le tecniche dì unione mediante viti, rivetti, chiodi
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le tecniche dì unione mediante viti, rivetti, chiodi
TECNICHE DI FISSA GGIO le tecniche dì unione mediante viti, rivetti, chiodi, adesivi, con elementi di acciaio inossidabile Lezione tenuta al corso di aggiornamento tecnico: «Gli acciai inossidabili» FAST, Milano novembre 1980 Ing. Fausto Capelli - Centro Inox Capita spesso, sia in sede di progettazione, sia in sede di montaggio, di trascurare alcuni particolari ai quali, in una prima analisi, si attribuisce scarsa importanza, ma che possono, col tempo, causare guai tanto indesiderati quanto imprevisti su collegamenti fissi e non, quando, a priori, non si considerano in modo corretto e completo le caratteristiche, i limiti o le «esigenze» specifiche di un determinato materiale. Ci si riferisce, in questo caso, all'utilizzazione degli acciai inossidabili che hanno visto allargare in maniera notevole, soprattutto ultimamente, il proprio campo applicativo e si è cercato di sottolineare alcuni tra i più significativi accorgimenti di cui è importante tener conto nelle tecniche di unione a mezzo di viti, rivetti, chiodi, ecc; considerando infine, la giunzione mediante incollaggio di elementi di acciaio inossidabile. Tecniche di unione mediante viti La vite, come del resto anche altri elementi di serraggio (rivetti, ribattini, chiodi, ecc), è nella generalità del casi, di limitate dimensioni superficiali rispetto a quelle degli elementi da collegare; è pertanto necessario porre particolare attenzione sul modo con cui si esegue il collegamento, in maniera da evitare pericoli di corrosione galvanica che potrebbero verificarsi in presenza di un elettrolita che, in determinate circostanze, può essere rappresentato anche da aria umida. A tale scopo è bene distinguere tre diversi casi che si possono verificare nei collegamenti a vite: — il primo caso si ha quando la giunzione viene realizzata tra degli elementi di acciaio inossidabile; in Estremità anodica Magnesio Zinco Alluminio Acciaio al carbonio Acciaio legato Ghisa Acciai inossidabili martensitici (attivi) Acciai inossidabili ferritici (attivi) Acciai inossidabili austenitici (attivi) Ottone Bronzo Rame Cupronichel Nichel Inconel Acciai inossidabili martensitici (passivi) Acciai inossidabili ferritici (passivi) Acciai inossidabili austenitici (passivi) Titanio Argento Oro Platino Estremità catodica Kijj. 1 - Serie galvanica di alcuni materiali metallici. tale circostanza è necessario che il bullone (vite + dado) sia anch'esso di acciaio inossidabile; in caso contrario, se il bullone fosse costituito di un materiale meno nobile si corroderebbe galvanicamente in quanto costituirebbe un anodo di piccola superfìcie collegato direttamente con un catodo di grande superficie (per esempio bullone di alluminio o di acciaio al carbonio che unisce due lamiere di acciaio inox). In figura 1 è riportata, a scopo orientativo, la scala galvanica dei materiali metallici, nella quale sono elencati, a partire da quelli più nobili (estremità catodica), i principali metalli. Per gli acciai inossidabili (sia austenitici, sia ferritici, sia martensitici), occorre considerare, evidentemente, lo stato passivo, cioè la condizione di naturale passivazione superficiale ed è a questo stato che 60 - Lamiera - 4/81 Estratto dalla Rivista "LAMIERA" - n. 4 - Aprile 1981 TECNICHE DI FISSA GGIO Ki((. 