Centonove numero 5
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Centonove numero 5
PAG. ANNO XX N. 5 8 FEBBRAIO 2013 EURO 1,50 8/9 La disfatta del Cus Il centro universitario sportivo verso la liquidazione Carlo Borrella Tagliati due milioni di euro al personale. La rivoluzione di burocrati e amministrativi Franco Tomasello Giovanni Ardizzone centonove Ars, le forbici di Ardizzone 17 Fallimento Demoter Crac del’impresa di costruzioni più grande di Messina. I retroscena PAG. 25 PAG. Settimanale di Politica, Cultura, Economia SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) Boss cercasi L’INCHIESTA TRE OMICIDI IN UN MESE FANNO TREMARE BARCELLONA. ECCO COME SI RIACCENDE LA GUERRA DI MAFIA NEL COMUNE DEGLI SCANDALI. E DEI MISTERI 8 FEBBRAIO 2013 il punto centonove EDIT Quando è troppo... IL MESSAGGIO È partito da DʼAlia in direzione Crocetta e la risposta non si è fatta attendere: il presidente vuole mantenere le Province e riscriverne le competenze; il senatore Udc, suo grande elettore, non ne vuole sapere. Ma le Province, come i Tribunali sguarniti, non sono la materia del contendere. Al centro della semantica politica cʼè un messaggio neppure troppo cifrato: Crocetta non può pensare di fare e disfare tutto senza discutere e concordare con gli alleati. “Non è così che si fa politica…”. A preoccupare è lʼeccesso di movimentismo di Crocetta e gli annunci a ripetizione del suo Megafono: oggi tagli alla Formazione, oggi tagli ai Pannoloni, oggi denuncia alla Procura per Il Cas, oggi siamo contro il Muos, oggi imbarchiamo un poʼ di transfughi e facciamo una maggioranza parallela. Insomma “troppo”, anche per due giovani democristiani come Genovese e DʼAlia ai quali sta girando non solo la testa. Sapevano di Crocetta scoppiettante, non pensavano al frullatore messo in campo che macina adesioni anche tra i Grillini. Così le prove dʼorchestra sono pronte e si va alle elezioni. Ma subito dopo aspettiamoci il primo vero, grande rimpasto della giunta Crocetta. In che direzione? Oggi non si sa. Sognando l’America Mentre il resto del mondo torna ad avere un mercato del lavoro competitivo, il Sud resta al palo. Grazie ad una classe politica che dimentica il territorio DI GIOVANNI FRAZZICA SIAMO IN ATTESA del 26 febbraio, dei risultati, di vederli partire per Roma forti del nostro consenso, come un tempo partivano i soldati per il fronte. Molti di loro non tornavano, dispersi nelle steppe russe, nei burroni del Carso o nei deserti africani, dove si sono coperti dʼonore combattendo. I nostri deputati ritornano, partecipano anchʼessi a delle battaglie (parlamentari), ma raramente si coprono di gloria. Ci si chiede come mai possa avvenir questo, considerato che hanno lo stesso identico potere di rappresentanza di loro colleghi espressione di altri territori. Ci soccorre la saggezza dei romani. “Senatores boni viri, senatus autem mala bestia” questa locuzione, attribuita senza alcuna certezza a Cicerone, sta ad indicare che, per quanto si possa essere animati da buone intenzioni e pur essendo in possesso di grandi virtù, tali doti possono essere vanificate nelle attività assembleari, in cui alla fine prevalgono interessi, vizi, pregiudizi e quantʼaltro di ciascun gruppo e di ciascun votante e perdono rilievo i meriti e le virtù personali. Questa costituisce una attenuante generica per ogni nostro caro parlamentare a prescindere dal colore politico. Poi occorre fare una prima distinzione tra coloro che sono in raggruppamenti di maggioranza o di minoranza rispetto al governo e, infine, occorre vedere se si trova in maggioranza o in minoranza nel proprio partito, sia esso di governo che di opposizione. La collocazione conta moltissimo, però se è nel gruppo di maggioranza di un partito di governo (a Roma o a Palermo) e tuttavia non cava un ragno dal buco probabilmente qualcuno ha fatto male a metterlo in lista ed in tanti hanno Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore: Kimon scrl: Via S. Camillo, 8 MESSINA tel.: 090/9430208 Fax: 090/9430210 P. Iva 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11- 92 del 4 maggio 1992 Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229 Stampa: Sts Spa - Società tipografica Siciliana spa Strada 5 n. 35 - zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti via San Camillo, 8 98122 (ME), CCP n° 90443839 Copie arretrate Euro 3,00; Internet: http://www.centonove.it e-mail [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile sbagliato a votarlo. Uno dei tanti tragici limiti del sistema elettorale denominato “porcellum” è che di fatto i parlamentari inseriti in lista rigida sono di fatto nominati dai Segretari di partito cui prestano una obbedienza che supera il dovere di rappresentaza che dovrebbero avere nei confronti dei cittadini elettori. Succede quindi, tanto per fare alcuni esempi, che per i territori alluvionati arrivano meno soldi del dovuto ed in ritardo, lʼAlta Velocità Napoli-Reggio, diventa Napoli-Bari, lʼIsolabella di Taormina viene assegnata in gestione, da una commissione regionale in cui erano presenti due parlamentari messinesi, ad un Istituto catanese. Ed ancora la Intermarine di Roberto Colaninno inghiotte la Rodriquez, vanto della cantieristica navale messinese, e si arriva a cose fatte per fare un poʼ di pianto greco con risvolto elettoralistico ed ancor meno si fa per lʼex-Birra Messina. Una rivista economica specializzata dimostra con i numeri che per diversi fattori, tra cui lʼaumento del costo del lavoro in Cina, gli USA sono diventati nuovamente un mercato del lavoro competitivo e molte imprese che avevano delocalizzato allʼest stanno tornando in patria. Certo una bella notizia per gli americani, popolo dotato di istituzioni dinamiche, con grande capacità di giocare negli spazi che produce la globalizzazione. Teoricamente questo flusso di ritorno che dovrebbe investire in certa misura anche lʼItalia, se mai arriverà, per quella del nord siamo certi che ci sarà una classe politica e imprenditoriale che coglierà le opportunità frutto di questa novità, per quella del sud invece ci affidiamo fiduciosi ai nostri “boni viri”. Come sempre. Distribuzione Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso n. 9/11 - 98124 MESSINA telefono 090/692508 Distributore regionale Eagleservices via M.Rapisardi, 62 95021 Acicastello (Ct) Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090/9430208 Fax: 090/9430211-9430210. Tariffe pubblicitarie (1 modulo cm3,5 x 4,5); Manchette prima pagina Euro 206, 58; Finestrella prima pagina Euro 438,99; commerciali a mod. Euro 41,32; Finanziaria/Appalti/Gare a mod Euro 129,11; Legali/Aste/Sentenze a mod. Euro 129,11; redazionali Euro 77,47; una pagina interna Euro 1.446,08; ultima pagina Euro 1.807,6 Posizione di rigore + 20%. Colore + Euro 387,34. Graziella Lombardo Garante del lettore Attilio Raimondi pagina 2 Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana Certificato Ads n. 7367 del 14/12/2011 Sommario centonove 8 FEBBRAIO 2013 PRIMO PIANO Alla ricerca di un boss TOP SECRET Preoccupazione e paura a Barcellona Pozzo di Gotto. In soli tre mesi nella città del Longano, tre omicidi di mafia A PAGINA RISCOSSIONE SPA 6/7 Regione e Agenzia ricapitalizzano POLITICA Grasso, ritorno in Sicilia PALERMO. Eʼ rinviata a lunedì la ricapitalizzazione per 10 milioni di euro di Riscossione Spa da parte dei soci Regione Sicilia e Agenzia delle Entrate. Lʼappuntamento è dal notaio Maccarrone di Palermo. Allʼincontro è probabile si presenti il nuovo presidente di Riscossione: Crocetta ha deciso di sostituire Benedetta Cannata, funzionario del Bilancio. Crocetta, “richiama” il presidente dellʼantiracket. Che diventa dirigente A PAGINA 8 Ardizzone, parole e fatti Il numero uno di Palazzo dei Normanni racconta i tagli alla spesa A PAGINA Politiche al centesimo 9 La crisi invade anche la competizione elettorale. Riducendo le spese Giuseppe Buzzanca, Domenico Nania e Santi Formica A PAGINA 10/11 Messina, ressa a sinistra POSTER Facciamo quattro chiacchiere A PAGINA A PAGINA TRATTATIVE Concorsone, secondo atto Oltre diecimila candidati in Sicilia affronteranno la prova scritta per insegnare Si moltiplicano nella coalizione gli aspiranti sindaco e presidente 12/13 19 Pdl, i tre picconatori Sanremo mangia Pescestocco Lʼesclusione dalle politiche della componente più forte del partito in Sicilia A PAGINA 14/15 Messina protagonista della kermesse canora. Grazie a NonsoloCibus A PAGINA 20/21 Rifiuti, debiti nel cassonetto Fumata nera per i lavoratori della Dusty che hanno incrociato le braccia 22 32/33 Le rime di Fra Bernardino Il monaco vissuto nel 400 scrisse della vita di Ippolita Sforza dʼAragona A PAGINA «Restituitemi mio figlio» 23 Lʼappello della mamma di Paolo Gullà, morto in un incidente stradale A PAGINA 24 Mi si è spiaggiato il veliero L'imbarcazione rimane in acqua dal 3 dicembre. Lotta sulla proprietà A PAGINA D’Agostino for sindaco 25 4/5 26 26 30 30 34 34 36/37 38/39 38 38 38 39 39 39 39 Settegiorni Qui Scuola Istruzioni per l'Uso Nomine Notizie dai Consulenti La Classifica Lacerti di Lettura Weekend Lettere & Commenti Messina Drastica Heritage Ecologia e Ambiente Eliodoro 150 Parole da Palermo Antibuddaci Animal House ECONOMIA A Taormina, lʼex assessore provinciale dellʼUdc sarà il candidato sindaco alle elezioni amministrative di maggio 16 Cus, lo scaricabarile Demoter, è fallimento A PAGINA Gioventù in azione Il commissario Cama mette in liquidazione il centro universitario sportivo di Messina. E mette sotto accusa il rettore Tomasello A PAGINA Messina, terra inquieta LʼEnea mappa il territorio cittadino. E studia la “suscettibilità” alle frane A PAGINA 27 “Europe for all”, cinque delegazioni in giro per la provincia 17 A PAGINA 28 A PAGINA 29 Messina contro Mps Parte dallo Stretto la “class action” contro lʼobbligazione “Casaforte” 18 pagina 3 Passeggiata a Mare, proprietà al Comune MESSINA. Trattative in corso tra il Commissario straordinario del Comune di Messina e lʼAutorità Portuale. Luigi Croce ha inoltrato una richiesta allʼente di via Libertà chiedendo la “restituzione” della Passeggiata a Mare e della via Vittorio Emanuele, per le quali Palazzo Zanca paga un canone annuo. MESSINA Debito Atm, Bartolotta cerca “somme residue” PALERMO. Riconoscere le somme residue per i lavori del Tram a Messina e ridurre così il debito “monstre” dellʼAtm. Eʼ il progetto al quale lavora lʼassessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta che, sulla scorta di una relazione del commissario Enrico Spicuzza, sta cercando la soluzione operativa a Palazzo dʼOrleans. CGIL Dopo il caso Coledi valanga di dimissioni MESSINA. Frana in corso nella Cgil di Messina. Dopo le polemiche dimissioni di Giovanni Coledi, da 33 anni protagonista di tante battaglie sindacali alla Provincia di Messina, altri cento iscritti alla funzione pubblica hanno deciso di presentare le dimissioni alla segreteria provinciale. Del fatto è stata informata la segretaria nazionale Susanna Camusso. Dichiarato il crac dellʼimpresa di costruzioni. Sulla cresta dellʼonda da 15 anni SICILIA 34 Un libro in uscita per la casa editrice Kaplan A PAGINA 35 RUBRICHE Rientra lʼallarme sulla raccolta. Ma la provincia costretta a chiedere aiuto A PAGINA A PAGINA La memoria nel cinema di Andò Donazione color sangue PAG.19 Da Acireale a Santa Lucia del Mela. Torna dopo quarantʼanni il carnevale storico in provincia di Messina, ma è Acireale a farla da padrone nonostante la crisi A PAGINA A PAGINA Concorsone scuola PAG.14 Carnevale in Sicilia PAG.32 8 FEBBRAIO 2013 CHI SALE L Pietro Iannello MESSINA. Il consigliere messinese era tra i molti assenti della seduta dʼaula in cui si discuteva del palagiustizia. Ma con unʼottima motivazione. Iannello, cardiochirurgo, è il medico che ha operato dʼurgenza Gianfranco Miccichè dopo il malore accusato dal leader di Grande sud, applicandogli uno stent in endoscopia. L Salvatore Saglimbeni MESSINA. Lʼingegnere del comune di Messina usa con profitto nuove tecnologie e social network. Responsabile della pubblica illuminazione, Saglimbeni ha creato una pagina facebook dal nome “Servizio di illuminazione pubblica del comune di Messina”, allʼinterno della quale segnala e spiega inconvenienti e malfunzionamenti del servizio. L Antonio Martino MESSINA. Lʼex ministro è dotato di senso dellʼumorismo e di grande capacità di autocritica. Alla convention alla presenza del presidente del Senato Renato Schifani, ha ammesso: «Se “Monti che Dio lo maledica” si trova al potere è tutta colpa mia: fui io a insistere con Berlusconi per farlo nominare commissario europeo negli anni ʻ90». L Max Dedo MESSINA. Il musicista messinese torna ancora una volta al Festival di Sanremo, ovviamente dallʼaltra parte della “barricata”. Massimo De Domenico, in arte Max Dedo”, infatti, da anni fa parte dellʼOrchestra Rai che accompagna dal vivo partecipanti e star internazionali. 7giorni GIORNALISTI. DIVENTA UN CASO L’ISCRIZIONE ALL’ORDINE DELL’EX PM DI PALERMO SOCIETA’ «ll ministro vigili su Ingroia» Diritti dei minori, raccolta firme Unicef Il deputato Pd Lo Moro chiede di accertare la regolarità della procedura. La replica del presidente Riccardo Arena MESSINA. Lʼiscrizione di Antonio Ingroia allʼOrdine dei giornalisti di Sicilia come pubblicista diventa motivo di duro scontro tra il deputato del Pd Doris Lo Moro e il presidente dellʼOrdine dei Giornalisti di Sicilia Riccardo Arena che lʼiscrizione lʼaveva curata. La deputata calabrese, in una interrogazione al ministro della Giustizia, ha chiesto "se sia a conoscenza del fatto che, secondo quanto riportato dal settimanale messinese 'Centonove' l'Ordine dei giornalisti della Sicilia abbia proceduto ad iscrizioni nell'elenco dei pubblicisti in violazione delle norme vigenti, omettendo adempimenti e controlli previsti dalla legge". A stretto giro di posta la furente replica di Riccardo Arena: «Anche per l'iscrizione del pubblicista Antonio Ingroia sono state rigorosamente rispettate le regole, così come siamo pronti a dimostrare, carte alla mano, e tutto si è svolto con il massimo della pubblicità e della trasparenza. Se la deputata del Pd ha notizie di irregolarità faccia i nomi o taccia». Le carte, in realtà, mostrano cose diverse. Ingroia, infatti, risultava iscritto dal 18 maggio del 2012. Ma per Arena, intervistato il 21 giugno del 2012, “l’iscrizione non è stata ancora perfezionata perchè la pratica manca di alcuni adempimenti obbligatori per legge”. 4 giorni dopo, il 25 giugno, lʼOrdine ha annunciato lʼiscrizione dellʼex procuratore aggiunto di Palermo, oggi impegnato in politica come leader di Rivoluzione civile. Riccardo Arena, nella stessa intervista, aveva sottolineato che “il giudice Ingroia non ha tempo per fare il corso obbligatorio di formazione imposto da un paio d’anni a tutti gli aspiranti pubblicisti. Ha però tenuto delle lezioni nel seminario di formazione del 30 marzo 2012”. (M.S.) MESSINA. Ad un mese dalle elezioni politiche, lʼUnicef lancia la campagna di sensibilizzazione “vota per i bambini- Diritti in Parlamento“, un documento rivolto a chi avrà in mano il futuro dellʼItalia. A loro verrà chiesto di impegnarsi a dare priorità allʼinfanzia nella prossima agenda di governo tramite proposte nelle 10 aree nelle quali è prioritario intervenire per la realizzazione della Convenzione sui diritti dellʼinfanzia. Anche a Messina, presso la sede Unicef di Via Garibaldi,124, palazzo Inps, sarà possibile votare per la difesa dei diritti dei bambini dalle ore 10 alle ore 13. A Messina la “maratona del trucco” MESSINA. Toccherà allʼOncologia Medica dellʼAzienda Papardo-Piemonte, diretta dal prof. Vincenzo Adamo, ospitare la prossima tappa della “maratona del trucco”, iniziativa dedicata a tutte le donne che seguono cure chemioterapiche. Il progetto, che è stato pienamente abbracciato dal manager aziendale Armando Caruso, si articola in 9 appuntamenti che coinvolgeranno entro maggio 5 provincie siciliane: “Il supporto materiale, morale e psicologico al malato oncologico e alla sua famiglia; il miglioramento dellʼassistenza, della qualità di vita e della riabilitazione funzionale e lavorativa del malato oncologico; la diffusione della conoscenza e della cultura della prevenzione e il sostegno ai progetti di ricerca in ambito oncologico”. Patti, finto cieco prende pensione da 10 anni PATTI. I carabinieri hanno notificato un avviso di garanzia, della Procura di Patti, a un uomo di 83 anni, accusato di truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato: fingendosi cieco avrebbe percepito indebitamente 60 mila euro. Il pensionato da circa 10 anni era riuscito a far credere di essere invalido al 100%, perchè colpito da cecità assoluta. Aveva un'indennità di accompagnamento e percepiva mensilmente dall'Inps una pensione di invalidità civile di oltre 800 euro. Antonio Ingroia GIUSTIZIA Magistrati contro i tagli, proteste a Messina Marina Moleti MESSINA. I magistrati di Messina stamane si sono fermati per cinque minuti per protestare contro il taglio al numero di giudici nella provincia. La protesta è stata indetta dall'Anm. Il giudice Marina Moleti ha letto un documento unitario di avvocatura e magistratura per dire no ai tagli alla giustizia e chiedere al ministro Paola Severino il ritiro della revisione della pianta organica. La riforma prevede che nel Messinese entro settembre prossimo scompaiano quattro sedi distaccate e vengano tagliate 17 unità di personale tra amgistratura requirente e giudicante. "Più di 80 giudici in meno soltanto in Sicilia. Una catastrofe”, si legge nel documento. SOLIDARIETA’. DA MESSINA AL MAGHREB A BORDO DI UNA RENAULT 4 L Andrea Romano Alla conquista dell’Africa MESSINA. Il professore ordinario di Storia delle istituzioni politiche presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e Storia delle istituzioni guadagna un altro riconoscimento. Romano è stato insignito del Dottorato honoris causa dal Rettore dellʼUniversità “Rey Juan Carlos” di Madrid. centonove MESSINA. Dalle sponde dello Stretto alle dune del Maghreb. Inizia la grande avventura di Alfredo Finanze e Giuseppe Lanfranchi (nella foto), 21 e 20 anni. I due ragazzi, studenti di economia dellʼAteneo Peloritano, sono i membri dellʼunico equipaggio italiano che, a bordo di una rodata Renault4 del 1988, parteciperà alla XVI edizione del 4LTrophy. Il rally di solidarietà prenderà il via il 13 e 14 febbraio da Saint Jean de Luz, al confine tra Francia e Spagna, e terminerà il 24 febbraio nel sud del Marocco. Alfredo e Giuseppe prendono il testimone di Mario Spinella e Carlo Restuccia che, lo scorso anno, per primi sono riusciti a mettere in moto la generosità messinese per partecipare al rally: dopo la traversata del deserto, tra pernottamenti in tenda e “affossamenti” nelle dune, sono arrivati 600esimi su circa 1250 equipaggi. Per quello che può contare. Il 4LTrophy pagina 4 è infatti una missione umanitaria itinerante, che ha lʼobiettivo di realizzare scuole e ospedali in villaggi poverissimi. “Dei 3500 euro di iscrizione”, spiega Alfredo, “2500 saranno utilizzati per realizzare tre scuole. Il resto, lo portiamo noi”. Gli equipaggi, formati unicamente da studenti tra i 18 e i 28 anni provenienti da tutta Europa, trasportano a bordo delle Renault4 tonnellate di materiale paramedico e scolastico. Destinazione finale: cinque villaggi del deserto. Una grande festa, a cui i due studenti messinesi contribuiranno con un carico di vestiario e materiale per la scuola. “Eʼ stato difficile raccogliere i fondi necessari per partire, circa 9mila euro: abbiamo trovato tante porte chiuse”, spiegano Alfredo e Giuseppe. “Alla fine ce lʼabbiamo fatta, grazie alla generosità di 18 sponsor privati, ai tantissimi ragazzi che hanno partecipato agli eventi di beneficienza, alle associazioni che hanno contribuito a mettere insieme il “carico di solidarietà”, e a Università e Provincia, che hanno patrocinato il progetto”. Valentina Costa 7giorni centonove MESSINA. IL BLITZ DELLA FINANZA TROVA TUTTO IN ORDINE. LO SFOGO DELLA PRESIDENTE MERENDA CINEMA E FOTOGRAFIA Sos per il canile di Castanea Nasce il premio Ciccio Alessi DI ALESSANDRA TIMMONERI MESSINA. Mancanza di fondi, campagne diffamatorie su presunti maltrattamenti, spese progressivamente maggiori: queste alcune delle difficoltà tra cui si dibatte il canile Millemusi di Portella Castanea. Il presidente in carica della Lega Nazionale per la difesa del cane della Sezione di Messina, Caterina Merenda, è esasperata per le sempre crescenti complicazioni che lei e tutti i volontari del canile si trovano a dover affrontare: «Curiamo oltre 400 cani, ma riceviamo i fondi dal Comune per circa 342. Siamo arrivati al limite, la situazione diventa sempre più ingestibile. I fondi che ci vengono concessi, a parte i ritardi, non sono più sufficienti a coprire tutte le nostre spese: cure mediche, rifornimenti di cibo, pulizie». La voglia di fare è tanta, lʼamore per gli animali è al primo posto, ma a mancare purtroppo sono i mezzi; i volontari trascorrono al canile praticamente tutte le loro giornate, ma la situazione resta insostenibile. Merenda chiede un colloquio da tempo, prima con il sindaco ora con il commissario, ma invano: «Vogliamo parlare, essere ascoltati e vogliamo inoltre delle assicurazioni: se noi saremo costretti a chiudere, cosa ne farà il Comune di questi 400 cani?». E infine le denunce: «Recentemente abbiamo ricevuto la visita di 18 poliziotti, per una perquisizione della struttura, accompagnati da un veterinario di Palermo. Cercavano tracce di eventuali maltrattamenti, cattiva gestione del canile, ma ovviamente non hanno trovato niente. Sono pesanti da digerire tutte queste accuse, quando noi lavoriamo tantissimo per garantire il servizio». Continua Merenda: «Sono stata persino accusata di vendere il mangime. E lʼaspetto più paradossale della faccenda è che quel mangime lʼho pagato io, con il mio denaro, perché non cʼerano più soldi ma il cibo non bastava per tutti i cani. Sono stanca di queste accuse infamanti, di queste macchinazioni e chiacchiere. Ho intenzione di reagire, di certo non sopporterò tutto in silenzio». ROMA. Anche i fotografi del cinema hanno da oggi un loro premio istituzionale: accanto ai Nastri dʼArgento e agli altri riconoscimenti destinati alle professionalità del set, Sngci promuove infatti il “Premio Ciccio Alessi”, dedicato ad un indimenticabile personaggio, scomparso un anno fa, il 4 febbraio, a 91 anni splendidamente portati anche in giro per il mondo, per decenni ambasciatore allʼestero dei nostri film. Il premio sarà dedicato ai fotografi di scena ma anche ai fotogiornalisti, per segnalare di anno in anno il lavoro dei migliori. Siciliano, Francesco Alessi, per tutti da sempre Ciccio, è stato un eccellente organizzatore culturale e di eventi cinematografici ma al cinema era arrivato come fotografo di scena, dopo una lunga stagione vissuta sul set fin dai tempi della Panaria di Alliata Bronner. 8 FEBBRAIO 2013 CHI SCENDE M Renato Schifani MESSINA. Nonostante la rimonta, cʼè chi nel Pdl vede “nero”. La “disavventura” del presidente del senato, inciampato sui gradini mentre saliva sul palco del teatro Vittorio Emanuele per la “convention” elettorale del Pdl di sabato 2 febbraio, ai maligni è infatti sembrato un presagio. “Anticipa la caduta del Pdl”, ha commentato qualcuno degli astanti. M Marcello Capillo MESSINA. Il consigliere comunale messinese, per soddisfare la sua passione per il fumo, non si fa problemi ad infrangere le regole. Dal suo banco, infatti, durante una seduta di consiglio, si alzavano sbuffi di fumo. A chi glielo ha fatto notare, Capillo ha mostrato un astuccio con la sua nuovissima sigarette elettrica. Vizio si, ma “salutista”. E a norma. M Laura Pulejo CASTEL DI TUSA. CROCETTA SPEGNE LE CANDELINE ALL’ATELIER SUL MARE ROSA E NERO Buon compleanno, presidente Torregrotta, Peppe e Tindara da 65 anni insieme MESSINA. Il papabile commissario del Teatro di Messina, nonché candidata al Senato per il Megafono, nonostante il bel discorso si è dimostrata “ingessata” alla convention di presentazione della lista al Teatro. La signora, infatti, è intervenuta dopo unʼappassionata orazione di Beppe Lumia, leggendo un intervento scritto. TORREGROTTA. Grande festa in famiglia per i “nonnini” del centro tirrenico Giuseppe Micale e Tindara Mento, ben 93 anni lui e altri 89 la consorte. Ieri, 7 febbraio, gli anziani coniugi hanno brindato ai 65 anni di matrimonio insieme alle due figlie, ai 4 nipoti e ai 6 pronipoti. M Alfonso Cicero CASTEL DI TUSA. Non poteva che scegliere il suo “buen Retiro”, lʼAtelier sul Mare, lʼAlbergo Museo di Antonio Presti, il presidente della regione Rosario Crocetta, per festeggiare oggi (venerdì 8 febbraio) i suoi 62 anni. Eʼ pronta una grande torta per il presidente e qualche sorpresa in più. Perché, preso come è dagli impegni politici ed elettorali, ha convocato anche qualche direttore generale alla festa. A fargli da supporto, oltre che lʼamico di sempre Presti, conosciuto quando andò a Gela a proporre la costruzione di una Planetario nella città con il puù alto tasso di case abusive dʼItalia, ci sarà anche lʼinseparabile assistente Michela Stancheris, 32 anni, la bergamasca dʼacciaio, che lo accompagna nella sue scorribande, politiche e non. Limina, lo zio di Bartolotta compie 100 anni LIMINA. Con la moglie Carmela, 99 anni, tra i sette nipoti acquisiti ci sarà anche lʼassessore regionale Nino Bartolotta a festeggiare di cento anni di Peppino Saglimbeni, sabato alle 15,30 al Polifunzionale Scaldara. A zio Peppino gli auguri della redazione con la speranza che tocchi la vetta dei 109 anni. Monte Paschi, De Domenico in pensione MESSINA. Festa di pensionamento alla sede Mps di via Canizzaro a Messina: il direttore Rosario De Domenico ha lasciato lʼincarico direttivo per dedicarsi al suo sport preferito: la famiglia. De Domenico, in un clima di viva cordialità ha ringraziato colleghi e amici al ritrovo “Don”. Messina, è nato Filippo Morello MESSINA. Fiocco blu alla Trattoria di via XXIV maggio. Il 29 gennaio scorso è nato al Policlinico, 3,540 Kg di peso, il piccolo Filippo Morello, primogenito del titolare della Trattoria, Michele Morello, e della moglie, Valeria Guerrera. Ai genitori e ai nonni, Maria e Franco, Nino ed Elvira, gli auguri della redazione di Centonove. Addio Mercadante, pioniere dell’educazione antimafia Rosario Crocetta PALERMO. E' morto, a Palermo, Vito Mercadante, partigiano, protagonista di battaglie civili e pioniere dell'educazione antimafia nelle scuole. Aveva 93 anni. Mercadante è stato tra i promotori oltre 30 anni fa di incontri e dibattiti con gli studenti, magistrati, giornalisti, sociologi, esponenti di associazioni antimafia. Considerava la scuola un'agenzia educativa che aveva il compito di rimuovere tra gli studenti le basi dell'ideologia mafiosa. pagina 5 PALERMO. Il commissario del dellʼIrsap si trova già con una gratta da pelare. A rivelarla è stato il segretario della Fp Cgil, Enzo Abbinanti: «LʼIstituto non è ancora nato, ma potrebbe ritrovarsi già con debiti per 200 milioni di euro ereditati dalle vecchie Ato. Inoltre, i fondi destinati per il pagamento degli stipendi sono poco più della metà». MLuca Barbareschi LIPARI. L'attore è stato rinviato a giudizio per abusivismo edilizio. Dovrà comparire davanti al giudice monocratico del tribunale di Lipari il prossimo 24 settembre. Nel mirino, la piscina realizzata per la sua villa a Filicudi. 8 FEBBRAIO 2013 Carmelo Bisognano primopiano Santo Gullo centonove Teresa Truscello BARCELLONA. Preoccupazione e paura per tre omicidi di mafia in 3 mesi Alla ricerca di un boss Secondo gli inquirenti la scia di sangue è frutto della rottura degli equilibri seguita all’arresto di tutti i capi dell’organizzazione criminale. Sotto i colpi dei killer giovani tra i 20 e 40 anni DI MICHELE SCHINELLA BARCELLONA. Un colpo di fucile caricato a pallettoni. Sparato in pieno volto. I killer non si sono accontentati di averlo ammazzato. Ma hanno voluto mandare un segnale preciso. In puro stile mafioso. Chi è accorso sul luogo del delitto, nei pressi del suo ovile di Montalbano Elicona, nella serata di lunedì 4 febbraio, ha avuto difficoltà a riconoscere il volto di Nicola Distefano, 23 anni, pastore figlioccio di Tindaro Calabrese, il “boss” che ha dominato per anni la zona, ora in carcere. Quello del pastore di 23 anni è lʼultimo di una serie di omicidi che sparge paura tra i cittadini e suscita preoccupazione negli ambienti giudiziari. Tre omicidi di mafia in 3 mesi. Non accadeva dai tempi della guerra tra chiofaliani e gullottiani combattutta a cavallo degli anni ottanta e novanta sulle sponde del Longano: la spuntarono i gullottiani al prezzo di decine di morti ammazzati. Eʼ stato grazie alla dichiarazioni rese a partire dalla fine del 2010 dei collaboratori di giustizia Carmelo Bisognano, Santo Gullo e Teresa Truscello, esponenti dei clan barcellonesi, i vertici della mafia sono stati decapitati a partire da Sam Di Salvo per passare a Carmelo Dʼamico, Giovanni Rao, Giuseppe Isgrò. E finire a Filippo Barresi, catturato dopo alcuni mesi di latitanza. Lʼeffetto? Eʼ tornato a scorrere il sangue. Sangue di mafia. Sangue di faida. «Lʼipotesi logica è che gli arresti hanno rotto lʼequilibrio che si era stabilito e garantiva la pax mafiosa. Eʼ come se gli ex luogotenenti dei boss sgomitino a colpi di lupara per prendere il posto di chi è ora fuori gioco», dice uno dei inquirenti che ha lavorato alla inchieste Gotha. Era considerato un emergente Giovanni Perdichizzi. Eʼ stato ucciso la sera di Capodanno a Barcellona. Un killer a volto coperto, armato di fucile a canne mozze, lʼha sorpreso all'interno di un bar di piazza Sant'Antonino. Perdichizzi era davanti al bancone intento a consumare e non ha avuto il tempo di reagire. Il sicario si è avvicinato e gli ha esploso due fucilate: una delle quali lo ha raggiunto in pieno volto. Stessa arma e stesse modalità dellʼomicidio di Nicola Distefano. Perdichizzi era stato arrestato l'anno scorso nell'operazione Mustra con lʼaccusa di estorsione e associazione per delinquere ed è stato rinviato a giudizio nel luglio 2012. Nel dicembre 2011 era finito in manette perchè ritenuto il mandante dell'attentato alla sede del gruppo imprenditoriale Bonina finalizzato secondo gli inquirenti a mantenere il controllo sulla società per ottenere assunzioni. «Riteniamo che tra i due omicidi ci sia un legame. Che, cioè, il secondo possa essere la reazione al primo. Se è così, è chiaro che si è scatenata una faida. Temiamo che nelle prossime settimane si verifichi un altro atto delittuoso dello stesso tipo», dice un altro inquirente. Francesco Forgione, ex presidente della Commissione parlamentare antimafia, in visita a Barcellona nei giorni scorsi, osserva: «Eʼ un classico che dopo arresti così importanti, si determina un vuoto di direzione sul territorio che favorisce in genere i regolamenti di conti. Ma un mafioso non è che perchè è in carcere cessa di essere boss». Più difficile da decifrare è invece lʼomicidio di Giovanni Isgrò, 23 anni, incensurato, eseguito a Barcellona lʼ 1 dicembre 2012. Il giovane, figlio di un ingegnere e di una insegnante, è stato freddato come un boss dʼaltri tempi mentre si trovava dal barbiere in via Garibaldi, in pieno centro. I sicari lo hanno colpito con 5 colpi di pistola per poi fuggire su unʼauto trovata incendiata vicino ad un cavalcavia. Pochi indizi. E nessun testimone. Dapprima si era pensato ad una vendetta per motivi personali o sentimentali. Dopo alcune settimane le indagini hanno imboccato la via dellʼomicidio di mafia: il fascicolo è stato così trasmesso per competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Messina, coordinata da Guido Lo Forte. REAZIONI. Il sindaco di Barcellona, Maria Teresa Collica, ha lanciato un appello: «Il vertice del gotha mafioso è quasi tutto in carcere e sono stati sequestrati ingenti patrimoni alla mafia e tutto questo non possiamo IL CASO Cassata sulla graticola Due procedimenti del Csm mettono a rischio la conferma del Procuratore generale di Messina Franco Cassata MESSINA. Non ha partecipato allʼinaugurazione dellʼanno giudiziario di sabato 2 febbraio. «Non sta bene», hanno motivato lʼassenza le persone a lui più vicine. Due giorni prima il giudice di Pace di Reggio Calabria lo aveva condannato per essere stato lʼispiratore di un dossier anonimo che diffamava Adolfo Parmaliana, il docente universitario morto suicida il 2 ottobre del 2008. Ma prima ancora di questa condanna, ad agitare i sonni di Franco Cassata, il procuratore generale della Corte dʼappello di Messina sono due procedimenti disciplinari aperti dal Consiglio superiore della magistratura per incompatibilità ambientale e per incompatibilità nelle funzioni requirenti. Motivo dei due procedimenti la posizione del figlio pagina 6 Nello Cassata, iscritto allʼOrdine degli avvocati di Barcellona e che svolge la professione nello stesso distretto su cui ha competenza il Procuratore generale della Corte dʼappello Nello Cassata, peraltro, è indagato dalla Procura di Barcellona, insieme ad un centinaio di persone (avvocati, medici, periti e comuni cittadini) per frode alle assicurazioni: in teoria, codice alla mano, come capo della Procura generale il padre potrebbe avocare le indagini che riguardano il figlio. Nellʼambito dei procedimenti al Csm, Cassata, è difeso dal magistrato Mario Samperi. Nel dossier anonimo, recapitato a varie autorità cʼerano sentenze dei Tribunali e articoli di stampa che davano del docente un idea diversa da quella pubblicizzata al momento del suicidio. Le indagini sono partite dalla denuncia di Fabio Repici, legale della famiglia Parmaliana e del collaboratore di giustizia Bisognano. Su Cassata, di recente, ha lanciato strali Saro Cattafi, in carcere con lʼaccusa di essere il boss di Barcellona. Sentito come testimone nel processo sulla Trattativa Stato Mafia a Palermo ha detto: «Bisognano oltre a me ha accusato anche Cassata. Io sono in carcere. Le indagini sul suo conto che fine hanno fatto?”