Centonove numero 5

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Centonove numero 5
PAG.
ANNO XX N. 5
8 FEBBRAIO 2013
EURO 1,50
8/9
La disfatta del Cus
Il centro universitario sportivo
verso la liquidazione
Carlo Borrella
Tagliati due milioni di euro al personale.
La rivoluzione di burocrati e amministrativi
Franco Tomasello
Giovanni Ardizzone
centonove
Ars, le forbici di Ardizzone
17
Fallimento Demoter
Crac del’impresa di costruzioni
più grande di Messina. I retroscena
PAG.
25
PAG.
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Boss cercasi
L’INCHIESTA
TRE OMICIDI IN UN MESE FANNO TREMARE BARCELLONA. ECCO COME SI RIACCENDE
LA GUERRA DI MAFIA NEL COMUNE DEGLI SCANDALI. E DEI MISTERI
8 FEBBRAIO 2013
il punto
centonove
EDIT
Quando è
troppo...
IL MESSAGGIO È partito da
DʼAlia in direzione Crocetta e la
risposta non si è fatta
attendere: il presidente vuole
mantenere le Province e
riscriverne le competenze; il
senatore Udc, suo grande
elettore, non ne vuole sapere.
Ma le Province, come i Tribunali
sguarniti, non sono la materia
del contendere. Al centro della
semantica politica cʼè un
messaggio neppure troppo
cifrato: Crocetta non può
pensare di fare e disfare tutto
senza discutere e concordare
con gli alleati. “Non è così che
si fa politica…”. A preoccupare
è lʼeccesso di movimentismo di
Crocetta e gli annunci a
ripetizione del suo Megafono:
oggi tagli alla Formazione, oggi
tagli ai Pannoloni, oggi
denuncia alla Procura per Il
Cas, oggi siamo contro il Muos,
oggi imbarchiamo un poʼ di
transfughi e facciamo una
maggioranza parallela.
Insomma “troppo”, anche per
due giovani democristiani come
Genovese e DʼAlia ai quali sta
girando non solo la testa.
Sapevano di Crocetta
scoppiettante, non pensavano
al frullatore messo in campo
che macina adesioni anche tra
i Grillini. Così le prove
dʼorchestra sono pronte e si va
alle elezioni. Ma subito dopo
aspettiamoci il primo vero,
grande rimpasto della giunta
Crocetta. In che direzione?
Oggi non si sa.
Sognando l’America
Mentre il resto del mondo torna ad avere un mercato del lavoro competitivo,
il Sud resta al palo. Grazie ad una classe politica che dimentica il territorio
DI GIOVANNI FRAZZICA
SIAMO IN ATTESA del 26 febbraio, dei risultati, di vederli
partire per Roma forti del nostro consenso, come un tempo
partivano i soldati per il fronte. Molti di loro non tornavano,
dispersi nelle steppe russe, nei burroni del Carso o nei deserti
africani, dove si sono coperti dʼonore combattendo. I nostri
deputati ritornano, partecipano anchʼessi a delle battaglie
(parlamentari), ma raramente si coprono di gloria. Ci si chiede
come mai possa avvenir questo, considerato che hanno lo
stesso identico potere di rappresentanza di loro colleghi
espressione di altri territori. Ci soccorre la saggezza dei romani.
“Senatores boni viri, senatus autem mala bestia” questa
locuzione, attribuita senza alcuna certezza a Cicerone, sta ad
indicare che, per quanto si possa essere animati da buone
intenzioni e pur essendo in possesso di grandi virtù, tali doti
possono essere vanificate nelle attività assembleari, in cui alla
fine prevalgono interessi, vizi, pregiudizi e quantʼaltro di ciascun
gruppo e di ciascun votante e perdono rilievo i meriti e le virtù
personali. Questa costituisce una attenuante generica per ogni
nostro caro parlamentare a prescindere dal colore politico. Poi
occorre fare una prima distinzione tra coloro che sono in
raggruppamenti di maggioranza o di minoranza rispetto al
governo e, infine, occorre vedere se si trova in maggioranza o in
minoranza nel proprio partito, sia esso di governo che di
opposizione. La collocazione conta moltissimo, però se è nel
gruppo di maggioranza di un partito di governo (a Roma o a
Palermo) e tuttavia non cava un ragno dal buco probabilmente
qualcuno ha fatto male a metterlo in lista ed in tanti hanno
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
sbagliato a votarlo. Uno dei tanti tragici limiti del sistema
elettorale denominato “porcellum” è che di fatto i parlamentari
inseriti in lista rigida sono di fatto nominati dai Segretari di
partito cui prestano una obbedienza che supera il dovere di
rappresentaza che dovrebbero avere nei confronti dei cittadini
elettori. Succede quindi, tanto per fare alcuni esempi, che per i
territori alluvionati arrivano meno soldi del dovuto ed in ritardo,
lʼAlta Velocità Napoli-Reggio, diventa Napoli-Bari, lʼIsolabella di
Taormina viene assegnata in gestione, da una commissione
regionale in cui erano presenti due parlamentari messinesi, ad
un Istituto catanese. Ed ancora la Intermarine di Roberto
Colaninno inghiotte la Rodriquez, vanto della cantieristica
navale messinese, e si arriva a cose fatte per fare un poʼ di
pianto greco con risvolto elettoralistico ed ancor meno si fa per
lʼex-Birra Messina. Una rivista economica specializzata
dimostra con i numeri che per diversi fattori, tra cui lʼaumento
del costo del lavoro in Cina, gli USA sono diventati nuovamente
un mercato del lavoro competitivo e molte imprese che avevano
delocalizzato allʼest stanno tornando in patria. Certo una bella
notizia per gli americani, popolo dotato di istituzioni dinamiche,
con grande capacità di giocare negli spazi che produce la
globalizzazione. Teoricamente questo flusso di ritorno che
dovrebbe investire in certa misura anche lʼItalia, se mai arriverà,
per quella del nord siamo certi che ci sarà una classe politica e
imprenditoriale che coglierà le opportunità frutto di questa
novità, per quella del sud invece ci affidiamo fiduciosi ai nostri
“boni viri”. Come sempre.
Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA
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Graziella Lombardo
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Questo periodico è associato alla
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
8 FEBBRAIO 2013
PRIMO PIANO
Alla ricerca di un boss
TOP SECRET
Preoccupazione e paura a Barcellona
Pozzo di Gotto. In soli tre mesi nella città
del Longano, tre omicidi di mafia
A PAGINA
RISCOSSIONE SPA
6/7
Regione e Agenzia
ricapitalizzano
POLITICA
Grasso, ritorno in Sicilia
PALERMO. Eʼ rinviata a lunedì
la ricapitalizzazione per 10 milioni di euro di Riscossione
Spa da parte dei soci Regione
Sicilia e Agenzia delle Entrate.
Lʼappuntamento è dal notaio
Maccarrone di Palermo. Allʼincontro è probabile si presenti il nuovo presidente di Riscossione: Crocetta ha deciso di sostituire Benedetta
Cannata, funzionario del Bilancio.
Crocetta, “richiama” il presidente
dellʼantiracket. Che diventa dirigente
A PAGINA
8
Ardizzone, parole e fatti
Il numero uno di Palazzo dei Normanni
racconta i tagli alla spesa
A PAGINA
Politiche al centesimo
9
La crisi invade anche
la competizione elettorale.
Riducendo le spese
Giuseppe Buzzanca, Domenico Nania e Santi Formica
A PAGINA
10/11
Messina, ressa a sinistra
POSTER
Facciamo quattro chiacchiere
A PAGINA
A PAGINA
TRATTATIVE
Concorsone, secondo atto
Oltre diecimila candidati in Sicilia
affronteranno la prova
scritta per insegnare
Si moltiplicano nella coalizione
gli aspiranti sindaco
e presidente
12/13
19
Pdl, i tre picconatori
Sanremo mangia Pescestocco
Lʼesclusione dalle politiche della componente
più forte del partito in Sicilia
A PAGINA 14/15
Messina protagonista della kermesse canora.
Grazie a NonsoloCibus
A PAGINA 20/21
Rifiuti, debiti nel cassonetto
Fumata nera per i lavoratori
della Dusty che hanno incrociato
le braccia
22
32/33
Le rime di Fra Bernardino
Il monaco vissuto nel 400 scrisse della vita
di Ippolita Sforza dʼAragona
A PAGINA
«Restituitemi mio figlio»
23
Lʼappello della mamma
di Paolo Gullà,
morto in un incidente stradale
A PAGINA
24
Mi si è spiaggiato il veliero
L'imbarcazione rimane
in acqua dal 3 dicembre.
Lotta sulla proprietà
A PAGINA
D’Agostino for sindaco
25
4/5
26
26
30
30
34
34
36/37
38/39
38
38
38
39
39
39
39
Settegiorni
Qui Scuola
Istruzioni per l'Uso
Nomine
Notizie dai Consulenti
La Classifica
Lacerti di Lettura
Weekend
Lettere & Commenti
Messina Drastica
Heritage
Ecologia e Ambiente
Eliodoro
150 Parole da Palermo
Antibuddaci
Animal House
ECONOMIA
A Taormina, lʼex assessore provinciale
dellʼUdc sarà il candidato sindaco
alle elezioni amministrative di maggio
16
Cus, lo scaricabarile
Demoter, è fallimento
A PAGINA
Gioventù in azione
Il commissario Cama mette in liquidazione
il centro universitario sportivo di Messina.
E mette sotto accusa il rettore Tomasello
A PAGINA
Messina, terra inquieta
LʼEnea mappa il territorio cittadino.
E studia la “suscettibilità”
alle frane
A PAGINA
27
“Europe for all”, cinque delegazioni
in giro per la provincia
17
A PAGINA
28
A PAGINA
29
Messina contro Mps
Parte dallo Stretto
la “class action”
contro lʼobbligazione “Casaforte”
18
pagina 3
Passeggiata a Mare,
proprietà al Comune
MESSINA. Trattative in corso
tra il Commissario straordinario del Comune di Messina e
lʼAutorità Portuale. Luigi Croce ha inoltrato una richiesta allʼente di via Libertà chiedendo
la “restituzione” della Passeggiata a Mare e della via Vittorio Emanuele, per le quali
Palazzo Zanca paga un canone annuo.
MESSINA
Debito Atm, Bartolotta
cerca “somme residue”
PALERMO. Riconoscere le
somme residue per i lavori del
Tram a Messina e ridurre così
il debito “monstre” dellʼAtm.
Eʼ il progetto al quale lavora
lʼassessore alle Infrastrutture
Nino Bartolotta che, sulla
scorta di una relazione del
commissario Enrico Spicuzza, sta cercando la soluzione
operativa a Palazzo dʼOrleans.
CGIL
Dopo il caso Coledi
valanga di dimissioni
MESSINA. Frana in corso nella Cgil di Messina. Dopo le polemiche dimissioni di Giovanni Coledi, da 33 anni protagonista di tante battaglie sindacali alla Provincia di Messina,
altri cento iscritti alla funzione
pubblica hanno deciso di presentare le dimissioni alla segreteria provinciale. Del fatto
è stata informata la segretaria
nazionale Susanna Camusso.
Dichiarato il crac dellʼimpresa
di costruzioni. Sulla cresta dellʼonda
da 15 anni
SICILIA
34
Un libro in uscita per la casa editrice Kaplan
A PAGINA 35
RUBRICHE
Rientra lʼallarme sulla raccolta.
Ma la provincia costretta
a chiedere aiuto
A PAGINA
A PAGINA
La memoria nel cinema di Andò
Donazione color sangue
PAG.19
Da Acireale a Santa Lucia del Mela.
Torna dopo quarantʼanni il carnevale
storico in provincia di Messina, ma è
Acireale a farla da padrone
nonostante la crisi
A PAGINA
A PAGINA
Concorsone scuola
PAG.14
Carnevale in Sicilia
PAG.32
8 FEBBRAIO 2013
CHI SALE
L Pietro Iannello
MESSINA. Il consigliere messinese era tra i molti assenti
della seduta dʼaula in cui si discuteva del palagiustizia. Ma
con unʼottima motivazione.
Iannello, cardiochirurgo, è il
medico che ha operato dʼurgenza Gianfranco Miccichè
dopo il malore accusato dal
leader di Grande sud, applicandogli uno stent in endoscopia.
L Salvatore Saglimbeni
MESSINA. Lʼingegnere del
comune di Messina usa con
profitto nuove tecnologie e
social network. Responsabile della pubblica illuminazione, Saglimbeni ha creato
una pagina facebook dal nome “Servizio di illuminazione pubblica del comune di
Messina”, allʼinterno della
quale segnala e spiega inconvenienti e malfunzionamenti del servizio.
L Antonio Martino
MESSINA. Lʼex ministro è dotato di senso dellʼumorismo e
di grande capacità di autocritica. Alla convention alla presenza del presidente del Senato Renato Schifani, ha ammesso: «Se “Monti che Dio lo
maledica” si trova al potere è
tutta colpa mia: fui io a insistere con Berlusconi per farlo nominare commissario europeo negli anni ʻ90».
L Max Dedo
MESSINA. Il musicista messinese torna ancora una volta al Festival di Sanremo, ovviamente dallʼaltra parte della “barricata”. Massimo De
Domenico, in arte Max Dedo”, infatti, da anni fa parte
dellʼOrchestra Rai che accompagna dal vivo partecipanti e star internazionali.
7giorni
GIORNALISTI. DIVENTA UN CASO L’ISCRIZIONE ALL’ORDINE DELL’EX PM DI PALERMO
SOCIETA’
«ll ministro vigili su Ingroia»
Diritti dei minori, raccolta firme Unicef
Il deputato Pd Lo Moro chiede di accertare la regolarità
della procedura. La replica del presidente Riccardo Arena
MESSINA. Lʼiscrizione di Antonio
Ingroia allʼOrdine dei giornalisti di
Sicilia come pubblicista diventa motivo
di duro scontro tra il deputato del Pd
Doris Lo Moro e il presidente
dellʼOrdine dei Giornalisti di Sicilia
Riccardo Arena che lʼiscrizione
lʼaveva curata.
La deputata calabrese, in una
interrogazione al ministro della
Giustizia, ha chiesto "se sia a
conoscenza del fatto che, secondo
quanto riportato dal settimanale
messinese 'Centonove' l'Ordine dei
giornalisti della Sicilia abbia proceduto
ad iscrizioni nell'elenco dei pubblicisti
in violazione delle norme vigenti,
omettendo adempimenti e controlli
previsti dalla legge". A stretto giro di
posta la furente replica di Riccardo
Arena: «Anche per l'iscrizione del
pubblicista Antonio Ingroia sono state
rigorosamente rispettate le regole,
così come siamo pronti a dimostrare,
carte alla mano, e tutto si è svolto con
il massimo della pubblicità e della
trasparenza. Se la deputata del Pd ha
notizie di irregolarità faccia i nomi o
taccia». Le carte, in realtà, mostrano
cose diverse. Ingroia, infatti, risultava
iscritto dal 18 maggio del 2012. Ma per
Arena, intervistato il 21 giugno del
2012, “l’iscrizione non è stata ancora
perfezionata perchè la pratica manca
di alcuni adempimenti obbligatori per
legge”. 4 giorni dopo, il 25 giugno,
lʼOrdine ha annunciato lʼiscrizione
dellʼex procuratore aggiunto di
Palermo, oggi impegnato in politica
come leader di Rivoluzione civile.
Riccardo Arena, nella stessa
intervista, aveva sottolineato che “il
giudice Ingroia non ha tempo per fare
il corso obbligatorio di formazione
imposto da un paio d’anni a tutti gli
aspiranti pubblicisti. Ha però tenuto
delle lezioni nel seminario di
formazione del 30 marzo 2012”. (M.S.)
MESSINA. Ad un mese dalle elezioni politiche, lʼUnicef lancia la campagna di sensibilizzazione “vota per i bambini- Diritti in Parlamento“, un documento rivolto a chi avrà in mano il
futuro dellʼItalia. A loro verrà chiesto di impegnarsi a dare priorità allʼinfanzia nella prossima agenda di governo tramite proposte nelle 10 aree nelle quali è prioritario intervenire per la
realizzazione della Convenzione sui diritti dellʼinfanzia. Anche
a Messina, presso la sede Unicef di Via Garibaldi,124, palazzo Inps, sarà possibile votare per la difesa dei diritti dei bambini dalle ore 10 alle ore 13.
A Messina la “maratona del trucco”
MESSINA. Toccherà allʼOncologia Medica dellʼAzienda Papardo-Piemonte, diretta dal prof. Vincenzo Adamo, ospitare
la prossima tappa della “maratona del trucco”, iniziativa dedicata a tutte le donne che seguono cure chemioterapiche. Il
progetto, che è stato pienamente abbracciato dal manager
aziendale Armando Caruso, si articola in 9 appuntamenti che
coinvolgeranno entro maggio 5 provincie siciliane: “Il supporto materiale, morale e psicologico al malato oncologico e alla sua famiglia; il miglioramento dellʼassistenza, della qualità
di vita e della riabilitazione funzionale e lavorativa del malato
oncologico; la diffusione della conoscenza e della cultura della prevenzione e il sostegno ai progetti di ricerca in ambito oncologico”.
Patti, finto cieco prende pensione da 10 anni
PATTI. I carabinieri hanno notificato un avviso di garanzia,
della Procura di Patti, a un uomo di 83 anni, accusato di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato: fingendosi
cieco avrebbe percepito indebitamente 60 mila euro. Il pensionato da circa 10 anni era riuscito a far credere di essere
invalido al 100%, perchè colpito da cecità assoluta. Aveva
un'indennità di accompagnamento e percepiva mensilmente dall'Inps una pensione di invalidità civile di oltre 800
euro.
Antonio Ingroia
GIUSTIZIA
Magistrati contro i tagli, proteste a Messina
Marina Moleti
MESSINA. I magistrati di Messina stamane si sono fermati per cinque
minuti per protestare contro il taglio al numero di giudici nella provincia. La
protesta è stata indetta dall'Anm. Il giudice Marina Moleti ha letto un
documento unitario di avvocatura e magistratura per dire no ai tagli alla
giustizia e chiedere al ministro Paola Severino il ritiro della revisione della
pianta organica. La riforma prevede che nel Messinese entro settembre
prossimo scompaiano quattro sedi distaccate e vengano tagliate 17 unità di
personale tra amgistratura requirente e giudicante. "Più di 80 giudici in
meno soltanto in Sicilia. Una catastrofe”, si legge nel documento.
SOLIDARIETA’. DA MESSINA AL MAGHREB A BORDO DI UNA RENAULT 4
L Andrea Romano Alla conquista dell’Africa
MESSINA. Il professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e Storia delle istituzioni guadagna un altro riconoscimento. Romano è stato
insignito del Dottorato honoris causa dal Rettore dellʼUniversità “Rey Juan Carlos” di Madrid.
centonove
MESSINA. Dalle sponde dello Stretto alle dune del Maghreb. Inizia la
grande avventura di Alfredo Finanze e Giuseppe Lanfranchi (nella foto), 21 e 20 anni. I due ragazzi, studenti di economia dellʼAteneo Peloritano, sono i membri dellʼunico equipaggio italiano che, a bordo di una rodata Renault4 del 1988, parteciperà alla XVI edizione del 4LTrophy. Il rally di solidarietà prenderà
il via il 13 e 14 febbraio da Saint Jean de Luz, al
confine tra Francia e Spagna, e terminerà il 24 febbraio nel sud del Marocco. Alfredo e Giuseppe
prendono il testimone di Mario Spinella e Carlo
Restuccia che, lo scorso anno, per primi sono riusciti a mettere in moto la generosità messinese
per partecipare al rally: dopo la traversata del deserto, tra pernottamenti in tenda e “affossamenti”
nelle dune, sono arrivati 600esimi su circa 1250
equipaggi. Per quello che può contare. Il 4LTrophy
pagina 4
è infatti una missione umanitaria itinerante, che ha lʼobiettivo di realizzare scuole e ospedali in villaggi poverissimi. “Dei 3500 euro di iscrizione”,
spiega Alfredo, “2500 saranno utilizzati per realizzare tre scuole. Il resto,
lo portiamo noi”. Gli equipaggi, formati unicamente da studenti tra i 18 e
i 28 anni provenienti da tutta Europa, trasportano a bordo delle Renault4
tonnellate di materiale paramedico e scolastico. Destinazione finale: cinque villaggi del deserto. Una grande festa, a cui i due studenti messinesi contribuiranno con un carico di vestiario e materiale per la scuola. “Eʼ stato difficile raccogliere i
fondi necessari per partire, circa 9mila euro: abbiamo trovato tante porte chiuse”, spiegano Alfredo e Giuseppe. “Alla fine ce lʼabbiamo fatta, grazie alla generosità di 18 sponsor privati, ai tantissimi ragazzi che hanno partecipato agli eventi di
beneficienza, alle associazioni che hanno contribuito a mettere insieme il “carico di solidarietà”, e
a Università e Provincia, che hanno patrocinato il
progetto”.
Valentina Costa
7giorni
centonove
MESSINA. IL BLITZ DELLA FINANZA TROVA TUTTO IN ORDINE. LO SFOGO DELLA PRESIDENTE MERENDA
CINEMA E FOTOGRAFIA
Sos per il canile di Castanea
Nasce il premio
Ciccio Alessi
DI ALESSANDRA TIMMONERI
MESSINA. Mancanza di fondi,
campagne diffamatorie su
presunti maltrattamenti, spese
progressivamente maggiori:
queste alcune delle difficoltà tra
cui si dibatte il canile Millemusi
di Portella Castanea. Il
presidente in carica della Lega
Nazionale per la difesa del cane
della Sezione di Messina,
Caterina Merenda, è esasperata
per le sempre crescenti
complicazioni che lei e tutti i
volontari del canile si trovano a
dover affrontare: «Curiamo oltre
400 cani, ma riceviamo i fondi
dal Comune per circa 342.
Siamo arrivati al limite, la
situazione diventa sempre più
ingestibile. I fondi che ci
vengono concessi, a parte i
ritardi, non sono più sufficienti a
coprire tutte le nostre spese:
cure mediche, rifornimenti di
cibo, pulizie». La voglia di fare è
tanta, lʼamore per gli animali è al
primo posto, ma a mancare
purtroppo sono i mezzi; i
volontari trascorrono al canile
praticamente tutte le loro
giornate, ma la situazione resta
insostenibile. Merenda chiede
un colloquio da tempo, prima
con il sindaco ora con il
commissario, ma invano:
«Vogliamo parlare, essere
ascoltati e vogliamo inoltre delle
assicurazioni: se noi saremo
costretti a chiudere, cosa ne farà
il Comune di questi 400 cani?».
E infine le denunce:
«Recentemente abbiamo
ricevuto la visita di 18 poliziotti,
per una perquisizione della
struttura, accompagnati da un
veterinario di Palermo.
Cercavano tracce di eventuali
maltrattamenti, cattiva gestione
del canile, ma ovviamente non
hanno trovato niente. Sono
pesanti da digerire tutte queste
accuse, quando noi lavoriamo
tantissimo per garantire il
servizio». Continua Merenda:
«Sono stata persino accusata di
vendere il mangime. E lʼaspetto
più paradossale della faccenda
è che quel mangime lʼho pagato
io, con il mio denaro, perché non
cʼerano più soldi ma il cibo non
bastava per tutti i cani. Sono
stanca di queste accuse
infamanti, di queste
macchinazioni e chiacchiere. Ho
intenzione di reagire, di certo
non sopporterò tutto in silenzio».
ROMA. Anche i fotografi del
cinema hanno da oggi un loro
premio istituzionale: accanto ai
Nastri dʼArgento e agli altri
riconoscimenti destinati alle
professionalità del set, Sngci
promuove infatti il “Premio Ciccio
Alessi”, dedicato ad un
indimenticabile personaggio,
scomparso un anno fa, il 4
febbraio, a 91 anni
splendidamente portati anche in
giro per il mondo, per decenni
ambasciatore allʼestero dei nostri
film. Il premio sarà dedicato ai
fotografi di scena ma anche ai
fotogiornalisti, per segnalare di
anno in anno il lavoro dei migliori.
Siciliano, Francesco Alessi, per
tutti da sempre Ciccio, è stato un
eccellente organizzatore
culturale e di eventi
cinematografici ma al cinema era
arrivato come fotografo di scena,
dopo una lunga stagione vissuta
sul set fin dai tempi della Panaria
di Alliata Bronner.
8 FEBBRAIO 2013
CHI SCENDE
M Renato Schifani
MESSINA. Nonostante la rimonta, cʼè chi nel Pdl vede
“nero”. La “disavventura”
del presidente del senato, inciampato sui gradini mentre
saliva sul palco del teatro Vittorio Emanuele per la “convention” elettorale del Pdl di
sabato 2 febbraio, ai maligni
è infatti sembrato un presagio. “Anticipa la caduta del
Pdl”, ha commentato qualcuno degli astanti.
M Marcello Capillo
MESSINA. Il consigliere comunale messinese, per soddisfare la sua passione per il
fumo, non si fa problemi ad infrangere le regole. Dal suo
banco, infatti, durante una seduta di consiglio, si alzavano
sbuffi di fumo. A chi glielo ha
fatto notare, Capillo ha mostrato un astuccio con la sua
nuovissima sigarette elettrica. Vizio si, ma “salutista”. E
a norma.
M Laura Pulejo
CASTEL DI TUSA. CROCETTA SPEGNE LE CANDELINE ALL’ATELIER SUL MARE
ROSA E NERO
Buon compleanno, presidente
Torregrotta, Peppe e Tindara da 65 anni insieme
MESSINA. Il papabile commissario del Teatro di Messina, nonché candidata al Senato per il Megafono, nonostante il bel discorso si è dimostrata “ingessata” alla
convention di presentazione
della lista al Teatro. La signora, infatti, è intervenuta dopo
unʼappassionata orazione di
Beppe Lumia, leggendo un
intervento scritto.
TORREGROTTA. Grande festa in famiglia per i “nonnini” del centro tirrenico Giuseppe Micale e Tindara Mento, ben 93 anni lui e altri 89 la consorte. Ieri, 7 febbraio, gli anziani coniugi hanno brindato ai 65 anni di matrimonio insieme alle
due figlie, ai 4 nipoti e ai 6 pronipoti.
M Alfonso Cicero
CASTEL DI TUSA. Non poteva che scegliere il suo
“buen Retiro”, lʼAtelier sul Mare, lʼAlbergo Museo di
Antonio Presti, il presidente della regione Rosario
Crocetta, per festeggiare oggi (venerdì 8 febbraio) i
suoi 62 anni. Eʼ pronta una grande torta per il
presidente e qualche sorpresa in più. Perché, preso
come è dagli impegni politici ed elettorali, ha
convocato anche qualche direttore generale alla
festa. A fargli da supporto, oltre che lʼamico di
sempre Presti, conosciuto quando andò
a Gela a proporre la costruzione di
una Planetario nella città con il
puù alto tasso di case abusive
dʼItalia, ci sarà anche
lʼinseparabile assistente
Michela Stancheris, 32 anni, la
bergamasca dʼacciaio, che lo
accompagna nella sue
scorribande,
politiche e
non.
Limina, lo zio di Bartolotta compie 100 anni
LIMINA. Con la moglie Carmela, 99 anni, tra i sette nipoti acquisiti ci sarà anche
lʼassessore regionale Nino Bartolotta a festeggiare di cento anni di Peppino Saglimbeni, sabato alle 15,30 al Polifunzionale Scaldara. A zio Peppino gli auguri
della redazione con la speranza che tocchi la vetta dei 109 anni.
Monte Paschi, De Domenico in pensione
MESSINA. Festa di pensionamento alla sede Mps di via Canizzaro a Messina: il direttore Rosario De Domenico ha lasciato lʼincarico direttivo per dedicarsi al suo sport
preferito: la famiglia. De Domenico, in un clima di viva cordialità ha ringraziato colleghi e amici al ritrovo “Don”.
Messina, è nato Filippo Morello
MESSINA. Fiocco blu alla Trattoria di via XXIV maggio. Il 29 gennaio scorso è
nato al Policlinico, 3,540 Kg di peso, il piccolo Filippo Morello, primogenito del
titolare della Trattoria, Michele Morello, e della moglie, Valeria Guerrera. Ai genitori e ai nonni, Maria e Franco, Nino ed Elvira, gli auguri della redazione di
Centonove.
Addio Mercadante, pioniere dell’educazione antimafia
Rosario Crocetta
PALERMO. E' morto, a Palermo, Vito Mercadante, partigiano, protagonista
di battaglie civili e pioniere dell'educazione antimafia nelle scuole. Aveva 93
anni. Mercadante è stato tra i promotori oltre 30 anni fa di incontri e dibattiti
con gli studenti, magistrati, giornalisti, sociologi, esponenti di associazioni antimafia. Considerava la scuola un'agenzia educativa che aveva il compito di
rimuovere tra gli studenti le basi dell'ideologia mafiosa.
pagina 5
PALERMO. Il commissario
del dellʼIrsap si trova già con
una gratta da pelare. A rivelarla è stato il segretario della
Fp Cgil, Enzo Abbinanti: «LʼIstituto non è ancora nato, ma
potrebbe ritrovarsi già con
debiti per 200 milioni di euro
ereditati dalle vecchie Ato.
Inoltre, i fondi destinati per il
pagamento degli stipendi sono poco più della metà».
MLuca Barbareschi
LIPARI. L'attore è stato rinviato a giudizio per abusivismo edilizio. Dovrà comparire davanti al giudice monocratico del tribunale di Lipari
il prossimo 24 settembre. Nel
mirino, la piscina realizzata
per la sua villa a Filicudi.
8 FEBBRAIO 2013
Carmelo Bisognano
primopiano
Santo Gullo
centonove
Teresa Truscello
BARCELLONA. Preoccupazione e paura per tre omicidi di mafia in 3 mesi
Alla ricerca di un boss
Secondo gli inquirenti la scia di sangue è frutto della rottura degli equilibri seguita all’arresto
di tutti i capi dell’organizzazione criminale. Sotto i colpi dei killer giovani tra i 20 e 40 anni
DI
MICHELE SCHINELLA
BARCELLONA. Un colpo di fucile
caricato a pallettoni. Sparato in pieno
volto. I killer non si sono accontentati di
averlo ammazzato. Ma hanno voluto
mandare un segnale preciso. In puro
stile mafioso. Chi è accorso sul luogo
del delitto, nei pressi del suo ovile di
Montalbano Elicona, nella serata di
lunedì 4 febbraio, ha avuto difficoltà a
riconoscere il volto di Nicola Distefano,
23 anni, pastore figlioccio di Tindaro
Calabrese, il “boss” che ha dominato
per anni la zona, ora in carcere. Quello
del pastore di 23 anni è lʼultimo di una
serie di omicidi che sparge paura tra i
cittadini e suscita preoccupazione negli
ambienti giudiziari. Tre omicidi di mafia
in 3 mesi. Non accadeva dai tempi della
guerra tra chiofaliani e gullottiani
combattutta a cavallo degli anni ottanta
e novanta sulle sponde del Longano: la
spuntarono i gullottiani al prezzo di
decine di morti ammazzati.
Eʼ stato grazie alla dichiarazioni rese a
partire dalla fine del 2010 dei
collaboratori di giustizia Carmelo
Bisognano, Santo Gullo e Teresa
Truscello, esponenti dei clan
barcellonesi, i vertici della mafia sono
stati decapitati a partire da Sam Di
Salvo per passare a Carmelo Dʼamico,
Giovanni Rao, Giuseppe Isgrò. E finire
a Filippo Barresi, catturato dopo alcuni
mesi di latitanza.
Lʼeffetto? Eʼ tornato a scorrere il sangue.
Sangue di mafia. Sangue di faida.
«Lʼipotesi logica è che gli arresti hanno
rotto lʼequilibrio che si era stabilito e
garantiva la pax mafiosa. Eʼ come se gli
ex luogotenenti dei boss sgomitino a
colpi di lupara per prendere il posto di
chi è ora fuori gioco», dice uno dei
inquirenti che ha lavorato alla inchieste
Gotha.
Era considerato un emergente Giovanni
Perdichizzi. Eʼ stato ucciso la sera di
Capodanno a Barcellona. Un killer a
volto coperto, armato di fucile a canne
mozze, lʼha sorpreso all'interno di un bar
di piazza Sant'Antonino. Perdichizzi era
davanti al bancone intento a consumare
e non ha avuto il tempo di reagire. Il
sicario si è avvicinato e gli ha esploso
due fucilate: una delle quali lo ha
raggiunto in pieno volto. Stessa arma e
stesse modalità dellʼomicidio di Nicola
Distefano. Perdichizzi era stato arrestato
l'anno scorso nell'operazione Mustra con
lʼaccusa di estorsione e associazione
per delinquere ed è stato rinviato a
giudizio nel luglio 2012. Nel dicembre
2011 era finito in manette perchè
ritenuto il mandante dell'attentato alla
sede del gruppo imprenditoriale Bonina
finalizzato secondo gli inquirenti a
mantenere il controllo sulla società per
ottenere assunzioni.
«Riteniamo che tra i due omicidi ci sia un
legame. Che, cioè, il secondo possa
essere la reazione al primo. Se è così, è
chiaro che si è scatenata una faida.
Temiamo che nelle prossime settimane
si verifichi un altro atto delittuoso dello
stesso tipo», dice un altro inquirente.
Francesco Forgione, ex presidente
della Commissione parlamentare
antimafia, in visita a Barcellona nei
giorni scorsi, osserva: «Eʼ un classico
che dopo arresti così importanti, si
determina un vuoto di direzione sul
territorio che favorisce in genere i
regolamenti di conti. Ma un mafioso non
è che perchè è in carcere cessa di
essere boss».
Più difficile da decifrare è invece
lʼomicidio di Giovanni Isgrò, 23 anni,
incensurato, eseguito a Barcellona lʼ 1
dicembre 2012. Il giovane, figlio di un
ingegnere e di una insegnante, è stato
freddato come un boss dʼaltri tempi
mentre si trovava dal barbiere in via
Garibaldi, in pieno centro. I sicari lo
hanno colpito con 5 colpi di pistola per
poi fuggire su unʼauto trovata incendiata
vicino ad un cavalcavia. Pochi indizi. E
nessun testimone. Dapprima si era
pensato ad una vendetta per motivi
personali o sentimentali. Dopo alcune
settimane le indagini hanno imboccato la
via dellʼomicidio di mafia: il fascicolo è
stato così trasmesso per competenza
alla Direzione distrettuale antimafia di
Messina, coordinata da Guido Lo Forte.
REAZIONI. Il sindaco di Barcellona,
Maria Teresa Collica, ha lanciato un
appello: «Il vertice del gotha mafioso è
quasi tutto in carcere e sono stati
sequestrati ingenti patrimoni alla mafia
e tutto questo non possiamo
IL CASO
Cassata sulla graticola
Due procedimenti del Csm mettono a rischio la
conferma del Procuratore generale di Messina
Franco Cassata
MESSINA. Non ha partecipato allʼinaugurazione dellʼanno giudiziario di sabato 2 febbraio. «Non sta bene», hanno motivato lʼassenza le persone a lui più vicine. Due giorni prima il giudice di Pace
di Reggio Calabria lo aveva condannato per essere stato lʼispiratore di un dossier anonimo che diffamava Adolfo Parmaliana, il docente universitario morto suicida il 2 ottobre del 2008. Ma prima ancora di questa condanna, ad agitare i sonni di Franco Cassata, il
procuratore generale della Corte dʼappello di Messina sono due procedimenti disciplinari aperti dal Consiglio superiore della magistratura per incompatibilità ambientale e per incompatibilità nelle funzioni requirenti. Motivo dei due procedimenti la posizione del figlio
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Nello Cassata, iscritto allʼOrdine degli avvocati di Barcellona e che
svolge la professione nello stesso distretto su cui ha competenza il
Procuratore generale della Corte dʼappello Nello Cassata, peraltro,
è indagato dalla Procura di Barcellona, insieme ad un centinaio di
persone (avvocati, medici, periti e comuni cittadini) per frode alle assicurazioni: in teoria, codice alla mano, come capo della Procura generale il padre potrebbe avocare le indagini che riguardano il figlio.
