occhiello 5..5 - Facoltà Teologica dell`Italia Settentrionale

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occhiello 5..5 - Facoltà Teologica dell`Italia Settentrionale
ANNUARIO ACCADEMICO
2016-2017
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, � - ����� Milano
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e-mail: [email protected] - www.teologiamilano.it
INFORMAZIONI GENERALI
NOTIZIA STORICA
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale per le Regioni
Lombardia, Piemonte e Tre Venezie ± cui s'eÁ aggiunta successivamente anche la Liguria ± eÁ nata dal trasferimento da Venegono
Inferiore (Varese) a Milano della FacoltaÁ Teologica eretta da
Leone XIII il 15 Novembre 1892 nel Seminario Arcivescovile di
Milano, a servizio della Regione Conciliare Lombarda, e riconfermata da Pio XI il 7 Dicembre 1938, a norma della Costituzione
Apostolica «Deus scientiarum Dominus».
L'iniziativa del trasferimento della FacoltaÁ Teologica Milanese da
Venegono a Milano eÁ stata presa dall'Arcivescovo di Milano
Card. Giovanni Colombo con lettera indirizzata a Sua SantitaÁ
Paolo VI in data 11 Luglio 1966, ricevendone piena approvazione
da parte del Sommo Pontefice, con lettera autografa datata 7
Dicembre 1966.
Scopi del trasferimento furono: sottolineare e potenziare la finalitaÁ di istituto di ricerca scientifica, propria di una FacoltaÁ Teologica; coinvolgere le altre Regioni dell'Italia Settentrionale al fine
di costituire una FacoltaÁ Teologica piuÁ ricca di docenti, di studiosi, di ricercatori e di mezzi di ricerca scientifica; instaurare un
assiduo dialogo con gli altri Istituti universitari di ricerca e di
studio; offrire ai laici una reale possibilitaÁ sia di conseguire i
gradi accademici in Teologia, sia di tenere corsi accademici di
Teologia.
La direzione della nuova FacoltaÁ, con sede nei Chiostri annessi
alla Basilica milanese di S. Simpliciano, eÁ affidata all'Episcopato
delle Regioni interessate.
Nell'anno accademico 1967-1968 ebbero inizio le lezioni del primo Ciclo di Specializzazione; nell'anno accademico 1968-1969
ebbero inizio le lezioni del Ciclo Istituzionale e nell'anno accademico 1973-1974 ebbero inizio le lezioni del secondo Ciclo di
Specializzazione.
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La FacoltaÁ eÁ stata eretta canonicamente il 7 Dicembre 1969
dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica ed i suoi primi
Statuti sono stati approvati «ad experimentum» dalla medesima
Congregazione in data 18 Ottobre 1972; l'approvazione definitiva degli Statuti reca la data del 22 febbraio 1993.
INOIZAMROFNI
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale svolge la sua attivitaÁ non solo nella Sede di Milano, ma anche, per quanto attiene
il Ciclo di Specializzazione, presso la sede della Sezione Parallela di Torino e, per quanto attiene il Ciclo Istituzionale, nelle
Sezioni Parallele erette nei Seminari diocesani di Genova, Milano (con le due sedi di Seveso e Venegono) e Torino e negli Istituti
Affiliati di Alessandria, Bergamo, Brescia, Como, Crema-Cremona-Lodi e Vigevano, Fossano, Novara e Mantova.
Inoltre sono collegati alla FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale gli Istituti Superiori di Scienze Religiose delle Regioni Conciliare Lombarda, Ligure e Piemontese.
Con l'Anno Accademico 2005-2006, la Regione Conciliare Triveneta ha costituito la FacoltaÁ Teologica del Triveneto che si eÁ
staccata dalla FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale.
La FacoltaÁ Teologica si regge in conformitaÁ con la legislazione
della Chiesa quale eÁ concretata nella Costituzione Apostolica
«Sapientia Christiana» e Norme Applicative.
Con Decreto del Presidente della Repubblica n. 93 del 24-1-1978
(pubblicato sulla G.U. n. 100 del 12-4-1978) eÁ stata riconosciuta
la personalitaÁ giuridica della Fondazione di culto e religione denominata «FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale».
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Á ACCADEMICHE
AUTORITA
GRAN CANCELLIERE
E PRESIDENTE COMMISSIONE EPISCOPALE
S.Em.za Rev.ma Card. ANGELO SCOLA
Arcivescovo di Milano
COMMISSIONE EPISCOPALE
Per la Liguria:
- S.Ecc.za Mons. MARTINO CANESSA, Vescovo emerito di Tortona
- S.Ecc.za Mons. ALBERTO TANASINI, Vescovo di Chiavari
Per la Lombardia:
- S.Ecc.za Mons. DIEGO COLETTI, Vescovo di Como
- S.Ecc.za Mons. PAOLO MARTINELLI, Vescovo ausiliare di Milano
Per il Piemonte:
- S.Ecc.za Mons. FRANCO GIULIO BRAMBILLA, Vescovo di Novara
(Vice Presidente)
- S.Ecc.za Mons. LUCIANO PACOMIO, Vescovo di MondovõÁ
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INOIZAMROFNI
PRESIDE
Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI
VICE-PRESIDE
Dr. Don ALBERTO COZZI
PROFESSORI ORDINARI
- Dr. Mons. GIUSEPPE ANGELINI (emerito)
- Dr. Don EZIO LUCA BOLIS
- Dr. Mons. GIACOMO CANOBBIO (emerito)
- Dr. Don MAURIZIO CHIODI
- Dr. Don ALBERTO COZZI
- Dr. Don MASSIMO EPIS
- Dr. Don ANGELO MAFFEIS
- Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI (emerito)
- Dr. Don BRUNO SEVESO (emerito)
- Dr. Mons. CLAUDIO STERCAL
- Dr. Mons. SERGIO UBBIALI
- Dr. Mons. ROBERTO VIGNOLO
- Dr. Mons. SAVERIO XERES
PROFESSORI STRAORDINARI
- Dr. Mons. GIANANTONIO BORGONOVO
- Dr. Mons. LUCA BRESSAN
- Dr. Don DARIO CORNATI
- Dr. Don CLAUDIO DOGLIO
- Dr. Don ANTONIO CESARE MONTANARI
- Dr. Don EZIO PRATO
- Dr. Don GIOVANNI ROTA
- Dr. Don ANTONIO ZANI
CONSIGLIO DI FACOLTaÁ
- Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI
- Dr. Don ALBERTO COZZI
- Dr. Don MASSIMO EPIS
- Dr. Don EZIO PRATO
- Dr. Mons. CLAUDIO STERCAL
- Dr. Mons. GIUSEPPE ANGELINI
(Preside - Professore Ordinario emerito)
(Vice-Preside)
(Direttore Ciclo di Specializzazione)
(Direttore Ciclo Istituzionale)
(Bibliotecario)
(Professore Ordinario
emerito)
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- Dr. Don EZIO LUCA BOLIS
- Dr. Mons. GIACOMO CANOBBIO
(Professore Ordinario)
(Professore Ordinario
emerito)
- Dr. Don MAURIZIO CHIODI
(Professore Ordinario)
- Dr. Don ANGELO MAFFEIS
(Professore Ordinario)
- Dr. Don BRUNO SEVESO
(Professore Ordinario
emerito)
- Dr. Mons. SERGIO UBBIALI
(Professore Ordinario)
- Dr. Mons. ROBERTO VIGNOLO
(Professore Ordinario)
- Dr. Mons. SAVERIO XERES
(Professore Ordinario)
- Dr. Mons. GIANANTONIO BORGONOVO (Professore Straordinario)
- Dr. Mons. LUCA BRESSAN
(Professore Straordinario)
- Dr. Don DARIO CORNATI
(Professore Straordinario)
- Dr. Don CLAUDIO DOGLIO
(Professore Straordinario)
- Dr. Don ANTONIO CESARE
(Professore Straordinario)
MONTANARI
(Professore Straordinario)
- Dr. Don GIOVANNI ROTA
- Dr. Don ANTONIO ZANI
(Professore Straordinario)
- Prof.ssa CRISTINA SIMONELLI
(Rappresentante Professori Incaricati)
- Prof.ssa ISABELLA GUANZINI
(Rappresentante Professori Incaricati)
- Dr. Don MARCO CAIROLI
(Rappresentante Professori Incaricati)
- Dr. Don PIER DAVIDE GUENZI
(Direttore Sezione Parallela di Torino - Specializzazione)
- Dr. Don FRANCO MANZI
(Direttore Sezione Parallela di Venegono Inferiore)
- Dr. Can. Don ROBERTO REPOLE (Direttore Sezione Parallela di Torino - Istituzionale)
- Dr. Ab. DAVIDE BERNINI
(Direttore Sezione Parallela di Genova)
- n. 5 rappresentanti degli Alunni
COMMISSIONE PER GLI ISTITUTI SUPERIORI DI SCIENZE RELIGIOSE
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- Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI
- Prof. Don ALBERTO COZZI
- Prof. Don STEFANO OLIVASTRI
(Preside)
(Vice-Preside)
(Direttore ISSR Genova)
INOIZAMROFNI
- Prof. Don ALBERTO PIOLA
- Prof. Don GIOVANNI ROTA
(Direttore ISSR Torino)
(Direttore ISSR Bergamo)
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Membri designati dalle Conferenze Episcopali:
- Ing. ANTONIO GAMBA - Presidente (Lombardia)
(Lombardia)
- Dr. EMILIO ZANETTI
(Piemonte)
- Dr. LUIGI GROSSO
- Dr. LORENZO ROSSI di MONTELERA (Piemonte)
(Liguria)
- Rag. ALBERTO BIASSONI
(Liguria)
- Rag. FRANCESCO DE MARCHI
Membri di diritto:
- Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI (Preside)
(Bibliotecario)
- Dr. Mons. CLAUDIO STERCAL
(Rappresentante Docenti)
- Dr. Mons. SERGIO UBBIALI
(Rappresentante Docenti)
- Dr. Mons. ROBERTO VIGNOLO
OFFICIALI
Segretario:
Prof. Mons. SILVANO MACCHI
Bibliotecario:
Dr. Mons. CLAUDIO STERCAL
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PROFESSORI
CICLO ISTITUZIONALE
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DIRETTORE: Prof. Don EZIO PRATO
BARGELLINI Don FRANCESCO
Laureato in Lettere classiche e Licenziato in Scienze Bibliche;
insegna Esegesi di Paolo; abita a Novara - Seminario Vescovile Via Monte san Gabriele, 60 (28100) - tel. 0321/432501;
[email protected]
BESOSTRI Don FABIO
Laureato in Lettere; insegna Storia della Chiesa Moderna - tel.
3703341891; [email protected]
BONATO Don ANTONIO
Laureato in Teologia patristica; insegna Patrologia - III; abita a
Vicenza - Via Giuriato, 97 (36100); [email protected]
BORGONOVO Mons. GIANANTONIO
Laureato in Scienze Bibliche; insegna Esegesi A.T.: Scritti e Teologia biblica; abita a Milano - Piazza Duomo, 16 (20122);
[email protected]
CHIODI Don MAURIZIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia morale fondamentale; abita a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel.
035/286111; [email protected]
CONTI Don ERMENEGILDO
Laureato in Filosofia; insegna Filosofia dell'uomo; abita a Venegono Inferiore (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI- 21040 - tel.
0331/867111; [email protected]
CORINI Don GABRIELE MARIA
Laureato in Teologia; insegna Profeti e Scritti, Ebraico biblico e
Lettorato di ebraico; abita a Loano (SV) - Via Palestrina 8/22
(17025); [email protected]
CORNATI Don DARIO
Licenziato in Teologia e laureato in Filosofia; insegna Metafisica
e Filosofia della religione; abita a Milano - Via Cadamosto, 5
(20129) - cell. 338/9676467; [email protected]
COZZI Don ALBERTO
Laureato in Teologia; insegna Il mistero di Dio - I e Cristologia I;
INOIZAMROFNI
abita a Galliate Lombardo (VA) - Via Parrocchiale, 12 (21020) tel. 0332/947129; [email protected]
CRIMELLA Don MATTEO
Laureato in Scienze bibliche; insegna Sinottici e Atti: introduzione e letture; tel. 02/89280229; [email protected]
CUCCHETTI Don STEFANO
Laureato in Teologia; insegna Morale della vita; abita a Varese Via Fratelli Baroffio, 6 (21100) - tel. 340/6676116;
[email protected]
DE CARO Prof. EUGENIO
Laureato in Filosofia; insegna Estetica filosofica; abita a Palazzolo sull'Oglio (BS) - Via Giacomo Puccini, 22 (25036)
- tel. 333/2568645
DE FLORIO Prof. CIRO
Dottorato in Filosofia; insegna Logica e filosofia della conoscenza; abita ad Alessandria - Piazza Massimo d'Azeglio, 10 (15121)
- tel. 339/5031875; [email protected]
EPIS Don MASSIMO
Laureato in Teologia e Filosofia; insegna Teologia filosofica; abita a
Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel. 035/
286111; [email protected]
FOGLIADINI Prof.ssa EMANUELA
Laureata in Teologia e Laurea Magistrale in Scienze delle Religioni; insegna Teologia orientale; abita a Milano - Via Carlo Goldoni, 12 (20129); [email protected]
FUMAGALLI Don ARISTIDE
Laureato in Teologia; insegna Morale sessuale; abita a Venegono
Inferiore (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI (21040) - tel.
0331/867111.
GARLASCHELLI Prof. ENRICO
Dottorato in Filosofia; insegna Storia della filosofia (antica, medievale e moderna); abita a Piacenza - Via Giuseppe Ricci Oddi,
38 (29100) - tel. 0523/327821; [email protected];
[email protected]
GHIELMI Prof.ssa MARIA PIA
Laureata in Teologia; insegna Teologia spirituale; abita a Milano Via delle Querce, 19 (20156) - tel. 02/3271708;
[email protected]
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GUENZI Don PIERDAVIDE
Laureato in Teologia; insegna Morale sociale I e II; abita a Novara
- Seminario Vescovile - Via Monte S. Gabriele, 60 (28100) - tel.
0321/432538, 338/5344480; [email protected];
[email protected]
INVERNIZZI Prof.ssa LAURA
Licenziata in Teologia biblica e Laureata in Matematica; insegna
Esegesi A.T.: Pentateuco; cura il Lettorato di greco biblico e il
seminario biblico; [email protected]
IOTTI Prof.ssa CHIARA
Laureata in lettere classiche e Baccellierato in Teologia; insegna
Lingua latina, abita a Busto Arsizio (VA) - Via Alba, 21 (21052) tel. 0331/322510; [email protected]
MAGNOLI Mons. CLAUDIO
Laureato in Liturgia; insegna Liturgia - I; abita a Milano - Piazza
del Duomo, 16 (20122) - tel. 02/45482461;
[email protected]
MAMBRETTI Prof. RENATO
Laureato in Lettere; insegna Storia della Chiesa medievale;
[email protected]
MANFREDI Don ANGELO
Laureato in Storia Ecclesiastica; insegna Storia della Chiesa
contemporanea; abita a Sant'Angelo Lodigiano (LO) - Via A.
Volta, 17 (26866) - tel. 0371/91897; [email protected]
MANZI Don FRANCO
Laureato in Scienze Bibliche e in Teologia; insegna Paolo: introduzione e letture; abita a Venegono Inferiore (VA) - Seminario
Arcivescovile Pio XI - (21040) - tel. 0331/867111;
[email protected]
MARABELLI Prof. COSTANTE
Laureato in Filosofia; insegna Filosofia morale ed etica pubblica e
Storia della teologia medievale; abita a Varese - Via Mons. Proserpio, 11/c (21100) - tel. 0332/236758.
MOMBELLI Don DANIELE
Laureato in Giurisprudenza e Licenziato in Diritto Canonico; insegna Diritto Canonico I; [email protected]
MUSSO Prof. PAOLO
Dottorato in Filosofia; insegna Filosofia della natura e della
scienza; [email protected]
INOIZAMROFNI
NOBERASCO Don GIUSEPPE
Laureato in Teologia e in Filosofia; insegna Storia della teologia
contemporanea e cura il Seminario di Sistematica; abita a Savona - Via Loreto Vecchia, 4 (17100) - [email protected]
PRATO Don EZIO
Laureato in Teologia e Filosofia; insegna Introduzione alla teologia e Teologia fondamentale; abita a Como - Seminario Vescovile
- Via Baserga, 81 (22100) - tel. 031/507714;
[email protected]
PURICELLI Prof.ssa FRANCESCA
Laureata in Lettere e Dottorato di Ricerca in Filosofia, Letteratura e tradizione classica; insegna Greco biblico; [email protected]
REZZONICO Prof. PAOLO
Laureato in Filosofia e licenziato in Teologia; insegna Storia della
filosofia (antica, medievale e moderna) e Introduzione alla filosofia contemporanea; abita a Milano - Via A. Saffi, 29 (20123)
- tel. 02/36568542; [email protected]
ROTA Don GIOVANNI
Laureato in Teologia; insegna Ecclesiologia - I e II; abita a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel. 035/
286111; [email protected]
ROTA SCALABRINI Mons. PATRIZIO
Laureato in Filosofia e Licenziato in Scienze bibliche; insegna
Pentateuco: introduzione e letture e Esegesi A.T.: Profeti; abita
a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel.
035/286111; [email protected]
SCANZIANI Don FRANCESCO
Laureato in Teologia; insegna Antropologia teologica - I e II; abita
a Venegono Inferiore (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI
(21040) - tel. 0331/867111;
[email protected]
SIMONELLI Prof.ssa CRISTINA
Laureata in Teologia e Scienze Patristiche; insegna Patrologia I e
Storia della Chiesa antica; abita a Parona di Valpolicella (VR) Strada dei Monti, 24 (37124) - tel. 045/504676 - 045/8890160;
[email protected]
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TOMATIS Don PAOLO
Laureato in Sacra Liturgia; insegna Liturgia II; abita a Torino - Via
Palazzo di CittaÁ, 4 (10121) - tel. 011/5214717;
[email protected]
UBBIALI Mons. SERGIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia dei Sacramenti - I e II;
abita a Milano - Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3
(20121) - tel. 02/863181.
VIGNOLO Mons. ROBERTO
Laureato in Lettere moderne e Licenziato in Teologia e Scienze
bibliche; insegna Giovanni: introduzione e letture; abita a Lodi Seminario Vescovile - Via XX Settembre, 42 (26900) - tel.
0371/420637; [email protected]
ZANI Don ANTONIO
Laureato in Teologia Patristica; insegna Patrologia - II; abita a
Brescia - Seminario Vescovile - Via Bollani, 20 (25100) - tel.
030/37121.
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INOIZAMROFNI
PROFESSORI
CICLO DI SPECIALIZZAZIONE
DIRETTORE: Prof. Don MASSIMO EPIS
ALBARELLO Don DUILIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia fondamentale; abita a
MondovõÁ (CN) - Via S. Pio V, 8 (12084) - tel. 0174/488765;
[email protected]
ALBORGHETTI Prof. PATRIZIO
Laureato in Filosofia e Teologia; insegna Ebraismo; abita a Cisano Bergamasco (BG) - Via A. Locatelli, 4 (24034);
[email protected]
ANGELINI Mons. GIUSEPPE
Laureato in Economia e Commercio e in Teologia; insegna Teologia morale fondamentale; abita a Milano - Via dei Cavalieri del
Santo Sepolcro, 3 (20121) - tel. 02/863181.
BALLARINI Mons. MARCO
Laureato in Lettere e Licenziato in Teologia; insegna Teologia
spirituale; abita a Milano - Via Cardinal Federico, 2 (20123) tel. 02/806921; [email protected]
BOLIS Don LUCA EZIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia spirituale; abita a Bergamo Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel. 035/286111.
BONANDI Don ALBERTO
Laureato in Teologia; insegna Teologia morale fondamentale;
abita a Mantova - Via Frattini, 36 (46100) - tel. 0376/323382;
[email protected]
BONATO Don ANTONIO
Laureato in Teologia patristica; insegna Teologia patristica;
abita a Vicenza - Via Giuriato, 97 (36100);
[email protected]
BORACCO Don PIERLUIGI
Laureato in Teologia; insegna Storia della SpiritualitaÁ; abita a
Monza - Via Cederna, 28 (20900) - cell. 335/6216074;
[email protected]
BOZZOLO Don ANDREA
Laureato in Lettere classiche e Teologia; cura il Seminario di
Teologia sistematica; abita a Torino - Istituto Internazionale don
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Bosco - Via Caboto, 27 (10129); tel. 011/58111;
[email protected]
BRESSAN Mons. LUCA
Laureato in Teologia; insegna Teologia pastorale; abita a Milano;
[email protected]
CAIROLI Don MARCO
Laureato in Scienze bibliche; insegna Teologia biblica N.T.; abita
a Como - Seminario Vescovile - Via Baserga, 81 (22100) - tel.
031/507714; [email protected]
CANOBBIO Mons. GIACOMO
Laureato in Teologia; insegna Teologia sistematica; abita a Brescia Seminario Vescovile - Via Bollani, 20 (25100) - tel. 030/2091353;
[email protected]
CARRARA Don PAOLO
Licenziato in Teologia; insegna Teologia Pastorale; abita a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129);
[email protected]
CHIODI Don MAURIZIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia Morale fondamentale;
abita a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129)
- tel. 035/286111; [email protected]
CORINI Don GABRIELE MARIA
Laureato in Teologia; insegna Teologia biblica A.T.; abita a Loano
(SV) - Via Palestrina 8/22 (17025);
[email protected]
CORNATI Don DARIO
Licenziato in Teologia e laureato in Filosofia; insegna Teologia
fondamentale; abita a Milano - Via Cadamosto, 5 (20129) cell. 338/9676467; [email protected]
CRIMELLA Don MATTEO
Laureato in Scienze bibliche; insegna Teologia biblica A.T. - N.T. e
cura il Pre-Seminario metodologico; tel. 02/89280229;
[email protected]
DE CARO Prof. EUGENIO
Laureato in Filosofia; insegna Estetica filosofica; abita a Palazzolo sull'Oglio (BS) - Via Giacomo Puccini, 22 (25036)
- tel. 333/2568645
INOIZAMROFNI
DIOTALLEVI Prof. LUCA
Laureato in Filosofia e Dottorato in Sociologia; insegna Sociologia della religione; abita a Terni - Via Brin, 43 (05100);
[email protected]
EPIS Don MASSIMO
Laureato in Teologia e Filosofia; insegna Teologia fondamentale;
abita a Bergamo - Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) tel. 035/286111; [email protected]
FERRARI Don PIER LUIGI
Laureato in Teologia biblica e Licenziato in Scienze bibliche; insegna Teologia bibilica; abita a Crema (CR) - via Santa Chiara, 5
(26013) - tel. 0373/259188; [email protected]
FOGLIADINI Prof.ssa EMANUELA
Laureata in Teologia e Laurea Magistrale in Scienze delle Religioni; insegna Storia della Teologia orientale; abita a Milano - Via
Carlo Goldoni, 12 (20129); [email protected]
FUMAGALLI Don ARISTIDE
Laureato in Teologia; insegna Morale speciale; abita a Venegono
Inferiore (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI (21040) - tel.
0331/867111.
INVERNIZZI Prof.ssa LAURA
Licenziata in Teologia biblica e Laureata in Matematica; tiene il
Corso superiore di greco e cura il Pre-seminario metodologico;
[email protected]
KRIENKE Prof. MARKUS
Laureato in Teologia e in Filosofia; insegna Morale speciale; abita
a Milano - Piazza Firenze, 4 (20154) - tel. 02/45486657;
[email protected]
LORENZI Don UGO
Laureato in Teologia; insegna Teologia pastorale e cura il Seminario di Teologia pastorale; abita a Venegono Inferiore (VA) Seminario Arcivescovile Pio XI (21040) - tel. 0331/867111;
[email protected].
MAFFEIS Don ANGELO
Laureato in Teologia; insegna Storia della Teologia; abita a Brescia
- Seminario Vescovile - Via Bollani, 20 (25100) - tel. 030/37121;
[email protected]
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MANZI Don FRANCO
Laureato in Scienze Bibliche e in Teologia; insegna Istituzioni
bibliche; abita a Venegono Inferiore (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI - (21040) - tel. 0331/867111;
[email protected]
MARTINO Don MATTEO
Laureato in Teologia; cura il Seminario di Teologia morale; abita a
Rho (MI) - Via De Amicis, 11 (20017) - tel. 02/93922021;
[email protected]
MAZZA Mons. ENRICO
Laureato in Teologia; insegna Teologia della Liturgia; abita a
Bergamo - Via Pietro Isabello, 20 (24125) - cell. 347/9408388;
[email protected]
MONTANARI Don ANTONIO CESARE
Laureato in Teologia; insegna Storia della spiritualitaÁ e Storia
dell'ermeneutica biblica; abita a Pavia - Seminario Vescovile Via I. Menocchio, 26 (27100) - tel. 0382/22609;
[email protected]
PAGAZZI Don GIOVANNI CESARE
Laureato in Teologia; insegna Teologia sistematica; abita a Lodi Seminario Vescovile - Via XX Settembre, 42 (26900) - tel.
0371/420637; [email protected]
RIZZARDI Don GIUSEPPE
Laureato in Teologia e Certificato di lingua e cultura araba; insegna Islamismo; abita a Barona di Albuzzano (PV) - Via Cassina
Mensi, 70 (27010) - tel. 0382/925575; [email protected]
RIZZI Don MASSIMO
Licenziato in Teologia e licenziato in Studi Arabi e Islamistica;
insegna Islamismo; abita a Bergamo - Via Garibaldi, 10 (24122) tel. 035/270657; cell. 366/4032714; [email protected]
ROMANELLO Don STEFANO
Licenziato in Sacra Scrittura e Laureato in Teologia biblica; cura
il Seminario di Teologia biblica; abita a Pagnacco (UD) - Seminario Interdiocesano - Via Castellerio, 81 (33010) - tel. 0432/
650265; [email protected]
SCAIOLA Prof.ssa DONATELLA
Laureata in Scienze bibliche; insegna Teologia biblica A.T.;
[email protected]
INOIZAMROFNI
SEQUERI Mons. PIERANGELO
Laureato in Teologia; insegna Teologia fondamentale; abita a
Milano - Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3 (20121) - tel.
02/863181; [email protected]
SEVESO Don BRUNO
Laureato in Teologia e in Filosofia; insegna Teologia pastorale
fondamentale; abita a Milano - Piazza Gasparri, 11 (20161) tel. 02/863181; [email protected]
SIMONELLI Prof.ssa CRISTINA
Laureata in Teologia e Scienze Patristiche; insegna Teologia patristica; abita a Parona di Valpolicella (VR) - Strada dei Monti, 24
(37124) - tel. 045/504676 - 045/8890160;
[email protected]
STEFANI Prof. PIERO
Laureato in Filosofia; insegna Bibbia e cultura; abita a Ferrara Via Borgo di Sotto, 17 (44100) - tel. 0532/65134;
[email protected]
STERCAL Mons. CLAUDIO
Laureato in Teologia; cura il Seminario di teologia spirituale;
abita a Milano - Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3
(20121) - tel. 02/863181; [email protected]
UBBIALI Mons. SERGIO
Laureato in Teologia; insegna Teologia sistematica; abita a
Milano - Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3 (20121) tel. 02/863181.
VIGNOLO Mons. ROBERTO
Laureato in Lettere moderne e in Teologia e Scienze bibliche;
insegna Teologia biblica; abita a Lodi - Seminario Vescovile Via XX Settembre, 42 (26900) - tel. 0371/420637;
[email protected]
XERES Mons. SAVERIO
Laureato in Teologia e in Lettere Classiche; insegna Storia della
teologia; abita a Como - Seminario Vescovile - Via Baserga, 81
(22100) - tel. 031/507714; [email protected]
ZANI Don ANTONIO
Laureato in Teologia Patristica; insegna Storia della Teologia;
abita a Brescia - Seminario Vescovile - Via Bollani, 20 (25100)
- tel. 030/37121.
21
CICLO DI SPECIALIZZAZIONE
IN TEOLOGIA MORALE SOCIALE
Sezione di Torino,
Via XX Settembre, 83 - 10122 Torino - tel. 011/4360249; fax
011/4360370; [email protected] ; www.teologiatorino.it
DIRETTORE DI SEZIONE: Prof. Don PIER DAVIDE GUENZI
SEZIONI PARALLELE
Sezione Parallela di Milano presso il Seminario Arcivescovile di
Milano,
Seminario Arcivescovile Pio XI
21040 Venegono Inferiore (VA) - tel. 0331/867111;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DI SEZIONE: Prof. Don FRANCO MANZI
Sezione Parallela di Torino presso il Seminario Arcivescovile di
Torino,
Via XX Settembre, 83 - 10122 Torino - tel. 011/4360249;
e-mail: [email protected]; www.teologiatorino.it
DIRETTORE DI SEZIONE: Prof. Can. Don ROBERTO REPOLE
Sezione Parallela di Genova presso il Seminario Arcivescovile
«Benedetto XV» di Genova,
Salita E. Cavallo, 104 - 16136 Genova - tel. 010/2724341;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DI SEZIONE: Prof. Abate DAVIDE BERNINI
22
Studio Teologico del Seminario Vescovile «Giovanni XXIII»
di Bergamo,
Via Arena, 11 - 24129 Bergamo - tel. 035/286111;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don MASSIMO EPIS
Studio Teologico del Seminario Vescovile «S. Gaudenzio»
di Novara,
Via Monte S. Gabriele, 60 - 28100 Novara - tel. 0321/432501.
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don FLAVIO CAMPAGNOLI
Studio Teologico Interdiocesano (Alba, Cuneo, Fossano, MondovõÁ, Saluzzo),
Via Mellano, 1 - 12045 Fossano (CN) - tel. 0172/635663;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don LUCA MARGARIA
Studio Interdiocesano di Teologia (Acqui, Alessandria, Asti, Casale, Tortona),
Via Serra, 3 - 15122 Valmadonna (AL) - tel. 0131/507590;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don CLAUDIO BALDI
Studio Teologico «Paolo VI» del Seminario Vescovile di Brescia,
Via delle Razziche, 4 - 25123 Brescia - tel. 030/7741131;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don OVIDIO VEZZOLI
Studio Teologico del Seminario Vescovile di Como,
Via Baserga, 81 - 22100 Como - tel. 031/507714;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don STEFANO CADENAZZI
Studio Teologico del Seminario Vescovile di Mantova,
Via Cairoli, 20 - 46100 Mantova - tel. 0376/402211.
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don MAURIZIO FALCHETTI
Studi Teologici Riuniti dei Seminari Vescovili di Crema, Cremona,
Lodi e Vigevano
Via XX Settembre, 42 - 26900 Lodi - tel. 0371/420637;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE DEGLI STUDI: Prof. Don FRANCESCO CAPPA
23
INOIZAMROFNI
ISTITUTI TEOLOGICI AFFILIATI
ISTITUTI SUPERIORI DI SCIENZE RELIGIOSE
24
Regione Conciliare Ligure
ISSR di Albenga - Imperia
Via Trieste, 35 -17031 Albenga (SV)
tel. 0182/53063; e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don GABRIELE MARIA CORINI
ISSR di Genova
Via Serra, 6/C - 16122 Genova - tel. 010/5530657;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don STEFANO OLIVASTRI
ISSR di La Spezia
Via Malaspina, 1 - 19100 La Spezia - tel. 0187/735485;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. CARLO LUPI
Regione Conciliare Lombarda
ISSR di Bergamo
Via Arena, 11 - 24129 Bergamo - tel. 035/286283;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don GIOVANNI ROTA
ISSR di Brescia
Via Trieste, 17 - 25121 Brescia - tel. 030/24061
DIRETTORE: Prof. Don MARIO ZANI
ISSR di Crema-Cremona-Lodi
Via D. Alighieri, 24 - 26013 Crema (CR) - tel. 334/8860543;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don PIER LUIGI FERRARI
ISSR di Mantova
Via F.lli Cairoli, 20 - 46100 Mantova - tel. 0376/321695;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don ROBERTO REZZAGHI
ISSR di Milano
Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3 - 20121 Milano - tel.
02/86318503; e-mail: [email protected]
PRESIDE: Prof. Don ALBERTO COZZI
ISSR di Pavia-Vigevano
Via I. Menocchio, 26 - 27100 Pavia - tel. 0382/24322;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don FABIO BESOSTRI
25
INOIZAMROFNI
Regione Conciliare Piemontese
ISSR di Alessandria
Via Inviziati, 1 - 15100 Alessandria - tel. 0131/226286;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don FABRIZIO CASAZZA
ISSR di Fossano
Via Mellano, 1 - 12045 Fossano (CN) - tel. 0172/635663;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don DUILIO ALBARELLO
ISSR di Novara
Via Monte San Gabriele, 60 - 28100 Novara - tel. 0321/432501;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don FLAVIO CAMPAGNOLI
ISSR di Torino
Via XX Settembre, 83 - 10122 Torino - tel. 011/4360249;
e-mail: [email protected]
DIRETTORE: Prof. Don ALBERTO PIOLA
PARTE NORMATIVA
NORME GENERALI DEGLI STUDI
FINE DELLA FACOLTaÁ
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale, promossa dalle
Conferenze Episcopali ligure, lombarda, piemontese e triveneta,
ha come fine «la promozione degli studi nelle discipline sacre
approfondendo anzi tutto la conoscenza scientifica della Rivelazione cristiana e di cioÁ che con essa eÁ collegato, enucleando
sistematicamente le veritaÁ ivi contenute, considerando alla loro
luce i nuovi problemi emergenti e ricercando le forme ottimali per
presentare le veritaÁ teologiche agli uomini del nostro tempo;
l'approfondimento dell'incontro tra la cultura religiosa e la cultura profana, la qualificazione scientifica dei propri alunni; la preparazione di docenti specializzati; l'intensificazione dei rapporti
con altri centri di studi teologici; l'aiuto efficace alle Chiese locali
e a quella universale nell'opera di evangelizzazione e in quella
ecumenica» (Statuti, art. 2).
DIVISIONE DEGLI sTUDI
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale persegue il suo
fine anzi tutto istituendo i corsi accademici del Ciclo Istituzionale
e dei corsi superiori di Specializzazione.
I - I corsi del Ciclo Istituzionale (1ë Ciclo) sono diretti a offrire
agli alunni una prima informazione generale su tutte le discipline teologiche e filosofiche fondamentali e hanno la durata
di cinque anni. Si concludono con il primo grado accademico:
Baccalaureato.
28
II - I corsi di Specializzazione sono diretti a formare gli alunni alla
ricerca scientifica e hanno la durata di quattro anni. Il primo
biennio (2ë Ciclo) si conclude con il secondo grado accademico: Licenza specializzata. Il secondo biennio (3ë Ciclo) si
conclude con il terzo grado accademico: Dottorato.
Il Ciclo di Specializzazione eÁ diviso in due Sezioni che offrono
diversi indirizzi di studio:
A) - Sezione di Teologia Fondamentale e Sistematica, comprendente:
AVITAMRON
1) Indirizzo di Teologia Fondamentale;
2) Indirizzo di Teologia Sistematica.
Nella sezione di Teologia Fondamentale e Sistematica sono compresi i corsi qualificanti l'Indirizzo di Studi Biblici.
B) - Sezione di Teologia Morale, Pastorale e Spirituale comprendente:
1) Indirizzo di Teologia Morale;
2) Indirizzo di Teologia Pastorale.
3) Indirizzo di Teologia Spirituale.
29
NORME PER GLI STUDENTI
CATEGORIA DI ISCRITTI:
Sono ammessi come alunni della FacoltaÁ chierici diocesani, religiosi, laici.
Gli alunni sono ordinari, uditori o straordinari.
«Gli alunni ordinari sono quelli che, aspirando ai gradi accademici
rilasciati dalla FacoltaÁ, frequentano tutti i corsi e le esercitazioni
prescritte» (Statuti, art. 25).
«Gli alunni uditori sono coloro che, con il consenso dei docenti
interessati, sono ammessi dal Preside, sentito il Direttore di
sezione, a frequentare uno o piuÁ corsi» (art. 26).
«Sono alunni straordinari:
a) coloro che non avendo un titolo valido per l'ammissione alle
UniversitaÁ di Stato ai sensi dell'Art. 25 § 2 frequentano i corsi e
svolgono i lavori personali prescritti, pur senza acquisire il diritto
a sostenere gli esami per il conseguimento dei gradi accademici
in teologia.
b) coloro che, pur avendo un titolo di studio valido per l'ammissione alle UniversitaÁ di Stato, ai sensi dell'Art. 25 § 6 non possono essere ammessi come alunni ordinari» (art. 27).
CONDIZIONI PER L'ISCRIZIONE:
30
1. Per essere ammessi alla FacoltaÁ i Religiosi devono presentare
il permesso scritto dell'Ordinario o del Superiore; i Seminaristi una lettera del Rettore; i Sacerdoti una lettera accompagnatoria del loro Ordinario diocesano e i Laici cattolici una
lettera di una persona ecclesiastica competente.
2. Non possono essere ammessi alla FacoltaÁ Teologica come
alunni ordinari coloro che sono giaÁ iscritti a un'altra FacoltaÁ,
a meno che siano all'ultimo anno, abbiano sostenuto tutti gli
esami e debbano solo ultimare il lavoro di tesi.
3. Per gli alunni provenienti da Seminari o Istituti Teologici non
accademici la FacoltaÁ chiede di norma la frequenza di un anno
integrativo. Riconosce invece gli anni frequentati presso Istituti Teologici accademici, previa verifica dei programmi.
Per gli alunni in possesso di curriculum di studi o di altri titoli
AVITAMRON
universitari extra-teologici, verraÁ stabilito un piano degli studi
personalizzato. Potranno in tal senso chiedere al Direttore di
Sezione del primo ciclo, l'eventuale omologazione di corsi giaÁ
frequentati nelle rispettive UniversitaÁ affini a quelli della FacoltaÁ teologica.
EÁ richiesto un diploma valido per l'ammissione all'UniversitaÁ
di Stato.
4. Gli alunni che provengono da un ISSR in possesso di Laurea
in Scienze Religiose, Laurea Magistrale in Scienze Religiose,
Magistero in Scienze Religiose (quadriennale vecchio ordinamento) potranno essere ammessi al IV anno del Ciclo Istituzionale della FTIS, con obbligo di recupero dei corsi del triennio della FTIS che non siano stati frequentati presso l'ISSR di
provenienza. Inoltre, coloro che non sono in possesso di tali
titoli, ma hanno solo frequentato qualche anno o qualche corso nell'ISSR di provenienza, saranno esonerati (previa verifica dei crediti) da tutti i corsi corrispondenti tra FTIS e ISSR di
provenienza e potranno essere ammessi all'anno risultante
dall'insieme degli esoneri.
5. Per l'ammissione al Ciclo Istituzionale eÁ necessario il possesso di un Diploma di ammissione all'UniversitaÁ e della cultura
richiesta per seguire i corsi della FacoltaÁ.
Precisamente:
a) Chi eÁ in possesso del Diploma di MaturitaÁ classica o scientifica eÁ ammesso senza esami.
b) Chi eÁ in possesso del Diploma Magistrale dovraÁ sostenere
un esame che comporta:
- una prova scritta e orale di filosofia;
- una prova orale di lingua latina.
c) Chi eÁ in possesso del Diploma di Istituto Tecnico o di Liceo
artistico dovraÁ sostenere un esame che comporta:
- una prova scritta e orale di filosofia secondo il programma
delle Magistrali;
- una prova scritta e orale di lingua latina.
d) Anche agli alunni in possesso di una laurea potraÁ essere
richiesta una prova di latino e di filosofia le cui modalitaÁ
verranno stabilite di volta in volta.
e) Gli studenti che non hanno potuto curare altrimenti la preparazione nella Lingua latina e nella Storia della filosofia,
potranno frequentare gli appositi Corsi istituiti dalla FacoltaÁ nel 1ë Anno del Ciclo Istituzionale.
31
La frequenza e gli esami di detti Corsi sostituiscono le prove
di ammissione.
f) Per il Corso di Greco biblico (2ë anno) istituito dalla FacoltaÁ
non eÁ richiesta la conoscenza del Greco classico. Coloro
che sono in possesso del Diploma di MaturitaÁ Classica
sono dispensati dalla frequenza del Corso di Greco biblico,
non da quella del Lettorato di Greco.
g) EÁ richiesta la conoscenza attestata di una lingua straniera
(cfr. Regolamento alle pagg. 35 e 36).
h) Casi speciali, riguardanti le condizioni di iscrizione e la possibilitaÁ di essere esonerati da singoli corsi del programma,
verranno sottoposti al Consiglio dei Professori.
6. Le condizioni previste dagli Statuti (art. 25 § 3) per l'ammissione al Corso di Specializzazione per la Licenza sono le seguenti:
a) Il possesso di un diploma valido per l'ammissione all'UniversitaÁ di Stato.
b) Il possesso del primo titolo accademico in Teologia ottenuto
con voto superiore alla semplice sufficienza o una preparazione equivalente.
c) una sufficiente e attestata conoscenza del greco e dell'ebraico (cfr. N.B. Piano Studi Ciclo di Specializzazione, pag. 173).
d) la conoscenza attestata di almeno 2 lingue straniere (cfr.
Regolamento a pag. 36).
La condizione di cui al punto b) viene cosõÁ precisata:
b1) Per voto superiore alla semplice sufficienza ottenuto
nel Baccalaureato si intende il 24 nella valutazione in
trentesimi.
7. L'ammissione all'anno preparatorio al Baccalaureato per gli
alunni che hanno frequentato l'intero Ciclo Istituzionale in
Istituti non accademici avviene in seguito a un colloquio nel
quale vengono valutati gli studi filosofici e teologici compiuti
dall'alunno e vengono programmati i corsi integrativi che
l'alunno dovraÁ frequentare.
8. Le iscrizioni alla FacoltaÁ devono essere fatte all'inizio dell'anno accademico. Trascorsi quindici giorni dall'inizio dell'anno accademico, nessuna iscrizione saraÁ ricevuta dalla
Segreteria senza autorizzazione scritta del Preside della FacoltaÁ per casi assolutamente eccezionali.
32
AVITAMRON
9. Il numero minimo di alunni perche si possa tenere un corso eÁ
di 8 alunni ordinari per il primo Anno del Ciclo Istituzionale e
di 5 alunni ordinari per i Corsi del Ciclo di Specializzazione.
10. I corsi a cui gli alunni uditori possono annualmente iscriversi,
con tutti i diritti e doveri conseguenti, sono al massimo tre
corsi annuali (per n. 144 ore complessive).
DOCUMENTI RICHIESTI PER L'ISCRIZIONE:
1. Domanda su Modulo della Segreteria.
2. In visione un valido documento d'identitaÁ personale (Carta
d'IdentitaÁ o Passaporto) solo per gli ordinari.
3. Fotocopia del Codice Fiscale.
4. Diploma originale di studio valido per l'ammissione all'UniversitaÁ (MaturitaÁ) ± per gli ``uditori'' eÁ sufficiente la fotocopia. Per
studenti stranieri cf. punto 8.
5. Attestazione di conoscenza delle lingue straniere (livello B1)
tra le seguenti: inglese, francese, tedesco, spagnolo (una
lingua per il Ciclo Istituzionale e due lingue per il ciclo di
Specializzazione; cfr. Regolamento alle pagg. 35 e 36).
6. Lettera di presentazione:
- per i laici, dovraÁ essere rilasciata da una persona ecclesiastica competente (in cui si dichiarano i motivi che inducono
l'aspirante studente a frequentare la FacoltaÁ Teologica);
- per i seminaristi, dal Rettore;
- per i religiosi, dall'Ordinario o dal Superiore (permesso
scritto);
- per i sacerdoti ± solo se ``ordinari'' ± dall'Ordinario diocesano (permesso scritto).
7. La prima parte della quota d'iscrizione da versare contestualmente all'iscrizione stessa secondo le modalitaÁ indicate dalla
Segreteria. La seconda rata a saldo da versare a mezzo MAV
elettronico. In caso di rinuncia agli studi, successiva all'inizio
dell'anno accademico, l'intera quota di iscrizione dovraÁ comunque essere versata e non potraÁ essere rimborsata.
33
DOCUMENTAZIONE
ULTERIORE RICHIESTA AGLI STUDENTI
STRANIERI:
34
7. Il permesso di soggiorno (se giaÁ in possesso dell'interessato).
8. La traduzione in lingua italiana del titolo di studio richiesto
per l'ammissione all'UniversitaÁ civile della propria nazione; la
dichiarazione di valore attestante il numero complessivo degli anni di studio necessari per il conseguimento di tale diploma (almeno 12 anni di scolaritaÁ complessiva) e la validitaÁ
del titolo per l'accesso all'universitaÁ nel Paese d'origine.
Le suddette certificazioni devono essere autenticate e legalizzate dall'autoritaÁ diplomatica o consolare Italiana presso il
Paese d'origine entro il 15 aprile di ogni anno (dopo tale data
le Rappresentanze Diplomatiche e Consolari non assicurano
la tempestiva concessione del visto di entrata per motivi di
studio).
9. La presentazione dell'Ordinario della Diocesi di provenienza
dello studente (e non, in alternativa, la semplice presentazione di un ecclesiastico) debitamente controfirmata dal
Nunzio Apostolico residente nel Paese di provenienza.
10. Per i laici: la dichiarazione di responsabilitaÁ o ``presa in carico'',
riguardante il pagamento di vitto, alloggio e spese mediche.
Su questa dichiarazione vi dovraÁ essere il nulla osta dell'Ordinario della Diocesi italiana di appartenenza del privato o
dell'Ente che la rilascia. In caso di dichiarazione di auto-mantenimento da parte dello studente, in calce al documento deve
essere apposto il visto del proprio Ordinario di origine.
11. A seguito della presentazione dei suddetti documenti la Segreteria potraÁ emettere, su richiesta dell'interessato, un certificato di pre-iscrizione, che dovraÁ essere autenticato dalla
Congregazione per l'Educazione Cattolica (Palazzo delle
Congregazioni - Piazza Pio XII, 3 - 00193 Roma) sia per il
visto di espatrio che per il permesso di soggiorno. [Su tale
certificato la Segreteria dovraÁ dichiarare di essere in possesso tanto della presentazione dell'Ordinario della Diocesi di
provenienza dello studente, quanto del nulla osta dell'Ordinario della Diocesi italiana di appartenenza del privato o
dell'Ente che ha rilasciato la dichiarazione di responsabilitaÁ
o ``presa in carico''].
12. La certificazione del domicilio compatibile con la frequenza
ai corsi.
DOCUMENTAZIONE
ULTERIORE RICHIESTA AGLI STUDENTI
ISCRITTI AL CICLO DI SPECIALIZZAZIONE:
AVITAMRON
13. Diploma originale del 1ë Titolo accademico in Teologia ±
Baccalaureato ± per gli ``uditori'' eÁ sufficiente la fotocopia.
14. Curriculum studi per il conseguimento del Baccalaureato
(solo per gli ``ordinari'').
15. Agli alunni che si iscrivono all'Indirizzo di Studi biblici eÁ richiesta l'attestazione delle lingue bibliche: ebraico biblico e
greco biblico (cfr. supra, pag. 173).
REGOLAMENTO RELATIVO ALLA CONOSCENZA DELLE LINGUE
STRANIERE
PRIMA LINGUA STRANIERA
A partire dall'anno accademico 2010-2011, per il conseguimento
del titolo di Baccalaureato in Teologia eÁ necessaria la conoscenza di una lingua ± oltre a quella materna ± a scelta tra le seguenti
lingue della ComunitaÁ Europea: francese, inglese, italiano, spagnolo o tedesco.
Per gli studenti di lingua italiana eÁ richiesta, entro il quinto anno
del Ciclo Istituzionale, una verifica della conoscenza della lingua
straniera, che consisteraÁ o in un test predisposto da un ente
certificatore riconosciuto o in una prova di lettura e traduzione
in una lingua a scelta tra francese, inglese, spagnolo o tedesco.
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale offre la possibilitaÁ
di seguire il corso (biennale) di tedesco e sostenere l'esame
conseguente (cfr. pag. 243).
Per essere esonerati dalla verifica occorre presentare un certificato che attesti la frequenza e il superamento dell'esame finale
di un corso, in una delle lingue indicate, di livello ``intermedio'' (B
1 del ``Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle Lingue'') secondo quanto approvato dal Consiglio di
FacoltaÁ del 16.4.2012.
Per gli studenti di lingua francese, inglese, spagnola o tedesca si
ritiene sufficiente la frequenza dell'intero ciclo di studi in lingua
italiana con il superamento dei relativi esami.
Gli studenti stranieri con lingua madre differente da quelle sopra
indicate dovranno verificare la lingua italiana tramite la regolare
35
frequenza dei corsi del Ciclo Istituzionale con relativi esami e una
lingua straniera a scelta tra francese, inglese, spagnolo o tedesco con le modalitaÁ indicate per gli studenti italiani.
Si precisa che tanto all'esame conclusivo del corso biennale di
tedesco, quanto alle verifiche delle altre lingue straniere, verranno assegnati 7 ECTS.
SECONDA LINGUA STRANIERA
Per il conseguimento della Licenza in Teologia eÁ necessaria la
conoscenza di una seconda lingua ± oltre a quella materna e a
quella studiata e verificata nel Ciclo Istituzionale in vista del
Baccalaureato ± scelta dallo studente tra le seguenti lingue della
ComunitaÁ Europea: francese, inglese, italiano, spagnolo o tedesco.
La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale offre la possibilitaÁ
di seguire il corso (biennale) di tedesco e sostenere l'esame
conseguente o frequentare altri corsi di lingua organizzati da
enti certificatori riconosciuti. Il livello da raggiungere eÁ quello
``intermedio'' (B 1) del ``Quadro Comune Europeo di Riferimento
per la conoscenza delle Lingue'' secondo quanto approvato dal
Consiglio di FacoltaÁ del 16.4.2012 e deve essere certificato da
un esame finale svolto presso lo stesso ente che ha organizzato
il corso.
Si precisa che tanto all'esame conclusivo del corso biennale di
tedesco, quanto alle verifiche delle altre lingue straniere, verranno assegnati 7 ECTS.
36
NORME PER GLI ESAMI
AVITAMRON
1. a) Le sessioni normali d'esame sono tre: giugno/luglio, settembre/ottobre, gennaio/febbraio.
b) In ogni sessione normale d'esame vi sono due appelli.
2. a) Per determinate materie il Consiglio di Sezione potraÁ accordare la facoltaÁ di colloqui da attuarsi nel corso dell'anno
scolastico in seguito ad accordo tra docente e studenti, purche non turbino la regolare frequenza alle lezioni.
b) Qualora si faccia oggetto di colloquio una parte a senso
compiuto del programma di una disciplina scolastica, il risultato di detto colloquio faraÁ media con il risultato d'esame
della restante materia.
3. a) Per poter essere iscritti a qualsiasi sessione d'esame eÁ
richiesta la frequenza ai corsi nella misura dei due terzi.
b) La Segreteria esercita il controllo della regolare frequenza,
mentre rimane al Professore il giudizio ultimo circa questa
materia a seguito di consultazione diretta del Segretario.
4. a) L'iscrizione agli esami si fa nei giorni prestabiliti, utilizzando i servizi on-line (Pagine Personali Studenti - PPS).
b) Chi regolarmente iscritto ad un esame intenda poi ritirarsi,
deve notificarlo alla Segreteria almeno 48 ore prima del giorno stabilito per l'esame tramite la propria PPS, e-mail ([email protected]), fax o comunicazione telefonica. In caso di
inadempienza verraÁ addebitata dalla Segreteria una mora
(cfr. quote scolastiche).
c) L'ordine e l'orario degli esami verraÁ fissato ed opportunamente notificato dalla Segreteria tramite avviso esposto nelle
bacheche della Sede.
d) Ogni esaminando deve trovarsi nell'aula d'esame mezz'ora
prima che abbia inizio l'appello dell'esame.
5. a) L'alunno puoÁ ritirarsi nel primo tempo dell'esame.
b) Nel caso in cui l'alunno, iniziato l'esame, preferisca non
condurlo a termine si scriveraÁ sul verbale «ritirato». Nel
caso in cui il docente valuti ``insufficiente'' la prova di esame,
si scriveraÁ sul verbale «non approvato». In questi casi l'alunno
ha il diritto di sostenere l'esame a partire dalla sessione successiva. Nel caso in cui l'alunno non superi l'esame per tre
volte, eÁ tenuto a rifrequentare il corso.
37
38
6. a) Il voto viene formulato collegialmente dalla Commissione
d'esame e comunicato all'alunno.
b) Il voto ha valore giuridico solo se vidimato dalla Segreteria.
7. a) Alunni del Ciclo di Specializzazione: hanno la possibilitaÁ di
sostenere gli esami dei singoli corsi entro l'anno accademico
successivo a quello in cui i corsi sono stati tenuti.
b) Gli alunni del Ciclo di Specializzazione sono tenuti a svolgere una Esercitazione scritta, preventivamente concordata
con un docente di un corso che si frequenta, la cui valutazione
saraÁ integrata a quella dell'esame del corso stesso. Copia
dell'Esercitazione scritta, della consistenza di circa 30 pagine, dovraÁ essere consegnata 15 giorni prima dell'esame sia al
Docente che alla Segreteria per la registrazione.
c) Alunni del Ciclo Istituzionale: per sostenere l'esame di Teologia fondamentale - II (vecchio piano degli studi) e Liturgia - II
eÁ necessario aver sostenuto rispettivamente l'esame di Teologia fondamentale - I e Liturgia - I.
Gli alunni del Ciclo Istituzionale, dopo il Triennio iniziale, potranno frequentare i corsi del Biennio finale; per sostenere gli
esami dei singoli corsi del Biennio dovranno peroÁ aver superato gli esami delle materie corrispondenti del Triennio.
d) In particolare, per sostenere gli Esami di Esegesi di Antico
Testamento e Nuovo Testamento devono avere precedentemente superato i relativi esami di Introduzione all'A.T. e al
N.T. e le lingue bibliche: Ebraico (per l'A.T.) Greco e Lettorato
di greco biblico (per il N.T.).
e) I corsi di Ebraico biblico (1ë Anno) e Greco biblico (2ë
Anno, obbligatorio per chi non eÁ in possesso di maturitaÁ classica) si concluderanno con un esame.
Il Lettorato di greco (3ë Anno) saraÁ obbligatorio per tutti e si
concluderaÁ con un esame.
f) Gli alunni del Ciclo Istituzionale devono presentare in Segreteria l'elaborato scritto dei Seminari svolti nei rispettivi
anni di corso entro 15 giorni dal termine del corso. La valutazione saraÁ consegnata dal Docente alla Segreteria entro il
mese successivo il termine di consegna degli elaborati.
g) Gli alunni del Ciclo Istituzionale ordinari, uditori e fuori
corso hanno tre anni di tempo per sostenere gli esami in giacenza dal termine della frequenza dei singoli corsi. Trascorso
detto periodo di tempo l'esame dei singoli corsi non potraÁ piuÁ
essere dato e pertanto l'alunno dovraÁ rifrequentare il corso.
AVITAMRON
h) Gli alunni del Ciclo Istituzionale devono sostenere, prima
della conclusione del Biennio finale, almeno due esami scritti
a scelta tra i corsi speciali di sistematica e di morale; inoltre
sono tenuti, nel quinquennio (a partire dal 2ë anno) alla regolare frequenza e conclusione dei due corsi opzionali previsti dal piano degli studi o di altri corsi opzionali scelti dall'alunno.
i) L'esame di Baccalaureato dovraÁ essere sostenuto entro
cinque anni dal compimento del quinquennio Istituzionale.
Decorso tale termine la domanda d'ammissione all'esame
saraÁ valutata, mediante un colloquio, da una apposita Commissione, la quale potraÁ stabilire la frequenza di corsi integrativi.
8. A partire dall'anno accademico 2011-2012, il Consiglio di FacoltaÁ ha stabilito che i seguenti corsi del Centro Studi di
SpiritualitaÁ (CSS) potranno essere omologati a corsi della
FacoltaÁ Teologica (previa richiesta degli Alunni interessati e
approvazione dei rispettivi Direttori di Sezione):
a) i due corsi di ``Introduzione alla Teologia spirituale'' e ``Teologia spirituale'' (pari a 6 ECTS) del CSS potranno essere
omologati al corso di ``Teologia spirituale'' (pari a 5 ECTS) del
II anno del Ciclo istituzionale.
b) i tre corsi base di ``Storia della spiritualitaÁ'' (antica, medievale, moderna e contemporanea) del CSS potranno essere omologati a corsi del Ciclo di specializzazione o a corsi
opzionali del Ciclo Istituzionale, secondo la misura per cui
due corsi del CSS (pari a 6 ECTS) equivalgono ad un corso
(pari a 3 ECTS) della FacoltaÁ Teologica.
NORME PER IL CONSEGUIMENTO
DEI GRADI ACCADEMICI
I - BACCALAUREATO
I requisiti per ottenere il Diploma di Baccalaureato sono:
a) avere frequentato presso la FacoltaÁ o in Seminari o Istituti
affiliati, il Ciclo Istituzionale ed avere subõÁto con successo
le verifiche di profitto prescritte, salvo il disposto degli
artt. 49 e 50 degli Statuti;
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b) avere composto un elaborato scritto che abbia ricevuto la
approvazione secondo le norme del Regolamento;
c) avere superato un esame accademico conclusivo su un
programma determinato dal Consiglio di Sezione e approvato dal Consiglio di FacoltaÁ, che accerti l'acquisita maturitaÁ teologica del candidato (le tematiche per l'Esame di
Baccalaureato in Teologia per l'anno accademico 20162017 sono pubblicate alle pp. 165-170).
REGOLAMENTO ESAME DI BACCALAUREATO
40
1. Natura dell'esame
a) L'esame accademico conclusivo di Baccalaureato in Teologia
eÁ di sua natura sintetico.
b) In conformitaÁ con questo suo carattere, esso fa riferimento
alla Teologia sistematica e alla Teologia morale, sulla base
dell'individuazione di un certo numero di capitoli sintetici, all'interno delle tematiche svolte nel quinquennio Istituzionale.
2. Contenuti dell'esame
a) I contenuti dell'esame vengono definiti da tematiche strutturate in: titolo e indicazioni orientative.
± Il titolo non fornisce una tesi da dimostrare, ma circoscrive
un discorso da svolgere o un problema da prospettare.
± Le indicazioni orientative si presentano in forma di sommario
dei punti importanti o caratteristici dell'argomento stesso.
b) Il testo delle tematiche non viene definito da questo Regolamento, ma viene riproposto ogni anno entro dicembre dai
Professori di sistematica e di morale del quinquennio Istituzionale, unitamente ai Rappresentanti degli alunni del quinto
anno, e con il coordinamento del Direttore di Sezione.
3. Norme per l'ammissione all'esame
a) L'ammissione all'esame accademico conclusivo di Baccalaureato presuppone il superamento di tutti gli esami prescritti,
la consegna della «tesina» scritta e la presentazione del «piano d'esame».
b) La «tesina» e il «piano d'esame» dovranno essere depositati in
Segreteria al momento dell'iscrizione all'esame orale di baccalaureato e in ogni caso almeno un mese prima dell'esame
stesso.
c) L'esame accademico conclusivo puoÁ essere sostenuto dagli
alunni del quinto anno Istituzionale che abbiano superato tutti
AVITAMRON
gli esami del curriculum e ricevuto una valutazione positiva
della tesina scritta.
d) L'esame di Baccalaureato dovraÁ essere sostenuto entro cinque anni dal compimento del quinquennio Istituzionale. Decorso tale termine, la domanda d'ammissione all'esame saraÁ
valutata, mediante un colloquio, da una apposita Commissione, la quale potraÁ stabilire la frequenza di corsi integrativi.
4. Norme circa la «tesina» scritta
a) La funzione della «tesina» eÁ di documentare una reale attitudine alla ricerca scientifica attraverso la comprensione del
pensiero di un autore o di un tema teologico.
b) L'argomento della «tesina» dovraÁ essere scelto d'accordo con
un docente del Ciclo Istituzionale della FacoltaÁ che guideraÁ lo
studente nella ricerca e valuteraÁ l'elaborato. Tale argomento
(o titolo) della tesina dovraÁ essere depositato in Segreteria
almeno sei mesi prima dell'iscrizione all'esame scritto di baccalaureato. Il Direttore di Sezione del Ciclo Istituzionale sovrintenderaÁ sulla pertinenza degli argomenti scelti dagli alunni
e i docenti della FacoltaÁ saranno informati sui titoli delle tesine
degli alunni ad ogni incontro del Consiglio dei Professori.
c) La «tesina» deve essere elaborata secondo i comuni criteri di
correttezza accademica e scientifica, in specie per quanto
riguarda il plagio.
d) La consistenza della «tesina» dovraÁ aggirarsi tra le 30-50 cartelle dattiloscritte.
e) Il momento dell'elaborazione puoÁ iniziare sul finire del quarto
anno del Ciclo Istituzionale.
5. Norme per lo svolgimento dell'esame
a) L'esame accademico conclusivo per il conseguimento del
Baccalaureato in Teologia consta di due prove, una scritta e
una orale.
b) Al momento dell'iscrizione all'esame orale il candidato deve
presentare in segreteria, oltre alla tesina scritta (una copia
stampata e una copia in formato digitale [pdf]), il piano
d'esame che contiene la rosa dei titoli scelti (uno per tematica) con le indicazioni orientative; deve altresõÁ indicare la
tematica scelta per l'esame scritto.
c) ModalitaÁ di svolgimento della prova scritta: al candidato verranno assegnati alcuni temi scelti all'interno della tematica
indicata. Tra questi, ne sceglieraÁ uno o piuÁ ± se espressamente indicato ± e avraÁ a disposizione 6 ore per lo svolgimento.
Per accedere all'orale il candidato dovraÁ aver superato positivamente la prova scritta. L'esito della prova verraÁ quanto
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prima comunicato attraverso la segreteria dal docente interessato con giudizio scritto, comprensivo del voto.
d) ModalitaÁ di svolgimento della prova orale: essa dureraÁ un'ora
articolandosi in due prove di circa 30 minuti ciascuna, che
verteranno su due titoli tratti dalla rosa di tematiche indicate
dal candidato nel piano d'esame. Le tematiche da svolgere
vengono comunicate al candidato 30 minuti prima della prova
orale.
e) La prova orale deve essere sostenuta non oltre la terza sessione successiva alla prova scritta. Decorso tale periodo il
candidato dovraÁ di nuovo sostenere l'esame scritto.
6. Commissione Esaminatrice
La Commissione Esaminatrice eÁ composta di almeno tre Professori del Ciclo Istituzionale.
7. Valutazione finale
a) La valutazione dell'esame accademico conclusivo di Baccalaureato eÁ data in trentesimi, e saraÁ l'espressione delle tre
seguenti componenti che incideranno secondo le relative percentuali:
± la media delle votazioni riportate dal candidato negli esami
del Ciclo Istituzionale, con incidenza del 60%;
± la votazione conseguita nella «tesina» scritta, con incidenza
del 20%;
± la votazione conseguita nell'esame accademico conclusivo
(scritto-orale con voto unico), con incidenza del 20%.
b) Per poter accedere al corso di Specializzazione, eÁ necessario
aver ottenuto nell'esame di Baccalaureato un voto a partire
da 24/30.
II - LICENZA SPECIALIZZATA
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I requisiti per ottenere il grado di Licenza specializzata sono:
a) avere frequentato presso la FacoltaÁ, dopo il conseguimento
del Baccalaureato, il 1ë biennio del Ciclo di Specializzazione ed avervi presentato i lavori personali prescritti e superato i controlli di profitto;
b) avere dimostrato competenza teologica nella specializzazione prescelta mediante un'apposita prova;
c) avere difeso una tesi manoscritta su un tema previamente
approvato dal Consiglio dei Professori, giudicata degna di
pubblicazione per il suo contributo, almeno parziale e iniziale, alla scienza teologica.
AVITAMRON
REGOLAMENTO PER IL CONSEGUIMENTO
DELLA LICENZA SPECIALIZZATA
1. Entro il termine del 1ë anno successivo alla conclusione del 1ë
biennio del Ciclo di Specializzazione e, in ogni caso, all'inizio del
lavoro di ricerca, l'alunno eÁ tenuto a depositare in Segreteria:
± il titolo della tesi concordato con il Docente scelto come relatore, insieme con un indice provvisorio, non vincolante, ma
che valga a determinarne con sufficiente chiarezza l'oggetto;
± un primo schema di definizione della «regione» del sapere
teologico entro il quale la tesi si colloca e che, costituendo il
contesto prossimo della ricerca monografica, deve essere
conosciuta specialisticamente dal candidato.
Eventuali eccezioni potranno essere valutate ed autorizzate
a giudizio del Preside (o del Direttore di Sezione).
2. Il titolo della tesi, saraÁ sottoposto all'approvazione del Direttore di Sezione, dietro presentazione dell'alunno della documentazione di cui al punto n. 1; tale documentazione dovraÁ
essere accompagnata da una domanda scritta del Docente
relatore della tesi al Direttore di Sezione, che illustri titolo e
argomento della tesi e che motivi la richiesta di approvazione.
3. Successive variazioni della definizione del tema, che la giaÁ
intrapresa ricerca dovesse suggerire e che mutino sostanzialmente gli obiettivi della tesi stessa, saranno soggette alla
medesima disciplina.
4. La definizione della «regione» del sapere teologico avverraÁ
mediante:
a) la formulazione di alcuni temi (quattro o cinque);
b) l'indicazione di una bibliografia essenziale.
5. Lo studio effettivo di tale regione teologica da parte del candidato dovraÁ logicamente precedere la ricerca monografica e
orientare la medesima.
43
6. La prova prevista dagli Statuti all'art. 43, § 1.b) con l'espressione «aver dimostrato competenza teologica nella specializzazione prescelta mediante un'apposita prova», si svolgeraÁ nella
maniera seguente:
6.1. Quarantotto ore prima dell'esame i tre relatori di tesi
proporranno al candidato un tema rientrante nella «regione»
di cui sopra. Il tema potraÁ essere variamente concepito: status quaestionis su un argomento controverso, recensione critica di un articolo, abbozzo di sviluppo teorico di una tesi
teorica, o simili. La scelta del tema terraÁ conto dell'obiettivo
dell'esame, che eÁ quello di accertare non tanto un sapere
precedentemente memorizzato, quanto una capacitaÁ del candidato di sviluppare un'esposizione all'interno della regione
assegnata servendosi di tutti gli strumenti bibliografici pertinenti.
6.2. L'effettivo svolgimento della prova si articoleraÁ nei due
momenti:
a) esposizione del candidato, contenuta nel margine massimo
di 30 minuti;
b) discussione con i relatori di tesi, che proporranno al candidato eventuali obiezioni o domande di chiarimento su quanto
esposto, e comunque su quanto attiene al tema proposto.
7. Le percentuali di concorso delle diverse votazioni a stabilire il
voto complessivo di Licenza sono: 40% il voto della tesi scritta; 10% il voto della difesa della tesi; 30% la media della
votazione dei corsi; 20% la votazione riportata nell'esame di
Licenza.
8. La Tesi di Licenza dovraÁ essere depositata presso la Segreteria in 4 copie rilegate e una copia in formato digitale (pdf)
entro due mesi precedenti la Sessione d'Esame (escludendo i
periodi di sospensione dell'attivitaÁ accademica) prevista per
la discussione.
9. La discussione della Tesi di Licenza dovraÁ essere sostenuta
entro 5 anni accademici a partire dalla conclusione dell'ultimo
corso frequentato come alunno ordinario del Ciclo di Specializzazione. Decorso tale periodo, eÁ riservata al Preside la fa-
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coltaÁ di concedere eventuali deroghe.
10. Dopo la discussione della Tesi di Licenza il candidato eÁ tenuto a depositare in Segreteria una sintesi del suo lavoro
non piuÁ lunga di una cartella dattiloscritta, per la pubblicazione sull'Annuario Accademico.
III - DOTTORATO
REGOLAMENTO PER IL CONSEGUIMENTO
DEL DOTTORATO IN TEOLOGIA
AVITAMRON
1. Il terzo ciclo di studi, per il conseguimento del grado di Dottorato, eÁ fondamentalmente occupato dal lavoro di ricerca,
volto alla redazione della tesi, quindi alla sua discussione e
pubblicazione. EÁ richiesta la frequenza della FacoltaÁ Teologica per la partecipazione a lavori di tipo seminariale (cfr. Statuti, art. 45 § 1.a) e, previo accordo con il Direttore di Ciclo,
eventualmente anche a quei corsi di insegnamento che siano
riconosciuti come convenienti in rapporto alle esigenze di
preparazione del lavoro di ricerca, tenuto conto del curriculum di studi precedente dello Studente.
2. Il Candidato all'ammissione all'esame di Dottorato deve presentare richiesta al Direttore di Ciclo, tramite la Segreteria
della FacoltaÁ, allegando:
± Un curriculum (in formato internazionale) con indicazione
dettagliata degli studi compiuti, delle eventuali pubblicazioni e/o incarichi di insegnamento, della competenza (anche solo ``passiva'') di almeno due lingue straniere. Per
quanto riguarda la specificazione della competenza linguistica, i referenti della valutazione si riservano di includere
fra gli elementi di giudizio la congruenza delle competenze
dichiarate con il tema di ricerca.
± La presentazione da parte di un Docente della FacoltaÁ che
attesti l'idoneitaÁ del Candidato.
± Il tema del proprio progetto di ricerca, unitamente ad un
elaborato scritto (di almeno 15 cartelle) che specifichi le
ragioni della scelta dell'argomento, l'indicazione della sua
collocazione nell'ambito della produzione scientifica; gli
elementi di originalitaÁ e di incremento della conoscenza
che giustificano l'impianto della ricerca; la presentazione
ragionata (fonti e letteratura secondaria) dei principali testi di riferimento; l'elenco bibliografico della letteratura
secondaria consultata.
3. Il Candidato al terzo Ciclo di studi in possesso di Licenza
conseguita presso un'altra FacoltaÁ teologica, dovraÁ esibire: il
curriculum (come al punto 2); la presentazione da parte di un
Docente presso la FacoltaÁ teologica frequentata; una copia
della tesi di Licenza. All'atto dell'iscrizione, il Candidato sostiene un colloquio con il Direttore di Ciclo, unitamente al
45
46
Coordinatore dell'area teologica entro la quale il Candidato
progetta di svolgere la propria tesi di Dottorato. Il Direttore
di Ciclo determina la frequenza dei corsi di specializzazione
riconosciuti come convenienti, in rapporto alle esigenze di
preparazione previa al lavoro di ricerca e al curriculum precedente dei suoi studi. Il numero di tali corsi saraÁ indicativamente di almeno tre, dei quali sosterraÁ i rispettivi colloqui
d'esame. Per conseguire l'idoneitaÁ al Dottorato, la media
degli esami non dovraÁ essere inferiore a 24/30. Nella scelta
dei corsi si terraÁ conto dell'area teologica entro la quale il
Candidato progetta di svolgere la propria tesi di Dottorato. Il
piano degli studi cosõÁ concepito viene sottoposto all'approvazione del Preside.
Dopo aver ottemperato a queste condizioni, il Candidato
potraÁ presentare il proprio progetto di ricerca, unitamente
ad un elaborato scritto, come al punto 2.
4. La documentazione attinente al progetto di ricerca verraÁ
sottoposta all'approvazione di un collegio di Professori (almeno tre), individuato dal Direttore del Ciclo tra tutti i Docenti della FacoltaÁ.
± I Docenti daranno conferma scritta del loro parere, positivo o negativo, con breve indicazione di merito, aggiungendo suggerimenti per l'integrazione di eventuali lacune.
± Il parere deve essere consegnato alla Segreteria, che
provvederaÁ ad inoltrarlo al Direttore di Ciclo, al quale
spetta la formulazione del giudizio sintetico, sulla base
della maggioranza dei pareri. La valutazione deve essere
prodotta entro sessanta giorni dal ricevimento della documentazione.
5. In caso di parere negativo, il Candidato ha facoltaÁ di ripresentare il progetto, integrato secondo i suggerimenti ricevuti, una sola volta, non prima di sessanta giorni dalla data di
ricevimento delle valutazioni, per il tramite della Segreteria.
6. In caso di parere positivo, entro trenta giorni dalla data di
recezione, il Direttore di Ciclo, in accordo con il Preside,
assegna il patrocinio della ricerca a due Docenti, competenti
nella materia.
± Il primo Relatore eÁ scelto fra i Docenti (anche esterni)
segnalati dal Candidato; il secondo Relatore eÁ designato
dal Direttore del Ciclo fra i Docenti della FacoltaÁ. La segnalazione dei Docenti da parte del Candidato avviene
AVITAMRON
mediante comunicazione scritta alla Segreteria, successivamente alla notifica dell'avvenuta approvazione.
7. a) Il progetto di ricerca depositato rimarraÁ riservato al Candidato per cinque anni; trascorso tale termine il titolo dovraÁ essere di nuovo depositato.
b) Ogni Candidato al Dottorato daraÁ periodica relazione dei
risultati della propria ricerca nel quadro di appositi incontri di carattere seminariale presieduti dal Direttore di Ciclo, ai quali sono tenuti a partecipare tutti i Dottorandi e i
rispettivi Relatori di tesi.
c) Il Candidato dovraÁ rinnovare l'iscrizione all'inizio di ogni
anno accademico, fino al conseguimento del titolo; in caso
contrario, saraÁ presunta la sua intenzione di abbandonare
la ricerca.
8. La tesi di Dottorato deve avere le caratteristiche di un lavoro
scientifico compiuto, sia sotto il profilo del metodo impiegato
che sotto quello di proporzionale compiutezza per rapporto al
tema scelto. Pur nella consapevolezza dell'impossibilitaÁ a
tradurre tali requisiti in precisi termini quantitativi, viene precisato che la consistenza del lavoro deve essere quella di
un'opera monografica e deve percioÁ raggiungere indicativamente la consistenza di almeno 300 cartelle dattiloscritte
(2000 battute circa per pagina).
9. Almeno sei mesi prima della prevista consegna dell'elaborato scritto, il Candidato dovraÁ esibire, secondo il modulo fornito dalla Segreteria, la certificazione di avanzato stato di
elaborazione, debitamente controfirmato dai due Relatori
stabiliti.
10. Al compimento dell'elaborato, il Candidato depositeraÁ sei
copie rilegate della tesi e una copia in formato digitale
(pdf) facendo domanda di essere ammesso alla difesa solenne. La domanda del Candidato dovraÁ essere accompagnata dal consenso scritto dei Relatori e dalla dichiarazione
di originalitaÁ del testo. La tesi deve essere depositata almeno due mesi prima della sessione d'esami (escludendo i periodi di sospensione dell'attivitaÁ accademica) nella quale il
Candidato chiede d'essere ammesso alla difesa solenne.
Il Direttore del Ciclo provvede alla nomina della Commissione di Dottorato, indicando come Correlatore aggiunto un
Professore della FacoltaÁ o proveniente da altra FacoltaÁ o
Istituto universitario.
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± I Relatori ed il Correlatore designati presentano la prevista
relazione scritta e la loro proposta di voto. Il criterio per
tale giudizio eÁ l'idoneitaÁ del lavoro alla pubblicazione; il
giudizio stesso dovraÁ essere formalizzato mediante un
voto in trentesimi. Il giudizio dei Relatori e del Correlatore
saraÁ depositato in Segreteria e conservato in Archivio. Il
periodo di tempo massimo entro il quale esso dovraÁ essere
depositato in Segreteria eÁ di un mese dalla consegna dell'elaborato.
11. La decisione definitiva circa l'effettiva ammissione del Candidato alla difesa solenne eÁ presa dal Preside della FacoltaÁ
Teologica sulla base del giudizio favorevole e concorde dei
due Relatori e del Correlatore. Qualora manchi tale accordo,
il Preside convocheraÁ i due Relatori, il Correlatore e il Direttore di Ciclo e si decideraÁ collegialmente circa l'ammissione
o meno del Candidato ed eventualmente circa il supplemento di lavoro richiesto.
12. La Commissione giudicatrice di fronte alla quale il Candidato
difenderaÁ la propria tesi eÁ costituita dai due Relatori, dal
Correlatore e da un Presidente, nella persona del Preside
o di un suo delegato e dai Professori Ordinari, Straordinari
e Incaricati che vogliano farne parte.
Il Candidato ha a sua disposizione un tempo massimo di 30
minuti per illustrare ± in lingua italiana ± gli obiettivi, i criteri
e i risultati raggiunti dalla sua ricerca. Successivamente
esprimeranno la loro valutazione sintetica sulla ricerca i
due Relatori ed il Correlatore. Essi, come pure ogni altro
membro della Commissione, potranno anche proporre al
candidato rilievi analitici e richieste di chiarimenti ulteriori.
Questi avraÁ la possibilitaÁ di rispondere distintamente a ciascun intervento.
13. La valutazione finale della tesi terraÁ conto dei voti espressi
sull'elaborato scritto dai tre Relatori e del voto espresso
collegialmente sulla discussione orale, nella ragione del
25% per ciascun voto.
14. a) Dopo la discussione solenne il Candidato che abbia ottenuto l'approvazione depositeraÁ in Segreteria una sintesi
del suo lavoro non piuÁ lunga di una cartella dattiloscritta,
per la pubblicazione sull'Annuario Accademico.
b) Per l'effettivo conseguimento del titolo e del diploma di
Dottorato eÁ richiesta la pubblicazione della dissertazione
secondo le norme stabilite dalla Congregazione per l'Edu-
AVITAMRON
cazione Cattolica. In ordine a tale pubblicazione, il Candidato dovraÁ tenere conto delle osservazioni espresse dai
due Relatori e dal Correlatore in sede di discussione di
tesi ed eventualmente consegnate per iscritto allo stesso.
La verifica di tale ottemperanza, come pure l'approvazione dell'eventuale scelta di pubblicazione soltanto parziale, dovraÁ essere espressa dalla Commissione giudicatrice.
c) La tesi pubblicata saraÁ consegnata in Segreteria in cinquanta copie, portanti nell'intestazione l'indicazione che
la tesi eÁ stata discussa presso la FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale e il relativo numero di serie.
15. Per l'impegno di revisione dei progetti e delle tesi, e la partecipazione alle Commissioni, ai Docenti viene riconosciuto
un gettone forfettario di partecipazione.
IV - NORME SUL PLAGIO
1. Il plagio, ossia l'attribuzione a se della proprietaÁ intellettuale
del testo o del contenuto di un'opera altrui, in qualunque sua
parte, eÁ una mancanza contro la giustizia e la veritaÁ.
2. Nell'ambito degli studi accademici, il plagio consiste piuÁ spesso nell'inclusione in un'opera scritta di un testo preso da un
altro autore senza la consueta indicazione e il riferimento preciso alla fonte.
3. Il plagio riguarda soprattutto le produzioni definitivamente
consegnate dallo studente come prova accademica, in particolare elaborati di fine ciclo, ma anche elaborati, esami scritti
e relazioni seminariali (comprese le prove intermedie eventualmente richieste dal docente). In uno scritto ancora in fase di
elaborazione e dato dallo studente al docente per una provvisoria valutazione, anche se non si configura il plagio nel senso
sopra descritto, viene leso comunque il rapporto di lealtaÁ.
4. Esistono vari tipi di plagio, che, in ordine di gravitaÁ decrescente, consistono
(1ë) nel presentare come proprio un testo altrui, comunque
ottenuto, fosse anche con il consenso dell'autore;
(2ë) nel citare qualche passo (anche breve o tradotto) di un
testo altrui senza presentarlo come citazione (ad esempio, omettendo le virgolette e l'ubicazione bibliografica, o
anche solo le virgolette);
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(3ë) nel parafrasare un testo altrui, senza indicarne la fonte,
quando tale parafrasi appaia dolosamente intenzionale, e
non semplicemente occasionale.
Á
5. E invece ammessa l'utilizzazione di informazioni o acquisizioni
che sono, nel nostro contesto, patrimonio comune della cultura generale e accademica, o sono reperibili negli strumenti di
consultazione piuÁ usati; si raccomanda comunque di indicare
sempre, per quanto possibile, le fonti a cui si eÁ fatto ricorso.
6. Commettendo un plagio, uno studente viola i doveri di giustizia e di lealtaÁ nei confronti dei professori e dei propri colleghi
di studio, ma soprattutto viene meno allo scopo della formazione accademica, che punta all'onestaÁ intellettuale, alla competenza autonoma di ricerca ed espressione e all'originalitaÁ
del pensiero, al servizio della veritaÁ.
7. a) Se il plagio riguarda l'elaborato conclusivo di un ciclo, il
lavoro saraÁ annullato e in modo particolare potraÁ essere
applicata la sanzione di sospendere lo studente dal diritto
di presentare un altro elaborato per almeno un semestre.
b) Se il plagio eÁ scoperto in una dissertazione di dottorato,
oltre l'annullamento di essa, lo studente puoÁ anche essere
espulso dall'UniversitaÁ.
c) Se il plagio riguarda la prova finale o una prova intermedia
di un corso o seminario, l'esame saraÁ annullato e potraÁ
essere applicata la sanzione aggiuntiva che la valutazione
finale non possa essere superiore a 18 punti su 30.
d) Se il plagio riguarda la tesi di licenza o la dissertazione di
dottorato ed eÁ scoperto dopo il conferimento del grado
accademico, il lavoro saraÁ annullato; il che comporta l'annullamento del grado conferito, di cui si daraÁ comunicazione allo studente e alla Congregazione per l'Educazione
Cattolica.
8. In generale, gli studenti ricordino che il lavoro accademico non
consiste semplicemente nel fornire informazioni o interpretazioni, ma nel reperirle metodicamente, vagliarle criticamente,
rielaborarle personalmente, cosõÁda favorire la creativa ricerca
ed esposizione della veritaÁ, e, almeno nel terzo ciclo, l'accrescimento del sapere. A tal fine, i professori che dirigono tesi o
dissertazioni non accetteranno lavori giaÁ pienamente definiti e
strutturati, ma assegneranno ogni volta temi o approcci per
quanto possibile nuovi e interverranno con suggerimenti e
AVITAMRON
correzioni per far crescere organicamente la ricerca dello studente.
9. Il candidato alla fine di ogni ciclo assieme al suo elaborato
consegneraÁ, sottoscrivendo un modulo appositamente predisposto, una dichiarazione in cui garantisce di essere l'autore
dell'intero testo consegnato, conformemente a queste indicazioni.
V - NORME PER LA CONSULTAZIONE DELLE TESI DI BACCALAUREATO, LICENZA E DOTTORATO NON PUBBLICATE O PARZIALMENTE PUBBLICATE
Le tesi (Baccalaureato, Licenza e Dottorato) non pubblicate o
pubblicate in parte possono essere date in consultazione (qualora l'Autore della tesi abbia concesso il permesso) per un tempo
non superiore ad una giornata (secondo gli orari di Ufficio di
Segreteria e della Biblioteca), in una apposita ``Sala consultazione'' della Biblioteca, dietro presentazione di una richiesta scritta
(da compilarsi su un modulo reperibile in Segreteria di FacoltaÁ)
firmata dal richiedente.
Il richiedente deve altresõÁ sottoscrivere il proprio impegno a non
trascrivere o riprodurre in alcun modo parte delle tesi.
La richiesta va corredata da un documento di riconoscimento.
RICONOSCIMENTO AGLI EFFETTI CIVILI
IN ITALIA DEI TITOLI ACCADEMICI ECCLESIASTICI
Á TEOLOGICA
RILASCIATI DALLA FACOLTA
DELL'ITALIA SETTENTRIONALE
I titoli accademici di Baccalaureato Licenza e Dottorato in S.
Teologia rilasciati dalla «FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale» sono di diritto pontificio. Agli effetti civili hanno valore
secondo i Concordati, le Legislazioni vigenti nei vari Stati, e le
norme particolari delle singole UniversitaÁ o Istituti Universitari.
La situazione oggi vigente in Italia, salvi sempre i poteri discrezionali dei singoli Consigli di FacoltaÁ degli Atenei e Istituti Universitari, eÁ la seguente:
«I titoli accademici in teologia e nelle altre discipline ecclesiastiche, determinate d'accordo tra le Parti, conferiti dalle FacoltaÁ
approvate dalla Santa Sede, sono riconosciuti dallo Stato» (art.
51
10, 2 della Legge 25.III.1985, n. 121, pubblicata nel Suppl. ordinario alla «Gazzetta Ufficiale» n. 85 del 10 aprile 1985).
Con Decreto del Presidente della Repubblica, 2 febbraio 1994,
n. 175, viene approvata l'Intesa Italia-Santa Sede per il riconoscimento dei titoli accademici pontifici («Gazzetta Ufficiale» n.
62 del 16.3.1994).
Pertanto (art. 2) «I titoli accademici di baccalaureato e di licenza
nelle discipline di cui all'art. 1 (Teologia e Sacra Scrittura) conferiti dalle FacoltaÁ approvate dalla Santa Sede, sono riconosciuti, a richiesta degli interessati, rispettivamente come diploma
universitario e come laurea».
Inoltre i titoli accademici di Baccalaureato, Licenza e Dottorato
sono riconosciuti validi ai fini dell'insegnamento della religione
cattolica nella scuola pubblica secondo le nuove norme dell'Intesa tra M.P.I. - C.E.I. A seguito poi dell'Intesa MIUR - C.E.I. del
28 giugno 2012, nel curriculum degli studi, dovranno risultare
anche i corsi di: Pedagogia generale, Didattica generale dell'IRC; IRC della scuola pubblica e Tirocinio didattico (cfr. supra,
pp. 80-81).
La Licenza e il Dottorato in S. Teologia sono riconosciuti validi, se
vidimati dalle competenti AutoritaÁ Ecclesiastiche e Civili, per:
1. L'immatricolazione nelle UniversitaÁ e Istituti Universitari statali e liberi. Ai fini di esenzioni da frequenze e abbreviazioni di
corsi universitari, a discrezione delle AutoritaÁ Accademiche,
anche i certificati originali degli studi compiuti devono essere
preventivamente vidimati e legalizzati (Circolare M.P.I. del 210-1971, n. 3787).
2. La partecipazione a Concorsi dove eÁ richiesta una Laurea o
Laurea Magistrale senza specificazione di disciplina.
Per le vidimazioni si richiede una domanda, nella quale si specifichi lo scopo cui serviraÁ il Diploma o Attestato.
52
Le vidimazioni richieste per l'Italia sono le seguenti:
1. Congregazione per l'Educazione Cattolica (Piazza Pio XII,
3 - Roma).
2. Segreteria di Stato di Sua SantitaÁ (Palazzo Apostolico Vaticano).
3. Nunziatura Apostolica in Italia (Via Po, 27 - Roma).
4. Prefettura di Roma - Uff. legalizzazioni (Via Ostiense 131 L).
Inoltre per le altre Nazioni:
5. Ambasciata della Nazione presso la S. Sede o presso il
Governo Italiano (a seconda delle procedure).
PiuÁ dettagliatamente la procedura per il riconoscimento dei titoli
prevede i seguenti passaggi:
AVITAMRON
a) Richiedere alla Segreteria della FacoltaÁ il certificato originale
di Baccalaureato o di Licenza con l'elenco degli esami sostenuti. Assicurarsi che il certificato contenga le seguenti dichiarazioni:
a1) Per il Baccalaureato in Teologia: «con riferimento a quanto previsto dal D.P.R. n. 175 del 2 febbraio 1994, si certifica che la didattica complessiva per il conseguimento
del titolo Baccalaureato non eÁ inferiore a 13 annualitaÁ. Si
dichiara inoltre che a seguito delle innovazioni introdotte
nell'ordinamento didattico universitario italiano con il
D.M. 509/99 e successivamente con il D.M. 270/2004
i crediti acquisiti relativamente al Baccalaureato in Teologia corrispondono rispettivamente ai 180 crediti necessari per il conseguimento della Laurea nell'Ordinamento
universitario italiano».
a2) Per la Licenza in Teologia: «con riferimento a quanto previsto dal D.P.R. n. 175 del 2 febbraio 1994, si certifica
che la didattica complessiva per il conseguimento del
titolo di Licenza non eÁ inferiore a 20 annualitaÁ. Si dichiara
inoltre che a seguito delle innovazioni introdotte nell'ordinamento didattico universitario italiano con il D.M.
509/99 e successivamente con il D.M. 270/2004 i crediti
acquisiti relativamente al Baccalaureato in Teologia corrispondono rispettivamente ai 180 crediti necessari per il
conseguimento della Laurea nell'Ordinamento universitario italiano. Inoltre i crediti acquisiti con il grado successivo al Baccalaureato, cioeÁ la Licenza, corrispondono
rispettivamente ai 120 crediti necessari per il conseguimento della Laurea Magistrale nell'ordinamento universitario italiano. Pertanto il totale dei crediti acquisiti per
la Licenza in Teologia eÁ di 300».
b) Recarsi presso la Congregazione per l'Educazione Cattolica
(Piazza Pio XII, n. 3) muniti dei seguenti documenti: originale
del diploma e fotocopia da autenticare; certificato degli anni
di iscrizione, degli esami sostenuti e delle eventuali convalide, con i relativi voti e fotocopia; richiesta di riconoscimento
del titolo da parte del competente Ordinario (Vescovo o Su-
53
periore/a Provinciale) ± solo per ecclesiastici o religiosi ±;
domanda in carta semplice, indirizzata al Ministero dell'UniversitaÁ e della Ricerca Scientifica. Qualora si volesse che
l'intera procedura venga attuata dagli officiali della Congregazione, si dovraÁ provvedere con una quota aggiuntiva e attendere i tempi necessari per tale procedura.
c) Recarsi presso la Segreteria di Stato della S. Sede (Palazzo
Apostolico Vaticano) con la copia autenticata del diploma e
del certificato degli esami per ottenere l'autentica delle firme.
d) Recarsi presso la Nunziatura Apostolica in Italia (Via Po, 27)
con due atti per ottenere il visto.
e) Recarsi presso la Prefettura di Roma, ufficio Bollo (Via
Ostiense 131 L) per ottenere la vidimazione.
f) Consegnare il tutto, opportunamente trattenendone fotocopia, corredato da domanda in carta semplice, presso il Ministero dell'UniversitaÁ e della Ricerca Scientifica - Ufficio Riconoscimenti Via Carcani, 61.