. (M.S.) centonove primopiano 8 FEBBRAIO 2013 SENTENZE. La Cassazione boccia i giudici che hanno confermato gli arresti del legale Enigma Cattafi «Ignorato il peso di Di Fazio». L’avvocato accusato di essere un capo divide i giudici con l’ermellino da quelli di Messina. Ecco com’è andato l’interrogatorio del collaboratore “decisivo”. dimenticarlo. Qualcosa è cambiato in questi anni, sarebbe ingeneroso non ammetterlo. Eʼ naturale avere paura di fronte a quello che continua ad accadere, ma la paura va trasformata in una reazione da parte dei cittadini. Chi sa collabori con la giustizia». In Procura, però, non si è presentato nessuno. INQUIETANTI MINACCE. Senza colpevole è sinora lʼautore di un inquietante atto intimidatorio portato a segno ai danni del legale di Barcellona Tommaso Calderone, storico difensore di molti dei boss finiti di recente in carcere. Nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre del 2012 una corda sistemata a moʼ di cappio è stata collocata davanti la porta della studio del professionista molto noto in città anche perchè animato dalla passione politica che lo ha portato in passato a candidarsi e a ricoprire incarichi politici. Calderone, legale di Carmelo Bisognano sino al momento della sua collaborazione e bersaglio di dichiarazioni accusatorie da parte dellʼaltro colaboratore Santo Gullo. MESSINA. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Massimiliano Micali, le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Umberto Di Fazio, “hanno peso dirimente” per portare in carcere, il 24 luglio del 2012, con lʼaccusa di essere il capo della mafia di Barcellona in contatto con Nitto Santapaola, Saro Cattafi, 61 anni, avvocato. Tuttavia i giudici del Tribunale del Riesame, Corrado Bonanzinga, Fabio Pagana e Maria Luisa Materia nellʼordinanza di 9 pagine datata 10 agosto del 2012 con cui hanno respinto il richiesta di scarcerazione avanzata dal legale di Cattafi, alle stesse dichiarazioni hanno dedicato due righe: “Non possono non essere ricordate le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Umberto Di Fazio per le quali appare sufficiente rinviare a quanto già osservato dal Giudice per lʼindagini preliminari”, hanno scritto i tre magistrati messinesi. La Suprema corte di Cassazione li ha su questo punto ( e su altri) bocciati, annullando lʼordinanza e disponendo un nuovo giudizio di riesame. Le due righe dedicate a Di fazio stridono non solo con il peso che hanno avuto per convincere il giudice Micali ad accogliere la richiesta di misura cautelare, ma anche con il modo in cui si è svolto lʼinterrrogatorio di 5 ore e mezza il 22 marzo del 2012, a Napoli, nel corso del quale le dichiarazioni sono state rese. A partire dallʼassenza di un difensore di fiducia e dʼufficio (benchè Di Fazio sia stato sentito come persona indagata in procedimento connesso) per finire al modo in cui si arriva al riconoscimento da parte del collaboratore di Saro Cattafi. «Il nome di Rosario Cattafi che mi fate in questo momento non mi dice nulla di particolare». Eʼ questa la risposta alla prima domanda che viene posta al collaboratore dal sostituto Angelo Cavallo. «Il nome di Saro Cattafi che mi fate potrebbe essere uno di questi soggetti che si accompagnavano quando veniva a Catania, ma non ne sono certo», risponde alla domanda che gli viene posta dopo aver raccontato delle “missioni del boss di Barcellona Pippo Gullotti a Catania da Ercolano, luogotenente di Santapaola, in compagnia di altre persone che mi furono presentate ma in modo veloce”. «Lʼufficio dà in visione al signor Di Fazio un album fotografico di 16 pagine e 14 fotografie», cʼè scritto nel verbale. La foto di Saro Cattafi è la numero quattro. Quando gli viene mostrata, dopo le prime che non riconosce ma delle quali dice “non è una faccia nuova per me” Umberto Di Fazio, afferma: «La foto numero 4 è una faccia conosciuta ma non sono in Guido Lo Forte Umberto Di Fazio Angelo Cavallo Saro Cattafi pagina 7 grado di collegarla ad episodi particolari». Di Fazio non riconosce neanche le altre dieci foto pur affermando per alcune di queste che sono “persone che ho visto in qualche posto”. Lʼinterrogatorio viene “sospeso da una breve pausa” COLPO DI SCENA. Nel frattempo, il capitano Gabriele Ventura dei Ros telefona a Messina, al comando, e si fa inviare le foto a colori dellʼalbum via email. «Lʼufficio da atto che si esibiscono al Di Fazio le stesse fotografie mostrate in precedenza ma riportate sl computer e a colori», si legge ancora nel verbale. Il collaboratore non riconosce nessuna delle prime foto neanche a colori. Si arriva alla foto 4. «Confermo che la foto numero 4 rappresenta una faccia a me conosciuta», dice. Poi, il colpo di scena: «Soffermandomi ulteriormente su questa foto, ora che faccio mente locale e che è a colori, posso aggiungere che questa persona era una di quelle che accompagnava Gullotti a Catania», dichiara. Dopo qualche minuto, in cui risponde a domande sugli incontri, diventa sicuro: «Sono sicuro a questo punto che anche la persona raffigurata nella foto 4 partecipava a queste riunioni. Lo ricordo ora con certezza», conclude Di Fazio aprendo la porta del carcere allʼavvocato di Barcellona. Saro Cattafi, nei mesi successivi, pur ribadendo di essere vittima di un complotto (denunciato alla Procura prima dellʼarresto) ordito da Fabio Repici, il legale del collaboratore Carmelo Bisognano che per primo lo ha chiamato in causa, ha reso dichiarazioni ai magistrati della Procura di Palermo, impegnati nel processo a carico dei vertici dei carabinieri, dello Stato e dela mafia, tutti insieme impegnati, secondo la Procura, a fare un accordo agli inizi degli anni novanta per mettere fine alla stagione stragista della mafia.(M.S.) Politica 8 FEBBRAIO 2013 RIVOLUZIONI. Crocetta “richiama” il presidente dell’antiracket. Che diventa dirigente L’INDAGINE Grasso, ritorno in Sicilia Assente dall’Isola da venti anni, assumerà la direzione del neonato Osservatorio Lavori Pubblici. Una nomina che si accompagna a una maxirotazione dei dirigenti e a nuove designazioni PALERMO. Maxirotazione dei dirigenti e maggioranza raggiunta allʼArs. Il 2013 del governatore Rosario Crocetta è come uno tsunami che cambia contemporaneamente il volto della struttura regionale e di Palazzo dei Normanni. La ciliegina sulla torta, per il presidente, arriverà solo dopo il 25 febbraio, qualora la lista del Meganono, da lui creata insieme a Beppe Lumia, riesca ad approdare in Senato. A quel punto la strada sarà in discesa, visto che Crocetta avrà potere contrattuale per fronteggiare la trattativa di una giunta “politica” e non “tecnica” con gli alleati. Trattativa che, comunque, vedrà la luce alla fine delle amministrative di maggio, dove il presidente è pronto a far eleggere un buon numero di sindaci e consiglieri. GRASSO, RITORNO IN SICILIA. Non cʼè mossa senza un “fiore allʼocchiello” incorporato. Quello della maxirotazione dei dirigenti è Tano Grasso, tra i fondatori dell'antiracket in Sicilia, che entra nella squadra del presidente. Il governatore lo ha nominato dirigente di un nuovo Dipartimento tecnico della Regione siciliana operativo dal primo marzo. Per il presidente della federazione italiana delle associazioni antiracket si tratta di un vero e proprio ritorno in patria, dove non era “profeta” da lungo tempo: da venti anni. Grasso, che sarà a Palermo oggi (venerdì 8, ndr), ha già in mente tre linee guida per il nascente Osservatorio sui Lavori Pubblici: impermeabilizzare gli appalti da qualunque forma di condizionamento mafioso; dare una sponda, grazie a un principio di premialità, alle imprese che ci oppongono ai condizionamenti mafiosi; portare le imprese straniere in Sicilia, garantendo un mercato immune dalla presenza della mafia. «La scelta di affidare a Tano Grasso il ruolo di dirigente del nuovo dipartimento tecnico, è legata alla politica di legalità adottata dal governo regionale siciliano», spiega Crocetta. Che aggiunge: «Dal dipartimento dipenderà anche l'osservatorio regionale per i Lavori ALL’OSSERVATORIO. Tano Grasso pubblici e quindi la politica di legalità e di controllo che il nostro governo intende portare avanti. Una politica di legalità osserva il governatore che è potenziata con la massima espressione antiracket italiana, proprio perché è necessario fare pulizia e monitorare gli appalti, per evitare infiltrazioni in ogni settore». Per Grasso, è «un impegno da fare tremare i polsi». LE ALTRE NOMINE. A Catania, dove tutto è stato deciso, la giunta ha anche deliberato l'assetto definitivo dei nuovi dirigenti, con la rotazione di alcuni già presenti e l'inserimento di nuovi. oltre a Tano Grasso, ecco i nomi degli altri designati: al dipartimento Programmazione andrà Felice Bonanno; alla Protezione civile, Vincenzo Falgares; all'ufficio Legale e legislativo, Romeo Palma; agli Affari extraregionali, Domenico Stimolo; al dipartimento Attività produttive, Ferrara; al dipartimento Autonomie locali, Giuseppe Morale, new entry; alla Funzione pubblica e del personale, Luciana Giammanco; al dipartimento Beni culturali, Sergio Geraldi; alla Ragioneria, Pisciotta; al dipartimento Finanze e credito, Giovanni Bologna; al dipartimento Energia e rifiuti, Lupo; alla Famiglia, Antoietta Bullara; al dipartimento Lavoro, Luisa Corsello, che avrà l'interim alla Formazione professionale; alle Infrastrutture, Lo Monaco; agli Interventi strutturali per l'agricoltura, Barresi; alla Pesca Greco; all'Agricoltura, all'azienda forestale, Arnone; alla Sanità e pianificazione strategica, Sammartano; al Territorio e centonove Formazione, resa dei Conti Dieci citazioni per 4,7 milioni PALERMO. La Procura della Corte dei Conti ha citato a giudizio per un danno erariale di 4,7 milioni di euro dieci tra ex assessori regionali alla Formazione, dirigenti regionali e l'ex governatore Raffaele Lombardo. Avrebbero concesso indebitamente a decine di enti di formazioni somme a titolo di integrazioni. Come pubblicato dal quotidiano online Livesicilia, contestualmente, il dipartimento regionale della Formazione ha messo in mora gli enti - 35 - finiti nel mirino della Procura: dovranno restituire le somme percepite indebitamente per l'organizzazione dei corsi tra il 2007 e il 2009. La restituzione delle somme farebbe venire meno il danno erariale. Tra i citati in giudizio anche Patrizia Monterosso, segretario generale di Palazzo d'Orleans ed ex dirigente generale alla Formazione (le viene contestato un presunto danno erariale da un milione e 270 mila euro); gli ex assessori al lavoro Carmelo Incardona (830 mila euro), Santi Formica (386 mila euro) e Luigi Gentile (224 mila euro); l'ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che per un periodo ebbe la delega alla Formazione (224 mila euro); Alessandra Russo, ex dirigente del Dipartimento (386 mila euro) e l'ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (265 mila euro). ambiente, Sansone; all'Urbanistica, Gullo; al Corpo forestale, Di Rosa; al dipartimento regionale per il Turismo, Rais; all'ufficio Speciale autorità di certificazione, Benfante; all'audit Maurizio Agnese. INTANTO... Sul fronte dellʼAula, invece, Crocetta ha incassato il si al Documento di programmazione economica e finanziaria 2013/2017. La votazione è avvenuta per "alzata e seduta" dei deputati. In agenda, anche l'avvio dei lavori della Palermo-Agrigento e il completamento da Agrigento a Misilmeri nonché la progettazione dell'asse viario Gela - Sciacca, la “dorsale” montana che collega le statali 118 e 115 (la cosiddetta "Mare-monti") ed il completamento dello scalo marittimo di Porto Empedocle. J’ACCUSE Battiato a testa bassa L’assessore al Turismo attacca i predecessori PALERMO. In passato, ha fatto parte dei cartelloni del Circuito del mito e un suo documentario, “Auguri Don Gesualdo”, fu finanziato dalla Regione. Adesso che è anche assessore, Franco Battiato tira una linea: «Nelle casse pubbliche dell'assessorato al Turismo non c'é un solo euro, hanno rubato tutto». Battiato non usa mezze parole. Mentre i suoi collaboratori cercano di spiegare con toni pacati e carte alla mano la situazione che si ritrovano a gestire, l'artista li interrompe bacchettando i suoi predecessori: «Ci sono tante porcherie, troppe». E' nervoso, Battiato. Rispetto alle sue prime apparizioni da assessore, l'artista comincia a sentire il peso delle «tante cose che non funzionano». «Ma non sono assolutamente pentito di avere accettato l'incarico, sono qui per dare alla mia terra, non per depredare. Io porto la mia terra a Parigi, ad Amburgo, a Bruxelles; non sono un burocrate, devo fare un programma culturale per la Sicilia. Quindi lo posso fare anche dal letto: chiaro?». Avverte lʼassessore: «Dimenticatevi i Grandi Eventi e il Circuito del Mito, cancellateli», riferendosi a due iniziative al centro delle inchieste giudiziarie. Proprio per alcune anomalie, Bruxelles ha bloccato il rimborso di 20 milioni di euro chiesto dall'assessorato al Turismo che intanto aveva anticipato la spesa certificandola. Gli ispettori dell'Ue però avrebbero appurato che alcune attività non avevano i requisiti per accedere ai fondi. Intanto, Battiato, in linea con la strategia del governatore Rosario Crocetta, sta cominciando a eliminare gli sprechi. Via subito alla liquidazione di CineSicilia. E via anche i vecchi nuclei di valutazione dei progetti per la concessione dei contributi, "fondati sulle parentele" che saranno sostituiti "con nuovi nuclei, i cui componenti lavoreranno gratis". In arrivo anche una maxi-rotazione del personale dell'assessorato, pagina 8 come già è avvenuto in altri rami dell'amministrazione, e come prevede la legge. La sua “squadra fantastica” inoltre chiederà al governatore di mettere in bilancio almeno 10 milioni per poter finanziare la prossima stagione estiva. Perché «senza un euro non possiamo lavorare», avverte Battiato. Che un boccone amaro l'ha già dovuto ingoiare: «Abbiamo detto no grazie a un signore che è venuto a trovarmi a Milo, per propormi di organizzare a Taormina i Grammys award, che festeggiano 40 anni. Perché? Perché non abbiamo soldi da investire: eppure sarebbe stata una festa pazzesca, avremmo venduto diritti in tutto il mondo». Pronta la replica del suo predecessore, Daniele Tranchida: «Sto pensando di querelare per diffamazione e calunnia Battiato. Dice che non ci sono soldi perché sono stati tutti rubati? È un'accusa pesantissima e per il ruolo che ricopre dovrebbe adesso fare i nomi, scendere nel merito, denunciare i fatti. Se fosse stato un po' più presente, forse avrebbe avuto il tempo necessario per fare una corretta ricognizione dei fondi». centonove Politica 8 FEBBRAIO 2013 ESORDI Zichichi esalta Archimede L’assessore si presenta all’Ars IL PRESIDENTE. Giovanni Ardizzone SFORBIVIATE. Il numero uno di Palazzo dei Normanni racconta i tagli alla spesa Ardizzone, parole e fatti Dalla soppressione del segretario generale aggiunto alla delicata questione del personale in servizio a Palazzo dei Normanni, tagli per quattro milioni in due anni. E qualche proposta PALERMO. Parola dʼordine: adeguarsi al decreto Monti, e non solo. Giovanni Ardizzone passa dalle parole ai fatti, e lo attraverso il consiglio di presidenza dellʼArs, che ha approvato tagli per un milione di euro al personale e ha stabilito una nuova organizzazione degli uffici amministrativi. Per il 2013 i tagli saranno nel complesso pari a 2 milioni di euro, così come per il 2014. A comunicare questa e altre decisioni è stato lo stesso presidente messinese dellʼAssemblea regionale targato Udc. LE DECISIONI. A scomparire, innanzi tutto, è la figura del segretario generale aggiunto (ruolo ricoperto da Paolo Modica), mentre i vice segretari passano da due a tre (Salvatore Di Gregorio, Silvana Tuccio e Mario Di Piazza) e mantengono anche le direzioni di tre aree. Di Piazza però non percepirà l'indennità relativa al ruolo di vice segretario. Il segretario generale perde l'indennità compensativa di produttività, circa 30 mila euro all'anno. Inoltre è stato ridotto del 20% il trattamento tabellare per il personale assunto dal primo gennaio per concorso e confermato il blocco degli aumenti previsto dal vigente contratto per il personale dell'Ars valido fino al 31 dicembre del 2014. Altri tagli riguardano la riduzione del 25% dell'indennità di funzione dei vice segretari (da 2.122 a 1.591 mensili), dei direttori (da 1.790 a 1.342 euro), dei capi uffici (da 1.061 a 715 euro), dei responsabili delle unità operative (da 530 a 397 per le quote minime e da 663 a 497 per le massime); la riduzione del 25% delle indennità di mansione e del 15% di altre indennità, quali notturno, festivo, missioni e reperibilità. Gli uffici vengono ridotti da 29 a 21. «Sono grato a tutto il personale dell'Ars, al segretario generale, al capo di gabinetto e ai questori per il lavoro svolto». INIZIATIVE. La Biblioteca dell'Ars potrebbe essere trasferita all'Albergo delle Povere, a Palermo. E' una delle ipotesi che la Presidenza dell'Assemblea sta valutando assieme al dirigente generale dei Beni culturali della Regione siciliana. Parte di libri e documentazione sono stati trasferiti nei mesi scorsi in un locale privato a Bagheria dopo che i vigili del fuoco hanno constatato carenze strutturali nel Rimessone. Ardizzone ha spiegato inoltre che la Presidenza «è PALERMO. Esordio a sala d'Ercole per il professor Antonio Zichichi, che qualche giorno fa aveva partecipato a un'audizione in commissione Cultura all'Ars. L'assessore ai Beni culturali per la prima volta è nei banchi del governo dell'aula parlamentare, riunita con all'ordine del giorno una serie di interrogazioni sulle rubriche “Attività produttive”, “Autonomie locali” e “Beni culturali”. «La Sicilia non è terra di mafia, è terra di Archimede. Lui aveva capito cose che nessuno aveva mai capito: “Datemi un punto fisso e vi solleverò il mondo”. Eppure cadde nell'oblio non per un giorno, ma per duemila anni: se Archimede non fosse stato dimenticato, oggi noi conosceremmo quello che invece sapremo nell'anno 4.000», ha detto Zichichi. Dopo la prolusione, che ai deputati ha ricordato lʼimitazione dello scienziato fatta da Crozza, Zichichi ha risposto al tema dellʼinterrogazione sulla gestione dei siti museali: «Sulla revoca delle gare manca ancora l'ultima fase, ma c'è la volontà del governo di evitare che i lavoratori vengano messi per la strada. In futuro - ha aggiunto Zichichi - i bandi dovranno essere fatti in modo più rigoroso, siamo ancora intrappolati in logiche che neanche io capisco, ma ho tante idee nuove: sono la mia passione». molto attenta ai problemi strutturali che si sono verificati in alcune aree di Palazzo dei Normanni, un palazzo che va salvaguardato e che ci viene invidiato da tutti». «Ci sono progetti in corso anche con fondi comunitari'», ha aggiunto Ardizzone. Inoltre, la Presidenza sta valutando la possibilità di ripristinare le cucine, progetto che era stato accantonato nella passata legislatura per i costi ritenuti eccessivi. «Ma contenendo la spesa - ha spiegato Ardizzone - si può pensare a recuperare le cucine per offrire un servizio più dignitoso». E sull'aumento dei prezzi alla buvette e al bar, notato sia dal personale sia dai parlamentari, ha detto: «La ditta si fa carico del personale e i prezzi sono lievitati per i costi della gara d'appalto, che vanno rivisti». LA RICHIESTA «Via il piano copiato!» Legambiente e Cgil sulla qualità dell’aria PALERMO. Non solo Muos. Sul tavolo del presidente della Regione è arrivata una richiesta di Legambiente e Cgil per chiedere la rimozione dal sito istituzionale dellʼassessorato allʼAmbiente del Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dellʼaria ambiente, approvato ed adottato nel 2007. A puntare il dito sul documento erano stati proprio gli ambientalisti che avevano denunciato come fosse un copiato dallʼomologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni prima, “nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri Enti ed Amministrazioni”. “Gli autori - scrivono Legambiente e Cgil - non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già sta- to bocciato dalla Comunità Europea parecchi anni prima, mente”. “Eʼ più che evidente che quel dirigente, rimasto né che nel copia e incolla si erano generate inedite “co- impunemente al proprio posto, ha potuto contare su una munanze” e “similitudini” tra le caratteristiche ambientali consolidata rete di protezione. Invece, per quegli scritti lo del Veneto e della Sicilia, tipo il “sistema aerologico pada- stesso dirigente ha già subito una condanna in sede civino” della Regione Siciliana, le piste ciclabili lungo gli argi- le e altri altri procedimenti, civili e penali, nei suoi confronni dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Co- ti sono in via di definizione. Ebbene, a distanza di 5 anni muni siciliani, lʼesistenza delle Comunità montane”. Il ca- dai fatti denunciati, il Piano copiato non solo non è stato riso, finito anche a “Striscia la Notizia”, averva sutirato, come era stato richiesto a suo tempo da scitato polemiche e anche reazioni, come quelLegambiente, ma fa ancora incredibilmente le del responsabile della redazione del Piano, “bella mostra” nel sito istituzionale dellʼAssesSalvatore Anzà, che aveva definito i denunsorato Territorio e Ambiente come fosse un docianti, secondo la richiesta a Crocetta, “banda cumento tuttora valido e rappresentativo. A di lestofanti, banda di cialtroni, esperti in truffe, fronte di questa situazione a dir poco paradosciarlatani, cricca di imbroglioni, cricca di masale, che appare confliggere in modo insanascalzoni, tramite diverse note redatte su carta bile, oltre che con il decoro ed il prestigio delintestata del Dipartimento Ambiente, senza che lʼAmministrazione, le scriventi Organizzazioni i vertici politici ed amministrativi dellʼAssessotornano a chiedere lʼimmediato ritiro del Piano Salvatore Anzà rato o della Regione intervenissero minimacopiato”. pagina 9 Politica 8 FEBBRAIO 2013 centonove IN AGENDA Da Ingroia a Gianninino Tutti i leader in riva allo Stretto Saro Sidoti Vincenzo Garofalo SOTTO LA LENTE. La crisi invade anche la competizione elettorale. Riducendo le spese Politiche al centesimo Saro Sidoti dell’Udc, già svenato dalle regionali, sta cercando di investire oculatamente i soldi assegnati dal partito. Nel Pd, Liliana Modica punta sul costo zero. Mentre Garofalo (Pdl) vola basso DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Incontri, presentazioni, riunioni e iniziative: la campagna elettorale entra nel vivo, così come le spese per gestirla. Quelle spese che, successivamente, verranno rimborsate al partito d'appartenenza. La voce “viaggi, trasferte, manifestazioni” et similia sicuramente vedrà portafogli piangere la “scomparsa” di cifre con almeno tre zeri, ma tutti i candidati messinesi, alla Camera e al Senato, affermano che sarà una campagna elettorale dai costi bassissimi anche perchè, ad esempio in Sicilia, la tornata delle politiche è stata preceduta dalle regionali e anticiperà, ad esempio a Messina, quella delle amministrative. Nessuno afferma che scialacquerà completamente la cifra stabilita come tetto massimo di spesa per ogni candidato alla Camera e al Senato. Tutti, cautelativamente o no, dichiarano di volersi mantenere al di sotto dei parametri fissati. Fatto è che, c'è chi si dichiara letteralmente “dissanguato” avendo partecipato, a stretto giro di boa, anche alla corsa per le regionali. Ad esempio Saro Sidoti, che ha perso per un soffio lo scranno di Sala d'Ercole, ma adesso si trova “blindatissimo” al secondo posto nella lista “Monti per l'Italia” dopo Pierferdinando Casini ed è il solo candidato messinese che ha praticamente “sigillato” la sua corsa a Palazzo Madama. «La cifra messa a disposizione dal partito per ogni singolo candidato al Senato, che ha un collegio unico, è qualcosina in più rispetto alla Camera e si aggira attorno ai 100mila euro. Io certamente spenderò molto meno», assicura Sidoti, consigliere provinciale eletto nel collegio di Patti e uomo “d'oro” del deputato uscente Pippo Naro. Viaggia in lungo e in largo per la Sicilia per le “convention” organizzate in occasione delle politiche, da Palermo a Catania, passando per Enna. «Fino ad oggi credo di aver speso più di 10.000 euro, non so dire qual è la previsione di spesa fino al 24 febbraio». Come Gianpiero D'Alia, ha provveduto alla realizzazione di “santini” personalizzati, il suo mandatario è il commercialista Filippo Spadaro, ma per la cartellonistica, stavolta, si è affidato a quella “unificata” del partito che comunque ha dovuto stampare manifesti diversi, essendo diversi i simboli delle liste con cui i candidati dello scudo crociato si presentano alla Camera e al Senato. Nella lista Udc presentata per Montecitorio ci sono poi due giovani promesse centriste, Matteo Francilia e 9 FEBBRAIO. Alle 10, presso il Teatro Annibale Maria di Francia, il candidato premier di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia incontra i cittadini. 10 FEBBRAIO. Appuntamento alle 10,30, al Comune di Messina, per “A sinistra per il mezzogiorno”, incontro organizzato dal Pd con la partecipazione di Fausto Raciti (segretario nazionale dei Giovani Democratici) e Andrea Ranieri (giornalista dellʼUnità). 11 FEBBRAIO. Alle 17 e 30, al Palacultura Antonello, a Messina, sarà presente il capolista al Senato del Pd Corradino Mineo per un incontro aperto su “I giovani per lʼItalia Giusta”. 11 FEBBRAIO. A Milazzo, alle 18 nella Sala Rotonda del Paladiana, incontro con Laura Boldrini, capolista Sel. 12 FEBBRAIO. Alle 19, al Palacultura, a Messina, sbarca il segretario nazionale del Pd e candidato premier per il centrosinistra, Pierluigi Bersani. 14 FEBBRAIO. Al Palacultura di Messina, alle 17, Massimo D'Alema presenta "Contro Corrente. Intervista sulla sinistra al tempo dell'antipolitica". 16 FEBBRAIO. A Partire dalle 10 e 30, al Palacultura di Messina, Oscar Giannino, candidato per Fare per fermare il declino, incontrerà i cittadini. Giorgio Muscolino. Per loro, rispettivamente sedicesimo e ventiduesimo nella lista Udc, la campagna elettorale per le politiche sarà praticamente a costo zero. «Le spese per la cartellonistica sono direttamente gestite dal partito». Non hanno ancora stampato santini, ma sono impegnati soprattutto nelle manifestazioni organizzate in provincia, da Tusa a Giardini. Lo stesso vale per quasi tutti i candidati non inseriti in posizioni “utili”. Tranne che per Liliana Modica del Pd. «Non spenderò un euro per questa campagna, ho fatto un banner e andrà solo su facebook e sui social network, non ho intenzione di tirare fuori un centesimo, organizzerò forse qualche manifestazione più grande negli ultimi dieci giorni di campagna, da Catania ci hanno mandato qualche “santino”, ma io poso dire con certezza che non farò CENTRISTI Lo Monte carica i comitati Lunedì 18 arriva anche il leader nazionale Tabacci Carmelo Lo Monte MESSINA. “Dimostreremo che siamo una forza politica ben radicata per accogliere le istanze del territorio”. Carmelo Lo Monte, candidato di punta del Centro Democratico in Sicilia, in entrambe le circoscrizioni siciliane il lizza per la Camera alle spalle del leader nazionale Bruno Tabacci, lo sostiene ad ogni incontro, e sprona i comitati elettorali alla “testimonianza” in tutto lʼambito siciliano, che stanno crescendo settimana dopo settimana, grazie allʼimpegno di candidati e sostenitori. Dei comitati cittadini etnei sono responsabili Cinzia Dato e lʼavvocato Claudio Fiume, mentre a Castiglione di Sicilia referente è Cettino Bellia, a Giarre lʼavvocato Rudi Grasso, a Mascali Salvo Gullotta e ad Acicastello lʼon. Antonello Dato. Nunzio Dolce e Gianni Luciano sono gli animatori principali dei pagina 10 due comitati di Siracusa. Lʼon. Antonio Borrometi a Modica e Sebastiano DʼAngelo a Ragusa sono i punti di riferimento iblei, mentre Lorenzo Tricoli è il referente di Caltanissetta. Sempre in terra nissena, a Mazzarino, cʼè Filippo Alessi. Carlo Falzone è il responsabile del comitato di Enna e Salvatore Bevilacqua è il referente di Barrafranca. Il consigliere comunale Giorgio Calì è il punto di riferimento per Palermo, mentre a Bagheria e Trabia sono responsabili del comitato, rispettivamente, Tommaso Gargano e Francesco Bondì. Vari i comitati nel messinese: a Barcellona, San Filippo del Mela, Monforte San Giorgio, Caronia, Sinagra, Villafranca Tirrena, Taormina. Lunedì 18 febbraio sarà in Sicilia a sponsorizzare i candidati del Centro Democratico il leader nazionale del partito alleato di Bersani. Appuntamento pomeridiano messinese a Giardini Naxos, presso il SantʼAlphio Garden Hotel alle 15,30 con Tabacci, che alle ore 19 sarà presso la sala dell'Open Land di Siracusa con l'On. Pippo Gianni per presentare i candidati siracusani, Nunzio Dolce alla Camera e Giuseppe Liberto al Senato. centonove Politica 8 FEBBRAIO 2013 assolutamente niente di più». Attorno ai 7.500 euro spenderà invece il collega di partito Antonio Saitta, il mandatario della sua propaganda in vista delle politiche è il collega avvocato Giovanni Giacoppo. «Spero di limitarmi a questa cifra, fino ad adesso ho solo pubblicizzato la mia candidatura su qualche quotidiano on line e inviato lettere ai miei clienti e ai miei amici, ci sono poi i manifesti del partito ma non è che ne abbia visti molti in città». “Qualche” denaro in più rispetto a Saitta, tirerà invece fuori Vincenzo Garofalo, sesto alla Camera per il Pdl. «Per i candidati alla Camera il tetto massimo è di 52 mila euro che arrivano a circa 78 mila euro in base al numero di cittadini, io penso di mantenermi ben al di sotto di questi valori, anche perché il Pdl ha inserito all'interno del suo programma elettorale l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti». «Fino ad oggi continua Garofalo - ho solo fatto realizzare qualche banner che sarà inserito sui quotidiani on line locali, avrò spese di benzina per gli spostamenti in occasione di qualche altra manifestazione, poi c'è stata la visita di Schifani a Messina dove abbiamo affittato i locali e acquistato qualche pianta ornamentale, ma niente di più». A pensare alla cartellonistica anche per il Pdl e per quasi tutte le varie correnti di centro-destra sono state le sedi centrali e i manifesti campeggiano già su parecchi muri e fermate dell'autobus. «Io non ho fatto manifesti personali - racconta Garofalo - è uno spreco, meglio gli incontri con la gente». Abbastanza “morigerata” sarà poi la campagna elettorale di Sel. Il partito di Vendola è “nuovo” in Parlamento e i suoi candidati affermano tutti di voler propendere per budget piuttosto limitati. Il costo totale, a livello nazionale, della campagna elettorale di Sel dovrebbe aggirarsi attorno ai 900mila euro. Ai capilista ovviamente sono richiesti “sacrifici” più importanti. Se ad esempio Francesco Forgione, capolista al Senato ha previsto una campagna elettorale spartana i cui costi si aggireranno complessivamente attorno ai 6.000 euro, Sofia Martino, candidata messinese seconda alla Camera afferma che spenderà probabilmente meno di 1000 euro. «Ho un sito internet ma è stato realizzato gratuitamente e poi io uso il web e facebook, ho fatto qualche santino, ma sfrutterò i manifesti inviati dal direttivo nazionale, sono una precaria e non posso permettermi certe spese, la mandataria dei miei santini, ad esempio, è mia madre». MESSINA. Zero santini, nessun manifesto e niente iniziative per i tanti “minori” Per fortuna c’è Facebook Oltre ai social network, c’è chi punta sulla partecipazione a manifestazioni e iniziative, come Aricò di Fermare il Declino. Mentre il Mir di Samorì si ridimensiona rispetto all’inizio MESSINA. Sono i più piccoli e in alcuni casi la loro campagna elettorale si limita all' “Io ci sono”. C'è chi, ben consapevole di avere poche chances di approdare alla Camera o al Senato, usa il tam tam su facebook, con loghi, programmi e status che richiamano in qualche modo la candidatura e chi preferisce farsi un po' di pubblicità in mezzo alla gente, non soltanto presenziando ad ogni incontro pubblico, ma anche attraverso delle vere e proprie “incursioni” durante manifestazioni, convegni o iniziative, magari anche organizzate da altri. Come ad esempio Ruggero Aricò, candidato messinese alla Camera per la lista Fermare il Declino di Oscar Giannino, che sfrutta ogni buona occasione per farsi un po' di spazio e promuovere la sua candidatura. Ci sono poi soprattutto i partiti minori apparentati che, in Sicilia, ad accezione del “Megafono” di Rosario