, Risultati
della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa. Registro di 14
pagine. 1936; Ivi, f. 17, Appunti, schemi vari sulla sperimentazione
69
delle patate a Rieti, Leonessa e Badia Polesine. cc.13.1937-1939; Ivi,
f. 18, Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e Leonessa.
Registro di 14 pagine.1937.
62 Per quanto riguarda la documentazione relativa alle prime
sperimentazioni dei frumenti. Cfr. ASSGRi, APS, b. 19, f. 4, “Breve
sunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. Stazione Sperimentale di
granicoltura di Rieti” Manoscritto e dattiloscritto, s.d. (1915?); b. 20,
f. 2, Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibridazioni.
I documenti sono privi di indicazioni e di data. Uno soltanto è datato
1924; b. 17, f. 1, Quinterno contenente in uno schema le varietà di
frumento, il paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazione
se si trattava di varietà originarie o riprodotte.1904(?), ivi, f. 2,
Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti”, 1904(?); Ivi,
f. 3, “Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incroci sperimentati da Strampelli nel campo di Setteponti. 1905. Prevalentemente
si tratta di ibridazioni effettuate tra il Rieti originario, segnato con la
lettera “R” e le centinaia di varietà di frumenti che Strampelli si era
procurato in ogni parte del mondo; Ivi, f. 4,“Varietà frumenti ‘1905”.
1905. Elenchi, appunti vari; Ivi, f. 6, “Autunno 1905. Semina delle
varietà a Setteponti”. 1905. Si tratta dell’elenco delle 216 varietà di
frumenti provenienti vari paesi europei ed extraeuropei sperimentate
nel campo di Setteponti.
63 Riguardo a Francesco Todaro e al suo lavoro a Bologna cfr. M.
BONVICINI, Francesco Todaro, in “Annali dell’accademia di agricoltura di Bologna”, v. V, 1950; F. TODARO, Il miglioramento di razza
nelle piante agrarie. Selezione, ibridazione, Casale Monferrato 1921,
In part. il capitolo Impollinazione: generalità, lavori di Strampelli Osservazioni di Hartley, pp. 179-188; ID., Ibridatori e Selezionatori,
in “Giornale di Agricoltura della Domenica”, febbraio 1919; ID.,
Questioni granarie. Rettifiche di rotta, in “Giornale di Agricoltura della
Domenica”, 21 luglio 1940; Adattamento, selezione, incrocio delle
piante coltivate, Bologna 1914; ID., Sulle possibilità di alte produzioni
nella coltura del grano, Bologna 1930; ID., Sulla produzione granaria
in Italia, Bologna 1923; ID., I grani selezionati della Società bolognese
produttori sementi, Bologna 1914; Per l’incremento della nostra granicoltura, Bologna 1922; Lavori di selezione del frumento nel bolognese,
Bologna 1912; ID., La produzione dei grani da semente, Bologna 1928;
ID., Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925; ID., La selezione dei
cereali, in MAIC, La propaganda per la coltivazione frumentaria
nell’anno agrario 1920-1921, Roma 1922, pp. 321-326; ID., Varietà
migliorate ed incremento della produzione in “L’Italia Agricola”, 62
(1925), n. 9, pp. 488-492; ID., Ancora sementi? in “Giornale di agri70
coltura della domenica”, 24/4/1938; ID., Grani in luce e grani in
ombra, Bologna 1925; ID., Sulle possibilità di alte produzioni nella
coltura del grano, Bologna 1930; ID., Adattamento, selezione, incrocio
delle piante coltivate, Bologna 1914; ID., La produzione dei grani da
seme, Bologna 1928; ID., Lavori di selezione del frumento nel bolognese, Bologna 1912; ID., I grani selezionati della Società bolognese
produttori sementi, Bologna 1914.
64 Si vedano ad esempio G. DONNINI, I grani Strampelli e Todaro
nel fabrianese, in “l’Italia Agricola”, 15 novembre 1921; B. TOMEI,
Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia 1925.
65 ASSGR, b. 152, f. 2, Lettera di Gino Morassutti a N. Strampelli, 17 febbraio 1924 - Risposta del 13 luglio 1924.
66 F. TODARO, Grani in luce e grani in ombra, Bologna 1925.
67 Ivi., p. 5.
68 Giornale di Agricoltura, 21 luglio 1940.
69 ASSGR, APS, b. 1, f. 21.
70 Istituto nazionale per la cerealicoltura, Origini, sviluppi e risultati, Roma 1932.
Le strutture e i risultati
Le origini dell’esperienza scientifica di Nazareno Strampelli tra intuizioni geniali e incomprensioni di provincia
Come abbiamo visto Nazareno Strampelli abbandonò la
sua attività di insegnamento nelle Marche per arrivare a Rieti
nel 1903 come vincitore del concorso della Cattedra ambulante di granicoltura agognata dai reatini soprattutto per
ragioni di prestigio. Gli unici interessi reali che si nascondevano dietro di essa erano quelli dei grandi proprietari della
pianura che intravedevano nella nuova istituzione un mezzo
per accrescere i loro guadagni nella vendita e diffusione del
Rieti originario. Tutto qui. Nessuna tensione verso il miglioramento complessivo dell’agricoltura locale, ne tantomeno
verso forme di sperimentazione.
Il primo periodo di esistenza della nuova struttura fu
decisamente negativo tanto che non pochi pensarono ad un
fallimento dell'operazione e il giovane Nazareno Strampelli
sembrava destinato a seguire le sorti dei molti tecnici chiamati in passato dal Comizio agrario per progettare un lancio
su vasta scala del grano da seme Rieti originario, ma che poi,
per la scarsità di mezzi che venivano loro messi a disposizione, declinavano il loro impegno.
Difatti il rapporto iniziale tra Strampelli e il comune di
Rieti non fu idilliaco tanto che in più di una occasione egli
pensò di abbandonare l'incarico per tornare ai suoi studi
all'università di Camerino.
Basti pensare che per circa un anno la sede di questo istituto, destinato a rivoluzionare la granicoltura italiana e in
qualche modo quella mondiale, rimase relegata in una stanza
dell’Hotel Quattro Stagioni.
Sul retro del fondo di un sedia, da noi rintracciata presso
la sede di Campomoro, Strampelli più tardi scrisse ironica-
mente: "Questo è quanto io ebbi a mia disposizione dall'ottobre 1903 all'aprile 1904 come materiale d'impianto e di
funzionamento della Cattedra Sperimentale di Granicoltura".
Soltanto nel 1904 una prima sede fu reperita presso il
palazzo della Cassa di Risparmio in via Garibaldi che
concesse in affitto sei vani dei locali del palazzo, e una parte
del cortile al quale si accedeva da vicolo Chiavelloni, ma si
trattò di una soluzione che si rivelò ben presto inadatta e
insufficiente.1
Strampelli lamentava al sindaco le difficoltà logistiche
derivanti dall'ubicazione dei locali collocati in parte al piano
terra del palazzo, ed in parte nell'ex casa Crispolti cosa che
imponeva il passaggio per il vicolo Chiavelloni per spostarsi
da una parte all’altra della struttura.
Inoltre, proseguiva Strampelli, "...detti ambienti, e
specialmente quelli della casa Crispolti, hanno un accesso
impossibile per ragioni igieniche e di decoro, e il piano terra
della Cassa di Risparmio presenta impossibilità di collocamento di stufe e di altri caloriferi indispensabili per il riscaldamento nella stagione invernale".
Non c’era altra possibilità di utilizzare stufe per riscaldarsi
nel periodo invernale e tutta la struttura era carente di spazi per
contenere i campioni delle diverse varietà, forme patologiche
eteratologiche del frumento, e di altri cereali studiati, così
come si imponevano nuovi e adeguati spazi per installare i
laboratori di microscopia, microfotografia e batteriologia,
problemi che furono solo parzialmente risolti con l’acquisizione degli adiacenti locali dell’ex agenzia delle imposte.
Nazareno Strampelli pensava di fatto ad una sede alternativa che aveva individuato nella vicina palazzina del
marchese Francesco Canali in via Garibaldi.2
71
L’operazione andò in porto, ma anche in questo caso con
notevoli problemi soprattutto per l’evoluzione dell’attività
dell’istituto che necessitava di sempre maggiori spazi per i
laboratori e le attrezzature.
Così nel 1907, quindi nel periodo in cui la cattedra
ambulante di granicoltura stava per essere trasformata in
Regia stazione sperimentale, Strampelli presentò ancora
una volta al sindaco le difficoltà strutturali dell’istituto,
sottolineando come, "…oltre agli ambienti attualmente
destinati agli uffici ed al laboratorio chimico occorrono
altre stanze da destinarsi a laboratori di microscopia, microfotografia e batteriologia, nonché altre stanze da servire per
le collezioni, varietà e specie diverse, e forme patologiche
e teratologiche del frumento ed altri cereali per conservazione e studio di selezione dei prodotti delle numerose ibridazioni, ecc.".3
La crescita delle esigenze dell’istituto non andava di pari
passo con la disponibilità del comune di Rieti, né tantomeno
con la proprietà dell’edificio che nel 1915 presentò a Strampelli una ingiunzione di sfratto.4
L’esigenza di una nuova sede si faceva avvertire con
sempre maggiore insistenza, e la questione venne più volte
posta al Ministero di agricoltura.
Emilio Maraini, già due anni prima, aveva annunciato al
sindaco di Rieti che il Ministero di agricoltura era orientato
a costruire una apposita sede per l’istituto reatino,5 ma, solo
nel 1925, questo potette essere adeguatamente ospitato nello
stabile appositamente costruito a Campo Moro dove ebbe
sede fino alla sua soppressione nel 1967.
Nel frattempo, sempre per volontà di Nazareno Strampelli, con il decreto luogotenenziale dell'otto giugno 1919,
era stato fondato a Roma l'Istituto nazionale di genetica
per la cerealicoltura, che, dopo essere stato ospitato prima
nei locali del Ministero di agricoltura, poi in quelli
dell'Istituto sperimentale zootecnico, ed infine in uno
stabile a Porta Pia, potette anch'esso beneficiare di una
adeguata sede appositamente costruita nel 1930 sulla via
Cassia.
72
La trasformazione della Cattedra ambulante in Stazione
sperimentale.
L'abito della cattedra ambulante era davvero troppo
stretto per Strampelli che operava soprattutto sul terreno della
sperimentazione, e questo a differenza di quanto contestualmente accadeva per altri istituti italiani che, nati come centri
di sperimentazione, erano stati progressivamente relegati a
centri di divulgazione agraria, o al massimo di esame di
prodotti in laboratorio.
Era quindi evidente che egli facesse pressioni affinché la
cattedra reatina venisse trasformata in stazione sperimentale.
I risultati che egli aveva raggiunto gli avevano già dato notorietà nel mondo dell’agricoltura italiana, ed anche all’interno
dell’apparato del Ministero di agricoltura che iniziò a pensare
di trasformare la cattedra reatina nel primo istituto sperimentale del paese specificatamente dedicato alla granicoltura.
Per la concretizzazione di tale operazione era però necessario il pieno accordo del comune di Rieti che, ovviamente,
non pose problemi, se non quello di un generale disinteresse,
tanto che la seduta consiliare del 21 settembre 1905 che
avrebbe dovuto ratificare l’accettazione della trasformazione
della cattedra in istituto sperimentale, andò deserta.
La cosa appare ancor più grave se si tiene conto che il
ministero aveva fatto precise pressioni affinché l’atto ufficiale del municipio di Rieti giungesse a Roma entro il 24
settembre onde evitare problemi per l’emanazione del decreto
legislativo in proposito.
Il problema venne parzialmente risolto con una delibera
di giunta del 23 settembre alla quale sarebbe seguita quella
del consiglio riconvocato per il giorno 25.6
Sia in giunta che nella seduta del consiglio, Filippo
Corbelli illustrò la proposta sottolineando che tale trasformazione andava vista di buon grado perché l’istituto reatino
avrebbe acquisito una maggiore stabilità, si sarebbe ottenuto
un ulteriore sviluppo nel commercio del grano di Rieti, la
città sarebbe stata onorata di ospitare l’unico centro di sperimentazione sul grano del Paese, e tutto ciò senza che il municipio fosse costretto ad un aggravio economico.
La sede reatina a Campomoro della Stazione sperimentale di
Cerealicoltura inaugurata nel 1925.
Prospetto centrale, prospetto laterale e laboratori di ibridazione.
(serra e frigorifero)
73
La proposta, fu accolta all’unanimità, non suscitando
però nessun intervento in consiglio comunale, segno evidente
di un certo disinteresse, in ogni caso di una difficoltà a
rapportarsi con quanto stava accadendo dentro i locali di via
Garibaldi dove lavorava Strampelli.7
Diverso era il livello di riflessione all’interno del Ministero di agricoltura, e le sollecitazioni che da questo pervenivano al comune di Rieti erano legate ad un momento in cui
era in atto un ripensamento generale delle istituzioni agrarie.
Il Ministero di agricoltura chiedeva al parlamento un aumento
di spesa per i propri servizi speciali da 8.713.473,08 lire a
9.178.149.38 lire, e al primo posto delle questioni che sottostavano a tale richiesta c’era proprio la trasformazione
dell’istituto reatino.
Nella relazione si legge:
Nel 1903 veniva istituita a Rieti, come esperimento, una cattedra
ambulante di granicoltura che in breve tempo ha dato lusinghieri
risultati, tanto da ottenere tra gli altri suoi lavori, più di 100 ibridi di
grani di Rieti, famosi in tutto il mondo, con varietà italiane e estere.
L’utilità di tali studi, il bisogno di accrescere e migliorare la
produzione frumentaria, hanno consigliato di dar vita stabile ad un
istituto scientifico di grado superiore il quale con maggiore larghezza
di mezzi e con personale proprio, si occupi delle ricerche e degli
studi in riguardo alla coltura di tutti i cereali in genere.8
Il finanziamento previsto per l’istituto reatino fu di
15.000 lire, e vi si sarebbe fatto fronte diminuendo di pari
importo il capitolo di bilancio destinato alle iniziative indirizzate a combattere le cause della pellagra, con un ragionamento che vale la pena seguire:
Si potrebbe osservare che a questo ultimo scopo (lotta alla
pellagra) mirano quasi tutti i capitoli di questo bilancio perché migliorando ed aumentando la produzione agricola, favorendo l’incremento
dell’industria e dei commerci, si combatte il malessere economico,
causa della cattiva e insufficiente alimentazione che produce l’infezione pellagrosa. Ma prescindendo da questa considerazione suscitata
dalle parole colle quali si giustifica la nuova istituzione, è indubitato
che una stazione di granicoltura, in un centro di produzione frumentaria come Rieti, può concorrere efficacemente a migliorare ed
aumentare la produzione granaria. Fu ricordato altre volte come il
nostro Paese presenta una scarsa produzione in rapporto al suolo coltivato a frumento. La media produzione granaria, per molteplici
74
ragioni, non tutte facilmente rimovibili, è in Italia inferiore a quella
di tutti gli altri Paesi: mentre il consumo per l’aumentata popolazione
e per il miglioramento economico ogni anno si accresce.9
Non che con tale presupposto il Ministero di agricoltura
ritenesse superata l’esperienza delle cattedre ambulanti, anzi le
riteneva ancor più fondamentali per divulgare i risultati che si
sarebbero raggiunti nei centri sperimentali come quello di Rieti.
E’ inutile, si sosteneva, “…pubblicare questi risultati
nelle effemeridi del Ministero ignote ai più”; era necessario
che le cattedre ambulanti diffondessero tra gli agricoltori i
risultati acquisiti, altrimenti il tutto sarebbe risultato vano.
Si chiedeva un aumento di finanziamento da destinare
alle cattedre ambulanti di almeno 20.000 lire che erano ben
poca cosa se si tiene conto che operavano sul territorio ben 74
istituti di questo genere.
Si ottenne in tal modo il decreto reale che trasformava la
cattedra ambulante di Rieti in Regia stazione sperimentale di
granicoltura, ma ci fu subito una battuta di arresto presso la
Corte dei Conti che, basandosi su un provvedimento legislativo del 1904, non ritenne sufficiente per la trasformazione
un semplice decreto, ma un’apposita legge.
L’istituto reatino continuò quindi a funzionare come
cattedra ambulante, anche se con qualche vantaggio in più a
cominciare dall’anticipo globale del finanziamento ministeriale di 7500 lire.10
Era quindi solo una questione di tempo, ed infatti con la
legge del 6 giugno 1907 n. 297 (pubblicata nella G.U del
10/6/1907) la cattedra ambulante di Rieti venne trasformata
in Regia stazione sperimentale di granicoltura.
Vale la pena soffermarsi sulla relazione alla legge fatta
dall’on. Melodia, non solo per gli aspetti che giustificarono la
creazione di questo istituto a Rieti, ma anche per un altro fatto
importante legato al Rieti originario.
Melodia esordì sottolineando un dato di fondo che era
quello dell’insufficienza della produzione granaria italiana in
funzione dei bisogni, tanto che le importazioni di frumento
avevano ormai raggiunto un valore di 200.000 lire annue.
L’obiettivo dell’istituto che si andava ad istituire a Rieti
era principalmente quello di “…contribuire a scemare questo
tributo”.11
Egli sottolineò poi l’opera che svolgevano i comizi
agrari, le cattedre ambulanti e altre strutture didattiche in
merito all’utilizzo dei concimi chimici e ad un più razionale
utilizzo della meccanica agraria, ma, aggiungeva, “…per la
scelta delle sementi ben poco o nulla si è fatto finora”.
E’ vero che i singoli coltivatori, o selezionando le proprie
sementi, o acquistandole altrove mostrano d’intendere la grande
importanza di una buona scelta, ma questa, salvo rare eccezioni, si
fa empiricamente, e spesso si crede raggiungere lo scopo, col
semplice scambio di semi fra collina e pianura, o seminando varietà
non usate nella regione, con l’opinione che tutto il male venga dalla
degenerazione delle varietà antiche. Lo studio accurato e condotto
con rigore scientifico per una metodica selezione; la creazione a
mezzo della fecondazione artificiale di nuovi tipi resistenti agli
assalti parassitari ed all’allettamento adatti ai diversi terreni; che
maturino precocemente, o tardivamente secondo le condizioni dei
diversi climi, finora è stato in Italia molto trascurato.
Poi sottolineò il dislivello italiano rispetto ad altri paesi
europei e extraeuropei, affidando al nuovo istituto reatino il
compito di colmare tale ritardo anche al fine di un aumento
produttivo in grado di ridurre il deficit di importazione.
Melodia conosceva bene i risultati a cui era giunto
Strampelli a Rieti, e senza temere di esagerare affermò come
fosse una “…delle poche volte per altro che nella fondazione
di un nuovo istituto si può avere la certezza preventiva che lo
scopo a cui esso tende sarà raggiunto”.
Rieti era destinata a diventare la “Svalöf italica”, cioè a
dire l’alter ego della nota stazione sperimentale svedese divenuta un riferimento mondiale nello sviluppo di nuove metodologie di selezione vegetale, e i finanziamenti che fino ad
ora erano stati concessi erano del tutto irrisori rispetto ai risultati che aveva raggiunto Nazareno Strampelli.
Arrivò quindi ad un passaggio fondamentale, nel quale è
forse possibile ravvisare un concetto che Strampelli non
avrebbe mai osato esprimere in prima persona, ed era la
messa in discussione della qualità del Rieti originario:
…a tutti è noto che il grano reatino ha la qualità speciale e
pregevolissima di resistere agli attacchi della ruggine. Da esperimenti fatti è risultato che lo stesso grano seminato in qualche altra
regione dopo una sola riproduzione abbia perduto questa qualità, ed
è stato attaccato dalla ruggine come i semi locali. Si è detto che la
causa di questo fenomeno bisognava rintracciarla nella mala fede
di volgari speculatori, ma siccome quel seme era indubbiamente
venuto da Rieti, ove la resistenza alla ruggine è generale, bisognerà
convenire che pur facendo la debita parte alla cattiva selezione, non
può assolutamente ammettersi che un seme trasportato in condizioni
diverse di terra e di clima mantenga intatte le sue qualità di origine.
Si era venuta in pratica a creare la contraddittoria situazione che, mentre Rieti accettava di buon grado la trasformazione della cattedra ambulante in stazione sperimentale,
pensando ancora una volta al Rieti originario, questa nasceva
di fatto con l’obiettivo di generare grani alternativi a questo.
La legge stabilì anche l’organico del nuovo istituto che
oltre al direttore prevedeva due assistenti e un capo-coltivatore.
Il finanziamento annuo venne fissato in lire 15.000,
mentre spettava al comune di Rieti fornire i locali occorrenti,
e le spese di illuminazione, riscaldamento e manutenzione
degli stessi.
La cattedra ambulante di Rieti uscì quindi dalla dimensione istituzionale dell’insegnamento e divulgazione agraria,
che per altro non aveva mai praticato, per essere più adeguatamente collocata nel contesto degli istituti di sperimentazione italiani che si erano cominciati a diffondere dopo
l’unificazione nazionale.12
Fu il governo Minghenti a dare impulso a queste strutture
consentendone la nascita in modo annesso ai già esistenti
laboratori chimici dipendenti dal Ministero di agricoltura.
Nel 1870 era nata la Stazione sperimentale per la chimica
agraria di Udine, seguita da quella enologica di Gattinara
(Vercelli) successivamente trasferita ad Asti, quella bacologica
di Padova, quella casearia di Lodi, quella crittogamica di Pavia.
Fu del 1875 l’istituzione della Cattedra sperimentale entomologica di Firenze, e del 1887 quella di patologia vegetale di Roma.
Va detto che il passaggio di questi istituti dal Ministero
di agricoltura al Ministero della pubblica istruzione, fece si
che l’attività sperimentale cedesse progressivamente il passo
a quella didattica.
C’era poi il fatto che annettendosi ai laboratori chimici,
e quindi con un personale unicamente preparato in questa
direzione, anche la sperimentazione agronomica fu un fatto
del tutto marginale, a volte del tutto inesistente, a favore della
ricerca in laboratorio.13
75
Composizione di grani.
Foto eseguita nel laboratorio di fotografia
della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Anni ‘20
Una vera e propria contraddizione, soprattutto in relazione al fatto che, come già notava Cuboni nel 1908, se dal
1840 alla seconda metà del secolo XIX era stata la chimica a
contribuire al progresso scientifico in campo agrario, questa
aveva progressivamente lasciato il posto alla botanica, dalla
quale ci si aspettavano importanti risultati.14
Il confronto degli istituti italiani con quelli del resto
dell’Europa era decisamente sconfortante.
A Vienna operava una Stazione di batteriologia e patologia vegetale con 68 dipendenti e adeguati laboratori, così
come annessi alla Scuola superiore di agricoltura, esistevano
numerosi campi sperimentali diretti dal prof. Tschermark, uno
dei massimi artefici dell’ibridismo che con De Vries e
Correns aveva ripercorso le leggi mendeliane.
A Budapest, il prof. Istwanfi dirigeva un efficiente istituto ampelografico, nato nel 1902, con adeguati laboratori di
chimica enologica e batteriologia della vite.
A Wadeswil, vicino al lago di Zurigo, era nato nel 1903
un istituto nazionale per la frutticoltura e viticoltura e nello
stesso anno era sorta a Hohenheim, in Germania, una importante stazione di patologia vegetale diretta dal prof.
Kirschner, mentre nel 1905 nacque a Berlino una Stazione di
biologia agraria con lo scopo di studiare la fisiologia e patologia vegetale, la batteriologia e l’entomologia agraria.
A Copenaghen esisteva da tempo il celebre laboratorio
Carlsberg diretto dai professori Hansen e Jorgensen, appositamente destinato alla chimica e fisiologia delle fermentazioni.
In Svezia esistevano importanti centri di ricerca a Stoccolma e Upsola, oltre alla notissima stazione agraria di
Svalöff, mentre in Olanda, a Wageniugen, il prof. Ritzema
Bof dirigeva una efficiente stazione sperimentale di patologia
vegetale nata nel 1899, non dissimile da quella che esisteva
fin dal 1894 a Gembloux in Belgio.15
Nell’Italia dei primi anni del secolo, tranne rarissime
eccezioni, dove però, come abbiamo detto, si facevano esami
in laboratorio piuttosto che sperimentazioni sul campo, gli
istituti nati nella seconda metà del XIX secolo sotto la spinta
del governo Minghetti, al di là delle loro denominazioni,
erano ridotti a strutture meramente didattiche indirizzate alla
diffusione di quanto era già noto.
Nei primi anni del Novecento, oltre ad aver dotato i laboratori di chimica agraria di Pisa, Milano e Portici di competenze in campo di sperimentazione agraria, sorsero le stazioni
sperimentali di Vercelli per la risicoltura (1908), di Acireale
per frutticoltura e agrumicoltura (1907), di Rovigo per la
Bieticoltura (1910), di Crema per la Batteriologia agraria
(1914), tutte precedute da quella per la granicoltura di Rieti
del 1907, considerando che in tal senso, seppur nella veste di
cattedra ambulante, questa operava fin dal 1903.
Dopo il primo conflitto mondiale, nel 1919, sorsero le
stazioni agrarie sperimentali di Bari e di Reggio Calabria per
le essenze e i derivati agrumari, oltre all’Istituto nazionale di
genetica per la cerealicoltura di Roma, che precedette di due
anni quello nato a Bologna per volontà di Francesco Todaro.
Nel 1920 sorse a Bergamo la stazione sperimentale per la
maiscoltura, e nello stesso anno quella di Ascoli Piceno per
la bachicoltura, mentre a Milano sorse nel 1919 quella per la
meccanica agraria, e nel 1922 quella per l’ortofrutticoltura.
A gran parte di questi istituti venivano però affidate
congiuntamente competenze in materia di analisi dei terreni,
concimi e prodotti agrari, sia per conto dello stato, che di enti
agrari e di industrie legate all’agricoltura.
Oltre a ciò, a questi istituti spettava il compito della sorveglianza sulle frodi nella preparazione dei prodotti legati all’agricoltura, capitolo questo dal quale essi traevano un significativo
introito finanziario che garantiva la loro sopravvivenza.
Di fatto, ancora una volta, queste attività si sovrapposero
al loro compito principale che era quello della sperimentazione che, come nel caso degli istituti di prima generazione,
divenne una attività accessoria, spesso inesistente.16
Questo problema si pose con forza nel contesto del ruralismo fascista, il quale iniziò a dare alle istituzioni esistenti un
più razionale assetto, assicurando ad esse adeguate risorse e
riconducendole, in larga misura, agli obiettivi sperimentali
per cui erano nate.
Nel 1923 (d.l 30 dicembre) all’interno del Ministero di
agricoltura e foreste, venne istituita la Fondazione per la
sperimentazione e la ricerca agraria, mentre il Comitato
permanente del grano, istituito con il decreto legge del 4
luglio 1925, vero e proprio centro operativo della battaglia
del grano, utilizzò le stazioni sperimentali, soprattutto quella
di Rieti, come interlocutrici privilegiate per la sua azione.
77
Con la legge del 5 giugno 1930 le stazioni sperimentali
vennero collocate dentro un contesto unico, caratterizzato da
una precisa individuazione dell’autonomia tecnico-amministrativa degli istituti ai quali, non solo venne raddoppiato l’organico e aumentati i finanziamenti, ma venne sancita la
differenziazione professionale tra analisti e sperimentatori,
risolvendo una delle cause del ristagno di questi centri.
Gli istituti sperimentali, con una propria personalità
giuridica e una autonomia amministrativa, potevano ora
contare su una precisa legislazione, e su cospicui finanziamenti che scaturirono sia dalla legge in questione che dalla
Fondazione per la sperimentazione e ricerca agraria e dal
Comitato permanente per il grano.
Sorsero poi altri centri come la stazione di Lodi per la
praticoltura (1923), quella di Conegliano per la viticoltura e
l’enologia (1923), il laboratorio sperimentale di fitopatologia
di Torino (1923), l’istituto sperimentale zootecnico di Roma
(1923), quello zootecnico e caseario di Torino (1925), la
stazione zootecnica di Milano (1928) quella di floricoltura di
San Remo (1925), l’istituto di frutticoltura e elettrogenetica
di Roma (1926), l’istituto regionale di Pisa per la cerealicoltura (1926), quello sempre per la cerealicoltura della Sicilia
(1927), la stazione sperimentale per le piante officinali del
Regio Orto Botanico di Napoli (1928), e si modificarono
competenze a numerosi altri istituti già esistenti.17
Tornando all'istituto reatino, la sua trasformazione del
1907 gli aveva garantito una diversa collocazione giuridica,
ma era necessario aggiungere a questa un più adeguato
assetto tecnico e finanziario.
Strampelli lavorava sodo, e i suoi risultati non finivano
di sorprendere ed era quindi logico che le sue richieste trovassero ascolto e risposte adeguate.
Uno dei principali punti di riferimento di Nazareno Strampelli in questo periodo fu l'on. Antonio Solidati Tiburzi, eletto
nel collegio di Rieti, al quale egli si era già rivolto nel 1909 sia
per sollecitarlo in merito al personale dell'istituto reatino, che
per porgli il problema delle condizioni logistiche degli istituti
sperimentali che egli giudicava "misere" e mancanti “…dei
mezzi indispensabili per i loro lavori e i loro studi".18
Due anni dopo Solidati-Tiburzi fu relatore al disegno di
legge che estendeva l'azione della Stazione sperimentale di
78
granicoltura elevandola ad ente autonomo, e dotandola di un
nuovo organico.
Egli ripercorse per intero l’iter storico dell'istituto
reatino, soffermandosi ancora una volta sulle difficili condizioni della granicoltura italiana, e del suo ritardo rispetto agli
altri paesi europei.
Le sole esperienze di Strampelli avevano iniziato a dare
frutti significativi, ma era assurdo che molti percorsi sperimentali che egli conduceva a Rieti si erano dovuti abbandonare per mancanza di terreno.
Strampelli aveva sintetizzato a Solidati i risultati
raggiunti fino ad allora, ed egli li riferì alla Camera dei Deputati nei seguenti termini:
Nonostante ciò nelle ricerche di nuove razze o varietà ogni anno
si sono esaminate e studiate molte decine di migliaia di forme
apparse, sia per mutazioni spontanee, sia per disgiunzione degli ibridi
precedentemente ottenuti, allo scopo di scegliere e sottoporre a
coltura le sole degne di lavoro di fissazione. Attualmente si hanno
1647 forme allo stato di colture spighe e di queste oltre 500 sono per
compiere anche esse il terzo anno di non disgiunzione (cioè prossime
ad essere dichiarate fisse) le quali nel venturo anno costituiranno
altrettanti punti di partenza di altrettante colture pedigree. Inoltre le
varietà fisse sommano a 796 delle quali 475 sono allo stato di colture
famiglie e 321 allo stato di colture masse occupanti da 25 a 50 mq
ciascuna: un totale pertanto per il corrente anno di 2443 colture.
Ma se lo scarto di quelle varietà, che non opposero una necessaria resistenza né alle ruggini né ad altri parassiti vegetali (che
nella pianura reatina per la eccezionale umidità di questa trovano
l'ambiente più favorevole che altrove per il loro sviluppo) si poté
fare con sicurezza anche coltivando le diverse razze di frumento
su piccole aiole durante e dopo il lavoro di fissazione, il processo
di scelta e eliminazione di esse, in base alla produttività, non
sarebbe consentito, se la regia stazione non disponesse di un vasto
terreno perfettamente omogeneo tale cioè da permettere la comparazione o il confronto tra loro delle diverse razze ottenute.19
Quindi, da un lato si sarebbe dovuto acquistare un fondo
agricolo adeguato, e dall'altro l'istituto reatino doveva essere
libero di estendere le sue sperimentazioni in altre località
"…ove per tipiche condizioni di clima e di suolo (di cui è così
avara la nostra penisola) si ritenesse tecnicamente utile fare
ricerche ed esperienze per ottenere frumenti adatti alle diverse
regioni italiane".
Venne così acquistato il campo sperimentale di Rieti con
un mutuo di 125.000 lire concesso dalla Cassa depositi e
prestiti, e contestualmente venne data facoltà all'istituto
reatino di estendere il suo lavoro di sperimentazione in altre
località italiane. Anche l'organico venne rivisto, ed esso si
compose di un primo assistente, di due assistenti, uno di
prima e uno di seconda classe, e due capi coltivatori, uno di
prima e l'altro di seconda classe.
L'art. 5 della legge specificò la nuova condizione giuridica di ente autonomo posto sotto la vigilanza del Ministero di
agricoltura, e guidato da un comitato amministrativo composto
da due delegati del governo, uno del comune di Rieti, dal direttore dell'istituto e da un delegato di ciascuno degli altri enti o
società o consorzi industriali che avrebbero contribuito con
una cifra annua e continuativa di almeno 1500 lire.20
Nacquero così il campo sperimentale di Rieti sotto
Campomoro, e quello di Leonessa a circa 1000 metri di altitudine, particolarmente indirizzato alla ricerca e sperimentazione di frumenti, orzi e segale adatti alla coltura di montagna.
Nello stesso contesto venne acquisito un fondo agricolo
nel Tavoliere delle Puglie, nei pressi di Foggia, rivolto allo
studio e sperimentazione dei frumenti adatti ai climi aridi.21
Se Rieti ospitava un istituto di ricerca di rilievo nazionale,
era venuta però a perdere una struttura locale di divulgazione
agraria, e la questione la pose con forza Ludovico Potenziani,
presidente del Comizio agrario, comunicando al sindaco che
l’organismo da lui presieduto si era fatto promotore dell’istituzione di una sezione di propaganda da affiancare alla nuova
Stazione sperimentale “…con programma e funzionamento di
una Cattedra Ambulante di Agricoltura” la quale si sarebbe
dovuta finanziare con contributi sia del comune di Rieti che
degli altri del mandamento, oltre naturalmente a quello del
Comizio agrario e del Ministero di agricoltura.22
Dall’esperienza reatina di Campomoro all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura
Nel periodo del primo conflitto mondiale Strampelli
lavorò soprattutto sulla barbabietola che, a causa della guerra,
era pressoché impossibile importare dall’estero.
In realtà Strampelli aveva iniziato a lavorare sulle barbabietole fin dal 1908, né d’altra parte poteva essere altrimenti,
vista la presenza dello zuccherificio a Rieti, e il ruolo svolto
da Emilio Maraini che l’aveva fondato, all’interno della
Stazione sperimentale di granicoltura.
Non era però un settore di ricerca che interessasse più di
tanto Strampelli, tanto che nel 1921 egli consegnò alla
Società italiana per la produzione dello zucchero indigeno i
materiali dei suoi studi.
Ora, scriveva Strampelli, “…che la ragione del mio
lavoro cessa, do qui sotto descrizione del metodo di selezione
da me adottato e che chiamo genealogico-metodico”, e più
oltre, “…consegno allo zuccherificio di Rieti il materiale di
selezione ancora da me posseduto e ne do qui sotto le indicazioni perché possa essere utilizzato da chi volesse proseguire il mio lavoro”.23
Strampelli era tornato a concentrarsi sui suoi grani ma,
contestualmente, anche ad una ulteriore evoluzione dell’istituto da lui diretto. Anche la dimensione di stazione sperimentale gli stava ormai stretta, ed egli cominciò a pensare ad
istituto di reale dimensione nazionale.
Se egli nel corso della sua carriera riuscì ad ottenere gran
parte di quello che chiedeva al competente ministero, va detto
che non sempre trovò le porte aperte, ed anzi dovette più volte
mettere in discussione l’interezza del suo lavoro, e minacciare anche di abbandonarlo, pur di raggiungere i suoi scopi.
Questo è puntualmente accaduto ad ogni passaggio di questa
vicenda scientifica, fin dalla sua nascita nel 1903, quando
Strampelli rimase a Rieti solo grazie all’intervento del principe Potenziani che gli concesse i primi terreni su cui iniziare
le sue sperimentazioni.
E lo stesso accadde nel 1910 quando dovette insistere in
più di una occasione con il ministro dell’agricoltura affinché
l’istituto reatino si potesse dotare di fondi agricoli stabili, e la
stessa cosa accadde quando iniziò a pensare all’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, chiedendo ulteriori investimenti da parte ministeriale sul suo lavoro.
Iniziò a farlo fin dal 1917, quando percepì che quanto
aveva creato si muoveva dentro un orizzonte troppo stretto
rispetto alla potenzialità dei risultati.
79
Nel 1917 egli aveva intenzione di avviare la moltiplicazione su larga scala di quattro nuovi frumenti pensati per
l'area meridionale, e per una varietà di orzo, ma per far ciò era
necessario un fondo agricolo di grandi dimensioni.
Strampelli presentò tale ipotesi nel corso della riunione del
consiglio di amministrazione del 30 luglio 1917 presieduta da
Carlo Schanzer, e alla quale partecipò solo Giuseppe Cuboni in
quanto il principe Potenziani era assente per motivi militari.24
Il consiglio di amministrazione approvò la proposta, e
immediatamente venne richiesto un adeguato finanziamento
al ministero, mentre Strampelli avrebbe dovuto individuare
un fondo agricolo adatto allo scopo.
Il fondo venne individuato, ma dal ministero non arrivava una risposta in proposito per le difficoltà sollevate dal
direttore generale che riteneva eccessivo l'investimento che si
stava facendo verso l'istituto reatino. E’ a questa vicenda che
va collegata la lettera con la quale Strampelli minacciò di
dimettersi in seguito ad un litigio, probabilmente proprio con
lo stesso direttore generale del Ministero di agricoltura.
Nella lettera Strampelli scrive:
Egregio Sig. Commendatore, La sua scomposta esasperazione
per la decisione mia di correre a rassegnare le dimissioni al Ministro, mi fece intuire subito a quale brutta figura verso il Ministro
stesso e verso il Paese, io la esponevo, e, vile mai, per non dovere
esporre le ragioni che mi inducevano a tal passo desistei sul
momento dal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significai
subito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addolorava
maggiormente per la stima e devozione che ho per Lei, la cui gentilezza per me era stata ordinariamente tanto lusinghiera da ritenersi
affettuosa. Dato però che Ella non sa contenere gli irritabili nervi
quando peroro nell’interesse della mia Stazione e chieggo i mezzi
che permettono di ritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favore
dell’economia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che la
migliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe essere quella di
lasciare la mia Stazione. E se non mando le mie dimissioni come
dissi avrei fatto, non è per incostanza di pensiero, ma per quei sentimenti altruistici e per quella bontà d’animo che costantemente
albergano in me. Dimettendomi e non volendo esporre le ragioni
determinanti quale figura poco simpatica farei io agli occhi del
Paese? I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di dire
che cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggiori guadagni non
ho avuto ritegno di farmi parricida? Quindi lealmente non mando
le dimissioni tantopiù che ella mi ha dichiarato di rimandarmele
80
Carlo Schanzer, al tempo ministro delle finanze del governo Nitti ed ex
membro comitato amministrativo della Stazione sperimentale di
granicoltura di Rieti fin dal 1911, fu più volte il punto di riferimento
di Strampelli
indietro ed io sento sin d’ora l’animo mio incapace di resistere alle
esortazioni di ritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Si
finirebbe in una commedia poco seria per me, e per quanto io
mantenessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbe
nel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosa scena
che io cerco di far passare al più presto possibile nel dimenticatoio.
E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, se Ella crede, resteranno
di sincera e affettuosa cordialità, e da parte mia questa è innegabile
prova, ma di interessi del mio ufficio …non mi permetterò più
intrattenerla che con lettere ufficiali.25
Alla fine Strampelli ottenne un finanziamento straordinario di 40.000 lire, ma l'inconveniente provocò un notevole
ritardo tanto che il proprietario del fondo posto nell'agro
foggiano lo aveva nel frattempo affittato ad altri, e ciò
costrinse Strampelli ad una affannosa ricerca di un altro fondo
individuato in quello di proprietà della famiglia Toda di 180
ettari nel quale riunire, insieme al campo di moltiplicazione,
anche quello sperimentale affittato dalla famiglia Abruzzese
per il quale, a causa di alcuni vizi di forma, si era annullato
il contratto.26
Ma Strampelli voleva andare oltre, e individuò una tappa
fondamentale per concretizzare la sua avventura scientifica:l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura.
Fin da allora si è sempre ritenuto che la nascita di questo
istituto fosse da accreditarsi a una sorta di azione dell'alta
burocrazia interna al Ministero di agricoltura, o addirittura
ad una volontà strategica del governo centrale che, per sprovincializzarla, operò per traslare a Roma la straordinaria esperienza scientifica di Nazareno Strampelli realizzata a Rieti.
In realtà chi pensò alla nascita di questo istituto fu proprio
Strampelli, e lo face in tutto segreto, senza far trapelare nulla
nell’ambiente reatino del quale era sempre timoroso.
Lo testimoniano una serie di appunti manoscritti dello
stesso Strampelli nei quali viene ipotizzata la nascita di un istituto, che egli chiamò prima “Istituto sperimentale di cerealicoltura”, poi “Istituto di genetica vegetale”, che sembrava la
definizione da lui definitivamente scelta visto che la utilizzò
in una relazione dattiloscritta nella quale presentava la strutturazione dell’istituto con i suoi scopi, organico, necessità
finanziarie ecc., e quindi “Istituto nazionale di genetica per la
cerealicoltura” che fu la denominazione infine scelta.
La lunga lettera con la quale Strampelli chiedeva l’appoggio di
Carlo Schanzer per la creazione dell’Istituto Nazioanle di Genetica
per la Cerealicoltura. 25 gennaio 1919
81
La sede dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura realizzato
a Roma sulla via Cassia in base a progetto dell’architetto
Gentiloni Silvery e inaugurata nel 1930.
82
In un appunto a matita sembra stendere i presupposti
epistemologici del nuovo istituto:
La guerra ci ha dimostrato che l’agricoltura è la fonte prima di
ricchezza nazionale. Ogni nazione attinge da essa la sua potenzialità economica. Cose [...] che sanno di stantio ma che pure devono
essere di ammaestramento ai nostri governanti. Poco, molto poco
si è fatto. Molte speranze, molte promesse, molte idee belle. Ma
queste speranze, queste promesse, prenderanno forma […] La Pace
porterà una riforma radicale nelle cose mentre saranno meglio
avviate soluzioni per avere una agricoltura veramente progredita,
veramente restauratrice di finanze ed energie nazionali?
E’ confortante vedere come tale problema sia preoccupazione
di tutti, dagli uomini di governo agli agricoltori pratici, tutti si
studiano ad aumentare la produzione frumentaria. Ed è anche
confortante notare come in questi ultimi anni molto si è progredito,
specialmente per opera delle b.te Cattedre am. Di agr., alle quali si
deve la diffusione di molti fattori di fertilità e particolarmente delle
razionali applicazioni dei concimi chimici, delle regolari rotazioni,
delle migliori lav. del terreno. Frumenti rispondenti nei vari climi
e vari terreni alle nuove esigenze colturali.27
In un altro parla esplicitamente del superamento del Rieti
originario. e della necessità di nuovi frumenti da creare attraverso la manipolazione genetica, ed in un altro ancora, introduce una ipotesi che contestualizzata in quel periodo è
decisamente illuminante.
Strampelli scrive che i risultati fino ad allora ottenuti
avrebbero consentito di “…arrivare a fare scomparire le
importazioni di frumento, specialmente poi se potremo avere
varietà di frumenti rispondenti alle nuove esigenze di coltura
ed alle svariate condizioni del nostro clima”
Ed era proprio questo lo scopo principale dell’“Istituto
Nazionale di Genetica Vegetale”, che troviamo progettato in
una relazione della quale abbiamo individuato due copie, una
delle quali con varie correzioni a penna di mano dello stesso
Strampelli.28
Lo scopo dell’istituto, si legge nella relazione, “…deve
essere essenzialmente pratico e cioè quello della ricerca e
creazione di nuove varietà delle principali piante coltivate,
che, meglio di quelle sino ad ora esistenti, sappiano resistere
ai parassiti crittogamici ed alle avversità meteoriche e diano
produzioni maggiormente elevate e qualità di prodotti più
rispondenti alle esigenze dei consumatori”.
Per accedere ad una dimensione davvero nazionale,
Strampelli pensava quindi di allargare il campo di azione
dell’istituto non ritenendo che la sola granicoltura potesse
giustificare una tale evoluzione.
Così l’Istituto di genetica vegetale si sarebbe dovuto
occupare in primo luogo del frumento, ma anche di tutte le
altre specie coltivate, organizzando il lavoro in sei sezioni:
frumento e cereali minori, leguminose da seme e piante
ortensi, altre piante sarchiate non leguminose come granoturco, piante da tiglia tessile ecc., foraggiere in genere ed in
speciale foraggiere leguminose, piante legnose da frutta,
piante da fiori, da ornamento e medicinali.
Ognuna di esse doveva essere guidata da un genetista
coadiuvato da vari assistenti, mentre il laboratorio chimico
sarebbe stato comune per tutte le sezioni, il tutto coordinato
da un direttore che avrebbe potuto anche guidare contestualmente uno dei settori dell’istituto.
E’ evidente che Strampelli pensava ad una struttura nella
quale traslare ad ogni altra specie vegetale il suo metodo di
lavoro, ma che gli consentisse di proseguire i suoi studi,
continuando a curare la sezione dedicata specificatamente
alla granicoltura.
La struttura amministrativa sarebbe stata quella di un
ente autonomo con un comitato amministrativo, e tra le figure
professionali previste c’era quella di un segretario generale
amministrativo, coadiuvato da segretari contabili che avrebbero eliminato ogni tipo di incombenza burocratica al direttore e ai vari ricercatori che curavano le diverse sezioni.
Complessivamente l’organico previsto era di 27 persone per
il personale scientifico, e 21 per quello amministrativo, includendo in questo anche inservienti, uscieri bidelli e guardiani dei
campi, per una spesa complessiva di 148.800 lire annue.
Le dotazioni annue per le singole sezioni sarebbero state
di 25000 lire per la II-III-IV, di 30000 per la V, di 20000 per
la VI, mentre per quella relativa al frumento la cifra sarebbe
stata di 50000 lire, oltre al ricavo della vendita dei prodotti dei
campi sperimentali.
Un simile istituto prosegue la relazione “..non potrà
sorgere tutto d’un tratto, è necessario abbia uno sviluppo
graduale perché si possa aver modo e mezzi per l’impianto
dei laboratori, dei gabinetti, delle serre, dei campi e per la
83
formazione delle collezioni specialmente viventi, tanto indispensabili onde i genetisti abbiano il materiale occorrente ai
loro studi e possano aver contemporaneamente la conoscenza
di tutte le varietà esistenti, molto opportuna per non sfondare
delle porte aperte. Lo sviluppo graduale è necessario anche
per creare un personale tecnico che abbia veramente spiccate
attitudini per gli studi genetici”.
Inoltre le diverse sezioni non sarebbero partite insieme,
ma “…a seconda della loro importanza rispetto all’economia
nazionale”. E di conseguenza:
… si dovrebbe incominciare con l’utilizzare il più largamente
possibile il materiale genetico ottenuto dalla Stazione di Rieti, e
siccome la parte più importante di tal materiale è quella che riguarda
il frumento (sono parecchie decine di migliaia di nuove varietà
create) si dovrebbero istituire dei grandi campi regionali di orientamento e di saggio dei numerosi nuovi frumenti della detta Stazione
per ricercare fra essi le varietà più rispondenti alla varie regioni
italiane più marcatamente dissimili fra loro per clima e terreni.
In questa prima ipotesi l’istituto avrebbe dovuto
“…avere sede principale nella pianura di Rieti” da cui sarebbero dipese le diverse sezioni della penisola.
Ma su questo punto Strampelli era incerto. Negli appunti
che abbiamo rintracciato, si trovano varie ipotesi, come uno
schema degli articoli di legge nel quale si legge come “Sulla
base della Regia Stazione Sperimentale di granicoltura di
Rieti, è fondato in Roma un Istituto nazionale di Genetica per
la Cerealicoltura”.
In un altro si parla “dell’istituzione in Roma del nuovo
istituto”, mentre la Stazione di granicoltura di Rieti sarebbe
stata “…il principale ambiente di lavoro genetico”, in un altro
ancora Rieti si sarebbe trasformata in una semplice stazione
fitotecnica.
Insomma, il ruolo dell’istituto reatino, in relazione alla
nascita dell’istituto romano, era in tutta evidenza ciò che
maggiormente preoccupava Strampelli.
In ogni caso nella redazione finale della prima ipotesi
dell’Istituto nazionale di genetica vegetale, Strampelli
pensava di trasformare l’istituto reatino in un istituto nazionale, e per accedere a tale dimensione, avrebbe dovuto interessarsi anche ad altro, ma privilegiando sempre la
granicoltura come terreno di ricerca a lui caro.
84
Lo testimonia il riparto dei finanziamenti previsti che per
la sezione dei frumenti era il doppio rispetto alle altre, così
come la priorità di impianto, fino al punto da far pensare che
quello potesse essere un quadro progettuale d’insieme da
realizzarsi semmai in una prospettiva lunga, mentre nell’immediato si sarebbe concretizzata solo la parte destinata alla
granicoltura.
D’altra parte il passaggio della relazione che ipotizza la
nascita delle sezioni in funzione degli interessi del Paese
lascia pochi dubbi in proposito.
Ancor più certa è la progettazione di Strampelli dell’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, in un altro
documento, anche questo rimasto fino ad ora ignoto.
Si tratta di una lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata al
fratello di Carlo Schanzer, al tempo ministro del tesoro del
governo Nitti, il quale era stato membro del comitato amministrativo della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti
fin dal 1911 in rappresentanza del Ministero di agricoltura.29
A lui Strampelli confida in primo luogo i risultati del suo
lavoro scientifico di Rieti che in massima parte teneva segreti:
Non le parlo né dei lavori di Foggia né di Leonessa poiché i
risultati di essi vanno utilizzati in ambienti ove il commercio di grano
da seme di Rieti non ha avuto mai e non avrà mai alcun mercato.
Le parlo invece dei miei lavori genetici di Rieti scopo dei quali
è la ricerca di varietà di cereali rispondenti alle esigenze delle nuove
condizioni colturali dell'I(Italia) c. (centrale) e s. (settentrionale).
Con tali lavori (genetici) a Rieti ho creato alcune centinaia di
nuovi frumenti fra i quali ve ne sono parecchie diecine interessantissime.
Di questi né ho pubblicato e distribuito uno solo il Carlotta
Strampelli siccome è quello che presenta la massima adattabilità
per l'Italia centrale e settentrionale volendo anche con esso dare
alla pianura reatina il grano che potesse sostituire nelle coltivazioni
locali e nel commercio da semente il vecchio Rieti non più rispondente nella aumentata fertilità delle terre, ove specialmente le benemerite cattedre hanno largamente diffuse regionali rotazioni e
concimazioni e migliorate le lavorazioni del suolo.
Gli altri frumenti molto interessanti, non potendoli moltiplicare a Rieti, ove è indispensabile mantenere un unico tipo per
evitare le inquinazioni, qui più facili che altrove date le frequenti
alluvioni non li ho nemmeno pubblicati, facendo così anche sacrificio del mio amor proprio.
Poi arriva a spiegare il motivo del perché del suo segreto:
Pubblicandoli avrei poi dovuto moltiplicarli altrove, e dove li
avrei moltiplicati sarebbero sorti altrettanti centri di concorrenza
per Rieti nel commercio di grano da seme.
Ciò però non valse a non farmi odiare dai reatini, i quali mi
accusarono di aver creato un grano che distruggerà il loro
commercio, poiché essendo esso fisso, gli agricoltori estrareatini non
avranno più in avvenire la necessità di tornare ogni 2 o 3 anni, come
solevano nel passato, ad acquistare la semente originale a Rieti.
Qui Strampelli fa riferimento alla spaccatura che era
avvenuta all'interno della Unione produttori grano da seme i
cui soci in gran parte preferirono tornare alla produzione del
Rieti Originario, arrivando perfino ad estromettere Strampelli dall’organismo che egli stesso aveva creato.
Tornando alla lettera, Strampelli manifestò la grande
convinzione che aveva dei risultati del suo lavoro:
Il frumento C.S (Carlotta Strampelli) nell'Italia cent. e sett. ha
saputo superare tutte le altre varietà postegli a confronto ma ciò
non dimostra che tra gli altri miei grani non vi siano quelli che per
le singole contrade della stessa It. c. (centrale) e sett. possano
rispondere anche molto meglio del C.S. Anzi io ho ragione per
poter affermare che con la utilizzazione del copioso materiale genetico di cui dispongo, potrei in tempo molto breve, dare ad ogni
contrada il frumento ad essa più adatto.
Poi arrivò alla proposta che era appunto quella di un nuovo
istituto nazionale di genetica agraria tramite il quale poter
razionalizzare al massimo la granicoltura Italiana e mondiale:
Ma se io ciò facessi di mia iniziativa, l'odio reatino diverrebbe
sommamente grave. Ella che ha mente e cuore comprende quindi
che perché io possa essere utile al mio Paese quanto vorrei e potrei
è necessario che io sia posto in condizione di poter svolgere l'opera
mia senza alcuna pastoia. Troverà perciò anche giusto l'espresso
mio desiderio di togliere quel carattere regionale che attualmente ha
questa istituzione nel suo nome di Stazione sp. di gr. di Rieti.
Carattere regionale che inoltre attualmente ci procura anche
diffidenza ed antipatia da parte degli altri centri produttori di grani
da seme in antagonismo con Rieti mentre noi desideriamo niente di
meglio che esser liberi di fare risentire anche a tali centri i benefici
dell'opera nostra. Ecco perché io mi permetto di proporre che con il
denaro che il nostro ministero mercé il suo interessamento ha otte-
nuto dal ministero del tesoro retto dall'illustre suo fratello si voglia
istituire un istituto centrale di cerealicoltura sperimentale con sede
a Roma. A tale Istituto secondo me dovrebbero essere annesse
a) delle stazioni di ricerche e di sperimentazione (nel numero
richiesto dall'opportunità dei lavori) fra le quali principalmente
quella di Rieti ambiente mirabilmente adatto alla creazione del
materiale genetico per l'Italia centrale e settentrionale. Altri
ambienti di lavoro potrebbero essere Foggia, la Sicilia, la Sardegna.
b) Campi regionali o territoriali di orientamento da istituirsi con la
cooperazione di tutte le istituzioni agrarie del Regno
c) Campi di moltiplicazione con uffici di distribuzione delle
sementi (fra questi non dovrebbero mancare quelli della valle del
Po e di alcune speciali località della Toscana). Presso la sede
centrale di Roma sarebbe opportuno che oltre il campo sperimentale e quello di moltiplicazione converrebbe istituire il museo genetico affinché tanto materiale possa esser facilmente conosciuto,
apprezzato e consultato da italiani e stranieri. Questo a grandi linee.
Io desidererei rimanere sempre il direttore della Stazione di Rieti ed
avere l'incarico (gratuito) perché a me basta mi sia data la possibilità di raggiungere l'immensa soddisfazione di rendere un grande
servizio al mio Paese della direzione dell'Istituto Centrale.
Era talmente forte la sicurezza di Strampelli di raggiungere i risultati che nel concludere la lettera si espresse nel
seguente modo:
Garantisco in modo assoluto che così riuscirò e riuscirò indubbiamente a dare ad ogni regione il grano o i grani più rispondenti
ai vari climi, alla varia natura e giacitura dei terreni. (Non si
potrebbe fissare che non riuscendo sarò condannato per sperpero di
pubblico denaro?)
Quindi c’è una profonda modificazione tra la prima e la
seconda impostazione che Strampelli voleva dare all’Istituto
nazionale di genetica per la cerealicoltura.
E’ facile intuire i motivi della inaccettabilità della prima
ipotesi, chiaramente incentrata sulla base del dualismo scientifico dell’ibridazione e della selezione, polemica che Strampelli intratteneva, e continuerà ad intrattenere a lungo, con
Franceso Todaro.
Rinchiudere la sperimentazione agraria complessiva
nella sfera dell’ibridismo professato da Strampelli, avrebbe
comportato da parte del governo una scelta di campo eccessivamente radicale, che per altro non gli competeva fare.
85
Per altro Francesco Todaro, senatore, e massimo fautore
del metodo della selezione, aveva uguali e forse maggiori
agganci all’interno dell’apparato di governo, tanto che l’anno
successivo a quello della nascita dell’istituto di genetica,
nacque a Bologna, in base ad un suo progetto, L’Istituto di
allevamento vegetale per la cerealicoltura, strettamente
connesso all’Istituto superiore agrario della stessa città.30
Esistevano poi già altri istituti dedicati alle coltivazioni
che Strampelli aveva incluso nel suo progetto, come la
Stazione sperimentale di risicoltura di Vercelli nata nel 1908,
quella di frutticoltura e agrumicoltura di Acireale del 1907, ed
erano già state pensate, e sarebbero nate da li a poco, la
Stazione sperimentale di maiscoltura di Bergamo, nata nel
1920, e la stazione sperimentale di viticoltura e enologia di
Conegliano del 1923.
Più logica, e priva di evidenti scelte di campo, apparve la
seconda ipotesi presentata da Strampelli, e così nel 1919
nacque ufficialmente a Roma l’Istituto nazionale di genetica
per la cerealicoltura il cui funzionamento finanziario venne
assicurato dai fondi derivati dalle detrazioni di 30 centesimi
per ogni quintale di frumento, granoturco, avena, orzo e
segale, requisiti, o comunque acquistati dallo stato, nell’anno
agrario 1919, operazione questa prevista dal decreto luogotenenziale del 18 marzo 1919 n. 521.31
Tali fondi, specificatamente destinati al miglioramento
della cerealicoltura, ammontarono a 4.800.000 lire che per
4/5 vennero impiegati per la nascita dell’istituto pensato da
Strampelli.
Qualche imbarazzo Strampelli deve averlo avuto proprio
con il principe Potenziani che nella seduta del consiglio di
amministrazione del 13 febbraio 1920, aveva manifestato
perplessità sulle modalità di fondazione del nuovo organismo.
Egli pensava che sarebbe stato il centro di Rieti ad essere
elevato a rango di istituto nazionale, ed invece c'era il serio
pericolo che questo sarebbe passato in subordine rispetto a
quello romano.
Potenziani propose anche di inviare una lettera di
protesta al ministro di agricoltura, impegno questo che si
assunse lo stesso Cuboni, mentre Strampelli, al quale come
abbiamo visto si deve pressoché totalmente la progettazione
dell'istituto, non intervenne per nulla sulla questione.32
86
I compiti del nuovo organismo vennero specificati
nell’articolo 1 del decreto istitutivo che affidava all’istituto la
“…ricerca e l’assegnazione delle varietà di cereali più adatte
ai vari territori italiani”.
Lo stato giuridico fu quello di ente morale autonomo che
operava sotto la vigilanza del Ministero dell’agricoltura, a cui
spettava la nomina del presidente del Consiglio di amministrazione del quale facevano parte i direttori delle stazioni di
patologia vegetale e di quella di chimico-agraria di Roma,
dall’incaricato di botanica generale dell’università di Roma,
due possidenti indicati dal Ministero di agricoltura e, ovviamente, dal direttore dello stesso istituto.33
Va detto che il capitale con il quale iniziò a funzionare
l’istituto fu di circa 10 milioni, in quanto al primo finanziamento si andò ad aggiungere la somma complessiva del
prelievo di 50 centesimi a quintale sulla requisizione dei
cereali per l’anno 1920.34
Sempre l’art. 1 previde la creazione delle stazioni fitogeniche, con relativi campi sperimentali e di moltiplicazione
iniziale, di Foggia, Palermo e di quella di Roma, annessa
all’istituto stesso.
Si previde inoltre l’istituzione di campi regionali di
orientamento e di prova presso i vari istituti agrari del Regno,
mentre altri campi di moltiplicazione si sarebbero dovuti affidare alle scuole pratiche e speciali di agricoltura su cui sarebbero gravati anche i campi di conservazione in purezza delle
sementi, e i relativi uffici di distribuzione.
Nella sede dell’istituto sarebbe poi stato istituito un museo
genetico così come aveva più volte ipotizzato Strampelli.
Non chiara era la situazione tra l’istituto di Rieti e quello
di Roma, problema questo che, come abbiamo visto, aveva
fortemente condizionato il lavoro progettuale di Nazareno
Strampelli.
La legge si limitò a dire che: “L’azione tecnica della R.
Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti è coordinata a
quella dell’Istituto”.35
In cosa consistesse tale coordinamento non fu detto, e la
situazione restò equivoca a lungo.
A trovare una soluzione compatibile tra le esigenze del
nuovo organismo romano con quelle dell’istituto storico reatino,
ci provò, senza ottenere risultati, il conte Orsolini Cencelli.
Ai problemi diplomatici di supremazia di immagine di un
istituto sull’altro, si aggiungeva quello della diversità giuridica dei due istituti, sia per costituzione che per ordinamento.
L’istituto reatino era infatti un organismo a totale dipendenza statale, quindi con un patrimonio demaniale e personale assoggettato al regime dei dipendenti dello stato, a
differenza dell’Istituto nazionale di genetica, che era un ente
morale, sottoposto alla vigilanza del Ministero di agricoltura,
ma con un proprio patrimonio e una gestione del tutto autonoma, a cominciare da quella del personale.
Il percorso che si pensò di seguire fu quello della fusione
dei due istituti, ma le difficoltà non erano poche in quanto o
si sarebbe dovuto sopprimere l’istituto romano e incorporare
il suo patrimonio e attività all’interno di quello di Rieti
elevandolo poi a istituto nazionale, o, viceversa, si sarebbe
dovuto sopprimere quest’ultimo ed inglobarlo in quello di
Roma o, soluzione ancor più complessa, mantenere il suo
carattere di ente morale autonomo, ma formando un
consorzio tra stato ed altri enti per la sua gestione.
Quest’ultima soluzione avrebbe penalizzato fortemente
l’istituto reatino che sarebbe diventato una delle tante stazioni
fitotecniche alle dipendenze di quello romano.
La soluzione escogitata, probabilmente un po’ pasticciata
sul piano formale, ma di certo fruttuosa su quello operativo,
fu quella di lasciare invariato il regime giuridico dei due enti,
ma di arrivare ad un pieno coordinamento della loro attività
attraverso la fusione dei due consigli di amministrazione, e la
nomina di un unico direttore scientifico per entrambi.
Con un apposito regio decreto, il n. 379 del 11 febbraio
1926, si sancì la fusione virtuale dei due istituti, ponendoli
sotto un unico consiglio di amministrazione ed una unica
direzione, mentre entrambi avrebbero conservato la propria
autonomia di gestione dei patrimoni, con bilanci separati.
Il nuovo comune consiglio di amministrazione sarebbe
stato composto da un rappresentante del governo, nominato
con decreto del Ministro per l’economia nazionale che
l’avrebbe presieduto, da un delegato del comune di Rieti, dai
direttori delle stazioni di chimica agraria e di patologia vegetale di Roma, dal direttore dell’istituto botanico dell’università di Roma, e da un “esperto agricoltore”, anche questo di
nomina ministeriale.36
La sede dell'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura dopo essere stata ospitata prima nei locali del Ministero di agricoltura, poi in quelli dell'Istituto sperimentale
zootecnico, ed infine in uno stabile a Porta Pia, potette beneficiare dal 1930 di una apposita struttura costruita sulla via
Cassia, vicina alla tenuta dell’Inviolatella.
I lavori di edificazione, realizzati in base al progetto
redatto dall’ing. conte Stefano Gentiloni Silvery, iniziarono
verso la fine del 1927, e già il 2 gennaio 1930 l’Istituto iniziò
il trasferimento degli uffici e dei laboratori.
Si trattava di una palazzina di due piani con varie cubature annesse, decisamente adeguata al suo scopo, sulla quale
il regime, in pieno contesto della battaglia del grano, non
lesinò a spese.
Al pianterreno del fabbricato centrale c’era il laboratorio
chimico con annessi i locali per le apparecchiature, così come
il laboratorio tecnologico con il molino e il forno sperimentali.
Sullo stesso piano era stato ubicato il museo del pane che
raccoglieva forme e qualità provenienti da ogni parte del
mondo.
Al primo piano si trovavano la presidenza, la direzione,
la sala riunioni del consiglio di amministrazione, l’archivio e
i vari uffici di segreteria e contabilità, oltre ad una sala
congressi dotata di schermo per proiezioni.
Adiacenti al suo ufficio, Strampelli volle che fossero
annessi piccoli laboratori di chimica, microscopia e fotografia.
Nella parte posteriore del fabbricato si trovavano il laboratorio di microscopia e quello di biologia e elettrogenetica,
divisi tra loro dalla biblioteca.
Adiacente all’edificio principale si trovava la struttura
dove erano stati ubicati il molino, il pastificio e il panificio
dimostrativi.
La terra
Ma il vero laboratorio di Nazareno Strampelli era la terra.
Era nei suoi campi sperimentali che egli, soprattutto nei periodi
di semina e di raccolto, passava l'intera giornata a controllare
i lavori, per poi tornare la sera a Campomoro a sbrigare le
pratiche di ufficio, e verificare i risultati tramite le strumentazioni tecniche e scientifiche che aveva a disposizione.
87
Proprio per questo la possibilità di avere terra da utilizzare fu il principale dei suoi problemi.
I primi due campi sperimentali a Rieti li ebbe gratuitamente nel 1904 dal principe Potenziani, il più autorevole esponente dell'aristocrazia agraria reatina, che per primo intuì le
potenzialità del giovane ricercatore e gli consentì di effettuare
le prime sperimentazioni nell'agro reatino, evitando in tal
modo che Strampelli, vista l'assoluta scarsità di mezzi che gli
venivano concessi, concretizzasse l'idea di abbandonare tutto.
Potenziani concesse a Strampelli complessivamente sei
ettari di terra sui quali egli impiantò due campi sperimentali,
il primo di 3,5 ha che conteneva 400 aiuole di 50 mq ciascuna
sul quale egli avviò i suoi studi su 100 diverse formule di
concimazione, sui diversi tipi di rotazioni agrarie, sul
trapianto e sulla selezione del Rieti originario, così come
sullo studio dell’azione oligodinamica di alcune sostanze
chimiche, sull’azione dell’elettricità sulle piante di frumento
e sull’inoculazione delle sementi di leguminose a mezzo delle
colture batteriche del Moore.
Nel secondo campo di 2,5 ettari, diviso in 300 aiuole di
50 mq ciascuna, Strampelli studiò in modo comparativo la
produttività di 240 diversi tipi di frumento italiani e esteri, la
loro resistenza alle ruggini e all’allettamento, e il loro acclimatamento nella valle reatina.
Nel 1906 Strampelli dovette però restituire al principe
Potenziani i terreni di Setteponti e S. Pastore, e trasferire il
suo laboratorio naturale in un unico fondo di circa 7 ettari,
sempre concesso gratuitamente dal principe Potenziani, in
vocabolo Torretta che egli fin dall’inizio curò insieme a due
assistenti, Giovanni Dall’Aglio e Bernardino Giovannelli, che
divenne il suo più stretto collaboratore.
Nel 1906 ottenne, sempre gratuitamente, dall’on.
marchese Raffaele Cappelli un fondo agricolo a Foggia nel
quale impiantò un campo sperimentale allo scopo di studiare
i danni della siccità sul frumento nell’Italia meridionale.
Ora però Strampelli riteneva che la sua esperienza scientifica aveva raggiunto un grado di maturazione tale da essere
incompatibile con una dimensione nella quale l’attività sperimentale era confinata in piccoli fondi concessi gratuitamente
da personaggi dell’aristocrazia agraria illuminata del tempo.
88
Il senatore Raffaele Cappelli che sostenne Strampelli nella realizzazione
della stazione fitotecnica di Foggia e al quale lo scienziato reatino
dedicò un frumento, il “Senatore Cappelli” che è tornato ad essere
coltivato in tempi recenti.
Pianta della masseria Manfredini a Foggia che divenne il laboratorio di Strampelli per i suoi grani duri, soprattutto del “Senatore Cappelli”.
89
Diffusione del frumento Senatore
Cappelli dal 1932 al 1947
90
La Torretta. Qui Strampelli iniziò le sue prime sperimentazioni a Rieti
Foto del 1907. Con le prime sperimentazioni eseguite da Strampelli a Rieti
92
Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro
93
Campo sperimentale di Rieti sotto la sede di Campomoro.
94
Coltivazione di grano Strampelli nei pressi di Terria (Contigliano)
Strampelli avvertiva con sempre maggiore forza la
necessità di sperimentare anche altrove i suoi frumenti, e la
richiesta di fondi per impiantare nuovi centri di sperimentazione fu una costante dei suoi rapporti con il Ministero di
agricoltura.
Nel marzo 1910 presentò una lunga relazione al Ministro di agricoltura nella quale tra l’altro scriveva:
Sin qui i lavori di ricerca e creazione di nuove varietà di
frumenti, iniziati dalla cessata Cattedra e proseguiti da questa
R.Stazione si sono svolti nel loro primo periodo, che possiamo
chiamare botanico, poiché infatti non si è trattato di provocare
mutazioni (con l’ibridazone), di afferrare quelle spontanee, di
cercare di fissare le une e le altre e di andare eseguendo la selezione, che lo speciale ambiente clima della vallata reatina rende
più facile che altrove.
Ora però siamo per entrare nel 2° periodo, in quello agronomico o di comparazione e di determinare il valore delle nuove
varietà nella grande coltura, e non è più possibile di accontentarsi
a lavorare in terreni in cui non si è che ospiti (sia pure, come nel
caso nostro, di uomini di grande intelletto e di grande generosità).
Occorrono i mezzi che permettano la scelta dei terreni più rispondenti allo scopo e che assicurino stabilità di dimora in essi.37
Strampelli chiedeva mezzi adeguati per svolgere il suo
lavoro, e l’acquisizione di diversi fondi agricoli a Rieti,
Foggia e Leonessa, tre punti nodali per la sperimentazione
dei frumenti da utilizzare per l’Italia centrosettentrionale,
meridionale e per le zone collinari e montane.
Ma il ministro restò sordo alle sue richieste, ed egli tornò
a riproporle ancora nel luglio dello stesso anno ribadendo
totalmente il suo progetto:
L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno climi
e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in una
sola località, arrivare ad ottenere pregevoli frumenti adattabili alle
diverse plaghe della nostra penisola. Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedi di lavoro, tre tipiche località, ossia
aggiungendo ai campi sperimentali della pianura di Rieti e a quelli
del tavoliere delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano
situato a circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di
Leonessa, che dista poche ore da Rieti.
96
Egli voleva istituire a Rieti “…un grande campo giardino
per le colture pure o pedigree. Tre campi di comparazione e
moltiplicazione (uno in un terreno siliceo argilloso calcare; il
2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il terzo in
terreno calcare argilloso arido)”.
A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di
comparazione e moltiplicazione, e a Leonessa un piccolo
campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione specificando come:
Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze e
varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci colline
dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di Leonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte e di alte colline, e con quelli
di Foggia si cercherebbero i frumenti ed altri cereali resistenti alle
siccità estive dei vari terreni dell’Italia Meridionale.38
Solo nel 1911, grazie all'apposita legge n. 550 dell'otto
luglio, fu acquisito dalla famiglia Palmegiani il vasto campo
sperimentale sottostante alla sede dell'istituto.
Sempre in base a quella stessa legge venne impiantata
una stazione sperimentale a Foggia prevalentemente indirizzata alla ricerca sui frumenti resistenti alla siccità, e un’altra
ancora a Leonessa per la ricerca su orzo, segale e frumento
adatti alla coltura in climi freddi di montagna.
Le stazioni fitotecniche
Quindi il principale punto che stava a cuore a Strampelli
era quello della sperimentazione diffusa dei suoi frumenti
nelle diverse zone d’Italia.
Questo rappresentò uno dei capisaldi dell’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura, nella cui legge istitutiva era prevista la nascita di diverse stazioni fitotecniche, e
di altri centri di coltura, prova, orientamento e moltiplicazione dei grani studiati a Roma e Rieti, in modo da strutturare
una articolata rete periferica dell’istituto, capillarmente
diffusa sul territorio nazionale.
Foggia
Già nell'agosto 1919, in anticipo rispetto alla strutturazione completa dell'istituto, nacque nei pressi di Foggia la
stazione fitotecnica per le Puglie.39
Si trattava di una vasta azienda, la "masseria Manfredini"
di circa 185 ettari, che inizialmente venne presa in affitto, e
quindi acquisita dall'istituto, grazie ad una espropriazione per
motivi di pubblica utilità.
Quindi una vasta azienda pianeggiante dell'agro foggiano,
collocata lungo l'asse stradale per Lucera, caratterizzata dalla
presenza di diversi fabbricati rurali che vennero impiegati per
gli alloggi del personale, e per i depositi delle macchine agrarie.
L'azienda venne gestita direttamente dall'istituto con
salariati che lavoravano sia al campo sperimentale vero e
proprio, sia nelle aree destinate alla moltiplicazione e conservazione in purezza dei diversi tipi di frumento.
Nel 1919, primo anno di attività, furono seminati 3097
tipi diversi di frumento in altrettante aiole, dei quali solo 105
sopravvissero, soprattutto per la forte siccità di quell'anno che
provocò una selezione molto drastica delle specie impiantate.
Il raccolto rappresentò in ogni caso un materiale prezioso
per Strampelli che riseminò l'anno successivo insieme ad altre
124 diverse varietà create a Rieti.
Per comprendere la strutturazione della stazione fitotecnica di Foggia abbiamo riassunto nella tabella seguente l'evoluzione degli impianti dal 1919 al 1923.39
La sede della Stazione fitotecnica di Foggia. Anni ‘20
97
1919 -1920
Campo sperimentale
con 3097 tipi di
frumenti
1920 -1921
Campo per prove
colturali di 229 nuovi
frumenti
Vari campi di moltiplicazione iniziale per i
frumenti risultati adatti
alle prove regionali
Campo per la
sperimentazione di 8
nuove avene
Vari campi per la
conservazione in
purezza dei frumenti
Campo di allevamento
di 136 frumenti
divenuti fissi nell'anno
precedente
Campo per prove
colturali di 366 nuovi
frumenti e loro
duplicati
Campo per la
fissazione della
purezza dei nuovi 4
frumenti Dauno,
Apulia, Cervaro e
Luigia Strampelli
Campo di 202 aiole per
la ricerca di individui
omozigotici
e 23 aiole per la ricerca
di nuove forme
Campo di fissazione e
selezione di 349 nuovi
tipi di frumenti.
Campo per la
moltiplicazione iniziale
di 24 tipi di frumenti e
avene
Campo (70 ha) per la
moltiplicazione e
distribuzione
nell'Italia meridionale
di sementi
98
1921 -1922
Campo di allevamento
di 234 tipi di frumenti
divenuti fissi l'anno
precedente
Campi (70 ha) per la
moltiplicazione e
distribuzione
nell'Italia meridionale
di sementi
1922 -1923
Campo per la
selezione e
fissazione di 444
frumenti teneri e duri
1923 -1924
Campo di prove
colturali per 326
varietà di frumenti
Campo di allevamento
di 180 frumenti
divenuti fissi l'anno
precedente
Campo di allevamento
per 290 tipi divenuti
fissi l'anno precedente
Vari campi di moltiplicazione iniziale per i
frumenti risultati adatti
alle prove regionali
Campo catalogo per
17 varietà
Campo di prove
colturali per 355 tipi di
cereali e duplicati
(706 parcelle)
Campo per la
fissazione di
247 tipi ibridati
Campi (70 ha) per la
moltiplicazione e
distribuzione nell'Italia
meridionale di sementi
Campo di seconda
moltiplicazione per 6
varietà di frumenti
Campi (44 ha) per la
moltiplicazione e
distribuzione
nell'Italia meridionale
di sementi
Pianta delle sperimentazioni a Foggia nel 1911-1912
99
Contadine al lavoro nel campo sperimentale di Foggia
100
Roma
Sempre nel 1919, pur di avviare i suoi lavori senza
perdere la possibilità di un anno agrario nell'ambiente
dell'agro romano, Strampelli prese in affitto un fondo di 3
ettari che rappresentò il nucleo iniziale della futura Stazione
fitotecnica per il Lazio, la cui ubicazione definitiva fu individuata dopo varie ricerche l'anno successivo.
Si trattava della tenuta "Inviolatella Borghese", di circa
150 ettari collocata lungo la via Cassia, a solo 7 chilometri
dalla città, che venne acquistata direttamente dall'istituto.
Anche in questo caso l'azienda era dotata di fabbricati rurali,
per altro di recente costruzione, adatti ad ospitare la sede della
stazione, nonché gli alloggi per il personale e le attrezzature
agrarie.
Altre cubature furono edificate dall'istituto come il Silos
progettato nel 1927 dallo stesso Strampelli con 14 celle cilindriche per i frumenti, provvisto di montacarichi elettrico, un
grande capannone per le macchine agrarie, e vari dormitori
per i lavoratori avventizi.40
La stazione fitotecnica romana. La prima foto raffigura la sede
dell’Istituto nazionale di Genetica per la cerealicoltura con le sue
serre. Le altre due la tenuta dell’Inviolatella.
101
Pianta delle semine nel campo sperimentale
di Roma l’Inviolatella 1921-1922
102
Cagliari
In base a quanto era previsto dalla legge restava da
realizzare l'ultima stazione fitotecnica, quella per la Sicilia,
ma le difficoltà nell'individuare un idoneo fondo agricolo, e
quelle relative all'avvio dell'attività negli altri due centri,
fecero sì che si iniziasse ad affrontare realmente il problema
solo nel 1924.
Lo si fece prima impiantando un campo sperimentale nel
demanio forestale della Ficuzza, ed avviando quindi lavori di
selezione dei grani locali, così come istituendo dei campi di
orientamento e di prova di diversi tipi creati a Rieti, e ritenuti idonei per la Sicilia.
Nel 1925, in seguito alla proclamazione della battaglia
del grano, il Comitato permanente del grano pensò di istituire
in Sicilia una apposita Stazione di granicoltura allo scopo di
studiare in modo specifico le problematiche cerealicole
dell'isola.
Si trattava della Stazione sperimentale di granicoltura per
la Sicilia voluta da un altro grande agronomo che la diresse
poi a lungo, Emanuele De Cillis, il quale però pensava ad un
istituto che si interessasse ad ampio raggio dei problemi agricoli dell’isola, tanto da fargli ammettere nello stesso anno di
costituzione, che quella denominazione fu una vera e propria
imposizione del Comitato permanente del grano. 41
In ogni caso impiantare in modo definitivo una stazione
fitotecnica nell'isola apparve una operazione inutile, e si
pensò quindi di traslare tale ipotesi in Sardegna dove, già dal
1925, Strampelli aveva preso in affitto un fondo di 5 ettari
dell'Opera nazionale combattenti nel tenimento di Sanluri, e
contestualmente avviò le ricerche per l’acquisizione di una
idonea tenuta idonea ad ospitare la stazione fitotecnica.
Solo nel 1928 l'istituto acquistò la tenuta di S. Gimiliano
di circa 100 ettari, e prese in affitto per 29 anni l'adiacente
fondo Su Pardu di 72 ettari di proprietà del comune di Sinnai,
nella frazione di Settimo S. Pietro in provincia di Cagliari, e
su tali fondi nacque la stazione fitotecnica sarda che nel 1931
si accrebbe ulteriormente con l'acquisto della tenuta Tanca S.
Michele di circa 372 ettari.
Si trattava di un grande fondo pressoché abbandonato,
del quale, al momento dell’acquisizione, erano coltivati
appena 2-3 ettari dal guardiano per il proprio fabbisogno,
mentre il resto era affittato annualmente ai pastori.
Nella parte pianeggiante di circa 280 ettari, collocata nel
territorio comunale di Ussana, fu necessario un grosso lavoro
di appoderamento che incluse la realizzazione di circa 20 Km
di strade poderali e interpoderali, 36 Km di canali di bonifica, 12 pozzi, 8 Km di siepi di fichi d’India, e la costruzione
di sette case coloniche, un mulino, un forno e una chiesa.
In tal modo si cercò di stabilizzare le famiglie coloniche
sui fondi, dimensione questa pressochè sconosciuta in
Sardegna dove dominava l’accentramento della popolazione
nei centri.
L’operazione andò comunque in porto, e l’azienda venne
divisa in otto poderi di circa 30 ettari ciascuno in ognuno dei
quali si insediò una famiglia di 8-10 persone.
La stazione fitotecnica venne utilizzata per la moltiplicazione delle sementi idonee all'area sarda, mentre la sede fu
collocata negli edifici esistenti nella tenuta di S. Gimiliano,
dove venne impiantato il campo sperimentale vero e
proprio.42
La stazione fitotecnica di Cagliari
103
Nazareno Strampelli a Cagliari nella tenuta Tanca San Michele nel 1940
104
Rieti
Uno dei problemi che assillava Strampelli era quello
della produzione diretta delle sue sementi le cui richieste
aumentavano di anno in anno in modo vertiginoso.
Era una fase delicata del processo, e affidarla a ditte private
voleva dire correre qualche rischio sui risultati del prodotto
finito, né era possibile fornire una risposta alla domanda con i
piccoli campi di moltiplicazione annessi alle tre stazioni fitotecniche, né, tantomeno, era pensabile ridurre la superficie
destinata alla sperimentazione a favore della moltiplicazione.
Era necessario un apposito fondo agricolo da destinarsi
a questo scopo, e l'occasione si presentò nel 1924 quando si
potettero acquistare gli oltre 200 ettari della tenuta S. Pastore
di proprietà del principe Potenziani. 43
Il fondo venne diviso in 19 colonie date a mezzadria, i
cui centri direzionali furono Piedifiume e Casabianca.
Va detto che dal 1924 al 1926 la tenuta venne ceduta in
affitto alla Società italiana per la produzione dello zucchero
indigeno, fermo restando che la moltiplicazione dei frumenti
Strampelli doveva essere fatta sotto il controllo dell'istituto.
Il fondo, tornato alla gestione diretta dell'istituto nel 1927,
produceva in assoluta purezza genetica, circa 2000 quintali dei
diversi frumenti Strampelli, metà dei quali costituivano la parte
colonica sulla quale però l'istituto si riservò un diritto di prelazione qualora le richieste di prodotto né avessero creata la
necessità.