Gli studenti stranieri sono tenuti a recarsi:
1) alla rispettiva Ambasciata presso la S. Sede, dopo essersi
recati presso la Congregazione per l'Educazione Cattolica e
presso la Segreteria di Stato;
2) oppure al Consolato della rispettiva nazione facendo prima
vidimare i documenti presso la Congregazione per l'Educazione
Cattolica, la Segreteria di Stato, la Nunziatura Apostolica presso lo Stato italiano e la Prefettura di Roma.
Á TEOLOGICA
STATUTI DELLA FACOLTA
DELL'ITALIA SETTENTRIONALE
Á
TITOLO I - IL FINE E LA STRUTTURA GENERALE DELLA FACOLTA
54
Art. 1 - La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale eÁ promossa
dalle Conferenze Episcopali ligure, lombarda, piemontese e triveneta. Altre Conferenze Episcopali regionali potranno associarsi a paritaÁ di diritti e di obblighi.
Art. 2 - Fine della FacoltaÁ eÁ la promozione degli studi nelle discipline sacre approfondendo anzi tutto la conoscenza scientifica
della Rivelazione cristiana e di cioÁ che con essa eÁ collegato,
enucleando sistematicamente le veritaÁ ivi contenute, considerando alla loro luce i nuovi problemi emergenti e ricercando le
AVITAMRON
forme ottimali per presentare le veritaÁ teologiche agli uomini del
nostro tempo; l'approfondimento dell'incontro tra la cultura religiosa e la cultura profana; la qualificazione scientifica dei propri
alunni; la preparazione dei docenti specializzati; l'intensificazione dei rapporti con altri centri di studi teologici; l'aiuto efficace
alle Chiese locali e a quella universale nell'opera di evangelizzazione e in quella ecumenica.
Art. 3 - § 1. La FacoltaÁ persegue il suo fine anzi tutto mediante
l'istituzione di corsi accademici del primo Ciclo e di corsi superiori di specializzazione, la promozione di ricerche e di pubblicazioni scientifiche, nonche l'organizzazione di congressi di studio.
§ 2. I corsi del primo Ciclo sono attuati presso la Sede Centrale e nelle Sezioni Parallele della FacoltaÁ; i corsi di Specializzazione (2ë e 3ë Ciclo), organizzati in diversi Settori, hanno
luogo nella Sede Centrale della FacoltaÁ. La FacoltaÁ si riserva
di organizzare particolari Indirizzi di Specializzazione anche
nelle Sezioni Parallele di sua competenza.
§ 3. La FacoltaÁ Teologica organizza, presso la Sede Centrale,
due Settori di Specializzazione: in Teologia Fondamentale e
Dogmatica e in Teologia Morale e Pastorale. Ciascun Settore
puoÁ suddividersi in piuÁ Indirizzi di studio con proprio programma.
§ 4. In vista della Specializzazione nelle materie connesse, altri
Istituti scientifici potranno essere aggregati e incorporati a
norma dell'art. 63 della Costituzione Apostolica Sapientia
Christiana.
§ 5. La FacoltaÁ Teologica, al fine di valorizzare ed incrementare
il livello degli studi in alcuni Seminari o Istituti che presentano
condizioni favorevoli a tale scopo, stabilisce con essi un rapporto di affiliazione secondo le norme fissate dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica.
TITOLO II - LE PERSONE
1) La comunitaÁ accademica e il suo governo
Art. 4 - Gran Cancelliere della FacoltaÁ eÁ il Vescovo della Sede
Centrale della FacoltaÁ.
I compiti del Gran Cancelliere sono quelli indicati negli artt. 12 e
13 § 1 della Costituzione Apostolica Sapientia Christiana e nell'art. 8 delle Norme Applicative; in particolare:
a) promuove l'impegno scientifico e procura che la dottrina
cattolica sia integralmente custodita;
55
56
b) conferisce o revoca l'autorizzazione ad insegnare o la missione canonica ai Docenti;
c) informa la Congregazione per l'Educazione Cattolica circa
gli affari piuÁ importanti e invia ad essa, ogni tre anni, una
relazione particolareggiata intorno alla situazione accademica, morale ed economica della FacoltaÁ.
Art. 5 - § 1. Le Conferenze Episcopali esercitano la loro autoritaÁ
sulla FacoltaÁ per il tramite di una Commissione Episcopale composta da due membri delegati per Regione.
§ 2. La Commissione eÁ presieduta dal Gran Cancelliere, il
quale eÁ assistito da un Vice-Presidente eletto dai membri della
Commissione Episcopale tra i Vescovi delegati delle Regioni.
§ 3. I membri elettivi della Commissione durano in carica
quattro anni.
§ 4. La Commissione tiene contatti utili con la FacoltaÁ, con i
suoi organi di governo, con i Consigli, con i Docenti e con gli
Alunni. Ad essa in particolare spetta: proporre la modifica
degli Statuti; prendere le decisioni riguardanti le iniziative
accademiche fondamentali; conoscere i bilanci e fare proposte relative; designare i Professori ordinari e straordinari a
norma dei presenti Statuti; approvare le richieste di aggregazione e incorporazione di Istituti scientifici e di affiliazione da
sottoporre alla Congregazione per l'Educazione Cattolica.
Art. 6 - § 1. Le AutoritaÁ accademiche interne sono collegiali e
personali.
Sono AutoritaÁ collegiali:
[...]
b) il Consiglio di FacoltaÁ;
c) il Consiglio dei Professori;
d) il Consiglio di Sezione;
e) il Consiglio di Amministrazione.
Sono AutoritaÁ personali:
a) il Preside;
b) il Vice-Preside;
c) i Direttori di Sezione.
§ 2. Perche le deliberazioni dei Consigli siano valide eÁ necessario:
a) che tutti gli aventi diritto siano stati legalmente convocati
almeno cinque giorni prima;
b) che i presenti siano almeno i due terzi degli aventi diritto;
AVITAMRON
c) che le deliberazioni siano state prese a maggioranza assoluta dei voti validi e, quando riguardano persone, a scrutinio
segreto.
§ 3. Tutte le deliberazioni dei Consigli dovranno essere comunicate ai rispettivi membri.
Art. 7 [...]
Art. 8 - § 1. Il Preside della FacoltaÁ viene nominato dalla Commissione Episcopale su presentazione di una terna proposta dal
Consiglio di FacoltaÁ, sentito il parere, dato per votazione a scrutinio segreto, dei singoli Professori ordinari, straordinari e incaricati della FacoltaÁ. Egli emette la professione di fede nelle mani
del Gran Cancelliere. Dura in carica quattro anni e puoÁ essere
rieletto immediatamente una sola volta. La nomina del Preside ±
fatta dalla Commissione Episcopale ± deve essere confermata
dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica, a norma dell'Art. 18 della Costituzione Apostolica Sapientia Christiana.
§ 2. Il Preside sta a capo della FacoltaÁ e i suoi compiti sono
quelli indicati dall'art. 14 delle Norme Applicative della Costituzione Apostolica Sapientia Christiana.
§ 3. Il Preside convoca e presiede il Consiglio di FacoltaÁ e il
Consiglio dei Professori e prepara annualmente una relazione
sulla vita e l'attivitaÁ della FacoltaÁ che, approvata dal Consiglio
di FacoltaÁ, saraÁ sottoposta alla Commissione Episcopale. Invia una relazione annuale anche alla Congregazione per l'Educazione Cattolica.
§ 4. Il Preside deve essere invitato alle riunioni di tutti i Consigli delle Sezioni Parallele, quando si tratta dei programmi e
dell'ordinamento generale della FacoltaÁ.
Art. 9 - § 1. Nell'esercizio delle sue funzioni il Preside eÁ assistito
da un Vice-Preside, nominato dal Gran Cancelliere, su proposta
del Consiglio dei Professori, d'accordo col Preside.
§ 2. Il Vice-Preside sostituisce il Preside impedito, ed esercita
le funzioni previste dai presenti Statuti o a lui espressamente
delegate, e riferisce al Preside su ogni attivitaÁ compiuta.
§ 3. Il Vice-Preside dura in carica quattro anni, ed eÁ rieleggibile una sola volta.
Art. 10 - § 1. Le singole Sezioni Parallele per quanto riguarda gli
studi, sono governate da un proprio Direttore, nominato secondo
i propri Regolamenti ed approvato dal Consiglio di FacoltaÁ.
§ 2. I Direttori di Sezione presiedono il Consiglio delle rispettive Sezioni, esercitano le funzioni previste dagli Statuti e
57
58
curano particolarmente il coordinamento dei programmi ed i
piani di studio degli alunni.
Art. 11 - § 1. Il Consiglio di FacoltaÁ eÁ composto:
a) dal Preside;
b) dal Vice-Preside;
c) dai Direttori di Sezione;
d) da tutti i professori Ordinari e Straordinari;
e) da tre rappresentanti dei Professori incaricati e degli assistenti;
f) dal Bibliotecario;
g) da una rappresentanza degli alunni nella misura di un quinto dei membri del Consiglio di FacoltaÁ.
§ 2. Il Consiglio di FacoltaÁ si riunisce su convocazione del
Preside, o di propria iniziativa, o su richiesta scritta di un terzo
dei membri, entro un mese dalla richiesta.
§ 3. Al Consiglio di FacoltaÁ spetta:
a) disporre il Regolamento generale della FacoltaÁ, sentiti il
Consiglio dei Professori e i Consigli di Sezione; interpretare
il Regolamento e proporre eventuali modifiche, sentiti i Consigli interessati;
b) decidere, previo il parere positivo del Consiglio dei Professori, l'erezione o i mutamenti strutturali dei Settori di Specializzazione o l'aggregazione e incorporazione di Istituti scientifici a norma dell'art. 3 § 4, previa approvazione da parte della
Commissione Episcopale a norma dell'art. 5 § 4;
c) favorire il coordinamento e la collaborazione tra le Sezioni
Parallele, gli Istituti Affiliati, i Settori di Specializzazione ed
eventuali Istituti aggregati e incorporati ed approvare i relativi
programmi, fermo restando la funzione del Preside, a norma
dell'articolo 14,1 delle Norme Applicative e le disposizioni
statutarie riguardanti gli studi;
d) vigilare sullo svolgimento dell'attivitaÁ didattica e scientifica
della FacoltaÁ;
e) presentare al Consiglio Amministrativo proposte relative al
bilancio ordinario annuale o a spese straordinarie;
f) vigilare sullo stato della Biblioteca e dell'archivio;
g) stabilire le norme generali della disciplina, e decidere in
proposito nei casi piuÁ gravi, a norma dell'art. 29;
h) prendere tutte le iniziative che crede opportune per il buon
andamento e l'incremento della FacoltaÁ;
i) proporre i nomi dei Professori incaricati, da eleggere in base
al Regolamento generale.
AVITAMRON
Art. 12 - § 1. Il Consiglio dei Professori consta di tutti i Professori
della Sede Centrale.
§ 2. Il Consiglio dei Professori si riunisce su convocazione del
Preside o di propria iniziativa o dietro richiesta scritta di un
terzo dei membri, entro un mese dalla richiesta.
§ 3. Al Consiglio dei Professori spetta:
a) proporre una terna di nomi per la nomina del Vice-Preside,
che saraÁ attuata a norma dell'art 9 § 1;
b) eleggere i membri che rappresentano i Professori [...], al
Consiglio di FacoltaÁ, al Consiglio Amministrativo, a norma
degli artt. [...]; 11 § 1; 14;
c) esprimere il proprio parere circa le richieste di affiliazione;
Art. 13 - § 1. Ogni Sezione, Istituto Affiliato o eventuale Istituto
aggregato e incorporato ha un proprio Consiglio, composto da
tutti i Docenti e da rappresentanti degli alunni della Sezione o
dell'Istituto eletti in base al rispettivo Regolamento, in numero
non superiore ad un quinto dei membri complessivi.
§ 2. Compito del Consiglio, presieduto dal Direttore, eÁ, entro i
limiti dei presenti Statuti:
a) curare il buon andamento e l'incremento della Sezione o
dell'Istituto;
b) stabilire e coordinare i programmi della propria Sezione o
Istituto, da presentare alla approvazione del Consiglio di FacoltaÁ;
c) vigilare sull'andamento delle discipline della Sezione o dell'Istituto, salvo il compito del Consiglio di FacoltaÁ ai sensi
dell'art. 11 § 3.
§ 3. Spetta ai membri del Consiglio dei Professori di ogni
Sezione, sotto la presidenza del Direttore:
a) proporre al Consiglio dei Professori della FacoltaÁ, in seguito a votazione a scrutinio segreto e a maggioranza assoluta
dei voti validi, la nomina degli Assistenti, fatta dal Preside o
dai Direttori delle singole Sezioni Parallele;
b) stabilire nei casi dubbi, secondo i principi generali fissati
dalla FacoltaÁ, se gli alunni abbiano i requisiti necessari per
essere ammessi alla rispettiva Sezione o ai gradi accademici
della stessa, e definire i problemi di valutazione di titoli e di
corsi sostenuti fuori della FacoltaÁ.
§ 4. Il Consiglio si riunisce su convocazione del Direttore o di
propria iniziativa o dietro richiesta scritta di un terzo dei membri, entro un mese dalla richiesta.
Art. 14 - § 1. La parte economica e amministrativa della FacoltaÁ eÁ
curata dal Consiglio Amministrativo.
59
Il Presidente eÁ eletto dalla Commissione Episcopale.
Membri di diritto sono: il Preside, l'Economo e il Bibliotecario
della FacoltaÁ; due Professori ordinari, eletti dal Consiglio dei
Professori, almeno due membri eletti da ogni Conferenza Episcopale.
§ 2. Tutti i membri durano in carica quattro anni, e sono rieleggibili.
§ 3. Il Consiglio Amministrativo eÁ convocato dal Presidente
almeno due volte l'anno e ogni volta che un terzo dei membri
faccia richiesta scritta, entro un mese dalla richiesta.
60
2. I Docenti
Art. 15 - L'articolazione della FacoltaÁ in Sede Centrale e in Sezioni Parallele induce a trattare in modo separato dei Docenti
della Sede Centrale (artt. 16-22) e di quelli delle Sezioni Parallele (art. 23).
Art. 16 - § 1. Il corpo dei Docenti della FacoltaÁ comprende: i
Professori ordinari, i Professori straordinari, i Professori incaricati, gli Assistenti.
Essi possono essere sia ecclesiastici, diocesani o religiosi, sia
laici.
I Professori ordinari e straordinari devono essere di fede cattolica.
§ 2. I sacerdoti diocesani e i religiosi o loro equiparati, per
diventare Docenti nella FacoltaÁ e per rimanervi, devono avere
il consenso del proprio Ordinario diocesano o del Superiore.
Si osserveranno le norme stabilite al riguardo dalla competente autoritaÁ ecclesiastica.
§ 3. Tutti i Docenti, di qualsiasi categoria, devono distinguersi
per onestaÁ di vita, integritaÁ di dottrina, dedizione al dovere,
senso di responsabilitaÁ. Coloro poi che insegnano materie
concernenti la fede e la morale devono essere consapevoli
che tale compito esige di essere svolto in piena comunione
con il Magistero autentico della Chiesa e, in particolare, con
quello del Romano Pontefice.
I Docenti si impegneranno a collaborare tra loro.
§ 4. I Docenti che insegnano discipline concernenti la fede e la
morale devono ricevere, dopo aver emesso la professione di
fede, la missione canonica dal Gran Cancelliere o da un suo
delegato; essi, infatti, non insegnano per autoritaÁ propria, ma
in forza della missione ricevuta dalla Chiesa. Gli altri Docenti
invece, devono ricevere l'autorizzazione ad insegnare dal
Gran Cancelliere o dal suo delegato.
AVITAMRON
Art. 17 - § 1. I Professori ordinari sono Docenti che a definitivo
titolo sono stati assunti nella FacoltaÁ e in essa si dedicano a
tempo pieno all'insegnamento e al lavoro scientifico; la FacoltaÁ
li riconosce stabili ed affida loro peculiari responsabilitaÁ a norma
di questi Statuti.
§ 2. Si considera dedicato a tempo pieno alla FacoltaÁ il Professore che si occupa della ricerca scientifica nella sua materia
e attende alle mansioni d'insegnamento e d'assistenza scientifica agli alunni della FacoltaÁ medesima, senza altre incombenze che a giudizio della Commissione Episcopale gli impediscano di assolvere a questi compiti. Non si puoÁ comunque
essere contemporaneamente docenti stabili in due FacoltaÁ.
§ 3. I Professori ordinari sono nominati dal Gran Cancelliere
dietro designazione della Commissione Episcopale della FacoltaÁ e previo il nulla osta della Congregazione per l'Educazione Cattolica.
La designazione avviene su proposta scritta e motivata, approvata con votazione dalla maggioranza assoluta dei Professori ordinari appositamente convocati dal Preside della FacoltaÁ. La minoranza ha diritto di trasmettere alla Commissione
Episcopale una propria relazione. In vista della designazione il
Preside nomina una Commissione di qualificazione composta
di veri competenti nelle discipline coinvolte dalle cattedre cui
occorre provvedere, anche esterni alla FacoltaÁ.
§ 4. I requisiti per essere professore ordinario, oltre i titoli di
studio espressamente richiesti da questi Statuti dall'art. 18 §
3 a, sono:
a) avere insegnato con successo nella FacoltaÁ o in un'altra
dello stesso grado, la disciplina al cui insegnamento eÁ chiamato, almeno cinque anni come professore straordinario;
b) avere pubblicato lavori che significhino un reale contributo
al progresso della scienza.
§ 5. Il Consiglio di FacoltaÁ stabilisce un numero fisso di posti di
Professore ordinario nella FacoltaÁ in rapporto alle esigenze
dell'attivitaÁ scientifica e didattica, e lo rivede almeno ogni cinque anni. Tale numero non saraÁ comunque inferiore a quattro.
Art. 18 - § 1. I Professori straordinari sono docenti che, previo il
prescritto nulla osta della Congregazione per l'Educazione Cattolica, sono assunti dalla FacoltaÁ a tempo pieno.
§ 2. La nomina dei Professori straordinari avviene con le stesse norme e lo stesso metodo fissati nell'art. 17 § 3 per i
Professori ordinari.
61
62
§ 3. I requisiti per essere designato come Professore straordinario della FacoltaÁ sono:
a) avere conseguito il Dottorato in una FacoltaÁ canonicamente
riconosciuta;
b) aver dimostrato attitudine all'insegnamento universitario
mediante un sufficiente tirocinio;
c) aver dimostrato una vera attitudine alla ricerca mediante
adeguate pubblicazioni scientifiche.
§ 4. Dopo cinque anni d'insegnamento di un Professore straordinario il corpo dei Professori ordinari deve esprimere un giudizio motivato scritto sulla di lui idoneitaÁ ad essere promosso
Professore ordinario. Il giudizio favorevole costi- tuisce diritto
di precedenza per la proposta a Professore ordinario.
Art. 19 - § 1. I Professori incaricati sono docenti ai quali eÁ affidato un incarico temporaneo di insegnamento, rinnovabile in
rapporto alle esigenze della FacoltaÁ medesima.
§ 2. La nomina dei Professori incaricati eÁ fatta dal Preside, su
proposta del Consiglio di FacoltaÁ, sentito il parere del Consiglio di Sezione e previo il giudizio positivo della Commissione
Episcopale.
§ 3. Dopo un primo incarico annuale l'incarico normalmente eÁ
triennale, salva la verifica del Preside, il quale puoÁ revocare la
nomina prima dello scadere del triennio sentito il Consiglio di
FacoltaÁ.
§ 4. I Professori incaricati della Sezione di Specializzazione
devono aver dato prova di attitudine alla ricerca scientifica
mediante il Dottorato o la riconosciuta competenza, e mediante pubblicazioni scientifiche adeguate.
Art. 20 - § 1. Per offrire migliore assistenza agli alunni e l'avvio di
giovani laureati alla ricerca scientifica, la FacoltaÁ potraÁ istituire
pure un gruppo di Assistenti.
§ 2. La nomina e l'attribuzione degli Assistenti sono fatte dal
Preside, su designazione dei Consigli di Sezione e previa approvazione del Consiglio di FacoltaÁ.
Art. 21 - § 1. Il limite d'etaÁ per i Professori ordinari e straordinari
eÁ settant'anni. Fino all'etaÁ di settantacinque anni i Professori
emeriti continuano a far parte della FacoltaÁ con voce attiva e
passiva e la FacoltaÁ puoÁ affidare loro incarichi d'insegnamento.
§ 2. Il Professore straordinario che non ha ottenuto il giudizio
favorevole di cui all'art. 18 § 4 cessa dalla sua posizione.
AVITAMRON
§ 3. Il Consiglio di FacoltaÁ puoÁ esonerare un Professore dall'insegnamento per sopravvenuta inabilitaÁ permanente chiara
e riconosciuta.
Art. 22 - § 1. Un docente ordinario o straordinario puoÁ essere
sospeso o privato definitivamente dall'insegnamento dal Gran
Cancelliere per gravi motivi d'ordine dottrinale, morale o disciplinare.
§ 2. La sospensione o la privazione definitiva puoÁ avvenire
solo in seguito a formale procedimento nel quale vengono
assicurate all'interessato ogni possibilitaÁ di spiegazione e
ogni garanzia di difesa.
Anteriormente a detto formale procedimento, saranno comunque esperite le vie di privata conciliazione previste dalle
Norme Applicative all'art. 22 § 2.
§ 3. In ogni caso rimane integro il diritto di ricorso alla Congregazione per l'Educazione Cattolica.
§ 4. a) Il giudizio d'ordine dottrinale viene emesso dal corpo
dei Professori ordinari appositamente incaricato dalla Commissione Episcopale e presieduto dal Vice-Presidente della
Commissione stessa.
Tanto il corpo dei Professori quanto l'interessato hanno diritto
di designare degli esperti, in numero non superiore a tre, da
chiamarsi dalla FacoltaÁ in qualitaÁ di consulenti.
b) A nessun docente ordinario o straordinario puoÁ essere ritirata dal Gran Cancelliere la missione dell'insegnamento nella
FacoltaÁ per motivo di opinioni su questioni che, nella salvaguardia delle regole generali dell'interpretazione della Rivelazione e dei vari generi e gradi di adesione all'insegnamento del
Magistero, rimangono discutibili tra i teologi cattolici.
§ 5. Il giudizio d'ordine morale e disciplinare spetta alla Commissione Episcopale.
§ 6. Nei casi piuÁ gravi o urgenti, al fine di provvedere al bene
degli studenti e dei fedeli, il Gran Cancelliere sospende ad
tempus il docente, finche non sia concluso il procedimento
sopra previsto.
Art. 23 - Per i Docenti delle Sezioni Parallele valgono le seguenti
norme:
§ 1. La nomina di tutti i Docenti viene fatta dal Gran Cancelliere previo consenso dell'Ordinario del luogo del Seminario
dove ha la Sede la Sezione Parallela, in base ai propri Regolamenti.
L'Ordinario del luogo vigila sull'insegnamento.
63
La situazione giuridica ed il trattamento economico dei Docenti sono stabiliti dal Regolamento della Sezione Parallela.
§ 2. La FacoltaÁ verifica che i Docenti siano muniti dei titoli
richiesti; eÁ presente per mezzo del Direttore della Sezione,
nominato dall'Ordinario e approvato dal Consiglio di FacoltaÁ;
esercita il controllo necessario per l'ammissione degli alunni e
la verifica annuale necessaria per conservare alla Sezione
Parallela la sua dignitaÁ universitaria; conferisce il grado conclusivo del primo Ciclo e soltanto quando si siano verificate
tutte le condizioni richieste.
§ 3. Il Rettore del Seminario in cui ha sede la Sezione Parallela
fa parte d'ufficio del Consiglio di Sezione, anche se non eÁ
Docente della Sezione stessa.
§ 4. La partecipazione agli organi direttivi della FacoltaÁ avviene a mezzo del Direttore della Sezione Parallela.
64
3) Gli studenti
Art. 24 - § 1. A norma dei presenti Statuti possono essere iscritti
come alunni della Sede Centrale della FacoltaÁ chierici diocesani,
religiosi, laici, che risultino idonei per la condotta morale e i
precedenti studi.
L'attestato relativo alla condotta morale viene rilasciato per i
chierici e seminaristi dal loro Ordinario, per i laici da una persona ecclesiastica competente.
Nelle Sezioni Parallele le norme per l'iscrizione vengono fissate dall'Ordinario nel quadro delle esigenze accademiche
determinate dagli Statuti.
§ 2. Gli alunni sono ordinari, uditori, straordinari.
§ 3. Le norme per l'iscrizione degli alunni sono determinate
dai Regolamenti delle singole Sezioni, entro principi generali
fissati dai presenti Statuti.
Art. 25 - § 1. Gli alunni ordinari sono quelli che, aspirando ai
gradi accademici rilasciati dalla FacoltaÁ, frequentano tutti i corsi
e le esercitazioni prescritte.
§ 2. Per essere ammessi come alunni ordinari al Corso accademico di primo Ciclo eÁ richiesto un diploma valido per l'ammissione all'UniversitaÁ di Stato.
La FacoltaÁ stabiliraÁ le condizioni di ammissione in rapporto
agli studi fatti.
§ 3. Per essere ammessi al secondo Ciclo, salve le disposizioni
dei presenti Statuti art. 13 § 3, artt. 46-50, sono richiesti:
AVITAMRON
a) il primo titolo accademico in Teologia ottenuto con voto
superiore alla semplice sufficienza od una preparazione equivalente;
b) una sufficiente conoscenza del latino, del greco e dell'ebraico;
c) la conoscenza pratica di almeno due lingue straniere.
§ 4. L'ammissione al terzo Ciclo avviene in seguito a giudizio
della FacoltaÁ sulla idoneitaÁ del candidato, espresso a maggioranza assoluta dei voti dei Professori ordinari e straordinari.
§ 5. Per la valutazione dei requisiti richiesti agli alunni ordinari
la FacoltaÁ puoÁ esigere un esame.
§ 6. Gli studenti ordinari non possono essere contemporaneamente iscritti a un'altra FacoltaÁ ecclesiastica o civile, a meno
che si tratti di completare gli esami del precedente ultimo
anno di corso e di ultimare il lavoro di Tesi. In questo caso
l'ammissione come alunno ordinario ad una seconda FacoltaÁ
non potraÁ superare la frequenza dei corsi oltre il terzo del
programma semestrale o annuale della FacoltaÁ.
Art. 26 - Gli uditori sono coloro che, con il consenso dei docenti
interessati, sono ammessi dal Preside, sentito il Direttore di Sezione, a frequentare uno o piuÁ corsi di loro scelta. Devono essere
muniti di un diploma valido per l'ammissione alle UniversitaÁ di
Stato e possedere una preparazione sufficiente per seguire con
frutto i corsi e le esercitazioni per i quali fanno richiesta.
Si esige la regolare frequenza dei corsi ai quali sono ammessi,
e normalmente l'impegno a concluderli con l'esame.
Art. 27 - Sono alunni straordinari:
a) coloro che non avendo un titolo valido per l'ammissione alla
UniversitaÁ di Stato ai sensi dell'Art. 25 § 2 frequentano i corsi
e svolgono i lavori personali prescritti, pur senza acquisire il
diritto a sostenere gli esami per il conseguimento dei gradi
accademici in teologia.
b) coloro che, pur avendo un titolo di studio valido per l'ammissione alle UniversitaÁ di Stato, ai sensi dell'Art. 25 § 6 non
possono essere ammessi come alunni ordinari.
Art. 28 - Gli alunni per esercitare la loro corresponsabilitaÁ alla
vita della FacoltaÁ, possono costituire propri organismi rappresentativi e tenere nella Sede della FacoltaÁ assemblee generali
o di Sezione, attenendosi alle norme fissate dal Regolamento
approvato dal Consiglio di FacoltaÁ.
65
Art. 29 - § 1. Gli alunni sono tenuti all'osservanza delle norme di
disciplina stabilite dalla competente autoritaÁ.
§ 2. Per gravi infrazioni alla disciplina sono passibili delle sanzioni previste dal Regolamento della FacoltaÁ, che dovraÁ prevedere una apposita Commissione disciplinare formata da
autoritaÁ accademiche, docenti e alunni e dovraÁ stabilire una
procedura che in ogni modo tuteli il diritto alla difesa.
§ 3. Nei casi piuÁ gravi e urgenti il Preside sospende ad tempus
lo studente, finche non sia concluso il procedimento sopra
previsto.
4) Gli officiali e il personale ausiliario
Art. 30 - Gli Officiali della FacoltaÁ sono il Segretario, l'Economo e
il Bibliotecario.
Essi sono nominati dal Consiglio di FacoltaÁ dietro presentazione del Preside.
La FacoltaÁ si avvarraÁ dell'opera di Personale Ausiliario per la
vigilanza, la tutela dell'ordine o altre incombenze. I diritti-doveri del Personale Ausiliario saranno precisati dai Regolamenti della FacoltaÁ e dal contratto di lavoro.
Art. 31 - Il Segretario dirige la Segreteria e ha la responsabilitaÁ
dell'archivio della FacoltaÁ. Ne tiene i registri e gli schedari; prepara e attesta i documenti ufficiali che sottopone alla firma dell'autoritaÁ competente; cura la stampa dei documenti e delle pubblicazioni ufficiali e quella del Calendario della FacoltaÁ; redige e
conserva i Verbali degli Organismi collegiali.
Art. 32 - L'Economo della FacoltaÁ coadiuva il Preside nella parte
amministrativa ordinaria della stessa ed ha la responsabilitaÁ immediata del personale esecutivo, della Sede della FacoltaÁ e del
materiale didattico.
Art. 33 - Il Bibliotecario ha la cura e la vigilanza della Biblioteca. EÁ
assistito da una Commissione nominata dal Consiglio dei Professori con il compito di coordinare un programma di sviluppo.
TITOLO III - GLI STUDI
66
1) L'ordinamento degli studi
Art. 34 - § 1. La FacoltaÁ garantisce, nella ferma adesione alla
Parola di Dio come proposta dal Magistero della Chiesa, una
giusta libertaÁ di ricerca e di insegnamento, con la finalitaÁ di un
AVITAMRON
progresso nella conoscenza della Rivelazione e di una risposta
alle necessitaÁ pastorali del popolo di Dio.
§ 2. L'ordinamento degli studi nelle singole Sezioni viene precisato nei rispettivi Regolamenti, nel quadro delle seguenti
norme generali e seguendo le indicazioni nelle Norme Applicative della Costituzione Sapientia Christiana.
Art. 35 - § 1. Nel Ciclo accademico Istituzionale le discipline
dell'insegnamento e delle esercitazioni si dividono in principali
e ausiliarie, sempre obbligatorie.
Possono pure essere istituite discipline complementari di libera scelta da parte degli alunni.
La ripartizione delle singole discipline secondo la predetta
distinzione viene fatta dai Consigli di Sezione secondo i propri
Regolamenti, ed eÁ approvata dal Consiglio di FacoltaÁ.
§ 2. Nel biennio per la Licenza specializzata i corsi sono tutti di
carattere speciale. Il Consiglio di Sezione puoÁ determinare
alcuni di essi come obbligatori.
§ 3. Nel Ciclo di Specializzazione eÁ sempre previsto un piano
di studio, presentato dall'alunno d'accordo con il Direttore
della Sezione ed approvato dal Preside.
Il piano di studio per la preparazione al Dottorato eÁ concordato tra l'alunno e il Consiglio di Sezione o di eventuale Istituto
incorporato ed approvato dal Preside.
§ 4. Il Consiglio di Sezione o di Istituto potraÁ permettere di
scegliere alcuni corsi o esercitazioni anche tra quelli di un'altra Sezione della FacoltaÁ o, eventualmente, di altre UniversitaÁ, in modo particolare dell'UniversitaÁ Cattolica, previa intesa
con i Professori interessati.
Art. 36 - § 1. Nell'ordinamento dei programmi e nel metodo di
insegnamento deve sempre aver rilievo la fedeltaÁ al magistero
ecclesiastico.
Nel Ciclo Istituzionale, oltre ad una solida formazione filosofica, il cui studio eÁ necessariamente propedeutico alla teologia, le discipline teologiche devono essere insegnate in modo
da presentare un'organica esposizione di tutta la dottrina cattolica, favorendo altresõÁ l'iniziativa dell'alunno alla ricerca personale, al lavoro di seminario e all'introduzione al metodo di
ricerca scientifica.
Nei Cicli di Specializzazione e negli Istituti aggregati e incorporati la formazione alla ricerca personale eÁ lo scopo essenziale ed ottiene percioÁ la prevalenza assoluta.
67
68
§ 2. Con il procedere degli anni l'ordinamento degli studi attribuiraÁ maggiore importanza ai seminari ed alle esercitazioni,
e daraÁ loro, insieme agli esami, una notevole aliquota nella
media generale sulla quale si fonda il giudizio complessivo di
capacitaÁ dell'alunno.
§ 3. Nella formulazione dei programmi i Consigli di Sezione e
di Istituto dovranno badare ad una solida formazione filologica
e critico-storica progressivamente approfondita, particolarmente nel Ciclo di Specializzazione, insieme con la formazione
ad uno spirito di riflessione e di sintesi speculativa.
Art. 37 - § 1. I programmi del Ciclo Istituzionale sono ordinati in
modo tale che, nel primo biennio, viene assicurata prevalentemente la formazione filosofica mediante insegnamenti che presentano l'evoluzione storica della filosofia e le sue articolazioni
sistematiche principali: Antropologia, Teodicea, Ontologia, Etica.
Si assicurano anche la conoscenza delle basi storiche del pensiero cristiano ± nei corsi di Introduzione alla Sacra Scrittura, di
Storia della Chiesa, di Patrologia, di Introduzione alla Liturgia ± e
nelle basi generali della teologia ± nei corsi di Introduzione al
Mistero di Cristo, di Teologia Fondamentale, e di Fondamenti
della morale cristiana.
§ 2. Nel triennio successivo l'approfondimento teologico della
Rivelazione avverraÁ in tutte le sue dimensioni, ai sensi della
Costituzione Dogmatica Dei Verbum e dell'art. 16 del Decreto
Optatam Totius del Concilio Vaticano II. Si porraÁ l'attenzione
particolarmente sui corsi di Teologia dogmatica, nelle sue varie articolazioni, di Teologia morale, di Teologia spirituale, di
Esegesi, di Liturgia e di Diritto Canonico, oltre ai corsi di
Storia della Teologia, di Introduzione alla teologia contemporanea, di Teologia orientale e di Teologia del Protestantesimo.
§ 3. L'integrazione in campo pratico della formazione pastorale
degli aspiranti al sacerdozio o dei giovani sacerdoti viene assicurata agli alunni con apposito programma dalle singole Diocesi o Congregazioni Religiose alle quali appartengono, d'intesa con la FacoltaÁ.
Art. 38 - § 1. I rapporti con gli altri Istituti di cultura superiore, e
particolarmente con l'UniversitaÁ Cattolica del Sacro Cuore, a
nome della FacoltaÁ sono tenuti normalmente dal Preside.
§ 2. La FacoltaÁ intratterraÁ rapporti di collaborazione con altri
Istituti scientifici, in Italia e all'estero, particolarmente con le
altre UniversitaÁ o FacoltaÁ ecclesiastiche.
§ 3. I corsi tenuti presso altre FacoltaÁ o da Professori non
facenti parte del corpo docenti della FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale possono essere mutuati come corsi accademici su proposta del Consiglio dei Professori approvata dal
Consiglio di FacoltaÁ.
3) I gradi accademici
Art. 42 - I gradi accademici sono: Baccalaureato, Licenza specializzata, Dottorato.
Art. 43 - I requisiti per ottenere il Diploma di Baccalaureato sono:
a) avere frequentato presso la FacoltaÁ o in Seminari o Istituti
affiliati, il Ciclo Istituzionale ed avere subõÁto con successo le
verifiche di profitto prescritte, salvo il disposto degli artt. 49 e
50;
b) avere composto un elaborato scritto che abbia ricevuto la
approvazione secondo le norme del Regolamento;
c) avere superato un esame accademico conclusivo su un
programma determinato dal Consiglio di Sezione e approvato
dal Consiglio di FacoltaÁ, che accerti l'acquisita maturitaÁ teologica del candidato.
Art. 44 - § 1. I requisiti per ottenere il grado di Licenza specializzata sono:
AVITAMRON
2) La valutazione del profitto
Art. 39 - La valutazione del profitto degli alunni si fa attraverso
un giudizio sui loro lavori personali, lavori di seminario, esercitazioni, tesi, e attraverso esami orali o scritti.
Il giudizio complessivo tiene conto dei due elementi in equa proporzione, stabilita dal Regolamento generale della FacoltaÁ.
Art. 40 - Gli alunni devono subire una verifica di profitto per ogni
corso e per ogni esercitazione o lavoro personale ai quali sono
obbligati ai sensi dell'Ordinamento degli studi delle singole Sezioni o Istituti aggregati e incorporati.
L'esame conclude normalmente il corso per cui eÁ stabilito.
Nell'esame per la concessione dei gradi, specialmente del
Dottorato, possono essere invitati anche Docenti esterni
alla FacoltaÁ.
Art. 41 - Il Consiglio di FacoltaÁ stabilisce mediante Regolamento
le condizioni necessarie per il passaggio da un corso al successivo, e particolarmente per l'ammissione al terzo anno del Ciclo
Istituzionale.
69
70
a) avere frequentato presso la FacoltaÁ, dopo il conseguimento
del Baccalaureato, due anni del Ciclo di Specializzazione ed
avervi presentato i lavori personali prescritti e superato i controlli di profitto;
b) avere dimostrato competenza teologica nella specializzazione prescelta mediante un'apposita prova;
c) avere difeso una tesi scritta su un tema previamente approvato dal Consiglio dei Professori, giudicata degna di pubblicazione per il suo contributo, almeno parziale e iniziale, alla
scienza teologica.
§ 2. La Licenza specializzata rende idonei all'insegnamento
della teologia in un Seminario Maggiore o in una scuola equivalente.
Art. 45 - § 1. I requisiti per ottenere il grado di Dottorato sono:
a) avere frequentato presso la FacoltaÁ, dopo la difesa della
tesi di Licenza specializzata, almeno un anno di ulteriore specializzazione, mediante lavori di tipo prevalentemente seminariale, per favorire l'ulteriore approfondimento nella disciplina
scelta dall'alunno.
Il Consiglio dei Professori puoÁ concedere che il candidato
trascorra un periodo di studi presso altri Istituti scientifici,
salvo il disposto dell'art. 36 § 3 e gli opportuni controlli.
b) Preparare una dissertazione che contribuisca effettivamente al progresso della scienza teologica, su un tema previamente approvato dal Consiglio dei Professori, il quale delega, oltre al Professore che ha diretto il lavoro, due altri
Professori con l'incarico di esaminare la tesi manoscritta e
di riferire per iscritto sulla ammissione della dissertazione alla
difesa solenne.
Per essere ammessi alla difesa solenne della tesi sono richiesti almeno due anni di intervallo dal conseguimento della Licenza specializzata.
c) Avere discusso, secondo le norme del Regolamento, la
dissertazione, riportando un giudizio favorevole circa l'effettivo incremento che essa daÁ alla scienza teologica, cosõÁ da
essere, nel suo complesso, meritevole di pubblicazione.
§ 2. Per l'effettivo conseguimento del titolo e del diploma di
Dottorato eÁ richiesta la pubblicazione totale o parziale della
dissertazione. Le condizioni sono stabilite collegialmente per
iscritto dalla Commissione dei relatori.
4) Le affiliazioni
Art. 46 - § 1. La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale puoÁ
affiliare Seminari o Istituti delle Regioni promotrici secondo le
norme stabilite dall'art. 48 e facendo riferimento alla normativa
emanata dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica il 1
Agosto 1985 sotto il titolo Normae Servandae ad affiliationem
theologicam exsequendam.
§ 2. L'affiliazione eÁ concessa dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica, dietro richiesta approvata dalla FacoltaÁ secondo i presenti Statuti.
Art. 47 - L'affiliazione viene stipulata tra la FacoltaÁ Teologica
dell'Italia Settentrionale e il Seminario o Istituto affiliato mediante una convenzione che ne determina le condizioni. La FacoltaÁ
puoÁ ritirare la affiliazione per non adempimento delle condizioni
della convenzione.
Tale convenzione deve fare riferimento a quella emanata dalla
Congregazione per l'Educazione Cattolica sotto il titolo di Conventio ad affiliandum.
Art. 48 - Le condizioni comuni ad ogni affiliazione sono:
a) l'approvazione da parte della FacoltaÁ dell'Ordinamento degli studi, dei programmi e dei metodi d'insegnamento del Seminario o Istituto affiliato.
b) La sorveglianza della FacoltaÁ sull'andamento degli studi e
degli esami del Seminario o Istituto affiliato con diritto di
visita annuale fatta dal Preside della FacoltaÁ, personalmente
o per persona delegata.
c) La presenza nel Seminario o Istituto affiliato di un Direttore
degli studi, responsabile dinnanzi alla FacoltaÁ stessa.
d) Un corpo di Professori adeguato alle esigenze dell'insegnamento: un numero sufficiente di essi dovraÁ essere provvisto di
AVITAMRON
§ 3. Un esemplare delle dissertazioni pubblicate o di un loro
estratto dovraÁ essere inviato alla Congregazione per l'Educazione Cattolica.
§ 4. Il Dottorato eÁ il grado accademico che abilita all'insegnamento nelle FacoltaÁ Teologiche.
§ 5. La FacoltaÁ puoÁ concedere il Dottorato ad honorem per
speciali meriti scientifici o culturali, acquisiti nel promuovere
la scienza teologica. CioÁ avverraÁ col consenso del Gran
Cancelliere, il quale dovraÁ preventivamente ottenere il `nulla-osta' della Santa Sede e sentire il parere del Consiglio di
FacoltaÁ.
71
titoli accademici e impiegato a tempo pieno nella formazione
scientifica degli alunni ai sensi dell'art. 17 § 2.
e) Gli alunni che vogliono usufruire dei vantaggi dell'affiliazione devono normalmente essere provvisti di un diploma di
accesso alle UniversitaÁ, salvo il diritto della FacoltaÁ di stabilire condizioni di ammissione.
f) Il Seminario o Istituto affiliato deve essere provvisto di
Biblioteca sufficiente, dotata annualmente di un congruo sussidio, perche i Professori e gli alunni possano avere i necessari strumenti di lavoro.
g) Il Seminario o Istituto affiliato si impegna a collaborare con
la FacoltaÁ alle iniziative da questa promosse per lo sviluppo
della cultura teologica.
Art. 49 - § 1. La FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale concede agli alunni del Seminario o Istituto affiliato, che abbiano
adempiti tutti i requisiti richiesti, il grado di Baccalaureato.
§ 2. Salve le condizioni stabilite nelle rispettive convenzioni, in
particolare almeno l'esame accademico previsto per il Baccalaureato a norma dell'art. 43 c, deve essere sostenuto davanti
ad una Commissione alla quale deve partecipare almeno un
docente della Sede Centrale delegato dal Preside.
Art. 50 - Chi avesse frequentato il Ciclo Istituzionale fuori della
FacoltaÁ, in un Seminario o Istituto non affiliato alla stessa deve
superare un esame in seguito al quale il Preside, su parere del
Consiglio di Sezione, determina il curriculum da completare per
essere ammesso all'esame di Baccalaureato.
72
5) Le sponsorizzazioni
Art. 51 - § l. La FacoltaÁ Teologica `sponsorizza' gli Istituti Superiori
di Scienze Religiose dell'Italia Settentrionale, secondo la Normativa per l'Istituto Superiore di Scienze Religiose emanata dalla
Congregazione dell'Educazione Cattolica il 12 Maggio 1987.
§ 2. Tale `sponsorizzazione' comporta una relazione tra la FacoltaÁ Teologica e l'Istituto, per cui la FacoltaÁ diventa garante
del livello accademico dell'Istituto e della idoneitaÁ del medesimo al conseguimento delle sue finalitaÁ (cfr. art. I. 1. 3 della
Normativa).
§ 3. La FacoltaÁ Teologica inoltre eÁ garante del livello accademico degli Istituti Superiori di Scienze Religiose presso la
Congregazione per l'Educazione Cattolica [cfr. art. I. 4) c)
della Normativa].
Art. 52 - La responsabilitaÁ della FacoltaÁ Teologica nei confronti degli Istituti Superiori di Scienze Religiose viene esercitata
AVITAMRON
tramite il Preside della FacoltaÁ o un suo delegato (cfr. art. II. 3
della Normativa).
In particolare eÁ compito del Preside o del suo delegato riferire
al Consiglio dei Professori al quale appartiene prendere decisioni, secondo quanto stabilito negli Statuti dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose.
Art. 53 - I rapporti giuridici tra la FacoltaÁ e l'Istituto sono formulati attraverso un'apposita Convenzione.
Art. 54 - Per tutte le altre competenze giuridiche concernenti i
rapporti tra la FacoltaÁ Teologica e gli Istituti Superiori di Scienze
Religiose si fa esplicito riferimento alla Normativa della Congregazione per l'Educazione Cattolica sugli Istituti Superiori di
Scienze Religiose del 12 Maggio 1987.
TITOLO IV - L'ORDINAMENTO AMMINISTRATIVO
Art. 55 - Le fonti di finanziamento della FacoltaÁ Teologica sono: i
contributi delle Regioni ecclesiastiche promotrici; gli eventuali
legati e donazioni; gli eventuali redditi patrimoniali; i contributi
degli alunni.
Art. 56 - Le retribuzioni dei Professori ordinari, straordinari e
incaricati, nonche quella degli Assistenti e degli Officiali e del
personale, eÁ determinata dal Consiglio Amministrativo. Esse,
per quanto riguarda i Professori ordinari o straordinari, gli Officiali e il personale, comprendono anche i contributi assistenziali
e il trattamento pensionistico.
Art. 57 - Per la Biblioteca, il Consiglio Amministrativo, sentito il
Consiglio di FacoltaÁ, fissa un congruo contributo annuo che ne
assicuri l'efficienza e lo sviluppo.
Art. 58 - Le tasse e i contributi degli alunni nella Sede Centrale
sono stabiliti dal Consiglio di FacoltaÁ, secondo una tabella proposta ogni anno dal Consiglio Amministrativo. Nelle Sezioni Parallele le tasse e i contributi sono stabiliti dal proprio Regolamento.
Art. 59 - Le borse di studio sono concesse dal Consiglio di FacoltaÁ sentito il Consiglio Amministrativo.
Art. 60 - Le spese sostenute dalla FacoltaÁ per i rapporti con i
Seminari o Istituti affiliati sono a carico di questi ultimi.
73
IL ``PROCESSO DI BOLOGNA''. SIGNIFICATO
Á TEOLOGICHE
E IMPLICAZIONI PER LE FACOLTA
Á E PRINCIPI
1. FINALITa
74
Il ``Processo di Bologna'' rappresenta il percorso che i Ministri
dell'istruzione superiore dei Paesi europei si sono impegnati a
seguire per costruire, entro il 2010, lo spazio europeo dell'istruzione superiore. L'impegno preso in tal senso dai Governi eÁ basato su principi chiave comuni che intendono orientare la ristrutturazione dei sistemi universitari europei per renderli tra loro
omogenei e comparabili. Al Processo di Bologna hanno aderito
46 paesi europei.
Tra i principi chiave si segnalano:
± strutturazione dei sistemi nazionali di educazione superiore in tre
cicli. Gli Stati si impegnano ad elaborare un quadro nazionale di
riferimento per tutti i titoli dei loro sistemi di istruzione superiore e
un quadro generale di riferimento per tutti i titoli esistenti nell'ambito dello Spazio europeo dell'istruzione superiore entro il 2010.
± introduzione del diploma supplement, che offre una descrizione dei titoli e dei curricola di semplice leggibilitaÁ e comparabilitaÁ.
± adozione di un sistema europeo di accumulazione e trasferimento dei crediti (ECTS). EÁ un sistema incentrato sullo studente e
basato sul carico di lavoro richiesto a quest'ultimo per raggiungere gli obiettivi di un corso di studio, obiettivi preferibilmente
espressi in termini di risultati dell'apprendimento e di competenze da acquisire.
± promozione della dimensione europea dei percorsi formativi.
± integrazione delle due dimensioni della formazione e della ricerca.
± promozione della mobilitaÁ di studenti, docenti e ricercatori.
± sviluppo della formazione continua e ricorrente.
± riconoscimento dei titoli e dei periodi di studio.
± sviluppo di processi di assicurazione della qualitaÁ a livello istituzionale, nazionale ed europeo, elaborati su criteri e metodi
ampiamenti condivisi. Conformemente alla loro autonomia e ai
sistemi nazionali per la qualitaÁ, le istituzioni di istruzione superiore, in quanto responsabili principali della qualitaÁ delle loro
attivitaÁ, sono impegnate ad introdurre meccanismi diretti alla
diffusione di una cultura interna della qualitaÁ consona ai propri
obbiettivi e alle proprie missioni istituzionali. I Paesi europei si
AVITAMRON
sono impegnati a condividere standard e linee guida, anche per
la costituzione delle agenzie nazionali di garanzia della qualitaÁ, in
una prospettiva di cooperazione internazionale.
± partecipazione attiva degli studenti al processo di Bologna, con
un coinvolgimento continuo delle associazioni studentesche nelle attivitaÁ europee e con l'adozione di normative nazionali che
garantiscano la partecipazione studentesca agli organi di governo delle istituzioni di istruzione superiore.
2. LA SUA ATTUAZIONE NELLE FACOLTaÁ TEOLOGICHE
Entrando a far parte del ``Processo di Bologna'' la S. Sede ha
riconosciuto l'opportunitaÁ di ottenere per questa via un ampio
riconoscimento internazionale del valore accademico dei titoli
rilasciati dalle FacoltaÁ Pontificie, un riconoscimento che eÁ destinato a trascendere i confini dell'Europa. Ha tuttavia anche preso
atto della necessitaÁ di ottemperare ad una serie di impegni che,
tuttavia, non intaccano il patrimonio dei contenuti culturali e di
fede che caratterizzano le istituzioni ecclesiastiche.
Per l'attuazione del processo di Bologna le FacoltaÁ Teologiche
seguono le indicazioni della Congregazione per l'Educazione
Cattolica (CEC). Questa ha costituito l'Agenzia per la Valutazione e la Promozione della QualitaÁ nelle UniversitaÁ e FacoltaÁ Ecclesiastiche (AVEPRO), per seguire adeguatamente il processo
avviato e assolvere i compiti derivanti dall'adesione ad esso nella
salvaguardia del carattere proprio ecclesiastico dei nostri studi.
L'AVEPRO ha indicato alle FacoltaÁ Ecclesiastiche i seguenti
obiettivi:
± introduzione del Supplemento di Diploma;
± adozione del sistema europeo di assegnazione dei crediti
(ECTS);
± avvio del percorso per la valutazione della qualitaÁ. CioÁ richiede
di predisporre strumenti e modalitaÁ adeguati per svolgere periodicamente una autovalutazione finalizzata a verificare la regolare ed effettiva funzionalitaÁ dell'istituzione in tutti i suoi
aspetti (corsi accademici, numero e valutazione dell'insegnamento dei docenti, dimensioni e fruizione della biblioteca, frequenza degli studenti, relazioni esterne...).
Nel novembre del 2012 eÁ stata costituita nella FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano la Commissione inter-
75
na di Valutazione; essa eÁ composta da rappresentanti di tutti
gli organismi della FacoltaÁ ed eÁ mirata all'analisi e al monitoraggio degli standard della FacoltaÁ in relazione a quelli proposti dall'AVEPRO.
Tra le prime iniziative promosse eÁ da segnalare la distribuzione
ai docenti, agli studenti e al personale dei diversi uffici e servizi, le schede di valutazione relative ai corsi e ai servizi offerti.
76
CICLO ISTITUZIONALE
PIANO DEGLI STUDI
Il curricolo degli studi del Ciclo Istituzionale prevede di introdurre in maniera progressiva gli alunni di teologia attraverso la
scansione dei cinque anni in un primo triennio (che propone
una prima esposizione fondamentale di tutto il sapere teologico)
e in un secondo biennio a cadenza ciclica (di carattere speciale,
Á determinata nel dibattito presente
per entrare in maniera piu
della teologia).
I corsi del primo triennio sono organizzati in collaborazione tra la
Á Teologica e l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di
Facolta
Milano e prevedono corsi in comune.
1ë ANNO (
1
)
1. Pentateuco: introduzione e letture*
2. Profeti e Scritti: introduzione e letture*
3. Introduzione alla filosofia contemporanea*
4. Filosofia morale ed etica pubblica
5. Liturgia - I*
6. Introduzione alla teologia
7. Teologia fondamentale*
8. Patrologia - I e Storia della Chiesa antica*
9. Storia della Chiesa medievale*
10. Patrologia - II
11. Ebraico biblico
12. Storia della filosofia (corso integrativo)*
Á Teologica dell'Italia Settentrionale e l'Istituto Su* Corsi comuni tra la Facolta
periore di Scienze Religiose di Milano.
(1) A
seguito
del
Decreto
di
Riforma degli studi ecclesiastici di filosofia
(28.01.2011) della Congregazione per l'Educazione Cattolica, precisato nella
Nota della stessa del 23.06.2012, a procedere dal I anno del Ciclo Istituzionale
Á entrato in vigore il nuovo piano degli studi
dall'anno accademico 2013-2014, e
filosofici. Esso prevede nei primi due anni i seguenti corsi: Storia della filosofia;
Introduzione alla filosofia contemporanea; Filosofia morale ed etica pubblica (I
anno); Filosofia dell'uomo; Filosofia della natura e della scienza; Logica e filosofia
della conoscenza; Teologia filosofica; Metafisica (II anno). Nel biennio finale (a
partire dal 2016-2017) saranno introdotti i seguenti corsi: Filosofia e cristianesimo; Filosofia della religione; Estetica filosofica; Filosofia e scienze umane; Filosofia della politica.
78
13. Corso fondamentale di lingua latina (corso integrativo)
2ë ANNO
1. Sinottici e Atti: introduzione e letture*
2. Paolo: introduzione e letture*
3. Giovanni: introduzione e letture*
4. Filosofia dell'uomo*
5. Filosofia della natura e della scienza
6. Logica e filosofia della conoscenza*
7. Teologia filosofica*
8. Metafisica*
9. Patrologia - III
ELANOIZUTITSI OLCIC
10. Cristologia - I*
11. Teologia morale fondamentale - I*
12. Storia della Chiesa moderna*
13. Teologia spirituale
14. Storia della teologia medievale
15. Greco biblico
3ë ANNO
1. Il Mistero di Dio - I*
2. Teologia dei Sacramenti - I*
3. Ecclesiologia - I*
4. Antropologia teologica - I*
5. Morale sessuale*
6. Morale della vita*
7. Morale sociale - I
8. Storia della Chiesa contemporanea*
9. Diritto Canonico - I
10. Esegesi A.T.: Pentateuco
11. Esegesi A.T.: Scritti
12. Liturgia - II
13. Lettorato di ebraico biblico (opzionale)
4ë E 5ë ANNO (CICLICI)
ANNO A
1. Il mistero di Dio - II
2. Cristologia - II
3. Escatologia cristiana
79
4. Morale fondamentale - II
5. Esegesi dei Sinottici
6. Esegesi di Giovanni
7. Teologia pastorale
8. Diritto Canonico - II
9. Storia della teologia moderna
10. Seminario di storia della teologia
11. Seminario di morale
12. Lettorato di greco biblico
13. Filosofia e cristianesimo
14. Metodologia della ricerca (2019-2020)
ANNO B
1. Teologia dei Sacramenti - II
2. Ecclesiologia - II
3. Antropologia teologica - II
4. Morale sociale - II
5. Esegesi A.T.: Profeti
6. Esegesi di Paolo
7. Storia della teologia contemporanea
8. Teologia orientale
9. Teologia biblica
10. Seminario biblico
11. Seminario di sistematica
12. Lettorato di greco biblico
13. Filosofia della religione
14. Estetica filosofica
15. Tesi
NEL QUINQUENNIO
Verifica della 1ã lingua straniera (cfr. Regolamento pp. 35 e 36).
CORSI OPZIONALI
- Gli Alunni del quinquennio Istituzionale sono tenuti alla regolare frequenza e conclusione di almeno
due corsi opzionali.
***
CORSI OPZIONALI/COMPLEMENTARI INTEGRATIVI
PER LA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE
DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA
A seguito dell'Intesa firmata il 28 giugno 2012 dal Ministero
Á e della Ricerca e dal Presidente
dell'Istruzione, dell'Universita
80
della Conferenza Episcopale Italiana, concernente i profili di qualificazione professionale degli Insegnanti di Religione Cattolica
Á riconosce agli studenti interessati a conseguire
(IRC), la Facolta
tale qualificazione i corsi relativi alle discipline di indirizzo dell'IRC.
Detti corsi,
obbligatori in ordine all'Insegnamento della Religione
Cattolica unitamente al titolo di baccellierato, possono essere
frequentati presso l'ISSR di Milano.
I corsi sono:
Pedagogia generale;
Didattica generale dell'IRC;
* IRC della scuola pubblica;
* Tirocinio didattico.
*
*
ELANOIZUTITSI OLCIC
I corsi possono essere inseriti come corsi opzionali o complementari nel Piano di studio personale, su richiesta dell'interessato, e possono essere frequentati a partire dal II anno del Ciclo
Istituzionale, previa regolare iscrizione ai singoli corsi presso
l'ISSR di Milano.
Á un certificato che attesti la frequenza
L'ISSR di Milano rilascera
e il superamento degli esami.
La valutazione dell'eventuale equipollenza di corsi frequentati
Á di competenza del Direttore
presso altre sedi riconosciute e
del Ciclo Istituzionale.
N.B.: Si precisa che, dall'anno accademico 2017-2018, e dunque
entro il giugno 2017, coloro che avranno intenzione di insegnare
o di continuare ad insegnare la religione cattolica dovranno avere
Á integrato i corsi sopracitati nel loro curriculum di studio.
gia
81
PROSPETTO DEI CORSI PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
1ë ANNO
I-TEO01
Introduzione alla teologia
Prof. E. PRATO
I-TF01
Teologia fondamentale
Prof. E. PRATO
I-BIB01
Pentateuco: introduzione e
Prof. P. ROTA SCALABRINI
letture
I-BIB02
Profeti e Scritti: introduzio-
I-PATR01
Patrologia - I e Storia della
Chiesa antica
Prof.ssa C. SIMONELLI
I-PATR02
Patrologia - II
Prof. A. ZANI
I-STCH02
Storia della Chiesa medie-
ne e letture
I-LIT01
I-FIL03
Prof. G.M. CORINI
vale
Prof. R. MAMBRETTI
Liturgia - I
Prof. C. MAGNOLI
Filosofia
morale
ed
etica
pubblica
Prof. C. MARABELLI
I-FIL02
Intr. alla filosofia contemporanea
Prof. P. REZZONICO
I-LA02
Ebraico biblico
Prof. G.M. CORINI
I-FIL01
Storia della filosofia(corso integrativo)
I-LA01
f
Prof. P. REZZONICO
Prof. E. GARLASCHELLI
Corso fondamentale di lingua latina
Prof.ssa C. IOTTI
(corso integrativo)
2ë ANNO
I-BIB03
Sinottici e Atti: introduzione e letture
Prof. M. CRIMELLA
I-BIB04
Paolo: introduzione e letture
I-BIB05
Giovanni:
introduzione
letture
Prof. R. VIGNOLO
I-FIL04
Filosofia dell'uomo
Prof. E. CONTI
I-FIL05
Filosofia della natura e della
scienza
I-FIL06
Prof. P. MUSSO
Logica e filosofia della conoscenza
82
Prof. F. MANZI
e
Prof. C. DE FLORIO
I-FIL07
Teologia filosofica
Prof. M. EPIS
I-FIL08
Metafisica
Prof. D. CORNATI
I-TS01
Cristologia - I
Prof. A. COZZI
I-TM01
Teologia morale fondamentale - I
Prof. M. CHIODI
I-STCH03
Storia della Chiesa moderna
Prof. F. BESOSTRI
I-PATR03
Patrologia - III
Prof. A. BONATO
I-TSP01
Teologia spirituale
Prof.ssa M.P. GHIELMI
I-STTH01
Storia della teologia medievale
Prof. C. MARABELLI
I-LA03
Greco biblico
Prof.ssa F. PURICELLI
3ë ANNO
Il Mistero di Dio - I
Prof. A. COZZI
I-TS03
Teologia dei Sacramenti - I
Prof. S. UBBIALI
I-TS04
Ecclesiologia - I
Prof. G. ROTA
I-TS05
Antropologia teologica - I
Prof. F. SCANZIANI
I-TM07
Morale sessuale
Prof. A. FUMAGALLI
I-TM05
Morale della vita
Prof. S. CUCCHETTI
I-TM03
Morale sociale - I
Prof. P.D. GUENZI
I-STCH04
Storia della Chiesa
contemporanea
ELANOIZUTITSI OLCIC
I-TS02
Prof. A. MANFREDI
I-DC01
Diritto Canonico - I
Prof. D. MOMBELLI
I-BIB06
Esegesi A.T.: Pentateuco
Prof.ssa L. INVERNIZZI
I-BIB07
Esegesi A.T.: Scritti
Prof. G. BORGONOVO
I-LIT02
Liturgia - II
Prof. P. TOMATIS
4ë - 5ë ANNO (CICLO B)
I-TS09
Teologia dei Sacramenti - II
Prof. S. UBBIALI
I-TS10
Antropologia teologica - II
Prof. F. SCANZIANI
I-TS11
Ecclesiologia - II
Prof. G. ROTA
I-TM06
Morale sociale - II
Prof. P.D. GUENZI
I-BIB10
Esegesi di Paolo
Prof. F. BARGELLINI
I-BIB11
Esegesi A.T.: Profeti
Prof. P. ROTA SCALABRINI
I-BIB12
Teologia biblica
I-STTH03
Storia
della
teologia
Prof. G. BORGONOVO
con-
temporanea
Prof. G. NOBERASCO
I-TO01
Teologia orientale
Prof.ssa E. FOGLIADINI
I-FIL10
Filosofia della religione
Prof. D. CORNATI
I-FIL11
Estetica filosofica
Prof. E. DE CARO
I-SEMBIB
Seminario biblico
Prof.ssa L. INVERNIZZI
I-SEMSIST
Seminario di sistematica
Prof. G. NOBERASCO
I-LA04
Lettorato di greco biblico
Prof.ssa L. INVERNIZZI
CORSI OPZIONALI
I-LA05-opz. Lettorato di ebraico biblico
Prof. G.M. CORINI
83
PROGRAMMA DEI CORSI
PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
PRIMO ANNO
I-TEO01. INTRODUZIONE ALLA TEOLOGIA
Prof. EZIO PRATO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS* 3
Il corso ± di carattere propedeutico ± si propone di favorire l'ingresso dei principianti nel complesso e articolato universo della
teologia, onde iniziarli a questa forma peculiare del sapere. Posto al principio del curriculum degli studi teologici, esso vuole
agevolare i primi passi degli studenti, offrendo innanzitutto un
colpo d'occhio sull'insieme dell'itinerario. L'unitaÁ della teologia eÁ
colta a partire dal suo punto sorgivo: l'evento di GesuÁ Cristo,
culmine del mistero storico salvifico e fulcro degli studi teologici.
Nella presentazione dei tratti essenziali del sapere teologico,
una particolare attenzione saraÁ dedicata allo studio delle sue
``fonti'' (in stretta connessione con il corso di Teologia fondamentale).
1. La profonda veritaÁ su Dio e sulla salvezza degli uomini risplende a noi in Cristo, mediatore e pienezza di tutta la rivelazione
(cfr. Dei Verbum, n. 2). Uno sguardo sintetico sulla veritaÁ cristiana a partire dal centro: GesuÁ Cristo, cuore e criterio della rivelazione cristiana.
2. I caratteri qualificanti e distintivi del sapere teologico (natura,
metodo e linguaggio). Una rapida illustrazione delle principali
discipline che concorrono a comporre l'odierna enciclopedia teologica (con specifico riferimento al piano degli studi della nostra
FacoltaÁ).
3. I «loci» della teologia, il loro peso relativo e i rapporti reciproci:
Scrittura (canone, ispirazione, veritaÁ, interpretazione); Tradizione (significati, funzione, criteri di discernimento); Sensus fide-
84
* ECTS eÁ la sigla di European Credits Transfer Sistem (Sistema Europeo di
Accumulazione e Trasferimento dei Crediti), cfr. p. 74.
lium (infallibilitaÁ in credendo e sensus fidei); Magistero (forme,
pronunciamenti, qualificazioni teologiche).
Bibliografia:
ELANOIZUTITSI OLCIC
G. COLOMBO, Professione ``teologo'', Glossa, Milano 1996; L.
SERENTHAÁ, Passi verso la fede, Centro Ambrosiano, Milano
2006; G. ANGELINI, Lettera viva. I vangeli e la presenza di GesuÁ,
Vita e Pensiero, Milano 1997; COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, La Teologia oggi: Prospettive, PrincõÁpi e Criteri, 2011; G.
COLOMBO, Perche la teologia, La Scuola, Brescia 2002; G. ANGELINI - M. VERGOTTINI (ed.), Un invito alla teologia, Glossa, Milano
1998; D. HERCSIK, Elementi di teologia fondamentale. Concetti,
contenuti, metodi, EDB, Bologna 2006.
I-TF01. TEOLOGIA FONDAMENTALE
PROF. EZIO PRATO
Corso annuale: 60 ore complessive
ECTS 8
Il corso vuole introdurre all'ambito teologico-fondamentale, mediante la presentazione delle principali tematiche di tale settore
del sapere teologico (rivelazione, credibilitaÁ, fede, mediazione
ecclesiale) e l'illustrazione delle piuÁ rilevanti questioni teoriche
che ± all'interno di esso ± si pongono. Mentre intende stimolare
negli studenti una prima riflessione su questi temi e rilanciare
l'indagine personale sui medesimi ± anche presentando gli strumenti essenziali per una ricerca ±, il corso desidera favorire un
piuÁ agevole approccio allo studio della teologia sistematica.
1. Nel momento introduttivo, mediante una sintetica disamina
dello sviluppo storico dell'istanza teologico-fondamentale, che
si sofferma ± in particolare ± sull'impostazione classica del trattato di apologetica, si cerca un approccio iniziale alla disciplina,
disegnando un primo abbozzo del corso, evidenziando le questioni ``materiali'' che occupano l'odierna teologia fondamentale e
accennando alle dinamiche teoriche di fondo che la innervano.
2. La parte riguardante la rivelazione eÁ dedicata ± innanzitutto ±
ad illustrare l'idea di rivelazione attraverso la ripresa della lezione biblica e la lettura della Costituzione Dei Verbum del Vaticano
II (nel confronto con la Costituzione Dei Filius del Concilio Vaticano I).
85
Il guadagno di una concezione cristocentrica, storica e personalistica della rivelazione apre la via ad una fenomenologia di GesuÁ,
che riconosce il suo centro nella manifestazione di Dio come
dedizione. Il contenuto della rivelazione cristiana eÁ il mistero
del «Dio capovolto».
3. La sezione sulla credibilitaÁ eÁ governata dal principio estetico. Il
principio esprime l'incomparabile bellezza del «Dio capovolto»,
cuore del cristianesimo e punto sorgivo della sua credibilitaÁ.
Ad esso sono ricondotte le altre tre ``vie'' considerate (e presentate anche nel loro specifico sviluppo): veritaÁ storica, verifica
esistenziale e valore universale.
4. La disamina della fede eÁ strutturata dalla coppia concettuale
fede testimoniale/fede che salva. La categoria di fede che salva
trova una sua importante articolazione nella teoria della coscienza credente. La categoria di fede testimoniale guida invece la
lettura della mediazione ecclesiale della rivelazione.
Sul primo versante, viene articolato un percorso che si svolge
attraverso due snodi decisivi: fede e ragione (con la critica al
modello moderno dell'alternativa) e fede e fiducia (come passaggio chiave per l'oltrepassamento di tale modello e la comprensione della fede come condizione costitutiva e strutturante la
coscienza). La teoria della coscienza credente appare come la
proposta teorica piuÁ capace di raccogliere le istanze essenziali
che emergono dalla disamina degli snodi indicati.
5. La categoria di fede testimoniale introduce alla comprensione
del compito della Chiesa in ordine all'accesso alla rivelazione.
Dopo aver offerto una chiarificazione teorica dell'idea di testimonianza e aver precisato come attraverso di essa si voglia anche
ripensare la problematica della tradizione, il corso si sofferma sui
caratteri e le dinamiche essenziali della testimonianza ecclesiale,
per individuare ± infine ± le strutture essenziali della Chiesa
come istituzione testimoniale (parola, relazione, sacramento).
Bibliografia:
86
B. MAGGIONI - E. PRATO, Il Dio capovolto. La novitaÁ cristiana:
percorso di teologia fondamentale, Cittadella, Assisi 20153 [manuale di riferimento]; P. SEQUERI, L'idea della fede. Trattato di
teologia fondamentale, Glossa, Milano 2002; ID., Il Dio affidabile.
Saggio di teologia fondamentale, presentazione di G. COLOMBO,
Queriniana, Brescia 20084; M. EPIS, Teologia fondamentale. La
ratio della fede cristiana, Queriniana, Brescia 2009.
I-BIB01. PENTATEUCO: INTRODUZIONE E LETTURE
Prof. PATRIZIO ROTA SCALABRINI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. Il corso vuole fornire un quadro di conoscenze necessarie per
un primo accostamento ai testi biblici dell'Antico Testamento,
con particolare riferimento al Pentateuco e ai libri storici. Le
conoscenze riguardano sia l'aspetto letterario, sia quello storico,
sia quello teologico. Lo studente dovraÁ giungere a poter commentare un testo giaÁ letto in precedenza, evidenziandone i fondamentali aspetti di cui sopra. Inoltre lo studente riceveraÁ i primi
rudimenti di conoscenza delle varie metodologie di lettura, in
particolare il metodo storico-critico e alcune pratiche di lettura
sincronica (lettura retorica e narratologica).
2. Anzitutto si analizzano le grandi articolazioni canoniche della
Scrittura ebraica (TaNaK) e le altre forme canoniche presenti
nelle diverse tradizioni, ed in particolare dell'Antico Testamento
secondo la Bibbia cattolica.
In seguito, poiche l'Antico Testamento eÁ una raccolta di scritti
formatisi in una storia millenaria, il corso affronteraÁ una panoramica criticamente documentata delle fondamentali epoche e dei
principali problemi di una storia dell'Israele biblico. L'interesse
della trattazione della «storia di Israele» si rivolge sia alla ricostruzione degli eventi storici, sia a delineare il quadro che permette di comprendere meglio i testi biblici nella loro formazione.
Specificatamente, si leggeranno alcuni passi dei profeti anteriori
(Gs; Gdc; 1-2Sam; 1-2Re), noti come opera storiografica deuteronomista. Si procederaÁ specificamente ad una lectio cursiva di
alcuni passi del libro dei Giudici e della ``Storia di successione al
trono di Davide'' in 2Samuele.
La piuÁ cospicua sezione del corso riguarda il momento `teologicofondativo' della confessione di fede d'Israele, attraverso lo studio dei vari libri della ToÃraÅh, evidenziandone la struttura, la composizione e l'intenzione della redazione finale di ognuno di essi.
Per la ToÃraÅh si offriraÁ una veloce panoramica delle fondamentali
ipotesi storico-critiche sulla formazione del Pentateuco, giungendo alle piuÁ recenti proposte esegetiche sulla questione. PiuÁ
analiticamente, ci si accosteraÁ al Deuteronomio quale ricapitolazione dell'intera ToÃraÅh, proponendo anche una lettura corsiva di
alcuni passi (Dt 1; 4; 8; 29-30; 32).
SeguiraÁ un'introduzione ad Esodo e la lettura cursiva di alcuni
passi, in cui si vedraÁ il triplice movimento dell'esperienza esodi-
87
ca: l'uscita dell'Egitto, il deserto, l'alleanza (Es 1-3; 14-15; 16;
19-24; 32-34).
Si considereranno infine le caratteristiche generali della ``eziologia metastorica'' di Gen 1-11, dedicandosi in particolare al tema
della creazione e del peccato. Infine si evidenzieranno le caratteristiche fondamentali delle narrazioni patriarcali (Gen 12-36).
Bibliografia:
Storia d'Israele
L. MAZZINGHI, Storia d'Israele. Dalle origini al periodo romano,
EDB, Bologna 2007; J. GONZALES ECHEGARAY ET ALII, La Bibbia
nel suo contesto (Introduzione allo studio della Bibbia, vol. 1),
Paideia, vol. I, Brescia 1994. (PuoÁ servire anche come manuale
per altri aspetti delle scienze bibliche, come l'archeologia, geografia, testo biblico).
Introduzioni all'Antico Testamento
E. ZENGER (ed.), Introduzione all'Antico Testamento (edizione italiana a cura di F. DALLA VECCHIA), Queriniana, Brescia 20133: per
il Pentateuco pp. 93-318; per i libri storici ``deuteronomistici'' pp.
319-424.
Pentateuco e libri storici
F.G. LOÂPEZ, Il Pentateuco. Introduzione alla lettura dei primi cinque libri della Bibbia (Introduzione allo studio della Bibbia 3/1),
Paideia, Brescia 2004; S. PINTO, Io sono un Dio geloso. Manuale
sul Pentateuco e libri storici. Introduzione ed esegesi (Nuove vie
dell'esegesi), Borla, Roma 2010; G. BORGONOVO E COLLABORATORI, Torah e storiografie dell'Antico Testamento (Logos. Corso di
studi biblici 2), LDC, Leumann (TO) 2012; J.-L. SKA, Il cantiere
del Pentateuco. Vol. 1: Problemi di composizione e di interpretazione (Collana biblica), EDB, Bologna 2013; ID., Il cantiere del
Pentateuco. Vol. 2: Aspetti teologici e letterari (Collana biblica),
EDB, Bologna 2013; G. GALVAGNO - F. GIUNTOLI, Dai frammenti
alla storia. Introduzione al Pentateuco (Graphe 2), LDC, Torino
2013.
I-BIB02. PROFETI E SCRITTI: INTRODUZIONE
E LETTURE
Prof. GABRIELE MARIA CORINI
88
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. Il corso intende introdurre lo studente alla conoscenza della
singolaritaÁ della profezia (NebõÃ'õÃm) e della sapienza (KetubõÃm) di
Israele all'interno dell'ambiente circostante.
2. In un primo momento si studieraÁ la terminologia profetica, le
``coordinate'' del profeta e i vari tipi di ``racconti di vocazione''
profetiche. Analogamente, alla luce di Proverbi 1,1-7, si affronteraÁ il vocabolario sapienziale e si offriraÁ, piuÁ che una ``definizione'', una ``descrizione'' della Chohmah biblica.
In un secondo momento, si faraÁ una ``lettura'' attenta di alcuni
brani particolarmente significativi. Per il profetismo, si prenderanno in considerazione gli ``oracoli contro le nazioni'' (Am 1±2);
la ``vicenda matrimoniale'' di Osea (Os 1±3). Dei ``profeti maggiori'', ci si limiteraÁ a Geremia ed Ezechiele riguardo al tema
della nuova alleanza in collegamento a Dt 29±30.
Per gli Scritti, invece, la ``lettura'' si concentreraÁ ad alcuni testi
che formano il ``cammino della Sapienza'' in Israele: Pr 9; Gb 28;
Sir 24 e Sap 9.
Bibliografia:
a) Testo di riferimento: G.M. CORINI, Dona al tuo servo Signore
un «cuore in ascolto». Itinerario sintetico dei testi profetici e sapienziali, Glossa, Milano 2015.
b) per i Profeti:
J.M. ABREGO DE LACY, I libri profetici (ISB 4), Paideia, Brescia
1996; B. MARCONCINI ET ALII, Profeti e Apocalittici (Collana Logos,
n. 3) LDC, Leumann (TO) 20072; J.L. SICRE, Profetismo in Israele. Il profeta. I profeti. Il Messaggio, Borla, Roma 1995.
c) per gli Scritti:
M.V. ASENSIO, Libri sapienziali e altri scritti (ISB 5), Paideia, Brescia 1997; A. BONORA - M. PRIOTTO (ed.), Libri Sapienziali e altri
Scritti (Logos n. 4), LDC, Leumann (TO) 1997; R.E. MURPHY,
L'albero della vita. Una esplorazione della letteratura sapienziale
biblica, Queriniana, Brescia 1993.
I-patr01. PATROLOGIA - I E STORIA
DELLA CHIESA ANTICA
Prof.ssa CRISTINA SIMONELLI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
89
Il corso si propone di presentare la diffusione e lo sviluppo della
realtaÁ cristiana nei primi secoli dell'era volgare. Poiche gli scritti
degli autori cristiani non si possono comprendere al di fuori del
contesto storico e d'altra parte rappresentano parte importante
delle fonti per la storia della Chiesa antica, i moduli in cui viene
articolato il corso integrano la patrologia e la storia.
1) Primo modulo: introduzione generale alle due discipline. Il
dibattito sulle origini cristiane e il giudeocristianesimo. La letteratura cristiana delle origini (Padri Apostolici).
2) Secondo modulo: la Chiesa e l'Impero Romano. Le persecuzioni. La letteratura apologetica, con particolare riferimento a
Giustino. SpiritualitaÁ e letteratura del martirio.
3) Terzo modulo: Il consolidamento delle strutture e delle istituzioni ecclesiastiche tra II e III secolo. I principali esponenti delle
aree teologiche: Melitone e Ireneo per l'area ``asiatica''; Tertulliano e Cipriano per l'area latino-africana; Clemente e Origene
per l'area alessandrina.
4) Quarto modulo: la svolta nei rapporti Chiesa-Impero nel IV
secolo. La crisi ariana: temi in discussione, il dibattito conciliare
(Nicea-Costantinopolitano I). Lo sviluppo del catecumenato e il
fenomeno monastico, con la relativa letteratura. Quadro sintetico e introduttivo ad alcune figure rappresentative delle diverse
tradizioni: i Cappadoci, Efrem il Siro, Ambrogio.
5) Quinto modulo: la Chiesa nel V secolo, in Oriente (dibattito
cristologico e concili di Efeso e Calcedonia) e in Occidente (con
perno attorno ad Agostino: a confronto con manichei, donatismo
e pelagianesimo). Uno sguardo prospettico.
L'insegnamento si avvale di lezioni frontali, come introduzioni ai
singoli contesti storici e ai relativi autori patristici. Durante le
lezioni vengono indicati anche singoli settori di approfondimento
monografico con relativa bibliografia, affidati al lavoro personale.
Lo studio si articola infatti in una parte generale e in una parte
monografica, svolta a partire da un testo patristico scelto fra
quelli che verranno consigliati. Il colloquio d'esame inizia dalla
parte monografica e si estende alle parte generale.
Bibliografia:
90
Patrologia: M. SIMONETTI - E. PRINZIVALLI, Storia della letteratura
cristiana antica, EDB, Bologna 20112; C. MORESCHINI - E. NORELLI, Storia della letteratura cristiana antica greca e latina. I-II, Mor-
celliana, Brescia 1995; A. PIRAS, Storia della letteratura patristica,
PFTS University Press, Cagliari 20132.
Storia della Chiesa: G. FILORAMO (ed.), Storia del Cristianesimo:
l'AntichitaÁ, Laterza, Roma-Bari 1997; Storia del cristianesimo I.
L'etaÁ antica (sec. I-VII), a cura di E. PRINZIVALLI, Carocci, Roma
2015; P. SINISCALCO, Il cammino di Cristo nell'Impero romano,
Laterza, Roma-Bari 20044.
Altra bibliografia saraÁ indicata durante lo svolgimento del corso.
I-PATR02. PATROLOGIA - II
Prof. ANTONIO ZANI
ECTS 3
ELANOIZUTITSI OLCIC
Corso semestrale: 2 ore settimanali
Obiettivo del corso eÁ l'approfondimento di alcuni aspetti e temi,
connessi a personalitaÁ, talora anonime, e a scritti anche adespoti, che mostrino il sorgere e il costituirsi entro la comunitaÁ ecclesiale, segnata da un progressivo dilatato innesto nella geografia dei primi tre secoli dell'era cristiana, della comprensione
di segmenti del messaggio di Cristo nel confronto, anche dialettico, con la religione di provenienza ± quella giudaica ± e con la
religiositaÁ e la nuova cultura greco-romana.
Contenuto del corso saranno i seguenti punti: fonti non cristiane
sul cristianesimo; capitoli eucaristici della DidacheÁ; i testi cristologici di Ignazio di Antiochia; Giustino e il dialogo con il giudaismo; Ireneo e gnostici: antropologie a confronto; la Pasqua nelle
chiese dell'Asia Minore; Tertulliano e l'apologia del cristianesimo; Origene e l'esegesi della Scrittura; Cipriano e la chiesa
dell'Africa romana.
Bibliografia:
Viene opportunamente segnalata, con riguardo ai singoli temi, al
momento del loro svolgimento. EÁ prevista anche la dispensa,
accompagnata dalla copia dei testi da prendere in esame.
I-STCH02. STORIA DELLA CHIESA MEDIEVALE
Prof. RENATO MAMBRETTI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
91
92
1. Scopo del corso eÁ l'individuazione dei temi e dei problemi
fondamentali relativi alla storia della Chiesa in etaÁ medievale,
considerata nelle istituzioni di vertice e di base. Le vicende storiche verranno inserite nelle prospettive culturali e negli sviluppi
politico-istituzionali propri dell'Occidente europeo, senza trascurare gli imprescindibili riferimenti all'Oriente bizantino e slavo.
Propedeutica a questo percorso si pone la sintetica premessa
sulle proposte di interpretazione e di metodo sottese alle diverse
concezioni di storia della Chiesa che hanno animato il dibattito
storiografico soprattutto nella seconda metaÁ del secolo scorso,
con particolare attenzione al periodo oggetto dell'insegnamento.
2. Nell'intento di evidenziare gli eventi, i personaggi, le istituzioni, i nessi fondamentali e dinamici che hanno caratterizzato la
presenza storica della Chiesa nel Medioevo europeo, saranno
trattati i seguenti punti:
a) L'incontro, non sempre facile ma fecondo di risultati, tra i
popoli germanici (o barbarici) e le Chiese d'Occidente e d'Oriente, cui si connette quale nuovo fattore di interazione il monachesimo. Nello stesso contesto si collocano l'ascesa delle Chiese
vescovili, in particolare di quella romana, e l'azione pastorale e
culturale di Gregorio Magno.
b) Seguendo l'azione e le scelte operate dalla Chiesa romana nel
corso dell'VIII secolo si potraÁ giungere alla prima significativa
sintesi tra mondo germanico ed ereditaÁ romana e cristiana costituita dal sistema carolingio e quindi dalla Chiesa imperiale
degli Ottoni. La lotta delle investiture costituisce il punto di
rottura di questa collaborazione, come ben esemplifica la letteratura libellistica che da questo confronto si genera. Il rapporto
gerarchizzato tra Chiesa romana e Chiese locali, accanto al distacco dall'Oriente, e lo sviluppo del diritto canonico sono tra i
fattori determinanti per l'avvio di una nuova concezione ecclesiologica, che nei secoli XI e XII sancisce una inedita capacitaÁ di
iniziativa dei papi, soprattutto nel rapporto con l'Impero.
Il ruolo attivo del papato ± ben visibile nella figura di Innocenzo III
± si rivela anche nella promozione dei concili lateranensi, nel
sostegno offerto alla formazione dei nuovi ordini religiosi (in
particolare i mendicanti), nell'impegno per le diverse spedizioni
crociate.
c) L'affermazione estrema dell'universalismo papale e la sua
sconfitta (Bonifacio VIII) inaugurano alle soglie del XIV secolo
il periodo avignonese.
ELANOIZUTITSI OLCIC
d) Dall'XI secolo il tessuto ecclesiale eÁ inoltre avviato nel suo
complesso verso riforme che rimodellano il volto delle istituzioni
ecclesiastiche e delle comunitaÁ cristiane, come si puoÁ rilevare
dalla formazione di nuove circoscrizioni ecclesiastiche, ma soprattutto dall'affermazione di comunitaÁ di canonici regolari, mentre il ``vecchio'' e il ``nuovo'' monachesimo (Cluny e Citeaux) e
l'eremitismo conoscono un sorprendente sviluppo. Il fiorire degli
ordini mendicanti favorisce quindi la presenza nelle strutture
ecclesiastiche dei laici devoti e delle loro associazioni e lo sviluppo dell'attivitaÁ assistenziale, ma investe anche il mondo intellettuale. La diffusione dei pellegrinaggi costituisce significativa
conferma della vitalitaÁ di questa societaÁ.
e) Le crociate e le missioni dei frati spingono la cristianitaÁ medievale oltre i propri confini, ma sollecitano una profonda riflessione sulla necessitaÁ di una nuova cristianizzazione d'Europa. Il
ritorno a Roma del papa e il grande scisma di Occidente rivelano
le difficoltaÁ in cui si dibatte la Chiesa tardomedievale, nuovamente percorsa da aspirazioni di riforma, ancora legata a tradizionali concezioni universalistiche e interrogata dall'emergere
delle nazionalitaÁ. In questo contesto il concilio di Costanza e le
elaborazioni del pensiero conciliarista segnano emblematicamente l'epilogo della stagione medievale.
3. Il corso si articola in una serie di lezioni frontali, che tendono a
evidenziare i nessi problematici e i dati essenziali propri del periodo medievale. Nel corso delle lezioni la lettura e il commento
di brevi apporti storiografici e di fonti (in forma antologica, in
lingua e in traduzione) consentiranno agli studenti di entrare nel
vivo della ricostruzione storica, di misurarsi con le difficoltaÁ di
interpretazione e di lettura a queste connesse e di considerare la
specificitaÁ dei contributi offerti dall'interpretazione storiografica.
La rielaborazione degli schemi e dei contenuti esposti e l'approfondimento personale sui manuali e sulla bibliografia costituiscono l'indispensabile complemento in vista della preparazione dell'esame conclusivo. Ogni studente saraÁ inoltre invitato
all'approfondimento di uno dei temi esposti, con esplicito riferimento a saggi specifici indicati durante le lezioni o concordati
con il docente, in modo da poterne esporre le linee essenziali al
momento dell'esame.
Bibliografia:
Oltre alla Dispensa predisposta dal docente, che verraÁ utilizzata
come strumento di lavoro durante le ore del corso e potraÁ costituire una prima base di studio, si ritiene fondamentale:
93
± la consultazione dei capitoli dedicati al Medioevo di G. DE ROSA
- T. GREGORY - A. VAUCHEZ (ed.), Storia dell'Italia religiosa, 1:
L'antichitaÁ e il Medioevo, Laterza, Roma-Bari 1993;
± lo studio di una delle seguenti opere: G. FILORAMO - D. MENOZZI
(ed.), Storia del cristianesimo. Il Medioevo, Laterza, Roma-Bari
1997; G. CANTARELLA - V. POLONIO - R. RUSCONI, Chiesa, chiese,
movimenti religiosi, Laterza, Roma-Bari 2001; G.L. POTESTAÁ - G.
VIAN, Storia del cristianesimo, Il Mulino, Bologna 2010; Storia del
cristianesimo II. L'etaÁ medievale, a cura di M. BENEDETTI, Carocci,
Roma 2015.
Altre indicazioni bibliografiche saranno presentate durante lo
svolgimento del corso.
I-LIT01. LITURGIA - I
Prof. CLAUDIO MAGNOLI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
94
ECTS 3
1. Il corso si prefigge lo scopo di una prima competenza sui
criteri con cui ha operato, dal punto di vista teologico liturgico,
la riforma conciliare, verificati alla luce della storia della liturgia.
Il metodo storico, applicato alla disciplina liturgica, eÁ dunque
integrato da un'esigenza di discernere la natura teologica e pastorale della liturgia in vista del suo compito ecclesiologico.
2. Il corso muove da una messa a punto del capitolo 1 di Sacrosanctum Concilium, inteso come la Magna Charta della riforma
liturgica e il luogo magisteriale da cui nascono tutte le domande
della ricerca liturgica successiva. Alla luce di questo esito aperto
della storia della liturgia e della riflessione sulla liturgia, vengono
esplorati i vari segmenti della tradizione liturgica, orientale e
occidentale fino al sec. VII; solo occidentale dal sec. VII in poi.
La prassi rito-cultuale neotestamentaria e la riflessione sulle
categorie religiose d'Israele (sacrificio, altare, tempio, sacerdozio) rilette nel Nuovo Testamento, costituisce una prima grande
tappa. La prassi e la riflessione liturgica di epoca patristica (secoli II-VII) eÁ altra tappa di grande significato. Seguono capitoli
piuÁ snelli ed essenziali, relativi alle varie epoche medievali. Una
sosta significativa sull'epoca pre-tridentina/tridentina e post-tridentina per giungere alla stagione del Movimento liturgico in
senso ampio (prodromi del Movimento nel Settecento e Ottocento) e in senso stretto (Movimento nel novecento con Beauduin, Casel, Guardini, ecc., fino alla Mediator Dei).
Un'ultima tappa storica eÁ la ripresa dell'ereditaÁ del Vaticano II
nella sua recezione post-conciliare fino ad oggi.
Conclude il corso un duplice affondo tematico: la nozione di
Anno Liturgico e di Liturgia delle Ore o la dimensione liturgica
del tempo.