Nellʼambito dei procedimenti al Csm, Cassata, è difeso dal magistrato Mario Samperi. Nel dossier anonimo, recapitato a varie autorità cʼerano sentenze dei Tribunali e articoli di stampa che davano
del docente un idea diversa da quella pubblicizzata al momento del
suicidio. Le indagini sono partite dalla denuncia di Fabio Repici, legale della famiglia Parmaliana e del collaboratore di giustizia Bisognano. Su Cassata, di recente, ha lanciato strali Saro Cattafi, in carcere con lʼaccusa di essere il boss di Barcellona. Sentito come testimone nel processo sulla Trattativa Stato Mafia a Palermo ha detto: «Bisognano oltre a me ha accusato anche Cassata. Io sono in
carcere. Le indagini sul suo conto che fine hanno fatto?”. (M.S.)
centonove
primopiano
8 FEBBRAIO 2013
SENTENZE. La Cassazione boccia i giudici che hanno confermato gli arresti del legale
Enigma Cattafi
«Ignorato il peso di Di Fazio». L’avvocato accusato di essere un capo divide i giudici con l’ermellino
da quelli di Messina. Ecco com’è andato l’interrogatorio del collaboratore “decisivo”.
dimenticarlo. Qualcosa è cambiato in
questi anni, sarebbe ingeneroso non
ammetterlo. Eʼ naturale avere paura di
fronte a quello che continua ad
accadere, ma la paura va trasformata in
una reazione da parte dei cittadini. Chi
sa collabori con la giustizia». In
Procura, però, non si è presentato
nessuno.
INQUIETANTI MINACCE. Senza
colpevole è sinora lʼautore di un
inquietante atto intimidatorio portato a
segno ai danni del legale di Barcellona
Tommaso Calderone, storico difensore
di molti dei boss finiti di recente in
carcere. Nella notte tra il 31 ottobre e il
primo novembre del 2012 una corda
sistemata a moʼ di cappio è stata
collocata davanti la porta della studio
del professionista molto noto in città
anche perchè animato dalla passione
politica che lo ha portato in passato a
candidarsi e a ricoprire incarichi politici.
Calderone, legale di Carmelo
Bisognano sino al momento della sua
collaborazione e bersaglio di
dichiarazioni accusatorie da parte
dellʼaltro colaboratore Santo Gullo.
MESSINA. Secondo il giudice per le
indagini preliminari, Massimiliano
Micali, le dichiarazioni del
collaboratore di giustizia Umberto Di
Fazio, “hanno peso dirimente” per
portare in carcere, il 24 luglio del 2012,
con lʼaccusa di essere il capo della
mafia di Barcellona in contatto con
Nitto Santapaola, Saro Cattafi, 61
anni, avvocato. Tuttavia i giudici del
Tribunale del Riesame, Corrado
Bonanzinga, Fabio Pagana e Maria
Luisa Materia nellʼordinanza di 9
pagine datata 10 agosto del 2012 con
cui hanno respinto il richiesta di
scarcerazione avanzata dal legale di
Cattafi, alle stesse dichiarazioni hanno
dedicato due righe: “Non possono non
essere ricordate le dichiarazioni del
collaboratore di giustizia Umberto Di
Fazio per le quali appare sufficiente
rinviare a quanto già osservato dal
Giudice per lʼindagini preliminari”,
hanno scritto i tre magistrati
messinesi. La Suprema corte di
Cassazione li ha su questo punto ( e
su altri) bocciati, annullando
lʼordinanza e disponendo un nuovo
giudizio di riesame.
Le due righe dedicate a Di fazio
stridono non solo con il peso che
hanno avuto per convincere il giudice
Micali ad accogliere la richiesta di
misura cautelare, ma anche con il
modo in cui si è svolto lʼinterrrogatorio
di 5 ore e mezza il 22 marzo del 2012,
a Napoli, nel corso del quale le
dichiarazioni sono state rese. A partire
dallʼassenza di un difensore di fiducia
e dʼufficio (benchè Di Fazio sia stato
sentito come persona indagata in
procedimento connesso) per finire al
modo in cui si arriva al riconoscimento
da parte del collaboratore di Saro
Cattafi.
«Il nome di Rosario Cattafi che mi fate
in questo momento non mi dice nulla di
particolare». Eʼ questa la risposta alla
prima domanda che viene posta al
collaboratore dal sostituto Angelo
Cavallo. «Il nome di Saro Cattafi che mi
fate potrebbe essere uno di questi
soggetti che si accompagnavano quando
veniva a Catania, ma non ne sono certo»,
risponde alla domanda che gli viene posta
dopo aver raccontato delle “missioni del
boss di Barcellona Pippo Gullotti a
Catania da Ercolano, luogotenente di
Santapaola, in compagnia di altre persone
che mi furono presentate ma in modo
veloce”. «Lʼufficio dà in visione al signor
Di Fazio un album fotografico di 16 pagine
e 14 fotografie», cʼè scritto nel verbale. La
foto di Saro Cattafi è la numero quattro.
Quando gli viene mostrata, dopo le prime
che non riconosce ma delle quali dice
“non è una faccia nuova per me” Umberto
Di Fazio, afferma: «La foto numero 4 è
una faccia conosciuta ma non sono in
Guido Lo Forte
Umberto Di Fazio
Angelo Cavallo
Saro Cattafi
pagina 7
grado di collegarla ad episodi particolari».
Di Fazio non riconosce neanche le altre
dieci foto pur affermando per alcune di
queste che sono “persone che ho visto in
qualche posto”. Lʼinterrogatorio viene
“sospeso da una breve pausa”
COLPO DI SCENA. Nel frattempo, il
capitano Gabriele Ventura dei Ros
telefona a Messina, al comando, e si fa
inviare le foto a colori dellʼalbum via email. «Lʼufficio da atto che si esibiscono al
Di Fazio le stesse fotografie mostrate in
precedenza ma riportate sl computer e a
colori», si legge ancora nel verbale. Il
collaboratore non riconosce nessuna delle
prime foto neanche a colori. Si arriva alla
foto 4. «Confermo che la foto numero 4
rappresenta una faccia a me conosciuta»,
dice. Poi, il colpo di scena:
«Soffermandomi ulteriormente su questa
foto, ora che faccio mente locale e che è a
colori, posso aggiungere che questa
persona era una di quelle che
accompagnava Gullotti a Catania»,
dichiara. Dopo qualche minuto, in cui
risponde a domande sugli incontri, diventa
sicuro: «Sono sicuro a questo punto che
anche la persona raffigurata nella foto 4
partecipava a queste riunioni. Lo ricordo
ora con certezza», conclude Di Fazio
aprendo la porta del carcere allʼavvocato
di Barcellona.
Saro Cattafi, nei mesi successivi, pur
ribadendo di essere vittima di un
complotto (denunciato alla Procura prima
dellʼarresto) ordito da Fabio Repici, il
legale del collaboratore Carmelo
Bisognano che per primo lo ha chiamato
in causa, ha reso dichiarazioni ai
magistrati della Procura di Palermo,
impegnati nel processo a carico dei vertici
dei carabinieri, dello Stato e dela mafia,
tutti insieme impegnati, secondo la
Procura, a fare un accordo agli inizi degli
anni novanta per mettere fine alla
stagione stragista della mafia.(M.S.)
Politica
8 FEBBRAIO 2013
RIVOLUZIONI. Crocetta “richiama” il presidente dell’antiracket. Che diventa dirigente
L’INDAGINE
Grasso, ritorno in Sicilia
Assente dall’Isola da venti anni, assumerà la direzione del neonato Osservatorio Lavori Pubblici.
Una nomina che si accompagna a una maxirotazione dei dirigenti e a nuove designazioni
PALERMO. Maxirotazione dei dirigenti e
maggioranza raggiunta allʼArs. Il 2013 del
governatore Rosario Crocetta è come
uno tsunami che cambia
contemporaneamente il volto della
struttura regionale e di Palazzo dei
Normanni. La ciliegina sulla torta, per il
presidente, arriverà solo dopo il 25
febbraio, qualora la lista del Meganono, da
lui creata insieme a Beppe Lumia, riesca
ad approdare in Senato. A quel punto la
strada sarà in discesa, visto che Crocetta
avrà potere contrattuale per fronteggiare la
trattativa di una giunta “politica” e non
“tecnica” con gli alleati. Trattativa che,
comunque, vedrà la luce alla fine delle
amministrative di maggio, dove il
presidente è pronto a far eleggere un buon
numero di sindaci e consiglieri.
GRASSO, RITORNO IN SICILIA. Non cʼè
mossa senza un “fiore allʼocchiello”
incorporato. Quello della maxirotazione dei
dirigenti è Tano Grasso, tra i fondatori
dell'antiracket in Sicilia, che entra nella
squadra del presidente. Il governatore lo
ha nominato dirigente di un nuovo
Dipartimento tecnico della Regione
siciliana operativo dal primo marzo. Per il
presidente della federazione italiana delle
associazioni antiracket si tratta di un vero e
proprio ritorno in patria, dove non era
“profeta” da lungo tempo: da venti anni.
Grasso, che sarà a Palermo oggi (venerdì
8, ndr), ha già in mente tre linee guida per il
nascente Osservatorio sui Lavori Pubblici:
impermeabilizzare gli appalti da qualunque
forma di condizionamento mafioso; dare
una sponda, grazie a un principio di
premialità, alle imprese che ci oppongono
ai condizionamenti mafiosi; portare le
imprese straniere in Sicilia, garantendo un
mercato immune dalla presenza della
mafia. «La scelta di affidare a Tano
Grasso il ruolo di dirigente del nuovo
dipartimento tecnico, è legata alla politica
di legalità adottata dal governo regionale
siciliano», spiega Crocetta. Che aggiunge:
«Dal dipartimento dipenderà anche
l'osservatorio regionale per i Lavori
ALL’OSSERVATORIO. Tano Grasso
pubblici e quindi la politica di legalità e di
controllo che il nostro governo intende
portare avanti. Una politica di legalità osserva il governatore che è potenziata
con la massima espressione antiracket
italiana, proprio perché è necessario fare
pulizia e monitorare gli appalti, per evitare
infiltrazioni in ogni settore». Per Grasso, è
«un impegno da fare tremare i polsi».
LE ALTRE NOMINE. A Catania, dove
tutto è stato deciso, la giunta ha anche
deliberato l'assetto definitivo dei nuovi
dirigenti, con la rotazione di alcuni già
presenti e l'inserimento di nuovi. oltre a
Tano Grasso, ecco i nomi degli altri
designati: al dipartimento
Programmazione andrà Felice Bonanno;
alla Protezione civile, Vincenzo Falgares;
all'ufficio Legale e legislativo, Romeo
Palma; agli Affari extraregionali,
Domenico Stimolo; al dipartimento Attività
produttive, Ferrara; al dipartimento
Autonomie locali, Giuseppe Morale, new
entry; alla Funzione pubblica e del
personale, Luciana Giammanco; al
dipartimento Beni culturali, Sergio
Geraldi; alla Ragioneria, Pisciotta; al
dipartimento Finanze e credito, Giovanni
Bologna; al dipartimento Energia e rifiuti,
Lupo; alla Famiglia, Antoietta Bullara; al
dipartimento Lavoro, Luisa Corsello, che
avrà l'interim alla Formazione
professionale; alle Infrastrutture, Lo
Monaco; agli Interventi strutturali per
l'agricoltura, Barresi; alla Pesca Greco;
all'Agricoltura, all'azienda forestale,
Arnone; alla Sanità e pianificazione
strategica, Sammartano; al Territorio e
centonove
Formazione, resa dei Conti
Dieci citazioni per 4,7 milioni
PALERMO. La Procura della Corte dei
Conti ha citato a giudizio per un danno erariale di 4,7 milioni di euro dieci
tra ex assessori regionali alla Formazione, dirigenti regionali e l'ex governatore Raffaele Lombardo. Avrebbero concesso indebitamente a decine
di enti di formazioni somme a titolo di
integrazioni. Come pubblicato dal
quotidiano online Livesicilia, contestualmente, il dipartimento regionale
della Formazione ha messo in mora gli
enti - 35 - finiti nel mirino della Procura: dovranno restituire le somme percepite indebitamente per l'organizzazione dei corsi tra il 2007 e il 2009. La
restituzione delle somme farebbe venire meno il danno erariale. Tra i citati in giudizio anche Patrizia Monterosso, segretario generale di Palazzo
d'Orleans ed ex dirigente generale alla Formazione (le viene contestato un
presunto danno erariale da un milione e 270 mila euro); gli ex assessori al
lavoro Carmelo Incardona (830 mila
euro), Santi Formica (386 mila euro) e
Luigi Gentile (224 mila euro); l'ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che per un periodo ebbe la delega alla Formazione (224 mila euro);
Alessandra Russo, ex dirigente del Dipartimento (386 mila euro) e l'ex dirigente del servizio gestione, Antonino
Emanuele (265 mila euro).
ambiente, Sansone; all'Urbanistica,
Gullo; al Corpo forestale, Di Rosa; al
dipartimento regionale per il Turismo,
Rais; all'ufficio Speciale autorità di
certificazione, Benfante; all'audit Maurizio
Agnese.
INTANTO... Sul fronte dellʼAula, invece,
Crocetta ha incassato il si al Documento
di programmazione economica e
finanziaria 2013/2017. La votazione è
avvenuta per "alzata e seduta" dei
deputati. In agenda, anche l'avvio dei
lavori della Palermo-Agrigento e il
completamento da Agrigento a Misilmeri
nonché la progettazione dell'asse viario
Gela - Sciacca, la “dorsale” montana che
collega le statali 118 e 115 (la cosiddetta
"Mare-monti") ed il completamento dello
scalo marittimo di Porto Empedocle.
J’ACCUSE
Battiato a testa bassa
L’assessore al Turismo attacca i predecessori
PALERMO. In passato, ha fatto parte dei cartelloni del Circuito del mito e un suo documentario, “Auguri Don Gesualdo”, fu finanziato dalla Regione. Adesso che è anche assessore, Franco Battiato tira una linea: «Nelle casse pubbliche dell'assessorato al Turismo non c'é un solo euro, hanno rubato tutto». Battiato non usa mezze parole. Mentre i
suoi collaboratori cercano di spiegare con toni pacati e carte alla mano la situazione che si ritrovano a gestire, l'artista
li interrompe bacchettando i suoi predecessori: «Ci sono tante porcherie, troppe». E' nervoso, Battiato. Rispetto alle sue
prime apparizioni da assessore, l'artista comincia a sentire
il peso delle «tante cose che non funzionano». «Ma non sono assolutamente pentito di avere accettato l'incarico, sono
qui per dare alla mia terra, non per depredare. Io porto la mia
terra a Parigi, ad Amburgo, a Bruxelles; non sono un burocrate, devo fare un programma culturale per la Sicilia. Quindi lo posso fare anche dal letto: chiaro?». Avverte lʼassessore: «Dimenticatevi i Grandi Eventi e il Circuito del Mito, cancellateli», riferendosi a due iniziative al centro delle inchieste giudiziarie. Proprio per alcune anomalie, Bruxelles ha
bloccato il rimborso di 20 milioni di euro chiesto dall'assessorato al Turismo che intanto aveva anticipato la spesa certificandola. Gli ispettori dell'Ue però avrebbero appurato che
alcune attività non avevano i requisiti per accedere ai fondi.
Intanto, Battiato, in linea con la strategia del governatore Rosario Crocetta, sta cominciando a eliminare gli sprechi. Via
subito alla liquidazione di CineSicilia. E via anche i vecchi
nuclei di valutazione dei progetti per la concessione dei contributi, "fondati sulle parentele" che saranno sostituiti "con
nuovi nuclei, i cui componenti lavoreranno gratis". In arrivo
anche una maxi-rotazione del personale dell'assessorato,
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come già è avvenuto in altri rami dell'amministrazione, e come prevede la legge. La sua “squadra fantastica” inoltre chiederà al governatore di mettere in bilancio almeno 10 milioni
per poter finanziare la prossima stagione estiva. Perché
«senza un euro non possiamo lavorare», avverte Battiato.
Che un boccone amaro l'ha già dovuto ingoiare: «Abbiamo
detto no grazie a un signore che è venuto a trovarmi a Milo,
per propormi di organizzare a Taormina i Grammys award,
che festeggiano 40 anni. Perché? Perché non abbiamo soldi da investire: eppure sarebbe stata una festa pazzesca,
avremmo venduto diritti in tutto il mondo». Pronta la replica
del suo predecessore, Daniele Tranchida: «Sto pensando
di querelare per diffamazione e calunnia Battiato. Dice che
non ci sono soldi perché sono stati tutti rubati? È un'accusa
pesantissima e per il ruolo che ricopre dovrebbe adesso fare i nomi, scendere nel merito, denunciare i fatti. Se fosse
stato un po' più presente, forse avrebbe avuto il tempo necessario per fare una corretta ricognizione dei fondi».
centonove
Politica
8 FEBBRAIO 2013
ESORDI
Zichichi esalta Archimede
L’assessore si presenta all’Ars
IL PRESIDENTE. Giovanni Ardizzone
SFORBIVIATE. Il numero uno di Palazzo dei Normanni racconta i tagli alla spesa
Ardizzone, parole e fatti
Dalla soppressione del segretario generale aggiunto alla delicata questione del personale
in servizio a Palazzo dei Normanni, tagli per quattro milioni in due anni. E qualche proposta
PALERMO. Parola dʼordine: adeguarsi al
decreto Monti, e non solo. Giovanni
Ardizzone passa dalle parole ai fatti, e lo
attraverso il consiglio di presidenza
dellʼArs, che ha approvato tagli per un
milione di euro al personale e ha stabilito
una nuova organizzazione degli uffici
amministrativi. Per il 2013 i tagli saranno
nel complesso pari a 2 milioni di euro,
così come per il 2014. A comunicare
questa e altre decisioni è stato lo stesso
presidente messinese dellʼAssemblea
regionale targato Udc.
LE DECISIONI. A scomparire, innanzi
tutto, è la figura del segretario generale
aggiunto (ruolo ricoperto da Paolo
Modica), mentre i vice segretari passano
da due a tre (Salvatore Di Gregorio,
Silvana Tuccio e Mario Di Piazza) e
mantengono anche le direzioni di tre aree.
Di Piazza però non percepirà l'indennità
relativa al ruolo di vice segretario. Il
segretario generale perde l'indennità
compensativa di produttività, circa 30 mila
euro all'anno. Inoltre è stato ridotto del
20% il trattamento tabellare per il
personale assunto dal primo gennaio per
concorso e confermato il blocco degli
aumenti previsto dal vigente contratto per il
personale dell'Ars valido fino al 31
dicembre del 2014. Altri tagli riguardano la
riduzione del 25% dell'indennità di
funzione dei vice segretari (da 2.122 a
1.591 mensili), dei direttori (da 1.790 a
1.342 euro), dei capi uffici (da 1.061 a 715
euro), dei responsabili delle unità
operative (da 530 a 397 per le quote
minime e da 663 a 497 per le massime); la
riduzione del 25% delle indennità di
mansione e del 15% di altre indennità,
quali notturno, festivo, missioni e
reperibilità. Gli uffici vengono ridotti da 29 a
21. «Sono grato a tutto il personale
dell'Ars, al segretario generale, al capo di
gabinetto e ai questori per il lavoro svolto».
INIZIATIVE. La Biblioteca dell'Ars
potrebbe essere trasferita all'Albergo
delle Povere, a Palermo. E' una delle
ipotesi che la Presidenza dell'Assemblea
sta valutando assieme al dirigente
generale dei Beni culturali della Regione
siciliana. Parte di libri e documentazione
sono stati trasferiti nei mesi scorsi in un
locale privato a Bagheria dopo che i vigili
del fuoco hanno constatato carenze
strutturali nel Rimessone. Ardizzone ha
spiegato inoltre che la Presidenza «è
PALERMO. Esordio a sala d'Ercole
per il professor Antonio Zichichi, che
qualche giorno fa aveva partecipato a
un'audizione in commissione Cultura
all'Ars. L'assessore ai Beni culturali
per la prima volta è nei banchi del governo dell'aula parlamentare, riunita
con all'ordine del giorno una serie di
interrogazioni sulle rubriche “Attività
produttive”, “Autonomie locali” e
“Beni culturali”. «La Sicilia non è terra di mafia, è terra di Archimede. Lui
aveva capito cose che nessuno aveva mai capito: “Datemi un punto fisso
e vi solleverò il mondo”. Eppure cadde nell'oblio non per un giorno, ma per
duemila anni: se Archimede non fosse stato dimenticato, oggi noi conosceremmo quello che invece sapremo
nell'anno 4.000», ha detto Zichichi.
Dopo la prolusione, che ai deputati ha
ricordato lʼimitazione dello scienziato
fatta da Crozza, Zichichi ha risposto al
tema dellʼinterrogazione sulla gestione dei siti museali: «Sulla revoca delle gare manca ancora l'ultima fase, ma
c'è la volontà del governo di evitare
che i lavoratori vengano messi per la
strada. In futuro - ha aggiunto Zichichi - i bandi dovranno essere fatti in
modo più rigoroso, siamo ancora intrappolati in logiche che neanche io
capisco, ma ho tante idee nuove: sono la mia passione».
molto attenta ai problemi strutturali che si
sono verificati in alcune aree di Palazzo
dei Normanni, un palazzo che va
salvaguardato e che ci viene invidiato da
tutti». «Ci sono progetti in corso anche
con fondi comunitari'», ha aggiunto
Ardizzone. Inoltre, la Presidenza sta
valutando la possibilità di ripristinare le
cucine, progetto che era stato
accantonato nella passata legislatura per
i costi ritenuti eccessivi. «Ma contenendo
la spesa - ha spiegato Ardizzone - si può
pensare a recuperare le cucine per offrire
un servizio più dignitoso». E sull'aumento
dei prezzi alla buvette e al bar, notato sia
dal personale sia dai parlamentari, ha
detto: «La ditta si fa carico del personale
e i prezzi sono lievitati per i costi della
gara d'appalto, che vanno rivisti».
LA RICHIESTA
«Via il piano copiato!»
Legambiente e Cgil sulla qualità dell’aria
PALERMO. Non solo Muos. Sul tavolo del presidente della Regione è arrivata una richiesta di Legambiente e Cgil
per chiedere la rimozione dal sito istituzionale dellʼassessorato allʼAmbiente del Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dellʼaria ambiente, approvato
ed adottato nel 2007. A puntare il dito sul documento erano stati proprio gli ambientalisti che avevano denunciato
come fosse un copiato dallʼomologo Piano della Regione
Veneto di alcuni anni prima, “nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni
già edite da altri Enti ed Amministrazioni”. “Gli autori - scrivono Legambiente e Cgil - non si erano neppure accorti
che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già sta-
to bocciato dalla Comunità Europea parecchi anni prima, mente”. “Eʼ più che evidente che quel dirigente, rimasto
né che nel copia e incolla si erano generate inedite “co- impunemente al proprio posto, ha potuto contare su una
munanze” e “similitudini” tra le caratteristiche ambientali consolidata rete di protezione. Invece, per quegli scritti lo
del Veneto e della Sicilia, tipo il “sistema aerologico pada- stesso dirigente ha già subito una condanna in sede civino” della Regione Siciliana, le piste ciclabili lungo gli argi- le e altri altri procedimenti, civili e penali, nei suoi confronni dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Co- ti sono in via di definizione. Ebbene, a distanza di 5 anni
muni siciliani, lʼesistenza delle Comunità montane”. Il ca- dai fatti denunciati, il Piano copiato non solo non è stato riso, finito anche a “Striscia la Notizia”, averva sutirato, come era stato richiesto a suo tempo da
scitato polemiche e anche reazioni, come quelLegambiente, ma fa ancora incredibilmente
le del responsabile della redazione del Piano,
“bella mostra” nel sito istituzionale dellʼAssesSalvatore Anzà, che aveva definito i denunsorato Territorio e Ambiente come fosse un docianti, secondo la richiesta a Crocetta, “banda
cumento tuttora valido e rappresentativo. A
di lestofanti, banda di cialtroni, esperti in truffe,
fronte di questa situazione a dir poco paradosciarlatani, cricca di imbroglioni, cricca di masale, che appare confliggere in modo insanascalzoni, tramite diverse note redatte su carta
bile, oltre che con il decoro ed il prestigio delintestata del Dipartimento Ambiente, senza che
lʼAmministrazione, le scriventi Organizzazioni
i vertici politici ed amministrativi dellʼAssessotornano a chiedere lʼimmediato ritiro del Piano
Salvatore Anzà
rato o della Regione intervenissero minimacopiato”.
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Politica
8 FEBBRAIO 2013
centonove
IN AGENDA
Da Ingroia a Gianninino
Tutti i leader in riva allo Stretto
Saro Sidoti
Vincenzo Garofalo
SOTTO LA LENTE. La crisi invade anche la competizione elettorale. Riducendo le spese
Politiche al centesimo
Saro Sidoti dell’Udc, già svenato dalle regionali, sta cercando di investire oculatamente i soldi
assegnati dal partito. Nel Pd, Liliana Modica punta sul costo zero. Mentre Garofalo (Pdl) vola basso
DI TIZIANA CARUSO
MESSINA. Incontri, presentazioni, riunioni
e iniziative: la campagna elettorale entra
nel vivo, così come le spese per gestirla.
Quelle spese che, successivamente,
verranno rimborsate al partito
d'appartenenza. La voce “viaggi, trasferte,
manifestazioni” et similia sicuramente
vedrà portafogli piangere la “scomparsa” di
cifre con almeno tre zeri, ma tutti i
candidati messinesi, alla Camera e al
Senato, affermano che sarà una
campagna elettorale dai costi bassissimi
anche perchè, ad esempio in Sicilia, la
tornata delle politiche è stata preceduta
dalle regionali e anticiperà, ad esempio a
Messina, quella delle amministrative.
Nessuno afferma che scialacquerà
completamente la cifra stabilita come tetto
massimo di spesa per ogni candidato alla
Camera e al Senato. Tutti,
cautelativamente o no, dichiarano di
volersi mantenere al di sotto dei parametri
fissati. Fatto è che, c'è chi si dichiara
letteralmente “dissanguato” avendo
partecipato, a stretto giro di boa, anche
alla corsa per le regionali. Ad esempio
Saro Sidoti, che ha perso per un soffio lo
scranno di Sala d'Ercole, ma adesso si
trova “blindatissimo” al secondo posto
nella lista “Monti per l'Italia” dopo
Pierferdinando Casini ed è il solo
candidato messinese che ha praticamente
“sigillato” la sua corsa a Palazzo Madama.
«La cifra messa a disposizione dal partito
per ogni singolo candidato al Senato, che
ha un collegio unico, è qualcosina in più
rispetto alla Camera e si aggira attorno ai
100mila euro. Io certamente spenderò
molto meno», assicura Sidoti, consigliere
provinciale eletto nel collegio di Patti e
uomo “d'oro” del deputato uscente Pippo
Naro. Viaggia in lungo e in largo per la
Sicilia per le “convention” organizzate in
occasione delle politiche, da Palermo a
Catania, passando per Enna. «Fino ad
oggi credo di aver speso più di 10.000
euro, non so dire qual è la previsione di
spesa fino al 24 febbraio». Come
Gianpiero D'Alia, ha provveduto alla
realizzazione di “santini” personalizzati, il
suo mandatario è il commercialista Filippo
Spadaro, ma per la cartellonistica,
stavolta, si è affidato a quella “unificata” del
partito che comunque ha dovuto stampare
manifesti diversi, essendo diversi i simboli
delle liste con cui i candidati dello scudo
crociato si presentano alla Camera e al
Senato. Nella lista Udc presentata per
Montecitorio ci sono poi due giovani
promesse centriste, Matteo Francilia e
9 FEBBRAIO. Alle 10, presso il Teatro Annibale Maria di Francia, il candidato premier di Rivoluzione Civile
Antonio Ingroia incontra i cittadini.
10 FEBBRAIO. Appuntamento alle
10,30, al Comune di Messina, per “A
sinistra per il mezzogiorno”, incontro
organizzato dal Pd con la partecipazione di Fausto Raciti (segretario nazionale dei Giovani Democratici) e Andrea Ranieri (giornalista dellʼUnità).
11 FEBBRAIO. Alle 17 e 30, al Palacultura Antonello, a Messina, sarà presente il capolista al Senato del Pd Corradino Mineo per un incontro aperto su
“I giovani per lʼItalia Giusta”.
11 FEBBRAIO. A Milazzo, alle 18 nella Sala Rotonda del Paladiana, incontro con Laura Boldrini, capolista Sel.
12 FEBBRAIO. Alle 19, al Palacultura, a Messina, sbarca il segretario nazionale del Pd e candidato premier per
il centrosinistra, Pierluigi Bersani.
14 FEBBRAIO. Al Palacultura di Messina, alle 17, Massimo D'Alema presenta "Contro Corrente. Intervista sulla sinistra al tempo dell'antipolitica".
16 FEBBRAIO. A Partire dalle 10 e
30, al Palacultura di Messina, Oscar
Giannino, candidato per Fare per fermare il declino, incontrerà i cittadini.
Giorgio Muscolino. Per loro,
rispettivamente sedicesimo e
ventiduesimo nella lista Udc, la campagna
elettorale per le politiche sarà
praticamente a costo zero. «Le spese per
la cartellonistica sono direttamente gestite
dal partito». Non hanno ancora stampato
santini, ma sono impegnati soprattutto
nelle manifestazioni organizzate in
provincia, da Tusa a Giardini. Lo stesso
vale per quasi tutti i candidati non inseriti in
posizioni “utili”. Tranne che per Liliana
Modica del Pd. «Non spenderò un euro
per questa campagna, ho fatto un banner
e andrà solo su facebook e sui social
network, non ho intenzione di tirare fuori
un centesimo, organizzerò forse qualche
manifestazione più grande negli ultimi
dieci giorni di campagna, da Catania ci
hanno mandato qualche “santino”, ma io
poso dire con certezza che non farò
CENTRISTI
Lo Monte carica i comitati
Lunedì 18 arriva anche il leader nazionale Tabacci
Carmelo Lo Monte
MESSINA. “Dimostreremo che siamo una forza politica ben radicata per accogliere le istanze del territorio”. Carmelo Lo Monte, candidato di punta del Centro Democratico in Sicilia, in entrambe le circoscrizioni siciliane il lizza per la Camera alle spalle del leader nazionale Bruno Tabacci, lo sostiene ad ogni incontro, e sprona i comitati elettorali alla “testimonianza” in tutto lʼambito siciliano, che stanno crescendo settimana dopo settimana, grazie allʼimpegno di candidati e sostenitori. Dei comitati cittadini etnei sono responsabili Cinzia Dato e lʼavvocato
Claudio Fiume, mentre a Castiglione di Sicilia referente è Cettino Bellia, a Giarre lʼavvocato Rudi Grasso, a Mascali Salvo
Gullotta e ad Acicastello lʼon. Antonello Dato.
Nunzio Dolce e Gianni Luciano sono gli animatori principali dei
pagina 10
due comitati di Siracusa. Lʼon. Antonio Borrometi a Modica e
Sebastiano DʼAngelo a Ragusa sono i punti di riferimento iblei,
mentre Lorenzo Tricoli è il referente di Caltanissetta. Sempre
in terra nissena, a Mazzarino, cʼè Filippo Alessi. Carlo Falzone
è il responsabile del comitato di Enna e Salvatore Bevilacqua è
il referente di Barrafranca. Il consigliere comunale Giorgio Calì
è il punto di riferimento per Palermo, mentre a Bagheria e Trabia sono responsabili del comitato, rispettivamente, Tommaso
Gargano e Francesco Bondì. Vari i comitati nel messinese: a
Barcellona, San Filippo del Mela, Monforte San Giorgio, Caronia, Sinagra, Villafranca Tirrena, Taormina.
Lunedì 18 febbraio sarà in Sicilia a sponsorizzare i candidati del
Centro Democratico il leader nazionale del partito alleato di Bersani. Appuntamento pomeridiano messinese a Giardini Naxos,
presso il SantʼAlphio Garden Hotel alle 15,30 con Tabacci, che
alle ore 19 sarà presso la sala dell'Open Land di Siracusa con
l'On. Pippo Gianni per presentare i candidati siracusani, Nunzio Dolce alla Camera e Giuseppe Liberto al Senato.
centonove
Politica
8 FEBBRAIO 2013
assolutamente niente di più». Attorno ai
7.500 euro spenderà invece il collega di
partito Antonio Saitta, il mandatario della
sua propaganda in vista delle politiche è il
collega avvocato Giovanni Giacoppo.
«Spero di limitarmi a questa cifra, fino ad
adesso ho solo pubblicizzato la mia
candidatura su qualche quotidiano on line
e inviato lettere ai miei clienti e ai miei
amici, ci sono poi i manifesti del partito ma
non è che ne abbia visti molti in città».
“Qualche” denaro in più rispetto a Saitta,
tirerà invece fuori Vincenzo Garofalo,
sesto alla Camera per il Pdl. «Per i
candidati alla Camera il tetto massimo è di
52 mila euro che arrivano a circa 78 mila
euro in base al numero di cittadini, io
penso di mantenermi ben al di sotto di
questi valori, anche perché il Pdl ha
inserito all'interno del suo programma
elettorale l'abolizione del finanziamento
pubblico ai partiti». «Fino ad oggi continua Garofalo - ho solo fatto realizzare
qualche banner che sarà inserito sui
quotidiani on line locali, avrò spese di
benzina per gli spostamenti in occasione
di qualche altra manifestazione, poi c'è
stata la visita di Schifani a Messina dove
abbiamo affittato i locali e acquistato
qualche pianta ornamentale, ma niente di
più». A pensare alla cartellonistica anche
per il Pdl e per quasi tutte le varie correnti
di centro-destra sono state le sedi centrali
e i manifesti campeggiano già su parecchi
muri e fermate dell'autobus. «Io non ho
fatto manifesti personali - racconta
Garofalo - è uno spreco, meglio gli incontri
con la gente».
Abbastanza “morigerata” sarà poi la
campagna elettorale di Sel. Il partito di
Vendola è “nuovo” in Parlamento e i suoi
candidati affermano tutti di voler
propendere per budget piuttosto limitati.
Il costo totale, a livello nazionale, della
campagna elettorale di Sel dovrebbe
aggirarsi attorno ai 900mila euro. Ai
capilista ovviamente sono richiesti
“sacrifici” più importanti. Se ad esempio
Francesco Forgione, capolista al
Senato ha previsto una campagna
elettorale spartana i cui costi si
aggireranno complessivamente attorno
ai 6.000 euro, Sofia Martino, candidata
messinese seconda alla Camera
afferma che spenderà probabilmente
meno di 1000 euro. «Ho un sito internet
ma è stato realizzato gratuitamente e
poi io uso il web e facebook, ho fatto
qualche santino, ma sfrutterò i manifesti
inviati dal direttivo nazionale, sono una
precaria e non posso permettermi certe
spese, la mandataria dei miei santini, ad
esempio, è mia madre».
MESSINA. Zero santini, nessun manifesto e niente iniziative per i tanti “minori”
Per fortuna c’è Facebook
Oltre ai social network, c’è chi punta sulla partecipazione a manifestazioni e iniziative,
come Aricò di Fermare il Declino. Mentre il Mir di Samorì si ridimensiona rispetto all’inizio
MESSINA. Sono i più piccoli e in alcuni
casi la loro campagna elettorale si limita
all' “Io ci sono”. C'è chi, ben consapevole
di avere poche chances di approdare alla
Camera o al Senato, usa il tam tam su
facebook, con loghi, programmi e status
che richiamano in qualche modo la
candidatura e chi preferisce farsi un po' di
pubblicità in mezzo alla gente, non
soltanto presenziando ad ogni incontro
pubblico, ma anche attraverso delle vere
e proprie “incursioni” durante
manifestazioni, convegni o iniziative,
magari anche organizzate da altri. Come
ad esempio Ruggero Aricò, candidato
messinese alla Camera per la lista
Fermare il Declino di Oscar Giannino,
che sfrutta ogni buona occasione per farsi
un po' di spazio e promuovere la sua
candidatura. Ci sono poi soprattutto i
partiti minori apparentati che, in Sicilia, ad
accezione del “Megafono” di Rosario
Crocetta, mantengono quasi tutti un low
profile, come ad esempio il Centro
Democratico di Bruno Tabacci che sullo
Stretto ha come “punta di diamante”
Carmelo Lo Monte, anche lui poco
appariscente sul palcoscenico delle
politiche. Una campagna piuttosto
sottotraccia, ma per evidenti ragioni di
“esclusione”, anche per Grande Sud, con
Messina che appare ormai lontana dall'
“entusiasmo” e dalle iniziative organizzate
dal partito di Miccichè durante le scorse
regionali. Idem per i radicali di “Giustizia,
Amnistia e Libertà” che si sono limitati alla
semplice presentazione della lista ma, pur
ammettendo di stare portando avanti una
campagna di “mera testimonianza”,
torneranno anche oggi (venerdì 8
febbraio) al carcere di Gazzi per “dare
solidarietà ai parenti delle vittime dell'ingiustizia”. Tutto “aggratis” per loro, l'unica
“spesa” è il tempo.
