Scheda tecnica per comprendere un Raga i modi musicali i raga i cicli

Transcript

Scheda tecnica per comprendere un Raga i modi musicali i raga i cicli
Scheda tecnica per comprendere un Raga
i modi musicali
i raga
i cicli
I modi musicali
La musica ha evidenti effetti sul sistema emotivo e mentale dell’individuo, da sempre, in tutti i continenti e
in tutte le epoche.
Essa può sia aiutare che essere dannosa.
Gli Indiani sono stati i pionieri e i maestri nello studio della vibrazione delle note e delle influenze sul piano
energetico dell’individuo.
Il canto gregoriano è un canto sacro cristiano praticato fino dal medioevo nei monasteri che aveva come
scopo l’accesso alla trascendenza e l’attivazione della sacralità interiore. Al contempo permetteva lo
sviluppo armonico della comunità, per effetto dell’armonizzazione di tutti i piani dell’esistenza attraverso la
vibrazione.
Molte scuole misteriche dell’antica Grecia, dell’Egitto, dell’India e del Tibet avevano una vasta conoscenza
della musica come guarigione, basata sul principio della vibrazione.
Questo potente metodo si inizia a trascurare quando si espande il campo della medicina nel 19° secolo,
espressione più materica di cura.
Il blues ha come caratteristica la terza nota, il Mi. Il Mi si abbassa di valore nel blues e il fenomeno non è
casuale poiché la terza nota corrisponde al centro energetico del potere personale, il plesso solare, il punto
critico di un popolo che ha vissuto l’impossibilità di esercitare il proprio potere personale. Utilizzare quel
suono, con un abbassamento di tono della nota Mi, ha permesso agli schiavi di metabolizzare gradualmente
le proprie emozioni che altrimenti non avrebbero potuto esprimersi, fino a volgere il dolore in creatività, e
dunque fino a curare un intero popolo e certamente molte coscienze individuali che diversamente
avrebbero potuto soccombere nell’aggressività rivolta all’esterno o all’interno di sé.
Il flamenco è universalmente riconosciuto essere di origine indiana, portato sulla penisola iberica da tribù
erranti provenienti dal sub continente indiano. La scala del flamenco è caratterizzata dalla seconda, terza,
sesta e settima nota in grado “bemolle” o minore, mentre la quinta si alza di un semitono. La quinta
corrisponde al centro della gola: la conflittualità, la rabbia, la frustrazione e la paura escono, si elevano,
così come la quinta nota e permettono la trasformazione della disarmonia interiore in armonia mostrata.
Il rock incarna il ritmo della terra, quindi rappresenta il nutrimento e i giovani sono spesso attratti dal ritmo
perché questo consente loro di nutrirsi, di sciogliere l’aggressività dei centri energetici inferiori per
compensare le lacune energetiche dei centri energetici superiori.
Il rock incarna anche l’accesso ai piani ancestrali del sé e per questo è spesso usato nelle tecniche di
Rebirthing e Olotropica di Stanislav Groff, dove l’individuo viene accompagnato alla scoperta dei lati
ancestrali del sé.
1
Anche la Biodanza di Rolando Toro usa il repertorio rock e sud americano come guida per sciogliere le
emozioni.
La musica greca, le ballate o le storie cantate e intervallate da un coro che ricorre. Si riproduce il
movimento dell’andare e tornare, del vecchio e del nuovo. Attraverso i suoni di conferma della identità
personale, sociale e spirituale, questo modo musicale può giovare a chi è pessimista, chi manca di coraggio
o di fede, al cinico, al risentimento e all’amarezza.
Il jazz: l’aria e la variazione. Un tema centrale viene espresso in svariati modi, viene “decorato” grazie alla
sensibilità del compositore o dell’esecutore. Questo modo riflette la molteplicità del sé, e le diverse
sfaccettature della personalità. Può essere d’aiuto a chi si sentono in colpa o si vergognano, per chi ha
paura della libera espressione o della punizione, per chi si pone dei limiti, ovvero al centro energetico del
plesso solare.
