TRIBUNALE DI NAPOLI - Gruppo Antimafia Pio La Torre
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TRIBUNALE DI NAPOLI - Gruppo Antimafia Pio La Torre
TRIBUNALE DI NAPOLI UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI VIII sezione ORDINANZA DI MISURA CAUTELARE PERSONALE - art 272 e ss. cpp - N. P.M N. G.I.P Il GIP dott. E. Pilla Visti gli atti del procedimento in margine indicato iscritto nei confronti di: 1) Bifulco Biagio, nato ad Ottaviano il 6.2.1956 ivi residente in Via Corrado Alvaro 8; 2) Cesarano Domenico, nato a Ottaviano il 4.7.1955, residente in Palma Campania in via Ugo De Fazio n. 152, di fatto domiciliato in via Pucecca; 3) Ambrosio Luigi, nato a San Giuseppe Vesuviano il 21.11.1975, residente in Ottaviano alla via Cazzelli n. 3; 4) Ambrosino Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano il 1.2.1967, ed ivi residente in Via Purgatorio n. 161; 5) Ambrosio Umberto, nato a San Giuseppe Vesuviano il 4.9.1964 ed ivi residente in via Aielli cv.13; 6) Annunziata Gennaro, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.3.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56; 7) Annunziato Maurizio, nato a Pompei il 17.09.1965 e res.te in Tore Annunziata alla Via Epitaffio n. 11; 8) Averaimo Vincenzo, nato a Somma Vesuviana il 19.3.1951, residente in Ottaviano alla via Corrado Alvaro s.n.c.; 9) Beracci Quirino, nato a Saviano (NA) il 04.06.64, ed ivi residente alla via Ambrogio Leone n. 2; 10) Bifulco Luigi, nato a San Giuseppe Vesuviano il 1.10.1965, ivi residente alla via P. di Prisco n. 107; 11) Caliendo Giuseppe, nato a S. Giuseppe Vesuviano il 12.4.1961 e residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 51; 12) Casillo Domenico, nato a Terzigno il 22.2.1959, ivi residente in via G. Marconi n. 1; 13) Ciccarelli Pasquale, nato a Ottaviano il 13.12.1952, ivi residente alla via Veseri n. 2. 14) Ciccone Biagio, nato a Nola il 20.04.1968 15) Cozzolino Francesco, nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.5.1966 ivi residente alla Trav. A. Costa n.1/rione Boccia, di fatto domiciliato in via Belcampo n.1; 16) D’Avino Fiore, nato a Napoli il 14.10.1932, residente in Saviano alla via Tappia Furignano n. 27; 17) Del Giudice Vincenzo, nato ad Ottaviano il 4.09.40 e res.te in Somma Vesuviana alla Via Seggiari n. 28 18) Di Pietro Ciro, nato a Portici il 10.05.1957 ivi residente alla via Dalbono nr. 6/A; 19) Fabbrocino Mario, nato a San Gennaro Vesuviano l’1.6.1956, ivi residente alla via Rammegnari nr.26; 20) Falco Domenico, nato a San gennaro Vesuviano l’11.5.1969, residente in Palma Campania alla via Frauleto n. 110; 21) Gagliardi Antonio, nato a Cosenza il 26.02.1957, residente in Ottaviano alla via Viviani n. 10; 22) Ilardi Marino, nato a Stoccarda il 1.11.1973, residente in San Giuseppe Vesuviano alla via Nuova Poggiomarino n. 6; 23) Matrone Franco, nato a Poggiomarino il 14.11.1948 e res.te in Terzino al c:so A. Volta n. 258; 1 24) Maturo Francesco, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.5.1970 ivi residente in Traversa A. Costa n. 1/Rione Boccia, di fatto domiciliato in San Gennarello di Ottaviano in via Luigi Carbone n. 1; 25) Menichini Alfonso, nato a Ottaviano il 01.01.1964, residente in Mirandola alla Strada Statale sud n. 195. 26) Miranda Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano il 19.2.1967, ivi residente alla via Croce Rossa n. 89, ovvero in Traversa Cupa snc; 27) Nappo Ciro, nato a Napoli il 20.09.1982, residente in Nola alla via Torino n. 8; 28) Pagano Gennaro, nato a Ottaviano il 7.7.1972, ivi residente alla via Prischi n. 6; 29) Prisco Angelo, nato a Ottaviano il 20.8.1966, ivi residente alla via FF.SS n. 172; 30) Prisco Donato, nato a Ottaviano il 11.2.1951, ivi residente, di fatto domiciliato in Pomigliano d’Arco alla via Passariello nr. 74; 31) Ranieri Silvio, nato a San Giuseppe Vesuviano l’1.1.1966, ivi residente alla via Aielli n. 3/b; 32) Romano Felice, nato a Ottaviano il 23.5.1945, ivi residente alla via Romani n. 44 33) Sannino Vincenzo, nato a Napoli il 30.8.1978, residente in Cercola al viale delle Acacie n. 5; 34) Sasso Giovanni, nato ad Ercolano il 6.11.1955, residente in Ottaviano alla via Spacconi n. 36; 35) Striano Berardo, nato a San Giuseppe Vesuviano il 23.5.1962, ivi residente alla Via Carbonari n. 50; 36) Tittillo Michele, nato a San Giuseppe Vesuviano il 23.03.1969, residente in Ottaviano alla via Salute 21; INDAGATI Bifulco Biagio, Cesarano Domenico, Ambrosino Salvatore, Ambrosio Luigi, Ambrosio Umberto, Annunziata Gennaro, Bifulco Luigi, Casillo Domenico, Ciccarelli Pasquale, Cozzolino Francesco, Fabbrocino Mario, classe 1956, Ilardi Marino, Iovino Antonio, Maturo Francesco, Menichini Alfonso, Miranda Salvatore, Nappo Ciro, Pagano Gennaro, Prisco Angelo, Prisco Donato, Ranieri Silvio, Sannino Vincenzo, Sasso Giovanni, Tittillo Michele: a) per il delitto di cui all'art. 416 bis,1°-2°-3°-4°-5°- 6° comma c.p., per avere partecipato unitamente ad altre persone, ad un'associazione di tipo mafioso denominata clan Fabbrocino promossa, organizzata e diretta da Fabbrocino Mario che, avvalendosi della forza di intimidazione promanante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva già acquisita al patrimonio della struttura criminale in ragione della sua affermata e radicata presenza sul territorio, ha per scopo la commissione di delitti (estorsioni, usura, turbative di aste giudiziarie, bancarotte fraudolente, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, intestazione fittizia di quote di società e attività di impresa ) al fine di acquisire il controllo delle attività illecite in parte del territorio della provincia di Napoli, ed in partico¬lare nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e zone limitrofe, e di conseguire, in modo diret¬to o indiretto, la gestione o il controllo di attività economi¬che, quali la gestione di imprese avviate anche attraverso il reimpiego di capitali illecitamente accumulati, nonché al fine di realizzare profitti o vantaggi ingiusti, di impedire o comunque ostacolare il libero esercizio del diritto di voto, anche procurando a soggetti intranei alla struttura preferenze in occasione delle consultazioni elettorali. Con l’aggravante di essere l’associazione armata e dell’essere le attività economiche impiantate ovvero controllate dall’organizzazione il frutto del prodotto e/o del profitto dei delitti oggetto della pianificazione criminale. Con le aggravanti per Bifulco Biagio e per Cesarano Domenico di avere diretto ed organizzato la associazione a far data dall’agosto 2005, periodo in cui Fabbrocino Mario classe 1943 è stato detenuto; In San Giuseppe Vesuviano e zone limitrofe dall’autunno 2004, con condotta in atto; Falco Domenico, Cesarano Domenico e Casillo Domenico 2 b) p. e p. dagli artt. 81 cpv, 110, 112 n. 2, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, in concorso ed unione fra loro, con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso, Falco Domenico quale mandante, Cesarano Domenico e Casillo Domenico quale esecutori materiali, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dalla appartenenza al clan camorristico notoriamente operante nella zona e nell’indicare espressamente alla persona offesa le conseguenze negative, prospettando tra l’altro l’allontanamento coattivo dal paese di Palma Campania che avrebbe subito nel caso di mancata corresponsione delle somme richieste, costringevano Carbone Antonio, già debitore di De Falco di una somma non quantificata, a versare loro a più riprese somme nella misura mensile di almeno ! 1.000, una parte della quale veniva espressamente richiesta come compenso spettante a Casillo ovvero a Cesarano in ragione del loro intervento, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In Palma Campania ed altrove , fra il febbraio ed il settembre 2007 Sannino Vincenzo, Sasso Giovanni, Caliendo Giuseppe e Matrone Franco c) p. e p. dagli artt. 110, 112 n. 2, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, in concorso ed unione fra loro e con altri, Sannino Vincenzo quale mandante e successivo intermediario nella realizzazione del profitto, Matrone Franco, Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe quale esecutori materiali, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dalla loro notoria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, ed in particolare riferendo alla persona offesa che “sapevano tutto di lui, vita morte e miracoli”, costringevano Guastafierro Giovanni, già debitore di una somma ingente nei confronti di un soggetto di nome Pasquale non potuto identificare, a versare loro o comunque a prometterne la dazione, di una somma di danaro di importo non quantificato ma comunque pari o superiore al credito originario, una parte della quale avrebbe dovuto essere trattenuta da Sasso, da Caliendo e da altri esponenti camorristi, quale ricavo per il loro intervento, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In Scafati in epoca prossima e successiva al giugno 2009 Berardo Striano d) Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, in concorso ed unione con altri e con Striano Domenico e con Bonavita Luigi, nei cui confronti non si procede in quanto deceduti, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice promanante dalla notoria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, costringevano l’imprenditore Aliberti Aniello a promettere la dazione di una somma pari a 5.000 mensili (e comunque complessivamente non inferiore a 30.000 !) e si facevano così consegnare somme di danaro il cui importo complessivo non è stato possibile quantificare, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In S. Giuseppe Vesuviano negli anni 2004 e 2005 Cozzolino Francesco e) Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, ed in concorso con 3 soggetti non identificati, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice della appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, costringevano un soggetto allo stato non identificato a versare l’importo di 10.000 ! in tre rati annuali , di cui quelle relative alla Pasqua 2007 ed al dicembre 2007, venivano incassate personalmente dal Cozzolino Francesco, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In S. Giuseppe Vesuviano in periodo antecedente e prossimo alla Pasqua del 2007 ed il 13.12.07 Sasso Giovanni , Cozzolino Francesco, Maturo Francesco, Miranda Salvatore f) Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 56, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, in concorso fra loro con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice della appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, ed in particolare: - Cozzolino Francesco e Miranda Salvatore, recandosi in data 25.3.09 presso l’imprenditore Giordano Angelo ed intimandogli di recarsi presso Maturo Francesco; - Sasso Giovanni, presentandosi in data 26 marzo 2009 e dopo che la persona offesa si era rifiutata di accondiscendere alla pretesa avanzata da Cozzolino e da Miranda, al cospetto della persona offesa per chiedere conto alla stessa della sua mancata presentazione al cospetto di Maturo e minacciandolo, dopo averlo ristretto in una parte riservata del magazzino presso il quale si era portato, con espressioni del tipo “Lo sai che io ti sparo in petto”; - Miranda, presentandosi alla persona offesa il successivo 31 marzo 2009 ed intimandole di nuovo di presenziare all’appuntamento; - Cozzolino, infine, nuovamente presentandosi presso la sede dell’azienda della persona offesa ed intimandole di usufruire per lo svolgimento di eventuali lavori edili connessi alla realizzazione di un locale commerciale in Ottaviano della ditta dell’ing. Marolo; ponevano in essere atti idonei a costringere la persona offesa a pagare una somma di denaro di importo non potuto quantificare, nonché di procedere all’assunzione dell’onere economico di svolgere lavori edili a mezzo della ditta sopra indicata, non riuscendo nell’intento per la resistenza opposta dalla persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In S. Giuseppe Vesuviano nei mesi di marzo aprile e maggio 2009 Cozzolino Francesco e Miranda Salvatore g) Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 56 e 629, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, ed in concorso fra loro con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dalla loro notiria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, ed in particolare Cozzolino, recandosi in compagnia di Miranda presso l’esercizio commerciale gestito da Cascone Paolo, presentandosi a quest’ultimo quale soggetto vicino a “Biagio” e così richiamando alla mente della persona offesa il suo notorio legame di parentela con Bifulco Biagio di cui è il cognato, nonché Miranda esibendo una pistola che indossava, costringevano il predetto titolare di esercizio di rivendita di moto a consegnare loro nr. 2 ciclomotori modello ATV 230 e a recapitarli presso l’abitazione di Cozzolino, senza provvedere al pagamento del dovuto corrispettivo, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa ed in altra occasione; Miranda, inoltre, nelle medesime condizioni di cui sopra e dunque con minaccia consitiita nel tenere condotte analoghe richiedendo la consegna di altro ciclomotore del medesimo modello, non verificandosi l’evento per il rifiuto opposto dalla persona offesa. Con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. 4 In S. Giuseppe Vesuviano nel giugno del 2007 Miranda Salvatore, Maturo Francesco h) Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, ed in concorso fra loro con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice della appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, nota alla persona offesa, Maturo chiedendo ad Esposito Ciro, titolare di impresa di produzione di scatole operante in Ottaviano, l’immediato pagamento in contanti di assegni di provenienza sconosciuta e di non immediato incasso ed Miranda operando l’incasso delle relative somme, in particolare consegnando alla persona offesa previa ricezione della somma di importo equivalente al titolo di credito, un assegno dell’importo di ! 7.500 rimasto, nonostante le successive rimostranze della persona offesa, impagato, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., nonché al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica denominata clan Fabbrocino. In Ottaviano fino al Natale 2004 i) Miranda Salvatore Del reato di cui agli artt. 110, 81 cpv, 629 co. 2 in relazione all’art. 628 co. 3 c.p., art. 7 l. 203/91 perché, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, ed in concorso con soggetti non identificati, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dalla loro notoria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, imponendo ad Esposito Ciro titolare di impresa di produzione di scatole operante in Ottaviano, di stipulare contro la sua volontà con i titolari della ditta la “GRUPPO EN-J srl” - con sede in San Giuseppe Vesuviano al cortile Ammirati n. 2 - di proprietà di Russo Giuseppina ed Ambrosio Speranza Michela, rispettivamente moglie e figlia di Ambrosio Franco, elemento storicamente legato al clan Fabbrocino, contratti per la fornitura di gadgets pubblicitari natalizi di scarso valore commerciale e di alcuna utilità (penne – agende – calendari ecc.) per un importo complessivamente ammontante ad ! 672, così procurando alla persona offesa un danno economico con ingiusto profitto per i soggetti legati al clan. Con l’aggravante di aver agito avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., ovvero al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica Fabbrocino. In Ottaviano nel 2008 Sasso Giovanni j) Per il reato di cui agli artt, 110, 629 c.2, 7 d. l. 152/1991, perché in concorso con soggetti in corso di identificazione, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza intimidatrice derivante dalla loro notoria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, costringevano le ditte incaricate di eseguire i lavori di raddoppio della s.s. 268 a versare loro, o a prometterne comunque la dazione, di una somma da corrispondere periodicamente in occasione dello stato di avanzamento dei lavori e complessivamente quantificata in via generica nella misura pari al 3,5 % ( di cui lo 0,5 % pari al guadagno personale che SASSO si riprometteva di trattenere per sé) dell’importo del contratto di appalto, così procurandosi un ingiusto profitto con corrispondente danno della persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., nonché al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica Fabbrocino. In Ottaviano in epoca prossima e successiva al maggio 2009 Sasso Giovanni e omissis (Montella Gennaro, nei cui confronti non si avanza richiesta di applicazione di misura cautelare) k) Per il reato di cui agli artt, 110, 629 c.2 , 7 d. l. 152/1991, perché in concorso con soggetti in corso di identificazione, con violenza e minaccia consistita nell’avvalersi della forza 5 intimidatrice derivante dalla loro notoria appartenenza al clan camorristico Fabbrocino, costringevano Maltese Pietro, titolare di una delle ditte impegnate nei lavori di esecuzione del raddoppio della s.s. 268 ad assumere Montella Gennaro alle dipendenze della P.M. Costruzioni S.r.l., così procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale con corrispondente danno della persona offesa. Con le aggravanti di aver agito in più persone riunite, nonché avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis c.p., nonché al fine di agevolare l’attività dell’associazione camorristica Fabbrocino. In Ottaviano in epoca prossima e successiva al maggio 2009 Sasso Giovanni, Fabbrocino Mario classe 1956 e Ciccone Biagio l) Del delitto p. e p. dagli artt. 110, 629, comma 1 e 2, in relazione all’art. 628 comma 3 c.p., 7 l. 203/91, perché, in concorso e unione tra loro, mediante minaccia consistita nello spendere la loro notoria appartenenza al clan Fabbrocino e nel pretendere che Filosa Tommaso consegnasse loro l’importo totale delle somme che questi aveva coattivamente riscosso presso un soggetto nei cui confronti vantava un credito e che risiedeva nel territorio su cui il clan Fabbrocino esercitava la sua sfera di influenza mafiosa, si procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale con conseguente danno per la persona offesa; con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui alla’rt. 416 bis c.p., nonché al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso di cui al capo a); in San Giuseppe Vesuviano, Pollena Trocchia e comuni limitrofi, accertato nell’estate 2009. Sasso Giovanni, Sannino Vincenzo, Di Pietro Ciro m) Del reato di cui agli artt. 110, 644 c. 1, 2, 5 n,4 , art. 7 D.L. 152/91 , per avere, in concorso con Di Pietro Ciro ed altri soggetti in corso di identificazione, per i quali si procede separatamente inserendosi nel pregresso rapporto in forza del quale Maltese Pietro, soggetto svolgente attività imprenditoriale, aveva consegnato a Di Pietro Ciro la somma di ! 147.000 in più tranches nel corso del 2008, previa promessa del pagamento, per la restituzione di detta cifra, di interesssi usurari pari al 7% mensile, e dopo che la persona offesa aveva già corrisposto, in virtù del patto usurario, la somma di oltre 120.000 ! ( per una rata mensile di ! 10.700) imputata a quote interessi - operato, mediante accordo diretto stipulato con la persona offesa e con lo stesso Di Pietro Ciro, la ulteriore “rinegoziazione” del debito usurario, facendo promettere alla persona offesa la corresponsione di ulteriori ! 100.000 e rideterminandosi così la somma dovuta dalla persona offesa in 225.000 !, palesemente sproporzionata rispetto alla somma capitale, da corrispondere in rate di ! 10.000 mensili, che sarebbero state consegnate per il tramite degli stessi Sasso e Sannino a Di Pietro. Con l’aggravante dell’essere la persona offesa un imprenditore e dell’aver agito avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. nonché al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso denominata clan Fabbrocino; In Portici ed altrove nel luglio 2009 Sasso Giovanni, Ciccarelli Pasquale, Del Giudice Vincenzo, Caliendo Giuseppe e Sannino Vincenzo n) del delitto di cui agli artt.81 primo e secondo comma 2, 629 cpv. con rif. all’art.628 cpv. n 3 c.p., 353 c.p. e art.7 L.203/1991 perché, in concorso fra loro, in violazione di più disposizioni di legge e con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, con riferimento alla vendita all’incanto dei beni disposta dal Tribunale di Nola sez Fallimentare avente ad oggetto la procedura n.14/2002 relativa al fallimento della CARVES s.r.l., società aministrata dallo stesso Del Giudice Vincenzo in ordine ai seguenti beni il cui valore posto a base d’asta era pari a euro 1.718.442,19, ed in particolare avendo Del Giudice Vincenzo richiesto, con la mediazione di Ciccarelli Pasquale, l’intervento di Sasso Giovanni e del Clan Fabbrocino, promettendo e pattuendo un compenso pari a ! 20.000 per assicurare l’esito positivo a favore di Del Giudice della procedura d’incanto ed avendo Sasso Giovanni, con violenza e minaccia consistita: 6 • nel fare avvicinare da Caliendo Giuseppe e Sannino Vincenzo Catanese e Ambrosio nonché il loro legale, quali soggetti che avevano presentato offerta di acquisto; • nell’intimare loro di non partecipare all’udienza del 19.5.09, nonostante la presenza di una precedente aggiudicazione a loro favore dell’incanto; • ingenerando così nei predetti il timore di subire ritorsioni violente in caso di mancata adesione alle illecite richieste, costringevano i predetti a non presentare ulteriori offerte in rilancio, conseguendo in tale modo il Del Giudice Vincenzo, attraverso l’interposizione della di lui figlia Del Giudice Teresa, l’aggiudicazione dei beni sopraindicati, procurandosi così l’ingiusto profitto conseguente all’aggiudicazione dei beni a seguito della rinuncia degli altri partecipanti, con correlativo danno per le parti offese Catanese ed Ambrosio, che non potevano ottenere l’aggiudicazione e con tale condotta turbando altresì la regolarità delle aste relative ai beni suindicati. Con le aggravanti dell’aver commesso il fatto al fine di favorire il Clan Fabbrocino attraverso l’esplicita indicazione della necessità di utilizzare il profitto del reato per la gestione delle spese degli associati carcerati , nonché in virtù dell’avvenuta effettuazione della minaccia da parte di soggetto il Sasso facente parte dell’associazione camorristica-clan Fabbrocin e con l’aggravante, altresì, di essersi avvalsi della forza intimidatrice della suddetta organizzazione In Nola, Ottaviano e zone limitrofe fino al maggio 2009. Annunziata Gennaro, Sasso Giovanni, Annunziato Maurizio o) del delitto di cui agli artt.81 primo e secondo comma, 629 cpv. con rif. all’art.628 cpv. n 3 c.p., 353 c.p. (come modificato dalla legge n 136/10 , art. 9) e art.7 L.203/1991 perché, in concorso fra loro, in violazione di più disposizioni di legge e con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, con riferimento alla vendita all’incanto dei beni disposta dal Tribunale di Nola nell’ambito della procedura 131/02 di una parte dei beni suddivisi in lotti - di proprietà della Gianni Annunziata s.p.a., società nella disponibilià dello stesso Annunziata Gennaro -, avendo Annunziata Gennaro richiesto ed ottenuto l’intervento di Sasso Giovanni, per assicurare l’esito positivo a favore dello stesso Annunziata della procedura di vendita ed avendo Sasso Giovanni con violenza e minaccia consistita nell’intimare ai componenti della famiglia Ugliano - in occasione di un sopralluogo avvenuto in data 7.5.09 presso l’abitazione di cui al lotto nr. 4 - di non partecipare all’asta relativa a quella casa affermando con riferimento all’abitazione, che “nel caso se la sarebbero dovuta portare via solo con una pala meccanica” ed avendo nella sua disponibilità in quel momento, al pari dell’Annunziata Gennaro ivi presente, di armi; così ottenendo che gli stessi Ugliano (e lo Ugliano Luigi in particolare) presentassero offerte di acquisto solo per il lotto nr. 3 (nella disponibilità di Annunziata Nicola) e non per il lotto nr. 4, procurandosi così l’ingiusto profitto conseguente alla mancata presentazione di offerte per il lotto 4, con correlativo danno per la famiglia Ugliano con tale condotta turbando altresì la regolarità delle aste relative ai beni suindicati; successivamente, sempre con il costante interessamento di Sasso Giovanni, avendo Annunziata Gennaro, ottenuto la compiacente partecipazione alla asta per i restanti beni lotti 2 e 4 di Annunziato Maurizio, rappresentante legale della Cesin Costruzioni s.r.l., in realtà agente nell’interesse dello stesso Annunziata Gennaro - fisicamente presente nei giorni 4 e 5 novembre 2010 presso il Tribunale di Nola in occasione degli incombenti relativi all’asta ed accompagnandosi all’Annunziato - che successivamente rimaneva nella disponibilità materiale dell’immobile di cui al lotto 4, così ulteriormente turbato lo svolgimento di questa sequenza della procedura e della relativa asta; Con le aggravanti dell’aver commesso il fatto al fine di favorire il clan Fabbrocino ed avvalendosi della forza intimidatrice della suddetta organizzazione In Nola, Ottaviano e zone limitrofe in epoca antecedente e prossima al maggio 2009 e fino al 5 novembre 2010. Caliendo Giuseppe p) Del delitto p. e p. dagli artt. 81, 110 c.p., 10-12-14 l. 497/74, 7 l. 203/91, per avere, in concorso con altri, illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico la pistola marca Beretta calibro 7,65 7 che egli aveva a sua volta ricevuto da terzi e che cedeva a Bifulco Biagio, quale arma comune da sparo; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso denominata clan Fabbrocino; In Ottaviano e comuni limitrofi in data anteriore al 15.10.2007 Romano Felice q) Del delitto p. e p. dagli artt. 81 c.p., 10-12-14 l. 497/74, 7 l. 203/91, per avere illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico una pluralità di armi di marca e calibro non precisati, quale armi comune da sparo, che offriva in vendita a Casillo Domenico; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso denominata clan Fabbrocino; In Ottaviano e comuni limitrofi nell’ottobre 2007 Sasso Giovanni r) Del delitto p. e p. dagli artt. 81 c.p., 10-12-14 l. 497/74, 7 l. 203/91, per avere illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico una pluralità di armi, tra cui una remington calibro 357 magnum e altre di marca e calibro non precisati, quale armi comune da sparo; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso denominata clan Fabbrocino; In Ottaviano e comuni limitrofi tra il maggio e il luglio 2009 Cesarano Domenico e Casillo Domenico s) Del delitto p. e p. dagli artt. 81, 110 c.p., 10-12-14 l. 497/74, 7 l. 203/91, per avere, in concorso tra loro, illegalmente detenuto e portato in luogo pubblico una pluralità di armi, di marca e calibro non precisati, quale armi comune da sparo; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare le attività dell’organizzazione di stampo mafioso denominata clan Fabbrocino; In Palma Campania e comuni limitrofi nel luglio 2007 Bifulco Biagio, Ranieri Silvio, Averaimo Vincenzo t) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91, perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava, nel tempo e con distinti atti, a Ranieri Silvio nonché ad Averaimo Vincenzo la titolarità delle quote delle società A.M.MODA S.r.l; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; in Ottaviano ed altrove il 26.9.06 Ambrosio Umberto, Ambrosio Luigi u) del reato di cui all’art. 110 c.p. art . 216, 1^ co. nr. 1, 223 l.fall.; art 7 D.L. 152/91, per avere, in qualità di amministratore di fatto il primo e di legale rappresentante il secondo, distratto ovvero occultato o dissimulato parte dell’attivo della società INTERNATIONAL MODA srl, in presenza di uno stato passivo pari a ! 2.236.826,24 e con un attivo di consistenza infima (rappresentato da una scarna quantità di materiale vestiario e di mobilistica aziendale del valroe di alcune decine di migliaia di euro) con un rilevante divario tra passivo ed attivo che non trova giustificazione nelle necessità economiche dell’impresa, ed inoltre ponendo in essere le condotte che seguono: • la vendita sotto costo e con distrazione di parte consistente del corrispettivo delle rimanenze merci nel corso dell’anno 2006 con abbattimento delle rimanenze stesse e ricavi intrinsecamente non corrispondenti; 8 • • la distrazione di buona parte di altre rimanenze di fine esercizio 2006; la cessione simulata - con conseguente distrazione del corrispondente ramo d’azienda sito in Azzano San Paolo a favore della TTI Italia – per un corrispettivo apparente di ! 12.000 (mai incassati) e nonostante che la International Moda s.r.l. vantasse un credito di ! 248.400 nei confronti della medesima TTI Italia, credito poi oggetto di storno con scrittura contabile falsa che nascondeva e dissimulava la cessione di materiale commerciale presente nel ramo d’azienda; • la cessione simulata del ramo d’azienda di Albino a favore della Oltre Oceano Moda srl (altra società facente capo allo stesso Ambrosio Umberto ed al Bifulco Biagio) con insussistenza (neppure formale) del pagamento di alcun corrispettivo. Con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In Ariano Irpino sentenza dichiarativa del fallimento del 12.3.08 Ambrosio Umberto Ambrosio Luigi v) del reato di cui agli artt 110 c.p. , 216, 1^ co. nr. 2), l.f.; 223, 1^ co. l.f.; art 7 D.L. 152/91, per avere, nelle qualità sopra indicate, tenuto le scritture contabili in guisa tale da non rendere ricostruibile il patrimonio ed il movimento degli affari della società fallita, ed in particolare sottraendo i parte della documentazione contabile (quali il libro mastro, fatture d’acquisto, fatture emesse e registri iva), omettendo l’annotazione di pagamenti in contanti per importi considerevoli, operando l’indebita annotazione di eliminazione di “crediti inesistenti” e di “debiti inesistenti” a fronte della conservazione in contabilità di altri crediti di difficile esazione, il tutto al fine di dissimulare l’effettuazione di incassi fuori contabilità o pagamenti preferenziali e comunque in modo da non consentire la esatta ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In Ariano Irpino sentenza dichiarativa del fallimento del 12.3.08 Bifulco Biagio, Bifulco Luigi, Ranieri Silvio, Ambrosio Umberto w) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava dapprima ad Bifulco Luigi e successivamente a Ranieri Silvio (a mezzo dei figli di quest'ultimo Francesco ed Antonio) la titolarità delle quote delle società Don Perignon Caffe’ S.r.l., cessioni coordinate dall'Ambrosio Umberto, amministratore pro tempore della società fino al febbraio 2009 ; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; in S. Giuseppe Vesuviano ed altrove fino al febbraio 2009 Bifulco Biagio, Bifulco Luigi, Ranieri Silvio, Ambrosio Umberto x) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava dapprima ad Bifulco Luigi e successivamente a Ranieri Silvio (a mezzo dei figli di quest'ultimo Francesco ed Antonio) la titolarità delle quote delle società Don Perignon Caffe’ S.r.l., cessioni coordinate dall'Ambrosio Umberto, amministratore pro tempore della società fino al febbraio 2009 ; 9 con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; in S. Giuseppe Vesuviano ed altrove fino al febbraio 2009 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, Gagliardi Antonio, Menichini Alfonso X1)Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente, a mezzo della condotta posta in essere dall’Ambrosio che reperiva i prestanome, intestava dapprima a Menichini Alfonso e successivamente a Gagliardi Antonio la titolarità delle quote delle società Di Gennaro Moda S.r.l.; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In San Giuseppe Vesuviano ed altrove in data 28.10.2007 e 23.3.2009 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, Nappo Ciro, Menichini Alfonso y) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava dapprima ad AMBROSIO Umberto e quest'ultimo successivamente a Menichini Alfonso ed a Nappo Ciro la titolarità delle quote delle società Fashion Project Vip s.r.l. ; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In San Giuseppe Vesuviano ed altrove il 18.10.2007 e il 2.1.2009 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, Tittillo Michele, Bifulco Luigi z) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente, a mezzo della condotta posta in essere dall’Ambrosio che reperiva i prestanome, intestava dapprima a Tittillo Michele e successivamente a Bifulco Luigi la titolarità delle quote delle società R.G. sas di Bifulco Luigi ; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In San Giuseppe Vesuviano ed altrove dall’ottobre 2007 fino al gennaio 2009 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, Nappo Ciro, Menichini Alfonso aa) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava dapprima ad AMBROSIO Umberto e quest'ultimo successivamente a Menichini Alfonso ed a Nappo Ciro la titolarità delle quote delle società Laboratorio Del Gusto srl ; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In San Giuseppe Vesuviano ed altrove dal marzo al dicembre 2008 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, Tittillo Michele bb) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a 10 Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente, a mezzo della condotta posta in essere dall’Ambrosio che reperiva il prestanome, intestava a Tittillo Michele la titolarità della società Faville 2 S.r.l. ; con l’aggravante di avere commesso il fatto al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In San Giuseppe Vesuviano ed altrove dall’ottobre 2007 fino al gennaio 2009 Bifulco Biagio, Ambrosio Umberto, D'avino Fiore Pagano Gennaro cc) Del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 c.p., 12 quinquies L. 356/92, art. 7 D.L. 152/91 perchè, in concorso tra loro, con più atti esecutivi del medesimo disegno criminoso, per assicurare a Bifulco Biagio il profitto del delitto di cui al capo a), al fine di eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali, Bifulco Biagio fittiziamente intestava, con la direzione ed il coordinamento dell'Ambrosio, dapprima a D'Avino Fiore e successivamente a Pagano Gennaro la titolarità delle quote delle società OLTRE OCEANO MODA S.r.l. ; con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis nonché al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; in San Giuseppe Vesuviano ed altrove nell'ottobre 2007 e nel febbraio 2008 Ambrosio Umberto, Pagano Gennaro, Ambrosino Salvatore, Beracci Quirino dd) Del reato di cui all’art. 110 c.p., 216 c.1 n.2 L.Fall, 7 D.L. 152/91, per avere in concorso, tra di loro, l’Ambrosio Umberto quale rappresentante di fatto, il Pagano Gennaro quale legale rappresentante ed autore della condotta di seguito indicata, l’Ambrosino Salvatore quale consulente legale dell’Ambrosio, il Beracci quale collaboratore dell’Ambrosio , distratto e successivamente occultato la documentazione contabile attinente alla Oltre Oceano Moda s.r.l. , al fine di non rendere ricostruibile il patrimonio ed il movimento degli affari della società fallita ed in particolare, dopo che era stato presentato ricorso per il fallimento della società e prima che la stessa istanza fosse discussa davanti al tribunale di Ariano Irpino, originariamente adito; -l ‘Ambrosio, con il costante aiuto dell’Ambrosino, recuperando presso terzi la documentazione contabile della Oltre Oceano Modo e successivamente incaricando il Beracci ed il Pagano di utilizzare una autovettura nella disponibilità dell’Ambrosio per simulare il furto della autovettura e la sparizione della documentazione asseritamente ivi presente; - il Pagano, simulando il furto dell’autovettura e fornendo, previa consultazione con l’avvocato Ambrosino, dichiarazioni false alla P.G. e l’Ambrosio facendo demolire l’autovettura Ford Escort tg.AA461CL falsamente denunziata come rubata presso un meccanico di propria fiducia. con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis nonché al fine di agevolare l’attività dell’associazione di stampo mafioso facente capo a Mario Fabbrocino; In Nola sentenza dichiarativa del fallimento in data 24.2.10 Ambrosio Umberto, Pagano Gennaro, Ambrosino Salvatore e Beracci Quirino ee) Del reato di cui agli artt. 110, 61 n.2 , 367 c.p., per aver in concorso tra di loro, con le condotte ed i ruoli sopra indicati, falsamente denunziato il furto della autovettura Ford Escort tg.AA461CL e della documentazione contabile della Oltre Oceano Moda srl. Con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di porre in essere il reato che procede In San Giuseppe Vesuviano il 6.5.09 Con la recidiva specifica reiterata e infraquinquennale per Bifulco Biagio, Di Pietro Ciro, 11 Con la recidiva specifica e reiterata per Sasso Giovanni, Maturo Francesco, Caliendo Giuseppe, Cesarano Domenico, Fabbrocino Mario, classe 1956, Annunziata Gennaro, Prisco Donato, D’Avino Fiore, Gagliardi Antonio, Matrone Franco con la recidiva reiterata per Menichini Alfonso con la recidiva infraquinquennale per Sannino Vincenzo Letta la richiesta di misura cautelare della custodia in carcere avanzata nei confronti dei suindicati indagati dal PM. Letta la revoca della richiesta di misura cautelare nei confronti di Gagliardi Antonio in data 7.12.2012 ( per essere l’indagato deceduto in data 8.7.2012) Osserva 1. Premessa. L’ esistenza del clan Fabbrocino La storia di un clan è racchiusa negli accertamenti giudiziari che nel corso del tempo attraverso la autorevolezza dei giudicati raccontano la vita dell’organizzazione criminale . Dunque l’esistenza effettiva ed attuale della capacità criminale del clan Fabbrocino può ritenersi provata alla luce delle circostanze di fatto cristallizzate nelle sentenze che, di volta in volta, si sono occupate dello stesso ; l’organizzazione in esame è stata capace nel tempo di mantenere solida la sua leadership nell’area territoriale ricompresa tra i comuni di San Giuseppe Vesuviano, San Gennaro Vesuviano, Ottaviano e zone limitrofe e di come il comando direttivo, sebbene formalmente sempre affidato al capo clan indiscusso, Mario Fabbrocino, sia stato esercitato di volta in volta dai suoi più fidati luogotenenti, già componenti della cupola ristretta intorno alla quale si era strutturata l’organizzazione. La presente ordinanza in particolare cerca di ricostruire l’articolazione criminale creatasi intorno alle figure di Bifulco Biagio e di Cesarano Domenico nel periodo in cui Fabbrocino Mario era ristretto in carcere e sottoposto al regime di cui all’art. 41 bis o.p. Prima di esaminare, pertanto, il gruppo più direttamente riconducibile a Bifulco Biagio, appare opportuno operare una sia pur breve e sintetica premessa sulla storia giudiziaria e criminale del clan Fabbrocino. Mario Fabbrocino, già elemento di spicco della N.F. e poi del disciolto clan Alfieri, all’indomani del pentimento dei vertici di tale ultima confederazione e dello stesso Carmine Alfieri, è divenuto il principale punto di riferimento delle organizzazioni camorristiche operanti nella zona. La lettura della sentenza n. 596/2000 Reg. Sent. emessa dal Tribunale di Nola il 22.6.2000, a carico di Ambrosio Franco + 8, con la quale venivano condannati per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. gli esponenti apicali del sodalizio criminale, offre un eloquente spaccato della caratura criminale di Mario Fabbrocino e della potenza criminale dell’organizzazione dallo stesso capeggiata e descrive adeguatamente il tessuto su cui il sodalizio ha poi operato anche negli anni successivi al 2002, quando, per avvenuta espiazione della pena irrogata all’esito della condanna, hanno riacquistato la libertà personaggi del calibro di Striano Berardo, Striano Domenico, Fabbrocino Giovanni (figlio di Mario), Fabbrocino Mario cl. 1956, soprannominato “Maruzzo”, Bifulco Biagio, Cesarano Domenico soprannominato “Mimi o’ pezzaro”. Il ritorno in libertà dei predetti ha rappresentato l’occasione per la ripresa delle attività delinquenziali e per la riaffermazione della indiscussa leadership di Mario Fabbrocino, come attestano gli ulteriori provvedimenti giudiziari che hanno interessato l’organizzazione criminale. In particolare, la sentenza n. 1878/07 emessa in data 1.6.2007 dal GUP presso il Tribunale di Napoli e la sentenza n. 1948/09 emessa il 18.12.2009 dal Tribunale di Nola cristallizzano la perdurante capacità operativa dell’organizzazione di Mario Fabbrocino e il ruolo di guida costantemente svolto da quest’ultimo. A tale ultimo riguardo, si tenga presente che, così come ricostruito nei citati provvedimenti, Mario Fabbrocino aveva riacquistato la libertà il 5.8.2004 e, a distanza di pochi mesi dal suo ritorno nel territorio di origine, aveva immediatamente ripreso le redini dell’organizzazione anche grazie all’eliminazione di un 12 soggetto come Bonavita Luigi – rimasto vittima di lupara bianca nella notte tra il 18 e il 19 ottobre 2004 – il quale, durante la detenzione degli altri componenti la cupola del clan, si era arrogato il ruolo di vertice e di guida della struttura associativa, assumendo anche iniziative non gradite alla dirigenza “storica” del clan e pertanto non ratificate 1. Nei predetti provvedimenti giudiziari si evince altresì il ruolo centrale avuto già nel passato dal clan Fabbrocino negli equilibri camorristici campani, capace di permeare il tessuto imprenditoriale locale, fino a mimetizzarsi con il medesimo. A tal proposito appaiono significativi gli accertati legami con l’imprenditore Iovino Antonio, condannato anch’egli per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., con sentenza n. 1164/04 Reg. sent. emessa il 12.10.2004 dal Tribunale di Nola, e protagonista di taluni tra i più importanti lavori pubblici svolti nella regione Campania, tra i quali - in primo luogo – quelli relativi all’ammodernamento della Autostrada Napoli – Salerno – Reggio Calabria2, nonché il comprovato coinvolgimento degli aderenti al sodalizio nella titolarità e/o gestione di attività produttive, così come compiutamente ricostruito e argomentato nel decreto di sequestro n. 61805/01 emesso dal GIP presso il Tribunale di Napoli in data 03.11.2007 (con cui sono state sottoposte a provvedimento ablatorio una serie di attività di confezione e commercializzazione di tessuti gestite da Striano Berardo, nonché l’impresa di fornitura del calcestruzzo “La Fortuna” riconducibile a Mario Fabbrocino). Nel tempo, gli elementi di vertice del clan Fabbrocino, tra cui certamente devono essere annoverati gli indagati Bifulco Biagio e Cesarano Domenico (entrambi già condannati per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. con la citata sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola) hanno indirizzato i loro interessi verso la conduzione, direttamente ovvero a mezzo di fiduciari,di attività imprenditoriali. Tale salto verso un livello non più militare ma più direttamente imprenditoriale è stato reso possibile, tuttavia, grazie ai capitali illecitamente accumulati attraverso la commissione di condotte di tipo estorsivo. Sotto tale aspetto, devono senza dubbio essere richiamate le considerazioni di cui alla citata sentenza n. 1878/07 emessa in data 1.6.2007 dal GUP presso il Tribunale di Napoli e di cui alla sentenza n. 1948/09 emessa il 18.12.2009 dal Tribunale di Nola. In quei provvedimenti giudiziari, infatti, sono state compiutamente ricostruite alcune condotte estorsive e usurarie addebitabili ai vertici del sodalizio e, in particolare, a Striano Berardo, anch’egli in precedenza già condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. con la sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola. L’effettiva conduzione di una serrata pressione estorsiva esercitata sul territorio sottoposto alla sfera di influenza del clan è poi un dato che deve ritenersi cristallizzato alla luce delle ulteriori risultanze probatorie su cui si fondano la sentenza n. 350/11 emessa il 7.2.2011 dal GUP presso il Tribunale di Napoli. In quei provvedimenti giudiziari, infatti, vengono ricostruite le responsabilità di un gruppo di soggetti che, sotto l’egida del clan Fabbrocino, avevano messo a punto un capillare e sistematico taglieggiamento di imprenditori e commercianti della zona. In particolare, in quei provvedimenti sono state compiutamente ricostruite le condotte di un personaggio del calibro di Caliendo Giuseppe (nei cui confronti si procede anche in questa sede) e i suoi stretti legami con Cesarano Domenico (altro indagato destinatario della presente ordinanza ). Il quadro complessivo che si trae dalla lettura di tutti i citati provvedimenti cautelari e giudiziari permette di affermare che il clan Fabbrocino, tra le organizzazioni di stampo camorristico operanti nella provincia di Napoli, va annoverata tra quelle maggiormente attive e solide, potendo essa contare, oltre che su di un diffuso clima di omertà e su una fittissima rete di connivenze, su una struttura gerarchicamente organizzata laddove ciascun componente è perfettamente consapevole del ruolo che gli è stato affidato ed è rispettoso delle gerarchie. 1 per la ricostruzione del movente dell’omicidio si rinvia alla lettura della sentenza n. 6/10 del 23.3.2010 con la quale la Corte di Assise di Napoli, pur assolvendo gli imputati dalla condotta omicidiaria contestata, ha ricondotte alle logiche criminali del clan Fabbrocino, le ragioni dell’avvenuta eliminazione di Bonavita Luigi e dei suoi guardiaspalle e uomini di fiducia. 2 Iovino Antonio è stato di recente attinto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere n. 16/12 emessa in data 10.1.2012 dal GIP presso il Tribunale di Napoli, per i delitti di cui agli artt. 12 quinques l. 356/92, 416 c.p., 260 l. 152/06, delitti aggravati ex art. 7 l. 203/91, in atti 13 Il sodalizio è organizzato in modo verticistico e la guida carismatica di Mario Fabbrocino non è stata mai messa in discussione. Senza dubbio, uno dei principali fattori che hanno assicurato la coesione che da sempre caratterizza gli affiliati al clan Fabbrocino è stata la capacità del sodalizio di assicurare constante assistenza economica a tutti gli associati e, soprattutto, ai detenuti e alle loro famiglie. La ricchezza delle casse del clan, in cui confluiscono non solo i proventi delle attività illecite, ma anche i profitti ormai derivanti dalla conduzione delle attività imprenditoriale intraprese e gestite dal clan con metodi come si vedrà mafiosi, permette, infatti, di scongiurare il pericolo che si vengano a creare condizioni di difficoltà da cui possano trarre origine spinte centrifughe e consente, per converso, di rafforzare il vincolo di omertà anche nei confronti dei consociati. Anche in ragione di tale capacità economica, nessun aderente al clan Fabbrocino, a dispetto dei colpi anche duri inferti dall’organizzazione e delle carcerazioni subite dai suoi massimi rappresentanti, ha mai conosciuto il fenomeno della collaborazione con la Giustizia; ciò a riprova della compattezza e del fortissimo legame che da sempre cementa i diversi consociati. I fatti per i quali si procede in questa sede sono prevalentemente incentrati sul ruolo rivestito in seno alla compagine associativa in esame da soggetti del calibro di Cesarano Domenico e Bifulco Biagio, a cui, ferma restando la reggenza indiscussa e indiscutibile di Mario Fabbrocino, è toccato il compito di dirigere l’organizzazione, quali luogotenenti del capo clan nei periodi in cui questi era fisicamente impedito a farlo perché ristretto in carcere. Lo spessore della personalità e del carisma camorristico di Bifulco Biagio, in particolare, nonché il ruolo apicale rivestito in seno al clan Fabbrocino è stato ampiamente ricostruito nella citata sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola, con la quale, si ripete, il predetto è stato condannato in via definitiva per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. Bifulco Biagio è la persona alla quale, sulla base di quanto emerso nella citata sentenza n. 596/00 era stato già nel passato affidato il compito di reggere le redini dell’organizzazione nel periodo in cui Mario Fabbrocino si era reso latitante e si era rifugiato in Argentina (dove poi fu arrestato da personale della DIA di Napoli). Tra gli indagati spicca, inoltre, la figura di Cesarano Domenico, altro personaggio già affiliato al clan Fabbrocino e condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. con la medesima sentenza. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola sopra citata. Nelle pagine che seguono si è riprodotta, per ragioni logiche e sistematiche, l’impostazione accusatoria in relazione alla descrizione dell’attuale struttura organizzativa del gruppo criminale per dare poi spazio alla descrizione delle attività estorsive poste in essere e, quindi a seguire, alla descrizione delle inquietanti vicende relative alla turbativa delle aste giudiziarie , per poi terminare con le complesse vicende che attengono agli interessi patrimoniali del clan. 2. La perdurante operatività del clan Fabbrocino – l’organigramma del clan e il ruolo direttivo di Bifulco Biagio e di Cesarano Domenico I risultati delle successiva attività di indagine hanno dimostrato come né il tempo, né la detenzione e nemmeno le condanne riportate abbiano negli anni impedito a Bifulco Biagio e a Cesarano Domenico (come anche agli altri affiliati condannati con la sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola) di mantenere solida la loro immagine di padrini di mafia, avendo, in particolare, entrambi goduto della considerazione e del rispetto degli altri interlocutori, sia negli ambienti mafiosi sia nell’ambito dei rapporti con i consociati. Cesarano Domenico e Bifulco Biagio hanno assunto la reggenza del clan nell’arco di tempo in cui il capo dell’organizzazione, Mario Fabbrocino e gli altri elementi di vertice (primo tra tutti Striano Berardo), erano detenuti. IL compendio investigativo a fondamento dell’ordinanza trova la sua genesi nell’anno 2006 nel tentativo di delineare gli assetti e gli equilibri venutisi a creare in seno all’organizzazione all’indomani dell’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare avvenuta nel maggio di quello stesso anno. Per effetto dell’ordinanza n. 359/06 emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli il 26.5.2006, in particolare, erano tratti in arresto lo stesso Mario Fabbrocino, Striano Berardo e altri elementi che erano risultati i più validi collaboratori di quest’ultimo nella conduzione degli interessi illeciti gestiti dall’organizzazione. 14 Gli elementi posti a fondamento di quel provvedimento cautelare hanno poi costituito il sostegno probatorio in forza del quale sono state emesse le sentenze di condanna n. 1878/07 del GUP presso il Tribunale di Napoli e n. 1948/09 del Tribunale di Nola. Nell’ambito di quel contesto investigativo non emersero elementi tali da far ritenere che anche Bifulco Biagio e Cesarano Domenico fossero stati interessati e coinvolti nel riassetto organizzativo che Mario Fabbrocino aveva conferito alla sua struttura dopo che quest’ultimo – in data 5.8.2004 - aveva ottenuto la scarcerazione per avvenuta espiazione della pena inflittagli con la sentenza n. 596/2000 del Tribunale di Nola. La conversazione del 18.11.2004 Tuttavia, al fine di dimostrare la linea di continuità che il sodalizio di Mario Fabbrocino è stato in grado di assicurare sia pure attraverso la rappresentanza di coloro che di volta in volta sono chiamati ad assumerne la reggenza, appare utile riportare anche in questa sede il contenuto di una conversazione ambientale registrata il 18.11.2004 presso il carcere di Napoli Poggioreale tra il detenuto Somma Salvatore, suo figlio Giovanni e il fratello Luigi (già valorizzata nelle sentenze n. 1878/07 del GUP presso il Tribunale di Napoli e n. 1948/09 del Tribunale di Nola), nel corso della quale i familiari del detenuto riferivano al loro congiunto di una riunione alla quale era stato chiamato a partecipare il vertice della loro organizzazione, Ruocco Aniello, nonché l’imprenditore a loro vicino, Mautone Giovanbattista e in occasione della quale Mario Fabbrocino in prima persona, attorniato da una ventina di soggetti, aveva sostanzialmente concordato con il predetto imprenditore che questi utilizzasse il calcestruzzo prodotto dalla ditta del clan Fabbrocino “La Fortuna” per le lavorazioni edili che stava eseguendo per la costruzioni di capannoni industriali nella zona ASI di Nola. L’accordo era destinato ad assumere una specifica rilevanza per l’organizzazione di Mario Fabbrocino perché, oltretutto, gettava le basi per una rinnovata rete di alleanze tra la sua organizzazione e gli altri gruppi criminali presenti nei territori limitrofi. Nel corso della predetta conversazione, Somma Giovanni riferiva al padre che tra le persone che per conto del clan Fabbrocino avevano preso parte alla convocazione di Ruocco Aniello e Mautone Giovanbattista vi erano anche “Mimì Cesarano” e Bias. Si riporta di seguito il passo del colloquio di interesse in questa sede: Stralcio trascrizione integrale del colloquio del 18.11.2004 intercettato presso la Casa Circondariale di Napoli/Poggioreale, decreto n. 2842/04 - proc. penale 86429/R/00, tra il detenuto SOMMA Salvatore, nato a Piazzola di Nola (NA) l’11.03.1955, con SOMMA Giovanni, nato il 03.03.1982 (figlio) e SOMMA Luigi, nato il 20.03.1970 (fratello). ..omissis… Giovanni: ….ti mandano a salutare quelli di San Giuseppe (pronuncia tre nomi …incomp…)… perché l’avvocato MAUTONE…ieri sera quelli di San Giuseppe portarono l’imbasciata a casa, e poi Aniello disse chiamiamo all’Avvocato, e poi lo andammo a chiamare a casa all’Avvocato …dice me lo dovete salutare non vi dovete dimenticare…incomp…e poi Aniello (RUOCCO Aniello) e l’avvocato an-darono a casa…di quello… Salvatore: ...si ma tu non lo devi fare!! (si arrabbia per il coinvolgimento del fi-glio) Giovanni: si, lo so, ce l’ho detto all’avvocato! Salvatore: …si ho capito, ma a casa mia?....allora siete scemi, li devi cacciare fuori!! l’avvocato va a parlare da una un'altra parte, tu non devi andare a casa nostra…dici va da o’ guaglione e prenditi il numero…la prossima volta Giovanni: ….ma io non ci volli parlare con l’avvocato, dissi: io non gliele voglio portare queste imbasciate, dissi se vuoi te lo chiamo e ci parli tu, e io così ho fatto! E poi, ieri sera quando tornò disse: digli a tuo padre che lo mandano a salutare tutti quanti!! (cfr. telefonata n.6115 del 17.11.2004 ore 19,09 decreto 1902/04 utenza 3351401489 in uso a MAUTONE Giovanni) Salvatore: ...tu ci devi dire ha detto papà, assolutamente queste cose le devi fare a casa tua…dovete prendere la via della casa vostra, a casa mia queste cose…se ci vuoi venire a salutare, ti prendi un caffè ….ma per queste cose non ci devi venire!! Luigi: io glielo volevo dire, poi dissi se glielo dico sembra brutto Giovanni: non sapevo come comportarmi! Salvatore: ...ve ne dovete andare…lo vanno a chiamare loro!! Luigi: dici…mio fratello non c’è vi dovete incontrate da qualche altra parte… 15 Salvatore: devi dire, no basta che avete inguaiato a lui…glielo dovete dire, certe cose …da casa ve ne dovete andare, quando sta lui quello che vuole fare ….ha detto voi non ci dovete…continuare qua sotto !!! ……Ma l’avvocato te li da? …omissis… Salvatore: mica Aniello ti ha detto qualcosa il fatto di quelli che sono scomparsi? Giovanni: no, no.!! Salvatore: …incomp…. Giovanni: ha…il fatto (capisce a cosa si riferisce)….hanno apparato, hanno ap-parato!! Salvatore: …incomp…. Giovanni: non me l’ha detto però mi ha detto che …incomp….appuntamento con il ragioniere l’ho apparata quella situazione… Salvatore: …incomp… Giovanni: non mi ha detto chi, mi ha detto solo ho apparato quella situazione… Giovanni: no, andarono la l’appuntamento con il ragioniere lo fecero a casa di Michele ( LA MARCA Michele) Salvatore: a casa? Giovanni: si, e si incontrarono la… Salvatore: Michele l’hai visto? Giovanni: ieri l’ho visto venne a domandare per il colloquio e gli dissi che non l’avevo fatto e lo vado a fare domani. Viene, il mercoledì il lunedì…dissi quello l’hanno portato a fare una visita però non so niente….perchè mi ha mandato l’imbasciata tramite Aniello…io non l’ho visto proprio… …omissis… Ore 9.34 Salvatore: …senti un poco, i vecchi guai …incomp…fammi sentire in-comp…Michele….incomp…ma io me ne devo andare Luigi: devi fare fare a loro, devi fare fare a loro!! Salvatore: se lo vogliono fare …incomp….no, ma io solo per la Piazzola …io non ci parlo, io non ci parlo …incomp....si è esposto lui …hai visto là che fanno: quattro botte ….la vanno pesanti!!! Luigi: la sono pesanti!!! Salvatore: …. la se non esce il pentito…se poi esce….. Giovanni: …sono eventi che puoi insegnarmi quando possono durare 5, 6, 7… Salvatore: ..le cose interne finiscono però sono cose che finchè vanno, vanno, lo vedi: due anni, cinque anni che vanno alla grande, perché la non si parla, in bocca a quello (riferimento a Bonavita Luigi) si facevano le chiacchiere Giovanni: questo va trovando i fatti Salvatore: questo disse: qua sta il miliardo…io so le storie…io lo sapevo …prenditi i soldi…..e finiva tutto coso, no come noi può durare anche venti an-ni, ma il problema e che io tengo 50 anni quanti anni posso ancora campare…. Giovanni: …la anche nel momento in cui è finita là, scoppia una bomba mai vista!! Salvatore: …incomp…quella se dura 15 anni io tengo 65 – 70 anni, posso anche morire però l’importante…incomp…non è che tu una cosa l’hai fatta così….ma la no esiste, là è tutta una cosa stretta…tutto è che si aggiusta il lato di quà… Biagio… incomp…Berardo e Cesarano Domenico (pronuncia 5 nomi, indicando anche con la mano)…quelli sono 5-6 di loro…se fra di loro non vanno in conflitto…(ore 9,35.47) Luigi: dice che stavano venti di loro ieri!!! Salvatore: stavano? Giovanni: dice che Berardo (STRIANO Berardo) parlava troppo bene di te, ab-bracciatemi il compare, pure la notte mi dovete venire a chiamare, mi avete ca-pito che me lo dovete salutare? Salvatore: perché chi te l’ha detto Giovanni: Aniello!! Salvatore: questi mi vogliono bene! Luigi: Berardo ti vuole bene!! Giovanni: disse quel Peppe….incomp…..disse vicino a me devi andare a prendere l’avvocato, disse vicino a me il colloquio quando ce l’hai? Dissi domani mattina, ma chi ci va? Ci vado io. Allora devo parlare con voi, venite più qua…disse lui: gli dovete dare un bacio perché io …incomp…e tuo padre ci vogliamo bene , no come don Mario, Biagio, ….capitemi non è che no ci vogliamo bene …noi siamo di famiglia, io lo voglio 16 troppo bene,… quando poi andò la Bibì e poi venne, l’avvocato se ne andò, disse compà saluti a quello diglielo che …. Ha parlato troppo bene,…ma che possiamo fare, che possiamo fare…. Salvatore: …incomp….sono un uomo portato … ….incomprensibile…si accavallano le voci Ai fini che interessa prendere in esame in questa sede, va rimarcato, dunque, come già del 2004 e in un periodo indubbiamente prossimo all’avvenuto ritorno in libertà di Mario Fabbrocino, Cesarano Domenico e Bifulco Biagio avevano partecipato a un summit di camorra i cui esiti si erano poi rivelati di effettiva e indubbia utilità per l’intera organizzazione. Sia Bifulco Biagio che Cesarano Domenico hanno rappresentato i referenti di zona del clan Fabbrocino e non si sono sottratti a tale compito di rappresentanza, ma anzi hanno sfruttato la pregressa fama criminale acquisita militando al fianco di Mario Fabbrocino per proseguire nella conduzione dei loro affari illeciti. Le dichiarazioni di Salvatore Giuliano Eloquente è l’immagine dei due capi clan descritta dal collaboratore di Giustizia, Giuliano Salvatore, nel corso dell’interrogatorio reso al p.m. in data 26.9.2006, le cui dichiarazioni offrono un quadro del ruolo avuto dai due vertici in un arco di tempo prossimo rispetto alle indagini : L’Ufficio fa presente che il presente interrogatorio verterà sulle circostanze già riferite da Giuliano Salvatore nel corso della sua collaborazione e, in particolare, su quanto riferito il 18.02.2005, il 02.03.2005 e il 03.03.2005 circa i rapporti avuti con esponenti dell’organizzazione capeggiata da Mario Fabbrocino, l’Ufficio dà atto altresì che si tratta di dichiarazioni rese nell’arco di tempo dei 180 giorni dall’inizio della collaborazione. Adr. Faccio presente che con Mario Fabbrocino vi sono stati rapporti che risalgono agli anni ’80, quando la mia famiglia, il gruppo di Mario Fabbrocino e altri diedero vita alla Frattellanza Napoletana poi evolutasi nella Nuova Famiglia, quale organizzazione nata per contrastare la NCO di Raffaele Cutolo. Attualmente la Nuova Famiglia si è sciolta per essere venuto meno l’obiettivo di sconfiggere Cutolo. Anche negli anni successivi, tuttavia, i rapporti con Fabbrocino sono continuati nel senso che tra la mia organizzazione e la sua vi erano scambi di favori. Intendo dire che vi erano accordi di massima per scambiarci gli uomini o per trafficare in armi e droga. In epoca più recente, in merito alla quale Lei mi chiede di riferire è stato mio cugino Ciro Giuliano a mantenere contatti con l’organizzazione di Mario Fabbrocino. I rapporti sono proseguiti anche se quest’ultimo era detenuto o latitante, ma in questo caso avevamo contatti con i suoi uomini di fiducia, perché era sempre Mario Fabbrocino il capo indiscusso. In particolare, dopo lo scompaginamento del clan Alfieri ed il pentimento di quest’ultimo nella zona vesuviana Mario Fabbrocino era diventato un capo importante e per noi erano lui e la sua organizzazione il punto di riferimento. Di recente tra la fine del 2003 ed i primi mesi del 2004 sono stato io personalmente a cercare un contatto con l’organizzazione di Mario Fabbrocino. Faccio presente che nel febbraio 2003 fui scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare, ma mi fu imposto l’obbligo del divieto di soggiorno nei comuni della Campania; decisi pertanto di trasferirmi a Cassino, essendo questo un comune prossimo al confine campano. Tornato in libertà avevo l’obbiettivo di riorganizzare il clan Giuliano, indebolitosi anche per la scelta dei miei fratelli di collaborare con la giustizia, facendo affidamento sull’appoggio dei mie cognati, Bove Edoardo, Lauro Gennaro e Saltalamacchia Biagio, nonché di mio cugino Ciro Giuliano. Come ho già spiegato in altri interrogatori il mio proposito era di dar vita ad una sorta di “colpo di stato” a Forcella, estromettendo, uccidendolo, Misso Giuseppe e riappropriandomi del controllo della città e di Forcella in particolare. Il progetto fallì per una serie di motivi, tra cui il mio arresto, l’uccisione di Bove Edoardo, l’arresto di Salvatore Giuliano per l’omicidio di Durante Annalisa. 17 Poiché per realizzare tale proposito avevo bisogno anche di appoggi esterni cominciai a riallacciare i contatti con l’organizzazione di Mario Fabbroicino. Tali rapporti si collocano nell’arco di tempo che va tra la fine del 2003 ed i primi mesi del 2004, vale a dire fino a quando non sono stato poi arrestato. Sono stato detenuto ininterrottamente dal 6 aprile al 12 luglio del 2004 e sono stato poi arrestato nuovamente il 19 luglio 2004, data dalla quale non sono stato più scarcerato; ma dall’ottobre 2004 ho iniziato a collaborare con la giustizia. Tra la fine del 2003 e l’inizio del 2004 mi misi in contatto con Cesarano Domenico, tramite mio cugino Giuliano Ciro, che ha trascorso dei periodi di detenzione comune con Cesarano. A sua domanda preciso che Cesarano Domenico mi disse di ricordare che anche io ero stato detenuto con lui, ma si tratta di una circostanza che io invece non ricordo. Adr non ricordo e né saprei ricostruire i periodi di detenzione subiti da Mario Fabbrocino, in ogni caso tra la fine del 2003 ed l’inizio del 2004 io non l’ho mai incontrato, né ve ne era bisogno perché Cesarano si presentava come il vice di Fabbrocino. Con Cesarano ci sono stati diversi incontri che io, per prudenza, organizzavo a Cassino; intendo dire che in quel periodo non mi fidavo completamente di nessuno e preferivo organizzare gli incontri in zone dove ero io a tenere il controllo della situazione. Temevo in particolare di subire attentati da parte dei Misso o dei Mazzarella e temevo che questi avessero potuto stringere alleanze con il gruppo di San Giuseppe Vesuviano. Adr in occasione di questi incontri ho sempre interloquito con Cesarano Domenico, quale referente dell’organizzazione Fabbrocino. Erano presenti anche altre persone che lo accompagnavano, non ne ricordo i nomi ma ne avrò conosciuto almeno una ventina tra giovani e meno giovani (qualcuno aveva circa 50 anni); il particolare che mi colpì era che si trattava di persone vestite un po’ alla vecchia maniera, mi colpì il fatto che indossavano la coppola e lo chemisiere (cappotto inlana che arriva all’altezza delle ginocchia), come si usava un tempo nei paesi. Tra queste persone ricordo soltanto il nome di tale Gerardo, detto ‘o francese, in quanto ha sposato una donna francese e parla correntemente tale lingua. Quest’ultimo era un uomo di fiducia di Cesarano anche se proveniente dalla zona di Serino, mi veniva presentato come killer dell’organizzazione. Adr In occasione degli incontri con Cesarano Domenuico fu pianificata una serie e di progetti in vista di una collaborazione tra la mia e la loro organizzazione. Il mio arresto inatteso ha stroncato sul nascere la realizzazione di tale progetti. Parlo di arresto inatteso perché in realtà per la decorrenza dei termini ero sicuro di rimanere libero fino all’emissione della sentenza; in effetti avevo sottovalutato la portata collaborativa di Saltalamacchia Nunzio sulla base delle cui dichiarazione sono stato arrestato nell’aprile 2004. A Cesarano Domenico chiesi la disponibilità di uomini e armi per realizzare il “colpo di stato” a Forcella che avevo pianificato. Fu in tale contesto che Cesarano Domenico mi chiese di aiutarlo nella commissione di alcune lupare bianche. Confermo sul punto quanto già detto nei precedenti interrogatori ed in particolare nell’interrogatorio del 3 marzo 2005 di cui ricevo parziale lettura. Confermo che successivamente all’inizio della mia collaborazione appresi dagli organi di stampa che vi erano state delle scomparse a San Giuseppe Vesuviano e perciò ne parlai ai PM che mi interrogavano in quel periodo. Ritengo che sicuramente coinvolti nelle commissione delle lupare bianche siano Cesarano Domenico e Gerardo ‘o francese Adr. Gerardo ‘o francese ha circa 50 anni, anche se per la sua energia ne dimostra 30, il figlio è stato ucciso nella metà degli anni ’90. Adr Gerardo si vantava di essere un killer capace di fare queste cose e mi raccontò che, essendogli stato ucciso un figlio, egli ne aveva vendicato la morte uccidendone a sua volta gli assassini. Mi parlò anche della sua intenzione di occultare i corpi delle vittime di lupara bianca all’interno di un cimitero ad una profondità di 2 metri al di sotto di altre tumulazioni. Ritengo che intendesse riferirsi la cimitero di Serino. Dico ciò, in quanto Gerardo ‘o francese vantava una conoscenza diretta con il guardiano o comunque il gestore del cimitero di Serino e, se non sbaglio, mi disse che aveva occultato il corpo delle persone che aveva ucciso in 18 quanto assassini del figlio con le stesse modalità con cui intendeva occultare i corpi delle persone che dovevano sparire. Il guardiano del cimitero era un parente di Gerardo. Nella pianificazione di queste lupare bianche io avrei dovuto fornire dei miei uomini che avrebbero partecipato alla fase dell’uccisione. Non siamo mai però entrati nei dettagli perché io culturalmente sono contrario al sistema della lupara bianca; fa parte già del giuramento della Nuova Famiglia l’impegno di non far sparire mai il corpo della vittima per consentire ai parenti di onorarlo secondo tradizione. A titolo di esempio, faccio presente che anche nell’occasione dell’omicidio di “bambulella” avvenuto negli anni ’80, sia pure a pezzi, ma ne facemmo trovare il cadavere. Io oltretutto prendevo tempo perché a me interessava ottenere l’appoggio di Cesarano piuttosto che non aiutare lui, anche perché l’eliminazione di Misso era per me assolutamente urgente. Adr. Quello che ho saputo in merito alla programmazione delle lupare bianche è che l’organizzazione di Fabbrocino doveva far sparire due persone già legate a loro, ma da punire perché avevano cercato di formare un gruppo autonomo. Non so dire i nomi di queste persone anche se mi furono fatti, ricordo invece che si trattava di due persone definite come inseparabili. Adr. Mi viene chiesto se conosca o se abbia mai sentito parlare di tale “Gigino ‘o parigino”. Il nome mi è sicuramente noto, si tratta di una persona che ho conosciuto e con la quale ho avuto anche periodi di codetenzione, ma in questo momento non riesco a focalizzare Né il soggetto né l’area di provenienza. Adr. Oltre all’accordo sulle sparizioni, con CESARANO Domenico avevamo pianificato la commissione di traffici di droga e armi nonché il commercio di capi di abbigliamento; a tale ultimo riguardo faccio presente che l’organizzazione di Fabbrocino, per come mi fu detto da Cesarano e per come mi consta personalmente controlla la produzione tessile in San Giuseppe Vesuviano. Della produzione si occupano ormai cittadini cinesi, ma l’immissione sul mercato è completamente controllata dall’organizzazione di Fabbrocino. La produzione dei capi di abbigliamento può avvenire o in Italia nelle fabbriche che i cinesi hanno impiantato nella zona vesuviana, oppure in Cina da dove poi la merce viene introdotta di contrabbando nel territorio napoletano attraverso il porto di Napoli. L’accordo con Cesarano Domenico era nel senso che lui mi avrebbe fornito i capi di abbigliamento e che io li avrei poi immessi nel mercato napoletano, imponendo l’acquisto degli stessi da parte dei commercianti. Una volta che avessi ripreso il controllo pieno del territorio, contavo infatti di sostituirmi ai Mazzarella nella gestione del commercio dei capi di abbigliamento di fattura cinese. Adr. Tale progetto non si è concretizzato essendo fallito il mio intero progetto di ristrutturazione del clan Giuliano; ritengo però se Cesarano Domenico ha portato lo stesso avanti tale idea si è sicuramente alleato con i Mazzarella. A Napoli il punto di riferimento di tutti i commercianti cinesi è tale Anna, una ragazza cinese, a cui è stato dato questo nome italiano e che è la figlia di un capo della triade cinese. Intendo dire che Anna è il punto di riferimento di tutti i cittadini cinesi che entrano nel territorio di Napoli. L’ufficio di Anna si trova o almeno all’epoca si trovava in via Carriera Grande all’altezza di un circolo ricreativo, qui avvengono tutti gli accordi con i cinesi, qui si recano tutti i cinesi che entrano clandestinamente per essere poi allocati nelle varie fabbriche o comunque sistemati e per ottenere i falsi documenti di cui hanno bisogno. Adr. Nella zona di Cassino io avevo già impiantato il commercio dei capi di abbgliamento di fattura cinese, ma la provenienza degli stessi era un canale romano; non ho mai immesso in tale mercato prodotto tessili provenienti da San Giuseppe Vesuviano. Escludo di avere mai presentato a commercianti cinesi di Cassino con cui ero in contatto Cesarano Domenico o altri suoi sodali. Ribadisco che intendevo servirmi dell’alleanza con il gruppo di Fabbrocino per conquistare il mercato tessile napoletano già gestito da Mazzarella . A riprova dei miei contatti con Cesarano Domenico faccio presente che quando fui arrestato nell’aprile 2004 fui trovato in possesso di alcuni numeri di telefono, tra cui quello di Cesarano, di Gerardo ‘o francese e di altre persone componenti il loro gruppo. Ovviamente non so se fossero gli unici numeri di telefono né se gli stessi siano ancora utilizzati, ma ricordo per certo che Cesarano Domenico aveva avuto contatti telefonici con Valente Antonio, mio socio della concessionaria di macchine denominata Zenò e ubicata in 19 Cassino. Quando Cesarano non riusciva a rintracciarmi sul cellulare mi cercava infatti presso la concessionaria . Adr. Quanto all’accordo inerente i traffici di droga il progetto prevedeva che la mia organizzazione e quella di Fabbrocino avrebbero acquistato delle partite da suddividere poi successivamente. Lo stesso accordo valeva anche per le armi. Non ci sono stati acquisti o scambi di armi in concreto perché non ce ne è stato il tempo. Adr. Cesarano Domenico mi disse che la sua organizzazione si procurava delle pistole a tamburo acquistandole direttamente negli Stati Uniti, se non sbaglio, nella città di El Dorado. Adr. La provenienza della droga trattata dal gruppo di Fabbrocino erano invece i paesi del Sud America ed in particolare il Perù e la Bolivia, paese quest’ultimo ove si trovavano rifugiati alcuni latitanti dell’organizzazione di San Giuseppe. Adr. Mi viene chiesto se sia a conoscenza di un tentativo di espansione dei Sarno nella zona dei paesi vesuviani o se abbia mai raccolto lamentele in tal senso da Cesarano Domenico. Rispondo che l’espansione dei Sarno era un argomento di conversazione, perché era un problema comune tra me e quelli di San Giuseppe, poiché anche nel territorio di Napoli, i Sarno grazie all’alleanza con Misso e Mazzarella si erano imposti. Quanto alla presenza dei Sarno nella zona vesuviana, Cesarano Domenico mi parlò di alcuni episodi, in particolare di sparatorie verificatesi nei pressi del Santuario della Madonna dell’Arco e riconducibili proprio alla volontà dei Sarno di affermarsi sul territorio Adr. Conosco la persona di nome Biase de’ furchi; è una persona già legata a Graziano negli anni ’80 e poi diventato nemico e passato con Fabbrocino. Intendo riferirmi a Cava Biagio ae non a Bifulco Biagio che Lei mi dice essere la persona soprannominata Biade de’ furchi. In effetti conosco sia Cava Biagio che Bifulco Biagio, ho solo fatto confusione sull’attribuzione del soprannome all’uno anziché all’altro. Se non ricordo male sono stato coodetenuto con Cava Biagio presso il vecchio carcere di Avellino e con Bifulco Biagio presso il carcere di Ariano Irpino. Adr. In occasione degli incontri avuti con Cesarano Domenico non ho mai incontrato né Cava né Bifulco, altrimenti li avrei riconosciuti. Adr. Quando mi incontravo con lui, Cesarano si recava a Cassino sempre scortato e sempre con macchine diverse. Gli incontri sono avvenuti o nel parco macchine della concessionaria Zenò o presso l’agriturismo “La Sorgente” che la mia famiglia aveva impiantato in località San Vittore del Lazio. Dunque : • nell’area vesuviana Mario Fabbrocino era l’unico referente o comunque quello più accreditato tra le altre organizzazioni camorristiche campane; • Mario Fabbrocino, anche da latitante o da detenuto, è stato il capo indiscusso del suo clan; gli emissari della cui collaborazione si avvale hanno agito sempre in nome e per conto suo; • il clan Fabbrocino poteva contare su di una ramificata e fitta rete di amicizie, alleanze e cointeressenze con altri clan camorristici che, probabilmente, non ha eguali in Campania, al punto che un’organizzazione metropolitana, qual è il clan Giuliano, per riprendersi il controllo del quartiere di Forcella, aveva deciso di chiedere sostegno al clan Fabbrocino, anche in forza delle precedenza comune militanza dei vertici dei due sodalizi nella organizzazione denominata nuova famiglia, contrappostasi alla n.c.o. di Raffaele Cutolo; • Cesarano Domenico era elemento di spicco del clan, tanto da essere l’interlocutore privilegiato di Giuliano Salvatore nello scambio di favori concordato tra i due sodalizi. I risultati conseguiti attraverso le attività delegate al personale della DIA di Napoli di cui in seguito hanno confermato quanto riferito da Giuliano Salvatore circa lo spessore criminale e il ruolo di reggenza ricoperto, nell’attualità, da Bifulco Biagio e da Cesarano Domenico e hanno permesso di individuare compiutamente la rete dei collaboratori del cui prezioso apporto il clan si avvale anche nell’attualità per operare proficuamente. In particolare, Cozzolino Francesco (cognato di Bifulco Biagio per averne sposato la sorella) e Maturo Francesco godono della piena fiducia di Bifulco Biagio e vanno annoverati tra i suoi uomini più fidati. 20 Altro elemento che si è rivelato prezioso per la conduzione delle attività illecite è poi la stessa moglie di Bifulco Biagio, Cozzolino Annunziata, la quale, ben consapevole delle attività e del ruolo di primo piano ricoperto dal marito nel panorama della criminalità organizzata campana, ha vestito sapientemente i panni dell’abile ambasciatrice delle disposizioni che costui intendeva impartire agli altri affiliati, nonché di oculata e attenta amministratrice delle finanze illecitamente accumulate dal marito, soprattutto nei periodi in cui Bifulco Biagio è stato costretto a vivere lontano dal territorio di Ottaviano perché detenuto, ovvero perché internato o sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Validi collaboratori di Bifulco Biagio nella gestione delle attività imprenditoriali si sono rivelati Ranieri Silvio ed Ambrosio Umberto, ai quali è stata affidata la gestione di attività solo in apparenza riconducibili a soggetti diversi da Bifulco Biagio. Analoga propensione imprenditoriale è stata accertata anche per Cesarano Domenico. Ed invero, al di là della vicenda riferita dal collaboratore di Giustizia Giuliano Salvatore e ricostruita nell’ordinanza n. 26703/06 emessa l’8.7.2008 dal GIP presso il Tribunale di Roma, nel corso dell’attività della presente indagine è stata ricostruita la trama di imprese riconducibili allo stesso Cesarano Domenico (validamente collaborato da Maggese Giovanni), ai figli e al genero di quest’ultimo, Felice e Rocco Cesarano e Nunziata Antonio, nonché al suo fidato collaboratore, Casillo Domenico (cfr. al riguardo il contenuto dell’annotazione di indagine denominata “operazione Fulcro”). Come si è avuto già modo di accennare, a Cesarano Domenico e a Bifulco Biagio è stata contestata la condotta di direzione del clan, tenuto conto che i due sono risultati essere i referenti che si sono fatti carico della cura e della rappresentanza degli interessi dell’organizzazione criminale. I due indagati hanno costituito un connubio formidabile che ha di fatto permesso al clan di non subire sostanziali battute di arresto nella sua operatività effettiva e che ha, pertanto, determinato la vanificazione degli interventi repressivi di cui ai provvedimenti emessi dall’Autorità giudiziaria. La solidità del rapporto che lega Bifulco Biagio e Cesarano Domenico, risalente nel tempo, come si è avuto modo di affermare nella parte che precede, è attestata, nel periodo preso in esame da una serie di elementi probatori. La complessità dei dialoghi registrati in forza delle operazioni di intercettazione (dovuta anche alla lunghezza e alla pluralità degli argomenti trattati in ognuno di essi) impone di valutarne il contenuto in maniera articolata, facendo riferimento alla pluralità degli elementi probatori che è possibile trarne. Quanto agli assetti interni alla struttura criminale, merita, in primo luogo, di essere valorizzato il contenuto della conversazione ambientale registrata sul cellulare in uso all’indagato Casillo Domenico, di cui alla telefonata n. 14427 del 30.05.2007 – decreto d’intercettazione n. 235/07– utenza monitorata 3287773820, nel corso della quale il predetto, mentre era in attesa di ottenere il contatto con l’utenza chiamata, rivolgendosi a una persona a lui vicina, definiva Cesarano Domenico come il “braccio destro di Biagio” e “capo zona di Palma Campania” (“...hai capito quello là chi era? … quello che si tagliò il braccio … il braccio destro di Biagio … di Biagio (BIFULCO) … è Mimì CESARANO … il capo zona di Palma Campania …perché quello disse … se viene con me mi taglio il braccio … lo sa com’è … hai capito? … lo sa … lo sa … inc. … non chiama … se mi chiama …”). Anche le conversazioni ambientali, che sono di seguito riportate, fotografano il ruolo direttivo rivestito da Cesarano Domenico e da Bifulco Biagio e dimostrano nel contempo l’appartenenza alla medesima struttura camorristica anche di Caliendo Giuseppe, i cui compiti vengono espressamente descritti dagli stessi interlocutori. Tenuto conto della lunghezza del testo delle conversazioni si è ritenuto di riportarne il testo unitamente alla premessa introduttiva circa la valenza probatoria che deve essere assegnata al contenuto delle stesse operata dalla P.G. nella redazione della informativa: Conversazione n. 4995 del 26.06.2007 Ora 18,24 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico (decreto n. 1265/07). Sintesi: L’intercettazione, la cui trascrizione integrale di seguito si riporta, contiene innumerevoli elementi indiziari e probanti non soltanto a carico dei due colloquianti (CESARANO Domenico e CASILLO Domenico), ma anche di altri sodali spesso chiamati in causa. Contiene, inoltre, indiscutibili elementi di conferma 21 dell’esistenza di un’associazione a delinquere di stampo mafioso facente capo a Mario FABBROCINO e retta da Biagio BIFULCO con il determinante contributo di CESARANO Domenico. In primo luogo viene a galla la posizione di CALIENDO Giuseppe emergendo chiaramente l’attitudine di costui a chiedere estorsioni. Già dalle prime battute, infatti, CESARANO e CASILLO dubitano che CALIENDO sia andato a far visita alla figlia ricoverata in ospedale, sospettando piuttosto che sia andato in giro per “fare qualcosa di soldi”. Non sembra possano esserci dubbi sul fatto che con quell’espressione CASILLO Domenico, in realtà, sottintendeva la riscossione di qualche tangente estorsiva perché è lo stesso CESARANO che commenta l’assunto del suo amico dicendo “certamente quello non ha niente da nessuno”. Inoltre i soldi che CALIENDO avrebbe dovuto “fare” sono sicuramente provento di qualche illecita attività perché CASILLO, a chiosa del suo parere sul punto, dice “non ha niente da nessuno…ma può anche rimboccarsi le maniche e vedere quello che deve fare…io glielo ho detto chiaro e tondo, ora aspetto fino, se entra un “entratura” … inc. … un entratura stai ancora a questo Peppe, parliamo da uomini…”. CESARANO Domenico prosegue il discorso facendo a CASILLO Domenico un lungo e dettagliato resoconto di un incontro avuto con BIFULCO Biagio nel corso del quale era presente anche CALIENDO Giuseppe. In tale occasione Biagio BIFULCO, avrebbe impartito precise e perentorie direttive circa il nuovo assetto dell’organizzazione e le modalità con le quali ogni singolo aderente dovrà comportarsi per il futuro. Sostanzialmente BIFULCO Biagio ha detto a CESARANO “ che il gruppo non esiste più” aggiungendo che ogni famiglia che compone il clan potrà agire per conto proprio “..ognuno è padrone di fare quello che vuole” nel rispetto, però, delle regole camorristiche. Se fino a qualche tempo fa tutte le attività illecite del clan, dalla più piccola alla più grande, avevano una gestione unitaria ed erano verticisticamente organizzate, alla luce delle nuove disposizioni date da BIFULCO Biagio, che verosimilmente agisce su indicazioni di Mario FABBROCINO, ogni famiglia, d’ora in poi, è autorizzata a gestire autonomamente le attività illecite che vengono commesse nella propria zona d’influenza. A conferma di ciò CESARANO spiega a CASILLO che anche la famiglia di Mario FABBROCINO si sta conformando al nuovo modo di agire . Le estorsioni, che hanno sempre rappresentato una fonte ragguardevole di introiti per qualsiasi organizzazione di stampo mafioso, d’ora in poi dovranno essere consumate con una maggiore oculatezza, soprattutto per scongiurare il pericolo di essere arrestati perché, al giorno d’oggi, il numero delle persone che decidono di denunciare cresce sempre più e non vale la pena rischiare la galera per poco. L’unitarietà del clan FABBROCINO permane nella conduzione delle attività criminali maggiormente remunerative e non subisce alcun contraccolpo dalla nuova politica decisa dai vertici. Le indagini svolte in epoca successiva alla presente ambientale hanno dimostrato, infatti, la compattezza della consorteria sotto la guida di BIFULCO Biagio per quanto attiene la commissione dei reati maggiormente remunerativi, quali le estorsioni a grossi imprenditori, l’infiltrazione nei pubblici appalti, l’impiego di denaro proveniente da attività illecite in attività economiche e finanziarie e, soprattutto, la tenuta di una cassa comune. Il nuovo assetto dell’organizzazione criminale, quindi, in realtà, come confermato anche dalle risultanze investigative acquisite successivamente all’intercettazione ambientale in argomento, non sta a significare ridimensionamento dell’organizzazione criminale : il sodalizio, invero, esiste, è operativo ma si è adeguato ai tempi, si è evoluto. Da una parte ha perso l’assoluta ed incondizionata comunanza di interessi che caratterizzava non solo gli affiliati al clan FABBROCINO, ma, in generale, alla N.F. e cioè l’odio verso la N.C.O di Raffaele CUTOLO ; dall’altro, a seguito dei duri colpi inferti negli anni dall’azione sinergica delle Forze dell’Ordine e della magistratura ed anche al fine di scongiurare danni che potrebbero derivare da eventuali collaboratori di giustizia, si è trasformato nel tentativo di evitare la ricostruzione degli interessi del clan tramite i collegamenti degli introiti illeciti e le relative spartizioni. Risulta infatti, nella concezione criminale attuale, che agire di conto proprio significhi non poter ricondurre le attività ad un medesimo disegno criminoso dell’intera organizzazione. Per BIFULCO, e questa pare essere anche la sua direttiva, curare gli interessi in proprio è uguale a non poter dimostrare l’appartenenza al clan. In realtà, come hanno dimostrato ampiamente le indagini precedenti e questa attuale, oggi più di ieri il sistema si è infiltrato nel potere commerciale ed economico della zona, sfruttando sempre e comunque l’assoggettamento psicologico, talvolta più forte di quello meramente fisico, dato dall’appartenenza storica alla malavita. BIFULCO Biagio e CESARANO Domenico, così come riportato da quest’ultimo, hanno discusso anche di CALIENDO Giuseppe ed hanno rimesso in discussione lo stipendio che gli viene elargito con cadenza mensile. Difatti emerge in modo lampante che CALIENDO Giuseppe, per i servigi resi all’interno del clan, viene ricompensato da BIFULCO Biagio e dallo stesso CESARANO Domenico con un salario di un milione 22 di lire, verosimilmente mensile, che ora non gli verrà più dato o gli verrà dato in misura ridotta (… fino ad ora è stato un milione di lire … omissis … che quello – CALIENDO Giuseppe ndr - aspetta la polpetta che arriva da cielo è finita … si può rendere conto … omissis … è finita perché il gruppo non c’è più, prendi che io prendo un milione di lire e Biagio lo dà a Peppe o io lo do a Peppe, che me ne prendo di te … omissis … lui, Peppe, cerca il mensile. Il mensile non ci sta più!). Nel prosieguo del discorso CESARANO Domenico fa un esplicito riferimento alle ditte che curano la raccolta dei rifiuti solidi urbani a San Giuseppe Vesuviano, ad Ottaviano e Terzigno. All’epoca dell’ambientale la situazione era in evoluzione ed erano in atto le procedure e le trattative per l’assegnazione dei relativi appalti ad altre ditte. Dal discorso di CESARANO si capisce perfettamente che le vecchie ditte erano estorte, da BIFULCO Biagio e dallo stesso CESARANO, tanto che ora si presenta la necessità di andare a parlare con i nuovi appaltatori, evidentemente per ridefinire tempi e modi per il pagamento della tangente estorsiva (… e allora Biagio … per dirti Biagio sta a casa sua, ha detto Mimmo, perché ieri parlammo un poco. Ha detto Mimmo vedi che la spazzatura … inc. … manco mi porta niente più … inc. … omissis … …ora automaticamente per alimentare devi parlare con uno, devi parlare con ha parlato un altro e rispettare!!!...ora non ci sta il bell’uomo che parla qua… prima andavamo io e lui, andavamo avanti e indietro, facciamo diciamo, oggi non c’è più. Allora è finito il “summo” qua ed è chiuso. Ora si deve parlare un'altra volta. Questo è il discorso. La collettività non c’è più. Se io dovessi andare a prendere un lavoro … inc. … omissis … Ha detto Mimmo vedi che la spazzatura … inc. … manco mi porta niente più … inc. …). Tale situazione viene portata ad esempio a CASILLO per far capire che nelle casse dell’organizzazione non entrano più alcuni introiti che prima erano sicuri per cui diventa problematico continuare ad elargire il mensile a CALIENDO Giuseppe con un prelievo di cassa. Tanto ciò è vero che CESARANO, riportando il pensiero di BIFULCO Biagio, dice a CASILLO che se CALIENDO vorrà continuare a percepire il mensile, se ne potrebbero far carico BIFULCO Biagio e lo stesso CESARANO Domenico di tasca propria, anche se BIFULCO Biagio non è propriamente contento di farlo (… Allora se quello deve fare il riguardo per Peppe…per un fatto di farti guadagnare il milione…metto mano alla tasca e dice Mimmo facciamo 500 mila a testa … omissis … Mimmo oggi la zona è tutta cambiata, Biagio disse vicino a me “Mimmo facciamo 500 euro ciascuno, una volta ce li diamo,!” Biagio, ieri ho parlato con Biagio, si è mantenuto duro e i 500 euro non li ha cacciati!). Da rimarcare che CASILLO Domenico, da leale ed asservito accolito dell’organizzazione, concorda pienamente con il modo di pensare e di agire di BIFULCO Biagio tant’è vero che dice: “vuol dire che ha visto i fatti suoi (riferito a BIFULCO Biagio, ndr) ma io a dare 500 euro a questi, ma li do in mano alla … inc. … magari faccio qualcosa di buono!” A questo punto s’impongono una serie di riflessioni sul ruolo svolto da CALIENDO Giuseppe all’interno dell’organizzazione. Il suo status, infatti, non ha eguali all’interno del clan FABBROCINO dove, stando alle risultanze di pregresse e laboriose indagini, vi sono pochi sodali stipendiati tout court, prescindendo da contributi fattivi e determinanti per il perseguimento dei comuni interessi. L’attività d’indagine svolta anche sul suo conto, ha svelato che CALIENDO Giuseppe è un individuo dotato di una mentalità criminale non eccelsa; non svolge alcuna attività lavorativa, non ha redditi che gli derivano da attività lecite ed è chiaro che trae i proventi per sostenere sé stesso e la sua famiglia dallo stipendio elargitogli dall’organizzazione e dalle estorsioni che commette in proprio. In altri termini la personalità di CALIENDO Giuseppe stride fortemente con quelle che caratterizzano gli altri appartenenti al clan FABBROCINO i quali svolgono tutti un’attività imprenditoriale apparentemente lecita, o in prima persona o tramite i prossimi congiunti. Ma se CALIENDO Giuseppe si pone come una sorta di parassita che si nutre alle spalle dell’organizzazione (… quello là ora vorrebbe uno che lo dà a campare …), c’è da interrogarsi sui motivi per i quali i vertici dell’organizzazione hanno consentito che questo stato di cose si protraesse nel tempo, considerato che lo stesso BIFULCO Biagio nutre una scarsissima stima per lui tanto è vero che, all’incontro con CESARANO, il CALIENDO, presente anch’egli, veniva più volte mandato a prendere il caffè per non farlo assistere ai discorsi (… io ieri parlai con Biagio tre ore, Biagio lo mandò a prendere il caffè cinque volte a Peppe - ndr. CALIENDO Giuseppe -, si voleva fare una parlata a solo a solo…io le so le cose come stanno e lui che non trova ...). Quest’ultimo passaggio, ovviamente, rappresenta un’ulteriore conferma del ruolo apicale rivestito da CESARANO Domenico nell’organizzazione nonché della notevole stima che BIFULCO Biagio, reggente del clan, nutre verso di lui tant’è vero che il boss vuole parlargli a quattr’occhi di vicende evidentemente ritenute delicate e quanto mai importanti per la gestione degli affari del clan. Ritornando a CALIENDO Giuseppe, non è da escludere che questi sia depositario di informazioni, notizie e quant’altro la cui eventuale divulgazione potrebbe nuocere all’intero clan. Oltre al mensile, BIFULCO e CESARANO hanno gratificato CALIENDO Giuseppe anche con altre dazioni quali, addirittura, il pagamento del pranzo di nozze della figlia (CESARANO: e noi lo pagammo noi il pranzo ...io e Biagio!). Nel prosieguo del discorso che ha sempre per oggetto il loro comune amico, CESARANO fornisce un chiaro esempio di come dovrebbe comportarsi un 23 affiliato ai giorni nostri. Il boss dice chiaramente che i tempi di una volta sono finiti per cui andare a chiedere un’estorsione di poche centinaia di euro non conviene perché c’è il grosso rischio di essere denunciati dalla vittima e di finire in galera (…capisci Mimmo…è finita, è finita, certamente, lui deve vedere quello che deve fare ... certo, io da amico perché lo conosco da tanti anni oggi se devo andare vicino ad uno per 500 euro ti manda in galera…perché il clima è quello che è, oggi si va da vicino a uno per farti … inc. … la gente lo portavano rispetto …). Ovviamente ciò non significa affatto che il clan abbia rinunciato a commettere illegalità; vi è semmai una sorta di riconversione delle attività dell’organizzazione la quale tende ad investire i soldi in imprese che forniscono una parvenza di legalità. Oramai da anni si assiste a fenomeni che vedono i clan impegnati in aziende produttive di beni e servizi tramite le quali riescono ad ottenere buoni guadagni, apparentemente leciti se non fosse per il fatto che i beni ed i servizi, nel gran maggioranza dei casi, vengono imposti con la forza dell’intimidazione che consente loro di agire in regime di monopolio o, al massimo, oligopolio. CESARANO Domenico spiega al suo sodale che adesso è così che bisogna operare e CASILLO Domenico concorda pienamente con lui (CESARANO: … inc. … l’attività, tu prendi una attività. Tu, per dire sta questo a Ravenna abbiamo formalizzato una società che … inc. … perché il lavoro non c’è…non è che non si vende, ma si vende quasi niente, poco…è venuto tre quattromila euro di fattura avanzo seimila euro con lui, voglio dire. Allora oggi qualsiasi lavoro si campa, si deve campare, i figli miei, le stampelle…le vendono anche a … inc. … … allora è un calo totale commercialmente … poi, lui sta lui e la moglie i figli…lui tutto cose deve campare per la giornata… - CASILLO: Mimmo io al posto suo, visto e considerato, con Ottaviano si è chiuso, sa che farei, là vado al lato di Firenze, dove sta mia sorella, vado a comprare due macchine sopra…vedo se le posso scendere…). Nel passo dell’ambientale appena riportato si ha la piena conferma del teorema investigativo in precedenza esposto: CESARANO Domenico dice chiaramente a CASILLO che bisogna dedicarsi ad attività imprenditoriali facendo esplicito rimando a quella di Ravenna ed alla fabbrica di stampelle dei figli. Ovviamente il riferimento all’attività di Ravenna rappresenta un’eccezionale conferma all’assunto secondo cui CESARANO Domenico, per tramite dell’imprenditore MAGGESE Giovanni, sta avviando un’impresa a Ravenna quale probabile strumento di riciclaggio del denaro e di investimento dei suoi proventi illegali in attività apparentemente lecita. Nell’economia del discorso fatto da CESARANO assume una notevole rilevanza il riferimento a Franco COZZOLINO, cognato di BIFULCO Biagio, titolare del caseificio ICS. Dalle parole di CESARANO, il quale riporta tra l’altro i commenti dello stesso Biagio BIFULCO, emerge chiaramente come COZZOLINO Franco si sia perfettamente adeguato alla mentalità manageriale; COZZOLINO si è rifornito di latte senza pagare, spendendo il proprio nome (… va dicendo sono Francuccio COZZOLINO…) e, quindi, quello del cognato, presso fornitori non meglio indicati. In base a quanto dice CESARANO, che riporta quanto appreso da BIFULCO Biagio, i creditori di COZZOLINO Francesco si starebbero ribellando e pretenderebbero i pagamenti che vantano, ma il modo di agire di COZZOLINO è emblematico di quello tipicamente praticato dai c.d. camorristi/imprenditori: produrre beni e servizi a costi quanto più bassi possibile per immetterli sul mercato con un guadagno maggiore di quello di coloro che producono gli stessi beni e servizi ma con normali costi di gestione. Nella vicenda di COZZOLINO raccontata da CESARANO è plausibile ritenere che il cognato di BIFULCO Biagio abbia tirato troppo la corda scatenando qualche protesta da parte dei suoi creditori, ma va rimarcato ancora una volta che il suo modo di agire, così come descritto, connota indubbiamente le tipiche modalità camorristiche. A detta di CESARANO Domenico, COZZOLINO Francesco ha contratto debiti presentando come credenziale soltanto il suo nome (va dicendo sono Francuccio COZZOLINO), dato che la gente lo conosce quasi esclusivamente perché imparentato con il capo clan BIFULCO Biagio; appare, quindi, naturale ritenere che COZZOLINO Francesco abbia sfruttato la forza d’intimidazione che promana dall’appartenenza al sodalizio mafioso capeggiato dal cognato per indurre i suoi fornitori a fornirgli la materia prima a credito. Il prosieguo del discorso di CESARANO appare molto interessante quando tira in ballo il capo indiscusso, Mario FABBROCINO, e la famiglia di costui. È significativo, infatti, rimarcare il rispetto e la benevolenza che CESARANO nutre verso di loro quando dice chiaramente che, se ci sono estorsioni da commettere, è giusto dar loro la precedenza considerato che Mario FABBROCINO sta scontando l’ergastolo. Altrettanto significativo è il commento di CASILLO Domenico che, da fedele e leale seguace, concorda pienamente con CESARANO. CESARANO riporta il pensiero di BIFULCO Biagio che gli ha detto che quello che riesce ad incassare con le estorsioni vuole tenerlo per sé e non ha intenzione di sovvenzionare ulteriormente CALIENDO Giuseppe. Riguardo a quest’ultimo CESARANO racconta a CASILLO un episodio che, attentamente e complessivamente analizzato, conferma pienamente le potenzialità criminali di CESARANO Domenico, dei suoi figli e la loro indiscutibile appartenenza alla criminalità organizzata egemone in zona. CALIENDO Giuseppe era creditore di Michele ‘a Munnezza, da identificare in BUONAIUTO Michele, 24 titolare di una concessionaria per la vendita di auto usate. La genesi del credito vantato da CALIENDO non viene specificato ma sta di fatto che quando ne ha preteso il pagamento è stato picchiato. In ogni caso, tenuto conto anche del tenore delle successive conversazioni intercettate in ambientale sull’auto di CASILLO Domenico, sembra di dedurre che si tratti di una richiesta estorsiva, anche perché l’attività di monitoraggio effettuata sui cellulari in uso a CALIENDO Giuseppe non ha mai svelato che costui abbia rapporti di affari con BUONAIUTO Michele. A fronte del mancato pagamento, per ottenere soddisfazione, CALIENDO si è precipitato da Rocco e Felice CESARANO, figli di Domenico, i quali hanno organizzato una sorta di spedizione punitiva con un gruppo di 5/6 persone. L’intervento dei figli di CESARANO ha sortito l’effetto sperato da CALIENDO Giuseppe per cui il debitore di costui si è deciso a pagare. La vicenda è estremamente significativa perché conferma quanto sia grande la forza d’intimidazione di CESARANO Domenico anche quando agiscono i figli di costui. Infatti, per come sono stati raccontati i fatti non pare che i due ragazzi siano stati costretti all’uso della forza fisica con Michele BUONAIUTO il quale, probabilmente minacciato solo verbalmente o più semplicemente intimorito dalla figura dei figli del boss, ha garantito loro il pagamento del dovuto senza batter ciglio. Altrettanto significativi sono i commenti che i due colloquianti fanno su CALIENDO Giuseppe il quale, nella vicenda, ha dimostrato di non avere spina dorsale. Entrambi, infatti, si trovano d’accordo nel ritenere che abbia sbagliato ad avvalersi dei figli di CESARANO avendo dovuto usare direttamente le armi (CASILLO: embè! … perché non ha preso la pistola e gliela da in testa... CESARANO:…e Peppe è stato giudicato malamente da qualcuno dice si mette il rigo di gesso, dà i pugni in petto andò a chiamare ai figli miei e tornato a casa mia sai). Non v’è dubbio che l’intervento dei figli di CESARANO sia stato risolutivo (...no, ma quello glieli dà i soldi, quello ha parlato con mio figlio, Michele anzi quello li voleva dare a mio figlio, mio figlio disse portaceli fino a casa sua… omissis … disse: “Felice ve li porto a casa vostra?” Disse: “no, li dovete portare a casa sua, a casa di Peppe i quattro mila euro … inc. …” Peppe se li prende e non lo so a chi altro li deve dare…), per cui va da sé che se CALIENDO Giuseppe ha commesso un’estorsione in danno di BUONAIUTO Michele, i figli di CESARANO sono da intendere come complici. Ma la conferma più evidente di quanto sia stato determinante l’intervento dei figli di CESARANO si ha nella parte di racconto che si riporta: CESARANO: …no, ma poi intervenne Felice, Michele … inc. … ora gli porta i 4 mila euro gli va a cercare scusa a Peppe CASILLO: Michele, non gli cerca scusa!!! CESARANO: ma tu hai capito chi è Michele della immondizia? CASILLO: quello che andammo a prendere una volta là sopra? CESARANO: eh! …Quello là!! CASILLO: Michele al limite ce li porta e dice tieni e statti bene! CESARANO: no, ma ce li porta i 4 mila euro! CASILLO: ma a cercare scusa non gli cerca scusa!...e li ha trovati a terra i 4 mila euro, grazie a San Felice e San Rocco (CESARANO Felice e CESARANO Rocco) CASILLO Domenico dà una chiara dimostrazione della sua indole tracotante e camorristica tanto che, a difesa di CALIENDO Giuseppe, commentando la vicenda delle percosse da questi subite ad opera di tale Peppe che si trovava nei locali di Michele ‘a Munnezza, dice: “e questo scemo chi è? Perché non si va a prendere…lo andrei proprio a prendere a questo scemo, questo… omissis ma questo ragazzo che gli ha dato gli schiaffi, io me lo puntavo e vedevo dove abitava”. Dal discorso complessivamente considerato sul conto di CALIENDO Giuseppe emerge che questi sicuramente rientra tra le grazie di CESARANO Domenico il quale, malgrado i numerosi giudizi negativi, più volte dimostra di volergli bene e lo stesso dicasi per CASILLO Domenico che, tra le altre cose, manifesta la volontà di vendicare CALIENDO Giuseppe per le percosse subite. CASILLO Domenico, però, si mostra anche molto critico con CALIENDO Giuseppe e, dando piena dimostrazione del suo inserimento nell’organizzazione con una perfetta conoscenza del protocollo da seguire quando si devono commettere estorsioni, dice a CESARANO come si sarebbe comportato con BIFULCO Biagio: “Si ma il colpo finale glielo ha dato lui, io sai che facevo?… “Mimì, Biagio, io mi rivolgo a voi nel senso in cui io non tengo niente … però io posso andare a cambiare un paio di assegni a tale parte?” “va“ oppure “non andare a nessuna parte perché non è cosa” … “No, va” … e quando andavo ad una parte ed automaticamente già stavo coperto”. È fin troppo chiaro cosa abbia inteso dire CASILLO Domenico; se si devono fare estorsioni, nello specifico un cambio di assegni, bisogna chiedere il permesso a Biagio. Nel prosieguo del colloquio emerge pienamente anche la mentalità propriamente imprenditoriale di CESARANO Domenico, con la quale concorda pienamente anche 25 CASILLO Domenico. Il boss di Palma Campania, infatti, prospetta la possibilità di prendere in gestione una discoteca a Ravenna dove lui, pochi giorni prima, ha soggiornato in compagnia dell’amante. CESARANO dimostra di possedere una buona propensione agli affari perché ha capito che il ravennate è una zona che, nel periodo estivo, può consentire notevoli guadagni. CASILLO si mostra entusiasta dell’idea e dà tutta la sua disponibilità a CESARANO a lanciarsi nell’affare. È verosimile che sia sempre MAGGESE Giovanni a fungere da tramite o da intermediario per permettere a CESARANO di affittare la discoteca (… con la discoteca si abbuscano i soldi, noi andammo a parlare anche con certi di Bari che sono stati in galera con me, io in una discoteca del genere non c’ero mai entrato, ma erano le due di notte entrammo io e Gianni là dentro…gente anziana, industriali, imprenditori…). La mentalità di CESARANO fortemente votata all’imprenditoria si coglie ancora quando rappresenta al suo amico che è meglio investire in quelle zone perché nella zona di residenza sarebbero solo guai (e poi quella zona e anche una bella zona, nella zona nostra stanno da prendere solo i guai). Ovviamente CESARANO è pronto ad investire i suoi proventi, verosimilmente illeciti, e vuole farlo con un margine di tranquillità in modo da tenersi lontano dalle eventuali attenzioni che le forze dell’ordine potrebbero dedicare all’investimento fatto da un appartenente alla criminalità organizzata. CASILLO, a bordo dell’autovettura, giunge fuori l’abitazione di CESARANO Domenico e chiama telefonicamente l’utenza 081/5101925; a Mafalda che risponde dice che si trova fuori al cancello di casa (cfr. tel. n. 2610 del 26.06.2007 - decreto 64/07). Trascrizione: CASILLO: don Domenico che? CESARANO: Tutto a posto?.. come sono uscite queste analisi? CASILLO: me le sono andate a fare poi si vede! CESARANO: …e don Peppe? CASILLO: è andato a casa CESARANO: ma è andato a trovare la figlia? (ndr. CALIENDO Giuseppe) CASILLO: …doveva andare ad Avellino dalla figlia?3 … andiamo a prendere un caffè? Omissis… CASILLO parla delle analisi cliniche che ha dovuto fare CESARANO: …embè doveva andare ad Avellino dalla figlia? CASILLO: ma quale Avellino, secondo me doveva fare qualcosa di soldi CESARANO: no, doveva andare ad Avellino alle cinque e mezza!!... CASILLO: eh! CESARANO: e certamente quello non ha niente da nessuno!! CASILLO: non ha niente da nessuno…ma può anche rimboccarsi le maniche e vedere quello che deve fare…io glielo ho detto chiaro e tondo, ora aspetto fino, se entra un “entratura”…inc.…un entratura stai ancora a questo Peppe, parliamo da uomini… CESARANO: Mimmo, stammi a sentire, qua teniamo 50 anni, 52 anni, non siamo bambini, ….io ho parlato con Biagio, Biagio è stato chiaro, il gruppo non esiste più, lui (inteso CALIENDO Giuseppe) può fare quello che vuole, io posso fare quello che voglio io, ognuno è padrone di fare quello che vuole, allora automaticamente … CASILLO: …nel dovuto modo, non devi dare fastidio a chi non devi dare fastidio CESARANO: …certamente se io tengo un amico l’amico tuo, non lo vado ad importunare, come si faceva una volta!! Certo oggi è finito il tempo quei tempi la non ci stanno più, la famiglia di Mario si e messa anche la moglie di Mario, lei, il figlio, il genero e fanno le cose loro in famiglia, non è che serve una cosa viene da me o va da Biagio, o va da un altro!!..Non ci vanno! CASILLO: …si sono rimboccati le maniche e vanno avanti!!! CESARANO: si fanno i fatti loro…il gruppo non esiste più, lui (ndr. CALIENDO Giuseppe) può fare quello che vuole lui, fino ad ora è stato un milione di lire… CASILLO: …ma tu vuoi azzuppare sempre dentro la paperella, ma se non ci sta rimboccati le maniche CESARANO: Mimmo è finita… “l’azzuppata” non ci sta più, …non ci sta più! 3 ai fini della identificazione di CALIENDO Giuseppe cfr. la telefonata n. 823 del 26.06.2007 ore 09,31 intercettate sull’imei in uso a CALIENDO Giuseppe, decreto 1433/07, dalla quale si evince effettivamente che la figlia si trovava in quel periodo ricoverata presso l’ospedale Maffucci di Avellino. 26 CASILLO: CESARANO: …invece di dire, ringrazio al signore sto fuori, fammi vedere quello che devo fare… che quello aspetta la polpetta che arriva da cielo è finita…si può rendere conto, io a lui gli consiglio se lui ha detto che può fa l’attività, una piccola cosa,….perché è finita… CASILLO: ma io posso andare a lavorare la giornata… Si sovrappongono le voci CESARANO: …non dico la giornata … ma ci stanno da fare tante cose.. CASILLO: compri e vendi la macchina…ma poi camminando,camminando nel centro direzionale ho trovato a uno che tiene tutta roba firmata , roba bella… … ha detto Peppe “ma che vuoi? Tu aspetta un secondo … quando scendiamo giù e vediamo” … mi ha dato il bigliettino tutto coso io trovo l’uomo ce lo porto lì, gli faccio caricare a faccio i soldi… CESARANO: …ti voglio dire è finito il tempo…quello tempo là è finito. Ora deve girare pagina … è finito CASILLO: Peppe si crede ancora al tempo di Pappagone CESARANO: è finita, oggi se vai vicino ad uno per mille euro ti fa arrestare…. CASILLO: Peppe va in galera!!! CESARANO: ma Peppe può fare quello che vuole lui… per me Peppe può fare quello che vuole … e pure per gli altri se Peppe va in galera sono fatti suoi, come io voglio andare in galera voglio andare in un guaio, è finito il tempo, la fine del mese è finita è finita perché il gruppo non c’è più, prendi che io prendo un milione di lire e Biagio lo dà a Peppe o io lo do a Peppe, che me ne prendo di te! Io se devo andare a fare una paliata ad uno…mi metto in faccia io con un figlio mio…la direttiva non ci sta più è finita!! Oggi c’è il rispetto, se io devo importunare ad uno vicino alla casa di Biagio non mi permetto, sta Biagio là vicino che ci può andare Biagio per un favore … CASILLO: è normale CESARANO: …non ci vado io, Biagio fa la stessa cosa, questo c’è…hai capito o no? …… lui, Peppe, cerca il mensile. Il mensile non ci sta più!! La spazzatura a S. Giuseppe… … inc. … CASILLO: la … inc. … CESARANO: la … inc. … l’abbiamo chiusa, io, Biagio…sono finiti, ora automaticamente… CASILLO: …ci stanno i nuovi CESARANO: …ora automaticamente ci stanno la gente nuova che hanno preso l’appalto, si deve andare a parlare un'altra volta, devi parlare a Terzigno, devi parlare a S. Giuseppe, devi parlare a Ottaviano, devi chiudere un'altra volta i lavori … chiude mensilmente rientra … inc. … le cose vecchie sono finite…la spazzatura a Terzigno non ci sta più quella persona, a S. Giuseppe non ci sta più…sta un altro di Torre del Greco…ora si deve parlare un'altra volta con i nuovi…allora se il rientro non c’è, non si può dire questa torta diamo un spigolo a Mimmo, un'altra fetta a questo, un’altra fetta a…non c’è. Allora se quello deve fare il riguardo per Peppe…per un fatto di farti guadagnare il milione…metto mano alla tasca e dice Mimmo facciamo 500 mila a testa… CASILLO: una volta…due volte, la quarta volta dice ma perché non prendi…. CESARANO: questo è il discorso! …omissis… CASILLO fa riferimento al suo lavoro di venditore ambulante. Dice che domani va ad Agropoli. Poi riprende la conversazione su CALIENDO Giuseppe: CESARANO: …giustamente quello là …non si sa gestire…oggi se vendi un preservativo devi campare, oggi … inc. … 500 euro quello là, io ieri parlai con Biagio tre ore, Biagio lo mandò a prendere il caffè cinque volte a Peppe (ndr. CALIENDO Giuseppe), si voleva fare una parlata a solo a solo…io le so le cose come stanno e lui che non trova ... CASILLO: …non si vuole rendere conto CESARANO: ma io già le so, quello là ora vorrebbe uno che lo dà a campare… CASILLO: e poi butta fuoco per bocca… CESARANO: fuoco per bocca a chi? CASILLO: … inc. … CESARANO: con la bocca può dire quello che vuole lui CASILLO: nel senso che … inc. … CESARANO: ..che lui … inc. … CASILLO: Peppe, se tieni quello mangiato, vai bene, se non tieni quello mangiato ti devi arrangiare 27 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: è finito! ... sono io, sono meglio di te è finito … ora ognuno fa famiglia a sé, hai capito Mimmo, ognuno fa famiglia a sé, il discorso è questo, che ognuno fa famiglia a sé!!! …ognuno guarda i cazzi suoi, nel senso lavorativo se prendo un pezzo di pane lo prendo e lo porto a casa! Mimmo oggi … inc. … il fatto collettivo non c'è più!!...Oggi il fatto collettivo non ci sta più. E’ finita, ma non solo qua, per tutte parti sta solo a Napoli … inc. … rafforzano il gruppo fra di loro a Napoli vendono la droga …stanno dieci di loro e lo comprano … ma dentro le province è finita così…. …omissis… Indicazioni sulla strada da percorrere per andare a prendere il caffè Giri 1445 CESARANO: …capisci Mimmo…è finita, è finita, certamente, lui deve vedere quello che deve fare ... certo, io da amico perché lo conosco da tanti anni oggi se devo andare vicino ad uno per 500 euro ti manda in galera…perché il clima è quello che è, oggi si va da vicino a uno per farti … inc. … la gente lo portavano rispetto CASILLO: si fa una attività…qualsiasi attività… CESARANO: … inc. … l’attività, tu prendi una attività. Tu, per dire sta questo a Ravenna abbiamo formalizzato una società che … inc. … perché il lavoro non c’è…non è che non si vende, ma si vende quasi niente, poco…è venuto tre quattromila euro di fattura avanzo seimila euro con lui, voglio dire. Allora oggi qualsiasi lavoro si campa, si deve campare, i figli miei, le stampelle…le vendono anche a … inc. … … allora è un calo totale commercialmente … poi, lui sta lui e la moglie i figli…lui tutto cose deve campare per la giornata CASILLO: Mimmo io al posto suo, visto e considerato, con Ottaviano si è chiuso, sa che farei, là vado al lato di Firenze, dove sta mia sorella, vado a comprare due macchine sopra…vedo se le posso scendere… CESARANO: ma in mano a lui le macchine non se le comprano mai CASILLO: dice che ce le ha taroccate!! CESARANO: no, perché …quello non è nemmeno un uomo serio, quella là non è nemmeno una persona seria, come immagine, è finita. Lui le cose non le sa le so io, Francuccio…prendeva il latte di bufale e che faceva le mozzarelle… CASILLO: le prendeva … inc. … CESARANO: …qua a S. Anastasia CASILLO: dallo zio là CESARANO: no, … inc. … faceva il trasportatore per quello che vendeva il latte, te lo dava ci portava le cisterne quello che vendeva il latte, ha detto: “tu sei il cognato di Biagio tu i soldi ce li hai?” “no”allora il latte non te lo mando più” “che vuoi una cisterna di latte viene 5 mila euro mi devi dare prima i soldi” e quando la paga? “Come non te la pago!!”…Perché è un uomo che fatto “ciuotto ciuotto” ha tagliato ad uno, ha tagliato ad un altro si è fatto “ciuotto ciuotto”..a me me l’ha detto Biagio ieri CASILLO: si, ma tanti denari ma … inc. … non tiene niente? CESARANO: non tiene niente! CASILLO: niente di meno!!! CESARANO: a me me l’ha detto Biagio ieri. CASILLO: E’ va dicendo sono Francuccio COZZOLINO!! CESARANO: a me me l’ha detto Biagio…so cose serie. Ha detto Mimmo, tiene il caseificio4… inc. … CASILLO: … inc. … 4 Cozzolino Francesco, come si avrà modo di dimostrare, risulta essere socio, con quota nominale di 5.165.00 euro, nella società I.C.S. internazional commercial services s.r.l., con sede in San Giuseppe Vesuviano alla via Scudieri n. 60, con oggetto sociale: trasformazione e commercializzazione del latte e dei suoi derivati, nonché produzione e commercializzazione di formaggi, latticini e di ogni altro prodotto lattiero caseario fresco e stagionato. Socio in detta società, con quota nominale di 5.165.00 euro, risulta anche BOCCIA Anna, nata a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.06.1974, residente a Ottaviano (NA) alla via Quercia - Palazzo AMBROSIO - San Gennarello di Ottaviano (NA), moglie di COZZOLINO Francesco. 28 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: e perché dice il latte non ce lo portano, ha detto si è andato a prendere i soldi ... e poi ti mando il latte …dice che uomo frasca, vedi che criterio …che fine ha fatto…e allora Biagio…per dirti Biagio sta a casa sua, ha detto Mimmo, perché ieri parlammo un poco. Ha detto Mimmo vedi che la spazzatura … inc. … manco mi porta niente più … inc. … … inc. … …ora automaticamente per alimentare devi parlare con uno, devi parlare con ha parlato un altro e rispettare!!!...ora non ci sta il bell’uomo che parla qua… prima andavamo io e lui, andavamo avanti e indietro, facciamo diciamo, oggi non c’è più. Allora è finito il “summo” qua ed è chiuso. Ora si deve parlare un'altra volta. Questo è il discorso. La collettività non c’è più. Se io dovessi andare a prendere un lavoro … inc. … per dare duemila euro a te! …ma a me non mi interessa proprio. Questo è il discorso caro Mimmo!... Se devi andare a fare tre quattro parti ed è duraturo, dura ancora le quattro parti, è andato là, dalla moglie di Mario, e ha detto là me li prendo io!!!(nel senso che li prende la moglie di Mario FABBROCINO) e anche giusto!! il marito con l’ergastolo addosso, mi vuoi prendere per tuo marito…o me lo devo prendere io che sto fuori?…è giusto che lo deve prendere il suo!! a livello di uomo…. ma e pure giusto quello tiene l’ergastolo addosso è giusto … che sono? 50, 20, 30? …li devo prendere io… allora io … inc. … è finita, anzi Biagio è un uomo di coscienza perché quello là è una persona per bene disse: “esce qualcuno ti posso far dare una mille euro al mese. Voglio chiamare pure … inc. …” con i piedi di piombo, con i piedi di piombo. … inc. … Biagio, giustamente se io glieli devo dare di tasca e tengo una cosa che “abbusco” un milione di lire … inc. … Mimmo parliamoci chiaro, giustamente Biagio dice: “ io tengo una famiglia di cinque, sei persone se abbusco una mille lire io la metto per la famiglia, non mi voglio nemmeno comprare un panno per dosso, mi devo comprare una macchina personale non me la voglio nemmeno comprare … inc. …” hai capito o no questo significa che uno…io non mi meraviglio… ma non c’è più, non ci sta più niente …hai capito qual è il discorso lui giustamente dice io devo campare, …lui la galera non la sa come me. Quello la galera ha fatto una volta 15 giorni una volta 8 giorni… quello che gli dice la testa quello fa!! per me può fare quello che vuole lui! se la testa è gloriosa ma quale gloriosa, …devi vedere che cosa è successo. Quello poi avanzava certi soldi da Michele a Munnezza... lo so, la sera…andò là si bisticciò… no, no, il fatto te lo dico io come è andato…vuoi sentirlo da me o come l’ha detto lui? I paccheri da faccia glieli è andati a togliere mio figlio Felice, mio figlio Rocco, con cinque sei persone, sono andati. Peppe sotto e mazzata … “sono malato di cuore, sono malato di cuore…” embè! … perché non ha preso la pistola e gliela da in testa... …e Peppe è stato giudicato malamente da qualcuno dice si mette il rigo di gesso, dà i pugni in petto andò a chiamare ai figli miei e tornato a casa mia sai perché, perché non sei andato a prendere la pistola e gliela scaricava addosso … embè e mette nelle tarantelle i figli tuoi? Qualcuno ti dico pure anche chi l’ha detto i parenti dello “sparatore” disse: “Mimì fa il malandrino, fa il guappo si mangia i cristiani ha “abbuscato” ...ora ha detto se non mi danno i soldi vado là lo prendo e lo sparo!! ...no, ma quello glieli dà i soldi, quello ha parlato con mio figlio, Michele anzi quello li voleva dare a mio figlio, mio figlio disse portaceli fino a casa sua… che uomo!! …allora tu la pistola la dovevi prendere quando hai avuto un calcio nei fianchi hai avuto uno schiaffo…”sono malato di cuore, sono malato di cuore” (imita la voce di CALIENDO 29 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: Giuseppe) …allora tanto ti dovevi alzare da terra doveva andare a casa prendeva la pistola e ce la scaricava addosso…invece sei andato al capannone, è corso al capannone dai figli miei!! deve uscire qualche altro problema in casa!… …la gente l’ha definito … inc. … dice fa il malandrino e poi è andato dai figli tuoi ne Mimmo, perché non è andato a prendere la pistola a casa sua ?… che uomo!!! quello ce li dà 4 mila euro perché ci sta un cognato mio che lavora là…mio figlio ci ha parlato, gli fece dare la mano, disse: “Felice ve li porto a casa vostra?” Disse: “no, li dovete portare a casa sua, a casa di Peppe i quattro mila euro … inc. …” Peppe se li prende e non lo so a chi altro li deve dare… a Pasquale a chi li deve dare? ma quale Pasquale…’Ngiolillo (Angelo) …cambiò l’assegno da il capo della spazzatura suo … ci cambiò l’assegno, 4 mila euro vanno da lui e lui non glieli porta più … ‘Ngiolillo (Angelo) si fece cambiare un assegno da quello, sarebbe il padre di quello … inc. … l’assegno di 4 mila euro, poi l’assegno è andato indietro…ora i 4 mila euro passano per mano a Peppe … inc. … …niente di meno abbusca … un uomo di merda proprio…ma prendi una spranga e dagliela in testa… … “sono malato di cuore” …andò allo studio, stava Michele “a munnezza” (BONAIUTO Michele) e un altro pezzo di ragazzo che stava sempre insieme a lui, quello entrò dentro e alzò la voce, quello si impressionò e lui diede uno schiaffo a Michele, Peppe? Peppe…questo alzò la frasca e diede due schiaffi a Peppe e gli diede un calcio nei fianchi, Peppe andò al capannone… e questo scemo chi è? Perché non si va a prendere…lo andrei proprio a prendere a questo scemo, questo … inc. … Mimmo se io ti dico a te, già un anno fa, Mimmo con questo non c’avere a che fare, lo vedi a questo…non c’avere a che fare e tu c’hai a che fare, dopo un anno un anno e mezzo tieni il problema…hai capito o no? ma questo ragazzo che gli ha dato gli schiaffi, io me lo puntavo e vedevo dove abitava! quello là per fare quello che dici tu non doveva venire ai capannoni dai figli miei, ma quello secondo me l’arma non ce l’ha neanche … l’arma non ce l’ha neanche … allora automaticamente… è un viscido cosi, Mimmo! Mimmo oggi la zona è tutta cambiata, Biagio disse vicino a me “Mimmo facciamo 500 euro ciascuno, una volta ce li diamo,!” Biagio, ieri ho parlato con Biagio, si è mantenuto duro e i 500 euro non li ha cacciati! vuol dire che ha visto i fatti suoi, ma io a dare 500 euro a questi, ma li do in mano alla…inc. …magari faccio qualcosa di buono! io ci voglio parlare un'altra volta in assenza sua, ci voglio andare Giovedì Venerdì ci vado un'altra volta. Biagio tu che vuoi fare con questi ce lo vuoi dare, non ce lo vuoi dare…ma io penso che quello non glielo da più!… non glielo dà, la madonna l’accompagna, ma dove sta scritto!! se non glielo da lui, glielo do io, ne Mimmo?! ..che gli devi dare tu…ma dove sta scritto. Tu fino ad ora hai fatto il dovere al di fuori di un cristiano, al di fuori di qualcosa, non ti ha portato nemmeno rispetto!! no, ma quale rispetto!! ma no perché io voglio buttare la benzina addosso.. ma quello è la verità io parlo a livello di uomo, poi devo fare la faccia lavata! ma quello è la verità ti sposi, ti do i soldi per dare parola, tu nientedimeno non porti la bomboniere a casa mia e questo è il rispetto che tieni nei miei confronti….prepara la bomboniera e portiamola a casa di Mimì…perché abbiamo fatto una cosa in famiglia, va bene. Ma tu non porti nemmeno la bomboniera …Ninuccio come dicesti tu a capo tavola che partecipa… 30 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO:.. CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: e noi lo pagammo noi il pranzo ... io e Biagio! io poi dovrei dire a Biagio, dagli 500 euro …ma io a Biagio non gli dico niente! Biagio quando fu che glielo voleva dare metteva la mano alla tasca e glielo dava allora Biagio non ha nessun interesse a darglielo, perché Biagio… e lo so già lui che è finito...ora ha detto non lo so se rientra… no, ma non rientra!! Peppe ma tu credi ancora alla befana, uno per togliertelo vuol dire, mica è fatto un bambino, lo togli poi glielo dai….che fata la boccettina di latte …vuol dire che non c’è più…è finita! rimboccati le maniche e vedi di lavorare… “e io devo andare a lavorare” … perché ti fa male di andare a lavorare gli ho detto io…il lavoro fa onore alla persona…se ripigliato lo scemo ha detto “hai ragione chi va a lavorare e solo onore”, ma che ti credi che in mezzo alla strada… ma in mezzo alla strada è finito Mimmo, in mezzo alla strada è finito! ma tu salti la terra, quello ti guarda già da dentro la casa e chiama i Carabinieri … Mimmo se io vado con la persona che va scappando, mettetevi qua, quando volete saltate nella terra no, ma quello è finita, non c’è più niente! dice io vado a casa di un amico mio mi appoggio, ma che ti appoggi, ti puoi appoggiare solo se l’hai fatto campare, sempre con la paura addosso, madonna mia fallo andare via presto, non c’è garante non c’è niente! …omissis… CASILLO conversa al telefono con Raffaele. (cfr. tel. 18150 del 26/06/2007 – decreto 235/07) Giri 3135 Riprende la conversazione. Parlano di CALIENDO Giuseppe: CASILLO: non è facile CESARANO: questo deve fare qualcosa, io l’ho aiutato tante volte CASILLO: ha detto io ho sposato le figlie mie ho speso centomila euro, tra la casa…e quando sposi a Giovanni.. …omissis… CASILLO parla dei suoi figli e delle fiere alle quali deve partecipare come venditore ambulante. Poi parla delle autovetture in disponibilità di CALIENDO Giuseppe: CASILLO: quattro macchine una meglio dell’altra, e poi dice che non posso mangiare, ma non lo dico per qualcosa, tieni una FORD che sta 15- 20 mila euro, e tieni un AUDI A3 e pure 10 – 15 mila euro… CESARANO: L’AUDI A3 non la tiene più! CASILLO: …quella che sia L’AUDI A3, il Mini minor che tiene, non lo so, la macchina la VOLKSWAGEN, … ma tu le tieni le macchine ti lagni che non puoi mangiare, vuoi andare facendo in guai, comincia a toglierti un paio di macchine buone e compra qualcosa …questa la devo regalare a mio figlio, questa la devo regalare a quell’altro CESARANO: ..quello lo fa per schiattarti addosso CASILLO: ..io sono onorato che i figli miei, se lo stentano e se le mettono sotto il culo, e poi vuoi parlare con me CESARANO: ma quello è uno scemo…e poi aspetta i mille euro!!! CASILLO: ..quello è degradante…se entrano i mille euro il bordello non lo vai facendo! Se non entrano i mille euro vai facendo bordello! CESARANO: il bordello non può fare, sono fatti dei suoi! CASILLO: “chiama”…e chiama a chi vuoi tu!!! Che tieni da chiamare Peppe!! … inc. … ..omissis… La conversazione prosegue tra CASILLO e CESARANO. CASILLO è interessato all’acquisto di un furgone che si trova a Ravenna. Poi continuano a parlare di CALIENDO: Giri 3744 CESARANO: …quello là è un bravo ragazzo, tu lo sai bene come lo so bene anche io, ma è un fanfarone…tu hai campato per venti anni, hai campato per venti anni, ormai quella storia là è finita! 