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INDICE Presentazione 1 Capitolo I – Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale 1.1 IL CONTESTO EUROPEO: orientamenti, progetti, attori di Margherita Palladino 1.2 I SISTEMI TELEMATICI PER I TRASPORTI: basi tecnologiche, architetture ed applicazioni di Bruno dalla Chiara 15 39 1.3 GALILEO: struttura e applicazioni per i trasporti di Mario Caporale 81 1.4 L’ARCHITETTURA NAZIONALE: Artist di TTS Italia 99 Capitolo II – I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte 2.1 SISTEMI PER LA NAVIGAZIONE MARITTIMA di Ferdinando Lolli 2.2 TRACKING AND TRACING DEI CARICHI di Giuliano Lamoni TECNOLOGIE FERROVIARIE INNOVATIVE PER LA SICUREZZA E LA CIRCOLAZIONE DEI TRENI di Enzo Marzilli. 2.3 109 131 145 2.4 MERCI PERICOLOSE di Gianfranco Burzio 183 2.5 I FLUSSI INFORMATIVI NEL TRASPORTO DI MERCI/CONTENITORI di Guido Nasta 229 2.6 L’ESAZIONE ELETTRONICA IN EUROPA di Paolo Giorgi 243 Capitolo III – Il contesto italiano 3.1 IL MERCATO DEL TRASPORTO: crescita, co-modalità, sicurezza di Rodolfo De Dominicis e Valeria Battaglia 261 3.2 IL MERCATO ITALIANO DEI SISTEMI ITS di TTS Italia 281 PRESENTAZIONE Federtrasporto ringrazia vivamente gli esperti esterni che hanno collaborato a questo Rapporto, condividendo le riflessioni sull’impostazione del lavoro e contribuendo poi concretamente alla realizzazione mediante la redazione di contributi particolari. Essi sono stati invitati a partecipare nella loro qualità di esperti sugli argomenti da ciascuno trattati. La responsabilità delle valutazioni di carattere generale sulle politiche e le azioni utili a promuovere l’innovazione, espresse nella Presentazione, attiene esclusivamente a Federtrasporto. Indice 1. 2. 3. 4. Obiettivi e struttura del Rapporto ....................................................3 Le politiche pubbliche per gli ITS ...................................................4 Modelli di interoperabilità e governance .........................................6 La prospettiva italiana: vincoli e strategie .......................................8 1. Obiettivi e struttura del Rapporto Scopo di questo volume è fornire agli operatori ed esperti del trasporto una visione d'insieme sulle tecnologie telematiche per i trasporti e la logistica finalizzate al miglioramento dell’efficienza, qualità e sicurezza delle attività connesse alla mobilità delle merci, focalizzando l’attenzione sulle applicazioni che ad oggi appaiono disponibili o promettenti sul piano operativo. La prima difficoltà che affronta chi voglia trattare il tema delle tecnologie sta nella loro rapida evoluzione. Il carattere evolutivo delle frontiere tecnologiche può indurre l’industria fornitrice e la ricerca pubblica ad inseguire soluzioni avanzate per la mobilità merci e passeggeri, per le quali non è detto si creino le condizioni di diffusa commerciabilità. D’altra parte può dissuadere i decisori pubblici dal cristallizzare in regole tecniche soluzioni che mai sono al sicuro da processi di rapida obsolescenza. Il dilemma non appare risolvibile ma resta la necessità di un bilanciamento tra innovazione e standardizzazione. Lo stato della ricerca e lo sviluppo del mercato sembrano tuttavia richiedere e consentire ormai un salto di qualità su due fronti: la definizione di architetture standardizzate per l’informatizzazione, la gestione, l’integrazione delle informazioni, che è prevalentemente nella responsabilità dei decisori pubblici, la diffusione delle applicazioni nella realtà operativa delle aziende, che è favorita dalla definizione di architetture standardizzate ma gioca sul terreno della capacità competitiva delle imprese. Si è quindi scelto di concentrare l’analisi su questi due fronti, dando conto non tanto delle prospettive della ricerca di base, pubblica o privata, ma piuttosto 1) dello stato dell’arte delle grandi scelte di cornice, delineate a livello comunitario e nazionale, a partire dalle Architetture di riferimento e Galileo (Cap.I), 2) delle tecnologie leader più promettenti, argomento circoscritto ad aspetti che si immaginano significativi per l’operatore che voglia farsi un’idea delle direttrici di diffusione delle applicazioni per il trasporto merci e la logistica (Cap.II), 3) del mercato italiano, dal punto di vista della domanda e dell’offerta di ITS (Cap.III). 4 – Presentazione 2. Le politiche pubbliche per gli ITS Nelle aree ad economia avanzata le tecnologie di telecomunicazione ed informatiche finalizzate all’ottimizzazione in sicurezza della mobilità di persone e merci – spesso riconosciute a livello internazionale nella denominazione di ITS, Intelligent Transport Systems - sono oggetto di attenzione per lo sviluppo di politiche pubbliche, per rendere sostenibile la crescita dei traffici e migliorare la produttività del sistema della mobilità. Con riferimento ai trasporti, infatti, la telematica fornisce una varietà di applicativi e relative combinazioni in grado di agevolare il processo di migrazione verso sistemi con meno code, con percorsi ottimizzati, con un uso migliore della rete viabile e dell’energia, monitorando i carichi, prevenendo gli incidenti primari ed evitandone la propagazione, informando l’utenza, favorendo l’accesso remoto alle prenotazioni ed ai pagamenti, scongiurando danni alle persone, ai veicoli, all’ambiente in senso lato. Per le merci, la necessità di politiche pubbliche discende dal fatto che l’ottimizzazione dei traffici in chiave multimodale è un interesse economico e sociale generale, sovranazionale, e non è frutto spontaneo della diffusione di tecnologie per i trasporti merci: le tecnologie tendono a diffondersi in maniera autonoma e fortemente asimmetrica tra modalità, operatori e aree geografiche, spesso assumendo i caratteri di sistemi proprietari, integrati solo verticalmente per seguire la filiera del trasporto della specifica clientela. In genere la metodologia dei decisori pubblici si serve di rilevazioni di mercato, analisi delle prospettive tecnologiche, dialogo pubblico-privato (centrato quest’ultimo sull’ascolto di operatori di trasporto e logistica e users), sperimentazione. È inoltre generalizzato il riconoscimento di una doppia dicotomia, inerente al tema, che richiede da un lato scelte di infrastrutturazione telematica e dall’altro di tenere aperta la possibilità dell’innovazione continua, nonché la convivenza di sistemi aperti e di sistemi proprietari. Lo sviluppo dei trasporti e della logistica, anche nella sua componente tecnologica, resta essenzialmente un’attività commerciale ed è compito delle imprese ma, come puntualizza la Commissione Europea nella Comunicazione sulla logistica merci del 2006, “le autorità devono svolgere un ruolo chiaramente definito teso a creare le adeguate condizioni generali e mantenere la logistica nell’agenda politica”. Questo rende necessario, come primo step, definire in che cosa debba consistere il backbone dei sistemi intelligenti. E la spina dorsale dell’infrastruttura telematica di interesse pubblico è tendenzialmente Presentazione - 5 riconosciuta nella interoperabilità dei prodotti e nella disponibilità di standard per lo scambio di dati. Il risultato di sistema dovrebbe essere almeno ciò che la Commissione europea chiama “merci on line”, o internet delle merci, in ambiente paperless. A questo dovrebbe coerentemente affiancarsi una forte diffusione di piattaforme di servizi, dell’automazione operativa e di supporti tecnologici di tipo gestionale. Il Piano d’azione per la logistica merci, licenziato dalla Commissione europea il 18 ottobre scorso, guarda alla telematica dal punto di vista dell’auspicabile azione pubblica e colloca i sistemi intelligenti al primo punto, confermando il fatto che lo sviluppo dei sistemi intelligenti aperti e pubblici appaia destinato a svilupparsi attorno ad alcune funzioni o ad alcuni soggetti “pivot”: le comunicazioni mare-terra e in ambito portuale; perché il traffico marittimo ha carattere eminentemente internazionale, richiede alti livelli di sicurezza della navigazione e degli accosti, e ha iniziato da tempo a dotarsi di sistemi tecnologici di localizzazione e controllo, le dogane, soggetto inevitabile di informatizzazione standardizzata europea, gli operatori pubblici a rete (inclusi i nodi), per i quali l’interesse ad incrementare e ottimizzare i traffici serviti è convergente con l’interesse generale alla messa in rete delle diverse modalità di trasporto, che non può prescindere dal massiccio ricorso a supporti tecnologici; il trasporto di merci pericolose: la pericolosità intrinseca di questi trasporti, specie in condizioni di congestione, esige che i rischi di incidente siano trattati in via di prevenzione, a partire dal monitoraggio dei percorsi e dei tempi programmati o riprogrammati per esigenze sopravvenute, e che gli eventi critici siano gestiti preordinando l’organizzazione delle forze di intervento mediante congrui sistemi di allerta. Inoltre non è senza rilievo l’osservazione delle caratteristiche intrinseche del trasporto su strada, ovunque prevalente, la cui frammentazione determina per sé che non sia promotore di piattaforme o soluzioni evolute “di sistema”. Non ci sono, ad oggi, Paesi o aree economiche che abbiano risolto la questione della messa in rete dei carichi o dei traffici. Ma l’obiettivo per tutti è almeno sviluppare sistemi aperti e interoperabili per la governance della mobilità merci, che possano insieme contribuire a ottimizzare i traffici e rafforzare sia la competitività economica sia la capacità del Paese di partecipare al business dell’innovazione tecnologica. 6 – Presentazione 3. Modelli di interoperabilità e governance Sul fronte della telematica il progresso sta rendendo disponibili applicativi di varia potenzialità e molto flessibili, modulari, interoperabili e capaci di filtrare e convertire informazioni da sistemi chiusi verso sistemi aperti. Si offre la possibilità di orientare le scelte concrete verso soluzioni accessibili in termini di costo e facilità d’uso da parte dell’utente professionale. La frontiera su cui si muove oggi la complessa attività, pubblica e privata, che ruota attorno agli ITS è la ricerca di un equilibrio, inevitabilmente dinamico, tra i due aspetti complementari che ne determinano la capacità di incidere sulla concreta funzionalità dei sistemi di mobilità a scala nazionale, regionale e globale: l’innovazione “technology driven” e l’innovazione “business driven”. Lo sviluppo di servizi innovativi ITS ha seguito per lungo tempo un approccio significativamente tecnologico. Il passaggio dall’analogico al digitale, le tecnologie radio a corto raggio, le tecnologie di comunicazione cellulare e di localizzazione satellitare, per fare solo alcuni esempi, hanno fortemente stimolato la diffusione di una molteplicità di servizi (telepedaggio, e.Safety, gestione flotte, controllo della circolazione, tracciamento, gestione delle merci, e così via) e promettono molto per il futuro. L’approccio tecnologico ha però determinato alcune criticità: la verticalizzazione dei servizi, offerti in maniera separata, difficilmente interoperabili e scarsamente integrati, spesso appannaggio di soggetti pubblici (es. i comuni) o di operatori privati (es. grandi corrieri internazionali, autostrade) che per loro natura o per dimensione d’impresa hanno la capacità di mobilitare risorse e assumere i relativi rischi, la comunicazione commerciale, strettamente vincolata, costringe gli utenti/clienti ad utilizzare strumenti abilitanti diversi anche se basati sulle stesse tecnologie, le attività di standardizzazione, anche in ambito internazionale, si concentrano su protocolli di basso livello e non risolvono le criticità di integrazione e di interoperabilità. Come conseguenza il processo di integrazione dei servizi non riesce, di fatto, a procedere speditamente esprimendo il potenziale che le tecnologie consentirebbero perché alcuni fattori chiave non trovano ancora sufficiente attenzione, tra questi: Le considerazioni svolte in questo paragrafo integrano il prezioso contributo di analisi e di esperienza sui temi della governance offerto nel corso dei lavori dall’ing. Natalino Curci, Polidream srl, al quale va un espresso ringraziamento. Presentazione - 7 le esigenze dell’utilizzatore dei servizi, la condivisione del modello di business a rete con potenziali partner, l’indipendenza dei servizi dalle tecnologie di accesso ed elaborazione dati, la minimizzazione dell’impatto sulle policy operative dei clienti, la salvaguardia degli investimenti fatti dai clienti in tecnologie ICT. La riflessione sulle carenze non risolte da un approccio fondamentalmente tecnologico è tuttavia ad uno stadio di maturità interessante, e determina nei casi migliori una nuova attenzione mirata all’integrazione, nelle fasi di elaborazione delle strategie di sistema e delle politiche pubbliche, della componente “business”. Anche nelle sedi europee competenti per i processi di standardizzazione si sta facendo strada, su iniziativa di parte italiana, un progetto specifico in questa direzione. L’approccio complementare “business driven” suggerisce indirizzi strategici mirati a favorire l’implementazione di “servizi infrastrutturali” per lo sviluppo del mercato e del suo grado di integrazione a rete, fondati su modelli di partnership contrattuale resi possibili, ormai, dalla competitività del mercato globale e dalla facilità di comunicazione e gestione dell’informazione, optare per modelli e standard che non obblighino i clienti / partner a cambiare radicalmente le politiche aziendali e le tecnologie abilitanti per accedere ai servizi, perfezionare, in termini di