Chi sullo Stretto era partito “col botto”, ma
adesso si è “ridimensionato” è il Mir di
Gianpiero Samorì, con manifesti
elettorali che campeggiavano un po'
ovunque nel centro cittadino e ritraevano il
Ruggero Aricò
Luca Cordero di Montezemolo
sorriso ottimista dell'imprenditore
modenese. Anche se il capogruppo al
Senato di Samorì, Francesco La Fauci,
ha già iniziato a muoversi per
propagandare la sua candidatura e
cercare di spingere il partito coalizzato col
centro-destra di Berlusconi.
Campagna sotto tono anche per il Pli.
“Niente manifesti, né santini, solo una
serie di incontri che comunque saranno
funzionali anche in vista delle prossime
amministrative”. “Quasi” lo stesso vale per
Fli che comunque ha già presentato i suoi
candidati messinesi a Palazzo Zanca
gettando soprattutto un occhio sulle
prossime amministrative cittadine. Il “clou”
della campagna dei finiani sullo Stretto è
però in programma domenica 10 febbraio
con l'arrivo del leader Gianfranco Fini a
Messina. Inizia, invece, domani (sabato 9
febbraio) la “prima” dei candidati de “La
Destra” di Storace sullo Stretto.
Alla Provincia, il segretario
provinciale del partito Silvano
Arbuse, riunirà i candidati
messinesi in lista alla Camera e
al Senato. Con lui Ruggero
Razza, Paolo Spadafora della
Direzione del Movimento IstriaFiume-Dalmazia e Vincenzo
Trantino. Fino ad adesso
niente manifesti, né simili.
«Forse solo qualche santino spiega Arbuse - una campagna
praticamente a costo e
autotassandoci tra gli iscritti». Campagna
fino ad adesso “silenziosa” anche per i
“montiani”, ma, sempre domani (sabato 9
febbraio) lʼAuditorium della Fondazione
Bonino-Pulejo “accoglierà” la prima uscita
dei candidati messinesi della lista “Scelta
civica con Monti per l'Italia” con Luca
Cordero di Montezemolo che, insieme ai
candidati messinesi Alessandro
Bonanno, Cristina Vitale, Ferdinando
Ofria e Andrea Calderone cercherà di
richiamare il mondo dell'imprenditoria,
delle professioni e i lavoratori precari.
Nella stessa giornata sarà a Messina
anche Antonio Ingroia per la
presentazione della lista dei candidati di
Rivoluzione civile. Anche in questo caso i
candidati messinesi provenienti da Idv e
Rifondazione dicono: «Una campagna
elettorale veramente di sacrificio, non è
possibile alcun minimo sproposito». (T.C.)
STRATEGIE
Cardinale presenta i suoi
Nuovo movimento e gruppo all’Ars per l’ex ministro
PALERMO. Da una parte il rafforzamento del Megafono alle politiche, dallʼaltro una maggioranza per Rosario Crocetta allʼArs. È
con questi due obiettivi che nasce il nuovo soggetto politico che
raggruppa ex democristiani, ex autonomisti, socialisti, esponenti
democratici, riformisti e liberali. Deus ex machina dell'operazione
è Totò Cardinale, ex ministro e tra i fondatori del Pd. «Il nome
sarà deciso nei prossimi giorni», ha spiegato il politico, ma si tratterà di unʼassociazione o movimento allʼinterno del centrosinistra.
«Tra i promotori cʼè anche il governatore della Sicilia. È unʼoperazione molto pulita e molto trasparente». All'Assemblea regionale il nuovo soggetto politico sarà rappresentato dal gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia'”, di cui fanno parte i 4 deputati
ex Movimento per il territorio e altri parlamentari provenienti da
esperienze diverse, da Grande Sud al Pds-Mpa: Edy Tamajo,
Riccardo Savona, Giuseppe Picciolo, Marco Forzese. E altri
se ne potrebbero aggiungere presto. «Lo spazio politico c'è - spiega Cardinale - siamo di fronte a stravolgimenti senza precedenti». L'ex ministro non rinnega il Pd. Anzi: «Da Roma il mio partito
mi chiede in continuazione a che punto è il progetto, c'è piena condivisione», spiega Cardinale. Primo banco di prova saranno le politiche, a sostegno della lista il Megafono al Senato e poi le prossime amministrative. Il trait d'union allʼArs con la lista Crocetta darà
il deputato Antonio Malafarina, che fungerà da presidente dell'intergruppo. Grazie alla nuova manovra, ad appena quattro mesi dalla sua elezione, Crocetta ottiene la maggiornaza dʼaula. I deputati che lo sostengono adesso sono 46 su 90, 8 in più rispetto
ai 37 originari. E a chi ha parlato di “mercato delle vacche”, il presidente ha risposto: «Di mercato delle vacche sono esperti quelli
del Pds-Mpa, loro conoscono bene quest'esercizio commerciale.
Durante le regionali Raffaele Lombardo diede 500 incarichi e
l'Assemblea fu costretta a varare la legge blocca nomine».
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Salvatore Cardinale
Politica
8 FEBBRAIO 2013
centonove
IN CORSA
Viva Messina dixit
«No alla chiusura verso i partiti»
SOTT’ACQUA. Giuseppe Grioli
MESSINA. A scendere in campo, già da
parecchio tempo con l'obiettivo chiaro
delle prossime amministrative, è stato
anche il gruppo di “Viva Messina” che
vede in prima linea l'avvocato Massimo
Rizzo, il giornalista Fabio Mazzeo e le
“nuove leve” Ernesto Marcianò e Alberto Bernava. Ad “infoltire” il sodalizio ci sono poi altri giovani tra cui Ezio
Fabiano, Giuseppe Magaudda, Mario
Antonio Schepici, Pietro Bellinghieri,
Vincenzo Grasso, Francesco Micali,
Gaetano De Lorenzo. «Apprezziamo l'iniziativa di Reset delle primarie di piazza aperte a tutte le associazioni e ai movimenti messinesi e apprezziamo la figura di Alessandro Tinaglia, ma non
condiviamo la chiusura di Reset ai partiti, perchè all'interno di essi esistono
competenze, professionalità e voti che
sono necessari a cambiare davvero, altrimenti si rischia di presentarsi alle elezioni per fare mera testimonianza o per
guadagnare qualche consigliere».
IN POLE POSITION. Antonio Catalioto
AMMINISTRATIVE. Si moltiplicano nella coalizione gli aspiranti sindaco e presidente
Messina, ressa a sinistra
Dalla folla all’interno del Megafono, con Catalioto, Notarianni e Siracusano, ai democratici,
divisi tra Grioli, Calabrò e Quero, la mappa dei candidati. Mentre il centrodestra attente le politiche
Massimo Rizzo
MESSINA. Tanti nomi chiacchierati, ma
in fondo qualche “dritta” in più sui
probabili candidati a sindaco e a
presidente della Provincia di Messina, la
darà il risultato delle politiche. Gioco forza
c'è chi, infatti, all'indomani dell'esito delle
votazioni del prossimo 25 febbraio potrà
anche rivendicare qualcosa. E c'è anche
chi, ex ante, ha iniziato a “mettere le mani
avanti”, soprattutto alla luce del
“killeraggio” degli ex An all'interno delle
liste del Pdl per Camera e Senato. Se
nell'ambito del centro destra, è chiaro il
riflesso, a Messina, di un'aggregazione
che si è sbocconcellata, con ex forzisti ed
ex An a piluccarsi da tempo l'un con
Crocetta, il governatore che ha già
sparigliato le carte all'interno del centrosinistra, la scorsa estate, anticipando tutti
con la sua candidatura a presidente della
Regione. Ed è proprio nell'ambito dell'area
messinese che fa riferimento a Crocetta
che si stanno sviluppando i maggiori
movimenti in attesa delle amministrative,
spostate alla fine di maggio. Se i risultati
della lista presentata al Senato da Crocetta
dovessero ottenere buoni numeri,
soprattutto a Messina, non è escluso che il
Pd possa nuovamente abbracciare una
candidatura “esterna”, anche all'area
dominante di Genovese. A “scalpitare” in
cerca di spazi sotto le spoglie della “società
l'altro, la situazione non è proprio delle
migliori anche all'interno del centrosinistra che, pur apparendo più compatto,
nonostante le varie correnti interne
(Innovazioni, ex Ds, renziani, crocettiani
etc etc), sullo Stretto si “direzionava” in
base al vento soffiato da Francantonio
Genovese che però, al momento, oltre
ad assere “occupato” nella corsa alla
Camera, è impegnato soprattutto a
parare i colpi dell' “affaire formazione”. E
così, anche alla luce dei risultati delle
politiche, potrebbero aprirsi spazi fino ad
oggi prevalentemente “attenzionati” da
chi, davanti a se', aveva solo corsie libere
per governare la città.
CENTRO-SINISTRA. Giuseppe Grioli
lavora da tempo alacremente per
“guadagnarsi” uno spazio e gareggiare
nella corsa a primo cittadino. Sempre
all'interno del Pd, l'idea non dispiaceva a
Felice Calabrò che assieme al
coordinatore cittadino, fra i democratici, è
stato tra i più ferventi critici dell'ex sindaco
Giuseppe Buzzanca. Un'eventuale
partecipazione alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a
sindaco vedrebbe in campo anche
Francesco Palano Quero, il giovane
“renziano” presidente del IV quartiere. Ma a
“insidiare” le primarie potrebbe però
inserirsi “l'asso piglia tutto” del Megafono di
TRASVERSALE
Accorinti, il caterpillar
Il pacifista definisce la squadra e si apre al dialogo
Renato Accorinti
MESSINA. A guidare la “rivolta” dei movimenti è sicuramente Renato Accorinti che con il suo “Cambiare Messina dal basso” percorre la città in tour ogni giorno con un'iniziativa diversa. Dalle visite spontanee alle famiglie più disagiate agli alberi piantati sul
corso Cavour. Dalle riunioni per portare avanti la sua idea di una
nuova Messina all'interno delle chiese ai tavoli tecnici su rifiuti, lavoro e partecipate a Palazzo Zanca. Non si ferma un attimo Accorinti, che ha già bella e chiara in testa la sua idea di Giunta e
non la tiene per sé. I suoi uomini non sono propriamente “interni”
ai partiti. I nomi vanno da Gaetano Sciacca ad Anna Giordano,
passando per Guido Signorino, ma c'è anche chi qualche “consolidata” esperienza politica alle spalle ce l'ha, come ad esempio
Daniele Ialacqua o Gino Sturniolo. Accorinti non ha “dialogato”
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con Alessandro Tinaglia di Reset, o quantomeno non ancora,
sulla eventuale possibilità di unire le “forze civiche” della città in
una tornata di primarie che raggruppi i movimenti che intendono
stare “al di fuori dei partiti” e che dia voce a tutte le anime dell'associazionismo messinese. Ma, parola di Tinaglia, dall'altra parte
non ci sarebbe alcuna remora nei confronti del pacifista, ben visto, tra le altre cose, anche dai grillini dello Stretto, ma non dai vertici del Movimento soprattutto nell'ottica di un appoggio dei seguaci del comico genovese a una lista diversa da quella dei 5 Stelle che invece, al momento, sembrano mantenere alta la concentrazione sulle politiche e, probabilmente, per le amministrative
adotteranno lo stesso metodo usato per le regionali. Immediatamente dopo le politiche sarà organizzata la raccolta di curricula
da chiunque li voglia presentare e, post “analisi” delle candidature, si partirà per la corsa alle amministrative. Intanto Accorinti procede nella sua marcia che lo vedrà impegnato per tutto il mese di
febbraio in incontri pubblici su diverse tematiche tra cui trasporto
e mobilità, cultura e identità, servizi sociali e sanità. (T.C.)
centonove
Politica
8 FEBBRAIO 2013
In alto, da sinistra: Peppuccio Santalco (presidente dellʼAto Idrico),
Orazio Miloro (lʼex assessore comunale che potrebbe essere
candidato dallʼarea ex An) e Francesco Palano Quero (renziano che punta
alle primarie per la sindacatura).
A sinistra e sotto, Aura Notarianni e Paolo Siracusano, entrambi con Crocetta
civile” è Paolo Siracusano, ex candidato
alla presidenza della Provincia, comunque
abbastanza vicino all'ex Margherita che ha
persino aperto un blog con tanto di logo
“Messina città del futuro”. O ancora
Antonio Catalioto, impegnato con il
“Circolo Rifiuti Zero” e “suggeritore” nella
composizione della lista Crocetta alle
scorse regionali. Tra le ipotesi
“accreditate”, invece, si inserisce il nome di
una donna, la battagliera Aurora
Notarianni, legale specialista in diritto del
lavoro, già in odore di candidatura alle
politiche sempre nella lista di Crocetta.
Pare che al momento la maggiore
convergenza sullo Stretto ruoti attorno alla
figura dell'avvocatessa messinese, ma non
è escluso che Crocetta possa appoggiare
anche l'idea di un “Croce-bis”. Sempre
nell'ambito di una candidatura a sindaco
non prettamente di matrice “genovesiana”
potrebbe essere della partita anche
l'avvocato e docente di Diritto
costituzionale Antonio Saitta, che, benché
preferisca dirottare l'attenzione sulle
politiche («Sarò eletto al Senato, non mi
interessa la sindacatura»), rappresenta
una personalità del Pd, ma non proprio
“omogenea” all'ex sindaco di Messina.
Sotto l'egida di Crocetta si muove in vista
delle amministrative anche il gruppo che fa
riferimento ai parlamentari regionali
messinesi Giuseppe Picciolo e Marcello
Greco. Il sodalizio della “quarta gamba” di
Crocetta troverà luogo anche a Messina
con una presentazione ufficiale che si
svolgerà il 20 al Palacultura e che
raggrupperà diversi consiglieri di
circoscrizione, comunali e provinciali che
scenderanno in campo per le
amministrative. Sempre nel centro-sinistra
c'è poi Sel che preferisce attendere.
CENTRO-DESTRA. La “novità” più
eclatante è rappresentata dalla possibile
lista che verrà presentata dalla cordata
degli ex An, in autonomia rispetto a un Pdl
messinese, ormai di chiara predominanza
forzista, almeno in città. E lo ha detto anche
Buzzanca in conferenza stampa: «Per le
amministrative auspichiamo le primarie».
Con tutta probabilità sarà in provincia che
gli ex An cercheranno la “prova di forza”
tentando di giocarsi la partita col centrosinistra e puntando soprattutto su due
uomini, Gianfranco Scoglio (presente alla
convention del Pdl con Renato Schifani) e
Orazio Miloro. «Le truppe ce le abbiamo
noi», aveva tuonato ai suoi alleati Santi
Formica, anche lui coinvolto dall'ultimo
provvedimento della Corte dei Conti in
qualità di ex assessore regionale alla
Formazione. «Registro l'amarezza
manifestata da Nania, Buzzanca e
Formica, ma non ho altro da aggiungere
perchè non sono parte in causa», spiega
Vincenzo Garofalo, coordinatore cittadino
del Pdl. «Per le amministrative le primarie
si faranno se sarà quella la strada indicata
a livello nazionale, ma prima dei candidati,
sarebbe opportuno parlare delle alleanze,
questo è un momento in cui emergono
posizioni diverse e vengono fuori tanti nomi
sia dai partiti che dai movimenti che fanno
riferimento al centro-destra, ma alla fine
abbiamo sempre trovato convergenza». Se
per la Provincia Garofalo ribadisce che c'è
un presidente uscente che ha il diritto di
essere interpellato su una eventuale
“candidatura-bis”, al Comune Garofalo
chiarisce: «Il Pdl non si disinteresserà,
abbiamo tanta gente che ha amministrato
bene e che ha competenze, sicuramente
non trascureremo Palazzo Zanca». In
entrambi i casi, continua il deputato
uscente del Pdl, «l'importante sarà
scegliere una figura autorevole, un
candidato capace di trascinare la
coalizione, bisogna interpretare anche
quanto hanno insegnato le elezioni di
Barcellona». All'interno del centro-destra
hanno poi deciso di non stare a guardare i
giovani ex An, capeggiati da Ciccio Rizzo,
presentando il “Vento dello Stretto”, una
sorta di aggregazione di associazioni nata
con l'obiettivo di incidere sulle
amministrative attraverso l'ottenimento di
rappresentanti all'interno dei consigli di
circoscrizione, al Comune e alla Provincia.
«Abbiamo mollato gli ormeggi, sono felice
che finalmente qualcuno si sia accorto che
sono necessarie le primarie come noi
continuiamo a dire dal 2003 - spiega Piero
Adamo - ma il Pdl a Messina non esiste,
esistono dei gruppi, Vento dello Stretto è
un esperimento, stavolta o la va o la
spacca». A muoversi in vista delle
amministrative, all'interno nel centrodestra, c'è poi anche Giuseppe Santalco.
«Ho fatto tanto, se lo si riterrà opportuno
sarò un contenitore, una risorsa a servizio
della città». (T.C.)
LA PROPOSTA
Reset chiama i movimenti
Alessandro Tinaglia punta sulle primarie di piazza
MESSINA. In cerca di “esperienze civiche”. Reset, o meglio l'ispiratore del movimento, Alessandro Tinaglia, fa un passo indietro e
mette sul piatto la sua candidatura a sindaco. «Non saremo noi quelli che impediranno ai movimenti ed alle associazioni, espressioni
vere della società civile, di stare assieme, di avere lʼopportunità di
cambiare davvero le cose, di dare una speranza ai Messinesi». Tinaglia chiama a raccolta i diversi gruppi nati con lo spirito di cambiare Messina a partire dalle prossime amministrative. A una sola
condizione: niente inciuci coi partiti, né prima, né dopo. Con questo
diktat, Reset apre il dialogo ai movimenti e alle associazioni, ad eccezione di “Art. 1” di Alessandro La Cava. «Io sono per le vere primarie. Fino a lunedì 11 febbraio raccoglieremo adesioni dei movimenti e delle associazioni, dopo, gli aderenti si incontreranno ed en-
tro venerdì 22 febbraio cercheremo una sintesi tra progetti e programmi». «Entro la fine di febbraio - spiega Tinaglia - abbiamo l'intenzione di presentare tutta la squadra, sindaco, presidente della
Provincia, assessori e dirigenti degli enti di sottogoverno. In totale
controtendenza con chi vuole controllare il consenso costruendo
consultazioni popolari fittizie, lʼidea è quella di organizzare le primarie civiche di piazza: dodici confronti pubblici in altrettante piazze a partire da marzo con votazione alla fine di ogni confronto». In
soldoni ci si registra e si vota solo dopo aver assistito al dibattito tra
i candidati e senza nessun elenco precostituito, ma solo attraverso
un confronto che permetta ai cittadini di conoscere il progetto della
coalizione civica e poter scegliere chi, a loro insindacabile giudizio,
lo incarni meglio. Lo scrutinio è fissato per il prossimo 10 Marzo, alla fine dellʼultima votazione, sempre in piazza. Tinaglia non si sbilancia e non fa il nome di chi ha abbracciato o potrebbe abbracciare l'idea delle “primarie di piazza”, ma rivela: «Ci sono dialoghi con
alcune associazioni, ma ancora non è stato definito nulla. Noi comunque andremo avanti fino infondo». (T.C.)
pagina 13
Alessandro Tinaglia
Politica
8 FEBBRAIO 2013
centonove
MESSINA. L’esclusione dalle politiche della componente più forte del partito in Sicilia
Pdl, i tre picconatori
Nania media, Formica randella, Buzzanca affonda. E in coro: “Epurazione della destra”.
Quello che hanno detto. Ma soprattutto quello che hanno lasciato intendere
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Fosse stato un film, a
Giuseppe Buzzanca, giocoforza, sarebbe
toccata la parte del “brutto”. Perchè, nella
conferenza stampa di venerdi 1 febbraio, i
ruoli del buono e del cattivo se li sono
spartiti, nemmeno avessero il manuale
Cencelli alla mano, il senatore Mimmo
Nania e il deputato regionale Santi
Formica. Perchè, dopo due ore di
spiegazioni, domande e botta e risposta,
quello che è emerso è che in qualche
maniera il Pdl lo “sgarro” della mancata
riconferma di Nania e dellʼesclusione dalle
liste dei ventilatissimi Formica e Buzzanca,
lo pagherà. Carissimo.
IL BUONO. A sentirlo parlare, Nania non
sembrava esattamente uno dei pilastri del
partito al quale qualche giorno prima era
stato dato il benservito. Tuttʼaltro. Nessuna
accusa, niente nomi, come se tutto fosse
andato liscio. Loda gli anni di governo del
partito, ne incensa i componenti, e lʼunica
accusa che gli esce dalla bocca è diretta
contro una generica “epurazione” nei
confronti della destra italiana allʼinterno del
Pdl. Spunto che gli fornisce lʼassist per la
battuta fulminante (mascherata da lapsus)
diretta agli ex colleghi di An che oggi
hanno fondato Fratelli dʼItalia. Che dopo
lʼintervento del senatore diventa “Fratelli
bandiera”. Alla fine, lʼammissione. “Sono
stati premiati i portaborse, non chi si è
impegnato per anni ed ha portato voti. E
Messina rischia concretamente di non
avere alcun rappresentante del territorio
(Vincenzo Garofalo è sesto alla Camera,
Bruno Mancuso è decimo al Senato)”. E
se Nania è indispettito ma non lo lascia
vedere poi più di tanto, Santi Formica,
seduto alla sua sinistra, è incazzato. Nero.
IL CATTIVO. “I voti li abbiamo noi, è con
noi che devono fare i conti!”. Al contrario
del senatore con barba e capelli candidi
che si accordano con le frasi accomodanti,
Santi Formica, vestito di nero e coi capelli
in tinta, ha da subito un aspetto più
sulfureo. E nessuna delle parole che
pronuncia, e le pronuncia a volume
parecchio alto, lascia spazio a
fraintendimenti. O ad aperture. “Siamo la
componente del Pdl più forte in Sicilia argomenta Formica, e quasi pare di
vederlo mordersi la lingua per non
pronunciare quello che sibila invece
lontano dai microfoni - e ci tengono fuori?”
A chi ha avuto lʼardire di ricordargli che,
mentre a palazzo dei Leoni era in atto la
conferenza stampa, a duecento metri in
linea dʼaria il capogruppo del Pdl in
consiglio comunale Giovanni Cocivera,
che a Formica fa riferimento, rassegnava
le dimissioni sia dalla carica che dal partito,
Formica ha replicato torvo “Cocivera si è
dimesso con le stesse motivazioni per le
quali noi siamo rimasti, Cocivera resta con
Formica”. Un passaggio che lo stesso
Cocivera ha smentito ( allʼindomani delle
regionali, lʼentourage di Formica gli aveva
puntato il dito, ritenendolo il principale
colpevole del magro risultato ottenuto in
città) lamentando, così come anche il
presidente della Giovane Italia
Ferdinando Croce (dimissionario anche
lui qualche ora prima), una sostanziale
assenza di democraticità nei processi di
scelta allʼinterno del Pdl. Cosa sulla quale
tutti sembrano concordi.
LʼAVVERTIMENTO. Secondo gli accordi
e le liste preparate dai coordinatori
regionali Nania, Giuseppe Castiglione e
Dore Misuraca, a Buzzanca sarebbe
toccato un ottimo quinto posto in lista, con
ottime possibilità di diventare quarto
qualora Silvio Berlusconi, presente
ovunque, non avesse scelto di farsi
eleggere in Sicilia. E invece niente. E
Buzzanca, sia pur sorridendo, avverte. “Da
coordinatore provinciale non posso
garantire sullʼesito di queste elezioni”,
dichiara lapidario, mettendo una pietra
tombale su qualsiasi ipotesi di
accomodamento. Dalla sua, il sindaco
dimissionario di Messina ha un ulteriore
rammarico. E cioè essere stato “scaricato”
dal suo riferimento politico nazionale, lʼex
ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli,
che i suoi sette posti in lista ha preferito
giocarseli in gran parte al nord,
riservandone solo uno per il deputato
catanese Basilio Catanoso. Non solo. La
candidatura di Buzzanca, fino a qualche
mese fa, sembrava essere “blindata”
anche dalla vicinanza a Rocco Crimi, ex
tesoriere del partito (e ancora prima di
Forza Italia), il cui peso nella composizione
delle liste è venuto improvvisamente meno
al momento della rinuncia a tenere la cassa
del partito, in rosso da tempo e senza che i
salvifici interventi di Berlusconi siano più
così frequenti. Col risultato che Buzzanca,
al momento, è politicamente un
disoccupato. A chi si fosse preoccupato per
il nuovo status, Buzzanca ha avuto cura di
rassicurare: “Sono tornato a fare il medico
(Buzzanca è nutrizionista con studi a
Messina, Barcellona e Alì, ndr) a tempo
pieno, e sono indaffarato come non mai”.
“MI SI NOTA DI PIUʼ SE...”. E, a proposito
di film, dando uno sguardo alla platea a
qualcuno sarà tornata in mente la frase di
Nanni Moretti in “Ecco Bombo”. Perchè,
UNITI, BELLICOSI E PRONTI ALLA VENDETTA. Da sinistra: Gius
indecisi se si notasse di più la loro assenza
o la presenza pur in disparte, alla
HANNO DETTO
Ninì Germanà: “Che disastro...”
LʼESCLUSIONE DEL senatore Nania dalle liste per le elezioni politiche del Pdl, come era facile prevedere non è indolore per questo partito in termini non solo di consensi elettorali, quanto di mancanza di una cabina di regia che la sua leadership sapeva assicurare. Lʼassenza di Nania, Buzzanca e Formica allʼapertura della campagna elettorale del Pdl al Teatro Vittorio Emanuele è eloquente. Eʼ stato un grande errore eliminare questʼarea ex An e per quello che potevo, prima che la situazione precipitasse, avevo indirizzato a Berlusconi ed Alfano un invito a riflettere su una decisione così traumatica. La provincia di Messina, sulla base delle liste compilate, rischia seriamente di non essere rappresentata, a meno di un recupero ancora più
massiccio di Berlusconi, cui le sorti del partito sono indiscutibilmente legate. Il valore aggiunto dei candidati locali è molto limitato. Le eventuali sensazioni di euforia
nel Pdl messinese per la fuoriuscita di Nania e dei suoi amici, sono fuori luogo, non
ci si rende conto che forse, al di laʼ delle elezioni politiche, dove vige lʼeffetto Berlusconi, le amministrative potrebbero sancire la scomparsa del Pdl.
Ninì Germanà (già deputato)
PALAZZO ZANCA
Croce, sindrome Mario Monti
Il commissario ed i suoi esperti forniscono “riflessioni
e proposte” sulla gestione del Comune. Senza l’Imu
Luigi Croce e Nino Dalmazio
MESSINA. I sintomi della sindrome da Mario Monti (il tecnico che
arriva a risolvere i guai creati dalla politica e strada facendo è attratto
dalle sirene della stessa politica), il commissario straordinario di palazzo Zanca Luigi Croce li inizia ad avvertire. Pericolosamente. Ai
capigruppo in consiglio comunale, infatti, è arrivato un documento,
firmato Croce, dallʼoggetto curioso: “Riflessioni e proposte sui modelli di gestione del comune di Messina e delle aziende comunali.
Correttivi e riflessi economico-finanziari per un bilancio pluriennale
riequilibrato”. A fornirle, riflessioni e proposte, i quattro esperti di Croce, con in testa Nino Dalmazio, unico che ha denunciato velleità di
discesa in politica già alle amministrative del 2008 con la lista auto-
pagina 14
nomista Dicearco e oggi, come nume tutelare del Pni, il “progetto
nuova Italia” fondato a Messina che dellʼesperienza Dicearco prende il testimone. In trenta pagine, Croce ed il suo team smontano e
sezionano la macchina comunale, facendo a pezzi praticamente
quanto fatto (o non fatto) dalle amministrazioni precedenti. “Il complesso degli interventi proposti potrà apparire energico ed eccessivo rispetto alle effettive necessità di bilancio”, mettono le mani avanti Croce e gli esperti. Perchè? In una parola, rigore. Eliminare lʼevasione totale dei tributi locali, divieto per dipendenti del comune e partecipate di esercitare la libera professione, aumento del 100% dei
canoni per la concessione dei passi carrabili e dei “gratta e sosta”,
aumento del 50% del presso della fornitura dellʼacqua, aumento del
doppio per i diritti di ufficio per il rilascio atti di edilizia e urbanistica,
del 30% per la Cosap mercati e del 20% per lʼoccupazione suolo. E
poi Atm in liquidazione e nuova società per azioni, traguardo del
50% entro il 2015 per la differenziata, più vigili per strada a far multe. E lo zuccherino? Cʼè anche quello. Abolizione dellʼImu sulla prima casa per alcune categorie. Come Monti insegna. (A.C.)
centonove
Politica
8 FEBBRAIO 2013
DIETRO LE QUINTE. La rivolta dei consiglieri provinciali
Galluzzo furioso
La rottura tra i politici di palazzo dei Leoni e i leader barcellonesi
legata anche alla mancata candidatura alle Regionali del capogruppo
seppe Buzzanca, Mimmo Nania e Santi Formica
spicciolata hanno fatto la loro comparso
lʼex assessore al Bilancio del comune di
Messina Orazio Miloro, alla prima uscita
“pubblica” dopo la tempesta che gli è
arrivata addosso un mese e mezzo fa,
quando a palazzo Zanca non era ancora
chiaro se si dovesse o meno dichiarare
bancarotta dopo quattro anni in cui i conti
ed i cordoni della borsa li aveva tenuti lui.
Chi mancava era invece Gianfranco
Scoglio, che da qualche tempo adotta la
tattica del corpo al cerchio e poi alla botte.
Dopo lʼuscita su Facebook allʼindomani
delle regionali in cui chiedeva a Nino
Germanà di farsi da parte per far si che
Buzzanca conquistasse il seggio a
Palermo, Scoglio si è eclissato. Per
riemergere, il giorno dopo la conferenza
stampa che ha disertato, alla convention
del Pdl al teatro Vittorio Emanuele (dove i
tre non si sono nemmeno avvicinati), dove
si è ritrovato come collega di partito lʼex
assessore Udc Pinuccio Puglisi. Delle
“truppe” sbandierate da Formica, nella
saletta di palazzo dei Leoni, cʼerano solo i
Pino Galluzzo
consiglieri comunali Pinuccio Magazzù,
che si dichiara fedele, Salvatore
Ticonosco, viceversa attratto da sirene
vicine al Megafono di Crocetta, e Giovanni
Cocivera, passato solo per dire addio visto
il passaggio al gruppo misto, propedeutico
allʼavvicinamento al centrosinistra,
probabilmente sponda Pd. Cʼera il
consigliere provinciale Ciccio Rella, ma
defilatissimo e per poco tempo, che con i
giovani del partito lavora
sotterraneamente. Alla fine, la chiave di
lettura lʼha data uno dei presenti, che
Nania, Formica e Buzzanca li conosce da
parecchio tempo. “Il loro errore è quello di
non aver capito, dopo le regionali, che
quando cʼè un dato elettorale negativo
sarebbe il caso di fare qualche riflessione,
invece che puntare il dito verso i referenti
locali accusandoli di non aver fatto il loro
dovere. Eʼ lʼatteggiamento di chi vuole
cercare un responsabile sentendosi esente
da colpe. Che invece, stavolta, ci sono
state eccome. Ma ai livelli più alti, non alla
base”.
SCENARI
Domani? Primarie. E poi...
MESSINA. La prima mossa? Chiedere le primarie per amministrative e provinciali.
E la seconda? Liste proprie per devastare le liste principali. Mettere quello che resta del Pdl alle strette. O si fa come diciamo noi o andiamo per la nostra strada. Che
potrebbe voler dire sì allʼinterno del Pdl, ma smarcati. Smarcatissimi. Quello che
accadrà da qui a fine maggio, quando si andrà alle urne per eleggere sindaco e presidente della Provincia di Messina, è un rebus che probabilmente nemmeno i tre ex
An hanno ben chiaro. Di certo, cʼè la forza dʼurto di una componente che, ogni volta che è scesa in campo, ha fatto sfaceli. Oggi, uperò, le truppe si sono nettamente assottigliate. Giuseppe Buzzanca, decisamente amareggiato per il trattamento
ricevuto, confida ai collaboratori più stretti la volontà di fondare un proprio movimento, collocato a destra ma in qualche maniera antagonista al Pdl. Santi Formica, invece, le sue perplessità le potrebbe indirizzare dallʼaltra parte dello schieramento, aderendo al gruppo misto e sostenendo, dal di fuori, il governatore Rosario Crocetta. (A.C.)
MESSINA. Il primo ad
arrivare è stato lʼassessore
Renato Fichera. A tutti i
costi voleva occupare la
prima fila del Salone degli
Specchi come gli studenti
modello che siedono
vicino al maestro. La
collega Maria Rosaria
Cusumano, invece,
preferiva fare gli onori di
casa girando per il salone
salutando amici e
simpatizzanti. Presenti ma
con gli occhi smarriti i
consiglieri provinciali Enzo
Testagrossa, Ciccio Rella
e lʼassessore provinciale
Saro Catalfamo. Alla
conferenza stampa
convocata dal senatore
Mimmo Nania, dal
deputato regionale Santi
Formica e dallʼex sindaco
di Messina Peppino
Buzzanca, gli assenti
erano tanti. A pesare in
particolar modo quelli dei
consiglieri provinciali,
unʼarmata (o “truppe”,
come ha definito i suoi
supporter lʼonorevole
Formica) che lentamente
si sta popolando di
disertori. Se Fichera, il
quale “sfoggiava”
unʼabbronzatura che
tradiva un recente viaggio
in Messico, ha voluto dare
un segnale di vicinanza al
suo referente Buzzanca in
un momento difficile, tanti
altri hanno voluto
rimarcare in egual modo la
presa di distanza. Ma guai
a definirli traditori. «Sono
loro che hanno tradito noi,
nessuno di loro si è
pagina 15
degnato di invitarmi», si
agita un consigliere del Pdl
al cellulare mentre al primo
piano cʼè quello che è
stato battezzato il “Nania
show”. Una delle assenze
più pesanti è quella del
capogruppo dei Giovani
della libertà, Pino
Galluzzo, “cugino di
Nania”. Galluzzo ormai
non nasconde la
contrarietà nei confronti
delle scelte dei leader
provinciali, al punto che il
senatore lo avrebbe
chiamato per chiedergli:
«ma è vero che parli male
di me con tutti?». Piccata
la replica del consigliere
barcellonese: «Con
tutti?.....Cu mundu!». I
malumori non nascono
dalla mancata candidatura
di Nania, ma partono dalle
scelte effettuate per le
Regionali quando per
consentire la rielezione di
Giuseppe Buzzanca (il
quale lasciò anzitempo la
Pinuccio Calabrò
guida del comune di
Messina) non fu inserito in
lista Galluzzo o, in
alternativa lʼavvocato
Pinuccio Calabrò, che
gode di stima bipartisan. In
sostanza, si temeva che
distrarre voti su altri
candidati del gruppo
penalizzasse il dietologo.
La rottura definitiva
avvenne quando il
senatore Nania avrebbe
favorito lʼinserimento nella
lista Musumeci
dellʼonorevole Pippo
Currenti, proveniente dal
Fli del “nemico” Carmelo
Briguglio. Risultato? Molti
dei consiglieri provinciali
fecero “sciopero bianco” e
Buzzanca non venne
eletto. Cʼè da dire che
ufficialmente nessuno ha
preso le distanze in modo
chiaro. Quasi tutti
attendevano che il u
senaturi comunicasse alla
stampa la creazione di un
nuovo movimento, ma
questo non è
avvenuto.
Lʼintento dei
consiglieri è
quello di lavorare
per lʼelezione di
Bruno Mancuso,
sindaco di
SantʼAgata
Militello al senato,
poi si vedrà. A
prendere le
distanze Ciccio
Rella, Enza
Testagrossa,
Lalla Parisi,
Pinuccio Calabrò.
(Gia.C.)