31 CASILLO: è come io che ho fatto i mercati per venti anni, o fatto o fatto, ora voglio provare quest’altra stagione ora lo provo, tanto per dire, io mi rendo conto che devo fare un lavoro da capo. Il lavoro idoneo lo sta facendo Armando e Vittorio, stanno dando soddisfazioni. …omissis… CASILLO, prosegue la conversazione sul lavoro dei figli. Poi conversa al telefono. (cfr. tel. n. 18151 del 26/06/07 – decreto 235/07). Riprende la conversazione tra CASILLO e CESARANO: CESARANO: …per dire che cosa si può fare, a parte che questo qua per il mese entrante, mi fa guadagnare un milione di lire spartiamocelo, se uno facesse un lavoro accomodante, se fosse più uomo, più serio, parla come uno scemo ti fa innervosire pure, allora là sta una discoteca, là si potrebbe prendere una discoteca a Ravenna, un locale importante CASILLO: si, ma ci vogliono i soldi CESARANO: se tu c’hai il cervello… …omissis… CASILLO riceve una telefonata. (cfr. tel. n. 18152 del 26.06.07 – decreto 235/07). CASILLO: …quando ci vuole per prendere questa discoteca? CESARANO: ci vogliono tre mila euro al mese per affittarla CASILLO: e prendiamola!! CESARANO: che se si deve sistemare si chiama qualcuno e si paga tanto al mese, però si deve andare sul posto CASILLO: e andiamo Mimmo CESARANO: si deve andare a Ravenna CASILLO: io tengo anche una persona il Dj che è quello che è Dino … inc. … e un Dj se gli dice che devi salire si deve fare questa discoteca, lui sale subito …omissis… La conversazione prosegue sulla possibilità di aprire la discoteca a Ravenna, dove CESARANO racconta di essere stato in compagnia di ANGELINO Vincenza. CASILLO offre la sua disponibilità ad investire dei soldi per l’eventuale apertura. CASILLO: Mimmo se si tratta di lavorare che poi, si tratta di fare qualche altra cosa, il problema non ci sta!! CESARANO: … inc. … CASILLO: però nasce un bordello in mezzo alla via che fai ? ci stiamo? CESARANO: questo è un altro discorso!! CASILLO: allora parliamo solo di cose buone, non ci interessa!! CESARANO: … inc. … devi vendere solo la roba CASILLO: e chi lo vende questa roba! CESARANO: oggi le cose in mezzo alla strada CASILLO: un figlio tuo che si droga poi ti pare bello? CESARANO: bravo. Oggi in mezzo alla via devi fare solo la droga… …omissis… Nell’occasione dice di aver conosciuto il fratello di Enza che è un bravo ragazzo e che abita a 15 chilometri da Ravenna. Pavimentano l’ipotesi di andare a Ravenna e trovare una casa per avere un punto di appoggio ed operare commercialmente in quella località. Alla gestione della discoteca sarebbe interessato anche Gianni MAGGESE, il quale pur vivendo a Ravenna non può gestire il locale. CASILLO dice che ha una persona brava che può fare al caso loro: giri:4606 CASILLO: ma dobbiamo andare a vedere prima noi senza che ce l’ho portiamo a questo Dino … inc. … CESARANO: dobbiamo andare a vedere prima noi, noi possiamo andare anche con la macchina stesso con Gianni5 quello ora verso Mercoledì, giovedì, sta a LACEDONIA.. CASILLO: chiamiamolo e andiamo…tre mila euro e quando va trovando avanti questo? CESARANO: e non lo so, si parlava anche di due e cinque al mese CASILLO: si, ma dobbiamo vedere quando va trovando avanti…Mimì, si abbuscano i soldi! CESARANO: con la discoteca si abbuscano i soldi, noi andammo a parlare anche con certi di Bari che sono stati in galera con me, io in una discoteca del genere non c’ero mai entrato, ma 5 Il riferimento èa MAGGESE Giovanni nato a Cerignola (FG) il 13.01.1961 32 CASILLO: CESARANO: CASILLO: erano le due di notte entrammo io e Gianni là dentro…gente anziana, industriali, imprenditori… noi abbiamo le chiavi ideali e non apriamo… e poi quella zona e anche una bella zona, nella zona nostra stanno da prendere solo i guai Mimmo io quando sono andato sopra valutiamo la situazione se c’è qualcosa da cacciare i soldi io mi vendo il giro dei mercati… …omissis… CASILLO accenna alla possibilità di vendere i suoi posti ambulanti . CASILLO: …Mimmo tu sei stato parecchio tempo qua ora ti rendi conto che vuol dire andare fuori, perché la testa stava su altre cose!! Ora man mano ti rendi conto e dici che la vita è così… …omissis.. Poi CESARANO continua il racconto del soggiorno effettuato a Ravenna in compagnia di ANGELINO Vincenza. Racconta di aver conosciuto il fratello che vive a Ravenna e di aver avuto anche l’invito di un altro fratello che vive a Modena. Poi ricominciano a parlare di CALIENDO Giuseppe: Giri 5212 CESARANO: ha speso duecentomila euro al matrimonio? CASILLO: cento mila euro… “a quello l’ho picchiato”, l’ho fatto…Peppe ma ti conosco!!! (ride) …io se avevo avuto il “ventaglio” come hai detto tu, puntavo il ragazzo dove abitava!! CESARANO: …no, ma poi intervenne Felice6, Michele … inc. … ora gli porta i 4 mila euro gli va a cercare scusa a Peppe CASILLO: Michele, non gli cerca scusa!!! CESARANO: ma tu hai capito chi è Michele della immondizia? CASILLO: quello che andammo a prendere una volta la sopra? CESARANO: eh! …Quello là!! CASILLO: Michele al limite ce li porta e dice tieni e statti bene! CESARANO: no, ma ce li porta i 4 mila euro! CASILLO: ma a cercare scusa non gli cerca scusa!...e li ha trovati a terra i 4 mila euro, grazie a San Felice e San Rocco (CESARANO Felice e CESARANO Rocco) CESARANO: li ha trovati a terra quello non glieli dava più!!...Ma quello disse non ti voglio dare nemmeno una lira vattene! CASILLO: vedi come lo trattano … CESARANO: ma perché tu a Peppe come lo vuoi trattare meglio? …omissis… CESARANO fornisce il numero di ANGELINO Vincenza 3356123304 e dice a CASILLO di chiamarla. Non riuscendoci in quanto irraggiungibile. Poi la conversazione prosegue sulla vendita di un auto da parte di CASILLO. Giri 5855 - Scendono dall’auto ore 19,22 Giri 01.17.40 -Risalgono in auto ore 19,41 …omissis… CESARANO conversa al telefono con ANGELINO Vincenza (Cfr. telefonata n. 18166 ore 19,42 del 26.06.07 – decreto n.235/07). Poi al termine della conversazione telefonica, CESARANO comunica a CASILLO che Gianni Maggese si è incontrato a Ravenna con il fratello di ANGELINO Vincenzo e che probabilmente andrà a lavorare con lui. Poi la conversazione prosegue sul rapporto sentimentale tra CESARANO e ANGELINO Vincenza. Poi, anche CASILLO racconta di alcune esperienze sessuali. Poi riprendono a criticare il comportamento di CALIENDO Giuseppe. Poi: giri 1,40 CESARANO: Biagio … inc. … sulla macchina con te… non tiene intenzione. A Biagio io lo capisco quando parla … Biagio voleva che … Biagio sai che mi ha detto dentro agli occhi … quando parlava, “la prossima volta vieni solo tu”, sai come lo conosco a quello CASILLO: ti ha fatto il conto e l’imbasciata CESARANO: ..no se no quello metteva mano alla tasca e li cacciava 6 Il riferimento è a CESARANO Felice di Domenico nato a S. Giuseppe Vesuviano (Na) il 7.2.1972 33 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: La prossima volta che vai sai cosa ti dice? “Io non ce la faccio proprio di vederlo più” … Quello ha due tre cose, Francuccio gli ha dovuto cambiare l’assegno questa è scostumatezza. … quello disse una bella parola … “Mi sono bruciato” è così è. Quello si è bruciato è finito. A parte che è la vita che è cambiata … Si ma il colpo finale glielo ha dato lui, io sai che facevo?… “Mimì, Biagio, io mi rivolgo a voi nel senso in cui io non tengo niente … però io posso andare a cambiare un paio di assegni a tale parte?” “va“ oppure “non andare a nessuna parte perché non è cosa” … “No, va” … e quando andavo ad una parte ed automaticamente già stavo coperto … …la gente stanno senza la lira …la gente non vede un pezzo di soldi. Oggi la gente, quella che si mette paura, va dai carabinieri come si chiama … il cognato del maronno là, “zio Antonio”… pigliavano due sorelle Antonio Nanninella e come non lo conosco a Carinola, quando io stavo sopra…e io stava qua giù… Giovanni lo chiamò … CESARANO: CASILLO: …Omissis… Squilla il cellulare. Non parla CASILLO: …a conclusione lo chiamò e disse ad Antonio Naninella, disse: “sentite, noi andiamo trovando il figlio vostro … CESARANO: chi Antonio? CASILLO: Giovanni,.. “ andiamo trovando il figlio vostro lo dobbiamo fare male e voi ce lo dovete portare,” disse: “ io per portarti a mio figlio devi uccidere a me, se mi uccidi” … CESARANO: Nanninella lo disse? CASILLO: lui così mi ha detto … CESARANO: ... e chi lo voleva uccidere? CASILLO: il figlio di Mario! CESARANO: chi Mario? CASILLO: Mario …quello delle piante…7 CESARANO: ‘o Gravunaro?8 CASILLO: Eh! (affermativo) CESARANO: e perché? ... quanto tempo fa? CASILLO: parecchio…ma non voglio esagerare, non mi fece capire, comunque…ieri me lo raccontò disse.. a coscienza se fossi andato io a fare un appartamento, allora è anche giusto io tengo le cervella in testa, mio figlio è un drogato lo vogliamo uccidere, ma a te ti conosco bene, ma ti so bene disse. Io ti conosco da quando eri tanto, ma rispetto di tuo padre, per amor di dio … ci mancherebbe … l’avessi fatto io che sono io con le cervella in testa, siamo andati a rubare, ma quello è un drogato, va rubando torno, torno, tu vuoi uccidere a quello, io ti porto a mio figlio a casa tua? “ Disse: “mi devi uccidere tu a me, se stai all’altezza di uccidermi, vai avanti!!” CESARANO: a casa sua andò? CASILLO: non lo so, lui e un altro andò…”se stai all’altezza uccidimi a me” … “ma chi sei che parli in questo modo?” CESARANO: fece bene Mimmo CASILLO: glielo ha detto Nanninella è franco di cerimonie, figurati che il figlio l’ha cacciato proprio perché è la schifezza degli uomini CESARANO: ma che fa Nanninella ora? CASILLO: vende il pacco…inc.... CESARANO: Nanninella è un lavoratore …Omissis… La conversazione prosegue sulle opportunità di lavoro vendendo abbigliamento. CASILLO dice che domani andrà ad Agropoli e poi ad Isernia dove dovrà partecipare ad una fiera. Giungono presso l’abitazione di CESARANO, poi CASILLO accenna a della merce che ha comprato e per la quale deve avere le fatture. Poi 7 Fabbrocino Giovanni, figlio di Mario classe 1943, è effettivamente titolare del Vivaio di piante denominato “GIEFFE”. 8 Soprannome con il quale è conosciuto Fabbrocino Mario classe ’43. 34 chiamano telefonicamente Gianni Maggese che si trova a Ravenna. (cfr. telefonata n.18173 del 26.06.2007 ore 20,14 decreto 235/07). Al termine della conversazione commentano la possibilità di andare a Ravenna per vedere la discoteca. Fine conversazione ore 20,24 Conversazione n.: 5501 del 2.07.2007 Ora 18,36 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico (decreto n. 1265/07). Sintesi: Nel corso della conversazione CESARANO Domenico riferisce a CASILLO Domenico di essere dispiaciuto dall’atteggiamento assunto dai suoi figli, Felice e Rocco, a seguito della controversia intercorsa tra BUONAIUTO Michele e CALIENDO Giuseppe. CESARANO Felice e il fratello Rocco, atteggiandosi a tutori di CALIENDO Giuseppe, avrebbero minacciato il nominato BUONAIUTO Michele di intervenire con le armi. CESARANO Domenico motiva la critica nei confronti dei figli Felice e Rocco in quanto questi avrebbero pronunciato, senza informarlo, parole minacciose nei confronti di BUONAIUTO Michele, il quale è notoriamente tutelato da FABBROCINO Mario (alias Maruzzo, cl. 1956). Successivamente per la pacificazione di tale dissidio è dovuto intervenire il reggente del sodalizio criminale BIFULCO Biagio. CESARANO: … 7348, ha chiamato chi è? CASILLO: 7348 e non lo so…ciao Maria,9 ciao compa Rocco10 CESARANO: un 7348 ha chiamato fai che e “Pepperiello”… CASILLO: Peppe lo tieni il numero ora lo chiamiamo con questo… CESARANO: tre volte mi ha chiamato… … bussa e non risponde …omissis… CESARANO parla al telefono con tale Anna (cfr. telefonata n .927 del 2.07.07 intercettata sull’utenza 3342690949 in uso a CESARANO Domenico – Decreto 1664/07) Giri: 0357 CESARANO: …mia cognata CASILLO: chi è Annuccia? CESARANO: eh!...la moglie di Tommaso CESARANO: ma che dobbiamo andare a prendere la macchina per cucire? CASILLO: la piccolina non il tavolo... CESARANO: ma dove? CASILLO: sopra da Sabatino, sopra la panoramica CESARANO: no, ma non portarmi la sopra!!! CASILLO: e non ci andiamo, ora dico ad Armando se l’ha fatto, se il fratello…tu quando mi hai chiamato io stavo nell’albergo CESARANO: ti ha chiamato Nunzia (amante di CASILLO) CASILLO: no, una di Pompei, è venuta con la macchina….sta da stamattina qua domani mi ha chiamato e uno di Crotone che deve venire a caricare la roba…Architettura moda CESARANO: …vogliamo andare a trovare la “brasiliana”? CASILLO: e dobbiamo andare a prendere l’altra macchina… CESARANO: non la tiene l’assicurazione… CASILLO: le giornate sono buone ora! CESARANO: …non si tratta che Felice si prese collera la prossima volta si deve fare i fatti suoi, ma con “Peppariello” fammi sapere prima. Uno spende una buona parola per “Peppariello”comunque non si deve creare l’antipatia con questi … a pro di che? Per Peppe? … CASILLO: nasce l’antipatia … CESARANO: ma nasce l’antipatia … Per chi? Per Peppe! … CASILLO: ma comunque un'altra volta il fatto … Biagio, Maruzzo parlate, ti conviene andare là e chiarire e basta …se dice no, non ci ho voluto parlare, poi ha sbagliato” . Tu a lui gli domandi… CESARANO: …ma a Peppe non gli è successo niente in questi giorni 9 La persona in questione è INNARELLA Maria Grazia, moglie di CESARANO Domenico, la circostanza è utile per dimostrare, anche, che CASILLO spesso si recava a casa di CESARANO Domenico a prelevarlo. 10 La persona in questione è CESARANO Rocco figlio di Domenico. 35 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: va bene,…a posto…parliamoci allora…conviene parlare e chiariamoci…per me già non era successo niente…già non era successo niente...sono cose dei figli miei purtroppo…secondo me chiunque fosse scattato così! Mimmo per là sopra là, se viene la Questura di S. Giuseppe e vede a me in macchina, ci ferma, ce ne portano e se la prendono questa macchina …il problema non ci sta, nel senso che se si prendono la macchina, non è un problema, se andiamo là e lo stesso volevo prendere la macchina per cucire, comunque ora chiamo ad Armando e chiamalo, …vai diretto…quello se lo rintraccia …inc. … a me se la questura di S. Giuseppe mi fermano mi conoscono, non mi vedono da parecchio tempo, me ne portano proprio, o se qualcuno vede che CESARANO e chiamano dice portatelo qua. ma che sei il boss!! quelli non si mangiano la gente, ma perché uno deve azzeccare tre ore di chiacchiere ora ce la faccio l’assicurazione, mi ha fatto l’assicurazione sopra la Passat…. CASILLO: CESARANO: CASILLO: …omissis… CASILLO effettua una telefonata e conversa con il figlio Armando ( cfr. tel. n 19067 del 2.07.2007 ore 17,38. decreto 235/07). Poi con la moglie Isabella alla quale chiede se può andare lei da Sabatino a prendere la macchina da cucire(cfr. n. 19077 del 2.07.2007 ore 18,42 decreto 235/07). Poi: CASILLO: no, e se ne parla domani mattina CESARANO: quello c’ ha detto un’ora di tempo, ce la fai CASILLO: che ora sono? CESARANO: sono le sette meno venti CASILLO: andiamoci a prendere il caffè…di qua non possiamo andare, stanno i Carabinieri fermi fuori …inc. … ce ne andiamo per giù!! …è andato a prendere il fratello CESARANO: chi? CASILLO: Armando …inc. … il fatto della macchina, del motorino,… me ne sono andato torno torno è sono uscito in mezzo a Palma, quelli stavano loco i Carabinieri!... (breve pausa) …“Peppariello”, si buttò a pietà dai figli tuoi!! E i figli tuoi dissero andiamo… CESARANO: …ma io mi faccio meraviglia che ci sono andati, ti dico la verità! CASILLO: e quello ha detto che faceva una cosa nello stomaco CESARANO: Mimmo se ti può servire a te … quando io ti dico una cosa…e tu mi stai a sentire CASILLO: ma se sul percorso non ho imprevisti…è un altro discorso ,che poi vado da solo è un'altra cosa CESARANO: ma io quando dico non ci avere a che fare, non ci devi avere a che fare...vai diritto …omissis… CASILLO chiama Enzo e chiede di Peppe (cfr. tel n 19078 del 2.07.2007 ore 18.45 Decreto 235/07). Poi al termine chiama l’utenza 3498698107 e conversa con ANGELINO Giuseppe, fratello di ANGELINO Vincenza che si trova a Ravenna (cfr. tel. n 19079 del 2.07.2007 ore 18,48 decreto 235/07) Giri 1719 CESARANO: ….questo è il fratello della Brasiliana è un bravo ragazzo…Mimmo, i figli miei se vuoi parlare a livello, a me mi dispiace di dirle certe cose perché mi sono figli. Se vuoi parlare, i figli miei…tu parli di un fatto serio, un fatto nostro per “ Peppariello” i figli miei hanno peccato di leggerezza. Se è vero hanno detto così, hanno peccato, quelli poi mi sono figli, però io lo so nel mio cuore è peccato che ti già ti devi bisticciare con Maruzzo per causa di Peppe ma Peppe si merita questo riguardo?! Ma poi perché, perché poi escono le parole fuori, noi rimaniamo impegnati che ci bisticciamo e Peppe che non è niente. Peppe tutto coso è uno che va trovando uno che lo dà a campare, noi siamo altra gente veniamo complicati in fatti seri, perciò quando viene uno da noi, noi abbiamo il diritto di contare fino a dieci, …loro me la dovevano far sapere, perché se me lo facevano sapere, io non dicevo andiamo a picchiare a Michele, perché io per Peppe non dicevo, andiamo addosso a Michele perché me ne fotto...perché se la piange lui! CASILLO: questa è una parola che diceva CESARANO: ma con Peppe lo dicevo, ora se ero io, perché ormai avete sbagliato, siete andati, comunque quello ha detto le parole Maruzzo in un momento di nervatura, in un momento così ha detto le parole. A conclusione io mi sono cotto. Io mi sono cotto, caro Mimmo. 36 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: Peppariello, è tutto normale, con Biagio ho dovuto dire scendi che prendo la scoppetta, vedi che prendo là. hai dovuto accelerare il fatto In finale, ho dovuto accelerare il discorso. Io con Biagio non c’è la stima di prima, perché tu fai la vita tua, io faccio la vita mia, però comunque ho dovuto accelerare un poco per Peppe…a me che me ne fotte di Peppe hai capito Mimmo qual è il discorso! uno se vuole stare tranquillo con la testa questo è il discorso. Io ai miei figli gli avrei voluto dire questo. Non avete sbagliato perché mi siete figli, va bene, però aspettatemi a me di qualsiasi cosa, aspettami a me parliamone insieme. Ecco, questo si è fatto i debiti con la bocca, quando ha parlato, prendeva la scoppetta, prendo qua e prendo là! “Quelli i figli di Mimì vendono le stampelle e non vendono qua…perché? per quale motivo?” automaticamente, nascono…queste cose… Giri 1950 Ore 18.56.55 - Scendono dall’auto. Non si sente conversare. Poi in lontananza si sentono delle voci inc.prensibili. Voci di bambini in lontananza. Sono fermi al bar. Ore 19,10, risalgono in auto CASILLO parla di abbigliamento da vendere a Crotone: CASILLO: ..tengo quella roba la devo dare ad uno ... ce lo dobbiamo dividere con Mimi Di Mauro ho detto o te le prendi tu o me lo prendo io ieri ho chiamato il figlio del “Pechicco” mille euro, quattrocento euro glielo do…e ci sta anche questo di Crotone che lo vuole prendere disse tengo il camion, ora mi doveva dare un preventivo lo zio di Peppe CESARANO: chi Peppe? CASILLO: “Architettura moda” … devo chiamare a questo di Crotone e domani dovrebbe venire, …a livello di frigoriferi a livello di queste cose qua… CESARANO: senza soldi di qua , senza soldi là…vedi la gente così CASILLO: Mimmo, la gente anche senza denari si imbarcano e vanno ..omissis… Poi CASILLO parla di soldi che deve versare in banca e di alcune scadenze. Poi parla dei suoi figli Armando e Vittorio, anche loro impegnati nel fare i mercati ambulanti in Calabria. Giri: 4032 L’auto si ferma CESARANO scende dall’auto e chiede ad una donna se ci sta Matteo. La donna risponde che può trovarlo dopo le otto. CESARANO risale in auto e vanno via ore 19,18. CASILLO: …ma questa è una casa? CESARANO: si! con la piscina… CASILLO: …inc. … CESARANO: è una casa, però affitta anche ai bambini, ai bambini che vogliono farsi il bagno CASILLO: mattina ore otto e trenta, pomeriggio….per i bagni notturni rivolgersi alla direzione, aperto ingresso adulti otto euro (legge un cartello), bambini 10 anni cinque euro, costo cuffia due euro CESARANO: questo era un magliaro, vende questi cosa qua… CASILLO: l’orologi? CESARANO: i rolex …omissis…. Squilla il cellulare. CASILLO conversa con Francesco (cfr.19081 del 2.07.2007 ore 19,16 decreto n. 235/07) CESARANO: questo di dove è della Calabria? di Crotone? CASILLO: di Crotone, appena venne disse “sei amico di…inc. …” dissi si sono amico di…inc. … “ mi ha parlato bene di te” CESARANO: lui …inc. … CASILLO: non c’entra proprio niente CESARANO: …e dove si trova questo posto!! CASILLO: Cutro, Cotroneo Citro …vide a me aprì lo champagne. E’ una persona che lo portano, diciamo lo portano in tutti i modi.. il fratello Giuseppe si è sposato e m’invitò ... dissi io per cose mie non posso venire se ho l’opportunità di venire a casa vostra tua ti vengo a trovare tuo … il fratello mandò l’imbasciata da dentro al carcere CESARANO: a che carcere sta? 37 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: non lo so…a conclusione dei fatti all’ultimo a tutto ho fatto la domanda ho fatto la domanda a Crotone per l’assegnazione dei posti hanno mandato il bando di concorso lo dovevo fare a Gennaio l’ho mandata a Marzo e arrivata la domanda che io i posti a Crotone non li ho più. Li ho persi….allora se domani sale voglio stringere… Vogliamo andare dove sta Architettura Mode ad Ottaviano … Ora ci arriviamo vogliamo andare? dove? dove sta Architettura Mode …dietro dove sta Peppe Peppariello? eh…dietro come ti devo spiegare ad Ottaviano in poche parole e che devi andare a parlare? e quelli fanno i bar, fanno tutte queste cose, comunque mi piacque la mamma di Peppe disse: ma voi un Bar una cosa buona…io non lo voglio fare più perché a Napoli è andato male …ma ci sta un ristorante da quelle parti .Disse lui c’è l’ho io, mi date 40 mila euro. Poi un ristorante più grande ci sta? Disse la mamma di Peppe io conosco solo le mie capacità. Disse Francesco che capacità deve cacciare io caccio il locale io tengo tutto coso…questa non sta bene con la testa…la mamma di Peppe si ricorda ancora …. ..omissis… Accennano a persone della Calabria che vogliono conoscere i prezzi di attrezzi per bar e ristoranti. E della merce che devono caricare: CASILLO: …e vogliamo andare di qua? CESARANO: e ma passa per il capannone …inc. … CASILLO: …magari se non ci sta mi faccio dare il numero di telefono CESARANO: ti conviene …inc. … CASILLO: ..oppure gli mando il fax…e meglio che gli mando proprio il fax… mamma mia ieri andai dal lato di Pompei CESARANO: ma questa di Pompei non la tiene una compagna? CASILLO: come! …omissis… Parlano di un eventuale incontro con una donna che conosce CASILLO. CESARANO: …domani sera me ne vado un paio di giorni da qualche parte, che dici mi conviene più zona di mare o di montagna? CASILLO: di montagna che devi fare con questo mare CASILLO: di qua? CESARANO: il capannone, CASILLO: è pericoloso …o zio!! …omissis…. (CASILLO riceve una telefonata da Nunzia cfr. tel. n. 1982 del 2.07.2007 ore 19,24) Giungono al capannone. Scendono dall’auto CASILLO: buona sera …tutto a posto? In lontananza si sente la voce di CASILLO: CASILLO: questo Capannone ha cambiato faccia!!! CESARANO: …inc. … …ci dobbiamo buttare carcerato un'altra volta! Le cartucce le hai fatte mettere sotto la terra, come ai vecchi tempi!! CASILLO: …la ruggine CESARANO: …nonno, Felice dove è andato…stanno tutti e due insieme?Dove sono andati a “spandecare”? Antonio: a Palma da MIRAGE Moto… …omissis… Si sentono altre voci in lontananza incomprensibili. Poi si sentono esplodere una trentina di colpi d’arma da fuoco in rapida successione. Dalle detonazione è possibile intuire che a sparare siano state tre armi differenti. Le esercitazioni di tiro sono avvenute, senza ombra di dubbio sul retro del capannone dei Fratelli CESARANO denominato Gruppo CF e sito in Via Ferrovia 284 Palma Campania. Tale certezza nasce dai seguenti elementi di riscontro: 38 CESARANO comunica a CASILLO di passare per il “capannone”; CASILLO nell’entrare all’interno del capannone dice: “questo Capannone ha cambiato faccia!!! Giri 5205, si riconosce la voce di CARRELLA Antonio, nato ad Avellino il 9.12.1978, residente a Palma Campania alla via Frauleto n. 116.- alias Antonio o’ Funaro. Impiegato all’interno del Gruppo CF • Giri 5537 si sente una radio ricetrasmittente (viene utilizzata per comunicare con l’ufficio, sito all’interno dell’area dove è ubicato il capannone, ma distante dallo stesso cento metri, circostanza questa, accertata nel corso delle intercettazioni ambientali, effettuate all’interno del Gruppo CF) Al termine si sente conversare in lontananza. Dopo alcuni minuti si riconosce anche la voce di CESARANO Felice. Poi CASILLO si allontana da solo a bordo dell’autovettura. Riceve una telefonata cfr. 19087 del 2.07.2007 ore 19,43 Poi effettua altre telefonate di lavoro. • • • La lettura della conversazione da ultimo riportata è rivelatrice anche della disponibilità di armi di cui l’organizzazione può evidentemente servirsi per il miglior perseguimento delle sue finalità. La P.G., infatti, ha dato atto di avere udito distintamente il rumore dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco. Al riguardo si rinvia alle considerazioni svolte in seguito . La conversazione sopra riportata, inoltre, offre un eloquente quadro degli equilibri interni al clan Fabbrocino e della solidità dell’affectio societatis. Nel corso del dialogo, infatti, Cesarano Domenico commentava con il suo interlocutore Casillo Domenico la vicenda relativa al recupero del credito che egli vantava nei confronti di Buonaiuto Michele, soprannominato “Michele munnezza”, censurando l’operato dei figli che avevano picchiato il debitore insolvente, atteso che tale condotta aveva suscitato la reazione di Fabbrocino Mario, cl. ’56, soprannominato e abitualmente chiamato Maruzzo anche per differenziarlo dal cognato omonimo, classe 1943, capo del sodalizio. Cesarano Domenico stigmatizzava che egli, pur avendo difeso in pubblico l’operato dei suoi figli esclusivamente in ragione del fatto che si trattava, appunto, della sua discendenza, nella sostanza condivideva le critiche che aveva ricevuto da Fabbrocino Mario, classe 1956, manifestandosi fermamente persuaso della necessità di evitare il sorgere contrasti tra soggetti legati allo stesso sodalizio. In buona sostanza, Cesarano Domenico avrebbe preferito che i suoi figli, prima di procedere a escutere, con metodi mafiosi, il debitore inadempiente, lo avessero consultato perché in tale ipotesi egli avrebbe potuto evitare che una persona così vicina ad altri affiliati potesse essere aggredita e picchiata. La circostanza che lo stesso Cesarano Domenico facesse esplicito riferimento all’intervento pacificatore di Biagio Bifulco è sintomatica della natura delicata che la singola vicenda aveva assunto per la tenuta degli equilibri interni dell’intera organizzazione, la cui gravità, invece, era stata tale da rendere necessario l’intervento dei suoi elementi di vertice (Mimmo, i figli miei se vuoi parlare a livello, a me mi dispiace di dirle certe cose perché mi sono figli. Se vuoi parlare, i figli miei…tu parli di un fatto serio, un fatto nostro per “ Peppariello” i figli miei hanno peccato di leggerezza. Se è vero hanno detto così, hanno peccato, quelli poi mi sono figli, però io lo so nel mio cuore è peccato che ti già ti devi bisticciare con Maruzzo per causa di Peppe ma Peppe si merita questo riguardo?! Ma poi perché, perché poi escono le parole fuori, noi rimaniamo impegnati che ci bisticciamo e Peppe che non è niente. Peppe tutto coso è uno che va trovando uno che lo dà a campare, noi siamo altra gente veniamo complicati in fatti seri, perciò quando viene uno da noi, noi abbiamo il diritto di contare fino a dieci, …loro me la dovevano far sapere, perché se me lo facevano sapere, io non dicevo andiamo a picchiare a Michele, perché io per Peppe non dicevo, andiamo addosso a Michele perché me ne fotto ... perché se la piange lui! … omissis … questo è il discorso. Io ai miei figli gli avrei voluto dire questo. Non avete sbagliato perché mi siete figli, va bene, però aspettatemi a me di qualsiasi cosa, aspettami a me parliamone insieme. Ecco, questo si è fatto i debiti con la bocca, quando ha parlato, prendeva la scoppetta, prendo qua e prendo là! “Quelli i figli di Mimì vendono le stampelle e non vendono qua…perché? per quale motivo?” automaticamente, nascono…queste cose…). Ugualmente incentrata sugli attuali assetti dell’organizzazione diretta da Mario Fabbrocino è anche la conversazione che segue, nel corso della quale Casillo Domenico, a distanza di poche ore dalla conversazione che nel pomeriggio della stessa giornata egli aveva avuto con Cesarano Domenico, dialogava con un soggetto di nome “Peppe”, che non è stato possibile identificare compiutamente, I due interlocutori commentavano la situazione in cui si trovava in quel preciso momento il territorio sottoposto alla sfera di dominio del clan, stigmatizzando come l’attuale debolezza di Mario Fabbrocino (il 39 quale, si ribadisce, all’epoca della registrazione era già detenuto in regime di cui all’art. 41 bis o.p. per scontare la condanna all’ergastolo11) esponeva i commercianti alle pretese estorsive anche di soggetti di spessore criminale medio basso. Il senso che deve essere attribuito a tale affermazione appare chiaro se si tiene presente quanto accertato nell’ambito di differente e separata attività di indagine condotta dal personale in servizio presso il Commissariato di San Giuseppe Vesuviano e che ha svelato l’effettiva operatività, tra la fine del 2005 e fino al 2008, di un gruppo camorristico, riconducibile a Caliendo Giuseppe, Casillo Vittorio e ai fratelli di quest’ultimo e che aveva come punto di forza la sua riconducibilità al clan Fabbrocino. E’ stato accertato, in particolare, che tra le attività di tale sodalizio vi era l’imposizione di estorsioni esatte anche per piccoli importi ma in maniera capillare ai danni di tutti gli operatori commerciali del territorio di San Giuseppe Vesuviano. I risultati di quella attività investigativa hanno ottenuto un momento di positivo vaglio, essendo stati gli indagati, destinatari di misura cautelare e poi della sentenza di condanna n. 350/11 emessa dal GUP presso il Tribunale di Napoli in data 7.2.2011. La lettura dei provvedimenti giudiziari rivela che è proprio a quel gruppo di soggetti che si deve ritenere intendesse riferirsi l’interlocutore di Casillo Domenico quando si doleva della presenza di “ragazzini … 18 19 anni già vanno facendo l’estorsioni nei bar, sono cinque sei di loro affiatati, loco giuù, il mese … ma quello ce lo danno no per camorra, ce lo danno perché spezzano … gli rompono la cosa, questa disse … e se lo vanno a prendere tutti i mesi, ma tu devi vedere, sono sette otto guagliuncelli che veramente fanno cose”. Ai fini della presente richiesta è interessante la risposta che a tali osservazioni offriva Casillo Domenico, allorquando collegava l’operatività di tali “guagliuncelli” al declino delle vecchie strutture criminali e citava, comparativamente, la n.c.o. di Raffaele Cutolo e la persona di “Mario”, il quale ultimo a dire dell’indagato in quel momento stava “perdendo terreno”. Con tale ultimo nome Casillo Domenico intendeva certamente riferirsi a Mario Fabbrocino tenuto conto delle indicazioni che lo stesso indagato forniva per permettere la individuazione del soggetto di cui stava parlando. Nel prosieguo del dialogo, infatti, veniva fatta espressa menzione del cognome “Fabbrocino” e si citava l’episodio in cui “Lorenzo e il figlio di Aniello” erano stati presi a schiaffi dai “Russo” (evidentemente riferendosi, rispettivamente, a Fabboricno Lorenzo, figlio di Fabbrocino Matrio, classe 1956 detto “Maruzzo” e all’altro Fabbrocino Lorenzo, figlio di Fabbrocino Aniello). In tale contesto, venivano poi ricostruiti altri episodi di aggressioni subite da personaggi del posto e ritenute dai dialoganti l’espressione più evidente della mancanza di un effettivo controllo del territorio un tempo, invece, assicurato dai gruppi camorristici. Nella parte finale del dialogo Casillo Domenico raccontava anche la vicenda che aveva visto Buonaiuto Michele vittima dell’azione violenta posta in essere ai suoi danni dai figli di Cesarano Domenico, Felice e Rocco, vale a dire l’episodio di cui era stato poco prima messo al corrente dallo stesso Cesarano Domenico. Si riporta di seguito il brano in esame: Conversazione n.: 5502 del 2.07.2007 Ora 21,05 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico. Conversazione tra CASILLO Domenico e tale Peppe. La prima parte è a carattere generale. Poi parlano di ristorazione e della eventualità di aprire una attività. Poi, Peppe racconta di un episodio accaduto negli anni di camorra. Uomo: qua hanno fato i giardini, comunque qua stanno facendo belle cose a livello, se uno riuscisse ad aprire un ristorantino …omissis… Paventano l’ipotesi di aprire un ristorante nella zona dove si trovano CASILLO: …dove dobbiamo andare ora qua? Peppe: giù scendi…ieri ho portato a mia sorella qua sopra 25 euro…incomp… CASILLO: a quello l’hanno buttato a terra e a questi due non gli hanno fatto niente Peppe: questo ha appoggiato le giostre, paga l’affitto al Parco Nazionale del Vesuvio...ma tu al castello non ci sei ancora entrato? Guarda che bel lavoro che hanno fatto…l’hanno fatto tutto nuovo...se vai di qua ti faccio vedere che hanno combinato 11 Mario Fabbrocino è stato condannato alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Roberto Cutolo, figlio del fondatore della n.c.o., Raffaele Cutolo, in forza della sentenza n. 26/05 emessa in data dalla Corte di Assise di Appello di Milano, divenuta definitiva in data 26.5.2006. 40 CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: ce l’hanno fatto per Raffaele quando viene …l’hanno fatto per Raffaele e Pasquale…non si possono nemmeno avvicinare…tutta roba dello stato, qualche festa nel castello ci sta…inc. … chi te l’ha detto che non si può andare? no, non si può andare ci sta il guardiano…Il sabato è aperto al pubblico... ma è vuoto...quando eravamo ragazzi là fuori ci stava una cosa tanto grossa era di marmo stava sopra il marchio del principe del re del casato, stava sopra all’arco all’entrata, arrivarono due tipi di Torre, noi eravamo ragazzi, due tre di loro salirono sopra le corde …dissi ma che state facendo, stavamo io ed un altro paio di amici, disse “compariello” ci hanno comandati ci dobbiamo prendere questo coso!! Lo presero se lo portarono in macchina e se ne andarono. stavo qua il tempo del terremoto… ..inc.….comunque sono zone che la sera ci stanno…inc.… CASILLO: Peppe: …Omissis… L’auto si ferma salutano alcune persone tra cui tale Alfredo. Peppe: …inc.…ha detto vai a comandare un po’ per là fuori… CASILLO: chi comanda di qua e chi comanda di là, sono finite le polpette, non comanda nessuno più Peppe: …questa polpetta chi se la deve mangiare è finita veramente.. CASILLO: ora fra quattro cinque anni usciranno altre generazioni Peppe: i vecchi chissà veramente dove se ne devono andare Mimì…ci stanno sette otto ragazzini…18, 19 anni già vanno facendo l’estorsioni nei bar, sono cinque sei di loro affiatati, loco giù, lo devono ..inc. ...il mese, ma quello ce lo danno no per camorra, ce lo danno perché spezzano…inc.…gli rompono la cosa, questa disse…e se lo vanno a prendere tutti mesi, ma tu devi vedere, sono sette otto “guaglioncelli” che veramente fanno cose…. CASILLO: se l’imbracano e se li portano! Peppe: così va a finire prima o poi così va a finire….la droga, la droga…inc.… CASILLO: problemi loro, cose loro Peppe: va bene però dice che i boss nuovi non permettono queste cose, ma questi le fanno sempre, sono trent’anni che fanno sempre queste CASILLO: dove stanno!!...Allora non hai capito, la Nuova Famiglia Organizzata, non esiste più è finita, i cutoliani non ci stanno più. E te lo dico io, oggi di questo abbiamo parlato, Mario sta perdendo terreno, a Lorenzo ed al figlio di Aniello… Peppe: FABBROCINO! CASILLO: …a Nola lo presero a schiaffi Peppe: dove? CASILLO: a Nola Peppe: i Russo! CASILLO: o becchino, si chiama Peppe: ah!! CASILLO: … inc. … Peppe: o’ becchino li “secuto’” a tutti e due? (ndr. li fece scappare) CASILLO: vedi se gli sono andati a fare qualcosa Peppe: quello la dei Russo … inc. … stu “ becchino” chi è? CASILLO: è stato in galera con … Peppe: con uno di Nola? CASILLO: un ubriacone è un tossico.. Peppe: però mi pare strano che loro ce l’anno fatto fare di questa maniera CASILLO: se erano dieci anni indietro e vedevi se si permetteva, lo prendevano e lo andavano ad uccidere, ora che fa ha abbuscato, ora…Felice e Rocco…picchiarono a Peppe “zuzzella” da Michele a munnezza, gli diedero addosso Peppe: dove? CASILLO: da Michele a Munnezza, gli diedero addosso. E’ andato Felice là e andato Rocco è andato mio nipote Peppe: chi nipote? CASILLO: Enzuccio, nipote di Andrea! Corsero tutti e dice che a Maruzzo gli ha bruciati il “mazzo”…rispetto non ce ne sta più Peppe: Maruzzo gli è bruciato il mazzo, però Mario quando gli mandi a fare … inc. … 41 CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO Peppe: CASILLO Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: no gli bruciò il mazzo perché… …ma perché ad Ottaviano non sbagliarono a picchiare a tutti quanti, scusa tu non sei andato a picchiare soltanto a quelli che dovevi picchiare. Tu hai picchiato anche a ragazzi che non c’entravano niente, che i padri stanno per cazzi loro, voi li avete riempiti di botte e li avete chiusi nei secchi dell’immondizia a questi ragazzi…12 perché il padre se l’è scordato? adesso lo pagherà lui, perché … inc. … a volte uno si crede che da questa via si passa … se se lo devono tenere se le tengono pure, però devi vedere quando a volte si vogliono togliere il cazzo dal culo se lo tolgono pure…ad un ragazzo gli spezzò due denti in bocca e non c’entrava niente, si ritirò a casa senza denti in bocca, il padre sta dentro da 15 anni. Il padre è di Salerno è di Quindici si sposò ad una di Ottaviano, poi uccise la “commare” andò in galera. Ma lui, questo ragazzo e un bravo ragazzo uccise la compara? la uccise a coltellata...non lo sai questo fatto? perché? non lo so. Comunque uccise la comare e sta dentro da 15 anni. Si ma questo ragazzo non c’entrava niente, gli andò vicino e l’avete picchiato…poi avete alzato un coperchio dell’immondizia e ce l’avete buttato dentro… gente montata di testa si devono far vedere! Mimmo, quello ha avuto questo bisticcio … il più grande aveva 16 anni, non lo conoscevano nemmeno, in mezzo ad un bordello di creature. Se era un altro ragazzo intelligente …e vedeva tutta quella marmaglia te ne andavi, non è che scendevi dalla macchina …quelli mica sono tutti come l’amico, … inc. … puoi essere anche mamma santissimo, quelli si sentono gasati, alzano le mani e ti allisciano…o mi sbaglio Mimmo? comunque … inc. … sono problemi loro si Mimmo ma noi lavoriamo non ci interessa niente possiamo fare l’imbroglicino per campare si finisce là, più avanti di questo non si può andare là si ferma l’orologio, mi dispiace per tanti ragazzi che per esempio stanno in mezzo alla strada … (canta) speriamo che fino ad Arezzo non mi ferma fino a dove devo andare? Arezzo! Là ti imbracano, ti fermano. Non ti dimenticare queste parole. Chi la tiene intestata la macchina? la ragazza mia! residenza a Napoli? si! e ti bloccano e ti controllano la macchina sotto e sopra…stanno i camion di S. Giuseppe sequestrati …tutti, per assicurazione e per macchine taroccate…comunque, Peppe andò là per i soldi Michele a “Munnezza”, non te li voglio dare, Peppe gli diede un schiaffone, andò un ragazzo dietro e lo picchiò il figlio? no, il ragazzo che lavora là dentro. Felice non ci doveva proprio andare, vide che Peppe era diventato un “piecoro” e chiedeva la carità. Rocco disse mettiamoci in macchina e andiamo là. … inc. … Felice e Rocco … inc. … sono ragazzi positivi quello a “Maruzzo” perciò gli è bruciato il mazzo, Se andava un altro io non parlavo, perché quello Michele “a munnezza” è un fetente di merda, però non è parente andate voi, una cosa bella non la vedo, io tengo rispetto di voi… …Peppe me ne vado non vuoi scendere? no devo andare a casa! mi vado a fare una doccia organizza quella cosa là sopra si fa… 12 Probabilmente si sta riferendo ad un episodio di alcuni anni fa quando FABBROCINO Giovanni, figlio del boss, fu picchiato ad Ottaviano da alcuni ragazzi che non lo avevano riconosciuto e che lo avevano scambiato per un altro giovane. L’episodio fu vendicato da elementi vicini al clan FABBROCINO i quali, nei giorni seguenti, picchiarono selvaggiamente tutti gli autori del pestaggio subito da Giovanni FABBROCINO. 42 Peppe:: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: ci possiamo veder anche domani sto a casa domani Ti vengo a prendere a casa? vieni a casa domani mattina a che ora devo venire alle 9,00 domani mattina alle 9 sono da te! La vicenda del contrasto che aveva visto in posizione contrapposta Fabbrocino Mario, classe 1956, detto “Maruzzo” e Caliendo Giuseppe, detto “Peppe ‘e zuzzella” e che aveva trovato la sua scaturigine in una ruggine venutasi a creare tra quest’ultimo e Buonaiuto Michele, detto “Michele ‘a munnezza”, a cui si faceva riferimento anche nella conversazione da ultimo trascritta, costituiva oggetto anche dell’ulteriore dialogo registrato a distanza di qualche giorno (il 7 luglio 2007) tra Casillo Domenico e Cesarano Domenico. Anche in tale occasione i due, oltre a soffermarsi sull’avvenuto arresto di tale Pasquale, originario di Molfetta, rimasto coinvolto in una vicenda legata al traffico di droga e sulla ferma volontà di Cesarano di soccorrere quest’ultimo in un momento di evidente difficoltà, ritornavano su quanto fosse stato inopportuno l’intervento che Fabbrocino Mario, classe 1956, aveva fatto in difesa di Michele Buoniauto e a sfavore di Caliendo Giuseppe, ancorando le ragioni per le quali quel gesto andava disapprovato al fatto che quest’ultimo, nonostante le censure che pure non gli venivano risparmiate dagli stessi dialoganti, si era sempre rivelato una persona affidabile, su cui il clan aveva sempre potuto contare (“Maruzzo però qualcosa te la dove dire mica è giusto che tu per Michele che è una chiavica vai a dire vicino a Peppe, leva le mani da dosso ti faccio uscire il sangue da bocca, Michele è un uomo che non vale niente, fratello mio. Tu devi stabilire una cosa se lo difendi o non lo difendi a tuo fratello cugino erché che tu prendi le difese tra Peppe e quello comunque è più amico Peppe e non quel fetente di merda, perché comunque a Peppe te lo sei trovato, quello per te che ha fatto è un imbroglione è un fetente di merda…”). Eloquente per inquadrare la posizione di Cesarano Domenico all’interno della struttura associativa in esame è il passo in cui, quest’ultimo precisava che il chiarimento che egli stesso aveva avuto con “Maruzzo” per definire il contrasto tra Caliendo Giuseppe e Buoniauto Michele non aveva minimamente rischiato di scalfire la solidità del legame che univa Cesarano e Fabbrocino; l’incontro tra i due, in ogni caso, aveva rappresentato per Cesarano il momento propizio per verificare come anche presso Mario Fabbrocino, classe 1943 (indicato come il “fratello cugino” di Maruzzo) Caliendo Giuseppe godeva di una considerazione che avrebbe imposto di trattarlo con maggiore riguardo. Si riporta di seguito il dialogo: Conversazione n.: 5938 del 07.07.207 Ora 17,58 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico (decreto n. 1265/07). In lontananza si sentono delle voci. Si sente un uomo che saluta: Mimmo“ Don Mimmo ci vediamo”. Si sente pronunciare Biagio e salutare tale Alfonso. CASILLO e CESARANO entrano in macchina. Iniziano a parlare. Verosimilmente si sono incontrati con Biagio BIFULCO. Commentano tale incontro: CASILLO: mamma ma!!!… CESARANO: ha capito? CASILLO: …ma loco è un bordello!! CESARANO: quello là, sta anche la gelosia CASILLO: là sta la tensione…ma io mi devo intossicare CESARANO: e la gelosia CASILLO: …che sono i cucuzzielli le zucchine loco terra…sono andato dal barbiere e non c’era… CESARANO: quando? CASILLO: l’altro ieri CESARANO: è andato in ferie CASILLO: e che chiude il mese di luglio questo CESARANO: ha chiuso cinque sei giorni perché … inc. … CASILLO: …quello che sbaglia è Felice…dice Enzuccio stammi a sentire, quello mi è cognato, tu mi sei fratello cugino, fammi stare un poco quieto arriva … inc. … fatti il lavoro tuo e non ti preoccupare…ma io se avevano già caricato anche di là … 43 CESARANO: … inc. … CASILLO: eh...me la sono andata a prendere, se ad Antonio non gli serve CESARANO: non gli serve pigliatela!! CASILLO: li vado a prendere li metto a lungo a lungo CESARANO: quello poi ad ottobre tiene pure…e tu appari tutti quei fossi a casa tua… CASILLO: lungo la strada e quell’altra parte della casa che devo fare la discesa… CESARANO: ma tu te lo puoi mettere dove vuoi tu, quelle sono betoniere CASILLO: vengo qua prendo ad uno di loro…dove dobbiamo andare? CESARANO: vai dove vuoi tu!! …omissis… Parla delle loro prestazioni sessuali. Poi CASILLO riceve una telefonata (cfr. n. 19775 del 7.07.2007 ore 18,01).Commentano la telefona con Peppe che ha una casa in fitto ad Ascea .Poi: CESARANO: …hai capito Mimmo, come sta la cosa? CASILLO: è un casino Mimmo CESARANO: vogliamo andare a veder a casa di Pasquale? CASILLO: chi Pasquale? CESARANO: il padre, per vedere se gli serve qualcosa…per un fatto di educazione...hai capito CASILLO: …Gigino o’ Russo cosa vuole!! Gigino Russo Se non fa quello che dico io gli faccio fare i salti da terra a questo scemo, ieri Giovanni lo stava picchiando a Gigino (cfr. tel. n. 19793 – 19816) intercettata sull’utenza di CASILLO Domenico.) CESARANO: chi? CASILLO: tuo nipote… CESARANO: e uomo di picchiare la gente CASILLO: e va bene comunque aveva ragione CESARANO: non gli dar retta ..omissis… Riceve una telefonata. Parla con Gigino in merito all’assegnazione di posti al mercato. (cfr. tel n. 19776 del 07.07.2007 ore 18.04).Commentano la telefonata CASILLO dice che vendono i posti 500 600 euro. Poi parlano di Gigino o Russo: CESARANO: o Russo pure è un filibustiere i Rossi sono male gente CASILLO: filibustiere a carogna, allora io ora l’ho preso malamente, ho detto Gigino non hai capito niente vuol dire che vengo loco e monto a modo mio, non c’è problema! CESARANO: dove sta ora o’ Russo? CASILLO: sta a Pompei…addosso a Giovanni...no, no, cerchiamo di fare le cose bene, qua sta Felice dietro...sarebbe il figlio di Andrea, me lo disse ieri Giovanni, io ora prendo a Gigino e con queste barzellette deve finire, Andrea è un bravo ragazzo, si presta in tutti i modi, ma che lo nomina a fare questo Felice, se uno sente gli deve creare un problema per senza niente, inutilmente e disse Giovanni che mi viene a dire quello è mio fratello cugino, come non mi tieni di fiducia io di do 100 euro il resto te lo do in settimana CESARANO: Giovanni “cape e di puorc”?…non gli dare niente CASILLO: comunque Giovanni se vuoi entrare ti faccio entrare io il problema non ce l’hai. No io devo picchiare a Gigino…no tu non picchi a nessuno CESARANO: Giovanni “capa ‘e puorc”? non gli dare niente CASILLO: … inc. … vuole vendere una macchina vuole vendere una… CESARANO: come la Smart se la vuole vendere, ma lo sa che dovetti appare pure a Michele CASILLO: i soldi? CESARANO: no il fatto di Peppariello … comunque è un uomo di merda …omissis… fanno riferimento all’eventuale acquisto di un auto da parte di CASILLO. Poi CASILLO accenna alla vendita di copriletto. Giri 16,56 CASILLO: …e a parte “Maruzzo” che faceste? CESARANO: per amor di dio…Maruzzo,… “ Mimmo qua non dobbiamo parlare di niente”, mi abbracciò, lo sai a “macchietta”,… “ma che dobbiamo parlare io e te noi siamo compagni”. Maruzzo però qualcosa te la dove dire mica è giusto che tu per Michele che è una chiavica vai a dire vicino a Peppe, leva le mani da dosso ti faccio uscire il sangue da 44 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: bocca, Michele è un uomo che non vale niente, fratello mio. Tu devi stabilire una cosa se lo difendi o non lo difendi a tuo fratello cugino perché che tu prendi le difese tra Peppe e quello comunque è più amico Peppe e non quel fetente di merda, perché comunque a Peppe te lo sei trovato, quello per te che ha fatto è un imbroglione è un fetente di merda…e poi gli dissi il fatto di “Ninnone”. …“Ma Mimmo non ne parliamo proprio io a Peppe glielo ho detto, ho sfogato però è finita”. Ma tu non dovevi proprio permettere dissi…la scoppetta pigliala la scoppetta Maruzzo io poi stavo con le mani così… “ ma non la mettere vieni ti voglio fare vedere la fabbrica vieni qua …”. … inc. … …“ ti voglio far vedere la fabbrica Mimmo parliamo di altre cose prenditi il caffè” a modo suo…per stare tranquillo, a modo suo a filamento, quello poi fosse all’altezza di filare la gente… comunque hai fatto bene! più di Peppe…dissi ti sembra una bella cosa vicino a Peppe ti faccio uscire il sangue da bocca, sono modi questi. È vero che Peppe è una chiavica e io gli ho detto non ci avere niente a che fare, ma tu nemmeno puoi prendere le difese di quel merda…è venuto il figlio di Ninnone cinque mila euro è venuto da me e te ne sei fottuto…è venuto un altro e ha detto rientrate tramite l’avvocato, ma scusate lo difendi lo stimi…ma scusate. Mimmo qua ognuno di noi può tenere un parente che è una chiavica…ora è un altro discorso…ma no che chiami a Peppe e gli dici ti faccio uscire il sangue da tutte le parti non stanno bene con la testa…(breve pausa) …anzi sai che faccio Mimmo con quelle pietre là …dove sta il cancello metto l’asfalto fuori alla via e terreno….ci pianto proprio le pietre sopra … inc. … tu le devi mettere ad una parte dove sta rotto per esempio fuori casa tua dove sta rotta a terra vicino, quel tratto vicino al portoncino a venire qua …omissis… Parlano di mettere l’asfalto dentro e fuori l’abitazione di CASILLO. CESARANO: sai a chi non ho sentito più, non lo sento proprio più, al “pedofilo” CASILLO: Antonio? CESARANO: eh! CASILLO: sta sempre là CESARANO: a Terzigno? CASILLO: tiene l’ Audi A6 CESARANO: … inc. … secondo me con questo sta un po’ in crisi … inc. … quel bel rapporto di prima non lo tengono più CASILLO: no …omissis.. Poi CASILLO commenta la telefonata con tale “Gigino o ‘ Russo”. Poi parlano dell’arresto di Annunziata Pasquale. Giri 2220 CESARANO: quello ora si deve fare sei sette mesi dentro, verso marzo Aprile esce con i domiciliari CASILLO: uscisse domani CESARANO: noo…ma non penso … inc. … CASILLO: ...quello lo aspettavano CESARANO: non lo so … quello Pasquale a livello di fare una bella dichiarazione, l’ha fatta sicuramente, quello è un filibustiere CASILLO: tu dici? CESARANO: ehh … Pasquale è un filibustiere … Pasquale ha detto mi hanno dato mille euro e porta questa roba là … chi te l’ha data che ne so chi li conosce CASILLO: gli hanno dato il pacco … inc. … CESARANO: non lo credono è inutile che lo dice…quello secondo me teneva proprio il coso preparato!! CASILLO: ha buttato dentro… CESARANO: …ma quello se lo sono venduto…a Pasquale se lo sono venduto ..omissis… CASILLO riceve una telefonata. (cfr. tel. n. 19780 del 7.07.2007 ore 18,21) Poi l’auto si ferma. Scendono. Si sente parlare in lontananza. 45 Giri 4310 - Risalgono in auto CESARANO: hai parlato con tuo figlio…embè che ha detto? CASILLO: ha detto che sta sulla superstrada e non sa se ci deve andare…gli ho detto di andare (cfr. tel. 19780 del 7.07.2007) CESARANO: … inc. … CASILLO: questo è quello che ti portò l’orologio CESARANO: chi è? CASILLO: quello che ora… Mimmo sta parlando. Il fatto te lo dico io come è andato Mimmo CESARANO: se lo sono venduti? CASILLO: … inc. … no, no, me l’ha detto ora lui è stato picchiato…il ragazzo che sta laggiù, è stato picchiato dalla DIA di Salerno CESARANO: perché? CASILLO: perché me l’ha spiegato lui…ciao Enzo (suona il clacson e saluta) CESARANO: …come è andato…quello con la maglia rossa? Stava con lui? CASILLO: …questo ha il magazzino a Roma ha fatto un contatto con uno, andava trovando 10 chili di roba, 380 mila euro dentro la borsa li teneva, ora che succede …che questo fa i contatti con certa gente di Angri...i Mazzai13 CESARANO: … inc. … Pasquale? CASILLO: Pasquale … inc. … li tengo io facciamo il contatto a Roma, Pasquale ha detto ma questo i soldi li tengono, come portano la valigia piena di soldi. Andavano trovando i fratelli Galasso e i Mazzai i Marzano di Angri. Conclusione del discorso vanno sul posto a Cinecittà questo “sgama” vede CESARANO: chi? CASILLO: il ragazzo Mimmo che è amico mio CESARANO: tengo i guardi appresso CASILLO: qua teniamo i guardi…però non ti muovere, chiama il fratello cugino da dentro la cabina e gli dice non venire qua…Mimmo a me è la prima volta che mi è capitato un fatto di questo, mi sono messo in mezzo perché tengo il magazzino… CESARANO: …questo tiene il magazzino a Roma CASILLO: ora io automaticamente, ho sgamato il fatto e ho detto...con tutto ciò hanno preso il pacco hanno provato non era buona, dice ma noi ve lo diamo a 28 euro, non lo voglio, questa roba non è buona, non vale nemmeno a dieci e gli rimangono questo pacco. Se ne vanno a casa loro e dicono, vai tu o vado io che dobbiamo fare CESARANO: a Roma? CASILLO: no, a portare questo pacco CESARANO: va bene se n’erano andati a Roma CASILLO: a Roma stavano già a Roma…io tenevo paura nel senso che li tenevo addosso, comunque chiamo a loro e dico questo pacco non me lo fate portare a me, portatelo uno di voi perché io li tengo addosso va a finire che mi arrestano…no e noi siamo quattro di noi come lo portiamo questo pacco CESARANO: chi lo diceva quelli là? Quelli con i soldi nella valigia CASILLO: … inc. … dacci la macchina tua e ci portiamo il pacco CESARANO: Pasquale gli dà la macchina sua CASILLO: no, ci sta Mimmo, Pasquale fino ad ora non centra niente con il contatto a Roma, i contatti li ha fatti fare direttamente quello di Angri con quello di Roma e con certi amici della Spagna, i colombiani, gli spagnoli … inc. … Pasquale non c’era su questa parte. Comunque prende questo se ne va e il giorno dopo si mette in macchina e vede una 156 alla Macchia a Roma, dietro, e c’aveva 10 grammi di roba addosso CESARANO: chi? Sto Mimmo? 13 Il 4 agosto 2007, con nota n.35758/27-1 “P”, i Carabinieri della Stazione di Angri, confermavano l’esistenza, nel comune di Angri, di una famiglia soprannominata “I MUZZAI”, fornendo l’identificazione dell’intera famiglia, aggiungendo che: “agli atti di quest’Arma risultano immuni da pregiudizi e pendenze penali, fatta eccezione di CIRULLI Rosario, di Francesco e di Milo Chiara nato a Nocera Inferiore il 6.5.1980 che annovera numerosi pregiudizi penali raccolti a diffide nel divieto di accedere sui campi sportivi e che lo stesso e solito accompagnarsi con persone pregiudicate. 46 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: si, dieci grammi di roba addosso, disse al fratello cugino vedi che c’abbiamo … inc. il fratello cugino era Pasquale? vedi che c’abbiamo una 156 dietro e sta venendo appresso…è sgamato bene Mimmo... questo qua che stava qua!! eh ! (affermativo) quello che ti ha portato l’orologio a te e lo diede a Felice, dice dammi questa roba …dice non ti preoccupare il cugino poi vede un’altra 155 dietro lo lasciava quella e lo prendeva un’altra dice guarda che c’abbiamo un'altra macchina dietro, dice dammi questa roba e non fare lo scemo. Prese la roba e la butto nella cosa dello sterzo, prima accelerò poi prese la roba dallo sterzo e la buttò per la strada … inc. … quello non può dire dove sta la roba quello l’ha buttata e se ne va tranquillo e si mette sui 40 orari e le due macchine non lo mollano un secondo perché non si è fermato? e va bene dove si fermava, se si fermava lo picchiavano dove si fermava, comunque in conclusione è stato buono per lui che ha buttato la roba…all’uscita di Palma , all’improvviso tre macchine gli vanno addosso, un BMW…tredici, quattordici loro….la roba dove sta ma i Carabinieri la Dia di Salerno, sono partiti da Salerno e com’è la Dia di Salerno li ha avuti addosso? sopra le telefonate...non lo so!! Comunque a conclusione ho detto se l’hanno venduto, ha detto non si sono venduti niente, nel momento in cui mi stavano addosso a me io ho “abbuscato”, mi hanno portato, ho messo l’avvocato e ho denunciato a tutti quanti che mi hanno picchiato!...ho detto hai fatto bene!...Io educatamente mi sono messo in macchina e sono andato ad Angri è andato a dire … inc. … a questi Marziani (aut MAZZEI), come cazzo si chiamano, attenzione non fate nessun contatto, perché a me mi hanno fermato, può darsi per mezza vostra, vi stanno addosso la Dia, fa uno di questi e chi mi dice che non è per mezza tua che sta la Dia addosso … inc. … ma tu mi hai rotto il cazzo io sono venuto qua e per mezza di mio cugino fratello-cugino Pasquale, che l’aveva passato per il fratello cugino, io vi sono venuto a dire questo esatto io educatamente, l’ho detto anche a Pasquale, Pasquale se devi fare qualcosa, non andare a nessuna parte perché li ho avuti addosso. Mi hanno picchiato e uno della Dia mi ha dato il numero di telefono, loco ti prendi venti anni, poi mi hanno ammorbidito, dice qua ci sta il numero di telefono, se vuoi collaborare ci chiami. Io ho detto ve lo leggete solo il numero di telefono perché io non c’entro niente e non so niente, e me ne sono andato, io sono andato là Pasquale non c’era, sono andato ad Angri per riferire questo fatto. Se viene Pasquale, qualcosa,io non riesco a rintracciarlo più io sul telefono non volevo parlare, io poi ho visto a Pasquale, e ho detto vedi che così, così e così…non prendere niente perché li tengo addosso io, li tieni addosso pure tu Pasquale che ha detto? Pasquale posa la macchina sua fuori casa sua, e viene un'altra volta la Dia, la mattina da Mimmo. La Dia e la Polizia di S. Giuseppe.. non sei uomo tu vedi la Dia e la Polizia esce…controllano questa macchina che teneva che non aveva nemmeno intestato Pasquale? la macchina che portava Pasquale..la controllano e se ne vanno e … inc. … che macchina era? era una Ibiza è una Ibiza dove hanno trovato la roba dentro, comunque dice Pasquale mi raccomando, Pasquale dice vanno per l’altra gente. Pasquale prende e va là a pigliare il pacco e lo fermano e lo mette nello stereo e l’hanno fermato a Molfetta e gli hanno trovato un chilo di cocaina l’hanno tenuti addosso non perché l’hanno venduto …sopra a qualche trance di qualcosa 47 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: e c’è andato dentro e hanno trovato un chilo di cocaina! l’ha voluto lui, perché se lui ascoltava Mimmo, questo non succedeva allora come stanno le cose… …stanno sopra a questi di Angri..perché questi di Angri vendono il fumo, vendono un sacco di roba e stanno addosso a questi di Angri e ci sono caduti loro dentro …ora questi qua che stavano addosso a quelli di Angri, automaticamente lo sanno che Pasquale il chilo di roba l’ha preso là, ora arrestano anche a quelli di Angri … perché non può dire che me l’hanno data!! Ma ora a Pasquale il magistrato glielo domanda di questi di Angri.. questi di Angri si fanno arrestare e si crede che Pasquale se li è cantati … inc. … ma poi questi di Salerno, stavano addosso a questi.. addosso a questi di Angri loro sono andati a prendere la roba è andato a finire lui dentro, e come quando butti la rete in mare che cambi strada e ci vai a finire dentro Pasquale prende sei sette anni di carcere alla mamma non gli interessa proprio quella la mamma ha detto che fra due tre giorni esce…gli ho detto il figlio vostro fa sette otto mesi di carcere ora venne la moglie di “Fonso” a casa (Alfonso a calabrese) …dissi tuo marito prende sette, otto anni di carcere, madonna e tu mi vuoi far morire la gente mi ha detto un mese, e dissi signora vi devo fare fessa, tra un mese esce, andò a fare la causa 12 anni … inc. … la vedevi tutta morta sopra la sedia, poi andò dal fratello da Peppe e disse se vuoi vedere a tuo fratello, quello è ignorante, devi cacciare 10 mila euro altrimenti a tuo fratello non lo vedi…ma che devo fare non l’ho visto quando stava qua lo devo vedere ora… Pasquale sta al carcere di Trani …Pasquale sopra la causa prende sette otto anni…Pasquale verso Aprile, Maggio esce con i domiciliari…e ora questo Mimmo sta a casa sua, sta pieno di paura? no. Ora mi ha dato il suo numero di telefono e ha detto che ora deve arrivare certa roba dalla Spagna, a livello di biancheria però.. ma ora mi ha visto lui a me, mi conosce? no,no...io portai l’orologio...lo diedi a Felice Pasquale, la verità. Devo mandare un pensiero per il ragazzo.…quello conviene di darli in mano alla moglie, però quelli se li rimani qua non gli arriva niente … inc. … 500 euro…una tuta quando uno ha fatto la creanza…che deve fare… a me mi disse che non lo faceva più chiacchiere!! CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: …omissis… Poi CESARANO racconto di un incontro sentimentale a Serino con ANGELINO Vincenza e CASILLO della sua amante Nunzia. Poi: CESARANO: ma quello è uno scemo gli dissi non “maniarla” più, non lo fare più. Con la droga deve andare per forza in galera… CASILLO: la vita comoda, la macchina bella i soldi facili…eccoli, li teniamo avanti ora fanno il posto di blocco sopra al ponte CESARANO: le guardie? CASILLO: eh! (affermativo) CESARANO: e vai piano CASILLO: …il tempo ..e noi ce l’abbiamo davanti, ora dobbiamo girare , questi li troviamo sul ponte CESARANO: come stanno le cose … inc. … CASILLO: e dove va se è un appoggio buono CESARANO: la Dia CASILLO: la Dia di Salerno stavano addosso a questa gente di Angri, i MAZZAI li ha chiamati, prima li ha chiamati i fratelli GALASSO, sono di Angri li chiamano i MAZZAI!! 48 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: li chiamano di soprannome, sono in fratelli GALASSO, sono i parenti di Pasquale, il fratello-cugino di Pasquale GALASSO conclusione del fatto, sono andati per loro e hanno rintracciato a noi, perché questa la roba Pasquale ce l’ha fata mandare là … inc. … a Roma un pacco da un chilo, lo hanno visto e dice noi te lo diamo a 29 euro, io non lo voglio nemmeno regalato, questo non è buono chi lo disse? questi di Roma che la dovevano comprare, disse qua sta la valigia con i soldi, ma la roba dove sta ma di dove erano? di Roma…sono amici di questo qua. Io ora gli devo stare un poco addosso a questo amico ora Mimmo sta un poco qua ha detto vienimi a trovare a Roma Mimmo! ma ora stava qua perché è venuto a fare la prova no sta qua, quella la casa è sua, quello è un amico suo ma abita a Roma o sta qua? tiene il magazzino a Roma e tiene pure la casa…fra quindici giorni mi ha detto che teneva la roba di biancheria, coperte e roba del genere. Ho detto va bene, fammi sapere, guadagniamo tutti e due ma la Dia se gli stavano addosso perché pensava che teneva la droga, lo videro, lo perquisirono e non trovarono niente …una fuori all’uscita di Palma e un'altra a Salerno, ora ha messo all’avvocato…e questo è uscito da fuori perché non hanno trovato niente, ma se non rifletteva bene, i 10 grammi di roba che tenevano addosso, non li buttava nella lattina…lo arrestavano no, ma quelli per i 10 grammi lo facevano andare via no, lo arrestavano!...per loro lo tenevano come campione e buttavano pure a lui dentro allora, quando hanno perquisito l’Ibiza qua, ma da lui hanno perquisito anche l’Ibiza ed era di Pasquale e se ne è andato lo scemo se ne andato con la macchina fa che gliel’hanno messa allora qualcosa in macchina? no, no. Gli stavano addosso!! pure a Pasquale? eh! (affermativo) Pasquale si è messo la roba dentro e se ne andato a Molfetta ad Angri è partito e se ne andato!...e da là è partito il fatto, Dice questo è partito di qua andategli appresso e com’è che l’ha arrestato la Finanza e non la Dia? e che ne so!...Là sta scritto Fiamme Gialle ..e devi vedere a volte il giornale dice una cosa per un’altra poi la mamma dice che l’hanno arrestato a casa sua non in macchina a casa sua con la cosa nello stereo!!!...Mimmo quello è uno scemo. Quelli l’hanno aspettato fuori all’uscita di Molfetta. …la mamma che ne sa … inc. … uno, tanto di riguardo, va a chiedere lo rispetta ma questo … inc. … e chi lo vede uno lo rispetta perché è un bravo ragazzo educato perché è un bravo ragazzo educato, mica quanto ha guadagnato qualcosa … inc. … (01.01.59.08) Omissis Parlano di donne. Poi CASILLO riceve una telefonata CESARANO: ma che vita … Pasquale non tiene … inc. … ce l’ho detto tante volte…ma poi chi troppo la tira, la spezza!! CASILLO: ha fatto la fine della “ calabrese” CESARANO: ha fatto la fine della “calabrese”, lui in miniatura, quell’altro più alla grande, però ha fatto la fine della “calabrese” Scendono dall’auto. Non si sente parlare. Giri 1.18.38 49 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: quello pare che devi andare all’accademia militare noi mezza volta l’abbiamo fatto ce andato anche storto a livello del pagamento, ti ricordi ma quello così è … inc. … ci venne bene!! … inc. … se questa la molliamo perdiamo Filippo e il panaro, me la presi con il fratello di “don do”14, gli dissi li cacci tu i soldi davanti a quello, dissi hai capito bravo, li cacci tu, ma quello la regola quella è ma quello è un fetente di merda, assegni … inc. … successi quel bordello dentro casa sua oggi in mezzo alla via ci stanno tutte “lutamme”, oggi in mezzo alla strada e tutta munnezza ha detto me lo fa sapere domani, deve fare certi conti, deve fare certi pagamenti dei suoi...Mimmo se l’assegno è a 120 giorni me lo prendo … inc. … e ma è normale, se mi viene a dire che deve fare certi pagamenti dei miei, talmente i pagamenti che tieni grandi devi vedere le cose tue, se ti sta bene , se non ti sta bene pensa a stare bene!! sabato gli porta i mille euro, sei un fetente di merda Mimmo non te la posso dare perché stiamo a socio io e un altro, dammi metà liquidi e metà fai come vuoi tu…ti può chiedere così. Quell’altro gli ho portato il foglio con la visura camerale … inc. … la mamma, gli dissi fate fare la denuncia perché pure per toglierci la macchina “da faccia”, deve prendere il complementare…si, si. Mimmo gli faccio l’imbasciata, non vi preoccupate… allo scemo gli fanno fare un annetto di carcere a Pasquale … inc. … gli costa venti mila euro…ha aperto il barbiere (Annunziata Sandro) si, ha aperto, stamattina! gli costa ventimila euro ma come esce quelli hanno travato un chilo di cocaina in macchina!...Pasquale esce in primavera… Giri 1.22.33 ..omissis.. Giri 1.23.40 . CASILLO riceve una telefonata Poi riceve un’altra telefonata . Parla con tale Marciano. CASILLO: …questo qua era uno che stava a Venafro con me, quando tenevo 18 anni. Se ne andò da Venafro e si arruolò in Polizia, comunque dove lo vado ad incontrare a questo dopo venti anni a Paola CESARANO: fa il poliziotto? CASILLO: disse ma tu sei Mimmo e tu chi sei?...Sono Marciano il figlio di Immacolata, gli cercai un favore dissi se mi puoi spostare, non ebbi nemmeno il piacere, perché era troppo tardi, però si mise a disposizione…e Andrea, lo scemo di Striano, tengo una “entratura” di macchine, ora mi ha chiamato e gli servono le macchine, giustamente servono le macchine le compro là e vieni qua e vediamo che dobbiamo fare…ora lo chiamo pure a questa Andrea CESARANO: e dove abita lui a Paola CASILLO: a Paola…ma zio Nicandro, bravo cristiano, vendeva la verdura, la mamma, zia Speranza, altrettanto, mi faceva aprire sempre vicino alla baracca sua. Questo Marciano, teneva la capo gloriosa, a livello di spinello a livello di questo…Ora si è sposato è rimasto a Paola, tiene le figlie di 18 anni, ha avuto tre bypass da quando l’ho lasciato… CESARANO: lo fa ancora il poliziotto? CASILLO: quando l’ho visto si, …ora secondo me no! CESARANO: tre bypass! CASILLO: dice no, io mi fido di te, come ti fidi di me, vieni e ti scegli la macchina …o no ? 14 Ndo Ndo è il soprannome di Cava Antonio, cugino di Cava Biagio, esponente apicale dell’omonimo clan operante nei territori del vallo di Lauro. 50 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: è giusto, la macchina la deve vedere…la paga in contanti? si e loco puoi guadagnare un migliaio di euro e ora vedo, vedo più o meno che macchina vuole, che cosa me ne importa a me di lui e tu che tieni da vedere con un poliziotto fetente!!! Non ti vuoi “bubbazzare” niente…ma tu vuoi scherzare!! Ma minimo devi guadagnare 500 euro vado da Antonio…gli ha fatto il motore a Vittorio che macchina va trovando? una macchina bella, …va da “Bidet”, lo chiami da parte e gli dice mi devi dare mille euro a me, questo ti dà tutti soldi. Vendici la macchina, gli fai l’imbasciata da parte… chi fa la busta paga non se li prende lo stesso i soldi e quello con busta paga gli dà i soldi liquidi...dici mi devi dare mille euro a me, 500 euro, dipende dalla macchina una macchina di 5- 6 mila euro, ci puoi mollare i mille euro sopra una macchina di 5-6 mila euro 500 euro …omissis… Prosegue la conversazione sul tipo di macchina. Poi CESARANO, della notte trascorsa con Enza. Poi CESARANO scende dall’auto e si salutano . La conversazione che precede è rivelatrice anche del radicato inserimento di Casillo Domenico nelle dinamiche e negli ambienti criminali. Questi, infatti, commentava con estrema dovizia di particolari la vicenda relativa all’arresto di Pasquale Annunziata, rivelando di essere un profondo conoscitore del mercato del traffico degli stupefacenti e di intrattenere rapporti personali con personaggi di spicco quali, Annunziata Alfonso, detto ‘a calabrese (con la cui moglie Casillo asseriva di avere dialogato circa la durata della detenzione che il marito avrebbe subito) e Cava Antonio, detto “ndo ndo”. Ugualmente utile per la ricostruzione delle trame che compongono il sodalizio il esame è anche la conversazione telefonica di seguito riportata, intercorsa tra Casillo Domenico (sulla cui utenza posta sotto monitoraggio è stata registrata) e Cesarano Andrea, nel corso della quale quest’ultimo riferiva al primo di una discussione alla quale egli stesso aveva partecipato, che aveva avuto come protagonisti principali Cesarano Domenico e Bifulco Biagio e che era stata incentrata sulla opportunità (ribadita a chiare lettere da Bifulco Biagio) che i proventi degli affari condotti da Cesarano Domenico fossero adeguatamente ripartiti tra i vari affiliati. L’espressione utilizzata da Cesarano Andrea allorquando riportava la frase di Bifulco (“ma sopra la tavola qua non metti niente!?”) è estremamente significativa perché tradisce il legame esistente tra i due elementi di vertice del sodalizio che si paragonavano essi stessi ad abituali commensali, adusi a condividere le sorti di qualsivoglia iniziativa. Si riporta di seguito il contenuto della conversazione: Telefonata n. 26701 del 03/09/2007 ore 14.39 in uscita per l’utenza 3383807329 intestata a CESARANO Vincenzo, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 17.05.1980 (C.F. CSRVCN80B177H931R), in uso a Andrea CESARANO. Sintesi: CASILLO Domenico a Giuseppina chiede del marito Andrea (CESARANO) con il quale conversa circa la fiera che si è conclusa a Pompei, poi CESARANO gli dice che ieri è stato a pranzo dal figlio Felice ed ha visto Peppe (CALIENDO) che, al contrario di altre volte, gli ha parlato molto bene di lui (di CASILLO Domenico) raccontandogli anche che lo ha portato a mangiare insieme ad alcuni amici del CASILLO quando sono scesi giù in Calabria. Poi la conversazione prosegue, il contenuto viene riportato integralmente, circa un incontro avuto tra CESARANO Domenico, CESARANO Andrea e BIFULCO Biagio in cui vengono trattati alcuni argomenti “attività economiche” che i due gruppi camorristici “CESARANO” e “BIFULCO” hanno messo in opera con il relativo “ricavato” economico. CESARANO: …omissis…stamattina sono stato con Mimì…. CASILLO: ah, ah, ah… CESARANO: eh! CASILLO: siete andati là… CESARANO: si, siamo andati là!!! 51 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: eh, eh…si è andato a prendere il fatto di quell’imbasciata… eh!! l’ha presa già? …ma hai capito un fatto per un altro… “addu’ o’ becco”… ah….no, mi credevo là, là a Lac… a LACEDONIA? eh!! no, siamo andati “addù o’ becco”…doveva andare da Gianni? eh, eh… e, quello pare, che quando fu teneva un assegno…. a me disse che doveva andare lunedì…che andava là…ed era stato già là… no…ti disse che noi dovevamo andare “addo’ o’ becco”, no… ah, ah… e, così disse che adesso Mimmo glielo dice a Peppe, eppure stamattina…io stavo abbasciò addù Enzo… ah… e Mimì è venuto più presto, ha detto prima che viene Peppe… ah, ah se ne è andato…. hai capito?…ah, perché, forse quello BIAGIO (BIFULCO) evidentemente non lo vuole… non lo vuole, non lo vuole… hai capito o no?…per la verità non è sceso proprio a conto di … ha domandato: Mimì ma tu “o porpitiello” (CALIENDO Peppe) da quando non lo vedi? … Ha detto Mimì: ma io non lo vedo da parecchio, poi, ho risposto io per la verità ieri ho mangiato da mio figlio Felice … eh … e siamo stati qualche oretta insieme gli ho detto al becco … ah, ah, ah … ha chiuso il libro e, poi, si è parlato di altre cose … ah … ho capito … ho capito … e, va bene, il necessario è tutto buono … quello è solo una perdita di tempo Peppe … risatina … hai capito … a Mimì lo hai sentito? … no, no, no … non l’ho sentito … e noi ci siamo lasciati che erano verso la mezza, mi sono fatto accompagnare qua … ah, ah … e si vede che sta a casa … e penso di si… …più tardi…. ma tu stai a casa tua? si, sto a casa…. e…Mimì starà a casa…. e più tardi lo chiamo al limite…comunque tutto a posto a me… e mi fa piacere che è tutto a posto…..me lo portai (a Peppe CALIENDO) andammo giù a Canpora (CS) in quanto dovevo portare la licenza a mio figlio… …e me lo disse, me lo ha detto Mimì stamattina…. ….comunque io volevo chiamare a Mimì per la verità, ma era già tardi, dissi adesso lo chiamo alle 11 di sera quello starà dormendo…e stava “mezzalingua” (Peppe CALIENDO) dove devi andare … io dissi … andiamo, andiamo ti accompagno io, andiamo ti accompagno io, andiamo ti accompagno io… e, andiamo…. dissi: Peppe io vado con la macchina, no, no ti accompagno io quando mai, ma che ti credi che non mi metto a disposizione… ….ohi Mimmo tu…senza scendere a conto di niente, hai capito o no?..senza uscire a conto di niente, perché dopo le tarantelle, le scemità… no, no, no… e Mimì ha detto che aveva un assegno di 3 milioni in tasca…. …di 3.000 euro? 52 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: 1.500 euro!!! e di là!!! si, era di Gianni!! eh! eh! io te lo dissi il fatto…io penso… …già me lo dicesti il fatto… te lo dissi, la verità anche BIAGIO (BIFULCO) lo ha domandato… che ha detto? ha detto…ma quello glielo ha detto Mimì (CESARANO) a Biagio (BIFULCO) …no!? eh!! ha detto ma stai facendo il fatto là, MA SOPRA LA TAVOLA QUA NON METTI NIENTE ha detto BIAGIO!!! CASILLO: ah! ah! CESARANO: …stai facendo ma sopra la tavola qua non metti niente, ha detto.. CASILLO: ..ah, ah, ah….niente di meno… CESARANO: eh…scusa, ma che cazzo glielo disse a fare a Biagio…per… CASILLO: no, glielo disse a Biagio e gli disse che stava facendo una cosa per Mimmariello (CASILLO Domenico interlocutore di Andrea CESARANO) per fargli guadagnare qualcosa di soldi…mi ha preso per una “capa di legname”, mi ha preso….hai capito o no? CESARANO: si….ma a Biagio non glielo doveva dire….poi quello Biagio si pensa chissà quanto ci sta…comunque sta campando bene lui (CESARANO Domenico) è il barbiere (Annunziata Sandro)… CASILLO: e…falli campare…a noi sono state solo favole…Andrea… CESARANO: quello a prima a tutto incomincio a me, poi a te e poi al “porpitiello” (Annunziata Sandro)… CASILLO: eh…se non lo ha detto anche a qualcun altro, però!!! CESARANO: …non lo so!!! Non lo so!!! CASILLO: hai capito, comunque a conclusione io ho sempre detto, non so se lui te lo ha detto, se ci sto io ci deve stare anche Andrea, non voglio sapere niente dicevo io… CESARANO: per dire….là era un pacchetto di sigarette, per dire…. CASILLO: va bene…ma la non disse che era un pacchetto di sigarette, Andrea… CESARANO: perché stava il barbiere, stava un altro e stava pure isso e quello da Gianni gli dice che lui non si prende… CASILLO: ah, ah ah…. CESARANO: però lui se li prende all’inizio, hai capito o no? CASILLO: si, si, si… Poi conversano criticando la frequentazione tra CESARANO Domenico e il barbiere (Annunziata Sandro), poi si salutano. Prova dell’esistenza di un solido legame di solidarietà tra Cesarano Domenico e Bifulco Biagio si evince anche dal gruppo di conversazioni di seguito riportate. Gli argomenti trattati, infatti, sono incentrati : • sull’arresto di Bifulco Biagio, eseguito in data 15.10.2007 per essere lo stesso stato trovato in possesso di una pistola; • sulla circostanza che l’arma rinvenuta nella disponibilità di Bifulco avesse costituito un patrimonio comune all’intero sodalizio, tanto che il possesso della stessa da parte di Bifulco costituiva fatto notorio in quel determinato ambiente. Gli interlocutori indicavano anche che si trattava di una pistola in precedenza appartenuta ad altri sodali, tra cui citavano espressamente Caliendo Giuseppe e si dichiaravano fiduciosi – tenuto conto che l’arma era stata consegnata al capo clan - circa il fatto che l’arma non fosse stata impiegata in azioni delittuose e che quindi fosse “pulita”; • sull’opportunità di dare vita a un progetto imprenditoriale che permettesse di controllare le varie attività economiche della zona, attraverso un meccanismo che in apparenza si presentasse come trasparente e legale (la “Unimpresa” espressamente menzionata nel corso del dialogo). Le conversazioni in esame saranno riportate l’una di seguito all’altra, tenuto conto della omogeneità degli argomenti trattati e oggetto di commento: 53 Conversazione n. 990 - 991 del 17.10.2007 ore 15,51- 16,08 e intercettate all’interno dell’autovettura FORD KA targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico decreto n. 3766/07 RR del 21.09.2007. Sintesi: CASILLO Domenico è in auto, si sta recando a prendere CESARANO Domenico. Riceve una telefonata parla con ANGELINO Vincenza. Alle ore 16,00 CASILLO Domenico giunge presso l’abitazione di CESARANO Domenico, citofona e avverte della sua presenza. Subito dopo entra in auto CESARANO Domenico. La prima parte della conversazione fanno riferimento al ex rapporto sentimentale tra CESARANO Domenico e ANGELINO Vincenza. Successivamente CESARANO comunica a CASILLO di essersi recato a casa della moglie di Biagio BIFULCO, in quanto quest’ultimo è stato arrestato dai Carabinieri perché, nel corso di una perquisizione all’interno della sua abitazione, è stato trovato in possesso di una pistola cal. 7,65. Commentano l’episodio, ma soprattutto dimostrano di essere a conoscenza del fatto che BIFULCO Biagio deteneva una pistola all’interno del giardino della sua abitazione, avendola vista entrambi. CESARANO, conosce addirittura la provenienza della pistola, in quanto gli era stata richiesta dallo stesso BIFULCO, ricostruendo nei particolari la vicenda. Infatti, CESARANO racconta che la pistola, originariamente era in possesso di “o Francese” (ADDIVINOLA Gerardo) e che, questi l’ha consegnata a “Peppariello” ovvero CALIENDO Giuseppe, allorquando CESARANO Domenico si trovava detenuto, per poi consegnarla a BIFULCO Biagio. CESARANO aggiunge anche, che, nell’occasione, l’arma non venne pagata. In ossequio al sentimento di mutua assistenza che pervade tutti gli affiliati al clan, CESARANO e CASILLO dichiarano reciprocamente la loro piena disponibilità a fornire qualsiasi tipo di aiuto, anche economico, a BIFULCO Biagio che sta attraversando un momento di indubbia difficoltà. Nel prosieguo del discorso tra i due emerge la natura velatamente camorristica dell’associazione di venditori ambulanti fondata da CASILLO Domenico in quanto costui dice chiaramente che i commercianti saranno convinti ad iscriversi e per lui ci sarà un considerevole guadagno. Dal colloquio emerge anche il ruolo di finanziatore di CESARANO che si offre di prestare denaro al suo amico per portare a termine operazioni commerciali. Trascrizione: CESARANO: e il furgone? CASILLO: lo tengo a casa CESARANO: embè questa non la devi dare a Pasquale? CASILLO: dopo gliel’ha do!...ha chiamato la “Brasiliscia” CESARANO: e che vuole? CASILLO: come stai…. CESARANO: no, ma per me è finita con lei e con le altre femmine pure!! CASILLO: come sto facendo io CESARANO: io voglio stare tranquillo, voglio fare come facendo prima CASILLO: occasionale… …omissis… Prosegue la conversazione sulla donna CESARANO: …venne la moglie di Biagio, io non ci stavo e andai a casa sua..a Biagio gli hanno trovato una pistola CASILLO: a casa, lo sapevo già! Quando mi chiamasti sopra la camera di Commercio a Napoli15 ieri, già lo sapevo CESARANO: pure io lo sapevo. Quelli gli fanno fare sei sette mesi dentro CASILLO: si, ma se è la sua è la sua!!! CESARANO: è la sua!...dentro casa sua! CASILLO: allora …inc. … CESARANO: chi te l’ha detto? CASILLO: così sta scritto… CESARANO: no CASILLO: …con atteggiamenti mafiosi CESARANO: no, ma Biagio non è il tipo…il giornale che ho letto io, no CASILLO: pure la televisione l’ha detto 15 Cfr. tel. n. 32360 intercettate sull’utenza 3287773820 in uso a CASILLO Domenico – decreto 235/07, dalla quale si evince che effettivamente si trova alla Camera di Commercio di Napoli, così come viene anche evidenziato dalla cartografia. 54 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: atteggiamenti mafiosi? eh…atteggiamenti mafiosi deve rispondere per porto d’arma abusivo e per atteggiamenti mafiosi! no, per la pistola, la 7,65, detenzione di armi, quello è una pistola modello 70 si fa cinque sei mesi dentro! sei sette mesi dentro, perché i domiciliari non gli danno niente, quello se non era lui ed era un bravo ragazzo, gli davano subito i domiciliari, si deve fare sette otto mesi dentro ma sta a Poggioreale? e dove può stare! Quelli della Torre …andarono a fare la perquisizione, la teneva nella fioriera, stanno le piante, stava appoggiata là. Tu tiene una casa così, io glielo dissi: ma che ne devi fare di questa pistola… se la fa ad insalata!! dice Mimmo ma una casa così grande che fa, ma questa già la teneva da cinque sei mesi. Però una casa così grande, vanno a trovare la cosa lì dentro. Ora due sono le cose o tenevano la telecamera all’interno, quando quello l’ha posata, l’ha presa…l’hanno visto e se lo sono andati a fare, o è stato proprio sfortunato. pure questo… una 7,65 mod. 70 l’ho vista, me l’ha fece vedere una pistola di trenta lire era la pistola tanto vale …ma quello veramente ha perso la testa CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: …omissis… Poi parlano della relazione sentimentale di CALIENDO Giuseppe con Carmela CORREALE. Criticano tale rapporto in quanto CALIENDO si sarebbe innamorato di questa donna. Conversazione n. 991 Riprende la conversazione tra CASILLO Domenico e CESARANO Domenico: CASILLO: …ieri andai alla camera di Commercio, parlai con il presidente della Camera del Commercio, ora aprono una sede tra S. Giuseppe, Ottaviano …inc. … e ogni tessera…costa …inc. … e faccio fare il fatto delle fiere e dei mercati, faccio la cosa sistemata…io qualcosa devo fare Linea disturbata. Poi Parlano di problemi lavorativi di CASILLO. Poi, riprendono la conversazione sull’arresto di BIFULCO Biagio. CESARANO: …ma quello se non sbaglio quella pistola che hanno trovato ce la regalò proprio Peppariello CASILLO: niente di meno!!! CESARANO: eh…se non sbaglio!!...quello me la cercò a me!!! CASILLO: .. e ce la portò Peppe CESARANO: me la cercò a me e allora io andai dal …la teneva il Francese, disse Mimmo.. CASILLO: ci vogliamo andare a prendere un gelato? CESARANO: eh! CASILLO: dove ce l’ho vogliamo prendere? CESARANO: ad una parte tranquilla CASILLO: a Pompei?...questo poi ci vede una altra volta (riferito ad un eventuale incontro con Peppe CALIENDO)… a Striano mica sanno fare il gelato e andiamocene a Pompei. Embè? CESARANO: …e o’Francese disse “Mimmo quella se l’è presa Peppe,” non disse nemmeno Peppe, disse: “quello che venne con Voi”, che era Peppe, quello il nome non se lo ricordava nemmeno “quando voi stavate in galera16” disse… “vedete la tiene quello” e non ce l’ha pagò. Dissi Peppe ma tu …inc. … CASILLO: me la fece vedere...si ma si è fatto arrestare come un cazzo!! CESARANO: ma io glielo dissi venerdì. Dissi Biagio ma che ne devi fare sta pistola. No “ ma io già la tengo da cinque sei mesi”, poi una casa così grande chi la vede!! 16 Gli accertamenti effettuati presso il Sidet sul conto di CESARANO Domenico hanno fatto emergere i seguenti periodi di detenzione: (arrestato in data 11.06.98, scarcerato l’11.06.2001) (arrestato l’11.06.2005 scarcerato il 15.12.2005). 55 CASILLO: CESARANO CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: ora e come dici tu…sta qualche telecamera là dentro!! ora o ci sta una telecamera all’interno, perché loro sono andati cinque macchine sono andati proprio là, proprio nella terra,… alle nove e mezza sono andati là, cinque macchine di Torre, me l’ ha detto la moglie, io sono andato a casa sua!! Mimmo è come dici tu allora!!... tiene qualche telecamera interna!! sono andati dentro alle nove e mezza precise …inc. … sono andati là hanno detto Biagino…quello Biagio aprì stesso lui con il telecomando, aprì ed erano cinque macchine …ma questa cosa non poteva levare? erano le nove e mezza,…no ma quello la teneva sotto terra…la teneva da cinque sei mesi …inc. … dentro una cosa di queste qua dentro una fioriera! …dice che hanno girato un poco venti minuti per vedere …tanto per non far capire … poi sono andati là vicino hanno messo la mano la dentro e hanno detto BIFULCO andiamocene…alle dieci l’hanno portato in caserma, …quelli di Torre, che fetenti di merda!!! Mimmo quelli sono tutti fetenti non solo quelli là! Sono fetenti!! io penso sette otto mesi dentro! se tutto va bene ….minimo, sette otto mesi dentro …perché non ha nessun beneficio e spera la madonna che la pistola è pulita…va bene, la pistola in mano a lui è pulita…dobbiamo vedere in mano a qualcun altro!!! la pistola, per risalire a quello che dici tu …inc. … …se tu fai un reato qua Mimmo, per farti capire e la dai ad uno di casale di Principe…non risale!!… il colpo, ogni botta tiene l’ammaccatura sua perché il cane chi batte sulla sinistra chi a destra e chi centrale e come le impronte digitali!! ma quello non è il cane è la canna !! quello è la canna dentro è la filatura dentro no, su questo è tranquilla!! meglio così!!! il massimo che gli possono dare sono due anni e mezzo di carcere, se gli danno due anni e mezzo di carcere fa un anno e mezzo di carcere…. fa Natale dentro e certo!!... quello Natale ora e 40 giorni, devi parlare di quell’altro Natale…Natale di mo? e quello ci mette la firma Natale di ora!! Linea disturbata Cade la linea Conversazione n. 992 del 17.10.2007 ore 16,08 e intercettata all’interno dell’autovettura FORD KA targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico decreto n. 3766/07 RR del 21.09.2007. In auto CASILLO Domenico e CESARANO Domenico: CASILLO: …non parlava più…è un uomo sporco, disse vicino a Pasquale “ poi lo sa bene dentro la casa mia… mio fratello è Maresciallo, Capitano della Finanza, lo sa bene, metti caso trova a lui”, io le capisco queste cose, però quelli lo arrestarono, io ero io infame, io lo tengo nella casa propria la legge… CESARANO: ma che ha fatto Mimmo? CASILLO: il masto di Gigino “o russo”!! CESARANO: non lo conosco …dice che è amico del cognato di Biagio CASILLO: di Francuccio! CESARANO: embè ora che fa? CASILLO: io lo vidi sotto da Francuccio, Mimmo è un amico mio dello “scoccatore”17 lo vidi là e lui venne sotto…tiene la barba…e ora stiamo organizzando queste cose, mi portò lui sopra la Camera di Commercio… 17 AMBROSIO Franco è abitualmente chiamato con il soprannome di o’ scoccatore; cfr. sul punto la sentenza n. 596/00 emessa dal Tribunale di Nola a carico dello stesso Ambrosio Franco + 8. 56 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: pure …inc. … si, pure ... Aniello … come delegato è responsabile di tutta la zona tra Palma Campania, Terzigno, Ottaviano Striano, tutto, Poggiomarino, Scafati, sono io dissi ma scusate, questo rimane tra me e voi, proprio il presidente, noi per venire qua vuol dire, non dico che vi è venuto a cercare qualcosa, intendiamoci..è lavoro, ma noi il “pesone” (l’affitto) di casa chi lo paga? il “pesone” di casa dove? la casa che abbiamo preso embè? dissi no... ma mettete l’ufficio? mettete l’ufficio. Io vi manda la…inc. …UNIMPRESA ve la mando io, la girate a Circolo ricreativo che poi l’ho pensato io, commerciante, oppure voi fate il sito, il Caf…computer dentro …voi ogni abbonamento che fate ci prendiamo 140 euro ogni abbonato 70 sono le vostre e 70 sono le nostre, e qualsiasi problema che tenete a livello di mercato, a livello di negozio, a livello di artigiani li portano a voi e voi mi chiamate a me io mando la persona interessate …che fanno parte del gruppo mio…si deve organizzare una fiera, siamo noi che andiamo sopra i Comuni a fare determinate cose. Queste cose più grandi…tipo la fiera di Scafati…siamo noi che organizziamo queste cose qua. Quelli della CONFESERCENTI…e la UNIMPRESA sono una Destra l’altra sinistra …inc. … disse a me …inc. … mi ha parlato di voi a me mi fa piacere, conoscete a tanti carcerati a tanta gente… ora per fine anno ci servono cento tesserati. Se voi riuscite a fare cento tesserati, allora fate parte della UNIMPRESA…siete delegato voi automaticamente. Allora dissi Dino tu che puoi fare, disse io venti, trenta, fornitori miei gli obbligo io … ce li segno e ce li levo da sotto al conto…e pure Gigino altrettanto. Ora settanta li tengo io qua…ne ho fatti già due CASILLO Domenico e CASILLO Vittorio. Allora se passa il centro destra...noi non abbiamo speranza...posso mettere lo statuto di vendere e comprare i mercati, queste cose loco, e mi conviene Mimmo, mi conviene di farlo quello non ti ha fatto sapere niente dei mercati quello che parlammo con Antonio? non ha chiamato proprio!! …Quest’Antonio sta a Cirò, però, ho fatto scaricare mezza…scarpa a casa sua me la devo andare a caricare… Antonio sta a Cirò? si! …inc. … CESARANO: CASILLO: CESARANO: …omissis… CASILLO accenna a dei problemi per l’accesso ad un mercato in Calabria. Poi parlano di lavoro. Poi, la conversazione prosegue su argomenti riguardante la relazioni sentimentali di Peppe CALIENDO. Giri 0842 CASILLO: Dora è uscita? CESARANO: chi Dora? CASILLO: la moglie di Alfonso...ora ci parlai …inc. … venne anche il padre, vogliono cercare di farlo venire di qua CESARANO: quell’altra volta …inc. … è finita! CASILLO: eh…me lo devi dire tu!!...Mario e Alfonso!! CESARANO: Mario chi? CASILLO: Mario, Mario FABBROCINO CESARANO: ah…ehhh!!! CASILLO: ha chiuso il sipario, Alfonso… CESARANO: Alfonso, la libertà la vede, ha preso venti anni, Alfonso la libertà fra 20 anni la vede, CASILLO: fra 15-16 anni CESARANO: tiene 70 anni… la libertà quello la vede!! CASILLO: purtroppo…comunque Raffaele “mezzanotte”18 sta fuori CESARANO: tiene i domiciliari? 18 Raffaele Mezzanotte è il modo in cui viene abitualmente chiamato AQUINO Raffaele, noto esponente apicale delle organizzazioni dedite al traffico di sostanze operanti nei paesi della fascia vesuviana. 57 …omissis… CASILLO riceve una telefonata parla con tale Franco. (tel. n…… CASILLO: …mio fratello cugino, le sigarette, le sigarette. Le sigarette, fa mille cose non ne porta uno a termine, ora dopo un mese mi chiede domanda a Zio Felice, quando va trovando delle sigarette per vedere se ne vale la pena di far scendere il camion giù…ma tu l’hai fatto aspettare una vita a questo, qualcosa di soldi la teneva l’ha messa da parte, come disse Zio Felice, ora sul fatto di …inc. … non teneva una lira. Tu dopo tre mesi mi chiami e mi dici le sigarette?...chiamiamolo e vediamo!! Breve pausa CASILLO: …l’ho chiamato a Michele Forte, il fatto del ragazzo il fatto del lavoro a Grottaminarda disse: “Mimmo è prossimo comunque appena che posso ti rintraccio io”. Poi Mimmo Lunedì deve stare qua …parliamo da vicino…Invece quel fatto là delle pecore, dice il fatto dei ventilatori, dobbiamo andare da vicino. No io vi ho chiamato per il fatto del ragazzo, non vi ho chiamato per il fato di quello che vuole andare a Foggia. Perché Peppe è tornato a casa e ha portato il preventivo di quello che ha fatto il capannone. Poi noi chiamiamo anche a zio Michele e l’ho diciamo anche a lui…ora vediamo che cosa vuole fare, certamente questo deve iniziare sempre qualcosa avanti gli deve dare, non dico i soldi ma anche un assegno postdatato, se deve andare a comprare la roba glielo deve dare…è un lavoro di 14-15 mila euro CESARANO: quello ci sta il lavoro CASILLO: 17 mila euro quando ha fatto il contratto, ci mette tutto lui, roba idraulica CESARANO: Mimmo i quadri, vogliamo andare a vedere se questo fanfarone? CASILLO: ma questo tiene sempre gli arresti domiciliari CESARANO: te l’ha detto …inc. … CASILLO: no. La moglie se dobbiamo andare ci andiamo CESARANO: se ci fermano quelli ci portano CASILLO: e come dobbiamo fare ? Uomo: allora non ci andiamo proprio CASILLO: e affacciamoci, possono venire? CESARANO: ma quello a lui lo arrestano, mi vedono a me la, anche a te… CASILLO: io glielo dico noi non passiamo altrimenti tieni il problema tu! CESARANO: e perché tiene i domiciliari? CASILLO: non lo so …omissis… Squilla il cellulare di CASILLO. Conversa con Vittorio, poi scende dall’auto. Risalgono in auto. Prosegue la conversazione: Giri 2131 CASILLO: …inc. … CESARANO: e non ci andiamo proprio CASILLO: evitiamo, ora mia moglie va dalla moglie e ce lo diciamo, vogliamo passare solo di là? CESARANO: e passiamo!!!...ma quello che parlasti tu e che mi dicesti di Castellammare il mercato che mi conosceva chi è? CASILLO: è stato in galera con te CESARANO: e come si chiama? CASILLO: …inc. … vogliamo andare a vedere? CESARANO: da …inc. … CASILLO: eh CESARANO: no! CASILLO: Mario…uno piccolino … CESARANO: come fa di cognome? CASILLO: Peppe lo sa, stavo con Peppe! CESARANO: Peppariello? CASILLO: si …inc. … CESARANO: si interessa dei mercati ? CASILLO: noo!...era contrari a D’Alessandro, ora stanno insieme …inc. … 58 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: allora era amico di Mario Imparato? si Paoluccio …inc. … no!...se mi dici il nome te lo dico stava contro a Michele? si Di somma …inc. … è amico …inc. … a Faina, stanno bene con questi della “faina”, prima stavano con… Luigino Politi Gigino Politi? hai parlato? si hai parlato con Gigino Politi? bassino, capelli corti, corti chiattolillo, Gigino si chiama, ci hai parlato tu con lui? …siamo stati a Lavinio di Campobasso insieme, te l’ho disse lui? si! Stava anche Peppe! come disse? no don Mimì siamo stati ...il carcere poi mi ha chiesto di parlare con il fratello.. hai parlato proprio con Gigino?... vogliamo andare da Gigino? e andiamo!! ma si interessa dei mercati Gigino? sta il compagno suo che si interessa dei mercati, comunque possiamo andare!! ….quello sta nel rione, vicino qua!! qua questo qua!! Tengo il cognato che vende le scarpe disse se è una cosa, io vi mando a mio figlio, questo e fratello-cugino e il problema non c’è… …Gigino è un uomo di una 50 anni, 47-48 anni, brutto, brutto come Peppariello eh! (affermativo) e che diceva di me? Quando tu dicesti io sono amico di Mimì disse Mimì è un amico mio siamo stati a Lavino, stavamo nella stanza insieme…Gigino era un bucchino …embè si interessa di mercati? no, parlando...Zio Catello… dissi: Zio Catello a me mi serve un piacere qua …inc. … Questo era Vittorio dello scasso… di S. Giuseppe? si! che voleva? niente, tenevano il giro di mercati mio, vecchio Venafro… se lo voleva compare lui? no, avanza i soldi da quello che lo venduto io, lui li sta perdendo i mercati. Quando hai perso due tre mila euro, quello voleva fare il commerciante con me… “ma sette otto mila euro”…dallo a chi cazzo vuoi tu. Tu devi fare un recupero con questo, stronzo. Ma io non lo penso proprio, e Zio Catello disse ci sta Gigino …inc. … ma tu c’hai parlato con Gigino ? come!! Catello ti ha detto sei amico di Mimì, mi sono dimenticato come si chiama…quel rione…giù al rione Muscariello, Nuscarello… rione S. Marco …inc. … il furgone c’ entri la prima volta, e poi ci mando ad Armando ma dove ? la! …inc. … ma le buste, ho detto vattele a prendere tu, magari o mille euro o ottocento li guadagni, i mille euro te li do io, te l’ho detto cinquantamila volte… …devo prendere un camion e vedo come devo fare io ti ho detto che sono mille euro te le do io e te le vai a prendere, ne prendi due e guadagni mille euro, sette ottocento euro…te li do i mille euro? fammi fare prima il camion!! 59 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: ma come a Mimmo ti metti a disposizione…embè tu tieni e denari me l’ha detto anche a me e perché Mimmo …inc. … …. “tiene il culo rotto quello che gli dici quello fa”, ma tu stai bene…tu mi fai vedere una fotografia… “a me e morta mio zia non è venuto” ...scusa sei andato a trovare a lui qualche volta. “Io ha perso il padre ci sono andato”…e che c’entra che mi fai vedere la medaglietta…stavo dicendo ma la bomboniera gliel’hai mandata? Questa è l’azione che tieni ho detto fammi stare zitto altrimenti dice allora hanno parlato, altrimenti dice questi hanno parlato, perciò non è venuto là e scusa la moglie di …inc. … perché la dovrei andare a trovare, sono andato a trovare la mamma io sono andato a trovare la mamma a “zuzzella..” questo glielo devi far capire tu …la sa bene chi è “zuzzella” che devo andare a trovare a tutta la famiglia, per primo “zuzzella” io non ho che dire di quella donna, io sono stato in galera e devo dire la verità è una “sgambettara” la madre, ma perché non la devo rispettare!!! …mi vide la mamma e mi disse: “Mimmo ti posso dire una cosa”: dite: “sei sempre l’uomo più bello di tutti quanti”, disse: “questi sono tutti cornuti” … …allora dovevo andare a trovare anche a lui a Regina a tutta la famiglia, e scusa io sono andato a trovare a “zuzzella” sto a posto!! sei andato a trovare proprio il simbolo a parte che lui non se lo merita, ma poi andavo a trovare sempre a Regina CASILLO: CESARANO: …Omissis… Continua la conversazione. Criticano il comportamento di CALIENDO. CESARANO: lunedì mattina venne alle otto a casa CASILLO: io da Mimì non ci vado, perché mi sono preso collera…tu devi vedere quante cose dice e faccio finta di non sentire CESARANO: dissi scusa, se tu c’hai i soldi a me mi fa piacere e ti do mille euro…tu i mille euro li devi dare a chi sta in difficoltà. Se tu tieni i denari…ma io scherzo, ti credi tutto coso, io sto con le spalle al muro, io lo sfotto a Mimmo CASILLO: disse diglielo a Mimì che io sto bene, che tengo i soldi …omissis… Proseguono le critiche sul comportamento di Peppe CALIENDO: CASILLO: ora anche Nino fa il camorrista si è messo a fare il mercato sopra …inc. … dissi ma tu mangi e bevi con la gente e ti parlano addosso. CESARANO: …inc. … quello Vittorio lo rispose bene. L’altra volta disse vicino a Vittorio, non so che disse e Vittorio disse: “tu hai mangiato e bevuto fino ad ora con noi”, questi soldi li hai fatti tu davanti a tutti che li hai divisi insieme a noi …inc. … Vittorio dice se io faccio le cose schifose, le hai fatte anche tu insieme a me CASILLO: è normale!...io con Peppe “zuzzella” mi do alle mani CESARANO: ma quello è uno scemo. Quello à è andato in gelosia CASILLO: non mi permetto …omissis… Parlano ancora di Peppe CALIENDO che a dire di CESARANO frequenta sempre Pompei, Scafati e Poggiomarino, ma in particolare Pompei dove ha una relazione sentimentale con Carmela CORREALE. Fine conversazione Conversazione n 993 del 17.10.2007 ore 17,22 e intercettata all’interno dell’autovettura Ford Ka targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico decreto n. 3766/07 RR del 21.09.2007. Prosegue la conversazione tra CASILLO Domenico e CESARANO Domenico: CASILLO: o no Mimmo?... comincia ad entrare nella fiera, poi vediamo se può entrare dentro il Rione S. Marco! CESARANO: questo qua se conosce!! CASILLO: Rione S. Marco, ha detto Mimmo stiamo un po’ a rotta …inc. … potrei anche portare il gioco però… CESARANO: ma quello Gigino là abita, no il S. Marco CASILLO: la Faina 60 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: Breve pausa CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: ma al S. Marco abita Ciccio “o muzzo” che è amico mio!! e questo Ciccio” o muzzo”, mollava …inc. …!! io a Castellammare conosco a tutti quanti…questo di Castellammare che va trovando un attestato di lavoro sembra un bravo ragazzo e non vuole andare vicino a nessuno e ora vediamo un poco!!...dove potremmo vedere quello è un foglio di carta scritto, lo sai…ma io se volessi…ma non voglio andare vicino a nessuno!! … magari lo faccio entrare qui Il mercoledì…a Venafro…il giovedì quell’altro, il Venerdì ...ma quello Catello come persona, non vale niente e lo so!... Catello è zero!! …di meno … Catello è capace di prendersi questo fiore se lo va a vendere per la droga!!! Catello non vale niente! vediamo il fatto del S. Marco, chi ci sta ciccio o Muzzo? si…ha fatto 11 anni di carcere…te lo dico io quando è stato…stava in galera il mese di Gennaio del 97 è uscito ora… dieci anni!...perché andò dentro? per omicidio! di dov’era questo che uccise? di Castellammare …inc. … questo era un ragazzo gli fecero fare un reato ah..glielo fecero fare altra gente? e quello stava attorno al clan …inc. … Gigino Politi era un cutoliano, Gigino Politi era un uomo …… era un filibustiere …però quello era cutoliano… si sa gestire!! è delinquente!! Non è fesso è delinquente!... CASILLO: CESARANO: …Omissis… CASILLO parla dei mercati che deve fare: CASILLO: …inc. … il giro di mercato, faccio il Martedì Ercolano, Mercoledì, Venafro, il Giovedì Castellammare, il Venerdì un altro a Castellammare, il Sabato Venafro e domenica …inc. … CESARANO: io metterei proprio un magazzino a Castellammare CASILLO: e perso!! …omissis.. CASILLO magnifica le qualità di commerciante del figlio Vittorio, anche lui venditore ambulante. CASILLO: quando tu non lavori, il bordello viene tutto sotto la tua baracca e tutte chiacchiere durante la giornata, quando lavori invece, vedi a uno e gli dici vattene che tengo da fare, o sbaglio? CESARANO: è così! CASILLO: questo dopo prendo a questi a scemi, ognuno che viene gli dico: “vieni qua e gli faccio le cose” CESARANO: che cosa? CASILLO: le cose della UNIMPRESA, tengo anche i fogli dietro CESARANO: e che sono queste cose? CASILLO: per entrare nella UNIMPRESA, per essere delegato, per essere responsabile, devo fare queste tessera. A me non mi costa niente...tu fai il commerciante, fai la fiera…devi fare la tessera, tu vuoi un mercato? Ti devi fare la tessera. Tutto il bordello ti dà 40 euro …inc. … io quando ho fatto questo, metto il cartello fuori la casa di Unimpresa, mi faccio il Caf, mi faccio..compra e vendita, ci diamo il tasso agevolato del 3-4 per cento a tutti i commercianti, non c’e bisogno di andare in banca. Tu sei commerciante, stai in mal’acqua, automaticamente, tu dici Mimmo io devo avere un prestito dalla Camera di Commercio, come devo fare...lo mando ad UNIMPRESA. UNIMPRESA, internamente, di fronte alla camera di commercio dove siamo stati noi ieri, tiene la persona che dice si o no e si guadagna i soldi sopra a loro. Hai capito. Lo dovevo fare solo io questo fatto, per parlare, Gigino s’è portato anche a Dino. 61 CESARANO: CASILLO: ma comunque io a Dino non lo conosco! Dice che è un ragazzo commerciale è un ragazzo. Disse: “Mimmo posso venire pure io che io cerco di accaparrare tutte la gente dei magazzini e i fornitori miei?” Dissi dove mangiano tre mangiano quattro …omissis… Linea disturbata CASILLO: …l’amministratore sono io, il responsabile sono io. Io confermo si o no sopra le cose. Allora le cose o si fanno come si devono fare o non si fanno proprio. Come la vedi tu? Facciamo una fiera e poi il mese dopo teniamo il problema a che serve, allora ti metti in mano alla uni impresa, la UNIMPRESA sta scritta sopra i Comuni, la UNIMPRESA si vede si o no sopra i Comuni, quella è legge la UNIMPRESA, legge a livello commerciale. Alessandro19 disse: “Mimmo vedi che ora mi organizzo te la prendi tu in mano, quello che faccio, faccio, il piacere mio e che fai tu”. E che fai? “Ti faccio sapere il fatto del Maschio Angioino”, là fanno anche la gara della Pizza ora vedo se ti fanno entrare, un altro te lo faccio fare a Pozzuoli CESARANO: il mercatino a Pozzuoli? CASILLO: mercatino e Fiere organizzate, però mi devi portare le tessere. Allora, la CONFESERCENTI e l’UNIMPRESA sono due rivali. A fine anno per esempio si deve chiudere il coso alla camera di commercio, chi tiene più tesserati a quello portano. E’ sempre un fatto di magna, magna!!! …omissis… Poi la conversazione prosegue commentando una telefonata intercorsa tra CASILLO e ANGELINO Vincenza ex amante di CESARANO Domenico. Quest’ultimo rappresenta che non vuole avere più rapporti con la donna in quanto non si sarebbe comportata bene, soprattutto per la richiesta continua di soldi, abbigliamento ed altro. Poi: CESARANO: Felice Romano, che diceva Felice? CASILLO: una persona squisita CESARANO: quello la ti porta finito, ma la moglie sta bene? CASILLO: si..io vado a fare il servizio, lo mollo e me ne vado, che tengo da fare CESARANO: Felice non si ferma mai CASILLO: è vero CESARANO: io pare che non lo conosco a Felice!!!… Catello e che soggetto, mamma mia, comunque il cartellone di questi ambienti loco non sono buoni …inc. … questi ti buttano sotto, fatti dare i soldi se si prendo le scarpe CASILLO: è normale, quelle mica sono le mie!! CESARANO: fatti dare i soldi, questi ti buttano sotto i “Castelluni” (nel senso i Castellani) CASILLO: poi dopo ai voglia di “pariare” qua giù CESARANO: che ti danno questi non ti danno niente CASILLO: Mimmo io quando gli ho fatto avere li posto ci vado un paio di volte a vendere un paio di cose, per far vedere…Mimmo questa la roba non è mia e di questo CESARANO: ma quelli questi non sono commercianti di scarpe, non se le prendono. I “Castelluni” non sono buoni!! …omissis… Riprendono la conversazione su ANGELINO Vincenza. Poi parlano anche della relazione sentimentale tra Peppe CALIENDO e Carmela CORREALE. CASILLO: disse ma hai visto a Nino o’ Tedesco si è preso il camion per andare a fare i mercati. Dissi compà Peppe, chi va a fare i mercati è uomo. CESARANO: ma perché chi va a vendere con il camion per lui che è? E’ più uomo lui che va per le 500 euro? CASILLO: “ tengo i soldi, tengo i soldi”, diglielo al compagno tuo tengo i soldi! CESARANO: il compagno mio li tiene sicuro e a te che non li ho mai visti. Tu tieni il culo rotto con lui… …omissis… 19 Gli interlocutori si riferivano verosimilmente a VARRIALE Alessandro, delegato Provinciale della UNIMPRESA per il commercio su aree pubbliche (dati rilevati dal sito internet). 62 Decidono di passare davanti al negozio di Carmela CORREALE per poi fermarsi al bar. Poi parla al telefono con Speranza. Scendono dall’auto. Conversazione n. 994 del 17.10.2007 ore 18,06 e intercettata all’interno dell’autovettura Ford Ka targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico decreto n. 3766/07 RR del 21.09.2007. Sintesi: Riprende la conversazione tra CASILLO Domenico e CESARANO Domenico. Continuano a parlare di CALIENDO Giuseppe e della sua relazione sentimentale con Carmela. Ipotizzano di comunicare alla moglie il luogo dove si incontra con l’amante. Infatti, CESARANO dice che CALIENDO sabato prossimo si recherà a Serino con Carmela dove andranno in un albergo della zona. CASILLO: gli devo fare un servizio, devi vedere come lo devo combinare CESARANO: come dobbiamo fare? CASILLO: Carmela bisogna stringere!! CESARANO: e come bisogna fare? CASILLO: bisogna stare addosso e vedere dove va CESARANO: …Sabato vogliamo andare a Serino lui ha detto che alle nove, nove e mezza sta là, visto che sta fino alla mattina, noi se vediamo, lui sta con il Golf, e poi dobbiamo telefonare a casa di Caterina…signora siete la moglie di Peppe, io per un fatto di coscienza ho visto il marito vostro che stava con una donna ed è andato in un albergo a tale parte. Se non mi credete andate a Serino a tale parte… CASILLO: sta con il Golf il marito vostro, è targato così… …omissis… Poi CASILLO riceve una telefonata. Accenna a delle assicurazioni da fare sulle autovetture. Successivamente parlano del rapporto con ANGELINO Vincenza. Poi accennano ad un carico di buste (cartoni contenenti buste di plastica) che dovrebbe essere prelevato da CASILLO. Poi parlano della possibilità di effettuare dei mercati al Rione S. Marco dove CESARANO dice di avere qualche amico che si può interessare. Poi CASILLO parla dei figli che fanno i mercati in Calabria. CESARANO: …a me mi è dispiaciuto di Biagio, la verità, te lo dico come un fratello di Biagio … … inc. … la verità, quello ora non c’era il rapporto di prima, però quello non mi sente ti potrei dire…sono rimasto male…ma il rapporto di prima con Biagio, è finito CASILLO: c’ha quell’entratura, nel senso potenziali entrate CESARANO: …non c’è più il rapporto di prima, però ti posso dire…che mi è dispiaciuto, che mi ha pugnalato il cuore…quello ora non ci sta. Sono rimasto male!! CASILLO: vogliamo andare a vedere di qua l’assicurazione? Entro dentro un secondo CESARANO: … inc. … CASILLO: di qua e poi me ne scendevo di qua…faccio prima, perché voglio fare il dissequestro di quella macchina, è un peccato…ora la colpa l’ha avuta lui! Dice va bene ma quello può succedere a chiunque CESARANO: certo come anche io a Baiano persi la testa…dovevo andare a Baiano?…a me mi parlavano addosso tutti quanti … e a lui lo stesso, stamattina uno “ ma poi, Biagio è un uomo di esperienza di quella maniera ha tenuto quella pistolella dentro la casa… CASILLO: va bene il popolo vuole parlare CESARANO: la gente tenete sempre da parlare pure io me aveva detto la parola…niente di meno se ne va a Baiano...in realtà è così!!! CASILLO: io te l’ho detto mille volte Mimmo non è cosa CESARANO: io sarei andato là a prova di che, a prova di che!!! CASILLO: …per fare la camminata!! CESARANO: mi feci sette mesi e mezzo di carcere, andai a casa sua. E Biagio ha fatto una grande leggerezza lo stesso, perché Biagio quella pistola in casa non gli serviva, una 7,65 con sette botte, a che gli serviva!!! CASILLO: a niente!! CESARANO: Che poi quello la mattina esce e va a comprare il giornale andava da Michele, girava, camminava…che tu tiene quella cosa nella casa a che ti serve, comunque ha buttato un anno e mezzo di carcere…un anno e mezzo in galera!!! CASILLO: mi dispiace, però se l’è voluto fare lui!! CESARANO: Biagio se fa un anno di carcere gli è andata bene!!...ma un anno non c’è l’ha fa!! 63 CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: va da tre mesi a due anni e mezzo Biagio prende due anni e mezzo e se Biagio prende due anni e mezzo fa due anni di carcere…me ne vado due anni da mezzo alla strada e lui si vedeva le cose sue, le buste, fa la confezione ora è peggio ora decade!! è logico che senza lui va a cadere… senza di lui è finita, due anni da dentro una casa!! Francucciello inizia a muoversi a modo suo!! una pistolella di niente, una 7.65… Francucciello si inizia a muovere a modo suo…perché tutto il bordello a Biagio … inc. … Biagio è un uomo che vedeva … inc. … a tre quattro di questi, Biagio è una persona, tu lo conosci…che ragazzo era…Biagio è un uomo, ora lascia perdere Biagio è uomo non era!!!….io ieri andai a casa sua con mia moglie, ma non tanto per lui, quello che gli serve quello che gli posso fare, ora vengono pure i figli, ieri ci stava…Francuccio...ha detto Mimmo appena vengono te li mando a casa tua, i figli, pure la moglie…quello non ce l’ha proprio detto…se ne vengono, oggi che cos’è Mercoledì, se ne vengono Giovedì e sera stanno andando a scuola? Stanno all’università a Roma che hanno scelto? non lo so! tutti e due i gemelli, quelli due ne tiene? quattro, due maschi e due femmine una femmina è fidanzata con un giovane di Terzigno, me lo dicesti tu chi è questo? non lo so…dice che è un bel giovane! che mestiere fa? non lo so, …si dice che Biagio è a persona … inc. … CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: …omissis… Linea disturbata CESARANO: la moglie … inc. … tu la sai? CASILLO: dice che don Michele Mancini è il fratello cugino? CESARANO: Michele? CASILLO: Mancini! CESARANO: … inc. … CASILLO: … inc. … CESARANO Michele Mancini CESARANO: e come che gli è fratello -cugino? CASILLO: me l’ha detto lui! Giri 2759 …omissis… Poi CESARANO conversa al cellulare con la moglie Graziella. Dice di Trovarsi a Piazzolla. L’auto si ferma. Scendono dall’auto ore 18,35. Ore 18,37 risalgono in auto. CESARANO: …io ammiro il lato di Biagio lo voglio bene sono nate delle cose…ma Biagio deve fare un anno di carcere, tutto quello che gli serve io sto qua, quello che vuole!!! CASILLO: e ci sto anche io !! L’avvocato… CESARANO: …quello che gli serve, non c’è limite, devo parlare con qualcuno per lui, stiamo qua! CASILLO: …possiamo mettere anche a Raniero, Daniele? CESARANO noo, lo tiene …Biagio tiene quell’avvocato! CASILLO: che avvocato tiene? CESARANO: Biagio tiene l’avvocato De Vita e l’Avvocato Fuschillo...Raniero, tutto rispetto… …omissis… Poi, accennano a Peppe CALIENDO che conosce l’avvocato RANIERI. CESARANO parla della relazione avuta con ANGELINO Vincenza e le motivazioni per il quale non vuole vederla più. CESARANO dice che gli ha dato in più occasioni dei soldi gli faceva la spesa, gli ha comprato la macchina ed altre. Accenna poi a l’interessamento presso un negozio del CIS (non meglio indicato) dove sarebbe dovuta andare a lavorare Maria, figlia di Enza. Poi scendono dall’auto ore 18,48 64 Infine, merita di essere valorizzato anche il passo della conversazione ambientale registrata tra Cesarano Domenico e la moglie Innarella Maria Grazia, nel corso della quale il primo confessava alla donna il timore di essere stato oggetto di un’articolata attività di indagine. Lo stesso Cesarano palesava il sospetto che potesse trattarsi di una indagine incentrata tuttavia non tanto sulla sua persona, quanto sul “gruppo” e, così fugando ogni possibile dubbio su cosa volesse significare con l’utilizzo di tale termine, menzionava espressamente “Biase” e “la famiglia di Mario”, vale a dire Bifulco Biagio e il nucleo familiare di Mario Fabbrocino. Si riporta di seguito il dialogo: Conversazione n. 29 del 20.06.2007 effettuata all’interno dell’autovettura Nissan Micra tg DD875MJ in uso a CESARANO Domenico Decreto n. 2739/07 del 18.06.2007. Interlocutori: CESARANO Domenico e INNARELLA Maria Grazia ( moglie) Sintesi: CESARANO Domenico, nel commentare probabilmente, la collocazione domiciliare del figlio Felice, rappresenta alla moglie INNARELLA Maria Grazia che l’attenzione investigativa dei Carabinieri consegue un’attività d’indagine svolta dalle Forze dell’Ordine nei confronti dei gruppi criminali che costituiscono il cartello camorristico facente capo all’ergastolano Mario FABBROCINO. Assai significativo appare la dichiarazione di appartenenza al suddetto sodalizio criminale. … omissis … CESARANO: ha fatto un bel servizio, ma quello là dietro è la cosa migliore! …però qualcosa che non và con questi Carabinieri di Nola …o stanno facendo un indagine su di noi, un’altra volta per via dell’attività!…perché stanno facendo una indagine generale e stanno facendo anche una indagine nei nostri confronti!…ma … omissis … CESARANO: … o è un’indagine diciamo nei nostri confronti, nei confronti del gruppo! Perché noi lavoriamo!…sarebbe nei nostri confronti, nei confronti di Biase, nei confronti della famiglia di Mario …una indagine totale, plurale, massima, hai capito o no? questo è! ……dice che hanno fatto 200 scatoli in questo periodo … omissis … Significativi sono anche gli elementi che si traggono dalle conversazioni intercettate a bordo dell’autovettura in uso a Cozzolino Francesco, atteso che il loro contenuto, che sarà in seguito di volta in volta esaminato, cristallizza il ruolo di vertice rivestito da Bifulco Biagio e delinea le condotte di partecipazione al medesimo sodalizio di una serie di persone, tra cui, in particolare, spiccano, per la delicatezza dei compiti loro affidati, Cozzolino Francesco e Maturo Francesco. Nella conversazione che si riporta di seguito è già solo significativo il profilo personale degli interlocutori: Cozzolino Francesco, infatti, dialogava con Fabbrocino Mario, classe 1956, detto Maruzzo della vicenda detentiva vissuta da Fabbrocino Aniello, fratello di Fabbrocino Mario classe 1956 (il quale era stato effettivamente tratto in arresto in data 14.12.2007 in esecuzione del decreto di fermo eseguito dal P.M. in data 14.12.2007 nell’ambito del p.p. n. 58010/07 perché ritenuto coinvolto unitamente ad altri due correi in una vicenda estorsiva, rispetto alla quale è stato poi emesso decreto di rinvio a giudizio che pende attualmente dinanzi al Tribunale di Nola ), nonché della posizione carceraria vissuta da Biagio Bifulco, il quale era stato, invece, tratto in arresto in data 15.10.2006 perché trovato in possesso di una pistola. In merito a quest’ultimo i due interlocutori auspicavano che l’istanza de libertate che il suo difensore di approssimava a depositare avesse potuto trovare accoglimento, tenuto conto che erano trascorsi già sessanta giorni dal momento dell’arresto. Il dialogo è, dunque, probante del vincolo di solidarietà che, al di là dell’effettivo e concreto legame parentale che lega gli interlocutori alle persone della cui condizione si discorreva, avvince tra loro tutti gli indagati. Il tono e le espressioni utilizzate rivelano, infatti, che il destino di Bifulco Biagio stava a cuore non solo e non tanto al cognato (Cozzolino Francesco) ma soprattutto a Fabbrocino Mario, classe 1956; è proprio quest’ultimo che, in particolare, introduceva l’argomento dello status detentivo di Bifulco, invocando la protezione divina e affermando testualmente “speriamo il signore che … il fatto si fa il 18 … sto fatto di Biagio”. 65 Nella successiva conversazione (la n. 108), gli stessi due interlocutori censuravano l’operato di Caliendo Giuseppe, detto – come di abitudine - “Peppe zuzzell” e auspicavano che Bifulco Biagio potesse quanto prima riacquistare la libertà al fine di dirimere, dall’alto della sua credibilità camorrista, il contrasto venutosi a creare tra Fabbrocino Mario, classe 1956, e Caliendo Giuseppe. Che tale acrimonia fosse destinata ad assumere un significato rilevante per l’ordinato assetto degli equilibri interni al clan è attestato anche dalle altre conversazioni già sopra riportate nel corso delle quali Cesarano Domenico si era soffermato sullo stesso argomento con Casillo Domenico. Anche la conversazione oggetto di esame cristallizza, dunque, il ruolo di vertice riconosciuto dagli stessi affiliati a Bifulco Biagio. Si riportano di seguito i dialoghi: Conversazioni n. 107 e 108 del 14.12.2007 a partire dalle ore 17.57 alle ore 19.38 - Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Interlocutori: COZZOLINO Franco e FABBROCINO Mario, Sintesi: Nelle conversazioni ambientali n. 107 e 108, si evince con certezza che dalle ore 18.08 alle ore 19.38, COZZOLINO Francesco e FABBROCINO Mario, alias Maruzzo, cognato dell’omonimo capoclan, hanno partecipato ad una riunione dal contenuto sicuramente camorristico, nella quale, in attesa di una decisione determinante da parte di BIFULCO Biagio, (FABBROCINO Mario: poi viene BIAGIO (BIFULCO Biagio) e ci vediamo! ) vengono concordati atteggiamenti comportamentali (COZZOLINO: mo ò “zuzull” esce il sangue dalla bocca!….) nei confronti di CALIENDO Giuseppe “ Peppe e zuzzell aut zuzull” reo di avere autonomamente fatto richieste estorsive (COZZOLINO: li vedono per mezzo la via… pigliano e corrono…) nei confronti di qualcuno che gode della tutela da parte di FABBROCINO Mario “ Maruzzo” (FABBROCINO Mario:…. con PEPPE ce lo dici tu… ohì Peppe… poi è un fatto buono pure per te…(ndr. riferito a Peppe) tu statti a un posto… puoi buttare il veleno… poi da dove ti è venuto per la testa ne scemo… vuoi pensare… e dire… o no?? Trascrizione integrali delle conversazioni in trattazione: FABBROCINO Mario: Nino aut Lino ha detto (si sovrappongono le voci) che eri venuto prima… COZZOLINO: eh…!! abbiamo chiuso qua e non sapevo dove dovevo andare e mi sono fatto un giro… FABBROCINO Mario: e potevi aspettare… COZZOLINO: eh… FABBROCINO Mario: quello ANIELLO mi è cugino… stava mio cugino la… inc. … il figlio della buonanima di zio Antonio e poi stava mio fratello pure dentro… inc. …” COZZOLINO: mo ò “ zuzull” esce il sangue dalla bocca!…. FABBROCINO Mario: ù zuzull lo hai visto? quello ò zuzull ti conosce… quello Aniello non ti conosce!… … COZZOLINO: (e passa signorina, rivolto a qualcuno che deve passare) inc. … FABBROCINO Mario: ha fatto freddo oggi… COZZOLINO: e questa è neve …inc. … FABBROCINO Mario: chissà quel fratello mio in che imbroglio si è andato a buttare… qualche altro ruvuoto si è messo a fare … stamattina se lo sono andati ad arrestare… tre di loro .. a lui e altri due però agli altri due non so… adesso l’ho saputo adesso… COZZOLINO: uhà… inc.… FABBROCINO Mario: quelli stamattina alle 5 –5.30… l’ho saputo stamattina… oggi… oggi pomeriggio… le 4,30…(sedici e trenta) alle 5… l’ho saputo … adesso volevo andare a casa sua… ho detto sai che ci sta di nuovo… noi tenevamo l’appuntamento… poi quando è dopo…. ci arrivo un poco… chissà in quale imbroglio si è andato a buttare… sto cretino… madonna… ma che uomo di merda.. ma tu stai in grazia di Dio… ma perché il padreterno non ti… fa stare in un posto… stai in grazia del padreterno… non ti manca niente .. stai in grazia di Dio… ma che cazzo vai cercando dalla vita? Picchia a uno ed è un compagno dei nostri… picchia a un altro ed è un altro amico dei nostri… ti vuoi litigare con i compagni nostri… ma tu sei proprio un uomo di sfaccimma… ma tu che uomo sei? proprio rompi il cazzo!… 66 COZZOLINO: FABBROCINO Mario: va bene… finché sono queste cose…. e allora noi lo sappiamo… (si sovrappongono le voci) va bene… allora … stava per fare una discussione con un compagno dei nostri .. non fa niente… fa discussione con un altro compagno … quello uno lo capisce… che tu stai poco buono con la testa… COZZOLINO: ma il fatto mo è malamente… mo vediamo che è,… a casa sua lo hanno preso? ….… (09.07) FABBROCINO Mario: eh!! …inc. … COZZOLINO: mo? FABBROCINO Mario: un nervosismo in corpo… ma quello già aspettiamo per cazzi dei nostri…qua… mo vi faccio vedere domani per sopra a quel giornale che esce… quello sta per cazzo dei suoi a Cuneo (detenuto capo clan FABBROCINO Mario cl.43) per fatto dei suoi… adesso un altro rovuoto… un altro sciglio… e facciamo tanto per mantenere il carro per la scesa… COZZOLINO: è vero… FABBROCINO Mario: inc. … speriamo il signore che … il fatto si fa il 18… sto fatto di BIAGIO (BIFULCO Biagio)…inc. … COZZOLINO: eh!… eh!! se va tutto bene il 18 FABBROCINO Mario: … sta la scarcerazione automatica.. perché… non è un fatto… COZZOLINO: inc. … FABBROCINO Mario: si, si… COZZOLINO: inc. … il 18… FABBROCINO Mario: l’avvocato? COZZOLINO: eh! lunedì.. FABBROCINO Mario: lunedì? COZZOLINO: lunedì… presentano tutto coso… FABBROCINO Mario: per la scarcerazione? COZZOLINO: eh!! FABBROCINO Mario: perché sono passati due mesi? quanti sono… 60 giorni? COZZOLINO: due mesi!! FABBROCINO Mario: un altro poco… inc. … … COZZOLINO: no.. no… Pos. 11.12 –ore 18.08 scendono dall’autovettura. N:B: il telefonino di COZZOLINO Francesco dalle ore 17.36 alle 19.42 risulta spento. Conversazione n. 108 del 14.12.2007 ora 19.38 Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Sintesi: Inizia la conversazione. Dalle voci si capisce che gli interlocutori sono quelli della conversazione n. 107. Precisamente: COZZOLINO Franco, sopra generalizzato; FABBROCINO Mario, di Lorenzo, nato a S. Gennaro Vesuviano (NA) l'1.6.1956, alias “Maruzzo”; I due così commentano: FABBROCINO Mario: poi viene BIAGIO (BIFULCO Biagio) e ci vediamo!! inc. …Francù… noi adesso invece di andarcene per giù… saliamocene per sopra… e ce ne scendiamo per sopra ai Pagnuotti…(zona di San Gennaro Vesuviano ove abitano i FABBROCINO) con PEPPE ce lo dici tu… ohì Peppe… COZZOLINO: si, si… già ce l’ho detto!!! FABBROCINO Mario: l’hai visto?… COZZOLINO: l’ho visto!!… FABBROCINO Mario: e che ha detto? che non era lui… che era andato?…. ha detto per l’amore d Dio! … COZZOLINO: “per l’amor di Dio… ” inc. … (abbassano la voce)… mettiti a uno posto ohì Pe!! è una settimana che stai là per là sopra! … mettiti a uno posto… finiscila di andare a fare lo scemo… basta!! 67 FABBROCINO Mario: è un fatto buono pure per te…(ndr. riferito a Peppe) tu statti a un posto… puoi buttare il veleno… poi da dove ti è venuto per la testa ne scemo… vuoi pensare… e dire… o no?? COZZOLINO: li vedono per mezzo la via… pigliano e corrono… FABBROCINO Mario: eh! e poi gli dici … vedi che quelli hanno messo le mani…. dentro…. COZZOLINO: Peppe andò vicino da…. inc. …. FABBROCINO Mario: ah….!! …inc. …. pure con ANGELO…quello poi dopo…tu mi… inc. ….sta guardando… come dobbiamo fare? COZZOLINO: inc. … FABBROCINO Mario: inc. …. esci qua?? …inc. … 4.000 …inc. … COZZOLINO: troppe teste… inc. … FABBROCINO Mario: inc. … non si può fare questo, non è che la faccio io la brutta figura… ma dove esci di qua tu? COZZOLINO: no.. no… di qua!! FABBROCINO Mario: a volte giù i Pagnuotti… COZZOLINO: si mettono…eh? FABBROCINO Mario: noi ci dobbiamo muovere piano, piano. Accostati che scendo, adesso mi vengono a prendere, devi dire che io pure tengo un sacco di cose da fare…là… adesso ecco…inc. …uno lo fa con piacere…con gioia… COZZOLINO: …inc. … FABBROCINO Mario: …inc. … sta fuori il magazzino… COZZOLINO: …inc. … FABBROCINO Mario: sotto … COZZOLINO: ci vediamo…?? FABBROCINO Mario: ci vediamo in questi giorni…!! ciao (scende dall’auto alla posizione 3.23) Auto prosegue la marcia e COZZOLINO effettua una telefonata a Maturo Francesco. Per completezza di esposizione, si rappresenta che Cozzolino Francesco aveva parlato anche con il cugino Maturo Francesco dell’appuntamento che egli aveva in serata. Infatti, come rivela il breve passo della conversazione ambientale di seguito riportata, è proprio Maturo Francesco che nella circostanza chiedeva “adesso stasera ti ci devi vedere con… don…” e riceveva da Cozzolino risposta affermativa. La persona apostrofata con il “don” è con ogni verosimiglianza, alla luce di quanto accertato in forza delle conversazioni già esaminate nonché di quelle che saranno di seguito trascritte, Fabbrocino Mario, classe 1959, soprannominato “Maruzzo”: Conversazione n: 95 Data : 14/12/2007 Ora : 13:20:24 Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 In auto è presente: COZZOLINO Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; MATURO Francesco di Giuseppe e di ESPOSITO Italia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970; MIRANDA Salvatore nato a San Giuseppe Vesuviano il 19.02.1967. Sintesi: COZZOLINO accenna al fatto che taluno voleva rilevare una proprietà di tale ingegnere. Loro sapevano che il prezzo era di 600milioni ma in realtà si trattava di 600mila euro. Il COZZOLINO spiega che la proprietà si trova vicino a lui. Poi alla posizione 04.00 accennano ad un incontro che COZZOLINO deve avere in serata. MATURO Francesco: adesso stasera ti ci devi vedere con… don… COZZOLINO Francesco: eh.. eh!! MATURO Francesco: mo… per acchiappare il figlio come si deve…. COZZOLINO Francesco: …. inc. … La conversazione che segue, risulta incomprensibile. I tre si salutano chiamandosi per nome. COZZOLINO dice al cugino che si vedono oggi. 68 Ugualmente incentrate sull’appuntamento che si sarebbe poi tenuto nel tardo pomeriggio del 14.12.2007 sono anche le altre conversazioni ambientali registrate all’interno dell’autovettura in uso a Cozzolino Francesco tra quest’ultimo e Maturo Francesco, ovvero altre persone non potute identificare. Si riportano di seguito i dialoghi: Conversazione n. 102/103 del 14.12.2007 ore 15.56. Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Interlocutori: COZZOLINO Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; MATURO Francesco di Giuseppe e di ESPOSITO Italia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970; Sintesi: Prima che salga in macchina Maturo, COZZOLINO risponde ad alcune telefonate. Alla pos. 10.27 sale in macchina Maturo Francesco Maturo Francesco: non posso dormire nemmeno cinque minuti, ma ti ho dato i tappetini nemmeno li hai messi COZZOLINO Francesco: li tengo dietro ma non tengo il coltello per togliere quello spago …omissis…parlano delle caratteristiche dell’autovettura pos. 12.16 COZZOLINO Francesco: no ma tu non… ma io non ho capito …io devo andare a parlare per lui.. là… per prendere i “cosi !” …poi così… …. ma io stasera non lo dico pure a…inc. … ma dove sta io ci voglio parlare!