Bilancio Sociale 2014

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Bilancio Sociale 2014
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Cils — Indice
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—
3 Settori lavorativi della cooperativa
—
6 Lettera del presidente
— 49 La percentuale di invalidità
—
9 Nota introduttiva
— 50 Le tipologie di deficit
— 48 La retribuzione
— 51 L’età media e il progressivo
invecchiamento dei lavoratori disabili
— 11 capitolo 01
Identità della cooperativa
— 53 Il Coordinamento Sociale
— 54 L’iter degli inserimenti lavorativi
— 12 Chi siamo
— 12 La storia
— 14 La missione
— 16 La struttura organizzativa
— 18 Il Consiglio di Amministrazione
— 19 La responsabilità sociale
— 56 capitolo 04
Gli interventi socio-assistenziali: il settore A
— 57 Il centro socio-riabilitativo residenziale
“Fabio Abbondanza”
— 58 Il centro socio-riabilitativo residenziale
“Renzo Navacchia”
— 25 capitolo 02
La Cils come impresa sociale
— 59 Il centro socio-occupazionale “Calicantus” (Cso)
— 62 Il centro socio-occupazionale “La bArca” (Cso)
— 26 La base lavorativa
— 27 I dipendenti nei vari settori
— 27 Età media dei lavoratori
— 28 Turnover: i movimenti del personale
— 64 capitolo 05
Il coinvolgimento degli stakeholder
— 28 Tipologie contrattuali
— 65 Il questionario ai lavoratori
— 29 Composizione del personale
— 74 Le interviste ai lavoratori disabili
per sesso e nazionalità
— 31 La formazione
— 80 Le interviste agli stakeholder esterni
— 84 Le interviste ai familiari
— 32 I settori lavorativi di intervento
— 42 I servizi alle imprese
— 86 capitolo 06
Impegni futuri
— 46 capitolo 03
— 87 Il rifugio di via Boscone
L’inserimento lavorativo dei ragazzi
disabili e il coordinamento sociale
— 47 I lavoratori disabili
— 91 Allegati
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Cils — Settori lavorativi della Cooperativa
Settori cooperativa tipo A
— “Fabio Abbondanza” centro socio-riabilitativo residenziale
— “Renzo Navacchia” centro socio-riabilitativo residenziale
— “Calicantus” centro socio-occupazionale (Cso)
— “La bArca” centro socio-occupazionale (Cso)
Settori cooperativa tipo B
— Servizi alle imprese
— Servizi di portierato e front-office
— Amministrazione
Settori di supporto
— Coordinamento sociale
Settori cooperativa tipo B
— Litografia stampa e packaging
— Manolibera produzione carta fatta a mano
Settori cooperativa tipo B
— Pulizie industriali e civili
— Pulizia e sorveglianza scuole materne e scuole elementari
— Servizi ambientali manutenzione cassonetti e verde pubblico
o privato, gestione isole ecologiche, svuotamento cestini,
pulizia strade e marciapiedi, raccolta differenziata,
disinfestazione, disinfezione, derattizzazione, facchinaggio e trasloco
— Servizi cimiteriali gestione nuovo cimitero di Tipano e forno crematorio,
pulizia, manutenzione e verde cimitero urbano e cimiteri rurali
— Vendita piante e fiori negozio presso il cimitero urbano di Cesena
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Cils — Bilancio Sociale — 2014
Lettera del Presidente
Il Bilancio Sociale: un documento scontato o una fotografia efficace per valutare l’influenza dell’attività di un’impresa sulla comunità?
Il Bilancio Sociale per una cooperativa sociale può sembrare un documento inutile o, per lo
meno, scontato, anche in riferimento alla definizione riportata nella Legge 381/91 all’Art. 1:
“Le cooperative sociali hanno lo scopo di perseguire l'interesse generale della comunità alla
promozione umana e all'integrazione sociale dei cittadini attraverso:
a) la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi;
b) lo svolgimento di attività diverse — agricole, industriali, commerciali o di servizi — finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate.”
A quei principi è stata orientata l’attività di impresa della cooperazione sociale di tipo b), nella complessità di dover coniugare la missione di integrare al lavoro persone con autonomie
molto ridotte con l’esigenza di offrire servizi di qualità a costi competitivi.
La storia quarantennale della cooperativa Cils rappresenta un patrimonio non solo dei soci
e dei lavoratori, ma di tutti i cittadini di Cesena, sia per i risultati occupazionali (al 31/12/2014
occupati 435, dei quali 68 persone con disabilità, 9 svantaggiati seguiti dai Servizi Sociali, 94
invalidi civili, per un totale di 171 lavoratori svantaggiati), sia per l’attività di un’impresa così
complessa in grado di affrontare le sfide del mercato.
Alla fine del 2014 e nel corso del 2015 a causa di comportamenti illegali di alcune cooperative sociali tutto il sistema della cooperazione è stato messo in discussione senza nessuna distinzione fra quelle che continuano ad operare nel pieno rispetto delle finalità mutualistiche
e nel perseguimento della propria missione. Questo bilancio sociale vuole essere, innanzitutto, uno strumento per informare, nella totale trasparenza, al di là dei risultati puramente
economici, i soci, i lavoratori, gli Enti Pubblici e tutte le imprese che collaborano con la cooperativa, quali sono i suoi obiettivi sociali, quali benefici porta alla collettività la sua attività di
impresa e quale contributo essa dà per la costruzione del bene comune.
Ma il Bilancio Sociale è uno strumento di riflessione indispensabile anche per gli Amministratori della cooperativa, per valutare la fedeltà e la coerenza allo statuto e per continuare a
programmare, al di là delle difficoltà contingenti, come quelle che hanno caratterizzato negativamente l’anno in corso, un modello di impresa sociale sempre più strutturato ed efficiente, senza però trascurare gli scopi statutari voluti dalle tre associazioni che hanno fondato la Cils: Anffas, Enaip E Anmic.
Il Bilancio Sociale è un momento di pausa necessaria per interrompere la frenetica attività di
tutti i giorni e per affrontare con più consapevolezza ed entusiasmo le difficoltà di riuscire a coniugare socialità, qualità e sviluppo. Il Bilancio Sociale vuole essere una fotografia della realtà
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della cooperativa, non esaustiva, ma abbastanza significativa del suo ruolo di “perseguire
l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione dei cittadini.”
Senza voler anticipare i contenuti di questo bilancio sociale, ritengo opportuno sintetizzarne gli aspetti più qualificanti:
— il
volontariato del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale che è una carat-
teristica esclusiva della cooperativa Cils inserita nello statuto dai soci fondatori;
— la responsabilità sociale verso l’ambiente, la sicurezza sui posti di lavoro, la garanzia verso
tutti clienti, grazie alle Certificazioni che qualificano i servivi offerti dalla cooperativa:
— ISO 9001 certificazione qualità (2008)
— SA 8000 certificazione etica (2008)
— ISO 14001 certificazione ambientale (2004)
— OHSAS 18001 certificazione sicurezza (2007)
— FSC (Forest Stewardship Council) per l’utilizzo nella Litografia di carta certificata secondo
standard sociali e ambientali (2014)
— Modello Organizzativo 231 (2014);
— la totale regolarità amministrativa e retributiva;
— una formazione continua dei lavoratori;
— l’inserimento
lavorativo di persone con scarse autonomie adeguatamente affiancate da
colleghi di sostegno. L’invalidità media dei lavoratori con disabilità è pari a 80,7%;
— la
scelta di considerare definitivo e stabile il posto di lavoro di una persona con disabilità
anche a fronte della perdita di qualche commessa;
— la
stabilizzazione dei posti di lavoro: dei 435 occupati al 31-12-2014, 354 persone avevano
un contratto a tempo indeterminato (81,3%);
— il numero delle donne occupate: 262 pari al 60,2% dei lavoratori;
— la preziosa e complessa attività di quattro coordinatrici sociali, che curano la qualità degli
inserimenti lavorativi delle persone con disabilità con progetti personalizzati, con la collaborazione di un pedagogista che ha la funzione di tecnico addetto alla formazione e alla supervisione;
— il Rifugio di via Boscone, un progetto innovativo di assistenza, di cui si fa cenno nella parte
conclusiva del bilancio sociale.
Un sentito ringraziamento alla dott.ssa Beatrice Severi per la qualità e l’impegno del lavoro
svolto nella redazione di questo bilancio sociale.
Un ringraziamento anche alla Banca di Forlì, alla Camera di Commercio di Forlì, all’Associazione Giovani Banca di Cesena e alla Banca di Credito Cooperativo di Cesena per aver promosso il progetto Moving Generation e alla Cooperativa Uniser per averlo coordinato.
Il Presidente della Cooperativa Cils
Giuliano Galassi
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Nota introduttiva
Questo lavoro nasce nell’ambito del progetto Moving Generation, coordinato dalla Cooperativa Uniser, promosso dalla Banca di Forlì, dalla Camera di Commercio di Forlì, dall’associazione Giovani Banca di Cesena e dalla Banca di Credito Cooperativo di Cesena, a cui Cils
aderisce all’inizio del 2015 inserendo una tirocinante in cooperativa e indirizzandola alla realizzazione del Bilancio Sociale 2014.
Il 2014 è un anno importante: Cils festeggia i suoi 40 anni di attività e dopo 6 anni passati
dall’ultimo bilancio sociale redatto, sembra l’occasione giusta per rinnovare il documento
e fornire, a tutti gli interlocutori della cooperativa, un aggiornamento sul lavoro e l’impegno della stessa.
Il Progetto Moving Generation, prevedeva che una parte del tirocinio si svolgesse all’estero
e per questo Cils ha scelto l’istituto terapeutico francese Itep “La Tremblaie”, con cui è in attivo un partenariato che prevede visite di studio in realtà “sociali” sul territorio italiano.
Il tirocinio si è sviluppato in tre momenti distinti:
— una
prima parte svoltasi in Italia, presso Cils, durante la quale mi sono dedicata principal-
mente alla raccolta di documenti utili per conoscere la storia della cooperativa e di tutte le
sue sfaccettature. Ho avuto modo di leggere alcuni bilanci d’esercizio di anni precedenti e
soprattutto di leggere l’ultimo bilancio sociale redatto nel 2008, cercando di raccogliere informazioni per l’impostazione del nuovo documento. Un’altra importante attività svolta in
questa prima fase è stata quella di visitare, insieme alle coordinatrici sociali, i principali cantieri della Cils, che impiegassero all’interno dei lavoratori disabili, per capire e apprendere
sul campo quali sono le principali attività della cooperativa e la sua mission.
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Cils — Bilancio Sociale — 2014
— La seconda fase del tirocinio, della durata di circa tre mesi, si è svolta interamente presso
l’istituto terapeutico francese Itep “La Tremblaie”, a Cholet, in Francia. In questo periodo ho
avuto modo di esplorare la realtà sociale francese, più che altro inerentemente alla scolarizzazione di bambini e adolescenti con problematiche sociali. Le attività che ho svolto in questo istituto sono state principalmente quelle di raccolta dati e redazione sia di un rapporto
d’attività dell’ente, sia di un documento di rendicontazione sociale. Tutto ciò ovviamente in
scala ridotta essendo poco il tempo a disposizione. Questo mi ha permesso di acquisire conoscenze e competenze circa la redazione di documenti ufficiali, che ho potuto poi riutilizzare per la redazione del bilancio sociale della Cils.
— La terza e ultima fase del tirocinio si è svolta nuovamente alla Cils. In questa fase ho com-
pletato la raccolta dei dati necessari per la stesura del bilancio. Inoltre, mi sono dedicata allo
svolgimento delle interviste ai principali stakeholder della cooperativa. L’ultima parte è stata
dedicata alla stesura vera e propria del documento.
Il lavoro svolto durante questo tirocinio, mi ha permesso di raccogliere spunti ed idee per la
stesura del bilancio sociale. Oltre all’esperienza all’estero che ha sicuramente permesso di
arricchire il lavoro, ho anche avuto modo di confrontarmi con la professoressa Rebecca Levy Orelli, dell’Università di Bologna, che si occupa proprio di responsabilità sociale d’impresa e che mi ha fornito alcuni consigli preziosi per la redazione del bilancio.
Nonostante i numerosi contributi originali, in linea generale lo schema del bilancio segue le
linee guida Gbs, che restano, nell’ambito europeo, le linee guida più accreditate.
Infine, è importante sottolineare che il bilancio sociale è un documento che è stato redatto
grazie alla collaborazione di tutte le unità operative di Cils.
In particolare, ci terrei a ringraziare l’importante contributo del Coordinamento Sociale, della Direzione e dell’Amministrazione. Questo ne determina l’importanza e la valenza, non solo
per la cooperativa stessa, ma anche per tutti coloro che ne entrano in contatto.
Beatrice Severi
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capitolo uno
identità della
cooperativa
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Cils — Identità della cooperativa
Chi siamo
La Cils è una Cooperativa Sociale nata il 7 giugno del 1974, che nel 2014 ha festeggiato i 40
anni di attività. È quindi una realtà radicata e importante del territorio, fondata da realtà locali, da sempre impegnate nell’ambito della disabilità:
—
A.N.F.F.A.S. Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva
e/o Relazionale;
— E.N.A.I.P. Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale;
— A.N.M.I.C. Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili.
La cooperativa Cils fu fondata da queste tre associazioni che, in virtù dell’importanza che la
Cils gli ha da sempre riconosciuto, tutt’ora hanno loro rappresentanti all’interno del Consiglio di Amministrazione. L’esigenza che queste tre associazioni riscontrarono fu proprio
quella di capire dove poter indirizzare i ragazzi disabili dopo l’obbligo scolastico e, dove effettuata, dopo la formazione professionale.
Quale percorso potevano intraprendere queste persone? Quale futuro? Sono queste le domande principali che le tre associazioni si posero e che le spinsero a pensare a soluzioni
possibili. Ecco allora che prese avvio un progetto unico ed innovativo per quei tempi, vale a
dire contrapporre al mero assistenzialismo statale, una logica che facesse della piena integrazione delle “persone diversamente abili” il proprio obiettivo.
Lo scopo principale della cooperativa è dunque, ancora oggi, quello di favorire l’inserimento di persone con disabilità in un lavoro dignitoso, stabile e remunerato.
Cils è definibile come “cooperativa mista”:
— di tipo “B” che si occupa dell’inserimento lavorativo di persone con disabilità;
— di tipo “A” che offre servizi socio-assistenziali.
La Cils si distingue come impresa sociale per la prevalenza di settori produttivi nei quali
vengono impiegate persone con disabilità per la produzione di beni e servizi, per privati e
per amministrazioni pubbliche.
Il settore B, infatti rappresenta lo storico della cooperativa, il punto di partenza della sua attività. Il settore A è subentrato in seguito anche all’esigenza di dare assistenza alle persone disabili più problematiche, impossibilitate a svolgere qualsiasi tipo di lavoro o con situazioni
familiari particolarmente disagiate.
La storia
Come già anticipato, Cils nasce per volontà di tre associazioni attive nell’ambito della disabilità: Enaip, Anfass e Anmic.
L’assenza di realtà adatte all’inserimento lavorativo dei disabili, dopo un iniziale periodo di
formazione, è lo stimolo che spinge i tre enti a cooperare nella creazione di una nuova realtà
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che si occupa proprio di questo. Ecco allora che nasce la cooperativa Cils.
Di seguito, una sorta di linea del tempo ricostruisce gli avvenimenti più importanti e significativi della sua storia.
— 1974 fondazione della cooperativa da parte di Enaip, Anfass E Anmic.