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
centonove
TAORMINA. L’ex assessore provinciale è il candidato dell’Udc alle amministrative
ALI TERME
D’Agostino for sindaco
Antongiacomo Rizzo:
«Ritorno al futuro»
Forte del consenso alle regionali il medico cercherà di ripercorrere le orme del padre Carmelo.
Si scontrerà con Mario Bolognari (Pd), Giuseppe Composto (Fli) e l’uscente Mauro Passalacqua
DI ENRICO SCANDURRA
TAORMINA. Tempo di alleanze a
Taormina. Tempi di candidature e di
buoni propositi. E mentre il sindaco
uscente Mauro Passalacqua cerca di far
quadrare i conti in bilico, nellʼultimo
spezzone della sua sofferta
amministrazione, è arrivata a furor di
popolo la prima “certezza” per il futuro.
Mario DʼAgostino sarà il candidato
ufficiale dellʼUdc alle prossime
amministrative nella città del Centauro.
Un nome, quello scelto dalla segreteria
regionale, ma proposto in verità dal
senatore Giampiero DʼAlia, che era già
nellʼaria da tempo. Una scelta voluta e
valutata anche dal presidente dellʼArs
Giovanni Ardizzone. “DʼAgostino? È
lʼuomo giusto al posto giusto – ha
dichiarato – Ha capacità amministrative
comprovate e da taorminese conosce
bene il suo territorio. Abbiamo fatto
unʼottima scelta». E difatti lo stesso
Mario, figlio del compianto Carmelo, ex
sindaco di Taormina, vanta, nonostante i
suoi 41 anni, una carriera politica di tutto
rispetto. Nel 1993 entra in Consiglio
comunale e viene riconfermato nel 1997.
Eʼ stato vicepresidente del Consiglio di
Taormina dal 1997 fino al 2002. Nel
frattempo viene nominato presidente
della Commissione Comunale Cultura.
Dal 2008 al 2012 è stato assessore
provinciale alla Cultura, ottenendo alle
scorse regionali 828 preferenze nella
sola Taormina. «Cercherò di unire tutte
le forze politiche presenti sul territorio –
ha annunciato DʼAgostino – Taormina ha
bisogno di tutti, soprattutto in un
momento di grande crisi in tutti i settori,
soprattutto turistico». Un settore che,
secondo il candidato centrista, deve
essere inevitabilmente trattato sotto tutti i
suoi aspetti. «Un turismo che annaspa –
aggiunge - non porterà a nulla di buono.
Creare la base per far soggiornare a
Taormina lʼèlite è lʼunica strada da
Mario D’Agostino
percorrere. E poi la destagionalizzazione
e la programmazione di grandi eventi,
quali il Festival del Cinema o TaoArte,
che sono state veramente messe da
parte in questi anni». Poi passa ai
problemi relativi ai contenziosi e al
dissesto. «Abbiamo visto come Taormina
in questi ultimi decenni abbia contratto
debiti fuori bilancio esorbitanti – ammette
– Ecco, cercheremo di risolvere anche
queste problematiche, per certi versi più
importanti di altre. I 50 milioni di euro? È
una cifra mostruosa. Sogno un paese
che non venda i propri beni immobili a
privati. Mi riferisco al Palazzo dei
congressi, ma anche ai Salesiani, che
rappresentano gioielli di casa troppo
importanti». Poi un giudizio
sullʼamministrazione uscente. «Eʼ stata
unʼamministrazione strana – afferma - Il
motivo? Perché da un lato si son trovati
davanti tanti problemi da risolvere,
dallʼaltro molti non sono riusciti a
dirimerli, e unʼamministrazione deve
necessariamente porre rimedio a ciò che
non va. Comunque non voglio criticare
nessuno in particolare. Voglio soltanto
pensare ad un futuro roseo per la mia
città”. Ad appoggiarlo in primis tutto il
circolo dellʼUdc con Enzo Scibilia, che,
da poco è stato eletto segretario cittadino
al posto di Eligio Giardina. Lo stesso
Giardina ha creato un altro movimento in
vista delle elezioni del 26 e 27 maggio.
Per questa data, molti altri stanno
bollendo già qualcosa in pentola. Cʼè per
esempio Mario Bolognari, che con la sua
serie dʼincontri, i cosiddetti “cantieri”, sta
avvicinando a sé vari gruppi politici oltre
al Pd locale. Lʼaltro papabile anzi ormai
assodato è Giuseppe Composto in quota
Fli. Mentre si vocifera che, anche,
Jonathan Sferra, consigliere di
maggioranza uscente potrebbe ambire
ad una poltrona da sindaco. A sostenerlo
un nutrito gruppo di cittadini e varie
associazioni, come “Taormina nel
mondo” e lʼ”Alcantara City”.
L’ex primo cittadino pronto
a ritornare al comune
ALIʼ TERME. La riscossa di partiti e
associazioni contro il successore di
Lorenzo Grasso, preparano il terreno
per una nuova era amministrativa. Tra
i primi a cogliere al balzo il malessere
della gestione politica guidata dal sindaco uscente, è stato proprio Antongiacomo Rizzo, ex sindaco del paese
termale per oltre un decennio. «Sono
pronto e disponibile a sacrificarmi per
guidare il paese – spiega il medico – ma
solo se trovo una convergenza unanime. Non scendo in campo per fare la
stampella a nessuno, ma per governare», chiarisce il professore che ha già
tenuto le prime riunioni nel suo studio.
Ad accentuare il clima di fibrillazione è
il presidente consiglio Pietro Caminiti
in cerca di visibilità. Dopo essersi dissociato dalla sua stessa maggioranza
perchè non lo avrebbe voluto candidare a sindaco, starebbe trattando con
Rizzo per sfornare una lista unica. E la
notizia mette a rischio gli accordi del vice sindaco Giuseppe Marino, successore del sindaco Grasso con la sua
stessa coalizione. «Eʼ lʼunico che potrebbe dare fastidio alla nostra lista - ha
detto lʼimprenditore degli stabilimenti
termali». Questa volta, dunque, la partita potrebbe giocarsi alla pari. Anzi
qualcuno avanza lʼipotesi che la minoranza è in fase di sorpasso. «Eʼ ormai
evidente il disagio – ha affermato Rizzo
– delle diverse fazioni politiche, rispetto alle scelte del proprio candidato sindaco da sostenere alle elezioni della
prossima primavera». Il medico, comunque, lascia ancora qualche riserva.
«Non è detta ancora lʼultima parola, mi
metterò in gioco – rivela – solo se mi riconoscono quel quid di buon governo.
Non è un ritorno al passato, ma un modo diverso per dare un futuro al mio
paese». Nellʼorbita Rizzo gravitano anche Antonino Melato, della stessa minoranza presunto candidato sindaco
insieme ai suoi compagni di cordata
Francesco Gregorio e Teresa Vittiglio.
Giuseppe Pistone
PATTI
Il sindaco non è Fortunato
Mauro Aquino perde pezzi in aula.
Perplesso anche Nico Giuttari
PATTI. Il sindaco Mauro Aquino perde pezzi ma lui assicura
che è tutto sotto controllo. Dopo lʼannuncio del consigliere
comunale Achille Fortunato di non fare più parte della
maggioranza che appoggia il primo cittadino, adesso i
riflettori sono puntati sul collega Nico Giuttari che, da quanto
trapela nei corridoi della casa comunale, dovrebbe seguire
lo stesso esempio. Nel corso dellʼultima seduta consiliare, il
consigliere Fortunato, rappresentante dell'associazione
"Per Patti Libera", dopo un discorso introduttivo con il quale
ha ufficializzato la sua decisione, ha spiegato anche per quali
motivi ha fatto questa scelta dopo 18 mesi di attività
amministrativa: «Eʼ giunto, per me, il momento di una obiettivi che ci eravamo prefissati 18 mesi fa. La nostra città
riflessione sull'operato dell'amministrazione Aquino che fino ha bisogno di un cambiamento e credo che per ottenerlo sia
ad oggi ho sostenuto. Dopo unʼattenta analisi, mi sono reso necessario adottare tutte quelle misure necessarie, anche
conto che siamo ben lontani dalle promesse elettorali e quindi se ciò vuol dire insistere sul rimpasto in giunta per averne
dagli obiettivi che c'eravamo prefissati, promesse di una più dinamica». Dal canto suo il sindaco Aquino non crede
discontinuità con il passato, di cambiamenti radicali nella che vi siano problemi irrisolvibili con i membri del suo gruppo:
gestione della cosa pubblica in ogni suo
«Il consigliere Fortunato possibilmente
aspetto, di interventi sul territorio e di
esprime unʼamarezza dovuta al mancato
programmazione per il futuro. Tutte azioni che
raggiungimento di alcuni obiettivi, ma non
si ritenevano indispensabili per il
potevamo prevedere che avremmo dovuto
cambiamento». Per questo motivo il
fare i conti con le gravi criticità ereditate. Oltre
consigliere ha deciso di uscire dal gruppo
ai debiti fuori bilancio, mi riferisco ai tagli che
consiliare che sostiene l'amministrazione
abbiamo dovuto effettuare. In ogni caso
Aquino. A seguirlo a ruota, secondo i bene
riconosco le ragioni del consigliere Fortunato
informati, potrebbe essere il consigliere
e credo che a breve tutto verrà chiarito». Sul
Giuttari anche se questʼultimo dichiara:
possibile allontanamento di Giuttari, il
«Appoggio il sindaco Mauro Aquino, ma ciò a
sindaco dichiara che “si tratta di informazioni
cui tengo di più è portare a compimento quegli Achille Fortunato
infondate”. (Pamela Arena)
pagina 16
Sicilia
centonove
Da sinistra, il dirigente di UnimeSport Carmelo Trommino, il rettore Franco Tomasello e il commissario del Cus Sergio Cama
EPILOGHI. Il commissario Cama mette in liquidazione l’ente universitario sportivo. E accusa il rettore
Cus, lo scaricabarile
«Non ha mantenuto gli impegni per il risanamento». Ecco come è stata utilizzata per 2 anni
l’associazione per legge titolare della gestione degli impianti. La guerra con UnimeSport
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Era stato indicato a metà del
2010 dal rettore Franco Tomasello come
lʼuomo più indicato per risolvere i problemi
finanziari del Centro universitario sportivo
(Cus) di Messina reduce dalla gestione
trentennale di Piero Jaci che aveva
lasciato 3 milioni e 600mila euro di debiti
(100mila in media per ogni anno di
governo). I debiti nei due anni di gestione
commissariale sono lievitati a oltre 4
milioni di euro (in media 200mila euro
allʼanno) e il prescelto del rettore Sergio
Cama ha puntato lʼindice contro
Tomasello, additato come il responsabile
del fallimento dellʼateneo di Messina
nellʼambito sportivo: «Non ha rispettato gli
impegni che aveva preso con il Cusi
nazionale (ente a cui afferiscono i Cus) al
momento del mio insediamento. Ci ha
trascinato nellʼavventura dei Campionati
nazionali universitari, che avrebbero
dovuto essere unʼoccasione per risollevare
le sorti del Cus ed invece hanno prodotto
un ulteriore buco di bilancio», ha spiegato
Cama ai soci nel corso dellʼassemblea di
mercoledì 6 febbraio. Risultato? “Il Centro
universitario sportivo verrà messo in
liquidazione”. La decisione è stata assunta
qualche settimana dopo che il Cus,
mantenuto artificiosamente in vita da due
anni, non lo si è più potuto utilizzare come
strumento per reclutare senza pubblico
concorso manodopera a basso costo da
fornire ad Unimesport, struttura dellʼateneo
affidata al dirigente Carmelo Trommino,
assunto ad hoc a 80mila euro allʼanno, e a
cui per volere dello stesso rettore dal 2006
è stata affidata la gestione di gran parte
della cittadella sportiva universitaria
messinese: i dipendenti del Cus infatti
attraverso i decreti ingiuntivi ne hanno
bloccato i conti impedendo così ogni
possibilità di operare. Non solo. Il Cus ha
consentito di incassare annualmente il
contributo inviato dal Ministero in funzione
della gestione degli impianti sportivi come
se gli impianti li gestisse davvero e di
organizzare eventi come il Campionato
Nazionale Universitario, tenuto alla fine di
maggio del 2012, fonte di prestigio per il
rettore e di distribuzione di incarichi
professionali ed appalti per 700mila euro.
CAMPIONATI DELLO SPRECO. Un
esercito di giornalisti. Cene da nababbi. E
viaggi dʼoro. Lʼassessorato al Turismo
guidato da Daniele Tranchida si era
intestato la titolarità dei Campionati
8 FEBBRAIO 2013
universitari tenuti a Messina tra il 18 e il 29
maggio promettendo 500mila per coprirne i
costi. Nelle casse del Cus, organizzatore
della manifestazione, però, non è arrivato
neanche un euro. Sono invece arrivati i
decreti ingiuntivi degli avvocati di alcuni di
coloro che avevano lavorato per i
Campionati. A guardare la
rendicontazione, infatti, i Campionati
nazionali universitari non passeranno alla
storia solo per le gesta degli atleti arrivati
da tuttʼItalia per cimentarsi in 20 discipline
sportive, ma anche per le spese “folli”. I 5
addetti stampa, 2 voluti dallʼassessore
Tranchida, due dal rettore e uno dallo
stesso commissario del Cus, per 9 giorni di
lavoro sono costati in tutto 15mila euro.
Digifast Srl, la società di comunicazione
che curava il sito - contratto alla mano - è
creditrice di 14mila euro. Il costo della
comunicazione non è quello più alto.
Prima, molto prima, vengono le spese per
le due cene della giornata inaugurale
riservate alle autorità (con mogli, mariti e
fidanzati al seguito) e per le attività
commissionate a tre Agenzie di Messina:
A.B. Congress, Lisciotto Viaggi e Bisazza
Viaggi. Chi ha partecipato alla cena al
locale Sapore di Vino e al Capo Peloro
Resort non credeva alle sue orecchie
quando ha scoperto che per allietare il suo
appetito si erano dovuti spendere 121 euro:
in tutto, considerato che vi hanno
partecipato 250 persone, fa 30mila euro di
antipasti e risotti. 270mila euro, in tutto, li
pretendono invece le tre agenzie di viaggi
messinesi. A.B. Congress di Angelo
Buda, cognato dei fratelli Vermiglio,
docenti universitari da sempre molto vicini
al rettore Tomasello, hanno staccato un
fattura da 90mila euro. Lisciotto Viaggi,
incaricata della cerimonia inaugurale una di
130mila. Infine Bisazza Viaggi di
Nazzareno Foti, che ha organizzato un
concerto a cui hanno assistito una trentina
di persone ha staccato un fattura da 50mila
euro. Ma come sono stati scelti gli addetti
stampa, i ristoranti e le ditte? Cama, ha
risposto: «Cʼera un comitato organizzatore
presieduto dal rettore: basta chiederlo a lui
o al vicario Pucci Anastasi (prorettore di
Tomasello, ndr)».
PROSPETTIVE. Nella storia dei Cus,
prima di quello di Messina, solo un altro era
stato messo in liquidazione: quello di Pisa.
Sulle ceneri è stato creato un Cus nuovo di
zecca per gestire tutti gli impianti sportivi
come prevede la legge. Eʼ questo lʼobiettivo
del Cusi. Carmelo Trommino è in
fibrillazione.
CITTADELLA UNIVERSITARIA
Gestione nuova, storia vecchia
Leones Asd fornisce manodopera nonostante
l’inchiesta della Procura e degli Ispettori del lavoro
MESSINA. Bando di gara alla mano avrebbe dovuto essere
iscritta al registro nazionale del Coni al momento dellʼofferta
effettuata 13 dicembre del 2012. Lʼassociazione sportiva Leones
Asd, si è aggiudicata la gara di fornitura del servizio di gestione
dellʼattività sportive allʼinterno della cittadella universitaria sulla
base di unʼauto certificazione, ma nella realtà è stata iscritta al
registro in data 29 gennaio del 2013, come risulta dal sito del
Coni, dunque un mese dopo lʼaggiudicazione sancita dal neo
direttore generale dellʼateneo Franco De Domenico. Sul modo in
cui UnimeSport utilizzava personale reclutato dal Cus, la Procura
di Messina e lʼIspettorato del Lavoro hanno aperto inchieste
ipotizzando la somministrazione fraudolenta di manodopera,
tuttavia le indagini non hanno sconsigliato ai vertici dellʼateneo di
riproporre la stessa minestra seppure cucinata da altro chef.
Leones Asd, presieduto da Leonardo Berti, uno dei 5 soci del
Cus e collaboratore di Cama, di fatto, ha sostituto il Cus nella
fornitura di manodopera a basso costo necessaria a tenere aperti
gli impianti tolti dal rettore al Cus e affidati a Unime Sport.
Fornisce 37 (istruttori tecnici) mentre il Cus ne forniva in tutto 68
(compresi addetti alle pulizie e le segretarie). La gara è stata
bandita dopo che il Cus si è trovato i conti bloccati e nelle
condizioni di non poter più operare. Ai lavoratori il Cus faceva un
contratto di collaborazione sportiva sgravato da tasse e da
contributi previdenziali. E, poi, ne cedeva (formalmente) i servizi
alla struttura di Trommino, che a sua volta pagava il valore degli
stipendi più un 10%: 350mila euro allʼanno. Di fatto, i lavoratori
erano assunti dal Cus, che aveva dipendenti che non pagava, ma
operavano sotto le direttive e alle dipendenze di un ente come se
fossero lavoratori subordinati di questʼultimo. (M.S.)
pagina 17
Franco De Domenico
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
TERRITORIO. L’Enea mappa il territorio cittadino. E studia la “suscettibilità” alle frane
Messina, terra inquieta
Duecentosessantotto eventi censiti in cinquecento anni, quasi tutti nel secolo scorso.
Le cause? L’antropizzazione. Ecco lo studio che condizionerà il prossimo piano regolatore
DI ALESSIO
CASPANELLO
MESSINA. Del fatto che il territorio
messinese fosse particolarmente
inquieto, le cronache ne riferivano
con dovizia di particolari sin
dallʼantichità. Dal primo ottobre del
2009, dalla tragedia di Giampileri e
Scaletta col sacrificio di trentanove
vite, la consapevolezza ha
violentemente scavalcato le
cartografie ed ha travalicato i confini
della cronaca, per arrivare sui tavoli
della politica. E delle università. E
dei centri di ricerca. Quello che ne è
venuto fuori è uno studio,
coordinato dallʼEnea per lo studio
sulla valutazione da pericolosità di
frana sul territorio messinese.
UNA TERRA INQUIETA. Dal punto
di vista geologico, il territorio
messinese è definito come
“particolarmente soggetta a crolli.
La suscettibilità alle colate rapide di
fango e detrito è generalmente
elevata, ad eccezione della zona
sud del territorio comunale, dove è
molto elevata”, scrivono i tecnici
dellʼEnea. Non una novità, questa.
Quello che è nuovo nello studio
dellʼagenzia nazionale, è la
metodologia. Rispetto ai piani di
assetto idrogeologico redatti fino ad
oggi, che intervenivano ad eventi
già verificati, limitandosi a registrarli
ed inserirli nelle carte di rischio e
pericolosità, lʼEnea ha tentato di
svelare la “suscettibilità” alle frane
del territorio. Monitorarle, cioè,
prima che avvengano. E, a
Messina, di frane ce ne sono state
parecchie: 268 eventi dal 1523 al
2011, “solo” sessantotto dei quali
legati direttamente al terremoto del
1908. Lʼ80% delle frane, spiegano i
tecnici dellʼEnea, sono avvenute tra
ventesimo e ventunesimo secolo. E,
oltre allʼevoluzione nei sistemi
Qui una volta era tutta
una frana. La mappa
dei “crolli” censiti
sul territorio
informativi che ha
permesso fossero
tramandate con dovizia
di particolari, gli studiosi
attribuiscono il fenomeno
allʼespansione urbanistica.
Che, oltre alle conseguenze
dirette, ne ha anche di
indirette. Lʼabbandono dei
terreni, per esempio. I tecnici
hanno annotato come i fenomeni
di “colate rapide”, tra i più
devastanti tipi di frane (e di gran
lunga i più frequenti sul suolo
messinese), si inneschino con
maggiore frequenza in suoli “non
manutenuti”. Non solo: la presenza di
centonove
superfici terrazzate sembra avere
parecchia importanza, perchè i dati
mostrano che il 93% dei fenomeni
ricadono in zone terrazzate, e che il
65% delle colate rapide totali
interessano aree caratterizzate dalla
presenza di terrazzamenti
abbandonati.
LE CONSEGUENZE. Cosa comporta
uno studio del genere? Parecchio.
Tutto lo studio, per iniziare, sarà
sottoposto al vaglio dellʼassessorato
regionale al territorio e ambiente, che
in autonomia potrebbe bloccare le
edificazioni previste in zone ad alta
suscettibilità di frana. Poi toccherà al
piano regolatore, sul quale il comune
di Messina è in
netto
ritardo
(quello
attuale
sarebbe
“scaduto” nel
2012, a dieci anni
dallʼemanazione). Proprio nello
strumento urbanistico lo studio
inciderebbe pesantemente, limitando
fortemente le nuove espansioni sulle
colline. Lungo le quali, negli ultimi anni,
si è assistito ad una escalation di
costruzioni improbabili, anche lungo
versanti non esattamente stabili.
Quali?
I VERSANTI BALLERINI. Dal punto di
vista geologico, le colline della zona
sud, come testimoniano le alluvioni
degli anni precedenti, sono una bomba
ad orologeria. Non solo perchè ci sono,
da Tremestieri fino al confine cittadino
di Giampilieri numerose aree dove è
alta la propensione al dissesto
(principalmente frane a colata rapida),
ma perchè, spiega un esperto, “sono
variamente presenti nei terreni
metamorfici anche con una pericolosità
che si dovrà attentamente valutare per
l'interferenza con le strutture
antropiche e relativa deteterminazione
dello stato di rischio”. Lo studio, quindi,
oltre a confermare le aree dove
generalmente si segnalano dissesti,
pone in evidenza dei nuovi probabili
eventi in aree limitrofe a quelle dove si
sono già verificate frane, e pone lo
sguardo in quelle zone dove non sono
stati segnalati dissesti, mentre in realtà
sono presenti fenomeni di frane
rotazionali molto estese (vedi a nord
ovest di Pezzolo) nei terreni limoargillosi. E in zona nord? Terreni di
diversa conformazione. Ma problemi
simili.
FOCUS
Capo Peloro, fatta la legge...
L’area è riserva naturale, impossibile ripascerne
la costa. A meno di interventi in “somma urgenza”
MESSINA. A non passarsela bene, a Messina, non sono solo
le colline. Malato sotto osservazione è anche il litorale, soggetto da anni a lenta ma costante erosione. Quello di Capo Peloro, per esempio, ridotto di parecchi metri con uno “scalone”
scavato dal mare che ha messo a rischio la torre degli Inglesi.
Con un aspetto “inquietante”. La peculiarità dellʼarea, sottoposta a rigidissimi vincoli ambientali in quanto riserva naturale, è
quella di non poter essere oggetto di interventi strutturali, ma
solo di lavori in “somma urgenza”. Lo spiega dettagliatamente
una circolare emanata dal servizio 4 “Protezione patrimonio naturale” dellʼassessorato regionale Territorio e ambiente di un
pagina 18
anno fa, quando le avvisaglie della scomparsa di unʼampia porzione di costa si iniziavano a fare minacciose. “Si ritiene - si legge - che la prospettata attività di rimozione artificiale del particolato sedimentario, accumulatosi per i naturali processi di deflusso del canale, e da come dichiarato dallo stesso ente (la
Provincia di Messina, ndr), da utilizzarsi ai fini di un progetto di
ripascimento e tutela dallʼerosione delle coste lungo il litorale
ionico e tirrenico ricadente in zona B della riserva naturale non
si palesa, oltre che per le motivazioni sopra accennate, come
intervento conforme a quanto prescritto dal regolamento della
riserva”. Prelevare cioè materiale da una spiaggia vicina e ripascere quello che il mare aveva portato via, sarebbe stato
“contra legem”. Che però, una volta fatta, si trova facilmente
lʼinganno. “Codesta Provincia, in qualità di ente gestore - continua la circolare - qualora si evidenzi un accertato rischio idrogeologico tale da procurare nocumento allʼincolumità pubblica
potrà assumere proprie iniziative per interventi di “somma urgenza”. (A.C.)
centonove
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
SCUOLA. Oltre diecimila candidati in Sicilia affronteranno la prova scritta per insegnare
Concorsone, secondo atto
Dall’11 al 21 febbraio un esercito di aspiranti professori affronterà le selezioni. Buone chances
a chi concorre per una cattedra di Italiano alle medie, poche possibilità per la fisica alle superiori
DI ARMANDO
MONTALTO
MESSINA. Un esercito di candidati,
dieci giorni per le selezioni e la
speranza di farcela. Il concorsone della
scuola è prossimo al secondo atto. Le
prove scritte cominceranno lʼ11 febbraio
con gli scritti per la scuola dellʼinfanzia e
si concluderanno il 21 febbraio con
quelli per la cattedra di inglese alle
scuole medie e alle superiori. In Sicilia
gli aspiranti insegnanti, ammessi agli
scritti sono oltre diecimila, ma visto che
ogni “aspirante” poteva partecipare a
più classi concorsuali, sono oltre
ventitremila le prove da valutare.
I Posti in Cattedra. Sono mille194 gli
aspiranti insegnanti che alla fine dellʼiter
concorsuale potranno festeggiare.
Infatti, sono a concorso 216 cattedre
nella scuola dellʼinfanzia, 202 nella
primaria, novantotto saranno di
sostegno. Le altre si dividono tra le
diverse discipline insegnate alle medie
e alle superiori. A fare la parte del leone
sono le 202 messe a concorso per le
cattedre di italiano alle medie, le 79
cattedre in educazione artistica e le 86
in tecnologia. Pochi, invece, i posti a
disposizione per le discipline giuridiche
ed economiche, solo sei cattedre, tre
cattedre sono per lʼeducazione fisica
alle superiori e tre alle medie, mentre
solo una cattedra è stata messa a
concorso per la fisica alle superiori.
Percentuali di riuscita. Un mero
calcolo matematico indica che “grosso
modo” un aspirante su 10 possa
ottenere il posto, ma nel dettaglio si
scopre che le percentuali variano molto
in base alle classi concorsuali. E così se
i mille185 ammessi agli scritti della
classe A043 (Italiano, storia e geografia
alla scuola media) si contenderanno
202 cattedre, che tradotto significa che
uno su sei ce la farà. Gli aspiranti prof
di fisica (classe A038), invece, se la
vedranno dura visto che per lʼunica
cattedra saranno in 792 a competere.
Nella “super classifica” delle cattedre più
facili da vincere ci sono le 79 per la
classe A028 (educazione artistica alla
scuola media) che saranno contese dai
768 ammessi allo scritto, 10% di
possibilità di farcela. Un posto ogni
quindici è la percentuale per la classe
A059 (Scienze e Matematica alle medie)
e per gli aspiranti maestri della scuola
primaria ammessi agli scritti.
Lo svolgimento. Lʼesercito di candidati
dovrà affrontare lo scritto in una nuova
modalità. Infatti, sarà questo il primo
concorso senza tema. Per testare le
conoscenze dei candidati, invece,
debutteranno una serie di quesiti a
risposta aperta, i cosiddetti test
semistrutturati. I luoghi dello scritto
saranno le scuole della città di Palermo.
Tra i tanti a ospitare gli esami per i nuovi
prof: i licei "Cannizzaro", “Basile” e
“Galilei”. Per dieci giorni comunque
quasi tutte le scuole della città saranno
sede dʼesame. I tempi saranno rapidi,
infatti, sono previste due ore e trenta
minuti per le classi concorsuali che
hanno prove composte da quattro quesiti
mentre sono due le ore a disposizione di
chi dovrà rispondere a tre quesiti.
Le valutazioni. A decidere delle sorti dei
candidati saranno le commissioni
sorteggiate dallʼUfficio Scolastico
Regionale il primo febbraio. Ogni
commissione disporrà, per la
valutazione della prova scritta, di criteri
definiti a livello nazionale quali
“pertinenza”, “correttezza linguistica”,
“completezza” e “originalità”, ed
eventualmente di criteri specifici,
differenziati per le diverse aree
disciplinari - spiega un documento del
Ministero dellʼIstruzione, dellʼUniversità
e della Ricerca. A ogni quesito sarà
attribuito un punteggio intero da zero a
dieci. La votazione complessiva della
prova sarà data dalla somma delle
votazioni attribuite a ciascun quesito.
Superano la prova scritta i candidati che
ottengono una votazione minima pari a
28/40, nel caso di prove da quattro
quesiti, e a 21/30, nel caso di prove
composte da tre quesiti - cita il
documento. Insomma, per accedere alla
fase orale non basterà arrivare tra i primi
della classe, ma sarà obbligatorio
ottenere un punteggio minimo. Nessuna
consolazione per chi però riuscisse a
superare le prove ma non ottiene il
posto. In questo caso non è prevista
nessuna lista di idoneità o abilitazione.
NELLA RETE
Aiuto da Forum
NEL TERZO MILLENNIO tutto passa sul web e il Concorsone non poteva non
diventare materia di migliaia di “cinguettii” e post. Tra i siti più “gettonati”
Orizzonte Scuola che solo nel periodo precedente le prove preselettive ha
pubblicato 21mila messaggi. Le richieste sono di ogni tipo, cʼè chi chiede:«Ma
quanti partecipanti per ogni regione?». E chi si domanda dove reperire test
ed esercitazioni. Dove trovare manuali o prove per esercitarsi è diventato uno
degli argomenti più twittati. Su Facebook il gruppo Concorso Scuola 2012 ha
mille e seicento membri e il gruppo Concorso Scuola Sicilia 2012 138. Insomma le imbeccate su come affrontare la selezione viaggiano in rete, ma le
domande restano sempre le stesse di quando il mondo non era digitale: « Aiutatemi con questa domanda per favore, sono fusa ormai!!!!!».
L’APPROFONDIMENTO
Vademecum ministeriale
Addio al vecchio tema, ci sono le prove semistrutturate.
No agli smartphone, sì a matite e compassi
MESSINA. I candidati che hanno superato la prova
preselettiva, secondo avviso ministeriale, allo scritto, a
differenza dei vecchi prof che superavano il concorso
dopo aver svolto un tema, dovranno affrontare la prova
semistrutturata con risposte sintetiche. Insomma si
dovrà abbandonare il vecchio cliché che vedeva i
concorsisti scommettere la notte prima degli esami sui
possibili temi e imbottirsi di cartucciere ricolme di
“pizzini”. «Le prove consisteranno in quesiti a risposta
aperta e verteranno sui programmi disciplinari allegati
al bando e sui contenuti trasversali indicati nelle
Avvertenze generali (Allegato 3 al Bando) - spiega una
nota ministeriale - al fine di accertare il possesso dei
requisiti culturali e professionali del candidato».
Insomma, le capacità e le competenze dei candidati
dovranno essere valutate in base ai “nuovi metodi” del
recruiting di matrice anglosassone. Ma nei tempi della
multimedialità e della tecnologia saranno sempre i soliti
strumenti a testare i prof del terzo millennio. E infatti, «a
ciascun candidato sarà dato, subito dopo le operazioni
di identificazione, un foglio di 4 facciate prestampate,
ognuna per ciascun quesito. Saranno messi a
disposizione del candidato fogli bianchi per eventuali
brutte copie che però dovranno essere tenuti distinti dal
foglio della prova e non inseriti nel plico da consegnare
al termine della prova stessa» - spiega il documento
ministeriale. A ridare quel sapore di antico al
concorsone del nuovo millennio sarà la possibilità, per
pagina 19
tutte le prove lʼuso del dizionario della lingua italiana, e
continua la nota - che per le prove delle cassi di
concorso scientifiche sarà consentito lʼuso di riga,
squadra, gomma, matite e compasso. Dizionari di
lingua di latino e di greco, non enciclopedici sono
ammessi, mentre sono tassativamente esclusi ogni tipo
di telefono cellulare, smartphone, tablet e notebook.
Unʼulteriore fatica, prima di raggiungere la tappa degli
orali, sarà richiesta ai candidati in discipline scientifiche
e tecnico-pratiche. Che, in caso di superamento degli
scritti, dovranno svolgere una prova di laboratorio.
Mentre i partecipanti al concorso in discipline artistiche
dovranno svolgere una prova pratica. Insomma il
concorsone del millennio si svolgerà coniugando i temi
della modernità e del passato. Infatti, se da un lato
cambiano i metodi per testare le conoscenze e le
competenze dei candidati, dallʼaltro saranno dʼausilio
gli stessi strumenti del secolo passato.
Sicilia
8 FEBBARIO 2013
INIZIATIVE. Messina protagonista della kermesse canora. Grazie a NonsoloCibus
Sanremo mangia Pescestocco
Al Palafiori , dal 10 al 17 febbraio, verranno allestiti stand per la degustazione
di prodotti tipici. E gli studenti dell’Istituto Albeghiero cucineranno per vip e giornalisti
DI ROSSANA FRANZONE
MESSINA. Ebbene sì, Fabio Fazio e la
Littizzetto, prima di salire sul palco
dellʼAriston, mangeranno braciole e
pescestocco alla messinese. Parola di
Fabrizio Scaramuzza, presidente della
“NonsoloCibus”. E potranno farlo nel corso
nella serata di gala prevista per venerdì 15
febbraio. Quando uno chef e tredici
studenti dellʼIstituto Antonello di Messina
cucineranno per i cantanti e gli ospiti del
Festival. Scaramuzza è lʼideatore di “Madre
a Messina” che con lʼassociazione “Prima
Sicilia” ha organizzato “Saremo a
Sanremo”. Una manifestazione che
prevede la valorizzazione turistica,
culturale ed enogastronomica di Messina e
della sua provincia allʼinterno di “Casa
UN MOMENTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “SANREMO A SANREMO”
Sanremo”, il salotto più esclusivo del
Festival allestito al Palafiori, a pochi passi
dal Teatro Ariston. «Con un nostro spazio
saremo presenti nella città del Festival spiega Fabrizio Scaramuzza - dal 10 al 17
febbraio. E solo la nostra Regione sarà
presente per tutta la durata della kermesse
canora. Una grande opportunità per
promuovere la nostra Regione
considerando che “Casa Sanremo”
accoglie oltre 50mila persone e 1000
giornalisti». Unʼiniziativa condivisa con la
Fondazione per lʼagroalimentare ITS
“Albatros”, rappresentata da Giuseppe
Contarini e lʼistituto Antonello, diretto da
Elvira DʼOrazio, e svolta in collaborazione
con il “Gruppo Eventi”, presieduto da
Vincenzo Russolillo, e la Camera di
Commercio di Messina.
Il progetto “Saremo a Sanremo” prende il
via oggi, venerdì 8 febbraio, alle 20.30, al
Palacultura con lo spettacolo “Aspettando
Sanremo”. «Durante la manifestazione
canora - spiega Massimiliano Cavaleri presidente di “Prima Sicilia”ripercorreremo la storia festivaliera degli
ultimi cinquantʼanni. Diciotto i cantanti che
si esibiranno dal vivo con le coreografie di
Mariangela Bonanno e Alice Rella». La
pagina 20
centonove
centonove
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
Un menù che prevede tra i primi piatti la
Norma e il Pesto alla siciliana, braciole alla
messinese, pesce stocco e pesce spada».
Insomma iniziative che vogliono accendere
i riflettori sulle realtà turistiche e i percorsi
culturali del messinese attraverso i prodotti
enogastronomici. Dal Parco dei Nebrodi
agli altri comuni coinvolti nel progetto.
La Nonsolocibus è unʼassociazione
fondata nel 2004 da “Tecnici Superiori per
la Ristorazione e la Valorizzazione dei
Prodotti Territoriali e delle Produzioni
tipiche”, abilitati ad operare sia sul versante
della produzione sia su quello della
valorizzazione delle risorse e della cultura
del territorio. Lʼassociazione in
collaborazione con il Gruppo Eventi ha già
partecipato al Taormina Film Festival
e a Miss Italia. Sempre per valorizzare i
prodotti tipici dellʼisola
Nelle foto in alto
a sinistra
Maria Greco
(NonsoloCibus),
Fabrizio Scaramuzza
(NonsoloCibus),
Vincenzo Russolillo
(patron di Casa
Sanremo) ,
Nino Iannazzo
(chef dellʼIstituto
“Antonello”).