La musica classica occidentale in senso lato favorisce l’equilibrio psico-fisico dell’individuo, grazie alla
sinfonia ( sinfonia significa unione di suoni) e al largo uso di fiati e di violini. Mozart fa un particolare uso
degli alti e dei bassi e per questo favorisce l’equilibrio tra energia alta e bassa della persona, Bach trasmette
un senso di armonia che giova allo stomaco e al cuore, Beethoven sostiene il collegamento tra l’io interiore
e l’ambiente sterno e dunque agisce su reni e fegato, Rossini favorisce il contatto con la spiritualità e serve
per coloro che si sentono stanchi, per citarne solo alcuni.
La musica classica indiana ha una struttura circolare, ondulatoria prodotta dal collegamento tra le note.
Questo modo ha effetti benefici sul cuore, sul sistema nervoso e sanguigno.
La musica africana usando i ritmi binari ha effetti sorprendenti sulla paura e sul panico esistenziale,
favorisce la coordinazione tra emisferi cerebrali e permette un equilibrio che porta alla migliore
affermazione migliore del sé dell’individuo. L’armonizzazione della terra, della base, dei centri energetici
bassi consente all’energia di salire e di raggiungere stati di trance.
La musica celtica esprime aspetti legati al centro dell’affermazione e, nel contempo, tende a collegare
l’individuo ai piani spirituali del cuore e della fronte.
La musica turca è in grado di muovere le corde dell’animo umano e di elevare, nella musica Sufi, creando
particolari atmosfere grazie all’uso del flauto, del tamburo e di strumenti a corda dal timbro assai
particolare.
La musica del Caucaso è un ponte tra oriente e occidente.
La musica cinese e giapponese è legata agli elementi ( legno, fuoco, terra, metallo e acqua) e agli organi
interni ( fegato, cuore, milza, polmoni, reni), e per questa ragione si connota naturalmente nella sfera della
terapia, capace di armonizzare gli organi fisici e le espressioni emotive o mentali ad essi legate.
I modi musicali indiani si chiamano “raga”.
Il termine Raga o Rāga indica, nella musica classica indiana, particolari strutture musicali, che seguono
nell'esecuzione precise regole relativamente alle frasi melodiche consentite o vietate, e sono basati su un
certo numero di scale musicali di base. Per ogni scala di base esistono innumerevoli Rāga teoricamente
possibili, anche se nella pratica effettiva dei musicisti ammontano complessivamente a qualche centinaio.
In India esistono due sistemi di musica classica, quello Hindustani (indostano) del Nord e quello Karnàtak
(carnatico) del Sud, che si differenziano in molti aspetti pur mantenendo una base fondamentale comune.
Le scale di base del sistema Hindustani sono 10, sei delle quali conosciute anche in Occidente, scelte per le
loro particolari caratteristiche strutturali. Queste formano un punto di riferimento per un gran numero di
altre scale. Il sistema Karnàtak invece contempla 72 scale teoriche possibili, di cui 32 effettivamente
2
utilizzabili, basate sulle combinazioni delle note. Le scale dei due sistemi sono usate intercambiabilmente,
anche se con nomi e classificazione diversi.
Ogni brano classico dell'India, è basato su un certo Rāga: l'accompagnamento del canto o l'esecuzione
solista viene eseguita improvvisando sulle note della scala del raga, in accordo alle regole caratteristiche del
raga stesso.
Le 7 note indiane che compongono la scala diatonica sono chiamate Sa, Re, Ga, Ma, Pa, Dha, Ni.
I raga si raggruppano in quattro classi.
I raga di sette note, di sei note, di cinque note e di quattro note.
I raga di sette note hanno la stessa scala musicale occidentale, gli altri omettono alcune note quindi hanno
una diversa influenza sulla mente. In Cina usano anche la scala di quattro note, ma non in India.
Il sistema musicale dei raga è molto antico, risale a prima dell’epoca vedica, forse tra il 6000 e il 3000 a.C.,
ma solo dall’anno 1000 in poi compaiono trattati più articolati sull’argomento.
Il Veda che tratta della fisica e metafisica del suono, della semantica e del simbolismo musicale, delle
applicazioni magiche e terapeutiche del suono si chiama Gandharva Veda.