Bibliografia:
ELANOIZUTITSI OLCIC
Oltre alle dispense, che saranno utilizzate come strumento di
lavoro durante le ore del corso e in vista dell'esame, sono indicate alcune letture a scelta, complementari allo studio: R. GUARDINI, Lo spirito della liturgia - I santi segni, Morcelliana, Brescia
1980 (or. 1919); G. BONACCORSO, La liturgia e la fede. La teologia
e l'antropologia del rito (Caro Salutis Cardo. Sussidi 8), Messaggero, Padova 2005; K. PECKLERS, Liturgia. La dimensione storica
e teologica del culto cristiano e le sfide del domani (or. 2003)
(Giornale di Teologia 326), Queriniana, Brescia 2007; P. TOMATIS,
La festa dei sensi. Riflessioni sulla festa cristiana (SpiritualitaÁ del
nostro tempo. Terza serie), Cittadella, Assisi 2010; J. RATZINGER,
Lo spirito della liturgia (or. 2000), in ID., Teologia liturgica (Opera
Omnia 11), Libreria Editrice Vaticana, CittaÁ del Vaticano 2010;
G. BOSELLI, Il senso spirituale della liturgia (Liturgia e Vita), Qiqajon, Magnano (BI) 2011.
Altre indicazioni bibliografiche saranno presentate durante lo
svolgimento del corso.
I-FIL03. FILOSOFIA MORALE ED ETICA PUBBLICA
Prof. COSTANTE MARABELLI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
Il corso eÁ introduttivo al problema filosofico della prassi e all'illustrazione critica delle principali soluzioni storicamente esperite.
Il primo fuoco del corso eÁ orientato alla definizione della prassi
buona o dovere sul fondamento dell'essere: il bene, cioeÁ il termine desiderativo dell'agire (e quindi l'etica come sapere normativo della prassi buona) eÁ cioÁ che eÁ conforme alla realtaÁ intelligibile, alla veritaÁ delle cose. La libertaÁ eÁ in quest'ottica concepita
come capacitaÁ di giudizio vero sulle cose. Il secondo fuoco si
appunta sulla realizzazione dell'essere-buono («Ogni ente eÁ perfetto nella misura in cui eÁ realizzato; e l'imperfezione consiste nel
fatto che una sua possibilitaÁ di essere non giunge a realizzazio-
95
ne» S. Th. I-II, 3, 2). La libertaÁ in quest'ottica eÁ concepita come
compimento di un'identitaÁ (di natura e personale).
Nella seconda parte del corso si presentano (anche nelle loro
genesi storiche) e si discutono criticamente cinque «figure» o
«paradigmi» meta-etici, descrivibili come 1) ricerca sulla vita migliore per l'uomo; 2) individuazione della legge da osservare; 3)
individuazione delle regole per la collaborazione sociale; 4) spiegazione dei comportamenti; 5) scienza per la produzione di un
buono stato di cose. Sulla base di un'analisi di queste «figure» e
di un loro confronto critico si delinea la problematica compatibilitaÁ tra un'etica della prima persona (incentrata cioeÁ sull'agente
e il suo bene) e un'etica pubblica come ricerca di una prospettiva
di accordo universale di laÁ dal pluralismo nella concezione del
bene. L'affronto di questo problema prospetta un confronto tra
sfera etica e sfera politica, consentendo di trattare i temi del
bene comune, dello Stato etico e dello Stato di diritto.
I. I concetti fondamentali
1. La definizione della prassi buona e il dover-essere.
2. Il bene come termine dell'agire: desiderio e norma.
3. La realtaÁ intelligibile e la veritaÁ delle cose.
4. Il giudizio sulla veritaÁ delle cose e la libertaÁ.
5. La realizzazione dell'essere-buono: libertaÁ e identitaÁ.
II. Paradigmi storici dell'etico
1. La ricerca sulla vita migliore.
2. L'individuazione della legge.
3. Le regole del legame sociale.
4. La spiegazione del comportamento.
5. La produzione degli effetti buoni.
III. Etica personale e sociale
1. La ricerca del bene e la dimensione pubblica dell'etica.
2. Etica, politica, bene comune: la concezione dello Stato.
Bibliografia:
Un manuale di accompagnamento del corso: G. PIANA, La veritaÁ
dell'azione. Introduzione all'etica, Morcelliana, Brescia 2011; Z.
BAUMAN, Le sfide dell'etica, Feltrinelli, Milano 1996; F. RIVA, La
rinuncia al seÂ. Interrogativi ed etica pubblica, Edizioni Lavoro,
Roma 2001; S. MAFFETTONE - S. VECA, L'idea di giustizia da Platone a Rawls, Laterza, Roma - Bari 2012. Saranno rese disponi-
96
bili le dispense del corso.
I-FIL02. INTRODUZIONE ALLA FILOSOFIA
CONTEMPORANEA
Prof. PAOLO REZZONICO
Corso semestrale: 4 ore settimanali
ECTS 6
ELANOIZUTITSI OLCIC
Il corso persegue il raggiungimento dei seguenti obiettivi: la capacitaÁ di riflessione razionale sul reale come totalitaÁ, sull'esperienza umana e sulle condizioni e forme del sapere e dell'agire
umano; la conoscenza dei metodi e dei percorsi di ricerca, emersi
nei vari momenti della storia, mostrandone continuitaÁ e rotture;
l'attitudine critica nei confronti delle conoscenze, idee, credenze;
la capacitaÁ critica per elaborare una interpretazione della complessitaÁ del presente; la conoscenza delle principali teorie filosofiche e gli autori presentati; l'uso con proprietaÁ del lessico e
delle categorie essenziali della tradizione filosofica; la lettura di
testi filosofici (antologici o integrali), individuandone la tipologia,
le idee centrali, il procedimento logico-argomentativo e l'intenzione sottesa, le tesi argomentate e quelle solo enunciate, i
riferimenti storici e filosofici.
Verranno presi in esame i seguenti contenuti: il rapporto tra
veritaÁ e storia nella sintesi di Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il
pensiero ``teologico'' dell'idealismo. La scoperta della corporeitaÁ
e della volontaÁ: Arthur Schopenhauer. La rottura della sintesi
hegeliana in Sùren Kierkegaard. I ``maestri del sospetto'': Karl
Marx, Friedrich Nietzsche e Sigmund Freud e le loro riprese nel
Novecento (il neomarxismo e le scuole psicoanalitiche con particolare attenzione all'interpretazione lacaniana della psicoanalisi). Lo ``sguardo'' della fenomenologia. Edmund Husserl: la Crisi
e le idee portanti della fenomenologia. Martin Heidegger: ontologia e temporalitaÁ; la comprensione della finitezza, il pensiero
della ``svolta''. L'ermeneutica di Hans-Georg Gadamer. L'esistenzialismo: Jean-Paul Sartre. Le vie della fenomenologia: Maurice
Merleau-Ponty, Paul Ricúur, Emmanuel LeÂvinas, Jean-Luc Marion, Marc Richir. La filosofia del linguaggio: Ludwig Wittgenstein. Gli scenari del postmoderno: Jean Francois Lyotard, JuÈrgen Habermas, Jacques Derrida, Gilles Deleuze, Gianni Vattimo
e il ``pensiero debole''. Max Picard. Luigi Pareyson.
Le questioni teoriche privilegiate sono quelle di ``raccordo'' con il
pensare teologico ed emergenti dal confronto con gli autori principali del dibattito novecentesco (la fenomenologia in primis con
97
tutte le sue ``eresie'', l'ermeneutica, il pensiero pragmatico, il
postmoderno, la psicoanalisi).
In particolare: la questione della nominazione di Dio; la collocazione del soggetto; lo scenario della postmodernitaÁ; i temi ``nuovi'' della contemporaneitaÁ (corporeitaÁ, alteritaÁ, intersoggettivitaÁ,
passivitaÁ, finitezza); lo spazio di reciproca definizione di filosofia
e teologia negli autori trattati (Husserl, Heidegger, Ricúur, Gadamer).
Bibliografia:
G. FORNERO - S. TASSINARI, Le filosofie del Novecento, Bruno
Mondadori Editore, Milano 2002; F. D'AGOSTINI, Analitici e continentali Guida alla filosofia degli ultimi trent'anni, Raffaello Cortina, Milano 1997; F. CIOFFI - F. GALLO - G. LUPPI - A. VIGORELLI - E.
ZANETTE, Il testo filosofico, Bruno Mondadori, Milano 1993; J.
HERSCH, La storia della filosofia come stupore, Bruno Mondadori,
Milano 2002; G. ANGELINI - S. MACCHI (ed.), La teologia del Novecento. Momenti maggiori e questioni aperte, Glossa, Milano
2008.
I-LA02. EBRAICO BIBLICO
Prof. GABRIELE MARIA CORINI
Corso annuale: 2 ore settimanali
98
ECTS 6
Il corso ha lo scopo di introdurre gli studenti alla lettura della
lingua ebraica biblica e alla conoscenza delle sue strutture fondamentali; al termine gli studenti saranno in grado di tradurre
testi semplici della Bibbia ebraica.
A) Ortografia e Fonologia: consonanti, vocali, sillabe, accenti.
B) Morfologia: articolo, preposizioni e particelle, pronomi, sostantivi, aggettivi, verbi.
C) Elementi di Sintassi.
D) Lessico ebraico.
E) Lettura ed analisi di alcuni brani di Genesi e Rut.
La metodologia didattica saraÁ quella impiegata tradizionalmente
nello studio delle lingue antiche: si spiegheranno in modo teorico
le forme grammaticali e si verificheraÁ il loro funzionamento tramite esercizi pratici. L'analisi grammaticale e sintattica di testi
biblici permetteraÁ di familiarizzarsi con l'uso delle forme appre-
se. La preparazione degli studenti verraÁ saggiata tramite verifiche periodiche in preparazione all'esame finale.
Bibliografia:
Testo per la scuola: G. DEIANA - A. SPREAFICO, Guida allo studio
dell'ebraico biblico, SocietaÁ Biblica Britannica, Roma 19923 .
Grammatica di referenza: P. JOUÈON - T. MURAOKA, A Grammar of
Biblical Hebrew, Pontificio Istituto Biblico, Roma 2006.
Presentazione degli strumenti in lingua italiana: M. PAZZINI,
ELANOIZUTITSI OLCIC
Grammatiche e dizionari di ebraico-aramaico in italiano. Catalogo
ragionato, «Liber Annuus» 42 (1992) 9-32; ID., Grammatiche e
dizionari di ebraico-aramaico in italiano. Catalogo ragionato Aggiornamento (dicembre 2001), «Liber Annuus» 51 (2001)
183-190.
i-FIL01. STORIA DELLA FILOSOFIA
(ANTICA, MEDIEVALE, MODERNA)
Prof. PAOLO REZZONICO - Prof. ENRICO GARLASCHELLI
Corso semestrale di 120 ore
ECTS 18
Il corso prenderaÁ avvio dalle origini del pensare filosofico presso i
primi pensatori greci e giungeraÁ fino alla ModernitaÁ, che trova il
suo compimento nel criticismo kantiano. Il carattere introduttivo
del corso condurraÁ dunque alla conoscenza essenziale del pensiero filosofico antico, medievale e moderno nelle sue linee sintetiche piuÁ significative attraverso l'approfondimento degli autori
fondamentali. Si terraÁ conto delle prospettive filosofiche che
hanno avuto maggiore risonanza all'interno della stessa rielaborazione teologica, nell'attenzione costante di mostrare i nessi fra
le discipline e i reciproci influssi nel corso delle epoche. Si privilegeraÁ in modo particolare l'approccio diretto ai testi filosofici,
allo scopo di favorire un contatto effettivo con il metodo, il linguaggio, lo spazio filosofico del pensare.
Il corso prevede per l'unitaÁ didattica (I. L'AntichitaÁ) un percorso
di approfondimento monografico in rapporto a un autore, a un
testo o a una corrente filosofica. Riguardo le unitaÁ didattiche II. e
III. (Il Medioevo e La ModernitaÁ) il percorso verraÁ suggerito e
concordato con il docente durante le lezioni.
99
Il percorso si svolgeraÁ secondo questi passaggi:
I. L'AntichitaÁ
1) I primi pensatori greci; 2) I Sofisti e Socrate; 3) Platone e
Aristotele; 4) Lo Stoicismo; 5) Plotino e la spiritualitaÁ ellenistica;
6) Agostino e la filosofia cristiana.
II. Il Medioevo
1) Anselmo d'Aosta; 2) Tommaso d'Aquino; 3) Giovanni Duns
Scoto; 4) Guglielmo d'Ockham.
III. La ModernitaÁ
1) Il nuovo umanesimo; 2) La Rivoluzione scientifica; 3) Il soggetto cartesiano; 4) Pascal: filosofia e cristianesimo; 5) Spinoza
e la filosofia dell'immanenza; 6) Hobbes e Rousseau: politica e
antropologia; 7) Il razionalismo di Leibniz; 8) Locke, Hume e la
tradizione empirista; 9) La filosofia critica di Kant e le sue interpretazioni.
Bibliografia:
G. REALE - D. ANTISERI, Storia della filosofia, voll. 1-2, La Scuola,
Brescia 1997; P. HADOT, Che cos'eÁ la filosofia antica?, Einaudi,
Torino 1998; E. BERTI, In principio era la meraviglia. Le grandi
questioni della filosofia antica, Laterza, Roma-Bari 2008; G. REALE
(ed.), I Presocratici. Testo greco a fronte, Bompiani, Milano 2006;
PLATONE, Apologia di Socrate - Simposio - Fedone; ARISTOTELE,
Metafisica, Bompiani, Milano 2000; W. BEIERWALTES, Plotino. Un
cammino di liberazione verso l'interioritaÁ, lo Spirto e l'Uno, Vita e
Pensiero, Milano 1993; E. GILSON, La filosofia nel Medioevo. Dalle
origini patristiche alla fine del XIV secolo, Sansoni, Milano 2004;
AGOSTINO D'IPPONA, Le confessioni, Einaudi, Torino 2007; G. CATAPANO, Agostino, Carocci, Roma 2010; S. VANNI ROVIGHI, Introduzione a Tommaso d'Aquino, Laterza, Roma-Bari 2004; C. VASOLI (ed.), Le filosofie del Rinascimento, Bruno Mondadori,
Milano 2002; P. ROSSI, La nascita della scienza moderna in Europa, Laterza, Roma-Bari 2005; R. CARTESIO, Discorso sul metodo,
Bompiani, Milano 2002; B. PASCAL, Pensieri, Bompiani, Milano
2000; C. CIANCIO, Cartesio o Pascal? Un dialogo sulla modernitaÁ,
Rosenberg & Sellier, Torino 1995; B. SPINOZA, Etica, Laterza,
Roma-Bari 2009; E. CASSIRER, Vita e dottrina di Kant, La Nuova
Italia, Firenze 1977; S. VANNI ROVIGHI, Introduzione allo studio di
Kant, La Scuola, Brescia 1997.
Ulteriore bibliografia saraÁ indicata nel corso delle lezioni.
100
I-LA01. CORSO FONDAMENTALE
DI LINGUA LATINA
Prof.ssa CHIARA IOTTI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
ELANOIZUTITSI OLCIC
Conoscere il latino eÁ fondamentale per tutti coloro che vogliano
comprendere la cultura europea e soprattutto per chi si occupa
di teologia.
Il corso ha lo scopo di guidare gli studenti nella comprensione del
latino cristiano. Lo studio della morfologia e della sintassi latina
permetteraÁ loro di affrontare con consapevolezza la lettura dei
testi proposti, scelti fra opere appartenenti ai diversi generi letterari significativi per gli studi teologici.
A mo' di esempio: a) La Passione delle Sante Perpetua e Felicita
e dei suoi compagni; b) Antologia patristica sugli animali simbolici; c) La vita Antonii; d) La Regola di Benedetto; e) La Summa di
Tommaso; f) L'Itinerarium mentis in Deum di Bonaventura; g) La
costituzione conciliare Dei Verbum; h) L'enciclica Deus Caritas
est.
Bibliografia:
Una grammatica e sintassi latina ad uso nella scuola media superiore. Il materiale da tradurre verraÁ consegnato durante le
lezioni.
101
SECONDO ANNO
I-TS01. CRISTOLOGIA - I
Prof. ALBERTO COZZI
Corso annuale: 2 ore settimanali
102
ECTS 6
1. Lo scopo del corso eÁ quello di introdurre alla comprensione
della formula di fede cristologica: «GesuÁ eÁ il Cristo, ovvero, il
compimento delle promesse di Dio all'uomo, in quanto eÁ il
Figlio di Dio tra noi». La comprensione di questa formula fondamentale della fede esprime le dimensioni della relazione con
GesuÁ e chiede una triplice competenza nell'alunno: una competenza biblica (Scrittura), una competenza storico-ermeneutica e
dottrinale (i dogmi della Chiesa) e una competenza speculativa
(che offre una visione coerente del mistero del Dio fatto uomo
per la nostra salvezza). Col termine «competenza» si intende
aiutare a imparare il senso e l'uso di alcuni termini tecnici, la
logica inscritta nella concettualitaÁ dogmatica e infine le dimensioni della visione del mondo e del mistero propiziata dalla fede
in GesuÁ Cristo, salvatore unico e definitivo proprio perche Verbo incarnato.
2. Se questo eÁ lo scopo del percorso, le scansioni sono quelle
della teologia sistematica, ossia di un certo procedimento che
prevede un'introduzione, che vuole offrire il quadro della problematica con le domande che la costituiscono e gli autori di riferimento: una parte biblica fondativa, in cui si leggono le Scritture alla luce del compimento in Cristo; una parte storicodogmatica, che aiuta a conoscere le principali veritaÁ di fede
sull'argomento (ossia le regole linguistiche e concettuali che
dischiudono il corretto campo semantico, in cui eÁ possibile percepire la realtaÁ che c'eÁ in gioco). La parte storico-dogmatica ed
ermeneutica eÁ costruita attorno ai principali contesti epocali in
cui ha lavorato la speculazione teologica e rimanda a capitoli
centrali della cristologia (il dogma dell'unione ipostatica, le teorie della redenzione, la posizione di Cristo nell'epoca del pluralismo religioso).
Presentiamo quindi l'indice generale e alcune indicazioni bibliografiche. Si tratta di strumenti minimi per raggiungere il fine ed
elaborare la competenza individuata. Altri strumenti saranno forniti lungo il percorso.
PREMESSA: IL LUOGO DELLA QUESTIONE CRISTOLOGICA E LE SUE DIMEN-
SIONI
1. L'attuale situazione della fede in GesuÁ Cristo.
2. La questione del punto di partenza della Cristologia e del suo
oggetto.
BIBBIA E CRISTOLOGIA
Dai sensi della Scrittura all'ermeneutica della testimonianza pasquale
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. I sensi della Scrittura e la Cristologia.
2. Un modello di comprensione del rapporto tra senso letterale
e sopraletterale.
3. La recente «esplosione» dell'ovvietaÁ del senso letterale.
4. L'ermeneutica della testimonianza.
NOTE DI CRISTOLOGIA BIBLICA - I DUE POLI COSTITUTIVI DELLA FEDE
CRISTOLOGICA NEOTESTAMENTARIA: LA CONFESSIONE E LA NARRAZIONE
1. La confessione del risorto e le sue forme: omologie, kerigma e
inni.
1.1. Il materiale neotestamentario (l'omologia, il kerigma, l'inno).
1.2. La legge di sviluppo e il contenuto cristologico delle omologie.
2. La narrazione confessante: la memoria del ministero pubblico
del GesuÁ prepasquale.
2.1. Dalla confessione alla narrazione: ragioni del passaggio
dal kerigma al Vangelo.
2.2. Il senso teologico del racconto: la strategia del racconto e
l'identitaÁ narrativa di GesuÁ.
2.3. La vicenda di GesuÁ nella narrazione confessante della
Chiesa.
LA CRISTOLOGIA PATRISTICO-CONCILIARE
1. Linee di sviluppo della Cristologia patristica: alcune interpretazioni.
1.1. Il senso della trasformazione della formula di fede.
1.2. Spunti per una ricostruzione delle origini della cristologia
patristica.
1.3. La ricostruzione della cristologia dei Padri.
103
2. Fede in Cristo e domanda cristologica nei Padri fino a Calcedonia.
2.1. Implicazioni cristologiche della controversia ariana.
2.2. La questione formalmente cristologica: la crisi apollinarista.
2.3. Cirillo e Nestorio: il discernimento di Efeso e il «Tomus
unionis».
3. Il Concilio di Calcedonia e la crisi monofisita.
3.1. Il monofisismo di Eutiche.
3.2. Il Concilio di Calcedonia.
3.3. L'ermeneutica dogmatica di Calcedonia: il Costantinopolitano II.
3.4. La crisi monotelita: il concilio Lateranense del 649 e il
Costantinopolitano III.
4. Il modello calcedonese e la critica recente.
4.1. La formalizzazione metafisica del modello calcedonese: il
problema speculativo dell'unitaÁ di Cristo.
4.2. L'assunzione metafisica del problema speculativo dell'unitaÁ di Cristo: il contributo della Scolastica.
4.3. Nuove proposte teologiche sul mistero dell'unitaÁ di Cristo.
Á
GESU NOSTRA SALVEZZA: LA DOTTRINA DELLA REDENZIONE
1. Lo sviluppo storico della soteriologia
1.1. Le principali metafore soteriologiche dell'epoca dei Padri.
1.2. Le teorie medievali della redenzione.
1.3. La dottrina della redenzione dalla Riforma al periodo moderno.
1.4. La soteriologia cattolica contemporanea.
1.5. La crisi attuale della dottrina cristiana della redenzione.
2. Verso l'unitaÁ di senso nella comprensione cristologica della
salvezza.
2.1. La logica del discorso: GesuÁ mediatore definitivo.
2.2. GesuÁ previde la sua morte e le diede un significato salvifico?
104
LA CRISTOLOGIA NEL COSTESTO DEL DIALOGO INTERRELIGIOSO
1. L'esigenza di deassolutizzare la cristologia.
1.1. Un mutamento di coscienza epocale.
1.2. Deassolutizzare la cristologia.
2. GesuÁ Cristo di fronte alle altre religioni.
2.1. Il problema dell'universalitaÁ della salvezza: cristocentrismo-teocentrismo-soteriocentrismo.
2.2. Revisioni della pretesa unicitaÁ di GesuÁ: salvatore esclusivo, costitutivo, normativo, relativo, facoltativo.
3. Il discernimento magisteriale: l'intervento della «Dominus Jesus».
PARTE SISTEMATICA
Linee fondamentali di una Cristologia di GesuÁ
1. L'esigenza: cioÁ che c'eÁ in gioco nella cristologia.
2. La tesi fondamentale.
3. Il senso e le dimensioni della tesi: esplicitazione della logica
sottesa.
4. Per un discorso dialettico sull'identitaÁ di GesuÁ.
5. Il mistero di GesuÁ Cristo.
ELANOIZUTITSI OLCIC
Bibliografia generale:
A. COZZI, Conoscere GesuÁ Cristo nella fede, Cittadella, Assisi
2007; G. THEISSEN - A. MERZ, Il GesuÁ storico. Un manuale,
Queriniana, Brescia 1999; B. SESBOUÈEÂ, GesuÁ Cristo l'unico me-
diatore. Saggio sulla redenzione e la salvezza 1: Problematica e
rilettura dottrinale, Edizioni Paoline, Cinisello B. 1990; COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Quaestiones selectae de Cristologia (1980), in Enchiridion Vaticanum 7, EDB, Bologna
1982, nn. 631-694; COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE,
De Iesu autoconscientia (1986), in Enchiridion Vaticanum 10,
EDB, Bologna 1989, nn. 681-723; COMMISSIONE TEOLOGICA INÁ CattoliTERNAZIONALE, Il cristianesimo e le religioni, «La Civilta
ca» 1 (1997) 146-183.
I-TM01. TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE - I
Prof. MAURIZIO CHIODI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
Il corso si propone di presentare le questioni fondamentali che
caratterizzano l'esperienza morale della coscienza credente. Si
tratta di un tema che va al cuore non solo del vissuto del cristiano ma anche dell'esperienza universale dell'uomo di ogni tempo.
L'oggetto fondamentale della trattazione si sviluppa intorno a
quattro momenti, articolati sul rapporto costitutivo tra la coscienza e Dio, l'esperienza antropologica e la sua origine e destinazione teologica.
105
I. Un primo capitolo offriraÁ la presentazione sintetica dell'esperienza morale nella cultura postmoderna. Non si pensa l'universale se non a procedere dal singolare. Solo partendo dal contesto
attuale eÁ possibile confrontarsi con gli autori che ci hanno preceduto. Il credente di oggi, come accade in ogni tempo, si accosta
alla storia e alla Bibbia unicamente a partire dalla propria cultura.
II. Sullo sfondo di tale contestualizzazione storico-culturale, il
secondo capitolo presenteraÁ una ripresa del sapere teologicomorale nella storia, anche in vista di un approfondimento della
riflessione etica nel suo rapporto alla teologia tutta. La storia del
pensiero, e ancor prima dell'esperienza morale, prenderaÁ in considerazione lo sviluppo delle forme nelle quali la coscienza credente ha attuato e pensato il senso del suo agire in risposta
all'evento di salvezza attestato nella Scrittura.
III. La terza parte metteraÁ a tema, in due capitoli, il rapporto tra
coscienza credente e Rivelazione biblica. L'interpretazione dell'Antico Testamento (III capitolo), nella triplice forma della Legge, profezia e sapienza, e nel suo nesso inscindibile al compimento cristologico (IV capitolo), ha una relazione costitutiva con
la coscienza cristiana, poiche il testo rimane attuale nella misura
in cui qualcuno lo accoglie e lo legge. A sua volta poi la `scrittura'
biblica ± cosõÁ come avviene per ogni testo, che apre un `mondo' ±
non si esaurisce in se stessa ma dischiude l'evento della Rivelazione. L'iniziativa salvifica di Dio istituisce una relazione con
l'uomo, per la quale questi eÁ costituito come un interlocutore
che eÁ convocato ad una risposta decisiva per l'accadere del
dono stesso di Dio.
IV. La quarta parte saraÁ dedicata alla riflessione sulla coscienza
e il suo rapporto alla norma. L'idea di coscienza saraÁ proposta
nella specifica accezione morale, in quanto libera e rappresentativa dell'uomo nella sua esigenza di totalitaÁ. La `coscienza' eÁ il
soggetto, la persona, che patisce e agisce, e dispone di se a
fronte di un'istanza pratica che, anticipandola, le dischiude il
suo compimento. Questa istanza eÁ il bene. Essa risuona nell'esperienza della coscienza stessa, che si caratterizza per la sua
qualitaÁ simultaneamente libera e interpellata. Nell'assolutezza di
questa istanza riconosciamo l'originario profilo teologico della
coscienza morale.
Bibliografia:
106
M. CHIODI, Teologia morale fondamentale. Analisi storica, prospettive bibliche, questioni ermeneutiche, Queriniana, Brescia
2014; ID., L'identitaÁ narrativa ed etica nell'ontologia ermeneutica
di P. Ricúur, «Teologia» 34 (2009) 385-415; ID., L'ermeneutica
dell'azione. La ricerca di un'identitaÁ narrativa in P. Ricúur, in
L'azione, fonte di novitaÁ. Teoria dell'azione e compimento della
persona: ermeneutiche a confronto, Cantagalli, Siena 2010, 83-
112. Per l'approfondimento dei singoli capitoli o di temi particolari: K. DEMMER, Fondamenti di etica teologica, Cittadella, Assisi
2004; G. ANGELINI, Teologia morale fondamentale, Glossa, Milano
1999; A. FUMAGALLI, L'eco dello Spirito. Teologia della coscienza
morale, Queriniana, Brescia 2012; P. BEAUCHAMP, L'uno e l'altro
Testamento. I, Paideia, Brescia 1985; R. SCHNACKENBURG, Il messaggio morale del Nuovo Testamento, vol. I. Da GesuÁ alla chiesa
primitiva, Paideia, Brescia 1989.
ELANOIZUTITSI OLCIC
I-BIB03. SINOTTICI E ATTI: INTRODUZIONE
E LETTURE
Prof. MATTEO CRIMELLA
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
1) Obiettivo del corso eÁ introdurre allo studio critico e scientifico
dei Vangeli sinottici e degli Atti degli Apostoli. Lo studente dovraÁ
conoscere sia la struttura dei Sinottici e degli Atti, sia le caratteristiche letterarie e teologiche di questi scritti neotestamentari.
2) La parte introduttiva affronteraÁ il senso del termine «vangelo»,
la formazione dei Vangeli sinottici, la questione del genere letterario «vangelo» e la questione sinottica.
Una parte considerevole saraÁ dedicata alla presentazione del
Vangelo di Marco. Dopo lo studio della sua struttura, ci si concentreraÁ su una lectio cursiva dell'intero testo, offrendo alcune
chiavi teologiche d'interpretazione. Di Matteo e di Luca, oltre
alla struttura fondamentale, si leggeranno alcuni passi, concentrandosi sul loro patrimonio proprio.
Infine si presenteranno le linee narrative e teologiche fondamentali degli Atti degli Apostoli.
3) Il corso prevede lezioni frontali. EÁ obbligatorio che gli studenti
abbiano sempre con se la Bibbia nella traduzione CEI 2008 (e
non 1974); chi conosce il greco puoÁ naturalmente utilizzare il
testo originale.
Bibliografia:
Il docente prepareraÁ un'apposita dispensa.
107
Introduzioni: M. LACONI ET AL., Vangeli Sinottici e Atti degli Apostoli (Logos. Corso di Studi Biblici 5), Elledici, Leumann (TO)
20022; C. BROCCARDO, I Vangeli. Una guida alla lettura (Quality
Paperbacks 292), Carocci, Roma 2009; M. CRIMELLA (ed.), Atti
degli Apostoli (Parole di vita 5), Messaggero, Padova 2013; M.
GRILLI, Matteo, Marco, Luca e gli Atti degli Apostoli (Collana
Biblica), Dehoniane, Bologna 2015; D. FRICKER, «Vangelo di
GesuÁ, il Cristo, il Figlio di Dio». Introduzione ai Vangeli sinottici,
San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2016.
Commenti: G. MICHELINI, Matteo. Introduzione, traduzione e commento (Nuova versione della Bibbia dai testi antichi 37), San
Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013; G. PEREGO, Marco. Introduzione, traduzione e commento (Nuova versione della Bibbia dai
testi antichi 38), San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2011; M.
CRIMELLA, Luca. Introduzione, traduzione e commento (Nuova
versione della Bibbia dai testi antichi 39), San Paolo, Cinisello
Balsamo (MI) 2015; G. ROSSEÂ, Atti degli Apostoli. Introduzione,
traduzione e commento (Nuova versione della Bibbia dai testi
antichi 41), San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2010.
I-BIB04. PAOLO: INTRODUZIONE E LETTURE
Prof. FRANCO MANZI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
1. L'intento di fondo del corso eÁ favorire l'ingresso graduale degli
studenti nell'orizzonte storico-culturale, letterario e teologico del
corpus paulinum, per mezzo dell'acquisizione delle conoscenze
basilari e degli strumenti principali dell'esegesi biblica (commentari esegetici, dizionari, sinossi, concordanze, raccolte bibliografiche, etc.). Guidati dalla presentazione tematica del docente, gli
alunni sono messi in grado di proseguire personalmente nella
lectio cursiva e nella comprensione critica degli scritti dell'apostolo Paolo e di altre opere neotestamentarie ad essi connesse.
2. A questo scopo, il corso focalizza l'attenzione su alcuni dei
temi neotestamentari piuÁ significativi sotto il profilo teologicobiblico. In concreto: dopo una rapida panoramica sul cristianesimo primitivo, s'intraprenderaÁ in prospettiva sintetica la spiegazione di varie pagine salienti delle lettere paoline (Rm, 1-2Cor,
Gal, Fil e 1Ts) e deuteropaoline (Col ed Ef), contestualizzate
all'interno di un'esposizione biografica del ministero apostolico
108
ELANOIZUTITSI OLCIC
di Paolo, anche alla luce degli Atti degli Apostoli. Inoltre, la presentazione del quadro del cristianesimo del I secolo d.C., in cui
sono considerate altre testimonianze dell'epistolario apostolico
(Gc, Eb e 1Pt), procederaÁ spesso per nuclei tematici di taglio
differente: teologico (ad es., l'ira di Dio), cristologico (ad es.,
l'inno di Fil 2,5-11), pneumatologico (ad es., i carismi), antropologico (ad es., i rapporti tra la grazia e la libertaÁ, la fede e le
opere), ecclesiologico (ad es. le relazioni della Chiesa con il
giudaismo e con il paganesimo; la concezione della Chiesa
come corpo di Cristo animato dall'unico Spirito santo; i sacramenti e il nuovo culto cristiano) ed escatologico (ad es. l'esortazione ad un'attesa operosa della venuta gloriosa del Signore). Il
corso lasceraÁ intravedere cosõÁ alcuni sviluppi successivi della
teologia sistematica, nonche diverse piste di ricerca di carattere
pastorale (ad es., la testimonianza cristiana e la missione ad
gentes della Chiesa) e spirituale (ad es., la vocazione, la conversione e l'imitazione di Cristo).
3. Il corso eÁ svolto dal docente, che, nell'ultima parte di ogni
lezione, mette a disposizione degli alunni un tempo congruo
per domande e interventi personali.
Per l'esame, che si svolge in forma orale, il candidato inizia a
esporre in maniera sintetica una parte a scelta di almeno 25
pagine del libro di F. MANZI, Prima Lettera ai Corinzi. Introduzione,
traduzione e commento (= Nuova Versione della Bibbia dai Testi
Antichi 43), San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013. La seconda
domanda dell'esame, formulata dal docente, coincide con uno
dei temi spiegati in classe e dettagliatamente esposti nel capitolo corrispondente del testo-base di F. MANZI, Introduzione alla
letteratura paolina (= Manuali s.n.), EDB, Bologna 2015. Dei
temi spiegati il candidato puoÁ escluderne tre.
Bibliografia:
B. MAGGIONI - F. MANZI (ed.), Lettere di Paolo (= Commenti e
Studi Biblici s.n.), Cittadella, Assisi 2005 (Nuova traduzione e
commento di Francesco Bargellini, Bruno Maggioni, Franco Manzi, Giorgio Paximadi, Luca Pedroli); F. MANZI, Lettera agli Ebrei.
Un'omelia per cristiani adulti (= Dabar - Logos - Parola. Lectio
Divina Popolare s.n.), Messaggero, Padova 2001; F. MANZI, Paolo, apostolo del Risorto. Sfidando le crisi a Corinto (= Parola di
Dio; Seconda Serie 28), San Paolo, Cinisello Balsamo (MI)
2008; F. MANZI, Prima Lettera ai Corinzi. Introduzione, traduzione
109
e commento (= Nuova Versione della Bibbia dai Testi Antichi 43),
San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013; F. MANZI, Seconda
Lettera ai Corinzi (= I Libri Biblici; Nuovo Testamento 9), Paoline,
Milano 2002.
I-BIB05. GIOVANNI: INTRODUZIONE E LETTURE
Prof. ROBERTO VIGNOLO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Per propiziare una ``prima lettura'' dei libri componenti il corpo
giovanneo (Gv, 1-2-3 Gv, Ap), se ne offriraÁ un loro quadro sia
specifico che complessivo, evidenziando inoltre un fattore davvero unificante di questo blocco canonico costituito dal suo interesse tutto peculiare per una teologia della scrittura in chiave
di una poetica testimoniale della rivelazione cristologico-trinitaria (Gv 19,35-37; 20,29-31; 21,24-25; 1Gv 1,1-4; 5,13; Ap 1,1-8;
22,6-21).
Sullo sfondo di un'introduzione generale (stato della ricerca,
l'ambiente storico, progetto e strumentario letterario, interessi
tematici), si offriranno chiavi di lettura complessiva, privilegiando
una metodologia narrativa (eventi, personaggi, simboli). Il tutto
finalizzato ad un apprezzamento ermeneutico-teologico.
Bibliografia:
110
Per Gv (vangelo e lettere) a scelta trai seguenti commentari: R.E.
BROWN, Giovanni. Commento al Vangelo spirituale 1. e 2., Cittadella, Assisi 20056; ID., Le lettere di Giovanni, Cittadella, Assisi
1986; C. DOGLIO (ed.), Il Quarto Vangelo, Edizioni Messaggero, Padova 2015; X. LEÁON DUFOUR, Lettura del Vangelo secondo
Giovanni, voll. I-IV, Paoline, Cinisello Balsamo 2007; M. NICOLACI, La salvezza viene dai giudei. Introduzione agli scritti giovannei
e alle lettere cattoliche, San Paolo, Cinisello Balsamo 2014; G.
SEGALLA, Giovanni, Paoline, Milano 19948; ID., Evangelo e Vangeli, EDB, Bologna 1994, 271-381; R. VIGNOLO, Personaggi del
Quarto Vangelo, Glossa, Milano 20032; ID., Il Vangelo secondo
Giovanni, in La Bibbia. I Vangeli, a c. di V. MANCUSO, Oscar
Mondadori, Milano 2000, 221-288.
Per Ap: R. BAUCKHAM, La teologia dell'Apocalisse, Paideia, Brescia 1994; G. BIGUZZI, Apocalisse, Paoline, Cinisello B. (MI)
2005; C. DOGLIO, Il Primogenito dei morti. La risurrezione di Cristo e dei cristiani nell'Apocalisse di Giovanni, EDB, Bologna
2005; P. PRIGENT, L' Apocalisse di S. Giovanni, Borla, Roma
1985; U. VANNI, Apocalisse. Ermeneutica, esegesi, teologia,
EDB, Bologna 1988.
Corso semestrale di 36 ore
ELANOIZUTITSI OLCIC
I-STCH03. STORIA DELLA CHIESA MODERNA
Prof. FABIO BESOSTRI
ECTS 5
La crisi ed il rinnovamento della Chiesa cattolica tra il XV e il
XVIII secolo hanno effetti duraturi sulla vita della Chiesa sino ad
oggi: la conoscenza dei problemi, delle persone, delle idee e
degli eventi di quel periodo eÁ quindi fondamentale anche per la
comprensione della realtaÁ ecclesiale odierna e dello sviluppo
della riflessione teologica e pastorale.
1. La crisi della Chiesa europea alla fine del Medioevo: dal
``grande scisma d'occidente'' ai concili del XV secolo; il papato
rinascimentale e l'esigenza diffusa di un rinnovamento ecclesiale.
2. ``Riforma cattolica o contro-riforma?'': riflessione a partire dal
saggio di H. Jedin.
3. La ``riforma'' cattolica prima di Trento e le sue manifestazioni
piuÁ significative.
La riforma protestante: le idee, gli uomini, gli eventi.
4. Il rinnovamento e la riorganizzazione della Chiesa cattolica
dopo il Concilio di Trento: dalla ``riforma cattolica'' alla ``contro-riforma''?
5. La Chiesa nel ``nuovo'' mondo: implicazioni politiche, culturali,
religiose.
6. La Chiesa di fronte allo Stato e alla societaÁ moderna (XVIII
sec.); alcuni fenomeni di particolare rilievo in questo periodo
(giansenismo, gallicanesimo, illuminismo).
Il corso prevede essenzialmente lezioni frontali da parte del docente, dedicate ± oltre all'esposizione sommaria delle vicende ±
111
soprattutto alla lettura e dall'analisi delle fonti, in modo da evidenziare soprattutto le diverse posizioni presenti nella Chiesa
del tempo e il rispettivo dibattito intrecciato tra loro. L'assimilazione personale da parte degli studenti comporta, oltre alla ripresa degli schemi forniti durante le lezioni, l'integrazione, soprattutto per le parti generali e non esposte in aula, sui manuali e
sull'ampia bibliografia di volta in volta segnalata, nonche l'analisi
attenta dei documenti allegati.
Bibliografia:
G. MARTINA, Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni. Nuova
edizione riveduta e ampliata, voll. I-II, Morcelliana, Brescia 19931994; L. MEZZADRI, La Chiesa tra Rinascimento e Illuminismo,
CittaÁ Nuova, Roma 2006; H. JEDIN, Riforma cattolica o controri-
forma? Tentativo di chiarimento dei concetti con riflessioni sul
concilio di Trento, Morcelliana, Brescia 1974; M. MARCOCCHI,
Colonialismo, cristianesimo e culture extraeuropee, Jaca Book,
Milano 1980; V. MATTIOLI, Rilettura di una conquista, Marietti,
Genova 1992.
I-PATR03. PATROLOGIA - III
Prof. ANTONIO BONATO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
112
ECTS 3
Il corso intende introdurre lo studente nella conoscenza del metodo e delle problematiche della Patrologia postnicena. Si illustreranno i vari ambiti della letteratura patristica tardo-antica e
le questioni piuÁ rilevanti dal punto di vista storico e teologicospirituale.
I. Contenuti
1. Sotto il profilo dottrinale, si considera l'impatto che l'eresia
ariana ha avuto sul dibattito trinitario in ambito ecclesiale e si
esaminano le posizioni dei vari protagonisti: Ario, Eusebio di
Nicomedia, Alessandro di Alessandria. Si rileva l'importanza
del pronunciamento di Nicea (325) e se ne evidenziano le conseguenze e gli sviluppi, sottolineando, in particolare, l'apporto
dottrinale di Ilario di Poitiers.
ELANOIZUTITSI OLCIC
2. Dal punto di vista monastico e agiografico, si sottolinea l'influsso del monachesimo in Cappadocia nel IV secolo, alla luce
della prima biografia cristiana dedicata a una donna, nell'opera
di Gregorio di Nissa: La vita di Macrina.
3. Sul versante teologico, si precisa il contributo decisivo dato
dai Padri cappadoci alla reinterpretazione della formula di Nicea
in ambito trinitario (neonicenismo), divenuta poi parte integrante
del Credo ufficiale della Chiesa.
4. In funzione cristologica, si ripercorrono le principali tappe del
travagliato sviluppo delle controversie cristologiche, soprattutto
in riferimento agli esiti dei concili di Efeso (430), Calcedonia
(450) e Costantinopoli (553).
5. Si esaminano, inoltre, la figura di Cristo e il tentativo di Ambrogio di reintepretare il mistero trinitario e di presentarlo in
maniera sistematica e compiuta, coniugando il concetto di unitaÁ
di sostanza in Dio, distintivo della formula di Nicea (325) e attestato da tutta la tradizione latina, con quello della distinzione
delle ipostasi/persone, elaborato dai Cappadoci.
6. Sotto il profilo pneumatologico, si approfondisce il tema dello
Spirito, dono di unione e fonte di santificazione, in Agostino.
Il corso prevede lezioni frontali da parte del docente, la lettura
in aula di brani scelti di opere proposte a titolo esemplificativo
e l'eventuale approfondimento da parte degli studenti di una
tematica relativa a una questione o a un autore nell'ambito
dell'area programmata. La verifica dell'apprendimento avverraÁ
sulla base di un tesario riassuntivo delle tematiche presentate
durante le lezioni. Il colloquio d'esame verteraÁ su una o due tesi
assegnate dal docente; lo studente potraÁ, inoltre, presentare
una tesina scritta, concordata precedentemente con il docente,
indicando il percorso di approfondimento seguito per la preparazione.
Bibliografia:
Patrologia, III, Marietti, Casale 1978; L. AYRES, Nicaea and Its
Legacy: An Approach to Fourth-Century Trinitarian Theology, Oxford University Press, New York and Oxford 2004; A. BONATO, La
figura di Cristo in Ambrogio, «Teologia» 22 (1997) 244-290; N.
CIPRIANI, Lo Spirito Santo. Amore che unisce. Pneumatologia e
spiritualitaÁ in Agostino, CittaÁ Nuova, Roma 2011; GREGORIO DI
NISSA, La vita di S. Macrina, Ed. Paoline, Milano 1988; C. MORE-
113
SCHINI - E. NORELLI, Storia della letteratura cristiana antica greca e
latina. II/1-2. Dal concilio di Nicea agli inizi del medioevo, Mor-
celliana, Brescia 1996.
I-FIL04. FILOSOFIA DELL'UOMO
Prof. ERMENEGILDO CONTI
Corso annuale: 2 ore settimanali
114
ECTS 6
1) Obiettivo del corso eÁ l'acquisizione degli strumenti utili ad
individuare ed interpretare le tematiche antropologiche, cosõÁ
come si configurano nell'odierna cultura (umanistica e non
solo), anche a seguito e a motivo delle diverse determinazioni
assunte dal tema nella storia del pensiero occidentale. La conoscenza degli argomenti esaminati consentiraÁ di formulare una
personale ricomprensione del tema, valorizzando elaborazioni
tradizionali e tentativi attuali di descrizione dell'umano.
2) Il corso segue l'abituale suddivisione dei trattati: dopo una
parte dedicata alla ricognizione delle principali teorie antropologiche proposte nel corso della storia, vengono ripresentati i temi
fondamentali intorno ai quali si sofferma la riflessione filosofica
sull'uomo. Questa seconda parte prende avvio da una fenomenologia della relazione nelle sue dimensioni interpersonale e sociale, per giungere al rinvenimento delle modalitaÁ del costituirsi
dell'identitaÁ personale e insieme alla scoperta della radicale dipendenza del singolo dall'altro e piuÁ in generale del tratto culturale che caratterizza il suo inserimento in un contesto sociale e
storico. Il situarsi dell'uomo eÁ successivamente approfondito nella ricerca delle connotazioni umane dello spazio e del tempo;
anche sotto questo profilo appare il carattere culturale dell'essere umano, il suo peculiare modo di essere aperto al mondo e di
interpretare l'esistenza secondo una finalitaÁ che orienta l'agire
come attuazione di seÂ, in un compito che appare infinito. Il dramma della morte determina una necessaria sosta sulla problematica del senso e sul darsi dell'esperienza religiosa: si eÁ cosõÁ in
grado di mostrare quanto l'uomo sia capace di trascendere il
proprio contesto esistenziale. In un passaggio ulteriore si individuano le condizioni trascendentali di quanto rilevato in precedenza nelle modalitaÁ con cui l'uomo si rapporta al mondo: coscienza, conoscenza e volontaÁ. Al termine, viene ricercato il
fondamento ontologico, in vista di una rinnovata comprensione
della nozione di persona.
Bibliografia:
ELANOIZUTITSI OLCIC
E. CORETH, Antropologia filosofica, Morcelliana, Brescia 19913; J.
GEVAERT, Il problema dell'uomo. Introduzione all'antropologia filosofica (= Saggi di teologia 12), ElleDiCi, Leumann (TO) 19958;
J.A. LOMBO - F. RUSSO, Antropologia filosofica. Una introduzione
(= Filosofia e realtaÁ), UniversitaÁ della Santa Croce, Roma 2007;
C. PERI, L'uomo eÁ un altro come se stesso. Saggio sui paradigmi
in antropologia (= FacoltaÁ Teologica di Sicilia. Studi 5), Sciascia,
Caltanisetta-Roma 2002; A. PETAGINE, Profili dell'umano. Lineamenti di antropologia filosofica (= Scienze umane per le professioni), Angeli, Milano 2007.
I-FIL05. FILOSOFIA DELLA NATURA
E DELLA SCIENZA
Prof. PAOLO MUSSO
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
1) Oggi eÁ opinione molto diffusa che la scienza sia ostile o, nel
migliore dei casi, indifferente ai valori umani e religiosi e, di
conseguenza, anche alle varie forme di sapere che ad essi fanno
riferimento, in primis la filosofia e la teologia. Tale convinzione eÁ
peroÁ completamente sbagliata e nasce da un'interpretazione distorta della scienza stessa, che, per quanto oggi condivisa anche
da molti scienziati (ma niente affatto da tutti), eÁ in realtaÁ nata in
ambito filosofico, con l'affermarsi del razionalismo cartesiano e
della conseguente scissione fra ragione ed esperienza, che rappresenta il vero punto critico non solo di tutta la filosofia moderna, ma anche della mentalitaÁ comune che essa ha nel tempo
contribuito a determinare. Al contrario, l'autentico metodo scientifico si basa su un'idea di ragione ben piuÁ ampia e articolata di
quella tipica del razionalismo, nella quale eÁ centrale il rapporto
con l'esperienza. Proprio per questo, dunque, la scienza, se ben
intesa, lungi dall'essere ostile ad una visione dell'uomo aperta
alla trascendenza, rappresenta anzi un importante punto su cui
far leva per favorire quel celebre ``allargamento della ragione''
115
116
auspicato da Benedetto XVI in tanti suoi discorsi, che appare
oggi piuÁ che mai necessario.
In particolare, una corretta filosofia della scienza dovraÁ sapersi
porre al di laÁ della sterile contrapposizione tra positivismo e antirealismo che la affligge ormai da quasi un secolo e che ha alla
sua radice la riduzione della ragione al solo aspetto logico-formale, con la conseguente negazione di quello analogico e di
quello intenzionale, che sono invece essenziali tanto per la scienza che per la filosofia. In secondo luogo, una filosofia della natura
adeguata al nostro tempo (e capace di porre le basi per una
metafisica altrettanto adeguata) dovraÁ ricuperare le molte intuizioni valide che stavano alla base di quella antica e medioevale
(e in particolare di quella di San Tommaso d'Aquino), ma al tempo stesso, se vorraÁ essere credibile, dovraÁ saper fare cioÁ dall'interno della riflessione filosofica sulla scienza e non in modo
estrinseco ad essa. Nonostante le apparenze, il momento non
potrebbe essere piuÁ favorevole, giacche la scienza degli ultimi
decenni ha in gran parte superato l'impostazione meccanicista
delle origini, riscoprendo nel suo stesso ambito (bencheÂ, ovviamente, secondo il suo proprio metodo) molti dei concetti fondamentali di tale tipo di filosofia.
2) Per questo nel corso analizzeremo innanzitutto le origini della
scienza moderna e del metodo sperimentale galileiano, il suo
fraintendimento da parte di Cartesio e le conseguenze che tutto
cioÁ ha determinato rispetto alla concezione della scienza, della
filosofia e della stessa ragione. In secondo luogo vedremo come,
in particolare grazie alle due grandi rivoluzioni della fisica di inizio
Novecento (relativitaÁ e meccanica quantistica) e a quella, meno
nota ma non meno importante, degli anni Sessanta (caos e complessitaÁ), la scienza ha progressivamente superato il modello
meccanicista. Infine, anche grazie al confronto con l'opera di
Evandro Agazzi, cercheremo di delineare in che modo una filosofia della scienza e della natura (e in parte anche una metafisica) di impostazione realista ma non riduzionista sia capace di
riprendere e valorizzare molte delle idee della tradizione classica; cioÁ proprio grazie all'analisi di alcune grandi questioni sollevate dalle scoperte della scienza moderna, come quelle relative
all'origine dell'universo e, al suo interno, della vita e dell'intelligenza, del rapporto tra mente e corpo e tra mente e realtaÁ, del
riduzionismo, del determinismo, nonche dei limiti e della stessa
natura dello strumento per eccellenza della scienza moderna,
cioeÁ la matematica.
3) Nelle 12 ore dedicate alle esercitazioni ciascuno studente
dovraÁ presentare una breve ricerca personale (4-5 pagine), concordata in precedenza col docente, in cui verraÁ approfondito uno
dei temi trattati nel corso. Alla presentazione seguiraÁ una discussione a cui parteciperanno anche gli altri studenti. Del risultato dell'esercitazione verraÁ tenuto conto in sede di esame ai fini
della determinazione del voto finale.
Bibliografia:
Il testo di riferimento eÁ: P. MUSSO, La scienza e l'idea di ragione.
Scienza, filosofia e religione da Galileo ai buchi neri e oltre, Mi-
ELANOIZUTITSI OLCIC
mesis, Milano-Udine 2011.
Si consiglia: E. AGAZZI, Filosofia della natura. Scienza e cosmologia, Piemme, Casale Monferrato 1995; S. JAKI, The road of
science and the ways to God, University of Chicago Press, Chicago 1978 (tr. it., La strada della scienza e le vie verso Dio, Jaca
Book, Milano 1981); M. BERSANELLI - M. GARGANTINI (ed.), Solo lo
stupore conosce, Rizzoli, Milano 2003; A. KOESTLER, The sleepwalkers. A history of man's changing vision of the universe, Hutchinson & Co. Ltd., London 1959 (tr. it., I sonnambuli. Storia delle
concezioni dell'universo, Jaca Book, Milano 1981; J. SEARLE, La
riscoperta della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1994.
I-FIL06. LOGICA E FILOSOFIA DELLA CONOSCENZA
Prof. CIRO DE FLORIO
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
Il corso vuole essere un'introduzione alle principali tematiche di
carattere gnoseologico al fine di orientare gli studenti tra le
questioni cruciali della filosofia della conoscenza. Benche non
sia propriamente un corso di storia della filosofia, si terraÁ presente l'evoluzione storica dei concetti discussi cosõÁ come la loro
rilevanza nel panorama contemporaneo. Il corso si divide in quattro moduli (di 9 ore ciascuno). Il Modulo I eÁ una brevissima
introduzione alla logica e alla sua importanza per la filosofia.
Muovendo da Aristotele e dal concetto classico di dimostrazione
si arriveraÁ fino alla nascita della logica contemporanea, illustrando le tappe teoriche piuÁ significative di questa evoluzione. Il
Modulo II analizza il concetto di conoscenza classicamente inteso e alcune tematiche di base riguardanti origine, scopo e fon-
117
dazione della conoscenza. Il Modulo III si occuperaÁ del tema della
veritaÁ e del fondamento della conoscenza. Chiude il corso una
serie di riflessioni sulla struttura unitaria del sapere e sulle possibili ermeneutiche della ragione (Modulo IV).
I MODULO: La logica come struttura della conoscenza
1. L'idea di dimostrazione in Aristotele e il modello assiomatico
classico.
2. La matematizzazione della logica e la nascita della logica moderna.
3. La concezione contemporanea della logica e la sua rilevanza
filosofica.
II MODULO: Questioni fondamentali della conoscenza
1. Concezione classica della conoscenza.
2. IntenzionalitaÁ e credenza.
3. Evidenza e giustificazione.
III MODULO: La veritaÁ e il fondamento della conoscenza
1. L'idea classica di veritaÁ.
2. Alternative al corrispondentismo.
3. VeritaÁ e conoscenza.
IV MODULO: Ermeneutiche della ragione
1. Relativismo, anti-relativismo e scetticismo.
2. Conoscenza e naturalismo.
3. Conclusioni: unitaÁ del sapere e ragione umana.
Bibliografia:
Oltre agli appunti delle lezioni, si consiglia: V. HALBACH, Manuale
di logica, Mimesis (in corso di stampa); C. CALABI ET ALII (ed.),
Teorie della conoscenza, Cortina, Milano 2015; C. GLYMOUR, Dimostrare, credere, pensare. Un'introduzione all'epistemologia,
Cortina, Milano 2005; A. PAGNINI, Teoria della conoscenza,
TEA, Milano 2005; L. BONJOUR, Epistemology: classic problems
and contemporary responses, Rowman & Littlefield, Lanham
2002; R. AUDI, Epistemologia. Un'introduzione alla teoria della
conoscenza, ETS, Pisa 2016.
I-FIL07. TEOLOGIA FILOSOFICA
Prof. MASSIMO EPIS
118
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
ELANOIZUTITSI OLCIC
1) Il corso si prefigge l'acquisizione del significato della domanda
ontologica come declinata nelle principali figure indicate della
storia della metafisica. L'articolazione fondamentale tra momento fenomenologico e ripresa concettuale eÁ il punto prospettico
per l'indagine del rapporto tra la noetica, l'ontologia e il discorso
teologico.
2. La crisi della metafisica ha ipotecato la possibilitaÁ di far valere
il teismo come presupposto del discorso teologico-fondamentale
sulla fede. Quando peroÁ la rivendicazione della fede si colloca in
un orizzonte concettuale di tipo scettico o che sancisca l'impraticabilitaÁ del questionamento sulla veritaÁ, non puoÁ evitare la riduzione positivistica o la regressione irrazionalistica dell'affermazione di Dio. Il superamento dell'esterioritaÁ fra momento
razionale e riflessione teologica non sancisce l'esaurimento,
quanto piuttosto sollecita la riproposizione dell'interrogazione
filosofica radicale come momento intrinseco all'intelligenza critica della fede, considerato che l'affermazione di Dio nell'attuale
contesto filosofico e culturale gode, per un verso, di un interesse
vago e diffuso; dall'altro, soffre dell'indebolimento dell'istanza
critica.
Poiche la riformulazione della domanda ontologica eÁ inseparabile
dalla reinterpretazione delle figure principali della storia della
metafisica, ne richiamiamo in forma sintetica lo sviluppo. (1)
La forma che Aristotele ha conferito alla metafisica puoÁ essere
considerata la matrice di questa disciplina, poiche costituisce il
paradigma di riferimento che nel pensiero occidentale saraÁ sottoposto a incessante riformulazione ± e, addirittura, in alcuni
casi, a rifondazione. La filosofia prima si distingue dalle altre
scienze ± regionali o seconde ±, poiche essa eÁ il sapere della
totalitaÁ. E poiche il significato che risponde al requisito di essere
insieme universale e primo eÁ l'essere, la filosofia prima eÁ essenzialmente una ontologia. (2) Il pensiero cristiano antico, pur nella
consapevolezza dell'assoluta originalitaÁ della rivelazione cristiana, ha riconosciuto nella filosofia (nella teologia metafisica) un
interlocutore insostituibile in ordine all'intelligenza della stessa
veritaÁ cristiana. La teologia medievale assume programmaticamente la metafisica greca, per lo piuÁ aristotelica, come canone
del sapere scientifico/vero. Il significato dell'opposizione tra i
due piuÁ grandi maestri medievali ± Tommaso e Scoto ± eÁ di
portata epocale, poiche riguarda la modalitaÁ dell'operazione di
reinterpretazione della metafisica a procedere da un motivo teologico-biblico. Se Tommaso tematizza la continuitaÁ fra la veritaÁ
metafisica e la veritaÁ rivelata (la rivelazione eÁ il telos della me-
119
120
tafisica), Scoto sottolinea l'eterogeneitaÁ; anzi, piuÁ precisamente
l'esterioritaÁ (l'eccellenza) della veritaÁ rivelata rispetto alla razionalitaÁ metafisica. La differenza delle prospettive appare dal legame che si instaura fra la noetica (il problema della conoscenza) e l'ontologia; legame che eÁ iscritto nell'essenza originaria
della metafisica in quanto sapere insieme universale e primo.
(3) In Kant la scoperta della soggettivitaÁ viene tematizzata
come universale. Il soggetto non eÁ un ente fra gli enti, non eÁ
una sostanza, ma il principio primo a partire dal quale soltanto
puoÁ essere posta la questione metafisica, la questione del fondamento. Il pensiero moderno si incarica di una rifondazione della
metafisica nell'orizzonte della soggettivitaÁ. La critica kantiana costituisce l'elaborazione piuÁ conseguente di questa istanza, della
svolta trascendentale. (4) Il metodo fenomenologico, mediante
la teoria dell'intenzionalitaÁ, restituisce la qualitaÁ ontologica del
fenomeno. Per Husserl, la sintesi conoscitiva eÁ irriducibile allo
schema attivitaÁ/passivitaÁ, poiche la sua forma non eÁ la subordinazione della sensibilitaÁ al pensiero, ma la reciprocitaÁ delle due
istanze, insieme irriducibili e correlative, della significazione e
della intuizione: la significazione (l'a priori categoriale) non esercita la sua funzione (di identificazione del senso) se non come
anticipazione della logica altra dell'intuizione; e tuttavia la significazione eÁ tutta funzionale a cioÁ che daÁ l'intuizione (alla logica
altra della intuizione, portatrice della donazione), esercitando
una funzione di verifica o di smentita. Fra pensiero e sensibilitaÁ
il rapporto eÁ di anticipazione e di riempimento. (5) Nel panorama
della filosofia del Novecento rimane uno snodo fondamentale la
critica heideggeriana all'ontoteologia, considerata la deriva coerente di un concettualismo rappresentazionista, incapace di pensare la differenza nella quale l'esistenza si trova posta. La fenomenologia eÁ originariamente ermeneutica, perche scaturisce
dalla fatticitaÁ, dall'interno dell'esperienza della vita. L'ermeneutica eÁ un progetto di ontologia generale, che si regola sul Dasein
come possibilitaÁ, in quanto sempre in cammino verso seÂ. L'ermeneutica deve obbedire al movimento stesso della vita, in quanto
eÁ un modo d'essere del Dasein stesso, momento della fatticitaÁ,
come possibilitaÁ (ontologica e non logico-concettuale) non tematizzabile (non raggiungibile con un approccio che sarebbe inevitabilmente razionalistico). Si reputa teoreticamente fecondo riprendere il mandato di Heidegger, anche a prescindere dallo
svolgimento che lui gli ha conferito: la differenza ontologica
non viene reificata (sottoposta a riduzione rappresentazionistica) a condizione che sia pensata ermeneuticamente, cioeÁ in rapporto a quel principio di correlazione secondo il quale l'effettivitaÁ
ELANOIZUTITSI OLCIC
dell'esistenza non puoÁ mai essere superata. Il discorso sulla
trascendenza teologica ha, in origine, il significato di una riflessione radicale su di una differenza che l'uomo scopre e tematizza
in quanto ``la agisce'' da implicato.
La questione dell'essere e la questione del soggetto rispondono
infatti allo stesso modello; non quello della dipendenza ma della
reciprocitaÁ. La fenomenalitaÁ decide del senso dell'essere e del
soggetto, poiche essa non appartiene a nessuno dei due principi
(il principio dell'essere e quello del soggetto) presi separatamente, ma alla loro correlazione. La resistenza all'integrazione
del pensiero metafisico della trascendenza nell'ambito della teologia biblica cristiana e nel pensiero moderno del soggetto puoÁ
essere ricondotta all'esigenza di pensare questa interconnessione: la forma dell'originario consiste nella reciprocitaÁ fra l'istanza
ontologica della veritaÁ ± la trascendenza dell'essere ± e l'istanza
antropologica del soggetto. Non si puoÁ parlare della veritaÁ in
senso teologico ± la veritaÁ assoluta: Dio ± se non nell'orizzonte
definito dalla reciprocitaÁ dell'ontologico e dell'antropologico, dell'essere e del soggetto.
3) Il corso prevede un'ampia introduzione alle figure indicate e
l'esposizione piuÁ analitica della filosofia prima aristotelica e della
noetica ontologica tomasiana. La lezione frontale si svilupperaÁ in
stretto dialogo con le fonti. La verifica verte sulla comprensione
del disegno complessivo dell'itinerario compiuto. SaraÁ indicata
agli studenti la possibilitaÁ di un approfondimento personale.
Bibliografia essenziale:
G. REALE, Guida alla lettura della Metafisica di Aristotele, Laterza,
Roma-Bari 2004; C. FABRO, La nozione metafisica di partecipazione secondo S. Tommaso d'Aquino, Editrice del Verbo Incarnato, Segni 2005; O. BOULNOIS, Duns Scoto. Il rigore della caritaÁ,
Jaca Book, Milano 1999; G. FERRETTI, Ontologia e teologia in
Kant, Rosenberg § Sellier, Torino 1997; P. RICêUR, AÁ l'eÂcole de
la pheÂnomeÂnologie, Vrin, Paris 1998; A. BERTULETTI, Dio, il Mistero dell'Unico, Queriniana, Brescia 2014.
I-FIL08. METAFISICA
Prof. DARIO CORNATI
Corso annuale: 60 ore complessive
ECTS 8
121
122
1) Il corso si ripromette di offrire allo studente una rivisitazione,
limpida e pensosa, della ricca tradizione occidentale del pensiero
del fondamento, presidiando le sue espressioni storicamente
cruciali, messe in tensione nella forbice che progressivamente
si apre fra una «metafisica dell'essere» ± o, per meglio dire, delle
«proprietaÁ trascendentali dell'essere» (Platone, Aristotele, Plotino, Tommaso, Cartesio) ± e una «metafisica della totalitaÁ della
coscienza» (Spinoza, Leibniz, Kant, Hegel e, forse, lo stesso
Heidegger). L'intelligenza del suo sviluppo conseguente faraÁ
emergere il tratto sensibilmente provocatorio e, nondimeno, il
profilo teoricamente irricevibile dell'editto che ne proclama perentoriamente «la fine». La congiuntura critica dovraÁ spingere
peroÁ oltre, invocando, per l'epoca che deve venire, una metafisica migliore: capace di contrastare la deriva della ragione naturalistica dell'essere e del principio. In primo luogo, col mettere
radicalmente in discussione ± giaÁ in sede fenomenologica ± la
scissione dell'ontologia fondamentale dalla logica dell'esistere
«secondo veritaÁ e giustizia».
2) Puntualizzazioni tra antico e moderno.
Pensiero greco, variazioni del logos, istituzioni di dike. Figure
epiche della passione e grammatiche ontologiche del kosmos
(Omero, Parmenide, Platone, Aristotele, Plotino).
Sant'Agostino in-forma l'Occidente: il cuore dell'interioritaÁ e il
pondus dell'essere.
San Tommaso d'Aquino: fisica e metafisica dell'Essere, fra appetitus naturalis e ratio diligendi.
L'anello forte: san Bonaventura e san Bernardo. Dottrina dei
sensi spirituali e percezione del Bene.
Il fondamento di ogni cosa e l'ordine del senso: le cinque vie
medievali del riconoscimento.
Mistica cavalleresca, lirica cortese e sublimazione dell'ideale
d'amore. Narciso e la Dama.
Montaigne, Cartesio e l'ambivalenza del moderno. La conversione filosofica della tradizione monastica, la ragione generosa del
soggetto e il presupposto teologale della ragione.
Il principio nell'orizzonte dell'affezione: l'identitaÁ radicale di ontologia ed etica in Spinoza.
Ontologismo cristiano e legame teologale della coscienza: Nicolas Malebranche.
La questione del realismo e il postulato pratico del senso: moduli
della rottura `critica' di Kant. La perdita dell'unitaÁ essenziale fra
l'umano e il mondo. Il divorzio di affezione e conoscenza.
Nodi tematici alla luce del contemporaneo.
La libertaÁ, l'origine, la ripresa. L'assoluto divino e la relazione tra
Schelling e Kierkegaard.
L'eccedenza del senso. Husserl e lo sfondo etico-ontologico del
vissuto della coscienza.
Metafisica e cristianesimo: un nuovo paradigma? L'apertura di
Blondel alla domanda.
L'analogia entis e il logos cristiano della creaturalitaÁ. La polaritaÁ
fra essere e senso in Przywara.
Una provocazione dalla teologia. Il sovra-trascendentale del
principio-amore in von Balthasar.
Traiettorie di rianimazione dello spirito (metafisico).
ELANOIZUTITSI OLCIC
La questione ontologica per eccellenza: sapere la veritaÁ e percezione dei legami di senso.
Il tema del principio e della destinazione: l'ordine agapico e la
forma cristologica della veritaÁ.
Imago trinitatis in ente creato. EsterioritaÁ di Dio e logos della
generazione.
La scommessa del Nuovo Umanesimo: l'interioritaÁ spirituale e
l'affetto laborioso dell'umano comune. Apprezzamento sensibile
e responsabilitaÁ dovuta alla giustizia del senso.
Bibliografia:
H.U. VON BALTHASAR, VeritaÁ di Dio. Teologica 2, Jaca Book, Milano 1990; M. BERGAMO, L'anatomia dell'anima. Da FrancËois de
Sales a Fenelon, Il Mulino, Bologna 1991; M. BLONDEL, L' Azione
(1893). Saggio di una critica della vita e di una scienza della
pratica, Paoline, Milano 1998; G. BONTADINI, Conversazioni di
metafisica, Vita e Pensiero, Milano 1995; J. MAREÂCHAL, Il punto
di partenza della metafisica. Il tomismo di fronte alla filosofia critica, Vita e Pensiero, Milano 1995; P. SEQUERI, Una svolta affettiva per la metafisica?, in P. SEQUERI - S. UBBIALI (ed.), Nominare
Dio invano?, Glossa, Milano 2009, 85-178; ID., Metafisica ed
ordine del senso, «Teologia» 36 (2011) 159-171.
I-TSP01. TEOLOGIA SPIRITUALE
Prof.ssa MARIA PIA GHIELMI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
123
1. La ``teologia spirituale'': finalitaÁ, metodo e contenuti.
2. L'esperienza spirituale oggi: elementi di analisi e prospettive di
valutazione.
3. Momenti della evoluzione storica dell'esperienza spirituale cristiana e della sua comprensione teologica.
In questo terzo momento, quello al quale saraÁ dedicato lo spazio
piuÁ ampio, saraÁ proposta l'analisi e la valutazione di alcuni dei testi
piuÁ significativi della tradizione teologico-spirituale cristiana. Si
cercheraÁ di offrirne una selezione sufficientemente ampia e varia,
cosõÁ da rendere piuÁ solida la documentazione e meglio fondata la
riflessione teologica. Tra gli autori che potranno essere presi in
esame, si segnalano: Origene; Agostino d'Ippona; Benedetto da
Norcia; Gregorio Magno; Bernardo di Chiaravalle; Francesco
d'Assisi; Tommaso d'Aquino; Teresa d'Avila; Francesco di Sales;
Jean-Baptiste Saint-Jure; Gaston de Renty; Charles de Foucauld; Jean Mouroux; Hans Urs von Balthasar; Giovanni Moioli.
4. L'esperienza spirituale e l'insieme della riflessione teologica:
rapporti, acquisizioni, prospettive.
Bibliografia:
La bibliografia saraÁ indicata durante il corso, soprattutto in riferimento agli autori e ai testi che saranno effettivamente presi in
esame. Per una prima presentazione della prospettiva all'interno
della quale si svolgeraÁ la riflessione si rimanda a: G. MOIOLI,
Teologia spirituale, in Dizionario Teologico Interdisciplinare, vol.
I, Marietti, Torino 1977, 36-66; G. MOIOLI, L'esperienza spirituale.
Lezioni introduttive, a cura di C. STERCAL, Glossa, Milano 2014;
A. BERTULETTI - L.E. BOLIS - C. STERCAL, L'idea di spiritualitaÁ, Glossa, Milano 1999.
I-STTH01. STORIA DELLA TEOLOGIA MEDIEVALE
Prof. COSTANTE MARABELLI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
124
ECTS 3
L'attenzione saraÁ rivolta ai processi di genesi delle dottrine, al
loro radicamento e al loro superamento storici, alla tensione e
alla loro capacitaÁ obiettiva di esprimere il dogma.
1) Orientamento storiografico (emergenza di un insegnamento).
2) EreditaÁ patristica ed ereditaÁ filosofica della teologia nel medioevo.
3) Intelligenza della fede nel medioevo in tutte le sue forme e nei
suoi nessi con la cultura delle epoche.
4) La ricerca in un teologo: Guglielmo di Ockham e il nominalismo.
Bibliografia:
ELANOIZUTITSI OLCIC
Per la storia della storiografia: dispense e slides che saranno
messe a disposizione e letture saranno consigliate; I. BIFFI, Al
cuore della cultura medievale. Profilo di storia della teologia,
Jaca Book, Milano 2006; Y.M.-J. CONGAR, Teologia. Una riflessione storica e speculativa sul concetto di teologia cristiana, Lateran
University Press, CittaÁ del Vaticano 2011; J. BIARD, Guglielmo di
Ockham e la teologia, Jaca Book, Milano 1999; P.V. SPADE (ed.),
The Cambridge Companion to Ockham, C. University Press,
Cambridge 1999.
I-LA03. GRECO BIBLICO
Prof.ssa FRANCESCA PURICELLI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
Il corso si prefigge come obiettivo l'acquisizione della conoscenza base della lingua greca classica, attraverso l'apprendimento
del sistema integrale delle strutture morfologiche, con particolare attenzione al sistema verbale e degli elementi essenziali di
quelle sintattiche, come strumentazione di fondo per l'accostamento ai testi del Nuovo Testamento.
1. Storia: definizione del greco biblico nel contesto linguistico del
periodo ellenistico.
2. Grammatica: le strutture fondamentali della lingua greca (fonetica-morfologia-sintassi).
3. Lessico: studio sistematico del lessico neotestamentario.
Bibliografia:
B. CORSANI, Guida allo studio del greco del Nuovo Testamento,
SocietaÁ Biblica Britannica, Roma 1994; R. CALZECCHI ONESTI,
Leggo Marco e imparo il greco, Piemme, Casale Monferrato
1993.
125
TERZO ANNO
I-TS02. IL MISTERO DI DIO - I
Prof. ALBERTO COZZI
Corso annuale: 2 ore settimanali
126
ECTS 6
1. Lo scopo del corso eÁ quello di formare una triplice competenza
nell'alunno sulla tematica del Dio cristiano: una competenza biblica (Scrittura), una competenza storico-ermenutica e dottrinale (i dogmi della fede della Chiesa e i principali stili della riflessione teologica, elaborati nella storia) e una competenza
speculativa (che offre una visione coerente della rivelazione,
del rapporto Dio/uomo e del mondo). Col termine «competenza»
si intende aiutare a imparare il senso e l'uso di alcuni termini
tecnici, la logica inscritta in una certa concettualitaÁ e infine le
dimensioni della visione del mondo e del mistero propiziate dalla
fede in GesuÁ Cristo, rivelatore del Padre nello Spirito.
2. Se questo eÁ lo scopo del percorso, le scansioni sono quelle
della teologia sistematica, ossia di un certo procedimento che
prevede un'introduzione, che vuole offrire il quadro della problematica con le domande che la costruiscono e gli autori di riferimento: una parte biblica fondativa, in cui si leggono le Scritture
alla luce del compimento in Cristo, cosõÁ da cogliervi le condizioni
di accesso alla fede trinitaria; una parte storico-dogmatica, che
aiuta a conoscere le principali veritaÁ di fede sull'argomento (ossia le regole linguistiche e concettuali che dischiudono il corretto
campo semantico, in cui eÁ possibile percepire la realtaÁ che c'eÁ in
gioco) e i diversi stili teologici (latino-cattolico; bizantino-ortodosso e luterano-protestante), che hanno diviso il corpo ecclesiale; infine una ripresa sistematica delle principali intuizioni che
hanno costruito il percorso. La parte storico-dogmatica ed ermeneutica eÁ costruita attorno ai principali contesti epocali in cui ha
lavorato la speculazione teologica e rimanda a una buona storia
della teologia.
Presentiamo quindi l'indice generale e alcune indicazioni bibliografiche. Si tratta di strumenti minimi per raggiungere il fine ed
elaborare la competenza individuata. Altri strumenti saranno forniti lungo il percorso.
PREMESSA: LO STATO ATTUALE DELLA RICERCA
INTRODUZIONE: IL SENSO E LE COORDINATE DI
TARIA
UNA TEOLOGIA TRINI-
1. Il senso salvifico ed esistenziale della dottrina trinitaria.
2. La novitaÁ cristiana dell'esperienza di Dio in rapporto con
altre forme di conoscenza ed esperienza religiosa.
3. Il luogo del discorso su Dio oggi.
Saggio di lettura trinitaria della Scrittura.
La veritaÁ di Dio Padre in GesuÁ Cristo e il dono dello Spirito.
INTRODUZIONE: IL SENSO DELL'OPERAZIONE DI LETTURA E LA SUA STRUTTURA
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. Ascoltare una rivelazione di Dio.
2. Abitare il mondo dischiuso dal testo biblico per cogliervi la
Parola.
3. Una lettura «trinitaria».
I. L'automanifestazione di Dio
1. Il Nome e la storia: l'automanifestazione di Dio.
2. L'attestazione dell'alleato: l'identitaÁ di Dio nella risposta
dell'uomo.
3. Il drammatico incontro divino-umano e la mediazione definitiva.
II. La mediazione definitiva dell'automanifestazione di Dio
1. La manifestazione definitiva di Dio: il racconto fondatore di
Pasqua e la veritaÁ del Padre.
2. La testimonianza dei discepoli: il «luogo» di GesuÁ.
3. La drammatica dell'incontro divino-umano in GesuÁ: croce e
«pedagogia filiale».
III. Una nuova immediatezza con Dio: l'effusione dello Spirito
1. La presenza e l'azione dello Spirito nell'automanifestazione di Dio.
2. Lo Spirito che attesta in noi la veritaÁ del Figlio: lo Spirito di
GesuÁ.
3. Una nuova immediatezza con Dio: la pneumatologia di
Paolo e Giovanni.
IV. Le Formule trinitarie del Nuovo Testamento
1. Le formule triadiche nell'articolazione dell'evento salvifico
definitivo.
2. Le principali formule trinitarie.
127
LA TRINITAÁ NELLA FEDE DELLA CHIESA
APPROCCIO STORICO ERMENEUTICO E DOGMATICO
I. La formazione del dogma trinitario e l'ellenizzazione del cristianesimo.
1. La questione delle origini.
2. Il nuovo spazio teologico della TrinitaÁ economica: la teologia prenicena.
3. La crisi ariana e il Concilio di Nicea (325).
4. Il Concilio di Costantinopoli (381): l'uno e il tre nella TrinitaÁ
immanente.
II. La teologia trinitaria di Agostino
1. Il contributo di Agostino: una rilettura neoplatonica della
dottrina trinitaria?
III. La formalizzazione del dogma trinitario tra questioni terminologiche ed ereditaÁ agostiniana
1. La codificazione dogmatica del linguaggio trinitario: sostanza-ipostasi/natura-persona
IV. Tre «stili teologici» differenti
1. La teologia trinitaria medievale: il monoteismo cristiano e
la nozione di persona.
2. La TrinitaÁ tra Oriente e Occidente: la questione del «Filioque».
3. La TrinitaÁ nella prospettiva della «Teologia della Croce».
V. Crisi e riscoperta della dottrina Trinitaria nell'orizzonte della
soggettivitaÁ moderna
1. La crisi della dottrina trinitaria.
2. La riscoperta della TrinitaÁ nelle speculazioni dell'idealismo
tedesco: Hegel.
VI. La TrinitaÁ nella Storia della salvezza
1. Dimensioni della riscoperta della TrinitaÁ: la storicitaÁ di Dio
e la centralitaÁ della Pasqua.
2. Tre episodi significativi del rinnovamento della teologia
trinitaria.
CONCLUSIONI GENERALI
Bibliografia:
128
A. COZZI, Manuale di dottrina trinitaria, Queriniana, Brescia 2009;
B. STUDER, Dio salvatore nei Padri della Chiesa, Borla, Roma
1986; B. SESBOUÈEÂ - J. WOLINSKI, Storia dei Dogmi I: il Dio della
salvezza, Piemme, Casale Monferrato 1996; F.L. LADARIA, La TrinitaÁ mistero di comunione, Figlie di San Paolo, Milano 2004.
I-TS03. TEOLOGIA DEI SACRAMENTI - I
Prof. SERGIO UBBIALI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. Il corso intende introdurre lo studente ai radicali problemi
riflessivi connessi a quelle specifiche azioni ecclesiali alle quali,
cominciando dalle prime epoche della Chiesa, si assegna la denominazione di sacramento. La spiegazione circa il ruolo in seÂ
originale, al quale le azioni (liturgico) sacramentali rispondono
entro il piuÁ complessivo intervento della comunitaÁ ecclesiale in
ordine all'accesso al Dio divino da parte dell'uomo, ma dunque la
spiegazione del perche simili azioni siano presenti con la loro
speciale struttura fin dal principio nel tempo della Chiesa, costituisce lo scopo al quale l'insegnamento mira.
2. Materia determinata del corso eÁ l'analisi puntuale dei sacramenti per cosõÁ dire maggiori fra quelli elencati nel settenario. EÁ
dunque ai sacramenti dell'eucaristia, della penitenza, del matrimonio, che si dedica espressa piuÁ distesa attenzione, senza con
cioÁ trascurare il preciso riferimento agli altri sacramenti dei quali
si promuovono e rileggono le problematiche piuÁ cruciali. Lo (a)
status quaestionis relativo alle discussioni sul singolo sacramento costituisce il punto di avvio del discorso sicche (b) non solo si
definisca quale impegno a livello metodico sia indispensabile per
il sostanziale rinnovamento nella trattazione sui sacramenti ma
(c) pure si chiariscano a quali linee essenziali debba richiamarsi
la corretta ermeneutica della complessa vicenda (pratica oltre
che riflessiva), alla quale ciascun sacramento va incontro. L'analisi prevede quindi (d) la sintesi riflessiva su cosa eÁ sacramento mostrando come il sacramento coincida con la fides ecclesiae ossia con cosa si conferma irrinunciabile perche la fede
personale sorga secondo la propria veritaÁ. Il sacramento possiede l'inderogabile dimensione ecclesiale non perche esso esprima il puro codice in base al quale possa definirsi o possa documentarsi sul piano pubblico chi eÁ la Chiesa. In causa con il
sacramento vi eÁ la fede, il consenso umano a Dio avverabile
129
in base a chi Egli manda per il mondo, avverabile a chiunque in
base all'evento GesuÁ Cristo.
Bibliografia:
Dispense a cura del docente.
S. UBBIALI, Il segno sacro. Teologia e sacramentaria nella dogmatica del secolo XVIII (Dissertatio. Series Mediolanensis, 1), Glossa, Milano 1992; ID., Il sacramento della penitenza, in ASSOCIAZIONE PROFESSORI DI LITURGIA (ed.), Celebrare il mistero di Cristo.
Manuale di liturgia. 2. La celebrazione dei sacramenti (Bibliotheca «Ephemerides liturgicae». Subsidia, 88), CLV - Edizioni liturgiche, Roma 1996, 293-317; N. REALI (ed.), Il mondo del sacramento. Teologia e filosofia a confronto, Paoline, Milano 2001; ID.,
Figure e modelli emergenti della teologia sacramentaria contemporanea, in L.-M. CHAUVET - N. REALI, Sacramento, in J.-Y. LACOÁ Nuova,
STE (ed.), Dizionario critico di teologia, Borla - Citta
Roma 2005, 1171-1181: 1177-1181; S. UBBIALI, Il sacramento
cristiano. Sul simbolo rituale (LeitourgõÂa. Sezione teologica), Cit-
tadella, Assisi 2008.
I-TS04. ECCLESIOLOGIA - I
Prof. GIOVANNI ROTA
Corso semestrale: 3 ore settimanali
130
ECTS 5
1. Il corso intende introdurre lo studente al metodo e alle problematiche inerenti lo studio della ecclesiologia all'interno dell'enciclopedia teologica. Si propone di avviare la riflessione sulla
Chiesa nella Scrittura, nella storia e nell'insegnamento magisteriale. Si conclude il percorso esponendo le dimensioni fondamentali della natura e della missione della Chiesa.
2. a) Si stila uno status quaestionis della riflessione ecclesiologica contemporanea, concentrandosi in particolare sulle questioni di metodo e di impostazione del trattato scaturite dalla recezione nella disciplina dell'insegnamento del Concilio Vaticano II.
b) Si presenta il costituirsi della ``Chiesa di Dio'' nelle varie
tappe della storia della salvezza. Si individuano le dimensioni
costitutive del popolo di Dio dell'Antica Alleanza, la novitaÁ dell'annuncio del Regno da parte di GesuÁ in vista della raccolta
escatologica di Israele, e la trasformazione del discepolato pre-
ELANOIZUTITSI OLCIC
pasquale nella Chiesa di Dio in GesuÁ Cristo a seguito dell'evento
pasquale.
c) Si tracciano le linee essenziali di una storia della ecclesiologia:
la prima elaborazione pratica di una riflessione sull'identitaÁ della
Chiesa nell'etaÁ patristica; i primi tentativi di studio sistematico
avviati dalla teologia scolastica; la questione della vera Chiesa e
dei suoi segni di riconoscimento a seguito della Riforma protestante; la trasformazione dell'insegnamento sulla Chiesa nel
passaggio dal Vaticano I al Vaticano II; l'insegnamento del Vaticano II sulla Chiesa e i suoi sviluppi post-conciliari. Il percorso si
propone di evidenziare le differenti precomprensioni della Chiesa e le corrispettive metodologie assunte dalla riflessione ecclesiologica in vista di una ripresa sistematica della natura e della
missione della Chiesa.
d) Nella parte sistematica si rintraccia, in primo luogo, il posto
della Chiesa nella fede cristiana, ossia la mediazione testimoniale. In un secondo momento si individua la ``figura sociale'' della
communio sacramentorum, evidenziandone ministeri e carismi.
In un terzo momento si approfondiscono le dimensioni costitutive
della Chiesa indicate nel Simbolo: unitaÁ, santitaÁ, cattolicitaÁ e
apostolicitaÁ.
Bibliografia:
A.T.I., L'ecclesiologia contemporanea, a cura di D. VALENTINI,
EMP, Padova 1994; G. LOHFINK, Dio ha bisogno della Chiesa?
Sulla teologia del popolo di Dio, Edizioni San Paolo, Cinisello
Balsamo (MI) 1999; G. PHILIPS, La Chiesa e il suo mistero. Storia,
testo e commento della Costituzione Lumen Gentium, Jaca Book,
Milano 19822; M. KEHL, La Chiesa. Trattato sistematico di ecclesiologia cattolica, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 1995; S.
DIANICH - S. NOCETI, Trattato sulla Chiesa, Nuovo Corso di teologia sistematica 5, Queriniana, Brescia 2002; Dispense a cura
del docente.
I-TS05. ANTROPOLOGIA TEOLOGICA - I
Prof. FRANCESCO SCANZIANI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
1. L'antropologia teologica intende rendere ragione della visione
cristiana dell'uomo, in dialogo con le altre comprensioni antropologiche, alla luce della rivelazione.
131
Il corso ha lo scopo di introdurre alla ricchezza dei contenuti di
una materia ampia e articolata, ma soprattutto di argomentare
quell'impianto sistematico che dia unitaÁ e fornisca metodo e
criteri di interpretazione delle singole questioni.
2. L'antropologia teologica trova il proprio principio architettonico nel nesso cristologia-antropologia, indicato autorevolmente
dal Vaticano II (GS 22), recuperato dal percorso storico e criticamente fondato nella Scrittura. Su questo principio il percorso
si sviluppa lungo i seguenti passaggi.
2.1. Una sintetica panoramica storica intende argomentare l'attuale impostazione del trattato, che nella singolaritaÁ di Cristo ha
trovato il suo principio unificante.
2.2. La tesi della predestinazione declina e fonda criticamente la
risposta cristiana all'interrogativo sull'uomo. La veritaÁ dell'antropologia cristiana eÁ dischiusa dalla rivelazione biblica secondo cui
tutti gli uomini sono predestinati da Dio Padre ad essere figli nel
Figlio GesuÁ Cristo per opera dello Spirito Santo.
2.3. Entro questo orizzonte unitario, il percorso sistematico eÁ
articolato in due quadri. Il primo mostra come la libertaÁ, creata
nella conformazione a Cristo, sia posta come libertaÁ corporea nel
mondo, nella differenza di uomo-donna, chiamata all'incorporazione in Cristo, nello Spirito. Il secondo approfondisce la drammatica storica della libertaÁ che, pur creata in Grazia, si irretisce
nel peccato (originale) ed eÁ salvata dalla Grazia, attraverso un
processo di remissione del peccato, giustificazione mediante la
fede, ripresa della vita filiale.
Analiticamente, il percorso saraÁ il seguente:
I. SULLA TRACCIA DELL'UOMO. L'ANTROPOLOGIA TEOLOGICA DALLA MODERNITAÁ AD OGGI
II. L'IDENTITAÁ CRISTIANA. L'UOMO CONFORMATO A CRISTO NELLO SPIRITO
132
1. La visione ``cristica'' dell'uomo.
2. La veritaÁ dell'antropologia cristiana. La predestinazione degli
uomini in Cristo.
3. La creazione luogo dell'antropologia cristiana e segno per la
comunione.
4. L'uomo centro dell'antropologia cristiana. La libertaÁ corporea,
capacitaÁ di relazione.
5. Un'antropologia della libertaÁ creata come ``immagine'' di Dio
6. Uomo e donna sigillo dell'antropologia cristiana. La libertaÁ
sessuata, differenza nella comunione.
7. La Grazia forma dell'antropologia cristiana. L'incorporazione a
Cristo, realizzazione della comunione.
III. LA STORIA CRISTIANA. CRISTO NELLA DRAMMATICA DELLA VICENDA
UMANA
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. L'origine dell'antropologia cristiana. La protologia, destinazione a Cristo.
2. La storia dell'antropologia cristiana. Il peccato (originale),
perdita della conformitaÁ a Cristo.
3. La ripresa e sviluppo dell'antropologia cristiana. La giustificazione nella Pasqua di Cristo.
4. Il destino escatologico. Dalla morte alla vita.
5. Essere con Cristo, compimento dell'umanitaÁ.
Bibliografia:
F.G. BRAMBILLA, Antropologia teologica. ``Chi eÁ l`uomo perche te
ne curi?'' (= Nuovo corso di teologia sistematica 12), Queriniana, Brescia 2005; L. LADARIA, Antropologia teologica, Piemme,
Casale Monf. (AL) 1995; G. COLZANI, Antropologia teologica.
L'uomo: paradosso e mistero, EDB, Bologna 1997; G. MOIOLI,
L'escatologico cristiano. Proposta sistematica, Glossa, Milano
1994; F. SCANZIANI, CosõÁeÁ la vita. Il senso del limite, della perdita,
della morte, San Paolo, Cinisello B. (MI) 2007.
I-TM07. MORALE SESSUALE
Prof. ARISTIDE FUMAGALLI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
1. Il corso intende delineare l'interpretazione cristiana dell'esperienza morale specificamente sessuale, caratterizzata cioeÁ dalla
differenza e dalla reciprocitaÁ che connota gli esseri umani, maschi e femmine. L'interpretazione del senso cristiano della relazione sessuata e sessuale che intercorre tra l'uomo e la donna
dispone all'ulteriore obiettivo del corso di offrire le coordinate e i
criteri essenziali per la valutazione morale dell'agire sessuale in
generale e, particolarmente, di talune fattispecie.
133
2. Il programma del corso, corrispondendo al livello istituzionale
dell'insegnamento della teologia morale, svolge il duplice compito, anzitutto, di rinvenire e presentare i fondamenti antropologici
e teologici dell'esperienza sessuale, e quindi di indicare e illustrare sistematicamente le direttive che rendono l'esperienza
sessuale un'esperienza d'amore cristiano. L'indagine dell'agire
sessuale condotto alla luce della Rivelazione cristiana trasmessa
dalla Tradizione della Chiesa cattolica evidenzia, infatti, il nesso
sussistente tra l'amore umano e l'amore di Cristo.
