L`analisi del bilancio delle banche

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L`analisi del bilancio delle banche
a cura di
Michele Rutigliano
L’analisi del bilancio
delle banche
Rischi, misure di performance,
adeguatezza patrimoniale
Estratto della pubblicazione
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Estratto della pubblicazione
a cura di
Michele Rutigliano
L’analisi del bilancio
delle banche
Rischi, misure di performance,
adeguatezza patrimoniale
Estratto della pubblicazione
Copertina: mStudio, Milano
Impaginazione: Imagine, Trezzo sull’Adda (Mi)
Copyright © 2012 EGEA S.p.A.
Via Salasco, 5 - 20136 Milano
Tel. 02-58365751 - Fax 02-58365753
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Date le caratteristiche di Internet, l’Editore non è responsabile per eventuali variazioni di indirizzi e contenuti dei siti Internet menzionati.
Prima edizione: settembre 2012
ISBN 978-88-238-3338-8
Stampa: Mediascan, Milano
Questo volume è stampato su carta FSC® proveniente da foreste gestite
in conformità ai rigorosi standard ambientali, economici e sociali
definiti dal Forest Stewardship Council®.
L’essenza dell’ottimismo non è soltanto guardare al di là della situazione presente, ma è
una forza vitale, la forza di sperare quando gli
altri si rassegnano, la forza di tenere alta la
testa quando sembra che tutto fallisca, la forza
di sopportare gli insuccessi, una forza che non
lascia mai il futuro agli avversari, il futuro lo
rivendica a se.
Dietrich Bonhoeffer
Ai nostri genitori, ovunque essi siano
Estratto della pubblicazione
Estratto della pubblicazione
Indice
Presentazione
di Michele Rutigliano
1 L’attività bancaria: evoluzione dello scenario, modelli e strategie
di Roberto Bottiglia
1.1 L’evoluzione del sistema finanziario
1.2 La crisi
1.3 Forme e modelli di esercizio dell’attività bancaria
1.3.1 L’attività bancaria tradizionale (commercial banking)
1.3.2 L’investment banking
1.3.3 Le altre forme di attività bancaria specializzata
1.3.4 L’attività bancaria universale (universal banking)
1.4 Struttura e strategia nei grandi gruppi bancari
1.4.1 Il fenomeno dei grandi gruppi bancari
1.4.2 Gli orientamenti strategici dei grandi gruppi bancari
1.5
1.4.2.1 Il global financial supermarket • 1.4.2.2 La
investment bank globale • 1.4.2.3 Il gruppo universale
transnazionale • 1.4.2.4 Il conglomerato bancassicurativo •
1.4.2.5 Il grande gruppo finanziario-immobiliare • 1.4.2.6
Altre forme di specializzazione • 1.4.2.7 I gruppi di media
dimensione
Conclusioni
2 I prospetti del bilancio bancario: un’analisi comparativa
di Guido Celona e Stefano Grumolato
2.1 Premessa
2.2 La redazione del bilancio bancario nel contesto italiano
2.2.1 L’introduzione dei principi contabili internazionali e il
bilancio bancario
2.2.2 Il bilancio bancario secondo la Circolare 262/2005 (1°
aggiornamento del 18 novembre 2009)
2.3 Il bilancio bancario: una survey internazionale di comparazione
pag. XV
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30
31
VIII
2.4
2.5
L’analisi del bilancio delle banche
pag.