Il più antico sistema musicale si chiama Sistema di Siva. Successivamente appaiono il Sistema di Soma, da
cui deriva il canto carnatico, il Sistema di Hanuman e il Sistema di Bharata, che ha scambiato influenze con
la cultura greca.
Il Sistema di Siva era basato su dieci scale pentatoniche ( cinque note), chiamate Raga, e varie scale
eptatoniche ( sette note) chiamate Raghini, o spose dei Raga. Mentre i Raga avevano caratteri ben definiti i
Raghini erano scale meno definite e meno assolute.
I maggiori raga di quel tempo sono ancora oggi i maggiori raga della musica classica indiana.
La caratteristica di ogni raga, che significa “colore”, risiede nella scelta di alcune note cardini che, all’interno
della scala musicale, definiscono il carattere, l’espressione simbolica, l’azione sulle emozioni e sulla energia
vitale.
Ogni scala esprime dunque un preciso valore energetico e simbolico e, nel tempo, sono state accostate a
manifestazioni della natura, alle ore del giorno o della notte, alle stagioni, agli stati d’animo e alle emozioni.
Dalla prima nota si riconosce un raga.
Nella tradizione indiana sono state individuate nove Rasa, o emozioni, che possono essere espresse
attraverso la scelta del Raga.
Carattere erotico/romantico: Shringara
Carattere scherzoso: Hasya
Carattere tragico/triste/patetico: Karuna
Carattere drammatico/esasperato: Raudra
Carattere maestoso/coraggioso: Veera
Carattere solenne/pauroso: Bhayanaka
Carattere di gioia/meraviglia: Adbhuta
Carattere di pace: Shanta
Carattere disgustoso/sgradevole: Vibhasa.
Il carattere di ciascun raga è dato dalla scelta o dall’esclusione di alcune note all’interno della scala
musicale.
3
Ogni suono è anche contraddistinto da una qualità forte, o maschile o da una qualità ricettiva o femminile,
a seconda del tipo di intervallo che enfatizza una nota o l’altra nella scala.
Ogni raga produce un effetto preciso a livello emozionale, simbolico ed energetico.
La tradizione Carnatica del sud India è più ortodossa di quella Hindustani del nord india che ha invece
subito influenze islamiche. Tuttavia occorre considerare che i re Moghul furono affascinati dalla raffinatezza
della musica indiana e furono grandi mecenati in grado di sostenerne lo sviluppo e il fiorire anche nel regno
islamico.
La musica indiana è sempre stata suonata nei templi e nelle manifestazioni religiose: vissuta come via di
conoscenza ha sempre unito visione yogica, misticismo e creatività, rendendo continuamente manifesta
la natura psicofisica sonora dell’uomo.
Il suono calma il corpo mentale e apre finestre sulla luce, in spazi ampi, indefiniti, astrali.
Gamaka, la vibrazione, il movimento vibrato della voce, una forma di canto di alcune note all’interno del
raga, sblocca le energie bloccate.
Analizziamo qui di seguito alcuni raga, corrispondenti al sistema principale dei sette chakra.
Raga Yaman ( nome carnatico Mlechakaiyani)
Agisce sul quarto e quinto chakra.
Note occidentali: DO RE MI FA+ SOL LA SI DO
Note Indiane: SA RE GA MA+ PA DHA NI SA
SA: perineo
RE: ombelico
GA: stomaco, plesso solare
MA+: cuore
PA: gola
DHA: fronte
NI: corona
SA: oltre la corona ( ottava superiore)
Nel sistema Hindustani del nord India è il primo che viene studiato dall’allievo.
L’immagine simbolica è il tramonto, la pace al tramonto.
La nota più importante è il MA tivra o FA diesis, cioè più alto del solito. Il punto risonante è tra sterno e
gola.
Questa nota crea una sospensione nel percorso ascendente del suono e deve appoggiarsi alla nota
successiva PA.
In questo Raga Yaman vengono enfatizzati gli aspetti creativi e della comunicazione.