2 - hsempio di unione Ira una lamiera di acciaio al carbonio ed una di acciaio inoswdabile. occorre fare riferimento nella scala galvanica riportata in figura 1. La corrosione galvanica, comunque, non dipende esclusivamente dalla differenza di nobiltà dei due materiali metallici e dalla differenza delle superfici messe a contatto, ma dipende anche da altri parametri, quali, in particolare, il tipo di elettrolita, la temperatura, ecc. — il secondo caso si verìfica quando gli elementi da col legare sono in parte di acciaio inossidabile ed in parte di altri metalli; in questa cir- costanza è necessario isolare i due metalli diversi, in modo da evitare la continuità metallica. Occorre che la vite ed il dado siano dello stesso tipo di materiale del componente più nobile: per esempio nel collegamento tra due lamiere una di acciaio inossidabile e una di acciaio al carbonio, è necessario isolare i due elementi e poi collegarli con un bullone di acciaio inox (figura 2). — la terza eventualità è costituita da un'unione tra elementi metallici meno nobili dell'acciaio inossidabile, con viti inox; in questo caso, essendo la vite un catodo di piccole dimensioni rispetto agli elementi da unire (anodi), di solito di dimensioni maggiori, non è necessario provvedere a particolari accorgimenti ed il pericolo di corrosione galvanica, nella generalità dei casi, è scongiurato; a meno che si operi in condizioni ambientali particolarmente pericolose (elettroliti aggressivi e temperature elevate), nel qual caso Tab. I - Doti di compatibilita tra viti o d elementi di base dei giunto immersi in acqua marina | C Di Caprio, o c . ( I ) , pag. 3 8 4 | . Vili e bulloni Alluminio () Acciaio al carbonio Alluminio Bronzo al silicio Leghe nichel-croni" no Acciaio inossidabile AISI 3IU Lega nichel-rame 4(1(1 Acciai»' inossidabile AISI iln si SI si si SI si sì Acciaio e ghisa no Ghisa austenitica al nichel no no sì sì Rame no no sì sì no no no SI SI SI SI SI Nichel no no no sì sìO sì C) sì sì n Acciaio inossidabile AISI 304 no no no no variai). (') sì (') sì sì ( ' ) Lega nichel-rame 400 no no no no variati. (•') variai). ( ) sì Acciaio inossidabile AISI 316 no no no no variab ( ) Cupro-nichel i»/JO e w io variai). (') variab. (') variab. ( ) sì (') (') Materiale non anodizzato, il trattamento modifica il comportamento di viti e bulloni. (•) Le viti sono galvanicamente compatibili e risultano protette, ma si può giungere ad un ingrandimento del foro nella piastra in alluminio. (3) Può subire corrosione interstiziale sotto la testa della vite o sotto il dado. Nota: Le ingiunzioni si intendono dirette, senza inserzione di guarnizioni isolanti tra vite ed elemento, sì = viti e bulloni risultano protetti no = viti e bulloni subiscono corrosione preferenziale. 4/81 - Lamiera - 61 TECNICHE DI FISSA GGIO Ki|>. 3 - I s c i u p i o c r r u l o l u i e c o r r e l i l i II)) ( l i ^ ì i u i / i o n c M I u n u l u h u / i o M c ( l i a c c i a i o i n o s s i d a b i l e . è opportuno ricorrere ad isolamenti, quali verniciatura degli elenienti da congiungere, guarni/ioni, ecc. Nella tabella I sono stali raggnippati a scopo indicativo, i dati di compatibilita tra metalli messi a contatto con acciai inossidabili a formare coppie galvaniche se immersi in acqua di mare. Nella giunzione mediante viti, come d'altra parte per ogni altro tipo di giunzione meccanica (rivettatura, aggraffatura, ecc), oltre al pericolo di corrosione galvanica, può esistere, in talune circostanze, anche il pericolo di corrosione interstiziale («crevice corrosion»). Nel caso, ad esempio, in cui sulle superfici metalliche messe a contatto si presentino degli interstizi, oppure ci sia la possibilità di depositi di corpi estranei, non necessariamente metallici che impediscono il combaciare perfetto delle lamiere e creano un meato, si può verificare l'innesco di eventuali fenomeni di corrosione per crevice. Nella figura 3 è rappresentato l'esempio scorretto (a) e corretto (b), di una giunzione su tubazione, effettuata con elementi di acciaio inossidabile. Nel caso (a) si nota chiaramente la zona di ristagno del fluido che favorisce l'innesco di fenomeni di corrosione interstiziale. Casi tipici che possono creare le «premesse» per tale tipo di fenomeno corrosivo sono anche quelli dovuti allo scorretto montaggio di 62 - Lamiera - 4/81 guarni/.ioni, all'interposizione di rondelle piane su superfici curve, ecc. Anche nell'eventualità di incompleti' serraggio della vite rispetto agli elementi