I quadri di Hitler e la pulizia etnica nell`arte
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I quadri di Hitler e la pulizia etnica nell`arte
I quadri di Hitler e la pulizia etnica nell’arte di LAURA FANO L’indagine svolta dal settimanale tedesco Focus ha riportato alla luce in vecchio appartamento di Monaco circa 1500 opere d’arte, tra cui alcuni capolavori di Pablo Picasso, Henri Matisse e Marc Chagall. Si tratta di capolavori di alcuni dei grandi maestri della pittura del XIX e XX secolo, saccheggiati dai musei di paesi europei occupati dalla Wehrmacht o trafugati a famiglie ebree e collezionisti dal Terzo Reich, che gli esperti ritenevano andate perdute o distrutte nei bombardamenti. Il valore delle opere è stato stimato in oltre un miliardo di euro, ma il loro vero valore è in realtà 1/3 I quadri di Hitler e la pulizia etnica nell’arte inestimabile perché trattasi di veri tesori che, invece, i nazisti disprezzavano. Tra i dipinti ritrovati, infatti, si contano circa 300 tele considerate " entartete Kunst “ cioè arte degenerata, appartenente alle correnti d'arte contemporanea che riflettevano valori o estetiche contrarie alle concezioni naziste della superiorità della razza ariana e della sua tradizione culturale. A Hitler piacevano solo dipinti romantici che idolatravano la visione del superuomo tedesco come l'ipnotica 'Isola dei Mortì di Alfred Bocklin. Impressionismo, cubismo e modernismo non trovavano posto nel Terzo Reich dove i nazionalsocialisti cercarono di riformare l’intera cultura e di assoggettarla alla loro ideologia, con un regime totalitario ed una cultura omologata dall’apparato di potere nazionalsocialista. Negli anni Trenta del XX secolo si passò improvvisamente dall'arte contemporanea, ad un periodo nel quale, invece, lo stato totalitario decise quale fosse l'unica forma d'arte lecita e la chiamò '"Arte Tedesca" di cui ne furono dettati i criteri da Joseph Goebbels, allora ministro della propaganda tedesca, e Adolf Hitler. Tra il 1935 e il 1944 le autorità naziste misero in atto una programmata pulizia etnica anche nel mondo dell’Arte epurando i musei dall'arte considerata "degenerata". Il regime individuò quindi 650 tra le opere confiscate e le espose nel luglio del 1937 a Monaco in una speciale mostra itinerante di "Arte Degenerata“ presentata alla stampa direttamente da Hitler, destinata a tutto il territorio tedesco e austriaco con cui il regime voleva illustrare al popolo gli "obbrobri" di artisti ebrei e decadenti . La maggior parte delle opere doveva la sua etichetta di degenerata al fatto di provenire da artisti di sinistra, o semplicemente a causa della loro visione antinazista. Altri artisti vennero considerati degenerati per via delle loro origini ebraiche. L'ingresso era gratuito, le opere esposte avevano didascalie dispregiative e soprattutto venne indicato il prezzo che i musei tedeschi avevano precedentemente pagato agli "speculatori ebrei". Le tele esposte vennero circondate da slogan che puntavano a metterle in ridicolo, senza cornici, corredate di commenti denigratori ed erano accompagnate, a titolo di confronto, da disegni di veri malati mentali. In seguito a questo nuovo corso politico, molti artisti furono messi al bando come "degenerati"; 2/3 I quadri di Hitler e la pulizia etnica nell’arte a quelli residenti in Germania fu proibito di continuare a produrre opere d'arte, vennero esclusi da musei e gallerie, furono licenziati dalle cattedre di insegnamento dell'arte nelle scuole e nelle accademie. Tutto questo non bastò. Nel 1939 nella piazza di Berlino in un rogo dimostrativo, vennero distrutti, con sapiente regia ed efficace suggestione propagandistica, innumerevoli capolavori. Ad ogni buon conto, degenerata o no, l'arte aveva il suo valore e i gerarchi nazisti come Goering, Goebbels, Himmler erano assetati di denaro e morbosamente affascinati dal valore dell'arte. Molte di queste opere furono sottratte, portate a Berlino e vendute a musei stranieri e mercanti d'Arte come Hildebrand Gurlit cui si deve, comunque il merito, di aver impedito che questi capolavori finissero distrutti durante i bombardamenti dei Lancaster, delle Fortezze volanti e dei Liberators inglesi e americani, e nei furiosi combattimenti degli ultimi nazisti contro l'armata del maresciallo Zhukov per tornare ad essere ammirate nei musei di tutto il mondo. 3/3