2.3.1 Presentazione metodologica della survey
»
2.3.2 I risultati della survey
»
2.3.3 Riflessionisuirisultatidellasurvey
»
L’analisi del bilancio bancario: comparazione internazionale
»
2.4.1 Le principali variabili di analisi del bilancio bancario
Conclusioni: il legame tra i risultati della survey e le variabili
»
di analisi del bilancio
3 L’analisi della strategia e della struttura organizzativa attraverso l’informativa di bilancio
di Antonio Proto
3.1 Introduzione
3.2 L’ampiezzael’intensitàdelladiversificazione
3.3 Diversificazioneconbusinessdominante
3.4 La struttura organizzativa
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63
I criteri di valutazione
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Gli indici di copertura dei crediti
Informazioni quali-quantitative da fornire nei bilanci
delle banche
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81
I titoli
4.2.1 Laclassificazionedeititoli
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89
4.2.2
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91
4 Le valutazioni di bilancio: crediti, titoli, strumenti derivati, partecipazioni
di Riccardo Motta e Maurizio Ferrero
4.1 I crediti
4.1.1 Laclassificazionedeicreditinelledifferenticategorie
previste dalla normativa di vigilanza
4.1.2
4.1.3
4.1.4
4.2
31
32
37
38
38
4.1.1.1 Sofferenze • 4.1.1.2 Incagli • 4.1.1.3 Esposizioni
ristrutturate • 4.1.1.4 Esposizioni scadute e/o sconfinanti •
4.1.1.5L’informativaprevistadallaCircolare262/2005della
Banca d’Italia
4.1.2.1Valutazioneanalitica•4.1.2.2Valutazionecollettiva
•4.1.2.3 IFRS 9: evoluzione dei criteri di valutazione
4.1.4.1 L’informativa prevista dal principio contabile internazionaleIFRS7•4.1.4.2L’informativaprevistadallaCircolare262/2005dellaBancad’Italia
4.2.1.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione
(HeldforTrading)•4.2.1.2Attivitàfinanziariedetenutefino
allascadenza(HeldtoMaturity)•4.2.1.3Attivitàfinanziariedisponibiliperlavendita(AvailableforSale)
Riclassificazionedelportafogliotitoli
Estratto della pubblicazione
IX
Indice
4.2.3
pag.
94
Il livello di copertura dei rischi e l’analisi di sensitività
»
96
I livelli di fair value e i criteri di valutazione del cd.
livello 3 per quanto riguarda le attività finanziarie
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99
Gli strumenti finanziari derivati
4.3.1 Strategie e politiche in materia di strumenti derivati
4.3.2 La ripartizione tra fini di negoziazione o di copertura
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101
102
4.3.3
»
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»
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135
135
136
4.2.4
4.2.5
4.3
4.2.4.1 Rischio di tasso e di prezzo • 4.2.4.2 Rischio di cambio • 4.2.4.3 Analisi di sensitività
4.2.5.1 I livelli di fair value • 4.2.5.2 I criteri di valutazione del livello 3
4.3.4
4.3.5
4.4
Criteri di ripartizione del portafoglio titoli
4.2.3.1 Mercati di scambio • 4.2.3.2 Tipologia di emittente •
4.2.3.3 Durata e tipologia del tasso • 4.2.3.4 Area geografica
di riferimento e valuta di emissione
4.3.2.1 Derivati di trading • 4.3.2.2 Derivati di copertura
Tipologie e volumi dei differenti strumenti derivati
4.3.3.1 Derivati quotati e non quotati • 4.3.3.2 Derivati su
tassi e derivati su cambi • 4.3.3.3 Derivati plain vanilla,
strutturati, esotici • 4.3.3.4 Derivati finanziari e creditizi
Modalità di determinazione del fair value
L’informativa di bilancio sui rischi: informazioni qualitative e quantitative
Le partecipazioni
4.4.1 Rilevazione iniziale degli investimenti partecipativi
4.4.2 Classificazione di bilancio secondo la Circolare
262/2005 della Banca d’Italia
4.4.3 Informazioni desumibili dalla nota integrativa
4.4.4 Valutazione degli investimenti partecipativi di controllo, collegamento e influenza notevole
4.4.5 Impairment delle partecipazioni di controllo
4.4.6 Impairment delle partecipazioni non di controllo
4.4.7 Il processo di impairment dei titoli disponibili per la
vendita
4.4.8 Il processo di impairment nel caso di valutazione analitica di titoli azionari AFS
5 Imposte anticipate, attività immateriali, avviamento e impairment test
di Michele Paolillo, Mauro Lagnese e Marco Miccoli
Premessa
5.1 Le imposte anticipate
5.1.1 Le imposte differite: origine e rilevazione