—
1975 inizio dell’attività vera e propria con la gestione del parcheggio domenicale dello
Stadio “A. Manuzzi” di Cesena e della Piscina Comunale.
—
1976 si aggiungono nuovi settori di intervento, si inizia la gestione del parcheggio dal-
l’Ospedale “M. Bufalini” e viene attivato il settore delle pulizie. I lavoratori sono 18 in totale: 12
persone normodotate e 6 diversamente abili.
— 1977
ha inizio l’attività della Litografia, uno dei settori più tecnici e specializzati della coo-
perativa Cils.
— 1978 prende avvio la gestione del Parcheggio di Piazza Libertà.
— 1983 comincia la costruzione del chiosco per la vendita dei fiori nel lato Cesuola del Cimi-
tero Urbano di Cesena, che viene ultimato e inaugurato nel 1984.
— 1988/1989 fine della costruzione della Comunità Residenziale denominata “Fabio Abbon-
danza”, in memoria del primo presidente della Cooperativa. Inoltre viene assunta un’operatrice sociale per migliorare e rendere più produttivo ed efficiente il rapporto tra i lavoratori disabili e la Cooperativa e per avere un costante rapporto di collaborazione con le famiglie dei
dipendenti con disabilità. La Cooperativa stipula con il Comune di Cesena una convenzione
per il “Servizio di sostituzioni temporanee dei bidelli nelle scuole del comprensorio cesenate”.
— 1993
è un anno importante poichè il 3 febbraio con decreto n. 446 la regione Emilia -
Romagna riconosce la Cils come “Cooperativa Sociale”, ai sensi della Legge n. 381 dell’8
novembre del 1991.
— 1994
viene attivata una convenzione con il Comune di Cesena per la pulizia di aree verdi
pubbliche della città e si avviano le attività dell’allora Centro di Terapia Occupazionale (Cto),
oggi centro socio-occupazionale “Calicantus”.
— 1997 la Cils viene riconosciuta come ente non profit e acquisisce la qualifica di Onlus (Or-
ganizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale), in attuazione del decreto legge 460/1997.
—
1998/2001 Settore A in recepimento della legge 381/1991, la cooperativa Cils nel 1998
amplia il proprio scopo sociale diventando anche una Cooperativa Sociale di tipo “A”, in
grado quindi di gestire servizi socio-sanitari, educativi e riabilitativi in conto proprio e per
conto terzi. Nel 1999 viene ultimato il centro residenziale per persone anziane con figli diversamente abili che viene denominato “Renzo Navacchia” in memoria del consigliere della
Cooperativa e nel 2001 avviene la sua inaugurazione ufficiale alla presenza dell’allora Ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco.
Settore B nel 1998 viene stipulata una convenzione lavorativa con l’azienda “Mareco Luce”.
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Cils — Identità della cooperativa
Nel 1999 anche l’azienda “Romagna Plastic” di Pievesestina di Cesena stipula una nuova
convenzione con la Cooperativa per l’inserimento, all’interno del proprio stabilimento, di
squadre di lavoro composte da dipendenti disabili e da operatori di sostegno, impegnati
nella produzione aziendale ed integrati con il resto dei lavoratori.
Inoltre nel 2001 la Cooperativa ottiene dalla Cassa di Risparmio di Cesena (Unibanca S.p.A.),
l’affidamento in convenzione del servizio di “Trattamento della corrispondenza”.
—
2002/2003 si concludono le procedure per la certificazione di qualità UNI EN ISO
9001:2000, e nel 2002 viene redatto il primo Bilancio Sociale, che consente di formalizzare la mission della Cils.
— 2006
la Cils ottiene la certificazione di responsabilità etica (SA8000) a riprova di una ge-
stione totalmente trasparente e rispettosa di tutti i diritti dei lavoratori. È la prima cooperativa sociale della Regione Emilia Romagna certificata e la sesta impresa nella Provincia di Forlì.
—
2008/2011 nel 2008 la Cils ottiene la Certificazione Ambientale ISO 14001. È la prima
Cooperativa Sociale in Emilia Romagna ad ottenerla ed evidenzia l’interesse che la Cooperativa riconosce all’ambiente in cui opera. Attraverso il suo conseguimento, la Cils si impegna a portare avanti pratiche sostenibili per l’ambiente in tutti i servizi erogati.
La cooperativa, sempre in quest’anno, partecipa, in occasione delle Giornate Europee dell’Handicap, ad un torneo internazionale di calcetto, ospitato dall’associazione Trigon ad
Ostrava, in Repubblica Ceca. Tale partecipazione si ripete negli anni a seguire. Inoltre, nel
2010 la Cils aderisce alla Fondazione Romagna Solidale. Nel 2011, dopo un laboratorio teatrale durato un anno, i ragazzi della Cils rappresentano al Teatro Bonci lo spettacolo “La bArca, scene da un diluvio”.
— 2012/2014 il 16 marzo la cooperativa riceve il premio “Marco Biagi - Il Resto del Carlino per
la Solidarietà Sociale”. Nel gennaio 2014 la Cils ha acquisito la certificazione FSC (Forest Stewardship Council) specifica per la produzione di materiale lito-tipografico su carta proveniente da foreste gestite secondo precisi standard sociali ed ambientali. Il 27 marzo del 2014
è stato adottato il Modello Organizzativo 231 per la prevenzione di reati e infortuni.
Il 7 giugno la Cooperativa festeggia i 40 anni di attività e per l’occasione a dicembre viene
presentato lo spettacolo “Villa Paradiso” al Teatro Bonci di Cesena.
La missione
La missione della Cils è stata delineata già dalla sua fondazione nel 1974. Tuttavia negli anni
di attività nuove esigenze sono emerse nel territorio in cui opera e nuove attività sono nate
all’interno della cooperativa.
Tutto ciò ha permesso di integrare, ampliare e modificare, quando necessario, la missione.
Gli obiettivi principali sono sotto elencati:
1) Perseguire l’integrazione dei disabili nel lavoro, dando risposta al loro diritto-dovere di
contribuire allo sviluppo economico della società.
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2) Porsi come impresa sociale e come transizione fra la formazione professionale ed il
mondo del lavoro, con l’obiettivo primario dell’occupazione dei disabili nelle imprese pubbliche e private.
3) Attivare ogni iniziativa per curare la qualità dell’inserimento all’interno della cooperativa
e per favorire l’inserimento esterno in aziende private, con l’impegno della riassunzione in
caso di licenziamento.
4) Farsi carico anche di chi ha autonomie lavorative molto limitate.
5) Promuovere iniziative culturali e sociali per offrire opportunità nel tempo libero.
6) Farsi carico della persona disabile in ogni momento della sua via, anche dopo la morte
dei genitori, tramite strutture di accoglienza specifiche.
7) Promuovere i valori cooperativistici e mutualistici fra i soci e i lavoratori, anche grazie a
condizioni di miglior favore rispetto al contratto collettivo nazionale di lavoro, superando la
logica del salario legato alle autonomie lavorative.
8) Dimostrare che un’impresa sociale, con un adeguato rapporto fra lavoratori disabili e lavoratori di sostegno, può conseguire utili d’esercizio e sostenersi senza alcun contributo
economico da parte degli enti pubblici.
9) Collaborare con gli enti pubblici, le associazioni e le centrali cooperative per lo sviluppo
della qualità della vita della città e per la riforma dello stato sociale.
10) Promuovere il volontariato, quale soggetto garante dell’attenzione sociale alle persone
disabili, con funzioni di stimolo e non di supplenza verso le istituzioni.
11) Inserire persone con disabilità intellettiva, affiancate da colleghi normodotati, in un lavoro adeguato, stabile e remunerato, valorizzando al massimo le autonomie specifiche di lavoratori esclusi dal mondo produttivo.
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Cils — Identità della cooperativa
La struttura organizzativa
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Cils — Identità della cooperativa
Il Consiglio di Amministrazione
La cooperativa Cils è governata dall’Assemblea dei Soci e da un Consiglio di Amministrazione
composto da persone provenienti dalla società civile e dai rappresentati delle tre associazioni
fondatrici della cooperativa. È importante sottolineare che il Consiglio di Amministrazione
svolge la sua attività in maniera volontaria. Questa è una caratteristica peculiare della cooperativa, che dimostra quanto le persone che ne fanno parte, o sono in qualche modo coinvolte nelle sue attività, siano realmente interessate alla sua mission, al di là di qualsiasi profitto
economico. Tale aspetto mostra un forte senso di appartenenza che lega i consiglieri alla
Cooperativa Cils e, allo stesso tempo, rappresenta un indice di trasparenza verso l’esterno.
La composizione del Cda al 31/12/2014 era la seguente:
Presidente Galassi Giuliano
Vice Presidente Zani Emanuela
Consiglieri Andreucci Giorgio, Biguzzi Mara, Biondi Carlo, Butteri Daniele, Collareta Margheritra, Manuzzi Giorgio, Maroni Annalia, Mondardini Luigi, Montanari Maria Cristina, Settanni Domenico, Sozzi Ezio, Balzani Clara, Bottari Francesco
Invitati permanenti Calvaresi Ettore, Casci Claudia, Colinucci Giuliano, D’altri Giancarlo,
Evangelisti Sauro, Fantini Davide, De Rosa Flavio, Gatto Valerio, Giorgi Sara, Imolesi Giuseppe, Modigliani Matteo, Sacchetti Cesare
Il Collegio Sindacale è composto da:
Sindaci effettivi Zanfini Andrea (Presidente), Caporali Silvia, Casadei Lisa
Sindaci supplenti Pieri Mario, Pieri Riccardo
Come riportato nella tabella precedente, sono invitate a partecipare una serie di persone,
gli “invitati permanenti” che condividono gli scopi della cooperativa e che sono interessate al suo andamento. Fra questi ci sono ex consiglieri, rappresentanti di associazioni con
cui la Cils collabora e dipendenti o ex dipendenti. Tale aspetto indica quanto la Cils dia peso
al confronto continuo e al dialogo con i propri interlocutori e principali portatori di interesse.
A luglio 2015, nel corso dell’Assemblea dei Soci, il Cda è stato rinnovato.
Di seguito la nuova ed attuale composizione :
Presidente Galassi Giuliano
Vice Presidente Andreucci Giorgio
Consiglieri Zani Emanuela, Francisconi Ermes, Mondardini Luigi, Biondi Carlo, Butteri Daniele, Bottari Francesco, Balzani Clara, Manuzzi Giorgio, Collareta Margherita, Montanari M.
Cristina, Santi Luca, Moretti Marco, Sacchetti Cesare
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La responsabilità sociale
La Cooperativa ritiene necessario un processo di continuo miglioramento nella realizzazione dei servizi prestati, consapevole che la qualità di questi, così come il rispetto per l’ambiente, la responsabilità sociale e l’attenzione verso le tematiche di salute e sicurezza sul lavoro influenzano in maniera determinate l’immagine, il posizionamento sul mercato nonchè
l’inquadramento responsabile nel territorio della cooperativa.
La Cooperativa si pone come obiettivo prioritario la completa soddisfazione delle esigenze
e aspettative del Cliente, nel rispetto dei requisiti del lavoro etico, quale veicolo attraverso
cui implementare le proprie attività, per poter rispondere coerentemente al suo scopo statutario che prevede l’inserimento di persone diversamente abili nel mondo del lavoro.
La Cooperativa Cils si impegna a:
— rendere
possibile l’inserimento lavorativo di persone diversamente abili attraverso la rea-
lizzazione, l’attuazione e la verifica di progetti individuali;
— individuare
nuovi servizi, mediante contatti diretti con gli Enti committenti e i Clienti pri-
vati della Cooperativa;
— attraverso
la realizzazione di Comunità e/o centri diurni, fornire l’assistenza a persone di-
versamente abili, orfani o in stato di abbandono;
—
attraverso la realizzazione di strutture residenziali, fornire l’assistenza a nuclei famigliari
composti da genitori anziani con figli diversamente abili;
— individuare
nuovi collaboratori qualificati, con competenze significative nelle aree che si
vogliono potenziare o implementare;
— promuovere incontri periodici con tutti i collaboratori, per un maggiore coinvolgimento in
ordine alle attività della Cooperativa;
— attuare interventi organizzativi tali da consentire una razionalizzazione degli incarichi pre-
vedendo, se necessario, attività di aggiornamento e formazione;
— conformarsi a tutti i requisiti della norma SA8000 e requisiti sottoscritti dalla Cooperativa,
alle leggi nazionali ed altre leggi vigenti;
— conformarsi
a tutti i requisiti della norma UNI EN ISO 14001, prescrizioni legali applicabili
ed altre prescrizioni sottoscritte volontariamente in campo ambientale;
— conformarsi a tutti i requisiti della norma OHSAS 18001, prescrizioni legali applicabili ed al-
tre prescrizioni sottoscritte volontariamente in campo salute e sicurezza;
—
controllare le non conformità, le emergenze in campo ambientale, le problematiche
mosse dai lavoratori e dalle altre parti interessate ed i reclami dei Clienti identificando, sulla base dell’analisi iniziale, obiettivi di miglioramento secondo i tempi definiti dal Riesame
del Sistema Integrato.
Per meglio valutare sia il miglioramento interno, in termini di qualità del servizio, ambiente,
responsabilità sociale e salute e sicurezza, sia la soddisfazione del cliente, sono stati definiti specifici obiettivi, identificati e monitorati durante il Riesame da parte del Consiglio di
Amministrazione. Una delle caratteristiche che contraddistinge la Cooperativa Cils è l’attenzione rivolta al continuo miglioramento dei servizi con l’obiettivo di soddisfare le esigenze e
le aspettative del cliente.
Per il conseguimento di tale obiettivo la cooperativa Cils si è dotata di un Sistema di Gestione Integrato che comprende le seguenti certificazioni:
— ISO 9001; — ISO 14001; — SA 8000; — OHSAS 18001.
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Cils — Identità della cooperativa
ISO 9001 Sistema di Gestione Qualità, implementato nel 2002, che ha permesso di migliorare dal punto di vista organizzativo i vari servizi erogati.
ISO 14001 Certificazione Ambientale acquisita nel 2008. La politica ambientale della Cils
prevede la sensibilizzazione di tutti i dipendenti e collaboratori sulla prevenzione di ogni forma di inquinamento e di risparmio energetico; la sensibilizzazione riguarda anche i fornitori
di prodotti e servizi su una maggiore responsabilità verso l’ambiente. La Cooperativa Cils si
propone di promuovere e sviluppare, sostenendoli, i seguenti obiettivi:
—
sensibilizzare tutti i dipendenti/collaboratori alla prevenzione di ogni forma di inquina-
mento in campo ambientale mediante opportuni momenti di incontro o circolari interne;
— sensibilizzare tutti i dipendenti/collaboratori al risparmio energetico e delle risorse natura-
li mediante opportuni momenti di incontro o circolari interne;
— definire
obiettivi di miglioramento delle proprie prestazioni ambientali mediante la defini-
zione di programmi di miglioramento ambientale ed indicatori di “performance”;
— comunicare/sensibilizzare
i fornitori di prodotti e servizi ad una maggiore responsabilità
verso l’ambiente, mediante la comunicazione della propria politica ambientale e modalità di
qualifica degli stessi;
— valutare l’acquisto di “prodotti verdi” e quindi sempre a minore impatto ambientale;
— rispettare le leggi cogenti applicabili ai propri siti ed attività in materia ambientale;
definire i possibili scenari di emergenza e conseguentemente le modalità per farvi fronte, in
caso di accidentale accadimento.