Le note nel Raga Yaman vanno eseguite in modo un po’ aereo, con carattere Vata.
Il Raga Yaman stimola la creatività, la capacità di comunicare e di usare il libero pensiero, rende possibile la
realizzazione dei progetti.
Viene usato quando la persona è eccessivamente romantica e possessiva, per spostare l’energia
dall’attaccamento alla creatività e alla libertà.
Il raga Yaman rassicura e pacifica, viene ascoltato in momenti di meditazione, di riposo, di sessioni di
rilassamento o training autogeno.
La nota Ni, enfatizzata, aiuta a massaggiare l’apparato oculare.
4
Raga Bhupali ( nome carnatico Mohanam)
Agisce sul primo chakra e sul terzo.
Note occidentali: DO RE MI SOL LA DO
Note indiane: SA RE GA PA DHA SA
Raga pentatonico ( cinque note).
SA: perineo
RE: ombelico
GA: stomaco, plesso solare
PA: gola
DHA: fronte
SA: corona ( ottava superiore)
La nota SA del perineo è forte, potente, grossa.
Il raga Bhupali si usa quando c’è bisogno di energia radicante, energia Kapha.
L’enfasi è sul GA e sul DHA. Cantare GA varie volte, ripetete e accentuare con contrazioni muscoli
addominali.
Il Sa del perineo è forte e granitico, il RE è forte e aperto, il GA è il fuoco del guerriero, il PA crea una
espansione alla gola e il suono sale, il DHA accende la fronte, il SA superiore accoglie la trasformazione.
L’azione del Raga Bhupali è di concentrare l’energia verso la terra, il perineo, e verso il plesso solare.
Composto da note forti, yang, maschili, richiamo alla realtà concreta, al radicamento.
Definito anche il raga del guerriero, favorisce la fiducia in se stessi e la capacità di andare nel mondo a testa
alta.
Se manca energia al perineo e al plesso solare la persona tende ad avere una visione pessimistica della vita,
piena di dubbi, ansie e paure.
Ha una azione tonificante sul fegato e sul cuore.
Se cantato delicatamente dona calma e serenità, fiducia nell’esistenza e devozione nel divino, può far
riacquistare la forza necessaria per sciogliere le paure della sopravvivenza, della mancanza di denaro o della
casa, della possibilità di avere un posto reale nella società.
Cantare o ascoltare il Raga Bhupali è un buon compendio per sciogliere questi nodi.
La nota risonante, la nota centrale del Raga Bhupali è il GA, che va enfatizzata.
L’immagine simbolica è la fiducia nella vita e la forza di vivere.
Raga Bhairav( nome carnatico Mayamalavagaula)
Agisce sul secondo chakra.
Note occidentali: DO REbem MI FA SOL LAbem SI DO
Note indiane: SA REk( REk significa RE Komal, ovvero bemolle) GA MA PA DHAk NI SA
Raga eptatonico ( sette note)
SA: perineo
REk: ombelico
GA: stomaco, plesso solare
MA: cuore
PA: gola
DHAk: fronte
NI: corona
5
SA: oltre la corona ( ottava superiore)
Raga molto antico collegato al simbolismo dell’alba delle cose e della nascita.
Scala conosciuta anche nelle zone islamiche dell’Asia e del Nord Africa. Conosciuto anche come Scala
Gitana, nella musica occidentale.
Nel sistema Carnatico è il primo che l’allievo impara.
Particolarità è l’alternanza di intervalli di mezzo tono e un tono e mezzo, solo tra il MA e il PA vi è un
intervallo di un tono.
IL RE è cantato in modo tenue, il sole non è ancora sorto.
Il GA è un suono pieno, solare, il sole è sorto, il tono sale verso l’alto.
Il MA vibra internamente, nel cuore, atteggiamento raccolto.
Il PA è estroverso
Il DHA va verso l’alto, apertura allo spazio, all’immagine.
NI: sale verso la sommità del capo e SA superiore è la luce, la pura luce.
Il REk stimola l’energia del secondo chakra, zona pubica, ombelicale, sessuale.
Il Raga Bhairav favorisce l’espressione istintuale, passionale, creativa nelle persone troppo analitiche e
razionali.
