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MUSEOLOGIA SCIENTIFICA MEMORIE • N. 13/2014 • 127-129
ISSN 1972-6848
Le collezioni di Cetacei dei musei italiani. Seconda parte (Cetacei fossili)
Giovanni Bianucci e Vincenzo Vomero (eds)
Gli odontoceti del Museo Geologico
“G. G. Gemmellaro” di Palermo
Carolina Di Patti
Museo geologico “G. G. Gemmellaro”, Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare, Università degli Studi di Palermo,
corso Tukory, 131. I-90134 Palermo. E-mail: [email protected]
RIASSUNTO
Nel Museo Geologico “G. G. Gemmellaro” di Palermo è presente una collezione di reperti fossili provenienti
dagli asfalti bituminosi miocenici del ragusano in Sicilia che include anche resti di odontoceti riferiti ai generi
Neosqualodon e Squalodon. Questi fossili furono raccolti nella prima metà del secolo scorso e furono studiati da
Gaetano Giorgio Gemmellaro, suo figlio Mariano e da Ramiro Fabiani ed infine revisionati da Karlheinz
Rothausen. Di particolare importanza sono gli olotipi delle specie Neosqualodon gemmellaroi e Squalodon dalpiazi.
Parole chiave:
collezioni paleontologiche, cetacei fossili, Odontoceti, Miocene, Sicilia.
ABSTRACT
The odontocetes of the Museo Geologico “G. G. Gemmellaro” of Palermo.
In the Geological Museum “G. G. Gemmellaro” of Palermo is kept a collection of fossil remains, from Miocene
bituminous rocks of the Ragusa area in Sicily, also including odontocete remains referred to the genera Neosqualodon
and Squalodon. These fossils have been collected in the first half of the past century and have been studied by
Gaetano Giorgio Gemmellaro, his son Mariano and Ramiro Fabiani, and finally have been reviewed by Karlheinz
Rothausen. The holotypes of the species Neosqualodon gastaldi gemmellaroi and Squalodon dalpiazi are
particularly significant.
Key words:
palaeontological collections, fossil cetaceans, Odontoceti, Miocene, Sicily.
I resti di odontoceti presenti al Museo Geologico “G.
G. Gemmellaro di Palermo, Sezione del Dipartimento
di Scienze della Terra e del Mare, dell’Università degli
Studi di Palermo, fanno parte di un’unica collezione
denominata “Collezione degli asfalti bituminosi di
Ragusa”. Si tratta di una piccola collezione costituita
da 69 lotti e raccolta nell’arco di circa 50 anni a partire dal 1902. La collezione comprende fossili e campioni di roccia provenienti da affioramenti miocenici
dell’area ragusana in Sicilia. Oltre che dai resti di
odondoceti è costituita da lamellibranchi, cefalopodi,
echinidi, gasteropodi, coralli, denti di squalo, resti di
pesci, e resti di un sirenio etichettati come “Haliterium”.
I reperti provengono da diverse cave (miniera
A.B.C.D., miniera della Società Henry Aveline e C. in
regione Tabuna) e da diverse località (Contrada
Tabuna, Pachino, tra Tabuna e Mafita, Contrada
Castelluccio), ma nella maggior parte dei casi i reperti riportano come località di provenienza un generico
“Ragusa”. Come riferisce Gaetano Giorgio Gemmellaro (1902) in una nota preliminare inviata all’Accademia dei Lincei, il primo reperto di cetaceo entrato a
far parte della collezione è il “cranio n.1”, in seguito
diventato l’olotipo del Neosqualodon gemmellaroi Fabiani,
1949, insieme ad una mandibola di pesce riferita a
Cybium bottii (Gemmellaro M., 1920). I reperti furono
donati a Gaetano Giorgio Gemmellaro da un certo
sig. A. P. Brown, proprietario di una cava di asfalti nei
pressi di Ragusa. Il cetaceo, come riferirà Mariano
Gemmellaro (1920) figlio di Gaetano Giorgio, che fu
alla guida del Museo dal 1918 al 1921, era inglobato
nella roccia e lo stesso Gaetano Giorgio Gemmellaro
procedette alla sua pulizia. Durante tale fase, a causa
della fragilità del reperto stesso, la parte anteriore del
rostro e una porzione del ramo mandibolare destro si
staccarono. Probabilmente, oltre alla breve nota, G.