La foto
è stata scattata
in occasione
del cooking show
organizzato
al Taormina Film
Fest 2012
A destra, invece,
Albano
e Romina
Power davanti
lʼuniveristà
di Messina.
Si tratta
di una
delle foto
che verranno esposte
a “Casa Sanremo”.
Tra le tante
selezionate
anche quelle
di Lucio Dalla a Salina
serata, inoltre, ospiterà lʼanteprima del
nuovo inno “Sugnu missinisi” dellʼAcr
Messina realizzato dallʼartista Tony Canto .
Ma questo è solo il primo degli eventi in
calendario. Gli altri sono previsti a “Casa
Sanremo” dove verrà allestita una mostra
fotografica sui cantanti sanremesi esibitisi
in passato nella città dello Stretto e in
provincia. In primis Castelmola,
Roccavaldina e Savoca. Sempre allʼinterno
di “Casa Sanremo” si terrà lʼaltra iniziativa,
coordinata dalla “Nonsolocibus” in
collaborazione con la Fondazione Albatros.
«Durante i sette giorni sanremesi continua Scaramuzza, affiancato nel suo
lavoro dalla vice presidente Maria Greco verrà promosso un paniere di prodotti fatto
di salumi, vini e dolci».
Nel dettaglio gli ospiti di Casa Sanremo
potranno degustare il Maiorchino, la
Provola dei Nebrodi e i derivati del suino
nero. Assaggiare i vini Faro, Mamertino,
Malvasia, i tipici dolci a base di nocciole e
la pignolata. E ogni giorno ci sarannno
persone che daranno informazioni
dettagliate sui prodotti. «Nella penultima
serata del Festival - interviene Giuseppe
Contarini - è prevista una cena per
cinquecento persone a base di prodotti
agroalimentari della Sicilia. A cucinare
saranno gli studenti affiancati da cinque
ragazzi della Fondazione Albatros».
MESSINA
L’impegno della Fondazione Albatros
MESSINA. "La Fondazione “ITS Albatros” nasce dallʼimpegno e dallʼintraprendenza dellʼistituto di istruzione superiore
“Antonello” di Messina, che ha coinvolto la provincia di Messina, lʼUniversità degli studi di Messina, lʼEcap, la Gts Consulting srl, il Consorzio agroalimentare Sicilia Nebrodi, lʼassociazione di promozione e valorizzazione delle tipicità territoriali “NonsoloCibus” ed il panificio “Cannata” di Messina.
«La Fondazione, unica in Sicilia, - spiega Giuseppe Contarini corsista dellʼIts - opera nel settore agroalimentare e si occupa della formazione tecnica superiore, attraverso un percorso di studi post-diploma che prevede attività di laboratorio e tirocini in azienda con la collaborazione di professionisti che operano a fianco delle imprese».
Questo tipo di formazione, rappresenta per le aziende lʼoccasione per sviluppare la propria forza competitiva e di reperire figure professionali adeguate.
Il corso 2011/2013, già avviato, rilascerà un diploma di “Tecnico per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie, agro-alimentari ed agro-industriali”, con valore in Italia e in tutta Europa. Nellʼambito del progetto “Sanremo a Sanremo” la fondazione collaborerà con gli altri organizzatori per portare oltre lo Stretto “Messina nei piatti”.
Per valorizzare le tipicità del territorio.
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Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
BARCELLONA. I lavoratori della Dusty che hanno incrociato le braccia
Rifiuti, debiti nel cassonetto
Oltre cento milioni di euro di rosso mettono in ginocchio i comuni dell’ambito tra Villafranca
e Brolo. Fumata nera alla riunione palermitana con i sindacati. L’intervento del prefetto Trotta
BARCELLONA. Centosei milioni di
euro di debiti. Eʼ la voragine registrata
fino ad oggi lʼAto rifiuti 2 di Barcellona.
Una cifra ormai insostenibili che ha
portato la Dusty, società catanese che
si era aggiudicata il servizio, a bloccare
la raccolta e il conferimento dei rifiuti.
Ad incrociare le braccia i lavoratori
impiegati tra i comuni di Brolo e
Villafranca. Alcuni comuni da mesi
hanno stretto degli accordi direttamente
con la società etnea scavalcano lʼAto,
ma per gli altri è un dramma. Il sindaco
di Villafranca, Matteo De Marco, ha
invitato i cittadini a non conferire più i
rifiuti nei cassonetti fino a quando
lʼemergenza non cesserà. le prospettive
non sono buone. Per i lavoratori e per i
cittadini. Lʼultima riunione a Palermo
con lʼassessore regionale allʼAmbiente,
non ha risolto il problema della vertenza
in atto dellʼAto Messina 2 ma un risultato
lo ha ottenuto. «L'incontro era previsto
con il presidente Rosario Crocetta che
ha disatteso l'appuntamento scaricando
le problematiche sull'assessore Marino
che non aveva contezza delle
problematiche. Eʼ stato comunque
squarciato un velo su quanto sta
avvenendo in provincia di Messina – ha
detto Enzo Testa, segretario provinciale
della Fit Cisl – visto che allʼassessorato
poco o nulla sapevamo di come viene
gestita la raccolta rifiuti in questo
territorio». La protesta di circa 120
lavoratori della Dusty, infatti, sta
mettendo in ginocchio buona parte dei
28 comuni dellʼAto2 della fascia tirrenica
della provincia che va da Villafranca a
Brolo. Tanto che a Palermo erano
presenti circa una decina di sindaci (i
rappresentanti dei comuni di Villafranca,
Saponara, Rometta, Spadafora,
Valdina, Patti, Terme Vigliatore, Santa
Lucia del Mela, Torregrotta, Monforte,
Barcellona, Ficarra, Sant' Angelo di
Brolo e Librizzi) che hanno avuto un
incontro separato con lʼassessore
Marino. I lavoratori della Dusty
lamentano il mancato pagamento di
diverse mensilità, da otto a undici, ma a
rendere difficile la situazione è
lʼatteggiamento dei sindaci che non
vogliono pagare lʼAto per il servizio e la
stessa società dʼambito che lamenta i
conti correnti pignorati. «Così di mezzo
ci vanno i lavoratori – continua Testa –
centonove
lʼazienda vanta crediti per 13 milioni di
euro, i sindaci non versano e non
intendono versare però da due anni
usufruiscono del servizio. Senza il
pagamento immediato di almeno uno
stipendio la protesta non verrà sospesa
e abbiamo diffidato i sindaci da
provvedere allʼaffidamento del servizio
di raccolta rifiuti ad altre ditte private».
Uno spiraglio potrebbe arrivare, come
auspica la Fit Cisl, dallʼintervento
dellʼassessore Marino. Il rappresentante
del governo regionale ha assicurato un
suo intervento con lʼazienda e con i
sindaci per metterli in condizione di
versare quanto dovuto in modo tale che
le somme non vengano sottoposte a
pignoramento e quindi la Dusty può
provvedere a pagare le spettanze ai
dipendenti. Ad interessarsi del problema
è stato anche il prefetto Stefano Trotta
che ha scritto al Presidente Crocetta per
descrivere «la critica situazione
debitoria che riguarda la società
appaltante che si ripercuote anche
sull'impresa appaltatrice la quale non
percepisce da mesi il canone previsto
nell' appalto e ciò sta determinando non
soltanto un notevole ritardo
nell'erogazione delle spettanze ai
lavoratori ma il rischio concreto
dell'avvio delle procedure di mobilità per
parecchi di loro».
LA RIFORMA
E Marino studia il nuovo piano
A 7 mesi dall’approvazione la Regione
rivoluziona il documento.Ecco come
L’assessore regionale Nicolò Marino
PALERMO. A sette mesi dal varo del Piano regionale dei rifiuti,
predisposto dallʼex governo Lombardo, alla Regione si lavora
ad un nuova pianificazione che dovrebbe essere pronto entro il
31 maggio. Le novità? Lʼobiettivo dello standard europeo nella
raccolta differenziata verrà spostato al 2017, scatterà l' obbligo di
ampliare le discariche e dotarle di nuovi impianti per separare i
rifiuti riciclabili e verrà disegnata una nuova gestione
amministrativa che porterà a bandire gare per un valore di circa
650 milioni all' annoufficiale. Secondo quanto anticipato la prima
novità sarà sulla differenziata: il piano attuale, a cui si lavorava dal
2010, prevedeva tappe irrealizzabili che imporrebbero di arrivare
pagina 22
nel 2015 a differenziare il 65% dei rifiuti mentre oggi si è al 7%.
Dunque il termine verrà spostato al 2017 e con esso le sanzioni
(comminate anche dall'Ue) per Comuni e Ato che non
raggiungono questo target. Per la verità gli Ato verranno sostituiti
entro il 31 marzo dalle Srr, consorzi di Comuni che dovranno
gestire un ambito più o meno coincidente con metà del territorio
provinciale. In questo ambito le nuove amministrazioni dovranno
gestire i servizi di spazzamento, raccolta, trasporto e smaltimento
dei rifiuti e dovranno soprattutto appaltarli. Sono previsti 18 ambiti
gestiti da altrettante Srr. Ma il nuovo piano prevederà che,
all'interno degli ambiti, le Srr possano individuare porzioni di
territorio che i Comuni possono gestire autonomamente: I sindaci spiega ancora Pirillo - potranno bandire autonomamente le gare
per assegnare i servizi di raccolta. O potranno anche gestirli con
proprio personale. Le Srr dovranno individuare queste porzioni di
territorio, che si chiameranno Aro (ambito di raccolta ottimale)
entro il 31 marzo. Poi il nuovo piano rifiuti le riconoscerà
ufficialmente.
centonove
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
MESSINA. Rientra l’allarme sulla raccolta. Ma la provincia costretta a chiedere aiuto
Donazioni color sangue
Secondo il Piano regionale (2010 - 2013) mancano 6 mila sacche l’anno. Carenze a Taormina
e al Policlinico. A lanciare l’appello era stato il medico Peppe Falliti. Che fu denunciato ingiustamente
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. Sembra essere
rientrato lʼallarme sulla
donazione di sangue in
provincia di Messina. Ma se la
raccolta di sangue non sembra
compromessa, secondo
lʼultimo Piano regionale,
occorre un maggiore sforzo. In
provincia di Messina, secondo i
dati Oms, ci sarebbe una
carenza di 13 mila sacche di
sangue/anno, meno stringenti i
dati del Piano regionale
sangue (triennio 2010 - 2012)
per cui la carenza è di “sole” 6
mila sacche. La carenza di
plasma, invece, è di ben 2 mila
litri in provincia. Il Policlinico
“Gaetano Martino” di Messina
avrebbe una carenza di più di 2
mila sacche che dovrebbe
essere colmata, in base al
piano dellʼassessorato
regionale alla Sanità,
importando da altre province. A
Taormina si registra una
carenza di 1500 sacche
colmate in parte da Avola e
Milazzo. Il sangue necessario
allʼAzienda ospedali riuniti “Papardo Piemonte” ammonta a più di 3 mila
sacche, a venire incontro è
principalmente Siracusa. Il problema
sollevato nei giorni scorsi dal presidente
provinciale dellʼAvis Pasquale Bucolo, in
realtà, sarebbe rientrato. Bucolo
contestava il mancato rinnovo della
convenzione per la raccolta del sangue e
degli emoderivati (prevista dalla legge
21/2005) tra le aziende sanitarie e
lʼassociazione di volontari scaduta nel
marzo dello scorso anno. A questo si
aggiungeva lʼindisponibilità di alcuni
medici di raccogliere il plasma nei giorni
festivi.
Due gli ospedali della provincia che
avrebbero subito disagi. Sia il Simt
(Servizio di immunoematologia e
medicina trasfusionale) di Milazzo (con
lettera del 9 gennaio scorso) e, prima
ancora quello del San Vincenzo di
Taormina (13 dicembre 2012) avevano
segnalato una serie di difficoltà legate
appunto alla mancanza di disponibilità di
personale medico e infermieristico che
consentisse loro di svolgere la raccolta
in maniera del tutto autonoma.
A sollevare il problema era stato due
anni fa il dottore Peppe Falliti, allʼepoca
responsabile del Simt Papardo (oggi è
primario del laboratorio analisi). Falliti
aveva lanciato un appello a mezzo
stampa per sensibilizzare la popolazione
alla donazione. Un appello che, però,
creò al medico di Milazzo non pochi
problemi. Addirittura lʼex assessore
regionale alla Sanità, Massimo Russo, lo
denunciò per “procurato allarme sociale
ingiustificato” e Falliti dovette difendersi
Peppe Falliti
nelle aule di tribunale dove però le
accuse sono risultati infondate con
lʼarchiviazione. A supportare la tesi del
medico anche lʼAvis di Siracusa che
tramite i suoi responsabili rivelò sulla
stampa locale che per inviare il sangue
in riva allo Stretto avevano dovuto
annullare interventi chirurgici già
programmati.
A gettare acqua sul fuoco è, però,
Franco Previte, vice presidente
regionale dellʼAvis e responsabile nel
comune di Messina. Vogliamo
rassicurare, ancora una volta, la
cittadinanza che tale emergenza non
sussiste - si legge in una nota di Previte sia lʼAsp che lʼassessorato hanno
sempre garantito, ove le associazioni
PATTI
Record sui Nebrodi
Raccolte oltre 3200 sacche nel 2012
PATTI. A non patire carenza di sangue, anzi a cederlo alle altre strutture in difficoltà sono i distretti ospedalieri di Patti e SantʼAgata MIlitello.
Sono circa 3.200 le sacche di sangue
raccolte nel 2012, con un incremento di 40 sacche rispetto al 2011. A dirsi soddisfatto il responsabile del reparto di medicina trasfusionale,
Gaetano Crisà. «Lʼulteriore incremento - ha affermato alla stampa - è
solo la riconferma della piena autosufficienza raggiunta in relazione alla quantità di sangue raccolta. Circostanza che oggi ci mette nelle condizioni di poter cedere sangue ad altre unità ospedaliere della provincia». Il sucesso è legato anche al lavoro dei volontari delle associazioni
di donatori Avis, Fratres e Aedsa.
non siano riuscite, il fabbisogno di
sangue in provincia”. A supportare le
parole di Previte anche i presidenti delle
Avis Comunali della provincia di Messina
(tranne quelli di Mistretta, Alì Terme e
Falcone). «Se da una parte è vero che,
per problemi interni allʼAsp, alcuni
responsabili Servizio di
Immunoematologia e Medicina
Trasfusionale (Simt) provinciali hanno
dichiarato di non essere più disponibili
ad effettuare raccolte festive esterne,
mentre, altri responsabili stanno
continuando ad effettuarle. Dallʼaltra
parte è pur vero e, ancora una volta, lo
ribadiamo, che questi aspetti non
riguardano la mission dellʼAvis e
lʼorganizzazione interna
dellʼassociazione. Dovremmo avere più
responsabilità nel selezionare personale
medico e infermieristico
dellʼassociazione e inviarlo per la
formazione ai centri Simt di competenza.
Tra lʼaltro, alcuni hanno già comunicato
la loro disponibilità ad avviare i corsi
formativi. Questo ci consentirebbe di
garantire, in autonomia, e soprattutto in
un clima di una collaborazione fattiva, le
raccolte esterne festive e garantire,
altresì, una disponibilità di sangue
presso i centri trasfusionali. Lʼinvito che
lanciamo è di abbassare i toni, cercando,
più possibile, di evitare allarmismi
esagerati» conclude Previti.
CASTELL’UMBERTO
Un monumento al donatore
avvenuta nei giorni scorsi è frutto di una collaborazione tra
l'amministrazione comunale, la sezione dellʼAvis locale retta
da Nino Catania, l'architetto Sebastiano Liuzzo che ha redatto
il progetto e lo scultore Nino Gridà. Il monumento è stato
sistemato in via Nazario Sauro, a ridosso del
palazzo municipale. A benedire l' opera il parroco
don Antonino Mastrolembo: «L' avisino non
aspettata di essere stimolato per dare il sangue,
ma lo dona gratuitamente all'altro che non
conosce, come d' altronde fece Gesù per noi sulla
croce, Lui primo donatore!». Anche il sindaco
Alessandro Pruiti, rivolgendosi ai presenti ha
rivelato: «ll solo pensiero della vista del sangue
mi terrorizzavo. Oggi sono anch' io un donatore
di sangue volontario e sono felice di donarlo agli
altri». Alla manifestazione oltre a Franco Previte
vicepresidente regionale vicario Avis, tantissimi
Il monumento inaugurato donatori volontari.
Ad inaugurarlo Comune e volontari.
Raffigura una goccia
CASTELLʼUMBERTO. Raffigura una goccia
realizzata con la pregiata pietra locale. In
basso, sulla tavola di sinistra, c' è incisa una
frase tratta da un pensiero di madre Teresa di
Calcutta: "Quello che noi facciamo è solo una
goccia nell' oceano, ma se non lo facessimo l'
oceano avrebbe una goccia in meno". A
CastellʼUmberto, comune nebroideo, la
raccolta di sangue è una cosa seria. Al punto
da inaugurare addirittura un monumento al
"Donatore di sangue". La manifestazione
pagina 23
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
centonove
LA STORIA. L’appello della mamma di Paolo Gullà, morto in un incidente stradale
«Restituitemi mio figlio»
I ladri si sono introdotti nell’abitazione della famiglia di Brolo rubando i ricordi dell’unico
figlio scomparso tragicamente. L’appello della mamma: «Avete portato via la mia anima»
DI
GIUSEPPINA LAGUIDARA
BROLO. Apparentemente
hanno rubato oggetti di poco
conto, qualche collanina, ricordi
della prima comunione, in realtà
e come se avessero rubata la
cosa più cara al mondo: il
ricordo di un figlio. Tutta la
cittadina di Brolo è sconvolta e
attonita per lʼennesimo furto che
Passate la voce anche a persone che
questa volta ha colpito la
non leggono i giornali e non guardano la
memoria di Paolo Gullà, il
tv. Vi preghiamo, restituite a una
ragazzo di soli 21 anni, quasi 22
mamma coraggiosa che vive nel ricordo
il prossimo 18 luglio, strappato
di un figlio quel pezzo di cuore, oggi in
alla vita da un incidente in moto,
frantumi». Chi ha conosciuto Paolo, dice
lungo la statale 113, in località
di lui come di un ragazzo speciale.
Ponte Naso. Un gesto ignobile
Aveva sempre un saluto, un sorriso per
che ha profanato la memoria
tutti, lʼamico che tutti vorrebbero
dellʼAngelo volato in cielo
accanto. Un grande fan dellʼInter, che
troppo presto. La scorsa
gioiva per la sua amata squadra, tante
settimana i “soliti ignoti” sono
partite viste da vicino e tante foto
entrati anche nellʼabitazione dei
scattate con i suoli idoli. Ma non era
genitori di Paolo Gullà , il loro
solo un tifoso, anche lui da
unico figlio vittima della terribile
appassionato giocava a calcio, nella
tragedia, sottraendo ogni
Tiger Brolo, ed ultimamente con il suo
ricordo del giovane: tutti gli
papà nel campionato Uisp Nebrodi, un
oggetti dʼoro che gli erano
bravo calciatore, dicono i tanti suoi
appartenuti, un valore affettivo
amici sportivi, uno che ti faceva delle
inestimabile.
belle giocate…un campione. Una morte
I genitori di Paolo lanciano un
assurda, un destino amaro che ha
appello agli autori del furto e a
segnato la vita dei due genitori distrutti
chiunque fosse in grado di
dal dolore, rimasti quasi senza lacrime.
aiutarli per tornare in possesso
Il poliedrico scrittore- sceneggiatore –
di quegli amati ʻricordiʼ.
pittore Umberto Russo ha trasformato la
«Hanno rubato i ricordi di mio
tragedia del giovane Paolo in una
figlio: braccialetti, medaglie,
Nelle foto Paolo Gullà, il giovane ha perso la vita in un incidente stradale
favola. Un romanzo dedicato ad un
collanine,oggetti che
Angelo dai “riccioli biondi” amato,
segnavano la sua crescita ... la
di Pippo e Nunziatina è cambiata:
me li facciano avere, solo quelli di mio
adorato e benvoluto da tutti. LʼAutore ha
comunione, il primo dentino, la cresima,
stravolta, sconvolta, fatta a pezzi. Un
figlio, il resto lo possono trattenere».
inteso romanzare proprio questo
i compleanni". Parla così, affranta dal
«Potete telefonare notte e giorno,
Amore… questa Luce… che si
dolore e fisicamente provata, la mamma difficile lavoro - tra volontariato,
impegno sociale, lavoro - per rimettere a parlate con il parroco di Brolo o di
sprigionavano intensi e colorati da
di Paoletto. Per rovistare in cerca il
Ficarra, contattare gli amici di Paolo,
Paolo Gullà. Un omaggio ad un ragazzo
“bottino” i malviventi gli hanno devastato posto i tasselli, gli equilibri legati dal filo
della memoria. E quei gioielli erano un
lasciarli vicino un cassonetto, dentro
benvoluto da tutti. Lʼintero ricavato sarà
la casa. Un vero e proprio oltraggio.
pezzo importante di questa macchina
una buca delle lettere, dietro il cancello
devoluto ai genitori di Paoletto per
Erano oggetti dʼoro che mostravano,
dei ricordi. «Io aspetto, prego e non
dell'ufficio turistico di Brolo, ci sono mille realizzare opere di bene da intitolare al
anche nei graffi, nelle scoloriture
mollo – afferma il padre – aspetto che
modi per restituire un sacchetto i ricordi. proprio figlio.
dell'uso, la crescita di un figlio, quando
iniziava a camminare, a parlare, che
sorrideva e abbracciava mamma e papà
per il regalo di promozione, di un
successo sportivo, di un onomastico, di
una festa passata insieme. «Non sapete
sono pezzi di casa nostra, della nostra vita , segnano le emozioni,
quanto male mi avete fatto», dice
le ricorrenze, i momenti passati insieme … non posso permettere
mamma Nunziatina. E si rivolge ai ladri,
che vadano dispersi, fusi, svenduti”. Santino Monastra ha eredili prega di restituirle i quel sacchetto di
tato lʼazienda di famiglia, tocca a lui gestire lʼattività ereditata da
ricordi del valore di poche banconote in
papà. «Vado contro le logiche dei ben pensanti, ma non credo ci
un "compro oro" compiacente, ma
siano colpe nellʼattivarsi per riavere quello a cui uno tiene - aveva
enorme sotto il profilo delle emozioni.
sottolineato dopo il furto - Lavoro a Brolo, tutti mi conoscono e qui
Valori e ricordi che riempiono la vita che
mi possono trovare, gli stessi ladri, i basisti, oppure chi semplicenon si possono svendere. Collanine che
BROLO. Al padre Antonino gli è stata intitolata una strada nei giormente sa o a visto. Anche per loro una lauta mancia. Rivoglio inora venivano guardate, accarezzate,
ni scorsi. Una felicità che però non ha fatto dimenticare il furto deldietro medaglie e orologi di mio padre, Antonino. I soldi che hanlucidate come se dovevano essere
lo scorso dicembre quando i ladri sono entrati nellʼabitazione di fano portato via non mi interessano. Lo faccio per me, per i miei figli
ancora indossate, che "sapevano" di
miglia e rubato tutti i ricordi del capo famiglia. Come nel caso dele lo faccio per mia madre straziata da chi ben sapeva che lei usciPaolino. «In quei monili cʼè la vita di mio
la famiglia Gullà, a cui hanno sottratto i ricordi del figlio Paolo morva, a quellʼora, per pochi minuti”. I furti in casa nel comprensorio di
figlio - ripete Nunziatina - quella mia e di
to in un incidente in moto (vedi articolo in alto), Santino Monastra,
brolo sono ormai una triste consuetudine. Le forze dellʼordine hanmio marito che viviamo nel suo ricordo. I
48 anni, lo scorso dicembre aveva messo una taglia dicendosi dino intensificato i controlli ma fino ad ora non avrebbero individualadri sono entrati nella nostra casa,
sposto a comprare, anzi ricomprare, quanto i ladri gli hanno porto la banda che sembra conoscere perfettamente gli spostamentrasformata in un museo che parla di
tato via. Suscitando un vespaio di polemiche. “Sono ricordi di mio
ti delle proprie vittime. Addirittura cʼè chi in paese ha proposto di
Paolo. Impossibile non capirlo». Da quel
padre, valori immensi per mia madre - aveva detto alla stampa organizzare le ronde di cittadini per proteggere le abitazioni.
tragico giorno, nell'estate scorsa, la vita
ZOOM
Una taglia per “salvare”
la memoria del padre
L’imprenditore Monastra disposto a pagare i ladri
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centonove
Sicilia
8 FEBBRAIO 2013
S. AGATA MILITELLO. L’imbarcazione rimane ribaltata dal 3 dicembre. Lotta sulla proprietà
Mi si è spiaggiato il veliero
La barca che ospitava i dirigenti della Fiat deve essere rimossa dalla spiaggia nebroidea.
Ma è scontro su chi deve sostenere le spese di recupero. Intanto è diventato meta di turisti
DI NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA MILITELLO. Riuscirà a
ritornare il prestigioso motoveliero Pucci
Mir a veleggiare tra il Porto dei Nebrodi e
lʼarcipelago eoliano? Il maestoso veliero
Pucci Mir, disancorato dal bacino portuale
e spinto sullʼarenile dalle forti mareggiate
nella mattinata del 3 dicembre scorso,
continua a rimanere sul bagnasciuga
inclinato sul fianco, e per il suo recupero si
attende la definizione di una articolata
vicenda di compravendita tra lʼultimo
proprietario e il promesso acquirente.
Intanto è sospesa la sua “missione”, quella
di regalare ai suoi ospiti meravigliose
navigazioni. veniva affittato come charter
per eventi mondani feste di compleanno,
convegni, il tutto “cullati dalle onde del
Mare”, come si legge nella pagina
Facebook dedicata al Pucci Mir,
particolarissimo motoveliero, tutto costruito
in Quercia, Iroko e Tek dai cantieri navali di
"Zapata" in Barcelona (Spagna). Ne
esistono solo due versioni: "l'Armonia" di
18 metri costruito negli anni '60 e il "Pucci
Mir", costruito negli anni '90 di 24 metri. Il 3
dicembre momenti di paura, che potevano
portare a tragici eventi sono stati vissuti
allʼinterno dellʼarea portuale di contrada
“Piana” flagellata da un forte vento di
maestrale classificato forza 4/5 e dal mare
agitato, che ha disancorato il veliero
ormeggiato a riparo del molo di sopraflutto
trascinandolo in una pericolosa deriva fino
alla spiaggia. Il provvidenziale intervento
del personale dellʼufficio circondariale
marittimo ha consentito di prestare
soccorso, salvando da una situazione
drammatica, lo skipper Giovanni Raguzzi,
63enne romano, che si trovava a bordo,
con mansione di custode. Intanto
mareggiate senza soluzione di continuità,
piuttosto frequenti nel periodo invernale,
causano ritardi allʼinizio delle eventuali
operazioni di recupero, mettendo a rischio
danneggiamenti irreparabili la grande
Ruggero Lamantea
Un turista fotografa la goletta Pucci Mir
goletta bialbero dalla stazza di 50
tonnellate, ben visibile dalla banchina del
lungomare del piazzale con la fontana
monumentale e la sirenetta con la lanterna
di riferimento per i naviganti. Il tenente di
vascello Alfredo Ciociola, comandante
dellʼufficio circondariale marittimo il giorno
dopo lo spiaggiamento della goletta ha
pubblicato il provvedimento di diffida a
recuperare entro cinque giorni la grande
imbarcazione naufragata nellʼarea
portuale. La vista della maestosa goletta
arenata sulla spiaggia, attira lʼattenzione di
chi transita sul lungomare, ed in tanti
scattano più foto. Il presidente della
sezione locale della Lega Navale, Carmelo
Di Giorgio, superate le difficoltà del
recupero e della disputa sulla proprietà,
accarezza lʼipotesi di trasformare in
sede galleggiante dellʼassociazione
nautica, la goletta “Pucci Mir”,
maestosa imbarcazione di
rappresentanza, appositamente fatta
costruire da dirigenti della Fiat di
Torino. In atto è sorta una
controversia tra il proprietario del
veliero, lʼimprenditore Matteo
Codrino, titolare di unʼazienda
torinese collegata allʼindotto
industriale della Fiat, e lʼacquirente in
divenire, Domenica De Simone,
residente a Sofignano Prato. Tre
giorni dopo lo spiaggiamento del
veliero, Ruggero Lamantea, marito di
Domenica De Simone che vanta il
possesso del bialbero, era presente
nella sede dellʼufficio circondariale
“Guardia Coste”, antistante lʼarenile
dove si è riversato il veliero, e si è
attivato con un perito marittimo nel
valutare le probabili cause del
naufragio e a predisporre gli interventi di
recupero della grande goletta. Sono stati
coinvolti nellʼazione di recupero un
professionista specializzato e preavvisati i
conducenti dei grossi escavatori della ditta
“Luca ed Antonio Di Fina” per iniziare a
disincagliare il veliero. Ma del del
“compratore”, dal giorno dopo, non si
hanno più notizie. Inoltre una complicata
questione di responsabilità è sorta tra il
proprietari del “Pucci Mir” ed i gestori del
pontile della società, Yachting
Management, dove fino allʼ11 novembre
scorso era ormeggiato il veliero, prima di
essere trasportato in rada ed essere
ancorato nel punto in cui il mare lʼha
sollevato per trascinarlo sulla spiaggia,
mettendo in pericolo di vita il 63enne
pagina 25
skipper romano, Giovanni Raguzzi. «Pur
avendo avuto dallʼimprenditore Condrino
lʼincarico di custode del veliero Pucci Mir,
non mi azzardo nemmeno a salire
sullʼimbarcazione per scongiurare future
responsabilità», dichiara Franco Zingales,
figlio di pescatori del posto, il primo a
favorire anni fa lʼormeggio della Pucci Mir
alla banchina di riva del porto di contrada
“Piana”. Il presidente della sezione Lega
Navale sostiene che il pesante veliero se
continuerà a rimanere inclinato su un
fianco comprometterà il suo assetto di
galleggiamento rischiando di affondare al
tentativo di traino. Franco Zingales
sostiene che le grosse doghe del veliero lo
rendono sicuro, ed assicura il suo impegno
al recupero.
Qui Scuola
8 FEBBRAIO 2013
centonove
PALERMO. DISCO VERDE PER I CORSI INTRODOTTI DAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO. CINQUE LE SCUOLE MESSINESI INSERITE NEL PIANO APPROVATO DALLA REGIONE
Nuovi indirizzi, i settantotto siciliani
DI ANDREA SMITH
MESSINA. Finalmente è arrivato dal
MIUR il disco verde per i nuovi corsi e
indirizzi per il prossimo primo anno.
Dopo la nota del 24 gennaio del direttore
Cannoletta - intesa sul piano concordato
dallʼassessore regionale e la direzione
regionale – la comunicazione è stata
formalizzata dal dirigente generale
dellʼassessorato Anna Rosa Corsello,
con lʼinvito ai dirigenti di promuovere
“ogni utile iniziativa e procedura per
lʼorientamento degli allievi e delle
famiglie allʼavvio dei nuovi indirizzi”. Già,
perché le autorizzazioni arrivano quasi
in zona Cesarini: le iscrizioni,
rigorosamente on line, scadono il
prossimo 28 febbraio. Il piano interessa
sessantadue istituti dellʼisola, che
avranno in totale settantotto nuovi
indirizzi di studio, articolazioni e opzioni.
In testa vi è la provincia di Palermo con
20 autorizzazioni, seguita da Catania
con13, Trapani con 11, Messina con 13,
Caltanissetta con 8, Ragusa con 5,
Siracusa con 5, Agrigento con 2 e, come
fanalino di coda, Enna con una sola
istituzione. Significativa rilevanza
assumono i dodici corsi serali istituti, di
cui sei nella sola provincia i Palermo:
ITC Sciascia di Agrigento- sezione di
Porto Empedocle -, corso istituto
tecnico, settore economico indirizzo
Amministr. Finanza e Marketing; IIS
“Sen. Di Rocco” – sede di Caltanissetta
– corso istituto professionale indirizzo
Serv.per lʼEnogastr. e lʼOspitalità
Alberghiera, mentre nella sede di
Mazzarino parte il corso istituto
professionale indirizzo Servizi per
lʼAgricoltura e lo Sviluppo Rurale; IPSAR
“Falcone” di Giarre, corso istituto
profession. indirizzo Servizi per
lʼEnogastron. e lʼOspitalità Alberghiera;
IPSAR ”Borsellino” di Palermo, corso
istituto profession. indirizzo Servizi per
lʼEnogastron. e lʼOspitalità Alberghiera
con articolazioni Enogastronomia e
Accoglienza Turistica; IIS “Domina” di
Petralia Sottana - sede di Petralia
Soprana -, corso istituto tecnico indirizzo
Elettronica ed Elettrotecnica; IIS
IL LICEO ARTISTICO
“ERNESTO BASILE” DI MESSINA CHE DAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO AVVIERÀ L’INDIRIZZO “ARTE DEL VETRO E DELLA CERAMICA”
“Stenio” di Termini Imerese – sede di
Cerda -, corso istituto tecnico indirizzo
Agraria, Agroalimentare e Agroindustria
articolazione Produz. e Trasformazioni;
ITI “Volta” di Palermo, corso istituto
tecnico indirizzo Elettronica ed
Elettrotecnica; IPSCT “Einaudi” di
Palermo, corso istituto professionale
settore servizi indirizzo Servizi
Commerciali; IIS “Mandralisca” di
Cefalù, corso istituto professionale
indirizzo Servizi per lʼEnogastronomia e
lʼOspitalità Alberghiera; IIS “Calleri” di
Pachino, corso istituto professionale
Servizi Commerciali; IPSIA “Calapso” di
Siracusa, corso istituto professionale
indirizzo Manutenzione e Assistenza
Tecnica. Una sola scuola di Catania ha
avuto due nuove istituzioni e due di
Palermo.
Sono ben cinque, invece, le scuole di
Messina che hanno beneficiato di più
autorizzazioni: ITI “Majorana” di Milazzo
(Biotecnologie Ambientali e Sanitarie),
IIS “Sciascia” di S. Agata Militello
(Scienze Applicate e Liceo Scienze
Umane), IIS “Borghese – Faranda” di
Patti - sezione ITCG – (Relazioni
Internazionali per il Marcketing e Servizi
Informativi Aziendali), Liceo Artistico
“Basile di Messina” (Arte del vetro e Arte
della ceramica).
MESSINA
Consegnate dieci aule all’istituto Bisazza
MESSINA. Dieci nuove aule per lʼIstituto “Felice Bisazza” di Messina. Le classi, da
50 metri quadrati lʼuna, sono state consegnate lo scorso 2 febbraio dal presidente
della Provincia Regionale di Messina Nanni Ricevuto, insieme allʼassessore allʼEdilizia scolastica, Pippo Di Bartolo alla dirigente scolastica Anna Maria Gammeri.
Dopo la consegna delle aule del secondo piano, avvenuta nei mesi scorsi, arriva
questa nuova soluzione per rendere più confortevole il soggiorno scolastico di studenti e insegnanti e, contemporaneamente, di liberare lʼente dellʼonere dellʼaffitto
versato in questi anni allʼIpab.
ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith
Congedo per padri lavoratori
e acquisto servizi infanzia
NELLA LEGGE DI RIFORMA del mercato del lavoro,
la 92/12, vi sono due misure dirette a sostenere la
genitorialità, che avranno carattere sperimentale nel
triennio 2013–15: il congedo obbligatorio di un giorno e
facoltativo di due giorni per il padre lavoratore e la
concessione alla madre lavoratrice del contributo per
lʼacquisto di servizi per lʼinfanzia. I due tipi di congedo
sono fruibili dal padre lavoratore dipendente entro il 5°
mese di vita del figlio. Il congedo obbligatorio è fruibile
dal padre anche durante il congedo di maternità della
madre lavoratrice, in aggiunta ad esso. Il congedo
facoltativo di uno o due giorni, anche continuativi, è
condizionato alla scelta della madre
lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni
di congedo di maternità, con conseguente
riduzione del congedo post partum. Il
congedo facoltativo è fruibile dal padre
anche nello stesso momento
dellʼastensione della madre. Come dispone il decreto
applicativo del Ministero del Lavoro, emesso di
concerto col MEF, i due tipi di congedo si applicano
anche al padre adottivo o affidatario e si riferiscono alle
nascite avvenute a partire dal 1° gennaio 2013. Per
esercitare il diritto, il padre deve comunicare per iscritto
al datore di lavoro i giorni in cui intende fruire il
congedo, con un anticipo non minore di 15 giorni, ove
possibile in relazione all'evento nascita, sulla base
della data presunta del parto. Alla richiesta di congedo
facoltativo deve allegare la dichiarazione della madre
di non fruizione del congedo di maternità a lei spettante
pagina 26
per un numero di giorni pari a quello fruito dal padre,
con conseguente riduzione del suo congedo; detta
documentazione dovrà essere trasmessa anche al
datore di lavoro della madre. I congedi non possono
essere frazionati ad ore. Per il contributo per l'acquisto
dei servizi per l'infanzia, invece, alla madre lavoratrice,
il decreto riconosce la possibilità, concluso il congedo
di maternità e negli 11 mesi successivi, di richiedere, in
sostituzione del congedo parentale, un contributo
economico pari a 300 euro mensili, per un massimo di
6 mesi, utilizzabile alternativamente: per il pagamento
dei servizi di baby sitting, con i voucher; per spese per i
servizi per lʼinfanzia (asili nido pubblici o privati
accreditati), con versamento diretto da parte dellʼINPS
alla struttura interessata. Il contributo verrà concesso,
dietro richiesta allʼINPS, sulla base di una graduatoria
nazionale che terrà conto dellʼindicatore ISEE e fino a
esaurimento risorse per ciascun anno.
Economia
8 FEBBRAIO 2013
EPILOGHI. Dichiarato il crac dell’impresa di costruzioni. Sulla cresta dell’onda da 15 anni
Demoter, è fallimento
Niente concordato preventivo, uno dei creditori presenza un’istanza accettata dai giudici.
Dall’interdittiva antimafia (oggi sospesa) alla trasformazione in Cubo srl, ecco tutta la storia
DI ALESSIO
CASPANELLO
MESSINA. La fine della Demoter,
probabilmente la più grande impresa di
costruzioni e movimento terra
messinese degli ultimi quindici anni,
lʼhanno firmata i giudici fallimentari
Adolfo Fiorentino, Antonino Orifici
ed Ugo Scavuzzo che il 30 gennaio,
per lʼimpresa di Carlo Borella (già in
liquidazione), hanno dichiarato il
fallimento su istanza di due dei
creditori, Andrea Melotti e la Istratel
srl.
IL LUNGO ADDIO. Il fallimento della
Demoter arriva dopo la richiesta
formulata dal pm ed interamente
richiamata nel decreto del 9 gennaio
del 2013 in cui è stato dichiarato
inammissibile il concordato preventivo
proposto dal liquidatore Salvatore
Cacace e dai legali dellʼimpresa Dario
Latella e Fabrizio Guerrera. Nella
sentenza, i giudici parlano di
“sussistenza dei presupposti oggettivi
di fallibilità già accertati in sede di
ammissione alla procedura di
concordato”, citando qualche cifra: 86
milioni di euro di attivo circolante al 31
dicembre del 2010, ricavi dalle vendite
di ventisette milioni e debiti superiori ai
97 milioni. Secondo i tre magistrati,
“lʼattivo non consente certamente di
pagare i debiti maturati”, quantificati nel
bilancio chiuso a fine 2011 in oltre
quarantadue milioni. A quanto
ammonta lʼattivo? I giudici parlano di 15
milioni, presenti nella proposta di
concordato, ma riportano anche
unʼaltra cifra, derivata dalla svalutazioni
che sono state operate dalla stessa
società. Per cui, il patrimonio di
Demoter ammonterebbe in oltre due
milioni e mezzo di beni immobili, più di
quattro di beni mobili, 8 milioni e
642mila euro per crediti verso clienti e
784mila euro per crediti verso società
controllate (le ultime due voci, specifica
la sentenza, “al netto delle
svalutazioni”). Secondo il collegio di
magistrati, “lʼinidoneità dellʼattivo
appare evidente dalla stessa proposta
di concordato, laddove si offre di
pagare al chirografo una somma
compresa tra il 15 ed il 25%”. I
quarantadue milioni di debiti del
bilancio 2011, scrivono inoltre i giudici
sono una “somma nella quale - si legge
nella sentenza - non sono stati
compresi i debiti verso le società
debitrici delle consortili di cui Demoter
faceva parte”. Perchè il colosso non è
caduto da solo.
SI SALVI CHI PUOʼ. Tra le società
della galassia che faceva capo alla
famiglia Borella, a rischio fallimento,
per istanza dello stesso Andrea Melotti,
ci sono la “Palermo2001”, la Niceto (per
la quale lʼistanza è in discussione al
tribunale di Patti) e la Consortile
Ognina. Impresa, questa, che ha però
presentato un accordo di
ristrutturazione dei debiti,
formula che consente alle
imprese di “prendere tempo” in
attesa del concordato e
bloccare le procedure
esecutive, in vigore da metà
settembre, e che per la
Consortile Ognina cesserà a
fine febbraio. Anche questa
istanza di fallimento si discuterà
a Patti. Ma il pericolo più
grande lo rischia la Cubo srl. E
cioè la seconda incarnazione
della Demoter.
DEMOTER AL CUBO. Quando a Carlo
Borella arriva
unʼinterdittiva
antimafia firmata
dallʼallora
prefetto di
Messina
Francesco
Alecci
(sospesa dal
Tar ad
ottobre 2012),
a fine 2011, la
Demoter ha
già accumulato
un mare di debiti
e perso
PATRON. Il numero uno della Demoter Carlo Borella
centonove
tutte le commesse pubbliche. Entra in
scena la Cubo srl, che rileva il ramo
d’azienda della Demoter che aveva in
itinere gli appalti con la pubblica
amministrazione, ai quali l’azienda di
famiglia di Borella non avrebbe potuto
più partecipare per via del
provvedimento prefettizio. Insieme ai
contratti, la Cubo ha rilevato tutto l’attivo
di Demoter col quale, insieme al
ricavato delle nuove commesse,
sarebbero stati pagati tutti gli ottocento
e passa creditori nel giro di sei anni. E
invece anche la Cubo potrebbe essere
risucchiata nel crac Demoter, perchè col
fallimento, tutte le cessioni tornano alla
“casa madre” per vedere di poterne
ricomporre il patrimonio a soddisfazione
dei creditori. La Cubo avrebbe dovuto
essere un “garante” del concordato
preventivo chiesto a marzo 2012 per
evitare il fallimento della Demoter. Chi
cʼera dentro alla nuova azienda?
Fino alla fine di febbraio del 2012, la
Cubo risultava operativa a Milano, in
attesa di trasferimento a Messina. Ad
amministrare la società dall’inizio del
2012 è Filippo Spadaro, genovese ma
domiciliato a Messina. La Cubo
possedeva un capitale sociale da
cinque milioni e 300mila euro
interamente detenuto dalla Brick srl
(società anch’essa amministrata da
Spadaro) dal 20 maggio del 2011 ), che
ne è quindi proprietario unico. A
settembre del 2011, avviene il
trasferimento: un comodato tra
Cubo Spa (cessionario) e Demoter
(cedente) con l’affitto della prima
di un ramo d’azienda
dell’impresa della famiglia
Borella. Anche tra Brick e
Demoter, il 6 maggio del
2011, ci sono
movimenti. L’azienda
di , insomma,
passa il ramo
d’azienda alla
Brick, che lo
affitta alla
Cubo. Tra le
due ci sono in
comune un
po’ di nomi
frutto del
travaso di
personale,
da
un’azienda
all’altra.
LA SCHEDA
Il colosso di famiglia Borella
Tutti i numeri dell’azienda. Tra trionfi e “flop”
MESSINA. Era la più importante impresa messinese nel settore del movimento terra, è stata impallinata per la mancanza del
certificato antimafia, ha licenziato 350 dipendenti, si è trasformata e poi è giunto il fallimento, qualche mese dopo la sospensione dellʼinterdittiva antimafia. La parabola discendente della
Demoter è nei numeri: due milioni di euro di risultato operativo
nel 2008, un valore stimato in sei milioni e mezzo, un utile “ante imposte” di oltre un milione. Oggi, i debiti che l’impresa dovrà
onorare sono circa ottanta, considerando anche le società consortili delle quali faceva parte. Senza di esse, la massa debitoria si riduce ad una cinquantina di milioni. E i creditori? In tutto
sono 832. Lʼorganigramma societario della Demoter presentava gran parte della famiglia Borella: da Benito, amministratore
pagina 27
unico, agli azionisti Zelinda (tutti e due azionisti al 25%), Claudio (15%), Domenica, Letizia (entrambe con il 5% di azionariato), per arrivare a Carlo (per lui il 25% di azioni), fondatore dellʼimpresa. E il “portafoglio” lavori? Vastissimo. A Messina non
c’è stata opera pubblica, negli ultimi quindici anni, in cui il colosso della famiglia Borella fondato nel 1978 non fosse presente: a Giampilieri a scavare tra le macerie dellʼalluvione, al campo nomadi di Maregrosso per demolirne quanto ne restava dopo il trasferimento dei Rom, in via Garibaldi, nelle nove piazzette
tematiche, e poi le commesse milionarie delle Ferrovie dello stato. E poi ci sono i rapporti con il comune di Messina. Sempre
controversi. A 2011novembre, la Demoter è uscita vincitrice dal
lodo arbitrale che la vedeva opposta al comune di Messina per
l’appalto della costruzione dello stadio san Filippo. Il collegio ha
accolto due delle quattro riserve dell’impresa di costruzioni, condannando palazzo Zanca al pagamento di poco meno di un milione di euro. Per aver lavorato agli svincoli, la Demoter ha presentato un’ingiunzione di pagamento da 4,7 milioni. (A.C.)
Economia
8 FEBBRAIO 2013
SCAMBI CULTURALI. “Europe for all”, cinque delegazioni in giro per la provincia
Gioventù in azione
La cooperativa sociale Serengis promuove l’integrazione, tra volontariato
e “training course”. Le attività? “In lingua inglese”. Ecco come si sono svolte. E dove
DI
VALENTINA COSTA
MESSINA. Hanno tra i 18 e i 25 anni,
provengono dai più svariati angoli
dʼEuropa e in una settimana stanno
girando in lungo e in largo il territorio
provinciale. Mentre in campagna
elettorale volano fuoco e fiamme contro
la moneta unica e si tuona contro
lʼEuropa dei burocrati, loro sono qui per
parlare di un continente senza barriere
culturali e sociali, fatto di comprensione
reciproca e integrazione. Sono i ragazzi
che partecipano allo Scambio Giovanile
“4ALL- Breaking down barriers, Europe
for All”, promosso dalla cooperativa
sociale “Serengis” di Messina. E questa
mattina, a Palazzo dei Leoni, alle 10,
racconteranno le loro impressioni sulla
settimana trascorsa in Sicilia grazie al
programma Gioventù in Azione.
POSTCARD FROM MESSINA. Sono
giunte in città sabato scorso le cinque
delegazioni, composte da 7 ragazzi
ciascuna, provenienti da Romania,
Lettonia, Bulgaria, Polonia e Olanda.
Qui hanno incontrato il gruppo italiano,
composto da 17 coetanei messinesi.
“Ovviamente tutte le attività sono svolte
in lingua inglese: i giovani messinesi
partecipanti hanno frequentato un corso
preparatorio per potere arrivare al
meglio a questa esperienza”, spiega
Agnese De Salvo, amministratore
unico della cooperativa Serengis. Lo
scambio giovanile è stato in parte
formativo, con i ragazzi che, sotto la
guida di un team leader della propria
centonove
delegazione, si sono confrontati in
maniera informale su diverse tematiche
(la scuola, lʼimmigrazione, i propri paesi,
le istituzioni europee); in parte ludico,
con “ice-breakers” (attività per rompere
il ghiaccio), momenti di sport, gli
immancabili assaggi di cannoli e
granite, le serate in discoteca alla
scoperta della Messina by night. Per i
giovani ospiti stranieri è stato anche
preparato un accurato tour della
provincia, alla scoperta delle bellezze
naturali e architettoniche, del folklore e
delle attività produttive di eccellenza del
territorio: non solo Taormina e il Teatro
Antico, ma anche le Gole dellʼAlcantara,
Il Castello Bauso di Villafranca, la
Katabba a Monforte San Giorgio, gli
stabilimenti del vino Faro, i frantoi di
Francavilla. E ovviamente il centro
storico di Messina. “Lo scambio
giovanile è certamente uno strumento
per favorire lʼincontro tra ragazzi di
culture diverse”, ha spiegato Agnese De
Salvo. “Ma è anche un modo per
veicolare fuori dai confini nazionali
lʼimmagine, la storia, la cultura e le
tradizioni della nostra provincia”.
SCAMBI EUROPEI. “Lo scambio ʻʼ4ALL
– Breaking down barriersʼʼ rientra nella
misura 1.1 del programma Youth in
Action, Gioventù in Azione, lanciato nel
2007 dalla Commissione Europea”,
spiega Beatrice Briguglio, specialista
in progettazione europea che, insieme
al collega Tino Celisi, si è occupata di
pianificare lo scambio promosso dalla
Serengis e di prendere contatti i con le
associazioni degli altri Stati partecipanti.
“Abbiamo una ventina di progetti
approvati, promossi da diverse
associazioni della fascia ionica e
tirrenica della provincia”, spiega Celisi.
“Lunedì sera li presenteremo a
Rometta”. Unʼoccasione da prendere al
volo. Gli scambi e i programmi formativi
organizzati grazie al programma
Gioventù in Azione, sono infatti uno
strumento attraverso cui ragazzi tra i 18
e i 30 anni possono scoprire low cost
lʼEuropa e fare nuove amicizie: le quote
di partecipazione agli scambi giovanili
sono simboliche e le spese di viaggio
vengono rimborsate al 70%. Il
programma Gioventù in Azione, però, si
chiuderà questʼanno. Il programma
Youth in Action è stato lanciato 6 anni fa
dalla Commissione Europea per
contribuire attivamente alla creazione di
una cittadinanza europea tra i giovani e
giovanissimi dellʼUnione. Prevede
servizio volontario europeo, “training
course” e scambi giovanili.
DICONO DI NOI
“Però, ‘sta città...”
Turismo, cultura, enogastronomia e un rammarico:
“Peccato la spazzatura ai lati della strada”
Agnese De Salvo
MESSINA. Tutte le iniziative del programma Youth in Action
hanno lʼobiettivo finale di promuovere il dialogo interculturale, soprattutto per smontare i comunissimi stereotipi che serpeggiano tra i popoli europei. Come quelli che identificano lʼitaliano con pizza, mafia, mandolino e caciara. “Non nego che
lo stereotipo Sicilia = Mafia sia molto radicato”, afferma Irek,
23 anni, polacco di Katowice che studia ingegneria e management. “Eppure, almeno personalmente, lʼho superato. Sono molto colpito dalle tradizioni storiche della Sicilia. E ovviamente dal buon cibo”.
“Nellʼimmaginario collettivo, quando pensi allʼItalia e alla Sici-
pagina 28
lia, ti vengono in mente quei paesini pittoreschi e rilassati, dove gli anziani giocano a carte e i giovani passano il loro tempo per strada a non far nulla. Posti che possono vivere solo di
turismo”, dice Mihail, 26 anni, giornalista e conduttore televisivo per unʼemittente nazionale della Lettonia, oltre che studioso degli effetti economici delle migrazioni. “Invece mi sono
reso conto che ci sono delle attività di livello, come la produzione del vino. Spero solo che queste realtà non vengano fagocitate dalla globalizzazione: sarebbe un peccato se si dovessero perdere certe specificità culturali”.
“Da team leader della delegazione olandese, sono già stato
qui lo scorso ottobre”, spiega Robin, 27 anni, insegnante di
educazione fisica che, a Leida, si occupa di recuperare i ragazzi difficili attraverso le attività sportive. “Mi piace tantissimo. Vorrei tornarci la prossima estate con calma, e fare un
viaggio in auto attraverso le zone collinari della provincia di
Messina. Peccato solo per tutta quella spazzatura ai bordi delle strade”. (V.C.)
centonove
Economia
8 FEBBRAIO 2013
FINANZA. Parte dallo Stretto la “class action” contro l’obbligazione “Casaforte”
Messina contro Mps
L’avvocato messinese Ernesto Fiorillo sfida il Monte dei Paschi di Siena . E spiega:
“Il prodotto presenta forti criticità”. Sul tema anche un’interrogazione parlamentare
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. La prima battaglia contro il
Monte dei Paschi di Siena parte da
Messina. Contro i vertici dellʼistituto di
credito, lʼassociazione “Consumatori
associati” ha annunciato lʼavvio di una
class action. “Predisporremo unʼazione di
responsabilità contro gli amministratori
della banca, a tutela dei piccoli azionisti”,
ha spiegato il presidente dellʼassociazione,
lʼavvocato messinese Ernesto Fiorillo.
Nel mirino del legale cʼè uno dei prodotti
messi sul mercato dalla banca toscana. E
si chiama “Casaforte”.
CASA FORTE MA...TRABALLANTE.
Lʼobbligazione “Casaforte”, in estrema
sintesi, è una cartolarizzazione dei beni
immobili dellʼistituto di credito. Benchè le
obbligazioni siano promosse dal Monte dei
Paschi di Siena, la banca non è l'emittente,
ovvero non è il debitore. Se l'obbligazione
non paga le cedole o non rimborsa il
capitale non è la banca che va in default.
Chi si impegna a pagare le cedole ed il
Ernesto Fiorillo
capitale è un società denominata Casaforte
srl. Sullʼargomento, anche Elio Lanutti,
senatore già di Idv oggi al gruppo misto e
presidente dellʼassociazione consumatori
indipendente Adusbef (Associazione
Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari,
Assicurativi) ha presentato
unʼinterrogazione parlamentare. Perchè?
COSA CʼEʼ DENTRO. “Il prodotto presenta
forti criticità”, spiega Fiorillo. “Innanzitutto la
scadenza finale, che avverrà nel 2040.
Stiamo vagliando la possibilità che non
siano state fornite tutte le necessarie
indicazioni ai sottoscrittori, soprattutto quelli
in là con gli anni, per i quali, come è chiaro,
una scadenza a così lungo termine non è
per nulla conveniente”. Nel 2010 il Monte
dei Paschi colloca un miliardo e mezzo di
euro di obbligazioni di Casaforte,
obbligazioni proposte prevalentemente ai
clienti della stessa Banca. Lʼoperazione
assicura 430 milioni di euro di plusvalenza
che permette una lauta ricompensa, in
termini di utili, agli azionisti del gruppo
toscano. E ai risparmiatori? A loro non va
così bene. “I clienti del Monte dei Paschi di
Siena che hanno comprato obbligazioni
Casaforte Classe A scopriranno presto che
la cedola semestrale in scadenza rende
meno del 2% e quella successiva potrebbe
addirittura scendere all'1,4%. Dati
drammatici, visto che la scadenza finale è
nel 2040”, spiegava a Novembre in
commissione Bilancio Elio Lanutti. Ma tutto
quello che cʼera da sapere, secondo gli
analisti finanziari, era già dentro il prospetto
informativo fornito dalla stessa banca. Nero
su bianco.
IL TERRORE DELLE BANCHE. Ernesto
Fiorillo non è nuovo ad azioni eclatanti nei
confronti delle banche. Eclatanti e vincenti.
A metà gennaio, Il giudice del tribunale di
Messina Antonino Orifici ha condannato
lʼUnicredit locale ad un risarcimento danni
per omessa ed errata informazione
nellʼambito dellʼattività di collocamento dei
titoli Lehman Brothers. La banca viene
condannata, come è spiegato nella
sentenza, “per avere rappresentato al
consumatore la sicurezza di un
investimento rivelatosi fallimentare”.
Lʼistituto milanese aveva infatti venduto
una polizza assicurativa con garanzia della
Lehman Brothers assicurando al cliente
che il capitale investito sarebbe stato
comunque protetto. Per tali motivi, il
risparmiatore era stato indotto ad
acquistare uno strumento finanziario ben
più rischioso dei comuni Bot, perdendo in
questo modo lʼintero capitale investito. A
difenderlo, presentando lʼistanza poi
accolta dal magistrato, è stato proprio lo
studio di Ernesto Fiorillo.
DERIVATI
Inguaiati dallo swap
Cinquantotto comuni li hanno sottoscritti.
Ecco tutte le conseguenze economiche
MESSINA. Con i “prodotti tossici” piazzati dalle banche,
e con la finanza derivata, si è inguaiata mezza Sicilia.
Sono cinquantotto i comuni dellʼisola che hanno sottoscritto contratti “swap” con istituti di credito. E la palma
va alla provincia di Messina, nella quale, a farsi sedurre dalle sirene dellʼingegneria finanziaria sono stati i comuni di Capo dʼOrlando , Castroreale, Giardini Naxos (
Montalbano Elicona, Nizza di Sicilia, Pace del Mele, Rometta, San Marco dʼAlunzio, SantʼAlessio siculo, Taormina, Tortorici, ed il capoluogo Messina, che di contratti
swap ne ha addirittura sottoscritti tre, con Bnl e Dexia
Crediop, per un totale di oltre duecento milioni (che fino ad oggi hanno prodotto differenziali negativi per un
totale di quasi cinque milioni), per ristrutturare mutui
precedentemente accesi. Sulla vicenda, il comune di
Messina è andato alle carte bollate con gli istituti, dopo
aver tentato la strada della mediazione. Peggio è andata a Catania. Per il comune di Catania, le operazioni
in derivati hanno interessato tutto il debito dellʼente: oltre quattrocento milioni di euro, con la corresponsione
di un premio di liquidità di 7 milioni (1,7%). La struttura
prevede la vendita di cap a favore della Banca con soglia al 5,5% e poi al 6%.
In altri comuni (Torretta, Avola, Carini, Mazara del Vallo, Pace del Mela, Modica, Leonforte, Grotte) è stato accertato, da parte della Corte dei Conti lʼutilizzo di opzioni digitali vietate dal Regolamento MEF n. 389 del
2003. Cioè lʼintroduzione nel regolamento negoziale di
uno spread anomalo, destinato ad attivarsi in corri-
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spondenza del superamento dei valori soglia, con previsione di un costo aggiuntivo per lʼente. Il valore del parametro mark to market è risultato negativo per 29 comuni e una provincia in 35 casi di sottoscrizioni, e il valore ammonta complessivamente a oltre 27 milioni di
euro. 22 dei quali si riferiscono a due contratti stipulati
dal comune di Messina. In altri 23 contratti,sottoscritti
da 19 comuni (il 40%), il mark to market supera la soglia dei 30.000 euro. Il comune di Messina consegue il
due contratti il cui mark to market supera, complessivamente, i 22 milioni di euro.
A quanto ammonta lʼaffare? Lʼindebitamento totale dei
comuni siciliani raggiunge i tre miliardi di euro e mezzo.
Aggiunto al debito della Regione, quattro miliardi circa,
si arriva a sette miliardi e mezzo.
Le indagini sono state svolte dalla Sezione di controllo
della Corte dei Conti della Regione siciliana.
(A.C.)
Economia
8 FEBBRAIO 2013
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Valutazione dei rischi, costo o opportunità?
LA LEGGE DI STABILITAʼ pubblicata lo
scorso 29.12.12 ha prorogato, per le
imprese fino a 10 dipendenti, la possibilità
di autocertificare lʼavvenuta valutazione
dei rischi per la salute e la sicurezza dei
lavoratori, di cui al D.Lgs.81/08. I
Consulenti del Lavoro hanno da sempre
sensibilizzato le aziende assistite al
rispetto della normativa prevista dal
D.lgs. 81/08 e in particolar modo hanno
rappresentato, anche per le piccole e
piccolissime imprese, lʼopportunità che il
datore di lavoro si rivolgesse a personale
esperto per la redazione del DVR
(Documento di Valutazione dei Rischi),
piuttosto che limitarsi a sottoscrivere una
semplice autocertificazione spesso priva
di reale contenuto. Infatti, solo con la
Valutazione dei Rischi seriamente
effettuata il datore di lavoro può avere la
piena prontezza di tutti i rischi presenti in
azienda e mettere in atto tutti i
comportamenti necessari, ed imposti
dalla legge, per la loro riduzione al
minimo. Quanto sopra è di fondamentale
importanza, non solo per la tutela dei
lavoratori, ma anche per la tutela
dellʼazienda in quanto al
verificarsi di un infortunio il
datore di lavoro è sempre
ritenuto responsabile
(penalmente e civilmente).
Questo a meno che non
provi di aver fatto tutto
quanto era possibile per
lʼeliminazione/la riduzione
centonove
NOMINE
POSTALI CISL
Riconfermata Gisella Schillaci
MESSINA. Sarà ancora Gisella Schillaci a guidare per i prossimi quattro anni
la Federazione dei Lavoratori Postali
della Cisl di Messina. A confermare la
fiducia al segretario uscente è stato il
Congresso della SLP tenutosi allʼHotel
Capo Peloro Resort di Torre Faro alla
presenza del segretario nazionale Sebi
Cappuccio, del segretario regionale
Giuseppe Lanzafame e del segretario
generale della Cisl di Messina, Tonino
Genovese. I delegati hanno anche eletto come segretario aggiunto Giuseppe
Gullì e come segretario organizzativo
Giovanni Cucinotta.
del rischio. Per fare un esempio: in caso
di infortunio causato dallʼutilizzo di
macchinari il datore di lavoro viene
ritenuto responsabile, a meno che non
provi (tramite ad es. il DVR) di aver
verificato il macchinario, la sua
rispondenza ai requisiti di legge, la messa
a terra dellʼimpianto elettrico, la consegna
dei DPI (Dispositivi di protezione
individuale), nonché lʼadeguata
formazione del
personale addetto. La
redazione del DVR da
parte di un tecnico
esperto, oltre a tutelare
lʼazienda nel suo ruolo
di datore di lavoro, è
anche una tutela dal
punto di vista
strettamente patrimoniale, infatti, spesso
lʼinfortunio è conseguenza di incidenti
come scoppi, incendi, ecc… che
avrebbero potuto essere evitati con un
attenta e completa analisi dei rischi e,
conseguentemente con la verifica dei
locali e delle attrezzature.
In sintesi è opportuno che tutte le
aziende, a prescindere dalla loro
dimensione, si adeguino al più presto alla
disciplina sulla valutazione
dei rischi secondo le nuove linee guida,
senza attendere il 30.06.2013, tutelando
così non solo i propri dipendenti, ma
anche loro stesse. Peraltro il termine
potrebbe essere anticipato al 31/05/2013
da quanto si evince dalla lettura della
nota nota 31 gennaio 2013 del Ministero
del Lavoro e delle Politiche sociali.
CISL MEDICI MESSINA
Così la nuova segreteria
MESSINA. Gianplacido De Luca, 53
anni, dirigente medico dellʼAsp di
Messina è stato confermato per altri
quattro anni come segretario generale della Cisl Medici di Messina. Eletti
in segreteria anche Rosa Alba Dipaola, dirigente medico del Servizio Igiene Pubblica di Milazzo, e Nello Aversa, direttore della Pediatria-Neonatologia del Presidio Ospedaliero Piemonte. I lavori del Congresso sono
stati incentrati sulla situazione della
sanità messinese, con una analisi sulle conseguenze delle recenti riforme
soprattutto per il territorio.
LEGALMENTE
COMUNE DI AVOLA
(PROVINCIA DI SIRACUSA)
Esito di gara
COMUNE DI AVOLA
(PROVINCIA DI SIRACUSA)
Esito di gara
Si rende noto, ai sensi dellʼart.20, legge n.55/90, che con Contratto Rep. n.3057 del 08/10/2012 sono
stati affidati i lavori di interventi in strada “Petrara”. Manto stradale, attraversamento torrenti e muri di sostegno.
Imprese partecipanti n.258
Imprese ammesse n.247
Imprese escluse n.11
Ditta aggiudicataria: ALFIO SORBELLO con sede in Via Caselle Pianogrande n.24/a - 95010 MILO
(CT) con il ribasso del 25,3445% e per lʼimporto contrattuale di Euro 292.393,01 ed esclusa IVA.
AVOLA 05/02/2013
Il Segretario Generale
(Dr.Andrea Battaglia)
Si rende noto, ai sensi dellʼart.20, legge n.55/90, che
con Contratto Rep. n.3058 del 9/10/2012 sono stati affidati i lavori di costruzione della Caserma per la Polizia di
Stato.
Imprese partecipanti n.153
Imprese ammesse n.137
Imprese escluse n.16
Ditta aggiudicataria: ATI: composta da: Impresa Ca-
PROCURA DELLA REPUBBLICA
Presso il Tribunale di Messina
Ufficio Esecuzione Penale
N.864/2007 SIEP
pogruppo COSMAK s.r.l. con sede in S.Piero Patti (ME)
e Impresa associata MASTN s.r.l. con sede a Patti (ME),
Il Tribunale di Messina con sentenza in data 17.02.2005, confermata il 28.11.2006 dalla Corte Appello
di Messina, divenuta esecutiva il 18.12.2007 ha condannato De Pasquale Fabio nato a Palermo
lʼ08.06.1969 alla pena di Euro 900,00 di multa, con pubblicazione della sentenza per estratto e per una
volta sui quotidiani Gazzetta del Sud e Corriere della Sera e visto lʼart. 9 legge n.47/48 la pubblicazione
per estratto sul periodico Centonove per il reato di cui allʼart.595, 2 e 3 comma C.P. e art.13 L.n. 47/48 in
Messina il 14.04.2000. Condanna in solido al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile da liquidare
in separata sede. Estratto conforme per liquidazione.
Messina, 29.01.2013
Il Funzionario Giudiziario
Dott. Antonio Trimboli
pagina 30
con il ribasso del 36,5136% e per lʼimporto contrattuale
di Euro 804.319,08 ed esclusa IVA.
AVOLA 05/02/2013
Il Segretario Generale
(Dr.Andrea Battaglia)
centonove
FACCIAMO QUATTRO
CHIACCHIERE
Il carnevale in Sicilia.
Da Cefalù a Santa Lucia
PAGINA 32
poster
8 FEBBRAIO 2013
LA MEMORIA DEGLI ALTRI
NEL CINEMA DI ANDO’
Un libro in uscuta di Oliveri racconta
il percorso cinematografico del regista
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MURALES DI UMANITA VARIA
BASTA TEATRO, SCRIVO ROMANZI. Davide Enia
APPELLI. Messina ospita il convegno “Del perchè il teatro produce romanzi”
Basta palchi, diamoci alla scrittura
Quattro autori si reinventano scrittori. Uno di loro, il palermitano Davide Enia,
spiega perchè: “Colpa di chi amministra la cultura. Ma anche di chi la fa”
DI
NUNZIA LO PRESTI
MESSINA. “Del perché il teatro
produce romanzi”, una sentenza che
incuriosisce e spiazza, è un convegno
che giovedi 7 ha ospitato a Messina
quattro attori-autori di teatro che della
scrittura hanno fatto un mestiere e una
ragione di palcoscenico.
Questi quattro della parola di scena
sono tutti di origini meridionali: Davide
Enia e Vincenzo Pirrotta dalla Sicilia
occidentale, il calabrese Saverio La
Ruina e Mimmo Borrelli dai Campi
Flegrei.
Il Sud di questi drammaturghi non è
elemento casuale: è grazie al nostro
Sud che negli ultimi anni i testi teatrali
diventano ricchissimi, una nuova
drammaturgia originale e sentita,
spesso viscerale, con una cifra
particolare e autonoma per ogni voce
che la rappresenta.
All'occhiello di Messina c'è Spiro
Scimone, nelle prossime settimane in
replica con “Giù”, il suo ultimo lavoro,
non ancora visto in città. Ma anche Tino
Caspanello, recentissimo il suo “1952:
a Danilo Dolci”.
E ancora tanti, ma tanti giovani, che nel
frattempo crescono, dentro e fuori
dall'isola, naturalmente più o meno
conosciuti.
Quindi le penne non mancano, né le
idee: forse per molti di loro è venuta a
mancare la possibilità di esprimersi per
come vorrebbero, anche per via dei
troppi cartelloni di sicurezza che
mettono da parte i nomi di terza pagina
e di uno spettatore-tipo poco educato
alla novità. Di certo anche la crisi
economica ha fatto la sua parte, ma
come in tutti i campi del resto.
Si osserva oggi – questo il vero perché
del convegno – lo sviluppo di una
seconda via della drammaturgia, che
smette di essere scrittura per il teatro
per diventare prosa romanzata.
Nella fattispecie, Vincenzo Pirrotta
pubblicherà a breve il suo primo
romanzo per Bompiani; Saverio La
Ruina sta lavorando a una storia
sviluppando quella di “Italianesi”, il suo
ultimo pluripremiato spettacolo, ma
diversi e nuovi con tutta probabilità
saranno anche gli esiti di Mimmo
Borrelli, che scrive il suo teatro in
dialetto e in versi.
Forse fra tutti il più avvezzo alla pratica
della parola non teatrale è il palermitano
Spiro Scimone
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Davide Enia, già finalista premio Strega
nel 2012 con “Così in terra”: “La radice
del romanzo credo sia stata sempre
interna alla mia scrittura. Franco Quadri
(storico critico teatrale italiano, ndr) fu il
primo a dirmi che avrei scritto un
romanzo. Ma c'è di fatto che io l'ho
scritto perché il mondo del teatro era in
crisi. Mi hanno offerto di farlo e ho colto
la palla al balzo. Detto questo, una cosa
è scrivere per il teatro, un'altra per la
pagina di un libro, altro ancora fu la mia
esperienza di scrittura per la radio”
Perché ha senso parlare di un teatro
che non fa più teatro?
“Bè, bensvegliati! È da tempo che che le
cose vanno così, tagli selvaggi ai
finanziamenti, gestioni irresponsabili
della cosa pubblica, mancanza di
riflessione sul territorio. Si tratta di un
concorso di cause che ha reso possibile
questo drammatico esodo dei talenti
migliori, uno scollamento dalla realtà
che ha impoverito la cultura. Il
finanziamento pubblico alla cultura,
come alla ricerca scientifica, rende civile
e progredito un Paese. La colpa di chi
amministra la cultura ma anche di chi la
fa, di coloro che vanno in scena a prezzi
irrisori. Tutto questo mette in ginocchio
il teatro in Italia.
Il tuo prossimo progetto sarà un altro
libro?
“Vado per esclusione, di certo non sarà
un testo per il teatro. Ma il teatro mi
manca. La solitarietà del romanzo è un
altra, mi manca la scrittura carnale,
l'affinamento del canto. Il romanzo è
un'altra cosa, anche se per me è stata
una conferma per la tensione che la mia
scrittura ha sempre avuto”.
La tavola rotonda è stata moderata da
Dario Tomasello e Gerado Guccini,
uno dei massimi studiosi italiani di
drammaturgia contemporanea e che è
stata organizzata dal Centro Studi
UniversiTeatrali con la partecipazione
dellʼERSU Messina e di Latitudini, la
Rete Siciliana di Drammaturgia
Contemporanea, quindi utile per
accumulare crediti formativi universitari
per il conseguimento della laurea per gli
studenti dellʼAteneo messinese.
posterricorrenze
8 FEBBRAIO 2013
centonove
CARNEVALE IN SICILIA. Da Acireale a Santa Lucia del Mela
Facciamo quattro chiacchiere
Torna dopo quarant’anni il carnevale storico in provincia di Messina, ma è
Acireale a farla da padrone nonostante la crisi. E i “cervelli in fuga”
DI
MELANIA VADALÀ
MESSINA. Allʼindomani dello scampato
pericolo di un inesorabile presagio di
fine del mondo, ma ancora calati in una
realtà di crisi economica e sociale,
forse la più grande di quelle finora
registrate, eccoci anche questʼanno tutti
pronti a festeggiare il Carnevale.
Questa festa, che vanta radici
antichissime - si ricordano carri
allegorici e maschere già nel periodo
ellenico, e durante i primissimi anni
della diffusione del cattolicesimo - ha
visto la sua massima diffusione negli
ultimi anni come divertimento per i
bambini ed i loro genitori. È la festa che
più di tutte ha il compito di mettere
allegria ed concedere ore di
divertimento, grazie ai suoi suoi
travestimenti e lo sfarzo che con ogni
maschera si ostenta.
Se durante ciascuna sfilata viene
salutato lʼanno passato deposto in un
carro funebre, insieme a tutti i mali, si
comprende lʼintento di festeggiare e
perseguire la tradizione.