… Maturo Francesco: inc. … …che dobbiamo fare inc. … (parla al telefono con tale Gennaro al quale per farsi riconoscere specifica: Franco quello che tiene il panificio in via Boccia, poi chiede di fare uno scarico libero giù alla terra dove sta il campo sportivo “Athena” per poter fare un muro di recinzione al terreno. Si accordano di incontrarsi tra poco). COZZOLINO Francesco: inc. …. (anche lui conversa al telefono con Salvatore Ammirati col quale si accorda di incontrarsi giù alla terra - cfr. telef. n.1339 intercettata sull’utenza controllata in esecuzione del Decreto n. 4240/07 n. 3358143908 in uso a COZZOLINO Francesco) Conversazione n. 104 del 14.12.2007 ora 16.59 Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Interlocutori: COZZOLINO Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; MATURO Francesco di Giuseppe e di ESPOSITO Italia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970; Sintesi:: alla pos. 00.08 Maturo Francesco: a che ora l’appuntamento ? COZZOLINO Francesco: alle sei Maturo Francesco: inc. … Alla pos. n. 1.22 Maturo Francesco domanda testualmente: ma chi è Salvatore? Alla pos. n. 1.45 si sente un’apertura d portiera, probabilmente scende Maturo Francesco Conversazione n. 105 del 14.12.2007 ora 17.06 Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Sintesi: L’auto è in moto. Si ferma e si sente più volte che suona il clacson. Poi scende dall’auto. Conversazione n. 106 del 14.12.2007 ora 17.35 Mercedes classe B t. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Sintesi: In auto è da solo COZZOLINO Francesco. All’inizio della conversazione, chiede a qualcuno di andare con lui. Poi effettua una telefonata a Salvatore. 69 COZZOLINO: (all’inizio) andiamo… inc. … Alla posizione 0.57 COZZOLINO: uhè… uhè… sono venuti? uhè… mi senti Salvatore … va bene (trattasi della conversazione telefonica n. 1344 del 14.12.2007, ore 17.36, intercettata in uscita sull’utenza 3358143908 in uso a COZZOLINO Franco – decreto 4240 del 23.10.07 -. Il COZZOLINO contatta l’utenza 3334471388 intestata ad AMMIRATI Salvatore nt. S. Giuseppe Vesuviano il 18.07.1974 - e gli chiede se sono venuti. Salvatore dice che è tutto a posto e conferma che sono venuti) La marcia continua e sembra che il COZZOLINO mormora qualcosa che risulta incomprensibile. Alla posizione 4.33 COZZOLINO: … eccolo…!! (suono di clacson, come a farsi notare) .. inc. … che è? Uomo: si vanno a prendere il caffè… fuori alle… inc. … COZZOLINO: ma dove va? … hai corso? Uomo2: eh… inc. … COZZOLINO: (ride) Uomo: (ride) La marcia continua e sembra che il COZZOLINO mormora qualcosa che risulta incomprensibile. Alla posizione 10.05 COZZOLINO: …VOGLIONO FARE L’APPUNTAMENTO LA’… Uomo: inc. eh… ti manda… inc. … COZZOLINO: DICITE!! Uomo: inc. … ma là che si dice (intende, probabilmente, la situazione di BIFULCO Biagio) COZZOLINO: dobbiamo aspettare un altro poco …inc. …(suono di clacson) L’organico inserimento di Maturo Francesco nella compagine associativa si evince, oltre che dalla frequenza dei contatti che egli ha avuto con Cozzolino Francesco e dalla natura degli stessi (incentrati non tanto sulle dinamiche familiari che li legano quanto sulla condivisione di interessi che toccano anche le persone di altri affiliati, tra cui, Fabbrocino Mario, classe 1956), anche dalla natura dei rapporti che si è accertato esservi tra Maturo Francesco e Sasso Giovanni. Si tratta di un elemento senza dubbio rilevante, soprattutto in considerazione della personalità di quest’ultimo, il quale, come si avrà modo di dimostrare, è risultato essere la persona a cui il sodalizio, in un momento di mancanza di elementi liberi su cui potere fare concreto affidamento, ha assegnato il compito di gestire le attività criminali che richiedevano una maggiore esposizione presso la collettività. In altri termini, mentre i vertici del sodalizio hanno da anni intrapreso la scelta di agire come registi, dietro le quinte, senza recitare un ruolo palese nella conduzione delle attività violente e che maggiormente espongono i soggetti agenti al rischio di essere individuati e denunciati, Sasso Giovanni è stato utilizzato proprio per rivestire tale ultimo ruolo, facendo leva, peraltro, anche sulla pregressa esperienza e fama camoristica che il soggetto si era guadagnato. E’ in tale ottica, dunque, che meritano di essere valorizzati i dialoghi che vedono protagonisti Maturo Francesco e Sasso Giovanni, essendo gli stessi sintomatici dell’inserimento e della partecipazione di entrambi alle varie fasi delle attività illecite pianificate dall’organizzazione. Soprattutto, devono essere messi nel giusto risalto i passaggi dei dialoghi di seguito trascritti nel corso dei quali Sasso Giovanni e Maturo Francesco discorrevano di riunioni alle quali aveva partecipato anche Fabbrocino Mario, classe 1956, soprannominato Maruzzo, (cfr. la conversazione n. 59 in cui Maturo operava a Sasso il resoconto di un incontro al quale aveva partecipato anche Fabbrocino Mario, classe 1956) e si soffermavano sui contrasti venutisi a creare con altri soggetti nonché sulla necessità che gli stessi fossero risolti anche definendo le zone di operatività (cfr. la conversazione n. 391, in cui Maturo Francesco riferiva di avere stabilito la regola in forza della quale terze persone non avrebbero potuto spingersi oltre il territorio di Terzigno). Conversazione n.: 58 Data : 20/03/2008 Ora : 21:31 decreto n. 1210 del 12.03.2008 all’interno dell’autovettura tipo Smart in uso a MATURO FRANCESCO Interlocutori: MATURO Francesco, già identificato e SASSO Giovanni, nato il 06.11.1955 Sintesi: L’uomo (identificato in SASSO Giovanni fu Ciro, nato ad Ercolano il 16.11.1955 identificato attraverso il seguente percorso: “ p.p. 86429 intercettazione ambientale decreto n. 5314/07 effettuata all’interno 70 dell’autovettura tipo Mercedes tg. DH 259 EN in uso a COZZOLINO Francesco - progressivi n. 221/222/223/225 del 19.12.2007 e n. 250/251/252/253 del 20.12.2007) che si trova con MATURO Francesco si relaziona telefonicamente con una persona alla quale comunica che si trova in viaggio con un suo cugino pertanto chiede di essere prelevato, tra una ventina di minuti, da Aniello all’imbocco della superstrada a San Sebastiano al Vesuvio. Trascrizione: SASSO Giovanni: Flora dove stai sempre da Raffaele? ….dove sei? da tuo fratello?….allora io sto prendendo la superstrada, mi sta accompagnando un mio cugino e …vedi un poco se Aniello e coso… arrivano all’entrata della superstrada di San Sebastiano, e mi vengono a prendere, ma tra una ventina di minuti hai capito? io sto arrivando, ciao. Tra di noi non deve mai succedere!!!…. Franco….. Certamente….. Non so….Quando fanno delle arroganze Di seguito la conversazione diventa incomprensibile MATURO Francesco: ti viene a prendere SASSO Giovanni: però cosa è, il fratello di giorno non vede ma di sera vede. Lei di mattina vede ma di sera…. Nuovamente la conversazione diventa per un lungo tratto incomprensibile SASSO Giovanni: qua non esce niente. Lui per farlo collettivamente, vuol dire che non riesce…inc. disse vicino a me, infatti disse: Giovanni….inc. quello mi ha detto, tiene trent’anni…inc. … E mio nipote Giovannone…inc.…. che un problema suo ha chiamato lo zio. Come il problema è il tuo. Perché se ti fanno qualche cosa, il problema è il tuo?? Il problema è nostro!!! Lo metti addosso a noi, il fatto!!! ..inc.… Involontariamente a me Nuovamente la conversazione diventa per un lungo tratto incomprensibile Sasso Giovanni: Però quello fa sempre lo “strunz”…inc.…. Quello poi Gianni… disse… Inc. …… Il tempo di andare nell’albergo …inc.… Carichi la macchina …inc.…nel garage…inc.… A mezza notte la sera, bruciano gli occhi…come non lo sai!!!! …inc.…La macchina…. Inc.….. Di seguito SASSO Giovanni racconta di trattamenti di bellezza che ha fatto presso qualche beauty center. Poi accenna alle caratteristiche di un auto… Cade la linea. Conversazione n.: 59 Data : 20/03/2008 Ora : 21:46:07 Durata : 0:23:07 decreto n. 1210 del 12.03.2008 all’interno dell’autovettura tipo Smart in uso a MATURO FRANCESCO Interlocutori: Maturo Francesco, già identificato; SASSO Giovanni, già identificato; Sintesi: Maturo Francesco, nella circostanza temporale, sta accompagnando SASSO Giovanni, a casa di questi. SASSO verrà prelevato dai suoi cugini, telefonicamente avvertiti, nei pressi del bivio di San Sebastiano al Vesuvio. Fanno riferimento ad una “riunione” alla quale ha presenziato FABBROCINO Mario, alias “Maruzzo”, che, per motivi strategici, ha dovuto adeguarsi alla volontà di un’altra persona. Inoltre alla riunione secondo gli elementi raccolti nell’ambito della presente attività investigativa hanno partecipato: MATURO Francesco: riscontro ambientale COZZOLINO Francesco: riscontro tel. n. 4394 del 20.03.2008 ore 18.27 intercettata sull’utenza n. 3358143908 – decreto n. 4240/07 in uso a COZZOLINO Francesco. Nel corso della telefonata COZZOLINO sollecita MATURO a raggiungerlo presso la sua abitazione, dopo di ciò spegne il cellulare. FABBROCINO Mario, inteso Maruzzo; riscontro ambientale FABBROCINO Giovanni, riscontro ambientale SASSO si fa accompagnare da Maturo nei pressi del rivenditore di panini con postazione ambulante sita nei pressi dell’ospedale di Pollena Trocchia “Apicella”. Trascrizione SASSO: la comodità che la parcheggi sempre da tutte le parti (ndt. si riferisce all’auto di MATURO che essendo una Smart ha delle dimensioni ridotte) Franco… Io la tenevo a Milano questa. Il sabato e la domenica….. Se la vogliamo sta a Brescia. Andiamo a Brescia e la prendiamo…inc.…. gli diamo quattro cinquemila…. Inc.….. in città, mi veniva lo schifo di 71 guidarla, mi pare che stai sopra il cavallo con la carretta (prosegue nel descrivere le caratteristiche delle auto che ha posseduto) Poi di seguito cosi proseguono nel conversare: MATURO: ..inc.… SASSO: No, no, ma quando mai!! Tengo i cugini miei MATURO: ma chiamateli, vedete dove stanno? SASSO: (ndt telefona ad una persona) Dove stai? Da Patrizia? Va bene!! MATURO: ..inc.…. Dove viene, qua? SASSO: eh!!! Sto vedendo di prendere.......un contatto tramite un paesano mio che vive in Germania da oltre 40 anni, questi prende le auto incidentate… Maturo: fosse la madonna! Teniamo un sacco di gente teniamo (inteso interessati all’acquisto)…vanno proprio a caccia delle macchine SASSO: però cosa è successo, in passato, ha subito, una truffa a Nola e si tolse da mezzo! ….. parlando a bassa voce, fanno riferimento a tale Nandino, verosimilmente COZZOLINO Ferdinando di Luigi , nato a Napoli il 15.09.1959, residente a San Gennaro Vesuviano (NA) , alla via Rammegnari n. 10, pregiudicato, operante nel settore della vendita di autovetture usate, arrestato l’11.05.2007, nell’ambito del p.p. 86429/00 per associazione per delinquere di stampo camorristico ( 416 bis) …… poi: SASSO: allora stasera come l'hai visto a Maruzzo, Franco? Maturo: cambiato, non come prima! SASSO: e..si! Maturo: non ha potuto fare lo scontro!. ho detto io in verità!….. quando state nel torto e... SASSO: ma poi il fatto di Giovanni... Maturo: ma io ve l’ho detto apposta! …. ma io glielo dissi a lui! SASSO: ma quello Francuccio doveva pigliare... mannaggia la puttana Maturo: ma ve l'ha detto Aniello (ndt forse si riferisce ad Aniello FABBROCINO fratello di Mario FABBROCINO detto Maruzzo) io ve l'ho detto a posto!!! SASSO: ...io glielo ho detto! ho detto, ma andrei aut manderei a fare una cosa che dobbiamo avere torto?… una cosa sbagliata?... ma abbiamo fatto tardi sono le nove e passa!…è una Panzanella (ndt. intesa una FIAT Panda) celestina o una Opel Astra Station Wagon (probabilmente si riferisce al tipo di macchina che deve andarlo a prelevare) speriamo che viene di qua e non viene di là! Maturo: ..ci dobbiamo togliere andiamo là?… SASSO: è meglio vicino a quello dei panini uhè sta vicino a quello dei panini, dobbiamo girare! ( nella circostanza riceve una telefonata da tale Gianni riferisce che è tutto a posto e di trovarsi a San Sebastiano e che lo hanno accompagnato) è Gianni quello dove sto io (o con cui sto io!) ….. Maturo: vi voleva accompagnare ? SASSO: ma quello la verità mi da pure il Q7, tutto!……. Franco quello può darsi che scende da lì!….perché se è partito e Il telefono lo tiene mia moglie….bisogna recuperare quei 6 mila euro da quello….ci diedi un assegno cosa dobbiamo fare ? Maturo: lo tiene Francuccio SASSO: e…non ha fatto niente? Maturo: domani se lo fa in mente! SASSO: prendiamo tremila euro e ce li mettiamo dentro.. Maturo: ..inc.… SASSO: ma questo dei panini ha chiuso…….quello adesso là si starà intossicando perché quello sa già le magagne vecchie…..sta succedendo quello che è successo in passato….inc. …eccola sta andando là sta alla rotonda suonala…. Franco ci vediamo domani! Maturo: ci vediamo domani Conversazione n.: 281 Data : 31/03/2008 Ora : 18.54 decreto n. 1210 del 12.03.2008 all’interno dell’autovettura tipo Smart in uso a MATURO FRANCESCO Interlocutori: Maturo Francesco, già identificato;e COZZOLINO Francesco, già identificato; Sintesi: 72 Dal contenuto della conversazione emerge che COZZOLINO Francesco veniva referenziato, durante le festività Pasquali, anche dal camorrista scomparso per “lupara bianca” BONAVITA Luigi alias “ ò Parigino”. Pos. 3.48……. COZZOLINO: a Pasqua non si è degnato di venire nessuno di loro! a me sempre la mattina sono venuti a svegliarmi loro!….ma pure il “ PARIGINO ” 20!….. non è venuto nessuno, meglio! così togliamo tutto il bordello da mezzo, anzi io avrei preferito che venivano a chiudere i conti! Il capretto portatelo!…..stamattina è venuto…io devo dirti una cosa, però io ho sbagliato perché dovevo farmi dire prima cosa voleva, gli ho detto ah…mi devi dire una cosa Alessandro ho capito, ma dimmi una cosa a me, ma a Pasqua…… ha detto ma io… pos.5.14 scendono dall’autovettura Conversazione n. 391 Data : 05/04/2008 Ora : 17:33:28 decreto n. 1210 del 12.03.2008 all’interno dell’autovettura tipo Smart in uso a MATURO FRANCESCO Interlocutori: MATURO Francesco, già identificato e tale Peppe MATURO Francesco, viene informate da alcune persone, ancora non identificate, che in Terzigno sono state notate alcune persone a lui non gradite. A ciò MATURO evidenziando caratterizzazione camorristica, testualmente asserisce: mi sono bisticciato proprio per questo, hanno il segno! qua non devono venire! a Terzigno non devono entrare! Trascrizione Maturo: ma adesso lui ci deve tornare ad andare, la? Peppe: no, quello sta per Terzigno, lo sai! Maturo: a chi devo chiamare? Peppe21, quello è un ragazzo come noi! ( chiusura di sportello) Peppe: ma quelli lo fanno male!…inc. … Maturo: ma lo sai perché non vengono qua? mi sono bisticciato proprio per questo, hanno il segno! qua non devono venire! a Terzigno non devono entrare! Peppe: inc. … Maturo: non viene in nessuna parte! NB:voci di più persone ed una di questa dice: non l’ha pagato! Maturo: chi? Uomo: ….inc. ... Maturo: non ho capito per quale motivo, perché non era buona la roba? Uomo: lunedì ti accompagno io da questo della roba! Maturo: perché vorresti qualcosa, vero? Uomo: ..inc. . Maturo viene Aniello, Francuccio non viene!….. Uomo: ..inc.… Maturo: quello è parente mio, mica sa che è un parente mio! Uomo: no! non sa niente! Maturo: mamma del “Carmine”, ma allora è proprio una cosa…. Uomo: la roba è buona! Maturo: quanto si prende? Uomo: inc. .. altra voce che sollecita l’interlocutore di Maturo ad andare via Fine conversazione La conversazione di seguito trascritta descrive adeguatamente la forza del sodalizio in esame e il ruolo apicale e direttivo in essa rivestito, rispettivamente, da Bifulco Biagio e da Cozzolino Francesco, il quale agisce e viene considerato il soggetto in grado di supplire ai periodi di assenza sul territorio di Bifulco Biagio. 20 ‘o Parigino è il soprannome con cui era conosciuto Bonavita Luigi nt. San Giuseppe Vesuviano il 19.04.1944, scomparso per effetto di lupara bianca dal l8.10.2004. 21 La persona di nome Peppe di cui si parla deve essere identificato in Caliendo Giuseppe anche alla luce della conversazione intercettata al progressivo n. 76 del 21.03.2008 delle ore 14.45. 73 Nel dialogo, infatti, un interlocutore, la cui identità non è stato possibile accertare, riportava a Cozzolino Francesco il contenuto di un dialogo che egli aveva a sua volta avuto con delle persone di Cava dei Tirreni, riferendo che costoro avevano ritenuto opportuno rivolgersi a Bifulco Biagio, in persona del cognato, prima di procedere a sottoporre un imprenditore a richiesta estorsiva. La scelta di prudenza operata dai soggetti di Cava dei Tirreni si era poi rivelata felice, atteso che l’imprenditore a cui avrebbe dovuto essere formulata la pretese estorsiva era Iovino Antonio, soprannominato “Siscarella” che gli stessi interlocutori individuavano quale “compagno di Biagio”. Iovino Antonio, in effetti, è stato condannato con la sentenza n. 1164/04 Reg. sent. emessa il 12.10.2004 dal Tribunale di Nola e confermata in appello per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. quale partecipe al clan Fabbrocino. La lettura della sentenza rivela il ruolo di imprenditore per conto del sodalizio che Iovino aveva rivestito e attesta inequivocabilmente l’esistenza di uno stretto legame tra Iovino e i vertici della struttura associativa tra cui lo stesso Bifulco Biagio. Il dialogo è dunque rilevante perché attesta che Bifulco Biagio veniva considerato il soggetto referente dell’organizzazione in grado di autorizzare o meno i clan di Cava dei Tirreni a sottoporre a pressione estorsiva persone provenienti dall’area del territorio di San Giuseppe Vesuviano, cristallizzando dunque il ruolo di vertice e di rappresentanza degli interessi del clan rivestito dallo stesso Bifulco. La conversazione, inoltre, prova come Cozzolino Francesco fosse stato individuato quale alter ego di Bifulco Biagio nei periodi in cui questi, per le varie vicissitudini giudiziarie vissute, era impossibilitato fisicamente ad assumere la direzione del sodalizio. Alla data del 14.12.2007 in cui è stata registrata la conversazione in esame, in particolare, Bifulco Biagio era ristretto in carcere, per essere stato arrestato il 15.10.2007 nella flagranza del reato di detenzione e porto di arma (per tale fatto è rimasto detenuto fino all’8.4.2008 ed è stato poi condannato alla pena di anni 4 di reclusione con sentenza n. 555/10 emessa in data 22.4.2010 dal Tribunale di Nola). Si riporta di seguito il dialogo: Conversazione n. 109 del 14.12.2007 ore 19,45, a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN (intestata a LANZARO Giovanni, nato a San Paolo Bel Sito (NA) il 14.04.1953), in uso a COZZOLINO Francesco Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Interlocutori: COZZOLINO Franco, sopra generalizzato; Interlocutore, allo stato non meglio identificato; Sintesi: Uomo comunica a COZZOLINO Francesco che ci sono alcune persone di Cava dei Tirreni, amiche di Biagio BIFULCO, che vorrebbero avere l’autorizzazione per effettuare una richiesta estorsiva in danno di un imprenditore che ha una grossa azienda ed opera in Cava dei Tirreni. L’uomo riferisce di aver rassicurato i sui interlocutori che li avrebbe fatti parlare con il “cognato di Biagio”. Nel prosieguo della conversazione indicano alcuni nomi, quali probabili vittime della estorsione ovvero Michele Mancini e “Siscarella” (IOVINO Antonio). Entrambe le persone indicate non vengono confermate in quanto l’uomo, resta d’accordo con COZZOLINO di prendere ulteriori notizie sulla persona da estorcere per poi rincontrarsi. Trascrizione: Uomo: ….questo “gancio” è venuto da Cava dei Tirreni, volevano parlare con Biagio, ma abbiamo saputo che sta carcerato COZZOLINO Franco: chi è ? Uomo: e ora lo capisci tu…. io ho detto … prima di farvici parlare, ho cercato di capire quello che volevano… mi senti? …dice che ci sta uno di S. Giuseppe che tiene una grande azienda, questi sono di Cava dei Tirreni, sono compagni di Biagio lo hanno conosciuto carcerato... loro stanno là, mi senti? dice che …. inc…roba di asfalto, volevano andare sotto per farsi fare un regalo, però volevano chiedere il permesso a Biagio… COZZOLINO Franco: Michele Mancini? Uomo: ...incomp…un certo IOVINO …sta pure a Cava Michele? COZZOLINO Franco: no!! Iovino22? ….. “siscarella” allora!! Uomo: “siscarella”? 22 IOVINO Antonio è abitualmente chiamato Siscarella. 74 COZZOLINO Franco: Uomo: COZZOLINO Franco: Uomo: Tonino!! ci dobbiamo informare bene chi è questo nome…. fatti dire bene, bene… forse ti ha detto qualcosa di me… no?! Dissi io però ti posso far parlare con il cognato di Biagio… però ci devo prima parlare io e se lui (COZZOLINO) mi dà il via….. io vi faccio parlare! Ci dobbiamo prendere informazioni buone chi è? come dici? COZZOLINO Franco: questi… Uomo: con Siscarella? COZZOLINO Francesco: no, questo?! Uomo: è un compagno di Biagio! COZZOLINO Francesco:…no… com’è che vuole parlare con lui…..? Uomo: perché questo qua è un ragazzo che sta con lui mi senti? viene dalla Cava di Tirreni, mi riforniva la roba a me, siamo amici! ….cade la linea….. Anche le conversazioni tra presenti di seguito riportate, intercorse tra Cozzolino Francesco e Sasso Giovanni, evidenziano il ruolo di primo piano rivestito da Cozzolino Franco nell’organigramma dell’organizzazione. In particolare, si richiama l’attenzione sugli argomenti che sono trattati e che sono stati, di volta in volta, riassunti nei commenti riportati dalla P.G. prima della trascrizione del brano: Conversazioni n: 221-222-223 e 225 Data: 19.12.2007 Ora: 16.19 e seguenti a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007. Interlocutori: COZZOLINO Francesco, già identificato; SASSO Giovanni di Ciro e fu BIRRA Anna, nato a Ercolano il 06.11.1955 e residente in Ottaviano alla via Spacconi n. 36, separato. Nelle citate conversazioni, avvenute consecutivamente, COZZOLINO Francesco, che sostituisce il cognato detenuto, ed il pregiudicato SASSO Giovanni affrontano i seguenti argomenti: entrambi sono interessati al recupero di titoli presso persone in via di identificazione; fanno riferimento alla pratica del “cambio assegni” – metodo utilizzato per effettuare le estorsioni; SASSO Giovanni rispetta ed ossequia la conoscenza del compare (ndr. BIFULCO Biagio detenuto), inoltre si relaziona anche con altri gruppi delinquenziali in particolare con il gruppo facente capo a Raffaele “Mezzanotte” identificato per AQUINO Raffaele; Nella conversazione 225, laddove SASSO Giovanni rappresenta “il timore” che personaggi come CASILLO Vittorio possono richiedere somme di denaro a persone che sono sotto la sua protezione “se dovesse venire Vittorio (CASILLO Vittorio)…. questi qua!”, ottiene una rassicurazione da parte di COZZOLINO Francesco “no, no! a parte che lo sapranno ecc. ecc. perché lo sapranno … e poi non è fesso”. Al riguardo, notevole è l’intervento minaccioso che il COZZOLINO assicura nel caso in cui CASILLO Vittorio e gli altri dovessero persistere con le richieste estorsive non autorizzate: “… poi se uno sentisse … ma veramente … ma con tutta la benzina addosso, ma non esiste proprio!”. IL COZZOLINO, tra l’altro, aggiunge “stiamo troppo sopra a tutti quanti!! … e ci sta in mezzo!”. Trascrizione Giovanni: sono stato fino alle 4.35 là! poi ho detto adesso vado a vedere al caseificio…. COZZOLINO: le 4.35 no! Sono le 4.22! Giovanni: e va bene io vado con questo!! Sono andato giù al caseificio ed ho lasciato l’imbasciata alla ragazza … COZZOLINO: si, mi ha chiamato! mi hanno chiamato quello … inc. … Giovanni: tutti quanti? COZZOLINO: ma io non lo so! … inc. … (aut UGLIANO) … ha detto … Giovanni: ah … Madonna … Madonna … COZZOLINO: tutto a posto? Giovanni: sì, sì! … ma io nonostante non mi ci parlavo più con quel fetente perché io così lo reputo, però quando ho visto l’incidente … però tenevo a uno al telefono … non potevo mollare … ho detto adesso mi fermo e vedo cos’è! COZZOLINO: no quello vuole chiarire, vuole togliere il bordello da mezzo! però … inc. … lo sta mandando avanti e indietro! … gli ho detto: “Ferma che con me non devi parlare più di tanto” … adesso domani mattina ci mettiamo anzi domani nel primo pomeriggio … così 75 Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: domani mattina vado a fare un servizio con Franchetiello (Maturo Francesco) dobbiamo andare a Nola… ha dato qualche assegno dei miei? a me no! non so niente! vi ha dato l’assegno di Antonio? si, si! il fatto … eh (sì il fatto) di quel cinque e cinque … di Gaetano ROSA … si, si! è un fratello di Aniello? … speriamo che … ah … signore … signore … e non so se lui è andato a fare un servizio stamattina inc. … teneva da fare … mi doveva fare un servizio lui stamattina … non so se lo ha fatto … perché se lo ha fatto quelli mi chiamano … inc. … non lo so … inc. … (abbassano la voce da rendere incomprensibile ciò che dicono) si sono fatti (ammazzato) il genero di …inc. … (l’episodio di riferimento è l’assassinio di GIUGLIANO Vincenzo genero di Carmine Alfieri ammazzato in Piazzolla di Nola via Costantinopoli nelle ore serali del 18.12.2007) stamattina sul giornale 22 arresti del clan D’Ausilio (riscontro: quotidiano “CRONACHE DI NAPOLI”) si ma … sotto le feste … quello per esempio quello faceva così … ce ne dava così … ce ne dava metà … e poi diceva adesso fammi quest’altra cortesia a me personale (esemplifica la consumazione del reato) pigliamo … inc. … faceva: “Tieni” … inc. … facevamo due cose … che dovevamo fare … li daresti … pure di là, glielo ha detto … ha detto qua stanno torno … torno … e tutti che vengono da te …!!! … e … ma io non ho capito che andiamo facendo il bordello qua? no … ma io adesso se ci sta io glielo dico … dico quando vengono da te come li cambiamo questi cosi? e lui ha detto vale a dire che devo fare … perché abbiamo visto pure a … inc. … e ma pure … inc. … non si trovano … e qua servono … e … si devono prendere quegli altri 10 per quegli altri due? E poi lui perché se li è tenuti quelli? Doveva posare altri 10? … vabbè 5 perché 5 andavano al … eh! … e per quegli altri 5? … se ci sta mi prendo … inc. … (aut pirulè) dico scusate tanto … inc. … il fratello … inc. … Madonna … Madonna … questo è un bravo ragazzo vedi! inc. … l’ho incontrato dentro a una fiera e tenevamo la stessa roba, disse lui: “Ma di dove siete?” Gli risposi: “Abito a San Gennarello di Ottaviano” e lui disse: “E io sono di San Gennarello di Ottaviano” dissi “Come vi chiamate? … come mi disse … dissi io: “Va bene allora vuol dire che io tolgo la roba … perché? E io facendo la concorrenza a te è come se la facessi a qualcuno che io voglio bene …” la stessa merce uguale … così lasciai solo quella merce che lui non aveva, lui disse: “Ma perché dite?” Dissi: “Tu non ti preoccupare” … Disse: “Ma mica siete quell’amico che mi aveva mandato il compare mio?” “Eh!! proprio quello là sono” … dissi: “E per questo devo togliere la roba mia … non ti posso fare la concorrenza!” inc. … (cambia discorso) come hanno fatto a venire qua se noi ci avevamo detto che andavamo là? allora quando … inc. … fa che avessero mandato un … inc. … o dovessimo vedere che non … io quando è una cosa … inc. … io devo andare perché devo andare anche a dare gli auguri alla mamma … però vado con Flora e con le creature … se è qualche cosa dico: “Scusate … sto andando a trovare” … e quelli dicono: “Guarda che combinazione … tu eri imputato con il fratello … inc. … con quell’altro fratello” … inc. … 400 metri di terreno e la casa dirupata … inc. … 150-200 … il Capodanno fuori … adesso ha detto che si vuole andare a fare il capodanno a Milano … 76 Ore 16.29 si sentono chiudere le portiere dall’autovettura. Non si sentono più conversazione. Si sente solo lo stereo e lo squillo del telefono di COZZOLINO che, evidentemente, è stato lasciato in auto. Conversazione n. 222 del 19.12.2007 h. 16.32 Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007. Giovanni: mi sono messo a guardare … stavano le macchine con i cambi a orario … e perché? con la superstrada usciamo … sì! … usciamo a Boscoreale? possiamo andare! … inc. … adesso dobbiamo andare più giù a prenderla … sta a … inc. … COZZOLINO: qua si prende l’autostrada … Giovanni: e da qui si prende la superstrada COZZOLINO: no ma sono vie che dovete sapere che altrimenti inc. … inc. … Giovanni: no … vuol dire che io me la imparo … COZZOLINO: là dobbiamo andare a prendere dietro la fabbrica di inc. … avete capito? come va la strada dovevamo tornare e la dovevamo prendere davanti alla fabbrica da FRACHETIELLO (MATURO Franco che ha la FULL STOP) … inc. … Giovanni: ah… ho capito! questa porta pure alla fabbrica di FRANCHETIELLO (MATURO Francesco, ndr) … allora la prossima volta mi conviene arrivare alla rotonda di … inc. … e giro … inc. … va bene che su per giù è lo stesso … inc. … COZZOLINO: di qua … inc. … piano, piano COZZOLINO Franco risponde al telefono e parla con la ragazza del caseificio. Chiede se ha qualcosa di soldi liquidi come incasso. Poi alla posizione 05.18 è Giovanni che risponde a una telefonata e dice all’interlocutore che sta andando a fare un servizio e che si trova con un AVVOCATO. Consiglia l’interlocutore di iniziare a salire. SASSO Giovanni racconta al COZZOLINO della telefonata e dice che era FLORA alla quale ha detto che lui era in compagnia dell’avvocato. COZZOLINO ride. Giovanni: questa deve venire a quattro corsie … COZZOLINO: eh … Giovanni: secondo me è la migliore cosa … Peppe inc. … il 27 me ne vado in Sicilia … COZZOLINO: il 27? Giovanni: sì! devo andare a fare un servizio laggiù…. COZZOLINO: e vi fermate 3-4 giorni? Giovanni: no, no … io devo andare un paio di giorni e me ne salgo … COZZOLINO: inc. … Giovanni: no! vado per lavoro … COZZOLINO: a livello di pellicce o di biancheria? Giovanni: no … pellicceria che io tengo data a conto vendita a una azienda laggiù … adesso vado per i conti di quello che ha venduto … inc. … firmate Tombolini COZZOLINO: Tombolino? Giovanni: eh … questa è la marca che paga … controlla … wwwTombolini.it … o punto net o punto com … solamente che quello li ha copiati … hai capito? comunque tiene le pellicce di 2mila euro di 2.500 … COZZOLINO: alla portata di tutti quanti … Giovanni: allora lui l’ha presa e l’ha fatto … ce li avevano anche sequestrati … cosa ha fatto? sono andati da Tombolini e ci hanno portato una fattura … inc. … e quello ha detto: “Si … io li ho fatti io” … inc. … è un poco rimbambito … e ce li ha fatti lasciare … e noi dovremmo uscire qua !!? … Boscoreale e usciamo sotto inc. … questo Raffaele “mezzanotte”23 ha una macchina … è una Micra (di un amico) … non è stata … inc. … hanno fatto il libretto e il complementare li tengono quelli “lì” … si volesse inc. … e là penso che qualche macchina loro … dice lui sta camminando … quella non è stata neanche … inc. … adesso è passato … inc. … a salutarlo … inc. … Alla posizione 11.15 Giovanni commenta il fatto che è bel tempo altrimenti già era buio. Poi chiede al COZZOLINO dove si trova via Pianillo a San Giuseppe. COZZOLINO spiega che è la strada a che è la strada che va giù dalla zona detta “Occi” - rione Boccia - (si capisce che Giovanni in qualche modo conosce 23 Raffaele Mezzanotte è il modo con cui viene abitualmente chiamato AQUINO Raffaele, ritenuto principale attore dei traffici di sostanze stupefacenti nell’area dei paesi vesuviani. 77 la zona). Giovanni dice che deve andare da COZZOLINO Ceramiche perché deve acquistare una stufa a pellet perché “sopra” (probabilmente dove abita) fa troppo freddo e consuma assai gas con i termosifoni. Giovanni dice che non è riuscito a trovare il posto nonostante avesse impostato il navigatore. COZZOLINO poi osserva una proprietà con il cartello vendesi. Al riguardo, Giovanni dice che quelle erano case che andavano bene una volta, invece, lui vorrebbe trovare un rudere che, fatta la stradina, si deve trovare in centro a un paese anche perché “uno poi tiene a due bambini piccolini”. Poi alla posizione 15.30 COZZOLINO: … inc. … di nuovo per sopra? Giovanni: dopo? COZZOLINO: no! … anche adesso … adesso che arriviamo … Giovanni: si, si … ci trovavamo vicino … inc. … comunque noi salendo ad andare sopra … il traffico per dentro San Giuseppe finché non arrivavamo … là lo prendevamo … dice ma uno più se ne andava (nel senso di percorso più spedito) … quello ci sta un semaforo qua che … inc. … tutto coso proprio … (dopo pausa) conviene di farlo spostare da Isernia … Larino di Campobasso … (dopo pausa) il fatto dei fari poi cosa…. si è trovato l’intoppo qual è … COZZOLINO: no!! Giovanni: è sulla scheda allora? COZZOLINO: inc. … tanto la corrente io non la pago che me ne importa … è un mistero è?! Giovanni: sarà sulla scheda … (dopo pausa) inc. … senza salire per sopra … Franco … (dopo pausa) adesso quando lo deve fare il colloquio? Il 23? (inteso BIFULCO Biagio) COZZOLINO: sabato 29 si fa! o 28 o 29…. (effettivamente in data 29.12.2007 BIFULCO Biagio ha effettuato il colloquio presso il carcere di Napoli Poggioreale con la moglie Nunzia ed i figli Antonio e Vincenzo) Continuano a parlare del colloquio del detenuto BIFULCO Biagio e della ricezione del pacco. Giovanni dice che una volta a Natale facevano portare il pacco. Alla posizione 21.03 COZZOLINO: ma che è non si va di qua? Giovanni: inc. … (dopo pausa) noi dobbiamo salire sempre ad andare sopra (dopo pausa) …la macchina sta sempre dietro?? COZZOLINO: la celestina!! (?) Giovanni: vabbè ma quella se è … ci molla lei e ci piglia un’altra!… (dopo pausa) questa qua è la macchina!? (si fermano) era meglio se ce ne andavamo per sopra! … però da qua stiamo già in rettilineo COZZOLINO: qua andavamo a volte a … inc. … Giovanni: ah… ma pure…..!? (come se vedesse qualcuno) (poi cambiano discorso e parlano di abitudini e di caratteristiche fisiche) bello è quando arriva sotto e sotto e iniziano a bruciare … COZZOLINO: e quando la mattina non ti puoi abbottonare neanche il pantalone? Giovanni: e eccole … (ridono) poi quando mi fanno male non le tocco per un paio di mesi … faccio io adesso me le sono tolte … come ho la prima cosa che mi va storto … due minuti e me le mangio tutte quante … COZZOLINO: madonna quando non ti puoi abbottonare manco il pantalone … quando ti rimane quella cosa piccola che pizzica e non te la puoi neanche togliere … (ridono) … mamma mia … Giovanni fa un commento alla conducente di una macchina. Poi alla posizione 27.45 aggiunge: Giovanni: poi come giriamo sopra ci sta la stradina di qua … … mettiamo la macchina giù … in un parcheggio, andiamo a girare … aspetta fammi scendere che prendo il posto … va a girare Franco.. COZZOLINO: si… si…. Pos. 33.51 ore 17.06 scendono dall’autovettura Conversazione n. 223 del 19.12.2007 h. 19.45 Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 risalgono a bordo dell’autovettura: Giovanni: com’è non te la fare perché questo… ci dà addosso come una lupa! COZZOLINO: inc. … Giovanni: eh! per principio 78 COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: COZZOLINO: Giovanni: no… era un ragazzo ho visto proprio che non guardava neanche … inc. … telefono io? eh (sì)! … inc. … era uno solo o due di loro? due di loro!!! un vecchio e un ragazzo proprio …!! va un poco, poco…. (rivolto a altro conducente) devi fare presto ragazzo… che chiude la strada ….ci vengono appresso… COZZOLINO: ma se era qualcun altro lo cresimavo… (picchiavo)… lasciate stare che cade sempre (nel senso che Giovanni stava raccogliendo qualcosa in macchina) Giovanni: va bene manteniamo finché non usciamo da questa baraonda siamo usciti … poi mi metto in … inc. … con questa macchina qua non dobbiamo venire più….. COZZOLINO: va e viene…. Giovanni: eh!!! pigliamo un'altra macchina… e ci veniamo con la macchina … inc. … (ride) Alla posizione 03.45 abbassano la voce – incomprensibile – Alla posizione 04.16, durante il tragitto, Giovanni così conversa: Giovanni: il servizio per i COMPAGNI …. qua è stato fatto qua?? COZZOLINO: eh!! no… sabato mattina stiamo… inc. … Giovanni: ah…..!! COZZOLINO: ma uno di loro doveva andare… inc. … Giovanni: adesso stiamo a posto… !! COZZOLINO: eh!! Giovanni: inc. … è abitudine di guardare negli specchietti … Conversazione n: 225 Data : 19.12.2007 Ora : 17:35:30 Giovanni: adesso speriamo solo che non viene qualche rompi cazzo … COZZOLINO: ma chi viene …?! Giovanni: se dovesse venire Vittorio (CASILLO Vittorio)…. questi qua! COZZOLINO: ehh … Giovanni: lo vengono a rompere le palline … COZZOLINO: e quello non prende il bastone e … un uomo di questa maniera! … Peppe (inteso che questi non è in grado di realizzare una richiesta estorsiva nei confronti della persona che loro intendono) … Ha aperto porte e portoni … inc. … Giovanni: lo so, lo so, mi ero confuso il bar … Francu’ … ma io mi sto dannando per tante cose, mannaggia … COZZOLINO: … inc. zi Giovà… inc.… Giovanni: i nodi dovrebbero venire adesso! adesso!! … adesso … che non esce fuori … eh … eh! COZZOLINO: stiamo troppo sopra a tutti quanti!! … e ci sta in mezzo! Giovanni: … pure per quell’altro! … pure per quell’altro! COZZOLINO: è meglio che oggi ci sta! Giovanni: speriamo che non lo vengono a rompere le palle … perché se Vittorio (CASILLO) lo viene a rompere … ci pigliamo collera! COZZOLINO: no, no! a parte che lo sapranno ecc. ecc. perché lo sapranno … e poi non è fesso … poi se uno sentisse … ma veramente … ma con tutta la benzina addosso, ma non esiste proprio! Giovanni: se si trova in quelle condizioni è causa anche … COZZOLINO: comunque è una cosa … è andata storta! Giovanni: storta COZZOLINO: a livello di amici … e ci ha pagato inc. … Giovanni: semplice … inc. … COZZOLINO: inc. … Giovanni: è … voglio vedere se è arrivato il figlio con la macchina! Se è arrivato allora vuol dire … inc. … e me ne vado … COZZOLINO: dobbiamo andare? Giovanni: si, si! le sei alla tedesca … si è fatta bella veramente … però sai qual è il guaio? Che i Sangiuseppesi vogliono andare in tutti i posti ma non vogliono fare qua! … Francù se vai un poco indietro ti butti nell’angolo là perché altrimenti si blocca tutto! 79 Sasso Giovanni scende dall’autovettura e va in compagnia con una persona che incontra. La persona che incontra è Gianni Annunziata. SASSO dice al COZZOLINO che si vedranno domani a casa. COZZOLINO prosegue da solo. Alla posizione 10.17 parlando al telefono con MATURO Franco, dice che va un momento dal CACAGLIO. Dice che si vedono dopo. Conversazione n: 250 Data 20.12.2007: Ora : 16.29 Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Interlocutori: COZZOLINO Francesco, già identificato; SASSO Giovanni di Ciro e fu BIRRA Anna, nato a Ercolano il 06.11.1955 e residente in Ottaviano alla via Spacconi n. 36. Giovanni: niente! Uomo2: no … no … inc. … Giovanni: ti ho lasciato le chiavi!! ma proprio le signorine zitelle questo … inc. … si vergognano della loro ombra … quello una sera si doveva andare a fare una partita … la macchina mi serviva a me… dissi “veramente serve a me” … disse da nessuna parte e prese la borsa con tutto coso … disse “non vado a giocare … tieni le chiavi!!! tieni le chiavi” … ma ci rendiamo conto…? … Francu’ mi devi fare vedere via Pianillo dov’è? perché devo prendere quella stufa per il salone … COZZOLINO: COZZOLINO ceramiche … ah si, quello così si chiama (fa riferimento al cognome della ditta che vende la stufa che vuole comprare Giovanni) Giovanni: eppure COZZOLINO non è un cognome di qua … COZZOLINO: di Napoli Giovanni: si, noi ad Ercolano ne abbiamo una marea di COZZOLINO! (dopo pausa) … inc. … hanno detto che Angioletto … inc. … COZZOLINO: inc. … Giovanni: inc. … eh … inc. … io sono andato e ho detto: “lasciatelo stare” … pieno di paura… quello è malato di fegato … inc. … ha detto: “come è qualcosa io prendo … inc. … ma adesso non ci sto facendo niente … inc. … 40mila metri e cinque … inc. … (abbassano notevolmente le voci) – si sente suonare il clacson di una autovettura, al riguardo Giovanni si chiede se sono della Polizia - e com’è non erano le guardie? le guardie … Franco!! COZZOLINO: no!! Giovanni: tenevano le paletta qua sopra … ma chi sono …? COZZOLINO: Consiglieri comunali!!!! Giovanni: ah! allora la cosa dei Vigili Urbani per camminare più facilmente … sono quelli di Ottaviano o di San Giuseppe? COZZOLINO: inc. … Giovanni: … mannaggia mi stai facendo scappare… inc. … Vincenzo COZZOLINO…. inc. … o mannaggia la marina cane … io vado io a dargli dei buffettoni … COZZOLINO: inc. … Giovanni: quello è un povero scemo… sull’anima di mio padre…. quello come si mette una macchina dietro… Parlano di una automobilista che tarda a fare manovra COZZOLINO: inc. … Giovanni: inc. … COZZOLINO: inc. … Giovanni: questi tengono la proprietà… inc.… oggi stavamo a San Giorgio… nel centro storico di San Giorgio… a Cremano… vicino al vecchio deposito dell’oleificio Punzo… proprio al centro di San Giorgio a Cremano… un poco più sopra di piazza Tarallo… e l’oleificio Punzo è diventato un supermercato…. vetrate così… però un poco più basse quasi a livello stradale… solo il marciapiede… e quando apre la serranda davanti un cumulo di spazzatura … però ci stava il passaggio del marciapiede dietro… i generi alimentari… e se un topo entra la dentro? …inc…. ….Omissis…(parlano della degustazione di alimentari) Giovanni: che devi scendere a Messina? (come invito) COZZOLINO: no a dire la verità non ho voglia! Giovanni: noi abbiamo quello che porta la macchina COZZOLINO: inc.… amico dei miei 80 Giovanni: inc.… la macchina… .andiamo a mangiare il pesce a Catania, contiamo le pelli e ce ne torniamo! Ci prendiamo i cannoli e le cassate per Capodanno…. ….Omissis… (parlano della statistica da cui si rileva che le donne fanno meno incidenti degli uomini) Alla posizione 11.40 incrociano altra autovettura che suona il clacson e Giovanni scambia le seguenti battute: Giovanni: Uomo: Giovanni: Poi: Giovanni: COZZOLINO: nessuna risposta? non ci sono stato là…. !! ciao… ma questa è via Pianillo? si! giù a tutto… però adesso mi fermo un minuto dal “cacaglio” …devo cambiare certa roba… il cacaglio… Giovanni: ah… questo… COZZOLINO: questo è il cacaglio… questo vende tutto vende qualsiasi cosa…. Giovanni: io da questi presi certa roba per la casa! …scendono dall’autovettura…. Ore 16.41 alle ore 16.50 risalgono in macchina - conversazione n. 251 del 20.12.2007 I due, che precedentemente si erano fermati dal “cacaglio” e che poi dovevano andare dal dirimpettaio COZZOLINO Ceramiche per la stufa, conversano in merito a delle richieste estorsive che avrebbe, verosimilmente, subito il citato commerciante: COZZOLINO: “Embè e che è” … “Devono venire anche loro … la spesa un 500-600 euro” … inc. … “Devono fare una spesa o …? E chi erano come si chiamano questo che è venuto?” … “no … sono venuti senza nome … senza niente… sono andati due .. tre volte… fatemi trovare il padrone qua!! fate trovare il padrone qua ….. 500-600 euro …inc. …” qualche giorno fa la spesa inc. … Giovanni: questo è un deprezzamento per loro … inc. … COZZOLINO: inc. … dice: “io non conosco a nessuno … non conosco a te … questo è di Terzigno … questo ragazzo …” Giovanni: eh … inc. … COZZOLINO: diglielo … “non ti preoccupare… quello che vi serve… ve lo prendete … però devo portare una persona … adesso lo faccio venire se vi devo dare anche tutto il magazzino … inc. …” Giovanni: (cambiano discorso) lei dovrebbe arrivare all’incrocio … che si va verso … COZZOLINO: sta l’incrocio giù a tutto … e ci sta la via dove sta Antonio … Giovanni: sì … sì … devo vedere se si deve mettere la canna fumaria perché non lo so … (evidentemente sta parlando della stufa a pellet che deve vedere da COZZOLINO Ceramiche) …scendono dall’autovettura…. Ore 16.52 alle ore 17.00 risalgono in macchina - conversazione n. 252 del 20.12.2007 COZZOLINO: (parla al telefono con PRISCO Angelo, questi si lamenta che ha mal di testa. COZZOLINO chiede se ha roba di plastica per la casa, piatti, bicchieri. COZZOLINO dice che adesso va da lui - cfr. tel. 1592 del 20.12.2007 - intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 -) ma dove dobbiamo andare … vogliamo parlare con questo? Giovanni: eh…. COZZOLINO: inc. … non ce lo possiamo portare appresso … inc. … Giovanni: no … no … eh … (dopo pausa) quello ha messo il naso in faccia al naso di Sabatino … ride COZZOLINO: eh!! non volete sapere neanche di che si tratta? non voglio sapere proprio niente … inc. … Giovanni: inc. … e un paio di schiaffi non ce li sapete dare … COZZOLINO: e dopo mi devo litigare con Salvatore … Giovanni: ma quando mai … quello dobbiamo fare una cosa!! (dopo pausa) Franco ci sta? COZZOLINO: no! non c’è … - suonano il clacson - inc. … Giovanni: inc. … siamo andati in carrozza. … allora … inc. … il caffè … inc. … 81 …scendono dall’autovettura…. Ore 17.04 alle ore 18.58 risalgono in macchina – conversazione 253 del 20.12.2007 Giovanni: quella a me non ci vede … prende la pensione per gli occhi … vede solo così … mia moglie non ci vede (MONTELLA Flora titolare di pensione di invalidità civile), la sera non vede proprio! Quella arriva fino a San Sebastiano e a San Sebastiano me la prendo io! COZZOLINO: però si mette eh! Giovanni: ma quella la macchina la porta proprio bene solamente che la sera non … adesso per esempio dovevo dire vienitene … inc. … dopo io l’accompagno … allora la mamma ci dice: “Vedi sta … inc. …” ma quella la porta bene la macchina … inc. … la porta bene … …Franco ce lo dovevo dire così … se non avevi detto che eri amico di quelli là … io agivo diversamente! Perché è meglio che lo sai … Conversazione n. 254 del 20.12.2007 ore 19.01 Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 … omissis … Sasso Giovanni e COZZOLINO parlano di attività commerciale che data la fonia bassa non si capisce, poi parlano della scuola dei figli Nella successiva conversazione n. 255 (ore 19.09 del 20.12.2007) Sasso Giovanni parla dei pacchi che lui riceveva quando era detenuto. Dice che ogni giovedì riceveva come pacco un pranzo. Dice che quelli erano altri tempi. Stanno per uscire a San Sebastiano. Nella successiva conversazione n. 256 (ore 19.12 del 20.12.2007) Sono sempre assieme COZZOLINO Franco ed il pluripregiudicato SASSO Giovanni. Parlano di pagamenti. Alla posizione 02.23 Sasso Giovanni così conversa: Giovanni: inc. … ma quello deve venire lui con me … Giovanni … inc. … faccio scegliere tutta la biancheria da … Antonio …? Quando ha scelto … Antonio … Antonio si carica per esempio a 80-90mila euro … di merce … (nel senso che gli chiede) mi fai il pagamento? inc. … contanti …? Prego! assegno …? inc. … mica può dire … inc. … lo hanno scippato pure … inc. … - alla posizione 03.46 così continua – quello là inc. … piglia tutti i pagamenti … 1000 … 3000 … 4000 … 5000 … contanti … l’assegno … tutto coso … tira la somma … il guadagno a noi non ci interessa … A NOI CI DEVI DARE SOLAMENTE …inc. SONO PIU’ COMMERCIANTI!! inc. … Sasso Giovanni spiega che si trovano a Massa di Somma nei pressi dell’uscita di San Sebastiano. Sasso Giovanni scende dall’auto e saluta Franco dicendo che si vedranno domani. Sasso dice che stasera non lo trova a quello perché già sono le 19.30 e, allora, ci andrà domani. Ulteriori elementi di rilievo investigativo per inquadrare la condotta di Cozzolino Francesco in termini di partecipazione rilevante all’interno della struttura criminale si evincono anche dalle conversazioni, di seguito trascritte, registrate all’interno dell’abitazione dell’abitazione ubicata in Brescia alla via Brunelli n. 27 presso la quale Bifulco Biagio aveva fissato la sua dimora in forza del provvedimento emesso dal Magistrato di Sorveglianza di Modena, che lo aveva autorizzato a vivere in Brescia, avendo Bifulco Biagio anche dimostrato di potere lavorare alle dipendenze di una società, che, come si avrà modo di dimostrare, è riferibile allo stesso capo clan. Anche in questo caso, per il valore probatorio che deve essere assegnato a tali conversazioni si rimanda alle considerazioni di commento operate dalla P.G. nelle sintesi che precedono la trascrizione dei dialoghi nelle parti di interesse: Intercettazioni ambientali svolte all’interno del locale “cucina” e “soggiorno” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio – decreto n. 4566/08 Conversazione n. 586 del 27.11.2008 delle ore 15,22 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Nunzia Sintesi: La conversazione in trattazione evince chiaramente la partecipazione attiva, da parte di COZZOLINO Nunzia, nell’organizzazione del gruppo criminale diretto dal marito BIFULCO Biagio. Difatti la donna, da BIFULCO Biagio, viene messa a conoscenza di eventi che circoscrivono fatti camorristici: “BIFULCO: ora 82 Giovanni ci deve andare a dire che cosa va trovando…inc.…perché lui chi cazzo è!...inc. …” Il Giovanni di che trattasi, attraverso gli elementi raccolti nelle successive conversazioni n. 603/607, viene identificato , ovviamente, in FABBROCINO Giovanni di Mario, nato a San Gennaro Vesuviano ( NA) l’11.04.1974. COZZOLINO Nunzia, per conto del marito, prende contatti con persone che hanno l’esigenza di relazionarsi con BIFULCO Biagio: BIFULCO Biagio: ... viene …inc. ...te li vai a prendere.. COZZOLINO Nunzia: ci sta pure lui? BIFULCO Biagio: poi…inc. ...hai capito?…poi ve ne andate …inc.…tu non ti devi impressionare …inc. .. Trascrizione integrale conversazione n. 586 BIFULCO Biagio: ...ma più presto non potevano partire? COZZOLINO Nunzia: ...va bene, ma ora non ti cambia niente non ti cambia la vita questa nottata!! BIFULCO Biagio: ti cambia, ti cambia!! COZZOLINO Nunzia: si? BIFULCO Biagio: …ora Giovanni ci deve andare a dire che cosa va trovando…inc.…perché lui chi cazzo è! … inc. … breve pausa non conversano BIFULCO Biagio: ...poi ci regoliamo come e quando dovete dare i soldi, …ti accompagno fuori all'autostrada...hai capito Nunzia? COZZOLINO Nunzia: si. Ce li danno … inc. … a Brescia a Verona e li … inc. … BIFULCO Biagio: ... viene … inc. … te li vai a prendere.. COZZOLINO Nunzia: ci sta pure lui? BIFULCO Biagio: poi … inc. … hai capito?..…poi ve ne andate … inc. … tu non ti devi impressionare … inc. … COZZOLINO Nunzia: ...perché Biagio? BIFULCO Biagio: …e non vanno nemmeno avanti e indietro… inc. … voi mi dovete dare l’imbasciata, lo aspetto qua…non vi permettete…non avete capito…mandiamo i soldi a Peppe… COZZOLINO Nunzia: ..ho capito… inc. … BIFULCO Biagio: …esatto hanno guadagnato loro e loro li hanno dati a noi, ...io che tengo da fare qua Nunzia, quest’altri giorni mi sono rimasti Nunzia… Si interrompe la conversazione Fine Conversazione n.603 del 27.11.2008 ore 20:34 intercettata all’interno del locale “cucina”. Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Franco, BIFULCO Antonio e Vincenzo (figli) Sintesi: BIFULCO Biagio, prendendo spunto da un disapprovato atteggiamento di AMBROSIO Umberto, gestore di attività commerciali riconducibili attraverso prestanome allo stesso BIFULCO Biagio, rappresenta ai figli Antonio e Vincenzo le regole comportamentali che le persone devono mantenere nei confronti della loro famiglia, a riscontro di quanto sinteticamente citato si rappresentano i seguenti argomenti: “siamo più seri per chi siamo noi!”, ed aggiunge: “ Qua la famiglia siamo noi, allora con tutti quanti si devono adottare queste cose poi caratterizza la sua personalità con le seguenti considerazioni: “ Poi certi discorsi quando non ci sono io davanti, non si devono proprio fare! Mi sono spiegato? Specialmente quando ci stanno gli estranei. Qua noi non stiamo in confidenza con tutti quanti e si può parlare di tutto con tutti quanti. Quando stiamo a casa nostra, quando sto io avanti, vedi che si levano proprio certi ragionamenti! Invece, gli argomenti trattati da BIFULCO Biagio con il cognato COZZOLINO Franco, fanno palesemente riferimento alla realizzazione di eventi di natura camorristica in cui è coinvolto FABBROCINO Giovanni di Mario nato a S. Gennaro Vesuviano (NA) 11.04.1974, ivi residente alla via Rammegnari, ritenuto uno stolto perché si è “mangiato i soldi” a seguito di ciò BIFULCO asserisce: “ con questa gente non si può avere a che fare!”, aggiunge altresì: hai capito...era quello che diceva il padre: un milione degli altri era un miliardo, è un miliardo loro non era niente!..doveva dare i soldi….a….e quello ha firmato!. Conseguentemente a tale considerazione BIFULCO Biagio dispone con determinazione: “Francuccio si deve stare lontano …....uno non ci deve parlare manco più se uno lo trovo fuori al magazzino bisogna dire vado di fretta …..”. La collera di BIFULCO aumenta allorquando viene a conoscenza da 83 COZZOLINO Franco che Giovanni FABBROCINO per le convocazioni utilizza come ambasciatore un giovane, probabilmente già tratto in arresto insieme al Giovanni, domiciliato nei pressi del caseificio ICS….. non vi dovete permettere più di mandare queste imbasciate da lontano, proprio così devi dire...scemo non ti permettere più...ma l'hai cacciato Francuccio ? in relazione ad un eventuale incontro con Giovanni, BIFULCO così risponde:.. non esiste proprio Francuccio, a parte che io non voglio vedere a nessuno e penso che...basta quello che uno tiene Conversazione n. 607/608 del 27.11.2008 a partire dalle ore 21:22 intercettata all’interno del locale “cucina”. Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Francesco, COZZOLINO Nunzia Sintesi: Dal contenuto della conversazione emerge chiaramente la figura direttiva di BIFULCO Biagio, il quale rappresenta al cognato COZZOLINO Franco che FABBROCINO Mario, essendo un uomo con un trascorso camorristico ritenuto storico, gli è dovuto il totale rispetto, così testualmente: “…però uno deve dire sempre vicino a lui … per il figlio di chi è…… noi lo rispettiamo tutte quelle...lui è un uomo storico nei paesi nostri!… uno deve fare….. devi dire….noi lo rispettiamo fin terra ....per l'uomo che è, per quello che ha fatto qua!.. ma noi abbiamo delle direttive ben precise!. L’analisi di quanto innanzi detto, assemblato alle dichiarazioni, che si citeranno qui di seguito, mette in luce, chiaramente, che BIFULCO Biagio ritiene che il riconoscimento di “rispetto” è circoscritto per gli “eventi camorristici passati” solamente al capoclan FABBROCINO Mario e che non è estensibile per successione al figlio di questi Giovanni, il quale è ritenuto uno “scemolillo imbroglione e truffatore” che intende, senza averne titolo, perché privo di curriculum criminale, esercitare in seno al consolidato sodalizio camorristico una politica di cambiamento organizzativo; ciò che più inviperisce BIFULCO è il fatto che FABBROCINO Giovanni, a sua insaputa, ha prelevato una somma di danaro, non precisata, da una “cassa comune” e che nessuno degli interessati si è fatto promotore di relativa contestazione, difatti BIFULCO asserisce testualmente:…….” Francuccio questo scemolillo con questa politica sua quanto altro ci può imbrogliare?…..….come si è permesso di prendere i soldi là, quando stavo pure io! ….io non ho avuto una lira!, hai capito?…. non hanno saputo trovare nemmeno i soldi per…….. ma nessuno glielo ha detto!…. nessuno ha detto ma che stai facendo con questi soldi. Questi soldi fammi capire che sono? Una esemplificazione chiara viene evidenziata da BIFULCO circa il “rispetto camorristico”: ….. “ma tu lo vuoi affrontare lo vuoi fare un reato?...inc. ...aspetta agli altri….ma tu quando lo fai un reato, ma che ti credi che la gente perché li rispettano…per la bella faccia o per il vestito che si mettono loro la mattina? … senza esperienza?…questa è la malavita? fai un nuovo reato e poi vieni e dici…dopo vieni e dici chi l’ha detto? Giovanni FABBROCINO….. Vuoi cambiare le carte in tavola? E fai vedere! E poi ti rispettiamo nella malavita!…Per il momento uno ti rispetta solo perché sei il figlio! Altro di te noi non abbiamo. Io al padre questo gli dissi!…” Il citato dissenso da parte di BIFULCO Biagio, viene contestato da COZZOLINO Franco direttamente a FABBROCINO Giovanni il quale, però, giustifica il suo autonomo comportamento in quanto ritiene di aver raggiunto la giusta maturità anagrafica: “io non sono nessuno però tutti quanti, ma quello anche io glielo ho detto ho detto GIOVANNI IO ...QUELLO CHE DICE TUO PADRE UNO RISPETTA A TUO PADRE, si fa la ragione...“io tengo 40 anni”. Tale giustificazione non soddisfa BIFULCO tanto che asserisce testualmente: ...ma “il truffatore” che ti dice?..,quello è truffatore che ti può dire? il truffatore che ti dice?…niente!! In merito al riconoscimento come “leader” camorrista di FABBROCINO Giovanni, COZZOLINO Franco rappresenta a BIFULCO Biagio che ha precisato con determinazione al commerciante BERACCI Quirino, che non risulta che FABBROCINO Mario abbia abdicato il potere camorristico per il figlio Giovanni, invero: ….“ora che sono stato a fare le condoglianze…. Parliamo e Quirino mi fa una domanda, dice “Franco posso dire una cosa?” che è Quirino? Dice: “ma Mario mi ha detto ...inc. ... oramai non ci sta più, ma ormai non tiene più posizione Mario, ma come ha avviato il figlio.., dissi è perché? . .inc. ...sempre Mario quanto mai…disse sopra è venuto il figlio...inc. …”. Traendo spunto dalla richiesta del commerciante BERACCI Quirino, Biagio BIFULCO rappresenta il ridimensionamento, conseguenza del suo stato di detenzione carcerario, della “leadership” di capo-camorra dell’ergastolano Mario FABBROCINO, difatti: “…Francuccio... inc. ...questa realtà ... inc. ...qua quando uno dice una cosa la malavita è finita... è inutile che vuoi parlare e vuoi dire, un cristiano conta solo se sta fuori. Puoi essere il più grande uomo del mondo se stai fuori, fai e dici e ti stanno...altrimenti sei squalificato! hai voglia che tu in galera fai e dici,.... sono tutte cose di galera!...” 84 Dal concetto di cui innanzi, fa eccezione, però, l’ergastolano AMBROSIO Franco fu Francesco e fu ESPOSITO Speranza, nato il 13.04.1956, alias “ò scuccatore o a macchietta” al quale, viene riconosciuto, tutt’ora, da BIFULCO Biagio valenza camorristica in quanto lo stesso può fare affidamento sul proprio gruppo familiare, ... “Francuccio o' scuccatore non è finito perché ha trovato la famiglia, altrimenti Francuccio da mo che era finito, Francù il giorno appresso che era andato in galera!…”. Effettivamente, dal monitoraggio investigativo svolto nell’ambito del p.p.86429/00 si evince che i parenti dell’ergastolano AMBROSIO Franco, in particolare lo zio ESPOSITO Salvatore, il fratello Antonio, e il cugino Maturo Franco tutti pregiudicati per reati associativi, hanno con il detenuto frequenti contatti. Nei confronti del camorrista detenuto Striano Berardo, il cui gruppo, però, è ritenuto allo sbando, Biagio BIFULCO esprime sentimenti di affetto, perché ritiene che lo stesso sia stato fatto oggetto di vessazione in particolare dal camorrista BONAVITA Luigi Antonio, alias “Gigino ò parigino”, scomparso per “lupara bianca” il 18.10.2004 unitamente alla sua scorta VORRARO Giuseppe e COZZOLINO Franco. Secondo BIFULCO Biagio, il maltrattamento subito da STRIANO, realizzato anche con giuramenti minacciosi, scaturiva dal fatto che era sospettato di non aver spartito equamente i proventi illeciti…. “Franco vuoi sentire una cosa, però come è, è, io sento di volerlo bene a Berardo, perché comunque è stato anche lui un altro…si, fa la fuoriuscita il furbachiello però è stato un altro che pure ha subito i danni!….gli anni di Giggino….ha sempre subito!…”.... in mano a Giggino ha sempre subito! un’altra volta da altri … inc. ... Francuccio quello glielo aveva messo bene il giuramento con questo!… sai perché? perché pensava che quello aveva fatto cose buone economicamente e quello dopo non pensava ai compagni…hai capito perché? Hai capito? Appare opportuno, a tal proposito, segnalare che il 22.10.2007, Il G.I.P presso il Tribunale di Napoli nell’ ambito del p.p. 86429/00 n. 61805/01 R.G.G.I.P. e n. 690/07 R.O.C. emetteva O.C.C. in carcere nei confronti di STRIANO Berardo, CALDARELLI Giuseppe e CATAPANO Giuseppe perché ritenuti responsabili del delitto p e p. dagli art. 81 cpv, 110, 575-577 n. 3 c.p. 7 l.203/91, per avere in concorso tra loro e con altri da identificare, nonché con premeditazione consistita nel pianificare da tempo l’eliminazione di affiliati che avevano agito in contrasto con le direttive dell’organizzazione capeggiata da Mario FABBROCINO e nel programmare un incontro destinato a fungere da trappola, cagionato la morte di BONAVITA Luigi Antonio, VORRARO Giuseppe e COZZOLINO Franco. L’ammissione di essere un malavitoso di “ rango” Biagio BIFULCO la esprime nel corso di un paragone tra la passata e la presente rappresentazione camorristica sul territorio...." Francuccio ma la cosa malavitosa a livello nostro, sono quattro scemi... la cosa malavitosa del paese è proprio questa!…”. La considerazione, espressa da BIFULCO, è indirizzata particolarmente all’atteggiamento assunto da tale Giovanni, probabilmente trattasi del pluripregiudicato Sasso Giovanni, il quale, esercita attività camorristica sul territorio, senza informare tempestivamente BIFULCO Biagio che svolge funzioni di collettore nell’ambito della camorra: ……“Francuccio questo scemo non dice mai niente …inc. …loro fanno i soldi e noi ci prendiamo i guai, tentano addirittura di inventarsi.... Hai capito qual è il fatto? Uno lo pensa tu lo pensi in testa tua!…non puoi fare la testa di legno a me, chi lo sa?” Il concetto critico espresso da BIFULCO, particolarmente quando asserisce: non puoi fare la testa di legno a me, chi lo sa? Appare riscontrabile , per logica, che il destinatario è il pregiudicato SASSO Giovanni il quale sebbene vanta antichi rapporti associativi con il clan FABBROCINO, non ha “padronanza”sul territorio, essendo questi nativo di Ercolano (NA). La critica diretta al pluripregiudicato SASSO Giovanni…. “questi è un altro scemo come quella latrina laggiù (inteso FABBROCINO Giovanni)!”…accorpato alla supposta direttiva emanata da Mario FABBROCINO con la quale ha determinato la convivenza camorristica di BIFULCO Biagio con Sasso Giovanni…..“Tu sei tu io sono io!.. non solo che vai a dire che dobbiamo stare insieme! però quello che facciamo lo dobbiamo fare insieme!… “ ed ancora …, Poi certe cose ti fanno riflettere, dici ma tu , parli di lui ma tu semmai sei meglio di lui…come storia! …qua ognuno tiene la storia sua!.danno luogo ad una proposta omicidiaria da parte di COZZOLINO Franco. Un’attenta analisi agli elementi raccolti nel corso dell’attività investigativa fanno ritenere che destinatario di minacce di morte è la stessa persona che manca di riguardo a BIFULCO Biagio, .” COZZOLINO: dai…ad un altro il paese nostro!” BIFULCO: ma uno non può nemmeno reggere a questa cosa! COZZOLINO Franco: ...andò lui dai “cacagli” (al riguardo, vedasi vicenda relativa all’estorsione effettuata a GIORDANO Angelo detto “cacaglio”, laddove si comprendono appieno anche i motivi di risentimento che BIFULCO Biagio nutre verso SASSO Giovanni) 85 BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: “però, se fa qualcosa questo scemo…perché poi “attuzzi”? …lo vogliamo uccidere?. aaah, a questo dobbiamo arrivare!… Francu’ domani quando si sono create le inimicizie e questi per dire offendono la gente…le persone lo incominciano ad offendere, hai capito com’è il fatto? Ma chi è non è nessuno!. La pianificazione all’omicidio è approvato da parte di BIFULCO Biagio con strategie che vengono definite dallo stesso “finezze della malavita” che consistono nel fare ritenere il soggetto da eliminare come un destabilizzatore “sociale che si è fatto molti nemici”….. BIFULCO: cioè tu non è che stai portando a questo a … è lui che la mattina si sveglia e si va a fare i nemici….. mi sono spiegato, quelle sono finezze che esistono in malavita…qua è come quando si fa scendere uno da cavallo … perché tu sai che questo….. La irascibilità di BIFULCO Biagio emerge palesemente allorquando gli viene chiesto di partecipare economicamente alla revisione del processo all’ergastolano Mario FABBROCINO, difatti: COZZOLINO Franco: le carte sono cambiate se ne sono andati un sacco di soldi per il processo! BIFULCO Biagio: e digli che il genero, li trovasse... fa un container per il padre…Non lo può fare un container per il padre, il genero? Fai solo questo!! COZZOLINO Franco: dice che lui non ...inc. ... BIFULCO Biagio: ...Tu, questo fatto per dire…ma che abbiamo fatto tutta la vita, abbiamo detto una cosa poi ne facciamo un'altra cos’è una convenienza?.. è un sistema di vita. È un sistema di regole tra amici, tra uomini è un codice d’onore. Com’è quando ci capita a noi, tutto è niente? Tu a me…questo è un altro fatto che a me non se ne scende. Ti permetti di dire a me: “quello non ce l’ha solo lui, vuole un poco di aiuto vostro vi state dimenticando di lui!” Francuccio, là ha superato ogni regola di uomini, ogni apprezzamento dall’alto, tu con una faccia tagliata, tu a questo non dovresti nemmeno nominarlo tu dici vicino a me tu “ a cuore tuo” tu hai capito?, ci siamo spiegati Francuccio, io a 50 anni Con la motivazione di cui sopra anche i costruttori Sambuco Domenico e Luigi, secondo gli interlocutori BIFULCO/COZZOLINO sono stati fatti oggetto di richiesta estorsiva da parte del sodalizio FABBROCINO: COZZOLINO Franco: dentro i Sambuchi forse ci è andato! BIFULCO Biagio: eh! Quelli sono andati … inc. … ma gli altri non li fanno i processi? Francù ma gli altri non li fanno i Processi?… Il gruppo BIFULCO appare particolarmente disponibile a curare i rapporti con una persona che opera funzionalmente in Procura: COZZOLINO Franco: ... io dissi ve li mando... li sistemo ... sempre pronto disponibile! disse: no quello è venuto “quello” che lavora in Procura!….chi cazzo la conosce!………ci è arrivato il messaggio! BIFULCO Biagio: c’è andato Francesco!-… COZZOLINO Franco: lo sa preciso…. BIFULCO Biagio: ...uno lo sa che cosa deve andare a vedere nella pignata! Trascrizione integrale conversazione n. 607 BIFULCO Biagio: Francuccio! COZZOLINO Franco: ueh! BIFULCO Biagio: ... quell'altra latrina che ha fatto ha cessato il discorso non vuole pagare?... COZZOLINO Franco: no, è… chi l’ha visto più!… sono notizie che mi ha detto "Franchitiello" non lo so’ nemmeno,… ma quello, come dice Franchetiello non ci vuole avere a che fare, però lo mandò a chiamare.. BIFULCO Biagio: ...ma qualche parola sotto sotto non gliela puoi dire? COZZOLINO Franco: a lui? BIFULCO Biagio: …vuoi scendere!… vi faccio una confidenza che questo...noi sappiamo sicuro che... hai capito? ... COZZOLINO Franco: ..eh, eh... il fatto che uno deve andare per fuori!… BIFULCO Biagio: eh!… devi dire ma questo lo dico a te, però non deve uscire fuori!… manco i cani loco... COZZOLINO Franco: sono problemi tuoi! 86 BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: sono problemi tuoi! ..hanno finito di incontrarsi… vengo io sotto sotto! eh, eh! manco i cani…hai capito? si deve proprio dire questo fatto!…uno lo deve parlare proprio tutto il fatto a questi!…che domani, non è nessuna cosa malamente pure che uscisse fuori!… hai capito ne Francuccio…. uno ha detto le cose come stanno ah…le cose come stanno ma le cose buone! …uno mica gli ha detto, ...però uno deve dire sempre sono andato vicino a lui... il figlio (riferimento a FABBROCINO Mario e Giovanni) eh! noi lo rispettiamo tutte quelle...lui è un uomo storico nei paesi nostri!… uno ci deve fare ... si, si, ne tantomeno meno uno volesse che …inc. … ……uno gli deve fare gli elogi, perché domani mattina la gente non deve dire mai …inc. … se lo porta anche la famiglia... come, come, ho capito, ho capito. …noi lo rispettiamo fin terra...per l'uomo che è, per quello che ha fatto qua!...ma noi abbiamo delle direttive ben precise! …inc. … no, deve lavorare!…mo’ che fai…questo mi vede in giro! …inc. … è io ora ci sono andato con il 41 è una cosa proprio……il 41 è una cosa impossibile! che cambia? se uno gli dice una cosa! e non lo puoi dire, anche volendo, non è possibile perché c’è un mandato di cattura …andiamo avanti …inc.… non tiene nemmeno la testa di dire io tengo un’età! perché, perché mi vuole mi vuoi far tirare questa cordicella, ora finisce quello!…adesso incomincia quest’altro incomincia poi comincia …inc.… …inc.… ma con chi? questa è la verità, giorno per giorno esce sempre uno addosso sempre loco! hai capito? ….io, Maturo, fratello cugino quanto altro vogliono tirare questa cosa lo devono fare gli altri hanno parlato i fatti…uno gli deve dare pane e vino.. ...gli altri vanno a finire in galera e gli altri vanno a fare e……ora da dove è uscito questo AURIEMMA MICHELE...nessuno lo voleva a quello…guardia, veramente ...Tengono a noi sotto?...si parla nel paese, se ne parla (accuse fatte durante gli interrogatori da parte dei pentiti)...è venuto Giovanni? come!! ora era il momento di...ah? assurdamente la gente stanno tutta con…però in qualche parte qualcosa la tiene non hanno sofferto hai capito hai capito Francuccio? quello, quell’è! quello va torno torno…sopra a cento dieci li porta! hai capito!… ma non ...secondo il momento... ... ma non che dice è per tutti quanti, è per tutti quanti che…quello, quello è! ...e io tengo la fabbrica e non fatico! Di la non fatico. Qua è andato a finire proprio...in tutte le epoche!….qua non ti degni di prendere un Natale di roba e di mandarlo a qualcuno soprattutto se la gente gli ha fatto i favori!... eh! e qua vengono tutti per favori da noi!!!… ....perciò, perciò, in mezzo alla strada uno deve vedere...ma no perché .....si è arrivato a questo perché ti ci hanno portato a questo! ..perché uno il bene lo vuole, ancora oggi 87 COZZOLINO Franco: ora che sono stato a fare le condoglianze…. Parliamo e Quirino mi fa una domanda, dice “Franco posso dire una cosa?” che è Quirino? Dice: “ma Mario mi ha detto …inc.… oramai non ci sta più ma ormai non tiene più posizione Mario, ma come ha avviato il figlio.., dissi è perché? …inc.… sempre Mario quanto mai…disse sopra è venuto il figlio …inc.… BIFULCO Biagio: Francuccio …inc.… questa realtà …inc.… qua quando uno dice una cosa la malavita è finita... è inutile che vuoi parlare e vuoi dire, un cristiano conta solo se sta fuori. Puoi essere il più grande uomo del mondo se stai fuori, fai e dici e ti stanno...altrimenti sei squalificato! La gente la vita è questa lo sappiamo, Francuccio o' scuccatore non è finito perché ha trovato la famiglia, altrimenti Francuccio da mo che era finito, Francù il giorno appresso che era andato in galera! COZZOLINO Franco: …è cosi! BIFULCO Biagio: ai voglia che tu in galera fai e dici,.... sono tutte cose di galera!... COZZOLINO Franco: poi devi uscire... trovi uno scemo tutto il contrario! BIFULCO Biagio: ma che fai sta trattativa? COZZOLINO Franco: ma quello originale….pure uno scemo della famiglia che ti mantiene il piglio e già è!… COZZOLINO Nunzia: pensa se sono contro!! BIFULCO Biagio: … stanno contro COZZOLINO Franco: e per esempio io dico …inc.… per cui questi loco ora stanno …inc.… BIFULCO Biagio: quelli non tengono mai niente COZZOLINO Franco: chi? BIFULCO Biagio: BERARDO …inc.… COZZOLINO Franco: ora sta questo nipote che sta...si prende un po’ di cocaina...il fratello di Enzuccio, quello piccolino un poco di "bubazza" tiene il naso che è un carosello, lavora con qualcuno... BIFULCO Biagio: Franco vuoi sentire una cosa, però come è, è, io sento di volerlo bene a Berardo, perché comunque è stato anche lui un altro…si, fà la fuoriuscita il furbachiello però è stato un altro che pure ha subito i danni!….gli anni di Giggino… .ha sempre subito!…”.... in mano a Giggino a sempre subito! un’altra volta da altri …inc.… Francuccio quello glielo aveva messo bene il giuramento con questo!… sai perché? perché pensava che quello aveva fatto cose buone economicamente e quello dopo non pensava ai compagni…hai capito perché? Hai capito? COZZOLINO Franco: ma quello quello è!…che quello se l’è venduto già “accattato”... (pos.10.40, si allontanano dalla stanza, fanno ritorno alla pos. 11.25.11) COZZOLINO Franco: e quello più onesto è passato per signore….. BIFULCO Biagio: ma poi a parte il fatto che …inc.… vai per tante cose…., come dire con la faccia tagliata e dice sempre si …perché poi alla fine quelli là stanno con la tessera! Hai capito? hanno fatto gli “accotal”, dove hanno trovato hanno cercato, …inc.… hanno fatto il fatterello suo e sono andati da vicino …inc.… Pos.12.06.18, pur continuando a conversare si allontanano dalla stanza ambientalizzata, posizione 12.09.14 ritornano, BIFULCO Biagio: ora, adesso…certe cose, uno non dovrebbe nemmeno… adesso è passato!…un poco a Terzigno un poco... COZZOLINO Franco: Biagio ma noi... BIFULCO Biagio: Hai capito Francuccio, dove ci porta salire sopra a certe cose?… COZZOLINO Franco: eh!…tu non puoi dire mai …” zì bac è stato iss ! BIFULCO Biagio: ma come si fare ? COZZOLINO Franco: e…non si può fa Biagio …quello tiene …inc.… …perché sono assai le cose ! E poi vedi sempre gente che sono sempre le stesse! … … BIFULCO Biagio: ma quello, quello è il fatto …inc.… COZZOLINO Franco: perciò dico io! BIFULCO Biagio: questo adesso dove è uscito questo Carabiniere, perché non si mette la divisa addosso…(riferimento ad AURIEMMA Michele) la cosa… 88 …inc.… si sovrappongono le voci … COZZOLINO Franco: che il figlio è un grande uomo! BIFULCO Biagio: Francuccio ma la cosa malavitosa a livello nostro, sono quattro scemi... …la cosa malavitosa del paese è proprio questa!…voi le palle fino a quando ce le volete fare scoppiare alla gente?…tu perché non ti sei chiuso in una casa…, tu sei un Carabiniere cosa vai facendo in giro…in altri posti avrebbero fatto questo Francuccio!..noi quanti anni …inc.… tutta la vita altre cose? non voglio nemmeno pensarlo nemmeno lontanamente, loro lo pensassero! (inteso le Forze di Polizia) Ti dico questo io non lo penserei…perché questi, la gente buona fuori, che tenevano qualche piccola defaillance li vorrebbero scaricare fino a terra, quello non è bello quello non è truffatore, quello è pentito! Sta poco è niente COZZOLINO Franco: ...il figlio disse che lui voleva prendere il discorso con... la moglie…il fatto di quello del palazzo …inc.… BIFULCO Biagio: Francuccio, questi sono così ... COZZOLINO Franco: …inc.… (parla a voce bassissima) BIFULCO Biagio: questi è un altro scemo come quella latrina laggiù! COZZOLINO Franco: Giovanni? …inc.… BIFULCO Biagio: Francuccio questo scemo non dice mai niente …inc.… loro fanno i soldi e noi ci prendiamo i guai, tentano addirittura di inventarsi.... Hai capito qual è il fatto? Uno lo pensa tu lo pensi in testa tua!…non puoi fare la testa di legno a me, chi lo sa? COZZOLINO Franco: Viene automaticamente…. BIFULCO Biagio: chi lo sa? COZZOLINO Franco: nessuno! BIFULCO Biagio: proprio nessuno! COZZOLINO Franco: io ti parlo anche di te, se è il caso quello parla anche di te! eh…ma chi lo sa?… BIFULCO Biagio: …Francuccio questo scemolillo con questa politica sua quanto altro ci può imbrogliare a noi?….come si è permesso di prendersi quei soldi là, quando stavo pure io! ….io non ho avuto una lira!, hai capito?….e non si trovavano nemmeno i soldi per…. COZZOLINO Franco: Biagio la sera andarono a Roma quello lo spararono recentemente Biagio quello andò a Roma! BIFULCO Biagio: ma nessuno glielo ha detto! COZZOLINO Franco: sta in mezzo a trecento!… BIFULCO Biagio: si, ho capito! ma nessuno glielo ha detto! Tu devi sparare …inc.… nessuno ha detto ma che stai facendo con questi soldi. Questi soldi fammi capire che sono? COZZOLINO Franco: io non sono nessuno però tutti quanti, ma quello anche io glielo ho detto ho detto GIOVANNI IO …..QUELLO CHE DICE TUO PADRE UNO RISPETTA A TUO PADRE, si fa la ragione ... “io tengo 40 anni” BIFULCO Biagio: e fatti la vita tua! COZZOLINO Franco: 35 anni …inc.… la vita mia …inc.… BIFULCO Biagio: ...ma “il truffatore” che ti dice?..,quello è truffatore che ti può dire? il truffatore che ti dice?…niente!! COZZOLINO Franco: …inc.… comunque sono problemi BIFULCO Biagio: …ma tu lo vuoi affrontare lo vuoi fare un reato? …inc.… aspetta agli altri….ma tu quando lo fai un reato, ma che ti credi che la gente perché li rispettano…per la bella faccia o per il vestito che ti mettono loro la mattina? … senza esperienza?…questa è la malavita fai un nuovo reato e poi vieni e dici…dopo vieni e dici chi l’ha detto? Giovanni FABBROCINO. Vuoi cambiare le carte in tavola? E fai vedere! E poi ti rispettiamo nella malavita!…Per il momento uno ti rispetta solo perché sei il figlio! Altro di te noi non abbiamo. Io al padre questo gli dissi!…ma tu lui disse …“ma voi parlate i figli vostri 89 COZZOLINO Franco: devono andare a scuola perché mio figlio”. Un momento dissi: io sono uscito da galera e a questo non l’ho trovato con la “merenda” sotto le braccia! …inc.… hai capito che sei un morto, i figli tuoi non devono andare a scuola dissi …inc.… la tua famiglia tua non c’entra niente in questo fatto, disse... io non sono buono ad andare a sparare la gente …inc.…no, no, ma ti vorresti presentare, vorresti fare e io dissi... ...omissis... (si allontanano temporaneamente dal punto di ascolto. Si intuisce però che COZZOLINO Franco riceve una telefonata, il cui contenuto non è intercettato in quanto il suo cellulare in quelle circostanze temporali non era posto sotto controllo) Giri 19.19. COZZOLINO Franco: ... io dissi ve li mando... li sistemo ... sempre pronto disponibile! disse: no quello è venuto “quello” che lavora in Procura!…. chi cazzo la conosce!………ci è arrivato il messaggio! BIFULCO Biagio: c’ è andato Francesco!-… COZZOLINO Franco: lo sa preciso…. BIFULCO Biagio: ...uno lo sa che cosa deve andare a vedere nella pignata! …Francuccio onestamente parlando... io non è che mi spavento, però come si deve fare? Perché per un periodo di tempo tu sei stato per dire ... poi gli anni passano uno non ha più 30 anni, uno cresce una famiglia,…uno….e certi tipi di rapporti uno non li vede per dire come dovrebbero andare! Si denota da un momento altro per dire…quello poi l’inizio non doveva andare così, andato così, perché è andata così! Ora basta uno vuole dare un taglio netto alle situazioni! Tu sei tu io sono io!.. non solo che vai a dire che dobbiamo stare insieme! però quello che facciamo lo dobbiamo fare insieme, perché non si può fare diversamente, altrimenti sarebbe una cosa, per un uomo che sta da tanti anni in mezzo alla strada…sarebbe una cosa pure brutta, pure per l’amico che lo tiene vicino a lui dice: tieni 50 anni e sei rimasto ancora!…questo lo poteva dire a “ o savariello!”24 per un periodo …inc.… COZZOLINO Franco: …inc.… BIFULCO Biagio: ma io non sono questo, tu lo sai che io non sono... Io comunque “stuorto o muort” stavi dal 70 a 18 anni, comunque …inc.… io vi potrei raccontare anche un episodio, vorrei dire: qua uno in galera si è sempre perché esce questo Cutolo qua …inc.… gente di Napoli… sai che cosa mi hanno detto un giorno? mi hanno detto…per dire…ma voi chi siete?….Ma quello, per dire, sta quella lettere sopra …inc.… io non so chi ha avuto questa lettera però è stata portata sopra …ma tu cosa vuoi fare il guappo dentro qua? (abbassa la voce) Francuccio, a questo lo vedevo sempre con gli occhi buoni, pure che ti prendevi “ collera” deve dire vabbè andiamo avanti così, “stuorto o muort” . Poi certe cose ti fanno riflettere, dici ma tu , parli di lui ma tu semmai sei meglio di lui…come storia! …qua ognuno tiene la storia sua! COZZOLINO Franco: dai…ad un altro il paese nostro! BIFULCO Biagio: ...ma uno non può nemmeno reggere a questa cosa! COZZOLINO Franco: …inc.… BIFULCO Biagio: e come glielo dico?...secondo te… …come si può risolvere? COZZOLINO Franco: con questa faccenda che sta a oggi.! BIFULCO Biagio: come si fa Francu’ là? …inc.… (Pos..22.31.03) (si allontanano dalla microspia)………dobbiamo vedere quanto più .. COZZOLINO Franco: ...andò lui dai “cacagli” ( pos.22.37.00, si allontanano dalla microspia ) …inc.… mica tengono la pistola addosso...ha detto io ho avuto la reazione BIFULCO Biagio: però, se fa qualcosa questo scemo…perché poi “attuzzi”? COZZOLINO Franco: …lo vogliamo uccidere?. (ciò è pronunciato con tono di voce bassissima) 24 ‘o savariello è il soprannome con cui è abitualmente conosciuto Giugliano Antonio, capo dell’onomimo sodalizio operante sui territori di Poggiomarino e comuni limitrofi. 90 BIFULCO Biagio: aaah, a questo dobbiamo arrivare!… Francu’ domani quando si sono create le inimicizie e questi per dire offendono la gente…le persone lo incominciano ad offendere, hai capito com’è il fatto? Ma chi è non è nessuno! Entra in cucina BIFULCO Antonio: BIFULCO Antonio: ti salutano Pinuccio e Achille. … BIFULCO Biagio: eh … grazie … grazie …hai capito Francuccio? Tu, se rimane solo lui … ma quando quello ti inizia a farti vedere le sue inimicizie … Mi sono spiegato? …Le parole iniziano ad uscire fuori … pure perché sanno a volte quello che noi pensiamo! … pure perché è partito da lui non si deve andare a fare il nemico …inc.… (pos. 23.33.08). … hai capito quello che voglio dire? Francù questa è tutta un’altra piccola strategia … un’altra piccola strategia, sono tuoi i clienti……inc.… COZZOLINO Franco: è normale … è normale … sei andato a svegliare … BIFULCO Biagio: ahhhhh … COZZOLINO Franco: …inc.… BIFULCO Biagio: no che tu lo lasci!!!…pensa che sono cose che se l’è create con le mani sue !… COZZOLINO Franco: quello pensa che è giusto! BIFULCO Biagio: cioè tu non è che stai portando a questo a … è lui che la mattina si sveglia e si va a fare i nemici…ora in quei quattro nemici che si fa…no?…e due pensano che tu lo appoggi …o comunque…domani …se è una cosa questo trova la porta aperta a casa tua…due si stanno zitti e due per dire... ma se più ti sanno tutti e quattro…che tu non c’entri dentro quello che è partito, ne quello che è stato visto e ne in quello … Francù, tutti e quattro ne parlano male, mi sono spiegato, quelle sono finezze che esistono in malavita…qua è come quando si fa scendere uno da cavallo … perché tu sai che questo …qua non stiamo parlando di una cosa malamente … non stiamo parlando di una cosa malamente…perché se tenessimo un compagno lo vanteremo...come è carattere mio COZZOLINO Franco: come è stato sempre fatto …uno a uno i malamenti... Si sovrappongono le voci BIFULCO Biagio: non si fa…ora è così. Qua te lo puoi trovare pure su uno fatto di questi …inc.… che fai? … poi glielo devi dare tu un “allucco” in testa, mi sono spiegato? …inc.… non ha fatto più assai di lui ! …inc.… Trascrizione integrale conversazione n. 608 COZZOLINO Franco: dentro i Sambuchi forse ci è andato! BIFULCO Biagio: eh! Quelli sono andati …inc.… ma gli altri non li fanno i processi? Francù ma gli altri non li fanno i Processi? COZZOLINO Franco: le carte sono cambiate se ne sono andati un sacco di soldi per il processo! BIFULCO Biagio: e digli che il genero, li trovasse... fa un container per il padre…Non lo può fare un container per il padre, il genero? Fai solo questo!! COZZOLINO Franco: dice che lui non …inc.… BIFULCO Biagio: ...Tu, questo fatto per dire…ma che abbiamo fatto tutta la vita, abbiamo detto una cosa poi ne facciamo un'altra cos’è una convenienza?.. è un sistema di vita. È un sistema di regole tra amici, tra uomini è un codice d’onore. Com’è quando ci capita a noi, tutto è niente? Tu a me…questo è un altro fatto che a me non se ne scende. Ti permetti di dire a me: “quello non ce l’ha solo lui, vuole un poco di aiuto vostro vi state dimenticando di lui!” Francuccio, là ha superato ogni regola di uomini, ogni apprezzamento dall’alto, tu con una faccia tagliata, tu a questo non dovresti nemmeno nominarlo tu dici vicino a me tu “ a cuore tuo” tu hai capito?, ci siamo spiegati Francuccio, io a 50 anni COZZOLINO Franco: …inc.… BIFULCO Biagio: …con il padre… COZZOLINO Franco: …inc.… BIFULCO Biagio: è complice pure lui!…però è falso, la gente non lo sa!. Tu per farlo capire alla gente, non è facile!…mi sono spiegato?. Perché tu poi lo metti sul stesso piano 91 di chi ti conosce a te che non hai mai imbrogliato a nessuno e l’altro. Ma chi lo fa?. Chi ti conosce profondamente! (si allontanano dalla stanza per cui non si riesce a intercettare il contenuto) Fine conversazione Conversazione n. 752 – 757 –759—764 del 01.12.2008 ore 19,44 – ore 19.58intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Interlocutori: BIFULCO Biagio, AMBROSIO Umberto Nelle conversazioni di cui sopra, BIFULCO Biagio discute con AMBROSIO Umberto, gestore di attività commerciali sostenute con denaro di BIFULCO Biagio, con argomenti che fanno riferimento alla costituzione storica del sodalizio criminale in trattazione in cui lo ha visto coinvolto sempre come attore principale. Difatti racconta la metamorfosi camorristica di D’AVINO Fiore, capocamorra di Somma Vesuviana, poi collaboratore di giustizia, il quale, in età giovanile, insieme a Pasquale Riccio, fu presentato da FABBROCINO Mario a Michele ZAZA: conv.757: sono stati sempre amici nostri, da piccolini!! Un poco …inc. … viene da loro, perché quelli poi Mario li portava a Napoli dai ZAZA a lui ed a Pasquale Riccio. Dopo due mesi ha lasciato a Mario e se ne andò con Michele a Roma, ville, cose, la bella vita e a Napoli c’era la guerra. Mario se ne venne. Detto cambiamento sortì nei confronti di Riccio e D’AVINO una considerazione negativa tanto che D’AVINO Fiore si schierò, successivamente, per la guerra di camorra a CUTOLO Raffaele, tra le fila del sodalizio camorristico facente capo ad ALFIERI Carmine, il quale ambiva ad allargare camorristicamente il controllo territoriale: conv. 757: BIFULCO Biagio:….e loro rimasero con Michele ZAZA…questo fatto noi a loro gliel’abbiamo sempre fatto un poco pesare alla fine…inc. …e poi (parla a basa voce) e quindi poi che devono venire i marziani da cielo …inc. … si informava …il fatto che avevano lasciato a Mario...perché …inc. … stava dentro…un porche, tenevano una villa…quanti soldi gli mandarono …inc. … e questo fatto alla fine gli ha portato guai là …inc. … la mentalità di Carminiello, quello aveva la mentalità di avanzare di avanzare, un gruppo forte! Ed ecco qua!! Ma quello se era stato con noi stavano ancora fuori, e chi li muoveva comandava ancora fuori, faceva il signore, faceva il “pascià”, guadagnava i soldi, lo rispettavano…è sempre bontà loro, perché quanto noi stavamo tutti quanti in galera, Mario pure stava in galera, Aniello disse:”Questo mese teniamo problemi …inc. … Non sai che tu perdi il tempo e gli altri, Tu vuoi schiattare in corpo alla gente … da chi lo vuoi? … tu vuoi fare lo scemo e gli altri che voglio lavorare …inc. … (si allontana dalla stanza)…le scarpe di vanno strette… Giggino era un uomo di niente …inc. … Appaiono di notevole importanza anche i “rapporti” e la considerazione espressa da BIFULCO Biagio nei confronti di CUTOLO Pasquale fratello del noto camorrista Raffaele, nei cui confronti BIFULCO esprime un parere positivo in quanto è ritenuta una persona che ad Ottaviano si è fatta volere “ bene”: conv. n. 764: BIFULCO Biagio:Pasquale è un uomo che si è fatto volere bene ad Ottaviano …Pasquale è un uomo che si è fatto volere bene ad Ottaviano!!. Io ora lo incontrai fuori alla clinica, mi fermai per salutarlo, ...poi subito prese la palla in balzo, stesso giorno mi mandarono... quel PRISCO vi voleva fare una ambasciata… Per completezza informativa si rappresenta che i “buoni” rapporti tra BIFULCO Biagio e CUTOLO Pasquale , sono stati riscontrati già nel 1998, nell’ambito del p.p. 15170/96 R.G. in esito alla delega d’indagine emessa dalla D.D.A in data 23.12.1998. Nel corso dell’attività investigativa COLUCCI Francesco fu Tullio e di Longo Rosanna, nato a Napoli il 27.08.1960, titolare di fatto della società DELEGO, che operava nel campo della raccolta dei rifiuti solidi urbani nei paesi vesuviani di San Gennaro Vesuviano, San Giuseppe e Ottaviano, in data 9 settembre del 1998, ebbe a dichiarare a S.I.T. che l’assunzione presso la sua società di LA PIETRA Michele di Carmine e di De Vivo Consiglia, nato a Ottaviano il 4.07.1949, pregiudicato per associazione per delinquere di stampo camoristico, autista di Cutolo Pasquale, gli fu imposta, attraverso intermediari, da BIFULCO Biagio. BIFULCO Biagio, relativamente al suo stato di internato in permesso presso l’abitazione sita in Brescia alla via Brunelli n. 27, riferisce prima a IERVOLINO Francesco, nato a Ottaviano il 13.07.1926, residente in Brescia alla via Naviglio Grande 60, inteso come zio Ciccio, presidente del consiglio di amministrazione “DEFARMA s.p.a.” P.I. 00367240173 (sede legale Brescia viale Zara 2), in contatto con la famiglia FABBROCILE, i cui membri sono conosciuti con l’appellativo di “ e riccioloni” e poi al suo interlocutore AMBROSIO Umberto che non è opportuno la frequentazione con FABBROCILE Pasquale (inteso 92 o’Ricciolone) nato a Ottaviano (NA) il 7.01.1958, in quanto lo stesso, frequentemente, è documentato nelle sue carte processuali e ciò può caratterizzare una condotta associativa: conv 764: BIFULCO Biagio:Ma Umberto, anche quando io usci per la pistola, dopo tre giorni venne a casa mia, disse ma io lo devo sapere dalla gente, ma che cosa è successo, gli dissi tu sei un appestato (ride)…io proprio a te non ti volevo proprio vedere…chi te l’ha detto di venire quaggiù. Ora don Ciccio, l’altro giorno, vennero l’altra sera la disse …io vi devo domandare una cosa …inc. … io ieri sono stato giù, qua appena si apre la bocca…quello, in tutti i modi, così e colì…insomma ..dice io capisco che uno non si saluta con uno perché ci sta un motivo, ma che cos’è con questo “ricciolone”…niente e che ci sta…e che non ci sta più quella…il motivo è questo e che io me lo trovo sempre sulle carte, qua per esempio un documento che questo lavorava laggiù, buste paga tutto il resto appresso, loro si ritirano a casa loro in grazia di dio e io mi trovo a questo ancora in appello, non è che tu te lo sei trovato …andai a discutere la vigilanza e te lo trovi sopra la vigilanza, vado a discutere la sorveglianza, e me lo trovo sopra la sorveglianza, faccio appello della casa di lavoro con la documentazione che quello lavorava laggiù…io tengo la motivazione, la tengo qua …inc. … il “ricciolone” con la moglie e l’hanno fermato a casa mia25. Qua… tutto il blocco è un fatto giuridico, qua non è che uno dice…qua è la legge che porta a questo come un fatto…inc. … La considerazione espressa da parte di BIFULCO, nei confronti di FABBROCILE Pasquale alias (o ricciolone), in realtà deriva da opportunità in quanto il nominato FABBROCILE, che presso gli archivi di Polizia registra solamente un precedente per violazione di imposte iva, è legato da vincoli parentali, attraverso SARMINO Maria Pia , moglie di FABBROCILE Alessandro, fratello di Pasquale, con Somma Salvatore alias “o luongo” capo storico dell’omonimo clan camorristico; la moglie del camorrista Somma Salvatore è SARMINO Anita, sorella della citata SARMINO Maria Pia. Inoltre FABBROCILE Pasquale è stato identificato come commensale al matrimonio di FABBROCINO Giovanni figlio di Mario capo storico dell’omonimo sodalizio criminale : conv.764: BIFULCO Biagio: quello lo fermarono nello sposalizio di Giovanni26, quello è il fatto!… Anche la frequentazione con IERVOLINO Francesco alias Ciccio, da parte di BIFULCO Biagio desta la medesima preoccupazione in quanto IERVOLINO si relazione con Giovanni FABBROCINO il quale, secondo BIFULCO, è controllato dalle Forze dell’Ordine mediante microspie nell’abitacolo della sua autovettura: conv. 764 Conversazione n. 1931 del 20.01.2009 ore 15,04 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio. Interlocutori BIFULCO Biagio, COZZOLINO Nunzia Sintesi: Gli elementi raccolti in detta conversazione evidenziano chiaramente le funzioni fiduciarie svolte, per conto di BIFULCO Biagio, da parte di RANIERI Silvio e COZZOLINO Franco, difatti RANIERI ha il compito di convocare le persone e COZZOLINO quello di accompagnarle presso BIFULCO Biagio: BIFULCO Biagio: ...inc.…la domenica mattina Silviuccio lo chiama. Quello può parlare se viene..lo cerca Francuccio. Ci mandiamo a Silviuccio…deve andare solo a dire...dovete salire con il cognato di Biagio, quando deve venire? Sabato? Sabato e sera..si prende e si va, e martedì e sera. Domenica mattina e Domenica mattina…inc.…giusto? Poi a…inc. … gli chiedo prima un incontro ...inc.… Trascrizione conversazione 1931 BIFULCO Biagio: zia nannina COZZOLINO Nunzia: uhe Biagio BIFULCO Biagio: sembra un po’ una schiarita COZZOLINO Nunzia si arriva alla schiarita? BIFULCO Biagio: sta scritto là sopra …inc. … COZZOLINO Nunzia …inc. … Lunga pausa non conversano. Poi: giri 20:34:19 25 in data 13.06.2006, ore 21.25, FABBROCILE Pasquale unitamente alla moglie BIFULCO Anna veniva controllato presso l’abitazione di BIFULCO Biagio via Furchi n. 7. 26 in data 11.05.2005 ore 15.30 il Commissariato Polstato di San Giuseppe Vesuviano, identificava , tra altri, presso l’Hotel “la Sonrisa” sito in Sant’Antonio Abate (NA) al matrimonio di FABBROCINO Giovanni di Mario, FABBROCILE Pasquale e la moglie BIFULCO Anna. 93 COZZOLINO Nunzia: BIFULCO Biagio: …il ragazzo Sabato viene da solo che dici? ah…è!!! Si, si …chiamano a Silviuccio può andare anche il giorno prima falli chiamare …inc. … COZZOLINO Nunzia: …inc. … BIFULCO Biagio: …inc. … o partono il giorno dopo con Gigi …inc. … con Gino. Hai capito? COZZOLINO Nunzia e va bene …inc. … BIFULCO Biagio: ..sabato 31.. COZZOLINO Nunzia: …inc. … BIFULCO Biagio: …inc. … la domenica mattina Silviuccio lo chiama. Quello può parlare se viene..lo cerca Francuccio. Ci mandiamo a Silviuccio…deve andare solo a dire...dovete salire con il cognato di Biagio, quando deve venire? Sabato? Sabato e sera..si prende e si va, e martedì e sera. Domenica mattina e Domenica mattina …inc. … giusto? Poi a …inc. … gli chiedo prima un incontro …inc. … La conversazione prosegue. Nunzia parla dei figli e delle figlie. Conversazione n. 2252/2259/2260 del 01.02.2009 dalle ore 12,37 alle ore 17,30 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Interlocutori BIFULCO Biagio, RANIERI Silvio Sintesi:: Dal contesto delle conversazioni si comprende la natura del rapporto tra RANIERI Silvio che gestisce di fatto attività commerciali riconducibili a BIFULCO Biagio e quest’ultimo, il quale, in una dinamica fiduciaria riferisce a RANIERI particolari che mirano a smentire specifiche accuse in ordine a pregressi rapporti che BIFULCO Biagio ha avuto con il collaboratore di giustizia AURIEMMA Michele: conv…2259-2260, BIFULCO Biagio: Tu nemmeno devi uscire …io l’ho presentata …inc. …venne uno una volta a casa, stanno facendo una colletta per un ragazzo…. ad Ottaviano, che tiene un problema…dissi di che si tratta, senza domandare nemmeno niente, ..inc. ...presi venti euro e glieli mandai era il figlio di questa… …hai capito? RANIERI Silvio: si, ho capito BIFULCO Biagio: …inc. …questo gli devo dire io a questa signora la conosco prima di te, tiene il figlio..io senza di conoscerla nemmeno gli mandai due mila euro…questo è fatto di male? L’amante di AURIEMMA Michele, Duraccio Maria detta “Marinella” nata a Ottaviano il 29.05.1972, il cui padre Vittorio, associato a CUTOLO Raffaele, fu ucciso nella guerra di camorra, effettivamente ha un figlio, avuto con GATTOR Giovanni, affetto da gravi patologie degenerative. Conversazione n. 2335/2337 del 03.02.2009 ore 21,14 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio. Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Nunzia Sintesi:: Gli elementi raccolti nelle conversazioni di cui innanzi caratterizzano la personalità di BIFULCO Biagio: questi critica AMBROSIO Umberto perché, in occasione di un pranzo avvenuto presso l’abitazione di Brescia, luogo dove alloggia BIFULCO Biagio durante il periodo di licenza conseguente il suo stato di detenuto, si sarebbe permesso di entrare nell’ambiente destinato a cucina mentre la moglie COZZOLINO Nunzia svolgeva le faccende domestiche……conv..n. 2335: BIFULCO Biagio: e quello venne la dentro..stava dentro la cucina…si ma non è questo, tu non puoi entrare in una posto dove sta una femmina dentro, tu come minimo ti devi fermare qua…in una cucina stretta io entrerei in una cucina stretta…e ho perso la testa, questa è confidenza e non te la puoi prendere qua. Quello che voglio far capire Nunzia, questo qua, per amor di dio non esistesse nemmeno per tutto l’oro del mondo di pensare cose abnorme, però è la confidenza che mi da fastidio. Non esiste nemmeno per tutto l’oro del mondo, nemmeno a pensarlo, nemmeno a sperarlo. Voglio dire è il comportamento La critica rivolta ad AMBROSIO Umberto viene estesa, nella circostanza, anche a FABBROCILE Pasquale alias “ò ricciolone” ed a FABBROCINO Mario alias “Maruzzo “,cognato del capocamorra FABBROCINO Mario : ….. conv 2335: 94 BIFULCO Biagio: e scusate ti ho tolto da mezzo?...però teniamo pure una certa linea ...inc.…mica siamo...inc.…mica siamo il “ricciolone”che si mette a fare il ...inc.…a casa sua, noi non siamo questa gente qua o no? COZZOLINO Nunzia: no! BIFULCO Biagio: noi non siamo nemmeno Maruzzo che ...per dire...tavole e tavolelle, noi non siamo questi... BIFULCO, allorquando conversa con la moglie circa la famiglia FABBROCINO, ripercorre nostalgicamente eventi storici che lo hanno visto legato, per intesa di “ principi”, a Fabbrocino Mario, ma nello stesso tempo riferisce che con il passare del tempo e la naturale crescita dei figli, il suo concetto di vita ha subito un cambiamento comportamentale nei confronti del predetto FABBROCINO Mario….. conv. n. 2337: BIFULCO Biagio: ...uno perché dice non si trova, sono problemi di cristiano ...inc. ... poi non ti ritrovi più con certe cose...inc. ...perché, perché con questa storia noi ci ritroviamo in certi principi Nunzia che non facevamo nessuno sforzo per andare avanti in tutti i modi, allora uno vuole dire a questo, poi sono gli anni, i figli si fanno grandi, l’epoche cambiano, noi abbiamo avuto tante belle cose, tu come fai oggi ad ignorare a questo...inc. ..da uomo di principio che tu sei vuoi ancora l’altra stima di persone...qua uno non dice che tu per dire...ma tu non te lo puoi portare appresso a questo,. tu non puoi, per dire...inc. .. o no Nunzia, hai capito che voglio dire io? COZZOLINO Nunzia: ho capito BIFULCO Biagio: tu non puoi fare...inc. .. COZZOLINO Nunzia: a noi che c’è voluto! BIFULCO Biagio: tutto quello che hai avuto bisogno per il passato ...non parli più COZZOLINO Nunzia: e allora non era... avevano arrestato il genero ( Massa Giuseppe genero di FABBROCINO Mario)...inc....la figlia BIFULCO Biagio: e come vuoi pretendere che gli altri o no? COZZOLINO Nunzia: non ha fatto proprio niente... BIFULCO Biagio: ...inc.... te l’ha detto?...Nunzia ma ciò non toglie che uno può far pesare anche lui in un fatto storto, però io sono coerente L’analisi del contenuto intercettato nelle conversazioni n. 603,607/608 del 27.11.08, unitamente ai concetti espressi da BIFULCO Biagio nella conversazione in trattazione n.2337, danno luogo alle seguenti considerazioni: BIFULCO Biagio pur esprimendo rapporti di stima nei confronti di FABBROCINO Mario, ritiene che il suo gruppo è destinato a scomparire a seguito del suo stato carcerario e l’incapacità gestionale del figlio Giovanni, col quale non intende avere rapporti collaborativi sotto l’aspetto finanziario .conv.603:. BIFULCO Biagio: era quello che diceva il padre: un milione degli altri era un miliardo, è un miliardo loro non era niente!..doveva dare i soldi….a…. e quello ha firmato!. Conseguentemente a tale considerazione BIFULCO Biagio dispone con determinazione: “Francuccio si deve stare lontano …....uno non ci deve parlare manco più se uno lo trovo fuori al magazzino bisogna dire vado di fretta …..”. Conversazione n. 1124 – 1125 del 01.03.2009 ore 10.55 – 10,58 intercettata all’interno del locale “soggiorno” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Franco, COZZOLINO Nunzia Sintesi:: Gli elementi utili raccolti nel contesto della conversazione in trattazione si riscontrano nelle conversazioni n. 2259 e 2260 dell’1.02.2009 ( cucina), difatti fanno riferimento alle dichiarazioni rese all’A.G. dai collaboratori di giustizia AURIEMMA Michele alias” Zi Bac” e della sua convivente DURACCIO Maria a carico di BIFULCO Biagio, il quale, con nervosismo , commenta la delega emessa dall’A.G. d.ssa S.Di Monte in data 16. settembre 2008 (esito nota D.I.A N. 125/NA/III/H3-176 di Prot. 460 Napoli, 11 marzo 2009) con la quale la predetta A.G. disponeva la relativa attività investigativa in merito alle dichiarazioni rese dai predetti collaboratori in cui denunciavano circa 40 richieste estorsive nei confronti di commercianti di Ottaviano di cui alcuni dei quali non pagarono la tangente in quanto già tutelati, camorristicamente, da BIFULCO Biagio. La citata attività investigativa stizzisce BIFULCO Biagio tanto che ipotizza da parte dell’A.G. una trama persecutoria nei suoi confronti attesa la risonanza giornalistica che può conseguire la sua personalità nel 95 mondo criminale: BIFULCO Biagio:….quello poi a livello di Procura il nome è grosso...inc. ...il fatto di ...inc. ...ha fatto venire a quelli ...tu con chi parli, parli non è che trovi ad uno che dici questo è uno “sciacquino” quella è anche la gente che ti fanno sono anche la gente che ti fanno... Trascrizione integrale: BIFULCO Biagio: ...ma poi come si fa. ...inc. ... già due volte sono andati a fare 50 estorsioni, per fatti dei suoi ..inc. ...quello che è, voi mi collegate a questo a me... COZZOLINO Franco: che quello doveva uccidere ad una persona BIFULCO Biagio: embè per due mila euro andiamo ...qua giriamo i miliardi di lire COZZOLINO Franco: mannaggia ...ma a voi la testa non sta bene! BIFULCO Biagio: ma ora dove è andata a finire...che cosa sperava! COZZOLINO Franco: e questa ora che cosa si è messa in testa BIFULCO Biagio: ...inc. ...la casa di lavoro COZZOLINO Franco: eh...è dico io se Si sovrappongono le voci BIFULCO Biagio: ..inc. ...che pretende che spendevo tutti i soldi e facevo tutto ...inc. ... COZZOLINO Franco: eh..ho capito, gli va sempre bene, deve sempre fare da sopra … inc. .. qualcuno come te lo deve dire BIFULCO Biagio: glielo dico io Francuccio... COZZOLINO Franco: stanno questi addosso che non si... BIFULCO Biagio: se mi levano la casa di lavoro e vado sopra al processo, tu devi vedere che cosa gli devo dire a questa!...solo per lo sfizio di questa donna... COZZOLINO Franco: ..inc. .. BIFULCO Biagio: questo gli devo dire, sta facendo un macello, ha chiamato centinaia di persone al mio paese, gente che io non conosco. Non mi posso muovere, questi i figli miei che vanno all’ università, questa è la città di Ottaviano. Mia moglie che si è cresciuta i figli la vogliono far passare per delinquente, tutta la famiglia, senza fare niente. Questa è una persecuzione che sta facendo questa donna!! COZZOLINO Nunzia: è questo è!! BIFULCO Biagio: chissà perché...il motivo non lo conosco io, senza motivo...perché va pure bene addosso a me, ma che c’entra la famiglia mia. Tu, la tua famiglia non è meglio della mia ...questa si tiene a qualcuno ! COZZOLINO Franco: c’è rabbia!! BIFULCO Biagio: ...ma perché ma fai che tiene a qualcuno...appartiene a qualcuno questa? COZZOLINO Nunzia: ma chi e? BIFULCO Biagio: ma appartiene a qualcuno questa ?...Questa o è scema... Prosegue conversazione n. 1125 COZZOLINO Franco: ..inc. ... BIFULCO Biagio: comunque il fatto preciso è questo, se non gli sta bene che uno sta fuori...ora qual è il motivo però loro per dire .. inc. ...chissà che gli vanno a dire la gente...quello poi a livello di Procura il nome è grosso...inc. ...il fatto di ...inc. ...ha fatto venire a quelli ...tu con chi parli, parli non è che trovi ad uno che dici questo è uno “sciacquino” quella è anche la gente che ti fanno sono anche la gente che ti fanno... COZZOLINO Franco: ho capito...però come si dice ogni cosa con misura, allora il lato di Napoli scendi e sta tutta droga, questa e quell’altro..allora se vede ed è giusto pure Biagio, ma tu prendi quei paesi, stai lontano dalla droga ...inc. ... BIFULCO Biagio: ..inc. ... COZZOLINO Franco: e perché sta cosa addosso come...vedi a Napoli che hanno fatto BIFULCO Biagio: ...Francuccio, questa qua è una fetente di merda!! COZZOLINO Franco: allora è un fatto personale per te?... BIFULCO Biagio: ..personale!!...inc. .. COZZOLINO Franco: per me è un fatto personale...... BIFULCO Biagio: ..inc. .....secondo me questo, ha visto il nome, per dire in quel fatto dell’associazione di “concia cupa” e coso... non è lui e nessuno l’ha voluto dire 96 COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: COZZOLINO Nunzia: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: COZZOLINO Franco: BIFULCO Biagio: ...la ci voleva dare un’ associazione per lei e non l’ha potuta fare da un'altra parte ... ...hanno trovato la pistola... un po’ hanno fatto. ...Poi, per dire, successe quel fatto ad Ottaviano. (riferimento all’omicidio di Pagano Domenico) Quello là quello loro mi fecero uscire sul giornale..indiziati tutti quanti...lei fece l’indagine quella domenica, stava là quella domenica...stava sopra la caserma, lei stava là ...incomp... la Di Monte ...incomp... poi trovano ad un fetente di merda che dice schifezze...e quella c’aveva fatto un processo appresso a quello. E poi trova altri cinque o sei pentiti, ora veritieri o no al momento quelli hanno parlato di te, estorsione questo, quell’altro ...incomp... io non lo so nemmeno a questo ...incomp... che lui dentro la terra l’avevo portato, l’avevo schiaffiato...incomp...non ti muovi da sopra i “furchi”, queste sono cose di andare al manicomio, pensa quattro o cinque pentiti che parlano di te, il lato di Napoli, un siciliano parla di te, ma io non lo so nemmeno, allora comunque sopra la Procura il nome mio gira. Hai capito o no. E si parla del processo dei Russo e ci stai tu, sia parla del processo di Mario e ci stai tu, si parla nel processo di quell’altro e ci stai tu, cinque sei pentiti estorsioni ...e ma questo come fa a stare fuori. Alla fine tutto coso tu non sai proprio niente..da loco che ti prendi la gente, anche dalle altre parti hanno detto tutto coso e da loco noi non sappiamo proprio niente è mai possibile?...incomp...a loro gli fa comodo questa gente che si inventano le cose ...incomp... quell’altri il motosega, che fa ti hanno visto ma l’anima di chi...ma vedete un poco...quelli stanno questi “cinema” ma un magistrato serio, perché quello la parola buona l’ha detto quello dentro la televisione, il magistrato che ha sbagliato l’indagine, ha fatto quello ha fatto quell’altro, Parlavano di un fatto di vita, no di un fatto penale, alla fine avanzano anche di carriera, non è che questo magistrato tiene la punizione, perché loro per anzianità avanzano anche di carriera. Qua non paga nessuno. Se un cristiano passa un travaglio, qua se non sei un Berlusconi che ti fai una legge personale e dice addosso a me non devi... ..incomp... allora gli altri poverelli...il politico...è indagato, continua a fare il politico, tutta la politica se ne fottono, stanno sempre ..là, il magistrato non paga, il poverello che capita in questo fatto, che tiene da fare...oramai è cultura che uno non viene arrestato ...incomp... poi vai a chiarire 3 mesi dopo...incomp...che poi basta anche un mandato di cattura e poi dopo due mesi esci, ...incomp... Mario o pazzo...incomp... se dovessi scrivere a modo suo... ...incomp... quanti anni tiene? che tiene una 40 di anni...la parente di qualche cutoliano...incomp...con i Russo...incomp... comunque stanno con i denti avvelenati là devono tirare i denti da fuori, cosa non succede in quei paesi...incomp...a quello...incomp...vanno trovando la bancarella da sola in mezzo alla strada...mi devi dare dieci euro, vanno...incomp...poi devono pagare anche a loro ..incomp...qualche povera gente veramente non lo so, non lo so, ad altre parti la serranda mille euro, mille euro a serranda, bombe, l’attentato al ristorante, l’attentato a quello... ...noi la gente non ti conosce nemmeno, se ti vedono non ti conoscono...incomp.... Fine conversazione. Conversazione n. 5438 del 11.05.2009 ore 05.14 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Conversazione n. 5525 97 del 14.05.2009 ore 23,21 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio Conversazione n. 3145 del 27.05.2009 ore 20,15 intercettata all’interno del locale “soggiorno” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio. Conversazione n. 5805 del 27.05.2009 ore 20,52 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio. Conversazione n. 5810 del 27.05.2009 ore 22,24 intercettata all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio. Sintesi: Per meglio lumeggiare la personalità di AVINO Franco, nato a Terzigno (NA) il 10.08.1965, residente a Ottaviano (NA) alla via Furchi n. 5, domiciliato a Reggio Emilia, dipendente della società RODANO CONSORTILE srl, con sede legale in via Alcide De Gasperi , 16 San Donato Milanese (MI), oggetto sociale “ costruzione di linee ferroviarie e metropolitane ” con cantieri attivi in Reggio Emilia, sono state assemblate le conversazioni n. 5438, 5525, 3145, 5810 in cui AVINO è diretto interlocutore di BIFULCO. Gli elementi raccolti nel corso delle conversazioni di cui innanzi hanno evidenziato che AVINO Franco, durante il periodo di licenza, presso l’abitazione di Brescia sita in via Brunelli n. 27, conseguente lo stato di detenzione del camorrista BIFULCO Biagio, svolgeva compiti fiduciari per conto di questi e, in relazione al ruolo funzionale svolto, diventava depositario di considerazioni e segreti di BIFULCO Biagio. Alla identificazione di AVINO Franco si è arrivati attraverso la raccolta dei seguenti dati: alle ore 16.05 del 30.05.2009, nel corso della conversazione ambientale n. 5857, BIFULCO Biagio utilizzando il telefonino 3662046932, intestato alla moglie COZZOLINO Annunziata, contattava il n. telefonico 3388657428 intestato ed in uso ad AVINO Franco. Le funzioni svolte da AVINO Franco, per logica conseguenza, già fanno ritenere l’appartenenza dello stesso al gruppo criminale facente capo a BIFULCO Biagio. Il riscontro di tale considerazione, viene fornito, altresì, nella conversazione n. 5525, allorquando AVINO nel magnificare la strategia pacifica di BIFULCO Biagio, circa la gestione dell’organizzazione criminale, dichiara testualmente: Franco: ora vi dico una cosa, come se fossi uno dall’esterno. Come state mettendo la situazione davanti, penso che grossi problemi non e che.... perché..Voi, poi, non siete fesso, Voi quello che porta le cose sopra i problemi che è storia. State portando una pace avanti diciamo bella...don Mario...e poi giustamente...incomp...questa marmaglia...incomp...magari ti conoscono tutti quanti... In relazione alla citata argomentazione BIFULCO Biagio risponde sinteticamente: Biagio:….ognuno deve stare a casa sua Francuccio, ognuno deve stare a casa sua!. Tale risposta si ricollega, ovviamente, ad una direttiva, che è stata, tra l’altro, rappresentata nella conversazione n. 607/608: in tale circostanza FABBROCINO Giovanni , attraverso COZZOLINO Franco, a seguito delle spesi legali conseguenti la revisione del processo che ha comportato l’ergastolo per il padre Mario FABBROCINO, chiedeva a BIFULCO Biagio una collaborazione finanziaria. Ulteriore pertinente commento , che si ricollega all’argomento sopra accennato, si evince, altresì, nella conversazione ambientale n. 4995 - decreto n.1265/07 – effettuata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 già in uso a CASILLO Domenico ; CESARANO Domenico, alias “ o pezzaro aut cuoll stuort” il 26.6. 2007- alle ore 18.24, riferiva al suo interlocutore CASILLO Domenico che BIFULCO Biagio aveva impartito, in relazione alla richiesta di mensile da Parte di CALIENDO Giuseppe, nuove direttive con le quali dichiarava l’autonomia gestionale dei gruppi facenti parte del cartello cosiddetto “ FABBROCINO”…conv. n. 4995 In auto CASILLO Domenico e CESARANO Domenico. I due criticano e commentano il comportamento di CALIENDO Giuseppe descritto come un “malandrino” che non ha alcuna intenzione di iniziare a lavorare, come più volte gli è stato consigliato. La sua intenzione è quella di continuare a prendere il “mensile”, come per anni gli è stato corrisposto da CESARANO Domenico e BIFULCO Biagio, in considerazione della sua appartenenza al gruppo: “ hai capito qual è il discorso lui giustamente dice io ho dato assai” Nel corso della conversazione, CESARANO riferisce a CASILLO, l’esito di un incontro avuto con Biagio BIFULCO, attuale reggente il clan, nel corso del quale era presente anche CALIENDO Giuseppe, avvenuto nelle ore pomeridiane del 25.06.2007 in una località non meglio indicata. In tale occasione Biagio BIFULCO, avrebbe impartito le nuove direttive relativamente al alla organizzazione criminosa facente capo al detenuto Mario Fabbrocino. 98 Infatti, BIFULCO, ha espressamente dichiarato: “ che il gruppo non esiste più” e che quindi sia CESARANO che CALIENDO possono fare quello che vogliono “..ognuno è padrone di fare quello che vuole”. Nel contesto della conversazione n. 5525 BIFULCO Biagio rende partecipe AVINO Franco dei suoi trascorsi camorristici e le insidie vissute durante la guerra di camorra tra la “N.C.O.” facente capo a Cutolo Raffaele e la “nuova famiglia" di cui era membro direttivo: conv..5525….Biagio:...Francuccio, ma questa è la vita, ringraziando Dio che stiamo ancora parlando qua. Abbiamo vissuto una vita ..inc. ...dice che la sigaretta...eh...ti uccide la sigaretta!!...quello abbiamo campato con la morte addosso tutti i giorni a pensare alla morte, pensi alla sigaretta che ti uccide!!! L’importante è che nessuno ha avuto mai la soddisfazione di metterti la pistola alla gola. Nelle conversazioni n. 3145 e 5805 BIFULCO e AVINO commentano l’atteggiamento dei ‘camorristi’ di S. Giuseppe Vesuviano CASILLO Vittorio e CALIENDO Giuseppe, tratti in arresto in data 26.05.2009 unitamente ad altri, in esecuzione di O.C.C.C. N. 35419/06 R.G.N.R. N. 50103/06 R.G. G.I.P. per avere partecipato unitamente ad altri in corso di identificazione ad un'associazione di tipo mafioso promossa, organizzata e diretta da CALIENDO Giuseppe e CASILLO Vittorio e costituente espressione del sodalizio criminale capeggiato da Mario FABBROCINO. CALIENDO e CASILLO, sono considerati da BIFULCO Biagio ‘accattoni’ che realizzano reati estorsivi sfruttando l’appartenenza al sodalizio criminale denominato “Fabbrocino” senza dividere gli introiti conseguenti la realizzazione di estorsioni con alcun associato all’organizzazione criminale :…… conv. n. 5805…BIFULCO:……hai capito che quello tiene un carattere, quello tutto coso sono accattoni...incomp..si è messo come una zecca addosso ha fatto il fatto suo e ora domani mattina amici, amico di chi sei, fammi capire, non ti sei mai interessato di niente ...incomp... 40 mila euro...(abbassa la voce), vedi se si è mai interessato di fare un milione da qualche parte. Fanno bella figura i compagni nostri perché stiamo noi, perché sto fuori io. A me nessuno mi ha pensato. A me è una questione mia. La critica di BIFULCO nei confronti di CALIENDO e CASILLO, precisamente nella parte in cui asserisce “a me nessuno ha pensato”, alla luce della sua direttiva del 25.06.2007 con la quale stabiliva lo svincolo di dipendenza economica degli associati appare evidentemente incoerente, dalla quale emerge un atteggiamento venale da parte di BIFULCO Biagio.Nella conversazione n. 5810 BIFULCO rappresenta nostalgicamente ad AVINO la metamorfosi del concetto di “uomo di rispetto”: BIFULCO: “…ma io, se tornassi a nascere non la farei mai più questo… per quello che uno si pensava e per quello che ne è uscito, tutto il contrario di quello che uno si pensava. La delusione rappresentata da BIFULCO però non allontana minimamente la mentalità camorristica tanto che asserisce: “ i figli miei, non devono essere fessi, devono andare a scuola, ma devono imparare ad usare “questa”( probabilmente mostra in visione ad AVINO una pistola). Evidenziando, altresì, che un eventuale torto fatto alla “famiglia” deve corrispondere un atto di vendetta violenta: BIFULCO: però non lo deve sapere nessuno. Se un domani succede qualcosa alla famiglia, loro devono….mica devono fare gli scemi ...incomp...poi si facessero mettere i piedi in testa da qualcuno. Quelli……questa qua se la devono imparare ad usare, è un fatto solo di famiglia. Se domani mattina vieni a casa mia, mi trovi…mica ti pensi che il fatto è finito…. Relativamente al concetto di capo-camorrista, BIFULCO ritiene che il suo stato esistenziale è modificabile soltanto con un parziale ridimensionamento: conv. 5810…BIFULCO:devono andare a scuola, perché se il fatto era buono, stavano insieme a me qua. Io non li ho mai mandati a nessun posto, non ho mai fatto niente, perché io lo schifo questo fatto, io ormai lo schifo...lo schifo che ho visto, no! Però devi andare avanti, purtroppo devi andare avanti, un’altra cosa non la puoi fare!!!…..però io mi sono ridimensionato, io parlavo con 50 persone al giorno, oggi si parla con tre cristiani neanche, assai pure!!! ...e, io parlavo con 100 persone al giorno!! Inoltre, esprimendo personali considerazioni, riferisce al suo interlocutore AVINO che il grado di professionalità delle Forze dell’Ordine rispetto a prima è aumentato in quanto adesso possono usufruire dell’apporto di apparecchiature tecnologiche:. conv…5810... BIFULCO:...poi, un altro fatto, quello oggi la legge è forte, la legge se vi mette la parola addosso, vi distrugge, tra microspie capi di cazzo e capi di ombrello, non sono più i tempi di una volta che....questi dormivano, oggi stanno più avanti ancora. Come fonte di informazione per le Forze di Polizia BIFULCO inserisce anche i collaboratori di giustizia i quali hanno trasformato la conoscenza di notizie come attività da sfruttare in “business”: 99 conv..5810…Franco:….questa è una massoneria che non finisce mai loro hanno capito che a loco escono i soldi che non finiscono mai…BIFULCO:…è logico hanno fatto questo business...ma tutti quanti guardie! Nella tematica riconducibile ai Collaboratori di Giustizia, BIFULCO riferisce ad AVINO che attraverso terze persone si è relazionato, probabilmente per farlo ritrattare, con AURIEMMA Michele, il quale ha dichiarato all’A.G. che BIFULCO gli aveva promesso 5 mila euro al mese per non farlo effettuare estorsioni in Ottaviano conv…5810.: Franco: ...incomp.. questi se lo portano qua, questo mette il movimento in giro e noi arrestiamo, prendiamo i soldi...ma perché l’hanno portato qua a...incomp....quello ora il motivo qual è, al di fuori di collegare con una amicizia che può fare? BIFULCO: chi lo conosce....non lo conosco proprio!! Franco: però crei.... BIFULCO: ..ma quello la tiene anche i figli ad Ottaviano...incomp...io glielo mandato a dire lo sai Francuccio.. Franco: è vero? BIFULCO: allora non glielo mandavo a dire da un padre di famiglia...che vuole da me..sai tutto cose che hai fatto buone azioni..allora 5 mila euro, una volta l’ho visto. Da me che cosa vuole. Quello vuole far prendere glia anni di carcere a me e i figli miei piangessero. Conversazione n. 5868 31.05.2009 ore 13,31 Conversazione n. 5988 del 02.06.2009 ore 12,57 intercettate all’interno del locale “cucina” dell’abitazione sita in Via Brunelli n. 27 (BS) nella disponibilità di BIFULCO Biagio sintesi: Gli elementi raccolti nelle predette conversazioni confermano, ulteriormente, i rapporti fiduciari, tra l’altro di antica decorrenza, che intercorrono tra BIFULCO Biagio e FABBROCILE Pasquale alias “ o ricciolone “. Difatti, nell’ambito della conversazione n. 5988, BIFULCO Biagio determina che FABBROCILE Pasquale nei rapporti relazionanti con la società “ ambrotex”, dovrà sostituire RANIERI Silvio: BIFULCO: tu ora a Silviuccio lo dobbiamo togliere da mezzo il fatto di dell’ambrotex....inc. ...questo è un fatto che ti devi vedere tu...BIFULCO:....ci devi spiegare che stai tu per dire che deve avere a che fare con te. Inoltre, è fortemente esemplificativo anche il contenuto della conversazione n. 5868 in cui BIFULCO Biagio, riferisce a FABBROCILE Pasquale che il collaboratore di giustizia AURIEMMA Michele detto “ zi bacc”, custodiva una lettera in cui vi erano annotati i nominativi delle persone sottoposte ad estorsioni da parte di PAGANO Domenico noto esponente camorristico di estrazione “cutoliana” di Ottaviano, conosciuto con l’appellativo “o’ mignone”, nato ad Ottaviano (NA) il 10.02.1951; assassinato per camorra il 30.07.2006 in Ottaviano: conv..5868: Ricciolone: quel zi bacc, (AURIEMMA Michele) ha avuto anche lui … BIFULCO: . inc. ..teneva la lettera del Mignone (PAGANO Domenico) che si andava a prendere i soldi e poi la diede a lui..i soldi di estorsioni, io tengo le carte Con palese venatura critica vengono commentate da BIFULCO Biagio le dichiarazioni del collaboratore di giustizia AURIEMMA Michele : BIFULCO: omicidio...quasi, quasi volevano dire che quello che ha ucciso a Ottaviano la ucciso per colpa mia, vedi un poco!! Perché io avevo detto una cosa ad Ottaviano ..inc. ...ma l’anima di chi ti è morto, tu a questo l’hai ucciso per 5 mila euro a questo, a questo scemo come te loco!! ...scornacchiato, per 5 mila euro hai ucciso un cristiano!! I colloqui presso la Casa Circondariale Nei dialoghi di seguito trascritti registrati presso il carcere di Napoli – Poggioreale tra il detenuto Bifulco Biagio e i suoi familiari ammessi ad effettuare i colloqui, si delinea con sempre maggiore chiarezza il ruolo rivestito da Cozzolino Francesco . Ne emerge, infatti, la figura dell’indagato come punto di riferimento sia per altri soggetti gravitanti in ambienti criminali, tra cui quali Cozzolino Pietro e lo zio Esposito Salvatore, sia per i commercianti. Dal dialogo emerge anche il legame tra Cozzolino Francesco e Prisco Angelo titolare di fatto della NU.PRI. s.a.s., alla quale fa capo una catena di supermercati ed espressione, come si vedrà meglio in seguito , della capacità imprenditoriale del clan: 100 Intercettazione ambientale dei colloqui avvenuti all’interno del carcere di Napoli Poggioreale. Decreto 4297/07 del 22.10.2007. In data 22 e 24 ottobre 2007, all’interno del carcere di Napoli-Poggiorelae, vengono intercettate due conversazioni ambientali tra BIFULCO Biagio e il cognato COZZOLINO Francesco. Nel corso della conversazione BIFULCO da precise disposizioni al cognato COZZOLINO, affinché quest’ultimo tenti di “avvicinare” il giudice titolare del suo procedimento penale, originario di Ottaviano, in modo da poter ottenere il beneficio degli arresti domiciliari. Al riguardo BIFULCO si dice disponibile anche ad elargire somme di denaro ed eventualmente anche immobili. Dal tenore dei colloqui intercettati, emerge che BIFULCO Biagio è a conoscenza del fatto di essere stato monitorato nell’ambito di più indagini, all’esito delle quali potrebbe essere destinatario di misura cautelare. Il forte interesse ad ottenere gli arresti domiciliari, a fronte di una detenzione relativamente breve per detenzione illegale della pistola, trova una logica spiegazione nel timore del BIFULCO di essere arrestato per fatti ben più gravi, per cui, verosimilmente, lo stesso sta già pianificando un lungo periodo di latitanza in attesa dell’esito degli sviluppi giudiziari che lo potrebbero coinvolgere. Trascrizione del colloquio ore 13,08 del 22.10.2007, presso la Casa Circondariale di Napoli tra il detenuto BIFULCO Biagio ed i suoi familiari: COZZOLINO Annunziata di Antonio e di ESPOSITO Pompea, nata a San Giuseppe Vesuviano il 10.11.1964 - moglie. Sintesi: BIFULCO Biagio e la moglie COZZOLINO Annunziata si salutano. Chiede come mai è venuta da sola. La moglie dice che è venuta con la sorella Patrizia ed il cognato Gino. La sorella non ha portato con se la carta d’identità. BIFULCO le dice subito che l’avvocato le ha proposto di chiedere gli arresti domiciliari per Roma. Lui ha detto di no per Roma ma è disponibile per un altro paese lontano da Ottaviano. Dice che potrebbe andare dove stava Olga (la cognata CURCI Olga, di seguito identificata) a Palena (CH). Parlano dell’arresto: dice che è stato arrestato per una sua superficialità. Dice che la pistola, definita vecchia e arrugginita, la deteneva per difendersi in caso di furti. Poi aggiunge: “ abbiamo preso un’altra botta… questa era evitabile… però come si dice nella vita… lo dissi anche all’avvocato… nessun male viene per far male… se stavano preparando qualche altra qualcosa di più…. una infamità… è meglio… questi pochi mesi di carcere….”. BIFULCO Biagio si lamenta della condizione di carcerato, la cella è fredda dice che è uno schifo. Dice che sta da solo ma di fronte ci sta un bravo ragazzo. Non si capisce bene cosa dice. Aggiunge che poi gli da un numero di telefono in modo che la moglie può chiamare la moglie del ragazzo che con la cella si trova di fronte a lui “ dopo ti un coso (gesticola che gli da un biglietto ove è riportato il telefono dove poter chiamare la moglie del ragazzo detenuto con la cella di fronte a lui) e ci dai un colpo di telefono per mercoledì alla signora…. ci dai qualcosa di soldi alla moglie… 500… (fa il gesto di cinque)”. Parlano poi del pacco che deve portare mercoledì. COZZOLINO Annunziata dice che alle 11,00 è stata chiamata da una donna che era appena venuta dal carcere che le ha detto di precipitarsi per fare il colloquio. In effetti, sull’utenza 081/8273632 – casa BIFULCO Biagio – decreto 4019/07 del 05.10.2007 – alle ore 10.50 del 22.10.2007 in entrata dall’utenza 081/5535406. Sintesi: Donna chiama COZZOLINO Nunzia alla quale riferisce una ‘imbasciata’ dal marito che può andare a fare il colloquio premiale del lunedì. La donna dice che lei è appena uscita dal carcere. BIFULCO ritiene l’avvocato FUSCHILLO inutile anche se dice che è una brava persona. La moglie gli dice che ci sta quel giovane avvocato amico anche dei figli gemelli a nome Luca CAPASSO che lo potrebbero nominare per far seguire bene la sua situazione. Dice che essendo giovane è molto attivo. BIFULCO dice che vedrà in seguito. BIFULCO dice che gli potrebbero anche concedere gli arresti domiciliari perché la pistola ce l’aveva per difendersi dai ladri. Al riguardo, dice alla moglie di far vedere la maniglia rotta della porta la dietro, la denuncia del telefonino e della macchina. Mentre per l’allarme della casa il sistema non ha memoria e quindi non possono risalire alle registrazioni. BIFULCO dice che tra poco darà un biglietto alla moglie ove sta scritto la roba che gli deve portare, il numero di telefono della donna (moglie del detenuto che è con la cella di fronte a lui) che dovrà incontrare fuori al carcere. Dice alla moglie di svegliarsi e di non abbattersi. 