SA 8000 Conformità allo standard etico raggiunto nel 2006. In accordo con tale standard
la Cooperativa Cils si propone di promuovere e sviluppare, sostenendoli, i seguenti obiettivi:
— non dare sostegno al lavoro infantile ed intraprendere forme di sostegno e rimedio nel ca-
so si presentino richieste di lavoro infantile;
— non
ricorrere nè sostenere il lavoro forzato o obbligato, come definito dalla convenzione
Ilo 29, non richiedere al personale di pagare “depositi” o depositare documenti di identità
originali al momento dell’assunzione e non trattenere parte del salario, indennità, proprietà;
— consentire al personale di lasciare il luogo di lavoro al termine della giornata lavorativa e di
essere libero di porre fine al contratto di lavoro;
— non ricorrere o sostenere il traffico di esseri umani;
— garantire che gli ambienti di lavoro siano sicuri e salubri stabilendo efficaci provvedimenti
per prevenire potenziali incidenti e lesioni alla salute dei lavoratori minimizzando le cause
dei rischi presenti nell’ambiente di lavoro;
— garantire che il personale riceva efficaci istruzioni sulla salute e sicurezza attraverso istru-
zioni in campo e, ove necessario, istruzioni di lavoro specifiche; tale formazione deve essere
ripetuta anche al personale nuovo o con nuove mansioni, nonché in caso di infortuni;
— rispetto del diritto del personale di formare, partecipare ed organizzare sindacati secondo
la propria volontà e di contrattare collettivamente con l’azienda garantendo che il loro comportamento non avrà conseguenze negative o provocherà ritorsioni da parte dell’azienda;
— garantire
che i rappresentanti del personale e il personale coinvolto nell’organizzazione
dei lavoratori non siano soggetti a discriminazione, vessazione, intimidazione o ritorsione
per il fatto di essere membri del sindacato e possano avere accesso ai propri membri nel
luogo di lavoro;
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— non
attuare ne dare sostegno alla discriminazione nell’assunzione, nella remunerazione,
nell’accesso alla formazione, promozione, licenziamento o pensionamento, in base a razza,
ceto sociale e origine nazionale, nascita, religione, invalidità, sesso, orientamento sessuale,
responsabilità familiari, appartenenza sindacale o opinioni politiche, stato civile, età o ogni
altra condizione che potrebbe comportare la discriminazione;
— garantire
l’esercizio dei diritti del personale di seguire principi o pratiche, o di soddisfare
bisogni connessi a razza, ceto sociale e origine nazionale, religione, invalidità, sesso, orientamento sessuale, responsabilità familiari, appartenenza sindacale o opinioni politiche o
ogni altra condizione che potrebbe comportare la discriminazione;
—
non permettere comportamenti minacciosi, offensivi, volti allo sfruttamento o sessual-
mente coercitivo, inclusi gesti, linguaggio o contatto fisico, sia nel luogo di lavoro sia, ove applicabile, nelle residenze o in altri locali forniti dell’azienda per l’utilizzo da parte del personale;
— non sottoporre il personale a test di gravidanza;
— trattare
tutto il personale con dignità e rispetto, non dare sostegno o tollerare l’utilizzo di
punizioni corporali, coercizione mentale o fisica, abuso verbale al personale; non usare trattamenti severi o inumani;
— rispetto
delle leggi e standard industriali in merito all’orario di lavoro settimanale e straor-
dinario e rispetto del giorno libero settimanale e delle festività nazionali;
— rispetto del diritto del personale ad un salario di sussistenza; garantire che il salario paga-
to per una settimana lavorativa standard sia conforme agli standard legali o agli standard
minimi industriali e che sia sufficiente a soddisfare i bisogni primari del personale oltre a fornire un qualche guadagno discrezionale;
— garantire che le trattenute sullo stipendio non siano dovute a scopi disciplinari;
— garantire che i salari dei lavoratori e la composizione delle indennità retributive siano det-
tagliate chiaramente e regolarmente in forma scritta per ogni periodo di paga; garantire che
i salari e le indennità retributive siano trasmessi in completa aderenza alle leggi applicabili e
che la remunerazione sia elargita in contanti o tramite assegno secondo le modalità più
convenienti per i lavoratori;
—
garantire che non vengono stipulati accordi contrattuali di sola manodopera, contratti
consecutivi a breve termine e/o programmi di falso apprendistato volti ad evitare l’adempimento degli obblighi aziendali nei confronti del personale in base alla legislazione vigente in
materia di lavoro e sicurezza sociale;
— miglioramento continuo del sistema di gestione della responsabilità etica.
OHSAS 18001 Certificazione del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza, ottenuta nel
2010, per volontà del Cda allo scopo di tutelare maggiormente i propri dipendenti.
La Cooperativa Cils si propone di promuovere e sviluppare, sostenendoli, i seguenti obiettivi sotto elencati:
— riduzione della frequenza e gravità degli infortuni attraverso una formazione sulla sicurez-
za mirata ed intensificazione dei controlli a carico dei preposti;
— riduzione delle ore di assenteismo;
— obiettivi di miglioramento delle proprie prestazioni sulla sicurezza mediante la definizione
di programmi di miglioramento ed indicatori di “performance”;
— coinvolgimento e sensibilizzazione dei fornitori di servizi / partner nella gestione della sa-
lute e sicurezza;
— sensibilizzazione di tutti i lavoratori alla segnalazione dei mancati incidenti.
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Cils — Identità della cooperativa
Si riporta qui di seguito un indicatore sul numero degli infortuni accaduti negli anni dal
2010 al 2014:
Indice di gravità rapporto tra una misura delle conseguenze invalidanti dell’infortunio e
una misura della durata dell’esposizione al rischio entrambe omogeneamente delimitate nel
tempo e nello spazio. Ciò a indicare che più è alto tale indice e maggiore è la gravita dell’infortunio (per l’esattezza maggiore è la permanenza del lavoratore sotto infortunio).
Indice di frequenza rapporto tra numero di infortuni e una misura della durata dell’esposizione al rischio entrambi omogeneamente delimitati nel tempo e nello spazio (per l’esattezza maggiore è tale indice e maggiore è stata la frequenza degli infortuni).
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Cils — Identità della cooperativa
Modello di Organizzazione Gestione e Controllo (MOG) Il D.Lgs. n. 231/2001 ha disposto
che le società e gli enti hanno la facoltà di adottare un modello organizzativo interno volto a
prevenire il verificarsi di situazioni, commesse da soggetti posti in posizione apicale, dipendenti o terzi in rapporti con la società stessa, che costituiscano ipotesi di reato, qualora vogliano evitare le responsabilità previste dalla normativa predetta. L'adozione del modello
configura quindi un onere laddove voglia raggiungersi il predetto fine esimente/dirimente.
Il D.Lgs. n. 231/2001 attribuisce, unitamente al verificarsi delle altre circostanze previste dagli
artt. 6 e 7 del decreto, un importante valore all’adozione ed efficace attuazione di modelli di
organizzazione e gestione nella misura in cui questi ultimi risultino idonei a prevenire, con ragionevole certezza, la commissione, o la tentata commissione, dei reati richiamati dal decreto.
In relazione a quanto sopra Cils ha deciso di adottare politiche e strategie di spesa tali che
consentano, compatibilmente alle proprie risorse finanziarie, di investire in tema di prevenzione reati e di prevenzione infortuni, nella consapevolezza che eventuali costi in materia sono ampiamente ripagati sia sotto il profilo della qualità del lavoro sia sotto il profilo
della stessa spesa consentendo margini di recupero sulla base di criteri riorganizzativi e di
economia di scala.
Il Modello di Organizzazione Gestione e Controllo (di seguito MOG) è stato approvato dalla
società in data 27/03/2014 e comprende i seguenti elementi costitutivi:
— individuazione
delle attività aziendali nel cui ambito possono essere commessi i reati ri-
chiamati dal D.Lgs. n. 231/2001;
— previsione di standard di controllo in relazione alle attività sensibili individuate;
—
individuazione delle modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee a impedire la
commissione dei reati;
— indicazione del Codice Etico adottato;
— individuazione dell’Organismo di Vigilanza e relative funzioni;
— determinazione
dei flussi informativi da e verso l’Organismo di Vigilanza e specifici obbli-
ghi di informazione nei confronti dell’Organismo di Vigilanza;
— piano di info-formazione e comunicazione al personale dipendente e ad altri soggetti che
interagiscono con la Società.
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capitolo due
la Cils come
impresa sociale
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Cils — La Cils come impresa sociale
La base lavorativa
All’interno della Cooperativa Cils, i dipendenti possono essere distinti in 4 categorie:
— dipendenti “normodotati”;
— dipendenti “con disabilità”, ovvero soggetti che presentano patologie psico-fisiche;
— dipendenti “invalidi civili”, definiti come lavoratori di sostegno, ovvero soggetti con un gra-
do di invalidità fisico superiore al 46%;
— dipendenti “svantaggiati”, vale a dire soggetti che hanno avuto problemi di tossicodipen-
denza, malattie psichiatriche o che provengono da situazioni di svantaggio sociale e di reinserimento lavorativo e sociale (disposizioni ai sensi della legge n. 381/91) .
Su un totale di 435 lavoratori, 264 sono normodotati, 103 invalidi civili o svantaggiati e 68 diversamente abili.
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I dipendenti nei vari settori
La tabella mostra la suddivisione del totale dei dipendenti nei vari settori lavorativi:
Il settore con il maggior numero di dipendenti in totale è il settore pulizie ed è anche quello
con il maggior numero di lavoratori con disabilità. Ciò non stupisce, essendo uno dei settori
storici della cooperativa. In generale, i settori in cui vi sono i più numerosi inserimenti di lavoratori con disabilità sono il settore pulizie e il settore verde, per gli invalidi il settore bidelli,
per i normodotati il settore pulizie e i centri residenziali del settore A.
È bene specificare che nel settore amministrazione sono compresi tutti i luoghi di lavoro in
cui i dipendenti svolgono ruoli prettamente amministrativi quindi segreteria della Cils e Cassa di Risparmio di Cesena. Nel settore bidelli è compreso anche l’ambito del portierato.
Nell’assemblaggio sono comprese le aziende partner Romagna Plastic e Mareco Luce.
Età media dei lavoratori
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Cils — La Cils come impresa sociale
Dai dati si evince che la maggioranza dei lavoratori è compresa nella fascia di età che va dai 36
anni ai 45 anni. Tale dato indica che i lavoratori della cooperativa sono mediamente giovani.
Turnover: i movimenti del personale
Di seguito si può osservare l’indice di turnover del personale nel corso degli anni 2013/2014:
Si può osservare che nonostante la forte crisi di questi ultimi anni, i dipendenti nel 2014 sono aumentati grazie all’entrata in cooperativa di nuove risorse umane. Nonostante la diminuzione del valore di produzione, la Cils cerca di conciliare i risultati economici della gestione con il mantenimento dei posti di lavoro.
Tipologie contrattuali
Le tipologie contrattuali, considerando l’intera base lavorativa della cooperativa, sono rappresentate nella seguente tabella:
Come si evince dalla tabella, Cils da sempre riconosce molta importanza alla stabilità del lavoro. Nel 2014 infatti 354 lavoratori su 437 ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, solo
67 hanno un contratto a tempo determinato e 2 hanno contratti atipici Co.co.co/Co.co.Pro.
Inoltre, come già sottolineato, nonostante la generale crisi economica che continua a persistere a livello locale, la Cils nel 2014 ha aumentato il numero dei suoi dipendenti.
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Considerando il numero complessivo dei lavoratori della cooperativa, ben il 40% è composto da lavoratori con disabilità e invalidi civili.
Composizione del personale per sesso e nazionalità
La Cils impiega soprattutto lavoratori di sesso femminile, sia per la particolare tipologia di
servizi erogati e lavori svolti, sia per la possibilità di usufruire di una buona flessibilità oraria,
che permette di conciliare il tempo dedicato al lavoro con esigenze familiari.
Un altro motivo per cui il numero di donne è superiore al numero di uomini può essere riconducibile al fatto che uno dei settori principali della Cils è quello delle pulizie, che è un
settore che normalmente impiega maggiormente le donne rispetto agli uomini, in quanto
più adatte al tipo di mansioni previste.
La tabella, infatti, mostra un maggior numero di donne impiegate rispetto agli uomini:
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Cils — La Cils come impresa sociale
Nella seguente tabella si riporta invece, l’andamento dell’indicatore di integrazione e opportunità data ai cittadini stranieri nel corso degli ultimi 3 anni, che come si può notare è rimasto più o meno invariato:
La tabella sottostante mostra la provenienza geografica del totale dei lavoratori stranieri:
Dai dati emerge una significativa presenza di lavoratori stranieri che trovano occupazione grazie alla Cils.
La loro presenza è un elemento aggiuntivo di diversità e ricchezza per la cooperativa.
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La formazione
Nella convinzione che la qualità dei servizi erogati sia possibile soprattutto grazie a dipendenti competenti, uno degli obiettivi principali per Cils è proprio l’adeguata formazione
del proprio personale.
Per questo periodicamente vengono svolte delle attività di formazione, in particolare sulla
base di necessità riscontrate, quali:
— assunzione di nuovo personale;
— assegnazione di personale a nuovi incarichi;
— acquisizione di nuove strumentazioni;
— formazione e aggiornamento degli addetti ai sistemi integrati;
— formazione eaggiornamento dei coordinatori di settore;
— esiti di audit;
— non conformità rilevate;
— emissione e/o revisione di procedure e/o di sezioni del Manuale sistemi integrati;
— obblighi derivanti da leggi e regolamenti;
— richieste del personale;
— sviluppo di nuove attività.
Il piano dei corsi viene programmato dal RSI, con l’approvazione da parte della Direzione e
vi può essere sottoposto tutto il personale presente in organico, a seconda delle esigenze.
Il numero di corsi effettuati nel 2014 è di 146, per un totale di 2308 ore. Ciò dimostra l’importanza che la cooperativa attribuisce alla formazione del personale.
È importante fare un focus sulla formazione dei lavoratori di sostegno, in quanto figura essenziale per Cils. I lavoratori di sostegno sono lavoratori normodotati e/o invalidi civili che lavorano in “squadre integrate” con i dipendenti disabili. Oltre a supportare sul campo il disabile, il lavoratore di sostegno supervisiona il suo lavoro per quanto riguarda le competenze
tecniche e produttive ma anche relazionali e comunicative.
Per i lavoratori di sostegno vengono effettuati degli incontri periodici con il pedagogista
e/o le coordinatrici sociali. In questi incontri i lavoratori si scambiano le loro esperienze,
confrontandosi e consigliandosi a vicenda, sotto la supervisione del pedagosista e delle
coordinatrici sociali.
In questo modo vengono messi a conoscenza di particolari problematiche che riguardano i
dipendenti con disabilità con i quali sono quotidianamente a contatto.
Ciò permette loro di acquisire maggiori strumenti per relazionarsi nel modo adeguato con i
lavoratori disabili. Questi incontri, oltre ad avere la funzione di aggiornare il lavoratore di sostegno su problematiche inerenti il particolare tipo di disabilità e sul percorso extra-lavorativo del dipendente disabile, danno anche la possibilità di verificare le modalità e le strategie
dei singoli lavoratori e di poterle orientare alla luce di importanti considerazioni sul percorso
del dipendente con disabilità.
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Cils — La Cils come impresa sociale
I settori lavorativi di intervento
Negli anni la Cils ha implementato i settori d’intervento storici che sono cresciuti dal punto
di vista del numero dei lavoratori e dei cantieri d’intervento e ne ha aggiunti di nuovi, aumentando le collaborazioni sia con il settore pubblico, sia con il settore privato.