qualità, congruenza, accessibilità, le funzioni di notariato elettronico e certificazione necessarie ad accompagnare trasversalmente le diverse operazioni inerenti alla gestione della mobilità delle merci, con l’effetto ulteriore di elevare il livello di qualità intrinseco al processo produttivo dei servizi. Va detto che, negli anni recenti, è emersa una nuova sensibilità dei decisori pubblici e degli organismi di normalizzazione alle esigenze espresse, o non espresse ma comunque determinanti, dall’universo dell’utenza professionale dei servizi ITS. Essa si manifesta, ad esempio, nell’attenzione riservata alla consultazione degli operatori finali nella costruzione dei progetti pilota che le istituzioni pubbliche, a tutti i livelli, hanno in cantiere o in atto. Un approccio bilanciato nei termini sopra descritti consentirebbe una più rapida fertilizzazione del mercato, anche a partire dall’iniziativa operativa di partner “eccellenti” che si trovano in posizione favorevole, per collocazione strategica nella filiera del trasporto e della logistica o per un interesse commerciale qualificato e convergente con lo sviluppo dell’interoperabilità dei servizi a rete resa possibile dagli ITS. 8 – Presentazione 4. La prospettiva italiana: vincoli e strategie L’Italia presenta alcune peculiarità influenti sui flussi di traffico che genera e che serve e di cui è opportuno tener conto nel disegnare strategie di sistema per gli ITS. Tra queste: un territorio sostanzialmente chiuso dal mare e dalle Alpi, a cui si accede attraverso porte di tipo puntuale (porti, aereoporti) per flussi necessariamente plurimodali, oppure attraverso valichi alpini stradali e ferroviari di capacità limitata; una elevata densità di popolazione e dispersione produttiva, che producono una prevalenza particolarmente accentuata dei trasporti su gomma e sulle brevi distanze, con diffusi effetti di congestione stradale; una bassa propensione del settore manifatturiero all’outsourcing delle funzioni logistiche. Gli effetti si vedono nell’assenza di operatori logistici italiani tra i leader mondiali, i quali ultimi servono anche il mercato nazionale con finalità squisitamente commerciali, utilizzando quindi sistemi telematici chiusi di tipo proprietario che impongono al cliente e al vettore nazionale collegato l’acquisto di apparecchiature e software specifici; una spiccata polverizzazione dell’autotrasporto, che opera spesso in subvezione, e, per ragioni storiche legate alla disciplina dell’attività e delle tariffe, presenta solo in una quota assolutamente minoritaria le caratteristiche di struttura finanziaria e industriale, o di complessità e copertura geografica dei servizi offerti, sufficienti perché l’innovazione tecnologica operativa risulti interessante o praticabile; una importante percentuale (31%) del traffico interno su strada servito in conto proprio, in prevalenza su distanze inferiori ai 100km, ma con un peso del 4% delle tonnellate trasportate su tragitti internazionali, una debole capacità di governo delle decisioni di infrastrutturazione della rete e dei relativi nodi per la realizzazione dei grandi corridoi di terra nazionali e internazionali, che ha prodotto in quindici anni un ritardo tangibile e difficilmente recuperabile rispetto alle sezioni non italiane della rete paneuropea di trasporto; un diverso sviluppo e diverse vocazioni per le macroregioni logistiche individuabili sul territorio: il Mezzogiorno, le Isole, il Centro, il NordOvest e il Nord-Est. Presentazione - 9 La crescita della domanda di trasporto merci continua a procedere, in Italia come in Europa, a ritmi superiori alla crescita dell’economia. I fattori sopra brevemente ricordati disegnano un territorio nazionale nel quale si impone l’esigenza di investire in sistemi intelligenti come parte della strategia di ottimizzazione della circolazione dei carichi e dei mezzi, in prospettiva pluri-modale, per evitare che le situazioni di congestione si cronicizzino su sezioni sempre più estese della rete, a cominciare dai colli di bottiglia alpini, periurbani, retroportuali. Ma è di tutta evidenza come sia necessario creare anche condizioni capaci di portare il mercato nel suo complesso, nella sua operatività ordinaria, verso standard di produttività, qualità e sicurezza sensibilmente più elevati di quelli che la sua struttura è in grado di esprimere mediamente oggi, aiutando il comparto a familiarizzare, accostarsi alle applicazioni telematiche e trovarvi convenienza su scala sufficientemente vasta. La diffusione è una condizione di successo, sia ai fini della percepibilità dei benefici di sistema sia, più immediatamente, per lo stesso sviluppo del mercato dei servizi innovativi. La logistica efficiente per le merci, intesa nella sua componente trasportistica, è frutto della convergenza di elementi diversi: dalla grande infrastrutturazione fisica a quella, altrettanto vitale, di magliatura minore (strozzature, anelli mancanti), dalla interconnessione fisica delle reti alla interoperabilità dei diversi sistemi modali, dalla regolazione del mercato all’innovazione tecnologica e telematica. Queste diverse componenti si condizionano vicendevolmente, sicché ciascuna è in grado di esprimere al meglio il contributo potenziale alla qualità della mobilità se si inserisce in un contesto che evolve coerentemente. Queste considerazioni suggeriscono alcune direttrici di merito e di metodo in cui le scelte pubbliche nazionali dovrebbero muoversi, anche nell’ottica di sviluppo del Piano Generale della Mobilità. Nel merito, la governance del sistema richiede di accelerare le scelte e gli investimenti sui sistemi intelligenti, perché consentono di elevare la capacità delle reti esistenti e ottimizzare i flussi, e consentono di farlo in tempi brevi in attesa che progressivamente si realizzino i piani infrastrutturali sui grandi assi e relativi nodi, centrare la pianificazione del sistema sul ruolo dei nodi, perché è soprattutto nella messa in rete dei nodi, modali e multimodali, che si concretizza l’intelligenza del sistema, intesa come possibilità di concentrare flussi di merci e leggere in tempo reale l’opzione migliore per lo smistamento e l’instradamento dei carichi da / verso le altre componenti 10 – Presentazione della rete fisica di trasporto (corridoi di tutte le modalità, porti, aeroporti, valichi), prossime o remote, per i traffici di lunga percorrenza o compatibili con la multimodalità, prediligere con determinazione applicativi e sistemi “facili”, che presentino cioè caratteristiche semplici di installazione e di uso e costi contenuti, per favorire la customizzazione e il trasferimento tecnologico dai settori più avanzati a quelli meno attrezzati, abbattendo le barriere psicologiche ed economiche alla diffusione sul mercato nazionale anche a livello degli operatori non strutturati. Sul piano del metodo, e quindi degli strumenti ordinati alla governance, è necessario tenere insieme una serie di aspetti: la praticabilità tecnicoeconomica delle innovazioni, la considerazione delle diverse vocazioni logistiche territoriali, la coerenza del sistema nazionale, la coerenza con la standardizzazione internazionale, la cooperazione e il supporto di massima della comunità degli operatori utenti. Ne deriva l’opportunità di imprimere una netta accelerazione all’azione pubblica, strutturata su un coordinamento unitario a livello centrale, capace di leggere le esigenze delle macroaree logistiche identificabili sul territorio e incardinata sulla conoscenza approfondita e dinamica delle realtà operative del trasporto e della logistica. Appare funzionale, a questo fine, assicurare un capofila istituzionale unitario per gli ITS, cui afferisca la competenza per le decisioni e le azioni finalizzate a realizzare condizioni di interoperabilità dei supporti informativi e tecnologici “di sistema” dedicati alla mobilità delle merci sul territorio nazionale, in coerenza con le politiche generali per i trasporti e la logistica e con la vocazione propria delle macroregioni logistiche; il riconoscimento di 5-6 macroregioni logistiche, attraverso l’individuazione e l’insediamento di altrettanti Soggetti attuatori abilitati ad attuare sul territorio le indicazioni dell’Autorità nazionale in linea con la vocazione logistica propria dell’area multiregionale di competenza; la consultazione istituzionalizzata delle parti interessate, da parte dell’Autorità nazionale, secondo un approccio guidato dall’analisi di impatto economico e logistico di sistema e quindi con un’attenzione costante alle criticità segnalate dalla comunità degli operatori di trasporto: “L’individuazione delle strozzature (incluse quelle immateriali) dovrebbe passare attraverso il dialogo costante tra il mondo industriale e le istituzioni allo scopo di generare percorsi condivisi e sinergici per lo sviluppo della logistica” (Ue, Comunicazione sulla logistica merci); Presentazione - 11 una progettualità specifica, attraverso progetti pilota mirati insieme a tarare le scelte generali sulla concreta operatività delle attività connesse alla mobilità delle merci e a sollecitare un interesse anche competitivo degli utenti professionali di sistemi ITS a stare al passo con l’innovazione operativa, di cui si favorisce così la visibilità, il sostegno ad iniziative qualificate, che per struttura, partnership e maturità manifestino una chiara valenza “di sistema” e meritino di essere promosse nell’interesse generale perché il mercato non è in grado, o non è ancora in grado, di assicurare i necessari investimenti. Capitolo I LE SCELTE DI CORNICE A LIVELLO EUROPEO E NAZIONALE 1.1 IL CONTESTO EUROPEO: orientamenti, progetti, attori…..…………15 di Margherita Palladino 1.2 I SISTEMI TELEMATICI PER I TRASPORTI: basi tecnologiche, architetture ed applicazioni…………………………………….........39 di Bruno dalla Chiara 1.3 GALILEO: struttura e applicazioni per i trasporti…………….……81 di Mario Caporale 1.4 L’ARCHITETTURA NAZIONALE: Artist……………………….……...99 di TTS Italia 1.1 IL CONTESTO EUROPEO: orientamenti, progetti, attori di Margherita Palladino Indice 1. Introduzione ............................................................................................ 16 2. Le tecnologie nella Politica Comune dei Trasporti .............................. 17 2.1 Il Piano d’azione per la logistica .................................................................21 2.2 Gli orientamenti per le reti TEN-T ..............................................................24 2.3 Il Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico ............33 3. Nuove tecnologie e trasporto: gli aspetti di privacy e sicurezza ......... 36 Centro Studi Federtrasporto 16 – Capitolo 1 1.1 IL CONTESTO EUROPEO: orientamenti, progetti, attori 1. Introduzione La riflessione sulle applicazioni telematiche per i trasporti deve necessariamente partire da un orizzonte almeno europeo, per una serie di ragioni piuttosto evidenti. Tra queste, per citarne alcune, la capacità legislativa dell’Unione europea, la connessa attività di normazione tecnica, la realtà del mercato unico che impone/rende conveniente optare per soluzioni interoperabili, la dimensione internazionale dei mercati in cui operano le imprese che esprimono sia la domanda di tecnologie sia l’offerta, l’interesse della Comunità a sostenere una posizione di leadership dell’industria europea di punta. Il contenuto tecnologico delle attività di trasporto e logistica è da qualche tempo parte integrante della politica europea di settore ed oggetto di interventi a vari livelli, illustrati nelle pagine che seguono. Come spesso accade nella prassi europea, l’approdo di temi di frontiera al tavolo della proposta politica o legislativa è già una seconda fase, preceduta da analisi tecnico-economica svolte nel quadro dei Programmi pluriennali di Ricerca e Sviluppo, che sono il luogo nel quale si prepara il terreno per le successive opzioni di policy. In questa progressiva definizione dell’azione di Bruxelles, merita di essere sottolineata, come elemento di evidente rilievo, l’adozione di Conclusioni formali da parte del Consiglio “Competitività” (non del Consiglio “Trasporti”), nel febbraio 2007, sulla centralità del sistema dei trasporti per raggiungere gli obiettivi di Lisbona. Per la prima volta in un documento formale il Consiglio dei Ministri, istanza politica dell’Unione, colloca le politiche di settore al cuore degli obiettivi di Lisbona e impegna l’UE a realizzarle nell’ottica della competitività in chiave di innovazione, ottimizzazione e qualità, secondo le quattro linee prioritarie della strategia di Lisbona: a) investire di più nei sistemi intelligenti, “essenziali per rafforzare la competitività e l'efficienza dei trasporti e per contribuire a compensare gli effetti negativi dell'aumento del traffico in Europa”; b) liberare il potenziale imprenditoriale, soprattutto delle PMI, grazie ad infrastrutture adeguate e la diffusione delle tecnologie dell’informazione e comunicazione; c) adattare i mercati del lavoro e della professionalità; d) governare i consumi energetici e i cambiamenti climatici. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 17 Nelle politiche europee di settore il tema delle tecnologie entra quindi a vario titolo: come componente infrastrutturale (es. Galileo), come fattore di ottimizzazione dei flussi merci per ridurre la congestione e l’impatto ambientale, come ausilio alla semplificazione amministrativa e all’introduzione di nuove misure (es. tariffazione differenziata delle infrastrutture), come fattore di qualità ed efficienza dei servizi, come presupposto per lo sviluppo di una logistica avanzata, come supporto alla competitività dell’Europa nel contesto globale, come mercato di punta da presidiare mediante il consolidamento di standard europei e il mantenimento di una capacità di leadership industriale. 