In effetti, negli ultimi anni,
lʼorganizzazione di
manifestazioni
carnascialesche ha rappresentato per i
comuni e le molte associazioni culturali
locali unʼottima opportunità per offrire ai
propri cittadini, tutti, qualche ora di
divertimento e spensieratezza, lontano
della dura realtà - con cui alla fine di
tutto bisogna, comunque, fare i conti per lo meno esorcizzando i problemi e
ridicolizzando fatti e personaggi.
Ed ecco allora fiorire, al di là delle
semplici sfilate di carri allegorici in carta
pesta, tipica tradizione del carnevale
italiano, in molti paesi e realtà cittadine
concorsi e gare per la realizzazione di
carri o maschere a tema per ricreare
uno spirito di collaborazione ormai poco
presente.
Basta cercare in rete e non è difficile
imbattersi in feste e manifestazioni no
stop previste per lʼintera settimana, la
seconda di febbraio, questʼanno
organizzate, quasi completamente, a
spese dei comuni e degli enti
locali in genere, senza
oneri per la
cittadinanza.
Nello specifico
sembra interessante
ricordare alcuni tra i
più conosciuti e
belli carnevali
nella regione.
CHIACCHIERATA FEST. Forse quello
che per il 2013 sembra essere il
carnevale più “inclusivo”, almeno
secondo le previsioni è il “Chiacchiera
Fest” di Cefalù, la cui principale
caratteristica è lʼindizione di due
concorsi, uno per i più piccini, con la
premiazione della maschera più bella
ed un secondo - “il Cappellaio matto” che vedrà impegnati i partecipanti nella
realizzazione del
cappello più particolare
e fantasioso.
Tra le novità, invece, è
importante sottolineare
il carnevale storico di
S. Lucia del Mela che
si terrà nuovamente
dopo quaranta anni
e che mette in
programma
diverse
esibizioni di
gruppi
folcloristici e di
associazioni
culturali
locali, in
modo da
offrire
pagina 32
non soltanto divertimento, ma anche
visibilità a piccole realtà spesso non
sufficientemente implementate.
Infine, certamente il principale
e più tradizionale
Carnevale siciliano che
non si può fare a meno di
menzionare è il
carnevale di Acireale, la
cui organizzazione è
ovviamente
sapientemente
orchestrata dal
comune e le
associazioni
coinvolte in
modo da
rendere fruibile
e piacevole
anche ai
turisti e
posterricorrenze
centonove
8 FEBBRAIO 2013
TRADIZIONI
Saponara rilancia l’Orso
A Villafranca si rinnova l’appuntamento
con i carri allegorici. Teatro a Rometta
curiosi lʼevento, in particolare
questʼanno si darà qui particolare rilievo
alla difficile realtà dei giovani, con la
presentazione del carro “Cervelli in
Fuga”, chiaro riferimento a quanti si
allontanano dalla “terra natia” alla
ricerca di maggiori possibilità.
Tutti i programmi, per lo meno i più,
propongono contestualmente alle
sfilate dei carri allegorici ed ai concorsi
per lʼelezione della miglior maschera,
che rappresentano il giusto contorno,
lʼorganizzazione di concerti
presentazione e promozione di di
gruppi o compagnie locali.
Ma un ulteriore fondamentale obiettivo
del Carnevale e delle feste organizzate
nelle città è quello di mettere in risalto
le eccellenze culinarie del territorio,
rappresentando così una vetrina
importante per il comune e le proprie
realtà imprenditoriali e culturali.
In fin dei conti, però, spulciando le
manifestazioni di piazza sparse sul
territorio italiano, che sono veramente
tante, ciò che sicuramente è chiaro è
che questa settimana, che
tradizionalmente nacque come
necessità di concedere ai cristiani un
periodo di “libertà” dalla religione in
modo da poter poi essere in grado di
SAPONARA. Riprende lo
storico carnevale
dell'Orso dopo lo stop
dello scorso anno a causa
dell'alluvione. Le
iniziative hanno preso
avvio ieri con
l'inaugurazione di una
mostra rievocativa, la
presentazione del
concorso fotografico ed il
ballo in maschera presso
la palestra comunale.
Per questa sera, alle 19,
prevista la degustazione
di prodotti tipici in Piazza
Matrice e la messa in
scena della "cattura
dell'Orso", mentre sabato
andrà in scena il
carnevale dei bambini
nella frazione marina a
partire dalle ore 15.
Domenica e lunedì dalle
21,30 ancora "gran ballo"
in palestra e martedì la
tradizionale sfilata
dell'Orso che avrà inizio
alle ore 14. Si rinnova
l'appuntamento con il
carnevale villafranchese.
Domenica prevista la
sfilata dei carri allegorici,
a cura dell'Associazione
Pro Carnevale Bauso, con
partenza alle 14,30 dall'ex
Pirelli in via Madonna del
Tindari. Grazie alla
collaborazione delle
diverse pasticcerie del
comune tirrenico durante
il percorso verranno
offerte chiacchiere e
pignolata. All'arrivo dei
carri in piazza De Curtis, a
cura della Pro Loco, la
festa continuerà con
l'esibizione del gruppo
cosentino "Taranta
Terapy" che intratterrà il
pubblico con il loro
caratteristico sound
definito "Patchanka
Kalabra". Infine spazio
alle danze con i Dj Ciccio
Mix, Damy, Peppe Hard,
rispettare gli obblighi imposti della
quaresima e dalla religione, aveva
perso in buona sostanza il suo
significato in una società che non aveva
più difficoltà a manifestare e rendere
note le proprie esagerazioni ed
esuberanze, tanto da essere relegata a
semplice festa per i bambini, che
conservava la propria importanza
soltanto in alcune realtà
tradizionalmente impegnate nella
creazione di carri allegorici, si riempie
oggi di un significato tutto nuovo,
riscoprendo il suo fine ultimo: offrire a
chi vi prende parte la possibilità di
vivere nello sfarzo e nella sfrenatezza
senza preoccuparsi delle bollette, del
lavoro o del domani.
INIZIATIVE
Cefalù premia il cappellaio matto
CEFALUʼ. Carnevale a Cefalù? Costruisci il tuo cappello utilizzando creatività,
originalità e passione per il divertimento , indossa una maschera e partecipa al concorso - sfilata più estroso del Carnevale 2013, il cappellaio matto, ideato da Angela Macaluso del tour operator Fransicile e consulente gratuito al turismo ed eventi
del Comune di Cefalù in partnership con Francesco Liberto, stilista e artista di Cefalù, e con la collaborazione di Salvatrice Mancinelli. Il tutto con il patrocinio gratuito del Comune di Cefalù. La sfilata avverrà Martedi 12 febbraio ore 16h30 con partenza dall Hotel Artemis di Via Roma e la premiazione del cappello più eccentrico
alle ore 22 alla Scuola media E. Fermi. La partecipazione al concorso è aperta a tutti ed è subordinata all'iscrizione da effettuarsi compilando la scheda (da consegnare entro il 12 febbraio ore 12) che potrete trovare c/o l agenzia di Viaggi FranSicile di Via Spinuzza 15 - cefalù o telefonando allo 0921925030 o recandovi presso
la sede del laboratorio “la Corte delle stelle” di Corso Ruggero- Cefalù .
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Ale Venuto, Fabris ed il
Rapper Sciack. Lunedì,
alle 15, il classico
appuntamento per i più
piccoli con la Sfilata delle
Mascherine presso
Palestra Scuole Medie
"Leonardo Da Vinci" a
cura delle associazioni
Mcl e Centro Studio
Danza. Tutti gli eventi
sono patrocinati dal
Comune di Villafranca
Tirrena, l'Assessorato al
turismo e la
compartecipazione della
Provincia Regionale di
Messina. A Rometta,
invece, diverse
associazioni in
collaborazione con
l'amministrazione hanno
previsto vari eventi nei
saloni Parrocchiali.
Sabato, dalle ore 15,
“Carnevaliamo insieme”,
una festa per tutti i
bambini con bocconcini
di nutella e chiacchiere ed
alle 21 al commedia
brillante “La polacca” di
Pippo Spampinato.
8 FEBBRAIO 2013
posteranniversari
PATTI. Il monaco vissuto nel 400 scrisse della vita di Ippolita Sforza d’Aragona
Le rime di Fra Bernardino
Dal punto di vista culturale il trattato è un caso atipico della Napoli aragonese. L’opera
si ricollega al filone devozionale e moralistico coltivato negli stessi anni nella Sicilia
DI NICOLA TINDARO CALABRIA
PATTI. Carneade chi era costui? Si
chiedeva con stupore don Abbondio
caratteristico personaggio manzoniano.
Con la stessa curiosità ci chiediamo oggi
chi era Bernardino de Rende de Pactis
siciliano Ordinis Minorum, che scrisse un
planctus in ottava rima in cui descriveva la
vita cristiana dʼIppolita Sforza dʼAragona
(sposa del duca di Calabria Alfonso
dʼAragona). Allo stesso frate si attribuisce
anche un poemetto su San Gennaro. Il
personaggio sarebbe passato inosservato
se il suo manoscritto non fosse stato
esposto durante la mostra bibliografica
“Cimeli di Napoli aragonese” tenuta dal 29
maggio al 5 giugno 1978. Il manoscritto
faceva parte della collezione Phillips e fu
acquistato allʼasta nel luglio del 1976
presso la Sotheby di Londra per 2860
sterline dal Ministero dei Beni culturali che
poi lo donò alla Biblioteca Nazionale di
Napoli. Ma chi era realmente Bernardino
de Rendis de Pactis? Dalla lettura
dellʼincipit sappiamo chʼera di Patti visto
che lui stesso cʼindica che de Renda
sarebbe il cognome. Infatti, al 61v
leggiamo “Io Bernardino chiamato de
Renda/ de tutto ʻsto trattato indigno
autore”. Nel 1448 il frate si trovava già a
Napoli dove partecipò al funerale della
duchessa Ippolita Sforza dʼAragona, che
descrisse nei minimi particolari
dallʼindicazione dei notabili, ai poveri agli
uomini di corte. Probabilmente risiedeva a
Napoli già da circa un decennio, in quanto
aveva potuto fare lʼesperienza della
luminosa parabola di S. Giacomo della
Marca e tramandarla in unʼaltra sua opera,
di cui il frate scrive: “Trattando della vita
de quellʼomo/in questa nostra età molto
perfecto/fra Jacobo la Marcha tiene nomo,/
servo de Jesù Cristo assai dilecto/ me
parse recitare quali e como/obtenni
A CURA DI CARMELO CELONA
sanitate con effecto/ quello preelecto et
inclito Ferrando/ chʼera già morto, se diciva
intando”. Un poemetto risalente a qualche
anno dopo il 1476 anno della morte del
santo. A Napoli il frate di Patti era andato
per seguire il cursus studiorum in diritto
canonico che completò nel 1492,
conseguendo il dottorato. Infatti, nel
Bullarium Franciscanum si legge di una
richiesta inviata dal frate a Innocenzo VIII
affinché il dottorato gli fosse conferito
dallʼautorità religiosa di Napoli in via
privata. Questi dati ci fanno pensare che
fosse nato intorno al 1460 o qualche anno
prima. Bernardino de Rende de Pactis
secondo Nadia Ciampaglia sarebbe anche
Bernardino Siculus che tra il 1503 e il 1505
scrisse una vita di san Gennaro in ottava
rima. Analizzando gli scritti di fra
Bernadino Siculus e del frate di Patti si
colgono delle somiglianze biografiche,
infatti, in una lettera al Cardinale Carafa il
siculus si dichiara “humilis oratore et
servus Bernardinus Siculus professor
Minor Decretorum Doctor” anche lui
dottore in diritto canonico. Il Mongiore nella
sua opera afferma che Bernardino Siculo
era Ordini Minorum Conventualium. Un
elemento che trova conferma nel
Bullarium Franciscanum in cui troviamo
scritto che Bernardino de Rende attende il
conferimento del dottorato in domo S.
Laurentii Neapolis ad praesens
commorans. Il riferimento è alla casa
conventuale di S. Lorenzo dei Minoriti a
Napoli. Successivamente la sede del frate
fu S. Maria la Nova. Ciò risulterebbe dal
Regestum Observantiae Cismontanae
dove alcuni frati tra cui un certo
Bernardinus de Sicilia, avevano assunto
lʼobbligo di compiere un pellegrinaggio a
Gerusalemme. A S. Maria la Nova si
trovava anche Jacopo la Torre che era il
guardiano. Il Bernardino nel suo Trattato
su Ippolita Sforza riporta alcuni pensieri
intimi della duchessa, e dichiara che ne
LACERTI DI LETTURE
Dicaaaa
ALCUNI IMPIEGATI pubblici non riconoscono nel cittadino
il loro datore di lavoro. Vedono in lui, se non accreditato,un
intruso. “ Brutta abitudine dire «Dicaaa?». In Italia entri
allʼufficio postale e quello ti fa: «Dicaaa?». Vai
allʼanagrafe: «Dicaaa?». D-i-c-a. Queste quattro lettere
non fanno una parola, fanno una coltellata al cuore del
Paese. «Dicaaa?» e uccide Cicerone, «Dicaaa?» e
sgozza Leopardi. «Dicaaa?» e seppellisce la storia
dʼItalia un metro più giù. «Dica è la morte della
democrazia.” Eʼ triste pensare che un tempo vi erano valori
non negoziabili. “Indignazione vuol dire ribellione
risoluta a quanto offende la dignità propria e altrui.
«Dignità», anche di questa parola avete perso il
significato. Significa rispetto dellʼuomo per se stesso,
per i propri valori. «Valore», anche di questa parola vi
Ritratto ad olio di Ippolita Maria Sforza
LA CLASSIFICA
centonove
venne a conoscenza dallo stesso Jacopo,
confessore di Ippolita. Non
dimentichiamoci che a S. Maria la Nova
svolse la sua attività di predicatore S.
Giacomo della Marca, minore osservante.
Lʼopera del frate pattese risulta
interessante per i residui linguistici siciliani.
Prova ne sono alcuni originari esiti siciliani
in posizione interna è spesso fornita dalla
presenza della rima al mezzo tra 6° e 7°
verso, costantemente usata, tranne poche
eccezione dal frate. E ancora, lʼassimetria
a volte riscontrabile è indizio di una
correzione apportata al testo. Gli esiti sono
più diffusi al maschile e al femminile, in
contesti esposti anche a sviluppi
metafonetici. Sembra che il sicilianismo sia
sfuggito alla correzione nelle forme
maschili, laddove cioè, coincidendo
casualmente con lʼesito metafonetico esso
veniva riconosciuto come legittimo, nelle
parole di genere femminile, la censura
delle i toniche siciliane deve essere stata
attuata in modo più sicuro dal momento
che lo sviluppo fonetico siciliano non era
confortato da un possibile esito
metafonetico. Questo significa che è
possibile stabilire la matrice fonetica
siciliana dʼorigine, sicilianità confermata
anche dallʼassenza dei dittonghi. Dal punto
di vista culturale il Trattato di fra
Bernardino è un caso atipico della Napoli
aragonese, in quanto lʼopera si ricollega al
filone devozionale e moralistico coltivato
negli stessi anni nella Sicilia
dellʼOsservanza dove si diffuse a seguito
della predicazione di fra Matteo di
Agrigento, che fondò numerosi conventi e
chiese osservanti e diede vita ad una
produzione letteraria devozionale e
moraleggiante.
di Felice Irrera
Matteo Luigi Napolitano, The Vatican files, San Paolo 2012, pp. 423 € 17,00
Unʼinfinità di libri sul Vaticano hanno visto la luce questʼanno e quasi sempre per evidenziare come nelle segrete stanze di un potere da sempre misterioso si aggirino personaggi che di religioso sembrano avere ben poco. Questo libro di un docente di relazioni internazionali allʼUniversità “Marconi” di Roma, vicino agli ambienti ecclesiastici,
cerca di ribaltare una realtà assai triste venuta fuori dalle recenti pubblicazioni, formulando, tra le righe, un giudizio storiografico che vorrebbe essere obiettivo, attraverso
unʼanalisi storica che va dal Fascismo a Wikileaks.
Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature
tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori
di rosso - Mondadori
1Ken
4
E. L. James - Cinquanta sfumature
Paolo e Rossella Simoncelli - Il no- Mondadori
Sic - Rizzoli
2E.di grigio
5stro
L. James - Cinquanta sfumature
Carmine Abate - La collina del vento
3di nero - Mondadori
6- Mondadori
wuz.it
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
hanno fatto perdere il significato: è lʼunità di misura più
alta e contraria a quella del denaro. Il valore è invisibile,
ed è lʼunità di misura della morale. «Morale», anche di
questa parola vi hanno scippato il senso. Morale è il
presupposto spirituale che precede le vostre scelte tra
ciò che ritenete «bene» e ciò che ritenete «male».”
Eʼ un dovere civile lottare contro il “lotto”. “Il lotto è il gioco
statisticamente più disonesto che ci sia. Il vantaggio
del banco è enorme. Eʼ del 97,72%. Per ogni mille lire
giocate avete la certezza di perderne 970 e lʼincertezza
di vincerne 30. Mio nonno si giocava la pensione. Sʼé
giocato un sacco di giocattoli con cui non ho giocato.”
Il possesso di certi oggetti non è emancipazione ma
autentica spersonalizzazione. “Tu hai comprato una
macchina nuova? No, fratello, è la macchina che ha
comprato te. Tu sarai il suo schiavo con i soldi. I soldi
per lʼassicurazione, per il bollo, per la benzina,per i
ricambi. Tu non hai comprato un cazzo, sono i gelati
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che ti leccano e le automobili che ti guidano.”
Lʼunica conoscenza cui aspirano gli italiani è quella
dellʼamico potente, per le altre declinano lʼinvito.
“«Noi non conosciamo nessuno» resta lʼaffermazione
più grande e orribile degli italiani, perché significa che
in questo Paese se non conosci qualcuno sei fottuto.
Siate orgogliosi di non aver mai conosciuto qualcuno.
LʼItalia ha bisogno di una lezione di stile.”
Non si può nobilitare la merda solo perché attrae milioni di
mosche. “Dietro il paravento dellʼAuditel si nasconde la
mediocrità. Lo Share non è democrazia, è la dittatura
del pessimo gusto.” Quei patetici atteggiamenti
patognomonici di chi assume un potere.
“Cʼè una cosa degli uomini potenti che mi fa tenerezza
e rabbia. Il giorno della nomina cambiano fisicamente.
Si ergono. Fateci caso: hanno unʼerezione vertebrale”.
Lacerti tratti da: ““Alcatraz ” - 2000
Diego Cugia
posteranniversari
centonove
8 FEBBRAIO 2013
NOVITA’. Un libro in uscita per la casa editrice Kaplan
La memoria
degli altri
nel cinema
di Andò
Mentre è nelle sale il film “Viva la libertà”, un volume
di Olivieri racconta il suo percorso cinematografico
Toni Servillo nel film "Viva la libertà" Foto di Lia Pasqualino
MESSINA. Mentre approda nelle sale Viva
la libertà di Roberto Andò, prodotto da Bibi
Film con Rai Cinema, è in uscita anche la
prima monografia sul regista palermitano
per la casa editrice Kaplan
(www.edizionikaplan.com): La memoria
degli altri. Il cinema di Roberto Andò,
scritto dal giornalista e critico messinese
Marco Olivieri. Il volume si potrà
acquistare online nei prossimi giorni sul
sito della Kaplan o richiedere in libreria. In
primo piano il percorso cinematografico
del regista palermitano: dai documentari e
precedenti film (Diario senza date, Il
manoscritto del principe, Sotto falso nome,
Viaggio segreto) a Viva la libertà, con
fotografie di Lia Pasqualino. Nella parte
conclusiva del libro, il regista si racconta
ed emerge il rapporto con i suoi maestri –
da Leonardo Sciascia a Robert Wilson,
Harold Pinter e Francesco Rosi – e con
figure come Vincenzo Consolo, Josephine
Hart, Francesco Orlando e Gioacchino
Lanza Tomasi.
Pubblichiamo di seguito lʼintroduzione del
libro.
Cʼè sempre un viaggio in una casa della
memoria nel cinema di Roberto Andò. Un
viaggio in una città condannata a
dimenticare e un bambino che fruga nelle
stanze del passato in Diario senza date.
Un viaggio in un mondo glorioso e ormai
decaduto, con la letteratura unica ancora
di salvezza dalle macerie, nel film Il
manoscritto del principe. Una visita in una
casa abbandonata e lontana, fallito il
tentativo di fuggire dai propri misfatti, in
Sotto falso nome. Il ritorno alla villa
dellʼinfanzia, tra palme e oleandri e il
mare come prospettiva, antico teatro di
un evento traumatico, in Viaggio segreto.
La ricerca di se stessi, tra le ambiguità del
doppio e i labirinti della mente, in Viva la
libertà. Sono viaggi nella memoria, tra
tentazione dellʼoblio e svelamento di una
verità che può annientare.
Il cinema, la letteratura, il teatro, la musica,
la poesia, lʼeros, la psicoanalisi,
lʼinterrogazione filosofica sullʼessere, il
tormento interiore che nutre lʼartista e gli
esseri umani. Ė questo il mondo, tra
elementi sotterranei e poetiche implicite,
che alimenta lʼimmaginario del regista
Roberto Andò. Lʼobiettivo del volume è
dare il giusto risalto a un cineasta tra i più
significativi degli ultimi anni. Nellʼanalisi dei
suoi film, lo sguardo cinematografico
sullʼessere umano si interseca con gli echi
della storia e della memoria collettiva per
sviscerare la realtà in ogni sfumatura,
specie se rimossa o dimenticata, inattesa o
nascosta. Il viaggio nella memoria degli altri
trova anche nelle dichiarazioni di Andò,
nelle sue generose aperture a un mondo
interiore denso di riferimenti culturali e
tendenze introspettive, un valido sostegno
nello scandaglio degli elementi narrativi e
poetici presenti nel suo cinema.
Nel complesso, emerge il profilo di un
regista capace di raccontare lʼindividuo e
le sue pieghe più recondite, navigando
nel mare infinito dellʼinconscio. I film di
Roberto Andò rappresentano
unʼoccasione per interrogarsi sul senso
ultimo del cinema stesso, capace di
intercettare ombre e segreti esistenziali.
In questo viaggio, tra memoria, inganni e
ricostruzioni, non tutto si concilia. Non
tutto si risolve armonicamente e, in
questa irrisolutezza, anche del ricordo,
risiede molto di ciò che definiamo vita.
LA SCHEDA
I primi passi con Rosi e Fellini
NATO A PALERMO nel 1959, Roberto Andò comincia a collaborare come assistente
alla regia con Francesco Rosi (Cristo si è fermato ad Eboli, 1979) e Federico Fellini (E
la nave va…, 1983). In seguito, con Michael Cimino (Il siciliano, 1987) e Francis Ford
Coppola (Il padrino – Parte III, 1990). Dal 1986, alterna regie teatrali, cinematografiche
e di opere liriche. Sottolinea il regista: “Posso dire di aver trascorso la mia adolescenza
e giovinezza a leggere, furiosamente. Da qui la mia formazione letteraria. Un retroterra
che non ho mai abbandonato, neppure quando si è aggiunta la cinefilia più
esasperata. Eravamo un gruppo di cinéphile agguerriti. Frequentavamo il cineforum
Casa Professa e il cineclub La Base di Palermo. Ė lì che ho potuto scoprire il grande
cinema. Lʼaltra grande tappa nella mia formazione è la conoscenza di Leonardo
Sciascia, il mio maestro, del quale ricordo sempre la naturalezza con la quale parlava
di letteratura”. Un rapporto tra maestro e allievo che, seppure in forme profondamente
diverse, ha ispirato anche il film Il manoscritto del principe, prodotto dalla Sciarlò di
Francesco e Giuseppe Tornatore.
M. O.
Roberto Andò
pagina 35
IL FILM
Un leader in fuga
per ritrovare se stesso
MESSINA. Un leader in fuga per ritrovare se stesso e un gemello che, sostituendolo, riaccende la speranza
degli italiani nella politica. Il risultato?
Un serrato racconto cinematografico
per indagare sui temi della libertà dellʼessere e dellʼidentità, intrecciati con
la crisi della politica e della speranza
in unʼItalia e in unʼOccidente ossessionati dallo spread.
Con Viva la libertà, Roberto Andò ha
trasportato sul grande schermo il suo
romanzo Il trono vuoto (Bompiani),
Premio Campiello Opera prima 2012,
valorizzando la potenza del linguaggio filmico e gli elementi essenziali
della narrazione. Il film racconta la
scelta del cinquantenne Enrico Oliveri, segretario del principale partito
dʼopposizione e di Sinistra, in caduta
libera nei sondaggi alla vigilia delle
elezioni politiche in Italia, di sparire
improvvisamente per rifugiarsi a Parigi da Danielle. Una donna che fu lʼamore dei suoi ventʼanni, quando ancora sognava di fare il regista. Da qui
lʼavvio di una storia avvincente che
vede stagliarsi la figura inquietante
del doppio: il professore Giovanni Ernani, filosofo coltissimo e geniale,
non amato dagli accademici perché
anticonformista, da poco uscito da un
Centro di salute mentale.
Ernani è uno pseudonimo. Si tratta, in
realtà, del gemello di Enrico e i due
non si parlano da trentʼanni a causa di
unʼantica ferita. In un raro equilibrio
fra comico e tragico, e attraverso suggestioni visive e forti elementi evocativi, si sviluppa una storia coinvolgente, con uno strepitoso Toni Servillo, nel ruolo del doppio (i gemelli
Enrico e Giovanni), il quale duetta sottilmente con un ottimo Valerio Mastandrea (Andrea Bottini, capo di gabinetto del leader). Di alto livello tutto
il cast, da Valeria Bruni Tedeschi (Danielle) ad Anna Bonaiuto e Michela Cescon, in un film che esalta le ambiguità
dellʼio. Molto emozionanti gli interventi da statista di Ernani nei panni del
fratello, quando cattura il pubblico
rassegnato della Sinistra con parole
appassionate e vere. Viva la libertà è
un viaggio parallelo fra personalità
che ritornano a comunicare, in modo
inconscio. Così, alla fine, diventa difficile distinguere la copia dallʼoriginale, Enrico da Giovanni. Andò gira il
suo film più lieve, con immagini ipnotiche. La sua è una leggerezza ricca di
profondità.
M. O.
posterweekend
8 FEBBRAIO 2013
come... dove... quando...
venerdi' 8 febbraio
CALTAGIRONE.
“Le storie di Fata
Fantasia”, di Silvana
Licitra, con Barbara
Giummarra e Laura
Guardiano, regia di
Franco Giorgio.
Auditorium del plesso
scolastico di via Fisicara
74 alle ore 17.30
CATANIA. Eleonora
ultima notte a Pittsburgh
MUSICA
sabato 9 febbraio
di Ghigo De Chiara, regia
Maurizio Scaparro
con Annamaria
Guarnieri. Teatro
Ambasciatori ore 20.45
CATANIA. Cesare Basile
live. Ore 21, Teatro
Coppola
MESSINA. Il berretto a
sonagli. Tratto dalla
commedia di L.
Pirandello. Teatro Vittorio
La vendetta del vinile
NON SOLO PEZZI di antiquariato. Al di là delle diatribe tra chi li ama e chi li odia, i dischi in vinile godono di unʼottima vitalità. Lo testimonia il fatto che le vendite in Italia sono praticamente costanti negli ultimi anni, con ricavi sopra i 2 milioni di euro allʼanno (e ciò rappresenta il settimo
mercato al mondo), e che in America e Inghilterra – e nel mondo
anglosassone in generale – si registra da tempo una crescita delle vendite a due cifre. In America, in particolare, a fronte di una
crisi che nel 2012 ha colpito tutto il mercato della musica, trainata verso il basso dal crollo dei cd, c'è stato un +17,7% di vendite
di album a 33 giri, con quasi cinque milioni di dollari di fatturato.
Ancora maggiore il boom in Inghilterra, con un +70% nel 2012 rispetto al 2011 e nove milione di dollari di ricavi. Non solo roba per
nostalgici e amanti del vintage, insomma, ma un modo diverso di
intendere la fruizione musicale: più attento ai contorni emotivi e a
quellʼalea – tipica del vinile – che ricorda certe atmosfere della
musica live.
di Marco Olivieri
Il cinema invisibile
ESISTE UN CINEMA invisibile, in città come Messina, eppure ricco di qualità e di idee non convenzionali. Un cinema dʼautore, ma che a volte sa intrattenere
con intelligenza, spesso penalizzato dalla grande distribuzione. Appare quindi particolarmente meritorio lʼimpegno del Cineforum Don
Orione di Messina, che si appresta a festeggiare cinquantʼanni di
ininterrotta attività di promozione cinematografica. In programma,
frutto delle scelte dei soci attraverso un referendum, ogni lunedì, film
di qualità come “Love Is All You Need” di Susanne Bier, “Il sospetto” di T. Vinterberg, “Un giorno speciale” di F. Comencini, “La sorgente dellʼamore” di R. Mihaileanu e “La parte degli angeli” di Ken
Loach. Dopo lʼOscar come migliore film straniero per “Un mondo migliore”, Susanne Bier firma il suo titolo più leggero. Una commedia
romantica prima di rituffarsi nei drammi del vivere.
Lunedì 11 febbraio “Love Is All You Need” presso la Sala Apollo 5
di Messina (ore 16.00, 18.10, 20.20, 22.30)
tv
Sanremo. Canzoni e
amarcord del Festival
della Canzone Italiana.
Palacultura ore 20.30
MESSINA. Gianluca
Rando e Peppe
Guerrera. Dal flamenco
al jazz, dalla musica
classica al tango
argentino. Scala
Maggiore Jazz Club - ore
21.30
CATANIA. Eleonora
ultima notte a
Pittsburgh
di Ghigo De Chiara,
regia Maurizio
Scaparro
con Annamaria
Guarnieri. Teatro
Ambasciatori ore
20.45
MESSINA. Il berretto
a sonagli. Tratto dalla
di Rai1 'Volare', in onda il
18 e il 19 febbraio, in cui
interpreta la leggenda
della musica italiana.
Beppe Fiorello, che sarà
anche ospite del festival di
Sanremo dove si esibirà
in alcune delle canzoni
che hanno portato al
successo Modugno,
aggiunge: "Signora
Caterina, parliamone! O
se non lei, qualcuno che
voglia fare una cosa
energica senza fare le
imitazioni di Modugno.
Anche perché se gli
americani hanno Bublé
che canta Sinatra, non
possiamo fare un Fiorello
che canta Modugno?".
commedia
di Luigi Pirandello.
Teatro Vittorio
Emanuele
ore 21
MESSINA. Agostino
contro tutti. Con le
musiche di Alessandro
Mannarino. Sala
Laudamo ore 21
MESSINA. Atos Trio.
Musiche di Beethoven
e Schubert, a cura
delle ass. Accademia
Filarmonica e V.
Bellini. Palacultura
Antonello ore 18
CATANIA. Mapuche
in concerto - presso
l'Associazione
Culturale Lomax
Cortile Archirotti, 1
(Via Fornai 44)
ore 22
Il diario di Celeste Brancato
Alla Laudamo grazie a Giampiero Cicciò pathos e riflessioni sulla vita. E la notte
DI GIUSEPPE RUGGERI
MESSINA. La scena è
povera, quasi minimale.
Un tavolo e una sedia
campeggiano su uno
sfondo scuro, incerto. Il
monologo dura poco più
di unʼora, scandito da
coni di luce che scivolano
sulla giovane
protagonista conferendo
alla sua fragile figura la
plastica potenza dʼun
dramma greco. Un
dramma che si esprime
con un movimento
ossessivo di danza dove
parole e gesti
sʼintrecciano fino a
confondersi in unico
amalgama, della
federica Der Cola
sostanza del sogno.
Perché cosʼè poi lʼarte se
non la materializzazione dʼun sogno? Così come
“ombra dʼun sogno fuggente” è in fondo la vita,
brevissima parentesi racchiusa tra due infiniti,
raccontare la quale, però, può anche comportare
lʼimpiego di unʼeternità. Una di queste eternità è
proprio lʼatto teatrale, il quale replica di continuo il
quotidiano sublimando la sofferenza che vi
sedimenta costante, silenziosa, minandole le
fondamenta.
Queste e tante altre - più difficilmente esprimibili le sensazioni evocate in chi scrive dalla
rappresentazione de “I miei occhi cambieranno”,
atto unico che rielabora in chiave teatrale il diario
di Celeste Brancato, attrice e autrice messinese
prematuramente mancata nel 2009 per un male
incurabile. Incurabile – va sottolineato – nella
misura in cui alla sofferenza non è ancora
possibile fornire una risposta, una motivazione che
ne giustifichi lʼesistere. Proprio questa sofferenza,
tuttavia, può essere sapientemente trasfigurata
dallʼarte della scena e dal flusso bidirezionale che
suggella la duratura empatia tra autore e
spettatore. In tutto ciò efficacemente sʼinserisce,
come nel caso particolare, lʼintuitiva – a tratti
noto
Fiorello: «Farei cover su Modugno»
ROMA. Beppe Fiorello,
una nuova carriera come
cantante accanto a quella
di attore? "Mi piacerebbe
prendere le canzoni che
ho eseguito nella fiction
su Modugno, Mister
Volare, e riproporle
magari per un pubblico
discografico, magari con
degli arrangiamenti nuovi
e originali. Se ci sono
discografici all'ascolto,
Caterina Caselli senza
fare nomi, e vogliamo farci
una chiacchierata,
potremmo fare un bel
lavoro", Lo ha rivelato in
una conversazione con
l'Ansa l'attore siciliano,
protagonista della fiction
Emanuele ore 17 - 21
MESSINA. Agostino
contro tutti. Con le
musiche di Alessandro
Mannarino. Sala
Laudamo ore 21
MESSINA. Moby Dick. A
cura della Compagnia
dell'Acquario, Cosenza.
Teatro Savio ore 10.30 e
21
MESSINA. Aspettando
MESSINA. VA IN SCENA IL DRAMMA DELLA GIOVANE ATTRICE-AUTRICE, MORTA PER UN MALE INCURABILE
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
catania
Il lungo viaggio di Ovadia
NOTO. Moni Ovadia
(nella foto) è un grande
narratore, un affabulatore
che sa restare lieve senza
mai scadere nella
banalità. Parliamo de “Il
registro dei peccati”, lo
spettacolo/narrazione che
sʼè visto giovedì scorso a
Noto, nel contesto della
stagione del Teatro
comunale “Tina Di
Lorenzo”. Ovadia
propone un viaggio e il
mondo che ci fa
attraversare, è quello dei
colori, dei sapori, dei
dolori, della sapienza
profonda e antichissima,
eppur capace di guardare
al presente, della grande
cultura ebraica chassidica
che ha abitato per secoli
lʼEuropa centro-orientale
fin quando non è stata
sradicata dalla follia
nazista. Una cultura dai
cui più profondi meandri
sono scaturiti molti, se
non proprio tutti, dei
personaggi maggiori e dei
sistemi intellettuali più
significativi della cultura
moderna e post
moderna: dal pensiero
di Freud, di Marx, di
Benjamin alla scrittura
Kafka, dal pensiero
scientifico di
Einstein al
cinema
Holliwoodiano, animato in
gran parte da esuli ebrei
emigrati in America: ecco,
Ovadia propone di
riflettere sui meccanismi
che hanno consentito al
mondo ebraico europeo
di farsi lievito della
modernità occidentale. Si
tratta di un viaggio in tre
tappe: il racconto, il canto
e lʼumorismo. La capacità
narrativa che,
ovviamente,
trae
origine
dalla
pagina 36
Bibbia (“il grande codice”
la definiva Northop Frye)
e che non è solo un modo
di imitare i meccanismi di
funzionamento mondo,
ma è proprio lʼatto
fecondo, creativo e
iniziale del mondo. Il
canto come dotazione
originaria dellʼuomo e del
mondo. E infine
lʼumorismo che è un
aspetto tipico non tanto,
della mentalità ebraica,
quanto proprio della sua
stessa spiritualità:
lʼumorismo come
capacità di dissipare
lʼodio col paradosso, di
offrire una via per uscire
dalla ferrea dialettica
tragica dello scontro tra
fazioni.
Le avventure del Vate
CATANIA. Al "Vate", alla
sua vita avventura e
sopra le righe, è dedicato
lo spettacolo “Gabriele
dʼAnnunzio, tra amori e
battaglie”, scritto e
interpretato da Edoardo
Sylos Labini, che si è
avvalso della prestigiosa
consulenza dello storico
Giordano Bruno Guerri. Il
lavoro teatrale è
liberamente tratto proprio
da "L'amante guerriero"
di Guerri, il più
autorevole biografo
dannunziano nonché
Presidente del Vittoriale
degli Italiani, Coautore e
regista della pièce è
Francesco Sala.