101 BIFULCO ammette l’errore ma lo motiva che la pistola ce l’aveva per difendersi. Lui aveva la pistola non per portarla fuori ma per difendersi. E’ questa l’argomentazione che deve rappresentare l’avvocato. Poi chiede alla moglie se ha capito come l’hanno trovata. La moglie dice che non sa darsi spiegazione e forse sono stati fortunati. BIFULCO dice che durante la perquisizione Francuccio (COZZOLINO Francesco, cognato) rimase sopra e fece l’errore di intrattenere i Carabinieri invece poteva stare giù e far perdere tempo durante la perquisizione (il senso è che si dovevano allontanare dal posto ove fu ritrovata la pistola). BIFULCO dice che ci sta questo ragazzo che è di fronte al lui con la cella che gli cucina. Poi BIFULCO da una sua spiegazione sull’operazione dei Carabinieri. Dice che alla festa della figlia Federica venne Umberto (prob. AMBROSIO – n.d.r.), amico dei figli gemelli, con quel macchinone Range Rover nero. In quel momento passò l’elicottero e secondo lui pensarono che stavano facendo una riunione presso la sua abitazione. I Carabinieri quindi si organizzarono e andarono a casa sua. BIFULCO si lamenta delle persone che frequentano casa che portano solo guai. Poi aggiunge: “mi raccomando questa volta… non facciamo come quell’altra volta… i soldi non facciamo come quell’altra volta… stanno soldi che… (fa il gesto con le mani come a dire che devono rientrare e il gesto come a tracciare un foglio. Forse fa riferimento a degli appunti) a casa… no…(fa il gesto con le mani come a dire e basta)…. (la moglie dice di si). BIFULCO, aggiunge: “va a finire che uno non tiene manco i soldi per mangiare… qua””. La moglie notizia il marito che è arrivata la macchina dei figli gemelli e che devono arrivare solo le targhe. BIFULCO dice che non sta andando all’aria aperta. Biagio poi chiede cosa dice la gente delle persone. La moglie dice che ci sta qualcuno che dice che la pistola è stata messa per incastrarlo e qualcuno dice che è stato scemo. Lui dice che la verità è che è stato scemo. La moglie dice che è venuta con Patrizia e Gigino. BIFULCO dice che gli è stata tolta l’aggravante dell’art.7. Poi BIFULCO accenna alla possibilità di richiedere gli arresti domiciliari: lui ha già detto all’avvocato di non richiedere Roma perché la ci stanno i figli gemelli (Vincenzo e Antonio studiano all’Università LUISS di Roma); potrà chiedere gli arresti domiciliari per Palena (che in provincia di Chieti), in un’abitazione che forse appartiene a Olga. Nunzia dice che Olga attualmente sta facendo il trasloco per Giugliano (Olga molto probabilmente si identifica per CURCI Olga di Luciano e di Lepre Carolina nata a Napoli il 15.04.1965, separata da COZZOLINO Pasquale nato a Napoli il 30.01.1963, fratello di Annunziata e quindi cognata anche del BIFULCO. Attualmente abita vicino alla casa di BIFULCO Biagio a Ottaviano in via Corrado Alvaro n.9. Da accertamenti alla banca dati dell’A.T. emerge che CURCI Olga è titolare di un fabbricato in Palena (CH)). Parlando dell’avvocato FUSCHILLO che secondo loro non è particolarmente attivo al problema. Nunzia dice che è stato proprio l’avvocato giovane (Luca CAPASSO) di aver chiamato i gemelli ed essersi proposto per la difesa di BIFULCO. Nunzia dice che anche suo fratello e suo cugino avevano pensato a mettere un avvocato giovane. Poi, sempre parlando della possibilità degli arresti domiciliari dice :“questo giudice è anche delle nostre zone… (lo moglie dice di non saperlo) pare che lo conosce inc.…(dice il nome di una persona che conoscerebbe il giudice) … se non sbaglio pare che l’ho visto (mima come se lo ha visto)”. La moglie dice che deve parlare con l’avvocato De Vita il quale avrebbe detto che il giudice è amico suo. BIFULCO sembra che non condivide ciò che ha detto l’avvocato e definisce FUSCHILLO un imbranato poi aggiunge: ci sta sempre qualcuno che (mima come per dire che ci sta qualcuno che lo conosce, probabilmente, riferito sempre al giudice) conosce…. (la moglie annuisce) e uno che si fa volere da tutti quanti…. (gesticola con le mani in tondo) allora che….””. La moglie dice che deve andare a parlare con De Vita. Biagio chiede di Tonia e di Anna amica di Nunzia. Nunzia dice che Anna passò la mattina dopo l’arresto ma una visita formale e che il ricciolone passa per qualche minuto quasi ogni giorno. Parlano dei giornali e di quello che hanno detto di lui. Parlano di Patrizia, della signora Anenci e della signora Maria che ci sono rimaste male dell’arresto. Biagio è convinto che l’elicottero aveva visto il macchinone di Umberto e che avevano pensato a una riunione. Umberto si era messo a parlare 5 minuti con lui. Infatti, lui per un momento aveva immaginato la visita dei CC e aveva pensato anche di disfarsi della pistola. Poi Nunzia dice che devono andare a parlare con l’avvocato e ci andrà con Zio Salvatore (probabilmente da identificarsi per il pregiudicato ESPOSITO Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.07.1957, zio anche di AMBROSIO Franco alias ò scuccatore). 102 BIFULCO Biagio dice che all’avvocato devono dire che a lui la pistola serviva per difendersi da eventuali intrusioni da parte di ladri presso l’abitazione per cui se può chiedere gli arresti domiciliari in un paesino degli Abruzzi lontano dalla zona di Ottaviano in un posto ove non può vedere nessuno. Alla ore 13.39 BIFULCO lancia un biglietto alla moglie. BIFULCO Biagio fa poi un accenno a AMBROSIO Franco ò scuccatore “ò scocc… disse… ha perso la testa?”. La moglie poi riferisce i commenti di AMBROSIO Franco che in un primo momento avrebbe fatto e cioè che la pistola non era di BIFULCO e che ci sarebbe stata messa. Biagio chiede chi avrebbe detto ciò. La moglie dice che lo avrebbe detto “ò scocc”. BIFULCO annuisce. Nunzia dice che ò scocc stava intossicato, arrabbiato e che, il giorno dell’interrogatorio di Biagio, loro sono andati a fare il colloqui con ò scocc. BIFULCO chiede poi chi altro è venuto: Nunzia dice tutti della famiglia e poi “tutti quanti… se … ?! stiamo qua… !!! stiamo qua!!”. Nunzia dice che dell’arresto è andato a chiedere anche il datore di lavoro Michele. Criticano uno dei Carabinieri “ò salbilicchione” di Ottaviano che si sarebbe congratulato con colui che aveva ritrovato l’arma. Biagio lo definisce un infame. Fanno riferimento a un processo di mercoledì e BIFULCO dice che non ci andrà: andrà solo a Nola per il processo instaurato a seguito dell’arresto. Ripete che la valutazione dei giudici può essere di due modi: o credono che la pistola serviva per difendersi a casa e che non la portava fuori per fare le rapine, per il clan e allora la cosa si può risolvere con una breve detenzione oppure possono valutare la detenzione illecita della pistola, legarla alle sue vicende giudiziarie e allora la detenzione sarà più lunga. Dice, quindi, di far chiedere gli arresti domiciliari in un paesino lontano da tutti. Dice che gli è stato tolto il favoreggiamento aggravato e parla del pessimismo dell’avv.to FUSCHILLO che vorrebbe presentare l’istanza degli arresti domiciliari dopo qualche mese di detenzione. Nunzia dice che ci vuole l’avv.to de Vita e l’avvocato ragazzo. FUSCHILLO è troppo pessimista. BIFULCO fa riferimento anche ad una vicenda passata messa in piedi per un suo probabile pentimento. BIFULCO ripete che l’avvocato deve rappresentare al giudice: “uno non dice subito… ma 30-40 giorni… tentiamo… ci va a parlare… ma vacci a parlare con questo (con il giudice) … questo comunque è uno che può capire la situazione… si… lasciamo perdere a questo BIFULCO… questo ha fatto la galera… è uscito non ha fatto niente… adesso tutte queste cose ci crede non ci crede… questo non ha fatto niente… i giornali ingrandiscono… poi no… se tu lo mandi a 200 km da qua… a questo non lo senti più… non è che questo domani… può far trovare un cristiano negli imbrogli… questo se ne va nella casa si chiude dentro là… e aspetta la fine della… se ci deve parlare… se (fa delle gesta) quello… adesso che volete… mo metto a questo…là inc. … domani mattina può andare in un break (coinvolto in vicende giudiziarie) in vado io nelle indagini … il giudice… (il senso è che devono spiegare che lui starebbe lontano dai paesi vesuviani e non farebbe alcun reato per cui non vi deve essere timore da parte del giudice nel concedere il beneficio) quello applica la legge… quella è interpretativa la legge da 1 a 90… poi sta a lui …. ti puoi fare un mese dentro… un mese dentro… tre volte … gli arresti domiciliari quella è galera…tu non puoi fare niente… ti possono controllare 24 su 24… quando quello ha la certezza che tu non vai a fare niente… che tu non incontri nessuno.. non vedi a nessuno… hai capito?… stando a casa… mo dice vuoi andare un’altra volta?…””. Continua a parlare del pessimismo dell’avvocato FUSCHILLO che anche l’altra volta fu particolarmente pessimista. Biagio BIFULCO dice che lui da quando è uscito non ha fatto niente e che l’arresto non era in cantiere. Dice che è sempre attenzionato e che è andato a fare un processo e ha scoperto di essere iscritto a modello 21. Fa riferimento alla sua bella villa ed al fatto che qualcuno poteva entrare per fare dei furti e quindi lui per difendere sia la moglie che i figli aveva la pistola. BIFULCO ritiene che forse l’arresto non è stato proprio un male perché poteva essere coinvolto in vicende più rilevanti. Racconta che i giornali parlano di una continua attenzioni svolta dalle Forze dell’Ordine nei suoi confronti. Adesso che è in galera non può trovarsi coinvolto in vicende giudiziarie che, probabilmente stavano imbastendo. Trascrizione del colloquio ore 09.09 del 24.10.2007, presso la Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale, tra il detenuto BIFULCO Biagio ed i suoi familiari: COZZOLINO Annunziata di Antonio e di ESPOSITO Pompea, nata a San Giuseppe Vesuviano il 10.11.1964 - moglie. COZZOLINO Francesco di Antonio e di ESPOSITO Pompea, nato il 16.05.1966 – cognato. 103 COZZOLINO Patrizia di Antonio e di ESPOSITO Pompea, nata il 25.08.1969 - cognata. BIFULCO Biagio saluta i familiari. Vi è un detenuto che BIFULCO presenta ai suoi familiari: dice che è di San Gennaro Vesuviano, è il cugino di Raffaele. Il detenuto dice “Ferranini”. BIFULCO spiega al cognato Francesco che il ragazzo è il cugino di quel Terranova che arrestarono per delle estorsioni emerse da intercettazioni telefoniche. Il cognato all’inizio non capisce di chi si tratta. BIFULCO spiega che è quell’amico di Aniello che poi chiamerà zì Aniello. COZZOLINO Franco dice che non ha capito. BIFULCO spiega ancora che è il fratello di MARUZZO e che lo arrestarono per estorsione. COZZOLINO capisce di chi si tratta quando il BIFULCO accenna a MARUZZO (FABBROCINO Mario cl.56). COZZOLINO Francesco chiede al detenuto di come si trova IN CARCERE. BIFULCO dice male, in cella è da solo. Poi COZZOLINO, facendo riferimento evidentemente alla possibilità di ottenere gli arresti domiciliari dice:“ma comunque se fosse una cosa …là… diciamo… uno se ne va proprio di qua… “. BIFULCO dice che così starebbe più sistemato. COZZOLINO continua e dice: ”poi tutto a posto… ti mandano i saluti tutti quanti”. BIFULCO chiede poi a Patrizia come va e come sta Gino (il marito La Pietra Luigi). Patrizia porta a BIFULCO i saluti dei suoi suoceri. Il detenuto dice che ieri ha parlato con l’avvocato De Vita e che avrebbe detto che l’istanza per gli arresti domiciliari la dovrebbero presentare quando si fa il processo. COZZOLINO Francesco chiede al cognato se ha intenzione di fare il Riesame. BIFULCO risponde che non è il caso perché lui ha ammesso di avere detenuto illegalmente una pistola. BIFULCO ripete che la pistola gli serviva solo per difendersi da eventuali ladri, era vecchia e che non gli serviva per fare qualcosa di illecito ma solo per difendersi da eventuali ladri.. Poi chiede se hanno incontrato la signora che è la moglie del detenuto che sta con la cella vicino a lui e che gli fa da mangiare. Il ragazzo detenuto si è innamorato di lui e vorrebbe che BIFULCO gli facesse da compare. Il ragazzo detenuto avrebbe detto che lui non ha più niente a che vedere con Acerra e Ponticelli e che vorrebbe andare dal lato ove sta BIFULCO. Risponde che il cibo glielo passa spingendo il vassoio e che lui lo tira con un filo. Poi dice alla moglie di mettere l’avvocato giovane che sta a Nola di cui parlarono l’altra volta che è amico dei suoi gemelli. L’avvocato è di Nola, si muove di più rispetto agli altri due. Dice che revoca DE VITA e rimane FUSCHILLO. BIFULCO: niente Nunzia … mettiamolo a quell’avvocato … adesso revoco a DE VITA … io sono vecchio vengo solo sulla causa (parole dell’avvocato DE VITA, ndr) … revoco a quello e mettiamo il ragazzo … quello sta a Nola può darsi che va avanti e indietro … un’imbasciata… una cosa … COZZOLINO: Ma è quel ragazzo…?? Nunzia: che bello… COZZOLINO: l’ amico di Antonio (figlio di BIFULCO) Nunzia: Sì!!… l’amico di mio figlio! BIFULCO: è amico dei gemelli (i suoi primogeniti) e niente Francù… questo è giovane poi è di là… COZZOLINO: si, si ….ci voleva… noi questo dicevamo ieri sera… BIFULCO: si sa muovere…. Nunzia dice che gli avvocati loro sono vecchi. COZZOLINO ripete che sono vecchi e non si muovono celermente. BIFULCO continua: BIFULCO: Francù… ma qua… uno ha avuto pure la fortuna che il giudice è di Ottaviano conosce. le persone… conosce le gente… sa pure (indica se stesso) uno che cristiano è nel paese… COZZOLINO: ah è di Ottaviano? BIFULCO: eh…. COZZOLINO: rivolto alle sorelle, che ripetono che è di Ottaviano, dice “Rizzo” BIFULCO: (BIFULCO annuisce e continua dicendo al cognato) vive nel paese di Ottaviano…è un giovane…quindi si sanno le cose nel paese… uno quello che ha fatto non ha fatto se è un fetente o no…quindi alla fine… un’agevolazione…una cosa… uno vedesse se (gesticola con le mani) hai capito? COZZOLINO: (annuisce) 104 BIFULCO: Uno sta…devi dire…per dire…se questo avvocato lo conosce…insomma ci devi dire…questa è una brava persona se ci sta la possibilità di fare gli arresti domiciliari…dateglieli!!…pure a 300 km…da qua…la pistola non era per andare a fare reati…era solo…uno pensava scemamente di difendere la famiglia… perché qua tutta illusione che difendi la famiglia”. BIFULCO dice che devono rappresentare che la pistola serviva per difendere la famiglia e non per offendere. BIFULCO dice che alla fine è meglio l’arresto che quello che potrebbe avvenire in seguito perché le Forze dell’Ordine stanno sempre a imbastire e ad attenzionarlo. Dice che lui è convinto che la perquisizione è successa perché è stata notata la grossa macchina di Umberto (prob. AMBROSIO – n.d.r.)e i CC avevano pensato ad una riunione. Dice che deve fare un cancello fuori al vico e che le persone si devono fermare all’inizio della stradina che conduce presso la sua abitazione. La moglie dice che ieri è stato anche il Ricciolone (FABBROCILE) e che voleva chiamare il fabbro. BIFULCO dice che possono farlo il cancello appena Olga va via (la cognata CURCI Olga). BIFULCO dice che devono fare il cancello perché se lui dovesse tornare a casa anche agli arresti domiciliari, le persone non devono sapere se lui è in casa o no in modo da non sentirsi obbligato a farle entrare. Dice che non vuole vedere nessuno, nemmeno i cugini: ”con nessuno… nessuno… uno deve fare solo il fatto commerciale… quello che interessa… poi il resto sono solo chiacchiere… intossicamenti dalla mattina alla sera… a mettere mano alla tasca…a fare a dire… e la gente sono anni e anni che non ti portano mille lire di guadagno… ”. Aggiunge che le persone che vanno a casa portano solo problemi e lo innervosiscono. Nunzia sostiene che nemmeno un sostegno psicologico portano. BIFULCO rivolto al cognato dice: “ma la multa la stanno continuando a pagare all’ITALGEST??” COZZOLINO: (annuisce con la testa) BIFULCO: perché gli tocca pagarla!! COZZOLINO: èh logico!! Poi BIFULCO, rivolto alla moglie, dice che si deve parlare con il notaio, si deve andare avanti con quel fatto, quanto prima, si deve intestare questa proprietà ai figli. BIFULCO dice che adesso lui è in galera e che deve firmare anche lui e chiede se gli avvocati possono portare una carta per la delega. Lui dice che così non ricade nella stessa situazione di pagare le multe e che lui diventa nullatenente. In caso di multe gli sequestrano solo una piccola parte dello stipendio. Poi rivolto al cognato, probabilmente, ritorna sulla possibilità di ottenere gli arresti domiciliari: “quando al più presto… se è possibile… un fatto buono… vicino pure…. non lontano…”. Il cognato dice di si. Poi chiede se Olga se ne va (la cognata CURCI Olga). La moglie dice di si. BIFULCO dice “e la casa la occupate con la…? la ginnastica l’ha occupata?”. La moglie dice ancora non l’abbiamo fatto. BIFULCO dice “va bene…. adesso se ne va? (gli viene confermato che Olga se ne va) (bigulco rivolto al cognato continua) … si vede se quel coso… si ci dice allo sparatore che l’asfaltasse”. La moglie dice che lo stanno facendo e ieri è venuto anche Mimmo l’idraulico e il compariello di BIFULCO a nome Lello. Stanno passando i fili prima che asfaltano. BIFULCO dice che devono asfaltare. BIFULCO chiede cosa dice la gente dell’arresto. BIFULCO chiede alla moglie se ha detto ad Olga della possibilità di utilizzare la casa. Gli dicono che anche ad Avezzano è possibile. BIFULCO insiste di dire al giudice che lui può andare via da casa, dai paesi vesuviani, e che in un posto lontano nessuno lo sente. BIFULCO è molto arrabbiato verso un Carabiniere di Ottaviano che, la prossima volta, se lo dà a parlare, gli dà un pugno in bocca. Chiede di avere il nome del giovane avvocato tramite telegramma in modo da nominarlo. BIFULCO dice di conoscerlo perché una volta ci ha parlato da Michele Mancini e parlarono proprio della conoscenza del giudice. Così conversano: BIFULCO: fammi il telegramma dell’avvocato… il nominativo dell’avvocato… il ragazzo di Ottaviano… Nunzia te lo faccio avere… BIFULCO: quello è tanto… COGNATO: noci vuole… noi ieri li dicemmo… BIFULCO: … ne parlai proprio con lui …. mi parlò di questo giudice.. (lo dice a voce molto bassa) parlai proprio con lui una volta da Michele Mancini… Francù… si tratta (il giudice) con 105 qualcuno sicuramente o che… (BIFULCO accompagna le parole con gesti. I familiari annuiscono)”. COGNATO: e che miseria…adesso vediamo… BIFULCO: poi uno sta… a disposizione (guardandosi attorno gesticola al cognato e mostra la mano strofinando pollice e indice come a dire che è disposto a pagare) COGNATO: (a voce molto bassa sussurra un nome che non si capisce) BIFULCO: ah…! COGNATO: Paolo !!! BIFULCO: (annuisce, nel senso che capisce a chi si riferisce il cognato e fa altri gesti) …stiamo qua pure se uno deve prendere una… casa…. (lo dice a bassa voce e con le mani fa il segno della sagoma di una casa) quello se si riesce a fare adesso è buono perché quando vai a fare la causa non lo sai a chi acchiappi (nel senso che cambia giudice) acchiappa a uno che dice te la devi fare tutti quanti (la detenzione in carcere) ti danno un anno di carcere e te lo devi fare tutto quanto… quando uno potesse fare un poco a casa e un poco… uno se ne va da dentro a questa immondizia… COGNATO: 6.. 7 mesi… BIFULCO: e l’avvocato ieri disse reo confesso… non lo so se saranno… partiamo da un anno… 8 mesi.. 9 mesi… COGNATO: e uno se ne va proprio da qua… BIFULCO continua nel raccontare il pessimismo dell’avvocato FUSCHILLO. Fanno previsione sul periodo di detenzione. COZZOLINO Franco dice che gli avvocati parlano che la durata della detenzione dipende se giudicano BIFULCO Biagio come persona o se giudicano solo il fatto della pistola. Poi il cognato, a sua specifica domanda, dice che i gemelli (Vincenzo e Antonio BIFULCO) si sono presi la macchina, ieri è andato: ha la fotocopia del libretto e si deve fare l’assicurazione. BIFULCO fa riferimento poi al ragazzo detenuto di San Gennaro Vesuviano che è li vicino a lui e fa riferimento a zì Aniello. Poi COZZOLINO Franco notizia il cognato che per il fatto del supermercato: COZZOLINO: il fatto di quello… del supermercato… là… hanno parlato … ieri… (09.38) BIFULCO: (non capisce) COZZOLINO: ieri… abbiamo parlato… mi misi a parlare un poco (BIFULCO: annuisce) .. con quel Tommaso là… che adesso sabato porta tutto quanto…. tiene certa roba a terra per vedere… le scatolette tutta quella roba là….. e sabato… dovrebbe portare tutto quanto dietro… per vedere un poco… BIFULCO: chi è? COZZOLINO: Tommaso…. quello… FILOSA… BIFULCO: chi è? COZZOLINO: Tommaso FILOSA?! BIFULCO: eh!... (dopo pochi istanti) la mozzarella si vende?? COZZOLINO: eh!! BIFULCO: e (gesticola con le mani) COZZOLINO: eh… BIFULCO: e la mozzarella… eh… (gesticola con le mani) e basta!!! … vediamo di non…. (sta dicendo di parlare solo di mozzarelle) PATRIZIA: di mettere l’acqua bollita sopra allo scaldato… (BIFULCO: annuisce) COZZOLINO: (il cognato quasi a giustificarsi) e quello dice che ci dovevi stare tu e non ci stavi…. BIFULCO: quelli un poco ne vogliono per…. o ti travisano il sole con la luna … o così…. ma non lo vogliono capire che uno qua fatica… non lo vogliono proprio capire… uno come ce la …. e non fai, non ti senti, non come non quanto, non parli con nessuno… scusate ma questa reggenza…. Ma di che? Ma che stiamo reggendo? A chi? Ma non vedete che qua uno lavora? Ma uno veramente qua si dovrebbe mettere dalla mattina con il tamburo in mano a fare bordello… e uno ha fatto una scelta di vita… il lavoro… che uno pensa che con il lavoro può campare riesce a guadagnare 1000 lire… Dice che quasi era riuscito pure a togliere la Sorveglianza e che adesso i tempi si allungano. Poi parlano dei suoceri e della cognata di Patrizia che hanno mandato i saluti a BIFULCO. 106 BIFULCO chiede dei bambini. Al riguardo, COZZOLINO Francesco dice che il bambino Giuseppe avrebbe detto di sparare in bocca alle Forze dell’Ordine che hanno arrestato il BIFULCO, di schifare i Carabinieri che potevano far finta di non aver trovato nulla. BIFULCO fa riferimento a possibili vicende giudiziarie che lo potrebbero coinvolgere e ben più gravi del recente arresto. Fa riferimento a un serbatoio ove da 3 o 4 anni confluirebbero delle notizie sul suo conto. Trattasi di due o tre indagini che lo avrebbero sfiorato e quindi è possibile un suo coinvolgimento in una vicenda giudiziaria ben più grave. Dice che ha notato Forze dell’Ordine fuori alla sua abitazione e che hanno messo anche delle microspie. Dice che dopo due o tre anni di indagini le Forze dell’Ordine non possono fallire e quindi, anche con qualche infamità, raccogliendo notizie anche da persone, potrebbe essere coinvolto in vicende giudiziarie. Parlano dei familiari, di Olga, ed in particolare della sorella di BIFULCO. BIFULCO parla poi del giovane avvocato che, diversamente dagli avvocati più anziani che temono di fare brutta figura, non avrebbe timore di far brutta figura con il giudice in caso di diniego all’istanza del beneficio degli arresti domiciliari. Potrebbe anche riproporre detta istanza anche dopo qualche mese dal diniego. Dice che al giudice deve essere spiegato che lui andrebbe lontano da tutti in un paesini e quindi da assicurazioni che lui non farebbe alcun reato per cui il giudice un domani non sarebbe chiamato a spiegare i motivi della concessione del beneficio. Alla fine del colloquio si salutano, il ragazzo detenuto che è li nella sala saluta i familiari di BIFULCO. BIFULCO saluta il cognato e gli sussurra qualcosa che risulta incomprensibile. Le telefonate che saranno di seguito prese in esame attestano il compito di attendente, autista e guardaspalle che Casillo Domenico, nell’arco di tempo in cui si sono svolte le indagini, eseguiva per conto di Cesarano Domenico. Dal contenuto dei dialoghi di seguito trascritti, infatti, si evince che Casillo Domenico rappresentava un costante punto di riferimento per Cesarano Domenico, il quale gli si rivolgeva per ottenere qualsivoglia tipo di favore o per affidargli compiti di diversa natura. Telefonata n. 2713 del 22/02/2007 ore 14.20 in uscita dall’utenza 0815101925 intestata a NUNZIATA Antonio, Via Gorga 3 Palma Campania (NA). Sintesi: Domenico CASILLO chiama CESARANO Domenico. Si salutano e parlano delle condizioni di salute di CASILLO che non sta ancora bene. CESARANO decide di aspettare a domani per partire per Lacedonia, cosicché CASILLO si senta meglio e lo possa accompagnare. Poi parlano di permessi da presentare per il figlio di CASILLO (che fa i mercati). Infine CASILLO dice a CESARANO che ha saputo che è passato “mezzalingua” (chiaramente non vuole dare il nome della persona per telefono – n.d.r.-) con L’AUDI A3. CESARANO annuisce e lo appella “paperino” e dice che lui ieri è stato da quelle parti. (N.d.r. dalle telefonate e dall’attività svolta in seguito è emerso inconfutabilmente che “mezzalingua” e “paperino” sono nomignoli di CALIENDO Giuseppe). Telefonata n. 16893 del 16/06/2007 ore 11.40 in uscita per l’utenza 3342690949 intestata a SDFG MKOHGSDFMHG52B02Z132M 19520202S, in uso a CESARANO Domenico. Sintesi: CASILLO Domenico chiama CESARANO Domenico e conversano di lavoro con CASILLO che si lamenta delle scarse vendite (attualmente si trova in Calabria a fare fiere e mercati). Poi CASILLO, con atteggiamento molto servile, dice a CESARANO che, se Enza darà forfait per la trasferta a Ravenna, lui è disponibilissimo ad accompagnare CESARANO fin lì. Costui esclude tale evenienza. Poi CESARANO ritorna alla carica con CASILLO per la vicenda dell’auto che costui deve cedere a Sandro (CESARANO si trova proprio nella barberia di Sandro). Il problema è che Marino (ILARDI Marino) detiene ancora il certificato di proprietà dell’auto. Nel corso della telefonata CESARANO passa il telefono a Sandro il quale, con tono molto arrogante, rimprovera a CASILLO la circostanza che non è andato ancora da Marino per farsi dare il documento. Al riguardo Sandro dice che, a suo avviso, un uomo come CASILLO non può avere remore per andare da Marino ed ottenere quello che gli serve. Telefonata n. 28908 del 19.09.2007 ore 15.12 in uscita per l’utenza 0815101925 intestata a NUNZIATA Antonio, Via Gorga n. 3 Palma Campania (NA), in uso a CESARANO Domenico. 107 Sintesi: CASILLO Domenico chiama CESARANO Domenico e si accordano per vedersi tra circa un’ora per andare là (non viene specificato dove ma trattasi di Lacedonia). CESARANO, poi, chiede a CASILLO se è andato da Giovanni (cfr. tel. 28849). A ciò CASILLO gli risponde che Giovanni è proprio un fetente così come dice lui (CESARANO). Telefonata n. 32866 del 20/10/2007 ore 15.07 in uscita per l’utenza 0815101925 intestata a NUNZIATA Antonio, Via Gorga n. 3 Palma Campania (NA). Sintesi: CASILLO Domenico a Graziella riferisce di dire a CESARANO Domenico che lo sta aspettando fuori casa. (Dalle conversazioni successive e dalle cartografie delle stesse si evince che CASILLO, ovviamente in compagnia di CESARANO Domenico, si è portato in Lacedonia - AV - ). Telefonata n. 35017 del 09/11/2007 ore 08.47 in entrata dall’utenza 0815101925 intestata a NUNZIATA Antonio, Via Gorga 3 Palma Campania (NA). Sintesi: CASILLO Domenico chiama CESARANO Domenico e si accordano per partire, infatti il CASILLO andrà a prendere CESARANO a casa sua verso le 10. Assidua è risultata essere la frequentazione tra Casillo Domenico e Cesarano Domenico alla luce, peraltro, anche delle conversazioni di seguito indicate da cui si evince la natura dell’intimo rapporto che lega i due e la completa disponibilità del primo ad assecondare le esigenze anche di vita privata del secondo. Si riportano di seguito i dialoghi, l’uno di seguito all’altro non apparendo necessario ogni ulteriore commento : Telefonata n. 70 del 14/01/2007 ore 17.21 in entrata dall’utenza 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore ( SA ), in uso a CASILLO Domenico. Sintesi: “Compa Mimì” chiama e chiede a Graziella di CESARANO Domenico al quale riferisce di essere andato al mercato e ha portato con se Raffaele ed un altro ragazzo. “Compa Mimì” riferisce di essere stanco e di sentirsi non troppo bene con molti dolori articolari. “Compa Mimì”, poi, chiede a CESARANO Domenico cosa devono fare domani mattina e se viene anche Andrea. Domenico riferisce che Andrea non viene e “Compa Mimì” ribadisce che se si sente bene viene lui. Domenico avverte “Compa Mimì” che se lui non si sente bene andrà solo lui e il “barbiere”. Comunque si lasciano con l’intento di vedersi domani mattina alle 9.30 da CESARANO Domenico. Dalla successiva conversazione n.72 “Compa Mimì” conferma l’appuntamento per domani alle 09.15, inoltre, riferisce a CESARANO Domenico che lo ha chiamato anche “Sandrino il barbiere” il quale gli ha detto che si è svegliato tardi per cui “la verdura la prenderanno domani”. Sandrino ha pregato CASILLO di riportare questa cosa a CESARANO. Telefonata n. 126 del 17/01/2007 ore 13.32 in entrata dall’utenza 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore ( SA ), in uso a “Compa Mimì” . Sintesi:: “Compa Mimì” chiama e chiede a Grazia del marito CESARANO Domenico che è rientrato. CESARANO Domenico riferisce che, ieri pomeriggio, è andato dal “barbiere”a Sarno, poi, chiede a “Compa Mimì”: “ma non sei andato a vendere?”. “Compa Mimì” risponde negativamente aggiungendo che sta mettendo a posto il garage. CESARANO Domenico si congeda dicendo che più tardi lo andrà a trovare a casa. Telefonata n. 325 del 27/01/2007 ore 16.13 in uscita per l’utenza 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore ( SA ), in uso a “Compa Mimì” . Sintesi: “Compa Mimì” riferisce a CESARANO Domenico che lo ha cercato più volte senza mai trovarlo. Domenico riferisce di non esserci stato e gli chiede dove si trova. Mimmo riferisce di stare a casa da solo. Poi conversano in merito a “della roba” a disposizione di Mimmo che, a suo dire, ha venduto: 108 Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: Mimmo: Domenico: …ho aggiustato quella roba, ho venduto quella roba…sono andato a fare quel servizio là l’hai venduta?…l’hai venduta? si, l’ho venduta tutta quanta gliel’ hai data? si, si, si,si gliel’hai data già? si gliel’ho data già tutta quanta ma pure quella nel garage? pure quella nel garage… a chi gliel’hai data a quello della Calabria? …a quello della Calabria gliel’ho data, per quanto riguarda Nello là eh e un’altra l’ho data al fratello di Gigino, disse Mimì vieni sabato e ti prendi i soldi, sarebbe oggi… eh.. adesso per correttezza sto chiamando il fratello Gigino ma non mi risponde…io adesso chiamo Angioletto prendo e vado là… e vai là!!…vai al supermercato!! Al supermercato? al supermercato devo andare… ma stai solo tu? si, sto solo io e passa di qua, ti aspetto qua!! va bene! tra quanto tempo? tra mezz’ora, un’ora di tempo… va bene, ciao… Telefonata n. 695 del 15/02/2007 ore 16.15 in uscita sull’utenza cellulare 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore (SA) in uso a CASILLO Domenico. Sintesi: CESARANO Domenico telefona a Mimmo (CASILLO Domenico ) e, dopo avere scherzato con questi sul fatto che potrebbero avere i rispettivi telefono sotto controllo, chiede a CASILLO dove stia andando. CASILLO gli riferisce che sta andando a fare un servizio e precisamente sta andando in cerca dei pezzi di ricambio per il furgone del figlio guasto. Telefonata n. 1057 del 09/03/2007 ore 16.44 in entrata dall’utenza 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore ( SA ), in uso a CASILLO Domenico. Sintesi: Mimmo (CASILLO Domenico) riferisce a Mimì CESARANO che sta per accompagnare il figlio Emanuele a fare le terapie e ci vuole circa mezz’ora. Poi gli chiede cosa sta facendo e Mimì CESARANO gli risponde che con lui c’è Andrea (CESARANO Andrea) e ”o’ barbiere” il quale sta tutto esaurito. Si lasciano con l’intento di sentirsi più tardi. Telefonata n. 1327 del 27/03/2007 ore 14.22 in uscita per l’utenza 3287773820 intestata a Antonella DE SILVIO, nata a Sarno il 28.03.1947 (c.f. DSLNNL47C68I438C), residente in Via Cicalasi, 15 Nocera Inferiore (SA), in uso a CASILLO Domenico. Sintesi: CESARANO Domenico chiede a Mimmo (CASILLO Domenico) se si trova ancora nel mercato. Mimmo gli dice che si trova sulla strada per S. Nicola Arcella e se ne stanno tornando. Mimmo si trova in compagnia di Marino il quale, poi, conversa anch’egli con CESARANO scambiandosi scherzosamente i saluti. Ai fini della dimostrazione dell’esistenza di un solido rapporto di frequentazione che si era instaurato tra Cesarano Domenico e Casillo Domenico meritano di essere presi in considerazione anche i contatti registrati in occasione delle conversazioni di seguito indicate solo attraverso il numero di progressivo tenuto conto del 109 fatto che la loro utilità probatoria è obiettivamente limitata a dimostrare la forza del vincolo affettivo che lega i due indagati : Conversazioni relative alle citate frequentazioni intercettate con decreto 64/07: Telefonate nn.rr. 27; 43, 122, 133, 480,487, 515,529,542,720, 744, 755, 784, 819, 955, 1041, 1067, 1085,1104, 1119, 1241, 1269, 1067, 1085, 1104, 1119 , 1241, 1269, 1372, 1386, 1440, 1451, 1472, 1480, 1493, 1515, 1560, 566, 1573 1617, 1760, 1833, 1854, 1864, 1871, 1874, 1885,. 1908, 1913,1946, 219,2219. 2278,. 2311, 2437, 2437, 2470, 2607, 2610, 2669, 3000, 3549, 3588, 3600 3734, 3928 Conversazioni relative alle citate frequentazioni intercettate con decreto 1664/07: Telefonate nn.rr. 52, 73, 87, 90, 108, 111, 126, 148, 189, 347, 392, 504, 507, 520, 549, 557, 567, 599, 600, 601, 603, 606, 631, 657, 680, 685 ,685, 705, 716, 723, 727, 747, 748, 751, 822, 840, 904, 921, 976, 992, 992, 1089, 1107, 1121, 1144, 1186, 1271, 1501, 1666, 1670, 1702 La conversazione che segue è dimostrativa della considerazione, all’interno della compagine associativa, riconosciuta a Biagio Bifulco di cui, nella circostanza, sono lodate le doti di lungimirante e cinica freddezza, grazie alle quali il capo clan, a detta degli interlocutori, riesce a gestire compostamente e in maniera da non attirare inutilmente l’attenzione delle forze dell’ordine anche situazioni che lo coinvolgono di persona e che farebbero perdere la testa a chiunque. Sasso Giovanni commenta infatti al suo interlocutore di nome Fiore un episodio di cronaca relativo ad un litigio violento accaduto tra soggetti appartenenti al gruppo di Scafati e soggetti appartenenti al gruppo di Poggiomarino e che sarebbe sfociato nell’omicidio di un “ragazzo di Poggiomarino morto da scemo”27. L’episodio costituisce l’occasione per elogiare la intelligenza di Biagio Bifulco, il quale, al pari di Mario Fabbrocino, anche quando si verificavano fatti che lo coinvolgevano direttamente perché vedevano protagonisti i suoi figli, era in grado in definire la questione ‘senza sbavature’ e senza lasciar trasparire il suo personale coinvolgimento nella vicenda. La conversazione è, al tempo stesso, rivelatrice dell’organico inserimento nella compagine associativa di Sasso Giovanni, che si dimostrava a conoscenza di momenti importanti della vita dell’associazione e che confessava la sua intima frequentazione con i vertici della stessa, di cui era in grado di riferire le qualità criminali e fatti della loro vita anche strettamente familiare. Si riporta il dialogo: Conversazione n. 405 del 25.07.2009 ore 11.46- decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, uomo tale Fiore Sintesi:: All’inizio della conversazione, gli astanti parlano di alcune località di mare ove eventualmente trascorrere le vacanze estive. Alla posizione 0.45 circa, SASSO racconta che poco tempo addietro litigò con tre ragazzi per questioni di viabilità a San Sebastiano. Al riguardo, dice che erano presenti nella sua macchina la moglie Flora e i bambini. Il bambino avrebbe detto alla madre: “andiamo a casa … andiamo a casa… io prendo la pistola di babbo… io li devo uccidere … inc. …”. Fiore racconta che non vale la pena farsi coinvolgere in delle liti. Nel prosieguo del racconto Sasso dice che dopo la lite con i tre giovani è uscito con “una squadra di amici di Pollena Trocchia” a bordo di motociclette per rintracciare i tre giovani. Questi sarebbero stati poi rintracciati ed identificati come nipoti di un suo amico. Quest’ultimo, successivamente sarebbe intervenuto e avrebbe picchiato i ragazzi. Racconta del ragazzo di Poggiomarino che è morto da scemo e dice che tre ragazzi di Poggiomarino hanno picchiato il figlio del clan MATRONE di Bosco. SASSO dice che Franchino MATRONE sta a Scafati. Fiore dice che ai 27 La vicenda alla quale Sasso Giovanni intendeva riferirsi è quella dell’omicidio di Nappo Nicola, ucciso in un agguato di stampo camorristico avvenuto in Poggiomarino il 9.7.2009 (dunque pochi giorni prima che fosse registrata la conversazione in esame). Sulla base della ricostruzione dei fatti è possibile affermare che Nappo Nicola sia stato ucciso per errore e che la vera vittima designata era Amoruso Carmine (poi diventato collaboratore di Giustizia) a cui Nappo Nicola somigliava nelle fattezze fisiche. E’ stato anche accertato che Amoruso Carmine, pochi giorni prima che si consumasse l’omicidio aveva effettivamente (secondo quanto ricostruito anche da Sasso) avuto un violento alterco con un un gruppo di giovani ragazzi di Scafati, legati alla famiglia dei cd. “Campagnuoli”. Per una compiuta ricostruzione di tale fatto si opera rinvio al contenuto delle dichiarazioni rese da Amoruso Carmine nel corso della sua collaborazione, in atti. 110 Passanti sta Alfonso à calabrese. Fiore dice che i tre ragazzi hanno picchiato il figlio di FRANCHINO MATRONE. Dice che è quindi voce di popolo che FRANCHINO MATRONE ha fatto partire la spedizione punitiva che ha ucciso il ragazzo. SASSO, al riguardo dice : “FIORE ma se avessero fatto perdere un occhio a tuo figlio… tu che…”. Fiore risponde che così che iniziano i guai giudiziari e chiede se rischia 20 anni. SASSO dice che FRANCUCCIO MATRONE attualmente è già latitante. FIORE dice che se si trattasse di un incensurato prenderebbe 12 anni. SASSO, al riguardo risponde: “inc. … (7.49) se fai il patteggiamento prendi 24 anni … perché è una premeditazione … tu stai a fare una vendetta”. Fiore dice che mettendo sulla bilancia le due cose non vale la pena litigare. SASSO dice che ragionando a freddo è così ma a caldo, se i fatti ci toccassero di persona, sarebbe diverso. Dice: “ci sta un amico… MARIO (FABBROCINO)… o pure BIAGINO (BIFULCO) qualsiasi cosa… prima che … dice ragioniamo … non per 10 ma per 100 volte …”. FIORE dice che ragionano così perché sono persone che hanno vissuto numerose vicende giudiziarie e un fatto del genere finirebbe per coinvolgere comunque l’intera famiglia. SASSO dice che si litigarono i gemelli (Antonio e Vincenzo BIFULCO): “BIAGIO prima con i figli … e poi dopo è andato sotto la casa di PEPPE ò PAZZO (RADUNANZA Giuseppe fedelissimo di CUTOLO Raffaele) ha detto scendi un minuto … Peppe ò pazz … chiuso dentro non è sceso … inc. … (si sovrappongono le voci) e dice io sto da 20 anni chiuso dentro e sono campato … e adesso per mezzo di due … tre scemi devo morire?… quello non scende mai sta sempre chiuso dentro… è furbo è intelligente…”. SASSO dice che una volta lo vide affacciato e gli disse: “…ma non scendi mai?…”. Peppe ò pazzo gli rispose: “…è meglio rimanere chiuso dentro a una casa che dentro a una bara…” – ridono. Fiore è un commerciante infatti dice che ha delle consegne da fare della fabbrica. Dice che spedisce il prodotto con la ditta Alfieri. Parlano poi del traffico di sigarette di contrabbando. SASSO dice che MARIO (FABBROCINO) prima fumava le HB invece adesso fuma le MERIT. SASSO racconta di quando erano insieme in carcere lui, CAVA Biagio e FABBROCINO Mario. I tre fumavano molto, mangiavano e giocavano a carte. Uno dei presenti fa presente al SASSO che comunque stava in cella assieme a persone che conosceva. SASSO risponde “quelli erano compagni (ovviamente sta parlando di FABBROCINO Mario e CAVA Biagio) in libertà…. compagni assieme… siamo compagni dal ’70…. “. FIORE dice che adesso è uscito anche ZI’ ANIELLO (FABBROCINO Aniello fratello di Maruzza). Sasso dice che dovrebbero fare un manicomio per zì Aniello il quale crea problemi sia al fratello Maruzza (FABBROCINO Mario cl.56) che a MARIO (FABBROCINO Mario cl.43). Fiore dice che ha dei momenti impulsivi ma che in fondo è un uomo di pace. SASSO dice che è andato in carcere per una cosa banale, ha pagato giudiziariamente per aver fatto un piacere. SASSO dice che il figlio di ZI’ANIELLO adesso ha i soldi fa i tessuti. FIORE dice che ha preso la strada del lavoro. Dicono che il figlio da poco ha rilevato uno zuccherificio. SASSO parla di quando era vivo Zì Larienzo (suocero di FABBROCINO Mario cl.43) di come li trattava e parla anche di zì’ Ciccio padre dello scuccatore (AMBROSIO Franco). SASSO dice che AMBROSIO Franco “ò scoccatore” stava a Palermo ma lo hanno trasferito da 10 giorni al carcere di Opera. Sasso sembra che spiega che non è più ristretto al regime carcerario duro ma che si sta iniziando a liberare e tra due. Tre anni dovrebbe iniziare a uscire. Bifulco Biagio esercitava un forte ascendente sugli associati : lo si ricava dalla conversazione che segue, in occasione della quale Sasso Giovanni dialogava con Annunziata Gennaro e con Russo Giuseppe, cognato di Ambrosio Franco, detto ‘o scoccatore, già condannato alla pena dell’ergastolo e riconosciuto partecipe al clan Fabbrocino in forza della sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola in data 22.6.2000. I tre uomini rimpiangevano l’assenza dal territorio di un personaggio del calibro di Ambrosio Franco e stigmatizzavano negativamente il comportamento di Bifulco Roberto, soprannominato ‘o milanese, il quale, pur dovendo essere grato per la sua fortuna imprenditoriale ad Ambrosio Franco, non si era mai preoccupato di omaggiarlo nel corso della lunga detenzione che quest’ultimo stava affrontando. Proprio tale comportamento di Bifulco Roberto aveva costituito il motivo per il quale, secondo quanto ricostruito da Sasso Giovanni, ‘o milanese era stato messo brutalmente messo alla porta da Bifulco Biagio. La compiuta identificazione del soggetto di cui i tre interlocutori dialogavano in Bifulco Roberto è avvenuta alla luce delle seugenti considerazioni : • Bifulco Roberto è amministratore della società “NABIPLAST S.A.S DI BIFULCO Roberto” che si occupa di produzione di materiale per l’imballaggio, plastica, carta e nel corso del dialogo Annunziata Giovanni precisava che il soggetto di cui si parlava “teneva la società con mio fratello della plastica”; 111 • il soprannome di “o milanese” con cui la persona oggetto della discussione veniva apostrofata è l’appellativo con cui è abitualmente conosciuto Bifulco Roberto. Lo scambio di battute è dunque utile per affermare : - l’esistenza di una solidità del vincolo associativo che avvince gli indagati, e Bifulco Biagio in particolare, agli affiliati che già in passato avevano costituito il direttivo ristretto della confederazione capeggiata da Mario Fabbrocino; - il ruolo di capo rivestito, nell’attuale assetto degli equilibri del clan, da Biagio Bifulco, indicato nella conversazione attraverso il soprannome di “’o furchese”, che, come più volte sottolineato, è il modo con cui l’indagato è abitualmente chiamato, essendo originario della zona di Ottaviano detta “dei furchi”; - l’appartenenza al gruppo associativo di Sasso Giovanni. Si riporta di seguito il dialogo: Conversazione n. 356 del 13.07.2009 ore 11.46 – decreto 2233/09 del 29.04.2009. Interlocutori : SASSO Giovanni e ANNUNZIATA Gennaro e RUSSO Giuseppe, sintesi: … omissis … Dalla pos. 34.45 a seguire anche con le conversazioni 357 e 358, che sono cronologicamente consecutive, i tre iniziano a parlare di Franco AMBROSIO, BIFULCO Biagio, Mario FABBROCINO ed altri eminenti esponenti del clan, facendo riferimento a fatti così circostanziati da risultare una preziosa fonte di prova a carico degli stessi colloquianti nonché di terze persone. La conversazione prende avvio quando Gianni ANNUNZIATA chiede al RUSSO come sta suo “fratello” e quando lo vedranno dalle loro parti. Dal tono della conversazione e dalle circostanze nelle quali si svolge la discussione si ritiene che così dicendo l’ANNUNZIATA si riferisca al cognato di Peppe RUSSO, ovvero all’ergastolano AMBROSIO Franco, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 13.04.1956. Interviene nella discussione anche il SASSO che dice di essere stato nei locali della ditta denominata ROSOLINO a Palermo. Tutti e tre, parlando di Franco AMBROSIO, se ne augurano il pronto ritorno in zona e sembra quasi che diano per scontata la prossima scarcerazione del detenuto che, a rigor di logica, dovrebbe essere impossibile atteso che sta scontando la pena dell’ergastolo. Il discorso, quasi in modo naturale, da Franco AMBROSIO scivola su BIFULCO Roberto e tutti e tre i colloquianti esprimono su questi giudizi estremamente negativi e di profondo biasimo per il modo in cui si è comportato proprio nei riguardi di Franco AMBROSIO. Gianni ANNUNZIATA e SASSO Giovanni commentano la circostanza secondo cui BIFULCO Roberto tutto ciò che è riuscito a fare nella sua vita, da un punto di vista imprenditoriale, lo deve al rapporto che lo legava ad AMBROSIO Franco. È solo grazie a costui che il “Milanese” (così viene soprannominato BIFULCO Roberto) è riuscito a raggranellare un patrimonio certamente non irrisorio. Ancora oggi BIFULCO Roberto, che gestisce un’attività ubicata nello stesso stabile dove lui abita, riesce a concludere brillantemente i suoi affari perché spende il nome di Franco AMBROSIO presentandosi, evidentemente, come la longa manus imprenditoriale del camorrista recluso, la cui forza d’intimidazione non è per nulla affievolita dallo stato di detenzione. A conferma Gianni ANNUNZIATA riporta la situazione di Giannino della zip il quale viene continuamente “fatto martire” da BIFULCO Roberto il quale agisce in modo eccessivamente vessatorio facendo largo ricorso alla potere d’intimidazione che promana dalla figura di Franco AMBROSIO. Gianni ANNUNZIATA commenta che, nonostante BIFULCO Roberto debba essere eternamente grato a Franco AMBROSIO per la posizione economica che è riuscito a raggiungere, non si è mai degnato di mandare al suo mentore un adeguato segno di riconoscenza, foss’anche una semplice una camicia. Il comportamento riprovevole di BIFULCO Roberto e la sua irriconoscenza verso Franco AMBROSIO lo hanno chiaramente esposto alle ire dei vertici del clan tanto che SASSO Giovanni racconta chiaramente quelle che sono state le decisioni assunte in proposito da BIFULCO Biagio il quale, in una riunione, ha letteralmente messo alla porta BIFULCO Roberto, intimandogli di non spendere più il nome di Franco AMBROSIO, ed ha dato ordine che, nel caso in cui dovesse creare il minimo intoppo, dovrà essere adeguatamente punito. BIFULCO Roberto è consapevole delle direttive impartite da BIFULCO Biagio tant’è che nei rapporti con gli altri esponenti del clan assume atteggiamenti ossequiosi ed evita ogni situazione che possa rappresentare un pretesto per picchiarlo. Chiudendo il discorso con BIFULCO Roberto, Gianni ANNUNZIATA ricorda brevemente il periodo in cui quegli era socio con il fratello unitamente al quale erano proprietari di un’impresa produttrice di materiali plastici. … omissis … Trascrizione 112 … omissis … Alla posizione 15.05 iniziano a parlare di AMBROSIO Franco ò scoccatore e di Roberto ò milanese. Annunziata: ohì Pè…(nome dell’interlocutore) ma il milanese gli ha mandato mai niente a Francuccio? (AMBROSIO Franco alias ò scoccatore, detenuto) Peppe: Roberto? (BIFULCO Roberto nato a San Giorgio sul Legnano (MI) l’8.04.1954, residente a San Giuseppe Vesuviano (NA) alla via Piave n. 12, detto ò milanese) SASSO: finitela… di nominarlo ancora che lo nominate…. Annunziata: ma quello il cognato ha vomitato…. SASSO: ma chi? ma vedete di andarvene…. Annunziata: teniamo un testimone… Peppe: era forse… SASSO: abbiate pazienza…. Annunziata: teniamo un testimone… “appena esce Francuccio… ti faccio vedere…” SASSO: e vi dico che quando esce… Francuccio spero più ieri che oggi … vi faccio vedere quello che succede…. (si sovrappongono le voci) poi vi faccio vedere che cosa succede… comunque tutto quello che ha fatto lo ha fatto a nome di Francuccio…. e non ha portato manco una camicia… quello non ha bisogno della camicia sua… Annunziata: ma perché loro non lo sanno? perché non lo sanno loro? SASSO: che cosa? e infatti ù furchese (BIFULCO Biagio) Annunziata: a Giannino della Zip lo ha fatto martire … (Sta parlando, di uno dei titolari della società “Gigiesse Gruop” S.p.a, avente sede in Nola alla via Boscofangone zona A.S.I., part. IVA 07243460636, attività di confezione di vestiario, etc. In particolare del socio amministratore AMMIRATI Giovanni, nato a San Giuseppe Vesuviano il 10.05.1951 e residente a Somma Vesuviana via Garibaldi 16. Nella predetta società vi è registrato il marchio ZIP JEANS ed è il motivo per il quale AMMIRATI Giovanni viene chiamato “GIANNINO della ZIP”) SASSO: ù furchese (BIFULCO Biagio) perché lo prese in mal modo… Peppe: adesso lo stavo dicendo io … quello … inc. … Annunziata: ah… sì!! SASSO: e perché io in mezzo alla piazza…. Peppe: inc.… andò anche la casa… sua inc.… (si sovrappongono le voci) SASSO: disse “tu mi devi dire perché fai il nome di FRANCO? MA GLI MANDI LA PARTE A FRANCO?” Peppe: lo cacciai pure fuori… SASSO: “tieni le corna…” Peppe: io poi non lo volevo dire …inc. … SASSO: “esci fuori... non fare più il nome di FRANCO altrimenti ti faccio la faccia tanta…” Peppe: stava lui è un rappresentante… eh…. ? SASSO: “fuori… non ti permettere più…” Peppe: lo venne a dire a me … come devo fare a me mi ha trattato… dissi e io adesso non so… SASSO: e l’ORDINE E’ che se dà l’intoppo… (sta parlando di BIFULCO Roberto) deve andare sotto al viaggio…deve abbuscare… perciò vi ho detto io vado spesso da Caldarelli aspetto che piglia il caffè deve prendere la tazza in faccia ci devo far saltare tutto… Annunziata: non ti conosce… SASSO: e mi ha visto insieme a quello… Peppe: non lo conosce…? è meglio che non lo conosce! SASSO: gli devo togliere tutta la dentiera di bocca…. e l’intoppo … dice come mi intoppi deve andare all’ospedale… statene certi che quello la dentro là… mangia e beve due volte… quella giornata… Annunziata: è un cattivo, è un cattivo perché parla malamente di tutti quanti… parla malamente di tutti quanti… SASSO: scusate la puttana… prima che la chiamano puttana… già la trovate chiamata puttana… Peppe: si lamenta sempre... Annunziata: ma ti devo dire la verità io una volta mi bisticciai con… inc. … SASSO: stava pure ZI SALVATORE ieri? (ESPOSITO Salavore zio dello “scuccatore”) inc. … Annunziata: una volta con tuo cognato ci prendemmo lo sai come… inc. … dissi “niente Francù?!… Francù tu hai sbagliato amicizie … lui e il Picaiuolo non servono… hai capito o no?” perché 113 Peppe: Annunziata: Peppe: Annunziata: SASSO: Annunziata: Peppe: Annunziata: SASSO: Peppe: SASSO: Peppe: SASSO: Peppe: SASSO: Peppe: … omissis … quello una volta mi chiamò…. venne il Picaiuolo e lui… e stava FRANCUCCIO… il primo anno…. è latitante… “voglio 2-3 paia di scarpe “… “eh! andiamo… a Portici?” mi pare era il 42 il 42… eh!! pigliai 5-6 paia di scarpe … inc. … Giovà esci fuori… mi chiamò FRANCUCCIO… “ma tu lo hai maltrattato…” … “Francù l’ho maltrattato e non l’ho picchiato perché non è abitudine mia… ma fammi sentire ma quando vai sotto alle noci… con il rischio insomma che puoi subire qualcosa… ma stanno loro con te? Quello è la sfaccimma della gente…” fa sempre questo… e lui a GIANNINO della ZIP … per il fatto che è amico… compariello … amico di FRANCUCCIO… lo ha fatto martire…. hai capito o no?! GIANNINO della ZIP lo schifa da qui a Milano… ad andare e tornare… hai capito? adesso vi dico una cosa… voi dite quando esce… viene Francuccio… Francuccio gli fa i conti… da quando ha fatto il nome suo… teneva lo società con mio fratello della plastica… non poteva mettere il piatto … veniva sempre a piangere da me… dissi “Vabbuò ma se tu dici che … dividetevi!” piange sempre… devi sentire… oggi si sono divisi con mio fratello? quando era dopo cacciò tutta la scienza… allora lui sta sotto a un palazzo che sta all’asta… e lo sapete… e la mamma abita sopra… io non lo sapevo… ma dove tiene l’azienda? là dietro…? (si sovrappongono le voci) eh! cosa successe? stettero là … e cosa… si girò lui vicino ad un amico e disse “io però perlomeno e il magazzino e la casa dove sta mia madre… da tanti anni…” si girò questo amico da sopra la mano … mi senti?… “via sopra da tua madre e buttala di sotto… e né il magazzino e né a casa non vi dovete prendere niente… è già vincolato tutto… via!” senza parlare!!! un intoppo non lo dà!! piega la testa, cala le corna che tiene e se ne va … io stavo nella macchina quando quell’amico ce lo disse… dissi “adesso ci consoliamo tenevo quella bella mazza da baseball …” niente… niente… non ve lo da l’intoppo… è furbo o no? non ve lo dà l’intoppo… è scaltro non esiste… Del resto anche la reazione di grande preoccupazione con cui era stata accolta la notizia dell’arresto di Bifulco Biagio per il ritrovamento in suo possesso dell’arma,( in relazione alla quale il predetto, con sentenza n. 555/10 emessa in data 22.4.2010 è stato condannato alla pena di anni 4 e mesi sei di reclusione) è conferma del ruolo direttivo che lo stesso Bifulco Biagio rivestiva in seno al sodalizio. Si riportano di seguito i dialoghi da cui traspare la preoccupazione e lo stato di fibrillazione vissuto dai sodali all’indomani dell’arresto di Bifulco Biagio, avvenuto, si ripete, in data 15 ottobre 2007. Telefonata n. 861 del 16.10.2007 ore 20.19.34 in entrata dall’utenza 328/7773820 intestata a De Silvio Antonella, nata a Sarno il 28.3.47 res. Nocera alla Via Cicalasi n. 14, in uso a Mimmo CASILLO. Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Interlocutori: Peppe CALIENDO e Mimmo CASILLO Sintesi: Mimmo CASILLO chiama Peppe che gli da la notizia dell’arresto di BIFULCO. Mimmo, che già ne era a conoscenza, conviene con Peppe di incontrarsi immediatamente. Mimmo: eh, stai con la pancia piena? Peppe: ma che stiamo con la pancia piena o Mimmo, ma la testa che ti dice? Dove stai tu? Mimmo: sto pure io con la pancia piena Peppe: qua hanno arrestato a Biamm (Biagio BIFULCO), ma la testa che ti dice ne Mimo? Tieni sempre la testa di merda qua? Mimmo: che hai detto? Peppe: qua stiamo pieni di…incompr.. hanno pizzicato pure a Biamm 114 Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: Mimmo: Peppe: e lo so eh e mo sto venendo dove? tu dove stai? tu dove stai? eh, voglio sapere, sto venendo no? Sto venendo incontro stai a casa mia? eh, sono passato di là sto andando giù da… Mimmo dove stai? Vengo io davanti sto andando giù là sto andando dove stai andando? giù da Mimì (CESARANO) …omissis…si accordano per un punto d’incontro e vieni giù da mamma, sto giù da mamma allora dai va bene ciao e io ora sto arrivando giù da mamma, ciao I dialoghi di seguito trascritti attestano che Casillo Domenico, dopo essersi incontrato con Caliendo Giuseppe con cui aveva preso appuntamento nel corso della conversazione che precede, si era recato, unitamente a quest’ultimo presso l’abitazione di Cesarano Domenico. In occasione della conversazione n. 864, infatti, la cella agganciata dall’apparecchio cellulare in uso a Casillo è quella di Palma Campania e abbraccia la zona in cui ricade l’abitazione di Cesarano Domenico. Si rappresenta che come segnalato dalla DIA le conversazioni n. 864, 865 e 870 sono state registrate non nella data del 9.10.2007 (come erroneamente indicato nell’originaria trascrizione di seguito riportata) ma nella data del 16.10.2007, come è emerso da una più attenta analisi del relativo tabulato. Telefonata n. 864 del 09.10.2007 ore 22,42,38 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata a CORREALE Carmela (S.G. Vesuviano), in uso a Carmela (amante di CALIENDO). Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Interlocutori Peppe CALIENDO e Carmela Sintesi: CALIENDO è molto verosimilmente a casa di Mimì Cesarano, dopo essersi incontrato con Mimmo CASILLO Nel corso della conversazione con Carmela si evince senza ombra di dubbio che anche Carmela è a conoscenza di dove Peppe si trovi in questo momento. Peppe: “e lo sai dove sto, no tesoro?” …Carmela: “ah, si si si”. Telefonata n. 865 del 09.10.2007 ore 22,42,38 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata a CORREALE Carmela (S.G. Vesuviano), in uso a Carmela (amante di CALIENDO). Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Interlocutori: Peppe CALIENDO e Carmela Sintesi: Conversazione personale tra Peppe CALIENDO e Carmela… All’inizio della conversazione Peppe dice che è tutto a posto e “non ci possono separare amore mio” (nel senso che non lo hanno arrestato –n.d.r.-). Al termine della conversazione Peppe dice a Carmela, che già ne era a conoscenza, che proprio adesso sta tornando “dal compare suo” (Cesarano Domenico). Telefonata n. 870 del 09.10.2007 ore 22,42,38 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata a CORREALE Carmela (S.G. Vesuviano), in uso a Carmela (amante di CALIENDO). Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Decreto 3554/07 del 11.09.2007. Interlocutori Peppe CALIENDO e Carmela Sintesi: CALIENDO parla con Carmela e intrattiene una conversazione personale. Ad un certo punto CALIENDO, facendo riferimento all’arresto di BIFULCO, accusa i Carabinieri di avergli fatto una “infamità” e ha paura che possano farlo anche con lui. …omississ… 115 Peppe: Carmela: Peppe: Carmela: Peppe: Carmela: Peppe: Carmela: Peppe: comunque quell’amico mio (BIFULCO Biagio –n.d.r.)?… quell’amico mio gli hanno fatto una infamità si? si uh madonna mia quel pacchetto (pistola –n.d.r.-) ce lo hanno messo loro là dentro davvero? eh, si si ohhh e perciò io non vado neanche io a casa, perché lo possono fare anche con me queti figli di puttana …omissis… 3. Il CAPO A. Indici rivelatori della natura mafiosa del sodalizio Può dirsi dunque che è effettiva ed attuale la sussistenza dell’elemento della forza intimidatrice quale elemento costitutivo della fattispecie associativa oggetto di contestazione, aspetto che costituisce l’”in se” dell’associazione di tipo mafioso e che diversifica tale reato dalle altre ipotesi di associazioni criminali. Nel caso di specie, la continuità che contraddistingue il gruppo in esame, rispetto a quello già oggetto delle citate precedenti pronunce giudiziarie, rende superfluo il ricorso ad atti di chiara, forte e violenta intimidazione volti ad affermare l’esistenza e l’operatività del gruppo, giacché l’organizzazione, nell’imporre la propria supremazia e la propria influenza, si avvale chiaramente della propria ‘fama criminale’, facendo leva sulla “rendita di posizione” derivante dal suo stesso passato e dalla notorietà di cui gode. In altri termini, la convinzione delle vittime di essere esposte a un pericolo non eludibile prescinde da specifiche minacce, e ciò tanto nei confronti dei singoli cittadini che nei confronti degli altri sodalizi con i quali il sodalizio criminale si trova ad interagire. Emblematici, in tal senso, appaiono i rapporti intrattenuti dal gruppo con il clan Fabbrocino ed anzi, come si avrà modo di rendere chiaro in prosieguo, la sostanziale riconducibilità dell’organizzazione in esame a tale contesto associativo capeggiato da Mario Fabbrocino, ben più temibile. Quanto all’intimidazione posta in essere nei confronti di esponenti del tessuto sociale ed economico delle zone di operatività del clan, tale da determinare condizioni di assoluto assoggettamento ed omertà (basti pensare, a tale riguardo, che per i fatti accertati nel corso del presente procedimento nessuna denunzia è stata mai presentata alla A.G.), appare illuminante la strategia imprenditoriale di affermazione delle aziende riferibili agli indagati. Il materiale probatorio raccolto ha dimostrato, peraltro, come alla sfiducia dei cittadini nella capacità repressiva degli organi statali corrisponda, addirittura, in via del tutto alternativa ed antitetica, un totale affidamento alle potenzialità dell’organizzazione malavitosa, in grado di assicurare in maniera certa, diretta, rapida ed efficiente il soddisfacimento di diritti e/o di interessi privati. E’ stato accertato, infatti, in più occasioni, come i singoli cittadini si siano rivolti al sodalizio affinché lo stesso si facesse carico della tutela le loro ragioni ( su tale argomento meglio in seguito ). Significativa, in quanto al tempo stesso rappresentativa e determinante tale capacità di intimidazione è la provata disponibilità da parte del clan di armi ed, anzi, di un consistente patrimonio bellico, che legittima, inoltre, la contestazione della circostanza aggravante di cui al comma V dell’art. 416 bis c.p. Nel caso di specie, tale dato emerge senza ombra di dubbio dall’attività investigativa (anche al riguardo il tema verrà ampiamente sviluppato in seguito ). In sintesi, appare possibile affermare che la capacità di intimidazione e di assoggettamento omertoso di un’organizzazione criminale riconducibile all’art. 416 bis c.p. si desume da una serie di elementi sintomatici, quali : 1- il controllo del territorio, da intendersi o nel senso della preclusione per altre organizzazioni di operarvi, ovvero in quello della pretesa di essere titolari del potere di interdire attività delittuose il cui svolgimento si sia eventualmente deciso di permettere; 2- la capacità di condizionare l’operato dell’amministrazione della cosa pubblica nel territorio posto sotto la sfera di influenza del sodalizio; 116 3- la capacità di regolamentare i conflitti sociali. Ovviamente ciò non esclude che il sodalizio possa prefiggersi di trarre un profitto da questa attività, anche al di là del maggiore prestigio che comunque acquisisce, né implica che le decisioni assunte debbano essere necessariamente conformi a giustizia, identificandosi, viceversa, questa con gli interessi dell’organizzazione. Si tratta di una delle più evidenti ed efficaci manifestazioni di affermazione del proprio potere camorristico, in quanto presuppone una capacità dialettica con la società civile e il riconoscimento da parte di questa della capacità dell’organizzazione di imporre la propria volontà, in maniera analoga a quella degli organi dello Stato; 4- la dotazione da parte del sodalizio di armi, apparendo inverosimile che una capacità di intimidazione possa essere fondata solo su capacità di convincimento, non accompagnata dalla prospettazione di gravi minacce per chi voglia sottrarsi al volere del sodalizio; 5- la tipologia delle attività delittuose svolte, caratterizzate, normalmente, dal ricorso alla minaccia o alla violenza, nonché dalla disponibilità di rilevanti risorse economiche. In tal senso, appaiono caratteristici dei programmi delittuosi dell’associazione di tipo mafioso i delitti di estorsione, di usura, nonché l’avviamento di attività produttive; 6- la capacità di insinuarsi nel tessuto economico produttivo reinvestendo in attività imprenditoriali e commerciali proventi di attività illecite, nonché traendo dalla conduzione di tali aziende mafiose ulteriore linfa per il mantenimento in vita e per l’operatività del sodalizio (fattispecie concreta rilevante anche per la configurabilità della contestata circostanza aggravante ex comma 6 dell’art. 416 bis c.p.). Substrato necessario è ovviamente l’esistenza di una struttura organica composta da più di tre persone che siano legate tra loro da un vincolo di reciproca solidarietà in vista del perseguimento dei comuni illeciti obiettivi, essendo tale requisito il tratto ineludibilmente comune ad ogni ipotesi di tipo associativo. Sotto tale aspetto, dall’attività di indagine sono emersi, al di là dei vincoli parentali, assidui rapporti di frequentazione tra gli indagati che, in uno con i copiosi contatti telefonici, rappresentano un primo rilevante tassello atto a rendere configurabile l’esistenza di un substrato organizzativo. I collegamenti tra i sodali si propongono tra l’altro di intensità e stabilità tale da garantire l’esplicitazione di quella forza di intimidazione da cui possa derivare il diffuso stato di assoggettamento che ne scaturisce. Tale considerazione vale a maggior ragione nei casi in cui gli aderenti al sodalizio sono risultati legati da vincolo di parentela, atteso che tale aspetto, lungi dal costituire una causa di giustificazione idonea a escludere l’affectio societatis, costituisce un vincolo dotato di maggiore forza di coesione proprio perché trova il suo fondamento non su un accordo ma su un pregresso status dei soggetti. 3.1Il controllo del territorio Pur non costituendo un elemento costitutivo della fattispecie incriminatrice espressamente menzionato dall’art. 416 bis c.p., il controllo del territorio è un fattore altamente sintomatico della natura mafiosa della struttura associativa e va inteso sia come preclusione per altre organizzazioni di operarvi, sia come pretesa di essere titolari del potere di interdire attività delittuose il cui svolgimento si sia eventualmente deciso di permettere. A tale ultimo riguardo si richiama l’attenzione sull’accertata capacità del clan di impedire che esponenti dei gruppi mafiosi operanti in Cava dei Tirreni potessero esercitare le loro pretese estorsive nei confronti di Iovino Antonio, essendo quest’ultimo un sodale dell’organizzazione (“un compagno di Biagio” era la espressione con la quale veniva descritto il suio rapporto di affiliazione). Quanto alla capacità del sodalizio di intedire che altri gruppi criminali possano operare nel medesimo territorio su cui si concentra la pretesa del clan di esercitare in via esclusiva la propria sfera di influenza, è stato accertato, sulla scorta delle conversazioni che saranno di seguito prese in esame, che il clan Fabbrocino ha instaurato con gli esponenti della ormai disciolta n.c.o. già capeggiata da Raffaele Cutolo una sorta di patto di non belligeranza, in forza del quale questi ultimi hanno facoltà di proseguire nella conduzione dei loro illeciti traffici (l’espressione plastica adoperata dagli interlocutori è “fare ancora il mestiere”) a condizione che operino in un ambito territoriale ben delimitato e con l’obbligo, in ogni caso, di “dare conto sopra a tutto coso”. L’affermazione di Sasso Giovanni, di seguito trascritta e di cui si sono sopra riportate alcune espressioni più colorite, attesta che la storica contrapposizione tra ex-cutoliani e non cutoliani (tra i quali ultimi, è bene ricordarlo, devono essere annoverati Fabbrocino Mario, Bifulco Biagio, Cesarano Domenico e tutti gli esponenti storici e di maggiore spicco della consorteria) non si è sopita, tanto che Radunanza Giuseppe (affiliato di rilievo della n.c.o.) è costretto dalle circostanze di fatto a vivere murato in casa (desolante, nella 117 descrizione fatta da Sasso Giovanni, è il racconto degli accorgimenti di sicurezza adoperati da Radunanza per non rimanere vittima di agguati); tuttavia a Radunanza è stato riconosciuto un limitato margine di operatività. La circostanza che le potenzialità mafiose degli ex cutoliani sia, nell’area territoriale in questione, condizionata e in una certa misura subordinata al placet del clan Fabbrocino rende evidente la capacità di tale sodalizio di controllare il territorio. Si riporta di seguito la conversazione in esame unitamente alla sintesi arricchita dal commento operato dalla P.G., in cui vengono illustrate anche le circostanza di fatto che permettono di individuare con certezza in Radunanza Giuseppe la persona di cui Sasso Giovanni parlava al suo interlocutore: Conversazione n. 321 del 04.07.2009 ore 12.33 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, ed altre persone Sintesi: SASSO Giovanni si trova in compagnia di alcune persone. Dal tenore della conversazione, si capisce che si trovano all’interno dei locali della CERAMICHE VESUVIANA dei f.lli SANNINO, siti a Pollena Trocchia. Infatti, in sottofondo si sentono ordinativi di materiale edile. È difficile attribuire con esattezza la paternità della voce atteso che all’interno della stessa società si troverebbero più persone: SANNINO Domenico e i figli Vincenzo, Ciro (76) e Carmela. Vi sono anche operai. Uno dei presenti è sicuramente CIRO che viene chiamato dal SASSO. In ogni caso è indubbia la presenza di SASSO Giovanni. Gli argomenti trattati dai convenuti sono essenzialmente due ed entrambi sono di grandissimo interesse. Nella prima fase della conversazione i colloquianti fanno riferimento al pluripregiudicato RADUNANZA Giuseppe, cutoliano della primissima ora ed irriducibile seguace di Raffaele CUTOLO arcinoto fondatore della N.C.O. In realtà i convenuti non lo nominano mai specificamente ma vi sono alcuni elementi dai quali si desume inconfutabilmente che proprio di RADUNANZA Giuseppe stiano parlando. Infatti SASSO Giovanni spiega ai suoi amici com’è fatta l’abitazione della persona ed enuclea tutti gli accorgimenti che sono stati adottati per prevenire la commissione di agguati. In effetti RADUNANZA Giuseppe, a casa sua, ha previsto tutta una serie di accorgimenti per proteggersi da temuti attentati, di cui teme di restare vittima ad opera dei suoi acerrimi e storici nemici, in particolar modo gli affiliati al clan FABBROCINO. Nello specifico, per entrare a casa di RADUNANZA Giuseppe bisogna oltrepassare due solidi portoni che sono sempre tenuti serrati e che vengono aperti solo a persone note. Inoltre la camera da letto di RADUNANZA Giuseppe è protetta da una porta in ferro massiccio ed anche le finestre sono dello stesso materiale. In altri termini la camera da letto di RADUNANZA Giuseppe ha le sembianze di un caveau bancario. Questi strumenti difensivi installati a casa di RADUNANZA Giuseppe coincidono perfettamente con il racconto fatto da SASSO Giovanni. Inoltre questi fa riferimento ad una specifica caratteristica fisica della persona di cui sta parlando, facendo cenno ad una protesi oculare in vetro che l’uomo è costretto a portare perché, in seguito ad un agguato, ha perso l’uso di un occhio. Effettivamente RADUNANZA Giuseppe ha un occhio di vetro e corrisponde alla realtà delle cose che, anni fa, subì un agguato di stampo camorristico restando attinto da colpi d’arma da fuoco alla testa che gli provocarono l’asportazione di un occhio che egli, ora, sostituisce con uno in vetro. Altro particolare che conduce ad identificare in RADUNANZA Giuseppe la persona di cui SASSO sta parlando è l’estrema cautela che quegli profonde quando è costretto ad uscire di casa, da cui si muove solo in caso di estrema necessità atteso che è costantemente assillato dalla paura di restare vittima di agguati. RADUNANZA Giuseppe effettivamente vive “murato in casa” e quelle poche volte che esce, così come dice SASSO Giovanni, ha la cura di camuffarsi, travestendosi anche da prete. Assodato, quindi, che SASSO Giovanni ed i suoi amici stiano parlando di RADUNANZA Giuseppe, è estremamente importante il discorso che si dipana su costui. SASSO racconta agli altri convenuti che RADUNANZA Giuseppe non ha smesso l’antica attività estorsiva solo che adesso, invece di andare lui in prima persona a chiedere la dazione delle tangenti estorsive, manda il figlio. L’attività esercitata da RADUNANZA Giuseppe evidentemente inizia ad essere fastidiosa, molto probabilmente perché si è spinto oltre a quella che è la sua zona di influenza. Lo si desume dal racconto di Giovanni SASSO che fa un ottimo resoconto delle decisioni che sono state prese e delle conseguenze che sono state adottate per contenere l’invasività di RADUNANZA Giuseppe. Lo stesso SASSO dice che ha contattato il figlio di RADUNANZA Giuseppe, non dice il nome ma sicuramente è uno di quelli che in nome del padre commette le estorsioni, dicendogli di farsi portavoce presso il padre di una direttiva ben precisa; è autorizzato a continuare a fare le estorsioni ma le deve commetter in una zona delimitata e, comunque, ne deve rendere conto (“Giovanotto diccelo a tuo padre… che si fa questa zona si sta in grazia di Dio … però deve dare conto sopra a tutto coso”). In altri termini il 118 clan FABBROCINO, utilizzando SASSO Giovanni come ambasciatore, ha dato una forte dimostrazione della sua enorme capacità di controllare il territorio sotto ogni punto di vista, preoccupandosi di disciplinare anche le attività delinquenziali di coloro che si pongono in una posizione antagonistica la cui attività, se condotta in modo scriteriato, potrebbe nuocere o comunque intaccare gli interessi del clan dominante. RADUNANZA Giuseppe ha mostrato l’intenzione di conformarsi alle direttive impartitegli dal clan prevalente, ammettendo amaramente con il figlio “guagliò a papà … finché campo io campate anche voi … come muoio io, morite appresso a me!” TRASCRIZIONE Sasso: invece di uscire lui è uscito un altro…venti trenta metri… inc. … è uscito un altro al posto suo … allora quando è uscito … inc. … e sono venti anni che tiene il fegato marcio non esce … dobbiamo fare il bollettino postale … inc. … Uomo: è libero? Sasso: si … inc. … parlano a voce bassa Uomo: non è meglio che se ne va di qua questo scemo? Sasso: vuoi sapere come si sono fatti la casa…a parte che tengono uno spazio fuori tipo villetta…sta in un quartiere pure … inc. … ..omissis… voce di uomo che vende sacchi di calce bianca, a conferma che si trovano all’interno di una rivendita di materiale edile SASSO: ... allora sai come tengono …entri dentro al cancello… quando sei entrato nel cancello con la macchina… vieni bloccato da un altro cancello, quando si chiude quello, si apre automaticamente questo qua… Uomo: …ho capito, come la gioielleria quando si chiude una porta se ne apre un’altra… Sasso: …poi tu scendi e lui ti apre il cancello delle scale…. ti chiude il cancello delle scale e in mezzo alle scale c’è un altro cancello… ti apre questo qua…dopo questo qua ne apre un altro… Uomo: Madonna… Sasso: …si chiude questo e lui ti apre la porta! Uomo2: perché hai detto che non Uomo: …inc. … non fa vita.. Sasso: no, no, si è chiuso, il figlio va camminando … inc. … i balconi sai come li teneva? li tiene ancora … la moglie … inc. … teneva tre balconi tutti blindati … se voleva sparare poteva aprire quando si chiudeva questo qua, poteva aprire per uscire sul terrazzo ed andava a stendere i panni ... inc. … ... perché dopo nove anni della vita ti sei fatta tutte … inc. … Uomo: …inc. … Sasso: ma quello i due trecento all’anno … inc. …gira il figlio… no… Uomo: il figlio, quello che tiene il magazzino … si, ma allora lo fa ancora il mestiere? SASSO: si!! ma uno non gli dice niente, andai con … inc. … lo pigliai (trattai) come uno buono: “Giovanotto diccelo a tuo padre… che si fa questa zona si sta in grazia di Dio…però deve dare conto sopra a tutto coso”… il figlio andò a casa e disse: “papà hanno detto: così, così e così…”. Disse il padre: “guagliò a papà … finché campo io campate anche voi … come muoio io, morite appresso a me!” … inc. … non ci fai niente … (si sovrappongono le voci) il bollettino postale … inc. … Uomo: ... inc. … Sasso: un giorno … inc. …era sceso vestito da prete Uomo: ..inc. .. Sasso: quello andava in mezzo alla strada Uomo: …inc.…però non ti puoi sbagliare perché tiene la capa tanta… Uomo1: sai come si divertono….? SASSO: e quelli andarono a vedere in quella faccia ci diedero 14, 15 botte …quello non tiene l’occhio… Uomo: ...inc. … si fa trovare… SASSO: quello ha l’occhio di vetro adesso… Uomo: come a ...inc. … acchiappò una botta in testa, morto…non è morto… …omissis… 119 L’effettivo controllo del territorio che un sodalizio di tipo mafioso può essere in grado di esercitare si estrinseca anche nella capacità di intessere rapporti di buon vicinato con organizzazioni mafiose che operano su territori confinanti ovvero limitrofi. Le acquisizioni di cui ai provvedimenti giudiziari in atti divenuti cosa giudicata hanno già dimostrato l’esistenza di solidi rapporti di mutua solidarietà tra il clan Fabbrocino e il clan Russo, ed invero, le due strutture, entrambe un tempo riconducibili alla Nuova famiglia e poi alla confederazione capeggiata da Carmine Alfieri, sono omogenee sotto il profilo criminale e si sono imposte sulla scena dell’area territoriale posta a nord del monte Vesuvio come clan dominanti e indiscutibilmente più forti. E’ stato, in particolare, provato che le due organizzazioni mafiose, seppure operanti in maniera autonoma l’una rispetto all’altra, in caso di necessità sono in grado di dialogare tra loro e di concordare linee di intervento utili all’una o all’altra struttura associativa. Nelle sentenze n. 1878/06 emessa in data 1.6.2006 dal GUP presso il Tribunale di Napoli, n. 1948/09 emessa in data 18.12.2009 dal Tribunale di Nola (entrambe incentrate sull’esistenza e sull’operatività del clan Fabbrocino), nonché nella sentenza n. 791/10 emessa in data 31.5.2010 dal Tribunale di Nola sono ricostruiti gli episodi in cui è stato accertato l’intervento dell’un clan a favore dell’altro. Le conversazioni che seguono offrono la prova di un summit avvenuto il 22.12.2007 al quale Cozzolino Francesco era stato convocato previa adozione di un numero particolarmente elevato di cautele e al quale aveva preso parte anche Russo Salvatore, indiscusso capo clan del sodalizio omonimo, il quale all’epoca dei fatti era latitante; la partecipazione di quest’ultimo appare, invero, certa se si tiene presente che dalla lettura complessiva del dialogo si evincono le seguenti circostanze : • il luogo dell’incontro era stato scelto con una prudenza tale che la sua esatta ubicazione veniva comunicata anche ai diretti interessati, tra cui Cozzolino Francesco, all’ultimo momento; • Maturo Francesco e Miranda Salvatore avevano raggiunto Cozzolino Francesco nel luogo convenuto per l’incontro ed erano stati oggetti di strani sguardi, il cui significato era parso loro chiaro solo quando si erano trovati di fronte la persona che veniva indicata come “Salvatore” ovvero “’o rus”, laddove tale ultimo termine è da riferire al cognome del predetto capo clan. Solo in quel momento i due avevano infatti compreso che, vista la delicatezza dell’incontro, avrebbero dovuto astenersi dal raggiungere Cozzolino presso il luogo della riunione; • Maturo Francesco commentava la difficoltà che avevano avuto nel riconoscere la persona indicata come “Salvatore”, asserendo che era da oltre vent’anni che non l’aveva più incontrata; • appare evidente che il soggetto di nome “Salvatore” di cui si parlava rivestiva un ruolo importante nella gerarchia criminale, tenuto conto del rispetto che gli veniva tributato anche da una persona del rango di Cozzolino Franco; • appare altresì evidente che il soggetto di nome “Salvatore” di cui si parlava era latitante, tenuto conto delle cautele adottate per potervi interloquire di persona; • Russo Salvatore, alla data del dicembre 2007 in cui sono state registrate le conversazioni, era ancora forte della sua condizione di latitante, che, iniziata nel 1993, ha avuto fine solo in data 31.10.200928. Il dialogo attesta, dunque, il rapporto di ottima intesa esistente tra le due organizzazioni. Se ne riporta di seguito il contenuto, rappresentando che i brani costituiscono l’uno il prosieguo dell’altro e che i commenti in ambientale devono essere letti unitamente alle conversazioni telefoniche (anch’esse riportate l’una di seguito all’altra) in occasione delle quali gli interlocutori si davano appuntamento ovvero ricevevano istruzioni sul punto esatto in cui doversi recare: Telefonata n.: 1679 Data : 22/12/2007 Ora : 16:05:23 in uscita verso l'utenza 3481349372 in uso a Maturo Franco – intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 …omissis…. Uomo2: mi chiamate Voi? Uomo: tanto se viene .. Francù... la notizia era questa... tra 5 minuti... inc.... COZZOLINO Franco: non risponde.... (riferito a Maturo Franco che non risponde) 28 Cfr il verbale di arresto operato dal personale della Squadra Mobile presso la Questura di Napoli, in atti. 120 Telefonata n.: 1681 Data : 22/12/2007 Ora : 16:27:01 in entrata dall'utenza 3333341811 intestata a VASILE ROTARU VSLRTR65R07Z140Z 19651007 MOLDAVIA ed in uso a PRISCO Angelo – intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 – Sintesi: PRISCO chiama Franco e gli dice "Francoù... stà quello là!..." COZZOLINO: va bene!! PRISCO: vacci adesso... Si salutano. Telefonata n.: 1682 Data : 22/12/2007 Ora : 16:30:29 in entrata dall'utenza 3333341811 intestata a VASILE ROTARU VSLRTR65R07Z140Z 19651007 MOLDAVIA ed in uso a PRISCO Angelo – intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 Sintesi: PRISCO richiama Franco e gli dice: "Francù... vedi che sta al supermercato vecchio... però... COZZOLINO: eh... qua sopra!?.... PRISCO: eh!! COZZOLINO: eh... e 5 minuti e sto là!! Si salutano Telefonata n.: 1683 Data : 22/12/2007 Ora : 17:04:05 in entrata dall'utenza 3333341811 intestata a VASILE ROTARU VSLRTR65R07Z140Z 19651007 MOLDAVIA ed in uso a PRISCO Angelo – intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 – Sintesi: PRISCO Angelo chiama Franco per sincerarsi se è tutto a posto. Franco dice che è tutto a posto. PRISCO: tutto a posto? COZZOLINO: eh... devo andare.... PRISCO: va bene... ci vediamo dopo? COZZOLINO: eh! ciao... Telefonata n.: 1684 Data : 22/12/2007 Ora : 17:41:34 in entrata dall'utenza 3331554585 intestata a AMBROSIO PASQUALE MBRPQL74B02H931M 19740202 S. GIUSEPPE VESUVIANO NA – intercettazioni svolte sull’utenza 335/8143908 in uso a COZZOLINO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 Sintesi: Pasquale chiama COZZOLINO e gli chiede dove si trova. COZZOLINO dice di essere a San Giuseppe. Alla domanda se passa da lui, COZZOLINO risponde più tardi. posizione 7.04 Maturo Franco: che mal di testa che mi è venuto là dentro, che nervosismo! COZZOLINO Franco: però a te subito ti prendono questi mal di testa, vero? Ma succede quando c’è lo sbalzo di temperatura! Maturo Franco: mi sposto (inteso mi innervosisco) quando faccio i soldi! mi vengono mal di testa, dolori! Sono due o tre giorni che non sto capendo niente! COZZOLINO Franco: statti calmo! Maturo Franco: tu li tieni!! io no! ….pausa…. Maturo Franco: come scende COZZOLINO Franco: ..viene dentro il garage! Maturo Franco: chi? COZZOLINO Franco: questo è! Maturo Franco: chi? COZZOLINO Franco: Pinuccio... ò meccanico...! Maturo Franco: chi viene? COZZOLINO Franco: sopra da “iss”!.. Maturo Franco: che ora sono? .... ( pos. 8.29: ore 17.43) COZZOLINO Franco: ci sta uno a piedi qua!... Maturo Franco: dobbiamo domandare... 121 COZZOLINO Franco: non puoi domandare? Maturo Franco: io non conosco a nessuno ... a chi devo domandare? tieni l'appuntamento tu!.…… domanda tu…. COZZOLINO Franco: si, scendi (rivolto a Miranda Savatore) e domanda al giovanotto….poi se è una cosa dì Ginetto Open!.. ….dall’autovettura scende Miranda Salvatore Maturo Franco: …che mi metto dentro inc…? COZZOLINO Franco: eh! … Miranda Salvatore: …ma sta in un vico?… COZZOLINO Franco: come no….appresso a Franco Ambrosio del tessuto29... Maturo: ma sotto il portone Francu? COZZOLINO: quale portone? Maturo: sta un altro portone dove sta la cognata di Gaetano?30 COZZOLINO: quell'ex socio di Franco Ambrosio... Ginetto Open31... Ritorna in macchina Miranda Miranda Salvatore: è il vico appresso! ( saluta la persona alla quale ha chiesto l’informazione) ….ciao Peppino!…..inc del panificio… suono di clacson COZZOLINO: ci sta un paletto... Maturo: Salvatore vedi se sta loco dentro questi... fai presto Salvatore...…..stanno tutti esauriti!….. …breve pausa…4…. COZZOLINO Franco: 3 e 3… 9… Franchetiello, ma cosa vorrebbero la capa d’angelo! Ritorna in macchina Miranda Maturo: vai avanti e accostati loco sotto! Miranda Salvatore: sotto il portone la mettiamo?... COZZOLINO Franco: vai là! Miranda Salvatore: …inc… Maturo Franco: qua sta Gaetano ... entra dentro.... PEPPE ò BATTALAMIERE... COZZOLINO: (domanda a taluno) ma sta Ginetto sopra? uhà stiamo girando tutti i vichi... ci ha fatto... buttà… sto cadavere... Conversazione n. 343 del 22.12.2007 ore 18,19 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 Sintesi: Sono di ritorno dalla riunione che hanno tenuto con tale Salvatore che non vedono da circa 20 anni. Miranda Salvatore è rimasto giù e racconta dei controlli avuti quando COZZOLINO e Maturo stavano in riunione. COZZOLINO Franco: mi guardavano dalla testa ai piedi … Miranda Salvatore: devi vedere qua che cosa è successo, mi hanno fatto l’interrogatorio mi sono venuti a fare!! Maturo Franco: ma perché non sei stato con coso (probabilmente intende il meccanico) dentro? Miranda Salvatore: perché stavano quattro macchine che andavano e venivano … si faceva… con chi mi dovevo mettere…. Maturo Franco: ma ti mettevi dentro l’antrone!! Miranda Salvatore: e quello GINETTO ha chiuso il portone Maturo Franco: chi ha chiuso il portone?...mamma mia , ma io non lo so!! COZZOLINO Franco: embè che interrogatorio ti hanno fatto? Miranda Salvatore: è venuto, ho dovuto spiegare al nipote di zio Peppe Maturo Franco: chi è il nipote di zio? 29 Con l’espressione “appresso a Franco Ambrosio del tessuto” si deve ritenere che gli interlocutori intendessero fare riferimento ad Ambrosio Francesco, titolare della CTA – Centro Tessile Annunziata con sede in San Giuseppe Vesuviano, via Astalonga. Il centro tessile, infatti, si trova proprio all’inizio del vico senza uscita che conduce all’abitazione di Menzione Giuseppe. 30 Con l’espressione “dove sta la cognata di Gaetano” gli interlocutori intendevano riferirsi a Nappo Gaetano, cognato di Maturo Francesco e coniugato con Menzione Maria di Giuseppe. 31 Con l’espressione “quell'ex socio di Franco Ambrosio... Ginetto Open...” gli interlocutori intendevano fare riferimento a Carillo Luigi, soprannominato “Ginetto Open”. 122 Miranda Salvatore: …eccoli là adesso si tornano un'altra volta, quattro volte sono passati (li rivede passare in macchina le persone che ha indicato nel racconto) ..il nipote e… il suocero e… viene uno: … “ma voi chi siete?”… che vi serve ho detto? “no, noi abitiamo qui dietro” e ho capito, non vi preoccupate, tutto a posto, stiamo con gli amici nostri sopra “e ma sopra dove?” ho detto, sentite voi chi siete? appartenete a “Peppe il battilamiere”?32 “ eh” …dove sta Peppe?… il nipote che abita laggiù, giustamente in una cortina allo scuro, poi un’altra paura l’hanno presa quando …inc… !. Maturo Franco: perché? Miranda Salvatore: e giustamente … è un portone… Maturo Franco: li hai fatti mettere paura!!! …..parlano a volume molto basso..poi: Maturo Franco: io ho visto che quello non… si COZZOLINO Franco: ZIO MARIO (probabilmente FABBROCINO Mario cl.56 alias Maruzza)…. guardava… lo guardavano dietro… Maturo Franco: lo guardava dietro… ed io ..perciò ho detto Salvatore è inutile che fai il bordello perché non ci vediamo da venti anni e più!… ma come si mettono …inc… ma se uno si mette sotto il portone qual è il problema Miranda Salvatore: chiude il portone….. COZZOLINO Franco: ma non sapevi dire Francouccio, dammi le chiavi Miranda Salvatore: no Franco… figurati un poco se pensavo che era con “o rus…” …. Maturo Franco: stava tutto allegro ! Miranda Salvatore: mentre voi stavate parlando salivo sopra a cercarti le chiavi?…. Maturo Franco: stava tutto allegro l’amico! ……parlano a bassa voce…. Maturo Franco: Peppe non …incomp… a Pasquale ! (pos.1.49) COZZOLINO Franco: …inc… Miranda Salvatore: Francouccio se potevo stare fuori la strada mi mettevo fuori la strada, mi sono messo dentro apposta! COZZOLINO Franco: ahh madonna mia…….. Maturo Franco: vedi se loro lo hanno mai tenuto questo pensiero!!! mamma mamma COZZOLINO Franco: ah …inc …te lo dissi che usci la voce…che a me non mi poteva vedere? …..inc.. parlano a bassa voce per cui gli argomenti sembrano assumere la seguente interpretazione: • di una persona che se ne andrà a Roccaraso • dell’acquisto del pesce in occasione delle festività natalizie. • Miranda Salvatore riceve una telefonata. • del traffico veicolare • dell’opportunità di realizzare un rapporto sentimentale serio da parte di uno dei fratelli di Maturo Francesco. Alle ore 18.35- pos. 15.54 - scendono dall’autovettura Conversazione n: 342 Data : 22/12/2007 Ora : 17:35:30 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 …omissis… Maturo Franco: Salvatore vedi se sta loco dentro questi... fai presto Salvatore...…..stanno tutti esauriti!…..…breve pausa…4…. COZZOLINO Franco: 3 e 3… 9… Franchetiello, ma cosa vorrebbero la capa d’angelo! …omissis…. Conversazione n. 343 del 22.12.2007 ore 18,19 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 32 La P.G. ha identificato “Peppe Ò Battalamiere” in Menzione Giuseppe, suocero di Nappo Gaetano. 123 …omissis… Maturo Franco: io ho visto che quello non… si COZZOLINO Franco: ZIO MARIO (probabilmente FABBROCINO Mario cl.56 alias Maruzza)…. guardava… lo guardavano dietro… Maturo Franco: lo guardava dietro… ed io ..perciò ho detto Salvatore è inutile che fai il bordello perché non ci vediamo da venti anni e più!… ma come si mettono …inc… ma se uno si mette sotto il portone qual è il problema Miranda Salvatore: chiude il portone….. COZZOLINO Franco: ma non sapevi dire Francuccio, dammi le chiavi Miranda Salvatore: no Franco… figurati un poco se pensavo che era con “o rus…” …. Maturo Franco: stava tutto allegro ! Miranda Salvatore: mentre voi stavate parlando salivo sopra a cercarti le chiavi?…. Maturo Franco: stava tutto allegro l’amico! …omissis…. Maturo Franco: vedi se loro lo hanno mai tenuto questo pensiero!!! mamma mamma COZZOLINO Franco: ah …inc …te lo dissi che usci la voce…che a me non mi poteva vedere? …..inc.. ….omissis…. Conversazione n. 343 del 22.12.2007 ore 18,19 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 …omissis… COZZOLINO Franco: mi guardavano dalla testa ai piedi … Miranda Salvatore: devi vedere qua che cosa è successo, mi hanno fatto l’interrogatorio mi sono venuti a fare!! Maturo Franco: ma perché non sei stato con coso (probabilmente intende il meccanico) dentro? Miranda Salvatore: perché stavano quattro macchine che andavano e venivano … si faceva… con chi mi dovevo mettere…. Maturo Franco: ma ti mettevi dentro l’antrone!! Miranda Salvatore: e quello GINETTO ha chiuso il portone Maturo Franco: chi ha chiuso il portone?...mamma mia , ma io non lo so!! COZZOLINO Franco: embè che interrogatorio ti hanno fatto? Miranda Salvatore: è venuto, ho dovuto spiegare al nipote di zio Peppe Maturo Franco: chi è il nipote di zio? Miranda Salvatore : …eccoli là adesso si tornano un'altra volta, quattro volte sono passati (li rivede passare in macchina le persone che ha indicato nel racconto) ..il nipote e… il suocero e… viene uno: … “ma voi chi siete?”… che vi serve ho detto? “no, noi abitiamo qui dietro” e ho capito, non vi preoccupate, tutto a posto, stiamo con gli amici nostri sopra “e ma sopra dove?” ho detto, sentite voi chi siete? appartenete a “Peppe il battilamiere”? “ eh” …dove sta Peppe?… il nipote che abita laggiù, giustamente in una cortina allo scuro, poi un’altra paura l’hanno presa quando …inc… !. Maturo Franco: perché? Miranda Salvatore: e giustamente … è un portone… Maturo Franco: li hai fatti mettere paura!!! …omissis… Dalla lettura delle conversazioni che si sono sopra riportate si evince che l’incontro è avvenuto nell’abitazione nella disponibilità di tale “Peppe ò battalamiere”, soggetto che è stato identificato dalla P.G. in Menzione Giuseppe, la cui abitazione, ubicata in via Astalonga n.73 di San Giuseppe Vesuviano, è situata all’interno di un cortile privato senza uscita il cui unico accesso è regolato da un enorme portone che, se chiuso, non permette di vedere assolutamente l’esistenza del cortile interno e delle abitazioni della famiglia Menzione33. Trattasi, quindi, di abitazioni che ben si prestano per gli incontri con personaggi che devono sfuggire a controlli delle Forze dell’Ordine, quale certamente era Russo Salvatore. 33 Le caratteristiche dell’immobile coincidono con gli elementi di dettaglio descrittivo offerti dagli interlocutori nel dialogo sopra citato. 124 Presso quello stesso immobile, Menzione gestisce anche l’attività di ferramenta; da qui il soprannome di “battilamiera” con il quale egli veniva indicato nel corso dei dialoghi. Le dichiarazioni di Mario Nusco La circostanza che l’abitazione e/o l’officina di Menzione fungesse da punto prescelto dal clan Fabbrocino per incontri dal contenuto particolarmente riservato ha trovato conferma nel contenuto delle dichiarazioni da Nusco Mario, nell’ambito di differente contesto investigativo. Quest’ultimo, titolare dell’attività commerciale omonima di lavorazione di porte, infisse e affini con sede in Nola, ha ricostruito la pluralità di attività estorsive alle quali è stato, negli anni sottoposto e, nel corso delle dichiarazioni rese al P.M. in data 5 luglio 2010, ha riferito anche del rapporto estorsivo che aveva intessuto con esponenti del clan Fabbrocino. In particolare, l’imprenditore ha ricostruito un primo episodio in cui, grazie alla mediazione di Menzione Emilio egli aveva preso parte a un incontro al cospetto di Mario Fabbrocino e di Bifulco Biagio, i quali, dichiaratisi al corrente del fatto che Nusco in quel periodo aveva in corso di esecuzione i lavori per la ristrutturazione di un fabbricato sito in Nola, la cui proprietà era stata rilevata da Nusco che l’aveva a sua volta acquistata da persone originarie di San Gennaro Vesuviano, rappresentarono a Nusco la possibilità di condividere l’affare relativo alla speculazione edilizia che egli si apprestava a compiere; l’iniziativa non ebbe alcun seguito per il rifiuto opposto da Nusco in maniera ferma e netta. Successivamente e con riferimento al secondo episodio riferito nel corso delle dichiarazioni rese il 5.7.2010, Nusco Mario ha riferito che il cognato di Mario Fabbrocino, soprannominato “Maruzzo”, vale a dire Fabbrocino Mario, classe 195634, unitamente ad altre persone legate al clan si erano recati da lui per chiedergli un contributo “per i carcerati”, laddove il riferimento è chiaramente diretto a una dazione in danaro destinata a soddisfare le spese di mantenimento dei sodali ristretti in carcere . In un primo momento, Nusco Mario ritenne di poter far leva sulla personalità del fratello Francesco per ottenere che le pretese dei suoi estorsori fossero mitigate; successivamente, tuttavia, Iovino Giuseppe35, esponente di spicco del clan Russo, nel rammentargli la necessità di ottemperare alla richiesta di “Maruzzo”, gli fissò un appuntamento proprio presso la sede dello stabilimento di Menzione Emilio, in occasione del quale, alla presenza anche di Iovino Giuseppe, egli versò in favore di Fabbrocino Mario, classe 1956, la somma di 10-15 mila (in merito all’importo Nusco non riusciva ad essere più preciso). Si riportano di seguito le sit rese da Nusco Mario Felice in data 5.7.2010 : omissis “ADR. Quanto ai rapporti con il clan Fabbrocino a cui ho fatto cenno all’inizio preciso di conoscere Mario Fabbrocino da sempre essendo noi due coetanei e dello stesso paese. Ho di recente incontrato Mario Fabbrocino in un arco di tempo successivo alla sua scarcerazione che la SV mi dice essere avvenuta il 5 agosto 2004 e circa dieci giorni prima che fosse arrestato l’ultima volta, presso l’abitazione di un giovane di San Giuseppe Vesuviano. Motivo dell’incontro era relativo ad un’operazione immobiliare che io avevo in corso di trattativa e relativa all’acquisto di un fabbricato ubicato in Nola ad angolo con l’ASL già di propietà di Dello Iacono, persone originarie di San Gennaro Vesuviano. Tale Menzione, di nome Emilio e di soprannome “o’ chiattone”, persona che so di recente essere stata scarcerata, mi disse che Mario Fabbrocino mi voleva parlare ed organizzò a casa sua un incontro a cui prendemmo parte io, Mario Fabbrocino e Biagio Bifulco. ADR. Conosco bene nel senso che so bene chi è Biagio Bifulco perché suo padre Vincenzo è stato mio dipendente per oltre 15 anni. ADR. In buona sostanza Fabbrocino e Bifulco mi proposero con modi pacati e sereni, ma fermi e risoluti di entrare in società con loro nel senso che volevano condividere l’affare della ristrutturazione del fabbricato. Per la verità non approfondii l’argomento rifiutandomi in maniera netta. Non vi è stato nessun prosieguo anche perché Fabbrocino è stato arrestato e Bifulco non si è più presentato. 34 nel corso delle conversazioni che sono state sopra prese in esame, Cozzolino Francesco riferiva anche della partecipazione all’incontro tenutosi il 22.12.2007 di “Zio Mario”, volendosi riferire evidentemente a Fabbrocino Mario classe 1956, anche tenuto conto dello stato di detenzione in cui già all’epoca si trovava Fabbrocino Mario classe 1943. 35 Iovino Giuseppe è stato condannato alla pena complessiva di anni 28 di reclusione per i delitti di cui associazione di tipo mafioso (quale partecipe al clan Russo) e di estorsione in forza della sentenza n. 791/10 emessa il 31.5.2010 dal Tribunale di Nola, che ha cristallizzato il ruolo di primo piano rivestito dal predetto, coordinatore della componente militare del clan con delega, in particolare, alla commissione degli atti di intimidazione prodromici alla instaurazione del rapporto estorsivo con gli imprenditori. 125 ADR. Io ho poi acquistato l’immobile ma per problemi burocratici i lavori sono durati più tempo del previsto. ADR. Conoscevo già Menzione Emilio perche è figlio del mio compare di cresima. ADR. Ho effettivamente ma in una sola circostanza e in maniera del tutto sporadica versato dei soldi ai Fabbrocino. Si é trattato di una somma di 10/15 mila euro che ho versato nelle mani di Maruzzo, cognato di Mario Fabbrocino nel periodo in cui questi era detenuto e prima dell’ultima scarcerazione che la SV mi dice essere avvenuta nel 2004. Alcune persone presentatesi per conto dei Fabbrocino e lo stesso Maruzzo mi vennero a chiedere un contributo economico per i carcerati. In quella occasione la mia intenzione era quella di non accettare tale imposizione e in ogni caso per mitigare le pretese chiesi a mio fratello Franco che è stato preside di vari istituti della zona e insegnante di un po’ tutti loro di presentarsi lui all’incontro con Maruzzo. Mio fratello Franco accondiscese e dopo l’incontro mi riferii che Maruzzo gli aveva rappresentato la necessità di ottenere denaro liquido per sostenere le spese processuali e legali dei detenuti. Successivamente Peppe o ferraro che era persona notoriamente legata ai Russo convocò me e mio nipote Coppola Felice presso una cereria di Liveri caldeggiando il favore chiestoci da Maruzzo. Preciso che mio nipote in realtà non fu coinvolto nella questione. L’ufficio da atto che tale precisazione avviene nel corso della verbalizzazione e dopo che Nusco ha rappresentato reiteratamente e con veemenza il pericolo di morte in cui ritiene di trovarsi. ADR. Dopo circa dieci giorni da questo incontro fu organizzato presso la fabbrica di ferramenta di Menzione Emilio un incontro al quale presi parte io Peppe o ferraro e Maruzzo e fu in quella circostanza che pagai la somma di 10/15 mila euro. Voglio precisare che non mi preoccupai di accertarmi se si trattasse o meno di un prestito, perché mi fu detto che mi sarebbero stati restituiti. Adr. non li mai avuti in restituzione. Anche il contenuto delle dichiarazioni rese da Nusco confermano l’esistenza di un ottimo rapporto di sinergia criminale tra il clan Fabbrocino e il clan Russo. Il controllo del territorio che un sodalizio di tipo mafioso può essere in grado di esercitare si estrinseca, come si è detto, tra l’altro nella capacità di assicurare ai propri adepti tutela anche in relazione agli interessi che gli stessi conducano e/o nutrano in territori sottoposti alla sfera di influenza di organizzazioni mafiose che operano su aree geografiche confinanti ovvero limitrofi. La conversazione registrata in ambientale di seguito trascritta attesta l’esistenza di contatti di sinergia criminale che il clan Fabbrocino aveva instaurato con esponenti apicali dell’organizzazione operante nella zona del quartiere Secondigliano di Napoli. In particolare, Maturo Francesco riferiva a Sasso Giovanni, con dovizia di particolari, del suo intervento presso “Giovanni Cesarano” nell’occasione in cui egli si era recato dapprima in Secondigliano e poi in Casavatore per risolvere una problematica che vedeva coinvolti “Angioletto e Donato Prisco”. Le personalità dei soggetti chiamati in causa attestano la valenza mafiosa della condotta posta in essere da Maturo Francesco: Giovanni Cesarano, vale a dire la persona con la quale Maturo aveva più direttamente interloquito, infatti, è risultato essere elemento di spicco del clan Licciardi operante in Secondigliano, come attestato dalle sentenze in atti36; Angelo Prisco è il titolare, anche di fatto, di una serie di supermercati riconducibili alla società NU.PRI., di cui, come si avrà modo di dimostrare, i fratelli Prisco sono i reali intestatari e la cui gestione rappresenta espressione degli interessi commerciali del clan Fabbrocino. Maturo Francesco, nel farsi carico della vicenda che vedeva coinvolti i Prisco, aveva utilizzato quale chiave di soluzione del problema le conoscenze criminali che Bifulco Biagio37 aveva stretto nei periodi di detenzione subiti e aveva fatto leva proprio sul carisma criminale che a quest’ultimo i suoi interlocutori unanimemente riconoscevano per ottenere ciò a cui ambiva. I contorni della vicenda che Maturo aveva positivamente risolto non appaiono per la verità chiari alla luce dei commenti di cui alla conversazione che segue; in ogni caso ciò su cui in questa sede occorre concentrare l’attenzione è la natura mafiosa delle modalità con cui era stato possibile dirimere la controversia e, 36 Cfr. sentenza emessa dal Tribunale di napoli in data 17.11.1994, confermata in appello, con la quale Cesarano Giovanni è stato condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p. alla pena definitiva di anni 5 e mesi 6 di reclusione. 37 E’ alla persona dell’indagato Biagio Bifulco che Maturo Francesco intendeva rifersi quando parlava di “Biagio” tenuto conto della coincidenza del nome di battesimo, nonché del riferimento operato poche battute prima alla zona di “sopra ‘e furchi”, che è la parte del Comune di Ottaviano in cui risiede Bifuclo Biagio, tanto che questi è soprannomanto “Bias d’’e furchi”. 126 conseguentemente, la capacità dell’organizzazione di farsi carico delle istanze, lecite o illecite che fossero, dei privati, nonché della capacità del sodalizio di interloquire in una condizione di parità con altri clan dallo specifico spessore mafioso, quale deve ritenersi il clan Licciardi. Nell’ultima parte del dialogo i due interlocutori stigmatizzavano espressamente la capacità operativa che il clan aveva acquisito anche nell’area del comune di Nola; al riguardo deve essere preso nella debita considerazione il fatto che gli imprenditori di San Giuseppe Vesuviano operanti nel settore tessile (vero asse portante dell’economia locale) hanno effettivamente spostato la sede produttiva delle loro attività proprio nell’area ASI, del CIS e del Vulcano Buono che insistono tutte nel territorio del Comune di Nola38. Si riporta di seguito il dialogo in uno con la sintesi arricchita dal commento operato dalla P.G. che offre gli elementi di riscontro che permettono di dare chiave di lettura univoca al contenuto delle frasi intercettate. Conversazione n. 227 del 16.06.2009 ore 11.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, e MATURO Francesco Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra MATURO Francesco e SASSO Giovanni i quali trattano argomenti estremamente interessanti dai quali si traggono notevoli ed inconfutabile elementi di reità, sotto l’aspetto del reato associativo, non solo a carico dei due colloquianti ma anche di altri sodali. Dal colloquio, complessivamente considerato, emerge, innanzitutto, il ruolo di primissimo piano rivestito in seno alla consorteria criminosa da MATURO Francesco e dallo stesso SASSO Giovanni. Questa deduzione si ricava agevolmente dall’analisi di un resoconto molto dettagliato che MATURO fa a SASSO in ordine ad alcuni incontri che egli ha avuto con esponenti della criminalità organizzata napoletana, in particolar modo quella operante in zona Secondigliano e San Pietro a Patierno. MATURO racconta a SASSO di essersi recato tre volte in quella zona per incontrarsi con tale Enzo. Le stesse modalità con le quali si sono svolti gli incontri sono un chiaro indice della loro caratterizzazione camorristica; MATURO, infatti, racconta che per incontrarsi con Enzo ha dovuto adeguarsi ad un protocollo ben preciso recandosi prima al corso Secondigliano da dove è stato prelevato e scortato fino a Casavatore dove si è incontrato con Enzo. L’oggetto degli incontri con costui era rappresentato dalla necessità di riscuotere una grossa cifra, circa 600 mila euro, ma non si percepisce a che titolo e per quale motivo MATURO avrebbe dovuto ritirare quei soldi. Però si capisce perfettamente che l’incarico di prendere il denaro gli era stato conferito da Francouccio, probabilmente COZZOLINO Francesco e lo si capisce perché MATURO, quando racconta a Giovanni questo particolare, dice anche che lui, pur accettando di andare all’incontro, aveva preannunziato a Francuccio la sua intenzione di non voler prendere quei soldi. Non è chiaro se a tutti gli incontri ma sicuramente all’ultimo, Franco MATURO si è fatto accompagnare da CALIENDO Giuseppe, indicato con il solito nomignolo “Peppariello”, il quale era conscio che il compito di MATURO era quello di ritirare una consistente somma di denaro tant’è vero che, sulla strada del ritorno, si rammarica del fatto che MATURO non ha preso i soldi perché lui sperava di ricavarne un compenso personale. Dal colloquio si coglie che gli incontri che MATURO ha avuto a Secondigliano erano finalizzati anche a tutelare gli interessi economici dei fratelli PRISCO, noti titolari di svariate catene di supermercati, e non è da escludere che la riscossione dei 600 mila euro dovesse essere fatta proprio nell’interesse di Angelo PRISCO o qualche altro suo fratello. Sembra quasi di capire che i PRISCO abbiano avviato o avevano intenzione di avviare un’attività commerciale a Secondigliano, o zone limitrofe, che poi vi hanno rinunciato, verosimilmente perché pressati della criminalità organizzata operante in quel territorio, i cui esponenti, anziché agire con metodi violenti, hanno inteso acquistare l’attività dei PRISCO. Se quest’illazione rispecchia la realtà delle cose è consequenziale dedurre che i supermercati di PRISCO Angelo rappresentano una forma d’investimento dei proventi illeciti del clan, altrimenti non trova una logica spiegazione la circostanza che a ritirare il prezzo della compravendita sia andato uno come MATURO Francesco, su disposizione di Francuccio. In ogni caso è certo che MATURO Francesco è andato a Secondigliano per conciliare una situazione di acredine che rischiava di acuirsi tra il clan operante in quella zona con il clan FABBROCINO. Questa circostanza avvalora l’illazione secondo cui MATURO Francesco è uno dei principali referenti del clan tant’è vero che è stato investito della qualifica di portavoce. MATURO Francesco è riuscito nell’intento e la conciliazione con il suo omologo di Secondigliano è andata a buon fine anche perché costui, sulla base del racconto fatto da 38 Quanto alla rilevanza che il trasferimento in Nola degli interessi imprenditoriali degli operatori originari di San Giuseppe Vesuviano ha avuto nella definizione degli equilibri tra le differenti organizzazioni camorristiche, si tenga presente la ricostruzione operata nelle sentenze n. 1878/06 emessa il 1.6.2006 dal GUP presso il Tribunale di Napoli e n. 1948/09 emessa in data 18/12/2009 dal Tribunale di Nola. 127 MATURO, ha espresso giudizi lusinghieri e di stima verso BIFULCO Biagio ma, soprattutto, verso Franco AMBROSIO con i quali è stato codetenuto. Dal racconto di MATURO si percepisce che lui è andato a quell’incontro principalmente per appianare la situazione di astio di cui si è detto, mentre non è chiaro per quale motivo si sia rifiutato, fin dall’inizio, di ritirare i 600 mila euro. Nel prosieguo della conversazione MATURO e SASSO cambiano argomento e prendono a parlare della situazione di Nola, con particolare riguardo alla zona di Polvica dove, come noto, insistono il CIS, l’ASI e l’Interporto Campano, grossi complessi commerciali e produttivi. A tal riguardo i due colloquianti, dopo aver sottolineato che ritengono il comune di Nola come di loro esclusiva pertinenza, commentano la condotta di Giovanni FABBROCINO che, in quelle aree, sta riscuotendo molte tangenti. Parlano di quale imprenditore, senza nominarlo, che paga, o ha pagato, tangenti estorsive alle organizzazioni camorristiche capeggiate da Nino Alfonso, dai f.lii RUSSO e da DI DOMENICO Marcello. Nello stesso contesto discorsivo, SASSO e MATURO progettano di avviare, in quella zona, una propria attività economica e va rimarcato come MATURO abbia intenzione di riconoscere i conseguenti guadagni a SASSO sotto forma di mensile. SASSO non concorda con questa soluzione ritenendo che i guadagni dall’attività che progettano di avviare devono essere divisi con tutti, intendendo con ciò, ovviamente, tutti gli affiliati al clan. Questo breve passo dell’intercettazione avvalora l’ipotesi, già espressa altrove, che il clan FABBROCINO profonde particolare cura nella tenuta di una cassa comune dalla quale attingere i fondi per il sostentamento di tutti i sodali, primi fra tutti quelli che sono in difficoltà come, ad esempio, i detenuti. Giovanni SASSO racconta di avere appreso da un parente della moglie del titolare del noto marchio “MULINO ROSSO”, che costui, in concomitanza delle scorse festività pasquali, ha versato una tangente estorsiva di 150 mila euro. Al riguardo MATURO, molto sottovoce, confida a SASSO che il proprietario di “MULINO ROSSO” ha pagato a Biagio (BIFULCO) in concomitanza dello scorso Natale e SASSO Ribatte che a lui risulta un versamento di 150 mila euro fatto a Pasqua, non a Natale. Parlano anche di CASILLO Mario, inteso Mariettone, che ha parimenti estorto molti commercianti di Polvica. MATURO parla di Alessandro MIRANDA dicendo che costui va in giro a lamentarsi del comportamento di MATURO che, verosimilmente, lo assilla chiedendo continui “cambi d’assegno”. MATURO si rammarica di ciò sottolineando l’irriconoscenza di Alessandro MIRANDA il quale, quando ha avuto problemi con Nino Alfonso, ha chiesto ed ottenuto un pronto aiuto da MATURO. I due poi parlano della vicenda del cacaglio (GIORDANO Angelo) e SASSO dice a MATURO perché è andato a chiedere la “rata”, spiegando che è stata una decisione presa unitamente a COZZOLINO Francesco. Anche a MATURO, così come aveva già fatto con CALIENDO Giuseppe (cfr ambientale n. 131), SASSO racconta cosa dirà a BIFULCO Biagio per giustificare la sua azione verso GIORDANO Angelo, non mancando di spiegare e sottolineare il ruolo del cognato nella vicenda. Commentano la situazione processuale dell’indiscusso boss Mario FABBROCINO progettando di organizzare la sua evasione. SASSO suggerisce di organizzare un agguato in grande stile nella struttura ospedaliera dove Mario FABBROCINO dovrebbe farsi ricoverare. Sempre con riferimento a Mario FABBROCINO, Giovanni SASSO sottolinea come fatto negativo per il boss la recente operazione della G. d. F. che, verso la fine di aprile 2009, ha sequestrato 250 kg di cocaina nascosta nei tronchi di alberi. Sembra di dedurre che Giovanni SASSO sappia fin troppo bene che la droga sequestrata fosse destinata al clan FABBROCINO, altrimenti non troverebbe spiegazione il suo rammarico per l’avvenuto sequestro. Poi Giovanni parla di tale MARTINELLI, giudice di sorveglianza di Modena, che è stato costretto a revocare tutti i permessi concessi ai sottoposti a misura di sicurezza perché la Procura di Napoli avrebbe avviato un’indagine nei suoi confronti proprio perché ritenuto eccessivamente “permissivo”. Fanno riferimento anche all’aspetto politico della zona e in particolare dovrebbe trattarsi del comune di Ottaviano e del Sindaco eletto in questa località. TRASCRIZIONE INTEGRALE Maturo: caspita siete parente pure di Biagio! (BIFULCO Biagio) ... inc. … dice io questo fatto appresso a te, ...inc. …di Portici, questi i parametri … inc. ... ce li deve dare questi i soldi, o no? Ma proprio come vi sto parlando, dice io so che voi siete amico ... il cognato quando disse: “il morto dove sta?” avete capito chi è? Sasso: ... il morto … il cognato di Giovanni CESARANO (CESARANO Giovanni nato a Napoli il 19.12.1957, elemento di spicco del clan Licciardi operante in Secondigliano) Maturo: pero lui, stava là con lui ci stava un cognato che era cognato pure al morto! Sasso: eh! 128 Maturo: ci vedemmo la prima volta e disse: “Francoù allora ora prendo io le carte ... “se voi volete vi porto tutto il cartaceo …” - “non c’è bisogno, vediamoci tra una settimana, vengo io qua … inc. … io forse questa settimana mi rompo è inutile che parliamo ... inc. …” Peppe ... inc. ... è un amico sta vendendo il magazzino, mi mandò a chiamare mi mandò a prendere in mezzo a Secondigliano, al corso Secondigliano e andiamo il lato di Casavatore Sasso: San Pietro..… Maturo: ah! la prima volta, la seconda volta andammo sopra al corso Secondigliano ... inc. … (abbassa la voce) “...questo mercato non è per voi … qua vicino, a me mi dispiace me la sento per voi” dissi “Enzo non ti preoccupare dobbiamo prender un po’ di fatica noi non stiamo come a Nola … inc. ... dice “Franco come...?” - “Enzu’ (Enzo)...quello che fate voi a noi sta ci ben fatto non ci stanno problemi”..... “allora vedete …” … il fatto di ANGIOLETTO PRISCO (PRISCO Angelo fu Pasquale e di ULIANO Concetta, nato a Ottaviano il 20.08.1966) il supermercato dove ce l‘ha adesso sopra e furchi … piglia, ed esce Gennaro, il fratello del cammorrestiello… (per “i camurristielli“ si intende la famiglia malavitosa dei MARINIELLO operante ad Acerra. “Gennaro il cammuristiello” si identifica per MARINIELLO Gennaro di Vincenzo, nato ad Acerra il 05.04.1951, ucciso in data 23.03.2000, capo indiscusso dell’omonimo clan operante in Acerra) viene il figlio del cammorrestiello … quello che stava … inc. … di Gigino MARITATO … (MARITATO Luigi nato a Marigliano il 09.05.1955 alias “Gigino mezarecchia”) perché Gigino MARITATO disse: “devo far questo recupero da ... inc. … si deve andare a Secondigliano … si deve andare a Secondigliano ci porti i saluti di GIOVANNI” … è stato con il fratello con il fantasma … e io dissi: “vabbuò ora lo trovo io lo trovo io ci vado io ci posso arrivare” … disse: “per l’amor di Dio per il compariello di MARIO (FABBROCINO Mario) però rispetto a voi … inc. … il cugino di Franco io sono stato con Francouccio (AMBROSIO Franco) quel poco di tempo … sono stato pure con Biagio, Biagio se ne poteva cadere il carcere non cacciava mai la testa fuori … stava il “fratecugino” vostro … inc. … già stava con la testa da fuori ... inc. ...” “io non lo so, non ho avuto il piacere però” … comunque disse vicino a me, viene questo nipote di GIOVANNI e questo figlio di Gennaro il cammorrestiello, il fratello come si chiama? Sasso: Antonio, Giovanni! (MARINIELLO Antonio e Giovanni) Maturo: quello che ha i capelli a “Sandokan”, no il fratello cugino, Gennaro uscì, uscì’ uno che io lo conoscevo, disse: “piglia e manda l’imbasciata a Gigino (?)” … viene questo figlio del camorristiello e fa: “...diteglielo che all’appuntamento viene pure lo “ZIO” - “Non ho capito?” “diteglielo che all’appuntamento …” - “ma io non ho capito ma questo zio tuo che ci azzecca? Ma tutto il rispetto perché se sto io qua che quando viene … inc. …” dice: “no, no, non si fa niente se non viene lui … ha detto lo zio questo fatto se la vede lui...” dissi: “stammi a sentire se è un fatto di tuo ZIO,… tuo ZIO si mette nella macchina e va all’appuntamento e ci va… ma io non me lo porto perché io tengo appuntamento e quello sa che vado io e non mi porto nessuno appresso …non stiamo andando da quello fuori al bar …” - “ma voi dovete fare un altro fatto?”… no, no senza lo zio per dentro ad un telefono diteglielo che senza lo zio non si fa niente!!. Sapete che c’è di nuovo ditegli a Gigino che adesso vado là e gli dico per me il fatto è tutto a posto! Il fatto è chiuso, è fatto chi viene viene non deve dare spiegazioni a nessuno…!! Vi sta bene?!!” …risponde quello da dentro al telefono “va bene ce lo vediamo noi”!! SASSO: …Madonna mia! Maturo: già che lo portava … uscì Peppariello (CALIENDO Giuseppe)... “ma perché ce lo portiamo” “ma che ci porti ne Peppe? Ma tu come ti permetti di portarti a un altro, ma come vi permettete di fare venire a questo … io vado a casa di questo, quello sa che vado io, mi presento con questo appresso? e che ne so se non si possono vedere!!” …comunque a me mi accompagnò un amico mio di Brusciano tramite un parente suo, l’agganciamo subito e mi portai a Peppariello!!! ...inc.. …il figlio di…. – si interrompe - Gigino aveva fatto il discorso con questo e aveva detto che ora Cisterna e a Brusciano ce lo facevano vendere a lui . Questo non so che fece chiamò un certo CRISTIAN, che è amico di … inc. … comunque si mette in mezzo al mazzo di carte, senza dire niente … inc. … ma quando abbiamo capito che era qualcosa … inc. ... io vi ringrazio ... inc. ... il pensiero mi diceva … inc. … mandateli ai comparielli carcerati … inc. … ma come Franco, due ponticelli, e mo’ vediamo … certo è un fatto strano e chi viene viene voi inc. … “ma che state dicendo?” io sto dicendo “a voi vi siete messi a disposizione a noi ce li regaliamo ...… ma non è per una cosa ...perché c’è stato un frainteso… ora dice che viene qualcun altro da voi e si viene a chiarire il fatto per fatti suoi.” - “Ma chi viene?” disse inc. …, “ma voi che state dicendo?” - 129 Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: “…inc. … per noi il fatto è fatto!! non dovete dare spiegazioni a nessuno … inc. …” io ce lo dissi a Francouccio: “se vado là i soldi non me li prendo!!” Abbiamo perso … inc. ... quello ora lo uccidono il lato di là … inc. … a noi il piacere nostro è come l’abbiamo avuto... per noi è chiuso il fatto!… …o’ curto… disse: “...una volta che le cose stanno così, fermate un poco il compagno … però dovete stare voi davanti, io le cose di nascosto non le so fare … inc. …, si chiama a quel guaglione che mi aveva portato là, mi fece sedere, chiamò pure a Peppariello (CALIENDO Giuseppe) ... “fate venire pure il compare vostro” - “eh, qual è il problema”, disse: “Peppino, non è per voi … quello non vuole fastidio DON SALVATORE … dice “io e voi ci conosciamo?” Ci siamo conosciuti ora. “Io e voi abbiamo mai parlato?” - “No!” - “Io vi ho promesso qualche bottiglia di vino?” - “No!” - “E voi perché … inc. … E io lo guardavo…. dissi Enzo: “ma che cos’è?” … disse “Francoù io ve lo dico a voi… state voi avanti … … inc. … sono andati a fare pubblicità di cose che io non ho mai detto io non ho mai detto, io i compagni miei da tanti anni io li voglio bene e non li maltratto”…inc. … “Io avevo detto una parola ma una parola che si poteva fare ma no che voi”… “voi se dovete andare a maltrattare i compagni miei perché c’ho a che fare da 20 anni” … inc. … dissi, ma che hai combinato? Dice … “no questi dicono che a Brusciano manco la vuoi finire” ... inc. ... abbassano la voce … “ora che non l’ho fatta” …ho detto: abbassate la voce è state zitto rispondete solo a quello che vi dico io! ma così come vi sto parlando io!…Dissi “Enzo ma ora questo …”, disse “...Franco io ve lo dicevo prima che ve ne andavate. Voi a me mi avete rimasto (lasciato) sopra la delicatezza…. …non ho capito il perché inc.… sempre …”Io voglio capire allora è successo qualche chiacchiera fra noi”….No io vi ho detto il fatto come è stato… qua viene… qualcuno altro diretto interessato se lo viene a chiudere lui il fatto forse non avete capito…comunque quel fatto l’ho fatto e stiamo a posto… disse: “Francouccio io ho dato soddisfazione a voi… mi sono spiegato? …se viene di qua gli schiatto con la testa contro il muro!! …disse “io qua come viene se ne va…o se tiene intenzione di non andarsene rimane qua”…Paoluccio stava lui…stavano come i falchi Paoluccio…. ..o’ guaglione…come lo chiamano… Paoluccio Abbatiello… (ABBATIELLO Paolo fu Giuseppe nato Napoli 08/05/1966, elemento di spicco del clan Licciardi) …Abbatiello…. …quello è un cornuto! …me lo dici a me…io li so a tutti quanti!!…. Giovanni a freddo, fermi! Giovanni, quando andai la prima volta che arrivai… trovai la mezza festa, la seconda volta che siamo arrivati a mezza festa, la terza volta che siamo arrivati a me la mezza festa… però io ho visto che dietro, con la coda dell’occhio lo filava… dice eccolo qua…. quel pezzo di merda che mi ero portato dietro… …dimmelo!! ne cornuto… me lo vuoi dire che tu già stavano facendo il bordello per Brusciano…già aveva chiamato a uno … inc. ... mandava a ... inc. .. .dice che avete fatto il discorso con la masseria e dice quello alla’anima di chi ti è vecchio noi ne abbiamo parlato!… abbiamo accennato qualcosa con il parente tuo, ma mica ti ho detto vai là? E che ha fatto? …dice ma stava Mazzarella dovette andare a vedere ... inc.…io voglio pure scendere disse vicino a me. Dissi: “tu fino a prova contraria sono i compagni che tieni vicino stanno con i Mazzarella e che ne so se tu..ma tieni un parente che se la fa? E non perde le battute il parente tuo” … ha preso inc… Giovanni, poi può darsi che il lato di Brusciano si erano messi ...e iniziarono a rompersi lui e i Mazzarella, andammo là per mezzo del figlio di Gennaro ... lo ZIO di Gennaro… …inc. ….dice ma tu che hai fatto… inc.… ma a me che me ne fotte… io so che un domani che lui sta fuori … fa il permesso per andare da Biagio per parlarci (BIFULCO Biagio), allora uscì … inc. … disse: “Almeno quando esce Biagio voglio venire a Nola per venire a parlare” … venne il cognato di ... inc. … abbassa la voce ...incomp... Ah! ... inc. ... si erano presi il magazzino di Donato PRISCO … e li trovai pure là. Dissi “ma questi qua fanno il nome vostro…” disse “Francoù … se sono amici nostri, non ci sono problemi, però, purtroppo, uno dove va a mettere la tenda dove stanno sul posto si devono mettere a disposizione sopra al posto, questi sono amici sapete di chi? Di quelli la che quando hanno un problema, a Natale a Pasqua non li vedete…questo è amico di mio cognato gli fanno un regalo a 130 SASSO: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: Sasso: Maturo: mio cognato quando lo vedono, ma non è che vengono qua e dicono teniamo da fare questo e quello facciamolo insieme! Qua bene o male tutti quanti portano qualcosa, ci danno conto di qualcosa, e se serve qualcosa siamo anche noi a partecipare, ma a questa gente che viene di là, io per esempio quando vengono “o’ lato vostro a là”, io dico se vengono non li fate nemmeno parlare, questi sono amici di mio cognato, quello Bianco come lo chiamavano, come lo chiamò Bianco, quelli stanno da due anni, stanno da quattro anni, e loro … inc. … perché hanno fatto problema ...inc. ... Tanto di rispetto. Però non ce l’hai detto voi state inc. … ad Ottaviano, tutto il rispetto per Secondigliano, almeno una imbasciata, un Natale o a Pasqua, potevate pure far guadagnare e rimanemmo che 600 mila euro non ce li prendemmo. Peppe quando ci siamo messi in macchina non aveva capito un cazzo!! Disse “Francoù ma non ho capito i soldi non te li sei presi? hai fatto bene!” - “e che vuoi?” dice “no, ma una cosarella …” (si sente una risatina) … dice “ma, per fare una cosarella però quello non ha messo …” … mi chiamò più in là...incomp...(10,53) abbassa la voce ... inc. ... “Peppe non ti preoccupare ora ce ne andiamo a casa” ...inc. … Angioletto non si può vedere con Giovanni ... inc. ... Angioletto io ve lo fatto … inc. … non tiene niente da vedere ... inc. … a Brusciano inc…. (11.58) hanno sparato … hanno tolto il bordello da mezzo allora ma uno può essere un poco più umile, … uno di noi non si permette la stessa cosa di GIOVANNI (FABBROCINO) Giovanni sta facendo solo macelli… allora io mo’ sono andato a trovarlo ancora a Nola … inc. … (12.15) la pistola la teneva Michele inc. … si è litigato con il compare … inc. … dice che Aniello, Aniello porta uno scippo in gola … inc. ... i Carabinieri ...incomp…a S. Pietro perché un amico mio che fa dei movimenti, Aniello MOCCIA ... inc. ... ha fatto una cosa con questo amico mio di Napoli… feci la cortesia a questo amico mio di Napoli, questo piglia lo porta ad una parte a prendere 250mila euro in mezzo Nola… questi non sono stati pagati e volevano stroppiare a questo ragazzo… uh!! quello già è un abuso, Giovanni vanno trovando…incomp…quando viene diglielo che stiamo io e voi... Gennaro Di Lauro. Ah!! chi ci sta? ci sta TONINO il cognato di ... inc..… disse tu non ti preoccupare non ci stanno problemi, va all’appuntamento da Enzuccio “digli che adesso viene Giovanni (SASSO)” fa Enzuccio “io non me ne fotte di nessuno io non lo conosco, né niente non lo conoscono i Bocchetti”… inc. ...questo comunque va all’appuntamento tutto arrogante …inc. … parlava con “o’ musso” poi… inc. … (abbassa il tono di voce)…. ohè Giovà al fratello come stai? come non stai… perché Gennaro uscì assolto dall’ergastolo per l’ autobomba a Ponticelli… ..inc. ... prese prima l’ergastolo e poi in Appello uscì assolto, ci stava Tonino, ci stava Mario il fratello di Nanuccio BOCCHETTI… ci stavano tutti quanti, e questo Vincenzo come… inc. … iniziò a sbiancare…disse: “gentilmente mi potete parlare un'altra...inc. ... davanti a loro? con un altro? “parlatemi un'altra volta con il musso storto” - “ma io...” prende Mario, il fratello di Nanuccio BOCCHETTI, disse: “Giovanni, fratello, ma che cosa è successo?” Dice: “no, quello mi ha parlato un poco con il musso storto”, disse “prendi un poco il rasoio dal barbiere che a questo piecoro gli taglio il muso…” (Maturo ride) no dissi ma solo per fargli capire che quando uno dice che è amico di una persona è amico senza che si storzella con il muso i morti di tua mamma! ... la verità e tutto cosa, si voltarono vicino a lui e gli dissero “vai a ritirare subito gli assegni in banca, vai a ritirare gli assegni!!! e aspetta quando ti dice il compagno di venire a prendere i soldi, hai capito!” Ma se tu vai con l’arroganza…io non ti voglio... ma se tu ti presenti da amico, qualsiasi porta si apre, ma se tu vuoi andare a comandare nel paese di un altro… ma io questo gli dissi, dissi ma non ho capito ma ora Giovanni (FABBROCINO) stabilisce a Nola? Tu sei andato a Polvica sei è entrato di secco e si è messo di chiatto, sopra a una … inc. … (si accavallano le voci) si, va bene, però c’è un fatto, che Nola non è Afragola! ma questo è, quello là a Polvica … io perciò lo sto facendo io dissi: “zio Peppe (?), io... io vi voglio dire una cosa, a me non mi interessa arrivano o non arrivano, ma Nola non è Afragola!” 