2. Le tecnologie nella Politica Comune dei Trasporti Il Libro Bianco sui trasporti1, elaborato nel 2001, esprime gli orientamenti comunitari per il settore nella forma di una politica per la mobilità che promuove il riequilibrio e l’integrazione modale e l’interoperabilità a livello sia infrastrutturale sia operativo. A giugno 2006, la Commissione europea ha eseguito la revisione intermedia di tali orientamenti2, aggiornando il pacchetto di misure previsto dal Libro Bianco sulla base dei risultati finora conseguiti e del nuovo contesto politico ed economico scaturito da fenomeni quali l’allargamento dell’Unione, la globalizzazione, il terrorismo ed il crescente prezzo dell’energia. Con la revisione del Libro Bianco, l’Esecutivo europeo conferma la validità degli obiettivi individuati nel 2001 per la politica europea dei trasporti e pone gli stessi al centro della strategia di Lisbona. Offrire un adeguato livello di mobilità in seno all’Unione, proteggere l’ambiente, promuovere l’innovazione e stabilire connessioni internazionali restano tra i principali obiettivi degli orientamenti comunitari in materia di trasporti. Gli strumenti predisposti nel 2001 per la realizzazione degli obiettivi indicati subiscono invece un aggiornamento. La permanenza di una forte congestione stradale, un riparto modale delle quote di traffico non equilibrato, la difficoltà a reperire risorse per le politiche infrastrutturali, l’insufficiente utilizzo delle applicazioni tecnologiche nell’ambito dei trasporti rappresentano alcuni dei 1 2 “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”, COM (2001) 370 del 12 settembre 2001. “Mantenere l’Europa in movimento - una mobilità sostenibile per il nostro continente. Riesame intermedio del Libro Bianco sui trasporti pubblicato nel 2001 dalla Commissione europea”, COM (2006) 314 del 22 giugno 2006. 18 – Capitolo 1 problemi irrisolti, che impongono l’individuazione di nuovi strumenti d’intervento. Appare indispensabile adottare un differente approccio nell’impostazione della politica comunitaria dei trasporti, fondato sul concetto di “co-modalità” (uso efficiente dei diversi modi di trasporto presi singolarmente o in combinazione tra loro), che pone al centro dell’azione europea le infrastrutture, l’innovazione e l’integrazione logistica. Le previsioni di crescita della domanda di trasporto, formulate nel Libro Bianco aggiornato, sostengono un simile approccio in quanto indicano per il futuro una forte e sostenuta lievitazione delle tonnellate-chilometro per il comparto merci (Tabella 1)3. Tab. 1 Area Scenario probabile di attuazione del Libro Bianco: domanda trasporto merci per le modalità terrestri (mrd tonnellate-km) Modalità Strada Ferrovia Vie navigabili interne Tutte NMS-10 Strada Ferrovia Vie navigabili interne Tutte Strada UE-25 Ferrovia Vie navigabili interne Tutte UE-15 Fonte: 3 2000 Scenario Tkm 2010 2020 Variazione % 2000-2010 2000-2020 1319 250 1588 269 1907 280 20% 8% 45% 12% 127 141 164 11% 29% 1696 175 124 1998 298 134 2352 411 142 18% 70% 8% 39% 134% 14% 4 4 4 0% 6% 304 1495 374 437 1886 403 558 2318 422 44% 26% 8% 83% 55% 13% 131 146 169 11% 28% 2000 2435 2909 22% 45% Studio ASSESS, Allegato VI ”Results from the SCENES model” Le previsioni sono contenute nello studio ASSESS: “Assessment of the contribution of the TEN and other transport measures to the mid-term implementation of the White Paper on the European Transport Policy for 2010 “ (2005). Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 19 Considerando lo stato di attuazione delle politiche contenute nel Libro Bianco del 20014, in assenza di interventi correttivi, si ipotizza che la domanda di trasporto merci per le modalità terrestri (strada, ferrovia, vie navigabili interne) aumenterà nell’Unione a 25 del 22% (2000-2010) e del 45% (2000-2020). La strada segnerà gli sviluppi più significativi (2000-2010: 26%; 2000-2020: 55%), seguita dalle vie navigabili interne (2000-2010: 11%; 2000-2020: 28%) e dalla ferrovia (2000-2010: 8%; 2000-2020: 13%). Le stime dimostrano poi il forte impatto che l’allargamento dell’Unione europea, realizzato nel 2004, avrà sui flussi di traffico. Per i nuovi Paesi membri (UE-10), le tonnellate-chilometro cresceranno del 44% (2000-2010) e dell’83% (2000-2020), con dinamiche predominanti della modalità stradale rispetto alle altre tipologie di trasporto di superficie: 70% al 2010 e 134% al 2020. A fronte di un simile scenario, la realizzazione delle rete transeuropea di trasporto (TEN-T) appare ancor più necessaria, ma nella revisione intermedia del Libro Bianco si osserva che la creazione di nuove infrastrutture non può rappresentare l’unica risposta alla crescente domanda di trasporto. Numerosi elementi impongono di trovare soluzioni alternative: gli elevati costi di realizzazione delle opere e la difficoltà degli Stati membri a reperire risorse adeguate, i tempi lunghi per la loro progettazione e realizzazione, il relativo impatto ambientale. Se da un lato, bisogna intervenire per fornire all’Unione europea una dotazione di reti fisiche adeguata, dall’altro lato, sembra necessario ottimizzare le infrastrutture già esistenti per ridurre la congestione e migliorare l’accessibilità delle regioni comunitarie. Gli stessi orientamenti sulle reti TEN-T4, nella versione modificata del 2004, hanno inserito tra gli obiettivi prioritari da realizzare entro il 2020 quello di “ottimizzare la capacità e l’efficienza delle infrastrutture esistenti e nuove, promuovere l’intermodalità e migliorare la sicurezza e l’affidabilità della rete attraverso la realizzazione e il miglioramento dei terminali intermodali e delle loro infrastrutture di accesso e/o utilizzando sistemi intelligenti”. Qualità e 4 4 Le previsioni di crescita della domanda di trasporto merci vengono effettuate tenendo a mente lo scenario di attuazione maggiormente probabile del Libro Bianco, sulla base dello stato di avanzamento delle politiche in esso contenute. Decisione n. 884/2004/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 che modifica la decisione n. 1692/96/CE sugli orientamenti comunitari per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti. 20 – Capitolo 1 sicurezza vengono inoltre posti al centro della politica comunitaria per la rete ferroviaria europea da perseguire principalmente attraverso l’armonizzazione tecnica e l’introduzione del sistema europeo di controllo e di comando ERTMS (European Railway Traffic Management System). Uno spazio di assoluto rilievo è accordato al progetto di navigazione satellitare GALILEO, incluso nella lista delle trenta opere prioritarie della rete TEN-T, poiché le sue innumerevoli applicazioni offrono grandi opportunità di sviluppo per il sistema comunitario di trasporto. Secondo il Libro Bianco aggiornato, gli interventi sulle reti devono necessariamente coinvolgere l’innovazione. Risultano indispensabili gli investimenti in infrastrutture intelligenti (nuove o ristrutturate) per eliminare le strozzature e preparare l’introduzione di sistemi cooperativi, che nascono dall’interazione tra veicoli e tra questi e le reti esistenti. Una mobilità intelligente è quanto auspicato nella strategia comunitaria scaturita dalla revisione intermedia del Libro Bianco, che indica la logistica e le tecnologie dell’informazione e della comunicazione tra gli ambiti prioritari d’intervento per la sua realizzazione. Tale strategia affonda le radici in un terreno seminato da alcuni concetti chiave: la co-modalità, l’interoperabilità, il trasferimento di importanti quote di traffico verso tipologie di trasporto diverse dalla strada (in particolare ferrovia e vie navigabili interne). Sulla scia di un rinnovato impegno per il settore, la Commissione presenta le azioni principali da intraprendere in materia di infrastrutture, logistica e innovazione (Galileo, ERTMS, sistemi intelligenti di trasporto o ITS, attività di ricerca e sviluppo, sviluppo dell’e-maritime). Le azioni sono inserite nel piano di lavoro contenuto nel Libro Bianco aggiornato (Tabella 2). Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 21 Tab. 2 Piano di lavoro del Libro Bianco aggiornato: principali azioni per il trasporto merci e l’innovazione tecnologica Azioni Scadenze Strategia per la logistica del trasporto merci e dibattito su una possibile azione a livello comunitario Galileo: identificazione delle possibili applicazioni future 2006 Logistica: definizione di un Piano di azione programma 2007 Lancio di un vasto programma per immettere sul mercato i sistemi intelligenti per il trasporto stradale e preparare le infrastrutture per i sistemi co-operativi 2008 Reti TEN-T: identificazione pluriennale fino al 2013 del Trasporto marittimo: installazione dei sistemi “emaritime” Galileo: inizio della concessione 2009 ERTMS: applicazione lungo determinati corridoi Tecnologia: Ricerca e Sviluppo In permanenza Fonte: COM (2006) 314 del 22 giugno 2006 2.1 Il Piano d’azione per la logistica Nella revisione intermedia del Libro Bianco, si annuncia la definizione entro il 2006 di una strategia per la logistica del trasporto merci preceduta da una consultazione pubblica per verificare l’opportunità di intraprendere un’azione a livello comunitario. Entrambe le iniziative sono state lanciate ed oggi risultano giunte a conclusione5. Pochi giorni dopo la pubblicazione della revisione intermedia del Libro Bianco, la Commissione ha formulato la sua strategia per il settore6. Misure 5 6 La consultazione si è conclusa ad aprile 2006. I relativi documenti sono disponibili all’indirizzo: http://ec.europa.eu/transport/logistics/consultations/2006_04_26/2006_04_26_publi c_consultation_documents_en.htm “La logistica delle merci in Europa – la chiave per una mobilità sostenibile”, COM (2006) 336 del 28 giugno 2006. 22 – Capitolo 1 specifiche per lo sviluppo di una mobilità intelligente, invece, sono contenute nel Piano d’azione per la logistica del trasporto merci, adottato nel mese di ottobre 20077. Secondo la strategia disegnata dall’Esecutivo comunitario, nodo cruciale per una logistica efficiente è la promozione delle nuove tecnologie. Queste ultime possono agevolare i processi amministrativi e operativi legati alla distribuzione delle merci, in particolare nelle catene logistiche multi-modali, rendendo il trasporto più sicuro e ottimizzando il capitale umano impiegato. Per tutte le modalità di trasporto, appare indispensabile lo sviluppo dei sistemi di rilevamento e localizzazione delle merci (tracking and tracing). A tal fine, acquistano rilievo i sistemi di: navigazione satellitare (GALILEO), identificazione e localizzazione a lungo raggio (LIT, Longrange Identification and Tracking), informazione sui corsi d’acqua (RIS, River Information System), identificazione automatica (AIS, Automatic Identification System). Recuperi di efficienza sarebbero poi ottenuti con la promozione del sistema SafeSeaNet nel settore marittimo, della telematica per il trasporto merci su strada (TAF, Telematic Application for Freight) e del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario (ERTMS). Particolare attenzione dovrebbe ricevere la tecnologia per l’identificazione tramite frequenza radio (RFID, Radio Frequency Identification), che rappresenta un mercato con grandi potenzialità di sviluppo. Ma anche gli standard di comunicazione (EDI/EDIFACT) e le piattaforme “aperte” (tipo XML). In generale, dunque, risulta essenziale lo sviluppo dell’interoperabilità e dei sistemi di comunicazione comuni e aperti nell’ambito di una cornice di riferimento per i soggetti coinvolti. Aspetti di interesse prioritario riguardano lo scambio di dati e informazioni tra le varie modalità di trasporto, tra l’industria e le amministrazioni e nei campi del business-to-business e business-to-consumer, nonché l’accessibilità per le PMI. L’offerta attualmente disponibile sul mercato europeo riguarda infatti, normalmente, soluzioni personalizzate per grandi clienti, difficilmente accessibile per le PMI in ragione degli elevati costi di avviamento in termini di hardware e software. Un aspetto fortemente sensibile che deve essere ancora ulteriormente approfondito è la garanzia della sicurezza e della privacy in relazione alle 7 Il testo del Piano di azione per la logistica è consultabile al seguente indirizzo: http://ec.europa.eu/transport/logistics/freight_logistics_action_plan/action_plan_en.h tm Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 23 possibilità di accesso non autorizzato e uso improprio dei dati e delle comunicazioni, specie per la tecnologia RFID e per il sistema Galileo. Considerata la sua estrema importanza, la logistica del trasporto merci troverà uno specifico sostegno finanziario nel Settimo Programma Quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, testimoniando il ruolo che l'innovazione può giocare per il settore. Nella valutazione di impatto della strategia contenuta nella Comunicazione8, si evidenziano le ricadute abbastanza positive sul fronte socio-ambientale derivanti dalla definizione di un quadro per lo sviluppo della logistica del trasporto merci in Europa. L’applicazione delle tecnologie può infatti generare un migliore utilizzo del trasporto ed attenuare la congestione del traffico, gli incidenti, il rumore, l’inquinamento acustico e dell’aria, i cambiamenti climatici, l’uso del territorio, gli sprechi energetici, ecc. In termini occupazionali, il principale beneficio riguarda la maggiore qualità del capitale umano poiché l’utilizzo delle tecnologie avanzate richiederebbe personale più specializzato. Malgrado le tecnologie siano in continua evoluzione, la presenza di un quadro di riferimento per la promozione della logistica del trasporto merci potrebbe correggere l’attuale mancanza di coordinamento tra i vari sistemi in termini sia tecnici sia applicativi. La diffusione dell’ICT richiede azioni sinergiche, capaci di contribuire all’efficienza della logistica il cui raggiungimento è oggi ostacolato da un’eccessiva frammentazione. Nel Piano d’azione per la logistica del trasporto merci, la Commissione indica una serie di misure che intende intraprendere -e le relative scadenze temporaliper favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie nel settore: definire una cornice di riferimento entro cui collocare lo sviluppo delle applicazioni ITS (2009); istituire un quadro normativo per la standardizzazione delle specifiche funzionali di una singola interfaccia nel campo dello scambio di informazioni di tipo business-to-administration e business-to-business (2010); accelerare l’interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale nella Comunità (2008). Il Piano contempla una specifica tabella di marcia dedicata all’e-freight, inteso come trasporto delle merci non accompagnato da documenti su supporto cartaceo ma da un flusso elettronico di informazioni: sviluppare un programma di lavoro ad hoc e individuare le aree che richiedono un intervento dell’Unione europea a favore della standardizzazione (2009); promuovere quindi l’integrazione e l’interoperabilità tra le diverse modalità di trasporto sul fronte 8 “Logistica delle merci in Europa – la chiave per una mobilità sostenibile”, SEC (2006) 818 e SEC (2006) 820 del 28 giugno 2006. 