Il piacere di viaggiare
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Il piacere di viaggiare
Il piacere di viaggiare Viaggio in Iran - 15 giorni stagione estiva (da aprile/maggio a settembre) Un itinerario dal grande fascino che include un’area poco visitata al confine con l’Azerbaigian. 1° giorno, ITALIA/TEHERAN Partenza Per Teheran con volo di linea. Arrivo e trasferimento in hotel. Pernottamento. 2° giorno, TEHERAN/TABRIZ Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e partenza per Tabriz, capoluogo della provincia dell’Azerbaigian iraniano, ai confini con l’Armenia, la Turchia e l’Iraq. Questo territorio, snodo delle carovane in transito tra l’Europa e l’Asia, ovvero tra la Turchia e la Mesopotamia, vide le prime imprese della grande civiltà persiana. Dopo la conquista di Alessandro Magno nel 330 a.C. divenne “Atropatene” dal nome della dinastia che vi regnò autonomamente fino all’era sasanide. In seguito fu terra di conquista di Arabi, Turchi, Mongoli e infine anche dei Russi quando la parte occidentale fu annessa agli Zar e la parte orientale alla Persia. Oggi questa regione dell’Iran occidentale, particolarmente fertile a causa del clima e dell’abbondanza d’acqua, è abitata principalmente dagli Azari, di origine anatolica, che conservano lingua e tradizioni proprie. Seconda colazione, visita della Moschea del Venerdì, della cittadella di epoca timuride Arg-e Alisha, della Moschea Blu del XIII secolo e dei giardini di El Goli, tipicamente persiani. Non ultimo il vasto bazar che include un rinomato bazar delle spezie. Cena e pernottamento. 3° giorno, TABRIZ/KARA KELISA/TABRIZ Prima colazione e partenza per la visita dell’antica chiesa cristiana conosciuta come Kara Kelisa e che si trova proprio al confine con l’Azerbaigian, la Turchia e l’Armenia. Kara Kelisa è anche nota come la “chiesa Nera” a causa del colore della pietra con cui fu costruita inizialmente alla fine del I secolo dell’era cristiana. La chiesa sorge infatti sul luogo dove un tempo si trovava il tempio di San Taddeo (Giuda di Giacomo, figlio di Zebedeo) che gli armeni venerano come apostolo e fondatore della Chiesa cristiana in Persia. Infatti, molto probabilmente fu proprio Taddeo, presente durante la Pentecoste, a giungere in Armenia per primo nell’anno 35 d.C. e ad evangelizzare tutta la regione. Durante la festa di San Taddeo, durante la stagione estiva, giungono alla chiesa molti pellegrini armeni provenienti da tutto il mondo. Seconda colazione e rientro a Tabriz sostando lungo il precorso per visitare altre antiche chiese armene che si trovano tra le località di Bastam e Maku. Arrivo in serata. Cena e pernottamento. 4° giorno, TABRIZ/MARAQEH Prima colazione e partenza per Maraqeh attraversando un bel territorio collinoso sullo sfondo di montagne alte oltre 3000 metri. Arrivo e seconda colazione. Nel pomeriggio visita della città che fu nel XIII secolo la capitale dell’impero mongolo. Visita di Gombad-e Sorkh, un monumento funerario del XII secolo che rappresenta un esempio tipico di architettura selgiuchide. Quindi visita di Gombad-e Kabud, il famoso mausoleo con l’imponente cupola blu dove è sepolta la madre di un re mongolo. Altro monumento del XIII secolo è la torre Giafarieh che conserva un pregevole rivestimento di piastrelle smaltate. Infine, visita del museo di Maraqeh con il suo interessante settore preistorico e la sezione dedicata alle dinastie dei Parti e dei Sasanidi. Cena e pernottamento. 