131 Sasso: NOLA E’ COMUNE NOSTRO!!39 Maturo: “qua hanno buttato il sangue…”, “no - dice - quelli i soldi prima li hanno dato ai RUSSO (Russo Pasquale e Salvatore, latitanti)… prima li hanno pagato con “marciuliano “ ( DI DOMENICO Marcello nato a Nola il 19.03.1963 )… poi li hanno mandati i Russo” … “se mi volete sfottere… sfottiamo… non vogliono avere a che fare con noi, qua, questo qua che porta i soldi… mi pare che porta i soldi a voi… li portano quelli là ...la D.I.A. sa tutto coso… questo se gli fate prendere le macchinette, succede una rapina, le voglio fare alzare... alzate le macchinette, alzate le macchinette da terra togliete il bordello da mezzo…” Sasso: ...ora incontrai Enzuccio SCOGNAMIGLIO un’altra volta… “Zi Giovanni, fratello ma io”... ma perché non mettiamo due o tre cose buone a là? Maturo: io già ve lo dissi due mesi fa! Sasso: e voi diceste il magazzino di… Maturo: e non me lo danno quel coso … prendiamoci uno stabile, prendiamoci uno stabile incominciamo ad entrare … facciamo il mensile vostro … Sasso: ma che facciamo il mensile …. facciamo il mensile tutti quanti là … Maturo: si…!! Iniziate a prendere voi una “cosarella” da … inc. … e poi si fa quello che esce da sopra là si divide con tutti quanti…inc. …(pos. 16.30) Sasso: aspetta!! ma io ora ti dico quale dobbiamo fare…. Dobbiamo chiamare ALESSANDRO ci deve far affittare il magazzino che sta prima del passaggio a livello a via Croce Rossa quello in cui stava “original marines”!! (San Giuseppe Vesuviano) Maturo: Ma io gli ho fatto ritirare due assegni, si è fatto venire le mosse!! Sasso: chi Alessandro? Maturo: dice che io lo minaccio lo faccio, lo dico… perché gli ho dato i soldi… non me li vuole dare… fate l’appuntamento e io vengo con Alessandro… Sasso: a chi da ZI …incomp…? Maturo: eh! dice che io lo minaccio a me mi ha mandato l’imbasciata per quel PINO ESPOSITO…lui fa il pazzo invece io lo prendo sempre a … inc. … io gli feci spostare due assegni … (ad Alessandro MIRANDA) Sasso: a Pinuccio? Maturo: ad Alessandro!! non parlerà mai più … inc. … Giovanni io sono rimasto solo io che l’ho preso malamente! Sasso: io pure! Maturo: io glielo dissi… “io qua a Nola non vengo più…non ci sono stato più, mi fermai qua a San Giuseppe…” Sasso: io adesso stavo mangiando sopra al “Falangone” venne vicino e mi abbracciami mi baciò… salutai la moglie , disse lui: “ma che ti ho fatto che mi stai maltrattando”… dissi io “non mi hai fatto niente, però sei tu quello che maltratta agli altri…!!” Maturo: la stessa cosa che ha detto a voi … inc. … dice che io lo maltratto SASSO: dissi sei tu quello che maltratta agli altri… Maturo: “… mi deve dire quanto gli devo dare!!” Mi ha mandato a dire… “ditegli quando gli devo dare, io lo so … inc. …” alla fine, “nei morti di tua madre ti sei appicciato con il compariello di NINO …(potrebbe trattarsi di NINO ALFONSO) e sono venuto io loco e non ti ho fatto ... sono venuto io loco e non … Ne cornuto!!” Sasso: ah…! mi dissero: “ma MULINO ROSSO…. ha cacciato 150mila euro a Pasqua … inc. … poi dice andava MARITTONE … andava un altro, andava un altro... il 5mila euro i 10 dice “Giovanni, quello è mi è cognato”!! Maturo: ma chi MULINO ROSSO? Sasso: MULINO ROSSO! La moglie di MULINO Rosso è di San Pietro a Patierno… inc… Maturo: veramente? Sasso: eh! 39 A riscontro di questa perentoria affermazione di Sasso Giovanni, si riporta un passo dell’intercettazione n. 309 del 02.07.2009 ore 10.57 (decreto 2233/09 del 29.4.2009) relativa ad un colloquio tra quest’ultimo con Gianni Annunziata e Gino Converso: Sasso: “perche’ per un’altra situazione… non e’ stato andato a Nola ed e’ stato detto… “sentite i paesani nostri non li dovete toccare…!!! perche’ come avete dato voi abbiamo dato noi!!” Zi Antonio di Nola… (04.45) “quindi i paesani nostri che stanno a Nola non li toccate….” 132 Maturo: Giovanni io sono l’unico che non ci passo… voi ve lo siete dimenticato… tenevamo il cappuccio inc. … Sasso: e dice… Maturo: ha pagato a Biagio a Natale ... Sasso: no … qua a Pasqua adesso a Pasqua ha cacciato 150mila euro! Maturo: per chi? Sasso: eh… inc. … Maturo: inc. … la terra … inc. … Biagio si è fatto dare qualcosa … sopra là inc. … (19.16) Sasso: sono 150mila … inc. … …incomprensibile…. prosegue la conversazione con tono di voce molto basso come garanzia maggiore per gli argomenti trattati Maturo: per il fatto del “Cacaglio” (Giordano vittima di estorsione) disse ... inc. … noi poi ce lo neghiamo …noi lo facemmo per parlare… ... inc. … “digli a Francouccio …che non fa il nome … inc. … adesso che vengo ci parlo io…” dovevano vedere se ha fatto dei nomi o qualche esposto del cazzo… …incomp… Sasso: non è che, io ti dico una cosa io se un domani … per esempio e quello mi diceva “Giovanni tu così, così, così, no!” - “BIAGIO tu lo sai quanto ti stimo, o sai bene, però devi domandare a tuo cognato (COZZOLINO Francesco) noi abbiamo fatto una barzelletta, ma chi è questo qua fuori che vende questa roba?” lui si … inc. … e io dissi “la rata si deve pagare? Chiamiamo a questo (GIORDANO detto ò cacaglio) e ci facciamo dare i soldi della rata”, perché questa è stata la battuta, ce l’ho fatta io vicino alla macchina, non se lo può negare, disse lui “hai ragione lo sai, chiamiamo il “cacaglio” e ce li facciamo dare da lui i soldi della rata!” Maturo: quello disse addosso a me che io tengo i problemi per pagare dice … (si sovrappongono le voci) Sasso: embè? i problemi ce li abbiamo tutti quanti!!! Io posso dire che le liste … il primo che ci stava nella lista dei COMMERCIANTI … ci sta proprio Francouccio…!!! (COZZOLINO Francouccio) A questo punto si sentono abbaiare dei cani e nell’occorso sopraggiungono dei rumori di mezzi. Poi sopraggiunge un’autovettura e SASSO chiede al conducente dell’auto Mini Minor che il papà gli ha comprato. Poi MATURO e SASSO parlano delle percentuali di voti avuti dei candidati a sindaco nel comune di Ottaviano. Poi alla posizione 22.50, così conversano: Sasso: io ora stasera…. Maturo: ... inc. … venerdì ci andiamo là? Sasso: eh! Io venerdì vado là … poi quando è stasera vado un’altra volta a Gragnano … quello adesso sai con chi se la fa? Se la fa con la signora Moccia… Maturo: ...inc. …. Aniello …inc.… Sasso: no…inc.... con Gigino Moccia! (...si sentono dei rumori…) ...inc.… Maturo: i figli stanno buoni con Franco ...inc. …perché ...inc. … con i Moccia… inc…. Sasso: e, allora ti spiego io, l’appuntamento lo posso fare, però c’è un fatto… inc.… MOCCIA i figli… bestemmiavano… ...incomp… commercio di carne assieme… Maturo: a BIAGIO non …inc. … più… con il cognato (COZZOLINO Francesco ) non parla!!! Biagio del cognato non parla! Sasso: e, come dici ... inc.… Biagio è serio, quello…ha fatto i piaceri, però, questo ammonta, e poi ...inc. … a casa sua … Giovanni (FABBROCINO) si permette il lusso…. …inc.…. Maturo: ...inc.…?… Sasso: …eh… inc.… .…ma tu hai capito... incomp… ma sta bene questo con la testa? Maturo: mi dispiace per compà MARIO (FABBROCINO Mario detenuto cl.43 capoclan) lo ha fatto incastrare mani e piedi…. SASSO: comunque ti dico una cosa… compà MARIO… sta carcerato e non lo fanno uscire!! si dovrebbe fare una cosa… compà MARIO di farlo ricoverare in un ospedale… si fa un assalto… ...inc.… però dopo, però dopo qua lo sai cosa succede…? Maturo: ma quello, me lo fa fare? Sasso: non lo fa fare! e, sai perché, dice perché dovete rischiare!! Maturo: ...inc.… ho avuto la possibilità di uscire fuori e non ho potuta sfruttarla, però ... inc.… Sasso: MARIO tiene fortuna, ma questa volta porca miseria la revisione è andata indietro, hai capito? adesso deve andare un’altra volta alla Cassazione, dobbiamo vedere quello che… 133 Maturo: è tragico… se il figlio si fosse stato serio … la colpa è del figlio che non ha voluto il padre… (si sovrappongono le voci) Sasso: no, guarda la combinazione, prima della sentenza, l’operazione trovano la droga dentro a quell’albero!40 Maturo: … inc. … Sasso: il Magistrato in Appello è stato rinviato tutto… si spaventa ...inc.… come hanno messo a Martinello, il Tribunale di Napoli, la Procura di Napoli ha messo Martinello il giudice di sorveglianza di Modena sotto inchiesta!! Che aveva dato i permessi ai camorristi…inc. … ha detto dovete rientrare per qualche problema, sono rientrati tutti, tutti dal primo all’ultimo… non c’è stata un’assenza… ha preso… con la Procura di Napoli ha detto “ecco la prova che questi si vogliono reinserire… per me!! se poi avete un altro giudizio io vi ho mandato a chiamare e dovete rientrare, la regola del permesso… e sono rientrati tutti, quindi io non ho sbagliato in nulla”, la stessa lettera l’ha mandata al C.S.M. (Consiglio Superiore della Magistratura) il C.S.M. gli ha dato ragione… Maturo: inc. … il Giudice di Modena Sasso: ha dato ragione al Giudice di Modena Maturo: lui applicò la Misura di Sicurezza, quello l’ha applicata e ritornato quindi che vai trovando da questa gente? Sasso: no! Da questo che vuoi!! tu Procura di Napoli metti a questo sotto inchiesta perché i permessi, la legge lo stabilisce e il codice che stabilisce che per quanto riguarda la misura di sicurezza detentiva avendo trascorsi i 70 giorni di osservazione scientifica e nascono i presupposti di concessione di licenza premio sperimentale il Magistrato di sorveglianza ha la facoltà di applicarla! Maturo: ora Don Biagio il 19 tiene la causa… della pistola…deve andare il pentito sopra la causa Sasso: e Michele o … Maturo: quando ce lo andai a dire.. disse …incomp… Franco non fa che ci dobbiamo parlare …incomp… nella fiera di Saviano… Sasso: meglio di non parlare…..omissis.... a questo della conversazione si sentono abbaiare dei cani e Sasso Giovanni esprime degli apprezzamenti sulle loro caratteristiche asserendo che sono due cani (rottwailer) molto aggressivi e li tengono chiusi poi si rivolge ad una persona chiamandola “capo” dicendogli che ha i fari della macchina accesi. si sente la voce di Gianni Annunziata. Accertamenti …omissis… Sasso: ah…! mi dissero: “ma MULINO ROSSO…. ha cacciato 150mila euro a Pasqua… ...incomp.... poi dice andava MARITTONE… andava un altro, andava un altro... il 5mila i 10 dice “Giovanni, quello è mi è cognato”!! Maturo: ma chi MULINO ROSSO? Sasso: MULINO ROSSO! La moglie di MULINO Rosso è di San Pietro a Patierno… Maturo: veramente? Sasso: eh! Maturo: Giovanni io sono l’unico che non ci passo… voi ve lo siete dimenticato… tenevamo il cappuccio inc… Sasso: e dice… Maturo: ha pagato a Biagio a Natale... Sasso: no… adesso qua a Pasqua ha cacciato 150mila euro! Maturo: per chi? Sasso: eh… …incomp…. …omissis… In relazione alla società MULINO ROSSO e ai titolari della stessa, nella conversazione n.308 del 02.07.2009, SASSO Giovanni dice che anche Michele di MULINO ROSSO andrà via dall’Interporto e si trasferisce nella zona di San Giuseppe, dice di averlo saputo dal cognato di Mulino Rosso. 40 Il riferimento è all’operazione della G. d. F. che, verso la fine di aprile 2009, ha sequestrato 250 kg di cocaina nascosta nei tronchi di alberi. Nella circostanza fu arrestato Luglietto Arturo, figlio del defunto Giovanni che fu intimo amico del capoclan Mario Fabbrocino. 134 Attività investigativa Il MICHELE di MULINO ROSSO si identifica per CARILLO Michele di Antonio e De Simone Maria, nato a S. Giuseppe Vesuviano (NA) il 30.07.1961 ivi residente alla Via Lavinaio n. 13 – 1° tratto. In data 28.07.2006, nel verbale di sit reso alla DIA di Napoli, il CARILLO Michele ha, tra l’altro, dichiarato “di essere amministratore unico della ditta “Artigli”, collaborato in qualità di socio dal fratello CARILLO Alfonso, nato a S. Guiseppe Vesuviano (NA) il 07.11.68. Allo stesso tempo il CARILLO specifica di essere socio supervisore della ditta di abbigliamento “MIC.AL s.r.l.” del padre CARILLO Antonio, della “Distribuzioni CARILLO”, di cui è amministratore il fratello Alfonso, nonché della ditta di abbigliamento “Il Mulino Rosso”, attualmente trasformatasi in azienda di trasporto”. Nell’ambito dell’attività di indagine- i cui risultati, anche con specifico riguardo a tale vicenda sono stati presi in esame nella sentenza emessa dal Tribunale di Nola in data 18.12.2009 a carico di Fabbrocino Mario + altri – e in particolare dalle conversazioni tra presenti, intercettate all’interno dei locali Lama Sud di San Giuseppe Vesuviano emerse che Carillo Michele, amministratore dei negozi “Artigli“, chiedeva a Catapano Giuseppe di pianificargli, per concordare un recupero credito, un incontro con Striano Berardo offrendogli una ricompensa quantificabile in 100/200 mila euro. Nella conversazione che segue, Maturo Francesco e Sasso Giovanni discutevano sui margini di guadagno ricavati dall’ ‘attività di recupero credito’ operata a vantaggio di soggetti a cui erano stati rilasciati titoli di credito che erano rimasti evidentemente non riscossi. Dal contenuto del dialogo si evince che l’organizzazione operava subentrando nel rapporto creditorio e sostituendosi nelle pretese del soggetto che avrebbe dovuto riscuotere e mettere all’incasso il titolo di credito, facendo poi leva sulla specifica capacità intimidatoria per ottenere la riscossione del quantum debeatur. Si evince altresì che tale operazione prevedeva un significativo ritorno economico per l’organizzazione la quale tratteneva per sé una parte della somma che il debitore, altrimenti, era evidentemente rassegnato a non ottenere più. Il dialogo rivela anche la capacità dell’organizzazione di interagire con altre organizzazioni criminali tenuto conto che gli interlocutori facevano espressi ed espliciti riferimenti a esponenti dei gruppi cirminali operanti in Pollena Trocchia, nonché al clan Mazzarella e alla proposta che tale sodalizio avrebbe rivolto a Maturo Francesco affinché il clan Fabbrocino unisse le forze con il clan Mazzarella per acquisire il controllo del territorio di Somma Vesuviana, all’indomani della implosione del clan Sarno dovuta alla scelta dei suoi capi carismatici di collaborare con la Giustizia e al conseguente vuoto di operatività mafiosa che si era aperto su quell’area, un tempo controllata dal clan Sarno41. Si riporta di seguito il testo del dialogo unitamente alla sintesi arricchita dal commento della P.G.: Conversazione n. 364 del 15.07.2009 ore 12.09 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni e MATURO Francesco Sintesi: Inizialmente SASSO Giovanni e Gianni ANNUNZIATA detto ò seghino, sono in auto e conversano di argomenti non inerenti. In seguito, l’auto si ferma e scendono. ANNUNZIATA si allontana. SASSO viene raggiunto da MATURO Francesco ed i due danno luogo ad una conversazione che, seppur breve, fornisce eccellenti elementi di prova a carico loro e di altri sodali. Inizialmente i due parlano chiaramente di come saranno divisi i proventi di un’attività illecita, dei quali dovranno beneficiare loro due, Franco MATRONE, CALIENDO Giuseppe ed i ragazzi di Pollena dei quali SASSO non fa i nomi, comprendendosi solo che sono in due. In totale dovranno riscuotere 60 mila euro in modo che dalla divisione riusciranno a ricavare 10 mila euro cadauno. Si capisce che MATURO resta sorpreso dall’inclusione dei ragazzi di Pollena nella divisione ma SASSO gli obietta che senza di loro il lavoro non sarebbe stato portato a termine. In ogni cosa SASSO tranquillizza MATURO dicendogli che potranno rifarsi di un guadagno maggiore dalla vicenda che è ancora in ballo a Cisterna di Latina, in ordine alla quale null’altro dice ma s’intuisce che si tratta della perpetrazione di un’ulteriore azione delittuosa. Nel prosieguo del discorso SASSO fa un cenno al pentimento di alcuni esponenti di rilievo del clan SARNO di Ponticelli. MATURO, a tal riguardo, dice di essere stato a parlare con i MAZZARELLA i quali gli hanno offerto di subentrare, proprio al posto dei SARNO, nel comune di Somma Vesuviana. MATURO eccepisce che lui non è disposto a fare la “testa di legno” di nessuno perché, evidentemente, i MAZZARELLA gli hanno proposto di diventare un loro propaggine nel come alle falde del Monte Somma. In ciò trova l’accordo di SASSO Giovanni il quale è dell’avviso che “loro” si devono 41 Circa l’operatività del clan Sarno nell’area di Somma Vesuviana si opera rinvio alla lettura delle sentenze in atti. 135 prendere il comune di Somma Vesuviana gestendovi in nome proprio tutte le attività illecite. Giovanni SASSO dice di aver già parlato della vicenda con COZZOLINO al quale ha proposto un nome, BIANCO Salvatore, che, essendo estremamente padrone di quel territorio, sarebbe in grado di indicare i maggiorenti di Somma da sottoporre ad estorsione. MATURO concorda dicendo che potrebbero fare come fanno a San Giuseppe, vale a dire estorcere solo i più grossi imprenditori tre volte all’anno, vale a dire in concomitanza ed in prossimità del Natale, Pasquale e ferragosto. TRASCRIZIONE (posizione 03.52) SASSO: chi era? ANNUNZIATA: FRANCHETIELLO!! (MATURO Francesco) SASSO: uhè… uhè…. (ANNUNZIATA si allontana – si sentono delle voci) MATURO: inc. … aprono…. SASSO: e adesso vado un'altra volta… per il momento… non ancora … mi vado a prendere i due assegni … e cose… inc. … SASSO, che in lontananza viene chiamato dal “seghino”, spiega a MATURO che ANNUNZIATA Gianni deve andare a prendere il pesce per festeggiare in serata la laurea del figlio. SASSO: a Peppe ce la faccio cambiare…. MATURO: ma scusate, questo ancora non li cambia? (ndt assegni) SASSO: niente, non riesce a cambiarli…Francoù sono 30 mesi di assegni, sono 30 mesi! MATURO: non è riuscito a cambiare proprio niente? SASSO: niente… ora vado … tra un altro po’! MATURO: almeno metà e metà … lo giriamo lo stesso si tiene lui una cosa in più… almeno non li perdi… inc. … SASSO: hai capito? MATURO: e per il resto? ieri venne Francohino (si identifica probabilmente, per il noto pregiudicato MATRONE Franco, fu Antonio, nato a Poggiomarino il 14.11.1948 alias “FRANCOHINO”) …tramite i compagni… dice che era venuto qua... inc. … SASSO: eh…!! arrivai 10 minuti dopo che se ne era andato MATURO: disse quello mo viene… disse a me mi ha detto che doveva andare stamattina andava a vedere…. se faceva veniva di qua… SASSO: no… eh… vado almeno uno…… MATURO: doveva pagare l’INPS sopra…. sotto… SASSO: no, quelli li paga ogni mese ... quello li paga gli assegni… MATURO: ...inc. ... SASSO: chi è? MATURO: Francohino lo tiene addosso? SASSO: eh…. il fatto di pagarli, quello gli assegni li paga…!! MATURO: io penso che .. inc. ...lo abbiamo alleggerito pure di parecchio SASSO: come? MATURO: lo abbiamo alleggerito pure di parecchio… no? SASSO: quello a noi sono 10 mila euro ciascuno!!! MATURO: e quando ci dà? 40 mila euro? SASSO: 40 mila euro!! e 20 a quelli di là.. 60 mila euro MATURO: a chi questi soldi? SASSO: a quelli là di…. Pollena!!!. A quelli proprio…che il lavoro lo tenevano nello mani loro…. Sono venuti pure loro, stavo pure con “cumpà Franco” quando sono venuti … proprio quelli che hanno fatto il….. 40 mila euro …inc. … questo è un amico… io glielo dissi a “CUMPA’ FRANCO” perché è un amico. Avevi fatto il pensiero più assai? E c’è li prendiamo sopra a “quello là” a CISTERNA di LATINA… MATURO: no… quello perciò aveva detto altrimenti uno si fa dare…. i soldi!! Perché voi diceste che porta 50, 60 mila euro? FRANCOHINO ha detto pure se arriva a 10 mila euro, facciamo 10 mila euro ciascuno… dopo ci stanno due … tre carte…. vediamo di cambiarcele … e alleggeriamo a questo e Giovanni ha fatto due volte bella figura… SASSO: ... inc. … Quindi MATURO riceve una telefonata dal figlio Giuseppe, poi riprende a conversare con Sasso: SASSO: poi tengo altri 180mila euro da uno a Cisterna di Latina… ce lo do… MATURO: ma andiamo malamente... inc. .… 136 SASSO: no ma quello lo voleva fare male… Quello glielo disse, “ma perché sei venuto tu di persona, io ti pagavo... io non te l’ho negato io ho detto figliolo dammi il tempo” … e ora me lo stai dando lo stesso il tempo… comunque a Latina ci prendiamo la metà però stanno sempre i due ragazzi di Pollena, perché quelli si prendono loro il pacchetto da mano a lui, hai capito? Sì, siamo tre...Peppeniello quattro e loro due …perché il pacchetto lo hanno loro in ballo… …una persona che lo gestiscono loro… MATURO: e loro non ci riescono? SASSO: io ci davo…inc.…quelli parlano pure che guadagna ad un'altra parte ...inc.… tre SARNO si sono pentiti non uno … tre… MATURO: come tre Sarno? SASSO: Peppe SARNO “ò mussillo”il fratellocugino; Peppe SARNO detto “ò pagamento”, già si era pentito, poi fece marcia indietro e ora si è pentito un’altra volta… e un altro Peppe SARNO sempre cugino a loro … inc. … … tre Sarno…i tre primi figli. I MAZZARELLA gli hanno detto di prendere il largo… MATURO: ce lo dissi…mi hanno voluto vedere…disse noi dobbiamo fare spazio a SOMMA…non dobbiamo guardare a nessuno… SASSO: chi è ? MATURO: …noi!...dobbiamo vedere di informarci il primo fatto che succede a Somma uno va a vedere…ma mica possiamo fare questo? che facciamo le teste di legno della gente?... SASSO: allora, Francoù, SOMMA ce la dobbiamo prendere !!! MATURO: …Giovà ne dobbiamo uscire a testa alta…. noi piano piano… si toglie i problemi… dobbiamo trovare una persona fissa là… e come sente un fatto...inc. SASSO: allora tuo cugino MATURO: Giovanni vi voglio bene!! (usa un tono infastidito) SASSO: ci sta… MATURO: …non gli date retta … SASSO: tuo cugino…lo feci parlare con Salvatore BIANCONE42 MATURO: quello è un'altra fetta di pastiera questo Salvatore Biancone. SASSO: … Salvatore Biancone conosce a tutti quanti ce li porta lui dentro al piatto…gli imprenditori, ce li mette lui nel piatto… MATURO: ...che quello “dei Furchi” (BIFULCO Biagio) si è rotto il cazzo nemmeno buono è allora per andare sopra a qualche parte…come nasce un fatto vado a Somma ... a fare come abbiamo fatto a San Giuseppe, a ce li chiamare ad uno alla volta, solo i più grossi (riferimento ad imprenditori importanti)…gli dissi di fare tre volte all’anno... inc. ...mandava a dire ti dobbiamo “lisciare”… poi non ci ha rispettato... hanno arrestato a questo…fino a quattro giorni fa stavano con lui, ora venite al lato mio!!…inc. ... loro non ci hanno trattato… SASSO: è un cognato…inc…. Di seguito la conversazione viene disturbata da forti fruscii. Quindi Maturo si allontana. Poi alla pos. 26,00 si sente Gianni ANNUNZIATA conversare al telefono. Evidente dunque la natura mafiosa del sodalizio in esame, come dimostra la sua capacità di interloquire con altri sodalizi di stampo ugualmente mafioso, ponendosi in una situazione di parità dialogica. 3.2La capacità di condizionare l’operato della Pubblica Amministrazione 42 Salvatore Biancone di cui si discuteva, si identifica in Bianco Salvatore, soggetto ritenuto dagli inquirenti affiliato clan "D'Avino", operante in Somma Vesuviana. 137 E’ questo indice rivelatore assai ‘ moderno’ degli attuali assetti delle organizzazoni criminali. Nel corso dell’attività investigativa è stata accertata l’esistenza di forti legami tra gli indagati, in particolare Sasso Giovanni e Annunziata Gennaro, detto Gianni ovvero ‘o seghino”, e personaggi di spicco della politica locale, quale Ciccarelli Pasquale, presentatosi, in occasioni delle consultazioni per le elezioni comunali di Ottaviano tenutesi nel giugno 2009 a candidato sindaco. Prima di verificare l’intera e complessa vicenda, appare opportuno premettere che il risultato elettorale non è stato favorevole a Ciccarelli Pasquale, essendo stato eletto sindaco Iervolino Mario. In ogni caso le intercettazioni che saranno di seguito prese in esame devono essere probatoriamente valorizzate poiché attestano come il sodalizio nel suo complesso si fosse fatto carico di sostenere l’aspirante candidato Ciccarelli Pasquale. E’ evidente, infatti, che la dimostrata capacità della struttura associativa di incunearsi nel tessuto politicoamministrativo, ‘inquinandolo’ e condizionandone l’operato in ragione della necessità del perseguimento di vantaggi personale dei singoli aderenti ovvero della realizzazione degli scopi illeciti dell’organizzazione, è una opzione operativa sicuramente funzionale all’affermazione della capacità intimidatoria del sodalizio criminale. Tale dato è, in particolare, per un verso espressione dell’inserimento stabile del sodalizio nella realtà territoriale sulla quale esso esercita la sua sfera di influenza ed è, al tempo stesso, un elemento che vale a minare il rapporto di fiducia che dovrebbe legare i consociati agli organi dell’apparato statuale. Se le istituzioni, infatti, diventano aggredibili, controllabili o addirittura colluse con gli esponenti del sodalizio camorristico è evidente che è quest’ultimo a porsi e ad affermarsi agli occhi di tutti come valida alternativa alle strutture statuali. La lettura delle conversazioni che saranno prese in esame cristallizano il vivo e fattivo attivismo con cui Sasso Giovanni e Annunziata Gennaro si erano adoperati per sostenere la campagna elettorale in favore di Ciccarelli Pasquale. Quest’ultimo, lungi dall’essere all’oscuro dell’aiuto ricevuto e della qualità camorristica del contributo su cui poteva fare affidamento, si prodigava anche sottolineando – ed inevitabilmente promettendo di tenere fede a tali impegni nel caso fosse stato eletto – quali vantaggi la sua vittoria avrebbe potuto arrecare alle ragioni dei camorristi. Nella conversazione di seguito trascritta, in particolare, emerge che Ciccarelli Pasquale si era rivolto a Sasso Giovanni per aumentare le sue chances di vittoria, ottenendo che quest’ultimo organizzasse incontri con Caliendo Giuseppe e con Tranchese Carmine, al chiaro scopo di ottenere che ognuno dei due per conto proprio gli garantisse l’appoggio non solo a titolo individuale ma anche per conto delle persone il cui consenso erano in grado in condizionare. Caliendo Giuseppe veniva indicato attraverso il soprannome “zuzzella” che contraddistingue l’intero suo nucleo familiare la cui consistenza numerica veniva conteggiata da Sasso Giovanni al dichiarato scopo di illustrare a Ciccarelli Pasquale quanto proficuo in termini di voti avrebbe potuto essere il contatto che egli era in grado di assicurargli con Caliendo Giuseppe. Ciccarelli Pasquale, pur avendo preso atto che Caliendo Giuseppe veniva presentato da Sasso Giovanni con l’espressione eloquente “è un amico dei nostri”, accoglieva entusiasticamente la proposta di quest’ultimo, esortandolo subito dopo a fissare un incontro anche con Tranchese Carmine. Ciccarelli era ben consapevole dei trascorsi giudiziari di quest’ultimo, tanto che, per essere sicuro che Sasso Giovanni avesse ben compreso a quale soggetto egli intendeva alludere, precisava “è uno che una volta stava proprio buono con Carmine”; Sasso Giovanni confermava che era proprio quello il soggetto di cui stavano parlando aggiungendo che nel presente Tranchese Carmine era anche lui “un amico nostro”. L’indicazione è rilevante se si tiene presente che Tranchese Carmine è stato condannato in via definitiva con sentenza emessa dal Tribunale di Nola in data 19.1.1998 per il delitto di cui all’art. 416 bis c.op., quale esponente di rilievo del clan Alfieri. La scelta di Ciccarelli Pasquale di avvalersi della presentazione di Sasso Giovanni per ottenere tali contatti è da ritenersi decisamente vincente se si tiene presente che la campagna elettorale tradizionalmente nei piccoli centri (e come esplicitato anche in occasione del dialogo) viene condotta con il sistema detto del porta a porta, vale a dire contattando personalmente il singolo elettore. La lettura del dialogo di seguito trascritto rende evidente dunque la natura scellerata del patto che Ciccarelli Pasquale, al fine di conquistare un fetta di votanti tale da potere vincere le consultazioni elettorali, aveva stretto con gli esponenti camorristici della zona. Peraltro, nella parte iniziale del dialogo è proprio con un persona del tenore di Sasso Giovanni che Ciccarelli Pasquale discuteva circa l’opportunità o meno di inserire nella lista dei candidati anche due appartenenti al 138 corpo della Polizia Penitenziaria; alla tesi di Sasso Giovanni che gli faceva osservare come tale scelta avrebbe potuto generare il disappunto delle famiglie dei detenuti e degli ex detenuti, Ciccarelli Pasquale, che pure condivideva la necessità di non perdere il favore di quegli elettori rendendosi conto che “ce ne stanno assai”, contrapponeva la sagace osservazione che la qualifica professionale dei due aspiranti candidati avrebbe potuto fungere da ulteriore stimolo a sostenere la sua candidatura, atteso che i votanti – in particolare i familiari dei detenuti - avrebbero saputo di poter contare su soggetti da cui ottenere favori e/o informazioni in caso di bisogno. La soluzione individuata da Ciccarelli Pasquale appare eloquente della sua mala fede: il candidato a sindaco, infatti, prospettava di lasciare in lista il nome dei due, omettendo la precisazione che si trattava di “guardie carcerarie”; in questo modo non si ingenerava l’irritazione dei votanti, mentre, d’altro canto, gli elettori che erano a conoscenza del lavoro svolto dai due candidati erano ben consapevoli di potere in futuro ottenere favori. La scelta dell’aspirante alla poltrona di primo cittadino di candidare esponenti dell’amministrazione pentitenziaria non era dunque un’opzione nel segno della legalità, ma l’estrinsecazione della volontà di strumentalizzare la funzione pubblica agli squallidi interessi e giochi di convenienza e di opportunità senza scrupoli. Si riporta di seguito il brano unitamente alla sintesi arricchita dalla sintesi operata dalla P.G. che contiene gli elementi di riscontro oggettivo al contenuto della conversazione: Conversazione n. 57 ore 13.24 del 13.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CICCARELLI Pasquale fu Angelo e fu ANGELOTTI Felicetta, nato a Ottaviano il 13.12.1952, marito del notaio RAGOSTA, candidato a sindaco al comune di Ottaviano. Sintesi: La registrazione dell’ambientale inizia quando Pasquale CICCARELLI sta già conversando al telefono con tale Giorgio43, con il quale discute in ordine alle diciture da mettere in calce ai nomi di due candidati che sono agenti di Polizia Penitenziaria. I due colloquianti sembrano concordi nel ritenere che la dicitura “Funzionario del Ministero di Grazia e Giustizia” sia la più idonea, anche perché riportare la vera qualifica dei P.P. potrebbe arrecare più danni che benefici. È fin troppo evidente che stanno parlano dei candidati che si presentano alle prossime imminenti elezioni che porteranno al rinnovo del consiglio comunale ad Ottaviano. CICCARELLI Pasquale richiama il suo interlocutore telefonico per il fatto che non è andato alla riunione politica. Lo invita ad avere una visione positiva, lo ha detto anche agli altri, in caso contrario è del tutto inutile andare a bussare a casa della gente. Quindi chiede dove intenda fare la riunione politica. Si capisce che Giorgio farà al riunione alla UDC San Gennarello. Appena chiude la telefonata Pasquale riporta a Giovanni ciò che gli ha detto Giorgio il quale manda a dire a SASSO che la sua “imbasciata” è stata recepita per cui Giorgio assicura che si attiverà per accontentarlo. Nel prosieguo del discorso tra Giovanni e Pasquale si capisce benissimo cosa Giovanni ha chiesto a Giorgio, ma anche allo stesso CICCARELLI. La candidatura di appartenenti alla Polizia Penitenziaria non è gradita a SASSO il quale si dice sicuro che questi personaggi non potrebbero mai ottenere preferenze da chi patisce un familiare detenuto. CICCARELLI, invece, a sostegno dell’opportunità di mantenere quelle candidature, riporta le considerazioni che avrebbero fatto gli stessi appartenenti alla P.P. i quali sono sicuri di poter ottenere maggiori preferenze proprio da quelli chi hanno un familiare detenuto perché costoro, così facendo, sanno che possono rivolgersi in qualsiasi momento agli agenti che si metterebbero a completa disposizione per qualsiasi attenzione da riservare al parente detenuto. Chiuso questo discorso Giovanni dà la sua disponibilità a CICCARELLI per accompagnarlo nel giro di campagna elettorale, che nei paesi viene svolta prevalentemente con il porta a porta, offrendosi di presentarlo presso tale BRUNELLO e, soprattutto, presso i familiari di Peppe ‘e zuzzella (CALIENDO Giuseppe), che Giovanni indica come “amico dei nostri” e come uomo di sua massima fiducia tant’è vero che “cammina con lui”. Giovanni rassicura CICCARELLI che i zuzzella gli porteranno un minimo di 40 voti. Giovanni parla anche di andare a fare la campagna elettorale anche a casa di Carmine TRANCHESE il cui figlio, Francesco, si è candidato alla carica di consigliere in una lista collegata a Pasquale CICCARELLI. Costui sa benissimo chi è Carmine TRANCHESE e, soprattutto, conosce i suoi trascorsi di persona molto vicina al noto boss della camorra Carmine ALFIERI. Quando Giovanni SASSO gli dice che TRANCHESE è amico suo, CICCARELLI quasi gli ordina di portarlo a casa sua per prendere un caffè, evidentemente con lo scopo di accattivarselo e conquistarsi l’amicizia di un personaggio molto ben 43 L’interlocutore di Ciccarelli di nome Giorgio si identifica in Marigliano Giorgio, candidato alla carica di consigliere provinciale per le elezioni in corso. 139 inserito nella criminalità organizzata. Giovanni, a conferma degli ottimi rapporti che lo legano a TRANCHESE Carmine, rassicura Pasquale dicendogli che Carmine gli ha già promesso che i suoi voti andranno tutti a CICCARELLI. PASQUALE: Giovanni … “allora diglielo a Giovanni che l’imbasciata l’hai fatta” SASSO: no, no, io ti voglio dire solo … PASQUALE: “mi attivo” SASSO: per farti comprendere perché gli ho detto .. inc. . Questo è una zona … PASQUALE: è una zona … dove ci stanno gli ex detenuti e gli ex detenuti non vedono di buon grado queste figure … SASSO: e ce ne stanno assai PASQUALE: assai SASSO: assai PASQUALE: … questo lo ha capito … … inc. … perché quello lo ha scelto lui … SASSO: una famiglia che ha figlio carcerato e un fratello carcerato … dice: “E io a chi devo votare? A quello che mi ci chiude la porta in faccia!!!” PASQUALE: però quello là, il problema sai qual è? Che quelli … loro dalla loro parte, sai che considerazione fanno? Fanno la considerazione tutta al contrario della nostra, dice: “io sono guardia carceraria!!!! la famiglia del detenuto viene da me ed io mi metto a disposizione …” hai capito? Però … la famiglia del detenuto … che ci sta un dipendente guardia carceraria … inc. … lo sanno già, hai capito? SASSO: per me… PASQUALE: Se ci vogliono andare, e quello è uno che si mette a disposizione, loro lo sanno già, ma qua sotto il nome non ci deve andare. SASSO: non ci deve andare … PASQUALE: Hai capito? È questo il ragionamento SASSO: perché? perché una campagna elettorale, dalla bocca di qualcuno può uscire una frase va bene che non è PASQUALE: va bè! SASSO: e … te lo richiedo!!! mi devi dare i bigliettini PASQUALE: e, appena … i bigliettini li l’ho, ma io ti devo dare, quello che ti devo dare… SASSO: il prospetto, il fac-simile PASQUALE: eh! Ti devo dare il fac-simile? quello è la cosa più importante che ci sta SASSO: e, poi quando decidi di andare da BRUNELLO e coso PASQUALE: eh, ci andiamo insieme? SASSO: me lo fai sapere. No!!! Non andiamo insieme. Tu vai con la macchina tua e mi faccio trovare già là dentro, e allora io prendo eh!! Poi sopra ci sta un’altra famiglia PASQUALE: eh! SASSO: I “zuzzella” (CALIENDO Giuseppe). Una famiglia, solo la dentro sono 40 persone PASQUALE: e, quando ci andiamo, Giovà? SASSO: quando vuoi!! PASQUALE: appena sono pronti i fac-simili SASSO: senti quelli mi stanno martellando … Peppe ‘e “zuzzella”, è un amico dei nostri, cammina con me. Solo là dentro … Allora Peppe tiene 4 figli, due … Generi, due nuore, il fratello con la moglie, lui con la moglie … sono 30, 40 voti, Pasquale li butti? PASQUALE: eh, li butto, li butti. Li dobbiamo buttare noi sopra i voti SASSO: Carminuccio, un altro amico che va mettendo l’asfalto PASQUALE: e tiene il figlio candidato!!! Carminuccio TRANCHESE? SASSO: eh… bravo! PASQUALE: Io tengo un TRANCHESE candidato pure … eccolo qua, TRANCHESE Francesco SASSO: è il figlio!!! PASQUALE: ma Carminuccio quel ragazzo dell’età mia … bruno, bruno di faccia SASSO: eh! Con i capelli bianchi come i tuoi PASQUALE: ma quello Carminuccio è amico mio. Ah! Ma tu, forse dici il cugino? SASSO: Carminuccio io lo chiamo!! PASQUALE: è uno che una volta stava proprio buono con Carmine (ALFIERI Carmine)! SASSO: bravo, bravo, bravo è un amico nostro!!! 140 PASQUALE: e a Carminuccio lo devi chiamare, lo devi portare a prendere il caffè qua, hai capito a Carminuccio lo devi portare il caffè qua SASSO: io, tengo l’appuntamento oggi con Carminuccio. Carminuccio i voti vengono tutti qua, già mi ha dato la sua parola Carminuccio! Pasquale, io ti ho detto, sul bene di mio figlio, a parte il problema tra te e Giovanni … e Gianni (intende il seghino)…. PASQUALE: inc. … troviamo la soluzione SASSO: no, no, no, a parte il problema te e Gianni PASQUALE: non è un problema, è un problema di Gianni … mica mio SASSO: no, è un problema….. ti voglio spiegare. Gianni si sta adoperando … inc. … PASQUALE: … ma come … è certo che si sta adoperando ci mancasse pure che non si adopera SASSO: quello lo mette separatamente … eh … un fattore una cosa, è una cosa, un fattore inc. … è un’altra cosa … sono due cose … PASQUALE: (sembra che parli con qualche altro al quale dice che deve andare alla tipografia e alle due gli deve stampare questo coso) SASSO: Pasquale, io dovrei firmare quell’atto (cambia argomento) … PASQUALE: a S. Gennarello Di seguito si accavallano le voci. Pasquale conversa al telefono Poi la conversazione continua: SASSO: oggi ci sono a Poggiomarino? Pasquale: allora (sta scrivendo) SASSO per firma Sezione SASSO: tengono il numero …inc… Pasquale: mo domando io, non ti preoccupare ti chiamo e ti faccio sapere… Si salutano Le conversazioni di seguito trascritte, le ultime delle quali registrate dopo che le consultazioni elettorali si erano concluse con esito sfavorevole per Ciccarelli Pasquale, attestano quanto concreto e significativo era stato l’effettivo impegno profuso da Sasso Giovanni e da Annunziata Gennaro, detto Gianni ovvero ‘o seghino, nel sostenere la candidatura del predetto. Se ne riporta il contenuto apparendo superfluo ogni ulteriore commento: Telefonata n. 672 intercettata il 24/04/2009 alle ore 19.45, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in uscita per l’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Giovanni per Gianni, parlano della candidatura (alle prossime comunali di Ottaviano, ndr) di tale Pasquale, loro comune amico, per il quale Giovanni si sta già attivando in cerca di consensi. Telefonata n. 855 intercettata il 19/05/2009 alle ore 20.02, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: A richiesta di SASSO, Gianni ANNUNZIATA dice che è stato in giro con Pasquale CICCARELLI (candidato a Sindaco di Ottaviano alle prossime elezioni, ndr) a fare un po’ di campagna elettorale porta a porta. Di ciò Giovanni SASSO si compiace. Telefonata n. 947 intercettata il 21/05/2009 alle ore 10.01, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni avvisa SASSO che Pasquale CICCARELLI (candidato a Sindaco di Ottaviano, ndr) sta andando lì dove si trova Giovanni. ANNUNZIATA dice a Giovanni di aspettarlo per fargli quell’imbasciata. Conversazione n. 179 ore 16.03 del 03.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 141 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. … omissis … ANNUNZIATA critica pesantemente il candidato a sindaco di Ottaviano Pasquale CICCARELLI dicendo che è una delusione continua che non merita il suo interessamento. SASSO Giovanni, a tal riguardo, rimprovera Gianni ANNUNZIATA dicendo che lui si è interessato per la campagna elettorale a favore di CICCARELLI proprio perché è stato lo stesso ANNUNZIATA a chiederglielo. Conversazione n. 180 ore 16.30 del 03.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni e ANNUNZIATA Gennaro. Sintesi: Gianni critica il comportamento di Pasquale Ciccarelli il quale sarebbe andato da tale Tonino “ò guercio” scavalcando lo stesso Gianni ANNUNZIATA, nel senso che non si è rivolto a costui per recarsi a casa del citato Tonino dove CICCARELLI vuole continuare la campagna elettorale porta a porta. In pratica Pasquale avrebbe chiamato a Tonino avrebbe detto che voleva andare a casa sua, da quelle dei fratelli e delle sorelle. Gianni è contrariato dal fatto che Pasquale non ha tenuto conto del fatto che “Tonino” in un certo qual modo appartiene a Gianni. Gianni dice che ieri sera lo ha chiamato Tonino e gli avrebbe chiesto cosa voleva Ciccarelli da lui. Poi, l’indomani, Ciccarelli ha chiamato Gianni e gli ha detto “ma poi mi hai abbandonato… l’ultima passata dobbiamo fare”. Gianni ha detto a Pasquale Ciccarelli che era sua (di Ciccarelli) intenzione andare da Tonino ò guercio e allora era disposto ad accompagnarlo. Così sono andati dalla famiglia di Tonino ò guercio, dalle sorelle, e Gianni ha detto che dovevano dare il voto a Ciccarelli. Gianni racconta di essere andato in un altro posto a chiedere i voti per Ciccarelli. Conversazione n. 182 ore 10.56 del 04.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni e ANNUNZIATA Gennaro Sono assieme Giovanni Sasso e Gianni alias ò seghino. I due incontrano una persona ed iniziano a commentare della “compravendita” dei voti elettorali. Sasso: gassosà? Gassosà: uhè carissimo don Giovanni…. ò seghino: allora a chi lo dobbiamo dare questo votariello? Gassosà: io lo do a Gianniniello e a Rivellino per Popolo della Libertà…. ò seghino: bravo!! Gassosà: Rivellini … ò seghino: sai perché gli ho domandato? Sasso: perché? ò seghino: perché io sono un uomo di merda, perché Rivellini gli ha dato 20mila euro per 1000 voti, hai capito? perciò gliel’ho domandato … (si sovrappongono le voci) 1000 voti 20mila euro… Sasso: allora io dico un'altra cosa ce ne sta un altro che dà 80 euro a voto, 300 voti, ha detto se gli assicuri 300 voti di qua io ti do 24mila euro … ò seghino: ha detto? Sasso: eh!! ò seghino: niente di meno? Sasso: me lo posso far dare il nome? ce li assicuriamo? ò seghino: eh!! e che ne voglio fare io!! Sasso: e per dirvi quello 20mila euro 1000 voti, ce lo dicevo io ci facevo dare di più!… Poi cambiano argomento. Arrivano, forse, a casa di Gianni Annunziata e questi, con altre persone, inizia a parlare di vidimazioni scritture contabili. Conversazione n. 185 ore 11.11 del 05.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro. Bruno44 tale Carlo non identificato 44 L’interlocutore di nome Bruno si identifica in Perillo Bruno secondo quanto si evince dalla conversazione telefonica riportata nel riquadro sottostante. Dalla comparazione fonica si evince che Bruno della conversazione tra presenti è lo 142 e AMBROSINO Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano il 01.02.1967, iscritto all’albo degli avvocati di Nola. Sintesi: Parlano poi delle elezioni politiche del comune di Ottaviano. Dicono che se Pasquale CICCARELLI va al ballottaggio con Mario Iervolino allora vincerà CICCARELLI perché i voti del “cappottaro” andranno a favore del CICCARELLI. Criticano il modo di fare di CICCARELLI Pasquale che ha speso un sacco di soldi perché è egocentrico e solo per il gusto di fare il sindaco di Ottaviano. Dicono che se prenderà 2000 voti sarà un ottimo risultato. Dicono che pur di fare il sindaco, CICCARELLI sarebbe disposto a cacciare anche un milione di euro. … omissis … Continuano a parlare di Pasquale Ciccarelli e del fatto che tutto San Gennarello appoggia “il cappottaro” anche i bimbi fanno la campagna a suo favore. Criticano la festa organizzata a Ottaviano da CICCARELLI Pasquale. Alla posizione 05.35 Sasso parla del sindaco di San Giuseppe Vesuviano “Ambrosio Antonio Agostino) che secondo lui è un “ricchione”. SASSO racconta un episodio in cui, durante un incontro fortuito sul Comune di San Giuseppe Vesuviano, lo ha trattato in malo modo alla presenza di Franco GIUGLIANO e di PRISCO Angelo. Quest’ultimo, in quella occasione, aveva presentato SASSO Giovanni come suo amico. Sasso: capo? (rivolto al seghino) stava (intende il sindaco di San Giuseppe Vesuviano) con GIUGLIANO il commercialista… Bruno: Franco GIUGLIANO…mamma mia Sasso: disse c’è il sindaco di San Giuseppe … dovete domandare stava lui e altri tre o quattro … dissi “e mica metto la mano nella merda a prima mattina” … quando misi la firma “ma abbiate pazienza” … lo buttai proprio nel cesso … non lo conoscevo non niente … dissi: “e mica metto la mano nella merda di prima mattina” … GIUGLIANO così rimase…!! Ce lo disse vicino ad Angioletto … si voltò vicino ad Angioletto PRISCO … “Angioletto ma quello amico tuo…. così… così!!!” Disse Angioletto “e ringrazia Dio che non gli ha dato qualche schiaffo!!” Bruno: Madonna!!! Quello è un uomo pericoloso, comunque ò seghino: pericolosissimo Bruno: il sindaco nostro è un uomo pericoloso…. Sasso: non si sa se vuole fare il sindaco, il malandrino, lo sbirro ò seghino: tutte cose… Bruno: tutto … inc. … Sasso: quando è il momento vuole fare il malandrino Bruno: quando lo hanno chiamato i malandrini … dice che la colpa mica perché lui fa tutto a me e niente al papa… non porta mai una lira a nessuno… quando lo hanno chiamato e gli hanno detto “senti ma tu” … dice “no ma la colpa mica è la mia … questo lo ha fatto SETTIMIO PERILLO (PERILLO Settimio nato a S. Giuseppe Vesuviano il 24.4.1939, già dirigente dell’ufficio Tecnico del comune di San Giuseppe Vesuviano, già indagato nell’ambito del p.p.15170/R/96 per il delitto di cui all’art.326 c.p. per aver rivelato a COLETTA Ranieri, abusando delle funzioni pubbliche rivestite, l’avvenuta esecuzione dell’ordine di esibizione in relazione alla documentazione riflettente le procedure amministrative aventi ad oggetto l’immobile di via Croce Rossa) questo lo ha fatto quell’altro, questo lo ha fatto quell’altro” … hai capito o no? Lui la colpa non se l’è presa di niente… Si accavallano le voci Gli interlocutori proseguono nel criticare il sindaco di S. Giuseppe Vesuviano rivolgendogli delle offese personali e dicendo che è ricchissimo e proprietario di una Ferrari. … omissis … In seguito, accennano alle prossime elezioni amministrative al comune di Ottaviano e a chi dare il voto. … omissis … stesso della conversazione telefonica n.739 del 05.06.2009; Ai fini dell’identificazione dell’uomo di cui alla conversazione tra presenti che segue, si riporta la seguente conversazione telefonica intercettata sull’utenza 3358386045 in uso ad Annunziata Gennaro detto Gianni ò seghino – decreto 2704/09 del 27.05.2009, con la quale Annunziata invita Bruno a raggiungerlo perché ci sta un signore – probabilmente, SASSO Giovanni che gli deve esporre il problema – che gli deve parlare: Bruno è un interlocutore abituale di Annunziata Gennaro. 143 Conversazione n. 196 ore 17.54 del 05.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); MALINCONICO Antonio, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 18 giugno 1966, dipendente di Gianni ANNUNZIATA. Francesco ANNUNZIATA (si tratta del figlio di ANNUNZIATA Nicola) Sintesi: SASSO Giovanni racconta ai suoi interlocutori di avere avuto un problema con la macchina. Poi accennano alle elezioni amministrative al comune di Ottaviano. In particolare, SASSO dice che vincerà quasi sicuramente Mario IERVOLINO. Sasso si lascia andare a delle critiche al partito politico del PD. Conversazione n. 206 del 07.06.2009 ore 09.37 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, MALINCONICO Antonio45e Uomo, non meglio generalizzato. Sintesi: Giovanni si trova in un locale chiuso ed è in compagnia di alcune persone tra cui tali Antonio e Peppe. La conversazione è poco intellegibile perché le voci si accavallano in continuazione. I presenti parlano delle concomitanti elezioni e Giovanni SASSO non fa mistero del suo sostegno a Pasquale CICCARELLI che si è candidato alla carica di Sindaco di Ottaviano. Poi parlano di auto e fanno riferimento al fenomeno delle auto taroccate che sono ancora molto diffuse. Telefonata n. 2194 intercettata il 08/06/2009 alle ore 21.16, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni dice a Giovanni che, come lui aveva previsto, Pasquale CICCARELLI ha preso meno di 2.000 voti. Dallo spoglio delle schede ancora in corso emerge che il sindaco uscente dovrebbe vincere al primo turno mentre il secondo più votato e D’AMBROSIO Giovanni, ‘o cappottaro. Cambiando discorso SASSO dice che si trova a Milano nel nuovo ristorante di Alfonso che vuole far vedere a Gianni se attiva la videochiamata; ANNUNZIATA dice che non ha questo servizio per cui invita SASSO a fare delle foto che gli farà vedere al ritorno. Conversazione n. 245 del 19.06.2009 ore 12.17 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. AMBROSINO Salvatore di Aniello e di DE CANDIA Lucia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 01.02.1967, iscritto all’albo degli avvocati di Nola. … omissis … Alla posizione 29.00, circa AMBROSINO dice di essere curioso di sapere come andrà il ballottaggio al comune di Ottaviano. Dicono che secondo loro perderà “ò cappottaro”. Alla posizione 33.00, circa parlano di CICCARELLI Pasquale e del suo peso politico. Gianni dice che ha preso 2.800 voti e deve fare il consigliere. Pos. 33.40 AMBROSINO: comunque quello che si deve stare accorto è quel LUCA LA PIETRA Gianni: perché? con chi sta? AMBROSINO: adesso sono cazzi suoi…!! Gianni: perché che tipo è? quanti voti ha preso? AMBROSINO: parecchi nei furchi…. Gianni: nei furchi? AMBROSINO: se sono parecchi … troppi!! Sasso: l’avvocato!! AMBROSINO: non si deve esagerare!!! … a San Giuseppe, dove vi muovete vi muovete, è controllato … queste zone qua fanno paura… 45 Malinconico Antonio è un collaboratore di Annunziata Gennaro detto Gianni ò seghino. 144 Gianni: AMBROSINO: e noi che teniamo da vedere? il problema sapete qual è? che qua qualsiasi cosa può essere fraintesa… quello il problema non è… perché uno che lo… Conversazione n. 308 del 02.07.2009 ore 10.22 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. Gino Converso Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra SASSO Giovanni, Gianni ANNUNZIATA ed un amico di costui Gino CONVERSO. I tre parlano di svariati argomenti alcuni dei quali futili ma moltissimi rivestono un’importanza investigativa notevole giacché consentono di consacrare alcuni schiaccianti elementi di reità in capo agli stessi SASSO ed ANNUNZIATA, nonché ad altri personaggi tirati in ballo a vario titolo. All’inizio i tre parlano di politica locale e criticano per l’ennesima volta la condotta di CICCARELLI Pasquale il quale, in occasione del ballottaggio per l’elezione alla carica di sindaco di Ottaviano, non ha saputo sfruttare adeguatamente la situazione e non si è schierato con nessuno dei due candidati, pregiudicandosi, così, la possibilità di salire, eventualmente, sul carro del vincitore. Con riguardo a Pasquale CICCARELLI i tre fanno anche riferimento ad un’operazione immobiliare che costui sta portando avanti nel comune di Nola, verosimilmente Piazzolla di Nola, in una zona sita al confine con Ottaviano. Dal discorso dei tre si capisce che quest’operazione prevede la costruzione di nuovi immobili, per la quale è stata già concessa la licenza, ed è stata costituita una società di fatto che, molto verosimilmente, prevede la compartecipazione di un eminente esponente della criminalità organizzata che, dopo aver finanziato l’operazione, si sarebbe stufato di attendere perché, a distanza di due anni, non ha ancora visto alcun frutto del suo investimento e potrebbe, quindi, chiedere la restituzione del capitale. Dal passo della conversazione di seguito riportata si deduce che il finanziatore e socio occulto dell’operazione immobiliare sia Mario il quale ha fatto entrare in società suo figlio Giovanni che però si è “bruciato” per cui adesso deve far posto alla sorella. I nomi di battesimo sopra riportati sono estremamente suggestivi e conducono a ritenere che si tratti del noto capo camorra Mario FABBROCINO e del figlio Giovanni il quale, come emerge anche da altre intercettazioni, all’epoca della presente ambientale stava effettivamente attraversando un brutto momento in conseguenza del sequestro di droga operato a carico di LUGLIETTI Arturo. Inoltre altro particolare che indice ad identificare il finanziatore in Mario FABBROCINO è la frase pronunciata da Gianni ANNUNZIATA “adesso che esce MARIO come gli devo dire questo fatto”. … omissis … TRASCRIZIONE SASSO: quando mi chiamò e andai nell’Ufficio… un’ora… si voleva mangiare il tavolo… PEPPE DE GENNARO me lo doveva dire che la lista era vacante… GIANNI: era vacante che significa? quella l’ha fatta lui… che significa? SASSO: “Pasquale (CICCARELLI Pasquale candidato a sindaco nel comune di Ottaviano) ma Peppe De Gennaro ti ha fatto fare l’incontro … quello che tu prima non hai voluto fare …” ma proprio così gli dissi… quello è vivo e non è morto… “un’altra cosa che dovevi fare l’accordo con il cappottaro prima… il cappottaro …sindaco e tu vice-sindaco…” dice “ma me lo dovevano dire…” (si sovrappongono le voci) no lui ha detto che lo faceva se glielo dicevano…(si sovrappongono le voci) io sto dicendo quello che ha detto dopo… non prima perché prima qua qui sopra… se ci ricordiamo le testuali parole … ci stavi anche te Gino… lui (CICCARELLI) ha detto che non faceva il secondo di nessuno… GINO: ma quello se voleva fare il secondo rimaneva con Mario Iervolino… SASSO: e lo faceva sicuro… GINO: sicuro come la morte! GINO: Mario nella legislazione gli ha dato ampio spazio… GIANNI: e adesso ti dico una cosa quello con Mario Iervolino deve parlare poco… Mario Iervolino è vendicativo… SASSO: Mario IERVOLINO sta buono a Castel Cisterna gli fa le pacche tanto… GIANNI: Mario Iervolino è vendicativo… è meglio che si sta al posto suo Pasquale che non fa lo scemo… quello è vendicativo… va per nominata… 145 GINO: GIANNI: GINO: GIANNI: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GIANNI: GINO: SASSO: SASSO: GINO: GIANNI: SASSO: GIANNI: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: GIANNI: SASSO: GINO: SASSO: GIANNI: GINO: SASSO: GINO: SASSO: ci stavi tu quando disse che adesso inizia… (evidentemente riferito a CICCARELLI Pasquale) inc. … inizia a fare quella struttura laggiù…ha avuto la licenza?… inc. … perché? perché quello su questo… lo potete credere perché è stata dichiarata un’ oasi nel comune di Nola e non nel comune di Ottaviano… perché è circondata dal comune di Nola… quindi non a rischio rosso però quello a chi deve pagare… mica ci ha dato i soldi? … hanno pagato? no! e quello là è il problema… lui fa… poi quello viene dice vattene…. o mi sbaglio? no! no!… là siamo rimasti che lo facevano in società… vi ricordate GIANNI? inc. lo so già… io lo so già … lo facevano in società… però non ci dava il 50% a lui… abbiate pazienza… lo so che già lo sapeva… perché lo ha detto quando Salvatore se ne è andato… ed è venuto GINO… GINO: Gianni… ma già le so queste cose io… che quello lo faceva in società con quello… ma con il figlio …. non con lui…. con il figlio e non con il padre… quello il figlio adesso sta… e adesso si è bruciato anche il figlio…. anche Giovanni… deve togliere anche a lui deve mettere la figlia… secondo me… inc. … non ci voglio proprio entrare… inc. quello dal primo momento… disse no io non faccio la società con nessuno… e poi ha abboccato… no! quello si voleva prendere tutto quanto di nuovo… e perché doveva abboccare per forza… quello si prendeva tutto quanto… e aveva anche ragione diceva tu in due anni e mezzo non mi hai dato proprio niente… ma che stai dicendo? ma quello tampona …inc. … - ride adesso che esce MARIO come gli devo dire questo fatto… comunque SALVATORE tra 7… 8 mesi sta fuori… fuori… e si crea un bel problema Pasquale… come è come devi fare?… inc. .. (si sovrappongono le voci) … è andato meglio Salvatore che il figlio… ma Gino ma io… (si sovrappongono le voci) ma come che ti metti vergogna? non vuole rompere l’amicizia… quello, quello è il fatto com’è non vuole rompere l’amicizia? e perché … PASQUALE è suscettibile, lo sappiamo tutti quanti! (si capisce che stanno parlando di CICCARELLI Pasquale che non sta mantenendo l’impegno di pagare e, quindi, acquistare la casa di ANNUNZIATA Gennaro sita a Nizza. ANNUNZIATA non vuole rompere l’amicizia con il CICCARELLI perché stima la moglie RAGOSTA Luisa notaio in Ottaviano) … omissis … Alla luce delle considerazioni che precedono appare evidente che l’accordo tra Ciccarelli Pasquale e l’organizzazione criminale era stabile e non era, invece, destinato ad esaurirsi all’indomani del risultato elettorale che il primo avesse conseguito. In tal senso depone l’assicurazione, decisamente esplicita, fatta da Ciccarelli circa la possibilità per i detenuti “amici” di Sasso Giovanni e le loro famiglie di fare affidamento sui suoi candidati per ottenere favori la cui natura non veniva precisata ma che è da considerarsi strettamente connessa con le funzioni pubbliche rivestite dai suoi candidati nell’ambito dell’amministrazione penitenziaria. Peraltro, l’esistenza di un patto tra Ciccarelli Pasquale e il sodalizio destinato a proiettarsi nel tempo in maniera indefinita e finalizzato all’ottenimento di vantaggi di svariata natura è dimostrata dal coinvolgimento del predetto nella commissione degli atti di turbativa d’asta. 3.3La capacità di regolamentare i conflitti sociali 146 Un indice rivelatore ‘inquietante’ in presenza del quale ritenere configurabile la fattispecie di cui all’art. 416 bis c.p. è, come si è detto, la capacità di regolamentare i conflitti sociali, sia in sede “cognitiva” (nel senso di stabilire chi abbia ragione e chi abbia torto), che in sede “esecutiva” (nel senso di attuare le decisione assunte). E’ la capacità dell’organizzazione di sostituirsi alla funzione giurisdizionale che è naturalemente deputata alla risoluzione dei conflitti. Ovviamente ciò non esclude che il sodalizio possa prefiggersi di trarre un profitto da questa attività, anche al di là del maggiore prestigio che comunque acquisisce, né implica che le decisioni assunte debbano essere necessariamente conformi a giustizia, identificandosi, viceversa, questa con gli interessi dell’organizzazione. Si tratta di una delle più evidenti ed efficaci manifestazioni di affermazione del proprio potere camorristico, in quanto presuppone una capacità dialettica con la società civile e il riconoscimento da parte di questa della capacità dell’organizzazione di imporre la propria volontà, in maniera analoga a quella degli organi dello Stato. Il gruppo di conversazioni che segue attesta il ruolo di mediatore dei conflitti sociali che Cesarano Domenico è in grado di esercitare presso la comunità di riferimento; si tratta di un compito che, come si è avuto modo di argomentare nella premessa che precede, costituisce chiara espressione della capacità mafiosa e dunque, con specifico riferimento alla persona di Cesarano Domenico ne scolpisce la figura di capo del sodalizio. In particolare, la lettura dei brani che saranno di seguito presi in esame rivela che nell’aprile 2007 Cesarano Domenico, attraverso il fratello Tommaso, era stato contattato da un soggetto indicato come “Epifanio”, il quale aveva chiesto l’intervento del primo affinché fosse risolta una situazione che lo vedeva coinvolto come vittima di un raggiro da parte di un soggetto che, presentatosi come parente dei Cesarano ed evidentemente grazie alle credenziali che la spendita di tale cognome determinava, aveva ottenuto una fornitura di merce che poi non aveva provveduto a pagare. “Epifanio”, secondo quanto si evince dai dialoghi, piuttosto che adire le vie legali o dialogare direttamente con la persona che lo aveva danneggiato, si era piuttosto rivolto a Cesarano Domenico, affinché fosse questi a risolvere la questione. D’altro canto, la scelta del danneggiato si era rivelata sicuramente efficace, atteso che il parente dei fratelli Cesarano era stato severamente redarguito da Tommaso (il quale, si badi, aveva agito in ossequio alle direttive ricevute e concordate con il fratello Domenico); al tempo stesso “Epifanio” aveva ridimensionato le sue pretese, rinunciando a farsi corrispondere la somma di 500 !. L’intervento di Cesarano Domenico aveva dunque assicurato la mediazione dei contrapposti interessi, secondo lo schema tipico del capo camorra che presso la collettività residente nel territorio su cui pretende di esecitare la sua sfera di influenza dirime i conflitti che si vengano a creare nell’interesse prioritario delle finalità dell’organizzazione. La conversazione n. 1641 dimostra che Cesarano Domenico aveva assunto un ruolo attivo e dinamico nella individuazione di una soluzione che componesse il contrasto tra il suo parente e “Epifanio”; Cesarano Tommaso, infatti, nell’apprendere che il fratello in quel momento era assente da casa, precisava che era stato proprio Domenico a dargli l’incarico di convocare “Epifanio” presso l’abitazione di quest’ultimo. Per meglio inquadrare la vicenda e per attribuire alla condotta di Cesarano Domenico il giusto valore probatorio ai fini della dimostrazione del suo ruolo di vertice del gruppo camorristico, va sottolineato che la P.G. ha ricostruito che il soprannome “Epifanio” è l’appellativo con cui in Ottaviano sono indicati i componenti della famiglia Fabbrocile, descritti come noti e facoltosi imprenditori operanti nel campo dell’abbigliamento e del tessile. Di seguito si riportano le conversazioni telefoniche di rilievo investigativo 46. 46 Quanto ai criteri di identificazione della voce degli interlocutori si tenga presente che le conversazioni sono state registrate sull’utenza 334/2690949 in forza del decreto 1664/07 e che le operazioni di intercettazione hanno complessivamente dimostrato che la stessa era in uso a Cesarano Domenico. L’utenza di cui si serviva l’interlocutore di nome Tommaso è risultata essere la 339/7154031, intestata a Ranieri Anna, moglie di Cesarano Tommaso. Il tenore dei dialoghi e l’uso dei nomi di battesimo con cui gli interlocutori si chiamavano offrono ulteriori elementi per individuare con certezza la paternità delle voci. Peraltro nella conversazione 1933, di seguito riportata, gli interlocutori Mimì e Tommaso parlano della recente nascita del figlio di quest’ultimo; la P.G. ha accertato che in data 26.4.2007 (dunque 5 giorni prima della data in cui è stata registrata la conversazione) è nato Cesarano Raffaele, figlio di Cesarano Tommaso. Anche tale conversazione è stata registrata sull’utenza 334/2690949 in forza del decreto 1664/07 in uscita verso l’utenza 339/7154031. 147 Telefonata n. 1641 del 14/04/2007 ore 12.56 in entrata dall’utenza 339.7154031 intestata a RANIERI Anna, nata a Napoli il 09.09.1972, residente in Ottaviano alla via Domenico Gargiulo 14, ma in uso al marito CESARANO Tommaso, nato a Ottaviano il 29.12.1963 (fratello di Domenico). Sintesi: Tommaso chiede a Graziella se il marito (CESARANO Domenico) è in casa ma la donna dice di no. Allora Tommaso le spiega che è in compagnia di “Bifano” (Epifanio) e, considerato che Mimì non è in casa, è inutile fare andare Epifano a casa di CESARANO. Poi Tommaso aggiunge che era stato lo stesso Mimì a chiedergli di convocare Epifanio per farlo andare a casa sua. La donna precisa ulteriormente che il marito non c’è per cui Tommaso la prega di riferire a Mimì della telefonata. Telefonata n. 1666 del 16/04/2007 ore 07.22 in entrata dall’utenza 3397154031 intestata a RANIERI Anna, nata a Napoli il 09.09.1972, residente in Ottaviano alla via Domenico Gargiulo 14, ma in uso al marito CESARANO Tommaso, nato a Ottaviano il 29.12.1963 (fratello di Domenico). Sintesi: Tommaso CESARANO chiede a Graziella, moglie di CESARANO Domenico, del fratello in quanto vicino a lui si trova tale “Bifano” che vuole parlargli per il fatto del “parente”, dei soldi e se li deve prendere tutti. Graziella riferisce che il marito non c’è e di chiamare più tardi. Telefonata n. 1771 del 21/04/2007 ore 12.12 in uscita per l’utenza 3397154031 intestata a RANIERI Anna, nata a Napoli il 09.09.1972, residente in Ottaviano alla via Domenico Gargiulo 14, ma in uso al marito CESARANO Tommaso, nato a Ottaviano il 29.12.1963 (fratello di Domenico). Sintesi: CESARANO Domenico chiede a Tommaso se è tutto a posto e dove si trova. Tommaso gli risponde che tutto è a posto e di trovarsi “sopra la ferrovia” in quanto il sabato non lavora. Tommaso gli comunica che nel pomeriggio andrà a farsi una camminata da lui e gli chiede che cosa ha fatto con “Bifano”. CESARANO risponde che glielo ha detto, ma se glielo ha detto lui va bene. Infatti Tommaso riferisce che gli ha fatto risparmiare 500 euro. Poi Tommaso fa riferimento anche al fatto che “il parente” si è pure comportato male in quanto sono andati a nome di “qualcuno”, ma non specifica chi. Si accordano per vedersi, dopo pranzo, da CESARANO. Interlocutori CESARANO Domenico e CESARANO Tommaso CESARANO Tommaso Pronto … CESARANO Domenico oh … uomo bello! … CESARANO Tommaso uè … tutto a posto? CESARANO Domenico Si! Dove stai? CESARANO Tommaso Sto su alla ferrovia. CESARANO Domenico Tutto bene? CESARANO Tommaso Si. Tutto a posto! CESARANO Domenico Non sei andato a lavorare oggi? CESARANO Tommaso No. Il sabato è festa! CESARANO Domenico Ah ... il sabato fai festa? CESARANO Tommaso Si ... ma io oggi vengo a farmi una passeggiata da te ... CESARANO Domenico A che ora? CESARANO Tommaso Penso dopo pranzo … CESARANO Domenico Ma vieni dopo pranzo o vieni stasera? Ne discende che le utenze entrate in contatto tra loro nell’aprile 2007 che si sono sopra trascritte sono riferibili, rispetivamente, a Cesarano Domenico e a Cesarano Tommaso. Si riporta di seguito la conversazione richiamata per la certa attribuzione della paternità della voce degli interlocutori: Telefonata n. 1933 del 01/05/2007 ore 13.11 in uscita per l’utenza 3397154031 intestata a RANIERI Anna, nata a Napoli il 09.09.1972, residente in Ottaviano alla via Domenico Gargiulo 14, ma in uso al marito CESARANO Tommaso, nato a Ottaviano il 29.12.1963 (fratello di Domenico). Sintesi: CESARANO Domenico gli fa gli auguri per la nascita di Raffaele . Poi Tommaso chiede a CESARANO se può andarlo a prendere e si accordano per le ore 21 di stasera. CESARANO, però, gli ricorda anche l’appuntamento per domani alle 10.30. 148 CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso CESARANO Domenico CESARANO Tommaso Si salutano. No ... può darsi pure che vengo dopo pranzo ... ti do prima un colpo di telefono … ma con Epifanio che hai fatto? Eh ce lo dissi ... ma ce lo dicesti pure tu? Si ce lo dissi ... tutto a posto ... E che ho da dire … se ce l’hai detto tu … Gli ha fatto risparmiare 500 euro Embè ... già gli ha fatto un favore … cosa vuole di più? Mi disse Epifanio: << Tommaso, gli ho fatto risparmiare 500 euro >> … si dice che quando andarono là sbandarono … ma io parlai anche con il ragazzo che venne … con il parente … si … al parente lo presi in malo modo … gli dissi: << Parente … non è stato niente … non lo conosci … neanche a me mi conosci …>> gli dissi: << all’improvviso … andate a nome … prendente e andate …>> hai capito? Vabbuò … ci sentiamo? Si … mi vengo a fare una passeggiata da te … Vabbuò … dopo pranzo? Si dopo pranzo … Le conversazioni che seguono costituiscono ulteriori elementi sintomatici della natura mafiosa del sodalizio essendo espressione della capacità del clan di ergersi agli occhi della collettività quale ente in grado di fungere da arbitro per la soluzione di provate controversie. Nel caso di specie, i dialoghi sono incentrati su due episodi, il primo dei quali afferente una richiesta di intervento del clan che era stato sollecitato da Areniello Angelo, identificato nell’amministratore della società di tessuti omonima “Angelo Areniello” S.r.l. con sede in San Giuseppe Vesuviano, via Astalonga 21/A. L’imprenditore, sulla base di quanto si evince dal contenuto del dialogo, grazie alla intermediazione di Annunziata Gennaro, detto Gianni ovvero ‘o seghino, aveva ottenuto che l’organizzazione, in particolare, Sasso Giovanni operasse le dovute pressioni nei confronti di una persona affinché quest’ultima desistesse dall’intento di adire le vie legali per vedere tutelate le proprie presunte ragioni. I due dialoghi in cui si discute del fatto si collocano in un momento temporale in cui Areniello Angelo aveva già posto in essere il comportamento oggetto di aspra censura; Sasso Giovanni, in particolare, stigmatizzava con disprezzo come, l’imprenditore, contravvenendo tra l’altro a una direttiva impartitagli dal clan, non si fosse degnato di versare una somma di tremila euro in favore del suo contraddittore, sebbene avesse scongiurato il rischio di vedersi convenuto in un giudizio e avesse, pertanto, evitato di dovere corrispondere l’onorario al difensore e di dovere in ogni caso versare la somma dovuta (da questo particolare la P.G. evince che oggetto della contesa fosse una causa di lavoro che un dipendente avrebbe potuto intentare nei confronti di Areniello Angelo, ma l’incertezza sull’identità della vittima non consente di formulare specifiche ipotesi di accusa per il PM ). Rivelatore della natura assolutamente mafiosa dell’intervento del clan in favore di Areniello Angelo è la parte del dialogo in cui Annunziata Gennaro, sentendosi moralmente responsabile della condotta tenuta da Areniello e appreso che il soggetto le cui ragioni erano state frustrate per effetto dell’interessamento del clan era legato da vincolo di parentela con Cozzolino Franco, rappresentava che avrebbe voluto recarsi personalmente da quest’ultimo. Annunziata Gennaro, tuttavia, veniva dissuaso da Sasso Giovanni che gli faceva presente come il contraddittore di Areniello Angelo era comunque una persona che non meritava protezione perché aveva scelto di adire le vie legali, senza cercare, invece, l’interlocuzione dell’organizzazione criminale. In ogni caso, secondo quanto affermato da Sasso Giovanni, nel momento in cui l’organizzazione aveva assunto una determinata decisione, questa doveva essere rispettata e dunque anche il soggetto le cui presunte ragioni erano state messe a tacere non poteva dolersi di alcunché perché il clan gli aveva fatto presente che nulla gli era dovuto e l’emolumento di tremila euro che il clan avrebbe voluto che Areniello gli corrispondesse avrebbe dovuto essere una sorta di elargizioni spontanea che quest’ultimo avrebbe dovuto effettuare. Il quadro che se ne trae è davvero desolante e d’altro canto non vi è alcun dubbio che la difesa delle pretese di Areniello Angelo sia stata frutto dell’azione dell’organizzazione nel suo complesso. In tal senso depone, 149 sicuramente, l’utilizzo da parte di Sasso Giovanni del pronome personale e dei verbi coniugati alla prima persona plurale. La vicenda che aveva come protagonista Areniello Angelo aveva costituito una bruciante delusione per Sasso Giovanni, tanto è vero che, come dimostrano i dialoghi di seguito trascritti, questi ne parlava in due distinte occasioni, a distanza di circa un mese. In occasione del secondo dialogo trascritto, peraltro, gli interlocutori, nell’ultima parte del passo, si soffermavano, censurandola, anche sulla scelta fatta da un imprenditore di San Giuseppe Vesuviano (che la P.G. ha ritenuto di potere identificare in Casillo Gennaro) il quale, pur di sottrarsi alla pressione estorsiva a cui era sottoposto, aveva preferito spostare la sede delle sue attività produttive da San Giuseppe Vesuviano verso Nola. Tale decisione veniva censurata e gli interlocutori ponevano in luce come saggezza e senso di opportunità avrebbero imposto a quell’imprenditore di risolvere i suoi problemi chiedendo piuttosto il loro intervento quali referenti del clan camorristico operante in San Giuseppe Vesuviano, perché tale opzione avrebbe certamente alleggerito il giogo estorsivo, salvo l’obbligo dello stesso imprenditore a riconoscere poi al clan, in segno di sottomessa gratitudine, regali ed elargizioni. Tale passo del dialogo rivela in maniera chiara e palese come la tutela delle ragioni dei consociati sia esercitata in modo funzionale sempre e soltanto a rafforzare la forza mafiosa del clan; dalla protezione sarebbe derivata, infatti, la soggezione dell’imprenditore beneficiato il quale, evidentemente, nel futuro non avrebbe potuto sottrarsi a garantire il soddisfacimento delle pretese che il clan avesse vantato nei suoi confronti. Lo stesso Annunziata Gennaro sottolineava come egli stesso, al pari, a suo dire, della maggior parte degli imprenditori locali aveva cercato e ottenuto la protezione camorristica locale, rispettando in tal modo quelle che lui stesso definiva “le regole”. Tale precisazione vale a dare contezza del motivo per il quale del tutto assente è, nel territorio di San Giuseppe Vesuviano, il fenomeno della denuncia di richieste estorsive e, stando agli atti ufficiali, ben si potrebbe pensare che si tratti di un territorio immune da interessi e infiltrazioni mafiose. E’ evidente, alla luce dell’intero materiale probatorio raccolto, che la scelta di contiguità con la camorra intrapresa da Annunziata Gennaro si è poi evoluta fino alla condivisione delle finalità illecite del clan e a tradursi in una condotta di partecipazione piena al sodalizio. Si riportano di seguito i dialoghi in uno con la sintesi operata dalla P.G. arricchita dai commenti che contengono preziosi elementi di riscontro e di chiave di lettura dei brani intercettati: Conversazione n. 179 ore 16.03 del 03.06.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni e ANNUNZIATA Gennaro … omissis … ANNUNZIATA critica pesantemente il candidato a sindaco di Ottaviano Pasquale CICCARELLI dicendo che è una delusione continua che non merita il suo interessamento. SASSO Giovanni, a tal riguardo, rimprovera Gianni ANNUNZIATA dicendo che lui si è interessato per la campagna elettorale a favore di CICCARELLI proprio perché è stato lo stesso ANNUNZIATA a chiederglielo. Il discorso su CICCARELLI rappresenta lo spunto per SASSO per parlare anche di un’altra situazione per la quale lui si è interessato sempre su richiesta di del suo interlocutore; si tratta di una vicenda nella quale lui è intervenuto per favorire tale Angelo. SASSO specifica che, se fosse dipeso da lui, non si sarebbe attivato né per favorire CICCARELLI né per favorire Angelo. La parte della conversazione dove si parla di Angelo sembra correlata alla 308 del 02.07.2009 laddove si parla di un interessamento del SASSO in una vicenda che ha visto coinvolto l’imprenditore ARENIELLO Angelo, il cui nome viene espressamente scandito. Nella presente conversazione si deduce chiaramente che l’intervento di SASSO in favore di Angelo ha scongiurato il pericolo che questi affrontasse spese processuali, prime fra tutte l’onorario di un avvocato, ed ha evitato che gli fosse inflitta una multa dallo Stato. Appare evidente che il citato Angelo, per il tramite di ANNUNZIATA Gianni, abbia chiesto ed ottenuto l’intervento di SASSO Giovanni il quale, con metodologie non propriamente lecite, è riuscito ad ottenere il soddisfacimento degli interessi di Angelo. Nella circostanza sembra d’intuire che la vicenda in questione sia quella di un operaio che ha lavorato, probabilmente anche a nero, alle dipendenze di Angelo ed all’atto del licenziamento aveva intenzione d’intentare il processo davanti al giudice del lavoro. L’intervento di SASSO ha scongiurato questo pericolo ma l’uomo si lamenta del comportamento di Angelo che si è rifiutato di versargli, a mo’ di ricompensa, la somma di 3.000 euro. Al riguardo SASSO osserva che, senza il suo intervento, il citato Angelo avrebbe speso molto di più perché 150 sarebbe stato costretto a pagare l’operaio (il cristiano) e la multa. ANNUNZIATA concorda dicendo che la gente su certe cose dimostra un’intelligenza pari a zero. … omissis … SASSO: voi mi avete chiamato! lo vedete? sia per ANGIOLETTO e sia per quest’altro (CICCARELLI), stiamo a posto, quell’altro i 3mila euro … (probabilmente sta parlando di ARENIELLO Angelo) inc. … (bestemmia) se vai già a parlare con l’avvocato ci li devi dare i tremila euro, e tieni sempre il problema che dopo devi pagare al cristiano, sempre il problema che devi prendere la multa dello stato, te lo sto dicendo, e non è meglio che ce li dai e ti fai i fatti tuoi? ANNUNZIATA: la gente è proprio sottosviluppata, intelligenza meno di zero, che devo fare? SASSO, poi, accenna ad un’attività di rivendita autovetture. Conversazione n. 308 del 02.07.2009 ore 10.22 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, ANNUNZIATA Gennaro e Gino CONVERSO Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra SASSO Giovanni, Gianni ANNUNZIATA ed un amico di costui Gino CONVERSO. I tre parlano di svariati argomenti alcuni dei quali futili ma moltissimi rivestono un’importanza investigativa notevole giacché consentono di consacrare alcuni schiaccianti elementi di reità in capo agli stessi SASSO ed ANNUNZIATA, nonché ad altri personaggi tirati in ballo a vario titolo. … omissis … Poi parlano ancora una volta della vicenda che ha visto protagonista l’imprenditore ARENIELLO Angelo, della quale si parla già nella conversazione ambientale n. 179. La presente conversazione consente di capire meglio i termini della questione, già sufficientemente chiari nella conversazione n. 179. Dal combinato ascolto delle due conversazioni si deduce che ARENIELLO Angelo, per il tramite di ANNUNZIATA Gennaro, ha chiesto ed ottenuto che SASSO Giovanni intervenisse presso un ragazzo affinché costui desistesse dal proporre un’azione legale. Verosimilmente il giovane si era rivolto ad un avvocato per farsi assistere in un processo da intentare contro ARENIELLO Angelo per ingiusta rescissione del rapporto di lavoro subordinato. Tutti e tre i colloquianti criticano aspramente il comportamento di ARENIELLO Angelo il quale, dopo avere incassato il felice esito della vicenda che, senza l’intervento di SASSO Giovanni, lo avrebbe visto soccombente perché sarebbe stato costretto a pagare una multa salata ed ingenti spese processuali, non ha voluto versare a quest’ultimo la cifra di 3.000 euro che, a detta di SASSO, sarebbero stati destinati al ragazzo come forma molto attenuata di risarcimento del danno. Nel corso del colloquio, quando Gianni ANNUNZIATA ottiene conferma che il ragazzo maltrattato da ARENIELLO è un parente di Franco COZZOLINO (Franco della mozzarelle), si ripromette di andarci a parlare, evidentemente con lo scopo di fare tutto il possibile per attenuare la brutta figura fatta da ARENIELLO, della quale si sente egli stesso responsabile perché è stato lui a raccomandarlo con SASSO Giovanni. Costui ingiunge ad ANNUNZIATA di desistere da questi suoi propositi perché oramai quello che doveva essere fatto è stato fatto ed ARENIELLO, sebbene si sia comportato male, è stato comunque protetto ed agevolato. Al riguardo SASSO sottolinea che, senza il suo intervento, ARENIELLO sarebbe stato punito e lo stesso SASSO racconta che, per ben tre volte, è stato costretto ad intervenire per scongiurare un’azione violenta contro l’imprenditore. Significativo è, al riguardo, il modo di pensare dominante all’interno del clan in quanto SASSO, nel riportare il pensiero che potrebbe esprimere Franco COZZOLINO, dice che anche l’ex dipendente di ARENIELLO si è comportato male perché queste cose non si risolvono ricorrendo all’avvocato ma solo ed esclusivamente rivolgendosi a membri eminenti dell’organizzazione i quali, agendo come novelli Salomone, avrebbero avuto la capacità e l’autorità di mediare la situazione, senza che ci fosse bisogno di ricorrere alla giustizia statale. I tre colloquianti prendono poi a parlare del CIS e dell’Interporto di Nola dove si sono trasferiti moltissimi commercianti del vesuviano. Tutti e tre concordano nel ritenere che, tenuto conto anche dell’attuale congiuntura finanziaria, sia economicamente svantaggioso condurre un’attività imprenditoriale nel CIS dove le sole spese di gestione ammontano a decine di migliaia di euro al mese. A tal riguardo Gino CONVERSO riporta l’esempio di CASILLO Gennaro (presidente del C.d.A. della società di tessuti M.G.A. S.p.a.) il quale se n’è andato da San Giuseppe perché riceveva troppe richieste estorsive. Sia Giovanni SASSO che Gianni ANNUNZIATA contestano questa spiegazione perché, se CASILLO Gennaro ha subito continue richieste estorsive, vuol dire che non ha saputo comportarsi. I due spiegano molto bene come avrebbe dovuto comportarsi Gennaro CASILLO per far fronte ad una simile situazione; avrebbe dovuto recarsi ad Ottaviano, da BIFULCO Biagio, e rappresentargli la cosa. BIFULCO sarebbe sicuramente intervenuto in suo favore dando disposizioni che più nessuno doveva andare ad estorcere denaro a CASILLO Gennaro. Ovviamente 151 BIFULCO avrebbe chiesto a CASILLO una cifra più contenuta, 5.000 euro, da versare con cadenza annuale per rabbonire quegli stessi estorsori che, in seguito all’intervento del boss, avevano azzerato le loro richieste estorsive. Gianni ANNUNZIATA e SASSO Giovanni dicono che questa è la strada che tutti gli imprenditori devono percorrere per evitare di subire continue richieste estorsive e lo stesso ANNUNZIATA confessa di essersi comportato in questo modo. Ma la strada proposta da SASSO ed ANNUNZIATA, anche se loro si guardano bene dal sottolinearne gli ovvi risvolti negativi, ovviamente non rappresenta una soluzione definitiva del problema ma soltanto un ripiego che lascia comunque esposto il commerciante di turno ad un’imposizione estorsiva che prima veniva fatta da anonimi delinquenti ed ora viene fatta dal boss, nei cui confronti poi riesce più difficile, se non impossibile, opporre un rifiuto. Gianni ANNUNZIATA, per avvalorare quello che lui stesso e SASSO Giovanni stanno dicendo, dice che anche lui si è comportato in questo modo e racconta che in seguito ad una visita fattagli da emissari di CASILLO Vittorio che pretendevano il cambio di assegni, lui si è rivolto a Biagio BIFULCO ottenendo che più nessuno andasse a dargli fastidio. Ovviamente la conseguenza è stata che Gianni ANNUNZIATA, invece di pagare l’estorsione a CASILLO Vittorio o chi per lui, ha versato denaro a MIRANDA Antonio di Terzigno, che evidentemente agiva su mandato di BIFULCO Biagio, purché più nessuno andasse più a dargli fastidio. A tal riguardo Gianni ANNUNZIATA è categorico dicendo a Gino CONVERSO che i commercianti si devono comportare in questo modo perché ci sono delle “regole” ben precise da rispettare che impongono di fare così; se un imprenditore ha un problema si deve rivolgere al boss della zona per risolverlo. Anche SASSO Giovanni conferma questa teoria riportando come esempio ancora una volta la vicenda di ARENIELLO Angelo che è stato salvaguardato perché chi aveva l’autorità così ha deciso. Ovviamente l’imprenditore “salvato”, in ossequio alle “regole che si devono rispettare”, sarà tenuto a riconoscere al boss una ricompensa che Gianni ANNUNZIATA suggerisce di versare in occasione delle festività, magari un orologio piuttosto che un pacco con i soldi dentro a favore dei carcerati. Ed è per questo che il comportamento di ARENIELLO viene ulteriormente criticato proprio perché non si è conformato alle regole. Giovanni SASSO precisa che i boss della zona si comportano in questo modo perché una sconsiderata ed incontrollata commissione di estorsioni ai danni degli imprenditori locali, determinerebbe una acuirsi della presenza delle forze dell’ordine sul territorio che non gioverebbe certamente a nessuno, compreso SASSO Giovanni come egli stesso ammette. … omissis … trascrizione … omissis … GIANNI: ha dato i soldi a questo (SASSO) ci ha fatto gli assegni postdatati … che scuorno … assegni post-datati e non ce li ha dati nemmeno tutti quanti… SASSO: me li ha dati a me? li ha dati a chi ce li doveva dare!!! GIANNI: quell’altro scemo di ARENIELLO “leva i tremila euro a questo (SASSO) e non ce li dare” … ma come cazzo campate? … non ci posso passare… io non lo so ma come cazzo campate…. SASSO: ma voi sapete… voi parlate… quella la persona che uno se la dovrebbe prendere… è con voi… (ANNUNZIATA Gennaro) GIANNI: siamo d’accordo… io non lo so… ma come cazzo si campa…. GINO: non ti devi mettere più in mezzo a queste cose Gianni: ma non… inc. SASSO: se io vi dico (si sovrappongono le voci) vi interessa a voi…personalmente? io ve la vado a fare la cortesia… GINO: oppure tu ti devi mettere in mezzo quando tieni la certezza della persona che metti in mezzo…. hai capito o no? SASSO: “no… non ti preoccupare …inc. …” (si sovrappongono le voci) GINO: inc. .. se io vengo da te? e ti cerco un favore e tu vai da GIOVANNI… (SASSO) lo sai che GINO CONVERSO… dopo che abbiamo risolto il problema o ancor prima di risolverlo … si sa comportare!!! GIANNI: è chiaro o no?! GINO: allora … la gente che segue questo scardoso (ARENIELLO) …. perché quello è uno scardoso…. hai capito? GIANNI: è uno scardoso del cazzo… perché il ragazzo… SASSO: ma quel ragazzo….non tiene neanche l’occhio per piangere… GIANNI: ma io se lo incontro… ma se l’incontro… SASSO: tutto coso… tremila euro… ma non lo fa perché non lo può fare…. GINO: perché non lo può fare? 152 SASSO: GIANNI: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: piglia tante di quelle mazzate …. che voi manco lo immaginate … (si sovrappongono le voci) perché con NOI quando hai dato la parola… è finita… e non si deve permettere di farlo!… èh! e poi? e poi… non ottiene i soldi… che fa? Deve rimane come uno stronzo? no!! NOI avevamo detto che non doveva avere proprio niente… non si doveva prendere niente… mo siamo stati NOI dopo a chiudere… con tremila euro e ce li portavamo… “tieni! ANGELO ARENIELLO ti ha mandato questo pensiero! Noi avevamo detto che non dovevi avere niente… ma lui ti ha voluto mandare questo pensiero …” gli volevamo far fare anche la bella figura… ANGELO ARENIELLO … però non li tiene un mese… due mesi… che madonna…!! (si sta riferendo, probabilmente, alla richiesta di denaro avanzata da un “ragazzo”, forse ex dipendente, al commerciante ANGELO ARENIELLO. Nella faccenda è intervenuto anche SASSO Giovanni su sollecitazione di ANNUNZIATA Gianni, ovviamente su richiesta dello stesso ARENIELLO, che avrebbe risolto la vicenda e insistendo affinché ARENIELLO facesse al giovane un “regalo” di 3mila euro.) tremila euro? ma quello tremila euro non se ne usciva manco con l’avvocato! eh! niente di meno! e voi ne sapete qualche cosa!! quello è parente a FRANCO delle MOZZARELLE? (COZZOLINO Franco cognato di BIFULCO Biagio) eh!! e adesso ci vado dopo! la dovete finire! e poi ti faccio vedere … e poi litighiamo… fa bene! la dovete finire?! sentite a me voi la dovete finire! Giovanni vedete … ci stanno soggetti e soggetti… ci stanno alcune persone che meritano di essere trattate così! lo meritano proprio … devono avere una lezione perché un individuo del genere che si comporta in questo modo … un’altra volta si comporterà allo stesso modo … allora se non ha una lezione che si impara… il vizio non se lo tolgono mai…. ma ci sta un fatto… che a NOI non sta bene quando viene fatta una determinata cosa…. NOI ABBIAMO DETTO CHE LO DEVE RITIRARE PUNTO E BASTA!!! (probabilmente, si sta riferendo alla richiesta avanzata dal “ragazzo”) … QUESTO LO HA RITIRATO!! se andate da Franco (COZZOLINO Franco) fate una brutta figura … perché sapete che vi dice? Dice “è una cosa che compete a NOI… Gianni abbiate pazienza… perché a noi non si devono mai rivolgere dall’avvocato … punto e basta!! è un fetente di merda che si è rivolto dall’avvocato … ANGELO ARENIELLO … (si identifica per ARENIELLO Angelo nato a San Giuseppe Vesuviano il 10.10.1949 amministratore della società di tessuti ANGELO ARENIELLO S.r.l. con sede in San Giuseppe Vesuviano, via Astalonga 21/A – interlocutore del citato ANNUNZIATA Gennaro sull’utenza 3358386045 – decreto 2704/09) è un fetente di merda….”… ma quelli per questo fatto lo volevano fare subire… per questo fatto ad Angelo… perciò questa gente devono avere una lezione… e tre volte non hai subito e manco lo hai capito…!!! perché non si sanno comportare…. tre volte non ha subito e nemmeno lo ha capito!! e perciò ve l’ho detto! ve l’ho detto adesso… adesso!! se capita un’altra volta quello agirà allo stesso modo… e sempre LUI “vedi che sono andati così … così… (quando stavano per farlo subire) IO sono andato … non se ne parla!! E’ una persona (ARENIELLO Angelo) che io mi saluto è un amico… eh.. eh… basta!! Ed è finita!!” Sono andati un’altra volta… ce l’ho portato… “che sei andato a fare qua dentro qua?” (SASSO Giovanni avrebbe affrontato coloro che avrebbero fatto la richiesta estorsiva) Ma dico io… però ogni tanto fai vedere che per esempio un pinco pallino di questo che tu vedi… DICI “questo è un pensiero…!!” a me non mi interessa… perché io non mangio di quel pane … però fortunatamente uno tiene la voce di poter tamponare determinate cose… 153 GINO: GIANNI: GINO: SASSO: è gente che non si sa comportare … non sa campare proprio… ma manco la chiavica …inc. … quella è gente che fanno le figure di merda per 20-30 euro… ecco… Franchino viene un amico qua dentro… se lo abbraccia e se lo bacia… perché in passato Gianni quando il figlio… di quell’amico teneva il magazzino… gli riempiva il magazzino di roba… GIANNI: tu la sai che non me lo ricordo… SASSO: e non gli avete mai detto per esempio fammi l’assegno… fammi quello o fammi quell’altro …. quello gli è riconoscente…viene qua dentro qua gli fa una festa… ma se va da Angelo ARENIELLO a quello si rizzano i capelli in testa che lo volesse affogare … GINO: ho detto quelli fanno le figure di merda per 20-30 euro… fanno le figure di merda proprio… SASSO: ma quello si voleva prendere i soldi dell’assicurazione qua il ragazzo prese e andò… da…. … omissis … CONVERSO Gino inizia a parlare degli imprenditori che operano al CIS in merito alle difficoltà finanziaria. Parla di KOCCA jeans di Miranda Andrea che starebbe per fallire. CONVERSO avrebbe saputo dal figlio Umberto che anche EXTIN starebbe per fallire, infatti avrebbe portato anche i libri in Tribunale. Al riguardo, interviene ANNUNZIATA Gennaro che critica il fatto che alcuni imprenditori di San Giuseppe e zone limitrofe come KOCCA e EXTIN si sono trasferiti a Nola al CIS. Fa riferimento anche Giannino della Zip che è andato alla zona industriale di Nola. Al riguardo, GINO dice: GINO: ma quello proprio loro non tenevano proprio interesse ad andare nel CIS di Nola… o quell’altro GIANNINO della ZIP che se ne è andato nella zona industriale di Nola… che te ne fotte a te ma perché che vengono la gente loco? Annunziata Gennaro dice che il CIS costa troppo: mutuo e condominio pagano circa 17mila euro al mese. Parla di DI VINCENZO, definito un usuraio, che ha messo in vendita l’attività. Poi ANNUNZIATA Gennaro fa riferimento a Gennaro che se non ha sostanza nemmeno può resistere all’Interporto. Al riguardo, interviene Gino e dice che Gennaro è andato via per un’altra ragione. GINO: Gennaro se ne è andato per un’altra ragione… hai capito?…(si identifica per CASILLO Gennaro nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.06.1952, Presidente del Consiglio di Amministrazione della società di tessuti M.G.A. S.p.a. con sede in Terzigno. La società risulta avere un deposito a Terzigno e un’unità locale a Nola presso l’Interporto Campano lotto C2 – interlocutore del citato ANNUNZIATA Gennaro sull’utenza 3358386045 – decreto 2704/09. Nella società, tra l’altro, vi è anche il fratello CASILLO Michele nato a San Giuseppe Vesuviano il 10.01.1950) GIANNI: non è vero… non è vero… GINO: inc. … SASSO: per via che subiva qua e cosa… e perché? GINO: andavano tutti i giorni… SASSO: e perché non è la stessa cosa? GINO: … andavano tutti i giorni gli rompevano il cazzo…. GIANNI: e ma perché andavano tutti i giorni da lui? GINO: e che ne so perché? Perché sanno che teneva i soldi… SASSO: perché se li vogliono che sta a Nola non se li pigliano? GENNARO dice non ve li do perché sto a Nola? No… no… mi deve spiegare questo…. GIANNI: sto fatto di andare tutti i giorni guarda… SASSO: non è vero… GIANNI: guarda che bisogna fare un’analisi…. SASSO: là l’unico che è andato bene è COZZOLINO Foderami perché quando è andato ha preso… “quanto costa il locale all’Interporto? tot?” Ha preso i soldi e ce li ha messi sul tavolo… arrivederci il locale è mio … COZZOLINO Foderami … GIANNI: ma comunque paghi sempre il mutuo come si dice…. il… condominio… GINO: il condominio… ANNUNZIATA Gennaro continua a parlare degli imprenditori che hanno investito al CIS. Dice che COZZOLINO Foderami non aveva i locali ad Ercolano e quindi ha fatto bene ad andare al CIS. Anche gli imprenditori di Napoli hanno fatto bene ad andare a Nola tipo CARPISA, COLELLA, ORIGINAL MARINES. Critica fortemente Gennaro che pure avendo i locali al CIS con Michele dentro ha investito anche all’Interporto. Critica anche KOCCA. Dice che Antonio CHIAROLANZA ha venduto i locali 154 all’Interporto, forse non lo ha ancora venduto, è andato al CIS e ha aperto a San Giuseppe. Gino dice che Antonio CHIAROLANZA ha fittato all’Interporto ed è andato all’isola 8 del CIS. Sasso dice che l’unico che trae profitto al CIS è COZZOLINO Foderami che ha il monopolio nelle importazioni. SASSO dice che la furbizia l’ha fatta PUNZO che starebbe rilevando tutti i locali degli imprenditori in difficoltà perché sta facendo la società dei treni. Gino dice che ieri è stato da Gennaro all’Interporto e proprio dietro vi sono gli arrivi dei treni. SASSO dice che anche Michele di MULINO ROSSO andrà via dall’Interporto e si trasferisce nella zona di San Giuseppe, dice di averlo saputo dal cognato di Mulino Rosso. Gino dice che il Gennaro ha i locali abbandonati a Terzigno. Poi alla posizione 27.40, ANNUNZIATA parla del problema delle estorsioni: GIANNI: spiegami… vengono le genti?… ma Gino… il fatto che vengono le genti… GINO: ma che vogliono la gente….. GIANNI: èh… ad andarci a cambiare gli assegni a fare le cose…. è un fatto che si va a stabilire…si va a discutere… ma che stai dicendo?! (si sta riferendo al fatto che Gennaro è andato via dalla zona per sfuggire alle estorsioni) SASSO: E GENNARO NON HA MAI VOLUTO IMPOSTARE IL DISCORSO…. PIGLIAVA VENIVA DA UNA PERSONA… DICEVA “SENTITE… IO CHE DEBBO FARE? A ME MI CAPITA… QUESTO… QUESTO E QUESTO…” qua stanno quelli che sanno tagliare carne e ossa veramente… SAPEVA DOVE DOVEVA ANDARE PER METTERE FINE A QUESTA SITUAZIONE!… GIANNI: CHE SIGNIFICA ANDAVA A OTTAVIANO… perché TUTTI QUANTI CI SIAMO ANDATI….!!! ALLORA IO NON CI SONO MAI ANDATO!? GINO: GENNARO HA DETTO CHE NON E’ VOLUTO MAI ANDARE… NON HA VOLUTO AVERE MAI CONTATTI… GIANNI: e il motivo?aveva contatti per dargli i soldi… GINO: ma se quello è andato anc he il parigino (BONAVITA Luigi Antonio scomparso) quando era vivo… che era amico suo d’infanzia… GIANNI: va bene… il parigino è un fatto suo… domani mattina Giovanni (SASSO) esce con la testa e si viene a prendere i soldi da me… quello è un fatto suo da chi cazzo lo vuole… SASSO: ma la situazione qua non lo permette… GIANNI: che significa? SASSO: non lo permette!! Gino parla poi dei rischi dell’imprenditore CASILLO Gennaro in relazione ai mancati profitti. Ha saputo da Michele (CASILLO) della roba che non riescono a vendere. Poi alla posizione 29.13, sempre parlando dell’imprenditore CASILLO Gennaro, SASSO così commenta: SASSO: perché non sapeva dove doveva andare a parlare? Forse si metteva vergogna perché si è fatta una posizione? Ma quello è 10 volte… 100 volte… 1000 volte più uomo di lui… GINO: lui non è voluto mai andare… ha detto “io non mi ci metto proprio in queste cose…” SASSO: quello basta che andava e diceva “sentite… io sto subendo questa cosa…” quelli sono contrari a queste cose…. questi qua quando sono usciti due persone da carcerati… le persone da dentro al CIS da qua… hanno portato le buste piene di soldi … vi risulta? Le hanno prese e hanno mandato i soldi indietro… glieli hanno restituiti … (ANNUNZIATA risponde al telefono) GINO: non lo so perché ha agito così GENNARO …. non ve lo so dire… SASSO: se andava andava dentro i… quello prendeva mandava a chiamare i cristiani… “non vi permettete più!! Fateli stare quieti!!” Poi prendeva e diceva vicino a GENNARO “ogni… tanto a qualche ragazzo… daglielo il 5mila euro in mano fallo campare… può essere una volta all’anno… gli metti il 5000euro in mano… che ti sono 5mila euro all’anno? Sono 400 euro al mese…” e quando si era deciso così … non esisteva che veniva più qualcuno… GINO: non ve lo so dire… SASSO: perché se andava qualcuno … quello pigliava… l’assegno quanto è? 5mila euro… 6mila euro? Qua stanno i 6mila euro… dammi l’assegno!! dammi i soldi!! metti i soldi qua sopra!! non ci andava più nessuno!! da ANGIOLETTO (probabilmente ARENIELLO Angelo) è andato più qualcuno? ANGIOLETTO non è andato a parlare con nessuno… me l’ha fatta a me l’imbasciata ed è stata fatta!! 155 GIANNI: questa è una cosa che è sempre… che significa? ci stanno delle regole!! Pure in queste cose ci stanno delle regole…!! A me venne uno che io non lo sapevo manco… VITTORIO Vittorio?” - “Mi devi cambiare!” - “Ma che ti devo cambiare? Ma vedi di andartene…” e se ne è andato! A DUE MINUTI SONO ANDATO DOVE DOVEVO ANDARE!! VEDI CHE COSI’… COSI’… NON TI PREOCCUPARE!! (sarebbe stata la rassicurazione che lui avrebbe ricevuto) ma che significa ci stanno delle regole… … omissis … Espressiva della capacità dell’organizzazione di farsi carico delle istanze di natura illecita provenienti dalla collettività anche entrando in contatto con altre organizzazioni camorristiche è la vicenda che ha come protagonista De Martino Antonio, un commerciante di San Giuseppe Vesuviano, titolare dell’esercizio. commerciale “Centovetrine” ubicato in quello stesso Comune. Dall’esame delle conversazioni che sono state intercettate, è emerso che De Martino Antonio aveva intessuto trattative commerciali con personaggi dell’area metropolitana napoletana, verosimilmente finalizzate all’acquisizione di un punto vendita in Napoli. Il progetto imprenditoriale di De Martino Antonio si era, tuttavia, scontrato con l’operatività dei clan camorristici cittadini che lo avevano sottoposto a pressione estorsiva. Della vicenda, De Martino aveva ritenuto opportuno investire Caliendo Giuseppe, il quale recatosi a Napoli ed avendo evidentemente risolto il suo problema, aveva poi preteso che De Martino gli consegnasse una somma pari all’importo di 2500 euro. Caliendo Giuseppe aveva poi provveduto a dividere il guadagno illecito così ottenuto con Casillo Vittorio; tale ultimo particolare rende evidente che la condotta posta in essere a favore di De Martino Antonio rientrava nelle finalità associative dell’organizzazione nel suo complesso, non essendo emerso alcun apporto concreto di Casillo Vittorio nell’ottenimento del fine perseguito illecitamente dal commerciante. Si riportano di seguito i dialoghi inerenti la vicenda in esame, in uno con i commenti operati dalla P.G. ricchi di contenuto esplicativo e delle circostanze di riscontro che permettono di dare identità certa alle persone degli interlocutori e dei soggetti menzionati nel corso dei dialoghi: Telefonata n. 345 del 27/09/2007 ore 13.25 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata e in uso a CORREALE Carmela Decreto 3554/07. Interlocutori: Peppe CALIENDO e CORREALE Carmela Sintesi: Nella prima parte della conversazione gli interlocutori fanno riferimento ad argomenti riconducibili a CASILLO Vittorio (già legato sentimentalmente a CORREALE Carmela), il quale, successivamente alla rottura del rapporto sentimentale, si sarebbe impossessato di un’autovettura acquistata dalla donna (un Mercedes che avrebbe poi venduto alla moglie di Tortora Patrizio, probabilmente senza la firma autorizzativa della CORREALE, grazie anche alla compiacenza di una agenzia di pratiche automobilistiche). All’atto di congedarsi dalla donna, CALIENDO Giuseppe, riferisce testualmente: Trascrizione parziale: CALIENDO: questa sera ho l’appuntamento alle 21.00 con Antonio Di Martino! CORREALE: eh? CALIENDO: eh! devo parlare un poco con Antonio Di Martino stasera, deve venire a casa!…ti chiamo alle 22.00! CORREALE : va bene Telefonata n. 349 del 27/09/2007 ore 16.29 in uscita 3314082930 intestato a DJKLALSDAJLDJKLDJ1958 B1 2Z 126K Paesi Bassi in uso a Cosimo (Vado Cosimo, detto “o’ russ”) per ident. cft. n. 354 - Decreto 3554/07 Interlocutori: Peppe CALIENDO , Cosimo (Vado) e Vittorio CASILLO Sintesi: CALIENDO Giuseppe riferisce a CASILLO Vittorio che Antonio De Martino, in serata intorno alle ore 21.00, andrà a portargli con formula di prestito 2.500 euro. Trascrizione parziale: CALIENDO: buonasera sei venuto a casa? Cosimo: ho chiamato Peppe, ma stavi dormendo? Ci dobbiamo vedere dopo? 156 CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: CALIENDO: Cosimo: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Vittorio: CALIENDO: Cade la linea! sai dove stavo? Hai visto stamattina su quella discesa stamattina? eh, be? dove siamo andati stamattina a fare il servizio! eh stavo da quello! ma quando ci dobbiamo vedere? allora stasera alle nove porti i soldini! vabbè vengo stasera alle nove da te? alle 21.00 diciamo mi portano i soldini a casa! vabbè alle nove sto da te! mi sono fatto prestare da uno 2.500 euro! Peppe tu sei grande, devo dire la verità non voglio metterti a paragone del compare però…… a Vittorio devi volerlo bene e stimarlo!…passamelo a questo scemo che tieni a fianco! a chi ti devo passare? a Vittorio che tieni a fianco, lota! adesso te lo passo! (nel passare il telefono a Vittorio asserisce testualmente: “nel telefono nuovo guarda come parla!”) che c’è ignorante! ignorante, tu sei ignorante non io! lo so! Che c’è? sai da chi me li sono fatti prestare 2.500 euro oggi? cosa hai detto?….vuoi due trecento euro da me? lota io posso darteli io a te due o trecento euro! e portameli, vieni al bar Carrino ti aspetto! sai chi me li ha prestato oggi i duemila euro? vieni al bar Carrino no, devo andare a fare un servizio qua sopra aho, cosa c’è? sai chi me li ha prestati soldi?….Antonio! Antonio? Antonio De Martino! quanto ti ha dato? stasera mi deve portare 2.500 euro! Telefonata n. 351 del 27/09/2007 ore 16.39 in entrata dal 3389655721 intestato a ASDFG ASDFG SDFSFG54R12Z100s Cina in uso a CASILLO Vittorio Decreto 3554/07 Interlocutori: Peppe CALIENDO e CASILLO Vittorio ( la cui fonia è dagli operatori riconosciuta.) Sintesi: CALIENDO Giuseppe riprendendo l’argomento già rappresentato nella conversazione n. 349, riferisce a CASILLO Vittorio che la somma di danaro quantificabile a 2.500 euro, gli era stata elargita da Antonio De Martino titolare del negozio “centovetrine”, a seguito della risoluzione di una richiesta estorsiva. ( vedi conversazione n. 357) Trascrizione parziale: CALIENDO Giuseppe: Vittorio CASILLO Vittorio: dove stai? CALIENDO Giuseppe: in mezzo Ottaviano! CASILLO Vittorio: ah…vabbè CALIENDO Giuseppe: tu dove stai?….aho me li sono fatti prestare da Antonio De martino, stasera mi porta 2.500 euro! CASILLO Vittorio: da chi ? CALIENDO Giuseppe: da Antonio De Martino! CASILLO Vittorio: chi lo conosce a questo Antonio CALIENDO Giuseppe: lo sai bene chi è! CASILLO Vittorio: buò 157 CALIENDO Giuseppe: CASILLO Vittorio: CALIENDO Giuseppe: CASILLO Vittorio: CALIENDO Giuseppe: CASILLO Vittorio: centovetrine! non te li porta! gli ho fatto un piacere! Dove stai tu? sono al bar Carlino, perché? Tu loco in mezzo cosa stai facendo, l’uovo? eh! vabbè….allora ci sentiamo Telefonata n. 354 del 27.09.2007 ore 17.33 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata a CORREALE Carmela (S.G. Vesuviano), in uso a Carmela (amante di CALIENDO). Decreto 3554/07. Interlocutori: Peppe CALIENDO e Carmela Sintesi: Dagli elementi raccolti in detta conversazione si evince che l’interlocutore di CALIENDO Giuseppe nella telefonata n. 349 si chiama Cosimo e si accompagnava a CASILLO Vittorio. Come spesso accade, CALIENDO mente con Carmela dicendole che i rapporti con Vittorio e i suoi amici non sono buoni… Trascrizione parziale: ….omissis…. CALIENDO Giuseppe: hai fatto un guaio, hai messo quei zingari fuori casa mia! CORREALE Carmela: chi zingari? CALIENDO Giuseppe: non lo sai chi sono i zingari? CORREALE Carmela: Cosimo e il cornutone (Vittorio CASILLO –n.d.r.)? CALIENDO Giuseppe: prima mi ha chiamato Cosimo, il quale mi ha Detto: Peppe devo andare fuori paese, mi vuoi prestare 500 euro? gli ho detto non voglio darti nemmeno una lira CORREALE Carmela: però non li devi tenere lontano li deve tenere vicino CALIENDO Giuseppe: gli ho detto pezzo di merda passami a questi che tieni a fianco CORREALE Carmela: ma dove stai? CALIENDO Giuseppe: da quello che vende le macchine……omissis vicino a Vittorio gli ho detto mi devi fare la cortesia non mi devi più salutare. ….omissis… Telefonata n. 357 del 27.09.2007 ore 19.34 in uscita sull’utenza 333/3613686 intestata a CORREALE Carmela (S.G. Vesuviano), in uso a Carmela CORREALE. Decreto 3554/07 Interlocutori: Peppe CALIENDO e Carmela Sintesi: Peppe con Carmela. Peppe informa Carmela di essere stato a Napoli a risolvere il problema ad Antonio (De Martino …“centovetrine”). Aggiunge che il problema era tipo “quelle cose che va facendo quell’uomo (Vittorio CASILLO)” – estorsioni n.d.r. – e che lui ha già risolto con i napoletani e stasera aspetta Antonio a casa per dargli la risposta (e per avere i 2.500 euro in forma di prestito - cft. tel 351). La conversazione verte molto su Vittorio e o’ russ (Vado Cosimo) e dei loro atteggiamenti sbagliati. Parlano anche del problema dell’auto di Carmela, che è stata venduta da Vittorio, senza autorizzazione di Carmela, con la complicità di una agenzia di pratiche automobilistiche che avrebbe avallato un falso in atti (probabilmente l’auto, intestata a Carmela, è stata venduta da Vittorio a Patrizio (verosimilmente Tortora) – cognato di Salvatore – con l’articolo che permette la vendita da parte di persona diversa dal proprietario, ma senza il placet di Carmela)-. Discutono su come risolvere la faccenda e Peppe dice che è intervenuto nella cosa consigliando a Salvatore e a Vittorio di mettere le cose a posto altrimenti Carmela sarebbe andata dalla Polizia a denunciare il tutto. Discutono ancora su come Vittorio non abbia avuto rispetto di Carmela, che l’ha servito con attaccamento anche quando lui era in galera. Trascrizione parziale: Peppe: sono andato a Napoli Carmela: sei andato già a Napoli? Peppe: sono andato a fare un servizio per Antonio Carmela: ah, ah, già l’hai fatto? Peppe: si si, sono andato già…cara Carmela: hai finito pure? Peppe: e ora c’ho appuntamento a casa con Antonio che gli devo dare la risposta 158 Carmela: Peppe: Carmela: Peppe: ah ah ah… quello sai che cosa gli è capitato cara?.. vita mia? cosa? Cosa gli è capitato tesoro? a lui non a me, a me non mi può mai capitare.. quelle cose che va facendo quell’uomo, le sai?…incompr… è capitato a lui a Napoli…incompr.. comprare un magazzino a Napoli.. Carmela: eh Peppe: è capitato pure a lui, le stesse cose. Quelle persone come a… a ..incompr.. del cornuto (Vittorio n.d.r.), il pecorone.. le stesse persone e gli devo sistemare le… …le voci si accavallano… Carmela: risolvere? Peppe: si, già ho risolto amore! Carmela: ah, meno male dai Peppe: deve venire stasera a casa…ah ah (ride)..incompr.. glielo devo dire Carmela: ho capito… …omissis… POS: 2,20 Carmela: e se no saltiamo tesoro dai (nel senso oggi non ci vediamo)…già tu c’hai da fare a quell’ora… Peppe: no alle nove.. solo alle nove cara (cft. tel. 351 appuntamento a casa alle nove di sera con Antonio – n.d.r.)… …omissis… POS: 06,20 Peppe racconta a Carmela di aver parlato con Vittorio e anche con Salvatore (il cognato di Carmela) per il problema dell’auto… Peppe: …e ho detto (a Vittorio –n.d.r.) “tu ora tieni 500 euro in mano che abbiamo lavorato no?… ora me ne cerchi altri 500?” Carmela: e tu mica glieli dai? Peppe: no, non glieli dò gioia, non glieli ho dati, non glieli ho dati (ripete)…poi ho parlato con Salvatore, il cognato di Patrizio Carmela: eh Peppe: ho detto “Patrì… (si corregge) Salvatore, vediamo di sistemarla questa situazione perché questa qua (Carmela) va a finire che va sopra dalla Polizia”…proprio così ho detto ti dico la verità a te, io ti parlo chiaro a te (a Carmela) perché io sono sincero… (poi continuando il racconto del discorso con Salvatore in prima persona:) “va sopra dalla Polizia, ti blocca il passaggio, ti denuncia la macchina, tu la macchina la devi buttare solo scemo!… tu i soldi li abbuschi, diglielo a tuo cognato (Patrizio), lui i soldi li abbusca, perché si sa che li abbusca” Carmela: ah Peppe: capito o no?… ( poi riprendendo in prima persona:) “finiamolo questo bordello …fammi…incomprensibile – disturbi al telefono -… Patrizio. Quello Patrizio …incompr.. che non viene, io me lo andrei a prendere dolce dolce ( o veloce veloce) dicendogli ti devo parlare! Carmela: eh Peppe: mo me lo devo…incompr… dolce, dolce, poi quando mi scoccio devo …incompr.. il tosto e …incompr… Carmela: eh Peppe: (riprendendo in prima persona:)…“ne scemo! Ora prendiamo un marocchino, facciamo …incompr… e dagliela la macchina a questa. E levati da questi guai!”.. hai capito o no? Carmela: uh uh …omissis… parlano della carta che deve arrivare e che Carmela deve andare a prendere alla Polizia … Carmela: … e io salgo sopra dalla Polizia e la faccio arrivare subito Peppe: allora, e allora… Carmela: che poi è un giro di stupidi perché se io vado sopra dalla Polizia e faccio il fatto, quella la carta arriva subito. Se la carta non arriva va nella scordata (si perde –n.d.r.), andiamo bene (nel senso che si risolve anche per Vittorio, quindi conviene anche a lui –n.d.r.) Peppe: Carmela, io gli ho detto così “ si rovina quello dell’agenzia che ha firmato falso, ha dichiarato il falso. Si rovina tuo (di Salvatore) cognato (Patrizio) che si è comprato la macchina che non era la loro” Carmela: eh 159 Peppe: “Vittorio” Carmela: eh Peppe: “ voi fate solo un macello. E non vi conviene di chiudere bene, da buoni amici e basta?” Carmela: Vittorio subito va in galera Peppe: Carmela, se blocchi la macchina, tu la macchina la prendi subito… …omissis… Ulteriore prova del consenso di cui il sodalizio gode nell’ambito della comunità locale e che costituisce la forma di manifestazione evidente dell’intensità del grado di penetrazione dell’organizzazione nel tessuto sociale è offerta dal puntuale resoconto che è stato reso a Bifulco Biagio (a mezzo emissari) da parte di alcuni imprenditori e commercianti che erano stati sentiti quali potenziali vittime di pressione estorsiva e che erano stati individuati sulla scorta delle dichirazioni rese dai collaboratori di Giustizia Auriemma Michele e Duraccio Maria. Le conversazioni che saranno di seguito esaminate sono incentrate proprio sui commenti degli interlocutori in merito all’attività investigativa condotta dal personale della DIA di Napoli su delega di questo Ufficio al fine di ottenere riscontro al contenuto delle dichiarazioni rese dai predetti collaboratori di Giustizia, Auriemma Michele e Duraccio Maria. I due, infatti, avevano riferito anche delle attività estorsive poste in essere dal gruppo contrapposto al loro e capeggiato da Bifulco Biagio; sicché la P.G. su delega di questa A.G. aveva provveduto a sentire gli imprenditori e i commercianti indicati come vittime della pressione estorsiva. Tale attività delegata è stata eseguita nello stesso arco di tempo in cui Bifulco Biagio era sottoposto a monitoraggio telefonico ed ambientale; dalle conversazioni intercettate si evince che alcuni degli imprenditori interrogati hanno avvertito la necessità di riportare al capo clan, per il tramite di persone a lui vicine, il contenuto delle dichiarazioni rese nel corso delle escussioni. Bifulco Biagio, infatti, si dimostrava a conoscenza delle domande che erano state rivolte dagli inquirenti e si indignava per l’attenzione che quest’ultimi avevano concentrato sulla sua persona. Di seguito, si segnalano le intercettazioni comprovanti le suddette argomentazioni: Telefonate nnrr. 405 , 1950, 1951,2252-2259-2260, 2259, 1124, 1125, riportate in allegato 21 all’informativa denominata “operazione Fulcro”. 3.4 La disponibilità di armi. Le contestazioni in materia Ulteriore indice di mafiosità di un’organizzazione è offerta dalla disponibilità di armi, atteso che la capacità militare del sodalizio è direttamente funzionale ad assicurare quella forza intimidatrice che costituisce l’elemento caratterizzante della struttura associativa prevista dall’art. 416 bis c.p. Con specifico riferimento alla fattispecie concreta, è necessario richiamare l’attenzione sul fatto che in data 15.10.2007 Bifulco Biagio è stato arrestato in quanto trovato in possesso di una pistola. Dalle conversazioni oggetto di intercettazione captate nell’ambito di questo procedimento emerge che la pistola rinvenuta nella disponibilità di Bifulco Biagio era stata consegnata al capo clan da Caliendo Giuseppe il quale a sua volta l’aveva ricevuta da Addivinola Gerardo .( imputazione Capo P) Sempre con riferimento alla medesima arma, Cesarano Domenico e Casillo Domenico, nel corso di una conversazione che sarà di seguito presa in esame, ammettevano di aver visto la pistola in questione essendo stata la stessa loro mostrata da Bifulco Biagio. Cesarano Domenico precisava che Bifulco Biagio si era in prima istanza rivolto proprio a lui per potere avere la disponibilità esclusiva di un’arma e che era stato lui a girare tale richiesta ad Addivinola Gerardo, il quale si era poi prodigato per procurare materialmente la pistola a Bifulco Biagio, consegnandola a Caliendo Giuseppe. L’arma era stata ritirata, secondo il racconto fatto da Cesarano, senza pagamento del relativo corrispettivo. Cesarano, in ogni caso, ben conosceva l’arma in questione tenuto conto che, nel ragionare sulle conseguenze processuali alle quali Bifulco dopo l’arresto si trovava esposto, si sentiva sicuro di escludere che si trattasse di un’arma già utilizzata per commettere altri reati di sangue. Orbene è fin troppo evidente che la pistola rinvenuta nel corso della perquisizione eseguita presso l’abitazione di Bifulco Biagio in data 15.10.2007 può a buon diritto essere qualificata come arma rientrante 160 nell’arsenale di cui aveva disponibilità l’intero clan, tenuto conto dei canali con cui la stessa era stata procurata, delle modalità di consegna, della natura gratuita della cessione in favore dell’effettivo destinatario, nonché, infine, dell’inserimento dei vari soggetti che si erano interessati alla vicenda nel medesimo contesto associativo. Conversazione n° 990 - 991 del 17.10.2007 ore 15,51- 16,08 e intercettate all’interno dell’autovettura FORD KA targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico decreto n. 3766/07 RR del 21.09.2007. Sintesi: CASILLO Domenico è in auto, si sta recando a prendere CESARANO Domenico. Riceve una telefonata parla con ANGELINO Vincenza. Alle ore 16,00 CASILLO Domenico giunge presso l’abitazione di CESARANO Domenico, citofona e avverte della sua presenza. Subito dopo entra in auto CESARANO Domenico. La prima parte della conversazione fanno riferimento al ex rapporto sentimentale tra CESARANO Domenico e ANGELINO Vincenza. Successivamente CESARANO comunica a CASILLO di essersi recato a casa della moglie di Biagio BIFULCO, in quanto quest’ultimo è stato arrestato dai Carabinieri perché, nel corso di una perquisizione all’interno della sua abitazione, è stato trovato in possesso di una pistola cal. 7,65. Commentano l’episodio, ma soprattutto dimostrano di essere a conoscenza del fatto che BIFULCO Biagio deteneva una pistola all’interno del giardino della sua abitazione, avendola vista entrambi. CESARANO, conosce addirittura la provenienza della pistola, in quanto gli era stata richiesta dallo stesso BIFULCO, ricostruendo nei particolari la vicenda. Infatti, CESARANO racconta che la pistola, originariamente era in possesso di “o Francese” (ADDIVINOLA Gerardo) e che, questi l’ha consegnata a “Peppariello” ovvero CALIENDO Giuseppe, allorquando CESARANO Domenico si trovava detenuto, per poi consegnarla a BIFULCO Biagio. CESARANO aggiunge anche, che, nell’occasione, l’arma non venne pagata. Trascrizione: CESARANO: e il furgone? CASILLO: lo tengo a casa CESARANO: embè questa non la devi dare a Pasquale? CASILLO: dopo gliel’ha do!...ha chiamato la “Brasiliscia” CESARANO: e che vuole? CASILLO: come stai…. CESARANO: no, ma per me è finita con lei e con le altre femmine pure!! CASILLO: come sto facendo io CESARANO: io voglio stare tranquillo, voglio fare come facendo prima CASILLO: occasionale… …omissis… Prosegue la conversazione sulla donna CESARANO: …venne la moglie di Biagio, io non ci stavo e andai a casa sua..a Biagio gli hanno trovato una pistola CASILLO: a casa, lo sapevo già! Quando mi chiamasti sopra la camera di Commercio a Napoli ieri, già lo sapevo CESARANO: pure io lo sapevo. Quelli gli fanno fare sei sette mesi dentro CASILLO: si, ma se è la sua è la sua!!! CESARANO: è la sua!...dentro casa sua! CASILLO: allora…incomp… CESARANO: chi te l’ha detto? CASILLO: così sta scritto… CESARANO: no CASILLO: …con atteggiamenti mafiosi CESARANO: no, ma Biagio non è il tipo…il giornale che ho letto io, no CASILLO: pure la televisione l’ha detto CESARANO: atteggiamenti mafiosi? CASILLO: eh…atteggiamenti mafiosi deve rispondere per porto d’arma abusivo e per atteggiamenti mafiosi! CESARANO: no, per la pistola, la 7,65, detenzione di armi, quello è una pistola modello 70 CASILLO: si fa cinque sei mesi dentro! 161 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: sei sette mesi dentro, perché i domiciliari non gli danno niente, quello se non era lui ed era un bravo ragazzo, gli davano subito i domiciliari, si deve fare sette otto mesi dentro ma sta a Poggioreale? e dove può stare! Quelli della Torre …andarono a fare la perquisizione, la teneva nella fioriera, stanno le piante, stava appoggiata là. Tu tiene una casa così, io glielo dissi: ma che ne devi fare di questa pistola… se la fa ad insalata!! dice Mimmo ma una casa così grande che fa, ma questa già la teneva da cinque sei mesi. Però una casa così grande, vanno a trovare la cosa lì dentro. Ora due sono le cose o tenevano la telecamera all’interno, quando quello l’ha posata, l’ha presa…l’hanno visto e se lo sono andati a fare, o è stato proprio sfortunato. pure questo… una 7,65 mod. 70 l’ho vista, me l’ha fece vedere una pistola di trenta lire era la pistola tanto vale …ma quello veramente ha perso la testa CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: …omissis… Poi parlano della relazione sentimentale di CALIENDO Giuseppe con Carmela CORREALE. Criticano tale rapporto in quanto CALIENDO si sarebbe innamorato di questa donna. Conversazione n° 991 Riprende la conversazione tra CASILLO Domenico e CESARANO Domenico: CASILLO: …ieri andai alla camera di Commercio, parlai con il presidente della Camera del Commercio, ora aprono una sede tra S. Giuseppe, Ottaviano…incomp…e ogni tessera…costa ...incomp…e faccio fare il fatto delle fiere e dei mercati, faccio la cosa sistemata…io qualcosa devo fare Linea disturbata. Poi Parlano di problemi lavorativi di CASILLO. Poi, riprendono la conversazione sull’arresto di BIFULCO Biagio. CESARANO: …ma quello se non sbaglio quella pistola che hanno trovato ce la regalò proprio Peppariello CASILLO: niente di meno!!! CESARANO: eh…se non sbaglio!!...quello me la cercò a me!!! CASILLO: .. e ce la portò Peppe CESARANO: me la cercò a me e allora io andai dal …la teneva il Francese, disse Mimmo.. CASILLO: ci vogliamo andare a prendere un gelato? CESARANO: eh! CASILLO: dove ce l’ho vogliamo prendere? CESARANO: ad una parte tranquilla CASILLO: a Pompei?...questo poi ci vede una altra volta (riferito ad un eventuale incontro con Peppe CALIENDO)… a Striano mica sanno fare il gelato e andiamocene a Pompei. Embè? CESARANO: …e o’Francese disse “Mimmo quella se l’è presa Peppe,” non disse nemmeno Peppe, disse: “quello che venne con Voi”, che era Peppe, quello il nome non se lo ricordava nemmeno “quando voi stavate in galera” disse… “vedete la tiene quello” e non ce la pagò. Dissi Peppe ma tu…incomp… CASILLO: me la fece vedere...si ma si è fatto arrestare come un cazzo!! CESARANO: ma io glielo dissi venerdì. Dissi Biagio ma che ne devi fare sta pistola. No “ ma io già la tengo da cinque sei mesi”, poi una casa così grande chi la vede!! CASILLO: ora e come dici tu…sta qualche telecamera là dentro!! CESARANO ora o ci sta una telecamera all’interno, perché loro sono andati cinque macchine sono andati proprio là, proprio nella terra,… alle nove e mezza sono andati là, cinque macchine di Torre, me l’ ha detto la moglie, io sono andato a casa sua!! CASILLO: Mimmo è come dici tu allora!!... tiene qualche telecamera interna!! CESARANO: sono andati dentro alle nove e mezza precise…incomp… sono andati là hanno detto Biagino…quello Biagio aprì stesso lui con il telecomando, aprì ed erano cinque macchine CASILLO: …ma questa cosa non poteva levare? 162 CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: CASILLO: CESARANO: erano le nove e mezza,…no ma quello la teneva sotto terra…la teneva da cinque sei mesi …inc. …dentro una cosa di queste qua dentro una fioriera! …dice che hanno girato un poco venti minuti per vedere …tanto per non far capire … poi sono andati là vicino hanno messo la mano là dentro e hanno detto BIFULCO andiamocene…alle dieci l’hanno portato in caserma, …quelli di Torre, che fetenti di merda!!! Mimmo quelli sono tutti fetenti non solo quelli là! Sono fetenti!! io penso sette otto mesi dentro! se tutto va bene … minimo, sette otto mesi dentro …perché non ha nessun beneficio e spera la madonna che la pistola è pulita…va bene, la pistola in mano a lui è pulita…dobbiamo vedere in mano a qualcun altro!!! la pistola, per risalire a quello che dici tu…incomp… …se tu fai un reato qua Mimmo, per farti capire e la dai ad uno di casale di Principe…non risale!!… il colpo, ogni botta tiene l’ammaccatura sua perché il cane chi batte sulla sinistra chi a destra e chi centrale e come le impronte digitali!! ma quello non è il cane è la canna !! quello è la canna dentro è la filatura dentro no, su questo è tranquilla!! meglio così!!! il massimo che gli possono dare sono due anni e mezzo di carcere, se gli danno due anni e mezzo di carcere fa un anno e mezzo di carcere…. fa Natale dentro e certo!!... quello Natale ora e 40 giorni, devi parlare di quell’altro Natale…Natale di mo? e quello ci mette la firma Natale di ora!! La conversazione di seguito riportata attesta l’effettiva capacità del clan di poter contare su canali di approvvigionamento di armi; nell’occasione, oggetto della conversazione era la possibilità di procurarsi armi, di cui, nel corso del dialogo, venivano descritti calibro e modello. Le calcolatrici grosse di cui si discorre sono verosimilmente armi alla luce delle specificazioni successive della conversazione ( laddove si fa riferimento al bifilare e al calibro 9x21), . Conversazione n 655 del 10.10.2007 Decreto 3766/07 ore 15,21 e intercettata all’interno dell’autovettura FORD KA targata AN712VP in uso a CASILLO Domenico. Sintesi: CASILLO Domenico è in auto con il figlio Emanuele e con Zio Felice (ai fini della identificazione cfr. telefonata n. 31300 del 10.10.2007 ore 15,42 intercettata sull’utenza cellulare 3287773820 in uso a CASILLO Domenico). La conversazione è relativa ad un problema meccanico alla ruota dell’auto su cui stanno viaggiando. Poi parlano di lavoro. Si stanno recando da tale Antonio come si evince dalla conversazione telefonica sopra citata. Poi, Felice nel corso della conversazione propone l’acquisto di armi di grosso calibro, indicandole come “calcolatrici grosse”. Accennano, poi, anche alla vendita di una pistola 9 x 21, con caricatore bifilare, nuova, in possesso di zio Felice. …omissis… Felice: …se ti servono calcolatrici grosse? CASILLO: calcolatrici? Felice: …incomp.. CASILLO: ma grosse quanto?...ahhh si, si!!! (capisce di cosa sta parlando evidentemente gesticola)…me l’ho disse, e ora ho un appuntamento tra un paio d’ore laggiù, Mimì mi ha chiamato un'altra volta Felice: che disse? CASILLO: ma roba piccola che ci sta? Felice: sta pure qualcosa piccolina, roba che…incomp… CASILLO: 9x21? Felice: bifilare 163 CASILLO: Felice: CASILLO: Felice: CASILLO: Breve pausa CASILLO: Felice: CASILLO: Felice: CASILLO: Felice: CASILLO: bifilare , si, si! il caricatore di riserva, sempre nuova, nuova,nuova… me lo dicesti …inc. … mi bisticciai con un vigile ah! gli portiamo la roba a questo …inc.… lo “incatastarono” io lo conosco si, si era amico mio ma io…inc.… quello Tommaso pure amico mio era, a volte ci incontravamo sopra l’autostrada, ma là sbaglio e anche i fratelli, Michele Felice: Michele è un altro che non vai d’accordo CASILLO: con Michele uscivamo insieme, poi andò in Germania, uno in America uno in Germania Felice: si sono divisi….inc. … questo è il suo tutto quanto (Indica un appezzamento di terreno), anche il magazzino di Tommaso lo tiene in affitto L’auto si ferma scendono dall’auto. Rientrano in macchina CASILLO effettua una telefonata e chiede di Enrico che non c’è. La donna che risponde gli fornisce il numero di telefono 3471435422. Poi CASILLO accompagna Felice. Fine conversazione. La conversazione che precede è a fondamento della contestazione di cui al capo Q per l’imputato Romano Felice . A parere di questo Giudice, seppure appare chiaro che i due interlocutori discutono di armi, non appare sussistente un grave quadro indiziario a carico del Romano in relazione alla detenzione illegale di armi: Romano si limita ad informarsi con Casillo circa le necessità di quest’ultimo di armi e caricatori e sembra conoscere un luogo in cui il Casillo potrebbe rifornirsi; ma da ciò non può ricavarsi che sia il Romano ad avere la disponibilità delle armi medesime . L’effettiva disponibilità di armi da parte dei sodali è poi attestato dalla conversazione che segue, in occasione della quale, sulla scorta dei rumori intercettati, si trae la prova certa che un gruppo di persone, tra cui sicuramente Cesarano Domenico e Casillo Domenico, avevano effettuato una breve esercitazione di tiro utilizzando più di un’arma da fuoco.( capo S) Conversazione n.: 5501 del 2.07.2007 Ora 18,36 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico (decreto n. 1265/07). Sintesi: o mi s s i s Giungono al capannone. Scendono dall’auto CASILLO: buona sera …tutto a posto? In lontananza si sente la voce di CASILLO: CASILLO: questo Capannone ha cambiato faccia!!! CESARANO: …inc. … …ci dobbiamo buttare carcerato un'altra volta! Le cartucce le hai fatte mettere sotto la terra, come ai vecchi tempi!! CASILLO: …la ruggine CESARANO: …nonno, Felice dove è andato…stanno tutti e due insieme?Dove sono andati a “spandecare”? Antonio: a Palma da MIRAGE Moto… …omissis… Si sentono altre voci in lontananza incomprensibili. 164 Poi si sentono esplodere una trentina di colpi d’arma da fuoco in rapida successione. Dalle detonazione è possibile intuire che a sparare siano state tre armi differenti. Le esercitazioni di tiro sono avvenute, senza ombra di dubbio sul retro del capannone dei Fratelli Cesarano denominato Gruppo CF e sito in Via Ferrovia 284 Palma Campania. Tale certezza nasce dai seguenti elementi di riscontro: • Cesarano nel corso del dialogo comunicava a Casillo di passare per il “capannone”; • Casillo nell’entrare all’interno del capannone diceva: “questo Capannone ha cambiato faccia!!! “ • Giri 5537 si sente una radio ricetrasmittente (viene utilizzata per comunicare con l’ufficio, sito all’interno dell’area dove è ubicato il capannone, ma distante dallo stesso cento metri, circostanza questa, accertata nel corso delle intercettazioni ambientali, effettuate all’interno del Gruppo CF) Le conversazioni che seguono attestano la disponibilità di armi da parte di altro sodale, Sasso Giovanni, il quale ammetteva di possedere una pistola e, nella seconda conversazione riportata di seguito, ne precisava anche marca, modello e calibro( imputazione capo R): Conversazione n. 405 del 25.07.2009 ore 11.46- decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, uomo tale Fiore Sintesi: All’inizio della conversazione, gli astanti parlano di alcune località di mare ove eventualmente trascorrere le vacanze estive. Alla posizione 0.45 circa, SASSO racconta che poco tempo addietro litigò con tre ragazzi per questioni di viabilità a San Sebastiano. Al riguardo, dice che erano presenti nella sua macchina la moglie Flora e i bambini. Il bambino avrebbe detto alla madre: “andiamo a casa … andiamo a casa… io prendo la pistola di babbo… io li devo uccidere … inc. …”. Conversazione n. 15 ore 16,48 del 07.