24 – Capitolo 1 dello scambio di dati e informazioni (2010); individuare una serie di dati standard per la descrizione delle merci (2009); fare una proposta sull’emarittime (2009). 2.2 Gli orientamenti per le reti TEN-T Gli orientamenti comunitari sulle reti TEN-T riconoscono il ruolo dell’innovazione tecnologica per lo sviluppo del settore. Di particolare interesse è l’analisi del Programma Indicativo Multi Annuale (MIP)9 che, oltre a stabilire il quadro di bilancio di un gruppo di opere di interesse comune, stanzia le risorse offerte dall’Unione per Galileo e per un insieme di progetti tra cui figurano gli ITS in ambito stradale. Il MIP 2000-2006 ha fissato il riparto della dotazione complessiva (2958,67 milioni di euro) tra i progetti coperti dalla programmazione (Tabella 3). Tab. 3 Riparto importo totale tra le componenti del MIP 2001-2006 (importi in milioni di euro) Ambito Stanziamento effettivo 2001-2003 Stanziamento proposto 20042004 2005 2006 2006 Stanziamento globale v.a. % Totale progetti di interesse comune 690,75 301,70 296,00 262,90 860,60 1551,35 52,43 Galileo 350,00 100,00 76,00 154,00 330,00 680,00 22,98 Totale gruppi coerenti, tra cui: 340,48 127,06 123,54 136,24 386,84 727,32 24,58 0,00 88,27 2,98 88,27 0,00 0,00 0,00 ITS strada Totale generale 1381,23 528,76 495,54 553,14 1577,44 2958,67 100,00 Fonte: Decisione C (2005) 213 del 3 febbraio 2005 9 Decisione C (2001) 2654 def. della Commissione del 19 settembre 2001, modificata dalla decisione C (2004) 3242 del 26 agosto 2004 e dalla decisione C (2005) 213 del 3 febbraio 2005. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 25 Per il 2001-2003, il MIP ha indicato le risorse effettivamente impegnate nel periodo, indicando una ripartizione di massima degli stanziamenti per il lasso temporale compreso tra il 2004 e il 2006. Dal quadro di bilancio, emerge il significativo impegno finanziario riconosciuto al progetto Galileo, che assorbe complessivamente circa il 23% della dotazione disponibile. Per gli ITS del settore stradale, invece, la quota si attesta intorno al 3%. Attualmente è in fase di definizione il nuovo MIP 2007-2013. Lo scorso maggio la Commissione ha presentato una bozza di “Programma di lavoro pluriennale” per la concessione del contributo comunitario alla rete TEN-T fino al 201310, lanciando una serie di “calls for proposals” per consentire agli Stati membri di avanzare le loro richieste di finanziamento11. Sulla base delle richieste ricevute, la Commissione ha selezionato i progetti e le misure che intende finanziare nell’ambito del MIP 2007-201312, utilizzando la maggior parte (intorno all’85%) degli stanziamenti totali stabiliti per la sezione trasporti della rete TEN pari a circa 8 miliardi di euro. Le restanti risorse verranno allocate attraverso programmi di lavoro specifici o decisioni annuali di finanziamento. In particolare, la Commissione prevede risorse per Galileo allo scopo di completarne la fase di sviluppo, per la modernizzazione del sistema di gestione del traffico aereo (ATM), per gli ITS in ambito stradale e per l’interoperabilità ferroviaria (ERMTS). Le proposte di progetto saranno trasmesse agli Stati membri ed al Parlamento europeo. La decisione finale della Commissione è attesa per gli inizi del 2008. Galileo Nel 2002, anno dell’istituzione della missione di Galileo, è stata lanciata la fase di sviluppo e convalida del sistema di navigazione satellitare. La tabella di marcia dell’Esecutivo comunitario ha previsto, dopo la chiusura dei contratti di concessione, il lancio dei satelliti e l’avvio della fase commerciale di Galileo e delle sue applicazioni. Come annunciato nella revisione intermedia del Libro Bianco, la Commissione ha licenziato un Libro Verde sul programma Galileo per individuare le 10 Decisione C(2007) 2158 del 23 maggio 2007. Gli inviti sono pubblicati sul sito: http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/grants/proposal_en.htm 12 L’elenco dei progetti proposti è reperibile nel comunicato stampa della Commissione MEMO/07/491 11 26 – Capitolo 1 possibili applicazioni del sistema13. Grandi opportunità di sviluppo sembrano derivare per il settore dei trasporti (ferrovia, mare, navigazione interna, aria, strada) e della logistica. Con il Libro Verde, è stata aperta una consultazione di tutte le parti interessate (industria, pubbliche amministrazioni, consumatori e loro rappresentanti) sulle iniziative che il settore pubblico dovrebbe promuovere allo scopo di definire un quadro politico e normativo entro cui sostenere lo sviluppo delle numerose applicazioni di Galileo. Malgrado lo slancio dato in sede europea al progetto, numerose sono le difficoltà registrate nello sviluppo del sistema di navigazione satellitare. La tabella di marcia fissata per Galileo continua a subire continui ritardi e il 10 maggio 2007 è scaduto invano l’ultimo termine concesso al Consorzio di imprese incaricato di presentare un piano per lo sviluppo del progetto. E’ seguita una Comunicazione dell’Esecutivo che, oltre a fotografare lo stato di avanzamento del progetto, ha sottolineato la necessità di affidare il completamento di Galileo alla mano pubblica15 con il reperimento di ulteriori risorse per il 2007-2013 attraverso il bilancio comunitario o dei contributi nazionali aggiuntivi. Rispetto alle riflessioni della Commissione, il Consiglio Trasporti ha adottato una risoluzione su Galileo, riconoscendo il fallimento del lavoro svolto dal Consorzio incaricato e ribadendo che lo sviluppo del sistema di navigazione satellitare entro il 2012 dovrà restare una priorità per l’Unione europea14. Secondo il Consiglio, l’attuazione di Galileo ha bisogno di uno sforzo finanziario aggiuntivo di fonte pubblica ma gli Stati membri sembrano profondamente divisi sulle modalità di reperimento delle nuove risorse. Il Consiglio ha chiesto alla Commissione di elaborare proposte di dettaglio sul futuro di Galileo, inclusi gli aspetti relativi al suo finanziamento, per arrivare ad una decisione finale sull’attuazione del progetto per l’autunno 2007. Lo scorso mese di settembre, è giunta la proposta della Commissione15 che effettua una stima delle risorse necessarie tra il 2007 e il 2013 per Galileo pari 13 Per il Libro Verde, si veda: http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/galileo/greenpaper/doc/com_2006_gp_galileo_it.pdf 15 “Galileo at a cross-road: The implementation of the European GNSS programmes”, COM (2007) 261 del 16 maggio 2007. 14 Il testo della risoluzione è disponibile al seguente indirizzo internet: http://www.consilium.europa.eu/ueDocs/cms_Data/docs/pressData/en/trans/94550.p df 15 “Avanzamento del programma Galileo: riconfigurazione dei programmi del GNSS europeo”, COM (2007) 534 del 19 settembre 2007. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 27 a 3 400 milioni di euro16. A giudizio della Commissione, il costo della fase costitutiva del sistema dovrebbe essere integralmente coperto dall’Unione europea attraverso una modifica del bilancio comunitario 2007-2013. La modifica proposta porterebbe lo stanziamento complessivo attuale per i programmi GNSS (Global Navigation Satellite System) europei da un milione di euro a 3 105 milioni di euro, a cui si potrebbero aggiungere 300 milioni di euro offerti dal Settimo Programma Quadro per la ricerca e sviluppo. ITS Sul fronte degli ITS nel settore stradale, invece, emergono le iniziative comunitarie intraprese già da metà degli anni ‘90 nell’ambito dei progetti Euro Regionali. Queste iniziative hanno il merito di coinvolgere gli Stati membri attraverso gli Enti nazionali o regionali che sono responsabili della supervisione delle infrastrutture di traffico. Tali Enti (per l’Italia il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti) stanno coordinando da oltre 10 anni i finanziamenti erogati dalla Commissione europea a fronte dell’utilizzo di sistemi innovativi ITS da parte degli operatori del settore, quali ad esempio i concessionari autostradali. Il vantaggio di questi finanziamenti risiede nel fatto che gli investimenti da parte degli operatori del settore rientrano, per la maggior parte, tra quelli comunque previsti. Dal 2000 si è passati da una gestione annuale ad un programma multi annuale (MIP) denominato TEMPO (Trans-European Intelligent Transport Systems Projects), costituto da una serie di progetti Euro-Regionali che hanno interessato 14 Stati membri della UE pre-allargamento (escluso la Grecia) e dal 2004 i nuovi Paesi entranti. Tre progetti coinvolgono direttamente le regioni italiane17 insieme ad altri Paesi: SERTI per il Piemonte e la Liguria (Francia, Spagna, Germania, Svizzera e Andorra), mentre per l’Italia del Nord-Est esistono CORVETTE (Germania, Austria e Svizzera) e CONNECT (Austria, Germania, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Slovenia). I singoli progetti hanno visto la partecipazione degli operatori del settore e delle principali autorità nazionali e regionali preposte al traffico nelle aree coinvolte, che hanno adottato un unico schema d’intervento orientato principalmente alla creazione di una rete europea di centri di gestione del 16 La stima comprende i costi di gestione dell’ente appaltante, il sostegno al gestore del programma, i costi di esercizio e funzionamento di EGNOS, una riserva finanziaria per imprevisti. 17 Gli altri progetti sono ARTS, CENTRICO, STREETWISE, VIKING, CONNECT (quest’ultimo è stato lanciato ufficialmente nel 2004 per i Paesi dell’Europa CentroOrientale e formalmente non è incluso nel MIP 2000-2006). 28 – Capitolo 1 traffico, allo sviluppo di servizi di informazione per i viaggiatori, al miglioramento della sicurezza e dell'efficienza del trasporto merci, allo sviluppo di sistemi elettronici di pedaggio interoperabili, alla promozione della sicurezza e dell'efficienza stradale attraverso la gestione degli incidenti e delle emergenze. Malgrado il sostegno accordato nel MIP 2000-2006, lo sviluppo degli ITS nell’Unione europea sembra procedere con lentezza incontrando problemi di varia natura. L’attività di valutazione condotta per conto della Commissione sul programma TEMPO evidenzia l’esistenza di numerose criticità18: la mancanza di interoperabilità negli ITS, legata soprattutto a problemi di natura gestionale; la scarsa conoscenza da parte dei decisori politici degli impatti degli ITS (in termini di riduzione della congestione, minore impatto ambientale e miglioramento della sicurezza), che potrebbe essere colmata con un’attenta attività di valutazione allo scopo di rendere visibili i benefici e di incoraggiare gli investimenti nel settore; l’assenza di obiettivi precisi (quantitativi e qualitativi) da conseguire nello sviluppo degli ITS. Da ciò deriva anche la mancanza di una strategia unitaria in materia di ITS, capace di assicurare coerenza agli interventi attuati a vari livelli istituzionali (europeo, nazionale, regionale e locale); la frequente attuazione degli ITS su piccola scala che impedisce di sprigionare appieno tutti i benefici delle nuove tecnologie; gli ITS vengono esclusi o parzialmente considerati nella fase di progettazione delle infrastrutture stradali; l’elevato numero di attori coinvolti nella promozione degli ITS richiede una forte azione di coordinamento e dunque una maggiore attenzione per gli aspetti organizzativi; l’esistenza di un debole legame con la multi-modalità. Finora lo sviluppo degli ITS è stato sostanzialmente confinato al trasporto stradale. Attualmente è in fase di definizione il MIP che dovrà inserirsi nel contesto del nuovo bilancio comunitario scaturito dalla prospettive finanziarie 2007-2013. Con il nuovo quadro di bilancio, gli ITS dovrebbero essere finanziati nell’ambito del programma EASYWAY 2007-2013 (Figura 1)19. 18 “Ex ante Evaluation of the deployment programme for Intelligent Transport Services (2007-2013) following the MIP TEMPO programme 2001-2006”. 