da unire, è possibile la formazione di un meato che può essere sede di fenomeni di corrosione interstiziale. Nella fotografia della figura 4 si nota appunto come la corrosione interstiziale sia proceduta sia sul dado che sulla vite, per un incompleto serraggio. In questo caso, infatti, si trattava di una tubazione fissata con una staffa ancorata ad una piastra da bulloni, il tutto immerso in acqua (figura 5). Per ragioni di montaggio, risultava molto difficoltosa l'operazione di serraggio dei dati e, in certi accoppiamenti, rimaneva lasco il collegamento vite-dado, nonostante fosse stata interposta una rosetta elastica. In tal modo si è determinato un interstizio tra la faccia inferiore del dado e quella della rosetta, che ha provocato sul dato, di acciaio inossidabile AISI 303, il fenomeno di «crevice corrosion» causato dalla presenza di ioni doro nell'acqua. Dalla figura 5 si notano anche dei depositi fangosi che hanno favorito l'innesco della corrosione sulla parte della vite sporgente dal dado. Tali depositi, infatti, hanno causato una corrosione interstiziale cosiddetta «sotto schermo». In questa circostanza si capisce subito che non si può responsabilizzare il tipo Via,. 4 - Caso di «eretice corrosion» su \ile e dadi di acciaio inossidabile AISI 303. di materiale (AISI 303), ma il tutto va imputato ad una scorretta esecuzione in fase di giunzione. Per evitare tali inconvenienti, soprattutto in presenza di sostanze o ambienti particolarmente aggressivi, è necessario scegliere un opportuno serraggio ed eventualmente interporre guarnizione (o, se necessario sigillanti particolari). Veniamo ora a considerare i tipi di viti impiegabili, in relazione ai diversi acciai inossidabili. Innanzitutto è da premettere che le viti di acciaio inossidabile vengono, per la maggior parte, ottenute da filo per deformazione plastica a freddo. Tale tipo di tecnologia, infatti, si presta particolarmente bene a questi materiali. La testa della vite, viene «ricalcata» con presse meccaniche e con rulli filettati o con pettini si realizza poi la «improntatura» del filetto. TECNICHE DI FISSA GGIO ~ Deposito fangoso / Interstizio da serraggio incompleto Ki)>. 5 - Ksrmpio (li incompklo serraggio (li >ili. ihc i-ausa rimcrsti/iu. Gli acciai inossidabili maggiormente utilizzati per questo tipo di tecnologia sono gli AISI 302, 304, 305, 310, 316 per i tipi austenitici; A1SI 430 per i tipi fermici, A1S1 410 e 431 per i tipi martensitici. Tra gli austenitici molto utilizzato è l'AISI 305 per il basso valore di incrudimento che esso presenta in seguito a deformazione plastica a freddo. Una seconda tecnologia pure adottata per la realizzazione di viti di acciaio inossidabile, è la tornitura. 1 tipi maggiormente impiegati, in questo caso sono gli A1SI 303, 303 Se, 316F per gli austenitici, l'AISI 430 F, 430 FSe per i ferritici, AISI 416, 416 Se, 420 F per i martensitici; cioè acciai contenenti opportune quantità di zolfo e selenio destinate ad aumentare la lavorabilità alle macchine utensili. Per ciò che concerne le lavorazioni a freddo (ricalcatura, iinprontatura eccj è necessario ricordare che, soprattutto per gli acciai austenitici, si possono ottenere dei valori di incrudimento molto elevati; in particolare, per determinati tipi di ricalcatura, ad esempio per teste di viti con cave esagonali o cruciformi (ottenute per coniatura o fresatura), è opportuno ricorrere a trattamenti termici di ricottura intermedi, per eliminare o per lo meno per attenuare le conseguenze negative che un alto valore di incrudimento può provocare. l- da sottolineare che un elevato incrudimento, per gli acciai inossidabili au.sieniiici. oltre ad innalzare alcune caratteristiche meccaniche, quali specificatamente, carico di rottura, snervamento e dure/za superficiale, altera in maniera rilevante anche alcune caratteristiche lisiche tra le quali la permeabilità magnetica. Può \criticarsi il caso, quindi, che viti di acciaio austenitico con elevati gradi di incrudimenti) acquistino caratteristiche ferromagnetiche. Nel caso della ricalcatura a freddo, è possibile effettuare preventivamente un riscaldamento della parte che deve essere ricalcata a una temperatura che non superi i 400 ' C , per evitare fenomeni di precipitazione di carburi di cromo. 