Estratto della pubblicazione
X
L’analisi del bilancio delle banche
5.1.2
5.2
5.3
Le principali poste che generano fiscalità differita
attiva
pag. 140
5.1.3 La valutazione delle imposte differite attive: il probability test
»
150
5.1.4 Trasformazione di imposte anticipate in crediti di
imposta
»
154
Le attività immateriali e l’avviamento
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157
5.2.1 Le attività immateriali nei bilanci bancari e i criteri di
iscrizione iniziale
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5.2.2 La valutazione successiva: revaluation model, cost
model e la determinazione della vita utile
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5.2.3 Le attività immateriali rilevate a seguito di operazioni
di aggregazione aziendale nel settore bancario
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L’impairment test
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5.3.1 Perdite di valore e impairment test
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5.3.2 L’identificazione e la configurazione delle CGU nel
settore bancario
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175
5.3.3 Le modalità operative di determinazione del valore d’uso: l’utilizzo dei piani previsionali, la stima dei
flussi finanziari attesi e la determinazione del tasso di
attualizzazione
»
178
5.3.4 L’impairment nell’informativa di bilancio
»
184
5.3.5 Conclusioni
»
186
6 Accantonamenti e passività potenziali
di Vito Antonini e Mariacristina Taormina
6.1 Premessa
6.2 Il contesto normativo: lo IAS 37 e la Circolare di Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre 2005 (1° aggiornamento 18 novembre 2011)
6.2.1 La definizione di Provisions e Contingent liabilities
6.2.2 I criteri di rilevazione di Provisions e Contingent Liabilities
6.2.3 I criteri di misurazione
6.2.4 Informativa richiesta
6.2.5 Cenni a specifiche fattispecie bancarie previste dai
principi contabili internazionali
6.3 Accantonamenti e passività potenziali nei bilanci delle banche
6.3.1 Principali fattispecie e relative modalità di gestione
6.3.2 Descrizione delle principali metodologie di stima,
contabilizzazione e revisione delle provisions
6.4 Il contesto italiano: l’informativa nei bilanci delle banche
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207
209
XI
Indice
6.4.1
6.5
La composizione dei fondi rischi e oneri delle principag. 209
pali realtà bancarie italiane e le relative disclosure
»
213
Conclusioni
7 I rischi bancari nell’informativa finanziaria: considerazioni in
tema di monitoraggio e disclosure
di Ranieri de Marchis e Fabio Arnaboldi
7.1 Introduzione
7.2 I disclosure trends post Lehman Brothers: excursus sui principali interventi dei regolatori
7.3 L’evoluzione dei bilanci delle banche italiane 1997-2012: il
rischio di liquidità
7.4 Il caso Royal Bank of Scotland: quali insegnamenti per il futuro per un miglior apprezzamento del rischio?
7.5 Le aree di miglioramento
7.6 Conclusioni
Appendice: Case Study RBS
8 La valutazione dell’adeguatezza patrimoniale della banca
di Marina Natale e Maurizio Cravero
8.1 Il ruolo del capitale nel settore bancario
8.2 Il capitale secondo i principi contabili internazionali e il raccordo con la view gestionale/regolamentare
8.3 Il contesto regolamentare
8.3.1 La regolamentazione corrente: da Basilea 1 a Basilea 2
8.3.2 La risposta regolamentare alla crisi del 2007-2009
8.3.3 L’accordo di Basilea 2.5
8.3.4 L’accordo di Basilea 3: più capitale e di qualità più elevata
8.3.5 La normativa per le Banche Sistemiche (SIFIs): ridurre
la probabilità e l’impatto del fallimento
8.3.6 L’Autorità Bancaria Europea (EBA): Stress Test e
Capital Exercise
8.4 Business Model e livelli ottimali di capitale
8.4.1 Dalla performance assoluta alla performance «riskadjusted»
8.4.2 Il capitale: una risorsa «scarsa» e «costosa»
8.5 Considerazioni conclusive
9 L’analisi del bilancio bancario. Problemi e metodi di valutazione
degli equilibri gestionali
di Lorenzo Faccincani
9.1 Premessa
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XII
9.2
9.3
9.4
9.5
L’analisi del bilancio delle banche
Scelte strategiche, rischio degli attivi e decisioni di struttura
finanziaria: i riflessi sulle modalità di interpretazione del ROE pag. 277
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Regole contabili e risultati di bilancio: alcune considerazioni