Crocetta, mantengono quasi tutti un low profile, come ad esempio il Centro Democratico di Bruno Tabacci che sullo Stretto ha come “punta di diamante” Carmelo Lo Monte, anche lui poco appariscente sul palcoscenico delle politiche. Una campagna piuttosto sottotraccia, ma per evidenti ragioni di “esclusione”, anche per Grande Sud, con Messina che appare ormai lontana dall' “entusiasmo” e dalle iniziative organizzate dal partito di Miccichè durante le scorse regionali. Idem per i radicali di “Giustizia, Amnistia e Libertà” che si sono limitati alla semplice presentazione della lista ma, pur ammettendo di stare portando avanti una campagna di “mera testimonianza”, torneranno anche oggi (venerdì 8 febbraio) al carcere di Gazzi per “dare solidarietà ai parenti delle vittime dell'ingiustizia”. Tutto “aggratis” per loro, l'unica “spesa” è il tempo. Chi sullo Stretto era partito “col botto”, ma adesso si è “ridimensionato” è il Mir di Gianpiero Samorì, con manifesti elettorali che campeggiavano un po' ovunque nel centro cittadino e ritraevano il Ruggero Aricò Luca Cordero di Montezemolo sorriso ottimista dell'imprenditore modenese. Anche se il capogruppo al Senato di Samorì, Francesco La Fauci, ha già iniziato a muoversi per propagandare la sua candidatura e cercare di spingere il partito coalizzato col centro-destra di Berlusconi. Campagna sotto tono anche per il Pli. “Niente manifesti, né santini, solo una serie di incontri che comunque saranno funzionali anche in vista delle prossime amministrative”. “Quasi” lo stesso vale per Fli che comunque ha già presentato i suoi candidati messinesi a Palazzo Zanca gettando soprattutto un occhio sulle prossime amministrative cittadine. Il “clou” della campagna dei finiani sullo Stretto è però in programma domenica 10 febbraio con l'arrivo del leader Gianfranco Fini a Messina. Inizia, invece, domani (sabato 9 febbraio) la “prima” dei candidati de “La Destra” di Storace sullo Stretto. Alla Provincia, il segretario provinciale del partito Silvano Arbuse, riunirà i candidati messinesi in lista alla Camera e al Senato. Con lui Ruggero Razza, Paolo Spadafora della Direzione del Movimento IstriaFiume-Dalmazia e Vincenzo Trantino. Fino ad adesso niente manifesti, né simili. «Forse solo qualche santino spiega Arbuse - una campagna praticamente a costo e autotassandoci tra gli iscritti». Campagna fino ad adesso “silenziosa” anche per i “montiani”, ma, sempre domani (sabato 9 febbraio) lʼAuditorium della Fondazione Bonino-Pulejo “accoglierà” la prima uscita dei candidati messinesi della lista “Scelta civica con Monti per l'Italia” con Luca Cordero di Montezemolo che, insieme ai candidati messinesi Alessandro Bonanno, Cristina Vitale, Ferdinando Ofria e Andrea Calderone cercherà di richiamare il mondo dell'imprenditoria, delle professioni e i lavoratori precari. Nella stessa giornata sarà a Messina anche Antonio Ingroia per la presentazione della lista dei candidati di Rivoluzione civile. Anche in questo caso i candidati messinesi provenienti da Idv e Rifondazione dicono: «Una campagna elettorale veramente di sacrificio, non è possibile alcun minimo sproposito». (T.C.) STRATEGIE Cardinale presenta i suoi Nuovo movimento e gruppo all’Ars per l’ex ministro PALERMO. Da una parte il rafforzamento del Megafono alle politiche, dallʼaltro una maggioranza per Rosario Crocetta allʼArs. È con questi due obiettivi che nasce il nuovo soggetto politico che raggruppa ex democristiani, ex autonomisti, socialisti, esponenti democratici, riformisti e liberali. Deus ex machina dell'operazione è Totò Cardinale, ex ministro e tra i fondatori del Pd. «Il nome sarà deciso nei prossimi giorni», ha spiegato il politico, ma si tratterà di unʼassociazione o movimento allʼinterno del centrosinistra. «Tra i promotori cʼè anche il governatore della Sicilia. È unʼoperazione molto pulita e molto trasparente». All'Assemblea regionale il nuovo soggetto politico sarà rappresentato dal gruppo “Democratici e riformisti per la Sicilia'”, di cui fanno parte i 4 deputati ex Movimento per il territorio e altri parlamentari provenienti da esperienze diverse, da Grande Sud al Pds-Mpa: Edy Tamajo, Riccardo Savona, Giuseppe Picciolo, Marco Forzese. E altri se ne potrebbero aggiungere presto. «Lo spazio politico c'è - spiega Cardinale - siamo di fronte a stravolgimenti senza precedenti». L'ex ministro non rinnega il Pd. Anzi: «Da Roma il mio partito mi chiede in continuazione a che punto è il progetto, c'è piena condivisione», spiega Cardinale. Primo banco di prova saranno le politiche, a sostegno della lista il Megafono al Senato e poi le prossime amministrative. Il trait d'union allʼArs con la lista Crocetta darà il deputato Antonio Malafarina, che fungerà da presidente dell'intergruppo. Grazie alla nuova manovra, ad appena quattro mesi dalla sua elezione, Crocetta ottiene la maggiornaza dʼaula. I deputati che lo sostengono adesso sono 46 su 90, 8 in più rispetto ai 37 originari. E a chi ha parlato di “mercato delle vacche”, il presidente ha risposto: «Di mercato delle vacche sono esperti quelli del Pds-Mpa, loro conoscono bene quest'esercizio commerciale. Durante le regionali Raffaele Lombardo diede 500 incarichi e l'Assemblea fu costretta a varare la legge blocca nomine». pagina 11 Salvatore Cardinale Politica 8 FEBBRAIO 2013 centonove IN CORSA Viva Messina dixit «No alla chiusura verso i partiti» SOTT’ACQUA. Giuseppe Grioli MESSINA. A scendere in campo, già da parecchio tempo con l'obiettivo chiaro delle prossime amministrative, è stato anche il gruppo di “Viva Messina” che vede in prima linea l'avvocato Massimo Rizzo, il giornalista Fabio Mazzeo e le “nuove leve” Ernesto Marcianò e Alberto Bernava. Ad “infoltire” il sodalizio ci sono poi altri giovani tra cui Ezio Fabiano, Giuseppe Magaudda, Mario Antonio Schepici, Pietro Bellinghieri, Vincenzo Grasso, Francesco Micali, Gaetano De Lorenzo. «Apprezziamo l'iniziativa di Reset delle primarie di piazza aperte a tutte le associazioni e ai movimenti messinesi e apprezziamo la figura di Alessandro Tinaglia, ma non condiviamo la chiusura di Reset ai partiti, perchè all'interno di essi esistono competenze, professionalità e voti che sono necessari a cambiare davvero, altrimenti si rischia di presentarsi alle elezioni per fare mera testimonianza o per guadagnare qualche consigliere». IN POLE POSITION. Antonio Catalioto AMMINISTRATIVE. Si moltiplicano nella coalizione gli aspiranti sindaco e presidente Messina, ressa a sinistra Dalla folla all’interno del Megafono, con Catalioto, Notarianni e Siracusano, ai democratici, divisi tra Grioli, Calabrò e Quero, la mappa dei candidati. Mentre il centrodestra attente le politiche Massimo Rizzo MESSINA. Tanti nomi chiacchierati, ma in fondo qualche “dritta” in più sui probabili candidati a sindaco e a presidente della Provincia di Messina, la darà il risultato delle politiche. Gioco forza c'è chi, infatti, all'indomani dell'esito delle votazioni del prossimo 25 febbraio potrà anche rivendicare qualcosa. E c'è anche chi, ex ante, ha iniziato a “mettere le mani avanti”, soprattutto alla luce del “killeraggio” degli ex An all'interno delle liste del Pdl per Camera e Senato. Se nell'ambito del centro destra, è chiaro il riflesso, a Messina, di un'aggregazione che si è sbocconcellata, con ex forzisti ed ex An a piluccarsi da tempo l'un con Crocetta, il governatore che ha già sparigliato le carte all'interno del centrosinistra, la scorsa estate, anticipando tutti con la sua candidatura a presidente della Regione. Ed è proprio nell'ambito dell'area messinese che fa riferimento a Crocetta che si stanno sviluppando i maggiori movimenti in attesa delle amministrative, spostate alla fine di maggio. Se i risultati della lista presentata al Senato da Crocetta dovessero ottenere buoni numeri, soprattutto a Messina, non è escluso che il Pd possa nuovamente abbracciare una candidatura “esterna”, anche all'area dominante di Genovese. A “scalpitare” in cerca di spazi sotto le spoglie della “società l'altro, la situazione non è proprio delle migliori anche all'interno del centrosinistra che, pur apparendo più compatto, nonostante le varie correnti interne (Innovazioni, ex Ds, renziani, crocettiani etc etc), sullo Stretto si “direzionava” in base al vento soffiato da Francantonio Genovese che però, al momento, oltre ad assere “occupato” nella corsa alla Camera, è impegnato soprattutto a parare i colpi dell' “affaire formazione”. E così, anche alla luce dei risultati delle politiche, potrebbero aprirsi spazi fino ad oggi prevalentemente “attenzionati” da chi, davanti a se', aveva solo corsie libere per governare la città. CENTRO-SINISTRA. Giuseppe Grioli lavora da tempo alacremente per “guadagnarsi” uno spazio e gareggiare nella corsa a primo cittadino. Sempre all'interno del Pd, l'idea non dispiaceva a Felice Calabrò che assieme al coordinatore cittadino, fra i democratici, è stato tra i più ferventi critici dell'ex sindaco Giuseppe Buzzanca. Un'eventuale partecipazione alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato a sindaco vedrebbe in campo anche Francesco Palano Quero, il giovane “renziano” presidente del IV quartiere. Ma a “insidiare” le primarie potrebbe però inserirsi “l'asso piglia tutto” del Megafono di TRASVERSALE Accorinti, il caterpillar Il pacifista definisce la squadra e si apre al dialogo Renato Accorinti MESSINA. A guidare la “rivolta” dei movimenti è sicuramente Renato Accorinti che con il suo “Cambiare Messina dal basso” percorre la città in tour ogni giorno con un'iniziativa diversa. Dalle visite spontanee alle famiglie più disagiate agli alberi piantati sul corso Cavour. Dalle riunioni per portare avanti la sua idea di una nuova Messina all'interno delle chiese ai tavoli tecnici su rifiuti, lavoro e partecipate a Palazzo Zanca. Non si ferma un attimo Accorinti, che ha già bella e chiara in testa la sua idea di Giunta e non la tiene per sé. I suoi uomini non sono propriamente “interni” ai partiti. I nomi vanno da Gaetano Sciacca ad Anna Giordano, passando per Guido Signorino, ma c'è anche chi qualche “consolidata” esperienza politica alle spalle ce l'ha, come ad esempio Daniele Ialacqua o Gino Sturniolo. Accorinti non ha “dialogato” pagina 12 con Alessandro Tinaglia di Reset, o quantomeno non ancora, sulla eventuale possibilità di unire le “forze civiche” della città in una tornata di primarie che raggruppi i movimenti che intendono stare “al di fuori dei partiti” e che dia voce a tutte le anime dell'associazionismo messinese. Ma, parola di Tinaglia, dall'altra parte non ci sarebbe alcuna remora nei confronti del pacifista, ben visto, tra le altre cose, anche dai grillini dello Stretto, ma non dai vertici del Movimento soprattutto nell'ottica di un appoggio dei seguaci del comico genovese a una lista diversa da quella dei 5 Stelle che invece, al momento, sembrano mantenere alta la concentrazione sulle politiche e, probabilmente, per le amministrative adotteranno lo stesso metodo usato per le regionali. Immediatamente dopo le politiche sarà organizzata la raccolta di curricula da chiunque li voglia presentare e, post “analisi” delle candidature, si partirà per la corsa alle amministrative. Intanto Accorinti procede nella sua marcia che lo vedrà impegnato per tutto il mese di febbraio in incontri pubblici su diverse tematiche tra cui trasporto e mobilità, cultura e identità, servizi sociali e sanità. (T.C.) centonove Politica 8 FEBBRAIO 2013 In alto, da sinistra: Peppuccio Santalco (presidente dellʼAto Idrico), Orazio Miloro (lʼex assessore comunale che potrebbe essere candidato dallʼarea ex An) e Francesco Palano Quero (renziano che punta alle primarie per la sindacatura). A sinistra e sotto, Aura Notarianni e Paolo Siracusano, entrambi con Crocetta civile” è Paolo Siracusano, ex candidato alla presidenza della Provincia, comunque abbastanza vicino all'ex Margherita che ha persino aperto un blog con tanto di logo “Messina città del futuro”. O ancora Antonio Catalioto, impegnato con il “Circolo Rifiuti Zero” e “suggeritore” nella composizione della lista Crocetta alle scorse regionali. Tra le ipotesi “accreditate”, invece, si inserisce il nome di una donna, la battagliera Aurora Notarianni, legale specialista in diritto del lavoro, già in odore di candidatura alle politiche sempre nella lista di Crocetta. Pare che al momento la maggiore convergenza sullo Stretto ruoti attorno alla figura dell'avvocatessa messinese, ma non è escluso che Crocetta possa appoggiare anche l'idea di un “Croce-bis”. Sempre nell'ambito di una candidatura a sindaco non prettamente di matrice “genovesiana” potrebbe essere della partita anche l'avvocato e docente di Diritto costituzionale Antonio Saitta, che, benché preferisca dirottare l'attenzione sulle politiche («Sarò eletto al Senato, non mi interessa la sindacatura»), rappresenta una personalità del Pd, ma non proprio “omogenea” all'ex sindaco di Messina. Sotto l'egida di Crocetta si muove in vista delle amministrative anche il gruppo che fa riferimento ai parlamentari regionali messinesi Giuseppe Picciolo e Marcello Greco. Il sodalizio della “quarta gamba” di Crocetta troverà luogo anche a Messina con una presentazione ufficiale che si svolgerà il 20 al Palacultura e che raggrupperà diversi consiglieri di circoscrizione, comunali e provinciali che scenderanno in campo per le amministrative. Sempre nel centro-sinistra c'è poi Sel che preferisce attendere. CENTRO-DESTRA. La “novità” più eclatante è rappresentata dalla possibile lista che verrà presentata dalla cordata degli ex An, in autonomia rispetto a un Pdl messinese, ormai di chiara predominanza forzista, almeno in città. E lo ha detto anche Buzzanca in conferenza stampa: «Per le amministrative auspichiamo le primarie». Con tutta probabilità sarà in provincia che gli ex An cercheranno la “prova di forza” tentando di giocarsi la partita col centrosinistra e puntando soprattutto su due uomini, Gianfranco Scoglio (presente alla convention del Pdl con Renato Schifani) e Orazio Miloro. «Le truppe ce le abbiamo noi», aveva tuonato ai suoi alleati Santi Formica, anche lui coinvolto dall'ultimo provvedimento della Corte dei Conti in qualità di ex assessore regionale alla Formazione. «Registro l'amarezza manifestata da Nania, Buzzanca e Formica, ma non ho altro da aggiungere perchè non sono parte in causa», spiega Vincenzo Garofalo, coordinatore cittadino del Pdl. «Per le amministrative le primarie si faranno se sarà quella la strada indicata a livello nazionale, ma prima dei candidati, sarebbe opportuno parlare delle alleanze, questo è un momento in cui emergono posizioni diverse e vengono fuori tanti nomi sia dai partiti che dai movimenti che fanno riferimento al centro-destra, ma alla fine abbiamo sempre trovato convergenza». Se per la Provincia Garofalo ribadisce che c'è un presidente uscente che ha il diritto di essere interpellato su una eventuale “candidatura-bis”, al Comune Garofalo chiarisce: «Il Pdl non si disinteresserà, abbiamo tanta gente che ha amministrato bene e che ha competenze, sicuramente non trascureremo Palazzo Zanca». In entrambi i casi, continua il deputato uscente del Pdl, «l'importante sarà scegliere una figura autorevole, un candidato capace di trascinare la coalizione, bisogna interpretare anche quanto hanno insegnato le elezioni di Barcellona». All'interno del centro-destra hanno poi deciso di non stare a guardare i giovani ex An, capeggiati da Ciccio Rizzo, presentando il “Vento dello Stretto”, una sorta di aggregazione di associazioni nata con l'obiettivo di incidere sulle amministrative attraverso l'ottenimento di rappresentanti all'interno dei consigli di circoscrizione, al Comune e alla Provincia. «Abbiamo mollato gli ormeggi, sono felice che finalmente qualcuno si sia accorto che sono necessarie le primarie come noi continuiamo a dire dal 2003 - spiega Piero Adamo - ma il Pdl a Messina non esiste, esistono dei gruppi, Vento dello Stretto è un esperimento, stavolta o la va o la spacca». A muoversi in vista delle amministrative, all'interno nel centrodestra, c'è poi anche Giuseppe Santalco. «Ho fatto tanto, se lo si riterrà opportuno sarò un contenitore, una risorsa a servizio della città». (T.C.) LA PROPOSTA Reset chiama i movimenti Alessandro Tinaglia punta sulle primarie di piazza MESSINA. In cerca di “esperienze civiche”. Reset, o meglio l'ispiratore del movimento, Alessandro Tinaglia, fa un passo indietro e mette sul piatto la sua candidatura a sindaco. «Non saremo noi quelli che impediranno ai movimenti ed alle associazioni, espressioni vere della società civile, di stare assieme, di avere lʼopportunità di cambiare davvero le cose, di dare una speranza ai Messinesi». Tinaglia chiama a raccolta i diversi gruppi nati con lo spirito di cambiare Messina a partire dalle prossime amministrative. A una sola condizione: niente inciuci coi partiti, né prima, né dopo. Con questo diktat, Reset apre il dialogo ai movimenti e alle associazioni, ad eccezione di “Art. 1” di Alessandro La Cava. «Io sono per le vere primarie. Fino a lunedì 11 febbraio raccoglieremo adesioni dei movimenti e delle associazioni, dopo, gli aderenti si incontreranno ed en- tro venerdì 22 febbraio cercheremo una sintesi tra progetti e programmi». «Entro la fine di febbraio - spiega Tinaglia - abbiamo l'intenzione di presentare tutta la squadra, sindaco, presidente della Provincia, assessori e dirigenti degli enti di sottogoverno. In totale controtendenza con chi vuole controllare il consenso costruendo consultazioni popolari fittizie, lʼidea è quella di organizzare le primarie civiche di piazza: dodici confronti pubblici in altrettante piazze a partire da marzo con votazione alla fine di ogni confronto». In soldoni ci si registra e si vota solo dopo aver assistito al dibattito tra i candidati e senza nessun elenco precostituito, ma solo attraverso un confronto che permetta ai cittadini di conoscere il progetto della coalizione civica e poter scegliere chi, a loro insindacabile giudizio, lo incarni meglio. Lo scrutinio è fissato per il prossimo 10 Marzo, alla fine dellʼultima votazione, sempre in piazza. Tinaglia non si sbilancia e non fa il nome di chi ha abbracciato o potrebbe abbracciare l'idea delle “primarie di piazza”, ma rivela: «Ci sono dialoghi con alcune associazioni, ma ancora non è stato definito nulla. Noi comunque andremo avanti fino infondo». (T.C.) pagina 13 Alessandro Tinaglia Politica 8 FEBBRAIO 2013 centonove MESSINA. L’esclusione dalle politiche della componente più forte del partito in Sicilia Pdl, i tre picconatori Nania media, Formica randella, Buzzanca affonda. E in coro: “Epurazione della destra”. Quello che hanno detto. Ma soprattutto quello che hanno lasciato intendere DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Fosse stato un film, a Giuseppe Buzzanca, giocoforza, sarebbe toccata la parte del “brutto”. Perchè, nella conferenza stampa di venerdi 1 febbraio, i ruoli del buono e del cattivo se li sono spartiti, nemmeno avessero il manuale Cencelli alla mano, il senatore Mimmo Nania e il deputato regionale Santi Formica. Perchè, dopo due ore di spiegazioni, domande e botta e risposta, quello che è emerso è che in qualche maniera il Pdl lo “sgarro” della mancata riconferma di Nania e dellʼesclusione dalle liste dei ventilatissimi Formica e Buzzanca, lo pagherà. Carissimo. IL BUONO. A sentirlo parlare, Nania non sembrava esattamente uno dei pilastri del partito al quale qualche giorno prima era stato dato il benservito. Tuttʼaltro. Nessuna accusa, niente nomi, come se tutto fosse andato liscio. Loda gli anni di governo del partito, ne incensa i componenti, e lʼunica accusa che gli esce dalla bocca è diretta contro una generica “epurazione” nei confronti della destra italiana allʼinterno del Pdl. Spunto che gli fornisce lʼassist per la battuta fulminante (mascherata da lapsus) diretta agli ex colleghi di An che oggi hanno fondato Fratelli dʼItalia. Che dopo lʼintervento del senatore diventa “Fratelli bandiera”. Alla fine, lʼammissione. “Sono stati premiati i portaborse, non chi si è impegnato per anni ed ha portato voti. E Messina rischia concretamente di non avere alcun rappresentante del territorio (Vincenzo Garofalo è sesto alla Camera, Bruno Mancuso è decimo al Senato)”. E se Nania è indispettito ma non lo lascia vedere poi più di tanto, Santi Formica, seduto alla sua sinistra, è incazzato. Nero. IL CATTIVO. “I voti li abbiamo noi, è con noi che devono fare i conti!”. Al contrario del senatore con barba e capelli candidi che si accordano con le frasi accomodanti, Santi Formica, vestito di nero e coi capelli in tinta, ha da subito un aspetto più sulfureo. E nessuna delle parole che pronuncia, e le pronuncia a volume parecchio alto, lascia spazio a fraintendimenti. O ad aperture. “Siamo la componente del Pdl più forte in Sicilia argomenta Formica, e quasi pare di vederlo mordersi la lingua per non pronunciare quello che sibila invece lontano dai microfoni - e ci tengono fuori?” A chi ha avuto lʼardire di ricordargli che, mentre a palazzo dei Leoni era in atto la conferenza stampa, a duecento metri in linea dʼaria il capogruppo del Pdl in consiglio comunale Giovanni Cocivera, che a Formica fa riferimento, rassegnava le dimissioni sia dalla carica che dal partito, Formica ha replicato torvo “Cocivera si è dimesso con le stesse motivazioni per le quali noi siamo rimasti, Cocivera resta con Formica”. Un passaggio che lo stesso Cocivera ha smentito ( allʼindomani delle regionali, lʼentourage di Formica gli aveva puntato il dito, ritenendolo il principale colpevole del magro risultato ottenuto in città) lamentando, così come anche il presidente della Giovane Italia Ferdinando Croce (dimissionario anche lui qualche ora prima), una sostanziale assenza di democraticità nei processi di scelta allʼinterno del Pdl. Cosa sulla quale tutti sembrano concordi. LʼAVVERTIMENTO. Secondo gli accordi e le liste preparate dai coordinatori regionali Nania, Giuseppe Castiglione e Dore Misuraca, a Buzzanca sarebbe toccato un ottimo quinto posto in lista, con ottime possibilità di diventare quarto qualora Silvio Berlusconi, presente ovunque, non avesse scelto di farsi eleggere in Sicilia. E invece niente. E Buzzanca, sia pur sorridendo, avverte. “Da coordinatore provinciale non posso garantire sullʼesito di queste elezioni”, dichiara lapidario, mettendo una pietra tombale su qualsiasi ipotesi di accomodamento. Dalla sua, il sindaco dimissionario di Messina ha un ulteriore rammarico. E cioè essere stato “scaricato” dal suo riferimento politico nazionale, lʼex ministro alle Infrastrutture Altero Matteoli, che i suoi sette posti in lista ha preferito giocarseli in gran parte al nord, riservandone solo uno per il deputato catanese Basilio Catanoso. Non solo. La candidatura di Buzzanca, fino a qualche mese fa, sembrava essere “blindata” anche dalla vicinanza a Rocco Crimi, ex tesoriere del partito (e ancora prima di Forza Italia), il cui peso nella composizione delle liste è venuto improvvisamente meno al momento della rinuncia a tenere la cassa del partito, in rosso da tempo e senza che i salvifici interventi di Berlusconi siano più così frequenti. Col risultato che Buzzanca, al momento, è politicamente un disoccupato. A chi si fosse preoccupato per il nuovo status, Buzzanca ha avuto cura di rassicurare: “Sono tornato a fare il medico (Buzzanca è nutrizionista con studi a Messina, Barcellona e Alì, ndr) a tempo pieno, e sono indaffarato come non mai”. “MI SI NOTA DI PIUʼ SE...”. E, a proposito di film, dando uno sguardo alla platea a qualcuno sarà tornata in mente la frase di Nanni Moretti in “Ecco Bombo”. Perchè, UNITI, BELLICOSI E PRONTI ALLA VENDETTA. Da sinistra: Gius indecisi se si notasse di più la loro assenza o la presenza pur in disparte, alla HANNO DETTO Ninì Germanà: “Che disastro...” LʼESCLUSIONE DEL senatore Nania dalle liste per le elezioni politiche del Pdl, come era facile prevedere non è indolore per questo partito in termini non solo di consensi elettorali, quanto di mancanza di una cabina di regia che la sua leadership sapeva assicurare. Lʼassenza di Nania, Buzzanca e Formica allʼapertura della campagna elettorale del Pdl al Teatro Vittorio Emanuele è eloquente. Eʼ stato un grande errore eliminare questʼarea ex An e per quello che potevo, prima che la situazione precipitasse, avevo indirizzato a Berlusconi ed Alfano un invito a riflettere su una decisione così traumatica. La provincia di Messina, sulla base delle liste compilate, rischia seriamente di non essere rappresentata, a meno di un recupero ancora più massiccio di Berlusconi, cui le sorti del partito sono indiscutibilmente legate. Il valore aggiunto dei candidati locali è molto limitato. Le eventuali sensazioni di euforia nel Pdl messinese per la fuoriuscita di Nania e dei suoi amici, sono fuori luogo, non ci si rende conto che forse, al di laʼ delle elezioni politiche, dove vige lʼeffetto Berlusconi, le amministrative potrebbero sancire la scomparsa del Pdl. Ninì Germanà (già deputato) PALAZZO ZANCA Croce, sindrome Mario Monti Il commissario ed i suoi esperti forniscono “riflessioni e proposte” sulla gestione del Comune. Senza l’Imu Luigi Croce e Nino Dalmazio MESSINA. I sintomi della sindrome da Mario Monti (il tecnico che arriva a risolvere i guai creati dalla politica e strada facendo è attratto dalle sirene della stessa politica), il commissario straordinario di palazzo Zanca Luigi Croce li inizia ad avvertire. Pericolosamente. Ai capigruppo in consiglio comunale, infatti, è arrivato un documento, firmato Croce, dallʼoggetto curioso: “Riflessioni e proposte sui modelli di gestione del comune di Messina e delle aziende comunali. Correttivi e riflessi economico-finanziari per un bilancio pluriennale riequilibrato”. A fornirle, riflessioni e proposte, i quattro esperti di Croce, con in testa Nino Dalmazio, unico che ha denunciato velleità di discesa in politica già alle amministrative del 2008 con la lista auto- pagina 14 nomista Dicearco e oggi, come nume tutelare del Pni, il “progetto nuova Italia” fondato a Messina che dellʼesperienza Dicearco prende il testimone. In trenta pagine, Croce ed il suo team smontano e sezionano la macchina comunale, facendo a pezzi praticamente quanto fatto (o non fatto) dalle amministrazioni precedenti. “Il complesso degli interventi proposti potrà apparire energico ed eccessivo rispetto alle effettive necessità di bilancio”, mettono le mani avanti Croce e gli esperti. Perchè? In una parola, rigore. Eliminare lʼevasione totale dei tributi locali, divieto per dipendenti del comune e partecipate di esercitare la libera professione, aumento del 100% dei canoni per la concessione dei passi carrabili e dei “gratta e sosta”, aumento del 50% del presso della fornitura dellʼacqua, aumento del doppio per i diritti di ufficio per il rilascio atti di edilizia e urbanistica, del 30% per la Cosap mercati e del 20% per lʼoccupazione suolo. E poi Atm in liquidazione e nuova società per azioni, traguardo del 50% entro il 2015 per la differenziata, più vigili per strada a far multe. E lo zuccherino? Cʼè anche quello. Abolizione dellʼImu sulla prima casa per alcune categorie. Come Monti insegna. (A.C.) centonove Politica 8 FEBBRAIO 2013 DIETRO LE QUINTE. La rivolta dei consiglieri provinciali Galluzzo furioso La rottura tra i politici di palazzo dei Leoni e i leader barcellonesi legata anche alla mancata candidatura alle Regionali del capogruppo seppe Buzzanca, Mimmo Nania e Santi Formica spicciolata hanno fatto la loro comparso lʼex assessore al Bilancio del comune di Messina Orazio Miloro, alla prima uscita “pubblica” dopo la tempesta che gli è arrivata addosso un mese e mezzo fa, quando a palazzo Zanca non era ancora chiaro se si dovesse o meno dichiarare bancarotta dopo quattro anni in cui i conti ed i cordoni della borsa li aveva tenuti lui. Chi mancava era invece Gianfranco Scoglio, che da qualche tempo adotta la tattica del corpo al cerchio e poi alla botte. Dopo lʼuscita su Facebook allʼindomani delle regionali in cui chiedeva a Nino Germanà di farsi da parte per far si che Buzzanca conquistasse il seggio a Palermo, Scoglio si è eclissato. Per riemergere, il giorno dopo la conferenza stampa che ha disertato, alla convention del Pdl al teatro Vittorio Emanuele (dove i tre non si sono nemmeno avvicinati), dove si è ritrovato come collega di partito lʼex assessore Udc Pinuccio Puglisi. Delle “truppe” sbandierate da Formica, nella saletta di palazzo dei Leoni, cʼerano solo i Pino Galluzzo consiglieri comunali Pinuccio Magazzù, che si dichiara fedele, Salvatore Ticonosco, viceversa attratto da sirene vicine al Megafono di Crocetta, e Giovanni Cocivera, passato solo per dire addio visto il passaggio al gruppo misto, propedeutico allʼavvicinamento al centrosinistra, probabilmente sponda Pd. Cʼera il consigliere provinciale Ciccio Rella, ma defilatissimo e per poco tempo, che con i giovani del partito lavora sotterraneamente. Alla fine, la chiave di lettura lʼha data uno dei presenti, che Nania, Formica e Buzzanca li conosce da parecchio tempo. “Il loro errore è quello di non aver capito, dopo le regionali, che quando cʼè un dato elettorale negativo sarebbe il caso di fare qualche riflessione, invece che puntare il dito verso i referenti locali accusandoli di non aver fatto il loro dovere. Eʼ lʼatteggiamento di chi vuole cercare un responsabile sentendosi esente da colpe. Che invece, stavolta, ci sono state eccome. Ma ai livelli più alti, non alla base”. SCENARI Domani? Primarie. E poi... MESSINA. La prima mossa? Chiedere le primarie per amministrative e provinciali. E la seconda? Liste proprie per devastare le liste principali. Mettere quello che resta del Pdl alle strette. O si fa come diciamo noi o andiamo per la nostra strada. Che potrebbe voler dire sì allʼinterno del Pdl, ma smarcati. Smarcatissimi. Quello che accadrà da qui a fine maggio, quando si andrà alle urne per eleggere sindaco e presidente della Provincia di Messina, è un rebus che probabilmente nemmeno i tre ex An hanno ben chiaro. Di certo, cʼè la forza dʼurto di una componente che, ogni volta che è scesa in campo, ha fatto sfaceli. Oggi, uperò, le truppe si sono nettamente assottigliate. Giuseppe Buzzanca, decisamente amareggiato per il trattamento ricevuto, confida ai collaboratori più stretti la volontà di fondare un proprio movimento, collocato a destra ma in qualche maniera antagonista al Pdl. Santi Formica, invece, le sue perplessità le potrebbe indirizzare dallʼaltra parte dello schieramento, aderendo al gruppo misto e sostenendo, dal di fuori, il governatore Rosario Crocetta. (A.C.) MESSINA. Il primo ad arrivare è stato lʼassessore Renato Fichera. A tutti i costi voleva occupare la prima fila del Salone degli Specchi come gli studenti modello che siedono vicino al maestro. La collega Maria Rosaria Cusumano, invece, preferiva fare gli onori di casa girando per il salone salutando amici e simpatizzanti. Presenti ma con gli occhi smarriti i consiglieri provinciali Enzo Testagrossa, Ciccio Rella e lʼassessore provinciale Saro Catalfamo. Alla conferenza stampa convocata dal senatore Mimmo Nania, dal deputato regionale Santi Formica e dallʼex sindaco di Messina Peppino Buzzanca, gli assenti erano tanti. A pesare in particolar modo quelli dei consiglieri provinciali, unʼarmata (o “truppe”, come ha definito i suoi supporter lʼonorevole Formica) che lentamente si sta popolando di disertori. Se Fichera, il quale “sfoggiava” unʼabbronzatura che tradiva un recente viaggio in Messico, ha voluto dare un segnale di vicinanza al suo referente Buzzanca in un momento difficile, tanti altri hanno voluto rimarcare in egual modo la presa di distanza. Ma guai a definirli traditori. «Sono loro che hanno tradito noi, nessuno di loro si è pagina 15 degnato di invitarmi», si agita un consigliere del Pdl al cellulare mentre al primo piano cʼè quello che è stato battezzato il “Nania show”. Una delle assenze più pesanti è quella del capogruppo dei Giovani della libertà, Pino Galluzzo, “cugino di Nania”. Galluzzo ormai non nasconde la contrarietà nei confronti delle scelte dei leader provinciali, al punto che il senatore lo avrebbe chiamato per chiedergli: «ma è vero che parli male di me con tutti?». Piccata la replica del consigliere barcellonese: «Con tutti?.....Cu mundu!». I malumori non nascono dalla mancata candidatura di Nania, ma partono dalle scelte effettuate per le Regionali quando per consentire la rielezione di Giuseppe Buzzanca (il quale lasciò anzitempo la Pinuccio Calabrò guida del comune di Messina) non fu inserito in lista Galluzzo o, in alternativa lʼavvocato Pinuccio Calabrò, che gode di stima bipartisan. In sostanza, si temeva che distrarre voti su altri candidati del gruppo penalizzasse il dietologo. La rottura definitiva avvenne quando il senatore Nania avrebbe favorito lʼinserimento nella lista Musumeci dellʼonorevole Pippo Currenti, proveniente dal Fli del “nemico” Carmelo Briguglio. Risultato? Molti dei consiglieri provinciali fecero “sciopero bianco” e Buzzanca non venne eletto. Cʼè da dire che ufficialmente nessuno ha preso le distanze in modo chiaro. Quasi tutti attendevano che il u senaturi comunicasse alla stampa la creazione di un nuovo movimento, ma questo non è avvenuto. Lʼintento dei consiglieri è quello di lavorare per lʼelezione di Bruno Mancuso, sindaco di SantʼAgata Militello al senato, poi si vedrà. A prendere le distanze Ciccio Rella, Enza Testagrossa, Lalla Parisi, Pinuccio Calabrò. (Gia.C.) Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 centonove TAORMINA. L’ex assessore provinciale è il candidato dell’Udc alle amministrative ALI TERME D’Agostino for sindaco Antongiacomo Rizzo: «Ritorno al futuro» Forte del consenso alle regionali il medico cercherà di ripercorrere le orme del padre Carmelo. Si scontrerà con Mario Bolognari (Pd), Giuseppe Composto (Fli) e l’uscente Mauro Passalacqua DI ENRICO SCANDURRA TAORMINA. Tempo di alleanze a Taormina. Tempi di candidature e di buoni propositi. E mentre il sindaco uscente Mauro Passalacqua cerca di far quadrare i conti in bilico, nellʼultimo spezzone della sua sofferta amministrazione, è arrivata a furor di popolo la prima “certezza” per il futuro. Mario DʼAgostino sarà il candidato ufficiale dellʼUdc alle prossime amministrative nella città del Centauro. Un nome, quello scelto dalla segreteria regionale, ma proposto in verità dal senatore Giampiero DʼAlia, che era già nellʼaria da tempo. Una scelta voluta e valutata anche dal presidente dellʼArs Giovanni Ardizzone. “DʼAgostino? È lʼuomo giusto al posto giusto – ha dichiarato – Ha capacità amministrative comprovate e da taorminese conosce bene il suo territorio. Abbiamo fatto unʼottima scelta». E difatti lo stesso Mario, figlio del compianto Carmelo, ex sindaco di Taormina, vanta, nonostante i suoi 41 anni, una carriera politica di tutto rispetto. Nel 1993 entra in Consiglio comunale e viene riconfermato nel 1997. Eʼ stato vicepresidente del Consiglio di Taormina dal 1997 fino al 2002. Nel frattempo viene nominato presidente della Commissione Comunale Cultura. Dal 2008 al 2012 è stato assessore provinciale alla Cultura, ottenendo alle scorse regionali 828 preferenze nella sola Taormina. «Cercherò di unire tutte le forze politiche presenti sul territorio – ha annunciato DʼAgostino – Taormina ha bisogno di tutti, soprattutto in un momento di grande crisi in tutti i settori, soprattutto turistico». Un settore che, secondo il candidato centrista, deve essere inevitabilmente trattato sotto tutti i suoi aspetti. «Un turismo che annaspa – aggiunge - non porterà a nulla di buono. Creare la base per far soggiornare a Taormina lʼèlite è lʼunica strada da Mario D’Agostino percorrere. E poi la destagionalizzazione e la programmazione di grandi eventi, quali il Festival del Cinema o TaoArte, che sono state veramente messe da parte in questi anni». Poi passa ai problemi relativi ai contenziosi e al dissesto. «Abbiamo visto come Taormina in questi ultimi decenni abbia contratto debiti fuori bilancio esorbitanti – ammette – Ecco, cercheremo di risolvere anche queste problematiche, per certi versi più importanti di altre. I 50 milioni di euro? È una cifra mostruosa. Sogno un paese che non venda i propri beni immobili a privati. Mi riferisco al Palazzo dei congressi, ma anche ai Salesiani, che rappresentano gioielli di casa troppo importanti». Poi un giudizio sullʼamministrazione uscente. «Eʼ stata unʼamministrazione strana – afferma - Il motivo? Perché da un lato si son trovati davanti tanti problemi da risolvere, dallʼaltro molti non sono riusciti a dirimerli, e unʼamministrazione deve necessariamente porre rimedio a ciò che non va. Comunque non voglio criticare nessuno in particolare. Voglio soltanto pensare ad un futuro roseo per la mia città”. Ad appoggiarlo in primis tutto il circolo dellʼUdc con Enzo Scibilia, che, da poco è stato eletto segretario cittadino al posto di Eligio Giardina. Lo stesso Giardina ha creato un altro movimento in vista delle elezioni del 26 e 27 maggio. Per questa data, molti altri stanno bollendo già qualcosa in pentola. Cʼè per esempio Mario Bolognari, che con la sua serie dʼincontri, i cosiddetti “cantieri”, sta avvicinando a sé vari gruppi politici oltre al Pd locale. Lʼaltro papabile anzi ormai assodato è Giuseppe Composto in quota Fli. Mentre si vocifera che, anche, Jonathan Sferra, consigliere di maggioranza uscente potrebbe ambire ad una poltrona da sindaco. A sostenerlo un nutrito gruppo di cittadini e varie associazioni, come “Taormina nel mondo” e lʼ”Alcantara City”. L’ex primo cittadino pronto a ritornare al comune ALIʼ TERME. La riscossa di partiti e associazioni contro il successore di Lorenzo Grasso, preparano il terreno per una nuova era amministrativa. Tra i primi a cogliere al balzo il malessere della gestione politica guidata dal sindaco uscente, è stato proprio Antongiacomo Rizzo, ex sindaco del paese termale per oltre un decennio. «Sono pronto e disponibile a sacrificarmi per guidare il paese – spiega il medico – ma solo se trovo una convergenza unanime. Non scendo in campo per fare la stampella a nessuno, ma per governare», chiarisce il professore che ha già tenuto le prime riunioni nel suo studio. Ad accentuare il clima di fibrillazione è il presidente consiglio Pietro Caminiti in cerca di visibilità. Dopo essersi dissociato dalla sua stessa maggioranza perchè non lo avrebbe voluto candidare a sindaco, starebbe trattando con Rizzo per sfornare una lista unica. E la notizia mette a rischio gli accordi del vice sindaco Giuseppe Marino, successore del sindaco Grasso con la sua stessa coalizione. «Eʼ lʼunico che potrebbe dare fastidio alla nostra lista - ha detto lʼimprenditore degli stabilimenti termali». Questa volta, dunque, la partita potrebbe giocarsi alla pari. Anzi qualcuno avanza lʼipotesi che la minoranza è in fase di sorpasso. «Eʼ ormai evidente il disagio – ha affermato Rizzo – delle diverse fazioni politiche, rispetto alle scelte del proprio candidato sindaco da sostenere alle elezioni della prossima primavera». Il medico, comunque, lascia ancora qualche riserva. «Non è detta ancora lʼultima parola, mi metterò in gioco – rivela – solo se mi riconoscono quel quid di buon governo. Non è un ritorno al passato, ma un modo diverso per dare un futuro al mio paese». Nellʼorbita Rizzo gravitano anche Antonino Melato, della stessa minoranza presunto candidato sindaco insieme ai suoi compagni di cordata Francesco Gregorio e Teresa Vittiglio. Giuseppe Pistone PATTI Il sindaco non è Fortunato Mauro Aquino perde pezzi in aula. Perplesso anche Nico Giuttari PATTI. Il sindaco Mauro Aquino perde pezzi ma lui assicura che è tutto sotto controllo. Dopo lʼannuncio del consigliere comunale Achille Fortunato di non fare più parte della maggioranza che appoggia il primo cittadino, adesso i riflettori sono puntati sul collega Nico Giuttari che, da quanto trapela nei corridoi della casa comunale, dovrebbe seguire lo stesso esempio. Nel corso dellʼultima seduta consiliare, il consigliere Fortunato, rappresentante dell'associazione "Per Patti Libera", dopo un discorso introduttivo con il quale ha ufficializzato la sua decisione, ha spiegato anche per quali motivi ha fatto questa scelta dopo 18 mesi di attività amministrativa: «Eʼ giunto, per me, il momento di una obiettivi che ci eravamo prefissati 18 mesi fa. La nostra città riflessione sull'operato dell'amministrazione Aquino che fino ha bisogno di un cambiamento e credo che per ottenerlo sia ad oggi ho sostenuto. Dopo unʼattenta analisi, mi sono reso necessario adottare tutte quelle misure necessarie, anche conto che siamo ben lontani dalle promesse elettorali e quindi se ciò vuol dire insistere sul rimpasto in giunta per averne dagli obiettivi che c'eravamo prefissati, promesse di una più dinamica». Dal canto suo il sindaco Aquino non crede discontinuità con il passato, di cambiamenti radicali nella che vi siano problemi irrisolvibili con i membri del suo gruppo: gestione della cosa pubblica in ogni suo «Il consigliere Fortunato possibilmente aspetto, di interventi sul territorio e di esprime unʼamarezza dovuta al mancato programmazione per il futuro. Tutte azioni che raggiungimento di alcuni obiettivi, ma non si ritenevano indispensabili per il potevamo prevedere che avremmo dovuto cambiamento». Per questo motivo il fare i conti con le gravi criticità ereditate. Oltre consigliere ha deciso di uscire dal gruppo ai debiti fuori bilancio, mi riferisco ai tagli che consiliare che sostiene l'amministrazione abbiamo dovuto effettuare. In ogni caso Aquino. A seguirlo a ruota, secondo i bene riconosco le ragioni del consigliere Fortunato informati, potrebbe essere il consigliere e credo che a breve tutto verrà chiarito». Sul Giuttari anche se questʼultimo dichiara: possibile allontanamento di Giuttari, il «Appoggio il sindaco Mauro Aquino, ma ciò a sindaco dichiara che “si tratta di informazioni cui tengo di più è portare a compimento quegli Achille Fortunato infondate”. (Pamela Arena) pagina 16 Sicilia centonove Da sinistra, il dirigente di UnimeSport Carmelo Trommino, il rettore Franco Tomasello e il commissario del Cus Sergio Cama EPILOGHI. Il commissario Cama mette in liquidazione l’ente universitario sportivo. E accusa il rettore Cus, lo scaricabarile «Non ha mantenuto gli impegni per il risanamento». Ecco come è stata utilizzata per 2 anni l’associazione per legge titolare della gestione degli impianti. La guerra con UnimeSport DI MICHELE SCHINELLA MESSINA. Era stato indicato a metà del 2010 dal rettore Franco Tomasello come lʼuomo più indicato per risolvere i problemi finanziari del Centro universitario sportivo (Cus) di Messina reduce dalla gestione trentennale di Piero Jaci che aveva lasciato 3 milioni e 600mila euro di debiti (100mila in media per ogni anno di governo). I debiti nei due anni di gestione commissariale sono lievitati a oltre 4 milioni di euro (in media 200mila euro allʼanno) e il prescelto del rettore Sergio Cama ha puntato lʼindice contro Tomasello, additato come il responsabile del fallimento dellʼateneo di Messina nellʼambito sportivo: «Non ha rispettato gli impegni che aveva preso con il Cusi nazionale (ente a cui afferiscono i Cus) al momento del mio insediamento. Ci ha trascinato nellʼavventura dei Campionati nazionali universitari, che avrebbero dovuto essere unʼoccasione per risollevare le sorti del Cus ed invece hanno prodotto un ulteriore buco di bilancio», ha spiegato Cama ai soci nel corso dellʼassemblea di mercoledì 6 febbraio. Risultato? “Il Centro universitario sportivo verrà messo in liquidazione”. La decisione è stata assunta qualche settimana dopo che il Cus, mantenuto artificiosamente in vita da due anni, non lo si è più potuto utilizzare come strumento per reclutare senza pubblico concorso manodopera a basso costo da fornire ad Unimesport, struttura dellʼateneo affidata al dirigente Carmelo Trommino, assunto ad hoc a 80mila euro allʼanno, e a cui per volere dello stesso rettore dal 2006 è stata affidata la gestione di gran parte della cittadella sportiva universitaria messinese: i dipendenti del Cus infatti attraverso i decreti ingiuntivi ne hanno bloccato i conti impedendo così ogni possibilità di operare. Non solo. Il Cus ha consentito di incassare annualmente il contributo inviato dal Ministero in funzione della gestione degli impianti sportivi come se gli impianti li gestisse davvero e di organizzare eventi come il Campionato Nazionale Universitario, tenuto alla fine di maggio del 2012, fonte di prestigio per il rettore e di distribuzione di incarichi professionali ed appalti per 700mila euro. CAMPIONATI DELLO SPRECO. Un esercito di giornalisti. Cene da nababbi. E viaggi dʼoro. Lʼassessorato al Turismo guidato da Daniele Tranchida si era intestato la titolarità dei Campionati 8 FEBBRAIO 2013 universitari tenuti a Messina tra il 18 e il 29 maggio promettendo 500mila per coprirne i costi. Nelle casse del Cus, organizzatore della manifestazione, però, non è arrivato neanche un euro. Sono invece arrivati i decreti ingiuntivi degli avvocati di alcuni di coloro che avevano lavorato per i Campionati. A guardare la rendicontazione, infatti, i Campionati nazionali universitari non passeranno alla storia solo per le gesta degli atleti arrivati da tuttʼItalia per cimentarsi in 20 discipline sportive, ma anche per le spese “folli”. I 5 addetti stampa, 2 voluti dallʼassessore Tranchida, due dal rettore e uno dallo stesso commissario del Cus, per 9 giorni di lavoro sono costati in tutto 15mila euro. Digifast Srl, la società di comunicazione che curava il sito - contratto alla mano - è creditrice di 14mila euro. Il costo della comunicazione non è quello più alto. Prima, molto prima, vengono le spese per le due cene della giornata inaugurale riservate alle autorità (con mogli, mariti e fidanzati al seguito) e per le attività commissionate a tre Agenzie di Messina: A.B. Congress, Lisciotto Viaggi e Bisazza Viaggi. Chi ha partecipato alla cena al locale Sapore di Vino e al Capo Peloro Resort non credeva alle sue orecchie quando ha scoperto che per allietare il suo appetito si erano dovuti spendere 121 euro: in tutto, considerato che vi hanno partecipato 250 persone, fa 30mila euro di antipasti e risotti. 270mila euro, in tutto, li pretendono invece le tre agenzie di viaggi messinesi. A.B. Congress di Angelo Buda, cognato dei fratelli Vermiglio, docenti universitari da sempre molto vicini al rettore Tomasello, hanno staccato un fattura da 90mila euro. Lisciotto Viaggi, incaricata della cerimonia inaugurale una di 130mila. Infine Bisazza Viaggi di Nazzareno Foti, che ha organizzato un concerto a cui hanno assistito una trentina di persone ha staccato un fattura da 50mila euro. Ma come sono stati scelti gli addetti stampa, i ristoranti e le ditte? Cama, ha risposto: «Cʼera un comitato organizzatore presieduto dal rettore: basta chiederlo a lui o al vicario Pucci Anastasi (prorettore di Tomasello, ndr)». PROSPETTIVE. Nella storia dei Cus, prima di quello di Messina, solo un altro era stato messo in liquidazione: quello di Pisa. Sulle ceneri è stato creato un Cus nuovo di zecca per gestire tutti gli impianti sportivi come prevede la legge. Eʼ questo lʼobiettivo del Cusi. Carmelo Trommino è in fibrillazione. CITTADELLA UNIVERSITARIA Gestione nuova, storia vecchia Leones Asd fornisce manodopera nonostante l’inchiesta della Procura e degli Ispettori del lavoro MESSINA. Bando di gara alla mano avrebbe dovuto essere iscritta al registro nazionale del Coni al momento dellʼofferta effettuata 13 dicembre del 2012. Lʼassociazione sportiva Leones Asd, si è aggiudicata la gara di fornitura del servizio di gestione dellʼattività sportive allʼinterno della cittadella universitaria sulla base di unʼauto certificazione, ma nella realtà è stata iscritta al registro in data 29 gennaio del 2013, come risulta dal sito del Coni, dunque un mese dopo lʼaggiudicazione sancita dal neo direttore generale dellʼateneo Franco De Domenico. Sul modo in cui UnimeSport utilizzava personale reclutato dal Cus, la Procura di Messina e lʼIspettorato del Lavoro hanno aperto inchieste ipotizzando la somministrazione fraudolenta di manodopera, tuttavia le indagini non hanno sconsigliato ai vertici dellʼateneo di riproporre la stessa minestra seppure cucinata da altro chef. Leones Asd, presieduto da Leonardo Berti, uno dei 5 soci del Cus e collaboratore di Cama, di fatto, ha sostituto il Cus nella fornitura di manodopera a basso costo necessaria a tenere aperti gli impianti tolti dal rettore al Cus e affidati a Unime Sport. Fornisce 37 (istruttori tecnici) mentre il Cus ne forniva in tutto 68 (compresi addetti alle pulizie e le segretarie). La gara è stata bandita dopo che il Cus si è trovato i conti bloccati e nelle condizioni di non poter più operare. Ai lavoratori il Cus faceva un contratto di collaborazione sportiva sgravato da tasse e da contributi previdenziali. E, poi, ne cedeva (formalmente) i servizi alla struttura di Trommino, che a sua volta pagava il valore degli stipendi più un 10%: 350mila euro allʼanno. Di fatto, i lavoratori erano assunti dal Cus, che aveva dipendenti che non pagava, ma operavano sotto le direttive e alle dipendenze di un ente come se fossero lavoratori subordinati di questʼultimo. (M.S.) pagina 17 Franco De Domenico Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 TERRITORIO. L’Enea mappa il territorio cittadino. E studia la “suscettibilità” alle frane Messina, terra inquieta Duecentosessantotto eventi censiti in cinquecento anni, quasi tutti nel secolo scorso. Le cause? L’antropizzazione. Ecco lo studio che condizionerà il prossimo piano regolatore DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Del fatto che il territorio messinese fosse particolarmente inquieto, le cronache ne riferivano con dovizia di particolari sin dallʼantichità. Dal primo ottobre del 2009, dalla tragedia di Giampileri e Scaletta col sacrificio di trentanove vite, la consapevolezza ha violentemente scavalcato le cartografie ed ha travalicato i confini della cronaca, per arrivare sui tavoli della politica. E delle università. E dei centri di ricerca. Quello che ne è venuto fuori è uno studio, coordinato dallʼEnea per lo studio sulla valutazione da pericolosità di frana sul territorio messinese. UNA TERRA INQUIETA. Dal punto di vista geologico, il territorio messinese è definito come “particolarmente soggetta a crolli. La suscettibilità alle colate rapide di fango e detrito è generalmente elevata, ad eccezione della zona sud del territorio comunale, dove è molto elevata”, scrivono i tecnici dellʼEnea. Non una novità, questa. Quello che è nuovo nello studio dellʼagenzia nazionale, è la metodologia. Rispetto ai piani di assetto idrogeologico redatti fino ad oggi, che intervenivano ad eventi già verificati, limitandosi a registrarli ed inserirli nelle carte di rischio e pericolosità, lʼEnea ha tentato di svelare la “suscettibilità” alle frane del territorio. Monitorarle, cioè, prima che avvengano. E, a Messina, di frane ce ne sono state parecchie: 268 eventi dal 1523 al 2011, “solo” sessantotto dei quali legati direttamente al terremoto del 1908. Lʼ80% delle frane, spiegano i tecnici dellʼEnea, sono avvenute tra ventesimo e ventunesimo secolo. E, oltre allʼevoluzione nei sistemi Qui una volta era tutta una frana. La mappa dei “crolli” censiti sul territorio informativi che ha permesso fossero tramandate con dovizia di particolari, gli studiosi attribuiscono il fenomeno allʼespansione urbanistica. Che, oltre alle conseguenze dirette, ne ha anche di indirette. Lʼabbandono dei terreni, per esempio. I tecnici hanno annotato come i fenomeni di “colate rapide”, tra i più devastanti tipi di frane (e di gran lunga i più frequenti sul suolo messinese), si inneschino con maggiore frequenza in suoli “non manutenuti”. Non solo: la presenza di centonove superfici terrazzate sembra avere parecchia importanza, perchè i dati mostrano che il 93% dei fenomeni ricadono in zone terrazzate, e che il 65% delle colate rapide totali interessano aree caratterizzate dalla presenza di terrazzamenti abbandonati. LE CONSEGUENZE. Cosa comporta uno studio del genere? Parecchio. Tutto lo studio, per iniziare, sarà sottoposto al vaglio dellʼassessorato regionale al territorio e ambiente, che in autonomia potrebbe bloccare le edificazioni previste in zone ad alta suscettibilità di frana. Poi toccherà al piano regolatore, sul quale il comune di Messina è in netto ritardo (quello attuale sarebbe “scaduto” nel 2012, a dieci anni dallʼemanazione). Proprio nello strumento urbanistico lo studio inciderebbe pesantemente, limitando fortemente le nuove espansioni sulle colline. Lungo le quali, negli ultimi anni, si è assistito ad una escalation di costruzioni improbabili, anche lungo versanti non esattamente stabili. Quali? I VERSANTI BALLERINI. Dal punto di vista geologico, le colline della zona sud, come testimoniano le alluvioni degli anni precedenti, sono una bomba ad orologeria. Non solo perchè ci sono, da Tremestieri fino al confine cittadino di Giampilieri numerose aree dove è alta la propensione al dissesto (principalmente frane a colata rapida), ma perchè, spiega un esperto, “sono variamente presenti nei terreni metamorfici anche con una pericolosità che si dovrà attentamente valutare per l'interferenza con le strutture antropiche e relativa deteterminazione dello stato di rischio”. Lo studio, quindi, oltre a confermare le aree dove generalmente si segnalano dissesti, pone in evidenza dei nuovi probabili eventi in aree limitrofe a quelle dove si sono già verificate frane, e pone lo sguardo in quelle zone dove non sono stati segnalati dissesti, mentre in realtà sono presenti fenomeni di frane rotazionali molto estese (vedi a nord ovest di Pezzolo) nei terreni limoargillosi. E in zona nord? Terreni di diversa conformazione. Ma problemi simili. FOCUS Capo Peloro, fatta la legge... L’area è riserva naturale, impossibile ripascerne la costa. A meno di interventi in “somma urgenza” MESSINA. A non passarsela bene, a Messina, non sono solo le colline. Malato sotto osservazione è anche il litorale, soggetto da anni a lenta ma costante erosione. Quello di Capo Peloro, per esempio, ridotto di parecchi metri con uno “scalone” scavato dal mare che ha messo a rischio la torre degli Inglesi. Con un aspetto “inquietante”. La peculiarità dellʼarea, sottoposta a rigidissimi vincoli ambientali in quanto riserva naturale, è quella di non poter essere oggetto di interventi strutturali, ma solo di lavori in “somma urgenza”. Lo spiega dettagliatamente una circolare emanata dal servizio 4 “Protezione patrimonio naturale” dellʼassessorato regionale Territorio e ambiente di un pagina 18 anno fa, quando le avvisaglie della scomparsa di unʼampia porzione di costa si iniziavano a fare minacciose. “Si ritiene - si legge - che la prospettata attività di rimozione artificiale del particolato sedimentario, accumulatosi per i naturali processi di deflusso del canale, e da come dichiarato dallo stesso ente (la Provincia di Messina, ndr), da utilizzarsi ai fini di un progetto di ripascimento e tutela dallʼerosione delle coste lungo il litorale ionico e tirrenico ricadente in zona B della riserva naturale non si palesa, oltre che per le motivazioni sopra accennate, come intervento conforme a quanto prescritto dal regolamento della riserva”. Prelevare cioè materiale da una spiaggia vicina e ripascere quello che il mare aveva portato via, sarebbe stato “contra legem”. Che però, una volta fatta, si trova facilmente lʼinganno. “Codesta Provincia, in qualità di ente gestore - continua la circolare - qualora si evidenzi un accertato rischio idrogeologico tale da procurare nocumento allʼincolumità pubblica potrà assumere proprie iniziative per interventi di “somma urgenza”. (A.C.) centonove Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 SCUOLA. Oltre diecimila candidati in Sicilia affronteranno la prova scritta per insegnare Concorsone, secondo atto Dall’11 al 21 febbraio un esercito di aspiranti professori affronterà le selezioni. Buone chances a chi concorre per una cattedra di Italiano alle medie, poche possibilità per la fisica alle superiori DI ARMANDO MONTALTO MESSINA. Un esercito di candidati, dieci giorni per le selezioni e la speranza di farcela. Il concorsone della scuola è prossimo al secondo atto. Le prove scritte cominceranno lʼ11 febbraio con gli scritti per la scuola dellʼinfanzia e si concluderanno il 21 febbraio con quelli per la cattedra di inglese alle scuole medie e alle superiori. In Sicilia gli aspiranti insegnanti, ammessi agli scritti sono oltre diecimila, ma visto che ogni “aspirante” poteva partecipare a più classi concorsuali, sono oltre ventitremila le prove da valutare. I Posti in Cattedra. Sono mille194 gli aspiranti insegnanti che alla fine dellʼiter concorsuale potranno festeggiare. Infatti, sono a concorso 216 cattedre nella scuola dellʼinfanzia, 202 nella primaria, novantotto saranno di sostegno. Le altre si dividono tra le diverse discipline insegnate alle medie e alle superiori. A fare la parte del leone sono le 202 messe a concorso per le cattedre di italiano alle medie, le 79 cattedre in educazione artistica e le 86 in tecnologia. Pochi, invece, i posti a disposizione per le discipline giuridiche ed economiche, solo sei cattedre, tre cattedre sono per lʼeducazione fisica alle superiori e tre alle medie, mentre solo una cattedra è stata messa a concorso per la fisica alle superiori. Percentuali di riuscita. Un mero calcolo matematico indica che “grosso modo” un aspirante su 10 possa ottenere il posto, ma nel dettaglio si scopre che le percentuali variano molto in base alle classi concorsuali. E così se i mille185 ammessi agli scritti della classe A043 (Italiano, storia e geografia alla scuola media) si contenderanno 202 cattedre, che tradotto significa che uno su sei ce la farà. Gli aspiranti prof di fisica (classe A038), invece, se la vedranno dura visto che per lʼunica cattedra saranno in 792 a competere. Nella “super classifica” delle cattedre più facili da vincere ci sono le 79 per la classe A028 (educazione artistica alla scuola media) che saranno contese dai 768 ammessi allo scritto, 10% di possibilità di farcela. Un posto ogni quindici è la percentuale per la classe A059 (Scienze e Matematica alle medie) e per gli aspiranti maestri della scuola primaria ammessi agli scritti. Lo svolgimento. Lʼesercito di candidati dovrà affrontare lo scritto in una nuova modalità. Infatti, sarà questo il primo concorso senza tema. Per testare le conoscenze dei candidati, invece, debutteranno una serie di quesiti a risposta aperta, i cosiddetti test semistrutturati. I luoghi dello scritto saranno le scuole della città di Palermo. Tra i tanti a ospitare gli esami per i nuovi prof: i licei "Cannizzaro", “Basile” e “Galilei”. Per dieci giorni comunque quasi tutte le scuole della città saranno sede dʼesame. I tempi saranno rapidi, infatti, sono previste due ore e trenta minuti per le classi concorsuali che hanno prove composte da quattro quesiti mentre sono due le ore a disposizione di chi dovrà rispondere a tre quesiti. Le valutazioni. A decidere delle sorti dei candidati saranno le commissioni sorteggiate dallʼUfficio Scolastico Regionale il primo febbraio. Ogni commissione disporrà, per la valutazione della prova scritta, di criteri definiti a livello nazionale quali “pertinenza”, “correttezza linguistica”, “completezza” e “originalità”, ed eventualmente di criteri specifici, differenziati per le diverse aree disciplinari - spiega un documento del Ministero dellʼIstruzione, dellʼUniversità e della Ricerca. A ogni quesito sarà attribuito un punteggio intero da zero a dieci. La votazione complessiva della prova sarà data dalla somma delle votazioni attribuite a ciascun quesito. Superano la prova scritta i candidati che ottengono una votazione minima pari a 28/40, nel caso di prove da quattro quesiti, e a 21/30, nel caso di prove composte da tre quesiti - cita il documento. Insomma, per accedere alla fase orale non basterà arrivare tra i primi della classe, ma sarà obbligatorio ottenere un punteggio minimo. Nessuna consolazione per chi però riuscisse a superare le prove ma non ottiene il posto. In questo caso non è prevista nessuna lista di idoneità o abilitazione. NELLA RETE Aiuto da Forum NEL TERZO MILLENNIO tutto passa sul web e il Concorsone non poteva non diventare materia di migliaia di “cinguettii” e post. Tra i siti più “gettonati” Orizzonte Scuola che solo nel periodo precedente le prove preselettive ha pubblicato 21mila messaggi. Le richieste sono di ogni tipo, cʼè chi chiede:«Ma quanti partecipanti per ogni regione?». E chi si domanda dove reperire test ed esercitazioni. Dove trovare manuali o prove per esercitarsi è diventato uno degli argomenti più twittati. Su Facebook il gruppo Concorso Scuola 2012 ha mille e seicento membri e il gruppo Concorso Scuola Sicilia 2012 138. Insomma le imbeccate su come affrontare la selezione viaggiano in rete, ma le domande restano sempre le stesse di quando il mondo non era digitale: « Aiutatemi con questa domanda per favore, sono fusa ormai!!!!!». L’APPROFONDIMENTO Vademecum ministeriale Addio al vecchio tema, ci sono le prove semistrutturate. No agli smartphone, sì a matite e compassi MESSINA. I candidati che hanno superato la prova preselettiva, secondo avviso ministeriale, allo scritto, a differenza dei vecchi prof che superavano il concorso dopo aver svolto un tema, dovranno affrontare la prova semistrutturata con risposte sintetiche. Insomma si dovrà abbandonare il vecchio cliché che vedeva i concorsisti scommettere la notte prima degli esami sui possibili temi e imbottirsi di cartucciere ricolme di “pizzini”. «Le prove consisteranno in quesiti a risposta aperta e verteranno sui programmi disciplinari allegati al bando e sui contenuti trasversali indicati nelle Avvertenze generali (Allegato 3 al Bando) - spiega una nota ministeriale - al fine di accertare il possesso dei requisiti culturali e professionali del candidato». Insomma, le capacità e le competenze dei candidati dovranno essere valutate in base ai “nuovi metodi” del recruiting di matrice anglosassone. Ma nei tempi della multimedialità e della tecnologia saranno sempre i soliti strumenti a testare i prof del terzo millennio. E infatti, «a ciascun candidato sarà dato, subito dopo le operazioni di identificazione, un foglio di 4 facciate prestampate, ognuna per ciascun quesito. Saranno messi a disposizione del candidato fogli bianchi per eventuali brutte copie che però dovranno essere tenuti distinti dal foglio della prova e non inseriti nel plico da consegnare al termine della prova stessa» - spiega il documento ministeriale. A ridare quel sapore di antico al concorsone del nuovo millennio sarà la possibilità, per pagina 19 tutte le prove lʼuso del dizionario della lingua italiana, e continua la nota - che per le prove delle cassi di concorso scientifiche sarà consentito lʼuso di riga, squadra, gomma, matite e compasso. Dizionari di lingua di latino e di greco, non enciclopedici sono ammessi, mentre sono tassativamente esclusi ogni tipo di telefono cellulare, smartphone, tablet e notebook. Unʼulteriore fatica, prima di raggiungere la tappa degli orali, sarà richiesta ai candidati in discipline scientifiche e tecnico-pratiche. Che, in caso di superamento degli scritti, dovranno svolgere una prova di laboratorio. Mentre i partecipanti al concorso in discipline artistiche dovranno svolgere una prova pratica. Insomma il concorsone del millennio si svolgerà coniugando i temi della modernità e del passato. Infatti, se da un lato cambiano i metodi per testare le conoscenze e le competenze dei candidati, dallʼaltro saranno dʼausilio gli stessi strumenti del secolo passato. Sicilia 8 FEBBARIO 2013 INIZIATIVE. Messina protagonista della kermesse canora. Grazie a NonsoloCibus Sanremo mangia Pescestocco Al Palafiori , dal 10 al 17 febbraio, verranno allestiti stand per la degustazione di prodotti tipici. E gli studenti dell’Istituto Albeghiero cucineranno per vip e giornalisti DI ROSSANA FRANZONE MESSINA. Ebbene sì, Fabio Fazio e la Littizzetto, prima di salire sul palco dellʼAriston, mangeranno braciole e pescestocco alla messinese. Parola di Fabrizio Scaramuzza, presidente della “NonsoloCibus”. E potranno farlo nel corso nella serata di gala prevista per venerdì 15 febbraio. Quando uno chef e tredici studenti dellʼIstituto Antonello di Messina cucineranno per i cantanti e gli ospiti del Festival. Scaramuzza è lʼideatore di “Madre a Messina” che con lʼassociazione “Prima Sicilia” ha organizzato “Saremo a Sanremo”. Una manifestazione che prevede la valorizzazione turistica, culturale ed enogastronomica di Messina e della sua provincia allʼinterno di “Casa UN MOMENTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL PROGETTO “SANREMO A SANREMO” Sanremo”, il salotto più esclusivo del Festival allestito al Palafiori, a pochi passi dal Teatro Ariston. «Con un nostro spazio saremo presenti nella città del Festival spiega Fabrizio Scaramuzza - dal 10 al 17 febbraio. E solo la nostra Regione sarà presente per tutta la durata della kermesse canora. Una grande opportunità per promuovere la nostra Regione considerando che “Casa Sanremo” accoglie oltre 50mila persone e 1000 giornalisti». Unʼiniziativa condivisa con la Fondazione per lʼagroalimentare ITS “Albatros”, rappresentata da Giuseppe Contarini e lʼistituto Antonello, diretto da Elvira DʼOrazio, e svolta in collaborazione con il “Gruppo Eventi”, presieduto da Vincenzo Russolillo, e la Camera di Commercio di Messina. Il progetto “Saremo a Sanremo” prende il via oggi, venerdì 8 febbraio, alle 20.30, al Palacultura con lo spettacolo “Aspettando Sanremo”. «Durante la manifestazione canora - spiega Massimiliano Cavaleri presidente di “Prima Sicilia”ripercorreremo la storia festivaliera degli ultimi cinquantʼanni. Diciotto i cantanti che si esibiranno dal vivo con le coreografie di Mariangela Bonanno e Alice Rella». La pagina 20 centonove centonove Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 Un menù che prevede tra i primi piatti la Norma e il Pesto alla siciliana, braciole alla messinese, pesce stocco e pesce spada». Insomma iniziative che vogliono accendere i riflettori sulle realtà turistiche e i percorsi culturali del messinese attraverso i prodotti enogastronomici. Dal Parco dei Nebrodi agli altri comuni coinvolti nel progetto. La Nonsolocibus è unʼassociazione fondata nel 2004 da “Tecnici