5° giorno, MARAQEH/TAKH-E SULEIMAN/HAMADAN Prima colazione e partenza per la visita di Takh-e Suleiman (trono di Salomone), luogo di nascita di Zoroastro (Zaratustra) e tra i siti archeologici più interessanti dell’Iran. Infatti la parte più antica risale addirittura al 500 a.C., anche se i resti visibili di quest’epoca sono minimi. Vi si trova invece una cittadella sasanide del III sec. d. C., situata a 2500 metri di altitudine intorno al lago dove si venerava il grande fuoco sacro. La cittadella era fortificata da possenti mura congiunte da 38 torri difensive in parte erose dal tempo. Secondo la tradizione, dopo essere stati incoronati nella capitale Ctesifonte (nell’odierno Iraq) i re sasanidi erano tenuti a recarsi a piedi in pellegrinaggio in questa remota e sacra località per ricevere una seconda investitura ufficiale. Secondo alcuni studiosi sarebbe questo il luogo della città Partica di Faaspa ad essere stato attaccato inutilmente nel 36 a.C. da Marco Antonio con l’impiego di ben 10.000 soldati romani. Il territorio vulcanico con soffioni boraciferi rende il paesaggio alquanto suggestivo. Seconda colazione e proseguimento per Hamadan (Ectabana) che si trova su un altopiano di 1800 metri dominato dal monte Alvand e dove si giunge in serata. Cena e pernottamento. 6° giorno, HAMADAN/KASHAN Prima colazione. Visita della città che un tempo fu capitale dei Medi e degli Achemenidi e fondata nel 712 a.C. La tradizione ricorda che la città era circondata da sette giri concentrici di mura, le più interne rivestite d’oro e d’argento. Qui regnava il Re medo Astiage, il quale venne sconfitto dal nipote Ciro nel 550 a.C. Visita del Leone di Pietra, Shir Sanghi, attribuito ad Alessandro, della cupola di Alavian, decorata da magnifici disegni floreali e geometrici, del Ghany Nameh, famose incisioni cuneiformi su pietra di Dario I e di suo figlio Serse, del mausoleo di Avicenna (nome latino di ibn Sina), medico e filosofo d’epoca medioevale, diventato famoso per le sue critiche ai trattati aristotelici. Ad Hamedan si trova anche la tomba della regina achemenide Ester e di suo padre Mordecai menzionati anche nella Bibbia. Seconda colazione e proseguimento per Kashan dove si giunge in serata. Cena e pernottamento. 7° giorno, KASHAN/ARDESTAN/NAIN/YAZD Prima colazione e visita della città, le cui origini si pensa siano molto antiche. Secondo la tradizione locale sarebbero partiti da qui i tre Re Magi alla ricerca della culla di Betlemme. Oggi Kashan è famosa soprattutto per le sue ceramiche e piastrelle, per i suoi tappeti, per i velluti e per l’acqua di rose. Tra i monumenti è interessante vedere, nel mezzo del bazar, la Masjid-i-Maidan-Fays, una moschea a quattro iwan di epoca timuride. Nessuno può dubitare della predilezione dello Scià Abbas per Kashan: la sua tomba è custodita nel mausoleo di Habit ibn Moussi. Tuttavia della splendida tenuta del grande re safavide, descritta con ammirazione dai viaggiatori del tempo, rimangono oggi solo i cipressi secolari ed i canali dove scorrono le acque della sorgente del fiume Fin. Poco distante dal giardino di Fin si trova un sito archeologico di grande interesse: la necropoli di Tepe Sialk, che fu oggetto di scavi negli anni 1933-38 da parte di una missione archeologica francese. In questa località, a partire dal VI millennio, gli artigiani crearono tesori artistici che ancora oggi suscitano la nostra ammirazione. Si tratta di iconografie dove uccelli, stambecchi, felini e piante vengono riprodotti in forma stilizzata a tinta unita ed inseriti quasi violentemente nei fregi complessi della decorazione geometrica di vasellame vario. Quest’arte, focalizzata soprattutto sulla rappresentazione degli animali, è una testimonianza della ininterrotta tradizione neolitica e l’interesse per il mondo animale è il retaggio di una precedente condizione di cacciatori paleolitici. Gli oggetti venuti alla luce sono esposti in vari musei, tuttavia i pezzi di maggior valore sono contenuti nel museo di Teheran ed al Louvre di Parigi. Partenza per Yazd sostando presso le città di Ardestan e Nain. Seconda colazione in corso di viaggio. Cena e pernottamento. 