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L’analisi del bilancio bancario: una differente chiave di lettura
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Osservazioni conclusive
10 Le diverse prospettive di analisi dei bilanci delle banche quotate
di Chiara Del Prete
10.1 Pluralità di utilizzatori e non universalità delle misure di performance
10.2 La prospettiva delle autorità di vigilanza prudenziale
10.3 La prospettiva dei «primary users»: gli analisti e gli investitori
in capitale proprio
10.3.1 I bisogni degli investitori in qualità di utilizzatori dei
bilanci
10.3.2 Obiettivi e caratteristiche qualitative: l’ottica dell’investitore in azioni ordinarie
10.3.3 Il fair value è il dato più rilevante su cui fondare decisioni di investimento
10.3.4 Neutralità dell’informazione finanziaria e avversione
alle opzionalità contabili
10.3.5 Un solo schema dove esporre tutti i cambiamenti nel
valore delle attività nette aziendali
10.3.6 Ruolo della disclosure
10.4 La prospettiva dei «primary users»: gli investitori di lungo termine
10.5 Un esempio di non universalità delle misure: l’offsetting dei
derivati
10.6 La disclosure sui rischi finanziari nell’analisi dei bilanci bancari
10.7 Le presentazioni agli analisti e le NON-GAAP measures
10.8 Considerazioni conclusive
11 L’analisi degli equilibri. La prospettiva della Banca d’Italia e del
Fitd
di Mario Comana e Alfredo Pallini
11.1 Introduzione
11.2 La prospettiva della Banca d’Italia
11.2.1 Le fonti informative per l’analisi
11.2.2 Il meccanismo di assegnazione dei punteggi
11.2.3 L’analisi quantitativa del rischio di credito
11.2.4 L’analisi quantitativa dei rischi finanziari
11.2.5 L’analisi quantitativa della redditività
11.2.6 L’analisi quantitativa dell’adeguatezza patrimoniale
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XIII
Indice
11.2 La prospettiva del Fitd
11.2.1 Natura e finalità dell’analisi
11.3.2 Gli indicatori di monitoraggio
11.3 Conclusioni
12 Gli indicatori risk-adjusted e di valore: modalità di misurazione
e ambiti di utilizzo
di Giuliana Birindelli
12.1 La valutazione della performance bancaria: gli insegnamenti
della crisi
12.2 Rischio e valore: i principali Key Performance Indicators
12.3 Il capitale negli indicatori di rischio e valore: view regolamentare ed economica
12.3.1 Il capitale regolamentare
12.3.2 Il capitale economico
12.4 Il monitoraggio della creazione di valore
12.5 Il valore «interno» ed «esterno»
12.6 Considerazioni conclusive sulla gestione del valore nel prossimo futuro: timori e azioni di sostegno
13 Analisi di bilancio e revisione contabile
di Giovanni Ferraioli e Francesco Cipriotti
13.1 Introduzione e quadro di riferimento
13.2 Le particolarità del settore bancario e i rischi tipici di settore:
gli impatti sulla definizione della strategia di revisione
13.3 L’importanza del processo di comunicazione con i soggetti
responsabili del governo societario e con gli organi e le funzioni di controllo
13.4 Le fasi del processo di revisione del bilancio bancario
13.4.1 La definizione della strategia di revisione
13.4.2 La pianificazione dell’attività di revisione
13.4.3 Lo svolgimento delle procedure di revisione
13.5 La revisione nei gruppi bancari
13.6 Le considerazioni sulla continuità aziendale nel settore bancario
14 L’analisi di bilancio di una banca nella prospettiva dell’analisi di
credito
di Renato Panichi e Francesca Sacchi
14.1 La metodologia di analisi
14.2 L’analisi dell’esposizione ai rischi
14.2.1 Il rischio di credito e la qualità dell’attivo
14.2.2 La struttura del funding e il rischio di liquidità
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XIV
L’analisi del bilancio delle banche
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Bibliografia
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Gli Autori
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14.2.3 I rischi di mercato
14.2.4 I rischi operativi
14.3 Il capitale e la leva finanziaria
14.4 La redditività
14.5 La corporate governance
15 Le analisi per la valutazione delle banche
di Michele Rutigliano
15.1 Premessa
15.2 Il Dividend Discount Model
15.3 Il Free Cash Flow to Equity Model
15.4 Il modello «Excess Return»
15.5 La valutazione relativa, ovvero il metodo dei multipli