Superiori per la Ristorazione e la Valorizzazione dei Prodotti Territoriali e delle Produzioni tipiche”, abilitati ad operare sia sul versante della produzione sia su quello della valorizzazione delle risorse e della cultura del territorio. Lʼassociazione in collaborazione con il Gruppo Eventi ha già partecipato al Taormina Film Festival e a Miss Italia. Sempre per valorizzare i prodotti tipici dellʼisola Nelle foto in alto a sinistra Maria Greco (NonsoloCibus), Fabrizio Scaramuzza (NonsoloCibus), Vincenzo Russolillo (patron di Casa Sanremo) , Nino Iannazzo (chef dellʼIstituto “Antonello”). La foto è stata scattata in occasione del cooking show organizzato al Taormina Film Fest 2012 A destra, invece, Albano e Romina Power davanti lʼuniveristà di Messina. Si tratta di una delle foto che verranno esposte a “Casa Sanremo”. Tra le tante selezionate anche quelle di Lucio Dalla a Salina serata, inoltre, ospiterà lʼanteprima del nuovo inno “Sugnu missinisi” dellʼAcr Messina realizzato dallʼartista Tony Canto . Ma questo è solo il primo degli eventi in calendario. Gli altri sono previsti a “Casa Sanremo” dove verrà allestita una mostra fotografica sui cantanti sanremesi esibitisi in passato nella città dello Stretto e in provincia. In primis Castelmola, Roccavaldina e Savoca. Sempre allʼinterno di “Casa Sanremo” si terrà lʼaltra iniziativa, coordinata dalla “Nonsolocibus” in collaborazione con la Fondazione Albatros. «Durante i sette giorni sanremesi continua Scaramuzza, affiancato nel suo lavoro dalla vice presidente Maria Greco verrà promosso un paniere di prodotti fatto di salumi, vini e dolci». Nel dettaglio gli ospiti di Casa Sanremo potranno degustare il Maiorchino, la Provola dei Nebrodi e i derivati del suino nero. Assaggiare i vini Faro, Mamertino, Malvasia, i tipici dolci a base di nocciole e la pignolata. E ogni giorno ci sarannno persone che daranno informazioni dettagliate sui prodotti. «Nella penultima serata del Festival - interviene Giuseppe Contarini - è prevista una cena per cinquecento persone a base di prodotti agroalimentari della Sicilia. A cucinare saranno gli studenti affiancati da cinque ragazzi della Fondazione Albatros». MESSINA L’impegno della Fondazione Albatros MESSINA. "La Fondazione “ITS Albatros” nasce dallʼimpegno e dallʼintraprendenza dellʼistituto di istruzione superiore “Antonello” di Messina, che ha coinvolto la provincia di Messina, lʼUniversità degli studi di Messina, lʼEcap, la Gts Consulting srl, il Consorzio agroalimentare Sicilia Nebrodi, lʼassociazione di promozione e valorizzazione delle tipicità territoriali “NonsoloCibus” ed il panificio “Cannata” di Messina. «La Fondazione, unica in Sicilia, - spiega Giuseppe Contarini corsista dellʼIts - opera nel settore agroalimentare e si occupa della formazione tecnica superiore, attraverso un percorso di studi post-diploma che prevede attività di laboratorio e tirocini in azienda con la collaborazione di professionisti che operano a fianco delle imprese». Questo tipo di formazione, rappresenta per le aziende lʼoccasione per sviluppare la propria forza competitiva e di reperire figure professionali adeguate. Il corso 2011/2013, già avviato, rilascerà un diploma di “Tecnico per il controllo, la valorizzazione e il marketing delle produzioni agrarie, agro-alimentari ed agro-industriali”, con valore in Italia e in tutta Europa. Nellʼambito del progetto “Sanremo a Sanremo” la fondazione collaborerà con gli altri organizzatori per portare oltre lo Stretto “Messina nei piatti”. Per valorizzare le tipicità del territorio. pagina 21 Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 BARCELLONA. I lavoratori della Dusty che hanno incrociato le braccia Rifiuti, debiti nel cassonetto Oltre cento milioni di euro di rosso mettono in ginocchio i comuni dell’ambito tra Villafranca e Brolo. Fumata nera alla riunione palermitana con i sindacati. L’intervento del prefetto Trotta BARCELLONA. Centosei milioni di euro di debiti. Eʼ la voragine registrata fino ad oggi lʼAto rifiuti 2 di Barcellona. Una cifra ormai insostenibili che ha portato la Dusty, società catanese che si era aggiudicata il servizio, a bloccare la raccolta e il conferimento dei rifiuti. Ad incrociare le braccia i lavoratori impiegati tra i comuni di Brolo e Villafranca. Alcuni comuni da mesi hanno stretto degli accordi direttamente con la società etnea scavalcano lʼAto, ma per gli altri è un dramma. Il sindaco di Villafranca, Matteo De Marco, ha invitato i cittadini a non conferire più i rifiuti nei cassonetti fino a quando lʼemergenza non cesserà. le prospettive non sono buone. Per i lavoratori e per i cittadini. Lʼultima riunione a Palermo con lʼassessore regionale allʼAmbiente, non ha risolto il problema della vertenza in atto dellʼAto Messina 2 ma un risultato lo ha ottenuto. «L'incontro era previsto con il presidente Rosario Crocetta che ha disatteso l'appuntamento scaricando le problematiche sull'assessore Marino che non aveva contezza delle problematiche. Eʼ stato comunque squarciato un velo su quanto sta avvenendo in provincia di Messina – ha detto Enzo Testa, segretario provinciale della Fit Cisl – visto che allʼassessorato poco o nulla sapevamo di come viene gestita la raccolta rifiuti in questo territorio». La protesta di circa 120 lavoratori della Dusty, infatti, sta mettendo in ginocchio buona parte dei 28 comuni dellʼAto2 della fascia tirrenica della provincia che va da Villafranca a Brolo. Tanto che a Palermo erano presenti circa una decina di sindaci (i rappresentanti dei comuni di Villafranca, Saponara, Rometta, Spadafora, Valdina, Patti, Terme Vigliatore, Santa Lucia del Mela, Torregrotta, Monforte, Barcellona, Ficarra, Sant' Angelo di Brolo e Librizzi) che hanno avuto un incontro separato con lʼassessore Marino. I lavoratori della Dusty lamentano il mancato pagamento di diverse mensilità, da otto a undici, ma a rendere difficile la situazione è lʼatteggiamento dei sindaci che non vogliono pagare lʼAto per il servizio e la stessa società dʼambito che lamenta i conti correnti pignorati. «Così di mezzo ci vanno i lavoratori – continua Testa – centonove lʼazienda vanta crediti per 13 milioni di euro, i sindaci non versano e non intendono versare però da due anni usufruiscono del servizio. Senza il pagamento immediato di almeno uno stipendio la protesta non verrà sospesa e abbiamo diffidato i sindaci da provvedere allʼaffidamento del servizio di raccolta rifiuti ad altre ditte private». Uno spiraglio potrebbe arrivare, come auspica la Fit Cisl, dallʼintervento dellʼassessore Marino. Il rappresentante del governo regionale ha assicurato un suo intervento con lʼazienda e con i sindaci per metterli in condizione di versare quanto dovuto in modo tale che le somme non vengano sottoposte a pignoramento e quindi la Dusty può provvedere a pagare le spettanze ai dipendenti. Ad interessarsi del problema è stato anche il prefetto Stefano Trotta che ha scritto al Presidente Crocetta per descrivere «la critica situazione debitoria che riguarda la società appaltante che si ripercuote anche sull'impresa appaltatrice la quale non percepisce da mesi il canone previsto nell' appalto e ciò sta determinando non soltanto un notevole ritardo nell'erogazione delle spettanze ai lavoratori ma il rischio concreto dell'avvio delle procedure di mobilità per parecchi di loro». LA RIFORMA E Marino studia il nuovo piano A 7 mesi dall’approvazione la Regione rivoluziona il documento.Ecco come L’assessore regionale Nicolò Marino PALERMO. A sette mesi dal varo del Piano regionale dei rifiuti, predisposto dallʼex governo Lombardo, alla Regione si lavora ad un nuova pianificazione che dovrebbe essere pronto entro il 31 maggio. Le novità? Lʼobiettivo dello standard europeo nella raccolta differenziata verrà spostato al 2017, scatterà l' obbligo di ampliare le discariche e dotarle di nuovi impianti per separare i rifiuti riciclabili e verrà disegnata una nuova gestione amministrativa che porterà a bandire gare per un valore di circa 650 milioni all' annoufficiale. Secondo quanto anticipato la prima novità sarà sulla differenziata: il piano attuale, a cui si lavorava dal 2010, prevedeva tappe irrealizzabili che imporrebbero di arrivare pagina 22 nel 2015 a differenziare il 65% dei rifiuti mentre oggi si è al 7%. Dunque il termine verrà spostato al 2017 e con esso le sanzioni (comminate anche dall'Ue) per Comuni e Ato che non raggiungono questo target. Per la verità gli Ato verranno sostituiti entro il 31 marzo dalle Srr, consorzi di Comuni che dovranno gestire un ambito più o meno coincidente con metà del territorio provinciale. In questo ambito le nuove amministrazioni dovranno gestire i servizi di spazzamento, raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti e dovranno soprattutto appaltarli. Sono previsti 18 ambiti gestiti da altrettante Srr. Ma il nuovo piano prevederà che, all'interno degli ambiti, le Srr possano individuare porzioni di territorio che i Comuni possono gestire autonomamente: I sindaci spiega ancora Pirillo - potranno bandire autonomamente le gare per assegnare i servizi di raccolta. O potranno anche gestirli con proprio personale. Le Srr dovranno individuare queste porzioni di territorio, che si chiameranno Aro (ambito di raccolta ottimale) entro il 31 marzo. Poi il nuovo piano rifiuti le riconoscerà ufficialmente. centonove Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 MESSINA. Rientra l’allarme sulla raccolta. Ma la provincia costretta a chiedere aiuto Donazioni color sangue Secondo il Piano regionale (2010 - 2013) mancano 6 mila sacche l’anno. Carenze a Taormina e al Policlinico. A lanciare l’appello era stato il medico Peppe Falliti. Che fu denunciato ingiustamente DI GIANFRANCO CUSUMANO MESSINA. Sembra essere rientrato lʼallarme sulla donazione di sangue in provincia di Messina. Ma se la raccolta di sangue non sembra compromessa, secondo lʼultimo Piano regionale, occorre un maggiore sforzo. In provincia di Messina, secondo i dati Oms, ci sarebbe una carenza di 13 mila sacche di sangue/anno, meno stringenti i dati del Piano regionale sangue (triennio 2010 - 2012) per cui la carenza è di “sole” 6 mila sacche. La carenza di plasma, invece, è di ben 2 mila litri in provincia. Il Policlinico “Gaetano Martino” di Messina avrebbe una carenza di più di 2 mila sacche che dovrebbe essere colmata, in base al piano dellʼassessorato regionale alla Sanità, importando da altre province. A Taormina si registra una carenza di 1500 sacche colmate in parte da Avola e Milazzo. Il sangue necessario allʼAzienda ospedali riuniti “Papardo Piemonte” ammonta a più di 3 mila sacche, a venire incontro è principalmente Siracusa. Il problema sollevato nei giorni scorsi dal presidente provinciale dellʼAvis Pasquale Bucolo, in realtà, sarebbe rientrato. Bucolo contestava il mancato rinnovo della convenzione per la raccolta del sangue e degli emoderivati (prevista dalla legge 21/2005) tra le aziende sanitarie e lʼassociazione di volontari scaduta nel marzo dello scorso anno. A questo si aggiungeva lʼindisponibilità di alcuni medici di raccogliere il plasma nei giorni festivi. Due gli ospedali della provincia che avrebbero subito disagi. Sia il Simt (Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale) di Milazzo (con lettera del 9 gennaio scorso) e, prima ancora quello del San Vincenzo di Taormina (13 dicembre 2012) avevano segnalato una serie di difficoltà legate appunto alla mancanza di disponibilità di personale medico e infermieristico che consentisse loro di svolgere la raccolta in maniera del tutto autonoma. A sollevare il problema era stato due anni fa il dottore Peppe Falliti, allʼepoca responsabile del Simt Papardo (oggi è primario del laboratorio analisi). Falliti aveva lanciato un appello a mezzo stampa per sensibilizzare la popolazione alla donazione. Un appello che, però, creò al medico di Milazzo non pochi problemi. Addirittura lʼex assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, lo denunciò per “procurato allarme sociale ingiustificato” e Falliti dovette difendersi Peppe Falliti nelle aule di tribunale dove però le accuse sono risultati infondate con lʼarchiviazione. A supportare la tesi del medico anche lʼAvis di Siracusa che tramite i suoi responsabili rivelò sulla stampa locale che per inviare il sangue in riva allo Stretto avevano dovuto annullare interventi chirurgici già programmati. A gettare acqua sul fuoco è, però, Franco Previte, vice presidente regionale dellʼAvis e responsabile nel comune di Messina. Vogliamo rassicurare, ancora una volta, la cittadinanza che tale emergenza non sussiste - si legge in una nota di Previte sia lʼAsp che lʼassessorato hanno sempre garantito, ove le associazioni PATTI Record sui Nebrodi Raccolte oltre 3200 sacche nel 2012 PATTI. A non patire carenza di sangue, anzi a cederlo alle altre strutture in difficoltà sono i distretti ospedalieri di Patti e SantʼAgata MIlitello. Sono circa 3.200 le sacche di sangue raccolte nel 2012, con un incremento di 40 sacche rispetto al 2011. A dirsi soddisfatto il responsabile del reparto di medicina trasfusionale, Gaetano Crisà. «Lʼulteriore incremento - ha affermato alla stampa - è solo la riconferma della piena autosufficienza raggiunta in relazione alla quantità di sangue raccolta. Circostanza che oggi ci mette nelle condizioni di poter cedere sangue ad altre unità ospedaliere della provincia». Il sucesso è legato anche al lavoro dei volontari delle associazioni di donatori Avis, Fratres e Aedsa. non siano riuscite, il fabbisogno di sangue in provincia”. A supportare le parole di Previte anche i presidenti delle Avis Comunali della provincia di Messina (tranne quelli di Mistretta, Alì Terme e Falcone). «Se da una parte è vero che, per problemi interni allʼAsp, alcuni responsabili Servizio di Immunoematologia e Medicina Trasfusionale (Simt) provinciali hanno dichiarato di non essere più disponibili ad effettuare raccolte festive esterne, mentre, altri responsabili stanno continuando ad effettuarle. Dallʼaltra parte è pur vero e, ancora una volta, lo ribadiamo, che questi aspetti non riguardano la mission dellʼAvis e lʼorganizzazione interna dellʼassociazione. Dovremmo avere più responsabilità nel selezionare personale medico e infermieristico dellʼassociazione e inviarlo per la formazione ai centri Simt di competenza. Tra lʼaltro, alcuni hanno già comunicato la loro disponibilità ad avviare i corsi formativi. Questo ci consentirebbe di garantire, in autonomia, e soprattutto in un clima di una collaborazione fattiva, le raccolte esterne festive e garantire, altresì, una disponibilità di sangue presso i centri trasfusionali. Lʼinvito che lanciamo è di abbassare i toni, cercando, più possibile, di evitare allarmismi esagerati» conclude Previti. CASTELL’UMBERTO Un monumento al donatore avvenuta nei giorni scorsi è frutto di una collaborazione tra l'amministrazione comunale, la sezione dellʼAvis locale retta da Nino Catania, l'architetto Sebastiano Liuzzo che ha redatto il progetto e lo scultore Nino Gridà. Il monumento è stato sistemato in via Nazario Sauro, a ridosso del palazzo municipale. A benedire l' opera il parroco don Antonino Mastrolembo: «L' avisino non aspettata di essere stimolato per dare il sangue, ma lo dona gratuitamente all'altro che non conosce, come d' altronde fece Gesù per noi sulla croce, Lui primo donatore!». Anche il sindaco Alessandro Pruiti, rivolgendosi ai presenti ha rivelato: «ll solo pensiero della vista del sangue mi terrorizzavo. Oggi sono anch' io un donatore di sangue volontario e sono felice di donarlo agli altri». Alla manifestazione oltre a Franco Previte vicepresidente regionale vicario Avis, tantissimi Il monumento inaugurato donatori volontari. Ad inaugurarlo Comune e volontari. Raffigura una goccia CASTELLʼUMBERTO. Raffigura una goccia realizzata con la pregiata pietra locale. In basso, sulla tavola di sinistra, c' è incisa una frase tratta da un pensiero di madre Teresa di Calcutta: "Quello che noi facciamo è solo una goccia nell' oceano, ma se non lo facessimo l' oceano avrebbe una goccia in meno". A CastellʼUmberto, comune nebroideo, la raccolta di sangue è una cosa seria. Al punto da inaugurare addirittura un monumento al "Donatore di sangue". La manifestazione pagina 23 Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 centonove LA STORIA. L’appello della mamma di Paolo Gullà, morto in un incidente stradale «Restituitemi mio figlio» I ladri si sono introdotti nell’abitazione della famiglia di Brolo rubando i ricordi dell’unico figlio scomparso tragicamente. L’appello della mamma: «Avete portato via la mia anima» DI GIUSEPPINA LAGUIDARA BROLO. Apparentemente hanno rubato oggetti di poco conto, qualche collanina, ricordi della prima comunione, in realtà e come se avessero rubata la cosa più cara al mondo: il ricordo di un figlio. Tutta la cittadina di Brolo è sconvolta e attonita per lʼennesimo furto che Passate la voce anche a persone che questa volta ha colpito la non leggono i giornali e non guardano la memoria di Paolo Gullà, il tv. Vi preghiamo, restituite a una ragazzo di soli 21 anni, quasi 22 mamma coraggiosa che vive nel ricordo il prossimo 18 luglio, strappato di un figlio quel pezzo di cuore, oggi in alla vita da un incidente in moto, frantumi». Chi ha conosciuto Paolo, dice lungo la statale 113, in località di lui come di un ragazzo speciale. Ponte Naso. Un gesto ignobile Aveva sempre un saluto, un sorriso per che ha profanato la memoria tutti, lʼamico che tutti vorrebbero dellʼAngelo volato in cielo accanto. Un grande fan dellʼInter, che troppo presto. La scorsa gioiva per la sua amata squadra, tante settimana i “soliti ignoti” sono partite viste da vicino e tante foto entrati anche nellʼabitazione dei scattate con i suoli idoli. Ma non era genitori di Paolo Gullà , il loro solo un tifoso, anche lui da unico figlio vittima della terribile appassionato giocava a calcio, nella tragedia, sottraendo ogni Tiger Brolo, ed ultimamente con il suo ricordo del giovane: tutti gli papà nel campionato Uisp Nebrodi, un oggetti dʼoro che gli erano bravo calciatore, dicono i tanti suoi appartenuti, un valore affettivo amici sportivi, uno che ti faceva delle inestimabile. belle giocate…un campione. Una morte I genitori di Paolo lanciano un assurda, un destino amaro che ha appello agli autori del furto e a segnato la vita dei due genitori distrutti chiunque fosse in grado di dal dolore, rimasti quasi senza lacrime. aiutarli per tornare in possesso Il poliedrico scrittore- sceneggiatore – di quegli amati ʻricordiʼ. pittore Umberto Russo ha trasformato la «Hanno rubato i ricordi di mio tragedia del giovane Paolo in una figlio: braccialetti, medaglie, Nelle foto Paolo Gullà, il giovane ha perso la vita in un incidente stradale favola. Un romanzo dedicato ad un collanine,oggetti che Angelo dai “riccioli biondi” amato, segnavano la sua crescita ... la di Pippo e Nunziatina è cambiata: me li facciano avere, solo quelli di mio adorato e benvoluto da tutti. LʼAutore ha comunione, il primo dentino, la cresima, stravolta, sconvolta, fatta a pezzi. Un figlio, il resto lo possono trattenere». inteso romanzare proprio questo i compleanni". Parla così, affranta dal «Potete telefonare notte e giorno, Amore… questa Luce… che si dolore e fisicamente provata, la mamma difficile lavoro - tra volontariato, impegno sociale, lavoro - per rimettere a parlate con il parroco di Brolo o di sprigionavano intensi e colorati da di Paoletto. Per rovistare in cerca il Ficarra, contattare gli amici di Paolo, Paolo Gullà. Un omaggio ad un ragazzo “bottino” i malviventi gli hanno devastato posto i tasselli, gli equilibri legati dal filo della memoria. E quei gioielli erano un lasciarli vicino un cassonetto, dentro benvoluto da tutti. Lʼintero ricavato sarà la casa. Un vero e proprio oltraggio. pezzo importante di questa macchina una buca delle lettere, dietro il cancello devoluto ai genitori di Paoletto per Erano oggetti dʼoro che mostravano, dei ricordi. «Io aspetto, prego e non dell'ufficio turistico di Brolo, ci sono mille realizzare opere di bene da intitolare al anche nei graffi, nelle scoloriture mollo – afferma il padre – aspetto che modi per restituire un sacchetto i ricordi. proprio figlio. dell'uso, la crescita di un figlio, quando iniziava a camminare, a parlare, che sorrideva e abbracciava mamma e papà per il regalo di promozione, di un successo sportivo, di un onomastico, di una festa passata insieme. «Non sapete sono pezzi di casa nostra, della nostra vita , segnano le emozioni, quanto male mi avete fatto», dice le ricorrenze, i momenti passati insieme … non posso permettere mamma Nunziatina. E si rivolge ai ladri, che vadano dispersi, fusi, svenduti”. Santino Monastra ha eredili prega di restituirle i quel sacchetto di tato lʼazienda di famiglia, tocca a lui gestire lʼattività ereditata da ricordi del valore di poche banconote in papà. «Vado contro le logiche dei ben pensanti, ma non credo ci un "compro oro" compiacente, ma siano colpe nellʼattivarsi per riavere quello a cui uno tiene - aveva enorme sotto il profilo delle emozioni. sottolineato dopo il furto - Lavoro a Brolo, tutti mi conoscono e qui Valori e ricordi che riempiono la vita che mi possono trovare, gli stessi ladri, i basisti, oppure chi semplicenon si possono svendere. Collanine che BROLO. Al padre Antonino gli è stata intitolata una strada nei giormente sa o a visto. Anche per loro una lauta mancia. Rivoglio inora venivano guardate, accarezzate, ni scorsi. Una felicità che però non ha fatto dimenticare il furto deldietro medaglie e orologi di mio padre, Antonino. I soldi che hanlucidate come se dovevano essere lo scorso dicembre quando i ladri sono entrati nellʼabitazione di fano portato via non mi interessano. Lo faccio per me, per i miei figli ancora indossate, che "sapevano" di miglia e rubato tutti i ricordi del capo famiglia. Come nel caso dele lo faccio per mia madre straziata da chi ben sapeva che lei usciPaolino. «In quei monili cʼè la vita di mio la famiglia Gullà, a cui hanno sottratto i ricordi del figlio Paolo morva, a quellʼora, per pochi minuti”. I furti in casa nel comprensorio di figlio - ripete Nunziatina - quella mia e di to in un incidente in moto (vedi articolo in alto), Santino Monastra, brolo sono ormai una triste consuetudine. Le forze dellʼordine hanmio marito che viviamo nel suo ricordo. I 48 anni, lo scorso dicembre aveva messo una taglia dicendosi dino intensificato i controlli ma fino ad ora non avrebbero individualadri sono entrati nella nostra casa, sposto a comprare, anzi ricomprare, quanto i ladri gli hanno porto la banda che sembra conoscere perfettamente gli spostamentrasformata in un museo che parla di tato via. Suscitando un vespaio di polemiche. “Sono ricordi di mio ti delle proprie vittime. Addirittura cʼè chi in paese ha proposto di Paolo. Impossibile non capirlo». Da quel padre, valori immensi per mia madre - aveva detto alla stampa organizzare le ronde di cittadini per proteggere le abitazioni. tragico giorno, nell'estate scorsa, la vita ZOOM Una taglia per “salvare” la memoria del padre L’imprenditore Monastra disposto a pagare i ladri pagina 24 centonove Sicilia 8 FEBBRAIO 2013 S. AGATA MILITELLO. L’imbarcazione rimane ribaltata dal 3 dicembre. Lotta sulla proprietà Mi si è spiaggiato il veliero La barca che ospitava i dirigenti della Fiat deve essere rimossa dalla spiaggia nebroidea. Ma è scontro su chi deve sostenere le spese di recupero. Intanto è diventato meta di turisti DI NINO DRAGOTTO SANTʼAGATA MILITELLO. Riuscirà a ritornare il prestigioso motoveliero Pucci Mir a veleggiare tra il Porto dei Nebrodi e lʼarcipelago eoliano? Il maestoso veliero Pucci Mir, disancorato dal bacino portuale e spinto sullʼarenile dalle forti mareggiate nella mattinata del 3 dicembre scorso, continua a rimanere sul bagnasciuga inclinato sul fianco, e per il suo recupero si attende la definizione di una articolata vicenda di compravendita tra lʼultimo proprietario e il promesso acquirente. Intanto è sospesa la sua “missione”, quella di regalare ai suoi ospiti meravigliose navigazioni. veniva affittato come charter per eventi mondani feste di compleanno, convegni, il tutto “cullati dalle onde del Mare”, come si legge nella pagina Facebook dedicata al Pucci Mir, particolarissimo motoveliero, tutto costruito in Quercia, Iroko e Tek dai cantieri navali di "Zapata" in Barcelona (Spagna). Ne esistono solo due versioni: "l'Armonia" di 18 metri costruito negli anni '60 e il "Pucci Mir", costruito negli anni '90 di 24 metri. Il 3 dicembre momenti di paura, che potevano portare a tragici eventi sono stati vissuti allʼinterno dellʼarea portuale di contrada “Piana” flagellata da un forte vento di maestrale classificato forza 4/5 e dal mare agitato, che ha disancorato il veliero ormeggiato a riparo del molo di sopraflutto trascinandolo in una pericolosa deriva fino alla spiaggia. Il provvidenziale intervento del personale dellʼufficio circondariale marittimo ha consentito di prestare soccorso, salvando da una situazione drammatica, lo skipper Giovanni Raguzzi, 63enne romano, che si trovava a bordo, con mansione di custode. Intanto mareggiate senza soluzione di continuità, piuttosto frequenti nel periodo invernale, causano ritardi allʼinizio delle eventuali operazioni di recupero, mettendo a rischio danneggiamenti irreparabili la grande Ruggero Lamantea Un turista fotografa la goletta Pucci Mir goletta bialbero dalla stazza di 50 tonnellate, ben visibile dalla banchina del lungomare del piazzale con la fontana monumentale e la sirenetta con la lanterna di riferimento per i naviganti. Il tenente di vascello Alfredo Ciociola, comandante dellʼufficio circondariale marittimo il giorno dopo lo spiaggiamento della goletta ha pubblicato il provvedimento di diffida a recuperare entro cinque giorni la grande imbarcazione naufragata nellʼarea portuale. La vista della maestosa goletta arenata sulla spiaggia, attira lʼattenzione di chi transita sul lungomare, ed in tanti scattano più foto. Il presidente della sezione locale della Lega Navale, Carmelo Di Giorgio, superate le difficoltà del recupero e della disputa sulla proprietà, accarezza lʼipotesi di trasformare in sede galleggiante dellʼassociazione nautica, la goletta “Pucci Mir”, maestosa imbarcazione di rappresentanza, appositamente fatta costruire da dirigenti della Fiat di Torino. In atto è sorta una controversia tra il proprietario del veliero, lʼimprenditore Matteo Codrino, titolare di unʼazienda torinese collegata allʼindotto industriale della Fiat, e lʼacquirente in divenire, Domenica De Simone, residente a Sofignano Prato. Tre giorni dopo lo spiaggiamento del veliero, Ruggero Lamantea, marito di Domenica De Simone che vanta il possesso del bialbero, era presente nella sede dellʼufficio circondariale “Guardia Coste”, antistante lʼarenile dove si è riversato il veliero, e si è attivato con un perito marittimo nel valutare le probabili cause del naufragio e a predisporre gli interventi di recupero della grande goletta. Sono stati coinvolti nellʼazione di recupero un professionista specializzato e preavvisati i conducenti dei grossi escavatori della ditta “Luca ed Antonio Di Fina” per iniziare a disincagliare il veliero. Ma del del “compratore”, dal giorno dopo, non si hanno più notizie. Inoltre una complicata questione di responsabilità è sorta tra il proprietari del “Pucci Mir” ed i gestori del pontile della società, Yachting Management, dove fino allʼ11 novembre scorso era ormeggiato il veliero, prima di essere trasportato in rada ed essere ancorato nel punto in cui il mare lʼha sollevato per trascinarlo sulla spiaggia, mettendo in pericolo di vita il 63enne pagina 25 skipper romano, Giovanni Raguzzi. «Pur avendo avuto dallʼimprenditore Condrino lʼincarico di custode del veliero Pucci Mir, non mi azzardo nemmeno a salire sullʼimbarcazione per scongiurare future responsabilità», dichiara Franco Zingales, figlio di pescatori del posto, il primo a favorire anni fa lʼormeggio della Pucci Mir alla banchina di riva del porto di contrada “Piana”. Il presidente della sezione Lega Navale sostiene che il pesante veliero se continuerà a rimanere inclinato su un fianco comprometterà il suo assetto di galleggiamento rischiando di affondare al tentativo di traino. Franco Zingales sostiene che le grosse doghe del veliero lo rendono sicuro, ed assicura il suo impegno al recupero. Qui Scuola 8 FEBBRAIO 2013 centonove PALERMO. DISCO VERDE PER I CORSI INTRODOTTI DAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO. CINQUE LE SCUOLE MESSINESI INSERITE NEL PIANO APPROVATO DALLA REGIONE Nuovi indirizzi, i settantotto siciliani DI ANDREA SMITH MESSINA. Finalmente è arrivato dal MIUR il disco verde per i nuovi corsi e indirizzi per il prossimo primo anno. Dopo la nota del 24 gennaio del direttore Cannoletta - intesa sul piano concordato dallʼassessore regionale e la direzione regionale – la comunicazione è stata formalizzata dal dirigente generale dellʼassessorato Anna Rosa Corsello, con lʼinvito ai dirigenti di promuovere “ogni utile iniziativa e procedura per lʼorientamento degli allievi e delle famiglie allʼavvio dei nuovi indirizzi”. Già, perché le autorizzazioni arrivano quasi in zona Cesarini: le iscrizioni, rigorosamente on line, scadono il prossimo 28 febbraio. Il piano interessa sessantadue istituti dellʼisola, che avranno in totale settantotto nuovi indirizzi di studio, articolazioni e opzioni. In testa vi è la provincia di Palermo con 20 autorizzazioni, seguita da Catania con13, Trapani con 11, Messina con 13, Caltanissetta con 8, Ragusa con 5, Siracusa con 5, Agrigento con 2 e, come fanalino di coda, Enna con una sola istituzione. Significativa rilevanza assumono i dodici corsi serali istituti, di cui sei nella sola provincia i Palermo: ITC Sciascia di Agrigento- sezione di Porto Empedocle -, corso istituto tecnico, settore economico indirizzo Amministr. Finanza e Marketing; IIS “Sen. Di Rocco” – sede di Caltanissetta – corso istituto professionale indirizzo Serv.per lʼEnogastr. e lʼOspitalità Alberghiera, mentre nella sede di Mazzarino parte il corso istituto professionale indirizzo Servizi per lʼAgricoltura e lo Sviluppo Rurale; IPSAR “Falcone” di Giarre, corso istituto profession. indirizzo Servizi per lʼEnogastron. e lʼOspitalità Alberghiera; IPSAR ”Borsellino” di Palermo, corso istituto profession. indirizzo Servizi per lʼEnogastron. e lʼOspitalità Alberghiera con articolazioni Enogastronomia e Accoglienza Turistica; IIS “Domina” di Petralia Sottana - sede di Petralia Soprana -, corso istituto tecnico indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica; IIS IL LICEO ARTISTICO “ERNESTO BASILE” DI MESSINA CHE DAL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO AVVIERÀ L’INDIRIZZO “ARTE DEL VETRO E DELLA CERAMICA” “Stenio” di Termini Imerese – sede di Cerda -, corso istituto tecnico indirizzo Agraria, Agroalimentare e Agroindustria articolazione Produz. e Trasformazioni; ITI “Volta” di Palermo, corso istituto tecnico indirizzo Elettronica ed Elettrotecnica; IPSCT “Einaudi” di Palermo, corso istituto professionale settore servizi indirizzo Servizi Commerciali; IIS “Mandralisca” di Cefalù, corso istituto professionale indirizzo Servizi per lʼEnogastronomia e lʼOspitalità Alberghiera; IIS “Calleri” di Pachino, corso istituto professionale Servizi Commerciali; IPSIA “Calapso” di Siracusa, corso istituto professionale indirizzo Manutenzione e Assistenza Tecnica. Una sola scuola di Catania ha avuto due nuove istituzioni e due di Palermo. Sono ben cinque, invece, le scuole di Messina che hanno beneficiato di più autorizzazioni: ITI “Majorana” di Milazzo (Biotecnologie Ambientali e Sanitarie), IIS “Sciascia” di S. Agata Militello (Scienze Applicate e Liceo Scienze Umane), IIS “Borghese – Faranda” di Patti - sezione ITCG – (Relazioni Internazionali per il Marcketing e Servizi Informativi Aziendali), Liceo Artistico “Basile di Messina” (Arte del vetro e Arte della ceramica). MESSINA Consegnate dieci aule all’istituto Bisazza MESSINA. Dieci nuove aule per lʼIstituto “Felice Bisazza” di Messina. Le classi, da 50 metri quadrati lʼuna, sono state consegnate lo scorso 2 febbraio dal presidente della Provincia Regionale di Messina Nanni Ricevuto, insieme allʼassessore allʼEdilizia scolastica, Pippo Di Bartolo alla dirigente scolastica Anna Maria Gammeri. Dopo la consegna delle aule del secondo piano, avvenuta nei mesi scorsi, arriva questa nuova soluzione per rendere più confortevole il soggiorno scolastico di studenti e insegnanti e, contemporaneamente, di liberare lʼente dellʼonere dellʼaffitto versato in questi anni allʼIpab. ISTRUZIONE PER L’USO di Andrea Smith Congedo per padri lavoratori e acquisto servizi infanzia NELLA LEGGE DI RIFORMA del mercato del lavoro, la 92/12, vi sono due misure dirette a sostenere la genitorialità, che avranno carattere sperimentale nel triennio 2013–15: il congedo obbligatorio di un giorno e facoltativo di due giorni per il padre lavoratore e la concessione alla madre lavoratrice del contributo per lʼacquisto di servizi per lʼinfanzia. I due tipi di congedo sono fruibili dal padre lavoratore dipendente entro il 5° mese di vita del figlio. Il congedo obbligatorio è fruibile dal padre anche