8° giorno, YAZD/KERMAN Prima colazione e visita di Yazd che si trova ai margini di due deserti, quello salato e quello sabbioso. E’ città capoluogo della provincia, importante centro commerciale e tessile (qui si possono effettuare gli acquisti più interessanti) nonché centro di fabbricazione di dolciumi. La città conta numerosi bazar sempre affollati e stracolmi di merci di ogni genere. Anche in passato Yazd è stata una città importante e fiorente, nonostante il clima sfavorevole causa di estati torride ed inverni molto freddi. (È tipico il sistema di ventilazione ad aria forzata usato anche in tutti i paesi del golfo.) Il suo apogeo risale al XIV secolo, quando i Muzaffaridi la abbellirono con alcuni monumenti tra cui le moschee (masjid) Masjid-i-Jami, dalla struttura che ricorda lo stile mongolo e Masjid-i-Vaqt-o-Saat (il Tempo e l’Ora), che deve il suo nome all’orologio astronomico un tempo posto nell’osservatorio della moschea. Questo edificio faceva parte di un complesso edilizio che comprendeva, oltre al santuario e all’osservatorio, anche una madrasa ed una biblioteca. Oggi rimane solo la moschea (1326), con la sua magnifica decorazione interna a ceramica e stucco. Lo stesso stile si rivela nel mausoleo di Shams-ed-Din alla periferia della città. A Mir Chaqmaq, che fu governatore della città, si deve la moschea omonima del XV secolo, che include due alti e imponenti minareti. Yazd è anche la capitale dello Pagina 2 zoroastrismo, fondato da Zoroastro o Zaratustra, personaggio storico circondato da molte leggende. Alcune fonti indicano l’inizio dello zoroastrismo nel 1000 a.C. a fronte delle locali pre-esistenti religioni politeiste. Secondo questa fede, nella sua espressione più antica, il supremo dio creatore è Ahura Mazda che indica agli uomini un cammino di giustizia, di verità e di bene al fine della salvezza dell’anima. Inoltre, in base ad una concezione dualistica, Zoroastro indicò l’esistenza di un dio del male, anche se comunque predestinato alla sconfitta finale. In seguito lo zoroastrismo risentì delle influenze ancora persistenti dell’antico politeismo, affiancando ad Ahura Mazda altre divinità minori create dallo stesso quali suoi ministri. La fede zoroastriana sopravvive tuttora e si esprime attraverso un culto molto semplice consistente nella continua alimentazione di un fuoco sacro, nella recitazione di testi ed inni contenuti nell’Avesta, il libro della loro fede. Secondo le antiche usanze i corpi dei morti, non potendo essere bruciati o sepolti per non contaminare né la terra, né l’acqua, né il fuoco, venivano esposti nelle torri senza finestre, cosiddette del silenzio, dove i corpi venivano divorati dagli uccelli da preda. Magi fu il nome che gli antichi Greci diedero ai sacerdoti di Zoroastro, forse dal nome di una tribù meda. Si visitano alcune torri del silenzio sulle colline attorno alla città. Seconda colazione e partenza per Kerman. Arrivo previsto in serata. Cena e pernottamento. 9° giorno, KERMAN/RAYEN/MAHAN/KERMAN Prima colazione e proseguimento verso sud per circa 100 km e raggiungere Rayen, una splendida cittadella, simile a Bam (seriamente danneggiata nel terremoto del dicembre 2003). La cittadella circondata da mura con sedici possenti torri, sempre abitata fino al XIX, è di epoca sasanide e copre una superficie di circa 4 ettari. La città è divisa in quartieri dove si trovano le costruzioni abitative ed il bazar. Esplorare la città è un’esperienza alquanto interessante. Seconda colazione in corso di visita. Nel pomeriggio proseguimento per Mahan, sulla via del rientro a Kerman. Colpisce immediatamente l’attenzione la cupola azzurra del mausoleo di Nur-ed-Din-Nimat Allah (16º secolo), poeta, mistico e teologo dei dervisci. Sosta presso i Giardini del Principe. Percorrendo altri 70 km arrivo a Kerman. Cena e pernottamento. 10° giorno, KERMAN/SHIRAZ Prima colazione e partenza per Shiraz. Si attraversano quattro differenti paesaggi dell’altopiano iranico: il lago, il deserto, la montagna e la pianura. Seconda colazione a Neiriz e visita della moschea più antica dell’Iran con un solo iwan. L’arrivo a Shiraz è previsto in serata. Cena e pernottamento. 