19 EASYWAY costituisce la proposta elaborata dai responsabili dei progetti euroregionali finanziati nell’ambito di TEMPO. La versione definitiva è stata presentata a febbraio 2006. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 29 EASYWAY sostituirà l’iniziativa TEMPO, attuando un piano di lavoro sulla rete stradale transeuropea (Trans-European Road Network o TERN) che mira alla realizzazione di una mobilità sostenibile attraverso livelli più elevati di sicurezza, una riduzione della congestione ed un minore impatto ambientale. EASYWAY dovrebbe raggruppare le iniziative Euro-Regionali del MIP 20002006, includendo un nuovo progetto di cooperazione denominato ITHACA che coinvolge la Grecia, l’Italia meridionale, la Romania e la Bulgaria. Oltre gli Stati membri dell’UE, il nuovo Programma dovrebbe interessare anche i paesi candidati all’ingresso nel circolo comunitario. EASYWAY inoltre dovrebbe adottare un approccio innovativo, volto a superare i problemi finora riscontrati nello sviluppo degli ITS. Significativa è la fissazione di precisi obiettivi per il 2020: una riduzione del grado di congestione fino al 25%, un miglioramento dei livelli di sicurezza fino al 25%, una riduzione delle emissioni di CO2 entro il 10%. Un Rapporto annuale verrà pubblicato per seguire il grado di conseguimento degli obiettivi fissati, dando visibilità e diffondendo la conoscenza sulle misure intraprese. Altri elementi tracciano una discontinuità con il passato: dalla necessità di creare un’infrastruttura ITS di natura paneuropea, alla cooperazione con i Paesi candidati, alla messa in opera di schemi organizzativi più efficienti e alla diffusione delle migliori pratiche. Sul fronte delle misure finanziabili, si evidenzia una maggiore attenzione per: le applicazioni del sistema Galileo nella gestione del traffico stradale; lo sviluppo della co-modalità; l’armonizzazione dei pannelli a messaggio variabile; l’interfaccia veicolo/infrastruttura; la creazione di servizi di informazione agli utenti sulle condizioni del traffico (Datex II). 30 – Capitolo 1 Fig. 1 Il Piano di EASYWAY per lo sviluppo degli ITS sulla TERN EASYWAY per una mobilità europea sostenibile Finalità Aumentare la sicurezza, migliorare la mobilità, ridurre l’inquinamento Studi strategici Corridoi a lunga percorrenza Informazione continua Applicazione di Galileo Gestione merce Armonizzazione dei pannelli a messaggio variabile Interfacce veicolo/infrastruttura Servizi informazione traffico Servizi da sviluppare Sostegno infrastruttura Servizi di informazione sul traffico “senza soluzione di continuità” Servizi di segnalazione e informazione sul traffico in tempo reale Servizi per il trasporto di merci pesanti Servizi interoperabili di tariffazione degli utenti della strada Servizi per le chiamate d’emergenza sensitive Datex2 Comodalità Servizi gestione traffico Coordinamento e piani di gestione del traffico Gestione tattica e controllo del traffico Sicurezza per i tratti stradali più critici Ridurre le infrazioni stradali Monitoraggio, elaborazione e scambio dati Monitoraggio infrastruttura Infrastruttura per la gestione del traffico Scambio dati e interoperabilità Project Management Project Management e coordinamento Best practices, comunicazione, cross-fertilisation Tematiche da studiare Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 31 Di particolare interesse risultano le azioni previste in generale per l’e-Safety e per le chiamate di emergenza (eCall). La Comunità europea sta spingendo il programma e-Safety grazie anche ad un cospicuo aiuto da parte del settore Automotive che è interessatissimo a dotare i nuovi veicoli di tutti i sistemi più avanzati di controllo ed interfaccia col mondo esterno. Si sta quindi diffondendo una architettura mobile di riferimento (denominata CALM) che sarà alla base delle future applicazioni sulla mobilità. Lo sviluppo dei servizi di eCall rappresenta un passaggio fondamentale per il miglioramento dei livelli di sicurezza sulle strade europee. Con la proposta EASYWAY si cerca di contribuire alla definizione di un sistema che consenta la precisa localizzazione del soggetto che effettua la chiamata d’emergenza. Ma anche la trasmissione di dati descrittivi la tipologia di carico trasportato all’operatore preposto alla sezione dell’infrastruttura coinvolta, così come l’utilizzo del numero unico di emergenza 112 sull’intera rete TEN-T dei 27 Stati membri entro il 2015. Tuttavia, la possibilità di realizzare il programma di lavoro previsto da EASYWAY è strettamente legato alle decisioni che saranno assunte in sede politica. Ad oggi, lo sviluppo del servizio eCall procede con lentezza per ritardi e difficoltà creati sia dagli Stati membri sia dall’industria automobilistica europea. La Commissione sta cercando di rilanciare il servizio per le chiamate di emergenza, riconoscendo il ruolo centrale che esso ricopre nell’ambito delle iniziative già intraprese a livello comunitario dal 2003 per la sicurezza stradale22. L’Esecutivo dell’Unione ha definito un Piano di azione ad hoc, che fissa al 1° settembre 2010 l’installazione di eCall su tutti i veicoli di nuova omologazione20. Nel Piano, la Commissione indirizza una serie di raccomandazioni alle autorità pubbliche, al settore automobilistico, agli operatori delle telecomunicazioni, richiamando, tra le altre cose, la necessità che gli Stati membri concludano un accordo con l’industria automobilistica per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al funzionamento del servizio (le centrali per le chiamate di emergenza o PSAP). I tempi lunghi ed i costi elevati per la produzione delle 22 “Programma di azione europeo per la sicurezza stradale – Dimezzare il numero di vittime della strada nell’Unione europea entro il 2010: una responsabilità condivisa”, COM (2003) 311 del 2 giugno 2003. “Tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni per veicoli sicuri e intelligenti”, COM (2003) 542 del 15 settembre 2003. “Comunicazione sull’iniziativa automobile intelligente – Sensibilizzazione all’uso delle TIC per dei veicoli più intelligenti, più sicuri e più puliti”, COM (2006) 59 del 15 febbraio 2006. 20 “Piano di azione per rilanciare il servizio eCall (Terza comunicazione su eSafety), COM (2006) 723 del 23 novembre 2006. 32 – Capitolo 1 apparecchiature eCall a bordo dei veicoli sono tali che l’industria richiede certezze nell’intervento del settore pubblico. La Commissione invita poi gli Stati membri a firmare il Memorandum d’intesa sulle chiamate d’emergenza, messo a punto nel 2004 dal Gruppo di orientamento eCall, per sviluppare il servizio a livello paneuropeo e in modo coordinato. Ad oggi, il Memorandum è stato siglato da 9 Stati membri (Italia, Finlandia, Svezia, Slovenia. Lituania, Cipro, Grecia, Austria, Germania) e da tre Paesi non UE (Svizzera, Norvegia, Islanda). Il processo di adesione al Memorandum è stato avviato in altri Stati membri (Repubblica Ceca, Danimarca, Spagna, Francia, Irlanda, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito). Nel Piano di azione, figura un invito per gli Stati membri affinché proseguano le loro attività per rendere operativi il numero 112 e quello riguardante il trattamento delle informazioni per le chiamate mobili (E112). Tali numeri sono elementi fondamentali per l’attuazione di eCall. Industria e Stati membri sono invitati anche a sostenere il lavoro svolto dagli enti europei di normalizzazione per giungere alla definizione di regole utili alla gestione uniforme delle chiamate d’emergenza. Anche il Parlamento europeo ha sollecitato il rilancio del servizio eCall ponendolo al centro delle iniziative safety e “automobile intelligente”. Il Parlamento ha invitato tutti gli Stati membri a sottoscrivere rapidamente il Memorandum d’intesa, che dovrà poi essere convertito in una lettera d’intenti firmata dai soggetti interessati, incoraggiando al contempo l’uso dei numeri 112 e E11221. Altro fronte è quello del protocollo DATEX. In parallelo allo sviluppo dei progetti Euro-Regionali, si è riscontrata la necessità di definire un protocollo comune di scambio dati tra i centri di controllo del traffico. A tale scopo è nato attorno al 1998 il DATEX, sviluppato da tecnici di vari paesi su base volontaria e divenuto punto di riferimento per molti progetti di infomobilità. Recentemente, su pressione di vari Stati membri si è discusso della possibilità di effettuare un upgrade ad un protocollo più mirato (denominato DATEX2) e di standardizzare il dizionario del DATEX in ambito CEN (European Committee for Standardization). A tale scopo, la Commissione europea ha creato un “Progetto” DATEX 2 che potrà così fornire fonti di co-finanziamento agli sviluppatori. Su impulso della stessa Commissione europea, è stato eseguito uno studio i cui risultati dovrebbero aprire la strada a sperimentazioni pilota capaci di mettere in pratica quanto emerso a livello teorico sul fronte DATEX 2. Tali risultati 21 “Relazione sulla sicurezza stradale: mettere eCall a disposizione dei cittadini”, A60072/2006 del 27 marzo 2006. “Risoluzione del Parlamento europeo sul programma d’azione per la sicurezza stradale – bilancio intermedio”, P6_TA PROV (2007) 0009 del 18 gennaio 2007. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 33 rappresenteranno una cornice di riferimento per gli interventi da avviare nell’ambito dei progetti Euro-Regionali per lo sviluppo di prototipi pilota che diano un valido supporto ai risultati dello studio condotto dalla Commissione. 2.3 Il Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico Un importante canale di finanziamento europeo per lo sviluppo dell’innovazione nel settore dei trasporti è costituito dai Programmi Quadro (PQ) per la Ricerca e lo Sviluppo tecnologico, definiti e attuati dalla Comunità a partire dal 198422. La valutazione delle esperienze maturate nell’ambito dei PQ finora lanciati ha dimostrato che le attività di ricerca e sviluppo finanziate dall’Unione presentano un significativo valore aggiunto per il sistema europeo di trasporto23. Tali attività offrono infatti un contributo positivo sotto il profilo finanziario, economico, sociale, ambientale, istituzionale e di networking. Emerge in primo luogo un valore aggiunto di natura finanziaria, che racchiude in sé due principali elementi: la concentrazione delle risorse su alcuni interventi di prioritario interesse comunitario, rendendo possibile il raggiungimento della necessaria “massa critica”. Ma anche l’opportunità di foraggiare attività di ricerca che per dimensione e costo non potrebbero essere sostenuti dai singoli Stati membri (tipo Galileo); un “effetto leva” sul volume di risorse disponibili secondo cui 1 euro di fonte comunitaria può attivare fino a 2 euro di finanziamento nazionale/commerciale. Gli schemi operativi dei PQ ad oggi finanziati mostrano inoltre numerosi benefici sul fronte economico: stimolano la creazione di nuovi processi, prodotti e servizi in aree strategiche per la competitività europea. L’innovazione consente di rafforzare la base industriale che, attraverso una riduzione dei costi operativi, può trarre da essa un importante vantaggio in termini concorrenziali; promuovono l’innovazione ed il venture capital a livello europeo, soprattutto grazie alla cooperazione che si sviluppa tra il mondo della ricerca e quello industriale nell’ambito dei progetti transnazionali; 22 23 1° PQ (1984-1987), 2° PQ (1987-1991), 3° PQ (1990-1994), 4° PQ (1994-1998), 5° PQ (1998-2002), 6° PQ (2002-2006), 7° PQ (2007-2013). “Ex ante evaluation of the 7th Framework Programme for Research and Technological Development in the field of Energy and Transport (2006-2010)”, Final report, Ecorys Transport, Rotterdam 25 April 2005. 34 – Capitolo 1 favoriscono i processi di standardizzazione, che aiutano la libera circolazione di merci e persone in Europa rafforzando così il Mercato interno; elevano la qualità del capitale umano delle imprese che partecipano ai progetti transnazionali e ne promuovono l’internazionalizzazione; creano per le imprese partecipanti la possibilità di accedere a nuovi mercati e di trovare nuovi partners; stimolano la mobilità transregionale di merci e passeggeri. Il contributo offerto dalle attività di ricerca e sviluppo abbraccia anche aspetti di natura socio-ambientale, tra cui: la possibilità di affrontare a livello europeo in modo più efficace problemi di carattere transnazionale come la congestione o la riduzione delle emissioni; il coinvolgimento della società civile e dei diversi attori economici e sociali nella definizione e nella attuazione delle politiche; lo sviluppo di risorse umane nel settore della ricerca ed una loro maggiore mobilità. Numerosi anche i benefici sotto il profilo istituzionale e di networking: le attività di ricerca e sviluppo contribuiscono alla definizione delle politiche comunitarie su temi quali la sicurezza del trasporto, il trasferimento modale, la mobilità sostenibile, ecc.; la strategia definita nei PQ influenza in modo significativo le politiche nazionali grazie alla disponibilità di risorse che si originano con tali strumenti; la condivisione delle esperienze e delle migliori pratiche conseguite in Europa; la definizione di agende comuni di ricerca grazie alle “piattaforme tecnologiche europee”, che riuniscono imprese, istituti di ricerca, rappresentanti del mondo finanziario e delle autorità di regolazione; un migliore coordinamento dei programmi nazionali di ricerca attraverso le attività di ERA-NET. Sulla base di tale valutazione, emerge con forza la necessità di continuare a sostenere a livello comunitario le attività di ricerca e sviluppo tecnologico. L’Unione europea ha già rinnovato il suo impegno finanziario per il 2007-2013 a favore di simili attività adottando il 7° PQ (con un dotazione complessiva di 50251 milioni di euro), che finanzierà una specifico profilo intitolato alla “Cooperazione” comprendente diverse tematiche d’interesse per il trasporto merci24 (il profilo assorbirà circa il 65% dell’importo globale assegnato al PQ). 