durante il congedo di maternità della madre lavoratrice, in aggiunta ad esso. Il congedo facoltativo di uno o due giorni, anche continuativi, è condizionato alla scelta della madre lavoratrice di non fruire di altrettanti giorni di congedo di maternità, con conseguente riduzione del congedo post partum. Il congedo facoltativo è fruibile dal padre anche nello stesso momento dellʼastensione della madre. Come dispone il decreto applicativo del Ministero del Lavoro, emesso di concerto col MEF, i due tipi di congedo si applicano anche al padre adottivo o affidatario e si riferiscono alle nascite avvenute a partire dal 1° gennaio 2013. Per esercitare il diritto, il padre deve comunicare per iscritto al datore di lavoro i giorni in cui intende fruire il congedo, con un anticipo non minore di 15 giorni, ove possibile in relazione all'evento nascita, sulla base della data presunta del parto. Alla richiesta di congedo facoltativo deve allegare la dichiarazione della madre di non fruizione del congedo di maternità a lei spettante pagina 26 per un numero di giorni pari a quello fruito dal padre, con conseguente riduzione del suo congedo; detta documentazione dovrà essere trasmessa anche al datore di lavoro della madre. I congedi non possono essere frazionati ad ore. Per il contributo per l'acquisto dei servizi per l'infanzia, invece, alla madre lavoratrice, il decreto riconosce la possibilità, concluso il congedo di maternità e negli 11 mesi successivi, di richiedere, in sostituzione del congedo parentale, un contributo economico pari a 300 euro mensili, per un massimo di 6 mesi, utilizzabile alternativamente: per il pagamento dei servizi di baby sitting, con i voucher; per spese per i servizi per lʼinfanzia (asili nido pubblici o privati accreditati), con versamento diretto da parte dellʼINPS alla struttura interessata. Il contributo verrà concesso, dietro richiesta allʼINPS, sulla base di una graduatoria nazionale che terrà conto dellʼindicatore ISEE e fino a esaurimento risorse per ciascun anno. Economia 8 FEBBRAIO 2013 EPILOGHI. Dichiarato il crac dell’impresa di costruzioni. Sulla cresta dell’onda da 15 anni Demoter, è fallimento Niente concordato preventivo, uno dei creditori presenza un’istanza accettata dai giudici. Dall’interdittiva antimafia (oggi sospesa) alla trasformazione in Cubo srl, ecco tutta la storia DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La fine della Demoter, probabilmente la più grande impresa di costruzioni e movimento terra messinese degli ultimi quindici anni, lʼhanno firmata i giudici fallimentari Adolfo Fiorentino, Antonino Orifici ed Ugo Scavuzzo che il 30 gennaio, per lʼimpresa di Carlo Borella (già in liquidazione), hanno dichiarato il fallimento su istanza di due dei creditori, Andrea Melotti e la Istratel srl. IL LUNGO ADDIO. Il fallimento della Demoter arriva dopo la richiesta formulata dal pm ed interamente richiamata nel decreto del 9 gennaio del 2013 in cui è stato dichiarato inammissibile il concordato preventivo proposto dal liquidatore Salvatore Cacace e dai legali dellʼimpresa Dario Latella e Fabrizio Guerrera. Nella sentenza, i giudici parlano di “sussistenza dei presupposti oggettivi di fallibilità già accertati in sede di ammissione alla procedura di concordato”, citando qualche cifra: 86 milioni di euro di attivo circolante al 31 dicembre del 2010, ricavi dalle vendite di ventisette milioni e debiti superiori ai 97 milioni. Secondo i tre magistrati, “lʼattivo non consente certamente di pagare i debiti maturati”, quantificati nel bilancio chiuso a fine 2011 in oltre quarantadue milioni. A quanto ammonta lʼattivo? I giudici parlano di 15 milioni, presenti nella proposta di concordato, ma riportano anche unʼaltra cifra, derivata dalla svalutazioni che sono state operate dalla stessa società. Per cui, il patrimonio di Demoter ammonterebbe in oltre due milioni e mezzo di beni immobili, più di quattro di beni mobili, 8 milioni e 642mila euro per crediti verso clienti e 784mila euro per crediti verso società controllate (le ultime due voci, specifica la sentenza, “al netto delle svalutazioni”). Secondo il collegio di magistrati, “lʼinidoneità dellʼattivo appare evidente dalla stessa proposta di concordato, laddove si offre di pagare al chirografo una somma compresa tra il 15 ed il 25%”. I quarantadue milioni di debiti del bilancio 2011, scrivono inoltre i giudici sono una “somma nella quale - si legge nella sentenza - non sono stati compresi i debiti verso le società debitrici delle consortili di cui Demoter faceva parte”. Perchè il colosso non è caduto da solo. SI SALVI CHI PUOʼ. Tra le società della galassia che faceva capo alla famiglia Borella, a rischio fallimento, per istanza dello stesso Andrea Melotti, ci sono la “Palermo2001”, la Niceto (per la quale lʼistanza è in discussione al tribunale di Patti) e la Consortile Ognina. Impresa, questa, che ha però presentato un accordo di ristrutturazione dei debiti, formula che consente alle imprese di “prendere tempo” in attesa del concordato e bloccare le procedure esecutive, in vigore da metà settembre, e che per la Consortile Ognina cesserà a fine febbraio. Anche questa istanza di fallimento si discuterà a Patti. Ma il pericolo più grande lo rischia la Cubo srl. E cioè la seconda incarnazione della Demoter. DEMOTER AL CUBO. Quando a Carlo Borella arriva unʼinterdittiva antimafia firmata dallʼallora prefetto di Messina Francesco Alecci (sospesa dal Tar ad ottobre 2012), a fine 2011, la Demoter ha già accumulato un mare di debiti e perso PATRON. Il numero uno della Demoter Carlo Borella centonove tutte le commesse pubbliche. Entra in scena la Cubo srl, che rileva il ramo d’azienda della Demoter che aveva in itinere gli appalti con la pubblica amministrazione, ai quali l’azienda di famiglia di Borella non avrebbe potuto più partecipare per via del provvedimento prefettizio. Insieme ai contratti, la Cubo ha rilevato tutto l’attivo di Demoter col quale, insieme al ricavato delle nuove commesse, sarebbero stati pagati tutti gli ottocento e passa creditori nel giro di sei anni. E invece anche la Cubo potrebbe essere risucchiata nel crac Demoter, perchè col fallimento, tutte le cessioni tornano alla “casa madre” per vedere di poterne ricomporre il patrimonio a soddisfazione dei creditori. La Cubo avrebbe dovuto essere un “garante” del concordato preventivo chiesto a marzo 2012 per evitare il fallimento della Demoter. Chi cʼera dentro alla nuova azienda? Fino alla fine di febbraio del 2012, la Cubo risultava operativa a Milano, in attesa di trasferimento a Messina. Ad amministrare la società dall’inizio del 2012 è Filippo Spadaro, genovese ma domiciliato a Messina. La Cubo possedeva un capitale sociale da cinque milioni e 300mila euro interamente detenuto dalla Brick srl (società anch’essa amministrata da Spadaro) dal 20 maggio del 2011 ), che ne è quindi proprietario unico. A settembre del 2011, avviene il trasferimento: un comodato tra Cubo Spa (cessionario) e Demoter (cedente) con l’affitto della prima di un ramo d’azienda dell’impresa della famiglia Borella. Anche tra Brick e Demoter, il 6 maggio del 2011, ci sono movimenti. L’azienda di , insomma, passa il ramo d’azienda alla Brick, che lo affitta alla Cubo. Tra le due ci sono in comune un po’ di nomi frutto del travaso di personale, da un’azienda all’altra. LA SCHEDA Il colosso di famiglia Borella Tutti i numeri dell’azienda. Tra trionfi e “flop” MESSINA. Era la più importante impresa messinese nel settore del movimento terra, è stata impallinata per la mancanza del certificato antimafia, ha licenziato 350 dipendenti, si è trasformata e poi è giunto il fallimento, qualche mese dopo la sospensione dellʼinterdittiva antimafia. La parabola discendente della Demoter è nei numeri: due milioni di euro di risultato operativo nel 2008, un valore stimato in sei milioni e mezzo, un utile “ante imposte” di oltre un milione. Oggi, i debiti che l’impresa dovrà onorare sono circa ottanta, considerando anche le società consortili delle quali faceva parte. Senza di esse, la massa debitoria si riduce ad una cinquantina di milioni. E i creditori? In tutto sono 832. Lʼorganigramma societario della Demoter presentava gran parte della famiglia Borella: da Benito, amministratore pagina 27 unico, agli azionisti Zelinda (tutti e due azionisti al 25%), Claudio (15%), Domenica, Letizia (entrambe con il 5% di azionariato), per arrivare a Carlo (per lui il 25% di azioni), fondatore dellʼimpresa. E il “portafoglio” lavori? Vastissimo. A Messina non c’è stata opera pubblica, negli ultimi quindici anni, in cui il colosso della famiglia Borella fondato nel 1978 non fosse presente: a Giampilieri a scavare tra le macerie dellʼalluvione, al campo nomadi di Maregrosso per demolirne quanto ne restava dopo il trasferimento dei Rom, in via Garibaldi, nelle nove piazzette tematiche, e poi le commesse milionarie delle Ferrovie dello stato. E poi ci sono i rapporti con il comune di Messina. Sempre controversi. A 2011novembre, la Demoter è uscita vincitrice dal lodo arbitrale che la vedeva opposta al comune di Messina per l’appalto della costruzione dello stadio san Filippo. Il collegio ha accolto due delle quattro riserve dell’impresa di costruzioni, condannando palazzo Zanca al pagamento di poco meno di un milione di euro. Per aver lavorato agli svincoli, la Demoter ha presentato un’ingiunzione di pagamento da 4,7 milioni. (A.C.) Economia 8 FEBBRAIO 2013 SCAMBI CULTURALI. “Europe for all”, cinque delegazioni in giro per la provincia Gioventù in azione La cooperativa sociale Serengis promuove l’integrazione, tra volontariato e “training course”. Le attività? “In lingua inglese”. Ecco come si sono svolte. E dove DI VALENTINA COSTA MESSINA. Hanno tra i 18 e i 25 anni, provengono dai più svariati angoli dʼEuropa e in una settimana stanno girando in lungo e in largo il territorio provinciale. Mentre in campagna elettorale volano fuoco e fiamme contro la moneta unica e si tuona contro lʼEuropa dei burocrati, loro sono qui per parlare di un continente senza barriere culturali e sociali, fatto di comprensione reciproca e integrazione. Sono i ragazzi che partecipano allo Scambio Giovanile “4ALL- Breaking down barriers, Europe for All”, promosso dalla cooperativa sociale “Serengis” di Messina. E questa mattina, a Palazzo dei Leoni, alle 10, racconteranno le loro impressioni sulla settimana trascorsa in Sicilia grazie al programma Gioventù in Azione. POSTCARD FROM MESSINA. Sono giunte in città sabato scorso le cinque delegazioni, composte da 7 ragazzi ciascuna, provenienti da Romania, Lettonia, Bulgaria, Polonia e Olanda. Qui hanno incontrato il gruppo italiano, composto da 17 coetanei messinesi. “Ovviamente tutte le attività sono svolte in lingua inglese: i giovani messinesi partecipanti hanno frequentato un corso preparatorio per potere arrivare al meglio a questa esperienza”, spiega Agnese De Salvo, amministratore unico della cooperativa Serengis. Lo scambio giovanile è stato in parte formativo, con i ragazzi che, sotto la guida di un team leader della propria centonove delegazione, si sono confrontati in maniera informale su diverse tematiche (la scuola, lʼimmigrazione, i propri paesi, le istituzioni europee); in parte ludico, con “ice-breakers” (attività per rompere il ghiaccio), momenti di sport, gli immancabili assaggi di cannoli e granite, le serate in discoteca alla scoperta della Messina by night. Per i giovani ospiti stranieri è stato anche preparato un accurato tour della provincia, alla scoperta delle bellezze naturali e architettoniche, del folklore e delle attività produttive di eccellenza del territorio: non solo Taormina e il Teatro Antico, ma anche le Gole dellʼAlcantara, Il Castello Bauso di Villafranca, la Katabba a Monforte San Giorgio, gli stabilimenti del vino Faro, i frantoi di Francavilla. E ovviamente il centro storico di Messina. “Lo scambio giovanile è certamente uno strumento per favorire lʼincontro tra ragazzi di culture diverse”, ha spiegato Agnese De Salvo. “Ma è anche un modo per veicolare fuori dai confini nazionali lʼimmagine, la storia, la cultura e le tradizioni della nostra provincia”. SCAMBI EUROPEI. “Lo scambio ʻʼ4ALL – Breaking down barriersʼʼ rientra nella misura 1.1 del programma Youth in Action, Gioventù in Azione, lanciato nel 2007 dalla Commissione Europea”, spiega Beatrice Briguglio, specialista in progettazione europea che, insieme al collega Tino Celisi, si è occupata di pianificare lo scambio promosso dalla Serengis e di prendere contatti i con le associazioni degli altri Stati partecipanti. “Abbiamo una ventina di progetti approvati, promossi da diverse associazioni della fascia ionica e tirrenica della provincia”, spiega Celisi. “Lunedì sera li presenteremo a Rometta”. Unʼoccasione da prendere al volo. Gli scambi e i programmi formativi organizzati grazie al programma Gioventù in Azione, sono infatti uno strumento attraverso cui ragazzi tra i 18 e i 30 anni possono scoprire low cost lʼEuropa e fare nuove amicizie: le quote di partecipazione agli scambi giovanili sono simboliche e le spese di viaggio vengono rimborsate al 70%. Il programma Gioventù in Azione, però, si chiuderà questʼanno. Il programma Youth in Action è stato lanciato 6 anni fa dalla Commissione Europea per contribuire attivamente alla creazione di una cittadinanza europea tra i giovani e giovanissimi dellʼUnione. Prevede servizio volontario europeo, “training course” e scambi giovanili. DICONO DI NOI “Però, ‘sta città...” Turismo, cultura, enogastronomia e un rammarico: “Peccato la spazzatura ai lati della strada” Agnese De Salvo MESSINA. Tutte le iniziative del programma Youth in Action hanno lʼobiettivo finale di promuovere il dialogo interculturale, soprattutto per smontare i comunissimi stereotipi che serpeggiano tra i popoli europei. Come quelli che identificano lʼitaliano con pizza, mafia, mandolino e caciara. “Non nego che lo stereotipo Sicilia = Mafia sia molto radicato”, afferma Irek, 23 anni, polacco di Katowice che studia ingegneria e management. “Eppure, almeno personalmente, lʼho superato. Sono molto colpito dalle tradizioni storiche della Sicilia. E ovviamente dal buon cibo”. “Nellʼimmaginario collettivo, quando pensi allʼItalia e alla Sici- pagina 28 lia, ti vengono in mente quei paesini pittoreschi e rilassati, dove gli anziani giocano a carte e i giovani passano il loro tempo per strada a non far nulla. Posti che possono vivere solo di turismo”, dice Mihail, 26 anni, giornalista e conduttore televisivo per unʼemittente nazionale della Lettonia, oltre che studioso degli effetti economici delle migrazioni. “Invece mi sono reso conto che ci sono delle attività di livello, come la produzione del vino. Spero solo che queste realtà non vengano fagocitate dalla globalizzazione: sarebbe un peccato se si dovessero perdere certe specificità culturali”. “Da team leader della delegazione olandese, sono già stato qui lo scorso ottobre”, spiega Robin, 27 anni, insegnante di educazione fisica che, a Leida, si occupa di recuperare i ragazzi difficili attraverso le attività sportive. “Mi piace tantissimo. Vorrei tornarci la prossima estate con calma, e fare un viaggio in auto attraverso le zone collinari della provincia di Messina. Peccato solo per tutta quella spazzatura ai bordi delle strade”. (V.C.) centonove Economia 8 FEBBRAIO 2013 FINANZA. Parte dallo Stretto la “class action” contro l’obbligazione “Casaforte” Messina contro Mps L’avvocato messinese Ernesto Fiorillo sfida il Monte dei Paschi di Siena . E spiega: “Il prodotto presenta forti criticità”. Sul tema anche un’interrogazione parlamentare DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. La prima battaglia contro il Monte dei Paschi di Siena parte da Messina. Contro i vertici dellʼistituto di credito, lʼassociazione “Consumatori associati” ha annunciato lʼavvio di una class action. “Predisporremo unʼazione di responsabilità contro gli amministratori della banca, a tutela dei piccoli azionisti”, ha spiegato il presidente dellʼassociazione, lʼavvocato messinese Ernesto Fiorillo. Nel mirino del legale cʼè uno dei prodotti messi sul mercato dalla banca toscana. E si chiama “Casaforte”. CASA FORTE MA...TRABALLANTE. Lʼobbligazione “Casaforte”, in estrema sintesi, è una cartolarizzazione dei beni immobili dellʼistituto di credito. Benchè le obbligazioni siano promosse dal Monte dei Paschi di Siena, la banca non è l'emittente, ovvero non è il debitore. Se l'obbligazione non paga le cedole o non rimborsa il capitale non è la banca che va in default. Chi si impegna a pagare le cedole ed il Ernesto Fiorillo capitale è un società denominata Casaforte srl. Sullʼargomento, anche Elio Lanutti, senatore già di Idv oggi al gruppo misto e presidente dellʼassociazione consumatori indipendente Adusbef (Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, Finanziari, Assicurativi) ha presentato unʼinterrogazione parlamentare. Perchè? COSA CʼEʼ DENTRO. “Il prodotto presenta forti criticità”, spiega Fiorillo. “Innanzitutto la scadenza finale, che avverrà nel 2040. Stiamo vagliando la possibilità che non siano state fornite tutte le necessarie indicazioni ai sottoscrittori, soprattutto quelli in là con gli anni, per i quali, come è chiaro, una scadenza a così lungo termine non è per nulla conveniente”. Nel 2010 il Monte dei Paschi colloca un miliardo e mezzo di euro di obbligazioni di Casaforte, obbligazioni proposte prevalentemente ai clienti della stessa Banca. Lʼoperazione assicura 430 milioni di euro di plusvalenza che permette una lauta ricompensa, in termini di utili, agli azionisti del gruppo toscano. E ai risparmiatori? A loro non va così bene. “I clienti del Monte dei Paschi di Siena che hanno comprato obbligazioni Casaforte Classe A scopriranno presto che la cedola semestrale in scadenza rende meno del 2% e quella successiva potrebbe addirittura scendere all'1,4%. Dati drammatici, visto che la scadenza finale è nel 2040”, spiegava a Novembre in commissione Bilancio Elio Lanutti. Ma tutto quello che cʼera da sapere, secondo gli analisti finanziari, era già dentro il prospetto informativo fornito dalla stessa banca. Nero su bianco. IL TERRORE DELLE BANCHE. Ernesto Fiorillo non è nuovo ad azioni eclatanti nei confronti delle banche. Eclatanti e vincenti. A metà gennaio, Il giudice del tribunale di Messina Antonino Orifici ha condannato lʼUnicredit locale ad un risarcimento danni per omessa ed errata informazione nellʼambito dellʼattività di collocamento dei titoli Lehman Brothers. La banca viene condannata, come è spiegato nella sentenza, “per avere rappresentato al consumatore la sicurezza di un investimento rivelatosi fallimentare”. Lʼistituto milanese aveva infatti venduto una polizza assicurativa con garanzia della Lehman Brothers assicurando al cliente che il capitale investito sarebbe stato comunque protetto. Per tali motivi, il risparmiatore era stato indotto ad acquistare uno strumento finanziario ben più rischioso dei comuni Bot, perdendo in questo modo lʼintero capitale investito. A difenderlo, presentando lʼistanza poi accolta dal magistrato, è stato proprio lo studio di Ernesto Fiorillo. DERIVATI Inguaiati dallo swap Cinquantotto comuni li hanno sottoscritti. Ecco tutte le conseguenze economiche MESSINA. Con i “prodotti tossici” piazzati dalle banche, e con la finanza derivata, si è inguaiata mezza Sicilia. Sono cinquantotto i comuni dellʼisola che hanno sottoscritto contratti “swap” con istituti di credito. E la palma va alla provincia di Messina, nella quale, a farsi sedurre dalle sirene dellʼingegneria finanziaria sono stati i comuni di Capo dʼOrlando , Castroreale, Giardini Naxos ( Montalbano Elicona, Nizza di Sicilia, Pace del Mele, Rometta, San Marco dʼAlunzio, SantʼAlessio siculo, Taormina, Tortorici, ed il capoluogo Messina, che di contratti swap ne ha addirittura sottoscritti tre, con Bnl e Dexia Crediop, per un totale di oltre duecento milioni (che fino ad oggi hanno prodotto differenziali negativi per un totale di quasi cinque milioni), per ristrutturare mutui precedentemente accesi. Sulla vicenda, il comune di Messina è andato alle carte bollate con gli istituti, dopo aver tentato la strada della mediazione. Peggio è andata a Catania. Per il comune di Catania, le operazioni in derivati hanno interessato tutto il debito dellʼente: oltre quattrocento milioni di euro, con la corresponsione di un premio di liquidità di 7 milioni (1,7%). La struttura prevede la vendita di cap a favore della Banca con soglia al 5,5% e poi al 6%. In altri comuni (Torretta, Avola, Carini, Mazara del Vallo, Pace del Mela, Modica, Leonforte, Grotte) è stato accertato, da parte della Corte dei Conti lʼutilizzo di opzioni digitali vietate dal Regolamento MEF n. 389 del 2003. Cioè lʼintroduzione nel regolamento negoziale di uno spread anomalo, destinato ad attivarsi in corri- pagina 29 spondenza del superamento dei valori soglia, con previsione di un costo aggiuntivo per lʼente. Il valore del parametro mark to market è risultato negativo per 29 comuni e una provincia in 35 casi di sottoscrizioni, e il valore ammonta complessivamente a oltre 27 milioni di euro. 22 dei quali si riferiscono a due contratti stipulati dal comune di Messina. In altri 23 contratti,sottoscritti da 19 comuni (il 40%), il mark to market supera la soglia dei 30.000 euro. Il comune di Messina consegue il due contratti il cui mark to market supera, complessivamente, i 22 milioni di euro. A quanto ammonta lʼaffare? Lʼindebitamento totale dei comuni siciliani raggiunge i tre miliardi di euro e mezzo. Aggiunto al debito della Regione, quattro miliardi circa, si arriva a sette miliardi e mezzo. Le indagini sono state svolte dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti della Regione siciliana. (A.C.) Economia 8 FEBBRAIO 2013 NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Valutazione dei rischi, costo o opportunità? LA LEGGE DI STABILITAʼ pubblicata lo scorso 29.12.12 ha prorogato, per le imprese fino a 10 dipendenti, la possibilità di autocertificare lʼavvenuta valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori, di cui al D.Lgs.81/08. I Consulenti del Lavoro hanno da sempre sensibilizzato le aziende assistite al rispetto della normativa prevista dal D.lgs. 81/08 e in particolar modo hanno rappresentato, anche per le piccole e piccolissime imprese, lʼopportunità che il datore di lavoro si rivolgesse a personale esperto per la redazione del DVR (Documento di Valutazione dei Rischi), piuttosto che limitarsi a sottoscrivere una semplice autocertificazione spesso priva di reale contenuto. Infatti, solo con la Valutazione dei Rischi seriamente effettuata il datore di lavoro può avere la piena prontezza di tutti i rischi presenti in azienda e mettere in atto tutti i comportamenti necessari, ed imposti dalla legge, per la loro riduzione al minimo. Quanto sopra è di fondamentale importanza, non solo per la tutela dei lavoratori, ma anche per la tutela dellʼazienda in quanto al verificarsi di un infortunio il datore di lavoro è sempre ritenuto responsabile (penalmente e civilmente). Questo a meno che non provi di aver fatto tutto quanto era possibile per lʼeliminazione/la riduzione centonove NOMINE POSTALI CISL Riconfermata Gisella Schillaci MESSINA. Sarà ancora Gisella Schillaci a guidare per i prossimi quattro anni la Federazione dei Lavoratori Postali della Cisl di Messina. A confermare la fiducia al segretario uscente è stato il Congresso della SLP tenutosi allʼHotel Capo Peloro Resort di Torre Faro alla presenza del segretario nazionale Sebi Cappuccio, del segretario regionale Giuseppe Lanzafame e del segretario generale della Cisl di Messina, Tonino Genovese. I delegati hanno anche eletto come segretario aggiunto Giuseppe Gullì e come segretario organizzativo Giovanni Cucinotta. del rischio. Per fare un esempio: in caso di infortunio causato dallʼutilizzo di macchinari il datore di lavoro viene ritenuto responsabile, a meno che non provi (tramite ad es. il DVR) di aver verificato il macchinario, la sua rispondenza ai requisiti di legge, la messa a terra dellʼimpianto elettrico, la consegna dei DPI (Dispositivi di protezione individuale), nonché lʼadeguata formazione del personale addetto. La redazione del DVR da parte di un tecnico esperto, oltre a tutelare lʼazienda nel suo ruolo di datore di lavoro, è anche una tutela dal punto di vista strettamente patrimoniale, infatti, spesso lʼinfortunio è conseguenza di incidenti come scoppi, incendi, ecc… che avrebbero potuto essere evitati con un attenta e completa analisi dei rischi e, conseguentemente con la verifica dei locali e delle attrezzature. In sintesi è opportuno che tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione, si adeguino al più presto alla disciplina sulla valutazione dei rischi secondo le nuove linee guida, senza attendere il 30.06.2013, tutelando così non solo i propri dipendenti, ma anche loro stesse. Peraltro il termine potrebbe essere anticipato al 31/05/2013 da quanto si evince dalla lettura della nota nota 31 gennaio 2013 del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. CISL MEDICI MESSINA Così la nuova segreteria MESSINA. Gianplacido De Luca, 53 anni, dirigente medico dellʼAsp di Messina è stato confermato per altri quattro anni come segretario generale della Cisl Medici di Messina. Eletti in segreteria anche Rosa Alba Dipaola, dirigente medico del Servizio Igiene Pubblica di Milazzo, e Nello Aversa, direttore della Pediatria-Neonatologia del Presidio Ospedaliero Piemonte. I lavori del Congresso sono stati incentrati sulla situazione della sanità messinese, con una analisi sulle conseguenze delle recenti riforme soprattutto per il territorio. LEGALMENTE COMUNE DI AVOLA (PROVINCIA DI SIRACUSA) Esito di gara COMUNE DI AVOLA (PROVINCIA DI SIRACUSA) Esito di gara Si rende noto, ai sensi dellʼart.20, legge n.55/90, che con Contratto Rep. n.3057 del 08/10/2012 sono stati affidati i lavori di interventi in strada “Petrara”. Manto stradale, attraversamento torrenti e muri di sostegno. Imprese partecipanti n.258 Imprese ammesse n.247 Imprese escluse n.11 Ditta aggiudicataria: ALFIO SORBELLO con sede in Via Caselle Pianogrande n.24/a - 95010 MILO (CT) con il ribasso del 25,3445% e per lʼimporto contrattuale di Euro 292.393,01 ed esclusa IVA. AVOLA 05/02/2013 Il Segretario Generale (Dr.Andrea Battaglia) Si rende noto, ai sensi dellʼart.20, legge n.55/90, che con Contratto Rep. n.3058 del 9/10/2012 sono stati affidati i lavori di costruzione della Caserma per la Polizia di Stato. Imprese partecipanti n.153 Imprese ammesse n.137 Imprese escluse n.16 Ditta aggiudicataria: ATI: composta da: Impresa Ca- PROCURA DELLA REPUBBLICA Presso il Tribunale di Messina Ufficio Esecuzione Penale N.864/2007 SIEP pogruppo COSMAK s.r.l. con sede in S.Piero Patti (ME) e Impresa associata MASTN s.r.l. con sede a Patti (ME), Il Tribunale di Messina con sentenza in data 17.02.2005, confermata il 28.11.2006 dalla Corte Appello di Messina, divenuta esecutiva il 18.12.2007 ha condannato De Pasquale Fabio nato a Palermo lʼ08.06.1969 alla pena di Euro 900,00 di multa, con pubblicazione della sentenza per estratto e per una volta sui quotidiani Gazzetta del Sud e Corriere della Sera e visto lʼart. 9 legge n.47/48 la pubblicazione per estratto sul periodico Centonove per il reato di cui allʼart.595, 2 e 3 comma C.P. e art.13 L.n. 47/48 in Messina il 14.04.2000. Condanna in solido al risarcimento dei danni subiti dalla parte civile da liquidare in separata sede. Estratto conforme per liquidazione. Messina, 29.01.2013 Il Funzionario Giudiziario Dott. Antonio Trimboli pagina 30 con il ribasso del 36,5136% e per lʼimporto contrattuale di Euro 804.319,08 ed esclusa IVA. AVOLA 05/02/2013 Il Segretario Generale (Dr.Andrea Battaglia) centonove FACCIAMO QUATTRO CHIACCHIERE Il carnevale in Sicilia. Da Cefalù a Santa Lucia PAGINA 32 poster 8 FEBBRAIO 2013 LA MEMORIA DEGLI ALTRI NEL CINEMA DI ANDO’ Un libro in uscuta di Oliveri racconta il percorso cinematografico del regista PAGINA 35 MURALES DI UMANITA VARIA BASTA TEATRO, SCRIVO ROMANZI. Davide Enia APPELLI. Messina ospita il convegno “Del perchè il teatro produce romanzi” Basta palchi, diamoci alla scrittura Quattro autori si reinventano scrittori. Uno di loro, il palermitano Davide Enia, spiega perchè: “Colpa di chi amministra la cultura. Ma anche di chi la fa” DI NUNZIA LO PRESTI MESSINA. “Del perché il teatro produce romanzi”, una sentenza che incuriosisce e spiazza, è un convegno che giovedi 7 ha ospitato a Messina quattro attori-autori di teatro che della scrittura hanno fatto un mestiere e una ragione di palcoscenico. Questi quattro della parola di scena sono tutti di origini meridionali: Davide Enia e Vincenzo Pirrotta dalla Sicilia occidentale, il calabrese Saverio La Ruina e Mimmo Borrelli dai Campi Flegrei. Il Sud di questi drammaturghi non è elemento casuale: è grazie al nostro Sud che negli ultimi anni i testi teatrali diventano ricchissimi, una nuova drammaturgia originale e sentita, spesso viscerale, con una cifra particolare e autonoma per ogni voce che la rappresenta. All'occhiello di Messina c'è Spiro Scimone, nelle prossime settimane in replica con “Giù”, il suo ultimo lavoro, non ancora visto in città. Ma anche Tino Caspanello, recentissimo il suo “1952: a Danilo Dolci”. E ancora tanti, ma tanti giovani, che nel frattempo crescono, dentro e fuori dall'isola, naturalmente più o meno conosciuti. Quindi le penne non mancano, né le idee: forse per molti di loro è venuta a mancare la possibilità di esprimersi per come vorrebbero, anche per via dei troppi cartelloni di sicurezza che mettono da parte i nomi di terza pagina e di uno spettatore-tipo poco educato alla novità. Di certo anche la crisi economica ha fatto la sua parte, ma come in tutti i campi del resto. Si osserva oggi – questo il vero perché del convegno – lo sviluppo di una seconda via della drammaturgia, che smette di essere scrittura per il teatro per diventare prosa romanzata. Nella fattispecie, Vincenzo Pirrotta pubblicherà a breve il suo primo romanzo per Bompiani; Saverio La Ruina sta lavorando a una storia sviluppando quella di “Italianesi”, il suo ultimo pluripremiato spettacolo, ma diversi e nuovi con tutta probabilità saranno anche gli esiti di Mimmo Borrelli, che scrive il suo teatro in dialetto e in versi. Forse fra tutti il più avvezzo alla pratica della parola non teatrale è il palermitano Spiro Scimone pagina 31 Davide Enia, già finalista premio Strega nel 2012 con “Così in terra”: “La radice del romanzo credo sia stata sempre interna alla mia scrittura. Franco Quadri (storico critico teatrale italiano, ndr) fu il primo a dirmi che avrei scritto un romanzo. Ma c'è di fatto che io l'ho scritto perché il mondo del teatro era in crisi. Mi hanno offerto di farlo e ho colto la palla al balzo. Detto questo, una cosa è scrivere per il teatro, un'altra per la pagina di un libro, altro ancora fu la mia esperienza di scrittura per la radio” Perché ha senso parlare di un teatro che non fa più teatro? “Bè, bensvegliati! È da tempo che che le cose vanno così, tagli selvaggi ai finanziamenti, gestioni irresponsabili della cosa pubblica, mancanza di riflessione sul territorio. Si tratta di un concorso di cause che ha reso possibile questo drammatico esodo dei talenti migliori, uno scollamento dalla realtà che ha impoverito la cultura. Il finanziamento pubblico alla cultura, come alla ricerca scientifica, rende civile e progredito un Paese. La colpa di chi amministra la cultura ma anche di chi la fa, di coloro che vanno in scena a prezzi irrisori. Tutto questo mette in ginocchio il teatro in Italia. Il tuo prossimo progetto sarà un altro libro? “Vado per esclusione, di certo non sarà un testo per il teatro. Ma il teatro mi manca. La solitarietà del romanzo è un altra, mi manca la scrittura carnale, l'affinamento del canto. Il romanzo è un'altra cosa, anche se per me è stata una conferma per la tensione che la mia scrittura ha sempre avuto”. La tavola rotonda è stata moderata da Dario Tomasello e Gerado Guccini, uno dei massimi studiosi italiani di drammaturgia contemporanea e che è stata organizzata dal Centro Studi UniversiTeatrali con la partecipazione dellʼERSU Messina e di Latitudini, la Rete Siciliana di Drammaturgia Contemporanea, quindi utile per accumulare crediti formativi universitari per il conseguimento della laurea per gli studenti dellʼAteneo messinese. posterricorrenze 8 FEBBRAIO 2013 centonove CARNEVALE IN SICILIA. Da Acireale a Santa Lucia del Mela Facciamo quattro chiacchiere Torna dopo quarant’anni il carnevale storico in provincia di Messina, ma è Acireale a farla da padrone nonostante la crisi. E i “cervelli in fuga” DI MELANIA VADALÀ MESSINA. Allʼindomani dello scampato pericolo di un inesorabile presagio di fine del mondo, ma ancora calati in una realtà di crisi economica e sociale, forse la più grande di quelle finora registrate, eccoci anche questʼanno tutti pronti a festeggiare il Carnevale. Questa festa, che vanta radici antichissime - si ricordano carri allegorici e maschere già nel periodo ellenico, e durante i primissimi anni della diffusione del cattolicesimo - ha visto la sua massima diffusione negli ultimi anni come divertimento per i bambini ed i loro genitori. È