11° giorno, SHIRAZ/PERSEPOLI/SHIRAZ/ISFAHAN Prima colazione e partenza per la visita di Persepoli la città iniziata da Dario I nel 518 a.C. e completata due secoli più tardi dai suoi successori. Il complesso dei palazzi reali che appare come una foresta di colonne, copre un’area di 150.000 mq: per avere un’idea si pensi che solo l’edificio delle udienze, il cui soffitto era sostenuto da 76 colonne alte 20 metri, era grande poco meno del Duomo di Milano. Persepoli non fu concepita come capitale amministrativa (che era Susa, nell’Elam), ma quale fastoso e pacifico emblema della gloria della dinastia achemenide. I rilievi splendidamente conservati non raffigurano scene di guerra o di conquiste, ma celebrano prestigiose cerimonie ufficiali, incoronazioni, feste, alle quali partecipavano i rappresentanti di tutti i popoli dell’impero che qui giungevano a versare tributi. Dopo la seconda colazione rientro a Shiraz e visita della città capitale del Fars costruita a 1525 metri di altitudine. Shiraz è stata cantata dai poeti come oasi delle rose e del vino e degli usignoli, e non a caso ha dato i natali a due dei sommi poeti persiani, Hafez il sufi ermetico e Saadi, il grande viaggiatore. Shiraz è dunque meta di pellegrinaggi perché in oriente gli uomini di grande cultura sono venerati. Visita ai loro mausolei, al mistico santuario dello Scià Cheragh, fratello dell’imam Reza, alla moschea Jami-e-Atig dove sono ancora visibili alcune vestigia della costruzione originale risalente all’anno 894 e a quella del Venerdì, al piccolo museo del Fars ospitato nel padiglione ottagonale fatto costruire da Karim Khan-e-Zand, all’Orangerie e al vivace bazar-e-Vakil. Dopo la cena, trasferimento in aeroporto e partenza per Isfahan. Pernottamento. 12°/13° giorno, ISFAHAN Pensione completa. Due giorni dedicati a questa splendida città, capitale della provincia omonima, situata a 1367 metri d’altitudine in una piana irrigata dallo Zayendeh rud, “il fiume che dona la vita”. Isfahan, nel 600 fu una delle più brillanti capitali dell’Oriente e veniva chiamata con l’appellativo “l’altra metà del mondo”. La grande piazza centrale della città (ora piazza dell’Imam) è veramente suggestiva col suo sfondo di cupole e minareti, colonne ed arcate che ormai da più di quattro secoli si compongono in un quadro unitario. Sulla piazza si affaccia la moschea dell’Imam. È il primo monumento commissionato dallo Scià Abbas, una delle più imponenti e compiute realizzazioni dell’arte safavide. Su un altro lato della piazza si affaccia invece l’elegante e slanciata moschea Loftollah. Di fronte a questa moschea si trova il palazzo Ali Qapu (porta alta) Pagina 3 che una volta rappresentava il monumentale accesso ai palazzi reali. La grande terrazza serviva un tempo da loggia reale e da questo eccelso punto di osservazione lo Scià seguiva insieme ai suoi ospiti gli spettacoli che avevano luogo nella piazza. La sala della musica, all’interno del palazzo, colpisce per la straordinaria decorazione delle pareti e della volta, con intarsi raffiguranti bottiglie, flaconi e strumenti musicali che non solo avevano valore ornamentale ma dovevano sicuramente servire a migliorarne l’acustica. Poco distante dalla grandiosa piazza si trova il palazzo Chehel Sotun o delle 40 colonne. Nel porticato le venti colonne si riflettono perfettamente nel bacino del parco, tanto che le colonne sembrano essere effettivamente 40. Ricordiamo che il numero 40 ha in tutta l’Asia islamica un valore simbolico ed è considerato un numero fortunato. Ed ancora la moschea del Venerdì è considerato il più venerabile monumento di Isfahan. La pertinenza tecnica e la temerarietà degli architetti selgiuchidi è chiaramente dimostrata dal fatto che la pianta quadrata della sala diviene circolare