L'allestimento toccherà i
principali teatri italiani,
grazie ad una ricca
tournée che partirà dal
Teatro Marruccino di
Chieti il 9 febbraio.
Seconda tappa sarà
proprio il capoluogo
etneo: il 13 e 14 febbraio
il Teatro Stabile di
Catania ospiterà il titolo
fuori abbonamento alla
sala Musco. La
produzione rientra tra le
iniziative del 2013 per le
celebrazioni ufficiali del
150° anniversario della
nascita di dʼAnnunzio e
intende restituire al
pubblico la tempra
dell'eroe di Fiume.
posterweekend
centonove
domenica 10 febbraio
CATANIA. Eleonora
ultima notte a
Pittsburgh
di Ghigo De Chiara,
regia Maurizio
Scaparro
con Annamaria
Guarnieri. Teatro
Ambasciatori ore
20.45
MESSINA. Il
berretto a sonagli.
Tratto dalla
commedia di L.
Pirandello. Teatro
Vittorio Emanuele
ore 17.30
MESSINA. Agostino
contro tutti. Con le
musiche di
Alessandro
Mannarino. Sala
Laudamo ore 17.30
TORREGROTTA.
lunedi' 11
Zenigata. Cover dei
cartoons anni '70,
'80 e '90. Al
Rockerilla Pub - ore
22
CATANIA. Il
paraninfo di Luigi
Capuana, regia e
adattamento
Francesco
Randazzo. Teatro
Musco ore 21
perfino geniale - interpretazione di chi un testo
tanto problematico ha saputo rileggere e
trasmettere alla platea. Donando così al dolore
che lo permea una vita sua propria ritmata da
cadenze precise e inesorabili come la cronologia
degli eventi che si susseguono sul palcoscenico.
Il “pathos” di una diagnosi che non lascia
speranze dona timbro e colore ai pensieri della
protagonista che si dipanano come fili da un
arcolaio invisibile a seguire una traccia lontana,
persa nel tempo. La meta di questo viaggio, nei
buoni tre quarti della “pièce”, sembrerebbe
essere solo la notte, una notte sorda e opaca,
impenetrabile alla speranza, una notte verso cui
gli occhi della protagonista guardano con il
terrore dʼesserne inghiottiti, scontando così lʼoblio
che condanna la vita dei mortali. Ma è proprio nel
parossismo di questo terrore, quando le forze
sono sul punto dʼabbandonarla, che il grido di
Celeste, piuttosto che infrangersi sulle bianche
scogliere dellʼultimo porto, risuona con unʼeco
nuova che ne fa tremare dal profondo le viscere.
“Tutto nasce da dentro” – ecco la risposta a
quegli occhi i quali, a un certo punto della
parabola, improvvisamente mutano espressione
perché unʼonda di sentimenti mai provati, di
pulsioni sepolte dalla tempesta degli anni. Sono
le parole che Celeste, negli ultimi momenti,
rivolge a Giampiero Cicciò, a lei legato da
decenni di affettuosa e sodale amicizia. Ed è il
cambiamento – anzi il rivolgimento – del cuore e
della ragione a ispirare in lui, regista del dramma,
la cifra che questo dramma percorre nel suo
attraversare la sofferenza con la levità dʼuna
piuma, smussandone le asprezze nel tentativo (a
giudizio di chi scrive perfettamente riuscito) di
reperire un senso, una spiegazione a tutto. Una
consegna che Celeste, oltre che a Giampiero, ha
senza saperlo affidato a Giusi Venuti, colta e
appassionata arrangiatrice teatrale del testo, e
alla bravissima Federica De Cola, che ha
prestato la sua, ricca di vibrazioni profonde
dellʼanima, alla voce reale dellʼautrice. Una voce
che - grazie a quellʼineffabile gioco di empatie di
cui pocʼanzi si diceva - noi tutti, sospesi in assorto
silenzio dinanzi al miracolo del teatro, riusciamo
ancora oggi ad ascoltare.
termini imerese
Corso di Archeologia preistorica
TERMINI IMERESE. Corso di
archeologia preistorica
organizzato daSiciliantica
presso lʼauditorium del Liceo
scientifico “N. Palmeri” di Via
Salvatore Cimino. Tutti i fine
settimana da sabato 9 febbraio
apartire dalle 16.30 per
concludersi a luglio con una
visita guidata nellʼarea
archeologica di Pantelleria si
svolgeranno le lezioni con i più
grandi studiosi dʼItalia. La
presentazione sarà affidata
sabato 9 febbraio al presidente
di SiciliAntica, Alfonso Lo
Cascio con una introduzione
allo studio della preistoria
affidata a Sebastiano Tusa,
archeologo preistorico e
Soprintendente del mare
Vari i temi che saranno
affrontati fino a luglio. Da “Il
Paleolitico e il Mesolitico in
Sicilia” (sabato 16 dalle 16.30)
a “Lʼarte preistorica in Sicilia”
(sabato 23 febbraio alle 16.30),
al “Neolitico in Sicilia” (sabato 9
marzo) per finire con “La Media
Età del Bronzo in Sicilia”
(domenica 14 aprile). Tra i
relatori, Daria Petruso,
paleontologa, Enrico
Giannitrapani, archeologo
preistorico e Francesca
Spatafora, direttore Parco di
Himera. Alla fine del Corso
verrà rilasciato un attestato di
partecipazione. Per
informazioni: SiciliAntica, Via
Ospedale Civico, 32 - Termini
Imerese Tel. 091 8112571.
CATANIA. Da Evarco a
Messalla. Archeologia di
Catania e del territorio
dalla colonizzazione
greca alla conquista
romana', esposizione
dei reperti relativi alla
ricerca archeologica nel
territorio di Catania e
provincia. Museo
archeologico Paternò
Castello V
martedi' 12
PALERMO.
Ensemble strumentale
'Hans Krasa', con
Cristina Zavalloni e
Irene Ientile (voce),
Ornella Cerniglia
(pianoforte).
Nell'ambito dell'81^
Stagione concertistica
2012/2013. Teatro
Politeama Garibaldi
alle ore 21.15l
mercoledi' 13 febbraio
MESSINA.
I Fratelli
Karamazov.
Tratto dall'ultimo
romanzo di
Fedor
Dostoevskij
Teatro Vittorio
Emanuele
ore 21.
C. D'ORLANDO.
L'uomo, la bestia
MESSINA
e la virtù.
Di Gianfranco
Perriera, da un
testo di
Pirandello.
Cineteatro
Comunale
Rosso di San
Secondo
(Lungomare
Andrea Doria )
ore 21
8 FEBBRAIO 2013
giovedi' 14 febbraio
MESSINA.
I Fratelli Karamazov.
Tratto dall'ultimo
romanzo di Fedor
Dostoevskij
Teatro Vittorio
Emanuele
ore 17.30
MESSINA. Trio
Anciuti. Oboe e corno
inglese per la
stagione Galleria in
Musica. Galleria
d'Arte Moderna e
Contemporanea
ore 17
MESSINA. Parlami
d'amore!. Con
Jolanta Stanelyte e
Guido Galterio, per i
Concerti d'Ateneo.
Aula Magna
dell'Università
ore 21
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Il week-end si fa in tre
“Il berretto a sonagli” al Vittorio Emanuele, “Agostino
tutti contro tutti” alla Laudamo e Moby Dick al Savio
MESSINA. Settimana ricca di spettacoli teatrali. Lʼaltro
ieri sera (con repliche sino a domenica 10 febbraio) ha
debuttato al Vittorio Emanuele, “Il berretto a sonagli”
di Pirandello, ruotante come è noto attorno al
personaggio di Ciampa. «Un eroe moderno – scrive il
regista Mauro Bolognini – un uomo giovane poco più
di 40 anni che, tradito dalla moglie, accetta la
condanna e la pena di spartire lʼamore della propria
donna con un altro uomo pur di non perderla ». Due le
“prime” di questa sera 8 febbraio: alla Sala Laudamo
va in scena sino a domenica - inaugurando così il
cartellone sul “Paradosso sullʼautore” stilato da Dario
Tomasello – “Agostino Tutti contro tutti” di
Massimiliano Bruno che ha come unico protagonista
Rolando Ravello, noto ai più per le sue apparizioni
cinematografiche e televisive (è Marco Pantani del film
per la TV “Il Pirata), diretto da Lorenzo Gioielli., il quale
così scrive sulle sue note di regia: « ”Agostino” è un
modo per trattare con leggerezza un tema per molte
famiglie angosciante: la casa. Un operaio e la sua
famiglia tornano allʼappartamento che hanno
faticosamente affittato, ma trovano la serratura
cambiata e altre persone allʼinterno. Da quel momento
Agostino scopre che in realtà non aveva diritto
dʼabitare lì, che il padrone di casa non è il vero padrone
di casa, che forse è un ente, forse è lo Stato o chissà
chi. Comunque sia, ormai lʼappartamento è di chi se lo
prende. Cerca quindi di ritornare in possesso
dellʼabitazione e inizia un viaggio in cui la sua onestà si
scontra continuamente contro lʼItalia del XXI secolo, un
paese in cui la buonafede viene spesso dileggiata se
non calpestata e umiliata. Agostino è un antieroe
piccolo piccolo, che riesce a resistere alla tentazione di
mescolarsi con i “cattivi” uscendone, però, quasi
distrutto. Ravello interpreta tutti i personaggi della
commedia, Agostino stesso, nonni, mogli, figli, i loro
insegnanti, i loro compagni di scuola, e ancora
sacerdoti, temibili delinquenti e i nuovi occupanti della
casa, disegnando in unʼora e mezza un affresco
comico e struggente della nostra epoca e dellʼeterna
lotta a cui si è costretti per non soccombere
allʼarroganza e alla sopraffazione. Le canzoni e la
musica di Alessandro Mannarino fanno non solo da
colonna sonora ma anche da vera e propria coscienza
del protagonista, definendo con le scene sognate e
vitali di Claudia Cosenza, quellʼincubo tragicomico che
è lo spettacolo “Agostino”. Però il testo, purtroppo, non
è un sogno né un incubo, ma è ispirato ad una storia
vera ».
Il terzo appuntamento teatrale è al Teatro Savio in
quella stagione teatrale denominata dal suo direttore
artistico Gianfranco Quero, “In direzione contraria e
ostinata”, dove sempre questa serra debutterà una
versione del “Moby Dick” presumibilmente di Herman
Melville, interpretato da Maurizio Stammati e con la
regia dʼun antico amico appassionato di teatro che
risponde al nome di Antonello Antponante per conto
del Teatro dellʼAcquario di Cosenza.
Gigi Giacobbe
pagina 37
Valpolicella, qualità 2009
SONO RIMASTO piacevolmente colpito dal millessimo 2009
dellʼAmarone di Valpolicella. Durante lʼAnteprima Amarone ʼ09,
svoltasi di recente a Verona ho trovato mediamente vini già in
buon equilibrio, eleganti e con tannini meno aggressivi, così come lʼacidità, di qualche annata recente. La vendemmia 2009 in
Valpolicella è stata caratterizzata da temperature piuttosto rigide e da abbondanti piogge e nevicate. Mentre primavera ed
estate sono state abbastanza calde con un agosto caldissimo,
a fare la differenza è stato settembre in quanto si sono registrate
ottime escursioni termiche fra giorno e notte con clima fresco e
ventilato così da garantire la maturazione ottimale delle uve.
Quindi meno quantità nel 2009 in Valpolicella rispetto al 2008
ma uve sane e di ottima qualità. Una sessantina i vini presentati. Cito a memoria quelli che mi sono piaciuti di più a cominciare dal Monte del Frà Amarone ʼ09 elegantissimo al naso,
giocato fra frutto e note floreali e balsamiche, acidità e tannini
fitti e fini. Novaia Amarone ʼ09 bel naso ricco di sensazioni floreali, balsamiche ma anche erbe aromatiche e frutta rossa. Roccolo Grassi Amarone ʼ09 intenso, pieno al naso con una bella sponda minerale ad alleggerire un bel frutto nitido, poi spezie e cioccolato, lungo, ricco di frutto succoso e tannini nobili al
palato. Armani Amarone ʼ09 Albino Armani, austero al naso
dove alla frutta rossa matura sommano fresche note di lavanda e una bella sfumatura affumicata. Soraighe by Bennati
Amarone ʼ09 naso molto ricco ciliegie scure e sotto spirito, cioccolato, pepe, fiori, ambio e ben disteso al palato. Stefano Accordini Amarone ʼ09 naso di rara pulizia, al palato il frutto, pieno e maturo, è ben esaltato da una buona sapidità e sostenuto
da unʼelegante architettura tannica, lungo ed appagante il finale. Aldegheri Amarone ʼ09 naso complesso, piccola frutta rossa matura, spezie, cannella, ginseng, legno nobile, tannini ancora esuberanti ben tenuti a bada da un frutto integro.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Giggi alla malvasia e crema ricotta
I GIGGI ALLA MALVASIA DELLE LIPARI e crema di ricotta
sono dolcetti invernali, tipici delle Isole Eolie, che fanno parte di
quella folta schiera di frittelle che caratterizzano Carnevale. Gli
ingredienti sono pressoché gli stessi utilizzati per le cialde dei
cannoli. Ingredienti: per i giggi: 500 g di farina, 100 g di strutto,
75 g di zucchero, 250 ml di vino cotto, 125 ml di malvasia delle
Lipari, 2 tuorli d'uovo, olio di oliva minuta, cannella in polvere,
zucchero per decorare. Per la crema di ricotta: 300 g di ricotta
di pecora, 200 g zucchero a velo. Impastare la farina con lo strutto, lo zucchero, i tuorli e la malvasia fino a ottenere un composto liscio e omogeneo, coprirlo con un canovaccio e lasciarlo riposare in un luogo tiepido e asciutto. Realizzare con lʼimpasto
dei bastoncini e tagliarli a pezzi. Friggerli in olio bollente fino a
doratura, scolarli e porli sulla carta assorbente. Versare il vino
cotto in un tegame e portarlo a ebollizione, versarvi i giggi e mescolare più volte perché sʼimpregnino, disporli su un piatto da
portata, cospargerli di zucchero e cannella. Guarnire con la crema di ricotta e servire. Spolverare a freddo con le mandorle.
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posterlettere&...
8 FEBBRAIO 2013
MESSINADRASTICA di Fabio Amato
Amate
le pozzanghere
MESSINA. Oh
pozzanghera,
specchio della mia
amata città! Mi piace
guardare la mia faccia
impressa nell'acqua. Si
muove, si deforma, si allunga, si
accorcia, ed a Messina ho,
l'imbarazzo della scelta. Appena
piove se ne formano tante in città,
tutte in posti diversi, in angoli
diversi, le macchine passano
velocemente e bagnano i passanti
ed anche noi poveri motociclisti. E'
un esperienza molto eccitante,
anche perchè d'estate l'acqua è
fresca e d' inverno ha un non so
che di acqua termale. Le migliori
pozzanghere sono in Viale
Libertà, vicino alla rada di San
Francesco, ed infatti stanno
pensando di fare un porticciolo, e
di fronte alla chiesa del Ringo, e li,
nella pozzanghera il prete ha
messo dell'acqua benedetta per
purificare chi va in chiesa! Oh
pozzanghera, acqua della mia
città, Gange della mia vita.
Messinesi voi non avete idea della
fortuna che avete. Le altre città,
avendo i tombini puliti e le strade
curate, non conoscono l'esistenza
della pozzanghere, l'altro giorno
ho visto un gruppo di Cinesi che le
fotografavano entusiasti ed
accanto c'era un gruppo di
studenti in gita scolastica,
organizzata appositamente per
vedere le pozzanghere. Inoltre nel
tempo ci stiamo specializzando
sempre di più tanto che la nostra
città diventerà la location per un
film su Fred Astaire. Amate le
pozzanghere, sono naturali e non
inquinano. E se vi fate un giro per
la città ne troverete sempre di più,
piccole e grandi, di tutte le misure
e di tutte le forme. Valorizziamole!
Pubblicizziamole!
Sponsorizziamole! Ma soprattutto
AMIAMOLE, perche sono il fiore
all'occhiello della nostra città!
DISCUTIAMONE di Augusto Cavadi
HERITAGE di Sergio Bertolami
A proposito di meritocrazia e democrazia
Eʼ POSSIBILE CONCILIARE la meritocrazia con la democrazia?
Soprattutto in tempi di programmi elettorali ritornano certi interrogativi un poʼ più di fondo. La
storia occidentale non è certo unanime in proposito. Si oscilla da fautori della meritocrazia a
spese della democrazia (Platone) a propugnatori della democrazia a spese della
meritocrazia (Rousseau). Nella Repubblica, infatti, Platone disegna una città ideale in cui a
governare sono i saggi ai quali spetta il compito di scegliere, per la generazione successiva, i
bambini e i ragazzi più adatti a rimpiazzarli. Per assicurare lʼobiettività della scelta, senza
familismi più o meno amorali, Platone ipotizza che i bambini di ogni fascia dʼetà vengano
allevati insieme dallo Stato senza che sia possibile ai genitori riconoscere i propri figli. La
soluzione “comunista” non è però mai passata alla fase dellʼattuazione storica, un poʼ perché
non è facile rinunziare al “riconoscimento” della paternità, un poʼ perché nessun sistema è
infallibile: chi giudicherà la validità del giudizio dei governanti? Chi garantirà che, almeno in
buona fede, non prendano talora lucciole per lanterne? Potrebbe capitare che un ragazzino
sveglio, fantasioso, creativo, comunicativo e capace di adattamento come un camaleonte per esempio di nome Silvio – venisse prescelto dallʼalto, ma riservasse col tempo amare
sorprese. Come potrebbe riservarle qualche ragazzino riflessivo, diligentissimo, concentrato
nello studio, incline a imparare le lingue e le tecniche statistiche, per esempio di nome Mario.
Insomma: si semplifica troppo il quadro nel caso di una meritocrazia senza democrazia.
Ma non avviene altrettanto per chi miri a una democrazia senza meritocrazia? In questa
ipotesi, il sistema ideale dovrebbe essere la democrazia diretta, assembleare: ogni testa
un voto e la maggioranza vince. Ma è proprio il teorico della sovranità popolare,
nellʼaccezione moderna della formula, Jean-Jacques Rousseau, a evidenziare una
difficoltà: non sempre la somma aritmetica delle opinioni individuali coincide con
lʼopinione oggettivamente migliore; può darsi che i mille votanti di un cantone svizzero
siano a stragrande maggioranza dʼaccordo su una deliberazione che non coincide con il
vero bene del cantone. Così Rousseau è costretto a introdurre una distinzione un poʼ
capziosa fra la “volontà di tutti” (maggioranza quantitativa) e la “volontà generale”
(maggioranza qualitativa). Neanche questa soluzione, come la platonica, ha avuto
attuazioni storiche (almeno di estensione ampia e di durata significativa): da Robespierre
in poi, la storia si è incaricata di mostrarci quanto sia facile per qualche dittatore,
soprattuto se animato dalla lodevole intenzione di trasformare la terra in paradiso,
rinnegare la volontà delle maggioranze aritmetiche in nome della propria volontà
arbitrariamente spacciata per “volontà generale”.
Si potrebbe ipotizzare che proprio i difetti della democrazia diretta, assembleare, abbiano
indotto molte società (per esempio i padri della Costituzione italiana) a privilegiare tranne pochi casi affidati ai referendum popolari - la democrazia indiretta,
rappresentativa: tutti votiamo, ma non tutti decidiamo. Tutti votiamo per individuare chi
avrà avere il compito di decidere: tutti votiamo per individuare chi di noi occuperà, per un
certo periodo temporale, quegli organi deliberativi che si chiamano Parlamento a livello
nazionale e poi, via via, Consiglio regionale, Consiglio provinciale, Consiglio comunale,
Consiglio di circoscrizione. Se non vado errato, è proprio nel caso in cui si accetti la
democrazia per via elettorale che si impone in tutta la sua gravità la questione
meritocratica: che qualità devono avere i citttadini che, per quattro o cinque anni,
potranno condizionare pesantemente - in positivo e in negativo – la vita quotidiana di tutti
noi? Dovranno essere tra i più furbi, tra i più abili nel far soldi, tra i più sognatori ? Si
potrebbe rispondere: tra i più competenti e i più onesti. Ma anche questa è una formula
tanto più condivisibile quanto meno si prova ad applicarla. Ognuno di noi ha unʼidea
particolare di cosa sia “competenza” e di cosa sia “onestà”. Dovremmo imparare a
confrontarci serenamente e pubblicamente: perché non ci può essere democrazia se non
si riescono a individuare i rappresentanti del popolo (demos) - cui attribuire potere
(crazia) - mediante la valutazione dei meriti. Ma i meritevoli al potere vanno
continuamente controllati dal basso senza deleghe in bianco. Così il cerchio si chiude:
non solo la democrazia ha senso solo in un sistema meritocratico, ma a sua volta la
meritocrazia ha senso solo in un sistema democratico.
(www.augustocavadi.com)
ECOLOGIA E AMBIENTE
centonove
In mostra una storia
elementare
MESSINA. Alla Biblioteca
Universitaria cʼè la storia
per i grandi e quella per i piccini. Così come cʼè il Corriere e il Corrierino. È disegnata sulle copertine dei quaderni “A quadretti o a righe…”. Non racconta affatto
della sventura del signor Bonaventura,
ma solo grandi temi nazionali proponendo effigi dei protagonisti-simbolo. Immagini della retorica monarchica e della propaganda fascista. Emerge tuttavia un nodo fra generazioni. “La mancata innocenza” dei bambini di ieri è condivisa dai nostri, soggiogati dalla persuasione subliminale della società dei consumi. A differenza di oggi, però, quei coloratissimi quaderni inseminavano ideologia secondo un
carattere trasversale a tante (e contrapposte) dottrine politiche del tempo. Ecco
allora sfruttati episodi dellʼepopea garibaldina, del valore italiano nella grande
guerra e chiaramente della storia del fascismo. Lʼidea è manifestata su uno dei
quaderni: «La Patria si forma nei banchi
di scuola prima ancora che nella coscienza dei cittadini». Per farlo si narra una storia elementare, piuttosto che per le elementari. Tantʼè che la battaglia di Lepanto del 1571 tra la flotta ottomana e quella
cristiana è «vinta con lʼimpegno e il valore degli italiani». Poco importa se lʼItalia
politica era ancora da venire e, sotto il vessillo della Lega Santa, Napoli e Sicilia rappresentavano la Spagna. Piuttosto vale
far rilevare che «è solo lʼazione che tempra le anime». Perciò tra adunate sportive, Opera Balilla e scuole rurali, anche le
virtù civili sono premiate. Come lo sprezzo del pericolo manifestato da «Sidoti Felice, avanguardista di Messina» che in camicia nera affronta un demente armato.
Sono i capitoli che descrivono una Italia
marciante, così bene rappresentata dai
soldatini della ditta Confalonieri che Santi Racchiusa ha posto in bacheca insieme
alla ricca collezione di quaderni, a sostegno del lascito Bongiovanni. Il titolo del
suo libro è «Il gioco della storia». Mi pare
rappresenti lo spirito riflessivo di questa
mostra accattivante.
[email protected]
di Anna Giordano
E-mozione Ponte
ALCUNE SETTIMANE FA LʼARS ha approvato una
mozione sul ponte sullo Stretto, di fatto esprimendo un
dissenso da quello che ad oggi è stato sempre portato
su di un tappeto rosso steso in ogni dove. Nel caos dei
tanti eventi che richiamano la mia attenzione, avevo
rimosso le dichiarazioni di chi questo dissenso non lʼha
gradito, puntando, tanto per cambiare, su argomenti che
a modo suo voleva ridicolizzare, ma che hanno invece
una valenza enorme, almeno per chi ha come obiettivo
la tutela dellʼambiente, anche in quel di Bruxelles. Già,
affermare che così non sarebbero state modificate le
rotte migratorie degli uccellini e dei pesci, voleva essere,
nella mente di chi lʼha lanciato alla stampa, un modo per
banalizzare lʼopposizione al progetto più devastante che
si possa immaginare, qui più che mai.
Significa non volere, a distanza di 10
anni dallʼinizio formale di questo - per
molti - stillicidio, assimilare i motivi
tecnici del no al ponte, uccelli migratori
inclusi ma non lʼunico motivo
dellʼassurdità e pericolosità di questo
ponte: centinaia di migliaia di mq di cantieri al posto di
case e/o natura superstite, oltre 16 milioni di mc di
materiale di scavo da movimentare e sistemare da
qualche parte (vi siete dimenticati la folle idea di metterli
nelle aree di impluvio sopra la città di Messina??),
centinaia di migliaia di viaggi camion dentro la città e
sulle strade anche extra urbane, moli e navi da e per
cantieri anche lontani, con buona pace del mare e dei
pesci e dei pescatori (guai a pensare che ci possano
essere effetti a lungo termine, esula dalla capacità
mentale di molti), inquinamento inevitabile e tanto,
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tantissimo altro, acqua inclusa, il cui
approvvigionamento rimane avvolto nella contraddizione
assoluta. Sarebbe bello che chi tuona contro chi il ponte
non lo vuole e dimostra anche i tanti perché, si legga ciò
che abbiamo scritto, documentando lo scempio che
altrove viene taciuto, che interessi gli umani o gli uccelli
o il suolo o i pesci, tutti insieme comunque nel mirino
dellʼindifferenza che spesso precipita nella cattiveria e
nellʼegoismo. E al di là di quelli che sono i tanti aspetti
cruciali del no al ponte, sarebbe bello che chi sbeffeggia
lʼimportanza degli uccelli migratori e delle norme che li
tutelano, la prossima vita rinascesse con le ali e capisse
cosa significa volare sullo Stretto con lo scirocco a 80
kmh e trovarsi un ostacolo gigantesco, morendoci
contro. Non lo auguro comunque a nessuno, men che
meno agli uccelli che a dispetto dello sbeffeggio altrui,
continuo ad amare e a tentare spesso invano, di
proteggere.
centonove
poster...commenti
DERIVE TECNOLOGICHE di Roberto Saglimbeni
ELIODORO
Lernstift, la penna che ci corregge
IN PRINCIPIO FU la gomma, poi
venne il “bianchetto”, infine il
correttore automatico del
computer e degli smartphone.
Strumenti utilissimi, per carità,
che ci hanno aiutato e seguito in
tutti quei momenti in cui la nostra
abilità grammaticale non lʼha
fatto, anche se già lʼultimo di
questi si è spesso segnalato per
la sua “invasività”. Ma se
credevate che ci si fosse fermati
qui vi sbagliavate di grosso. È
infatti notizia di questi giorni la
produzione, ancora sotto forma di
prototipo, di una penna
“autocorreggente” destinata a
cambiare per sempre il nostro
approccio con la scrittura.
Lernstift, questo il nome, è come
si intuisce unʼinvenzione tedesca
ma lʼentusiasmo che ne ha
accolto il pre-lancio è stato
unanime e internazionale: in
Italia, ad esempio, il sito del
Corriere della Sera le ha dedicato
unʼintera pagina, con tanto di
video dimostrativo e, non ancora
contento, ha dichiarato: […]La
soluzione ai problemi di scrittura
è – letteralmente – a portata di
mano grazie a Lernstift, una
penna hi-tech che vibra in tempo
reale ogni qual volta “avverte” che
si sta scrivendo qualcosa di
sbagliato […] Insomma, il sogno
di ogni scolaro alle prese coi primi
rudimenti ortografici, ma anche di
un qualunque adulto in crisi
grammaticale. Insomma, molto
più che una penna, un educatore,
un maestro, molto più della
stessa esperienza: chi si
ricorderà più le paginette di “a” se
è Lernstift a correggerci? Mi
perdoneranno (sperando che
abbiano modo di leggere questo
articolo) i colleghi del Corriere
così come qualunque altra
persona che abbia salutato con
gioia e interesse questo nuovo
strumento di cui, personalmente,
non sentivo il bisogno, poiché in
questa quantomeno curiosa
vicenda rilevo due tematiche
fondamentali messe in secondo
piano dalla straordinarietà
dellʼoggetto in sé. Il primo dubbio
che sorge è di natura funzionale:
come potrà infatti Lernstift
adattarsi alle naturali differenze di
grafia esistenti da persona a
persona? Su quali parametri
verranno individuati gli errori? In
mancanza di risposte sul sito,
dove un bambino sorride per
lʼintelligenza della penna di fronte
ai genitori, più che contenti di
essersi tolti un ulteriore peso
educativo, non mi resta che
immaginare che la nostra penna
“magica” verrà tarata su dei valori
standard. Il risultato? Non avremo
altro che dieci, cento, mille,
milioni di scritture uguali, di
persone uguali, abituate a
scrivere le stesse lettere, le
stesse parole nello stesso
identico modo, pena la fatale
vibrazione della nuova penna. E
dallo scrivere allo stesso modo
allo scrivere le stesse cose,
condannando la realtà a subire la
peggiore delle utopie, il passo è
assai breve. Ma ancor più grave è
il secondo punto di questo
drammatico ragionamento: quali
sono le conseguenze etico-sociali
di unʼapplicazione diffusa di
Lernstift? In primo luogo si instilla
nei bambini in età prescolare, cui la
penna è principalmente indirizzata,
lʼidea che a un errore sia associato
un “dolore”, per quanto in senso
lato, ovvero la vibrazione della
penna stessa. Disabituati a
riconoscere da sé gli errori fatti i
giovani “scrittori” valuteranno come
errore solo ciò che Lernstift
segnala, anche qualora le loro
opinioni cozzassero apertamente
col buon senso e con le regole
grammaticali, che, tra parentesi,
potrebbero tranquillamente essere
dimenticate. “Scrivi come dice la
penna, e vai sicuro!”, direbbe un
genitore del futuro, felice di aver
comprato al figlio lo strumento che
lo relegherà in un abisso di
ignoranza inconsapevole. In
conclusione, nessuno può negare
la sempre crescente incidenza di
strumenti elettronici nelle nostre
azioni quotidiane, tra le
quali rientra
indubbiamente scrivere:
tuttavia la comodità non
può farci delegare a un
oggetto fallibile ciò che il
nostro cervello ha
imparato a fare nei
millenni, apprendendo
dai suoi errori. Di certo
non siamo più al tempo
degli amanuensi, ma
niente e nessuno può
comunque eguagliare il
piacere di scrivere a
mano, di vedere stendersi su carta
i prodotti del proprio pensiero, di
fermarsi a riflettere, correggere,
strappare il foglio e ricominciare, e
se questo sistema ci ha condotto
fino a questo punto non dobbiamo
frettolosamente abbandonarlo per
chissà quale miraggio. Non
dobbiamo avere paura di
sbagliare: che ne sarebbe stato
della lingua italiana se la
vibrazione di una penna
“intelligente” (?) avesse bloccato la
mano dellʼautore dellʼindovinello
veronese?
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Volontari per i cani
MESSINA. A Messina a che punto è la sensibilità
animalista? Qual è il destino dei randagi? Chi veglia su
di loro c'è e agisce, facendo i conti con numerose
complicazioni. Non mancano le iniziative: il problema è
che spesso non richiamano l'interesse del "grande
pubblico". Fare da cassa di risonanza è un piccolo e
timido passo, ma senza dubbio utile. Ecco che allora
diventa necessario parlare, per quanto brevemente, dei
locali dell'ex area macello in Via Don Blasco, divenuti
rifugio per gli amici a quattro zampe che un padrone
non lo hanno mai avuto e lo aspettano o che un
padrone lo hanno pure avuto ma ne meritano uno
migliore. Si tratta di circa ottanta cani, ospitati negli
spazi adibiti a canile. Ci sono cuccioli di pochi mesi ed
esemplari di sette e otto anni. Ci sono cani in uno stato
8 FEBBRAIO 2013
di salute non ottimale ed altri sani. I
ragazzi che se ne occupano sono non
più di quindici e fanno il possibile, ma la
situazione è estremamente delicata e si
sa che in condizioni di difficoltà e disagio
qualsiasi mano di aiuto è bene accetta.
Chiunque voglia rendersi utile e migliorare le condizioni
di vita dei cani della struttura può farlo contattando su
Facebook le pagine Bau Mercatino e Adotta un cane
Messina o approfittando della presenza sul posto dei
volontari, tutte le mattine dalle 9 alle 14 e la domenica
fino alle 12.30. Medicine, cibo, scodelle, coperte,
detersivi, asciugamani, pane secco, collari e guinzagli,
antiparassitari sarebbero linfa vitale. Un vero balsamo
sarebbe la propria attività di volontariato: basterebbe
presentarsi vestiti in abiti dimessi per regalare affetto a
creature che cercano solo la compagnia di qualcuno
disposto a dedicare loro del tempo.
pagina 39
Il velodromo abbandonato
PATERNOʼ. Separazione
vero Doveva essere il fiore
all'occhiello
dell'impiantistica
sportiva e trasformare la
città delle arance nella
capitale del ciclismo su
pista. In realtà il velodromo
di Paternò è rimasto
un'incompiuta, vittima di
un contenzioso tra la
Provincia regionale di
Catania e l'impresa che
stava eseguendo i lavori,
poi fallita. Milioni di euro,
inizialmente
erano mliardi di lire,
sprecati per un mostro di
cemento vandalizzato più
volte, rifugio per
sbandati ed
extracomunitari che in
questa stagione lavorano
negli agrumeti.
Neanche le telecamere di
Striscia la notizia ssono
riuscite a schiodare gli
amministratori
provinciali dal loro
torpore.
150 PAROLE DA PALERMO
Oro blu
METTI CHE una famiglia media utilizzi la lavatrice un giorno sì e uno no. Metti che ogni ciclo preveda almeno due o
tre risciacqui. Metti che lʼacqua degli ultimi due risciacqui,
abbastanza pulita e magari profumata con lʼammorbidente, venga raccolta in un apposito recipiente, trasportata nel
bagno e poi utilizzata come acqua di scarico per il w.c. Eʼ
vero: lʼoperazione comporta un poʼ di fatica: ma è alla portata delle casalinghe volenterose, nelle cui case la lavatrice è, in genere, assai vicina al bagno, se non accanto ad esso. E allora ho un sogno ecologico: che gli abitanti della
mia Palermo si convertano al riuso delle acque di risciacquo della lavatrice per la pulizia del water. Che la mia città,
nel futuro prossimo, possa salire agli onori della cronaca
perché sarà la prima città italiana a non sprecare preziosa
acqua pulita per accompagnare la pipì nel suo viaggio alla
fogna.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Crocetta, il messinese
MESSINA. “Messina, la nostra città”, è questa l'affermazione
che il presidente Crocetta si è lasciato sfuggire durante il
discorso tenuto recentemente al Teatro Vittorio Emanuele e, a
dire il vero, i riferimenti ai problemi cittadini sono stati così tanti
e puntuali da renderla non impropria: Crocetta messinese,
dunque. Il presidente ha associato le vittime di Giampilieri e le
vittime della mafia, i problemi dei lavoratori della Triscele e
quelli degli orchestrali del Teatro, sottolineando poi la
“singolare” situazione delle imprese che svolgevano servizi alle
autostrade e che ora sono state “cacciate” grazie a un suo
intervento diretto. Non si è limitato comunque a fare solo
denunce: ha parlato di alta velocità e raddoppio ferroviario, di
Fiera da rilanciare e passeggiata a mare da valorizzare, ma
forse uno dei passaggi più forti e imprevedibili è stato quando
ha parlato della necessità di liberarsi dalle famiglie che
governano la città. A chi si riferiva precisamente? Tra le
famiglie che più contano a Messina ci sono quelle di
Francantonio Genovese del PD e Giampiero DʼAlia dell'UDC
che hanno appoggiato fortemente la candidatura di Crocetta
alla presidenza della regione, contribuendo in maniera
determinante alla sua elezione. Il presidente conosce troppo
bene queste situazioni per poter pensare che la sua sia stata
solo una battuta dal “sen fuggita”. E allora? La strategia politica
di Crocetta e del suo movimento “Il Megafono”, che sta
prendendo corpo in questi mesi in Sicilia, avrà proprio a partire
dalla città dello stretto un punto di snodo significativo e proprio
in questa città avrà il suo banco di prova decisivo anche per la
scelta del futuro candidato a sindaco.
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