la festa che più di tutte ha il compito di mettere allegria ed concedere ore di divertimento, grazie ai suoi suoi travestimenti e lo sfarzo che con ogni maschera si ostenta. Se durante ciascuna sfilata viene salutato lʼanno passato deposto in un carro funebre, insieme a tutti i mali, si comprende lʼintento di festeggiare e perseguire la tradizione. In effetti, negli ultimi anni, lʼorganizzazione di manifestazioni carnascialesche ha rappresentato per i comuni e le molte associazioni culturali locali unʼottima opportunità per offrire ai propri cittadini, tutti, qualche ora di divertimento e spensieratezza, lontano della dura realtà - con cui alla fine di tutto bisogna, comunque, fare i conti per lo meno esorcizzando i problemi e ridicolizzando fatti e personaggi. Ed ecco allora fiorire, al di là delle semplici sfilate di carri allegorici in carta pesta, tipica tradizione del carnevale italiano, in molti paesi e realtà cittadine concorsi e gare per la realizzazione di carri o maschere a tema per ricreare uno spirito di collaborazione ormai poco presente. Basta cercare in rete e non è difficile imbattersi in feste e manifestazioni no stop previste per lʼintera settimana, la seconda di febbraio, questʼanno organizzate, quasi completamente, a spese dei comuni e degli enti locali in genere, senza oneri per la cittadinanza. Nello specifico sembra interessante ricordare alcuni tra i più conosciuti e belli carnevali nella regione. CHIACCHIERATA FEST. Forse quello che per il 2013 sembra essere il carnevale più “inclusivo”, almeno secondo le previsioni è il “Chiacchiera Fest” di Cefalù, la cui principale caratteristica è lʼindizione di due concorsi, uno per i più piccini, con la premiazione della maschera più bella ed un secondo - “il Cappellaio matto” che vedrà impegnati i partecipanti nella realizzazione del cappello più particolare e fantasioso. Tra le novità, invece, è importante sottolineare il carnevale storico di S. Lucia del Mela che si terrà nuovamente dopo quaranta anni e che mette in programma diverse esibizioni di gruppi folcloristici e di associazioni culturali locali, in modo da offrire pagina 32 non soltanto divertimento, ma anche visibilità a piccole realtà spesso non sufficientemente implementate. Infine, certamente il principale e più tradizionale Carnevale siciliano che non si può fare a meno di menzionare è il carnevale di Acireale, la cui organizzazione è ovviamente sapientemente orchestrata dal comune e le associazioni coinvolte in modo da rendere fruibile e piacevole anche ai turisti e posterricorrenze centonove 8 FEBBRAIO 2013 TRADIZIONI Saponara rilancia l’Orso A Villafranca si rinnova l’appuntamento con i carri allegorici. Teatro a Rometta curiosi lʼevento, in particolare questʼanno si darà qui particolare rilievo alla difficile realtà dei giovani, con la presentazione del carro “Cervelli in Fuga”, chiaro riferimento a quanti si allontanano dalla “terra natia” alla ricerca di maggiori possibilità. Tutti i programmi, per lo meno i più, propongono contestualmente alle sfilate dei carri allegorici ed ai concorsi per lʼelezione della miglior maschera, che rappresentano il giusto contorno, lʼorganizzazione di concerti presentazione e promozione di di gruppi o compagnie locali. Ma un ulteriore fondamentale obiettivo del Carnevale e delle feste organizzate nelle città è quello di mettere in risalto le eccellenze culinarie del territorio, rappresentando così una vetrina importante per il comune e le proprie realtà imprenditoriali e culturali. In fin dei conti, però, spulciando le manifestazioni di piazza sparse sul territorio italiano, che sono veramente tante, ciò che sicuramente è chiaro è che questa settimana, che tradizionalmente nacque come necessità di concedere ai cristiani un periodo di “libertà” dalla religione in modo da poter poi essere in grado di SAPONARA. Riprende lo storico carnevale dell'Orso dopo lo stop dello scorso anno a causa dell'alluvione. Le iniziative hanno preso avvio ieri con l'inaugurazione di una mostra rievocativa, la presentazione del concorso fotografico ed il ballo in maschera presso la palestra comunale. Per questa sera, alle 19, prevista la degustazione di prodotti tipici in Piazza Matrice e la messa in scena della "cattura dell'Orso", mentre sabato andrà in scena il carnevale dei bambini nella frazione marina a partire dalle ore 15. Domenica e lunedì dalle 21,30 ancora "gran ballo" in palestra e martedì la tradizionale sfilata dell'Orso che avrà inizio alle ore 14. Si rinnova l'appuntamento con il carnevale villafranchese. Domenica prevista la sfilata dei carri allegorici, a cura dell'Associazione Pro Carnevale Bauso, con partenza alle 14,30 dall'ex Pirelli in via Madonna del Tindari. Grazie alla collaborazione delle diverse pasticcerie del comune tirrenico durante il percorso verranno offerte chiacchiere e pignolata. All'arrivo dei carri in piazza De Curtis, a cura della Pro Loco, la festa continuerà con l'esibizione del gruppo cosentino "Taranta Terapy" che intratterrà il pubblico con il loro caratteristico sound definito "Patchanka Kalabra". Infine spazio alle danze con i Dj Ciccio Mix, Damy, Peppe Hard, rispettare gli obblighi imposti della quaresima e dalla religione, aveva perso in buona sostanza il suo significato in una società che non aveva più difficoltà a manifestare e rendere note le proprie esagerazioni ed esuberanze, tanto da essere relegata a semplice festa per i bambini, che conservava la propria importanza soltanto in alcune realtà tradizionalmente impegnate nella creazione di carri allegorici, si riempie oggi di un significato tutto nuovo, riscoprendo il suo fine ultimo: offrire a chi vi prende parte la possibilità di vivere nello sfarzo e nella sfrenatezza senza preoccuparsi delle bollette, del lavoro o del domani. INIZIATIVE Cefalù premia il cappellaio matto CEFALUʼ. Carnevale a Cefalù? Costruisci il tuo cappello utilizzando creatività, originalità e passione per il divertimento , indossa una maschera e partecipa al concorso - sfilata più estroso del Carnevale 2013, il cappellaio matto, ideato da Angela Macaluso del tour operator Fransicile e consulente gratuito al turismo ed eventi del Comune di Cefalù in partnership con Francesco Liberto, stilista e artista di Cefalù, e con la collaborazione di Salvatrice Mancinelli. Il tutto con il patrocinio gratuito del Comune di Cefalù. La sfilata avverrà Martedi 12 febbraio ore 16h30 con partenza dall Hotel Artemis di Via Roma e la premiazione del cappello più eccentrico alle ore 22 alla Scuola media E. Fermi. La partecipazione al concorso è aperta a tutti ed è subordinata all'iscrizione da effettuarsi compilando la scheda (da consegnare entro il 12 febbraio ore 12) che potrete trovare c/o l agenzia di Viaggi FranSicile di Via Spinuzza 15 - cefalù o telefonando allo 0921925030 o recandovi presso la sede del laboratorio “la Corte delle stelle” di Corso Ruggero- Cefalù . pagina 33 Ale Venuto, Fabris ed il Rapper Sciack. Lunedì, alle 15, il classico appuntamento per i più piccoli con la Sfilata delle Mascherine presso Palestra Scuole Medie "Leonardo Da Vinci" a cura delle associazioni Mcl e Centro Studio Danza. Tutti gli eventi sono patrocinati dal Comune di Villafranca Tirrena, l'Assessorato al turismo e la compartecipazione della Provincia Regionale di Messina. A Rometta, invece, diverse associazioni in collaborazione con l'amministrazione hanno previsto vari eventi nei saloni Parrocchiali. Sabato, dalle ore 15, “Carnevaliamo insieme”, una festa per tutti i bambini con bocconcini di nutella e chiacchiere ed alle 21 al commedia brillante “La polacca” di Pippo Spampinato. 8 FEBBRAIO 2013 posteranniversari PATTI. Il monaco vissuto nel 400 scrisse della vita di Ippolita Sforza d’Aragona Le rime di Fra Bernardino Dal punto di vista culturale il trattato è un caso atipico della Napoli aragonese. L’opera si ricollega al filone devozionale e moralistico coltivato negli stessi anni nella Sicilia DI NICOLA TINDARO CALABRIA PATTI. Carneade chi era costui? Si chiedeva con stupore don Abbondio caratteristico personaggio manzoniano. Con la stessa curiosità ci chiediamo oggi chi era Bernardino de Rende de Pactis siciliano Ordinis Minorum, che scrisse un planctus in ottava rima in cui descriveva la vita cristiana dʼIppolita Sforza dʼAragona (sposa del duca di Calabria Alfonso dʼAragona). Allo stesso frate si attribuisce anche un poemetto su San Gennaro. Il personaggio sarebbe passato inosservato se il suo manoscritto non fosse stato esposto durante la mostra bibliografica “Cimeli di Napoli aragonese” tenuta dal 29 maggio al 5 giugno 1978. Il manoscritto faceva parte della collezione Phillips e fu acquistato allʼasta nel luglio del 1976 presso la Sotheby di Londra per 2860 sterline dal Ministero dei Beni culturali che poi lo donò alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Ma chi era realmente Bernardino de Rendis de Pactis? Dalla lettura dellʼincipit sappiamo chʼera di Patti visto che lui stesso cʼindica che de Renda sarebbe il cognome. Infatti, al 61v leggiamo “Io Bernardino chiamato de Renda/ de tutto ʻsto trattato indigno autore”. Nel 1448 il frate si trovava già a Napoli dove partecipò al funerale della duchessa Ippolita Sforza dʼAragona, che descrisse nei minimi particolari dallʼindicazione dei notabili, ai poveri agli uomini di corte. Probabilmente risiedeva a Napoli già da circa un decennio, in quanto aveva potuto fare lʼesperienza della luminosa parabola di S. Giacomo della Marca e tramandarla in unʼaltra sua opera, di cui il frate scrive: “Trattando della vita de quellʼomo/in questa nostra età molto perfecto/fra Jacobo la Marcha tiene nomo,/ servo de Jesù Cristo assai dilecto/ me parse recitare quali e como/obtenni A CURA DI CARMELO CELONA sanitate con effecto/ quello preelecto et inclito Ferrando/ chʼera già morto, se diciva intando”. Un poemetto risalente a qualche anno dopo il 1476 anno della morte del santo. A Napoli il frate di Patti era andato per seguire il cursus studiorum in diritto canonico che completò nel 1492, conseguendo il dottorato. Infatti, nel Bullarium Franciscanum si legge di una richiesta inviata dal frate a Innocenzo VIII affinché il dottorato gli fosse conferito dallʼautorità religiosa di Napoli in via privata. Questi dati ci fanno pensare che fosse nato intorno al 1460 o qualche anno prima. Bernardino de Rende de Pactis secondo Nadia Ciampaglia sarebbe anche Bernardino Siculus che tra il 1503 e il 1505 scrisse una vita di san Gennaro in ottava rima. Analizzando gli scritti di fra Bernadino Siculus e del frate di Patti si colgono delle somiglianze biografiche, infatti, in una lettera al Cardinale Carafa il siculus si dichiara “humilis oratore et servus Bernardinus Siculus professor Minor Decretorum Doctor” anche lui dottore in diritto canonico. Il Mongiore nella sua opera afferma che Bernardino Siculo era Ordini Minorum Conventualium. Un elemento che trova conferma nel Bullarium Franciscanum in cui troviamo scritto che Bernardino de Rende attende il conferimento del dottorato in domo S. Laurentii Neapolis ad praesens commorans. Il riferimento è alla casa conventuale di S. Lorenzo dei Minoriti a Napoli. Successivamente la sede del frate fu S. Maria la Nova. Ciò risulterebbe dal Regestum Observantiae Cismontanae dove alcuni frati tra cui un certo Bernardinus de Sicilia, avevano assunto lʼobbligo di compiere un pellegrinaggio a Gerusalemme. A S. Maria la Nova si trovava anche Jacopo la Torre che era il guardiano. Il Bernardino nel suo Trattato su Ippolita Sforza riporta alcuni pensieri intimi della duchessa, e dichiara che ne LACERTI DI LETTURE Dicaaaa ALCUNI IMPIEGATI pubblici non riconoscono nel cittadino il loro datore di lavoro. Vedono in lui, se non accreditato,un intruso. “ Brutta abitudine dire «Dicaaa?». In Italia entri allʼufficio postale e quello ti fa: «Dicaaa?». Vai allʼanagrafe: «Dicaaa?». D-i-c-a. Queste quattro lettere non fanno una parola, fanno una coltellata al cuore del Paese. «Dicaaa?» e uccide Cicerone, «Dicaaa?» e sgozza Leopardi. «Dicaaa?» e seppellisce la storia dʼItalia un metro più giù. «Dica è la morte della democrazia.” Eʼ triste pensare che un tempo vi erano valori non negoziabili. “Indignazione vuol dire ribellione risoluta a quanto offende la dignità propria e altrui. «Dignità», anche di questa parola avete perso il significato. Significa rispetto dellʼuomo per se stesso, per i propri valori. «Valore», anche di questa parola vi Ritratto ad olio di Ippolita Maria Sforza LA CLASSIFICA centonove venne a conoscenza dallo stesso Jacopo, confessore di Ippolita. Non dimentichiamoci che a S. Maria la Nova svolse la sua attività di predicatore S. Giacomo della Marca, minore osservante. Lʼopera del frate pattese risulta interessante per i residui linguistici siciliani. Prova ne sono alcuni originari esiti siciliani in posizione interna è spesso fornita dalla presenza della rima al mezzo tra 6° e 7° verso, costantemente usata, tranne poche eccezione dal frate. E ancora, lʼassimetria a volte riscontrabile è indizio di una correzione apportata al testo. Gli esiti sono più diffusi al maschile e al femminile, in contesti esposti anche a sviluppi metafonetici. Sembra che il sicilianismo sia sfuggito alla correzione nelle forme maschili, laddove cioè, coincidendo casualmente con lʼesito metafonetico esso veniva riconosciuto come legittimo, nelle parole di genere femminile, la censura delle i toniche siciliane deve essere stata attuata in modo più sicuro dal momento che lo sviluppo fonetico siciliano non era confortato da un possibile esito metafonetico. Questo significa che è possibile stabilire la matrice fonetica siciliana dʼorigine, sicilianità confermata anche dallʼassenza dei dittonghi. Dal punto di vista culturale il Trattato di fra Bernardino è un caso atipico della Napoli aragonese, in quanto lʼopera si ricollega al filone devozionale e moralistico coltivato negli stessi anni nella Sicilia dellʼOsservanza dove si diffuse a seguito della predicazione di fra Matteo di Agrigento, che fondò numerosi conventi e chiese osservanti e diede vita ad una produzione letteraria devozionale e moraleggiante. di Felice Irrera Matteo Luigi Napolitano, The Vatican files, San Paolo 2012, pp. 423 € 17,00 Unʼinfinità di libri sul Vaticano hanno visto la luce questʼanno e quasi sempre per evidenziare come nelle segrete stanze di un potere da sempre misterioso si aggirino personaggi che di religioso sembrano avere ben poco. Questo libro di un docente di relazioni internazionali allʼUniversità “Marconi” di Roma, vicino agli ambienti ecclesiastici, cerca di ribaltare una realtà assai triste venuta fuori dalle recenti pubblicazioni, formulando, tra le righe, un giudizio storiografico che vorrebbe essere obiettivo, attraverso unʼanalisi storica che va dal Fascismo a Wikileaks. Follett - L' inverno del mondo. The cenE. L. James - Cinquanta sfumature tury trilogy. Vol. 2 - Mondadori di rosso - Mondadori 1Ken 4 E. L. James - Cinquanta sfumature Paolo e Rossella Simoncelli - Il no- Mondadori Sic - Rizzoli 2E.di grigio 5stro L. James - Cinquanta sfumature Carmine Abate - La collina del vento 3di nero - Mondadori 6- Mondadori wuz.it frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore hanno fatto perdere il significato: è lʼunità di misura più alta e contraria a quella del denaro. Il valore è invisibile, ed è lʼunità di misura della morale. «Morale», anche di questa parola vi hanno scippato il senso. Morale è il presupposto spirituale che precede le vostre scelte tra ciò che ritenete «bene» e ciò che ritenete «male».” Eʼ un dovere civile lottare contro il “lotto”. “Il lotto è il gioco statisticamente più disonesto che ci sia. Il vantaggio del banco è enorme. Eʼ del 97,72%. Per ogni mille lire giocate avete la certezza di perderne 970 e lʼincertezza di vincerne 30. Mio nonno si giocava la pensione. Sʼé giocato un sacco di giocattoli con cui non ho giocato.” Il possesso di certi oggetti non è emancipazione ma autentica spersonalizzazione. “Tu hai comprato una macchina nuova? No, fratello, è la macchina che ha comprato te. Tu sarai il suo schiavo con i soldi. I soldi per lʼassicurazione, per il bollo, per la benzina,per i ricambi. Tu non hai comprato un cazzo, sono i gelati pagina 34 che ti leccano e le automobili che ti guidano.” Lʼunica conoscenza cui aspirano gli italiani è quella dellʼamico potente, per le altre declinano lʼinvito. “«Noi non conosciamo nessuno» resta lʼaffermazione più grande e orribile degli italiani, perché significa che in questo Paese se non conosci qualcuno sei fottuto. Siate orgogliosi di non aver mai conosciuto qualcuno. LʼItalia ha bisogno di una lezione di stile.” Non si può nobilitare la merda solo perché attrae milioni di mosche. “Dietro il paravento dellʼAuditel si nasconde la mediocrità. Lo Share non è democrazia, è la dittatura del pessimo gusto.” Quei patetici atteggiamenti patognomonici di chi assume un potere. “Cʼè una cosa degli uomini potenti che mi fa tenerezza e rabbia. Il giorno della nomina cambiano fisicamente. Si ergono. Fateci caso: hanno unʼerezione vertebrale”. Lacerti tratti da: ““Alcatraz ” - 2000 Diego Cugia posteranniversari centonove 8 FEBBRAIO 2013 NOVITA’. Un libro in uscita per la casa editrice Kaplan La memoria degli altri nel cinema di Andò Mentre è nelle sale il film “Viva la libertà”, un volume di Olivieri racconta il suo percorso cinematografico Toni Servillo nel film "Viva la libertà" Foto di Lia Pasqualino MESSINA. Mentre approda nelle sale Viva la libertà di Roberto Andò, prodotto da Bibi Film con Rai Cinema, è in uscita anche la prima monografia sul regista palermitano per la casa editrice Kaplan (www.edizionikaplan.com): La memoria degli altri. Il cinema di Roberto Andò, scritto dal giornalista e critico messinese Marco Olivieri. Il volume si potrà acquistare online nei prossimi giorni sul sito della Kaplan o richiedere in libreria. In primo piano il percorso cinematografico del regista palermitano: dai documentari e precedenti film (Diario senza date, Il manoscritto del principe, Sotto falso nome, Viaggio segreto) a Viva la libertà, con fotografie di Lia Pasqualino. Nella parte conclusiva del libro, il regista si racconta ed emerge il rapporto con i suoi maestri – da Leonardo Sciascia a Robert Wilson, Harold Pinter e Francesco Rosi – e con figure come Vincenzo Consolo, Josephine Hart, Francesco Orlando e Gioacchino Lanza Tomasi. Pubblichiamo di seguito lʼintroduzione del libro. Cʼè sempre un viaggio in una casa della memoria nel cinema di Roberto Andò. Un viaggio in una città condannata a dimenticare e un bambino che fruga nelle stanze del passato in Diario senza date. Un viaggio in un mondo glorioso e ormai decaduto, con la letteratura unica ancora di salvezza dalle macerie, nel film Il manoscritto del principe. Una visita in una casa abbandonata e lontana, fallito il tentativo di fuggire dai propri misfatti, in Sotto falso nome. Il ritorno alla villa dellʼinfanzia, tra palme e oleandri e il mare come prospettiva, antico teatro di un evento traumatico, in Viaggio segreto. La ricerca di se stessi, tra le ambiguità del doppio e i labirinti della mente, in Viva la libertà. Sono viaggi nella memoria, tra tentazione dellʼoblio e svelamento di una verità che può annientare. Il cinema, la letteratura, il teatro, la musica, la poesia, lʼeros, la psicoanalisi, lʼinterrogazione filosofica sullʼessere, il tormento interiore che nutre lʼartista e gli esseri umani. Ė questo il mondo, tra elementi sotterranei e poetiche implicite, che alimenta lʼimmaginario del regista Roberto Andò. Lʼobiettivo del volume è dare il giusto risalto a un cineasta tra i più significativi degli ultimi anni. Nellʼanalisi dei suoi film, lo sguardo cinematografico sullʼessere umano si interseca con gli echi della storia e della memoria collettiva per sviscerare la realtà in ogni sfumatura, specie se rimossa o dimenticata, inattesa o nascosta. Il viaggio nella memoria degli altri trova anche nelle dichiarazioni di Andò, nelle sue generose aperture a un mondo interiore denso di riferimenti culturali e tendenze introspettive, un valido sostegno nello scandaglio degli elementi narrativi e poetici presenti nel suo cinema. Nel complesso, emerge il profilo di un regista capace di raccontare lʼindividuo e le sue pieghe più recondite, navigando nel mare infinito dellʼinconscio. I film di Roberto Andò rappresentano unʼoccasione per interrogarsi sul senso ultimo del cinema stesso, capace di intercettare ombre e segreti esistenziali. In questo viaggio, tra memoria, inganni e ricostruzioni, non tutto si concilia. Non tutto si risolve armonicamente e, in questa irrisolutezza, anche del ricordo, risiede molto di ciò che definiamo vita. LA SCHEDA I primi passi con Rosi e Fellini NATO A PALERMO nel 1959, Roberto Andò comincia a collaborare come assistente alla regia con Francesco Rosi (Cristo si è fermato ad Eboli, 1979) e Federico Fellini (E la nave va…, 1983). In seguito, con Michael Cimino (Il siciliano, 1987) e Francis Ford Coppola (Il padrino – Parte III, 1990). Dal 1986, alterna regie teatrali, cinematografiche e di opere liriche. Sottolinea il regista: “Posso dire di aver trascorso la mia adolescenza e giovinezza a leggere, furiosamente. Da qui la mia formazione letteraria. Un retroterra che non ho mai abbandonato, neppure quando si è aggiunta la cinefilia più esasperata. Eravamo un gruppo di cinéphile agguerriti. Frequentavamo il cineforum Casa Professa e il cineclub La Base di Palermo. Ė lì che ho potuto scoprire il grande cinema. Lʼaltra grande tappa nella mia formazione è la conoscenza di Leonardo Sciascia, il mio maestro, del quale ricordo sempre la naturalezza con la quale parlava di letteratura”. Un rapporto tra maestro e allievo che, seppure in forme profondamente diverse, ha ispirato anche il film Il manoscritto del principe, prodotto dalla Sciarlò di Francesco e Giuseppe Tornatore. M. O. Roberto Andò pagina 35 IL FILM Un leader in fuga per ritrovare se stesso MESSINA. Un leader in fuga per ritrovare se stesso e un gemello che, sostituendolo, riaccende la speranza degli italiani nella politica. Il risultato? Un serrato racconto cinematografico per indagare sui temi della libertà dellʼessere e dellʼidentità, intrecciati con la crisi della politica e della speranza in unʼItalia e in unʼOccidente ossessionati dallo spread. Con Viva la libertà, Roberto Andò ha trasportato sul grande schermo il suo romanzo Il trono vuoto (Bompiani), Premio Campiello Opera prima 2012, valorizzando la potenza del linguaggio filmico e gli elementi essenziali della narrazione. Il film racconta la scelta del cinquantenne Enrico Oliveri, segretario del principale partito dʼopposizione e di Sinistra, in caduta libera nei sondaggi alla vigilia delle elezioni politiche in Italia, di sparire improvvisamente per rifugiarsi a Parigi da Danielle. Una donna che fu lʼamore dei suoi ventʼanni, quando ancora sognava di fare il regista. Da qui lʼavvio di una storia avvincente che vede stagliarsi la figura inquietante del doppio: il professore Giovanni Ernani, filosofo coltissimo e geniale, non amato dagli accademici perché anticonformista, da poco uscito da un Centro di salute mentale. Ernani è uno pseudonimo. Si tratta, in realtà, del gemello di Enrico e i due non si parlano da trentʼanni a causa di unʼantica ferita. In un raro equilibrio fra comico e tragico, e attraverso suggestioni visive e forti elementi evocativi, si sviluppa una storia coinvolgente, con uno strepitoso Toni Servillo, nel ruolo del doppio (i gemelli Enrico e Giovanni), il quale duetta sottilmente con un ottimo Valerio Mastandrea (Andrea Bottini, capo di gabinetto del leader). Di alto livello tutto il cast, da Valeria Bruni Tedeschi (Danielle) ad Anna Bonaiuto e Michela Cescon, in un film che esalta le ambiguità dellʼio. Molto emozionanti gli interventi da statista di Ernani nei panni del fratello, quando cattura il pubblico rassegnato della Sinistra con parole appassionate e vere. Viva la libertà è un viaggio parallelo fra personalità che ritornano a comunicare, in modo inconscio. Così, alla fine, diventa difficile distinguere la copia dallʼoriginale, Enrico da Giovanni. Andò gira il suo film più lieve, con immagini ipnotiche. La sua è una leggerezza ricca di profondità. M. O. posterweekend 8 FEBBRAIO 2013 come... dove... quando... venerdi' 8 febbraio CALTAGIRONE. “Le storie di Fata Fantasia”, di Silvana Licitra, con Barbara Giummarra e Laura Guardiano, regia di Franco Giorgio. Auditorium del plesso scolastico di via Fisicara 74 alle ore 17.30 CATANIA. Eleonora ultima notte a Pittsburgh MUSICA sabato 9 febbraio di Ghigo De Chiara, regia Maurizio Scaparro con Annamaria Guarnieri. Teatro Ambasciatori ore 20.45 CATANIA. Cesare Basile live. Ore 21, Teatro Coppola MESSINA. Il berretto a sonagli. Tratto dalla commedia di L. Pirandello. Teatro Vittorio La vendetta del vinile NON SOLO PEZZI di antiquariato. Al di là delle diatribe tra chi li ama e chi li odia, i dischi in vinile godono di unʼottima vitalità. Lo testimonia il fatto che le vendite in Italia sono praticamente costanti negli ultimi anni, con ricavi sopra i 2 milioni di euro allʼanno (e ciò rappresenta il settimo mercato al mondo), e che in America e Inghilterra – e nel mondo anglosassone in generale – si registra da tempo una crescita delle vendite a due cifre. In America, in particolare, a fronte di una crisi che nel 2012 ha colpito tutto il mercato della musica, trainata verso il basso dal crollo dei cd, c'è stato un +17,7% di vendite di album a 33 giri, con quasi cinque milioni di dollari di fatturato. Ancora maggiore il boom in Inghilterra, con un +70% nel 2012 rispetto al 2011 e nove milione di dollari di ricavi. Non solo roba per nostalgici e amanti del vintage, insomma, ma un modo diverso di intendere la fruizione musicale: più attento ai contorni emotivi e a quellʼalea – tipica del vinile – che ricorda certe atmosfere della musica live. di Marco Olivieri Il cinema invisibile ESISTE UN CINEMA invisibile, in città come Messina, eppure ricco di qualità e di idee non convenzionali. Un cinema dʼautore, ma che a volte sa intrattenere con intelligenza, spesso penalizzato dalla grande distribuzione. Appare quindi particolarmente meritorio lʼimpegno del Cineforum Don Orione di Messina, che si appresta a festeggiare cinquantʼanni di ininterrotta attività di promozione cinematografica. In programma, frutto delle scelte dei soci attraverso un referendum, ogni lunedì, film di qualità come “Love Is All You Need” di Susanne Bier, “Il sospetto” di T. Vinterberg, “Un giorno speciale” di F. Comencini, “La sorgente dellʼamore” di R. Mihaileanu e “La parte degli angeli” di Ken Loach. Dopo lʼOscar come migliore film straniero per “Un mondo migliore”, Susanne Bier firma il suo titolo più leggero. Una commedia romantica prima di rituffarsi nei drammi del vivere. Lunedì 11 febbraio “Love Is All You Need” presso la Sala Apollo 5 di Messina (ore 16.00, 18.10, 20.20, 22.30) tv Sanremo. Canzoni e amarcord del Festival della Canzone Italiana. Palacultura ore 20.30 MESSINA. Gianluca Rando e Peppe Guerrera. Dal flamenco al jazz, dalla musica classica al tango argentino. Scala Maggiore Jazz Club - ore 21.30 CATANIA. Eleonora ultima notte a Pittsburgh di Ghigo De Chiara, regia Maurizio Scaparro con Annamaria Guarnieri. Teatro Ambasciatori ore 20.45 MESSINA. Il berretto a sonagli. Tratto dalla di Rai1 'Volare', in onda il 18 e il 19 febbraio, in cui interpreta la leggenda della musica italiana. Beppe Fiorello, che sarà anche ospite del festival di Sanremo dove si esibirà in alcune delle canzoni che hanno portato al successo Modugno, aggiunge: "Signora Caterina, parliamone! O se non lei, qualcuno che voglia fare una cosa energica senza fare le imitazioni di Modugno. Anche perché se gli americani hanno Bublé che canta Sinatra, non possiamo fare un Fiorello che canta Modugno?". commedia di Luigi Pirandello. Teatro Vittorio Emanuele ore 21 MESSINA. Agostino contro tutti. Con le musiche di Alessandro Mannarino. Sala Laudamo ore 21 MESSINA. Atos Trio. Musiche di Beethoven e Schubert, a cura delle ass. Accademia Filarmonica e V. Bellini. Palacultura Antonello ore 18 CATANIA. Mapuche in concerto - presso l'Associazione Culturale Lomax Cortile Archirotti, 1 (Via Fornai 44) ore 22 Il diario di Celeste Brancato Alla Laudamo grazie a Giampiero Cicciò pathos e riflessioni sulla vita. E la notte DI GIUSEPPE RUGGERI MESSINA. La scena è povera, quasi minimale. Un tavolo e una sedia campeggiano su uno sfondo scuro, incerto. Il monologo dura poco più di unʼora, scandito da coni di luce che scivolano sulla giovane protagonista conferendo alla sua fragile figura la plastica potenza dʼun dramma greco. Un dramma che si esprime con un movimento ossessivo di danza dove parole e gesti sʼintrecciano fino a confondersi in unico amalgama, della federica Der Cola sostanza del sogno. Perché cosʼè poi lʼarte se non la materializzazione dʼun sogno? Così come “ombra dʼun sogno fuggente” è in fondo la vita, brevissima parentesi racchiusa tra due infiniti, raccontare la quale, però, può anche comportare lʼimpiego di unʼeternità. Una di queste eternità è proprio lʼatto teatrale, il quale replica di continuo il quotidiano sublimando la sofferenza che vi sedimenta costante, silenziosa, minandole le fondamenta. Queste e tante altre - più difficilmente esprimibili le sensazioni evocate in chi scrive dalla rappresentazione de “I miei occhi cambieranno”, atto unico che rielabora in chiave teatrale il diario di Celeste Brancato, attrice e autrice messinese prematuramente mancata nel 2009 per un male incurabile. Incurabile – va sottolineato – nella misura in cui alla sofferenza non è ancora possibile fornire una risposta, una motivazione che ne giustifichi lʼesistere. Proprio questa sofferenza, tuttavia, può essere sapientemente trasfigurata dallʼarte della scena e dal flusso bidirezionale che suggella la duratura empatia tra autore e spettatore. In tutto ciò efficacemente sʼinserisce, come nel caso particolare, lʼintuitiva – a tratti noto Fiorello: «Farei cover su Modugno» ROMA. Beppe Fiorello, una nuova carriera come cantante accanto a quella di attore? "Mi piacerebbe prendere le canzoni che ho eseguito nella fiction su Modugno, Mister Volare, e riproporle magari per un pubblico discografico, magari con degli arrangiamenti nuovi e originali. Se ci sono discografici all'ascolto, Caterina Caselli senza fare nomi, e vogliamo farci una chiacchierata, potremmo fare un bel lavoro", Lo ha rivelato in una conversazione con l'Ansa l'attore siciliano, protagonista della fiction Emanuele ore 17 - 21 MESSINA. Agostino contro tutti. Con le musiche di Alessandro Mannarino. Sala Laudamo ore 21 MESSINA. Moby Dick. A cura della Compagnia dell'Acquario, Cosenza. Teatro Savio ore 10.30 e 21 MESSINA. Aspettando MESSINA. VA IN SCENA IL DRAMMA DELLA GIOVANE ATTRICE-AUTRICE, MORTA PER UN MALE INCURABILE di Cesare Natoli NUOVEVISIONI centonove catania Il lungo viaggio di Ovadia NOTO. Moni Ovadia (nella foto) è un grande narratore, un affabulatore che sa restare lieve senza mai scadere nella banalità. Parliamo de “Il registro dei peccati”, lo spettacolo/narrazione che sʼè visto giovedì scorso a Noto, nel contesto della stagione del Teatro comunale “Tina Di Lorenzo”. Ovadia propone un viaggio e il mondo che ci fa attraversare, è quello dei colori, dei sapori, dei dolori, della sapienza profonda e antichissima, eppur capace di guardare al presente, della grande cultura ebraica chassidica che ha abitato per secoli lʼEuropa centro-orientale fin quando non è stata sradicata dalla follia nazista. Una cultura dai cui più profondi meandri sono scaturiti molti, se non proprio tutti, dei personaggi maggiori e dei sistemi intellettuali più significativi della cultura moderna e post moderna: dal pensiero di Freud, di Marx, di Benjamin alla scrittura Kafka, dal pensiero scientifico di Einstein al cinema Holliwoodiano, animato in gran parte da esuli ebrei emigrati in America: ecco, Ovadia propone di riflettere sui meccanismi che hanno consentito al mondo ebraico europeo di farsi lievito della modernità occidentale. Si tratta di un viaggio in tre tappe: il racconto, il canto e lʼumorismo. La capacità narrativa che, ovviamente, trae origine dalla pagina 36 Bibbia (“il grande codice” la definiva Northop Frye) e che non è solo un modo di imitare i meccanismi di funzionamento mondo, ma è proprio lʼatto fecondo, creativo e iniziale del mondo. Il canto come dotazione originaria dellʼuomo e del mondo. E infine lʼumorismo che è un aspetto tipico non tanto, della mentalità ebraica, quanto proprio della sua stessa spiritualità: lʼumorismo come capacità di dissipare lʼodio col paradosso, di offrire una via per uscire dalla ferrea dialettica tragica dello scontro tra fazioni. Le avventure del Vate CATANIA. Al "Vate", alla sua vita avventura e sopra le righe, è dedicato lo spettacolo “Gabriele dʼAnnunzio, tra amori e battaglie”, scritto e interpretato da Edoardo Sylos Labini, che si è avvalso della prestigiosa consulenza dello storico Giordano Bruno Guerri. Il lavoro teatrale è liberamente tratto proprio da "L'amante guerriero" di Guerri, il più autorevole biografo dannunziano nonché Presidente del Vittoriale degli Italiani, Coautore e regista della pièce è Francesco