G. Gemmellaro si riprometteva di studiare il reperto
più approfonditamente come dimostrerebbe la splendida riproduzione poi pubblicata nel lavoro di
Mariano del 1920. Intanto le cave di asfalti del ragusano continuavano a restituire reperti fossili e, nel
1904, G. Dal Piaz aveva istituito la specie Neosqualodon
assenzae su di un cranio proveniente da Scicli e conservato al Museo di Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze. Ed è proprio con il reperto di
Firenze che Mariano Gemmellaro nel 1920 confronta
il cranio di Palermo arrivando alla conclusione che si
tratta della stessa specie. In realtà M. Gemmellaro
aveva notato alcune differenze fra i due reperti ma
attribuì tali differenze al fatto che l’esemplare di Palermo appartiene ad un individuo più giovane rispetto
all’esemplare studiato da Dal Piaz (1904). Nel 1927
GLI ODONTOCETI DEL MUSEO GEOLOGICO “G. G. GEMMELLARO” DI PALERMO
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Fig. 1. Neosqualodon gastaldii gemmellaroi, MGPP 001 (olotipo), cranio e mandibola in veduta laterale.
Ramiro Fabiani, direttore del museo di Palermo dal
1925 al 1946, visita le cave di asfalto del ragusano e
durante il sopralluogo, in località Tabuna, riceve
dall’Ing. Noera, direttore delle miniere della Società
A.B.C.D. (asfalti, bitumi, catrami e derivati), tre denti
incompleti ed una scheggia di osso, tutti provenienti
dallo stesso blocco calcareo (livelli asfaltiferi superiori), che attribuisce al genere Squalodon s. s. Fabiani ipotizza che il reperto appartenga ad “una forma di odontoceto del tutto nuovo per la Sicilia e affine allo
Squalodon bariensis Jourd”. Nel 1949 Fabiani, in una nota
presentata all’Accademia Nazionale dei Lincei
(Fabiani, 1949a), che anticipa il successivo lavoro
pubblicato nello stesso anno nelle Memorie
dell’Istituto di Geologia dell’Università di Padova
(Fabiani, 1949b), avendo avuto in prestito il cranio di
Firenze, effettua accurati confronti con il cranio di
Palermo, determinato da M. Gemmellaro come
Neosqualodon assenzae, e istituisce la specie Neosqualodon
gemmellaroi dedicandola “al nome di una delle più insi-
gni e benemerite famiglie di naturalisti della Sicilia”.
Nella stessa nota, attribuisce i resti di Squalodon presenti al museo ad una nuova specie: Squalodon dalpiazi.
“che mi è caro dedicare al prof. Giorgio Dal Piaz…”.
Gli ultimi studi riguardanti gli odontoceti del Museo
di Palermo sono ad opera di Karlheinz Rothausen che
nel 1968 ridetermina un reperto della collezione come
Neosqualodon gastaldi major, reperto che Fabiani nel 1949
aveva inserito nel suo lavoro come “Individuo di
Ragusa N.2”, della specie Neosqualodon gemmellaroi.
Sino ad adesso i reperti di odontoceti della collezione
non sono stati quasi per nulla valorizzati per mancanza di spazio espositivo. L’unico reperto che è stato
sempre esposto è il cranio di Neosqualodon gemmellaroi,
che sin dai tempi di Gemmellaro è stato montato su di
un supporto di legno e ottone. Attualmente, presso il
museo, è in corso di riorganizzazione il percorso
paleontologico dal Permiano al Miocene e nell’ambito di questa nuova sistemazione è previsto un settore
specifico per gli odontoceti del ragusano.
Fig. 2. Illustrazione dell’olotipo MGPP 001 di Neosqualodon gastaldii gemmellaroi (stessa veduta che in fig. 1)
probabilmente fatta eseguire da G. G. Gemmellaro e riprodotta da Fabiani (1949c: tav. 1., fig. 5).
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CAROLINA DI PATTI
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CATALOGO DEI REPERTI
Sono esclusi da questo catalogo reperti frammentari
non significativi dal punto di vista sistematico.
Ordine Cetacea Brisson, 1762
Sottordine Odontoceti Flower, 1867
Famiglia Squalodontidae Brandt, 1873
Squalodon Grateloup, 1840
Squalodon dalpiazi Fabiani, 1949
rocranio e parte prossimale di rostro; 2) frammento di
ramo mandibolare destro e denti dispersi nella matrice;
3) frammento di ramo mandibolare sinistro con modelli esterni di denti. Un quarto blocco, contenente l’estremità distale del rostro e la sinfisi mandibolare,
appartiene probabilmente allo stesso individuo.
Riferimenti bibliografici: Fabiani, 1947c; Rothausen,
1968.
Neosqualodon gastaldii major Rothausen, 1968
• MGPP 007 (olotipo)
Località e data di rinvenimento: miniera Tabuna della
Società Henry Aveline e C. (RG), nel 1928.
Formazione geologica e orizzonte stratigrafico:
Formazione di Ragusa, Oligocene superiore-Miocene
inferiore.