1 valori di durezza approssimativamente raggiungibili all'interno della zona ricalcata nella testa della vite, per esempio su AISI 305, sono dell'ordine di 410 - 440 HV; sempre sullo stesso tipo di acciaio per lavorazioni di improntatura del filetto si possono raggiungere 280 HV sul fondo del filetto e 380 HV sulla cresta. Per la scelta dei materiali costituenti le viti, è necessario, naturalmente, conoscere l'impiego al quale esse sono destinate: per determinati tipi, ad esempio, per viti autofilettanti sono richieste elevate durezze superficiali ed è quindi necessario ricorrere ad acciai inossidabili martensitici (con questi si possono raggiungere durezze di circa 38 + 45 HRC). Nel caso in cui si richiedano maggiori garanzie dal punto di vista della resistenza alla corrosione generalizzata o localizzata, è necessario ricorrere ad-acciai-rnox-ferritici-o-au--— slenitici al Cromo Nichel (tipo 304) o al Cromo Nichel Molibdeno (tipo 316) a seconda del grado di aggressività dell'ambiente. Nel caso di sollecitazioni termiche e meccaniche elevale è opportuno adottare leghe del tipo AISI 309 o 310. Gli acciai inossidabili per bulloneria sono identificabili con alcune sigle atte ad inviduarc il gruppo e la qualità dei diversi materiali. Per schematizzare tale tipo di identifica/ione ci si riferisce alia norma UNI 7323, parte 8' dell'ottobre 1980, che si intitola: «Bulloneria con caratteristiche particolari — Prescrizioni tecniche — Bulloneria di acciaio inossidabile resistente alla corrosione ••. I ale nonna è applicabile soli) alla bulloneria di categoria .A (viti, prigionieri, tiranti e dadi) per diametri da 1,6 a 24 nim per gli acciai ferritici. Nel campo di applicabilità, in tale norma si definiscono, inoltre, altre caratteristiche, quali il tipo di filettatura metrica, la larghezza in chiave dei dadi, la larghezza della filettatura in presa, eco Per le prescrizioni tecniche della bulloneria, valgono comunque le UNI 3740 e UNI 7323 nelle loro parti, salvo le considerazioni generali della UNI 3740 parte l11 e UNI 7323 parte 1 \ La norma 7323 parte 8 a definisce inoltre il sistema di designazione con una lettera e tre cifre, che rappresentano il tipo di acciaio impiegato e le caratteristiche meccaniche della bulloneria. La lettera indica la composizione generale dei diversi gruppi di acciai inossidabili, nel seguente modo (figura 6): A: acciai austenitici al Cromo Nichel e al Cromo Nichel Molibdeno F: acciai ferritici al Cromo C: acciai martensitici al Cromo. La cifra dopo la lettera indica il tipo di lega previsto per ogni gruppo A, F o C, come si vede dalla figura, 4/81 - Lamiera - 63 TECNICHE DI FISSAGGIO _ (•ruppi) Dcnoniiiui/ionc Simbolo A Ausli-nilico Kcrrilko Ma rii1 ti si li i(i li;;. Acciai inossidabili (designazione) UNI 6900 Simbolo AISI Qualità 303 304L; 304; 305 321; 347 3161.; 316 (3I6TÌ; 316Nb) Al A2 A3 A4 A5 1 2 3 4 5 XIO Cr.NiS 1809 X2 CrNi 1811; X5 CrNi 18)0; X8 CrNil812 X6 CrNili 1811; X6 CrNiNb 1811 X2 CrNiMo 1712; X5 CrNiMo 1712 X6 CrNiMoTi 1712; X6 Cr.NiMoNb 1712 1 2 X8Cr 17 XIO CrS 17 430 430 F FI F2 1 3 4 X12CM3 XlòCrNi 16 X 12 CrS 13 410 431 416; 416 Se CI C3 C4 0 - I d i ' i i l i f i c a / i o n t ' ili acciai inossidabili per bulloneria U N I 7.123 - parli' 8 : l ) . Atislenilii'o ( illippo A1 A2 A3 A4 A5 / Ferri lieo Marleiìsitico FI F2 CI CJ C4 45 50 50 70 80 e 1 = em prato rinvenuti ^ = temprali rinvenuti 'Z s addolcili 70 80 incruditi 50 orteinenlt incruditi Cinese di resisi en/;i addolcili N 91 C rraltiinieiiio termico* * l\-r lipi, scopi o defiiii/ioni dei iruiiumcnii icrinici. vedere UNI 3354. Kit». 