Il settore amministrativo e il coordinamento sociale sono settori trasversali e di supporto all’intera cooperativa, mentre tutti gli altri settori lavorativi sono quelli in cui la cooperativa impiega maggiormente i suoi dipendenti, normodotati e con disabilità.
Amministrazione
All’interno di questo settore si trovano le aree di supporto gestionale dell’intera cooperativa.
Possono essere individuate sette macroaree di intervento:
— Direzione; — Ufficio
del Personale; — Contabilità; — Fatturazione; — Controllo di Gestione;
— Sistemi Integrati e Sicurezza; — Organizzazione e Sviluppo; — Segreteria.
Oltre a considerare i lavoratori impiegati presso la segreteria della Cils, il grafico prende
in considerazione anche i lavoratori del settore “Servizi alle imprese” che hanno incarichi
prettamente di tipo amministrativo.
Litografia
La litografia si caratterizza per la presenza di personale specializzato e con compiti tecnici di
alto livello. All’interno della litografia trovano occupazione anche persone con disabilità che,
grazie alla presenza e al supporto di operatori di sostegno, possono svolgere compiti adeguati alle loro caratteristiche e competenze, dando un contributo soprattutto nelle fasi finali
dei processi lavorativi. Allo stesso tempo, per la varietà dei servizi offerti, i lavoratori diversamente abili sviluppano diverse competenze e migliorano col tempo le abilità acquisite.
Il lavoro di stmapa della litografia riguarda soprattutto tre tipologie di prodotti:
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— prodotti tipografici depliant, brochure, cataloghi, listini, manifesti, fatture, lettere, adesivi...
— editoria monografie, libri d’arte, riviste, giornalini...
— packaging astucci e scatole in cartoncino, plance vetrina, fustellati in genere...
È stato fatto, inoltre, un importante investimento fotovoltaico, che consente di avere una gestione ottimale dell’azienda grazie all’energia del sole, riducendo le emissioni nell’ambiente.
Questa attenzione verso l’ambiente, insieme alla assoluta professionalità e puntualità nella consegna, ha permesso e permette tutt’ora di poter vantare tra i clienti aziende leader
del territorio nazionale.
Manolibera
Il laboratorio Carta Manolibera opera nel cuore della Romagna, terra ricca di storia e tradizione, in cui la carta è espressione di un prezioso patrimonio librario e documentario.
L’idea progettuale nasce nel 2011 dall’artista Giuseppe Bertolino, pittore e scultore, che da
dodici anni conduce un laboratorio di pittura all’interno dello stesso carcere. Inizialmente
l'idea era quella di un piccolo atelier per realizzare manufatti artistici di carta ma ha preso
forma diventando la prima esperienza a livello artigianale che utilizza carta da riciclo all’interno di un carcere; questo grazie al maestro cartaio Franco Conti, uno dei massimi esperti di carta in Italia, e al supporto degli enti locali Techne Scarl, Cooperativa Cils, Hera S.p.a.,
Comieco e della Casa circondariale di Forlì. Il progetto è andato concretizzandosi anche
grazie al coinvolgimento e al sostegno di diverse istituzioni e attori del territorio che ne
hanno condiviso principi e filosofia e successivamente grazie all'apporto delle conoscenze del mastro cartaio fabrianense Sandro Tiberi.
Attualmente è nel pieno della sua fase creativa e coinvolge sia detenuti che operatori qualificati che collaborano alla sua realizzazione. Nel laboratorio Carta Manolibera le persone detenute sono impegnate nella trasformazione di rifiuti di carta e cartone e nella realizzazione
di manufatti artistici come: — carta da lettere; — articoli da regalo; — biglietti; — album fotografici; — bomboniere; — pezzi unici e irripetibili completamente realizzati a mano.
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Negozio di fiori
La Cils gestisce un chiosco di vendita piante e fiori situato nei pressi del Cimitero Urbano di
Cesena, operativo da oltre 20 anni e punto di riferimento per tutta la clientela che si reca
presso il cimitero.
Il contatto quotidiano con la clientela, oltre che con gli operatori di sostegno, permette alle
lavoratrici con disabilità inserite di migliorare le capacità relazionali e di sviluppare le proprie
competenze professionali. Lavorare con i fiori e le piante stimola la creatività e permette di
svolgere mansioni diversificate che incrementano le autonomie e la capacità di assumersi
delle responsabilità. Inoltre, le abilità acquisite nel corso degli anni lo rendono all’avanguardia nella confezione di fiori per battesimi, compleanni, matrimoni e eventi particolari.
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Pulizie
È il settore della Cooperativa che impiega il maggior numero di lavoratori, sia normodotati
che disabili e rappresenta un ambito strategico.
I servizi forniti dalla cooperativa in questo settore sono:
— pulizia e sanificazione in strutture pubbliche e private;
— pulizie civile e industriali;
— pulizia e sanificazione in aziende alimentari;
— pulizia di superfici vetrate con utilizzo di piattaforme aeree;
— ritiro, lavaggio e riposizionamento tappeti;
— pulizie di fine cantieri in centri commerciali, condomini, capannoni, abitazioni private;
— sorveglianza e portineria.
Un aspetto peculiare di questo settore per i lavoratori disabili è la possibilità di aumentare le
proprie autonomie personali, in quanto per spostarsi nei vari cantieri di lavoro, è spesso necessario servirsi dei mezzi di trasporto pubblici e di imparare a conoscere bene la città. Inoltre, lavorare in diversi contesti permette di entrare in contatto con diversi colleghi di sostegno, aumentando così le proprie doti relazionali e imparando ad adattarsi a persone diverse.
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Servizi ambientali e servizi cimiteriali
Servizi ambientali Il settore dei servizi ambientali è quello in maggior espansione e anno
dopo anno sono tante le attività integrate.
Dalle attività di gestione del verbe pubblico, con incarichi delle amministrazioni pubbliche,
l’attività si è sempre più concentrata su un rapporto diretto con il privato e ad oggi Cils gestisce le aree verdi di diverse aziende.
I principali servizi offerti sono:
— spazzamento strade, raccolta differenziata rifiuti e svuotamento dei cestini;
— manutenzione, movimentazione, riparazione cassonetti portarifiuti;
— pulizia e manutenzione ordinaria del verde (sfalci, potature, sistemazione aiuole…);
— disinfestazione, derattizzazione e disinfezione;
— presidio delle isole ecologiche e gestione ciclo dei rifiuti;
— noleggio macchinari attrezzati con operatore (piattaforma, camion con gru…);
— trattamenti fito sanitari.
Servizi Cimiteriali La cooperativa Cils si occupa della gestione dei servizi cimiteriali in tutto il
Comune di Cesena. All'interno del settore i ragazzi si occupano delle pulizie dei cimiteri, in
particolare per il Cimitero Urbano e altri 36 cimiteri rurali nel comprensorio, attraverso la pulizia dei servizi igenici, svuotamento dei cestini, rastrellamento dei viali e pulizia dei camminamenti. In un'ottica di crescita e sviluppo dell'attività lavorativa dei nostri ragazzi siamo riusciti
nel corso degli anni ad inserire due di questi anche nell'attività dei funerali veri e propri, ovvero
dell’accompagnamento della salma fino al luogo di sepoltura, il che ci rende molto orgogliosi.
La diversità dei servizi ambientali e il fatto che tali lavori si svolgano in spazi aperti sono due
aspetti che permettono ai lavoratori disabili di sperimentare mansioni diverse, acquisire ed
accrescere varie capacità, evitare la ripetitività del lavoro e avere sempre nuovi stimoli.
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Cils — La Cils come impresa sociale
I servizi alle imprese
Negli anni Cils ha stabilito diverse partnership con imprese del territorio, inserendo alcuni
dipendenti disabili, sempre in squadre integrate con lavoratori di sostegno, all’interno di
aziende esterne. Cils ritiene che queste partnership siano strategiche: permettono alla cooperativa di perseguire l’obiettivo principale della sua mission, cioè l’inserimento di lavoratori
disabili in contesti lavorativi e allo stesso tempo permettono all’azienda di ampliare la propria responsabilità sociale assumendo uno o più dipendenti con disabilità.
Tali esperienze hanno permesso di sperimentare un’integrazione lavorativa anche in contesti esterni alla cooperativa e ha dato la possibilità di far conoscere la disabilità in un’ottica diversa da quella spesso predominante che tende a non cogliere le potenzialità produttive
delle persone disabili.
Affidando alla cooperativa Cils delle commesse di lavoro le aziende possono assolvere l’obbligo di Legge ’68 che prevede appunto l’assunzione di personale disabile. La legge consente, infatti, l’assolvimento dell’obbligo di assunzione di persone con disabilità e/o invalide
civili per le aziende che affidano alle cooperative sociali commesse di lavoro e ciò avviene
mediante la stipula di una Convenzione che può avere durata di due anni rinnovabili.
Nell’agosto del 2005 la Regione Emilia Romagna ha approvato la Legge n. 17 “Norme per la
promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro” che affida alle
Provincie la possibilità di stipulare convenzioni tra imprese profit e cooperative sociali per
l’inserimento di persone per le quali risulta particolarmente difficile il ricorso alle vie ordinarie del Collocamento Mirato. Le convenzioni prevedono che, a fronte di commesse di lavoro
affidate ad una cooperativa sociale da parte di un’impresa soggetta ad obbligo di assunzione disabili, derivanti dalla Legge n. 68/99, quest’ultima possa essere esonerata fino ad una
quota massina del 30% nel numero di disabili da assumere.
Per favorire l’incontro tra domanda ed offerta, la Convenzione prevede che il disabile possa
anche essere inserito in un servizio diverso da quello ad oggetto della Convenzione tra impresa e cooperativa sociale.
I vantaggi principali derivanti da tali accordi tra cooperativa e impresa sono sostanzialmente tre:
1) per il lavoratore disabile vi è la certezza di essere inserito in contesti lavorativi adatti e accompagnati da personale competente;
2) per l’azienda vi è l’assolvimento dell’obbligo di legge n. 68/1999 che prevede l’assunzione
obbligatoria di persone con disabilità;
3) per la Cils vi è la possibilità di concretizzare la propria mission attraverso l’inserimento di
personale con disabilità grazie a nuove commesse di lavoro.
Le partnership attive al 31/12/2014 erano le seguenti:
— Mareco Luce, a partire dal 1998;
— Romagna Plastic, a partire dal 1999;
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— Cassa di Risparmio di Cesena - Unibanca, a partire dal 2001;
— Università di Bologna - Polo Scientifico Didattico di Cesena, a partire dal 2005;
— Trevi Spa;
— Comune di Longiano e di Bertinoro.
Mareco Luce La prima convenzione stipulata con aziende esterne risale al 1998 con Mareco
Luce di Bertinoro, per la quale la cooperativa svolge attività di assemblaggio.
La Mareco Luce è specializzata nella produzione di lampade e lampioni per l’illuminazione
esterna. Negli anni il gruppo di dipendenti Cils inserito nell’azienda è stato ridotto a causa
di un ridimensionamento generale dell’organico dell’azienda e ad oggi sono inseriti 2 dipendenti Cils di cui 1 lavoratore con disabilità.
Romagna Plastic La convenzione con l’azienda Romagna Plastic è stata attivata nel 1999.
La Cils è presente in azienda con una “squadra integrata” di lavoratori invalidi e/o normodotati e di lavoratori disabili che svolgono principalmente compiti di assemblaggio e confezionamento di pattumiere da cucina, di contenitori per la raccolta differenziata, di porta bottiglie, di set porta detersivi e porta posate.
Attualmente sono occupati 13 lavoratori, dei quali 7 diversamente abili e/o invalidi.
Cassa di Risparmio di Cesena La collaborazione con la Cassa di Risparmio di Cesena è iniziata nel 2001 grazie ad una Convenzione Sperimentale con il Tavolo Provinciale della Cooperazione Sociale. Inizialmente i servizi che i lavoratori della Cils offrivano erano quelli di gestione e smistamento della posta.
In seguito, le attività sono aumentate andando a comprendere attività espletate nei seguenti uffici: spedizioni, contazione monete e stamperia.
Università di Bologna La collaborazione è attiva dal 2005 e consiste nei servizi di portierato e
bidellaggio. Nello specifico i lavoratori della Cils si occupano di:
— apertura e chiusura delle sedi;
— gestione operativa dei sistemi di allarme;
— controllo
degli accessi e sorveglianza di locali, impianti e attrezzature durante gli orari
di apertura;
—
supporto logistico e assistenza di base ai docenti nell’utilizzo di impianti e attrezzature
presso alcune sedi universitarie di Cesena e Cesenatico.
Trevi Spa La collaborazione con il Gruppo Trevi Spa è attiva dal 01/09/2011. Prevede l’erogazione di servizi di portierato tramite il controllo degli accessi e il presidio presso la porta carraia della struttura, attività di front office, reception e centralino.
Comune di Longiano e di Bertinoro Le partnership con il Comune di Longiano e il Comune
di Bertinoro sono in attivo da molti anni. Le attività riguardano servizi di portineria e front office all’interno degli uffici delle sedi dei Comuni.
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capitolo tre
l’inserimento lavorativo
dei ragazzi disabili
e il Coordinamento Sociale
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Lo scopo principale della Cils è quello di “dare risposta ai bisogni di integrazione lavorativa di
persone con handicap fisici e psichici”.
Questo scopo continua ad essere perseguito, come emerge dalla crescita del numero di dipendenti disabili negli anni all’interno della cooperativa.
I lavoratori disabili
Al 31/12/2014 i lavoratori disabili rappresentano il 15% sul totale dei lavoratori, e considerando gli ultimi 17 anni vi è stato un incremento del 33% di soggetti diversamente abili occupati
nei settori lavorativi, seppur in calo rispetto al 2013 di 6,8 punti percentuali, per uscite legate
a dimissioni per motivi di salute e/o pensionamenti.
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Cils — L’inserimento lavorativo dei ragazzi disabili e il Coordinamento Sociale
La retribuzione
Per tutti i lavoratori della Cils, le norme per la retribuzione fanno riferimento al Contratto
Collettivo Nazionale di Lavoro delle Cooperative Sociali.
Per quanto riguarda i dipendenti con disabilità, esiste un “Accordo Integrativo Aziendale” siglato da Cooperativa Cils, Sindacati e Direzione Territoriale del Lavoro che prevede che i lavoratori disabili vengano assunti con un salario definito con la seguente modalità:
— primi 12 mesi 50% della retribuzione previsto al livello A1 del Ccnl delle cooperative sociali;
— successivi 12 mesi 60% della retribuzione previsto al livello A1 del Ccnl delle coop. sociali;
— successivi 12 mesi 70% della retribuzione previsto al livello A1 del Ccnl delle coop. sociali.
I lavoratori con disabilità che raggiungono livelli di produttività, autonomia e capacità di relazione molto elevati possono conseguire percentuali di retribuzione pari all’80/90% fino ad
arrivare anche al 100%. La Cils riconosce un salario maggiore del 70% a quasi il 31% dei suoi
dipendenti diversamente abili.
Questa valutazione viene fatta dal coordinamento sociale in base ad una “griglia di valutazione degli inserimenti lavorativi”, condivisa con i Servizi del Territorio, in cui si analizzano i
punteggi raggiunti dai vari lavoratori diversamente abili nelle seguenti aree:
— autonomia di trasporto;
— capacità relazionali;
— esecuzione delle mansioni lavorative;
— consapevolezza del ruolo lavorativo.