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 …omissis…. Giovanni: io ne tengo sette o otto comunque io ne tengo una la Remington 357 magnum, che è qualcosa di eccezionale ... che state guardando (ride) … bel cannone eh? ….omissis…. Alla luce degli elementi che sono stati sopra evidenziati è possibile dunque affermare che l’associazione di cui si discute poteva contare su un arsenale bellico composto da armi che, seppure nella materiale disponibilità di singoli affiliati, costituivano il patrimonio militare della struttura nel suo complesso. Legittima appare, pertanto, anche la contestazione della circostanza aggravante di cui al 4° comma dell’art. 416 bis c.p., voluta dal legislatore per sanzionare più gravemente proprio quelle organizzazioni in grado, per la loro caratteristica di essere “armate”, di determinare un più elevato grado di allarme sociale. Per giurisprudenza ormai consolidata, infatti, affinché la circostanza di cui all’art. 416 bis, comma 4, c.p. - di natura oggettiva e dunque estendibile a tutti i concorrenti nel medesimo reato - trovi applicazione, è sufficiente una potenziale disponibilità delle armi da parte degli affiliati, essendo del tutto irrilevante che in concreto soltanto alcuni od anche solo uno soltanto degli associati ne abbia invece la materiale detenzione, purché tale possesso sia finalizzato al raggiungimento degli scopi del sodalizio. In giurisprudenza, si è osservato che l’ambito applicativo della circostanza, che non richiede l'effettiva utilizzazione delle armi da parte dell’associazione (Cass., 14 di-cembre 1999, D’Ambrogio, in Cass. pen. 2001, 845) è più ampio di quello dell’aggravante della <<scorreria in armi>> relativa all’associazione per delinquere semplice, giacché richiede la mera disponibilità delle armi, ancorché occultate o custodite, e non la diretta detenzione né il porto di esse. E’ controverso se tale disponibilità debba o meno essere costante. Sebbene la prevalente giurisprudenza lo escluda, si è, in contrario, ritenuto che non sia sufficiente che essa sia dimostrata per un singolo episodio. Anche sulla rilevanza del comprovato possesso di armi da parte di un unico componente del sodalizio la giurisprudenza s’è divisa, poiché, mentre si è ritenuto talora non sufficiente che uno degli associati ne disponga, perché queste devono essere a disposizione dei compartecipi del gruppo (Cass., 21 settembre 2000, Gattuso), in altri casi s’è affermato, attraverso il ricorso a massime di esperienza, che attestano la notorietà del carattere armato di tali organizzazioni criminali, che l’aggravante sussiste anche nel caso in cui sia 165 provato solamente il possesso di una pistola a carico di un solo appartenente (Cass., 14 dicembre 1999, D’Ambrogio, in Cass. pen. 2001, 845). E’ altresì pacifico che l’aggravante sia applicabile anche agli aderenti al gruppo che, per colpa, ignorino la disponibilità delle armi, attesa l’ampia formulazione dell’art. 59 c.p.. Si è osservato, al riguardo, in alcune pronunce, che al fine di valutare la sussistenza della colpevolezza dell’errore, occorre tener conto della normale, anche se non necessaria, utilizzazione di queste da parte delle associazioni mafiose, quale mezzo più efficace per la realizzazione dei loro peculiari obiettivi di intimidazione, assoggettamento ed omertà. Non osta alla configurabilità della circostanza, il fatto che le armi siano, in ipotesi (ma non sembra essere questo il caso) legalmente detenute, giacché l’armamento del sodalizio criminoso viene in considerazione come semplice e oggettiva situazione di fatto; da ciò la conseguenza che nel delitto di partecipazione ad associazione mafiosa armata non restano assorbiti l’illegale detenzione o porto e gli altri reati in materia, non potendosi ravvisare un reato complesso. L’attività di indagine, come si è avuto già modo di argomentare, ha permesso di accertare la diretta disponibilità di armi da fuoco da parte di alcuni affiliati; tuttavia la di là delle singole responsabilità individuali degli indagati per i reati in materia di detenzione e porto di armi, di cui alle relative imputazioni, va precisato che le stesse, sebbene opportunamente occultate erano prontamente disponibili per chiunque dell’organizzazione ne avesse avutonecessità per la consumazione dei reati fine. Al riguardo, in accordo con la costante giurisprudenza della Suprema Corte, si deve ritenere, che affinché ai fini del 4° comma dell’art. 416 bis c.p., l’associazione per delinquere di stampo mafioso possa ritenersi fare uso di armi, “la mancanza di diretta disponibilità di esse da parte del singolo partecipe non esclude, a carico dello stesso, l’esistenza della circostanza aggravante di cui all’art. 416bis, quarto comma, cod. pen., essendo sufficiente che il gruppo o i singoli aderenti ne abbiano la disponibilità” — Sez. 1 sent. 4357 del 68-96 (cc. 25-6-96) rv. 205498; nonché che “in tema di associazione di stampo mafioso l’aggravante delle armi è applicabile anche agli aderenti al gruppo che per colpa ignorino la disponibilità delle stesse, infatti, attesa l’ampia formulazione dell’art. 59 cod. pen. (relativo alle circostanze non conosciute), non sussiste alcuna logica incompatibilità tra l’imputazione, a titolo di dolo, della fattispecie criminosa base e quella, a titolo di colpa, di un elemento accidentale come la circostanza in questione”. — Sez. 6 sent. 2164 del 2-3-95 (ud. 6-12-94) rv. 200902. L’AFFECTIO SOCIETATIS Il sostentamento economico degli affiliati L’associazione, in quanto tale, garantisce al singolo sodale i mezzi di sostentamento.Il singolo associato sa che il suo destino è rimesso nelle mani e nella potestà decisionale del sodalizio ed è pertanto avvinto alla struttura da un legame che non può essere dissolto se non con la sua eliminazione, ovvero con la scelta di collaborare con la Giustizia. Le conversazioni che saranno di seguito prese in esame hanno ad oggetto l’accorata e sollecita preoccupazione di Sasso Giovanni (che condivide con la moglie, Montella Flora l’onere dell’incombenza che gli è stata assegnata) di provvedere al mantenimento della famiglia di Caliendo Giuseppe, il quale, essendo stato tratto in arresto nel maggio 2009 in forza dell’ordinanza n. 329/09 emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli, era per forza di cose impossibilitato a procurarsi, anche illecitamente, i mezzi per il mantenimento della sua famiglia. Sasso Giovanni, infatti, è invitato dalla moglie prechè non dimentichi di far pervenire beni la cui natura non veniva precisata alla “moglie di Peppe”, dovendosi intendere Caliendo Giuseppe, sia perché le conversazioni sono state registrate in un arco di tempo di poco successivo alla data in cui questi era stato arrestato, sia perché l’intero materiale probatorio raccolto prova il solido legame criminale che si era già venuto a creare tra Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni. E’ evidente lo scopo di mantenere coeso il legame associativo e di scongiurare in radice il pericolo di possibili spinte centrifughe, atteso che la dipendenza economica del singolo affiliato dall’organizzazione è certamente un fattore fortemente deterrente rispetto a possibili tentazioni di allontanamento o dissociazione dalla struttura criminale, tentazioni che diventano tanto più forti e pressanti nel caso di detenzione. La conversazione n. 388 di seguito trascritta evidenzia che i fondi per provvedere al sostentamento degli affiliati erano tratti dall’attività estorsiva; Sasso Giovanni per un verso precisa che l’organizzazione si era 166 prodigata affinché Caliendo Giuseppe, sebbene detenuto, fosse formalmente assunto presso una determinata azienda (appare fin troppo evidente che l’istaurazione del rapporto di lavoro era dipeso esclusivamente dall’intervento intimidatorio dell’organizzazione); per altro verso chiarisce che questo era il tipo di favore che veniva imposto alle società private, atteso che il pagamento delle tangenti di natura estorsiva era pretesa solo nei confronti delle imprese che si occupavano di eseguire appalti di opere commissionate da enti pubblici. Si riportano di seguito i dialoghi: Telefonata n. 1647 intercettata il 30/05/2009 alle ore 10.22, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: Giovanni si raccomanda con Flora di portare quella “roba” (probabilmente generi alimentari) alla moglie di Peppe (CALIENDO). Telefonata n. 2087 intercettata il 06/06/2009 alle ore 19.44, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: Flora, che si trova ad Ercolano, chiama Giovanni, che sta a casa, ed i due discutono dei rispettivi programmi per la serata e del pranzo dell’indomani. A tal proposito Flora ricorda a Giovanni di portare qualcosa, probabilmente carne, alla moglie di Peppe. Giovanni non vuole andare a casa, temendo di incappare in qualche controllo di polizia, per cui Flora gli suggerisce di chiamare il figlio e di dare la roba a costui. Conversazione n. 243 del 19.06.2009 ore 11.38 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, “Pasquale” … omissis … Sasso: Pasquale… tu la sai la situazione…!! io non tengo che mi dovessi pigliare qualcosa… a parte il fatto che ci sta uno che è andato carcerato… per un’altra vicenda … a Peppino (CALIENDO Giuseppe) devo dare i soldi … e devo dare i soldi a quello di Pollena Trocchia… che mi hanno portato… (si sta riferendo al fatto che i soldi che dovrà ricevere per il suo interessamento li dovrà dare a CALIENDO Giuseppe e alle persone di Pollena Trocchia che pure hanno avuto un ruolo nella vicenda) Conversazione n. 388 del 21.07.2009 ore 10.10 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: - SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); - Ciro che si identifica per SANNINO Ciro, nato a Napoli il 06.11.1980, residente in Pollena Trocchia (NA), alla via G. Marconi cv.20, pregiudicato47; - Uomo, non meglio identificato; - Uomo1 (Peppe), non meglio identificato. TRASCRIZIONE … omissis … SASSO: qua non paga nessuno … qua stai sopra i “Furchi” (25.25) … non paga nessuno… CIRO: stai sopra i??? SASSO: i “Furchi”!!! CIRO: e che significa? SASSO: qua è Biagino….eh…. (BIFULCO) CIRO: ha gli investimenti fatti 47 percorso identificativo vds tel. n. 4656; 4657 e 4701 del 21.07.2009 dec. 2431 del 05.05.2009 utenza in uso a SASSO Giovanni 167 SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: … omissis … no, eh sono tutte persone che sono cresciute con lui e tiene …tutta una stima con un'altra……. (25.39 ?) li vuole bene li vuole bene.. mo viene e dice dammi un momento ..inc. … sei il padrone!!! Dammi un momento 200.000 euro, dammi un milione di euro ah ah! lo vanno a prendere e glielo portano senza problema di niente. Allora ci sta poco di smercio (reati estorsioni) no, non fanno… solo i lavori pubblici qua si pigliano i soldi … hai capito come? ha ecco!! Niente proprio zero!! eh! Poi le grandi aziende … a per loro… ?? ci mettono lo stipendio …. adesso PEPPE (il carcerato CALIENDO Giuseppe) prende pure lui lo stipendio da una azienda ah! quando va uno carcerato …vedete pure… inc. … assumi a quello!!! bravo! nei libri paga ah! E quello … inc. … mo è stato sistemato pure PEPPE (CALIENDO Giuseppe carcerato) ... inc. … bello però così ne Giovanni!! non…. però quando abbiamo bisogno veniamo…. quando non abbiamo bisogno non vogliamo sapere niente i lavoro pubblici ci debbono posare i soldi bello però Giovanni, così si fa!!! Non devono essere frustate la gente Telefonata n. 5173 intercettata il 30/07/2009 alle ore 16.34, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi. Sintesi: Giovanni si lamenta con Flora perché improvvisamente la batteria del suo cellulare è diventata molto calda e, di conseguenza, l’apparecchio si è spento (dalle telefonate successive emerge che SASSO cambia cellulare prendendo in uso un HTC con IMEI 353969024133060). Poi Giovanni chiede conferma a Flora se ha portato quella roba alla moglie di Peppe e la donna lo rassicura in proposito dicendogli che ha fatto tutto. La conversazione che segue cristallizza la capacità dell’organizzazione di provvedere al mantenimento dei sodali detenuti: nel frangente, Sasso Giovanni racconta al suo amico Annunziata Gennaro soprannominato Gianni oppure ‘o seghino, di avere acquistato dei capi di abbigliamento da destinare a persone detenute in carcere (l’espressione letterale utilizzata è quella del “convento di clausura”), lamentandosi di non avere ricevuto dal commerciante il trattamento economico che si aspettava: Conversazione n. 354 del 13.07.2009 ore 10.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni ,ANNUNZIATA Gennaro e uomo non meglio identificato. Sintesi:: Sono presenti, inizialmente, SASSO Giovanni, ANNUNZIATA Gennaro e due persone allo stato non identificate. Giovanni racconta di essere andato a comprare capi di abbigliamento presso un negozio all’ingrosso (Peppe CARRERA) perché doveva confezionare il “pacco” da mandare al suo compagno detenuto CALIENDO, a conferma ulteriore dello spiccato sentimento di mutua assistenza che vige all’interno del clan. Giovanni si rammarica del fatto che, a suo avviso, non ha avuto un trattamento di favore dal negoziante perché ha pagato 400 euro per pochi capi d’abbigliamento. … omissis … TRASCRIZIONE SASSO: allora Gianni? Io andai con Ciro PICA la dentro là… ANNUNZIATA: parlando con crianza…. 168 SASSO: ANNUNZIATA: SASSO: ANNUNZIATA: SASSO: ANNUNZIATA: SASSO: Uomo: ANNUNZIATA: SASSO: Uomo: SASSO: …omissis … non c’entra niente… Ciro PICA ci sta bene… roba… piacere… piacere… piacere… piacere… e cose… uno parla di ah…. arrivederci… arrivederci… sono andato 4-5 volte… con Ciro là…. vengo loco dentro… noi non lo volevamo per senza niente… ma perché Ciro PICA ci ha a che fare? eh!! e che ci vende? ci da il jeans!! ah!! ci vado … piglio per fare il pacco all’amico … il convento di clausura… (probabilmente è il sostentamento al carcerato CALIENDO Giuseppe alias Peppe zuzzella recentemente arrestato) pigliai due jeans.. due magliette… due camicie… due… quanto è? 400 e dispari euro!! onestamente non tiene la roba di questi prezzi qua… pigliai pagai… buona sera e me ne andai… quindi tu a me mi hai fatto fesso… io comunque presi e me la legai al dito… come lo vidi dissi ma è PEPPE della inc. … (aut Carrera aut Catella) dice sì… allora andate via tutti quanti… me lo spiccio io… proprio per sfregio proprio… lo feci… lo feci manco la chiavica… fino gli schiaffi dietro la testa... ma proprio mi uscì da dentro all’anima… inc. ... così è…. ripeto è strano perché non le fa queste azioni… si pisciò sotto…. inc.…(si sovrappongono le voci) avrà subito più di qualche cosa…. (si sovrappongono le voci) L’obbligo di assistenza economica dei vari affiliati emerge anche dalla conversazione che segue, in occasione della quale Maturo Francesco invitava Esposito Salvatore affinché provvedesse con sollecitudine a farsi carico della rata delle spese processuali che toccava a lui pagare. Il dato rilevante che consente di attribuire rilevanza probatoria alla conversazione è il tentativo di Maturo Francesco di non rivelare apertamente l’obbligo di Esposito Salvatore di provvedere al pagamento delle “spese processuali”; solo di fronte all’incapacità del suo interlocutore di comprendere a cosa Maturo Francesco volesse realmente alludere quando parlava di “abbonamenti”, quest’ultimo si decideva ad abbandonare le cautele adoperate fino a quel momento nel linguaggio e parlava espressamente di “spese processuali”. La circostanza poi che Esposito Salvatore avrebbe dovuto operare il versamento non a suo nome ma a nome di una terza persona dimostra che non si trattava di spese processuali direttamente a lui imputabili; sebbene gli interlocutori non abbiano indicato esplicitamente la persona del beneficiario è possibile ritenere che il soggetto favorito era Bifulco Biagio in ragione dei seguenti elementi: • il destinatario del favore doveva necessariamente rivestire una posizione gerarchica più elevata rispetto agli interlocutori; • Esposito Salvatore, di fronte alle difficoltà prospettate da Maturo nell’eseguire il versamento, gli suggeriva quale valida alternativa di recarsi da Nunzia, nome di battesimo della moglie di Bifulco Biagio; • Bifulco Biagio, effettivamente, aveva ricevuto l’ingiunzione a provvedere al pagamento delle spese processuali relative alla sua condanna per effetto della sentenza n. 596/00. Si riporta di seguito la conversazione in esame: Telefonata n°: 2416 Data : 28/01/2008 Ora : 11:46:23 in uscita sull'utenza in uso a ESPOSITO Salvatore. (Decreto n. 4240/07 del 23 ottobre 2007 utenza cellulare n. 333/4459104 intestata a HOSAIN MD ZAKIR (nt. in Bagladesh il 01.01.1970) ed in uso a MATURO Francesco). Interlocutori : Maturo Francesco, già identificato e Esposito Salvatore, già identificato Sintesi: Maturo telefona a Salvatore ESPOSITO per chiedergli se l’abbonamento che deve pagare è a nome suo. Sul momento ESPOSITO non capisce cosa MATURO gli stia chiedendo adducendo come giustificazione il fatto di non sentirsi molto bene. Quindi MATURO chiarisce che si tratta di spese processuali da pagare e precisa che la quota che deve essere liquidata spetta a lui. Quindi ESPOSITO dice a MATURO di averlo 169 completamente dimenticato e chiede a MATURO di pagarle per lui. Poi gli chiede anche se dopo andrà da Nunzia (si tratta di Nunzia COZZOLINO moglie di BIFULCO Biagio). Trascrizone ESPOSITO: whe!! MATURO: uh zii ESPOSITO: oh! Che è? MATURO: ma dove stai? ESPOSITO: sto a casa, perché? MATURO: stammi a sentire, ma quell'abbonamento che facevi ogni paio di mesi la, era tutto a nome tuo? breve pausa (ndt si intuisce che Esposito Salvatore alla domanda postagli da Maturo, resta perplesso in quanto sembra non capire di cosa in realtà stia parlando Maturo.) ESPOSITO: no MATURO: no!! ESPOSITO: no MATURO: e, a nome di chi lo facevi? ESPOSITO: ma adesso non mi ricordo MATURO: dove stai, ci possiamo vedere? ESPOSITO: no, mo no MATURO: mo no ESPOSITO: sto a casa, sto che non mi sento bene Franco MATURO: ho capito, serve per mezzogiorno uh zii!! ESPOSITO: no, non gliela faccio MATURO: ma dico, era a nome tuo? ESPOSITO: ma non mi ricordo neanche che è questo abbonamento MATURO: l'abbonamento di 95 e dispari la ESPOSITO: non lo mai fatto. No, nessuno abbonamento Franco MATURO: ah!! ESPOSITO: Non ho fatto nessun abbonamento MATURO: ma stai stonato allora!!! ESPOSITO: ah!! MATURO: stai proprio male. Che tieni la febbre? ESPOSITO: eh! Non mi ricordo MATURO: le spese processuali la, le devi finire di pagarle? ESPOSITO: ah! embè? MATURO: eh!! Le facevi a nome tuo? ESPOSITO: nooo MATURO: quello la, il tuo che ti toccava a te, era a nome tuo? ESPOSITO: no, no no MATURO: e, a nome di chi era? ESPOSITO: sempre a nome suo (ndt Biagio BIFULCO) MATURO: a nome suo, direttamente gli hai fatto? ESPOSITO: eh!! MATURO: va bene. Ma non c'è la facciamo a ci vedere, vengo io da te ESPOSITO: Franco, sto a casa sto a Bosco. Hai capito? MATURO: ah,ah!! ESPOSITO: se vuoi venire vieni qua, ma a me non mi piace MATURO: io non ci so arrivare, se ci sapevo arrivare ci arrivavo ESPOSITO: è facile MATURO: e, va bene zio, ma se verso direttamente a nome suo, lo faccio io tale e quale ESPOSITO: ma tu puoi andare anche da Nunzia se....incomp.... MATURO: dove? ESPOSITO: Nunzia (ndt si tratta Nunzia COZZOLINO, moglie di Biagio BIFULCO, attualmente detenuto) MATURO: va bene. CIao 170 Il fondo comune Le conversazioni che seguono dimostrano l’esistenza di un fondo comune utilizzato dall’organizzazione nel suo complesso per fare fronte alle esigenze dei singoli affiliati. Nella prima, esplicito è il riferimento fatto da Cozzolino Francesco e Maturo Francesco alla necessità di “portare i soldi a tutti quanti”; nella seconda, Maturo Francesco raccontava a Franzese Angelo della possibilità che gli era stata accordata da “Giovanni” (evidentemente Sasso Giovanni) di prelevare delle somme dalla cassa dell’organizzazione: Telefonata n°: 1823 Data: 08/01/2008 Ora: 17:11:08 in uscita sul telefono intestato alla FULL STOP MODA srl, decreto n. 4240/07 del 23 ottobre 2007 In attesa che il collegamento si apra, MATURO Francesco conversa con COZZOLINO Francesco Interlocutori: COZZOLINO Francesco, già identificato e MATURO Francesco, già identificato COZZOLINO: all'ultimo...... il fatto che dovevamo portare i soldi a tutti quanti..... MATURO: le carte le tengo io!! COZZOLINO: a tutti quanti. Compreso pure quelli...incomp...e, perciò... MATURO: ma tu, per esempio, hai detto. Ma tu tanto, ci devi andare oggi, dicci neanche un centesimo COZZOLINO: facciamo bene, lo dico io!!! MATURO: ha detto così...incomp... Conversazione n. 8 del 18.03.2008 ore 17.05 decreto n. 1210 del 12.03.2008 ambientale, all’interno dell’autovettura tipo smart in uso a MATURO FRANCESCO Interlocutori: MATURO Francesco e FRANZESE Angelo Trascrizione: … omissis … Maturo: ma per domani lo fai trovare pronto per … inc . …pos. 2.48 Angioletto: si! Maturo: almeno siamo pronti .. si e no! io domani prendo questi soldi da questi!….li tengo io qua ( si sente sfogliare carte) devo parlare solo con Giovanni(?)! Li tengo io qua!… Francuccio me l’ha dati” Angioletto: e chi Giovanni? ah ..quello che tiene la mano … Maturo: eh…devi dire posso prenderli io? … … Angioletto: … inc. … Maturo: fai le cose tue … inc. Angioletto: eh ma quelli sono a lungo (inteso come lungo termine) … tu non lo devi tagliare … Maturo: … inc. … Angioletto: vabbuò … tu gli fai un piacere … è normale … Maturo: ma io perché mi devo sentir dire “ti sei preso …” (si accavallano le voci) Angioletto: nooo … non esiste mai … per l’amor di Dio … può dire vai a fare i debiti da un’altra parte Maturo: ho detto … Angioletto: eh ... Maturo: quando vieni un’altra volta? ….. Francesco ma io adesso sono venuto! ma adesso viene Pasqua! Francesco ….inc….quando c’è l’ha portato? Angioletto: Franco un giorno andai là, pioveva, non ci stava, stava dall’altra parte! dissi questo … quello è venuto un paio di volte, non vi ha trovato, per carità … Francuccio ma io … Maturo: ma quando ci sei andato? questa settimana! Angioletto: quando mi hai mandato tu … come me li desti … dopo un giorno Maturo: ha detto … inc. … mo’ me l’ha detto Angioletto: inc. Maturo: diglielo … faglielo capire … quello dice che non stanno avendo … e questo …. inc. … “si deve andare, si deve andare” .. dissi … inc. … Angioletto: … inc. … Maturo: … inc. … Angioletto: no niente … adesso è salito questi che una volta faceva il magliaro. … Maturo: dici tu! … inc. … Angioletto: … inc. … è un macello 171 Maturo: Angioletto: Maturo: Angioletto: Maturo: io glielo dissi … disse di no … gli dissi “vedi che tengono il problema” ci sta dicendo se possono sospendere due/tre mesi eh, ma non vedi che ci sta il bordello di questi della spazzatura! … inc. … faglielo capire … se non se lo prendono come lo mandano? ( inteso la spazzatura?) faglielo capire … Anche la conversazione che segue attesta come tra gli strumenti utilizzati dall’organizzazione per assicurare la coesione del vincolo associativo vi era il mantenimento economico degli aderenti a cui, secondo quanto riferito Sasso Giovanni, era assicurata una retribuzione mensile. Va richiamata l’attenzione sul fatto che la provvista con cui provvedere al pagamento dei “mensili” avrebbe dovuto essere tratta, nei propositi elaborati da Maturo Francesco e da Sasso Giovanni, dalla gestione di attività commerciali che il clan avrebbe dovuto rilevare e della cui gestione si sarebbe dovuto occupare direttamente Sasso Giovanni: Conversazione n. 227 del 16.06.2009 ore 11.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, MATURO Francesco … omissis … Sasso: ...ora incontrai Enzuccio SCOGNAMIGLIO un’altra volta… “Zi Giovanni, fratello ma io”... ma perché non mettiamo due o tre cose buone a là? Maturo: io già ve lo dissi due mesi fa! Sasso: e voi diceste il magazzino di… Maturo: e non me lo danno quel coso … prendiamoci uno stabile, prendiamoci uno stabile incominciamo ad entrare … facciamo il mensile vostro … Sasso: ma che facciamo il mensile …. facciamo il mensile tutti quanti là … Maturo: si…!! Iniziate a prendere voi una “cosarella” da … inc. … e poi si fa quello che esce da sopra là si divide con tutti quanti…inc. …(pos. 16.30) Sasso: aspetta!! ma io ora ti dico quale dobbiamo fare…. Dobbiamo chiamare ALESSANDRO ci deve far affittare il magazzino che sta prima del passaggio a livello a via Croce Rossa quello in cui stava “original marines”!! (San Giuseppe Vesuviano) … omissis … Conferma significativa non solo dell’esistenza effetiva di una cassa comune ma anche del controllo che su di essa esercitava Bifulco Biagio si ricava poi dalla lettura del passo della conversazione intercorsa tra il predetto e Cozzolino Francesco intercettata nella casa di Brescia, in occasione della quale il capo clan si lamentava con il cognato del comportamento serbato da Fabbrocino Giovanni, accusato di avere prelevato dei soldi dalla cassa comune senza dar preventivamente ovvero ex post conto a nessuno (Francuccio questo scemolillo con questa politica sua quanto altro ci può imbrogliare?…..….come si è permesso di prendere i soldi là, quando stavo pure io! ….io non ho avuto una lira!, hai capito?…. non hanno saputo trovare nemmeno i soldi per…….. ma nessuno glielo ha detto!…. nessuno ha detto ma che stai facendo con questi soldi. Questi soldi fammi capire che sono?( conversazione n. 607/608 del 27.11.2008 a partire dalle ore 21:22 intercettata all’interno del locale “cucina” - decreto n. 4566/08.) 3.5.1La frequentazione tra gli affiliati Ulteriore indice rivelatore della solidità del vincolo associativo è costituito dalla frequentazione stabile quando non addirittura quotidiana registrata tra gli stessi . La telefonata che segue attesta, in particolare, l’esistenza di stabili contatti tra Sasso Giovanni e Cozzolino Francesco, in compagnia del quale il primo si trovava, tanto è vero che questi partecipava al dialogo servendosi del medesimo apparecchio già in precedenza utilizzato da Cozzolino: Telefonata n. 52 intercettata il 07/02/2009 alle ore 17.40, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 334.2311166, intestata a COZZOLINO Antonio, nato a Napoli il 12.11.1960, in uso a Tonino (cugino di COZZOLINO Francesco). Sintesi: Conversazione amichevole tra Franco COZZOLINO e tale Tonino, che si era presentato come suo cugino. COZZOLINO dice di trovarsi a Napoli (dato confermato dalla cartografia che lo indica in zona Ponticelli) 172 probabilmente a casa di Tonino o di prossimi congiunti di costui. Per scherzo COZZOLINO passa il telefono ad un uomo la cui voce viene riconosciuta in quella di Giovanni SASSO. Inoltre l’interlocutore Tonino si rivolge a costui chiamandolo, in una circostanza “Giovanni”. La telefonata che segue cristallizza l’esistenza di contatti diretti tra Caliendo Giuseppe e Cozzolino Francesco; il dato che merita di essere sottolineato è il fatto che il primo, pur essendo ammesso a frequentare il cognato del capo clan Bifulco Biagio, preferisse, per evidenti ragioni prudenziali, evitare di avere contatti telefonici diretti e, pertanto, si avvaleva della intermediazione di Ambrosio Pasquale. L’escamotage è da ritenersi sicuramente efficace, posto che è stato solo grazie allo scambio di battute registrate in ambientale “a microfono aperto” prima che si instaurasse il collegamento tra l’utenza in uso a Cozzolino Franco e quella utilizzata da Ambrosio Pasquale che è stata dagli inquirenti ascoltata la voce di Caliendo Giuseppe. Lo scambio di battute, altrimenti, non avrebbe consentito di affermare che il soggetto interessato a incontrare Cozzolino Franco era Caliendo Giuseppe: Telefonata n. 321 intercettata il 17/02/2009 alle ore 12.51, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 366.1635417, intestata a CATRINESCU Catalina, nata il 16.03.1974. Sintesi: Un uomo, la cui voce è molo simile a quella di AMBROSIO Pasquale “Ambrocar”, chiede un appuntamento a Franco COZZOLINO in nome e per conto di una terza persona che è in sua compagnia la cui voce si ode chiaramente in ambientale dando la possibilità di identificarla in quella di CALIENDO Giuseppe, alias “Peppe zuzzella”. Interlocutori: AMBROSIO Pasquale, COZZOLINO Francesco CALIENDO Giuseppe (che si trova in compagnia di AMBROSIO Pasquale) Prima che si apra la comunicazione AMBROSIO Pasquale e CALIENDO Giuseppe scambiano alcune battute che, anche se di difficile comprensione, sono utili per identificare la voce del CALIENDO. AMBROSIO Pasquale: Franco? COZZOLINO Francesco: uhè ... AMBROSIO Pasquale: state qua? COZZOLINO Francesco: sì … chi è? AMBROSIO Pasquale: eh? COZZOLINO Francesco: sì! AMBROSIO Pasquale: ehhhh … dove deve andare? (rivolto a CALIENDO che sta vicino a lui) CALIENDO Giuseppe: a casa sua! AMBROSIO Pasquale: e mo’ vengo un attimo a casa tua! COZZOLINO Francesco: va bene … ciao! Le due conversazioni che seguono attestano l’assiduità con cui Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni erano soliti incontrarsi; il riferimento a “un solito posto” presso il quale Caliendo Giuseppe dichiarava di trovarsi in compagnia di altre persone e presso il quale Sasso Giovanni avrebbe dovuto raggiungerlo denota l’abitualità di tali incontri. Telefonata n. 38 intercettata il 24/02/2009 alle ore 11.40, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe CALIENDO, dando del “voi” a Giovanni, gli chiede dove si trova. SASSO Risponde che si trova al bar FRANZESE e che adesso li raggiungerà a piedi ma CALIENDO gli dice che lo manda a prendere per tale Salvatore. Telefonata n. 39 intercettata il 24/02/2009 alle ore 11.40, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. 173 Interlocutori: SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe Sasso Giovanni: pronto … CALIENDO Giuseppe: don Giovanni … il don a voi e la settimana (intesa come paga) a me … SASSO Giovanni: eh … CALIENDO Giuseppe: dove state? SASSO Giovanni: sto un momento fuori da FRANZESE (il bar sito in San Gennarello di Ottaviano alla via Pappalardo)… dove stai tu? CALIENDO Giuseppe: e stiamo al solito posto! Sasso Giovanni: e sto a piedi … mo’ me ne vengo piede piede CALIENDO Giuseppe: ok … ciao Sasso Giovanni: sto a piedi … CALIENDO Giuseppe: alle mozzarelle? Sasso Giovanni: che hai detto? CALIENDO Giuseppe: state vicino alle mozzarelle? (s’informa se sta al caseificio di COZZOLINO Francesco, I.C.S.) Sasso Giovanni: no! sto al bar FRANZESE CALIENDO Giuseppe: (rivolgendosi a qualcuno che sta vicino a lui) … il bar FRANZESE qual è? Dice che se ne sta venendo a piedi! (poi si rivolge di nuovo a SASSO Giovanni) Mo’ viene Salvatore … SASSO Giovanni: Va bene … ciao. Analoghe osservazioni valgono anche per il dialogo di seguito trascritto, in occasione del quale Caliendo Giuseppe, al dichiarato scopo di incontrarsi con Sasso Giovanni, affermava semplicemente “stiamo qua”; sebbene tale indicazione fosse evidentemente del tutto vaga e generica, Sasso Giovanni ben comprendeva dove Caliendo e gli altri soggetti a nome dei quali quest’ultimo parlava si trovassero, tanto da limitarsi a osservare che non sapeva da chi farsi accompagnare. E’ evidente che tra i due interlocutori vi fosse una abitualità di frequentazione da rendere superflua ogni ulteriore precisazione al riguardo. Ugualmente importante, perché dimostrativa del rapporto di intimità esitente tra i due, è l’affermazione di Caliendo Giuseppe, il quale, preso atto, che Sasso Giovanni aveva difficoltà a recarsi nel posto in cui egli si trovava, si dichiarava immediatamente e con solerzia disponibile a recarsi egli stesso a prelevare il compagno. Telefonata n. 128 intercettata il 26/02/2009 alle ore 16.50, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Lucio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni dice a Peppe che lo sta aspettando a casa. CALIENDO si difende dicendo che pensava che Giovanni fosse andato a Napoli. Poi aggiunge “stiamo qua” invitando Giovanni a farsi accompagnare fin lì. SASSO risponde che non c’è nessuno che possa accompagnarlo per cui CALIENDO andrà a prenderlo a casa. Nello stesso senso deve essere valorizzata anche la conversazione che segue, in occasione della quale nonostante la genericità dei riferimenti testuali, Sasso Giovanni ben comprendeva dove Caliendo Giovanni si trovasse. Telefonata n. 129 intercettata il 26/02/2009 alle ore 17.07, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: SASSO rimprovera Peppe per il ritardo (cfr telefonata precedente). CALIENDO si giustifica dicendo che sta “quaggiù” a parlare con “l’amico” ed allora SASSO dice che si farà accompagnare da qualcuno. 174 Nella telefonata che segue, Sasso Giovanni veniva avvertito dalla moglie circa la presenza presso la loro abitazione di una persona che, nonostante le cautele adoperate nella fase iniziale della conversazione, veniva poi indicata dalla donna – una volta che la stessa aveva concluso la conversazione con il marito – con il nome di “Peppe”. Alla luce dell’intero materiale probatorio raccolto e tenuto conto delle accortezze adoperate nel corso del dialogo, il soggetto in questione potrebbe identificarsi in Caliendo Giuseppe. Telefonata n. 138 intercettata il 27/02/2009 alle ore 09.37, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: Flora dice a Giovanni che lì a casa c’è “lo zio”. Giovanni, in un marchiano tentativo di non svelare l’identità della persona che sta a casa sua, dice a Flora di dire a “suo cugino” - non più suo zio - che si vedranno fuori la banca sita di fronte al bar FRANZESE di San Gennarello. Quando Flora riporta alla persona quello che le ha detto Giovanni, gli si rivolge chiamandolo “Peppe”. Il dialogo di seguito trascritto attesta il rapporto di frequentazione esistente tra Caliendo Giuseppe, Sasso Giovanni e Miranda Salvatore. Sasso Giovanni non prende parte allo scambio di battute registrato in ambientale “a microfono aperto”; egli tuttavia è ugualmente presente tanto che una volta instaurato il contatto è proprio lui a dialogare con la moglie Flora. Telefonata n. 189 intercettata il 02/03/2009 alle ore 11.37, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 081.5296180, intestata a SASSO Giovanni ed installata nella sua abitazione sita in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: La telefonata è relativa ad una conversazione confidenziale tra Giovanni e Flora ma è rilevante l’intercettazione ambientale captata prima che Flora risponda al telefono, laddove si riconoscono distintamente le voci inconfondibili di MIRANDA Salvatore (nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 19.02.1967, ivi domiciliato alla via Pianillo, traversa Cupa) e CALIENDO Giuseppe i quali si trovano in compagnia di SASSO e così conversano tra loro. Miranda Salvatore: avete visto? Avete saputo il fatto di questo? CALIENDO Giuseppe: ed io mica me la faccio (frequento, ndr) nei furchi! Miranda Salvatore: ed io me la faccio (frequento, ndr) a San Gennarello ne’ Peppe … io, al di fuori di casa mia, dove sto? CALIENDO Giuseppe: camminando … Miranda Salvatore: io vado camminando? e dove vado camminando? CALIENDO Giuseppe: te la vendi la macchina? Miranda Salvatore: inc. … Madonna mia … inc. … prestai la macchina a questo … inc. … devo parlare con il compare … Poi inizia la conversazione tra Giovanni e Flora che rende indecifrabile le voci di CALIENDO e MIRANDA che pur continuano a parlare tra loro. La telefonata che segue offre la conferma della stabile frequenza degli incontri tra i sodali: Telefonata n. 742 intercettata il 03.03.2009 alle ore 12.43, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 338.3392577, intestata a COZZOLINO Pasqualina, nata a Terzigno il 23.01.1944, in uso ad ESPOSITO Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.07.1957 (zio Salvatore). Sintesi: Si tratta di una chiamata senza risposta ma in sottofondo si sentono le voci delle persone che sono in compagnia di ESPOSITO Salvatore tra le quali si riconoscono, inconfondibilmente, quelle di SASSO Giovanni e quella di CALIENDO Giuseppe che parlano di incidenti stradali e stragi del sabato sera. Le conversazioni di seguito riportate sono indicative del rapporto di frequentazione tra Sasso Giovanni, Cozzolino Franco, nonché tra quest’ultimo e Maturo Franco : 175 Telefonata n. 964 intercettata il 11.03.2009 alle ore 13.11, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in uscita per l’utenza 081.5280783, installata a casa di COZZOLINO Francesco. Sintesi: Franco tenta di chiamare casa senza ottenere risposta alcuna. In sottofondo si ode la voce di una persona che è in sua compagnia che viene riconosciuta in quella di SASSO Giovanni. Telefonata n. 966 intercettata il 11.03.2009 alle ore 13.23, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in uscita per l’utenza 366.1615919, intestata a NOSTURI Gisela, nata il 12.08.1949, in uso a MATURO Francesco, nato a S. Giuseppe Vesuviano (NA) il 22.05.1970. Sintesi: COZZOLINO sollecita Franco MATURO e costui risponde che tra 10 minuti sarà lì. Telefonata n. 999 intercettata il 11.03.2009 alle ore 20.45, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 366.1615919, intestata a NOSTURI Gisela, nata il 12.08.1949, in uso a MATURO Francesco, nato a S. Giuseppe Vesuviano (NA) il 22.05.1970. Sintesi: Franco MATURO chiede a COZZOLINO se sta ancora lì e costui risponde che sta “accompagnando”. Sono fermi al passaggio a livello chiuso di via Caramagni. Le conversazione che seguono sono un’ulteriore conferma della frequentazione assidua esistente tra Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni: Telefonata n. 536 intercettata il 14/03/2009 alle ore 20.35, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: I due interlocutori discutono di ciò che hanno fatto in questa giornata, sottolineando che oggi non si sono visti. Giovanni racconta che nel pomeriggio si è visto con “Pelé” con il quale è andato a fare un servizio e CALIENDO dice lui lo sapeva che Giovanni e Pelé si dovevano incontrare alle 15.00. Giovanni aggiunge che Pelé dove va ritornare a prenderlo alle 19.30 ma non è andato, lasciando Giovanni imballato a casa e senza auto. Telefonata n. 616 intercettata il 18/03/2009 alle ore 15.56, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni richiama Peppe chiedendogli di andare a prendere la carta di circolazione da Pasquale e portarla a casa sua, cosicché domani Flora potrà stipulare l’assicurazione. Poi Peppe, riallacciandosi alla telefonata precedente, si rammarica del fatto che stasera Giovanni non potrà andare all’appuntamento con il “medico” sottolineando la necessità della presenza di Giovanni con “quello”. Giovanni rassicura Peppe dicendogli che non si deve preoccupare perché lui lo può sempre riprendere. Telefonata n. 659 intercettata il 20/03/2009 alle ore 15.20, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: A richiesta di Peppe Giovanni dice che sono quasi a Firenze ed entro stasera sarà a casa. Peppe dice “Noi stiamo quaggiù” perché più tardi deve venire “quell’amico della Gestline. Telefonata n. 1006 intercettata il 01/04/2009 alle ore 20.07, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. 176 Sintesi: A richiesta di Giovanni, Peppe risponde di trovarsi da Franchitiello il macellaio a San Sebastiano ma che tra 10 minuti sarà in zona. Giovanni prima gli dice di venire al forno (quello del fratello di MATURO, cfr. tel. 1630 intercettata sul telefono di COZZOLINO Franco) ma poi cambia idea e gli dice che lo andrà a prendere a casa sua. Telefonata n. 210 intercettata il 12/04/2009 alle ore 11.04, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni chiede a Peppe se sta andando da lui ed in sottofondo si sentono le voci di due persone che sono in compagnia di CALIENDO Giuseppe le quali dicono, rispettivamente “andiamo … voglio salutarlo … andiamo” e l’altro “sto io davanti”. Telefonata n. 364 intercettata il 16/04/2009 alle ore 12.39, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni dice a Peppe che, fino ad ora, è stato laggiù ad aspettare ma non è venuto nessuno. Peppe gli fa notare che si dovranno vedere domani perché domani loro hanno “l’appuntamento”. Giovanni dice a Peppe che gli deve fare un’ “imbasciata” per cui restano d’accordo che si vedranno più tardi a casa di Peppe. Telefonata n. 388 intercettata il 17/04/2009 alle ore 15.51, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni chiama Peppe e, usando una metafora, chiede dove sta una persona “L’avversario del giocatore MONTELLA dove sta? …” Peppe non capisce per cui Giovanni gli chiede dove sta la Mozzarella. Peppe continua a non capire per cui Giovanni, spazientito, gli intima di non muoversi da casa perché andrà da lui. Telefonata n. 777 intercettata il 28/04/2009 alle ore 19.40, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni e Peppe prendono appuntamento per vedersi alla “pizza”. Telefonata n. 587 intercettata il 15/05/2009 alle ore 10.33, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe sollecita Giovanni a raggiungerlo al più presto (… ma voi dovete venire subito …) al posto dove stavano ieri. Giovanni risponde che sta facendo una visita medica per cui non può raggiungerlo prima di un’ora. Allora Peppe, parlando al plurale, dice che se ne andranno da lì. Restano d’accordo che quando Giovanni avrà finito la visita lo chiamerà per fargli sapere dove sta. Telefonata n. 591 intercettata il 15/05/2009 alle ore 11.14, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: 177 Giovanni preannuncia a Peppe che tra 20 minuti lo raggiunge ma questi risponde che sono venuti via da lì per cui dà appuntamento a Giovanni fuori al bar “dove vado a mangiare la mozzarella”. Telefonata n. 603 intercettata il 15/05/2009 alle ore 11.40, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: A richiesta di Giovanni Peppe dice di trovarsi al solito posto, “cinque”48. Giovanni inizialmente capisce l’ora e Peppe gli spiega che sta dove stavano insieme ieri. Telefonata n. 1072 intercettata il 22/05/2009 alle ore 10.43, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe dice a Giovanni che non è venuto nessuno ed anche il “corto” (?) se ne è andato. Giovanni fa notare a Peppe che l’appuntamento era fissato per le 11 ed allora CALIENDO dice che adesso ci ritornerà ed attenderà l’arrivo di SASSO. Nella conversazione n. 615 riportata di seguito, in ambientale “a microfono aperto” , si ascolta la voce di Caliendo Giuseppe che si trova in compagnia di Cozzolino Franco; ne emerge la frequentazione tra i due. Analoghe osservazioni valgono per altre conversazioni riportate in sequenza : Telefonata n. 615 intercettata il 18/03/2009 alle ore 15.48, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni, usando una metafora, dice a Peppe CALIENDO che, quando andrà a fare la vista medica, dovrà avvisare che lui sta partendo per il nord Italia a causa di un motivo urgente. Telefonata n. 1269 intercettata il 17/03/2009 alle ore 16.14 sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in uscita per l’utenza 339.5858673, intestata ed in uso ad AMBROSIO Pasquale, nato a San Giuseppe Vesuviano il 02.02.1974, titolare della concessionaria “AMBROCAR”, sita in San Gennarello di Ottaviano alla via Querce. Sintesi: COZZOLINO tenta di chiamare Pasquale AMBROSIO che non risponde al telefono. In sottofondo si sente la voce inconfondibile di Peppe CALIENDO che è in compagnia dello stesso COZZOLINO. Telefonata n. 2790 intercettata il 05/05/2009 alle ore 10.45 sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 339.5858673, intestata ed in uso ad AMBROSIO Pasquale, nato a San Giuseppe Vesuviano il 02.02.1974, titolare della concessionaria “AMBROCAR”, sita in San Gennarello di Ottaviano alla via Querce. Sintesi: Pasquale AMBROSIO tenta di chiamare Franco che non risponde. In sottofondo si sente la voce inconfondibile di Peppe CALIENDO, detto zuzzella, che discute con lo stesso Pasquale AMBROSIO Il dialogo che segue attesta la frequentazione tra Cozzolino Franco e Miranda Salvatore: Telefonata n. 1583 intercettata il 31/03/2009 alle ore 13.15 sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in uscita per l’utenza 333.1436993, intestata a ESPOSITO Antonio, nato a San Giuseppe Vesuviano il 48 La parola “cinque” è evidentemente utilizzata come termine convenzionale per indicare un luogo riservato dove potersi incontrare, al pari del “punto b” di cui alle conversazioni che si sono più sopra prese in esame. 178 06.10.1984 ma in uso a MIRANDA Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano il 19.02.1967, ivi residente alla via Pianillo traversa Cupa. Sintesi: Salvatore chiede a Franco di andare a casa sua perché gli vuole dare del vino che lui ha ricevuto in regalo. Salvatore sollecita Franco ad andare subito altrimenti il vino va a male. La telefonata che segue attesta la frequentazione tra Maturo Francesco e Sasso Giovanni; la voce di quest’ultimo, infatti, è stata registrata in ambientale “a microfono aperto”, mentre era in compagnia di Maturo: Telefonata n. 1630 intercettata il 01/04/2009 alle ore 20.04, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 366.1615919, intestata a NOSTURI Gisela, nata il 12.08.1949, in uso a MATURO Francesco, nato a S. Giuseppe Vesuviano (NA) il 22.05.1970. Sintesi: Franco tenta di chiamare invano il cugino ed in ambientale si sente lo stesso MATURO che parla con una persona in sua compagnia che viene riconosciuto in SASSO Giovanni. Si deduce che i due sono in auto perché si sente la musica in sottofondo. Anche il gruppo di conversazioni che segue attesta l’esistenza di un rapporto di frequentazione tra Maturo Francesco e Sasso Giovanni, posto che, come si evince dalla conversazione ambientale n. 227 registrata alle ore 11.42 del 16.6.2009, la persona indicata come “zio Francuccio” deve essere identificata in Maturo Francesco49: Telefonata n. 2607 intercettata il 16/06/2009 alle ore 11.03, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi. Sintesi: Flora, usando un evidente linguaggio cifrato, dice a Giovanni che lì a casa c’è lo “zio Francuccio”. Giovanni dice alla donna di riferire a “zio Francuccio” di raggiungerlo da Gianni, dove si trova lui adesso. Telefonata n. 2608 intercettata il 16/06/2009 alle ore 11.07, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi. Sintesi: Il piccolo Tommaso dice che il figlio di “zio Franco” lo sta aspettando nella terra per cui chiede a Giovanni se va anche lui lì, evidentemente perché vuole essere accompagnato. Giovanni risponde di no. 49 Si riporta di seguito il contenuto della conversazione n. 227 citata: Conversazione n. 227 del 16.06.2009 ore 11.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, MATURO Francesco … omissis … Sasso: ...ora incontrai Enzuccio SCOGNAMIGLIO un’altra volta… “Zi Giovanni, fratello ma io”... ma perché non mettiamo due o tre cose buone a là? Maturo: io già ve lo dissi due mesi fa! Sasso: e voi diceste il magazzino di… Maturo: e non me lo danno quel coso … prendiamoci uno stabile, prendiamoci uno stabile incominciamo ad entrare … facciamo il mensile vostro … Sasso: ma che facciamo il mensile …. facciamo il mensile tutti quanti là … Maturo: si…!! Iniziate a prendere voi una “cosarella” da … inc. … e poi si fa quello che esce da sopra là si divide con tutti quanti…inc. …(pos. 16.30) Sasso: aspetta!! ma io ora ti dico quale dobbiamo fare…. Dobbiamo chiamare ALESSANDRO ci deve far affittare il magazzino che sta prima del passaggio a livello a via Croce Rossa quello in cui stava “original marines”!! (San Giuseppe Vesuviano) … omissis … 179 Telefonata n. 2609 intercettata il 16/06/2009 alle ore 11.07, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi. Sintesi: Giovanni chiede a Flora se lo “zio Francuccio” sta andando da lui e Flora conferma. La conversazione di seguito trascritta intorduce ed evidenzia la frequentazione tra Sasso Giovanni e Ambrosio Umberto, prestanome e cassa finanziaria di Bifulco Biagio (circa la posizione di Ambrosio Umberto si dirà meglio in seguito ). Nel dialogo avuto con la moglie Sasso Giovanni lascia chiaramente intendere di trovarsi lontano dalla provincia di Napoli, in un luogo posto ai confini con la Svizzera caratterizzato da un clima rigido. Al riguardo, si rappresenta che Ambrosio Umberto, come meglio oltre, conduce i suoi affari, nell’interesse di Bifulco Biagio, effettivamente in Lombardia, nei dintorni della città di Bergamo. Nella parte finale del dialogo, Sasso rivela alla moglie che il giorno prima aveva pranzato insieme a una terza persona di cui non rivela l’identità. Sulla scorta delle attività di intercettazione disposte ex decreto 2121/08 sull’utenza 331/5273567 in uso ad Ambrosio Umberto, in particolare grazie alla conversazione n. 17063 registrata quello stesso 17.02.2009 alle ore 09.31, è stato accertato che effettivamente Ambrosio Umberto il giorno precedente aveva pranzato con Sasso Giovanni. In quel dialogo, infatti, Ambrosio Umberto comunicava al suo interlocutore che il giorno prima aveva consumato il pranzo insieme a una persona indicata come “l’amico di Gianni” “quello con la mano moscia”. I due elementi di dettaglio forniti si sono rivelati utili, se si tiene presente che Sasso Giovanni ha effettivamente un rapporto di stretta frequentazione con Gianni Annunziata50; che il 16 febbraio si trovava 50 L’esistenza di una effettiva frequentazione tra Annunziata Gianni e Sasso Giovanni è attestata, al di là di quanto sarà oggetto di dimostrazione nella parte relativa agli episodi di turbativa d’asta ricostruiti come singole fattispecie delittuose, anche dalle conversazioni di seguito trascritte; dalla lettura della prima si evince che Annunziata era al corrente anche delle frequentazioni che Sasso Giovanni aveva con terze persone; dalla seconda emerge il rapporto di amicizia e di frequentazione anche per scopi ludici che i due avevano: Telefonata n. 3823: intercettata il 06/07/2009 alle ore 17.47, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni ANNUNZIATA avvisa Giovanni che lì c’è una persona, “zio Franco”, che chiede di lui. Giovanni chiede di farlo attendere perché arriverà nel giro di mezz’ora. Conversazione n. 407 del 27.07.2009 ore 09.03 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori ANNUNZIATA Gennaro e SASSO Giovanni, Sintesi: … omissis … SASSO dice che il figlio Tommaso ieri sera è andato alla festa di compleanno del figlio di COZZOLINO Franco, il cognato di Biagio, e che adesso sta ancora là. Ha dormito là. SASSO dice che il figlio Tommaso frequenta la scuola con il figlio di MATURO Francesco, che da grande vuole fare l’architetto, con il figlio di COZZOLINO Francesco che da grande vorrebbe fare il notaio. I tre ragazzini sono molto legati tra loro. SASSO dice che anche i figli di BIFULCO Biagio stanno studiando per fare il notaio. ANNUNZIATA spiega che è molto complicato il concorso del notaio che è successivo alla laurea universitaria. … omissis … SASSO: a Casalvelino… inc. … ANNUNZIATA: inc.… SASSO: e ci servirebbe se ci sta qualche politico che ci può fare qualcosa? ANNUNZIATA: dimmi!! SASSO: ci sono 50 ettari di terreno … noi già lo stiamo opzionando … perché se non facciamo in una maniera facciamo in un'altra maniera … invece di farla valutare la somma che vale… lo facciamo valutare a 6 euro… ci pigliamo i soldi… troviamo la testa di legno società e ci pigliamo solo il guadagno…. sto facendo IO …CIRO E ENZUCCIO… sono 50 ettari di terreno allora… a duecento metri dalla strada…c’è questa proprietà… fa così vedete (spiega la forma) sale così…. ANNUNZIATA: aspetta un momento… allora Casalvelino… partiamo dal quadrivio di Casalvelino… 180 in Lombardia e aveva a sua volta pranzato con una persona di cui preferiva non rivelare l’identità nel dialogare al telefono con la moglie. Si riportano di seguito i due dialoghi in esame : Telefonata n. 263 intercettata il 17/02/2009 alle ore 10.40, sull’utenza 392.0235132 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 392.3049301, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, ivi residente alla via Madonnelle 4 (indirizzo fatturazione), in uso a SASSO Giovanni. Sintesi: SASSO: adesso mi porta tutto … pure il disegno e la mappa … della tenuta … ANNUNZIATA: ma noi ci possiamo arrivare a Casalvelino … SASSO: lo so!!! se è….. adesso non ci sta ENZUCCIO però domani… sta ENZUCCIO chiama a GENNI… perché è un compagno di GENNI che sta a così (nel senso di buoni rapporti) … noi ci stiamo comprando tutti i 50.000 metri…. i 50 ettari di terreno… a 3 euro al metro… !!! ANNUNZIATA: quindi sarebbe 150mila euro? SASSO: un milione e mezzo di euro…!!! ANNUNZIATA: e 50.000 metri quanti sono? SASSO: sono 500.000 metri…quadrati!! ANNUNZIATA: ah! 500.000 metri!! SASSO: inc. … ANNUNZIATA: ma ci stanno le licenze edificabile? (nel senso se il terreno è inserito nel PRG come edificabile) SASSO: e perché ci vuole un’amicizia se si può fare… !! ANNUNZIATA: e allora tu prima di comprarlo devi vedere…!! SASSO: noi prima di prendercelo … stiamo vedendo se troviamo … qualche politico nella zona che fa una licenza di fare le costruzioni … avete capito? e verrebbe uno dei più bei villaggi della … ANNUNZIATA: e ne possiamo parlare … se giovedì andiamo giù ne parliamo!!! (a San Marco dove ANNUNZIATA avrebbe la disponibilità di una casa estiva) SASSO: perché io …inc. … e a parte il fatto … l’unica cosa… che … il vantaggio che ENZUCCIO… il padre e il fratello c’hanno un’impresa di costruzione e si fa tutto il pacchetto … loro non mettono il guadagno sul materiale … sulle costruzioni … ma dividono l’utile finale!! e là verrebbe bene perché uno poi si tiene anche una bella proprietà per lui!! ANNUNZIATA: va bè … certo…. !! SASSO: perché la dovete fare… ANNUNZIATA: vorrei capire a che zona di Casalvelino? SASSO spiega che il terreno si trova vicino al mare. Non sa dare l’esatta ubicazione del terreno al suo interlocutore che conosce benissimo la zona. SASSO dice che anche lui conosce bene Casalvelino tanto che anni addietro si vendette 10.000 metri di terreno ad un prezzo di due milioni di lire. ANNUNZIATA propone di andare un giovedì al mare quando Franco chiude la macelleria. SASSO dice che ieri andarono con la barca e attraccarono vicino all’isola dei LI GALLI (comune di Positano) che Luca DE FILIPPO ha donato alla Regione Campania per far fare il bagno ai ragazzi. Dice che però BASSOLINO la usa come residenza sua e della sua famiglia. I due hanno poi una piccola discussione sull’esatta ubicazione delle tre isole che sono li vicino. Ancora, altrettanto rilevante è la conversazione che segue, in occasione della quale Annunziata Gianni commentava, sia pure rapidamente, “la pulizia” che era avvenuta nel corso della notte, volendosi riferire, agli arresti operati dal personale in servizio presso il Commissariato di P.S. di San Giuseppe Vesuviano a carico di 17 persone, tra cui lo stesso Caliendo Giuseppe, in esecuzione dell’ordinanza n. 329/09 RG OCC emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli in data 18.05.2009: Telefonata n. 1289 intercettata il 26/05/2009 alle ore 08.14, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni ANNUNZIATA, nel prendere appuntamento con Giovanni per più tardi, commenta la “pulizia” che è stata fatta in nottata. SASSO dice che ne è a conoscenza ma glissa sull’argomento e chiude velocemente la telefonata. Il riferimento è agli arresti operati dal Commissariato di P.S. di San Giuseppe Vesuviano a carico di 17 persone, tra cui CALIENDO Giuseppe, in esecuzione dell’O.C.C.C. n. 35419/06 RGNR, n. 50103/06 RG GIP e n. 329/09 RG OCC emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli in data 18.05.2009. 181 SASSO Giovanni chiama la convivente MONTELLA Flora e la rimprovera di avere sempre il telefono spento. Flora dice di essere a Resina ( Ercolano). Giovanni chiede dei figli. Giovanni dice che dove si trova fa molto freddo. Flora chiede se sono a Milano (quindi si riferisce a Giovanni e ad altri) e Giovanni risponde che sono vicino alla Svizzera. In sottofondo si sente la voce maschile di altra persona che è in compagnia di SASSO Giovanni. Alla posizione 0.56 Flora chiede: Flora: ieri mangiaste insieme? Giovanni: eh! Flora: eh? Giovanni: sì!! In sottofondo si sente la voce maschile di altra persona che è con Giovanni. Flora chiede a Giovanni quando scende. Giovanni dice tra domani e dopo domani. Altrettanto rilevante, perché dimostrativa della solidità dell’affectio societatis che lega tra loro gli indagati, è anche la conversazione che segue, in occasione della quale Esposito Salvatore, zio di Ambrosio Franco, già partecipe al clan Fabbrocino e detenuto presso il carcere dell’Ucciardone di Palermo in quanto condannato alla pena dell’ergastolo, chiedeva a Sasso Giovanni se avesse eseguito l’incombenza che gli era stata affidata e che doveva essere eseguita in Palermo, dove Sasso, al momento della registrazione, si trovava: Telefonata n. 3353 intercettata il 26/06/2009 alle ore 10.27, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 333.8451097, intestata a ESPOSITO Aniello, nato a Ottaviano il 12.05.1963. Sintesi: Salvatore ESPOSITO, zio di Franco AMBROSIO e MATURO Francesco, (la cui voce viene riconosciuta senza alcun ombra di dubbio), utilizzando il telefono di una terza persona chiama Giovanni, che si trova in Sicilia, chiedendo conferma se è andato là. Sasso dice che sta facendo una consegna e dopo ci andrà ed Esposito precisa che ieri ha fatto tutto per cui Giovanni deve solo andarci. Prima che si apra la comunicazione si sente ESPOSITO Salvatore dire a qualcuno che sta vicino a lui “ … non tiene niente … come fai a mandare un cristiano da una parte all’altra? … ” Giovanni: pronto … zio Salvatore: pronto … chi è? Giovanni? Giovanni: sì … zio Salvatore: Giovanni, sono Salvatore … sei andato a Palermo Giovanni? Giovanni: sì … sto a Palermo … zio Salvatore: e non siete andato là? si accavallano le voci incomprensibile Giovanni: sto facendo una consegna, dopo ci vado … zio Salvatore: ah … dopo ci andate? vebbè, io sto da ieri … ho fatto tutte le cose … dovete solo andare … va bene? Giovanni: ok … a posto … zio Salvatore: ciao Giovanni, ci vediamo a Napoli Potrebbe essere facile l’obiezione difensiva in base alla quale le frequentazioni registrate tra gli indagati nei cui confronti si procede può trovare una giustificazione nell’accertata esistenza anche di rapporti di amicizia che legano gli indagati tra loro nonché i loro familiari. In realtà tali rapporti appaiono essere il frutto e la diretta conseguenza della solidità del legame che si è venuto a creare tra le persone oggetto delle indagini, al punto che anche i loro familiari sono risultati pienamente inseriti nella loro vita di relazione. In questo senso, dunque, e non in un’ottica favorevole agli indagati, devono essere valorizzati i dialoghi di seguito trascritti, da cui traspare il legame amicale venutosi a creare tra il figlio di Sasso Giovanni (Tommaso) e il figlio di Cozzolino Francesco (Antonio): Telefonata n. 1196 intercettata il 23/05/2009 alle ore 21.22, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: 182 Flora, che è appena rincasata, chiede a Giovanni dove sta piccolo Tommaso e come deve fare per rintracciarlo. Giovanni spiega alla donna che il ragazzo sta a casa di “Franco, quello del caseificio”. Telefonata n. 1211 intercettata il 24/05/2009 alle ore 08.25, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 081.5280783, intestata a BOCCIA Anna (BCCNNA74H68H931E), installata presso l’abitazione di COZZOLINO Francesco, sita in Ottaviano alla via Bel Campo 16. Sintesi: Il piccolo Tommaso chiede di Antonio; risponde la mamma, BOCCIA Anna, la quale dice che sta ancora dormendo ed invita il ragazzo a richiamare più tardi. Telefonata n. 2506 intercettata il 13/06/2009 alle ore 17.48, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 393.3659191, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, in uso a Tommaso, figlio di Flora. Sintesi: Tommaso dice a Giovanni che l’ha chiamato il suo amichetto Antonio ma che non ha potuto richiamarlo perché sta senza credito. Giovanni gli dice di aver visto il padre di Antonio il quale non sa perché il figlio ha cercato di chiamare Tommaso. Telefonata n. 2509 intercettata il 13/06/2009 alle ore 19.58, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 393.3659191, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, in uso a Tommaso, figlio di Flora. Sintesi: Tommaso chiede a Giovanni di accompagnarlo a casa di Antonio (COZZOLINO, figlio di Francesco) che ha fatto la festa per cui deve portargli il regalo. Telefonata n. 2511 intercettata il 13/06/2009 alle ore 20.15, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 081.5280783, intestata a BOCCIA Anna (BCCNNA74H68H931E), installata presso l’abitazione di COZZOLINO Francesco, sita in Ottaviano alla via Bel Campo 16. Sintesi: Tommaso chiede di Antonio ma risponde la madre Anna BOCCIA (moglie di Franco COZZOLINO) la quale gli dice che suo figlio lo ha chiamato per tutto il pomeriggio per invitarlo in piscina a casa. Tommaso dice che adesso si farà accompagnare. Telefonata n. 4834 intercettata il 27/07/2009 alle ore 00.45, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 339.2798718, intestata ed in uso a BOCCIA Anna, nata a San Giuseppe Vesuviano il 28.06.1964, moglie di Franco COZZOLINO. Sintesi: Il piccolo Tommaso avvisa la mamma che dorme a casa di Antonio. Telefonata n. 5012 intercettata il 27/07/2009 alle ore 22.37, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 339.2798718, intestata ed in uso a BOCCIA Anna, nata a San Giuseppe Vesuviano il 28.06.1964, moglie di Franco COZZOLINO. Sintesi: Il piccolo Tommaso avvisa Giovanni che sta con Anna e Franco. Poi Giovanni parla al telefono con Anna la quale lo rassicura dicendogli che sono a cena a casa dell’altro Franco. Telefonata n. 6139 intercettata il 27/08/2009 alle ore 15.38, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 393.3659191, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, in uso a Tommaso, figlio di Flora. Sintesi: Dopo alcuni convenevoli Giovanni dice al piccolo Tommaso che tra poco dovrebbe arrivare a casa il padre di Nino, l’amichetto di Tommaso, per cui dice al ragazzino di farlo aspettare. 183 Ulteriore dato sintomatico dell’affectio societatis è offerto da una serie di conversazioni che saranno di seguito prese in esame, da cui traspare la reciproca assistenza che gli indagati si assicurano al fine di evitare di essere sottoposti a controlli ovvero a monitoraggio tecnico da parte degli inquirenti. Indubbiamente, già solo il ritrovamento della microspia installato all’interno del fabbricato utilizzato quale luogo di riunione rappresenta il sintomo evidente di quanto i membri del clan vivessero in un costante stato d’allerta e di come potessero contare sull’appoggio di una serie di persone anche estranee al contesto associativo e al circuito più stretto dei soggetti su cui si erano concentrate le indagini. Eloquente in tal senso è anche la conversazione di seguito trascritta, in occasione della quale Annunziata Luca solertemente si preoccupa di avvisare Ambrosio Umberto, espressione imprenditoriale e volto affaristico del clan, della necessità di disfarsi dell’apparecchio telefonico mobile che aveva nella sua disponibilità, paventando chiaramente il rischio per Ambrosio Umberto di essere oggetto di monitoraggio tecnico. Il senso della conversazione deve essere valutato tenendo nel debito conto che nel periodo in cui è stata registrata la conversazione, come si vedrà, Ambrosio Umberto aveva formalmente dato la disponibilità ad accogliere presso di lui Bifulco Biagio, procurandogli una casa ed un contratto di lavoro subordinato, in forza del quale il capo clan aveva beneficiato della licenza dalla casa di lavoro di Saliceta San Giuliano dove era internato. Tale dichiarazione formale aveva, evidentemente, comportato l’emersione di Ambrosio Umberto e di qui nasceva la preoccupazione che egli potesse essere entrato nel fuoco dell’attività di indagine. Si riportano di seguito i dialoghi : Telefonata n. 14384 Decreto 2121/08 sull’utenza TIM – del 29/01/2009 ore 22.37 in uscita per l’utenza 339.4534826 intestata ed in uso ad ANNUNZIATA Luca San Giuseppe Vesuviano 08.06.65), (fratello di ANNUNZIATA Pasquale, nato ad Ottaviano il 13.03.1964, alias “Sparatori”). Interlocutori: AMBROSIO Umberto e ANNUNZIATA Luca Sintesi: Umberto chiama Luca e gli chiede cosa c’è (il fratello Vincenzo gli aveva detto di contattare Luca). Questi, a sua volta, gli chiede se ha parlato col fratello. Umberto riferisce che il fratello gli ha semplicemente detto di contattarlo. Luca, contrariato ed in maniera criptica (ma allo stesso tempo chiara per la PG che ascolta) dice ad Umberto che deve buttare il telefono che ha tra le mani; Umberto chiede all’interlocutore se deve buttare proprio quello con il quale sta parlando adesso e questi conferma aggiungendo di buttare anche il telefono “del faticatore”. Luca conclude la conversazione telefonica dicendo che ne parleranno poi di persona. Luca: pronto? Umberto: wè, dottore Luca: oohhh… Umberto: mi cercavi? Luca: e tuo fratello non te lo ha detto? Umberto: no Luca: e vedi che te lo dice tuo fratello Umberto: ah? Luca: te lo dice tuo fratello! Umberto: quello ha detto chiama a Lucariello! Luca: chi l’ha detto? Umberto: mio fratello Luca: vabbè, quello è scemo allora dai!… butta questo pisciaturo (telefono- n.d.r.) che tieni per le mani! Umberto: eh Luca: eh!…hai capito? Umberto: questo qua proprio? Luca: eh? Umberto: questo? Luca: si si! Umberto: vabbuò Luca: pure quello… pure quello del faticatore! Umberto: vabbuò 184 Luca: hai capito?…parliamo da vicino, ciao. La conversazione di seguito trascritta conferma che le attenzioni che Annunziata Luca aveva rivolto ad Ambrosio Umberto quando si era preoccupato di metterlo in guardia circa il pericolo che questi potesse essere intercettato avevano la loro ragion d’essere nel legame formale che si era venuto a creare tra Amborsio Umberto e Bifulco Biagio, in occasione della licenza di cui quest’ultimo, come si è detto, aveva beneficiato da internato. Nel dialogo in esame, a distanza di mesi dal momento in cui, come si evince dal dialogo sopra esaminato, Annunziata Luca aveva lanciato il suo grido di allarme rivolgendosi proprio ad Ambrosio Umberto, gli interlocutori si soffermavano proprio sullo scarso livello di attenzione con il quale Ambrosio Umberto aveva dimostrato di muoversi e paventavano la loro certezza circa la sua sottoposizione ad indagini anche di natura tecnica: Conversazione n. 245 del 19.06.2009 ore 12.17 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, ANNUNZIATA Gennaro AMBROSINO Salvatore … omissis … Dopo un po’ sopraggiunge l’avv.to AMBROSINO Salvatore ed i tre prendono a colloquiare di vari argomenti, uno dei quali è rappresentato da AMBROSIO Umberto. Gianni ANNUNZIATA vuole sapere dall’avvocato se è veritiera la diceria secondo cui AMBROSIO Umberto è indagato ed il professionista ammette parzialmente la cosa addebitando il tutto alla negligenza di AMBROSIO Umberto il quale, quando ha accettato di accogliere BIFULCO Biagio a Brescia per fargli trascorrere il periodo di permesso premio, avrebbe dovuto prestare maggiore attenzione, soprattutto nell’effettuare le telefonate. All’imperizia di AMBROSIO Umberto i colloquianti attribuiscono l’installazione di microspie nel negozio dove formalmente lavorava BIFULCO Biagio. … omissis … Alla posizione 19.35 parlano della società BERNARDI S.p.a e, sembra, che venga messa in relazione ad ANNUNZIATA Nicola che, nella circostanza, sarebbe stato vincitore. Poi, alla posizione 20.00, GIANNI ò seghino, rivolto ad AMBROSINO Salvatore dice: Gianni: il comparo suo non ha vinto… AMBROSINO: chi è? Gianni: il compare tuo… AMBROSINO: Francesco? Gianni: no!… quello di Ottaviano… quello che sta a Bergamo… come si chiama? AMBROSINO: il compare mio chi è? Gianni: come si chiama….? Sasso: Umberto! Gianni: Umberto!! AMBROSINO: tiene i problemi?… in che senso? (Annunziata chiama tale compà Ferdinando) in che senso tiene i problemi?…. Gianni: io sapevo che era indagato….!! AMBROSINO: lo so! Gianni: perché? per quale motivo? AMBROSINO: per telefono non si deve parlare! GIANNI parla con un uomo, forse MALINCONICO Antonio, che nel frattempo è arrivato. Gianni chiede ad AMBROSINO Salvatore la sua utenza cellulare. AMBROSINO Salvatore detta il numero 3897954671 – è l’utenza che AMBROSINO Salvatore utilizza per conversare con AMBROSIO Umberto, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 04.09.1964, detto “Umberto Treck”. Poi, alla posizione 22,36, AMBROSINO Salvatore interessato a raccogliere elementi sul fatto che UMBERTO risulterebbe indagato, chiede: AMBROSINO: a voi che ve lo ha detto questo fatto? Gianni: di chi? AMBROSINO: di Umberto?! (AMBROSIO Umberto, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 04.09.1964) Gianni: e non mi ricordo!!! perché? Sasso: non mi guardate a me!! (rivolto ad AMBROSINO Salvatore) AMBROSINO: perché il vizio non se lo levano mai… e parlano assai… 185 Gianni: AMBROSINO: Gianni: AMBROSINO: Sasso: Gianni: AMBROSINO: inc. … vogliono dire una cosa…. devi fare sempre il 50%… quello se i telefonini li togliessero di mezzo…. sine…. e… inc. …… zio Gianni… inc. … per telefono si interpretano … i magistrati la interpretano dice che lo hanno tolto di mezzo… inc. … ma quello che ci sta…. ci sta…. il telefono è una cosa delicata… per telefono si dice solo cala la pasta … Sasso: hanno messo questo … zaccagno … (Sbatte qualcosa) AMBROSINO: e se vi fermano con questo coso? (coltello) Sasso: non è quattro dite…. è meno…. Gianni: se metti le tue non è nemmeno tre dite… Sasso: - ride AMBROSINO: mercoledì che vado gli faccio una cazziata (inteso a AMBROSIO Umberto) non si impara… non si impara… Sasso: come ho sentito dire io da qualcuno… dice che ce l’aveva in macchina… a casa… nei magazzini da tutte le parti… AMBROSINO: ma era inevitabile! Sasso: io sono stato… anche io nel magazzino da lui… (AMBROSIO Umberto) (si sovrappongono le voci) …. meno male che non abbiamo parlato quasi di niente… AMBROSINO: è inevitabile… scusate ma quello sta quello (BIFULCO Biagio) in un negozio suo…ma veramente si credessero che quelli dormono… Sasso: ma quello poi sapete come …inc. … perché io per esempio noi ce ne stavamo andando… chiudere… lui chiama a uno che… e dice io metto le chiavi… sotto là… se il telefono è sotto controllo le guardie hanno sentito le chiavi sotto là… vanno là pigliano le chiavi… e vanno a piazzare tutto quello che vogliono… Continuano a parlare del fatto che AMBROSIO Umberto avrebbe trovato delle microspie in auto. AMBROSINO Salvatore dice di averlo avvertito già un anno fa. Gli disse di spendere qualcosa di soldi per comprare degli apparecchietti per rilevare delle microspie “… spendili questi soldi che sono benedetti…”. Sasso dice che l’apparecchiatura che rileva le microspie costa circa 10mila euro e non 400 euro come dice AMBROSINO. Sasso dice che ha fatto fare una bonifica a casa sua e alle sue macchine. Poi spiega come funziona la strumentazione che rileva le microspie e come funzionano le microspie stesse. … omissis … Dalla conversazione che segue traspare il timore anche dello stesso Sasso Giovanni di essere sottoposto a monitoraggio, tanto che lo stesso invitava la moglie ad acquistare un nuovo apparecchio di telefonia mobile: Telefonata n. 664 intercettata il 24/04/2009 alle ore 20.02, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in uscita per l’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: Giovanni invita Flora ad andare da quello dei telefoni dove la donna, che è intestataria dell’utenza in uso a SASSO, deve chiedere di cambiare il numero di costui, conservando però la stessa sim, adducendo come scusa che arrivano telefonate strane. Nella conversazione che segue, Annunziata Luca, evidentemente ligio al compito di vigile sentinella si premurava di segnalare la presenza di veicoli nella disponibilità di persone ritenute sospette: Telefonata n. 1054 del 03.03.2009 ore 14.43 in entrata dall’utenza 333.3341811, intestata a VASILE ROTARU (VSLRTR65R07Z140Z) (si tratta probabilmente di un nome di fantasia in quanto il c. f. è errato e non risulta in “Punto Fisco”), in uso a PRISCO Angelo, nato a Ottaviano (NA) il 20.08.1966. Decreto n.581/09 del 04.02.2009. Sintesi:: Angelo con Luca, gli dice che hanno notato due mezzi, un Honda Transalp ed un Honda SH con a bordo due uomini con i caschi integrali in testa che vanno avanti e indietro, in particolare dalla Ferrovia a Ottaviano 186 (NA). Angelo chiede a Luca se li ha visti e Luca risponde di no ed aggiunge che anche se li vedesse lui non capirebbe nulla. Analoghe osservazioni valgono per la conversazione che segue, nel corso della quale gli interlocutori di scambiavano informazioni circa la presenza in loco di soggetti da cui doversi guardare: Conversazione n. 612 del 07.04.2009 ora 18.10. intercettata all’interno dell’autovettura FIAT PUNTO tg. AG 356 EA, in uso ad ANNUNZIATA Luca, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) l’8 giugno 1965. Decreto n.581/09 del 04.02.2009. Sintesi: Auto in movimento, Luca chiede a qualcuno in sottofondo se è andato il Ricciolone (dall’ascolto del telefono di Luca emerge che il Ricciolone è un cliente abituale), Poi parla con tale Peppino e commenta il fatto che a visto qualcuno gravitare nei pressi delle abitazioni di “Giovanni con il braccio offeso” (SASSO Giovanni, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955) e a persone a lui vicine. La circostanza è importante in quanto avviene in concomitanza alla scoperta di una micro – spia installata in un capanno abitualmente frequentato dal SASSO e dai suoi accoliti. Trascrizione: Luca: È venuto ò Ricciolone o no? È venuto o no? Giuseppe: … (inc.) … Luca: Secondo me la prendiamo la scoppola (la prendiamo a cumiciata) Peppiniello. Giuseppe: … (inc. sembra dica: “che cosa?”) … Luca: Stavo danti al bar …cosa hanno fatto, per la dietro, per Giovanni quello con il braccino (intende con il braccio offeso) … sono andati la … Giuseppe: Si! Luca: … (inc.) … da Giovannino … sono andati … hanno fatto il giro così e sono andati verso Ottaviano … (inc.) … Giuseppe: … (inc.) … Luca: … un paio di ore fa … Giuseppe: … stanno due di loro …stanno! Luca: Si! Stanno facendo il giro. Giuseppe: Si ma ti pensi a loro? … (inc. … . Giuseppe parla con Luca in sottofondo sicuramente molto distante dall’autovettura) … Nel dialogo che segue Sasso Giovanni riferiva in modo criptico alcune informazioni a Caliendo Giuseppe (che dichiarava di ben avere compreso il senso del messaggio) utilizzando un linguaggio chiaramente in codice; è evidente l’utilizzo, nell’ambito di un rapporto di mutuo aiuto, di cautele volte a vanificare l’esito delle indagini potenzialmente in corso: Telefonata n. 438 intercettata il 10/03/2009 alle ore 10.25, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Interlocutori: SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe CALIENDO Giuseppe: Giovanni … SASSO Giovanni: mi ascolti? La cresta del gallo, i pozzi (?) ballano, a piedi e spennati … hai capito? CALIENDO Giuseppe: si! ho capito! SASSO Giovanni: Ok Si salutano.Le conversazioni che seguono attestano la viva preoccupazione degli indagati per le indagini in corso e il senso da attribuire al loro contenuto deve essere correlato all’attività di esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misure cautelari n. 329/09 emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli in data 18.05.2009. Gli arresti erano stati effettuati dal personale del Commissariato P.S. di San Giuseppe Vesuviano nei confronti di 17 indagati, tra cui figurava anche Caliendo Giuseppe. 187 Proprio la presenza di quest’ultimo e la circostanza che i suoi coindagati fossero comunque accusati di appartenza al clan Fabbrocino evidentemente destava lo stato di allarme negli indagati nei cui confronti si procede in questa sede. Lo stato di allerta registrato è, evidentemente, prova della solidità del vincolo associativo che avvince gli indagati. La curiosità degli interlocutori circa l’identità delle persone effettivamente coinvolte e i loro interrogativi sul se, ad esempio, anche Sasso Giovanni fosse stato colpito dal provvedimento restrittivo, appaiono giustificabili solo ritenendo quest’ultimo realmente appartenente al contesto associativo riferibile alla leadership di Mario Fabbrocino. Si riportano di seguito i dialoghi incentrati su quel fatto di cronaca giudiziaria: Telefonata n. 1289 intercettata il 26/05/2009 alle ore 08.14, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni ANNUNZIATA, nel prendere appuntamento con Giovanni per più tardi, commenta la “pulizia” che è stata fatta in nottata. SASSO dice che ne è a conoscenza ma glissa sull’argomento e chiude velocemente la telefonata. Telefonata n. 5021 del 26.05.2009 ore 13.35 intercettata sull’utenza 339.4534826 in uso ad ANNUNZIATA Luca (nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) l’8 giugno 1965 - decreto 581/09) in uscita verso l’utenza 333.1973738, intestata a REA Carmela, nata a Pomigliano d’Arco (NA) il 18.02.1963, in uso a CORCIONE Carmela, nata a Cassina dè Pecchi (MI) il 07.06.1964, detta “Lella”. Sintesi: Luca con Peppe nase e cane, il marito di Lella (IERVOLINO Giuseppe, nato a Ottaviano (NA) il 10.10.1963). Questi, commentando gli arresti della scorsa notte, gli chiede se “quello con la mano malamente ci sta o no?” facendo chiaramente capire che è interessato a sapere se SASSO Giovanni, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955, il quale risulta avere un braccio offeso è stato arrestato insieme a CALIENDO Giuseppe, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 12.04.1961 che frequenta assiduamente. Alla risposta negativa di Luca gli chiede se “se ne andato?” intendendo sapere se è scappato e ,quindi, Luca gli risponde ancora negativamente. Poi parlano di quante persone sono state colpite dal provvedimento restrittivo. Trascrizione: Peppe: Pronto? Luca: Uè! Peppe: Ma quello con la mano malamente ci sta o no? Luca: No …no! Peppe: Non c’è! Luca: No! Peppe: Se ne è andato? Luca: No sta qua! Peppe: E questo volevamo sapere. Ci vediamo dopo? Luca: Sono venti! Ci vediamo dopo. Peppe: Sedici, sedici. Luca: Ciao ci vediamo dopo. Peppe: Ciao … ciao. Telefonata n. 1339 intercettata il 26/05/2009 alle ore 16.55, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 347.3433968, intestata ed in uso a PICA Ciro, nato a Ercolano il 19.07.1956, ivi residente alla via E. Bossa n. 25. Sintesi: Telefonata confidenziale tra Ciro e Giovanni il quale racconta che c’è un po’ di “maretta”. Ciro si rallegra del fatto che per il suo amico non ci sono stati problemi. Telefonata n. 1510 intercettata il 28/05/2009 alle ore 10.49, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) entrata dall’utenza 331.8757518, intestata a D’ANIELLO Luigi, nato a Gragnano il 25.05.1978, residente in Lettere alla via Casa Ruotolo n. 14, in uso a Luigi. 188 Sintesi: Telefonata confidenziale tra Luigi e Giovanni il quale, nella circostanza, assicura il suo interlocutore che per lui non ci sono stati problemi( è evidente il riferimento agli arresti operati due giorni prima dal Commissariato di P.S. di San Giuseppe Vesuviano). Giovanni incarica Luigi di riportare questa cosa anche ad Alfonso, zio di Luigi (dovrebbe trattarsi di Alfonso che ha in uso le utenze 393.9287432 (intestata a “S.N.C. Tecnosoft, viale Belzoni n. 3 Mirano (VE)) e 349.1473965 (intestata a “COOP KRONOS SERVICE”, viale Lucania 35 Milano). Telefonata n. 1610 intercettata il 29/05/2009 alle ore 17.42, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) entrata dall’utenza 327.1752625, intestata a BASILE Gennaro, nato a Napoli il 14.05.1961, ivi residente alla via Cumana n. 29, in uso a Lino aut Rino. Sintesi: L’interlocutore di SASSO, al quale si rivolge chiamandolo fratello, si lamenta del fatto che costui non si è fatto più sentire. Giovanni si giustifica chiedendo retoricamente al suo interlocutore se legge o meno i giornali, riferendosi, ovviamente, alle indagini in corso sul suo territorio che hanno portato all’arresto di alcune persone. L’interlocutore di Giovanni, in tono scherzoso tanto da suscitare l’ilarità dello stesso SASSO, dice che costui non ha di questi problemi perché è un imprenditore. Poi i due prendono accordi per vedersi dopo a Fuorigrotta a metà strada perché Giovanni dice che sta a Quarto mentre il suo interlocutore sta a Ponticelli. La conversazione che segue attesta la piena consapevolezza degli indagati di essere sottoposti ad attività di indagine; nella circostanza Cesarano Domenico e la sua amica Angelino Vincenza commentano l’ipotesi formulata, da buon sodale, da Caliendo Giuseppe il giorno prima, circa la possibilità di allontanarsi dal territorio per qualche tempo, all’evidente e dichiarato scopo di allentare la pressione investigativa che gli indagati avvertivano: Telefonata n. 3336 del 28/02/2007 Ora : 17:33, in entrata dall’utenza 0818354250 intestata alla Scuola Media Statale, sita in via Alfieri n. 1 in Caivano (NA). Decreto n. 235/07 del 29/01/2007. Interlocutori: CASILLO Domenico e ANGELINO Vincenza Sintesi: Enza richiama Mimmo con cui parla della serata trascorsa ieri in compagnia di Peppe CALIENDO e Mimì CESARANO. In particolare, i predetti dicevano di volersi allontanare per un periodo, come facevano in passato. Mimmo dice che il problema rimarrà a lui in quanto ci sono altre cose in pendenza. Poi dice che hanno parlato del suo rapporto sentimentale con Mimì. Nel corso della telefonata Mimmo riceve un'altra telefonata da Mimì CESARANO il quale gli dice di andare da lui. Trascrizione: Mimmo: Si! Enza: Mimmo? Mimmo: Uè! Enza: ... hai capito ieri? Mimmo: Ah... Enza: ... diceva Peppe (CALIENDO) Mimì: è un bel posto ... più sopra dell'amalfitana, dal lato della Costiera no? ... Mimmo: Uh... Enza: ... più sopra dell'amalfitana, si chiama Santa Caterina, un bel posto, io ho anche la casa per te là ... disse lui: si ce ne andiamo per un paio di mesi ... ce ne andiamo no, ce ne andiamo lontani ... lui e Peppe no? Dissi io: davvero! ...e dove ve ne andate tutti e due? Ce ne andiamo ... ci allontaniamo un poco ... dissi: ... aha ... (esclamazione per dire vedi un po’ tu) ... quelli adesso sai come fanno: come facevano per il passato ... Mimmo: Uhu ... (esclamazione) ... Enza: ... si allontanano i mesi interi e non si vedono (sorride) ... Mimmo: ... (altra esclamazione di CASILLO) ... Enza: ... hai capito che fanno Mimmo? Nelle conversazioni che seguono, registrate il giorno in cui è stata data esecuzione all’ordinanza n. 345/07 emessa in data 2.5.2007 dal GIP presso il Tribunale di Napoli nei confronti di una pluralità di soggetti, 189 Caliendo Giuseppe e Casillo Vittorio commentavano lo spiegamento delle forze dell’ordine sul territorio e la circostanza che tra le persone colpite vi fossero anche soggetti di “Piazzolla” nonché “Ferdinando il meccanico”; al riguardo va segnalato che Cozzolino Ferdinando (effettivamente tuitolare di un’officina di autoriparazioni) era uno dei destinatari del predetto provvedimento coercitivo e che tra i clan interessati dalla ricostruzione operata nella predetta ordinanza vi era anche quello capeggiatao da Somma Salvatore / La Marca Michele e Ruocco Aniello. Non è anomalo che Casillo Vittorio e Caliendo Giuseppe si interessassero alle vicende relative ai soggetti operanti in Piazzolla di Nola, atteso che in occasione di un servizio di osservazione e pedinamento a distanza svolto da personale in servizio presso il Commissariato P.S. di San Giuseppe Vesuviano in data 3.7.2007 è stato accertato che Casillo Vittorio aveva nella sua disponibilità l’autovettura Volkswagen Tuareg tg. DF760EA, risultata intestata a La Marca Michele, capo del sodalizio operante in Piazzolla di Nola. Si riportano di seguito i dialoghi: Telefonata n. 504 del 11.05.2007 ore 12,23 in uscita per l’utenza 338.9655721 in uso a Vittorio CASILLO. Decreto n. 1433/07. Interlocutori: Peppe CALIENDO e Vittorio Sintesi: Peppe con Vittorio. Peppe avverte Vittorio del blitz delle FFPP che c’è stato nella notte (il riferimento è agli arresti operati nell’ambito dell’operazione GOLEM). Si evince che Peppe già sapeva che sarebbe successo. Peppe si raccomanda con Vittorio di avvertire anche “quello scemo, dove compri le macchine tu”. Trascrizione: Vittorio: pronto Peppe: oh Vittorio: chi è? Peppe: chi è, sono Peppe Vittorio: oi Peppe, che è? Peppe: hai visto allora? Vittorio: come hai visto? Peppe: eh, che ti dissi io ieri, fammi sentire? Vittorio: è successo? Peppe: eh. A casa mia stava …incomprensibile… a casa mia, e non so niente ancora, ma il lato della Piazza, Piazzolla (di Nola) Vittorio: ah Peppe: mo da me stanno..trenta quaranta macchine Vittorio: da te? Peppe: eh Vittorio: e va bene Peppe: fa pure l’imbasciata a quello scemo, a quel pezzo di merda là che già sai, dove compri le macchine tu!…ok? ciao Telefonata n. 507 del 11.05.2007 ore 12,46 in uscita per l’utenza 338.9655721 in uso a Vittorio CASILLO. Decreto n. 1433/07. Interlocutori: Peppe CALIENDO e Vittorio Sintesi: Peppe con Vittorio, sempre per il blitz delle FFPP. Peppe avverte Vittorio che hanno preso qualcuno a fianco a lui (di casa). Poi dice che hanno preso Ferdinando il meccanico. Vittorio chiede quanti sono stati arrestati e Peppe risponde che sono più di cento e che lo sta dicendo ora il telegiornale. Trascrizione: Vittorio: che è? Peppe: oh …incompr.. a fianco a me Vittorio: ah ah Peppe: hai capito che, oh! Vittorio: oh! Peppe: Ferdinando te lo ricordi? Vittorio: chi? Peppe: erdinando 190 Vittorio: Peppe: Vittorio: Peppe: Vittorio: Peppe: Vittorio: Peppe: hi Ferdinando Piazzola, quello che vende… fa il meccanico h ah ure a quello si... ah, a quanti di loro? ento e qua…lo sta dicendo il telegiornale ento e quattro? h, oh, già ti sei messo… - cade linea – Nella conversazione che segue, Caliendo Giuseppe giustificava la circostanza che la notte precedente era stato assente da casa rappresentando che, avendo riscontrato la presenza in zona delle forze dell’ordine, aveva avvertito il pericolo di incorrere in controlli: Telefonata n. 676 intercettata il 23/04/2009 alle ore 16.47, sull’utenza 338.6090440 in uso a CALIENDO Giuseppe (decreto 1499/09) in uscita per l’utenza 333.3613686, intestata ed in uso a CORREALE Carmela, nata a San Giuseppe Vesuviano il 14.12.1966. Sintesi: Peppe per Carmela, convenevoli ma Peppe dice alla donna che l’altra notte sono stati costretti a fuggire tutti dalle case perché c’erano “gli uccellini volanti” in giro. La conversazione che segue attesta che i timori degli indagati circa la possibilità di essere arrestati non era infondata posto che, effettivamente, in data 26 aprile 2009 era stata data esecuzione all’ordinanza n. 255/09 emessa in data 8.4.2009 dal GIP presso il Tribunale di Napoli nei confronti di Giugliano Antonio + altri e tenuto conto che tale circostanza veniva commentata dagli interlocutori, avendo gli stessi temuto che tra i destinatari potesse figurare anche Sasso Giovanni, è evidente che lo stato di ansia costituisce un ulteriore indice dell’appartenenza di Sasso Giovanni al consesso associativo, tenuto conto che la predetta ordinanza aveva ad oggetto l’operatività del clan Giugliano quale struttura federata al clan Fabbrocino. Si riporta di seguito il dialogo: Telefonata n. 715 intercettata il 27/04/2009 alle ore 16.53, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 349.1473965, intestata a “COOP KRONOS SERVICE”, viale Lucania 35 Milano, in uso ad MAURO Alfonso, nato ad Angri il 01.10.1952, con domicili in Sesto San Giovanni (MI) alla via Muggiasca n. 1 ed in Angri alla via Alveo S. Alfonso n. 52. Sintesi: Alfonso chiede a Giovanni come stanno le cose riferendosi agli arresti operati nella decorsa notte (si tratta dell’esecuzione dell’O.c.c.c. emessa nell’ambito dell’operazione GUSTO a carico di GIUGLIANO Antonio + altri effettuata dalla DIA di Napoli, ndr). Alfonso chiama Giovanni temendo che anche lui sia rimasto coinvolto ma SASSO lo rassicura che per lui non ci sono stati problemi. I luoghi di incontro Ulteriore indizio della solidità del vincolo associativo in esame è poi rappresentato anche dalle modalità con cui gli aderenti sono soliti incontrarsi; la scelta di discutere dei comuni interessi in un luogo appartato è, infatti, sintomatica della necessità di tenere celata la reale portata degli stessi e di scongiurare il pericolo di potere essere intercettati e/o sottoposti a controlli, ovvero, in ogni caso, ad evitare il pericolo di attirare l’attenzione. In particolare, nel corso delle indagini è stata cristallizzata la frequentazione assidua, anzi pressoché giornaliera, tra gli indagati Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe, che si è interrotta solo al momento dell’arresto di quest’ultimo, avvenuto in data 26 maggio 2009 in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere n. 329/09 emessa dal GIP presso il Tribunale di Napoli in data 18.05.2009, nei confronti, tra gli altri, anche del predetto. Fino a quella data era stato accertato che Caliendo Giuseppe, con cadenza più o meno quotidiana e in orario antimeridiano, era solito prelevare Sasso Giovanni per poi recarsi insieme allo stesso in una località di campagna molto isolata; sulla scorta dei dati evincibili dall’intercettazione in atto sull’utenza cellulare in uso a Sasso Giovanni e di quelli ricavati dal monitoraggio a mezzo GPS dell’autovettura in uso a Sasso Giovanni, la P.G. è riuscita a localizzare il posto in cui i due si recavano per discorrere in maniera 191 indisturbata dei loro affari, individuandolo in un casolare sito in aperta campagna, in una zona compresa tra via Vasca al Pianillo e traversa Cupa di Via Pianillo di San Giuseppe Vesuviano. L’attività di intercettazione ambientale disposta all’interno di quel casolare tuttavia non è mai fruttuosamente iniziata, avendo gli indagati rinvenuto le apparecchiature per la captazione delle conversazioni che erano state ivi installate. L’avvenuto ritrovamento delle microspie costituiva, tuttavia, oggetto di commento nel corso di alcune conversazioni captate sull’utenza in uso a Caliendo Giuseppe. E’ stato, in ogni caso, accertato che il luogo in questione era frequentato – si ripete quasi quotidianamente oltre che dai citati Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe, anche da sodali quali Cozzolino Francesco, Maturo Francesco. Per altro verso le indagini, e in particolare il monitoraggio in atto sulle utenze in uso agli indagati, hanno dimostrato che Maturo Francesco, Cozzolino Francesco e altri sodali avevano l’abitudine di incontrarsi, anche loro con cadenza pressoché quotidiana, presso il bar ubicato presso il distributore di carburanti “Q8” ubicato in via Lavinaio. Secondo quanto osservato dalla P.G. procedente, la struttua del bar ben si prestava ad incontri “riservati”, al riparo da sguardi indiscreti poiché il gazebo, dove sono sistemati tavoli e sedie, è protetto da un muro di finta edera così fitto da rendere praticamente invisibile all’esterno qualsiasi avventore. Molteplici sono le conversazioni da cui emerge l’assiduità delle riunioni e delle frequentazioni di alcuni tra i più grossi esponenti del clan. Nella telefonata che segue, ad esempio, Sasso Giovanni comunicava alla moglie di trovarsi “in una terra”; l’espressione lascia intendere che egli si trovava in un luogo isolato per scopi non meglio precisati; ciò che va con certezza escluso è che egli in una giornata di pieno inverno e in tarda sera (la conversazione è stata registrata alle ore 20.41 del 6 febbraio) potesse davvero dedicarsi alla coltivazione dei campi o ad altre attività simili. Telefonata n. 51 intercettata il 06/02/2009 alle ore 20.41, sull’utenza 392.0235132 (decreto 581/09) in uscita per l’utenza 392.3049301, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, ivi residente alla via Madonnelle 4 (indirizzo fatturazione), in uso a SASSO Giovanni. Sintesi: Flora chiama Giovanni al quale chiede se Tommaso è rincasato perché lei lo ha accompagnato nel pomeriggio a casa dell’amichetto Antonio. Giovanni risponde che lui adesso sta “in una terra” e che dopo passa lui a prenderlo a casa di Antonio. La conversazione che segue dimostra quale era la natura degli interessi comuni coltivati da Caliendo Giuseppe e da Sasso Giovanni nelle circostanze in cui i due si incontravano in modo riservato; in quel frangente, infatti, mentre Sasso Giovanni dialogava con la moglie veniva captato anche lo scambio di battute, improntato alla violenza verbale e alla sopraffazione, che Caliendo Giuseppe aveva con una terza persona al cospetto, evidentemente, anche di Sasso Giovanni. Il tono e le espressioni di minacce utilizzate lasciano pochi dubbi circa la riferibilità del dialogo intercorso tra Caliendo Giuseppe e la terza persona ad una attività di intimidazione che il primo stava ponendo in essere ai danni del secondo. L’incontro con la persona la cui identità è rimasta ignota doveva avere, in ogni caso, una specifica rilevanza anche per Sasso Giovanni, atteso che le conversazioni n. 189 e 193 registrate in pari data, di seguito trascritte, si evince che quest’ultimo, per attendere a quell’attività, aveva rinunciato a pranzare: Telefonata n. 196 intercettata il 12/02/2009 alle ore 15.07, sull’utenza 392.0235132 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 392.3049301, intestata a MONTELLA Flora, nata a Ercolano il 20.04.1977, ivi residente alla via Madonnelle 4 (indirizzo fatturazione), in uso a SASSO Giovanni. Sintesi: Flora e Giovanni discutono circa i programmi del piccolo Tommaso che Flora sta accompagnando a casa di tale Gianni e dopo Giovanni dovrebbe andare a prenderlo. In una pausa della conversazione in ambientale si sentono le voci di due uomini, che sono in compagnia di SASSO Giovanni, uno dei quali viene riconosciuto in Giuseppe CALIENDO alias “Peppe zuzzella”. Costui sta minacciando un uomo lì presente ed a conferma che si tratti di Peppe CALIENDO soccorre la circostanza che il suo interlocutore lo chiama Peppe e don Peppe. Dall’andamento della telefonata tra MONTELLA Flora e SASSO Giovanni s’intuisce che costui sta seguendo con attenzione la discussione tra CALIENDO Giuseppe e la terza persona, 192 evidentemente molto animata, tanto che alla fine saluta bruscamente la sua donna usando un tono di voce perentorio. Di seguito si riporta la trascrizione integrale del passo d’interesse. Peppe CALIENDO: Mi prenderei proprio il camion … mi prenderei … Uomo: don Peppe … don Peppe … Peppe CALIENDO: mi prenderei proprio il camion così non ti faccio lavorare più … Uomo: don Peppe io … inc. … Peppe CALIENDO: No grazie … grazie … inc. … Giovanni SASSO: ARRIVEDERCI … ohi Flora … L’esistenza di un casolare ubicato in una zona isolata e il suo utilizzo da parte degli indagati come luogo per incontrarsi al fine di discutere riservatamente di affari comuni sono circostanze che emergono anche dalla conversazione che segue, in cui Sasso Giovanni comunicava a Caliendo Giuseppe di trovarsi unitamente ad altri soggetti “nella casarella”: Telefonata n. 329 intercettata il 06/03/2009 alle ore 11.43, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni dice a Peppe CALIENDO, che dice di trovarsi da sua madre, che stanno nella “casarella” e che c’è pure … non dice il nome ma CALIENDO capisce di chi si tratta. In sottofondo si sente la voce di colui che è i compagnia di SASSO in quanto chiede, ad alta voce, che Peppe porti il caffè ed i dolcini. La voce sembra quella di Franco MATURO. Anche la telefonata di seguito indicata lascia intendere che Sasso Giovanni si incontrava abitualmente con gli altri sodali in un luogo convenuto; nella circostanza, infatti, il predetto comunicava a Caliendo Giovanni di essersi recato “laggiù”, ma di non avervi trovato nessuno: Telefonata n. 343 intercettata il 06/03/2009 alle ore 18.18, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe, alla domanda di Giovanni, dice che sta andando a Scafati a portare i soldi “a quella”. Giovanni, da parte sua, dice che sta “quaggiù” ma non c’è nessuno. Analoghe osservazioni valgono anche per la conversazione di seguito trascritta, in cui Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni facevano riferimento a un “solito posto”, quale luogo in cui avrebbero potuto incontrarsi: Telefonata n. 349 intercettata il 07/03/2009 alle ore 09.22, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: In attesa che si apra la conversazione Giovanni, che si trova sicuramente in compagnia del fratello Andrea (lo dice dopo nel corso della stessa telefonata), dice che adesso devono iniziare i lavori della superstrada, verosimilmente la SS 268. Poi Giovanni parla con CALIENDO il quale gli chiede se sta al “solito posto” ma Giovanni gli risponde di no e che sta andando a fare un servizio con il fratello. Testuale, nella conversazione che segue, il riferimento alla “terra” quale luogo di possibile incontro tra gli indagati : Telefonata n: 4152 Data : 12.03.2008 Ora : 11.23 in entrata dall'utenza 3331436993 intestata a ESPOSITO ANTONIO SPSNTN84R06H931A 19841006 S. GIUSEPPE VESUVIANO NA ed in uso a MIRANDA Salvatore – intercettazioni svolte sull’utenza 335-8143908 – decreto 4240 del 23.10.2007 Sintesi: 193 Miranda Salvatore domanda a COZZOLINO Francesco se può raggiungerlo giù alla COZZOLINO risponde che non è possibile perché non è in zona. “terra”. La conversazione che segue attesta come Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni fossero soliti incontrarsi in una determinata zona (la cui localizzazione non veniva rivelata nel corso del dialogo, ma che potrebbe evidentemente coincidere con il casolare individuato dalla P.G. e di cui si è detto), anche alla presenza di altre persone e cristallizza anche il ruolo subalterno (di autista, accompagnatore e factotum) rivestito da Caliendo Giovanni, posto che dal dialogo si evince che Sasso Giovanni si aspettava di essere prelevato dal suo sodale: Telefonata n. 232 intercettata il 03/03/2009 alle ore 08.50, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni, che dice di trovarsi a casa sua, chiama Peppe dicendogli che si aspettava che lo andava a prendere. CALIENDO si giustifica dicendo “non c’è quasi nessuno laggiù”. Giovanni gli dice che oggi deve venire tale definito “sacchetella stretta” ed allora CALIENDO gli dice che, più tardi, andranno. Anche la conversazione che segue contiene un esplicito riferimento alla “terra” quale luogo in cui Cozzolino Franco veniva invitato al fine di incontrare “tutti gli altri” che erano già presenti in quel luogo: Telefonata n: 4193 Data : 13/03/2008 Ora : 10:58:46 in uscita per l'utenza 3331436993 intestata a ESPOSITO ANTONIO SPSNTN84R06H931A 19841006 S. GIUSEPPE VESUVIANO NA in uso a MIRANDA Salvatore – intercettazioni svolte sull’utenza 335-8143908 – decreto 4240 del 23.10.2007 Sintesi: Uomo chiama COZZOLINO e gli dice di andare giù alla terra che ci stanno tutti quanti. L'uomo specifica che è giù alla sua terra. COZZOLINO dice che va bene. Il dialogo di seguito trascritto rivela l’effettiva esistenza di un luogo isolato e ritenuto sicuro dagli indagati quale posto in cui riunirsi; la circostanza che Caliendo Giuseppe veniva messo al corrente da Sasso Giovanni circa il pericolo che il loro “rifugio” potesse essere stato scoperto da terze persone denota quanto importante fosse per loro la segretezza dello stesso: Telefonata n. 673 intercettata il 21/03/2009 alle ore 11.00, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Interlocutori: SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe SASSO Giovanni: dove stai? CALIENDO Giuseppe: a casa! SASSO Giovanni: e non dovevamo vederci qua? CALIENDO Giuseppe: e noi non teniamo nessun appuntamento stamattina! SASSO Giovanni: e se me lo dicevi io non venivo proprio … sono venuto quaggiù … non fa niente … ho visto pure una frasca messa qua … CALIENDO Giuseppe: una frasca rossa? SASSO Giovanni: una frasca messa vicino alla porta CALIENDO Giuseppe: ed allora è venuto qualcuno … Giovanni … state a piedi lì giù? SASSO Giovanni: no … no … sono venuto con la … cosa … anche senza libretto … mo’ passo vedo se me lo dà il libretto … CALIENDO Giuseppe: ok SASSO Giovanni: ciao 194 Le due conversazioni che seguono, registrate lo stesso giorno a distanza di circa un’ora l’una dall’altra attestano che Caliendo Giuseppe era stato raggiunto presso il rifugio dove egli si trovava da Sasso Giovanni; nella prima conversazione, infatti, Caliendo chiedeva a Sasso di portargli delle sigarette, così rivelando di trovarsi in un luogo isolato e lontano da un centro abitato; nella seconda Sasso comunicava alla moglie di non potere fare rientro a casa e, dovendo giustificare il motivo per il quale veniva meno ai suoi impegni familiari, affermava esplicitamente di trovarsi “in una terra”; in tale occasione era registrata in ambientale anche la voce di altre persone presenti vicino a Sasso, tra cui anche quella di Caliendo. La certezza che Sasso e Caliendo si trovassero non solo insieme ma che stessero discutendo di affari rilevanti anche alla presenza di altre persone è offerta dal fatto che nella medesima fascia oraria, Sasso non rispondeva a numerose chiamate ricevute dalla moglie; l’esame delle celle agganciate dalle utenze di Caliendo e di Sasso rivela che in quell’arco temporale in due si trovavano nel medesimo luogo. Si riportano di seguito i dialoghi presi in esame : Telefonata n. 745 intercettata il 24/03/2009 alle ore 11.16, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe chiede a Giovanni di portare le sigarette. Telefonata n. 751 intercettata il 24/03/2009 alle ore 12.43, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 392.0235132, intestata a MONTELLA Giovanni, nato a Ercolano il 06.08.1963, ivi residente alla via Pace n. 9, in uso a MONTELLA Flora, nata ad Ercolano il 20.04.1977, residente in Ottaviano alla via Spacconi . Sintesi: Giovanni avvisa Flora che non può andare a prendere il bambino a scuola perché non si può muovere da dove si trova. Su insistenza della donna Giovanni dice che non tornerà neanche per pranzo e che si trova in una terra. Prima che si apra la comunicazione con Flora, in ambientale si sentono le voci delle persone che sono in compagnia di Giovanni, una delle quali è sicuramente quella di Peppe CALIENDO. Il dialogo di seguito trascritto attesta che anche il giorno successivo nella zona isolata di campagna si era tenuta una riunione alla quale avevano preso parte Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe. Nella circostanza, infatti, i due si davano appuntamento nei pressi dell’abitazione di Caliendo e l’esame dei dati estrapolati dal sistema di monitoraggio GPS installato a bordo dell’autovettura in uso a Sasso rivela che la stessa dalle ore 15.27 alle ore 18.22 era rimasta ferma in una zona di campagna compresa tra via Vasca al Pianillo e via Pianillo di San Giuseppe Vesuviano, area in cui si trova l’abitazione della madre di Caliendo Giuseppe, nonché, come si è detto, il casolare che è stato poi individuato dalla P.G. e oggetto dell’attività di monitoraggio resa infruttuosa dall’avvenuto rinvenimento delle microspie: Telefonata n. 790 intercettata il 25/03/2009 alle ore 15.21, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni e Peppe si accordano per vedersi a breve giù dove abita la madre di CALIENDO (via Vasca Pianillo di San Giuseppe Vesuviano). in a il al Anche in occasione della conversazione di seguito trascritta Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe si davano appuntamento nei pressi dell’abitazione di quest’ultimo; ancora una volta l’esame dei dati estrapolati dal sistema di monitoraggio GPS installato a bordo dell’autovettura in uso a Sasso rivela che la stessa dalle ore 9.41 alle ore 11.09 era rimasta ferma in una zona di campagna compresa tra via Vasca al Pianillo e via Pianillo di San Giuseppe Vesuviano,: Telefonata n. 823 intercettata il 27/03/2009 alle ore 09.25, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a 195 CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni e Peppe si accordano per vedersi a breve giù dove abita la madre di CALIENDO (via Vasca al Pianillo di San Giuseppe Vesuviano). Nella stessa giornata del 27 marzo, Caliendo Giovanni e Sasso Giovanni si incontravano di nuovo, come dimostra il dialogo di seguito trascritto, in cui quest’ultimo, informatosi su dove il suo interlocutore si trovasse e appreso che questi era a casa della madre, decideva di raggiungerlo. Dai dati del GPS montato sulla Smart in uso a Sasso Giovanni, emerge che alle ore 15.44 il veicolo si è recato in via Vasca al Pianillo di San Giuseppe Vesuviano, laddove è ubicata l’abitazione della madre di Caliendo Giuseppe, entrando dalla Traversa Cupa di via Pianillo, allontanandosi alle ore 17.01: Telefonata n. 831 intercettata il 27/03/2009 alle ore 15.33, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Alla domanda di Giovanni Peppe dice di trovarsi dalla madre e Giovanni ribatte che lo raggiungerà lì. La conversazione che segue dimostra che vi era più di un luogo presso cui gli indagati si riunivano per discutere in maniera riservata dei loro affari comuni; in quell’occasione , infatti, Caliendo Giuseppe riferiva a Sasso Giovanni di trovarsi in una zona che egli stesso definisce come “punto B”; la circostanza che Caliendo parli utilizzando il pronome personale coniugandolo al plurale attesta che egli in quel momento egli si trovava in compagnia di altre persone. Dai dati del GPS montato sulla Smart in uso a Sasso Giovanni emerge che dalle ore 18.57 alle ore 19.31 il veicolo è stato fermo in Marigliano in una zona compresa tra la Masseria Cola Cola e la Masseria Pugliese. Telefonata n. 848 intercettata il 27/03/2009 alle ore 18.51, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Alla domanda di Giovanni, Peppe dice che loro sono già al “punto B”. Giovanni chiede di aspettarlo e di non correre. I riferimenti testuali contenuti nel dialogo che segue attestano che anche il 1 aprile 2009 Caliendo Giuseppe e Sasso Giovanni si erano dati appuntamento nel loro rifugio: Telefonata n. 1000 intercettata il 01/04/2009 alle ore 17.59, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni dice a Peppe di andare all’altro lato, quello da dove sono usciti. Peppe chiede se deve andare da sua madre e Giovanni dice di andare al lato opposto. La telefonata s’interrompe bruscamente per cui, tel. 1001, Peppe richiama Giovanni e dice di aver capito che deve andare dove stanno le frasche. La telefonata che segue permette di affermare che il rifugio isolato era frequentato dai vari sodali, tra cui anche Cozzolino Francesco, il quale nella circostanza riferiva a Maturo Francesco di essersi recato “laggiù”, senza tuttavia essere riuscito ad incontrare gli altri; dai riferimenti testuali si comprende che si tratta di una zona di campagna e umida: 196 Telefonata n. 1636 intercettata il 01/04/2009 alle ore 20.59, sull’utenza 339.7413140 (decreto 581/09) in entrata dall’utenza 366.1615919, intestata a NOSTURI Gisela, nata il 12.08.1949, in uso a MATURO Francesco, nato a S. Giuseppe Vesuviano (NA) il 22.05.1970. Sintesi: COZZOLINO dice a MATURO che è andato laggiù ma non c’era nessuno. MATURO lo schernisce chiedendogli se ha preso umidità. Poi i due prendono accordi per vedersi tra poco. Il dialogo che segue conferma che effettivamente il luogo di abituale incontro tra gli affiliati era quello ubicato nei pressi dell’abitazione della madre di Caliendo Giuseppe; in tale occasione, infatti, Sasso Andrea appreso che il fratello Giovanni si trovava presso l’abitazione della madre di Caliendo Giuseppe, riferiva di essere anche lui nel medesimo posto ma di non avere visto le altre auto. Tale particolare denota che vi erano più convenuti nel medesimo luogo; peraltro, la raccomandazione rivolta da Sasso Giovanni al fratello affinché questi lasciasse la sua autovettura parcheggiata presso l’abitazione e non si addentrasse fino, evidentemente, al punto di riunione, rende evidente quanto occultata alla vista fosse il luogo deputato alle riunioni: Telefonata n. 1057 intercettata il 03/04/2009 alle ore 17.27, sull’utenza 392.3049301 (decreto 939/09) in entrata dall’utenza 347.6386724, intestata a SASSO Andrea, nato a Ercolano il 28.01.1963, ivi residente alla Traversa di via Montedoro n. 28, in uso a SASSO Andrea, fratello di Giovanni. Sintesi: Alla domanda del fratello, Giovanni dice di trovarsi giù dalla mamma di Peppe. Andrea dice che anche lui sta lì ma non ha visto le auto. Giovanni si raccomanda di non entrare con la macchina e di lasciarla dalla mamma di Peppe. Le telefonate che seguono devono essere lette, tenendo presente che in data 4 aprile 2009, la P.G. delegata aveva provveduto ad installare le apparecchiature per il monitoraggio ambientale all’interno del casolare di campagna che era stato individuato. In data 9 aprile, Caliendo Giuseppe comunicava a Sasso Giovanni l’avvenuto ritrovamento da parte loro delle microspie, sicché i due si accordavano su come recarsi sul posto all’evidente scopo di effettuare un loro sopralluogo: Telefonata n. 93 intercettata il 09/04/2009 alle ore 17.43, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in uscita per l’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Giovanni per Peppe CALIENDO che, unitamente alla sorella ed alla moglie, si trova in ospedale a Nocera Inferiore dove è stata ricoverata la madre per seri problemi di salute. Discutono della degenza della donna e poi la conversazione così prosegue testualmente: CALIENDO Giuseppe: adesso siete venuto da allora? SASSO Giovanni: si … adesso sono arrivato … CALIENDO Giuseppe: andate a vedere laggiù dove stavamo ieri … SASSO Giovanni: si … CALIENDO Giuseppe: sono accorsi (hann curs) … secondo me stanno là SASSO Giovanni: sta là dentro adesso? CALIENDO Giuseppe: si, si … adesso me l’ha detto mia moglie SASSO Giovanni: ma … da te? CALIENDO Giuseppe: no! là! dove … ieri … SASSO Giovanni: vabbuò … ciao... Telefonata n. 95 intercettata il 09/04/2009 alle ore 18.15, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: 197 Peppe CALIENDO, a parziale rettifica di quanto detto nella telefonata n. 93, chiede a Giovanni di passarlo a prendere alle 20.30 così andranno insieme giù dalla madre di Peppe. Le conversazioni che seguono devono essere valorizzate tenendo, invece, presente che le stesse sono state registrate in un periodo successivo all’avvenuto ritrovamento delle microspie che erano state collocate presso il casolare di campagna in forza del decreto 1844/09; i dialoghi attestano come l’esigenza per gli indagati di incontrarsi in luoghi isolati e riservati fosse rimasta una priorità; nella circostanza i sodali si davano appuntamento in un posto indicato come “bosco”: Telefonata n. 694 intercettata il 27/04/2009 alle ore 10.09, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi:: A richiesta di Peppe Giovanni dice che si è andato a fare una passeggiata nel “bosco” Peppe ribatte che anche lui si trova lì per cui si vedranno tra poco. Telefonata n. 742 intercettata il 28/04/2009 alle ore 15.48, sull’utenza 392.3049301 (decreto 1924/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Lucio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: A richiesta di Peppe Giovanni dice di trovarsi al “bosco”. 4 I REATI FINE Dopo aver analizzato ed evidenziato la struttura e l’esistenza di un’associazione di stampo camorristico coordinata e gestita da Bifulco Biagio nell’ambito del clan Fabbrocino, occorre verificare le modalità con cui l’attività dell’organizzazione camorristica si è disvelata attraverso la realizzazione dei reati fine . 4.1Le condotte estorsive L’attività estorsiva rappresenta sicuramente una delle fonti sicuramente piu’ rilevanti di accumulazione illecita di capitali per assicurare il sostentamento del clan Fabbrocino e per arricchirne le casse. Oggetto delle mire estorsive del gruppo criminale è costituito da tutte le attività economicamente significative; tra queste anche quelle relative alla gestione del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti. Le dichiarazioni di Michele Auriemma L’interesse del clan Fabbrocino in tale settore è stato anche oggetto di dichiarazioni da parte del collaboratore di Giustizia, Auriemma Michele, il quale, nel corso dell’interrogatorio reso in data 22.7.2008 ha affermato che la ditta a cui era stato affidato il servizio di raccolta dei r.s.u. in San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano ‘pagava’ ogni mese all’organizzazione capeggiata da Bifulco Biagio una tangente estorsiva pari a 15 milioni di lire mensili per il primo comune e a 8 milioni di lire per il secondo. Auriemma Michele ha precisato che nel periodo in cui era libero, e quindi in grado di operare tranquillamente sul territorio, era riuscito ad ottenere da Cozzolino Francesco una partecipazione sui proventi dell’estorsione commessa alla ditta di raccolta dei r.s.u. limitatamente al comune di Ottaviano, quale unica area geografica in cui Auriemma, secondo una spartizione mafiosa di competenze criminali, poteva avanzare la pretesa di esercitare un potere di controllo delle attività produttive. Si riportano di seguito le dichiarazioni rese da Auriemma Michele il 22.7.2008 : …omissis… Mi viene chiesto di riferire quanto in mia conoscenza in merito all’attività estorsiva praticata ai danni della ditta che gestiva il servizio della raccolta della spazzatura secondo quanto da me già accennato nello scorso interrogatorio. 198 Adr. Non ricordo il nome della ditta che gestiva tale servizio. Quando nel 2000 sono stato libero per sei mesi, parlai con PAGANO Domenico della necessità di sottoporre ad estorsione anche la ditta che gestiva il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, ma PAGANO, utilizzando l’espressione che la ditta “pagava ‘o lato e vascia, a Bias”, mi fece presente che la società pagava già a BIFULCO Biagio. Trovai assurdo tale circostanza perché la stessa ditta operava anche a San Giuseppe Vesuviano e poiché seppi che BIFULCO percepiva la tangente di 18milioni al mese in relazione al servizio che si effettuava nel territorio di San Giuseppe Vesuviano e di 8milioni al mese per quello relativo ad Ottaviano, ritenni che almeno la tangente relativa alla gestione del servizio in Ottaviano doveva essere corrisposta a noi. Per chiarire la vicenda ed anche per verificare che PAGANO non facesse il doppio gioco (temevo che PAGANO potesse percepire lui le tangenti estorsive che attribuiva a BIFULCO), decisi di parlare della questione con COZZOLINO Franco, con il quale del resto mi incontravo frequentemente, almeno una volta a settimana. COZZOLINO mi confermò che effettivamente la ditta pagava l’estorsione a BIFULCO e mi confermò anche l’importo della tangenti. Io però gli feci presente che era assurdo che io non percepissi nulla e gli chiesi di farmi avere almeno un “pensiero” per la quota percepita per il servizio effettuato in Ottaviano. COZZOLINO non si prese un impegno preciso limitandosi a dire che ne avrebbe parlato con una persona che egli indicò come “lo zio”o “persona di famiglia”. Con tale termine intendeva alludere ad AMBROSIO Salvatore, (BIFULCO Biagio nel 2000 era invece detenuto). AMBROSIO Salvatore è un commerciante di San Giuseppe Vesuviano, di grosse dimensioni, il quale utilizza i soldi della famiglia di BIFULCO. In occasione di un ulteriore incontro avuto con COZZOLINO Franco, questi mi disse che lo zio, vale a dire Ambrosio Salvatore, si era dichiarato d’accordo a farmi avere una quota della estorsione. A settembre del 2000 ricevetti una somma di 2-3 milioni di lire quale quota della tangente a me spettante. Dopo il mio arresto del 30 settembre 2000, i soldi sono stati consegnati alla mia ex moglie NAPPO Rosa con cadenza mensile e regolare fino al gennaio 2001. Non so spiegare per quale motivo si siano interrotti i versamenti a mio favore. …omissis… L’attività tecnica, e in particolare il monitoraggio delle conversazioni intrattenute da Cesarano Domenico, ha permesso di ottenere significativi elementi di riscontro al contenuto delle dichiarazioni che si sono sopra riportate. In particolare, in occasione del dialogo di seguito trascritto, registrato a bordo dell’autovettura abitualmente in uso a Casillo Domenico, quest’ultimo veniva messo al corrente da Cesarano Domenico che lui stesso, unitamente a Bifulco Biagio, aveva curato l’estorsione in danno della ditta che aveva avuto in affidamento il servizio di raccolta dei r.s.u. in San Giuseppe Vesuviano. Cesarano al riguardo precisava che, poiché in quel momento vi era stato un mutamento della società a cui era stato precedentemente concesso il servizio, si era reso necessario per l’organizzazione instaurare con la ditta neoaffidataria nuove trattative (ma il termine è ovviamente utilizzato in maniera del tutto impropria) estorsive. Di seguito si riporta il passo della conversazione in esame: Conversazione n. 4995 del 26.06.2007 Ora 18,24 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico (decreto n. 1265/07). …omissis… CESARANO: …non ci vado io, Biagio fa la stessa cosa, questo c’è…hai capito o no? …… lui, Peppe, cerca il mensile. Il mensile non ci sta più!! La spazzatura a S. Giuseppe… … inc. … CASILLO: la … inc. … CESARANO: la … inc. … l’abbiamo chiusa, io, Biagio…sono finiti, ora automaticamente… CASILLO: …ci stanno i nuovi CESARANO: …ora automaticamente ci stanno la gente nuova che hanno preso l’appalto, si deve andare a parlare un'altra volta, devi parlare a Terzigno, devi parlare a S. Giuseppe, devi parlare a Ottaviano, devi chiudere un'altra volta i lavori … chiude mensilmente rientra … inc. … le cose vecchie sono finite…la spazzatura a Terzigno non ci sta più quella persona, a S. Giuseppe non ci sta più…sta un altro di Torre del Greco…ora si deve parlare un'altra volta con i nuovi…allora se il rientro non c’è, non si può dire questa 199 CASILLO: CESARANO: torta diamo un spigolo a Mimmo, un'altra fetta a questo, un’altra fetta a…non c’è. Allora se quello deve fare il riguardo per Peppe…per un fatto di farti guadagnare il milione…metto mano alla tasca e dice Mimmo facciamo 500 mila a testa… una volta…due volte, la quarta volta dice ma perché non prendi…. questo è il discorso! D’altro canto, la circostanza che la sottoposizione della società a cui era stato affidato il servizio di raccolta r.s.u. ad attività estorsiva da parte del clan Fabbrocino aveva costituito già per il passato un punto fermo nella esecuzione del programma criminoso che il clan aveva progettato è attestato dagli esiti delle indagini svolte già nel 1997. Si tratta delle attività investigative sulla base delle quali sono stati raccolti gli elementi di responsabilità poi confluiti nel materiale probatorio che sorregge l’impianto della sentenza n. 596/2000 emessa dal Tribunale di Nola in data 22.6.2000 nei confronti di Ambrosio Franco + 8. In quel contesto, infatti, era stata già accertata l’intromissione del clan nella gestione del servizio di raccolta dei rifiuti attraverso l’imposizione di tangenti estorsive a carico delle società a cui era affidato il relativo servizio. Nella conversazione ambientale intercettata a bordo dell’auto Fiat Marea in uso a Fabbrocino Mario cl ’56 n. 1003 del 25.06.1997 - decreto d’intercettazione n. 387/97 emesso nell’ambito del p.p. 15170/R/96, in particolare, La Marca Michele e lo stesso Fabbrocino Mario programmavano le richieste estorsive da avanzare nei riguardi della ditta che curava la raccolta dei r.s.u. Il colloquio tra i due, stralcio del quale viene di seguito riportato, si svolgeva alla presenza di Fabbrocino Giovanni che si trovava a bordo nella stessa auto. Va osservato che anche in quel caso, l’attività estorsiva costituiva oggetto di commento perchè vi era stato un passaggio di consegne dalla ditta a cui in precedenza era stato affidato il servizio a quella che ne era subentrata. Sembra evidente, dunque, che il rapporto estorsivo instaurato dal clan Fabbrocino con le società che si occupavano di tale settore è così radicato che diventava oggetto di commento esclusivamente quando veniva a mutare l’identità della vittima, per essersi verificata una novazione soggettiva nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e società a cui veniva affidato l’appalto per l’espletamente del serivizio. L’episodio di cui alla conversazione citata è stato anche ricostruito nella sentenza n. 596/00 sopra citata ; in ogni caso, per maggiore facilità di lettura del materiale probatorio posto a sostegno della richiesta, si riporta di seguito il contenuto del dialogo a suo tempo oggetto di intercettazione: Conversazione n. 1003 Ore 19,55 del 25.6.1997- (bobina Riserva n.9-dal giri 95 pista n.2) - decreto d’intercettazione n. 387/97 emesso nell’ambito del p.p. 15170/R/96 interlocutori: FABBROCINO Giovanni, figlio di Mario; FABBROCINO Mario, cl. 1956, cognato di Mario Fabbrocino; BIFULCO Biagio e LA MARCA Michele . … omissis … Michele: da quello della spazzatura che faccio ci vado solo io? Mario: eh!, vai tu! Michele: io due parole gli devo dire! Mario: si , due parole! Michele: sentite sono momenti un poco particolari, altrimenti non vi avremmo nemmeno chiamati ...c'è il compagno carcerato e... Mario: eh! Michele: Salvatore.....cacciava tanto, voi che mi dite ...se uno da Salvatore si pigliava tanto!....adesso è aumentato un poco in più! Mario: se si "intallea" (tentenna) sentite toglieteci un milione allora, da cinque dateci quattro milioni al mese! Michele: per voi sono quattro, Salvatore ci dava cinque milioni al mese! Mario: tre te li prendi tu e uno me lo dai a me! Michele: dice che lo deve avere coso! Mario: cosa? Michele: Biagio dice: se sono quattro, un milione deve averlo FRANCUCCIO! (Ambrosio Francesco, detenuto) Giovanni: se erano cinque...uno io, uno Francuccio e uno lo tiene Francuccio Michele: la divisione per quattro, si va da Biagio e si dice questi sono quattro 200 Mario: Giovanni: Mario: Michele: Giovanni: Michele: Mario: Giovanni Mario: Michele: Mario: Michele: Mario: Michele: Giovanni: … omissis … come si deve fare, Giovanni.......il mandato é di tre per chiudere!... pure tre per chiudere! eh! se sono tre li porto tutti i giorni fuori! tre -quattro per ciascuno! non che si perde la faccia ...son senza milioni! chi? tre - quattromila carcerati ...(con tono lamentoso) ma all'anima di quella p.....di tua sorella...fai la fine del fratello di FRANCUCCIO? il "compare" (Mario FABBROCINO) prima di andarsene mi disse questo fatto, altrimenti vai facendo il muratore (menando la fravaca) ..quello veramente è! quello veramente è quando il fatto è a lungo! eh ha pensato sempre a noi!...perciò quando viene dalla villeggiatura pare cento anni, quello è uno che pensa!...non tanto per lui! gli amici della pelle Anche la conversazione che segue attesta come l’attività estorsiva abbia costituito una fonte certa e redditiva per il sostentamento economico del clan Fabbrocino. I due interlocutori, Sasso Giovanni e Maturo Francesco, in particolare, nel censurare le condotte tenute dalle persone con cui avevano rapporti, si soffermavano sul comportamente serbato da una persona indicata come “Alessandro” e che la P.G. ha ritenuto di identificare in Miranda Alessando, il quale opponeva una certa resistenza nell’assecondare le pretese di Maturo finalizzate ad ottenere il cambio assegni. Maturo Francesco stigmatizzava l’irriconoscenza di Miranda Alessandro, ricordando come proprio quest’ultimo aveva chiesto e ottenuto la sua protezione nei confronti di “Nino”, laddove il riferimento è da intendersi alla persona di Nino Alfonso, capo dell’omonimo clan che tra la fine del 2001 e fino a tutto il 2003 si era incuneato nel territorio di Nola contrapponendosi e giustapponendosi all’egemonia, fino a quel momento pressoché indiscussa, del clan Russo51. In realtà il sistema ‘del cambio assegni’ costituisce una delle modalità con cui viene abitualmente realizzata l’attività estorsiva. In tali casi, infatti, la condotta del soggetto agente è assimilabile allo “sconto bancario”, attraverso il quale al commerciante vittima viene imposta la negoziazione di un titolo di credito postdatato ceduto dall’organizzazione, in cambio dell’immediata liquidazione dell’importo e facendo gravare sulla persona che è costretta a ricevere l’assegno il rischio dell’operazione. In tale ipotesi il danno patrimoniale sussiste, anche qualora (nei rari casi in cui ciò avvenga) il titolo si riveli idoneo ad essere messo all’incasso, essendo lo stesso configurabile già solo in ragione della perdita di una somma di danaro liquida a fronte di un titolo di credito che equivale a un “pagherò” e la cui negoziazione non prevede la clausola “salvo buon fine”. D’altro canto è evidente che per la stessa specifica carica di intimidazione che fa sentire le vittime costrette ad accondiscendere alla pretesa di ottenere il cambio assegni, colui che riceve il titolo non eserciterà mai alcun diritto per ottenerne il pagamento qualora lo stesso dovesse rivelarsi, al momento della messa all’incasso, non negoziabile. Nel prosieguo del dialogo, peraltro, Sasso Giovanni e Maturo Francesco facevano espresso riferimento al pagamento di tangenti estorsive imposte al titolare dell’attività commerciale “Mulino Rosso”; in questo caso, il riferimento testuale alla scadenza temporali di “Pasqua” e “Natale”, quali momenti in cui la vittima avrebbe dovuto corrispondere le somme estortele lascia chiaramente ipotizzare l’avvenuta instaurazione di un rapporto duraturo nel tempo e destinato, potenzialmente, a non cessare. Sulla base degli accertamenti eseguiti dalla P.G., il titolare del “Mulino Rosso” è stato identificato in Carillo Michele, imprenditore di rilievo operante nel settore tessile e titolare anche di altre attività imprenditoriali. Lo spessore della vittima, dunque, giustificava la pretesa del clan di ricevere somme dell’importo di quello indicato nella conversazione, pari a 150 mila euro corrisposti dalla vittima in occasione della rata pasquale. Si riporta di seguito il dialogo: 51 Sull’operatività e sulla esistenza del clan Nino, cfr sentenza n. 1071/06 emessa in data 20.7.2006 dal Tribunale di Nola, nonché la sentenza n. 791/10 emessa dal Tribunale di Nola in data 31.5.2010. 201 Conversazione n. 227 del 16.06.2009 ore 11.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); MATURO Francesco di Giuseppe e di Esposito Italia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970. Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra MATURO Francesco e SASSO Giovanni i quali trattano argomenti estremamente interessanti dai quali si traggono notevoli ed inconfutabile elementi di reità, sotto l’aspetto del reato associativo, non solo a carico dei due colloquianti ma anche di altri sodali. Dal colloquio, complessivamente considerato, emerge, innanzitutto, il ruolo di primissimo piano rivestito in seno alla consorteria criminosa da MATURO Francesco e dallo stesso SASSO Giovanni. … omissis … Giovanni SASSO racconta di avere appreso da un parente della moglie del titolare del noto marchio “MULINO ROSSO”, che costui, in concomitanza delle scorse festività pasquali, ha versato una tangente estorsiva di 150 mila euro. Al riguardo MATURO, molto sottovoce, confida a SASSO che il proprietario di “MULINO ROSSO” ha pagato a Biagio (BIFULCO) in concomitanza dello scorso Natale e SASSO Ribatte che a lui risulta un versamento di 150 mila euro fatto a Pasqua, non a Natale. … omissis … MATURO parla di Alessandro MIRANDA dicendo che costui va in giro a lamentarsi del comportamento di MATURO che, verosimilmente, lo assilla chiedendo continui “cambi d’assegno”. MATURO si rammarica di ciò sottolineando l’irriconoscenza di Alessandro MIRANDA il quale, quando ha avuto problemi con Nino Alfonso, ha chiesto ed ottenuto un pronto aiuto da MATURO. TRASCRIZIONE … omissis … Sasso: aspetta!! ma io ora ti dico quale dobbiamo fare…. Dobbiamo chiamare ALESSANDRO ci deve far affittare il magazzino che sta prima del passaggio a livello a via Croce Rossa quello in cui stava “original marines”!! (San Giuseppe Vesuviano) Maturo: Ma io gli ho fatto ritirare due assegni, si è fatto venire le mosse!! Sasso: chi Alessandro? Maturo: dice che io lo minaccio lo faccio, lo dico… perché gli ho dato i soldi… non me li vuole dare… fate l’appuntamento e io vengo con Alessandro… Sasso: a chi da ZI …inc.…? Maturo: eh! dice che io lo minaccio a me mi ha mandato l’imbasciata per quel PINO ESPOSITO…lui fa il pazzo invece io lo prendo sempre a … inc. … io gli feci spostare due assegni … (ad Alessandro MIRANDA) Sasso: a Pinuccio? Maturo: ad Alessandro!! non parlerà mai più … inc. … Giovanni io sono rimasto solo io che l’ho preso malamente! Sasso: io pure! Maturo: io glielo dissi… “io qua a Nola non vengo più…non ci sono stato più, mi fermai qua a San Giuseppe…” Sasso: io adesso stavo mangiando sopra al “Falangone” venne vicino e mi abbracciami mi baciò… salutai la moglie , disse lui: “ma che ti ho fatto che mi stai maltrattando”… dissi io “non mi hai fatto niente, però sei tu quello che maltratta agli altri…!!” Maturo: la stessa cosa che ha detto a voi … inc. … dice che io lo maltratto Sasso: dissi sei tu quello che maltratta agli altri… Maturo: “… mi deve dire quanto gli devo dare!!” Mi ha mandato a dire… “ditegli quando gli devo dare, io lo so … inc. …” alla fine, “nei morti di tua madre ti sei appicciato con il compariello di NINO …(potrebbe trattarsi di NINO ALFONSO) e sono venuto io loco e non ti ho fatto ... sono venuto io loco e non … Ne cornuto!!” Sasso: ah…! mi dissero: “ma MULINO ROSSO…. ha cacciato 150mila euro a Pasqua … inc. … poi dice andava MARITTONE … andava un altro, andava un altro... il 5mila euro i 10 dice “Giovanni, quello è mi è cognato”!! Maturo: ma chi MULINO ROSSO? Sasso: MULINO ROSSO! La moglie di MULINO Rosso è di San Pietro a Patierno… inc… 202 Maturo: Sasso: Maturo: veramente? eh! Giovanni io sono l’unico che non ci passo… voi ve lo siete dimenticato… tenevamo il cappuccio inc. … Sasso: e dice… Maturo: ha pagato a Biagio a Natale ... Sasso: no … qua a Pasqua adesso a Pasqua ha cacciato 150mila euro! Maturo: per chi? Sasso: eh… inc. … Maturo: inc. … la terra … inc. … Biagio si è fatto dare qualcosa … sopra là inc. … (19.16) Sasso: sono 150mila … inc. … …incomprensibile…. prosegue la conversazione con tono di voce molto basso come garanzia maggiore per gli argomenti trattati Anche le intercettazioni ambientali il cui contenuto è di seguito trascritto esplicitano molto chiaramente il piano organizzativo di natura estorsiva pianificato dal clan; in tale contesto chiaro appare il ruolo di regista ricoperto da Bifulco Biagio e quello più direttamente esecutivo affidato dal capo clan a Sasso Giovanni, il quale a sua volta coordinava l’operato di altri affiliati. Le intercettazioni in questione sono state effettuate tutte nei confronti di Sasso Giovanni, il contenuto dei cui dialoghi ha valore probatorio indiscutibilmente significativo trattandosi di indicazioni che provengono da un associato di rilievo dell’organizzazione camorristica al quale sono stati affidati compiti fiduciari di primaria e vitale importanza per la cura degli itneressi del clan. Al riguardo, si richiama l’attenzione sul fatto che Sasso Giovanni ha operato sinergicamente con Bifulco Biagio il quale, durante l’assenza forzata dal territorio nel periodo in cui è stato sottoposto alla misura di sicurezza della casa di lavoro, gli aveva affidato la tutela dei suoi prossimi congiunti, Cozzolino e Maturo, affinché vegliasse sui di loro e li indirizzasse al meglio nella conduzione delle attività del clan. Peraltro, lo stesso Sasso Giovanni si vantava di essere lui l’associato a cui era demandato il ruolo di “fare gli appuntamenti” (cfr conversazione n. 37 ore 10.58 del 12.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009), volendo con tale espressione significare, evidentemente, di essere uno dei pochi esponenti dell’organizzazione a cui era stato riconosciuto il potere di rappresentanza esterna che gli conferiva la possibilità di agire in nome e per conto dell’organizzazione sia nei rapporti con altri clan camorristici, sia nei rapporti con le vittime di estorsioni. Esemplificativa del ruolo di “guida” affidato a Sasso Giovanni è la conversazione che segue: Conversazione n. 415 del 30.07.2009 ore 09.37 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); … omissis … Alla posizione 16.00 circa, SASSO Giovanni dice di aver incontrato il RICCIOLONE il quale si è fatto portavoce di un’imbasciata di Biagio BIFULCO. Costui, dimostrando grande considerazione per SASSO, gli ha mandato a dire di stare attento ai suoi parenti, particolarmente a COZZOLINO Francesco, e di fungere nei suoi confronti da vera e propria guida. Ovviamente la raccomandazione di Biagio BIFULCO va letta in un’ottica di gestione degli affari illeciti del clan perché, evidentemente, il boss nutre scarsa fiducia nelle capacità del cognato per cui ha inteso affidarlo alla guida di un camorrista esperto e navigato quale è sicuramente SASSO Giovanni. SASSO: incontrai il RICCIOLONE…. ANNUNZIATA: eh!… SASSO: e BIAGIO (BIFULCO Biagio) mi mandò l’imbasciata…. “non andare appresso i parenti miei … questi loco … questi … fanno solo guai” (sta ripetendo “l’imbasciata” di BIFULCO Biagio) ANNUNZIATA: aspetta vieni qua Daniele … (si sta rivolgendo a qualcuno li vicino ) … chi? (rivolto a SASSO) SASSO: FRANCUCCIO IL COGNATO … (COZZOLINO Francesco fratello di Nunzia, quest’ultima moglie di BIFULCO Biagio) 203 ANNUNZIATA: SASSO: ANNUNZIATA: inc. … nel senso che “tu li devi guidare (SASSO dovrebbe fare da guida così come richiesto dal BIFULCO) no che gli devi far fare la cose…” ma quelli fanno i cazzi loro … li vedi … ti pensano a te … quelli per denaro se lo fanno mettere … non mi far dire … inc. … ti puoi trovare in una tarantella … disse tu… sono ossi che non cacciano brodo… SASSO: ANNUNZIATA: cambiano discorso Poi: SASSO: eccolo … il figlio … (è probabile che sta vedendo il figlio di COZZOLINO che è amico di suo figlio Tommaso e si frequentano) ANNUNZIATA: quindi … ha detto “non li dare retta” (BIFULCO Biagio) SASSO: no … non li devi dare retta … “li devi guidare lì” … inc. … ANNUNZIATA: e ma ti stanno a sentire? SASSO: io faccio discussione tutti i minuti …. inc. … (si sovrappongono le voci) SASSO spiega che il senso dell’imbasciata di BIFULCO è che lui deve guidarli senza farli sbagliare. ANNUNZIATA dice che questi pensano solo ai soldi e che possono solo creargli dei guai. ANNUNZIATA chiede se lo stanno a sentire. SASSO dice che lui comunque fa discussioni tutti i minuti. Il controllo sulle attività imprenditoriali, anche attraverso una sapiente opera di “mediazione”, fonte di ulteriore guadagno estorsivo, è attuato, secondo quanto emerge dal contenuto delle conversazioni intercettate, come sistema totalmente pervasivo. Dalle conversazioni che di seguito si riportano in uno con le puntuali annotazioni della p.g. operante ed intercorse principalmente fra Sasso Giovanni ed Annunziata Gennaro, emergono vicende estorsive e traversie vissute da vari imprenditori operanti nell’area di influenza del Clan Fabbrocino. In particolare, dai dati probatori acquisiti emerge che il clan, oltre ad operare direttamente le estorsioni, era anche in grado di “mediare” e di porsi agli occhi degli imprenditori estorti come soggetto in grado di fare da mediatore con gli esponenti di altri gruppi criminali; in questi casi, che rendono evidente quanto penetrante sia l’infiltrazione ottenuta dal clan nel tessuto sociale ed economico-produttivo, gli imprenditori vessati si trovavano doppiamente sotto il giogo camorristica, dovendo sottostare anche alle richieste estorsive frutto della mediazione di soggetti del calibro di Bifulco Biagio. Conversazione n. 308 del 02.07.2009 ore 10.22 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore.Gino Converso Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra SASSO Giovanni, Gianni ANNUNZIATA ed un amico di costui Gino CONVERSO. I tre parlano di svariati argomenti alcuni dei quali futili ma moltissimi rivestono un’importanza investigativa notevole giacché consentono di consacrare alcuni schiaccianti elementi di reità in capo agli stessi SASSO ed ANNUNZIATA, nonché ad altri personaggi tirati in ballo a vario titolo. … omissis … I tre colloquianti prendono poi a parlare del CIS e dell’Interporto di Nola dove si sono trasferiti moltissimi commercianti del vesuviano. Tutti e tre concordano nel ritenere che, tenuto conto anche dell’attuale congiuntura finanziaria, sia economicamente svantaggioso condurre un’attività imprenditoriale nel CIS dove le sole spese di gestione ammontano a decine di migliaia di euro al mese. A tal riguardo Gino CONVERSO riporta l’esempio di CASILLO Gennaro (presidente del C.d.A. della società di tessuti M.G.A. S.p.a.) il quale se n’è andato da San Giuseppe perché riceveva troppe richieste estorsive. Sia Giovanni SASSO che Gianni ANNUNZIATA contestano questa spiegazione perché, se CASILLO Gennaro ha subito continue richieste estorsive, vuol dire che non ha saputo comportarsi. I due spiegano molto bene come avrebbe dovuto comportarsi Gennaro CASILLO per far fronte ad una simile situazione; avrebbe dovuto recarsi ad Ottaviano, da BIFULCO Biagio, e rappresentargli la cosa. BIFULCO sarebbe sicuramente intervenuto in suo favore dando disposizioni che più nessuno doveva andare ad estorcere denaro a CASILLO Gennaro. Ovviamente BIFULCO avrebbe chiesto a CASILLO una cifra più contenuta, 5.000 euro, da versare con cadenza annuale per rabbonire quegli stessi estorsori che, in seguito all’intervento del boss, 204 avevano azzerato le loro richieste estorsive. Gianni ANNUNZIATA e SASSO Giovanni dicono che questa è la strada che tutti gli imprenditori devono percorrere per evitare di subire continue richieste estorsive e lo stesso ANNUNZIATA confessa di essersi comportato in questo modo. Ma la strada proposta da SASSO ed ANNUNZIATA, anche se loro si guardano bene dal sottolinearne gli ovvi risvolti negativi, ovviamente non rappresenta una soluzione definitiva del problema ma soltanto un ripiego che lascia comunque esposto il commerciante di turno ad un’imposizione estorsiva che prima veniva fatta da anonimi delinquenti ed ora viene fatta dal boss, nei cui confronti poi riesce più difficile, se non impossibile, opporre un rifiuto. Gianni ANNUNZIATA, per avvalorare quello che lui stesso e SASSO Giovanni stanno dicendo, dice che anche lui si è comportato in questo modo e racconta che in seguito ad una visita fattagli da emissari di CASILLO Vittorio che pretendevano il cambio di assegni, lui si è rivolto a Biagio BIFULCO ottenendo che più nessuno andasse a dargli fastidio. Ovviamente la conseguenza è stata che Gianni ANNUNZIATA, invece di pagare l’estorsione a CASILLO Vittorio o chi per lui, ha versato denaro a MIRANDA Antonio di Terzigno, che evidentemente agiva su mandato di BIFULCO Biagio, purché più nessuno andasse più a dargli fastidio. A tal riguardo Gianni ANNUNZIATA è categorico dicendo a Gino CONVERSO che i commercianti si devono comportare in questo modo perché ci sono delle “regole” ben precise da rispettare che impongono di fare così; se un imprenditore ha un problema si deve rivolgere al boss della zona per risolverlo. Anche SASSO Giovanni conferma questa teoria riportando come esempio ancora una volta la vicenda di ARENIELLO Angelo (di cui si dirà in seguito) che è stato salvaguardato perché chi aveva l’autorità così ha deciso. Ovviamente l’imprenditore “salvato”, in ossequio alle “regole che si devono rispettare”, sarà tenuto a riconoscere al boss una ricompensa che Gianni ANNUNZIATA suggerisce di versare in occasione delle festività, magari un orologio piuttosto che un pacco con i soldi dentro a favore dei carcerati. Ed è per questo che il comportamento di ARENIELLO viene ulteriormente criticato proprio perché non si è conformato alle regole. Giovanni SASSO precisa che i boss della zona si comportano in questo modo perché una sconsiderata ed incontrollata commissione di estorsioni ai danni degli imprenditori locali, determinerebbe una acuirsi della presenza delle forze dell’ordine sul territorio che non gioverebbe certamente a nessuno, compreso SASSO Giovanni come egli stesso ammette. Gino CONVERSO prende atto delle argomentazioni esposte da SASSO Giovanni ed ANNUNZIATA Gianni e conclude che CASILLO Gennaro, molto probabilmente, ha preferito trasferirsi a Nola piuttosto che rivolgersi al boss della zona, che lo avrebbe preservato dalle assillanti richieste estorsive, perché il suo modo di pensare gli impedisce di avere contatti con persone di tale risma. … omissis … Alla fine della conversazione, Gianni ANNUNZIATA riporta un’altra storia come ulteriore esempio del principio secondo “ci sono regole che vanno rispettate”. Alcuni suoi parenti industriali, non meglio identificati, erano soggetti ad estorsione in zona Poggiomarino ad opera di Franco MATRONE e, per cercare di svincolarsi da tali pretese, si erano rivolti a tale Geppino affinché intercedesse presso BIFULCO Biagio il quale, a sua volta, doveva intervenire presso gli autori materiali dell’estorsione. Sta di fatto che i parenti di ANNUNZIATA Gennaro erano invisi a BIFULCO Biagio per cui questi non ha mosso un dito per tutelarli. Gianni ANNUNZIATA racconta che è andato lui da BIFULCO Biagio al quale è legato da vecchia conoscenza e da reciproca stima. Gianni ANNUNZIATA era sicuro che a lui BIFULCO Biagio non avrebbe opposto un rifiuto tant’è che proprio alla presenza di BIFULCO Biagio è riuscito ad incontrarsi con Franchino portando a termine un’opera di mediazione al cui esito, a fronte dell’iniziale richiesta estorsiva che pretendeva la dazione di 100 mila euro subito, 5 mila euro al mese e 10 mila euro a Natale ed a Pasqua, sono stati concordati 5 mila euro a Natale, 5 mila euro a Pasqua e 5 mila euro a Ferragosto. Il racconto di ANNUNZIATA è una clamorosa ammissione di responsabilità penali, non solo a carico di terze persone, ma soprattutto a carico suo atteso che dalla sua condotta si configurano tutti gli estremi del concorso in estorsione considerato che, in un primo momento, come da egli stesso ammesso, i soldi venivano fatti recapitare a lui che poi li doveva versare agli estorsori. Altro dato emergente dalla presente conversazione ritenuto estremamente significativo è il ruolo svolto all’interno dell’organizzazione da SASSO Giovanni il quale, a più riprese, presenta se stesso come un autorevole portavoce dell’organizzazione. Trascrizione … omissis … CONVERSO Gino inizia a parlare degli imprenditori che operano al CIS in merito alle difficoltà finanziarie. Parla di Kocca jeans di Miranda Andrea che starebbe per fallire. CONVERSO avrebbe saputo dal figlio Umberto che anche EXTIN starebbe per fallire, infatti avrebbe portato anche i libri in Tribunale. Al riguardo, 205 interviene ANNUNZIATA Gennaro che critica il fatto che alcuni imprenditori di San Giuseppe e zone limitrofe come Kocca e Extin si sono trasferiti a Nola al Cis. Fa riferimento anche Giannino della Zip che è andato alla zona industriale di Nola. Al riguardo, GINO dice: GINO: ma quello proprio loro non tenevano proprio interesse ad andare nel CIS di Nola… o quell’altro GIANNINO della ZIP che se ne è andato nella zona industriale di Nola… che te ne fotte a te ma perché che vengono la gente loco? Annunziata Gennaro dice che il CIS costa troppo: mutuo e condominio pagano circa 17mila euro al mese. Parla di DI VINCENZO, definito un usuraio, che ha messo in vendita l’attività. Poi ANNUNZIATA Gennaro fa riferimento a Gennaro che se non ha sostanza nemmeno può resistere all’Interporto. Al riguardo, interviene Gino e dice che Gennaro è andato via per un’altra ragione. GINO: Gennaro se ne è andato per un’altra ragione… hai capito? … GIANNI: non è vero… non è vero… GINO: inc. … SASSO: per via che subiva qua e cosa… e perché? GINO: andavano tutti i giorni… SASSO: e perché non è la stessa cosa? GINO: … andavano tutti i giorni gli rompevano il cazzo…. GIANNI: e ma perché andavano tutti i giorni da lui? GINO: e che ne so perché? Perché sanno che teneva i soldi… SASSO: perché se li vogliono che sta a Nola non se li pigliano? GENNARO dice non ve li do perché sto a Nola? No… no… mi deve spiegare questo…. GIANNI: sto fatto di andare tutti i giorni guarda… SASSO: non è vero… GIANNI: guarda che bisogna fare un’analisi…. SASSO: là l’unico che è andato bene è COZZOLINO Foderami perché quando è andato ha preso… “quanto costa il locale all’Interporto? tot?” Ha preso i soldi e ce li ha messi sul tavolo… arrivederci il locale è mio … COZZOLINO Foderami … GIANNI: ma comunque paghi sempre il mutuo come si dice…. il… condominio… GINO: il condominio… ANNUNZIATA Gennaro continua a parlare degli imprenditori che hanno investito al CIS. Dice che COZZOLINO Foderami non aveva i locali ad Ercolano e quindi ha fatto bene ad andare al CIS. Anche gli imprenditori di Napoli hanno fatto bene ad andare a Nola tipo Carpisa, Colella, Original Marines. Critica fortemente Gennaro che pure avendo i locali al CIS con Michele dentro ha investito anche all’Interporto. Critica anche Kocca. Dice che Antonio CHIAROLANZA ha venduto i locali all’Interporto, forse non lo ha ancora venduto, è andato al CIS e ha aperto a San Giuseppe. Gino dice che Antonio CHIAROLANZA ha fittato all’Interporto ed è andato all’isola 8 del Cis. Sasso dice che l’unico che trae profitto al CIS è COZZOLINO Foderami che ha il monopolio nelle importazioni. SASSO dice che la furbizia l’ha fatta PUNZO che starebbe rilevando tutti i locali degli imprenditori in difficoltà perché sta facendo la società dei treni. Gino dice che ieri è stato da Gennaro all’Interporto e proprio dietro vi sono gli arrivi dei treni. SASSO dice che anche Michele di MULINO ROSSO andrà via dall’Interporto e si trasferisce nella zona di San Giuseppe, dice di averlo saputo dal cognato di Mulino Rosso. Gino dice che il Gennaro ha i locali abbandonati a Terzigno. Poi alla posizione 27.40, ANNUNZIATA parla del problema delle estorsioni: GIANNI: spiegami… vengono le genti?… ma Gino… il fatto che vengono le genti… GINO: ma che vogliono la gente….. GIANNI: èh… ad andarci a cambiare gli assegni a fare le cose…. è un fatto che si va a stabilire…si va a discutere… ma che stai dicendo?! (si sta riferendo al fatto che Gennaro è andato via dalla zona per sfuggire alle estorsioni) SASSO: E GENNARO NON HA MAI VOLUTO IMPOSTARE IL DISCORSO…. PIGLIAVA VENIVA DA UNA PERSONA… DICEVA “SENTITE… IO CHE DEBBO FARE? A ME MI CAPITA… QUESTO… QUESTO E QUESTO…” qua stanno quelli che sanno tagliare carne e ossa veramente… SAPEVA DOVE DOVEVA ANDARE PER METTERE FINE A QUESTA SITUAZIONE!… GIANNI: CHE SIGNIFICA ANDAVA A OTTAVIANO… perché TUTTI QUANTI CI SIAMO ANDATI….!!! ALLORA IO NON CI SONO MAI ANDATO!? 206 GINO: GENNARO HA DETTO CHE NON E’ VOLUTO MAI ANDARE… NON HA VOLUTO AVERE MAI CONTATTI… GIANNI: e il motivo?aveva contatti per dargli i soldi… GINO: ma se quello è andato anche il parigino (BONAVITA Luigi Antonio scomparso) quando era vivo… che era amico suo d’infanzia… GIANNI: va bene… il parigino è un fatto suo… domani mattina Giovanni (SASSO) esce con la testa e si viene a prendere i soldi da me… quello è un fatto suo da chi cazzo lo vuole… SASSO: ma la situazione qua non lo permette… GIANNI: che significa? SASSO: non lo permette!! Gino parla poi dei rischi dell’imprenditore CASILLO Gennaro in relazione ai mancati profitti. Ha saputo da Michele (CASILLO) della roba che non riescono a vendere. Poi alla posizione 29.13, sempre parlando dell’imprenditore CASILLO Gennaro, SASSO così commenta: SASSO: perché non sapeva dove doveva andare a parlare? Forse si metteva vergogna perché si è fatta una posizione? Ma quello è 10 volte… 100 volte… 1000 volte più uomo di lui… GINO: lui non è voluto mai andare… ha detto “io non mi ci metto proprio in queste cose…” SASSO: quello basta che andava e diceva “sentite… io sto subendo questa cosa…” quelli sono contrari a queste cose…. questi qua quando sono usciti due persone da carcerati… le persone da dentro al CIS da qua… hanno portato le buste piene di soldi … vi risulta? Le hanno prese e hanno mandato i soldi indietro… glieli hanno restituiti … (ANNUNZIATA risponde la telefono) GINO: non lo so perché ha agito così GENNARO …. non ve lo so dire… SASSO: se andava andava dentro i… quello prendeva mandava a chiamare i cristiani… “non vi permettete più!! Fateli stare quieti!!” Poi prendeva e diceva vicino a GENNARO “ogni… tanto a qualche ragazzo… daglielo il 5mila euro in mano fallo campare… può essere una volta all’anno… gli metti il 5000euro in mano… che ti sono 5mila euro all’anno? Sono 400 euro al mese…” e quando si era deciso così … non esisteva che veniva più qualcuno… GINO: non ve lo so dire… SASSO: perché se andava qualcuno … quello pigliava… l’assegno quanto è? 5mila euro… 6mila euro? Qua stanno i 6mila euro… dammi l’assegno!! dammi i soldi!! metti i soldi qua sopra!! non ci andava più nessuno!! da ANGIOLETTO (probabilmente ARENIELLO Angelo) è andato più qualcuno? ANGIOLETTO non è andato a parlare con nessuno… me l’ha fatta a me l’imbasciata ed è stata fatta!! GIANNI: questa è una cosa che è sempre… che significa? ci stanno delle regole!! Pure in queste cose ci stanno delle regole…!! A me venne uno che io non lo sapevo manco… VITTORIO (CASILLO Vittorio) con un pacco di assegni… “ha detto Vittorio…” - “ma chi è questo Vittorio?” - “Mi devi cambiare!” - “Ma che ti devo cambiare? Ma vedi di andartene…” e se ne è andato! A DUE MINUTI SONO ANDATO DOVE DOVEVO ANDARE!! VEDI CHE COSI’… COSI’… NON TI PREOCCUPARE!! (sarebbe stata la rassicurazione che lui avrebbe ricevuto) ma che significa ci stanno delle regole… SASSO: venne un altro… GIANNI: venne uno che andava e veniva da qua… che io non sapevo… dissi “ma questo chi è?” Disse AMBROSIO: “.. no quello questo è uno nei Capocresti così… così…” - “e che vuole da me?” Passo dove dovevo andare… “vedi che sta venendo…” - “adesso me la vedo io…” è andato a casa sua… ha detto “scusa… ma tu vai da Annunziata ma che vuoi… ??” Che significa… ma che cazzo di ragionamento… se poi tieni il prugno in corpo…. ma non credo… perché tu non tieni… il prugno… in corpo.. allora… che significa… a Terzigno ci stà TONINO (MIRANDA Antonio detto ò porpogno) quello con la macchia qua… TONINO i soldi li do solo a te… però qua non devi far venire a nessuno!! SASSO: ma non lo può fare TONINO!! GIANNI: ahè… non vuole capire…. SASSO: no… voglio spiegare… non lo può fare! GIANNI: faccio per dire… 207 SASSO: Gianni: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: SASSO GIANNI: SASSO: GINO: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: SASSO: GIANNI: allora si piglia per esempio… Vittorio? Ha Bisogno? Vittorio tu devi andare una volta all’anno… il signore ti dà una busta di 5mila euro di regalo… là sopra non ci devi andare più per tutta la vita!! esatto! Mi sono spiegato? Quello là sopra non ci va più!! perché sa…. stanno le regole che significa… stanno le regole… perché Vittorio non si può permettere… se va là sopra …dopo che gli è stato detto… Vittorio…. tutto coso si è fatto il viaggio!!!! (sta raccontando come avviene la protezione camorristica a favore dei commercianti) stanno dieci camorristi… chiamiamoli camorristi…. tu paghi a 10 di loro? Ma che stai dicendo…. ma a nessuna parte… (si sovrappongono le voci) ma poi qua… non lo permette…. non se li pigliano i soldi… fanno altri business…. qua no estorsioni e non droga… sono due cose… contrarie!! se vuoi mandare un pensiero… va bene!! don MARIO (FABBROCINO Mario) vi ho mandato un pensiero!! oppure… un orologio… una cosa…. (si sovrappongono le voci) pure un pacco con i soldi dentro… per i carcerati!! insomma trovare una forma… è un discorso diverso…ma se viene la gente loco e tu non ce li dai… ma non ce li devi dare!! ma non ce li devi dare!! “sentite io ho parlato… così… così…. ce li ho dati a lui… ha detto che dovete andare da lui!!” (si sta riferendo a colui che garantisce la “protezione”) lo chiama! stava uno qua giù… che paga 5mila euro al mese… 5 al mese… ve lo dissi no … è un compariello dei vostri … NELLINO… (probabilmente l’imprenditore ALIBERTI Aniello fu Romualdo e di Paolillo Antonietta, nato a San Giuseppe Vesuviano il 27.07.1957 ed ivi residente alla via Astalonga n.132, ex presidente della Salernitana Calcio e amministratore della società AGRIA S.p.a.) ah… sì!! piglia sopra a una tavola … MARIO E BIAGIO (FABBROCINO Mario e BIFULCO Biagio) …lo sentirono… dissero come… inc… “e che ve lo hanno lasciato per eredità…??” 5mila euro al mese…. QUESTA ERA TUTTA OPERA DEL PARIGINO (BONAVITA Luigi Antonio) E CHE UN ALTRO VOLEVA PORTARE AVANTI… (la conversazione è correlata alla n.256 del 23.6.2006 laddove SASSO racconta ad ANNUNZIATA Gennaro il fatto che le estorsioni praticate dal “parigino” le voleva proseguire STRIANO Berardo) DISSE… “MA CHE TE LO HA LASCIATO PER EREDITA’ TUO NONNO CHE TU TI DEVI PRENDERE 5MILA EURO AL MESE…. MA TI APPARTENEVA IL PARIGINO CHE… TU DOPO TI DOVEVI PRENDERE… IL PARIGINO ERA UN FETENTE E TU VUOI ESSERE UN FETENTE COME LUI?!…” CHIAMARONO A NELLINO … “NON DEVI PAGARE A NESSUNO!!! A NESSUNO!! MI SONO SPIEGATO? A NESSUNO!!” MA DAVANTI ALLA TAVOLA A TUTTI QUANTI… NELLINO ALLIBITO COSI’… DISSE TU NON DEVI DARE SOLDI A NESSUNO!! PERCHE’ QUA NESSUNO HA EREDITATO DA UN ALTRO… E POI IL FATTO CHE SONO VENUTI A CERCARE I SOLDI… TI VAI A FARE UN INVESTIMENTO A PERDERE… DI QUELLA MANIERA? (sta parlando del commerciante CASILLO Gennaro che è andato all’Interporto per evitare le richieste estorsive) NE VAI A PERDERE 500 ALL’ANNO… E NON METTI NEL CONTO 20… 30… ALL’ANNO…. va bene quello il fatto del contatto è brutto (si sovrappongono le voci)… il fatto del contatto è brutto… quando viene uno di questi che non sai chi è… e fa quegli atteggiamenti… guarda che è una cosa… antipatica… èh… QUANDO VA DA QUALCUNO…. (da colui che dovrebbe garantire la “protezione” camorristica)…uno piglia la sopra là… la scusa… che …inc. … (si sovrappongono le voci) i parenti miei industriali…che io mi sono anche pentito… - cade la linea - 208 Conversazione n. 309 del 02.07.2009 ore 10.57 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore, Gino Converso La conversazione è già avviata, costituisce il prosieguo della precedente n.308. GIANNI: allora in prima battuta volevano 100mila euro…. e poi volevano 5mila euro al mese…. e a Natale… Pasqua e cosa ne volevano 10mila…. VADO DA (da colui che doveva assicurare la protezione camorristica) SASSO: ma quello non ti voleva far pagare niente….!! GIANNI: no… quello il problema è un altro… il parente mio mandò a Geppino da Biagio (BIFULCO Biagio) e …BIAGIO che a questi qua … ai parenti miei li tiene sulle palle … SASSO: palle… GIANNI: li tiene sulle palle veramente … mandò a fare in culo a Geppino … allora IO SAPEVO IL FATTO E ANDAI DA BIAGIO … BIAGIO a me non avrebbe detto mai di no… ma non perché … CI SIAMO SEMPRE STIMATI…. la buona educazione… LUI MI HA FATTO QUESTA CORTESIA … CON UN ANGOLO AL CUORE… SASSO: PERO’ L’HA FATTA!! GIANNI: DICIETTO… CHIAMA A QUESTO DI POGGIOMARINO FALLO VENIRE QUA... VENNE QUELLO DI POGGIOMARINO…. IO POI CON BIAGIO AFFIANCO MI SENTIVO PIU’ DI PARLARE… DISSI “MA VI DOVRESTE CREDERE CHE… LA LE COSE NON STANNO BENE…” E CHIUSI LA PARTITA CON 5MILA EURO A NATALE… 5MILA EURO A PASQUA E 5MILA EURO A FERRAGOSTO…. ALLORA DISSE LUI “IL PRIMO ANNO COSI’ … IL SECONDO ANNO….” - “LA DEVI FINIRE DISSI … FRANCHINO!! ERA PROPRIO FRANCHINO… (probabilmente trattasi di MATRONE Franco fu Antonio, nato a Poggiomarino il 14.11.1948 alias “FRANCHINO”) FRANCHINO la devi finire… hai capito o no… quelli mi appartengono …” BIAGIO non disse una parola mi fece parlare solo a me… perché acconsentiva a quello che dicevo io… per dirti… quindi ci sono delle regole… io prendevo gli davo 100mila euro?! che significa!? PURTROPPO CI STANNO DELLE COSE CHE SI VANNO A TRATTARE… inc. (01.35)… questa tarantella durava che quelli me li portavano a me e io ce li davo… dissi “mi dovete fare il favore…. qua non dovete venire più…” pure perché il figlio di mio cugino è scemo… è un cretino… è un cretino… hai capito? allora dissi “mi devi fare il favore qua non ci dovete venire più…” adesso se li vanno a prendere direttamente là…. ma sai com’è… una azienda di quella che fattura 100milioni di euro.. ti dà 15mila euro all’anno - batte le mani – cioè non è giusto… ma comunque diciamo che… nel male è il male minore… GINO: va bene guarda… quello fin tanto l’attività va bene e tu guadagni i soldi… che cacci 15mila euro non ti leva fede la 15mila euro… GIANNI: eh… eh… bravo!! GINO: ma quando le cose vanno malamente e tu alla fine dell’anno… apri il tiraturo… e dici qua tenevo 100 … mo sono diventati 70… adesso vicino a questi 70 ci devi mettere pure altri 20… dici sono diventati 50… allora le cose ti iniziano a bruciare… mi sono spiegato?… Quando le cose vanno bene… quando le cose andavano bene… negli anni ’80… ’90… SASSO: Gino uno cerca… sempre di tamponare perché… stanno persone… stanno in mezzo alla strada… è meglio che vengono nel magazzino e fanno una rapina… è meglio che vengono nel magazzino e lo bruciano… o fanno altre cose… o è meglio che un AMICO LA PIGLIA E LA TAMPONA… perché la tampona…PERCHE’ A QUESTI QUA… COMPRESO ME… NON CI CONVIENE CHE STANNO LE GUARDIE SULLA ZONA… GINO: è logico… SASSO: perché io voglio stare quieto… io mi metto nel furgone… a 54 anni mi metto nel furgone me ne vado a vendere le pellicce… oppure me ne vado in Germania e me le vado a comprare… vi risulta o no? Mi vado a fare il culo tanto… se mi capita di comprarmi … il camion di tessuti io me lo compro … LORO FANNO LA COSTRUZIONI … FANNO …. (si sovrappongono le voci) GINO: voi non vivete di questo pane? 209 SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: SASSO: GINO: GIANNI: SASSO: GINO: SASSO: GIANNI: non mi interessa…. però fare qualche cortesia… perché sono come loro… piglio chiamo a chi devo chiamare… “sentite là non ci dovete andare più!” Non ci vanno più! PERCHE’ QUANDO LO DICO IO E’ COME SE LO DICESSE UNO DI LORO… E’ LA STESSA COSA PROPRIO!! “NON CI DOVETE ANDARE PUNTO E BASTA…” CHE PERO’ PER ESEMPIO ECCO… adesso GENNARO (CASILLO Gennaro della M.G.A. S.p.a.) “GENNARO loco dentro perdi almeno 100… 120mila euro all’anno… li vai a perdere… ma che cacciava il 10mila euro all’anno… ne avevi guadagnato 110… va bene… ma evidentemente questa è stata una scusante… perché quando lui si è trasferito all’Interporto… quello la è quando si andava bene… adesso invece… perché fino a tre anni fa le cose diciamo non stavano malamente…. proprio non diceva niente… allora lui per mettersi all’Interporto… si… questo è stato e adesso vogliono trovare la scusa… “e ne siamo andati perché…” trovare una scusa … perché fino a tre anni fa le cose non stavano proprio una chiavica… come stanno adesso… PERCHE’ PER UN’ALTRA SITUAZIONE… NON E’ STATO ANDATO A NOLA ED E’ STATO DETTO… “SENTITE I PAESANI NOSTRI NON LI DOVETE TOCCARE…!!! PERCHE’ COME AVETE DATO VOI ABBIAMO DATO NOI!!” Zi Antonio di Nola… (04.45) “QUINDI I PAESANI NOSTRI CHE STANNO A NOLA NON LI TOCCATE….” io penso che pure Salvatore paga là a Nola (sede dell’operatore commerciale) inc. …. (04.58) adesso si deve comprare due appartamenti… eh… ma IL FURCO (verosimilmente, BIFULCO Biagio) ha fatto discussione…per questo fatto… ha comprato due appartamenti a Cimitile…. eh! ma lui non ha voluto… inc. … (05.11??) là dovevano prendere gli appartamenti li dovevano dare indietro e venivano restituiti i soldi… il FURCO… impuntò così la discussione… ci sono andato io!! che state dicendo? a Salvatore lo vedo sofferente… a differenza di Giannino che cerca… ma Salvatore vedo che soffre… Salvatore è più… sensibile è più serio… è più con i piedi in terra… speriamo che…. inc. … In occasione dei dialoghi da ultimo riportati è da ritenere che Annunziata Gennaro, detto Gianni ovvero ‘o seghino, quando parlava di “Giannino della Zip” e di “Salvatore” intendesse riferirsi ai titolari della società “Gigiesse Group” S.p.a, con sede in Nola alla via Boscofangone zona A.S.I., i cui soci sono Ammirati Giovanni, che ne è anche l’amministratore, e a Carillo Salvatore. A nome della predetta società risultata registrato il marchio “Zip Jeans”, motivo per il quale Ammirati Giovanni è abitualmente chiamato “Giannino della Zip”. Dalle intercettazioni telefoniche svolte sull’utenza di Annunziata Gennaro – decreto n. 2704 del 29.05.2009 utenza intercettata 3358386045 – emerge, peraltro, che tra gli interlocutori abituali dello stesso figurano Ammirati Giovanni chiamato “Giannino” e Carillo Salvatore. A titolo esemplificativo di tale circostanza, si riportano alcune delle conversazioni intercettate, che attestano l’esistenza di tali contatti: Telefonata n. 3329 del 24.06.2009 ore 07.57 in entrata dall’utenza 335.7270020, intestata a “GIGIESSE GROUP S.P.A.”, p. i. 07243460636, in uso a AMMIRATI Giovanni, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 10.05.1951, socio della medesima impresa. Sintesi: ANNUNZIATA con Giovanni, per gli auguri, (il Santo del giorno è San Giovanni, ndr). I due si salutano, parlano delle condizioni meteorologiche ed altro; l’ANNUNZIATA, alla pos. 08.20.40, gli dice che ci sono cose che non si possono dire per telefono. Si salutano e rimangono che si risentiranno quanto prima. Telefonata n.. 7953 del 06.08.2009 ore 10.16 in uscita verso l’utenza 335.7638962, intestata a “GIGIESSE GROUP S.P.A.”, p. i. 07243460636, in uso a CARILLO Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 16.02.1949, socio amministratore della citata società. Sintesi: 210 ANNUNZIATA con Salvatore, per gli auguri, (il Santo del giorno è la Trasfigurazione di Nostro Signore, ndr). I due discutono, come di consueto in tono confidenziale, parlano della partenza per le ferie e l’ANNUNZIATA chiede di Giannino, verosimilmente AMMIRATI Giovanni, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 10.05.1951, anch’egli socio della “GIGIESSE GROUP S.P.A.”, e Salvatore gli dice che partiranno entrambi domenica per la Sicilia. Si salutano e rimangono che si risentiranno. Conversazione n. 388 del 21.07.2009 ore 10.10 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); Ciro che si identifica per SANNINO Ciro, nato a Napoli il 06.11.1980, residente in Pollena Trocchia (NA), alla via G. Marconi cv.20, Uomo, non meglio identificato; Uomo1 (Peppe), non meglio identificato. Sintesi: Inizialmente Sasso saluta i presenti poi si rivolge ad Antonio MALINCONICO al quale chiede di ordinare del caffè e dell’acqua per i suoi “amici”. Sasso si incontra con due persone che gli sono presentate da SANNINO Ciro. I due fanno parte di una cosiddetta “paranza” di contrabbandieri e dicono di aver ricevuto incarico da parte di un altro grosso contrabbandiere, del quale non viene fatto il nome, di trovare nell’ambito della provincia napoletana luoghi idonei per il temporaneo stoccaggio di considerevoli quantitativi di T.L.E. provenienti dalla Polonia a bordo di grossi camion, cosiddetti “bilici”. … omissis … SASSO spiega la strada più conveniente da percorrere per raggiungere il luogo dove verranno scaricate le sigarette di contrabbando e poi la mostra materialmente ai due contrabbandieri, conducendoli fino al casello autostradale dell’A30 di Palma Campania. In questa fase Giovanni SASSO viaggia in auto con SANNINO Ciro mentre i due contrabbandieri li seguono su un’auto diversa. Nel percorso che fanno si trovano a transitare in via P. di PRISCO e Giovanni SASSO si lascia andare a delle confidenze estremamente importanti. Dice a Ciro che quella è la zona dei “Furchi” che ricade sotto il dominio assoluto di Biagino BIFULCO. Aggiunge che lì non si pagano le estorsioni perché le persone che vi abitano sono tutte legate a Biagio BIFULCO da un rapporto improntato sulla reciproca stima. Ciò, tuttavia, non toglie che se Biagio BIFULCO ha bisogno di soldi e chiede 200 mila o un milione di euro, nessuno glieli rifiuta. SASSO Specifica che in quella zona le estorsioni vengono fatte solo ad alti livelli con particolare riguardo ai lavori pubblici ed ai grossissimi imprenditori. Vengono, altresì, praticate con il sistema della fittizia assunzione di operai presso ditte che vengono costrette a regolarizzare un rapporto di lavoro con la relativa dazione di uno stipendio a persone che, però, non vanno mai a lavorare. Alla fine passano anche davanti alla sede della FULL STOP e SASSO Giovanni la indica come la fabbrica del suo amico, MATURO Francesco. Trascrizione … omissis … Poi SASSO nel percorrere una strada dice a Ciro che stanno percorrendo la zona denominata dei “FURCHI” (ndt si tratta della strada dove risiede la famiglia BIFULCO Biagio). SASSO: qua non paga nessuno … qua stai sopra i “Furchi” (25.25) … non paga nessuno… CIRO: stai sopra i??? SASSO: i “Furchi”!!! CIRO: e che significa? SASSO: qua è Biagino….eh…. (BIFULCO) CIRO: ha gli investimenti fatti SASSO: no, eh sono tutte persone che sono cresciute con lui e tiene …tutta una stima con un'altra……. (25.39 ?) CIRO: li vuole bene SASSO: li vuole bene.. mo viene e dice dammi un momento ..inc. … sei il padrone!!! Dammi un momento 200.000 euro, dammi un milione di euro CIRO: ah ah! SASSO: lo vanno a prendere e glielo portano CIRO: senza problema di niente. Allora ci sta poco di smercio (reati estorsioni) SASSO: no, non fanno… solo i lavori pubblici qua si pigliano i soldi … hai capito come? CIRO: ha ecco!! Niente proprio zero!! SASSO: eh! Poi le grandi aziende … CIRO: a per loro… ?? 211 SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: SASSO: CIRO: ci mettono lo stipendio …. adesso PEPPE (il carcerato CALIENDO Giuseppe) prende pure lui lo stipendio da una azienda ah! quando va uno carcerato …vedete pure… inc. … assumi a quello!!! bravo! nei libri paga ah! E quello … inc. … mo è stato sistemato pure PEPPE (CALIENDO Giuseppe carcerato) ... inc. … bello però così ne Giovanni!! non…. però quando abbiamo bisogno veniamo…. quando non abbiamo bisogno non vogliamo sapere niente i lavoro pubblici ci debbono posare i soldi bello però Giovanni, così si fa!!! Non devono essere frustate la gente 4.1.a.CAPO B La vicenda estorsiva subita da Carbone Antonio Falco Domenico , Cesarano Domenico,Casillo Domenico L’episodio è quello contestato agli indagati Falco Domenico, Cesarano Domenico e Casillo Domenico ed è rivelatore della capacità di quest’ultimo di porsi anche come intermediario in alcune vicende di recupero crediti che vedono coinvolte persone che, come lui, operano nel settore del commercio di capi d’abbigliamento. Nello specifico è emerso che Falco Domenico, proprietario di una ditta di produzione di abbigliamento denominata “Golosy s.r.l.” e sita in Palma Campania, si era rivolto a Casillo Domenico al fine di recuperare un debito che egli vantava nei confronti di un venditore ambulante, anch’egli originario di Palma Campania e genericamente indicato come Antonio ‘a Bebbera. Dal complesso di telefonate intercettate emerge come Casillo Domenico agiva quale una longa manus di Cesarano Domenico, sul cui carisma criminale, del resto Falco Domenico intendeva fare leva nel momento in cui aveva chiesto tutela delle sue pretese ragioni a Casillo Domenico, essendo notorio in quegli ambienti il legame tra quest’ultimo e il capo clan. Le conversazioni intercettate rivelano, infatti, che Casillo Domenico sia intervenuto nel rapporto di debito/credito quale interfaccia di Cesarano Domenico e tale circostanza rende evidente, per un verso, la configurabilità del metodo mafioso, essendo le vittime della pressione intimidatoria ben consapevoli di dovere rendere conto del loro ipotetico rifiuto non tanto a Casillo Domenico, quanto alla persona del capo clan, Cesarano Domenico; per altro verso palesa la finalità della condotta di agevolare le attività del sodalizio, essendo evidente che la condotta in esame, oltre ad accrescere la fama criminale e la forza intimidatrice dell’organizzazione, ne ha anche rafforzato le capacità di sopravvivenza in ragione del margine di guadagno inevitabilmente preteso quale prezzo dell’intervento assicurato. In tal senso, dunque, corretta è la contestazione mossa agli indagati ex art. 7 l. 203/91 in entrambe le ipotesi in cui la fattispecie si carattrerizza. I dialoghi intercettati, in particolare, rivelano che Falco Domenico e Casillo Domenico avevano programmato una spedizione punitiva da realizzare nei confronti del debitore, Antonio ‘a Bebbera, irritati dalla condotta di quest’ultimo, il quale - verosimilmente allo scopo di sfuggire ai suoi debiti - cercava di sottrarsi alla pressione mafiosa, non rispondendo alle telefonate che riceveva ovvero evitando di fare rientro presso la propria abitazione, preferendo piuttosto trattenersi in Calabria ovvero negli altri luoghi dove conduceva i suoi affari di venditore ambulante. Nell’ideare la punizione da impartire al debitore, i due indagati ipotizzavano di potersi avvalere dell’apporto di Ilardi Marino, al quale avrebbe dovuto essere affidato il compito di picchiare il malcapitato debitore. La scelta di rivolgersi a quest’ultimo è eloquente sia della natura violenta che della riferibilità della vicenda nel suo complesso al programma criminale dell’organizzazione mafiosa; Ilardi Marino, infatti, è un soggetto conosciuto negli ambienti mafiosi proprio per il suo accertato legame con il gruppo capeggiato dai fratelli Mario e Vittorio Casillo, ritenuti esponenti del clan Fabbrocino. In particolare, Ilardi Marino figura tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare n. 329/09 emessa in data 18.5.2009 dal GIP presso il Tribunale di Napoli, con la quale è stata ricostruita la trama 212 dell’organizzazione che, riferibile ai Casillo, operava quale espressione del clan Fabbrocino, della cui fama criminale si avvaleva per operare più efficacemente. In quel provvedimento, a Ilardi Marino è stata contestata esclusivamente la condotta estorsiva posta in essere in concorso con altri e non anche la fattispecie associativa52; l’episodio delittuoso oggetto della imputazione elevata a Ilardi è, tuttavia, espressivo della programmazione criminale del gruppo, come si evince agevolmente dalla lettura dei provvedimenti cautelari a cui si opera rinvio per ragioni di brevità espositiva. Per quella condotta - aggravata ai sensi dell’art. 7 l. 203/91 - Ilardi Marino è stato condannato alla pena di anni 4 e mesi 4 di reclusione in forza della sentenza n. 350/11 emessa in data 7.2.2011 dal GUP presso il Tribunale di Napoli. Alla data in cui sono stati registrati i dialoghi, dunque, Ilardi Marino era ancora libero (essendo egli stato tratto in arresto il esecuzione dell’o.c.c.c. del 18.5.2009, sopra citata) e, soprattutto, si era già dimostrato affidabile per la commissione di attività di tipo estorsivo: i fatti per i quali egli è stato ritenuto responsabile, infatti, si collocano nel periodo delle festività natalizie del 2005. La lettura della sentenza, e in particolare delle dichiarazioni rese dalle persone offese, i cui verbali sono integralmente riportati nella parte motiva, palesa che il compito affidato a Ilardi consisteva nell’accompagnarsi agli altri indagati in occasione della commissione di attività intimidatorie al dichiarato ed evidente scopo di rafforzare l’efficacia della pressione esercitata sulla vittima dell’attività estorsiva. D’altro canto, i controlli operati dalla P.G. nei confronti di Ilardi Marino, riportati in atti, rendono evidente quanto notoria negli ambienti della comunità del territorio di riferimento potesse essere la “vicinanza” di Ilardi al clan Fabbrocino. La scelta degli indagati Casillo Domenico e Falco Domenico di avvalersi, ove necessario, del contributo di Ilardi Marino, dunque, era funzionale al migliore perseguimento delle loro finalità illecite. D’altro canto, le capacità mafiose attraverso le quali il clan era in grado di assicurare l’escussione forzata dei debitori insolventi erano diventate evidentemente note negli ambienti commerciali di riferimento, atteso che, dalla lettura dei dialoghi, si evince che anche un altro creditore di Antonio ‘a Bebbera, verosimilmente da identificarsi in Sorrentino Giuseppe53, si era rivolto a Casillo Domenico per ottenere attraverso l’intervento di Cesarano il soddisfacimento della sua pretesa. Infine, va osservato che l’identificazione di Ilardi Marino quale soggetto a cui gli indagati avevano ritenuto utile rivolgersi è da ritenersi certa, atteso che sono stati registrati contatti telefonici diretti tra Ilardi Marino e Casillo Domenico proprio nell’arco di tempo in cui si colloca la pretesa avanzata da Falco Domenico. La voce di Ilardi Marino è stata riconosciuta con certezza alla luce del contenuto della conversazione n. 17456 riportata in nota, il cui contenuto consente di affermare che l’usuario dell’utenza 3333986329 era effettivamente l’indagato Ilardi54. 52 Questa la contestazione elevata nei confronti di Ilardi Marino: Ammirati Vincenzo e Ilardi Marino: h) Del delitto p. e p. dagli artt. 629, comma 1 e 2, c.p., 7 l. 203/91, perché, in concorso e unione tra loro, mediante minaccia consistita nell’avvalersi della fama criminale di cui consapevolmente godevano e nel presentarsi presso l’esercizio commerciale “Happy childrens” e nel pretendere che il titolare, Casalnuovo Virgilio, consegnasse loro somme di danaro per un importo di 5000 euro, si impossessavano della somma di euro 1000, con conseguente danno per la persona offesa; con l’aggravante di avere commesso il fatto avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis c.p. e di avere agito al fine di agevolare le attività del sodalizio criminale capeggiato da Casillo Vittorio e Caliendo Giuseppe e riconducibile al clan Fabbrocino; in San Giuseppe Vesuviano in occasione delle festività natalizie del 2005 53 Alla persona di Sorrentino Giuseppe è risultata intestata l’utenza con la quale il creditore contattava Casillo Domenico; non sono stati svolti, tuttavia, più approfonditi accertamenti, al fine di dare identità certa a tale soggetto. 54 Si riporta di seguito la conversazione n. 17456: Telefonata n. 17456 del 20/06/2007 ore 13.26 in entrata dall’utenza 3333986329 intestata a SANS0’ Brigida ( c.f. SNSBGD53E64D883D ), residente a San Giuseppe Vesuviano (NA) in Via Nuova Poggiomarino 6, in uso a Marino. Sintesi: Marino chiama CASILLO Domenico il quale gli rammenta che devono fare il passaggio della macchina rossa (Citroen) in quanto, poi, deve fare il dissequestro (cfr. telefonate relative a Sandro ANNUNZIATA che sta sollecitando CASILLO per avere il foglio complementare dell’auto). Marino riferisce che il complementare non glielo dà quello che gli ha venduto la macchina (CALDARELLI Franco) in quanto la stessa non è stata pagata. CASILLO aggiunge che lui la macchina l’ha pagata a lui e a ciò Marino aggiunge che quando gliela diede (la macchina) già gli rappresentò la cosa. Marino, poi, conclude che si deve fare la visura della macchina e vedere a chi risulta intestata e se risulta a lui faranno il 213 Di seguito si riportano le intercettazioni telefoniche ed ambientali dalle quali emerge la ricostruzione della vicenda in esame: Telefonata n. 1212 del 08/02/2007 ore 17.43 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Mimmo (Goloso) a Mimmo (CASILLO Domenico) per dirgli se “quello scemo” ha chiamato. Mimmo riferisce che non ha chiamato e adesso provvederà a rintracciarlo chiamando qualcuno laggiù (“làbascio”). Gli farà sapere tra un’ora, un’ora e mezza, in quanto sta facendo un servizio a Palma. Si lasciano con l’intento di vedersi stasera verso le 20.30. Telefonata n. 1407 del 09/02/2007 ore 17.48 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Mimmo (Goloso) chiede a Mimmo (CASILLO Domenico) se ha chiamato “questo”. CASILLO riferisce che non l’ha chiamato nessuno e proverà a chiamare lui tra un’ora, un’ora e mezza “là abbascio”. Poi Mimmo ( Goloso ) gli chiede quand’è che si vogliono vedere per quella fatica e si danno appuntamento per domani mattina. Telefonata n. 1475 del 10/02/2007 ore 15.14 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo. Sintesi: Mimmo (Goloso) chiede a Mimmo (CASILLO Domenico) se ha chiamato (ad Antonio). Mimmo riferisce che lo ha chiamato ma non rispondono nemmeno i numeri di Claudio. Mimmo (Goloso) riferisce di aver saputo che Antonio viene questa sera sul tardi. Mimmo a sentire ciò riferisce che andrà lui, stasera, a casa di Antonio. Si lasciano con l’intento di sentirsi stasera. Telefonata n. 1631 del 12/02/2007 ore 20.39 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo. Sintesi: Mimmo (Goloso) a Mimmo (CASILLO Domenico) il quale gli riferisce che ha provato a chiamare “Antonio a’ bebbara” ma, a quel numero, risponde una donna. Si accordano per vedersi tra poco in Piazza a San Giuseppe e cercare di chiamare Claudio per rintracciare Antonio. Da queste telefonate emerge con quanta insistenza Falco Domenico, titolare della “Gruppo Golosy srl” chiedeva a Casillo Domenico l’esito dei tentativi finalizzati a contattare “Antonio a’ bebbara”, che si accerterà essere suo debitore. Telefonata n. 1850 del 14/02/2007 ore 14.17 in entrata dall’utenza 3804339415 intestata a ADAMO Claudio nato a Crotone l’11.12.1967, ivi residente in Via B.TA San Francesco 4-B. Sintesi: Conversazione tra CLAUDIO, (ADAMO Claudio) e Mimmo (CASILLO Domenico) inerente il recupero credito da effettuare nei confronti di Antonio per conto di FALCO Domenico (GRUPPO GOLOSY S.r.l.) il quale si è rivolto ai CESARANO che, a loro volta, hanno interessato CASILLO Domenico. Dalla conversazione, si evince, anche che ANTONIO ha dei problemi economici nei confronti del Claudio ADAMO. Dalla conversazione si evince, altresì, che Claudio ADAMO è collegato con persone (malavitose) di Napoli con le quali ha dei problemi procurategli sempre dal predetto Antonio. Claudio: …buongiorno Mimmo!! Mimmo: buongiorno Claudio!! passaggio altrimenti si deve andare da Francuccio CALDARELLI. Marino si congeda adducendo di trovarsi a casa e che sta chiamando con il telefono di sua madre. ( Infatti SANSÒ Brigida risulta essere la madre di ILARDI Marino ). Dalla conversazione n. 17721 CASILLO chiede alla nipote Giusy a chi risulta intestata l’auto AT306SD (da accertamento alla BB.FF. l’auto AT306SD, Citroen Xantia, risulta intestata a ILARDI Marino, nato a Stoccarda l’1.11.1973). La telefonata sopra riportata è quella che consente di identificare senza ombra di dubbio ILARDI Marino. 214 Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: che c’è?… …aspettavo la tua chiamata, ieri… niente…perché il numero non c’è l’ho, però l’ho sentito (ad Antonio) stamattina, hai capito?.. embè? Lo hai sentito… l’ho sentito stamattina e lui mi ha spiegato un poco la situazione..cioè tu lo stai chiamando a riguardo di un tuo amico, di cambiali.. eh!! …però lui mi ha spiegato, siccome ha anche un problema qua con me!!! …va bene…ma…cioè uno sta pieno di problemi… …allora..io ho capito…ma siccome lui ha dei problemi qua prima…ti parlo sinceramente come un fratello non è che stai parlando…io ti sto dicendo siccome lui da questo problema qua ne esce fuori quasi ad Aprile, hai capito?…io gliel’ho accennato che tu hai chiamato e lui mi ha spiegato la situazione…MAZZECA deve pagare delle cambiali, però,… …ma a me non le deve pagare…Claudio ma non le deve pagare a me… non dico a te… a me mi hanno chiamato: “Mimmo chiamalo perché si è preso l’impegno e digli che viene qua” se manca lo cacciamo noi! adesso lui può fare quello che vuole lui che ti devo dire… ho capito, mi senti, se tu mi fai parlare allora io ti spiego…cosa mi ha detto se mi fai parlare altrimenti… …va bene, però, poteva chiamare anche lui…caro…io ti stimo a te è fuori dubbio… allora lui ha buttato proprio il telefono come ho capito io…siccome ha tanti problemi, tu lo sai…mi ha detto Claudio io è inutile…cioè io a questo qua glielo avevo detto che mi trovavo un po’...non potevo affrontare, però il problema qual è adesso si tratta tutto di un paio di mesi…perché lui sta…scontando certi problemi qua e lui, mi senti, cioè le cambiali si ritirano queste qua da Aprile in poi quello che deve dare..hai capito? ohi Claudio, ohi Claudio, io non mi posso prendere nessuno impegno…hai capito…fagli fare quello che vuole lui… …siccome hai chiamato tu… e allora io torno a replicare perché…questo qua.. io ti sto spiegando la situazione…perché… Claudio, mi devi far parlare a me…se questo qua chiamava a questo delle cambiali e diceva a coppa a mano: senti ci vediamo tra dieci giorni, quindici giorni…e mi mette a me in ballo nei casini…cioè io non voglio sapere niente…sono problemi suoi è basta!! si, però, il problema qual è, allora, il problema è questo…siccome lui qua ha un problema di 10.000,00 euro, mi senti…cosa facciamo noi, ci facciamo pagare prima le cambiali dei cristiani di fuori e, poi, riscuotiamo i soldi noi..non lo so!! …chiamava…tengo i problemi a Crotone, non mi posso muovere, ecco qua… ma lui, lui mi senti, non è che ha detto di no, perché io stesso gli ho detto è giusto quello…però, siccome lui adesso, da adesso mi senti…fino al mese prossimo, mi senti… ohi Claudio, digli che prende il telefono e chiamasse la persona…io gli facevo solo un piacere…io non gli vado a dire niente a quello, perché a me la persona che mi ha chiamato… …però quello che ti voglio dire, siccome mi hai chiamato tu a me che volevi a lui, allora, io l’ho visto stamattina, gli ho spiegato la situazione… …possiamo parlare da qua a domani, le cambiali non le deve pagare a me… …neanche ti ho domandato cosa volevi, giusto?… e, no, quello non mi ha detto niente… ..e, allora, che succede, succede, siccome lui adesso, sta avendo un problema…che da adesso alla fine di Marzo…deve togliere questo problema, perché con gente di Crotone…. …forse parlo e non riesco a spiegarmi io oppure non riesci a capire tu…Antonio è un fratello mio, però, se lui non li può pagare a me non mi passa nemmeno per la testa perché io posso fare solo brutte figure, ma il problema è suo… …no, ma lui ha detto non come io parlo…lui mi ha detto solamente… allora, allora, prende il telefono chiama a Mimmo (GOLOSO) e glielo dice a Mimmo Goloso e non va in bocca ad altre persone…e scusa…dice Mimmo mi trovo in difficoltà ci vediamo la prossima… 215 Claudio: io, adesso, glielo posso dire, solamente dico una cosa sola, lui ha un problema qua e, allora, praticamente deve sistemare questo problema qua perché i cristiani qua sono tutti i giorni ….sotto ….cioè hai capito…il discorso è, il discorso è siccome mi sono messo io in mezzo …lui, adesso, deve sbrigare prima questo problema qua!… Mimmo: …e stiamo apposto…io che cosa devo fare Claudio? Claudio: …allora, se tu puoi fare….cioè se mi puoi dire questo…io adesso glielo dico anche a lui adesso che lo vedo…. Mimmo: no, ma io a questo loco dici: “Mimì levati da mezzo ce lo vediamo noi!! Punto e basta!! Questo mi dicono!!…Poi sono cose sue, perché può anche alzare il telefono e chiamare lui…può chiamare lui… Claudio: …si, adesso, glielo dico…cioè io quando lo vedo… Mimmo: …se Antonio mi chiamava anche a me…vedi Mimmo, dici a questi che aspettano un poco, non perdo niente…cioè io devo dire a questi senti questo ha il problema là, cioè…è handicappato il fatto..hai capito? Claudio: allora tu non devi dirgli che ha il problema qua…questo te lo sto dicendo a te…io ti sto spiegando il Vangelo com’è…è inutile che… Mimmo: …ti ho detto Claudio, lui può anche alzare il telefono e chiamare la persona interessata…che fra me e te non cambia niente…hai capito? Claudio: …ecco… Mimmo: …che io posso spendere una parola buona per lui, la spendo pure…non è un problema, però non si degna nemmeno di alzare il telefono e di chiamare a me oppure chiamare a quelli là…perciò… Claudio: …mi senti…adesso che io lo vedo, perché l’ho visto stamattina, adesso che lo vedo, mi sono anche dimenticato di chiamarti, adesso che lo vedo glielo dico, però quello che ti voglio dire, siccome…mi senti? Mimmo: si!! Claudio: eh, siccome lui…ha questo problema qua…allora mi sono messo io in mezzo perché a loro gli doveva dare i soldi…allora mi sono messo in mezzo e praticamente lo abbiamo fatto spostare a un mese…mi senti?…siccome lui non è che stia lavorando adesso, perché non sta lavorando, fallo lavorare… Mimmo: ohi Claudio…possiamo parlare da qua a domani diciamo le stesse cose…questo è un problema loco e si deve risolvere il problema loco…però lui non si è degnato di alzare il telefono e dire: o’ Mimmo…digli al compagno tuo che ci vediamo il mese prossimo…allora uno poteva spendere una buona parola, ma così che gli vado a dire…mi ha chiamato un fratello mio…e mi ha spiegato… risponde: Mimì (dicono loro) togliti da mezzo che ce lo vediamo noi, punto è basta!! Claudio: …ma io gliel’ho detto…poi mi ha detto che stamattina lo chiamava oggi, non lo so…hai capito… Mimmo: …se io posso fare una cosa buona per Antonio gliela faccio, gliela faccio…però, così non va bene così…io se posso fare qualcosa buona per lui glielo faccio mille volte, non una volta, ma non va bene come fa lui…cioè non prende nemmeno il telefono e mi chiama…non va bene proprio!! Non va bene!! Non va bene!!! Hai capito?…anzi, fortunatamente, hai chiamato tu…che sei un fratello mio Claudio, ma se chiamava qualcun altro…dicevo, ma scusate, che volete….che mi hai chiamato tu mi sta bene!! Claudio: …siccome io ti ho chiamato perché lui ha un problema qua, hai capito? …cade la linea…………….. La conversazione prosegue poi con la telefonata n.1852 delle ore 14.25: Claudio: …ti stavo dicendo, mi senti?… Mimmo: eh…. Claudio: allora, io, che cosa succede…siccome gli ho fatto un favore…mi senti?… Mimmo: e, questo l’ho capito Claudio!! Claudio: allora, praticamente, io a Natale che cosa ho fatto ho preso i soldi del fuoco, mi senti…e gli ho cambiato un assegno, adesso che cosa è successo che lui ha chiuso il conto…adesso…allora ha chiuso il conto che è successo che mi ha mandato un assegno dietro dopo che ci ho dato i soldi lui, di quelli di Napoli…veramente ti dico la verità: “lo dovevo ammazzare”, cioè lo dovevo ammazzare perché queste sono cose che non si fanno, cioè hai capito 5.000,00 euro 216 Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: allora che cosa è successo, è successo che mi deve risolvere questo problema perché io ho un problema con quelli di Napoli perché io ci lavoro…hai capito… …ma questo l’ho capito…ma a lui che gli costa di alzare il telefono e chiamare… …hai capito il discorso qual’ è?…siccome io, veramente, stavo prendendo il camion io ero arrivato a prendere il camion per la roba… eh!! allora lui mi ha detto, ti giuro…come infatti ieri, l’altro ieri è stato a Napoli lui, ci ho prestato la macchina mia…è andato a Napoli per vedere di risolvere questo problema… …come lo risolve il problema!!! …lo deve risolvere Mimmo…deve risolverlo perché gli ho dato tempo fino a lunedì…lunedì mi deve risolvere il problema, altrimenti, mi prendo il camion…io mi prendo il camion con la roba… …che ti devo dire… e che ci devo fare…perché ti ho detto in quel modo…altrimenti non te lo dicevo… …però lui…come minimo doveva alzare il telefono e doveva chiamare… …vedi quante telefonate gli arrivano, adesso…tremila telefonate al minuto…tremila!!! …comunque il problema rimane a lui!! hai capito quello che ti voglio dire?…cioè non è il problema… …ohi Claudio fino a quando li tenevo delle mie…aspetta un poco tieni pazienza…vediamo come dobbiamo fare…quelli sono amici miei…se lo piange lui…ma che tengo a vedere io… no, no, ma io ho capito…allora…io gli ho dato i soldi a Natale, praticamente l’incasso del fuoco ci dovevo mandare 10.000,00 euro, gliene ho mandato 15.000,00 euro e gli ho mandato 10.000,00 di un assegno del suo…che cosa è successo, è successo che questo assegno il trenta è tornato dietro… …sono cose che non si fanno… hai capito qual è il problema, il problema che mi ha chiamato quello e mi ha detto: Claudio….cioè hai capito? io queste brutte figure non le faccio … perché io dopo il lavoro non le ho mai fatte figure…ma, purtroppo è capitato che dobbiamo fare lo dobbiamo ammazzare… …eh… ho chiamato a quello, insomma lui mi ha detto che lunedì risolve il problema!!! Adesso stiamo aspettando!!!…perciò ti ho detto in quel modo…te l’ho detto in quel modo, perché gliel’ho detto io, lui me lo ha accennato così…gli ho detto io, vedi chiamalo al cristiano e glielo dici che non ti puoi muovere…aspetta un mese, venti giorni… ma quello lo sa bene i problemi che può avere qua!!! Li sa bene!!! Hai capito?… io lo so che può avere problemi… …lo sa bene!! Perché se un caro amico dice: digli a questo che paga le cambiali e basta!!… ma io ti ho capito… ma, purtroppo, …. io da amico a lui, perché lo ritengo un amico glielo dissi: Antonio, vedi… …ma tu mi devi dire una cosa…ma io no, non lo ritengo pure un amico? ah? cioè io non lo ritengo pure un amico?… come!!! Niente di meno!! Gli hai dato la casa, gli hai dato il mercato, più gli ha dato la possibilità di lavorare… hai capito che ti voglio dire…purtroppo che devi fare…e adesso, praticamente, aspettiamo questa settimana…io gli ho dato tempo fino a lunedì!!! …ma digli che chiama magari… ah? digli almeno che chiama… si adesso gli dico… PERCHÉ LORO VOLEVONO SCENDERE LOCO BASCIO, CLAUDIO!!! HAI CAPITO? …io mi ricordo sempre…perché Antonio mi ha creato un problema che quello là a me mi ha chiamato e lo sai come ha chiamato?…tu lo sai meglio di me..che le cose non sono buone e quando torna un assegno dietro… …ci vogliono i soldi!!! e ciò che peggio!!!….io gli ho detto ... a me mi devi risolvere il problema…tu devi mettere tutto da parte e mi devi risolvere il problema, perché tu mi devi risolvere il problema..perché 217 Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: Claudio: Mimmo: altrimenti mi prendo il tuo camion, me lo prendo dove sei, a Crotone, a Napoli, ovunque sei, veniamo a prenderci il furgone!.. …quando sta nel torto, sta nel torto…che vuol dire… uhè Mimmo, io gli ho fatto un favore non è che a me mi ha dato una cosa lui…io…cioè praticamente a quello là gli ho messo un assegno suo in mezzo e lui si è preso i soldi…cioè hai capito?…per niente ha il problema con quelli di Napoli…che adesso quelli di Napoli… …voglio vedere quando le finisce queste tarantelle questo!!! …ehhh…questo gli ho detto a parte il fatto del camion mi deve risolve il problema a me…qua se ne và…perché io non li voglio i cristiani che mi danno solo problemi a me….cioè io con questo qua non ci ho guadagnato mille lire…non è che ci ho guadagnato mille lire, oppure cioè …io già tengo i cazzi miei…mi sono preso anche i cazzi suoi…hai capito com’è?.. …va bene…ma tu guarda, fatti anche le cose tue!!…. …no, ma io gli ho detto…mi hai capito a me…io i soldi li devo recuperare… …Antonio te li dà, però, dipende da come te li dà e quando te li dà… nooo! che vuol dire…altrimenti non lavora più con me… bha…comunque…ohi Claudio, fammi chiamare e vediamo!!! Immediatamente dopo avere terminato la conversazione sopra riportata, Casillo Domenico comunicava a Falco Domenico il contenuto del dialogo che aveva avuto con Adamo Claudio: Telefonata n. 1862 del 14/02/2007 ore 16.38 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo. Sintesi: Conversazione tra Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) e Mimmo (CASILLO Domenico) riguardante la conversazione avuta tra CASILLO con Claudio inerente il recupero da fare nei confronti di Antonio. Falco: …ha chiamato questo scemo? CASILLO: …ho chiamato, ho parlato con Claudio, ma lui non ha chiamato… Falco: …ma hai parlato con Claudio? CASILLO: ho parlato con Claudio e ha detto: “ Mimì quello ha i problemi qua!! Gli ho detto Claudio, a me non mi passa nemmeno per la testa se ha i problemi loco, perché se era un altro uomo mi chiamava e me lo diceva a me… Falco: eh!! CASILLO: …e vado trovando che mi chiama!! Dice che deve dare 5.000 euro ad uno, si è fatto fare un assegno di piacere che ha avuto problemi, qua si prendono il camion con tutta la roba…ma a me non mi interessa, mi devi fare chiamare da questo.. Falco: eh… CASILLO: hai capito?… Falco: embè?… CASILLO: mi devi far chiamare ho detto, perché non è detto che io lo chiamo ad un numero e non risponde, lo chiamo ad un altro numero e non c’è!!..e, poi, gli ho detto ti devi far dare il numero, perché non l’hai fatto…Mimmo, mi ha detto vedi che riceve mille telefonate al giorno..ah, allora gli ho detto: “digli per imbasciata fatta..o porta i soldi dove li deve portare!! O si prende collera con me!! Falco: eh! CASILLO: hai capito?…sono stato un’ora a parlare adesso aspettiamo la chiamata…perché dovrebbe chiamare lui (Antonio), hai capito? Falco: ah! Ah! CASILLO: …perché quello ha detto…se può aspettare almeno un altro mese…no, ho detto nemmeno mezz’ora posso aspettare per come si è comportato, hai capito?.. Falco: eh!! CASILLO: hai capito? Falco: …Mimmo, ma tu dove stai?… CASILLO: io sto a casa!! Falco: non ti muovere da lì che sto venendo a prenderti!!! 218 Casillo Domenico faceva registrare poi ulteriori telefonate con Adamo Claudio dal cui contenuto emerge che quest’ultimo si era già attivato nel senso desiderato, avendo provveduto a contattatare il debitore. Eloquente della natura mafiosa della condotta serbata dagli indagati è l’affermazione di Casillo Domenico, decisamente densa di portata intimidatoria, allorquando questi, dopo avere ribadito con veemenza la stringente necessità che “Antonio” si mettesse direttamente in contatto con lui, affermava che qualora “Antonio “ non avesse onorato i suoi impegni non avrebbe potuto più mettere piede in Palma Campania: “non far nascere il problema a questo scemo, va a finire che, dopo, a Palma non deve scendere più”: Telefonata n. 1868 del 14/02/2007 ore 17.10 in uscita per l’utenza 3804339415 intestata a ADAMO Claudio, nato a Crotone l’11.12.1967, ivi residente in Via B.TA San Francesco 4-B. Sintesi: Mimmo (CASILLO Domenico) a CLAUDIO (ADAMO Claudio) chiede se ha chiamato (Antonio), in quanto lui non ha ricevuto nessuna chiamata da parte di quest’ultimo. Claudio gli ribadisce che lui (Antonio) gli ha detto che nel pomeriggio lo avrebbe chiamato: Mimmo: …omissis…fammi chiamare prima che nascono i problemi!!! Claudio: Mimmo gliel’ho detto di chiamare, se, poi, questo non vuole chiamare che ci posso fare! Mimmo: gli devi dire ha detto Mimmo chiamalo che è buono per te!!! Chiamalo! …perché i soldi che gli devi dare Mimì non se li mette in tasca…fai nascere il problema per te…perciò chiamalo e mettiti d’accordo con lui…omissis… A questo punto Claudio spiega a Mimmo della conversazione avuta con Antonio e relativa agli argomenti di cui alla telefonata n. 1850, anzi Claudio spiega che ad Antonio non l’ha contattato telefonicamente ma, bensì, è andato personalmente al mercato (in quanto si trovava ancora là). Mimmo: …omissis…pure se dà mille euro e ne porta 500 e 500 gliele porta tra due/tre/quattro/ cinque giorni non è un problema….non far nascere il problema a questo scemo, va a finire che, dopo, a Palma non deve scendere più…. Claudio: …ma io ho capito, però, purtroppo Mimmo io gliel’ho spiegato…Mimmo, qua lui ha un problema deve cacciare 5.000,00 euro…e qui ci hanno dato i soldi…e lui mi disse che lunedì ci dava i 5.000.00 euro, allora, lui, adesso, non può fare nessuno spostamento, ma no perché, cioè tu o chi….perché si deve apparare a questo qua, perché questo qua ci ha dato i soldi!! Ci ha dato merce!! Allora questo qua gli ha detto a me lunedì mi devi chiudere!!….omissis… I due interlocutori si lasciano con l’intento che Claudio ribadirà ad Antonio di far chiamare CASILLO Domenico. Telefonata n. 1886 del 14/02/2007 ore 18.21 in uscita per l’utenza 3804339415 intestata a ADAMO Claudio, nato a Crotone l’11.12.1967, ivi residente in Via B.TA San Francesco 4-B. Sintesi: Mimmo (CASILLO Domenico) a CLAUDIO (ADAMO Claudio) chiede se lo ha chiamato (ad Antonio). Claudio gli risponde che lo ha chiamato e gli ha dato il numero suo. Poi Claudio chiede a Mimmo che per questa settimana di lasciarlo stare in quanto deve risolvere il problema a lui. Claudio: …omissis…per questa settimana, lascialo stare,..perché una volta che mi ha risolto il problema a me, ti dico io come dobbiamo fare, cosa dobbiamo fare, lo so io che dobbiamo fare!!! Tu glielo devi dire al tuo compagno!! Mimmo: …il compagno mio c’è l’ho accanto a me!! Claudio: eh…allora, al tuo compagno, gli devi dire: “questo qua è un amico, allora, siccome tra una settimana c’è un discorso che lui, mi deve apparare…se tu a quello, adesso…non appara né a me né a te!! Hai capito!! Mimmo: … allora per questa settimana lo dobbiamo lasciare perdere? Claudio: eh!!..hai capito!! questa settimana lo dobbiamo lasciare proprio stare!! Poi la prossima settimana, dopo che mi ha apparato a me te lo dico stesso io Mimmo…poi, lo porto io a condizione…hai capito?…cade la linea e riprende con la telefonata successiva n.1887 delle ore 18.23 e verte ancora sullo stesso argomento con Claudio il quale aggiunge che Antonio lo chiamerà…. omissis... Mimmo: …ohi Claudio, c’è l’ho accanto a me, la settimana prossima viene tu e isso qua!! 219 Claudio: …non avere problemi…non avere problemi…va bene….omissis…. Telefonata n. 1902 del 14/02/2007 ore 19.35 in entrata per l’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: Antonio a Mimmo ( CASILLO Domenico ) gli da il suo numero con l’intento di non darlo a nessuno: 3387745960. L’ argomento della telefonata tra i due interlocutori preannuncia la conversazione di cui alla n. 1970 del 15.02.2007 delle ore 15.20. Telefonata n. 1970 del 15/02/2007 ore 15.20 in uscita per l’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio ( a’ bebbara ). Sintesi: Conversazione tra Mimmo (CASILLO Domenico) e Antonio in merito a un recupero credito che deve effettuare CASILLO Domenico per conto di Mimmo (GRUPPO GOLOSY S.r.l.) che ha interessato i CESARANO (quelli vicino al cimitero) che a loro volta hanno incaricato il CASILLO: Mimmo: ….ho visto una chiamata, dimmi Antonio… Antonio: …mi hanno detto che tu, ieri sera, mi avevi chiamato, mi avevi nuovamente chiamato!! Mimmo: no! no!….avevo visto le chiamate di Mimmo (GRUPPO GOLOSY S.r.l.) sopra, mi sta chiamando Mimmo in continuazione…adesso vedo… Antonio: io, per la verità ci ho parlato stamattina… Mimmo: embè? Antonio: …e, niente….dice la…perché io ho detto senti…quello un problema c’è e sarebbero due/tre cambiali e basta!! Le cambiali vengono pagate e basta!! Senza problemi, senza niente, mi dai una mano… Mimmo: eh… Antonio: le cambiali vengono pagate…isso ha detto va bene vengo loco…io me li ritiro tutte quante le cambiali, mi fai prendere una macchina e io gli ho detto che prendo le macchine io,…no ha detto se vuole Claudio le dai a qualcuno, ma mi serve una macchina….ho detto senti: ma che dici Claudio ti può far prendere la macchina…perché ci ha parlato anche Claudio con questo… Mimmo: chi? Antonio: Claudio!! Mimmo: Claudio!?….io di macchine non l’ho sentito parlare…non lo so… Antonio: …stamattina lo ha messo in mezzo….e ho detto se puoi prendere la macchina io, per me, ad uno li devo dare… Mimmo: eh…quella la macchina… Antonio: ma questo qua le cambiali, cioè la macchina…ma come la fa a prendere…quello fa i finanziamenti…trova il ragazzo…il ragazzo con la testa a “capa e legname” e piglia la macchina… Mimmo: tu devi prendere la macchina…problemi non li devi avere…..Antonio!! Antonio: chi è… Mimmo: tu…dico devi….se ti sta bene la macchina….inc… Antonio: ma quello a prendere a cosa qua che cose non ha il problema a prenderla con le cambiali… Mimmo: …ma tu cosa vuoi fare? …io, dopo, lo chiamo… Antonio: …ma a me è inutile fare tanto bordello…cioè a me…gennaio, febbraio e marzo le metto sopra a quelle, le metto appresso…e, poi, si incomincia dalla fine tranquillo proprio… Mimmo: va bene adesso vedo io… Antonio: …i mille euro la cambiale la posso, la pago….cioè mille li mette lui e mille io… Mimmo: …quello non è un problema, non ti preoccupare….adesso vedo un po’ io…lo segno un poco a modo mio… Antonio: ma qua dobbiamo sistemare…. Mimmo: …ma, però, attenzione Antonio…se vuoi che io mi tolga da mezzo a questo fatto, mi tolgo però detto da te intendiamoci… Antonio: no….no…. 220 Mimmo: Antonio: Mimmo: no…Antonio tu sei un mio compagno, non fraintendere una cosa per un’altra… …allora io ti parlo sinceramente Mimmo è un ragazzo che merita e cosa…, però,…. …perché a me l’imbasciata me l’hanno data di là (CESARANO)! A là!! “ Mimì (CESARANO Domenico) vedi che Antonio lo vogliamo bene ma Mimì (GRUPPO GOLOSY S.r.l.) è pure uno di famiglia!! Però ti raccomando fai le cose sistemate e non ci creare problemi… Antonio: perché loro sarebbero “quelli vicino al cimitero” (CESARANO), no? … Mimmo: eh!! Antonio: con me hanno sbagliato…comunque…eh… Mimmo: inc… Antonio: con me, con me hanno sbagliato…spiegai una mezza cosa…hanno sbagliato…hanno fatto i cazzi suoi… Mimmo: ah…., poi, cade la linea…. La conversazione riprende con la telefonata successiva n.1971: I due interlocutori scherzano ridendo sul fatto che la linea telefonica sia caduta: Antonio: …le cose che si possono fare tranquillamente…queste tre cose loco e stiamo a posto…è inutile che facciamo tanto bordello… che (Mimì) dobbiamo fare qua, dobbiamo fare là… Mimmo: …va bene Antonio…lascia perdere…ma tu un mille euro in questi due/tre mesi li puoi apparare per buttargli il fumo negli occhi a questo?… Antonio: non ho capito? Mimmo: un mille euro in questi due/tre mesi li puoi apparare per buttargli il fumo negli occhi…. Antonio: un mille euro? Mimmo: eh!!…io lo blocco io così non parla più…parliamo dei tre mesi, però, gennaio, febbraio e marzo… Antonio: …ma adesso questa settimana qua non posso fare niente!! Mimmo: …la settimana prossima, me lo vedo io, magari dico senti quello appara il mille euro e te lo manda per questi tre mesi, poi li sconti all’ultimo a tutto, magari se lo devo rispondere lo rispondo io a modo mio…se non ti voleva pagare scemo i mille euro non te li mandava, scemo dico!! Antonio: no io, ma non perché cioè io a Mimì (GRUPPO GOLOSY S.r.l.), tu lo conosci è un bravo ragazzo e, poi, con me si è sempre messo a disposizione, allora, io lo voglio pagare, però, per esempio cioè qua si sono sistemate, avete sistemato le cose più gravi…adesso Mimmo… Mimmo: Si me lo vedo io!…Antonio mi devi fare solo un piacere, appara prima i cazzi tuoi intendiamoci, però vedi se appari mille euro…dopo me lo vedo io… Antonio: …un trecento euro al mese, ho capito!! Mimmo: ah!!..gennaio, febbraio e marzo devi far vedere che la volontà c’è…poi un mese ce li dai, un mese lo salti non è un problema…hai capito quello che dico io?… Antonio: allora stiamo apposta così, perché alla fine dei conti…cioè è inutile che ritiri e fai e dai, la macchina, quest’altro…questo le macchine da chi le prende?…quello si mise a parlare con Claudio, quello Claudio ha solo la bocca bella… Mimmo: eh, va bene Antonio: va bene… Mimmo: me lo vedo io non ti preoccupare… Antonio: fammi sapere…. Mimmo: ti chiamo io!! Il dialogo sopra riportato è chiara espressione della natura mafiosa della pressione esercitata sul debitore: Casillo Domenico, infatti, rappresentava chiaramente di agire quale mandatario della volontà di terzi; il suo interlocutore a tale riguardo chiedeva espressamente se le persone a cui Casillo doveva rendere conto fossero “quelli del cimitero”, ottenendo risposta positiva. L’espressione deve ritenersi riferita alla famiglia di Cesarano Domenico, la cui abitazione è effettivamente ubicata nei pressi del cimitero di Palma Campania. Dal contenuto delle successive telefonate si evince la decisione degli indagati di servirsi di Ilardi Marino per escutere più efficacemente il debitore : Telefonata n. 2337 del 18/02/2007 ore 12.10 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo. Sintesi: 221 Conversazione tra Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) e Mimmo (CASILLO Domenico) riguardante il recupero da fare nei confronti di Antonio. Falco Domenico “appare” molto determinato nei confronti di Antonio tanto da preparare un “modus operandi” per agire nei suoi confronti coinvolgendo anche Marino. Falco: … io ho chiamato Claudio, perché avevo detto che lo chiamavo domenica… ho detto Claudio: “vedi che io ho parlato con Mimmo e Mimmo mi ha detto che c’era un suo amico che doveva recuperare e per adesso non si poteva muovere…dice Domenico: “io altri dieci giorni, quindici giorni massimo, li ho recuperati…ho detto: “Claudio con il tuo permesso mi devo muovere io, non ti muovere tu, sempre con il tuo permesso…ha detto non ci sono problemi…una volta che io ho recuperato fai quello che vuoi, perché questo adesso…500 euro al mese… Mimmo: eh… Falco: hai capito…quello, allora, stammi a sentire bene…tu stai a casa? Mimmo: eh…sto nel letto… Falco: e come dobbiamo fare, fammi capire? Mimmo: e parla se, poi, vuoi venire qua mi devo alzare dal letto, non ce la faccio tengo una gola che mi ha ucciso… Falco: e va bene vedi i fatti tuoi…adesso parliamo anche con MARINO!!! QUESTO NON FA FESSO A NESSUNO QUESTO SCEMO!!! Mimmo: QUESTO DEVE PAGARE FINO ALL’ULTIMO!!! NON TI PREOCCUPARE!!! Falco: …ma tu gli devi dare 5.000 euro?… Mimmo: ma che gli devo dare… Falco: mi deve dare quattro/cinquemila euro… Mimmo: ma quando mai!!! Falco: poi avete messo quello in mezzo che mi deve dare quattro/cinque mila euro…io adesso lo domando se ti deve dare quattro/cinque mila euro… Mimmo: ma non esiste proprio lui lo sa…mi presi della roba che glielo volevo tornare…ad un euro…là…dissi vedi a chi lo devi dare, lo diede ad un altro a 50 centesimi…ma questo non va con quello…non lo pensare proprio!!! Dici Mimmo non c’entra proprio niente su questo fatto…. Falco: MIMMUCCIO QUESTO LA DEVE PAGARE, QUESTO E’ SCEMO!!! Questo si pensa…la macchina non la vuole prendere…scusa tu parli che puoi pagare 500 euro 1000 euro al mese…va giu a Crotone e prendi la macchina… Mimmo: io adesso che lo chiamo gli dico due parole, dimmi una cosa io mi sono messo in mezzo per buona sua poi tu all’ultimo a tutto dici che avanzi i soldi da me….FAMMI CAPIRE ALLORA CHE VUOI FARE?!! Falco: …non ho capito, poi, volevi 2.000 euro e a questo gli vuoi dare 500 euro al mese… Mimmo: chi è? Falco: isso!!! Mimmo: chi gli deve dare 2.000? Falco: non hai capito, la 2.000 euro della cambiale… Mimmo: eh… Falco: vuole 500 euro al mese, ma che ti pensi che mi muoio di fame…. Mimmo: questo non sta bene con la testa!!! Falco: Mimmuccio questo adesso…vediamo di vederci verso domani, dopodomani…questo perché ha detto massimo dieci giorni recupera lui…poi, ha detto, fai quello che vuoi…mi ha fatto capire che lui non si vuole mettere in mezzo…per il fatto della macchina…perché giustamente se questo prende la macchina dopo il problema ce l’ho io qua!!! Hai capito? Da una parte ha ragione… Mimmo: …e va bene, Mimmo non ti preoccupare… Falco: …adesso verso lunedì, martedì ci vediamo un poco…mi chiami…e vediamo un poco…va bene… Mimmo: va bene…perché se oggi mi sento bene vieni qua così lo chiamo pure a questo scemo…. Falco: e il numero ce l’hai? Mimmo: e il numero quello che mi diede… Falco: ma quello cambia solo numeri….ce lo dobbiamo far dare da Claudio…. Mimmo: si me lo faccio dare da Claudio….dico Claudio dammelo, così subito faccio… Falco: va bene…oggi passo di lì… Mimmo: …ciao… 222 Telefonata n. 2413 del 19/02/2007 ore 12.31 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo. Sintesi: Conversazione tra Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) e Mimmo (CASILLO Domenico) riguardante il recupero da fare nei confronti di Antonio ( cfr. tel. 2337 ). A riguardo il Falco chiede il numero per rintracciare Marino. Falco: …omissis… Sto andando al magazzino, che volevo dire, quando è oggi… Mimmo: …eh!! Falco: vuoi mandare un poco MARINO al magazzino? Mimmo: eh!! Falco: …oppure, adesso, mi dai il numero e lo chiamo io!? Mimmo: …mi chiami dopo che lo devo prendere da qua sopra…che devi fare qualcosa? Falco: QUEL FATTO LÀ!! Mimmo: …e va bene, dopo te lo chiamo…quello verso le 14 dovrebbe venire qua… Falco: …me lo fai venire al magazzino? Mimmo: si, lo faccio venire lì!!…. La conversazione tra i due interlocutori verte, all’inizio, sullo stato di salute di CASILLO e successivamente sugli argomenti trattati di cui alla telefonata n. 2337. Telefonata n. 2476 del 19/02/2007 ore 19.26 in entrata dall’utenza 3804339415 intestata a ADAMO Claudio, nato a Crotone l’11.12.1967, ivi residente in Via B.TA San Francesco 4-B. Sintesi: CLAUDIO (ADAMO Claudio) con Mimmo (CASILLO Domenico) con il quale conversa in merito al recupero credito da effettuare nei confronti di Antonio. La conversazione verte sugli argomenti già trattati con le telefonate n.1850; 1868; 1886. Claudio ribadisce che la situazione, in quanto pieno di debiti, di Antonio giù a Crotone è grave e gli ha ribadito, più volte: Claudio: omissis….scusa se mi permetto di dirtelo è un mezzo scemo, perché se tu devi recuperare i soldi che c’entra che tu parli della macchina…. Mimmo: ma questo loco non è amico mio!! È un altro amico ancora… Claudio: non hai capito, quello che ti voglio dire…che parli di questa macchina, allora gli ho detto io, fammi apparare il discorso mio, che poi ti faccio apparare il ….cioè gli ho detto io finanche, prendi le cambiali vieni a Crotone si cambia lì, di quante sono 2000…li dimezziamo le facciamo di più poche…il cristiano…perché lui mi ha detto Claudio io ho intenzione di pagarlo…poi se ne esce che vuole prendere una macchina di 20.000/22.000 euro…questo non sta bene con la testa…ma tu sei pazzo…hai capito il discorso, noi adesso siamo rimasti in un modo, perché se rimanevamo in quel modo io i soldi li ricoglievo però isso se con questa macchina che ci posso fare… Mimmo: …ma no, ma quale macchina, ma quale macchina…omissis….. L’effettivo coinvolgimento di Ilardi Marino nella vicenda in esame è attestato dalla conversazione di seguito trascritta in cui il predetto dialogava direttamente con Casillo Domenico: Telefonata n. 2490 del 19/02/2007 ore 19.56 in entrata dall’utenza 3331535699 intestata a PEDULLA Leonardo, nato a Locri (RC) il 25.06.1956, ivi residente in Via Verga snc., in uso a tale Marino( Marì ). Sintesi: Marino a Mimmo (CASILLO Domenico) per dirgli se vogliono andare dal “vecchio”. CASILLO gli risponde di stare a letto in quanto si sente poco bene e si accordano per andarci per l’indomani. CASILLO poi riferisce a Marino che lo cercava Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) in quanto voleva scendere a Crotone!!! Marino si fa dare il numero di Mimmo (Goloso) per chiamarlo: 3357925594 (tel. 2491). Poi Marino chiede a Mimmo se deve andarci (a Crotone) e gli risponde di farlo chiamare da Mimmo (Goloso) in quanto proprio adesso ha parlato con Claudio. Gli ulteriori contatti registrati tra Casillo Domenico e Antonio a’ Bebbara costituiscono ulteriore prova della natura mafiosa della condotta in esame e della riferibilità della stessa a un mandato conferito a Casillo da una 223 terza persona alla quale quest’ultimo doveva rendere conto del suo operato; tale soggetto è da identificarsi in Cesarano Domenico, il quale, anche in tale frangente, veniva indicato attraverso l’espressione “quelli del camposanto”. Quali ulteriori elementi che permettono di ritenere che fosse Cesarano Domenico il soggetto la cui identità veniva sottintesa nel corso dell’intero dialogo, si tenga presente che i due interlocutori facevano espresso riferimento al fatto che si trattava di una persona di nome “Mimì”che aveva dei figli maschi con cui “Antonio” affermava di avere parlato dello spinoso argomento (come emerso anche dall’attività di indagine, Cesarano Domenico ha, effettivamente, due figli maschi ed è abitualmente chiamato “Mimì”). Telefonata n. 2508 del 20/02/2007 ore 10.10 in entrata dall’’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: Conversazione tra Mimmo (CASILLO Domenico) e Antonio in merito al recupero credito che deve effettuare CASILLO Domenico per conto di Mimmo (GRUPPO GOLOSY S.r.l.) che ha interessato i CESARANO (quelli vicino al cimitero) che a loro volta hanno incaricato il CASILLO. Tali argomenti sono stati già trattati con le telefonate: 1850; 1862; 1963; 1970; 2337; 2413; 2476. Antonio: ….omissis…io quello che io voglio era soltanto gennaio, febbraio e marzo di tenerli un poco in mano…poi tutto il resto da aprile in poi…il problema non c’è, perché Mimì qua…io adesso me ne sto andando a casa un’altra volta ieri la stessa cosa, cioè non stiamo aprendo perché sta piovendo, piove, piove e piove… Mimmo: Antonio, tu sei un fratello mio e non mi devi dare spiegazioni…io mi sono messo in mezzo perché sentì il fatto e mi chiamarono a me!!!…Cioè mi disse: “ te lo vedi tu?”…dissi il problema con Antonio non c’è, però per me è come un fratello…e digli se manca qualcosa glielo diamo noi, non ci sta il problema… Antonio: MA QUESTI QUA SAREBBERO QUELLI DEL CAMPOSANTO (CESARANO)? Mimmo: eh! Bravo!! Sarebbe il PADRE (CESARANO Domenico)!!! Sarebbe il padre!!! Antonio: Il padre, esatto!!! Perché Domenico mi ha detto a me…allora se tu vuoi fare così…io vedi che…tra…il 15 marzo… Mimmo: eh!! Antonio: VENGO CON QUESTA PERSONA LOCO BASCIO E TU GLIELO DEVI DIRE DAVANTI A QUESTA PERSONA!! Dissi, non ci sono problemi… Mimmo: che gli dovevi dire? Antonio: il fatto come io voglio finire di pagare…che io l’impegno lo devo prendere DAVANTI A QUESTA PERSONA!!! Io dissi Mimmo il problema non c’è… Mimmo: ..L’IMPEGNO SE TU LO DICI A ME E COME SE LO DICESSI LÀ…perciò dico a coppa a mano… Antonio: per me l’impegno rimane così, perché io così posso fare…però sempre per quel fatto come gli ho detto sempre io vicino a lui pure ieri…ho detto Domenico, però io 2000 euro sono assai…a me la mano me la devi dare sempre…1000 euro…omissis… La conversazione poi prosegue sempre sugli stessi argomenti ed Antonio aggiunge anche di essere protestato e di non poter prendere alcuna macchina e, poi: Antonio: …omissis…e, poi, perché anche io ho avuto il colloquio con i figli (CESARANO Rocco e CESARANO Felice) là bascio allora… Mimmo: eh… Antonio: …disse Antonio tu hai una moglie e tre figli, non devi pensare a nessuno…e dissi. È bello a parlare per VOI, così…(fa una risatina di sottomissione)… Mimmo: eh… Antonio: però io purtroppo… Mimmo: no…ma quello di là…sarebbe il padre (CESARANO Domenico)…no? Antonio: eh!! Mimmo: disse: Antonio….comportatevi bene…pure questo dico…che eri tu, no… Antonio: eh… Mimmo: disse…Mimì è vero è anche uno di famiglia…ma vedete di fare le cose equilibrate…di non sbagliare né di qua né di là…disse a me!! Dissi Antonio per me è come un fratello…dissi io a parole povere… 224 Antonio: Mimmo: Antonio: Mimmo: Antonio: Mimmo: Antonio: Mimmo: Antonio: Mimmo: Antonio: Mimmo: no…perché pure i figli con tutto ciò comunque io non gli devo dare niente più io li ho pagati…li ho ringraziati…. glielo dissi…glielo dissi…glielo dissi… …tutto a posto…purtroppo io adesso perché non dovrei pagare anche a Domenico…però Mimì, tu lo sai meglio di me…io a chi devo pagare devo pagare, a chi non posso…ci deve andare dentro…ci deve andare dentro… è normale…è normale… hai capito o no?..questo è, però purtroppo io con loro MI SONO MESSO SEMPRE A DISPOSIZIONE PER L’AMOR DI DIO NON LO VOGLIO RINFACCIARE, IO, A ME, CON IL PIÙ GROSSO A TAVOLINO NELL’UFFICIO DISSE: “ANTONIO NON DEVI PENSARE A NESSUNO”…MA E’ BELLO PARLARE, MA PER VOI SAREBBE COSI’, MA PER ME NO!!! …a chiacchiere…a chiacchiere… …perché qua uno mette un altro, l’altro chiamo a quell’altro, quest’altro chiama a quell’altro… chi il fratello, chi il cugino, chi il compare, chi il compariello… esatto!!!…però purtroppo i tempi non sono buoni…Mimì mi devi credere, penso che lo sai anche tu… …allora Antonio, Antonio io ti capisco, solo io ti posso capire…il malato può capire il malato…nel senso in cui…il disperato capisce il disperato…ma… che viene isso e “zio Mimì” (CESARANO Domenico)..per esempio…e coso e viene qua, per me non ci sono problemi…. ricordati bene che Mimì (CESARANO Domenico), no, no… Mimì se non mi muovo io non si muove proprio, non dimenticarti queste parole!!!…omissis… Espliciti riferimenti alla persona di Cesarano Domenico quale soggetto in nome e per conto del quale Casillo Domenico agiva si evincono dalla conversazione di seguito riportata in cui quest’ultimo ragguagliava Falco Domenico circa il buon esito, almeno pro parte, dell’attività di recupero effettuata presso “Antonio”; in tale frangente, infatti, Casillo raccontava al suo interlocutore che egli aveva ribadito al debitore insolvente la circostanza che il destinatario dei soldi che egli riceveva non era “Mimmo” (diminutivo con cui abitualmente chiamava Falco Domenico), bensì “Mimì” (diminutivo con cui viene invece comunemente chiamato Cesarano Domenico): Telefonata n. 13575 del 23/05/2007 ore 15.40 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Conversazione tra FALCO Domenico, Gruppo Golosy s.r.l., e CASILLO Domenico circa il recupero credito da effettuare nei confronti di Antonio “a bebbara” e, verosimilmente, nel contempo il pagamento di una tangente da versare a CESARANO Domenico. CASILLO: …omissis…mi diede 1000 euro, due ore di bordello…mi ha dato 1000 euro…ha detto non ti preoccupare…non perde nemmeno una lira…io dissi “ io i soldi li devo portare a Mimì (CESARANO Domenico) a là e non Mimmo (FALCO Domenico) questo qua!!! Falco: eh! eh! eh! CASILLO: ...disse…” Mimmo io lo pago fino all’ultimo, da parte a Mimmo Goloso, che si è comportato da cristiano…però mi deve capire…una cosa alla volta…ogni 1000 euro al mese, 1000, 1500 te li do!!! Falco: …e mo’ il resto quando lo…inc… CASILLO: ogni mese!! Falco: …adesso quando te li dà il resto?…il mese prossimo?… CASILLO: il mese, il mese che viene…hai capito? Falco: va bene!!…e che ti devo dire… CASILLO: ..io sto a Valmontone (mentendo in quanto la cella telefonica lo rileva a Terzigno nei pressi della sua abitazione)…e stasera o domani te lo porto loco e te lo porto fino a casa tua!!! Falco: va bene… CASILLO: …Mimì basta che te ne esci…o 1000 o 1500 ….hai capito… Falco: va bene, va bene… 225 CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: CASILLO: Falco: si salutano…. tu puoi fare pure un’altra cosa…ogni cambiale che appara i 2000 euro e ce li dà…hai capito? ho capito!!!… …e subito fa… va bene… io lo dovetti prendere malamente là bascio ( in Calabria )… …perché che cosa disse?… …perché non aprimmo… eh! …dissi te li fai prestare, poi aprimmo dopo, te li fai prestare e me li dai… eh… …perché tu dicesti giovedì nella fiera e siamo arrivati a mo’ e mi devi dare i soldi…altrimenti ci prendiamo collera io e te!!! eh… dissi metti da parte Mimì, metti da parte pure a Mimmo a là…per principio mi dai i soldi dissi io… eh!! hai capito?… ..che disse?… …lo presi malamente…in ultimo disse Mimì vedi che non ce l’ho fatta…ho apparato 1000euro…dissi dammi il 1000euro…. …va bene, ci vediamo di qua… Le conversazioni che seguono attestano come il debitore insolvente aveva poi fatto fronte alla sua esposizione con dazioni di danaro distinte e consegnate in differenti momenti; le precisazioni fatte da Casillo Domenico nel computo dei conteggi di dare e avere rende evidente il costo che lo stesso Falco Domenico aveva dovuto affrontare per ottenere il soddisfacimento delle sue asserite ragioni e, conseguentemente, il vantaggio economico tratto dal sodalizio nel suo complesso. Casillo Domenico, infatti, nel rappresentare che aveva ricevuto dal debitore escusso delle somme di danaro, distingueva la parte che aveva provveduto a trattenere per sé da quella che invece si riservava di consegnare a Falco Domenico: Telefonata n. 13685 del 24/05/2007 ore 13.43 in entrata dall’utenza 3395756523 intestata a CASILLI Raffaele, nato a Nola il 27/07/1985, ivi residente in Via Castellammare 117, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: Antonio a Mimmo (CASILLO Domenico) riferisce che i soldi li ha mandati ieri e stanno alla posta di San Giuseppe; 200 euro per lui (CASILLO) e 300 euro per isso . CASILLO gli domanda se è quello intestato alla moglie (conto pay) ed Antonio gli dà conferma. Poi Antonio fa riferimento alla caparra per il ritiro di un camion. Telefonata n. 16735 del 15/06/2007 ore 11.56 in entrata dall’utenza 3395756523 intestata a CASILLI Raffaele, nato a Nola il 27/07/1985, ivi residente in Via Castellammare 117, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: Antonio a CASILLO Domenico riferisce che tra venti minuti può anche andarseli a prendere quei soldi (100 euro) poi, domani, gli darà altri 50 euro quando si vedranno in fiera (in Calabria). Antonio gli riferisce che la fiera si farà nei giorni 17 e 18. Telefonata n. 17934 del 24/06/2007 ore 10.17 in entrata dall’utenza 3395756523 intestata a CASILLI Raffaele, nato a Nola il 27/07/1985, ivi residente in Via Castellammare 117, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: Antonio a CASILLO Domenico il quale gli dice che tutto è a posto. CASILLO gli riferisce che è stato già chiamato due volte stamattina per il fatto di quell’imbasciata. Antonio gli risponde che per quell’imbasciata se ne parla mercoledì o giovedì. CASILLO gli ribadisce che “quello” lo sta rompendo il cazzo per quell’imbasciata in quanto adesso è tornato da fuori e sta continuando a dirgli: Mimmo quell’imbasciata; Mimmo quell’imbasciata!!! CASILLO gli ribadisce se può fare prima di giovedì per le insistenze di “quello” che stamattina non lo ha risposto proprio. Poi Antonio gli dice che lo saluta Enrico e glielo passa 226 e con questi conversa a carattere lavorativo. Infatti, nella giornata precedente e in quella in corso, CASILLO riceve alcune chiamate da Falco Domenico (Gruppo Golosy) creditore nei confronti di “Antonio a Bebbara”. Telefonata n. 17972 del 24/06/2007 ore 21.21 in uscita per l’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo (FALCO Domenico). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) il quale gli dice di non dimenticarsi dei mille euro a fine mese. CASILLO gli preannuncia che mercoledì o giovedì (cfr. tel. 17934) gli manderà anche il resto l’altro assegno che già è in suo possesso e se lo può anche prendere. Falco gli dice di non preoccuparsi in quanto a lui interessa che si prende i 1000 euro da mano a questo (Antonio a’ bebbara ) e gli preannuncia che le cose non stanno bene e che deve pagare (Antonio a’ bebbara) tutte le cambiali. CASILLO gli ribadisce di non preoccuparsi. Poi Falco gli chiede se ha preso i pantaloni e CASILLO gli risponde che, domani mattina, andranno insieme dal suo socio (Enzo). Si accordano per vedersi domani mattina al magazzino di Falco Domenico. Telefonata n. 19746 del 07/07/2007 ore 09.36 in uscita per l’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo (FALCO Domenico). Sintesi: CASILLO con Mimmo, parlano di una terza persona, tale “Antonio” e dei problemi che hanno con questa; si vedano anche le telefonate 20447 e 20448. CASILLO dice che ha parlato con questa persona e che gli ha detto che gli sta facendo fare una brutta figura ed altre cose di questo genere. CASILLO rassicura il suo interlocutore aggiungendo che Antonio, gli ha assicurato che entro lunedì avrebbero risolto il problema. CASILLO aggiunge, inoltre, che ha spiegato ad “Antonio” che qualora la situazione non si fosse risolta con le buone si sarebbe risolta in altro modo. Alla pos. 01:50.600 Mimmo confida a CASILLO che attraversa un brutto periodo e che si sta separando dalla moglie. Telefonata n. 20442 del 12/07/2007 ore 14.41 in uscita per l’utenza 3395756523 intestata a CASILLI Raffaele, nato a Nola il 27/07/1985, ivi residente in Via Castellammare 117, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Antonio, i due uomini parlano di lavoro, in particolare di materiale per le loro attività. Subito dopo parlano di soldi e Antonio dice che ha effettuato un pagamento e CASILLO dice che provvederà a saldare il suo debito. Antonio dice che non ci sono problemi e che può tenere la somma in argomento quale acconto su un credito che probabilmente aveva in precedenza. CASILLO a questo punto gli dice, senza fare riferimenti specifici, che non vuole essere coinvolto in questioni che non lo riguardano che già in passato ha dovuto dire delle bugie, probabilmente per coprire delle mancanze del suo interlocutore nei confronti di una terza persona, con ogni probabilità CESARANO Domenico. I due uomini discutono sempre sullo stesso argomento ed Antonio dice a CASILLO che deve trattenere per se i quattrocento euro oggetto della discussione che lui entro la prossima settimana farà fronte ai suoi debiti. Parlano nuovamente di articoli di biancheria e di altre cose di questo genere e del fatto che Antonio si deve incontrare con il figlio di CASILLO. Terminano la conversazione rimanendo che si sentiranno presto. Telefonata n. 20447 del 12/07/2007 ore 15.39 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: CASILLO viene contattato da Mimmo che gli chiede cosa ha fatto con Antonio (si veda tra le altre la telefonata 19746) e CASILLO dice che non lo ha più sentito ma che adesso deve scendere “laggiù”, probabilmente in Calabria, e gli farà sapere. Interrompono la telefonata e l'interlocutore di CASILLO dice che richiamerà tra cinque minuti. Telefonata n. 20447 del 12/07/2007 ore 15.39 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: CASILLO viene contattato da Mimmo che gli chiede cosa ha fatto con Antonio (si veda tra le altre la telefonata 19746) e CASILLO dice che non lo ha più sentito ma che adesso deve scendere “laggiù”, 227 probabilmente in Calabria, e gli farà sapere. Interrompono la telefonata e l'interlocutore di CASILLO dice che richiamerà tra cinque minuti. Telefonata n. 20448 del 12/07/2007 ore 15.43 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Mimmo per CASILLO che dice che deve andare a Sapri (SA) e poi a Scalea (CS) dove dovrebbe incontrare la persona oggetto della telefonata precedente e risolvere le questioni che hanno in sospeso (recupero crediti per conto di titolari della "GRUPPO GOLOSY S.R.L." nei confronti di Antonio). L'interlocutore di CASILLO chiede come si devono comportare e CASILLO testualmente dice: "... e come dobbiamo fare ... dobbiamo andare là ... questo deve essere picchiato e finisce la storia!" Mimmo chiede a CASILLO dove si trova e se può passare da casa sua; CASILLO dice che è impegnato e che in quel momento non è possibile. Parlano ancora del persona oggetto della loro discussione ed aggiungono che si sta comportando male che "non ha rispetto per nessuno". CASILLO dice che spera di incontrarlo prossimamente e di risolvere il problema. Alla pos. 02:18.160 Mimmo chiede a CASILLO testualmente: "mica devo andare a dirglielo laggiù" (si ritiene voglia significare se deve andare ad informare CESARANO Domenico di come va la situazione oggetto della loro discussione) e CASILLO gli dice che già glielo ha detto lui e che "lui" ha detto che bisogna risolvere la situazione altrimenti si provvederà in altro modo. Telefonata n. 21020 del 16/07/2007 ore 09.26 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: FALCO Domenico, Gruppo Golosy s.r.l., a CASILLO Domenico chiede se lo ha chiamato (circa il recupero credito da effettuare nei confronti di Antonio “a bebbara”). CASILLO gli risponde che ha provato ma non risponde e che adesso si trova a Scalea e se ne tornerà domani o dopodomani. Falco gli dice che quando torna deve passare da lui con MARINO e devono, assolutamente, togliere “questo capo da terra”. La telefonata che precede e quelle di seguito trascritte attestano come nei momenti in cui diventava più difficile ottenere dal debitore escusso il rispetto delle promesse che questi aveva assunto, gli indagati valutavano di nuovo la possibilità di servirsi di Ilardi Marino, quale fattore risolutore. Telefonata n. 21324 del 19/07/2007 ore 19.14 in uscita per l’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo (FALCO Domenico). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) il quale gli domanda dove si trova. Falco Domenico gli risponde di trovarsi al suo magazzino e che lo sta provando a chiamare da ieri ma senza esito. Falco ribadisce, ancora una volta, se: “QUESTA SITUAZIONE SI PORTA A TERMINE”. CASILLO lo rassicura e dice che “quello” durante la settimana li mandava (solo una parte degli assegni). A ciò Falco si altera ancora di più e chiede al suo interlocutore di chiamare Marino (ILARDI) e scendere giù e prendersi tutto. CASILLO lo esorta a parlarne da vicino e, pertanto, si danno appuntamento, nella serata, a Pompei dove il CASILLO sta effettuando una fiera. Telefonata n. 21337 del 19/07/2007 ore 20.18 in uscita per l’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: CASILLO Domenico ad Antonio per dirgli in effetti che non sta rispettando gli accordi, presi precedentemente, con Falco Domenico (Gruppo Golosy). CASILLO, poi, gli dice che anche lui, per causa sua, sta facendo una brutta figura riferendo, altresì, che il 788 è il numero di Mimì (Falco). Antonio si giustifica dicendo che non sta guadagnando molto in quanto c’è poco lavoro, poi, aggiunge che proverà a chiamare lui a Goloso. A ciò ma CASILLO lo fa desistere dicendo che lo stesso non usa sempre la stessa scheda e, poi, perché lo stesso (Goloso) sta, nei suoi confronti, come una pazzo. Telefonata n. 21963 del 25/07/2007 ore 09.31 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: 228 Mimmo (FALCO Domenico Gruppo Golosy s.r.l.) chiama CASILLO Domenico e gli chiede che cosa ha fatto “a’ Bebbara”. CASILLO gli risponde di non averlo sentito proprio. A ciò Falco gli chiede cosa vogliono fare e CASILLO gli comunica che adesso scenderanno labbascio (in Calabria) lui e Marino (ILARDI). Si accordano per vedersi, nella serata, alla fiera di Pompei. Telefonata n. 22043 del 25/07/2007 ore 22.05 in entrata dall’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Falco Domenico. Sintesi: Falco Domenico chiama CASILLO Domenico, che sta insieme a ILARDI Marino, e prendono appuntamento per vedersi a Pompei tra circa un’ora. Infatti dalle telefonate n. 22055; 22064; 22066; 22071; 22073 CASILLO, ILARDI e Falco stanno per incontrarsi. Telefonata n. 22678 del 30/07/2007 ore 15.56 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Falco Domenico (Gruppo Golosy) chiama CASILLO Domenico e gli chiede se ha sentito quello (Antonio a’ bebbara”). CASILLO gli risponde negativamente e si accordano per vedersi domani per, poi, decidere se giovedì andare a Crotone (dove al momento si trova Antonio a’ bebbara ). La telefonata di seguito riportata rappresenta l’ennesima conferma del pieno coinvolgimento di Cesarano Domenico nella vicenda del recupero credito da effettuare nei riguardi di Antonio ‘a bebbera. Telefonata n. 23105 del 02/08/2007 ore 19.02 in uscita per l’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Falco Domenico (Gruppo Golosy) e gli comunica che stanotte è dovuto tornare indietro (stava andando in Calabria dove avrebbe dovuto incontrare anche Antonio a’ Bebbara) in quanto il figlio Pasquale ha subito un incidente. Infatti il Falco, ancora prima che il CASILLO gli dicesse dell’incidente del figlio, gli chiedeva “che cosa hai fatto là?”. Poi Falco sentendo la cosa gli dice di pensare ai fatti suoi e che lo chiameranno in questi giorni. CASILLO gli dice che al figlio in ospedale è andato a trovarlo anche CESARANO Domenico. A ciò il Falco gli chiede se a CESARANO gli ha parlato del fatto di questo di Crotone (Antonio a’ bebbara ). CASILLO gli ribadisce che con CESARANO già ci parlò di questa faccenda e, lui, gli disse di vedere quello che c’era da fare. Si lasciano con l’intento di vedersi stasera. La telefonata rivela la natura non occasionale dell’attività di recupero credito a cui l’organizzazione si prestava: Casillo Domenico, infatti, veniva contattato da un soggetto (verosimilmente Sorrentino Giuseppe a cui l’utenza utilizzata è risultata intestata) il quale rappresentava la sostanziale impossibilità per lui di ottenere il pagamento del debito che vantava nei confronti di “Antonio ‘a bebbera” e chiedeva di potere cedere al “compagno” di Casillo il suo rapporto di credito. La risposta negativa che Casillo opponeva deve ritenersi il frutto non tanto della volontà dell’organizzazione di non ingerirsi in simili rapporti, quanto, piuttosto e alla luce delle conversazioni sopra esaminate, della obiettiva insolvenza del debitore il cui rapporto avrebbe dovuto costituire oggetto di cessione e che rendeva dunque non economicamente vantaggiosa l’operazione. Telefonata n. 25155 del 20/08/2007 ore 07.53 in uscita verso l’utenza 3384805148 intestata a SORRENTINO Giuseppe, nato a Poggiomarino il 19.06.1971, ivi residente in Via Sorrentino 26 ( C.F. SRRGPP71H19G762W ), in uso a Peppe. Interlocutori CASILLO Domenico e PEPPE Sintesi: CASILLO chiama Peppe che dice di trovarsi ad Acciaroli. Costui chiede a Mimmo se lo porta da “quel compagno suo” (Mimì – CESARANO Domenico) perché vuole cedere il credito che ha con Antonio ‘a Bebbera (CARBONE Antonio). Peppe spiega che Antonio gli ha rotto le scatole perché non risponde più al telefono. CASILLO risponde che il suo amico non se lo prenderebbe il credito. Peppe: Mimmo … che c’è? CASILLO: Buongiorno … tutto a posto? 229 Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Peppe: CASILLO: Buongiorno … dimmi … Dove stai? Sto ad Acciaroli … che ti volevo dire … ti volevo parlare un poco, in verità, in questi giorni … volevo vedere se mi portavi un poco dal compagno tuo, gli volevo spiegare quel fatto di Antonio ‘a Bebbera … me lo volevo vendere a lui il debito (sicuramente intende dire credito, ndr) … Non ho capito … I soldi che mi deve dare Antonio … lo voglio vendere a Mimì il debito (credito, ndr) … No ma Mimì mica se lo prende così … Perché questo non mi risponde … non mi fa … mi ha rotto proprio le scatole Eh ma quello sta sbagliando pure là … perché doveva dare quei soldi e non si è fatto sentire proprio più Hai capito o no? Mi sta proprio trattando da uomo di merda … hai capito … dove stai a casa? Sto facendo il mercato … Dal contenuto delle telefonate di seguito trascritte si trae conferma del ruolo predominante ricoperto nella vicenda da Cesarano Domenico, alla cui diretta partecipazione si faceva riferimento, ancorché in maniera implicita, sia quando Falco Domenico chiedeva di potere ottenere udienza per ricevere consigli e direttive sul da farsi (telefonata nr. 28163), sia quando il predetto rappresentava al suo interlocutore che, a causa della sua reiterata insolvenza, egli aveva fatto brutta figura con “Mimì” (telefonate nr. 28846 e 28847). Telefonata n. 28163 del 13/09/2007 ore 12.40 in entrata dall’utenza 0818242918 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, 215 Palma Campania (NA). Sintesi: Falco Domenico (Goloso) chiama CASILLO Domenico e gli dice se, oggi, vogliono vedersi un poco per scendere giù da quello (Antonio a’ bebbara). CASILLO dice che se vogliono scendere possono farlo anche domani mattina (o lunedì) e andranno direttamente a casa sua (o dove fa il mercatino). Falco gli dice se con loro verrà anche Marino (ILARDI) e CASILLO gli risponde che il predetto, al momento, si trova a Firenze. Poi Falco dice ancora: Falco: …..omissis…vogliamo andare prima giù alla terra a domandare (a CESARANO Domenico)…. CASILLO: ….e domandiamo abbascio là e vediamo….. Falco: quando ci vogliamo vedere, oggi? CASILLO: quando è oggi, mi chiami…perché oggi ho la fiera a Scisciano…devo mandare il camion là, dopo che ho fatto là mi posso muovere….omissis…. Si lasciano l’accordo di vedersi verso le 16 a Scisciano. Telefonata n. 28846/47 del 19/09/2007 ore 09.52 in uscita per l’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Antonio e gli dice che gli ha fatto fare una brutta figura la abbascio addù Mimì (posto in cui si riuniscono con il “capo” CESARANO Domenico). CASILLO riferisce ad Antonio che ha fatto di tutto per coprirlo (per quanto riguarda i suoi impegni presi per estinguere il debito), ma sempre una brutta figura ha fatto. Antonio si giustifica dicendo che lui vuole un altro poco di tempo in quanto non sta capendo niente più e tutti si stanno buttando addosso a lui. Poi dice, ancora, che il lavoro, quaggiù (in Calabria), non è soddisfacente. Antonio dice che dopo i morti (pertanto a Novembre) se ne ritorna a casa in quanto il lavoro (dove si trova) sta per finire. Antonio, poi, dice a CASILLO che quando verrà a casa andranno insieme a parlare con zio Mimì (CESARANO Domenico ) per vedere di sistemare alla meglio tale situazione (debitoria). CASILLO gli chiede ancora se, ora, gli può dare qualcosa (a CESARANO) e Antonio ribadisce che al momento non è possibile in quanto non ha niente. CASILLO gli dice ancora di vedere di dargli qualcosa in quanto lui altrimenti si mette in una situazione nei suoi confronti (di CESARANO) non buona. A tale insistenze Antonio riferisce che farà di tutto per vedere di apparare qualcosa per fine mese, primi di ottobre. Si lasciano con l’intento di sentirsi nei prossimi giorni. 230 Telefonata n. 33663 del 28/10/2007 ore 15.59 in uscita per l’utenza 3357925594 intestata a GRUPPO GOLOSY S.r.l. Via Nuova Sarno, s.n.c. Palma Campania (NA), in uso a Mimmo (FALCO Domenico). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Falco Domenico ( Gruppo Golosy ) e conversa circa un giro di mercati che dovrebbe prendere il fratello di Falco Domenico. Poi Falco fa riferimento a quello scemo (Antonio a’ bebbara ) delle cambiali. CASILLO gli riferisce che quello (Antonio a’ bebbara) disse a novembre avrebbe dato tre o quattro mila euro. Si lasciano con l’intento che Falco dopo passerà da CASILLO. Telefonata n. 34755 del 06/11/2007 ore 10.15 in uscita per l’utenza 3387745960 intestata a CARBONE Antonio, nato a Palma Campania il 24.12.1961, ivi residente in Via Trieste 380, in uso a Antonio (a’ bebbara). Sintesi: CASILLO Domenico chiama Antonio e gli ricorda che, ieri, è stato chiamato da Mimì (Falco Domenico) per quanto riguarda il suo pagamento che lui (Antonio a’ bebbara”) aveva promesso di effettuare dopo i giorni dei morti. Antonio conferma tale data e dice che provvederà intorno al 15 novembre. CASILLO gli ricorda, nuovamente, di non fargli fare una brutta figura e di cercare di dargli non solo i 1.000,00 euro ma di aggiungere qualcosa in più altrimenti, gli ricorda, che lui fa una brutta figura perché sta facendo di tutto per coprirlo. La conversazione, poi, verte sull’attività lavorativa nel fare i mercati da parte di Antonio. Chiaro riferimento alla vicenda oggetto di esame è poi contenuto anche nella conversazione che segue, intercettata a bordo dell’auto di Casillo Domenico tra quest’ultimo e Cesarano Domenico. Anche da tale passo si evince il coinvolgimento di Cesarano Domenico quale regista della complessa operazione di recupero credito; in tal senso merita di essere valorizzato il riferimento alla persona di “Rocco” quale soggetto che aveva suggerito di utilizzare l’aggressione fisica come modalità operativa da adottare sin dall’immediatezza. Rocco, infatti, è il nome di battesimo di uno dei due figli di Cesarano Domenico. Conversazione n.: 7283 del 23.07.07 Ora 17.03 intercettata all’interno dell’autovettura Fiat Punto targata NA W16402 in uso a CASILLO Domenico. CASILLO: quello scemo di Antonio a “Bebbera” nemmeno viene qua….mandò 1000 euro, disse che stava rovinato!…ma che parliamo…quest’altro poi: lo picchiamo! Come dice Rocco subito parla di picchiarlo! Ruoli e qualificazione giuridica. Capo b) Dunque la pretesa creditoria di Falco Domenico nei confronti del debitore è stata esercitata con modalità intimidatorie e violente, anche avvalendosi della spendita del nome e della fama criminale di cui godeva Cesarano Domenico. In particolare, Casillo Domenico è la persona che ha curato personalmente i rapporti diretti con Antonio a’ Bebbara, ottenendo il pagamento di parte del credito e, in più occasioni, a volte esplicitamente a volte in maniera allusiva ma chiara, ha rappresentato alla persona offesa l’interferenza e l’interesse diretto di Cesarano Domenico nella vicenda. E’ evidente la distorsione del rapporto obbligatorio e la necessità di valutare la fattispecie concreta non quale esercizio arbitrario delle ragioni creditorie ovvero come mera violenza privata, posto che la mutazione del titolare attivo del credito determina il superamento della soglia dell’ingiustizia del profitto e dello schema negoziale originario e permette di ipotizzare in concreto la riconducibilità della fattispecie incriminatrice nell’alveo della norma incriminatrice di cui all’art. 629 c.p. In questo senso si è espressa la Corte di Cassazione (nr 5193 del 27.2.98): Ricorre il reato di estorsione previsto dall'art. 629 cod. pen., e non già quelli di violenza privata (art. 610 cod. pen.) o esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art.393), nel costringere, mediante violenza o minaccia, altra persona a soddisfare un debito nei confronti di terzi, essendo ingiusto, in quanto connesso ad azione intimidatoria, il profitto che ne ricava, direttamente, l'autore e sussistendo altresì il danno per la vittima, costretta a versare denaro nelle mani di un soggetto estraneo al rapporto obbligatorio, senza alcuna garanzia di effetto liberatorio. Il mandante di tale operazione, titolare del credito, risponde del medesimo reato a titolo di concorso morale. 231 Quanto ai singoli ruoli può individuarsi Falco Domenico quale mandante della attività e ben consapevole delle modalità violente ed intimidatorie delle condotte altrui e Cesarano Domenico e Casillo Domenico quali concorrenti diretti ed esattori delle richieste di denaro. In particolare, pur non rinvenendosi intercettazioni nelle quali partecipi quale interlocutore diretto lo stesso Cesarano Domenico, questi è costantemente evocato quale soggetto che ha autorizzato e sponsorizzato l’azione di intimidazione nei confronti della persona offesa. Al riguardo si esprimono in modo concorde Falco, Casillo ed anche la stessa persona offesa. Lo stretto legame che, nel corso della complessiva attività investigativa, si è accertato esservi tra Casillo Domenico e Cesarano Domenico consentono di escludere che il primo abbia potuto utilizzare invito domino il nome del secondo e legittimano la contestazione elevata a titolo concorsuale in capo a quest’ultimo. Quanto alla partecipazione di Ilardi se, per un verso, è provato che lo stesso si sia messo a disposizione per azioni di intimidazione fisica, non vi è, invece, prova certa del suo intervento concreto. La sua condotta, pertanto, pur rilevante quale espressione dell’inserimento di Ilardi nel contesto associativo, non potendosi ritenere che un compito così delicato e rilevante potesse essere affidato a persona estranea alla compagine organizzativa, non si ritiene possa essere qualificato come comportamento concorsuale penalmente rilavente in relazione alla fattispecie estorsiva. 4.1.b.CAPO C La vicenda estorsiva subita da Guastafierro Giovanni Sannino Vincenzo, Sasso Giovanni, Caliendo Giuseppe e Matrone Francesco La vicenda estorsiva è espressione della specifica forza d’intimidazione che il singolo affiliato, nel caso di specie Sasso Giovanni, è in grado di esercitare sulle vittime e che a quest’ultimo deriva evidentemente dalla fama di criminale pericoloso che egli si è guadagnato nell’ambiente e che sono note ai consociati anche alla luce dei periodi di lunga detenzione che egli ha sofferto. Di seguito saranno riportate le intercettazioni telefoniche ed ambientali che forniscono la prova dell’attività di recupero credito posto in essere da Sasso Giovanni, in concorso con Caliendo Giuseppe, ai danni di un imprenditore di Scafati. In particolare Sasso Giovanni si era intromesso in un rapporto di debito/credito su richiesta di Sannino Vincenzo il quale, a sua volta, aveva agito per favorire il creditore di cui era amico, tale Pasquale, non meglio identificato. Il dato significativo, che appare degno di essere adeguatamente rimarcato, è che il debitore, Guastafierro Giovanni, ha opposto una resistenza pressoché nulla di fronte alla richiesta avanzatagli da Sasso Giovanni, limitandosi semplicemente a cercare una protezione presso altri esponenti della criminalità organizzata operante in quelle zone. Il carisma criminale di Sasso Giovanni, tuttavia, ha costituito l’ostacolo che ha impedito anche a costoro di contrapporsi all’indagato e, di conseguenza, all’organizzazione da questi rappresentata. Chiari sono i profili di responsabilità che emergono a carico degli indagati anche per ciò che attiene alla condotta contestata a Sannino Vincenzo, sia perché l’indagato si è interposto come intermediario tra il creditore e Sasso Giovanni sia perché egli ha dato la sua disponibilità a cambiare gli assegni ceduti dal debitore a copertura dell’obbligazione assunta. L’intervento di Sannino Vincenzo si colloca, a ben vedere, in una patologica evoluzione dei rapporti mafiosi e di forza criminale e non può essere valutato quale comportamento disinteressato finalizzato a determinare un vantaggio nella sfera soggettiva del creditore. La prova di tale assunto si trae dal contenuto delle conversazioni intercettate che appare, per la verità, chiarissimo e tale da non meritare specifici commenti. Dunque Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe, su richiesta del soggetto non identificato di nome Pasquale e di Sannino Vincenzo, hanno assicurato un intervento intimidatorio nei confronti di Guastafierro Giovanni, per indurlo, nonostante la sua conclamata e dichiarata condizione di difficoltà economica, a pagare, anche a mezzo di dazione di cambiali ed assegni, una somma, il cui importo sarebbe stato poi diviso tra il creditore e gli esponenti della criminalità organizzata intervenuti, dunque, in primis gli stessi Sasso e Caliendo. La partecipazione di Franco Matrone 232 Nella vicenda, svoltasi a Scafati, si assiste anche all’intervento, per ragioni di competenza “territoriale” di soggetti legati agli ambienti della criminalità operante nei territori di Poggiomarino, Boscotrecase e comuni limitrofi, ciò a conferma della natura mafiosa che l’intera vicenda assume. In particolare, ad irrobustire la portata intimidatoria delle pressioni esercitate da Sasso Giovanni, si registra l’intervento di “Compare Frà” (identificato dalla P.G. in Matrone Franco grazie all’attivitùà di comparazione fonica eseguita dalla P.G.55). La partecipazione di Matrone Franco all’attività estorsiva in esame ha una sua precisa ragion d’essere se si tiene presente che quest’ultimo è il capo zona camorristica della zona di Boscotrecase, che è l’area territoriale teatro degli eventi56. Tale specifica circostanza rende evidente la natura mafiosa della condotta posta in essere da Sasso Giovanni, il quale, dovendo agire in un territorio non ricompreso nell’ambito della sfera di diretta influenza del suo clan di appartenenza, aveva ritenuto necessario ottenere non solo il placet del capozona locale ma si era anche assicurato la sua diretta partecipazione, così ottenendo di conferire maggiore efficacia “persuasiva” alla sua illecita pretesa. In particolare, ad irrobustire la portata intimidatoria delle pressioni esercitate da Sasso Giovanni, si registra l’intervento di “Compare Frà” (identificato dalla P.G. in Matrone Franco grazie all’attività di comparazione fonica eseguita dalla P.G.57). La partecipazione di Matrone Franco all’attività estorsiva in esame ha una sua precisa ragion d’essere se si tiene presente che quest’ultimo è il capo zona camorristica della zona di Terrzigno, che è una area territoriale contigua al teatro degli eventi58 e che si tratta di un soggetto referente proprio del clan Fabbrocino per quell’area. Tale specifica circostanza rende evidente la natura mafiosa della condotta posta in essere da Sasso Giovanni, il quale, dovendo agire in un territorio non ricompreso nell’ambito della sfera di diretta influenza del suo clan di appartenenza, aveva ritenuto necessario ottenere non solo il placet del capozona locale ma si era anche assicurato la sua diretta partecipazione, così ottenendo di conferire maggiore efficacia “persuasiva” alla sua illecita pretesa. Il rilievo camorristico di Matrone Francesco è avvalorato dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Amoruso Carmine, già affiliato del clan Giugliano di Poggiomarino, clan costituente anch’esso una articolazione del clan Fabbrocino. Nel riferire dei rapporti che il clan poggiomarinese intratteneva con i territori contigui, anch’essi riconducibili alla organizzazione capeggiata da Mario Fabbrocino, Amoruso ha indicato proprio il Matrone Francesco ( chiamato Franchino Tre Dita) come il referente camorristico di Terzigno. L’indicazione veniva fornita già nell’incipit del verbale illustrativo della collaborazione, in data 24.5.10: “Posso riferire anche su Terzigno sul clan facente capo a Matrone Francesco detto tre dita”. Le indicazioni sono state poi sviluppate ulteriormente in successivi interrogatori: Interrogatorio del 6.7.10: RAPPORTI DI NAPPO CON SOGGETTI FACENTI CAPO AI FABBROCINO NAPPO Raffaele aveva incontri settimanali con soggetti di San Gennaro, San Giuseppe V.no e Terzigno indicati espressamente dal NAPPO come facenti capo al clan FABBROCINO. In particolare si incontrava con MATRONE Francesco detto “tre dita” di Terzigno Interrogatorio del 20.12.10: MATRONE FRANCHINO di TERZIGNO. 55 Quanto all’attività di compiuta identificazione della voce di Matrone Francessco si tenga conto di quanto riferito nell’annotazione n. 1357 di prot. datata 16.6.2011 e redatta dal personale presso la DIA di Napoli, in atti. All’annotazione è allegato il cd rome su cui è incisa la voce di Matrone registrata in occasione della sua formale escussione presso gli Uffici della DIA. 56 Quanto allo spessore criminale e alla caratura mafiosa di Matrone Franco, si rinvia alla lettura della sentenza emessa dal Tribunale di Napoli in data 17.6.1985, in atti. 57 Quanto all’attività di compiuta identificazione della voce di Matrone Francessco si tenga conto di quanto riferito nell’annotazione n. 1357 di prot. datata 16.6.2011 e redatta dal personale presso la DIA di Napoli, in atti. All’annotazione è allegato il cd rome su cui è incisa la voce di Matrone registrata in occasione della sua formale escussione presso gli Uffici della DIA. 58 Quanto allo spessore criminale e alla caratura mafiosa di Matrone Franco, si rinvia alla lettura della sentenza emessa dal Tribunale di Napoli in data 17.6.1985, in atti. 233 a.d.r come ho già riferito a Terzigno comanda MATRONE Franchino , detto tre dita, come referente locale del clan Fabbrocino. Omissis Io ho avuto a che fare con Matrone Franchino al massimo due volte ed in particolare quando ha fatto da mediatore con i Langella- Paglietta dopo la sparatoria. Non sono a conoscenza di estorsioni poste in essere nella zona di Terzigno. a.d.r.: non so se Franchino Matrone possa essere intervenuto per estorsioni in Poggiomarino. Non mi risulta direttamente, per il periodo di mia competenza, ma in ogni caso si tratta pur sempre di due clan, a Poggiomarino e Terzigno, che fanno capo a Fabbrocino. Conferma dello scenario mafioso in cui si colloca la vicenda in esame è offerta dalla scelta della persona offesa, Guastafierro Vincenzo, di rivolgersi, immediatamente dopo aver ricevuto la minaccia da parte di Sasso e Caliendo, a un soggetto, indicato come “Purptiello della zona della Marchesa”. La ragione di tale contatto veniva offerta dagli stessi indagati, i quali si dichiaravano convinti che la persona offesa si era preoccupata di ottenere informazioni sulle persone da cui era stato minacciato e, conseguentemente, sulle possibili strategie di “protezione” che avrebbe potuto e dovuto adottare in ragione della personalità dell’interlocutore con cui avrebbe dovuto confrontarsi. Per altro verso, è cristallizzata nelle intercettazioni la volontà espressa di Sasso Giovanni di trattenere per sé una parte del credito oggetto dell’attività di recupero, circostanza questa che attesta il vantaggio economico che gli indagati, e l’organizzazione criminale nel suo complesso, si erano prefissi di ottenere nell’assicurare il loro intervento. La condotta degli indagati si inscrive, pertanto, in un’attività assolutamente estorsiva, che, anche in questo caso, esula dall’esercizio di ragioni creditorie, poiché posta in essere al di fuori del rapporto negoziale, da parte di soggetti estranei allo stesso e con modalità mafiose conclamate. Si riportano, di seguito, le conversazioni da cui si trae la prova di quanto sin qui sinteticamente affermato. La prima serie di intercettazioni è relativa alla giornata del 7.5.09, allorquando Sasso Giovanni e Caliendo Giuseppe si recavano nel territorio del comune di Scafati per operare l’attività di recupero del credito e, giunti sul posto , si premuravano (in particolare Sasso Giovanni) di contattare “Franchino”, identificato in Matrone Francesco: Conversazione n.8 del 07.05.2009 ore 10.31 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, e CALIENDO Giuseppe Sintesi: La conversazione è tra SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe detto “Zuzzella”. Stanno andando a Scafati a fare un servizio e poi andranno dai pogna pogna (soprannome della famiglia SANNINO di Pollena Trocchia. Alcuni appartenenti a tale famiglia sono titolari della società Ceramiche Vesuviane). CALIENDO deve prendere delle mattonelle per la casa che sta costruendo e le prenderà da SANNINO Vincenzo “pogna pogna”, socio di fatto insieme al padre ed ai fratelli (questi ultimi formalmente soci) della società CERAMICHE VESUVIANE S.r.l. con sede in Pollena Trocchia, con comodi pagamenti rateizzati. … omissis … La presente conversazione tra SASSO e CALIENDO si svolge mentre costoro sono in auto per recarsi a SCAFATI presso il commerciante GUASTAFIERRO Giovanni. L’incontro con costui è stato sufficientemente monitorato (cfr conv. n. 10) e si è rivelato estremamente significativo ed indiziante a carico di numerose persone, tra cui gli stessi SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe. Così conversano: … omissis … Poi fanno riferimento a ciò che stanno andando a fare59: SASSO: qua stiamo a Scafati … 59 Dalle intercettazioni in corso sull’utenza in uso a SASSO Giovanni, risulta che questi chiama PAPARO Francesco. Si capisce che sia il SASSO che CALIENDO si sono recati a SCAFATI da un signore per fare una cortesia a SANNINO Vincenzo. 