La struttura del corso prevede un'articolazione in cinque parti.
La prima parte, dedicata ai Fondamenti antropologici, prendendo
spunto da una breve fenomenologia dell'esperienza sessuale e
avvalendosi delle interpretazioni scientifiche di carattere biologico, psicologico e socio-culturale proprie della sessuologia,
giunge a delineare le principali dimensioni dell'antropologia sessuale.
La seconda parte, riguardante i Fondamenti biblici, percorre il
canone biblico della Scrittura illuminando il rapporto che sussiste tra la Rivelazione cristiana e l'agire sessuale.
La terza parte, relativa ai Fondamenti storico-teologici, privilegiando alcuni episodi salienti, recensisce l'evoluzione della teologia e l'insegnamento del Magistero lungo le successive epoche, patristica, medioevale, moderna e contemporanea della
Tradizione cristiana.
La quarta parte, proponendo una Criteriologia morale, fornisce le
coordinate fondamentali e i criteri principali per la valutazione
morale dell'agire sessuale.
La quinta parte affronta la valutazione morale di alcune Fattispecie dell'agire sessuale, scelte tra le piuÁ consuete e le piuÁ attuali.
Bibliografia:
Tra i manuali segnaliamo: G. PIANA, In NovitaÁ di vita, Cittadella,
Assisi (PG) 2014, vol. II: Morale della persona e della vita; M.P.
FAGGIONI, SessualitaÁ matrimonio famiglia, EDB, Bologna 2010.
Per la saggistica, indichiamo invece gli studi di: L.S. CAHILL,
Sesso, genere e etica cristiana (= Giornale di Teologia 293),
Queriniana, Brescia 2003; E. FUCHS, Desiderio e tenerezza.
Una teologia della sessualitaÁ, Claudiana, Torino 1988; X. LACROIX,
Il corpo di carne. La dimensione etica, estetica e spirituale dell'amore, EDB, Bologna 1996; J. NORIEGA, Il destino dell'eros.
Prospettive di morale sessuale (= Etica Teologica Oggi 41),
134
EDB, Bologna 2006.
I-TM05. MORALE DELLA VITA
Prof. STEFANO CUCCHETTI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
ECTS 5
ELANOIZUTITSI OLCIC
L'obiettivo fondamentale del corso eÁ quello di introdurre gli studenti all'impostazione morale delle questioni relative all'etica
della vita fisica. In particolare questo obiettivo si declina nelle
seguenti mete specifiche: a) introdursi nelle piuÁ recenti questioni
relative all'etica della vita attraverso un'impostazione morale del
discorso; b) conoscere le principali correnti culturali che si confrontano nei dibattiti pubblici; c) conoscere il dettato del magistero della chiesa cattolica in campo bioetico; d) recupero delle
categorie morali fondamentali nel discorso bioetico.
Introduzione: L'identitaÁ della bioetica
1. I paradigmi interpretativi della bioetica.
2. La situazione italiana.
3. La bioetica come etica della dimensione tecnica dell'agire.
SEZIONE 1: ACCOGLIERE LA PERSONA CHE NASCE
CAPITOLO 1: Il procreare umano
1. Fisiologia della procreazione.
2. Psicologia della procreazione.
3. Sociologia della procreazione.
4. Teologia della procreazione.
5. Etica della procreazione.
CAPITOLO 2: La procreazione medicalmente assistita (PMA)
1. Tecniche di PMA.
2. Valutazione etica.
3. Il discernimento del magistero.
4. La situazione giuridica.
CAPITOLO 3: L'aborto procurato.
1. Qualche numero per inquadrare il fenomeno in Italia.
2. Valutazione etica.
3. Il discernimento del magistero.
4. La situazione giuridica.
SEZIONE 2: PRENDERSI CURA DELLA PERSONA MALATA
CAPITOLO 4: Salute e malattia
1. Fenomenologia della malattia.
2. Antropologia della malattia.
3. Teologia della malattia.
4. Etica della malattia.
135
CAPITOLO 5: La tecnica genetica: questioni diagnostiche e terapeutiche
1. Dati essenziali di genetica umana.
2. La questione radicale: una rivoluzione medica?
3. Alcune problematiche specifiche.
SEZIONE 3: ACCOMPAGNARE LA PERSONA CHE MUORE
CAPITOLO 6: Il morire umano
1. La dimensione bio-fisiologica.
2. La dimensione psichica.
3. La dimensione sociale.
4. La dimensione teologica.
5. La sintesi nell'agire.
CAPITOLO 7: Interpretazioni inautentiche del morire: eutanasia e
esubero terapeutico
1. Il dibattito odierno sull'eutanasia.
2. Ripresa critica.
3. Riscoprire una spiritualitaÁ cristiana del morire.
Bibliografia:
Oltre alle dispense del docente si consiglia: M. CHIODI, Etica
della vita. Le sfide della pratica e le questioni teoriche, Glossa,
Milano 2006; S. CUCCHETTI, Interpretare la natura. Prospettive di
fondazione della bioetica, Glossa, Milano 2011; M. FAGGIONI, La
vita nelle nostre mani. Manuale di Bioetica teologica, EDB, Bologna 2016; E. SGRECCIA, Manuale di bioetica. 1. Fondamenti ed
etica medica, Vita e Pensiero, Milano 2012; ID., Manuale di bioetica. 2. Aspetti medico-sociali, Vita e Pensiero, Milano 2010.
I-TM03. MORALE SOCIALE - I
Prof. PIER DAVIDE GUENZI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
136
ECTS 5
1) Il corso introduce alla lettura etico-teologica del sociale con
stretta referenza alle dinamiche della cultura e del pensiero contemporaneo. L'accostamento alle ``istituzioni'' o ``strutture'' della societaÁ (politica ed economia) avvia allo studio delle loro peculiaritaÁ e alla formulazione del giudizio etico su alcune
problematiche emergenti.
ELANOIZUTITSI OLCIC
2) Dopo il momento introduttivo dedicato a focalizzare la categoria del ``sociale'', la prima sezione svolge una morale sociale
fondamentale. Dapprima si ricostruisce l'emergenza del sociale
come problema etico all'interno della vicenda storica del cristianesimo e della corrispettiva riflessione teologica. Lo sviluppo
diacronico eÁ svolto con attenzione a figure o modelli particolarmente rilevanti: Agostino, Tommaso d'Aquino, Martin Lutero, la
manualistica post-tridentina del De iustitia et iure e il mancato
confronto critico con l'evoluzione del pensiero ``laico'' della modernitaÁ. In questa prospettiva ricostruttiva eÁ considerata, infine,
la ``dottrina sociale della chiesa'', dai suoi esordi ottocenteschi
sino al piuÁ recente magistero dei pontefici, evidenziandone potenzialitaÁ e limiti.
L'impegno a dare ragione dei differenti modelli interpretativi permette di svolgere una piuÁ pertinente ermeneutica del testo biblico, cogliendo elementi di una riflessione sul sociale rintracciabili nel Primo Testamento e, soprattutto, nella predicazione di
GesuÁ sul Regno di Dio e il suo discusso rapporto con le strutture
e le istituzioni. Gli scritti neotestamentari della prima comunitaÁ
cristiana, infine, danno ragione di una recezione e rielaborazione
del messaggio di GesuÁ a stretto contatto con il contesto socioculturale e politico del tempo, lasciando intravedere l'oscillazione tra una posizione di leale adesione nei confronti delle istituzioni storiche e l'emergenza di una altrettanto chiara differenza e
distanza critica, tensione riscontrabile lungo tutto il successivo
pensiero cristiano.
Nel capitolo sistematico della prima sezione si sviluppa l'idea di
una teologia morale sociale come «ermeneutica pratica del senso
dell'interazione sociale dei credenti in GesuÁ Cristo» (Alberto Bonandi). Tale opzione presuppone uno scavo interpretativo delle
vicende sociali e il confronto con le principali dottrine socio-politiche della contemporaneitaÁ. La presentazione dei ``principi''
offerti dalla dottrina sociale della chiesa (persona e bene comune, sussidiarietaÁ e solidarietaÁ), in questa sezione, eÁ finalizzata
alla verifica della loro portanza in ordine alla definizione di una
societaÁ giusta e in vista di un corrispettivo compito normativo
proprio della morale sociale.
Nella sezione dedicata alla morale sociale speciale sono prese in
esame le due principali istituzioni sociali: la politica e l'economia.
In riferimento alla prima l'attenzione eÁ riservata alla democrazia
politica e le questioni connesse al potere, all'autoritaÁ e alle dinamiche partecipative della societaÁ civile, oltre che, in ambito
internazionale, alla promozione della pace tra i popoli. In riferi-
137
mento alla seconda, sono svolti i temi del rapporto della persona
con i beni, la struttura del mercato, il problema del lavoro e la
questione ecologica.
Bibliografia:
G. ANGELINI, I problemi della ``dottrina sociale''. Saggio introduttivo, in TH. HERR, La dottrina sociale della chiesa. Manuale di
base, Piemme, Casale Monferrato 1988, V-XLVI; La dottrina sociale della chiesa, Glossa, Milano 1989; PONTIFICIO CONSIGLIO
DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della dottrina sociale
della chiesa, Libreria Editrice Vaticana, CittaÁ del Vaticano 2004;
E. COMBI - E. MONTI, Fede e societaÁ. Introduzione all'etica sociale,
Centro Ambrosiano, Milano 2005; G. MANZONE, Una comunitaÁ di
libertaÁ. Introduzione alla teologia sociale, Messaggero, Padova
2008; ID., Teologia morale economica, Queriniana, Brescia
2016; G. PIANA, In novitaÁ di vita. III - Morale socioeconomica e
politica, Cittadella, Assisi 2013.
I-STCH04. STORIA DELLA CHIESA
contemporanea
Prof. ANGELO MANFREDI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
138
ECTS 5
Il corso presenta una traccia della storia del cattolicesimo dalla
fine del XVIII alla seconda metaÁ del XX secolo, privilegiando
momenti significativi per la comprensione critica del rapporto
tra Chiesa e modernitaÁ, con particolare riguardo agli sviluppi
della teologia.
Il corso fa perno su alcuni nuclei tematici:
a) Come punto di partenza si esaminano le implicazioni nelle
svolte rivoluzionarie tra Sette e Ottocento, non solo per le correlazioni tra i fattori politici e quelli culturali e religiosi, ma soprattutto per verificare i prodromi della cosiddetta cristianizzazione, nel flusso delle correnti illuministe e nei mutamenti sociali.
b) Vengono studiati i riassetti ecclesiali in rapporto all'alleanza
trono-altare; l'ultramontanismo; l'incoativa ``privatizzazione''
della vita e il Romanticismo, nei riverberi sulla religione, anche
nell'ambito della pietaÁ popolare.
ELANOIZUTITSI OLCIC
c) Un particolare risalto vien dato all'affermarsi del ``nuovo papato'': la robusta centralizzazione delle istituzioni, gli interventi
del pontefice piuÁ incisivi e diretti, il ``movimento verso Roma''. Il
concilio Vaticano I viene inquadrato negli elementi genetici e
negli esiti conseguiti, soprattutto a livello teologico.
d) Le caratteristiche della professione cattolica durante l'affermarsi, ad alterne fasi della societaÁ industriale, costituiscono oggetto di approfondimenti rapportati al disegno di Leone XIII, alle
iniziative del movimento cattolico, alle spinte verso un'evangelizzazione preoccupata di recepire le diversitaÁ delle culture su
scala mondiale.
e) Una particolare disamina eÁ dedicata alla crisi modernista,
come sintomo dei contraccolpi esercitati dalle discipline storico-critiche, dalle istanze ermeneutiche e in genere filosofiche,
sulla comprensione nel patrimonio tradizionale del cristianesimo.
Si analizzano in seguito sia il consolidarsi dei nazionalismi, alternativi alle spinte ``cattoliche'' verso l'universalismo, sia le dirompenti ripercussioni delle guerre e dei totalitarismi sulla mentalitaÁ,
le opzioni, la condotta dei fedeli e della gerarchia.
f) Per il periodo che va dal secondo dopoguerra al concilio Vaticano II si operano scavi nei terreni dell'intuizione conciliare di
papa Giovanni XXIII e dell'impegno di pastori e fedeli per ``educare uomini e popoli'' e per approfondire aspetti della vita cristiana, specie nel suo radicamento liturgico. L'evoluzione del
movimento ecumenico verraÁ seguita nelle tappe principali, cosõÁ
come lo spostamento dell'asse del cristianesimo dal Nord al Sud
del mondo. I testi e l'evento conciliare vengono correlati con
dinamiche antecedenti e successive, considerandone le virtualitaÁ
e i rimbalzi sui processi di globalizzazione.
Bibliografia:
J. METZLER (ed.), Dalle missioni alle chiese locali (1846-1965)
(Storia della Chiesa dalle origini ai nostri giorni, 24), SAIE, Milano 1991; G. MARTINA, Storia della Chiesa da Lutero ai nostri
giorni. III: la Chiesa nell'etaÁ del liberalismo, Morcelliana, Brescia
1995; ID., Storia della Chiesa da Lutero ai nostri giorni. IV: L'etaÁ
contemporanea, Morcelliana, Brescia 1995; R. REÂMOND, La secolarizzazione. Religione e societaÁ nell'Europa contemporanea,
Laterza, Roma-Bari 1999; PH. CHENAUX, Il Concilio Vaticano II,
Carocci, Roma 2012; Storia del cristianesimo. IV: l'etaÁ contemporanea (secoli XIX-XXI), Carocci, Roma 2015
139
I-DC01. DIRITTO CANONICO - I
Prof. DANIELE MOMBELLI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso si prefigge di offrire una prima conoscenza del diritto
canonico come branca del sapere teologico e pastorale della
Chiesa. Si vorrebbe accompagnare gli studenti a comprendere
l'opportunitaÁ dello studio di questa disciplina come una delle
modalitaÁ di conoscenza del mistero della Chiesa e di possibile
servizio al suo interno. Oltre alla conoscenza dei principi generali
di carattere filosofico, teologico e giuridico del diritto canonico,
si intende offrire la conoscenza dei principali istituti trattati dal
libro I del Codice e l'approfondimento dei diritti e obblighi di tutti
i fedeli.
2. Il corso affronteraÁ in primo luogo l'approfondimento delle ragioni dello studio del diritto canonico. Alla luce di alcuni fondamentali documenti del Magistero si cercheraÁ di dare ragione di
questo studio, compreso all'interno delle discipline teologiche.
Si passeraÁ poi ad affrontare il fondamento filosofico e teologico
del diritto canonico. Si tratteraÁ di approfondire il diritto nella
realtaÁ umana, alla luce del concilio Vaticano II, centrata sulla
persona. Anche l'approccio teologico, tenendo conto delle diverse linee di pensiero, faraÁ riferimento a quanto definito dal Concilio, in particolare collocando la dimensione giuridica all'interno
della ecclesiologia, intesa come ecclesiologia di comunione.
SeguiraÁ l'attenzione allo sviluppo nella storia della presenza del
diritto nella vita della Chiesa: dalle origini si affronteranno gli
snodi particolari, in specie la formazione del Corpus Iuris Canonici, la vicenda del concilio di Trento e la formazione del Codice
di diritto canonico del 1917 e del 1983.
Un ulteriore capitolo riguarderaÁ il Libro Primo del Codice di diritto canonico. Dopo aver analizzato i canoni introduttivi ci si
soffermeraÁ sulle tematiche principali, utili per lo studio dei libri
successivi.
Un ultimo capitolo toccheraÁ alcuni temi del Libro Secondo del
Codice di diritto canonico, il Popolo di Dio. In particolare si affronteraÁ la tematica riguardante i fedeli in genere.
140
Bibliografia:
Obbligatoria: G.I.D.D.C. (ed.), Corso istituzionale di diritto canonico, AÁncora, Milano 2005; REDAZIONE DI QUADERNI DI DIRITTO EC-
(ed.), Codice di diritto canonico commentato, AÁncora,
Milano 20093.
Generale consigliata: G.I.D.D.C., Il diritto nel mistero della Chiesa, vol. I, Pontificia UniversitaÁ Lateranense, Roma 19953; G.F.
GHIRLANDA, Introduzione al diritto ecclesiale. Lineamenti per una
teologia del diritto della Chiesa, Gregorian & Biblical Press,
Roma 2013; L. MUSSELLI, Storia del diritto canonico. Introduzione
alla storia del diritto e delle istituzioni ecclesiali, Giappichelli,
Torino 1992.
Riviste: «Quaderni di diritto ecclesiale», AÁncora, Milano 1988ss.
(www.quadernididirittoecclesiale.org).
CLESIALE
Corso annuale: 2 ore settimanali
ELANOIZUTITSI OLCIC
I-BIB06. ESEGESI A.T.: PENTATEUCO
Prof.ssa LAURA INVERNIZZI
ECTS 6
1) Il corso vuole offrire la strumentazione di base per essere in
grado d'interpretare i testi della toÃraÃ. La selezione dei testi letti
si spiega tenendo conto del carattere necessariamente antologico del corso e della particolare difficoltaÁ ermeneutica di alcune
pagine.
2) Le pagine studiate saranno prese da queste sezioni:
A. L'eziologia metastorica di Gen 1-11.
B. I cicli di Abramo, Isacco e Giacobbe (Gen 11,27-37,18).
C. L'«uscita dall'Egitto» (Es 1,1-15,21).
D. Il ``testamento'' di MoseÁ (Dt 4-11).
3) Si utilizzeranno diversi metodi. In dialogo con i risultati del
metodo storico-critico, si faraÁ uso della retorica, della narratologia e della simbologia. Si presuppone la possibilitaÁ di accedere
alla strumentazione di base: una edizione critica della Bibbia
ebraica e della Bibbia greca e una buona introduzione moderna.
L'esame consisteraÁ nella verifica dell'acquisizione degli strumenti esegetici, della precisione terminologica e metodologica e della comprensione delle questioni fondamentali presentate, mediante l'applicazione ai testi esaminati durante le lezioni.
Bibliografia:
G. BORGONOVO ET ALII, Torah e storiografie dell'Antico Testamento
(Logos 2), ElleDiCi, Leumann TO 2012; J.L. SKA, Introduzione
141
alla lettura del Pentateuco. Chiavi per l'interpretazione dei primi
cinque libri della Bibbia, EDB, Bologna 2000.
IBIB07. ESEGESI A.T.: SCRITTI
PROF. GIANANTONIO BORGONOVO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
I. Il corso vuole offrire la strumentazione di base per l'interpreõ della Bibbia
tazione dei testi appartenenti alla sezione dei ketuÃÃm
Ebraica e dei sapienziali della Bibbia Greca. La selezione dei
testi si spiega tenendo conto del carattere necessariamente antologico del corso e della particolare difficoltaÁ ermeneutica di
alcune pagine nella cornice di un tema di primario interesse
teologico.
II. Le pagine analizzate esegeticamente:
a) Il luogo della h.okmaà (Gb 28).
b) La h.okmaà danza davanti a JHWH e agli umani (Pr 8).
c) La h.okmaà e la toÃraà (Sir 24 e Bar 3,9±4,4).
d) La h.okmaà e la ruÃah. (Sap 7,22±8,1).
e) Gli sviluppi nelle tradizioni rabbinico-farisaica e cristiana.
A modo di conclusione:
f) L'amore, sigillo del Creatore (Ct 8,5-7.8-14).
III. Si utilizzeranno diversi metodi. In dialogo con i risultati del
metodo storico-critico, si faraÁ uso della retorica, della narratologia e della simbologia.
Bibliografia:
142
Per un confronto dialettico con il metodo e i contenuti del corso,
tutti devono leggere l'opera ormai classica di G. VON RAD, La
sapienza in Israele, Marietti, Torino 1975.
Strumentazione di base necessaria: a) un'edizione critica della
Bibbia Ebraica; b) un'edizione critica della Bibbia Greca; c) una
buona traduzione moderna.
Testi di riferimento raccomandati: R.E. MURPHY, L'albero della
vita. Una esplorazione della letteratura sapienziale biblica (Biblioteca Biblica 13), Queriniana, Brescia 1993; A. BONORA - M.
PRIOTTO (ed.), Libri Sapienziali e altri scritti (Logos 4), ElleDiCi,
Leumann (TO) 1997; V. MORLA ASENSIO, Libri sapienziali e altri
scritti (Introduzione allo Studio della Bibbia 5), Paideia, Brescia
1997; T.M. LORENZIN, Esperti in umanitaÁ. Introduzione ai libri sapienziali e poetici (Graphe 4), ElleDiCi, Leumann (TO) 2013.
Ulteriore bibliografia mirata alle singole pagine saraÁ indicata durante lo svolgimento del corso.
I-LIT02. LITURGIA - II
Prof. PAOLO TOMATIS
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ELANOIZUTITSI OLCIC
Il corso si propone di investigare la ``forma'' teologica fondamentale dei sacramenti come forma rituale. In questa luce, obiettivo
del corso eÁ l'apprendimento del senso delle celebrazioni dei sacramenti dal punto di vista teologico-liturgico, alla luce della
storia e degli attuali libri liturgici.
1. Forma teologica e forma liturgica dei sacramenti: il caso dell'Eucaristia.
2. Il concetto di Iniziazione cristiana come principio di comprensione dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione.
3. Battesimo e Confermazione: storia, liturgia, teologia.
4. L'Eucaristia, per ritus et preces: mistagogie di ieri e di oggi.
5. Il nuovo Rito della Penitenza e la sua recezione.
6. L'unzione dei malati e il suo rapporto con il Benedizionale.
Bibliografia:
A. GRILLO - M. PERRONI - P.R. TRAGAN (ed.), Corso di teologia
sacramentaria 2. I sacramenti della salvezza, Queriniana, Brescia
2000, 59-225; 309-376; Rituali dell'Iniziazione cristiana degli
adulti, del Battesimo dei bambini, della Confermazione; Ordinamento generale del Messale Romano; Rito della Penitenza e dell'Unzione degli infermi.
I-LA05. LETTORATO DI EBRAICO BIBLICO
(opzionale)
Prof. GABRIELE MARIA CORINI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
143
Presupponendo la conoscenza fondamentale della lingua ebraica, il corso, attraverso l'applicazione diretta ai testi dell'Antico
Testamento permetteraÁ l'approfondimento del sistema verbale,
della sintassi e del lessico. Verranno presi in esame diversi tipi di
testo.
Gli studenti verranno introdotti alla critica testuale e alla lettura
della Massora.
Gli studenti prepareranno personalmente la traduzione e il commento grammaticale dei testi: su questa base si svilupperaÁ il
lavoro di approfondimento in aula.
Bibliografia:
Biblia Hebraica Stuttgartensia - Biblia Hebraica Quinta; L. KOEH- W. BAUMGARTNER, HebraÈisches und aramaÈisches Lexicon
zum Alten Testament, Brill, Leiden - Boston 1967-1995 (inglese:
1994-2001); L. ALONSO SCHOÈKEL, Dizionario di ebraico biblico
LER
(Guida alla Bibbia), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI)
2013; P. JOUÈON - T. MURAOKA, A Grammar of Biblical Hebrew
(Subsidia Biblica 27), Pontifical Institute Press, Roma 20062;
A. NICCACCI, Sintassi del verbo ebraico nella prosa biblica classica, Franciscan Printing Press, Jerusalem 1986; ID., Lettura sintattica della prosa ebraico-biblica. Principi e applicazioni, Franciscan Printing Press, Jerusalem 1991.
144
QUARTO - QUINTO ANNO
I-TS09. TEOLOGIA DEI SACRAMENTI - II
Prof. SERGIO UBBIALI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ELANOIZUTITSI OLCIC
1. Il corso presuppone come giaÁ perseguito un primo lavoro d'indagine attorno ai piuÁ fondamentali problemi riflessivi connessi a
quelle specifiche azioni ecclesiali, presenti fin dall'origine nella
vita della Chiesa, alle quali la riflessione medioevale si rivolgeraÁ
precisando in maniera puntuale la categoria teologica di sacramentum. La ricerca su questo singolare episodio d'esame, la sua
connessione al momento biblico e insieme a quello contemporaneo, indica lo spazio tematico da investigare giacche la sua rigorosa conoscenza risulta indispensabile in ordine alla spiegazione del perche l'accesso umano a Dio non possa disgiungersi
dalla celebrazione di simili azioni rituali.
2. Materia specifica del corso eÁ l'analisi della nozione di sacramentum, colta nel grandioso momento sorgivo ovvero nella teologia scolastica, la cui illustrazione richiede a ogni modo che
l'episodio sia collocato entro il piuÁ complessivo contesto della
riflessione circa le azioni simboliche e rituali della Chiesa, codificate nel settenario sacramentale. Il passaggio da GesuÁ alla
Chiesa, il passaggio dalla prima comunitaÁ cristiana alle generazioni successive fornisce il quadro del problema, sicche il referente primario per lo sviluppo dell'indagine saraÁ il sacramento
dell'eucarestia e le radicali complesse questioni teoriche alle
quali la «presenza di Cristo nel tempo» obbliga l'esame. Il confronto con le questioni teoriche messe in evidenza con l'eucarestia sanciraÁ come il sacramento coincida con la fides ecclesiae
ossia con cosa si conferma indispensabile affinche la fede personale sorga secondo la propria veritaÁ, l'uomo creda a Dio e non
ceda all'idolo.
Bibliografia:
Dispense a cura del docente; S. UBBIALI, Il sacramento cristiano.
Sul simbolo rituale (LeitourgõÂa. Sezione teologica), Cittadella,
Assisi 2008.
145
I-TS10. ANTROPOLOGIA TEOLOGICA - II
Prof. FRANCESCO SCANZIANI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1) Il corso intende riprendere monograficamente alcuni snodi
cruciali della visione cristiana dell'uomo. A partire dall'impianto
offerto nel primo ciclo saranno approfondite alcune questioni alla
luce del dibattito recente, in modo tale da offrirne un aggiornamento esemplificativo per alcune sezioni della sistematica.
2) La proposta intende approfondire due momenti cruciali della
vicenda dell'uomo ± nonche capitoli essenziali del trattato ±: a) la
predestinazione e b) la teologia della morte, inizio e compimento
del percorso.
a) Figli nel figlio: la dottrina della predestinazione, veritaÁ dell'antropologia cristiana
In primo luogo, saraÁ ripreso il capitolo della predestinazione:
snodo ad un tempo metodologico e questione dottrinale centrale
per un'impostazione cristocentrica dell'antropologia teologica.
Alla luce della tradizione e del rinnovamento del concilio Vaticano II, il tema si propone come chiave interpretativa delle questioni antropologiche e insieme come principio unificante la visione cristiana dell'uomo.
b) ``Perche cercate tra i morti il Vivente?! (Lc 24,5). Cristo nostra
speranza oltre la morte
In secondo luogo, una riflessione sulla morte: tra oblio e urgenza
di una parola cristiana per ``vivere la morte'', quale compimento
del cammino della libertaÁ creata in Cristo.
Bibliografia:
146
F.G. BRAMBILLA, Antropologia teologica. ``Chi eÁ l`uomo perche te
ne curi?'' (= Nuovo corso di teologia sistematica 12), Queriniana, Brescia 2005; F. SCANZIANI, Predestinazione (= le parole della
fede), Cittadella Editrice, Assisi 2014; K. BARTH, La dottrina dell'elezione divina. Dalla Dogmatica ecclesiastica, UTET, Torino
1983; P.A. SEQUERI, La fede che salva e la fede testimoniale:
Retractatio catholica del tema dell'elezione divina, in E. GUERRIERO - A. TARZIA (ed.), I volti di Dio. Il Rivelato e le sue tradizioni,
San Paolo, Cinisello Balsamo 1992, 69-82; J.-M.R. TILLARD, La
morte enigma o mistero?, Qiqajon, Magnano 1998, 131-186; K.
RAHNER, Sulla teologia della morte. Con una digressione sul mar-
tirio (= Quaestiones Disputate), Morcelliana, Brescia 19723 (or.
1958); ID., Il morire cristiano, in Mysterium Salutis, vol. 10, Queriniana, Brescia 1978, 577-594 (ora in Giornali di Teologia 341,
Queriniana, Brescia 2009); G. MARTELET, Libera risposta ad uno
scandalo. La colpa originale, la sofferenza e la morte, Querinana,
Brescia 1987; F. SCANZIANI, CosõÁeÁ la vita. Il senso del limite, della
perdita, della morte, San Paolo, Cinisello B. (MI) 2007.
I-TS11. ECCLESIOLOGIA - II
Prof. GIOVANNI ROTA
ECTS 5
Il corso intende approfondire alcune questioni teologiche di attualitaÁ nel campo della ecclesiologia; si propone, inoltre, di introdurre gli studenti alla riflessione della mariologia all'interno
dell'enciclopedia teologica.
I. Ecclesiologia
Prendendo come schema di riferimento le quattro proprietaÁ della
chiesa, si presenteranno le seguenti questioni ecclesiologiche
speciali, particolarmente dibattute nel campo della ecclesiologia
contemporanea.
1. Nell'ambito dell'unitaÁ, si cercheraÁ di individuare quali relazioni
esistono fra la Chiesa universale e la Chiesa particolare.
2. Approfondendo la questione della santitaÁ, si studieraÁ la questione della dimensione sacramentale della Chiesa quale istituzione santificata e santificante.
3. In connessione con la nota della cattolicitaÁ, verranno indagate
origine, sviluppo e comprensione attuale dell'effato extra ecclesiam nulla salus.
4. Nell'ambito della questione dell'apostolicitaÁ si indagheraÁ la
tensione fra apostolicitaÁ di dottrina e apostolicitaÁ di ministero
e la tematica emergente dei ministeri laicali.
II. Mariologia
1. VerraÁ stilato uno status quaestionis della riflessione mariologica contemporanea, concentrandosi in particolare sulle questioni di metodo e di impostazione del trattato.
2. Si presenteraÁ la testimonianza della Scrittura circa il posto
della Madre di Dio nell'evento della Rivelazione.
ELANOIZUTITSI OLCIC
Corso semestrale: 3 ore settimanali
147
3. Si tracceranno le linee essenziali di una storia della mariologia,
concentrandosi in particolare sui ``quattro dogmi mariani'': maternitaÁ divina, verginitaÁ perpetua, immacolata concezione, assunzione al cielo.
4. Si rintracceraÁ nella ripresa sistematica il posto di Maria nella
fede cristiana, cercando di evidenziare «il nesso con il fondamento della fede cristiana» (DV 11).
5. Lo studio si concluderaÁ col tema della devozione mariana.
Bibliografia:
I. Ecclesiologia: A.T.I., L'ecclesiologia contemporanea, a cura di
D. VALENTINI, EMP, Padova 1994; Dispense a cura del docente.
II. Mariologia: G. COLZANI, Maria, mistero di grazia e di fede, San
Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1996; PONTIFICIA ACADEMIA MARIANA INTERNATIONALIS, La madre del Signore. Memoria, presenza,
speranza. Alcune questioni attuali sulla figura e la missione della
beata Vergine Maria, CittaÁ del Vaticano 2000; dispense a cura
del docente.
I-TM06. MORALE SOCIALE - II
Prof. PIER DAVIDE GUENZI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
148
ECTS 3
1) Il corso, in continuitaÁ con Morale sociale - I, svolge alcuni approfondimenti di morale sociale, pur acquisendo una specifica e
compiuta fisionomia. Il corso eÁ focalizzato sugli elementi caratterizzanti il processo di globalizzazione in atto, soprattutto sul
versante dell'economia e del sistema delle comunicazioni. In
particolare, nella prima parte, sono considerati aspetti di attualitaÁ nell'etica economica e, nella seconda parte, una introduzione
alle questioni connesse al fenomeno della comunicazione sociale
in vista di una sua valutazione etica.
2) La prima parte provvede a una piuÁ approfondita considerazione del rapporto tra etica ed economia, con riferimento allo sviluppo storico della riflessione sia in ambito cristiano sia del pensiero e delle scienze economiche. A integrazione dei temi
affrontati nel precedente corso di morale sociale, l'attenzione
eÁ riservata all'organizzazione dell'impresa quale unitaÁ fondamen-
tale del sistema economico e alle questioni emergenti nell'ambito dell'etica finanziaria.
La seconda parte del corso introduce a un aspetto rilevante della
vita sociale contemporanea, la comunicazione sociale, che impone il confronto con le teorie e le pratiche comunicative, la valutazione dello sviluppo del sistema mass-mediale e la sua incidenza sulla vita delle persone e della societaÁ, per un puntuale
discernimento etico.
Bibliografia:
ELANOIZUTITSI OLCIC
G. PIANA, In novitaÁ di vita. III - Morale socioeconomica e politica,
Cittadella, Assisi 2013; G. MANZONE, Teologia morale economica, Queriniana, Brescia 2016; A. FABRIS, Etica della comunicazione, Carocci, Roma 2006.
I-BIB10. ESEGESI DI PAOLO
Prof. FRANCESCO BARGELLINI
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
1) Il corso vuole familiarizzare lo studente con alcune tra le pagine piuÁ importanti delle lettere di sicura paternitaÁ paolina. Dal
punto di vista metodologico, la presentazione dei passi scelti
intende mostrare come un'accurata analisi esegetica possa
non solo precisare il messaggio, ma altresõÁ far apprezzare lo
spessore teologico e le ``ricadute'' pastorali. Anche se si spazieraÁ dalla lettera ai Romani a quelle ai Corinzi, dalla lettera ai
Galati a quella ai Filippesi, la prima lettera ai Corinzi saraÁ lo
scritto di riferimento: una finestra dalla quale affacciarsi sull'universo paolino.
2) Riprendendo gli aspetti essenziali dell'orizzonte storico e letterario delineato nell'introduzione alla letteratura paolina, saranno presentati e discussi numerosi brani delle lettere di Paolo,
privilegiando le pagine piuÁ dense dal punto di vista teologico,
cristologico, pneumatologico, sacramentale, soteriologico, morale ed ecclesiologico. A tale scopo il corso offre per alcuni brani un
inquadramento storico e letterario; una traduzione letterale dall'originale greco; un'esegesi che introduce alla riflessione teologica e all'attualizzazione ecclesiale. In altri casi, invece, la spiegazione ricorre a un approccio piuÁ sintetico, evidenziando i temi
149
portanti del pensiero di Paolo. Sollecitando cosõÁ la capacitaÁ personale degli studenti di interpretare la letteratura paolina nell'alveo della tradizione della Chiesa, il corso non solo mette le
basi per la riflessione teologico-sistematica, ma dischiude anche
interessanti sentieri di ``attualizzazione'' pastorale e spirituale.
3) L'esame finale, che presuppone una conoscenza generale del
corpus paulinum, si articola in due momenti. Nel primo il candidato saraÁ esaminato sul corso frontale svolto durante l'anno
mediante una domanda del docente. Mentre nel secondo il candidato eÁ chiamato a presentare e a discutere la tematica preparata personalmente e scelta da uno dei ventiquattro capitoli in
cui si suddivide il libro di F. MANZI, Introduzione alla letteratura
paolina (EDB manuali), EDB, Bologna 2015.
Bibliografia:
B. MAGGIONI - F. MANZI (ed.), Lettere di Paolo (= Commenti e
Studi Biblici s.n.), Cittadella, Assisi 2005; F. BARGELLINI, Paolo.
Tra esegesi e spiritualitaÁ (Bibbia e Terra Santa 4), Messaggero,
Padova 2011; F. MANZI, Introduzione alla letteratura paolina (EDB
manuali), EDB, Bologna 2015; A. PITTA, L'evangelo di Paolo. Introduzione alle lettere autoriali (Graphe 7), LDC, Torino 2013; R.
FABRIS, La tradizione paolina (La Bibbia nella storia 12), EDB,
Bologna 1995; V. FUSCO, Le prime ComunitaÁ Cristiane. Tradizioni
e tendenze nel cristianesimo delle origini (La Bibbia nella storia
8), EDB, Bologna 1997.
I-BIB11. ESEGESI A.T.: PROFETI
Prof. PATRIZIO ROTA SCALABRINI
Corso semestrale: 3 ore settimanali
150
ECTS 5
1) Il corso eÁ dedicato all'esegesi dei libri profetici. L'obiettivo
perseguito eÁ quello di una conoscenza piuÁ approfondita del testo
biblico e di una maggiore dimestichezza nell'uso degli strumenti
per l'esegesi dei testi anticotestamentari.
In particolare si vuole avvicinare lo studente al testo biblico nella
lingua originale (ebraico) e talora nella traduzione greca della
LXX, per poter apprezzare direttamente il tenore del testo. Nell'accostamento ai testi ci si avvarraÁ sia della metodologia stori-
ELANOIZUTITSI OLCIC
co-critica, sia di alcune metodologie sincroniche, come l'analisi
semantica, retorica...
2) Presupponendo una conoscenza delle grandi questioni circa la
natura e la storia del profetismo biblico, il corso si addentra
direttamente nell'incontro con testi profetici particolarmente significativi per il loro messaggio teologico.
Per il profeta Isaia l'esegesi riguarderaÁ alcuni passi della prima
sezione (Is 1-12). Per quanto riguarda il cosiddetto Deuteroisaia,
si affronteranno gli aspetti esegetici ed ermeneutici collegati alla
figura del ``Servo'' del Signore.
Per Geremia si analizzeranno alcuni passi degli oracoli sul popolo
(Ger 1; 2,1-19; 9,1-24; 17,1-13). Per le `confessioni' si studieraÁ
la problematica generale e, piuÁ analiticamente, Ger 15,10-21 e
Ger 20,7-18. Infine si leggeranno alcuni passi del libretto della
consolazione (Ger 30-31). L'esegesi di questi testi chiederaÁ
un'attenzione particolare al problema testuale specifico del libro
di Geremia.
Per il libro di Ezechiele gli studenti affronteranno i passi di Ez
36,1-37,14. Per il libro dei Dodici Profeti eÁ prevista un'esegesi di
Aggeo e di alcuni passi di Malachia.
Per l'approfondimento personale lo studente potraÁ affrontare a
sua scelta o lo studio di Osea 1-3; 11, oppure di Amos 7-9, o
anche di Abacuc 1-3.
3) Lo svolgimento del corso si avvale sostanzialmente di lezioni
frontali. Agli studenti eÁ richiesta una previa conoscenza degli
aspetti generali dei vari libri profetici che verranno analizzati,
ma soprattutto una previa lettura dei passi biblici, possibilmente
giaÁ nel testo originale. Nelle lezioni non si affronteraÁ soltanto
l'aspetto filologico e contenutistico dei vari testi analizzati, ma
si offriranno degli esempi circa l'uso concreto del testo critico,
delle traduzioni antiche, dei vocabolari, dei dizionari teologici, dei
commentari, ecc.
Lo studio personale e il lavoro di approfondimento dovranno
provvedere ad assicurare anche una conoscenza del quadro storico in cui si collocano i singoli profeti, nonche la ripresa degli
elementi forniti oralmente durante la lezione e per iscritto tramite le dispense del corso.
Bibliografia:
Essendo analitico il lavoro di esegesi, la bibliografia specifica per
i singoli testi analizzati verraÁ offerta durante il corso e indicata
151
nelle dispense. Necessario eÁ il testo ebraico della Biblia Hebraica Stuttgartensia, Editio funditus renovata, ediderunt K. ELLIGER W. RUDOLPH, Textum masoreticum curavit H.P. RUÈGER, Masoram
elaboravit G.E. WEIL, Editio secunda emendata opera W. RUDOLPH - H.P. RUÈGER, Editio quinta emendata opera A. SCHENKER,
Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 1977 [19975].
I-BIB12. TEOLOGIA BIBLICA
Prof. GIANANTONIO BORGONOVO
«ATTESTAZIONE BIBLICA E MEMORIA FONDATRICE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
I. Il corso vuole riflettere sulla fenomenologia del testo della
Bibbia cristiana, nella sua dialettica inscindibile di Primo e Nuovo
Testamento. A partire da essa, si cercheraÁ di mettere a fuoco la
ricchezza delle armoniche della poetica dei corpi scritturistici che
compongono il canone biblico, trovando in esso non l'atto arbitrario di una tradizione religiosa, ma la fondazione da cui questa
tradizione eÁ generata e sostenuta nella logica stessa del mistero
dell'incarnazione.
II. I temi trattati saranno:
a) L'uno e l'altro testamento: un linguaggio ``fatale''.
b) Fenomenologia e poetica del TaNaK (toÃraÃ, nebõÃ'õÃm, ketuÃbõÃm).
c) Fenomenologia e poetica del Nuovo Testamento.
d) L'attestazione biblica: imprescidibile e insufficiente.
e) Canone e ispirazione: un capitolo della teologia dell'incarnazione.
III. Il carattere sintetico del corso presuppone l'acquisita conoscenza sia dei problemi introduttivi sia dei problemi esegetici ±
almeno nelle parti essenziali ± dell'intera Bibbia Cristiana.
Bibliografia:
152
H.J. KRAUS, La teologia biblica. Storia e problematica (Biblioteca
Teologica 16), Paideia, Brescia 1979; G. SEGALLA, «Teologia biblica», in Nuovo Dizionario di Teologia Biblica, a cura di P. ROSSANO ET ALII, Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1988, 1533-1552;
L.G. PERDUE, The collapse of history; Reconstructing Old Testament theology (Overtures to Biblical Theology), Augsburg For-
tress Press, Minneapolis MN 1994; F. WATSON, Text, Church and
world. Biblical interpretation in theological perspective, T. & T.
Clark International, London - New York NY 1994 [ 20042]; CH.
DOHMEN - TH. SOÈDING (ed.), Eine Bibel - Zwei Testamente. Positionen Biblischer Theologie (Uni-TaschenbuÈcher fuÈr Wissenschaft 1893), F. SchoÈningh, Paderborn - MuÈnchen - Wien 1995;
CH.H.H. SCOBIE, The ways to our God. An approach to Biblical
theology, William B. Eerdmans Publishing Company, Grand Rapids MI 2003; M. LAWRENCE, Biblical theology in the life of the
Church. A guide for ministry, Foreword by TH.R. SCHREINER, Crossway Books, Wheaton IL 2010, 340.
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ELANOIZUTITSI OLCIC
I-STTH03. STORIA DELLA TEOLOGIA
CONTEMPORANEA
Prof. GIUSEPPE NOBERASCO
ECTS 3
1) Il corso intende introdurre alla teologia contemporanea a partire dall'intento fondamentale che la attraversa fin dalla svolta
dialettica degli inizi del Novecento: far valere la storicitaÁ effettiva dell'iniziativa divina e dell'esperienza umana come la vera
Cosa del Cristianesimo. Si metteraÁ in evidenza come tale scoperta sia alla base dei diversi modelli di comprensione del sapere
teologico che di volta in volta verranno elaborati e delle categorie ritenute decisive per pensare la relazione definitiva stabilita
da Dio con l'uomo nella vicenda di GesuÁ.
2) La trattazione si articola in tre parti corrispondenti a tre categorie centrali nel corso della teologia novecentesca: la rivelazione, la storia, la libertaÁ. Tale successione non vuole semplicemente riprendere l'ordine cronologico della vicenda, ma fare
emergere la questione teorica ad essa soggiacente.
La prima parte mette in luce il senso della svolta barthiana per lo
statuto della teologia, il guadagno ad essa legato, ma anche gli
interrogativi lasciati aperti: il ruolo della decisione umana rispetto all'iniziativa divina, la possibilitaÁ di un'ontologia linguistica che
permetta di pensare insieme la differenza della rivelazione e
l'atto interpretativo umano.
La seconda parte prende in esame la categoria della storia, ritenuta capace di superare il riferimento puramente positivistico
153
alla rivelazione: come orizzonte comune dell'esperienza, come
fondamento di una prassi emancipativa.
La parte conclusiva cerca nella categoria della libertaÁ la possibilitaÁ di chiarificare le difficoltaÁ delle due prospettive precedenti:
essa consente di ripensare, da una parte, la storicitaÁ dell'iniziativa divina, il suo giungere a destinazione nell'atto del soggetto
e, dall'altra, di cogliere l'autentica dinamica della prassi. In questo contesto vengono messi a tema i diversi approcci, maturati
nel Novecento, alla questione della soggettivitaÁ: l'approccio trascendentale; la fenomenologia con il suo intento di pensare la
dinamica della soggettivitaÁ a partire dalla storicitaÁ; il progetto
che fin dai suoi inizi anima la FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale di affermare la libertaÁ come cifra sintetica della rivelazione cristiana.
Bibliografia:
J. MOLTMANN (ed.), Le origini della teologia dialettica, Queriniana, Brescia 1976; ID., Esperienze di sapere teologico. Vie e forme
della teologia cristiana, Queriniana, Brescia 2001; G. ANGELINI S. MACCHI (ed.), La teologia del Novecento. Momenti maggiori e
questioni aperte, Glossa, Milano 2008; Antropologia e teologia:
un ripensamento urgente, «Teologia» 34 (2009) 319-519; GesuÁ
Cristo e l'uomo: il caso serio della libertaÁ, «Teologia» 35 (2010)
323-504; Lineamenti di antropologia teologica: interpretazioni,
«Teologia» 36 (2011) 315-520; D. ALBARELLO ET ALII, La fede.
Dire Dio dicendo seÂ, Glossa, Milano 2015.
I-TO01. TEOLOGIA ORIENTALE
Prof. EMANUELA FOGLIADINI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
154
ECTS 3
1) Il corso ha come obiettivo una breve ma completa presentazione della storia dell'impero bizantino, dei principali Orienti cristiani e dei capitoli fondamentali della teologia, iconografia, liturgia, spiritualitaÁ da questi elaborati nel corso dei secoli. Tale
obiettivo saraÁ perseguito attraverso una presentazione degli
autori principali della patristica e della teologia orientale. Il corso
punta a fare conoscere la visione elaborata dai medesimi cristianesimi orientali e metterla in relazione con la declinazione teo-
ELANOIZUTITSI OLCIC
logica formulata sui vari temi dai cristianesimi occidentali (cattolico e protestante).
2) Il corso si propone, in una prima parte, di presentare la specificitaÁ della storia dell'impero bizantino e degli Orienti cristiani,
in quanto luogo fondativo del pensiero teologico, della dottrina e
dell'iconografia. Tale ricostruzione eÁ utile anche a inquadrare le
radici di un dialogo complesso con l'Occidente, le cui divergenze
teologiche erano giaÁ presenti nel primo millennio e si resero
palesi nel corso del secondo. La peculiare declinazione della
riflessione teologica degli Orienti cristiani, e in particolare dell'Ortodossia, eÁ oggetto della seconda e piuÁ ampia parte del corso. Ci si soffermeraÁ dunque sulla presentazione dei temi fondamentali: la TrinitaÁ, la cristologia, la Theotokos, l'ecclesiologia, la
liturgia, l'immagine sacra, i sacramenti. Gli studenti saranno introdotti alla conoscenza di queste macro tematiche e anche a
un'analisi teologica ragionata e critica dei fondamenti, delle potenzialitaÁ e anche delle criticitaÁ delle varie interpretazioni.
3) Il corso lavoreraÁ sul duplice approccio parola-immagine alle
diverse questioni proposte, attraverso una metodologia storicocritica che affronta il tema non in modo confessionale ma scientifico. Gli snodi dottrinali saranno presentati sia dal punto di
vista della riflessione teologica sia iconografica. Le immagini
sacre utilizzate non saranno solo un supporto alla spiegazione
del tema, ma un'espressione autonoma e complementare della
teologia, come intesa da molti Orienti cristiani.
Bibliografia:
E. FOGLIADINI, Parola e immagini tra Oriente e Occidente, EDB,
Bologna 2015; P. GIANAZZA, Temi di Teologia orientale. 1, EDB,
Bologna 2010; F. BêSPFLUG, Il pensiero delle immagini, Qiqajon,
Magnano 2013; E. FOGLIADINI, L'invenzione dell'immagine sacra,
Jaca Book, Milano 2015; J. MEYENDORFF, La Teologia bizantina.
Sviluppi storici e temi dottrinali, Marietti, Casale Monferrato
1984.
I-SEMBIB. SEMINARIO BIBLICO
Prof.ssa LAURA INVERNIZZI
«I RACCONTI DI VOCAZIONE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
155
1) Introducendo i partecipanti al riconoscimento dei modelli letterari e all'uso per l'interpretazione di un racconto, il lavoro seminariale vuole favorire l'acquisizione di metodi e strumenti per
la ricerca e per la condivisione dei risultati, mediante l'esposizione (orale e scritta).
2) Come si esprime nella Bibbia la chiamata di Dio? La sobrietaÁ
dei racconti di vocazione a volte disarma, ma lo studio di un
modello e dei motivi ricorrenti rende eloquenti anche i silenzi.
Dopo alcune lezioni frontali dedicate alla presentazione degli
strumenti della ricerca e ad alcuni elementi dell'arte della narrativa biblica, verranno studiati nel loro contesto alcuni racconti di
vocazione, tratti da entrambi i Testamenti.
3) Lo studio dei racconti di vocazione verraÁ realizzato affidando a
turno ai partecipanti la presentazione dei racconti e discutendone insieme. Poiche il lavoro seminariale esige la partecipazione
attiva a tutte le sedute, eÁ richiesto che ciascuno studente studi
previamente i racconti preparandosi alla discussione e consegni
ad ogni incontro il frutto dello studio personale nelle modalitaÁ
che saranno indicate a lezione.
La valutazione del corso terraÁ conto della partecipazione e dell'elaborato finale.
Bibliografia:
R. ALTER, L'arte della narrativa biblica (Biblioteca Biblica 4), Queriniana, Brescia 1990; G. FISCHER, Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione, a cura di S. PAGANINI, Dehoniane, Bologna
2013; D. MARGUERAT - Y. BOURQUIN, Per leggere i racconti biblici.
La Bibbia si racconta. Iniziazione all'analisi narrativa, Borla, Roma
20112; J.-P. SONNET, L'analisi narrativa dei racconti biblici, in M.
BAUKS - C. NIHAN (ed.), Manuale di esegesi dell'Antico Testamento (Testi e commenti), Dehoniane, Bologna 2010, 45-85.
I-FIL10. FILOSOFIA DELLA RELIGIONE
Prof. DARIO CORNATI
Corso annuale: 2 ore settimanali
156
ECTS 6
1) Lo sfondo entro il quale si muove il corso di «filosofia della
religione» eÁ quello piuÁ ospitale della qualitaÁ, eticamente degna
per l'umano comune, di un'esperienza religiosa del senso. L'inte-
ELANOIZUTITSI OLCIC
resse teoricamente piuÁ mirato va, invece, decisamente all'attacco nella ricerca del suo nucleo strategico; e si qualifica, pertanto,
come volontaÁ di accedere al «cuore» ± al logos o all'ordo ± di tale
esperienza universale, concentrata attorno all'eccedenza indisponibile dell'interlocutore divino. Dopo aver illustrato il valore
storico e la debolezza congenita dei modelli teorici piuÁ potenti,
alternatisi sul campo di una valutazione critica della prassi religiosa (naturalismo, positivismo storico, critica dell'ideologia, fenomenologia), il piano di lavoro assumeraÁ le questioni giudicate
per lo piuÁ fondamentali. Sub specie temporis et aeternitatis: che
cosa identifica e subito distingue l'esperienza religiosa della giustizia e della veritaÁ dell'esistere da altre figure intenzionali del
senso? Dove si insedia il suo elemento differenziale e il suo
indicatore inconfondibile? Infine, come si accende quella forma
di adesione convinta alla vita e alla manifestazione di Dio che
coltiva la sua espressione soggettiva e pubblica, affettiva e ideale, simbolica e pratica, nelle espressioni del vissuto religiosospirituale?
1. Figure storiche
Nuovo interesse per religione e sentimento post-moderno del
sacro: conflitto di interpretazioni.
La filosofia della religione come figura della modernitaÁ. Il divorzio
di ragione e religione in Kant.
Tre paradigmi della ri-fondazione filosofica della coscienza religiosa: Hegel, Kierkegaard, Blondel.
Esperienza ed ermeneutica: ricupero del nucleo estetico-simbolico del sacro (R. Otto).
Genealogia e decostruzione: il dispositivo psichico e proiettivo
del religioso (Freud e Nietzsche).
Fenomenologia e religione: il tournant theÂologique dell'in-apparente (J.-L. Marion).
2. Approfondimenti
Il fenomeno religioso e la struttura etica della coscienza: la comunicazione mitica-rivelata del `nome di Dio'. L'appello eticonormativo della corrispondenza vissuta.
Le figure costitutive dell'esperienza religiosa e l'autorizzazione
teologale della fede: i segni persuasivi, le parole dense, la mediazione testimoniale.
L'esercizio effettivo della relazione col divino nella religione: oralitaÁ e scrittura, ritualitaÁ e interioritaÁ.
L'eccedenza intensiva dell'esperienza religiosa: estasi e possessione, illuminazione e mistica.
157
Bibliografia:
E. FALQUE, Metamorfosi della finitezza. Saggio sulla nascita e la
risurrezione, San Paolo, Milano 2014; R. GUARDINI, Fenomenologia e teoria della religione. Scritti filosofici, II, Fabbri, Milano
1964, 193-329; M. HENRY, Incarnazione. Una filosofia della carne,
SEI, Torino 2001; R. OTTO, Il sacro. L'irrazionale nell'idea del divino e la sua relazione al razionale, Feltrinelli, Milano 2005; P.
SEQUERI, Il sentimento del sacro: una nuova sapienza psico-religiosa, in La religione postmoderna, Glossa, Milano 2004; B. WELTHE, Filosofia della religione per non-credenti, Morcelliana, Brescia 2006.
I-FIL11. ESTETICA FILOSOFICA
Prof. EUGENIO DE CARO
Corso semestrale: 3 ore settimanali
158
ECTS 5
1) Al termine del percorso gli studenti saranno in grado di: a)
conoscere le principali categorie estetiche sviluppate all'interno
della cultura occidentale; b) riconoscere i principali modelli storico-filosofici a cui tali categorie sono raccordabili; c) operare
riferimenti consapevoli alla specificitaÁ dell'approccio filosofico
alle problematiche inerenti alla dimensione estetica; d) sviluppare in proprio un percorso di approfondimento con taglio esteticofilosofico
2) Il corso di Estetica filosofica illustreraÁ lo sviluppo delle principali ``categorie'' estetiche (arte, bellezza, immaginazione, forma,
gusto, genio, tragico) nella storia del pensiero filosofico dall'antichitaÁ al Novecento, concentrando l'attenzione sugli snodi fondamentali della storia dell'estetica, sui suoi testi classici e sulla
situazione attuale della disciplina. Un'attenzione specifica, durante lo sviluppo di tutto il corso, saraÁ dedicata alla dimensione
estetica quale epifania del sacro.
Articolazione per punti:
1. I significati dell'estetica.
2. Bellezza e arte nell'antichitaÁ (Platone, Aristotele, Plotino).
3. La bellezza come trascendentale dell'essere in San Tommaso.
4. La fondazione moderna dell'estetica filosofica (Vico-Baumgarten-Kant).
ELANOIZUTITSI OLCIC
5. Romanticismo, idealismo e la categoria estetica del tragico
(da Novalis a Nietzsche).
6. Il rapporto arte-veritaÁ nell'estetica contemporanea.
7. Il rapporto arte-bellezza nell'estetica contemporanea.
3) Le lezioni si svilupperanno a partire da un primo input del
docente, ma richiederanno la partecipazione attiva degli studenti, i quali saranno chiamati ad oggettivare la loro attuale consapevolezza dei differenti approcci possibili alle questioni legate
alla dimensione estetica. Oltre ai temi base del corso, in vista
delle attivitaÁ di Esercitazione, verranno presentate alcune applicazioni possibili del sapere estetico ad aspetti della cultura contemporanea, quali ad esempio l'architettura sacra e il paesaggio,
i mondi virtuali, le emozioni dello spettatore teatrale, la sofferenza del bambino in etaÁ pre-verbale, l'educazione. Gli studenti
saranno chiamati a produrre un breve report su uno di tali ambiti
a loro scelta e il report saraÁ oggetto di discussione nel colloquio
d'esame.
Bibliografia:
W. TATARKIEWICZ, Storia di sei idee, Aesthetica edizioni, Palermo
1997; R. DIODATO - E. DE CARO - G. BOFFI, Percorsi di estetica.
Arte, bellezza, immaginazione, Morcelliana, Brescia 2009; E.
FRANZINI, Introduzione all'estetica, il Mulino, Bologna 2012; F.
DESIDERI - C. CANTELLI, Storia dell'estetica occidentale. Da Omero
alle neuroscienze, Carocci, Roma 2008; E. DE CARO, Momenti del
sapere estetico nella cultura classica, Mimesis, Milano-Udine
2013.
I-SEMSIST. SEMINARIO DI TEOLOGIA SISTEMATICA
Prof. GIUSEPPE NOBERASCO
«IL
DRAMMA DELLA LIBERTAÁ. LA QUESTIONE DELLA SALVEZZA IN
VON BALTHASAR»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
H.U.
ECTS 3
1) Hans Urs von Balthasar elabora la sua dottrina sulla salvezza a
partire dalla situazione concreta dal dramma concreto della libertaÁ ferita dal male. L'obiettivo eÁ quello di evitare sia tutti quegli
approcci che vanificano la questione riconducendo il male alla
condizione inevitabile di cui semplicemente si tratta di prendere
159
atto, sia quelle prospettive teologiche che pensano la salvezza in
termini astratti e formali. Questo accade quando la salvezza realizzata nell'evento cristologico eÁ fatta valere prescindendo dall'esperienza effettiva dell'uomo di fronte al male. Si evita tale
rischio, per Balthasar, se la salvezza eÁ compresa in prospettiva
teodrammatica, ovvero come l'esporsi di Dio nella libertaÁ concreta di GesuÁ al dramma del male, colto nella sua effettiva dinamica
storica. La libertaÁ finita trova cosõÁ il proprio compimento non in un
esito ottimistico della storia, ma in quell'evento che la rimanda
pienamente a se stessa e alla propria vicenda temporale.
2. Il corso mette a tema la riflessione balthasariana sulla salvezza
come esempio significativo dell'istanza del Novecento teologico:
pensare l'evento cristologico come l'accadere della concretezza
della libertaÁ divina in rapporto alla concretezza della libertaÁ umana. Per Balthasar la vicenda in cui Dio e l'uomo sono coinvolti
consente di dare consistenza reale all'evento salvifico che non eÁ
compreso facendo astrazione dalla dinamica temporale della libertaÁ. La prospettiva balthasariana verraÁ analizzata e verificata
criticamente innanzitutto in alcune parti del III vol. della Teodrammatica in cui si elabora una Cristologia di GesuÁ, a partire quindi
dalla temporalitaÁ effettiva della libertaÁ di GesuÁ in rapporto al
Padre. Tale approccio alla figura di GesuÁ eÁ il presupposto della
riflessione balthasariana sull'evento salvifico presente nel IV vol.,
L'azione, in cui la libertaÁ concreta di GesuÁ consente un approccio
al dramma della libertaÁ ferita dal male. Balthasar non intende
pensare il rapporto tra vicenda cristologica e libertaÁ finita in termini deduttivistici, ma, al contrario, mostrare come la prima rinvii
la seconda all'irriducibilitaÁ imprevedibile della propria dinamica.
Nel corso verificheremo la riuscita effettiva del progetto mettendo a tema la visione balthasariana della libertaÁ con l'ambivalenza
che la caratterizza: da un lato si ha l'attenzione di farne emergere
l'irriducibile storicitaÁ, ma, dall'altro, la dinamica paradossale che
la caratterizza rischia eliminare la sua effettiva consistenza.
3) Il corso verraÁ introdotto e concluso da lezioni frontali da parte
del docente. Per il resto avraÁ carattere seminariale richiedendo il
lavoro sui testi da parte degli studenti che esporranno in aula e
ne presenteranno un'esposizione scritta.
Bibliografia:
160
H.U. VON BALTHASAR, Teodrammatica. Vol. 3. Le persone del
dramma: l'uomo in Cristo, Jaca Book, Milano 1983; ID., Teodram-
matica. Vol. 4. L'Azione, Jaca Book, Milano 1986; ID., Homo
creatus est, Jaca Book, Milano 2010; ID., La domanda di Dio
dell'uomo contemporaneo, Queriniana, Brescia 2013; S. PETROSINO - S. UBBIALI (ed.), Il male. Un dialogo tra filosofia e teologia,
Glossa, Milano 2014; M. BERGAMASCHI, Performance divino-umana. La concettualitaÁ del drammatico nella proposta teologica di
H.U. von Balthasar, Mimesis, Milano-Udine 2015.
I-LA04. LETTORATO DI GRECO BIBLICO
Prof.ssa LAURA INVERNIZZI
ECTS 3
ELANOIZUTITSI OLCIC
Corso semestrale: 2 ore settimanali
Presupponendo la conoscenza fondamentale della morfologia
della lingua greca, il Lettorato mira ad ampliare le competenze
linguistiche dello studente, mediante il consolidamento della conoscenza della sintassi dei casi e del periodo e l'approfondimento degli usi specifici del greco biblico (in ambito lessicale-semantico, sintattico e stilistico), con particolare riguardo ai semitismi
e alle caratteristiche del greco ellenistico. Gli obiettivi saranno
conseguiti mediante l'applicazione diretta ai testi del Nuovo Testamento.
A. Introduzione: la lingua; il testo; gli strumenti.
B. Lettura e traduzione giustificata di alcune pagine del Nuovo
Testamento.
C. Approfondimento di alcuni argomenti di sintassi e loro importanza per la traduzione.
D. Finestra informativa sulla critica testuale.
La partecipazione attiva dello studente alla lezione eÁ fondamentale per l'apprendimento e verraÁ costantemente sollecitata. L'esame saraÁ orale e prevederaÁ: 1) lettura di alcuni testi non studiati in classe (saranno fornite indicazioni per la preparazione);
2) lettura e traduzione giustificata di testi studiati a lezione.
Anche i testi presentati come esempi dei fenomeni linguistici
studiati saranno argomento di esame.
Bibliografia:
Strumentazione essenziale: B. ET K. ALAND - J. KARAVIDOPOULOS C.M. MARTINI - B.M. METZGER (ed.), Novum Testamentum Graece, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 201228.
161
Strumenti utili: F. BLASS - A. DEBRUNNER, Grammatica del Greco
del Nuovo Testamento (ISB.S 2), Nuova edizione di F. REHKOPF,
Paideia, Brescia 1997; F. POGGI, Corso avanzato di Greco neotestamentario, Paoline, Cinisello Balsamo 2009; M. ZERWICK, Analysis philologica Novi Testamenti graeci, Romae 1984; ID., Graecitas biblica, Romae 1966.
162
Corsi opzionali 2016-2017
ELANOIZUTITSI OLCIC
I. Agli alunni del Ciclo Istituzionale eÁ offerta ± nell'Anno Accademico 2016-2017 ± la possibilitaÁ di scegliere come corsi opzionali i corsi proposti nel Ciclo di Specializzazione, con le seguenti eccezioni:
1) Non sono accessibili i seguenti corsi dei Professori:
± Bozzolo Don Andrea (Seminario di teologia sistematica)
± Diotallevi Prof. Luca (Sociologia della religione)
± Epis Don Massimo (Seminario di teologia fondamentale)
± Lorenzi Don Ugo (Seminario di teologia pastorale)
± Martino Don Matteo (Seminario di teologia morale)
± Romanello Don Stefano (Seminario di Teologia biblica)
± Stercal Mons. Claudio (Seminario di teologia spirituale)
2) Sono accessibili solo agli alunni del 4ë e 5ë anno i corsi
dei Professori:
± Albarello Don Duilio (Teologia fondamentale - III)
± Angelini Mons. Giuseppe (Teologia morale fondamentale - I)
± Bonandi Don Alberto (Teologia morale fondamentale - III)
± Cairoli Don Marco (Teologia biblica N.T. - III)
± Chiodi Don Maurizio (Teologia morale fondamentale - II)
± Crimella Don Matteo (Teologia biblica A.T.-N.T.)
± Fogliadini Prof.ssa Emanuela (Storia della teologia orientale)
± Manzi Don Franco (Istituzioni bibliche)
± Scaiola Prof.ssa Donatella (Teologia biblica A.T. - I)
± Sequeri Mons. Pierangelo (Teologia fondamentale - I)
± Seveso Don Bruno (Teologia pastorale fondamentale)
± Vignolo Mons. Roberto (Teologia biblica N.T. - I)
3) Sono accessibili agli alunni dal 2ë Anno i corsi dei Professori:
± Alborghetti Prof. Patrizio (Ebraismo)
± Ballarini Mons. Marco (Teologia spirituale - I)
± Bolis Don Luca Ezio (Teologia spirituale - I)
± Bonato Don Antonio (Teologia patristica - I)
± Boracco Don Pierluigi (Teologia spirituale - II)
± Cornati Don Dario (Teologia fondamentale - II)
± Fumagalli Don Aristide (Morale speciale - I)
± Krienke Prof. Markus (Morale speciale - II)
± Lorenzi Don Ugo (Teologia pastorale - III)
± Maffeis Don Angelo - Xeres Mons. Saverio (Storia della
teologia - II)
163
± Mazza Mons. Enrico (Teologia della liturgia)
± Montanari Don Antonio (Storia della spiritualitaÁ - I e Storia
dell'ermeneutica biblica)
± Pagazzi Don Giovanni Cesare (Teologia sistematica - III)
± Rizzardi Don Giuseppe - Rizzi Don Massimo (Islamismo)
± Simonelli Prof.ssa Cristina (Teologia patristica - II)
± Stefani Prof. Piero (Bibbia e cultura)
± Ubbiali Mons. Sergio (Teologia sistematica - I)
± Zani Don Antonio (Storia della teologia - I)
4) Il corso di ``Teologia sistematica - II'' del Prof. Giacomo Canobbio eÁ accessibile solo agli alunni del 4ë-5ë anno che abbiano giaÁ frequentato il corso di ``Ecclesiologia - II''.
5) Il corso di ``Teologia biblica A.T. - II'' del Prof. Gabriele Maria
Corini eÁ accessibile dal 2ë anno solo agli alunni che abbiano
giaÁ superato l'esame di ``Ebraico biblico''.
6) Il corso di ``Teologia biblica N.T. - III'' del Prof. Pier Luigi
Ferrari eÁ accessibile solo agli alunni che abbiano giaÁ frequentato il corso di ``Sinottici e Atti: introduzione e letture''.
7) Il ``Corso superiore di greco'' della Prof.ssa Laura Invernizzi eÁ
accessibile solo agli alunni che abbiano giaÁ frequentato il
corso di ``Lettorato di greco''.
8) Il corso di ``Teologia pastorale - I'' del Prof. Luca Bressan eÁ
accessibile solo agli alunni che abbiamo giaÁ frequentato il
corso di ``Teologia pastorale''.
9) Il corso di ``Teologia pastorale - II'' del Prof. P. Carrara eÁ
accessibile solo agli alunni che abbiano giaÁ frequentato il
corso di ``Teologia pastorale''.
II. I corsi opzionali potranno essere frequentati a partire dal 2ë
anno del Ciclo Istituzionale.
III. Si ricorda che gli alunni del Ciclo Istituzionale sono tenuti, nel
quinquennio, alla regolare frequenza e conclusione di almeno
due corsi opzionali.
IV. L'iscrizione ai corsi opzionali dovraÁ essere fatta entro VenerdõÁ
30 settembre 2016.
164
TEMATICHE PER L'ESAME
DI BACCALAUREATO IN TEOLOGIA
PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
TEMATICA FONDAMENTALE
La Rivelazione cristiana di Dio:
± L'idea di rivelazione nel Concilio Vaticano I e nel Concilio Vaticano II. Sviluppi successivi e momenti maggiori della teologia
del '900.
Á : incontro con il Risorto,
± Spunti per una fenomenologia di Gesu
ELANOIZUTITSI OLCIC
teologia della croce, logica della rivelazione.
Fede cristiana e coscienza credente:
± La fede cristiana e le sue forme: la fede che salva ogni uomo e
la fede testimoniale del discepolo.
Á e liberta
Á, eviden± La coscienza credente: fede e ragione, verita
Á assoluta.
za simbolica e verita
La mediazione testimoniale della Chiesa:
± La mediazione ecclesiale come tradizione e come testimonianza.
± La testimonianza ecclesiale: caratteri e dinamiche; elementi
strutturali: parola, relazione e sacramento.
± La trasmissione della parola: Scrittura (canone e ispirazione),
tradizione, magistero.
TEMATICA ` TEOLOGICA''
La TrinitaÁ esprime la nuova conoscenza di Dio fondata dalla sua
rivelazione, compiutasi in GesuÁ Cristo:
± Il Nome di Dio e i nomi divini nella storia dell'alleanza.
± Il fondamento pasquale della fede trinitaria.
L'elaborazione dottrinale della fede trinitaria in alcuni momenti
strategici della sua trasmissione:
± La formazione del dogma trinitario nei grandi concili e il sospetto di «ellenizzazione» del cristianesimo.
± Il
differente
stile
teologico
latino-occidentale
e
bizantino-
orientale e la questione del «filioque».
± Il vero senso della trascendenza di Dio e le istanze della «teologia della croce».
165
La TrinitaÁ economica e la TrinitaÁ immanente: le missioni del Figlio
e dello Spirito realizzano nella storia (economia) le relazioni
eterne (teologia) e introducono cosõÁ alla comunione con Dio:
± L'assioma di Rahner e le sue interpretazioni.
± Il linguaggio teologico e dogmatico per esprimere il mistero:
persone e natura, sostanza e relazioni.
TEMATICA CRISTOLOGICA
La singolaritaÁ di GesuÁ eÁ il principio sistematico della trattazione
cristologica:
Á-storia in grado
± Spunti per una comprensione del nesso verita
Á» propria di Gesu
Á quale ragione adeguata
di esibire la «storicita
Á e definitivita
Á.
della sua universalita
Á di Gesu
Á Cristo nel contesto del pluralismo reli± La singolarita
gioso.
Il fondamento pasquale della veritaÁ filiale di GesuÁ. La mediazione
definitiva e insuperabile della salvezza secondo l'alleanza:
Á mediatore pasquale definitivo di rivelazione e salvezza
± Gesu
mediante la Pasqua: un confronto con le grandi figure bibliche
di mediazione (sacerdote, re e profeta).
± Il significato e il valore delle categorie teologiche usate per
esprimere la salvezza compiutasi nella croce/risurrezione (redenzione, sacrificio, soddisfazione, merito).
La veritaÁ del Figlio come questione radicale della cristologia:
Á singolare del Figlio quale principio strutturale dell'i± L'umanita
Á di Gesu
Á : la coscienza filiale di Gesu
Á e la relazione con
dentita
Á».
l'«Abba
± La formazione del «modello calcedonese» alla luce della problematica del rapporto tra kerigma e cultura.
Dimensione escatologica di Cristo nella sua Pasqua:
± Indicazioni orientative: la Pasqua di Cristo come «compimenÂa-giudizio.
to» definitivo, e tuttavia in tensione alla parousõ
Âa di Cristo. Il significato del
Dogma e teologia della parousõ
dogma dell'Assunzione di Maria.
± Aspetti e temi particolari: esegesi di 1
della Costituzione
Benedictus Deus;
Cor 15; lettura situata
tentazioni riduttrici del
discorso escatologico cristiano (come: l'interpretazione esi-
166
stenziale o politica; concezioni idealistica o marxista).
TEMATICA ANTROPOLOGICA
La predestinazione degli uomini in Cristo:
± Il nesso cristologia-antropologia criterio metodologico e principio architettonico dell'antropologia teologica: il recupero nel-
GS 22) e il senso alla
la storia sino al rinnovamento conciliare (
luce dell'antropologia fondamentale.
Á dell'antropologia cristiana secondo la tesi della prede± La verita
stinazione: la testimonianza biblica, il dibattito storico, la proposta sistematica della predestinazione degli uomini in Cristo.
Á
sintetica della liberta
ELANOIZUTITSI OLCIC
L'uomo centro dell'antropologia cristiana:
imago Dei e la visione
± La teologia dell'
creata.
Á creata nella sua relazione al mon± La declinazione della liberta
do, nella dimensione corporea e nella sua essenziale differenza sessuale.
La grazia come forma dell'antropologia cristiana
± Il ripensamento biblico-teologico della grazia nel contesto della predestinazione-incorporazione a Cristo.
± Il percorso della giustificazione: alla luce del dibattito storico
una riflessione sul dinamismo della vita di grazia nell'uomo,
dalla preparazione al merito.
Á creata.
± Il compimento escatologico della liberta
Il peccato originale perdita della conformitaÁ a Cristo:
± L'ermeneutica del dogma attraverso la teologia biblica del peccato e l'analisi del dato magisteriale.
± La riflessione sistematica sul peccato originale: sullo sfondo
della teologia del Novecento.
TEMATICA MORALE
1.
TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE
Lo stato presente della teologia morale: la frammentazione, le sue
ragioni storiche e i problemi teorici emergenti.
Momenti eminenti della storia della disciplina:
± Il pensiero di Agostino.
± La sintesi di Tommaso: analisi dell'atto umano e teoria della
legge.
167
± La teologia morale separata, la casistica.
La forma morale della vita nelle Scritture:
à ra
Á e la memoria storica.
± La to
Åh: i precetti di Mose
± L'apporto dei profeti all'elaborazione dell'idea di Legge.
± La sapienza e la legge.
Á.
± Il compimento della Legge secondo Gesu
± Sequela e legge.
± La parenesi apostolica.
Sintesi teorica: la forma morale della vita nella prospettiva di
un'antropologia drammatica:
± Le forme originarie della vita.
± La configurazione della promessa e del comandamento mediante la vicenda.
± Il compimento della vicenda in Cristo.
Á tra possibilita
Á e scelta.
± La liberta
2.
MORALE SESSUALE
L'interpretazione della sessualitaÁ umana:
± L'esperienza dell'incontro tra uomo e donna.
± L'indagine delle scienze umane.
± La riflessione antropologica.
Il senso cristiano della sessualitaÁ umana:
± Radici bibliche, riferimenti tradizionali e insegnamento magisteriale circa l'amore coniugale.
± L'amore di Cristo, dono e comandamento per la relazione di
coppia.
La valutazione morale della sessualitaÁ umana nelle sue principali
articolazioni:
± La relazione con l'altro/a.
± Il rapporto con il corpo.
Á.
± L'interazione con la societa
± Lo sviluppo graduale.
3.
MORALE DELLA VITA
La nascita della bioetica e il senso della vita, nella sua accezione
etico-antropologica e nel suo nesso alla Rivelazione cristiana.
168
La questione dell'aborto, interpretata nell'orizzonte dell'evento
del nascere.
Il significato della salute, della malattia e del dolore nella loro
relazione al senso del patire umano.
L'evento della morte, l'eutanasia e l'accanimento terapeutico,
considerate in rapporto all'autonomia del paziente e allo sviluppo della tecnica nella medicina.
4.
MORALE SOCIALE
L'etica sociale nella storia della riflessione cristiana:
± La tradizione agostiniana e tomista.
± La «dottrina sociale» della Chiesa.
La riflessione moderna sulla societaÁ:
ELANOIZUTITSI OLCIC
± La critica illuminista.
± La concezione socio-politica hegeliana.
± La critica marxista.
Il problema dell'etica sociale e la risposta cristiana:
± Natura del sociale.
± Il messaggio biblico dell'Antico e del Nuovo Testamento.
I «principi» della ``dottrina sociale della chiesa'' come orizzonte
ermeneutico per un discernimento etico teologico:
Á, sussidiarieta
Á, solidarieta
Á, sosteni± Bene comune, personalita
Á.
bilita
± Il discernimento etico teologico delle principali istituzioni sociali.
± Natura dell'economia e istanza etico-sociale. Il mercato e il
lavoro.
Á politica. Questione etica
± Coscienza cristiana e responsabilita
e stato democratico.
± Ordinamento
giuridico
e
norma
morale
(il
problema
della
«pena di morte» e della «guerra giusta»)
TEMATICA SACRAMENTARIA
1.
L'INIZIAZIONE CRISTIANA
L'Eucaristia
± Progettazione e intelligenza della Eucaristia nella struttura
sacramentaria cristiana e nella sistemazione teologica, col
suo rilievo come perfezione e modello dei Sacramenti.
± La prassi e l'interpretazione della Eucaristia nella Scrittura e
nei momenti fondamentali della tradizione cristiana.
169
± L'Eucaristia nel mistero cristiano, memoriale (sacramento) del
sacrificio di Cristo, per la costituzione della Chiesa.
Il Battesimo e la Confermazione
± Studio storico e comprensione teologica del Battesimo e della
Confermazione, secondo la prospettiva e la metodologia messe in atto per l'Eucaristia.
± Prassi storica e comprensione teologica del Battesimo e della
Confermazione.
2.
L A PENITENZA-SACRAMENTO NELL'EDIFICAZIONE DEL POPOLO DI DIO
IN CAMMINO:
± Indicazioni orientative: peccato e penitenza nella storia della
salvezza.
± Aspetti e temi particolari: storia della prassi penitenziale dagli
inizi fino al sec. VII, con particolare riferimento ai problemi
Á in
dogmatici connessi; oppure teologia della Penitenza-Virtu
rapporto alla Penitenza-Sacramento (o teologia della contrizione, o teologia dell'accusa, o teologia della soddisfazione);
oppure teologia degli effetti della Penitenza-Sacramento.
TEMATICA ECCLESIOLOGICA
La Chiesa costituisce il popolo dei credenti provenienti da Israele
e dalle genti che sorge in virtuÁ della ``nuova alleanza'' sancita
dalla Pasqua del Cristo morto e risorto che effonde lo Spirito:
± La ``preparazione'' (LG 2) della Chiesa nella storia della fede
del popolo di Israele.
± Il fondamento della Chiesa di Dio nella vicenda pasquale di
Á il Cristo.
Gesu
L'elaborazione dottrinale della identitaÁ e della missione della
Chiesa in alcuni momenti strategici della sua trasmissione:
± L'immagine della Chiesa emergente dal Concilio Vaticano I e in
particolare dalla Costituzione dogmatica ``Pastor Aeternus''
(1870).
± Il rinnovamento della ecclesiologia del secolo XX e sua recezione da parte della Costituzione dogmatica ``Lumen Gentium'' (1964) del Concilio Vaticano II.
``Credo la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi'':
Á mistero di comunione: origine, strutture, dimen± La Chiesa e
Á.
sioni e finalita
Á della Chiesa: unita
Á, santita
Á, cattolicita
Á ed aposto± Le proprieta
Á.
licita
170
CICLO DI SPECIALIZZAZIONE
PIANO DEGLI STUDI
Gli alunni del 1ë biennio del Ciclo di Specializzazione sono tenuti
a frequentare in totale 10 annualitaÁ di 2 ore settimanali. Sono
tenuti a preparare una Esercitazione scritta nel primo anno (cfr.
Norme per gli esami n. 7. b, pag. 38) e una prima parte del lavoro
di tesi nel secondo anno.
Delle 10 annualitaÁ, 1 annualitaÁ eÁ riservata alla frequenza di
almeno 2 Seminari di durata semestrale, sia del proprio indirizzo
di studi che eventualmente di altri indirizzi; i lavori seminariali
devono essere consegnati alla Segreteria per il successivo inoltro al Docente, che ne daraÁ la valutazione. Tali Seminari sono
riservati ai soli alunni ordinari, con un numero massimo di 12
iscritti.
I corsi obbligatori per ciascun indirizzo sono pari a 5 annualitaÁ
di 2 ore settimanali (cfr. Revisione del Piano degli Studi, approvata dal Consiglio di FacoltaÁ del 22/12/2003), secondo il seguente piano:
INDIRIZZO DI TEOLOGIA FONDAMENTALE
- Teologia fondamentale (2 annualitaÁ)
- Storia della teologia (1 annualitaÁ)
- Teologia sistematica (1 annualitaÁ)
- Teologia biblica (1 annualitaÁ)
INDIRIZZO DI TEOLOGIA SISTEMATICA
- Teologia sistematica (2 annualitaÁ)
- Teologia fondamentale (1annualitaÁ)
- Storia della teologia (1 annualitaÁ)
- Teologia biblica (1 annualitaÁ)
INDIRIZZO DI STUDI BIBLICI
172
- Teologia fondamentale (1 annualitaÁ)
(o sistematica o storia della teologia)
- Teologia biblica AT (1 semestre)
- Teologia biblica NT (1 semestre)
- Corso superiore di Greco (1 semestre)
- Corso superiore di Ebraico (1 semestre)
- Istituzioni bibliche (1 semestre)
- Storiografia biblica (1 semestre)
- Ebraismo (1 semestre)
- Storia dell'ermeneutica biblica (1 semestre)
INDIRIZZO DI TEOLOGIA MORALE
- Teologia morale fondamentale (2 annualitaÁ)
- Teologia morale speciale (1 ann. + 1 semestre)
- Teologia fondamentale/storia della teologia (1 annualitaÁ)
- Teologia biblica (1 semestre)
INDIRIZZO DI TEOLOGIA PASTORALE
- Teologia pastorale fondamentale (2 annualitaÁ)
- Teologia pastorale speciale (1 ann. + 1 semestre)
- Teologia fondamentale/storia della teologia (1 semestre)
- Sociologia religiosa o Psicologia della religione (1 semestre)
- Teologia della liturgia o Teologia spirituale (1 semestre)
INDIRIZZO DI TEOLOGIA SPIRITUALE
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
- Teologia spirituale (2 annualitaÁ)
- Storia della spiritualitaÁ (1 ann. + 1 semestre)
- Teologia fondamentale/storia della teologia (1 semestre)
- Teologia biblica (1 semestre)
- Corsi relativi all'indirizzo associato (1 semestre)
Le rimanenti 4 annualitaÁ di 2 ore settimanali potranno essere
scelte liberamente dagli alunni fra i corsi offerti dalla FacoltaÁ
nell'intero Ciclo di Specializzazione.
N.B.:
- Agli studenti che intendono iscriversi all'Indirizzo di Studi Biblici si richiede la frequenza e l'esame dei corsi di greco biblico e
di ebraico con i relativi lettorati, qualora non risultino nel curriculum del Baccalaureato. Per gli alunni provenienti da altra facoltaÁ eÁ previsto un corso di lettorato di ebraico/greco prima di
accedere al rispettivo corso superiore; da tali lettorati si potraÁ
essere dispensati dimostrando una buona conoscenza della lingua mediante un colloquio con il docente.
- Rimane valida l'indicazione che in ogni caso il programma dei
corsi dei vari indirizzi sia sempre concordato da parte di tutti gli
alunni ordinari all'atto dell'iscrizione con il Direttore del Ciclo di
Specializzazione.
173
PROSPETTO DEI CORSI
PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
SEZIONE DI TEOLOGIA FONDAMENTALE E SISTEMATICA
S-16TS01
S-16TS02
S-16TS03
S-16TSSEM
S-16TF01
S-16TF02
S-16TF03
S-16TFSEM
I-FIL11
S-16TPA01
S-16TPA02
S-16STTH1
S-16STTH2
S-16STTH3
S-16TB09
S-16EBR01
S-16ISL01
S-16TB01
S-16TB02
S-16TB03
S-16TB04
S-16TB05
S-16TB06
S-16TBMET
S-16TBSEM
S-16TB08
S-16LA01
S-16TB07
174
Teologia sistematica - I
Teologia sistematica - II
Teologia sistematica - III
Seminario di teologia
sistematica
Teologia fondamentale - I
Teologia fondamentale - II
Teologia fondamentale - III
Seminario di teologia
fondamentale
Estetica filosofica
Teologia patristica - I
Teologia patristica - II
Storia della teologia - I
Storia della teologia - II
Storia della teologia
orientale
Bibbia e cultura
Ebraismo
Islamismo
Teologia biblica A.T. - I
Teologia biblica A.T. - II
Teologia biblica A.T. - N.T.
Teologia biblica N.T. - I
Teologia biblica N.T. - II
Teologia biblica N.T. - III
Pre-seminario metodologico
Seminario di teologia biblica
Istituzioni bibliche
Corso Superiore di greco
Storia dell'ermeneutica
biblica
Prof. S. UBBIALI
Prof. G. CANOBBIO
Prof. G.C. PAGAZZI
Prof. A. BOZZOLO
Prof. P. SEQUERI
Prof. D. CORNATI
Prof. D. ALBARELLO
Prof. M. EPIS
Prof. E. DE CARO
Prof. A. BONATO
Prof.ssa C. SIMONELLI
Prof. A. ZANI
Proff. A. MAFFEIS S. XERES
Prof.ssa E. FOGLIADINI
Prof. P. STEFANI
Prof. P. ALBORGHETTI
Proff. G. RIZZARDI M. RIZZI
Prof.ssa D. SCAIOLA
Prof. G.M. CORINI
Prof. M. CRIMELLA
Prof. R. VIGNOLO
Prof. M. CAIROLI
Prof. P.L. FERRARI
Proff. L. INVERNIZZI M. CRIMELLA
Prof. S. ROMANELLO
Prof. F. MANZI
Prof.ssa L. INVERNIZZI
Prof. A.C. MONTANARI
SEZIONE DI TEOLOGIA MORALE, PASTORALE E SPIRITUALE
Teologia morale
fondamentale - I
Teologia morale
fondamentale - II
Teologia morale
fondamentale - III
Morale speciale - I
Morale speciale - II
Seminario di teologia
morale
Storia della spiritualitaÁ - I
Storia della spiritualitaÁ - II
Teologia spirituale - I
Teologia spirituale - II
Seminario di teologia
spirituale
Teologia della Liturgia
Teologia pastorale
fondamentale
Teologia pastorale - I
Teologia pastorale - II
Teologia pastorale - III
Seminario di Teologia
pastorale
Sociologia della religione
Prof. G. ANGELINI
Prof. M. CHIODI
Prof. A. BONANDI
Prof. A. FUMAGALLI
Prof. M. KRIENKE
Prof. M. MARTINO
Prof. A.C. MONTANARI
Prof. P. BORACCO
Prof. M. BALLARINI
Prof. L.E. BOLIS
Prof. C. STERCAL
Prof. E. MAZZA
Prof. B. SEVESO
Prof. L. BRESSAN
Prof. P. CARRARA
Prof. U. LORENZI
Prof. U. LORENZI
Prof. L. DIOTALLEVI
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
S-16TM01
S-16TM02
S-16TM03
S-16TM04
S-16TM05
S-16TMSEM
S-16TSP01
S-16TSP03
S-16TSP04
S-16TSP05
S-16SPSEM
S-16LIT01
S-16TP01
S-16TP02
S-16TP03
S-16TP04
S-16TPSEM
S-16SOCRE
175
PROGRAMMA DEI CORSI
PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
SEZIONE DI TEOLOGIA FONDAMENTALE
E SISTEMATICA
S-16TS01. TEOLOGIA SISTEMATICA - I
Prof. SERGIO UBBIALI
«IL DIO AL PRESENTE. LA RIFLESSIONE TEOLOGICA CONTEMPORANEA ATTORNO AL DIO DIVINO»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
176
1. Il corso prende in esame la problematica relativa al Dio divino,
a cui l'impresa teologica recente concede rinnovato interesse
una volta conquistata, in termini faticosi ma nondimeno irriducibili, la determinante premessa critica, secondo la quale l'evento
Cristo rappresenta il punto d'avvio della fede e pertanto dell'indagine teologica. Il supremo gesto storico messo in atto da Cristo, il Figlio, rende conoscibile a tutti gli uomini Dio e, attestandovi il denso carattere storico temporale dell'unica Origine tanto
dell'uomo quanto del mondo dell'uomo, impone un ordine di pensiero in grado di non perderne il dono generativo dell'epoca.
2. Nonostante l'odierna riflessione teologica contesti i discorsi
su Dio approntati durante l'epoca moderna, i risultati ottenuti
dall'analisi finora curata persistono a ribadirvi l'ideale dell'Assoluto quale Originario separato dall'uomo e dal mondo. Sulla base
d'un tale principio fondamentale, i modelli di teologia elaborati
negli ultimi anni oscillano in via ordinaria tra un ragionamento
che pensa il Dio divino come chi mostra se stesso dando efficace
avvio al processo della storia temporale o come chi mostra appieno se stesso soltanto al termine del processo dell'universale
vicenda umana. In ogni caso l'accesso dell'uomo a Dio non passa
attraverso il reale accadimento storico per il fatto che l'incontro
dell'uomo con Dio non vi comporta nessun ragionevole scambio.
Dio in quanto necessario al tempo presente e il momento presente in quanto non necessario a Dio.
Secondo un tale costante convincimento procedono gli svolgimenti diventati correnti nel campo teologico, malgrado gli autori
dichiarino, suggerendovi paradigmi dotati di un esteso documentato confronto con la problematica attinente le domande sia
dell'ontologia sia della gnoseologia, il ripetuto interessamento
al dato reperibile entro il mondo reale, alle concrete forme dell'esserci dell'uomo, ai percorsi tratteggiati con l'epoca odierna.
L'asserto relativo al Dio fondamento dell'uomo e del mondo dell'uomo non riveste in nessun caso un'obbiettiva impronta realistica. Le teorie teologiche, se certo rivendicano un'incisiva pretesa veritativa per i materiali proposti, finiscono per proporvi un
tipo di ragionamento dalla mera indole formale ossia un ragionamento incapace della congrua lettura e della pertinente comprensione del fattivo movimento degli eventi storici.
Bibliografia:
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
J. FEINER - M. LOÈHRER (ed.), Mysterium salutis. Nuovo corso di
dogmatica come teologia della storia della salvezza, vol. 3, Queriniana, Brescia 19774 (1969); E. JUÈNGEL, Dio, mistero del mondo. Per una fondazione della teologia del Crocifisso nella disputa
tra teismo e ateismo, Queriniana, Brescia 20043 (1982); J.-Y.
LACOSTE, Esperienza e assoluto. Sull'umanitaÁ dell'uomo, Cittadella, Assisi 2004; ID. (ed.), Dizionario critico di teologia, Borla
- CittaÁ Nuova, Roma 2005; H.U. VON BALTHASAR, La domanda di
Dio dell'uomo contemporaneo, Queriniana, Brescia 2013; S. UBBIALI (ed.), Jacob Taubes. La fenomenologia dialettica, Glossa,
Milano 2016.