Sala. L'allestimento toccherà i principali teatri italiani, grazie ad una ricca tournée che partirà dal Teatro Marruccino di Chieti il 9 febbraio. Seconda tappa sarà proprio il capoluogo etneo: il 13 e 14 febbraio il Teatro Stabile di Catania ospiterà il titolo fuori abbonamento alla sala Musco. La produzione rientra tra le iniziative del 2013 per le celebrazioni ufficiali del 150° anniversario della nascita di dʼAnnunzio e intende restituire al pubblico la tempra dell'eroe di Fiume. posterweekend centonove domenica 10 febbraio CATANIA. Eleonora ultima notte a Pittsburgh di Ghigo De Chiara, regia Maurizio Scaparro con Annamaria Guarnieri. Teatro Ambasciatori ore 20.45 MESSINA. Il berretto a sonagli. Tratto dalla commedia di L. Pirandello. Teatro Vittorio Emanuele ore 17.30 MESSINA. Agostino contro tutti. Con le musiche di Alessandro Mannarino. Sala Laudamo ore 17.30 TORREGROTTA. lunedi' 11 Zenigata. Cover dei cartoons anni '70, '80 e '90. Al Rockerilla Pub - ore 22 CATANIA. Il paraninfo di Luigi Capuana, regia e adattamento Francesco Randazzo. Teatro Musco ore 21 perfino geniale - interpretazione di chi un testo tanto problematico ha saputo rileggere e trasmettere alla platea. Donando così al dolore che lo permea una vita sua propria ritmata da cadenze precise e inesorabili come la cronologia degli eventi che si susseguono sul palcoscenico. Il “pathos” di una diagnosi che non lascia speranze dona timbro e colore ai pensieri della protagonista che si dipanano come fili da un arcolaio invisibile a seguire una traccia lontana, persa nel tempo. La meta di questo viaggio, nei buoni tre quarti della “pièce”, sembrerebbe essere solo la notte, una notte sorda e opaca, impenetrabile alla speranza, una notte verso cui gli occhi della protagonista guardano con il terrore dʼesserne inghiottiti, scontando così lʼoblio che condanna la vita dei mortali. Ma è proprio nel parossismo di questo terrore, quando le forze sono sul punto dʼabbandonarla, che il grido di Celeste, piuttosto che infrangersi sulle bianche scogliere dellʼultimo porto, risuona con unʼeco nuova che ne fa tremare dal profondo le viscere. “Tutto nasce da dentro” – ecco la risposta a quegli occhi i quali, a un certo punto della parabola, improvvisamente mutano espressione perché unʼonda di sentimenti mai provati, di pulsioni sepolte dalla tempesta degli anni. Sono le parole che Celeste, negli ultimi momenti, rivolge a Giampiero Cicciò, a lei legato da decenni di affettuosa e sodale amicizia. Ed è il cambiamento – anzi il rivolgimento – del cuore e della ragione a ispirare in lui, regista del dramma, la cifra che questo dramma percorre nel suo attraversare la sofferenza con la levità dʼuna piuma, smussandone le asprezze nel tentativo (a giudizio di chi scrive perfettamente riuscito) di reperire un senso, una spiegazione a tutto. Una consegna che Celeste, oltre che a Giampiero, ha senza saperlo affidato a Giusi Venuti, colta e appassionata arrangiatrice teatrale del testo, e alla bravissima Federica De Cola, che ha prestato la sua, ricca di vibrazioni profonde dellʼanima, alla voce reale dellʼautrice. Una voce che - grazie a quellʼineffabile gioco di empatie di cui pocʼanzi si diceva - noi tutti, sospesi in assorto silenzio dinanzi al miracolo del teatro, riusciamo ancora oggi ad ascoltare. termini imerese Corso di Archeologia preistorica TERMINI IMERESE. Corso di archeologia preistorica organizzato daSiciliantica presso lʼauditorium del Liceo scientifico “N. Palmeri” di Via Salvatore Cimino. Tutti i fine settimana da sabato 9 febbraio apartire dalle 16.30 per concludersi a luglio con una visita guidata nellʼarea archeologica di Pantelleria si svolgeranno le lezioni con i più grandi studiosi dʼItalia. La presentazione sarà affidata sabato 9 febbraio al presidente di SiciliAntica, Alfonso Lo Cascio con una introduzione allo studio della preistoria affidata a Sebastiano Tusa, archeologo preistorico e Soprintendente del mare Vari i temi che saranno affrontati fino a luglio. Da “Il Paleolitico e il Mesolitico in Sicilia” (sabato 16 dalle 16.30) a “Lʼarte preistorica in Sicilia” (sabato 23 febbraio alle 16.30), al “Neolitico in Sicilia” (sabato 9 marzo) per finire con “La Media Età del Bronzo in Sicilia” (domenica 14 aprile). Tra i relatori, Daria Petruso, paleontologa, Enrico Giannitrapani, archeologo preistorico e Francesca Spatafora, direttore Parco di Himera. Alla fine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni: SiciliAntica, Via Ospedale Civico, 32 - Termini Imerese Tel. 091 8112571. CATANIA. Da Evarco a Messalla. Archeologia di Catania e del territorio dalla colonizzazione greca alla conquista romana', esposizione dei reperti relativi alla ricerca archeologica nel territorio di Catania e provincia. Museo archeologico Paternò Castello V martedi' 12 PALERMO. Ensemble strumentale 'Hans Krasa', con Cristina Zavalloni e Irene Ientile (voce), Ornella Cerniglia (pianoforte). Nell'ambito dell'81^ Stagione concertistica 2012/2013. Teatro Politeama Garibaldi alle ore 21.15l mercoledi' 13 febbraio MESSINA. I Fratelli Karamazov. Tratto dall'ultimo romanzo di Fedor Dostoevskij Teatro Vittorio Emanuele ore 21. C. D'ORLANDO. L'uomo, la bestia MESSINA e la virtù. Di Gianfranco Perriera, da un testo di Pirandello. Cineteatro Comunale Rosso di San Secondo (Lungomare Andrea Doria ) ore 21 8 FEBBRAIO 2013 giovedi' 14 febbraio MESSINA. I Fratelli Karamazov. Tratto dall'ultimo romanzo di Fedor Dostoevskij Teatro Vittorio Emanuele ore 17.30 MESSINA. Trio Anciuti. Oboe e corno inglese per la stagione Galleria in Musica. Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea ore 17 MESSINA. Parlami d'amore!. Con Jolanta Stanelyte e Guido Galterio, per i Concerti d'Ateneo. Aula Magna dell'Università ore 21 DE GUSTIBUS di Massimo Lanza Il week-end si fa in tre “Il berretto a sonagli” al Vittorio Emanuele, “Agostino tutti contro tutti” alla Laudamo e Moby Dick al Savio MESSINA. Settimana ricca di spettacoli teatrali. Lʼaltro ieri sera (con repliche sino a domenica 10 febbraio) ha debuttato al Vittorio Emanuele, “Il berretto a sonagli” di Pirandello, ruotante come è noto attorno al personaggio di Ciampa. «Un eroe moderno – scrive il regista Mauro Bolognini – un uomo giovane poco più di 40 anni che, tradito dalla moglie, accetta la condanna e la pena di spartire lʼamore della propria donna con un altro uomo pur di non perderla ». Due le “prime” di questa sera 8 febbraio: alla Sala Laudamo va in scena sino a domenica - inaugurando così il cartellone sul “Paradosso sullʼautore” stilato da Dario Tomasello – “Agostino Tutti contro tutti” di Massimiliano Bruno che ha come unico protagonista Rolando Ravello, noto ai più per le sue apparizioni cinematografiche e televisive (è Marco Pantani del film per la TV “Il Pirata), diretto da Lorenzo Gioielli., il quale così scrive sulle sue note di regia: « ”Agostino” è un modo per trattare con leggerezza un tema per molte famiglie angosciante: la casa. Un operaio e la sua famiglia tornano allʼappartamento che hanno faticosamente affittato, ma trovano la serratura cambiata e altre persone allʼinterno. Da quel momento Agostino scopre che in realtà non aveva diritto dʼabitare lì, che il padrone di casa non è il vero padrone di casa, che forse è un ente, forse è lo Stato o chissà chi. Comunque sia, ormai lʼappartamento è di chi se lo prende. Cerca quindi di ritornare in possesso dellʼabitazione e inizia un viaggio in cui la sua onestà si scontra continuamente contro lʼItalia del XXI secolo, un paese in cui la buonafede viene spesso dileggiata se non calpestata e umiliata. Agostino è un antieroe piccolo piccolo, che riesce a resistere alla tentazione di mescolarsi con i “cattivi” uscendone, però, quasi distrutto. Ravello interpreta tutti i personaggi della commedia, Agostino stesso, nonni, mogli, figli, i loro insegnanti, i loro compagni di scuola, e ancora sacerdoti, temibili delinquenti e i nuovi occupanti della casa, disegnando in unʼora e mezza un affresco comico e struggente della nostra epoca e dellʼeterna lotta a cui si è costretti per non soccombere allʼarroganza e alla sopraffazione. Le canzoni e la musica di Alessandro Mannarino fanno non solo da colonna sonora ma anche da vera e propria coscienza del protagonista, definendo con le scene sognate e vitali di Claudia Cosenza, quellʼincubo tragicomico che è lo spettacolo “Agostino”. Però il testo, purtroppo, non è un sogno né un incubo, ma è ispirato ad una storia vera ». Il terzo appuntamento teatrale è al Teatro Savio in quella stagione teatrale denominata dal suo direttore artistico Gianfranco Quero, “In direzione contraria e ostinata”, dove sempre questa serra debutterà una versione del “Moby Dick” presumibilmente di Herman Melville, interpretato da Maurizio Stammati e con la regia dʼun antico amico appassionato di teatro che risponde al nome di Antonello Antponante per conto del Teatro dellʼAcquario di Cosenza. Gigi Giacobbe pagina 37 Valpolicella, qualità 2009 SONO RIMASTO piacevolmente colpito dal millessimo 2009 dellʼAmarone di Valpolicella. Durante lʼAnteprima Amarone ʼ09, svoltasi di recente a Verona ho trovato mediamente vini già in buon equilibrio, eleganti e con tannini meno aggressivi, così come lʼacidità, di qualche annata recente. La vendemmia 2009 in Valpolicella è stata caratterizzata da temperature piuttosto rigide e da abbondanti piogge e nevicate. Mentre primavera ed estate sono state abbastanza calde con un agosto caldissimo, a fare la differenza è stato settembre in quanto si sono registrate ottime escursioni termiche fra giorno e notte con clima fresco e ventilato così da garantire la maturazione ottimale delle uve. Quindi meno quantità nel 2009 in Valpolicella rispetto al 2008 ma uve sane e di ottima qualità. Una sessantina i vini presentati. Cito a memoria quelli che mi sono piaciuti di più a cominciare dal Monte del Frà Amarone ʼ09 elegantissimo al naso, giocato fra frutto e note floreali e balsamiche, acidità e tannini fitti e fini. Novaia Amarone ʼ09 bel naso ricco di sensazioni floreali, balsamiche ma anche erbe aromatiche e frutta rossa. Roccolo Grassi Amarone ʼ09 intenso, pieno al naso con una bella sponda minerale ad alleggerire un bel frutto nitido, poi spezie e cioccolato, lungo, ricco di frutto succoso e tannini nobili al palato. Armani Amarone ʼ09 Albino Armani, austero al naso dove alla frutta rossa matura sommano fresche note di lavanda e una bella sfumatura affumicata. Soraighe by Bennati Amarone ʼ09 naso molto ricco ciliegie scure e sotto spirito, cioccolato, pepe, fiori, ambio e ben disteso al palato. Stefano Accordini Amarone ʼ09 naso di rara pulizia, al palato il frutto, pieno e maturo, è ben esaltato da una buona sapidità e sostenuto da unʼelegante architettura tannica, lungo ed appagante il finale. Aldegheri Amarone ʼ09 naso complesso, piccola frutta rossa matura, spezie, cannella, ginseng, legno nobile, tannini ancora esuberanti ben tenuti a bada da un frutto integro. SICILIA DA ASSAGGIARE! Giggi alla malvasia e crema ricotta I GIGGI ALLA MALVASIA DELLE LIPARI e crema di ricotta sono dolcetti invernali, tipici delle Isole Eolie, che fanno parte di quella folta schiera di frittelle che caratterizzano Carnevale. Gli ingredienti sono pressoché gli stessi utilizzati per le cialde dei cannoli. Ingredienti: per i giggi: 500 g di farina, 100 g di strutto, 75 g di zucchero, 250 ml di vino cotto, 125 ml di malvasia delle Lipari, 2 tuorli d'uovo, olio di oliva minuta, cannella in polvere, zucchero per decorare. Per la crema di ricotta: 300 g di ricotta di pecora, 200 g zucchero a velo. Impastare la farina con lo strutto, lo zucchero, i tuorli e la malvasia fino a ottenere un composto liscio e omogeneo, coprirlo con un canovaccio e lasciarlo riposare in un luogo tiepido e asciutto. Realizzare con lʼimpasto dei bastoncini e tagliarli a pezzi. Friggerli in olio bollente fino a doratura, scolarli e porli sulla carta assorbente. Versare il vino cotto in un tegame e portarlo a ebollizione, versarvi i giggi e mescolare più volte perché sʼimpregnino, disporli su un piatto da portata, cospargerli di zucchero e cannella. Guarnire con la crema di ricotta e servire. Spolverare a freddo con le mandorle. Disio Hostaria C.da Romeo (Parco degli Ulivi)-98049 Villafranca Tirrena (Me) tel. +39 329 7967075- www.disiohostaria.com [email protected]. posterlettere&... 8 FEBBRAIO 2013 MESSINADRASTICA di Fabio Amato Amate le pozzanghere MESSINA. Oh pozzanghera, specchio della mia amata città! Mi piace guardare la mia faccia impressa nell'acqua. Si muove, si deforma, si allunga, si accorcia, ed a Messina ho, l'imbarazzo della scelta. Appena piove se ne formano tante in città, tutte in posti diversi, in angoli diversi, le macchine passano velocemente e bagnano i passanti ed anche noi poveri motociclisti. E' un esperienza molto eccitante, anche perchè d'estate l'acqua è fresca e d' inverno ha un non so che di acqua termale. Le migliori pozzanghere sono in Viale Libertà, vicino alla rada di San Francesco, ed infatti stanno pensando di fare un porticciolo, e di fronte alla chiesa del Ringo, e li, nella pozzanghera il prete ha messo dell'acqua benedetta per purificare chi va in chiesa! Oh pozzanghera, acqua della mia città, Gange della mia vita. Messinesi voi non avete idea della fortuna che avete. Le altre città, avendo i tombini puliti e le strade curate, non conoscono l'esistenza della pozzanghere, l'altro giorno ho visto un gruppo di Cinesi che le fotografavano entusiasti ed accanto c'era un gruppo di studenti in gita scolastica, organizzata appositamente per vedere le pozzanghere. Inoltre nel tempo ci stiamo specializzando sempre di più tanto che la nostra città diventerà la location per un film su Fred Astaire. Amate le pozzanghere, sono naturali e non inquinano. E se vi fate un giro per la città ne troverete sempre di più, piccole e grandi, di tutte le misure e di tutte le forme. Valorizziamole! Pubblicizziamole! Sponsorizziamole! Ma soprattutto AMIAMOLE, perche sono il fiore all'occhiello della nostra città! DISCUTIAMONE di Augusto Cavadi HERITAGE di Sergio Bertolami A proposito di meritocrazia e democrazia Eʼ POSSIBILE CONCILIARE la meritocrazia con la democrazia? Soprattutto in tempi di programmi elettorali ritornano certi interrogativi un poʼ più di fondo. La storia occidentale non è certo unanime in proposito. Si oscilla da fautori della meritocrazia a spese della democrazia (Platone) a propugnatori della democrazia a spese della meritocrazia (Rousseau). Nella Repubblica, infatti, Platone disegna una città ideale in cui a governare sono i saggi ai quali spetta il compito di scegliere, per la generazione successiva, i bambini e i ragazzi più adatti a rimpiazzarli. Per assicurare lʼobiettività della scelta, senza familismi più o meno amorali, Platone ipotizza che i bambini di ogni fascia dʼetà vengano allevati insieme dallo Stato senza che sia possibile ai genitori riconoscere i propri figli. La soluzione “comunista” non è però mai passata alla fase dellʼattuazione storica, un poʼ perché non è facile rinunziare al “riconoscimento” della paternità, un poʼ perché nessun sistema è infallibile: chi giudicherà la validità del giudizio dei governanti? Chi garantirà che, almeno in buona fede, non prendano talora lucciole per lanterne? Potrebbe capitare che un ragazzino sveglio, fantasioso, creativo, comunicativo e capace di adattamento come un camaleonte per esempio di nome Silvio – venisse prescelto dallʼalto, ma riservasse col tempo amare sorprese. Come potrebbe riservarle qualche ragazzino riflessivo, diligentissimo, concentrato nello studio, incline a imparare le lingue e le tecniche statistiche, per esempio di nome Mario. Insomma: si semplifica troppo il quadro nel caso di una meritocrazia senza democrazia. Ma non avviene altrettanto per chi miri a una democrazia senza meritocrazia? In questa ipotesi, il sistema ideale dovrebbe essere la democrazia diretta, assembleare: ogni testa un voto e la maggioranza vince. Ma è proprio il teorico della sovranità popolare, nellʼaccezione moderna della formula, Jean-Jacques Rousseau, a evidenziare una difficoltà: non sempre la somma aritmetica delle opinioni individuali coincide con lʼopinione oggettivamente migliore; può darsi che i mille votanti di un cantone svizzero siano a stragrande maggioranza dʼaccordo su una deliberazione che non coincide con il vero bene del cantone. Così Rousseau è costretto a introdurre una distinzione un poʼ capziosa fra la “volontà di tutti” (maggioranza quantitativa) e la “volontà generale” (maggioranza qualitativa). Neanche questa soluzione, come la platonica, ha avuto attuazioni storiche (almeno di estensione ampia e di durata significativa): da Robespierre in poi, la storia si è incaricata di mostrarci quanto sia facile per qualche dittatore, soprattuto se animato dalla lodevole intenzione di trasformare la terra in paradiso, rinnegare la volontà delle maggioranze aritmetiche in nome della propria volontà arbitrariamente spacciata per “volontà generale”. Si potrebbe ipotizzare che proprio i difetti della democrazia diretta, assembleare, abbiano indotto molte società (per esempio i padri della Costituzione italiana) a privilegiare tranne pochi casi affidati ai referendum popolari - la democrazia indiretta, rappresentativa: tutti votiamo, ma non tutti decidiamo. Tutti votiamo per individuare chi avrà avere il compito di decidere: tutti votiamo per individuare chi di noi occuperà, per un certo periodo temporale, quegli organi deliberativi che si chiamano Parlamento a livello nazionale e poi, via via, Consiglio regionale, Consiglio provinciale, Consiglio comunale, Consiglio di circoscrizione. Se non vado errato, è proprio nel caso in cui si accetti la democrazia per via elettorale che si impone in tutta la sua gravità la questione meritocratica: che qualità devono avere i citttadini che, per quattro o cinque anni, potranno condizionare pesantemente - in positivo e in negativo – la vita quotidiana di tutti noi? Dovranno essere tra i più furbi, tra i più abili nel far soldi, tra i più sognatori ? Si potrebbe rispondere: tra i più competenti e i più onesti. Ma anche questa è una formula tanto più condivisibile quanto meno si prova ad applicarla. Ognuno di noi ha unʼidea particolare di cosa sia “competenza” e di cosa sia “onestà”. Dovremmo imparare a confrontarci serenamente e pubblicamente: perché non ci può essere democrazia se non si riescono a individuare i rappresentanti del popolo (demos) - cui attribuire potere (crazia) - mediante la valutazione dei meriti. Ma i meritevoli al potere vanno continuamente controllati dal basso senza deleghe in bianco. Così il cerchio si chiude: non solo la democrazia ha senso solo in un sistema meritocratico, ma a sua volta la meritocrazia ha senso solo in un sistema democratico. (www.augustocavadi.com) ECOLOGIA E AMBIENTE centonove In mostra una storia elementare MESSINA. Alla Biblioteca Universitaria cʼè la storia per i grandi e quella per i piccini. Così come cʼè il Corriere e il Corrierino. È disegnata sulle copertine dei quaderni “A quadretti o a righe…”. Non racconta affatto della sventura del signor Bonaventura, ma solo grandi temi nazionali proponendo effigi dei protagonisti-simbolo. Immagini della retorica monarchica e della propaganda fascista. Emerge tuttavia un nodo fra generazioni. “La mancata innocenza” dei bambini di ieri è condivisa dai nostri, soggiogati dalla persuasione subliminale della società dei consumi. A differenza di oggi, però, quei coloratissimi quaderni inseminavano ideologia secondo un carattere trasversale a tante (e contrapposte) dottrine politiche del tempo. Ecco allora sfruttati episodi dellʼepopea garibaldina, del valore italiano nella grande guerra e chiaramente della storia del fascismo. Lʼidea è manifestata su uno dei quaderni: «La Patria si forma nei banchi di scuola prima ancora che nella coscienza dei cittadini». Per farlo si narra una storia elementare, piuttosto che per le elementari. Tantʼè che la battaglia di Lepanto del 1571 tra la flotta ottomana e quella cristiana è «vinta con lʼimpegno e il valore degli italiani». Poco importa se lʼItalia politica era ancora da venire e, sotto il vessillo della Lega Santa, Napoli e Sicilia rappresentavano la Spagna. Piuttosto vale far rilevare che «è solo lʼazione che tempra le anime». Perciò tra adunate sportive, Opera Balilla e scuole rurali, anche le virtù civili sono premiate. Come lo sprezzo del pericolo manifestato da «Sidoti Felice, avanguardista di Messina» che in camicia nera affronta un demente armato. Sono i capitoli che descrivono una Italia marciante, così bene rappresentata dai soldatini della ditta Confalonieri che Santi Racchiusa ha posto in bacheca insieme alla ricca collezione di quaderni, a sostegno del lascito Bongiovanni. Il titolo del suo libro è «Il gioco della storia». Mi pare rappresenti lo spirito riflessivo di questa mostra accattivante. [email protected] di Anna Giordano E-mozione Ponte ALCUNE SETTIMANE FA LʼARS ha approvato una mozione sul ponte sullo Stretto, di fatto esprimendo un dissenso da quello che ad oggi è stato sempre portato su di un tappeto rosso steso in ogni dove. Nel caos dei tanti eventi che richiamano la mia attenzione, avevo rimosso le dichiarazioni di chi questo dissenso non lʼha gradito, puntando, tanto per cambiare, su argomenti che a modo suo voleva ridicolizzare, ma che hanno invece una valenza enorme, almeno per chi ha come obiettivo la tutela dellʼambiente, anche in quel di Bruxelles. Già, affermare che così non sarebbero state modificate le rotte migratorie degli uccellini e dei pesci, voleva essere, nella mente di chi lʼha lanciato alla stampa, un modo per banalizzare lʼopposizione al progetto più devastante che si possa immaginare, qui più che mai. Significa non volere, a distanza di 10 anni dallʼinizio formale di questo - per molti - stillicidio, assimilare i motivi tecnici del no al ponte, uccelli migratori inclusi ma non lʼunico motivo dellʼassurdità e pericolosità di questo ponte: centinaia di migliaia di mq di cantieri al posto di case e/o natura superstite, oltre 16 milioni di mc di materiale di scavo da movimentare e sistemare da qualche parte (vi siete dimenticati la folle idea di metterli nelle aree di impluvio sopra la città di Messina??), centinaia di migliaia di viaggi camion dentro la città e sulle strade anche extra urbane, moli e navi da e per cantieri anche lontani, con buona pace del mare e dei pesci e dei pescatori (guai a pensare che ci possano essere effetti a lungo termine, esula dalla capacità mentale di molti), inquinamento inevitabile e tanto, pagina 38 tantissimo altro, acqua inclusa, il cui approvvigionamento rimane avvolto nella contraddizione assoluta. Sarebbe bello che chi tuona contro chi il ponte non lo vuole e dimostra anche i tanti perché, si legga ciò che abbiamo scritto, documentando lo scempio che altrove viene taciuto, che interessi gli umani o gli uccelli o il suolo o i pesci, tutti insieme comunque nel mirino dellʼindifferenza che spesso precipita nella cattiveria e nellʼegoismo. E al di là di quelli che sono i tanti aspetti cruciali del no al ponte, sarebbe bello che chi sbeffeggia lʼimportanza degli uccelli migratori e delle norme che li tutelano, la prossima vita rinascesse con le ali e capisse cosa significa volare sullo Stretto con lo scirocco a 80 kmh e trovarsi un ostacolo gigantesco, morendoci contro. Non lo auguro comunque a nessuno, men che meno agli uccelli che a dispetto dello sbeffeggio altrui, continuo ad amare e a tentare spesso invano, di proteggere. centonove poster...commenti DERIVE TECNOLOGICHE di Roberto Saglimbeni ELIODORO Lernstift, la penna che ci corregge IN PRINCIPIO FU la gomma, poi venne il “bianchetto”, infine il correttore automatico del computer e degli smartphone. Strumenti utilissimi, per carità, che ci hanno aiutato e seguito in tutti quei momenti in cui la nostra abilità grammaticale non lʼha fatto, anche se già lʼultimo di questi si è spesso segnalato per la sua “invasività”. Ma se credevate che ci si fosse fermati qui vi sbagliavate di grosso. È infatti notizia di questi giorni la produzione, ancora sotto forma di prototipo, di una penna “autocorreggente” destinata a cambiare per sempre il nostro approccio con la scrittura. Lernstift, questo il nome, è come si intuisce unʼinvenzione tedesca ma lʼentusiasmo che ne ha accolto il pre-lancio è stato unanime e internazionale: in Italia, ad esempio, il sito del Corriere della Sera le ha dedicato unʼintera pagina, con tanto di video dimostrativo e, non ancora contento, ha dichiarato: […]La soluzione ai problemi di scrittura è – letteralmente – a portata di mano grazie a Lernstift, una penna hi-tech che vibra in tempo reale ogni qual volta “avverte” che si sta scrivendo qualcosa di sbagliato […] Insomma, il sogno di ogni scolaro alle prese coi primi rudimenti ortografici, ma anche di un qualunque adulto in crisi grammaticale. Insomma, molto più che una penna, un educatore, un maestro, molto più della stessa esperienza: chi si ricorderà più le paginette di “a” se è Lernstift a correggerci? Mi perdoneranno (sperando che abbiano modo di leggere questo articolo) i colleghi del Corriere così come qualunque altra persona che abbia salutato con gioia e interesse questo nuovo strumento di cui, personalmente, non sentivo il bisogno, poiché in questa quantomeno curiosa vicenda rilevo due tematiche fondamentali messe in secondo piano dalla straordinarietà dellʼoggetto in sé. Il primo dubbio che sorge è di natura funzionale: come potrà infatti Lernstift adattarsi alle naturali differenze di grafia esistenti da persona a persona? Su quali parametri verranno individuati gli errori? In mancanza di risposte sul sito, dove un bambino sorride per lʼintelligenza della penna di fronte ai genitori, più che contenti di essersi tolti un ulteriore peso educativo, non mi resta che immaginare che la nostra penna “magica” verrà tarata su dei valori standard. Il risultato? Non avremo altro che dieci, cento, mille, milioni di scritture uguali, di persone uguali, abituate a scrivere le stesse lettere, le stesse parole nello stesso identico modo, pena la fatale vibrazione della nuova penna. E dallo scrivere allo stesso modo allo scrivere le stesse cose, condannando la realtà a subire la peggiore delle utopie, il passo è assai breve. Ma ancor più grave è il secondo punto di questo drammatico ragionamento: quali sono le conseguenze etico-sociali di unʼapplicazione diffusa di Lernstift? In primo luogo si instilla nei bambini in età prescolare, cui la penna è principalmente indirizzata, lʼidea che a un errore sia associato un “dolore”, per quanto in senso lato, ovvero la vibrazione della penna stessa. Disabituati a riconoscere da sé gli errori fatti i giovani “scrittori” valuteranno come errore solo ciò che Lernstift segnala, anche qualora le loro opinioni cozzassero apertamente col buon senso e con le regole grammaticali, che, tra parentesi, potrebbero tranquillamente essere dimenticate. “Scrivi come dice la penna, e vai sicuro!”, direbbe un genitore del futuro, felice di aver comprato al figlio lo strumento che lo relegherà in un abisso di ignoranza inconsapevole. In conclusione, nessuno può negare la sempre crescente incidenza di strumenti elettronici nelle nostre azioni quotidiane, tra le quali rientra indubbiamente scrivere: tuttavia la comodità non può farci delegare a un oggetto fallibile ciò che il nostro cervello ha imparato a fare nei millenni, apprendendo dai suoi errori. Di certo non siamo più al tempo degli amanuensi, ma niente e nessuno può comunque eguagliare il piacere di scrivere a mano, di vedere stendersi su carta i prodotti del proprio pensiero, di fermarsi a riflettere, correggere, strappare il foglio e ricominciare, e se questo sistema ci ha condotto fino a questo punto non dobbiamo frettolosamente abbandonarlo per chissà quale miraggio. Non dobbiamo avere paura di sbagliare: che ne sarebbe stato della lingua italiana se la vibrazione di una penna “intelligente” (?) avesse bloccato la mano dellʼautore dellʼindovinello veronese? ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano Volontari per i cani MESSINA. A Messina a che punto è la sensibilità animalista? Qual è il destino dei randagi? Chi veglia su di loro c'è e agisce, facendo i conti con numerose complicazioni. Non mancano le iniziative: il problema è che spesso non richiamano l'interesse del "grande pubblico". Fare da cassa di risonanza è un piccolo e timido passo, ma senza dubbio utile. Ecco che allora diventa necessario parlare, per quanto brevemente, dei locali dell'ex area macello in Via Don Blasco, divenuti rifugio per gli amici a quattro zampe che un padrone non lo hanno mai avuto e lo aspettano o che un padrone lo hanno pure avuto ma ne meritano uno migliore. Si tratta di circa ottanta cani, ospitati negli spazi adibiti a canile. Ci sono cuccioli di pochi mesi ed esemplari di sette e otto anni. Ci sono cani in uno stato 8 FEBBRAIO 2013 di salute non ottimale ed altri sani. I ragazzi che se ne occupano sono non più di quindici e fanno il possibile, ma la situazione è estremamente delicata e si sa che in condizioni di difficoltà e disagio qualsiasi mano di aiuto è bene accetta. Chiunque voglia rendersi utile e migliorare le condizioni di vita dei cani della struttura può farlo contattando su Facebook le pagine Bau Mercatino e Adotta un cane Messina o approfittando della presenza sul posto dei volontari, tutte le mattine dalle 9 alle 14 e la domenica fino alle 12.30. Medicine, cibo, scodelle, coperte, detersivi, asciugamani, pane secco, collari e guinzagli, antiparassitari sarebbero linfa vitale. Un vero balsamo sarebbe la propria attività di volontariato: basterebbe presentarsi vestiti in abiti dimessi per regalare affetto a creature che cercano solo la compagnia di qualcuno disposto a dedicare loro del tempo. pagina 39 Il velodromo abbandonato PATERNOʼ. Separazione vero Doveva essere il fiore all'occhiello dell'impiantistica sportiva e trasformare la città delle arance nella capitale del ciclismo su pista. In realtà il velodromo di Paternò è rimasto un'incompiuta, vittima di un contenzioso tra la Provincia regionale di Catania e l'impresa che stava eseguendo i lavori, poi fallita. Milioni di euro, inizialmente erano mliardi di lire, sprecati per un mostro di cemento vandalizzato più volte, rifugio per sbandati ed extracomunitari che in questa stagione lavorano negli agrumeti. Neanche le telecamere di Striscia la notizia ssono riuscite a schiodare gli amministratori provinciali dal loro torpore. 150 PAROLE DA PALERMO Oro blu METTI CHE una famiglia media utilizzi la lavatrice un giorno sì e uno no. Metti che ogni ciclo preveda almeno due o tre risciacqui. Metti che lʼacqua degli ultimi due risciacqui, abbastanza pulita e magari profumata con lʼammorbidente, venga raccolta in un apposito recipiente, trasportata nel bagno e poi utilizzata come acqua di scarico per il w.c. Eʼ vero: lʼoperazione comporta un poʼ di fatica: ma è alla portata delle casalinghe volenterose, nelle cui case la lavatrice è, in genere, assai vicina al bagno, se non accanto ad esso. E allora ho un sogno ecologico: che gli abitanti della mia Palermo si convertano al riuso delle acque di risciacquo della lavatrice per la pulizia del water. Che la mia città, nel futuro prossimo, possa salire agli onori della cronaca perché sarà la prima città italiana a non sprecare preziosa acqua pulita per accompagnare la pipì nel suo viaggio alla fogna. Maria DʼAsaro ANTIBUDDACI di Dino Calderone Crocetta, il messinese MESSINA. “Messina, la nostra città”, è questa l'affermazione che il presidente Crocetta si è lasciato sfuggire durante il discorso tenuto recentemente al Teatro Vittorio Emanuele e, a dire il vero, i riferimenti ai problemi cittadini sono stati così tanti e puntuali da renderla non impropria: Crocetta messinese, dunque. Il presidente ha associato le vittime di Giampilieri e le vittime della mafia, i problemi dei lavoratori della Triscele e quelli degli orchestrali del Teatro, sottolineando poi la “singolare” situazione delle imprese che svolgevano servizi alle autostrade e che ora sono state “cacciate” grazie a un suo intervento diretto. Non si è limitato comunque a fare solo denunce: ha parlato di alta velocità e raddoppio ferroviario, di Fiera da rilanciare e passeggiata a mare da valorizzare, ma forse uno dei passaggi più forti e imprevedibili è stato quando ha parlato della necessità di liberarsi dalle famiglie che governano la città. A chi si riferiva precisamente? Tra le famiglie che più contano a Messina ci sono quelle di Francantonio Genovese del PD e Giampiero DʼAlia dell'UDC che hanno appoggiato fortemente la candidatura di Crocetta alla presidenza della regione, contribuendo in maniera determinante alla sua elezione. Il presidente conosce troppo bene queste situazioni per poter pensare che la sua sia stata solo una battuta dal “sen fuggita”. E allora? La strategia politica di Crocetta e del suo movimento “Il Megafono”, che sta prendendo corpo in questi mesi in Sicilia, avrà proprio a partire dalla città dello stretto un punto di snodo significativo e proprio in questa città avrà il suo banco di prova decisivo anche per la scelta del futuro candidato a sindaco. [email protected]