Serre presso la sede dell’Istituto sperimentale
di cerealicoltura di Rieti. Anni ‘30
105
Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30
Rieti, tenuta di Piedifiume. Anni ‘30
Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30
Rieti, campo sperimentale di Piedifiume. Anni ‘20
109
Rieti, campo sperimentale sotto Campomoro. Il bambino è probabilmente Benedetto, figlio di Nazareno
Rieti, Contadini impegnati nei campi sperimentali di Rieti. Anni ‘30
111
S. Angelo Lodigiano
Nel 1933 la contessa Lydia Caprara, vedova del conte
Gian Giacomo Morando Attendolo Bolognini, donò all’Istituto nazionale di genetica il suo castello a S. Angelo Lodigiano, in provincia di Milano, con l’intera tenuta composta da
otto fondi agricoli per complessivi 400 ettari.44
Lo scopo era quello di creare una fondazione intestata al
marito la quale fungesse da stazione fitotecnica per l’Italia
settentrionale, e con regio decreto del 19 febbraio 1934
(n.459) la fondazione Bolognini fu eretta a ente morale.45
Il castello Bolognini a Sant’Angelo Lodigiano,
sede della Stazione fitotecnica
creata da Strampelli in Lombardia. Le foto risalgono agli anni ‘30
112
Sant’Angelo Lodigiano. Separazione delle spighe. 1939
113
Badia Polesine
Nel 1937 per iniziativa del comune di Badia, che mise a
disposizione un proprio podere e gli uffici necessari, del
Consorzio agrario provinciale, della Cassa di Risparmio di
Padova e Rovigo, del Consiglio provinciale delle corporazioni, e più tardi della Società polesana produttori sementi,
che contribuirono finanziariamente, nacque la Stazione fitotecnica di Badia Polesine.
Gli obiettivi che i vari enti si posero nel realizzarla erano
quelli di creare un centro sperimentale particolarmente indirizzato al miglioramento delle colture polesane, e quello della
produzione di sementi per soddisfare i bisogni della provincia
esportando il surplus in quelle limitrofe.46
La stazione di Badia, oltre che sul fondo comunale di 6
ettari, potette contare su un altro appezzamento di 22 ettari
preso in affitto, sui quali, fin dal 1937, si iniziò la sperimentazione dei frumenti Strampelli a cui si affiancò quella sul
ricino, lino, orzo, avene, patate, erba medica, soie, papavero
da oppio, cipero, topinambur, arachide e timo.47
Badia Polesine, sperimentazione del ricino. 1942.
114
Badia Polesine. Sperimentazione del papavero da oppio. 1942
Badia Polesine. Sperimentazione del grano “Comandante Baudi” 1942
Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942
Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942
118
Badia Polesine. Campo di orientamento di frumento. 1942
119
Montagnana, Urbino, Forlì
Sempre nel 1937 si seguì lo stesso percorso per far
nascere la stazione fitotecnica di Montagnana, mentre l’anno
successivo, promossa dal Consorzio agrario cooperativo,
nacquero le stazioni fitotecniche di Urbino e di Forlì,
quest’ultima sorta sulle terre di proprietà dello stesso
Mussolini.48
Il lavoro svolto da Strampelli nei suoi campi sperimentali fu immenso.
Per averne una idea abbiamo elaborato nelle tabelle
seguenti le quantità delle varie tipologie di sperimentazioni
nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Cagliari e Rocca
di Mezzo49, e i rendimenti per ettaro delle principali varietà
nello stesso arco cronologico.
Strampelli nella stazione fitotecnica di Montagnana insieme ai suoi
collaboratori. 1941
120
ROMA
FOGGIA
LEONESSA
ROCCA DI MEZZO
249
28
2247
70
2803
FISSAZIONE
79
130
15
10
27
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
1629
7
44
MOLTIPLICAZIONI
919
710
424
FISSAZIONE
1644
644
445
ALLEVAMENTO
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
CAMPO CATALOGO
315
17
-
54
31
540
31
4
1^ GENERAZIONE
226
226
PROVE DI
CONCIMAZIONE
11
11
19
19
2^ GENERAZIONE
COLTURE DIVERSE
IN USO
TRIBU'
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
TOTALE
23
20
MOLTIPLICAZIONI
TRAPIANTO
10
151
30
TOTALE
12
3120
12
1738 1329
531
30
6748
1924-1925
ALLEVAMENTO
CAMPO CATALOGO
TRAPIANTO
1^ GENERAZIONE
2^ GENERAZIONE
PROVE DI
CONCIMAZIONE
COLTURE DIVERSE
IN USO
TRIBU'
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
TOTALE
765
288
105
SARDEGNA
RIETI
631
872
ROCCA DI
MEZZO
665
LEONESSA
674
FOGGIA
PROVE
COLTURALI
ROMA
3035
RIETI
TOTALE
PROVE
COLTURALI
1923-1924
75
1233
1853
9
2
5
4
20
18
29
21
24
92
24
24
184
184
27
27
9
9
126
3339 1105
892
367
28
126
5815
121
ROCCA DI MEZZO
RIETI
ROMA
FOGGIA
SARDEGNA
LEONESSA
ROCCA DI MEZZO
669
824
532
496
199
20
2740
24
1058
FISSAZIONE
195
243
4
32
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
992
23
21
25
15
78
MOLTIPLICAZIONI
18
27
20
LEONESSA
PROVE
COLTURALI
SARDEGNA
3159
FOGGIA
30
ROMA
TOTALE
RIETI
TOTALE
PROVE
COLTURALI
986
889
642
352
260
FISSAZIONE
954
41
39
1925-1926
ALLEVAMENTO
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
CAMPO CATALOGO
MOLTIPLICAZIONI
TRAPIANTO
1^ GENERAZIONE
2^ GENERAZIONE
PROVE DI
CONCIMAZIONE
COLTURE DIVERSE
IN USO
TRIBU'
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
TOTALE
122
447
30
116
18
4
6
14
23
18
27
39
19
8
9
27
39
5
17
24
4
129
2521 1116
830
602
360
312
30
1926-1927
ALLEVAMENTO
CAMPO CATALOGO
TRAPIANTO
1^ GENERAZIONE
2^ GENERAZIONE
PROVE DI
CONCIMAZIONE
399
29
19
32
129
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
2
TOTALE
18
4
557
1434
69
3
29
12
80
19
18
6
COLTURE DIVERSE
IN USO
5169
87
18
17
TRIBU'
53
6
32
117
2217 1237
907
499
233
20
129
5113
775
422
49
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
CAMPO CATALOGO
MOLTIPLICAZIONI
TRAPIANTO
1^ GENERAZIONE
2^ GENERAZIONE
PROVE DI
CONCIMAZIONE
COLTURE DIVERSE
IN USO
TRIBU'
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
TOTALE
371
188
180
20
14
19
3
25
22
17
5
34
25
41
2
ROCCA DI MEZZO
FISSAZIONE
ALLEVAMENTO
LEONESSA
199
SARDEGNA
LEONESSA
350
FOGGIA
SARDEGNA
497
ROMA
FOGGIA
725
TOTALE
RIETI
ROMA
674
ROCCA DI MEZZO
RIETI
PROVE
COLTURALI
1927-1928
TOTALE
30
2475
PROVE
COLTURALI
836
884
766
318
169
30
3003
1246
FISSAZIONE
629
122
34
17
MOLTIPLICAZIONI
INIZIALI
86
MOLTIPLICAZIONI
25
89
10
10
33
39
19
2048 1445
19
762
358
218
30
ALLEVAMENTO
56
75
89
6
741
1928-1929
4861
CAMPO CATALOGO
TRAPIANTO
258
13
34
23
45
1^ GENERAZIONE
265
PROVE DI
CONCIMAZIONE
16
2^ GENERAZIONE
COLTURE DIVERSE
IN USO
TRIBU'
ESPERIENZE DI
SEMINA CON
DIVERSA QUANTITÀ
DI SEME
TOTALE
321
53
1
8
23
1
20
24
8
43
13
632
786
5
50
13
103
13
88
45
265
10
10
23
20
2149 1421
24
20
83
20
2
929
2
347
201
30
5087
123
RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI
RIETI
VARIETÀ
1930
1929
1928
1927
1926
1925
1924
1923
1922
1921
1920
CARLOTTA
25,50
43,60
34,25
31,60
30,70
34,70
36,56
32,72
43
31,50
31,05
ZARA
25,50
38,90
39,16
29,35
25,14
40,30
23
23,20
35,10
25,40
40,90
42,93
31,35
28,25
28,60
38,50
32,30
31,90
21,70
42,80
41,10
41,10
19,40
-
-
VARRONE
VIRGILIO
RISMONDO
FAUSTO
EDDA
ARDITO
DAMIANO
MENTANA
VILLA GLORI
FIERAMOSCA
FANFULLA
RIETI COM.
RIETI 11
124
22,30
23,20
23,35
20,35
22,40
19,95
19,85
22,50
22,60
29,95
25,60
18,45
21,60
41,15
42,90
38,65
26,25
42,20
33,60
37,25
-
30
34,85
35
22
30,34
32,25
27,25
25,57
21,85
-
31,40
36
23,50
37
32,38
39,10
36,55
34,19
23,63
-
25
33,80
27,30
43
30,30
35,15
30,36
22,65
-
33
34,50
28,50
26,60
40,85
32,10
-
-
42,30
30,40
37,50
-
23,20
37,50
43,10
-
-
-
31,10
33,30
32,10
-
-
22,80
-
45,80 29,40
44,30 30,70
-
-
-
-
-
-
34,30
-
-
-
29
37,50
-
-
22
26,10
-
-
-
32,50
-
31
-
-
-
-
-
-
30,90
26,80
-
-
-
36
-
32,70
40
24
31,80
RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI
ROMA PIANO
VARIETÀ
1930
1929
1928
1927
1926
1925
1924
1923
1922
1921
1920
CARLOTTA
27,76
27,36
35,68
28,40
34,45
30,60
25,70
39,05
34,20 17,80
25,56
MENTANA
28.04
31,96
32,11
34,13
36,35
35,50
39,85
40,55
52,80
42,48
-
-
-
-
-
-
ZARA
VILLA GLORI
DAMIANO
ARDITO
EDDA
BALILLA
FANFULLA
FIERAMOSCA
CAPPELLI
30,96
30,16
34,08
28,56
36,24
20,44
27,16
30,96
28,04
34,80
34
30,22
41,40
19,20
21,60
-
-
-
-
-
-
-
-
22,32
-
DAUNO III
20,28
33,20
RIETI 11
23,93
GENTIL ROSSO 48
24,12
-
30,40
29,28
32,08
28,76
31,56
28,92
28,44
31,13
36,53
-
-
-
-
-
36
-
-
25,30
48
30,40
41,64
33,90
35,10
36,16
26,92
29,20
32,40
26,40
24,60
35,73
35,88
39,37
28,64
23
29,53
26,88
20,48
AZIZIAH 17-45
33,75
-
-
-
-
-
-
-
37,70
-
42,56 29,06
22
34,50
-
39,28 23,14
-
-
-
-
34,88
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
32,06
-
-
-
-
-
30,6
27,45
27,65
32,05
37,55
42,44 22,80
39,16
31
37
33,50
30,75
46,45
39,50 24,48
32,84
32,40
32,25
34,25
40,25
18,40
42,40 16,48
30,72
125
RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI
FOGGIA
VARIETÀ
1930
1929
1928
1927
1926
1925
1924
1923
1922
APULIA
15,60
25,80
23,60
19,03
22
22
12,40
12,22
21,37 20,20
MENTANA
21,20
30,80
32
24,80
26
40
23,20
-
VILLA GLORI
DAMIANO
RISMONDO
ARDITO
19,60
19,40
14,80
29,20
26,80
22
29,20
34
32,80
24,40
-
22
-
34
-
15,60
-
26,66
-
1921
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
22
28,80
20,32
19,20
20
25,45
21,72
24,97
BALILLA
19,20
22
28,40
-
-
-
-
-
CAPPELLI
15,20
21,60
32,40
22,80
27,20
38
20,80
20,35
16,72 27,20
-
24,40
34,40
22,80
28,81
32
22,80
31,71
24,88 26,40
-
21,60
16
20,80
28
12,80
24,48
13,52 17,60
-
FIERAMOSCA
FANFULLA
AZIZIAH-17-45
DAUNO III
DAUNO VI
BIANCHETTA
DURO DI PUGLIA
126
26
27,60
30,80
35,20
10,40
30,80
17,60
17,60
13,60
16,80
28,40
22,40
24
30
34
31,60
31,20
26,40
22,40
-
24
23,20
20
24
-
-
35,60
-
26
34,40
29,20
32
21,60
-
19,20
19,20
27,52
-
-
24
25,96
14,20 24,30
1920
15,36
-
-
-
-
-
-
20,48 26,80
13,12 22,80
-
-
-
-
RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI
SARDEGNA
VARIETÀ
1930
1929
1928
1927
1926
1925
1924
1923
1922
1921
1920
CALATAFIMI
21,20
6,70
30
18,80
19,80
-
-
-
-
-
-
BALILLA
14,80
1,90
-
-
-
VILLA GLORI
13,20
MENTANA
DAMIANO
ARDITO
EDDA
20
18,80
-
-
24,60
-
-
-
18
5,20
-
16
6,50
23
19,80
15,80
18
1,10
28,80
16,20
14,20
21,40
20,10
22,20
17,60
AZIZIACH 17-45
21,20
DAUNO III
17,20
DAUNO VI
5,70
20,20
28,20
19,20
DAUNO I
23,50
7,20
FIERAMOSCA
CAPPELLI
6,80
18,80
3
-
3,30
-
13
17,80
-
-
24,60
16,20
-
-
-
24,60
-
20,70
15
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
20,80
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
127
RENDIMENTI PER ETTARO NEI DIVERSI CAMPI SPERIMENTALI
LEONESSA
VARIETÀ
1930
1929
1928
1927
1926
1925
1924
1923
1922
1921
1920
CARLOTTA
20
20,50
25,50
18
24,50
20,50
23,40
25
14,96
9,52
13,60
BAIONETTE
21,50
18,50
24,50
19,50
25
26,50
21,70
21
ZARA
CAMBIO
23
20,50
24,50
22,50
24,50
23
22,70
18,90
15,40
14,11 17,29
17,50
23
24,50
13,50
15,09 14,10
16
25,50
26,50
14,50
20
15,40
23,50
18,50
12
TILIA
21,50
24,50
24,50
18
25,50
19,87
VIRGILIO
15,50
-
-
-
-
22
17
18,50
-
GREGORIO MENDEL 19,50
VARRONE
DAMIANO
COSTACALDA
RIETI 11
RIETI COMUNE
ORZO SIRENTE
ORZO VALLE OLIVA
ORZO RANIERI
128
15,50
19,50
16
-
22,50
15
15,50
20,50
22
21
24
18
19,50
17,50
-
23
12,50
18,50
30
19,50
8,50
7
23,50
-
19,50
14
22
-
-
25,12
24,50
-
22,50
23,50
18,50
21,40
25
22
19,50
25
-
22,50
15,50
13
-
21
20
18
18
31
21,44
15,70
-
-
18
-
-
19,50 14,30
22
17,20
-
-
-
-
16,10 12,90
25
17,50
13
14,56
17,14 13,20
21,80
5,50
7,60
26,60
-
9,20
-
-
14,64
-
-
8,51
17
-
21,40
23
-
10,80
-
-
18
11,85
13,50
Le strutture per la distribuzione. Dall’Unione produttori
all’ARS
La tenuta S. Pastore rappresentò la base per la nascita a
Rieti dell'Associazione riproduttori sementi, la cui originaria
denominazione fu quella di Associazione reatina sementi.
Già nel 1905 Strampelli aveva intuito l'importanza di un
coordinamento nella commercializzazione dei suoi grani.
Al tempo la preoccupazione principale era quella delle
continue frodi cui era soggetto il Rieti originario, ed egli
aveva stimolato la nascita dell'Unione produttori grano da
seme allo scopo di controllare la commercializzazione del
prodotto, ma, probabilmente, anche con l'idea di avere una
struttura idonea alla diffusione dei suoi grani.
Una operazione difficile, che andava a contrastare con i
particolarismi dai quali i proprietari dell’agro reatino sembravano non riuscire a liberarsi, tanto da fargli scrivere al Ministro di agricoltura che il suo progetto di “disciplinare detto
commercio”, onde affrontare il problema del “discredito
rispetto alla genuinità d’origine del prodotto venduto su
questa piazza”, incontrava “ostacoli attualmente insormontabili, per il fatto che molti si sentono lesi, e non lievemente, nei
loro interessi”.50
L'occasione si ebbe nel 1914 quando Strampelli presentò
il suo frumento Carlotta che venne subito adottato dal principe Potenziani nelle sue tenute della valle reatina.
I risultati furono sorprendenti. Nella tenuta S. Pastore il
Carlotta produsse un incremento di produzione di 2,40 q.li
per ettaro, in quella delle Comunali l'incremento fu addirittura
di 8,4 q.li, nel podere di S. Mauro 7,32 q.li e così via, con
una media di accrescimento produttivo calcolata in 5,41 q.li
per ettaro.51
L'anno successivo l'Unione, presieduta dallo stesso principe Potenziani, decise di affiancare alla vendita del Rieti
originario anche quella del Carlotta Strampelli che ebbe un
successo straordinario in tutta la penisola.52
Negli anni seguenti iniziarono a crescere le richieste del
Carlotta, considerato una sorta di grano miracoloso, e diminuirono progressivamente quelle del Rieti originario.
Solo alcuni proprietari reatini, a cominciare dai Potenziani, intuirono che era tempo di modificare l'assetto delle
produzioni dei loro fondi, e iniziarono a produrre esclusivamente il Carlotta, immettendolo poi nel mercato nazionale e
ottenendone elevati riscontri economici.
La maggioranza dei proprietari rimase ancorata alla
produzione del Rieti originario e, facendo leva su una flessione delle richieste del nuovo frumento, dovuta ad un errato
impiego in zone inidonee, iniziarono a ritenere che il lavoro
di Strampelli avrebbe prodotto progressivi danni all'economia
reatina.
Nel 1923 si arrivò ad una vera e propria spaccatura
interna all'Unione produttori grano da seme, fino al punto da
estromettere Strampelli e tutti coloro che avrebbero coltivato
i suoi grani.
Quindi, proprio quando i grani Strampelli si stavano
affermando in Italia, la maggioranza dei proprietari terrieri
del reatino decise di rimanere ancorata al prodotto da sempre
utilizzato, e votarono la trasformazione della denominazione
dell'associazione in “Unione produttori grano da seme Rieti
originario”, segnandone in modo inequivocabile il campo di
azione, tanto che da essa erano esclusi tutti gli agricoltori
che non avessero scelto di coltivare esclusivamente il Rieti
originario.
In una nota sulla pubblicazione “La Regione Sabina”,
l’Unione sostenne con spirito chiaramente polemico con la
Cattedra sperimentale: che "Il Rieti originario è il più antico
grano da seme, e, nonostante le novità di questi ultimi anni,
resta e resterà sempre vittorioso per la sua resistenza alla
ruggine".53
Il principe Potenziani, che al tempo la presiedeva,
insieme a pochi altri proprietari, uscì dall'Unione per fondare,
insieme a Corrado Peroni, e sotto la guida di Nazareno Strampelli, l'Associazione Reatina Sementi legalmente costituita
l'otto giugno 1924.
A presiederla fu ancora una volta il principe Potenziani,
mentre la direzione tecnica fu affidata a Bernardino Giovannelli, vicedirettore della Stazione sperimentale di granicoltura, e più stretto collaboratore di Nazareno Strampelli.
129
Con la concessione dell'esclusiva della produzione fatta
dalla Stazione all'ARS, il connubio tra i due organismi fu
completo, e Strampelli riuscì finalmente ad avere a disposizione una struttura attraverso la quale controllare direttamente
il processo di moltiplicazione e distribuzione dei suoi frumenti.
Il riscontro nazionale fu enorme, tanto che nel 1925 l'ARS
riuscì a smerciare la totalità dei grani Strampelli prodotti,
2752 quintali, a fronte di una richiesta complessiva che superava i diecimila quintali.54
Nel contesto della battaglia del grano venne emanato un
decreto legge (d.l 3-1-1926) che stimolava la nascita di
consorzi e associazioni per la produzione e distribuzione di
sementi elette.
I contributi concessi erano fino al 50 per cento delle
spese di impianto, compresi i fabbricati necessari, ma tale
provvedimento riguardava esclusivamente le strutture di
nuova costituzione, e quindi l'Associazione reatina sementi,
nata appena due anni prima, ne rimaneva esclusa.
L'unica possibilità era quella di sciogliere l'associazione
e costituirne una nuova, cosa che avvenne nel febbraio 1926
quando nacque L'Associazione riproduttori sementi, che
conservava la stessa sigla, ARS del precedente ente.55
Subito dopo si tentò di ricucire i rapporti tra il nuovo
organismo e l'Unione produttori grano da seme Rieti originario, ma all'inizio senza successo, tanto che ad una ventilata ipotesi di fusione, l’Unione diramò una circolare ai propri
soci che aveva il sapore di un vero e proprio anatema.
Nessuno avrebbe dovuto allacciare rapporti con i rappresentati dell'ARS, che agivano in "sleale concorrenza", pena
l'espulsione dall'associazione.
Mario Marcucci, podestà di Rieti indisse nel giugno 1926
una riunione tra tutti i proprietari dell'agro reatino che segnò
l'inizio di un progressivo decadimento della vecchia Unione
in quanto molti soci decisero di aderire al nuovo organismo
riconosciuto e finanziato dallo stato all'interno del quale
avrebbero per altro potuto liberamente continuare a produrre
il Rieti originario.
Tre anni dopo l'ARS costruì all'inizio dell'attuale asse di
viale Maraini, un moderno complesso destinato alla selezione
e commercializzazione dei grani, sia di quelli creati da Nazareno Strampelli, sia del Rieti originario.
130
Così nel suo catalogo tornò l'antico frumento tipico della
valle reatina che incontrava ancora numerosi estimatori in
Italia, tanto che nel 1926 se ne vendettero ben 1824,45 quintali, poco meno della quantità complessiva delle sementi
Strampelli Carlotta, Varrone, Ardito, Mentana, Villa Glori ed
altre, per un complesso di 2078,80, quintali anche se va detto
che negli anni successivi i grani Strampelli presero decisamente il sopravvento tanto che nel 1929, a fronte di una
vendita di Rieti originario di 1072 quintali, i grani Strampelli
smerciati dall’ARS furono di 4450,71 q.li.
Tali dati non rendono comunque pieno merito ai frumenti
creati sulla collina di Campomoro, anzi sarebbero perfino
fuorvianti, se non si tiene conto che mentre la disponibilità
del Rieti originario superava abbondantemente la domanda,
con i grani Strampelli si riusciva a soddisfare solo in minima
parte le richieste che pervenivano da ogni parte d’Italia e
successivamente del mondo.
Nel 1929, ad esempio, vennero venduti 1072,70 quintali
di Rieti originario, a fronte di una disponibilità di 1500 q.li.
Discorso diametralmente inverso per i grani Strampelli.
Del Carlotta le richieste ammontarono a 568 q.li ma la
disponibilità era solo di 368, ancor più macroscopica fu la
situazione per l'Ardito, i cui 315 quintali venduti, soddisfacevano solo in minima parte le ordinazioni che ammontarono
a 1287 q.li, e per il Villa Glori, 296,32 q.li venduti contro
richieste per 1805 q.li.
In sintesi, per citare solo i dati di quell'anno, la disponibilità di razze elette Strampelli era di 4450,71 q.li a fronte di
richieste che ammontarono a 8657,80 q.li, mentre, al
contrario, per il Rieti originario la disponibilità superò la
domanda di circa 430 q.li.56
Tutto questo mette in marcata evidenza la scarsa propensione dei proprietari reatini a modificare il loro modo di
produrre, e una diffidenza verso le innovazioni che Strampelli creava nel suo laboratorio di Campomoro che resistette
anche davanti alla concreta possibilità di maggiori guadagni.
Questo consentì all’Unione produttori grano da seme
originario, di continuare in qualche modo a sopravvivere, pur
se le richieste esterne del grano autoctono reatino scendevano
progressivamente.
La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini
131
La sede dell’ARS costruita a Rieti all’inizio dell’attuale viale Maraini
132
Nel 1925, per decantare le qualità del Rieti originario,
l’Unione fece redigere da Francesco Palmegiani un opuscolo
che, per impostazione e contenuti sembra più appartenere a
quella pubblicistica di metà Ottocento con la quale il prodotto
reatino si era conquistato uno spazio di rilievo nella granicoltura italiana.57
La verità era che ormai i grani di razza eletta Strampelli
stavano progressivamente sostituendo i frumenti tradizionali
e, semmai una alternativa poteva esistere a questi, andava
ricercata nei frumenti derivati dal sistema di ricerca alternativo a quello di Nazareno Strampelli, cioè a dire quello della
selezione genealogica professato da Francesco Todaro che,
per diffondere i suoi grani, aveva creato in Emilia la Società
bolognese produttori sementi, alter ego dell’ARS reatina.
Due scuole di pensiero quella di Todaro e Strampelli che
caratterizzarono la granicoltura italiana del tempo, e tra le
quali, come vedremo, prevalse alla fine quella dello scienziato reatino.
La discrasia tra l’Unione e l’ARS era tale che quando ci
si rese conto che le richieste del Rieti originario precipitarono,
fino al punto da mettere in discussione la stessa esistenza
dell’Unione, questa, anziché tornare sui suoi passi, incaricò
Marco Michahelles, allievo del Todaro, di avviare un percorso
di selezione genealogica del frumento reatino, e adottò quale
prodotto di vendita il Rieti Todaro fam. 11, come a dire,
proprio nel cuore dell’esperienza scientifica di Strampelli, ci
fu chi ritenne opportuno investire sulla scuola alternativa.
Corrado Peroni, al tempo direttore della sezione reatina
della Cattedra ambulante per la Sabina, che lavorò a lungo
per cercare di ricucire i rapporti tra l’Unione e l’ARS, così si
esprimeva nel 1929:
Non pochi granicoltori reatini rimasti completamente sordi ad
ogni sollecitazione mirante ad ottenere la loro adesione all’ARS,
restarono e restano ancora avvinti alla vecchia Unione […] rileviamo solo l’errore madornale in cui essa è caduta credendo che in
tal guisa fosse possibile una rivalorizzazione del Rieti originario e
il poter dar forma ad un monopolio di grani da seme di razza
eletta….originaria reatina. Riconoscerà l’Unione, l’errore in cui è
stata trascinata dalla cieca ostinazione in errati concetti sul reale
valore dei diversi tipi di frumento e derivante – nella migliore delle
ipotesi – da un non sostenibile spirito di campanilismo?58
Che questo atteggiamento di ostilità nei confronti delle
innovazioni prodotte da Strampelli abbia avuto un peso
pratico lo testimonia l'evidente contraddizione in cui Rieti si
trovò nel 1931 quando venne additata dal duce come una
delle province con minor produttività frumentaria del Paese.
Il capo del governo non intendeva certamente evidenziare le misere condizioni economiche della nuova provincia
laziale per correre in suo soccorso, né manifestare preoccupazione per la scarsità dei raccolti della provincia, se non
altro per l’insignificante incidenza sul dato complessivo
nazionale, quanto sottolineare una evidente contraddizione.
L'occasione della citazione fu una sua relazione al Comitato permanente del grano in cui sintetizzò risultati raggiunti
dalla “battaglia” in quell'anno.
Quella collocazione in coda alla graduatoria nazionale,
insieme a Reggio Calabria, Nuoro e Frosinone, aveva il
sapore di un rimprovero, e della sottolineatura della contraddizione che il luogo dove erano nati i cosiddetti grani della
vittoria creati da Nazareno Strampelli, era quello che manifestava reticenza ad utilizzarli, restando legato a vecchie e
superate concezioni agricole.
Certo, il territorio reatino per conformazione morfologica,
con appena 43.800 ettari coltivati a frumento su 104.600 seminativi, su un totale della superficie di 260.667 ha di superficie
territoriale, non poteva competere con altre zone d'Italia,
soprattutto se si tiene conto che le aree realmente produttive
erano i 3000 ettari della pianura reatina, i poco più che 600
della piana del Tevere, e i 2800 collinari della bassa Sabina.
Per il resto solo aree montane, nelle quali raggiungere
elevate rese non era certamente agevole.
In ogni caso la citazione in negativo di Mussolini, che di
certo non si poteva mettere in discussione, se non altro perché
era assolutamente vera, funzionò come una vera e propria
doccia fredda nell'ambiente agricolo locale.
A tentare di spiegare il fenomeno fu Corrado Peroni sul
"Giornale di agricoltura della domenica" del 6 dicembre 1931.
Da buon mediatore quale era, Peroni fece carte false per
non ricondurre la vicenda alla diatriba tra l'ARS e l'Unione,
e alle conseguenze che questa aveva generato spingendo
gran parte degli agricoltori locali a restare ancorati al Rieti
133
originario anziché adottare, come era accaduto in quasi tutte
le province italiane, le razze elette che Strampelli aveva
creato proprio a Rieti, e che riproduceva nel sottostante
campo sperimentale vicino al Velino, e moltiplicava nella
tenuta di Piedifiume acquisita dal principe Potenziani.
Compito arduo quello di Peroni che nel lungo articolo
non citò mai né il Rieti originario né Nazareno Strampelli,
né tantomeno la vicenda tutta reatina della diatriba tra l’ARS
e l’Unione.59
Egli iniziò con un preciso atto dovuto nei confronti del
duce:
L'incisiva parola mussoliniana e la chiarezza delle cifre rispecchiano una verità matematica: nella nostra provincia il rendimento
medio unitario di grano è così basso da farla classificare fra quelle
meno produttive d'Italia.
Poi passò in rassegna tutte le difficoltà territoriali della
provincia lasciandosi andare ad argomentazioni davvero poco
credibili:
Le avverse condizioni del terreno, sono aggravate da un clima
decisamente ingrato. La irregolare e mal distribuita caduta delle
piogge abbonda nel periodo autunno-invernale producendo danni
con la rapidità di scorrimento sui terreni in declivio e col ristagno
in fondi-valle, mentre scarseggia e manca durante la primavera e
l'estate allorché sarebbe grandemente benefica.
E proseguì ancora sottolineando il problema delle
"brinate tardive e delle nebbie spesso fittissime" soprattutto
lungo il Velino e Turano, e poi ancora delle inadeguate vie
di comunicazione che incidevano sui "…prezzi dei concimi
e degli altri mezzi di produzione", e come poi non far riferimento "..disagio economico della nostra popolazione", alle
carenze del credito agrario e perfino ai governi passati
"retrogradi" e disattenti nei confronti del reatino.
Tutte argomentazioni facilmente smentibili se si tiene
conto che Rieti da sempre era considerata un vero e proprio
paradiso cerealicolo, e che anzi, proprio a quelle condizioni
ambientali denunciate da Peroni, doveva la qualità del suo
grano capace di resistere alle ruggini come nessun altro in Italia.
134
Che i governi prefascisti fossero poi stati ingenerosi
riguardo alla granicoltura reatina, fu una affermazione quantomeno ingenerosa se si tiene conto che la Cattedra ambulante
di granicoltura di Rieti creata nel 1903, fu tra le pochissime
finanziate direttamente dallo stato, il quale seguì direttamente
il suo evolversi finanziando la sua trasformazione in Regia
stazione sperimentale, e via via fino a farla crescere come il
principale laboratorio di studio e ricerca granaria in Italia.
Nessuna delle argomentazioni di Peroni poteva giustificare quel 7,6 quintali per ettaro che per altro, ben lungi da
costituire un dato anomalo, rappresentavano un vero e
proprio successo se si tiene conto che nell'anno precedente la
produzione media fu di 6,39 q.li, e nel quinquennio precedente la media fu di poco superiore ai 5 q.li.
Quindi in quell'annata si era ottenuto un aumento di
produzione del 19% rispetto al 1930, e di circa il 50%
maggiore alla media del quinquennio precedente, e questo è
facilmente spiegabile con l'utilizzo delle sementi Strampelli
da una parte degli agricoltori locali, soprattutto di alcuni
grandi proprietari come i Potenziani che ruppero ogni filo con
l'ambiente agricolo locale che nelle creazioni di Strampelli
non vide una opportunità, ma una minaccia per l'antica e
ormai insostenibile economia basata sul Rieti originario.
Nel concludere l'articolo Peroni non può fare a meno di
rifugiarsi nella retorica fascista più retriva e vuota, quasi a
voler sopperire con essa l'ostinazione degli agricoltori reatini:
…colla serenità che deriva dalla coscienza dell'utile lavoro
compiuto, con rinnovate energie, con raddoppiato ardore, con
ritemprata fede, i nostri rurali mirino sempre più avanti, sempre
più in alto.
Appena due anni prima Peroni aveva così concluso un
altro suo scritto:
…il locale commercio del grano da seme, forte nel passato col
Rieti originario, ben istradato e promettentissimo al presente con le
razze Strampelli, di queste seguirà le sorti, guadagnando il luminoso avvenire a cui tende con onestà, con fermezza, con passione,
con fede. E a Rieti rimarrà e si accrescerà la fama di centro produttivo dei migliori frumenti, con cui la patria italiana avrà l'auspicata
vittoria: la "Vittoria del grano".60
La verità era che a Rieti dominava ancora incontrastato
il culto per il Rieti originario e, le uniche altre varietà coltivate erano il Gentil Rosso e il Todaro n. 11, prodotto proprio
dal rivale nazionale di Strampelli.
Nel 1927, in base ai dati riportati dallo stesso Corrado
Peroni, l'utilizzo delle razze elette, era limitato al 5% della
superficie granaria complessiva, appena 2200 ettari, in gran
parte di proprietà dei Potenziani, mentre nel rimanente 95%
della superficie, 41680 Ha, erano impiegate altre varietà.61
Il rifiuto dei grani Strampelli appare in tutta evidenza, e
la frammentarietà del suo utilizzo, 15 varietà diverse in
appena 2200 ettari, testimonia una sorta di empiricità nell’utilizzo di tali frumenti, quasi fossero prove colturali effettuate
per curiosità, senza cioè una precisa connessione tra varietà
frumentarie e caratteristiche ambientali dei fondi agricoli.
Non a caso quando le varietà Strampelli si iniziarono a
coltivare sistematicamente, si ridussero a tre o quattro, in
modo particolare il Roma e il Virgilio, le quali nel 1927 non
risultavano per altro coltivate, e il Mentana che al tempo ricopriva appena lo 0,6% di quel 5% di superficie coltivata con
varietà elette.
La situazione non si modificò affatto negli anni successivi come testimoniano i dati riportati da Nicola Colabrese
per il 1930 che sottolineò come le razze elette investivano
appena il 6% della superficie cerealicola provinciale,62 e
altrettanta conferma ci viene dall’inchiesta Ciferri che
confermò l’incontrastato dominio delle razze tradizionali.63
Altrettanto evidente appare il deciso cambio di rotta che
si ebbe negli anni successivi alla negativa citazione mussoliniana, tanto che nel 1939 la situazione si era del tutto invertita, e le sementi elette erano coltivate sul 90% della
superficie, non proprio come nell'Italia settentrionale dove le
varietà comuni erano completamente scomparse in ben 26
province a favore dei grani Strampelli, ma in ogni caso, come
testimonia la tavola seguente, in termini decisamente diversi
rispetto a pochi anni prima.64
UTILIZZO DI RAZZE ELETTE NELLA
PROVINCIA DI RIETI
1927-1939 dati %
Vecchie razze
Razze elette
ROMA
MENTANA
LITTORIO
1927
1930
1939
5
6
90
95
-
94
0,6
VIRGILIO
FRASSINETO 405
ROSSO DI LEONESSA
0,36
1,25
ARDITO
0,46
CERVARO
INALLETTABILE
VARRONE
FAUSTO
BAIONETTE
TODARO 48
RIETI
ALTRI
10
20
8
20
CARLOTTA STRAMPELLI
GENTIL ROSSO fam.48
10
1,09
3
2
0,1
0,2
0,2
0,1
0,2
0,98*
2
20
3
* Edda, Villa Glori, Dante, Virgilio, Italo Balbo ecc.
135
Gli impianti per la molitura e la panificazione
Strampelli non era preoccupato soltanto di creare le
migliori condizioni perché i suoi grani seguissero un
adeguato ciclo biologico.
Egli dovette spingersi anche oltre, al di là della produttività
delle sue sementi, per dimostrarne le qualità merceologiche.
Era un problema che egli si pose fin dall’inizio, tanto che
fin dal 1904, tra gli acquisti iniziali dell’allora Cattedra ambulante di Rieti figura un molinetto a mano, e l’anno successivo
un altro molino a macina e un forno per la panificazione, oltre
a diversi strumenti per lo studio delle farine.
Successivamente venne acquistato un molino a motore a
cilindri (1911), e un altro a palmenti nel 1914 per finire nel
1925, quando il laboratorio tecnologico reatino si accrebbe
di un molino a motore a cilindri con buratto, un forno elettrico, e una impastatrice automatica.65
In effetti non appena vennero presentate le sue varietà
elette, si avviò un processo denigratorio dei prodotti ottenuti,
soprattutto sul frumento Ardito e su tutti i grani precoci.
Le perplessità sembravano trovare un evidente riscontro
nell'aspetto stesso dalla cariosside, più piccola e con una colorazione che apparve innaturale rispetto a quella dei tradizionali Gentilrosso, Rieti originario, Calogna ecc.
Lo stesso Strampelli rilevò come i suoi grani furono
oggetto “…di un’ingiusta quanto interessata campagna denigratrice, che li accusava di essere poco adatti alla panificazione, nei confronti di altri grani nazionali e specialmente dei
grani importati dall’estero”.66
Il Ministero dell’agricoltura, preoccupato per le voci
che giravano con sempre maggiore insistenza, anche in relazione al fatto che i grani Strampelli andavano progressivamente a sostituire le varietà tradizionali, fece eseguire
numerosi controlli e analisi i cui risultati, che smentivano di
fatto quando si andava sostenendo, vennero pubblicati nel
1930.67
Per sfatare ulteriormente le ipotesi della negatività dei
suoi grani dal punto di vista merceologico, Strampelli ritenne
opportuno che il ciclo sperimentale dell’Istituto nazionale di
136
Il mulino dimostrativo presso l’Istituto nazionale di genetica. Anni ‘30
genetica di Roma, includesse un settore industriale di trasformazione delle farine in pane e pasta, delle quali venivano poi
studiate le caratteristiche alimentari.
Venne così realizzato un impianto di molitura, un pastificio e un laboratorio di panificazione, nonché un museo del
pane nel quale furono raccolte forme e varietà provenienti da
tutto il mondo.
Tutti i grani Strampelli dimostrarono di avere delle caratteristiche merceologiche del tutto simili a quelle dei grani
tradizionali, soprattutto del Manitoba n. 2, frumento di importazione considerato in assoluto il più pregiato per la panificazione.
I dati relativi alla percentuale di glutine presente nelle
farine del Manitoba n. 2 e in quelle ottenute dall’Ardito risultarono molto simili, 46,85 il primo contro 44,22 il secondo,
e lo stesso discorso vale per l’azoto della farina integrale, 2,20
contro 2,19, e le sostanze azotate 13,75 contro 13,70.
Insomma i grani precoci come l’Ardito, il Mentana e il
Villa Glori, creati da Strampelli, reggevano pienamente il
confronto con il più autorevole frumento di importazione, ed
erano quindi adatti a sostituirlo nelle produzioni alimentari.68
L’ulteriore conferma di quanto sosteneva Strampelli,
arrivò nel 1924 da una ricerca del D'Ippolito che sfatò
completamente tali supposizioni che avevano attecchito tra
non pochi produttori.
Egli prese in esame non solo la quantità, ma la qualità
del glutine presente nelle diverse specie di farine dimostrando
come molti grani Strampelli, in particolare il Carlotta e
l’Apulia, erano adattissimi per la panificazione, mentre altri
risultarono particolarmente idonei per la pastificazione come
l'Ardito riprodotto e il Dauno.69
Anzi, come dimostra la tabella seguente, numerosi
frumenti di razza eletta, avevano ampiamente superato le
qualità alimentari dei frumenti tradizionali come il Rieti originario, e veniva introdotta una differenziazione tra le qualità
dei frumenti che potevano essere ottimi per la pastificazione
ma poco adatti alla panificazione e viceversa.
Il D’Ippolito, partendo dall'assunto, ampiamente condiviso, che la principale caratteristica che deve possedere il
Il museo del pane creato da Strampelli a Roma. Oggi al castello di
Sant’Angelo Lodigiano
137
glutine per una buona panificazione è il suo rigonfiamento al
calore, condusse le sue analisi non utilizzando il vecchio aleurometro del Boland, ritenendolo ormai superato soprattutto a
causa della scarsa attendibilità dei dati che forniva, ma uno
specifico glutinometro che egli stesso aveva creato.
Al bagno d'olio dell'aleurometro del Boland, si era sostituita aria calda, cosa che consentiva una più esatta misurazione della rigonfiabilità del glutine.
Le polemiche e le perplessità sull’impiego dei nuovi
frumenti sfumarono progressivamente, e lasciarono come
eredità positiva il fatto che Strampelli potette completare il
suo apparato di strutture con l’anello mancante del controllo
sui risultati dei suoi grani nella fabbricazione del pane e delle
paste alimentari.
Il logo dell’Associazione Reatina Sementi, modificato con un timbro in
Associazione Riproduttori Sementi per accedere ai benefici della legge
sulla battaglia del grano
138
QUALITÀ ALIMENTARI DEI GRANI STRAMPELLI IN BASE ALL’INDAGINE DEL D’IPPOLITO
VARIETA'
GLUTINE
UMIDO %
GLUTINE
SECCO %
TENACITÀ
CM.
DILATABILITÀ
A 120 G.
Gentil rosso originario
24,80
8,90
25-30
Volumi 6,50
BUONO PER PANE
Inallettabile (Todaro)
27,20
9,08
45-50
Volumi 5,75
MEDIOCRE PER PANE
Semiaristato 48
Carosella (Todaro)
Rieti originario
24,30
27,30
27,38
Rieti 745 (Strampelli)
27,80
Apulia Strampelli
32,54
Carlotta Strampelli
Ardito riprodotto
Dauno Strampelli
Manitoba originario
8,30
9,14
8,28
35-45
25-30
45-50
Volumi 4,25
Volumi 8,50
Volumi 5,00
9,42
35-40
Volumi 6,50
10,36
38-40
Volumi 6,50
32,80
10,22
32,90
11,20
90-95
Volumi 9.00
15,78
105-110
Volumi 5,50
45,70
34,94
12,18
75-80
25-30
Volumi 3,75
Volumi 6,50
QUALITÀ
MEDIOCRE PER PANE
OTTIMO PER PANE
MEDIOCRE PER PANE
PASTA
BUONO PER PANE
BUONO PER PANE
BUONO PER PANE
OTTIMO PER PASTE
DISCRETO PER PANE
OTTIMO PER PASTE
BUONO PER PANE
139
NOTE
ASR, ASCRi, Cat. V, cl. 5, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f. 2 /c, Contratto di locazione tra la Cassa di Risparmio di Rieti,
rappresentata dal presidente Antonio Rosati Colarieti e il municipio di
Rieti, rappresentato dal sindaco Filippo Corbelli, dei locali per la sede
della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 14 maggio 1904.
2 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco s.d.
3 Ivi, Lettera di Strampelli al sindaco, 14 gennaio 1907.
4 Ivi, Atto di sfratto dei locali in via Garibaldi che ospitavano la
Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 2 dicembre 1915; Cfr.
anche Ivi, Lettera di Gualtiero Canali, proprietario del villino che ospitava la sede della Cattedra Sperimentale di Granicoltura al sindaco di
Rieti, 19 dicembre 1915.
5 Ivi, Lettera di Emilio Maraini al sindaco di Rieti, 30 dicembre
1913.
6 Ivi, Atti Consiliari, Delib. Della giunta comunale del 23 sett. 1905
n. 1430.
7 Ivi, Delib. del Consiglio Comunale di Rieti del 25 settembre 1905
n. 348.
8 Atti parlamentari, Camera del Deputati, XXII legislatura, sessione
1904-1906, Documenti, disegni di legge e relazioni n. 289-A -289 bisA, p. 7.
9 Ivi.
10 ASR, ASCRi, Cat. V, Istituti Agrari, Cattedra di Granicoltura, f.
1, Lettera del ministro di agricoltura industria e commercio Cocco Ortu
a Domenico Raccuini, deputato al parlamento del collegio di Rieti, 13
settembre 1906.
11 Atti Parlamentari, Senato del Regno, Legisl. XII 1^ sess. 19041906 - Documenti, Disegni di legge e relazioni, n. 454-A - pres. 13
febbraio 1907, discussa il 13 maggio 1907.
12 Sulla sperimentazione sul grano nel periodo precedente a Strampelli cfr. MAIC, La coltivazione del frumento in Italia Roma 1913; ID.,
Risultati delle coltivazioni sperimentali del frumento anni 1885-1888,
Roma 1890; I.J. PIERRE, Recherches experimentales sur le developpement du blè, Paris 1866; R. MUSSET, Le blè dans le monde, Paris 1859;
J. MICRON, Des cereales en Italie sous les romains, Paris 1859; L.
HEMRY, Cataloque metodique et sinimique des fruments, Paris 1895;
Institut International d’Agricolture (INA), La sua organizzazione, la
sua attività, i suoi risultati, Roma 1914; INA L’attività dell’istituto,
Roma 1912; INA, The science and pratice of farming during 1910,
Roma 1910.
1
140
Si veda su questo aspetto V. PEGLION, L’ordinamento della sperimentazione agraria in italiana, Roma 1919.
14 G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italia e all’estero,
in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani”, XIII (1908),
n. 9-10, pp. 3 (estr).
15 O. MUNERATTI, La Stazione Sperimentale per il miglioramento
delle sementi di Svalöf, Piacenza 1911.
16 G. TOMMASI, La sperimentazione agraria in Italia, in Annali
della Regia Stazione chimico - agraria di Roma, s. II, v. XIV, Roma
1934; M. MARIANI, La sperimentazione agraria in Italia, in, Nuovi
annali di Agricoltura del Ministero di Agricoltura e foreste, XIX
(1939), Roma 1939; G. CUBONI, La sperimentazione agricola in Italia
e all’estero, in “Bollettino della Società degli Agricoltori Italiani” XIII
(1908), n. 9-10, pp. 3 (estr).
17 Si ricostituì ad esempio l’Istituto chimico agrario sperimentale di
Gorizia, e si assegnarono competenze di stazione sperimentale al laboratorio di chimica agraria del regio Istituto superiore agrario di
Bologna (1926), e la stessa cosa accadde a quello di Firenze (1931).
Cfr. M. CASALINI Le istituzioni create dallo stato per l’agricoltura,
Roma 1937.
18 ASR, APS, Lettera di Strampelli a A. Solidati Tiburzi, 5 aprile
1909.
19 Atti parlamentari, Camera dei Deputati, leg. XXIII, sess. 1909-11,
Disegni di legge, Documenti e relazioni, Disegno di legge presentato
dal Ministro di Agricoltura Rainero nella seduta del 2 dicembre 1910
relazione dell'on. Solidati Tiburzi nella seduta del 28 febbraio 1911.
20 Il mutuo di 125.000 lire fu poi elevato a 155.000 con la legge
del 6 luglio 1912 n. 803.
21 ASSGRi, APS, b. 8, f. 1, Corrispondenza tra Nazareno Strampelli
e Adamo Tartarini, cc. 109, 1919-1920. Adamo Tartarini era il responsabile della Stazione fitotecnica di Foggia. La corrispondenza riguarda
prevalentemente le disposizioni impartite da Strampelli per l’attività
della stazione. b. 8, f. 2, Documentazione prevalentemente di carattere
contabile relativa alla stazione fitotecnica foggiana 1919-1920.
Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti; Ivi, f. 3, Ricevute di spedizione e varie relative alla Stazione di Foggia, 1910-1920;
Ivi, f. 4, Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”, 1919;
Ivi f. 5, Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentale
e Campo di moltiplicazione. Foggia”, 1918; Ivi, f. 6, Quaderno intestato “prodotti moltiplicazioni Foggia”. 1918; Ivi, f. 11, “Conto dei
lavori eseguiti nel casale del campo sperimentale (di Foggia) per
ordine della R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”, 1920;
13
b. 9, f. 5, Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia. cc.
38, 1918-1919. Contiene carteggi relativi all’acquisizione della
masseria Manfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Strampelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativa al campo
sperimentale di Foggia. ASSGRi, b. 28, Registri, corrispondenza ecc.
riguardanti il Campo sperimentale di Foggia, 1912-1924; b. 32, f. 7,
Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica foggiana;
Ivi. b. 4, f. 4, Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di
Foggia, 1916; Ivi. b. 5, 10, Coltivazione delle barbabietole da seme a
Leonessa e a Foggia 1916-1922; b. 19, f. 8, Lettere del ministro di
agricoltura F. Cocco a N. Strampelli 5 novembre 1906; Ivi. b. 1, f. 5,
cat. IV-A, Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di
Foggia, 1916; Ivi. f. 6, cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzioni
tecniche con il Campo sperimentale di Foggia, 1916; b. 3, f. 13, cat.
IV-A Corrispondenza con il Campo Sperimentale di Foggia 1917; b. 3,
f. 14. cat. IV-A, Corrispondenza contabile e istruzioni tecniche Campo sperimentale di Foggia, 1917; b. 9, f. 14, cat. IV-A, Contiene
corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia 1918
Ivi. f. 15, cat. IV-A, Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate
al Campo sperimentale di Foggia, 1918; b. 11, f. 2, cat. V, Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia
e Leonessa, Uffici governativi 1920; Ivi. b. 19, f. 15, cat. IV-A, Lettere
contabili e istruzioni tecniche indirizzate al Campo sperimentale di
Foggia, 1915; Ivi. f. 16 - cat. IV-A Campo di Foggia, 1915.
22 Lettera di L. Potenziani al sindaco, 1907 settembre 8, ASR,
ASCRi, cat. V, Istr. Pubb, b. 486.
23 ARSSG, b. 11, f. 3, Relazione di Strampelli alla SIPZI, 22
febbraio 1921.
24 Ivi, b. 6, Registro dei verbali del consiglio di amministrazione,
v.1, seduta del 30 luglio 1917, c. 83.
25 Ivi, b. 32 f. 22, Lettera di N. Strampelli a…? 3 agosto 1917.
26 Ivi, b. 6, verbali del 22 ottobre 1917 e 27 febbraio 1918.
27 Ivi, b. 13, f. 11, Appunti di N. Strampelli relativi al progetto di
costituzione dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.
1918-19 (?). Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte
sciolte, e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta il
decreto istitutivo dell’Istituto. Il fascicolo contiene anche due copie di
un dattiloscritto di 7 cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” con
annotazioni a penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minuta
di lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25 febbraio
1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più parti come carte sciolte
e riuniti nel fascicolo che contiene anche la G.U. che riporta il decreto
istitutivo dell’Istituto. Nel loro insieme testimoniano in modo evidente
che a pensare e progettare l’Istituto Nazionale di Genetica per la
Cerealicoltura fu lo stesso Strampelli.
28 Ivi. appunti non datati.
29 Ivi, b.13, f.11, Lettera, del 25 febbraio 1919 indirizzata al fratello
di Carlo Schanzer.
30 Regio Decreto 10 giugno 1920, n. 849.
31 Decreto luogotenenziale 8 giugno 1919 n. 1044 pubb. sulla G.U.,
8 luglio 1919 n. 161.
32 Verbale della seduta del 13 febbraio 1920.
33 Il primo consiglio di amministrazione fu così composto:
Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanico dell’università di
Roma, Giuseppe Cuboni, direttore dell’istituto di patologia vegetale,
Gaspare Ampolla direttore della stazione di chimica agraria, il senatore
conte Alberto Cencelli, mentre Il Prof. Alessandro Brizi, direttore
generale del Ministero di agricoltura fu il primo presidente e, ovviamente, Nazareno Strampelli che fu nominato direttore per alti meriti
scientifici come era previsto dalla legge.
34 Ivi. Complessivamente fruttò l’importo di 5.700.000 lire.
35 Ivi. art. 1.
36 R.D. 11/2/1926 n. 379, art. 2 Il primo consiglio di amministrazione dei due istituti che si insediò il 17 agosto 1926 presso la sede
del Ministero dell’Economia Nazionale si componeva di: Alessandro
Brizi, presidente, principe Ludovico Spada Potenziani, nominato dal
comune di Rieti, che fu poi nominato vice-presidente, mentre gli altri
membri restarono immutati fatta eccezione per le sostituzioni decise
dagli enti di appartenenza Nel maggio e novembre 1920 erano morti
il prof. Gaspare Ampolla, sostituito dal prof. Giuseppe Tommasi e il
prof. Giuseppe Cuboni, sostituito, ma solo nel 1925, dal prof.
Lionello Petri. Alessandro Brizi lasciò la carica e venne sostituito da
Alberto Cencelli al cui posto di consigliere venne nominato il principe Francesco Boncompagni Ludovisi che divenne poi Governatore
di Roma. Nel 1924 morì anche il conte Cencelli, e il suo posto venne
preso dal prof. Romualdo Pirotta, sostituito nel 1925 dal senatore
Giovanni Raineri che ben conosceva l’attività di Strampelli avendo
per altro scritto nel 1914 l’articolo La stazione di granicoltura di
Rieti, in "L'Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12. Riguardo ai
campi di prova e di orientamento cfr. ASSGRi, b. 31, f. 4; Elenco
dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria
1924-1925. Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto,
Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basilicata e Sicilia; 1924-1925; f. 5 idem 1925-1926 Piemonte, Lombardia,
141
Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise,
Toscana, Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna; f. 6 idem 1926-1927.
Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia, Marche, Toscana,
Lazio, Abruzzi e Molise, Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna; f.
7, 1927-28, Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Venezia Giulia
e Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e
Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Sicilia, Colonie; f. 8,
idem 1928-1929. Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto, Dalmazia,
Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi
e Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e
Estero; 1928; 1929; f. 9, Idem. 1929-1930; f. 10, Idem 1930-1931;
f. 11, Idem 1935-1936; f. 12, Date di raccolta e prodotto per ettaro di
alcune delle nostre principali varietà degli ultimi dieci anni; 19251934; f. 13; Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per
produttività. Anno Agrario 1936-1937; f. 14; Registro delle “Masse
autunnali”; 1930; f. 15; “Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al
1936-37”; 1927; 1937; f. 16; Dati riassuntivi dei raccolti delle diverse
varietà sperimentate nei campi di orientamento di Rieti, Roma,
Foggia; 1932; f. 17; Risultati dei campi di orientamento del triennio
1932-1934; 1932; 1934; f. 18; Riepilogo per regioni dei risultati dei
vari campi di orientamento del triennio 1932-34; 1932; 1934; f. 19;
Registro delle disponibilità dei frumenti; 1931; f. 20; “Produzioni e
medie di più anni delle nostre principali varietà"; 1936; f. 21; Relazione delle prove con sitosfero; 1933; f. 22; Moltiplicazioni iniziali
ed altri tipi che si sono distinti per produttività. Anno Agrario 19331934; 1933; 1934; f. 23; f. 24; Riepilogo del raccolto nei diversi
campi. Anno agrario 1924-1935; 1934; 1935; f. 28; Appunti, schemi,
tipi distinti per produttività, dati sui raccolti ecc., 1936; f. 29 Idem,
1937; f. 30, Idem 1938.
37 ASSGRi, APS, b. 11, f. 5, Relazione di N. Strampelli al ministro
di agricoltura sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui
risultati ottenuti. Marzo 1910.
38 Ivi, b. 11, f.4, Lettera di N. Strampelli al ministro di agricoltura,
19 luglio 1910.
39 Ivi, b. 27, IG, cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia, 1922; Ivi. b.
29, 1924.
40 N. STRAMPELLI, Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'anno
agrario 1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione
(dell'Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura); Roma 1923;
ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura
nell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S.E. il Ministro dell'Economia Nazionale, in "Nuovi Annali del Ministero per
142
l'Agricoltura", II (1922), n. 2; ID., Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione al
S.E. il Ministro dell'Economia Nazionale, Rieti, Faraoni 1924; INGC,
Origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932.
41 E. DE CILLIS, Intorno agli Istituti di sperimentazione fondati dal
Comitato permanente del grano, in “Nuovi Annali di Agricoltura”, v.
1926. Cfr. anche ID., La granicoltura siciliana e le basi del suo miglioramento, Catania 1931; ID., I frumenti siciliani, Catania 1942.
42 ASSGRi, APS, b.21 f. 17, Relazione di Michele Meletti, responsabile della stazione fitotecnica sarda del 14 febbraio 1943.
43 Acquisto del 6 gennaio 1924.
44 Sulla nascita di questa e delle altre stazioni fitotecniche cfr.
ASSGRi, b. 21, f. 20, Relazione sull’attività svolta dall’Istituto
nazionale di genetica per la cerealicoltura. Relazione del direttore
Prof. Ugo De Cillis, 12 aprile 1955. Per quanto concerne le Stazioni
fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana, si veda; Ivi. b. 83, IG,
f. 7 cl. 7 - 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91,1940; Ivi.
b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944; Ivi. b. 83, 1942; Ivi. b. 83, 1942, f. 8.
Per la Stazione fitotecnica di Urbino Ivi. passim. Per la Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano, Ivi. b. 86, f. 6 cl. 6; Ivi. b.
89, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91, 1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 83,
1942. Per la Stazione fitotecnica di Cagliari; Ivi. b. 62, 1930; Ivi. b.
65, 1933; Ivi. b. 83, 1941; Ivi. b. 86, 1945; Ivi. b. 89, 1939; Ivi. b. 91,
1940; Ivi. b. 93, 1943; Ivi. b. 94, 1944. Per quanto concerne il
castello Bolognini cfr.; Ivi. b. 21, f. 1, Relazione di G. B. Bottazzi al
direttore dell’INGC sull’utilizzo del castello Morando Bolognini
come sede della stazione fitotecnica delle province lombarde, 29
ottobre 1942.
45 Sull’attività sperimentale svolta a S. Angelo Lodigiano, cfr.
ASSGRi, APS, b. 21, f. 18, Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del grano effettuate nella stazione fitotecnica di S. Angelo
Lodigiano 1938-1939; Ivi. f. 2, “Programma di attività per il miglioramento genetico dell’erba medica”. Relazione di G. B. Bottazzi Reggente
della Stazione fitotecnica di S. Angelo Lodigiano, 23 marzo 1943.
46 ASSGRi, APS, b. 30, f. 30, “Attività svolte dalla stazione fitotecnica di Badia dalla sua fondazione”, 1942 .
47 Cfr. Ivi. b. 30, f. 29, Quadro riassuntivo dei risultati del campo
di orientamento dei Lini di Badia Polesine 1942; Ivi. f. 21, Schemi dei
risultati della sperimentazione delle patate a Badia Polesine 1939. Ibid.
f. 15, Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a Rieti,
Leonessa e Badia Polesine, 1936-1938; b. 22, f.1, Quaderno di appunti
relativo alle sperimentazioni del ricino a Rieti e Badia Polesine, 1938;
b. 21, f. 16, Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del
grano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine. 1938-1939.
Sulla stazione di Badia Polesine si veda anche L. ZERBINATI, La
fabbrica dei grani. Storia della Società Polesana Produttori Sementi,
Badia Polesine, 2001.
48 ASSGRi, APS, b. 30, f.33, Registro dei dati relativi alle sperimentazioni effettuate nella stazione fitotecnica di Urbino, 1942.
49 ASSGRi, APS, b. 19, f. 18, Schema riepilogativo delle colture
sperimentali dell’anno agrario. Lo schema riporta il numero degli
allevamenti, delle prove colturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni il
1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e
Leonessa, 1922-1923 ; Ibid. f. 20., 1923-24;, b.20. f. 3, 1924-1925;
Ibid. f. 5, 1925-1926; Ibid. f. 11, 1926-1927; Ibid. f.14, 1927-1928;
b. 21, f. , 1928-1929; b. 20, f. 6. “Specchio numerico riassuntivo dei
tipi di frumento, avene, orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’anno agrario 1925-1926”, Vengono riportate per ogni
stazione (Rieti, Roma, Foggia, Sardegna, Leonessa e Rocca di
Mezzo) i dati delle coltivazioni ottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e in prove colturali, il prima e seconda generazione. Allo schema ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi
simili,1925-1926; b. 20, f. 7, Schema delle superfici utilizzate nei
campi di Rieti, Roma, Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzo
e S. Pietro per le prove colturali, allevamento, fissazione, moltiplicazione iniziale, campo catalogo, moltiplicazioni in seconda generazione e ibridi, 1925-1926; b. 20, f. 8, Quaderno con l’elenco delle
semine nel campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di colle”, 1926; Ivi, f. 13, Quaderno con l’elenco delle semine nel
campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di
piano”, 1926; Ibid. f. 9, Quaderno con l’elenco delle semine nel
campo sperimentale dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”,
1925; b. 21, f. 2, “Superfici seminate e numero delle colture nei
diversi campi” (Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, Sardegna) 19301931; b. 21, f. 2, Quaderno delle varietà seminate nei diversi campi
sperimentali. Rieti, Foggia, Leonessa, Sardegna, S. Pastore, 19301931; Ivi, f. 4, Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi scelti
per i quali erano in corso anche le prove di molitura, glutine, azoto
ecc. 1930-1931; b. 19, f. 14, Quaderno nel quale sono sintetizzati i
dati relativi al prodotto per ettaro delle diverse varietà di frumenti
sperimentati dal 1920 al 1930 e la media degli anni, 1920-1930; b. 21,
f. 7, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna,
1931-1932; Ivi, f. 8, Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle
colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia,
Roma, Sardegna, 1932-1933; Ivi, f. 9, f. 29, 1933-1934; Ivi, f. 10,
1934-1935; Ivi. f. 11, 1935-1936; Ibid. f. 12, 1936-1937; b. 21, f.13,
Quaderno delle “Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre
1930”, 1930-1931.
50 ASSGRi, APS, b. 10, f. 11, Lettera di N. Strampelli al ministro di
agricoltura s.d. (1905?) minuta; Ibid. b. 19, f. 2, “Per la moltiplicazione
ed il commercio del nuovo frumento Carlotta Strampelli”. Relazione,
s.f. (probabilmente di N. Strampelli) relativa alla commercializzazione
del Carlotta da parte dell’Unione produttori grano da seme “Rieti”.
s.d. (1914).
51 N. STRAMPELLI, Relazione sui risultati del nuovo frumento
"Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova, in
"Annali del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio", v. 1915;
ID., Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli"
conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario 1914-1915,
in "Annali del Ministero di Agricoltura Industria e Commercio", v.
1916; ID., Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" nei
campi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 1915-1916,
Rieti, Trinchi 1916.
52 “Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumento
Carlotta Strampelli” doc. cit.
53 Unione Produttori Grano da Seme, in "La Regione Sabina",
numero unico, s.d.
54 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro
reatino, Rieti 1929, p. 91.
55 ARS, Statuto dell'Associazione Riproduttori Sementi, Rieti 1926.
56 Nostra elaborazione in base ai dati riportati da. C. PERONI,
Varietà e razze elette di frumenti nell’agro reatino, Rieti 1929, p. 99.
57 F. PALMEGIANI, Il Grano “Rieti Originario”, Rieti 1925.
58 Cfr. C. PERONI, Varietà e razze elette di frumenti nell’agro
reatino, Rieti 1929, p. 91.
59 C. PERONI, Il frumento di Rieti. Considerazioni sulla produzione
media unitaria, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6
dicembre 1931, p. 545.
60 ID., Varietà e razze elette di frumenti nell'agro reatino, cit., p. 103.
61 ID., Note sullo stato attuale della granicoltura in provincia di
Rieti, Rieti 1927.
62 N. COLABRESE, L'economia Sabina dalla ricostituzione della
provincia al 1930, Rieti 1933, p. 163.
63 Cfr. R. CIFERRI, Inchiesta preliminare sulle razze di frumento
coltivate in Italia nel 1939-1940…cit. p. 469.
143
Fonti per il 1927: C. PERONI, Note sullo stato attuale della granicoltura in provincia di Rieti, Rieti 1927, per il 1939: R. CIFERRI,
Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel
1939-1940 in "Atti della Regia Accademia dei Georgofili", s. VI,
(1940), v. VI, pp. 438-548.
65 ASSGRi, Libri di carico e scarico dei beni mobili.
66 N. STRAMPELLI, I miei lavori: origini e sviluppi. I grani della
vittoria, in ING, origini, sviluppi, lavori e risultati, Roma 1932, pp.
47-81.
67 G. VANNUCCINI, I grani precoci, Roma 1930. Per quanto
concerne la problematica della panificazione cfr. A. LURASCHI, L’Italia
ed il suo pane v. 1 Milano 1935 ID., L’Italia ed il suo pane v. 2 Milano
1936; ID., Economia di frumento e pane, Milano 1917; ID., Odierni
problemi dell’industria panaria, Milano 1920; ID., Sulla libertà di
commercio delle farine e dei cereali, Milano 1921; ID., Sul disciplinamento del mercato nazionale dei frumenti, Milano 1935; Atti del
convegno nazionale di panificazione, Milano 1923; P. POTEL, Le
64
144
probleme do pain. La qualitè des bles et sou amelioration, Paris 1937;
G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933. Si veda anche ASSGRi,
APS, b. 21, f. 9. “Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfatiche e azotate sulle qualità panificabili del grano". Due relazioni datt.
relative la prima al 1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17
pagine numerate).1933-1934. Relazione dattiloscritta non firmata che
riporta le prove effettuate sui frumenti Mentana, Damiano, Rieti 11,
Cappelli e Ardito su 98 campioni di frumento provenienti da stazioni
sperimentali varie di Milano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania e
Vercelli.
68 V. MONTANARI, La produzione granaria in Italia, Roma 1959 cfr.
anche L’impianto dimostrativo di molitura, panificazione e pastificazione, in INGC, Origini, sviluppi, lavori e risultati, cit. pp. 197-204.
69 G. D'IPPOLITO, Ricerche comparate sui caratteri fisici del glutine
di alcune varietà di frumento in rapporto alla panificazione, in
"L'Italia Agricola", 61 (1924), n. 3, pp. 116-121. Si veda anche V.
GALBIATI, Pane di tipo unico o con farina di miscela, Milano 1939.
Da Campomoro alla Pampa Argentina
Nazareno Strampelli e la politica granaria argentina
C’è una pagina pressoché ignota della vicenda scientifica di Nazareno Strampelli, della quale egli non amava
parlare molto, ed è la sua esperienza in Argentina.
Non ne fa mai cenno nelle sue pubblicazioni, né la
menziona in quel resoconto della sua esperienza di lavoro
redatto nel 19321, quasi avesse voluto cancellarne le tracce,
tanto che anche chi, dopo la sua morte, ha ricordato la sua
opera, o non né parla affatto, o né fa solo un fugace e superficiale riferimento.2
Eppure fu un momento importante, che non solo
contribuì ad accreditare ulteriormente l’immagine di Strampelli sul piano internazionale, ma che gli consentì anche di
seguire direttamente l’applicazione dei suoi grani su un territorio diverso e di straordinaria importanza cerealicola.
I rapporti tra Nazareno Strampelli e l’America Latina
iniziano nel 1919 quando Marco Dutto, che in Uruguay
operava come Tefe de la Inspecion Veterinaria del dipartimento di Sorian (Mercedes), fece da tramite tra lo scienziato
reatino e il prof Boerger, direttore dell’Istituto Fitotecnico di
Estanziela, per la realizzazione di sperimentazioni di vari
prodotti (lino, frumento, orzo ecc.) da svolgersi a Rieti, mentre
in Uruguay si sarebbe avviata una sperimentazione del
Carlotta definito nella lettera “assolutamente incomparabile”.3
In Cile i grani Strampelli erano già stati introdotti da
tempo, tanto che i frumenti Orofen e Rulofen largamente
diffusi in tutta l’America Latina, ma più tardi anche in Cina,
altro non erano che le creazioni in linea diretta del Mentana.
Dal Brasilie arrivarono a Strampelli importanti proposte
che egli però rifiutò, mentre il primo approccio con l’Argentina lo ebbe attraverso quella vivace rete di circolazione di
notizie proprio del mondo dell’emigrazione italiana, che rivestiva un ruolo di potere di tutto rilievo nell’ambiente economico sudamericano.4
Nel maggio del 1919 Carlo Meschini, segretario della
sezione argentina della Società degli agricoltori italiani, inviò
a Strampelli una lunga lettera nella quale gli propose di
esporre a Buenos Aires i suoi grani, e di tenere un ciclo di
lezioni all’università della stessa città.5
Nella lettera Meschini fa riferimento al prestigioso
premio Santoro, concesso a Strampelli dall’Accademia dei
Lincei, e dell’eco che tale avvenimento aveva avuto nel
mondo agricolo italoargentino.
Molti giornali ne avevano parlato, ed egli, che si definiva
allievo di Strampelli, si era impegnato a far pubblicare la relazione del prof. Cuboni su varie riviste, e a redigere un saggio
in proposito per gli Annali della Sociedad Rural Argentina.
Ma il nocciolo della lettera di Meschini a Strampelli era
un altro.
Egli gli comunicò che si stava formando una società di
import export finanziata dal Banco Francese e Italiano per
l’America del Sud, emanazione diretta della Banca Commerciale Italiana.
La società avrebbe esportato verso l’Italia animali, grano,
sangue disseccato, farina di carne, ossa, cenere di ossa ecc. ed
avrebbe importato trattori, macchine agricole, macchine per
caseifici e sementi.
Di fatto Meschini proponeva a Strampelli di entrare
nell’affare, e lo fece prima diplomaticamente:
Non conosco quale sia la sua posizione (parlo dal punto di
vista commerciale) in detto Istituto, ma in ogni modo si desidererebbe che lei fosse il mediatore fra i venditori delle sue sementi.
145
Poi diventò più esplicito, e gli propose di essere lui stesso
il venditore delle sementi che venivano prodotte a Rieti:
...meglio ancora se le due persone potessero confondersi per
quel che riguarda a noi in una sola persona che fosse il prof. Nazareno Strampelli.
Lo mise poi in guardia da altre richieste in questo senso che
sarebbero arrivate dall’Argentina, suggerendogli di “...diffidare
da tutte”, ricordandogli il caso del prof. Berlese che aveva trovato la soluzione contro i danni provocati dalla diaspis pentagona un insetto nocivo che attaccava diverse colture, per la quale
il governo argentino aveva offerto un premio di 50 mila pesos.
Il legno prospaltellizzato ideato dal prof. Barlese riuscì a
risolvere il problema, ma a quanto riferisce Meschini, egli
non ricevette mai il premio in denaro del governo argentino.
Quindi, secondo Meschini, nessuno meglio di lui e della
SAI avrebbero potuto tutelare gli interessi materiali e morali
di Strampelli in Argentina e per dimostrargli la consistenza
dell’operazione, gli chiese di inviargli una consistente quantità di grano, 2000 q.li suddivisi tra Apulia, Carlotta Strampelli, Baionetta, Dauno, che sarebbero stati commercializzati
dalla società in formazione.
Meschini era stato più volte a Rieti a visitare i campi
sperimentali, ed aveva capito l’importanza di quello che
veniva creato nel laboratorio di Campomoro, ed ora proponeva a Strampelli di utilizzare l’Argentina come area di applicazione concreta dei suoi frumenti sottolineandogli come
“In questo paese agricolo per eccellenza, le sue creazioni
possono trovare delle applicazioni sbalorditive”.
Non conosciamo quale atteggiamento assunse Strampelli
davanti a tale proposta che per altro offriva buoni elementi
di credibilità anche per la presenza nel consiglio di amministrazione della SAI di Buenos Aires di Moldo Montanari che
era stato maestro di Strampelli, ma di certo l’invito di
Meschini giungeva in un momento particolare della sua
vicenda scientifica.
Siamo nel 1919, l’anno di fondazione dell’Istituto Nazionale di Genetica, ed egli era totalmente assorbito in questa direzione, tanto da rifiutare un’importante occasione come questa
che avrebbe dato uno spessore internazionale alla sua opera.
146
I rapporti con l’Argentina in ogni caso proseguirono, e
l’ambiente agrario italoargentino continuò ad investire sulla
figura di Strampelli, al di là della sua presenza in Argentina,
tanto che tre anni dopo, nel 1922, egli ricevette un dispaccio
dalla legazione argentina in Italia con il quale gli si comunicava il testo di un telegramma giunto da Buenos Aires:
Il Ministero di Agricoltura argentino desidera vivamente che
il Professore Nazareno Strampelli venisse alla brevità possibile a
l’Argentina, approfittando al prossimo raccolto di grano perché
possa dare il suo giudizio sulle varietà que (sic) si coltivano.6
Il ministro dell’agricoltura voleva che Strampelli si
recasse in Argentina entro il mese di dicembre 1923, e chiedeva lui quali condizioni poneva per tale incarico.
Questa volta Strampelli partì per l’Argentina, e il lavoro
fatto dal mondo agrario italiano a Buenos Aires deve essere
stato estremamente incisivo, viste le accoglienze che ricevette
dal governo argentino, con forme generalmente riservate ad
alte personalità politiche.
Si formarono addirittura due comitati, il primo d’onore
presieduto dallo stesso capo del governo argentino Marcello
de Alvear, e di cui facevano parte il ministro di Agricoltura
Tommaso Le Breton, l’ambasciatore italiano conte Giuseppe
Colli di Felizzano, il console generale d’Italia Francesco de
Velutilis, il sindaco di Buenos Aires Carlo Noel, il presidente
del consiglio deliberante Tedin Oriburu, il presidente della
Società rurale Pietro Pages, il presidente della Banca di
commercio Guglielmo Padilla, il presidente della borsa dei
cerali Raul Elluverry, e poi i decani delle università di Buenos
Aires e della Plata, i presidenti delle società italiane, ed altre
personalità del mondo agricolo e economico argentino.
L’altra commissione era esecutiva, ed era presieduta dal
prof. Alessandro Tedeschi, che coordinava una segreteria di
cinque membri e un consiglio di 30, formato da alti funzionari e
rappresentanti del mondo agricolo e economico italoargentino.7
Tutti i giornali argentini, ed in modo particolare quelli
italo-argentini, dedicarono all’arrivo di Strampelli uno spazio
centrale, spesso in prima pagina.8
I comitati lavoravano per preparare una accoglienza di
gran tono, e questa divenne una ulteriore occasione nella
Strampelli con il figlio Benedetto sul Duca D’Aosta insieme al comitato argentino appositamente organizzato per accoglierlo. 1922
Biglietto del piroscafo Duca D’Aosta da Napoli a Buenos Aires. 1922
147
quale far emergere le profonde discrasie interne al complesso
e variegato mondo italoargentino.
Prima dell’arrivo di Strampelli i comitati si riunirono
presso il circolo italiano di Buenos Aires per annunciare il
programma dei festeggiamenti, e in quell’occasione non
vennero invitati ne il quotidiano socialista L’Italia del Popolo,
ne il settimanale repubblicano L’Amico del Popolo.
Lo stesso giorno dell’arrivo di Strampelli a Buenos Aires,
il 6 dicembre 1922, L’Italia del Popolo pubblicò un lungo e
indignato articolo dal titolo Per l’imparzialità di fronte alla
scienza nel quale protestava vivacemente per tale esclusione.9
Il bersaglio era Alessandro Tedeschi, presidente del
comitato organizzativo:
Avete dunque, come membro dell’officialismo coloniale, agito
colla solita parzialità propria dell’officialismo, il più settario. […]
la scienza è imparziale, signor professor Tedeschi. La scienza non
è ne monarchica ne repubblicana, non è ne cattolica ne protestante,
non è ne socialista ne anarchica. Per questo voi avreste dovuto,
almeno in questo caso, far vedere che apprezzate e valutate la
scienza come è necessario valutarla: avreste dovuto essere superiore alle meschinità che affliggono la nostra collettività chiamando
anche il nostro giornale che è il giornale degli operai e dei lavoratori, ad unirsi all’omaggio all’uomo insigne che viene in questo
paese come in una missione di cultura e di intelligenza.
Poi, a sottolineare che la polemica era esclusivamente
politica, e non riguardava affatto la figura di Strampelli, a
fianco di questo, pubblicò un altro breve articolo, L’arrivo
del prof. Strampelli, nel quale venne sottolineato un fatto
fondamentale, e cioè che Strampelli arrivava in Argentina non
per l’azione della comunità italo-argentina, ma per volontà
dello stesso governo argentino.
Il prof. Strampelli, direttore della stazione esperimentale agricola di Rieti, autore di importanti scoperte scientifiche nei campi
dell’agraria e dell’agricoltura, è uno dei pochi - vorremmo dire
l’unico - italiano che viene in questo giovane paese non a portarci
la voce della patria lontana, ma - chiamato dal governo argentino a dare i frutti del suo lungo, instancabile lavoro, delle sue esperienze, del suo sapere nel campo del vero benessere sociale.
148
La Nueva Provincia. 22 dicembre 1922
Nazareno Strampelli al lavoro in Argentina. 1922
149
Prendendo le distanze da quanto si stava muovendo intorno
a Strampelli in Argentina, il quotidiano socialista concludeva:
Sinceramente e semplicemente, senza associarci a pompe ed
ostentazioni di sorta, porgiamo oggi il nostro cordiale saluto
all’uomo che impiegato gli anni migliori della sua vita nello studio
d’una scienza che è la base fondamentale della prosperità e della
economia dei popoli, allo scienziato silenzioso e modesto che con
titanica operosità e purissima fede nell’avvenire ha scoperto pei
nostri lavoratori del campo, nuove fonti produttive, nuove vie e
nuovi orizzonti. Prof. Strampelli siate il benvenuto.
In effetti l’esperienza di Strampelli in Argentina venne
accompagnata da un’enfasi, generata e tenuta viva dal comitato, che andò ben al di là dello specifico incarico che egli
aveva ricevuto.
Su di essa si giocò la partita dell’orgoglio italiano, ma
anche l’investimento governativo verso l’ipotesi di una vera
e propria svolta economica del paese.
Divenne un fatto di costume, ma anche un terreno sul
quale traslare il confronto politico interno alla comunità italoargentina.
Divenne anche una occasione per diversi faccendieri,
mettendo in luce il particolarismo imprenditoriale di quegli
italiani che non erano emigrati in Argentina per fame, ma per
fare facili affari, con operazioni spesso mediate da commistioni con l’apparato governativo argentino, come nel caso
che vedremo meglio in seguito di Pacifico Toscano.
A sottolineare l’aspettativa che si aveva in Argentina, Il
6 dicembre 1922 il Secolo XIX, pubblicò in prima pagina la
notizia dell’arrivo di Strampelli a Buenos Aires10 e qualche
giorno dopo La Patria degli Italiani, al fianco di un articolo
che parlava del fanatismo femminile verso Mussolini, e del
suo frach, pubblicava sempre in prima pagina, una lunga
intervista a Regina Pacini de Alvear, moglie del presidente
della repubblica Argentina, sulla personalità e il fascino dello
scienziato italiano che essa aveva voluto conoscere.11
Tutto era fatto per mantenere vivo l’interesse dell’opinione pubblica verso il lavoro di Strampelli.
Anche un banchetto che si teneva in suo onore meritava
lunghi articoli sui giornali,12 così come una sua visita alla
150
Il Secolo XIX riportava in prima pagina la notizia dell’arrivo
di Nazareno Strampelli in Argentina.
banca commerciale dove venne ricevuto dal presidente e
dall’intero consiglio di amministrazione.13
Questo imbarazzava Strampelli, notoriamente schivo a
manifestazioni rivolte alla sua persona, tanto che appena sbarcato a Buenos Aires, e trovatosi davanti alle sfarzose accoglienze che il comitato aveva organizzato, dichiarò ad un
giornalista: “Io sono un lavoratore e non un uomo politico
che ha bisogno di certe manifestazioni”.14
Il Giornale d’Italia lo descrive come:
Schivo e modesto sul serio, uomo di scienza, completamente
dedicato allo studio, egli rifugge dai complimenti inutili. Ma ha la
sublime e santa coscienza del bene che fa, del bene che la sua
missione di studioso può e deve dare all’Italia ed al mondo: non
concepisce perciò le distrazioni e ricorda con nostalgia il suo campo
sperimentale, i suoi studi momentaneamente interrotti. Non a se
stesso, ma in quello che di positivo egli può trovare, osservare
costatare, annette importanza. 15
Strampelli viene visto in Argentina come uno dei più illustri personaggi italiani che potesse essere sbarcato in quel
paese, fino al punto che la stampa nazionale italo-argentina
pretendeva da lui opinioni sugli argomenti più disparati della
situazione italiana.
Nell’intervista che Gregori pubblicò sulla prima pagina
del Giornale d’Italia, c’è l’aspettativa di avere opinioni in
merito al fascismo da poco nato, alla politica estera italiana,
alla questione del prestito fatto al Cile.
Aspettative che vennero puntualmente deluse da Strampelli che, come era suo costume, non uscì mai dal suo specifico scientifico.
L’Argentina aveva sempre affascinato Strampelli, ed egli
lo ammette senza riserve.
C’era una tensione particolare “…che io stesso non mi so
spiegare”, dichiarava Strampelli, e malgrado la conoscenza che
aveva di questo paese, rispetto alle sue grandi estensioni
pianeggianti, la verifica dal vero superava ogni immaginazione.
“Ma pensi - riferiva Strampelli al suo interlocutore - io
sono racchiuso da lustri in un piccolo mondo immenso:
quello della natura, di una parte della natura. Ebbene questa
grande visione ch’io ho della vita s’è allargata qui senza
limite in forme che mi sbalordiscono”.
Poi si soffermò sugli italiani in Argentina evitando di
affrontare problemi dell’immigrazione e della situazione
interna alla comunità italo-argentina, ma scherzosamente
sostenendo che era facilissimo riconoscere un campo agricolo italiano tra mille, e poi sulle famiglie italiane: “S’immagini che in una sola famiglia ho contato 49 bambini! Una
sessantina di persone in tre sole generazioni, e tutte vive e
vegete. Meraviglie, figliolo”.
Anche nel periodo in cui egli intraprese il suo viaggio
nelle province interne, abbandonando la cerimonialità che gli
veniva riservata a Buenos Aires, non solo i suoi spostamenti
erano seguiti quotidianamente, ma la stampa pubblicava articoli sulla sua attività in Italia, e perfino Rieti divenne oggetto
di curiosità per gli argentini.
Emblematica in questo senso è la lunga intervista a
Roberto Godoy pubblicata sulla Nacion del 26 dicembre
1922.16
Godoy era considerato tra i maggiori agronomi esperti
in granicoltura dell’Argentina, e per lungo tempo aveva
diretto il centro regionale agrario della Pampa.