S-16TS02. TEOLOGIA SISTEMATICA - II
Prof. GIACOMO CANOBBIO
«SULLA SINODALITAÁ: ALLE RADICI TEOLOGICHE E STORICHE DI UNA PRASSI ECCLESIALE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso intende rileggere gli orientamenti recenti della teologia che stimolano a una ripresa della prassi sinodale nella Chiesa
sia locale sia universale. Dalla recensione della letteratura appare che non sempre si tiene conto della relazione che intercorre
tra la sensibilitaÁ sociale e le forme di sinodalitaÁ in atto e auspi-
177
cate. Si vorrebbe pertanto mostrare che le abituali ragioni teologiche addotte per giustificare la necessitaÁ di una ripresa della
prassi sinodale avrebbero bisogno di una maggiore attenzione
critica.
2. Il magistero e le pratiche correlative che Papa Francesco sta
proponendo alla Chiesa appaiono una forma di recezione non
solo dell'insegnamento del Vaticano II, ma pure delle sollecitazioni che la teologia degli ultimi decenni ha elaborato circa i
processi decisionali. Il termine `sinodalitaÁ' eÁ tornato pertanto in
auge per indicare il coinvolgimento di tutti i fedeli nello stabilire
gli orientamenti per la vita della Chiesa. Il corso intende anzitutto mostrare quale visione di `sinodalitaÁ' si colga dagli interventi
di Francesco. Di essa si cercano poi le radici nella riflessione
teologica recente, della quale si mostrano anche alcuni limiti,
soprattutto quello che non prende in adeguata considerazione
la storicitaÁ della Chiesa e quindi non mette in conto la varietaÁ dei
processi sinodali in dipendenza delle congiunture storico-culturali. Infine si illustra come i processi sinodali, la cui matrice eÁ in
genere vista nell'origine trinitario-eucaristica della Chiesa, siano
attuazione della corresponsabilitaÁ alla quale tutti i fedeli sono
chiamati dal Signore. Nel percorso si cercheraÁ anche di illustrare
la differenza tra sinodalitaÁ e collegialitaÁ, e quindi si affronteraÁ la
questione dibattuta negli ultimi decenni sullo statuto delle Conferenze episcopali, se cioeÁ possano essere intese come realizzazione della collegialitaÁ effettiva o solo affettiva.
La tesi che si vuole proporre eÁ che la sinodalitaÁ in quanto termine
astratto non eÁ una res; esistono processi decisionali che assumono forme procedurali diverse, che peroÁ devono rispecchiare la
corresponsabilitaÁ di tutti i fedeli nella missione della Chiesa. EÁ
infatti la corresponsabilitaÁ che conta e i sinodi sono solo uno dei
modi di attuarla.
3. Il corso si svolge con lezioni frontali. A ogni studente che
intenda sostenere l'esame si chiederaÁ la recensione di un'opera
tra quelle che nello svolgimento verranno indicate. L'esame prenderaÁ avvio dalla discussione della recensione e cercheraÁ di verificare se i contenuti proposti nelle lezioni siano stati assimilati
criticamente.
Bibliografia:
H.M. LEGRAND, Les eÂveÃques, les EÂglises locales et l'EÂglise entieÁre. EÂvolutions institutionelles depuis Vatican II et chantiers actuels
178
de recherche, in H. LEGRAND - C. THEOBALD (ed.), Le ministeÁre
des eÂveÃques au concile Vatican II et depuis, Hommage aÁ Mgr.
Guy Herbulot, Cerf - La Croix, Paris 2001, 201-260; A. MELLONI S. SCATENA (ed.), Synod and Synodality. Theology, History, Canon Law and Ecumenism in new contact, International Colloquium Bruges 2003, LIT, MuÈnster 2005; ASSOCIAZIONE TEOLOGICA
ITALIANA, Chiesa e sinodalitaÁ. Coscienza, forme, processi, a cura
di R. BATTOCCHIO - S. NOCETI, Glossa, Milano 2007; A. INDELICATO,
Il Sinodo dei vescovi. La collegialitaÁ sospesa 1965-1985, Il Mulino, Bologna 2008; G. CANOBBIO, Sulla sinodalitaÁ, «Teologia» 41
(2016) 249-273.
S-16TS03. TEOLOGIA SISTEMATICA - III
Prof. GIOVANNI CESARE PAGAZZI
«QUESTO EÁ IL MIO CORPO. ``LA GRAZIA DEL SIGNORE GESUÁ''»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1. Il corso, sul crinale dell'antropologia teologica e della cristologia, tenta di riequilibrare la visione della ``grazia'', quasi esclusivamente determinata dalla visuale paolina di ``dono'' e ``perdono'', mostrando un'altra possibile fenomenologia biblica della
grazia stessa, che vede nel ``potere di muoversi'' e nel sapienziale ``savoir-faire'' lo spunto iniziale e il compimento della ``grazia di GesuÁ'' e di ogni uomo.
2. Solitamente il termine ``grazia'' allude all'esperienza del dono:
dare qualcosa gratis, gratuitamente, ottenere qualcosa per grazia
ricevuta. Il dono puoÁ assumere la forma di per-dono, o con-dono
della pena. In alcuni casi il dono assume perfino una tonalitaÁ
aggressiva e crudele: un colpo di grazia. Ovvero ``grazia'' indica
anche ``bellezza''. La teologia cristiana riconosce alla ``grazia'' di
Dio quasi esclusivamente il senso di ``dono'' e ``perdono'', trovandosi non di rado in difficoltaÁ nell'articolare la generositaÁ di
Dio e l'effettivo contributo della libertaÁ umana. Il corso tenta di
seguire un'altra corrente della teologia biblica della grazia, per
nulla alternativa, ma diversa e complementare a quella confluente nell'epistolario paolino. Tale corrente scorge nel ``potere di
muoversi'' e nel ``senso pratico'' il primo dono dato all'uomo
da Dio. Se cosõÁ eÁ, la grazia non si compie nel dono poiche eÁ il
dono di un potere che provoca ed esige l'effettivo esercizio. Solo
se tale potere viene praticato in modo congruente alla realtaÁ
179
uscita dalle mani del Creatore, diviene savoir-faire, portamento e
comportamento garbato, sapiente, giusto, ag-graziato, cioeÁ grazia. Il corso considera la nascita, lo sviluppo e il compimento del
potere di muoversi, attraversando la relazione tra motivo, e-mozione e motivazione (sempre di movimento si tratta), e studiando
lo sforzo, l'abitudine, il gesto, per arrivare alla grazia come movimento giusto, portamento e comportamento appropriati alla
situazione. Ma potere di muoversi e grazia possono perdersi o
diminuire; ecco allora l'attenzione al processo di ri-abilitazione,
cioeÁ la riconquista del potere e della grazia perduti. La parte
propriamente cristologica entra nel mistero dei gesti di Cristo,
colui che ``cresceva in etaÁ, sapienza e grazia'' (Lc 2,51), il ``pieno
di grazia'' (Gv 1,14), colui che porta al mondo la grazia (Gv 1,17).
La professione di fede dei Vangeli mostra che solo in GesuÁ il
primo potere dato agli uomini, il movimento, eÁ divenuto ``grazia''.
Se esiste il savoir-faire, se eÁ possibile il compimento del potere di
muoversi (e cosõÁ di tutto l'uomo), esso coincide con il savoir-faire
di GesuÁ, con i suoi gesti. La pratica della fede eÁ quindi descrivibile anche come processo di ri-abilitazione alla grazia del Signore
GesuÁ; processo che deve attraversare ogni aspetto del potere di
muoversi: sforzo, esercizio, abitudine, gesto.
3. Da punto di vista metodologico il corso si caratterizza per tre
costanti. La prima eÁ l'approccio non positivistico, ma ``sistematico'' alle Sacre Scritture, accostate nella loro forma canonica,
riconoscendo quindi anche la rilevanza rivelativa e teologica della loro struttura editoriale. La Bibbia non eÁ considerata materiale
grezzo, raffinabile dall'impianto teorico della teologia, ma anzi le
dinamiche bibliche di produzione del senso di tutte le cose diventano le dinamiche stesse del ragionare teologico. Alla teologia spetta individuarle e riprodurle nell'ethos attuale (e questa eÁ
la seconda costante). Ethos che eÁ il punto di partenza e il destinatario del servizio teologico, eminentemente pastorale. A tal
fine (ecco la terza costante) eÁ necessaria una grande sensibilitaÁ
al dibattito filosofico, ma anche alla letteratura, all'arte, all'antropologia, alla sociologia e le altre ``scienze umane'', come luoghi di emersione dell'ethos, riflettuto secondo le modalitaÁ proprie a ciascuna disciplina.
Bibliografia:
P. BEAUCHAMP, L'uno e l'altro Testamento. Saggio di lettura, Paideia, Brescia 1985; M. JOUSSE, L'antropologia del gesto I, Edizio-
180
ni Paoline, Roma 1979; G.C. PAGAZZI, Questo eÁ il mio corpo. La
grazia del signore GesuÁ, EDB, Bologna 2016; F. RAVAISSON, De
l'habitude, Alcan, Paris 1927; J.-C. SCHMITT, Il gesto nel Medioevo, Laterza, Bari - Roma 1991; A. STOCK, Poetische Dogmatik.
Christologie, 3. Leib und Leben, SchoÈning, Paderborn - MuÈnchen
- Wien - ZuÈrich 1998.
S-16TSSEM. SEMINARIO
DI TEOLOGIA SISTEMATICA
PROF. ANDREA BOZZOLO
«TEORIE DELL'EFFICACIA SACRAMENTALE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
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1. Il Seminario intende introdurre alla lettura critica del dibattito
recente circa il modo di intendere l'efficacia dei sacramenti, attraverso la recensione degli apporti piuÁ rilevanti. Gli studenti
dovranno identificare il contesto entro cui gli autori piuÁ rappresentativi elaborano la loro teoria, le categorie e il metodo che
utilizzano, la coerenza interna al percorso teorico che seguono, i
risultati cui pervengono. In questo modo i partecipanti al Seminario saranno introdotti alla analisi, esposizione e valutazione di
un modello di pensiero contemporaneo.
2. La riscoperta della dimensione rituale del sacramentale ha
comportato un ripensamento complessivo della sua identitaÁ, assegnando un rilievo piuÁ consistente alla sua dimensione pratica e
simbolica. Il passaggio dalla prospettiva dell'amministrazione del
sacramento a quella della sua celebrazione ha dato maggiore
risalto all'esigenza di intendere l'efficacia ex opere operato in
modo tale che essa non risulti sostitutiva nei confronti dell'impegno della libertaÁ, ma piuttosto lo esiga e lo renda possibile. Il
sacramento cristiano infatti eÁ il luogo paradigmatico in cui l'azione umana si scopre inclusa entro l'attuazione del dono divino
secondo un profilo che non eÁ occasionale ne meramente accessorio. Oggetto dell'indagine seminariale saraÁ il modo in cui le
proposte piuÁ consistenti del dibattito recente hanno affrontato
tale questione, aprendo prospettive innovative che attendono
peroÁ ancora una sintesi piuÁ compiuta e consensuale.
3. Il Seminario prevede un'introduzione da parte del docente,
mirata a istruire la questione a partire dagli interrogativi sollevati
181
con l'insegnamento del concilio Vaticano II. Dopo una prima
esplorazione comune dei temi piuÁ rilevanti, i partecipanti al Seminario sceglieranno il testo che intendono esaminare. Ciascun
studente dovraÁ, a turno, presentare il saggio che ha fatto oggetto di analisi critica, avvalendosi dell'opportuna bibliografia secondaria. La discussione seminariale consentiraÁ di approfondire
l'analisi degli autori studiati, di precisare la prospettiva specifica
della loro ricerca, di acquisire elementi rilevanti intorno al tema
teologico in esame. Recependo gli apporti emersi nel confronto,
gli studenti dovranno provvedere a redigere l'elaborato scritto
definitivo esponendo i risultati della loro indagine. Il Seminario
vedraÁ un momento conclusivo da parte del docente, in cui saranno rilevati gli elementi di convergenza e le questioni aperte nell'attuale teologia dell'efficacia sacramentale.
Bibliografia:
L'istruzione del tema saraÁ fatta a partire da A. BOZZOLO, L'evento
fondatore e l'azione liturgica, in ID., Il rito di GesuÁ. Temi di teologia
sacramentaria, LAS, Roma 2013, 41-93. Tra i testi che saranno
proposti all'analisi, si segnalano a titolo esemplificativo i seguenti: K. RAHNER, Chiesa e sacramenti, Morcelliana, Brescia 1965;
L.-M. CHAUVET, Simbolo e sacramento. Una rilettura sacramentale
dell'esistenza cristiana, Elle Di Ci, Leumann (TO) 1990; E. JUÈNGEL, Segni della parola. Sulla teologia del sacramento, Cittadella,
Assisi 2002; G. BONACCORSO, Il dono efficace, Cittadella, Assisi
2010.
S-16TF01. TEOLOGIA FONDAMENTALE - I
Prof. PIERANGELO SEQUERI
«STRUTTURE DELLA COSCIENZA CREDENTE: L'IMMAGINAZIONE TEOLOGICA»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
182
1. L'obiettivo essenziale eÁ la verifica del rilievo strutturale dell'immaginazione teologica nella costituzione della coscienza credente, in vista dell'apprezzamento dei motivi e dei problemi della
sua ripresa nell'ambito della ricerca attuale sul linguaggio teologico. In particolare si tratta di valutare la possibilitaÁ di una teoria
dell'immaginazione che metta in evidenza la sua irriducibilitaÁ al
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
carattere meramente arbitrario della fantasia proiettiva e la sua
connessione con i processi fenomenologici dell'intenzionalitaÁ riconoscente.
(A) La parte analitica del corso saraÁ dedicata alla ricognizione
dei luoghi sintomatici di maggior interesse per l'assestamento
del rilievo epistemologico e ontologico dell'immaginazione: con
particolare riferimento alla comprensione del profilo teologico
del sapere e/o dell'esperienza:
1) Ripresa sintetica del dibattito filosofico e teologico sul ``mito''.
2) Figure bibliche di rivelazione: oracolo e parabola, visione e
profezia.
3) La tradizione teologica del sapere della fede: allegoria, analogia.
4) Il conflitto dell'immagine e del concetto nella filosofia moderna.
5) Immaginazione proiettiva e immaginazione eidetica: psicanalisi e fenomenologia.
6) L'esplosione post-moderna dell'estetizzazione del mondo: immagine, immaginario.
(B) La parte sistematica saraÁ dedicata alla puntualizzazione teorica e critica dell'interesse teologico-fondamentale dell'immaginazione etica del senso.
1) L'immaginazione etica del senso eÁ la struttura intenzionalmente eteronoma della libertaÁ personale, che interroga la giustizia
delle affezioni e immagina le forme della sua veritaÁ.
2) L'intenzionalitaÁ di questa immaginazione eÁ rivolta al fondamento inimmaginabile in cui eÁ decisa la realtaÁ del reale (il vero
del vero, il bene del bene) che rende ultimamente giustizia (come
origine e come destinazione) alla storia vissuta.
3) In questa chiave, l'immaginazione etica del senso si rende
disponibile quale articolazione figurale della libera obbedienza
alla pro-affezione cristologica di ``Dio'', in cui si attesta la conversione della coscienza credente nella fede evangelica.
Bibliografia:
L. LOTITO, Il mito e la filosofia, Bruno Mondadori, Milano 2003; E.
CERASI, Il mito nel cristianesimo, CittaÁ Nuova, Roma 2011; A.
SCHNELL, Wirklichkeitsbilder, Mohr Siebeck, TuÈbingen 2015; E.
CLAUTEAUX, L'eÂpiphanie de Dieu et le jeu theÂologique, Cerf, Paris
2015; N. STEEVES, GraÃce aÁ l'imagination. InteÂgrer l'imagination en
theÂologie fondamentale, Cerf, Paris 2016.
183
S-16TF02. TEOLOGIA FONDAMENTALE - II
Prof. DARIO CORNATI
«``SOLO L'AMORE EÁ CREDIBILE''. ANALOGIA DI AGAÂPEÅ E ONTOLOGIA TRINITARIA. IL FILO DI ARIANNA DI H.U. VON BALTHASAR»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
184
Il corso si propone di illustrare il programma di restituzione `ontologica' della giustizia e della veritaÁ dell'amore che Hans Urs
von Balthasar ha messo a punto nell'operetta: Glaubhaft ist nur
Liebe (Einsiedeln 1963). Sul presupposto che il suo pensiero si
incontri, piuÁ spontaneamente e piuÁ autenticamente, nella strategia degli opuscoli che nell'accademica Trilogia (P. Henrici), si
tenteraÁ di dare rilievo ad una concordanza discorsiva che ha il
suo punto di raccordo nell'approccio metacritico alla contingenza
dell'essere-mondo, dell'essere-uomo: dell'essere dato toutcourt. EÁ il gesto anti-greco di Balthasar: il disinnesco del pungiglione metafisico che, volendo ancorarlo al fondamento, in un
amen lo pregiudica come ``da niente''. Se la finitezza non eÁ amata, a quale veritaÁ, bene o bellezza potraÁ essere ricondotta? E se
l'uomo non eÁ amante della finitezza, non cominceraÁ forse a lottare anche contro se stesso, trovandosi sempre non cosõÁ degno
d'amore come dovrebbe? A meno che non si dia rivelazione che
la finitezza erompe da un gesto d'amore ``del dio'' che, non
potendo ne volendo replicare semplicemente se stesso, ha
dato tempo e luogo all'icona umana e mondana della generazione del Figlio. Ad attestazione che la finitezza eÁ amata, anche
quando non corrisponde al vero, al bene, al bello. Tutto questo
peroÁ eÁ molto di piuÁ che una filosofia personalistica o un'ontologia
dialogica. EÁ metafisica dell'amore, che si delinea nella controluce
di una teologia dell'amore. La Gestalt (il sovra-trascendentale)
che ``l'uomo piuÁ colto del secolo'' non ha mai smesso di contemplare nella genialitaÁ impressionante della sua fenomenologia e
dei suoi appostamenti.
1. «Solo l'amore eÁ credibile» (1963): la sua collocazione sul cammino di Balthasar
1.1. «Senza filosofia nessuna teologia». L'Apocalisse dell'anima
tedesca (1937) e la percezione delle forme.
1.2.«I compiti della filosofia cattolica nel tempo»:ilsaggiodel1946.
1.3. Wahrheit (1947): la balthasariana fenomenologia della veritaÁ, riemersa in Teologica 1.
terete come questo bambino
6.1. L'amore senza fondo: il trascendentale in assoluto e l'analogia caritatis (M. Lochbrunner).
6.2. Il testamento di Balthasar: Wenn ihr nicht werdet wie dieses
Kind.
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1.4. «La teologia di Karl Barth» (1951). Un atto di giustizia resa.
2. I maestri nei territori del Logos. Il gusto storico-fenomenologico di Balthasar
2.1. Platone e il platonismo di Plotino.
2.2. Agostino e lo spirito dei monaci.
2.3. Anselmo d'Aosta e il primato ontologico della giustizia.
2.4. «Tommaso: un kairos».
2.5. «Rahner ha scelto Kant... Io ho scelto Goethe da germanista».
2.6. Hegel - Kierkegaard - Nietzsche: l'apocalisse dell'anima.
3. Le guide piuÁ affidabili e le figure piuÁ stimolanti. Erich Przywara, Gustav Siewerth, Maurice Blondel, Ferdinand Ulrich, Adrienne von Speyr.
3.1. Il gesuita di Pullach: «l'anima piuÁ grande che mi eÁ stato dato
di conoscere». Il primo rilancio della funzione teologica dell'analogia entis. Il discrimine confessionale (Barth).
3.2. Siewerth: «l'uomo dal cervello leonino e dal cuore di fanciullo». L'actus essendi, ``parabola di Dio''
3.3. La dottrina dell'Emmanuele e l'ontologia blondeliana del
vincolo.
3.4. Il principio dialogico dell'amore (Ferdinand Ebner e Martin
Buber).
3.5. Metafisica dell'amore e ontologia trinitaria (E. Tourpe).
3.6. Adrienne von Speyr: l'imprepensabilitaÁ dell'amore senza fondo.
4. Il trittico balthasariano. Schleifung der Bastionen (1952), Die
Gottesfrage (1956), Glaubhaft ist nur Liebe (1963). L'approccio
metacritico alla contingenza dell'essere-dato tout court.
5. Nel mondo del testo: Glaubhaft ist nur Liebe. Lettura e analisi
del libretto (musicale) sull'amore
5.1. Due vicoli ciechi, non inutili. La riduzione cosmologica e
antropologica del Logos.
5.2. La terza via nelle sue sette note (fallimento, percezione,
rivelazione, fede e giustificazione, opera, forma, luce del mondo). Il dramma gestaltico dell'amore.
6. Due sorelle gemelle fra le opere. Teologica 2 / Se non diven-
185
Il quadro delle lezioni accademiche dovraÁ garantire l'ossatura
della proposta, sulla quale potranno convergere il clima ospitale
della comunicazione, la partecipazione attiva di ogni studente e
l'approfondimento personale, in forza di una lettura monografica. L'ascolto della `voce' di Hans Urs von Balthasar determineraÁ
il metodo e il percorso preferendo a tutto il resto l'analisi intertestuale della sua scrittura (i saggi sul compito della filosofia in
teologia, il testo dedicato a Barth, lo scritto sulla domanda di
Dio, le operette sul profilo evangelico dell'infanzia, il primo e il
secondo volume di Teologica).
Bibliografia:
[Opere di H. U. von Balthasar]: Wahrheit, I: Wahrheit der Welt,
Einsiedeln 1947; VeritaÁ del mondo. Teologica 1, Jaca Book, Milano 1989; Karl Barth. Darstellung und Deutung seiner Theologie,
Hagner, Koln 1951; La teologia di Karl Barth, Jaca Book, Milano
1985; Schleifung der Bastionen. Von der Kirche in dieser Zeit,
Johannes Verlag, Einsiedeln 1952; Abbattere i bastioni, Borla,
Torino 1966; Glaubhaft ist nur Liebe, Johannes Verlag, Einsiedeln 1963; La percezione dell'amore. Abbattere i bastioni - Solo
l'amore eÁ credibile, Jaca Book, Milano 2010; Die Gottesfrage
des heutigen Menschen, Verlag Herold, Wien-MuÈnchen 1956;
La domanda di Dio dell'uomo contemporaneo, Queriniana, Brescia 2013; Wahrheit Gottes. Theologik, Johannes Verlag, Einsiedeln 1985; VeritaÁ di Dio. Teologica 2, Jaca Book, Milano 1990;
Wenn ihr nicht werdet wie dieses Kind, Schwaben Verlag, Ostfildern 1989; Se non diventerete come questo bambino, Piemme,
Casale Monferrato 1995.
S16TF03. TEOLOGIA FONDAMENTALE - III
Prof. DUILIO ALBARELLO
«LA GRAZIA SUPPONE LA CULTURA. IL NUOVO DIBATTITO SU FEDE CRISTIANA E SOCIETAÁ PLURALE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
186
1. Il corso si propone di approfondire l'intuizione contenuta nel në
115 dell'Esortazione apostolica Evangelii gaudium, ove papa
Francesco utilizza un'espressione inconsueta, che schiude prospettive promettenti per il pensiero della fede cristiana: «La gra-
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
zia suppone la cultura, e il dono di Dio si incarna nella cultura di
chi lo riceve». L'intento eÁ di rimarcare, per un verso, che la mediazione ecclesiale dell'incontro con l'evento di GesuÁ Cristo non
eÁ da intendersi in maniera solipsistica, poiche al contrario possiede un'intrinseca dimensione comunionale; per altro verso, si
vuole sottolineare che l'evangelizzazione eÁ volta ad interpellare
la libertaÁ dell'uomo, il quale per natura eÁ un essere culturale,
dunque storico e sociale. L'obiettivo eÁ quello di tematizzare quale
compito articolato assegni in particolare alla teologia l'istanza di
pensare adeguatamente la correlazione interiore tra vissuto della fede e ordine culturale.
2. Il momento introduttivo intende chiarire la portata del tema in
oggetto, a partire da una ricognizione sintetica dalla ripresa operata recentemente da Johann Baptist Metz del suo progetto di
«Teologia politica». Si tratta di riformulare il discorso su Dio tramite la sua esposizione alla prova radicale, costituita dalla sofferenza patita dall'innocente e dalla vittima dell'ingiustizia. Tale
prova della sofferenza conduce ad una «mistica dagli occhi aperti», la quale rende possibile un inedito sguardo sul mondo; uno
sguardo, che sa misurarsi con l'incantesimo dell'amnesia culturale nei confronti dei drammi consegnati dalla storia e con la
sfida rappresentata dal processo ambivalente della globalizzazione. La proposta di Metz mette al riparo dalla caduta nella
deriva spiritualistica, che promuove un'esperienza religiosa di
tipo terapeutico ed intimistico, la quale si pone come una sorta
di supporto ideologico alla cultura dell'individualismo utilitaristico. Nondimeno, la proposta metziana presenta pure un carattere
problematico sotto il profilo teologico-fondamentale: il rischio eÁ
quello di scivolare in una riduzione prassiocentrica della fede,
che considera l'evento di Cristo come semplice conferma esemplare della centralitaÁ assegnata alla prassi della com-passione.
Nella prima parte, l'attenzione si dirige verso l'interessante ripensamento della problematica legata all'ambito del «teologicopolitico», fornito dal dibattito tra Slavoj ZÏizÏek e John Milbank. Si
tratta del «divergente accordo» tra il filosofo sloveno e il teologo
inglese, riguardante la implicazione politica dell'originario nocciolo agapico del cristianesimo. Occorre esplicitare l'impostazione metodologica di fondo, che sta alla base delle convergenze
ma insieme delle dissonanze, che connotano le opinioni poste in
campo dai due autori. Tale gioco di convergenze e dissonanze
scaturisce dal conflitto interpretativo attorno al tema concernente l'adeguata elaborazione di una «ontologia di agape», declinata
187
per un verso come universalitaÁ concreta secondo il punto di vista
della dialettica, oppure per altro verso come contro-etica secondo il punto di vista del paradosso. Si verificheraÁ se la condivisibile contestazione, nell'ottica della teologia cristiana, degli
aspetti problematici contenuti nella prospettiva del «materialismo evangelico» proposta da ZÏizÏek, esiga necessariamente di
individuare come alternativa una visione quale quella di Milbank,
che approda ad una sorta di «teologizzazione del sociale».
La seconda parte del corso eÁ volta a riprendere e sviluppare
l'intuizione di Evangelii gaudium, anzitutto chiarendo quale visione di «cultura» emerga dal testo dell'Esortazione apostolica e piuÁ
in generale dal magistero di papa Francesco. Si tratteraÁ poi di
precisare come in tale lezione magisteriale si venga a configurare la mediazione ecclesiale del senso cristologico in vista di ricercare una nuova sintesi tra Evangelo e cultura secolare. Infine,
si tenteraÁ un rilancio della questione in esame, tramite l'approfondimento di tre aspetti fondamentali: la cultura come dimensione costitutiva dell'attuazione della fede; il superamento del
dualismo tra credere e conoscere; l'umano comune in quanto
«condizione di realtaÁ» della veritaÁ evangelica.
Bibliografia:
J. HABERMAS, Verbalizzare il sacro. Sul lascito religioso della filosofia, Editori Laterza, Bari 2015; J.B. METZ, Memoria Passionis.
Un ricordo provocatorio nella societaÁ pluralista, Queriniana, Brescia 2009; J. MILBANK - S. ZÏIZÏEK, La mostruositaÁ di Cristo. Paradosso o dialettica?, Transeuropa, Massa 2010; J. MILBANK - S.
ZÏIZÏEK, San Paolo Reloaded. Sul futuro del cristianesimo, Transeuropa, Massa 2012; C. THEOBALD, Il Cristianesimo come stile. Un
modo di fare teologia nella postmodernitaÁ I-II, EDB, Bologna 2009.
S-16TFSEM. SEMINARIO DI TEOLOGIA
FONDAMENTALE
Prof. MASSIMO EPIS
«MODELLI TEOLOGICO-FONDAMENTALI DELLA SALVEZZA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
188
ECTS 3
1. Il Seminario si propone di esaminare in prospettiva teologicofondamentale alcune interpretazioni recenti della tematica della
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
salvezza, mettendo in luce come in esse operi il riferimento cristologico e quale sia il modello ontologico presupposto.
2. La riflessione sulla tematica della salvezza chiama in causa i
fondamentali del discorso teologico ± Dio e la sua azione, la
responsabilitaÁ della libertaÁ umana e il ruolo della storia ±, indagandoli dal punto di vista delle condizioni effettive della loro
interazione. Quando parliamo di salvezza non ci esprimiamo
semplicemente a riguardo di un articolo del credo, ma sul
modo di essere ``Dio'' di Dio e prendiamo posizione sul rilievo
veritativo dell'esistenza umana, anche nei suoi fallimenti. Il discorso teologico non eÁ riducibile ad un modello ontologico; peroÁ
non qualsivoglia dispositivo concettuale consente di pensare la
novitaÁ dell'evento cristologico come non esterna alla veritaÁ di
Dio. Per una formulazione icastica della questione in oggetto
basterebbe cimentarsi con l'interrogativo se la misericordia possa essere considerata una perfezione dell'essere di Dio. In quanto scrive Tommaso nella Summa Theologiae I, 21, 3 (lo eÁ solo per
l'effetto che essa produce e non per una passione sofferta ±
secundum effectum, non secundum passionis affectum) eÁ evidente la resistenza opposta da un dispositivo concettuale che abilita
a pensare la relazione solamente come esterna alla sostanza
(assoluta). Iscrivere peroÁ la relazione nel pensiero dell'Assoluto
esige il superamento del sostanzialismo sul piano stesso del
Principio, in nome di una relazione che eÁ originaria. Pensare
l'agire di Dio a partire dall'evento cristologico impone di riconoscere che la comunicazione di Dio fonda una relazione reale con
l'uomo, la cui attivitaÁ determina l'autocomunicazione di Dio. La
testimonianza biblica chiede di pensare la forma della libertaÁ
originaria non semplicemente come originante, ma come principio istitutivo di una autentica relazionalitaÁ, cosicche la determinazione effettiva della libertaÁ eÁ determinante per il senso stesso
della veritaÁ. La tematica della salvezza eÁ articolabile solamente
nel quadro di una figura drammatica della veritaÁ, non semplicemente manifestativa/rappresentativa.
3. Il Seminario prevede un'introduzione da parte del docente,
con l'analisi di alcune opere finalizzata alla individuazione degli
interrogativi, a partire dai quali i singoli studenti prenderanno in
esame il testo da loro scelto. La presentazione e la discussione
seminariale sono volte all'approfondimento delle opere e degli
autori individuati, per una valutazione critica del loro contributo
alla trattazione del tema teologico in oggetto. Ai fini dell'esame
saraÁ richiesto un elaborato scritto, che nell'offrire una sintesi
189
dell'opera scelta dimostri consapevolezza del disegno complessivo della ricerca svolta in classe.
Bibliografia:
L'istruzione del tema saraÁ svolta a partire da M. EPIS, Un Dio
coinvolgente perche coinvolto? Elementi per una teologia fondamentale della salvezza, in ASSOCIAZIONE TEOLOGICA ITALIANA (ed.),
``Ogni uomo vedraÁ la salvezza di Dio!'' (Lc 3,6). Sulla soteriologia
cristiana. Atti del XXIV Congresso Nazionale, Glossa, Milano
2016 (in press). Tra le opere suggerite per il lavoro personale
si segnalano gli scritti di K. Barth, H.U. von Balthasar, G. GutieÂrrez, E. JuÈngel, J.B. Metz, K. Rahner, P. Ricúur, E. Schillebeeckx, E. Stein e J. Werbick. La bibliografia completa saraÁ
offerta all'inizio del Seminario.
I-FIL11. ESTETICA FILOSOFICA
Prof. EUGENIO DE CARO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
190
ECTS 3
I. Al termine del percorso gli studenti saranno in grado di: a)
conoscere le principali categorie estetiche sviluppate all'interno
della cultura occidentale; b) riconoscere i principali modelli storico-filosofici a cui tali categorie sono raccordabili; c) operare
riferimenti consapevoli alla specificitaÁ dell'approccio filosofico
alle problematiche inerenti alla dimensione estetica; d) sviluppare in proprio un percorso di approfondimento con taglio esteticofilosofico
II. Il corso di Estetica filosofica illustreraÁ lo sviluppo delle principali ``categorie'' estetiche (arte, bellezza, immaginazione, forma,
gusto, genio, tragico) nella storia del pensiero filosofico dall'antichitaÁ al Novecento, concentrando l'attenzione sugli snodi fondamentali della storia dell'estetica, sui suoi testi classici e sulla
situazione attuale della disciplina. Un'attenzione specifica, durante lo sviluppo di tutto il corso, saraÁ dedicata alla dimensione
estetica quale epifania del sacro.
Articolazione per punti:
1. I significati dell'estetica.
2. Bellezza e arte nell'antichitaÁ (Platone, Aristotele, Plotino).
3. La bellezza come trascendentale dell'essere in San Tommaso.
4. La fondazione moderna dell'estetica filosofica (Vico-Baumgarten-Kant).
5. Romanticismo, idealismo e la categoria estetica del tragico
(da Novalis a Nietzsche).
6. Il rapporto arte-veritaÁ nell'estetica contemporanea.
7. Il rapporto arte-bellezza nell'estetica contemporanea.
III. Le lezioni si svilupperanno a partire da un primo input del
docente, ma richiederanno la partecipazione attiva degli studenti, i quali saranno chiamati ad oggettivare la loro attuale consapevolezza dei differenti approcci possibili alle questioni legate
alla dimensione estetica. Oltre ai temi base del corso, in vista
delle attivitaÁ di Esercitazione, verranno presentate alcune applicazioni possibili del sapere estetico ad aspetti della cultura contemporanea, quali ad esempio l'architettura sacra e il paesaggio,
i mondi virtuali, le emozioni dello spettatore teatrale, la sofferenza del bambino in etaÁ pre-verbale, l'educazione. Gli studenti
saranno chiamati a produrre un breve report su uno di tali ambiti
a loro scelta e il report saraÁ oggetto di discussione nel colloquio
d'esame.
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
Bibliografia:
W. TATARKIEWICZ, Storia di sei idee, Aesthetica edizioni, Palermo
1997; R. DIODATO - E. DE CARO - G. BOFFI, Percorsi di estetica.
Arte, bellezza, immaginazione, Morcelliana, Brescia 2009; E.
FRANZINI, Introduzione all'estetica, il Mulino, Bologna 2012; F.
DESIDERI - C. CANTELLI, Storia dell'estetica occidentale. Da Omero
alle neuroscienze, Carocci, Roma 2008; E. DE CARO, Momenti del
sapere estetico nella cultura classica, Mimesis, Milano-Udine
2013.
S-16TPA01. TEOLOGIA PATRISTICA - I
Prof. ANTONIO BONATO
«TESTI MONASTICI NEI CAPPADOCI»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Il corso intende introdurre lo studente nella conoscenza del contesto teologico-culturale e ascetico-monastico dei Padri Cappadoci. Si illustreranno le opere ascetiche di San Basilio, con l'in-
191
tento di evidenziare le forme dell'ascesi basiliana; la posizione
critica da parte di Gregorio di Nazianzo e la mistica del Nisseno.
1. Le lettere di Basilio sull'anacoresi monastica.
2. L'opera normativa del grande vescovo cappadoce: le Regole
morali (360), precedute dai Prologhi, e il loro contenuto didattico; l'ideale comunitario: amare Dio in vista della gloria di Dio e
vivere nella concordia/ fratellanza, ispirata dalla caritaÁ, nel corpus asceticum: il piccolo Asceticon e il grande Asceticon.
3. Ascesi come ricerca dell'unione con Dio e desiderio di contemplazione in Gregorio Nazianzeno: nelle orazioni funebri, nei
poemi (Carmina), nei discorsi (Orationes) e nelle lettere.
4. La teologia mistica di Gregorio Nisseno: il progresso spirituale
e l'ascesi ininterrotta (epektasis) come ideale da perseguire nell'ascesa dell'anima a Dio, nelle Omelie sul Cantico dei Cantici e
ne La vita di MoseÁ.
5. Il ritiro dal mondo come condizione per elevarsi alla contemplazione delle realtaÁ celesti e vedere Dio con cuore puro nel De
virginitate (371ca).
6. Due esempi di biografia encomiastica: La vita di Macrina (380382/383) e l'elogio del fratello, Basilio il Grande.
7. Il trattato De instituto christiano di Gregorio di Nissa sul fine
della vita religiosa e sui mezzi per conseguirla, messo a confronto con la Grande lettera di Macario, indirizzata ai monaci.
8. Gli ultimi due trattati: La professione cristiana (De professione
christiana) e la perfezione (De perfectione), che riprendono l'idea
del progresso senza fine e della perfezione intesa come ricerca
continua di purificazione e di santificazione del credente.
Il corso prevede lezioni frontali da parte del docente, la lettura in
aula di brani scelti di opere proposte a titolo esemplificativo e
l'eventuale approfondimento da parte degli studenti di una tematica relativa a una questione o a un autore nell'ambito dell'area
programmata. La verifica dell'apprendimento avverraÁ sulla base
di un tesario riassuntivo delle tematiche presentate durante le
lezioni. Il colloquio d'esame verteraÁ su una o due tesi assegnate
dal docente; lo studente potraÁ, inoltre, presentare una tesina
scritta, concordata precedentemente con il docente, indicando
il percorso di approfondimento seguito per la preparazione.
Bibliografia:
Saint Basile, Lettres,
192
I-III, par Y. COURTONNE, EÂdition Les Belles
Lettres, Paris 1957; GREGORIO DI NAZIANZO, Tutte le orazioni, a
cura di C. MORESCHINI, Bompiani, Milano 2000; GREGORIO DI NIS-
SA, Fine Professione e Perfezione del cristiano, a cura di S. LILLA,
CittaÁ Nuova, Roma 1979; ID., Omelie sul Cantico dei Cantici, a
cura di C. MORESCHINI, CittaÁ Nuova, Roma 1988; ID., La vita di S.
Macrina, Ed. Paoline, Milano 1988; A. DE VOGUÈEÂ, Histoire litteÂraire du mouvement monastique dans l'antiquiteÂ. DeuxieÁme partie: Le monachisme grec. Vol. 1: De la Vie de PachoÃme aux eÂcrits
d'Evagre le Pontique (IV-V sieÁcles), Pontificio Ateneo sant'Anselmo, Roma 2015. Altra bibliografia verraÁ indicata durante lo svol-
gimento del corso.
S-16TPA02. TEOLOGIA PATRISTICA - II
Prof.ssa CRISTINA SIMONELLI
«SPERARE PER TUTTI. MODELLI PATRISTICI A CONFRONTO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
I. «Dove non possiamo sapere piuÁ nulla, c'eÁ ancora spazio per la
speranza» (H.U. von Balthasar, La mia opera ed Epilogo). L'apocatastasi nella forma piuÁ classica, quella origeniana, eÁ stata letta
con interesse anche nella teologia del XX secolo. Il corso si
propone di mettere a confronto quel modello soteriologico nella
forma alessandrino / cappadoce (Origene e Gregorio di Nissa) e
orientale (Isacco di Ninive), con il dibattito italo / provenzale
(Praedestinatus / Prospero / Fausto) suscitato dall'agostinismo.
II. Modelli di soteriologia patristica e loro presenza nella letteratura teologica del '900.
L'apocatastasi e il libero arbitrio nella elaborazione origeniana;
ripresa dei temi nell'alessandrinismo cappadoce, in particolare in
Gregorio di Nissa.
«Cuore che brucia anche per i rettili e i demoni»: dimensione
teologica e soteriologica della misericordia in Isacco di Ninive
Il dibattito soteriologico suscitato dall'agostinismo, in Italia
(Praedestinatus) e nelle Gallie (Prospero di Aquitania e Fausto
di Riez).
III. Il corso eÁ realizzato attraverso lezioni frontali in cui vengono
presentati i temi e analizzati i testi. La verifica prevede un approfondimento scritto, che nel colloquio di esame verraÁ discusso
e messo in relazione all'intero percorso.
193
Bibliografia:
Le fonti patristiche saranno indicate durante il corso. Tra gli studi
si segnalano: S. CHIALAÁ, Dall'ascesi eremitica alla misericordia
infinita. Ricerche su Isacco di Ninive e la sua fortuna, Olschki,
Firenze 2002; C. CURZEL, Studi sul linguaggio in Gregorio di
Nissa [SEA 144], Institutum Patristicum Augustinianum, Roma
2015; F. GORI, Il Praedestinatus di Arnobio il giovane. L'eresiologia
contro l'agostinismo [SEA 65], Istituto Patristico Augustinianum,
Roma 1999; L. PERRONE, La preghiera secondo Origene. L'impossibilitaÁ donata, Morcelliana, Brescia 2011; I. RAMELLI, The Christian Doctrine of Apokatastasis. A Critical Assessment from the
New Testament to Eriugena, Brill, Leiden 2013; D. OGLIARI, Gratia
et Certamen: The Relationship between Grace and Free Will in
the Discussion of Augustine with the So-called Semipelagians,
Peeters, Leuven 2003.
S-16STTH1. STORIA DELLA TEOLOGIA - I
Prof. ANTONIO ZANI
«AGOSTINO D'IPPONA: IL PECCATO ORIGINALE/EREDITARIO, FEDE E INTELLIGENZA DI UN DRAMMA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
194
1. Agostino d'Ippona (354-430), riconosciuto nella chiesa cattolica quale dottore del peccato originale (oltre che della grazia),
dedica ben 13 opere, distribuite nell'arco di un ventennio dal 411
sino alla morte, a contrastare la nova haeresis recepita dalla
storia con il nome di ``pelagianesimo''. Ebbene, nel corso di questi scritti va configurandosi con sempre maggior chiarezza che
per originale peccatum si debba intendere sia l'atto di ribellione
in forza del quale i progenitori persero la primitiva condizione di
innocenza beata e armoniosa, sia lo stato di colpevolezza che,
per una sorta di contagio subito nel momento stesso del concepimento e indipendentemente da loro atti personali, consegna
tutti gli uomini al potere del demonio, rendendoli degni di condanna da parte di Dio. L'originale peccatum eÁ nel contempo haereditarium peccatum. La salda e innovativa coerenza della logica
agostiniana fungeraÁ da approdo da cui la riflessione della Chiesa
cattolica ± almeno in Occidente ± dovraÁ di volta in volta ripartire
per l'elaborazione del concetto (e quindi del dogma) di originale/
haereditarium peccatum: cosõÁ nel Medioevo e nella controversia
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
con il Protestantesimo come anche oggi, quando un rinnovato
complesso di sfide culturali impone l'urgenza di riformulare la
dottrina antica. L'obiettivo del corso eÁ ripercorrere l'impegnativa
ricerca di Agostino ± attestata non solo nella sua produzione
teologica antipelagiana, ma pure in alcuni scritti che l'hanno
preceduta o le sono coevi, senza esplicita vis polemica ± al
fine di conoscerne, possibilmente senza approssimazioni, il genuino pensiero.
Questo domanda, riteniamo:
2. la dimestichezza con l'ermeneutica agostiniana: il quaerere
sussidiato dall'auctoritas (in concreto e principalmente le Scritture) e dalla ratio o intellectus;
3. la conoscenza della nutrita costellazione semantica che attornia il peccato originale/ereditario: natura, difficoltaÁ, debolezza/
perversione (della volontaÁ), concupiscenza, mortalitaÁ;
4. la paziente ed esigente analisi di alcuni, fra i piuÁ significativi,
testi agostiniani antipelagiani, arricchita tuttavia da segmenti di
altri testi ± De libero arbitrio III; Ad Simplicianum I,2; Enchiridion
8,23-27; 10,33-34 e alcuni Discorsi.
5. Solo un ``cenno'' potraÁ essere fatto all'influsso della summenzionata elaborazione agostiniana della dottrina del peccato originale/ereditario nella posteritaÁ sino al relativo decreto tridentino (17 giugno 1546), correttivo dell'interpretazione di Lutero.
Bibliografia:
La bibliografia proposta eÁ selezionata e da integrare nella trattazione dei singoli punti nel corso delle lezioni. In via preliminare
eÁ necessario conoscere la biografia e il percorso intellettuale di
Agostino attingibili in: M. BETTETINI, Introduzione a Agostino, Laterza, Roma-Bari 2008; G. BONNER, St. Augustine of Hippo: Life
and Controversies, The Canterbury Press, Norwich 19862; P.
BROWN, Agostino d'Ippona, Einaudi, Torino 20052; G. CATAPANO,
Agostino, Carocci, Roma 2010. L'edizione bilingue degli scritti di
Agostino interessati al corso eÁ nella Nuova Biblioteca Agostiniana ora disponibile on line: http://www.augustinus.it. I testi segnati di seguito riguardano i punti 2-5 descritti nel programma
del corso: J. LOÈSSL, Intellect and Grace in Augustine of Hippo,
«Journal for Late Antique Religion and Culture» 7 (2013) 15-25;
A. PIERETTI, AutoritaÁ e ragione in Agostino, «Itinerarium» 15
(2007) 57-63; G. RIPANTI. Il problema della comprensione nell'ermeneutica agostiniana, «Revue des EÂtudes Augustiniennes» 20
195
(1974) 88-99; F. GARLATTI, Il dibattito intorno all'ipotesi agostiniana del terzo libro del De libero arbitrio: «Ignorantia vero et difficultas si naturalis est», «Esercizi Filosofici» 7 (2012) 33-64; T.
NISULA, Augustine and the Functions of Concupiscence, Brill,
Leiden-Boston 2012; P.F. BEATRICE, Tradux peccati. Alle fonti della
dottrina agostiniana del peccato originale, Vita e Pensiero, Milano 1978; J. COUENHOVEN, St. Augustine's Doctrine of Original
Sin, «Augustinian Studies» 36 (2005) 359-396; F. DE CAPITANI,
Il «De Libero Arbitrio» di S. Agostino. Studio introduttivo, testo,
traduzione e commento, Vita e Pensiero, Milano 1987 (rist.
1994); A.M. DUBARLE, Il peccato originale. Prospettive teologiche, EDB, Bologna 2013 (1984); G. LETTIERI, L'altro Agostino.
Ermeneutica e retorica della grazia dalla crisi alla metamorfosi
del De doctrina christiana, Morcelliana, Brescia 20132; L.
COVA, Peccato originale. Agostino e il Medioevo, Il Mulino, Bologna 2014; G. PANI, Paolo, Agostino, Lutero: alle origini del mondo
moderno, Rubbettino, Soveria Mannelli 2005, 77-114; J. LOPES
PEREIRA, Augustine of Hippo and Martin Luther on Original Sin
and Justification of the Sinner, Vandenhoeck & Ruprecht, GoÈttingen 2013; CH. BOUREUX - CH. THEOBALD (ed.), Il peccato originale:
un codice di fallibilitaÁ, «Concilium» 40/1 (2004).
S-16STTH2. STORIA DELLA TEOLOGIA - II
Proff. ANGELO MAFFEIS - SAVERIO XERES
«MARTIN LUTERO E LA RIFORMA: L'INTERPRETAZIONE STORICA E IL SIGNIFICATO TEOLOGICO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
196
Quella del 2017 saraÁ la «prima commemorazione giubilare della
Riforma in epoca ecumenica» (Commissione luterana-cattolica
sull'unitaÁ e la commemorazione comune della Riforma nel
2017, Dal conflitto alla comunione, Dehoniane, Bologna 2014,
n. 7). Essa costituisce, pertanto, l'occasione per una chiarificazione delle vicende storiche che hanno avuto inizio nel 1517, al di
laÁ delle visioni pregiudiziali legate a secoli di contrapposizione
tra cattolici e protestanti. Il corso, a piuÁ voci, intende percioÁ
offrire una rilettura critica e aggiornata della storia e della teologia della Riforma, a partire dallo sviluppo storiografico, anche
di ambito cattolico, che ormai da alcuni decenni ha consentito
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
non di «raccontare una storia diversa, ma raccontare questa
storia in maniera diversa» (ivi, n. 16).
I. QUESTIONI STORIOGRAFICHE
1. Interpretazioni storiografiche e letture confessionali (Angelo
Maffeis).
2. La riforma prima della Riforma (Saverio Xeres).
II. LE RADICI E IL CONTESTO
3. Lutero e Agostino (Cristina Simonelli).
4. La stampa e la diffusione delle idee di Lutero (Giancarlo Pani).
5. Lutero e la Teologia Deutsch (Giovanni Gusmini).
III. TEMI TEOLOGICI
6. La giustificazione: articulus stantis et cadentis ecclesiae?
(Franco Buzzi).
7. La Theologia crucis (Lothar Vogel).
8. La riforma della Chiesa (Giacomo Canobbio).
9. Lutero e le immagini (Emanuela Fogliadini).
10. Dibattito e conclusioni (Angelo Maffeis e Saverio Xeres).
Gli studenti concorderanno con i docenti coordinatori il programma d'esame e la relativa bibliografia per chi intenda sostenere la
prova finale.
Bibliografia:
COMMISSIONE LUTERANA-CATTOLICA SULL'UNITAÁ E LA COMMEMORAZIONE COMUNE DELLA RIFORMA NEL 2017, Dal conflitto alla comunione,
Dehoniane, Bologna 2014; M. LUTERO, La Lettera ai Romani:
(1515-1516), a cura di F. BUZZI, Paoline, Cinisello Balsamo
(MI) 1991; A. MAFFEIS, Teologie della riforma. Il Vangelo, la chiesa
e i sacramenti della fede, Morcelliana, Brescia 2004; G. PANI,
Paolo, Agostino, Lutero. Alle origini del mondo moderno, Rubettino, Soveria Mannelli 2005; O.H. PESCH, Martin Lutero. Introduzione storica e teologica, Queriniana, Brescia 2007; S. XERES,
Una Chiesa da riformare. Nostalgia di evangelo, Scelta antologica con la collaborazione di M. WIRZ, Qiqajon, Bose 2009.
S-16STTH3. STORIA DELLA TEOLOGIA ORIENTALE
Prof.ssa EMANUELA FOGLIADINI
«LA COMPLESSA NASCITA DELLE PRIME IMMAGINI CRISTIANE: IL CASO DI
DURA EUROPOS»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
197
198
1. L'obiettivo del corso eÁ esplorare il passaggio dall'aniconismo
alla diffusione delle immagini sacre nel cristianesimo, focalizzandosi sulle prime attestazioni presenti nella domus ecclesiae cristiana di Dura Europos. I dipinti in essa contenuti risalgono al
232 e rappresentano un punto di passaggio emblematico per
l'arte religiosa. Il corso si propone un'analisi ragionata teologicamente delle immagini in questione e la loro declinazione in un
contesto piuÁ ampio, sia a livello storico sia di confronto con l'arte
ebraica della sinagoga e con quella dei templi pagani della medesima cittaÁ.
2. La complessa e affascinante questione della diffusione dell'immagine sacra nel cristianesimo delle origini saraÁ affrontata
attraverso una metodologia storico-scientifica e un taglio teologico-iconografico. Per raggiungere tale scopo saranno studiati il
contesto storico, ecclesiale, il pensiero teologico delle comunitaÁ
cristiane e il peso dell'aniconismo dei primi due secoli cristiani.
Tradizionalmente si eÁ spiegata la scelta aniconica delle origini
cristiane come la logica conseguenza dell'influenza del divieto
biblico di farsi immagini. La straordinaria scoperta di Dura Europos nel 1920, con i meravigliosi dipinti di scene veterotestamentarie nella sinagoga della cittaÁ, risalenti al 244 circa, mise in
questione tale tesi e aprõÁ un dibattito anche a proposito degli
inizi dell'arte cristiana. Il ciclo degli affreschi della sinagoga saraÁ
oggetto di analisi della prima parte del corso. I dipinti della domus ecclesiae cristiana che risalgono al 232, come conferma un
graffito ritrovato sulle pareti nella casa, saranno studiati nella
seconda parte del corso. Questi furono realizzati all'interno di
un'abitazione privata, dotata di una grande sala adibita al culto e
un battistero, con vasca per l'immersione battesimale. Quest'ultima stanza ha restituito uno splendido ciclo di pitture cristiane,
tra le quali si riconoscono il Cristo Buon Pastore, il paralitico,
Cristo che cammina sulle acque, le mirofore. Il corso rifletteraÁ
sulla questione iconografica e sulle implicazioni teologiche che la
diffusione delle prime immagini, non su oggetti privati ma in un
luogo adibito al culto, ebbe sulla comunitaÁ ecclesiale e sul dibattito che portoÁ solo nell'VIII secolo alla loro legittimazione ufficiale. La ricerca saraÁ inquadrata nel peculiare contesto storico di
Dura Europos, cittaÁ fondata dai Parti, divenuta uno dei piuÁ importanti praesidia romani, microcosmo multietnico animata da
svariati templi, di cui si conservano il mitreo di etaÁ romana, la
domus cristiana e la sinagoga, tutti affrescati.
3. L'analisi utilizzeraÁ una metodologia storica e iconografica. La
ricostruzione del complesso quadro storico si baseraÁ su studi
specifici del periodo indicato, con attenzione al contesto culturale che influenzoÁ la geografia di passaggio della cittaÁ di Dura
Europos. La presentazione del tema iconografico cristiano saraÁ
realizzata attraverso una metodologia comparativa con le testimonianze artistiche giudaiche e mitraiche.
Bibliografia:
K. WEITZMANN - H.L. KESSLER, The Frescoes of the Dura Synagogue and Christian Art, Dumbarton Oaks Research Library and
Collection, Washington DC 1990; M. PEPPARD, The world's oldest church. Bible, art, and ritual at Dura-Europos, Syria, Yale
University Press, Yale 2016; L. BRODY - G. HOFFMAN, Dura Europos. Crossroads of Antiquity, McMullen Museum of Art, Boston
College 2011; E. FOGLIADINI, Parola e immagine tra Oriente e
Occidente, EDB, Bologna 2015; F. BêSPFLUG, Le immagini di
Dio. Una storia dell'Eterno nell'arte, Einaudi, Torino 2012; L. DIRVEN, The Palmyrenes of Dura-Europos. A Study of Religious Interaction in Roman Syria, Brill, Leiden-Boston-KoÈln 1999.
S.16EBR01. EBRAISMO
«LA PREGHIERA D'ISRAELE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
Prof. PATRIZIO ALBORGHETTI
ECTS 3
I. Il corso si propone di introdurre alle differenti forme di lode
che Israele rivolge al suo Dio. In particolare si delineeraÁ la struttura della preghiera che ogni giorno il credente rivolge al suo
Signore attraverso il Siddur (il libro delle preghiere). Si metteranno poi in evidenza, analizzando le diverse benedizioni e preghiere che compongono questo testo, i contenuti fondamentali
della fede ebraica.
II. Il Siddur, che contrae l'espressione Sefer hatefilloth (l'ordine
delle preghiere), raccoglie e organizza le suppliche, confessioni
e proclamazioni che lungo i secoli e nelle diverse situazioni il
popolo di Dio ha sollevato a Colui che lo ha sempre accompagnato e salvato.
1. Una prima parte del corso considereraÁ i differenti momenti
della formazione dei testi che compongono questo libro. Si mostreraÁ come, a partire dai passi della Torah scritta, lungo il pe-
199
riodo biblico, e mediante quelli della Torah orale, in particolare
dopo la distruzione del Secondo Tempio, si giungeraÁ, nel medioevo, grazie a Rav Amram e Saadia Gaon, ad una prima redazione
di uno scritto comune. Ci si soffermeraÁ poi sui diversi Siddurim,
propri delle diverse correnti dell'ebraismo dell'epoca moderna e
contemporanea.
2. Si mostreraÁ la struttura dei vari momenti della preghiera quotidiana. Il Siddur che inizialmente, per la ricchezza dei testi e dei
contenuti, porta a un senso di smarrimento, ha un ordine preciso
e ben delineato.
3. Infine ci si soffermeraÁ, considerando le singole benedizioni e
preghiere, sul contenuto profondo della fede espressa in questa
opera.
Israele, dinanzi alla bontaÁ che il Signore gli ha manifestato, nei
vari momenti della storia, attraverso i differenti atti d'amore, ha
sviluppato, in risposta, un ``culto del cuore''.
L'analisi delle differenti forme di lode, dalle piuÁ spontanee alle
piuÁ elaborate, metteraÁ in luce come esse siano animate dal profondo affetto che lega il popolo al suo Dio.
La sezione dello Shema' Isra'el, con le sue benedizioni, nella
preghiera del mattino, ad esempio, delinea l'intera storia del
popolo: le prime due, che ne precedono la proclamazione, esprimono rispettivamente l'idea della creazione ± Yotzer `or (formante la luce) ±, e della rivelazione ± `ahavath `olam (Amore eterno) ±
, mentre quella che segue ± `emeth veyatziv (vera e stabile) ±
l'idea della redenzione.
Bibliografia:
J.J. PETUCHOWSKI, La liturgia del cuore, Dehoniane, Napoli 1985;
J. HEINEMANN, La preghiera ebraica, Qiqajon, Magnano (BI)
1992; E. GARFIEL, Service of the Hearth. A Guide to the Jewish
Prayer Book, Rowman & Littlefield Publishers, Oxford 1989.
S-16ISL01. ISLAMISMO
PROFF. GIUSEPPE RIZZARDI - MASSIMO RIZZI
«I PROCESSI EPISTEMOLOGICI DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO CULTURALE E RELIGIOSO DELL'ISLAM. ASSONANZE E DISSONANZE CON CULTURE RELIGIOSE ALTRE (VEDISMO, EBRAISMO, CRISTIANESIMO)»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
200
201
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1. Il corso intende fornire un approccio fenomenologico all'islam,
nei suoi fondamenti: la nascita, l'evoluzione storica, i contenuti
dogmatici, i testi sacri e le pratiche cultuali. Si propone cosõÁ di
fornire strumenti e contenuti che avviino la ricerca e lo studio
della teologia delle religioni e della posizione della Chiesa nei
confronti di queste ultime.
2. Il corso prende le mosse dalla questione migratoria come
questione sollecitante l'interrogativo e l'esperienza diretta del
pluralismo religioso.
L'islam viene presentato da tre punti di vista: un approccio sociologico, storico e fenomenologico. Si prendono le mosse dalla
presenza dell'islam nel mondo e in Italia, accennando alla storia
e alle tipologie di presenza in Italia, con la presentazione dell'islam organizzato nei centri di preghiera in Lombardia. L'approccio storico prende in considerazione innanzitutto l'Arabia preislamica; particolare attenzione viene data alla vicenda personale di
Muh.ammad, coniugata con la ``discesa'' del Corano, testo sacro
dei musulmani, di cui se ne faraÁ una lettura antologica. A partire
da un h.adit_ del Profeta si sviluppano le tre dimensioni praticodogmatiche: iman, i pilastri della fede, islam, i pilastri del culto,
ihsan, l'etica. Si accenneraÁ poi ad alcune questioni problematiche quali la questione del fondamentalismo religioso e la posizione della donna.
3. Successivamente il corso prevede di visitare, a modo di esemplificazione, alcuni `luoghi' culturali e religiosi dell'islam, evidenziando soprattutto il loro itinerario epistemologico a confronto
con altri paralleli. Verranno proposti questi temi:
a) Il linguaggio semantico-culturale di base: tempo, spazio, storia, parola, scrittura, recitazione, educazione, individuo-socialitaÁ.
b) Il linguaggio coranico come processo di discernimento del
vocabolario ebraico e cristiano.
c) Il linguaggio del kalaÅm (discorsivitaÁ ragionata) come processo
di discernimento del vocabolario ellenico e teologico giudaico e
cristiano; la nascita cioeÁ del `pensiero' islamico.
d) Il linguaggio della morale come passaggio dalla comunitaÁ `giusta' al musulmano `giusto', cioeÁ dalla `sottomissione' alla spiritualitaÁ.
e) La crisi del linguaggio culturale e religioso nel contesto del
villaggio globale contemporaneo. La rivisitazione cioeÁ dei fondamenti dell'islam, dell'ermeneutica coranica, del sapere religioso,
dell'umanesimo secolare.
4. Il corso prevede lezioni frontali, con l'utilizzo anche di materiali
audiovisivi e presentazioni in power point. Se possibile, si prevede l'incontro con un rappresentante della religione musulmana
e la visita ad una moschea-centro culturale islamico locale. La
verifica dell'apprendimento avverraÁ nell'esame orale su un tesario fornito agli studenti. Lo studente eÁ inoltre invitato a presentare un breve elaborato di approfondimento su un tema a scelta
da concordare con il docente.
Bibliografia:
A. BAUSANI, L'islam, Garzanti, Brescia 1999; P. BRANCA, Introduzione all'Islam, San Paolo, Cinisello Balsamo 1995; G. RIZZARDI,
`Isa ibn Maryam. Lo sguardo dell'Islam su GesuÁ, Centro Ambrosiano, Milano 2007; M. RIZZI, Per un discernimento cristiano dell'islam, Marietti, Milano 2008; B.A. SCARCIA AMORETTI, Il Corano.
Una lettura, Carocci, Firenze 2009; I. ZILIO GRANDI (ed.), Il Corano, Mondadori, Milano 2010; G. RIZZARDI, Il linguaggio religioso
dell'islaÅm, Glossa, Milano 2004; ID., L'islaÅm: il linguaggio della
morale e della spiritualitaÁ, Glossa, Milano 2007; ID., L'ermeneutica del Corano nella tradizione islamica, in Ermeneutica delle fonti
nelle tradizioni ebraica, islamica, cattolica e riformata, Urbaniana
University Press, CittaÁ del Vaticano 2004, 65-88; ID., L'uomo
interroga Dio. Appunti per una storia delle religioni, Pime, Pavia
2014.
Durante il corso verranno fornite altre indicazioni bibliografiche
sia per le varie religioni che per i diversi approfondimenti.
S-16TB01. TEOLOGIA BIBLICA A.T. - I
Prof.ssa DONATELLA SCAIOLA
«IL CANTICO DEI CANTICI, MISE-EN ABIÃME DELLA SCRITTURA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso si propone innanzitutto un obiettivo di carattere metodologico, quello di fornire agli studenti criteri di analisi di un
libro complesso e discusso come il Cantico dei Cantici. In secondo luogo, intende offrire strumenti di analisi a partire dai quali gli
studenti possano sviluppare una competenza specifica in rapporto allo studio di un testo poetico e di natura altamente simbolica
come quello preso in esame. Infine si prefigge di favorire il pro-
202
cesso di sintesi a livello teologico, a partire da una serie di pericopi, tratte sia dall'Antico che dal Nuovo Testamento, che giustificano quanto indicato nel titolo del corso, il fatto cioeÁ che il
Cantico dei Cantici si possa considerare una mise en abõÃme della
Scrittura.
2. Il corso si articola in tre parti di lunghezza diseguale. La prima
parte, intitolata: ``come orientarsi nel dedalo delle interpretazioni'', intende fornire uno status quaestionis delle principali interpretazioni del Cantico dei Cantici finora proposte. La seconda
parte avraÁ invece un carattere prettamente esegetico e in essa
saraÁ analizzato il testo del Cantico dei Cantici prestando particolare attenzione ai fenomeni di natura poetica e alla variegata
simbologia in esso utilizzata. La terza parte eÁ infine di natura
intertestuale: partendo dal Cantico, il discorso si allargheraÁ fino
a comprendere numerosi altri testi biblici tratti da entrambi i
Testamenti.
Bibliografia:
S-16TB02. TEOLOGIA BIBLICA A.T. - II
Prof. GABRIELE MARIA CORINI
«DOVE ABBONDOÁ IL PECCATO SOVRABBONDOÁ LA GRAZIA: IL PARADOSSO
DELLA MISERICORDIA DI DIO DINANZI AD UNA STORIA DI VIOLENZA E DI
SANGUE. LETTURE SCELTE DAL LIBRO DEI GIUDICI»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso intende introdurre alle tematiche principali presenti
nel libro dei Giudici. In modo particolare far emergere la dicotomia che emerge dai testi tra la storia violenta e sanguinaria che
accompagna la vicenda dei liberatori scelti dal Signore, dalla loro
203
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
E. ASSIS, Flashes of Fire. A Literary Analysis of the Song of Song,
T&T Clark, London 2009; G. BARBIERO, Cantico dei Cantici, Paoline Editoriale Libri, Milano 2004; L. MAZZINGHI, Il Cantico dei
Cantici, San Paolo, Cinisello Balsamo 2012; G. RAVASI, Il Cantico
dei Cantici. Commento e attualizzazione, EDB, Bologna 1992; Y.
SIMOENS, Il Libro della pienezza. Il Cantico dei Cantici, una lettura
antropologica e teologica, EDB, Bologna 2005; Y. ZAKOVITCH, Das
Hohelied, Herder, Freiburg-Basel-Wien 2004.
sempre maggiore infedeltaÁ, e la misericordia di Dio che guida
sempre e comunque la storia del suo popolo.
2. Gli snodi principali del corso saranno:
a) Introduzione alla lettura del testo dei Giudici nella sua articolazione teologica letteraria.
b) Il ciclo di Debora e Barak (Gdc 4,1±5,31).
c) Il ciclo di Gedeone (Gdc 6,1±8,35).
d) Il ciclo di Sansone (Gdc 13,1±16,31).
e) Conclusione tragicamente drammatica (Gdc 17±21).
f) Elementi teologici generali che emergono dalla lettura esegetica dei testi scelti.
Bibliografia:
Le fonti:
L.L. BRENTON, Septuagint Version, Greek and English,
London 1976; K. ELLIGER - W. RUDOLPH, Biblia Hebraica Stuttgartensia, Stuttgart 1977; A. RAHLFS, Septuaginta, id est Vetus Testamentum Graecae iuxta LXX interpretes, Stuttgart 1935.
 LVAREZ BARREDO, La iniciativa de Dios: Estudio
I commentari: M. A
literario y teoloÂgico de Jueces 1-8, Editorial Espigas, Murcia
2000; ID., La iniciativa de Dios: Estudio literario y teoloÂgico de
Jueces 9-21, Editorial Espigas, Murcia 2004; R.G. BOLING, Judges. A New Translation with Introduction and Commentary, Yale
University Press, New Haven & London 2005; T.C. BUTLER, Judges, Th. Nelson, Nashville - Dallas - Mexico City - Rio de Janeiro
- Bejing 2009; D.M. GUNN, Judges, Blackwell, Oxford 2005; J.C.
MCCANN, Giudici, Claudiana, Torino 2009; S. NIDITCH, Judges: a
commentary, London Westminster John Knox, Louisville (KY)
2008; R. RYAN, Judges, Sheffield Academic Press, Sheffield
2007.
Gli studi principali: A. ALGHISI, Il pentimento di Israele nelle se-
zioni deuteronomistiche del libro dei Giudici. Considerazioni esegetiche e metodologiche, «Rivista Biblica» 33 (1985) 3-27; J.
BLENKINSOPP, Ballad Style and Psalm Style in the Song of Deborah: A Discussion, «Biblica» 42 (1961) 61-76; J. BLENKINSOPP,
Structure and Style in Judges 13-16, «JBL» 82 (1963) 65-76;
G. CORINI, Dt 28,69-30,20: la ``nuova'' alleanza in Moab. Israele
tra memoria ed identitaÁ, Glossa, Milano 2010; C. LANOIR, Femmes
fatales, filles rebelles. Figures feÂminines dans le livre des Juges,
Labor et Fides, GeneÁve 2005; T. ROÈMER, I lati oscuri di Dio. CrudeltaÁ e violenza nell'Antico Testamento, Claudiana, Torino 2002;
J.L. SICRE DÂIAZ, GiosueÁ, Borla, CittaÁ di Castello 2004.
204
S-16TB03. TEOLOGIA BIBLICA A.T. - N.T.
Prof. MATTEO CRIMELLA
«LA SETTANTA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
205
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1. Obiettivo del corso eÁ studiare alcune pagine della versione
greca dell'Antico Testamento (Settanta), confrontandole con il
testo massoretico al fine di evidenziare la particolaritaÁ teologica della traduzione e di ricercare la Vorlage piuÁ antica del testo
ebraico. Allo studente eÁ chiesto di entrare nella complessa
problematica della formazione del testo dell'Antico Testamento
tramite la ricognizione delle differenze dei testimoni ebraico e
greco.
2. Il corso eÁ articolato in due momenti differenti.
Nel primo momento, dopo un'introduzione alla versione della
Settanta, alle sue edizioni e ai suoi problemi, s'intende mettere
a fuoco la metodologia della ricerca. Occorre considerare la Bibbia greca all'interno dei diversi testimoni dell'Antico Testamento
(testo massoretico, samaritano, versioni antiche), prendendo in
esame in modo particolare la versione greca secondo il codice
Vaticano e il codice Alessandrino, ma considerando pure le revisioni greche di provenienza ebraica e alcune recensioni cristiane.
Si tratta poi di individuare una metodologia di comparazione fra il
testo massoretico e la Settanta: identificare anzitutto le differenze testuali significative; poi studiare ogni testo (massoretico
e Settanta) per se stesso, mettendo in luce le strategie narrative
proprie, la struttura retorica e le differenti intenzioni teologiche;
infine si tenta di determinare l'evoluzione testuale dalla Vorlage
della Settanta al testo massoretico.
Messa in luce la metodologia della ricerca, nel secondo momento
si studieranno alcuni esempi dove le differenze fra testo massoretico e Settanta sono molto evidenti. In particolare saranno
prese in esame la finale del libro di GiosueÁ (cap. 24) cosõÁ differente nelLXXtesto massoretico e nella Settanta, il ciclo di Elia (1Re
[3 Reg. ] 17-21), laLXXpromessa di Natan a Davide (2Sam 7 [2
Reg.LXX]; 1Cr [1 Par. ] 17).
3. I testi saranno analizzati nella lingua originale: eÁ dunque importante che gli studenti sappiano lavorare sul testo ebraico e su
quello greco.
Bibliografia:
EÁ obbligatorio possedere il testo della Settanta. L'edizione piuÁ
comune eÁ Septuaginta. Id est Vetus Testamentum grñce iuxta LXX
interpretes. Editio altera, ed. A. RAHLFS - R. HANHART, Deutsche
Bibelgesellschaft, Stuttgart 2006. Online sono disponibili pure
The Old Testament in Greek According to the Septuagint, ed.
H.B. SWETE, 3 voll., Cambridge University Press, Cambridge
1887-1891 (ristampa 2010) e The Old Testament in Greek According to the Text of Codex Vaticanus, ed. A.E. BROOKE - N.
MCLEAN - [H. THACKERAY], 4 voll., Cambridge University Press,
Cambridge 1906-1940 (ristampa 2009).
Studi: M. HENGEL, The Septuagint as Christian Scripture: Its Prehistory and the Problem of Its Canon, Baker Academic, Grand
Rapids, MI 2002; N. FERNAÂNDEZ MARCOS, La Bibbia dei Settanta.
Introduzione alle versioni greche della Bibbia (Introduzione allo
studio della Bibbia. Supplementi 6), Paideia, Brescia 2000; ID.,
Septuaginta. La Bibbia di ebrei e cristiani (ANT 6), Morcelliana,
Brescia 2010; G. DORIVAL - M. HARL - O. MUNNICH, La Bible grecque des Septante. Du judaõÈsme helleÂnistique au christianisme
ancien, Cerf - EÂditions du C.N.R.S., Paris 20112; T. RAJAK, Tradurre e sopravvivere. La Bibbia greca della diaspora giudaica
(Introduzione allo studio della Bibbia. Supplementi 67), Paideia,
Brescia 2015; A. SCHENKER, Une Bible archeÂtype? Les paralleÁles
de Samuel-Rois et des Chroniques (L'eÂcriture de la Bible 3),
Âbreu
Cerf, Paris 2013; A. LEÂONAS, L'aube des traducteurs. De l'he
e
au grec: traducteurs et lecteurs de la Bible des Septante, III s. av.
J.-C.-IVe s. apr. J.-C. (Initiations bibliques), Cerf, Paris 2007.
S-16TB04. TEOLOGIA BIBLICA N.T. - I
Prof. ROBERTO VIGNOLO
«QUANDO IL LIBRO DIVENTA ARCHIVIO. IL CARTELLO DELLA CROCE (GV
19,16B-22) COME VETTORE CRISTOLOGICO DELLA TESTIMONIANZA GIOVANNEA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Dedicato a Gv 19,16b-22, il corso studia come il cartello della
croce sia la prima scrittura cronologica prodotta su GesuÁ, e come
nel racconto giovanneo (ben piuÁ ampio del semplice accenno
sinottico) svolga una peculiare funzione archivistico/documen-
206
taria, corroborante la referenzialitaÁ testimoniale del libro stesso.
Alla luce del confronto sinottico, il cartello va riconosciuto al
tempo stesso quale documento/evento originario, effettivamente incorporato alla storia di GesuÁ, nonche attante-coadiuvante
narrativo scatenante una vivace drammatizzazione a supporto
della di lui regalitaÁ universale (inclusiva degli stessi giudei suoi
avversari). Rispetto alle scritture di compimento, come pure anche rispetto allo stesso libro giovanneo, il cartello della croce si
fa davvero apprezzare per la solidarietaÁ del medium scrittura
all'evento di GesuÁ esaltato in croce. Questa molto speciale incorporazione della scrittura con il crocifisso ± «GesuÁ il Nazoraio,
il re dei giudei» ± ben supportata dal suo trilinguismo, ne sancisce, documentandola, la paradossale regalitaÁ, al di sopra delle
piuÁ parziali e livorose soggettive intenzioni di chi scrive (Pilato) e
soprattutto di chi legge (i sacerdoti dei giudei). L'oscuro Nazoraio/Nazareno obbediente a Dio, consegnato dai capi a Pilato, e
da questi ingiustamente crocifisso, viene in realtaÁ esaltato da
entrambi, e regna cosõÁ sul proprio popolo.
Bibliografia:
sta Biblica» 63 (2015) 465-512.
S.16TB05. TEOLOGIA BIBLICA N.T. - II
Prof. MARCO CAIROLI
«ATTI DEGLI APOSTOLI 13±28: FINO AI CONFINI DELLA TERRA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. L'intento del corso eÁ di offrire allo studente la possibilitaÁ di una
conoscenza dettagliata della seconda sezione del libro degli Atti
(13±28), alternando una lectio cursiva di alcune pagine a una
lettura sintetica di altre e cercando di mostrare le tecniche narrative ivi presenti per raccogliere in sintesi alcune note teologiche in merito alla prima missione cristiana.
2. Dopo un'introduzione veloce circa autore, struttura e scopo
dell'opera, la lettura si snoderaÁ secondo una triplice scansione:
207
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
R.VIGNOLO, Quando il libro diventa archivio ± e quando decostruire glorifica. Il cartello della croce (Gv 19,16b-22) come vettore
cristologico e scritturistico della testimonianza giovannea, «Rivi-
la prima (At 13,1±15,35) si concentreraÁ sull'analisi del primo
viaggio missionario culminante con il concilio apostolico di Gerusalemme; la seconda (At 15,36±21,14) avraÁ come filo rosso la
rilettura dell'azione missionaria di Paolo; la terza (At 21,15±
28,31) porraÁ in luce la vicenda di Paolo, testimone sotto processo, da Gerusalemme a Roma.
Bibliografia:
D. MARGUERAT, Gli Atti degli Apostoli 2 (13-28), EDB, Bologna
2015; R. FABRIS, Atti degli Apostoli, Borla, Roma 19842; G. ROSSEÂ,
Atti degli Apostoli. Commento esegetico e teologico, CittaÁ Nuova, Roma 1998; C.K. BARRETT, Atti degli Apostoli 1, Paideia, Brescia 2003; ID., Atti degli Apostoli 2, Paideia, Brescia 2005; M.
CRIMELLA (ed.), Atti degli Apostoli, Edizioni Messaggero, Padova
2013.
S-16TB06. TEOLOGIA BIBLICA N.T. - III
Prof. PIER LUIGI FERRARI
«I LUOGHI DEL REGNO. LA DIMENSIONE SPAZIALE-ANTROPOLOGICA NEL
RACCONTO DI MARCO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso, di carattere teologico-biblico, propone alcuni itinerari
trasversali al racconto di Marco, che consentono di riconoscere
la relazione tra i «luoghi» del ministero di GesuÁ e l'avvicinarsi del
Regno. L'intento eÁ quello di favorire l'ingresso nell'universo narrativo di Marco, di cogliere le dimensioni antropologiche che
soggiacciono al suo racconto e di mettere in luce come la vicenda narrata eÁ percorsa da un'intelligenza credente che ne coglie
la dimensione piuÁ singolare, quella del misterioso ingresso di
GesuÁ, profeta, messia, Figlio dell'uomo e Figlio di Dio nel tempo
e nello spazio degli uomini.
2. L'appartenenza a un luogo concorre a definire l'identitaÁ di una
persona ed eÁ principio di senso per chi lo abita, oltre che filtro dal
quale transita la sua visione del mondo. CioÁ eÁ vero anche per il
GesuÁ della storia. Il corso mette a tema alcuni «luoghi» antropologicamente connotati del ministero di GesuÁ: i luoghi geopolitici
(la Galilea, Gerusalemme, i paesi stranieri); quelli cosmico-topografici (il cielo e la terra, il monte, il mare, la strada, il villaggio, la
208
cittaÁ); quelli architettonici (la sinagoga, la casa, il tempio, la
stanza, il cortile, la tomba). Tali «luoghi» rivestono una funzione
configurante nel montaggio redazionale di Marco: da un lato
guidano le dinamiche del racconto, dall'altro GesuÁ ha stabilito
con essi un rapporto personale, vi ha introdotto la novitaÁ dell'«euaggelion» del Regno «fatto vicino» dando vita ad una storia
singolare, riconosciuta come tale da Marco e come tale narrata.
Sotto questo profilo, il corso si propone come una cristologia «di
GesuÁ», cioeÁ mantiene un costante aggancio con la sua persona
storica unica e singolare e ne riabilita l'esperienza umana: abitando i nostri luoghi egli ha imparato l'umano con i suoi legami
essenziali e le sue logiche esistenziali. Al tempo stesso l'irrompere del Regno in tutti i luoghi della vita ha sconvolto l'ordine
costituito: GesuÁ rappresenta l'incomparabile e lo straordinario,
che non puoÁ essere ridimensionato mediante vari punti di comparazione, e di fronte al quale eÁ necessario prendere posizione.
Infatti, questa storia (effettiva e narrata), eÁ finalizzata alla fede e
alla sequela, cioeÁ eÁ stata progettata per essere resa piuÁ direttamente applicabile alla vita di lettori che seguiranno GesuÁ quale
loro unico affidabile e autorevole modello.
G. BACHELARD, La poetica dello spazio, Dedalo, Bari 20062; G.
BARBAGLIO, GesuÁ ebreo di Galilea. Indagine storica, EDB, Bologna 2002; A. DESTRO - M. PESCE, L'uomo GesuÁ: giorni, luoghi,
incontri di una vita, Mondadori, Milano 2008; P.L. FERRARI, I luoghi
del Regno. La dimensione spaziale del racconto di Marco, EDB,
Bologna 2015; J.-Y. LACOSTE, Esperienza e assoluto. Sull'umanitaÁ
dell'uomo, Cittadella, Assisi 2004.
Un commentario a scelta tra B. STANDAERT, Marco: Vangelo di
una notte vangelo per la vita. Commentario, EDB, Bologna 2012;
C. FOCANT, Il Vangelo secondo Marco, Cittadella, Assisi 2015; S.
LEÂGASSE, Marco, Borla, Roma 2000.
S-16TBMET. PRE-SEMINARIO METODOLOGICO
Proff. MATTEO CRIMELLA - LAURA INVERNIZZI
Corso semestrale di 12 ore
ECTS 1,5
Nello spazio di dodici ore si intende introdurre alla metodologia
del lavoro scientifico con particolare attenzione alla ricerca bibli-
209
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
Bibliografia:
ca. EÁ possibile seguire la parte generale (otto ore totali) e la
parte piuÁ specificatamente biblica (quattro ore). La partecipazione al Pre-Seminario eÁ facoltativa ma molto caldeggiata per
tutti gli studenti della licenza, in particolare per coloro che seguono l'indirizzo di studi biblici.
I Parte
1) Organizzazione del lavoro scientifico: individuazione dell'oggetto della ricerca, status quñstionis, schedatura del materiale,
metodologia esegetica, schema dell'elaborato, stesura (2 ore
[valide per ogni indirizzo]).
2) Opere di riferimento: concordanze, sinossi, enciclopedie bibliche, Elenchus of Biblica, le grammatiche di riferimento per l'ebraico e il greco biblico, i dizionari (2 ore in biblioteca [indirizzo
biblico]).
3) Le edizioni critiche della Bibbia: la Biblia Hebraica Stuttgartensia (come leggere l'apparato critico, note sulla Massorah), il
Novum Testamentum grñce di Nestle-Aland (come leggere l'apparato critico), le edizioni della Septuaginta (2 ore [indirizzo biblico]).
II Parte
1) Strumenti digitali: risorse on-line (banche dati/archivi; cataloghi/OPAC; siti web); interrogazione delle banche dati on-line;
ricerche per pericope, per tema, etc. (2 ore [valide per ogni
indirizzo]).
2) Strumenti digitali: trick and tips per la videoscrittura (p.e.,
impostare il proprio pc per la scrittura del greco e dell'ebraico,
fonts e tastiere); software per la catalogazione bibliografica (p.e.
Zotero), e integrazione con i programmi di videoscrittura e gli
strumenti per la ricerca on line (2 ore [valide per ogni indirizzo]).
3) La ricerca bibliografica sul web: dall'interrogazione delle banche dati on-line alla raccolta e catalogazione dei risultati (digitali
e no) con Zotero; creazione di note e bibliografia (2 ore [valide
per ogni indirizzo]).
La prima parte del corso prevede sia lezioni frontali, sia lezioni
nella sala di consultazione della biblioteca. La seconda parte del
corso prevede lezioni frontali e richiede l'utilizzo del computer
connesso ad internet.
Bibliografia:
210
SaraÁ approntata una dispensa a cura dei docenti.
Inoltre: S. BAZYLINÂSKI, Guida alla ricerca biblica (SuBi 35), San
Paolo - Gregorian & Biblical Press, Milano - Roma 2009; G. FISCHER, Conoscere la Bibbia. Una guida all'interpretazione, a cura
di S. PAGANINI, Dehoniane, Bologna 2013; J.A. FITZMYER, An Introductory Bibliography for the Study of Scripture: Third Edition
(SuBi 3), Pontificio Istituto Biblico, Roma 1990; The SBL Handbook of Style: For Biblical Studies and Related Disciplines. Second Edition, SBL Press, Atlanta GA 2014.
S-16TBSEM. SEMINARIO DI TEOLOGIA BIBLICA
Prof. STEFANO ROMANELLO
«LETTERA AI GALATI: FORME D'ARGOMENTAZIONE E PENSIERO TEOLOGICO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1) Il Seminario si propone di far acquisire ai partecipanti una
competenza personale nelle metodiche d'analisi dell'epistolario
paolino. Si presteraÁ particolare attenzione alla dimensione sincronico-pragmatica dell'esegesi, evidenziando come Paolo articoli le proprie argomentazioni intrecciando sviluppi di natura logico-concettuale con appelli ai destinatari che fanno leva sulla
mozione del loro vissuto emozionale.
2) L'ambito d'analisi saraÁ costituito dalla Lettera ai Galati. Essendo omogenea nel contenuto, e di dimensioni relativamente ridotte, saraÁ possibile una disamina complessiva dell'insieme della
sua argomentazione, verificando cosõÁ come l'intento comunicativo perseguito dall'apostolo permei in modo decisivo la sua teologia. Per comprendere la stessa si rende pertanto necessario
cogliere tutte le strategie da lui messe in atto per riguadagnare
alla propria comprensione del vangelo la comunitaÁ destinataria
dello scritto, che vive il rischio di una tragica defezione dallo
stesso. CioÁ saraÁ possibile individuando i procedimenti retorici
e midrashici cui l'apostolo ricorre.
3) A seguito di due lezioni introduttive del docente gli studenti
presenteranno delle relazioni su brani ad essi assegnati, con
modalitaÁ e bibliografia indicata dal docente. La valutazione verraÁ
data sull'elaborato scritto a seguito della sua presentazione,
tenuto conto della stessa. Prima di iniziare il Seminario gli studenti sono tenuti a studiare gli articoli di J.-N. ALETTI, Approccio
211
retorico in esegesi e sua ricaduta teologica, «Teologia» 38 (2013)
575-588, e H.-D. BETZ, The Literary Composition and Function of
Paul's Letter to the Galatians, «New Testament Studies» 21
(1975) 353-387.
Bibliografia:
Retorica: Dizionario di retorica e stilistica, UTET, Torino 2004; H.
LAUSBERG, Elementi di retorica, Il Mulino, Bologna 1969; B. MORTARA GAREVELLI, Manuale di retorica, Bompiani, Milano 2003; CH.
PERELMAN - L. OLBRECHTS-TYTECA, Trattato dell'argomentazione.
La nuova retorica, Einaudi, Torino 1966; O. REBOUL, Introduzione
alla retorica, Il Mulino, Bologna 1966.
Midrashica: P. BASTA, Gezerah shawah. Storia, forme e metodi
dell'analogia biblica (SubBib 26), G&B Press, Roma 2006; G.
STEMBERGER, Introduzione al Talmud e al Midrash, CittaÁ Nuova,
Roma 1995. Gli studi biblici di riferimento saranno poi indicati
nel corso del Seminario.
S-16LA01. CORSO SUPERIORE DI GRECO
Prof.ssa LAURA INVERNIZZI
«LA LINGUA GRECA DELLA LXX E IL SUO INFLUSSO SUL NUOVO TESTAMENTO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
212
1) Presupponendo la conoscenza del greco biblico adoperato nel
Nuovo Testamento, il corso vuole introdurre alle peculiaritaÁ della
lingua della LXX per familiarizzare gli studenti con il testo greco
dell'Antico Testamento.
2) Lo studio della lingua greca, adoperata dalla Settanta per
tradurre il testo biblico ebraico, presuppone una conoscenza di
base del greco e mira a presentare le principali caratteristiche
morfologiche e sintattiche che denotano questo idioma di traduzione, in continua tensione fra due differenti mondi linguistici. Lo
studio teorico della grammatica eÁ accompagnato da esercitazioni
pratiche su alcuni testi biblici, scelti in parallelo con il corso di
Teologia Biblica A.T.-N.T. su La Settanta: laLXXfinale del libro di
GiosueÁ (Gs 24) e il ciclo di Elia (1Re [3 Reg ] 17±21). Inoltre
particolare attenzione saraÁ riservata alle citazioni dell'Antico Te-
stamento presenti nel Nuovo Testamento, per evidenziare il forte
influsso esercitato dalla lingua della LXX sugli autori cristiani.
Bibliografia:
Septuaginta. Id est Vetus Testamentum grñce iuxta LXX interpretes. Editio altera, ed. A. RAHLFS - R. HANHART, Deutsche Bibelgesellschaft, Stuttgart 2006; F.C. CONYBEARE - ST.G. STOCK, A
Grammar of Septuagint Greek (ristampa da Selections from the
Septuagint, Boston 1905), Zondervan, Grand Rapids (MI) 1980;
M. CIMOSA, Guida allo studio della Bibbia Greca (LXX). Storia lingua - testi, SocietaÁ Biblica Britannica e Forestiera, Roma
1995; N. FERNAÂNDEZ MARCOS, La Bibbia dei Settanta. Introduzione alle versioni greche della Bibbia (Introduzione allo studio della
Bibbia. Supplementi 6), Paideia, Brescia 2000; E. HATCH - H.A.
REDPATH, A Concordance to the Septuagint and the Other Greek
Versions of the Old Testament (Including the Apocryphal Books),
Akademische Druck- und Verlagsanstalt, Graz 1954; B.A. TAYLOR, Analytical lexicon to the Septuagint, Hendrickson Publishers,
Peabody (MA) 2010.
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
S-16TB08. ISTITUZIONI BIBLICHE
Prof. FRANCO MANZI
«IL POPOLO DELL'ALLEANZA: LE ISTITUZIONI DELL'ANTICO TESTAMENTO E
LE LORO REINTERPRETAZIONI CRISTOLOGICHE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1) Il fine fondamentale del corso eÁ favorire l'ingresso graduale
degli studenti nella conoscenza delle principali istituzioni dell'Antico Testamento, vale a dire di quelle forme di vita sociale che
hanno strutturato l'esistenza del popolo d'Israele nella fase anticotestamentaria della storia della salvezza. A questo scopo, ai
partecipanti al corso sono spiegati i principali passi biblici che
trattano di tali istituzioni e della loro rilettura neotestamentaria,
nonche una bibliografia specifica per approfondire personalmente gli argomenti spiegati dal docente ed altri ad essi connessi.
2) Nel quadro dell'alleanza tra Dio e il suo popolo, il corso focalizza le principali istituzioni dell'Antico Testamento. In particolare, dopo un'analisi della categoria dell'alleanza, saranno presen-
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tate nell'orizzonte anticotestamentario queste cinque istituzioni:
la regalitaÁ, il profetismo, il tempio, il sacrificio e il sacerdozio.
La prospettiva della trattazione non eÁ soltanto storica e anticotestamentaria, ma eÁ primariamente cristologica e conseguentemente ecclesiologica. PiuÁ esattamente: soprattutto alla luce
del documento della PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA, Il popolo
ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana, Libreria
Editrice Vaticana, CittaÁ del Vaticano 2001, il corso chiarisce il
rapporto di «continuitaÁ», di «discontinuitaÁ» e di «progressione»,
con cui le istituzioni anticotestamentarie sono state portate a
compimento dalla mediazione storico-salvifica definitiva di Cristo.