7 - C l a s s e d i r e s i s t e n z a d i b u l l o n e r i a d i a c c i a i o i n o s s i d a b i l e ( I N I 7 3 2 3 - p a r t e 8 a ) . mentre le ultime due cifre rappresentano un decimo del carico di rottura nominale della bulloneria, espresso in N/mrrr e quindi individuano la classe di resistenza, come si può notare dalla figura 7. Quindi, ad esempio, A4 — 80, sta a rappresentare le caratteristiche di bulloneria di acciaio austenitico X2GrNiMo 17 12 oppure X5GrNiMol7 12 fortemente incrudito, con carico di rottura minimo di 800 N/mm ; . Tale normativa prescrive infine le 64 - Lamiera - 4/81 caratteristiche meccaniche per ogni classe di resistenza e le modalità di prova. Tecniche di unioni mediante rivetti e chiodi Come considerazioni genera/i, relative alla compatibilita tra i materiali da unire e gli organi di unione, possono ritenersi valide quelle precedentemente esposte per le viti, in quanto essendo il rivetto o il chio- do, in generale, un elemento di piccole dimensioni superficiali rispetto agli organi da congiungere, possono crearsi., in determinate situazioni ambientali, fenomeni di corrosione galvanica conseguenti alla differente nobiltà dei materiali posti a contatto. Possiamo, a titolo d'esempio, considerare che per una costruzione totalmente realizzata con acciaio inossidabile, per esempio una gronda o una scossalina è assolutamente necessario utilizzare, per le giunzioni TECNICHE DI FISSA GGIO _ con rivetti (qualora si segua tale tecnica realizzativa), elementi di acciaio inox. Se i rivetti invece fossero, per esempio di alluminio, questi, costituendo un piccolo anodo rispetto al grosso catodo di materiale più nobile (l'inossidabile), si corroderebbero galvanicamente in breve tempo. Esistono diversi tipi di rivetti che si differenziano sostanzialmente per la forma della testa, a seconda dei diversi tipi di applicazioni ai quali sono destinati; normalmente vengono utilizzati acciai inossidabili della serie 300, di solito AISl 304, AIS1 305oAISI316. di materiale, la forma della testa, le dimensioni del rivetto vero e proprio, in particolare diametro e lunghezza. 1 rivetti destinati ad usi aeronautici o aerospaziali sono pure contemplati nelle NAS: National Aérospacè Standard. Per quanto concerne la chiodatura intesa su strutture inetàlliche, per la giunzione di membrature, essa veniva adottata un tempo, quando si attribuiva agli inossidabili una scarsissimà attitudine alla saldatura. Oggi, i collegamenti chiodati di acciaio inossidabile, tranne in qualche caso di strutture aeronautiche, non ciaio inossidabile sia destinati al legno che per usi particolari, si parte da filo trafilato normalmente di austenitico AlSI 304o AISI 316 a seconda delle diverse utilizzazioni con diversi gradi di incrudimento. Tecniche di unione mediante adesivi La tecnica dell'incollaggio si presta, in molti casi, particolarmente bene per l'assemblaggio di elementi di acciaio inossidabile, infatti, a mezzo di adesivi strutturali, è possibile raggiungere ottimi risultati dal punto di vista della resistenza meccanica nella giunzione; naturalmente quando vengono scelti, in maniera opportuna, tutti i parametri relativi (tipo di adesivo, preparazione superficiale, ecc), in funzione delle condizioni di esercizio (stato di sollecitazione, carichi termici, ecc). Con tale tecnica, prendendo sempre come esempio, l'unione tra due lamiere, c'è da sottolineare.che con ; 3 gli adesivi strutturali è possibile, in primo luogo, unire l'acciaio inossidabile con elementi di materiale meN\\\\\\/ \\\\V\\ no nobile, scongiurando il pericolo di un «potenziale» innesco di corrosione galvanica che inevitabilmente sorgerebbe nel caso in cui le due laKit;. 