Egli era stato inviato in missione ufficiale a Rieti dal
governo Argentino, e aveva quindi preso atto del lavoro che
Strampelli svolgeva a Campomoro.
Era quindi la persona più indicata a fornire qualche
notizia in più all’opinione pubblica argentina ormai coinvolta
nella vicenda scientifica di Strampelli, e soprattutto sulle
speranze di crescita economica che grazie a lui poteva trarre
quel paese.
Godoy raccontò la sua esperienza a Rieti insieme a
Strampelli, i risultati dei suoi lavori, la sua tecnica innovativa unica al mondo, e rassicurava gli argentini rispetto al
lavoro che egli stava svolgendo:
El pais puede estar seguro que de esta visita recogerà beneficio. El prof. Strampelli tan ilustre como modesto, no ha salido da
Rieti en vano. Hai que saber lo quel el ama su voluntarlo enclerro
para poder valorar suconducta. La mayor aspiraciòn de este generoso y fecundo obreo de la prodocion es lograr que Italia consiga
suprimir la importacion de cereales, mediante el aumento de sus
rendimentos, i luego morir en Rieti. Rieti es su pasion, Rieti es su
Paraiso.
151
Le aspettative comuni
Ma cosa si aspettava Strampelli dall’Argentina, e su cosa
questa confidava in Strampelli?
Abbiamo già visto come egli non facesse mistero del suo
fascino verso l’Argentina.
Ma forse non fu solo questo a spingerlo verso l’America
del sud, ed è possibile azzardare un’altra motivazione. Perché
distogliersi da ciò che faceva, per recarsi in Argentina, dopo
aver rifiutato importanti incarichi in Brasile e in Francia, e
dopo che, per concentrarsi ulteriormente sul frumento, aveva
ormai abbandonato ogni altra forma di sperimentazione con
la chiarezza di un obiettivo preciso che non aveva mai rivelato direttamente?
Quell’obiettivo Strampelli lo confessò a Roberto Gody a
Buenos Aires, ed era l’autosufficienza granaria italiana, e
questo tre anni prima che Mussolini proclamasse la battaglia
del grano, che si pose quello stesso ambizioso punto di arrivo.
Ed allora perché distogliersi dal lavoro verso uno scopo
tanto importante per andare in Argentina, lui che era costantemente ossessionato dal tempo che segnava dei limiti al suo
lavoro, e questo proprio nel momento in cui i suoi grani
abbandonavano la dimensione sperimentale per essere realmente coltivati nelle campagne italiane?
PRODUZIONE DI GRANO IN ARGENTINA DAL 1895 AL 1904
ANNO
1895
1896
1897
1898
1899
1900
1901
1902
1903
1904
152
PRODUZIONE Q.LI
12.474.890
7.031.400
14.062.600
30.620.180
28.805.650
20.413.450
19.887.130
29.486.100
38.558.750
40.826.910
E che dire poi dell’evidente contrasto tra gli obiettivi
della sua missione scientifica in Argentina, con la politica
cerealicola del regime che aveva instaurato un regime protezionistico sul grano?
Quale era il senso di mettere a disposizione i risultati
delle proprie ricerche scientifiche ad un paese al quale l’Italia
pagava già un alto tributo per l’importazione di grano, con
l’evidenza che se li si fosse aumentata la produzione frumentaria, con la conseguente contrazione dei costi di produzione,
e quindi del prezzo sul mercato internazionale, si sarebbe
ulteriormente indebolita la posizione italiana?
Per tentare di spiegare tale apparente contraddizione
dobbiamo risalire al 1905, anno di datazione di una relazione
manoscritta che abbiamo rintracciato presso l’archivio di
Nazareno Strampelli, e che riguarda la produzione mondiale
del grano, ma in modo particolare la cerealicoltura argentina,
e la problematica delle importazioni frumentarie in Italia.
Siamo nel 1905, e Strampelli è il direttore della modesta
Cattedra ambulante di Rieti, che aveva come scopo istituzionale il miglioramento del Rieti originario, e non di certo la
politica delle importazioni granarie in Italia.
La relazione prendeva in esame la produzione granaria
argentina dell’ultimo decennio:
Il raccolto del 1904 è stato il più elevato del decennio e superiore a quello del 1903 di 2.268.160 quintali ed a quello del 1902 di
11.304.810 quintali. Si osserva inoltre che la coltura del frumento
nell’Argentina va sempre aumentando e la sua produzione ha notevole influenza sul mercato granario europeo. Così nel decorso marzo,
mentre si temeva una deficienza di frumento in Italia, l’Argentina
dopo la Russia e la Romania, contribuì alla importazione di grano con
106.970 quintali nel periodo dal 1 gennaio al 31 luglio e cioè aumentò
nove volte circa la sua importazione normale di frumento in Italia.17
Lo studio va poi avanti esaminando le produzioni
granarie in Russia, Romania e Stati Uniti, gli altri grandi
fornitori di grano all’Italia, ma tra questi, che avevano una
produzione elevatissima ma sostanzialmente stabile, l’Argentina rappresentava una eccezione.
Il suo trend di aumento produttivo non aveva confronti, e
nella relazione questo viene evidenziato in una apposita tabella
che metteva in evidenza come la cerealicoltura di quel paese
rappresentasse una variabile sul mercato internazionale estremamente significativa, caratterizzata da una forte dinamicità.
Quindi, se la presenza di tale relazione conferma ulteriormente gli obiettivi reali di Strampelli che fin dall’inizio del
secolo andavano ben al di là dei confini istituzionali della
Cattedra ambulante che dirigeva, l’accettazione dell’incarico in
Argentina potrebbe trovare almeno due chiavi interpretative.
E’ di certo immaginabile che nel momento in cui arrivò
quella proposta si stessero gettando le basi della battaglia del
grano, e Strampelli avrebbe dovuto giocare la carta dei suoi
frumenti che erano stati creati a Rieti negli anni precedenti,
ma che forse dovevano essere ancora meglio sperimentati per
essere certi dei risultati ottenibili.
L’Argentina apriva a Strampelli di fatto due diversi
percorsi, il primo dei quali era ovviamente quello dell’applicazione concreta dei suoi frumenti in un territorio tanto vasto,
e solo marginalmente sfruttato.
L’altro potrebbe essere ricercato in una sorta di comprensibile incertezza sull’impiego massiccio dei suoi frumenti in
Italia, e l’Argentina, con cui si sarebbero potuti stringere
accordi economici particolarmente convenienti, poteva rappresentare un rimedio da mettere in campo in caso di fallimento
della battaglia del grano.
E forse questo spiega anche il perché egli, nella fase della
gestione dei suoi frumenti in Argentina, piuttosto che a Carlo
Meschini e alla Società degli agricoltori italiani, preferì affidarsi ad una società come la Toscano & Schmitz, con uffici a
Buenos Aires, Torino e Parigi, ed in particolare a Pacifico
Toscano che vantava forti agganci sia nel mondo universitario
argentino, ma soprattutto all’interno dell’apparato governativo.
E forse non fu ancora un caso che nelle sue lettere, Pacifico
Toscano faceva spesso riferimento alle assicurazioni ricevute
dal ministro dell’agricoltura Le Breton in base alle quali c’era
una disponibilità da parte del governo argentino ad esportare in
Italia frumento a prezzo dimezzato, in una quantità doppia a
quella dei frumenti Strampelli introdotti in Argentina, e di
questo invitava Strampelli a riferire direttamente a Mussolini.
Come dire, se in Italia i frumenti Strampelli non avessero raggiunto i risultati desiderati, la bilancia dei pagamenti
avrebbe potuto ugualmente avvantaggiarsi dall’importazione
a prezzi ridotti del grano argentino.
Difficile è trovare un riscontro esplicito per tale percorso.
L’unica certezza è che per sua fortuna i frumenti creati a
Campomoro funzionarono benissimo nelle campagne italiane,
altrimenti, come vedremo, sarebbe stato ben difficile che Pacifico Toscano avrebbe operato come voleva Strampelli nella
direzione dell’economia nazionale italiana, rivelandosi piuttosto un abile faccendiere, tenace e privo di scrupoli.
Per altro una tale prospettiva aveva poco a che fare con
i programmi propagandistici del regime che fece dell’autosufficienza granaria una vera e propria bandiera da spendere
sul piano internazionale, senza badare più di tanto alla
complessità dell’economia europea del tempo, all’interno
della quale non era affatto scontato - e questo di fatto accadde
- che l’affrancamento dall’importazione frumentaria, producesse automaticamente reali benefici all’economia complessiva del paese.
E sull’altro fronte, cosa si aspettava l’Argentina da
Strampelli? Nell’intervista rilasciata alla Nacion, Roberto
Godoy sottolineava come il rendimento medio frumentario
in Argentina non superasse i 5,5 - 6,5 q.li per ettaro, e ciò era
considerato uno dei mali più gravi dell’economia argentina.
Non che tale produzione non fosse sufficiente a soddisfare il fabbisogno interno, anzi l’Argentina era un paese
esportatore di grano anche verso l’Italia, ma la bassa produzione faceva crescere il costo del frumento tanto che questo
era diventato poco concorrenziale sul mercato internazionale.
L’Argentina aveva investito fortemente nel porsi come
paese esportatore di frumento, destinando a questa coltura
tutta una vasta area che includeva la provincia di Buenos
Aires, quella di Cordoba, tutta l’area a nord-est della Pampa,
e quella ad est di San Luis.
La superficie coltivata a grano superava i 6 milioni di
ettari da cui si ricavava una produzione di poco superiore a
quella italiana, ma che rapportata alla popolazione presente,
circa di 10 milioni di abitanti, non poteva che essere destinata in larga misura all’esportazione.
Che l’Argentina abbia investito in questo senso lo si
deduce dall’aumento della produzione granaria e soprattutto
della superficie destinata a tale coltura che nel 1872 investiva
appena 580.000 ettari, che salirono a 2,5 milioni solo nel
1888, e a 4,9 milioni del 1895.18
153
Nel 1896 la produzione era di appena di 7 milioni di
quintali, che raddoppiò l’anno successivo per arrivare a 30
milioni nel 1898, e via via fino agli oltre 40 milioni nel 1904,
che si mantennero sostanzialmente costanti per tutta la prima
metà del XX secolo.19
Che tale aumento di produzione frumentaria fosse parte
di una strategia economica indirizzata a potenziare questa
come la principale voce attiva dell’esportazione, lo testimonia
l’esiguità del fabbisogno interno dovuto ad una popolazione
che, in base a quanto riferisce il De Moussy, nel 1860, superava di poco un milione di abitanti, i quali nel 1869, anno del
primo censimento ufficiale, erano saliti a 1.830.214, e quindi
a 4.040.911 nel 1895 e a 8.092.216 nel 1914.20
Nel 1922 sul totale complessivo delle importazioni
frumentarie l’Italia introduceva dall’Argentina il 5,11% di
frumento, quota che, come si vede dalla tavola seguente,
crebbe progressivamente fino a raggiungere il 26,06% nel
1928, per oltre 7 milioni di quintali.
Una piantagione di grano Strampelli a Caseras (Argentina)
INCIDENZA DELL’IMPORTAZIOE FRUMENTARIA DALL’ARGENTINA DAL 1922 AL 1933
ANNO
FRUMENTO IMPORTATO
Q.LI
1922
1923
1924
1925
1926
1927
1928
1929
1930
1931
1932
1933
26.813.020
27.887.420
21.310.280
22.419.050
21.462.830
23.081.590
27.448.300
17.648.430
19.350.530
14.849.180
10.561.710
4.605.060
154
VALORE
LIRE
3.057.059.358
3.039.068.994
2.484.450.547
3.843.026.288
3.535.682.968
3.001.759.297
2.995.207.597
1.718.024.203
1.567.311.551
835.774.434
504.687.869
205.751.390
Q.LI DI FRUMENTO
IMPORTATI
DALL’ARGENTINA
1.370..045
2.502.969
3.162.445
2.844.971
3.021.966
2.578.213
7.201.347
4.375.095
1.669.950
1.597.843
2.755.550
675.101
% DELL’IMPORTAZIONE
DALL’ARGENTINA
SUL TOTALE DELLE
IMPORTAZIONI
5,11
8,94
14,84
12,69
14,08
11,17
26,06
24,79
8,63
10,76
26,09
14,66
Il problema in Argentina era quindi, come in Italia, quello
di aumentare la produzione per ettaro, ma l’obiettivo era esattamente opposto, in quanto ciò non sarebbe dovuto servire a
ridurre l’importazione, ma per abbassare i costi di produzione,
ed avere un ruolo concorrenziale sul mercato internazionale.
La produttività media per ettaro nell’intervallo 19091913 era stata in Argentina di 6,6 q.li, inferiore a quella degli
Stati Uniti che era di 9,4 q.li, così come di quella della Russia
6,87 q.li, e nettamente più bassa di quella del Canada dove si
producevano in media 13,3 q.li per ettaro, anche se va tenuto
conto che in questo periodo la superficie frumentaria canadese era concentrata in poco più di 4 milioni di ettari, che
aumentarono vorticosamente negli anni successivi, fino a
superare i 10 milioni nel 1929.
CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIA
ARGENTINA CON QUELLA DI ALTRI PAESI
NELL’INTERVALLO DI TEMPO 1909-1913
PAESI
EUROPA
U.R.S.S.
STATI UNITI
CANADA
ASIA (India, Turchia,
Giappone, Cina)
AUSTRALIA
ARGENTINA
TOTALE
MONDIALE
SUPERFICIE
HA
29.340.000
29.950.000
23.881.000
4.024.000
PRODUZIONE
COMPLESSIVA
Q.LI
370.530.000
206.000.000
224.853.000
6,87
9,40
13,3
24.629.000
8,02
187.819.000
6.022.000
40.023.000
115.352.000
12,5
53.647.000
19.059.000
3.076.000
PRODUZIONE
x HA
Q.LI
1.106.048.000
Strampelli in Argentina con il figlio Benedetto
9,85
6,64
9,58
155
Le strade percorribili erano sostanzialmente due; da un
lato l’introduzione di nuove varietà di frumento, dall’altro una
maggiore razionalizzazione delle colture, e su questo fronte
era impegnato Marcello Conti che insegnava presso l’università di Buenos Aires, e che fu vicino a Strampelli nella sua
esperienza in Argentina, per essere poi coinvolto nell’operazione economica ideata da Pacifico Toscano per la gestione
dei frumenti Strampelli in America Latina.
In effetti il sistema di raccolta del grano in Argentina
soprattutto per la scarsità della manodopera, era fortemente
meccanizzato, più che in ogni altro paese dell’America
Latina, ma questo comportava una perdita di frumento che,
secondo una indagine condotta da Conti, superava gli otto
milioni di quintali l’anno, cosa che non poteva non incidere
significativamente sul costo di produzione.21
In modo particolare venivano usate mietitrici-legatrici o
semplici spigatrici, mentre solo da poco venivano impiegate le
mietitrici-trebbiatrici, introdotte prevalentemente dal Canada,
che garantivano un risultato economicamente più vantaggioso.
Ma il problema centrale era quello delle varietà di
frumento che in Argentina si coltivava su una superficie di
circa 7 milioni di ettari, collocati all’interno di una area,
potenzialmente adatta a questa coltivazione, che si estendeva
per oltre 50 milioni di ettari.
E’ evidente che una area tanto vasta si presentava con
profonde differenze morfologiche e climatologiche che andavano dal clima quasi equatoriale del nord, che garantiva un
forte sviluppo vegetativo, a quello secco del sud e dell’ovest,
dove i terreni arenosi e la scarsità di piogge presentavano
problematiche del tutto diverse.
Nazareno Strampelli partì per il suo viaggio nell’interno dell’Argentina visitando le principali province produttrici di grano.
Quella di Cordoba, dove la superficie frumentaria era di
1.792.000 ettari, e dove il grano costituiva il 45% sul totale
delle coltivazioni, quella di Santa Fe con 1.262.650 ettari
coltivati a grano (33%), quella di Entrerios 300.000 ettari,
(36%), la Pampa Centrale, 301.000 ettari ( 33%) e quella di
Buenos Aires 2.119.900 (30%).
Con lui c’erano Marcello Conti, Roberto Godoy e un
piccolo taccuino che abbiamo di recente rintracciato nell’ar156
chivio reatino della Stazione sperimentale,22 dove egli, regione
per regione, prendeva appunti circa la superficie delle colture, le
diverse varietà di grano coltivate, ma dove segnava anche i nomi
degli italiani che incontrava lungo il tragitto, e che spesso chiedevano a lui di portare notizie e saluti a qualche famigliare.23
Nell’area visitata da Strampelli era concentrato oltre il
90% della superficie granaria dell’intero paese, ed egli
comprese subito che uno dei principali problemi della granicoltura argentina era l’empirismo delle coltivazioni, per altro
comune a gran parte delle aree a produzione estensiva.
Occorreva trovare la giusta qualità di grano in funzione
delle diverse aree geografiche argentine, ed era evidente che
molti dei suoi frumenti potevano essere adeguatamente coltivati, ma solo dopo alcuni anni di sperimentazione.
Al ritorno dal suo sopralluogo nelle province interne,
Strampelli rilasciò una intervista al Giornale d’Italia nella
quale, contrariamente a quanto aveva fatto in altri casi, anticipò i contenuti della relazione che avrebbe preparato per il
governo argentino.24
Il primo errore dell’agricoltura argentina, secondo Strampelli, era legato all’estensività delle colture a discapito della
qualità del prodotto.
Mi pare che qui si alimenti troppo la mania dell’estensione: si
ha l’incubo della superficie. La vastità della campagna argentina
esercita una attrazione controproducente. E di conseguenza tutto è
superficiale. L’aratura poco profonda la coltura poco intensa.
Anche il metodo di semina veniva fatto in modo empirico e superficiale, a cominciare dai tempi in cui questa avveniva, senza tener conto delle varietà che si seminavano, fino
al punto che i frumenti a ciclo vegetativo lungo venivano
piantati in primavera anziché in autunno.
Inoltre non esisteva per Strampelli uno studio attendibile
delle varietà più adatte in funzione delle diverse aree geografiche del paese.
Su questo aspetto egli però non si sentì ancora di fornire
indicazioni precise in quanto non era sufficiente una unica
annata per verificare la bontà di una varietà rispetto ad un’altra
in una determinata area, e portò l’esempio di Guatraché nella
pampa centrale dove si coltivava il suo Carlotta con risultati
che avevano entusiasmato gli agricoltori della zona.
Egli invece di favorire la diffusione del suo grano, ne
sconsigliò l’uso, non ritenendolo adatto alle caratteristiche
morfologiche di quell’area.
I buoni risultati di quell’anno erano dovuti all’eccezionalità dell’annata particolarmente piovosa che, secondo Strampelli, aveva rappresentato l’unica vera condizione di riuscita
del Carlotta a Guatraché, e concludeva: “Ora le annate
piovose in questa zona sono eccezionali, rare e diffondendo
questo mio grano si farebbe del danno, anziché del bene.”
Strampelli ci teneva a non deludere, e già durante i sopralluoghi nella Pampa aveva gettato acqua sul fuoco degli entusiasmi che avevano generato i risultati di qualche suo grano.
Al cronista della Nacion che lo seguiva nel suo viaggio
ebbe a dichiarare:
No obstante el buen resultado conseguito en este año es bueno
no ilusionarse porque juzgo al Carlotta Strampelli non apto a la
región de la Pampa.25
In effetti la ricerca in campo agrario in Argentina era
alquanto arretrata, e se si fa eccezione per alcuni studiosi del
mondo accademico come Luis Maria Del Carril, che proprio
nell’anno in cui arrivò Strampelli tenne una conferenza
all’università di Buenos Aires sull’applicazione della genetica
in agricoltura,26 per il resto la situazione ristagnava su
pratiche empiriche di coltivazione, spesso introdotte dagli
stessi colonizzatori.27
Lo stesso Strampelli tornato in Italia sottolineò come gli
agronomi argentini non avevano a disposizione né campi sperimentali né dimostrativi, e pose un problema relativo all’emigrazione italiana in quel paese, gestita dagli agenti consolari,
privi di cognizioni agricole, e quindi incapaci di orientare
opportunamente gli emigranti verso le diverse aree argentine.
“Affinchè i nostri contadini che emigrano - dichiarava
Strampelli - possano realizzare subito discreti guadagni e non
perdere un tempo prezioso, bisogna che essi siano diretti ad
esercitare l’agricoltura in quelle zone della Repubblica
Argentina che presentano le caratteristiche speciali proprie
delle loro zone di origine”,28 e per far questo era necessario
rivolgersi proprio agli agronomi locali, gli unici che potevano
fornire indicazioni in proposito.
Dati precisi sulla coltivazione dei frumenti Strampelli in
Argentina non se ne hanno, ma, non appena tornato a Rieti,
egli spedì direttamente al Ministro di agricoltura Tomasso Le
Breton 400 kg di frumenti da seme Dauno, Apulia, Luigia,
Cervaro, Calatafimi, Carlotta, Riccio, Ardito e Marzuolo
Potenziani.29
Si trattò solo di un primo momento, più simbolico che
strutturale, in quanto, come vedremo, la diffusione dei frumenti
Strampelli non seguì tanto il percorso dell’ufficialità governativa, quanto quella dell’imprenditorialità italo-argentina.
Di certo nel 1924 Henry D’André, direttore del Laboratorio de los molinos herineros y elevadores de granos di
Buenos Aires, considerava i frumenti Strampelli come uno
dei tre raggruppamenti frumentari argentini, cioè a dire trigos
norte-americanos, trigos dei pais, e appunto, trigos Strampelli, e, a parte il Dauno, li considerava tra i migliori per la
panificazione,30 e sedici anni dopo Noé Horovitz nella sua
catalogazione dei frumenti coltivati in Argentina, classificava
le varietà più coltivate i grani Ardito, Mentana, Carlotta
Strampelli, Riccio, oltre al Rieti originario, che Strampelli
deve aver introdotto ritenendolo adatto in qualche specifica
area argentina.31
Di certo dopo l’esperienza di Strampelli, in Argentina si
assiste ad una vivacità degli studi agronomici sul frumento32 ben
al di là delle pubblicazioni propagandistiche diffuse dalla Ferrocarril Central Argentino, la compagnia ferroviaria che lavorava
per la colonizzazione di larghe aree pressoché deserte.33
Appare altresì evidente un aumento produttivo dovuto
non solo ad una maggiore estensione frumentaria, ma, soprattutto, ad una più elevata produttività per ettaro, cosa che è
difficile non mettere in correlazione con l’introduzione dei
frumenti Strampelli.
Tra il 1929 e il 1932, la produzione media in Argentina
era salita a 8,25 q.li per ettaro, ma contestualmente la superficie frumentaria era cresciuta di circa un milione di ettari,
mentre la produzione media per lo stesso periodo negli Stati
Uniti era rimasta sostanzialmente ferma a 9,49 q.li, così come
quella russa che era leggermente diminuita a 9,56 q.li, mentre
quella del Canada era scesa a 9,6 q.li.34
157
CONFRONTO TRA LA PRODUZIONE FRUMENTARIA
ARGENTINA CON QUELLA DI ALTRE AREE
NELL’INTERVALLO DI TEMPO 1929-1932
SUPERFICIE
HA
PAESI
29.869.000
EUROPA
33.540.000
U.R.S.S.
35.310.000
STATI UNITI
10.475.000
CANADA
ASIA (India, Turchia,
Giappone, Cina)
AUSTRALIA
ARGENTINA
TOTALE
MONDIALE
24.311.000
6.437.000
7.006.000
146.948.000
PRODUZIONE
COMPLESSIVA
Q.LI
390.360.000
220.162.000
335.242.000
101.351.000
230.532.000
50.648.000
57.829.000
1.386.174.000
PRODUZIONE
x HA
Q.LI
13,6
6,56
9,49
9,67
9,48
7,97
9,43
ANDAMENTO DELLA PRODUZIONE GRANARIA
IN ARGENTINA DAL 1909-1933
1909-1913
6.022.000
40.023.000
6,64
1933
7.957.000
69.720.000
8,8
158
7.006.000
57.829.000
PRODUZIONE DI GRANO IN ALCUNI PAESI MAGGIORI
PRODUTTORI AL MONDO NEL 1933
8,25
Nel 1933 l’Argentina aveva destinato a frumento altri
900 mila ettari raggiungendo una produzione di 69.720.000
q.li, con una media per ettaro di 8,8 q.li, la più alta di tutta
l’area americana.
Infatti nel Canada si producevano 7 q.li per ettaro, 6,7
nel Messico, 7,5 negli Stati Uniti, 7,6 in Uruguay, e l’Argentina aveva anche superato la Russia dove si producevano 8,3
q.li per ettaro, e l’Australia dove se ne producevano 7,6.
Come si evince dalla tavola seguente, tra i grandi produttori di grano del mondo dove veniva prevalentemente praticata la coltura estensiva, l’Argentina era diventato il paese
1929-1932
con la migliore produttività unitaria, senza però raggiungere
i livelli europei dove la prevalente cultura intensiva, garantiva, come si deduce dalla tavola seguente, rese unitarie ben
maggiori.35
Non conosciamo la relazione che Strampelli presentò al
ministro Le Breton prima di partire da Buenos Aires, e che a
quanto pare venne pubblicata e largamente diffusa,36 ma
questa deve aver inciso su una maggiore razionalizzazione
dell’impiego delle sementi, e, ovviamente, su un crescente
utilizzo dei frumenti Strampelli riprodotti in loco.
8,25
PAESI
ITALIA
FRANCIA
GERMANIA
GRAN BRETAGNA
GRECIA
JUGOSLAVIA
BULGARIA
POLONIA
UNGHERIA
ROMANIA
SPAGNA
RUSSIA
INDIA
ARGENTINA
CANADA
U.S.A
AUSTRALIA
ETTARI
PRODUZIONE
Q.LI
MEDIA
x ETTARO
5.085.900
81.003.000
15,9
2.318.000
56.043.000
24,2
722.000
6.721.000
9,3
5.464.000
706.000
98.611.000
17.000.000
18
24,1
2.079.000
26.286.000
12,6
1.700.000
18.600.000
11
1.225.000
1.953.000
3.166.000
4.552.000
16.019.000
13
26.244.000
13,4
50.184.000
11
32.406.000
10,4
33.241.000
277.268.000
8,3
7.957.000
69.720.000
8,8
13.351.000
10518.000
19.220.000
6.035.000
96.037.000
73.409.000
143.504.000
47.356.000
7,2
7
7,5
7,8
Tra affarismo coloniale e ricerca scientifica. Il centro
sperimentale Strampelli di Olivos
Se in Italia Strampelli si era sempre preoccupato di controllare l’intero ciclo del suo lavoro, dall’ibridazione alla diffusione
dei suoi frumenti, la stessa cosa intendeva fare in Argentina
dove era ormai certa la diffusione delle sue creazioni.
Qui però il discorso era diverso, e non c’era solo il
problema della distribuzione, ma soprattutto quello della
moltiplicazione, e ancor prima, quello della coltura sperimentale da svolgersi per verificare l’adattabilità dei grani in
un habitat tanto diverso da quello italiano.
C’è un personaggio a cui abbiamo già fatto cenno, che si
inserisce all’interno dell’esperienza di Strampelli in Argentina, e questi non è Carlo Meschini, che si era proposto a
Strampelli in questo senso fin dal 1919, ne altri del mondo
agrario legato alla SAI, ma l’imprenditore italoargentino
Pacifico Toscano che di fatto divenne l’agente di Nazareno
Strampelli in Argentina, e in altri paesi dell’America Latina,
fondando una società di commercializzazione dei grani
Strampelli, e creando ad Olivos, un apposito centro sperimentale intestato e diretto dallo stesso Nazareno Strampelli,
ma all’interno di un percorso non sempre chiaro, sempre
giocato sul filo della commistione, più o meno trasparente,
con l’apparato governativo argentino.
La principale fonte di questo capitolo della vicenda, è la
copiosa corrispondenza tra Pacifico Toscano e Strampelli tra
il 1923 e il 1924.
Una vicenda che, come vedremo, coinvolse anche
Marcello Conti, che insegnava agraria all’università di
Buenos Aires, ed altri personaggi del mondo italoargentino.
Già nella prima lettera del 4 ottobre 1923, Toscano fa
riferimento agli imballaggi dei grani Strampelli da inviare in
Argentina, segno evidente di un rapporto che era già nato a
Buenos Aires, e che iniziava ora a concretizzarsi.
Fin dall’inizio appare evidente il carattere di Pacifico
Toscano, imprenditore tenace sul percorso di un nuovo affare,
e la difficoltà di Strampelli a frequentare quel terreno così
lontano dai suoi laboratori di Campomoro.
Nella lettera Toscano riferisce a Strampelli che quella
stessa mattina aveva incontrato il ministro Le Breton il quale,
per altro, gli aveva posto un problema relativo ad un errore
nel compenso che era stato inviato a Strampelli, e che questi
avrebbe dovuto restituire.37
In realtà Strampelli non percepì compensi per la sua
missione in Argentina, ma solo un rimborso che avrebbe
dovuto coprire tutte le spese sostenute.
Strampelli si trovò nel bel mezzo di una questione tutta
sudamericana.
L’ambasciata argentina gli accreditò una somma maggiorata, che egli intendeva subito restituire, ma l’ambasciatore
sosteneva di non aver commesso errori, e non rinviava al
ministero argentino, che a sua volta aveva rilevato il disguido
e richiesto il rimborso, il surplus pagato.
Le Breton nell’incontro con Pacifico Toscano e Marcello
Conti trovò il modo di sottolineare questo aspetto, come se il
debitore verso il ministero argentino fosse lo stesso Strampelli.38 L’imprenditore italoargentino pensò di realizzare un
centro di diffusione dei frumenti Strampelli ad Olivos dove,
nei pressi della sua villa, acquisì un fondo agricolo di 2800
varas, circa 20 ettari, e manifestò la sua ipotesi allo scienziato
reatino, tentando anche di solleticarlo nella sua vanità:
Nel centro (del terreno) farò fare una porta arcata in muratura con
la iscrizione: Pacifico Toscano y cia Societàitalo-argentina. Campo
Esperimental de acliatatiòn de las semillas inedita Strampelli.39
Poi aggiungeva:
Mettendo la parola inedita... lascerò molto da pensare a ciò
che sarà, e quindi solleticando la curiosità ....otterrò di mantenere
vivo e fresco il pensiero degli agricoltori ed agronomi argentini su
di noi, ed intanto si faranno gli studi che a noi converranno, dando
tutta la nostra attività alle vedute commerciali col fine di raggiungere lo scopo prefissoci con una vittoria completa e col trionfo del
suo nome che strampellerò con tutta la passione del mio carattere.
L’obiettivo dell’imprenditore italoargentino era in tutta
evidenza quello di acquisire il monopolio dei frumenti Strampelli non solo per l’Argentina, ma per tutta l’America Latina,
e l’occasione per esplicitare ciò gli si presentò quando Strampelli gli comunicò che tali Negretti e Zamba smerciavano i
suoi frumenti a Santiago presentandosi come rappresentanti
dei suoi grani in Cile.
159
Nazareno Strampelli temeva fortemente che quanto era
accaduto in più di una occasione per il Rieti originario,
soggetto a numerose frodi, potesse con estrema facilità accadere ai suoi grani all’estero.
Non era facile trovare una soluzione, ma questa gli viene
suggerita dal Toscano che gli propose di depositare il marchio
Strampelli a nome della Toscano & C., in modo da poter
tenere sotto controllo il mercato dei frumenti in America, e a
tal proposito gli inviò una procura da sottoscrivere.40
Il documento in questione era un vero e proprio cappio al
collo per Strampelli che avrebbe concesso il marchio del suo
nome ad un privato che ne avrebbe potuto disporre senza
limiti.41
Qualche dubbio deve esser venuto a Strampelli che iniziò
a prendere tempo nel rispedire la procura controfirmata, tanto
da far scrivere a Toscano:42
Non posso dar fuoco alle bombe se non sono in un campo di
pura legalità, e perché non sono uomo da farmi far la barba da
nessuno, [...] stia certo che io saprò approfittare della ingordigia di
molti che preparano così una nuova attiva reclame a nostro favore.
E ancora il mese successivo:
Io ho propalato ai quattro venti che Lei è uomo di scienza ,
non può e non vuole occuparsi in modo assoluto di affari ma che
solamente geloso della sua dignità di scienziato e del suo rispettato
nome non deve permettere assolutamente che ingordi speculatori
sfruttino la sua opera e il suo nome da usurai e li è conseguenza
ch’ella si decise a nominarmi suo procuratore dandomi pure il
diritto di commerciare onestamente […] Le ho già scritto che per
strampellare sono fatto apposta, e a suo tempo strampellerò con
tanta dignità degna del nome per cui strampello che Le assicuro
dovranno venire da me col cappello in mano e supplicanti per avere
quello che vogliono.43
L’imprenditore italoargentino non sapeva da quale lato
prendere Strampelli che in qualche modo si fidava di lui, ma
evidentemente non fino in fondo, e questo Toscano lo aveva
percepito, tanto che colse, per altro a ragione, nel ritardo
dell’invio della procura l’intuizione di Strampelli nella poca
chiarezza dell’operazione.
160
A questo punto gli propose senza mezzi termini di essere
pienamente socio dell’affare, rassicurandolo anche di salvaguardare il suo nome di scienziato che non sarebbe affatto
figurato, aggiungendo:
...mentre lo è di fatto e di diritto […] Io farò figurare solo il
mio nome sul quale nessuno può indagare.44
In ogni caso egli aveva iniziato già a lavorare ad un
primo campo sperimentale di 16,60x50 metri, e ad una serra
di 35x5 metri, e pensava già alla denominazione da dare
all’impresa: Pacifico Toscano Esperimental de aclimataction
semilla ineditas Prof. Strampelli.
Egli aveva anche avviato l’organizzazione di una mostra
dei prodotti realizzati a Rieti, e Strampelli aveva accettato di
buon grado, ipotizzando anche di donare poi i materiali al
museo della Società rurale argentina, cosa che stuzzicò ulteriormente lo spirito imprenditoriale di Toscano il quale
tradusse anche questo gesto in prospettiva affaristica, ritenendolo ottimo per dar maggiore visibilità all’operazione, e
spiegava poi a Strampelli lo spirito argentino:
...qui molto se non tutto dipende dalla parada, che deve sollecitare le ambizioni di questa gente nuova e piena di orgoglio per
la...grande Nacion. 45
Lo stesso direttore del museo, dott. Girola, poteva essere
un buon tramite verso una fetta del mondo agricolo argentino, e Toscano rimproverò a Strampelli, che intratteneva con
lui rapporti epistolari, di non avergli comunicato la nascita
dell’impresa ad Olivos:
Come Lei non ha parlato di me al Girola sarebbe ottima cosa
ch’Ella dichiarasse a lui ed a tutti la mia qualità di procuratore
generale.....Non è più il caso di far misteri a chicchessia ed è necessario che Lei sappia e faccia sapere a tutti che per ogni trattativa sui
suoi grani debbono dirigersi a me perché nessuno può e potrà
esportare qui grani-semilla Strampelli anche se ne ricevesse l’autorizzazione di compera dal Governo, inquantochè con le mie
patenti in corso per l’Argentina,Uruguay, Cile e Brasile non
permetterò nessuna introduzione sotto il nome Strampelli che mi
appartiene per il nostro comune affare. 46
Il centro dimostrativo dei grani Strampelli creato ad Olivos da Pacifico Toscano. Anni ‘20
161
Strampelli appare sempre più titubante nei confronti di
Toscano, e questi sempre più preoccupato di non riuscire
nell’impresa di ottenere il monopolio della gestione dei
frumenti Strampelli e tornò a declamare le sue qualità
imprenditoriali sostenendo: “Ella caro professore non mi
conosce ancora, perché ignora come alla mia volontà di ferro
nessuna resistenza è possibile”, e a ribadire ciò che pensava
di aver ottenuto come diritto, facendo leva sulla parola a lui
data da Strampelli:
...qui non si possono importare frumenti Strampelli se non con
il mio intermezzo per le patenti che proteggono questa introduzione
esclusiva al mio nome potendo io con tutti i diritti sequestrare tutti
i frumenti introdotti con questo nome tanto in Argentina che in
Uruguay, Cile e Brasile.
Ben chiarito questo punto che si può anche informare il nostro
governo per il monopolio di cui mi sono reso assuntore, non c’è da
far altro che rispondere a tutte le richieste possibili che essendo io
l’unico importatore nei paesi summenzionati tutte le trattative di
compera debbono essere da me vagliate ed accettate sempre uniformandosi gli acquirenti alle condizioni che stabilirò.
Arrivando anche a mettere alle strette Strampelli:
Spero ch’Ella Egregio professore avrà ben compreso
l’importanza capitale che ha il mio programma di esclusività
assoluta, per il che mi protegge la legge sulla quale nessuno
può obiettare senza pericolo di pagare assai caro il rischio di
infrazione
E’ perfino preoccupato degli ingegneri che il governo
argentino inviava periodicamente a Rieti presso l’Istituto
sperimentale di cerealicoltura, suggerendo a Strampelli: “Non
si scaldi tanto il fegato a comunicare troppa scienza agli Ingegneri Agronomi che il Governo Argentino manda da Lei a
Rieti”. Intanto il risultato è il medesimo.
Se Toscano pensava a fare affari, Strampelli era invece
preoccupato di creare in Argentina un centro che avesse delle
buone credibilità scientifiche, e tra lui e Toscano voleva che
operassero alcuni degli addetti ai lavori che avevano seguito
la sua missione governativa.
162
Bozzetto da apporre sui sacchi di grano da esportare da Rieti
a Buenos Aires. 1922
In modo particolare le persone che egli sembrava ritenere maggiormente affidabili erano Marcello Conti, professore di agraria all’università di Buenos Aires, e Roberto
Godoy, considerato una delle principali voci della granicoltura argentina con importanti incarichi governativi, e che
conosceva bene il lavoro di Strampelli essendo stato a lungo
Rieti per incarico del Ministero dell’agricoltura argentino.
Conti sarà sempre coinvolto in questa vicenda, non molto
ben tollerato dal Toscano, ma in ogni caso presente, mentre
Godoy né rimase fuori, e la motivazione la comunicò lo
stesso Toscano a Strampelli:
L’ing. Godoy mi visitò in villa tre settimane or sono promettendomi di tornare a conversare con me…ma ho saputo da Conti
ch’egli ha un solo e unico interesse di fuggire a Parigi insieme alla
sua amante ch’essendo maritata e separata qui non può rimanere
in questa terra dove è sfuggita dalle sue antiche relazioni a parenti.
Per cui Godoy che è fortemente avvinghiato a questa signora che
accompagnò anche ad Olivos, non vede e non sogna che…Parigi
per cui farà ed agirà con energia onde ottenere il canonicato che
desidera per mangiare in pace e in buona compagnia le prebende
della cara madre patria. Sia quindi pace all’anima sua, nessuno a
questo mondo essendo indispensabile.47
Chi faceva la parte del leone nella vicenda era Pacifico
Toscano, e Strampelli deve aver compreso di essersi cacciato
in un guaio dal quale era per altro ormai difficile venir fuori.
Egli pretendeva che l’imprenditore italoargentino fosse il
gestore di una operazione solo parzialmente economica,
probabilmente con le motivazioni che abbiamo esposto in
precedenza, e questi invece era totalmente convinto di aver
messo in piedi una impresa che in poco tempo avrebbe fruttato cospicui guadagni, e riteneva ogni altro aspetto assolutamente secondario rispetto a questo scopo.
Strampelli provò ad arginare per quanto possibile la
situazione pasticciata che si era venuta a creare, e scrisse una
lunga lettera a Pacifico Toscano nella quale tra l’altro gli dice:
Una lettera dell’imprenditore italo-argentino Pacifico Toscano
a Nazareno Strampelli con la carta intestata del centro dei grani
Strampelli ad Olivos. 23 maggio 1924.
Ricevuta la sua del 23 aprile mi sono recato dal sig. Brebbia
addetto commerciale della Legazione Argentina a Roma, che è colui
che compilò e scrisse la carta poder, come ebbi a dirle in altra mia. Il
Brebbia, si è rifiutato di fare la correzione desiderata. Egli ritiene non
163
serio e non decoroso cedere il mio nome in proprietà ad altra persona,
qualunque essa sia. Aggiunge che Ella avendo la mia procura generale può servirsene ugualmente in tutti i modi. Io quindi non posso
fare altro che ritornarle la carta poder senza correzione. Se questo
fatto può portare altra spesa oltre quelle già da Lei sostenute addebiti
a me le spese maggiori se lo crederà giusto. Ma le dichiaro che pur
avendo in lei la massima stima e cieca fiducia come ho dimostrato con
la rilasciatale ampia procura trovo giusto quanto osserva il Brebbia e
per il mio decoro non farò mai rinuncia del mio cognome, che voglio
resti sempre mia proprietà. Riguardo al nome da dare alla casa di
importazione Semillas Strampelli faccia come vuole a me non
importa nulla della dicitura qualunque essa sia. Sono pervenute altre
richieste di grani da seme per paesi sudamericani, ma io valendomi
della mia posizione presso questo Ministero di Agricoltura ho posto
il veto per l’esportazione. Questa facoltà che io ho ci potrà giovare in
modo grandissimo nei nostri futuri affari. Per ora essa è servita ad
impedire che altri inizino il commercio dei grani da seme Strampelli.48
La risposta di Toscano non si fece attendere e fu lapidaria:
Ella, egregio amico, è un grandissimo scienziato, ma mi
permetta di dirle, e La prego di non aver a male la mia franchezza,
che considero un dovere usare con un amico che stimo come Lei,
di affari non ne comprende un’acca ed è meglio che ella ne lasci il
compito a chi ha passato tutta la sua lunga vita con essi.49
Toscano sembrava percepire che l’affare Strampelli gli
stesse sfumando, e tentò di giocare l’ultima carta della credibilità che egli poteva vantare nell’apparato governativo argentino.
Quindi si rivolse a Strampelli riferendogli di aver incontrato il ministro Le Breton il quale gli aveva chiesto informazioni circa l’importazione dei frumenti da Rieti, quasi a
sottolineare che l’operazione che egli proponeva a Strampelli
godeva di una sorta di benedizione governativa.
E si spinse oltre, dicendogli che tale disponibilità avrebbe
fatto bene ad annunciarla direttamente a Mussolini in quanto
ciò sarebbe stato fatto ufficialmente da li a poco dal Ministro
dell’agricoltura argentino in visita in Italia.
C’era poi il campo sperimentale di Olivos che andava
molto bene, ed era stato visitato dal deputato Arana, cugino
del presidente della Repubblica Alvear, il quale per altro lo
avrebbe visitato al più presto.
164
Toscano si prodigava a manifestare a Strampelli le sue
intenzioni patriottiche, dietro le quali erano però fin troppo
evidenti i suoi affari.
Gli ho comunicato (al ministro) come ora comunico a Lei il
mio divisamento di favorire il nostro paese nel senso veramente
patriottico, proponendomi di spedire in Italia grano di ottima qualità
a prezzo inferiore della quotazione del mercato perdendo così noi
del denaro, in competenza con tutti cosa che noi possiamo fare non
solo per atto patriottico, ma nel nostro stesso interesse deducendo
questa perdita dal beneficio che ritrarremo dalla vendita delle
semenze introdotte introducendo maggior quantità di semenze.
Sto anche studiando il mezzo di facilitare la vendite delle nostre
semenze favorendo gli agricoltori evitando loro esborso in denaro,
ricevendo in pagamento delle nostre semenze, in natura e cioè col
grano immagazzinato nel momento che noi faremo le vendite.50
Nel frattempo Toscano aveva realizzato nuove serre, e
nel campo sperimentale di Olivos lavoravano 20 operai senza
mai trascurare un apparato scenografico che ora prevedeva
una nuova iscrizione:
“Ensayos de rendimientos de las semillas ineditas Strampelli“, tre statue di finto marmo raffiguranti il Sembrador, il
Segador e il Fauno, e per finire sul muraglione del campo
aveva in mente di far dipingere un murales dal pittore italoargentino Cuppini, e aggiungeva con soddisfazione:
Le dico solo che il cartello è lungo 9 metri x2. Sembra un
monumento nazionale che vedranno anche i ciechi...dal continente.51
Ancora una volta magnificò a Strampelli il suo lavoro in
Argentina, tutto indirizzato ad esaltare l’opera dello scienziato italiano. Toscano a questo punto doveva aver abbandonato l’idea di acquisire il monopolio del marchio Strampelli
per tutta l’America Latina, e, suo malgrado, sembrava aver
accettato di essere semplicemente l’agente dei frumenti
reatini registrando il marchio Trigos Strampelli, ma a nome
dello stesso Strampelli.
Dallo scienziato reatino aveva ricevuto l’assicurazione
che non ci sarebbero stati altri intermediari, tanto che in una
lettera lo prega di “perdonare la sua ignoranza in materia di
affari”, e poi, utilizzando un po’ il linguaggio di Toscano
aggiungeva: “Ella sarà il solo gallo del gallinaio”.52
In effetti Toscano era un imprenditore irrefrenabile, e
anche quando non era andato in porto il suo progetto monopolistico, proseguì la sua incessante attività che Strampelli in
qualche modo ammirava e non mancò più volte di manifestarglielo come quando prese l’iniziativa di presentare una
dettagliata relazione al Ministro di agricoltura italiano nella
quale, oltre a parlare dell’esperienza argentina di Strampelli,
spiegava la dimensione di quella sua impresa economica.
La relazione di Toscano è importante, e vale la pena
seguirla in alcuni passaggi che fanno chiarezza rispetto ad
almeno alcuni aspetti della vicenda argentina di Strampelli.
In primo luogo Toscano riferisce del lavoro di Strampelli
svolto per incarico del governo argentino:
Il prof. Strampelli ha compiuta la sua missione con la fedeltà ed
intelligenza che si addice ad uomini del suo stampo, ricevendo l’encomio generale per la opera sua e per la dotta relazione rilasciata
prima del suo viaggio di ritorno in patria, relazione che per cura del
ministero di agricoltura argentino fu poi data alla pubblicità.53
Poi si sofferma a descrivere i grandi vantaggi che l’Argentina avrebbe ricevuto coltivando i suoi frumenti, ma anche
i tentativi poco chiari di costruire affari su tale operazione, e
aggiungeva:
Il Prof. Strampelli che come gli uomini di scienza è negativo
negli affari, rifiutò terminatamente ogni lusinghiera renumerativa
proposta, e come io con lui vedemmo il pericolo che si potessero
importare qui dei frumenti qualsiasi, camuffandoli col nome di
frumenti Strampelli, indussi il Prof., a cui io sono legato da sincera
amicizia, di registrare la marca delle sue creazioni in Argentina,
Cile, Brasile e Uruguay, perché pure da questi altri Paesi sud-americani piovevano laute proposte da speculatori.
Poi arrivava a porsi come il vero e unico interlocutore
scelto da Strampelli, e che operava per tutelarne il nome da
“ingordi affaristi”, senza dimenticare di collocarsi dentro un
agire sinceramente patriottico:
Onorato dal Prof. Strampelli della sua più ampia procura generale io mi sono dovuto preoccupare di evitare che non solo ingordi
affaristi potessero sfruttare il nome del nostro illustre scienziato,
denigrandolo con importazioni mistificate che darebbero loro usurai
benefici, ma ho tenuto fermamente il principio che si dovesse tener
ben alto con il decoro italiano, il prestigio scientifico del sapiente
nostro connazionale che onora il nostro Paese, anche perché fosse
luminosamente provato dai risultati che la fiducia di cui fu onorato
il Prof. Strampelli dall’onorevole Ministro Sua Eccellenza Le
Breton, era completamente giustificata, ed in conseguenza la scelta
fatta del ministro argentino assolutamente accertata per il benessere
che si prometteva di apportare in beneficio del suo paese.
E quindi passava a descrivere il modo in cui aveva
operato e intendeva operare in futuro:
Istruito e stimolato dal prof. Strampelli, ho creato in Olivos, in
un terreno di oltre circa tre mila metri quadrati, attiguo alla mia
villa, un campo sperimentale con il quale potrò documentare agli
agricoltori di questo Paese le mie esperienze comparative con i
frumenti, già degenerati, che si usano qui, sia nella loro acclimatazione, come per il superiore rendimento ed infine per la loro resistenza alle varie avversità che affliggono i frumenti in generale.
Con la seminazione in differenti date. Potrò con elementi positivi
controllabili qui alla vista di tutti, consigliare gli agricoltori sui
frumenti precoci o tardivi. e dimostrare loro le differenze sensibili
di maggior produzione, come le migliorate qualità del raccolto.
Tutto ciò lo renderò di dominio pubblico invitando a tempo
debito tutti gli agricoltori a visitare il mio campo sperimentale, interessando in modo particolare i signori ingegneri agronomi della
Repubblica, onde essi possano propalare, nell’interesse del loro
paese, con perfetta convinzione e coscienza propria i risultati
indubbi che si otterrebbero seminando le originali varietà dei
frumenti Strampelli.
Un lavoro di pubblicizzazione che era già cominciato, e
Toscano ricordò “la grande onorificenza” concessa alla
mostra del grano a Buenos Aires, così come il fatto che la
compagnia ferroviaria dell’Oeste, che investiva in propaganda agraria onde colonizzare altre aree deserte dell’Argentina, aveva organizzato proprio in quell’anno un giro di
propaganda agraria con lezioni tenute dal prof. Alfredo
Bonino per spiegare agli agricoltori i vantaggi dei frumenti
Strampelli.
Si trattò di un lungo giro nell’interno dell’Argentina
iniziato il 30 giugno, e che il 10 luglio, quando Toscano
redasse la sua relazione, doveva ancora concludersi.
165
Poi Toscano esplicitò le sue intenzioni:
Per il prossimo anno 1924 importerò le originali semenze
Strampelli, ed a proteggere gl’interessi di questo Paese, onde legittimare la genuina provenienza, ogni sacco in più della marca registrata, dovrà portare la indicazione dell’anno della semenza, ed il
controllo con firma autografa del Prof. Strampelli.
Non permetterò in conseguenza a chicchessia introduzione
alcuna di semenze col nome Strampelli, valendomi dei diritti che la
legge argentina concede per tutti i prodotti della marca registrata.
Considerando come massima di onorare la propria nazionalità beneficiando con il lavoro il Paese che ci ospita, il mio principio è di favorire
in tutto il possibile l’agricoltura argentina, facendo nel contempo opera
eminentemente italiana in questa terra dove milioni d’italiani trovano
pane e lavoro, costituendomi in ente commerciale per la introduzione
di queste originali varietà di semenze. Ma intendo ente commerciale
onesto, che tenga ben alto il nome italiano, salvaguardando con scrupolo la dignità e gli sforzi scientifici del prof. Strampelli.
Arrivò poi all’aspetto che avrebbe potuto funzionare
come uno degli elementi base dell’operazione di Strampelli
in Argentina, e cioè quello di un rapporto privilegiato nell’importazione di grano in Italia che avrebbe potuto funzionare
come scappatoia qualora i frumenti Strampelli non avessero
ottenuto i successi aspettati una volta coltivati su larga scala,
contribuendo in ogni caso a ridurre il peso economico
dell’importazione del grano in Italia.
Mi propongo esportare in Italia in cambio di questa importazione, doppia quantità come minimo, di ottimo grano per pane,
impegnandomi di vendere questo grano argentino a prezzo sensibilmente inferiore della quotazione di piazza e ciò nell’intento di
beneficiare il nostro Paese, favorendo l’intercambio italo-argentino
ed escludendo così ogni competenza di esportazione per l’Italia.
Il sacrificio che imporrò alla mia società commerciale,
vendendo sottocosto il grano per l’Italia, lo ricaveremo in parte dal
beneficio che ci darà la importazione dall’Italia e ci sarà già sufficiente compenso morale l’essere utili alla nostra patria inviando
prodotti necessari a condizioni…
Toscano concludeva con un evidente invito al ministro
di appoggiare questa operazione che lo avrebbe posto in una
situazione leader nel contesto degli scambi economici tra
Italia e Argentina.
166
Le due anime, quella di Strampelli scienziato e quella di
Toscano affarista, convivevano in strana simbiosi all’interno
di questa operazione. Strampelli intendeva utilizzare il centro
di Olivos come un vero e proprio istituto sperimentale
controllato da un agronomo di rilievo come Marcello Conti,
dal quale Toscano poteva anche trarre dei guadagni, ma senza
superare i rigidi confini che Strampelli poneva da Rieti.
Così, quando tal Cappelli propose a Strampelli di importare vagoni di frumento nella provincia di Santafè, egli lo
mise in contatto con Pacifico Toscano presentandolo come il
suo rappresentate in Argentina, ma, ben lungi dal consentirgli
di fare affari ad ogni costo, comunicò allo stesso Toscano:
Gli ho detto che prima di importare le mie semenze è bene attendere i risultati delle esperienze che sono istituite colà per poter con
coscienza e scienza scegliere il tipo da esservi utilmente importato.
Cosa indispensabile per la serietà del nome mio e del nostro
Paese. Altrimenti si potrebbe andare incontro a degli insuccessi e
fare così figura da imbroglioni. Ho anche detto che la quantità di
Ardito raccolto in Italia in questo anno potrà aggirarsi intorno ai
5000 quintali ma che qui è avidamente ricercato per seme e che gli
acquirenti entusiasti offrono 200 e più lire il quintale come viene a
bocca di trebbia senza essere lavorato e selezionato a seme. Si
prevede che non ne resterà disponibile per esportarne e pare che il
Ministero di Agricoltura voglia applicare il veto .....per questo tipo.54
Toscano invece voleva fare affari e farli presto, e che non
badasse troppo alle sottigliezze lo testimonia il modo in cui
pubblicizzava i frumenti Strampelli in Argentina.
Nell’aprile nel 1924 diffuse migliaia di copie di una circolare destinata ai produttori argentini nella quale dopo aver ricordato la figura di Nazareno Strampelli, del quale egli si
professava “amigo, discipulo” ma soprattutto “apoderado
general”, proponeva ad essi di prenotare il frumento Ardito per
la prossima semina. Egli comunicava di essere stato direttamente a Rieti, e che, malgrado le promesse fatte da Strampelli
al ministro Le Breton, c’erano difficoltà ad esportare tale varietà
di frumento per l’altissimo utilizzo che se ne faceva in Italia.
Solo a lui Strampelli aveva concesso una certa quantità
di Ardito che in Italia aveva dato risultati eccezionali, consentendo nel 1923 una riduzione di importazione di frumento di
12 milioni di quintali, e producendo quindi un arricchimento
di 300 milioni di lire/oro.
Quindi un frumento davvero miracoloso, che per esser
ottenuto occorreva prenotarlo in tempo vista l’esigua disponibilità. E in un’altra circolare specificava che il prezzo era di
45 dollari argentini per ogni confezione da 65 Kg., con l’impegno da parte dell’acquirente di restituire il sacco con cui
era confezionato onde evitare contraffazioni.55
In realtà fino al 1925 in Italia l’Ardito non era coltivato
che su una modesta superficie di 175.000 ettari, e gli straordinari risultati che Toscano descriveva ai suoi connazionali,
dovevano ancora accadere.
Così come non era affatto vero che in Italia l’importazione di frumento era diminuita di 12 milioni di quintali nel
1923, anzi questa passò da 26.813.020 nel 1922 a 27.887.420
nel 1923, diminuendo nel 1924 di circa 6 milioni di quintali,
ma non grazie all’Ardito che ancora si coltivava su ristrettissime porzioni di territorio.
Tutto vero quello che diceva Toscano, solo che quello
che lui descriveva come cosa accaduta, doveva ancora accadere, e, come abbiamo visto, occorrerà aspettare la fine degli
anni venti perché i grani Strampelli venissero massicciamente
introdotti nelle campagne italiane consentendo un pressoché
totale annullamento delle importazioni frumentarie.
Egli stava investendo molto in questo affare, e non ne
faceva mistero a Strampelli:
Avendo io già speso più che 120.000 lire per il Campo Esperimentale ed essendo deciso a mettere tutta la mia fortuna in questo
affare che io vedo chiaro come la luce del sole ho bisogno di circondarmi di collaboratori attivi, influenti e che si uniscano a me per
dare la vita che abbisogna un commercio qualsiasi e quindi questi
miei collaboratori debbono guadagnare sulle utilità che dal mio
commercio ritrarrò, volendo che per Lei rimanga il venticinque per
cento sulle utilità nette e rimborsandole tutte le spese ch’ella incontrerà non solo per l’acquisto delle semenze, ma bensì tutte le spese
di posta telegrammi eccetera ch’ella deve sopportare a riguardo di
questo commercio. A tempo debito farò fare una scrittura legale al
rispetto.56
Marcello Conti, del quale Strampelli si fidava, se non
altro perché era uno studioso decisamente accreditato nel
mondo accademico argentino, rappresentava per Toscano un
freno, ed egli tendeva a metterlo in cattiva luce:
Sull’amico Conti e mi spiace il dirlo, io non posso contare
affatto. Non solo non ha affatto spirito commerciale ma è di una
negligenza da far cascare le braccia. Non si è mai interessato di
nulla se non che della parte curiositiva che è l’antitesi assoluta della
collaborazione, ma tutto ciò che io l’ho incaricato di fare non l’ha
fatto e non si è dato il pensiero di farlo dal momento che io ho
cercato di innestargli il mio entusiasmo facendogli comprendere
che chi con me lavora guadagna.57
La pagina argentina di Strampelli resta comunque ancora
con delle ombre. Di certo Toscano importò considerevoli quantità di frumento con confezioni direttamente preparate a Rieti58
tanto che nell’agosto 1923 egli chiese la disponibilità a Strampelli per complessivi 5000 quintali dei frumenti Carlotta,
Ardito, Apulia, Cervaro, Potenziani e Riccio,59 ed egli stesso
nel luglio dello stesso anno comunicò di avere completamente
esaurito i 300 sacchi di Ardito, così come del Potenziani per il
quale chiedeva l’imbarco immediato di un’altra fornitura.60
Toscano nominava subagenti in giro per l’Argentina,
diffondeva attraverso pubblicazioni i frumenti Strampelli, e
procurava anche altre ordinazioni dalla Francia, come quella
per Luis Gaye a Lannemezan.61
Nel frattempo egli aveva coinvolto nell’operazione l’ing.
Bonino che non solo aveva accompagnato Strampelli nel suo
giro per l’interno dell’Argentina, ma era stato incaricato dalla
compagnia ferroviaria di effettuare un lungo giro di propaganda per diffondere i frumenti Strampelli.
Egli poi metteva in piedi iniziative promozionali sia sul
piano giornalistico, avvalendosi per altro del suo ruolo di azionista della Nacion, uno dei principali giornali argentini, sia con
azioni singolari come quella, suggeritagli per altro da Bonino,
di diffondere campioni gratuiti di frumenti Strampelli agli agricoltori utilizzando la compagnia ferroviaria argentina.62
Come sempre declamava il suo entusiasmo per questa
impresa, ma i rapporti con Strampelli si interruppero qui.
Nel 1924 Strampelli ricevette a Rieti la visita del Ministro dell’agricoltura argentino Tommaso Le Breton,63 ma
qualche mese dopo venne totalmente assorbito dalla battaglia
del grano essendo stato chiamato da Mussolini a far parte del
Comitato permanente del grano, e i suoi frumenti andarono
progressivamente ad acquisire un pressoché totale monopolio
nella granicoltura italiana.
167
Scheda tecnica del grano “Carlotta”
largamente diffuso in Argentina.
Rivista Granos, 1939
168
Difficile pensare che essi potessero anche essere esportati,
tanto che lo stesso Strampelli aveva comunicato già nel 1924
a Toscano che il suo grano, soprattutto l’Ardito, era “...avidamente ricercato per seme, e che gli acquirenti entusiasti offrono
200 e più lire il quintale come viene a bocca di trebbia senza
essere lavorato e selezionato a seme. Si prevede che non ne
resterà disponibile per esportarne e pare che il Ministero di
Agricoltura voglia applicare il veto ....per questo tipo”.64
D’altra parte una ipotetica politica import-export adombrata come ipotesi da Strampelli, e sulla quale aveva fortemente investito Pacifico Toscano, mal si addiceva alla
strategia autarchica di Mussolini che aveva puntato ad annullare le importazioni granarie fidandosi ciecamente dei
frumenti Strampelli. Ma c’è un altro elemento che potrebbe
spiegare l’interruzione dei rapporti tra Strampelli e Toscano
nel 1924, e ancora una volta è Rieti ad agire verso Strampelli
con una ossessionante forma di controllo e sfiducia.
Così come accadde quando Strampelli iniziò a lavorare
alle sue ibridazioni anziché alla valorizzazione del Rieti originario, così come quando egli in tutto segreto pensò e progettò
la nascita dell’istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura a Roma, così quello che Strampelli stava facendo in
Argentina deve aver insospettito l’ambiente reatino e suscitato quelle reazioni da sempre temute da Nazareno Strampelli.
Non abbiamo riscontrato elementi documentari precisi
in questo senso, ma è molto indicativa l’ultima delle lettere
che Toscano scrisse a Strampelli e nella quale tra l’altro dice:
...ben sorpreso di apprendere le accennate comarate ...di quei
Signori Reatini, che dimostrano non solo una crassa ignoranza per
le sue eccelse qualità di uomo e scienziato, ma bensì un cretina
ingratitudine per tutto quello che lei ha fatto e sta facendo per Rieti,
onorandola nella maniera che pochi uomini sanno fare. Toccare poi
la sua persona come trafficante...è proprio un delitto ma come un
raglio di un asino, o di asini non giunge al cielo, lasci ragliare
finchè vogliono certo, come dev’essere che nessuno può dare
ascolto a simili canagliate. L’amico Conti con me ne ha riso perché
è perfino indecoroso che lei raccolga certa immondizia che non
potrà mai toccarle la suola delle scarpe.65
Questa fu di fatto l’ultima lettera di Toscano a Strampelli, e l’ultimo atto di un capitolo che, come abbiamo detto
all’inizio, Nazareno Strampelli non ha mai voluto ricordare.
A ciò può aggiungersi che lo spirito imprenditoriale alquanto
spregiudicato di Pacifico Toscano deve aver ulteriormente
intimorito Strampelli fino al punto da prenderne le distanze.
Tale ipotesi è ulteriormente suffragata da una lettera che
Strampelli ricevette nel maggio 1924 dall’ing. Parcel, della
Dirección general de Enseñanza agricola del Ministero de
Agricoltura de la Nación, il quale gli riferì i risultati del
frumento Apulia, e senza mezzi termini gli fece intendere che
sarebbe stata più opportuna una diffusione dei frumenti
tramite l’apparato ministeriale argentino per evitare situazioni
poco chiare e, con delicatezza, ma in modo inequivocabile,
fece riferimento a Pacifico Toscano che tra l’altro magnificava la qualità dei frumenti che vendeva ovunque, i quali poi
deludevano nell’applicazione pratica, e questo era quanto di
più preoccupava Strampelli. Secondo l’ing. Parcel in alcune
zone della pampa argentina l’Ardito non era affatto indicato,
e molto meglio di esso si comportava l’Apulia.66
E’ comunque certo che in altre zone l’Ardito andava
benissimo, come testimonia una relazione di G. Bachrouse
sui frumenti Strampelli da lui coltivati nella provincia di
Buenos Aires:
Su mejor trigo es indiscutiblemente el Ardito, que si bien
fracaso en el norte en tre puntos, en rinde, y tambien aspecto de
grano, en el Oeste Centro rendia mas qualquier otro, y grano
bastante bueno.67
Un’altra testimonianza della perdita di credibilità di
Toscano, è la corrispondenza di Pagella Ilnos-Junin, un ricco
proprietario di Buenos Aires, che chiese a Strampelli di
fornirgli direttamente i suoi frumenti, e in questo lo consigliò
il dott. Girola, direttore del museo agricolo di Buenos Aires
che più volte Toscano aveva cercato, evidentemente senza
successo, di coinvolgere,68 e nello stesso modo si comportò il
direttore della Bolsa de Cereales-Buenos Aires che relazionò
direttamente a Strampelli sui risultati delle coltivazioni del
Carlotta, e gli chiese un parere circa le possibilità di diffonderlo nella zona della Pampa.69
Insomma Toscano uscì dall’orizzonte di Nazareno
Strampelli, ed egli chiuse la sua pagina in Argentina per dedicarsi totalmente alla battaglia del grano che rappresentò la
grande applicazione pratica dei suoi frumenti.
169
NOTE
N. STRAMPELLI, I miei lavori…op. cit.
G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942.
3 ASSGRi, APS, b. 13, f. 34, Lettera di Marco Dutto a Nazareno
Strampelli, 1919.
4 Sul ruolo degli emigranti italiani in Argentina cfr. E. SCARSELLA,
Italiani d’Argentina, Venezia 1983; E. GENTILE, L’emigrazione italiana
in Argentina nella politica di espansione del nazionalismo e del fascismo,
in “Storia Contemporanea”, XVII (1986), n. 3, pp. 355-396. Più in generale per quanto riguarda l’America Latina si veda il numero monografico
di Quaderni Storici n. 25, 1974 “Capitale e lavoro in America Latina”.
5 ASSGRi, APS, b. 10 (n. p.) f. 2, Lettera del dott. Carlo Meschini
a Nazareno Strampelli, 8 maggio 1919.
6 Ivi, b. 10 (n. p.) f. 10, Lettera dell’ambasciatore della legazione
della Repubblica Argentina a Nazareno Strampelli, ottobre 30 1922.
7 L’elenco dei membri delle commissioni è pubblicato in, Il prof.
Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in “La Scena Illustrata”, (di Buenos Aires) XVI (1922), nn. 50-51, p. 7 .
8 L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina) in “L’Italia del popolo”,
6 dicembre 1922, p. 2; Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra
ciuidad, in “La nuova Provincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en
su jra por copetonas e irene, in “La nuova Provincia”, 23 dicembre
1922; Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923
(settimanale di Camerino); Il professore Strampelli nella nostra casa
in “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923; Cultivo y rendiniento del
trigo, in “La Nation”, 1 febbraio 1923; Hay variedades de trigo que no
son aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec una
jira que realiza pour aquella zona in “La Nation”, 24 febbraio 1922.
9 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia del Popolo”,
6 dicembre 1922.
10 Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6 dicembre
1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires).
11 N. PASINI, Conversando con donna Regina Pacini de Alvear
(Moglie del presidente della repubblica Argentina), in “La Patria degli
Italiani”, 17 dicembre 1922, p. 1.
12 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli; in “Il giornale d’Italia”, 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires).
13 Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio in “Giornale
d’Italia”, 17 gennaio 1923.
14 Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre in “La
Scena Illustrata”, XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre, p. 7.
15 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. Le impressioni del
Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno (dell’Argentina) in
“Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922.
1
2
170
16 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26
dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires).
17 ASSGRi, APS, b. 24, f. 1, Alcune considerazioni sull’attuale
situazione granaria (Minuta del dott. O. Narduzzi 17/11/1905).
18 E. SALA ROCA, El problema mundial del trigo y el problema del
trigo en España, Barcellona 1948.
19 Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria…doc. cit.
20 V.M DE MOUSSY, Description géographique et statistique de la
Conféderation Argentine, Parigi 1860; Primer censo de la Republica
Argentina verificado en los dias 15,16 y 17 de setiembre 1869, Buenos
Aires 1870; Secundo censo de la Republica Argentina. Mayo 10 de
1895 Buenos Aires 1896; A.S. DELACHAUS, La poblacion de la Republica Argentina. Su reparticion, densidad y ley de crecimiento, in
“Revista de la Universidad”, III, 1895.
21 M. CONTI, Studi e ricerche sui sistemi di raccolta del grano.
Risultati di una inchiesta in Argentina, in “L’Italia Agricola”, 65
(1928), n. 6, pp. 719-724. a M. CONTI, Mecànica agricola, Motores i
maquinarias. 2. Voll Buenos Aires 1913.
22 ASSGRi, APS, b. 24, f. 12, “Repubblica Argentina”. Quaderno
di appunti 1922.
23 Ibid.
24 A. GREGORI, Con il mago dell’agricoltura. In “Il Giornale
d’Italia” 28 dicembre 1922.
25 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa. El
professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza pour aquella
zona. in “La Nation”, 24 febbraio 1922.
26 L.M. De CARRIL, Aplicaciones de la Genetica a los problemas
aricolas argentinos in “Revista de la facultad de agronomia y veterinaria”, t. IV (1922), dicembre, pp. 127-155.
27 Per una panoramica complessiva della storia agraria argentina
cfr. I. Carlos Pereira, Historia politica, económica y social de l’Argentina 1563-1914, Buenos Aires 1982; M. DE BLACHA GIRBAL,
Historia de la agricoltura argentina a fines del siglo XIX, Buenos Aires
1982; R. JAMES SCOIBIE, Revolucion en las Pampas: historia social del
trigo argentino. 1860-1910, Buenos Aires 1962; E. GARZON, L’Amerique latine.République argentine, Parigi 1913; MIATELLO U., Tratado
de Agricoltura. Cereales, Buenos Aires, 1921.
28 Il Prof. Nazareno Strampelli in “In Cammino”, 3 marzo 1923
(settimanale di Camerino).
29 ASSGRi, APS, b. 24, f. 8, “Nota dei frumenti da seme inviati a
S.E. il Ministro di Agricoltura a Buenos Aires” s.d. (1923).
30 FERROCARRIL CENTRAL ARGENTINO, Nueva zona agricola sopre la
linea F:C:C:A en la provincia de Santiago del estero, Buenos Aires
1924; cfr. anche H. MIATELLO, Cultivo del trigo en la provincia de
Santiago del estero Buenos Aires 1922.
31 N. HOROVIT, Descripción de variedades agricolas de trigo por
sus caracteres morfológicos, in “Granos”, 1939, dicembre.
32 cfr. LABORATORIO EXPERIMENTAL DE MOLINERIA Y PANIFICACION,Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos hibridos
y de algunas variedades puras en épocas diferentes de siembra, Buenos
Aires 1925; E. CLOS, Ensayo de classificacion de los trigos de “pedigrée” cultivados en la Argentina, in «Alm. Del Min. de Agr. », 1934,
pp. 331-330; HIRSCHORN J., Identificación colorimétrica de las variedades de trigo mediante el ácido fenico, In “Rev. De la fac. De Agr. De
La Plata” XX (1934), n. 1; KLEIN C, Estudio sobre las carcteristicas de
12 variedades de trigo de pedigrée y la posibilidad de identificarlas
per el grano, in “Bol. Min. Agr.”, XXVIII (1929), n. 2, pp. 151-162;
N. RUSSO PETRON, Descripción de trinta y cinco variedades de trigo del
pais con observaciones sobre la costancia de lagunos caracteres morfólogicos, Buenos Aires 1939; Ministero de Agricoltura de la Repubblica Argentina, Informe sobre la conferenzia internacional del trigo
realizada in Roma en el mes de apbril 1927, Buenos Aires 1927.
33 H. MIATELLO, Cultivo del Maiz en la zona de secano Santiagueña, Buenos Aires 1922. Pubblicazione che fa parte di una serie di
volumetti in questo senso sul Mais, grano, lino ecc. distribuiti gratuitamente ai coloni.
34 E. BASSI, Il grano, Roma 1935.
35 Fonte: E. BASSI, Il grano, cit. p. 348.
36 Della pubblicazione della relazione Strampelli fa menzione Pacifico Toscano in una relazione inviata all’Ambasciatore argentino in
Italia. Cfr. ASSG, b. 10, Lettera di P. Toscano del 10 luglio 1923.
37 ASSGRi, APS, b. 24, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 4 ottobre 1923; Ivi, Bozzetto da imprimere nei sacchi
destinati all’importazione dei grani Strampelli in Argentina, s.d.
[1923]. Nella lettera Toscano definisce il ministro Le Breton un
“pitocchioso”.
38 Ivi, f. 7, in “Liquidazione conto spese con il Ministero di Agricoltura di Buenos Aires, 6 dicembre 1923; Ivi, Nota delle spese di
viaggio da Rieti a Buenos Aires e viceversa, s.d.; Ivi, f. 10, Lettera
della Legazione della Repubblica argentina a Nazareno Strampelli
1923, luglio 19.
39 Ivi, f. 4, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19
febbraio 1923.
40 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19 marzo
1923.
41 Ivi, Procura allegata alla lettera di Toscano a Strampelli del
19/3/1923: Yo, el infrascripto, Nazareno Strampelli, domiciliato en
Italia, poe èsta presente autorizza expressamente al Sr. Pacifico
Toscano de Buenos Aires para que registre a su nombre en la Repùplica
Argentina, mi appellido “STRAMPELLI” como marca de fàbrica ò de
comercio...”.
42 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 20 marzo
1923.
43 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 3 aprile
1923 Toscano comunica anche a Strampelli che sarebbe arrivato a Rieti
l’agronomo argentino Vincente Carlos Bruni, inviato dal Ministero di
agricoltura.
44 Ivi, lettera del 23 aprile 1923.
45 Ivi.
46 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 12 maggio
1923.
47 Ivi.
48 Ivi, Lettera di N. Strampelli a Toscano, 31 maggio 1923.
49 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 3 luglio
1923.
50 Ivi.
51 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli, 27 giugno
1923.
52 Ivi, Lettera di N. Strampelli a P. Toscano s.d. luglio 1923.
53 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano al Ministro d’Italia 10 luglio
1923.
54 Ivi, lettera di N. Strampelli a P. Toscano (luglio 1923).
55 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Strampelli, s.d. All. Circolare
del 30-4-1924 e altra circolare s.d.
56 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 19
settembre 1923.
57 Ivi.
58 Strampelli fece appositamente fabbricare 700 sacchi dallo Jutificio Centurini di Terni, cfr. Ivi, fattura dell’11 febbraio 1924.
59 Ivi, telegramma del 4 agosto 1923).
60 Ivi lettera del 6 giugno 1924.
61 Ivi, lettera del 7 giugno 1923.
62 Ivi.
63 Così scriveva Toscano nella lettera del 23 maggio 1924: “…sono
veramente compiaciuto di leggere nei giornali le buone accoglienze a
le Breton, nonché la ricca ospitalità a lui dal Potenziani, per iniziativa
sua, e del compiacimento di S. M. il re perché il Le Breton visitò lei a
Rieti”. Si veda anche il biglietto da visita nel registro di presenze
dell’istituto sperimentale di granicoltura di Rieti.
64 Ivi lettera di Strampelli a Toscano, luglio 1923.
65 Ivi, Lettera di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli 6 giugno
1924.
66 ASSGRi, Carteggio, b. 44, f. 5, lettera di Alfredo Parcel, del
Ministero de Agricoltura della Nación - Dirección general de Enseñanza agricola, 19 maggio 1924.
67 Ivi, lettera di G. Bachrouse del 15 gennaio 1924
68 Ivi, Lettera di Pagella Ilnos - Junin, del 6 aprile 1924; Ivi b. 45, f. 5.
69 Ivi, lettera del direttore dalla Bolsa de Cereales-Buenos Aires del
26 maggio 1924.
171
Stand dell’Istituto Nazionale di Genetica per la
Cerealicoltura e della Stazione Sperimentale di
Cerealicoltura alla Mostra Nazionale del Grano 1932
I grani Strampelli e il Fascismo
I progetti autarchici di Mussolini e le consapevolezze di
Arrigo Serpieri
Come è noto gli effetti della prima guerra mondiale
sull’economia italiana furono devastanti soprattutto perché
già dal primo ventennio del novecento, la struttura produttiva
aveva assunto un carattere marcatamente capitalistico che
presentava un punto di criticità fortemente condizionante e
cioè la sua dipendenza dal mercato internazionale sia per l’acquisizione di materie prime e mezzi tecnologici, che per
collocarvi un surplus produttivo non assorbibile dal mercato
interno.
Tuttavia, almeno sul piano numerico, nel triennio
1922-1925 si assiste ad un significativo sviluppo dell’agricoltura italiana, anche se più per motivi esogeni che per
una reale politica di intervento sul settore.
I prodotti italiani sono richiesti sul mercato estero anche
perché, grazie ai bassi costi della manodopera agricola, l’offerta si presentava in termini decisamente competitivi.
L’emigrazione di inizio secolo aveva inoltre sfoltito in
modo significativo il surplus di popolazione agricola dalla
quale, per altro, grazie alle rimesse economiche, si poteva
contare su un significativo contributo al percorso di riequilibrio della bilancia dei pagamenti.
Insomma, il settore primario, come si evince dall’indagine di Orlando, in questi anni continuò a crescere con un
tasso del 2,3%, molto vicino a quello del ventennio che aveva
preceduto il primo conflitto mondiale.1
Questa congiuntura favorevole iniziò a subire un deciso
arresto fin dal 1925 tanto che nel quindicennio successivo il
tasso medio di variazione del valore aggiunto in agricoltura
fu appena dello 0,5%.
Nel 1925 gli Stati Uniti, verso cui si era in larga misura
orientata l’emigrazione italiana, chiuse le proprie frontiere;
le annate agrarie di quegli anni furono particolarmente disastrose, e la richiesta di prodotti agricoli da esportazione, subì
un vero e proprio tracollo.
A tutto questo si deve aggiungere il progressivo aumento
del deficit della bilancia commerciale dovuto all’aumento
dell’acquisto dall’estero di materie prime e macchine agrarie
per le quali si passò da un valore di importazione di 19.522.170
lire del 1922, a 51.833.478 nel 1925, e la cifra raggiunse i
90.525.460 l’anno successivo. Ad incidere tutt’altro che favorevolmente fu anche l’enorme trend di importazione di scorte
sollecitato dall’aumento dell’inflazione, e l’indisponibilità di
beni dovuta alle pessime annate agrarie di quel periodo.
Il ragionamento che davanti a tutto questo fece Mussolini
appariva all’interno del regime come inevitabile.
Visto che la voce che incideva in termini maggiormente
negativi nella bilancia commerciale italiana era quella del
grano, occorreva puntare tutto per aumentarne la produzione
al fine di ridurne l’importazione.2
Questo di fatto fu il percorso con cui si tentò di affrontare
uno dei problemi economici più spinosi del Paese. Ne venne
fuori una azione fortemente propagandistica, che nulla toglie
alla bontà degli straordinari risultati scientifici di Nazareno
Strampelli, la quale era indirizzata in varie direzioni, ma
soprattutto verso il rafforzamento del blocco borghese nelle
campagne.3
Se almeno formalmente, pur con qualche perplessità
dovuta all’ipotesi di raggiungere un obiettivo mai sfiorato in
precedenza, gran parte dell’apparato di governo condivideva
l’ossessione mussoliniana dell’indipendenza granaria, c’era
chi seguiva un percorso di ragionamento diverso, come Arrigo
173
Serpieri, uno degli uomini più intelligenti e colti di cui il
regime abbia potuto disporre, il quale nel 1925 pubblicò su
“L’Italia agricola” un articolo dal titolo emblematico Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in Italia.4
Più volte sottosegretario al Ministero di agricoltura con
l’incarico dal 1929 di sovrintendere alla bonifica integrale,
Arrigo Serpieri era dialetticamente legato al mondo dell’agraria, soprattutto toscana,5 all’interno della quale raccoglieva la stima della parte più illuminata, mentre era guardato
con perplessità dalle frange più tradizionali e reazionarie,
contraddizione, questa come altre, che stigmatizzarono il suo
profondo intreccio con le vicende dell’agricoltura italiana per
oltre mezzo secolo, e che, come notava giustamente Giuseppe
Medici, “…viste a distanza si presentano nella forma di una
sorprendente “continuità”.6
La premessa è importante perché Serpieri tra il 1920 e il
1925 si collocò come il più autorevole stratega della politica
agraria del fascismo, estrapolando, ed anche in questo in
aperta contraddizione con il diniego del regime verso il liberalismo, numerosi teoremi paretiani, collocandoli a sorreggere sul piano teorico il suo ruralismo politico.
Quindi persona significativa, di certo la più autorevole,
che poteva esprimersi sul fronte della politica cerealicola che
si stava sviluppando in quegli anni, prevalentemente incentrata sulle opzioni genetiche della scuola reatina di Strampelli, e quelle della selezione genealogica della scuola
bolognese di Todaro.
Nell’articolo Serpieri fa una disamina completa del
quadro economico della granicoltura del Paese, sostenendo
tesi che di grande modernità, in ogni caso molto poco allineate
a quelle concezioni fortemente propagandistiche del tempo.
Egli era da sempre un sostenitore della piccola proprietà
contadina che poteva svilupparsi attraverso un modello liberista lontano dallo statalismo mussoliniano. In pratica occorreva trovare il modo per aumentare il reddito della produzione
di grano per aumentarne la produzione, senza le strategie
pianificatorie che intendeva mettere in atto Mussolini.
Nell’articolo Arrigo Serpieri si mosse con grande cautela,
fino a rasentare lo scetticismo rispetto alla prospettiva della
battaglia del grano che da li a poco Mussolini avrebbe proclamato, e della quale egli non poteva non essere informato.
174
Il fatto che nella postilla all’articolo egli precisò di averlo
scritto prima della proclamazione della battaglia del grano, è
davvero di scarsa importanza, e non tanto, e non solo perché
esso venne pubblicato nel numero di settembre della rivista,
quindi più di due mesi dopo la proclamazione ufficiale fatta
da Mussolini, ma soprattutto perché è difficile immaginare
che il duce possa aver intrapreso tale percorso senza essersi
confrontato con lui, da sempre punto di riferimento della politica agraria del regime, se non altro perché ricopriva l’incarico di sottosegretario del Ministero di agricoltura.
Il ragionamento di Serpieri è ben lontano da quel coro di
politici che sulla battaglia del grano scommettevano gran
parte della credibilità del regime.
E’ economicamente e sociologicamente avvertito;
pacato, quasi scettico, non immune da atteggiamenti di difesa
degli interessi di quelli che egli definiva come gli
agricoltori-imprenditori, insomma di quell’agricoltura capitalistica della quale si sentiva espressione:
Volendo sinteticamente prospettare le ragioni determinanti gli
indirizzi e le modalità della granicoltura italiana, e trarne quindi
norma per direttive di azione pubblica o privata, si può, per una
prima approssimazione, ragionare così. Essendo la produzione
attuata da privati agricoltori che agiscono in una economia di
scambio, allo scopo di realizzare un massimo di tornaconto, che
diremo monetario troveremo nelle leggi di questo le ragioni cercate.7
Una bella differenza di approccio rispetto a chi avrebbe
fatto della battaglia del grano solo una questione di orgoglio
nazionale.