Questa tesi, alla quale il documento della Pontificia Commissione Biblica ± coerentemente con il suo taglio sintetico ± dedica
una presentazione piuttosto rapida, eÁ illustrata analiticamente
dal corso. Per illuminare il rapporto di compimento definitivo in
Cristo della rivelazione anticotestamentaria, esso mostra, attraverso un dettagliato studio storico ed esegetico dei brani dell'Antico e del Nuovo Testamento, in che termini le istituzioni
dell'antico Israele e del medio giudaismo siano state rilette dagli
scrittori del Nuovo Testamento in riferimento a Cristo e alla
comunitaÁ cristiana.
3) Il corso eÁ svolto dal docente, che dedica due lezioni a ciascuno
dei sei temi (l'alleanza, la regalitaÁ, il profetismo, il tempio, il
sacrificio e il sacerdozio), illustrandone prima i dati anticotestamentari e poi la rilettura neotestamentaria. Nell'ultima parte di
ogni lezione, il docente mette a disposizione degli studenti un
tempo congruo per domande e interventi personali. L'esame orale prevede due momenti: nel primo, il candidato espone in maniera sintetica il capitolo sul «sacrificio» del libro di F. MANZI,
Memoria del Risorto e testimonianza della Chiesa, Cittadella,
Assisi 2006, 241-342; nel secondo momento, dovraÁ rispondere
alla domanda del docente sul tema di una delle dodici lezioni del
corso, riassunte nelle dispense.
Bibliografia:
F. MANZI, ``Hic veri templi adumbratur mysterium''. L'adempimento neotestamentario del Tempio alla luce di un recente documento
della Pontificia Commissione Biblica, «Ephemerides Liturgicae»
116 (2002) 129-174; ID., Lettera agli Ebrei (= Nuovo Testamen214
to. Commento esegetico e spirituale s.n.), CittaÁ Nuova, Roma
2001, 113-136; ID., Memoria del Risorto e testimonianza della
Chiesa (= Commenti e Studi Biblici; Sezione Studi Biblici
s.n.), Cittadella, Assisi 2006, 241-342; ID., Le orme di Cristo.
Discernimento e profezia (= Le AÁncore s.n.), AÁncora, Milano
2005; A. VANHOYE, Salvezza universale nel Cristo e validitaÁ dell'Antica Alleanza, «La CiviltaÁ Cattolica» 145/4 (1994) 443-455;
R. DE VAUX, Les Institutions de l'Ancien Testament. I. Le nomadisme et ses survivances. Institutions familiales. Institutions civiles,
Cerf, Paris 19915, 155-203 (tr. it., Le Istituzioni dell'Antico Testamento, Marietti, Casale Monferrato [AL] 19773, 107-139).
S-16TB09. BIBBIA E CULTURA
Prof. PIERO STEFANI
«IL MISERERE SAL 51 (50) DAL RE DAVIDE A GEORGE ROUAULT»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1) Un primo scopo del corso eÁ di indagare sugli aspetti multiformi di un salmo penitenziale che in virtuÁ del suo incipit eÁ stato
inestricabilmente connesso non solo con la dimensione della
colpa, del pentimento e del perdono ma anche con quella della
sofferenza. Un secondo fine, di natura piuÁ teologica, eÁ di sondare
il tema del ``destino'' di un testo rivelato all'interno di ambiti che
lo interpretano anche al di fuori del contesto canonico entro il
quale eÁ stato trasmesso.
2) Il corso procederaÁ piuÁ per ``blocchi'' che per un discorso continuo. PrenderaÁ le mosse da una presentazione del salmo accompagnato da un breve inquadramento dell'ambiente in cui eÁ sorto.
Si passeraÁ poi alla costituzione della sequela dei sette salmi
penitenziali di cui il Miserere costituisce il cuore. La prima, consistente sezione di carattere letterario saraÁ dedicata al ruolo del
Miserere all'interno della Divina Commedia (eÁ forse un caso che
la prima parola messa in bocca a Dante come personaggio sia
«miserere»?), minor attenzione saraÁ riservata al Petrarca. Un
ulteriore ``blocco'' saraÁ dedicato al commento ai salmi penitenziali di Lutero risalenti al ``fatidico'' 1517. Si riprenderaÁ il discorso letterario occupandosi di Manzoni, in particolare attraverso la
lettura di alcune pagine dei Promessi sposi. In virtuÁ di un riferimento al celebre Miserere di Gregorio Allegri ci si addentreraÁ nel
tema della potenziale deriva estetica riservata a certe forme
liturgiche; su questo fronte ci saranno guida preziosa alcuni so-
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netti di Gioachino Belli. Il tema della sofferenza saraÁ affrontato
attraverso il grande e travagliato ciclo di incisioni di Georges
Rouault, l'argomento comporteraÁ una ricostruzione di un certo
particolare clima spirituale proprio della Francia del primo Novecento. Si concluderaÁ con una riflessione dedicata alle potenzialitaÁ pastorali del salmo in un contesto contemporaneo cosõÁ come
emergono nella «scuola della Parola» a esso sollecitamente dedicata dal card. Martini. Assunto nel suo insieme il corso proporraÁ un discorso che intreccia tra loro il piano spirituale con quello
letterario e artistico. La riflessione sul Miserere saraÁ peroÁ orientata anche a suscitare una serie di considerazioni di natura filosofico-teologica.
3) Il corso, dopo un inquadramento generale attraverso alcune
lezioni prevalentemente «frontali» prevede una modalitaÁ di sviluppo incentrata in maniera consistente sulla lettura commentata di testi. Il modello di verifica eÁ costituito da un esame orale o,
a scelta, da un breve elaborato scritto da assumersi come base
per una successiva, breve discussione orale.
Bibliografia:
I LIBRI DI BIBLIA, Rileggere Salmi, Cantici, Inni, Morcelliana, Brescia 2011; C.M. MARTINI, La scuola della Parola. Riflessioni sul
Salmo ``Miserere'', Mondadori, Milano 19904; G. RAVASI, Miserere. Il piuÁ celebre salmo penitenziale, EDB, Bologna 2016; P.
STEFANI, I volti della misericordia, Carocci, Roma 2015.
S-16TB07. STORIA DELL'ERMENEUTICA BIBLICA
Prof. ANTONIO MONTANARI
«LE PARABOLE DI GESUÁ NELL'ANTICA INTERPRETAZIONE CRISTIANA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
216
1) Il corso si propone di introdurre allo studio della spiritualitaÁ
cristiana antica che, nei suoi tratti portanti, eÁ essenzialmente
biblica e nasce dall'interpretazione della Scrittura. Attraverso
la lettura di alcune pagine significative degli antichi commentatori cristiani, mostreremo come le parabole evangeliche sono
state da loro interpretate, mettendo in luce l'interesse che li
muoveva e l'interazione fra l'esegesi del testo scritturistico e
l'interpretazione dell'esperienza cristiana.
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
2) Le parabole si collocano al cuore della predicazione di GesuÁ.
Non stupisce pertanto che siano state da sempre oggetto di
attenzione da parte degli scrittori e dei predicatori cristiani. Il
nuovo indirizzo interpretativo, adottato a partire dalla fine del
XIX secolo, ha portato all'abbandono definitivo dell'esegesi tradizionale, generalmente valutata come arbitraria e soggettiva, e
talvolta sbrigativamente liquidata come ``allegorica''. Chi eÁ piuÁ
attento eÁ peroÁ consapevole della varietaÁ riscontrabile nella prassi interpretativa degli autori antichi, mai imbrigliabile in schemi
troppo riduttivi e sempre finalizzata alla vita spirituale, come si
evince dall'invito insistente a ricercare nelle parabole una presenza di Cristo, «il vero tesoro nascosto nelle Scritture» (Ireneo
di Lione). Dopo aver ripercorso le principali tappe del cammino di
interpretazione delle parabole evangeliche, ci accosteremo alle
pagine di alcuni antichi commentatori, al fine di comprendere
una prassi di lettura rimasta viva a lungo nella tradizione della
Chiesa e costantemente preoccupata di offrire al lettore un accesso alla vita spirituale.
3) Il corso prevede lezioni frontali da parte del docente e l'approfondimento personale di alcune tematiche. In sede di esame
saraÁ chiesto: a) di discutere le linee interpretative di un testo o di
un tema, a scelta del candidato, indicando il percorso di approfondimento seguito per la preparazione; b) di discutere un testo
o un tema, a scelta del docente.
Bibliografia:
A. ORBE, Parabolas EvangeÂlicas en San Ireneo (Biblioteca de
Autores Cristianos 729), BAC, Madrid 2015; M. MARITANO - E.
DAL COVOLO, Le parabole del Regno nel Commento a Matteo.
Lettura origeniana (Nuova Biblioteca di Scienze Religiose 19),
LAS, Roma 2009; M. MARIN, Ricerche sull'esegesi agostiniana
della parabola delle Dieci vergini (Mt 25 1-13) (Quaderni di «Vetera christianorum» 16), Edipuglia, Bari 1981; R. ROUKEMA, The
Good Samaritan in Ancient Christianity, «Vigiliae Christianae» 58
(2004) 56-74; Y. FROT, Note sur l'utilisation de la parabole de
l'Enfant Prodigue dans l'úuvre de Saint Augustin, in E. DUVAL
(ed.), Memoriam Sanctorum venerantes. Miscellanea in onore
di Monsignor Victor Saxer (Studi di AntichitaÁ Cristiana 48), Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, CittaÁ del Vaticano 1992,
443-448; M. DULAEY, La parabole de la brebis perdue dans l'EÂglise ancienne. De l'exeÂgeÁse aÁ l'iconographie, «Revue des EÂtudes
Augustiniennes» 39 (1993) 3-22. Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno offerte durante lo svolgimento del corso.
217
SEZIONE DI TEOLOGIA MORALE,
PASTORALE E SPIRITUALE
S-16TM01. TEOLOGIA MORALE FONDAMENTALE - I
Prof. GIUSEPPE ANGELINI
«DIFETTO DI SPERANZA. EMERGENZA CIVILE, QUESTIONE TEOLOGICA»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
218
I. La vicenda della speranza nello spazio pubblico:
a) Il mito moderno del progresso.
b) La fine del mito e il pensiero tragico del Novecento, secolo
dell'angoscia.
c) La riconciliazione con il difetto: passaggio al pensiero clinico
(o cinico?); la salute invece della salvezza.
II. Ragioni civili del difetto di speranza: il tramonto della forma
morale del vivere:
a) Dopo gli ideali ascetici il nulla (Nietzsche).
b) Ideal tipo del comportamento adolescente: distacco pregiudiziale del soggetto dall'azione.
c) La cultura tutta nel segno dell'adolescente.
III. La sprovvedutezza della tradizione teorica: dissociazione tra
speranza e mores:
a) La filosofia: la separazione dei tre interrogativi (Kant); concezione `tragica' della speranza senza agire (Kierkegaard).
b) La teologia: l'affermazione del nesso nella prospettiva `mercenaria' della teologia cattolica; la negazione del nesso nella
prospettiva protestante.
c) Tentativi precari di rimediare: la filosofia (politica) della speranza e la teologia (politica) della speranza.
IV. Il legame tra speranza e agire secondo il modello biblico:
a) Primo significante della promessa eÁ il cammino originario.
b) Il senso della legge.
c) Pratica dell'obbedienza e conoscenza della veritaÁ della promessa
V. Ritorno alla questione civile.
Bibliografia:
BENEDETTO XVI, enciclica Spe salvi; J. PIEPER, Sulla speranza
(1935), Morcelliana, Brescia 1960; G. MARCEL, Homo viator
(1944), Borla, Torino 1967; M. HORKHEIMER - TH.W. ADORNO, Dialettica dell'llluminismo (1947), Einaudi, Torino 1967; E. BLOCH, Il
principio speranza (1954-59), a cura di R. BODEI, Garzanti, Milano 2005; J. MOLTMANN, La teologia della speranza (1964), Queriniana, Brescia 1970; CH. TAYLOR, Il disagio della modernitaÁ
(1991), Laterza, Bari 1994.
S-16TM02. TEOLOGIA MORALE
FONDAMENTALE - II
Prof. MAURIZIO CHIODI
«CULTURA, NATURA E COSCIENZA. LA QUESTIONE MORALE TRA VERITAÁ,
STORIA E LIBERTAÁ»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1) Il corso, proposto nell'ambito della specializzazione in teologia
morale, si prefigge di tematizzare la nozione di cultura, articolandola con quella di coscienza, in vista di un ripensamento critico della nozione di natura. Attraverso il confronto con la letteratura piuÁ significativa, sotto il profilo antropologico-culturale,
sociologico, filosofico e teologico, l'intento eÁ di mettere in rilievo
le questioni etico-antropologiche e teologiche fondamentali.
2) I complessi e variegati fenomeni della globalizzazione e della
multiculturalitaÁ, uniti alla crisi della societaÁ occidentale e al suo
(apparentemente inarrestabile) processo di individualizzazione,
raccomandano l'attenzione del pensiero critico alla nozione di
cultura, un'idea che si eÁ imposta nell'ambito dell'antropologia
`culturale' e della sociologia soltanto alla fine dell'Ottocento
(Taylor).
Il corso si articoleraÁ in due passaggi fondamentali. L'obiettivo del
primo momento saraÁ quello di fornire una ricognizione delle questioni e dei modelli teorici elaborati nell'ambito della vastissima
letteratura sociologica e antropologico-culturale. Scarse, ma significative, sono le tematizzazioni di questa istanza nella riflessione della filosofia (Hegel, Weil, Quelquejeu, Ricúur).
A partire da questa analisi il secondo momento del corso si
proporraÁ di pensare il `senso' della cultura nel suo costitutivo
219
profilo etico-antropologico e teologico. EÁ facile comprendere
come l'idea (antropologica) di cultura si sia inevitabilmente incontrata ± o scontrata ± con la nozione tradizionale di natura
(umana), elaborata dalla morale cristiana, che ha raggiunto il
suo culmine teorico nella riflessione di s. Tommaso. Dell'idea di
natura, e di legge naturale, si eÁ appropriato lo stesso magistero
ecclesiastico, anche se alcuni interventi piuÁ recenti hanno ripreso
l'idea di cultura, per quanto in modo ancora poco elaborato: da
un Discorso di Pio XII, al concilio Vaticano II, ad altri documenti,
di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco. Anche in ambito teologico morale, a parte alcune lodevoli eccezioni, l'idea di cultura
eÁ rimasta poco piuÁ che una suggestione, sorprendentemente ma
inevitabilmente indeterminata. A tale proposito i nodi teorici da
affrontare riguardano i rischi del naturalismo o dell'intellettualismo da una parte e del culturalismo o storicismo dall'altra. Per
superare la giustapposizione e il semplice accostamento, come
anche l'alternativa e l'opposizione tra natura e cultura, la sfida eÁ
di pensare insieme le istanze dell'una (tutti) e dell'altra (molti),
nel loro costitutivo riferimento alla coscienza morale (singolare):
eÁ solo nell'esperienza culturale che la coscienza morale si apre
all'universale implicato nell'esperienza etico-antropologica.
Bibliografia:
M. AIME, Cultura, Bollati Boringhieri, Torino 2013; Z. BAUMAN,
Per tutti i gusti. La cultura nell'etaÁ dei consumi, Laterza, RomaBari 2016; G. CLIFFORD, Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna 1998; E. CHIAVACCI, Teologia e cultura, in ID., Teologia Morale 2. Complementi di morale generale, Cittadella, Assisi 1980,
152-177; R. GUARDINI, Natura, cultura, cristianesimo, Morcelliana, Brescia 1983; R. MANCINI - G. RUGGIERI, Fede e cultura, Marietti, Torino 1979; B. QUELQUEJEU, Ethos storici e norme etiche,
in B. LAURET - F. REFOULEÂ (ed.), Iniziazione alla pratica della teologia. Volume 4. Morale, Queriniana, Brescia 1986, 72-94.
S-16TM03. TEOLOGIA MORALE
FONDAMENTALE - III
Prof. ALBERTO BONANDI
«STORIA DELLA TEOLOGIA MORALE DEL XX SECOLO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
220
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1) Particolarmente travagliato eÁ stato per la teologia morale il
secolo XX, che in piuÁ di un senso rimane un secolo inconcluso.
Trasformazioni profonde sono state introdotte o almeno tentate,
e gli esiti non sempre sono risultati brillanti. Il fatto stesso che
numerosi e impegnativi siano stati gli interventi magisteriali riguardanti sia la morale fondamentale, sia i molteplici e anche
inediti ambiti della cosiddetta morale speciale, segnalano la necessitaÁ di correzioni e rielaborazioni. Il corso si prefigge di individuare i passaggi essenziali della teologia morale di questo
secolo, di definire la loro identitaÁ e di mostrarne la consistenza,
sottolineando la continuitaÁ e la discontinuitaÁ di una storia parziale, all'interno della storia generale della teologia. CosõÁ si raggiungono gli obbiettivi di informazione, di configurazione dello
stato attuale della disciplina, di lettura critica delle vicende recenti.
2) La prima stagione della teologia morale del XX secolo eÁ rappresentata dalla manualistica latina: gli esemplari sono numerosi
e condividono in gran parte il metodo della teologia neoscolastica, all'insegna della ragion pratica e della casuistica. Essa proviene da tradizione plurisecolare, anzi si eÁ costituita insieme con
la teologia morale stessa: ignorarne consistenza e procedimenti
equivale a condannarsi a ripeterne i problemi (primo capitolo).
Ma contemporaneamente da oltralpe soffiavano venti di `rinnovamento', che, iniziati nell'Ottocento, sono stati irrobustiti da
studi biblici e storico-dogmatici (e cristocentrismo teologico)
da una parte, da filosofia dei valori, dal pensiero dialogico, dal
personalismo, dal trascendentalismo neotomista dall'altra; essi
tutti sospingevano verso una revisione profonda di quella `tradizione'. Il cantiere veniva aperto, moralisti tedeschi e francesi
soprattutto si cimentavano nelle nuove direzioni e proponevano
modelli differenti al pensare teologico morale, ora all'insegna di
una specie di entusiasmo biblico o dogmatico e spirituale, ora di
una filosofia del soggetto come necessario bilanciamento dell'oggettivitaÁ normativa del passato (secondo capitolo).
Ma l'entusiasmo tende ad esaurirsi; cosõÁ la teologia morale ha
dovuto riprendere pazientemente l'analisi del proprio metodo, e
confrontarsi in modo sistematico con le tematiche dell'antropologia (dal punto di vista dell'agire soprattutto), della relazione
tra questa e la fede (e da qui il rapporto con la teologia fondamentale), della rilevanza della cultura (il vissuto) per l'istruzione
pratica del vivere personale e interpersonale; mentre tutto questo veniva declinato a partire da problematiche emergenti, solo a
221
prima vista lontane dalla riflessione teoretica: come le biotecnologie, la questione ambientale, le forme estreme dell'individualismo occidentale (la tematica del `genere'), ecc. E mentre tutto
questo veniva sottoposto a discernimento autorevole da parte di
interventi molteplici e puntuali del magistero ecclesiale (emblematici i casi di Veritatis Splendor e Familiaris Consortio). Si tratta
quindi di orientarsi in questa complessa e perfino contraddittoria
vicenda, cosa ben esibita da alcune pubblicazioni di teologia
morale (terzo capitolo).
Bibliografia:
A. BONANDI, Modelli di teologia morale nel ventesimo secolo,
«Teologia» 24 (1999) 89-138; 206-243; ID., Il difficile rinnovamento. Percorsi fondamentali della teologia morale postconciliare,
Cittadella, Assisi 2003; P. BLACK - J. KEENAN, The Evolving
Self-Understanding of the Moral Theologian: 1900-2000, «Studia
Moralia» 39 (2001) 291-327; G. BORGONOVO, L'avventura della
teologia morale nel XX secolo, «Rivista Teologica di Lugano» 5
(2000) 79-102.
S-16TM04. MORALE SPECIALE - I
Prof. ARISTIDE FUMAGALLI
«L'ESORTAZIONE APOSTOLICA POST-SINODALE AMORIS LAETITIA. CONTENUTI PRINCIPALI E QUESTIONI NODALI»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
222
1. Subito all'inizio della sua Esortazione apostolica sull'amore
nella famiglia, papa Francesco, data la «complessitaÁ delle tematiche», afferma «la necessitaÁ di continuare ad approfondire con
libertaÁ alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali»,
confidando che «la riflessione dei pastori e dei teologi, se eÁ
fedele alla Chiesa, onesta, realistica e creativa, ci aiuteraÁ a raggiungere una maggiore chiarezza» (n. 2). Corrispondendo a questo compito, il corso intende approfondire i contenuti principali e
le questioni nodali presenti in Amoris Laetitia.
2. Considerando la linea di sviluppo dell'insegnamento magisteriale a seguito del concilio Vaticano II, il corso intende evidenziare la centralitaÁ che Amoris Laetitia assegna all'amore cristiano in
ordine alla comprensione e alla valutazione del matrimonio e
della famiglia. L'amore eÁ il contenuto essenziale che la riflessione
teologico-morale sulla vita matrimoniale e familiare, ma piuÁ radicalmente sulla vita cristiana, eÁ chiamata a indagare. Riferendosi esplicitamente alla teologia morale, Francesco afferma, infatti, che «seppure eÁ vero che bisogna curare l'integralitaÁ
dell'insegnamento morale della Chiesa, si deve sempre porre
speciale attenzione nel mettere in evidenza e incoraggiare i valori piuÁ alti e centrali del Vangelo, particolarmente il primato della
caritaÁ come risposta all'iniziativa gratuita dell'amore di Dio» (n.
311). In questa direttiva risuona distintamente l'eco del mandato
conciliare, affidato alla teologia morale, di illustrare «l'altezza
della vocazione dei fedeli in Cristo e il loro obbligo di apportare
frutto nella caritaÁ per la vita del mondo» (Optatam Totius 16). La
centralitaÁ dell'amore, cristianamente inteso, illumina il successivo svolgimento del corso, che s'impegna nel rinvenire e approfondire alcuni tra i temi piuÁ rilevanti presenti in Amoris Laetitia:
l'accompagnamento del cammino, graduale e imperfetto, dell'amore familiare; il discernimento personale e pastorale dell'amore
possibile; l'integrazione di tutti nel cammino, a misura della loro
responsabilitaÁ e possibilitaÁ nel corrispondere alle esigenze del
matrimonio cristiano.
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
Bibliografia:
Il testo di riferimento per il corso eÁ ovviamente L'Esortazione
apostolica post-sinodale di papa Francesco Amoris Laetitia sull'amore nella famiglia (19 marzo 2016), cui va aggiunta la sua
prima e programmatica Esortazione apostolica Evangelii Gaudium sull'annuncio del Vangelo nel mondo attuale (24 novembre
2013).
S-16TM05. MORALE SPECIALE - II
Prof. MARKUS KRIENKE
«ETICA DEL DIRITTO. LE NUOVE FRONTIERE DELLA MORALE NELLA SOCIETAÁ PLURALE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Attraverso una problematizzazione concreta di conflitti attuali,
il corso introduce nel rapporto tra morale e diritto, in cui consiste
223
un aspetto rilevante dell'etica moderna, e nella sua importanza
per l'etica teologica.
2. Il diritto subisce attualmente quattro tendenze tipiche della
societaÁ tardo moderna: (a) innanzitutto perde sempre di piuÁ il
suo contenuto morale, (b) mentre diventa la prima istanza per la
soluzione di conflitti sociali, (c) e per l'autoaffermazione individualistica, (d) ma subisce anche quel ``narrativo del ritorno della
religione'' da cui il dibattito sociale non puoÁ piuÁ prescindere. A
partire da questa problematizzazione, si tematizza il rapporto tra
morale e diritto, da un lato nella sua evoluzione storica a partire
dalla Bibbia e dal pensiero greco, dall'altro attraverso i tre grandi
paradigmi del giusnaturalismo del giuspositivismo e dell'etica
dei diritti umani. Dai limiti caratteristici di queste macro-categorie emerge il metodo specifico di un'etica del diritto nella tarda
modernitaÁ: essa situa il diritto nei rapporti interumani e quindi
nella dimensione della giustizia, della dignitaÁ umana, del riconoscimento, e della solidarietaÁ. In questo modo una nuova etica del
diritto avanza quale categoria morale sociale principale, in cui la
dimensione teologica (ed interreligiosa) assume un ruolo principale per la loro ermeneutica laica e civile. In questo contesto
viene tematizzato il rapporto tra giustizia e amore, la categoria
del limite del diritto, il rapporto tra colpa, peccato e il senso della
pena. Sono temi decisivi per riflettere criticamente sul nuovo
contesto dei diritti tra la loro dimensione cosmopolitica, la sfida
dei diritti dei migranti e i ``nuovi diritti umani''. Con questi tre
temi il corso tira le sue sintesi provvisorie e apre al dibattito
attuale in corso.
3. Si espone l'argomento attraverso lezioni frontali e la lettura di
testi originali, interpellando anche l'orizzonte di esperienza degli
studenti e stimolando il dibattito in aula. Inoltre si offre un tutoring facoltativo per l'approfondimento di argomenti parziali e per
la preparazione all'esame. L'esame orale verraÁ preparato sulla
base di: un manuale che viene indicato nella prima lezione, una
scelta di testi originali messi a disposizione in pdf, un riassunto
autorizzato dal docente, e il materiale power-point utilizzato dal
docente durante i corsi.
Bibliografia:
224
E. ANCONA - G. DE ANNA (ed.), Il tomismo giuridico del XX secolo.
Antologia di autori e testi, Giappichelli, Torino 2015; M. CHIODI,
Amore, dono e giustizia. Teologia e filosofia sulla traccia del pensiero di P. Ricúur, Glossa, Milano 2011; F. D'AGOSTINO, Lezioni di
Filosofia del Diritto (Recta Ratio, V,10), Giappichelli, Torino 2006;
L.L. FRATTINI, Teologia sociale, teologia dei diritti umani. Statuto
epistemologico e approccio interdisciplinare, Cittadella, Assisi
2013; O. HOÈFFE, Persino un popolo di diavoli ha bisogno dello
Stato. Contributi filosofici per un'etica del diritto e dello Stato, a
c. di A.C. AMATO, Giappichelli, Torino 1993; A. PIN (ed.), I nuovi
diritti dell'uomo. Le sfide della societaÁ plurale, Marcianum Press,
Venezia 2012.
S-16TMSEM. SEMINARIO DI TEOLOGIA MORALE
Prof. MATTEO MARTINO
«GENITORI TESTIMONI DELL'ORIGINE. DENSITAÁ RELIGIOSA DEI LEGAMI FAMILIARI, IDENTITAÁ E CULTURA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1. La relazione parentale ha rilievo archeologico per la determinazione della coscienza e dispone di una eminente qualitaÁ religiosa. Questa evidenza, attestata incontestabilmente dall'osservazione fenomenologica, risulta di fatto censurata dall'attuale
cultura dominante nella societaÁ secolare occidentale. Obiettivo
del Seminario eÁ l'individuazione di categorie concettuali che consentano il recupero e l'articolazione del profilo costitutivamente
religioso delle figure parentali, sullo sfondo della diagnosi dei
fattori socio-culturali che stanno alla base della precarietaÁ del
soggetto contemporaneo.
2. Nella stagione civile corrente la famiglia patisce una condizione di marcata incertezza e di spiccato isolamento che la priva
della sua nativa funzione di tradizione culturale, accentuandone
invece in maniera esorbitante l'intonazione affettiva. Ne deriva
l'inceppamento del dispositivo di trasmissione dei significati elementari della vita alle nuove generazioni e, piuÁ radicalmente,
l'offuscamento della percezione del debito simbolico che ogni
individuo contrae nei confronti di chi lo ha generato. Le cause
sono da ricondurre all'intreccio di fattori storici, pratici e teorici:
il cambiamento sociale e culturale, l'insediarsi di stili di vita di
stampo individualistico e, contestualmente, la diffusione di visioni antropologiche che promuovono una concezione dell'io come
soggetto autocentrato e autosufficiente. Le conseguenze del
depotenziamento della predisposizione dei comportamenti parentali a fornire ai figli lo schema simbolico/religioso del mondo
225
si manifesta nella vistosa difficoltaÁ a realizzare i processi di
identificazione e nel difetto di formazione della coscienza morale. Questo nesso tra inefficienza semantica dell'esperienza familiare contemporanea e strutturale debolezza dell'individuo,
proprio in un'epoca che lo esalta, eÁ registrato da psicologi e
psicoanalisti piuÁ che da filosofi e teologi. Si rende pertanto urgente restituire evidenza alla densitaÁ religiosa del legame familiare e provvedere all'allestimento di un'attrezzatura concettuale
che consenta di chiarire l'originaria qualitaÁ relazionale dell'identitaÁ personale e, insieme, la qualitaÁ testimoniale del rapporto
genitori-figli.
3. Il Seminario prenderaÁ avvio con alcune lezioni introduttive
dedicate alla messa a fuoco della tematica e all'individuazione
delle sue articolazioni. Verranno poi illustrati i criteri metodologici per l'impostazione del lavoro di ricerca degli studenti. A
ciascun partecipante saraÁ richiesta la presentazione di un'opera
scelta secondo le indicazioni bibliografiche suggerite, seguita
dalla discussione comune. Il Seminario si concluderaÁ con una
riformulazione sintetica da parte del docente delle questioni teoriche emerse dalle esposizioni degli studenti, i quali provvederanno a raccogliere in un elaborato scritto i risultati attinenti
all'argomento da loro trattato.
Bibliografia:
G. ANGELINI, Uomo, veritaÁ e cultura, «Teologia» 35 (2010) 446-477;
ID., Il figlio. Una benedizione, un compito, Vita e Pensiero, Milano
1991; J. LACAN, I complessi familiari nella formazione dell'individuo, Einaudi, Torino 2005; X. LACROIX, Passatori di vita. Saggio
sulla paternitaÁ, EDB, Bologna 2005; M. MARTINO, Padre e madre.
Pensare la relazione genitori e figli nel nostro tempo, «LemaÁ sabactaÁni» 15 (2015) 35-48; D. WINNICOTT, Il bambino, la famiglia e il
mondo esterno, Edizioni Scientifiche Ma.Gi., Roma 2005.
Á-I
S-16TSP01. STORIA DELLA SPIRITUALITA
Prof. ANTONIO MONTANARI
«LE PARABOLE DI GESUÁ NELL'ANTICA INTERPRETAZIONE CRISTIANA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
226
Cfr. sommario del corso alle pp. 216-217.
Á - II
S-16TSP02. STORIA DELLA SPIRITUALITA
Prof. PIERLUIGI BORACCO
«DIACONIE E DIACONATO AL FEMMINILE: DAL SOMMERSO DELLA STORIA
LA VARIETAÁ DI TRAGITTI, FORME DI REALIZZAZIONE E SUGGESTIONI TEOLOGICO-SPIRITUALI»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
I. Il corso mira a rendere gli studenti piuÁ consapevoli e competenti dell'itinerario storico-spirituale-teologico percorso dall'esercizio delle forme di diaconia e di diaconato, in versione maschile o femminile, lungo i secoli della chiesa cristiana. Questo
permetteraÁ di meglio comprendere il perche degli orientamenti
conciliari in materia, i passi giaÁ fatti in tal senso, quelli appena
inaugurati, e quelli ancora da fare. Soprattutto consentiraÁ di
leggere il cangiante realizzarsi di questo concreto servizio sulla
scorta degli orientamenti spirituali e teologici da esso vissuti e
promossi.
II. Il corso intende individuare e riconnettere in grandi e significativi filoni il variegato panorama di esperienze spirituali del
percorso di questo ministero; a delineare, in particolare, quelle
che appariranno progressivamente come le grandi strade maestre che confluiscono nel progetto attuale di far rivivere e riconfigurare, con la promozione del diaconato, anche al femminile,
l'immagine della Chiesa e del cristiano. L'attenzione saraÁ particolarmente concentrata sulle forme di realizzazione femminile di
questo ministero, nell'obiettivo dichiarato di promuoverne la
reintroduzione e l'esercizio con una precisa consapevolezza teologico-spirituale.
Bibliografia:
C. PERROT, Ministri e ministeri. Indagine nelle comunitaÁ cristiane
del Nuovo Testamento, San Paolo, Cinisello B. (MI) 2002; M.
SCIMMI, Le antiche diaconesse nella storiografia del XX secolo.
Problemi di metodo, Glossa, Milano 2004; G. ROCCA, Donne religiose. Contributo a una storia della condizione femminile in Italia
nei secoli XIX-XX, Paoline, Roma 1992; A. BORRAS - B. POTTIER, La
grazia del diaconato. Questioni attuali a proposito del diaconato
latino, Cittadella, Assisi 2005; E. PETROLINO (ed.), Nuovo Enchiridion sul diaconato. Le fonti e i documenti ufficiali della Chiesa,
227
LEV, CittaÁ del Vaticano 2009; G. BELLIA, Servi di chi, servi percheÂ. Piccolo manuale della diaconia cristiana, Rogate, Roma
2010; G. PULCINELLI, Paolo apostolo e le donne nella Chiesa.
Febe (Rm 16,1-2) e Lidia (At 16,11-15.40), in www.gliscritti.it.
S-16TSP03. TEOLOGIA SPIRITUALE - I
Prof. MARCO BALLARINI
«TEOLOGIA E LETTERATURA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
228
ECTS 3
I. Il corso intende presentare, partendo dal linguaggio simbolico
del testo biblico, la necessitaÁ, da parte della teologia, di un
recupero del rapporto con la letteratura e come questo recupero
possa risultare arricchente per entrambe le discipline.
II. Il corso saraÁ costituito da due momenti fondamentali.
1) Analisi: delle caratteristiche del linguaggio biblico, in particolare del racconto e della poesia biblica, mostrando come esso sia
intrinsecamente legato al ``messaggio''; delle ragioni fondamentali dell'atteggiamento ambivalente della teologia patristica e
monastica nei confronti della letteratura; del formarsi del metodo scolastico fino al prevalere della dialettica che condurraÁ a
ignorare il rapporto con altre discipline e quindi anche con la
letteratura. CostituiraÁ un ``problema teologico'', in questa prospettiva, il linguaggio dei mistici, per tanti aspetti cosõÁ simile a
quello dei poeti.
2) Considerazione delle motivazioni che nel corso del secolo XX
conducono a un progressivo interesse, da parte della teologia,
nei confronti della letteratura e di alcune figure decisamente
significative. La letteratura come realtaÁ concreta capace di sopportare una reale opposizione polare secondo il pensiero di Guardini; l'unitaÁ dei trascendentali comprensibili, secondo Balthasar,
solo l'uno nell'altro e l'uno attraverso l'altro; il primato e l'universalitaÁ della grazia sottolineati da Rahner; i poeti come ``sismografi'' particolarmente sensibili ai cambiamenti epocali e capaci di indicare tracce della trascendenza laÁ dove ogni religione
sembra spenta, come affermato da KuÈng e l'esigenza della creazione di una grammatica, sintassi e retorica dell'infinito indicata
da Jossua, sembrano concludere non solo all'opportunitaÁ, ma
addirittura alla necessitaÁ di un corretto rapporto con la letteratura.
3. Il corso prevede essenzialmente lezioni frontali da parte del
docente, lasciando peroÁ, qualora gli studenti lo desiderassero, la
possibilitaÁ di interventi seminariali. Il colloquio d'esame partiraÁ
da una tesi scelta dallo studente (anche in base a eventuali
approfondimenti personali), a cui il docente cercheraÁ di allacciare altre parti del corso in vista di un confronto che conduca a
delle sintesi ragionate.
Bibliografia:
M. BALLARINI, Teologia e letteratura, Morcelliana, Brescia 2015;
R. ALTER, L'arte della narrativa biblica, Queriniana, Brescia 1990;
S. ZUCAL, Romano Guardini e la metamorfosi del «religioso» tra
moderno e post-moderno. Un approccio ermeneutico a HoÈlderlin,
Dostoevskij e Nietzsche, Quattro Venti, Urbino 1990; C.I. AVENATTI DE PALUMBO, La literatura en la esteÂtica de Hans Urs von
Balthasar. Figura, drama y verdad, Segretariado Trinitario, Salamanca 2002; A. SPADARO, La grazia della parola. Karl Rahner e la
poesia, Jaca Book, Milano 2006; J.-P. JOSSUA, La letteratura e
l'inquietudine dell'assoluto, Diabasis, Reggio Emilia 2005.
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S-16TSP04. TEOLOGIA SPIRITUALE - II
Prof. EZIO LUCA BOLIS
«I FERMENTI DI UNA THEÂOLOGIE NOUVELLE. FIGURE SPIRITUALI IN DIALOGO CON LA MODERNITAÁ NEL PERIODO PRECONCILIARE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
1. Il corso intende studiare una delle stagioni piuÁ stimolanti e
drammatiche del confronto tra Chiesa e modernitaÁ: il periodo
preconciliare, dal secondo dopoguerra agli inizi degli anni Sessanta. Tale epoca viene spesso definita come ``fine della cristianitaÁ''. In questo periodo le chiese cristiane sono costrette a
misurarsi con la crescente esigenza di ripensare il messaggio
cristiano all'interno della moderna civiltaÁ industriale, sempre
piuÁ caratterizzata dall'affermazione della tecnica e delle scienze
empiriche, della critica storica e di una mentalitaÁ secolarizzata.
2. Il corso prevede un'introduzione che presenta in modo generale la situazione della societaÁ e della Chiesa nel periodo in
229
oggetto, caratterizzato da una forte e rapida evoluzione in molti
campi e, all'interno del mondo cattolico, da un contrasto tra
nuove aperture e tendenze conservatrici.
Iniziano a farsi strada percorsi di rinnovamento del pensiero teologico, prima in ambito protestante, in particolare per iniziativa di
K. Barth e D. Bonhoeffer i quali si pongono esplicitamente la
questione di come il cristianesimo debba porsi di fronte alla
secolarizzazione della societaÁ.
PiuÁ tardi anche nel mondo culturale cattolico si segnalano fermenti nuovi che, muovendo da un'interpretazione piuÁ dinamica e
storicizzata del tomismo, recuperano alcune istanze giaÁ espresse
all'inizio del Novecento da vari esponenti del ``modernismo''. A
tale riguardo, si riscontra una particolare vivacitaÁ nel cattolicesimo di lingua francese, con figure significative tra le quali H. de
Lubac. Nei confronti di questa corrente teologica il magistero di
Pio XII si mostra assai critico, soprattutto nell'enciclica Humani
generis del 1950.
Emblematica eÁ poi tutta la vicenda dei ``preti operai'' che scuote
il mondo cattolico, non solo francese, tra gli anni Quaranta e
Cinquanta. EÁ il tentativo messo in atto, soprattutto dal card.
Suhard, di recuperare alla Chiesa larga parte delle masse operaie, ormai lontane dalla fede cristiana e attratte soprattutto
dall'ideologia marxista. A tale riguardo, eÁ di particolare interesse
la testimonianza di M. DelbreÃl.
In ambito tedesco il rapporto tra cristianesimo e laicitaÁ, tra Chiesa e mondo, eÁ oggetto della riflessione di teologi come R. Guardini. In Italia la questione si pone con modalitaÁ meno teoriche,
ma con esperienze altrettanto significative. Si pensi, per esempio, a figure come quelle di G. De Luca, P. Mazzolari e L. Milani.
3. Il corso prevede lezioni frontali del docente e un lavoro di
ricerca personale degli studenti. La presentazione del contesto
e delle questioni teoriche piuÁ rilevanti offre i criteri ermeneutici
necessari per leggere alcuni testi antologici degli autori considerati e del magistero pontificio. Il colloquio d'esame verificheraÁ
l'acquisizione delle tematiche relative alle questioni affrontate e
approfondite nello studio individuale a partire da letture suggerite nella bibliografia.
Bibliografia:
J. BAUBEÂROT - E. FOUILLOUX, Correnti di pensiero, pietaÁ, apostolato, in G. ALBERIGO (ed.), Storia del Cristianesimo. Religione -
230
Politica - Cultura, vol. XII, Borla-CittaÁ Nuova, Roma 1997, 79226; G. MARTINA, Il contesto storico in cui eÁ nata l'idea di un
nuovo Concilio Ecumenico, in R. LATOURELLE (ed.), Vaticano II.
Bilancio e prospettive, Cittadella, Assisi 1988, 27-82; M.-D. CHENU, Le Saulchoir: una scuola di teologia, Marietti, Casale M.
1982; F.G. BRAMBILLA, ``Teologia del magistero'' e fermenti di
rinnovamento nella teologia cattolica, in G. ANGELINI - S. MACCHI
(ed.), La Teologia del Novecento. Momenti maggiori e questioni
aperte, Glossa, Milano 2008, 189-236. Ulteriore bibliografia ver-
raÁ indicata durante lo svolgimento del corso.
S-16SPSEM. SEMINARIO DI TEOLOGIA SPIRITUALE
Prof. CLAUDIO STERCAL
«L'ESPERIENZA SPIRITUALE DEI GIOVANI. VALUTAZIONE DI UNA INDAGINE
E PROSPETTIVE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
I. Tre gli obiettivi fondamentali del corso: a) conoscere e valutare
l'atteggiamento dei giovani nei confronti della fede cristiana; b)
favorire la comprensione dell'esperienza spirituale, partendo ±
secondo la metodologia propria della teologia spirituale ± dall'analisi del vissuto; c) consentire agli studenti di esercitarsi nello
svolgimento di una ricerca personale e nella preparazione di un
elaborato scritto, anche in vista della elaborazione della tesi per
il conseguimento della licenza in teologia.
II. Il materiale base del corso eÁ costituito dalla trascrizione
integrale delle centonovantasette interviste sul rapporto tra i
giovani e la fede realizzate ± all'interno del ``Rapporto Giovani''
promosso dall'Istituto Giuseppe Toniolo ± nell'estate 2013, su
un campione rappresentativo di giovani italiani, appartenenti a
due fasce di etaÁ: 19-21 anni e 27-29 anni. La tecnica con le
quali le interviste sono state condotte eÁ di ``tipo semi-strutturato'': gli intervistatori hanno avuto la possibilitaÁ di modulare i
loro interventi e gli intervistati hanno, prima, raccontato liberamente le loro esperienze e, poi, sono stati invitati a rispondere
a una serie di domande strutturate e a commentare alcune
immagini.
III. Il corso si svolgeraÁ in forma seminariale. Momenti di ricerca e
di studio personale saranno alternati a momenti di confronto tra i
231
partecipanti. La valutazione saraÁ data sull'elaborato scritto che
ogni studente, analizzando uno dei temi affrontati nelle interviste, prepareraÁ al termine del Seminario.
Bibliografia:
R. BICHI - P. BIGNARDI (ed.), Dio a modo mio. Giovani e fede in
Italia, Vita e Pensiero, Milano 2015; ISTITUTO GIUSEPPE TONIOLO,
La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2013, Il Mulino, Bologna 2013; ID., La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2014, Il Mulino, Bologna 2014; ID., La condizione
giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2016, Il Mulino, Bologna
2016.
S-16LIT01. TEOLOGIA DELLA LITURGIA
Prof. MAZZA ENRICO
«L'EUCARISTIA NELLA STORIA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Vengono presentati i testi del Nuovo Testamento che riguardano
l'eucaristia:
1. L'istituzione dell'eucaristia nei Sinottici e in Paolo.
2. La celebrazione dell'eucaristia 1Cor 10,16-17 et 1Cor
11,23ss.
3. DidacheÁ 9-10; 14.
4. La celebrazione eucaristica secondo Gv 13; 17.
5. Le antiche paleo-anafore.
6. Il racconto dell'ultima cena entra nell'anafora.
7. All'origine dell'epiclesi.
Bibliografia:
E. MAZZA, Dall'Ultima Cena all'Eucaristia della Chiesa (Studi e
ricerche di liturgia), EDB, Bologna 2014; ID., Le odierne Preghiere eucaristiche (Studi e ricerche di liturgia), Nuova edizione,
EDB, Bologna 2014.
232
S-16TP01. TEOLOGIA PASTORALE FONDAMENTALE
Prof. BRUNO SEVESO
«`DOTTRINA' E `PASTORALE'. ATTUALITAÁ DI UN CONFRONTO E SUOI RIFLESSI SULLA VITA NELLA FEDE»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
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La discussione di una questione che presenta indici di attualitaÁ e
significativitaÁ per le dinamiche ecclesiali eÁ fatta valere come
luogo di esercizio di intelligenza della fede in prospettiva teologico-pastorale. La proposta eÁ duplice, nella sua contestualitaÁ:
mettere a fuoco le modalitaÁ di frequentazione dell'intreccio di
dottrina e pastorale nell'attuale stagione ecclesiale e assumere
la questione nel suo profilo di oggetto teologico-pastorale. L'intento eÁ ugualmente duplice e contestuale: recuperare strumentazione concettuale e risorse di pensiero in grado di produrre una
visione articolata di un profilo di vita nella fede che attualmente
appare vivere una certa congiuntura nella Chiesa; realizzare questa ripresa mettendo in opera procedure proprie dell'indagine
teologico-pastorale. Movente e obiettivo ultimo eÁ abilitare ad
un'adeguata istruzione della vita nella fede a proposito di momenti strategici per il posizionamento dell'iniziativa credente entro la convivenza umana.
1. Immagini e parole con cui papa Francesco traccia contorni alla
vita cristiana interpellano i credenti a proposito di iniziative e
modalitaÁ con cui dare corso alla vita nella fede. I rapporti da
istituire fra la fedeltaÁ al dato della fede e la sua doverosa iscrizione nei concreti contesti dell'esistenza umana e cristiana e,
corrispondentemente, le problematiche connesse con l'attenzione che il vivere credente deve mantenere nei confronti della
realtaÁ della fede riguadagnano la scena. L'appello alla `pastoralitaÁ', nel senso complessivo di esigenza di un cristianesimo maggiormente vicino alla vita della gente, che eÁ di fatto implicato
nelle sollecitazioni di papa Francesco, richiama in agenda l'attenzione su come articolare `dottrina' e `pastorale' entro il dispositivo ecclesiastico e ne chiede una pertinente considerazione in
ordine alla configurazione dell'iniziativa credente.
2. Appare utile prendere le mosse da una ricomposizione di quadro. Si eÁ in presenza di una situazione in movimento, dove la
cronaca ha ancora gran parte. I tratti a volte sono spigolosi, altre
volte si fanno sfuggenti. Altre volte ancora ci si imbatte in reti-
233
234
cenze e sono da fare i conti con retropensieri. In simile contesto,
la ricostruzione della questione nei suoi termini attuali non puoÁ
che proporsi in termini di provvisorietaÁ. Non per questo ne eÁ
sminuita la valenza di testa di ponte in vista di avanzamenti sul
registro della comprensione dei fattori in gioco. Poiche di fatto la
questione eÁ stata smossa da papa Francesco, le frequentazioni
del motivo da parte del Papa guadagnano obiettivamente il centro della ricognizione, con l'avvio, nella misura del possibile, di
una loro sistemazione. Altre prese di posizione, in effetti, si attivano nel modo di reazione ai pronunciamenti papali, con intensitaÁ
diversa e con verso ugualmente differenziato: la loro rilevazione
concorre alla messa a punto della problematica in atto.
3. Affondi e cautele in tema di dottrina e pastorale non sono
novitaÁ nella vita della Chiesa. Che pastorale e dottrina sul medesimo terreno imbocchino strade diverse non eÁ solo di oggi. La
questione degli intrecci di dottrina e pastorale conosce un andamento carsico nella storia del cristianesimo: a momenti di affioramento, anche vistosi, succedono percorsi sottotraccia, anche
per periodi consistenti. Al chiarimento dei termini in cui la questione si pone attualmente appare pertanto obiettivamente funzionale la ricostruzione dei suoi percorsi nella storia: non ultimo
per il fatto che una determinata impostazione dei rapporti di
dottrina e pastorale eÁ a volte qualificata come tradizionale nella
Chiesa. La rivisitazione di momenti di vita di Chiesa e la consultazione di taluni passaggi del discorso teologico nella storia portano per se luce sulla questione come oggi si pone: il presente
attinge al passato, anche se non si riduce ad una ripetizione del
passato.
4. Sui rapporti storicamente intervenuti di dottrina e pastorale
pesa l'«annoso divorzio» di teologia e pastorale. Si fa sentire
l'ipoteca della declinazione in senso operativo di `pastorale'.
Ne segue che in campo pastorale non si avverte la necessitaÁ
di molta teoria: bastano la pratica e l'esperienza che in concreto
si costruisce per tentativi e correzioni di tiro. L'esonero della
pastorale dalla questione teorica si coniuga con una visione intellettualistica della dottrina, sul versante della teologia. L'ingresso della storia nella considerazione della dottrina e il riconoscimento di consistenza veritativa alla frequentazione di
pastorale sono premesse per una istruzione non unilaterale dell'articolazione di dottrina e pastorale. Al riguardo, la figura di
teologia esibita da teologia pastorale puoÁ recare un apporto
significativo.
Il corso si sviluppa nel modo di lezione frontale da parte del
docente. A questo asse portante si accompagna la ricerca personale degli studenti, invitati ad esplorare, su indicazione del
docente, un aspetto particolare della questione che coinvolge
l'intelligenza della fede, a livello di vissuto e in sede di indagine
teorica. Ampiezza e consistenza dell'apprendimento saranno verificati in sede d'esame con duplice scansione: una tesi eÁ assegnata dal docente; con riferimento al lavoro di ricerca personale
e all'eventuale elaborato prodotto, un secondo argomento eÁ introdotto e istruito dallo studente.
Bibliografia:
Y. CONGAR, La fede e la teologia (1962), DescleÂe, Roma-ParigiTournai 1967; K. RAHNER, Nuovi Saggi III (1967) (Biblioteca di
cultura religiosa 70), Paoline, Roma 1969; H.U. VON BALTHASAR,
Teodrammatica. I. Introduzione al dramma (1973), Jaca Book,
Milano 1980; B. SESBOUÈEÂ - CH. THEOBALD, La parola della salvez-
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
za. XVI-XX secolo. Dottrina della Parola di Dio, Rivelazione, Fede,
Scrittura, Tradizione, Magistero, in B. SESBOUÈEÂ (ed.), Storia dei
Dogmi, vol. IV, Piemme, Casale Monferrato 1998; ASSOCIAZIONE
TEOLOGICA ITALIANA, «A misura di Vangelo». Fede, dottrina, Chiesa
(ATI Library 7), San Paolo, Cinisello Balsamo 2003; C. APARICIO VALLS - S. PIEÂ-NINOT (ed.), Commento alla Verbum Domini.
In memoria di P. Donath Hercsik, S.I. (Theologia 4), Gregorian &
Biblical Press, Roma 2012.
S-16TP02. TEOLOGIA PASTORALE - I
Prof. LUCA BRESSAN
«MINISTERO ORDINATO, MINISTERI E POPOLO DI DIO IN UNA CHIESA SINODALE»
Corso annuale: 2 ore settimanali
ECTS 6
I. Il magistero di Papa Francesco ha ridato slancio e al tempo
stesso ha assunto da una prospettiva differente i temi della
ministerialitaÁ e della sinodalitaÁ dentro la Chiesa, temi che hanno
animato molto la stagione postconciliare. EÁ intenzione del corso
sviluppare un'indagine e una lettura teologico-pratica dello sviluppo e dello stato attuale del dibattito e della situazione attorno
a questi due temi dentro la Chiesa cattolica (e aprire dei con-
235
236
fronti anche con le altre Chiese cristiane), avendo come orizzonte di comprensione (oggetto) la grande quaestio che anima la
riflessione sia teologica che magisteriale dagli anni '50 del XX
secolo: la riforma della Chiesa, ovvero la domanda sulla forma
ecclesiae adeguata al tempo presente.
II. Il corso intende assumere come oggetto materiale di ricerca i
vari progetti di riforma che, in modo particolare dopo il Concilio,
sono stati pensati dentro la Chiesa, in ordine alla sua organizzazione interna e al suo funzionamento ministeriale. Verranno cosõÁ
studiati, in modo sincronico, i mutamenti e le evoluzioni delle
figura presbiterale (l'idea di prete maturata al concilio Vaticano
II, le successive contestazioni e radicalizzazioni), diaconale (la
sua reintroduzione, le fatiche di una sua fissazione, delusioni e
aspettative), laicale (la ministerialitaÁ diffusa dentro la Chiesa, le
sue radici, i tentativi per il futuro). Si svilupperaÁ in un capitolo
specifico l'emersione del tema e della categoria di popolo di Dio,
nel magistero e poi nella riflessione teologica.
Riflessioni teologiche e progetti pastorali verranno confrontati
con l'evoluzione reale del corpo ecclesiale, cosõÁ come riusciamo
a fotografarla: studi sociali e teologici concreti, sviluppati su
varie Chiese europee faranno da base per una lettura di una
serie di cambiamenti parecchio lontani dai progetti immaginati,
e tuttavia divenuti meta obbligata per via dei mutamenti vissuti
dal corpo ecclesiale (mancanza di preti, emergere dei movimenti,
strutturazione piuÁ complessa e sistemica dell'agire ecclesiale).
Il confronto che si apre saraÁ il terreno dentro il quale affrontare
una riflessione sulla dimensione istituzionale della Chiesa, e sulla necessitaÁ di una rilettura teologica delle grandi tematiche
connesse ad ogni istituzione (potere e governo, confini, obiettivi
e finalitaÁ, dimensioni produttive e simboliche). SaraÁ possibile
analizzare in quale misura i grandi temi che hanno caratterizzato
la riflessione ecclesiale del post-concilio (missione, evangelizzazione, comunione, caritaÁ, cultura, comunicazione) hanno saputo
sviluppare una nuova grammatica istituzionale per la Chiesa cattolica. In questo modo il corso intende mostrare come l'esperienza cristiana ha permesso alla Chiesa di articolare in modo assolutamente originale dimensioni istituzionali quali quella del
potere, della responsabilitaÁ, della testimonianza, della trasmissione, del dialogo, della missione, dell'identitaÁ.
III. Il corso eÁ immaginato in modo classico: svolto in modo frontale, avraÁ lo scopo di fornire agli studenti strumenti e prospettive
di interpretazione della situazione. SaraÁ un momento di costru-
zione comunitaria degli strumenti basilari di una interpretazione
teologica dei mutamenti dentro la Chiesa, del ruolo e della funzione dei diversi ministeri, del primato e della soggettivitaÁ del
popolo di Dio. Ai singoli studenti saraÁ richiesto di sviluppare una
propria ricerca personale, a partire dalla bibliografia analizzata
durante il corso. Questa ricerca costituiraÁ una parte dell'esame
finale sintetico su tutto il percorso svolto.
Bibliografia:
P. NEUNER, Per una teologia del popolo di Dio, Queriniana, Brescia 2016; C. BERAUD, PreÃtres, Diacres, laõÈcs. ReÂvolution silencieuse dans le catholicisme francËais, PUF, Paris 2007; A. MELLONI
- S. SCATENA (ed.), Synod and Synodality. Theology, History, Canon Law and Ecumenism in new contact. International Colloquium Bruges 2003, Lit Verlag, MuÈnster 2005; M. LAMBERIGTS L. KENIS (ed.), Vatican II and its legacy, Peeters, Leuven 2002; M.
KEHL, Dove va la Chiesa? Una diagnosi del nostro tempo, Queriniana, Brescia 1998; J. WERBICK, La Chiesa. Un progetto ecclesiologico per lo studio e per la prassi, Queriniana, Brescia 1998.
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S-16TP03. TEOLOGIA PASTORALE - II
Prof. PAOLO CARRARA
«EVANGELII GAUDIUM. QUESTIONI TEOLOGICO-PASTORALI DELLA MISSIONE EVANGELIZZATRICE DELLA CHIESA»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
I. Alla struttura del corso, che assume l'Evangelii Gaudium (EG)
di Francesco come momento emblematico di emersione di questioni connesse alla riforma della Chiesa, presiedono due obiettivi principali. Il primo: l'abilitazione dello studente all'analisi del
documento magisteriale (la genesi, le specificitaÁ, i nodi teologico-pastorali affrontati). Il secondo: l'approfondimento di alcuni di
questi nodi, tentando di porli in interazione con i movimenti di
riforma in atto dentro il campo dinamico della missione evangelizzatrice della Chiesa.
II. L'introduzione ha il compito di esplicitare il punto prospettico a
procedere dal quale si vuole riprendere la EG: la questione della
sua recezione come possibilitaÁ di rinnovamento per la Chiesa
italiana, secondo l'indicazione fornita dallo stesso papa in occa-
237
sione del Convegno ecclesiale di Firenze dello scorso anno. Il
corso eÁ poi immaginato secondo una scansione in tre momenti
principali. Al primo eÁ affidato il compito di mostrare la genesi del
documento papale, con il riferimento al Sinodo sulla nuova evangelizzazione dell'ottobre 2012 e al suo faticoso tentativo di operare una sintesi delle spinte riformatrici in atto da decenni nella
Chiesa (non solo a livello italiano). Il secondo momento cerca di
mostrare la specificitaÁ di EG attraverso l'istanza fondamentale di
una Chiesa in uscita, a favore di un'azione missionaria assunta
come «paradigma di ogni opera della Chiesa» (EG 15): non si
tratta di limitarsi alla citazione del testo, quanto di comprenderne
le dinamiche interne e le prospettive rilanciate in ordine all'evangelizzazione oggi. In questo solco si innesta il terzo momento del
corso: esso si preoccupa di riprendere alcuni nodi teologico-pastorali a cui il documento papale presta attenzione e di problematizzarli attraverso il tentativo di inserirli nelle dinamiche che
toccano la missione della Chiesa dentro il contesto dell'urbanesimo contemporaneo. In questa operazione, il referente privilegiato ma non esclusivo torna ad essere il contesto italiano. Tra le
questioni che meritano una ripresa si indicano: la forma ecclesiae, la sinodalitaÁ, l'annuncio (il keÂrygma, l'omelia), la dimensione
sociale dell'evangelizzazione, l'istituzione-parrocchia.
III. Il corso viene proposto secondo il metodo delle lezioni frontali.
L'esame orale ha lo scopo di verificare non soltanto l'apprendimento delle tematiche affrontate, ma anche l'acquisizione dello
sguardo complessivo che, in ordine alla missione evangelizzatrice della Chiesa, si eÁ suggerito. A tal fine, allo studente eÁ offerta
la possibilitaÁ di presentare un approfondimento, previa consultazione del docente.
Bibliografia:
J.-F. BARBIER-BOUVET, Les nouveaux aventuriers de la spiritualiteÂ.
EnqueÃte sur une soif d'aujourd'hui, MeÂdiaspaul, Paris 2015; EÂ.
l'amour se fait diaconie, Les EÂditions
GRIEU, Un lien si fort. Quand
2
de l'Atelier, Paris 2009 ; P. CARRARA, Per una Chiesa ``in uscita''.
L'Evangelii gaudium di Francesco, «Teologia» 41/2 (2016) 195221; C. THEOBALD, Le Concile Vatican II. Quel avenir?, Cerf, Paris
2015; D. VITALI, Verso la sinodalitaÁ, Qiqajon, Magnano 2014;
H.M. YAÂNÄEZ (ed.), Evangelii gaudium: il testo ci interroga. Chiavi
di lettura, testimonianze e prospettive, Gregorian Biblical Press,
238
Roma 2014.
S-16TP04. TEOLOGIA PASTORALE - III
Prof. UGO LORENZI
«EVANGELIZZARE CON AZIONI E PAROLE»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
ENOIZAZZILAICEPS ID OLCIC
1) L'evangelizzazione eÁ chiamata a propiziare la realizzazione per
oggi di quel conversare e agire di GesuÁ Cristo con gli uomini di
cui parlano Dei Verbum e Gaudium et Spes. Una delle sue fatiche, tuttavia, consiste nell'evitare di giustapporre semplicemente l'ambito del linguaggio e quello dell'agire. La catechesi, ad
esempio, eÁ stata ed eÁ intesa anzitutto come un fatto di parole,
tanto da renderla impacciata nel dialogare con la liturgia, la
caritaÁ e le espressioni pratiche della vita umana. Reciprocamente, diversi ambiti di azione, sociale come cristiana, faticano a
generare parole che provino a interrogarne e a raccontarne il
senso.
2) Il corso desidera esplorare, a piuÁ livelli, questa necessitaÁ di
intrecciare, e non solo di giustapporre, l'ambito dell'agire e quello del parlare. Oggi sono realmente attese e apprezzate le parole che si caricano di azione, mentre le azioni sono evangeliche
e pienamente umane solo se si lasciano accompagnare da possibili parole. Il primo livello riguarda la linguistica e la filosofia
del linguaggio; il secondo, la teologia; il terzo, una rivisitazione
dei modi di pensare e praticare l'evangelizzazione, il quarto una
recensione strutturata delle proposte attuali alla luce della problematica del corso, il quinto la presentazione di tre processi di
evangelizzazione che mettono in luce l'intreccio tra parola e
azione.
3) La meta di apprendimento consiste nel familiarizzarsi con la
problematica dell'intreccio tra il registro della forza e quello del
senso, come punto sintetico per riflettere sull'evangelizzazione.
La meta si specifica in alcune competenze che corrispondono ai
livelli di approccio della problematica.
Bibliografia:
C. THEOBALD, Seguendo le orme della Dei Verbum. Bibbia, teologia e pratiche di lettura, EDB, Bologna 2011; J. GEVAERT, Studiare catechetica, edizione aggiornata a cura di U. MONTISCI,
LDC, Leumann (TO) 2009; P. BRAIDO, Storia della catechesi,
vol III. Dal `tempo delle riforme' all'etaÁ degli imperialismi (1450239
1870), a cura di G. BIANCARDI, LAS, Roma 2015; F. COSENTINO,
Sui sentieri di Dio. Mappe della nuova evangelizzazione, S. Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2012; M. MIDALI, Teologia pratica. 5.
Per un'attuale configurazione scientifica, LAS, Roma 2010; S.
LANZA, Convertire Giona. Pastorale come progetto, OCD, Roma
2005; C. NANNI, Educazione, evangelizzazione, nuova evangelizzazione, LAS, Roma 2012; B. SEVESO, La pratica della fede. Teologia pastorale nel tempo della Chiesa, Glossa, Milano 2010; G.
ROUTHIER - L. BRESSAN (ed.), La catechesi e le sfide dell'evangelizzazione oggi, Morcelliana, Brescia 2012; U. VOLLI, Il nuovo
libro della comunicazione, Il Saggiatore, Milano 2007; M. SBISAÁ
- K. TURNER (ed.), Pragmatics of Speech Actions, De Gruyter,
Berlin 2013.
S-16TPSEM. SEMINARIO DI TEOLOGIA PASTORALE
Prof. UGO LORENZI
«AZIONE E PAROLA NELLA CATECHESI»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Il Seminario fa seguito al corso di Teologia pastorale - III e prosegue nell'approfondirne la problematica dell'intreccio tra la dimensione della parola e quella dell'azione dentro l'evangelizzazione. Gli studenti potranno disporre il proprio intervento in una
di queste tre aree che scandiranno lo sviluppo del Seminario:
approcci alla problematica, teologici e di scienze umane; provocazioni per la teologia pastorale e la catechetica; analisi di pratiche. L'ultima di queste aree occuperaÁ la parte principale del
Seminario.
Bibliografia:
CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Direttorio generale per la catechesi
(1997); CEI, Incontriamo GesuÁ. Orientamenti per l'annuncio e la
catechesi, EDB, Bologna 2014; CEI - UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, La formazione dei catechisti nella comunitaÁ cristiana
(2006); U. ECO, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Bompiani,
Milano 1994; P. RICêUR, Se come un altro, Jaca Book, Milano
2002; A. FOSSION, Ri-cominciare a credere. 20 itinerari di Vangelo, Dehoniane, Bologna 2004; ID., Il Dio desiderabile. Proposta
della fede e iniziazione cristiana, EDB, Bologna 2011; E. BIEMMI, Il
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Secondo annuncio. La grazia di ricominciare, Dehoniane, Bologna 2011; E. BIEMMI (ed.), Il Secondo annuncio. La mappa, Dehoniane, Bologna 2013; J.-N. BEZANCËON, GesuÁ e il suo Dio. Una
catechesi per tutti, EMP, Padova 2011; L. MEDDI - A.M. D'ANGELO, I nostri ragazzi e la fede. L'iniziazione cristiana in prospettiva
educativa, Cittadella, Assisi 2010; K.W. VOPEL, Manuale per animatori di gruppo, LDC, Leumann 1991.
S-16SOCRE. SOCIOLOGIA DELLA RELIGIONE
Prof. LUCA DIOTALLEVI
«LA QUESTIONE DELLA RELIGIONE E LA QUESTIONE CRISTIANA. UN CONTRIBUTO SOCIOLOGICO»
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
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I. Il corso si propone di fornire agli studenti alcuni dei principali e
piuÁ aggiornati strumenti analitici (teorie, concetti) di cui la sociologia dispone, con particolare attenzione al loro uso in riferimento alla dimensione sociale del fenomeno religioso. Inoltre si
presenteraÁ una panoramica sintetica sullo stato degli studi in tre
campi di indagine, tra loro distinti e cioÁ nondimeno profondamente connessi: le tendenze della religione nelle societaÁ a modernizzazione avanzata agli inizi del XXI secolo, le tensioni tra religione
e cristianesimo, il caso del cattolicesimo.
II. Il corso si articoleraÁ in quattro parti:
1) Nella prima verraÁ presentata una scelta ragionata dei problemi, delle teorie e dei concetti per mezzo dei quali la sociologia
analizza la religione all'inizio del XXI secolo. ± Perche la sociologia della religione si trova in difficoltaÁ di fronte ad una ripresa di
centralitaÁ da parte della religione nelle societaÁ a modernizzazione avanzata?
2) Nella seconda parte verranno analizzate le trasformazioni delle dinamiche della religione dagli anni '70 del '900 ad oggi, sempre con riferimento alle societaÁ occidentali a maggiore modernizzazione. ± Come mai e per quale percorso si eÁ passati da una
fase di `secolarizzazione per sostituzione' ad una fase di ripresa
di una religione `a bassa intensitaÁ'?
3) Nella terza parte si prenderaÁ in considerazione un caso particolare: il caso italiano. In questo quadro si cercheraÁ anche di fare
attenzione a qualcuna delle specificitaÁ subnazionali. ± Siamo in
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presenza della fine della eccezione costituita da cattolicesimo
italiano?
4) Nella quarta parte l'attenzione verraÁ portata alle forme attuali
della tensione tra cristianesimo e religione. ± Perche tali tensioni
si generano? Quali opportunitaÁ cognitive offrono e per quanto
tempo ancora le offriranno? Come mai la sociologia della religione si trova tuttora e spesso alle prese con una Catholic anomaly?
Insomma, agli inizi del XXI secolo il cristianesimo appare di fronte ad un dilemma: inseguire le nuove forme di religione o no?
III. La verifica finale avverraÁ attraverso colloqui orali che partiranno dai temi affrontati nel corso e trattati nei testi indicati.
Questi ultimi potranno anche essere sostituiti con altri concordati in precedenza con il docente.
Bibliografia:
La maggior parte dei temi e degli argomenti affrontati nel corso
sono stati trattati anche nelle seguenti pubblicazioni del docente: Una alternativa alla laicitaÁ, Rubbettino, Soveria Mannelli
2010; Il cattolicesimo italiano agli inizi del XX secolo come `religione a bassa intensitaÁ'. Una trasformazione ancora in corso e
non ancora irreversibile, in G. ANGELINI ET ALII, Una fede per tutti?
Forma cristiana e forma secolare, Glossa, Milano 2014, 97-156;
L'ordine imperfetto, Rubbettino, Soveria Mannelli 2014; Trasformazioni della struttura della autoritaÁ religiosa cattolica in Italia, in
M. SALVATI - L. SCIOLLA (ed.), L'Italia e le sue regioni. Istituzioni,
Territori, Culture, SocietaÁ, vol. III, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma 2015, 57-78; On the current absence and
future improbability of political Catholicism in Italy, «Journal of
Modern Italian Studies» 21/3 (2016) 494-519; Fine corsa. La
crisi del cristianesimo come religione confessionale, Dehoniane,
Bologna 2017.
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CORSI DI LINGUA
(aperti agli alunni del Ciclo Istituzionale e di Specializzazione)
TEDESCO I
Prof.ssa MANUELA TONELLI
Corso annuale: 1 ora settimanale
MercoledõÁ 13.00-14.00
Quota di iscrizione: e 130,00
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Scopo del corso eÁ avviare gli studenti alla comprensione della
lingua scritta attraverso la presentazione delle strutture morfosintattiche essenziali e la lettura e traduzione di testi autentici di
crescente difficoltaÁ, prevalentemente attinenti a tematiche religiose.
La prova finale consisteraÁ in una traduzione scritta dal tedesco
con l'ausilio di dizionario bilingue, seguita da un breve colloquio
sui testi affrontati durante il corso.
Testo di riferimento: Impara il tedesco con Zanichelli, Zanichelli,
Bologna 2012; P. BONELLI - R. PAVAN, Grammatica attiva della
lingua tedesca, Hoepli, Milano 2012.
TEDESCO II
Prof.ssa MANUELA TONELLI
Corso annuale: 1 ora settimanale
MartedõÁ 13.00-14.00
Quota di iscrizione: e 130,00
VerraÁ completato e approfondito lo studio delle strutture fondamentali della lingua tedesca, con particolare attenzione alla sintassi, all'uso del congiuntivo e al discorso indiretto. Lettura e
traduzione di testi autentici di argomento prevalentemente religioso o filosofico.
Prova finale: traduzione scritta dal tedesco con l'ausilio di dizionario bilingue e breve colloquio sui testi esaminati durante il
corso.
Testo di riferimento: P. BONELLI - R. PAVAN, Grammatica attiva
della lingua tedesca, Hoepli, Milano 2012.
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CORSI ESTIVI A GERUSALEMME
Il progetto coordinato dal Prof. M. Fidanzio e iniziato nel 2008, eÁ
frutto di una collaborazione tra la FacoltaÁ Teologica dell'Italia
Settentrionale, la FacoltaÁ Teologica di Lugano e lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e con la partecipazione
della FacoltaÁ Teologica dell'Italia Centrale, la Pontificia UniversitaÁ Gregoriana, la Pontificia UniversitaÁ S. Tommaso d'Aquino, la
Pontificia UniversitaÁ Lateranense, la FacoltaÁ Teologica del Triveneto e la Pontificia UniversitaÁ della Santa Croce.
Esso ha lo scopo di offrire agli studenti la possibilitaÁ di frequentare corsi biblici in Israele nel periodo estivo e sostenerne i relativi esami. Solitamente i corsi sono costituti da un corso di
``Lettorato di ebraico biblico'' e da un corso di ``Archeologia e
geografia'', e si svolgono nei mesi di giugno e luglio, previsti
anche per l'anno accademico 2016-2017.
A fronte della certificazione attestante frequenza ed esame/i, la
FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale prevede l'omologazione dei corsi nei seguenti termini:
± Corso di ``Lettorato di ebraico biblico'': omologato al corso
opzionale di ``Lettorato di ebraico'', pari a 3 ECTS.
± Corso di ``Archeologia e Geografia'': omologato a un corso
opzionale del Ciclo di Specializzazione, pari a 3 ECTS.
Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria della FacoltaÁ
Teologica oppure consultare il sito www.corsiagerusalemme.org.
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CRONACA E ATTI DELLA VITA
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DELLA FACOLTA
ANNO ACCADEMICO 2015-2016
48ë della FacoltaÁ
11 settembre 2015 ± Si eÁ tenuto presso la sede della FacoltaÁ
Teologica dell'Italia Settentrionale l'annuale incontro per i docenti di spiritualitaÁ del Nord Italia sul tema La teologia spirituale
come introduzione e/o come sintesi del percorso teologico. Hanno partecipato una ventina di docenti. I lavori sono stati introdotti dal Prof. Anton Witwer sj, Preside dell'Istituto di SpiritualitaÁ della Pontificia UniversitaÁ Gregoriana di Roma e docente di
Introduzione alla Teologia spirituale, cui eÁ seguito il dibattito fra i
partecipanti.
17 dicembre 2015 ± Celebrazione eucaristica in preparazione
al S. Natale per docenti e alunni della FacoltaÁ Teologica e dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. La S. Messa,
nella basilica di S. Simpliciano, eÁ stata presieduta dal Preside,
Mons. Pierangelo Sequeri.
14 gennaio 2016 ± Si eÁ tenuta l'annuale Giornata di Studio del
ATLOCAF ALLED ATIV
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ALLED ITTA E ACANORC
Centro Studi di SpiritualitaÁ sul tema: La vita consacrata nella
Chiesa oggi. Questioni chiave e prospettive. La Giornata eÁ stata
seguita da circa 270 partecipanti. Dopo il saluto del Preside e
l'introduzione di Sua Ecc.za Mons. Paolo Martinelli ± Vicario
Episcopale della Diocesi di Milano per la Vita Consacrata Maschile, Istituti secolari e nuove forme di vita consacrata ±, eÁ stata
proposta la relazione di Sua Ecc.za Mons. Jose Rodriguez Carballo, Segretario della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le SocietaÁ di Vita Apostolica, seguita da testimonianze
e prospettive proposte da Don Claudio Cacioli ± Presidente
CISM Lombardia ±, Madre Paola Paganoni ± Presidente USMI
Lombardia ± e Maria Rosa Zamboni ± Coordinatrice della CIIS di
Brescia e Direttrice della rivista ``Incontro''. Gli Atti della Giornata saranno pubblicati in autunno nella collana «Sapientia» di
Glossa.
20 gennaio 2016 ± Inaugurazione ufficiale dell'Anno Accade-
mico 2015-2016 della FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale
e dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose. Dopo il saluto inaugurale del Preside, Mons. Pierangelo Sequeri, il Prof. Duilio Al-
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barello ha presentato il testo della lectio magistralis (cfr. l'intervento La grazia, dono buono per la libertaÁ. Un invito alla lettura
della Lectio magistralis di JuÈrgen Werbick, pubblicato su «Teologia» 1 [2016] 16-24) preparata dal Prof. JuÈrgen Werbick ± Docente di Teologia fondamentale presso la Wilhelms-UniversitaÈt
di MuÈnster ± impossibilitato ad intervenire personalmente, sul
tema Freiheit und (oder) Gnade? Eine Schicksalsfrage der europaÈischen Kultur ± LibertaÁ e (o) grazia? Una questione cruciale
della cultura europea (cfr. il testo pubblicato nella rivista «Teologia» 1 [2016] 3-24). A conclusione della giornata, presso la Basilica di San Simpliciano, si eÁ svolta una celebrazione eucaristica
presieduta da Sua Ecc.za Mons. Alberto Tanasini, Vescovo di
Chiavari e membro della Commissione Episcopale della FacoltaÁ
Teologica.
Di seguito il saluto inaugurale del Preside, Mons. Pierangelo
Sequeri.
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Devo purtroppo avviare questo atto di Inaugurazione dell'Anno
Accademico 2015-2016, annunciando l'impossibilitaÁ di ascoltare
di persona il Professor JuÈrgen Werbick, trattenuto da una improvvisa e grave emergenza famigliare che richiede, del tutto giustificatamente, la sua presenza. Mentre significo anche a tutti Voi, per
espressa raccomandazione dell'Illustre Collega, il suo rammarico
per il mancato appuntamento, mi faccio interprete dell'intera FacoltaÁ nell'assicurare la nostra partecipe vicinanza a lui e alla sua
famiglia. Poiche il professor Werbick aveva giaÁ onorato il nostro
invito, accolto con grande entusiasmo e pronta adesione, inviando per tempo il testo tedesco della sua Lectio, che eÁ stata cortesemente tradotta dal Prof. Don Angelo Maffeis, e resa disponibile
in elegante brochure dalla nostra Segreteria, ho deciso di farne
comunque buon uso, affidando al Prof. Don Duilio Albarello l'incarico di presentarne i punti salienti. Ringrazio percioÁ i nostri
stimati Colleghi per la loro collaborazione, mentre confermo che
il testo integrale della lectio di Werbick saraÁ reso disponibile,
come di consueto, in un prossimo numero della rivista «Teologia».
Con l'occasione di questo saluto preliminare, mi fa piacere darvi
brevemente qualche notizia dell'attuale asset istituzionale della
nostra FacoltaÁ.
Incominciamo dagli studenti. Nel Primo Ciclo contiamo oltre 100
presenze, fra ordinari (61) e fuori corso (43). Un dato promettente
eÁ il numero a due zeri degli iscritti al primo anno (18). Un segno
buono, che dovremo anche saperci meritare, creando condizioni
ancora piuÁ favorevoli per la valorizzazione dell'impegno e del
ATLOCAF ALLED ATIV
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sacrificio che il nostro curriculum richiede, giaÁ soltanto per il
primo grado accademico. La significativa sinergia con i corsi
dell'ISSR, pur nell'autonomia dei rispettivi assetti e finalitaÁ, conferma i reciproci vantaggi e costituisce certamente un modello
anche per altre realtaÁ italiane. Nel Secondo Ciclo, gli iscritti superano i 200 (212). Il numero dei fuori-corso, rispetto a quello
degli ordinari (60) eÁ certamente alto (152), ma in certo modo
anche giustificato dalla quasi normale concomitanza con impegni
di ministero e di lavoro. Nel Terzo Ciclo, sono iscritti 46 studenti
(9 al primo anno). Nel complesso, per questi livelli di specializzazione e di formazione alla ricerca, la popolazione appare piuttosto
importante. In questo ambito si stabilisce oltretutto anche lo standard di formazione dei futuri docenti. La rappresentanza internazionale eÁ vistosamente aumentata. E incomincia a diventare stabile la consuetudine di favorire e realizzare una piuÁ ampia
proiezione internazionale della nostra Accademia. Sia attraverso
la realizzazione di progetti di co-tutela internazionale, sia attraverso l'invio di dottorandi in prestigiose universitaÁ estere. I nostri
allievi si fanno onore anche in questi inserimenti, ottenendo alti
riconoscimenti in termini di inserimento come ricercatori, assistenti, e anche docenti. Sono infine iscritti come Uditori, a vario
titolo, quasi trecento alunni (297). Sono il nostro grembo di affezione e di comunicazione di maggiore rilievo, per quanto riguarda
la simpatia e il credito di cui gode questa FacoltaÁ teologica verso
un piuÁ vasto pubblico di insegnanti, professionisti, cultori della
materia, studenti di altre istituzioni.
Il Centro Studi di SpiritualitaÁ, centro satellite della nostra Istituzione teologica, che eÁ stato uno dei primi luoghi di aggiornamento
di livello universitario per sacerdoti, religiosi e laici con responsabilitaÁ pastorali e formative, rimane attestato sulle 50 unitaÁ. Ma
non deve essere trascurato il legame durevole che questo ambito
di aggiornamento mantiene nel tempo, soprattutto attraverso la
cura di pubblicazioni dedicate presso la nostra casa editrice e
l'annuale settimana intensiva di studio che si tiene in estate.
Per quanto riguarda i Docenti, possiamo dire che eÁ ormai visibilmente iniziato il processo di assestamento della generazione destinata a succedere ai ``padri fondatori'' (quorum ultimus ego...) e
a inaugurare l'inizio di una fase nuova della nostra avventura.
Segni della vitalitaÁ, dell'impegno e della produttivitaÁ di questo
nuovo protagonismo vanno piacevolmente lievitando proprio in
questi mesi. E lasciano dunque piuÁ che ben sperare. Il clima del
passaggio eÁ buono, lo saraÁ anche la nuova comunitaÁ di lavoro, fra
docenti e studenti, che ne dovraÁ scaturire.
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Il momento non eÁ certo generoso di certezze per quanto riguarda
il futuro dell'istituzione teologica, dentro e fuori la Chiesa. E nondimeno, lo sfilacciamento e il ristagno della cultura (religiosa e
laica) che ha cercato di facilitarsi il compito semplificandosi la
vita, creano obiettivamente le condizioni per una piuÁ generosa e
reciproca attenzione fra il sapere teologico e la cultura universitaria. Verosimilmente, l'accresciuta evidenza della necessitaÁ di
questa sinergia, a fronte di un conflitto fra secolaritaÁ e religioni
che risente di un troppo a lungo trascurato esercizio mediatore
del pensiero, eÁ il kairos che l'epoca consegna alla nuova generazione che si voglia mettere al servizio dell'intelligenza della fede
e della comunitaÁ umana.
EÁ proprio in momenti come questi che, insieme alla necessaria
passione e alla insostituibile competenza dei docenti che ne assumono la responsabilitaÁ, diventa facile apprezzare l'importanza
di una buona istituzione del sapere. Essa infatti, mentre assicura
continuitaÁ al fermento intellettuale e spirituale che deve venire,
offre sostegno alla sua maturazione anche nel difficile passaggio.
Possiamo essere riconoscenti, dunque, all'istituzione teologica
che rappresentiamo. E, pur consapevoli dei nostri limiti, incoraggiarvi a frequentarla con impegno e fiducia.
Grazie.
23 - 24 febbraio 2016 ± Presso la Sede della FacoltaÁ Teolo-
gica, si eÁ tenuto l'annuale Convegno di Studio su Parole e Parola.
Letteratura e Teologia. Dopo il saluto del Preside, Mons. Pierangelo Sequeri, sono state proposte, il primo giorno, le relazioni dei
Proff. Marco Ballarini (docente della FacoltaÁ), Ferruccio Parazzoli (scrittore e saggista), Riccardo Castellana (docente dell'UniversitaÁ di Siena), Franco Loi (poeta, saggista e critico), Giovanni Costantini (sacerdote e poeta) e Marcello Neri (docente
presso l'UniversitaÁ europea di Flensburg - Germania); il secondo
giorno, le relazioni dei Proff. Daniella Iannotta (docente dell'UniversitaÁ degli studi di Roma Tre), Rocco Ronchi (docente dell'UniversitaÁ degli studi dell'Aquila) e Roberto Vignolo (docente
della FacoltaÁ). Il Convegno ha visto la presenza di circa 350
partecipanti il primo giorno e 280 il secondo giorno (circoscritto
alla sola mattinata). La pubblicazione degli Atti del Convegno
saraÁ disponibile per l'autunno 2016 nella collana «Disputatio»
della casa editrice Glossa.
17 marzo 2016 ± Celebrazione eucaristica in preparazione alla
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S. Pasqua per docenti e alunni della FacoltaÁ Teologica e dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano. La S. Messa,
nella basilica di S. Simpliciano, eÁ stata presieduta dal Preside,
Mons. Pierangelo Sequeri.
16 aprile 2016 ± Si eÁ svolto il secondo open day volto a far
conoscere ai maturandi e alle persone interessate intervenute la
realtaÁ accademica della FacoltaÁ Teologica, dell'Istituto Superiore
di Scienze Religiose e del centro Studi di SpiritualitaÁ. Una trentina i partecipanti.
2 maggio 2016 ± Presso la sede della FacoltaÁ Teologica si eÁ
tenuta la presentazione del volume Soggetto, senso, veritaÁ. Che
cosa fa dell'uomo un uomo? (Glossa, Milano 2016) rivolta principalmente agli studenti di II e III Ciclo. Alla presenza degli Autori, Duilio Albarello, Dario Cornati, Massimo Epis, Ezio Prato,
Pierangelo Sequeri e Giovanni Trabucco, tutti docenti della FacoltaÁ, sono intervenuti come discussant i Proff. Vincenzo Costa,
docente dell'UniversitaÁ del Molise e Leonardo Paris, Docente
presso lo Studio Teologico Accademico di Trento e l'ISSR di
Belluno e Bolzano.
6 maggio 2016 ± Presso la sede della FacoltaÁ Teologica, si eÁ
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svolto il XIV Seminario sulla teologia della Bibbia sul tema: Tutta
dell'uomo ± Tutta di Dio. Ripensare l'ispirazione della Sacra Scrittura. Dopo il saluto del Preside, Mons. Pierangelo Sequeri e la
presentazione del Moderatore, Mons. Tullio Citrini ± docente
emerito della FacoltaÁ Teologica ± sono state proposte due relazioni dei Proff. della FacoltaÁ, Giovanni Trabucco, Poetica dell'ispirazione. Un quadro teorico di ripensamento e Gianantonio
Borgonovo, Memoria fondatrice e incarnazione nella dialettica
tra ispirazione e canone. Al Seminario hanno partecipato circa
150 persone. Gli Atti del Seminario verranno pubblicati sul n. 4
(2016) della rivista «Teologia».
2 maggio, 9 maggio e 23 maggio 2016 ± Si sono svolti
presso la sede della FacoltaÁ gli annuali Seminari di studio rivolti
agli alunni del II e III Ciclo di Specializzazione (Licenza e Dottorato), divisi per aree tematiche. Gli incontri, volti alla comunicazione scientifica tra alunni e docenti sulle tesi in corso, si prefiggono l'obiettivo di accompagnare la ricerca teologica degli
studenti in vista del conseguimento dei titoli accademici.
6 giugno 2016 ± Presso la Sede dell'``Istituto Teologico S.
Antonio Dottore'' di Padova, in collaborazione con la FacoltaÁ
Teologica del Triveneto, si eÁ tenuto l'annuale incontro per i Docenti di SpiritualitaÁ del Nord Italia sul tema Una spiritualitaÁ post-
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secolare. I lavori sono stati introdotti dagli interventi dei Proff.
Luigi Berzano (dell'UniversitaÁ di Torino), Una spiritualitaÁ postsecolare. Provocazioni per il credente e Giovanni Trabucco (della
FacoltaÁ Teologica di Milano), Pensiero a-teologico e fede in Dio.
13-14 giugno 2016 ± Presso la sede di Villa Cagnola a Gaz-
zada (VA), si eÁ tenuto, alla presenza di piuÁ di 20 docenti, l'annuale incontro sul trattato di Ecclesiologia, organizzato dalla FacoltaÁ Teologica per tutti i docenti delle Sezioni Parallele, Istituti
Affiliati, Seminari e ISSR dell'Italia Settentrionale. I lavori sono
stati introdotti e poi proseguiti a procedere dalla relazione fondamentale del Prof. Giovanni Rota (docente della FacoltaÁ) e da
una relazione in prospettiva teologico-pastorale del Prof. Luca
Bressan (docente della FacoltaÁ). Le due mezze Giornate di Studio sono state moderate dal Preside, Prof. Pierangelo Sequeri, e
sono state accompagnate da un intenso e articolato dibattito tra
i docenti della disciplina.
Luglio 2016 ± Si eÁ svolta nel mese di luglio la IX edizione dei
corsi biblici estivi a Gerusalemme. Il progetto di questi corsi
estivi, realizzati grazie alla collaborazione fra lo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, la FacoltaÁ di Teologia di
Lugano e la nostra FacoltaÁ Teologica e rivolti agli studenti delle
FacoltaÁ organizzatrici, hanno visto l'attivazione dei corsi di ``Archeologia e geografia'' e di ``Lettorato di ebraico biblico'', cui
hanno partecipato rispettivamente 32 e 8 studenti. A questi
corsi si eÁ unito quest'anno anche un corso di approfondimento
su ``Archeologia e Vangeli. Intorno al lago di Galilea''.
11-14 luglio 2016 ± Presso il Centro Diocesano di SpiritualitaÁ
e Cultura di Marola (RE), si eÁ tenuto il XV corso residenziale
estivo, promosso dal Centro Studi di SpiritualitaÁ, sul tema Celebrare in spirito e veritaÁ. L'esperienza spirituale della liturgia. Il
corso, al quale hanno partecipato una trentina di iscritti, ha visto
alternarsi nella relazioni e discussioni tra i partecipanti, i Proff.
Giuliano Zanchi, Liturgia ed esperienza della fede, Elena Massimi, Liturgia e spiritualitaÁ: una storia di incontri mancati?, Paolo
Tomatis, Lo spirito della liturgia: da Romano Guardini a Joseph
Ratzinger, Matteo Crimella, «Offrite i vostri corpi come sacrificio
vivente (Rm 12). Il culto spirituale nella rilettura paolina, Goffredo
Boselli, Il senso spirituale della liturgia e Andrea Grillo, Partecipare alla liturgia: un'esperienza spirituale. La pubblicazione degli
Atti del corso eÁ prevista per la primavera del 2017, nella collana
«Sapientia» della casa editrice Glossa.
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REGOLAMENTO DELL 'ASSEMBLEA
DEGLI STUDENTI
INNULA
ART. 1 - Gli alunni della FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale
iscritti al Ciclo Istituzionale e alle varie Sezioni del Ciclo di Specializzazione costituiscono l'Assemblea Generale degli studenti
della FacoltaÁ, disciplinata dal presente Regolamento.
ART. 2 - Funzione dell'Assemblea eÁ di raccogliere e discutere le
istanze degli studenti in ordine allo studio e alla vita accademica
in tutti i suoi molteplici aspetti. Queste istanze vengono portate
e discusse nel Consiglio di Sezione dai Rappresentanti degli
studenti, in modo da collaborare al buon andamento della FacoltaÁ.
ART. 3 - Gli studenti possono riunirsi oltre che nell'Assemblea
Generale, anche in Assemblee di Ciclo, di Sezione e di Classe,
che sono tenute nei locali della FacoltaÁ. Gli studenti ordinari
godono dell'elettorato passivo e attivo e del diritto di voto. Gli
alunni uditori godono del diritto di parola.
ART. 4 - Per le Assemblee Ordinarie Generali e di Ciclo gli studenti hanno diritto di usufruire di due ore mensili tra quelle previste per le lezioni o i seminari, distribuendole regolarmente nell'orario, in modo da non occupare sempre gli stessi corsi, previa
affissione dell'orario stesso e dell'ordine del giorno una settimana prima. Tale impegno non sussiste per le Assemblee Straordinarie. Le Assemblee di Sezione o di Classe verranno effettuate
fuori dall'orario scolastico.
ART. 5 - L'Assemblea Straordinaria puoÁ essere convocata, in orario
scolastico, su richiesta della maggioranza assoluta (50% + 1)
degli studenti ordinari.
ART. 6 - Le Assemblee sono convocate dai Rappresentanti degli
studenti. La prima Assemblea di ogni Anno Accademico eÁ convocata dai Rappresentanti uscenti (ne basta anche uno solo) allo
scopo di eleggere i vari organismi della FacoltaÁ. Nella eventualitaÁ
che non ci fossero i Rappresentanti uscenti, l'assemblea d'inizio
d'anno eÁ convocata dal Preside della FacoltaÁ.