24 Decisione n. 1982/2006/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente il settimo programma quadro della Comunità europea per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione, pubblicata sulla GU L 412 del 30 dicembre 2006. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 35 La strategia di fondo che anima il nuovo PQ punta all’integrazione di tutte le modalità di trasporto ed alla considerazione delle questioni prioritarie poste dal Libro Bianco aggiornato. Una strategia che affronterà in modo contestuale gli aspetti direttamente legati all’innovazione e le esigenze di natura politica. Queste ultime potranno essere soddisfatte attraverso il finanziamento di attività come l’elaborazione di specifici studi e modelli, la creazione di strumenti di monitoraggio, le valutazioni d’impatto, la diffusione e la valorizzazione dei risultati. La strategia inoltre punterà alla realizzazione delle agende strategiche di ricerca, messe a punto dalle “piattaforme tecnologiche europee” che sono nate nell’ambito del 6° PQ. Le piattaforme hanno favorito l’incontro di soggetti diversi (industria, istituti di ricerca, autorità di vario livello, ecc.) con lo scopo di fissare obiettivi di ricerca e sviluppo tecnologico condivisi a medio e lungo termine su questioni di vitale importanza per la crescita e la competitività dell’Unione Le piattaforme finora costituite, di rilievo per il trasporto merci, sono: ERRAC per il trasporto ferroviario25; ERTRAC per il trasporto stradale26; WATERBORNE per il trasporto marittimo e su vie navigabili27. Una specifica agenda strategica di ricerca fino al 2020 è stata formulata per il trasporto intermodale dall’European Intemodal Research Advisory Council (EIRAC)28. Si tratta di un gruppo costituito da rappresentanti dell’industria intermodale, della Commissione europea e degli Stati membri con lo scopo di perseguire l’interoperabilità e la creazione di un sistema logistico europeo in linea con gli orientamenti formulati nel Libro Bianco sui trasporti. Con il 7° PQ saranno istituite le “iniziative tecnologiche congiunte”, derivanti essenzialmente dal lavoro svolto dalle piattaforme, nei casi in cui la portata dell’obiettivo di ricerca e sviluppo e l’entità delle risorse necessarie lo richiedano. Le iniziative mobiliteranno risorse private e finanziamenti pubblici (nazionali ed europei). Nel Programma di “Cooperazione”, il 7° PQ finanzia una specifica linea di attività dedicata ai trasporti di superficie (ferrovia, strada, vie navigabili). In esso, Decisione 2006/971/CE del Consiglio del 19 dicembre 2006 concernente il programma specifico “Cooperazione” che attua il settimo programma quadro per le attività di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione (2007-2013), pubblicata sulla GU L 400 del 30 dicembre 2006. 25 http://www.errac.org/ 26 http://www.ertrac.org/ 27 http://www.waterborne-tp.org 28 http://www.eirac.net/ 36 – Capitolo 1 è possibile rinvenire misure rilevanti per lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie nel comparto merci. Le attività finanziate dal nuovo PQ agiranno sul fronte delle infrastrutture e dei servizi di trasporto. Punteranno all’ottimizzazione delle reti, al potenziamento della logistica, alla valorizzazione di modalità alternative alla strada, alla promozione di un sistema integrato di trasporto ed alla sua piena interoperabilità. Il massimo slancio sarà dato ai sistemi intelligenti, alle nuove tecnologie per i mezzi di trasporto, alle interfacce con gli utenti. Di rilievo anche le attività riguardanti la sicurezza di infrastrutture, dei carichi dei veicoli utilizzati, degli operatori del trasporto. Oltre a prevedere una specifica attività rivolta al settore dei trasporti, il Programma “Cooperazione” del 7° PQ sostiene misure rilevanti per il settore nell’ambito del profilo di attività dedicato alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (dallo sviluppo di sistemi a radio frequenza, alla ricerca sulle applicazioni per la mobilità, all’integrazione di tecnologie con le infrastrutture intelligenti). Una parte cospicua dei finanziamenti disponibili sarà dedicata al sistema di navigazione satellitare globale europeo (Galileo e EGNOS) con lo scopo di: sfruttare tutte le potenzialità, sviluppando le applicazioni per una gestione più efficiente del trasporto merci e promuovendo un maggiore utilizzo dei servizi; fornire gli strumenti e creare l’ambiente adatto, con particolare attenzione agli aspetti in materia di sicurezza ed alla dimostrazione dell’idoneità dei servizi rispetto alle nuove politiche e normative; adeguare i ricevitori e aggiornare le tecnologie essenziali per migliorare il sistema; sostenere l’evoluzione delle infrastrutture sulla base delle esigenze espresse dagli utenti e delle previsioni di mercato. 3. Nuove tecnologie e trasporto: gli aspetti di privacy e sicurezza La creazione di piattaforme aperte, comuni e interoperabili, associate alle potenzialità di tracciamento e localizzazione derivanti dai sistemi a radio frequenza e dal progetto Galileo, pongono problemi di sicurezza delle reti e dei sistemi di informazione e di tutela della privacy. Una serie di iniziative sono state intraprese a livello comunitario per evitare che tali problemi possano scoraggiare l’adozione delle nuove tecnologie. Si evidenzia innanzitutto il rinnovato slancio che la Commissione europea sta cercando di Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 37 dare alla strategia prevista per una società dell’informazione sicura29, indicando la necessità di intervenire attraverso l’adozione di misure specifiche per la sicurezza delle reti e dell’informazione ed un ambito di azione direttamente legato al quadro normativo per le comunicazioni elettroniche sulla protezione della vita privata e dei dati. Lo stesso Esecutivo comunitario ha poi sollevato le forti ripercussioni sul fronte della privacy che si avranno con la realizzazione del progetto Galileo, in quanto esso rappresenta un sistema in grado di localizzare persone e merci. La questione è stata posta con la presentazione del Libro Verde sulle applicazioni di Galileo e la consultazione pubblica avviata sul tema che si è conclusa ad aprile 2007. Obiettivo specifico è quello di verificare tra gli operatori interessati il grado di percezione del quadro normativo esistente per la disciplina degli aspetti connessi alla privacy che caratterizzano la navigazione satellitare (in particolare le direttive 95/46/CE e 2002/58/CE). In sostanza, emerge la necessità di capire se la normativa attuale è sufficiente o bisogna identificare nuove misure per completare e rendere esaustivo il quadro giuridico in vigore. Una specifica azione di stampo comunitario è stata condotta per lo sviluppo dei dispositivi di identificazione a radiofrequenza o RFID (le cosiddette "etichette intelligenti"). Simili dispositivi presentano grandi potenzialità economiche e sociali ma la loro efficacia in materia di localizzazione, identificazione e tracciabilità solleva forti interrogativi sul fronte della sicurezza e della privacy. A livello sovranazionale, è stata condotta una consultazione pubblica sulle opportunità e le sfide connesse all’utilizzo dei sistemi RFID, con l’obiettivo di ragionare assieme alle parti interessate circa l’individuazione di misure che consentano di affrontare in modo adeguato le questioni di sicurezza e privacy30. Recentemente sono stati presentati i risultati di tale consultazione, accompagnati da una Comunicazione della Commissione che illustra il percorso da intraprendere per la definizione di un quadro politico di riferimento entro cui collocare lo sviluppo delle etichette RFID31. Dalla consultazione emergono le forti preoccupazioni nutrite dalle parti interessate sulla possibile configurazione del dispositivo RFID quale “tecnologia intrusiva” nella sfera privata. La consultazione indica poi le soluzioni da adottare per contrastare la pervasività delle etichette intelligenti, con la seguente 29 30 31 “Una strategia per una società dell’informazione sicura - Dialogo, partenariato e responsabilizzazione”, COM (2006) 251 del 31 maggio 2006. I risultati della consultazione sono contenuti nel documento SEC (2007) 312 “The RFID Revolution: Your voice on the Challenges, Opportunities and Threats”. Si veda: http://ec.europa.eu/information_society/events/cebit_07/rfid/index_en.htm “Radio Frequency Identification (RFID) in Europe: step towards a policy framework”, COM (2007) 96 del 15 marzo 2007. 38 – Capitolo 1 distribuzione percentuale delle risposte pervenute32: sviluppare modalità tecniche che consentano di disabilitare i transponder (70%), organizzare campagne di informazione per i consumatori (67%), definire una legislazione ad hoc per il dispositivo a radio frequenza con regole chiare e dettagliate (55%), riconoscere all’industria la capacità di auto-regolamentarsi per tutelare la privacy dei cittadini (15%). Più della metà dei partecipanti (53%) sostiene che la messa a punto di soluzioni per la tutela della privacy debba essere resa obbligatoria nella fase di progettazione delle applicazioni RFID. Una quota pari al 51% del campione consultato sollecita una scrupolosa attività di valutazione dei rischi, che preceda lo sviluppo della nuova tecnologia. Nella Comunicazione, si riconosce in primo luogo la necessità di alimentare ulteriormente il dibattito attraverso la costituzione biennale di un Gruppo di lavoro sull’RFID che coinvolga tutte le parti interessate nello sviluppo della nuova tecnologia (attori del mercato, associazioni di consumatori, autorità europee e nazionali, incluse quelle per la protezione dei dati). Il Gruppo ragionerà attorno alle azioni da intraprendere in modo coordinato, sostenendo la promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione sull’argomento. In secondo luogo, l’Esecutivo comunitario provvederà a formulare specifiche disposizioni che vadano ad integrare la direttiva e-privacy (2002/58/CE). Una Comunicazione dovrebbe essere pubblicata entro la fine del 2008 per analizzare il percorso intrapreso verso la cosiddetta ”Internet of Things”, di cui gli RFID sono parte integrante. Saranno valute le diverse opzioni politiche e la possibilità di individuare nuove iniziative legislative che consentano di rafforzare la sicurezza e la tutela della privacy. Sul piano delle regole, la Commissione richiama anche una specifica responsabilità degli Stati membri nell’introdurre i dispositivi RFID conformemente alla legislazione vigente in materia di protezione dei dati. Entro la fine del 2007, dovrebbe essere licenziata una Raccomandazione di fonte comunitaria per stabilire i principi che le autorità pubbliche e gli stakeholder dovranno applicare sul fronte RFID. Gli stessi codici di condotta - previsti dalla normativa comunitaria -dovrebbero essere modificati da parte delle autorità competenti e, a livello europeo, attraverso il gruppo di lavoro previsto dall’art. 29 della Direttiva 95/46/CE. Qualsiasi attività e iniziativa dovrà comunque essere coerente con la strategia per l’informazione sicura. Infine, la Commissione riconosce l’importanza di affrontare le questioni di privacy e security prima di sviluppare su larga scala le applicazioni. Ciò significa procedere con un’attenta attività di valutazione di costi, rischi e benefici prima di passare alla fase operativa. 32 I quesiti citati prevedono risposte multiple con la possibilità di scegliere più di una risposta. 1.2 I SISTEMI TELEMATICI PER I TRASPORTI: basi tecnologiche, architetture ed applicazioni di Bruno dalla Chiara Indice 1. La telematica per i trasporti 40 1.1 Definizioni .................................................................................................. 40 1.2 Ruolo della telematica nel trasporto multimodale ..................................... 41 2. Le basi tecnologiche per lo sviluppo dei servizi ITS .................................... 43 2.1 Reti di telecomunicazione mobili................................................................ 43 2.2 Sistemi di localizzazione automatica…...................................................... 46 2.3 Sistemi informativi territoriali.................................................................... 50 2.4 Sistemi d’identificazione automatica.......................................................... 51 2.5 Strumenti per la raccolta dati di traffico e rilevamento transiti ................ 56 2.6 Conteggio dei passeggeri .......................................................................... .60 3. L’architettura telematica per i sistemi di trasporto .................................... 61 3.1 Lo sviluppo dell’architettura in Europa e in Italia. ................................... 63 3.2 Le caratteristiche generali dell’architettura e relative definizioni ............ 64 3.3 Elementi principali dell’architettura.......................................................... 65 3.4 Il ruolo dell’architettura nello sviluppo di sistemi telematici per i trasporti….................................................................................................. 70 4. L’ingegneria di sistema per lo sviluppo della telematica per i trasporti (ITS) .............................................................................................................. 72 4.1 Dall’architettura all’ingegneria di sistema................................................ 