Per Serpieri dovevano essere le leggi economiche a regolare un aumento di produzione frumentaria, e avvertiva senza
mezzi termini che era, o doveva essere, l’imprenditore agricolo, viste determinate condizioni ambientali collegate al
prezzo dei prodotti agrari, a stabilire la convenienza o meno
di coltivare sul proprio fondo il grano, e in quale misura e
combinazione con altre coltivazioni.
Già con questo Serpieri metteva un preciso freno alle
ipotesi pianificatorie, da più parti caldeggiate, di aumentare
la superficie cerealicola nazionale.
In base agli indicati calcoli di tornaconto, l’agricoltore “uomo
economico”, sceglie dunque la combinazione colturale nella quale
il grano è o non è ammesso, e, in caso affermativo, occuperà una
quota di superficie più o meno estesa.8
In tal modo si era da sempre determinata l’estensione
cerealicola nazionale ma questo è solo uno dei due elementi
che determina la produzione, in quanto l’altro è “l’intensità”,
cioè a dire la produttività dei fondi agricoli destinati a
frumento. La produttività di un ettaro ha per ovvie ragioni
una soglia massima non travalicabile, e Serpieri era ben
consapevole che le rese massime che si ottenevano in Italia
erano molto lontane dal raggiungerla.
Tale ragionamento era strumentale per introdurre un altro
concetto, in quanto, sosteneva Serpieri, “…non è detto che
raggiungere questo limite assoluto sia conveniente.”
C’è una intensità di produzione alla quale conviene
fermarsi, ed egli lo sostenne con un concetto economicamente elementare, ma espresso da lui, e in quel contesto,
assumeva anche un preciso significato politico.
Per elevare il prodotto per ettaro, in un determinato fondo,
occorre aumentare la quantità di mezzi impiegati (lavoro, concimi
ecc.): da una parte si ha quindi un aumento di costo, dall’altra un
incremento di prodotto. Ciò sarà conveniente fino a quando il
valore dell’incremento di prodotto superi, o, al limite, eguagli, l’incremento di costo.
Quindi chi voleva a tutti i costi aumentare la produzione
cerealicola del paese doveva tener ben presenti i fattori
dell’estensione, la quale doveva essere in funzione delle
potenzialità di ricavo rapportata ad altre possibili colture, e
del rapporto tra il valore monetario del surplus del prodotto
ottenuto, e gli investimenti impiegati per ottenerlo.
Tali investimenti non erano solamente legati ad un
maggiore impiego di macchine agricole, manodopera e fertilizzanti, questo era ovvio, ma servì a Serpieri per porre un
problema di capitale importanza.
Si trattava del dualismo agricolo delle due italie, quella
centro-settentrionale dove l’adeguamento strutturale per una
cerealicoltura intensiva era in qualche modo in fase avanzata,
contrapposta al meridione dove era ancora presente:
…una granicoltura che si attua su terreni i quali si trovano
ancora allo stato naturale, o quasi. E’ l’industria del menar la
semina, con la quale, in terre non sistemate, scarsamente provviste
di costruzioni, di strade ecc., si sparge il seme e si raccoglie, affidandosi al buon Dio sull’esito della coltura. Il fattore “natura” ha
il maggior peso: il fattore “uomo” ne ha uno assai piccolo. 9
Quindi, ribadiva Serpieri, se si voleva aumentare la
produzione frumentaria, non potevano non mettersi in
bilancio tempi e costi per un miglioramento fondiario del sud.
Andava poi tenuto conto che la reale produzione cerealicola italiana era leggermente superiore a quella riportata
dai dati ufficiali, i quali non tenevano conto che, contrariamente a quanto avveniva in altri paesi a prevalente esclusività colturale, circa la metà della superficie cerealicola
nazionale era di tipo promiscuo, con il risultato che la
compresenza colturale dilatava erroneamente il dato della
superficie cerealicola, facendo conseguentemente scendere il
tasso medio di produttività.
L’incidenza venne stimata da Serpieri in circa 1/5, cosa
che riduceva la superficie reale destinata a frumento,
portando la media produttiva unitaria a circa 14 q.li per ettaro.
Da questo deriva che il rendimento frumentario italiano
era allineato a quello di altri paesi europei, e li dove le produzioni erano maggiori, andava considerata la superficie che
questi paesi destinavano al frumento.
In effetti la Germania, la cui produzione media superava
i 20 q.li per ettaro, aveva una estensione complessiva inferiore ai due milioni di ettari, meno della metà dell’Italia la
cui superficie frumentaria era di circa quattro milioni e settecentomila ettari.
Ancor più macroscopica è la differenza con altri paesi
come il Belgio, la Svezia o la Danimarca, che avevano produzioni superiori anche ai 25 q.li, ma su superfici addirittura
inferiori ai 150 mila ettari, quindi coltivati in modo estremamente intensivo, a differenza dell’Italia che per altro aveva
una significativa percentuale di aree montano-collinari impiegate nella coltivazione del grano.
Quindi secondo Serpieri la tanto declamata arretratezza
della granicoltura italiana era tale solo “…per chi non sa istituire razionalmente tali confronti”.10
175
Questo non vuol dire che in Italia non fosse possibile, o
non si dovesse aumentare la produzione frumentaria, ma che
il percorso da seguire non era quello della superficie, ma due
diversi fattori.
Il primo era il prezzo del grano in relazione ai mezzi
utilizzati per l’intensivazione colturale (manodopera, fertilizzanti, meccanizzazione ecc.), e di conseguenza, tanto più
alte sarebbero state le possibilità di ricavo da parte degli
imprenditori agricoli, tanto più essi avrebbero effettuato investimenti allo scopo di aumentare la resa.
L’altro fattore, che è quello che più ci interessa in questa
sede, era quello che egli chiamava il “sapere” inteso in due
diverse direzioni. Da un lato c’era bisogno di avviare una forte
campagna propagandistica, e di incentivare l’istruzione agraria
in modo che i “…migliori metodi di coltivazione già zona per
zona attuati dagli agricoltori migliori, si estendano a tutti”.
Dall’altro c’era bisogno di introdurre una variabile
esterna, e cioè che “…la sperimentazione scopra metodi più
vantaggiosi di quelli finora noti”.
Quindi nuovi frumenti da mettere a coltura, e certamente
Serpieri conosceva già quelli che Strampelli teneva ancora
nei cassetti della Stazione sperimentale di Rieti, ma su questo
punto egli rimase molto cauto, lasciando trasparire qualche
perplessità rispetto ai risultati ottenibili con essi.
Il “molto fermento di idee nuove”, riferendosi in tutta
evidenza alle ricerche di Strampelli, doveva trovare un
riscontro pratico, scriveva Serpieri, “…con serietà di metodi
onde evitare che si possano seminare dannose illusioni,
anziché favorire il progresso”.
Perplessità queste che, come abbiamo visto, erano probabilmente anche di Strampelli, ma che ormai egli non era più
in grado di gestire, nel momento in cui entrarono nel vortice
dei tempi politici imposti da Mussolini per la battaglia del
grano.
Serpieri si pose il problema dei reali costi che si sarebbero avuti per aumentare la produzione granaria, sia in
termini di impiego di fertilizzanti, che delle superfici che
rischiavano di essere sottratte ad altre coltivazioni, così come
di quelle destinate al pascolo e alle piante foraggiere, con la
conseguente incidenza negativa sul patrimonio zootecnico.
176
Contestualmente sostenne che uno degli elementi che
incideva come voce negativa nel quadro dei fattori di produzione era il costo della manodopera soprattutto in quelle aree
dove era maggiormente presente un sistema di conduzione a
salariati, il cui costo era superiore all’aumento del prezzo del
grano.
Egli colse puntualmente l’esasperazione di quegli anni
verso la mitizzazione dell’indipendenza granaria che da li a
poco sarebbe diventata la battaglia del duce, e nello stesso
tempo indicò la strada come eventualmente condurla, anche
con l’introduzione, con le dovute cautele, delle nuove varietà
come quelle di Strampelli.
Insomma, in questo articolo di Serpieri sembra vi sia
contenuta sia l’idea della battaglia del grano, sia tutte le
critiche che successivamente si mossero ad essa, sia la difesa
degli interessi degli agrari, sia il bisogno consapevole di
tradurre l’investimento in sviluppo complessivo e duraturo,
quasi ad avvertire e prendere le distanze dal pericolo di una
azione meramente propagandistica del regime.
La battaglia del grano
E che in parte fu così non c’è dubbio. Il ruralismo fascista
troverà nella battaglia del grano la sua apoteosi, così come è
vero che risultati concreti si raggiunsero, ed è altrettanto vero
e significativo che quando Mussolini lanciò la battaglia del
grano, lo fece tenendo presenti molte delle consapevolezze
che aveva manifestato Serpieri.11
Certo fu una battaglia tutta indirizzata verso fini produzionistici che, contrariamente a quanto aveva detto Serpieri,
non si pose il problema di un miglior assetto fondiario,
soprattutto del meridione, cosa che avrebbe consentito,
magari con tempi più lunghi, di tradurre i risultati raggiunti
in sviluppo concreto e duraturo. 12
Che comunque Mussolini abbia tenuto conto delle osservazioni di Serpieri lo si intuisce fin dall’inizio.
Certo, è difficile scorgere le consapevolezze di Serpieri
durante la seduta notturna della Camera dei deputati del 20
giugno 1925 nel corso della quale Mussolini proclamò la
battaglia del grano, con la retorica che gli era consueta.13
Queste cominciarono ad emergere qualche giorno dopo, nel
corso della seduta in cui si insediò il Comitato permanente
del grano costituito con regio decreto del 4 luglio 1925.14
Del comitato, presieduto direttamente da Mussolini,
facevano parte Giorgio Belluzzo, ministro per l’economia
nazionale, Alessandro Brizi, direttore generale dei servizi
dell’agricoltura, Gino Cacciari, Enrico Fileni, Antonio
Marozzi, in rappresentanza della Confederazione nazionale
fascista degli agricoltori, Franco Angelini, Novello Novelli,
Luigi Razza, rappresentanti della Federazione nazionale
sindacati fascisti dell’agricoltura, e quindi Antonio Bartoli,
Emanuele de Cillis e Nazareno Strampelli.
In quella seduta d’insediamento Mussolini lasciò delle
precise consegne al superorganismo:15
1 - Non è strettamente necessario aumentare la superficie coltivata a grano in Italia. Non bisogna togliere terreno ad altre colture
che possono essere più redditizie e che comunque sono necessarie
al complesso dell’economia nazionale. E’ da evitare, quindi, ogni
aumento della superficie coltivata a grano. A parere unanime la
cifra di ettari raggiunta con le semine del 1924 può bastare.
2 - E’ necessario invece aumentare il rendimento medio di
grano per ettaro. Un aumento medio anche modesto, dà risultati
globali notevolissimi.
Posti questi capisaldi i lavori del Comitato permanente del
grano devono affrontare:
1° - Il problema selettivo dei semi
2° - Il problema dei concimi e, in genere, dei perfezionamenti
tecnici
3°- Il problema dei prezzi
Se è evidente l’inserimento di alcuni concetti, pur
mediati e ridimensionati, di Serpieri nelle consegne del duce,
è altrettanto evidente che da questi venne del tutto disatteso
quello dell’adeguamento fondiario del sud che costituirà uno
dei limiti principali della battaglia del grano.
Certo, il linguaggio di Serpieri era chiaro, e da esso non
traspare di certo entusiasmo verso l’avventura mussoliniana,
cosa che con molta probabilità è alla base della sua esclusione dal Comitato, per essere relegato a presiedere la
Commissione provinciale per la propaganda granaria di
Firenze, dove egli poteva di certo trovare validi interlocutori
alle sue teorie liberiste.
Trebbiatura a Roma a piazza del Popolo e trebbiatura del grano da
parte dei militari. Due dei tanti momenti propagandistici della
battaglia del grano.
177
Pressoché contestualmente alla riunione di insediamento
del Comitato permanente del grano, egli partecipò ad una
adunanza dell’autorevole Accademia dei georgofili, appositamente riunita per affrontare il problema della granicoltura
italiana in relazione ai provvedimenti che stava assumendo
il governo.
Qui Serpieri non fa altro che ribadire, anche con maggior
forza, i concetti che aveva espresso nell’articolo sull’Italia
agricola, rispetto al quale sembrava aver inizialmente preso le
distanze, sostenendo di averlo scritto precedentemente alla
proclamazione della battaglia del grano.16
Nel resoconto del suo intervento si legge:
L’on. Prof. Serpieri ringrazia del saluto rivoltogli e si augura
che dall’applicazione della legge sulle trasformazioni fondiarie si
abbia l’effetto sperato del miglioramento di molte regioni dell’Italia
meridionale e più specialmente del latifondo.
La nuova legge tende a trasformare queste terre che sono coltivate a pascolo a granicoltura estensiva, e si trovano quasi allo stato
selvaggio. La trasformazione incontra ostacoli nella natura ma
anche negli uomini. I latifondisti che non risiedono nelle loro terre
non possono interessarsi del loro miglioramento e le disposizioni
circa l’espropriazione delle terre latifondistiche è naturale che
trovino in loro forti resistenze.
[…] Il problema del grano è soprattutto un problema di intensificazione della coltura e in questo senso deve svolgersi l’opera
dei dirigenti della battaglia ora iniziata.17
Poi, facendo riferimento ai colloqui che aveva avuto con
il prof. Avanzi, sostenne che nell’Italia meridionale la coltura
intensiva del grano potrebbe essere convenientemente introdotta solo in quelle aree dove le infrastrutture e la presenza di
centri abitati vicini lo consentono, trasformando le altre, dove
la cerealicoltura è scarsamente remunerativa, in colture delle
foraggiere ed altre più appropriate.
E aggiungeva:
Ciò permetterebbe forse di ottenere la stessa produzione di
grano su minore superficie, attuando la coltivazione di foraggiere
ed altre piante in quelle terre che ora sono coltivate a grano, con
scarso e aleatorio rendimento.
178
Arrigo Serpieri
Non bisogna dimenticare che oltre al grano, importiamo anche
per circa un milione di quintali di carne congelata, e lana ed altri
prodotti animali.
Se Mussolini fece sue le tesi del mantenimento della
superficie granaria, e quelle del “sapere” agricolo nel senso
dell’impiego di nuovi frumenti, e dello sviluppo dell’istruzione
agricola nelle campagne, glissò completamente l’aspetto della
sistemazione fondiaria del sud d’Italia, e soprattutto quello
dell’esproprio dei latifondi per il quale sarebbe stato sufficiente
applicare quella stessa legge sulle trasformazioni fondiarie che
Serpieri stesso aveva elaborato nel 1923, annullando di fatto,
e traslando all’interno della politica agraria del regime, tutta la
progettualità socialista e popolare sui temi del latifondo.
Per altro Serpieri pose come problema storico dell’arretratezza del sud d’Italia, quello dell’assenteismo dei latifondisti meridionali, esprimendo un concetto che sarebbe stato
ripreso più tardi da Emilio Sereni, che insieme a Manlio Rossi
Doria fu suo allievo e collaboratore.18
Riguardo alla composizione del Comitato permanente
del grano, è altrettanto chiaro un altro aspetto a cui abbiamo
già fatto cenno, e cioè l’investimento di Mussolini nei
riguardi delle razze elette di Nazareno Strampelli, e non solo
perché Strampelli venne chiamato a far parte del Comitato
mentre il suo antagonista Francesco Todaro venne incaricato
di presiedere il comitato provinciale di Bologna, cosa che,
ovviamente, aveva un preciso significato di scelta di campo
da parte del duce, ma soprattutto perché la problematica delle
sementi elette venne posta al primo punto dei problemi che il
Comitato avrebbe dovuto affrontare.
I grani che Strampelli aveva creato a Rieti erano quindi
la variabile esterna che pur con timidezza aveva indicato
Serpieri nel suo articolo sull’Italia agricola, individuandoli
come fattore decisivo per sperare in un aumento di produzione frumentaria che non implicasse l’estensione della
superficie di coltivazione.
Lo testimoniano numerosi artefici e osservatori del
tempo come Festa Campanile e Fittipaldi, autori della prima
sintesi della battaglia del grano scritta nel 1931.
Essi sottolinearono come il duce pose prima di ogni altro
problema quello delle sementi elette e aggiungevano:
Chi risalga indietro nella storia della granicoltura in Italia,
troverà che giammai molta importanza fu accordata dagli agricoltori a tale problema. 19
In effetti ogni qualvolta che si era tentato di sviluppare la
produzione granaria, l’unica attenzione che veniva rivolta al
seme si risolveva nelle indicazioni di un suo corretto impiego,
ubbidendo alla logica che un grano originario di una zona,
dava generalmente maggiori produzioni in un’altra.
Poi i due autori ripercorsero tutta la vicenda scientifica di
Strampelli fin dalla nascita della Cattedra ambulante di Rieti
nel 1903, sottolineando l’importanza del suo lavoro, e affidando alle nuove razze una “importanza capitale”, considerandole “il fattore primo” del successo della coltura granaria.
Va detto che fin dall’inizio della battaglia del grano
Mussolini si rivolse direttamente a tutte le cattedre ambulanti
della penisola chiedendo loro se, e in quale misura, sarebbe
stato possibile aumentare la produzione granaria nel loro
territorio.
Una azione più rivolta a coinvolgere e mobilitare territorialmente quelle che egli definiva “le truppe della battaglia”, piuttosto che per avere un riscontro reale su quel tema.
L’undici ottobre 1925 al teatro Costanzi nel corso di una
premiazione di agricoltori così si esprimeva:
La battaglia è semplice perché l’obiettivo è preciso. […] Ho
letto con molto interesse tutte le risposte date dai direttori delle
Cattedre ambulanti di agricoltura i quali rispondevano alla mia
precisa domanda: “E’ possibile nella vostra giurisdizione aumentare
il rendimento agricolo?”. La risposta è stata unanime; dal monte al
piano, dalle regioni impervie alle zone fertili: dovunque è possibile aumentare il rendimento medio per ettaro del grano. Allora, se
questo è possibile, questo deve essere fatto!20
In realtà se le si va a leggere, le risposte date dai direttori
delle Cattedre furono fin troppo scontate e, tranne qualcuna
che appare piuttosto redatta per compiacere al duce, rassicurandolo su un quantomai improbabile raddoppio di produzione, le altre furono tutte accompagnate da una lunga serie
di “se” e di condizioni.
179
In effetti nessun direttore di cattedra disse che non si
sarebbe potuta aumentare la produzione nel suo territorio, ma
chi avrebbe osato farlo ricevendo quella richiesta dal duce
che conteneva di fatto già la risposta.
Ovunque si sarebbe potuta aumentare la produzione, ma
solo a determinate condizioni.21
Così il direttore della Cattedra di Cremona rispondeva:
“Cremona può produrre una maggiore quantità di
frumento ? Noi rispondiamo: si”, per poi aggiungere “ Tutto
sta nei mezzi da mettersi in opera”.
Sattin, direttore della cattedra di Venezia, rispose che di
certo la produzione sarebbe aumentata ma solo se “…siano
eseguite da tutti gli agricoltori della provincia le più moderne
e razionali norme di coltivazione”, e nello stesso modo
rispose Zerbini da Bologna che assicurava una sovrapproduzione di 200 mila q.li “…con l’applicazione delle norme
colturali dappertutto”, così come Beltrami di Genova che
rassicurava il duce sul possibile aumento se però “..le norme
razionali fossero applicate”, mentre quello di Mestre, Scalvetti, pose il problema del credito agrario.
Mussolini e Vittorio Emanuele, insieme a Strampelli visitano i campi
sperimentali dei frumenti impiegati per la battaglia del grano.
180
Caldaia da Casteldepiano senza mezzi termini comunicò
al duce che si sarebbe anche potuto lavorare per un aumento
di produzione “...tenendo presente il concetto del tornaconto”, mentre Rozzini da Ascoli Piceno pose il problema
dell’impiego delle sementi elette e delle macchine seminatrici, e Veronesi da Civitavecchia quello dei “...latifondisti
che affittano i terreni col divieto della semina”.
Chimetti da Velletri sosteneva che l’unico modo di
aumentare la produzione era quello di “...obbligare i proprietari e gli enti morali a coltivare grano nei loro terreni oggi a
pascolo”, e gli fece eco Filesi da Matera che propose di estendere del 15% la coltura del grano.
Molto preciso fu Beninato da Nicosia anche lui convinto
che potesse aumentarsi la produzione, ma solo se si attuassero
programmi di credito agrario, costruzioni stradali, impiego di
concimi chimici e sementi selezionate, e altrettanto preciso fu
Alagna da Alcamo che subordinava le possibilità di aumento
produttivo ai “…miglioramenti e trasformazioni fondiarie ed
ambientali”, e il suo collega di Mazara, Sammartano, rinviava
gli aumenti produttivi “…al giorno in cui la campagna verrà
arricchita di strade rotabili, di pubblica sicurezza e di bonifiche”, e Scavone di Terranova suggerì di trasformare la piana
di Terranova in pianura irrigua costruendo un serbatoio
montano utilizzando le acque del fiume Gela.22
In altri termini più che la rassicurazione sul sicuro esito
della battaglia del grano, dalle risposte delle Cattedre ambulanti italiane Mussolini ricevette in realtà solo un quadro dei
problemi dell’agricoltura italiana, e soprattutto delle profonde
diversità tra nord e sud.
Un nord pronto ad aumentare la produzione già intensiva
attraverso l’intervento pubblico in termini di migliori fertilizzanti e razionalizzazione delle colture, e un sud arcaico,
ancora legato ai problemi del latifondo, dove, come sosteneva Serpieri, qualsiasi ipotesi di miglioramento non poteva
prescindere da radicali interventi di trasformazione fondiaria.
Insomma, le risposte dei direttori delle Cattedre ambulanti di
agricoltura sembrano tratte dai questionari dell’inchiesta
Jacini e, più che un grido di guerra, in esse ci si scorge piuttosto una richiesta di aiuto.
Il mosaico dei problemi presentati dai direttori delle
cattedre era fin troppo noto ai membri del Comitato permanente del grano, che avviò subito i suoi lavori, e alla fine di
quello stesso mese di luglio, presentò un primo pacchetto di
provvedimenti che furono subito trasformati in decreti
legge.
Con il decreto 1229 del 26 luglio 1925, vennero ripristinati i dazi doganali della tariffa generale sul frumento, sui
cereali minori, e sui prodotti derivati, mentre con un altro
decreto (il n. 1258 sempre del 26 luglio), si approvò l’esenzione dal dazio doganale e dalla tassa di vendita per il petrolio
destinato ai motori agricoli.
Al fine di incrementare la propaganda e la sperimentazione agraria, furono poi elevati i finanziamenti per le
cattedre ambulanti, aumentandone il numero soprattutto al
sud, e affidando loro il compito di istituire nell’arco di un
decennio campi dimostrativi di almeno un ettaro in ogni
comune.23
Ulteriori finanziamenti vennero poi concessi alle regie
stazioni agrarie, e ai vari istituti agrari, mentre in ogni
provincia venne istituita una commissione per la propaganda
granaria.
Tra questo primo pacchetto di provvedimenti figura
anche il decreto legge 1314 del 29 luglio, indirizzato alla
produzione e diffusione delle sementi elette che rappresentavano uno dei fattori centrali su cui poggiò tutta l’impalcatura
della battaglia del grano.
In seguito a tale provvedimento nacque a Rieti l’Associazione riproduttori sementi che, come abbiamo già visto,
esisteva già come Associazione reatina sementi, ed altri sei
stabilimenti simili in Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata e Toscana, che beneficiarono di un contributo fino al
50% per le strutture d’impianto.
Vennero poi assunti alcuni provvedimenti per il credito
agrario,24 per incoraggiare i dissodamenti e l’elettrocoltura,
soprattutto per le aree a coltura estensiva del sud, e per quelle
di brughiera da poco bonificate,25 mentre un altro decreto
introdusse i concorsi a premi tra gli agricoltori per la produzione frumentaria.26
181
Il 30 luglio, giorno successivo dell’emanazione dell’ultimo decreto del primo pacchetto elaborato dal Comitato
permanente, Mussolini parlando alle rappresentanze sindacali agricole a palazzo Chigi , lanciò ufficialmente la battaglia
del grano declamando: “L’agricoltura italiana ha forse
bisogno di un ministro. Quel ministro sono io. Ha bisogno di
mezzi: li avrà”.
Produzione nazionale, fabbisogno e protezionismo
Quel primo provvedimento preso riguardo al prezzo del
grano e alla reintroduzione della tariffa doganale sul
frumento, aveva tutto il sapore di un messaggio rivolto agli
agrari rassicurandoli sul conto economico della coltivazione
frumentaria.
Fu così reintrodotta una tassa d’importazione sul
frumento di 7,50 lire/oro, esattamente quella del 1915, e gli
effetti si fecero subito sentire tanto che il prezzo del grano,
che nel 1924 era stato di 124 lire al q.le, salì l’anno successivo a 181 lire, per raggiungere le 200 lire nel 1926.
Nel 1927 il prezzo scese di nuovo a 114 lire, per poi risalire nel giugno1928 a 149,50, precipitando però nei mesi
successivi al raccolto dello stesso anno a 120,50 lire.27
Il regime era fortemente intenzionato ad attuare una politica di deflazione della quale, i provvedimenti protezionistici
sul frumento e suoi derivati, non furono che un primo
momento, anche se il punto di svolta in questa direzione si
ebbe nel 1926 con la cosiddetta “quota novanta”, una operazione di politica finanziaria che Mussolini fece abilmente
condurre da Giuseppe Volpi, che dal luglio 1925 aveva sostituito De Stefani al ministero del tesoro.
Volpi, uomo proveniente e strettamente legato al mondo
della finanza italiana, aveva il compito di compiere una
manovra drastica che il duce sapeva essere invisa al mondo
economico italiano, e confidava sul fatto che se a condurla
fosse stato un tecnico di grande autorevolezza piuttosto che
un uomo d’apparato, avrebbe evitato forti contraccolpi nel
mondo finanziario del paese.28
182
ANDAMENTO DEL PREZZO DEL FRUMENTO DAL 1900 AL 1940
ANNO
1900
1901
1902
1903
1904
1905
1906
1907
1908
1909
1910
1911
1912
1913
1914
1915
1916
1917
1918
1919
1920
1921
1922
1923
1924
1925
1926
1927
1928
1929
1930
1931
1932
1933
1934
1935
1936
1937
1938
1939
1940
FRUMENTO
PRODOTTO
Q.LI
40.100.000
49.400.000
41.000.000
55.300.000
50.300.000
48.100.000
52.900.000
53.200.000
45.700.000
51.813.000
41.740.000
52.362.000
45.102.000
58.452.000
46.153.000
46.414.000
48.044.000
38.102.000
49.885.000
46.204.000
38.466.000
52.482.000
43.992.000
61.191.000
46.306.000
65.548.000
60.050.000
53.291.000
62.215.000
70.795.000
57.173.000
66.520.000
75.367.000
81.003.000
62.000.000
76.317.000
61.119.000
80.636.000
81.308.000
79.710.000
71.043.000
FRUMENTO
TENERO
£. x QUINTALE
24,48
25,03
23,59
23,12
23,12
25,16
23,96
23,46
26,68
29,85
27,54
26,81
31
29
29
40
38
43
56
69
90
115
118
102
121
181
200
140
135
130
127
101
111
93
86
105
116
127
140
145
153
FRUMENTO
DURO
£. x QUINTALE
26,40
25,46
24,80
23,53
22,87
24,88
26,23
26,88
30,77
30,18
28,25
28,59
34
32
34
45
42
50
65
79
102
133
124
113
131
192
209
161
142
140
131
126
125
106
101
120
131
138
148
152
189
L’operazione indirizzata a rivalutare e stabilizzare la lira,
portò ad un cambio con il dollaro pari a 19 lire, e a 92,46 con
la sterlina, moneta principale di riferimento del tempo (quota
novanta appunto).
Il problema che ebbe Mussolini era comune a gran parte
degli altri paesi europei che adottarono misure simili, anche
se strutturate in modo meno aggressivo e propagandistico di
quanto accadde in Italia, la cui politica deflazionistica portò
ad una contrazione degli sconti e delle anticipazioni da parte
della Banca d’Italia, e la cosa non poteva non riflettersi
sull’attività degli istituti di credito costretti ad una continua
rincorsa di liquidità.
Chi ne fece le maggiori spese furono la borsa e i titoli di
stato, per i quali si richiesero immediati rimborsi, tanto che il
governo, nel 1926, attraverso l’operazione del cosiddetto
prestito littorio, fu costretto a trasformare il debito fluttuante
in consolidato.
Anche le industrie esportatrici del settore agricolo furono
duramente colpite, in modo particolare le imprese nate sui
progetti di bonifica, le quali negli anni precedenti avevano
fatto largo ricorso al credito bancario e ipotecario.
Per quanto riguarda il tema che stiamo affrontando, il
dazio stabilito nel 1925 non era chiaramente più sufficiente e,
l’anno successivo alla quota novanta, il governo fu costretto
ad elevarlo a 11 lire/oro per q.le (pari a 40,26 lire carta).29
Ma l’aumento del dazio non produsse un aumento del
valore del grano nazionale, che nei mesi successivi rimase
pressoché stazionario, passando dalle 160 lire il q.le del 1927,
alle 142 nel 1928, alle 140 nel 1929.
Contestualmente sul piano internazionale si ebbe una
sovrapproduzione agricola, soprattutto negli Stati Uniti,
massimo fornitore di grano dell’Italia, così come in Australia,
Canada e Argentina, con un conseguente crollo dei prezzi,
tanto che in base ai calcoli del Grifoni, l’indice del prezzo
all’ingrosso del grano su base 100 (1925), scese a 72 nel
1929, e la stessa sorte toccò ad altri prodotti come i bozzoli
che scese a 54, l’olio a 65 e i limoni a 35.30
Questo voleva dire che il grano americano, il Manitoba n.
3 (Winnipeg), largamente importato in Italia, e principale antagonista dei grani Strampelli soprattutto rispetto alle sue qualità
alimentari, era sceso da 158 lire nel 1928 a 100 lire nel 1929,
con la conseguenza che il dazio di 40,26 lire, non era più sufficiente ad arrestarne l’introduzione sul mercato italiano dove il
prodotto nazionale aveva raggiunto le 140 lire.
Il decreto legge del 24 maggio 1929 elevò la misura
protezionistica a 14 lire/oro per quintale, cioè a dire 51,24
lire carta, e quindi a 75 lire nel 1931 quando i prezzi del grano
americano scesero ancora vorticosamente fino a toccare le 43
lire nel 1935.
Quello del dazio doganale sul grano non era un problema
nuovo, e aveva caratterizzato il dibattito tra liberisti e protezionisti dall’unificazione nazionale fino alla prima guerra
mondiale.31
Fino al 1887 il dazio di importazione era stato di 1,40
(lire oro), che in quell’anno sali a 3, per aumentare ancora a
5 nel 1888, e a 7,50 nel 1894.
Nel 1898 scese prima a 5 lire, per essere abolito nel mese
di maggio di quell’anno, e poi reintrodotto a 7,50 a luglio.
Restò più o meno immutato fino al 1914, quando scese a 3
lire, per essere abolito all’inizio del 1915, e reintrodotto a 7,70
lire nello stesso anno, e quindi di nuovo abolito fino al 1925.
Va anche detto che il decreto legge del 24 luglio 1925
non riguardò solo il frumento, ma anche altri prodotti e derivati in base alla seguente tabella.
PRODOTTO
FRUMENTO
SEGALE
GRANTURCO
FARINA DI FRUMENTO
FARINA DI SEGALA
FARINA DI AVENA
FARINA DI GANTURCO GIALLO
SEMOLINO
PASTE DI FRUMENTO
PANE E BISCOTTI DI AVENA
AVENA
CRUSCA
DAZIO LIRE / ORO
PER Q.LE
7,50
4,50
1,15
11,50
6,50
6,00
3,15
15,50
16,00
16,00
4,00
2,00
183
L’Italia non era mai riuscita a produrre grano sufficiente
al proprio fabbisogno, e, nonostante i provvedimenti protezionistici ottocenteschi, quella dell’importazione rimase una
voce costantemente negativa della bilancia dei pagamenti.
Lo avevano messo già in luce Jacini, Valenti, Giglioli,
denunciando il problema economico dell’arretratezza dell’agricoltura italiana nei confronti di altri paesi.
Per altro, il trend di importazione di frumento fu costantemente crescente, passando dai poco più di 3 milioni di quintali
nel quinquennio 1881-1885, agli oltre 8 milioni in quello
successivo, per poi scendere a circa 6 milioni nel decennio
1891-1900, per quindi risalire agli oltre 10 milioni nel primo
quinquennio del Novecento, per arrivare ai 25 milioni nel quinquennio antecedente alla dichiarazione della battaglia del grano.
Va anche sottolineato come nel rapporto produzionefabbisogno interno, pesava fortemente il fatto che nell’alimentazione italiana, così come in quella francese, il frumento
e i suoi derivati entravano in modo decisamente superiore a
quello di molti altri paesi. Se infatti nel XIX secolo il
consumo medio procapite era intorno ai 100 Kg l’anno, per
salire progressivamente nel Novecento fino a toccare i 188
Kg nel 1924, in altri paesi era decisamente più basso, 155 Kg
in Spagna, 124 in Olanda, 123 in Romania, 93 in Germania,
59 in Portogallo, per non parlare di paesi come la Polonia, la
Finlandia, l’Estonia che non raggiungevano neanche i 50 Kg.
L’aumento del fabbisogno individuale va ovviamente
messo in correlazione con le migliorate condizioni economiche e sociali del ‘900 rispetto a quelle del XIX secolo, ed
in modo particolare col crescente diffondersi dell’uso del
pane bianco anche in quelle regioni caratterizzate da una
alimentazione maidica, o dal cosiddetto pane scuro.
Non va poi sottaciuta, soprattutto negli anni del fascismo,
una restrizione di consumo di altri prodotti più nobili da parte
del terziario, e quindi un maggior utilizzo di frumento.
Problema questo che venne notato anche da qualche
osservatore del tempo, ma che veniva puntualmente minimizzato o glissato, come fece Morandi sull’Italia agricola che
dopo aver evidenziate le migliorate condizioni economiche
della classe contadina grazie al fascismo, aggiungeva:
Forse s’è pure accresciuto il consumo di pane da parte delle
classi impiegatizie e, in generale, a reddito fisso, a compenso della
restrizione di altri consumi. Su che, però, ci manca qualunque dato.32
184
Questo in ogni caso voleva dire che in funzione dell’aumento della popolazione cresceva in progressione il fabbisogno granario e, restando pressoché costante la produzione,
si elevava inevitabilmente la quota di prodotto da acquisire
nei mercati esteri. Come si deduce dalla tavola seguente relativa al periodo 1900-1925, che abbiamo elaborato accorpando
dati provenienti da varie fonti, soprattutto nelle annate negative di produzione, l’importazione raggiungeva cifre elevatissime, toccando i 25, 26 e anche 29 milioni di quintali,
superando quindi il 50% della produzione interna.
Copertina della Domenica del Corriere con Mussolini che lavora alla trebbiatura. Una delle immagini più propagandistiche della battaglia del grano.
PRODUZIONE DI FRUMENTO IN ITALIA33
ANNO
1900-1901
1901-1902
1902-1903
1903-1904
1904-1905
1905-1906
1906-1907
1907-1908
1908-1909
1909-1910
1910-1911
1911-1912
1912-1913
1913-1914
1914-1915
1915-1916
1916-1917
1917-1918
1918-1919
1919-1920
1920-1921
1921-1922
1922-1923
1923-1924
1924-1925
SUPERFICIE
GRANARIA
PRODUZIONE
Q.LI
IMPORTAZIONE
Q.LI
4.954.234
40.100.000
9.881.000
4.750.000
41.000.000
12.523.000
50.300.000
8.587.000
4.820.000
4.850.000
5.396.997
5.315.304
5.229.860
5.107.600
4.756.000
4.758.600
4.738.000
4.751.600
4.737.400
4.777.100
4.769.300
5.059.500
4.726.300
4.272.100
4.365.700
4.286.600
4.570.500
4.766.700
4.649.500
4.675.900
4.566.300
49.400.000
PRODUZIONE
PER ETTARO
Q.LI
POPOLAZIONE
DEL REGNO
DISP. X
ABIT. KG.
8,1
32.475.253
136
8,6
32.845.790
145
9.267.000
10,2
7.780.000
11,4
32.996.427
48.100.000
12.196.000
9
33.441.484
161
53.200.000
4.928.000
10,2
33.911.468
152
9.225.000
11
34.565.198.
160
11
35.160.000
165
11.129.362
12,3
35.597.800
20.248.506
9,2
55.300.000
52.900.000
11.482.000
9,3
10,3
33.282.710
33.640.705
173
157
173
11.135.000
41.740.000
14.933.000
8,8
45.102.000
18.775.884
9,5
46.153.000
14.948.544
48.044.000
17.874.585
10,2
18.917.844
11,4
35.993.900
176,8
8,4
36.584.000
161
52.362.000
58.452.000
46.414.000
38.102.000
49.885.000
46.204.000
38.466.000
52.482.000
43.992.000
61.191.000
46.306.000
11.323.000
13.681.044
9,7
8,9
34.269.856.
162
45.700.000
51.813.000
8,9
32.643.299
34.860.540
147
146
35.239.000
164,9
36.120.100
152,5
36.669.700
36.758.200
36.563.100
166.4
165,3
127,2
20.782.120
10,8
26.535.095
11
38.738.000
189,7
13,1
39.612.000
188,2
26.213.870
29.767.447
18.623.427
25.974.980
9,5
10,1
36.147.400
179,4
39175.200
39.492.000
170
173,9
167
185
Cosa accadde dopo l’introduzione del provvedimento
protezionistico sull’importazione del frumento? Assolutamente nulla.
L’Italia continuò ad importare ingenti quantità di
frumento e, almeno fino al 1931, quando iniziò una rapida
discesa concomitante da un lato con l’aumento a 75 lire del
dazio doganale, e dall’altro con una reale maggiore produzione, che solo in parte si spiega con un più razionale sfruttamento intensivo dei fondi grazie ad un maggiore impiego
della meccanizzazione agricola, al massiccio utilizzo di fertilizzanti chimici ecc., mentre a nostro avviso, come vedremo
meglio, ha agito in modo determinante l’impiego delle varietà
elette, di Nazareno Strampelli.
Come si può infatti vedere dalla tabella, l’importazione
di frumento tra il 1925, anno d’inizio della battaglia del
grano, e il 1931, si mantenne sostanzialmente costante.
1927-1928 4.975.800 53.291.000 23.081.590
1928-1929 4.963.000 62.215.000 27.448.300
1929-1930 4.773.000 70.795.000 17.648.430
1930-1931 4.823.000 57.173.000 19.350.530
DISP. X
ABIT. KG.
1926-1927 4.915.100 60.050.000 21.462.830
POPOLAZIONE
DEL REGNO
1925-1926 4.723.700 65.548.000 22.419.050
PRODUZIONE
PER ETTARO
Q.LI
IMPORTAZIONE
Q.LI
PRODUZIONE
Q.LI
ANNO
SUPERFICIE
GRANARIA
IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931
40.307.000
188,4
13,9
40.003.000
176,6
10,8
40.639.000
179,4
12,2
12,5
14,8
11,9
40.946.000
41.207.000
41.575.000
181,4
184,2
173,4
Nel 1932 a fronte di una produzione di 66,5 milioni di
q.li di frumento, l’importazione scese da 19 a 14 milioni di
q.li, per scendere a 4,5 milioni nel 1934, a fronte di una
produzione di 81 milioni di q.li, per arrivare a soli 858.000
q.li del 1942.
186
IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA DAL 1925 AL 1931
ANNO
PRODUZIONE
Q.LI
IMPORTAZIONE
Q.LI
1931-1932
1932-1933
1933-1934
1934-1935
1935-1936
1936-1937
1937-1938
66.520.000
75.367.000
81.003.000
62.000.000
76.317.000
61.119.000
80.636.000
14.849.180
10.561.710
4.605.060
4.690.000
5.497.000
5.350.000
16.584.000
1938-1939 81.308.000
2.905.000
1939-1940 79.710.000
6.481.000
-
858,000
1940-1941 71.043.000
1941-1942
6.906.000
POPOLAZIONE
DEL
REGNO
41.832.000
42.095.000
42.360.000
42.629.000
42.901.000
43.196.000
43.492.000
DISP.
X
ABIT.
164,9
162,3
170,9
156,2
151,2
162,3
165,7
43.851.000
175,5
44.794.000
163,8
44.334.000
45.061.000
180,4
143,0
Antecedentemente al primo conflitto mondiale, l’Italia
si riforniva prevalentemente dalla Russia che garantiva il
58% del fabbisogno, e dalla Romania 17,93, mentre dagli
Stati Uniti arrivava solo il 5,54% del prodotto.
Nel dopoguerra la situazione si invertì completamente,
e gli 881.000 quintali di grano importati dalla Russia nel 1913
si ridussero ad appena 13.000 nel 1923, mentre i 153.000 q.li
che importati dagli Stati Uniti nel 1913, salirono ad oltre
1.700.000 nel1923.
Questo processo provocò per altro, notevoli contraccolpi
nell’industria alimentare che dal frumento duro russo basava
gran parte della produzione delle paste alimentari, parte delle
quali erano destinate all’esportazione, cosa che non poteva
avvenire con il grano tenero americano, inadeguato a tale
produzione.
Come si vede dalla tavola seguente, l’Italia importava poi grano in modo significativo anche dall’Argentina, dal Canada e
dall’Australia.
25.974.980
2.484.450.547
14,84
3.535.682.968
14,08
14,85
26,06
30,95
1923
1924
1925
1926
1927
1928
1929
1930
1931
1932
1933
18.623.427
22.419.050
21.462.830
23.081.590
27.448.300
3.039.068.994
3.843.026.288
3.001.759.297
2.995.207.597
5,11
11,17
7,82
20,37
19,37
6,70
-
2,55
5,21
4,26
44,04
11,36
0,03
32,00
0,63
8,78
-
0,22
9,44
0,02
-
10,76
19,21
17,98
-
205.751.390
14,66
12,55
12,56
-
4.605.060
54,06
15,24
0,02
835.774.434
26,09
1,52
22,04
6,16
14.849.180
504.687.869
0,38
0,86
37,13
10.561.710
0,39
18,44
24,79
8,63
65,86
9,34
1.718.024.203
1.567.311.551
-
0,72
17.648.430
19.350.530
0,45
13,98
0,56
32,92
12,09
10,32
22,55
-
-
ALTRI PAESI
%
3.057.059.358
USA
%
29.767.447
RUSSIA
%
12,69
1922
VALORE
LIRE
ROMANIA
%
13,38
FRUMENTO
IMPORTATO
DALL’ESTERO
Q.LI
INDIA
BRITANNICA
E CEYLON
%
CANADA
%
8,94
ANNO
AUSTRALIA
%
ARGENTINA
%
IMPORTAZIONE DI GRANO IN ITALIA 1922-1933 34
0,08
0,33
1,06
0,80
-
0,71
5,45
61,66
55,11
43,00
1,24
2,52
2,07
-
23,76
5,32
4,79
27,23
18,80
1,22
-
12,80
44,49
2,99
6,31
1,59
15,55
16,82
17,83
18,76
8,41
1,47
187
Ma se di fatto si raggiunse l’autosufficienza granaria,
come mai a questa non corrispose un saldo positivo dell’economia agricola del paese il cui tasso di crescita nel quindicennio 1925-1940 fu solo dello 0,5%, a fronte del 2,3% del
ventennio precedente?
I costi per raggiungere l’autosufficienza granaria furono
certamente alti, e chi si è cimentato a misurarli, sia pure su
base teorica, ha rilevato una evidente prevalenza di questi
rispetto ai reali benefici.35
Per assurdo, chi più degli altri beneficiò degli investimenti
in agricoltura legati alla battaglia del grano, fu il mondo
dell’industria, e non solo per un reinvestimento in questa direzione dei capitali accumulati, ma anche per la crescente
domanda di macchine agricole e fertilizzanti, tanto che il
settore chimico e quello meccanico, proprio in questo periodo,
acquisirono la leadership del settore industriale del paese.
Un primo soggetto a farne le spese fu il patrimonio zootecnico che ne uscì largamente ridimensionato, sia per la eliminazione dei buoi da lavoro in seguito al consistente processo di
meccanizzazione, sia perché soprattutto nel meridione molte
aree vennero sottratte al pascolo a favore della cerealicoltura.
Il numero dei bovini tra il 1927 e il 1931 passò da 7.400.000
capi a 6.890.000, mentre quello degli ovini scese da 12.350.000
nel 1926 a 9.896.000 nel 1936, così come i caprini che in
seguito ai provvedimenti indirizzati alla salvaguardia delle aree
boschive, da 3.100.000 capi del 1926 scesero a 1.791.000 con
notevole danno economico su molteplici derivati come la lana
il cui prezzo da un indice 100 nel 1925, scese a 23 nel 1931.36
A rendersi conto del pericolo che stava correndo il patrimonio zootecnico fu lo stesso governo che nel 1930 emanò
un decreto legge37 con cui si bandì il primo concorso triennale
zootecnico con un finanziamento di otto milioni di lire.
Tra il 1926 e il 1931 il patrimonio zootecnico subì una
forte contrazione e, per tale settore, il deficit della bilancia
commerciale passò da 508 milioni del 1926 a 645 nel 1927,
a 1168 nel 1928, fino a raggiungere i 1617 nel 1929. Ancora
una volta il problema si presentava in termini macroscopici
nel meridione, e non fu di certo un caso che al primo concorso
bandito dal regime il maggior numero di aziende iscritte
proveniva dal centro-nord e non dal sud, verso il quale era
stato particolarmente diretto quel provvedimento.38
188
Altro settore penalizzato fu quello delle colture pregiate
per le quali però è necessario specificare che, contrariamente
a quanto si è spesso sostenuto, non vale il discorso dell’erosione della superficie agraria a queste destinata a favore della
cerealicoltura, tanto che la superficie destinata agli ortaggi
aumentò da 97.782 ha del periodo 1922-1925, a 112.283
ettari nell’intervallo 1926-1929, mentre quella viticola scese
leggermente da 4.277.000 a 4.192.250.39
Ciò che diminuì significativamente fu la produzione
media dei prodotti pregiati che, negli stessi intervalli di
tempo, scese da 214,8 q.li a 190,7 per i pomodori, da 87,8 a
54,2 q.li per i carciofi, da 304 a 174 per i cocomeri e da 18,2
a 17,2 per la vite e questo è da mettere in correlazione più
che con la flessione della domanda estera conseguente alle
scelte deflazionistiche del governo, con una totale assenza di
una politica di sostegno, unicamente concentrata sul settore
cerealicolo.
Vincere la battaglia del grano senza aumentare la superficie di coltivazione, era stata la consegna del duce e, pur con
differenze tra nord e sud, questo sostanzialmente avvenne.
Come si vede dalla tavola seguente, la superficie
complessiva granaria non registrò modificazioni sostanziali,
passando dai 4.723.700 ettari del 1925, anno di proclamazione
della battaglia del grano, ai 4.800.000 ettari del 1935, aumento
che in ogni caso non giustifica il surplus produttivo registrato,
che, in base alle statistiche del Mitchell realizzate su base 100
nel 1911, nel 1936 fu di 142, il più significativo in Europa.40
ANNO
1925-1926
1926-1927
1927-1928
1928-1929
1929-1930
1930-1931
1931-1932
1932-1933
1933-1934
1934-1935
SUPERFICIE
GRANARIA HA.
4.723.700
4.915.100
4.975.800
4.963.000
4.773.000
4.823.000
4.809.000
4.931.100
5.085.900
4.800.000
L’andamento non fu ovviamente unilaterale, e si presentò
con significative differenze tra il nord, dove la superficie
granaria rimase sostanzialmente immutata, e il sud e le isole
dove questa aumentò in qualche caso in modo considerevole.
Infatti, come si deduce dalle tavole seguenti, ai 397.500
ettari di nuova superficie granaria corrispose una diminuzione
di superficie a pascolo di 389.700.
Nel computo dell’aumento di superficie coltivata a
grano, va comunque considerato che nel 1930 risultavano
bonificati 304.291 ettari degli oltre 2,3 milioni soggetti a
bonifica idraulica, e parte di questi furono messi a coltura,
così come vanno considerate le superfici granarie delle nuove
province della Venezia Giulia e Tridentina, non contemplate
nei precedenti conteggi.41
SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTO
CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;
1936-1939; 1948-1951
1
1923-1928
NORD
CENTRO
SUD
ISOLE
ITALIA
1.352.400
1.082.100
1.389.900
865.700
4.690.100
2
1936-1939
1.440.600
1.101.400
1.505.600
1.040.000
5.087.600
3
1948-1951
1.392.500
1.109.700
1.338.200
870.200
4.710.600
DIFF. 1-2
87.200
19.300
115.700
173.300
397.500
Quindi, chi rispose meno degli altri alle direttive di
Mussolini fu il sud e le isole, che aumentarono in modo significativo la superficie granaria per complessivi 289.000, ettari
su un totale di aumento nazionale di 397.000 ettari.
Scomponendo il dato del sud, si nota come dei 289.000,
ettari ben 111.900 sono collocati in Sicilia, 62.400 in
Sardegna, 59.100 in Puglia, aree dove era largamente concentrato il latifondo, mentre l’aumento nelle altre regioni meridionali fu meno evidente.
SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A FRUMENTO
CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;
1936-1939; 1948-1951
ABRUZZI-MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
SARDEGNA
1
1923-1928
2
1936-1939
3
1948-1951
DIFF. 2-1
188.100
250.500
195.500
62.400
352.100
256.000
386.900
192.700
202.200
677.600
352.900
272.800
446.000
209.800
224.100
789.500
334.100
268.200
367.000
192.600
176.300
674.300
800
16.800
59.100
17.100
21.900
111.900
SUPERFICIE AGRARIA DESTINATA A PASCOLO.
CONFRONTO NEGLI INTERVALLI DI TEMPO 1923-1928;
1936-1939; 1948-1951
1
1923-1928
NORD
CENTRO
SUD
ISOLE
ITALIA
1.184.900
582.600
1.160.600
1.440.800
4.368.900
2
1936-1939
1.018.200
540.800
1.077.500
1.342,700
3.979.200
3
1948-1951
1.082.300
501.700
1.008.000
1.318.300
3.910.300
DIFF. 1-2
166.700
41.800
83.100
98.100
389.700
189
Nelle aree latifondiste della Sicilia, Sardegna e Puglia,
la battaglia del grano si concretizzò quindi con un prevalente
aumento della coltura estensiva, e non con l’impegno per una
maggiore razionalizzazione colturale e a guadagnarci fu
ancora una volta quel mondo agrario parassitario che Serpieri,
ma non Mussolini, aveva individuato come il reale problema
che ostava allo sviluppo del meridione. E forse questo è un
altro tassello che spiega la relegazione di Serpieri ad un ruolo
marginale all’interno della battaglia del grano.
Serpieri individuava nella lotta contro il latifondo un
percorso obbligato per la rinascita dell’agricoltura nazionale,
mentre la battaglia del grano, consentendo a questo enormi
guadagni senza investimenti, finì con il rafforzarlo
C’era bisogno di estendere al sud la policolturalità, soprattutto in relazione ai prodotti pregiati, gli unici che avrebbero
consentito all’Italia una forte competitività sul mercato internazionale, ed invece altro non si fece che perpetuare una politica agraria di tipo estensivo, fortemente arretrata, in grado
solo di aumentare il potere economico e politico degli agrari
che vennero talmente rafforzati da tale operazione, fino al
punto da uscire dalla federazione delle bonifiche, per costituire un loro proprio organismo che riuscì a far approvare un
articolo di legge che abrogò la norma della legge Serpieri che
prevedeva l’espropriazione per quei fondi in cui la proprietà
sarebbe stata inadempiente rispetto alle opere di bonifica.42
Una situazione che ristagnò a lungo, affrontata solo nel
dopoguerra, e sulla quale tornò Serpieri nel 1947 in occasione
del Congresso nazionale per i provvedimenti di emergenza
per l’incremento della coltivazione del frumento.43
La coerenza del mosaico produttivo cerealicolo, secondo
Serpieri, si sarebbe dovuta raggiungere restringendo la superficie cerealicola complessiva, all’interno della quale il grano
doveva essere coltivato per non più di 4,5 milioni di ettari.
In tal modo, secondo le stime di Serpieri, si sarebbe
soddisfatto il fabbisogno nazionale senza per altro escludere
l’introduzione dall’estero di un parte residuale di prodotto e
“…ove questa fosse giudicata ancora eccessiva, converrebbe
[…] puntare verso produzioni unitarie ancora più alte, piuttosto che verso estensioni di superficie”.44
190
Un’altra testimonianza del diverso andamento tra nord e
sud, ci viene proprio dall’argomento che stiamo trattando, e
cioè dall’utilizzo dei grani Strampelli, e più in generale delle
razze elette rispetto alle sementi tradizionali.
Il sud non sfruttò al meglio l’ampia superficie che aveva
già a disposizione, non realizzò opere di trasformazione
fondiaria, e ridusse al minimo anche l’investimento per l’introduzione di nuove varietà maggiormente produttive come
erano le razze elette, tanto che queste, se ad esempio già nel
1932 incidevano per il 64,1% al nord, erano impiegate solo
per il 22,3% al sud, e appena per il 7,2% nelle isole, e, quando
nel 1934 queste erano salite al 93,3% al nord, raggiunsero
appena il 44% al sud e il 23,5 nelle isole.
La conseguenza fu che le alte possibilità produttive del
sud consentirono un notevolissimo aumento di produzione
quantitativa che, come abbiamo visto, rappresentò un notevole guadagno per i latifondisti, ma la produzione media per
ettaro che passò da 8,9 q.li del 1922-23 a 11,2 nel 1933-35,
non è di certo confrontabile con i risultati del nord d’Italia
dove nello stesso intervallo di tempo si passò da 15,8 a 21,7
q.li per ettaro.
AUMENTO DEL RENDIMENTO MEDIO
PER ETTARO NEL PERIODO DELLA BATTAGLIA
DEL GRANO – q, x h. 45
19231924
NORD
CENTRO
MERIDIONE
ISOLE
ITALIA
15,8
10,9
8,9
8,2
11,2
19241926
17,4
10,8
9,4
9,8
12,1
19271929
17,7
11,1
10,3
10,3
12,7
19301932
19,4
12,5
10,4
10,2
13,6
19331935
21,7
14,3
11,2
9,5
14,6
19361938
20,9
12,9
11,4
11,8
14,6
I grani Strampelli nella battaglia del grano
Al di là di ogni interpretazione, il dato inconfutabile è
che in Italia nel periodo della battaglia del grano la produzione media annua passò da 55 milioni di q.li nel 1922-23, ai
75 milioni di q.li nel 1936-39.
Abbiamo visto come l’aumento della superficie cerealicola non può aver inciso in modo determinante in tale
processo, tanto che, considerando la produzione media nazionale, e l’aumento di superficie granaria, è stimabile una
influenza non superiore ad 1/4 del surplus produttivo.
Meccanizzazione, aumento dei fertilizzanti chimici, e
altre forme di razionalizzazione colturale, hanno avuto
anch’essi un ruolo di sostegno, ma di certo non tale da spiegare l’aumento complessivo.
L’altra variabile che è stata largamente ignorata, è stata
quella delle razze elette che proprio in quegli anni trovarono
un loro progressivo impiego fino ad assumere la leadership
tra i prodotti coltivati.
Più che di maggiore aumento, possiamo parlare, soprattutto per quanto concerne il nord, di vera e propria sostituzione globale delle sementi tradizionali con quelle elette.
Resta da chiarire l’incidenza dei grani creati da Nazareno
Strampelli in tale processo.
I risultati della nostra indagine in tal senso, che ci ha
portato ad accumulare dati per ogni provincia d’Italia, e per
ognuno dei grani Strampelli utilizzati, non lascia dubbi in
proposito.
Parlare di razze elette vuol dire parlare sostanzialmente
dei frumenti che Nazareno Strampelli aveva creato presso il
suo laboratorio di Rieti, e che in questa occasione trovarono
la loro applicazione pratica.
I grani Strampelli e le altre varietà minori elette, non
entrarono subito nel vivo della battaglia del grano.
Strampelli, come abbiamo visto, aveva creato le sue
varietà nell’arco del quindicennio precedente alla battaglia
del grano, ma i suoi frumenti fissati e riprodotti, erano utilizzati solo marginalmente.
Al momento dell’inizio della battaglia del grano, sulle
campagne italiane si coltivava su una superficie di appena
175.000 ettari solo l’Ardito, mentre per il resto, come si
deduce dalla tavola seguente relativa al 1927, dominavano
pressoché esclusivamente le vecchie razze di frumento.
PRINCIPALI GRANI COLTIVATI IN ITALIA NEL 192746
TIPO DI GRANI
GRANI TENERI
SUPERFICIE
Ha.
% SULLA
SUPERFICIE
GRANARIA
Gentil Rosso
Todaro 48
Bianchetta
Maiorca
Carosella
Inallettabile e razze derivate
(5 entità)
Cologna e razze derivate
(4 entità)
Rieti e razze derivate
(2 entità)
Ardito Strampelli
Rosetta (Maiorca rossa)
Risciola
Romanello
999.201
270.298
121.708
129.612
170.572
21,32
5,77
2,60
2,77
3,64
243.172
5,15
GRANI DURI
200.097
174.501
83.605
105.346
Saragolle (4 entità)
Russie (2 entità)
Realforte (siciliano)
Samartinara (siciliano)
169.118
271.014
175.807
60.730
72.770
200.877
3,61
5,78
3,75
1,30
1,55
4,29
4,27
3,72
1,78
2,25
191
Superficie coltivata a sementi
elette in Italia nel 1932 Ha
2.10.000 dei quali 1.777.000,
cioè a dire l’81,1% erano i
frumenti Strampelli
192
GENTIL ROSSO
TODARO 48
BIANCHETTO
MAIORCA
CAROSELLA
INALLETTABILE
E DERIV.
COLOGNA E DERIV.
RIETI E DERIV.
ARDITO STRAMPELLI
ROSETTA
RISCIOLA
ROMANELLO
SARAGOLLE
RUSSIE
REALFORTE
SAMMARTINARA
PRINCIPALI VARIETÀ DI FRUMENTO COLTIVATE NELLE DIVERSE REGIONI NEL 1927 47
DATI % SULLA SUPERFICIE GRANARIA REGIONALE
PIEMONTE
38,16
5,54
-
-
-
1,74
25,05
9
5,5
-
-
-
-
-
-
-
LIGURIA
23,28
5,25
-
-
-
2,80
-
18,26
0,72
-
-
-
-
-
-
-
LOMBARDIA
32,40 18,71
-
-
-
12,85
16,09
6,07
-
-
-
-
-
-
-
VENETO
42,28 13,27
-
-
-
5,65
15,59
14,95
-
-
-
-
-
-
-
VEN. TRIDENTINA
10
5
-
-
-
3
12
3
3
-
-
-
-
-
-
-
VENEZIA GIULIA
9,37
33,81
-
-
-
2,57
9,05
2
5,24
-
-
-
-
-
-
-
EMILIA
27,80 15,28
-
-
-
18,89
11,10
9,24
14,52
-
-
-
-
-
-
-
TOSCANA
57,33
1,99
-
-
-
1,35
0,67
6,70
0,73
-
-
-
-
-
-
-
MARCHE
57,06
6,39
-
-
21,84
4,56
-
5,10
1,76
-
-
-
-
-
-
-
UMBRIA
55
5
-
-
-
-
25,05
-
-
-
-
-
-
-
LAZIO
-
15,06
-
-
-
-
15,06
-
-
30
8
-
-
ABRUZZI E MOLISE
8
3,25
1,28
-
10,26
-
-
18
-
-
5,50
33,30
-
-
3,19
-
-
-
3,52
-
-
2,08
0,81
5
6,35
45,79
12,55
-
-
PUGLIA
-
-
28,52
23,05
3,62
-
-
-
-
5,83
5,57
-
6
6
-
BASILICATA
-
1,11
10,26
-
8,09
-
-
-
-
8,52
10
-
8
11,43
-
CALABRIA
-
-
-
11,91
19,87
-
-
-
0,57
6
-
-
-
38,43
-
SICILIA
-
-
-
3,44
-
-
-
-
-
-
-
-
-
8,85
12,33
15,53
SARDEGNA
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
CAMPANIA
8,09
193
La mossa vincente di Strampelli, in qualità di membro
del Comitato permanente del grano, fu quella del decreto
legge del 29 luglio 1925 n. 1314, indirizzato appunto agli
incoraggiamenti economici per la produzione e diffusione
delle sementi elette.
Strampelli da sempre si era preoccupato della diffusione
dei suoi frumenti, consapevole che non era sufficiente la loro
creazione se poi non se ne fossero seguite tutte le diverse
fasi che andavano dalla moltiplicazione alla diffusione, per
finire con le tecnologie di trasformazione.
Egli aveva compreso che il solo lavoro scientifico, al
di là degli apprezzamenti che generava, era ben poca cosa
se poi i suoi grani non si fossero conquistati uno spazio
nel mondo produttivo reale del Paese, e di certo va accreditata a lui la stesura del decreto legge con cui si impiantarono sette stabilimenti per la produzione e distribuzione
di sementi elette, uno dei quali fu appunto l’ARS di
Rieti.
Il decreto prevedeva un contributo del 50% da parte
dello stato per l’impianto di tali strutture, mentre un contributo del 25% fu concesso per l’impianto di stabilimenti
sostanzialmente simili indirizzati specificatamente ad aree
non coperte dai primi sette, come quelli che sorsero a
Venezia e Firenze.
Venne quindi avviata su larga scala una operazione
che assunse il nome di “cambio delle sementi”, cioè a dire
una distribuzione agli agricoltori di sementi elette con la
clausola di seminarle, e con un accordo con i singoli agricoltori, che avrebbero dovuto versare una uguale quantità
di grano comune a quello ricevuto, o acquistarlo pagando
la differenza di prezzo tra le sementi elette e quelle tradizionali.
La legge, dopo un minimo di rodaggio iniziò ad incidere, e negli anni successivi, come si può dedurre dalla
tavola seguente, i frumenti eletti Strampelli, iniziarono a
conquistare spazi sempre più significativi della superficie
granaria nazionale.
194
ANDAMENTO DELLA PERCENTUALE DI
UTILIZZO DELLE SEMENTI ELETTE
DAL 1930 AL 193448
1930
1931
1932
1933
1934
NORD
CENTRO
64,1
74,7
82,4
93,0
93,3
23,4
34,6
48,5
66,8
76,6
SUD
22,3
21,6
28,7
34,0
44,0
ISOLE
TOTALE
7,2
10,8
22,1
25,1
23,5
37,5
46,0
54,9
58,2
61,7
Quando si parla di razze elette si parla prevalentemente
di grani creati da Nazareno Strampelli come si evince dalla
loro percentuale sul complesso delle varietà elette coltivate
nelle singole regioni.
Nel 1932, ad esempio, la percentuale dei grani Strampelli sul totale delle varietà elette coltivate in Sardegna era
del 100%, 99,3% in Calabria, 98,1% in Basilicata, 96,6% in
Lombardia, 94,6% in Puglia, 94,4% nella Venezia Euganea e
così via, come si può vedere dalla tavola seguente, nella quale
appare evidente come, a differenza del 1927, quando in Italia
erano coltivati meno di 200 mila ettari con il frumento Ardito,
i grani creati a Rieti si erano già conquistati un posto di straordinario significato sulla superficie complessiva granaria
delle singole regioni.49
Per ogni regione la cifra in alto
indica la percentuale dei frumenti
duri Strampelli sul totale della
superficie granaria.
La cifra in basso indica la
percentuale dei frumenti duri
Strampelli sul totale della
superficie coltivata a razze elette.
Dati riferiti al 1932
195
VENEZIA TRIDENTINA
27,3
37,4
VENEZIA GIULIA
37,7
65
VENEZIA EUGANEA
LIGURIA
EMILIA
TOSCANA
UMBRIA
MARCHE
LAZIO
ABRUZZI E MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
SARDEGNA
196
79,6
17
72,1
15,6
26,2
19,1
22,9
21,3
18,1
31,7
22,5
32,9
16
16,5
94,9
59,5
88,3
39,2
60
47,1
48,6
89,5
80,1
94,6
98,1
99,3
80,9
100
ITALIA
DEL NORD
ITALIA
CENTRALE
ITALIA
MERIDIONALE
SICILIA
SARDEGNA
1926
1932
1932
PRODUZIONE
MEDIA X ETTARO
Q.LI
96,9
1926
GRANI STRAMPELLI
PRECOC I % SULLA
SUPERFICIE TOTALE
87,5
85
AUMENTO DELLA PRODUZIONE MEDIA PER ETTARO
DEL FRUMENTO IN ITALIA IN RELAZIONE ALL’INTRODUZIONE DEI GRANI STRAMPELLI. CONFRONTO 1926-193250
PRODUZIONE
MEDIA X ETTARO
Q.LI
LOMBARDIA
52,4
Anche incrociando i dati con la produzione media per
ettaro, si nota come questa sia cresciuta nettamente in
funzione dell’introduzione dei grani Strampelli, che è difficile
considerare come uno degli elementi che concorsero all’aumentata produttività, quanto come la vera variabile che la
produsse.
GRANI STRAMPELLI
PRECOC I % SULLA
SUPERFICIE TOTALE
PIEMONTE
SUL TOTALE
DELLA SUPERFICIE
A RAZZE ELETTE
REGIONI
SUL TOTALE
DELLA SUPERFICIE
GRANARIA
% DI IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLI
NEL 1932
9,8
16,2
70,4
22,5
0,3
10,5
27,2
11,3
1,6
0
0
10,6
9,7
10
20,4
16
16,5
12,8
11,7
11,10
AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ PER ETTARO IN ITALIA GRAZIE AI FRUMENTI STRAMPELLI.
CONFRONTO TRA IL 1926 E IL 1932
197
Strampelli era del tutto consapevole di questo, tanto che
nel 1937 ebbe a sostenere:51
E qui, chi scrive, per quanto parte in causa, non può (fare) a meno
di parlare sia pur brevissimamente, dei progressi e delle conquiste che
nel campo della genetica applicata alla cerealicoltura si erano frattanto
già andati affermando, e di ulteriori si preparavano, per dare alla granicoltura italiana quali armi sempre più perfezionate, costituite dalle
nuove varietà di frumento, che si sono poi via via dimostrate (e, su
tutte, quelle precoci), il fattore dominante del progresso produttivo.
E più oltre:
Dopo undici anni di Battaglia del Grano, e di risultati inoppugnabili, non sarà giudicata immodesta l’affermazione che, per far
fare un salto alla produzione granaria italiana, occorrevano le nuove
varietà che essa ha avuto ed ha a disposizione, e che, nella scala
dei valori da attribuirsi ai vari fattori tecnici, determinanti il
progresso raggiunto, il primo posto va assegnato alle varietà
precoci di frumento.52
D’altra parte che i frumenti Strampelli avrebbero recitato
un ruolo determinante nella battaglia del grano, lo testimoniano i risultati che ottenevano nei diversi concorsi e gare che
si moltiplicarono nel Paese, come quello bandito dalla Cassa
di risparmio delle province lombarde nel quale, le prime otto
aziende classificate ubicate nelle province di Brescia, Pavia,
Cremona e Bergamo, avevano utilizzato tutte frumenti Strampelli, e precisamente il Villa Glori, il Mentana e l’Ardito,
raggiungendo produzioni di oltre i 50 q.li per ettaro.53
E con i frumenti Strampelli fu vinta la gara per la
maggiore produzione unitaria che si tenne tra le province di
Brescia e Cremona, sulla quale si concentrò l’attenzione di
numerosi agronomi del tempo.
Alla fine risultò vincitore Alessandro Cremonesi di S.
Zeno sul Naviglio che riuscì ad ottenere una produzione di
60,90 q.li per ettaro con il Mentana, e di 61,35 con il Villa
Glori.54
Tutta la pubblicistica del tempo mise in evidenza il
fondamentale ruolo dei frumenti Strampelli.
Alessandro Rota così si esprimeva nel 1929:
198
Sono le varietà precoci quelle che tengono trionfalmente la
palma, [ ….] raggiungono produzioni che hanno in alcuni casi del
miracoloso. Le varietà precoci, e fra queste, in ordine di merito,
Villa Glori, Mentana, Ardito, se è vero che sono capaci dei più alti
redditi, è altrettanto vero che hanno esigenze speciali e vogliono
essere trattate con criteri e con mezzi molto diversi da quelli fin
qui prevalsi per le varietà comuni55.
Nel 1940 le razze elette avevano pressoché ovunque
sostituito le vecchie varietà di frumento, e sempre più
massiccia era la percentuale dei frumenti Strampelli tanto che
ormai, in base ai dati che abbiamo elaborato, oltre il 51%
della superficie granaria nazionale era coltivata con i frumenti
creati dallo scienziato reatino, e il dato è certamente da ritenersi sottodimensionato se si tiene conto che molti ispettorati agrari risposero all’indagine condotta dal Ciferri sulle
varietà cerealicole coltivate in Italia, rinviando alla voce
“altri” notevoli percentuali di territorio coltivate con vari
frumenti, gran parte dei quali, elencati nelle risposte, erano
ancora grani Strampelli, senza che però se ne possa misurare
la percentuale non essendo estrapolabili dagli altri.
Il dato diventa ancor più macroscopico se lo si scompone
nelle diverse realtà italiane, e quel 51,8% medio, diventa 96%
nel Veneto, 89% in Lombardia, 85% in Emilia Romagna, per
citare solo le regioni dove i frumenti Strampelli ebbero
maggiore utilizzo, così come se ci si addentra nelle singole
realtà provinciali, appare evidente come i frumenti creati a
Rieti erano utilizzati sulla stragrande maggioranza della
superficie a vocazione granaria della penisola.
Le differenze regionali mettono in evidenza un dato già
ampiamente dimostrato, e cioè il ritardo del sud rispetto al
nord, che si attesta sui valori già registrati nei primi anni
trenta, migliorandoli in alcune aree come la Liguria dove i
grani Strampelli passarono dal 17% del 1932 al 28% del
1940, o il Piemonte che passò dal 52 al 78%, così come il
Lazio che passò dal 22 al 54%.
Anche nel sud l’introduzione dei frumenti Strampelli fu
elevatissima, ma scontando i ritardi storici del territorio, non
si riuscì a raggiungere i livelli del centro-nord, anche se non
può non essere rilevato come la Puglia passò dal 31% al 44%,
la Basilicata dal 22 al 49%, e la Sardegna dal 16 al 61%, grazie
soprattutto all’utilizzo del frumento duro Senatore Cappelli. 6
PERCENTUALE DEI GRANI
STRAMPELLI SUL TOTALE DELLA
SUPERFICIE GRANARIA ITALIA
CONFRONTO 1932-1940
REGIONI
1932
%
1940
%
PIEMONTE
52,4
74,97
LOMBARDIA
87,5
89,13
LIGURIA
17
VENEZIA TRIDENTINA
27,3
VENEZIA GIULIA
37,7
VENEZIA EUGANEA
EMILIA
TOSCANA
MARCHE
UMBRIA
LAZIO
ABRUZZI E MOLISE
CAMPANIA
PUGLIA
BASILICATA
CALABRIA
SICILIA
SARDEGNA
79,6
72,1
15,6
19,1
26,2
22,9
21,3
18,1
31,7
22,5
32,9
16
16,5
28,13
37,5
96
52,95
85,85
38,6
40,5
24,25
54,25
43,3
38,9
44,47
49,7
34,5
25,2
61,3
Gli stand dell’ARS e degli Istituti diretti da Strampelli
alla Mostra del Grano del 1934
199
DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932
Per ogni regione la cifra in alto
indica la percentuale dei
frumenti Strampelli sul totale
della superficie granaria.
La cifra in basso indica la
percentuale dei frumenti
Strampelli sul totale della
superficie coltivata a razze elette.
200
5,84
94,16
48,69
7,2
12,09
8,42
6,01
SUD
37,38
62,62
42,17
0,55
6,48
0,44
0,78
ISOLE
41,4
58,6
43,25
ITALIA
22,30
77,70
51,80
CENTRO
1,5
9,71
15,12
4,43
3,08
1,66
1,52
0,20
5,18
0,1
1,1
0,34
2,89
30,3
29,7
0,04
0,5
12,51
0,56
2,30
ARDITO
3,53
LITTORIO
VIRGILIO
5,90
5,96
0,3
0,4
1,5
0,8
0,11
2,07
0,16
EDDA
VILLA GLORI
29,38
DAUNO
MENTANA
22,25
CARLOTTA
DAMIANO
CHIESA
63,11
ROMA
TOTALE GRANI
STRAMPELLI
84,56
TERMINILLO
RAZZE ELETTE
15,44
NORD
SENATORE
CAPPELLI
VECCHIE
RAZZE
IMPIEGO DEI GRANI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1939-40
VALORI %
0,45
11,95
0,19
1,40
201
VENETO
VEN. TRIDENTINA
VENEZIA GIULIA
TOTALE NORD
CENTRO
EMILIA
28
25
15,44
MARCHE
TOTALE CENTRO
SUD
ABRUZ. E MOLISE
57
PUGLIA
LUCANIA
CALABRIA
TOTALE SUD
ISOLE
SICILIA
SARDEGNA
TOTALE ISOLE
75
84,56
99
2,4
97,6
17,6
57
72
1
1
UMBRIA
99
5,84
92,8
99
82,4
94,16
24,2
75,8
46,2
53,8
36,6
21
58,9
37,38
63,4
79
41,1
62,62
55,1
44,9
41,4
58,6
37,7
62,3
85,85
38,6
40,5
24,25
54,25
48,6
43,3
38,9
44,47
49,7
34,5
42,1
25,2
61,3
43,2
36,31
35,5
30
16,7
8,75
42
1,1
34,5
9,5
39,6
22
2,5
22,25
1,5
29,38
14,2
2,5
7,2
12,25
1,52
0,20
7,5
7,5
1,1
10
3,53
10,5
14
6
1,66
3,2
0,75
1,5
1,25
14,75
7,9
3,75
11,25
12,25
12,09
8,42
6,01
2,89
5,18
4
0,9
2,4
25,6
3,2
35
1,6
10,1
2,5
5,37
0,55
6,48
0,25
5,90
1,25
0,25
12,7
1,3
0,44
1,1
0,4
0,78
25,5
48,3
0,6
17,1
0,1
30,3
1,1
0,7
24,5
0,08
1,5
29,7
0,04
2,3
ARDITO
1,7
5,93
LITTORIO
3,33
2,7
EDDA
26,7
17,25
DAUNO
57,4
1
3,21
CARLOTTA
0,7
ROMA
14,31
TERMINILLO
24,87
SENATORE
CAPPELLI
31,88
VIRGILIO
VILLA GLORI
1
TOTALE
GRANI
STRAMPELLI
98,2
7,2
TOSCANA
202
1,8
67,5
74,97
28,13
89,13
96
37,5
52,95
63,1
MENTANA
LOMBARDIA
CAMPANIA
95,65
32,5
LIGURIA
LAZIO
4,35
DAMIANO
CHIESA
PIEMONTE
RAZZE
ELETTE
NORD
VECCHIE
RAZZE
SUDDIVISIONE
REGIONALE
34,9
1
0,5
1,3
0,5
0,1
4
2,25
8,25
0,45
5,96
7,2
0,8
0,9
2
0,34
0,4
0.8
23,1
11,95
1,5
0,3
1,4
0,3
1,5
0,8
Il monopolio dei grani Strampelli nella cerealicoltura
italiana tra le due guerre
L’escalation dei frumenti Strampelli fu davvero straordinaria, e non ebbe esempi confrontabili nel mondo.
E’ sufficiente ricordare che all’inizio della battaglia del
grano i frumenti Strampelli erano coltivati su meno del 3%
della superficie nazionale, dato che già nel 1932 salì ad oltre
il 30%, e nel 1939-40 superò il 50%.
In poco più di un decennio Strampelli rivoluzionò
completamente la granicoltura nazionale, e il dato diventa
ancor più macroscopico se si tiene conto che nel contraltare
del circa il 42% di superficie coltivata in altro modo, sono
contenute sia le vecchie varietà frumentarie, che ancora nel
1930 erano utilizzate su circa il 63% della superficie nazionale, sia le varietà create a Bologna da colui che tra le due
guerre fu l’antagonista di Strampelli, e cioè Francesco Todaro
che seguiva il metodo della selezione genealogica, sia altri
frumenti prodotti dalle decine di istituti di ricerca e sperimentazione che operavano sul territorio nazionale, ed in
ultimo, anche molte varietà create sulla base della scuola di
pensiero di Strampelli.
Come scrisse più tardi Ugo De Cillis, l’esperienza di
Strampelli fu unica sia per i risultati raggiunti, sia per i tempi
con cui furono raggiunti, in aperta contraddizione con il
normale trend dell’introduzione dei risultati ottenuti attraverso la ricerca genetica che presuppongono tempi di adeguamento e adattamento decisamente più dilatati.58
Strampelli e Mussolini
Malgrado che il reale impiego dei suoi grani avvenne
durante il fascismo, sarebbe fuorviante collocare il suo lavoro
esclusivamente nel contesto del regime se non altro perché
tutta la fase dell’evoluzione della sua ricerca, ivi inclusi i
consistenti mezzi per concretizzarla, appartengono al periodo
giolittiano.
Abbiamo visto come Strampelli non abbia semplicemente fornito un contributo all’interno di un preesistente
apparato strutturale della ricerca scientifica italiana.
Egli ha creato, e fatto crescere le strutture collegate alla
sua ricerca, partendo da quella semplice Cattedra ambulante
del 1903, trasformata in Stazione sperimentale nel 1907, e
quindi l’Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura del
1919, così come le stazioni fitotecniche di Cagliari, Foggia,
Badia Polesine, Montagnana, Leonessa.
Tutto questo avvenne prima del fascismo durante il quale
Strampelli non modificò in alcun modo il suo operare, tanto
che perfino i ben noti grani della vittoria, vero e proprio
simbolo dell’autarchia fascista, furono pensati, realizzati e
fissati da Strampelli molti anni prima. Questo non vuol dire
che il fascismo non sia stato utile a Strampelli, o che Strampelli non sia stato utile alla politica economica del regime, né
tantomeno che Strampelli non sia stato fascista.
Strampelli era uno scienziato puro, ma si pose sempre su
un piano fortemente innovativo che, per essere affermato,
necessitava una altrettanto valida capacità di gestione politica della sua ricerca. Ciò che egli intendeva fare non esisteva
prima di lui, ed è fin troppo logico che per realizzarlo egli
abbia dovuto sempre convincere qualcuno, dal ministro
Guido Baccelli, all’apparato del Maic che operava durante il
governo Calandra, fino a quello che prendeva ordini da
Mussolini. Il fascismo dette molto a Strampelli, non tanto in
termini di strutture perché queste già esistevano, quanto in
mezzi per farle funzionare.
Mussolini investì molto su di lui, facendo fuoriuscire le
sue creazioni dal piano della sperimentazione per una applicazione pratica su vasta scala, in tempi che non hanno avuto
confronti in nessuna altra parte del mondo.
Forse non fu neanche un caso che Strampelli si iscrisse
al partito nazionale fascista solo nel 1925, proprio l’anno di
inizio della battaglia del grano.59
I rapporti tra Strampelli e Mussolini furono sempre stretti
come testimoniano le frequenti richieste di appuntamento
che il duce gli fissava,60 così come appare in tutta evidenza
l’interesse di Mussolini per il lavoro di Strampelli fino al
punto che voleva essere egli stesso a scegliere, e in ogni caso
ad approvare, i nomi che venivano dati ai grani creati a
Campomoro.61
Viene anche da chiedersi chi sia stato il vero ideatore
della battaglia del grano, Strampelli o Mussolini.
203
DIFFUSIONE DEI FRUMENTI STRAMPELLI IN ITALIA NEL 1932
Per ogni regione la cifra in alto
indica la percentuale dei frumenti
precoci Strampelli sul totale
della superficie granaria.
La cifra in basso indica la
percentuale dei frumenti precoci
Strampelli sul totale della
superficie coltivata a razze elette.
Dati riferiti al 1932
204
Di certo fu una occasione nella quale il duce non si affidò
a quella mente pensante dell’agricoltura italiana del tempo che
era Arrigo Serpieri, ed è difficile immaginare che egli si sia
potuto lanciare in una simile sfida senza avere un punto di
riferimento preciso. E’ certo che Strampelli si poneva con
forza l’obiettivo dell’autosufficienza granaria dell’Italia molto
tempo prima della battaglia del grano, e il suo lavoro scientifico era pressoché unicamente indirizzato a questo scopo.
I grani della vittoria che egli teneva da anni ben celati
nel suo laboratorio di Rieti, furono forse l’elemento che
convinse Mussolini a lanciarsi in questa impresa. Una sorta
di vera e propria arma segreta da mettere in campo per
raggiungere l’obiettivo. Abbiamo visto come tutta l’esperienza di Strampelli in Argentina potrebbe avere avuto sullo
sfondo la battaglia del grano. E forse non fu un caso se egli
proprio a Buenos Aires confessò a Robert Godoy un impegno
verso l’autosufficienza granaria italiana, ben tre anni prima
della proclamazione della battaglia del grano.62
Di certo il fascismo fu riconoscente a Strampelli, come
testimoniano quelle onoranze nazionali che gli furono tributate nel 1933. L’iniziativa la prese il sindacato dei tecnici agricoli, ma dietro l’operazione si intuisce la volontà di Mussolini
di rendere gratitudine allo scienziato che stava brillantemente
conducendo una battaglia che egli voleva trasformare in un
fiore all’occhiello del regime. Si formò un comitato nazionale che il 4 dicembre a Roma, nell’aula magna del Collegio
romano, tributò le onoranze nazionali allo scienziato reatino.
Era presente tutto il mondo dell’agricoltura italiana, dal
ministro Acerbo ai due sottosegretari, Serpieri e Marescalchi,
i rappresentanti ufficiali della Camera e del Senato, numerosissimi parlamentari, il presidente dell’Istituto internazionale
di agricoltura. Da tutta Italia giunsero oltre tremila rappresentanti di tutte le istituzioni agrarie, dai sindacati agli ispettorati provinciali, alle cattedre ambulanti, a tutti gli istituti
scientifici e accademici del Paese, e il giorno successivo a
Rieti gli venne conferita la cittadinanza onoraria.63
Egli dal fascismo aveva già ricevuto un’altra gratificazione, quella di essere nominato senatore per i suoi alti meriti
scientifici. Fu la federazione italiana dei sindacati fascisti
dell’agricoltura a fare includere il nome di Strampelli tra
coloro che il gran consiglio e Mussolini stesso avrebbero
scelto per essere nominati senatori.