15.6 La banca multibusiness e l’approccio della «somma delle
parti» (SOP Method)
15.7 La stima del costo dell’equity
15.8 Diagnosi del sistema aziendale ed Equity Value
Appendice 1: Il Free Cash Flow to Equity Model. Un’applicazione
Appendice 2: Linea caratteristica del titolo, Beta e varianza residua
16 Crisi bancarie ed Early Warning Systems
di Rossella Locatelli e Andrea Uselli
16.1 Introduzione
16.2 La definizione di Early Warning Systems nella letteratura e
nella pratica operativa
16.3 Crisi finanziarie e crisi bancarie: la fragilità intrinseca delle
banche e il ruolo degli EWS
16.4 Early Warning Systems e crisi bancarie: una rassegna della letteratura sui profili macro
16.5 I modelli di early warning in una prospettiva aziendale e di
vigilanza
16.6 Osservazioni conclusive
Presentazione
di Michele Rutigliano
Il bilancio della banca è oggetto di interesse da parte di una pluralità di soggetti,
che lo esaminano secondo diverse prospettive di analisi. In comune vi è l’attenzione
nei confronti degli equilibri gestionali, nell’aspetto economico, finanziario e patrimoniale, ma parzialmente diversa è l’ottica della valutazione del merito di credito
all’interno dello stesso settore bancario, quella delle società di rating, degli analisti dell’equity research e della valutazione del capitale economico in generale, delle
società di revisione, delle autorità di vigilanza. È comunque sempre necessaria una
buona conoscenza dell’oggetto dell’analisi, vale a dire del bilancio di esercizio e consolidato, quindi dei principi contabili secondo i quali sono effettuate rilevazioni e
valutazioni, nonché delle informazioni analitiche contenute nelle note agli schemi
di bilancio, soprattutto con riferimento ai rischi. Con rigore metodologico, chiarezza di linguaggio e concretezza, il volume si propone questi e altri approfondimenti,
grazie ai contributi di docenti universitari e di professionisti del settore. Si rivolge a
studiosi, studenti universitari, operatori, colmando in parte un vuoto nel panorama
editoriale, non solo nazionale, in tema di analisi del bilancio bancario. Costituisce il
naturale completamento dell’opera da me curata dedicata a Il bilancio della banca,
pubblicata da questo stesso Editore.
Il Capitolo 1, di Roberto Bottiglia, tratteggia il quadro evolutivo dello scenario
finanziario, con specifica attenzione ai fenomeni culminati nella grande crisi apertasi a partire dal 2007 e ai trend da questa innescati. Esso analizza i principali mutamenti intervenuti nella struttura del sistema finanziario e nelle modalità di esercizio dell’attività bancaria. Al fine di definire con la maggiore precisione possibile
l’«oggetto» delle analisi economico-finanziarie cui è dedicato l’intero volume, peculiare attenzione viene dedicata alla definizione dei modelli di esercizio dell’attività
bancaria e alle caratteristiche generali dei grandi gruppi bancari e delle relative strategie.
Il Capitolo 2 è di Guido Celona e Stefano Grumolato. Tratta dei prospetti del
bilancio bancario così come previsti dalle vigenti regole domestiche e propone un’analisi comparativa con alcuni tra i principali paesi esteri. Una volta affrontata sinteticamente la redazione del bilancio bancario nella disciplina italiana, al fine di dare
evidenza all’impostazione prevista dalla Banca d’Italia in conformità ai principi
Estratto della pubblicazione
XVI
L’analisi del bilancio delle banche
contabili internazionali IAS/IFRS viene data enfasi alle poste principali del bilancio bancario – in particolare relative al conto economico – che possono risultare
di maggiore interesse nell’ambito dell’analisi di bilancio. Tale esercizio ha l’obiettivo di introdurre l’analisi comparativa dei bilanci bancari, che copre, oltre all’Italia, altri importanti paesi europei ed extraeuropei (Germania, Francia, Spagna, Olanda, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti, Cina, Giappone). Si sviluppa a un livello più
generale mediante l’analisi dei risultati di una survey relativa ai principi contabili di
riferimento per la redazione del bilancio consolidato e separato nonché agli schemi adottati, mirando poi a un’analisi più di dettaglio della modalità di presentazione
delle poste di bilancio negli schemi di alcuni rilevanti players bancari attivi nei mercati citati.