Riattiva le persone Kapha, porta all’apertura, si usa quando si inizia un nuovo lavoro con il gruppo.
In forma ritmica si può usare nel lavoro con i bambini.
Il Rek è legato a una energia viscerale e ancestrale, che attiva aspetti non razionali della personalità.
Il Raga Bhairav avvicina la persona che lo canta o lo ascolta a qualità più femminili, legate alla maternità
e alla sessualità: può essere avvertito come un cordone ombelicale sonoro.
Può essere ascoltato dal neonato fino all’età di sette mesi, poi è necessario passare al Raga Megh.
Il Raga Bhairav favorisce la gravidanza e sostiene il processo della creazione di una nuova vita e il processo
del parto. Utile sia in ascolto che cantato. Si usa anche come musica di sottofondo nel parto e se fatto
ascoltare al neonato nei primi mesi dopo il parto ne rappresenta un legame di continuità e di sicurezza.
Il Raga Bhairav si usa anche in caso di blocchi relativi alla sfera creativa della persona, e quindi aiutare nei
casi di depressione in cui la persona pensa di non potersi esprimere nella vita.
Visualizzare nelle prime due note, SA e REk il levar del sole alla linea dell’orizzonte sul mare, l’elemento del
Raga Bhairav è l’acqua.
L’immagine simbolica è la nascita di una cosa, una persona, un progetto: lasciare che avvenga.
Cicli temporali
Nella cultura indiana la concezione del tempo è ciclica. In ambito musicale questa concezione si manifesta a
tre livelli:
Ciclo annuale (stagioni)
Ciclo giornaliero
Ciclo temporale del ritmo musicale
Ciclo annuale
Durante l'anno in India si avvicendano cinque stagioni, ognuna delle quali possiede qualità emotive e
sentimentali dominanti. Ognuna di queste qualità trova rispondenza nelle qualità dei raga, in base a ciò
determinati raga sono eseguiti preferibilmente in alcune stagioni rispetto ad altre. Questa classificazione è
6
più o meno stringente a seconda che il raga in questione sia più o meno fortemente caratterizzato (certi
raga possono essere eseguiti solo in periodi dell'anno ben precisi, mentre altri vengono eseguiti tutto
l'anno).
Ciclo giornaliero
Analoga suddivisione esiste per il ciclo giornaliero. Le 24 ore sono suddivise in otto parti da tre ore di
durata, ognuna di queste parti è caratterizzata da diversi sentimenti dominanti e da una diversa
combinazione, in particolare, delle energie del Sole e della Terra, e favorisce o sfavorisce la buona riuscita
dell'esecuzione di un raga e della manifestazione del suo sentimento. Ciò determina anche il limite teorico
di durata di una particolare esecuzione (tre ore appunto), in quanto il cambiamento della fase temporale
del giorno può implicare la non adeguatezza del raga per la nuova fase. Determinate note della scala
possono essere adatte o meno ad una determinata ora del giorno, quindi anche in questo caso certi raga
vengono eseguiti solo in certe fasi del ciclo di 24 ore, mentre altri possono essere eseguiti in qualsiasi
momento.
Ciclo ritmico musicale
Nell'esecuzione di un raga, dopo la fase iniziale di improvvisazione priva di un preciso schema ritmico, entra
in gioco il tala, termine che indica una struttura ritmica ciclica suddivisa in un certo numero di unità di base
matra, con una forma caratteristica che individua precisamente il particolare tala. Non esistono tempi
generici come in Occidente (4/4, 6/8, ecc.), ma forme ritmiche cicliche ben riconoscibili e con
caratteristiche proprie, che combinate con la forma del raga vincolano lo sviluppo dell'improvvisazione.
Analogamente a quanto avviene per la melodia con la forma del raga, la forma del tala è punto di partenza
per l'elaborazione di improvvisazioni ritmiche di grande complessità, con variazioni sulla forma di base e
con cicli che si ripetono all'interno di cicli più vasti.
Bibliografia
Paolo Avanzo, Biofonia, Alba Magica, 2002
Wikipedia
7