Un riconoscimento decisamente ambito, che in realtà
turbò Strampelli fino al punto da fargli scrivere una lettera a
Mussolini nella quale, dopo aver ovviamente ringraziato chi
lo aveva indicato per l’alta onorificenza, sottolineava che
“… per natura, carattere, attitudini e occupazioni sono assolutamente negato alla funzione di deputato”.64
E nel chiedere scusa per il suo ardire concludeva:
Mi permetto, quindi, rivolgere alla E.V, preghiera perché voglia,
nel fare eliminazioni, tener presente anche le mie dette qualità assolutamente negative e lasciare il posto che potrebbe essere assegnato
ad altri che, avendo più tempo e più capacità di me possa più degnamente e più efficacemente rappresentare la Federazione in Parlamento
ed essere nel Campo politico, maggiormente utile al nostro Paese.
Diffusione del frumento Cappelli in Italia nel 1939-40 (R. Ciferri, Inchiesta
preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia, Roma, 1940)
205
NOTE
G. ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (a
cura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969.
2 Sul problema granario nel periodo fascista, ed in modo particolare sulle questioni legate alla battaglia del grano si vedano: A. COSTA,
Gli sviluppi economici della battaglia del grano. Studio monografico
di una azienda agraria toscana condotta a mezzadria, con particolare
riguardo alla coltura granaria, Pisa 1934; DE BONIS, L’agricoltura e
la coltura granaria in relazione alla economia nazionale. Velletri
1925; R. DELLA VOLTA - P. FERRARI, - A. MARTELLA - G. D’ANCONA,
La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V, XII (1925), f, IV, pp. 226-252; G. ESMENARD, La battaglia del grano. Scopi, possibilità, notizie statistiche, note colturali
Roma 1926 (2. Ed.); R. FESTA CAMPANILE, L’opera del governo nazionale per la battaglia del grano, Roma 1927; R. FITTIPALDI - R. FESTA
CAMPANILE, Mussolini e la battaglia del grano, Roma 1931; E. FILENI,
La battaglia del grano in Italia. Relazione disposta dal Ministero di
Agricoltura e Foreste, Roma 1930; F. GUARNERI, Battaglie economiche
tra le due grandi guerre, Roma 1953 (2 voll.); G. GUERRAZZI, La battaglia del grano. Il problema del grano è il problema di tutta l’agricoltura nazionale, Roma 1926; C. MARANI, Per la battaglia del grano.
La coltura del grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; Marescalchi, Agricoltura Italica
1930-1931, Casale Monferrato 1931; MAIC, Le comunicazioni del capo
del governo e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitato
permanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932;
Ministero dell’economia nazionale, Provvedimenti per l’incremento
della coltivazione granaria. Fasc. 1. Roma 1925; MAIC - direzione
generale di agricoltura, La battaglia del grano in Italia, Roma 1930;
MAIC, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di
Budapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incremento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID, Provvedimenti per
l’incremento della coltivazione granaria. Fasc.1, Roma 1925; E.
MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia del
grano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926),
f. 1, pp. XXI-XLII; A. T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suo
pane, Casale Monferrato 1933; G. RAINERI, Di alcune questioni che
traggono all’incremento della produzione granaria, in “L’Italia Agri1
206
cola”, 62 (1925) n. 1, pp. 1-10; V. RIVERA, Battaglie per il grano,
L’Aquila 1925; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano 1929;
A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del grano in
Italia, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443-458-472; SNTAF,
Prima mostra nazionale del grano. Catalogo della mostra, Roma
1927; ID, I progressi della granicoltura italiana, Roma 1939; ID, I
progressi della granicoltura italiana, Roma 1928; D. SINISCALCO,
Sviluppo e direttive della battaglia del grano nell’anno VII, Foggia
1929; N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, in, Dal regno
all’Impero. 17 marzo 1861-9 maggio 1936 Roma, Reale, Acc. Naz.
lincei 1937; G. TALLARICO, Grano e pane, Roma 1933.
3 Si veda su questo aspetto G. CANDELORO, Storia dell’Italia
moderna, v. IX, Il fascismo e le sue guerre, Milano 1981.
4 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del
grano in Italia in, “L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9 pp. 458-472.
5 Cfr. E. SERENI, L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regime
fascista e l’opera di Arrigo Serpieri, in La Toscana nel regime fascista
(1922-1939), Firenze 1971.
6 G. MEDICI, Stato e problemi degli studi di economia agraria in
Italia, in “Rivista di economia agraria”, 1946 n. 2, p. 126. Su questo
aspetto si veda in particolare C. FUMIAN, Modernizzazione, tecnocrazia, ruralismo: Arrigo Serpieri, in “Italia Contemporanea”, XXXI
(1979), n. 137, pp. 3-3.
7 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del
grano in Italia…cit., p. 1.
8 Ibid., p. 460.
9 Ibid., p. 461.
10 Ibid., p. 467.
11 Su questo aspetto cfr. R. DE FELICE, Mussolini il fascista. L’organizzazione dello stato fascista 1925-1929, Torino 1968, p. 378.
12 Sulla complessa figura di Serpieri si vedano: L. D’ANTONE, Politica e cultura agraria: Arrigo Serpieri, in “Studi Storici”, 1979, n. 3;
G. SANTOMASSIMO, Una lettera di Arrigo Serpieri a Mussolini, in “Italia
contemporanea”, XXVIII (1976), n. 123, pp. 115-122; E. SERENI,
L’agricoltura toscana e la mezzadria nel regime fascista e l’opera di
Arrigo Serpieri, in, La Toscana nel regime fascista (1922-1939),
Firenze 1971; S. LEPRE, Arrigo Serpieri, in F. CORDOVA (a cura di).
Uomini e volti del fascismo, Roma 1980.
13 “Io ho preso formale impegno di condurre la Battaglia del Grano
e ho già preparato lo stato maggiore, il quale stato maggiore dovrà
agire sui quadri rappresentati dai tecnici dei Consorzi agrari, delle
Cattedre ambulanti di agricoltura e dei Consigli agrari provinciali; e
costoro dovranno muovere l’esercito, la truppa degli agricoltori”.
14 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro
dell’Agricoltura…cit., p. 9. Sulla battaglia del grano si vedano: L. SEGRE,
La “battaglia” del grano, Milano, CLESAV 1982; S. LA FRANCESCA, La
politica economica del fascismo, Bari 1972; A. ARABINI, I risultati
della battaglia del grano, In “Lo stato operaio”, n. 5, 1934; G.
ORLANDO, Progressi e difficoltà dell’agricoltura, in G. FUA (a cura di),
Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969; G. TATTARA, Cerealicoltura e politica agraria durante il fascismo, in G. TONIOLO (a cura
di), Lo sviluppo economico italiano 1861-1940, Bari 1973; D. PRETI,
La politica agraria del fascismo, in “Studi Storici”, 1973, n. 4; P. L.
PROFUMIERI, La “Battaglia del grano: costi e ricavi, in “Rivista di
Storia dell’Agricoltura”, XI (1971), n. 2, pp. 153-172; E. FANO,
Problemi e vicende dell’agricoltura italiana tra le due guerre, in
“Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 468-496; A. CADEDDU - S.
LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo nel settore agricolo italiano
(1918-1939), in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 497-518;
P. CORNER, Considerazioni sull’agricoltura capitalistica durante il
fascismo, in “Quaderni Storici”, X (1975), f. II-III, pp. 519-529;
A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo, in, Istituto Alcide
Cerci. Annali 1/1979, Bologna 1979, pp. 349-380; P. CORENER,
Rapporti tra agricoltura e industria durante il fascismo, in A. AQUARONE, M. VERNASSA, Il regime fascista, Bologna 1974; D. SCARDACCIONE, Indirizzi di politica agraria del fascismo, in “Il nuovo
osservatore”, n. 50, 1966; E. SANTARELLI, Storia del fascismo, Roma
1973; Agricoltura e sviluppo del capitalismo, Roma 1968; G. TONIOLO,
L’economia dell’Italia fascista, Bari 1980.
15 MAIC, La battaglia del grano. Relazione disposta …cit. Riguardo
alle iniziative e ai provvedimenti assunti a sostegno della battaglia del
grano cfr. G. ESMENARD, La battaglia del grano…cit N. DE BONIS,,
L’agricoltura e la coltura granaria…cit ; R. DELLA VOLTA - P. FERRARI
- A. MARTELLI - G. D’ANCONA, La questione del grano in Italia…cit.;
R. FESTA CAMPANILE, L’opera del governo nazionale per la battaglia
del grano…cit.; C. MARANI, Per la battaglia del grano. La coltura del
grano nell’economia agricola italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; MAIC, Le comunicazioni del capo del
governo e del ministro dell’agricoltura e delle foreste al comitato
permanente del grano nella seduta del 24 settembre 1932, Roma 1932;
Maic, I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di
Budapest, Roma 1934; MENDGA, Provvedimenti adottati per l’incremento della coltivazione granaria, Roma 1927; ID., Provvedimenti per
l’incremento della coltivazione granaria. Fasc. 1,Roma 1925; E.
MORANTI, L’approvvigionamento granario in Italia, In “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; V. PEGLION, Per la battaglia del
grano, in “Atti della R. Accademia dei Georgofili”, s. V XXIII (1926),
f. 1, pp. XXI-XLII; T. POGGI, L’Italia può e deve produrre il suo pane,
Casale Monferrato 1933; A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria,
Milano 1929; A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione
del grano in Italia, In “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 443458-472.
16 A. SERPIERI, Osservazioni economiche sulla coltivazione del
grano in Italia in, “L’Italia agricola”…cit.
17 La questione del grano in Italia, in “Atti della R. Accademia dei
georgofili”, s. V, v. XXII (1925), disp. IV, p. 249.
18 E. SERENI, Il capitalismo nelle campagne, Torino 1947 (1^ ed.).
19 R. FESTA CAMPANILE, R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del
grano… p. 41.
20 P. ORANO (a cura di), Consegne e direttive del duce sui problemi
della vita italiana ed internazionale, v. 5° - Agricoltura e Bonifiche,
Roma 1940, p. 48.
21 Fa eccezione il direttore della cattedra di Lanciano, Gentile che
rispose: “Non è opinione azzardata il dire, anzi l’affermare, che la
produzione granaria in questo circondario dovrebbe come media
raddoppiare ed anche salire senza sforzo da 5-6 quintali a 14-15”.
22 Le risposte parziali delle cattedre sono riportate in J. BOSSI, Verso
l’indipendenza granaria, Intra 1925.
23 d.l. 29 luglio n. 1313.
24 d.l. 29 luglio n. 1317.
25 d.l. 29 luglio n. 1315.
26 d.l. 29 luglio n. 1316.
27 Fonte: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 18611955, Roma 1958.
28 Sulla “quota novanta” si vedano in particolare: F. A. REPACI, La
finanza pubblica italiana nel secolo 1861-1960, Bologna 1962; G.
FALCO, M. STORACI, Fluttuazioni monetarie alla metà degli anni ’20:
Belgio, Francia e Italia, in “Sudi Storici” 1975, n. 1, pp. 57-101; R. DE
FELICE, I lineamenti politici di “quota novanta” attraverso i documenti
di Mussolini e di Volpi, in “ Il nuovo osservatore”, maggio 1966; G. C.
MIGONE, La stabilizzazione della lira: la finanza americana e Mussolini, in “Rivista di Storia contemporanea”, 1973, n. 2.
207
Decreto legge 12 settembre 1928.
P. GRIFONE, Il Capitale finanziario in Italia, Torino 1971 (2^).
31 Cfr. L. MUSELLA, La valutazione storica del dazio sul grano nel
dibattito tra liberisti e protezionisti a cavallo fra otto e novecento, in
“Archivio Storico Italiano”, CXXXIX (1981), n. 509, Disp. III, pp.
479-496.
32 E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in
“L’Italia agricola”, 62 (1925), n. 9, p. 457. Sul consumo del frumento
in Italia in relazione all’alimentazione cfr. A. VIVENZA, La culture des
céréales au point de vue economique et social en Italie. Rapporto au
XIII Congrès International d’Agricolture, in, Atti del XIII congresso
internaziona di agricoltura, Roma 1927.
33 Fonti: ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 1861-1955,
Roma 1958; MAIC, Uff. di statistica agraria, La coltivazione del
frumento in Italia. Studi e cenni illustrativi, Roma 1913; E. MORANDI,
Questioni frumentarie, in “L’Italia agricola” 61 (1924), n. 7, pp. 329343; E. MORANDI, L’approvvigionamento granario in Italia, in
“L’Italia agricola” 62 (1925), n. 9, pp. 451-457; E. BASSI, Il grano,
Roma 1935.
34 Fonte: E. BASSI, Il grano, Roma 1935.
35 P. L. PROFUMIERI, La “Battaglia del grano”: costi e ricavi. In
“Rivista di storia dell’agricoltura” XI (1971), n. 2, pp. 153-172.
36 Cfr. R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia
del grano, cit. p. 146.
37 d.l. 11 gennaio 1930 n. 17.
38 R. FESTA CAMPANILE - R. FITTIPALDI, Mussolini e la battaglia del
grano, cit. p. 151.
39 A. CADEDDU - S. LEPRE - F. SOCRATE, Ristagno e sviluppo…cit.
p. 507.
40 B.R. MITCHELL, European historical statistics, Agricolture.
London 1975.
41 Fonte: nostra elaborazione sulla base dei dati SVIMEZ, Statistiche
sul mezzogiorno d’Italia, Roma 1954.
42 A. D’ALESSANDRO, La politica agraria del fascismo…cit, p. 354.
43 M. ROSSI DORIA, I problemi delle trasformazioni fondiarie nel
Mezzogiorno e nelle isole, in “Rivista di economia agraria”, I (1946)
n. 3, pp. 195-216.
44 A. SERPIERI, Relazione introduttiva al Congresso nazionale per
i provvedimenti di emergenza per l’incremento della coltivazione del
frumento, Roma 1947, p. 9.
45 Fonte: G. TATTARA, cit., p. 379.
29
30
208
Fonte: Nostra elaborazione sulla base dei dati riportati da E. DE
CILLIS, I grani d’Italia, Roma 1927.
47 Ibid.
48 Fonte: G. TATTARA, cit. p. 381, n. 20.
49 Nostra elaborazione sui dati INGA Origini, Sviluppi…op. cit.
50 Idem.
51 N. STRAMPELLI, Agricoltura e battaglia del grano, cit. p. 16.
52 Ibid., p. 17.
53 Sulla gara tra Brescia e Cremona cfr. La sfida granaria Cremona
- Brescia, in “La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro
dell’Agricoltura e delle Foreste”, Roma 1930,
54 La battaglia del grano. Relazione disposta dal Ministro
dell’Agricoltura e delle Foreste cit. pp. 90-91.
55 A. ROTA, Verso l’indipendenza granaria, Milano s.d. (1929).
Sull’utilizzo dei frumenti Strampelli all’interno della battaglia del
grano si vedano: F. ANGELICI, Quindici anni di sperimentazione
granaria in Agro Romano, Roma 1938; E. AVANZI, Qualche notizia
circa alcuni grani vecchi e nuovi, Trento 1930; ID., Stato attuale e
prospettive dell’impiego delle razze elette, in, Atti del convegno per
l’autarchia nel settore granario, Roma 1938, p. 91 e seg.; ID., Studi e
progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di grano, Trento
1930; E. BASSI, La vittoria granaria e le razze precoci, in “Giornale di
agricoltura della domenica”, 15 agosto 1937; ID., Un triennio di esperimenti sui grani Strampelli, Piacenza 1927; ID., Granicoltura laziale.
Affermazione meravigliosa per produttività e resistenza dei frumenti
precoci del Sen. Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 3 novembre 1940; ID., Se e entro quali limiti sia possibile
aumentare la produzione granaria nazionale, in “L’Italia Agricola”,
6a (1923) n. 5, pp.193-204; N. BOCHICCIO, Le varietà elette e la battaglia del grano, in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 9, pp. 531-533; A.
DONÀ, Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931, pp. 539-540; A.
TRAGHETTI, Il carattere “precocità” nei nuovi frumenti. Osservazioni
sperimentali, in “L’Italia Agricola”, 62 (1925), n. 9, pp. 493-502; E.
AVANZI, Studi e progressi circa l’impiego in Italia delle razze elette di
grano, Trento 1930, E. LANDI, Sperimentazione sugli ibridi dei
frumenti Strampelli, in “Giornale di agricoltura della domenica”, 6
dicembre 1931; E. FILENI, La battaglia del grano in Italia. Relazione
disposta dal Ministero di Agricoltura e Foreste, Roma 1930; ID., Lo
stato presente dell’agricoltura italiana, Roma 1929; A. FOLLONI, Razze
elette di cereali, in “Rivista agricola romana”, febbraio 1924; E. LANDI,
46
Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in “Giornale di
agricoltura della domenica”, 6 dicembre 1931; C. MARANI, Per la
battaglia del grano. La coltura del grano nell’economia agricola
italiana e nelle sue condizioni di incremento, Alessandria 1929; MAIC,
2° quadriennio di sperimentazione per la cerealicoltura, Portici 1934;
ID., I progressi dell’agricoltura italiana in regime fascista. Note illustrative presentate al XVI congresso internazionale di agricoltura di
Budapest, Roma 1934; ID., Relazione sul 2° quadriennio di sperimentazione per la cerealicoltura (1929-1933), Portici 1934; C. NEPPI, La
battaglia del grano dall’inizio a oggi nel ferrarese, Ferrara 1927; T.
POGGI, Le più alte produzioni di frumento nell’anno 1938 e i loro
ammaestramenti, Roma 1938; V. RIVERA, Battaglie per il grano,
L’Aquila 1925; ID., Oro di Puglia, Firenze 1928; A. SUCCI, Prove di
orientamento con frumenti Strampelli ed alcune deduzioni generali,
in “L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 584-587; ID., Rapporto su
prove di orientamento di frumenti Strampelli (1923-24 e1924-25), in
“L’Italia Agricola”, 64 (1927), n. 7, pp. 364-372; R. TOMA, La granicoltura nell’agro romano. (in part. “Gli ibridi Strampelli”, Roma. s.d.;
B. TOMEI, Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia
1925; A. VOLPE, I progressi della granicoltura, in “L’Italia Agricola”,
62 (1925), n. 9, pp. 443-451, 472-482; G. BELLINI, Sulle varietà di
grano che nell’attuale momento occorre richiamare l’attenzione degli
agricoltori della Maremma, Grosseto 1929; Cassa di risparmio per le
provincie lombarde, Contributo alla battaglia del grano. Cinquanta
quintali per ettaro, Milano s.d. (1928); CPPG, I primi quattro anni della
battaglia del grano nella provincia di Roma, Roma 1930; C. MANCINI,
Granicoltura meridionale, Casale Monferrato 1929; G. MORASSUTTI,
La battaglia del grano in Umbria 1926-1927, Perugia 1928.
56 Fonte: nostra elaborazione sui dati riportati in R. CIFERRI,
Inchiesta preliminare sulle razze di frumento coltivate in Italia nel
1939-1940 in “Atti della Regia Accademia dei Georgofili”, s. sesta,
(1940), v. VI, pp. 438-548.
57 La media relativa al Lazio è stata calcolata su 4 provincie in
quanto Viterbo non comunicò i dati scorporati, così come Napoli e
quindi anche in quel caso abbiamo considerato solo tre provincie.
58 U. DE CILLIS, Miglioramento e produzione delle sementi di
frumento, in Atti del Convegno Nazionale sulle sementi elette, Lonigo
1959.
59 ACS, SPD, C.O, f. 518186, Partito nazionale fascista. Fascicoli
personali senatori e consiglieri. F. 470 Nazareno Strampelli. 16
gennaio 1931. Strampelli dichiara di essersi iscritto al partito il 7
settembre 1925 al fascio di Rieti.
ACS, SPD, C.O, f. 518186, 22 dicembre 1933, Lettera di Strampelli ad Alessandro Chiavolini, segretario particolare del duce per un
appuntamento. Ibid., 2 ottobre 1932, Strampelli chiede di essere ricevuto dal duce; Ibid., 12 giugno 1935, Richiesta di Strampelli per una
udienza con il duce; Ibid., lettera 18 aprile 1935; Ibid., 13 marzo 1937;
Mussolini convoca Strampelli per il 27 marzo; Ibid., 20 gennaio 1936,
Lettera di Strampelli al duce; Chiede protezione per la carriera scientifica di Benedetto; Ibid., 12 settembre 1935, Lettera di Strampelli al
duce. Il motivo è sempre Benedetto; Ibid., Mussolini fissa l’appuntamento a Strampelli per il 18 settembre 1935; Ibid., 9 marzo 1937;
Fonogramma di Strampelli che chiede un appuntamento al duce.
61 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 29/1/(1942), Lettera di Strampelli al
segretario particolare del Duce. Trasmette la pubblicazione del
frumento al Duce; Ibid., 3 marzo 1937, Lettera di Strampelli a Mussolini. Lo informa sui risultati del frumento Littorio; Ibid., 18 aprile
1935; Appunto del Ministro di agricoltura riguardo al nome da darsi ad
un nuovo frumento creato da Strampelli. Si riferisce al Littorio.
Appunto “Il duce ha detto si”; Ibid., b. 2144, f. 539.957; Ibid., f.
518186, Lettera del ministro Raineri al duce. Presenta le ultime due
varietà di frumenti realizzate da Strampelli. Vengono pubblicate dopo
la sua morte e probabilmente è lo stesso Raineri a dargli il nome di
Eia e Alala. ACS, SPD, C.O, B.2144 f. 518186; Ibid., Foto di congressiste italiane in visita a Rieti ad un campo sperimentale davanti al
frumento Edda (1927).
62 Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26
dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); “La mayor aspiraciòn de
este generoso y fecundo obreo de la prodocion es … lograr que Italia
consiga suprimir la importacion de cereales, mediante el aumento de
sus rendimentos.
63 Sulle onoranze nazionali a Strampelli cfr. (n.d.r), Le solenni
onoranze nazionali al Senatore Nazareno Strampelli, in “Agricoltura
Fascista”, 10 dicembre 1933, p. 3; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen.
Strampelli a Rieti, in “Il Giornale d’Italia”, 6 dicembre 1933, p. 5;
(n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in “Il Popolo di
Roma”, 6 dicembre 1933; (n.d.r), Onoranze nazionali al Sen. Strampelli, in “L’Unità Sabina” VIII (1933), n. 48, p. 2; (n.d.r), Le solenni
onoranze al senatore Strampelli, in “Il Messaggero”, 4 dicembre 1933;
(n.d.r), Onoranze al Sen. Strampelli, in “Il giornale d’Italia”, 10
dicembre 1933; G. STOPPANI, Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Strampelli, in “Bollettino Agricolo Mensile”, V (1933), n. 11/12, p. 1-2;
(n.d.r), I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933.
64 ACS, SPD, C.O, f. 518186, 17 febbraio 1929, Lettera di Strampelli a Mussolini.
60
209
Stand reatino alla Mostra Nazionale del Grano del 1932
Dalla battaglia del grano alla rivoluzione cinese di Mao.
I grani Strampelli nel mondo
Se per l’Italia è stato possibile ricostruire con esattezza
l’incidenza dei grani Strampelli è molto più difficile effettuare lo stesso percorso per quanto riguarda il resto del
mondo.
I dati che siamo riusciti a reperire sono solo parziali e la
ricerca è stata resa ancor più difficoltosa dalle modifiche dei
nomi che questi hanno subito una volta esportati, senza tener
conto dei successivi incroci che questi hanno subito con le
varietà locali.
Solo una attenta ricerca sui genotipi delle specie coltivate potrebbe darci una risposta, ma questo, ovviamente,
esula dal nostro campo disciplinare che altro non può fare che
raccogliere i dati disponibili auspicando appropriate indagini
nel campo dell'attuale genetica agraria, e contestualmente può
offrire un contributo attraverso l’ausilio della documentazione storica dalla quale è possibile dedurre i luoghi in cui i
frumenti creati a Rieti sono stati sperimentati, almeno fino
alla prima metà del novecento.
Di certo negli anni cinquanta, ad oltre un decennio della
sua morte 2.375.000 ettari, cioè a dire oltre il 50% del totale
della superficie granaria italiana, era ancora coltivata con i
frumenti Strampelli ma, come ha notato giustamente Viscardo
Montanari, se a tale superficie si somma quella coltivata con
frumenti creati dagli allievi di Strampelli, e che hanno utilizzato i suoi genotipi, tale superficie è stimabile in oltre tre
milioni di ettari per una percentuale di circa il 66%.1
E che non si sia trattato di certo di un fatto di "moda"
come sosteneva Francesco Todaro negli anni venti, lo testimonia il fatto che, come abbiamo visto, la produttività media
per ettaro in Italia è cresciuta in funzione diretta all'impiego
concreto dei frumenti Strampelli, passando dai meno dei 10
q.li per ettaro nel triennio 1919-22 ai 12,6 come media del
sessennio 1926 -1931, anni delle prime applicazioni concrete
dei suoi frumenti, per salire ancora a 14,75 q.li nel periodo
1936-1939, e a 15,3 nel periodo 1949-51.
Si tratta di dati evidenti che, come abbiamo visto, si
presentano con diverse sfaccettature regionali, soprattutto per
quanto riguarda le differenze tra nord e sud, ma che mettono
in chiara luce un elemento, e cioè che è facile stimare che
grazie ai frumenti Strampelli si sono prodotti in media oltre
20 milioni di quintali in più di frumento all'anno.2
Se Strampelli ebbe la fortuna di avere a disposizione i
suoi grani da proporre al momento giusto in funzione della
battaglia del grano, non possiamo dire che fu altrettanto fortunato nell'aver operato in quel contesto per un concreto successivo riconoscimento dei suoi meriti.
Non c'è dubbio che egli anticipò di decenni la ricerca
scientifica italiana, e valga per tutti il dato che dopo oltre un
ventennio che la genetica agraria era stata alla base della rivoluzione granaria del paese, solo nel 1948 venne bandito un
concorso universitario a cattedre di genetica, e occorrerà
attendere il 1968 perché se ne bandisse uno specificatamente
dedicato al miglioramento genetico delle piante.
Non pochi genetisti negli ultimi decenni hanno sottolineato che la ben nota rivoluzione verde messicana condotta
dal Cimmyt (Centro internacional de mejoramento de maiz
y trigo), che nel 1970 fruttò il premio Nobel a Norman
Borlaug che colse l'obiettivo dell'autosufficienza granaria in
quel Paese, l'aveva realizzata Strampelli un quarto di secolo
prima, e che quindi il suo non fu altro che il proseguo del
lavoro scientifico che si era svolto fin dall'inizio del secolo
a Rieti.3
Se si tiene conto che Norman Borlaug ebbe a disposizione mezzi finanziari e strutture di ben altro spessore di
211
quelle su cui Strampelli potette disporre a Rieti, e che i risultati che egli ha ottenuto in Messico furono solo temporanei,
ci si può rendere conto della genialità dell'opera dello scienziato reatino.
Si notava di recente nel mondo della genetica agraria:
"Il Cimmyt in sostanza ha ripercorso le tappe di Strampelli con vari decenni di ritardo, ma non solo! Certe acquisizioni come la bassa taglia, l'insensibilità al fotoperiodo e
l'incrocio sistematico tra varietà invernali e varietà primaverili, sono maturate nel corso di diversi anni. Nel caso di
Strampelli invece, il vero segreto, l'autentico colpo di genio,
sta proprio in quell'incrocio (capolavoro) triparentale (meglio
chiamarlo forse pentaparentale…Si tratta di un incrocio
chiave, un vero "crogiolo genetico" (melting pot)".4
Lo ha ricordato il genetista americano Warren Kronstad
nel corso della quinta conferenza internazionale sul frumento
che si è tenuta ad Ankara nel 1996, sottolineando come Nazareno Strampelli fu il primo studioso al mondo ad utilizzare
varietà giapponesi come l'Akakomughi.
Lo fece fin dai primi anni del novecento con l'obiettivo
di ridurre l'altezza del frumento e aumentarne la produttività,
esattamente lo stesso percorso seguito molto tempo dopo da
Norman Borlaug.
Strana situazione quella della genetica agraria italiana
degli ultimi decenni che sembra essere affetta da una esterofilia, e soprattutto da un americanismo esasperato, dimenticando il suo principale maestro, e dallo stesso mondo a cui
essa guardava come l'unica luce possibile, sono arrivati attestati di riconoscimento verso Nazareno Strampelli come
quello recente di Warren Kronstad.
Non ci competono giudizi nei riguardi di una importante
disciplina come la genetica, ma crediamo francamente che
l'opera di Strampelli vanti crediti non solo sul terreno della
storia agraria per la quale questo lavoro tenta in parte di
porre rimedio, ma anche all'interno della specificità disciplinare che egli ha contribuito a far nascere e sviluppare in
Italia e nel mondo.
212
Slavko Borojevic, professore di genetica presso l'università di Novi Sad, e uno dei personaggi più accreditati della
genetica agraria internazionale, ha da sempre sottolineato la
straordinarietà scientifica dell'opera di Strampelli,5 così come
altri studiosi italiani del dopoguerra6 tra cui il suo principale
allievo Bernardino Giovannelli, ma anche Cirillo Maliani,
Giuseppe Tallarico, Viscardo Montanari,7 mentre solo pochi
dell'ultima generazione ne seguono le orme dimenticando
come grazie a Strampelli la genetica agraria italiana è stata
per lungo tempo maestra nel mondo.8
Se c'è un limite nell'esperienza di Strampelli, fu quello di
aver comunicato poco con il resto della comunità scientifica.
Le sue pubblicazioni sono scarse. Nessun volume, ma solo
una certa quantità di articoli in larga misura solo schede dei
suoi grani, quasi dovessero essere essi a parlare per lui.9
Tale disattenzione appare ancor più ingiustificata se si
tiene conto che i frumenti Strampelli non appartengono al
passato, ma continuano a vivere sia nei genotipi che egli
ha creato incrociati oggi con altri frumenti, sia nelle forme
che egli stesso ha fissato a Rieti, tanto che alcune varietà
come il Senatore Cappelli, Damiano, Aziziah, Mentana,
Roma, Salto, S. Pastore, Villa Glori e Virgilio, figuravano
iscritte nel 1963 nel Registro nazionale delle specie e
varietà coltivate10 e ancora nel 1981 vi figuravano il
Cappelli e S. Pastore.11
Il genetista Angelo Bianchi ha indagato in questo senso
sulle specie coltivate in Italia dal 1972 al 1995 e i risultati
sono sorprendenti.
Il frumento tenero S. Pastore, una delle ultime creazioni
di Strampelli, negli anni settanta era ancora il frumento
maggiormente coltivato in Italia, e in numerose altre parti del
mondo. E quando all'inizio degli anni novanta si riduce la
percentuale di superficie su cui viene coltivato, ciò avviene a
favore di altri frumenti come il Libellula, Marzotto, Irnerio,
Mec ecc., i quali hanno la caratteristica comune di possedere
almeno un genotipo dei frumenti Strampelli come il Villa
Glori, L'Ardito, il S. Pastore e il Damiano.
E per quanto riguarda i grani duri, tra i maggiori coltivati
ancora oggi sono il Capeiti, il Patrizio, l'Appulo, il Cresco
ecc., ma nota Bianchi, in questo caso "…la dipendenza da
Strampelli è anche più stretta, peraltro per così dire monotona: nessuna delle varietà, prime o seconde nella graduatoria, ha potuto evitare di risultare generata, in una maniera o
in un'altra, dal Cappelli", il ben noto grano duro che Strampelli diffuse nel contesto della battaglia del grano.12
Difficile dire quanto e quali siano stati, e, quanto ancora
oggi, sono coltivati i frumenti Strampelli nel resto del mondo.
Abbiamo provato a seguire le tracce delle diverse sperimentazioni in altri paesi, e i risultati sono sorprendenti, tanto che
i frumenti creati nel laboratorio di Campomoro, in grandi o
piccole quantità, sono stati introdotti in ogni Paese al mondo
che avesse terra adeguata a questa coltivazione.
Le porte internazionali si aprirono con Strampelli dopo il
successo del Carlotta, e soprattutto dopo il prestigioso premio
Santoro ricevuto nel 1919 dall'Accademia dei Lincei.
All’inizio fu Strampelli che cercò di sperimentare il
Carlotta in altre parti del mondo offrendone una piccola
quantità agli istituti sperimentali di diversi paesi,13 ma man
mano la fama dei risultati di tale frumento raggiunse gran
parte del mondo agrario internazionale, e perfino da Cuba
giunse una richiesta da parte del governo di quel paese che
chiedeva di sperimentarlo tramite la propria Estaction experimental agronomica.14
Successivamente, Strampelli non ebbe più bisogno di
offrire il suo grano per farlo sperimentare in altre nazioni, ma
furono esse stesse a rivolgersi costantemente a lui per ricevere
i grani creati a Rieti e valutarne l'applicazione.
Che i frumenti Strampelli fossero utilizzati nel lavoro di
bonifica agraria delle colonie italiane è cosa ovvia.
Nel 1924 si iniziarono prove colturali in Abissinia,15
mentre tra il 1924 e il 1926 in Cirenaica vennero sperimentati
i grani Ardito, Luigia, Apulia, Cervara, Potenziani, Riccio, Bersagliere,16 e la stessa cosa accadde in Libia dove a dirigere i
servizi agrari della colonia venne chiamato Emanuele de Cillis,
da sempre attento osservatore della ricerca di Strampelli.17
Nell’annata 1926-27 venne istituito un campo di prova
dall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica a Bendasi, e
l’anno dopo altri ne furono impiantati in Somalia nei pressi di
Mogadiscio gestito dall’ufficio agrario locale, in Eritrea nei
pressi di Asmara, a Rodi, gestito dalla Direzione dell’agricoltura del governo di quel paese, in Libia a Toera, e a Tripoli.18
Va anche detto che non poche furono le sperimentazioni
dei frumenti Strampelli in altri paesi africani come quelle
attuate nel 1924 nella Colonia Meknes in Marocco con i
frumenti Dauno, Cappelli, Ardito, Apulia, Luigia e Cervaro,19
quelle realizzate con gli stessi frumenti dal servizio botanico
del Ministero dell'agricoltura tunisino,20 e quelle della Stazione
sperimentale di Bathurst in Sud Africa con il Carlotta, l'Ardito il Varrone e il Rieti.21
L'ambiente agrario italiano era orgoglioso dei risultati
che Strampelli otteneva nel mondo, tanto che il direttore
dell'Italia Agricola nel 1924 gli scrisse per comunicargli che
il Departement of Agricolture del Goouvernement of Western
Australia, lo aveva portato a conoscenza che il frumento
Ardito aveva dato risultati eccezionali, e altrettanto positivi
erano stati i risultati ottenuti con gli altri grani Strampelli
sperimentati in quel Paese.22
Nel 1923 il dipartimento di botanica dell'università di
Manitoba in Canada iniziò a sperimentare la coltivazione del
Rieti 745,23 mentre nel 1925 nella Stazione agronomica di
Haina, del Ministero dell'agricoltura di Santo Domingo, si
iniziò a sperimentare il frumento duro Cappelli.24
Sempre nel 1925 nel Tewfik Fahmy-Micologist del Ministero dell'agricoltura egiziano si provarono diverse varietà,25
e la stessa cosa accadde nella Estaciòn Central de Ensayo de
Semillas di Madrid.26
In Romania prima il prof. Jean Titzu, direttore della
Station Metereologique Agricole-Copou, poi l'agronomo N.
Laulescu sperimentano il Carlotta, l'Ardito, il Cervaro, il
Marrone, il Rieti che Strampelli gli spediva da Rieti.27
Anche in Uruguay le sperimentazioni dei grani Strampelli avvennero per iniziativa ministeriale, e devono avere
avuto una notevole risonanza se nel 1924 Jose Roina, delegato uruguayano dell'Istituto internazionale di agricoltura,
scrisse a Strampelli: "Il suo nome, illustre professore, è notissimo nel nostro Pese", e si propone di collaborare con lui per
diffondere ulteriormente i suoi grani in Uruguay.28
In Cile Negretti e Zambia, rappresentanti cileni dell'Istituto internazionale di agricoltura, avevano introdotto da
tempo i frumenti Strampelli e, come Pacifico Toscano per
l'Argentina, tendevano a proporsi come suoi agenti in
America Latina, e, anche attraverso la legazione cilena a
213
Roma, facevano forti pressioni a Strampelli perché inviasse
i suoi frumenti in Cile.29
Di certo tra il 1924 e il 1926, come riferisce un rapporto
dell'Istituto Biologico de la Sociedad nacional de agricoltura
del Cile, iniziò la sperimentazione dei grani Carlotta, Ardito,
Cervaro Strampelli, Potenziani e Varrone.30
In Grecia l'introduzione dei grani Strampelli avvenne
tramite la Società ellenica di agricoltura, e lo stesso Ministero dell'agricoltura greca, con risultati notevolissimi tanto
da far scrivere a J. Papandreus che nel campo di Geraka in
Attica, l'Ardito rese 660 Kg per ettaro, contro i 350 della
razza locale Del Deve, mentre in Tessaglia il rapporto fu 566
Kg. contro 356.31
Già negli anni venti in Francia i frumenti Strampelli
vinsero un concorso internazionale al quale parteciparono
230 concorrenti da ogni parte del mondo con 600 diverse
varietà.32
L'Istituto di patologia vegetale del Ministero dell'agricoltura francese iniziò la sperimentazione del Carlotta, la
Scuola nazionale di agricoltura di Grignon quella dei
frumenti Mendel, Ardito, Varrone, Riccio, Apulia, Cervaro,
Dauno, mentre il Laboratorio di botanica dell’università di
Toulose, il Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres,
i servizi agricoli del Bouches du Rhone e lo Stabilimento
Denaiffe, di Carignan si concentrarono prevalentemente
sull'Ardito.33
Anche la stampa specializzata francese si interessò largamente ai frumenti Strampelli, e il Jurnal d'Agricolture
Pratique, riportò i risultati di una sperimentazione effettuata
dalla Società centrale di agricoltura nella quale il Carlotta
aveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con un rendimento di 14, 80 quintali per ettaro contro i 12,20 del
Bordeaux.34
La Revue Agricole dedicò un apposito articolo alle creazioni di Strampelli, e alle applicazioni in Aquitania dove
vennero impiegati il Carlotta, l'Ardito, il Varrone e il Vittorio
Veneto,35 e il Bolletin Mensil du Comice Agricole de Castres
si soffermò specificatamente sul frumento Carlotta.36
Nel 1924 arrivò a Rieti una delegazione di studiosi francesi, della quale facevano parte M. Rouart, presidente dell'Office agricole du Sud-Ouest, M. Nicolas, professore di agraria
214
all'università di Toulose, M. Séverac, responsabile dei servizi
commerciali della Compagnie du Midi, il prof. Serin, e M.
Maylin, Prèparteur a la Station d'essais de semences di Parigi,
e di questa esperienza venne pubblicato un lungo resoconto
negli Annales de la Science Agronomique française et etrangère.37
Nel 1930 alcuni imprenditori italiani che operavano nel
settore agricolo in Francia richiesero a Strampelli l'esclusiva
per l'importazione dei suoi frumenti per quel paese e per la
Spagna.
Essi riferivano come, specialmente nel sud-ovest della
Francia, i frumenti precoci creati a Rieti avevano conquistato
uno spazio di tutto rilievo andando spesso a soppiantare i
frumenti distribuiti dalle ditte Villemorin, Tourneur e Frères
che gestivano in qualche modo il monopolio frumentario
francese.
Era quindi necessario costituire una apposita società che
provvedesse a coordinare l'importazione e a diffondere capillarmente i frumenti Strampelli in Francia dove potevano
conquistarsi uno spazio di mercato decisamente rilevante.38
In Messico gli esperimenti sui grani Strampelli si dovettero interrompere a causa della rivoluzione che impedì di ritirare il carico partito da Rieti,39 ma ripresero subito dopo per
iniziativa dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del Poder
ejecutivo federal,40 e quindi della Direzion general de agricoltura dell'estado de Coahila de Zaragoza, che avviò la sperimentazione dei frumenti Carlotta, Varrone, Ardito, Gregorio
Mendel, Baionette, Apulia, e Cervaro.
In Brasile, come testimonia una relazione dell'agronomo
Joao Grochowalski, il Carlotta era stato sperimentato fin dal
1923,41 mentre l'Istituto cantonale di Mazzana nel Canton
Ticino sperimentò a lungo l'applicazione dell'Ardito.42
L'Istituto per l'allevamento delle piante dell'Università di
Zagabria sperimentò tutte le varietà che Strampelli riuscì ad
inviargli da Rieti,43 così come l'Istituto nazionale turco di
selezione44 mentre l'Institute of applied botany & new
cultures bureau of introdution di Leningrado, propose all'istituto reatino una collaborazione sperimentale sul mais.45
Nel 1934 i frumenti Strampelli erano tra i più coltivati
del Portogallo, soprattutto nei distretti di Portalegre e Evora,
dove si faceva largo uso delle varietà Mentana, Ardito,
Carlotta Strampelli, Vittorio Veneto, e, anche in modo significativo, del Rieti.46
In modo particolare la Estación agronómica nacional,
nata nel 1936, e la Estación para la mejora de plantas di Elvas,
realizzarono nel 1942 diverse altre ibridazioni utilizzando i
frumenti Strampelli come il Villa Glori e l'Ardito, incrociati
rispettivamente con il Precoce e il Manshots.47
Ancora più evidente è stato questo processo in Spagna
dove i frumenti Mentana, Damiano Chiesa, Villa Glori,
Ardito, Zara ed altri, sono stati incrociati con frumenti
locali e africani dando vita a numerosi altri tipi largamente
impiegati.48
Slavko Borojevic, riferisce come tra il 1956 e il 1957
furono importate in Jugoslavia campioni di ben trenta varietà
italiane, e decine di altre provenienti dalla Francia, Grecia,
Austria ed altre parti del mondo.
L'obiettivo era quello di verificare quale fosse il frumento
migliore per un clima freddo come quello dell'ex Jugoslavia.
Tra tutte primeggiò il S. Pastore che Strampelli aveva
creato molti anni prima tanto che "…in pochi anni divenne la
varietà leader del paese" e altrettanto successo questo
frumento ebbe in Ungheria, Romania e Bulgaria.49
Zhou Xiangchun ha di recente riferito riguardo all'utilizzo dei grani Strampelli in Cina dove furono introdotti negli
anni trenta in occasione di una mostra agraria allestita a
Percival.50
Vi furono esposti i famosi "grani della vittoria", il Villa
Glori, il Mentana e l'Ardito che, successivamente moltiplicati, furono messi a coltura.
Il primo che trovò largo impiego fu il Villa Glori che,
sotto il nome cinese di Zhongnong 28, venne impiegato fin
dal 1938 nella provincia sud-occidentale di Sichuan, seguito
dalle altre due varietà nelle medie e basse aree del fiume
Azzurro.
Ma la vera applicazione su larga scala i frumenti Strampelli l'ebbero dopo il 1949, quando nel contesto della rivoluzione maoista, la superficie granaria della Repubblica
popolare venne aumentata del 30% coprendo una superficie
di oltre 30 milioni di ettari.
I frumenti Strampelli, insieme ad alcuni altri italiani che,
come abbiamo visto, derivano in ogni caso geneticamente da
quelli di Strampelli, contribuirono a far sì che la produzione
media per ettaro in Cina aumentasse di ben cinque volte
passando dai 7 ai 35 q.li.51
Così i grani che in Italia erano stati gli artefici della battaglia del grano, vero e proprio simbolo della propaganda
fascista, in Cina furono al servizio della rivoluzione maoista.
Dalla provincia di Sichuan le varietà Strampelli già introdotte, alle quali si aggiunse successivamente il S. Pastore, si
diffusero progressivamente nelle vallate del fiume Azzurro,
quindi in quelle del fiume Giallo e in quelle del fiume Huai,
in un territorio vasto circa dieci volte l'Italia.
Il frumento Mentana che in Cina ha assunto il nome di
Nanda 2419, nel 1961 era ancora coltivato su una superficie
di oltre 70 milioni di Mu, cioè a dire circa 4.666.000 ettari,
all'incirca l'intera superficie granaria italiana, e dalle operazioni di breeding effettuate successivamente, scaturirono ben
110 diverse nuove qualità di frumento: 31 derivarono
dall'Ardito, 28 dal Virgilio e 20 dal S. Pastore.
Complessivamente ben 189 diverse qualità di frumento
coltivate in Cina derivano direttamente dai frumenti che
Strampelli creò a Rieti, e il numero è di certo approssimato
per difetto se si tiene conto che una indagine del 1992 del
genetista Zheng, ha messo in luce che oltre 600 qualità di
frumento con pedigree noto, coltivate attualmente in Cina
possiedono almeno un genotipo italiano, ed è facile immaginare quanti di questi derivino direttamente e indirettamente
dai grani Strampelli.
Così, come sottolinea ancora una volta Zhou Xiangchun,
altre varietà introdotte in Cina fino alla metà degli anni '70,
come i frumenti cileni Orofen e Rulofen altro non sono che le
creazioni in linea diretta del Mentana.
E se a questo si aggiunge che le varietà Strampelli sono
state largamente utilizzate nel breeding cinese, sia in termini
di incrocio con altre razze, che di selezione diretta, ha di certo
ragione chi ha sostenuto che “…per la Cina il vero e unico
"Cimmyt" è stato il breeding italiano grazie a Nazareno
Strampelli e ai breeders venuti dopo di lui”.52
215
Negli anni venti si impiantarono numerosi campi di
orientamento e di prova all’estero tra i quali quelli francesi di
Valence sur Rhone, quello della Station d’essais de semences
di Parigi diretta da Emile Schribaux, e di Roye, quest’ultimo
per iniziativa del Roaul Lamaire, e quello della Station central
d’amemoration del plates de grand cuture nei pressi di
Versailles, oltre a due in Corsica, il primo per iniziativa della
Direzione dei servizi agricoli della Corsica, e l’altro gestito
dalla Scuola d’agricoltura di Ajaccio.
In Romania un campo di orientamento era curato dal
Prof. Saulescu, e un altro, nei pressi di Bucarest, fu impiantato per iniziativa dell’on. Alexsander Algin dell’Accademia
Nazionale di agricoltura.
In Germania un campo venne impiantato e curato dal
Prof. Roemer a Halle Saale, e un altro dal dott. Bausse, che
per altro era delegato dell’Istitut international d’agricolture.
In Turchia ne esisteva uno nei pressi di Adona, un altro
in Lettonia curato dalla Sole Kcijas Staxija, e un altro
ancora in Spagna a Pamplona, curato da Don Carlos Eugui
Barricola.
216
In Grecia abbiamo trovato notizie di almeno tre campi di
orientamento e prova, uno a Larissa per iniziativa della
Stazione di miglioramento delle piante diretta dal Prof. Papadakis, l’altro nei pressi di Atene curato dal dott. Parastevopulos, e l’ultimo curato dal Prof. Stravros, Direttore della
Scuola superiore di agricoltura di Atene. In Olanda l’iniziativa di istituire un campo di orientamento dei frumenti Strampelli l’assunse l’Istitut pour l’amelioration des plantes nei
pressi di Wageninghen, mentre il Prof. Egidio Gaetano Rebonato ne impiantò uno a Saltillo Coah in Messico.
Il conte Brettan fece lo stesso a Tangeri, e il dipartimento
agricolo australiano ne impiantò uno nei pressi di Sidney, così
come quello indiano che fece lo stesso nei pressi di Burna,
mentre in Sud Africa se ne impiantò uno per iniziativa del
Commissariato agricolo.53
Va poi detto che una notevole quantità di frumenti Strampelli furono esportati direttamente dall'Associazione riproduttori sementi di Rieti, per altro in quantità notevoli come si
deduce dalla tabella seguente relativa al riepilogo per la quantità esportata dei diversi frumenti, anche se non se ne conosce
la destinazione.54
QUANTITÀ DI FRUMENTO DA SEME ESPORTATO DALL’ARS DAL 1924 AL 1940. DATI IN Q.LI
‘24
‘25
‘26
‘27
‘28
‘29
‘30
‘31
‘32
‘33
‘34
‘35
‘36
‘37
‘38
597
1287
483
441
852
368
188
61
213
273
139
110
23
18
124
ARDITO
367
VIRGILIO
48
CARLOTTA
VARRONE
ATTILIO
BAIONETTE
2134
376
1
3
943
239
700
33
395
464
121
141
CERVARO
15
22
56
17
FAUSTO
26
43
75
154
MENTANA
57
169
1194
15
73
92
DANTE
ITALO
VITTORIO VENETO
VILLA GLORI
RIETI ORIGINARIO
RIETI 11
6
8
33
18
19
69
1742
4
5
53
ZARA
RIETI 75
MENTANA NUTICO
TERMINILLO
ROMA
LITTORIO
149
229
104
40
7
9
161
16
856
1865 1576
2697
1408
2256
1784
3760
3748
2
110
2334 3069
6871 7030
9564
6039
9672
6933 13259 10056
122
297
1283
433
314
181
102
157
251
197
176
35
54
469
443
124
238
340
34
5
1693 3026 1038
97
703
16
249
15
3
10
46
161
3269
TILIA
EDDA
384
301
‘40
2825 2589
DAMIANO
OBERDAN
315
‘39
250
125
33
353
606
805
17
232
676
1392
787
1977
1128
21
32
94
62
3543 2240
31
606
109
1016
1690
1267
934
1841
1924
7
32
1664
87
67
965
72
36
1179
863
599
898
892
836
746
256
1286
4899
1509
762
1227
1673
2502
472
9453
217
Perfino se seguiamo questo percorso in periodi più
recenti appare in tutta la sua forza l’incidenza dei grani
Strampelli.
Nell'ex Yugoslavia nel periodo dal 1958 al 1968 la produzione media dl grano tenero è passata da 12,5 a 41,9 q/ha in
seguito all'introduzione di varietà derivate dal S. Pastore o
dai suoi discendenti Libellula e Leonardo. Queste stesse
varietà hanno contribuito in maniera significativa all'incremento della produzione granaria in Ungheria, Slovacchia,
Bulgaria e Romania.
L'Australia ricevette nel 1926 da Strampelli la varietà
Ardito. Questa conteneva il gene per la bassa taglia RhtB,
importante per l’Australia in quanto riduce l'altezza della
pianta senza accorciare la lunghezza del coleoptile, e quindi
consentendo una emergenza uniforme delle plantule anche in
condizioni di siccità. Complessivamente, Strampelli inviò in
Australia 104 varietà di grano tra le quali "Mentana", utilizzata per produrre la varietà "Gamenya", coltivata dal 1962
fino al 1997.
Le idee rivoluzionarie di Strampelli erano note in Russia
sin dalle sue prime sperimentazioni reatine. Utilizzando le
sue varietà il prof. Sapegin creò la varietà Odessa 3, coltivata
per oltre mezzo secolo su milioni di ettari nell'ex Unione
Sovietica. La varietà Ardito fu utilizzata da Lukyanenko per
creare la famosa Bezostaya 1 presente nella genealogia di
oltre 200 cultivar di grano tenero e grano duro attualmente
coltivate in decine di paesi.
In sud America Strampelli e le sue varietà hanno avuto
una fortissima influenza dopo l’introduzione degli anni venti
e le sue varietà si sono continuate a coltivare almeno fino agli
anni ’60 del novecento. In Brasile si è fatto largo uso di
varietà precoci derivate da Mentana, mentre in Argentina e
Uruguay sono state coltivate varietà a bassa taglia e precoci
derivate da Ardito, Mentana o da entrambe. Come abbiamo
visto Strampelli ebbe un ruolo centrale nella politica cerealicola in Argentina dove per altro fece da maestro al prof. Blackhouse che sviluppò due importanti varietà argentine, 38MA
e Lin Cele, ampiamente coltivate e progenitrici delle moderne
varietà argentine.
218
Anche in Francia, Cile, Messico, Spagna e Portogallo si
è fatto largo uso di varietà strampelliane. Ad esempio, in
quest'ultimo paese nei 1934 le varietà Mentana, Ardito,
Carlotta Strampelli e Vittorio Veneto erano tra le più coltivate nei distretti di Portalegre e Evora,
Le moderne tecniche di analisi molecolare consentono
di comprendere le basi genetiche del successo dei grani di
Strampelli. Nelle varietà Ardito, Damiano e Villa Glori si
ritrovano tre importanti geni, Ppd-D1, Rthe e Yr16 , portati da
un segmento del cromosoma 2D ereditato dalla varietà giapponese Akakomughi. Il gene Ppd-D1 conferisce insensibilità
al totoperiodo, consentendo a queste varietà di fiorire precocemente ed evitare la stretta. Inoltre ne riduce indirettamente
l'altezza, collaborando con il gene Rth8, il quale abbassa l'altezza della pianta di altri 8 cm. II terzo gene Yr16 conferisce
resistenza alla ruggine gialla ed è strettamente associato a altri
geni che aumentano la fertilità della spiga. Questo segmento
cromosomico critico è stato trasmesso alle moderne varietà
italiane ed ha svolto un ruolo fondamentale nella granicoltura sudeuropea, sudamericana e cinese.
Va detto in conclusione che oggi tutto il miglioramento
genetico vegetale si basa sul trasferimento di geni utili ed è
sorprendente osservare come cento anni fa Nazareno Strampelli, senza conoscere il lavoro di Mendel, avesse già ben
chiaro questo concetto e cercasse questi geni utili anche in
specie diverse dal frumento coltivato. Già nel 1902 fece un
incrocio tra la segale e il grano Rieti, da cui ottenne la varietà
Terminillo. Incrociò il Rieti" e l’Akakomughi con il Trilla
villosum ottenendo varietà di successo come il Cantore e il
Roma, e tentò anche incroci con Aegilops Agropyron e
persino mais.55
Abbiamo già detto che non è di nostra competenza dar
conto dell'impiego dei frumenti Strampelli nel mondo, soprattutto perché, in tale percorso d’indagine, l’attestazione documentaria dell’introduzione di un determinato frumento, è solo
uno degli anelli al quale occorrerebbe aggiungere quelli del
successivo impiego delle specie coltivate dopo le fasi sperimentali e di moltiplicazione.
Ancor di più il discorso si pone all’esterno del nostro
campo di ricerca quando si tratta di indagare sulle operazioni
di breeding effettuate in loco, sia tra i frumenti Strampelli e
le razze locali, sia tra queste ed altri frumenti importati da
altri paesi, ma che a loro volta altro non sono che il risultato
di incroci con i grani dello scienziato reatino.
Quanto abbiamo esposto è solo il primo livello di attestazione, utile comunque a testimoniare lo straordinario ruolo
avuto dai frumenti Strampelli nella granicoltura mondiale.
Un ruolo sul quale varrebbe forse la pena indagare, e non
tanto, o quantomeno non solo, per misurare quanto quei
frumenti italiani creati in quella fucina di Campomoro,
abbiano contribuito allo sviluppo della cerealicoltura di altri
paesi, ma anche per apporre un altro tassello in quel mosaico
di crediti che la figura di questo scienziato riteniamo possa
ancora legittimamente vantare.
NOTE
V. MONTANARI, Un grande agronomo italiano. Nazareno Strampelli, in "L'agricoltura delle Venezie", n. 7, 1952, pp. 3-16.
2 G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942.
3 V. MONTANARI, Un grande …cit. ; C. MALIANI, Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro", s. III (1979),
v. X.
4 Z. XIANGCHUN - B. GIORNI - ROSSI, L'utilizzo dei frumenti italiani
in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B. GIORNI,
O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra
miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di
studio, Pollenza 1997, p. 45.
5 A. BIANCHI, Genetica agraria. Missione di vita, Verona 1997: ID.,
Nazareno Strampelli. Quarant'anni di sperimentazione genetica; il
quarantennio della successiva sperimentazione genetica; le quattro
decadi future a cavallo del 2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21,
pp. 33-42; L'opera di N. Strampelli e i nuovi orientamenti della genetica del frumento, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro",
s. III (1985), v. 15, pp. 109-112; Nazareno Strampelli: weat breeder
extraordinary and father of Italy's "green revolution" in "Diversity"
1
11 (1995), n. 1-2, pp. 135-136; Il ruolo dei frumenti di Nazareno
Strampelli: passato e presente, in B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di),
I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit., pp. 17-27; A. BIANCHI, C. MALIANI,
Nazareno Strampelli a forerunner in green revolution, in "Genetica
agraria", v. 33, 1979.
6 Tra gli studi di Slavko Borojevic cfr. The effect irradiation and
selection after irradiation on the number of Kernels per spike in wheat,
in The Use of Induced Mutations in plant Breeding, Oxford 1965;
Genetics, environment and modeling in breeding of organisms, in
"Savremena poljoprivreda", 26 (1978), n. 11-12, pp. 5-27; S. BOROJEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi dell'Est Europa, in
B. GIORNI, O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli.
Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit. , pp.
28-36.
7 C. MALIANI, Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni dell'Accademia Agraria di Pesaro", s. III (1979), v. X; V. MONTANARI, Un
grande…cit.; B. GIOVANNELLI, Nazareno Strampelli, in "Genetica
Agraria", v. I, f. 1, 1946; ID., Commemorazione di Nazareno Strampelli, in Atti del convegno di genetica agraria, Roma 1950; G. TALLARICO, Nazareno Strampelli, Roma 1942; B. STRAMPELLI, Un grande
reatino di elezione: Nazareno Strampelli, in "Sabina. Periodico
dell'EPT di Rieti, II (1957), n. 3, pp. 8-14; ID., Nazareno Strampelli
come pioniere e scienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, e
tecnica eseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche genetiche,
esposte dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docente nella R.
Università, Roma 1944.
8 Va sottolineata l'opera che sta svolgendo in questa direzione il
genetista Benito Giorgi cfr. in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), I
frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale…cit.
9 Su tale aspetto cfr. IST. NAZ. GEN., I miei studi i miei lavori, cit.
10 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro istituito con decreto ministeriale 28 ottobre 1963 e successive modifiche
e integrazioni, Roma s.d.
11 MAIC, Elenco di varietà di specie agrarie iscritte nel registro istituito dalla legge n. 1096 del 25-11-1971 e con d. p. r. 24-11-1972
(Aggiornato al 31-12-1981), Roma 1981. Sulle teorie scientifiche relative all'ibridazione nel periodo successivo a Strampelli cfr. H.K.
HAYES, F.R. IMMER, Methods of plant breeding, London 1942; ID.,
I nuovi metodi per la selezione delle piante, Milano 1954.
219
A. BIANCHI, Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli: passato
e presente, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e
mondiale…cit., pp. 17-27.
13 ASSGRi, b. 25 (n. p.), f. 2, Lettera dell'ambasciata francese a
Strampelli del 3 nov. 1918. Ibid. Lettera del capitano L. Miège, da Fez
in Marocco del 23 0ttobre 1918.
14 Ibid. Lettera di Mario Calvino, direttore de la Estacion Experimental Agronomica di Santiago de Las Vegas a N. Strampelli del 31
gennaio 1919. Sui rapporti con Cuba si vedano anche la corrispondenza con di R. Falco direttore della rivista "La Cultura latina", Ibid.
15 Si veda ad esempio la corrispondenza tra Strampelli e agronomi
che operavano in Abissinia ASSGRi, b. a. 1924, f. 5.
16 T. PASSALACQUA, Possibilità agricole della Cirenaica. Due anni
di sperimentazione agricola a Cirene, Palermo 1928.
17 Sulle problematiche dell'agricoltura nelle colonie italiane cfr. C.
MORETTI, La Colonia eritrea. Considerazioni Economico - agrarie,
Bene Vigienna 1923; L. CAVALIERI, Giornate tripoline, Terni 1928;
Governo della Tripolitania - direzione dell'agricoltura, I servizi agrari
in Tripolitania, Tripoli 1923; G. LEONE, Le coltivazioni sperimentali
asciutte delle foraggiere in Tripolitania nell'anno agrario 1917-1918,
in "Bollettino di informazione del Ministero delle colonie ", 1919, n.1;
ID., Saggio di bonifica agraria in Tripolitania. Azienda Leone - Ortu,
Firenze 1930; ID., La difesa dal vento nella bonifica agraria delle
steppe tripolitane, Firenze 1930; ID., Agricoltura e colonizzazione
della Tripolitania settentrionale e nel sud tunisino, in "Bollettino di
Informazione del Ministero delle Colonie", 1922 n. 5; H. SCAETTA,
Rilievo agrologico della regione di Tocra, Bengasi 1924; G. SOLVETTI,
L'agricoltura in Tripolitania, s.l. 1927; E.M. TASCHDJIAN, Sguardo
sulle possibilità agricole dell'Abissinia, Firenze 1936; DE CILLIS,
Cinque anni di sperimentazione agraria in Tripolitania, Firenze 1921;
ID., Saggio di fenicigrafia libica. Roma 1923; S. ADORNO, De Cillis,
Emanuele, in “Dizionario biografico degli italiani”, Roma Istituto della
Enciclopedia italiana, 1960, Vol. 33 (1987), p. 542-544.
18 ASSGRi, b. (n. provv.) 30, f. 7, Elenco dei campi territoriali di
orientamento istituiti nell’annata agraria 1927-1928; Ibid. f. 8, Elenco dei
campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929.
19 ASSGR, b. a. 1924, f. 5, Corrispondenza con la Colonia MeknesMedina, 12 settembre, 1924.
20 Ibid. Corrispondenza con la Direzione generale dell'agricoltura.
Servizio botanico, 2 ottobre e 9 agosto 1924.
12
220
Ibid. Corrispondenza con la Stazione Sperimentale di Bathurst,
16 marzo 1924.
22 ASSGR, b. anno 1924, f. 5, lettera del direttore dell'Italia Agricola del 21 gennaio 1924.
23 Ibid. lettera del direttore del dipartimento di botanica dell'Università di Manitoba del 9 dicembre 1923.
24 Ibid. lettera del direttore della Stazione agronomica di Haina,
8 giugno 1925.
25 Ibid. lettera del direttore del Tewfik Fahmy - Micologist del 10
settembre 1925.
26 Ibid. lettera del direttore della Estaciòn Central de Ensayo de
Semillas di Madrid del 25 settembre 1925.
27 Ibid. lettera del Prof. Jean Titzu direttore della Station Metereologique Agricole-Copou del 9 settembre 1924; Ibid. b. a. 1925, f. 5,
lettera del prof. N. Laulescu di Bucarest s.d. (agosto 1925). I frumenti
sperimentati furono: Carlotta, Ardito, Cervaro, Varrone, Mendel
Luigia, Potenziani, Baionette, Apulia, Rieti.
28 Ibid. lettera di Jose Roina del 19 gennaio 1924 si veda anche,
Ibid. lettera di Nicolas Fantini, Inspector de defensa Agricola Paysandru del 22 ottobre 1924 che chiede a Strampelli di fornirgli i
frumenti Rieti 745, Carlotta, Luigia, Ardito e Apulia. Cfr. anche A.
BORGER, Osservaciones sobre agricoltura quince anos de trabaios fitotecnicos en el Uruguay, Montevideo 1928.
29 Lettera della Legazione cilena a dell'11 gennaio 1924. Si richiedono i frumenti Ardito, Riccio, Potenziani, Varrone, Mendel, Carlotta,
Apulia, Cervaro, Luigia, Dauno, Francesco.
30 ISTITUTO BIOLOGICO DE LA SOCIETAD AD NACIONAL DE AGRICOLTURA DEL CILE, Memoria de los trabajos realizados en el año 1924,
Santiago de Chile 1925.
31 Ibid. lettera di J. Papandreus, direttore della Societè Ellenica
d'Agricolture 7 gennaio 1925. Si veda anche la relazione del genetista
Jean Papadakis del 16 agosto 1924 e la corrispondenza con il Ministero
dell'agricoltura greco del settembre 1924.
32 Ibid. si veda la lettera del Prof. Fontet La Reole Gironde del 5
dicembre 1924; Ibid. Lettera del Ministero dell'Agricoltura - Scuola
Nazionale di Agricoltura di Grignon, 30 novembre, 1924; Lettera del
Prof. Edoardo Serin, Chaire d'Agricolture, Villefranche de Lauragais,
6 ottobre 1924; Lettera del Ministero dell'Agricoltura - Scuola Nazionale di Agricoltura di Grignon, 29 settembre 1924; Lettera del Ministero dell’Agricoltura. Istituto di Patologia Vegetale, 22 ottobre 1924;
Lettera del Università di Toulose. Laboratorio di botanica, 17 ottobre
21
1924; Lettera del Laboratoire Genelogique e Agricole de Bézieres, 21
marzo 1924; Lettera dello Stabilimento Denaiffe, di Carignan, 11
febbraio 1924.
34 L. ROLLAND, Expériences sur variétés de blè dans l'aveyron en
1923-1924, in "Jurnal d'Agricolture Pratique", 89 (1925), n. 11, pp.
216-217.
35 R. SEVERIN, Les blès du Pr. Strampelli in Aquitaine, in "Revue
Agricole", 1924.
36 C. DE CARBONNIÈRES, Le blè Carlotta Strampelli, in "Bolletin
Mensil du Comice Agricole de Castres", 1924, n. 10, pp. 75-77; Cfr.
anche C. CREPIN, Observations sur les rouilles del cereales en 1923 a
Grignon, Paris 1924.
37 M. MAYLIN, La station expèrimentale de granicolture de Rieti, in
"Annales de la Science Agronomique française et etrangère", v. 1924,
pp. 339-351.
38 ASSGRi, b. 1930, f. 5, Lettera del 7 luglio 1930; Ibid. b. anno
1924, f. 5 - 1924; Ibid. b. n. anno 1925 f. 5, 1925; Ibid. b. n. anno 1930,
f. 5.
39 Ibid. lettera del 17 luglio 1924 della Direzion General de Agricoltura dell'Estado de Coahila de Zaragoza.
40 Ibid. lettera dell'ingegnere Marte R. Gòmez, direttore del Poder
Ejecutivo Federal 18 settembre 1924.
41 ASSGRi, b. 32, f. 14 Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr.
Miguel Calmon Du Pin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura,
industria i commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski,
sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, realizados
durante o anno 1922. Rio de Janeiro 11 gennaio 1923. Dattiloscritto.
42 Ibid. b.a. 1925, f. 5, Corrispondenza con l'Istituto Cantonale di
Mezzana, 4 ottobre 1924, e 7 dicembre 1925.
43 Ibid. lettera del direttore dell'Istituto dell'allevamento delle piante
dell'università di Zagabria 1 agosto 1924.
44 Lettera del direttore dell'Istituto Nazionale Turco di Selezione, 28
giugno 1925.
45 Ibid., b. a. 1930, Lettera del direttore dell'Institute of applied
botany & new cultures bureau of introdution di Leningrado 16 febbraio
1930.
46 Estação agraria central, A cultura do trigo na Regiâo do Alto
Altentio, Lisbona 1934 p. 189 e tav. p. 190-19. Cfr. anche A. DA CUNHA
MONTEIRO, Trigos Portugueses, Lisbona 1935.
47 E. SALA ROCCA, El problema mundial del trigo y el problema del
trigo en España, Barcellona 1948, p. 145.
ID., El problema mundial del trigo y el problema del trigo en
España cit., p. 151-152. In Spagna si faceva per altro largo uso del
Rieti originario.
49 C. BOROJEVIC, L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi
dell'Est Europa, in B. GIORNI - O. PORFIDI, (a cura di) I frumenti di
Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e
mondiale…cit. pp. 28-36.
50 Z. XIANGCHUN - B. GIORGI - L. ROSSI, L'utilizzo dei frumenti
italiani in coltura diretta e nel miglioramento genetico in Cina, in B.
GIORNI - O. PORFIRI, (a cura di), I frumenti di Nazareno Strampelli.
Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del
seminario di studio, Pollenza 1997.
51 ZHENG D.S. - ZHUANG Q.S., Utilization of Italian wheat varieties
in China, Report of the Institute of Crop Germplasm Resurces, 1992.
52 Z. XIANGCHUN …cit., p. 44.
53 ASSGRi, b. 30 (n. p.), f. 8, Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929; Ibid. f. 9, Elenco dei
campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1929-1930.
54 ASSGRi, b. 31, f. 33, Dati relativi all’esportazione del frumento
da parte dell’ARS dal 1924 al 1940, s.d. (1940?).
55 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde di
Nazareno Strampelli, in “L’Informatore Agrario” , 2000, 32: pp. 31-33.
48
221
Fonti Bibliografiche
Scritti di Nazareno Strampelli
1. Scritti di Nazareno Strampelli nella fase precedente
all’inizio della sua attività a Rieti. Si tratta perlopiù di brevi
articoli pubblicati sul bollettino del Comizio agrario di Camerino del quale Strampelli fu infaticabile animatore.1
Il rhus cotinus e la sua coltura nel camerunese, Pisa 1896.
Chimica e microscopia, in «L'Appennino. Gazzetta Camerinese», 14 maggio 1898.
3 Note sulla difesa contro la Peronospora, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio Giugno 1896.
4 La Lupinella o crocetta (Hedysarum onobrychis L.) sui
monti del Camerinese in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896.
5 Fillossera e viti americane, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896.
6 La fertilizzazione del suolo, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Luglio. Dicembre 1896.
7 La fertilizzazione del suolo a mezzo di concimi chimici. In
“Chienti e Potenza”, Camerino 9 gennaio 1897.
8 Fillossera e viti Americane (I parte). In “Chienti e Potenza”,
Camerino 19 Gennaio 1897.
9 Fillossera e viti Americane" (II parte). In “Chienti e
Potenza”, Camerino 9 Febbraio 1897.
10 Esperimenti di concimazioni chimiche sul frumento. In
“Chienti e Potenza”, Camerino 5 Ottobre 1897.
11 Questioni Agricole, in “Chienti e Potenza”, Camerino 5
Gennaio 1898.
12 Chimica e microscopia, in “L'Appennino Gazzetta Camerinese”, 14 Maggio 1898.
13 I concimi chimici non impoveriscono il suolo in “Bollettino
del Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1899.
1
2
222
Tavole di Chimica Analitica qualitativa. Camerino Tipografia Savini, 1898.
15 Come risanare il frumento attaccato dal Cladioporium
erbarium, Università di Camerino 1898.
16 La formalina nelle valvole idrauliche per la chiusura delle
botti, Camerino 1898.
17 Per la lotta contro la peronospora, Camerino 1898.
18 Nitrato sodico in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1899.
19 Memoriale dell'agricoltore (Marzo) in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1899.
20 Memoriale dell'agricoltore (Aprile), in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1899.
21 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Marzo 1899.
22 Granturco e concimi chimici, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Aprile 1899.
23 Alcune norme per la buona fabbricazione del formaggio,
“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899.
24 Memoriale dell'agricoltore (Maggio), in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1899.
25 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Aprile 1899.
26 Memoriale dell'agricoltore (Giugno), in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Maggio 1899.
27 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Maggio 1899.
28 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Giugno 1899.
29 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899.
30 Notizie Tariffa di trasporto pel solfato e acetato di rame, in
“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1899.
14
Stallatico e concimi chimici in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Luglio 1899.
32 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, I parte in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899.
33 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1899.
34 Memoriale dell'agricoltore (Settembre), in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Agosto 1899.
35 L'allettamento del grano, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Settembre 1899.
36 Risposte a quesiti in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Ottobre 1899.
37 Rimedi alle malattie ed ai difetti dei vini, II parte, in
“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre 1899.
38 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Novembre 1899.
39 Parole rivolte alle alunne nella prima festa degli alberi dal
professore d'agraria Dott N. Strampelli, Camerino 1899.
40 Le malattie della vite ed i concimi, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899.
41 Notizie, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”,
Dicembre 1899.
42 Note pratiche, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Dicembre 1899.
43 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Dicembre 1899.
44 Il trionfo dei cannoni, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Giugno 1900.
45 La barbabietola da zuccaro, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Ottobre 1900.
46 Patate di gran reddito, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Dicembre 1900.
47 A chi acquista semi dal commercio, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Gennaio 1901.
48 L'innesto secondo le varie piante, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Marzo 1901.
49 A proprietari di boschi, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Aprile 1901.
50 Ai viticoltori I parte, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Maggio 1901.
31
Spigolature e notizie agrarie, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Maggio 1901.
52 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Maggio 1901.
53 Alcune faccende di Giugno, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Giugno 1901.
54 Ai viticoltori II parte, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Luglio 1901.
55 Ai contadini, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1901.
56 Le principali faccende di Settembre, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Settembre 1901.
57 La fillossera ci circonda, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Settembre 1901.
58 Le principali faccende del mese di Ottobre, in “Bollettino
del Comizio Agrario Camerinese”, ottobre 1901.
59 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Ottobre 1901.
60 Attenti negli acquisti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Novembre.Dicembre 1901.
61 Perfosfati e scorie, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Novembre-Dicembre 1901.
62 La Cocciniglia del Gelso o Diaspis pentagona, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902.
63 Appunti di stagione, concimazione di prati, in “Bollettino
del Comizio Agrario Camerinese”, Febbraio 1902.
64 Ancora attenti agli acquisti, in “Bollettino del Comizio
Agrario Camerinese”, Febbraio 1902.
65 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Febbraio 1902.
66 I panelli nell'alimentazione delle pecore, in “Bollettino del
Comizio Agrario Camerinese”, Aprile 1902.
67 Innesti estivi, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Giugno 1902.
68 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Giugno 1902.
69 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Agosto-Settembre 1902.
70 Una pianta foraggera poco conosciuta presso di noi, in
“Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Luglio 1902.
51
223
Il seme grano Italia, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Agosto-Settembre 1902.
72 I frumenti selezionati, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Agosto-Settembre 1902.
73 Per la prossima semina, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Agosto-Settembre 1902.
74 Risposte a quesiti, in “Bollettino del Comizio Agrario
Camerinese”, Agosto-Settembre 1902.
75 Intorno all'azione postuma del Nitrato sodico, in “Bollettino del Comizio Agrario Camerinese”, Agosto 1903.
71
2. Scritti di Nazareno Strampelli dopo il suo arrivo a Rieti
76 Esperienze di inoculazione con preparati di Moore, in
«Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e
commercio», v. 1906.
77 Esperienze intorno alla malattia del frumento dovuta
all'Ustilago Carbo, in "Rendiconti della R. Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. XV (1906), s. 5^, f. 3°.
78 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio", v. 1906.
79 Alcune osservazioni intorno alla ibridazione ed alla selezione del frumento, in Atti del VI Congresso internazionale di
chimica applicata, Roma, Bertero, 1907.
80 Di una speciale azione elettrica sulle piante, in Atti del VI
Congresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero,
1907.
81 Azione dei diversi composti di manganese ed in particolare
del minerale manganesifero del Monte Argentario, usati nella
concimazione delle piante, in Atti del VI Congresso internazionale di chimica applicata, Roma, Bertero, 1907.
82 Alcune esperienze intorno alla coltura della barbabietola
da zucchero, in "Bollettino ufficiale del Ministero di agricoltura,
industria e commercio", v. 1907.
83 Esperienze di selezione e ibridazione sul frumento e sul
granoturco, in "Rendiconti dell'Accademia dei Lincei. Classe di
scienze matematiche e naturali, v. XVI (1907), s. 5^, v. 2°.
84 Alcune anomalie di forma nelle infiorescenze del frumento,
in "Le stazioni sperimentali agrarie italiane", v. LX (1907), f.
2°, pp. 121-127.
224
85
Alla ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a
mezzo dell'ibridazione, Roma 1907.
86 Studi e ricerche di selezione e di ibridazione nel campo
sperimentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della società
agraria italiana", XIII (1908), n. 7.
87 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, in "Bollettino della società degli
agricoltori italiani, XIII (1908), n. 9-10.
88 Come rendere più produttiva la coltura del grano, in Atti
del IV Congresso agrario marchigiano, Macerata 1908, pp. 39-49.
89 Le ricerche di ibridazione e selezione nel campo sperimentale di granicoltura di Rieti, Rieti 1909.
90 Varietà di mais ottenuta nella stazione di granicoltura di
Rieti, Rieti 1910.
91 De l'étude des caractéres anormaux présentés par les plan
tules pour la recherche des varietés nouvelles, in Atti della IV
Conferenza internazionale di genetica, Parigi 1911.
92 La regia stazione sperimentale di granicoltura di Rieti alla
mostra delle novità agrarie del 1914, Rieti, Trinchi 1914.
93 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario
1914-1915, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria e
commercio", v. 1916.
94 Risultati ottenuti col frumento "Carlotta Strampelli" nei
campi regionali di prove negli anni agrari 1914-1915 e 19151916, Rieti, Trinchi 1916.
95 Relazione sui risultati del nuovo frumento "Carlotta Strampelli" conseguiti nei campi regionali di prova nell'anno agrario
1915-1916, in "Annali del Ministero di agricoltura, industria e
commercio", v. 1917.
96 Breve riassunto dei lavori della R. stazione di granicoltura sperimentale di Rieti, in "Bollettino degli agricoltori
italiani" (1918), n. 10/11.
97 Il frumento "Carlotta Strampelli" nell'anno agrario 19161917, Terni, Alterocca 1918.
98 Genealogia del frumento "Carlotta Strampelli", in "Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze fisiche,
matematiche e naturali", v. XXVII (1918), s. 5^, f. 5°.
99 Su di alcuni risultati conseguiti mediante l'ibridazione e
la selezione di piante agrarie, in Atti del XLVIII Congresso
degli agricoltori italiani, s.l. s.d. (1918).
100
Esperienze intorno alla carie (Tilletia caries) del frumento,
in "Rendiconti della R. Accademia dei Lincei. Classe di scienze
fisiche, matematiche e naturali", v. XXVII (1919), s. 5^, f. 4°,
Nota del dott. N. Strampelli presentata dal socio G. Cuboni.
101 Varietà di mais ottenute nella stazione di granicoltura di
Rieti, Piacenza 1919.
102 Altre varietà di frumenti ottenute nella stazione di granicoltura di Rieti, Piacenza 1920.
103 Il funzionamento dell'Istituto nazionale per la cerealicoltura nell'anno agrario 1919-1920 e 1920-1921. Relazione al S.
E. il Ministro dell'economia nazionale, in "Nuovi Annali del
Ministero per l'agricoltura", II (1922), n. 2.
104 Lavoro compiuto e risultati raggiunti nell'anno agrario
1921-1922. Relazione al Consiglio di Amministrazione (dell'Istituto nazionale di genetica per la cerealicoltura), Roma 1923.
105 I più recenti grani Strampelli, in "L’Italia Agricola", 1923.
106 Elenco dei frumenti Strampelli presentati alla prima
Mostra romana dell'agricoltura, dell'industria e dell'arte applicata, 21 aprile-30 giugno 1923, Rieti, Trinchi 1923.
107 Il funzionamento dell'Istituto Nazionale per la Cerealicoltura nell'anno agrario 1922-1923. Relazione al S.E. il Ministro dell'economia nazionale, Rieti, Faraoni 1924.
108 Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni italiane
con i cereali Strampelli nell'anno 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924.
109 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'anno
agrario 1922-1923, Rieti, Faraoni 1924.
110 Le produzioni del frumento "Ardito" conseguite nell'anno
agrario 1923-1924, Rieti, Faraoni 1925.
111 Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumenti
mutici ed aristati (Triticum folliculosum), in "Rendiconti della R.
Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze fisiche, matematiche e naturali", v. I (1925), s. 6^, f. 4°.
112 Rapporto al XII Congresso internazionale di agricoltura
a Varsavia, in Atti del XII Congresso internazionale di agricoltura di Varsavia, Varsavia 1925.
113 Novità 1926, Rieti, Faraoni, 1926.
114 Nuovi frumenti 1927, Rieti 1927.
115 Ricerca e creazione di nuove varietà di frumento a Rieti,
a Roma e a Foggia, Roma 1927.
116 Alcune osservazioni sull'impiego del manganese, Roma
1927.
117
Alcune produzioni raggiunte in annata agraria avversa
(1927), con frumenti di razze elette, Roma, Danesi 1928.
118 Breve sguardo alla cerealicoltura italiana e ai suoi
problemi, in "Nuova antologia", 16 dicembre 1931.
119 La cerealicoltura, in I problemi attuali dell'agricoltura in
Italia, Bologna 1933, pp. 121-126.
120 I miei lavori:origini e sviluppi. I grani della vittoria, in
“Istituto nazionale per la cerealicoltura”, Origini, sviluppi e
risultati, Roma 1932, pp. 49-112.
121 Agricoltura e battaglia del grano, in Dal regno all'Impero.
17 marzo 1861-9 maggio 1936, Roma, Reale Accademia Nazionale dei Lincei, 1937.
122 I frumenti "Italo Balbo", "Comandante Baudi", “Comandante Novaro" che hanno conseguito la iscrizione al R. Registro
Nazionale delle varietà elette di frumento nell'anno 1940,
Roma, Istituto Naz. di genetica agraria, R. Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti, 1941.
123 Colture di batteri azotofagi per la sulla, in "Bollettino
ufficiale del Ministero di agricoltura, industria e commercio,
estr. s.d.
124 Per la lotta contro la peronospora, s.l., s.d.
3 . Il lavoro scientifico di Nazareno Strampelli
125
Il miglioramento genetico dei cereali. Celebrazione del
40° anniversario della morte di Nazareno Strampelli, Roma,
Accademia dei Lincei 1982.
126 ARS, Nazareno Strampelli. Commemorazione celebrata a
Rieti il giorno 8 giugno 1952, Rieti, s.d. (1952).
127 AVANZI E., Contributo al progresso agrario nazionale dei
genetisti italiani scomparsi, in "Rivista di storia dell'agricoltura", 1962, nn. 3 e 4.
128 BENEDETTI A., Nazareno Strampelli, in "L’Italia agricola"
104, 1967, pp. 515-530.
129 BIANCHI A., L'opera di N. Strampelli e i nuovi orientamenti della genetica del frumento, in "Esercitazioni dell'Accademia agraria di Pesaro" s. III (1985), v. 15, pp. 109-112.
130 BIANCHI A., Nazareno Strampelli. Quarant'anni di sperimentazione genetica; il quarantennio della successiva sperimentazione genetica; le quattro decadi future a cavallo del
2000, in "Terra e Vita" XXIII (1982), n. 21, pp. 33-42.
225
BIANCHI A., Il ruolo dei frumenti di Nazareno Strampelli.