Antonio Proto sottolinea nel Capitolo 3 che il bilancio della banca contiene una
serie di dati e informazioni in grado di rappresentare le scelte strategiche e organizzative. Posto che la banca è un’impresa diversificata, è possibile analizzare l’ampiezza e l’intensità della diversificazione, così come l’eventuale presenza di un business dominante. Per quanto riguarda la struttura organizzativa, considerando che il
gruppo rappresenta il modello prevalente per l’attuazione della strategia di diversificazione, assumono particolare rilevanza la natura della capogruppo, la struttura societaria e il modello organizzativo adottato. Le informazioni sulla strategia e
sulla struttura organizzativa possono essere ricavate dalla relazione sulla gestione,
dall’informativa di settore e da ulteriori dati di stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa. Peraltro tali informazioni non sono oggetto di specifiche prescrizioni normative, per cui la loro collocazione all’interno dei documenti contabili
e il grado di approfondimento sono di fatto demandati alla discrezionalità del redattore del bilancio.
Nel Capitolo 4 – dedicato alle valutazioni di bilancio relative a crediti, titoli, strumenti derivati e partecipazioni – Riccardo Motta e Maurizio Ferrero illustrano gli
aspetti salienti e caratteristici del bilancio bancario, suggerendo un percorso di analisi sulla base delle informazioni ivi contenute, anche alla luce degli interventi regolamentari relativi al bilancio d’esercizio che hanno presentato un’incisività via via
crescente, direttamente consequenziale alla presa di coscienza da parte delle autorità di vigilanza della rilevanza della funzione informativa. In tale contesto assume particolare rilevanza l’informativa sugli strumenti finanziari, soprattutto in questa fase storica in cui le turbolenze dei mercati finanziari e la crisi del credito stanno
generando importanti effetti sull’operatività e sui risultati delle banche. Le disposizioni contenute nei principi contabili IAS/IFRS hanno enfatizzato ancor di più la
valutazione a «valore equo» (fair value) degli strumenti finanziari, moltiplicando gli
impatti derivanti da fattori esterni di mercato e rendendo particolarmente complessa
l’analisi delle performance degli istituti di credito.
Le singole voci del bilancio relative agli strumenti finanziari (crediti, titoli, derivati e partecipazioni) sono analiticamente passate in rassegna e commentate al fine
di consentire la corretta interpretazione dei dati, premessa indispensabile per una
altrettanto corretta analisi della performance. La trattazione è accompagnata da
un ricco apparato di tabelle che fornisce la rappresentazione immediata e sintetica
Estratto della pubblicazione
XVII
Presentazione
della complessa articolazione della materia così come richiesto dai principi contabili
internazionali IAS/IFRS e dai regolamenti della Banca d’Italia.
L’analisi riportata nel Capitolo 5, a cura di Michele Paolillo, Mauro Lagnese e
Marco Miccoli, riguarda una serie di attività che, pur non essendo strettamente legate alla natura del business delle banche, ne caratterizzano i bilanci in misura spesso
significativa. Le attività fiscali differite nonché le attività immateriali e l’avviamento, pur essendo tra di loro profondamente disomogenee, si caratterizzano tutte per
il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui
valori iscritti nel bilancio di una banca. L’elaborazione di tali stime implica spesso
l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzata ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Tali processi di stima trovano
poi la loro massima espressione nel processo relativo all’effettuazione dell’impairment test sull’avviamento che sarà anch’esso oggetto di trattazione. Nell’analisi di
bilancio assumono particolare rilevanza, per la loro natura, le stime e le assunzioni utilizzate, dato che un diverso apprezzamento o un mutamento delle valutazioni
soggettive utilizzate possono determinare variazioni anche significative dei valori
attribuiti alle attività iscritte. Il focus dell’analisi su tali attività si concentrerà sulla
loro natura, soffermandosi con particolare attenzione a esaminare le principali fattispecie che si generano nel bilancio delle banche, evidenziando i principali processi
di stima e assunzioni sottostanti l’iscrizione e la valutazione di tali attività e proseguendo con una trattazione specifica dei principali aspetti che caratterizzano l’impairment test.
Vito Antonini e Mariacristina Taormina sottolineano nel Capitolo 6 che il business bancario è esposto per sua natura a molteplici rischi (rischio di credito, rischio
di mercato, rischio operativo), i quali devono essere adeguatamente riflessi nei documenti contabili della banca, affinché il lettore del bilancio sia in grado di assumere – sulla base delle informazioni in esso contenute – adeguate e consapevoli decisioni d’investimento. Una parte senz’altro rilevante di tali informazioni attiene alla
stima degli oneri e degli accantonamenti o provisions connessi a eventi tipici dell’operatività bancaria (contenziosi legali, reclami, frodi, piani di ristrutturazione, sistemi incentivanti, ecc.) e alla valutazione delle passività potenziali.