in alto con 16 archi che sorreggono la copertura. Gli architetti sperimentarono soluzioni audaci e, facendo tesoro degli errori passati, riuscirono a costruire già nel XII secolo una cupola così perfetta da non essere di nuovo eguagliata, se non nel XVIII secolo grazie al progresso delle scienze matematiche. La visita del bazar è molto interessante soprattutto nella zona degli artigiani, nella quale si ha modo di assistere alla lavorazione di argenti, rami, intarsi, babbucce e tappeti, con un’abilità ed una maestria di cui in occidente si è perso il ricordo. Ed ancora ricordiamo il quartiere della Jolfa con la bella chiesa armena. È comunque soprattutto il ricordo della gloriosa dinastia dei Safavidi che risplende nelle cupole e nei minareti di Isfahan dove la maestosità dei monumenti e l’esuberanza delle decorazioni rievocano la raffinata atmosfera di corte e le fastose feste dell’epoca. Ed inoltre visita di Hasht Behesht (8 paradisi), l'harem estivo dello Scià Abbas. Persi tra le moschee azzurre, in un turbinio di polvere, di fronte alle trame inaspettate dei tappeti, uno più bello dell’altro, avvolti da una intimità che si credeva impossibile, si resta davvero intrappolati da una autentica passione per questo Paese. Isfahan è una delle città più antiche del mondo. La storia ci racconta che essa era meta di tutte le carovane dei mercanti che provenivano dall’interno dell’Asia, cariche dei doni più raffinati e che tre secoli fa, per volontà di Scià Abbas, rifiorì a nuova vita grazie ad una tribù di Armeni del nord che si stabilì sulla riva del fiume. Fu grazie alla loro intraprendenza che ben presto Isfahan fu abbellita con magnifici palazzi, dimore lussuose, moschee splendide. Scià Abbas fece ciò che la natura non aveva fatto allargando il letto del fiume e costruendo canali che attraversavano la città. Isfahan divenne così centro culturale ed artistico di prima grandezza, in contatto con l’Europa e con l’Asia. Il francese Gobineau, un viaggiatore del secolo scorso, così scriveva: “... Gli immensi edifici colorati, dorati, ricoperti di smalto, i muri azzurri su cui si riflettono i raggi del sole, i grandi bazar, gli immensi giardini, le splendide rose fanno di Isfahan il trionfo dell’eleganza e il modello del sontuoso ...” All’inizio del XVIII secolo un altro viaggiatore francese, Chardin, ha lasciato scritte cifre significative intorno a questa città: 160 moschee, 48 collegi, 1873 caravanserragli, 273 bagni pubblici. Sono cifre che ci danno un’idea di quella che doveva essere la magnificenza di Isfahan all’epoca della sua maggiore bellezza. 14° giorno, ISFAHAN/TEHERAN Prima colazione. In tempo utile trasferimento in aeroporto e partenza per Teheran. Arrivo e trasferimento in hotel. Visita della città posta ad un’altitudine di 1100 metri a ridosso del monte Demavand. Per un impero dalle tradizioni così antiche come l’Iran, Teheran appare come una capitale molto giovane, non bella, che solo in tempi recenti ha assunto la funzione di guida del paese trasformandosi nel giro di pochi decenni da un grosso villaggio in una metropoli moderna dalla pianta geometrica. La città appare caotica e inquinata, senza un preciso gusto architettonico, tanto che la scacchiera di viali, punteggiati di piazze e rotonde, e fiancheggiati da imponenti edifici pubblici, risulta essere alquanto anonima. In contrasto a ciò essa offre diversi luoghi di interesse tra cui il museo archeologico, ricco di una vasta collezione di oggetti e testimonianze delle civiltà achemenide, sasanide e islamica; il museo del vetro in una bella costruzione di epoca safavide e il museo dei tappeti. Seconda colazione in ristorante locale. Cena e pernottamento. 15° giorno, TEHERAN/ITALIA Arrivo previsto nelle prime ore del mattino. Condizioni individuali di partecipazione Quota base in doppia, minimo 2 persone, da € 2.900,00 Dettagli su richiesta. Pagina 4