73 5. Lo sviluppo delle norme tecniche… .............................................................. 75 6. Considerazioni generali sulle tendenze evolutive del mercato.................... 77 7. Riferimenti bibliografici................................................................................. 78 * Prof. associato di Trasporti presso la I Facoltà di ingegneria del Politecnico di Torino. Per la stesura del documento ha collaborato, con particolare riferimento alle parti relative all’ingegneria di sistema ed all’architettura telematica per i sistemi di trasporto, nonché per la redazione di alcune parti relative alle tecnologie, l’Ing. Dott. Francesco DEFLORIO, ricercatore in Trasporti presso la I Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Torino. 40 – Capitolo 1 1.2. I SISTEMI TELEMATICI PER I TRASPORTI: basi tecnologiche, architetture ed applicazioni 1. La telematica per i trasporti Il sistema dei trasporti si presenta, in termini spaziali e temporali sempre più estesi, congestionato e bisognoso di informazioni. Le risorse energetiche impiegate - talvolta in modo eccessivo - e le emissioni che ne derivano richiedono oggi la capacità di gestire reti e sistemi complessi, di ricorrere per quanto possibile a veicoli o sistemi di trasporto ad uso condiviso e di rendere efficiente lo spostamento di persone e merci. Strumento fondamentale per il raggiungimento di tali obiettivi è l’uso dell’informazione e della telematica, attraverso i cosiddetti Intelligent Transport Systems (ITS). 1.1. Definizioni L’innovazione tecnologica e la telematica per i trasporti riguardano l'insieme delle procedure, dei sistemi e dei dispositivi che consentono - attraverso la raccolta, comunicazione, elaborazione e distribuzione di informazioni - di migliorare la mobilità delle persone ed il trasporto di passeggeri e merci nonché la verifica e quantificazione dei risultati raggiunti. Sono chiamate in causa le valutazioni sull’impatto generato, dalla telematica, sulla qualità del servizio di trasporto, sul consumo energetico, sull’efficacia del trasporto, la sua sicurezza, l’economicità, il rispetto ambientale; il campo di applicazione copre tanto i singoli modi - stradale, ad impianto fisso (ferroviario, a fune, metropolitano), marittimo ed aereo - quanto il trasporto multimodale. La telematica per i trasporti1 è dunque sostanzialmente basata su alcuni supporti telematici, che possono considerarsi come i mattoni di base per la realizzazione di un generico ITS: A. le reti di telecomunicazione (TLC); B. i sistemi di identificazione automatica (AEI/AVI2); C. i sistemi di localizzazione automatica (AVLS3); 1 2 Non viene quindi qui considerata l’ampia classe di applicazioni della telematica a bordo veicolo e per il traffico. Automatic Equipment Identification, Automatic Vehicle Identification. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 41 D. i protocolli per lo scambio elettronico dei dati (EDI4); E. le banche dati cartografiche e sistemi informativi territoriali (GIS o SIT5); F. i sistemi di raccolta dati di traffico e classificazione automatica dei veicoli; G. i sistemi per il conteggio degli utenti di servizi di trasporto pubblico (APC6). Tali supporti telematici, diversamente integrati tra di loro in relazione alle esigenze ed alle caratteristiche dei vari modi e servizi di trasporto, possono essere applicati a questi ultimi per accrescerne l’efficienza, la competitività, ridurre errori, contenere gli sprechi, migliorare la qualità del servizio. I vari mattoni di base possono poi essere assemblati secondo differenti architetture. Tra tali supporti, le reti di telecomunicazione sono un elemento indispensabile, quindi l’ossatura cui associare gli altri elencati, non necessariamente indispensabili in tutte le applicazioni della telematica ai trasporti. 1.2. Ruolo della telematica nel trasporto multimodale Il trasporto multimodale7 coinvolge un elevato numero di utenti o soggetti, di operazioni, di servizi e comporta la necessità di comunicare, di scambiare dati ed informazioni il più tempestivamente possibile. Ciò ha portato all’affermarsi di un insieme di esigenze per gli utenti che devono essere soddisfatte da un sistema telematico in grado di automatizzare i processi informativi, esigenze esprimibili in termini di: 3 4 5 6 7 sicurezza nelle spedizioni e relativi tempi di consegna; assenza di errori nelle fasi di esecuzione del trasporto e di gestione della merce; riduzione dei ritardi, documenti cartacei, dei tempi di smistamento; accelerazione dei flussi fisici e informativi; possibilità di definire data ed ora per la consegna; aumento dell’affidabilità negli scambi dei dati; disponibilità di strumenti che assicurano la riservatezza degli scambi; Automatic Vehicle Locating System. Electronic Data Interchange. Geographic Information System o Sistemi Informativi Territoriali. Automatic Passenger Counters. Utilizzo di almeno due differenti modi di trasporto in sequenza nel quale il cambio modale avviene con la manipolazione della merce. 42 – Capitolo 1 accesso immediato alle informazioni, in particolare sullo stato della merce, sulla sua localizzazione e sul tempo previsto di consegna; accesso facile a banche dati per una scelta ottimale dei servizi e dei fornitori; riduzione dei costi, conseguente ad una gestione più efficiente. Per chiarire le esigenze proprie del trasporto multimodale delle merci, occorre effettuare un parallelismo con quello delle persone. La mobilità delle persone è attivata e motivata dalle persone stesse, le quali: a. prendono in qualche modo la decisione di spostarsi; b. effettuano una scelta in merito ai mezzi di trasporto, in base alla loro conoscenza ed alle informazioni che posseggono circa i servizi di trasporto; c. optano per un certo percorso, nuovamente in base all’informazione che hanno circa le alternative modali ed alla situazione a loro nota del traffico sulle arterie o sulle linee che devono percorrere. Il trasporto e la movimentazione delle merci sono invece decisi ed organizzati da un certo numero di operatori specializzati (spedizionieri, operatori del trasporto multimodale o m.t.o., corrieri, corrieri espressi, operatori del trasporto combinato, agenti marittimi,…). Quindi, mentre i passeggeri si spostano, nella maggior parte dei casi, di moto proprio e sono coscienti della propria posizione all’interno delle aree d’interscambio - o possono facilmente recepire o acquisire informazioni di dettaglio loro mancanti - la merce ha invece bisogno in qualche modo di essere localizzata - nei terminali, porti, interporti, aeroporti, oltre che lungo il cammino, su un modo di trasporto - e spostata. Si deduce quindi che per un trasporto soprattutto multimodale ed intermodale8 di merci senza ostruzioni, ciò che è maggiormente richiesto è: 1. la conoscenza, da parte degli operatori, della posizione della merce, le condizioni ed i servizi di trasporto, quindi informazione (orari, traffico, spazi di disponibili,…); 2. l’automazione nella movimentazione delle merci, per quanto possibile; 3. sistemi di pagamento integrati; 4. servizi per il monitoraggio remoto, la tele-diagnosi, di emergenza (tendenzialmente per le materie pericolose, ma non solo) in grado di operare nei differenti contesti modali. 8 «Il trasferimento di merce mediante una medesima unità di caricamento o un medesimo veicolo stradale utilizzando due o più modi di trasporto e senza la manipolazione della merce stessa» [UN/ECE]. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 43 Fig. 1 Per un trasporto intermodale possono essere richieste la conoscenza della posizione della merce, le condizioni ed i servizi di trasporto (orari, traffico, spazi di disponibili,…), servizi per il monitoraggio remoto, l’emergenza e la tele-diagnosi 2. Le basi tecnologiche per lo sviluppo dei servizi ITS 2.1. Reti di telecomunicazione mobili Un sistema di telecomunicazione risulta essere elemento fondamentale nello sviluppo della telematica nei trasporti, sia perché costituisce uno strumento utile di per se stesso - per mantenere in contatto in modo continuativo il mezzo, l’azienda o il gestore del servizio di trasporto, i clienti e i fornitori - sia in quanto supporto indispensabile e moltiplicatore di utilità per altri strumenti operativi, quali, in particolare, lo scambio elettronico di documenti, i sistemi informativi territoriali, i sistemi per la raccolta dati di traffico e sull’utenza, i sistemi di localizzazione automatica delle flotte, le banche dati di trasporto. Per comprendere come e perché solo da circa la metà degli anni novanta sia stato possibile sviluppare e promuovere l’impiego delle telecomunicazioni nel trasporto passeggeri e merci, è necessario vedere quali elementi di maturità 44 – Capitolo 1 tecnologica lo hanno consentito. A tal fine è opportuno premettere alcune definizioni. Quando si parla di reti di telecomunicazione s'intendono sia le reti in senso fisico, cioè i mezzi trasmissivi ed i dispositivi di commutazione, sia le reti in senso logico, cioè le architetture dei collegamenti. Dal punto di vista fisico, la rete consiste in sostanza in un insieme di nodi connessi tra loro e con gli utenti da mezzi di trasmissione. La scala di utilizzo va dalla dimensione mondiale alla rete locale fra alcuni personal computer in un ufficio o alla rete locale in un reparto o in un’azienda. In tal senso, in base alla differente copertura geografica, si distingue tra: le reti personali, o PAN (Personal Area Networks), adatte per comunicazioni a distanza di pochi metri, alle quali si possono abbinare i sistemi di identificazione automatica; le reti locali, o LAN (Local Area Networks, eventualmente senza fili o wireless dunque WLAN), circoscritte ad un singolo insediamento (fino a qualche chilometro); le reti metropolitane, o MAN (Metropolitan Area Networks), che coprono un'area urbana (poche decine di chilometri); infine le reti estese, o WAN (Wide Area Networks), che possono raggiungere qualsiasi località al mondo (Fig. 2) Fig. 2 Schema generale di reti mobili per i trasporti e la mobilità (infomobilità) Comunicazioni via satellite WAN (Wide area Network) MAN (Metropolitan Area Network) Cellulari 2G-3G-4G GSM, GPRS, EDGE, UMTS, HSDPA WiMAX Effettiva Banda Larga e Mobilità WCDMA LAN e WLAN (Local Area Network e Wireless LAN) Wi-Fi < ~100 m PAN e WPAN (Personal Area Network e Wireless PAN), ~1-10 m RFID, TAG, IR (DSRC) UWB (chip per banda larga) Bluetooth, ZigBee PMR (Private Mobile Radio) e PAMR (Public Access Mobile Radio): TETRA In particolare è la natura del trasporto che necessita, tra tutte le reti disponibili, di quelle adatte alla comunicazione in movimento. In tale ottica è possibile effettuare comunicazioni in voce e trasmissioni bidirezionali di dati e Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 45 documenti direttamente dall’automezzo mediante reti micro e macro-cellulari digitali, sistemi via satellite, reti radiomobili private o ad accesso pubblico (PMR, Private Mobile Radio e PAMR, Public Access Mobile Radio), reti mobili per trasmissione dati (MDN o Mobile Data Network). Inoltre, per esigenze spesso più tipiche dei conducenti e per problematiche di sicurezza, si può fare riferimento alle telecomunicazioni monodirezionali standard (radioavviso o “cercapersone”) ed in radiodiffusione come l’RDS - Radio Data Systems o il DAB - Digital Audio Broadcasting con o senza TMC Traffic Management Channel. Esistono infine strumenti di telecomunicazione su corto raggio basati sulle iperfrequenze e su trasmissioni agli infrarossi (DSRC, Dedicated Short Range Communication). Particolare enfasi va riservata all'evoluzione dei sistemi cellulari – compresi quelli di terza e quarta generazione - per la trasmissione, diffusa o personalizzata, d'informazioni all'utenza dei trasporti. Con il servizio cell broadcast il GSM può essere impiegato per la trasmissione di informazioni differenziate per area geografica (ad es. sul traffico). D'interesse, per le applicazioni in questione, è l'introduzione di servizi standard ETSI per la trasmissione dati in modo più adeguato che con l'SMS (short message service): in primo luogo il GPRS (General Packet Radio Service) - servizio dati in tecnica a pacchetto - poi l’HSCDS (High Speed Circuit Switched Data) - servizio dati in tecnica a circuito - e l'EDGE (Enhanced Data Rates for Global Evolution), a 473 kbit/s. I sistemi cellulari di terza generazione (3G) godono del fatto che possono sfruttare in parte l'infrastruttura dei sistemi cellulari precedenti e gli utenti possono sempre contare sul fatto che, nel caso si trovino in zone in cui non sono disponibili i servizi 3G, si possono comunque avere a disposizione le funzionalità tradizionali della telefonia mobile. Gli operatori che hanno pagato licenze per le bande dell'UMTS vorranno presumibilmente sfruttare appieno l'investimento e difficilmente lasceranno spazio ad altri sistemi. I sistemi cellulari di quarta generazione (4G), con banda larga e con reti completamente basate su IP (anche per il traffico vocale) rappresentano il passo successivo per le tecnologie UMTS e CDMA2000, rispettivamente con i progetti "3GPP Long Term Evolution" e "Ultra Mobile Broadband". Tutto questo è finalizzato ad un accesso ad internet più veloce di quello del WiMAX9. In alcune zone del mondo la grande disponibilità dell'UMTS ed un 9 WiMAX, acronimo di Worldwide Interoperability for Microwave Access, è una tecnologia che consente l'accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili (BWA - Broadband Wireless Access). L'acronimo è stato definito da WiMAX Forum, consorzio formato da più di 420 aziende, il cui scopo è sviluppare, supervisionare, promuovere e testare la interoperabilità di sistemi basati sullo 46 – Capitolo 1 desiderio generale di standardizzazione ha fatto sì che lo spettro per il WiMAX non sia stato finora assegnato. 