Passato e presente, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I
frumenti di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e mondiale. Atti del seminario di studio,
Pollenza 1997, pp. 17-27.
132 BIANCHI A., Nazareno Strampelli weat breeder extraordinary and father of Itayl's “geen revolution”, in "Diversity" 11
(1995), n. 1-2, pp. 135-136.
133 BIANCHI A., MALIANI C., Nazareno Strampelli a forerunner in green revolution, in "Genetica agraria", v. 33, 1979.
134 BIANCHI A., Un novantennio di genetica agraria. L'Informatore Agrario (n. 7). 1997.
135 BOROJEVIC S., L'impatto delle varietà Strampelli nei paesi
dell’Est Europa, in GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti
di Nazareno Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura
italiana e mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1997,
pp. 28-36.
136 DOTTORI, Rivoluzioni verdi: tante ma quali le prime?, in
“L’informatore agrario", n. 49, 1994, pp. 30-32.
137 GIORGI B., PORFIRI O. (a cura di), I frumenti di Nazareno
Strampelli. Una pietra miliare nella granicoltura italiana e
mondiale. Atti del seminario di studio, Pollenza 1998.
138 GIOVANNELLI B., Nazareno Strampelli, in "Genetica
Agraria",v. I, £ 1, 1946.
139 GIOVANNELLI B., Commemorazione di Nazareno Strampelli, in Atti del Convegno di genetica agraria, Roma 1950.
140 LORENZETTI R., La scienza del grano. Nazareno Strampelli e la Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti dal
periodo giolittiano al secondo dopoguerra, Roma 2000. T. Ing.
The weat Science: the green revolution of Nazareno Strampelli,
Genetic&Breeding 2000.
141 LORENZETTI R., La sperimentazione agraria in Italia. Il
caso della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti e l’opera
di Nazareno Strampelli, in M. G. GRILLOTTI, L. MORETTI (a cura
di), I valori dell’agricoltura nel tempo e nello spazio, Roma 1998.
142 MALIANI C., Nazareno Strampelli, in "Esercitazioni
dell'Accademia agraria di Pesaro”, s. III (1979), v. X.
143 MARINPIETRI L., TIRELLI M., Il chicco di grano. Struttura
fisiologia, chimica, parassiti, conservazione, Roma 1947.
144 MONTANARI V., Un grande agronomo italiano. Nazareno
Strampelli, in "L'agricoltura delle Venezie", rt. 7, 1952, pp. 3-16.
131
226
MORESCHI B., La granicoltura italiana e gli esperimenti
Strampelli, in "L'agricoltura italiana illustrata" 1 (1919), n. 3,
pp. 11-17.
146 MOSCIATTI M., Là dove tutto ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento e ricerca (1891-1903),
Camerino 2009.
147 Per il senatore Strampelli, in "Il Popolo Sannita", 1933.
148 PASQUETTI S., Un cittadino benefattore Nazareno Strampelli, in "Mondo Sabino", VIII (1993), n. 42 e n. 43. POGNA N.,
LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione verde di Nazareno
Strampelli, in “L'Informatore Agrario”.
149 POGNA N., LORENZETTI R., GIORGI B., La rivoluzione
verde di Nazareno Strampelli, in “L'Informatore Agrario” (n.
32) 2000.
150 SALVI S., Quattro passi nella scienza di Nazareno Strampelli, Pollenza 2009.
151 SALVI S., Viaggio nella genetica di Nazareno Strampelli,
Pollenza 2008.
152 SALVI S., La rivoluzione verde di Nazareno Strampelli.
Agricoltura Istituzioni Mercati (n. 3), 2009, pp. 107-121.
153 SALVI S., Uno scienziato da riscoprire: Nazareno Strampelli. Rivista di diritto agrario 68 (n. 2) 2010, pp. 66-71.
154 SALVI S., PORFIRI O., Il papà del grano. “Storia in rete” (n.
60), 2010, pp. 54-59.
155 SCARASCIA MUGNOZZA T., The contribution of Italian
wheat geneticists: From Nazareno Strampelli to Francesco
D'Amato. Accademia Nazionale delle Scienze, detta dei XL s.d.
156 STRAMPELLI B., Un grande reatino di elezione Nazareno
Strampelli, in "Sabina. Periodico dell’E.P.T. di Rieti", II (1957),
n. 3, pp. 8-4.
157 STRAMPELLI B., Nazareno Strampelli come pioniere e
scienziato nel campo genetico. Priorità scientifiche, e tecnica
eseguita da Nazareno Strampelli nelle sue ricerche genetiche
esposte e dal di lui figlio Benedetto Strampelli libero docente
nella R. Università, Roma 1944.
158 TALLARICO G., Nazareno Strampelli, Roma 1942.
159 ZAGANELLA M., Rivoluzione verde. L’incredibile epopea
di Nazareno Strampelli, in “L’Illustrazione Italiana”, n. 4, 2012
pp. 24-32.
145
4. La Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti, l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, le stazioni
fitotecniche, le altre strutture
160
Una stazione di sperimentale granicoltura stabilita a
Foggia, in "Il Rinnovamento. Giornale politico democratico
della Capitanata", VIII (1919), n. 16, p. 1.
161 CASALINI M., Le istituzioni create dallo stato per l’agricoltura, Roma 1937.
162 CUBONI G., L'esperimentazione agricola in Italia e
all'estero, in "Bollettino della società degli agricoltori italiani",
XII (1908) n. 9-10.
163 FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CAVALIERI DEL LAVORO,
L’Istituto nazionale di Genetica per la Cerealicoltura in Roma,
Roma 1939.
164 GIOVANNELLI B., L'Istituto nazionale di genetica per la
cerealicoltura N. Strampelli. Roma, La Stazione sperimentale
di granicoltura di N. Strampelli - Rieti. Alle mostre attività
romane 1946, Rieti 1946.
165 ISTITUTO NAZIONALE DI GENETICA PER LA CEREALICOLTURA, Leggi, decreti, regolamento, Roma s.d.
166 RAINERI L., La stazione di granicoltura di Rieti, in
"L’Italia Agricola", 51 (1914), n. 1, pp. 6-12.
167 SINDACATO NAZIONALE TECNICI AGRICOLI, Prima mostra
nazionale del grano. I progressi della granicoltura italiana.
In modo particolare si vedano i capitoli Provincia di Rieti,
pp. 217- 218, e L'Istituto Nazionale di genetica per la cerealicoltura di Roma e la R. Stazione sperimentale di granicoltura di
Rieti, pp. 322-332.
168 VITTORANGELI R., Stabilità delle cattedre e problema
morale, in "L’Italia Agricola", XLVI (1909), n. 3, pp. 49-50.
169 MAILIN M., La Station expèrimentale de granicolture de
Rieti, in "Annales de la science agronomique française et etrangère", v. 1924, pp. 339-351.
5. Le fonti statistiche
170
Indici delle condizioni economiche e finanziarie dell'Italia
dal 1922 al 1938, Roma 1940.
171 BANCA D’ITALIA, L'economia italiana nel sessennio 19311936, Roma 1938.
CONFEDERAZIONE FASCISTA DEI LAVORATORI DELL’AGRICOLCompendio di statistica agraria, Roma 1935.
173 DE POLZER A., Statistiche agrarie, Milano 1942.
174 ERCOLANI P., Documentazione statistica di base, in G. FUÀ
(a cura di), Lo sviluppo economico in Italia, Milano 1969,
pp. 380-460.
175 INSTITUT INTERNATIONAL D’AGRICOLTURE, Annuaire International de statistique agricole 1913 et 1914, Roma 1915.
176 INSTITUT INTERNATIONAL D’AGRICOLTURE, Annuaire International de statistique agricole 1915 et 1916, Roma 1917.
177 ISTAT, Annuario statistico dell'agricoltura italiana 19361938, Roma 1940.
178 ISTAT, Sommario di statistiche storiche italiane 18611955, Roma 1958.
179 LEMMI C., ORSI A., Le rilevazioni statistiche in Italia dal
1861 al 1956. Statistiche dell'attività produttiva. Statistiche
economiche generali, in "Annali di statistica", 87 (1958), V. 7.
180 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni I
(1910-11), Roma 1911.
181 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni II
(1912-13), Roma 1913.
182 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni III
(1913-14), Roma 1914.
183 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni IV
(1914-15), Roma 1915.
184 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni V
(1915-16), Roma 1916.
185 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni VI
(1916-17), Roma 1917
186 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni VII
(1917-18), Roma 1919.
187 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni VIIII
(1918-19), Roma 1920.
188 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni IX
(1919-20), Roma 1922.
189 MAIC, Notizie periodiche di statistica agraria anni X
(1920-21), Roma 1923.
190 MAIC, Notizie approssimative sui raccolti del frumento.
Del granoturco. Del riso, dell'uva e delle olive in olio in Italia,
nel 1906 e confronto con la media quinquennale 1901-5, Roma
1907.
172
TURA,
227
MAIC, Notizie approssimative sul raccolto del frumento
in Italia dal 1870 al 1904, in "Bollettino ufficiale del Maic", v.
III, 1905, f. 1.
192 MAIC, Esperimenti di statistica agraria in alcune
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agraria e forestale" XIII (1935), pp. 58-69.
502 ALOI L., La coltivazione del frumento: le nuove razze e le
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511 BASSI E., La vittoria granaria e le razze precoci, in "Giornale di agricoltura della domenica", 15 agosto 1937.
512 BASSI E., Sui grani precoci nel mezzogiorno, in "Giornale
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513 BASSI E., Se si fossero coltivati i grani precoci, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6 agosto 1939.
514 BASSI E, Granicoltura laziale. Affermazione meravigliosa
per produttività e resistenza dei frumenti precoci del Sen. Strampelli, in "Giornale di agricoltura della domenica", 3 novembre
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518 BOSSI J., Verso l'indipendenza granaria. Risultanze
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Prima relazione, in "Il coltivatore siciliano", n. 9, 1929.
521 CARFI G., Grani Strampelli e grani indigeni in raffronto.
Seconda relazione, in "Il coltivatore siciliano", Catania 1930.
522 CARFI G., Grani Strampelli e grani indigeni in raffronto.
Terzo contributo, in "Il coltivatore siciliano", 1932.
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528 DONÀ A., Sperimentazione sugli ibridi dei frumenti Strampelli, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6 dicembre
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529 DONINI G., I grani Strampelli e Todaro nel fabrianese,
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531 FEDERAZIONE ITALIANA CONSORZI AGRARI, Un triennio
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1927.
532 FOLLONI A., Razze elette di cereali, in "Rivista agricola
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533 GRIFONI E., Un caso di inquinazione del frumento
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534 INGC, Produzioni unitarie conseguite nelle varie regioni
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536 MORESCHI B., La granicoltura italiana e gli esperimenti
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537 PERONI C., Il frumento di Rieti, in "Giornale di agricoltura della domenica", 6 dicembre 1931.
538 ROSSI P., I grani Strampelli in Sabina, in "Giornale di
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541 SUCCI A., Rapporto su prove di orientamento di frumenti
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542 SUCCI A., Prove di orientamento con frumenti Strampelli
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543 TOMA R., La granicoltura nell'agro romano. (in part. 2)
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544 TOMEI B., Coltivazione di alcuni grani Todaro e Strampelli, Perugia 1925.
530
237
10. I grani Strampelli. Ardito
Inaugurazione della mostra della spiga in Alessandria, in
"La Gazzetta del Popolo", 2 settembre 1924, p. 5.
546 I concimi chimici nei campi dimostrativi sul grano a
Caiazzo, a Capriati, a Volturno e ad Allignano, in "Terra di
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547 BELLINI G, Per l'aumento della granicoltura in maremma,
in "La Maremma agricola zootecnica", XIV (1924), n. 9-19,
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548 BONAVOGLIA F., Pro granicoltura. Risultati di prove colturali, Macerata 1924.
549 BRASCHI B., Prove comparate su alcune varietà di
frumento, Genova 1924.
550 CATTEDRA DI AGRICOLTURA PER LA PROVINCIA DI AREZZO,
Contributo allo studio della granicoltura. Relazione sui risultati ottenuti nei campi sperimentali istituiti nel 1924, Arezzo
1924.
551 CONSOLANI G., I nostri campi di grano nel 1923-24, Conegliano 1924.
552 COSSOLANI G., L'Ardito Strampelli, in "Il Coltivatore", 70
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553 ESMENARD G., Discutiamo in merito alla produzione
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554 FESTA F., La semina fitta del frumento e l'Ardito, in "Le
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555 FOLLINI L., Dopo l'Ardito il tabacco, in "Giornale di agricoltura della domenica", XXXIV (1924), n. 50, 14 dicembre,
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556 Follini L., I nuovi frumenti alla prova, in "L'Agricoltura
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557 GIBERTINI D., I grani eletti ed il problema granario
italiano, in "Giornale di agricoltura della domenica", XXXIV
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558 JERNA G., Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell'Agro piacentino, in "Libertà", Venerdì 12 dicembre
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561
11 . I grani Strampelli. Carlotta
565
Il frumento Carlotta Strampelli. Una grande scoperta
italiana, in "Il Giornale di Ascoli", III (1919), n. 3, pp. 2.
566 Il rifornimento del grano e l'importanza di una scoperta
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567 Il frumento Carlotta Strampelli. Una scoperta italiana che
assicura il fabbisogno annuale del grano, in "Il Corriere di
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703 ROLLAND L., Expériences sur variétés de blè dans
l'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'agricolture pratique", 89
(1925), n. 11, pp. 216-217 (Riporta i risultati di una sperimentazione effettuata dalla Società Centrale di Agricoltura. Il
Carlotta aveva primeggiato su tutti gli altri frumenti con un
rendimento di 14,80 quintali per ettaro contro i 12,20 del
Bordeaux).
704 ROLLAND L., Expériences sur variétés de blè dans
l'aveyron en 1923-1924, in "Jurnal d'agricolture pratique", 89
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in "La Scena Illustrata", XVI (1922), nn. 50-51, 10-17 dicembre,
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711 Per la imparzialità di fronte alla scienza, in "L'Italia del
Popolo", 6 dicembre 1922.
712 Visita del prof. Strampelli alla borsa del commercio, in
"Giornale d'Italia", 17 gennaio 1923.
713
L'arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in "L'Italia
del popolo", 6 dicembre 1922, p. 2.
714 Il banchetto di ieri sera in onore del prof. Strampelli, in "Il
Giornale d'Italia", 17 gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos
Aires).
715 Las investigaciones del profesor Strampelli, in "La
Nation", 26 dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires).
716 Dr. Nazareno Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in
"La Nuova Provincia", 22 dicembre 1922
717 El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer
trenel. Impresiones recogidas en su jra por copetonas e irene, in
"La Nuova Provincia", 23 dicembre 1922.
718 Il Prof. Nazareno Strampelli, in "In Cammino", 3 marzo
1923 (settimanale di Camerino).
719 Il professore Strampelli nella nostra casa, in "La Patria
degli Italiani", 14 gennaio 1923.
720 Per l'arrivo del prof. Strampelli, in "Il secolo XIX", 6
dicembre 1922, p. 1, (quotidiano di Buenos Aires).
721 Cultivo y rendiniento del trigo, in "La Nation", 1 febbraio
1923.
722 Hay variedades de trigo que no son aptas en la pampa.
El professor Strampelli asì lo expresa ec una jira que realiza
pour aquella zona, in "La Nation", 24 febbraio 1922.
723 En honor del professor Strampelli, 17 de enero 1923.
724 CLOS E., Ensayo de classificacion de los trigos de "pedigrée" cultivados en la Argentina, in "Alm. Del Min. de Agr.",
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741 PASINI N., Conversando con donna Regina Pacini de
Alvear (Moglie del presidente dell'Argentina), in "La Patria degli
Italiani", 17 dicembre 1922, p. 1 (Buenos Aires).
742 RUSSO PTRON N., Descripción de trinta y cinco variedades
de trigo del pais con observaciones sobre la costancia de
lagunos caracteres morfólogicos, Buenos Aires 1939.
743 SALA ROCA E., El problema mundial del trigo y el
problema del trigo en España, Barcellona 1948.
730
243
15. Il premio dell’Accademia dei Lincei e le onoranze nazionali del 1933
I fattori della vittoria, in “Il popolo sannita”, 1933.
Il gran premio Santoro al Prof. N.Strampelli, in "Chienti
e Potenza. Periodmico settimanale Camerinese" XXXIII (1919),
n. 3, pp. 1-2.
746 STOPPANI G., Le onoranze al Sen. Prof. Nazareno Strampelli, in "Bollettino Agricolo Mensile", V (1933), n. 11-12,
p. 1-2.
747 Le solenni onoranze al senatore Strampelli, in "Il Messaggero", 4 dicembre 1933.
748 Le solenni onoranze nazionali al Senatore Nazareno
Strampelli, in "Agricoltura Fascista", 10 dicembre 1933, p. 3
749 Onoranze al Prof. Strampelli, in "L'Unione Liberale" XL
(1919), n. 6, p. 2.
750 Onoranze al sen. Strampelli, in "Il Giornale d'Italia", 10
dicembre 1933.
751 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli, in "L'Unità
Sabina" VIII (1933), n. 48, p. 2.
752 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "Il
Giornale d'Italia", 6 dicembre 1933, p. 5.
753 Onoranze nazionali al Sen. Strampelli a Rieti, in "Il
Popolo di Roma", 6 dicembre 1933.
754 Onore alla scienza, in "L'Unione Liberale" XL (1919),
n. 5, p. 2-3.
744
745
Devo la segnalazione degli scritti camerinesi a Mario
Mosciatti, che li riporta nella sua pubblicazione: Là dove tutto
ebbe inizio. Nazareno Strampelli a Camerino tra insegnamento
e ricerca (1891-1903), Camerino 2009.
1
Le condizioni dell’archivio prima del riordino
244
LE CARTE DEL LAVORO DI
NAZARENO STRAMPELLI
L’Archivio della Cattedra Ambulante, poi Stazione Sperimentale
di Granicoltura “Nazareno Strampelli”
Premessa
L’ Archivio della Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti si compone di due parti ben distinte. Della prima fa parte un
corpus di documenti che impropriamente, e solo per comodità, abbiamo definito come Archivio Privato e Scientifico Strampelli.
E’ costituito da un insieme di carte rintracciate prevalentemente nella stanza di lavoro di Nazareno Strampelli in modo disordinato, prive di ogni tipo di condizionamento e di ordinamento, in larga misura recuperate in terra e in due armadi.
Evidentemente furono lasciate lì dallo stesso Strampelli, certamente non nel disordine in cui le abbiamo trovate, il quale è
certamente da addebitarsi ai vari lavori di spostamento avvenuti dopo la sua morte.
Le carte in questione fin dal 1994 furono progressivamente trasferite presso l’Archivio di Stato di Rieti dove chi scrive ha
provveduto ad una loro catalogazione in larga misura analitica, per poi ricomporle in unità archivistiche quanto più omogenee.
Le carte riguardano aspetti prettamente privati della vita di Strampelli, dalle lettere di sua moglie Carlotta, ai quaderni universitari, ai suoi testamenti, ma anche appunti scientifici, relazioni, corrispondenza prevalentemente legata alla sua attività di ricerca.
In quello spazio abbiamo trovato anche i verbali del Consiglio di Amministrazione della Stazione Sperimentale e numerose
altre carte che dovrebbero far parte dell’archivio propriamente amministrativo e che evidentemente erano conservate da Strampelli nel suo studio per motivi di organizzazione del lavoro.
In alcuni casi si sono trovati documenti già raggruppati i quali risultavano per altro essere anomali rispetto alla definizione
dell’attività di Strampelli, come nel caso di un gruppo di carte riguardanti l’attività professionale del figlio Benedetto che abbiamo
schedato nell’insieme senza procedere ad una loro descrizione analitica.
Di questa parte dell’archivio fanno parte anche un considerevole numero di lastre fotografiche in vetro che, pur essendo state
trovate nello studio di Nazareno Strampelli, vista la loro fragilità, sono state lasciate presso l’ex sede della Stazione Sperimentale di Cerealicoltura.
Più complesso è il discorso per quanto concerne l’archivio vero e proprio della Stazione Sperimentale di Granicoltura per il
quale a suo tempo siamo riusciti a realizzare solo un elenco di consistenza che deve essere letto con tutta la provvisorietà del caso,
ma che potrà tornare utile per ulteriori approfondimenti di indagine.
Anche in questo caso le carte sono state rintracciate in una condizione fortemente degradata. In larga misura a terra e in
sacchi della spazzatura. L’unica forma di condizionamento era fasci di carte legati con dello spago o incartati probabilmente dopo
la soppressione dell’Istituto nel 1967. In ogni caso la documentazione non era condizionata in faldoni.
Contestualmente alla realizzazione dell’elenco di consistenza, abbiamo provveduto a condizionare il materiale in appositi
faldoni e a ricollocarlo nella scaffalatura lignea originale.
D’intesa con la Soprintendenza Archivistica per il Lazio, non si è trasferita alla documentazione presso l’Archivio di Stato
di Rieti in quanto, proprio in quegli anni, era in fase di progettazione un museo-centro di documentazione dedicato allo scienziato
del quale avrebbero fatto parte integrante sia l’archivio che la biblioteca.
246
In realtà questo, per i più disparati motivi, non si è mai concretizzato e d’intesa con l’Amministrazione Provinciale di Rieti
abbiamo provveduto a realizzare un museo virtuale, tutt’ora consultabile nel sito istituzionale dell’Archivio di Stato di Rieti.
Questa parte dell’archivio si compone complessivamente di 575 faldoni e 257 registri a cui abbiamo assegnato un numero di
corda da 1 a 832. Va specificato che allo stato attuale non si è proceduto ad un ordinamento dei singoli faldoni e questo perché si
era in attesa di un trasferimento dell’archivio in locali più idonei e in una scaffalatura maggiormente adeguata.
Pertanto il numero di riferimento per l’individuazione dei faldoni è il secondo che si legge nell’elenco che corrisponde a
quello assegnato nel momento della catalogazione iniziale.
Va in primo luogo detto che l’Archivio segue l’evoluzione dell’istituto reatino, e in questo senso abbiamo cercato di suddividerlo cronologicamente nelle diverse fasi delle sue trasformazioni.
Esiste quindi un archivio dell’originaria Cattedra Ambulante di Granicoltura che dal 1903 va fino al 1907.
L’organizzazione del carteggio è estremamente elementare e si compone delle due sole categorie “posta in entrata” e “posta
in uscita”. In modo separato erano tenuti: 1 - Ricevute entrate e uscite, 2 - documentazione e registri relativi alle macchine agrarie,
3 - registri protocollo, 4 - registro delle somme incassate.
Dal 2 giugno 1907 la Cattedra ambulante venne trasformata in Stazione sperimentale ma, almeno nei primi anni, l’organizzazione del carteggio rimase sostanzialmente immutata.
Soltanto a cominciare dal 1915 l’archivio iniziò ad articolarsi con una suddivisione della corrispondenza in funzione dell’attività dell’ente, soprattutto in relazione della nascita dei campi sperimentali di Leonessa e Foggia.
Nascono così delle specifiche categorie da I a V con diverse suddivisioni interne attivate all’occorrenza in specifici fascicoli
indicati alfabeticamente.
Dal 1920, dopo la nascita dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, l’organizzazione dell’archivio si evolse
ulteriormente in relazione alle nuove funzioni che l’istituto si trovò a svolgere.
L’archivio venne organizzato in base a sei grandi categorie: 1 - V Varie , 2 - V.P Vendita prodotti, 3 - E.F Esperienze frumenti,
4 - E.M Esperienze mais, 5 - I.G Istituto di Genetica, 6 D, Regio Deposito.
La prima categoria V, è a sua volta suddivisa in 7 classi: cl.1 Corrispondenza con vari ministeri, cl. 2 Corrispondenza con
Regie stazioni sperimentali, campi sperimentali di Foggia e Leonessa e uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni
agrarie, cl. 4 Corrispondenza con privati, cl. 5 Corrispondenza con fornitori, cl. 6 Corrispondenza campi sperimentali, cl. 7
Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo. Dal 1930 viene aggiunta la cl. 8, Corrispondenza con l’estero.
Mostre,fiere ecc. La seconda categoria V.P., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con ministeri, cl. 2 Corrispondenza con Regie
Stazioni Agrarie e uffici governativi ecc., cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl.4 Corrispondenza con privati. La categoria
3 E.F. in 7 classi: cl. 1 Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, cl.2 Corrispondenza con associazioni, cl. 3 Corrispondenza con privati, cl. 4 Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazione di frumenti, cl. 5 Registro della distribuzione dei frumenti nei campi di orientamento e campi di prova, cl. 6 Quadro riepilogativo dei campi di
orientamento per frumento, cl. 7 Relazioni sui risultati ottenuti.
Dal 1924 la cl. 6 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria 4 E.M., in otto classi: cl. 1 Corrispondenza con Ministeri, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3 Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenza
con privati, cl. 5 Articoli di giornale, cl. 6 Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo, cl. 7 Quadro dei campi di orientamento
granturchi, cl. 8 Indirizzario spedizione granturchi.
Dal 1924 la cl. 5 diventa Corrispondenza con l’estero. La categoria I.G., in 4 classi: cl. 1 Corrispondenza con Ministeri, cl.
2 Campo sperimentale di Foggia, cl. 3 Campo sperimentale di Roma, cl. 4 Corrispondenza varia.
247
Dal 1922 la cl.4 diventa: Stazione fitotecnica siciliana e viene aggiunta la cl. 5 Varie. L’ultima categoria D, Regio Deposito
si divideva in 4 classi, cl. 1 Corrispondenza con l’estero, cl. 2 Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi, cl. 3
Corrispondenza con associazioni, cl. 4 Corrispondenza con fornitori.
Dal 1934 si aggiunge la categoria S.P, Sperimentazione prodotti, con quattro classi (Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri, Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni, Corrispondenza con associazioni,
Corrispondenza con privati) che inglobò le categorie E.F. e E.M.
Dal 1939 viene aggiunta la categoria Z.T. Zona Tipica, dove veniva raccolta in una unica classe la documentazione relativa
alla Zona Tipica della pianura reatina. Contestualmente e anche negli anni successivi, vennero riarticolate le classi all’interno delle
categorie in funzione dell’evolversi dell’azione dell’Istituto. Un’ultima annotazione va fatta rispetto agli estremi cronologici.
Come si noterà spesso la documentazione supera il 1967, anno della soppressione della Stazione Sperimentale di cerealicoltura. Questo si deve al fatto che aldilà della soppressione i fondi agricoli dell’istituto così come il personale continuarono ad
operare, così come vennero portate a compimento alcune indagini che erano state avviate precedentemente.
Nel momento in cui va in stampa questo volume i due archivi sono conservati in due sedi distinte, l’Archivio di Stato e l’ex
Istituto Sperimentale di Cerealicoltura che, dopo aver ospitato l’ex Istituto per lo studio e la difesa del suolo, e dopo essere stato
annoverato tra i centri del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (C.R.A), nel prossimo futuro dovrebbe
ospitare un altro ente istituzionale.
Confidiamo nella prossima destinazione, possa finalmente trovare spazio una struttura espositiva e di ricerca dedicata a Nazareno Strampelli all’interno della quale i due archivi potranno essere riuniti e conservati in un ambiente adeguato.
Le condizioni dell’archivio prima del riordino
248
PRIMA PARTE
L’Archivio Personale e Scientifico di Nazareno Strampelli
Inventario
Il primo numero corrisponde alla busta, il secondo in corsivo
al fascicolo.
1, 1
Attestato della Scuola superiore di agricoltura di Portici.
1890, dicembre 6
Si certifica che Nazareno Strampelli ha frequentato il triennio
nella scuola ed è stato licenziato avendo sostenuto tutti gli
esami.
1, 2
Attestato della Regia Università di Pisa.
1891, luglio 21
Si attesta che Nazareno Strampelli si è laureato con il
punteggio di 130/130.
1, 3
Statuto della società agricolo-operaia di mutuo soccorso di
Crispiero costituita il 25 marzo 1891.
1891
A stampa, Matelica, tipografia Tonnarelli 1891. 10x14, pp. 16.
Strampelli era stato il fondatore della Società e primo presidente.
1, 4
Relazioni su esami chimici di acque probabilmente fatte da
Nazareno Strampelli nel periodo in cui lavorò come direttore
dei laboratori chimici del Monte Argentario. cc.12
1893
Le minute di relazioni manoscritte non sono firmate. Nel
fascicolo si trova un appunto su carta intestata “Fratelli Rae.
Miniere del Monte Argentario” del 25 agosto 1893 intestato
“Analisi della torba del padule di Burano. Con timbro “dott.
Nazareno Strampelli”
1, 5
Certificato della direzione delle miniere del Monte Argentario.
1896 febbraio 24
Si attesta l’attività prestata da Nazareno Strampelli nei laboratori chimici dal 1893 al 1894 in qualità di direttore. Il
documento, dattiloscritto, è in inglese. Sotto traduzione mss.
1, 6
Attestato del prof. A. Fabrini dell’Università di Camerino.
1896, marzo 6
Si attesta che Nazareno Strampelli negli anni 1894-95, e
1895-96 ha tenuto il posto di aiuto alle cattedre di Chimica
generale e Chimica farmaceutica presso l’università di
Camerino.
1, 7
Attestato dell’attività prestata da Nazareno Strampelli come
professore di scienze naturali nel ginnasio di Camerino negli
anni 1895-96.
1896, marzo 6
1, 8
Elenchi di titoli, attestati vari relativi all’attività di Nazareno
Strampelli
1896
249
Si tratta di vari elenchi di titoli manoscritti e e a stampa con
relativi attestati. cc.20 .
1, 9
Minuta della perizia giudiziaria redatta da Nazareno Strampelli circa la qualità di alcune farine. cc 8 .
1898
La perizia fu redatta per incarico del tribunale di Camerino.
S.d. L’incarico della perizia è dell’11 febbraio 1898. All.
“Estratto del verbale di perizia 11 febbraio 1898” c.1. All. il
giornale “L’Appennino!”, 14 maggio 1898. Con l’articolo
“Chimica e microscopia” di Nazareno Strampelli. riguardante la sofisticazione di farine
1, 10
Attestato del presidente del Comizio agrario di Camerino.
1899, marzo 14
Si attesta che Nazareno Strampelli dal 1894 in poi ha fatto
parte della direzione del Comizio ed è stato redattore del
bollettino
1, 11
Attestato dell’Istituto tecnico G. Antinori.
1899, dicembre 14
Si certifica l’attività di Nazareno Strampelli come insegnante
di agraria e computisteria agraria nel 1899.
1, 12
Attestato della Scuola normale femminile di Camerino.
1899, marzo 7
Si attesta l’attività di insegnamento di agronomia di Nazareno Strampelli nell’anno 1898-1899.
1, 13
Lettera del Provveditorato agli studi di Roma a Nazareno
Strampelli.
1900, gennaio 18
Si comunica che nel concorso per l’insegnamento agrario nelle
scuole normali di Roma, la commissione giudicatrice ha ammesso solo dieci candidati. Strampelli occupava il quinto posto.
250
1, 14
Partecipazione di Nozze tra Carlotta Parisani e Nazareno
Strampelli. 1900, aprile 28
1, 15
Polizze assicurative varie di Nazareno Strampelli
1901
1, 16
Attestato della Cattedra Ambulante di agricoltura di Rimini.
1901, novembre 7
Si attesta l’attività svolta da Nazareno Strampelli come assistente volontario presso la Cattedra Ambulante di Agricoltura di Rimini nei mesi di agosto e settembre 1898
1, 17
Attestato del Comandante della divisione militare di Ancona.
1902, ottobre 11
Certifica che Nazareno Strampelli ha tenuto conferenze di
agraria ai militari nel biennio 1901-1902.
1, 18
Lettera di nomina di Nazareno Strampelli a direttore della
Cattedra Ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto.
1902, dicembre 5.
1, 19
libretti bancari intestati a Nazareno Strampelli in quanto direttore della Cattedra ambulante e della Stazione Sperimentale
di granicoltura 1903-1923
1906-1923
Si tratta di 4 libretti datati 1906, 1920, e due del 1923.
1, 20
Corrispondenza e carte private varie cc. 28
1908-37
Lettere, ricevute di pagamento, biglietti di viaggio ecc.
Contiene anche documenti relativi al figlio Benedetto.
1, 21
Lettere di Carlotta Parisani a Nazareno Strampelli.
1918
Si tratta di 4 lettere
1, 22
Corrispondenza riguardante una consulenza data da Nazareno Strampelli relativamente ad una vertenza per alcune
stime di fondi di proprietà della famiglia Potenziani. cc.10
1919
1, 23
Lettera della Società Italiana per la Fabbricazione dello
Zucchero Indigeno a Nazareno Strampelli che attesta la collaborazione avviata fin dal 1908 sul tema della selezione delle
bietole da seme.
1920, giugno 23.
1, 24
Ministero della pubblica istruzione. Stato di servizio di Nazareno Strampelli.
1921, marzo 3.
1, 25
Università di Pisa. Scuola superiore di agraria. Certificato di
studi di Nazareno Strampelli.
1891, luglio 1921, marzo 3.
1, 26
Documenti vari relativi all’acquisto da parte di Nazareno
Strampelli di una motocicletta.
1921
Si trattava della motocicletta Frera con carrozzino che Strampelli acquistò usata dal principe Lodovico Potenziani.
1, 27
Documenti vari relativi all’acquisto da parte di Nazareno
Strampelli di un autovettura Fiat 501
1923
Contratto, libretto di circolazione, ecc.
1, 28
Manifesto a stampa del municipio di Rieti relativo alle
onoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933.
1933 dicembre 2.
1, 29
Manifesto a stampa del Comitato provinciale di Rieti per le
onoranze nazionali dedicate a Nazareno Strampelli nel 1933.
1933, dicembre 1.
1, 30
Giornali relativi alle “onoranze nazionali” tributate a Nazareno Strampelli nel 1933 a Roma e a Rieti.
1933
“Il Giornale d’Italia Agricolo 10 dicembre 1933; “Il Messaggero” 4 dicembre 1933; “Agricoltura Fascista” 10 dicembre
1933; “L’Unità Sabina” 10 dicembre 1933; “Il Giornale
d’Italia.” 10 dicembre 1933; “Bollettino Agricolo mensile”
Novembre-Dicembre 1933; “Il Popolo di Roma” 6 dicembre
1933.
1, 31
Testamenti di Nazareno Strampelli.
1937-1940.
Si tratta di 5 documenti, 3 dattiloscritti e 2 manoscritti datati
1937, gennaio 3, e 1940, agosto 29. Su una delle due buste
appunto di Strampelli “Scritto a Roma nel Senato del Regno”.
1, 32
Lettera con cui Nazareno Strampelli affida al comune di Rieti
“..l’artistico , prezioso dono offertomi nel 1933 dagli agricoltori di tutta Italia”
s.d. 1937(?).
1, 33
Documenti vari successivi alla morte di Nazareno Strampelli
1942.
Contiene l’elenco delle corone di fiori inviate al funerale,
dichiarazioni degli eredi, corrispondenza tra Luigi Troini,
251
cognato di Benedetto Strampelli e Tartarini, circa alcuni
problemi di natura fiscale successivi alla morte di Nazareno
Strampelli.
2, 1
Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura IV. Portici 88-89. II corso”
1888-1889.
2, 2
Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura II. II corso”
1888.
2, 3
Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura fascicolo IV. “
s.d.
2, 4
Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Periodo Produttivo del terreno. Andamenti periodici”
s.d.
Su un foglio sciolto, e anche all’interno delle pagine del
quaderno sono presenti numerosi disegni di attrezzi agricoli.
2, 5
Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno
Strampelli intestato “Pozzi assorbenti”.
s.d.
Vari disegni all’interno del quaderno
2, 6
Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno
Strampelli intestato “Arboricoltura…vite”
s.d.
2, 7
Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno
252
Strampelli intestato “Importanza ed effetti dei terreni
profondi”
s.d.
2, 8
Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno
Strampelli intestato “Chimica agraria”
s.d
2, 9
Quaderno di appunti universitari di Nazareno Strampelli intestato “Agricoltura VI. Portici R. Scuola Superiore di Agricoltura 1888.1889. fasc.VI”
Il quaderno è diviso in capitoli Sesamo, arachide, papavero,
Ricino, Girasole, Piante Tintorie, Robbia, Cartamo, Zafferano, Guaderella, Indaco ecc.
2, 10
Quaderno non datato di appunti di Nazareno Strampelli intestato “Appunti non di scuola presi per mio uso in Biblioteca.
Varietà”.
s.d.
L’argomento degli appunti è quello degli innesti.
2, 11
Quaderno non datato di appunti universitari di Nazareno
Strampelli intestato “Silvicoltura” .
2, 12
Libretto d’iscrizione di Nazareno Strampelli alla facoltà di
Farmacia di Camerino.
1896.
2, 13
Quaderni scolastici di Augusta Strampelli relativi all’anno
1918.
Si tratta di 7 quaderni di appunti scolastici di Augusta, figlia
di Nazareno Strampelli. Un quaderno appartiene a tal
Vittorio Mazzilli.
3
Documentazione relativa al dott. Benedetto Strampelli.
1919-1924
Si tratta di registri di appuntamenti, ricette, corrispondenza
varia riguardante l’attività di Benedetto, figlio di Nazareno,
oculista.
4, 1
Concorso a premi per la selezione del grano da seme organizzato dalla Cattedra sperimentale di granicoltura. Schede
di domande di ammissione al concorso.
cc.28, 1904.
Le schede riportano l’indicazione del proprietario, del coltivatore e della localizzazione del fondo agricolo.
4, 2
“Nota dei soci del Comizio agrario di Rieti ed altri proprietari produttori di grano da seme”
1904.
4, 3
Appunti e schede varie relative al concorso “La spiga d’oro”.
cc.8, 1904.
4, 4
Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino, organizzato dal Comizio Agrario di Rieti e dalla
Cattedra Sperimentale di Granicoltura. Lettera di invito e
schede di adesione.
cc.48, 1906-1908.
4, 5
Regolamento del concorso a premi fra i migliori coltivatori
diretti del territorio reatino. Bozza manoscritta.
1906
4, 6
Corrispondenza tra il Ministero di Agricoltura e la Cattedra
sperimentale di granicoltura relativa al Concorso a premi tra
i coltivatori dell’agro reatino.
cc.7, 1906.
4, 7
Quadro riepilogativo con allegate domande di ammissione al
concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio
reatino.
cc.45, 1906.
4, 8
Elenco dei campi dimostrativi ministeriali impiantati negli
anni 1903-4.
1904.
4, 9
Concorso a premi fra i migliori coltivatori diretti del territorio reatino. Registro dei concorrenti. S.d.
Registro di 52 pagine, 1906(?).
4, 10
Concorso a premi la spiga d’oro. Schede di partecipazione
per gli anni 1911-1912.
cc. 38, 1911-1912.
4, 11
Documenti vari relativi al concorso per direttore della
Cattedra ambulante di agricoltura di Poggio Mirteto.
cc. 30, 1908.
Contiene le schede individuali dei partecipanti, verbali della
commissione della quale Strampelli fu membro in rappresentanza del Ministero di agricoltura, la relazione di Strampelli al ministro sugli esiti del concorso ecc.
4, 12
Ricevute di pagamento rilasciate a Nazareno Strampelli per
gli operai impiegati nel campo sperimentale della Torretta
nella piana reatina.
cc. 3, 1906.
5, 1
Minuta di lettera di Lodovico Potenziani al ministro Guido
Baccelli.
253
1903.
Lo informa della costituzione del Consiglio direttivo della
Cattedra ambulante di granicoltura di Rieti.
5, 2
“Note delle indennità di missione dovute al Sig. Prof. Nazareno Strampelli Autunno 1903; Primavera 1904”
cc.2, 1903-1904.
Le missioni erano state effettuate per la direzione dei lavori
in 17 campi dimostrativi ministeriali
5, 3
Lettere di G. Brucchietti a Nazareno Strampelli.
cc.9, 1903-1904.
Brucchietti, segretario particolare del ministro di Agricoltura,
era anche il direttore del giornale L’Avvenire della Sabina,
che per un periodo divenne l’organo ufficiale della Cattedra
sperimentale di Rieti. Tra le lettere c’è una minuta di risposta
del 12 ottobre 1903 a firma di Lodovico Potenziani.
5, 4
Lettera del presidente del Comizio Agrario di Rieti, Emilio
Maraini, a Nazareno Strampelli. 1903 novembre 6.
1903.
Maraini propone a Strampelli una collaborazione tra il
Comizio agrario e la nuova Cattedra sperimentale.
Nella minuta di lettera Strampelli manifesta a Pasqui le difficoltà ad utilizzare la mietitrice legatrice Deering già consegnata dal Ministero al Regio deposito di macchine agrarie di
Rieti. Le difficoltà secondo Strampelli, che parla addirittura
di impossibilità, risiedevano nella sua preoccupazione di
conseguenti scioperi che avrebbe provocato l’utilizzo di tale
macchina. Fa anche riferimento ad una analoga situazione
scaturita in seguito al tentativo del principe Potenziani di
introdurre una macchina simile nelle sue tenute.
5, 7
Circolare e questionario diffuso dal Ministero di Agricoltura
Industria e Commercio.
cc. 4, 1904.
Si tratta dell’inchiesta ministeriale sulle cattedre ambulanti
di agricoltura in Italia. Contenente i vari quesiti, e la minuta
delle risposte relative alla cattedra di Rieti redatte in data 14
aprile 1904 da Nazareno Strampelli. Il documento fotografa
la situazione della Cattedra ambulante (finanziamenti, attività scientifica ecc.) ad un anno dalla sua nascita.
5, 5
Manifesto a stampa della Cattedra Sperimentale di granicoltura di Rieti, a firma del presidente Lodovico Potenziani.
19 giugno 1904.
Il manifesto è relativo al concorso a premi per la selezione
fisiologica del frumento “Rieti”. Il concorso si sarebbe
concluso nel 1908.
5, 8
Carteggio relativo all’impianto di un osservatorio meteorologico e geodinamico presso la Cattedra ambulante di Rieti.
cc.7, 1904.
L’osservatorio era fortemente voluto da Strampelli che però
si incontrò con la reticenza del Ministero di agricoltura che
lo riteneva superfluo esistendone un altro a Rieti presso il
liceo classico. Dalle lettere dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica e da un appunto manoscritto dello
stesso Strampelli, alla fine si riuscì ad ottenere quanto desiderato grazie anche all’impegno del prof. Federico Braghi
che cedette alla cattedra di Rieti le attrezzature scientifiche
della stazione termoendiometrica da lui diretta.
5, 6
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e T. Pasqui, Ispettore generale del Ministero dell’agricoltura.
cc.3, 1904.
5, 9
Lettere del Ministro di agricoltura, G. Brucchietti e E.Maraini
a Strampelli.
cc.4, 1904.
254
Le lettere si riferiscono al concorso che Strampelli intendeva
indire per la selezione fisiologica del frumento “Rieti originario”.
5, 10
Lettera del presidente della Società Agricolo-Operaia di
Mutuo Soccorso di Crispiero a Nazareno Strampelli.
1904, marzo 28.
Si comunica a Strampelli la sua nomina a consigliere della
Società.
5, 11
“Istanza inviata all’on. Casciani per la Commissione Parlamentare che esamina il disegno di legge a favore dei professori delle scuole serali e pratiche di agricoltura”.
1908, dicembre 19.
L’istanza è a firma del personale degli oleifici e delle cantine
sperimentali.
5, 12
Documenti vari relativi al concorso a premi per la selezione
del Rieti originario.
cc.3, 1909.
Contiene l’avviso di concorso, il verbale della commissione
giudicatrice e una minuta di relazione al Ministero di agricoltura probabilmente dello stesso Strampelli.
5, 13
Concorso a premi fra ibridatori e selezionatori di granoturco.
Regolamento s.d.
1910
5, 14
Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti e alla sua attività di ricerca.
s.d 1911(?).
cc.15, 1911.
Allegati alla minuta di relazione si trovano sette fogli contenenti l’elenco delle sperimentazioni effettuate dal 1909 al
1911 a Rieti e Leonessa.
5, 15
Documenti vari relativi alla coltivazione delle barbabietole
da seme a Leonessa.
cc.65, 1916-1917
Si tratta per lo più di documenti contabili, paghe degli operai,
contratti di affitto di terreni, ricevute di pagamento, fatture ecc.
5, 16
Quinterno intestato “Conto spese per la coltura delle barbabietole da seme” .
cc.16, 1917(?).
Contiene anche il “Conto della stazione con la fabbrica di
zucchero di Rieti per la coltura delle barbabietole da seme”.
5, 17
Appunti di Nazareno Strampelli relativi all’attività della
Stazione sperimentale di Rieti. S.d. 1920(?).
cc.12, 1920.
Gli appunti iniziano con la sintesi del lavoro eseguito da
Strampelli a Rieti: “Nella stazione di granicoltura di Rieti
sono stati eseguiti sino ad oggi ben 306 incroci su frumenti,
da essi per il fenomeno della disgiunzione dei caratteri che
comincia alla 2^ generazione, di ciascun ibrido sono state
isolate parecchie migliaia di tipi, dei quali fino al 1914 ne
furono fissati 4776…”
5, 18
Appunti di una relazione del presidente del comizio agrario
(di Rieti) relativa all’inaugurazione di una esposizione
agraria. s. d.
cc.7, 1925(?).
5, 19
Elenco delle autorità di Rieti
s.d.(anni -’20).
5, 20
Quaderni e registri contenenti gli elenchi degli acquirenti dei
frumenti della Stazione Sperimentale di Rieti.
Doc. n. 5, 1919-1922.
255
6
Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R.
Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti.
1911-1949.
v.1 – 26 novembre 1911 – 5 febbraio 1929
v.2- 28 dicembre 1929 – 27 maggio 1949
7
Registri dei verbali del Comitato Amministrativo della R.
Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti.
1956-1966.
v.3 19 dicembre 1956 – 17 dicembre 1966
8, 1
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Adamo Tartarini.
cc.109, 1919-1920.
Adamo Tartarini era il responsabile della Stazione fitotecnica
di Foggia. La corrispondenza riguarda prevalentemente le
disposizioni impartite da Strampelli per l’attività della
stazione.
8, 2
Documentazione prevalentemente di carattere contabile relativa alla stazione fitotecnica foggiana.
1919-1920.
Contiene prevalentemente bolle di spedizione, appunti, ecc.
8, 3
Ricevute di spedizione e varie relative alla Stazione di
Foggia.
1910-1920.
8, 4
Registro intestato “Prima nota di spedizioni da Foggia”.
1919.
8, 5
Registro intestato “Vendita prodotti del Campo Sperimentale
e Campo di moltiplicazione. Foggia”.
1918.
256
8, 6
Quaderno intestato “prodotti moltiplicazioni Foggia”.
1918.
8, 7
Quaderno intestato “Semine 1917”.
1917.
8, 8
Quaderno “Distribuzione semenza 1917”.
1917.
8, 9
Quaderno intestato , “Granturchi”.
1917.
8, 10
Riepiloghi dattiloscritti intestati “Gestione Sementi. Foggia”.
1920.
8, 11
Conto dei lavori eseguiti nel casale del campo sperimentale
(di Foggia) per ordine della R. Stazione Sperimentale di
Granicoltura di Rieti”.
1920.
9, 1
Corrispondenza varia
cc.7, 1917-1919.
Carteggio con la Società agricola Cella di Cerignola, con
l’Ufficio agrario di Capitanata, con la Station d’Avirtissements Agricoles di Montpellier. Allegata pagina del giornale
“I Campi” s.d.
9, 2
Appunti vari relativi alle ricerche sulle bietole.
cc.20, 1919.
Contiene anche una relazione di cc.4 mss., sulla selezione
della barbabietola da zucchero dello stesso Strampelli.
9, 3
Carteggio vario relativo al campo sperimentale di Roma.
cc.9, 1919.
Contiene lettere di Giuseppe Cuboni, Edoardo Monaco,
Francesco Boncompagni Ludovisi, principe di Piombino e
Giuseppe Maoli.
9, 4
Fascicolo intestato “Ricerche per la sede dell’Istituto in
Roma”
cc.7, 1919.
Contiene corrispondenza, appunti ecc.
9, 5
Carteggio vario relativo al Campo sperimentale di Foggia.
cc.38, 1918-1919.
Contiene carteggi relativi all’acquisizione della masseria
Manfredini, le note delle spese “…sostenute dal Prof. Strampelli per Foggia”, e appunti e corrispondenza varia relativa
al campo sperimentale di Foggia.
9, 6
Rimborsi spese dovuti a Nazareno Strampelli dall’Istituto di
genetica.
cc.3, 1919-1920.
9, 7
Appunti vari sui campi regionali e su quelli privati.
cc.7, 1919.
9, 8
“Abbozzo di contratto fra l’istituto genetico di Roma e la
Federazione dei Consorzi agrari di Piacenza per la moltiplicazione industriale delle sementi”
cc.3 datt., 1922(?).
Allegato foglio mss intestato “Prodotti moltiplicazione. Anno
1922”.
9, 9
Carteggio con la Società agricola suburbana di Roma per
l’acquisizione della tenuta Inviolatella.
cc.5, 1919.
Si tratta delle lettere indirizzate a Nazareno Strampelli dalla
Società Agricola Suburbana, dal dott. Arnaldo Vanissi e
dall’Istituto di Fondi Rustici.
9, 10
Carteggio e normative per la requisizione del grano.
cc.27. 1917
9, 11
Carte intestate, schede moduli in bianco.
s.d.
10, 1
Minuta di lettera del presidente della Cattedra sperimentale di
granicoltura al sindaco di Rieti. cc.1.
1903, novembre.
Potenziani chiede al sindaco la concessione di un orto
annesso al palazzo della Corte d’assise, per le sperimentazioni in vaso che voleva impiantare Nazareno Strampelli.
10, 2
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e Carlo Knoblauch.
cc.2, 1903.
La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte della
Stazione di Rieti di un aratro “Apollo”.
10, 3
Corrispondenza tra Strampelli e la ditta Bales & Fdward.
cc.15, 1903.
La corrispondenza si riferisce all’acquisto da parte della
Cattedra di Rieti di varie macchine agrarie.
10, 4
“Copia della lettera di Nazareno Strampelli al Ministero di
Agricoltura industria e Commercio” e lettera di risposta del
Ministro.
cc.2, 1903, settembre 28; 1903, ottobre 12.
Si tratta della richiesta e dell’autorizzazione all’acquisto di
varie macchine agrarie per l’istituto reatino.
257
10, 5
Minuta della “nota del mobilio necessario per i locali degli
uffici”.
cc.5, 1904, marzo 8.
La lettera e la relativa nota furono probabilmente trasmessi
da Nazareno Strampelli al comune di Rieti. Nel fascicolo
altra “nota del mobilio necessario per gli uffici della
Cattedra Sperimentale di Granicoltura” con allegati schizzi
a matita e penna probabilmente dello stesso Strampelli.
10, 6
Carteggio tra Nazareno Strampelli e G. Del Pelo Pardi.
cc.3, 1904.
Si riferisce all’utilizzo di alcune macchine agrarie da parte
dell’Istituto di Rieti
10, 7
Minuta di una lettera del principe Lodovico Potenziani indirizzata al sindaco di Rieti, Presidente della Cassa di
Risparmio, Presidente della Banca agricola, Presidente della
Cassa di sovvenzione.
cc.2, 1904.
Potenziani richiedeva fondi per il funzionamento della
Cattedra sperimentale di granicoltura.
10, 8
Relazione dattiloscritta del Genio Civile al Ministero dei
Lavori Pubblici sull’inondazione del Velino a Rieti nel 1905.
cc. 6 datt., 1905, dicembre 5.
L’inondazione provocò forti danni ai campi sperimentali
dell’Istituto di Rieti.
10, 9
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Comune di Rieti.
s.d. 1905(?).
Strampelli fa riferimento all’inadeguatezza del locale
concesso dall’amministrazione per il deposito di macchine
agrarie.
258
10, 10
“Studio dei frumenti siciliani e reatini”.
cc.2, 1905(?).
Relazione manoscritta di D. Bochicchi, direttore della R.
Scuola pratica di agricoltura di Caltagirone.
10, 11
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di agricoltura (?)
cc.1, 1905(?).
Nella lettera Strampelli scrive:
“Eccellenza, le buone qualità del grano da seme di Rieti son
dovute esclusivamente alle speciali condizioni del clima e di
questo suolo, l’uomo non ha fatto mai nulla per cercare di
aumentarne i pregi mentre con accurata selezione fisiologica
e metodica si potrebbe arrivare a fare del grano di Rieti il
migliore dei frumenti da seme con grande vantaggio di tutta
la granicoltura nazionale. A condurre questi agricoltori all’ottima pratica della selezione credo essere loro indispensabile
il miraggio del possibile conseguimento di qualche premio”.
Quindi chiede di istituire un premio per la selezione fisiologica del grano da seme e poi aggiunge: “Mi permetto inoltre
far notare all’E.V. che stando ai si dice, il commercio del
grano da seme di Rieti lascia molto a desiderare per l’onestà
e lealtà con cui viene esercitato tantochè il discredito rispetto
alla genuinità d’origine del prodotto venduto su questa
piazza… 2 - che io volendo disciplinare detto commercio
fondando un sindacato fra questi produttori di grano da seme,
ho incontrato ostacoli attualmente insormontabili, per il fatto
che molti si sentono lesi, e non lievemente nei loro interessi.”
10, 12
“Inventario degli oggetti acquistati presso la ditta Wallach
Nachfolger per esperienze di concimazione per favorire l’aumento della produzione frumentaria”.
cc.3, 1907.
Contiene anche una relazione dattiloscritta in lingua tedesca
intestata “Gebrauchsanweisung zum Heinsdorf schen Kornpru: fer.
11, 1
Relazione di Nazareno Strampelli sulla situazione finanziaria
della Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”.
cc.2 datt., 1907(?).
Dattiloscritto. Allegata “Dotazione fissata con legge 6 giugno
1907 per la Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti”.
11, 2
“Totale delle spese incontrate pel campo sperimentale negli
esercizi 1907-08 e 1908-09”
cc.4.1907-1909.
Allegata “Ripartizione mensile e settimanale del numero
operai e giornate settimanali e relativa opera occorsa pel
campo sperimentale negli esercizi 1907-08 e 1908-09”.
11, 3
Appunti vari per la stesura di una relazione sulla situazione
complessiva della Stazione sperimentale di granicoltura.
cc.7, 1908.
Stato finanziario, spese per il campo sperimentale, pro
memoria relativo ai contributi ministeriali ecc.
11, 4
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura.
1910, luglio 19.
L’oggetto della lettera è: “Campi sperimentali necessari per
la costituzione di razze di frumenti atte alle diverse regioni
italiane”
Tra l’altro Strampelli torna sulla questione di affiancare alla
stazione di Rieti alcune stazioni fitotecniche e scrive:
“L’Italia nostra ha configurazione molto svariata, si hanno
climi e terreni molto diversi fra loro, e non è possibile lavorando in una sola località, arrivare ad ottenere pregevoli
frumenti adattabili alle diverse plaghe della nostra penisola.Potrebbe però ottenersi l’intento, stabilendo, come sedi
di lavoro, tre tipiche località, ossia aggiungendo ai campi
sperimentali della pianura di Rieti e a quelli del tavoliere
delle Puglie anche altri campi in qualche altipiano situato a
circa 1000 metri del mare, come ad esempio quello di
Leonessa, che dista poche ore da Rieti.”
Strampelli voleva istituire a Rieti “un grande campo giardino per le colture pure o pedigree. Tre campi di comparazione e moltiplicazione uno in un terreno siliceo argilloso
calcareo; il 2° in un terreno argilloso calcareo siliceo; ed il
terzo in terreno calcareo argilloso arido?”
A Foggia un piccolo campo giardino e due campi di comparazione e moltiplicazione
A Leonessa un piccolo campo giardino e due campi di
comparazione e moltiplicazione.
“Con i campi di Rieti si mirerebbe alla costituzione di razze
e varietà rispondenti ai vari terreni delle valli e delle dolci
colline dell’Italia centrale e settentrionale; con quelli di
Leonessa si cercherebbe di provvedere ai terreni di monte e
di alte colline, e con quelli di Foggia si cercherebbero i
frumenti ed altri cereali resistenti alle siccità estive dei vari
terreni dell’Italia Meridionale”.
11, 5
Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura
sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti e sui risultati ottenuti.
cc.16 datt. e 14 mss., 1910, marzo.
Nella relazione Strampelli descrive l’attività scientifica fino
ad allora svolta e le condizioni finanziarie dell’Istituto.
11, 6
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli. (al direttore generale del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio?)
cc.2, 1917, agosto 3.
E’ uno dei tanti momenti di conflitto tra Strampelli e l’apparato ministeriale.
Nella lettera Strampelli scrive: “Egregio Sig. Commendatore,
La sua scomposta esasperazione per la decisione mia di
correre a rassegnare le dimissioni al Ministro, mi fece intuire
subito a quale brutta figura verso il Ministro stesso e verso il
Paese, io la esponevo, e , vile mai, per non dovere esporre le
ragioni che mi inducevano a tal passo desistei sul momento
dal dare esecuzione alla mia decisione. E ciò le significai
259
subito aggiungendo anche che il suo trattamento mi addolorava maggiormente per la stima e devozione che ho per Lei,
la cui gentilezza per me era stata ordinariamente tanto lusinghiera da ritenersi affettuosa. Dato però che Ella non sa
contenere gli irritabili nervi quando peroro nell’interesse
della mia Stazione e chieggo i mezzi che permettono di
ritrarre dai miei lavori il maggiore utile a favore dell’economia nazionale, il mio pensiero resterebbe sempre che la
migliore soluzione tra lei e la mia dignità dovrebbe essere
quella di lasciare la mia Stazione. E se non mando le mie
dimissioni come dissi avrei fatto, non è per incostanza di
pensiero, ma per quei sentimenti altruistici e per quella bontà
d’animo che costantemente albergano in me.
Dimettendomi e non volendo esporre le ragioni determinanti
quale figura poco simpatica farei io agli occhi del Paese?
I maligni e non maligni non avrebbero forse il diritto di dire
che cedendo alle lusinghe ed al miraggio di maggiori
guadagni non ho avuto ritegno di farmi parricida?
Quindi lealmente non mando le dimissioni tantopiù che ella
mi ha dichiarato di rimandarmele indietro ed io sento sin
d’ora l’animo mio incapace di resistere alle esortazioni di
ritiro, che indubbiamente mi verrebbero rivolte. Si finirebbe
in una commedia poco seria per me, e per quanto io mantenessi il segreto, pure la vera causa determinante trapelerebbe
nel Ministero, ove non mancano i testimoni alla incresciosa
scena che io cerco di far passare al più presto possibile nel
dimenticatoio. E’ inteso però che i miei rapporti con Lei, se
Ella crede, resteranno di sincera e affettuosa cordialità, e da
parte mia questa è innegabile prova, ma di interessi del mio
ufficio …non mi permetterò più intrattenerla che con lettere
ufficiali. Con distinti cordiali saluti”.
ecc. relativi al fondo agricolo di proprietà di Eugenio Palmegiani avuto dal 1909 in affitto e poi acquistato, nel 1912, dal
Ministero dell’Agricoltura per il campo sperimentale di Rieti.
Il fascicolo contiene anche la copia autentica dell’atto sottoscritto il 20 marzo 1913 davanti al sottoprefetto di Rieti
Giuseppe Fea con cui nel 1913 venne modificato l’acquisto
del fondo inizialmente acquisito direttamente dall’Istituto
Sperimentale di Cerealicoltura (atto del notaio Brandi di
Rieti del 20 ottobre 1912 ), e quindi traslato direttamente al
Ministero di Agricoltura Industria e Commercio da cui venne
ceduto in uso gratuito alla Stazione Sperimentale.
11, 7
Documentazione varia relativa al fondo agricolo di Campomoro prima acquisito in affitto, e poi acquistato per il Campo
sperimentale di Rieti.
cc.33, 1909-1913.
La documentazione è costituita per lo più da appunti manoscritti e dattiloscritti, minute di lettere, schemi di contratto
11, 11
“Conto delle spese incontrate nel Campo sperimentale di
Foggia per la coltura delle barbabietole.
1916” .
cc.3, 1916.
Contiene anche una lettera del responsabile del campo di
Foggia a Nazareno Strampelli del 28 marzo 1920.
260
11, 8
Minuta di verbale del Comitato per la statistica agraria del
Circondario di Rieti.
cc.6, 1910, febbraio 26.
Il Comitato era composto dall’Ing. Basilio Giovannelli, da
Nazareno Strampelli e da tal G. Gorni
11, 9
Minuta del programma dei lavori di ricerca della Stazione
Sperimentale di Rieti inviata al Ministero di Agricoltura
cc.8, 1910 (?).
Il documento riporta le ipotesi finanziarie per i campi sperimentali di Rieti, Leonessa e Foggia e le superfici necessarie
per l’impianto dei campi giardino, di comparazione, moltiplicazione ecc.
11, 10
Minute e dati per l’acquisto di prodotti chimici, macchine
agrarie ecc.
cc.14, 1910 (?).
11, 12
Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di
Foggia.
cc.14, 1919-1920.
Contiene anche lettere a Strampelli di Egidio Nevola di
Lucera, Nicola Sbano-Vitale di Foggia, l’Istituto fondi rustici
di Lucera, l’Azienda agricola di Capitanata.
12, 1
Regolamento dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura. S.d.
cc.21 datt., 1920(?)
Si tratta di tre copie, la prima con annotazioni a matita.
12, 2
Relazione preventiva e consuntiva dell’Istituto Nazionale di
Genetica per la Cerealicoltura.1919-1920
cc.17 datt., 1919-1920.
Si tratta delle prime due relazioni preventive e consuntive
dell’Istituto nato nel 1919. Allegata anche minuta della Relazione tecnica di Nazareno Strampelli fatta al consiglio di
amministrazione durante la seduta del 30 ottobre 1920.
12, 3
Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Genetica
per la Cerealicoltura.1920-1921.
cc.6 datt., 1920-1921.
Contiene anche la relazione dei sindaci Panfili e Serangeli.
12, 4
Rendiconto economico dell’Istituto Nazionale di Genetica
per la Cerealicoltura.1921-1922.
cc.13 datt., 1921-1922.
12, 5
Appunti, relazioni, schemi relativi alla situazione contabile
dell’istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura dal
1925 al 1927.
cc.36, 1925-1927.
Il fascicolo contiene anche una minuta di relazione all’on.
Giovanni Raineri in qualità di presidente del Consiglio di
amministrazione dell’Istituto, e documenti contabili vari specificatamente riguardanti l’azienda S. Pastore inclusi due quadernetti intestati “Misure superfici S. Pastore 1925” e “S. Pastore.
Semine 1925” al cui interno si trova anche una pianta ripiegata dell’azienda.
12, 6
Affitto della tenuta di S. Pastore di proprietà dell’Istituto
Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura alla Società
Italiana per l’industria dello zucchero indigeno.
1926-1928.
Il fascicolo contiene l’atto di consegna con l’inventario e la
pianta dell’azienda di 112 cc. rilegato, il “Bilancio fra gli
inventari di consegna e riconsegna della tenuta S. Pastore in
territorio di Rieti” di 48cc., la “Nota degli oggetti sacri che
si trovano nella chiesa di S. Francesco al colle S. Pastore”,
l’ipotesi di trasformazione di alcuni fabbricati rurali
dell’azienda S. Pastore e note e corrispondenza varia.
12, 7
Corrispondenza con la “Secretaria de Agricoltura Commercio
y trabayo del a Repubblica de Cuba
cc.10, 1918-1918.
I rapporti tra Strampelli e Cuba erano mediati da F. Falco,
direttore de “La Cultura Latina. Rivista scientifica internacional”.
12, 8
Corrispondenza tra Strampelli e Giovanni Rossi .
cc. 5, 1919.
La corrispondenza si riferisce alle ipotesi di sperimentazione
dei cereali Cartons propugnate dall’agronomo Giovanni Rossi.
12, 9
Corrispondenza tra Strampelli e l’ambasciata francese.
cc.2, 1918.
La corrispondenza si riferisce alla sperimentazione dei grani
Strampelli in Francia.
261
12, 9
Lettera del presidente della Società degli Agricoltori Italiani
a Nazareno Strampelli.
1919, gennaio 4.
Il prof. Azzi comunica tra l’altro a Strampelli la nomina a
vicepresidente della Sezione di geografia e meteorologia
agraria, presieduta dal prof. Grassi.
12, 10
Lettera dell’On. Raineri a Nazareno Strampelli.
1919, gennaio 17.
Raineri comunica a Strampelli le difficoltà avute per le sperimentazioni a Piacenza a causa della guerra.
12, 11
Lettere del direttore della Stazione agraria di Modena a Nazareno Strampelli.
cc.3, 1918-1919.
La corrispondenza riguarda soprattutto richieste di materiali
da pubblicare soprattutto per l’Enciclopedia Agraria Alpe e
Zecchin.
12, 12
Corrispondeza varia.
1918-1919.
Contiene lettere e biglietti della Federazione Italiana dei
consorzi agrari, dell’Orto botanico di Roma, telegrammi,
biglietti ecc.
13, 1
Lettera del presidente dell’Associazione fra i proprietari e
agricoltori dell’agro reatino a Nazareno Strampelli.
1920, giugno 28.
Si comunica la nomina di Strampelli a consulente onorario
dell’associazione.
13, 2
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidente
dell’Istituto Internazionale di Agricoltura.
1920 (?).
262
Nazareno Strampelli lamenta il fatto che il Sig. E. Coquidè
nel suo volume “Amèlioration des plates cultivèes et du
Bètail” pubblicato dall’editore Baillière di Parigi, “…a p.424
attribuisce a Giovanni Patanè quanto io ho potuto conseguire
con i miei lavori di ibridazione e selezione”
13, 3
Lettera della Société international de géographie et métérologie agricoles a Nazareno Strampelli 1920, febbraio 10,
1920.
Si invita Strampelli a far parte del Comitato Italiano per l’incremento degli studi di geografia e meterologia agraria.
Il comitato nazionale italiano era presieduto da Mario Cermenati, sottosegretario di stato per l’agricoltura. E di esso facevano parte Romualdo Pirotta, direttore dell’Istituto botanico
dell’università di Roma, Vittorio Alpe, della scuola superiore
di agricoltura di Milano, Antonio Bartoli in rappresentanza
della Società degli agricoltori italiani, Oreste Bordiga, della
Scuola di agricoltura di Portici, Alessandro Brizi, Direttore
generale del Ministero dell’agricoltura, Andrea Cravino, Soc.
degli agricoltori italiani, Enrico Fileni, dell’Unione delle
cattedre ambulanti, Italo Giglioli, Università di Pisa, Vittorio
Peglion, Università di Bologna, Luigi Raineri, Federazione
dei consorzi agrari, Vittorio Stringher, Ispettore generale del
Ministero di agricoltura, Alessandro Vivenza dell’istituto
agrario di Perugia, e Nazareno Strampelli.
13, 4
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e la Cassa di
Risparmio di Rieti.
cc.2, 1937.
Riguarda le dimissioni di Strampelli da membro del Consiglio
di amministrazione della Cassa di risparmio di Rieti per
motivi di salute.
13, 5
Lettera del direttore dell’Italia Agricola a Nazareno Strampelli.
1919, febbraio 25.
Si trasmettono le bozze dell’articolo di Francesco Todaro
“Ibridatori e selezionatori” il quale sarebbe stato pubblicato
nel numero successivo del “Giornale di agricoltura della
domenica”, invitando Strampelli ad una replica.
13, 6
Minuta di lettera di Strampelli a Francesco Maluetani, e
minuta di lettera indirizzata a tal Fornari.
cc.2, 1915, giugno 15.
Le due lettere riguardano la candidatura del principe Lodovico Potenziani al senato e l’appoggio datogli dallo stesso
Strampelli.
13, 7
Lettera della Società degli agricoltori italiani a Nazareno
Strampelli.
1908, novembre 30.
Si invita Strampelli, su indicazione di Giuseppe Cuboni, a
tenere una conferenza nel corso della prossima assemblea
generale della Società, dopo quella di Cuboni steso che
avrebbe riferito sul suo recente viaggio a Svalöf.
13, 8
Lettera del ministro di agricoltura F. Cocco a Nazareno
Strampelli.
1906, novembre 5.
Fa riferimento alla proposta dell’On. Marchese Cappelli di
istituire un campo sperimentale di granicoltura in provincia
di Foggia nel suo podere “Feudo della Puglia”. Si invita
Strampelli ad assumere la direzione del campo sperimentale.
Le spese sostenute sarebbero state a carico del ministero.
13, 9
Lettere del ministro di agricoltura F. Cocco a Nazareno
Strampelli.
cc.2, 17 luglio 1909; 12 febbraio 1910.
La corrispondenza si riferisce alle esperienze di concimazione indiretta del frumento nell’Italia meridionale, e alla
commissione tecnica della quale venne chiamato far parte
Strampelli con l’incarico “dell’alta vigilanza” degli esperi-
menti condotti a L’Aquila, Bari, Chieti, Campotosto, Teramo
e Perugia.
13, 10
Corrispondenza varia proveniente prevalentemente dal
campo sperimentale di Foggia e indirizzata a Nazareno
Strampelli e Bernardino Giovannelli.
cc.7, 1918-1927.
13, 11
Appunti di Nazareno Strampelli relativi al suo progetto di
costituzione dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.
cc. 47, 1919
Il fascicolo contiene anche due copie di un dattiloscritto di 7
cc. Intestato “Istituto di Genetica Vegetale” con annotazioni
a penna probabilmente dello stesso Strampelli, e la minuta
di lettera di Nazareno Strampelli a C. Schanzer (?) del 25
febbraio 1919. Gli appunti sono stati rintracciati in più parti
come carte sciolte e riuniti nel fascicolo che contiene anche
la G.U che riporta il decreto istitutivo dell’Istituto. Nel loro
insieme testimoniano in modo evidente che a pensare e
progettare l’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura fu lo stesso Strampelli.
13, 12
“Determinazione dello zucchero nelle barbabietole del prof.
Strampelli”. Analisi chimica.
1910-1910.
L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico della
fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti.
13, 13
“Analisi delle barbabietole da seme”
cc.5, 1913.
13, 14
“Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti.
Analisi delle barbabietole da seme.”
1915-1915.
263
13, 15
Laboratorio chimico della fabbrica di zucchero di Rieti.
Analisi delle barbabietole da seme.
1916-1916.
13, 16
“Esperienze dell’annata 1932-1933. Raccolto e determinazioni su di esso”.
cc.3, 1933 (?).
13, 17
“Relazione riassuntiva del lavoro svolto e da svolgersi”
cc.6, 1941 (?).
Relazione manoscritta, probabilmente di Bernardino Giovannelli sull’attività svolta dalla Stazione sperimentale e sui
programmi futuri.
13, 18
Documenti vari, lettere, appunti ecc. relativi alle sperimentazioni collegiali nel 1941.
cc. 17, 1941-1941.
13, 19
Quadro riepilogativo del numero delle diverse colture nei vari
campi sperimentali nell’anno agrario.
1942-1943.
13, 20
Corrispondenza tra Bernardino Giovannelli, direttore della
Stazione sperimentale di granicoltura e le diverse stazioni
fitotecniche relative alle varie sperimentazioni.
cc.38, 1942.
13, 21
Relazione del responsabile della stazione fitotecnica di
Foggia a Bernardino Giovannelli, direttore dell’Istituto
Nazionale Di Genetica per la Cerealicoltura.
1943, gennaio 10.
264
13, 22
Relazione del responsabile della stazione fitotecnica sarda a
Bernardino Giovannelli, direttore dell’Istituto Nazionale Di
Genetica per la Cerealicoltura.
1943, gennaio 10.
13, 23
Relazione del responsabile della stazione fitotecnica per le
province lombarde. Fondazione Conte G.G. Morando Bolognini a Bernardino Giovannelli.
1943, gennaio 4
13, 24
Appunti, dattiloscritti e manoscritti, probabilmente di Bernardino Giovannelli.
cc.50, 1941(?).
13, 25
Quaderno, probabilmente di Nazareno Strampelli, contenente
una serie di riassunti di articoli e testi di conferenze.
cc.36 , 1911(?).
In modo particolare il quaderno contiene:
1 - “Sopra l’origine delle specie per mutamento del sig. A.W.
Sutton”.
2 - “Quarta conferenza inter.le di genetica (Parigi dal 18 al
23 settembre 1911) La legge della uniformità degli ibridi è
assoluta? Riassunto del rapporto del sig. Gard, dottore in
scienze nella facoltà di scienze di Bordeaux.
3 - “Sul principio della coalescenza dei sieri viventi e sull’origine delle razze e delle specie. Riassunto della memoria
del Sig. Armando Gantier dell’Istituto”
4 - “inerviate nuovamente tra loro due specie che si sono
svincolate d’un ibrido, non obbediscono più alla legge
mendeliana della qualità di ciò che è dominante. (Riassunto
delle comunicazioni del sig. G. Bellair, Giardiniere capo del
palazzo nazionale)
5 - Esame della teoria dei fattori per incrociamento metodico
degli ibridi. (Riassunto della memoria del professor
Tschermak di Vienna)
6 - Sull’origine delle avene coltivate. Riassunto della comunicazione del signor L. Trabut, capo del servizio botanico del
governo generale d’Algeria. Conseguimento di varietà di
piante resistenti alle malattie. Riassunto della comunicazione di
W.A. Orton Patologista riparto dell’Agricoltura Waschington.
7 - Conseguimento di una varietà a fiori doppi. Riassunto
della comunicazione di Miss E.R. Sanders, Nevverthan
College, Cambridge)
8 - Mutazioni delle linee pure dei fagioli. Riassunto della
comunicazione di W. Johnsen.
13, 26
“La coltura dell’incrocio sulle piante da podere. Esperimenti
e risultati del Sig. Garbon”.
mss. s.d cc.24, 1911(?).
13, 27
“Guardiola. Resoconto analitico di quattro sorgenti acqua”.
1912, luglio 11
L’esame venne eseguito dal laboratorio chimico della
fabbrica di zucchero di Rieti dal chimico Pezzuti.
13, 28
Relazione dattiloscritta probabilmente di Nazareno Strampelli relativa alle sue sperimentazioni sugli orzi “Ministro
Raineri” e “Maraini”
cc.4, 1912(?).
13, 29
Lettere del Ministero di Agricoltura
1913
Si tratta di 3 lettere relative agli esperimenti di dry-farming
da effettuare nella stazione fitotecnica di Foggia
13, 30
Relazione sull’attività della Stazione sperimentale di granicoltura di Rieti. Dattiloscritta. cc.3
1908(?)
13, 31
Ricevute di pagamento e carte contabili varie. cc. 18
1917
La documentazione è relativa alla moltiplicazione del
frumento Carlotta nella piana reatina
13, 32
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa cc.7
1916
Si tratta di lettere indirizzate dal guardiano del campo sperimentale di Leonessa a Nazareno Strampelli
13, 33
Lettere varie indirizzate a Nazareno Strampelli.
cc. 18, 1916-1920.
Si tratta per lo più di lettere di presidenti di Istituti di ricerca,
Cattedre ambulanti, ricercatori ecc.
13, 34
“Corrispondenza con l’estero”.
cc.5, 1919.
Contiene la lettera di Marco Dutto dell’Uruguay, del 12
ottobre 1919, una della legazione italiana in Uruguay,
9/2/1920; di P. Guex del 26/2/1920 e dell’Every Jersey del
4/10/1919
13, 35
Miscellanea di ricevute di pagamento e carte contabili varie
relative all’Istituto.
cc. 113, 1911-1933.
14, 1
“Collezione Sementi. Catalogo”
cc.48, 1919-1925.
Contiene appunti, promemoria, elenchi, schede relative alla
collezione delle sementi. La parte omogenea del fascicolo è
costituita da schede in ognuna delle quali vengono indicati i
tipi originari da cui è scaturita l’ibridazione, il numero d’ordine (assente), il numero del tipo, lo scaffale e il ripiano di
collocazione.
265
14, 2
Quaderni relativi agli “Elenchi delle spighe nelle collezioni
dei scaffali”. Si tratta di 4 quaderni realizzati manualmente
numerati da II a V, manca il n. I, di pp. 60, 48, 52 e 56.
1905-1925
Riporta l’indicazione delle spighe della collezione con la
descrizione del percorso dell’ibridazione, l’anno di realizzazione ecc.
14, 3
Registro delle ibridazioni eseguite suddivise in ordine alfabetico.
Registro di 84 pp., 1904-1932.
Il registro riporta il numero dell’ibridazione, i due frumenti
incrociati e l’anno di realizzazione.
14, 4
Quaderno a rubrica, probabilmente di Nazareno Strampelli,
con appunti vari di carattere bibliografico suddivisi per argomento.
1909(?)
14, 5
“Schizzo della credenza e sistema di divisioni” s.d.
1936(?)
Lo schizzo riproduce l’organizzazione dello spazio della
credenza d’archivio interna alla stanza di lavoro di Nazareno
Strampelli.
14, 6
Rubrica per il reperimento della documentazione dell’archivio della Stazione Sperimentale.
1943(?)
La rubrica venne realizzata probabilmente nel 1943, l’ultimo
anno che indica, e riporta l’indicazione delle voci d’archivio
con una corrispondenza numerica, probabilmente riferita
alle caselle della scaffalatura in cui era conservato l’archivio. In due fogli staccati si riporta l’indicazione della
collocazione dei fascicoli di corrispondenza e di contabilità
all’interno delle “caselle”.
266
15, 1
“Risultati di alcune esperienze colturali nella barbabietola da
zucchero”.
cc.8, 1906(?).
Manoscritto probabilmente di Nazareno Strampelli incompleto e in fase di stesura. Allegati fogli relativi all’azione del
cloruro sodico e del biossido di manganese. Un foglio riporta
il disegno di un campo sperimentale.
15, 2
Prove di concimazione per i campi sperimentali di barbabietole.
cc.19, 1906-1907.
Contiene prove di concimazione, schede, appunti, corrispondenza con la Società Suisse pour l’industrie du sucre, ecc.
15, 3
Carte contabili relative all’attività di ricerca.
cc.28, 1903-1905.
Rimborsi, preventivi, consuntivi, schemi contabili vari,
crediti, spese postali ecc.
15, 4
Schede di lavoro di Nazareno Strampelli
1903(?).
Schede evidentemente estratte dallo schedario di lavoro di
Strampelli. Il primo gruppo riguarda la viticoltura, il secondo
i concimi e il terzo materie varie. In molti casi si trovano
ritagli di giornale incollati alle schede.
16, 1
Campi dimostrativi ministeriali.
cc.5, 1903.
Contiene: “Nota del gesso acquistato ed adoperato nella
concimazione dei campi dimostrativi impiantati per conto del
Superiore Ministero. 1903”.
“Ditte e case commerciali che a quanto assicurano, dispongono del vero Pioppo del Canada”.
“Nota delle indennità di missione dovute al Prof. Nazareno
Strampelli per essersi recato a dirigere i lavori, lo spandimento e la semina nei nuovi 17 campi dimostrativi concessi
nel 1903 dal Sup.re Ministero”. Elenco delle visite effettuate
con il chilometraggio percorso.
16, 2
Documenti vari, carteggi, elenchi, preventivi, relativi all’acquisto di prodotti chimici.
cc.16, 1903-1904.
Corrispondenza con le ditte Martinin Wallch Nachofolger,
Carlo Erba, Società Italiana per la fabbricazione dei prodotti
azotati.
16, 3
Lettera del direttore della R. Stazione di chimica agraria
sperimentale di Roma a Nazareno Strampelli.
1904, marzo 24.
Fa riferimento a sperimentazioni “con le api” e al bisogno di
Strampelli di acquistare della “nitragina” difficilmente reperibile in Italia.
16, 7
Quaderno intestato “Varietà servite per gli ibridi.1904”.
1904.
E’ numerato sul recto con timbratura da 1 a 71 e contiene la
descrizione di 71 varietà utilizzate da Strampelli per la realizzazione di ibridazioni nel 1904
16, 8
“Peso specifico dei prodotti ottenuti in ciascuna aiuola ottenuti nel campo di Setteponti”.
cc.7, 1904-1905.
Riporta il numero e il peso specifico di ogni aiuola del campo
sperimentale di Setteponti che Strampelli aveva ricevuto a
titolo gratuito dal principe Potenziani.
16, 9
Quaderno intestato “Campi dimostrativi ministeriali”.
1906.
In molti casi oltre ai dati di rilevamento, viene riprodotto uno
schizzo del fondo agricolo.
16, 4
Lettera di Giuseppe Cuboni, direttore della R. Stazione di
patologia Vegetale di Roma a Nazareno Strampelli.
1904, maggio 3.
Cuboni comunica a Strampelli i risultati microscopici delle
foglie di frumento esaminate.
16, 10
Due lettere di Giuseppe Cuboni a Nazareno Strampelli.
1904, agosto 1; 1904 ottobre 5.
Il prof. Cuboni , Direttore della R. Stazione di Patologia Vegetale di Roma, fu tra i primi ad individuare la portata scientifica del lavoro di Strampelli.
16, 5
Appunti di Nazareno Strampelli relativi alla prove di concimazione effettuate nel campo sperimentale di Rieti con o
senza stallatico.
cc.2, 1904-1904.
16, 11
Quinterno relativo ai primi esperimenti di selezione fatti a
Rieti. “Semina varietà al campo sperimentale - Torretta”.
1904(?).
Nel quinterno sono riportate le varietà seminate al campo
sperimentale della Torretta suddivise per Teneri mutici,
Teneri aristati, Duri e Turgidi. Le specie sperimentate in
aiuole provenivano dalla Francia, Inghilterra, Boemia, Paesi
Bassi, Russia, Italia, Svizzera, Africa, Stati Uniti, Canada,
Australia. Ad ogni varietà è assegnato un numero di aiuola
sperimentale.
16, 6
”Azione olodinamica del frumento”
cc.4, 1904(?).
Manoscritto di mano dello stesso Strampelli in prima stesura
con varie correzioni.
267
16, 12
Corrispondenza tra Strampelli e il prof. Girarard presidente
del Sindacat agricole de la regione de Sertif. cc.2, 1904.
Strampelli richiede varietà di grano per effettuare prove
comparate.
16, 13
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e il prof. Isaia
Baldrati, responsabile dell’Ufficio agrario sperimentale della
Colonia Eritrea.
1904.
16, 14
Corrispondenza tra Nazareno Strampelli e James Macdonald,
segretario della Higland & Agricoltural Society - Scotland,
di Edinburgh.