8 - Esempio di unione di due lamiere mediante rivetti a strappo. miere fossero poste in contatto fra loro come già visto in precedenza // gambo, nei rivetti a strappo di ac- sono più utilizzati. Vengono invece questo grazie all'interposizione dei ciaio inossidabile, può essere o dello usati con sempre maggior interesse i film di adesivo che interrompe la stesso tipo di acciaio inox oppure di chiodi di acciaio inossidabile, desti- continuità metallica. acciaio al carbonio; è bene comun- nati all'unione di materiali non me- Inoltre, si evita di deteriorare la sutallici, per esempio chiodi inox per perficie di acciaio inox; tali alteraque utilizzare rivetti aventi anche il gambo di acciaio inossidabile, in legno impiegati in settori quali quel- zioni superficiali sarebbero inevitaquanto, pur essendo, in parte, un lo dell'edilizia (negli infissi, per bili nel caso in cui si procedesse a elemento a perdere (figura 8), si po- esempio, per evitare antiestetici co- saldature della giunzione oppure a trebbe provocare, una volta avve- laticci di ruggine), dell'arredamen- rivettature o chiodature. nuta la rottura del chiodo, un feno- to, in distillerie (botti di legno pre- Nella generalità dei casi, si evitano meno di contaminazione ferrosa lo- giato, per esempio rovere, adibite anche fenomeni di «crevice corrocalizzata sul corpo del rivetto in ac- alla conservazione o all'invecchia- sion» che, come si è visto, possono ciaio inox, con conseguenti possibili mento di liquori); esistono comun- essere particolarmente insidiosi ed que anche altri tipi di chiodi di ac- imprevedibili: l'adesivo, infatti, iminneschi di fenomeni corrosivi. Normalmente la rivettatura con ri- ciaio inossidabile per impieghi par- pedisce che sostanze aggressive ragvetti di acciaio inossidabile è utiliz- ticolari, quali quelli, ad esempio, giungano interstizi (tra metallo e zata in settori quali l'aeronautico utilizzati in edilizia per fissare fra metallo, tra metallo e guarnizione, (zona motori degli aerei); trasporti loro le tegole di ardesia; questi tipi ecc.) fungendo, in questo caso, da (tank - containers); edilizia (lattone- si differenziano leggermente dai tipi vero e proprio sigillante. ria); navale (imbarcazioni da dipor- tradizionali in quanto presentano Infine, caratteristica importante per una testa molto larga, piatta e bom- gli acciai inossidabili, non si modifito, radar, mancorrenti ecc). Anche per i rivetti esistono sistemi bata ed un gambo di diametro rile- ca alla struttura metallografica, contrariamente a quanto avviene di designazione non unificati: lette- vante. re e numeri che identificano il tipo Per la fabbricazione di chiodi di ac- per esempio, per l'apporto termico A / \ Y////V, ' / / / / / / , / • / 4/81 - Lamiera - 85 TECNICHE DI FISSA GGIO e e e Staio Solventi Meccanismo di incollaggio Termoindur. Tipo di adesivo Termoplast. Tab. Il - Alcuni tipi di adesivi strutturati per acciai inossidabili. Tem peratura <Ji °C esercizio min. max Anaerobici 1 liquido polimerizzazione — 60 200 (250 punte) Epossidici poliammidici 1 solido, polvere nastro fusione + + reaz. chimica — 60 150 pastoso, liquido reaz. chimica ad alia temperatura — 50 90 — 60 70 2 reaz. chimica Epossidici poliammidici Epossi fenolicidi Epossi polisoll'urici 2 liquido, pastoso reaz. chimica 1 nastro fusione + + reaz. chimica 2 liquido, pastoso reaz. chimica 2 liquido pastoso reaz. chimica nastro fusione + + reaz. chimica I liquido Fenol-nitrilici 2 liquido + polvere Jovuto alla saldatura; esistono quindi problemi di precipitazione di carburi di cromo (con tutti i lati negativi dal punto di vista corrosionistico) conseguenza caratteristica delle zone adiacenti al cordone di saldatura per gli acciai inossidabili non a basso contenuto di carbonio e per i non stabilizzati. D'altra parte, tuttavia la tecnica dell'incollaggio presenta inconvenienti caraneristici, quali ad esempio l'impossibilità di effettuare giunzioni sottoposte a carichi termici troppo elevati (di solito, con determinati tipi di aderivi, si può raggiungere al massimo il valore di 80 ^ 120 °C). Inoltre è necessario prevedere sia adeguate preparazioni superficiali sia tempi di presa, che variano da tipo a tipo di adesivo, ed infine è necessario costituire giunzioni di disegno adeguato al tipo di