Parti scheletriche conservate: porzione di cranio e
mandibola con denti, inclusi in un blocco di roccia.
Riferimenti bibliografici: Fabiani, 1949a, 1949b,
1949c; Rothausen, 1968.
Squalodon sp. cf. Squalodon bariensis Jourdan, 1861
• MGPP 009
Località di rinvenimento: regione Tabuna (RG), miniera della Società A.B.C.D.
Formazione geologica e orizzonte stratigrafico:
Formazione di Ragusa, Oligocene superiore-Miocene
inferiore.
Parti scheletriche conservate: 3 denti e frammento
d’osso inglobati in uno stesso blocco di roccia.
Riferimenti bibliografici: Fabiani, 1927, 1949c;
Rothausen, 1968.
Odontoceti incertae sedis
Neosqualodon Dal Piaz, 1904
Neosqualodon gastaldii (Brandt, 1873)
Neosqualodon gastaldii gemmellaroi (Fabiani, 1949)
• MGPP 001 (olotipo di Neosqualodon gemmellaroi Fabiani,
1949; individuo “Ragusa N. 1” in Fabiani, 1949c)
Località e data di rinvenimento: regione Tabuna (RG).
Donato al museo dal Sig. A. P. Brown nel 1902.
Formazione geologica e orizzonte stratigrafico:
Formazione di Ragusa, Oligocene superiore-Miocene
inferiore.
Parti scheletriche conservate: cranio e mandibola
incompleti e divisi in 3 parti: 1) neurocranio e parte
prossimale di rostro e mandibola; 2) parte distale di
rostro e mandibola; 3) frammento di mandibola con tre
denti (figg. 1-2).
Riferimenti bibliografici: Gemmellaro G. G., 1902;
Gemmellaro M., 1920; Fabiani, 1947c; Rothausen,
1968.
• MGPP 003 (individuo “Ragusa N.3” in Fabiani, 1949c)
Località e data di rinvenimento: miniera Tabuna della
Società Henry Aveline e C. (RG), nel 1928.
Formazione geologica e orizzonte stratigrafico:
Formazione di Ragusa, Oligocene superiore-Miocene
inferiore.
Parti scheletriche conservate: Cranio e mandibola
incompleti contenuti in 3 blocchi: 1) porzione di neu-
• MGPP 001 (olotipo; individuo “Ragusa N. 2” in Fabiani,
1949c)
Località e data di rinvenimento: miniera Tabuna della
Società Henry Aveline e C. (RG), nel 1928.
Formazione geologica e orizzonte stratigrafico:
Formazione di Ragusa, Oligocene superiore-Miocene
inferiore.
Parti scheletriche conservate: blocco di calcare bituminoso contenente un frammento di rostro con 3 denti in situ e
un frammento mandibolare destro con 4 denti in situ.
Riferimenti
bibliografici:
Fabiani,
1947c;
Rothausen,1968.
BIBLIOGRAFIA
DAL PIAZ G., 1904. Neosqualodon nuovo genere della
famiglia degli squalodontidi. Mémores del la Société
Paléontologique Suisse, 31: 1-19.
FABIANI R., 1927. Resti di Mammiferi del Terziario e
del Quaternario di Ragusa in Sicilia. Rendiconti
dell’Accademia Nazionale dei Lincei, serie 6, 6(2): 521-524.
FABIANI R., 1949a. Osservazione sulle forme di
Neosqualodon del Miocene della Sicilia. Rendiconti
dell’Accademia Nazionale dei Lincei, serie 8, 6(4): 428-430.
FABIANI R., 1949b. Sui resti di odontoceti del Miocene
inferiore del ragusano conservati nel Museo di
Geologia dell’Università di Palermo. Giornale di Scienze
Naturali ed Economiche di Palermo, 46: 1-9.
FABIANI R., 1949c. Gli odontoceti del Miocene inferiore della Sicilia. Memorie dell’Instituto Geologico
dell’Università di Padova, 16: 1-3.
GEMMELLARO G.G., 1902. Sul rinvenimento di un
teschio di Squalodontidi nel calcare bituminoso di Ragusa
in Sicilia. Nota preliminare del socio G. G. Gemmellaro.
Rendiconti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Classe Scienze
Fisiche, Matematiche e Naturali, serie 5, 11(1): 1-3.
GEMMELLARO M., 1920. Il Neosqualodon assenzae Forsyth
Major sp. del Museo Geologico della Univ. di
Palermo. Giornale di Scienze Naturali ed Economiche di
Palermo, 32: 121-153.
ROTHAUSEN K., 1968. Die Squalodontidae
(Odontoceti, Mamm.) im Oligozän und Miozän
Italiens. Memorie degli Istituti di Geologia e Mineralogia
dell’Università di Padova, 26: 1-18.
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