In generale, l’utilizzo delle stime è una parte essenziale del processo di predisposizione del bilancio e incide sulla sua attendibilità complessiva. Ciò è particolarmente vero con riferimento alle provisions, che per loro natura sono caratterizzate
da elementi di incertezza maggiori rispetto ad altre poste di bilancio. Occorre quindi che gli amministratori affinino i sistemi di controllo dei rischi nonché i processi
e le metodologie di stima delle provisions utilizzati, per fornire al lettore del bilancio una visione chiara della situazione patrimoniale ed economica della banca e dei
rischi cui è esposta e permettergli di assumere le decisioni conseguenti in modo corretto e consapevole.
La mole di dati oggi a disposizione dell’investitore è impressionante per quantità
di fonti e dettagli forniti. Tuttavia, commentano Ranieri De Marchis e Fabio Arnaboldi nel Capitolo 7, la crisi finanziaria del 2007 ha messo in evidenza in maniera
Estratto della pubblicazione
XVIII
L’analisi del bilancio delle banche
drammatica l’incapacità degli operatori di apprezzare in modo corretto gli elementi di rischio che hanno portato alla crisi stessa. La complessità, intensità e rapidità
dei cambiamenti che hanno caratterizzato il sistema bancario negli ultimi anni sono
stati letti e interpretati con difficoltà dagli stessi organi di governo aziendale, nonché
dai regulators, come dimostrato da alcuni casi di crisi aziendale. Diventa quindi fondamentale rifondare i principi di una sana e robusta disclosure in grado di affrontare tale complessità. Comprensione del contesto di riferimento attraverso una visione dinamica e prospettica dei rischi, anche di quelli percepiti come meno probabili.
Visione prospettica e integrata attraverso un framework di risk appetite che renda
chiaro quali rischi la banca è disposta ad assumere a fronte dell’utile atteso dichiarato. Sono necessarie rappresentazioni più qualitative che descrivano le azioni manageriali di mitigazione dei rischi, piuttosto che semplici enunciazioni numeriche tese
più a descrivere che a spiegare. Questi i principi suggeriti dagli Autori nella direzione della prevenzione dei rischi e nella mitigazione dei loro effetti.
Come in ogni azienda, anche per le banche il livello di patrimonio netto conferito dagli azionisti rappresenta il primo strumento per fronteggiare le perdite. Tuttavia
ciò che contraddistingue il ruolo peculiare del capitale per il settore bancario rispetto ad altri settori risiede nell’attività specifica di raccolta di risparmio dalla clientela
e di finanziamento dell’economia reale. Tale ruolo, soprattutto alla luce delle recenti
crisi finanziarie e delle conseguenze sul sistema economico, ha portato alla necessità
di sottoporre il settore a una regolamentazione prudenziale incentrata sul livello di
capitale sempre più stringente. Dopo aver esaminato il ruolo del capitale da diverse
prospettive (contabile, regolamentare, delle agenzie di rating e dell’allocazione ottimale), il Capitolo 8, a cura di Marina Natale e Maurizio Cravero, presenta un’approfondita analisi delle ultime innovazioni regolamentari, in particolare di quelle volte
ad aumentare la qualità e la quantità del capitale, e delle possibili conseguenze sul
sistema bancario. Infatti, nel nuovo e più stringente contesto regolamentare, le banche devono sempre più concentrarsi sulla generazione di utili «sostenibili», al fine di
creare capitale di qualità elevata e di fornire un’adeguata remunerazione agli azionisti. A sua volta, questo ha rafforzato la necessità di adottare un’ottica di valutazione
delle performance basata sul rapporto rischio/rendimento.