sollecitazione previsto in esercizio. Per ciò che concerne la preparazione superficiale, si devono creare le condizioni ottimali affinchè l'adesivo «bagni» convenientemente le superfici di acciaio inossidabile; è ne66 - Lamiera - 4/81 chetonici evaporazione + + reaz. chimica 1• 1 •y Ut;. ') - Copertura della «Banca Popolare di No>ara» a Milano. — 60 150 (300 punte) -50 150 — 40 70 — 55 150 TECNICHE DI FISSA GGIO I- in. IO - l lili/va/ione di lamiere di acciaio inossidabile AISI 316 incollale, nella costruzione di una piscina. cessario pertanto «attivare» le superfici stesse, sfogliandole dello strato passivo che, nelle normali condizioni di impiego, riveste e protegge gli acciai inox. Tale strato come ormai noto, è costituito da una pellicola di ossigeno adsorbito a livello molecolare che è in stato di equilibrio dinamico. L'attivazione può essere effettuata in due modi tecnicamente diversi: il primo, in meccanico, a mezzo sabbiatura con abrasivo necessariamente inerte (per non creare contaminazione sull'elemento di acciaio inossidabile), quale, ad esempio al- lumina, corindone, ecc, avente una granulometria compresa tra !50 -^ 250 meshes; oppure con tele o altri mezzi abrasivi, per lo più utilizzati su lamiere di modesto spessore. 11 secondo modo prevede invece un'attivazione chimica con particolari tipi di soluzioni; si è comunque verificato che tale attivazione non porta a risultati costanti e, in alcuni casi, si può pregiudicare la resistenza alla corrosione dell'acciaio inossidabile (soprattutto per soluzioni a base di acido cloridrico). L'attivazione, inoltre, deve interessare solamente la zona di unione, pertanto, in certe situazioni con il procedimento chimico è necessario schermare le zone circostanti per non comprometterle nel caso si adottino soluzioni particolarmente aggressive. A volte, si può-far precedere e seguire al trattamento di attivazione sia esso meccanico o chimico, uno sgrassaggio con lavaggi, nella zona da incollare, mediante solventi appropriati o con loro vapori e successiva asciugatura in aria. È necessario, comunque che non trascorra troppo tempo tra l'attivazione dell'acciaio inox e l'applicazione dell'adesivo, altrimenti la superficie si ripassiva automaticamente in presenza dell'ossigeno contenuto nell'aria con conseguenze negative ai fini della presa dell'adesivo sugli aderendi. Qui di seguito è riportata la composizione di una soluzione consigliabile per l'attivazione chimica di pezzi di acciaio inossidabile, nel caso di giunti destinati- a resistenze molto elevate e con temperature di esercizio relativamente alte: — acido ossalico: 14 kg. — acido solforico concentrato (1,82 g/cm 1 ): 12,2 kg. — acqua: 70 litri. Gli elementi da attivare vanno immersi per circa IO minuti in una vasca ad una temperatura di 85 -H 90 °C; si spazzola poi lo strato nero che si forma in superficie con spazzole dure (di materiale inerte o di acciaio inossidabile per evitare contaminazioni superficiali) ed infine si provvede ad una abbondante sciacquatura con acqua fredda. Anche in questo caso è necessario applicare l'adesivo subito dopo per evitare che l'acciaio inox si ripassivi. Per le sollecitazioni meccaniche, valgono le considerazioni di carattere generale relative alla teoria dell'incollaggio; vale a dire è necessario, in primo luogo, che una giunzione venga sollecitata essenzialmente a trazione o a taglio, evitando carichi o sollecitazioni concentrate che agiscano nel senso di favorire spaccature o spellature. In base a tali considerazioni è opportuno scegliere, anche per gli acciai inossidabili, il disegno ottimale del giunto. 