234 CALIENDO: inc. … guadagnare a questo? io dico che sta anche questo … inc. … CIRUZZO lo dovete chiamare o ci aspetta là? Hai chiamato a CIRUZZO … SASSO: no e io non lo tengo il numero … CALIENDO: lo volevi chiamare? SASSO: ma chi? sta Enzuccio … (si identifica per SANNINO Vincenzo di Domenico e di APRANO Giuseppina, nato a Napoli il 30.08.1978, socio di fatto della “CERAMICHE VESUVIANE”) sta il cugino … adesso facciamo questo servizio qua … e ci portiamo anche la risposta … ma io adesso lo chiamo adesso il signore60 in modo che quello risponde e FRANCHINO lo vede … CALIENDO: inc. … SASSO: eh! CALIENDO: inc. … andiamo direttamente là, Giovanni! SASSO: eh! sì … ce ne andiamo per qua, per l’autostrada … Dicono che dopo passeranno di là e parlano della strada da fare per il ritorno (passeranno probabilmente dalla Ceramica Vesuviana). Parcheggiano. Entrano in un posto. SASSO chiede un numero a CALIENDO, effettua una telefonata. Cade la linea. Telefonata n. 96 intercettata il 07/05/2009 alle ore 10.41, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita per l’utenza 334.3565111, intestata a BABA Ali, nato il 10.10.1960, in uso a Franco il macellaio identificato per il citato PAPARO Francesco. Sintesi: Prima della comunicazione, SASSO chiede a CALIENDO se deve prendere qualcosa dal macellaio. Poi parla con PAPARO Francesco. PAPARO: pronto? SASSO: uhè... Franchetiè? PAPARO: chi è? SASSO: sono Giovanni… uhm…! PAPARO: uhè? SASSO: vedi che noi stiamo dal SIGNORE … sta venendo … PAPARO: da chi? SASSO: dal signore … la cortesia a ENZUCCIO … PAPARO: ah! SASSO: eh! PAPARO: state venendo qua? SASSO: no … stiamo da lui!! PAPARO: ah … va bene ti chiamo dopo!! SASSO: eh … ciao, ciao!! Il lungo dialogo di cui in seguito rappresenta il fulcro della vicenda. L’imprenditore debitore si vede affrontato da Sasso, Caliendo e da “Franchino”. Sasso, sapientemente, faceva riferimento alla posizione economica del Guastafierro ( “e questo non è il deposito vostro?.. voi tenete questi depositi… !!) ed alla circostanza che loro si erano “scomodati”, per poi passare a una minaccia esplicita (“allora dovete sapere che a inc… per esempio io non so voi chi siete… ma sappiamo tutto di voi… vita morte e miracoli…”) e, infine, fissava un appuntamento per il successivo martedì. Le modalità con cui si era poi svolto l’incontro emergono chiare dai successivi commenti di Sasso e di Caliendo, i quali si compiacevano soddisfatti dell’efficacia della minaccia posta in essere ai danni di Guastafierro (“Peppe: si è impressionato proprio quello! SASSO: chi è? Peppe: quello … GUASTAFIERRO!! SASSO: si è impressionato?.... inc. … si è fatto venire i vermi, avete visto? … inc. … Enzù! martedì facciamo le cambiali quello (Guastafierro Giovanni ) farà le cambiali assolutamente … cambiali e assegni). La circostanza che la persona offesa si era a sua volta rivolta ad esponenti della criminalità locale non costituiva in alcun modo per gli indagati una fonte di problemi, anzi gli stessi Sasso e Caliendo prendevano 60 Effettivamente alle ore 10.37 e 10.39 SASSO effettua due telefonate verso l’utenza cellulare 3939140868. Risponde il gestore telefonico TIM. Al riguardo vedasi conv. 94 e 95 intercettate il 07/05/2009, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uscita. 235 seriamente in considerazione l’ipotesi che la persona offesa si fosse potuta rivolgersi ad altri noti appartenenti alla camorra locale nella persona degli Aquino (vale a dire il Clan Aquino/Mezzanotte, dominante nella zona di Bosco Trecase e dintorni). Il vero intento camorristico è reso palese dal proposito di impossessarsi della possidenze immobiliari (gergalmente indicate come “proprietà”) della persona offesa, nel caso in cui la pretesa corresponsione di titoli o assegni non avesse sortito buon esito (“SASSO: no ma io so che ha le proprietà, mi faccio fare il patto sulle proprietà ce lo metto in culo … inc. … quello prima il capannone lo teneva qua di fronte”). Infine, eloquente è l’espressione con cui veniva rappresentata la soluzione estrema alla quale gli indagati non avrebbero esitato a fare ricorso di fronte alla paventata possibilità che la persona offesa avesse opposto resistenza (“schiatto la tempia … la tempia ce la faccio mezza e mezza!!!.). Conversazione n. 10 del 07.05.2009 ore 10.58 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, CALIENDO Giuseppe Uomo61 altro Uomo chiamato Cumpà FRA’62, Sintesi:: CALIENDO Giuseppe e SASSO stanno a Scafati e stanno parlando con degli imprenditori. Dalla conversazione precedente - n.8 del 07.05.2009 - nonché dalla telefonata n. 96 (intercettata il 07/05/2009 alle ore 10.41), si deduce inconfutabilmente che i due stanno andando dagli imprenditori titolari della “C.D.D.A. Centro Distribuzione Detersivi e Affini S.a.s. di GUASTAFIERRO G. & C. S.a.s.”, per fare “una cortesia” a SANNINO Vincenzo di Domenico e di APRANO Giuseppina, nato a Napoli il 30.08.1978, alias “pogna pogna”. L’incontro, che si svolge in locali che sono nella disponibilità di GUASTAFIERRO Giovanni, avviene tra quest’ultimo, SASSO Giovanni, CALIENDO Giuseppe e MATRONE Franco. Il colloquio, seppur a tratti esagitato, è sufficientemente intellegibile per cui l’oggetto del contendere è perfettamente comprensibile. Giovanni SASSO e CALIENDO Giuseppe, spalleggiati da Franco MATRONE che, a Scafati, ha un’influente voce in capitolo, si sono recati presso l’imprenditore GUASTAFIERRO Giovanni, commerciante all’ingrosso di detersivi ed affini, per farsi portavoce delle richieste economiche di tale Pasquale. Si intuisce che costui è un creditore, verosimilmente di una grossa cifra, di GUASTAFIERRO il quale non è al momento in grado di onorare il suo debito perché ha subito una rilevante perdita economica, quantificata in circa 5 milioni di euro, a causa dell’incendio che gli ha distrutto un capannone e tutta la merce in esso contenuta. GUASTAFIERRO Giovanni non nega il suo debito e, nei riguardi di Giovanni SASSO e Giuseppe CALIENDO, si dimostra estremamente disponibile a soddisfare le loro richieste quanto più sollecitamente possibile, anche ricorrendo all’emissione di titoli di credito a scadenza. Appare evidente che GUASTAFIERRO Giovanni è in enorme difficoltà economica e la sua dichiarazione di disponibilità verso SASSO e CALIENDO trae la sua motivazione esclusivamente dalla forza d’intimidazione che promana dai suoi interlocutori ai quali l’imprenditore, evidentemente, non ha il coraggio di opporsi. Tanto è vero che per cercare di arginare la richiesta di SASSO e CALIENDO, non appena costoro vanno via, si precipita presso tale “Purptiello”, altro personaggio di rilievo operante in zona Marchesa di Boscoreale, al quale, evidentemente, vuole rapportare l’esito dell’incontro con i due pregiudicati vesuviani. Sono gli stessi SASSO e CALIENDO a commentare questa vicenda giacché essi stessi, sulla strada del ritorno a casa, vedono GUASTAFIERRO mentre imbocca la strada che conduce a casa di “Puptiell”. L’intera vicenda conduce a dedurre che il debito di GUASTAFIERRO è così alto da suscitare gli appetiti della criminalità organizzata. Difatti da un lato c’è SASSO Giovanni che si erge a paladino del creditore recandosi di persona a reclamare il pagamento del dovuto; dall’altra c’è GUASTAFIERRO Giovanni il quale, per difendersi dagli “attacchi” appena sferrati da SASSO e CALIENDO, si precipita da “Purptiell”, verosimilmente per invocarne la protezione. Ovviamente appare consequenziale ritenere che entrambi i gruppi criminali forniscano il loro contributo alla felice soluzione della vicenda solo a fronte della promessa di una congrua ricompensa. SASSO Giovanni non appare particolarmente turbato dall’eventuale intervento nella vicenda di “Purptiell” giacché, se così sarà, vorrà dire che si provvederà ad una cessione del credito tale da non pregiudicare gli interessi economici del suo protetto. Dalla conversazione appare chiaro che il diretto 61 L’interlcoutore che nel corso del dialogo veniva chiamato Giovanni si identifica in Guastafierro Giovanni, socio della “C.D.D.A. DI GUASTAFIERRO G. & C. S.n.c.” . 62 L’interlocutore di nome “Franchino” è stato dalla P.G. identificato in Matrone Franco, sulla scorta della conversazione precedente, la n. 8. 236 beneficiario dell’intervento di SASSO è tale Pasquale ma dalle telefonate emerge anche che ne beneficerà anche SANNINO Vincenzo delle ceramiche, sebbene non si comprende ancora a che titolo. SASSO: e Pasquale, tiene questo! GUASTAFIERRO Giovanni: inc. … tutto coso…. SASSO: sentite io ora vi ho chiamato…. è questo il numero vostro? GUASTAFIERRO Giovanni: no, lo abbiamo cambiato non lo tengo più il telefono SASSO: 39391408...63 Peppe: il numero Pasquale lo tiene? GUASTAFIERRO Giovanni: non servono più…. abbiamo parlato già …. Peppe: Franco…. (probabilmente quello che poi sarà chiamato cumpà Frà) inc… (si sovrappongono le voci) GUASTAFIERRO Giovanni: e sapete pure tutto quanto… Cumpà Frà: Giovà? GUASTAFIERRO Giovanni: soltanto per entrare… mi deve dare questo… Peppe: FRANCU’ ?! adesso che viene ci parli!! inc… SASSO: sentitemi a me…. (si sovrappongono le voci) Peppe: inc… fate …inc… GUASTAFIERRO Giovanni: ..inc. ... SASSO: sentitemi a me, Voi con Pasquale... Peppe: come volete voi… SASSO: fa tutti ... i regolamenti perché Pasquale … Peppe: è il fratello cugino SASSO: a parte che è mio cugino, fa quello che dico io GUASTAFIERRO Giovanni: Pasquale è un amico mio SASSO: ma a me mi è cugino!!! Peppe: è nipote a lui … e a lui (rif. a Giovanni Sasso) è cugino… GUASTAFIERRO Giovanni: Pasquale è venuto qua…ho detto “Pasquale… mi devi solo inc…” Peppe: Giovanni (è il nome di battesimo dell’interlocutore), noi ci scomodiamo noi inc. ... GUASTAFIERRO Giovanni: allora venite qua … Pasquale, l’ho sentito una sola volta … l’ho sentito una sola volta a Pasquale, venne qua e disse: “Tengo un problema grosso” … però ha telefonato … inc. Compà Frà: 4-5 inc… senza fare niente… inc. … Peppe: sono cose vostre queste inc. … (si sovrappongono le voci) GUASTAFIERRO Giovanni: e non è vero … e non è vero … (si sovrappongono le voci) SASSO: se voi riuscite a farlo (assegno) di un altro inc... e lo fate di altri cento, a noi ci fa piacere, perché i soldi non ve li prendete da dentro la tasca nostra.. GUASTAFIERRO Giovanni: io una cosa devo fare (si sovrappongono le voci) con Pasquale dissi così … inc. Peppe: inc… gli assegni… inc… SASSO: gli assegni per dirvi …inc…. GUASTAFIERRO Giovanni: no! non tengo manco…. – fruscii SASSO: e questo non è il deposito vostro? GUASTAFIERRO Giovanni: eh! SASSO: voi tenete questi depositi… !! (minaccia) Peppe: Giova’? Giovanni sta a disposizione!! l’abbiamo capito già questo… non si deve parlare più … inc. SASSO: sentite io penso…. inc… . Peppe: Giovà… inc… SASSO: se a Pasquale gli fate il regolamento… Peppe: inc. … 63 Effettivamente alle ore 10.37 e 10.39 SASSO ha effettuato due telefonate verso l’utenza cellulare 3939140868 che risulta intestata a partire dall’11.03.2007 alla società C.D.D.A. DI GUASTAFIERRO G. & C. S.n.c. , in occasione delle quali rispondeva Rispondeva il gestore telefonico TIM (cfr. conv. 94 e 95 intercettate il 07/05/2009, sull’utenza 393.6306465 - decreto 2431/09) 237 SASSO: e davanti a me Pasquale deve prendere l’impegno con voi…. GUASTAFIERRO Giovanni: purtroppo noi stiamo fermi… (effettivamente come sopra evidenziato, nello scorso mese di maggio si è avuta una variazione societaria della C.D.D.A. DI GUASTAFIERRO G. & C. S.n.c., sia della sede che della denominazione), non posso lavorare… ora che io apro un'altra volta...inc. … Peppe: e quanto ci sta di tempo che volete aprire di nuovo….? GUASTAFIERRO Giovanni: io? un paio di mesi di tempo…. Peppe: e li fate incominciare inc. … (si sovrappongono le voci) cominciate il regolamento a sei mesi… o no? GUASTAFIERRO Giovanni: ma non è il problema… ma questo mica è un problema… inc. … Cumpà Frà: inc… GUASTAFIERRO Giovanni: io sto a disposizione…. se è così siamo a posto … SASSO: io con Pasquale gli faccio prendere l’impegno davanti a me… (si sovrappongono le voci) allora il problema non lo tengo … GUASTAFIERRO Giovanni: inc…. Pasquale… Peppe: gli fa gli assegni e cose…. ci vediamo martedì Cumpà Frà: inc… con Pasquale… GUASTAFIERRO Giovanni: io ho capito però voi non mi avete capito a me … inc. … (si sovrappongono le voci… fruscii) inc… che lui i soldi non li perdeva… dissi Pasquale: “Dammi tempo!” … inc. e infatti poi non l’ho sentito più, … mi dovete credere non l’ho sentito più… e io nemmeno l’ho chiamato più… perché non lo posso chiamare… adesso… Peppe: GIOVA’? (GUASTAFIERRO Giovanni) martedì… fate stare pure a Pasquale … inc. … e lo fate venire … GUASTAFIERRO Giovanni: … inc. … (si sovrappongono le voci)…. non la posso fare rifornire adesso… non voglio adesso la roba… tra due mesi ci arriva un altro assegno inc… ma è stato fatto? Peppe: fate… inc… GUASTAFIERRO Giovanni: con la roba che mi serve … ma non ci stanno problemi su questo… SASSO: allora dovete sapere che a inc… per esempio io non so voi chi siete… ma sappiamo tutto di voi… vita morte e miracoli… Cumpà Frà: inc. … è andato con Scafati … inc. … GUASTAFIERRO Giovanni: eh … SASSO: di Scafati…. Cumpà Frà: inc. GUASTAFIERRO Giovanni: ho avuto un sacco di problemi… SASSO: la prima volta stava nel capannone di fronte all’amico mio…inc… GUASTAFIERRO Giovanni: ho avuto un sacco di problemi… sapete che ho avuto un sacco di problemi? Sapete quando ho perso? Cumpà Frà: no! GUASTAFIERRO Giovanni: …. ho avuto un sacco di problemi ….!! io ho perso 2-3milioni di euro… allora perciò quando uno parla… SASSO: allora voi ce lo dite davanti a me a Pasquale…!! GUASTAFIERRO Giovanni: allora forse voi questo non lo sapete…a me mi hanno bruciato un capannone64 … con 3 milioni di roba dentro… e non ho avuto SASSO: e lui vi ha dato l’aiuto… quando vi hanno bruciato…. GUASTAFIERRO Giovanni: Pasquale mi ha dato sempre l’aiuto…. SASSO: e vi ha mandato i meglio rappresentanti… 64 A riscontro di quanto asserito da Giovanni Guastafierro nel corso dell’intercettazione si evidenzia che (secondo quanto accertato dalla Tenenza CC di Scafati) in data 03.08.2003 un incendio ha completamente distrutto il deposito di proprietà della ditta “C.D.D.A. DI GUASTAFIERRO G. & C. s.n.c.” sito in Scafati alla via M. Nappi n. 26. Nel corso dell’evento è andata distrutta tutta la merce stipata nell’immobile composta da detersivi e prodotti per l’igiene della persona, per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro, di cui solo 1.5 coperti da polizza assicurativa stipulata con la compagnia “Meie Aurora” - polizza n. 21529296. 238 GUASTAFIERRO Giovanni: abbiamo perso … io ho perso un sacco di soldi … (si sovrappongono le voci)… e ancora oggi sto perdendo soldi…. quindi non è vero come uno dice… io per esempio stasera…. allora le banche mi hanno ucciso… tengo da dare un momento 300.000mila euro a una banca … e 400.000 mila euro a un'altra banca … tengo da dare e ce li devo dare …devo prendere tempo Peppe: Giovanni (rivolto a SASSO) ce ne vogliamo andare? Ci vediamo martedì a sera alle 7 … SASSO: sentite, martedì sera vengo io e Pasquale … inc. … Peppe: chiarite il fatto… SASSO: e io vi faccio prendere l’impegno da Pasquale GUASTAFIERRO Giovanni: inc. … SASSO: quell o fa quello che gli dico io…. GUASTAFIERRO Giovanni: inc. … ma io non tengo soldi come faccio a … inc. … e viene uno qua che gli devo dare? Cumpà Frà: inc. … però voglio dire come a uno, per esempio, … inc. tu le cose inc. … GUASTAFIERRO Giovanni: inc. … i problemi li hanno avuti… (si sovrappongono le voci) Si danno appuntamento a martedì sera. Si sente anche la presenza di altra persona molto distinta. Si mettono in cammino e la conversazione risulta incomprensibile. Alla posizione 05.32, nel mentre stanno andando via: Cumpà Frà: Giovà… inc… SASSO. no…. adesso tengo l’appuntamento con lui… Cumpà Frà: inc… SASSO: il regolamento e poi… (si sovrappongono le voci) ve ne tornate indietro cumpà Frà? Si danno le spiegazioni per la strada da percorrere. Chi va da un lato e che dall’altro. Poi: Cumpà Frà: dovete andare a rapporto? SASSO: no è un chiarimento…inc… Cumpà Frà: deve chiamare per il rapporto… Peppe: ma quale rapporto se non gli conviene lui fa la sua strada… Franco!! SASSO: noi l’autostrada la dobbiamo prendere un poco più avanti… Sasso Giovanni fa riferimento di andare via per San Sebastiano. Peppe e SASSO vanno via in auto. I due da soli così commentano: Peppe: si è impressionato proprio quello! SASSO: chi è? Peppe: quello … GUASTAFIERRO!! SASSO: si è impressionato? Peppe: adesso sta uscendo lo vedi? si è bloccato … Parlano della strada da fare. Parlano di donne che hanno visto. Poi: Peppe: dobbiamo… inc. … prima da FRANCHETIELLO (PAPARO Franco) o prima da pogna pogna … (SANNINO Vincenzo) Sasso: prima da pogna pogna… Dopo dicono che andranno anche dal capraro. Poi Peppe ritorna a parlare dell’imprenditore GUASTAFIERRO Giovanni che martedì sera dovranno incontrare alla presenza anche di Pasquale. Peppe: inc. … si è fatto venire i vermi, avete visto? … inc. … Enzù! martedì facciamo le cambiali quello (GUASTAFIERRO Giovanni ) farà le cambiali assolutamente … cambiali e assegni SASSO: no ma io so che ha le proprietà, mi faccio fare il patto sulle proprietà ce lo metto in culo … inc. … quello prima il capannone lo teneva qua di fronte … Peppe: ma che era roba igienica … SASSO: e che va da purptiell … se lui va da purptiell… purptiello che fa? Scieglieva i più lunghi? (13.38???) Peppe: inc. … SASSO: ha fatto cinque milioni d’euro con le multinazionali… tiene i documenti nelle mani Pasquale … Peppe: …incomp… SASSO: inc. … ma quello me lo facesse trovare a purptiell … me lo facesse trovare …a chi vuole 239 lui. … voi entrate e noi ci mettiamo fuori alla strada …!! eh! come dite? eh!! si sta cacando sotto … inc. … (GUASTAFIERRO Giovanni che evidentemente loro vedono) SASSO: ma va da chi vuole lui … Peppe: inc. … Parlano di donne che hanno visto. SASSO: sta sempre dietro? Peppe: sempre dietro!!! … (GUASTAFIERRO Giovanni che evidentemente loro vedono) SASSO: e quello deve andare loco … deve andare da PURPTIELLO a portare il rapporto!!! Sasso invita Peppe di procedere per fatti suoi. Stanno osservando dove gira GUASTAFIERRO Giovanni. SASSO, che sembra di capire dove si dirige l’imprenditore, dice che va più avanti dove ci sta il “bar di PURPTIELLO”. Dice che sta andando lì da “Purptiell” che sta più avanti. SASSO: e che lui va … o va dagli AQUINO e va da … ma da chi va va che ce ne fotte … (gruppi malavitosi ove si starebbe rivolgendo l’imprenditore GUASTAFIERRO Giovanni) Peppe: inc. … SASSO: che hai detto…? ma ci fa una cortesia se va da loro oi Pè… Peppe: ce li facciamo dare proprio liquidi!! SASSO: liquidi e pigliatevi voi il regolamento (passaggio di gestione del credito all’altro gruppo criminale) Peppe: no! non ci è andato da questo è passato già … SASSO: parcheggia? Peppe: inc. … SASSO: ma io lo so ohì Pè! Peppe: martedì … inc. … SASSO: e chi si scorda … inc. … Peppe: inc. … SASSO: schiatto la tempia … la tempia ce la faccio mezza e mezza!!! Parlano della strada da fare. Gli effetti degli incontri del 7.5.09 sono oggetto di commenti in data 11.5.09. La persona offesa si è prontamente messa a disposizione del proprio creditore, ma all’incontro risolutore dovrà essere presente anche il Clan Fabbrocino nelle persone di Sasso Giovanni e dei suoi “amici”, oltre che l’ulteriore garante ed intermediario Sannino Vincenzo, colui che aveva ottenuto l’intervento di Sasso e Caliendo. Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Conversazione n. 30 ore 10.07 del 11.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, CALIENDO Giuseppe Uomo chiamato Cumpà FRA’65, Sintesi: SASSO Giovanni è in compagnia di CALIENDO Giuseppe. Si stanno recando ad una riunione con altra persona che dal timbro di voce dovrebbe identificarsi per MATRONE Franco. In ogni caso è lo stesso che ha presenziato all’incontro con GUASTAFIERRO Giovanni di Scafati - cfr. Conversazione n. 10 del 07.05.2009 ore 10.58 - tanto è vero che SASSO Giovanni commenta con costui le ripercussioni che quell’incontro ha prodotto sul modo di fare di GUASTAFIERRO Giovanni. Costui, fino a quel giorno, non aveva mai risposto alle telefonate del suo creditore: dopo la visita di Giovanni SASSO e CALIENDO Giuseppe, GUASTAFIERRO Giovanni ha fatto “150.000 telefonate, 30 - 40 al giorno”, chiedendo un incontro al suo interlocutore, evidentemente finalizzato a definire il rapporto creditizio. GUASTAFIERRO ha chiesto al suo interlocutore un incontro a tu per tu ma il creditore ha obiettato che all’incontro dovrà essere presente anche “suo cugino, SASSO Giovanni, e gli amici di suo cugino”. 65 Sulla scorta di quanto emerso nel corso della conversazione n. 8 e della n.10, l’interlocutore di nome Franchino si identifica in Matrone Franco. 240 CALIENDO e SASSO prendono accordi per il pomeriggio allorquando SASSO deve recarsi ad un appuntamento con tale Silverio fissato presso il ristorante “Antico Cellaio” di Boscotrecase. A quest’appuntamento SASSO dovrà recarsi insieme a Francuccio, verosimilmente COZZOLINO Franco, ed al riguardo CALIENDO Giuseppe si fa carico di andare ad avvisare di persona Francuccio dicendogli a che ora deve andare a prendere SASSO a casa per poi andare all’appuntamento. Poi CALIENDO e SASSO programmano, per l’indomani, la nuova visita a GUASTAFIERRO Giovanni, come da appuntamento fissato con costui lo scorso 7.5.09 - cfr conversazione n. 10 del 07.05.2009 ore 10.58 -. Nella circostanza si capisce benissimo che all’appuntamento dovranno recarsi anche Vincenzo (SANNINO) ed un’altra persona non indicata. Tenuto conto anche delle risultanze emerse dalla conversazione n. 10 e dalle telefonate correlate, è consequenziale ritenere che l’altra persona che dovrà recarsi presso GUASTAFIERRO Giovanni sia Pasquale, indicato come principale creditore dell’imprenditore scafatese. Il fatto che al nuovo appuntamento si recheranno SANNINO Vincenzo e Pasquale, spalleggiati da SASSO e CALIENDO, dà la prova che dalla puntuale soddisfazione del debito da parte di GUASTAFIERRO Giovanni ne trarranno vantaggio, economicamente valutabile, molte persone. La riunione tra SASSO; CALIENDO e MATRONE è in aperta campagna, si sentono gli uccelli e parlano di piante di prugne. Non è stata possibile, quindi, intercettare la conversazione della riunione. Mentre camminano, si capisce che i due stanno per incontrare una terza persona. Infatti Sasso, che all’inizio non si avvede della presenza della terza persona, dice a Peppe: “ma se ne è andato ohì Pè… ? se ne è andato!?”. Poi conversa anche con compà Frà, probabilmente, MATRONE Franco. Così conversano: Sasso: ma se ne è andato ohì Pè….?! se ne è andato!! – camminano – poi - ma questa è di Antonio!! (forse vede una macchina. Potrebbe trattarsi di Antonio (nt. Pompei il 12.01.1968) figlio di MATRONE Franco. Infatti, poco dopo, SASSO parla con Cumpà Frà. ACCERTARE) inc. …adesso sto fermo … inc. … questo non ci sta inc. …!! Peppe: là dentro!! Sasso: il corto!! Peppe: inc. … (Pasquale?)!! Sasso: ohì… Pè… tu me lo hai fatto tu a me che dovevo andare a prendere l’appuntamento a Bosco…. Peppe: eh! stasera alle 6 … già sanno dell’imbasciata … Sasso: alle cinque e mezza … ci dobbiamo trovare … Peppe: già sa!! Sasso: ma non sa dove ci dobbiamo incontrare… Peppe: ma viene con voi…!! già sa!! domani sera l’appuntamento là!!66 Sasso: eh… lo so… ha chiamato 150.000 volte compà Frà!! (incontra la terza persona, probabilmente, MATRONE Franco) 150.000 volte… Peppe: lo ha risposto pure? Sasso: prima non … per sette mesi non lo ha mai risposto al telefono … da quando siamo andati noi … un quarto d’ora dopo … lo sta chiamando 30 … 40 volte al giorno … (si potrebbe riferire all’intervento fatto per recuperare dei soldi nell’interesse di tale Pasquale nei confronti dell’imprenditore GUASTAFIERRO Giovanni) Peppe: e fatelo rispondere adesso …… Sasso: e quello lo ha risposto …!! Peppe: lo ha risposto? e ci vediamo martedì alle sei! Sasso: dice no… “Ma vieni solo tu … non ti preoccupare …” (si sovrappongono le voci) e quello ha preso e ce lo ha detto … ha detto: “Come … mio cugino … (SASSO Giovanni che nella conversazione n. 10 si era presentato come il cugino di Pasquale) viene con i compagni suoi là … (CALIENDO Giuseppe e cumpà Frà, probabilmente MATRONE Franco, che erano assieme a SASSO Giovanni quando andarono da GUASTAFIERRO Giovanni) io devo 66 La conversazione è correlata alla n. 8 e 10 del 07.05.2009 nel corso della quale Sasso, in compagnia di Caliendo e di Matrone Franco, pianificano con l’imprenditore Guastafierro Giovanni un incontro per il prossimo martedì sera con tale Pasquale. Nella presente conversazione, infatti, i due fanno riferimento all’incontro di domani che corrisponde al giorno martedì. 241 venire solo io? ma me lo dici davanti a mio cugino e ai compagni di mio cugino …?” o nò compà Frà!!! che devo venire solo io…. Peppe: stanno due di loro (riferendosi a due persone che si sono fermati in auto) … Giovà se andiamo adesso quelli girano e se ne scappano!!! Compà Frà: sta una donna dentro … Peppe: sono due ragazzi … stanno a fare lo spinello! (vedono qualcuno che gli da fastidio e stanno capendo di chi si tratta) si stanno a fare lo spinello … – cambiano discorso e ritornano a parlare dell’appuntamento – con il corto me la vedo io … SASSO: 18, 19 anni ciascuno (si riferisce ai ragazzi che sono in auto) Peppe: alle sei dove si deve incontrare Silverio fatemi sentire? … a casa vostra? cumpà Frà: eh! Sasso: all’Antico Cellaio! (ristorante per cerimonie sito in Boscotrecase alla via Panoramica 26, tel. 081.8582115 - 333.2509670 - 3389820378) … Peppe: a casa vostra Francuccio … stasera vi deve venire a prendere …? Sasso: èh! alle 5 … 5,30 mi viene a prendere a casa da me … Peppe: qualche giorno pure ci sparano (?) Sasso: fa marcia indietro (si sta riferendo alle persone che stanno fumando lo spinello) Peppe: ma può fare quello che vuole lui … inc. … Compà Frà: è a Buosco … inc.? Sasso: a Boscotrecase!!! una figura di merda stiamo facendo per il recupero il fatto dei soldi … mica hai preso l’impegno? Peppe: inc. … domani sera vengo anche io … poi da lì ce ne andiamo dal compare a Salerno … teniamo un appuntamento con il compare … Sasso: noi domani sera dobbiamo andare là … dopo le sette … Peppe: dove? Sasso: domani sera dobbiamo andare all’appuntamento che abbiamo alle 7 … Peppe: e scusate quello è SCAFATI … (impegno preso nel corso della conversazione n. 10 con l’imprenditore GUASTAFIERRO Giovanni) Peppe: parlate… Sasso: e non devi venire anche tu là … Peppe: eh! andiamo direttamente a Scafati … inc. … ci portano … sotto … inc. … Sasso: no… ci andiamo assieme…. Peppe: adesso andate a Ercolano? Sasso: no … a Pollena … fuori alla macelleria (si sta riferendo alla macelleria di PAPARO Francesco) … Sasso parla del vino e dei cavalli. Continuano a camminare. Fruscii. Peppe: inc. … certe carte … Compà Frà: e dove dovete andare a Pescara, da Vangone? Vangone? Peppe: devo spedire certe carte da là … Sasso: inc. … Peppe: adesso sapete cosa facciamo? andiamo verso le 3 … le 4 … Giovà?! mi carico direttamente il vino … sta mio figlio la sa la vostra casa … ci può venire da voi? Sasso: là no!! Peppe: vengono solo quei due là!! Sasso: solo … Peppe: Vincenzo (SANNINO Vincenzo) e quell’altro … li aspettiamo sopra l’autostrada … sulla superstrada dobbiamo aspettare … inc. … Sasso: no … li facciamo venire dietro di noi … dopo lunga pausa Compà Frà: inc. … non si capisce più … dove arriva la malavita e dove iniziano i Carabinieri … mi senti? Sasso: che è successo …inc… ? Compà Frà: Giova’… inc. … e ti dico anche a Trecase… non si capisce più dove finisce la malavita e dove iniziano i Carabinieri … inc. … Giovà sono cose … inc. … agli altri paesi… avere contatti con la gente di altre parte … è molto pericoloso … Giovà … perché io ho saputo 242 certe cose troppo grosse … sabato sera sono stato a mangiare … nel ristorante e mi sono ritirato alle 2 di notte … inc. … (15.39) Peppe: inc. … qua giù qua … inc. … Lasciano il telefono e si allontanano. Telefonata n. 354 intercettata il 12/05/2009 alle ore 10.39, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 338.6090440, intestata a NAPOLITANO Luccio, nato il 02.01.1974, in uso a CALIENDO Giuseppe, fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961, residente in Ottaviano alla Via San Domenico n. 24, detto “Peppe zuzzella”. Sintesi: Peppe CALIENDO sollecita Giovanni a fare presto perché quelle persone stanno aspettando (evidente il riferimento al servizio di cui alla telefonata n. 349) e poi devono andare a fare anche un altro servizio. Giovanni, che dice di essere in compagnia di Flora e del bambino a casa di Gianni che, però, non c’è, assicura di raggiungerlo a breve. (A parziale conferma vedi conversazione ambientale n. 37). La riferibilità della vicenda al contesto camorristico ed estorsivo nel quale la stessa è maturata emerge palese dal tenore delle conversazioni intercettate nel successivo 12.5.09, che saranno di seguito trascritte: Conversazione n. 37 ore 10.58 del 12.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Quando si attiva l’ambientale il colloquio è già in atto e, inizialmente, la conversazione è tra CALIENDO Giuseppe (=Peppe) e SASSO Giovanni (=Giovanni) i quali si stanno recando all’appuntamento con Franchino. La conversazione, prima quella tra Giovanni e Peppe e poi quella tra questi ultimi e Franchino, è estremamente interessante in quanto svela alcune situazioni notevolmente probanti sia per quanto riguarda il reato associativo sia per quanto attiene alcuni reati-fine. … omissis … Alla fine dell’intercettazione SASSO e Franchino fanno un breve cenno alla situazione di GUASTAFIERRO Giovanni e del suo creditore Pasquale e non è da escludere che l’incontro tra i tre era finalizzato proprio ad un aggiornamento dello stato delle cose. Giovanni racconta a Franchino che, dopo il loro intervento, Giovanni ha iniziato una frenetica attività telefonica verso Pasquale, chiamandolo decine e decine di volte. Evidentemente Giovanni GUASTAFIERRO, per definire i loro rapporti economici, ha proposto a Pasquale una transazione che, però, potrebbe ledere le pretese vantate da Giovanni SASSO e dagli altri “amici”, tant’è vero che non l’ha accettata. Al momento della presente intercettazione la situazione è ancora in itinere anche se si ha un’ulteriore conferma di come il felice esito dell’operazione porterà giovamenti economici anche ad altri, primi fra tutti gli stessi Giovanni SASSO e Franchino il quale pure si mostra particolarmente ansioso che la vicenda trovi una rapida definizione. Trascrizione … omissis … compà Frà: inc. … Giovanni: inc. … il bar Italia… compà Frà dovrebbe andare in porto perché … inc. … dicono che lo chiama 15-20 volte al giorno. … compà Frà: inc. … gli fate il regolamento e poi potete inc. … Giovanni: no, no … compà Frà: inc… Giovanni: no … Pasquale sapete che gli ha risposto … ha detto: “Senti tu a me mi vuoi mettere in difficoltà, innanzitutto con mio cugino e soprattutto con gli amici che mio cugino … si è rivolto … tu mi vuoi mettere in difficoltà … io non posso … fare una cosa del genere …” (correlata alla n.10) compà Frà: allora ci vediamo questa settimana!!! Giovanni: si! Si salutano. Salgono in auto Peppe e Giovanni. 243 Telefonata n. 387 intercettata il 12/05/2009 alle ore 17.23, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 393.3355147, in uso a SANNINO Vincenzo (di Domenico e di APRANO Giuseppina, nato a Napoli il 30.08.1978). Sintesi: SANNINO Vincenzo chiama SASSO e gli dice che lui sta fuori all’uscita. Telefonata n. 390 intercettata il 12/05/2009 alle ore 17.25, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 393.3355147, in uso a SANNINO Vincenzo (di Domenico e di APRANO Giuseppina, nato a Napoli il 30.08.1978). Sintesi: SANNINO Vincenzo chiama SASSO e gli dice che lui sta lì fuori all’uscita. SASSO dice che sta uscendo. Conversazione n. 43 ore 18.10 del 12.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Uomo chiamato GIOVANNI67, Uomo chiamato Pasquale, non meglio identificato e “ENZO” 68 Dalle conversazioni intercettate sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in uso a SASSO Giovanni, di seguito riportate, si capisce che anche SANNINO Vincenzo è presente alla riunione con gli imprenditori Pasquale, in corso di identificazione, e GUASTAFIERRO Giovanni. Al riguardo, si rappresenta che le stesse conversazioni vanno analizzate con le conversazioni n. 8 e 10, sopra riportate, intercettate in data 07.05.2009. In queste ultime conversazioni tra presenti, si capisce che SASSO e CALIENDO si stanno recando, su richiesta di SANNINO Vincenzo, dall’imprenditore di Scafati a nome Giovanni, che in passato ha avuto i locali incendiati (identificato per GUASTAFIERRO Giovanni), che deve dare dei soldi all’imprenditore Pasquale a sua volta legato al SANNINO Vincenzo. Alla riunione partecipa anche cumpà Frà (identificato probabilmente per MATRONE Franco). Stabiliscono di chiarire la vicenda, alla presenza dello stesso Pasquale, in una riunione che si terrà martedì alle ore 7 di sera. In effetti, il contenuto della citata riunione è stata intercettata alle ore 18.00 di martedì 12.05.2009. Di seguito si riporta il contenuto della stessa. L’incontro con Guastafierro sarebbe poi avvenuto intorno alle 18 del 12.4.09, come cristallizzato dalla conversazione immediatamente successiva (la nr. 44 che viene di seguito riportata) il cui contenuto ne rivela, infatti, gli esiti. Il tenore delle espressioni impone di ritenere la sussistente la condotta estorsiva. Ed invero, sulla somma che Guastafierro si era impegnato a versare, gli interlocutori Caliendo e Sasso vantavano asseritamente l’aspettativa di ricevere un guadagno ingente (computato nella “metà dei soldi”) che a sua volta avrebbe dovuto essere redistribuito in favore di altri soggetti a vario titolo intervenuti nella definizione dell’affare (fra questi Enzuccio, vale a dire Sannino Vincenzo, e Franchetiello, vale a dire il Matrone Franco). Conversazione n. 44 ore 18.18 del 12.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Sintesi: Sono presenti SASSO Giovanni e CALIENDO Giuseppe. La conversazione è strettamente collegata alla precedente n.43. 67 dalla comparazione fonica con la conversazione n. 10, l’interlocutore di nome Giovanni si identifica in Guastafierro Giovanni. 68 L’interlocutore di nome “Enzo” si identifica in Sannino Vincenzo. 244 All’inizio della conversazione Sasso e Peppe parlano di macchine. Sono presenti anche altre persone alle quali, Peppe e Sasso, prima di salutarsi, dicono che si vedono a fine mese. Hanno appena finito di parlare con GUASTAFIERRO Giovanni. SASSO Giovanni commenta di una macchina: “ma quant’è bella quell’opel”, probabilmente si riferisce alla vettura su cui viaggia GUASTAFIERRO Giovanni. Risponde uno dei presenti, probabilmente Pasquale. SASSO dice che GUASTAFIERRO si è informato prima di incontrarsi con loro: “quello già si è andato a informare allora… ohì Pè… andò da Purptiello (aut Peppiniello) da qualche altro a inc… ci hanno detto: “Vedi loco vedi quello che devi fare…”. L’uomo, probabilmente Pasquale, saluta e dice che si vedono alla fine del mese, sembra di sentire anche la voce di SANNINO Vincenzo. Alla posizione 02.03 Giovanni dice a Peppe se vogliono andare a San Giuseppe da Giannino (Annunziata il seghino). Peppe ritorna sull’argomento che li ha visti protagonisti nella conversazione n. 43 e cioè del recupero crediti. Si è detto che SASSO e CALIENDO vengono intercettati mentre sono appena usciti da una riunione cui hanno partecipato parecchie persone, tra cui lo stesso GUASTAFIERRO Giovanni, durante la quale si è discusso, anche animatamente, dei modi e tempi per il saldo del debito di quest’ultimo verso Pasquale. CALIENDO e SASSO commentano la circostanza che GIUASTAFIERRO, dopo la loro visita dello scorso 7 maggio, è andato a chiedere informazioni recandosi da tale Purptiello (aut Peppiniello) che abita in zona Marchesa (sita tra Poggiomarino e Boscoreale) dove gli è stato detto: “Vedi quello che devi fare”, nel senso che a GUASTAFIERRO è stato consigliato di soddisfare le richieste e le aspettative di SASSO e di non mettersi contro costui. I due colloquianti continuano a parlare della situazione e CALIENDO, svelando appieno la sua indole tendenzialmente ingorda e venale, chiede a Giovanni SASSO di affrettare i tempi per la soluzione della questione. Giovanni lo tranquillizza dichiarandosi sicuro che con GUASTAFIERRO prenderanno i soldi che si aspettano. A richiesta di Peppe, Giovanni spiega che il pagamento, per un importo artatamente maggiorato il cui ammontare è stato determinato anche da SASSO Giovanni, sarà onorato da GUASTAFIERRO con la dazione di assegni che saranno poi cambiati a cura di Enzuccio (SANNINO Vincenzo), che li farà cambiare in moneta contante da un’azienda di mattonelle. Peppe continua ad incalzare Giovanni il quale gli assicura che loro dovrebbero guadagnare da questa storia circa la metà dell’intero importo della transazione, circa 80 mila euro, anche se dal guadagno dovranno prevedere un giusto compenso anche per Ciro (SANNINO), Franchitiello (PAPARO Francesco) ed Enzuccio (SANNINO Vincenzo). Peppe è tangibilmente contento di apprendere che, alla fine, lui si intascherà 10/15 mila euro. A tal proposito i due fanno anche progetti su come utilizzare quei soldi; Giovanni dice che potrebbe utilizzarli per comprare un’auto mentre Peppe dice che li impiegherà per pagare le mattonelle, anche se Giovanni gli dice che per questo pagamento ad Enzo (SANNINO) può dare anche un assegno. SASSO ribadisce che, a suo avviso, GUASTAFIERRO pagherà perché si è informato sul loro conto (recandosi alla Marchesa) per cui non oserà fare altrimenti e non avrà il coraggio di contrariarli. CALIENDO e SASSO parlano anche dell’opportunità di devolvere parte dei guadagni a Franchitiello (MATURO Francesco) anche perché compà Franchino (MATRONE Franco) sicuramente gli rapporterà quest’ultimo il buon esito della trattativa e loro non possono omettere di tenerlo in debito conto quando si tratterà di dividere i proventi. Peppe: lo dobbiamo chiudere questo fatto Giovanni! te lo dico io…. Sasso: come? Peppe: noi lo dobbiamo chiudere questo fatto!! Sasso: eh!! quello ci da i soldi!!! qua non è come a ….. Peppe: Giovà … oh ohò … è una latrina … (vedono qualcuno) Sasso: chi è? Peppe: questo lo conosco…. questo ci guarda sempre storto…. sto scemo!!! Sasso: chi è? Peppe: ‘sto scemo!!! non vuole essere disturbato … si è fatto secco malamente questo … inc. … sta molto bene …!!! Sasso: eh!!! però dobbiamo fare … CHI CIACCA E CHI MEDICA ….!! Peppe: inc. … questo dà proprio i soldi questo??? Sasso: no … Peppe: gli assegni? Sasso: gli assegni!!! il pagamento in assegno … però … abbiamo messo di più e li fa cambiare a Enzuccio …!!! Li fa cambiare … Peppe: inc. … Sasso: come? Peppe: inc. … 245 Sasso: Peppe: SASSO: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: Sasso: Peppe: no … li fa cambiare ce li da un 10mila euro … (si sovrappongono le voci) no … li fa cambiare ENZO … Giovà, quanto abbuschiamo (guadagniamo) … inc. …?? dovremmo abbuscare la metà dei soldi… però una cosa a GIRUZZO… a FRANCHETIELLO e a ENZUCCIO… ce li vogliamo dare?! li facciamo 10-15mila euro ciascuno? quando li facciamo? come!! e stiamo a posto! io mi pago le mattonelle Giovà!! (CALIENDO Giovanni sta ampliando una casa) io me li porto a casa … anzi mi vado a comprare la macchina del figlio di Patanella … Giovà io li devo dare porti i soldi a inc… poi lo devo pagare a Enzuccio? e va bene … a Enzuccio ci puoi dare anche l’assegno….!! inc. … no … ma quello Enzuccio ci dà i soldi a noi, non ci dà gli assegni … gli assegni li fa cambiare tutti a inc… che ci tocca 11mila euro? che ci tocca 15 mila euro? altrimenti 10 a te e cinque per te … eh! o ancora mi avete capito, Giovà? dove stai andando? adesso esco a Somma …!! ancora mi dovete capire Giovà? hai capito che voglio fare io Giovà? Giovanni io lo devo pagare a questi lavori inc… quello (GUASTAFIERRO Giovanni) si è informato buono buono … hai visto non ha parlato proprio … del pagamento e tutto … inc. … inc… ma qua i soldi li pigliamo però … non sono come le altre parti … come li pigliammo per il fatto di GIANNINO … NOI I SOLDI LI PIGLIAMO … alle altre parti … inc. … (si sovrappongono le voci) IO ME LI PIGLIO SEMPRE I SOLDI … O MACCHERONI O CARBONE … MA NON DOBBIAMO SPARTERE CON LORO … CON QUESTI ALTRI QUA!!… QUESTI LORO NON CI AZZECCANO CON QUELLI DI LÀ … LORO NON CI AZZECCANO DI LA’! no! però sai che è, perché COMPA’ FRANCHINO (probabilmente, MATRONE Franco che aveva anche lui partecipato alla fase del recupero soldi nei confronti di GUASTAFIERRO Giovanni) ce lo dirà a FRANCHETIELLO … (MATURO Franco) a Franchetiello allora ce li diamo … inc. … è sfurtunatiello come a noi … inc. … ci tocca a noi Giovà … se sono 80mila euro …inc. … come più di 50.000 … inc. … ci tocca di più? eh… poi ci stanno 7 euro d’interessi … inc. … no 15mila euro di interessi … no … 96 … 14mila euro di interessi … ohì Pè … sono 30mila … inc. … sono 30mila… quello li da in mano … quello (SANNINO Vincenzo) li passa a un’azienda delle mattonelle … hai capito che fa? inc. … io quei soldi…. ohì Pè…. se esce il fatto sono 80mila euro … 10 ciascuno… i compagni nostri… e fossero 60…. abbiamo fatto un 10mila euro per uno inc.. inc… un 20mila euro… e diamo qualcosa a FRANCHETIELLO 10mila euro! 246 Il coinvolgimento di Sannino Vincenzo, e la sua piena consapevolezza circa la connotazione mafiosa dell’operazione, è palese anche alla luce del contenuto della conversazione che segue, nonché di quelle successive riportate in sequenza: Conversazione n. 47 ore 18.38 del 12.05.2009 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi) e CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Sintesi: Sono assieme SASSO Giovanni e CALIENDO Peppe. SASSO Giovanni parla dei suoi progetti di come investire i suoi risparmi e dell’intenzione di comprare terreni. Al riguardo Giovanni precisa che, se non ce la fa a pagare con i risparmi che ha, altri soldi li può racimolare da un’altra situazione di recupero credito, per un ammontare di circa 250 mila euro, dove lui è stato chiamato ad intervenire con la promessa di una lauta ricompensa, non inferiore ai 50 mila euro. Poi parlano ancora una volta del recupero credito che stanno portando avanti nei riguardi di GUASTAFIERRO Giovanni specificando che, a tal proposito, Vincenzo SANNINO (titolare del negozio di ceramiche), alla fin fine i soldi non li perderà, anche grazie all’intervento di SASSO e di CALIENDO. Poi i due continuano a parlare di SANNINO Vincenzo e prendono a tesserne le lodi descrivendolo come persona ben inserita negli ambienti criminali che sa come comportarsi. A conferma Giovanni racconta a Peppe che Enzo è stato tra coloro che hanno favorito la fuga, e quindi la latitanza, di ANASTASIO Michele, elemento di spicco dell’omonimo clan operante in Sant’Anastasia capeggiato dal fratello Aniello. Inoltre Enzuccio SANNINO ha dato la sua piena disponibilità per aiutare SASSO a concludere un affare immobiliare, di costruzione o ristrutturazione di uno stabile, offrendo la fornitura del materiale occorrente per il completamento dei lavori. TRASCRIZIONE Peppe: ho pigliato la terra … inc. …? Sasso: ma io 40-50mila euro li tengo … tengo già 30mila euro di assegni a terra ohì Pè! scadono mese, mese … un’altra trentina li prendo con questa roba che voglio vendere … mi senti? e sono 60mila euro … che può capitare … quando inc. 100mila euro? 40mila euro in un paio d’anni non ce li do …!! che può capitare non va niente più buono?… per pagarcelo? Peppe: inc. … Sasso: no … ma io metto in moto già un altro lavoro … sempre di RECUPERARE! Peppe: sempre a questo? Sasso: a un altro ancora!! UN SERVIZIELLO DI 250 BABA’ metà a lui e metà … inc. … Peppe: con questo avete fatto il patto metà e metà? Sasso: non abbiamo fatto il patto … disse un bel regalo … vediamo tutto quello che recuperiamo … vediamo come… comunque da 50 a salire … Peppe: non è che volesse fare 10mila euro questo? Sasso: di che? là sono 12mila euro…. Peppe: 12mila euro … Giovà la cosa buona 300 (aut 100) se li piglia lui … inc… come deve fare Giovà! Sasso: come? Peppe: i 300 se li è presi! e il dispari ce li deve dare a noi! Sasso: no ma quello Enzuccio non ti preoccupare, Enzuccio sa fare … Peppe: lo so! Sasso: Enzuccio piglia 100 inc. … in mano … e quegli altri 100 … inc. … Peppe: tutti quanti a noi … Sasso: tutti quanti a noi … Peppe: Francuccio … pure il macellaio… Sasso: Francuccio … (PAPARO Francesco) Giruzzo e Enzuccio… insieme! ed a noi ci danno … Peppe: perché già la bella figura l’ha fatta …inc. … Sasso: eh… Peppe: già ha fatto bella figura … Sasso: Enzuccio? Peppe: quello Enzuccio i soldi non li perde … inc. …vede per i compagni … inc. … Sasso: quello adesso sta nel pallone … sta nel pallone… Peppe: inc. … da Ciruzzo … vedi se … inc. … di Ciruzzo inc. … (risentire 02.40) 247 Sasso: Peppe: Sasso: no, stanno sempre assieme … Enzuccio è un ragazzo … lo so!! “fatebenefratelli” … scatenato, scatenato … Enzuccio ne ha fatto andare a Michele69 il fratello di Aniello, lo fece andare in Venezuela, se ne scappò, hai capito, se ne scappò … - fruscii Peppe: inc. … Sasso: un'altra operazione … inc. … ci ho parlato, sono usciti i soldi … e quando si prende quella proprietà … inc. … Peppe: Enzuccio che ha detto? Sasso: Enzuccio … ha detto: “inc. … fai l’operazione, facciamo tutto cose, caccio io il materiale …” Peppe: Giovà! io sono contento di una cosa … ho guadagnato con le rigiole … (mattonelle) ho risparmiato la manomessa delle rigiole … 600 metri a 10 euro sono 6mila euro … a 10 euro, quanto lo fanno glia altri … inc. … Sasso: come la faccia mia io sono stato uno stronzo a non … ma perché tu dicevi che la dovevi fare il balcone… e io perciò non te l’ho mai detto I due continuano a parlare dei lavori che Peppe Zuzzella sta facendo nella costruzione della casa. Peppe fa riferimento ai cattivi rapporti con un vicino di proprietà, probabilmente, un suo stretto parente. Telefonata n. 451 intercettata il 13/05/2009 alle ore 09.19, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 339.1241773, intestata a SANNINO Ciro, nato a Napoli il 06.11.1980, in uso a Ciro. Sintesi: La conversazione tra Ciro e Giovanni è leggermente codificata ma si può ragionevolmente inquadrarla in una vicenda relativa all’interessamento di Giovanni per risolvere un problema a tale Enzo, probabilmente fratello di Ciro, per il quale a Giovanni deve essere riconosciuto un ritorno economico. Interlocutori: SASSO Giovanni e Ciro Ciro: Giovanni … buongiorno … sono Ciro … Giovanni: uè Ciro … dimmi … Ciro: buongiorno … scusate che vi disturbo Giovanni: no … no … quando mai … Ciro: che vi volevo dire … tutto a posto? Giovanni: si … penso che tuo cugino te l’ha detto … Ciro: no … non l’ho visto Giannino … sto al corso Malta … ieri sera non ci sono stato … non mi sono visto proprio con lui … so solo che ha detto “Tutto a posto … poi parliamo da vicino” … però mi volevo incontrare con voi per sapere … a voi tutto a posto? … dico … vi siete messi d’accordo? Giovanni: si … si … si … tutto a posto Ciro: eh … dico … pure per voi? Giovanni: no … no … questo mo’ se lo vede Enzo … Ciro: e allora vediamoci un momento pure noi che … mi regolo anche io nel parlare .. dico … “Dobbiamo fare così con Giovanni” … fatemi capire come dobbiamo fare e facciamo Giovanni: va bene … e ci vediamo oggi allora? Ciro: perché questa cosa qua … non voglio che dovete rimanere male … quello che voi dite quello si deve fare Giovanni: senti io penso che tuo fratello … ci vediamo oggi da vicino … Ciro: se ci vediamo un attimo così ci parlo anch’io con Enzuccio … mi capite o no? Giovanni: oggi pomeriggio ci vediamo da vicino Ciro: Enzuccio non sbaglia non sbaglia … però è meglio che esprimete voi come si deve fare … capito? Giovanni: va bene … ci vediamo oggi? Ciro: vi aspetto Giovanni: ok Si salutano 69 Il riferimento è sicuramente ad Anastasio Michele, estradato in Italia il 02.04.2007 da Caracas, dove era stato arrestato dopo una latitanza ultradecennale, il quale ha effettivamente un fratello di nome Aniello. 248 Telefonata n. 744 intercettata il 17/05/2009 alle ore 09.45, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 081.8971280, intestata a PAPARO Francesco - c.f. PPRFNC60S19G795R (nato a Pollena Trocchia il 19.11.1960) - corso Umberto I n. 50 Pollena Trocchia, in uso a Franco (Franchitiello il macellaio). Sintesi: Giovanni chiede a Franco di chiamare Ciruzzo il quale, a sua volta, deve chiamare Enzuccio per farlo andare presso la macelleria dove Giovanni si porterà a breve per dirgli una cosa. (È un tortuosa quanto sospetta procedura per prendere appuntamento con qualcuno. L’incontro con Enzuccio potrebbe essere in relazione al contenuto della telefonata 451). Telefonata n. 1786 intercettata il 03/06/2009 alle ore 11.38, sull’utenza 393.6306465 (decreto 2431/09) in entrata dall’utenza 335.8386045, intestata a “GLAD s.r.l.”, in uso a ANNUNZIATA Gennaro, detto Gianni aut Giovanni, soprannominato “Seghino”, da Salvatore e da MASTANDREA Addolorata, nato a San Giuseppe Vesuviano il 28.03.1951, ivi residente alla via San Leonardo n. 56. Sintesi: Gianni ANNUNZIATA in una precedente telefonata aveva chiesto un incontro a Giovanni ma questi aveva risposto che era impegnato per una commissione da fare. Nella presente telefonata Gianni chiede a Giovanni dove deve andare e SASSO risponde che sta andando a Scafati a fare un servizio. Qualificazione giuridica e ruoli Dunque il contesto giuridico è quello sopra evidenziato, in virtù del quale nell’ipotesi in esame lo schema negoziale dell’obbligazione originaria è totalmente stravolto e distorto in una mera, violenta ed intimidatoria imposizione di vantaggi ingiusti a favore dei soggetti che operando sotto lo schema dell’esercizio del credito, mirano ad ottenere vantaggi ingiusti per l’organizzazione camorristica. Sono evidenti i gravi indizi di colpevolezza a carico di Sasso Giovanni, Caliendo Giuseppe, Matrone Franco e Sannino Vincenzo. Ed invero, Sasso Giovanni, Caliendo Giuseppe e Matrone Franco hanno posto in essere - “in diretta” - le minacce nei confronti di Guastafierro che poi commentavano con espressioni dal valore probatorio assolutamente inequivocabile; nello stesso modo i due si soffermavano anche sui vantaggi che avrebbero tratto dall’imposizione. Sannino Vincenzo emerge come: colui che aveva cercato l’intervento di Sasso e di Giovanni (in quanto vicino al creditore Pasquale) e li ha indirizzati verso il Guastafierro ( v. Conversazione n. 10 del 07.05.2009 ore 10.58 ); colui che successivamente alla definizione del “regolamento” aveva operato la ricezione dei titoli da parte del debitore ed il loro cambio in denaro liquido da consegnare a Sasso e Caliendo. Sul punto si ritiene utile riportare nuovamente un passo della intercettazione nr. 44 del 12.5.09 : Sasso: gli assegni!!! il pagamento in assegno … però … abbiamo messo di più e li fa cambiare a Enzuccio …!!! Li fa cambiare … Peppe: inc. … Sasso: come? Peppe: inc. … Sasso: no … li fa cambiare Peppe: ce li da un 10mila euro … (si sovrappongono le voci) SASSO: no … li fa cambiare ENZO … Peppe: Giovà, quanto abbuschiamo (guadagniamo) … inc. …?? Sasso: dovremmo abbuscare la metà dei soldi… però una cosa a GIRUZZO… a FRANCHETIELLO e a ENZUCCIO… ce li vogliamo dare?! Peppe: li facciamo 10-15mila euro ciascuno? quando li facciamo? Sasso: come!! Peppe: e stiamo a posto! io mi pago le mattonelle Giovà!! (CALIENDO Giovanni sta ampliando una casa) Sasso: io me li porto a casa … anzi mi vado a comprare la macchina del figlio di Patanella … Peppe: Giovà io li devo dare porti i soldi a inc… poi lo devo pagare a Enzuccio? Sasso: e va bene … a Enzuccio ci puoi dare anche l’assegno….!! Peppe: inc. … 249 Sasso: no … ma quello Enzuccio ci dà i soldi a noi, non ci dà gli assegni … gli assegni li fa cambiare tutti a inc… E’ evidente altresì l’utilizzo del metodo camorristico utilizzato ed il vantaggio per l’associazione camorristica che deriva da tale condotte. 4.1.c.CAPO D La vicenda estorsiva subita da Aliberti Aniello. Berardo Striano La vicenda estorsiva è stata ricostruita prendendo spunto dal contenuto delle conversazioni tra presenti effettuate nei confronti di Sasso Giovanni, che provano la commissione ad opera dei vertici del clan Fabbrocino di un’estorsione perpetrata alcuni anni prima in pregiudizio dell’imprenditore Aliberti Aniello, già presidente della squadra calcio Salernitana e proprietario di imprese specializzate nella produzione e trasformazione di cereali. La lettura dei brani rivela, in particolare, che l’imprenditore aveva subito una forte pressione vessatoria ad opera di esponenti del clan Fabbrocino del calibro, in un primo momento di Bonavita Luigi Antonio, e, in un momento successivo, dei fratelli Domenico e Berardo Striano. Gli elementi, inequivocabili, forniti dal contenuto delle frasi scambiate fra gli indagati Sasso Giovanni e Annunziata Gennaro vanno letti unitamente agli elementi investigativi emersi nell’ambito dell’attività di indagine e che hanno costituito il materiale probatorio su cui è fondata la sentenza n. 1878/07 emessa dal GUP presso il Tribunale di Napoli in data 1.6.2007, divenuta definitiva, in forza della quale, peraltro, lo stesso Striano Berardo è stato condannato per il delitto di cui all’art. 416 bis c.p., nonché in relazione a condotte estrosive. Gli stessi elementi sono sostanzialmente posti a fondamento anche della sentenza n. 1948/09 emessa in data 18.12.2009 dal Tribunale di Nola. In quel contesto investigativo, in particolare, erano state registrate alcune conversazioni che attestavano l’esistenza di contatti – ricondotti dall’Accusa a rapporti di natura estorsiva – tra Catapano Giuseppe, Caldarelli Giuseppe e Boccia Franco da un lato e Aliperti Aniello dall’altra. Nel corso dell’istruttoria dibattimentale celebratasi dinanzi al Tribunale di Nola nel processo poi conclusosi con la sentenza n. 1948/09 del 18.12.2009, Aliperti Aniello, escusso in qualità di testimone, ammetteva di avere operato dazioni di denaro a favore di Striano Berardo, ma riconduceva la ragione delle stesse a motivi di cortesia fornendo, sebbene sollecitamente invitato dall’ufficio di Presidenza a non rendere dichiarazioni false e/o reticenti, una chiave di lettura del tutto priva di significato logico, sintomatica, piuttosto, di un palese atteggiamento omertoso 70. 70 Si riportano a titolo esemplificativo stralci del verbale reso in sede dibattimentale; udienza del 9.11.07 ( proc. a carico di Fabbrocino Mario + altri nr 1318/07); “P.M.: - Ha conosciuto i fratelli Striano Domenico e Berardo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, li conosco in quanto nativi anch'essi di San Giuseppe Vesuviano e quindi da vecchia data li ho sempre conosciuti. P.M.: - Lei è di San Giuseppe Vesuviano? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, sono nato lì. P.M.: - Conosce Francesco Boccia il figlio di Saverio? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Certo. P.M.: - Per quale motivo ha avuto modo di conoscerlo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - L'ho conosciuto perché avevo avuto un rapporto con il padre Saverio Boccia che era un imprenditore nel settore dell'abbigliamento di San Giuseppe che in un momento di difficoltà insieme a altri amici mi richiese un aiuto economico perché l'attività non andava molto bene e quindi... P.M.: - Fu Boccia a chiederlo a lei? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, tramite un altro imprenditore di San Giuseppe. P.M.: - Comunque lei fu oggetto della richiesta di aiuto non fu lei a chiedere aiuto? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, fu Boccia che si era rivolto già ad un mio conoscente e amico Gianni Annunziata che messi insieme dice siamo in due o tre diamogli una mano, ha un momento di difficoltà economica se possiamo aiutarlo. P.M.: - Gianni Annunziata titolare di quale attività imprenditoriale? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Gianni Annunziata si chiama proprio Gianni Annunziata S.p.a. biancheria, abbigliamento anch'esso diciamo un campo più vicino a quello di Boccia. 250 P.M.: - È la persona che viene chiamato Seghino come soprannome? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, Gianni Annunziata. P.M.: - Lei ha poi mai più incontrato Francesco Boccia? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, come no! P.M.: - Frequentemente? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Abitualmente, quando ci si vedeva nel paese al caffè, al bar. P.M.: - Le è capitato di incontrarlo insieme a Berardo Striano? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì. P.M.: - Vuole raccontare l'episodio, c'è stato un episodio o in più occasioni lei lo ha incontrato insieme? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Insieme c'è stato l'episodio di questo diciamo invito a cena praticamente al quale ero stato invitato e poi si è fatta questa cena. P.M.: - Chi la invitò? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Striano Berardo. P.M.: - Lui personalmente la invitò? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì. P.M.: - Ed alla cena chi era presente? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Eravamo io, lui e Boccia. P.M.: - Ma lei aveva prestato soldi anche a Striano Berardo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Mi fece una richiesta di un prestito nel 2004 ritengo. P.M.: - E lei la soddisfò? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, ho detto che non era nelle mie possibilità in quel momento di poter aderire ad una cifra così consistente. P.M.: - Perché quanto era la cifra? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Circa 150.000,00 euro però che mi era stato richiesto come aiuto economico ma non potevo in quel momento soddisfare una richiesta del genere e dissi ''quello che potrò fare nel tempo, non so? Vedrò, per quello che posso fare cercherò di darti una mano''. P.M.: - Lei conosceva come dire? Le vicende giudiziarie di Striano Berardo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Le vicende giudiziarie sempre da quello che ho sempre appreso da i mezzi di informazione, giornali, Tv o quant'altro, nei miei confronti onestamente e nell'ambito del paese non ho mai potuto riscontrare né nei miei confronti particolarmente dei comportamenti o di violenza o di prepotenza chiamiamoli così. P.M.: - Ma al di là di questa sua risposta negativa iniziale circa il prestito di 150.000,00 euro poi lei ha dato soldi a Striano Berardo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Si, si è tradotto poi il tutto credo in un qualcosa di tra i 20 e 30.000,00 euro sostanzialmente. P.M.: - Dati in che modo, con che modalità, in che periodo? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Il periodo stiamo parlando a cavallo del il 2004 e 2005, forse tra gennaio – febbraio del 2005, vado un po' ad orecchio non ho certezza delle date ed a seconda delle mie disponibilità insomma, cose che avevo ben precisato e non avevo assunto alcun impegno in tal senso dico ''quando e come avrò disponibilità economica di fare questa cosa la farò''. P.M.: - Ma erano state pattuite anche delle modalità di restituzione della somma o era un prestito...? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, un prestito... a parte che non era stata nemmeno pattuita la cifra iniziale di quanto dovesse essere quindi non potevo stabilire nemmeno una restituzione trattandosi poi in quel frangente di cifre abbastanza contenute dico ''poi quando sarà il momento che potrai restituirmi''... P.M.: - Lei praticamente ha dato a Striano, consegnato a Striano somme per 5-10.000,00 euro? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, tra i 20 ed i 30 mila. P.M.: - Ogni volta 20 e i 30 mila? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, è il totale, magari erano 5.000,00 euro una volta, 6.000 un'altra volta di questa entità qui secondo la mia disponibilità del momento che potevo. P.M.: - Erano a fondo perduto? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - A fondo perduto no, c'è una richiesta di prestito che mi era stata fatta e che ritengo potesse essere soddisfatta in futuro amichevolmente chiamiamolo così, non c'era un patto scritto o rilascio di assegni o cambiali o un assegno o qualche cosa del genere assolutamente, diciamo così a forma libera per quello che mi sarebbe stato restituito sicuramente successivamente. Spero. P.M.: - Ma c'era una ragione particolare per la quale lei intese dare seguito a questa richiesta di Striano? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No. P.M.: - Lei ha detto che erano importi contenuti ma erano pur sempre dei soldi che lei perdeva, non credo che stiamo di fronte... DICH. ALIBERTI ANIELLO: - No, sicuramente non erano importi... P.M.: - Tenga conto che lei sta facendo dichiarazioni in pubblica udienza per cui se in pubblica udienza sappiamo che lei è il novello babbo natale domani lei si trova bombardato di richieste per questi importi! 251 DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sicuramente no. Non è che chiunque può... non faccio la banca né tantomeno il finanziere, non è un mestiere che mi riguarda assolutamente. P.M.: - Né percepiva interessi su queste somme? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Assolutamente. P.M.: - Allora c'è una ragione per la quale lei tutto sommato disse si tratta di piccoli importi mò glieli faccio avere? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Più rapporti di paese, bisogna leggerli un po' nel contesto dove viviamo e c'era bisogno di questa mano ed alle volte spontaneamente, tranquillamente tra persone che si conoscono anche se non c'era una frequentazione si poteva. P.M.: - Le ricordo che lei quando lei fu sentito dal personale della DIA di Napoli il 5 giugno dell'anno 2006 dichiarò: "Preciso che quando mi venne chiesta la somma di 150.000,00 euro non chiesi in quanto tempo mi venisse restituita la stessa somma di danaro in quanto Striano Berardo mi riferì testualmente: quando sarò in condizioni te li restituirò. A ciò ho aderito senza fare altre richieste in quanto conosco lo spessore malavitoso di Striano Berardo anche perché spesso leggevo dai giornali le sue vicissitudini camorristiche da dove apprendevo tra l'altro che lo stesso era inserito in un sodalizio criminoso capeggiato da Fabbrocino Mario. In seguito all'arresto di Striano Berardo - parliamo del 5 giugno quindi da poco tempo era stato arrestato - che ho appreso attraverso la lettura dei quotidiani non sono stato contattato da nessun altro per il pagamento della somma pattuita". Ci può essere anche questa ragione nel momento in cui lei non oppose...? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Nel caso specifico, le ripeto, violenza o tentativo di ottenerli... P.: - Io ho l'obbligo di ricordarle che lei si è impegnato a dire la verità ed a dire tutto quello che è sua conoscenza. La domanda del Pubblico Ministero è un'altra non ci giriamo intorno, non le ha chiesto se ha usato violenza le ha semplicemente ricordato quello che lei ha dichiarato qualche tempo fa quando probabilmente la memoria era più fresca del fatto ed è una circostanza molto chiara e precisa non c'è bisogno di spiegazioni lei deve semplicemente dire se era così o no, cioè se la motivazione sottostante alla sua dazione di denaro quindi all'accettazione da parte sua del prestito, della richiesta di prestito era questa. Non abbiamo detto se le modalità, non ha chiesto il Pubblico Ministero se le modalità erano violente di richiesta semplicemente se conferma che lei sapeva di questa situazione? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sapevo della situazione di queste cose giornalistiche e di stampa sicuramente le sapevo e le confermo. P.M.: - Il senso di quello che lei dice è quando viene questa richiesta io sapendo che era così dico va bene, mò te li do tanto sono piccole somme sapendo che comunque era una persona inserita in un contesto criminale. Questo è quello che lei ha dichiarato. DICH. ALIBERTI ANIELLO: - L'influenza del personaggio legato al tipo di attività che svolgeva onestamente in quel caso non mi ha pesato, l'avrei fatto comunque. P.M.: - Comunque con chiunque? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Comunque con chiunque è un conto se mi viene a chiedere 5.000,00 euro e posso darglieli perché bisogna vedere pure poi... in quel momento in particolare non sono andato oltre anche per le mie difficoltà economiche che sono sopravvenute dopo per altri motivi e quindi sicuramente non ho potuto neanche più fare fronte ma non certamente chiunque bussa alla mia porta sono lì pronto, non è un lavoro mio. P.M.: - Appunto. DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Faccio il mio lavoro. Certamente una persona che conoscevo e dalle cronache giornalistiche giravano queste notizie ma onestamente se dovessi dire in virtù di questo ho fatto questo, certo ho soppesato un po' tutta la situazione generale. P.M.: - E in questo giudizio di valutazione, in questo soppesare ha avuto un margine di peso anche la storia, la storia del personaggio, un po' la conoscenza che lei aveva come personaggio di San Gennaro, il fatto che era stato arrestato con Mario Fabbrocino nel '96 in Germania insomma una serie di fatti che in paese, come dice lei, si sa tutto e il contrario di tutto? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - A un peso relativo. P.M.: - Queste cifre di questi importi di 5-10.000,00 lei li ha consegnati materialmente a chi? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - A Boccia Francesco. P.M.: - È mai capitato che Boccia la chiamasse per chiederle questo pagamento? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Sì, certamente perché le ripeto in base al fatto che non avevo dato né una data certa né un importo ben preciso da corrispondere un po' tutto sul vago ovviamente avevo chiesto a Francesco ''magari mi fai qualche colpo di telefono per capire quando, se e come e posso aderire a questa situazione'' nulla di più. Quindi magari mi telefonava per chiedere se poteva venirmi a trovare per poter fare quella situazione. P.M.: - Con che cadenza l'ha chiamato? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Una cosa un po' anche difficile da stabilire per il fatto che spesso non è che ero in azienda, uscivo sempre in giro. P.M.: - Tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi, tutti gli anni? Ogni sei mesi? DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Una volta al mese, 20 giorni un po' come capitava. P.M.: - 20 - 30 giorni? 252 In ogni caso, dal contenuto della testimonianza resa da Aliperti Aniello si evince che : - Striano Berardo aveva avanzato una richiesta di prestito per 150.000 euro, convocando il suo potenziale finanziatore presso un ristorante; - Aliperti Aniello aveva erogato un prestito per complessivi 30.000 ! versando, con cadenza di fatto mensile, diverse tranches di importo pari a circa ! 5000 ciascuna; - Boccia Francesco era stato il soggetto incaricato per la riscossione delle somme destinate a Striano; - Aliberti e Boccia avevano un rapporto di stretta e intima conoscenza con l’imprenditore Annunziata Gennaro, noto come Gianni ovvero “seghino”. Il maldestro tentativo di Aliperti Aniello di conferire carattere lecito a un’operazione che, invece, presenta tutte le caratteristiche di una pretesa estorsiva è, peraltro, smentito dal contenuto delle conversazioni di seguito riportate. Ed invero, nel raccontarsi reciprocamente le vicende passate, entrambi gli interlocutori – Sasso Giovanni e Annunziata Gennaro - indicavano l’esistenza di una vera e propria estorsione ( una “tassa” esattamente di 5.000 ! mensili) perpetrata da parte dei fratelli Striano (e prima di essi dal Bonavita Luigi, detto o’ parigino, scomparso per lupara bianca per evidente punizione interna al clan Fabbrocino ) ed interrotta solo dall’intervento autoritario del Fabbrocino Mario. La cadenza mensile della corresponsione assicurata da Aliperti, nonché la circostanza che le dazioni si fossero interrotte per volontà del capo clan rendono palese la matrice estorsiva del rapporto che, invece, Aliperti, come si è visto, nel corso della sua testimonianza, ha imputato a elargizioni spontanee frutto del suo desiderio di aiutare soggetti nell’ambito di quelli che egli stesso definiva “rapporti di paese”, utilizzando un’espressione che probabilmente in maniera involontaria tradiva il vero motivo della sua decisione di assecondare la richiesta ricevuta. La reale natura della richiesta è confermata dalla caratura fondamentale dei due interlocutori e dalle seguenti circostanze: - Annunziata Gennaro, oltre che intraneo al clan, è amico e conoscente di Aliberti, per ammissione (allora considerata evidentemente “neutrale” alla mente di chi l’ha proferita) dello stesso Aliberti resa all’udienza in cui lo stesso fu sentito come teste; - Sasso Giovanni si è già dimostrato a conoscenza degli affari interni del clan e raccontava la scena della riunione al quale erano presenti Fabbrocino Mario e Bifulco Biagio con una vividezza nel ricordo dei particolari e degli elementi di dettaglio, tale da rendere il suo racconto certamente attendibile e corrispondente al vero. Si riportano di seguito le conversazioni prese in esame e intercettate nell’ambito della attività di indagine posta a fondamento della presente ordinanza , unitamente ai commenti operati dalla p.g. che contengono le considerazioni in forza delle quali è possibile attribuire identità certa alle persone di cui si parlava nel corso dei dialoghi: Conversazione n. 256 del 23.06.2009 ore 10,22 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. Sintesi: Gianni Annunziata e Giovanni Sasso sono in macchina. Dando entrambi una clamorosa dimostrazione dell’ottima conoscenza che hanno degli affari del clan FABBROCINO, i due parlano dei fratelli Domenico e Berardo STRIANO e di BONAVITA Luigi. Nello specifico parlano di un’estorsione cui era stato sottoposto tale Nellino (da identificare nel noto industriale, produttore di cereali ALIBERTI Aniello nato a S. Giuseppe Vesuviano il 27.07.1957) da parte di BONAVITA Luigi Antonio, qui indicato semplicemente con il soprannome, il quale aveva imposto una tangente di 5.000 euro mensili. Successivamente alla scomparsa di BONAVITA, l’estorsione è stata proseguita dai fratelli Domenico e Berardo STRIANO i quali hanno ritenuto di proseguire l’attività impositiva già avviata da BONAVITA Luigi Antonio. SASSO Giovanni e Gianni ANNUNZIATA commentano l’evolversi della situazione allorquando nella vicenda è intervenuto il DICH. ALIBERTI ANIELLO: - Magari mi chiamava ed io non c'ero perché ero fuori e poi si rimandava a quando poi c'ero e ero disponibile per la cosa, delle cadenze fisse non c'erano. 253 “masto” opponendo il suo decisivo ed insindacabile veto a che Nellino continuasse a pagare quella tangente. Nella circostanza i due colloquianti sono d’accordo nel ritenere che STRIANO Berardo, che stava iniziando a fare le stesse cose che aveva fatto BONAVITA, si sia salvato in extremis in quanto, conformandosi ai voleri del “masto”, ha scongiurato il pericolo di farsi “il viaggio di nozze” (“ma quello si è salvato in extremis, per quel servizio... altrimenti …omissis… altrimenti lo portava a fare il “viaggio di nozze”). La vicenda narrata da SASSO ed ANNUNZIATA, seppur raccontata nominando i rispettivi protagonisti con nomignoli o soprannomi, è perfettamente chiara anche perché rappresenta una clamorosa conferma ad alcune risultanze investigative emerse nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata “FINALE”, iscritta al p.p. 86429/00. Nel corso di intercettazioni ambientali effettuate all’interno dei locali della ditta “LAMA SUD” riconducibile ai f.lli Domenico e Berardo STRIANO (decreto 1132/05) era emerso che ALIBERTI Aniello era sottoposto ad estorsione, per una cifra molto alta, ad opera proprio di Berardo STRIANO. Successivamente, su delega della DDA di Napoli, ALIBERTI Aniello è stato escusso a sommarie informazioni in ordine alle vicende che emergevano dalle citate intercettazioni ambientali (cfr verbale del 5/6/2006) ed in quella sede l’imprenditore, pur confermando di aver versato una consistente somma di denaro a STRIANO Berardo per il tramite di BOCCIA Francesco (arrestato per aver favorito la latitanza del boss Mario FABBROICINO ospitandolo a casa sua dove fu catturato), negò di essere sottoposto ad estorsione ed asserì che quei soldi rappresentavano solo una forma di prestito che STRIANO gli aveva chiesto con l’impegno di restituirli, anche se poi quest’impegno non è mai stato rispettato. Tenuto conto delle risultanze emerse dall’operazione “FINALE”, la conversazione ambientale intercettata tra SASSO ed ANNUNZIATA risulta molto più intellegibile e fornisce una clamorosa conferma dell’effettiva esistenza di un’estorsione praticata in danno di ALIBERTI Aniello, prima da BONAVITA Luigi Antonio e poi dai f.lli STRIANO. Ma non solo. Dal colloquio tra SASSO ed ANNUNZIATA emerge un fatto nuovo rispetto alle risultanze già acquisite all’epoca rappresentato dall’intervento nella vicenda estorsiva del “masto” che ha posto l’out out a STRIANO Berardo imponendogli di cessare l’imposizione estorsiva nei riguardi di Nellino. Tenuto conto del termine adottato da SASSO è fin troppo evidente che il riferimento è fatto al boss assoluto Mario FABBROCINO non foss’altro perché, tra le gerarchie del clan, era l’unico che poteva imporsi così perentoriamente con STRIANO Berardo, il cui carisma e la cui importanza all’interno del clan lo collocano in posizione di vertice, subordinata solo allo stesso Mario FABBROCINO. Di conseguenza si appalesano in modo fin troppo evidente le bugie dette in sede di sommarie informazioni da ALIBERTI Aniello il quale, non solo ha negato di essere stato sottoposto a richieste estorsive da parte di STRIANO Berardo, ma ha anche sottaciuto l’intervento in suo favore fatto da Mario FABBROCINO. Ovviamente restano da verificare i veri moventi che hanno indotto Mario FABBROCINO a comportarsi in tal modo verso ALIBERTI Aniello, potendosi tuttavia escludere a priori che il boss abbia agito in ossequio ad una poco credibile nobiltà d’animo. Da ultimo l’intercettazione tra SASSO ed ANNUNZIATA fornisce una conferma, seppur implicita, all’assunto secondo cui BONAVITA Luigi Antonio è stato fatto scomparire perché si era ribellato ai voleri del capo. Lo si deduce dal commento che fanno in ordine a STRIANO Berardo che si è salvato in extremis in quanto, conformandosi immediatamente ai dettami di Mario FABBROCINO, ha evitato di farsi il “viaggio di nozze” che già si era fatto BONAVITA Luigi Antonio. da pos. 5.58 Gianni Annunziata: inc. ... Giovanni Sasso: ...l’ho incontrato tre, quattro volte da voi, vi siete scordato? ...a parte il fatto che quello gli faceva 5 mila euro ... inc. ... ogni mese. Andò il MASTO e disse “E chi ha detto che deve pagare questa tassa?” Disse: “chi l’ha detto che deve pagare” ...perché quella era una cosa di “Parigi” (estorsione pagata a BONAVITA Luigi detto ò parigino) e la voleva portare avanti Berardo... (STRIANO Berardo) … inc. ... Gianni Annunziata: inc. … dico un'altra volta..! Giovanni Sasso: “E chi l’ha detto!”, ha fatto le stesse cose, lo sapevo... ma quello si è salvato in extremis, per quel servizio... altrimenti (al riguardo, si fa rimanda all’informativa pari categoria di prot. 925 del 10.05.2006, relativa alla scomparsa di BONAVITA Luigi, laddove si fa riferimento alle responsabilità di STRIANO Berardo) Gianni Annunziata: eh bravo! Giovanni Sasso: ...altrimenti lo portava a fare il “viaggio di nozze” inc. …!! Gianni Annunziata: lo sai eh? Giovanni Sasso: come, non lo so! Gianni Annunziata: ... inc. ... 254 Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: Giovanni Sasso: Gianni Annunziata Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: Giovanni Sasso: Gianni Annunziata: io ho avuto tutte le spiegazioni, ... quello che è morto era una cosa che non si aveva idea!!! (Gianni ANNNUNZIATA fa riferimento a STRIANO Domenico, nato a S. Giuseppe Vesuviano il 04.10.1957, deceduto per cause naturali il 14.07.2006) prima , prima non era così! ...no, quello che è morto è stato sempre così, quello che e morto è stato sempre così, l’altro... (l’altro è inteso il fratello Striano Berardo) no, no,...io parlo del “Parigi”...(Giovanni Sasso corregge Annunziata dicendo che lui si riferiva a Parigi inteso o’ Parigino: BONAVITA Luigi scomparso) ah...si, si, ma anche il “salame” (inteso o’ salamino alias della famiglia Striano) … il vivo e non era così (Striano Berardo nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 23.05.1962) disse “il masto” e chi ha detto che questa tassa.. ora ci vuole!! disse voi non dovete dare più niente a nessuno!! ah...lo chiamò? Eh! Stavi tu avanti? Pure tu? no, a me mi è stato riferito ... inc. ... dice “NELLINO cacciava così… è stato deciso che non deve cacciare niente!!! perché qua le tasse non siamo mica il governo noi che dobbiamo mettere le tasse!” ... inc. ... Conversazione n. 308 del 02.07.2009 ore 10.22 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); ANNUNZIATA Gennaro fu Salvatore, nato a San Giuseppe Vesuviano (NA) il 28.03.1951 ed ivi residente alla via San Leonardo n. 43, meglio conosciuto come "Gianni" e con il sopranome "Seghino", imprenditore. Gino Converso che si identifica per CONVERSO Luigi nato ad Avellino il 09.08.1944 – interlocutore abituale del citato ANNUNZIATA Gennaro sull’utenza 3358386045 – decreto 2704/09. Sintesi: Si tratta di una lunga conversazione tra SASSO Giovanni, Gianni ANNUNZIATA ed un amico di costui Gino CONVERSO. I tre parlano di svariati argomenti alcuni dei quali futili ma moltissimi rivestono un’importanza investigativa notevole giacché consentono di consacrare alcuni schiaccianti elementi di reità in capo agli stessi SASSO ed ANNUNZIATA, nonché ad altri personaggi tirati in ballo a vario titolo. Nel prosieguo della conversazione, SASSO Giovanni racconta anche a Gino CONVERSO la situazione che ha visto vittima ALIBERTI Aniello, di cui si è già parlato nella conversazione n. 256. In questa sede SASSO Giovanni specifica ancora meglio i termini della vicenda dicendo che il veto a che l’imprenditore continuasse a pagare l’esosa tangente è stato posto congiuntamente da Mario FABBROCINO e da BIFULCO Biagio, i quali comunicarono la loro decisione nel corso di una riunione alla quale era presente anche colui che stava estorcendo ALIBERTI Aniello, vale a dire STRIANO Berardo. … omissis … Trascrizione … omissis … SASSO stava uno qua giù… che paga 5mila euro al mese… 5 al mese… ve lo dissi no … è un compariello dei vostri … NELLINO… (probabilmente l’imprenditore ALIBERTI Aniello fu Romualdo e di Paolillo Antonietta, nato a San Giuseppe Vesuviano il 27.07.1957 ed ivi residente alla via Astalonga n.132, ex presidente della Salernitana Calcio e amministratore della società AGRIA S.p.a.) GIANNI: ah… sì!! SASSO: piglia sopra a una tavola … MARIO E BIAGIO (FABBROCINO Mario e BIFULCO Biagio) …lo sentirono… dissero come… inc. … “e che ve lo hanno lasciato per eredità…??” GINO: 5mila euro al mese…. 255 SASSO: QUESTA ERA TUTTA OPERA DEL PARIGINO (BONAVITA Luigi Antonio) E CHE UN ALTRO VOLEVA PORTARE AVANTI… (la conversazione è correlata alla n.256 del 23.6.2006 laddove SASSO racconta ad ANNUNZIATA Gennaro il fatto che le estorsioni praticate dal “parigino” le voleva proseguire STRIANO Berardo) DISSE … “MA CHE TE LO HA LASCIATO PER EREDITÀ TUO NONNO CHE TU TI DEVI PRENDERE 5MILA EURO AL MESE…. MA TI APPARTENEVA IL PARIGINO CHE… TU DOPO TI DOVEVI PRENDERE… IL PARIGINO ERA UN FETENTE E TU VUOI ESSERE UN FETENTE COME LUI?!…” CHIAMARONO A NELLINO … “NON DEVI PAGARE A NESSUNO!!! A NESSUNO!! MI SONO SPIEGATO? A NESSUNO!!” MA DAVANTI ALLA TAVOLA A TUTTI QUANTI… NELLINO ALLIBITO COSI’… DISSE TU NON DEVI DARE SOLDI A NESSUNO!! PERCHE’ QUA NESSUNO HA EREDITATO DA UN ALTRO… Qualificazione giuridica e ruoli Dagli elementi sopra evidenziati emergono pertanto gravi elementi indiziari a carico di Striano Berardo per il reato sopra evidenziato, commesso nella chiarissima ricorrenza degli elementi di cui all’art. 7 D.L. 152/91, sia per la metodologia mafiosa utilizzata che per il fine di favorire il clan Fabbrocino. Il contenuto delle conversazioni, infatti, rivela come l’obbligo che Aliperti si era assunto era frutto di una vera e propria imposizione. Si condivide la scelta della pubblica accusa che ha inteso procedere solo nei confronti di Striano Berardo, tenuto conto che la partecipazione del predetto alla vicenda estorsiva emerge in maniera chiara e univoca dal contenuto delle predette conversazioni , e non invece nei confrotni di Boccia Francesco, atteso che alcun elemento nuovo a suo carico è stato acquisito alla luce delle ulteriori indagini e, in particolare, dal contenuto delle conversazioni che si sono sopra riportate. 4.1.d La vicenda estorsiva di cui al capo e) Cozzolino Francesco Cozzolino Francesco è risultato essere uno degli affiliati cui è demandato il compito di imporre le estorsioni e di riscuotere le relative rate. Come può agevolmente ricavarsi dalle intercettazioni di seguito riportate, l’estorsione in questione è una di quelle che vengono incassate a cadenza periodica in coincidenza dei canonici periodi festivi di Natale, Pasquale e Ferragosto. La conversazione ambientale che di seguito verrà riportata ha un contenuto chiarissimo: a bordo dell’autovettura in uso a Cozzolino è presente un soggetto, non identificato, che consegna delle somme di denaro a Cozzolino. Esplicito è il riferimento da parte dell’ignoto interlocutore alla circostanza che la somma di danaro consegnata era solo una delle tranches in cui era stato articolato il suo obbligo; invero, nella prima conversazione si fa chiaro e univoco riferimento a pagamenti periodici scanditi in occasione delle predette ricorrenze festive e alla circostanza che la somma consegnata faceva parte di un più articolato conteggio di somme pretese da Cozzolino. Conversazione n.: 75 Data : 13/12/2007 Ora : 19:15:53 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 In auto è presente: COZZOLINO Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; Uomo non meglio identificato che è in compagnia di COZZOLINO; Persona, non meglio identificata che consegna il denaro. Sintesi: I due si stanno recando ad un appuntamento, verosimilmente a San Giuseppe Vesuviano, per incontrare un’altra persona che gli consegna del denaro. Si capisce che l’uomo consegna dei soldi come pagamento della terza tranche coincidente con il periodo natalizio. Sempre la stessa persona, parlando distintamente con il COZZOLINO, fa riferimento al pagamento di soldi in tre diverse tranche così come stabilito dal COZZOLINO per un ammontare totale di 30.000,00 euro. In auto è presente COZZOLINO Franco. Alla posizione 01.50 si sente che Franco chiede delle sigarette a tale Salvatore che è esterno all'auto. Poi continua nella marcia. Durante il tragitto si sente che il COZZOLINO è in compagnia di un uomo e successivamente incontreranno la persona che consegna i soldi. 256 Alla posizione 02.42 si sente che il COZZOLINO scambia qualche battuta con l’uomo che è in sua compagnia: uomo: Pasquale…inc… (probabilmente, il nome di battesimo della persona estorta) COZZOLINO: eh!! uomo: è sicuro che viene!! COZZOLINO: è …. là… Alla posizione 04.39 si ferma e suona con il clacson. Alla posizione 05.00 entra una persona a bordo che consegna dei soldi. Così conversano: COZZOLINO: madonna che freddo.... Persona: ho detto... tu hai detto alle sette?... COZZOLINO: no... e me lo hanno detto loro a me... alle sette (si sovrappongono le voci) Persona: eh... COZZOLINO: ma quello... per venire da mezzo alla piazza... a qua... Persona: no... tu dicesti... ci vedemmo allora?... tu dicesti... dopo...inc... (aut dopo l’Immacolata) però non sapevo il giorno preciso... COZZOLINO: eh... eh... eh... Persona: poi mi dispiace... ti trovi come hai detto tu? dieci!!?? (si sente sfogliare della carta) COZZOLINO: dieci!!! si, si... Persona: no… perché lui si ricordava... tre… ho detto no, no… vedi che… COZZOLINO: no! … si… Persona: scusa ma a Giugno... tu in estate sei venuto?? COZZOLINO: no!! Persona: sei venuto solo a Pasqua!? COZZOLINO: eh!! ..inc… Persona: inc... allora… poi hai caminciato a fare... la situazione perché chiudesti quella e hai cominciato... a... a... a... (come se dicesse in tre rate) COZZOLINO: eh... Persona: ho capito!... no perché non si ricordava nemmeno lui... COZZOLINO: no... e adesso... Persona: no perché...... ti stavo dando 15... no quello mi ha detto 10.... perché 10 una volta, dieci una volta e dieci a Natale... COZZOLINO: esatto... Uomo: li ha spezzettati ho detto... anzi è meglio anche per te... COZZOLINO: eh... Persona: eh... a posto... e però isso forse si ricordava... 15... (si sovrappongono le voci)... COZZOLINO: si era confuso...inc... Persona: a posto? inc... COZZOLINO: si…si…. Persona: ma una agenda toga non la posso avere? Si interrompe la conversazione. Conversazione n.: 76 Data : 13/12/2007 Ora : 19:22:42 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 In auto è presente: COZZOLINO Frencesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; Durante il tragitto esprime il seguente concetto: COZZOLINO: Angiolè… però devo dire la verità… mi fai l’assegno… me lo dai post-datato… dalla Posta… mamma … ma come mi devo comportare con questo… La conversazione non lascia spazio a plurime o alternative letture: Cozzolino Francesco riceve dall’uomo non meglio identificatouna tranche estorsiva in prossimità delle festività natalizie: grave quadro indiziario ricorrendo altresì gli elementi di cui all’art. 7 D.L. 152/91 sia per la metodologia mafiosa utilizzata che per il fine di favorire le attività del clan Fabbrocino. 4.1.eCAPO F La vicenda estorsiva subita da Giordano Angelo 257 Sasso Giovanni, Cozzolino Francesco, Maturo Francesco , Miranda Salvatore Le dichiarazioni di Giordano Angelo Gli elementi indiziari a carico degli indagati si traggono, in primo luogo, dal contenuto delle dichiarazioni rese dalla dalla persona, offesa Giordano Angelo, nonché dagli esiti delle operazioni di intercettazione eseguite. Si riporta di seguito il contenuto delle dichiarazioni rese dalla persona offesa al personale in servizio presso il commissariato P.S. di San Giuseppe Vesuviano in data 8.5.2009: “Premetto che sono amministratore della “FRATELLI GIORDANO s.r.l.” con sede legale ed operativa in San Giuseppe Vesuviano alla via Pianillo 96. L’azienda si occupa della vendita di ferramenta, termoidraulica e materiale elettrico ed ha alle dipendenze 10 operai. Soci dell’azienda sono oltre a me anche mio figlio Giordano Luigi. L’impresa ha un fatturato annuo di circa 4.000.000 di euro. L’azienda opera da circa 30 anni. D: Da quando ha iniziato la sua attività ha mai avuto richieste estorsive o richieste di cambio di assegni bancari? R: Nel 1975, quando l’azienda era gestita da mio padre Giordano Luigi, abbiamo subito un tentativo di estorsione che fu denunciato presso il Commissariato di P.S. di San Giuseppe Vesuviano. Poi nel 1987 abbiamo avuto un’altra richiesta estorsiva che fu ugualmente denunciata presso il locale commissariato. D: Dall’inizio di quest’anno è accaduto qualche episodio di particolare rilevanza che ci vuole rappresentare? R: Nel mese di marzo del 2009 e precisamente la mattina del 25 marzo del 2009 venne presso la mia azienda una persona che conosco chiamarsi Miranda Salvatore. Costui mi disse che dovevo seguirlo perché doveva condurmi al cospetto di Maturo Francesco, Cozzolino Franco ed un’altra persona in quanto costoro volevano parlarmi. Rappresentai a Miranda Salvatore che in quel momento non potevo seguirlo in quanto non vi era nessuno nel negozio che poteva sostituirmi. In effetti, conoscendo la caratura criminale delle persone che mi avevano convocato avevo intuito che questi potevano farmi qualche richiesta di natura estorsiva per cui ho preso tempo ed ho addotto un pretesto proprio per evitare di incontrare questi soggetti. Miranda Salvatore mi disse che poi sarebbe venuto presso il mio negozio nel pomeriggio della stessa giornata o Franco Maturo o Franco Cozzolino. Nel pomeriggio di quella giornata non è venuto nessuno. Il giorno successivo, il 26 marzo 2009 verso le ore 18.00, è entrato nel magazzino una persona a me sconosciuta il quale ha chiesto di me ai miei dipendenti dicendo di chiamarmi subito perché aveva necessità di parlarmi. Io in quel momento mi trovavo all’interno dell’azienda al piano superiore, nella parte riservata agli uffici e nel momento in cui sono stato avvertito che una persona mi cercava sono sceso al piano terra. Dopo essere disceso mi sono avvicinato a questa persona il quale mi ha condotto in una parte riservata dell’azienda e mi ha detto con tono deciso: «Perché non sei venuto all’appuntamento? ti ho mandato a prendere!» e cambiando repentinamente tono mi ha detto testualmente, in tono brutale «Lo sai che io ti sparo in petto?». In quel frangente ho avuto l’impressione che stesse per colpirmi con qualche schiaffo al volto in quanto aveva il braccio dx teso e lungo il fianco in una posizione innaturale e quindi per tale motivo ho pensato che volesse colpirmi. A questo punto sono rimasto letteralmente impietrito e terrorizzato e gli ho chiesto per quale motivo mi doveva sparare visto che io non ero potuto andare all’appuntamento perché avevo mia sorella che era in ospedale. Mi sono reso quindi disponibile a recarmi all’appuntamento che lui mi avrebbe fissato, Allora dopo queste mie parole questa persona mi ha detto che il martedì successivo sarei stato fatto prelevare da una suo incaricato che poi mi avrebbe condotto in un luogo per incontrare Franco Maturo, Cozzolino Franco e quell’altra persona. I miei dipendenti mi hanno riferito che questa persona era a bordo di un’autovettura tipo Smart di colore scuro condotta da un giovane con capelli ricci. Questo individuo era dell’apparente età di 40-45, anni, molto alto di grossa stazza, vestiva con un giubbotto di colore scuro e si esprimeva in dialetto locale. 258 Il martedì mattina successivo e cioè il 31 marzo 2009 è venuto nella mia azienda Cozzolino Franco da solo il quale dopo avermi chiamato in disparte mi ha detto che c’era stato un equivoco e che io potevo tranquillizzarmi e non vi era più la necessità che io mi recassi all’appuntamento per il quale ero stato convocato. Dopo appena 15 minuti è entrato nel magazzino Miranda Salvatore, ossia la persona che per primo mi avevo convocato, e mi ha detto di seguirlo perché dovevo recarmi all’appuntamento che era stato fissato. Gli ho risposto che circa un quarto d’ora prima era venuto presso la mia azienda Cozzolino Franco il quale mi aveva detto che l’appuntamento era stato revocato e che non c’era più necessità di andare. Miranda Salvatore appena gli ho riferito queste parole sentendo che da me si era recato Cozzolino Franco ha detto che era tutto a posto ed è andato via. Verso la fine del mese di aprile tra i giorni 27 e 30 aprile, non ricordo bene, mentre mi trovavo all’esterno della mia azienda sono stato avvicinato da Cozzolino Franco, il quale nel frangente era in compagnia del’ingegnere Marolo Antonio, da me conosciuto personalmente come mio vecchio cliente. Nella circostanza Cozzolino Franco mi ha detto che lui era a conoscenza che dovevo iniziare i lavori per la costruzione di un locale commerciale nel territorio del Comune di Ottaviano. Continuando nel suo discorso ha aggiunto che, a parità di prezzo, questo lavoro gli sarebbe stato gradito se fosse stato appaltato dall’ingegnere Marolo Antonio lì presente. In effetti ha detto precisamente.: «Angelo, se ti fa piacere questo lavoro lo facciamo fare all’ ingegnere Marolo». Ho replicato che in passato per questo tipo di lavori mi ero servito sempre della ditta Aliperta Antonio, ma che in questa occasione ero intenzionato a seguire personalmente io i lavori e farli in economia. A queste mie parole Cozzolino Franco ha replicato dicendomi che se ero intenzionato ad effettuare i lavori in economia non c’erano problemi ma che se avessi fatto ricorso ad un impresa lui avrebbe “gradito” che questi lavori sarebbero stati eseguiti dall’ingegnere Marolo Antonio. D: Dove sorgerà il nuovo locale commerciale? Faccio presente che per questo locale commerciale mi deve essere ancora rilasciata la licenza dal Comune di Ottaviano ma il mio tecnico, l’architetto Beniamino Visone, mi ha detto che è tutto in regola per cui devo versare soltanto gli oneri di urbanizzazione per poter procedere al ritiro della licenza. Preciso che il progetto di realizzazione del locale commerciale prevede un piano cantinato di 250 mq, piano terra di circa 200 mq. ed un primo piano di 100 mq. La struttura verrà realizzata in un terreno di mia proprietà in Ottaviano alla via Querce all’altezza della rotonda che è sita in questa strada. Da quello che è a mia conoscenza so che il Comune sta rilasciando diverse concessioni per costruire degli insediamenti produttivi. Che però sono ubicati in zone diverse del territorio. D: quali sono i costi di realizzazione di questa struttura? R: Soltanto la struttura in cemento armato dovrebbe costare circa 50.000 euro, le mie intenzioni sono quelle di iniziare i lavori appena ottenuta la concessione dal comune di Ottaviano. Si dà atto che a Giordano Angelo viene posto in visione un album fotografico ritraente effigi di persone residenti nel circondario. Lo stesso, visionato attentamente l’album, dichiara di riconoscere la foto indicata al numero 3 che appartiene all’ing. Marolo Antonio e cioè colui che si è recato presso la sua attività commerciale con Cozzolino Franco; la foto nr. 6 che appartiene a Cozzolino Francesco sopra indicato, la foto nr. 8 che appartiene a Maturo Francesco e la nr. 9 che appartiene a Miranda Salvatore colui il quale si è recato per due volte presso la sua attività . Si dà atto che la foto indicata al numero 3 appartiene a Marolo Antonio nato ad Ottaviano il 04.07.1953; la foto nr. 6 appartiene a Cozzolino Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 16.05.1966; la foto nr. 8 appartiene a Maturo Francesco nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970; la foto nr. 9 appartiene a Miranda Salvatore nato a San Giuseppe Vesuviano il 19.02.1967. Considerato che l’attività della quale è titolare Giordano Angelo è dotata di un sistema di videosorveglianza con telecamere interne, si provvede ad acquisire le immagini del giorno 26.03.2009 data in cui Giordano Angelo è stato minacciato da una persona sconosciuta. A.D.R.: non ho altro da aggiungere.” Dal narrato della persona offesa, dunque, si evince che la stessa aveva ricevuto ripetutamente nel tempo “visite” da parte di Cozzolino Francesco, Maturo Francesco, Miranda Salvatore, nonché di un ulteriore soggetto (che è stato poi identificato attraverso i filmati in Sasso Giovanni). Tali incontri erano tutti 259 finalizzati a imporre alla persona offesa di recarsi al cospetto dei soggetti camorristici che si proponevano quali referenti della zona. Espliciti da parte della vittima i contenuti delle minacce che le erano state rivolte in una fase iniziale della vicenda per ottenere che egli si presentasse al cospetto dei suoi estorsori e che erano culminate in espressioni del tipo “Lo sai che io ti sparo in petto!”. In tale contesto l’atteggiamento di Cozzolino Francesco, il quale aveva poi rassicurato la vittima, esortandola a non dare peso alle precedenti “visite”, è, con ogni evidenza, semplicemente funzionale a far sì che le capacità di autodifesa della vittima scemassero. Lo stesso Cozzolino, infatti, ha poi ottenuto di imporre, facendo leva e beneficiando della pregressa e più che esplicita attività intimidatoria, la ditta dell’ingegnere Marolo Antonio quale società alla quale Giordano avrebbe dovuto indefettibilmente rivolgersi. Quanto riferito dalla persona offesa ha trovato piena corrispondenza nel contenuto delle conversazioni intercettate che saranno di seguito prese in esame. I dialoghi, in primo luogo, fugano ogni possibile dubbio circa le motivazioni della “visita” fatta da Sasso Giovanni a Giordano Angelo – indicato dagli interlocutori con il soprannome di “ò cacaglio con cui lo stesso è noto; in secondo luogo rendono evidente che tra il commerciante e l’organizzazione facente capo a Bifulco Biagio si era instaurato un rapporto che andava ben al di là della singola ed episodica pretesa estorsiva formulata ai danni del primo estorsione, apparendo, invece, evidente che la pressione estorsiva esercitata ai danni di Giordano risaliva assai più indietro nel tempo. In particolare, emergeva che Cozzolino Francesco aveva in passato – quanto meno dal 2007 - assicurato a Giordano la sua protezione camorristica resasi necessaria per tutelare il commerciante dalle richieste estorsive che a quest’ultimo erano state formulate da parte di personaggi originari di Terzigno. Ne discende la conferma di quanto dichiarato dalla persona offesa circa la risalenza nel tempo dei rapporti che egli aveva intessuto con gli indagati anche in epoca antecedente all’intaurarsi del rapporto estorsivo in esame. Le conversazioni Conversazione n: 225 Data : 19.12.2007 Ora : 17:35:30 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 – Interlocutori: COZZOLINO Francesco, già identificato; e SASSO Giovanni di Ciro e fu BIRRA Anna, nato a Ercolano il 06.11.1955 e residente in Ottaviano alla via Spacconi n. 36, separato. ….omissis…. Sasso Giovanni scende dall’autovettura e va in compagnia con una persona che incontra. La persona che incontra è Gianni Annunziata. SASSO dice al COZZOLINO che si vedranno domani a casa. COZZOLINO prosegue da solo. Alla posizione 10.17 parlando al telefono con MATURO Franco, dice che va un momento dal CACAGLIO.71Dice che si vedono dopo. Conversazione n: 250 Data 20.12.2007: Ora: 16.29 - intercettazioni tra presenti svolte a bordo della Mercedes classe B tg. DH259EN in uso a COZZOLINO Franco - Decreto 5314/07 dell’11.12.2007 – Interlocutori: COZZOLINO Francesco, già identificato; SASSO Giovanni di Ciro e fu BIRRA Anna, nato a Ercolano il 06.11.1955 e residente in Ottaviano alla via Spacconi n. 36. …omissis… Poi: Giovanni: ma questa è via Pianillo? COZZOLINO: si! giù a tutto… però adesso mi fermo un minuto dal “cacaglio” …devo cambiare certa roba… il cacaglio… Giovanni: ah… questo… COZZOLINO: questo è il cacaglio… questo vende tutto vende qualsiasi cosa…. Giovanni: io da questi presi certa roba per la casa! …scendono dall’autovettura…. Ore 16.41 alle ore 16.50 risalgono in macchina - conv. n. 251 del 20.12.2007 71 Cfr, la conversazione n.: 1564 Data : 19/12/2007 Ora : 20:12:16 in uscita per l'utenza 3334459104 in uso a MATURO Francesco - Decreto 4240/07 del 23.10.2007 –Sintesi: COZZOLINO Franco chiama Maturo Franco e gli chiede dove si trova. Maturo dice che si sta prendendo il caffè. COZZOLINO dice che va un poco dal "cagaglio". 260 I due, che precedentemente si erano fermati dal “cacaglio” e che poi dovevano andare dal dirimpettaio COZZOLINO Ceramiche per la stufa, conversano in merito a delle richieste estorsive che avrebbe, verosimilmente, subito il citato commerciante: COZZOLINO: “Embè e che è” … “Devono venire anche loro … la spesa un 500-600 euro” … inc. … “Devono fare una spesa o …? E chi erano come si chiamano questo che è venuto?” … “no … sono venuti senza nome … senza niente… sono andati due .. tre volte… fatemi trovare il padrone qua!! fate trovare il padrone qua ….. 500-600 euro … inc. …” qualche giorno fa la spesa inc. … Giovanni: questo è un deprezzamento per loro … inc. … COZZOLINO: inc. … dice: “io non conosco a nessuno … non conosco a te … questo è di Terzigno … questo ragazzo …” Giovanni: eh … inc. … COZZOLINO: diglielo … “non ti preoccupare… quello che vi serve… ve lo prendete … però devo portare una persona … adesso lo faccio venire se vi devo dare anche tutto il magazzino … inc. …” ….omissis… Telefonata n.: 4201 Data : 13/03/2008 Ora : 11:57:10 in uscita per l'utenza 3386702643 intestata a CARBONE FRANCESCO CRBFNC67C01H931D 19670301 S. GIUSEPPE VESUVIANO NA – intercettazioni svolte sull’utenza 335-8143908 – decreto 4240/07 del 23.10.2007 Sintesi: COZZOLINO chiama il suo interlocutore con il termine "ò blues". Gli dice di arrivare da Francuccio "ò cacaglio" e si va a prendere "quei cosi". COZZOLINO aggiunge "ti vai a prendere quei cosi e dici: "quanto devi avere"....". L'interlocutore lo informa che è arrivato Silvio. Orbene, se le conversazioni sopra trascritte attestano l’esistenza di effettivi contatti tra gli indagati e la vittima, il contenuto dei dialoghi di seguito riportati, registrati il 22.5.09, dimostrano che gli indagati erano venuti a conoscenza delle dichiarazioni che Giordano aveva reso appena pochi giorni prima, precisamente l’8.5.2009. E’ appena il caso di sottolineare che il contenuto di quelle dichiarazioni avrebbe dovuto rimanere assolutamente riservato Si riportano di seguito i dialoghi: Conversazione n. 1118 ore 20.47 del 22.05.2009 (intercettazioni sull’utenza 393.6306465 in uso a SASSO Giovanni - decreto 2431/09 - ore 20.55 del 22.05.2009) Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Sintesi: I due parlano in maniera chiara dell’episodio denunziato alla P.S. di San Giuseppe Vesuviano dal commerciante GIORDANO Angelo detto “ò cacaglio”. In pratica, il contenuto della conversazione deve essere analizzata insieme alla n. 131 delle ore 20.55 del 22.05.2009 – intercettazioni tra presenti effettuata a mezzo telefono cellulare in uso a Sasso Giovanni – decreto 2233/09 del 29.4.2009 – che ne costituisce una continuazione. (Tale conversazione tra presenti, per un mero problema tecnico, è stata registrata come se fosse una telefonata e quindi solo sul server relativo al decreto che autorizzava le intercettazioni telefoniche in entrata ed in uscita del cellulare in uso a SASSO Giovanni. In realtà, è una conversazione tra presenti acquisita con le stesse modalità della n. 131, della quale costituisce un prologo naturale e logico). SASSO: scherzando … “ma chi è questo qua fuori?” - “il cacaglio!” (la risposta ricevuta) - “e chiamiamo a questo!” facciamogliela di faccia! (si sovrappongono le voci) ma no che dobbiamo … io sono andato là la terza volta che non è venuto (il cacaglio) ho detto “ahò… ma per chi hai preso inc. Peppe: inc. … Franco che ha detto? che cosa abbiamo detto noi?…inc. … SASSO: denunziato…. 261 Conversazione n. 131 ore 20.55 del 22.05.2009 - intercettazioni ambientali svolte a mezzo telefono cellulare in uso a SASSO Giovanni - Decreto 2233/09 del 29.04.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); CALIENDO Giuseppe fu Giovanni e di LANGELLA Olimpia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 12.04.1961 e residente a Ottaviano, via San Domenico n.51, pregiudicato, alias “zuzzell”. Sintesi: L’intercettazione inizia quando la conversazione tra CALIENDO e SASSO è già in fase avanzata percependosi, tuttavia, fin dall’inizio che i due stanno sparlando di COZZOLINO Francesco, cognato di BIFULCO Biagio. I due sono concordi nel ritenere che COZZOLINO deve ringraziare il cognato senza il quale sarebbe stato costretto ad andare a lavorare ed a continuare a fare il barista, mestiere che faceva prima che BIFULCO Biagio sposasse COZZOLINO Annunziata. Parlano dell’episodio denunziato da GIORDANO Angelo con riferimento al quale SASSO imputa a COZZOLINO Francesco l’acredine che Biagio BIFULCO sta nutrendo verso di lui (“secondo me stava troppo incazzato”) rifiutandosi di incontrarsi con SASSO (“secondo me stava troppo incazzato e non mi ha voluto incontrare ma, ora che scende che scende secondo me piglia e si incontra… dice Giovà ma così, così, così…no… Biagio! Biagio72 tu lo sai … a parte la stima che nutro”). SASSO si dice sicuro del fatto che la prossima volta che Biagio BIFULCO scenderà (a questa data si trova in licenza premiale a Brescia), gli chiederà un incontro chiarificatore. Si capisce che la situazione che ha determinato l’astio di BIFULCO Biagio è la vicenda dell’estorsione commessa in danno del “cacaglio” (GIORDANO Angelo, titolare di un negozio di ferramenta a San Giuseppe Vesuviano), che è stata male gestita da COZZOLINO Francesco il cui modo di fare ha costretto SASSO Giovanni ad intervenire con l’uso della violenza e della minaccia, proprio per evitare a COZZOLINO Francesco di fare un brutta figura, atteso che GIORDANO Angelo non si era conformato ad alcune convocazioni fattegli pervenire proprio dal COZZOLINO. Evidentemente BIFULCO Biagio è contrario all’uso della forza non fosse altro perché tale pratica crea una maggiore e più evidente allarme sociale che potrebbe indurre la vittima a denunciare la patita violenza. Nel caso di specie, poi, la violenza poteva tranquillamente essere evitata perché il “cacaglio” aveva sempre pagato. La conferma dell’antica sottomissione del cacaglio alle richieste estorsive del clan si ricava agevolmente dalle conversazioni ambientali n. 250 e 251 del 20.12.2007 - decreto n. 5314/07 - effettuate a bordo del Mercedes in uso a COZZOLINO Francesco. Parlando con CALIENDO, SASSO ammette l’errore ma ha già deciso cosa dirà a Biagio BIFULCO: “non dobbiamo dire queste cose…di quella situazione del cacaglio siamo responsabili tutti quanti. Nessuno si potesse tirare dietro…. e via di seguito….tutti!” In particolare, SASSO vuole spiegare al boss che, contrariamente a quanto raccontato dal cognato COZZOLINO che vorrebbe far ricadere la colpa solo su di lui per l’errore commesso, il suo intervento è stato fatto proprio per non far fare una “figura di merda” allo stesso COZZOLINO che aveva convocato più volte l’imprenditore e questi non si era presentato all’incontro “e che ci diceva che aveva fatto la figura di merda?” “si è venuto a lamentare”. Giovanni SASSO non è d’accordo con CALIENDO il quale vorrebbe giustificarsi con Biagio BIFULCO dicendogli che Giovanni ha agito come ha agito nei riguardi del “cacaglio” perché così gli è stato ordinato di fare dal cognato. Giovanni al riguardo obietta che il cognato di BIFULCO Biagio non ha solo ordinato ma è stato fisicamente presente. SASSO continua a criticare fortemente il modo di fare di COZZOLINO il quale, per salvarsi la faccia con il cognato, non ha esitato ad addossare tutte le colpe ai “compagni”, ivi compreso il cugino (MATURO Francesco). A tal riguardo SASSO chiosa l’atteggiamento di COZZOLINO dicendo “ma tu non puoi scaricare sui compagni!! Addosso a tuo fratello-cugino … che stai facendo fammi capire? Lo sai che è una cosa malamente.” La vicenda del “cacaglio”, che va sicuramente inquadrata come un tentativo di estorsione della cui commissione si autoaccusa SASSO Giovanni, trova un clamoroso e puntuale riscontro nella denuncia sporta successivamente dalla vittima al Commissariato di San Giuseppe Vesuviana, riportata integralmente in calce alla trascrizione della presente intercettazione. Dal colloquio tra SASSO e CALIENDO emerge che l’estorsione al “cacaglio” era stata richiesta perché vi era una rata da pagare “Peppe: servivano i soldi della rata (chiede anche la direzione della strada) servivano i soldi di una rata! Sasso: perché quello non li aveva mandato!” La rata, così genericamente indicata, rappresenta una quota che va versata a cadenza periodica ed appare ragionevole ritenere che si tratti di soldi che devono andare a rimpinguare la cassa comune del clan, cui attingere per far fronte alle esigenza degli affiliati in difficoltà, primi fra tutti quelli detenuti. Già altrove emergeva, infatti, che il clan FABBROCINO 72 Evidente il riferimento alla persona di Bifulco Biagio. 262 impiega molta cura nella tenuta di questo fondo comune, la cui corretta ed oculata gestione garantisce la compattezza del clan e scongiura il pericolo di improvvisi tradimenti. L’importanza della rata si ricava dai commenti di SASSO e CALIENDO i quali, pur di garantirne il versamento nel periodo estivo, hanno rinunciato alle vacanze al mare. Peppe CALIENDO, continuando nei giudizi negativi sul conto di COZZOLINO Francesco, riporta quelli analoghi espressi a suo tempo dallo stesso BIFULCO Biagio il quale ha ammesso che ogni qual volta lui va in galera, il cognato gli porta 50-60 mila euro di danni, evidentemente perché s’intasca tutti i proventi delle estorsioni. I due colloquianti commentano il fatto che COZZOLINO sta girando molto, nel senso che sta praticando molte estorsioni i cui proventi, secondo quello che dice SASSO, servono anche per pagare qualche cisterna di latte (“ah… l’uomo vuole girare perché sta senza soldi… deve pagare qualche cisterna di latte? deve pagare?”) Tale considerazione rappresenta l’implicita ma inequivocabile conferma che l’impresa “I.C.S:” gestita dal COZZOLINO Francesco, si regge grazie a profitti illeciti. Sempre con riguardo alle estorsioni i due fanno riferimento al metodo del cambio assegni, praticato da COZZOLINO Francesco ed anche dal cugino MATURO Francesco. I due commentano ancora che COZZOLINO si è preso soldi a più parti facendo ricadere la colpa, agli occhi di BIFULCO Biagio, su loro due. Tutto ciò Peppe vorrebbe dirlo a BIFULCO e spiegargli come stanno veramente le cose. Sasso: il padre di Francuccio ò scuocc73, non lo poteva vedere, il padre di Franchetiello (di MATURO Francesco) non lo può vedere, ma non ho capito! (dal contesto si capisce che stanno parlando di COZZOLINO Francesco) Peppe: … inc. … quello o’ scuocc non l’ha mai pensato a Francuccio, hai capito? quello è cosa di ucciderlo. Quando si sposò Biagio (BIFULCO) … inc. … teneva una cameretta sotto e una cameretta sopra, Giovanni, e un cesso, un bagno, il gabinetto sotto alle lamiere, le lamiere, e stava una televisione … inc. … uscì un camion di televisioni, dopo una settimana prendemmo una televisione e ce la portammo laggiù … Francuccio (COZZOLINO Franco cognato del BIFULCO) andava a fare il barista, quello se non era per il cognato Francuccio andava a lavorare, hai capito? Francuccio … inc. … Sasso: uha che odore che cacciano questi cantalupo!… Peppe: Francuccio … inc. … Giovanni, questo ha detto! … inc. … Sasso: l’ha fatto pure con Rino BIFULCO Peppe: pure lui lo sa che ci siamo fatti vedere di là Sasso: Rino BIFULCO?! …tu prendi tutti quei “scio scio”…io lo uccidevo là!! …a pugni in faccia! Peppe: non glielo ha detto al cognato!… ce lo deve dire al cognato questo fatto? Sasso: e che ci diceva che aveva fatto la figura di merda? Peppe: sopra questo fatto ha detto …inc. … Sasso: secondo me stava troppo incazzato e non mi ha voluto incontrare, ma ora che scende secondo me piglia e si incontra, dice: “Giovà ma così, così, così” - “no, Biagio! Biagio tu mi sai … a parte la stima che nutro… (si sovrappongono le voci) …” Peppe: poi io devo raccontare anche il fatto di … inc. … ci devo raccontare … Sasso: “…la stima che nutro, lo sai ti voglio un bene come un fratello, non dobbiamo dire queste cose, di quella situazione del “cacaglio” siamo responsabili tutti quanti. Nessuno si potrebbe tirare dietro e via di seguito, tutti!! voglio mettere a …inc. … voglio scaricare a … inc. … voglio … inc. … però tuo cognato non può dire che non lo sapeva! si è venuto a lamentare, scherzando, è uscito da me, io ho giocato…” Peppe: inc. … Sasso: io giocando ho detto: “ma chi è questo qua fuori?” Lui (COZZOLINO) ha detto: “il cacaglio!!” - e chiamiamo a questo facciamoci dare (si sovrappongono le voci) Peppe: inc. … per andare a pagare la rata, prima di Pasqua!! a Natale la stessa cosa… Sasso: il mese di Agosto portarono 15mila euro, facemmo pagare la rata, senza andarcene al mare, non ci siamo presi un centesimo … Peppe: 5 rate!! Sasso: a meno che non se li sono presi loro che gli sono serviti per il mare, allora io non te lo posso dire perché non lo so … 73 Ambrosio Francesco padre di Ambrosio Franco alias “ scuccatore aut macchietta 263 Peppe: Sasso: il camion (aut con il cambio) è stato pagato !! se quello (BIFULCO) mi dice: “no, io i soldi li ho mandati a prendere presso questo, e a zì Giovanni ci dai qualcosa” - “allora chiama a tuo cognato fallo sedere qua perché tuo cognato si è preso i soldi … inc. …” Peppe: glielo diciamo e come!!!… Sasso: Franchetiello non deve essere … inc. … Peppe: ma quello pure Salvatore (MIRANDA Salvatore) è andato, andò lui per atteggiarsi era lui il fatto, martellano i magazzini e si crede che … non lo sentiste? Quello gli rispose secco, secco proprio “se devo fare una rapina, devo dare conto a te!” Sasso: ma Franchetiello (MATURO Franco) per dirgli così ha voluto dire: “ma perché tu i fogli (assegni) non li vai a cambiare… eh… oh…” hai capito? Franchetiello, (MATURO Franco) gli ha dovuto dire: “ma perché tu i fogli non li vai a cambiare?” Peppe: quello che fa un’altra cosa? (COZZOLINO Franco) a volte …inc. … sempre così, dove li va a prendere? Vicino alla sorella (COZZOLINO Nunzia) (Biagio) disse: “ogni volta che vado dentro mi porta 50-60 mila euro di danno …”. Giovà, disse Biagio: “ogni volta che vado dentro, mi porta 50-60 mila euro di danni…” Sasso: “ma tu non puoi scaricare sui compagni!! Addosso a tuo fratello-cugino (nel senso che COZZOLINO Franco non può scaricare la responsabilità sugli altri tra i quali il cugino MATURO Franco) … che stai facendo fammi capire? Lo sai che è una cosa malamente.” La stessa cosa il figlio di … inc. … un domani, chi è questo ragazzo di …inc. … devono fare tutta una mala … e qualcuno può pure dire … inc. … ci sta un motivo … dice perché così e scusate quelli sanno che è il figlio vostro, hanno ritenuto di rispettare a voi e di fare tutto quello … inc. … hai capito Peppe? o ti dovresti credere che… Peppe: non sappiamo come te lo dobbiamo dire… Sasso: tu quanto hai detto questo ci hai detto tutto coso … (cambiano discorso e osservano un palazzo) il padrone di questo palazzo è l’uomo più ricco di Sant’Antonio Abate … Peppe: inc. … Sasso: come?… Peppe: inc. … Sasso: allora è proprietario di questa banca, è proprietario di questa banca ed è proprietario di questa banca …inc. … Peppe: il commercio a inc. … Sasso: che è? Peppe: inc. … Sasso: quello è un vecchio di 85 anni, tiene a due figli che non si parlano e una figlia femmina che è una vipera, la dottoressa! e se vedi come soffre quest’uomo … Peppe: Giovà inc. … Sasso: come? non si salutano fratelli e sorelle, e fratelli e fratelli, tengono, cioè quello ha diviso le proprietà, l’ha divisa prima proprio per … e cose … ma è venuto un casino Peppe: inc. … Sasso continua a parlare della divisione della proprietà pari a un valore di 1000 milioni di euro. Parlano del dott. Rossi. Sasso parla di Pierino e di Nicola ai quali devono chiedere i voti. Alla posizione 12.30 ritornano a parlare di COZZOLINO Franco titolare del caseificio ICS: Peppe: inc. … Sasso: ah … l’uomo vuole girare perché sta senza soldi… deve pagare qualche cisterna di latte? (COZZOLINO Francesco titolare del caseificio ICS) deve pagare? Peppe: inc. … Sasso: lo vedesti quando gli dissi (a COZZOLINO), il compagno mio doveva andare là … e io dissi “non ci vengo perché tengo la faccia tagliata … e poi quando è un domani che glielo spiego inc. …” come si fece?! sbiancò!! quello lo sa se glielo dico o no… Commentano la puzza che sentono mentre camminano. Poi alla posizione 13.35 Peppe: inc. … il cacaglio … inc. Sasso: quando ha visto che la terza volta non è venuto, Giovanni si imbarcò e andò solo lui là a piedi! Io ti schifo! “Ma è venuto qualche amico e ti chiama perché non sei venuto?” 264 Peppe: SASSO: “… inc. … ordinato da tuo cognato, Biagio!” no! quale ordinato dal cognato, il cognato sapeva tutto coso! stava là con noi! (inteso COZZOLINO Franco cognato di BIFULCO Biagio) Peppe: servivano i soldi della rata (chiede anche la direzione della strada) servivano i soldi di una rata! Sasso: perché quello non li aveva mandato! … (sarebbe la lamentela del COZZOLINO fatta agli altri associati tra cui SASSO) Peppe: come glieli ha sempre mandati! ce li abbiamo dati sempre noi … inc. ! … inc. … 10 e un altro 10 se lo piglia … inc. … (conteggio di altre somme di denaro) Sasso: si pigliò 8000, si prese i sold di zio Lello Peppe: chi se li è presi i soldi? non se li è presi lui? (inteso COZZOLINO Franco) Sasso: eh! … inc. … Peppe: mo’ pure il fatto dei soldi di zio Lello, chi glielo deve dire? voleva i soldi di questi qua dietro chi se li è preso? Quello sa che ce li siamo presi noi! Vedete che vi dico, quello gli ha detto che ce li siamo presi noi! SASSO: ah! Peppe: ma io ce lo dico, Giovanni! … inc. … l’hanno fatto scassare loro la famiglia! Come i soldi di … inc. … di dentro i “Furchi” se li è messi nella tasca e se li è portati Giovà, inc. … erano mille euro io e mille euro Giovanni e basta! magari me li rinfacciavi pure! quello uomo là è un uomo arrapato di soldi Giovanni … inc. … Sasso: ma così non va avanti! inc. … non funziona! Peppe: inc. … Sasso: siamo arrivati, buttati loco…. Parlano della strada da percorrere. Arrivano in un posto e scendono dall’auto. Si incamminano e parlano con taluno perché Peppe CALIENDO deve prendere delle scarpe. Anche nella conversazione registrata il 16.6.09, di seguito trascritta, Maturo Francesco e Sasso Giovanni commentavano ancora una volta l’accaduto confermando la loro responsabilità nella richiesta estorsiva; tra l’altro i due si interrogavano su quale fosse la migliore giustificazione da spendere presso Bifulco Biagio apparendo altamente probabile l’ipotesi di un rimprovero che quest’ultimo avrebbe potuto loro muovere. Anche tale dettaglio rende ben evidente il rapporto di sudditanza rispetto a Bifulco Biagio (indicato nelle conversazioni con il suo nome di battesimo) colui che veniva ritenuto rivestire una posizione gerarchicamente sovraordinata. Conversazione n. 227 del 16.06.2009 ore 11.42 - decreto 2233/09 del 29.4.2009 Interlocutori: SASSO Giovanni, di Ciro e BIRRA Anna, nato a Ercolano (NA) il 06.11.1955 e residente in Ottaviano, via Spacconi 36 (zona Furchi); MATURO Francesco di Giuseppe e di Esposito Italia, nato a San Giuseppe Vesuviano il 22.05.1970. Sintesi: …omissis… I due poi parlano della vicenda del cacaglio (GIORDANO Angelo) e SASSO dice a MATURO perché è andato a chiedere la “rata”, spiegando che è stata una decisione presa unitamente a COZZOLINO Francesco. Anche a MATURO, così come aveva già fatto con CALIENDO Giuseppe (cfr ambientale n. 131), SASSO racconta cosa dirà a BIFULCO Biagio per giustificare la sua azione verso GIORDANO Angelo, non mancando di spiegare e sottolineare il ruolo del cognato nella vicenda. ….omissis…. Maturo: per il fatto del “Cacaglio” (Giordano vittima di estorsione) disse ... inc. … noi poi ce lo neghiamo …noi lo facemmo per parlare… ... inc. … “digli a Francuccio …che non fa il nome … inc. … adesso che vengo ci parlo io…” dovevano vedere se ha fatto dei nomi o qualche esposto del cazzo… …incomp… Sasso: non è che, io ti dico una cosa io se un domani … per esempio e quello mi diceva “Giovanni tu così, così, così, no!” - “BIAGIO tu lo sai quanto ti stimo, o sai bene, però devi domandare a tuo cognato (COZZOLINO Francesco) noi abbiamo fatto una barzelletta, ma chi è questo qua fuori che vende questa roba?” lui si … inc. … e io dissi “la rata si deve pagare? Chiamiamo a questo (GIORDANO detto ò cacaglio) e ci facciamo dare i soldi della rata”, perché questa è stata la 265 battuta, ce l’ho fatta io vicino alla macchina, non se lo può negare, disse lui “hai ragione lo sai, chiamiamo il “cacaglio” e ce li facciamo dare da lui i soldi della rata!” Maturo: quello disse addosso a me che io tengo i problemi per pagare dice … (si sovrappongono le voci) Sasso: embè? i problemi ce li abbiamo tutti quanti!!! Io posso dire che le liste … il primo che ci stava nella lista dei COMMERCIANTI … ci sta proprio Francuccio…!!! (COZZOLINO Francuccio) ….omissis…. L’animata discussione apertasi tra alcuni esponenti del clan in conseguenza della denuncia sporta da Giordano Angelo consente di fornire una chiave di interpretazione univoca al contenuto del colloquio, già riportato, registrato tra Bifulco Biagio e Cozzolino Francesco, intercettato nella casa di Brescia il 27.11.2008, in occasione del quale i due progettavano l’eliminazione fisica di Sasso Giovanni. Nella stessa conversazione i due facevano, infatti, riferimento a Giordano Angelo, chiamandolo anche in questo caso attraverso il soprannome di “cacaglio” con il quale lo stesso è abitualmente conosciuto; in particolare Cozzolino Francesco raccontava al cognato (dimostrando di ben conoscere l’episodio seppure nel tentativo evidente di nascondere le sue proprie responsabilità) che era stato Sasso Giovanni a volersi recare dal commerciante. Il dialogo, se analizzato unitamente agli altri incentrati sulla medesima vicenda, permette di inquadrare bene il contesto nel quale è maturata l’estorsione e lascia emrgere con chiarezza le responsabilità penali degli indagati. Sulla scorta degli elementi acquisiti è possibile, dunque, affermare che l’attività di intimidazione estorsiva nei confronti di Giordano Angelo è stata commessa da Cozzolino, Miranda, Maturo e Sasso; le modalità operative, tuttavia, non avevano suscitato l’approvazione di Bifulco Biagio, il quale, anzi, aveva rimarcato con fermezza il suo dissenso, al punto che sia Cozzolino Francesco (nella conversazione ambientale captata presso la casa di Brescia) che Sasso Giovanni (nelle conversazioni ambientali con Maturo Francesco e con Caliendo Giuseppe) avevano cercato di rappresentare le proprie ragioni, incolpandosi vicendevolmente per preservare la stima che di loro aveva Bifulco Biagio e che ognuno di loro voleva preservare. Si riportano di seguito i dialoghi: Conversazione n. 607/608 del 27.11.2008 a partire dalle ore 21:22 intercettata all’interno del locale “cucina”. Interlocutori: BIFULCO Biagio, COZZOLINO Francesco, COZZOLINO Nunzia Sintesi: … omissis … La considerazione, espressa da BIFULCO, è indirizzata particolarmente all’atteggiamento assunto da tale Giovanni, probabilmente trattasi del pluripregiudicato Sasso Giovanni, il quale, esercita attività camorristica sul territorio, senza informare tempestivamente BIFULCO Biagio che svolge funzioni di collettore nell’ambito della camorra: ……“Francuccio questo scemo non dice mai niente …inc. …loro fanno i soldi e noi ci prendiamo i guai, tentano addirittura di inventarsi.... Hai capito qual è il fatto? Uno lo pensa tu lo pensi in testa tua!…non puoi fare la testa di legno a me, chi lo sa?” Il concetto critico espresso da BIFULCO, particolarmente quando asserisce: non puoi fare la testa di legno a me, chi lo sa? Appare riscontrabile , per logica, che il destinatario è il pregiudicato SASSO Giovanni il quale sebbene vanta antichi rapporti associativi con il clan FABBROCINO, non ha “padronanza”sul territorio, essendo questi nativo di Ercolano (NA). La critica diretta al pluripregiudicato SASSO Giovanni…. “questi è un altro scemo come quella latrina laggiù (inteso FABBROCINO Giovanni)!”…accorpato alla supposta direttiva emanata da Mario FABBROCINO con la quale ha determinato la convivenza camorristica di BIFULCO Biagio con Sasso Giovanni…..“Tu sei tu io sono io!.. non solo che vai a dire che dobbiamo stare insieme! però quello che facciamo lo dobbiamo fare insieme!… “ ed ancora …, Poi certe cose ti fanno riflettere, dici ma tu , parli di lui ma tu semmai sei meglio di lui…come storia! …qua ognuno tiene la storia sua!.danno luogo ad una proposta omicidiaria da parte di COZZOLINO Franco. Un’attenta analisi agli elementi raccolti nel corso dell’attività investigativa fanno ritenere che destinatario di minacce di morte è la stessa persona che manca di riguardo a BIFULCO Biagio: COZZOLINO: dai…ad un altro il paese nostro!” BIFULCO: ma uno non può nemmeno reggere a questa cosa! COZZOLINO Franco: ...andò lui dai “cacagli” (al riguardo, vedasi vicenda relativa all’estorsione effettuata a GIORDANO Angelo detto “cacaglio”, laddove si comprendono 266 appieno anche i motivi di risentimento che BIFULCO Biagio nutre verso SASSO Giovanni) BIFULCO Biagio: “però, se fa qualcosa questo scemo…perché poi “attuzzi”? COZZOLINO Franco: …lo vogliamo uccidere?. BIFULCO Biagio: aaah, a questo dobbiamo arrivare!… Francu’ domani quando si sono create le inimicizie e questi per dire offendono la gente…le persone lo incominciano ad offendere, hai capito com’è il fatto? Ma chi è non è nessuno!. La pianificazione all’omicidio è approvato da parte di BIFULCO Biagio con strategie che vengono definite dallo stesso “finezze della malavita” che consistono nel fare ritenere il soggetto da eliminare come un destabilizzatore “sociale che si è fatto molti nemici”….. BIFULCO: cioè tu non è che stai portando a questo a … è lui che la mattina si sveglia e si va a fare i nemici….. mi sono spiegato, quelle sono finezze che esistono in malavita…qua è come quando si fa scendere uno da cavallo … perché tu sai che questo….. Le videoriprese Al fine di procedere alla compiuta identificazione dei soggetti che avevano preso parte alla vicenda estorsiva in esame, e in particolare della persona che, secondo quanto riferito dalla persona offesa in sede di denuncia, aveva minacciato il commerciante di gravi conseguenze qualora questi non avesse accondisceso alle sue imposizioni è stata acquisita una copia del video relativo alle registrazioni operate con l’impianto a circuito chiuso installato dentro e fuori al negozio di Giordano Angelo. La visione mostra chiara l’immagine dell’uomo e dell’autovettura (una mercedes Smart, di colore scuro di cui non è stato possibile rilevare la targa) con la quale lo stesso era giunto presso il negozio. All’esito della visione di quelle immagini, la P.G. delegata ha identificato il soggetto in questione in Sasso Giovanni, sia per la pregressa conoscenza della sua fisionomia, sia grazie ad alcuni dettagli, quali la patologia di cui Sasso soffre alla mano sinistra e l’effettiva disponibilità da parte sua e in quell’arco di tempo di una Smart. Qualificazione giuridica e ruoli Venendo alla ricostruzione giuridica della fattispecie può così descriversi la condotta che si è articolata in vari interventi posti in essere ai danni della persona offesa : • in una prima fase (il 25.3.09) da Cozzolino Francesco, da Miranda Salvatore e da Maturo; • successivamente (in data 26.3.09 come attestato dalle videoriprese acquisite) da parte di Sasso; • infine da parte di Cozzolino (previa fissazione da parte di Maturo di un appuntamento) con l’imposizione della ditta dell’ing. Marolo quale controparte contrattuale. La sussistenza di contrasti apparentemente anche accesi creatisi all’interno delle fila del clan, e segnatamente l’insofferenza manifestata da Bifulco Biagio per le mosse a suo avviso sconsiderate poste in essere dal cognato Cozzolino e da Sasso, ovvero i piccoli sotterfugi escogitati dai partecipanti al reato per “nascondere” il proprio intervento agli occhi del boss, non possono assumere alcun valore in senso favorevole agli indagati posto che gli interventi intimidatori vi sono indubitabilmente stati e, soprattutto, tenuto conto che lo stesso Sasso affermava espressamente di essere dovuto intervenire con maggiore forza rispetto al modo in cui aveva agito Cozzolino, proprio perché la condotta di quest’ultimo si era rivelata del tutto insoddisfacente (“figura di merda” è il termine volgare ma eloquente con cui si esprimeva il Sasso). Ugualmente, non può darsi efficacia rilevante alla condotta di apparente retromarcia posta in essere Cozzolino. Ed invero, qualsiasi sia la motivazione sottesa a tale comportamento, va osservato che lo stesso Cozzolino, nella fase finale dei vari segmenti in