Il Capitolo 9, di Lorenzo Faccincani, è dedicato propriamente all’analisi del bilancio bancario e propone alcuni spunti originali rispetto ad analoghe trattazioni e
approcci consolidati ma talvolta un po’ sbrigativi. Nella prima parte approfondisce
innanzitutto come le differenze che possono esistere tra singole banche in termini di
scelte strategiche e di profilo di rischio incidono sulle modalità di interpretazione e
valutazione dei risultati reddituali riportati in bilancio. Ai fini di una corretta lettura
e analisi dei contenuti del bilancio di una banca, viene inoltre sottolineata la necessità di conoscere gli effetti che le regole contabili utilizzate per la sua redazione
possono produrre sui margini di conto economico e sulle voci di stato patrimoniale. Nella seconda parte del capitolo viene sviluppato un modello di analisi del bilancio bancario, illustrando il percorso di lettura che si ritiene che un analista dovrebbe
seguire ai fini di poter comprendere e giudicare adeguatamente lo stato di salute di
una banca. In particolare il modello, mediante ampio ricorso all’informativa dispoEstratto della pubblicazione
XIX
Presentazione
nibile nella nota integrativa di un bilancio consolidato redatto nel rispetto della Circolare 262/2005 di Banca d’Italia, inserisce la determinazione delle misure di redditività in un articolato processo che si propone preliminarmente l’identificazione
del modello di business e la determinazione della rischiosità degli asset, del grado di
patrimonializzazione e della situazione di liquidità. Ciò in quanto una corretta valutazione delle performance economiche raggiunte può essere formulata solamente se
sono noti all’analista il tipo di intermediazione realizzato e il livello di rischio del
gruppo bancario oggetto di analisi.
Il Capitolo 10, a cura di Chiara Del Prete, tratta delle diverse prospettive delle
analisi dei bilanci delle banche quotate. Affronta i temi della non universalità degli
attributi di valore e delle misure di performance e della conflittualità tra i bisogni
informativi dei diversi utilizzatori dei bilanci. Il dibattito innescato prima dalla crisi
finanziaria del 2007-2008 e poi dalla crisi del debito sovrano fornisce numerosissimi spunti di riflessione sul ruolo dei bilanci come strumento di informazione finanziaria e sulle modifiche necessarie ai principi di redazione dei bilanci al fine di poter
servire la pluralità di interessi. Il capitolo presenta la visione dei diversi utilizzatori
dei bilanci (analisti, regolatori prudenziali e investitori di lungo periodo), muovendo
dalle finalità delle loro analisi e dalla peculiarità di ciascuna prospettiva. Una parte
del capitolo è dedicata a illustrare la prospettiva degli analisti finanziari, i quali sono
considerati, nel prevalente approccio allo standard setting globale, come primi destinatari delle informazioni finanziarie. Particolarmente dibattuto è il tema dell’utilizzo del fair value come criterio di valutazione per gli strumenti finanziari, il quale,
nell’ottica degli analisti finanziari, dovrebbe sempre essere preferito, prescindendo
dal modello di intermediazione operato, mentre, nell’ottica degli investitori di lungo
periodo e dei regolatori, il business model dovrebbe avere un ruolo determinante nel
discriminare tra valutazione al fair value e valutazione al costo ammortizzato. Il
capitolo affronta poi il tema della centralità della disclosure sui rischi finanziari nel
servire i bisogni informativi del mercato e si sofferma sugli sviluppi più recenti dettati dalle condizioni di turbolenza prevalenti sui mercati finanziari, nonché sul ruolo
primario assunto, nel dialogo tra istituzioni finanziarie e mercato, dalle comunicazioni agli investitori e dai comunicati stampa.
Il Capitolo 11, di Mario Comana e Alfredo Pallini, illustra l’analisi degli equilibri gestionali della banca nella prospettiva della Banca d’Italia e del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), che svolgono la delicata funzione di presidiare la stabilità del sistema bancario e delle singole istituzioni finanziarie. Per meglio
comprendere le condizioni economiche, patrimoniali e finanziarie degli intermediari vigilati, i due soggetti menzionati utilizzano una serie molto vasta di informazioni, che travalicano ampiamente l’informativa standard resa dal bilancio d’esercizio.
La Banca d’Italia, difatti, crea e gestisce la matrice dei conti che le consente di svolgere un’analisi molto più profonda e raffinata rilevando anche fenomeni extra contabili degli intermediari. La prospettiva dell’Istituto di Vigilanza va oltre l’analisi di
bilancio tradizionale, senza negare la validità di quest’ultima, soprattutto per quanto concerne il monitoraggio dei rischi, grazie allo studio dell’informativa contenuta
nel «Terzo Pilastro». Il FITD, invece, valuta la situazione complessiva della Banca in
Estratto della pubblicazione