Tale “griglia” viene periodicamente sottoposta all’approvazione della Direzione Territoriale
del Lavoro della Provincia di Forlì-Cesena. L’iter è il seguente:
— Il
coordinamento sociale monitora settimanalmente gli inserimenti lavorativi tramite veri-
fiche in itinere nei vari cantieri di riferimento e propone un punteggio su ogni area di valutazione dell’inserimento lavorativo. La griglia viene condivisa con i referenti dei servizi e in base al punteggio totale raggiunto si propone un innalzamento della % di stipendio.
— infine,
il percorso di ogni singolo lavoratore con disabilità viene presentato alla DTL (Dire-
zione Territoriale del Lavoro) che procede con la valutazione finale e decide se riconoscere
o meno l’aumento della retribuzione.
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La percentuale di invalidità
Per quanto riguarda la tipologia di invalidità dei 68 lavoratori disabili si può affermare che il
grado di invalidità medio è dell’ 80,71%, come si evince dalla tabella seguente:
Come si può notare, è una percentuale alta, che dimostra l’elevato grado di invalidità presente in alcuni dei dipendenti disabili impiegati dalla cooperativa. Questo mostra che la Cils
è riuscita negli anni ad inserire anche persone con disabilità grave in contesti lavorativi adeguati. Tuttavia, oggi si riscontrano difficoltà nel reperire nuovi e diversi spazi lavorativi adatti
a queste disabilità, anche e soprattutto per l’assenza di commesse adeguate.
La cooperativa Cils, laddove non subentrino gravi difficoltà, cerca di mantenere il loro posto
di lavoro, seppure molto spesso ciò comporti un costo per la cooperativa a fronte di una
scarsa produttività. L’età sempre più avanzata dei lavoratori disabili, di cui si parlerà nei paragrafi successivi e il reperimento di commesse e tipologie di lavoro adatte ai lavoratori con
disabilità rappresentano le principali sfide per il futuro della cooperativa.
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Cils — L’inserimento lavorativo dei ragazzi disabili e il Coordinamento Sociale
Le tipologie di deficit
Più nello specifico, le patologie presenti nei lavoratori disabili sono le seguenti:
Queste diverse tipologie di disabilità trovano un’adeguata risposta di integrazione lavorativa
all’interno del contesto protetto cooperativistico, che sarebbe altrimenti difficilmente realizzabile in un contesto lavorativo profit.
Tutto ciò è possibile grazie alla personalizzazione dei percorsi e al lavoro svolto dalle coordinatrici sociali, che verrà approfondito in un paragrafo successivo, e quello dei lavoratori di
sostegno che collaborano con i disabili e li affiancano nel lavoro quotidiano.
I lavoratori di sostegno sviluppano negli anni una maggior capacità di gestione dei lavoratori disabili. Inoltre è prevista per loro una formazione annuale incentrata proprio sugli inserimenti lavorativi dei ragazzi disabili, come sottolineato nel paragrafo sulla formazione.
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L’età media e il progressivo invecchiamento dei lavoratori disabili
Per quanto riguarda l’età dei lavoratori disabili, la situazione al 31/12/2014 è rappresentata
dalla tabella sottostante:
In base a questa tabella l’età media risulta essere collocata nell’intervallo 41/45 anni.
Tale dato, insieme alla percentuale di invalidità, come già accennato nei paragrafi precedenti, risulta essere molto significativo. Un’età compresa tra 41/45 anni, se per un normodotato può rappresentare un periodo ancora molto produttivo della propria vita lavorativa, per
un disabile può essere invece il periodo in cui alcune patologie possono acutizzarsi.
A volte ciò può significare che si riscontrano problematicità nel portare a termine i compiti,
nel mantenere alti i livelli di attenzione e concentrazione e nel rispondere adeguatamente e
con sufficiente flessibilità alle richieste lavorative.
Ciò rappresenta un calo di produttività per la cooperativa, la quale cerca di agire con diverse strategie per cercare di mantenere il posto di lavoro dei lavoratori con disabilità, per
esempio modificando l’orario di lavoro, riducendolo quando necessario, ed individuando la
posizione lavorativa più adatta.
Questa è una precisa scelta della Cooperativa Cils derivante da considerazioni valoriali che
portano a ritenere gli inserimenti lavorativi meritevoli di essere operati anche quando determinino rilevanti costi “sociali” in termini di scarsa produttività e di un maggior sostegno e affiancamento da parte dei colleghi normodotati.
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Cils — L’inserimento lavorativo dei ragazzi disabili e il Coordinamento Sociale
Nella seguente tabella si prendono in considerazione gli anni in cui sono avvenute le assunzioni e il numero di dipendenti diversamente abili ancora impiegati al 31/12/2014.
Il problema dell’invecchaimento dei lavoratori con disabilità risulta essere in crescita, poiché molti disabili stanno raggiungendo un’età critica.
La Cooperativa si sta impegnando a trovare soluzioni tempestive e concrete al problema
dell’invecchiamento, anche interrogando le realtà del territorio che cooperano con essa,
come risulterà dalle interviste agli stakeholder nei paragrafi successivi.
Le soluzioni attuate fino ad ora sono:
— spostamento in altri settori della Cooperativa e/o riduzione delle mansioni da svolgere;
— riduzione dell’orario di lavoro, che però lasci spazio ad alternative stimolanti extra lavorati-
ve in collaborazione con i Servizi Territoriali competenti, e che preservino le abilità conseguite nel corso degli anni lavorativi;
—
assunzione di personale di sostegno per supplire alla riduzione di produttività, con un
conseguente aggravio di costi;
— collaborazione con Anffas e l’Area Disabili dell’Ausl per condividere strategie di intervento.
È necessario ricordare che, oltre ai lavoratori disabili, in cooperativa sono inseriti anche lavoratori “svantaggiati” (ai sensi della legge dell’8 novembre 1991 n. 381) che spesso richiedono
una particolare attenzione per la situazione di disagio da loro vissuta. La cooperativa è inoltre costantemente impegnata nel ricercare nuove commesse.
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Il Coordinamento Sociale
Il Coordinamento Sociale è un organo peculiare della cooperativa Cils.
Si tratta di un ufficio composto da 4 coordinatrici sociali che fungono da supporto a tutti i
settori lavorativi e curano la qualità degli inserimenti lavorativi dei dipendenti diversamente
abili, predisponendo per ciascuno progetti personalizzati di inserimento.
L’ufficio si avvale inoltre della figura di un pedagogista, addetto alla formazione e alla supervisione, che le supporta nell’attività.
Il coordinamento sociale è il punto di riferimento per i lavoratori diversamente abili, per i
loro familiari, le imprese esterne alla cooperativa in cui sono impiegati i dipendenti disabili,
per i lavoratori di sostegno, per i servizi sociali dell’Azienda Sanitaria Locale, ASP e per l’Ente di Formazione E.N.A.I.P.
Grazie alla progettazione personalizzata, alle continue verifiche “sul campo”, volte a capire
bisogni e le problematiche che emergono sul lavoro, mediante rapporti costanti, i lavoratori
disabili si sentono valorizzati e capiscono che il loro lavoro è considerato utile e importante
per l’intera Cooperativa, di cui si sentono reale parte attiva.
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Cils — L’inserimento lavorativo dei ragazzi disabili e il Coordinamento Sociale
L’iter degli inserimenti lavorativi
Gli inserimenti lavorativi nascono da percorsi di formazione al lavoro in collaborazione con
gli enti del territorio, nello specifico mediante tirocinio o stage lavorativo.
Lo strumento del tirocinio e/o stage può avere come obiettivi l’acquisizione di competenze
sociali, relazionali e professionali. Il tirocinio è previsto per periodi rinnovabili di 24 mesi al
massimo, in considerazione del progetto personalizzato e dei risultati. I tirocinanti percepiscono un’indennità di frequenza che va da un minimo di 200 ad un massimo di 450 euro.
Al termine del tirocinio le coordinatrici sociali in collaborazione con i referenti dei progetti
che possono essere: Asp, Ausl, Enaip... verificano la qualità e la quantità dei risultati raggiunti: se si ritengono soddisfacenti e se c’è la possibilità di coprire un posto di lavoro, si valuta
se procedere con l’assunzione; se invece si evidenziano ancora delle difficoltà che impediscono l’inserimento lavorativo, si riformulano gli obiettivi, oppure si può procedere con l’attivazione di un ulteriore tirocinio e/o l’indirizzamento della persona verso altri percorsi.
Nel caso in cui avvenga l’inserimento del soggetto disabile in uno dei settori lavorativi della
cooperativa, le coordinatrici sociali elaborano un nuovo progetto personalizzato, che preveda nuovi obiettivi rispetto al tirocinio.
Il coordinamento sociale formalizza sulla scheda progetto gli obiettivi a breve, medio e lungo termine da raggiungere. Gli obiettivi sono personalizzati e diversi da soggetto a soggetto poiché costruiti sulle diverse caratteristiche e le diverse tipologie di handicap, ma sono generalmente riconducibili a tre aree:
— autonomie;
— competenze lavorative-mansioni;
— competenze relazionali.
I progetti vengono periodicamente verificati nell’equipe del coordinamento sociale e particolari problematiche e/o cambiamenti vengono condivisi anche con le famiglie e se necessario l’Assistente Sociale di riferimento.
La scelta del settore lavorativo dove verrà inserita la persona avviene in base alla valutazione delle caratteristiche personali del soggetto, alle sue attitudini, alle competenze pregresse e alle abilità maturate in esperienze di tirocinio.
In tutto ciò la figura delle coordinatrici sociali è molto importante poiché ha una funzione di
collegamento tra i diversi attori che partecipano al progetto personalizzato di inserimento:
contesto lavorativo, persona disabile e la sua famiglia, territorio, istituzioni e Servizi Sociali.
Inoltre, orientano e sostengono la persona disabile nell’apprendimento delle competenze
lavorative e sociali che gli possono permettere di avere successo nell’esperienza lavorativa.
Il coordinamento sociale è composto da persone qualificate che hanno acquisito esperienza nell’ambito dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Si occupa inoltre di
osservare e verificare le difficoltà e le risorse sia della persona che del contesto lavorativo,
effettuando visite in azienda, svolgendo colloqui con la persona disabile, con la sua famiglia e con il referente aziendale. Individuano adeguate strategie per risolvere i problemi, sia
agendo sulla persona disabile sia sul contesto/ambiente che lo accoglie, per un migliore
successo dell’inserimento lavorativo e valuta costantemente la coerenza tra obiettivi del
progetto personalizzato e la metodologia del percorso lavorativo in atto. Vengono svolti
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anche periodici colloqui con la famiglia, con il disabile, e laddove presente con l’Assistente Sociale di riferimento, per far sì che tutti siano consapevoli ed aggiornati del percorso effettuato.
Un’altra figura importante, come già sottolineato, è il lavoratore di sostegno che supporta
sul campo il disabile e funge da mediatore per l’integrazione della persona disabile nel contesto lavorativo: la guida, la orienta, e supervisiona il suo lavoro, soprattutto per quanto riguarda le competenze tecniche e produttive ma anche in quelle relazionali e comunicative.
Data la sua importanza, usufruisce di supervisione/formazione individuale/collettiva da parte del pedagogista e del coordinamento sociale della cooperativa, per affrontare le situazioni problematiche nel lavoro di sostegno ai disabili. L’iter degli inserimenti lavorativi delle persone con disabilità può essere sintetizzato nel seguente schema:
Formazione
Servizi
professionale
territoriali
Asp
(Enaip)
competenti
Tirocinio
Progetto
individuale
Valutazione
Sperimentazione
Riprogram-
finale
presso i settori
mazione
e chiusura
lavorativi della Cils
tirocinio
tirocinio
e obiettivi
Proposta
Eventuali
di assunzione
inserimenti
in cooperativa
in altri percorsi
Infine, è importante sottolineare che il Coordinamento Sociale è un organo all’interno della
Cils che non produce ricchezza economica, bensì ricchezza sociale tramite attività e progetti personalizzati che curano in primis la qualità degli inserimenti lavorativi.
È il tratto distintivo della cooperativa, che dimostra l’attenzione all’integrazione lavorativa di
ogni singola persona nella sua unicità.
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capitolo quattro
gli interventi
socio-assistenziali:
il settore A
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Col passare del tempo e il consolidarsi delle proprie attività, la cooperativa Cils ha deciso di
impegnarsi per dare una risposta anche a individui con disabilità che, a causa della particolare gravità dei loro deficit, non sono in grado di essere inseriti in percorsi lavorativi. È nato
quindi il settore A della cooperativa, in linea con gli obiettivi della mission.
Da questa consapevolezza e precisa linea d’azione nascono i seguenti centri socio-assistenziali della cooperativa:
— Centro socio-riabilitativo residenziale “Fabio Abbondanza”
— Centro socio-riabilitativo residenziale “Renzo Navacchia”
— Centro socio-occupazionale “Calicantus” (Cso)
— Centro socio-occupazionale “La bArca” (Cso)
La Cils dà così un’ulteriore dimostrazione del suo impegno ad essere un effettivo appoggio
e supporto alle famiglie dei disabili, sostenendole nella cura dei propri figli.
Il centro socio-riabilitativo residenziale “Fabio Abbondanza”
Questo centro, accreditato dal Sil dell’Unione dei Comuni “Valle del Savio” (Dgr 514/2009), è
nato il 1°maggio del 1989 con l’idea di offrire una risposta di tipo residenziale ai bisogni di
persone disabili, orfane dei genitori o con situazioni non idonee alla loro assistenza. Si è proprio cercato di ricreare l’atmosfera e il clima tipici di una famiglia allargata.
A distanza di oltre 25 anni lo scopo è rimasto intatto, proprio come lo spirito che anima le
persone che ci lavorano e vivono quotidianamente.
Non si tratta quindi di erogare semplici servizi ma di realizzare una vera e propria struttura
familiare in cui ogni persona si senta parte attiva.
Gli obiettivi principali sono quindi:
— migliorare la qualità della vita di ciascuna persona, con interventi individualizzati, intenzionali e sistematici, rivolti a sviluppare sempre più le loro autonomie e potenzialità in un
clima sereno e armonico;
— favorire la partecipazione di ciascun ospite, secondo la propria sensibilità, possibilità e interesse, alla vita sociale attraverso il lavoro, la frequenza in centri diurni di terapia occupazionale, stage lavorativi e attività ludiche-ricreative;
— sviluppare l’integrazione, evitando il rischio della ghettizzazione, attraverso uno stile di
casa improntato verso l’apertura ad amici, conoscenti, volontari, grazie anche a frequenti
occasioni di festa e di ritrovo.
Per ogni utente viene predisposto un preciso e specifico progetto personalizzato, e vengono
garantiti spazi personali di espressione e comunicazione per approfondire le relazioni.
Gli ospiti sono seguiti quotidianamente da personale qualificato e aggiornato, presente nel
centro 24 ore al giorno per tutto l’anno.
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Cils — Gli interventi socio-assistenziali: il settore A
I servizi forniti sono:
assistenziali e sanitari per ogni persona accolta viene elaborato e realizzato un progetto assistenziale e di cura individualizzato (Pai), condiviso e verificato con le famiglie e con i referenti dell’azienda sanitaria locale.
educativi e riabilitativi numerose attività e iniziative vengono implementate al fine di promuovere la crescita personale degli ospiti, e favorire uno stato di benessere, rispettando le
singole individualità, gli interessi e le capacità degli utenti, secondo il progetto contenuto
nel Piano Educativo individuale (Pei).