4/81 Lamiera - 67 TECNICHE DI FISSA GGIO Veniamo ora a prendere in considerazione i tipi di adesivi strutturali maggiormente utilizzati per gli acciai inossidabili. Tali adesivi, per lo più a base di resine sintetiche si possono raggruppare nel seguente modo (v. tab. 11). Come si può notare, essi possono essere mono o bicomponenti e presentarsi sotto diversi stati di aggregazione: liquido, solido, pastoso, ecc. Tali adesivi inoltre possono essere costituiti da una resina termoplastica o termoindurente; se è termoplastica perde consistenza con la temperatura, se è termoindurente si indurisce con la temperatura. Periamo se in servizio occorrerà una resistenza ai carichi termici si adotteranno resine termoindurenti, mentre in assenza di temperature elevate si utilizzeranno le tcnnoplastiche. In ogni caso anche le termoindurenti hanno limiti di temperatura, al di sopra dei quali rammolliscono e bruciano. Nella tabella II è riportato anche il meccanismo di incollaggio e la presenza eventuale di solventi che permettono di ottenere gli adesivi sotto forma di liquidi e quindi più facilmente applicabili. C'è da sottolineare che mentre per gli epossidici, epossifenolici. epossipoltsolturici, fenol-nitrilici, il processo di formazione del legame (cioè il meccanismo di incollaggio) avviene o per reazione chimica dovuta all'aggiunta di un indurente o per l'evaporazione della fase disperdente (solvente), per gli adesivi anaerobici si ottiene l'incollaggio per polimerizzazione in assenza di aria, cioè le molecole di un liquido (monomero) si combinano tra loro formando un solido (polimero). Nel caso degli adesivi anaerobici è da precisare anche che la superficie dell'acciaio inossidabile va particolarmente pulita ed attivata, altrimenti la polimerizzazione risulta molto rallentata. 11 processo di polimerizzazione può comunque essere accelerato con l'apporto di calore o con l'aggiunta di agenti ecceleranti. Gli adesivi possono essere applicati con diversi metodi, a seconda delle dimensioni e della forma delle parti da congiungere: a pennello, a spruz- 68 - Lamiera - 4/81 Ki)>. 11 - Parte i n f e r i o r e della piscina ( \ . Kit;. ' " ) : particolare della struttura portante di t r a v i . zo, ad estrusione (applicazione continua di sottili cordoni di adesivo), a rullo o a spatola. Nelle fotografie delle figure seguenti sono rappresentati alcuni esempi di impiego di adesivi strutturali con lamiere di acciaio inossidabile. In fig. 9 è illustrata la copertura della «Banca Popolare di Novara» a Milano, realizzata con lamiere di acciaio inossidabile ferritico AIS1 430 di spessore 0,6 mm. Le giunzioni delle converse alle falde sono incollate. In fig. 10 è rappresentata un'altra applicazione per la costruzione di piscine realizzate a Genova: lamiere di acciaio inossidabile austenitico AISI 316, di 1,2 mm di spessore sono state incollate su pannelli di lamiera di acciaio al carbonio, questi, a loro volta, risultano ancorati meccanicamente (con bulloni) ad una struttura portante costituita di travi d'acciaio. Nella fig. 11 si nota un particolare della struttura portante di travi. In fig. 12 si nota un'altra copertura, realizzata con pannelli inox incollati alla struttura sottostante, del padiglione delle Comunità Europee all'EXPO di Montreal nel 1966. TECNICHE DI FISSA GGIO n. 4 e 5, 1977. (3) M. Godart: La visserie en acier inoxydable, in Aciers Speciaux n. 18 1972. (4) UNI 7323 parte 81', ottobre 1980: Bulloneria con- caratteristiche particolari. Prescrizioni tecniche. Bulloneria di acciaio inossidabile resistente alla corrosione. (5) Autori \ari: Acciaio e materiali complementari, lialsider, Cieiuna 1971. (6) Ci. Di C'aprio, \V. Nicademi: Acciai inossidabili e adesivi strutturali, studi esperienze, in La meccanica italiana, n. 29 Ciennaio-I ebbraio 1970. I li;. 1 2 - ( o p i r l u r j d r l p a d i g l i o n e d i l l i ' ( o n i u i i j l u l . u r o p i T a l l ' I . \ l * ( ) d i M m i l r i a l Bibliografia 1981. (1) Ci. Di C'aprio: (ìli acciai inossidabili, 2 ' edizione Hocpli, Milano (2) Ci. Rapisarda: Gli acciai per la bulloneria commerciale, u l Acciaio (7) Autori vari: Cili adesivi nella giunzione di componenti metallici C1SIA, Milano 1976. (X) C. Baldi: Le collage structural in Materiaux et Techniques, n. 6 - 7 Ciiuuno-I.uulio. • 4/81 • Lamiera - 69