ART. 7 - L'Assemblea eÁ presieduta da un Moderatore, scelto a
turno tra i Rappresentanti degli studenti, il quale nomina un
Segretario che stenderaÁ il Verbale. Tale nomina puoÁ essere fatta
251
252
di volta in volta. I Rappresentanti degli studenti convocano l'Assemblea e ne fissano l'ordine del giorno dietro proposte emerse
nell'ambito delle singole classi. La convocazione dell'Assemblea
con il relativo ordine del giorno viene affissa alla bacheca degli
studenti, previo accordo con il Preside e la Segreteria.
ART. 8 - Le riunioni delle Assemblee degli studenti sono pubbliche e sono valide se convocate regolarmente.
L'ordine del giorno termina sempre con le «varie ed eventuali»
nelle quali ogni studente puoÁ muovere delle interpellanze.
ART. 9 - In apertura di riunione viene data lettura del Verbale
della riunione precedente. I presenti possono proporre rettifiche
e chiedere chiarimenti; se non vengono avanzate osservazioni, il
Verbale si ratifica per alzata di mano.
ART. 10 - Gli argomenti all'ordine del giorno vengono trattati nella
successione secondo la quale sono iscritti nello stesso. Ogni
argomento dell'ordine del giorno eÁ illustrato dal proponente o
da una persona incaricata dai Rappresentanti; esaurita l'illustrazione, gli studenti che vogliono prendere la parola si iscrivono
presso il Segretario. Il Moderatore daÁ la parola secondo l'ordine
di iscrizione. Dopo che hanno parlato tutti gli iscritti un membro
che intende rispondere o obiettare puoÁ prendere la parola. Ogni
intervento non puoÁ avere la durata superiore a tre minuti.
ART. 11 - Chiusa la discussione il Moderatore invita l'Assemblea
ad esprimere il proprio parere con una votazione. Se sull'argomento sembra necessario un ulteriore approfondimento, puoÁ essere nominata una Commissione con votazione a maggioranza
relativa dei presenti. Un rappresentante della Commissione potraÁ dare relazione al Consiglio di Sezione del lavoro svolto dalla
Commissione stessa.
ART. 12 - Le votazioni avvengono per alzata di mano o per appello
nominale; quelle concernenti le persone, per scrutinio segreto. Il
Moderatore, aiutato da due studenti scrutatori, accerta il risultato di ogni singola votazione. Si passa alla controprova, qualora
sia ritenuta necessaria dal Moderatore o venga espressamente
richiesta.
ART. 13 - Ogni studente, in ogni momento dell'Assemblea, puoÁ
presentare mozioni d'ordine, per definire le modalitaÁ di svolgimento dei lavori o per richiamare l'osservanza del Regolamento.
Su ogni mozione, prima di metterla ai voti, possono essere effettuati due soli interventi: uno a favore e uno contro.
VARIE
QUOTE SCOLASTICHE
CICLO ISTITUZIONALE
1. Alunni ordinari: quota annuale (iscrizione al corso ed esami entro le 3 sessioni relative ad ogni
anno)
± Corsi integrativi di Storia della filosofia e di
Latino (ciascun corso)
2. Alunni uditori:
corso di 24 ore cad.
corso di 36 ore cad.
corso annuale di 48 ore cad.
corso di latino - 48 ore
corso annuale di 60 ore
corso di ``storia della filosofia''
iscrizione
iscrizione ad ogni singolo esame
900,00
» 100,00
»
»
»
»
»
»
»
»
80,00
100,00
130,00
130,00
140,00
180,00
65,00
10,00
CICLO DI SPECIALIZZAZIONE
1. Alunni ordinari: quota annuale
(come sopra)
2. Alunni uditori:
corso semestrale cad.
corso annuale cad.
iscrizione
iscrizione ad ogni singolo esame
»
»
»
»
PREPARAZIONE AL DOTTORATO
» 950,00
CORSO DI PREPARAZIONE PER IL BACCALAUREATO
± Esame di ammissione
± quota annuale (come sopra)
Iscrizione Alunni «fuori corso»
254
e
Iscrizione ad ogni singolo esame
» 1000,00
»
»
»
»
110,00
160,00
65,00
10,00
60,00
550,00
250,00
10,00
ESAMI
1. Esame d 'ammissione al Ciclo Istituzionale
(cad.)
2. Esame e Diploma di Baccalaureato
3. Difesa della Tesi e Diploma di Licenza
specializzata
4. Difesa della Tesi di Dottorato
5. Diploma di Dottorato
6. Mora per mancato avviso di rinuncia ad esame
7. Iscrizione ad ogni singolo esame sostenuto oltre la 3ã sessione successiva alla frequenza del
corso (per gli alunni ordinari)
e 90,00
» 300,00
»
»
»
»
650,00
700,00
90,00
15,00
» 10,00
RILASCIO DEI DOCUMENTI
Certificati: * semplici (d 'iscrizione o frequenza) o di
grado
» 7,00
* con voti parziali o con voti di tutto il
corso
» 15,00
N.B.: Le domande di iscrizione verranno accolte solo se corredate dalla attestazione del pagamento di una prima rata,
stabilita dall'Ufficio Amministrazione, effettuato secondo
le modalitaÁ stabilite dal suddetto Ufficio. La seconda rata
(variabile in base alle specifiche di ogni singola iscrizione)
perverraÁ al domicilio dei singoli studenti a mezzo M.Av.
nei mesi successivi all'iscrizione.
Si ricorda che in caso di mancato pagamento della seconda rata verranno invalidati tutti gli atti accademici
dell'Anno Accademico in corso.
In caso di rinuncia agli studi (si richiede lettera scritta),
successiva all'inizio dell'Anno Accademico, le quote dovranno comunque essere pagate e non potranno essere
rimborsate.
L'Ufficio Amministrazione si riserva la facoltaÁ di apportare variazioni al presente regolamento qualora lo ritenesse
opportuno.
EIRAV
255
ORARIO
DELLE LEZIONI
1ã ora: 9.15 - 10.00
2ã ora: 10.05 - 10.50
3ã ora: 10.55 - 11.40
4ã ora: 11.45 - 12.30
5ã ora: 14.25 - 15.10
6ã ora: 15.15 - 16.00
7ã ora: 16.05 - 16.50
8ã ora: 16.55 - 17.40
9ã ora: 17.45 - 18.30
10ã ora: 18.30 - 19.15
± Le lezioni per il Ciclo di Specializzazione si svolgono normalmente il martedõÁ, mercoledõÁ e giovedõÁ.
± Le lezioni per il Ciclo Istituzionale si svolgono normalmente
nei pomeriggi di martedõÁ, mercoledõÁ, giovedõÁ e venerdõÁ.
DEL PRESIDE
Il Preside riceve su appuntamento.
DELLA SEGRETERIA
La Segreteria eÁ aperta il martedõÁ, mercoledõÁ, giovedõÁ e venerdõÁ
dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 17.
DELLA BIBLIOTECA
La Biblioteca eÁ aperta tutti i giorni feriali ± escluso il sabato ±
con orario da verificare secondo il calendario accademico.
N.B.: Per accedere alla Biblioteca eÁ necessario esibire il tesserino di riconoscimento.
256
CALENDARIO 2016-2017
SETTEMBRE 2016
1 G
2 V
3 S
OTTOBRE 2016
Appello Esami
f 1ëSessione
Autunnale
ÐÐ
+ 4 D XXIII dell'anno
5
6
7
8
9
10
L
M
M
G
V
S
12
13
14
15
16
17
L
M
M
G
V
S
19
20
21
22
23
24
L
M
M
G
V
S
26
27
28
29
30
L
M
M
G
V
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
f
____________
(*) Termine iscrizioni
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
10
11
12
13
14
15
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
17
18
19
20
21
22
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
24
25
26
27
28
29
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
(1)
(2)
+ 23 D XXX dell'anno
+ 25 D XXVI dell'anno
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
3
4
5
6
7
8
+ 16 D XXIX dell'anno
+ 18 D XXV dell'anno
f
ÐÐ
+ 9 D XXVIII dell'anno
+ 11 D XXIV dell'anno
f
1 S
+ 2 D XXVII dell'anno
(*)
+ 30 D XXXI dell'anno
31 L
ÐÐ
____________
(1) Riunione Consiglio
dei Professori
(2) Inizio Anno Accademico
258
NOVEMBRE 2016
DICEMBRE 2016
* 1 M Tutti i Santi
* 2 M Comm. Defunti
3 G
4 V
5 S
Lezione
Lezione
ÐÐ
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
14
15
16
17
18
19
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
21
22
23
24
25
26
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
28 L
29 M
30 M
ÐÐ
Lezione
Lezione
+ 27 D I d'Avvento
5 L
6 M
ÐÐ
ÐÐ
9 V
10 S
ÐÐ
ÐÐ
12
13
14
15
16
17
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione (S. Messa)
Lezione
ÐÐ
19
20
21
22
23
24
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
27
28
29
30
31
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
* 7 M S. Ambrogio
* 8 G Immacolata Concez.
+ 11 D III d'Avvento
+ 13 D XXXIII dell'anno
+ 20 D Cristo Re
Lezione
Lezione
ÐÐ
+ 4 D II d'Avvento
+ 6 D XXXII dell'anno
7
8
9
10
11
12
1 G
2 V
3 S
+ 18 D IV d'Avvento
(|)
+ 25 D Natale del Signore
* 26 L S. Stefano
____________
(|) Riunione Consiglio
di FacoltaÁ
EIRAV
259
GENNAIO 2017
FEBBRAIO 2017
+ 1 D S. Madre di Dio
2
3
4
5
L
M
M
G
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
7 S
ÐÐ
* 6 V Epifania di N.S.
+ 8 D Battesimo di GesuÁ
9
10
11
12
13
14
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
16
17
18
19
20
21
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
23
24
25
26
27
28
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
L
M
M
G
V
S
13
14
15
16
17
18
L
M
M
G
V
S
20
21
22
23
24
25
L
M
M
G
V
S
+ 5 D V dell'anno
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Invernale
ÐÐ
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Invernale
ÐÐ
(3)
ÐÐ
Convegno di Studio
Convegno di Studio
Appello Esami
f 2ëSessione
Invernale
ÐÐ
+ 26 D VIII dell'anno
27 L
28 M
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
1ë App. Sess. Inv.
____________
(3) Termine 1ë Semestre
260
6
7
8
9
10
11
f
1ë Appello
Esami
Sessione Invernale
ÐÐ
+ 19 D VII dell'anno
+ 22 D III dell'anno
30 L
31 M
M
G
V
S
+ 12 D VI dell'anno
+ 15 D II dell'anno
+ 29 D IV dell'anno
1
2
3
4
____________
(4) Inizio 2ë Semestre
(4)
MARZO 2017
1
2
3
4
M
G
V
S
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
6
7
8
9
10
11
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
13
14
15
16
17
18
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
20
21
22
23
24
25
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
27
28
29
30
31
L
M
M
G
V
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
APRILE 2017
Le Ceneri
+ 5 D I di Quaresima
^
( )
+ 26 D IV di Quaresima
Sezioni Riunite
3
4
5
6
7
8
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione (S. Messa)
Lezione
ÐÐ
10
11
12
13
14
15
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
18
19
20
21
22
M
M
G
V
S
ÐÐ
(|)
+ 16 D Pasqua di Ris.
* 17 L dell'Angelo
+ 19 D III di Quaresima
^
ÐÐ
+ 9 D Le Palme
+ 12 D II di Quaresima
____________
( ) Riunione Consiglio
1 S
+ 2 D V di Quaresima
f
Sessione
Straordinaria d'esame
Ciclo Istituzionale
+ ISSR
+ 23 D II di Pasqua
24 L
ÐÐ
26
27
28
29
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
* 25 M Ð Ð
M
G
V
S
+ 30 D III di Pasqua
____________
(|) Riunione Consiglio
di FacoltaÁ
EIRAV
261
MAGGIO 2017
* 1 L
S. Giuseppe Lav.
2
3
4
5
6
M
M
G
V
S
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
8
9
10
11
12
13
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
()
15
16
17
18
19
20
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
( )
22
23
24
25
26
27
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
Lezione
Lezione
Lezione
Lezione
ÐÐ
()
29 L
30 M
31 M
ÐÐ
Lezione
Lezione
()
+ 7 D IV di Pasqua
+ 14 D V di Pasqua
+ 21 D VI di Pasqua
+ 28 D Ascensione
____________
() Seminario Licenziandi
e Dottorandi
( ) Riunione Consiglio
^
262
GIUGNO 2017
Sezioni Riunite
1 G
Lezione
3 S
ÐÐ
* 2 V ÐÐ
(5)
+ 4 D Pentecoste
^
5
6
7
8
9
10
L
M
M
G
V
S
14
15
16
17
M
G
V
S
19
20
21
22
23
24
L
M
M
G
V
S
26
27
28
29
30
L
M
M
G
V
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
(6)
+ 11 D SS. TrinitaÁ
12 L
Incontro Affil. /
Paral. / Issr
13 M Incontro Affil. /
Paral. / Issr
f
1ë Appello
Esami
Sessione Estiva
ÐÐ
+ 18 D Corpus Domini
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
+ 25 D XII dell'anno
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
____________
(5) Termine Anno Accad.
(6) Inizio esami sessione
estiva
LUGLIO 2017
1 S
ÐÐ
3
4
5
6
7
8
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
10
11
12
13
14
15
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
17
18
19
20
21
22
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
24
25
26
27
28
29
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
31 L
ÐÐ
+ 2 D XIII dell'anno
f
+ 9 D XIV dell'anno
+ 16 D XV dell'anno
+ 23 D XVI dell'anno
+ 30 D XVII dell'anno
EIRAV
263
Á
PUBBLICAZIONI DELLA FACOLTA
RIVISTA «TEOLOGIA», Glossa, Milano.
Á la rivista della Facolta
Á Teologica dell'Italia Settentrionale: freE
quenza trimestrale, specializzata nei problemi di metodologia
teologica.
COLLANA «QUAESTIO»
- STUDI SCIENTIFICI PER LA RICERCA
TEOLOGICA:
±
L'evidenza e la fede
(a cura di G. COLOMBO), Glossa, Milano
1988.
±
Il teologo (a cura di G. C
), Glossa, Milano 1989.
La ragione teologica, Glossa, Milano 1995.
G. C
, La teologia italiana. Materiali e prospettive (19501993), Glossa, Milano 1995.
G. C
, Del soprannaturale, Glossa, Milano 1996.
G. C
, Teologia sacramentaria, Glossa, Milano 1997.
OLOMBO
± G. COLOMBO,
±
±
±
OLOMBO
OLOMBO
OLOMBO
COLLANA «LECTIO»
- MANUALI PER LO STUDIO DELLA TEO-
LOGIA:
Cristologia. Proposta sistematica
± G. MOIOLI,
(a cura di F.G.
2
BRAMBILLA), Glossa, Milano 1995 .
± G.
MOIOLI,
L'«Escatologico» cristiano. Proposta sistematica,
Glossa, Milano 1994.
± G. MOIOLI,
Il quarto sacramento. Note introduttive, Glossa, Mi-
lano 1996.
Teologia morale fondamentale. Tradizione, Scrittura e teoria, Glossa, Milano 1999.
P. S
, L'idea della fede. Trattato di teologia fondamentale,
± G. ANGELINI,
±
EQUERI
3
Glossa, Milano 2002 .
Etica della vita, Glossa, Milano 2006.
La teologia del Novecento. Momenti maggiori e questioni aperte, Glossa, Milano 2008.
A. M
, Antropologia fondamentale. Scritti, Glossa, Mi-
± M. CHIODI,
± G. ANGELINI - S. MACCHI (ed.),
±
ARGARITTI
lano 2009.
La pratica della fede. Teologia pastorale nel tempo
della Chiesa, Glossa, Milano 2010.
M. C
, Etica della vita, Glossa, Milano 2013.
± B. SEVESO,
±
264
HIODI
Á:
COLLANA «CONTEMPLATIO» - TESTI DI SPIRITUALITa
L'oro e la paglia, Glossa, Milano 2010 .
Á questo per tanta gente?,
, Ma che cos'e
4
± P.A. SEQUERI,
± P.A. SEQUERI
3
Milano 1998
± G. MOIOLI,
Glossa,
(V ristampa).
Il mistero di Maria (a cura di D. C
ASTENETTO),
Glos-
sa, Milano 1989 (II ristampa).
Li amoÁ sino alla fine, Glossa, Milano 1995
Temi cristiani maggiori (a cura di D. C
2
± G. ANGELINI,
± G. MOIOLI,
.
ASTENETTO),
Glossa, Milano 1999 (VI ristampa).
± G. MOIOLI,
L'esperienza spirituale. Lezioni introduttive (a cura di
C. STERCAL), Glossa, Milano 1999 (VIII ristampa).
± ELENA
DA
Diario, Glossa, Milano 1993.
L'ordine cristiano, Glossa, Milano 1998 .
, La parola della croce, Glossa, Milano 2009 .
Á giunta l'ora» (Gv 17,1), a cura di D. C
, «E
PERSICO,
2
± G. COLOMBO,
2
± G. MOIOLI
± G. MOIOLI
ASTENETTO,
Glossa, Milano 1994.
Le virtuÁ e la fede, Glossa, Milano 2004 .
«Va' dai miei fratelli» (Gv 20,17), a cura di
2
± G. ANGELINI,
± G. MOIOLI,
STENETTO,
D. CA-
Glossa, Milano 1996.
Sulla evangelizzazione, Glossa, Milano 1997.
Veni Creator Spiritus, Glossa, Milano 1997.
, L'esistenza cristiana, Glossa, Milano 1999.
, Il profeta ammutolito. Meditazioni su Ezechiele,
± G. COLOMBO,
± G. MOIOLI,
± G. COLOMBO
± G. ANGELINI
Glossa, Milano 2000.
± G. MOIOLI,
lano 2000.
± G. MOIOLI,
Il discepolo (a cura di D. C
Il centro di tutti i cuori
ASTENETTO),
Glossa, Mi-
(a cura di D. CASTENETTO),
Glossa, Milano 2001.
± G. MOIOLI,
Beati i poveri
(a cura di D. CASTENETTO), Glossa,
Milano 2002.
± G. MOIOLI,
Il mistero dell'Eucaristia (a cura di D. C
ASTENETTO),
Glossa, Milano 2002.
± G. ANGELINI,
I frutti dello Spirito, Glossa, Milano 2003 .
, Verso il tramonto, Glossa, Milano 2004.
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COLLANA «ATTI DEI CONVEGNI DELLA FACOLTaÁ TEOLOGICA
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L'Ecclesiologia dal Vaticano I al Vaticano II, La Scuola, Brescia
1973 (esaurito).
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Il rinnovamento della catechesi in Italia,
La Scuola, Brescia
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Condizione giovanile e annuncio della fede, La Scuola, Brescia
1979.
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La ricerca della preghiera cristiana oggi,
La Scuola, Brescia
1980.
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L'appello all'``umano'' nella predicazione della Chiesa,
La
Scuola, Brescia 1981.
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Il significato cristiano della sofferenza,
La
Scuola, Brescia
1982.
COLLANA «FEDE
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per la pubblicazione delle
opere dei Docenti e delle tesi di dottorato:
± P.L. BORACCO,
Il problema della spiritualitaÁ italiana, I.P.L., Mila-
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Diaconi per la Chiesa, I.P.L., Milano 1977.
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Milano 1982.
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H.U. von Balthasar: estetica e singolaritaÁ,
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Il problema della cristologia coranica. Storia della
ermeneutica cristiana, I.P.L., Milano 1982.
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Edificare la Chiesa. La teologia pastorale e i suoi
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NGELINI
ROVELLI
APRIOLI
MBROSIO
1982.
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Celebrare l'Eucaristia. Significato e problemi della dimensione
rituale, L.D.C., Torino-Leumann 1983.
Il quarto sacramento. IdentitaÁ teologica e forme storiche del
sacramento della Penitenza, L.D.C., Torino-Leumann 1983.
Religiosi e Chiesa particolare, L.D.C., Torino-Leumann 1986.
I laici nella Chiesa, L.D.C., Torino-Leumann 1986.
Chiesa e parrocchia, L.D.C., Torino-Leumann 1989.
COLLANA «CORSI DELLA FACOLTaÁ TEOLOGICA DELL'ITALIA
SETTENTRIONALE», per la pubblicazione «pro manuscripto» dei corsi dei Docenti:
Cristologia. «Momento» storico - Lettura delle «fonti». GesuÁ di Nazareth secondo il N.T. e nella fede e teologia
dell'epoca «patristica» - sec. II-VIII, «pro manuscripto» 1980.
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± G. MOIOLI,
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1983.
Introduzione alla Teologia biblica del Nuovo Testamento. 1. Storia, «pro manuscripto» 1980.
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, Introduzione alla Teologia biblica del Nuovo Testamento. 2. Problemi, «pro manuscripto» 1981.
± G. SEGALLA,
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EGALLA
FUORI COLLANA:
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La teologia italiana, oggi. Ricerca dedicata a Mons. C. Colombo nel 70ë compleanno, La Scuola - Morcelliana, Brescia 1979.
280
N.B.
: Per l'acquisto di queste pubblicazioni e per un servizio di
Á rivolgere alla Libreria teologiorientamento bibliografico ci si puo
ca
«Glossa», Piazza Paolo VI, 6 - 20121 Milano - tel. 02/877609;
fax 02/72003162 - (E-mail: [email protected];
http://www.glossaeditrice.it).
EIRAV
281
SOMMARIO DELLE TESI DISCUSSE
NELL'ANNO ACCADEMICO 2015-2016
Tesi di DOTTORATO in Teologia
Crisostomo Don Enrico (Diocesi di Malolos - Filippine)
«LA
PERSONA DI
Á CRISTO
GESU
COME LA CHIAVE, IL PUNTO FOCALE E LA
FINE DELL'UOMO E DI TUTTA LA STORIA.
DEL METODO TEOLOGICO DI
UN'APPLICAZIONE
CRISTOLOGICA
WALTER KASPER»
(Relatore: Prof. Don Alberto Cozzi)
Questo studio si focalizza sul metodo teologico di Walter Kasper
e si concentra sul suo tema preferito: la Cristologia. «La CristoÁ dunque il compito che oggi si pone alla teologia». La
logia e
Á dunque: «Come
domanda fondamentale che si dovrebbe fare e
Á Cristo, essendo l'unico, insostituibile Gesu
Á
fa la persona di Gesu
di Nazareth, essere allo stesso tempo il Cristo mandato da Dio,
Á la salvezza del mondo e il compimento escatologico della
cioe
storia?».
Kasper confronta tre temi importanti cari al mondo moderno e
contemporaneo per riflettere sulla cristologia. Egli confronta la
Á, storia e spirito moderni.
questione della liberta
Á ± «L'epoca moderna, definisce l'uomo come
1. Sulla Liberta
Á». Per Kasper «la soggettivita
Á del periodo moderno e
Á efliberta
fettivamente qualcosa di diverso dal soggettivismo arbitrario».
Kasper inoltre segnala le «limitazioni della comprensione moderÁ». Egli parla della «dialettica dell'illuminismo». Il
na della liberta
Á origine a una singola dimensione del«nuovo umanesimo» da
Á condurre a un punto di vista «pericolosamente
l'uomo che puo
semplicistico e totalitario» dell'uomo. Dunque, «la strada sulla
quale viaggia lo spirito moderno conduce all'ateismo e nichilismo».
Á».
Kasper sviluppa e afferma la «definizione teologica della liberta
Á umana non e
Á solo «aperta e trascendentale»
L'autentica liberta
Á anche una «questione teo-logica». La liberta
Á e
Á aperta ma
ma e
deve ancora essere realizzata completamente. «L'idea di una
Á interamente realizzata, di una liberta
Á assolutamente comliberta
Á indispensabile, e
Á la condizione trascendentale della pospleta, e
282
Á di liberta
Á». Cio
Á fa sõÁ che la liberta
Á umana sia irrequieta e
sibilita
Á realizzarsi appieno soltanto se inl'uomo inquieto. «L'uomo puo
Á che sia incondizionata non soltanto nella sua
contra una liberta
pretesa formale ma anche nella sua realizzazione sul piano maÁ finita puo
Á trovare compimento solo nell'inconteriale». La liberta
tro con la
Á assoluta.
liberta
Á assoluta e creativa di Dio». «La liberKasper evidenzia la «liberta
Á assoluta di Dio rende possibile la liberta
Á umana». «E noi dota
vremmo dunque comprenderLo come la condizione trascendenÁ di liberta
Á». Dio, in questa prospettiva,
tale della possibilita
dovrebbe essere pensato non come sostanza assoluta ma
Á perfetta». Kasper incisivamente mette la liberta
Á
come «la liberta
di Dio come «riconciliazione e liberazione». «La questione di Dio
dovrebbe essere il centro della discussione». «Il problema di Dio
Á il problema fondamentale della teologia. La questione di Dio e
Á
e
la vera e propria questione centrale per la situazione spirituale
del nostro tempo».
Á il nostro piu
Á
Á grande problema». C'e
2. La Storia ± «La storia e
Á per esporre l'Assoluto nella comprensione storica
una possibilita
Á la storia? La storia non e
Á semplicemente una
del mondo? Cos'e
Á esattamente la
sequenza di giorni, ore e anni. E la storia non e
stessa cosa di sviluppo ed evoluzione. Esiste la storia solo dove
Á possibile attraverso la liberta umana
Á. La storia e
esiste la liberta
Á un alternarsi di
e concreta. Possiamo quindi dire che la storia e
soggetto e oggetto, un mediarsi di mondo e uomo, dove il mondo
determina l'uomo e l'uomo il mondo.
Come diventa possibile l'esistenza umana nella storica situazioÁ umana e
Á possibile
ne aporetica? Kasper evidenzia che «la liberta
Á governa nella realta
Á nel suo
solo se ± essenzialmente ± la liberta
Á che tutto determina non puo
Á essere
insieme». Ma questa liberta
Á finita dell'uomo. Dovra
Á trattarsi di una liberta
Á infinita,
la liberta
capace di sfruttare quelle condizioni del reale che all'uomo riÁ significa che «il
mangano continuamente precluse. Questo pero
Á essere una zona di liberta
Á per l'uomo solo se Dio e
Á
mondo puo
Á creatrice». Questo regno della liberta
Á e
Á allora
l'assoluta liberta
Á e dalla liberta
Á; o lo si attende
possibile soltanto nella liberta
Á storicamente indeducibile, o lo si comprende
come una liberta
come dono.
Á la Liberta
Á Assoluta. Dio essendo la Liberta
Á Assoluta e
Á la
Dio e
Á Assoluta»
riconciliazione tra il trascendente e il finito. La «liberta
Á la fondazione e il Signore della storia. Questa liberta
Áe
Á la
di Dio e
Á da tutto-determinato», «la liberta
Á infinita che e
Á il padrone
«liberta
Á». Kasper collega la sua
dei fattori che condizionano la realta
riflessione sulla storia nell'ultima analisi sul «Dio vivente della
EIRAV
283
storia» e quindi Dio come la «speranza della storia». Colui che
Á il «Dio che sara
Á» e
porta all'esistenza, sostiene e vince la storia e
il «Signore della storia».
Á assoluta ha spazio per qualcosa di nuovo e
Inoltre, questa liberta
Á sotto il dominio della liberta
Á signioriginale. «Concepire la realta
Á deve essere vista non come un sistema chiuso,
fica che la realta
ma come un sistema sostanzialmente aperto con spazio per l'uÁ decifrata e intesa come
nico, il nuovo e l'originale». La storia sara
simbolica.
Affermare la funzione simbolica della storia vuol dire
Á dove la
Á » e l'«eccesso» nella storia. La storia e
affermare il «piu
«potenza» di Dio governa e porta il suo regno al suo compimento.
Á umana» trova il suo signiLa «definizione teologica della liberta
Á
Á Cristo. Gesu
Á Cristo e
ficato e compimento nella persona di Gesu
Á umala «determinazione o definizione escatologica della liberta
na». Questa storia tra Dio e gli esseri umani ha raggiunto il suo
Á Dio e uomo. In lui
Á Cristo che e
compimento escatologico in Gesu
Á umana e
Á finalmente e radil'apertura indeterminata della liberta
Á assoluta che
calmente definita e completata attraverso la liberta
Á finalmente ed escatologicamente comunicata in lui. Gesu
Á Crie
Á l'Alpha e l'Omega della storia.
sto e
Per quanto riguarda la definizione cristologica della storia nella
Á Cristo, Kasper evidenzia la persona di Gesu
Á
persona di Gesu
Cristo come la «rivelazione del mistero di Dio nella storia».
«Questa auto-rivelazione dell'unico mistero di Dio si verifica,
Á, al quale l'auto-comunicazioin una maniera conclusiva in Gesu
Á
ne di Dio in persona, il mistero di Dio, viene rivelata». Gesu
Á l'«icona del Padre», lui e
Á il volto umano del padre della
Cristo e
Á «la grammatica e il modo di rivelazione del
Á Cristo e
storia. Gesu
mistero di Dio in una maniera unica e comunque universalmente
valida».
Á il «Nuovo Uomo» e il centro e la salvezza
Á e
La persona di Gesu
Á «sopporta la tentazione considerandella storia per quanto Gesu
do entrambi la grandezza e la miseria dell'uomo». Il centro e il
Á la croce e la Risurrezione di Gesu
Á . Il
contenuto della Cristologia e
Á la fonte di riconciliazione e liberazione delmistero pasquale e
l'intera storia.
Á
3. La Cristologia Pneumatica ± La dottrina sullo Spirito Santo e
una delle dimensioni forti nella teologia di Walter Kasper. Lo
Á un «eccesso di amore» che apre il mistero paSpirito Santo e
squale nel mondo. La vita Trinitaria di Dio, che redime il mondo
Á Cristo, si apre al mondo tramite la
nel mistero pasquale di Gesu
284
potenza dello Spirito Santo. «L'amore che si rivela nella morte di
Á oggettiva e una conÁ Cristo comprende quindi un'identita
Gesu
Á storica». Questa e
Á la «signoria di Dio in amore». Lo Spirito
tinuita
Á «il dono» che prolunga il tempo e rende la storia il tempo
Santo e
di Dio.
Giordana Emanuele (Cherasco - CN)
Á
«GESU
DI
NAZARET,
Á STORICA DI UNA RIVELAZIONE
LA SINGOLARITA
ESCATOLOGICA. IL PROBLEMA CRISTOLOGICO DI FRONTE AL PLURALISMO
RELIGIOSO»
(Relatore: Prof. Mons. Sergio Ubbiali)
Questo lavoro di ricerca nasce dal cammino di fede personale e
da una questione molto sentita che ritengo essere la base del
Á possibile parlare di una rivelazione
cristianesimo stesso: com'e
Á Cristo a fronte del pluralismo religioso?
escatologica di Gesu
Á dunque una trattazione generica
L'intento della ricerca non e
sulle religioni, ma una specifica ricerca di cristologia nel confronto con le tradizioni religiose monoteiste (ebraismo ed islam): si
tratta di riesprimere e riarticolare il problema cristologico all'interno della teologia fondamentale e della teologia sistematica, in
uno sguardo incrociato con la teologia ebraica contemporanea
(tramite autori come Leo Baeck, Elia Benamozegh, Shalom Ben Chouraqui, Jules
Chorin, Daniel Boyarin, Martin Buber, Andre
 Neher, Jacob Neusner, David Novak, Franz RosenzIsaac, Andre
Á s) e con il
weig, Gershom Scholem, Jacob Taubes, Geza Verme
pensiero critico islamico (tramite autori come Mohammed ArÂrad, Fazlur Rahkoun, Abdelmagid Charfi, Farid Esack, Ali Me
man, Tariq Ramadan, Abdulkarim Soroush, Mohamed Talbi,
Abu Zayd).
Uno sguardo fenomenologico non permette di attribuire alcuna
Á Cristo come salvatore
evidenza di fatto alla concezione di Gesu
unico ed universale: il cristocentrismo, cosõÁ faticosamente recuperato nella teologia del Novecento, viene messo alla prova dal
pluralismo religioso. Nell'interpretazione tradizionale del cristoÁ
centrismo, infatti, la pretesa escatologica del cristianesimo si e
fatta valere secondo una interpretazione eccessiva, che si impo escludente ogni contesto pluralistico.
neva come ovvia perche
Il problema sembra configurarsi come pura e semplice alternatiÁ spazio adeguato e
va: se si difende il cristocentrismo non c'e
reale per le religioni; se si riconosce la rilevanza teologica e
Á spazio adeguato e reale per il
salvifica delle religioni non c'e
EIRAV
285
cristocentrismo. La presente ricerca vorrebbe essere un timido
tentativo di superamento di questa alternativa.
La teologia delle religioni obbliga i cristiani a prendere atto che
Á una
in questa storia, indefinitivamente aperta, il cristianesimo e
delle presenze di Dio, non la sola ma fenomenologicamente
una tra le altre, non quella a cui le altre guardano e verso
cui le altre tendono. Si tratta allora di comprendere il pluralismo religioso come questione radicalmente teologica e di ripenÁ escatologica di Gesu
Á Cristo in modo piu
Á preciso,
sare la qualita
Á coerente con
meno condizionata da un contesto essenziale e piu
Á storica.
un contesto storico e con la sua stessa figura, che e
Á Cristo cosõÁ non svetta piu
Á come unica presenza teologiGesu
camente rilevante in un paesaggio dove le religioni sono provvisorie o figure cristiane anonime, ma ritorna alla sua figura feÁ della
Á di Nazaret e non come totalita
nomenologica, come Gesu
storia.
Sintetizzando il percorso della ricerca, la prima parte affronta il
problema cristologico di fronte al pluralismo religioso nell'ambito
Á sorto, ossia la teologia delle religioni. Nella
in cui il problema e
seconda parte, si confronta il problema cristologico con una rivelazione precedente alla rivelazione cristologica stessa, ossia
con l'ebraismo. Nella terza parte, si confronta il problema cristologico con una rivelazione successiva alla rivelazione cristologica
stessa, ossia con l'islam. Nella quarta parte, si riprende il problema cristologico di fronte al pluralismo religioso, analizzando
come veniva affrontato in quattordici autori contemporanei di
cristologia e di teologia fondamentale ed in particolare sulla proposta inclusivista di Karl Rahner.
Á tentato di presentare una proposta, embrionale e
Infine si e
provvisoria, riguardante l'oggetto della ricerca, una proposta
sintetizzabile appunto nel titolo della tesi:
Á
Gesu
di
Nazaret
Á storica di una rivelazione escatologica.
come singolarita
Nella
convinzione che il cristocentrismo riscoperto nel Novecento non
Á e deve tenere davanti alla consideve essere perso, ma puo
Á e deve testenza della forma precristiana dell'ebraismo e puo
nere anche davanti alla consistenza della forma postcristiana
Á avvenire a tre condizioni: un ripensadell'islam. Questo puo
Á Cristo; un ripenmento della figura di evento storico di Gesu
samento della figura della mediazione cristologica; un ripensamento infine del rapporto teologico fondamentale tra fede e
286
rivelazione.
Kieøtyk Don Adam (Diocesi di Varsavia - Polonia)
«LA
STRUTTURA DELL'ESPERIENZA RELIGIOSA.
GICA NELLA PROPOSTA DI
LA
QUESTIONE METODOLO-
RICHARD SCHAEFFLER»
(Relatore: Prof. Don Alberto Cozzi)
Nell'epoca in cui il discorso di Dio sembra confinato nello spazio
delle
private beliefes
oppure spogliato dalla sua pretesa verita-
tiva la proposta di Richard Schaeffler rivendica la sua sensatezza. La sua appassionata e rigorosa ricerca sul fenomeno religioÁ un
so dimostra che l'uso del vocabolo Dio non e
abuso semantico
ma designa quella condizione trascendentale da cui dipende l'esistenza dell'essere umano.
La presente ricerca cerca di ricostruire le linee generali del pensiero filosofico di Schaeffler, nel quale la questione della possiÁ di esperire il sacro assume un ruolo decisivo. La sua lunga e
bilita
variegata ricerca a proposito del confine fra filosofia e teologia
offre un'interessante elaborazione della questione di fondatezza
del discorso religioso. La specifica composizione dell'approccio
metodologico, elaborato da Schaeffler, permette di leggere l'esperienza del divino. Il connubio organico tra i tre metodi (trascendentale, analitico e fenomenologico) restituisce alla conoÁ originaria e
scenza umana l'oggetto religioso nella sua datita
permette di rintracciare una grammatica che struttura il campo
dell'esperienza religiosa. Per dimostrare il funzionamento di questo approccio schaeffleriano si propone un'analisi del linguaggio
Á la preghiera. Lo studio sull'azione
tipicamente religioso che e
linguistica, l'invocatio
Dei,
acconsente di evidenziare la dimen-
sione assertiva ed efficace del linguaggio della preghiera. Per
Schaeffler il luogo originario della parola
Dio
Á quindi l'azione
e
 in essa si
linguistica dell'invocazione del nome divino perche
Á essere il
esprime la fede dell'orante secondo cui solo Dio puo
fondamento della sua salvezza.
Dall'analisi ermeneutica di Schaeffler emerge anche un'interessante proposta di configurare l'esperienza religiosa alla luce dei
quattro sensi di Scrittura. Il filosofo tedesco riprende questa
dottrina dalla tradizione medievale per renderla il principio euristico dell'esperienza religiosa. I quattro sensi del significato (allegorico, anagogico, tropologico e storico) segnano cosõÁ il procedimento che permette di condurre a nuove conoscenze
dell'oggetto religioso. In questa maniera Schaeffler elabora un
modello euristico che non propone solo l'immagine semplificata
Á piu
 una chiave interÁ complessa, ma contiene in se
di una realta
EIRAV
287
pretativa che, attraverso un complesso di relazioni, sia in grado
di cogliere il sorgere dell'autentica esperienza religiosa.
L'indagine schaeffleriana non si chiude nella mera analisi delle
strutture aprioristiche che presiedono alla conoscenza, ma si
Á che proviene dal Ding an sich. Per il filosofo tedesco
apre a cio
Á di esperienza dipende dalla capacita
Á dell'uomo di
la possibilita
Á in un contesto ordinato di vissuti.
accogliere l'appello della realta
Di conseguenza, anche l'esperienza religiosa deve realizzare una
Á numinosa e
forma specifica in cui avviene l'incontro tra la realta
l'uomo. L'impostazione metodologica di Schaeffler permette di
far emergere il carattere dialogico tra i due poli di relazione,
Á divina richieda una mediazione da
dimostrando come la liberta
parte dell'uomo per potersi manifestare. Dall'indagine religiosa
di Schaeffler risulta quindi che l'uomo diventa capace di sillabare
i suoi vissuti in un modo sensato quando riconosce che questa
Áe
Á un dono conferitogli dalla bonta
Á di Dio. L'incontro con
capacita
Á divina consiste nel dare forma alla sua presenza nel
la liberta
Á che l'unita
Á dell'io e del mondo
mondo e nel percepire con cio
dipende da una relazione personale con l'Origine del tutto.
La teoria dialogica dell'esperienza viene anche applicata alla
lettura della tradizione ebraico-cristiana. Quest'operazione serÁ di tale teoria nel cogliere la dimensiove per verificare l'idoneita
ne storica della rivelazione. Il rapporto fra l'universale e il singolare costituisce, infatti, il punto nevralgico di ogni impostazione
trascendentale, che spesso fatica a dare una giusta rilevanza al
Á Cristo. L'approccio
carattere indeducibile della persona di Gesu
metodologico di Schaeffler offre indubbiamente un tentativo valido di risposta a tale problema.
TESI DI LICENZA IN TEOLOGIA
Akinyode Don Felix Dayo (Diocesi di Ibadan - Nigeria)
«HERMENEUTICS
OF
OF
CONTEMPORARY
CONGAR
AND
HISTORY AS
A
THEOLOGICAL CATEGORY:
UNDERSTANDING OF
A
CRITIQUE
CHRISTIAN TRADITION
IN
YVES
LIEVEN BOEVE»
(Relatore: Prof. Don Giovanni Rota)
Á ricorrenti del XX secolo e dei dibatUna delle caratteristiche piu
titi della teologia contemporanea sulla tradizione, ruota intorno
alla relazione tra il concetto di ``storia'' e quello di ``rivelazione''.
288
Seguendo un recente discorso concernente la dicotomia tra
Á'' e ``rottura'' come critica alle prospettive generali
``continuita
Á di
dell'ermeneutica sul mistero cristiano, emerge la necessita
accrescere la nostra conoscenza delle questioni fondamentali
Á
che riguardano la natura e il significato di storia. L'obiettivo e
Á contribuisce ad un discorso piu
Á
di indagare il modo in cui cio
dinamico nei confronti della concezione teologica moderna e
postmoderna di tradizione nei pensieri di Yves Congar e Lieven
Boeve.
Non si intende indagare il concetto di storia preso singolarmenÁ com'e
Á presente in questi
te, ma nella sua relazione con la verita
due teologi, osservando la struttura fondamentale delle loro filosofie, a partire dalle quali si vuole intraprendere una lettura
adeguata delle rispettive teologie nei confronti alla tradizione. Il
Á che la riflessione teologica intesa come attivita
Á
presupposto e
intellettuale sia essenzialmente influenzata dagli eventi storici
allo stesso modo di quelli filosofici e che questo aspetto debba
essere trattato fino ai suoi limiti. In base a queste scoperte si
valuta in quale misura la visione di questi due autori sia in grado
di evidenziare la radicale relazione che intercorre tra filosofia e
teologia, tra storia e rivelazione, tra ermeneutica e il modo atÁ della fede cristiana trova espressione, sia
traverso cui la verita
nella forma epistemologica sia in quella ontologica.
1. Uno sguardo critico all'enciclica
Pascendi dominici gregis
for-
nisce l'impalcatura contestuale da cui le domande preliminari
della ricerca sono state stabilite nella relazione tra rivelazione
cristiana e storia. Al cuore di questo dibattito vi era il fraintendimento della contrapposizione tra due teorie ermeneutiche,
contrastanti nei loro tentativi di fondare una filosofia per la
fede cristiana. Da un lato troviamo la percezione scolastica
Á delle dottrine cristiane, le quali figuche sostiene l'immutabilita
rano come perennemente valide, e d'altro lato l'interpretazione
dei modernisti i quali vedono tali dottrine come espressioni culÁ ritenute antecedenti alle loro formuturalmente limitate di verita
lazioni. In altre parole, la tendenza del razionalismo verso una
Á e la percezione oggettiva di
comprensione soggettiva della verita
Á della neo-scolastica, posizioni ritenute essere reciprocaverita
mente esclusive e inconciliabili.
2. Adottando una prospettiva storico-teologica contro il metodo
storico-critico razionalista, l'analisi fenomenologica di Congar
Á legata ad una piu
Á rigorosa analisi del
del concetto di ``storia'' e
Á''. Questa idea e
Á
concetto di ``soggetto'' in relazione alla ``verita
ben sviluppata nello studio che Congar fa della definizione di
Á come adequate rei et intellectus di San Tomasso d'Aquino,
verita
EIRAV
289
Á dell'intelletto alla cosa'', la quale fornisce
ovvero ``la conformita
la struttura epistemologica alla sua ermeneutica. Aspetto imporÁ la maniera in cui in questa definizione
tante di questa analisi e
viene fondata una dipendenza epistemologica tra ``soggetto'' e
``oggetto'', creando una relazione conoscitiva tra loro.
3. Il che rivela la comprensione di una struttura dinamica della
Á che da
Á forma all'apertura di Congar verso un approccio
verita
Á fornisce il
dialettico piuttosto che verso uno integralista. Cio
fondamento per il ragionamento di Congar riguardo al carattere
Á e spiega il condizionamento storico di
soggettivo della verita
ogni sapere nel contesto antropologico e teologico. Un condizioÁ nella
namento che definisce un ordine all'interno della diversita
Á hanno raggiunto le verita
Á del
maniera in cui i cristiani di ogni eta
cristianesimo. Questo fenomeno si esprime nel concetto di ``paÁ di tradizione, compreso da Congar nei termini di un
radosia'' cioe
``passaggio delle cose ricevute nell'intero complesso del disegno
attraverso cui il mistero di Dio si lascia conoscere dagli uomini'',
il quale implica un processo di trasmissione, conservazione e
Á si puo
Á comprendere l'approccio
interpretazione. A partire da cio
sistematico e dinamico di Congar nei confronti dello studio della
tradizione in cui Dio figura come Prima Veritas che precede la
Á indifferente. Cio
Á rappresenta una letstoria e tuttavia non le e
Á
tura fenomenologica dell'auto-donazione di Dio come una verita
di tipo sovrannaturale che ha un effetto corrispondente nell'uomo, prima di tutto nell'atto di fede.
4. In linea con il carattere comparativo della ricerca, la prospetÁ nel contesto postmotiva storico-teologica di Boeve della verita
derno si situa all'interno della sua critica del modernismo, che
egli associa all'idea di ``grande racconto'' per quanto riguarda le
sue espressioni ideologiche, socio-culturali e religiose. Ispirato
dall'idea del
differend
fondato sull'approccio critico-analitico del-
lo studio della ``ermeneutica linguistica'' in Jean Francois Lyotard, Boeve espone la sua critica verso il ``grande racconto'', da
lui definito come ``uno schema culturale globale o totalizzante
che ordina e spiega conoscenza ed esperienza''. All'interno della
sua critica, Boeve identifica il racconto cristiano come un ``granÁ fa sorgere questioni fondamende racconto per eccellenza''. Cio
Á del richiamo cristiano alla verita
Á e ritali riguardanti l'integrita
guardante la tradizione da lui accusata di neutralizzare altri
Á
generi di racconto esterni e opposti ad essa spogliandoli di cio
Á interruttiva''.
che egli considerava la ``alterita
Áe
Á fondamentale nella sua lettura del
5. Questo senso dell'alterita
concetto della tradizione, che infatti si focalizza sull'importanza
290
 esterdel contesto. Boeve rigetta l'approccio cumulativo poiche
nalizza la storia nel suo approccio epistemologico alla comprenÁ e sottolinea la tensione generata dai due poli di
sione della verita
Á rivelata'' e ``contesto''. Questo e
Á cio
Á che costituisce il
``verita
suo concetto ermeneutico di ``ri-contestualizzazione'', intesa
Á di interpretare la storia entro il termine
come una nuova modalita
Á della fede cristiana.
della sua relazione con la verita
Pertanto, adottando la struttura apocalittica del concetto di ``interruzione'' di Johann Metz, l'ermeneutica radicale di Boeve costituisce un'alternativa contemporanea alla metodologia sistematica in quanto, presupponendo una relazione intrinseca tra
Á visto in maniera apoDio e tempo, l'evento dell'Incarnazione e
calittica come momento in cui Dio interrompe il tempo. Si mostra
quindi il dinamismo che definisce il cuore di questo dibattito,
Á essere assolusecondo cui la tradizione in quanto tale non puo
Á Dio stesso a interrompere un cosõÁ
tizzata dal momento in cui e
rigido approccio nei confronti della tradizione.
Badejo Don Martin Oladiipo (Diocesi di Oyo - Nigeria)
«GAUDIUM
ET
SPES AND THE
OBJECTIFICATION
OF
CONSCIOUSNESS»
(Relatore: Prof. Mons. Luca Bressan)
La teologia pastorale, intesa come disciplina finalizzata ad apÁ sviluppata nei secoli
profondire l'aspetto pratico della fede, si e
passando attraverso numerose fasi che l'hanno resa capace di
assolvere al suo compito. La sua natura di strumento di analisi
Á di una solida base
della vita pastorale non esclude la necessita
Á una disciplina che si attua nella costante dinamica tra
teorica. E
il fondamentale e lo speciale: nel primo si tratta di epistemologia, metodologia e di elementi costitutivi consolidati nel tempo,
nel secondo ci si occupa di precisi temi pastorali. Le analisi del
livello fondamentale e di quello speciale si completano a vicenda.
Purtroppo, data la funzione pratica di questa disciplina, la Teologia Pastorale, viene spesso accomunata (specialmente in Nigeria) all'idea per cui non deve prendere sul serio i suoi principi
fondamentali. Tuttavia, una buona comprensione di questi prinÁ particolarcipi, rende significative le azioni pratiche. Questo e
mente vero, quando questa disciplina deve approcciarsi a diverse culture, all'interno delle quali la fede deve essere spiegata e
messa in atto.
EIRAV
291
Prima di tutto, questo lavoro cerca di richiamare l'attenzione
sull'importanza di indirizzare la teologia pastorale partendo dalle
basi di entrambi i suoi aspetti fondamentali e speciali. Con queÁ della Teologia
sto evidenziamo il fatto che, fin quando la finalita
Á quella di rendere la fede viva in termini pratici,
Pastorale sara
questa non dovrebbe e non deve essere inadeguata nelle sue
Á di comprensione. Quindi si sostiene che le azioni praticapacita
Á teoriche non devono in alcun modo contrapporsi alle idee piu
che, e si enfatizza il fatto che i teologi pastorali non devono
vedere se stessi come semplici cronisti, oppure intendere il
loro dovere come se fosse solo basato sull'azione.
La tesi si sviluppa in quattro capitoli, oltre all'introduzione generale e alla conclusione. Abbiamo svolto una generale ma attenta
panoramica dello sviluppo che ha coinvolto la Teologia Pastorale,
cercando di dimostrare che questo ambiente teologico ha la sua
evoluzione negli anni e come esso stesso costituisca un valido
terreno su cui possano essere costruite altre discussioni teologiche. La ricerca poi procede con l'analisi di un documento magisteriale, concentrato sull'aspetto pastorale, la
Spes,
Gaudium
et
nel quale si riconosce un punto cardine di un circolo erme-
neutico, quasi silenzioso. Questo circolo contiene un processo. Il
documento evidenzia il processo in termini di ascolto, discernimento e interpretazione (Gaudium
et Spes
44). Sosteniamo che
il mandato di questo documento, che espone chiari punti di pratica pastorale in merito a quanto la Chiesa racconta di se stessa
Á un processo da attivare nello svolgial mondo, richiede in realta
mento di queste azioni. Per richiamare ulteriore attenzione verso
Á di questo circolo, apparentemente impegnativo, e
Á
la profondita
stata riportata un'esposizione della teoria metodologica di BerÁ un'idea che da
Á luce a una via, un modo di
nard Lonergan. E
procedere, ossia un metodo. Lonergan ritiene che colui che si
impegna a un dovere importante, deve consolidarsi nella consaÁ gli
pevolezza per riuscire a coinvolgersi in quel dovere. Per di piu
elementi costitutivi di questo metodo sono quattro: attenzione,
Á. Per Lonergan, il
intelligenza, ragionevolezza e responsabilita
livello del successo delle azioni di ogni essere umano dipende
Á stessa dell'utilizzo. Cio
Á significa che e
Á necessadalla profondita
rio aumentare la coscienza mediante l'oggettivazione, e che si
deve mettere in gioco l'interazione tra tematizzazione e prassi.
Su questa base, si tenta di tessere una spiegazione su come sia
possibile, per la Teologia Pastorale, adempiere al suo compito di
riaffermazione creativa della fede con la dovuta comprensione,
292
la quale deve molto alle indicazioni ermeneutiche della
Gaudium
et Spes,
successivamente spiegate attraverso l'analisi metodo-
logica di Bernard Lonergan, con particolare riferimento all'ogÁ valutare l'amgettivazione della coscienza. Il punto di partenza e
biente in cui il compito deve essere svolto. I fondamenti
dell'ambiente saranno sempre costitutivi, comunicativi ed effetÁ essere in
tivi. Ma in assenza di una valutazione, non si potra
Á, un passo
grado di scoprire come creare un senso di comunita
chiaramente necessario. In altre parole, quando il teologo pastoÁ in grado di valutare l'ambiente in cui deve agire, trova
rale e
Á. Quando
ragioni significative per creare un senso di comunita
Á una comunita
Á possono aver luogo attivita
Á che mettono in
c'e
evidenza/enfatizzano la conversione pastorale, le quali richiedono a loro volta specifici piani di azione. Queste azioni possono
realizzarsi nella liturgia, attraverso la catechesi, e nella continua
Á essere troformazione degli agenti pastorali, e la loro forza puo
vata nella messa in atto dei concetti di ascolto, discernimento e
Á significa che occorre fare uso
interpretazione. Naturalmente, cio
anche di attenzione, intelligenza, ragionevolezza e decisioni
Á coinvolto in
creative. La presente tesi afferma inoltre che chi e
Á poi il bisogno di rienfatizzare la coequesto dovere incontrera
Á chi vive le azioni
renza ermeneutica. Questo a sua volta muovera
rafforzate nel processo del circolo ermeneutico, rendendole in
grado di passare dalla convenzione alla convinzione, grazie alla
Á arriva addirittura a rafforzare
quale l'apertura a nuove possibilita
la pratica della fede.
Bianchino Don Davide (Diocesi di Biella)
«PRESAGI
DI
``NOTTE''
NEL VANGELO SECONDO
MARCO. IPOTESI
DI FON-
DAMENTI EVANGELICI DELLA NOTTE SPIRITUALE»
(Relatore: Prof. Don Marco Cairoli)
Il titolo in modo sintetico propone gli aspetti salienti della tesi,
ossia l'ipotesi di fondare biblicamente un'esperienza propria dell'uomo spirituale: l'esperienza dell'assenza e del silenzio di Dio.
Á molti hanno studiato questi temi,
Nella storia della spiritualita
Á voluto prendere in
secondo vari registri: per questo scritto si e
considerazione la dottrina di Giovanni della Croce, il dottore
mistico che per eccellenza ha definito l'esperienza dell'uomo di
fede di fronte all'assenza e al silenzio di Dio.
Giovanni della Croce ha fatto questo elaborando una categoria
Á diventata una categoria
sintetica come quella di ``notte'', che e
EIRAV
293
spirituale di prima grandezza, utilizzata nella terminologia comune, divenendo denominazione tecnica per indicare questo tipo di
Á legata la
esperienza spirituale. Nelle pagine dell'elaborato si e
categoria di notte a quella di fidanzamento spirituale, tentando
di porre in evidenza la concomitanza delle due esperienze nel
cammino di fede del credente in Cristo. Secondo l'ipotesi proposta, questo particolare aspetto vissuto dall'esperienza spirituale del credente, potrebbe avere il suo fondamento nel vangelo, in particolare in modo esemplificativo nel vangelo secondo
Marco.
La motivazione di questa scelta nasce dal fatto che l'evangelista
Á notoriamente quello che sottolinea maggiormente l'uMarco e
Á di Gesu
Á a credere dei discepoli.
Á e la difficolta
manita
 l'esperienza della notte e
Á quella che vive il credente di
Poiche
Á, nell'assufronte a Dio che sembra essere lontano, cosõÁ Gesu
mere la nostra carne, diviene partecipe anche di questa dimensione dell'umano, da Lui vissuta nella relazione con il Padre.
Marco nel suo vangelo ci mostra la tentazione, l'angoscia, il
Á di fronte alla sua morte.
turbamento e l'incomprensione di Gesu
Á durante la sua passione e morte
Nel vangelo secondo Marco e
Á sperimenta il silenzio e l'assenza del Padre. In quel
che Gesu
Á partecipa
frangente di piena rivelazione del mistero di Dio, Gesu
Á, il silenzio, l'incomprendelle caratteristiche della notte: l'aridita
sione, il turbamento. Il tutto in un contesto di preghiera.
Un'ulteriore motivazione della scelta del vangelo secondo Marco
Á data dall'aspetto ``ossimorico'' di questo vangelo. Nelle pagine
e
Á di ossimori
di Marco ci si trova di fronte ad a una molteplicita
impliciti che svelano come attraverso le tensioni venga svelata la
Á di Cristo. L'ossimoro e
Á una figura stilistica ``tipica'' utilizverita
zata dai mistici, in particolare nelle loro opere poetiche, e il dottore mistico Giovanni della Croce non fa eccezione.
Á
Un'altra motivazione per la scelta del vangelo secondo Marco e
suggerita da BenoõÃt Standaert. Nel suo commento al vangelo
secondo Marco, ipotizza la funzione ``iniziatica'' di questo vangelo, che sarebbe stato scritto per essere proclamato una sola
volta nella notte della veglia pasquale, durante la quale veniva
celebrato il battesimo. La valenza ``notturna'' e ``pasquale'' del
vangelo secondo Marco che l'esegeta benedettino argomenta
nelle pagine del suo studio, suggeriscono per questo elaborato
d'indirizzare la ricerca sulle pagine ispirate all'evangelista Marco.
Á cercato di dimostrare l'ipotesi proposta attraverso
Pertanto si e
294
alcuni brani scelti in modo esemplificativo dal vangelo secondo
Marco, quali (Mc 4,35-41) la ``tempesta sedata'', (Mc 6,45-52)
Á sulle acque'', (Mc 14,33-42) l'``agonia nel
la ``camminata di Gesu
Á''.
Getsemani'', (Mc 15,33-39) la ``morte in croce di Gesu
Á di Giovanni della Croce con la Bibbia e
Á dimoCirca la familiarita
strato dalle fonti delle quattro opere maggiori come vi si trovino
un totale di 1.060 citazioni della Sacra Scrittura, di esse 684
sono tratte dall'Antico Testamento e 376 dal Nuovo Testamento.
La Sacra Scrittura non ha quindi semplicemente un ruolo di conÁ la fonte stessa senza la quale non
ferma del suo pensiero, ma e
potrebbe prendere forma la sua opera. Senza la Bibbia Giovanni
non sarebbe riuscito a forgiare ed esprimere il suo pensiero,
Á come ``impastato''
questo spiega il motivo per cui il testo sacro e
Á di Giovanni
con il resto della sua dottrina. Tale era la familiarita
con la Parola di Dio, che ci comunica come la Bibbia si trova nei
testi della sua opera per un'esigenza interna all'opera stessa,
Á voluto rintracper convinzione dell'autore stesso. Per questo si e
ciare i fondamenti della notte che sono presenti nel Nuovo Testamento e in particolare nelle pagine evangeliche, tentando di
dimostrare che la categoria spirituale di ``notte'', che vede nel
pensiero di san Giovanni della Croce il suo maggior studioso e
Á un elemento dell'esperienza cristiana, poiche
 prende
cantore, e
dal mistero della morte-resurrezione il suo contenuto e l'efficacia. Giovanni non ha fatto altro che inserirla in un progetto che le
Á struttura e dinamismo. Ne risulta un'unita
Á di esperienza e di
da
dottrina, che riflette cosõÁ bene il vangelo e l'esperienza reale.
Á mistero di morte e di gloria, cosõÁ
Come la Pasqua di Cristo e
 non solo l'espel'esperienza spirituale della ``notte'' porta in se
Á dello spirito, ma anche la luce e
rienza delle tenebre e dell'aridita
la presenza di Dio. Questi sono soli ipotetici presagi, segni di una
notte incipiente. Ma come in ogni notte, anche in questa la luna e
le stelle (i presagi nel vangelo secondo Marco) sono segni di luce
che indicano il cammino.
Certo Mario (Milano)
«GEN 6,5±9,17:
LA DIALETTICA TRA LA GIUSTIZIA DI
DIO
E LA SUA MI-
SERICORDIA NEL RACCONTO GENESIACO DEL DILUVIO»
(Relatore: Prof. Mons. Patrizio Rota Scalabrini)
In relazione al tema messo in campo dal titolo del presente lavoro, l'analisi della letteratura, pur abbondando di commenti
esegetici del racconto del diluvio, prevalentemente in ambito
EIRAV
295
storico-critico, non ha consentito di ottenere significativi elementi riguardanti il tema della giustizia di Dio, della sua misericordia e del rapporto esistente tra queste due facce del suo
agire.
Á dovuto quindi riformulare comA fronte di questo panorama si e
pletamente l'approccio esegetico per poter ricavare elementi
utili per lo sviluppo della tematica qui considerata. In particolare,
Á visto come non sia possibile procedere all'esegesi del racs i e
conto del diluvio se prima non si mette in luce lo schema teoloÁ all'intero blocco narrativo di Gen 1±11, in
gico che sottosta
modo da comprendere la funzione teologica che l'agiografo intendeva assegnare al racconto medesimo.
Gen
1±11 ha infatti una struttura tripartita in cui ognuno dei tre
macro-racconti risponde rispettivamente: alla questione cosmologica (1,1±2,4a), alla questione antropologica (2,4b±3,24) e alla
questione storica (4±11) ovvero dell'agire di Dio nella storia
degli uomini. Al centro retorico di quest'ultima sezione si colloca
il racconto del diluvio come risposta di Dio al male che caratteÁ qui che si manifesta la dialettica
rizza la storia degli uomini, ed e
tra la sua giustizia e la sua misericordia.
La struttura retorica di
Gen
4±11 viene riprodotta nel prologo
del racconto del diluvio (6,5-12) dove, a fronte della corruzione
del cuore dell'uomo (6,5) e della terra tutta (6,11-12), sta la
duplice risposta di Dio che da un lato prevede l'annientamento
di qualsiasi forma di vita sulla terra (6,6-7), ma, dall'altra preÁ, la sua famiglia e una coppia di ogni genere di animali
serva Noe
per poter rinnovare e ricreare la vita (6,8-10). Si tratta di una
Ãme
mise en abõ
che presenta un terzo livello nel centro retorico
del racconto (7,21±8,1a) che, in perfetto parallelismo con il centro retorico del prologo, sancisce l'inevitabile realizzazione di
quanto stabilito da Dio nel prologo.
Á poi
Per comprendere la logica del racconto cosõÁ strutturato si e
ricorso all'analisi narrativa, analizzando in particolare i personagÁ dall'altra. Se ne deduce
gi JHWH/Elohim da una parte e Noe
che se anche Dio abbandona i malvagi a se stessi e al loro
destino di morte, tuttavia non smette di cercare chi sia disposto
a dargli fiducia e a collaborare liberamente e fedelmente con lui;
Á attraverso la libera collaborazione di queste persone, anche in
e
cose non necessariamente straordinarie, che Dio ricrea e rinnova
il mondo.
Á in questi termini, si potra
Á parlare allora di
Messa la figura di Noe
un
296
paradigma noachico
come caratterizzazione del comporta-
mento di quelle persone che, fidandosi di Dio, accettano di ri-
spondere positivamente alla sua chiamata. Tale paradigma costituisce in effetti un caso di esegesi figurale: esso ha di fatto le
caratteristiche di una figura o tipo che si riattualizza continuamente nei vari personaggi, sia dell'Antico che del Nuovo Testamento, attraverso i quali Dio ha portato, e porta tuttora, avanti la
storia della salvezza. Il fatto che il paradigma noachico sia figura
ricorrente, non solo sancisce la correttezza dell'analisi fin qui
svolta, ma consente anche di costituirlo come espressione sintetica di quella dialettica tra la giustizia e la misericordia di Dio.
Á che descrivere un Dio
In sostanza, il racconto del diluvio, piu
Á di giustizia, descrive un Dio pieno
inflessibile nella sua volonta
di sollecitudine e di amore verso l'uomo, sollecitudine e amore
che possono aver effetto solo se l'uomo accetta di fidarsi di Dio
e della sua parola.
Chilufya Don Paul (Diocesi di Lusaka - Zambia)
«MISTICAL PERSPECTIVE
CHRISTIAN FAITH
IN
OF
METZ'S THEOLOGY. THE ENCOUNTER
WITH
ZAMBIA»
(Relatore: Prof. Kurt Appel)
Della Giovanna Don Luca (Diocesi di Bergamo)
«IL QUARTO VANGELO
COME FONTE PER LA RICERCA SUL
Á
GESU
STORI-
CO»
(Relatore: Prof. Don Matteo Crimella)
I numerosi studi sul Quarto Vangelo hanno spesso messo in
Á di conciliare i dati storici con la tradizione
evidenza la difficolta
sinottica. Ritenere che anche questo Vangelo sia utile per la
Á storico ha suscitato nel tempo lunghi dibattiti
ricerca sul Gesu
e, ancora oggi, alcuni studiosi ritengono impossibile ritrovarvi
una tradizione storica attendibile. L'affermazione di Clemente
Alessandrino verso la fine del II secolo secondo la quale Giovanni
«fece un Vangelo spirituale» ha caratterizzato radicalmente l'approccio al Corpus giovanneo, considerandolo un'opera essenzialmente teologica.
Á del secolo scorso si e
Á aperto un
A partire dalla seconda meta
Á marnuovo percorso per il Quarto Vangelo con un'attenzione piu
cata ai dati storici che esso conserva. Il rinnovamento biblico, le
scoperte archeologiche e lo studio dei manoscritti hanno dato
EIRAV
297
Á vissuto Gesu
Á e, di
maggior importanza al contesto storico in cui e
conseguenza, alla formazione del Nuovo Testamento. In particolare, il rilancio della ``Terza Ricerca'' agli inizi degli anni '80 ha
permesso che lo studio del Quarto Vangelo fosse accostato a
quello dei Sinottici e alla letteratura del I secolo, con gli stessi
criteri e le stesse metodologie.
La tesi proposta vuole essere una raccolta parziale di questi
ultimi studi per mostrare che il Quarto Vangelo ci offre dei dettagli inediti e coerenti, tali da riconoscere che dietro alla sua
stesura esiste una tradizione storica attendibile. I dettagli storici, geografici e culturali ci portano infatti a ritenere che l'autore
di questo Vangelo (chiunque esso sia) abbia avuto una relazione
Á di rielaborare teologicadiretta con i fatti accaduti e la capacita
Á a partire da una solida tradizione
mente una narrazione su Gesu
storica. Oltre a prendere in considerazione i risultati offerti dal
compianto professor Segalla, viene proposto il recente articolo
Á signidi J.H. Charlesworth, il quale, ripercorrendo le tappe piu
ficative della ricerca, individua alcuni criteri che restituiscono a
questo Vangelo il suo valore storico. Egli parla infatti di «un
cambiamento di paradigma» alla luce delle recenti scoperte archeologiche e dei manoscritti ritrovati, e riporta in sintesi le
Á che oggi si e
Á
Á significative. La convinzione e
pubblicazioni piu
giunti ad un punto di ``non ritorno'' in quanto il Quarto Vangelo
Á esclusi dalla
contiene molti elementi che non possono essere piu
Á
ricerca, anzi, in certi casi, mettono in questione l'attendibilita
storica dei Sinottici.
Nella seconda parte della tesi vengono analizzati alcuni brani del
Vangelo di Giovanni che, confrontati con i Sinottici, mettono in
Á dedicato al rapevidenza questa tematica. Un primo capitolo e
Á e Giovanni Battista, assai rilevante nel Quarto
porto fra Gesu
Á rivestita
Vangelo, in cui la tradizionale figura del battezzatore e
del ruolo di «testimone dello sposo» e come colui che fin dall'iniÁ il compimento messianico. Anche i contrazio riconosce in Gesu
Á, molto piu
Á evidenti
sti tra i discepoli di Giovanni e quelli di Gesu
che nei Sinottici, riportano alla luce dei dettagli ``imbarazzanti''
che non avrebbero ragione di essere se non per motivi storici. Un
secondo capitolo analizza la pericope della chiamata dei primi
discepoli (cfr.
Gv
1,35-51), molto diversa dai Sinottici, in cui la
concatenazione giovannea delle chiamate permette un'analisi
Á , sia nel
delle forme storiche di discepolato al tempo di Gesu
mondo giudaico che in ambienti pagani. In terzo luogo, si fa
Á '' nel racconto giovanneo, argocenno ad alcuni ``detti di Gesu
298
mento assai discusso in questi ultimi anni. La comparazione delle
Á con i Sinottici fa emergere un testo emblematico
parole di Gesu
che trova parecchie corrispondenze con la «sezione dei pani» di
Marco e di Matteo (cfr.
Gv
6). Il discorso sul «pane di vita» si
presenta come un'eccellente rielaborazione narrativa e teologica
Á. La tesi
capace di sintetizzare diversi episodi della vita di Gesu
Á in rilievo il legame con
proposta da B. Standaert mette ancor piu
la tradizione storica e con i Sinottici, mostrando come l'autore
del Quarto Vangelo abbia cercato di affermare la sua particolare
dipendenza dal discepolo-testimone senza venir meno all'autoriÁ petrina.
ta
Infine, in appendice, viene proposta un'indagine sull'autore del
Quarto Vangelo, la cosiddetta «questione giovannea». L'attribuzione tradizionale del Quarto Vangelo all'apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo, ha trovato nei secoli alcuni dubbi e ostacoli a tal
punto che oggi si preferisce lasciare aperta la questione: l'indiÁ amava» o
cazione del racconto stesso del «discepolo che Gesu
Á
«dell'altro discepolo» permettono alla ricerca considerazione piu
ampie e diversificate. Ripercorrendo gli studi del grande esegeta
Á pressoche
 unanimi nell'avvicinare la
tedesco M. Hengel, si e
Á storico e a considerare
figura del discepolo-testimone al Gesu
la «scuola giovannea» come espressione di un gruppo di giudeoÁ formato a partire da una solida testimonianza
cristiani che si e
oculare.
Ekwebelem Don Cornelius Chima (Diocesi di Orlu - Nigeria)
«THE NARRATIVE FUNCTION
OF THE
SAMARITAN MISSION
IN
LUKE-ACTS
(ACTS 8:4-25)»
(Relatore: Prof. Don Matteo Crimella)
In tutto il Nuovo Testamento, l'opera lucana si distingue per il
Á Samarisuo interesse nei confronti dei Samaritani e delle citta
tane. Dal ``Grande Viaggio'' del Vangelo di Luca (Lc 9,51±19,44)
alla missione presso i Samaritani degli Atti degli Apostoli, l'autore di Luca-Atti presenta vari ritratti letterari dei Samaritani.
Á che invia i
CosõÁ nel Vangelo di Luca abbiamo il racconto di Gesu
suoi messaggeri al villaggio Samaritano (Lc 9,51-56), la parabola del Buon Samaritano (Lc 10,25-37) e il Samaritano che torna
a ringraziare il Signore dopo la sua guarigione (Lc 17,11-19).
Á rispetto
Questo interesse costituisce senza dubbio una diversita
ai racconti degli altri evangelisti, dove abbiamo scarsi riferimenti
ai samaritani (Mt 10,5;
Gv
4,1-41; 8,48). Inoltre, negli Atti degli
EIRAV
299
Á di Samaria e
Á menzionata in alcuni punti narrativi
Apostoli la citta
molto importanti, in modo particolare quelli che mettono in risalto l'evangelizzazione e la diffusione progressiva della Parola di
Dio (1,8; 8,1 e 8,4-25). Sono tutte chiare indicazioni del fatto che
Luca presenta un significativo interesse narrativo nei riguardi dei
Samaritani.
Tuttavia, si potrebbe dire che i racconti Samaritani di Luca abbiano raggiunto il punto culminante nella missione samaritana di
Atti 8,4-25, dove Luca ha presentato non soltanto la missione
evangelica di Filippo in Samaria, ma anche la visita apostolica di
Pietro e Giovanni da Gerusalemme. Cosi in Atti 8,4-25 abbiamo
la proclamazione della parola in Samaria (v. 5), l'accoglienza
della parola da parte dei Samaritani (v. 6), il battesimo dei Samaritani (v. 12a), la potenza del Vangelo sopra la magia (v. 13),
la prima visita apostolica ai samaritani (v. 14), la prima manifestazione dello Spirito Santo in Samaria (v. 17), la fondazione
Á tra la comunita
Á ecclesiale
della Chiesa in Samaria (v. 17), l'unita
Á ecclesiale di Samaria (vv. 14-17)
di Gerusalemme e la comunita
e la prima predicazione degli apostoli in Samaria (v. 25).
Tutte queste caratteristiche narrative sono abbastanza marcate
 Luca si inper sollevare alcune domande fondamentali: perche
 ha narrato la missione Samariteressa dei Samaritani? Perche
Á narrata? Perche
 ha dedicato uno spazio
tana nel modo in cui e
narrativo cosõÁ importante alla missione Samaritana? E quale funzione narrativa ha realizzato attraverso la missione Samaritana?
Per rispondere a queste domande, la tesi ha intrapreso lo studio
della missione Samaritana facendo uso di un metodo narrativo in
Á cercato di analizzare non soltanto le strategie narrative,
cui si e
ma anche l'implicazione narrativa di tale racconto per tutta la
trama di Luca-Atti.
Con questo metodo, siamo riusciti a scoprire che la funzione
Á essere classificata senarrativa della missione Samaritana puo
condo due livelli; un livello principale e un livello subordinato. In
merito al livello principale, abbiamo sostenuto che l'autore di
Luca-Atti ha usato la missione Samaritana per presentare al
lettore lo Spirito Santo sia come dono sia come un indispensaÁ dei cristiani, mentre sul livello subordinato
bile fattore dell'unita
abbiamo notato che la missione Samaritana ha funzionato come
una strategia narrativa per Luca non solo per comprendere la
terza fase nella diffusione programmatica del Vangelo, ma anche
per coronare i suoi racconti samaritani unendo gli Apostoli e i
Samaritani nella professione dell'unica fede.
300
Favaro Suor Maria Daniela (Monache Romite dell'Ordine di
S. Ambrogio ad Nemus)
«``NON
SI
L'UOMO
E
Á
PUO
DIO
AMARE
NEI
DIO
SAGGI
SENZA
CONOSCERNE
DI TEODICEA DI
PERFEZIONI''.
LE
G.W. LEIBNIZ»
(Relatore: Prof. Mons. Sergio Ubbiali)
Il lavoro intende delineare gli elementi principali di antropologia e
di teologia emergenti dai
Á di Dio, la
Saggi di teodicea sulla bonta
Á dell'uomo e l'origine del male
liberta
(1710) del filosofo tedesco
Leibniz. Pietra miliare nella storia del pensiero che tenta di rispondere agli interrogativi suscitati dal male presente nel monÁ stata spesso
do, specificamente in rapporto a Dio, l'opera e
oggetto di fraintendimenti e di critiche non sempre fondate, a
partire dalla satira di Voltaire nel romanzo
Attraverso un'interpretazione dei
Candido
Saggi di teodicea
(1759).
Á possiil piu
bile onesta e libera dai ripetuti e ormai purtroppo consolidati
pregiudizi, guidati dai contributi della ricerca italiana su Leibniz
Á
degli ultimi ottant'anni ± che ha decisamente rivalutato la qualita
Á tentato di mettere a fuoco le idee di
speculativa dell'opera ±, si e
uomo e di Dio rintracciabili nel discorso leibniziano, considerandole nei contenuti loro propri e nel loro rapporto, e di segnalare i
 gli spunti interessanti.
maggiori nodi problematici, nonche
Attraverso la confutazione delle errate concezioni teologiche cirÁ, cioe
Á l'amore di
colanti, Leibniz intende incrementare la vera pieta
Á rivolDio, secondo il principio fondamentale per cui l'amore puo
Á indisgiungigersi solo ad un Essere degno di essere amato ed e
bile dalla conoscenza. In quanto giustificazione di Dio ± secondo il
teodicea, coniato dallo stesso Leibniz ±, i Saggi diÁ e la giustizia divine rispetto alle accuse provofendono la bonta
neologismo
cate dallo scandalo del male, nel senso che gli attributi divini sono
Á dotate di certezza razionale,
sostenuti dalla ragione come verita
mentre le obiezioni sono respinte come indimostrate (teodicea
priori),
a
e non, come comunemente si crede, nel senso che gli
attributi sono dimostrati come evidenti attraverso la giustificazione della presenza del male nel mondo (teodicea
Il fondamento dell'intero impianto dei
ginale concezione della
Á,
delle verita
ragione,
a posteriori).
Saggi di teodicea
definita come
Á l'orie
concatenamento
che si trova nell'Intelletto di Dio e che il Creatore
comunica ± in maniera limitata ± all'uomo: nel sistema degli infiniti mondi possibili, regolato dal principio di ragione determinan i tre tradizionali signifite, il concetto di ragione condensa in se
cati di
logos/ratio
umana/discorso)
(senso/logica/legge,
causa/motivo,
Á
facolta
e manifesta la fondamentale esigenza di Leib-
EIRAV
301
niz di affermare un unico
ordo
rinvenibile in Dio, nel mondo, nel
pensiero umano, a dispetto dell'innegabile presenza del male.
Leibniz tenta di ricucire la moderna rottura tra
essere
e
bene,
Á della scelta di Dio e introducendo l'idea
rimandando alla moralita
di
mondo ottimo
(il
migliore dei mondi possibili),
ovvero quello
Á, contiene la massiche, nella dimensione finita della creaturalita
Á di essenza o realta
Á o bene metafisico o, detto altrima quantita
Á dotato della forma massimenti, quello che qualitativamente e
mamente armonica.
La questione della presenza del male nel mondo chiama in causa
in una maniera del tutto singolare l'uomo e Dio e pertanto costituisce per Leibniz una occasione cruciale per esprimere il proÁ legato essenzialmente a quel
prio pensiero su di essi. Il tema e
Á il rapporto tra necesgrande labirinto per la mente umana che e
Á e liberta
Á. La difesa della liberta
Á umana e della liberta
Á divina ±
sita
da cui quella umana trae origine ± rappresenta per il Nostro
un'urgenza in ordine sia al congruo rapporto tra creatura e CreaÁ quello dell'amore, sia alla domanda sull'origine del
tore, che e
Á proprio la dimensione della liberta
Á a risulmale; d'altra parte, e
tare maggiormente segnata dai cortocircuiti presenti nel sistema
Á leibniziana e
Á
degli infiniti mondi possibili. La liberta
nazione,
autodetermi-
Á capacita
Á di decidere di se
 per il bene: nella misura
cioe
in cui si sceglie la rappresentazione del bene fornita dalla ragioÁ liberi. Dio e
Á Colui che e
Á sovranamente libero perche
 puo
Á
ne, si e
Á il bene del tutto
scegliere solo il bene, anzi il meglio, che e
Á libero proporzionalmente
secondo la Ragione suprema. L'uomo e
alla sua adesione alla Ragione di Dio, attraverso l'allenamento
Á nell'amore
Á a scegliere secondo ragione. E
della propria volonta
dell'uomo per Dio che intellettualismo e volontarismo leibniziani
trovano il loro momento sintetico: in esso l'uomo trova la sua
Á e la possibilita
Á di superare lo scandalo del male, attraverfelicita
so l'affidamento alla Ragione divina, di cui, in una certa misura,
Á in questa vita.
egli partecipa gia
Ferdenzi Don Angelo (Diocesi di Piacenza - Bobbio)
«MALATTIA
DI
E FENOMENOLOGIA A PARTIRE DA IL
SENSO DELL A MAL ATTIA
S.K. TOOMBS»
(Relatore: Prof. Don Maurizio Chiodi)
Á quella singolare esperienza umana in cui il legame
La malattia e
Á patito come sottrazione di senso; di
col ``mondo della vita'' e
302
Á interpellato a conferfronte a questo venir meno, il soggetto e
Á a procedere da questa esperienza di affeÁ. E
marne la veridicita
zione che tanto il medico quanto il paziente sono chiamati a
prendere posizione. Nella relazione il medico e il paziente attestano, di quel bene perso e invocato, un desiderio che trascende
Á in grado di suscitare, a sua volta, l'impel'oggetto stesso ed e
gno a custodirne la promessa di compimento. In questo contesto antropologico, il rapporto terapeutico si struttura come
Á inscritto un appello che, tanto il medico
un'alleanza in cui e
 ne va della
quanto il paziente, non possono ignorare, poiche
Á.
loro identita
Á giunti, innanzitutto, presentando l'analisi
A questa sintesi si e
fenomenologica della filosofa americana Kay Toombs sul senso
della malattia e della rilevanza di questo nella relazione tra medico e paziente. In un secondo momento sono stati presi in esame alcuni contributi critici nei confronti della medicina scientifica
e, in specifico, quelli riguardanti la relazione terapeutica.
Á
La tesi di fondo, che il lavoro dell'autrice americana sviluppa, e
l'aspetto problematico del rapporto terapeutico, che ella conosce a partire dalla propria esperienza di paziente malata di sclerosi multipla; nella relazione il medico e il malato non s'intendo attribuiscono alla malattia un differente significato.
no, poiche
Questo gap rende estremamente difficoltoso per il paziente sen il significato
tirsi compreso nella sua richiesta di aiuto, poiche
Á all'esperienza della malattia non corrisponde a
che il medico da
quanto egli sperimenta. Secondo la Toombs, il medico avrebbe
presente una lettura parziale della malattia, che solo attraverso
Á completare. Dall'ascolto attenla relazione col paziente egli puo
to ed empatico il medico riesce, cosõÁ, a comprendere la complesÁ della malattia, poiche
 questa si mostra sempre nella singosita
Á del rapporto che il soggetto ha col proprio corpo e col
larita
mondo circostante.
La riflessione fenomenologica della Toombs ha permesso di evidenziare alcuni percorsi di approfondimento critico, attorno ai
quali ha preso inizio la seconda parte della riflessione. L'incomÁ da lei denunciata mette in
prensione tra medico e paziente gia
risalto, di fatto, una prassi e una competenza scientifica che, per
Á comunque esaustiquanto precisa, efficace e necessaria, non e
va. Quello che mancherebbe alla medicina scientifica sarebbe
proprio il pieno riconoscimento della dimensione etica dell'espeÁ da questa constatazione che si e
Á
rienza vissuta del malato. E
voluto cogliere e precisare la richiesta di una medicina dal ``volto
EIRAV
303
Á umano'', a quale rapporto terapeutico essa corrisponde e,
piu
infine, a quale fondamento antropologico essa corrisponde.
Gallino Denis (Osasco - TO)
«L'AISTHESIS
Á DEL
DELLA PASSIVITA
LOGOS INCARNATO.
LA
DIO
PROSPETTIVA DI
TRI-UNO NELLA
KENOSIS
DEL
SERGEJ BULGAKOV»
(Relatore: Prof. Don Alberto Cozzi)
La presente ricerca si propone in generale di dare un contributo,
in ambito teologico sistematico, alla riflessione circa il mistero
Á Cristo. Per far questo, assumenintimo del Dio rivelato da Gesu
do un'impostazione prevalentemente teoretica ma documentata
puntualmente anche dal punto di vista storico, la ricerca si avvale principalmente dell'itinerario, spirituale e speculativo insieme,
del filosofo e teologo ortodosso russo, Sergej Bulgakov. Nella
consapevolezza dell'importanza ``kairologica'' di recuperare alcuni aspetti centrali del ricco patrimonio della tradizione orientale, si ritiene questo percorso molto fecondo anche per la teoÁ di raccordare
logia trinitaria, soprattutto in ordine alla necessita
``ontologicamente'' il costituirsi ``ad
manifestarsi ``ad
extra''.
intra''
Á col suo
della Trinita
Alla luce di quanto detto si indica come
duplice obiettivo specifico sia il chiarimento dal punto di vista
storiografico, nel pensiero bulgakoviano, del collegamento fra
l'evento della
kenosis
Á che per analogia
del Verbo Incarnato e cio
Á essere designato come l'evento eterno delle processioni
puo
divine, sia l'apertura di nuove piste di ricerca in ordine ad un
chiarimento teologico fondamentale, mediante un approccio di
tipo estetico, di aspetti centrali non solo della riflessione cristologica, ma anche, e forse soprattutto, di quella trinitaria. Quanto
al secondo obiettivo specifico, infatti, S. Bulgakov, nello sforzo di
far emergere il ``peso'' e la portata della
kenosis
intesa come
 nell'Altro, sembra delineare un
movimento di abnegazione di Se
eidos,
un'immagine che partendo dall'economia ed ``attraversan-
do'', per cosõÁ dire, le quattro dimensioni fondamentali del suo
orizzonte di comprensione (trinitaria, sofiologica, antinomica, cristologica), risulta in grado di mettere in luce la rilevante tematica
della
Á
passivita
in Dio cosõÁ come essa traspare in ogni singola
ipostasi nella sua correlazione eterna con le altre due. Occorre
pertanto delineare il tema della
Á
passivita
alla nozione filosofica di Dio come
in Dio senza rinunciare
actus purus
e quindi senza
allinearsi ad una certa moda teologica di voler attribuire a tutti i
304
costi una sofferenza
a/in
Dio scadendo in fin troppo smasche-
Á intradivina cosõÁ stabilita
rabili antropomorfismi. Tale passivita
Á quindi, a nostro avviso, essere intesa come sinonimo
non puo
Á come quella potenza
di quella presente negli enti creati, cioe
passiva che implicherebbe, essendo posteriore all'atto, il pasÁ un divenire, una mutabilita
Á
saggio dalla potenza all'atto, cioe
Á che non e
Á Dio, essendo Dio
cosõÁ come si realizza in tutto cio
Á essere identificata
assolutamente immutabile. Neppure puo
con un che di composto o di imperfetto che mediante tale movimento possa acquisire la perfezione mancante, essendo Dio
assolutamente semplice e perfetta pienezza di essere non manchevole di nulla. Essa deve invece essere compresa come qualÁ
cosa di antinomicamente cooriginario alla stessa immutabilita
divina. La stessa radicale distinzione andrebbe fatta in riferimento anche a quel particolare mutamento passivo che noi speriÁ esmentiamo come sofferenza, dolore, patimento che non puo
sere predicato univocamente ed attributo come tale a Dio
``eternizzando'' l'aspetto empirico del dolore umano, ma che
deve tuttavia avere una certa e reale corrispondenza nel mistero
della vita divina. La prevalente impostazione teologica occidenÁ-apatia di Dio non ha mai voluto accreditare
tale dell'impassibilita
l'ipotesi dell'indifferenza di Dio nei confronti del mondo, ma ha
sempre e solo inteso affermare l'originaria
differenza
fra Dio e le
Á della pienezza di perfezione che l'Escreature, e questo in virtu
sere sommo, in quanto atto puro (ipsum
esse subsistens)
nella
sua irriducibile trascendenza, possiede. Essa ha tuttavia avallato
l'opinione teologica secondo cui la relazione fra Dio e le creature
sarebbe
mente
reale
logica.
solo in queste ultime mentre in Dio sarebbe puraÁ semÁ che legittimo, e
Anche se il suo intento, piu
pre consistito nel tentativo di scongiurare ogni pericolo di antropomorfismo mitologico nella concezione di Dio, l'assenza di una
relazione reale di Dio con il mondo stesso rischia tuttavia di non
rendere ragione pienamente del realismo dell'Incarnazione e
Á delle divine persone,
conseguentemente della stessa reciprocita
lasciando l'uomo, da ultimo, in preda alla disperazione. La rivelazione dell'incarnazione di Dio nel Figlio non consente, infatti, di
pensare la fede dentro una separazione cosõÁ netta fra Dio e
mondo, Creatore e creatura, Essere e divenire. Il cosiddetto
dualismo ontologico fra l'ordine della natura e quello della soprannatura che individua due ordini separati nell'essere, semplicemente giustapposti l'uno all'altro e privi, pertanto, di intrinseca relazione reciproca, ha il suo corrispettivo antropologico nella
Á che condicotomia/giustapposizione fra l'intelletto e la volonta
EIRAV
305
diziona l'analysis
fidei
della teologia moderna del cosiddetto ``du-
plex ordo cognitionis''
la quale, avendo supinamente accettato di
dialogare col pensiero filosofico ad essa coevo, presuppone una
concezione di ragione che, polarizzata sul modello epistemologico del sapere scientifico, risulta essere radicalmente autonoma
e, dunque, pregiudizialmente separata dalla fede. In contrapposizione a tale prospettiva dualistica la ricerca intende far emerÁ di Dio in Bulgakov,
gere come la grande tematica della passivita
sia il tentativo di interpretare l'Assoluto come suscettibile, sia in
 che nei rapporti con la sua creazione, di una vera e propria
Se
passio
da intendersi non solo come un
pati Deum
l'uomo ma anche e soprattutto come un
da parte del-
pati hominem
da parte
del Dio che si abbassa.
Groppi Don Carlo (Diocesi di Lodi)
«TEOLOGIA
MORALE DELL'HABITUS.
STORIA
Á»
E ATTUALITA
(Relatore: Prof. Don Aristide Fumagalli)
A seguito del concilio Vaticano II, la teologia morale ha intrapreso il rinnovamento dell'interpretazione e della valutazione dell'agire cristiano, fuoriuscendo dalla prospettiva della manualistica
pre-conciliare concentrata sull'analisi dei singoli atti e piuttosto
dimentica del soggetto agente. Il recupero del soggetto ha sollevato la questione del rapporto che intercorre tra l'agente e i
suoi atti, nel duplice senso per cui gli atti scaturiscono e incidono
Á segnala
sull'agente. La recente riabilitazione dell'etica delle virtu
Á della questione e suggerisce una strategia per affronl'attualita
tarla. Entro questo filone del rinnovamento teologico-morale,
sembra opportuno riprendere la dottrina dell'habitus che fin dalla
filosofia greco-classica e specialmente nella teologia scolastica
ha fornito l'infrastruttura concettuale per lo sviluppo dell'etica
Á e dei vizi.
della virtu
La tesi raccoglie intuizioni, risonanze e approfondimenti dalle
voci di alcuni pensatori selezionati a partire dall'indagine della
Á recente sul tema, e nell'intento di considerare
letteratura piu
nell'arco della storia del pensiero il reale impiego, il referente
effettivo e l'evoluzione della categoria.
Á Aristotele. Egli definisce il concetto
Il primo autore considerato e
di
hexis
(termine greco per
habitus)
con precisione all'interno
della sua ontologia, come disposizione qualitativa stabile dell'es nell'esistenza. Nell'Etica
sere: una tenuta attiva di se
306
Nicoma-
Á , emerge
l'hexis, in quanto genere prossimo della virtu
chea,
come concetto cardine per la teoria dell'agire morale, sia in merito all'aspetto assiologico che a quello dinamico.
Á un'importante sintesi
Massimo il Confessore, il cui pensiero e
per la teologia dei Padri greci, centra l'ontologia sulle categorie
di
hexis
ed
energeia,
termini diffusamente utilizzati nelle sue
opere. Da qui l'illustrazione del contributo di Massimo in merito
Á,
all'hexis secondo tre linee prospettiche: l'analisi della volonta
Á, la dottrina della divinizzazione. Oltre
l'insegnamento sulle virtu
al delicato ruolo che attribuisce all'hexis nel dinamismo di partecipazione della grazia, il Confessore lo impiega per delineare il
destino escatologico dell'uomo.