Le attività vengono svolte in grande gruppo, in sottogruppi ed individualmente. La progettualità e l’agire educativo del servizio utilizzano attività e contesti interni ed esterni al centro
per rinnovare nelle persone disabili motivazioni alle responsabilità, all’autonomia, all’apprendimento, alla reciprocità ed alla socializzazione. In particolare viene utilizzato il canale artistico e creativo, per valorizzare l’espressività individuale che diventa cosi linguaggio comunicativo peculiare, superando le difficoltà e favorendo la relazione e l’integrazione sociale;
Vi sono attività mirate quali : fisioterapia — musicoterapia — laboratorio artistico — laboratorio di cucina — piscina — ippoterapia — pet therapy, ma anche vacanze estive residenziali — uscite — gite domenicali — feste e altre iniziative per il tempo libero.
I ragazzi presenti al 31/12/14 erano 12.
Il centro socio-riabilitativo residenziale “Renzo Navacchia”
La Comunità Residenziale “Renzo Navacchia” nasce nel 2001 per dare ospitalità a persone
con disabilità orfane e a nuclei familiari composti da un genitore con un figlio disabile, anche
per soli soggiorni temporanei di sollievo alla famiglia. Lo scopo principale è quello di offrire
un ambiente accogliente e famigliare per gli ospiti, caratterizzato dalla presenza di figure di
riferimento stabili ed adeguate che garantiscano la qualità dei servizi erogati. Per ogni ospite
si predispone un progetto educativo individualizzato (Pei) attuato dall'equipe degli operatori,
compreso l'operatore-tutor che funge da riferimento quotidiano per l'utente.
Questo progetto prevede sia una parte assistenziale sia una parte educativa.
Infatti, la struttura è dotata di personale di assistenza, presente in struttura 24 ore su 24, in
possesso delle qualifiche necessarie a far fronte alle diverse esigenze degli ospiti, nell’arco
della giornata e ad aiutare nella cura della persona, coloro che non sono in grado di farlo
autonomamente. Molte energie vengono investite per l'organizzazione di attività occupazionali, di animazione, di socializzazione e di iniziative per il tempo libero (laboratori, uscite
ricreative programmate, vacanze, feste, gite, piscina, ecc...) compatibilmente con gli interessi, le potenzialità e le capacità degli ospiti.
È anche possibile accedere al parco, in comune con la Comunità Residenziale “Fabio Abbondanza”, per relax e partecipazione ad iniziative socio-ricreative ed utilizzare la palestra (adiacente alla struttura) per attività ludico-motorie e di mantenimento, con il supporto di un educatore a tempo pieno.
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Rivestono molta importanza i momenti trascorsi insieme, in cui gli utenti costruiscono relazioni stabili e rafforzano le loro autonomie.
Il Centro residenziale si compone di 5 aree:
— gruppo appartamento junior ospita persone con discrete autonomie, età inferiore a 40 anni;
— gruppo appartamento senior ospita persone con discrete autonomie, età superiore ai 40 anni;
— gruppo appartamento sole e gruppo appartamento luna;
— appartamenti protetti per l’inserimento di nuclei famigliari con persona disabile.
Questa organizzazione in appartamenti si pone l’obiettivo primario di aumentare il grado di
autonomia attraverso una maggiore responsabilizzazione.
Gli ospiti al 31/12/2014 erano 29.
Il centro socio-occupazionale “Calicantus” (Cso)
Il Centro di Terapia Occupazionale nasce nel 1992 come laboratorio protetto con attività di
assemblaggio per persone disabili con difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.
Nel 1995 si è trasformato in servizio diurno socio-riabilitativo e di terapia occupazionale con
la finalità di rispondere ai differenti bisogni di persone disabili adulte, inviate dal Servizio Disabili Adulti dell’Azienda Sanitaria Locale. Il Centro è di tipo semiresidenziale e ha la finalità
di favorire il benessere delle persone disabili, tramite attività che permettano l’acquisizione
di autonomie e tramite il supporto alle famiglie.
Gli obiettivi del centro sono sostanzialmente i seguenti:
— mantenere e migliorare le autonomie e le competenze personali, cognitive, sociali ed
occupazionali;
— sviluppare le potenzialità inespresse, partendo dagli interessi/desideri di ciascuna persona per svolgere attività significative e gratificanti;
— favorire la valorizzazione e l’integrazione sociale di ognuno attraverso la promozione, la visibilità e la partecipazione attiva del centro sul territorio ed in rete con altri soggetti (associazioni, cooperative sociali, scuole, enti formativi, istituzioni pubbliche, imprese, cittadinanza);
— supportare le famiglie, sostenendole nella gestione quotidiana del proprio congiunto ed
attivando costanti forme di collaborazione reciproca.
Per ogni ospite è predisposto un progetto educativo individualizzato (Pei) grazie al quale
viene seguito in tutte le sue attività e progressi, condiviso e verificato con le famiglie e con i
referenti dell’Azienda Sanitaria Locale.
Per questo Calicantus ha figure professionali altamente qualificate, rappresentate da 5 educatori, una coordinatrice ed un pedagogista. L’equipe si riunisce settimanalmente per programmare e verificare i vari progetti, gli interventi e le attività; gli educatori usufruiscono di
formazione e supervisione interna da parte del pedagogista della Cooperativa.
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Cils — Gli interventi socio-assistenziali: il settore A
Le attività principali sono:
occupazionali produzione di oggettistica in argilla, ceramica, cera, legno ed attività di assemblaggio per conto terzi;
socio-riabilitative piscina, beauty farm, musicoterapia, ippoterapia, fattoria didattica, teatro,
tutte realizzate in collaborazione con professionisti specifici;
ricreative visione film, uscite serali, visite mirate e partecipazione ad eventi sul territorio,
soggiorni residenziali estivi.
Nel corso degli anni gli utenti che operano nel Centro hanno acquisito diverse tecniche di
realizzazione e decorazione oggetti, che hanno trovato ampio gradimento sia come oggetti
da regalo, che come gadget aziendale o bomboniera per cerimonie.
Il servizio ha la capacità di accogliere circa 18 persone adulte con disabilità.
Il centro socio-occupazionale “La bArca” (Cso)
Il Centro socio occupazionale La Barca è stato ufficialmente inaugurato a settembre 2014
come attività di settore A. Precedentemente infatti era nato come centro di preinserimento
lavorativo e quindi appartenente al settore B della cooperativa.
Era una sorta di momento di passaggio per le persone disabili prima dell’inserimento lavorativo vero e proprio. Al suo interno si svolgevano principalmente attività di assemblaggio e
periodi di stage negli spazi di lavoro della cooperativa.
Negli anni però è emerso un aggravamento delle persone inserite e una difficoltà nel progettare un loro futuro inserimento lavorativo.
La cooperativa Cils per dare continuità al progetto delle persone già inserite nel Centro, ha
deciso di trasformarlo in un Centro socio occupazionale di tipo A.
Gli obiettivi sono:
— elaborare progetti individualizzati in ambiente protetto che rispondano adeguatamente
ai diversi bisogni e caratteristiche degli utenti e che favoriscano l’integrazione sociale e relazionale, incentivando la cooperazione ed il rispetto reciproco;
— stimolare, attraverso attività occupazionali e lavorative, l’acquisizione e il rafforzamento di
competenze relazionali/comportamentali (il rispetto delle regole di convivenza e favorire una
senso di responsabilità) e autonomie personali utili per una crescita e benessere personale;
— mantenere e stimolare le competenze lavorative residue degli utenti sperimentandoli
in attività diverse;
— creare uno spazio positivo, con un clima formativo agli utenti;
— stimolare e rieducare le capacità creative ed espressive attraverso la produzione di
candele artistiche.
È rivolto a persone con disabilità che hanno difficoltà a sostenere un impegno lavorativo vero e proprio ma che hanno comunque un discreto livello di autonomie personali.
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Le attività che vengono svolte all’interno del laboratorio sono prevalentemente attività di assemblaggio di materiale plastico o elettrico per la realizzazione di parti di prodotti commissionati da ditte esterne. La realizzazione del prodotto richiede varie fasi e prevede diversi livelli di difficoltà. La molteplicità dei lavori permette di suddividere il gruppo di utenti in tavoli di lavoro differenziati in base alla complessità della lavorazione e di poter sperimentare sia
il lavoro in gruppo che singolo, quello a catena che a fase unica.
Alcune lavorazioni inoltre richiedono l’utilizzo di strumenti quali cacciaviti, trapani a batteria,
forbici, colle, e quant’altro è richiesto per il lavoro di assemblaggio al tavolo. In questo modo
l’eterogeneità dei lavori è funzionale per lo sviluppo della capacità di catalogazione, differenziazione dei materiali, organizzazione spaziale. L’attività lavorativa/occupazionale diventa quindi uno strumento per raggiungere gli obiettivi previsti per ogni singolo progetto
(obiettivi non strettamente lavorativi ma soprattutto di carattere educativo-occupazionale).
L’organizzazione di una giornata tipo nel Centro è la seguente:
— ore 9:00 arrivo, accoglienza e condivisione delle attività del giorno e divisione in gruppi;
— ore 9:30 svolgimento attività lavorative-occupazionali/espressive-creative;
— ore 10:30 breve pausa;
— ore 12:30 chiusura per pausa pranzo;
— ore 14:00 ripresa attività diversificata per gruppi;
— ore 16:00 chiusura del centro.
Inoltre, gli utenti della cooperativa sociale Cils, che operano all’interno del Centro Socio Occupazionale “La bArca”, hanno dato vita al laboratorio “Fatti di Cera”, finalizzato alla produzione di candele artistiche, recuperando la cera di scarto presente nelle parrocchie e realtà
del territorio. Un progetto che coniuga l’attività occupazionale e creativa dei ragazzi, trasformandola in una produzione di oggetti artistici.
Il servizio ha attualmente la capacità di accogliere 16 persone adulte con disabilità.
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capitolo cinque
il coinvolgimento
degli stakeholder
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La Cils ha da sempre riconosciuto un’importanza fondamentale al contesto in cui opera e
alle persone con cui quotidianamente entra in contatto.
In questa sezione del Bilancio Sociale si pone l’attenzione sui rapporti instaurati con i vari
portatori di interesse, in primis i lavoratori, comprendendo tutte le categorie, anche i disabili.
Il questionario ai lavoratori
I questionari sono stati somministrati a 367 lavoratori, che comprendono i normodotati e
gli svantaggiati/invalidi.
Sono stati consegnati tramite busta paga, con allegata una lettera che spiegava l’importanza di tale questionario, il suo utilizzo e le modalità per consegnarlo.
Per raccoglierli era stata posta un’urna all’ingresso della sede Cils di modo che ognuno potesse inserirvi il questionario autonomamente e in maniera anonima.
Dopo il primo mese dalla consegna, i questionari raccolti non erano in numero sufficiente
per un’analisi che fosse il più possibile rappresentativa del numero totale dei lavoratori.
Si è così deciso di visitare i cantieri in prima persona per presentare il progetto del bilancio sociale, per cercare di sensibilizzare i lavoratori al riguardo ed aumentare il numero di
questionari ricevuti.
Il totale dei questionari raccolti è di 131 su 367, che rappresenta il 36% dei lavoratori (normodotati e svantaggiati/invalidi).
Le risposte possibili corrispondono ad un valore che va da 1 a 5, dove:
1 equivale a “per niente”
2 equivale a “poco”
3 equivale a “mediamente”
4 equivale a “abbastanza”
5 equivale a “molto”
Di seguito i risultati per ogni domanda posta.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Il 75% dei lavoratori risulta avere una soddisfazione medio-alta del proprio lavoro in Cils,
mentre solo un 24% risulta non essere particolarmente soddisfatto.
Nonostante percentuali non trascurabili di insoddisfazione, si può affermare che la maggioranza dei lavoratori è soddisfatta del proprio orario di lavoro. Il valore mediano 3 corrispondente a “mediamente”, fa da spartiacque, probabilmente in base alla differente percezione che possono avere i lavoratori all’interno dei differenti settori della cooperativa.
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Per quanto riguarda la flessibilità oraria, una buona percentuale, ovvero quasi il 70% dei lavoratori, ritiene vi sia una flessibilità soddisfacente, in linea con le proprie esigenze. Come già si
era sottolineato nei paragrafi precedenti, la maggioranza dei dipendenti Cils è di sesso femminile ed una delle ragioni è proprio la possibilità di avere una flessibilità adeguata di orario.
Come si evince dai risultati, ben l’80% dei lavoratori è soddisfatto rispetto alla stabilità del
suo lavoro. È un dato che dimostra l’importanza che la Cils da sempre dà ai suoi lavoratori,
supportato anche dall’elevato numero di contratti a tempo indeterminato.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Anche qui, la quasi totalità dei lavoratori si sente sicuro sul luogo di lavoro. Come già sottolineato nel paragrafo sulla responsabilità sociale, la Cils si impegna a formare adeguatamente i suoi lavoratori e a provvedere affinchè abbiano a disposizione tutti i dispositivi di
sicurezza individuali.
La Cils si impegna a garantire i diritti dei lavoratori e, come dimostrano i risultati di questo
grafico, i dipendenti ne sono consapevoli.
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La maggior parte delle risposte si attesta sul valore mediano, dimostrando dunque una
discreta soddisfazione da parte dei lavoratori circa la trasparenza del rapporto di comunicazione con la Cils.
La stragrande maggioranza dei lavoratori, bel l’83%, si trova bene con i colleghi sul luogo di
lavoro e questo è motivo di orgoglio per la Cils, che, nonostante l’eterogeneità dei suoi dipendenti, è riuscita a creare contesti lavorativi con un buon clima di lavoro e cooperazione.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Quasi il 63% dei lavoratori ha risposto positivamente per quanto riguarda il riconoscimento
del proprio lavoro, anche se il 37% delle risposte, che risultano “negative” (valore 1 e valore
2), potrebbero indicare la necessità di un miglioramento nelle modalità di gratificazione.
Da questi dati risulta che la disponibilità del proprio responsabile/superiore/coordinatore è
mediamente apprezzata dai lavoratori.
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Quasi l’80% dei lavoratori risulta motivato nel lavoro dal proprio responsabile/superiore/coordinatore, con cui probabilmente hanno un contatto frequente e diretto.
La maggior parte dei lavoratori si attesta sul valore mediano, probabilmente perché ha
meno occasioni di entrare direttamente in contatto con la direzione, piuttosto che con il
proprio responsabile e/o coordinatore.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
La maggioranza dei lavoratori ha risposto “mediamente”.
Può essere un risultato determinato anche dal fatto che la maggior parte dei lavoratori non
abbia quasi mai avuto bisogni o necessità tali da dover contattare direttamente la direzione,
ma piuttosto il proprio coordinatore/superiore/referente.
La maggior parte dei lavoratori è soddisfatta dei corsi di formazione ed aggiornamento. La
Cils ha da sempre dato un’importanza primaria alla formazione dei propri dipendenti, come
è stato già sottolineato e approfondito nel paragrafo sulla formazione.
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Si nota una maggioranza di risposte sul valore 3, corrispondente a “mediamente”, che attesta un andamento in generale positivo.
Come si può notare dai risultati, si può affermare, in generale, che in tutte le domande la
maggior parte dei punteggi è maggiore nel valore “mediano”, corrispondente al “mediamente”. Questo trend non stupisce, poiché in questionari di questi genere è probabile che
l’intervistato tenda ad attestarsi sul valore intermedio.
Un elemento di riflessione può essere piuttosto il fatto che in quasi tutte le domande, percentuali simili si sono divise tra il valore 2 “poco” e il valore 4 “abbastanza”, dimostrando
un netto divario di opinione, probabilmente in relazione ai diversi settori lavorativi e/o in base alla diversa percezione del singolo lavoratore.