1904.
Nella minuta di Strampelli, si trova anche analoga lettera di
richiesta di varietà di frumento indirizzata alla Real Society
of Agricolture di Londra.
16, 15
Lettera della Statskonsulten i Plntekultur di Lingby a Nazareno Strampelli.
1904, ottobre 4
16, 16
Lettera del prof. Westermann a Nazareno Strampelli da Copenaghen.
1904, settembre 9.
16, 17
Lettera di Nazareno Strampelli a Ugo De Vries. 1904,
settembre 8.
1904
Gli richiede varietà di frumenti olandesi e belgi.
16, 18
Lettera della Agricoltur-Botanische Landes Versuchs und
Samencontrol Station in Troppau a Nazareno Strampelli.
1904, ottobre 7
268
16, 19
Lettera della Royak Agricoltural Society of England a Nazareno Strampelli.
1904 settembre 4.
16, 20
Lettera della Societè Anonime pour le developpement de la
Sericolture Serbe di Belgrado a Nazareno Strampelli.
1904 settembre 29.
16, 21
Lettera del direttore del Jardin Imperial de Botanique di St.
Petersborg a Nazareno Strampelli.
1904 settembre 22.
16, 22
Lettere della Station Agronomique dell’Etat di Vageningen a
Nazareno Strampelli. cc.2, 1904.
16, 23
Fattura della ditta Valmorin Andriex &C. intestata a Nazareno Strampelli.
1904, ottobre 12.
La fattura riguarda l’acquisto da parte di Strampelli di 58
varietà di frumento.
16, 24
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli al presidente del
Commissariato italiano per l’esposizione di S. Luis.
1904, settembre 24.
Strampelli presenta la sua ipotesi di studio delle varietà di
grano di tutto il mondo e chiede collaborazione per acquisire le varietà americane.
16, 25
Carteggio tra Nazareno Strampelli all’abate Luigi Rhagen
superiore del Collegio Siro Maronita di Roma
cc.2, 1904.
Gli chiede collaborazione per ottenere alcune varietà di
frumento dal Libano.
16, 26
Minuta di lettera di Nazareno Strampelli a Thomas Allsops di
Reading
1904, settembre 27.
16, 27
Documentazione varia relativa all’impianto di un laboratorio
chimico nell’Istituto di Rieti.
cc.6, 1904.
17, 1
Quinterno contenente in uno schema le varietà di frumento,
il Paese di provenienza, il nome del fornitore e l’indicazione
se si trattava di varietà originarie o riprodotte.
1904(?).
17, 2
Quaderno intestato “Campo sperimentale di Setteponti” .
1904(?).
17, 3
“Ibridi. 1905”. Fogli sciolti contenenti l’elenco degli incroci
sperimentati da Strampelli nel campo di Setteponti.
1905.
Prevalentemente si tratta di ibridazioni effettuate tra il Rieti
originario, segnato con la lettera “R” e le centinaia di
varietà di frumenti che Strampelli si era procurato in ogni
parte del mondo.
17, 4
“Varietà frumenti 1905”.
1905.
Elenchi, appunti vari.
17, 5
“Concimazioni 1905” .
1905.
Appunti, elenchi , combinazione delle diverse tipologie di
concimazione effettuate nelle varie aiuole sperimentali.
17, 6
“Autunno 1905. Semina delle varietà a Setteponti.”
1905
Si tratta dell’elenco delle 216 varietà di frumenti provenienti
da vari paesi europei ed extraeuropei sperimentate nel campo
di Setteponti.
17, 7
“Ibridi raccolti nel 1905” .
1905.
17, 8
Registro delle prove di concimazione effettuate nel campo
sperimentale di Rieti.
1905-1906.
17, 9
Composizione delle formule di concimazione utilizzate nei
campi sperimentali di Rieti.
1905-1906.
17, 10
Schema dei risultati delle semine delle aiole riportante la
produzione delle singole parcelle e quella riferita ad ettaro.
1905-1905.
17, 11
“Varietà di frumenti già servite per fare ibridi. Varietà che
funzionano da maschio”
Elenco su foglio di 2 pp. 1905(?).
17, 12
“Varietà che debbono ancora servire per dar polline”
Elenco su foglio singolo. 1905(?).
17, 13
Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti,
con la suddivisione delle sperimentazioni in atto.
1905(?).
269
17, 14
“Elenco delle varietà di frumento coltivate nel campo di S.
Pastore”
1905(?).
Nel quinterno vengono riportate le varietà, il paese di provenienza, il nome dello spedizioniere, l’indicazione se si trattava di varietà originarie o riprodotte e il numero della
particella dove era stata impiantata la sperimentazione.
17, 15
Pianta, probabilmente del campo sperimentale di Setteponti,
con la suddivisione delle sperimentazioni in atto e gli appunti
dei risultati relativi alle varie particelle e combinazioni dei
frumenti.
1905(?).
18, 1
“Ibridi 1904 raccolto 1908”.
1908.
Elenco con appunti.
18, 2
“Ibridi 1905 raccolto 1908”
1908
Elenco con appunti.
18, 3
“Notizie sull’oleificio sperimentale e convenienza di convertirlo in stazione di oleificio e di olivicoltura”.
1908(?).
18, 4
Schemi delle rese di ogni particella sperimentata
1908(?).
18, 5
“Esperienze colturali di 3 campioni di frumento RIETI
eseguite nelle sottoindicate località”
1908(?).
270
La tabella riporta l’elenco di 39 località italiane in cui fu
effettuata la sperimentazione, il nome dello sperimentatore e
i risultati ottenuti dal 1904 al 1908.
18, 6
Quaderno intestato “Semine 1909, Ibridi 1905, sdoppi nel
1908, figli nel 1909”. S.d.
1909.
Quaderno contenente le descrizioni di diverse ibridazioni.
18, 7
Minuta di relazione di Nazareno Strampelli probabilmente
indirizzata al Ministro di agricoltura.
1910, luglio 17.
Strampelli relazione circa le condizioni dei campi dimostrativi e di prova.
18, 8
Relazione di Nazareno Strampelli sullo studio “...dei Sig.ri
La Marca” relativo al trapianto del frumento.
1910(?).
18, 9
Documenti vari relativi al viaggio di studio effettuato da
Nazareno Strampelli nel 1911 in Francia, Belgio, Olanda,
Inghilterra, Scozia, Norvegia.
1911 .
Il programma di viaggio fu preparato fin dal 1903 dal prof.
Giglioli. E sarebbe durato 12 settimane.
18, 10
Quinterni con appunti riepilogativi in tabella relativi alle
produzioni dei frumenti sperimentati.
1911-1922.
18, 11
Dattiloscritto firmato da Nazareno Strampelli intestato: “Le
piante emettono dalle loro radici sostanze tossine? che accumulate nel terreno riescono dannose alle colture immediata-
mente successive di piante della stessa specie o di specie
affini ?” Allegata una fotografia.
1912(?).
18, 12
Quaderno riportante l’elenco delle 108 varietà di patate
provate nel campo sperimentale di Leonessa.
1912-1913.
18, 13
Relazione di Nazareno Strampelli sulle tossine emesse dalle
piante e sugli effetti dannosi alle colture successive di specie
uguali o affini. La relazione, parte dattiloscritta e parte manoscritta, è priva di data e riporta la descrizione di una sperimentazione effettuata dal 1909 al 1912.
1912(?).
18, 14
“Del razionale acquisto ed impiego dei concimi con particolare riguardo ai terreni” Relazione ms. s.d e s.f. probabilmente
di Nazareno Strampelli.
1912(?).
18, 15
Appunti per una relazione, probabilmente di Nazareno Strampelli circa l’attività scientifica della Stazione di granicoltura
di Rieti.
1914(?).
Molte pagine sono schede di frumenti con la foto allegata.
19, 1
Registro delle ibridazioni.
Mss. pp.26, 1914(?).
Il registro riporta i dati di 254 ibridazioni con l’indicazione
del “numero dei tipi possibili secondo il calcolo dei probabili
raggruppamenti di caratteri antagonistici dei genitori”, il
“numero dei tipi studiati e coltivati”, e il “numero dei tipi
studiati, coltivati e poi scartati” e il “numero dei tipi restanti
allo studio e alla prova nell’anno corrente”.
19, 2
“Per la moltiplicazione ed il commercio del nuovo frumento
Carlotta Strampelli”.
cc.10, 1914(?).
Relazione, s.f. probabilmente di Nazareno Strampelli relativa
alla commercializzazione del Carlotta da parte dell’Unione
produttori grano da seme. Allegati anche due moduli
prestampati per le ordinazioni del frumento. Due copie del
dattiloscritto di pp. 3 e una copia mss.
19, 3
Appunti di Nazareno Strampelli non firmati relativi al suo
lavoro scientifico.
cc.20, 1915(?).
Gli appunti sono su fogli parzialmente numerati di varia
natura e grandezza. Si tratta degli appunti redatti probabilmente per una relazione o una pubblicazione. Strampelli
parla del suo metodo di lavoro scientifico esordendo “ Le
leggi di Mendel ed i successivi studi compiuti sotto la loro
direttiva, costituiscono quella nuova scienza che va sotto il
nome di Genetica. “Strampelli a porla poi del suo metodo di
lavoro e dei suoi primi esperimenti con i grani giapponesi.
“Ebbi dal Giappone mercè la cortesia del Dott. Ingegnoli un
frumento L’Akagomughi alto appena 60-65 cm.”
19, 4
“Breve sunto dei lavori di genetica eseguiti nella R. Stazione
Sperimentale di granicoltura di Rieti”
Manoscritto e dattiloscritto, s.d 1915(?). cc.2 datt. e 2 mss.
1915(?).
19, 5
Scheda dell’orzo “Emilio Maraini” firmata da Nazareno
Strampelli.
1915.
19, 6
Quaderno con dati vari relativi ai risultati delle sperimentazioni
pp.76, 1916-1919.
271
Il quaderno contiene dati di varia natura relativi sia alle
diverse sperimentazioni di varietà che probabilmente Strampelli intendeva utilizzare, Tra queste il granoturco “Hopi”
coltivato dagli indios del nuovo messico.
19, 7
“Nota di collezioni, modelli e tavole murali interessanti
l’agricoltura” e elenco di piante dattiloscritto in duplice copia.
cc.3, 1917(?).
Nel fascicolo si trova anche una minuta di lettera di Nazareno Strampelli datata 7 agosto 1917 e appunti riguardanti
una mostra di ortaggi.
19, 8
Fascicolo contenente dati e appunti relativi alla sperimentazione dei granturchi .
cc.10, 1918.
Molte carte riportano come intestazione “Fotografie granturchi” e riportano elenchi delle ibridazioni sperimentate da
Strampelli con dati dal 1910 al 1917.
19, 9
Studio scientifico del dott. Roberto Savelli sulla Nicotina e le
esperienze di ibridazione.
cc. 17 datt., 1918(?).
In testa alla relazione si riporta la seguente dicitura: “Relazione sugli studi compiuti dal dott. Roberto Savelli nell’anno
1917-1918 presso il R.Istituto superiore sperimentale di
Perugia con borsa di studio di perfezionamento conferitagli
per decreto ministeriale 23 maggio 1917”.
19, 10
Corrispondenza tra Strampelli e la Società Italiana per la
produzione dello zucchero indigeno. Allegata relazione mss.
e “Norme per la coltura delle bietole porta seme”.
cc. 11, 1919-192.
In una relazione mss. Strampelli fa riferimento al suo lavoro
di ricerca sulle bietole da zucchero iniziato fin dal 1908 e che
produsse notevoli vantaggi durante il primo conflitto
272
mondiale. “ Ora che la ragione del mio lavoro cessa, do qui
sotto descrizione del metodo di selezione da me adottato e
che chiamo genealogico-metodico.”
19, 11
“Distribuzione dei frumenti Ardito”e Riccio”nell’anno
1920.”
Registro di pp. 12, 1920-1922.
Lo schema riporta l’elenco delle aziende agrarie e delle località di prova dei frumenti Ardito e Riccio.
19, 12
Quaderno riportante i dati relativi alla moltiplicazione dei
granoturchi fatta a Rieti.
pp. 28, 1920.
19, 13
Quaderno dove sono riportati i dati delle “Moltiplicazioni al
Casaletto” a Roma
pp.28, 1920-1921.
19, 14
“Prodotti e medie di vari anni di alcune delle principali
varietà di frumenti. 1930”.
Quaderno . di 16 pp., 1920-1931.
Vi sono sintetizzati i dati relativi al prodotto per ettaro delle
diverse varietà di frumenti sperimentati dal 1920 in poi e la
media degli anni. Contiene anche un altro quaderno privo di.
indicazioni ma con gli stessi dati.
19, 15
“Appunti sulle produzioni ottenute nella stazione fitotecnica
foggiana”.
cc. 4.datt., 1921(?).
19, 16
Relazione di Nazareno Strampelli relativa ai risultati ottenuti
nell’annata agraria 1920-21.
cc. 13, 1921.
19, 17
Registro intestato “ Nuovi frumenti in moltiplicazioni” Anno
1921-1922; 1922-1923.
pp. 12, 1921-1923.
Il registro riporta l’indicazione dei vari frumenti sperimentati
a Rieti, Foggia e Roma con l’indicazione delle produzioni per
ettaro in q.li.
19, 18
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario 1922-1923.
cc. 5, 1922-1923.
Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle prove
colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.
19, 19
“Relatorio apresetado ao exmo Snr. Dr. Miguel Calmon Du
Pin e Almeda, dignissimo Ministro da Agricoltura, industria
i commercio, pelo Engenhei.o agronomo Joao Grochowalski,
sobre os trabalhos do serviço de coopercaçao em trigo, realizados durante o anno 1922”.
cc. 50 datt., 1923, gennaio 11.
Relazione sulle sperimentazioni di grano in Brasile dove tra
gli altri, era stato importato anche il Carlotta.
19, 20
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle
prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^
generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.
1923-1924.
20, 1
Minuta della relazione di Nazareno Strampelli al Prof. Domenico Lo Monaco, direttore dell’istituto di chimica fisiologica
dell’università di Roma.
cc.6, 15 giugno 1924.
La relazione riporta i risultati di alcune ricerche indirizzate
a studiare l’azione esercitata da sostanze chimiche sulla
germinazione di alcune piante.
20, 2
Appunti scientifici, alberi genealogici vari relativi alle ibridazioni.
cc. 18, 1923-1924.
I documenti sono privi di indicazioni. Due soli documenti
sono datati.
20, 3
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle
prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^
generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.
cc.6, 1924-1925.
20, 4
Relazione di Nazareno Strampelli in lingua francese sull’attività della Stazione sperimentale di Rieti.
cc.7 datt., 1925.
20, 5
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle
prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^
generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.
cc.6, 1925-1926.
20, 6
“Specchio numerico riassuntivo dei tipi di frumento, avene,
orzi e segale coltivati nei vari campi sperimentali nell’anno
agrario 1925-1926”.
cc.5, 1925-1926.
Vengono riportate per ogni stazione (Rieti, Roma, Foggia,
Sardegna, Leonessa e Rocca di Mezzo) i dati delle coltivazioni
ottenute da ibridi e selezioni in fissazione, allevamento e in
prove colturali, in prima e seconda generazione. All. Schema
ridotto dei dati del 1927-1928 ed altri due schemi simili.
20, 7
Schema delle superfici utilizzate nei campi di Rieti, Roma,
Foggia, Leonessa, Sardegna, Rocca di Mezzo e S. Pietro per
273
le prove colturali, allevamento, fissazione, moltiplicazione
iniziale, campo catalogo, moltiplicazione in seconda generazione e ibridi.
cc.3, 1925-1926.
20, 8
Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale
dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di valle”.
pp.80, 1925.
20, 9
Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale
dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di colle”.
pp.80, 1926.
20, 10
“Acquisizione di caratteri nuovi nelle glumette di frumenti
mutici ed aristati (Triticum follicolosum)”.
Relazione dattiloscritta di Nazareno Strampelli (non firmata).
cc. 6, 1925(?).
Si tratta di due copie del testo della relazione pubblicata da
Nazareno Strampelli nei “Rendiconti della R. Accademia
Nazionale dei Lincei. Classe di Scienze Fisiche, matematche
e naturali”, v.I (1925), s.6^, f. 4°.
20, 11
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle
prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^
generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa.
cc.6, 1926-1927.
20, 12
“Calendario per la coltura del grano d’inverno” cc.1. 1925(?)
Riporta i periodi di coltivazione dei grani nei diversi paesi
del mondo.
20, 13
Quaderno con l’elenco delle semine nel campo sperimentale
dell’Inviolatella. “Campo sperimentale di piano” pp. 36.
1926.
274
20, 14
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario. Lo schema riporta il numero degli allevamenti, delle
prove colturali delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^
generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e
Leonessa.
cc.6, 1927-1928.
20, 15
Quaderno che riporta i dati relativi ai risultati dei raccolti a
Roma nelle singole aiuole.
pp. 122, 1927.
20, 16
“Risultati delle aiole trebbiate ieri”. 1927, giugno 30 cc.5 .
cc.4, 1927.
Riporta i dati del seme impiegato per ha e del prodotto ottenuto per i diversi frumenti.
21, 1
Schema riepilogativo delle colture sperimentali dell’anno
agrario.
cc.6 scritte a matita, 1928-1929.
Le tabelle riportano il numero degli allevamenti, delle prove
colturali, delle ibridazioni, moltiplicazioni in 1^ e 2^ generazione ecc. nei campi di Roma, Rieti, Foggia e Leonessa e
Cagliari (indicata come “Sardegna”).
21, 2
“Superfici seminate e frumento delle colture nei diversi campi”
Quaderno di 16 pagine. 1930-1931.
Riporta i dati dei risultati ottenuti nei campi sperimentali di
Rieti, Foggia, Roma, Leonessa, e Sardegna sia per quanto
riguarda i frumenti che gli orzi e la segale.
21, 3
Varietà seminate
Quaderno di 8 pagine, 1930-1931.
Riporta i risultati ottenuti nei diversi campi sperimentali.
Rieti, Foggia, Leonessa, Cagliari, S. Pastore.
21, 4
Prove Sperimentali
Quaderno di 18 pagine, 1930-1931.
Quaderno delle moltiplicazioni iniziali dei tipi scelti per i quali
erano in corso anche le prove di molitura, glutine, azoto ecc
21, 5
“Semine sotto la gabbia fatte dal 20 al 25 novembre 1930”
Quaderno di 16 pagine
1930-1931
In fondo al quaderno, più volte ripiegata, si trova la “Pianta
delle semine fatte sotto la gabbia a Roma”
21, 6
Quaderno con intestazione “Famiglie 1939”
Quaderno di 122 pagine, 1939.
All’inizio del quaderno si trova sciolto lo schema di un campo
sperimentale suddiviso in 624 particelle numerate.
Nelle pagine si riportano le indicazioni delle ibridazioni effettuate nelle singole particelle, e i dati relativi ai risultati.
21, 7
Quaderno intestato “Colture e superficie. Anno agrario 1931-32”
Quaderno di 48 pagine, 1931-1932.
Il documento riporta l’elenco delle colture e le relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma e Cagliari,
con un riepilogo finale delle colture e delle superfici investite. Alla fine si riporta lo schema delle “Produzioni e medie
di più anni delle principali varietà in coltivazione” dal 1920
al 1931.
21, 8
Quaderno intestato “Anno agrario 1932-1933. Riepilogo
delle colture e delle superfici”
44 pagine, 1932-1933.
Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le
relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,
Cagliari e Leonessa.
21, 9
“Ricerche sulla influenza delle concimazioni fosfatiche e
azotate sulle qualità panificabili del grano”.
1933-1934
Due relazioni dattiloscritte non firmate relative la prima al
1933 (12 pagine numerate) e la seconda al 1934 (17 pagine
numerate) che riportano le prove effettuate sui frumenti
Mentana, Damiano, Rieti 11, Cappelli e Ardito su 98 campioni
di frumento provenienti da stazioni sperimentali varie di
Milano, Torino, Rovigo, Portici, Bari, Catania e Vercelli.
21, 10
Quaderno intestato “Anno Agrario 1933-1934”. All’interno
a matita “ Colture e superfici”.
34 pagine, 1933-1934.
Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le
relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,
Sardegna con riepilogo delle colture e superfici distinte in
autunnali e primaverili, le varietà coltivate nei campi di
moltiplicazione ecc.
21, 11
Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1934-1935”.
1934-1935
Sono riportati l’elenco delle colture e le relative superfici
impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna. Alla
fine foglietto allegato con l’elenco delle superfici impiegate
con l’esclusione dei fossi e degli argini.
21, 12
Quaderno intestato “Riepilogo colture e superfici. 1935-1936”.
1935-1936.
Oltre all’elenco delle colture e delle relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma, Sardegna, si riporta un
quadro riepilogativo delle specie sperimentate.
21, 13
Sperimentazione del granoturco.
cc.7, 1936.
275
Appunti, schemi e disegni sui risultati delle sperimentazioni
del granoturco. Uno schema riporta il prodotto per ettaro delle
diverse varietà di granturchi Strampelli dal 1929 al 1936.
Alcuni appunti riportano la data del 1920, altri del 1941.
21, 14
Quaderno Intestato “VII. Riepilogo colture e superfici. Anno
agrario 1936-1937”.
40 pagine, 1936-1937.
Quaderno nel quale sono riportati l’elenco delle colture e le
relative superfici impiegate nei campi di Rieti, Foggia, Roma,
Sardegna.
21, 15
Sperimentazione del grano.
cc.4, 1938-1938.
Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del
frumento “Damiano” effettuate nella stazione fitotecnica di
S. Angelo Lodigiano.
21, 16
Sperimentazione del grano.
cc.4, 1938-1938.
Fogli riepilogativi dei risultati delle sperimentazioni del
grano effettuate nella stazione fitotecnica di Badia Polesine
21, 17
Relazione di Michele Meletti sulla situazione e l’attività della
stazione fitotecnica sarda.
cc.8 datt., 1943, febbraio 14.
22, 1
Quaderno intestato “Ricino. Semine 1938”
pp. 16, 1938-1938.
Quaderno di appunti relativo alle sperimentazioni del ricino
a Rieti e Badia Polesine. Riporta le prove genetiche, quelle di
confronto per l’isolamento dei tipi, schemi delle coltivazioni
ecc.
276
22, 2
Quaderno intestato “ Semine 1938. Granturchi a Rieti” 1938.
All’interno del registro si trovano foglietti di appunti vari
relativi alle sperimentazioni e un foglio a stampa del
Consorzio Enti Agrari del Friuli intestato “Alcune varietà di
granoturco adatte alle diverse condizioni ambientali della
nostra provincia” pp. 4 s.d.
22, 3
Quaderno intestato “Masse 1939”
196 pagine, 1939.
Il quaderno contiene all’inizio uno schema di un campo
sperimentale suddiviso in 624 particelle numerate.
Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effettuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi.
22, 4
Sperimentazione granturchi precoci.
1939.
Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “precoci” sperimentati nella stazione fitotecnica di
Badia Polesine.
22, 5
Sperimentazione granturchi “cinquantini”. Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “cinquantini”
sperimentati nella stazione fitotecnica di Badia Polesine.
1939.
Quadro riepilogativo relativo alle rese delle varietà di granturchi “cinquantini” sperimentati nella stazione fitotecnica
di Badia Polesine.
22, 6
Registro intestato “Semine granoturco 1938. Rieti, S. Angelo,
Badia”.
62 pagine, 1939.
22, 7
Corrispondenza varia relativa alle sperimentazioni del ricino
M.6
cc.19, 1940-1940.
22, 8
Quaderno con intestazione “Famiglie 1940”
36 pagine, 1940.
Nelle pagine si riportano le indicazioni degli incroci effettuati e sperimentati nelle particelle e i dati relativi ai risultati
ottenuti.
22, 9
Quaderno con intestazione “Ricino. 1940. Comune piccolo
ed M.G.A. cassa C. Anno 1940”
28 pagine, 1940.
Riporta i risultati della sperimentazione del ricino del tipo
“Comune Piccolo e M.G.A.
22, 10
Registro intestato “Produzioni e medie di più anni delle
nostre principali varietà in coltivazione”.
20 pagine, 1940.
Il registro riporta le produzioni medie dei frumenti Mentana,
Damiano, Villa Glori, Roma, Littorio, Tiriamo Dritto, Tevere,
Abulia Precoce, registrati nei campi sperimentali di Roma,
Rieti, Foggia, Cagliari, S. Angelo, Leonessa, Badia Polesine,
Montagnana e Urbino. I dati si riferiscono alle produzioni
ad ettaro negli anni 1930-1940.
23, 1
Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dal
frumento “Carlotta Strampelli”.
1918-1919.
Contiene: L’importanza del grano e l’importanza di una
scoperta scientifica. Il frumento Carlotta Strampelli, Corriere
della Sera 3 febbraio 1919 (rit); P. Ranieri, Un trionfo della
scienza agraria italiana, in L’Eco di Bergamo, 5 febbraio
1919 (rit.), Il gran premio Santoro al prof. Nazareno Strampelli, in “Chienti e Potenza”, 1 febbraio 1919; Il nuovo
frumento Carlotta Strampelli. Una grande scoperta italiana,
in “Il Giornale di Ascoli”, 1-15 febbraio 1919; Per la produzione granaria, in “Il Martello 23 febbraio 1919; f.f. Risultati del Carlotta Strampelli al secondo anno di prova, in
“L’Umbria verde”, n. 9-11, 1918; D. Orzi, Un pregevolis-
simo frumento italiano per terreni fertili, in “La nuova agricoltura del Lazio”, 16 luglio 1918; M. Fantozzi, Esperimenti
di varietà di grano, in “La nuova agricoltura del Lazio”, 16
ottobre 1918; A. Gidda, Il frumento Carlotta Strampelli, in
“Il Coltivatore”, n.5 1919; A. Tizzi, Carlotta Strampelli e
Gentil Rosso x Noe n. 46, in “Agricoltura Senese”, n. 10
1918; G. Grezzi, Risultati del frumento Carlotta Strampelli,
in “Rivista Agraria Polesana”, n. 19 1918; V. De Carolis “Il
frumento Strampelli nel Cremonese, in “La sentinella agricola”, n. 18 1918; V. De Carolis Il C. Strampelli e le prossime
semine , in “La sentinella agricola”, n. 19 1918; G. Consolani, Successi del frumento Carlotta Strampelli nell’Alto
Polesine, in “Il Coltivatore”, n. 3 1919; Il frumento Carlotta
Strampelli. Una scoperta italiana che assicura il fabbisogno
annuale di grano, in “Il Corriere di Canelli”, n.6, 1919.
23, 2
Giornali e ritagli di articoli relativi ai risultati ottenuti dal
frumento “Ardito”.
1924.
Contiene: Il frumento Ardito nel suo primo anno di coltivazione nell’agro Piacentino, in “Libertà”, n. 220 1924; L.
Follini, Dopo l’Ardito il tabacco, in “Giornale di Agricoltura
della domenica”, n. 50 1924; A. Pozzolo, In tema di frumento.
Varietà e pratiche colturali, in “l’Agricoltura friulana”, n. 23
1924; I. Zannoni, Razze elette e coltivazioni razionali nell’alessandrino, in “Giornale di agricoltura della domenica”, n. 32
1924; L. Follini, I nuovi frumenti alla prova, in “l’Agricoltura
piacentina”, n. 7 1924; m. L’Ardito si fa onore, in “Rivista
agricola romagnola”, n. 15 1924; D. Libertini, “I grani eletti
ed il problema granario italiano”, in “Giornale di agricoltura
della domenica”, n. 39 1924; L.C.Nicola, I nuovi frumenti
Strampelli alla prova, in “ Il Coltivatore”, n. 30 1924; G.
Consolani, L’Ardito Strampelli, in “Il Coltivatore”, n.23, 1924.
24, 1
“Alcune considerazioni sull’attuale situazione granaria”.
Relazione sulla situazione granaria mondiale con riguardo a
quella Argentina.
cc.10, 1905.
277
Riporta in calce la dicitura “Minutata dal dott. Oreste
Narduzzi 17/11/905”.
24, 2
Lettera di Carlo Meschini, segretario della Società degli Agricoltori italiani.Sezione della Repubblica Argentina, a Nazareno Strampelli.
6 cc. datt., 1919, maggio 8.
E’ il primo contatto avuto da Strampelli con l’ambiente italoargentino.
24, 3
Lettera del prof.Marcello Conti, dell’università di Buenos
Aires a Pacifico Toscano.
1924, febbraio 2.
Marcello Conti insegnava agraria presso l’Università di
Buenos Aires ed era membro della American Society of Agricoltural Engineers. La lettera è indirizzata all’imprenditore
italo-argentino Pacifico Toscano che diventerà il punto di
riferimento dell’esperienza di Strampelli in Argentina.
24, 4
Lettere di Pacifico Toscano a Nazareno Strampelli.
1923
Si tratta di 32 lettere, spesso di più pagine, e di 5 telegrammi
inviati da Pacifico Toscano a Strampelli. Allegate anche due
minute di lettere indirizzate da Toscano a Mario Bresaola
direttore della Stazione di praticoltura di Lodi e a Alberto
Wieimaier di Lipsia. Il carteggio si riferisce all’esperienza
del “Campo experimental y escretorio de la Tritica Strampelli” nato ad Olivos.
24, 5
Relazione di Pacifico Toscano all’ambasciatore italiano a
Buenos Aires sull’esperienza argentina di Strampelli
1923, luglio 10.
Toscano relaziona sul centro sperimentale di Olivos e sul
ruolo avuto da Strampelli in Argentina.
278
24, 6
Minute di lettere di Nazareno Strampelli a P. Toscano.
1923.
Si tratta di due sole lettere inviate da Strampelli a Toscano.
24, 7
“Note delle spese di viaggio da Rieti a Buenos Aires e viceversa”.
1922.
Biglietto di viaggio, ricevute, elenchi di spese ecc.
24, 8
“Nota dei frumenti da me inviati a S.E. il Ministro di Agricoltura a Buenos Aires”
s.d-(1923 ?).
Appunto non firmato ma probabilmente di Nazareno Strampelli.
24, 9
Nota dei risultati delle prove dei frumenti Strampelli coltivati nel campo sperimentale di Olivos. La nota è diretta a
Pacifico Toscano.
1924(?).
I grani Strampelli sperimentati erano: Ardito, Luigia, Riccio,
Dauno, Cervaro, Francesco, Carlotta, Potenziani, Abulia,
Calatafimi, Marrone e Baionette. La nota riporta anche i
risulati di alcune varietà argentine.
24, 10
Lettere della Legazione argentina a Nazareno Strampelli. 30
e 19 luglio 1923.
cc. 2, 1922, ottobre 30; 1923, luglio 19.
24, 11
Telegrammi del Ministro dell’agricoltura argentino Le Breton
a Nazareno Strampelli.
2 telegrammi, 1923.
24, 12
Quaderno di appunti utilizzato da Nazareno Strampelli
durante il suo giro nelle province interne dell’Argentina.
1922.
Il quadernetto si compone di 37 pagine di cui 26 numerate e
6 bianche. Riporta dati e appunti presi da Strampelli nel suo
viaggio nelel province argentine Les Andes, Buenos Aires,
Catamerea, Chaco, Chubut, Cordoba, Carientes, Entrerios,
Formosa, Jujuj, Mendozza, Missiones, Neuquen, Pampa
Central e La Rioja.
24, 13
Pagine di giornali vari argentini che riportano notizie
dell’esperienza di Nazareno Strampelli.
1922-1923.
Contiene pagine e ritagli di giornali argentini nei quali si
parla della visita di Strampelli in Argentina:
Il Prof. Nazareno Strampelli. Omaggio all’ospite illustre, in
“La Scena Illustrata”, XVI (1922), nn.50-51, 10-17 dicembre,
p.7; Per la imparzialità di fronte alla scienza, in “L’Italia del
Popolo”, 6 dicembre 1922; Visita del prof. Strampelli alla
borsa del commercio, in “Giornale d’Italia”, 17 gennaio
1923; L’arrivo del prof. Strampelli (in Argentina), in “L’Italia
del popolo”, 6 dicembre 1922, p.2 ; Il banchetto di ieri sera in
onore del prof. Strampelli. in “Il Giornale d’Italia”, 17
gennaio 1923 (giornale italiano di Buenos Aires); Las investigaciones del profesor Strampelli, in “La Nation”, 26
dicembre 1922 (giornale di Buenos Aires); Dr. Nazareno
Strampelli. Su Ilegada a nuestra ciuidad, in “La Nuova
Provincia”, 22 dicembre 1922; El Doctor Nazareno Strampelli. Continuo viaje ayer trenel. Impresiones recogidas en su
jra por copetonas e irene, in “La Nuova Provincia”, 23
dicembre 1922; Il Prof. Nazareno Strampelli, in “In
Cammino”, 3 marzo 1923; Il professore Strampelli nella
nostra casa, in “La Patria degli Italiani”, 14 gennaio 1923;
Per l’arrivo del prof. Strampelli, in “Il secolo XIX”, 6
dicembre 1922, p.1; Cultivo y rendiniento del trigo, in “La
Nation”, 1 febbraio 1923; Hay variedades de trigo que no son
aptas en la pampa. El professor Strampelli asì lo expresa ec
una jira que realiza pour aquella zona, in “La Nation”, 24
febbraio 1922; En honor del professor Strampelli, 17 de enero
1923; GREGORI A., Con il mago dell’agricoltura. Le impressioni del Prof. Strampelli dopo il suo viaggio per l’interno
(dell’Argentina), in “Il giornale d’Italia”, 28 dicembre 1922 .
24, 14
Avviso di spedizione di frumenti da Rieti a Buenos Aires.
(altri moduli in bianco)
cc.8, 1924, marzo 8.
24, 15
Ordine di acquisto di 700 sacchi dallo Jutificio Centurini di
Terni per la spedizione dei grani in Argentina.
1924, febbraio 11.
24, 16
“Conto esposizione Argentina. Spese pagate dal professore”.
cc.11, 1923.
Contiene ricevute delle spese sostenute da Strampelli per la
preparazione della mostra ad Olivos.
24, 17
Lettere varie relative alla questione argentina.
cc.5, 1924.
24, 18
Alcune pubblicazioni relative alla granicoltura in Argentina
1922. Laboratorio experimental de molineira y panificacion,
1 - Laboratorio experimental de molineira y panificacion,
Trigos de pedigree. Valor de utilización de nuevos trigos
hibridos y de algunas variedades puras en épocas diferentes
de siembra, Buenos Aires 1925.
2 - H. Milatello, Cultivo del trigo en la provincia de Santiago
del estero, Buenos Aires 1922.
3 - Rivista “GRANOS” dicembre de 1939.
25, 1
“Premio Santoro” 1919- Lettere, telegrammi, biglietti di
auguri per il premio Santoro ricevuto da Strampelli da parte
dell’Accademia dei Lincei.
cc. 253, 1919.
279
25, 2
Minute di risposte di ringraziamento di Nazareno Strampelli
ad alcuni messaggi ricevuti per il conferimento del premio
Santoro.
cc. 10, 1919.
26, 5
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Caluso (Torino) riguardo alla sperimentazione dei
grani Strampelli.
cc. 23, 1914-1915.
26, 2
Corrispondenza proveniente dalla Scuola di Viticoltura e
Enologia di Avellino
cc. 9, 1914-1915.
Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del
frumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati del
frumento “Gregorio Mendel”.
26, 7
Corrispondenza proveniente dall’ Azienda Valle Felici di
Cesenatico riguardo alla sperimentazion dei grani Strampelli.
cc. 5, 1914-1915.
26, 1
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura di Ascoli Piceno.
cc. 5, 1914-1915.
Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del
frumento “Carlotta”.
26, 3
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura per la provincia di Padova riguardo alla sperimentazione
dei grani Strampelli.
cc. 9, 1914-1915.
Si riferisce ai risultati del campo regionale di prova del
frumento “Carlotta”. Si relaziona anche sui risultati del
frumento “Gregorio Mendel”. Allegata Pianta delle sperimentazioni dei frumenti Carlotta ed altri della Scuola agraria
in Brusegana.
26, 4
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura in Caltagirone riguardo alla sperimentazione dei grani
Strampelli.
cc. 6, 1914-1915.
280
26, 6
Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di
Agricoltura di Castrovillari.
cc. 5, 1914-1915.
Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale di prova
dei grani Strampelli.
26, 8
Corrispondenza proveniente dalla Fattoria di Stato per la
produzione del tabacco in Castelnuovo-Cilento riguardo alla
sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 6, 1914-1915.
26, 9
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura
di Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 16, 1915-1916.
26, 10
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura
di Imola riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 12, 1915-1916.
26, 11
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura
di Lecce riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 7, 1914-1915.
26, 12
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura “G. Garibaldi” di Macerata riguardo alla sperimentazione
dei grani Strampelli.
cc. 13, 1915-1916.
Lettere, relazioni, schemi relativi al campo regionale di
prova. Contiene anche la relazione “Alcune note sulle coltivazioni di frumenti della R. Stazione di Granicoltura di Rieti
fatta alla Scuola Agraria di Macerata” a firma di P. Bandi.
cc.4 mss. In modo specifico si relaziona sulle sperimentazioni
dei frumenti Carlotta e Gregorio Mendel.
26, 18
Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di
Agricoltura del Circondario di Rimini riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 5, 1915-1916.
26, 13
Corrispondenza proveniente dalla R. Cattedra di Agricoltura
di Matera riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 12, 1915-1916.
26, 20
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di Agricoltura di Voghera riguardo alla sperimentazione dei grani
Strampelli.
cc. 11, 1915-1916.
26, 14
Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di
Agricoltura per la Provincia di Piacenza riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 4, 1915-1916.
26, 15
Corrispondenza proveniente dalla Scuola pratica di agricoltura, Istituto Stefano Sabatini in Bozzolo del Friuli.
cc.15, 1915-1916.
26, 16
Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo riguardo alla sperimentazione
dei grani Strampelli.
cc. 18, 1915-1916.
26, 17
Corrispondenza proveniente dalla Cattedra Ambulante di
Agricoltura per la provincia di Siena riguardo alla sperimentazione dei grani Strampelli.
cc. 6, 1915-1916.
26, 19
Corrispondenza proveniente dalla Regia Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli riguardo alla sperimentazione
dei grani Strampelli.
cc. 11, 1915-1916.
26, 21
Registro intestato “Anno agrario 1914-1915. Campi regionali di prova dei nostri nuovi frumenti”
pp.8, 1914-1915.
26, 22
Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura
Industria e Commercio 1915, agosto 23.
cc.11 datt., 1915.
“Relazione sui risultati del nuovo frumento “CARLOTTA
STRAMPELLI” conseguiti nei campi regionali di prova”.
26, 23
Relazione di Nazareno Strampelli al Ministro di Agricoltura
Industria e Commercio.
cc. 43, 1917, marzo 5.
“II relazione sui campi regionali di prova del nuovo frumento
Carlotta Strampelli (Anno agrario 1915-16)”
Due copie della relazione dattiloscritta indirizzata da Strampelli al Ministro di Agricoltura.
281
26, 3
Registro dei coltivatori del Carlotta.
1914(?).
26, 1
Corrispondenza aziende agrarie relativa alla coltivazione del
frumento Carlotta Strampelli.
1917-1919.
27, 1
Registro di vendita del frumento “Carlotta Strampelli”.
1918.
27, 2
“Libro magazzino benzina” 1916.
La benzina veniva venduta in latte e risulta impiegata soprattutto per la trebbiatura del frumento“Carlotta Strampelli”.
27, 3
Registro dei risultati del Carlotta Strampelli nelle diverse
regioni d’Italia.
1918(?).
27, 4
Bollettario di magazzino dell’Unione produttori grano da
seme relativo alle vendite del Carlotta Strampelli. 1917.
27, 5
Registro delle vendite relative alle vendite del Carlotta da
parte della Stazione sperimentale.
1916-1917.
27, 6
Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli.
1916.
27, 7
Registro relativo alla gestione del frumento Carlotta Strampelli. 1917.
282
27, 8
“Registro delle richieste del nuovo frumento Carlotta Strampelli.
1916.
27, 9
Schede di richiesta del nuovo frumento Carlotta Strampelli.
1916.
27, 10
“Registro delle prenotazioni del Carlotta Strampelli per
l’anno 1919”
1919.
27, 11
Notizie e risultati sul frumento Carlotta Strampelli.
1917-1918.
Contiene le relazioni sull’impiego e sui risultati ottenuti con
il frumento “Carlotta Strampelli”provenienti da: Società
Anonima Cooperativa per l’esportazione dei prodotti agricoli di Jesi, Azienda agricola Marenghi di Jesi, Società
anonima cooperativa di Osimo, Amministrazione Censi
Buffarini di Montemarsciano, Amministrazione Giuseppe
Villa di S. Marino, Scuola pratica di agricoltura di Todi,
Cattedra ambulante di agricoltura di Trevi, Istituto Superiore
Agrario di Perugina, Cattedra ambulante di agricoltura di
Massa, Azienda Paci di Cetona, Tenuta Pentolina di Frosoni
(Siena), Azienda Maoli di Roma, Consorzio agrario Sabino di
Poggio Mirteto, Azienda Brunetti di Bologna, Azienda Guarzoni di Ravenna, Azienda Spalletti di Macerata, Azienda
Marchetti di Roma, Azienda Miliani di Fiorano, Azienda
Zampini di Formigana, Azienda Maciga di Ferrara, Azienda
Ferrarsi di Ostra, Azienda Di Giacomo di Affida, Azienda
Poch di Roma, Azienda Novelli Fara Sabina, Azienda
Mauguri di Collescipoli, Azienda Marchesini di Cantalupo,
Azienda Vecchi di Revere, Unione agraria di Sesto Fiorentino, Azienda Montanari di S. Arcangelo di Romagna,
Azienda Gardini di Gatteo, Azienda “Le Perogole” di Borgo
S. Lorenzo, Azienda Ravanelli di Ferrara, Azienda Bovi di
Guarda ferrarese, Azienda Forti di Migliarino (Ferrara),
Azienda Passerini di Copapri (Ferrara), Azienda Santini di
Cesena, Azienda Mazzocchi di Cesena, Azienda Piragnoli di
Castelbolognese, Azienda Fasanelli di Cassino, Azienda
Bordelli di Ganzate, Azienda Sinibaldi di Osimo. Federazione
agraria Casalese, Succursale di Alessandria, Azienda Bochirchio di Caluso, Azienda Muzzioli di Perugina, Azienda Piermarini di Montenano, Azienda Bolusco di Atina, Azienda
Nisionna di Nibionno, Azienda Belloni di Buti (Pisa).
28, 1
Registro dei risultati raggiunti dal Carlotta Strampelli nei
diversi campi di prova italiani.
28 pagine, 1916-1918.
Il registro è diviso per regioni, e riporta i dati relativi alla
produzione raggiunta per ettaro nei singoli campi e la media
della provincia sia nel caso del seme originario che riprodotto.
28, 2
Appunti, elenchi vari, ricevute di spedizioni relativi al
Carlotta Strampelli.
1916-1917
Contiene anche un quadernetto intestato “Denaro da rimborsare dalla gestione Carlotta Strampelli”.
28, 3
Corrispondenza proveniente da istituti agrari relativa alla
sperimentazione del Carlotta.
cc.18, 1918-1919.
Contiene carteggi provenienti dal Consorzio agrario Bolognese, R. Scuola Pratica di Agricoltura di Imola, Consorzio
Agrario cooperativo di Frosinone, Scuola Pratica di Agricoltura di Ancona, Consorzio Agrario Cooperativo di
Bergamo, Consorzio delle Cattedre Ambulanti di Agricoltura
per la provincia di Alessandria, Società Italiana per la
fabbricazione dello zucchero indigeno di Roma, Comizio
Agrario di Conselve, Società per la Bonifica dei terreni
Ferraresi, Mobilitazione agraria della provincia di Parma,
Consorzo agrario cooperativo di Parma, Cattedra Ambulante
di agricoltura di Ferrara.
28, 4
Corrispondenza proveniente aziende agrarie private relativa
ai risultati della sperimentazione del Carlotta Strampelli.
cc.31, 1918-1919.
Contiene carteggi provenienti dalle aziende: Principe Aldobrandini di Roma, Amministrazione Torlonia di Bologna,
conte Arcelli Fontana di Piacenza, Triossi di Bologna, Brian
di Felino (Parma), Mazzetti di Collecchiello di Collecchio
(Parma), Calducci di Cesena, Tosi di S. Mauro di Romagna,
Brunetti di Bologna, Sostegno di Budrio, Turina di Croata,
Cavallara di Guarda Ferrarese, Mion di Carrara, Mecenati
di Adria, Cotti di Grazzano Monferrato, Frascara di Sezzadio
(Alessandria), Salvatori di Chianti (Pisa), Calmieri Nuti di
Sovicille, Corsano di Monteroni D’Abbia, Goisis di Comunnuovo, Meroni di Milano, Trua di Soriano del Cimino, Ciucci
di Terni, Rossetti di Foligno, Paoli di Cingoli, Gentili di S.
Angelo in Vado, Isacco di Rogeno Brianza.
28, 5
Corrispondenza varia relativa ai risultati delle sperimentazioni del frumento Carlotta Strampelli.
cc. 43, 1918-1919.
28, 6
Cartoline pre indirizzate per la risposta alla Stazione Sperimentale di Rieti diffuse tra aziende agrarie e privati che riportano sinteticamente i risultati delle sperimentazioni del
frumento Carlotta.
cc. 251, 1918-1919.
28, 7
“Esperimento di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli nella tenuta di Lispida dei Sig. Conti Corinaldi” 1918,
settembre 11.
1918.
La relazione è allegata alla lettera di trasmissione dell’Amministrazione dei conti Corinaldi del 21 settembre 1918.
283
28, 8
“Relazione su prove di coltivazione con frumento Carlotta
Strampelli di I riproduz.”
Relazione a cura del Comizio agrario del circondario di
Mondovì.
1918, novembre 1.
Allegata minuta di risposta.
28, 9
“Resoconto sull’esperimento della coltura del Carlotta
Strampelli”.
Relazione mss a firma di A. Cavallotti.
1918, settembre 24.
28, 10
Relazione di D. Bruni sui risultati ottenuti presso la Scuola
Pratica di Agricoltura di Pesaro nella sperimentazione del
Carlotta Strampelli.
cc.2, 1919, maggio 5.
Allegato il ritaglio di un articolo pubblicato a firma dello
stesso Bruni “Il frumento Carlotta Strampelli sperimentato
nella nostra Scuola Agraria” in “L’ idea”, 20 luglio 1918.
28, 11
Pagina del giornale “L’Agricoltore Ferrarese” 1918 settembre 30.
1918.
Riporta l’articolo “Frumento Carlotta Strampelli”
29, 1
“Risultati del Carlotta Strampelli” - Appunti, lettere, elenchi
ecc.
1918-1919.
29, 2
Copia delle relazioni e segnalazioni più significative relative
ai risultati del Carlotta Strampelli nei diversi campi di prova
italiani.
cc.252 datt., 1918-1919.
284
30, 1
“Vari trattamenti del seme. Affondatura sistema giapponese.
Diverso orientamento delle file. Diversa distanza tra le file e
diversa quantità di seme. File abbinate. Selezione Haiser”.
cc.2, 1906-1910.
30, 2
“Barbabietole.Selezione iniziata nel 1908. Raccolto del
1910.Radici”.
Registro di 34 pp., 1910.
30, 3
Appunti vari relativi alla coltivazione delle barbabietole.
cc.10, 1911-1919.
Contiene anche una lettera della Società Italiana per l’industria dello Zucchero Indigeno del 16 gennaio 1919.
30, 4
“Tipi che si sono distinti per produttività a Rieti” (e Leonessa)
e dati vari sui raccolti in pagine di registro”.
cc.40, 1912.
30, 5
“Produzioni anno 1912 e medie anni precedenti nei campi
sperimentali di Foggia - Cagliari - Roma”
Registro di 26 pagine, 1912.
30, 6
Registro delle vendite dei fagioli ed altri cereali.
pp.5, 1916-1917.
30, 7
“Nota delle spese incontrate per i lavori di selezione e relative
colture eseguite nel giardino e nell’orto dell’abitazione del
sottoscritto (Nazareno Strampelli) negli anni 1917-1918”.
1917-1918.
30, 8
Schede intestate: “Rilievi alla raccolta”.
cc.8, 1917(?).
30, 9
Appunti e grafici vari privi di altre indicazioni.
cc.11, 1918(?).
30, 10
Carteggio tra Nazareno Strampelli e Guglielmo Iosa, direttore della Cattedra ambulante di agricoltura di Campobasso.
cc.10, 1922.
30, 11
“Sardegna. Raccolto 1927”.
Registro di 16 pagine, 1927.
30, 12
Disponibilità del frumento da seme a Rieti, Roma, Leonessa,
Foggia e Cagliari
Registro di 24 pagine e più fogli sciolti, 1928.
30, 13
“Prodotti unitari e medie delle principali razze di cereali”.
Registro di 14 pagine, 1929-1930.
30, 14
“Richieste di frumento passate all’ARS”.
Registro di 2 pagine, 1932.
30, 15
Registro riepilogativo dei risultati dei raccolti delle patate a
Rieti, Leonessa e Badia Polesine
Registro di 2 pagine più 5 cc. slegate con tabelle. 1936-1938.
30, 16
Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e
Leonessa.
Registro di 14 pagine, 1936.
30, 17
Appunti, schemi vari sulla sperimentazione delle patate a
Rieti, Leonessa e Badia Polesine.
cc.13, 1937-1939.
30, 18
Risultati della sperimentazione delle patate a Rieti e
Leonessa.
Registro di 14 pagine, 1937.
30, 19
Risultati dei campi di orientamento.
Registro di 18 pagine, 1937.
30, 20
“Produzioni e medie di più anni delle nostre principali
varietà”
Registro di 18 pagine, 1937.
30, 21
Schemi dei risultati della sperimentazione delle patate a
Badia Polesine.
cc.2, 1938-1939.
30, 22
Risultati dei campi di orientamento e prova.
Registro di 24 pagine. Allegate 3 lettere, 1938.
30, 23
“Osservazioni sulle patate”.
Registro di 5 pagine. 1939.
30, 24
Frumenti in prova per l’iscrizione nel registro delle varietà
elette.
cc. 14, 1940-1941.
30, 25
Dati relativi all’esportazione del frumento da parte dell’ARS
dal 1924 al 1940.
1940.
30, 26
Dati, relazioni e notizie relative al trattamento elettrico delle
sementi con il sistema Riccioni.
cc.22, 1941-1942.
285
30, 27
Relazione relativa alle prove collegiali effettuate dalla
Stazione sperimentale di risicoltura e delle colture irrigue di
Vercelli.
cc.7 datt., 1941-1942.
30, 28
Decreto del Ministro dell’Agricoltura relativo all’inscrizione
nel registro delle varietà elette di frumento in base all’art.6
della legge 28 aprile 1938 n. 512.
cc.2 datt., 1942.
30, 29
Quadro riassuntivo dei risultati del campo di orientamento
dei Lini di Badia Polesine.
1942
30, 30
“Attività svolte dalla stazione fitotecnica di Badia dalla sua
fondazione”
cc.6 datt., 1942.
30, 31
“Relazione riassuntiva sui risultati finora conseguiti dalla
sperimentazione collegiali fini della battaglia del grano”.
Relazione redatta dall’Istituto Nazionale di Genetica per la
Cerealicoltura. Agosto 1942 “
cc.42 datt., 1942.
30, 32
“Prove sperimentali delle varietà di grano Strampelli. Annata
1941-1942”. Sperimentazioni effettuate dalla Stazione sperimentale di risicoltura e delle colture irrigue di Vercelli.
cc.4 datt., 1942.
30, 33
Dati relativi alle sperimentazioni effettuate nella stazione fitotecnica di Urbino.
Registro di 16 pagine, 1942.
286
30, 34
Miscellanea, stampe, circolari, lettere varie ecc.
1920-1942.
31, 1
Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Villa Glori.
1926.
Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cremona,
Verona, Ferrara, Forlì. L’elenco riporta l’indicazione delle
aziende agrarie, la superficie coltivata, il prodotto ottenuto
per h., e nelle note spesso il confronto con le produzioni ottenute con l’inalettabile 96.
31, 2
Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Mentana.
1926.
Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo,
Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso, Torino, Bologna,
Ferrara, Forlì, Parma, Reggio Emilia, Ancona, Ascoli Piceno,
Pesaro, Grosseto, Perugia, Roma e Foggia. L’elenco riporta
l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, il
prodotto ottenuto per ha, e nelle note spesso il confronto con
le produzioni ottenute con altri frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc.
31, 3
Riepilogo dei risultati ottenuti nei campi di prova e di orientamento del frumento Ardito.
1926.
Campi di orientamento e di prova di Alessandria, Cuneo,
Milano, Brescia, Pavia, Venezia, Padova, Verona, Treviso,
Torino, Bologna, Ferrara, Rovigo, Forlì, Modena, Piacenza,
Reggio Emilia, Ancona, Lazio e Potenza. L’elenco riporta
l’indicazione delle aziende agrarie, la superficie coltivata, il
prodotto, medio minimo e massimo ottenuto per ha, e nelle
note spesso il confronto con le produzioni ottenute con altri
frumenti, Cologna, Inalettabile, ecc.
31, 4
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1924-1925.
1924-1925.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia,
Marche, Toscana, Lazio, Toscana, Puglie, Calabria, Basilicata e Sicilia.
31, 5
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1925-1926.
1925-1926.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia,
Marche, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzi e Molise, Toscana,
Puglie, Basilicata, Sicilia e Sardegna.
31, 6
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1926-1927.
1926-1927.
Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto,
Emilia, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo e Molise,
Campania, Lucania, Sicilia e Sardegna.
31, 7
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1927-1928.
1927-1928.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto,
Venezia Giulia e Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche,
Toscana, Umbria, Lazio e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana,
Calabria, Sicilia, Colonie. Per le Colonie il campo di prova
era gestito dall’ufficio per i servizi agricoli della Cirenaica a
Bengasi.
31, 8
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1928-1929.
1928-1929.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Trentino, Veneto,
Dalmazia, Liguria, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio
e Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e Estero.
Colonie: Ufficio Agrario di Mogadiscio (Somalia); Ufficio
Agrario dell’Eritrea (Asmara); Colonia Libica. Fascio milanese Alfredo Banfi di Toera; Conte Ulderico Sottacasa di
Tripoli; Direzione di Agricoltura del Governo di Rodi; Amm.
Principe Paternò di Tripoli; Barone Saverio Polcra Bengasi
(Cirenaica). Estero: Valence sur Rhone - Francia; Direzione
dei servizi agricoli della Corsica; Prof. M. Saulescu, Accademia
di Agricoltura della Romania; Prof. Basilio Desmirau. Istitut
International d’agricolture; Prof. T. Roemer, Halle, Saale
(Germania); Vice console d’Italia – Adona (Turchia); On. Alexsander Algin di Bucarest (Romania); Prof. Roaul Lamaire Roye
(Somme) Francia; Dott. W. Bausse, Germania (delegato all’Istituto Internazionale di Agricoltura; SoleKcijas Staxija - Stendè
(Lettonia); Don Carlos Eugui Barricola - di Pamplona
(Spagna); Scuola d’agricoltura di Aiaccio, Corsica; Stazione di
miglioramento delle piante - Prof. Papadakis - Larissa
(Grecia); Commissariato per il Sud Africa Dott. A. Parastevopulos - Ipector de Colonisation - Atene (Grecia) Istitut pour
l’amelioration des plantes - Wageninghen (Olanda); Prof.
Egidio Gaetano Rebonato, Saltillo Coah (Messico); Conte N.
Brettan di Tangeri; Station d’essais de semences, Prof. Emile
Schribaux di Parigi; Dipartimento agricolo di Sidney
(Australia); Dipartimento agricolo di Burma (India).
31, 9
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1929-1930.
1929-1930.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina, Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e
Sabina, Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania,
Puglie, Basilicata, Sicilia, Colonie, e Estero
Colonie: Governo delle isole Egee - Rodi; Ufficio Agrario di
Mogadiscio (Somalia); Ufficio Agrario dell’Eritrea (Asmara);
Colonia Libica. Fascio milanese Alfredo Banfi - Toera; Ufficio
287
Agrario di Tripoli; Direzione di Agricoltura del Governo di
Rodi; Prof. Stravros, Direz. Scuola Sup. di Agricoltura di
Atene; Station central d’Amemoration del Plates de Grand
Culture - Versailles (Francia)
31, 10
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1930-1931.
1930-1931.
Elenco dei campi in Piemonte, Lombardia, Venezia Tridentina,
Veneto, Emilia, Marche, Toscana, Umbria, Lazio e Sabina,
Abruzzi e Molise, Toscana, Calabria, Campania, Calabria
Puglie, Basilicata, Sicilia, Sardegna, Colonie, e Estero.
31, 11
Elenco dei campi territoriali di orientamento istituiti nell’annata agraria 1935-1936.
1935-1936.
Elenco dei campi in Piemonte, Liguria, Lombardia, Venezia
Tridentina, Veneto, Venezia Giulia, Emilia, Marche, Toscana,
Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, Toscana, Calabria,
Campania, Puglie, Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna.
31, 12
“Date di raccolta e prodotto per ettaro di alcune delle nostre
principali varietà degli ultimi dieci anni”
1925-1934.
Lo schema riporta il prodotto per ettaro e la data di raccolta
a Roma, Rieti, Foggia e Cagliari delle varietà, Mentana,
Damiano, Villa Glori, Fanfulla, Roma, Terminillo, Carlotta,
Virgilio, Catria, Cambio, Baionette, Nuria, Rieti 11, Cappelli,
Aziziah 17-45, Dauno III, Roma B.
31, 13
Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per
produttività. Anno Agrario 1936-1937.
1936-1937.
Il quaderno riporta i risultati di 17 ibridazioni definite con i
nomi dei “genitori” con le località di semina e le produzioni
dal 1927 al 1935.
288
31, 14
Registro delle “Masse autunnali”.
1930.
31, 15
“Indici pei registri raccolto dal 1927-28 al 1936-37”.
1927-1937.
Per ogni varietà coltivata, selezioni, ibridi, orzi, segale ecc.,
viene riportato il numero di riferimento nel registro con il
relativo anno.
31, 16
Dati riassuntivi dei raccolti delle diverse varietà sperimentate nei campi di orientamento di Rieti, Roma, Foggia.
1932.
31, 17
Risultati dei campi di orientamento del triennio 1932-1934.
1932-1934
31, 18
Riepilogo per regioni dei risultati dei vari campi di orientamento del triennio 1932-34.
1932-1934.
31, 19
Registro delle disponibilità dei frumenti.
1931.
Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa.
31, 20
“Produzioni e medie di più anni delle nostre principali varietà”.
1936.
Il registro riporta le produzioni dal 1926 al 1936 con la relativa media per ettaro di 27 varietà di frumenti e orzi.
31, 21
Relazione delle prove con sitosfero.
1933.
31, 22
Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per
produttività. Anno Agrario 1933-1934.
1933-1934.
31, 23
Registro delle disponibilità dei frumenti.
1934.
Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa.
31, 24
Riepilogo del raccolto nei diversi campi.
Anno agrario 1924-1935.
1934-1935.
31, 25
Registro delle disponibilità dei cereali da seme.
1935-1936.
Il registro riporta l’elenco dei diversi frumenti e delle disponibilità in q.li a Rieti, Roma, Foggia, Cagliari e Leonessa,
S. Angelo.
31, 26
Moltiplicazioni iniziali ed altri tipi che si sono distinti per
produttività. Anno Agrario 1934-1935
1934-1935.
31, 27
“Assegnazione di sementi per le colture (anno 1935-1936) di
frumento da sottoporre al controllo per l’applicazione del
marchio.
1935-1936.
31, 28
Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti
ecc.
1936.
31, 29
Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti
del 1937 ecc.
1937.
31, 30
Appunti, schemi, tipi distinti per produttività, dati sui raccolti
del 1938 ecc.
1938.
32
Schede relative alle produzioni di grani.
1932-1940.
Le schede, probabilmente conservate in origine in uno schedario, riportano oltre all’indicazione del nome del prodotto
sperimentato, la produzione per ettaro e le date di raccolta
suddivise per i campi sperimentali di Rieti, Roma, Foggia,
Cagliari, Leonessa e S. Angelo.
33, 1
Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni
sul ricino.
1934-1935.
33, 2
Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni
sul ricino.
1936.
33, 3
Nuove linee, appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni sul ricino.
1937.
33, 4
Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni
sul ricino.
1938.
289
33, 5
Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni
sul ricino.
1940.
33, 6
Appunti e schemi riepilogativi relativi alle sperimentazioni
sul ricino.
1945.
33, 7
Lettere di Cirillo Maliani, responsabile della Stazione fitotecnica di Badia Polesine a Nazareno Strampelli.
1938-1941.
Le lettere si riferiscono alle sperimentazioni sul Ricino che si
svolgevano a Badia Polesine. Allegata “Relazione sugli studi
e sulle ricerche eseguite dall’Istituto Nazionale di Genetica
per la Cerealicoltura, sul Ricino”. La relazione dattiloscritta,
di 8 pagine con varie tabelle manoscritte, non è firmata ma,
come si deduce in una lettera conservata nel fascicolo, è di
Cirillo Maliani e fu redatta presumibilmente nel 1941.
33, 8
Tabelle riassuntive relative alle semine e raccolta del Ricino
a Rieti e Badia Polesine.
1938-1939.
33, 9
“Riepilogo delle produzioni delle varietà` di orzi coltivati nei
nostri campi sperimentali”.
1936.
33, 10
Appunti vari, schemi riepilogativi raccolti, rese degli ibridi
ecc.
1940-1943.
33, 11
Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a S. Angelo
Lodigiano
1938.
290
33, 7
Quadro riassuntivo della raccolta di granoturco a Rieti.
1936.
33, 8
Specchio riassuntivo dei risultati della sperimentazione delle
varietà di granturchi.
1937.
33, 9
Appunti, elenchi e documenti vari relativi alla sperimentazione dei granturchi.
1937(?).
33, 10
Foglio intestato “Le distanze indicate per i seguenti nuovi
granturchi”
2 copie datt., 1937(?).
Riporta le indicazioni per la semina dei vari tipi di granturchi
prodotti dalla Stazione Sperimentale di granicoltura di Rieti.
34, 1
Sperimentazione ricino.
1938-1939.
34, 2
Vendita prodotti, rimanenze ecc.
1930-1938.
34, 3
Elenchi di operai e appunti vari.
1930(?).
34, 4
Quadri riepilogativi dei risultati delle colture nei diversi
campi sperimentali (Badia Polesine, S. Angelo ecc.).
1938-1939.
35, 1
Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale.
1942-1949.
35, 2
Corrispondenza varia.
1912-1951.
1934.
Si tratta di 5 relazioni alle prove effettuate in Alta Montagna,
fondovalle, alta collina dell’anfiteatro morenico eporediese,
pianura delle alluvioni terrazzate, e pianura diluvionale. Le
prove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 per
iniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura della
Provincia di Aosta.
35, 4
Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo.
1947.
36, 5
Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti
Strampelli nella provincia di Como.
1934.
Si tratta di una relazione relativa a due campi di orientamento impiantati in provincia di Como a Novate e Olmeda.
Le prove furono effettuate nell’anno agrario 1933-1934 per
iniziativa della Cattedra Ambulante di agricoltura della
Provincia di Como.
35, 3
Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria”
1912(?).
36, 1
Relazioni sulla diffusione dei grani Strampelli in Italia nel 1932.
1933.
Il fascicolo contiene le relazioni, generalmente delle Cattedre
Ambulanti d’Agricoltura relative alle superfici occupate dalle
diverse qualità di frumenti Strampelli nelle province italiane.
In modo specifico sono presenti le relazioni delle seguenti
Cattedre Ambulanti di Agricoltura: Provincia di Genova,
Provincia dell’Istria, Treviso, provincia di Belluno, provincia
di Gorizia, Firenze, Parma, Vicenza, Frosinone, Trento,
Cremona, Vercelli, Torino, Brescia, Alessandria, Imperia,
Bergamo, Savona, La Spezia, Milano, Bolzano, Como, Enna,
Catanzaro, Teramo, Terni, Pesaro, Siena, Pistoia, Pisa, Livorno
36, 2
Corrispondenza relativa all’inchiesta sulle superfici occupate
dai grani Strampelli in Italia nel 1932.
1933.
36, 3
Foglio con appunti a matita relativo ad una sintesi dei dati
raccolti circa la superficie occupata dai frumenti Strampelli in
Italia.
1934(?).
36, 4
Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti
Strampelli nella provincia di Aosta.
36, 6
Relazioni relative alle prove di orientamento dei frumenti
Strampelli effettuate dall’Istituto tecnico agrario di Todi.
1934.
Le prove furono effettuate nel “campo catalogo” dell’istituto
di Todi nell’anno agrario 1933-1934.
36, 7
Relazione di G. Nicolas, professeur de la Facultè de Sciences
e direttore dell’Istituto agricolo dell’università di Toulose,
circa la sperimentazione di frumenti in Francia. S.d.
1934(?).
Della relazione in 6 pagine dattiloscritte, manca la prima
pagina.
36, 8
Inchiesta sulle varietà di frumento coltivate in Italia. Relazioni degli Ispettorati provinciali di Agricoltura inviate
all’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura di Rieti.
1947.
L’iniziativa assunta dall’Istituto di Rieti era indirizzata a rilevare le varietà di frumento coltivate in Italia, misurando l’in291
cidenza delle varietà Strampelli. Nel fascicolo si trovano le
relazioni degli Ispettorati Provinciali di Agricoltura di: Alessandria, Firenze, Ancona, Massa, L’Aquila, Arezzo, Ascoli
Piceno, Asti, Avellino, Belluno, Benevento, Bergamo,
Bologna, Bolzano, Brescia, Brindisi, Caltanisetta, Campobasso, Como, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Forlì, Frosinone, Genova, Grosseto, Imperia, La Spezia, Lecce, Livorno,
Lucca, Mantova, Matera, Milano, Modena, Napoli, Novara,
Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugina, Pesaro, Pescara,
Piacenza, Pisa, Pistoia, Potenza, Ragusa, Ravenna, Reggio
Calabria, Roma, Rovigo, Salerno, Savona, Siena, Siracusa,
Taranto, Teramo, Terni, Trento, Treviso, Udine, Varese,
Vercelli, Verona, Vicenza, Viterbo.
36, 9
Elenco manoscritto degli Ispettorati Provinciali dell’Agricoltura.
1941.
In rosa sono indicate le province da cui si erano ricevuti i
dati, in giallo quelle di Foggia e Cagliari, in cui erano
presenti stazioni fitotecniche dell’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura, in verde la provincia di Rieti, e in
bianco quelle che non avevano inviato relazioni.
36, 10
Piantina dell’Italia suddivisa per province con l’indicazione
di quelle che nona vevano risposto all’inchiesta sulle varietà
di frumento.
1947(?).
36, 11
Lettera di Ernesto Grifoni a Alviero Dionigi.
1947, marzo 12.
Allegata la relazione di sintesi dell’inchiesta sulle varietà di
frumento in Italia. Grifoni, al tempo responsabile della
stazione fitotecnica di Foggia, trasmette a Alviero Dionigi a
Rieti i risultati della sua elaborazione dei dati dell’inchiesta
sulle varietà di frumento italiane e sull’incidenza che su
queste avevano nel 1947 le varietà Strampelli. Il tentativo
292
dell’inchiesta era quello di misurare a un quindicennio dei
dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Genetica per la
Cerealicoltura e a quelli riferiti dall’Inchiesta del Ciferri
relativa al 1940 e pubblicata negli atti dell’Accademia dei
Georgofili, le modificazioni avvenute nel campo della granicoltura nazionale. La relazione di Ernesto Grifoni, corredata
da vari grafici, è di 25 pagine e rappresenta solo una prima
sintesi dei materiali raccolti.
36, 12
Appunti contenenti uno schema di temi da trattare probabilmente redatto per la stesura di una relazione. cc.5. Le carte
sono numerate da 3 a 10.
1937.
36, 13
Registro contenente le schede di fondi agricoli della valle
reatina con le indicazioni del proprietario, del colono e delle
caratteristiche del fondo.
1941.
37
Documentazione varia relativa ai ricoverati del terremoto del
1915. Registri, elenchi, corrispondenza, gestione dei profughi
ecc.
1915.
Il presidente del comitato reatino era l’ on. Domenico Raccuini.
Strampelli si occupò della sezione minori del Comitato.
38
“Cattedra Sperimentale di granicoltura di Rieti. Riassunto dei
risultati ottenuti durante il periodo quadriennale 1903-1904
della rotazione fissata nel campo dimostrativo per la concimazione indiretta del frumento”.
1903-1913.
Schede individuali nelle quali è indicato il comune, il vocabolo e il nome del proprietario del fondo e i risultati delle
sperimentazioni.
Le schede vanno dal n. 1 al n. 55
39
Schede relative ai campi dimostrativi di concimazione
chimica indiretta al frumento.
1903-1904.
Le schede riportano la localizzazione del fondo, il proprietario, le spese sostenute per la coltivazione, il metodo seguito
e i risultati ottenuti.
40, 1
Registro contenente l’elenco delle formule di concimazione
per gli anni agrari 1903-1904 e 1904-1905.
1903-1905.
40, 2
Registro contenente l’elenco delle formule di concimazione
per gli anni agrari 1905-1906 e 1906-1907.
1905-1907.
40, 3
Registro relativo alle foraggere leguminose.
1908-1918.
Registro per ogni varietà riporta i dati dei termini del periodo
di germinazione, dell’accestimento, della tallitura, della fioritura e della germinazione.
40, 4
Registro intestato “Appunti diversi di Dall’Aglio”.
1918-1922.
Riporta dati relativi alle concimazioni e fogli con appunti su
carta intestata dell’Associazioen Reatina Sementi.
40, 5
Tre registri intestati “Concimazioni 1903-1904”.
1903-1904.
I registri, al fianco del n. dell’aiuola speriemtnale, riportano
i dati e della formula di concimazione, dell’area uranifera
dell’aiuola, e dei prodotti ottenuti con la proiezione ad ettaro.
40, 6
Registro intestato “Campo sperimentale di (Setteponti)
Concimazioni. Anno agrario 1904-1905.
1904-1905.
40, 7
Registro intestato Campo Sperimentale (S. Pastore) Concimazioni 1905-1906.
1905-1906.
40, 8
Registro intestato “Campo Sperimentale. Concimazioni”.
1905-1906
40, 9
Due registri intestati
“Comparazione delle medie. Azione del Manganese”.
1904-1906.
40, 10
Registro intestato “Anno agrario 1904-1905. Azione Potassica”.
1904-1905.
40, 10
Registro intestato “Medie delle produzioni per ciascuna
formula. Anno agrario 1904-1905”.
1904-1905.
40, 11
Registro intestato “Anno 1904-05. Azione della calce di defecazione, del gelso, del silicato sodico e del carbonato di
magnesio”.
1904-1905.
40, 12
Registro intestato. “Stallatico e concimazioni chimiche
complete. 1904-1905”.
1904-1905.
293
40, 13
Tre registri intestati “medie delle produzioni per ciascuna
formula”.
1904-1907.
43, 5
Frumento Attili
n. foto 2 cm. 19x26 - 11x18.
42
Quattro registri relativi alle produzioni per ettaro delle diverse
qualità di frumenti dell’Istituto.
1913(?).
I registri riportano i dati della produzione ottenuta dall’anno
dell’introduzione in poi con la suddivisione dei dati relativi
alla varie stazioni fitotecniche.
43, 7
Frumento Ausonia
n. foto 5 cm. 17x21 - 9,5x21 -13x21.
41
Registri vari relativi ai dati della raccolta dei granturchi a
Rieti, Leonessa e Foggia dal 1913 al 1927.
1913-1927.
FOTOGRAFIE
43, 1
Frumento Alalà
n. foto 5 cm. 18x24.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 2
Frumento Augusta
n. foto 3 cm. 13x22.
43, 3
Frumento Apulia
n. foto 2 cm. 19x26 - 6,5x25.
43, 4
Frumento Ardito
n. foto 9 cm. 12,5x25.
294
43, 6
Frumento Arnaldo
n. foto 2 cm. 14x23
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 8
Frumento Aziziak 17 45.
n. foto 4 cm. 14x23.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 9
Frumento Baionette
n. foto 1 cm. 20,5x26,5.
43, 10
Frumento Balbo (Italo)
n. foto 5 cm. 17,5x25.
43, 11
Frumento Balilla
n. foto 2 cm. 11x20.
43, 12
Frumento Bersagliere
n. foto 1 cm. 10x24.
43, 13
Frumento Baudi (Comandante)
n. foto 4 cm. 17x24.
43, 14
Frumento Bruno
n. foto 5 cm. 16x20.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 15
Frumento Cancelli (Senatore)
n. foto 5 cm. 16x26,5.
43, 16
Frumento Cantore
n. foto 1 cm. 16,5x25.
43, 17
Frumento Cambio
n. foto 1 cm.16,5x25.
43, 23
Frumento Calatafimi
n. foto 4 cm. 19x26 - 12x22.
43, 24
Frumento Catone e Columella
n. foto 7 cm. 19x26.
43, 25
Frumento Cervaro
n. foto 3 cm. 19x26 - 11x25.
43, 26
Frumento Catria
n. foto 3 cm. 13x21.
Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico
Cav. Luigi Leonardi. Rieti.
43, 18
Frumento Caprera
n. foto 3 cm. 11x24.
43, 27
Frumento Cuboni
n. foto 7 cm. 19x26 - 6,5x21.
43, 20
Frumento Carlotta
n. foto 5 cm. 19x26 - 11x22.
43, 29
Frumento Dante
n. foto 15 cm. 7x17 - 19x26.
43, 19
Frumento Catria
n. foto 1 cm. 13x21.
43, 21
Frumento Caprera
n. foto 1 cm. 19x26.
43, 22
Frumento Castelfidardo
n. foto 2 cm. 19x26 - 15x24,5.
43, 28
Frumento Damiano
n. foto 7 cm. 10x24.
43, 30
Frumento Dauno I - VI
n. foto 6 cm. 19x26 - 12x25.
43, 31
Frumento Edda
n. foto 3 cm. 14x23.
295
43, 32
Frumento Eia
n. foto 5 cm. 16x24.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 33
Frumento Fabrini A.
n. foto 1 cm. 18x24.
43, 34
Frumento Fanfulla
n. foto 3 cm. 13x19.
43, 35
Frumento Fausto
n. foto 4 cm. 9x21.
43, 36
Frumento Fieramosca
n. foto 3 cm. 9x21.
43, 37
Frumento Fiume
n. foto 9 cm. 19x26 - 14x22,5.
43, 38
Frumento Francesco
n. foto 2 cm. 19x26.
43, 39
Frumento Luigia
n. foto 1 cm. 19x26.
43, 40
Frumento Littorio
n. foto 2 cm. 10x18.
296
43, 41
Frumento Garigliano
n. foto 3 cm. 119x26 - 7x26.
43, 42
Frumento Goito
n. foto 2 cm. 18x25 - 13,5x21
43, 43
Frumento Italo
n. foto 3 cm.19x26 - 5x23.
43, 44
Frumento Libero
n. foto 1 cm. 13x18.
43, 45
Frumento Littorio
n. foto 3 cm. 8,5x21 - 10x18.
43, 46
Frumento Luigia
n. foto 1 cm. 13x18.
43, 47
Frumento Marsala
n. foto 3 cm. 8,5x24,5 - 19x24.
43, 48
Frumento Mendel
n. foto 5 cm. 8x20.
43, 49
Frumento Mentana
n. foto 3 cm. 17x26 - 8x26.
43, 50
Frumento Mentana Mutico
n. foto 7 cm. 14x23.
43, 51
Frumento Novaro (Comandante)
n. foto 5 cm. 16x24
43, 60
Frumento Stamura
n. foto 3 cm. 16x17
43, 53
Frumento Palestro
n. foto 2 cm. 19x26 - 9x20.
43, 62
Frumento Tevere
n. foto 3 cm. 11x18.
43, 52
Frumento Nuria
n. foto 4 cm. 13x22.
43, 54
Frumento Razza (Luigi)
n. foto 2 cm. 18x24,5.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
43, 55
Frumento Riccio
n. foto 2 cm. 18x26 - 6x17,8.
43, 61
Frumento Terminillo
n. foto 4 cm. 16x26.
43, 63
Frumento Tilia
n. foto 3 cm. 15x24.
43, 64
Frumento Tiriamo Dritto
n. foto 1 cm. 14x23.
Timbro sul verso “Premiato studio artistico fotografico
Cav. Luigi Leonardi”. Rieti.
43, 56
Frumento Rieti 745
n. foto 5 cm. 14, 5x22.
43, 65
Frumento Enrico Toti
n. foto 2 cm. 17x24 - 9x20.
43, 58
Frumento Sabaudia
n. foto 3 cm. 19x26 - 8x26.
43, 67
Frumento Tripolino
n. foto 4 cm. 18x27 - 9x27.
43, 57
Frumento Roma
n. foto 4 cm. 11x17,5.
43, 59
Frumento Sapri
n. foto 2 cm. 6,5x27 - 18x27.
43, 66
Frumento Trieste
n. foto 3 cm. 17x24 - 6x22.
43, 68
Frumento Trento
n. foto 1 cm. 19x26.
297
43, 69
Frumento Varrone
n. foto 1 cm. 18x27 - 9x21.
43, 70
Frumento Vettore
n. foto 3 cm. 13x21.
43, 71
Frumento Villa Glori
n. foto 2 cm. 11,5x17, 5.
43, 72
Frumento Virgilio.
n. foto 4 cm. 11,8x22.
43, 73
Frumento Vittorio Veneto
n. foto 1 cm. 19x26.
44, 3
Mais Potenziani (Principe)
n. foto 1 cm. 23x33,5.
3 foto incollate su cartoncino.
44, 4
Mais Saverio e Ideale
n. foto 2 cm. 19,8x25,5.
44, 5
Mais Saverio Strampelli
n. foto 1 cm. 23x33,5.
3 foto Foto incollate su cartoncino.
44, 6
Foto di varietà di mais non identificato
n. foto 19 misure varie
43, 74
Frumento Zara
n. foto 3 cm. 19x26 - 12,5x20.
44, 7
Fotografie di piante di mais
n. foto 29 misure varie.
44, 1
Mais Luigia Strampelli
n. foto 2 cm. 23x33,5.
5 foto incollate su cartoncino.
44, 9
Orzo Aurora
n. foto 6 cm. 16x26.
43, 75
Frumenti vari non identificati
n. foto 38 misure varie.
44, 2
Mais Pioniere
n. foto 1 cm. 23x33,5.
2 foto incollate su cartoncino. Contiene anche una pagina de
“L’Italia Agricola” con due immagini a colori del mais
Pioniere con la didascalia “Varietà di mais ottenute nella R.
Stazione Sperimentale di Granicoltura di Rieti”.
298
44, 8
Orzi Alba e 24 maggio
n. foto 2 cm. 19x26.
44, 10
Orzo Cappelli
n. foto 4 cm. 19x26 - 9x26.
44, 11
Orzo Leonessa
n. foto 7 cm. 9x26.
44, 12
Orzo Milazzo
n. foto 7 cm. 19x26 - 9x26.
44, 13
Orzo Sabaudia
n. foto 1 cm. 19x26.
Timbro a rilievo dello studio fotografico “Cav. Leonardi”
di Rieti.
44, 14
Orzo Sirente
n. foto 9 cm. 19x24 - 13x21,5.
44, 15
Orzi Valle Olina e Avanguardia
n. foto 2 cm. 19x26.
44, 16
Varietà di cotone
n. foto 24 cm. 17x24 - 12x17,5.
Foto varie di piante di cotone e del prodotto.
44, 17
Varietà di pomodori.
n. foto 9 cm. 13x19,5.
Si tratta delle varietà Fundania e Marrone. Sull’esterno della
busta dello studio fotografico Leonardi, è riportata la scritta
“Pomodori a forma di mela”.
45, 1
Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a
Campomoro. L’edificio, vedute dall’esterno.
n. foto 2 cm. 25x12,5 - 13x18.
Foto Sansaini e Leonardi.
45, 2
Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a
Campomoro. Laboratori. Esterni e interni.
n. foto 14 cm. 18x26.
In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti.
45, 3
Rieti, Sede della Cattedra Sperimentale di Cerealicoltura a
Campomoro. La collezione delle spighe.
n. foto 8 cm. 18x26.
45, 4
Rieti. Sede dell’Associazione Reatina Sementi, poi Riproduttori Sementi.
n. foto 2 cm. 18x26.
45, 5
Rieti. Il campo sperimentale vicino alla sede dell’Istituto.
n. foto 20 cm. 18x26 - 13x18.
In due casi si tratta di prove di pagine di una pubblicazione
con didascalie in lingua francese.
In molte foto timbro a secco dello studio Leonardi di Rieti.
45, 6
Rieti. Campo sperimentale di Piedifiume.
n. foto 52 cm. 18x26.
45, 7
Rieti campi sperimentali della Torretta e di Terria.
n. foto 5 cm. 18x26 - 13x18.
In un caso una foto riporta la data 30 giugno 1924 e raffigura
un campo coltivato con il “Carlotta Strampelli”.
45, 8
Rieti. Campo sperimentale danni subiti dall’alluvione del
Velino.
n. foto 16 cm. 18x26 - 13x18 - 7,5x3,5.
Le immagini raffigurano il campo sperimentale sotto alla sede
di Campomoro sommerso dalle acque in seguito ad una alluvione del Velino !923(?) Foto dello studio Fallerini di Rieti.
46, 1
Roma Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura.
Foto dell’edificio.
n. foto 3 cm. 18x24.
Ristampe recenti.
299
46, 2
Badia Polesine. Stazione fitotecnica. Campi vari (gano, ricino
ecc.).
n. foto 46 cm. 18x26 - 7x10.
46, 3
Foggia. Stazione Fitotecnica. Campi coltivati con il Mentana,
Cappelli, Damiano, Villa Glori.
n. foto 22 cm. 10,5x18.
Le foto riportano sul verso la data del 1938.
46, 4
Località Varie. Leonessa, Pisa, Benevento
n. foto 13 cm. 18x26 - 9x13.
Alcune foto riportano date comprese tra il 1924 e il 1939.
46, 5
Microfotografie
n. foto 36 cm. 6x9 - 13x18.