Con Tommaso si raggiunge il vertice della riflessione, raccoglienÁ aristotelica e del pensiero medievale, fin
do e ampliando l'eredita
da Agostino. Si sono considerate in particolare le
49-54 della I-II della Summa
Il concetto di
habitus
Theologica
quaestiones
sugli habitus in generale.
dice l'efficacia dell'amore divino nel cam-
Á della
biare radicalmente la persona, rende conto della gradualita
vita morale e del suo nesso con quella spirituale (introduzione
degli
habitus
infusi), offre un'immagine organica della vita spiri-
tuale, si consolida come elemento decisivo per una teoria dell'aÁ e passivita
Á.
zione, nel suo articolare attivita
Con l'epoca della casistica, caratterizzata da una considerazione
puntuale ed esteriore dell'atto, l'interesse per il tema in teologia
decade. In campo scientifico e filosofico si apre un filone di
indagine sulle abitudini (traduzione spuria degli
esso si colloca l'interessante opera
De l'habitude
habitus).
In
di Ravaisson,
il quale interpreta l'abitudine come chiave di superamento della
Á e necessita
Á. L'abitudine, lungi dal ridursi a
dicotomia tra liberta
ripetizione meccanica, sta in mezzo tra lo spirituale e il materiale,
nella stoffa del nostro vivere, segno di un mistero di grazia, il Dio
nascosto in noi.
Á Ricúur,
Tra coloro che si sono ispirati all'opera di Ravaisson c'e
Á esaminata
ultimo autore indagato. La questione dell'abitudine e
soprattutto in un'opera degli inizi
Il volontario e l'involontario.
Á un modo della coSenza aggiungere intenzioni, l'abitudine e
Á una ``alterazione'' delle funzioni umane,
scienza sul mondo, e
Á loro una tonalita
Á stabile. In questa alterazione, che puo
Á
che da
irrigidire il soggetto oppure risvegliarlo dall'inerzia alle potenziaÁ dell'umano, e
Á presente il rimando alle dimensioni sulle quali
lita
Ricúur fa astrazione nella sua trattazione, la Trascendenza e la
colpa.
EIRAV
307
Á solo di carattere storico, ma anche
L'interesse della tesi non e
 mira a offrire uno strumento per una rinnosistematico, poiche
vata teoria dell'azione, che favorisca soprattutto una visione
Á morale
dinamica dell'agire morale e del costituirsi dell'identita
Á risulta interessante per l'intreccio tra teologia
della persona. Cio
morale e antropologia teologica, come anche per il dialogo interdisciplinare con le scienze umane, quali la sociologia e la pedaÁ emigrato in epoca
gogia, entro le quali il concetto di habitus e
contemporanea.
Handino Padre Daniel Mathewos (Missioni Consolata)
«THE GOSPEL
THE
IN
ETHIOPIA. PATHS
OF THE
CHRISTIANITY
AND FORMS OF
CHURCH»
(Relatore: Prof. Don Bruno Seveso)
Nery Nunes Don Eduardo (Diocesi di Sao Miguel Paulista Brasile)
«IL
MINISTERO NELLA COMUNIONE MISSIONARIA DELLA CHIESA.
ORME DI
SULLE
SEVERINO DIANICH»
(Relatore: Prof. Don Giovanni Rota)
La vocazione al discepolato missionario occupa il centro dell'o si riveste dei caratteri di una
riginario evento ecclesiale, giacche
vera e propria con-vocazione alla comunione. Ogni credente,
Á cristiana grazie alla
infatti, chiamato e accolto nella comunita
trasmissione dell'esperienza pasquale, si trova straordinariamente coinvolto nel dinamismo di rivelazione e di realizzazione
del progetto salvifico divino.
La spinta comunicativa della propria esperienza d'incontro con
Á Signore, trasforma il fedele in missionario, capace di traGesu
smettere la propria fede e di coinvolgere gli altri, nella potenza
dello Spirito Santo, nella rete relazionale che genera la comunione ecclesiale. La comunicazione interpersonale della fede costituisce, pertanto, il fondamento teologico essenziale della costituzione della chiesa nel mondo, della sua azione in esso e di
tutte le forme storiche nelle quali l'unica testimonianza cristiana
Á tale meccanismo di comunicazione e trasmissi realizza. Percio
 la struttura cosione dell'esperienza credente cristiana, nonche
munionale missionaria dell'evento ecclesiale, resta imprescindi-
308
bile alla comprensione della natura storico-teologica della chiesa
e dei suoi elementi costitutivi, specialmente del ministero.
Á l'annuncio e la comunione, si
Il discepolato missionario, cioe
trova pertanto al centro riflessivo della ricerca, quale binario
irrinunciabile per il percorso di indagine sulla struttura costitutiva della chiesa e del nocciolo teologico delle sue forme ministeriali.
Á, per intraprendere lo studio sul ministero, nelLo sforzo, pero
l'ambito della dimensione comunionale missionaria della chiesa,
si realizza sulle orme del pensiero di S. Dianich: figura emblematica nel panorama dei teologi italiani contemporanei. Le sue
Á e chiarezza del
preoccupazioni pastorali e spirituali, la semplicita
suo approccio e del suo stile linguistico e la sua peculiare proÁ speculativa si dimostrano indispensabili alla restituzione
fondita
dei legami che intercorrono tra l'indagine scientifico-teologica e
l'attuale configurazione ecclesiale, con le sue incalcolabili sfide
contemporanee per l'evangelizzazione.
Omondi Padre Nicholas Odhiambo (Missioni Consolata)
«A THEOLOGICAL-MORAL REFLECTION
TION: A CAUSE OF STUDY OF
KENYA'S
ON THE
PHENOMENON
OF MIGRA-
50
YEARS AF-
MIGRATION ISSUES
TER THE INDEPENDENCE»
(Relatore: Don Antonio Lattuada)
Onguene Mbono Don Jacques (Diocesi di Yaounde - Came-
run)
«ENTRE
LE MIRACLE DE
 SUS
JE
à TRE.
ET CELUI DE SON APO
 GE
 TIQUE ET THE
 OLOGIQUE DE
EXE
LC 18,35-43
ET DE
 TUDE
UNE E
AC 3,1-10)»
(Relatore: Prof. Don Matteo Crimella)
Il fenomeno del miracolo si presta ancora oggi a molta confusione. Esso causa numerosi danni a tutti i livelli sociali in Camerun:
dei pastori si autoproclamano esorcisti; molte persone rivendicano il titolo di autori di miracoli; altri si vantano di possedere il
dono della guarigione. Credenti di tutti gli ordini religiosi e non
credenti sono quotidianamente alla ricerca di segni miracolosi
nelle loro vite. Immerso in un tale contesto, ho cercato di capire
Á, mi sono preoccupato di pail miracolo sul piano biblico. Percio
Á a quello fatto da uno dei suoi
ragonare il miracolo fatto da Gesu
EIRAV
309
Á e da
missionari. Come si opera un miracolo da parte di Gesu
parte di un suo apostolo? Quali le differenze? Quali gli aspetti in
Á taumaturgica
comune? L'esame di una correlazione dell'attivita
Á possibile soltanto nell'opera
Á e quella del suo apostolo e
di Gesu
di
Lc-At. Come gli altri evangelisti egli ha fatto una narrazione su
Á il solo ad offrire uno scritto circa l'attivita
Á dei sucÁ, ma e
Gesu
Á Cristo.
cessori e dei testimoni di Gesu
Á stata incentrata sul termine ``miraLa prima parte del lavoro e
colo'', cosõÁ come percepito in certi settori del sapere da molti
studiosi (che rifiutano il miracolo) e poi dalla Scrittura (che cosõÁ
lo definisce: ``un prodigio-significante, un'azione-segno'').
Á stata dedicata allo studio esegeLa seconda parte del lavoro e
tico e teologico di
Lc
18,35-43: l'episodio della guarigione del
cieco di Gerico. Applicando il metodo narrativo a questo racconÁ dedotto che l'episodio del cieco di Gerico opera sul piano
to si e
pragmatico; quindi ci troviamo di fronte ad una trama di risoluÁ passato dalla cecita
Á alla vista, dalla solitudine
zione. Il cieco e
alla comunione, dalla emarginazione all'integrazione, dall'immoÁ, dalla dipendenza sociale all'autonomia.
bilismo alla mobilita
Á compiuta grazie alla collaborazione
Questa trasformazione si e
Á, ma soprattutto
della folla, alla potenza della parola di Gesu
grazie alla fede che ha dimostrato il cieco. Egli deve la sua
salvezza alla sua fede. Il perno del racconto lo dimostra chiaramente: ``abbi di nuovo la vista; la tua fede ti ha salvato'' (Lc
18,42). Dopo il
turning point,
l'uomo guarito, senza essere co-
Á e glorifica Dio. Il miracolo compiuto da
stretto, segue Gesu
Á una lenza con la quale pescare i discepoli e tenerli
Á non e
Gesu
Á , invece, un segno lasciato all'interpretazione sia
in ostaggio. E
del miracolato sia dei testimoni diretti. CosõÁ, il centro di inteÁ la fede del cieco, presentata come
resse di questa trama e
esempio e prototipo del discepolo nel viaggio verso Gerusalemme.
La terza parte del lavoro ha visto l'applicazione del medesimo
metodo narrativo su
At
3,1-10: il racconto dello storpio dalla
nascita; esso rivela che si tratta di una combinazione di due
trame, la risoluzione e la rivelazione: a) trama di risoluzione, a
causa della trasformazione operata nella persona dello storpio al
Á passato dalla impotenza alla guariperno (turning point). Egli e
Á alla attivita
Á, dalla dipendenza alla partecigione, dalla passivita
pazione, dall'esclusione alla comunione, dall'impedimento alla
310
pratica della sua fede; b) trama di rivelazione, a causa, in primo
Á acquisita dall'uomo guarito che prima
luogo, della nuova identita
Á e dal Tempio e adesso si trova in una
era escluso dalla societa
Á; in secondo luogo,
relazione restaurata con Dio e con la comunita
a causa della presenza delle indicazioni teofaniche. Quindi la
Á un'attualizzazione della risurreguarigione dello storpio nato e
Á Cristo. Questa trama ha una doppia funzione.
zione di Gesu
Evoca la guarigione del cieco nato e parla dell'abolizione dell'eÁ e dal Tempio, operazione che si e
Á reasclusione dalla comunita
Á Cristo invocato da Pietro.
lizzata attraverso e nel Nome di Gesu
L'ultimo capitolo della tesi ha visto l'applicazione della
synkrisis
ai due miracoli di guarigione.
Á affermare che, nonostante la
A conclusione della ricerca, si puo
debole presenza di parallelismi contrastanti, il narratore volutamente insista sulle similitudini ma anche attui delle modifiche
di carattere evolutivo. Pertanto, il racconto della guarigione
dello storpio (At 3,1-10) si presenta come una copia trasformata di quella del cieco di Gerico (Lc 18,35-43). Questo per
Á Gesu
Á Cristo; b)
indicare: a) che l'unico autore di miracoli e
che le figure ecclesiastiche non sono i soggetti agenti dei miÁ ; c) che i miracoli avracoli ma i mediatori dell'azione di Gesu
Á sono effetto della sua Resurreziovenuti dopo la morte di Gesu
ne; d) che, una volta compiuto il miracolo, il protagonista
taumaturgo non tiene in ostaggio la persona guarita; il miracoÁ decidere liberamente del suo futuro, anche se nei due
lato puo
racconti analizzati, tutti, senza costrizione, hanno deciso di seguire chi li ha guariti.
Piovesan Sr. Francesca (Discepole del Vangelo)
«L'IMMAGINAZIONE
MORALE.
UNA
PRIMA RICOGNIZIONE»
(Relatore: Prof. Don Aristide Fumagalli)
La tesi in oggetto si occupa dell'immaginazione morale, a partire
Á possibile e sensato parlare di un
da una domanda di fondo: e
ruolo dell'immaginazione rispetto all'agire morale? Questa domanda nasce dalla constatazione di quanto oggi la nostra quoÁ e la nostra cultura siano dominate dalle immagini, che
tidianita
sembrano non soltanto affollare la nostra vista, ma avere anche
Á e
una grande influenza sulla nostra interpretazione della realta
sul nostro modo di agire.
Á strutturata in tre punti. In primo luogo, sono stati
La ricerca si e
presi in considerazione i principali dizionari ed enciclopedie filosofiche e teologiche e manuali di teologia fondamentale e mora-
EIRAV
311
Á che complessivamente si
le, per ricostruire a grandi linee cio
Á
intende per immaginazione in ambito filosofico e teologico. E
Á frequentemente nella
cosõÁ emerso che l'argomento ricorre piu
riflessione filosofica che non in quella teologica; in ogni caso,
si parla generalmente di immaginazione
tout court.
All'interno
dei vari modi di intendere l'immaginazione, si trovano due importanti convergenze: viene generalmente considerata nell'ambito
Á di elabodelle teorie della conoscenza e definita come capacita
rare in immagini realistiche o fantasiose i dati della percezione.
Á della
Questo primo punto ha permesso di evidenziare l'originalita
ricerca di alcuni autori, esplorati nel secondo momento della
ricerca. Si tratta di David Tracy, Philip S. Keane, Mark Johnson,
Patricia H. Werhane, William C. Spohn, John Kekes, Jean-PhiÁ stato limitato a questi autori,
lippe Pierron. Il campo di ricerca e
Â, oltre a parlare di immaginazione morale, la pongono
poiche
Á e di teoria delcome perno della propria concezione di moralita
l'azione.
Á, di autori che non presentano ancora delle
Si tratta, per lo piu
traduzioni e una letteratura secondaria significative. Da qui la
scelta di esplorarli anzitutto analiticamente, uno per uno, e in
ordine cronologico, in base all'anno di pubblicazione delle loro
opere.
Á sincroIn terzo luogo, sono stati messi a confronto, in modo piu
nico, i diversi autori, per individuare quali aspetti emergono
come basilari per poter parlare di immaginazione morale; inoltre,
Á cercato di raccogliere gli spunti che la loro ricerca offre alla
si e
riflessione attuale della teologia morale.
La riflessione degli autori considerati, pur non esente da limiti o
punti interrogativi, fa emergere la grande ricchezza del tema e
Á dell'immaginazione
l'importanza di scoprire tutta la potenzialita
per l'agire morale. Alla luce di questa dimensione umana, gli
autori propongono una visione dinamica e a tutto tondo del soggetto morale, chiamato con tutto se stesso a discernere e a
Á del bene, che gli si da
Á a conoscere nell'edecidersi per la verita
sperienza concreta. La morale stessa viene ripensata come
un'arte e una scienza del bene, che ha nell'immaginazione uno
strumento fondamentale, se non addirittura il perno essenziale,
per comprendere di volta in volta come vivere concretamente in
modo allo stesso tempo fedele e creativo una vita conforme al
Á Cristo, l'universale
bene, una vita a imitazione di quella di Gesu
concreto di ogni cristiano.
312
Riggio Padre Giuseppe (Compagnia di GesuÁ)
«MAI
SENZA L'ALTRO, MAI SENZA GLI ALTRI.
LA
LUOGO TESTIMONIALE DEI LEGAMI SULLE ORME DI
Á CRISTIANA
COMUNITA
MICHEL
DE
CERTEAU»
(Relatore: Prof. Mons. Giacomo Canobbio)
Á stata dettata dalla constatazione che la
La scelta del tema e
Á incontra un serio ostacolo
diffusa e sentita ricerca di comunita
Á dei legami sociali nella nostra societa
Á. Anche le
nella fragilita
Á comunitarie religiose, inclusa la Chiesa, non sono al riparo
realta
da questa situazione. Proprio sulla situazione vissuta dalle coÁ cristiane si concentra la tesi, con l'intento di riflettere su
munita
Á la comunita
Á cristiana
alcune cruciali domande di fondo: come puo
essere un luogo dove tessere legami vivi e vivificanti nel contesto sociale odierno in Occidente alla luce della fede in Dio? A
partire da quali presupposti e in quale modo? In che modo, infiÁ esserne un testimone credibile?
ne, puo
Á scelto di procedere confronIn questo lavoro di riflessione si e
tandosi col pensiero del gesuita francese Michel de Certeau
(1925-1986) che, pur non avendo mai scritto in modo diffuso
Á, puo
Á dare un contributo quanto mai feriguardo alla comunita
Á e per lo studio della
condo al tema per la sua analisi dell'alterita
Á al suo nascere attraverso l'approfondimento dei mimodernita
stici del Seicento con un approccio interdisciplinare.
Entro questo quadro di riferimento si colloca l'itinerario compiuto
Á dedicato alla
nei tre capitoli della ricerca. Il primo capitolo e
presentazione della figura di Michel de Certeau, mettendo in
luce i tratti generali della sua opera. Sono esaminati, in particolare, due aspetti fondamentali del suo pensiero: il modo di concepire la storia e di praticare il metodo storiografico; la comprenÁ che emerge come
sione dell'atto di credere. In entrambi i casi cio
Á il ruolo svolto dall'alterita
Á, sia essa data da un passato
centrale e
Á altro e assente, oppure dall'Aldefinitivamente lontano e, percio
tro in cui si crede.
Áe
Á al centro del capitolo successivo, in
Proprio il tema dell'alterita
Á compresa dal gesuita francese,
cui si considera il modo in cui e
frutto di un'elaborazione che tiene conto del pensiero novecentesco al riguardo e che ha la propria fonte ispiratrice e il criterio
Á
di verifica nelle pagine bibliche. L'approfondimento dell'alterita
Á soffermati: la relazione col pasrinvia ad altri temi su cui ci si e
sato letta grazie alla nozione di rupture instauratrice e la tematica
Á e delle istituzioni.
dell'autorita
Á sfocia nell'ultimo capitolo in una
L'approfondimento sull'alterita
Á cristiana a cui concorrono diversi apriflessione sulla comunita
EIRAV
313
porti filosofici e teologici. Emerge, in particolare, uno stretto
Á e alterita
Á: la comunita
Á cristiana, nata dallegame tra comunita
 la tensione a cercare l'altro,
l'azione di Dio, porta inscritta in se
Á stata inviata, ma il volto di
in cui riconosce non solo colui a cui e
Á deriva che l'abbandono di ogni logica identiDio stesso. Da cio
taria fondata sull'esclusione e l'intolleranza costituisce un eleÁ cristiana. Essa si presenta
mento essenziale della comunita
come aperta, ricca al suo interno di differenze che possono coe mutualmente riconosciute e apprezzate, protesa
sistere perche
verso quanti non ne fanno parte con un atteggiamento di acco a causa della paura,
glienza, senza lasciarsi ripiegare su di se
consapevole che nell'incontro con chi non ne fa parte ha tanto da
Á cristiana con questi
imparare quanto da donare. Una comunita
Á un testimone credibile di un modo di vivere le relazioni
tratti e
Á sotto il segno dell'egoismo o della paura, bensõÁ delche non e
l'amore, della giustizia, del dono reciproco e della fiducia. Essa
Á divenire un seme fecondo la
Á dove si trova, lasciando intrapuo
vedere che modi diversi di pensare la vita insieme possono essere presi in considerazione.
Rosso Christian Antonio (Magenta - MI)
«IL VANGELO
SECONDO
Á
È NG. LA VERITA
HANS KU
DELLA FEDE ALLA PROVA
DELLA STORIA»
(Relatore: Prof. Don Alberto Cozzi)
Á Hans Ku
Chi e
Èng? Un filosofo idealista o un occamista radicale?
Á veramente l'ultimo epigono del protestantesimo liberale? O,
E
per rimanere in ambito cattolico, un teologo modernista? Inoltre,
Á lui ± per volere usare il linguaggio degli specialisti ± un pluralie
sta? Ma, qualora questo attributo dovesse risultare vago, si poÁ un inclusivista? O invece,
trebbe ulteriormente precisare: e
escludendo del tutto la prospettiva esclusivista, un normativista?
Si ha l'impressione che la critica nei suoi confronti sia dettata
spesso dalla pigrizia nel seguire l'articolazione del suo pensiero.
Á non significa che le oggettive difficolta
Á e i punti di attrito con
Cio
il Magistero siano sempre riducibili a giudizi affrettati e liquidaÁ±
tori. Di certo, pero
vis polemica
a parte ± essi possono definire
lo spazio per un'ulteriore comprensione e, magari, per un dialogo
Á fruttuoso. Gli ultimi scambi epistolari tra Ku
piu
Èng e papa Fran-
314
cesco ci sembrano andare in questa direzione.
Tra la prospettiva sistematica cristologica, volta alla ricerca dell'essenza del cristianesimo, e quella ecumenica e interreligiosa
Á di quante se ne possano
Á continuita
del nostro Autore vi sono piu
Á proprio nella possibilita
Á di isolare un
cogliere superficialmente. E
nucleo stabile all'interno dell'esperienza storica di fede cristiana
che si colgono nella loro reale portata le differenze con le altre
tradizioni religiose e, nel contempo, si appianano le differenti
interpretazioni del Vangelo ± e della prassi che ad esso si richiaÁ questo modo di promano ± delle numerose chiese cristiane. E
cedere legittimo? Quale rapporto deve essere istituito tra la
Á tra verita
Á
fede e l'esperienza storica? O meglio, che rapporto c'e
Á possibile rispondere
e storia? A questo gruppo di domande, e
solo dopo avere affrontato il plesso di problemi relativo alla teoria dei paradigmi di Kuhn che Ku
Èng mutua e che, senza grandi
adattamenti, applica alle scienze teologiche. Questo modo di
procedere ha scatenato nel corso degli anni la reazione di taluni
settori della teologia che hanno ravvisato nel metodo ku
Èngiano
un manifesto esempio di cedimento alle sirene del relativismo
moderno e dello storicismo.
L'applicazione del metodo storico-critico e il rifiuto del letteralismo comportano per il nostro Autore una ri-significazione dei
titoli cristologici come anche una interpretazione dei racconti
evangelici del concepimento verginale e della resurrezione dei
 dei miracoli a lui attribuiti. Che un tale
Á nonche
morti di Gesu
modo di procedere sia gravido di conseguenze per la teologia
Á evidente tanto per Ku
Á tuttavia
e
Èng quanto per i suoi critici. Egli e
persuaso che non il ripiegamento della teologia verso forme paradigmatiche di credere appartenenti al passato ma l'apertura
Á possa segnare un punto a favore della
critica alla modernita
causa cristiana. In questo senso, la polemica o anche solo la
Á'' di fede, dibattute per
discussione attorno ad alcune ``verita
Á rappresentare non una perdita
secoli, se non per millenni, puo
per il cristianesimo ma un guadagno.
Sacchetti Don Carlo (Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla)
«``TUTTO
Á LA MIA FAMIGLIA''.
IL MONDO E
LA
Á FAMIGLIARE IN
SENSIBILITA
ANGELO RONCALLI»
(Relatore: Prof. Don Luca Ezio Bolis)
Á sempre quella
Á profonde e
«L'educazione che lascia tracce piu
Á che ho letto sui libri:
della casa. Io ho dimenticato molto di cio
EIRAV
315
ma ricordo ancora benissimo tutto quello che ho appreso dai
genitori e dai vecchi. Per questo non cesso di amare Sotto il
Monte, e godo di tornarvi ogni anno. Ambiente semplice, ma
pieno di buoni principii, di profondi ricordi, di insegnamenti preziosi» (A. Roncalli,
Alla famiglia, 20 dicembre 1932, Sofia).
Á il frutto di un lavoro di studio svolto sulLa presente analisi e
l'intero
corpus
delle lettere ai famigliari, un insieme di testimo-
nianze relative al valore delle relazioni parentali lungo tutto l'arco
Á dal 1901
dell'esistenza di Giovanni XXIII (il periodo compreso e
al 1962). Di fronte alla mole di questa raccolta (727 missive), fra
Á verifical'altro sprovvista di un indice tematico, innanzitutto si e
Á di sviluppare in modo soddisfacente la peculiare
ta la possibilita
prospettiva di indagine, inerente la descrizione della
famigliare
Á
sensibilita
in Roncalli.
Á
Con questa espressione si vuole indicare l'ambito delle qualita
relazionali caratterizzanti il rapporto con i congiunti, nella linea
genitoriale e fraterna. Oltre all'identificazione della loro presenÁ reso necessario accertare se e in che modo tali elementi
za, si e
confluiscono nella conformazione personale, divenendo una sorÁ relazionale presa
ta di stile di approccio nei confronti della realta
nel suo insieme.
Á risiede nell'estensione temUn ulteriore aspetto di complessita
porale della prospettiva di ricerca, non limitata a qualche periodo
dell'itinerario roncalliano, ma orientata a comprendere l'intera
esistenza dell'A., alla luce di questa intuizione, individuandone
Á reso necesgli sviluppi presenti in ogni sua fase. A tal fine, si e
sario porre in dialogo la prima fonte con il
Giornale dell'anima,
base di conoscenza imprescindibile per accostarsi alla persona
Á rivelato particolarmente fruttuoso,
di Roncalli. Il confronto si e
permettendo infatti di accedere ai significati interiori delle espeÁ
rienze vissute, apprezzandone anche la fondamentale continuita
di senso con le missive coeve.
Á stato solIl metodo di ricerca, affinato nel corso del tempo, e
Á della fonte primaria, conlecitato dalla particolare eterogeneita
seguenza diretta del genere letterario epistolare, non orientato
alla trattazione tematica secondo un ordine prestabilito. Il lavoro
svolto ha consentito di delineare un senso soggiacente all'insieme delle lettere, un orizzonte interpretativo capace di integrare i
tanti appunti riscontrati alla luce della prospettiva adottata, in un
unico discorso di affetto e stima verso i famigliari, offrendo una
visione unitaria del loro contributo testimoniale.
Á dell'indagine e
Á stata arricchita da un ulteriore livello
L'originalita
316
di analisi incentrato sulla verifica della pertinenza
ad extra
dei
significati raccolti all'interno dell'ambito parentale. Questo passaggio ha comportato la rivisitazione completa dell'itinerario spirituale di Roncalli, per individuare i tratti della
mens
famigliare
nelle relazioni esterne rispetto ai congiunti. I risultati ottenuti
hanno contribuito in modo determinante alla definizione del duplice senso relazionale quale caratteristica essenziale della senÁ famigliare dell'A., configurando cosõÁ l'idea fondamentale
sibilita
dell'analisi come un'adeguata e interessante ipotesi di ricerca.
L'analisi ha permesso di constatare come le categorie famigliari
si siano profondamente radicate nella sua prospettiva di pensiero e azione, assumendo progressivamente nel corso della vita un
 l'assimilazione dei signiparticolare valore identificativo, poiche
Á divenuta un
ficati inerenti la dimensione paterna e fraterna, e
 come uomo e
elemento interno essenziale alla definizione di se
pastore.
Á stata posta nel susseguirsi delle
L'attenzione della ricerca e
varie tappe dell'itinerario vocazionale vissuto dall'A., al fine di
cogliere e documentare gli approfondimenti contestuali, relativi
Á famigliare, generati dagli incontri significativi e
alla sensibilita
dall'esperienze assimilate nel corso del tempo. Questa impostaÁ risultata la piu
Á adeguata per rendere ragione
zione diacronica e
del processo di progressiva estensione delle categorie relazioÁ e paternita
Á, ponendo in evidenza la rilevanza di
nali di fraternita
episodi ed eventi nella maturazione di una visione globale in
Roncalli, inserita a pieno titolo nel ministero.
Spence Fra Joseph Andrew
(Francescani Missionari del
Á e Maria Immacolata)
Cuore di Gesu
«MARIA
NELL'ESPERIENZA SPIRITUALE DI SAN
FRANCESCO
D'ASSISI»
(Relatore: Prof. Padre Cesare Vaiani)
Accostandosi ad un tema francescano con l'intento di approfonÁ rassegnati in partenza a
dirlo e scriverne qualcosa, in genere si e
 volere dire molto che non sia gia
Á assodato; sono
non potere ne
Á sotto tutte le angola800 anni che si scrive di Francesco, e cio
ture e profili immaginabili. Anche un tema mariano, visto sotto il
profilo francescano, dovrebbe ± sembra ± infilarsi negli scaffali
della ``biblioteca'' francescana in maniera poco vistosa. Ecco
invece la grande sorpresa nello scoprire ± nel corso delle ricerche bibliografiche ± che i testi di tipo scientifico in proposito si
possono contare su una mano o forse su due. I testi di stampo
EIRAV
317
``devozionale'' proliferano, ma non hanno offerto aiuto in ordine
al presente lavoro. Una collana dal nome promettente, ``BiblioÁ stata sospesa dopo il primo voluteca Mariana Francescana'', e
me uscito nel 2003; si tratta del saggio di Johannes Schneider,
Virgo ecclesia facta,
testo di fatto assai utile per i fini della
presente ricerca.
Á
Il lavoro dunque si apre come una vera sfida. Il banco di prova e
Á stato
stato l'adesione fedele ± o meno ± ai testi; il confronto e
condotto sull'edizione critica dei testi nel latino originale, col
testo italiano a fronte. Si sono utilizzati poi, per l'analisi dei testi,
i metodi di critica letteraria in largo uso anche nell'esegesi ed
ermeneutica biblica contemporanea. Dopo aver messo in luce
alcune attenzioni ermeneutiche da tenere in considerazione nell'indagare le fonti della ricerca ± ovverosia, gli
grafie
Scritti
e le
Bio-
Á passati ad analizzare gli Scritti propri di
di Francesco ±, si e
Á preso
Francesco che offrono qualche tema mariano. Quindi, si e
in esame l'esperienza mariana di Francesco proposta dalle varie
interpretazioni biografiche dei suoi primi seguaci. Ultimo compiÁ
Á propriamente teologico-spirituale ± e
to del lavoro ± quello piu
stato quello di intraprendere una rilettura teologica dei dati rilevati dall'analisi dei testi. Cercando di mostrare se, come, ed in
che modo, l'esperienza mariana di Francesco si presenta come
un'autentica esperienza cristiana.
SÏtellmach Don Peter (Salesiani Don Bosco)
«LE
Á DELLA VITA.
ETA
LA
Á DEL SOGGETTO MORALE SECONDO
STORICITA
ROMANO GUARDINI»
(Relatore: Prof. Don Aristide Fumagalli)
A distanza di 100 anni dalla tesi di licenza di Romano Guardini
(La
dottrina della salvezza in san Bonaventura,
Á scelto
1915), si e
quest'Autore, come maestro saggio ed equilibrato, e la sua riflessione su
Á della vita
Le eta
(1953), come un terreno sicuro e
fecondo a procedere dal quale tessere una tesi di ricerca.
Á della vita ha una lunga
Nella cultura occidentale il tema delle eta
tradizione e ancora oggi continua ad essere una miniera ricca di
pensiero che attira l'attenzione dei vari ambiti del sapere umano
Á della
e li unisce in uno studio multidisciplinare. Tra le singole eta
Á un punto chiave, consistente nel passaggio da un movita vi e
Á mai automatico, ma conmento dello sviluppo all'altro che non e
318
siste in un «salto» qualitativo pieno dei rischi del possibile falli-
Á stato riletto in modo originale in chiave
mento. Questo dato e
etico-pedagogica da Romano Guardini, il quale nel 1953 scrive il
Á della (sua) vita, denso di riflessioni antropolovolume sulle eta
giche e teologiche che mirano alla formazione dell'uomo e che
Á.
vogliono cogliere la vita nella sua totalita
Quando Guardini pubblica
Die Lebensalter
(Le
Á della vita),
eta
ha
68 anni e sa di essere ormai vecchio. Un vecchio straordinariamente ricco di opere e di esperienze, che ha scritto quasi una
biblioteca intera in cui si trovano vari scritti teologici, filosofici o
di critica letteraria, che si intrecciano in modo veramente unico.
Offre la saggezza della sua vecchiaia ripercorrendo l'intera vita
dell'essere umano, dal concepimento alla morte, con una particolare attenzione alle «crisi» che fanno da cerniera tra una fase e
l'altra: la crisi della crescita, la crisi legata all'esperienza, la crisi
del limite e la crisi del distacco. Sono quattro forme specifiche
del passaggio, in cui bisogna uscire dal mondo sicuro e attraver si possa arrivare alla terra prosare le prove e le paure, perche
Á e della saggezza.
messa della maturita
 la tesi inizia con la presentazione
Ecco perche
mano Guardini e della sua figura
della vita di Ro-
(I capitolo). Solo successiva-
mente si entra nel suo pensiero aperto e ancorato nella vita, con
Á e delle singole crisi che le
il quale affronta il tema delle varie eta
collegano (II capitolo). Infine, sapendo umilmente riconoscere
con H.U. von Balthasar la grandezza di chi non ha «eretto un'architettura vana ai margini della storia», bensõÁ «ricoveri per intere
generazioni» e una «casa» che «sta sulla roccia», si intende suggerire, insieme a Guardini, alcune indicazioni in vista di una teoÁ del soggetto morale, la
Á attenta alla storicita
logia morale piu
quale traduce quell'amore di Cristo che ci spinge verso la vita
in abbondanza (III capitolo).
«Il nostro tempo», scrive Guardini in una delle sue Lettere dal
Á dato come un terreno sul quale noi stiamo,
lago di Como, «ci e
come un compito che dobbiamo portare a compimento. E in
Á un pasfondo non desideriamo nient'altro. Il nostro tempo non e
saggio superficiale che percorriamo. Il nostro tempo avvolge noi
stessi. Noi stessi siamo il nostro tempo!» Pensare la propria vita
dall'origine ± non solo in senso temporale, ma anche essenziale ±
e poi nell'arco del tempo, porta necessariamente alla conclusioÁ «dato» a se
Â.
ne che nessuno ha deciso d'essere, bensõÁ ciascuno e
Qui l'uomo moderno si ribella, non vuole essere imprigionato,
Á prepotente scavalca
vuole essere libero. La sua soggettivita
 devo sottomettermi se
ogni dato oggettivo e si chiede «perche
posso decidere tutto»? Guardini conosce bene i rischi dell'ideali-
EIRAV
319
smo tedesco e del pensiero del soggetto di Kant, che hanno
portato frutti come liberalismo, relativismo e secolarizzazione.
Di fronte a questa situazione, aggravata dalle due guerre mondiali, egli non si arrende, ma porta qualcosa di nuovo: il
che rispecchia la tensione vitale approvato dalla sua
dagogico-educativa.
metodo
prassi pe-
Guardini ha scommesso sulla formazione
Á, che non si inventa ma si
della persona in relazione alla verita
scopre e si accetta.
Paradossalmente, qui sta il realismo di Guardini e il suo amore
Á pronte, ma offre la
per il concreto-vivente. Non offre ricette gia
chiave per entrare nel mistero della vita; in particolare attraverso
Á dell'«accettazione». Nella convinzione che quando l'uomo
la virtu
Á e quando rinuncia ad essere diverso da
si accoglie cosõÁ come e
Á allora la vita non diventa piu
Á una prigione da cui
quello che e
 un paradiso in cui bisogna divertirsi al massibisogna uscire, ne
mo, bensõÁ un dono, un luogo d'incontro che fa crescere.
Tizzoni Don Emanuele (Diocesi di Tortona)
Á
«LA VERITA
COINVOLGENTE DI
DIO. LA
RIFLESSIONE DI
È RGEN WERBICK
JU
SUL MONOTEISMO CRISTIANO»
(Relatore: Prof. Don Giuseppe Noberasco)
Il teologo cattolico Ju
È rgen Werbick, successore di Johann-BapÁ di
tist Metz alla cattedra di teologia fondamentale dell'universita
Mu
È nster, propone un'interessante riflessione sul monoteismo
Á maturi, Un Dio
cristiano. A partire da uno dei suoi testi piu
coinvolgente
(2010), e analizzando buona parte della sua produ-
zione teologica, la tesi ha cercato di evidenziare gli elementi di
Á del pensiero di Werbick e di approfondirne i nodi teooriginalita
retici risultanti.
Il confronto con il contesto culturale post-moderno, complesso e
Á di
plurale, pone all'attenzione della teologia il tema dell'unicita
Á dispotica
Dio, spesso intesa come espressione di una mentalita
e violenta nella gestione del sacro e della dimensione religiosa. A
Á si intreccia la questione del rapporto tra la verita
Á e la storia:
cio
si tratta di comprendere in quale misura l'apporto dell'umano
Á divina. Werbick prende in
partecipa al determinarsi della verita
considerazione le istanze politeistiche post-moderne di Jan Assmann e di Odo Marquard, che avanzano il principio della vivibiÁ del mondo plurale, senza prese di posizione ne
 determinalita
zioni, sia da parte di Dio che da parte dell'uomo. Quindi,
320
avvalendosi della critica di Nietzsche, fissa i punti fondamentali
sui quali il pensiero della fede deve indagare per rilanciare la
Á del Dio biblico-cristiano. Infine il riferimento ad Anselcredibilita
mo delinea la forma essenziale secondo la quale va intesa la
Á di Dio, come questione vitale caratterizzata dal movimenverita
to, dalla sorpresa e dall'eccedenza.
Nel dispiegarsi di questo confronto religioso e culturale con la
Á, Werbick si appoggia alle due correnti teologiche
post-modernita
Á hanno segnato la sua formazione: l'istanza trascendenche piu
tale di Rahner e la prospettiva mistico-politica di Metz. Dalla
Á della coscienza e il riconoscimento
prima apprende la centralita
Á creaturale dell'uomo; dalla seconda il profilo di
della positivita
Á del soggetto. I limiti di entrambi vengono superati instoricita
troducendo la dimensione del coinvolgimento: essa rimanda alÁe
l'esistenza di un rapporto reciproco e con-costitutivo tra verita
Á dell'uomo.
storia, tra il donarsi di Dio e il costituirsi della liberta
Attraverso la metafora del dono, ispirata alla fenomenologia
francese, specialmente a quella di Marion e di Derrida, Werbick
entra nel vivo dell'evento del manifestarsi di Dio e del suo essere
presente nel mondo, argomentando e precisando i dinamismi del
Á e storia, in forza dell'indagine sulla
coinvolgimento tra verita
Á Cristo e sulle valenze
portata veritativa del Dio rivelato in Gesu
antropologiche che essa suscita e legittima. Il pensiero di WerÁ un contributo importante alla discussione su quello che la
bick e
teologia contemporanea indica con l'espressione `monoteismo
concreto' per indicare lo specifico della fede biblico-cristiana
Á trinitaria di Dio. Il concetto di `monoteismo concreto'
nell'unicita
trova il suo perno nella reciproca implicazione del Divino e dell'umano, dell'infinito e del finito, del teologico, cristologicamente
mediato, e dell'antropologico, affermando il pieno coinvolgimento di Dio nel mondo e nella storia, fino a raggiungere la vicenda
di ogni uomo. Esso cerca di argomentare lo stretto legame tra
Á un Dio trascendente di fronte al
 e il per noi di Dio: non c'e
l'in se
quale il mondo si determina a posteriori come mera conseguenza, secondo un'immagine del Divino astratta e lontana dall'uomo
Á nell'intreccio evenemenziale tra
e dalla sua storia. Al contrario e
Á di
il Divino e l'umano che si vanno svelando e `facendo' la verita
Dio e quella dell'uomo, responsabilmente coinvolto nel cammino
Á buona di Dio, la quale si affida
del suo rapportarsi alla volonta
precisamente alle sue mani per prendere corpo, forma e crediÁ in questo mondo.
bilita
Il pensiero di Werbick sul `monoteismo concreto' consente di
Á di Dio, il cui evento e
Á il dispieapprezzare il fatto che la verita
EIRAV
321
Á dell'esistente della diaconia liberante delgarsi nell'integralita
l'Emmanuele (`esposizione cristologica') nella forza del suo santo Pneuma che accende la passione per il regno di Dio (`inclusione
pneumatologica'),
ha
bisogno
dell'opera
e
del
coinvolgimento degli uomini che vivono in questo mondo. CosõÁ
Á non appare piu
Á lontana, dispoÁ una realta
il mistero di Dio Trinita
nibile esclusivamente alle speculazioni alte e dotte degli addetti
Á, esso
ai lavori nel campo della teologia e della filosofia. In verita
Á il dono di una prossimita
Á salvifica e illuminante, densa di sore
prese e di futuro, e si esprime come la storia di vita e di amore
concreto che, in forza della sua ricchezza infinita, investe il mondo e ha sempre qualcosa di nuovo da dire e da dare a ogni uomo.
BACCALAUREATI IN TEOLOGIA
Arosio Marco Enrico Giovanni (Desio - MB)
Baggi Stefano (Sorisole - BG)
Bellinardi Giuseppe (Brescia)
Brambilla Giorgio (Saronno - VA)
Camesasca Giovanna (Sovico - MB)
Caristo Don Gianluca (Diocesi di Pavia)
Cavazzina Laura (Vimercate - MB)
Cividati Alberto (Chiari - BS)
Flores Solar Sr. Maria Eliana (Figlie di Sant'Anna)
Giardini Emanuele (Brugherio - MB)
Magnaghi Marco (Milano)
McGowan Alexandra Marie (Milano)
Nole Maria Carmela (Rozzano - MI)
Paja Rigert (Rescaldina - MI)
Parigi Roberta (ComunitaÁ Missionaria di Villaregia)
Pelullo Andreina (Milano)
Petrogalli Stefania (Milano)
Pozzi Alfredo (Como)
Recanati Andrea (Spirano - BG)
Russo Angelo (Milano)
Tramelli Filippo (Milano)
322
ANNUARIO ACCADEMICO
2016-2017
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, � - ����� Milano
tel. �� �� �� �� - fax �� �� ��� ���
e-mail: [email protected]
www.teologiamilano.it
INOIZAMROFNI - SSC
Á DEL CENTRO
FINALITA
Dal 1995 il «Centro Studi di SpiritualitaÁ» ± fondato dalla FacoltaÁ
Teologica dell'Italia Settentrionale in collaborazione con la Conferenza Episcopale Lombarda, la CISM, il GIS (ora CIIS, Conferenza Italiana Istituti Secolari), l'USMI ± opera per «favorire il
confronto tra teologi e operatori pastorali sui temi relativi alla
formazione spirituale del cristiano».
Esso ha sviluppato la propria attivitaÁ su una duplice linea: da una
parte l'offerta di una solida formazione nel campo della spiritualitaÁ, dall'altra il confronto e l'approfondimento teorico.
Per l'anno accademico 2016-2017, l'offerta formativa si propone
su un duplice livello:
± un corso biennale di studi (ad anni alterni) ± aperto a laici,
religiosi, sacerdoti ± che mira a fornire una formazione di base
nel campo teologico-spirituale, al termine del quale puoÁ essere
conseguito un ``Diploma in spiritualitaÁ'';
Il confronto e l'approfondimento teorico trovano realizzazione in:
a) una giornata di studio ± aperta a tutti ± che quest'anno (12
gennaio 2017) saraÁ dedicata al tema «Essere cittadini. QualitaÁ
spirituale e qualitaÁ civile»;
b) un corso residenziale estivo (10-13 luglio 2017);
c) tre collane di testi ± pubblicate dalla editrice Glossa ± che si
propongono di offrire a un pubblico piuÁ vasto i frutti del lavoro di
ricerca e di insegnamento del «Centro».
325
Á
AUTORITA
PRESIDE
Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI
DIRETTORE
Dr. Don ANTONIO CESARE MONTANARI
MEMBRI
CONSIGLIO DI DIREZIONE
Dr. Mons. PIERANGELO SEQUERI, Preside
Dr. Don ANTONIO CESARE MONTANARI, Direttore
Sr. GERMANA CONTERI, Rappresentante USMI Lombardia
Don GIGI DI LIBERO, Rappresentante CISM Lombardia
Prof.ssa ISIDORA CASTENETTO, Rappresentante CIIS Lombardia
S. Ecc.za MONS. LUIGI STUCCHI, Delegato della C.E.L.
Prof. Mons. SILVANO MACCHI, Segretario
326
DEL
INOIZAMROFNI - SSC
PROFESSORI
COMO Don GIUSEPPE
Laureato in Giurisprudenza e in Teologia; svolge il corso di «Teologia spirituale - I»; abita a Venegono Inf. (VA) - Seminario Arcivescovile Pio XI (21040) - tel. 0331/867111;
[email protected]
MACCHI Mons. SILVANO
Licenziato in Teologia; svolge il corso di «La preghiera cristiana»;
abita a Milano - Via dei Cavalieri del Santo Sepolcro, 3 (20121) tel. 02/863181; [email protected]
MAIER Don ROBERTO
Licenziato in Teologia; svolge il corso di «Parola poetica ed esperienza spirituale»; abita a Sesto San Giovanni (MI) - Via Tito
Savi, 21 (20099); [email protected]
S. Ecc.za MARTINELLI Mons. PAOLO
Laureato in Teologia; svolge il corso di «Il cammino della vocazione cristiana. Teoria teologica e discernimento pratico»; abita a
Milano - Piazzale Diego Velasquez, 1 (20148) - tel. 339/
6608762; [email protected]
MONTANARI Don ANTONIO CESARE
Laureato in Teologia; svolge i corsi di «Storia della spiritualitaÁ
antica»; abita a Pavia - Seminario Vescovile - Via I. Menocchio,
26 (27100) - tel. 0382/22609; [email protected]
ROTA SCALABRINI Mons. PATRIZIO
Laureato in Filosofia e Licenziato in Scienze bibliche; svolge il
corso di «SpiritualitaÁ del Nuovo Testamento»; abita a Bergamo Seminario Vescovile - Via Arena, 11 (24129) - tel. 035/286111;
[email protected]
327
NORME PER GLI STUDENTI
DEL BIENNIO DI SPIRITUALITAÁ
CATEGORIA DI ISCRITTI:
Sono ammessi come alunni del «Centro Studi di SpiritualitaÁ»
chierici, religiosi e laici.
Gli alunni possono essere ordinari o uditori.
Gli alunni ordinari sono coloro che in possesso di un diploma di
scuola media superiore, frequentano tutti i corsi per conseguire il
diploma rilasciato dal «Centro».
Gli alunni uditori sono coloro che non intendono frequentare tutti
corsi previsti dal programma o che non possiedono i titoli necessari per l'iscrizione come alunni ordinari. Con il consenso dei
docenti interessati, sono ammessi dal Preside, sentito il Direttore del «Centro», a frequentare uno o piuÁ corsi (per un massimo di
6 corsi).
Inoltre, gli alunni fuori corso sono coloro che, terminata la frequenza del biennio di studi, devono ancora sostenere alcuni esami e consegnare l'«elaborato» scritto finale.
CONDIZIONI
328
E
DOCUMENTI
PER L'ISCRIZIONE:
Per essere ammessi al Centro Studi all'atto dell'iscrizione deve
essere compilato un modulo consegnato dalla Segreteria e si
devono presentare i seguenti documenti:
1. fotocopia di un valido documento di identitaÁ personale;
2. fotocopia del codice fiscale;
3. fotocopia del diploma di scuola media superiore;
4. lettera di presentazione:
± per i laici una lettera di presentazione da parte di una persona ecclesiastica competente (in cui si dichiarino i motivi che
inducono l'aspirante studente a frequentare il Centro Studi di
SpiritualitaÁ);
± per i religiosi, i laici consacrati e per i sacerdoti il permesso
scritto dell'Ordinario o del Superiore;
5. La prima parte della quota d'iscrizione da versare contestualmente all'iscrizione stessa secondo le modalitaÁ indicate dalla
Segreteria. La seconda rata a saldo da versare a mezzo MAV
INOIZAMROFNI - SSC
elettronico. In caso di rinuncia agli studi, successiva all'inizio
dell'anno accademico, l'intera quota dovraÁ comunque essere
versata e non potraÁ essere rimborsata.
Le iscrizioni al «Centro» devono essere fatte prima dell'inizio
dell'anno scolastico. Trascorsi quindici giorni dall'inizio delle
lezioni nessuna iscrizione potraÁ essere accettata dalla Segreteria se non in casi assolutamente eccezionali, previa richiesta
scritta, e con l'autorizzazione del Preside o del Direttore del
«Centro».
NORME PER GLI ESAMI
1. Le sessioni d'esame sono tre: giugno, ottobre, febbraio, con
un solo appello per ogni sessione.
2. a) Per potersi iscrivere alla sessione d'esame eÁ richiesta la
frequenza ai corsi nella misura dei due terzi.
b) La Segreteria esercita il controllo della regolare frequenza,
mentre rimane al Professore il giudizio ultimo circa la materia.
3. a) L'iscrizione agli esami si fa nei giorni prestabiliti utilizzando
le Pagine Personali Studente (PPS).
b) Chi, regolarmente iscritto ad un esame intenda poi ritirarsi, deve notificarlo alla Segreteria almeno 48 ore prima del
giorno fissato per l'esame tramite la propria PPS, comunicazione telefonica, e-mail o fax. In caso di inadempienza verraÁ
addebitata dalla Segreteria una mora.
c) L'ordine e l'orario degli esami verraÁ stabilito ed opportunamente notificato dalla Segreteria.
d) Ogni esaminando deve trovarsi nell'aula d'esame mezz'ora
prima che abbia inizio il proprio esame.
4. a) L'alunno puoÁ ritirarsi nel primo tempo dell'esame.
b) L'alunno non puoÁ ritirarsi piuÁ di due volte dallo stesso esame.
5. a) I voti (espressi in trentesimi) sono formulati dal Docente
durante l'esame e comunicati all'alunno.
b) Nel caso in cui l'alunno, iniziato l'esame, preferisca non
condurlo a termine si scriveraÁ sul verbale «ritirato». Nel caso
in cui il docente valuti insufficiente la prova d'esame, si scriveraÁ sul verbale «non approvato». In questi due casi l'alunno
ha il diritto di sostenere l'esame a partire dalla sessione suc-
329
cessiva. Nel caso in cui l'alunno non superi l'esame per tre
volte, eÁ tenuto a rifrequentare il corso.
6. Gli alunni hanno due anni di tempo, successivi a quello in cui i
corsi sono stati frequentati, per sostenere gli esami. Trascorso detto periodo di tempo, l'esame dei singoli corsi non potraÁ
piuÁ essere dato e pertanto l'alunno dovraÁ rifrequentare il
corso.
7. A partire dall'anno accademico 2011-2012, il Consiglio di FacoltaÁ ha stabilito che i seguenti corsi del Centro Studi di SpiritualitaÁ (CSS) potranno essere omologati a corsi della FacoltaÁ Teologica (previa richiesta degli alunni interessati e
approvazione dei rispettivi Direttori di Sezione):
a) i due corsi di ``Teologia spirituale - I'' e ``Teologia spirituale II'' (pari a 6 ECTS) del CSS potranno essere omologati al
corso di ``Teologia spirituale'' (pari a 5 ECTS) del II anno del
Ciclo istituzionale.
b) i tre corsi base di ``Storia della spiritualitaÁ'' (antica, medievale, moderna e contemporanea) del CSS potranno essere
omologati a corsi del Ciclo di specializzazione o a corsi opzionali del Ciclo Istituzionale, secondo la misura per cui due corsi
del CSS (pari a 6 ECTS) equivalgono ad un corso (pari a 3
ECTS) della FacoltaÁ Teologica.
330
NORME PER IL CONSEGUIMENTO
Á
DEL DIPLOMA IN SPIRITUALITA
I requisiti per ottenere il Diploma in SpiritualitaÁ sono:
a) avere frequentato presso il «Centro» tutti i corsi prescritti ed
avere superato i corrispondenti esami;
b) avere composto un «elaborato» scritto finale, di almeno 20-50
pagine dattiloscritte (2000 batture per pagina) esclusa la bibliografia. La composizione dell'«elaborato» dovraÁ seguire le
Norme Grafiche ed utilizzare il foglio di stile (cfr. www.teologiamilano.it).
c) La valutazione finale saraÁ espressa in trentesimi secondo le
seguenti percentuali:
± la media delle votazioni riportate dal candidato negli esami
del biennio con incidenza del 80%;
INOIZAMROFNI - SSC
± la votazione conseguita nell'«elaborato» scritto, con incidenza del 20%.
d) Il Diploma in SpiritualitaÁ potraÁ essere conseguito entro cinque
anni dalla frequenza, come alunno ordinario, del secondo anno
di corso.
NORME
RIGUARDANTI L'«ELABORATO»
a) A conclusione dei corsi previsti dal piano di studi si richiede la
preparazione di un elaborato finale, che ha lo scopo di documentare una reale attitudine alla riflessione teologica nell'ambito della spiritualitaÁ, attraverso la comprensione del pensiero
di un autore o di un tema.
b) L'argomento deve essere scelto in accordo con un docente del
«Centro Studi di SpiritualitaÁ». Lo studente puoÁ proporre alcuni
temi che saranno valutati, precisati ed eventualmente corretti
di comune accordo. A tale proposito si suggerisce di tenere
conto dei propri interessi, della disponibilitaÁ di tempo, della
conoscenza delle lingue e degli strumenti tecnici di cui si
dispone, di eventuali competenze giaÁ acquisite.
Una volta definito il tema eÁ necessario comunicare ufficialmente alla Segreteria il nome del docente e il tema scelto,
compilando l'apposito modulo, controfirmato dal docente interessato.
c) Il momento dell'elaborazione puoÁ iniziare verso la fine del
primo anno.
d) Terminato il lavoro, se ne devono consegnare in Segreteria
due copie, ben rilegate e una copia in formato digitale (pdf).
La Segreteria provvederaÁ a trasmettere al docente interessato e al Direttore del «Centro» una copia del lavoro. SaraÁ poi il
docente a comunicare direttamente alla Segreteria, entro due
mesi dalla consegna, la votazione conseguita.
331
PROSPETTO DEI CORSI DEL BIENNIO CICLICO
(2016-2017)
I
E
II aNNO (ANNO A)
CSS-01
Teologia spirituale - I
(Prof. Giuseppe Como)
CSS-02 Storia della spiritualitaÁ antica
(Prof. Antonio Montanari)
CSS-03 Il cammino della vocazione cristiana. Teoria teologica e discernimento pratico
(Prof. Paolo Martinelli)
CSS-04 ``Insegnaci a pregare''. Fede cristiana e preghiera
(Prof. Silvano Macchi)
CSS-16M1 Letteratura e spiritualitaÁ: Parola poetica ed esperienza spirituale
(Prof. Roberto Maier)
CSS-16M2 SpiritualitaÁ del Nuovo Testamento: «La vita nello
Spirito». L'identitaÁ del credente nelle lettere di
Paolo.
(Prof. Patrizio Rota Scalabrini)
2017-2018 (ANNO B)
CSS-07
CSS-08
CSS-09
CSS-11
CSS-Mono
CSS-10
332
Teologia Spirituale - II
Storia della spiritualitaÁ medievale
Storia della spiritualitaÁ moderna e contemporanea
SpiritualitaÁ dell'Antico Testamento
Arte e spiritualitaÁ
Teologia della fede ed esperienza spirituale
PROGRAMMA DEI CORSI
PER L'ANNO ACCADEMICO 2016-2017
CSS-01. TEOLOGIA SPIRITUALE - I
Prof. GIUSEPPE COMO
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS * 3
* ECTS eÁ la sigla di European Transfer System (Sistema europeo di accumulazione e trasferimenti dei crediti), cfr. supra 74s.
ISROC - SSC
L'obiettivo principale del corso eÁ ± in modo complementare al
corso di Teologia spirituale - II ± lo studio della nozione di teologia spirituale, nel suo oggetto e nei suoi contenuti, e analogamente al corso complementare si struttura in tre moduli, che
permettono un primo accostamento agli studenti che cominciano
e un approfondimento ulteriore a quanti hanno giaÁ accostato la
disciplina. Il corso intende favorire l'acquisizione di una considerazione piuÁ ampia, articolata e complessa, cioeÁ meno ingenua e
piuÁ avveduta, del vissuto della fede, cosõÁ da riflettersi in una piuÁ
consapevole riflessione sulla propria esperienza spirituale.
Il primo modulo prevede una ricerca storica, la quale, prendendo
le mosse dal confronto tra la ``teologia monastica'' e la ``teologia
scolastica'' al suo sorgere nel XII secolo, indaga in modo sintetico alcune svolte significative nella considerazione della ``vita
spirituale'' del cristiano e le modalitaÁ e i limiti attraverso i quali eÁ
stato dato rilievo al ``vissuto'' del credente nell'ambito della riflessione sulla fede. Una particolare attenzione saraÁ data al dibattito recente, che nel corso dell'ultimo secolo ha portato al
costituirsi prima della ``teologia ascetica e mistica'' e in seguito
della ``teologia spirituale''.
Il secondo modulo eÁ costituito dalla lettura e commento del testo
di Giovanni Moioli, L'esperienza spirituale. Lezioni introduttive,
come esempio convincente di proposta di accostamento al vissuto cristiano: ne verraÁ precisata l'impostazione metodologica e
verranno illustrate le nozioni di ``uomo spirituale'', ``esperienza
spirituale'' e ``comprensione teologica dell'esperienza spirituale''.
Nel terzo modulo si intende offrire un approfondimento dei contenuti dell'esperienza di fede, attraverso un breve ``saggio'' di
333
studio della tematica dell'ascesi cristiana, che ne indaga i termini
generali nei quali eÁ pervenuta a noi e la possibilitaÁ di una sua
pertinenza e opportunitaÁ rispetto al vissuto spirituale contemporaneo.
Bibliografia:
G. MOIOLI, L'esperienza spirituale. Lezioni introduttive, Glossa,
Milano 1992; G. CAZZULANI, Quelli che amano conoscono Dio.
La teologia della spiritualitaÁ cristiana di Giovanni Moioli (19311984), Glossa, Milano 2002; G. COMO, SpiritualitaÁ per il nuovo
millennio. Bollettino bibliografico di teologia spirituale, «La Scuola
Cattolica» 135 (2007) 59-114; G. ANGELINI - A. MONTANARI - C.
SIMONELLI - C. VAIANI, Ascesi e figura cristiana dell'agire, Glossa,
Milano 2005.
Á ANTICA
CSS-02. STORIA DELLA SPIRITUALITA
Prof. ANTONIO MONTANARI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
Attraverso la lettura di alcune fonti letterarie piuÁ significative del
cristianesimo dei primi secoli, il corso si propone di introdurre lo
studente ad una prima conoscenza della SpiritualitaÁ Antica.
Accostando direttamente i testi, si cercheraÁ di individuare alcuni
temi emergenti della grande tradizione spirituale d'Oriente, per
poter cogliere in seguito gli sviluppi che hanno segnato in maniera decisiva il profilo della spiritualitaÁ occidentale in epoca
patristica.
Bibliografia:
334
C. MARKUSCHIES, In cammino tra due mondi. Strutture del cristianesimo antico, Vita e Pensiero, Milano 2003; T. SÏPIDLÂõK - I. GARÁ dei Padri greci e orientali (Storia della spiriGANO, La spiritualita
tualitaÁ 3/A), Borla, Roma 1983; V. GROSSI, La spiritualitaÁ dei
Padri latini (Storia della spiritualitaÁ 3/B), Borla, Roma 2002; M.
DIEGO SANCHEZ, Historia de la espiritualidad patrõÂstica, Editorial
de espiritualidad, Madrid 1992; K. RUH, Storia della mistica occidentale, vol. I: Le basi patristiche e la teologia monastica del XII
secolo, Vita e Pensiero, Milano 1995; B. MCGINN, in Storia della
mistica cristiana in Occidente. Le origini (I-V secolo), Marietti,
Genova 1997. Ulteriori indicazioni bibliografiche verranno offer-
te durante lo svolgimento del corso.
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ISROC - SSC
CSS-03. IL CAMMINO DELLA VOCAZIONE
CRISTIANA. TEORIA TEOLOGICA
E DISCERNIMENTO PRATICO
Prof. PAOLO MARTINELLI
ECTS 3
1. Il corso intende offrire gli strumenti necessari per comprendere il senso dinamico della vita come vocazione ed indentificare i
criteri fondamentali per il discernimento pratico del cammino
vocazionale. La frequenza delle lezioni e lo studio dei testi indicati permettono di acquisire familiaritaÁ con i concetti teologici
fondamentali relativi alle diverse forme di vita cristiana, apprezzandone il senso cristologico, ecclesiologico e antropologico.
2. Le lezioni affronteranno nella prima parte un percorso storico
sul senso della vocazione nella coscienza ecclesiale, con particolare riferimento alle acquisizioni magisteriali del concilio Vaticano II e al successivo dibattito postconciliare. Qui si cercheraÁ
anche di mostrare l'incidenza sul concetto e sulla pratica del
discernimento vocazionale dei cambiamenti paradigmatici in
atto nel nostro tempo. SaraÁ posta specifica attenzione al dibattito teologico circa la relazione tra le diverse forme vocazionali in
riferimento alla vocazione universale alla santitaÁ, affermata da
Lumen Gentium cap. V. Successivamente, nella seconda parte
del corso, verranno proposti in modo sistematico gli elementi
antropologici fondamentali messi in campo dal tema della vocazione, ossia la libertaÁ del soggetto e l'identitaÁ vocazionale, iscritta nella triplice polaritaÁ ``spirito-corpo'', ``uomo-donna'', ``individuo e comunitaÁ''. Inoltre, nella terza parte, si cercheraÁ una
fondazione sistematica della vocazione nell'evento di Cristo,
quale ``universale concreto e personale'', in cui la stessa struttura antropologica eÁ portata al suo compimento, secondo la prospettiva delineata in Gaudium et Spes 22. La parte finale del
corso saraÁ dedicata alla illustrazione dell'amore come destinazione originaria dell'uomo e criterio fondamentale di discernimento vocazionale, insieme alla identificazione del senso dei
335
cosiddetti ``consigli evangelici'', sia come realtaÁ intrinseca alla
vita del battezzato (Lumen Gentium 39.42), sia come elementi
caratterizzanti la vita consacrata (Lumen Gentium 43-47).
3. Il corso si svolgeraÁ sostanzialmente con il metodo della lezione
frontale; la quale faraÁ riferimento ad alcune slides successivamente fornite agli studenti, sia per l'analisi di alcuni testi della
tradizione spirituale e del magistero della Chiesa sul tema della
vocazione, sia per proporre alcune sintesi interpretative delle
tematiche proposte. Nell'affronto di alcuni temi specifici verraÁ
raccomandata la lettura previa di uno o piuÁ articoli che faciliti la
comprensione della lezione. In ogni lezione eÁ previsto uno spazio
adeguato per la discussione dei contenuti proposti.
Bibliografia:
H.U. VON BALTHASAR, Gli stati di vita del cristiano, Jaca Book,
Milano 1984; ID., La vocazione cristiana. Un percorso attraverso
la Regola di san Basilio, Jaca Book, Milano 2003; P. MARTINELLI,
Vocazione e stati di vita del cristiano. Riflessione sistematica,
Laurentianum, Roma 2001; P. MARTINELLI - A. SCHMUCKI, FedeltaÁ
e perseveranza vocazionale in una cultura del provvisorio. Modelli di lettura e proposte formative, EDB, Bologna 2014; P. MARTINELLI (ed.), La vita Consacrata nella Chiesa. Vangelo - Profezia Speranza, Glossa, Milano 2016 (in press). Altra bibliografia saraÁ
fornita durante lo svolgimento del corso.
CSS-04. ``INSEGNACI A PREGARE'':
FEDE CRISTIANA E PREGHIERA
Prof. SILVANO MACCHI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
336
ECTS 3
L'obiettivo del corso eÁ quello di raccordare due tratti elementari
dello Spirito (cristiano): la preghiera da un lato e il pensare (la
teologia, la riflessione, l'analisi critica) dall'altro.
La preghiera, eÁ noto, eÁ il «caso serio della fede» (K. Rahner, W.
Kasper), il test piuÁ univoco della veritaÁ della fede cristiana. In tal
senso essa eÁ l'atto religioso essenziale simpliciter; lo eÁ in quasi
tutte le religioni, lo eÁ a titolo significativo nella fede cristiana.
Tanto essenziale, fondamentale e necessario che la preghiera eÁ il
gesto con il quale sta oppure cade la fede stessa e dunque
ISROC - SSC
rappresenta il criterio piuÁ sicuro per dire chi eÁ il cristiano: il
cristiano eÁ uno che prega. Certo, l'atto della preghiera non esaurisce l'atto del credere e tuttavia esso eÁ il segno efficace del
credere.
Ma cos'eÁ preghiera? E che senso ha la preghiera? Essa eÁ molto
complessa da definire, talmente diverse sono le sue forme (adorazione, lectio, confessio, lode, ringraziamento, domanda, intercessione, supplica) e le occasioni che la producono (famiglia,
affetti, lavoro, chiesa, liturgia, prova, ariditaÁ, sofferenza, malattia, morte). Diverso eÁ anche il modo di intenderla da parte di
molti cristiani, che cosõÁ, non raramente, si esprimono: ``parlo con
Dio'', ``penso spesso a Dio nella mia giornata''. Forse non si
pensa proprio a Dio, ma a qualche cosa di meno; si pensa a se
stessi, si riflette dunque. Appunto questo pensiero eÁ da molti
inteso come una preghiera.
Le difficoltaÁ circa la preghiera non sono soltanto di oggi; sono di
sempre. Come eÁ attestato dalla richiesta che i discepoli rivolgono a GesuÁ, di insegnare loro a pregare; la richiesta introduce il
Padre nostro nel vangelo di Luca (cfr. Lc 11,1-4). I discepoli,
certo, conoscevano molte preghiere; avevano consuetudine
con i Salmi e con tutte le altre formule della tradizione giudaica.
E tuttavia confessano di non saper pregare; cosõÁ eÁ per tutti, da
che mondo eÁ mondo. Attraverso la sua testimonianza, assai piuÁ
che attraverso una scuola, GesuÁ divenne per loro maestro di
preghiera.
Dopo una introduzione di carattere generale che riprende sistematicamente i `nodi' moderni e contemporanei della preghiera
(ambiguitaÁ, difficoltaÁ, sospetti, inutilitaÁ, rarefazione del pregare
specie nell'epoca del disincanto del mondo), il corso si inoltreraÁ
in una indagine biblica sulla preghiera, con speciale riferimento
al modello per eccellenza della preghiera cristiana (il Padre nostro) cosõÁ come vissuto e insegnato da GesuÁ. Del Padre nostro
verraÁ offerto un commento teologico-spirituale. A procedere dal
Padre nostro, il corso si soffermeraÁ su alcune questioni specifiche quali: preghiera di ogni giorno e preghiera nei momenti della
prova; interioritaÁ ed esterioritaÁ della preghiera; preghiera tra
solitudine e ricerca di fraternitaÁ.
Bibliografia scelta:
SANT'AGOSTINO, Lettera 130 (a Proba), in ID., Le lettere II (124184A), vol. XXII, CittaÁ Nuova, Roma 19962, 73-109; G. ANGELINI,
Svegliare l'aurora. Introduzione alla preghiera, Centro Ambrosia-
337
no, Milano 1995; H.U. VON BALTHASAR, Nella preghiera di Dio,
Jaca Book, Milano 1997; K. BARTH, La preghiera. Commento al
Padre nostro, Claudiana, Torino 2013; O. CULMANN, La preghiera
nel Nuovo Testamento,. Una risposta alle domande odierne,
Claudiana, Torino 1995; G. GRESHAKE, Vivere nel mondo. Questioni fondamentali della spiritualitaÁ cristiana, Queriniana, Brescia
2016; C. FABRO, La preghiera nel pensiero moderno, Edizioni di
Storia e Letteratura, Roma 1983; R. GUARDINI, Introduzione alla
preghiera, Morcelliana, Brescia 200910; ID., La preghiera del Signore. Il Padre nostro, Morcelliana, Brescia 2009; LUTERO, Il Padre nostro spiegato ai semplici laici, Claudiana, Torino 1982; B.
MAGGIONI, Padre nostro, Vita e Pensiero, Milano 1997; G. MOIOLI,
Temi cristiani maggiori, a cura di D. CASTENETTO, Glossa, Milano
19922, 69-108; G. MORETTO (ed.), Preghiera e filosofia, Morcelliana, Brescia 1991; K. RAHNER, NecessitaÁ e benedizione della
preghiera, Queriniana, Brescia 1994; H. SCHUÈRMANN, Padre nostro. La preghiera del Signore, Jaca Book, Milano 1983; S. WEIL,
Padre nostro, Castelvecchi, Roma 2015. Saranno fornite dispense a cura del docente. Ulteriore bibliografia verraÁ segnalata durante lo svolgimento del corso.
CSS-16M1. PAROLA POETICA
ED ESPERIENZA SPIRITUALE
Prof. ROBERTO MAIER
Corso semestrale: 2 ore settimanali
338
ECTS 3
1. Obiettivo del corso eÁ fornire gli strumenti per svolgere e approfondire una riflessione teologica sui protocolli del linguaggio
dell'esperienza spirituale. La presenza e la resistenza dell'intonazione poetica segnala una possibilitaÁ singolare di comprendere cosa significhi parlare di Dio, fare esperienza di Dio dicendo,
parlando, scrivendo di lui. Prendendo contatto con alcuni testi
del Novecento gli studenti sono poi invitati ad individuare, con
competenza letteraria e intelligenza teologica, l'affiorare nel linguaggio poetico della questione di Dio e della sua nominazione.
2. Il corso tenta anzitutto di definire cosa sia la poesia, questione
tutt'altro che evidente. Si eviteraÁ di considerare il poetico come
attivitaÁ umana eccezionale (frutto del genio artistico o di esperienze eccentriche); l'interesse principale eÁ la sua esistenza e,
per alcuni versi, imprescindibilitaÁ nel linguaggio dell'uomo: eÁ il
ISROC - SSC
linguaggio umano ± fuori e dentro i componimenti in versi ± ad
essere poetico. La presenza della poesia, la sua resistenza nei
secoli, il suo rapporto complesso con la filosofia (dalla ``scomunica'' platonica in poi) segnala che qualche cosa avviene, che un
senso si daÁ, al confine del linguaggio. Questo attuarsi del senso
interpella anche la teologia spirituale: se il suo oggetto principale
eÁ l'esperienza, tuttavia l'accesso ad essa eÁ pur sempre linguistico, cosõÁ come linguistica eÁ l'elaborazione teologica. Tale accesso
evidenzia un continuo ricorso alla poesia all'interno dei testi spirituali, che si tratti di preghiere, di riflessioni, di narrazioni. Scopo del corso eÁ ricercarne le ragioni e i protocolli, superando il
facile (e talvolta retorico) ricorso all'idea di insufficienza delle
parole di fronte al mistero divino.
L'analisi del linguaggio poetico ne scomporraÁ le componenti, mostrandone di volta in volta il profilo antropologico e il profilo
teologico.
(1) Nella prima parte si cercheraÁ di comprendere il processo del
linguaggio e il suo compiersi nell'esperienza spirituale. PercheÂ
l'uomo parla? Perche l'uomo che parla scrive? In che senso possiamo leggere il concetto di parola superando il mito di una
catalogazione del reale, di un appuntarsi delle parole agli oggetti
con il fine di riprodurli? Che cosa significa che GesuÁ si definisce
Logos divino? Che ruolo specifico ha la parola nell'esperienza
del credere?
(2) La seconda parte si occuperaÁ dello specifico del poetico a
partire dalle sue tecniche: l'uso della metafora, il ritmo, la rima.
Tali strumenti fanno il ``difficile'' della poesia: nel loro esercizio il
linguaggio pone il proprio limite, disegna il proprio confine. Ma lo
specifico della poesia non risiede solo nelle sue tecniche, ma
pure nei suoi metodi: il raccoglimento, l'attenzione. Tecniche e
metodi che anche l'esperienza spirituale (e persino l'esperienza
della preghiera) riconosce come suoi. Il confronto tra parola poetica ed esperienza spirituale giunge al suo culmine nella comprensione dell'idea di ispirazione che accomuna entrambe e che
sembra dire la veritaÁ di entrambe.
(3) Per ciascuno dei temi sopra elencati si affiancheranno dei
testi poetici (in particolare della poesia italiana del Novecento).
Il corso termineraÁ con l'analisi di alcune opere di Giorgio Caproni.
3. Il corso si svolge attraverso lezioni frontali. Gli studenti saranno coinvolti nella lettura dei testi poetici e nella loro interpretazione. La valutazione avverraÁ attraverso un esame orale diviso in
339
due parti: una ripresa degli argomenti trattati e l'interpretazione
di uno dei testi letti insieme a discrezione dello studente. In
alternativa lo studente potraÁ presentare un elaborato scritto di
almeno 15 cartelle su un testo poetico spirituale precedentemente concordato con il docente e saraÁ valutato su questo.
Bibliografia:
C. SINI, La scrittura e il debito. Conflitto tra culture e antropologia,
Jaca Book, Milano 1992; J.-L. NANCY, ReÂsistance de la poeÂsie,
William Blake & Co., Bordeaux 2004 (eÁ in corso la pubblicazione
in lingua italiana); H. BREMOND, Preghiera e poesia, Edizioni di
storia e letteratura, Roma 2010; J.-P. JOSSUA, La letteratura e
l'inquietudine dell'assoluto, Diabasis, Reggio Emilia 2005; K.
RAHNER, Letteratura e cristianesimo, San Paolo, Milano 2014;
C. CAMPO, Gli imperdonabili, Adelphi, Milano 1987. Altre fonti
bibliografiche verranno suggerite durante lo svolgimento del corso. Alcuni testi poetici saranno consegnati durante lo svolgimento del corso.
Á
CSS-16M2. «LA VITA NELLO SPIRITO». L'IDENTITA
DEL CREDENTE NELLE LETTERE DI PAOLO
Prof. PATRIZIO ROTA SCALABRINI
Corso semestrale: 2 ore settimanali
ECTS 3
I. Il corso si propone di offrire agli studenti la conoscenza di
alcune linee fondamentali del progetto di esistenza cristiana o
``vita nello Spirito'' attestato nel Nuovo Testamento e in particolar modo negli scritti paolini. Si prefigge inoltre di assicurare
un accostamento ai testi piuÁ significativi attraverso un'esegesi
essenziale, quasi a lectio cursiva.
II. Il corso prospetta brevemente la varietaÁ di percorsi di spiritualitaÁ offerti nel Nuovo Testamento, mostrandone i tratti unificanti e i fondamentali elementi distintivi.
Successivamente il corso si concentra sulla presentazione del
discorso paolino circa la vita spirituale del credente in Cristo.
Le articolazioni piuÁ precise sono le seguenti:
1. La signoria di Cristo GesuÁ, fondamento dell'esperienza spirituale.
2. Il rapporto filiale con Dio.
340
3. Il cammino secondo lo Spirito.
4. L'essere in Cristo: vita spirituale, corporeitaÁ e responsabilitaÁ
nella storia.
5. ``Chiamati alla comunione'': edificazione della comunitaÁ.
6. La speranza e la dimensione escatologica della vita cristiana.
Bibliografia:
ISROC - SSC
B. MAGGIONI - F. MANZI, Lettere di Paolo, Cittadella, Assisi, 2005;
A. PITTA, Per me il vivere eÁ Cristo. Itinerario spirituale con san
Paolo, Paoline Editoriale Libri, Milano 2009; S. ROMANELLO, L'identitaÁ dei credenti in Cristo secondo Paolo, EDB, Bologna 2011;
M. MAZZEO, SpiritualitaÁ nel Nuovo Testamento. Ascolto e sequela
(Corso di teologia spirituale 3), EDB, Bologna 2011; P. GRECH,
SpiritualitaÁ del Nuovo Testamento (Studi Biblici 171), Paideia,
Brescia 2013; L. FANIN, La spiritualitaÁ del Nuovo Testamento.
Un cammino per il credente (Dabar-Logos-Parola), Edizioni Messaggero, Padova 2014.
341
CORSO RESIDENZIALE LUGLIO 2017
Nel contesto dell'antico complesso monastico di Marola ± localitaÁ del Comune di Carpineti (RE) ± del sec. XI immerso in un
bosco di castagni all'altitudine di 807 metri, dal 10 al 13 luglio
2017 il «Centro» propone un corso residenziale di quattro giorni.
Il programma prevede, oltre ai momenti di studio e di riflessione
comune (per un totale di circa 25 ore scolastiche), momenti di
preghiera, di studio personale, di incontro a gruppi.
Il corso eÁ aperto a tutti (sacerdoti, religiose/i e laici) ed eÁ a
numero chiuso.
La frequenza al Corso residenziale offre anche la possibilitaÁ di
sostenere presso la Sede della FacoltaÁ Teologica dell'Italia Settentrionale, nei mesi successivi, un esame conclusivo che potraÁ
essere riconosciuto come corso nel biennio di studi del Centro
Studi di SpiritualitaÁ o come corso opzionale nel piano di studi del
Ciclo Istituzionale.
Le domande di iscrizione si ricevono presso la Segreteria del
Centro Studi di SpiritualitaÁ, Via dei Cavalieri del S. Sepolcro,
3 - 20121 Milano, a partire da martedõÁ 4 aprile fino a venerdõÁ 9
giugno 2017.
Ulteriori dettagli sul tema e sul costo verranno forniti in un depliant ad hoc.
342
QUOTE SCOLASTICHE
± Alunni ordinari
± Alunni uditori:
per ogni corso semestrale (fino a 3 corsi)
Iscrizione
Iscrizione ad ogni singolo esame
± Alunni fuori corso
± Mora per mancato preavviso di rinuncia ad esame
e 360,00
»
»
»
»
»
100,00
45,00
10,00
110,00
15,00
RILASCIO DEI DOCUMENTI
± Certificati: semplici (d'iscrizione o frequenza)
di grado o con voti
± Diploma in SpiritualitaÁ
»
7,00
» 10,00
» 30,00
EIRAV - SSC
N.B.: Le domande di iscrizione verranno accolte solo se corredate dalla attestazione del pagamento di una prima rata effettuato secondo le indicazioni della Segreteria. La seconda rata
(variabile in base alle specifiche di ogni singola iscrizione) perverraÁ al domicilio dei singoli studenti a mezzo M.Av. nei mesi
successivi all'iscrizione.
Si ricorda che in caso di mancato pagamento della seconda rata
verranno invalidati tutti gli atti accademici dell'Anno Accademico
in corso.
In caso di rinuncia agli studi (si richiede lettera scritta), successiva all'inizio dell'anno accademico, le quote dovranno comunque
essere pagate e non potranno essere rimborsate.
L'Ufficio Amministrazione si riserva la facoltaÁ di apportare variazioni al presente regolamento qualora lo ritenesse opportuno.
ORARIO DELLE
LEZIONI
Á
Á
1ã ora
2ã ora
3ã ora
GIOVEDI-VENERDI
9.15 - 10.00
10.05 - 10.50
10.55 - 11.40
4ã ora
5ã ora
6ã ora
11.45 - 12.30
14.25 - 15.10
15.15 - 16.00
IL PRESIDE - IL DIRETTORE
Il Preside e il Direttore ricevono su appuntamento.
343
ORARIO DELLA SEGRETERIA
La Segreteria eÁ aperta il giovedõÁ dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e
dalle ore 15.00 alle ore 17.00.
ORARIO DELLA BIBLIOTECA
La Biblioteca eÁ aperta tutti i giorni feriali ± escluso il sabato ±
con orario da verificare secondo il Calendario Accademico.
N.B.: Per accedere alla Biblioteca eÁ necessario esibire il tesserino di riconoscimento.
344
CALENDARIO 2016-2017
SETTEMBRE 2016
1 G
2 V
3 S
OTTOBRE 2016
1ë Appello Esami
f Sessione
Autunnale
ÐÐ
+ 4 D XXIII dell'anno
5
6
7
8
9
10
L
M
M
G
V
S
12
13
14
15
16
17
L
M
M
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19
20
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22
23
24
L
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G
V
S
26
27
28
29
30
L
M
M
G
V
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
(*)
____________
(*) Termine iscrizioni on-line
e allo sportello
346
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
10
11
12
13
14
15
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
17
18
19
20
21
22
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
24
25
26
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29
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
(1)
+ 23 D XXX dell'anno
+ 25 D XXVI dell'anno
f
3
4
5
6
7
8
+ 16 D XXIX dell'anno
+ 18 D XXV dell'anno
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Autunnale
ÐÐ
+ 9 D XXVIII dell'anno
+ 11 D XXIV dell'anno
f
1 S
+ 2 D XXVII dell'anno
+ 30 D XXXI dell'anno
31 L
ÐÐ
____________
(1) Inizio Anno Accademico
NOVEMBRE 2016
DICEMBRE 2016
* 1 M Tutti i Santi
* 2 M Comm. Defunti
3 G
4 V
5 S
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
14
15
16
17
18
19
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
21
22
23
24
25
26
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
(|)
+ 13 D XXXIII dell'anno
+ 20 D Cristo Re
+ 27 D I d'Avvento
28 L
29 M
30 M
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
5 L
6 M
ÐÐ
ÐÐ
9 V
10 S
ÐÐ
ÐÐ
12
13
14
15
16
17
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione (S. Messa)
ÐÐ
ÐÐ
19
20
21
22
23
24
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
27
28
29
30
31
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
* 7 M S. Ambrogio
* 8 G Immacolata Concez.
+ 11 D III d'Avvento
+ 18 D IV d'Avvento
+ 25 D Natale del Signore
* 26 L S. Stefano
EIRAV - SSC
L
M
M
G
V
S
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
+ 4 D II d'Avvento
+ 6 D XXXII dell'anno
7
8
9
10
11
12
1 G
2 V
3 S
____________
(|) Consiglio di Direzione
e dei Professori
347
GENNAIO 2017
+
FEBBRAIO 2017
1 D S. Madre di Dio
2
3
4
5
L
M
M
G
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
7 S
ÐÐ
* 6 V Epifania di N.S.
+ 8 D Battesimo di GesuÁ
9
10
11
12
13
14
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
16
17
18
19
20
21
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
23
24
25
26
27
28
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
Giornata di Studio
ÐÐ
ÐÐ
+ 15 D II dell'anno
30 L
31 M
6
7
8
9
10
11
L
M
M
G
V
S
13
14
15
16
17
18
L
M
M
G
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S
20
21
22
23
24
25
L
M
M
G
V
S
f
1ë Appello
Esami
Sessione Invernale
ÐÐ
+ 5 D V dell'anno
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Invernale
ÐÐ
(|)
+ 12 D VI dell'anno
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Invernale
ÐÐ
(2)
f
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
2ë Appello Esami
Sessione Invernale
ÐÐ
+ 26 D VIII dell'anno
27 L
28 M
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
1ë App. Sess. Inv.
____________
(2) Termine 1ë Semestre
348
M
G
V
S
+ 19 D VII dell'anno
+ 22 D III dell'anno
+ 29 D IV dell'anno
1
2
3
4
____________
(|) Consiglio di Direzione
e dei Professori
MARZO 2017
M
G
V
S
Ð Ð Le Ceneri
Lezione
(3)
ÐÐ
ÐÐ
6
7
8
9
10
11
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
13
14
15
16
17
18
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
20
21
22
23
24
25
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
27
28
29
30
31
L
M
M
G
V
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
+ 5 D I di Quaresima
+ 12 D II di Quaresima
+ 19 D III di Quaresima
+ 26 D IV di Quaresima
1 S
ÐÐ
3
4
5
6
7
8
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione (S. Messa)
ÐÐ
ÐÐ
10
11
12
13
14
15
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
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ÐÐ
ÐÐ
18
19
20
21
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M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
24 L
ÐÐ
26
27
28
29
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
+ 2 D V di Quaresima
+ 9 D Le Palme
+ 16 D Pasqua di Ris.
* 17 L dell'Angelo
+ 23 D II di Pasqua
* 25 M Ð Ð
M
G
V
S
EIRAV - SSC
1
2
3
4
APRILE 2017
+ 30 D III di Pasqua
____________
(3) Inizio 2ë Semestre
349
MAGGIO 2017
* 1 L
S. Giuseppe Lav.
2
3
4
5
6
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
8
9
10
11
12
13
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
15
16
17
18
19
20
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
22
23
24
25
26
27
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
Lezione
ÐÐ
ÐÐ
+ 7 D IV di Pasqua
+ 14 D V di Pasqua
+ 21 D VI di Pasqua
+ 28 D Ascensione
29 L
30 M
31 M
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
____________
(|) Consiglio di Direzione
e dei Professori
350
GIUGNO 2017
1 G
Lezione
3 S
ÐÐ
* 2 V ÐÐ
(4)
+ 4 D Pentecoste
(|)
5
6
7
8
9
10
L
M
M
G
V
S
12
13
14
15
16
17
L
M
M
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19
20
21
22
23
24
L
M
M
G
V
S
26
27
28
29
30
L
M
M
G
V
f
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
(5)
+ 11 D SS. TrinitaÁ
f
ÐÐ
ÐÐ
1ë Appello
Esami
Sessione Estiva
ÐÐ
+ 18 D Corpus Domini
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
+ 25 D XII dell'anno
f
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
____________
(4) Termine Anno Accad.
(5) Inizio esami sessione
estiva
LUGLIO 2017
1 S
ÐÐ
3
4
5
6
7
8
ÐÐ
2ë Appello
Esami
Sessione
Estiva
ÐÐ
+ 2 D XIII dell'anno
L
M
M
G
V
S
f
+ 9 D XIV dell'anno
Corso
10 L
11 M Residenziale
12 M Centro Studi
13 G SpiritualitaÁ
14 V
15 S
f
ÐÐ
ÐÐ
+ 16 D XV dell'anno
17
18
19
20
21
22
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
24
25
26
27
28
29
L
M
M
G
V
S
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
ÐÐ
31 L
ÐÐ
+ 23 D XVI dell'anno
EIRAV - SSC
+ 30 D XVII dell'anno
351
PUBBLICAZIONI A CURA
Á
DEL CENTRO STUDI DI SPIRITUALITA
COLLANA «SAPIENTIA»
1. A. BERTULETTI - E.L. BOLIS - C. STERCAL, L'idea di spiritualitaÁ,
Glossa, Milano 1999.
2. C. VAIANI, Vedere e credere. L'esperienza cristiana di Francesco d'Assisi, Glossa, Milano 20083.
3. UGO DI S. VITTORE, De arra anime. L'inizio del dono, a cura di
M. FIORONI, Glossa, Milano 2000.
4. G. ANGELINI - M.I. ANGELINI - P. SEQUERI - A. VALLI, Cammini di
perfezione cristiana. Modelli definitivamente superati?, Glossa, Milano 2001.
5. P. SEQUERI, Sensibili allo Spirito. Umanesimo religioso e ordine degli affetti, Glossa, Milano 20082.
6. G. TRABUCCO, La veritaÁ della fede. Spunti di teologia spirituale, Glossa, Milano 2001.
7. AGOSTINO DI IPPONA, L'umiltaÁ dall'amore. Il commento alla lavanda dei piedi nelle omelie 55-59 sul vangelo di Giovanni, a
cura di A. MONTANARI, Glossa, Milano 2002.
8. I. CASTENETTO - A. MARGARITTI - A. PIOVANO, La qualitaÁ della
preghiera cristiana, Glossa, Milano 20082.
9. CAMILLA BATTISTA DA VARANO, La puritaÁ di cuore, a cura di
C.G. CREMASCHI, Glossa, Milano 2002.
10. La Via Crucis di San Leonardo di Porto Maurizio, a cura di C.
VAIANI, Glossa, Milano 2003.
11. F. FENELON, Dialoghi sulla eloquenza, a cura di F. CAPPA,
Glossa, Milano 2003.
12. P. ROTA SCALABRINI - P. SEQUERI - C. STERCAL, L'umiltaÁ cristiana, Glossa, Milano 2004.
13. RUPERTO DI DEUTZ, Mite e umile di cuore. I libri XII e XIII del
``De gloria et honore Filii hominis. Super Matthaeum'', a cura
di A. MAGOGA, Glossa, Milano 2004.
14. ANONIMO CISTERCIENSE DEL XII SECOLO, Dulcis Iesu memoria, a
cura di M. FIORONI, Glossa, Milano 2004.
15. MARIA CECILIA BAIJ, Trattati sopra il cuore amantissimo di
GesuÁ Christo Redentor nostro, a cura di A. VALLI, Glossa,
Milano 2004.
16. G. ANGELINI - J.-CH. NAULT - R. VIGNOLO, Accidia e perseveranza, Glossa, Milano 2005.
352
EIRAV - SSC
17. I. SCHUSTER, Scritti su ``La Chiesa orante'', ``La Vergine Maria'', ``La vita monastica'', a cura di I. BIFFI, Glossa, Milano
2005.
18. G. ANGELINI - E. COMBI - B. MAGGIONI - C. VAIANI, La cattiva
fama della morale. Forma morale e forma spirituale: due interpretazioni concorrenti della vita cristiana?, Glossa, Milano
2005.
19. M. CHIODI - D. CORNATI - A. COZZI - S. ROMANELLO, Beatitudine e benessere. Modelli conflittuali nella ricerca della felicitaÁ?, Glossa, Milano 2005.
20. J.-B. SAINT-JURE, L'uomo spirituale, a cura di M.P. GHIELMI,
Glossa, Milano 2005.
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1. G. MOIOLI, Preghiere. ``Come frammenti nelle mani del Signore'', Glossa, Milano 2003.
2. G. COLOMBO, Un'isola teologica. La teologia di Carlo Colombo, Glossa, Milano 2004.
3. I. BIFFI, L'Eucaristia. Comunione della Chiesa alla passione del
Signore. Un profilo, Glossa, Milano 2004.
4. E. COMBI, Don Guzzetti ``catechista''. La passione per la veritaÁ, Glossa, Milano 2006.
COLLANA «CONSCIENTIA»
1. G. ANGELINI, Metafora sponsale e vita spirituale, Glossa, Milano 2004.
2. C. VAIANI, Francesco e Chiara d'Assisi, Glossa, Milano 2004.
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3. E. COMBI, Il lavoro umano. Dottrina sociale e catechesi degli
adulti in Europa, Glossa, Milano 2005.
Per maggiori informazioni: Libreria Editrice Glossa, Piazza Paolo
VI, 6 - 20121 Milano (tel. 02/877.609; fax 02/72003162; e-mail:
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Finito di stampare nel mese di luglio 2016
da Arti Grafiche Tibiletti - Azzate (VA)
Edizioni Glossa s.r.l. - Milano