Tuttavia, si può affermare che la maggioranza dei lavoratori si ritiene soddisfatta in tutti gli
ambiti e gli aspetti compresi nelle domande e ciò denota la presenza di una sorta di benessere all’interno della cooperativa che fa si che si creino ambienti di lavoro sereni e che vi sia
un reale rapporto tra la cooperativa in tutti i suoi livelli e il lavoratore, dando molta importanza alla valorizzazione della persona in quanto tale e al rapporto diretto con essa.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Le interviste ai lavoratori disabili
Le interviste ai lavoratori disabili sono sicuramente una delle principali e più importanti novità del bilancio sociale 2014.
Sarebbe stato difficile raccogliere dei dati oggettivi sottoponendo un questionario standard. Si è pensato perciò di costruire un questionario ad hoc, con domande che fossero
semplici e comprensibili. Questo questionario si è svolto attraverso delle interviste dirette
tra l’incaricata per il bilancio sociale e il dipendente disabile intervistato, di modo che i ragazzi si sentissero pienamente a loro agio nelle risposte e non fossero influenzati da altri fattori o dalla presenza di altre figure. In questo modo le domande potevano anche essere
spiegate più volte, se necessario.
Sono stati selezionati due lavoratori disabili per settore (verde, pulizie, imprese, cimiteri,
chiosco fiori, litografia) in modo da comprendere il maggior numero di punti di vista diversi
e di diverse prospettive. Di seguito sono riportate le domande con relative risposte dei ragazzi, nel rispetto del loro anonimato.
1 — Cosa ne pensi dell’orario di lavoro alla Cils? Ti trovi bene o lo vorresti cambiare?
Troppe ore o troppo poche?
Ragazzo 1 Per me l’orario di lavoro va bene, non lo vorrei cambiare. Lavoro sia al mattino che
al pomeriggio.
Ragazzo 2 Per il momento mi piace l’orario, sono contenta.
Nel futuro vorrei fare più ore, come alcuni dei miei colleghi che essendo da più tempo all’interno della cooperativa ne fanno più i me.
Ragazzo 3 Sì, mi trovo bene con l’orario.
Ragazzo 4 Faccio 38 ore settimanali e va bene così, anche se preferirei fare il continuato
piuttosto che lo spezzato.
Ragazzo 5 Con l’orario mi trovo bene, si fa una pausa ogni ora.
Ragazzo 6 Mi piace l’orario. A volte faccio anche più ore se c’è da fare qualcosa.
Ragazzo 7 Vorrei mi facessero fare più ore. A casa mi annoio, non so che fare.
Ragazzo 8 Sì l’orario va bene. Quando c’è bisogno rimango anche di più.
Ragazzo 9 Sì va bene così.
Ragazzo 10 Come orario mi trovo bene ma aumenteri le ore, ne vorrei fare di più.
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2 — Il luogo in cui lavori è sicuro per la tua salute fisica? Ti sono state spiegate tutte le
norme di sicurezza?
Ragazzo 1 Sì il luogo di lavoro è sicuro e mi sono state date tutte le protezioni che mi servono.
Ragazzo 2 Mi sono state fornite tutte le protezioni che mi servono e sono stata informata sui
possibili pericoli. Però alcuni dei prodotti che utilizzo mi hanno causato dei fastidi.
Ragazzo 3 Il mio lavoro è sicuro. Mi sono state date le protezioni di cui necessito e mi sono
state spiegate le norme di sicurezza.
Ragazzo 4 Si, utilizzo sempre gli indumenti appropriati e le varie protezioni.
Ragazzo 5 Si, ho tutti gli strumenti di protezione e sono formato e aggiornato sui rischi del
mio lavoro.
Ragazzo 6 Ho tutto ciò che mi serve per proteggermi e se mi manca qualcosa lo chiedo e mi
viene dato.
Ragazzo 7 Si, e mi hanno dato tutto ciò che mi serve.
Ragazzo 8 Non è pericoloso il luogo in cui lavoro e ho tutto ciò che mi serve.
Ragazzo 9 Sì sono provvisto di ogni cosa ai fini della sicurezza.
Ragazzo 10 Ho tutti gli strumenti di sicurezza e comunque non è un lavoro pericoloso.
3 — I tuoi diritti lavorativi sono garantiti (ferie, permessi...ecc)?
Ragazzo 1 Sì, le mie ferie sono sempre garantite. Per i permessi, di solito li chiedo una settimana prima e mi vengono dati.
Ragazzo 2 Le mie ferie sono sempre garantite, sono 5 settimane in tutto l’anno. Di permessi
non ne ho mai chiesti.
Ragazzo 3 Sì, ferie e premessi sono garantiti. Se mi capita di sentirmi male sul lavoro chiamo
e mi mandano subito a casa.
Ragazzo 4 Le ferie sono sempre garantite e anche i permessi, avvisando un giorno prima.
Ragazzo 5 Sì ho sempre le ferie. Per quanto riguarda i permessi, non ne ho mai chiesti.
Ragazzo 6 Ho sempre le ferie e anche i permessi.
Ragazzo 7 Ferie e permessi sempre garantiti.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Ragazzo 8 Ho sempre ferie e possibilità di permessi. Ci organizziamo tra di noi.
Ragazzo 9 Sì sono garantite ferie e permessi.
Ragazzo 10 Sono garantite le ferie e i permessi.
4 — Ti trovi bene con i tuoi colleghi di lavoro?
Ragazzo 1 Sì, molto bene con tutti.
Ragazzo 2 Sì molto. Mi sento accettata. Mi aiutano sempre e mi stanno vicino.
Ragazzo 3 Sì, mi trovo molto bene, ridiamo e scherziamo, siamo sempre con il sorriso. C’è
stato un periodo in cui non mi trovavo bene con i miei colleghi ma poi ho cambiato e adesso
va molto meglio.
Ragazzo 4 Si mi trovo bene, è da tanto che sono qui.
Ragazzo 5 Benissimo, è da anni che lavoro con loro.
Ragazzo 6 Si con loro va tutto bene. A volte faccio di più io al lavoro perché loro fanno più fatica e per questo cerco anche di aiutarli.
Ragazzo 7 Sì con tutti, ormai sono diventati miei amici.
Ragazzo 8 Mi trovo benissimo. Tutte brave persone.
Ragazzo 9 Sì mi trovo bene.
Ragazzo 10 Si mi trovo bene anche perché sono miei coetanei.
5 — Come ti trovi con il tuo referente/capo squadra sul lavoro?
Ragazzo 1 Molto bene con entrambi i miei referenti. Ne ho più di uno perché lavoro in due
settori diversi.
Ragazzo 2 Mi trovo bene, sono buoni con me e mi spiegano sempre cosa devo fare e come farlo.
Ragazzo 3 Mi trovo molto bene.
Ragazzo 4 Mi trovo bene, lo conosco da tanto, c’è un bel rapporto.
Ragazzo 5 Benissimo, mi conosce bene ed è molto disponibile.
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Ragazzo 6 Mi trovo bene, ci riusciamo sempre ad organizzare bene.
Ragazzo 7 Mi trovo bene.
Ragazzo 8 Mi trovo molto bene.
Ragazzo 9 Mi trovo benino. A volte è nervoso e si arrabbia, ma è normale che sia così.
Ragazzo 10 Si mi trovo bene è molto disponibile.
6 — In caso di necessità o esigenze particolari il tuo referente/capo squadra è disponibile ad aiutarti e venirti incontro?
Ragazzo 1 Sì. Mi capita spesso di trovarmi in difficoltà e quando chiedo aiuto i miei referenti
sono sempre disponibili e gentili.
Ragazzo 2 Sì se chiedo qualcosa mi aiutano sempre.
Ragazzo 3 Sì, mi viene sempre incontro e mi rispiega le cose con calma quando non capisco.
È sempre disponibile.
Ragazzo 4 Sì, se ho bisogno mi aiutano, sono dei punti di riferimento per me.
Ragazzo 5 È sempre presente e se ho bisogno mi aiuta.
Ragazzo 6 Si quando lo chiamo viene sempre.
Ragazzo 7 Sì, mi aiuta sempre.
Ragazzo 8 Sì ma non solo lui, anche i miei colleghi mi aiutano.
Ragazzo 9 Se ho bisogno mi aiuta.
Ragazzo 10 Assolutamente si.
7 — Ti senti motivato nel tuo lavoro?
Ragazzo 1 In generale sì. Di solito al mattino vado più volentieri al lavoro, mentre al pomeriggio, dopo lo stacco della pausa pranzo faccio più fatica, soprattutto d’estate quando è
molto caldo.
Ragazzo 2 Sì mi sento motivata nel mio lavoro, ne sono contenta. Però è una motivazione
che trovo più da sola, non me la trasmettono gli altri.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Ragazzo 3 Sono molto felice di andare al lavoro, mi sveglio con il sorriso. Penso sia un lavoro adatto a me.
Ragazzo 4 Dipende un po’ dai giorni, però mi piace il mio lavoro, lo so fare bene.
Ragazzo 5 Io sono contento del mio lavoro, il mio obiettivo è farlo bene e questa per me è anche
una motivazione. Mi sento stimoltao dal contesto lavorativo e dalle persone che mi circondano.
Ragazzo 6 Si mi sento motivato e per questo cerco di tenermelo stretto.
Ragazzo 7 Sì, sono molto contento di andare al lavoro.
Ragazzo 8 Mi sento motivato perché mi diverto al lavoro.
Ragazzo 9 Sono contento di andare al lavoro, in casa mi annoio.
Ragazzo 10 Sì mi sento molto motivato, è una cosa che parte da me.
8 — Hai possibilità di esprimere le tue idee, i tuoi pensieri o le tue difficoltà lavorative? Come?
Ragazzo 1 Sì, quando ho una difficoltà o una cosa da dire mi rivolgo ai miei referenti sul lavoro o al coordinamento sociale.
Ragazzo 2 Sì, di solito ne parlo con il coordinamento sociale, oppure con i referenti sul lavoro
o i colleghi.
Ragazzo 3 Sì, ho possibilità di parlare con la referente sul lavoro e anche con il coordinamento sociale, soprattutto quando ho bisogno di qualcosa, per esempio di stare a casa un giorno.
Ragazzo 4 Ne parlo con la coordinatrice sociale e se ho problemi sul lavoro anche con i referenti.
Ragazzo 5 Se ho difficoltà ne parlo con il mio referente che è sempre disponibile.
Ragazzo 6 Se è un problema inerente il lavoro ne parlo con il referente, se è personale con la
coordinatrice sociale.
Ragazzo 7 Di solito parlo con il ccordinamento sociale di tutto.
Ragazzo 8 Di solito parlo prima con il mio referente sul lavoro poi con il coordinamento sociale.
Ragazzo 9 Mi piace parlare delle cose con il coordinamento sociale.
Ragazzo 10 Ne parlo con il mio referente che poi lo riferisce al ccordinamento sociale se
ce n’è bisogno.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Le interviste agli stakeholder esterni
Le interviste agli stakeholder esterni si sono svolte in varie modalità: interviste dirette, tramite mail, tramite interviste telefoniche.
Centrali cooperative
Intervistati:
Federica Protti responsabile cooperative sociali per Legacoop
Giancarlo Turchi Confcooperative
1 — Come valuta l’operato della Cils? Cosa potrebbe essere migliorato?
Federica Protti (Legacoop) Cils, come tante cooperative sociali d’inserimento lavorativo, si
trova a dover affrontare un periodo complesso, non solo le difficoltà legate alla crisi economica, ovviamente non irrilevanti, ma soprattutto un mutato contesto sociale in cui il numero
delle persone fragili e in difficoltà aumentano e le risorse che gli Enti pubblici possono mettere in risposta ai bisogni in aumento, si riducono. Quello che si può migliorare, ma non parlo
solo di Cils, ma delle cooperative sociali in genere, è la capacitò di fare rete, di mettersi insieme, confrontarsi con tutte quelle realtà che vivono il territorio, trovando nuove sinergie in
grado di dare risposta ai bisogni crescenti delle persone.
Giancarlo Turchi (Confcooperative) La Cils opera bene, da tanti anni. È una delle prime cooperative che ha iniziato le sue attività in tale ambito. Ha dato e continua a dare delle risposte
a quei lavoratori che altrimenti non troverebbero un posto e non avrebbero pari opportunità
rispetto agli altri. In questo periodo così difficile non è facile migliorarsi in qualcosa.
È necessario adeguarsi ai tempi e credo che la Cils lo stia già facendo, ad esempio iniziando
ad operare con il mercato privato.
2 — Qual è il valore aggiunto della Cils, verso il territorio e verso le persone?
Federica Protti (Legacoop) Il valore aggiunto di una cooperativa sociale che da anni fa coesione sociale all’interno di un territorio, di una comunità, con le persone che vivono quella comunità, che queste siano disabili o normodotati, è quello di dare la possibilità a tante persone
in difficoltà di costruirsi un’autonomia, un’indipendenza anche economica.
Persone che diversamente ritornerebbero ad essere a carico dei Servizi, chiusi nelle proprie
abitazioni, senza relazioni e opportunità di confronto e scambio con l’altro.
Giancarlo Turchi (Confcooperative) Il valore aggiunto è quello di essere una cooperative di
grandi dimensioni e attenta alle persone, soci e dipendenti in particolare. C’è un’importanza
particolare alle relazioni interpersonali, anche con i livelli alti della cooperativa, come la dirigenza. Il valore aggiunto è anche quello di essere conosciuta all’interno del territorio in cui opera.
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3 — Quali sono secondo lei le prospettive future per il terzo settore e per una cooperativa come la Cils?
Federica Protti (Legacoop) Siamo in un momento davvero epocale per la cooperazione sociale e per la cooperazione sociale d’inserimento lavorativo. Dalle vicende di Mafia Capitale
che tanto male hanno fatto e stanno facendo alla buona cooperazione sociale, che come
Cils, quotidianamente lavora sui territori nella massima legalità, applicando contratti, rispettando la dignità delle persone, c’è stato un irrigidimento di quello che era una buona prassi
normata dalla legge. Mi riferisco ovviamente all’affidamento diretto che l’art. 5 della 381 disponeva per la cooperazione d’inserimento lavorativo, e che già l’ex Autorità di Vigilanza per i
contratti pubblici, oggi Anac, autorità anti corruzione, aveva rivisitato attraverso proprie linee
guida nel corso del 2012 e che l’ultima legge di Stabilità di fine anno ha definitivamente portata ad una diversa formulazione.
Come Legacoop Romagna siamo impegnati a far si che gli Enti pubblici capiscano il valore
della cooperazione sociale d’inserimento lavorativo e che con gli strumenti che le norme,
non da ultime quelle europee, indicano, continuino a lavorare in collaborazione e non in contrapposizione. La cooperazione sociale e tutto il mondo del Terzo Settore, anche questo oggetto di una legge di Riforma, ha un ruolo davvero importante per la costruzione di un welfare partecipato, in cui ogni soggetto, pubblico e privato, secondo le proprie caratteristiche e
peculiarità sia attore protagonista.
Giancarlo Turchi (Confcooperative) Viviamo un momento di grande difficoltà, non solo economica ma anche valoriale. Tutti i nuovi fatti di cronaca, tra cui Mafia Capitale, stanno influenzando negativamente la cooperazione sociale. Bisogna riposizionarsi vicino alle persone e operare a livello territoriale, facendo capire che la cooperazione sociale è patrimonio di
tutti, per le famiglie dei ragazzi disabili ma anche per tutti gli altri. Dobbiamo riscoprire quei
valori che sono alla base della cooperazione sociale.