47, 1
Cartoncini e foto distribuiti in occasione delle Onoranze
Nazionali a Nazareno Strampelli nel 1933.
n. foto 4 cm. 25x35.
Le foto sono stampate tipograficamente. Nei 4 esemplari del
fascicolo, non sono incollate sul cartoncino.
47, 2
Fotografia della pergamena con cui il comune di Rieti concesse
nel 1933 la cittadinanza onoraria a Nazareno Strampelli.
n. foto 2 cm. 13x18.
Una delle due foto è una stampa tipografica.
47, 3
Cartolina dell’A.R.S, Associazione Reatina Sementi.
n. foto 1 cm. 9x14.
La scritta “Reatina” è cancellata con un timbro che indica la
nuova dizione “Riproduttori”.
300
47, 4
Foto di gruppo del sindacato lavoratori agricoli.
n. foto 1 cm. 18x24.
La foto riporta la data del 10 aprile 1927 e fu scattata in occasione della prima festa degli alberi a Poggio Fidoni (Rieti).
47, 5
Foto di Nazareno Strampelli.
n. foto 9 cm. 10x24 - 7x10.
Ritratti di Strampelli, Argentina, Castelporziano con il Re e
Mussolini. (Tranne che in due casi si tratta di ristampe recenti).
47, 6
Foto dei funerali di Nazareno Strampelli.
n. foto 13 cm. 18x24 - 9x13.
47, 7
Biglietti funebri ricordo di Luigia Ottaviani in Strampelli.
n. foto 4 cm. 7,5x11.
Luigia Strampelli era nata a Camerino nel 1843 e morì a
Rieti nel 1914.
47, 8
Annuncio funebre e foto di Carlotta Strampelli sul letto di
morte.
n. foto 5 cm. 19x26 su cartoncino 25x31.
Carlotta Parisani Strampelli morì il 12 marzo 1926.
47, 9
Foto con dedica a Strampelli di O. Correns.
n. foto 1 cm. 11x16.
La foto riporta come località Portici e la data 10 febbraio
1917.
47, 10
Foto studio Gino Caccia di Intra.
n. foto 1 cm. 5,5x8,5.
Montata su cartoncino.
47, 11
Foto della tomba di Nazareno Strampelli nel cimitero di Rieti.
n. foto 3 cm. 9x13.
Le foto sono custodite dentro una busta dello studio Leonardi
di Rieti.
47, 12
Foto varie
n. foto 106
Foto varie non identificate.
48, 1
Campo sperimentale di Rieti.
n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 33x46,5.
48, 2
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.
Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino ad
altre varietà allettate”
Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.
48, 3
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.
Didascalia manoscritta “A sinistra Carlotta e a destra altre
varietà alettate”
Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.
48, 4
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.
48, 5
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.
Didascalia manoscritta “Ardito ritto a confine con altre
varietà allettate”
Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.
48, 6
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 29x24 su cartone 36x45.
Didascalia manoscritta “Reparto sud del campo sperimentale (dopo la mietitura)”
Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.
48, 7
Rieti Piana reatina Campo di grano.
n. foto 1 cm. 24x30 su cartone 38x33.
Didascalia manoscritta “Un campo di Ardito ritto vicino ad
altre varietà alettate”.
Sul retro timbro dello studio Leonardi di Rieti.
48, 8
Rieti Piana reatina Campi di grano.
n. foto 2 cm. 28x19,5 su cartone 36x45.
48, 9
Foto di una stele con l’indicazione. Rieti. Unione Produttori
Grano da Seme.
n. foto 1 cm. 22x32 su cartone 36x48,5.
48, 10
Foto di Gruppo
n. foto 1 cm. 36x27 su cartone 64x47,5.
Sul retro indicazione manoscritta: “Prof. Strampelli. Direttore Stazione di Agricoltura di Rieti”.
48, 11
Foto dello studio di Nazareno Strampelli a Rieti.
n. foto 3 cm. 40x60.
Foto Rinaldi e Bernardinetti di Rieti (anni ’60).
301
LASTRE FOTOGRAFICHE
di vari formati dal 10x15 al 20x30
49-66
Lastre fotografiche di vetro
Si tratta di foto dei grani ripresi in laboratorio con lastre che
poi venivano stampate a contatto
CARTE TOPOGRAFICHE E VARIE
67, 1
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Parte a sud della strada
di colle. Varietà.
67, 2
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 8. Semine a diverse epoche
e profondità e diverso orientamento delle file ecc.
67, 6
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Pianta generale.
67, 7
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 6.Parte a sud. Masse ibridi
1905.
67, 8
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 1. Varietà. Parte a nord
della strada di colle.
67, 9
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1907-1908. Reparto 2. Selezioni.
67, 3
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 7. Selezione.
67, 10
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1907-1908. Reparto 4. Semina differenti specie.
Spighe ibridi 1906. Cesti Herisson x Rieti 1904.
67, 4
Pianta del Campo sperimentale - Torretta
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 5. Masse 1904.
67, 11
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1907-1908. Reparto 6. Masse ibridi 1904.
67, 5
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 6. Ibridi e varietà di granturchi. Parte a nord.
67, 12
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 3. Spighe e masse Herisson
x Rieti 1904.
302
67, 13
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 9-10-11, Consociazioni,
Concimazioni, Rotazioni, Culture elettriche. Pianta policroma
67, 14
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 2. Ibridi 1906. Spighe e
masse Rieti x Herisson. Spighe ibridi 1905. Messe Herisson
x Rieti. Frumenti inviatici e vari.
67, 15
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1907-1908. Reparto 5. Ibridi 1907 da 1 a 22.
Masse ibridi 1906 da 1 a 30. Cesti ibridi 1904 da 25 a 30.
Cesti ibridi 1905 da 43 a 82. Cesti Herissono x Rieti (1904).
67, 16
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1907-1908. Reparto 1. Lungo il fosso martino.
Cesti ibridi 1904. e 1905.
67, 17
Pianta del Campo sperimentale - Torretta.
cm. 66x48.
Anno agrario 1906-1907. Reparto 4. Spighe ibridi 1904.
Pianta firmata da G. Dall’Aglio.
67, 18
Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.
cm. 66x48
Foglio 1.
67, 19
Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.
cm. 66x48.
Foglio 2.
67, 20
Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.
cm. 66x48.
Foglio 3.
67, 21
Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.
cm. 66x48.
Foglio 4.
67, 22
Pianta del Campo sperimentale - S. Pastore.
cm. 66x48
Foglio 5
67, 23
Pianta del campo sperimentale della tenuta Comunali.
cm. 66x48.
Campo sperimentale di concimazione su barbabietole.
67, 24
Campo sperimentale istituito al feudo della Puglia presso
Foggia
cm. 66x48.
Anno agrario 1911-12. Ripartizione del fondo.
67, 25
Pianta della masseria Manfredini di Foggia.
cm. 66x48.
Suddivisione del fondo.
67, 26
Pianta del Campo sperimentale di Roma.
cm. 32x24
Anno agrario 1921-1922. Pianta delle semine. Pianta ripiegata con copertina,
67, 27
Pianta catastale di Campoloniano (Rieti).
303
cm. 66x48.
Con l’indicazione della “… parte che intende acquistare la R.
Stazione”.
67, 28
Pianta del campo sperimentale di S. Gemiliano. 1933-1934.
cm. 67x35.
Nello stesso foglio pianta del Campo catalogo S. Michele.
1933-34.
67, 29
Planimetrie, cianografie e piante varie relative all’Azienda S.
Pastore (Rieti).
Riporta anche la suddivisione dell’azienda in base al sistema
di conduzione. All. documenti del 1964.
304
67, 30
Pianta dell’azienda agraria di Foggia.
cm. 42x30.
Piano delle Semine 1941-42. Pianta policroma.
67, 31
Fascicolo con piante varie del Campo sperimentale di Rieti.
Piante di vari anni fino al 1948.
67, 32
Piante di vari fondi non identificati.
Spesso si tratta di schizzi appena abbozzati.
67, 33
Disegno raffigurante il percorso scientifico dell’ibridazione.
cm. 66x48.
PARTE SECONDA
L’Archivio della Cattedra Ambulante,
poi Stazione Sperimentale di Granicoltura
Elenco di consistenza
Il primo numero è quello progressivo, il secondo indica la busta
CATTEDRA AMBULANTE DI GRANICOLTURA
n.
1
1
1
1
2
2
3
3
3
3
3
4
Busta n.
715
715
715
715
8
8
716
716
716
716
716
717
5
5
5
5
6
6
6
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
1
2
3
4
1
2
1
2
3
4
5
1
718
718
718
718
720
f.
f.
f.
f.
f.
2
3
4
5
1
720
720
f. 2
f. 3
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in partenza
Copialettere
Ricevute di pagamento
Contiene tra l’altro una fattura dell’Ufficio tecnico romano per l’acquisto di 4 qualità
di frumenti dell’8 novembre 1903 e un’altra della ditta Vilmorin Andrieux di Parigi
per l’acquisto di 57 varietà diverse di grano da 1 Kg. Ciascuna del 4 novembre 1903
Ricevute di pagamento
Ricevute di pagamento
Ricevute di pagamento
Ricevute di pagamento
Minuta di regolamento della
Cattedra Sperimentale di
Granicoltura di Rieti s.d.
Registro delle “somme incassate”
Registro delle entrate e uscite
1903
1903
1904
1904
1905
1905
1906
1906
1907
1907
1907
1903
1904
1905
1906
1907
1903
1903
1903
305
6
6
6
6
7
7
7
7
7
8
720
720
720
720
721
721
721
721
721
291
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
4
5
6
7
1
2
3
4
5
1
Libro giornale delle spese
Protocollo della corrispondenza
Protocollo della corrispondenza
Protocollo della corrispondenza
Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito
Registro delle domande delle macchine e degli strumenti agrari
Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito
Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito
Registro delle macchine e strumenti agrari esistenti nel deposito
Registri di carico e scarico dei beni mobili
1903
1903
1906
1907
1904
1904
1905
1905
1906
1906
STAZIONE SPERIMENTALE DI GRANICOLTURA
9
9
10
10
11
11
12
12
12
13
13
14
14
15
15
15
15
6
6
7
7
5
5
150
150
150
151
151
10
10
2
2
2
2
15
15
2
2
15
15
15
16
2
2
2
4
306
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
1
2
1
2
1
2
1
2
3
1
2
1
2
3
4
5
6
f.
f.
f.
f.
9
10
11
1
f. 7
f. 8
Corrispondenza in arrivo
1908
Corrispondenza in partenza
1908
Corrispondenza in arrivo
1909
Corrispondenza in partenza
1909
Corrispondenza in arrivo
1910
Corrispondenza in partenza
1910
Corrispondenza in arrivo
1911
Corrispondenza in partenza
1911
Copialettere (r)
1911
Corrispondenza in arrivo
1912
Corrispondenza in partenza
1912
Corrispondenza in arrivo
1913
Corrispondenza in partenza
1913
“Magazzino di Leonessa” Appunti a matita sul magazzino di Leonessa s.d
1913?
Pratica relativa alle “pecore di Frisia”
1913
Appunti relativi allo statuto dell’Unione Grano da Seme di Rieti
s.d.
Concessione di una medaglia d’oro per meriti agrari all’Unione Grano da seme
1910
di Rieti. Corrispondenza con l’on. Solidati
Vendita del Trifoglio Alessandrino
1911
Contratti per la coltivazione del frumento Carlotta Strampelli
1918
nell’agro reatino (Potenziani, Maraini, Fiordeponti ecc.)
Bollette e ricevute varie
1917
Pratiche esonero servizio militare
1917-1918
Corrispondenza non protocollata
1918
Corrispondenza in arrivo dal n. 2800 a 3271
1914
16
17
18
4
44
722
f. 2
f. 1
f. 1
18
722
f. 2
18
722
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
19
20
19
19
19
19
19
19
1
f. 3
Corrispondenza in partenza dal n. 2217 al n. 2800
Corrispondenza in partenza
“Repertorio degli atti stipulati dalla R. Stazione Sperimentale di granicoltura
di Rieti eretta in ente autonomo con la legge dell’8 giugno 1911”
Registro di 19 ff. numerati.
Registri delle macchine e strumenti agrari.
5 registri
Biblioteca. Registro d’ingresso dei libri, schede, elenco libri
non inventariati, appunti vari.
CAT. I
CAT. I
CAT. II - A
CAT. II - A
CAT. II - B
CAT. II - B
CAT. II - C
CAT. II - C
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
CAT. II - D
CAT. II - E
f. 10
f. 11
CAT. II - D
CAT. II - E
1
2
3
4
5
6
7
8
f. 9
f. 12
CAT. III - A B f. 13
CAT. III C
CAT. IV A
CAT. IV A
CAT. IV B
CAT. V - ABCDE
CAT. V - ABCDE
CAT. V - AB
CAT. V - AB
CAT. I
f. 14
f. 15
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
18
17
18
19
20
21
1
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura
Corrispondenza varia
Corrispondenza varia
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc.
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc.
Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita
Concessione per distribuzione grano Strampelli e orzo
“Ministro Raineri” prodotto a Leonessa
Acquisto - attrezzature – arrivi
Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie
Acquisto - attrezzature - partenze
Contiene corrispondenza con vari istituti agrari,
ordini di frumento, lenticchie ecc.
Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e
con i comuni del circondario di Rieti
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari
relative alle sperimentazioni di frumento.
Corrispondenza varia 1915
Lettere contabili e istruzioni tecniche indirizzate al
Campo sperimentale di Foggia
Campo di Foggia
Corrispondenza in partenza
Miscellanea
Miscellanea
Miscellanea
Campo sperimentale di Leonessa. Contabilità
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi
1914
1914
1915
1910
s.d (1910)
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1915
1916
307
CAT. I
CAT. II - A
CAT. II - A
CAT. II - B
CAT. II - B
CAT. II - C
f.
f.
f.
f.
f.
f.
2
3
4
5
6
7
20
20
20
20
20
20
1
1
1
1
1
1
20
20
1
1
20
20
1
1
20
1
20
1
20
1
CAT. III C
f. 14
20
1
CAT. III C
f. 14
20
1
CAT. III C
f. 15
20
1
CAT. III C
f. 16
308
CAT. II - C
CAT. II - D
CAT. II - D
CAT. II - E
CAT. II - E
f. 8
f. 9
f. 10
f. 11
f. 12
CAT. III - A - B f. 13
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza varia - partenze 1916
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze
Corrispondenza con privati - arrivi
Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita
Corrispondenza con privati - partenze 1916
Acquisto - attrezzature – arrivi
Depliants, offerte, preventivi relativi soprattutto a macchine agrarie
Acquisto - attrezzature - partenze
Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari.
Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi
Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari.
Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari
relative alle sperimentazioni di frumento.
Corrispondenza varia - arrivi
Lettere provenienti da Scuole pratiche di agricoltura.
Generalmente contengono richieste del frumento “Carlotta”
per poterlo sperimentare. Allegata una copia del giornale
“La Sesia. Giornale della città e del circondario di Vascelli”
del 13 ottobre 1916 che riporta l’articolo di N. Novelli
“Il frumento Carlotta Strampelli” nei terreni irrigui - risicali.
Riporta anche una relazione della Cattedra ambulante di
agricoltura per la provincia di Siena sui risultati del frumento
“Carlotta” messo a confronto con altri frumenti
Corrispondenza varia - partenze
Minute di lettere di richiesta di invio dei risultati delle
sperimentazioni del frumento “Carlotta” effettuate da varie
Cattedre ambulanti di agricoltura italiane.
Corrispondenza varia - arrivi
Richieste di acquisto del frumento “Carlotta” provenienti da
aziende agrarie, Comizi agrari, Cattedre ambulanti ecc.
Corrispondenza varia - partenze
Lettere indirizzate a istituzioni varie. Contiene la minuta della
relazione inviata il 6 luglio 1916 all’Unione produttori grano
da seme, con cui l’Istituto fissa le condizioni per la moltiplicazione
del frumento “Carlotta”.
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
1916
CAT. III C
1
1
CAT. III C
CAT. IV A
f. 17
20
20
1
1
CAT. IV A
CAT. IV B
f. 20
f. 21
20
20
1
1
CAT. IV B
CAT. V B
f. 21
f. 22
20
1
CAT. V B
f. 23
21
21
21
3
3
3
CAT. I
CAT. I
CAT. II - A
f. 1
f. 2
f. 3
20
1
20
20
f. 18
f. 19
Corrispondenza varia - arrivi
1916
Corrispondenza proveniente da enti e organismi agrari vari.
Corrispondenza varia - partenze
1916
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - Arrivi
1916
Corrispondenza proveniente dal Campo Sperimentale di Foggia.
Relazioni e note del responsabile del campo, Adamo Martellucci.
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze
1916
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi
1916
Relazioni e documentazione contabile proveniente dal campo
sperimentale di Leonessa. In modo particolare si tratta di brevi
relazioni e note del guardiano del campo Chiaretti.
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze
1916
Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - arrivi
1916
Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani della Regia
Stazione Sperimentale di Granicoltura. In particolare le relazioni si
riferiscono alla sperimentazione del frumento Carlotta Strampelli.
- Relaz. della Scuola di Agricoltura di Pozzuolo del Friuli 31-8-1916.
- Relaz. della Scuola pratica di agricoltura “Gallini” di Voghera 26-8-1916.
- Relaz. della Stazione Sperimentale di Risicoltura di Vercelli 28-8-1916.
- Relaz. della Scuola pratica di Agricoltura della provincia di Ancona
in Fabriano sul frumento Carlotta Strampelli. 10 agosto 1916.
(all. Quadro grafico delle coltivazioni effettuate). - Relaz. della Scuola
pratica di agricoltura per la provincia di Torino, in Calluso sul
frumento Carlotta Strampelli 31-7-1916. - Relaz. della Scuola
pratica di viticoltura e enologia in Avellino 4-7-1916
- Relaz. della Scuola pratica di agricoltura in Imola. 18-7-1916.
- Rel. della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Siena 24 luglio 1916.
- Relaz. della Scuola pratica di agricoltura di Padova 21-7-1916.
- Relaz della Scuola di viticoltura ed enologia di Avellino 28 luglio 1916.
- Relaz. della Stazione Sperimentale di Bieticoltura di Rovigo 29-7-1916.
- Relaz. dell’amministrazione del marchese Chigi di Siena 19 luglio 1916.
- Relaz. della scuola pratica di agricoltura di Imola 18 luglio 1916.
- Relaz della Cattedra Ambulante di Agricoltura di Ferrara 17 maggio 1916
Corrispondenza relativa alle sperimentazioni - partenze
1916
Richieste dei risultati delle prove sperimentali del frumento
Carlotta Strampelli indirizzate a vari istituti agrari italiani.
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi
1917
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze
1917
Corrispondenza varia - arrivi
1917
309
CAT. II - A
CAT. II - B
CAT. II - B
CAT. II - C
3
CAT. II - C
f.
f.
f.
f.
21
21
21
3
3
3
CAT. II - D
CAT. II - D
CAT. II - E
f. 9
f. 10
f. 11
21
3
21
3
21
21
21
21
21
3
3
3
3
3
22
22
22
22
22
22
22
9
9
9
9
9
9
9
22
21
21
21
21
3
3
3
3
21
CAT. II - E
4
5
6
7
f. 8
f. 12
CAT. III - A B f. 13
CAT. III C
CAT. III C
CAT. IV B
CAT. IV B
CAT. IV B
f.
f.
f.
f.
f.
9
CAT. II - C
f. 8
22
9
CAT. II - D
f. 9
22
22
9
9
CAT. II - D
CAT. II - E
f. 10
f. 11
310
CAT. I
CAT. I
CAT. II - A
CAT. II - A
CAT. II - B
CAT. II - B
CAT. II - C
14
15
16
17
18
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
Corrispondenza varia - partenze
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze
Corrispondenza con privati - arrivi
Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita
Corrispondenza con privati - partenze
Concessione per distribuzione grano Strampelli e
orzo “Ministro Raineri” prodotto a Leonessa
Acquisto - attrezzature - arrivi
Acquisto - attrezzature - partenze
Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari.
Ordini di frumento, lenticchie ecc. - arrivi
Corrispondenza comuni e con vari istituti agrari.
Ordini di frumento, lenticchie ecc. - partenze
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari
relative alle sperimentazioni di frumento.
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza varia - partenze
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze
Corrispondenza varia non protocollata
Contiene relazioni relative alle sperimentazioni dei grani
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza varia - partenze
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze
Corrispondenza con privati - arrivi
Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita
Corrispondenza con privati - partenze
Concessione per distribuzione grano Strampelli e
orzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa
Acquisto - attrezzature - arrivi
Corrispondenza prevalentemente di carattere
contabile relativa ad attrezzature agricole.
Acquisto - attrezzature - partenze
Corrispondenza varia - arrivi
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1917
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
22
9
CAT. II - E
22
9
CAT. III - A B f. 13
22
9
CAT. III C
f. 14
22
22
22
22
23
23
23
23
23
23
23
9
9
9
9
15
15
15
15
15
15
15
23
15
CAT. II - C
23
15
CAT. II - D
f. 8
23
23
23
15
15
15
CAT. II - D
CAT. II - E
CAT. II - E
23
15
CAT. III - A B f. 13
CAT. IV A
CAT. IV A
CAT. IV B
CAT. IV B
CAT. I
CAT. I
CAT. II - A
CAT. II - A
CAT. II - B
CAT. II - B
CAT. II - C
f. 12
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
15
16
17
18
1
2
3
4
5
6
7
f. 9
f. 10
f. 11
f. 12
Corrispondenza varia - partenze
Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e
con alcuni comuni del circondario di Rieti
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari relative alle
sperimentazioni di frumento: Relazioni di cattedre ambulanti,
comizi agrari relative alle sperimentazioni di frumento.
In particolare: relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma
“Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli
nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento
Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica e
caseificio di Reggio Emilia.
Corrispondenza varia - arrivi
Contiene richieste di acquisto dei grani della Stazione Sperimentale
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - arrivi
Corrispondenza con il Ministero per l’agricoltura - partenze
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza varia - partenze
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - arrivi
Corrispondenza con Comizi Agrari, Cattedre ambulanti ecc. - partenze
Corrispondenza con privati - arrivi
Vendita del grano Carlotta Strampelli. Concessioni di vendita
Corrispondenza con privati - Concessione per distribuzione
grano Strampelli e orzo Ministro Raineri” prodotto a Leonessa
Acquisto - attrezzature - arrivi
Corrispondenza prevalentemente di carattere
contabile relativa ad attrezzature agricole.
Acquisto - attrezzature - partenze
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza varia - partenze
Contiene corrispondenza con vari istituti agrari e
con alcuni comuni del circondario di Rieti
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari
relative alle sperimentazioni di frumento.
Relazioni di cattedre ambulanti, comizi agrari
relative alle sperimentazioni di frumento.
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1918
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
311
23
23
23
23
23
24
25
26
15
15
15
15
15
16
17
18
26
18
26
18
27
11
27
11
27
11
27
11
27
11
28
12
28
12
28
12
28
12
28
12
312
CAT. III C
CAT. IV A
CAT. IV A
CAT. IV B
CAT. IV B
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
14
15
16
17
18
1
1
1
f. 1
f. 1
Categoria “V” f.
Varie
Categoria “V” f.
Varie
Categoria “V” f.
Varie
Categoria “V” f.
Varie
Categoria “V” f.
Varie
Cat. “VP”
f.
Vendita prodotti
Cat. “VP”
f.
Vendita prodotti
Cat. “VP”
f.
Vendita prodotti
Cat. “VP”
f.
Vendita prodotti
Cat. “VP”
f.
Vendita prodotti
1
2
In particolare relazione della Cattedra di Agricoltura di Roma
“Prima annata di coltivazione del frumento Carlotta Strampelli
nell’agro romano” e “Prova di coltivazione del frumento
Carlotta Strampelli” a cura della Scuola di Zootecnica e
caseificio di Reggio Emilia.
Corrispondenza varia - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Foggia - partenze
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - arrivi
Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa - partenze
Corrispondenza varia
Corrispondenza varia
Corrispondenza varia
Corrispondenza in arrivo senza protocollo e protocollata fino al n. 6987
Corrispondenza varia
Corrispondenza in arrivo dal n. 7801 al n. 8419
Corrispondenza varia
Corrispondenza in arrivo dal n. 6988 al n. 7800
cl.1 - Corrispondenza con vari ministeri
3
cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali,
campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
5
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
4
1
2
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 1 - Corrispondenza con ministeri
3
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie,
Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
5
cl. 5 - Corrispondenza con ministeri
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1919
1920
1920
1920
1920
1920
1920
1920
1920
1920
1920
29
13
29
13
29
13
29
13
29
13
29
13
29
13
30
14
30
14
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F” Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F” Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F” Esperienze
Frumenti
Cat. “ E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
f. 1
cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni,
Cattedre ambulanti e associazioni
1920
cl. 2 - Corrispondenza con associazioni
1920
f. 3
cl. 3 - Corrispondenza con privati
1920
f. 4
cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle
sperimentazioni di frumenti
1920
cl. 6 - Quadro riepilogativo dei campi di orientamento per frumento
1920
f. 2
f. 5
f. 6
f. 7
Cat. “E.M.”
f. 1
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f. 2
Esperienze Mais
cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei
campi di orientamento e campi di prova
1920
cl. 7 - Relazioni sui risultati ottenuti:
1920
Relazioni sui risultati ottenuti nei campi sperimentali:
sf. 1 - Provincia di Padova, sf. 2 - Province di Bergamo e Brescia,
sf. 3 - Province di Pesaro, Ascoli Piceno e Macerata, sf.4 - Provincia di
Ancona, sf. 5 - Provincia di Rovigo, sf. 6 - Provincia di Mantova, sf. 7
- Provincia di Forli, sf. 8 - Provincia di Ravenna, sf. 9.
Provincia di Como, sf. 10 - Provincia di Alessandria, sf. 11
- Province di Siena e Pisa, sf. 12 - Provincia di Piacenza, sf. 13 Provincia di Verona, sf. 14 - Province di Firenze, Arezzo e Lucca, sf. 15
- Provincia di Pavia, sf. 16 - Provincia di Perugia, sf. 17 Provincia di Grosseto, sf. 18 - Rimini, sf. 19 - Provincia di Reggio
Emilia, sf. 20 - Provincia di Genova e Porto Maurizio, sf. 21
- Provincia di Livorno e Lucca, sf. 22 - Provincia di Milano, sf. 23
- Provincia di Treviso e Venezia, sf. 24 - Provincia di Modena, sf. 25
- Provincia di Parma, sf. 26 - Provincia di Bologna, sf. 27
- Provincia di Ferrara, sf. 28 - Provincia di Torino, sf. 29
- Provincia di Cremona, sf. 30 - Provincia di Roma, sf. 31
- Provincia di Udine, sf. 32 - Provincia di Vicenza
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
1920
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1920
313
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
30
14
31
31
12
12
31
31
31
31
31
32
12
12
12
12
12
20
32
20
32
20
32
20
314
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M.”
f.
Esperienze Mais
Cat.”I.G.”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “V” - varie f.
Cat. “V” - varie f.
Cat. “V” - varie f.
Cat. V
f.
Cat. “V” - varie f.
Cat. “V” - varie f.
Cat. “V” - varie f.
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1920
5
cl. 5 - Articoli di giornale
1920
4
6
7
8
9
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 6 - Richiesta di granturchi. Quadro riepilogativo
cl. 7 - Quadro dei campi di orientamento granturchi
cl. 8 - Indirizzario spedizione granturchi
1920
1920
1920
1920
10
cl. 1 - Corrispondenza e documentazione varia relativa
all’Istituto Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura
cl. 2 - Corrispondenza con Ministeri
1920
12
cl. 4 - Corrispondenza con associazioni
1920
11
13
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 1 - Corrispondenza con vari ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie stazioni sperimentali,
campi sperimentali di Foggia e Leonessa, Uffici governativi
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie,
Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1920
1920
1920
1921
1921
1921
1921
1921
1921
1921
1921
1921
1921
1921
32
20
32
20
32
20
32
20
32
20
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
33
21
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
5
cl. 1 - Corrispondenza con Regie Stazioni,
Cattedre ambulanti e associazioni
1921
cl. 2 - Corrispondenza con associazioni
1921
7
cl. 3 - Corrispondenza con privati
1921
8
cl. 4 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle
sperimentazioni di frumenti
1921
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
1921
6
9
1
2
3
4
5
6
7
8
cl. 5 - Registro della distribuzione dei frumenti nei
campi di orientamento e di prova
1921
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1921
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1921
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
cl. 2 - Campo sperimentale di Foggia
cl. 3 - Campo sperimentale di Roma
cl. 4 - Corrispondenza varia
9
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
11
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
10
12
1921
1921
1921
1921
1921
1921
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1921
cl. 4 - Corrispondenza con fornitori
1921
1921
315
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
29
34
35
29
30
35
30
35
30
35
30
316
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “I.G” f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1922
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni,
Cattedre ambulanti e associazioni
1922
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1922
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1922
5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1922
3
6
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1922
8
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1922
7
9
10
11
12
13
14
1
2
3
4
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1922
1922
1922
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1922
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1922
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
1922
1922
1922
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1922
cl. 4 - Corrispondenza con fornitori
1922
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1922
35
30
35
30
35
30
35
30
36
36
36
36
36
36
36
37
61
61
61
61
61
61
61
31
37
31
37
31
31
37
37
31
37
31
37
31
37
31
37
31
37
31
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
7
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
6
8
1
2
3
4
5
6
7
1
1922
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1922
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1922
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1922
1922
1922
1922
1922
1922
1922
1922
1923
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1923
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1923
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1923
5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1923
6
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1923
8
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1923
7
9
10
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1923
1923
1923
317
37
31
37
31
37
37
38
31
31
32
38
32
38
32
38
32
39
33
39
33
39
33
39
33
40
64
40
64
40
64
40
64
41
69
41
69
41
69
41
69
42
27
318
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “I.G”
f.
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat. “D”
f.
Regio Deposito
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P” f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P” f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
11
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1923
13
14
1
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1923
1923
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1923
1
cl. 1 - Corrispondenza con Ministeri
1923
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
12
2
4
2
4
1
2
3
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
cl. 4 - Corrispondenza con fornitori
cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1923
1923
1923
1923
1923
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1923
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1924
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1
1923
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
6
8
1923
1923
cl. 4 - Corrispondenza con privati
7
1923
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
4
5
1923
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1923
1923
1923
42
27
42
27
42
27
42
27
42
27
42
27
42
27
42
27
42
27
43
28
43
28
43
28
43
28
44
44
44
44
44
44
44
44
44
152
152
152
152
152
152
152
152
26
44
26
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Maisf
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
2
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1924
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1924
3
5
6
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1924
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1924
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1924
7
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
9
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
8
1924
1924
1924
10
cl. 5 - Varie
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1924
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1924
1
3
4
1
2
3
4
5
6
7
8
1
2
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1 - Corrispondenza con ministeri vari
2 - Corrispondenza con Istituti, cattedre ecc
3 - Corrispondenza con Associazioni, uffici governativi ecc,
4 - Corrispondenza con privati
5 - Fornitori
6 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
7 - Campo di Leonessa
8 - Estero
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
1924
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1924
319
44
26
44
26
44
26
45
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
44
22
320
Cat. “E.F”
f. 3
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 4
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 5
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 1
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 2
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 3
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 4
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 5
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f. 6
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f. 7
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f. 8
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f. 9
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f. 10
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f. 11
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f. 12
Istituto di Genetica
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1924
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1924
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1924
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1925
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1925
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1925
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1925
cl. 5 - Articoli di giornali agrari vari relativi alle sperimentazioni di frumenti 1925
cl. 6 - Corrispondenza con l’estero
1925
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1925
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1925
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1925
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1925
1925
1925
44
22
44
22
44
22
44
22
46
23
46
23
46
23
46
23
47
47
47
47
48
48
48
49
24
24
24
24
25
25
25
34
49
34
49
34
49
34
49
34
49
34
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M” f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
13
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1925
15
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1925
14
16
1
2
3
4
1
2
3
4
1
2
3
1
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricolturae altri ministeri
1925
1925
1925
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1925
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1925
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1925
1925
1925
1925
1925
1925
1925
1926
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1925
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1926
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1926
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1926
5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1926
6
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1926
321
49
34
49
34
49
34
49
34
49
34
49
34
49
34
49
34
50
35
50
35
50
35
50
35
51
51
51
51
52
52
52
53
37
37
37
37
38
38
38
55
53
55
53
55
322
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
7
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1926
9
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1926
8
10
11
12
13
14
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1926
1926
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1926
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1926
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 5 - Varie
1926
1926
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1926
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni
1926
1926
1926
1926
1926
1926
1926
1927
2
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1927
3
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1927
2
4
1
2
3
4
1
2
3
1
1926
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1926
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1926
53
55
53
55
53
55
53
55
53
55
53
55
53
54
55
56
54
56
54
56
54
56
55
55
55
55
55
55
55
56
57
57
57
57
57
57
57
40
56
40
56
40
56
40
56
40
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
4
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1927
6
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1927
5
7
8
9
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1927
1927
1927
1927
10
1
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1927
5
6
7
8
9
10
11
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1928
3
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1928
2
4
2
4
5
1927
1927
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1927
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
cl. 5 - Varie
1927
1928
1928
1928
323
57
39
57
39
57
39
57
39
57
39
57
39
57
39
57
39
57
39
58
41
58
41
58
41
58
41
59
59
59
59
60
60
60
61
42
42
42
42
43
43
43
58
324
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
Esperienze Mais
Cat. “V.P”
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “V” - Varie
Cat. “E.F”
Esperienze
Frumenti
f. 1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1928
f. 2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1928
f. 3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1928
f. 4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1928
f. 5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1928
f. 6
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1928
f. 8
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1928
f. 7
f. 9
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1928
1928
f. 1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
f. 3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1928
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1929
f. 2
f. 4
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
f.
1
2
3
4
1
2
3
1
1928
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1928
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1928
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
61
58
62
59
62
59
62
59
62
59
63
63
63
63
63
63
63
64
64
60
60
60
60
60
60
60
52
52
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
2
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1929
3
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1929
4
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1929
6
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
5
7
9
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1929
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1929
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
10
cl. 5 - Varie
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
11
2
3
4
1
2
3
4
5
6
7
1
2
cl. 6 - Estero
1929
1929
1929
1929
1929
1929
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1929
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1929
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1930
1930
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1929
325
64
64
64
64
64
64
65
52
52
52
52
52
52
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
65
62
326
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
3
4
5
6
7
8
1
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc.
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1930
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1930
.4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1930
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1930
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1930
8
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
7
9
10
11
12
13
14
1930
1930
1930
1930
1930
1930
1930
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1930
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1930
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1930
1930
1930
1930
1930
1930
65
62
65
62
66
63
66
63
66
63
66
63
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
67
45
68
46
68
46
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
15
cl. 5 - Varie
1930
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1930
16
2
3
4
1
Stazione fitotecnica di Cagliari
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1930
1930
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1930
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1931
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1930
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1931
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1931
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1931
5
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1931
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
7
9
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1931
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1931
10
cl. 5 - Varie
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1
1931
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1931
1931
1931
1931
327
68
46
68
46
69
69
69
69
69
69
69
70
47
47
47
47
47
47
47
48
70
48
70
48
70
48
70
48
70
48
70
48
70
48
70
48
70
48
71
49
71
49
328
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “E.M”
f.
Esperienze Mais
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1931
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni
1931
1931
1931
1931
1931
1931
1931
1932
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
2
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1932
3
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1932
4
cl. 2 - Corrispondenza con Stazioni, Cattedre, Uffici governativi
1932
1
2
3
4
5
6
7
1
1931
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1932
7
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1932
6
8
9
10
1
2
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1932
1932
1932
1932
1932
1932
71
49
71
49
71
49
72
50
73
73
73
73
73
73
73
74
74
74
74
74
74
74
74
75
51
51
51
51
51
51
51
53
53
53
53
53
53
53
53
65
75
65
75
65
75
65
75
65
75
65
76
54
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1932
5
cl. 5 - Richieste di frumenti dall’estero
1932
4
1
1
2
3
4
5
6
7
1
2
3
4
5
6
7
8
1
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 6 - Vendita prodotti. Richieste varie
1932
1932
1932
1932
1932
1932
1932
1933
1933
1933
1933
1933
1933
1933
1933
1933
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1933
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
4
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
5
6
1
1932
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 8 - Corrispondenza con l’estero. Mostre, fiere ecc.
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
2
3
1932
cl. 5 - Varie
Stazione fitotecnica di Cagliari
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1933
1933
1933
1933
1933
329
76
54
76
54
76
54
76
54
77
77
77
77
77
77
77
77
78
66
66
66
66
66
66
66
66
67
78
67
78
67
78
67
78
67
78
67
78
67
330
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “E.F”
f.
Esperienze
Frumenti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. Sp f.
Sperimentazione
prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni,
Cattedre ambulanti e Uffici governativi
1933
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1933
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1933
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1933
1
2
3
4
5
6
7
8
1
cl. 8 - Corrispondenza con l’estero
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1934
1934
1934
1934
1934
1934
1934
1934
1934
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1934
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1934
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1934
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1934
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1934
3
7
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1934
78
67
78
67
78
79
67
68
79
68
79
68
79
68
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
80
70
81
71
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V” - Varie f.
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1934
10
11
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1934
1934
13
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1934
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1935
9
12
14
1
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1934
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1934
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1934
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1935
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1935
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1935
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1935
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1935
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
7
9
10
1
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1935
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1935
cl. 5 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1935
1935
1935
331
81
81
81
81
81
81
82
71
71
71
71
71
71
72
82
72
82
72
82
72
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
83
73
332
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. Sp
f.
Sperimentazione
prodotti
Cat. Sp
f.
Sperimentazione
prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
2
3
4
5
6
7
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1935
1935
1935
1935
1935
1935
1935
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1935
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1936
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1935
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
3
1
1935
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1936
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1936
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1936
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1936
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1936
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1936
7
9
10
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
cl. 5 - Varie
1936
1936
1936
84
74
84
74
84
74
84
74
85
85
85
85
85
85
85
86
75
75
75
75
75
75
75
76
86
76
86
76
86
76
86
76
86
76
86
76
86
76
86
76
86
76
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
1
cl.1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1936
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1936
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1936
1936
1936
1936
1936
1936
1936
1937
2
4
1
2
3
4
5
6
7
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1936
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1936
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1937
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1937
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1937
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1937
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1937
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
7
9
10
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1937
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
1937
cl. 5 - Varie
1937
1937
333
86
76
86
76
86
76
86
76
86
87
87
87
87
87
87
88
76
77
77
77
77
77
77
78
88
78
88
78
88
78
88
78
88
78
88
78
88
78
88
78
88
78
334
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
11
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1937
13
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1937
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1937
1938
12
14
15
1
2
3
4
5
6
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1937
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1937
2
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni, Cattedre ambulanti e associazioni 1938
3
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni
1938
4
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1938
5
cl. 5 - Corrispondenza con l’estero
1938
6
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1938
8
cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1938
7
9
10
cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
cl. 4 - Stazione fitotecnica siciliana
cl. 5 - Varie
1938
1938
1938
89
79
89
79
89
79
89
79
89
79
90
90
90
90
90
90
90
91
80
80
80
80
80
80
80
88
91
88
91
88 C
91
88
91
91
91
91
91
91
91
92
88
88
88
88
88
88
88
89
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
at. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
1
cl. 6 - Cartelle colture sotto controllo
1938
2
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1938
4
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1938
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Sperimentazioni varie
1938
1938
1938
1938
1938
1938
1938
1939
2
cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1939
3
cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1939
4
cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1939
5
6
7
8
9
10
11
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie,Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1939
1939
1939
1939
1939
1939
1939
1939
3
5
1
2
3
4
5
6
7
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1938
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1938
335
92
89
92
89
92
89
92
89
92
89
92
92
92
89
89
89
92
89
92
89
92
89
92
89
93
93
93
93
93
93
93
94
90
90
90
90
90
90
90
91
94
91
94
91
336
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “I.G”
f.
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
2
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1939
4
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
1939
3
5
6
7
8
9
10
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1939
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1939
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1939
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
f. 9 cl. 9 - Varie
cl. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia
11
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
13
cl. 4 - Corrispondenza con privati
12
1939
1939
1939
1939
1939
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1939
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo 1940
f.1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1940
1940
1940
1940
1940
1940
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1940
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1940
1
2
3
4
5
6
7
1
1939
1940
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
94
91
95
81
95
81
96
82
Cat. “S.P”
f. 4
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f. 5
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 6
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 7
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 8
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 9
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 10
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 11
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 12
Istituto di Genetica
Cat. “Z.T”
f. 13
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f. 14
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f. 15
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f. 16
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f. 17
Vendita Prodotti
Cat. “S.P”
f. 1
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f. 2
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f. 1
Sperimentazione
Prodotti
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1940
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1940
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1940
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1940
1940
1940
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1940
f. 9 cl. 9 - Varie
1940
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
f. 1 - zona tipica della piana reatina. Documentazione varia
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1940
1940
1940
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1940
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1940
Controllo campi di orientamento e schede impegni vendite prodotti
1941
- Certificati relativi al premio di conferimento,
- liste dei conferenti,
- Certificati di spedizione dell’Unione produttori grano da Seme di Rieti
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1941
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1940
1941
337
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
96
82
97
83
97
83
97
83
338
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1941
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1941
4
f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec)
1941
5
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1941
6
f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali, parastatali,
regi ispettorati dell’agricoltura, enti provinciali e comunali
1941
8
f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati
1941
9
f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero
1941
10
f. 1 cl. 1 - Vendita ricini (Ric)
1941
f. 3 cl. 3 - Consorzi, associazioni agrarie, sindacali ed altri enti
1941
14
f. 5 cl. 5 - Vendita prodotti all’estero
1941
2
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
7
f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1941
11
f. 2 cl. 2 - Uffici statali, parastatali, provinciali e comunali
13
f. 4 cl. 4 - Vendita prodotti a privati
12
1
3
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1941
1941
1941
1941
1941
97
83
97
83
97
83
97
83
97
83
97
83
97
97
97
97
97
97
97
98
83
83
83
83
83
83
83
84
98
84
98
84
98
84
98
84
98
84
98
84
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. Sp
f.
Sperimentazione
Cat. Sp
f.
Sperimentazione
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
4
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
1941
6.
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1941
8
f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino
1941
5
7
9
10
11
12
13
14
15
16
1
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
f. 9 cl. 9 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1941
1941
1941
1941
1941
1941
1941
1941
1941
1941
1942
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1942
4
f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec)
1942
5
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1942
6
f. 5 cl. 2 - Sperimentazioni presso enti statali,
1942
parastatali, regi ispettorati dell’agricoltura,
enti provinciali e comunali
f. 6 cl. 3 - Sperimentazioni presso Associazioni agrarie varie e consorzi 1942
3
7
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1942
339
98
84
98
84
98
98
98
98
98
98
98
99
84
84
84
84
84
84
84
85
100
92
100
100
100
100
100
100
100
101
92
92
92
92
92
92
92
93
101
93
101
93
101
93
340
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P” f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
8
f. 7 cl. 4 - Sperimentazioni presso privati
1942
9
f. 8 cl. 5 - Sperimentazioni all’estero
1942
10
11
12
13
14
15
16
1
1942
1942
1942
1942
1942
1942
1942
1942
2
3
4
5
6
7
8
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme
di Rieti, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
Certificati relativi al premio di conferimento. Lista dei conferenti
e certificati di spedizione dell’ARS.
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1943
1943
1943
1943
1943
1943
1943
1943
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1943
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1943
4
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1943
1
1943
101
93
101
93
101
93
101
93
101
93
101
93
101
93
101
101
93
93
101
93
101
93
101
93
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
5
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1943
7
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1943
6
8
9
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1943
1943
1943
10
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1943
12
13
f. 9 cl. 9 - Varie
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1943
1943
11
14
15
16
1
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1943
1943
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1943
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1944
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1943
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1944
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1944
4
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1944
5
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1944
6
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1944
341
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
94
102
102
103
94
94
86
103
86
103
103
103
103
103
103
103
103
86
86
86
86
86
86
86
86
342
Cat. “I.G”
f. 7
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 8
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 9
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 10
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 11
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f. 12
Istituto di Genetica
Cat. “Z.T”
f. 13
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f. 14
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f. 15
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f. 15
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f. 17
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f. 18
Cat. “V” - Varie f. 19
Cat. “S.P”
f. 1
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f. 2
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “V” - Varie f. 3
Cat. “V” - Varie f. 4
Cat. “V” - Varie f. 5
Cat. “V” - Varie f. 6
Cat. “V” - Varie f. 7
Cat. “V” - Varie f. 8
Cat. “V” - Varie f. 9
Cat. “I.G”
f. 10
Istituto di Genetica
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1944
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1944
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
1944
1944
1944
f. 9 cl. 9 - Varie
1944
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1944
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
1944
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1944
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1944
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1944
1944
1945
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1944
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1945
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
Corrispondenza con l’estero
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1945
1945
1945
1945
1945
1945
1945
1945
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
103
86
104
95
104
95
104
95
104
95
104
95
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
11
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1945
13
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
1945
12
14
15
16
17
18
19
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1945
1945
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1945
f. 8 cl. 8 - Stazione fitotecnica di Urbino
1945
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
f. 9 cl. 9 - Varie
1945
1945
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1945
1945
1945
1
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1945
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1946
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1946
4
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1946
5
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1946
20
21
22
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1945
1946
343
104
95
104
95
104
95
104
95
104
95
104
95
104
104
95
95
104
95
104
95
104
95
104
95
104
104
104
104
104
104
104
105
95
95
95
95
95
95
95
96
105
96
105
96
105
96
344
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
6
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1946
8
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
1946
7
9
10
11
12
13
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
1946
1946
1946
1946
14
f. 9 cl. 9 - Varie
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1946
1946
16
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1946
18
19
20
21
22
23
24
1
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1946
1946
1946
1946
1946
1946
1946
1947
3
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1947
15
17
2
4
1946
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc. 1946
cl. 4 - Corrispondenza con privati
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
1946
1947
1947
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
96
105
105
105
105
105
105
105
106
106
106
106
106
106
106
107
96
96
96
96
96
96
96
97
97
97
97
97
97
97
98
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
5
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1947
7
f. 5 cl .5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
1947
6
8
9
10
11
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
1947
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
1947
f. 9 cl. 9 - Varie
1947
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
1947
12
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
1947
14
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1947
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
f. 1 cl. 1 - Sperimentazioni varie
1947
1947
1947
1947
1947
1947
1947
1948
1948
1948
1948
1948
1948
1948
1948
13
15
16
17
18
19
20
21
22
1
2
3
4
5
6
7
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1947
1947
1947
345
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
98
107
107
98
98
107
98
107
98
107
98
107
98
108
99
346
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazione
Prodotti
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “I.G”
f.
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat.”V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “S.P”
f.
Sperimentazioni
2
f. 2 cl. 1/a - Prove sperimentali per l’iscrizione al registro (ir)
1948
3
f. 3 cl. 1/b - Esperienze sperimentali sul ricino (Ric)
1948
4
f. 4 cl. 1/c - Esperienze sperimentali collegiali (Ec)
1948
5
f. 5 cl. 1/d - Prove geografiche del grano (Geo)
1948
6
f. 1 cl. 1 - Amministrazione centrale
1948
8
f. 3 cl. 3 - Stazione fitotecnica di Roma
1948
7
9
10
11
12
13
14
f. 2 cl. 2 - Stazione fitotecnica di Foggia
f. 4 cl. 4 - Stazione fitotecnica sarda
f. 5 cl. 5 - Azienda agraria S. Pastore (Rieti)
f. 6 cl. 6 - Stazione fitotecnica lombarda a S. Angelo Lodigiano
f. 7 cl. 7 - Stazioni fitotecniche di Badia Polesine e Montagnana
1948
1948
1948
1948
1948
15
f. 9 cl. 9 - Varie
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
17
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1948
f. 1 Miscellanea
1949
16
18
1
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1948
1948
1948
1948
1948
108
99
108
99
108
99
108
99
108
99
108
108
108
108
108
108
108
99
99
99
99
99
99
99
Cat. “I.G”
f.
Istituto di Genetica
Cat. “Z.T”
f.
Zona Tipica
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V.P”
f.
Vendita Prodotti
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
Cat. “V” - Varie f.
2
3
f. 1 - Miscellanea
1949
4
f. 1 - Corrispondenza con l’Associazione riproduttori sementi,
Consorzio agrario provinciale, l’Unione produttori grano da seme di Rieti
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
1949
6
cl. 4 - Corrispondenza con privati
1949
5
7
8
9
10
11
12
13
1949
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
1949
cl. 1 - Corrispondenza con il Ministero di Agricoltura e altri ministeri
cl. 2 - Corrispondenza con Regie Stazioni Agrarie, Uffici governativi ecc.
cl. 3 - Corrispondenza con associazioni agrarie
cl. 4 - Corrispondenza con privati
cl. 5 - Corrispondenza con fornitori
cl. 6 - Corrispondenza con il campo sperimentale di Leonessa
cl. 7 - Corrispondenza con i membri del comitato amministrativo
1949
1949
1949
1949
1949
1949
1949
L’Archivio dopo il riordino
con la numerazione provvisoria
in attesa di una sistemazione definitiva
347
SPERIMENTAZIONI - DOCUMENTAZIONE NON INSERITA NEL CARTEGGIO
Varie
138
143
705
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 1
112
705
Sperimentazione
f. 2
112
112
705
705
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 3
f. 4
112
705
Sperimentazione
f. 5
113
712
Sperimentazione
f. 1
114
114
710
713
Sperimentazione
Sperimentazione
115
539
Varie
f. 1
f. 1
116
116
116
324
324
324
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 4
f. 1
f. 2
109
533
110
111
112
348
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Osservatorio meteorologico e geodinamico.
Schede di rilevazione
Schede colture sotto controllo
Bollettari vari
Relazione di G.B. Bottazzi al direttore dell’Istituto
Nazionale di Genetica per la Cerealicoltura
sull’utilizzo del castello Morando Bolognini come
sede della stazione fitotecnica delle province
lombarde. 29 ottobre 1942
“Programma di attività per il miglioramento genetico
dell’erba medica”. Relazione di G.B. Bottazzi
Reggente della Stazione fitotecnica di S. Angelo
Lodigiano 23 marzo 1943
Registro delle moltiplicazioni in corso
Manoscritto di A. Dionigi, “Il miglioramento genetico
dell’olivo” s.d. ma 1948
Il manoscritto è stato redatto utilizzando il retro dei
fogli del “registro delle licenze delle trebbie. 1942”
La data del 1948 si ricava dal fatto che l’autore fa
riferimento ad un suo articolo, “Le pienate su
misura”, pubblicato “…qualche giorno fa”,
sulla rivista “l’Italia Agricola” n. 2 1948.
Relazione sull’attività svolta dall’Istituto Nazionale di
Genetica per la Cerealicoltura. Relazione del
direttore Prof. Ugo De Cillis 12 aprile 1955
Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura
per l’esonero dall’ammasso del frumento per seme
dell’anno 1942
Prove comparate per l’iscrizione nel Registro Nazionale
Domande dei soci dell’ARS al Ministero di Agricoltura per
l’esonero dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942
Domande dei coltivatori con fondi nella “zona tipica”
al Ministero di Agricoltura per l’esonero
dall’ammasso del frumento per seme dell’anno 1942
Trebbiatrici. Reg. delle utilizzazioni
Colture sotto controllo
Zona tipica
1923-1935
1937
1937-1966
1942
1943
1946-1947
1948
1955
1942
1942-1949
1943-1944
1944
1945
1940
1940
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Varie
Varie
207
714
535
44
202
205
205
708)
Sperimentazione
Sperimentazione
Varie
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 3
f. 2
f. 3
f. 4
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 2
f. 2
f. 1
133
134
135
136
137
138
138
139
517
711
280
525
526
201
200
214
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
140
141
142
211
211
209
116
117
117
118
119
120
120
121
121
122
123
123
124
124
125
125
324
43
43
43
178
706
706
210
210
203
206
206
208
208
535
535
126
127
128
129
130
131
131
132
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 1
f. 1
f. 3
f. 2
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
Libro stalla
Corrispondenza varia
Corrispondenza relativa alla rivista “Genetica Agraria”
Registro dei risultati delle coltivazioni dell’orzo
Sperimentazione patate
Sperimentazione patate a Leonessa
Sperimentazione trifogli
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Centro Fecondazione artificiale
Carteggio con il dott. Volpe per una serie di lezioni
agli operatori agricoli
Bollettari schede valutazioni
Registri entrata e uscita beni mobili 1953 - 1954
Cantiere rimboschimento
Prove di concimazione
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Sperimentazione orzi, barbabietole e avena
Relazioni, schemi riepilogativi, iscrizioni al registro,
prove colturali ecc,
Dati relativi alla Sperimentazione patate a Leonessa
Prove colturali con acido gibberellico
Sperimentazione. Quaderni da campo
Quaderni da campo per le rilevazioni colturali
Quaderni da campo per le rilevazioni colturali
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni, documenti contabili,
bollette di scarico ecc.
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
1943
1946-1951
1946
1947
1947-1949
1947-1949
1948-1951
1950
1966
1951
1951
1955
1952
1967
1952-1953
1953
1953
1953-1954
1953
1954-1956
1954
1956
1960
1956-1976
1957
1958
1961-1971
1961-1971
1961-1971
1962
1963
1963-1973
1964
1970
1965
349
142
143
144
144
145
146
147
209
239
238
238
245
207
243
148
149
149
150
248
204
204
707
(258)
226
226
226
226
226
244
271
242
246
153
212
212
241
709
240
151
151
151
151
151
152
153
153
154
155
156
156
157
158
159
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 2
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 4
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 1
f. 1
Varie
Sperimentazione
Sperimentazione
Sperimentazione
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
Bollettari schede valutazioni
Sperimentazione foraggere
Sperimentazione foraggere. Appunti e dati vari
Sperimentazione foraggere. Registri da campo
Sperimentazione foraggere. Appunti, quaderni da campo ecc.
Bollettari schede valutazioni
Schede di accertamento dei caratteri morfologici e
fisiologici del trifoglio
Eliografie varie
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Appunti, relazioni scientifiche, dati, fotografie relative
allo studio sugli orzi condotto da Eugenio Margaritelli
Frumenti utilizzati a Rieti e Piacenza
Sperimentazione frumenti
Sperimentazione pomodori
Sperimentazioni varie
Sperimentazioni varie
Sperimentazione foraggere. Dati registrati.
Schede semine
Cerealicoltura, frumenti
Sperimentazione frumenti
Bollettari fecondazioni artificiali. Monte taurine ecc.
Bollettari schede valutazioni
Bollettari schede valutazioni
Sperimentazione frumenti
Analisi chimiche delle varietà degli orzi sperimentati
Sperimentazione foraggere. Appunti, registri da campo ecc.
1972
1966-1968
1967-1972
1970
1967-1974
1968
1968-1970
1968-1973
1969
1971
1969-1970
1970-1972
1971-1972
1971
1973
1974
1970-1972
1970-1975
1972-1973
1972-1975
1973
1973
1974
1973-1974
1973
1974-1975
AMMINISTRAZIONE E BILANCI CONTABILI
160
161
162
163
286
287
399
400
164
164
289
289
350
Amministrazione
Amministrazione
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 4
f. 2
Verbali del consiglio di amministrazione
Verbali del consiglio di amministrazione
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi
sperimentali di Leonessa, Rieti e di Foggia
Quaderni di prima nota allegati al bilancio
Libro cassa allegato al bilancio
1960-1973
1954-1960
1911-1912
1911-1912
1912-1913
1913-1914
165
166
166
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169
401
289
289
402
403
404
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 3
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
170
171
172
173
174
175
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177
178
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180
181
288
317
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318
290
295
294
309
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327
292
293
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
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196
197
198
198
346
391
392
393
299
300
296
298
302
303
301
331
332
335
336
337
338
338
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
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f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo
Allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio, Spese per i campi
sperimentali di Leonessa, Rieti e di Foggia
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio ecc.
Bilancio e allegati contabili
Mandati di pagamento, registro prima nota
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio consuntivo
Bilancio e allegati contabili
Bilancio e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Fascicoli contabili allegati al bilancio
Bilancio e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio del 1919
Registro contabilità, registro cassa
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio. Entrate
Bilancio. Uscite
Bilancio preventivo e allegati contabili
Bilancio consuntivo
Bilancio e allegati contabili
Bilancio e allegati contabili
Bilancio e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Fatture, mandati di pagamento, matrici, contabilità generale
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Spese per campo sperimentale di Foggia
1912-1913
1913-1914
1914-1915
1913-1914
1913-1914
1913-1914
1914-1915
1914-1915
1915-1916
1915-1916
1916-1917
1916-1917
1917-1918
1917-1918
1918-1919
1918-1919
1919
1919
1920
1921
1921
1921
1922
1922
1923
1923
1924
1924
1925
1925-1926
1925-1926
1926
1926
1926
1926
1926
351
198
198
198
198
198
198
338
338
338
338
338
338
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
199
200
201
202
203
203
203
203
203
203
203
203
203
339
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341
342
343
343
343
343
343
343
343
343
343
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 8
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
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f. 5
f. 6
f. 7
204
205
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207
207
207
207
207
207
207
207
344
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348
348
348
348
348
348
348
348
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
208
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313
315
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
352
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’ Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione
cerealicola. (battaglia del grano)
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Disponibilità frumenti per la vendita
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione
cerealicola. (battaglia del grano)
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione
cerealicola. (battaglia del grano)
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati al bilancio (bollettari, ordini di spedizioni,
registro spese postali ecc.)
1926
1926
1926
1926
1926
1926
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1927
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1929
1929
210
211
212
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215
216
217
218
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221
222
316
305
307
437
349
350
351
444
445
353
354
355
438
223
224
225
226
227
228
229
230
231
232
233
234
235
236
237
238
239
240
241
242
243
244
245
246
247
357
358
359
443
361
362
363
480
481
364
365
366
462
463
451
452
453
370
371
372
367
368
369
418
419
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Allegati al bilancio, Copie entrate ecc.
Fascicoli contabili relativi al bilancio preventivo e consuntivo
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Documenti contabili allegati al bilancio. Magazzino,
libro mastro, mandati di pagamento ecc.
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
1929
1930
1930
1930
1931
1931
1931
1931
1931
1932
1932
1932
1932
1933
1933
1933
1933
1934
1934
1934
1934
1934
1935
1935
1935
1935
1935
1936
1936
1936
1937
1937
1937
1938
1938
1938
1938
1938
353
248
249
250
251
252
253
254
255
256
257
258
259
260
261
262
263
264
265
266
267
268
269
270
271
272
273
274
275
276
277
278
279
280
281
282
283
284
285
286
354
460
461
373
374
375
476
376
377
458
459
378
379
455
456
457
380
381
470
382
383
384
385
394
386
387
486
388
389
390
487
395
396
420
421
442
423
479
431
432
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Libro mastro, magazzino elenco entrate
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
1938
1938
1939
1939
1939
1939
1940
1940
1940
1940
1941
1941
1941
1941
1941
1942
1942
1942
1943
1943
1944
1944
1944
1945
1945
1945
1946
1946
1946
1946
1947
1947
1947
1947
1947-1950
1948
1948
1949
1949
287
288
289
290
291
292
292
293
294
295
296
297
298
299
300
301
302
303
304
305
306
307
424
425
426
427
508
428
428
430
433
434
439
440
464
465
490
466
467
473
158
441
498
448
308
309
449
450
310
311
312
313
314
315
316
317
318
319
320
472
488
489
496
160
492
328
329
330
493
259
321
521
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Bilanci
Bilanci
Bilanci
f. 1
f. 1
f. 1
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle entrate
Allegati contabili al bilancio. Fascicoli delle uscite
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio consuntivo e carte contabili varie
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili
Documenti contabili vari, mandati di pagamento,
ricevute allegati al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Documenti contabili vari, mandati di pagamento,
ricevute allegati al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Allegati contabili al bilancio
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio, ricevute ecc.
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Fascicoli spese mensili. 1° Semestre
Fascicoli spese mensili. 2° Semestre
Allegati contabili al bilancio
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
Bilancio preventivo dell’Istituto Nazionale di Genetica
per la Cerealicoltura
Bilancio preventivo e consuntivo e allegati contabili
1950
1950
1950
1950
1950
1951
1951
1951
1952
1952
1952
1953
1956
1956
1956
1957
1957
1960
1961
1962
1962
1963-1964
1963-1964
1964
1964
1967
1967
1968
1969
1970
1973
1973
1973
1973
1975-1977
1975
355
322
323
324
324
324
324
324
324
325
326
327
327
327
327
327
327
327
197
304
312
312
312
312
312
312
527
408
310
310
310
310
310
310
310
328
329
329
329
329
329
329
329
329
330
331
332
333
334
334
334
334
334
334
334
312
326
326
326
326
326
326
326
326
219
220
297
333
334
334
334
334
334
334
334
356
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 6
f. 7
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
f. 5
f. 8
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
Rendiconti Regio deposito
Rendiconti contabili
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il mobilio
Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione
Documenti contabili vari
Libro cassa e mandati di pagamento
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’impianto e conduzione del campo di
moltiplicazione S. Lorenzo a Foggia
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il campo di moltiplicazione di Foggia dei nuovi Cereali
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per la riparazione dei danni dell’alluvione
Contabilità varia, registri ecc.
Contabilità varia, ricevute, bollette
Contabilità. Mandati di pagamento
Fascicoli delle uscite
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi che
interessano l’aumento della produzione cerealicola.
(battaglia del grano)
1904
1904
1915-1916
1915-1916
1915-1916
1915-1916
1915-1916
1915-1916
1915-1925
1916-1917
1917-1918
1917-1918
1917-1918
1917-1918
1917-1918
1917-1918
1917-1918
1917
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1918-1919
1920
1920
1923
1925
1925
1925
1925
1925
1925
1925
1925
Contabilità
Contabilità
Contabilità
281
281
281
281
281
281
319
319
319
319
319
319
319
319
319
319
314
314
314
314
314
314
314
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
528
320
320
320
320
320
320
320
320
320
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
f. 8
f. 9
335
336
337
398
415
500
338
338
338
338
338
338
339
339
339
339
339
339
339
339
339
339
340
340
340
340
340
340
340
341
342
342
342
342
342
342
342
342
342
f. 3
f. 1
f. 6
f. 4
f. 5
f. 2
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
f. 8
f. 9
f. 10
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
Amministrazione azienda S. Pastore
Contratti scaduti (assicurazioni varie)
Amministrazione azienda S. Pastore
Conti consuntivi e inventari
Quaderni prima nota cassa
Blocchi fatture
Verifiche vendita grani
Libro stalla
Contratti con lo zuccherificio
Spese postali
Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali
Azienda S. Pastore. Conti con i coloni
Azienda S. Pastore. Libro cassa
Azienda S. Pastore. Macchine agrarie
Azienda S. Pastore. Scorte morte
Azienda S. Pastore. Conti diversi
Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame
Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale
Azienda S. Pastore. Miglioramenti dondiari
Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione cerealicola
(battaglia del grano)
Documenti contabili vari
Azienda S. Pastore. Spese e rendite poderali
Azienda S. Pastore. Conti con i coloni
Azienda S. Pastore. Libro cassa
Azienda S. Pastore. Macchine agrarie
Azienda S. Pastore. Scorte morte
Azienda S. Pastore. Conti diversi
Azienda S. Pastore. Spese e rendite del bestiame
Azienda S. Pastore. Amministrazione centrale
Azienda S. Pastore. Miglioramenti fondiari
1927
1925-1927
1928-1940
1928-1936
1931-1936
1936
1937
1937
1939
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1928
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929-1934
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929
1929
357
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
435
352
352
352
352
352
352
352
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 10
f. 1
f. 2
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
357
357
357
357
357
357
357
356
356
356
356
356
356
356
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
358
359
360
361
362
363
363
363
363
436
263
103
104
105
360
360
360
360
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
342
343
343
344
344
344
344
344
344
344
320
397
397
306
306
306
306
306
306
306
345
346
346
346
346
346
346
346
358
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
f. 5
f. 6
f. 7
Azienda S. Pastore. Somministrazioni ai coloni
Spedizioni grani. Registro ricevute
Libro mastro
Spese per materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il Campo sperimentale di Leonessa
Spese per il Campo sperimentale di Rieti
Spese per macchine agrarie
Spese per manutenzione fabbricati
Spese per acquisto beni patrimoniali
Allegati contabili vari, bollettari fatture,
libro magazzino, reversali ecc.
Amministrazione azienda S. Pastore
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione cerealicola
(battaglia del grano)
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
Spese per il mobilio
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
che interessano l’aumento della produzione cerealicola.
(battaglia del grano)
Amministrazione azienda S. Pastore
Spese postali
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti al n. 1 al n. 100
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 393
Spese per campo sperimentale di Foggia
Spese per campo sperimentale di Rieti
Spese per campo sperimentale di Leonessa
Spese per la biblioteca
1929
1929
1929
1930
1930
1930
1930
1930
1930
1930
1930
1931
1931
1931
1931
1931
1931
1931
1932
1932
1932
1932
1932
1932
1932
1932
1932-1939
1933
1933
1933
1933
1933
1933
1933
363
363
363
360
360
360
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 5
f. 6
f. 7
364
365
475
101
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
366
367
368
369
370
371
372
373
102
112
107
108
109
110
111
116
374
375
376
377
378
379
380
381
382
383
384
385
386
387
388
389
390
391
392
393
394
395
117
118
119
106
113
114
115
174
529
123
126
127
128
130
416
100
133
135
136
414
484
129
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Spese per il materiale scientifico e di laboratorio
1933
Spese per il mobilio
1933
Spese per l’Intensificazione dello studio dei problemi
1933
che interessano l’aumento della produzione cerealicola
(battaglia del grano)
Amministrazione dell’azienda S. Pastore
1933
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1934
Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 398
1934
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1934
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1935
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100
1935
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1935
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n.1 al n. 100
1935
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1935
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400
1936
Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1936
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1936
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100
1936
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1937
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101
1937
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1937
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400
1937
Vendita prodotti
1937
Documenti contabili vari
1937-1947
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 400
1938
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 100
1938
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1938
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1938
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 401 al n. 490
1938
Registri spese eseguite, mandati di pagamento
1938-1949
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 200
1939
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1939
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1939
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 404
1939
Brogliardi di cassa, registri presenze
1939-1944
Amministrazione azienda S. Pastore
1939
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 301 al n. 383
1940
359
396
397
398
399
131
132
134
536
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
400
401
402
264
120
121
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
403
404
405
406
407
408
409
410
411
412
413
414
415
416
417
418
419
420
421
422
422
423
424
425
426
426
426
427
428
122
180
532
124
125
468
285
447
514
272
285
187
191
308
524
230
137
183
192
193
193
217
146
170
171
171
171
502
168
360
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 1
f. 1
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100
1940
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1940
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1940
Commissione di controllo del governo militare alleato.
1940-1944
Rendiconto finanziario, indennità di bombardamento,
corrispondenza varia
Spese postali
1940-1943
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 201 al n. 300
1941
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 101 al n. 200
1941
Allegati rubrica delle raccomandate a mano e rubrica degli acquirenti
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 6 al n. 100
1941
Bollettari, ricevute varie
1941
Libri delle famiglie coloniche
1941-1959
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 102 al n. 200
1942
Fascicoli degli acquirenti dei prodotti dal n. 1 al n. 101
1942
Documenti contabili vari
1943
Sindacato impiegati
1946-1947
Documenti contabili vari, mandati di pagamento, ricevute ecc. 1948-1956
Amministrazione azienda S. Pastore
1949
Mandati di pagamento, fatture ecc.
1949
Mandati di pagamento
1949-1951
Bollettari, ricevute varie
1950
Documenti e allegati contabili
1950
Stati patrimoniali
1950-1953
Amministrazione azienda S. Pastore
1951
Elenchi debiti da pagare
1952-1970
Mandati di pagamento
1953
Bollettari, ricevute varie
1953
Bilancio preventivo e allegati contabili
1953
Amministrazione
1953
Personale
1953
Registri contabili vari
1953-1965
Mandati di pagamento
1954-1955
Contabilità. Copie contabili
1954
Amministrazione
1954
Personale
1954
Sperimentazioni varie
1954
Documenti contabili vari
1954
Registri conto cassa segretario e bollettari vari
1955-1968
429
429
430
431
432
433
434
435
436
437
437
437
438
439
440
441
442
443
443
443
443
443
443
444
445
445
446
447
448
449
450
451
452
453
454
455
456
457
458
175
175
184
530
144
179
148
185
188
189
189
189
531
164
503
504
175
195
195
195
195
195
195
196
216
216
417
501
510
145
147
172
482
483
258
139
141
142
172
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 3
f. 1
f. 4
f. 5
f. 6
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
Amministrazione
1955?
Contabilità. Copie contabili
1955
Bollettari, ricevute varie, fatture ecc.
1955-1957
Documenti contabili vari
1955-1957
Mandati di pagamento
1956-1958
Bollettari, ricevute varie
1956
Reversali
1957-1964
Mandati di pagamento, reversali ecc.
1957
Bollettari, ricevute varie
1957
Amministrazione
1957
Personale
1957
Sperimentazioni varie
1957
Conto cassa segretario, registro compensi a terzi ecc.
1957-1961
Carte contabili varie
1958-1970
Libro cassa e documenti contabili
1958
Documenti contabili
1958
Copie entrate
1959?
Amministrazione
1959
Entrate
1959
Rendiconti finanziari
1959
Registri vitelli
1959
Personale
1959
Sperimentazioni varie
1959
Mandati di pagamento
1959
Colonie, bestiame, stalle ecc.
1959
Rubrica fatture pagate
1959-1968
Contratti vari, moduli lavoro straordinario personale ecc.
1959
Documenti contabili relativi alla documentazione delle bietole e vari 1959
Documenti contabili
1959
Bollettari di fatture
1960-1964
Mandati di pagamento
1960-1966
Corrispondenza
1960
Libro cassa e altri documenti contabili
1960
Documenti contabili
1960
Contabilità, stampe, corrispondenza varia
1960-1970
Blocchi fatture
1961-1966
Mandati di pagamento
1961-1965
Reversali
1961-1966
Corrispondenza
1961
361
459
460
461
462
463
464
465
466
467
468
469
470
471
472
181
182
156
172
406
512
513
140
149
519
520
279
412
494
473
474
475
476
477
478
479
480
481
482
483
484
485
485
486
495
277
165
177
413
157
405
162
224
222
223
491
251
251
409
487
488
489
490
491
492
493
494
495
410
321
322
250
249
232
233
469
275
362
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 3
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
Bollettari, ricevute varie
Bollettari, ricevute varie
Contabilità - Rendiconti e documenti contabili vari
Contabilità. Registri contabili
Versamenti cassa mutua dipendenti e fascicoli contabili vari
Documenti contabili relativi al 1 e 2 semestre
Documenti contabili
Mandati di pagamento
Miscellanea di carte contabili
Documenti contabili vari
Documenti contabili vari relativi al 1 e 2 semestre
Registri dei conti colonici
Fascicoli contabili vari
Libro magazzino e libro cassa, documenti contabili
vari relativi al 1° semestre
Documenti contabili vari relativi al 2° semestre
Mandati di pagamento, reversali ecc.
Copie del consuntivo
Valutazione e liquidazione colonie
Reversali, mandati di pagamento
Carte contabili varie, ricevute, mandati ecc.
Corrispondenza e fascicoli contabili
Contabilità - Bollettini, ricevute ecc.
Carico e scarico bestiame delle aziende agrarie
Contabilità, ricevute, allegati, trattamento del personale ecc.
Contabilità. Fascicoli e allegati vari
Documenti contabili vari e protocollo di corrispondenza
Contabilità. Fatture, ricevute ecc.
Contabilità. Fatture, ricevute ecc.
Contabilità. Movimento bestiame, Azienda sementi,
documentazione ricevute varie
Macchine agrarie, bestiame, servizio meteorologico ecc.
Mandati, fatture, ricevute e altra documentazione contabile
Grani c/o ARS, Azienda Sementi ecc.
Contabilità. Fatture, ricevute ecc.
Contabilità. Fatture, ricevute ecc.
Contabilità, corrispondenza, allegati contabili vari
Contabilità
Amministrazione azienda S. Pastore
Contabilità. 1° Semestre
1961
1961
1962-1964
1962-1963
1962
1963
1963
1965-1966
1965
1965
1965
1965-1977
1966-1974
1966-1968
1966
1966-1970
1967
1967-1977
1967
1969
1969
1970
1970-1973
1971
1971
1971
1972
1975
1972
1972
1972
1972
1973
1974
1974
1974
1974
1974
496
497
498
499
500
501
502
503
504
505
506
507
276
323
474
274
235
252
228
229
522
523
159
161
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
Contabilità
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Contabilità. 2° Semestre
1974
Documento contabili vari
1974
Amministrazione dell’azienda S. Pastore
1975
Ricevute, fatture, mandati ecc.
1975
Schede dei buoni utilizzati per i fornitori
1976-1978
Contabilità. Fatture, ricevute ecc.
1976-1977
Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 1° semestre
1977
Contabilità. Ricevute, fatture, mandati di pagamento 2° semestre
1977
Amministrazione azienda S. Pastore
1977
Documenti contabili
1977
Contabilità
1978
Contabilità - Bollettini, ricevute ecc.
1979
Corrispondenza
Corrispondenza
f. 1
f. 2
Corrispondenza
f. 4
Bollettari di carico delle macchine agrarie
Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale
di Genetica per la Cerealicoltura
Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale
di Genetica per la Cerealicoltura
Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale
di Genetica per la Cerealicoltura
Corrispondenza varia con l’Istituto Nazionale
di Genetica per la Cerealicoltura
Corrispondenza
Corrispondenza. Registro protocollo corrispondenza,
Amministrazione
Corrispondenza
Corrispondenza
Buoni di prelevamento
Corrispondenza
Registro protocollo corrispondenza
Registro protocollo corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Acquisto campo di Leonessa
Registro protocollo corrispondenza
Registro protocollo corrispondenza
Registro protocollo corrispondenza
CORRISPONDENZA
508
508
282
282
508
282
508
282
508
282
509
510
506
190
511
512
513
513
513
513
514
515
515
516
516
516
167
166
194
194
194
194
518
186
186
218
218
218
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
f. 3
f. 5
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 4
f. 1
f. 2
f. 3
f. 1
f. 2
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
1922
1926
1926
1926
1926
1948
1950
1951
1952
1952
1950
1950
1951
1952
1953
1953
1953
1954
1956
363
516
517
517
518
519
519
510
520
521
522
523
524
525
525
525
526
527
528
529
530
531
532
533
534
535
536
537
538
539
539
539
218
176
176
446
199
199
199
499
515
173
497
511
169
169
169
507
198
505
165
471
157
509
516
227
254
270
273
253
273
273
273
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 3
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 3
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
f. 3
f. 4
Bollette movimento bestiame
Corrispondenza
Bollettini vari e “prontuari vecchi”
Corrispondenza
Ricevute e allegati contabili vari
Corrispondenza
Registro protocollo corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza e protocollo di corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza
Corrispondenza in arrivo
Corrispondenza in partenza
Corrispondenza in arrivo
1962-1963
1955
1950-1955
1957
1958
1958
1958
1959
1960
1962-1966
1962
1963
1964
1963
1965
1964
1965
1966
1967
1967
1968
1968
1969
1971
1972-1975
1976
1976
1977-1978
1976
1977
1977
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
Magazzino centrale
1937
Controllo trebbie. Bollettari. Zona tipica
1939
Polizze in vigore
1940-1947
Bestiame delle aziende. Registri, bollette ecc.
1946-1970
Progetto elettrificazione Colle S. Pastore, Ara grange e Piedifiume
1947
PATRIMONIO
540
541
542
543
544
364
454
163
538
215
538
Patrimonio
f. 3
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
f. 1
f. 1
f. 1
f. 2
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
f. 5
f. 7
f. 8
f. 6
f. 1
f. 1
f. 1
544
538
545
545
545
422
422
422
545
545
545
546
422
422
422
485
547
547
547
547
537
537
537
537
547
547
547
547
548
548
549
537
537
537
537
231
247
485
550
719
Personale
551
552
553
554
555
556
557
558
221
269
268
478
256
257
262
534
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
559
560
265
225
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Patrimonio
Personale
Personale
f. 1
f. 1
f. 1
f. 3
f. 2
f. 1
f. 4
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Appalto lavori di costruzione di due fabbricati colonici
1947
a Colle S. Pastore
Riparazione nuova serra
1948-1952
Progetti vari
1949-1951
Progetto e pratica per il consolidamento di un argine
1951
del fiume Velino
Progetto per la riparazione di una casa colonica dell’azienda
1952
Progetto per l’adattamento a due alloggi dell’abitazione del direttore 1952
Pratica acquisto terreno a Sella di Corno
1959
Progetto per il completamento della costruzione della
1949
nuova serra annessa alla stazione sperimentale
Corrispondenza varia
1949
Giornale magazzino
1949
Inventario beni mobili
1950
Gara d’appalto per l’elettrificazione del Colle S. Pastore,
1951
Ara Grande e Piedifiume
Pratica impianto di irrigazione
1951
Progetto di trasformazione di due casali di colle S. Pastore
1953
Statuto del Consorzio provinciale tra conduttori monta taurina
1954
Personale delle case coloniche
1957-1958
Schede movimento bestiame
1956-1968
Relazioni varie dell’azienda agricola di Rieti
1959-1974
Progetto per la costruzione della chiesa
1967
“S. Francesco” sul colle S. Pastore
Documenti vari riguardanti Alfredo Simeoni, ricevute,
1912
agende, fotografie, corrispondenza e registri.
Simeoni fu dipendente della Stazione sperimentale fin dal 1912
prima come sottocapo coltivatore e quindi come contabile
Indennità di missione
1919-1938
Contabilità. Pratiche varie
1919
Contabilità. Mandati di pagamento
1920
Libretti settimanali degli operai dell’azienda S. Pastore
1927-1937
Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli
1929-1932
Libretti di lavoro individuali degli operai agricoli
1933-1943
Personale. Note spese operai
1933-1940
Stato famiglia operai, composizione famiglie coloniche,
1936-1956
libri paga operai e libro matricola
Personale. Schede individuali, fascicoli vari
1942-1950
Azienda S. Pastore. Gestione personale, bestiame,
1947
macchine agrarie ecc.
365
561
562
563
563
564
477
260
261
261
234
565
566
567
568
569
570
571
571
572
573
574
575
213
407
154
155
266
267
236
236
255
284
411
236
576
577
237
283
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
f. 1
f. 1
f. 2
f. 1
f. 1
Personale
Personale
f. 1
f. 1
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
Personale
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
f. 3
f. 2
f. 1
f. 1
f. 1
f. 1
Libretti di lavoro e libretti delle famiglie coloniche
Indennità di missione, pratiche varie personale
Richieste mensili di autorizzazione alle spese
Personale. Contributi SCAU.
Schede individuali del personale avventizio
impiegato nelle aziende agrarie
Personale. Indennità di missioni
Personale e contabilità varia
Fascicoli e documenti vari relativi al personale
Fascicoli e documenti vari relativi al personale
Contabilità. Mandati di pagamento
Contabilità. Conto consuntivo
Tariffe operai
Posizioni assicurative
Pratiche varie operai
Contabilità personale e varia
Personale e fascicoli contabili
Domande di affitto delle colonie dell’azienda.
Vertenze Gentile - Leoni ecc.
Personale
Contabilità personale e varia
1950-1970
1952-1960
1957-1969
1965-1970
1961-1964
1962-1968
1966-1969
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REGISTRI
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Libro mastro
Giornale di cassa Stazione Sperimentale di Rieti
Libro mastro
Libro mastro
Libro giornale di cassa
Libro mastro
Libro mastro 1
Libro magazzino di Rieti
Libro magazzino di Rieti
Libro magazzino di Rieti
Libro mastro
Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa
Giornale magazzino del campo sperimentale di Leonessa
Libro magazzino di Rieti
1912
1912-1913
1913-1916
1915-1918
1916-1922
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1919-1920
1920-1922
1921-1929
1923-1925
1924-1926
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Libro giornale di cassa
Prima nota azienda S. Pastore
Spese generali
Registri contabili dell’azienda S. Pastore
Libro magazzino di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro mastro
Libro mastro
Registri contabili dell’azienda S. Pastore
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Libro magazzino di Rieti
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Libro magazzino di Rieti
Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino di Rieti
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro giornale di cassa
Libro magazzino di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro giornale di cassa
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino di Rieti
Libro mastro
Libro magazzino Centrale
Libro mastro
Libro giornale di cassa
1927-1928
1927
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Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino di Rieti
Libro giornale di cassa
Libro magazzino di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro mastro
Libro magazzino di Rieti
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro magazzino Centrale
Libro mastro
Libro magazzino di Rieti
Libro mastro
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Prima nota magazzino centrale di Rieti
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Registro delle spese eseguite sulle aperture di credito
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro spese
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro mastro
Prima nota azienda S. Pastore
Libro magazzino Centrale
1939-1940
1939-1940
1939-1941
1940
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1941-1942
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1942
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1943-1945
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1946
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Libro giornale di cassa
Libro anticipazioni e spese
Libro anticipazioni e spese
Libro magazzino Centrale
Libro giornale di cassa
Partitari
Libro mastro
Libro prima nota
Registro dei conti entrata fecondazione artificiale
Libro anticipazioni e spese
Libro anticipazioni e spese
Libro mastro
Registri contabili dell’azienda S. Pastore
Registri contabili dell’azienda S. Pastore
Libro anticipazioni e spese
Libro anticipazioni e spese
Libro paga
Registri contabili dell’azienda S. Pastore
Libro magazzino di Rieti
Registro acquisti
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Protocolli riservati
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
1955-1960
1955-1960
1955-1960
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Reg.
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Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registro di protocollo della corrispondenza
Registri osservazioni pluviometriche
Registri osservazioni pluviometriche
Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione
Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento
Registri delle sperimentazioni delle patate a Rieti e Leonessa
Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione
Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione
Rilevazioni meteorologiche. Schede di rilevamento
Registri distribuzione cereali ai diversi campi di prova e moltiplicazione
Registri delle sperimentazioni delle bietole a Rieti e Leonessa
Giornale di entrata e uscita dei beni mobili
Registro sperimentazioni patate Rieti e Leonessa
Sperimentazione orzo e avena
Libro Sperimentazione Mais
1939
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1922-1927
1926-1930
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1931-1932
1931-1939
1933-1941
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