Sindacati
Intervistati:
Michele Dall’Ara della Cisl
Raffaella Neri della Cgil
1 — Come valuta l’operato della Cils? Cosa migliorerebbe?
Michele Dall’Ara (Cisl) Considero positiva l’opera finora svolta dalla cooperativa che ha un
contratto integrativo aziendale vigente, che continua a mantenere occupati molti soggetti
svantaggiati, che riesce a stare nel mercato del settore pur in una congiuntura non favorevole, che applica correttamente il Ccnl sia per la parte economica sia per la parte normativa.
Se posso permettermi un consiglio, proporrei riunioni formative periodiche per tutti i responsabili in modo da rendere patrimonio comune metodi e conoscenze, dato che a volte capita
che qualche responsabile troppo solerte attui metodi o dichiarazioni che non sono rispettose del sistema di regole condivise (Ccnl e integrativo) causando contenziosi che potrebbero
essere evitati e che poi di si risolvono confrontandosi con “l’alta” dirigenza.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Raffaella Neri (Cgil) L’operato della Cils lo dividerei in due ambiti, quello dell’inserimento lavorativo e quello lavorativo aziendale. Credo che il primo ambito sia molto curato, dando così un aiuto concreto ed indispensabile al welfare della nostra città. L’ambito invece “aziendale” mi pare in grande sofferenza, per la crisi indubbiamente, ma anche per la veloce crescita
che ha avuto. Gestire tanti dipendenti è assai complicato e richiede un’organizzazione puntuale e il più possibile impeccabile. Quest’ultima è sicuramente da migliorare.
2 — Qual è secondo lei il valore aggiunto della Cils?
Michele Dall’Ara (Cisl) La mia opinione è che il valore aggiunto della Cils è quello che meno
viene ricordato a tutti i livelli: e cioè che eroga servizi di buona qualità sul mercato con personale che nessuna impresa privata vuole assumere; problema che in questo tempo di crisi
viene dimenticato dai committenti che invece chiedono ribassi economici negli affidamenti
dei servizi nonostante di un costo maggiore di Cils dovuto alla necessità di una struttura
aziendale ulteriore a tutela dei lavoratori svantaggiati (dal collega tutor che lavora fianco a
fianco, alla psicologa e a tutte le figure che aiutano e sostengono la prestazione lavorativa
degli svantaggiati).
Raffaella Neri (Cgil) In quanto Cooperativa sociale di tipo B, credo che il valore aggiunto sia
proprio l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate e con disabilità.
3 — Crede che la Cils dia sufficiente ascolto ai suoi partner/interlocutori?
Michele Dall’Ara (Cisl) C’è trasparenza nei rapporti e reciproco riconoscimento di titolarità
nella rappresentanza. L’ascolto c’è sicuramente dato che non è mai capitato un rifiuto ad
una rischiesta di incontro sindacale.
A volte l’ascolto non è però sufficiente dato che sono capitati episodi di decisioni “ante” informazione o confronto che incidevano sull’organizzzazione del lavoro.
Raffaella Neri (Cgil) Negli anni passati di più, negli ultimi direi che dà poco ascolto, mi riferisco soprattutto nei confronti delle organizzazioni sindacali.
I problemi andrebbero affrontati a monte e non a valle con le organizzazioni sindacali.
4— Come ritiene siano le relazioni lavorative all’interno della Cils?
Michele Dall’Ara (Cisl) Con Cils ci sono consolidate e durature relazion sindacali. I rapporti di
lavoro sono trasparenti e a conoscenza dei singoli lavoratori. Non ho mai rilevato pressioni
affinchè i lavoratori non si rivolgano al sindacato.
L’unica pecca che posso evidenziare è che a volte la dirigenza ha un atteggiamento “paternalistico” e cioè che con le migliori intenzioni attua scelte che vengono ritenute come “le migliori possibili” ma perdendo il percorso di condivisione e di coscienza che servirebbe prima
di arrivare a fare scelte che i lavoratori devono vivere sulla loro pelle.
Raffaella Neri (Cgil) Variano molto a seconda del comparto, perché ritengo dipendano molto
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dall’atteggiamento del coordinatore. Se riesce ad essere presente, comprensivo e allo stesso
tempo autorevole.
5 — Quali sono secondo lei le prospettive future della Cils, tenendo conto dei cambiamenti che stanno investendo il terzo settore ed il territorio sul quale opera la
cooperativa?
Michele Dall’Ara (Cisl) La mia opinione è che Cils ha molte attività in commesse pubbliche e il
pubblico (comune, asl, altri enti) sta diminuendo i servizi richiesti o la disponibilità economica
per i servizi. Concretamente si stanno vedendo bandi che, per non remunerare i servizi necessary, vengono offerti ad associazioni di volontariato (una bella confusione sul “terzo settore”). Il settore privato (soprattutto pulizie) è in diminuzione a causa della crisi generalizzata
che ha diminuito le richieste.
Allo stato attuale quindi gli unici consigli sono: diversificare il più possibile i servizi e le tipologie per cercare di cogliere tutte le opportunità di mercato; verificare se un’ulteriore flessibilità in ambito lavorativo può aiutare la cooperativa (anche se con la banca ore già attiva credo
che il grosso della flessibilità sia già attivo); chiarire agli enti e ai committenti privati che i servizi Cils hanno anche un valore etico.
Ci sono ancora fasce di mercato disponibili a spendere un pò di più se a fronte di una valenza etica della spesa. Per essere più comprensivo ricordo l’esempio del costo dei prodotti biologici sul mercato che costano di più ma tengono comunque quote di mercato sempre crescenti o delle esperienze di banca etica in cui i clienti si accontentano di minori interessi a
fronte di garanzia su investimenti etici delle disponibilità della banca.
In generale, non prevedo che nel breve periodo (due-cinque anni) ci saranno milgioramenti,
perchè la crisi non ha ancora dato segni di miglioramento e ciò influirà sulle commesse private. Nel pubblico siamo ancora strozzati dalla revisione di spesa, che purtroppo si tradurrà
in minori servizi ai cittadini, assorbendo tutte le capacità degli enti per evitare tagli.
Raffaella Neri (Cgil) Credo vi sarà un blocco della crescita della cooperativa, che non è per
forza un male se si riescono però a mantenere in “salute” gli ambiti ora attivi, così da non
creare ulteriori perdite di posti di lavoro.
Nel nostro territorio, tuttavia, credo che in silenzio si stia ridimensionando il terzo settore, con
meno investimenti pubblici e dirette ricadute su chi in quel settore ci lavora.
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Cils — Il coinvolgimento degli stakeholder
Le interviste ai familiari
Per le interviste ai familiari si è scelta la modalità diretta, organizzando un incontro con
ognuno dei familiari scelti, in totale tre.
1 — È soddisfatto dell’esperienza di suo/a figlio/figlia/familiare alla Cils?
Familiare 1 Sì. Il lavoro alla Cils per mio figlio è come una medicina. Gli permette di sentirsi come gli altri, più indipendente e realizzato.
Familiare 2 Più che soddisfatta. Da quando lavora alla Cils riesce a interagire con molte più
persone rispetto a prima, è più aperta. E cosa ancora più importante si sente impegnata in
qualcosa.
Familiare 3 Sì sono soddisfatta. È da 10 anni che abbiamo rapporti con la cooperativa e ci troviamo molto bene.
2 — Secondo lei il carico di lavoro e la tipologia di lavoro sono adeguati alle capacità e
possibilità di suo/a figlio/figlia/familiare?
Familiare 1 Tutto sommato sì. Mio figlio lavora da 18 anni alla Cils quindi ha avuto modo di
adeguarsi al carico di lavoro, che io ritengo sia abbastanza giusto. Gli vengono anche affidati
lavori da svolgere in autonomia che possono essere più pesanti ma allo stesso tempo anche
più soddisfacenti. In questo particolare momento della vita della cooperativa gli è anche stato diminuito l’orario lavorativo settimanale. Poi ovviamente ci sono giorni sì e giorni no, e ciò
dipende molto dalla sua particolare psicologia. In questi momenti, è molto importante l’operato degli operatori di sostegno che lo accompagnano nelle giornate lavorative.
Familiare 2 Sì assolutamente. Nel lavoro precedente era sempre seduta, invece adesso con
Cils è sempre in movimento, e lei ha bisogno di questo, di essere attiva.
Familiare 3 Direi proprio di si. Hanno inquadrato bene la sua situazione iniziale, trovando
quello che è più adeguato.
3 — Pensa che suo/a figlio/figlia/familiare all’interno della Cils abbia la possibilità di
poter intraprendere un percorso di crescita non solo a livello lavorativo e professionale ma anche a livello personale? In che modo secondo lei?
Familiare 1 Sicuramente la crescita a livello lavorativo c’è stata . A livello personale la crescita
è limitata, nel senso che più in là di un certo limite non può andare. Grazie alla Cils mio figlio
si è fatto tanti amici e questo l’ha aiutato molto nel suo percorso.
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Familiare 2 Sì, sicuramente ha avuto una crescita anche personale. Come ho detto anche prima, riesce ad interagire con più persone. Si è fatta molti amici e si sente molto accolta. Tutto
ciò le fa acquisire una sicurezza maggiore per cui riesce a relazionarsi anche in attività esterne alla Cils, con ragazzi normodotati e non.
Familiare 3 Assolutamente sì, anche un percorso personale. Riesce a confrontarsi con gli altri ragazzi e riesce a rapportrasi con il mondo esterno, cosa che gli sarebbe impossibile se
restasse a casa.
4 — Pensa che ci sia un adeguato sostegno da parte del coordinamento sociale?
Familiare 1 Il sostegno è una parte importante del percorso di mio figlio all’interno della Cils. Il
coordinamento sociale lo svolge nel modo giusto, con un rapporto diretto con i ragazzi, basato su un reale rapporto di conoscenza.
Tutte le ragazze che lavorano all’interno del coordinamento sociale hanno esperienza e sanno come relazionarsi con i ragazzi. Inoltre questa funzione particolare è una caratteristica
della cooperativa Cils, che sicuramente fa la differenza.
Familiare 2 Il rapporto è ottimo con il coordinamento sociale. Viene molto seguita dalla responsabile del suo settore.
Famialre 3 Sì, mio figlio viene molto seguito e tutte le volte che ci sono delle problematiche
vengo contattato.
5 — Come valuta il rapporto di comunicazione con la Cils?
Familiare 1 Molto buona. Soprattutto per quanto riguarda il coordinamento sociale, che mi aggiorna sempre sul percorso di mio figlio ed è sempre disponibile per chiarimenti o esigenze.
Familiare 2 Molto buono. Vengo sempre aggiornata e posso chiedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento.
Familare 3 È un rapporto molto buono e continuativo.
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capitolo sei
impegni futuri
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Il rifugio di via Boscone
Un progetto per il “dopo di noi” e per “il durante noi”. Una nuova sfida da affrontare con il
contributo di tutta la comunità di Cesena.
Il Consiglio di Amministrazione ha commissionato un progetto per la costruzione a Sant’Egidio, di nove alloggi, in grado di ospitare ciascuno fino ad un massimo di quattro persone, con la finalità di sperimentare forme innovative di residenza protetta a basso costo assistenziale e di vita autonoma di persone con disabilità o anziane, in un ambito presidiato dalle due comunità residenziali esistenti. Si tratta, come ha dichiarato un consigliere, “di realizzare, in un ambiente tranquillo e immerso nel verde, un riparo, un rifugio dalle tempeste della
vita per dare risposte in questo tempo di crisi a bisogni fondamentali, quali: la fame, il sonno,
la casa, una spalla su cui piangere, il tempo libero.”
Il Consiglio di Amministrazione sta approntando un regolamento per definire un sistema di
rette variabili legate al tipo di servizio o di assistenza richiesti. In sostanza per persone autonome si può prevedere un canone d’affitto, modificabile in una retta al sopraggiungere del
bisogno di servizi di tipo alberghiero o assistenziali.
Inoltre è prevista la possibilità di stipulare con la cooperativa contratti di vitalizio con la garanzia di assistenza per tutta la vita di una persona, a fronte della cessione alla cooperativa
stessa di beni immobili o di contributi economici.
In tal modo una persona o una famiglia di una persona con disabilità, oltre a trovare risposta
ai propri bisogni, ha la certezza che quel patrimonio o quelle somme in danaro ceduta ella
cooperativa potranno dare in futuro risposte assistenziali alche al altre persone.
Il progetto sta per essere presentato alla comunità, agli Enti Pubblici e ad imprese del territorio allo scopo di trovare i finanziamenti necessari alla sua realizzazione.
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Cils — Impegni futuri
Terreno di via Boscone
rendering edificio
Terreno di via Boscone
rendering cucina
Terreno di via Boscone
planimetria generale
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Terreno di via Boscone
planimetria piano terra
Terreno di via Boscone
planimetria primo piano
Terreno di via Boscone
visione dall’alto
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pagina novanta
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Allegati
Questionario ai lavoratori
Rispondere alle seguenti domande indicando un valore da 1 a 5, dove:
1 equivale a “per niente”
2 equivale a “poco”
3 equivale a “mediamente”
4 equivale a “abbastanza”
5 equivale a “molto”
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Cils — Allegati
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Cils — Allegati
Interviste
Centrali cooperative
— Come valuta l’operato della Cils? Cosa potrebbe essere migliorato?
— Qual è il valore aggiunto della Cils, verso il territorio e verso le persone?
— Quali sono secondo lei le prospettive future per il terzo settore e per una cooperativa
come la Cils?
Sindacati
— Come valuta l’operato della Cils? Cosa migliorerebbe?
— Qual è secondo lei il valore aggiunto della Cils?
— Crede che la Cils dia sufficiente ascolto ai suoi partner/interlocutori?
— Come ritiene siano le relazioni lavorative all’interno della Cils?
— Quali sono secondo lei le prospettive future della Cils, tenendo conto dei cambiamenti
che stanno investendo il terzo settore ed il territorio sul quale opera la cooperativa?
Familiari
— È soddisfatto dell’esperienza di suo figlio/figlia/familiare alla Cils?
— Secondo lei il carico di lavoro e la tipologia di lavoro sono adeguati alle capacità e possibilità di suo/a figlio/a/familiare?
— Pensa che suo/a figlio/a/familiare all’interno della Cils abbia la possibilità di poter intraprendere un percorso di crescita non solo a livello lavorativo e professionale ma anche a livello personale (autonomie etc...)? In che modo secondo lei?
— Pensa che ci sia un adeguato sostegno da parte del coordinamento sociale?
— Come valuta il rapporto di comunicazione con la Cils?
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pagina novantacinque
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Colophon
Cils, cooperativa sociale
Bilancio Sociale 2014
per l’inserimento
lavorativo e sociale onlus
Stampato da
— Litografia Cils, onlus
p.le sanguinetti 42
47521 cesena (fc)
Progetto grafico
tel. +39 0547 27277
e impaginazione
— fabbricando.com
fax +39 0547 24301
[email protected]
Fotografie
www.cilscesena.org
— Filippo Venturi
p.i./c.f./r.i. fc 00364230409
Tipografia
rea fc 149687
— Testo composto in
albo soc. coop. a129941
Graphik (Christian Schwartz)
Impianti
— Il Digitale
Carta riciclata interni
— GardaMatt Art, 150 gr/mq
Carta copertina
— Fedrigoni, X-per,
premium white, 320 gr/mq
Stampa
— Volume stampato
in 4cromia
Finito di stampare
— Dicembre 2015