2.2. Sistemi di localizzazione automatica I sistemi di localizzazione automatica hanno una o più finalità tra le seguenti: navigazione di bordo; comunicazione veicolo-centrale della posizione assunta da un veicolo; servizi informativi vari, differenziati per area geografica ed automaticamente ricevuti sul terminale; sicurezza e soccorso; assistenza sanitaria, correlata eventualmente a dati personali dell’utente o al tipo di carico trasportato; gestione delle flotte (localizzazione automatica, tracciamento dei carichi e dei contenitori, assegnazione carichi e corse: tracciamento e rintracciabilità ovvero tracking e tracing); controllo remoto dei veicoli, unità di trasporto intermodali e mezzi di movimentazione; controllo dei transiti dei veicoli presso determinati varchi (caselli autostradali, accesso a gallerie, a porti, interporti, ecc.); sicurezza e controllo dei veicoli nelle aree adiacenti i magazzini ed aree di deposito; antifurto e tracciamento dei veicoli rubati; teleallarmi e telecontrolli; controllo degli accessi ad un’area (parcheggi, centri di scambio intermodale, porti, aeroporti,…). Partendo da tali presupposti, sono stati sviluppati sistemi integrati, costituiti generalmente da: a) uno strumento in grado di localizzarsi rispetto ad un punto di coordinate note ovvero sulla superficie terrestre o su parte di essa; b) un supporto di telecomunicazione. Questi affiancano, alla funzione logistica o di puro servizio di trasporto, la fornitura di servizi di vario genere, quali la navigazione, la sicurezza, il controllo dello stato del carico. standard IEEE 802.16, conosciuto anche come WirelessMAN (wireless Metropolitan Area Network). Il WiMAX Forum si è formato nel giugno 2001. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 47 La diffusione che hanno avuto questi sistemi a partire dalla fine del secolo XX è in parte dovuta all’avvento delle comunicazioni cellulari, soprattutto quelle digitali (GSM), le quali hanno fornito, trattandosi di standard europei poi diffusi a livello mondiale, un mezzo abbastanza economico ed efficiente per la trasmissione dei segnali, supporto indispensabile dei sistemi di sicurezza e di trasferimento dati. A seconda dell’impiego nei diversi modi di trasporto viene richiesta una precisione di localizzazione differente (Fig. 3): ad esempio, nel caso di sistemi automatici per il controllo automatico dell’atterraggio degli aerei, essa dovrà essere inferiore al metro, mentre per la navigazione marittima, esclusa quella costiera e le fasi di approdo, è normalmente sufficiente il centinaio di metri. Fig. 3 Precisioni necessarie in differenti impieghi (asse delle ascisse in scala logaritmica) Modalità di trasporto 0,10 1,00 10,00 100,00 1000,0 0 [m] Trasporto aereo (volo) Trasp.aereo (atterraggio orizzontale) Trasp.aereo (atterraggio verticale) Trasp. marittimo e per vie navigabili (navigazione) Trasp.marittimo e per vie navigabili (costiero) Trasp.marittimo e per vie navigabili (portuale) Trasp.marittimo e per vie navigabili (acque interne) Trasp.terrestre (stradale extraurbano) Trasp.terrestre (stradale urbano) Trasp.terrestre (ferroviario in linea) Trasp.terrestre (ferroviario per frenatura a bersaglio, posizione in stazione) Nell’ottica di tracciare un quadro sintetico sui sistemi di localizzazione automatica adatti allo scopo, si può operare una possibile suddivisione in classi degli stessi, raggruppandoli in primo luogo in base alla funzione: A. Determinazione delle coordinate del punto associato alla posizione; B. Determinazione dello spostamento, di un veicolo, rispetto ad un punto di posizione nota; 48 – Capitolo 1 C. Associazione del punto e dello spostamento ad un grafo orientato ed una cartografia. La determinazione del punto (A), descrivibile anche come “fare il punto” o “position fixing”, permette ad un dato istante di identificare la propria posizione nello spazio, monodimensionale (per esempio, un treno), bidimensionale (per esempio, una nave) o tridimensionale (per esempio, un autoveicolo o un aereo). La determinazione dello spostamento (B), riconoscibile nella “navigazione inerziale”, detta anche dead reckoning, è la funzione che prevede di mantenere aggiornata la posizione di un punto (x, y, z) sulla base di informazioni di spostamento, ottenute da sensori quali odometri (per la misura del percorso lineare), accelerometri, giroscopi; questa funzione B necessita in partenza e periodicamente della funzione A, per fare il punto. La terza funzione è definibile come “map matching” e prevede, data un’informazione di posizione con coordinate spaziali, di proiettarle su un grafo orientato10. Essa è necessaria per la “navigazione” ed è utile per migliorare la precisione. Con il termine navigazione si intende la capacità di condurre un veicolo di trasporto - ovvero la persona che lo guida - ad una certa destinazione, con i minimi costi o tempi, con eventuale assistenza al conducente per le necessità informative del caso e con la possibilità di un rapido intervento in caso di emergenza; ciò può tipicamente essere realizzato mediante vari sistemi di localizzazione automatica. Al fine di determinare le coordinate del punto associato alla posizione esistono diverse tecniche e tecnologie: 1. sistemi di navigazione inerziali11; 2. rilevatori di posizione e d’informazioni su corto raggio12 (basati su telecamere, radiofrequenza,...), per merci, contenitori o veicoli obbligati a percorsi prestabiliti oppure al transito attraverso varchi, eventualmente virtuali; 10 11 12 Una rete di trasporto può essere rappresentata in modo esauriente mediante un’entità definita come grafo. Gli strumenti inerziali si basano sui principi della dinamica: fanno riferimento ad una posizione nota iniziale e permettono di sommare, partendo da essa, spostamenti lineari e cambiamenti di direzione durante il moto del veicolo sul quale sono installati. In sostanza, sistemi di identificazione automatica accoppiabili a sistemi di comunicazione su corto raggio; vengono definiti anche beacon. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 49 3. sistemi basati sull’indicazione della cella di appartenenza di un terminale mobile in un certo istante (basati su reti con struttura a celle)13; 4. sistemi basati su triangolazione o trilaterazione a terra o via satellite, per la mobilità di persone, merci e veicoli. La Tab.1 riporta tali quattro classi di sistemi per effettuare la localizzazione automatica e la relativa applicabilità per il tracciamento di persone, merci, veicoli. Tab. 1 Classi di sistemi per effettuare la localizzazione automatica e relativa applicabilità per persone, merci, veicoli ELEMENTI DA LOCALIZZARE Classi di sistemi per effettuare la localizzazione automatica PERSONE (conducenti) MERCI VEICOLI 1. Sistemi di navigazione inerziali (esempi: accelerometri, giroscopi,…) No No Sì 2. Rilevatori di posizione e d’informazioni su corto raggio (esempi: DSRC in RF, sistemi IR, tag vari,…) Sì Sì Sì 3. Sistemi con struttura a celle (esempi: sistemi di comunicazione cellulare) Sì Sì Sì 4. Sistemi di localizzazione in radiofrequenza o via satellite, basati su triangolazione o trilaterazione (esempi: Loran, GPS, GALILEO,…) Sì Sì Sì Riconoscendo l’importanza strategica della navigazione satellitare, la Commissione Europea si è attivata, nei primi anni novanta, con un progetto a supporto del GNSS (Global Navigation Satellite System) di prima generazione (GNSS-1), denominato EGNOS. Tale azione ha portato all’Europa benefici di carattere tecnologico e di competenza, senza tuttavia offrire un adeguato livello di controllo sul GPS, statunitense. Nel 1998, il Consiglio dei Trasporti della Commissione Europea ha dato quindi il via allo studio preliminare per un programma autonomo di navigazione satellitare, denominato Galileo. Nel 2003 la Commissione Europea, congiuntamente all’Agenzia Spaziale Europea, 13 Questa classe di sistemi costituisce, nel panorama dei sistemi di localizzazione, una relativa innovazione, legata ai sistemi cellulari propriamente detti ed a sistemi con struttura a celle finalizzati alla comunicazione e localizzazione integrata. 50 – Capitolo 1 ha approvato definitivamente la realizzazione del sistema, dando il via alla realizzazione delle sue componenti base, sia per il segmento spaziale che terrestre. La fase di commercializzazione del Galileo è stata prevista dal 201213. Il sistema è basato su: una costellazione di 30 satelliti (27 operativi, 3 di riserva in orbita); orbita media (MEO, Medium Earth Orbit) di 23616 km; i satelliti trasmettono continuamente i segnali di navigazione; le correzioni per gli orologi e i dati di navigazione sono inviati al satellite ogni 100-200 minuti; i dati di integrità sono inviati ogni secondo e gestiti a bordo del satellite; i satelliti hanno un livello di autonomia sufficiente a garantire un servizio sufficiente anche in caso di perdita di contatto con le stazioni di terra. Il sistema è nato per garantire all’Europa un sistema di navigazione satellitare indipendente e con garanzia di servizio; le sue peculiarità sono dunque: accuratezza, integrità, continuità nella disponibilità del servizio; saranno offerti servizi sia aperti sia di carattere commerciale e servizi indirizzati ad applicazione di sicurezza e governative. 2.2. Sistemi informativi territoriali Un sistema informativo territoriale evoluto costituisce un elemento basilare per l’infomobilità ed i sistemi ITS, sia merci sia passeggeri, essendo adatto a risolvere numerose problematiche tipiche del settore: su di esso possono essere controllate le flotte ed i singoli veicoli, le informazioni sui carichi in movimento, le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali ed interportuali a disposizione, le condizioni del traffico, le possibilità di carico in certe località per evitare il viaggio a vuoto, e così via. I sistemi informativi territoriali (SIT) o Geographical Information Systems (GIS) si differenziano rispetto alle usuali cartografie numeriche essendo composti da due elementi principali: un archivio o un insieme di archivi, di dati alfanumerici o iconografici, e da uno o più archivi di dati geografici (immagini vettoriali). In questo modo, si può gestire una banca dati contenente attributi alfanumerici, i quali vengono associati agli elementi geometrici costituenti la semplice parte cartografica. Le possibili applicazioni dei GIS nel campo della progettazione, gestione, esercizio e pianificazione dei trasporti sono piuttosto numerose. In particolare si possono indicare: Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 51 - supporto per la progettazione di infrastrutture, come, ad esempio, ubicazione dei siti a rischio e delle merci pericolose; gestione reti stradali, ferroviarie,...; coordinamento unità mobili; monitoraggio ambientale; realizzazione e gestione cartografie; programmazione ottimale dei percorsi di mezzi pubblici e privati, cicli di presa e consegna. Alcuni impieghi principali si ritrovano nella strutturazione della rete ferroviaria e stradale, nelle carte catastali, nell’impiego nel controllo e gestione delle flotte di automezzi, con le relative informazioni su carichi o passeggeri a bordo. 2.4. Sistemi d’identificazione automatica I sistemi di identificazione automatica sono spesso riconosciuti in letteratura con gli acronimi AVI (Automatic Vehicle Identification) ed AEI (Automatic Equipment Identification). Occorre innanzitutto distinguere tra: 1. “identificazione automatica” per rilevare in automatico informazioni inerenti al conducente, all'unità di trasporto (intermodale e non), ad un collo, al veicolo (stradale, ferroviario,...), al fine di conoscerne ad esempio il contenuto o le caratteristiche del viaggio o semplicemente per notificarne il transito ad un centro di controllo, per esempio della polizia stradale; 2. “identificazione automatica” finalizzata genericamente al riconoscimento inequivocabile della merce, del veicolo che la trasporta o del conducente, mediante un dispositivo in sua dotazione (ad esempio un codice). Per quanto riguarda il primo caso (1), a volte i veicoli adibiti al trasporto di persone o merci si trovano a percorrere dei percorsi quasi completamente o parzialmente vincolati; questo accade sia per il tipo di servizio svolto sia per necessità di transiti attraverso portali o varchi (ad esempio per l’accesso ad interporti o a depositi di automezzi pesanti). Per essere avvertiti del transito del veicolo ovvero per acquisire informazioni sul suo carico, può risultare sufficiente installare sul suo percorso un apposito rilevatore: un sistema d’identificazione automatica. In queste circostanze, è quindi sufficiente ricorrere a sistemi di identificazione automatica su corto raggio, eventualmente integrati con odometri e sistemi inerziali - invece che dotare il veicolo di un’antenna satellitare o un sistema di 52 – Capitolo 1 localizzazione integrato con la comunicazione. Per contro, se non si ha la sicurezza del percorso del veicolo, i sistemi su corto raggio perdono di significato, in quanto il veicolo verrebbe perso di vista ogni qualvolta dovesse variare il proprio percorso. Un sistema di localizzazione automatica che utilizza la tecnica nota come “indicazione di prossimità” per stimare la posizione di un’unità mobile si avvale di riferimenti fissi per poter determinare, in modo più o meno continuativo, la sua posizione. In sostanza, vengono distribuiti lungo il percorso prestabilito dei dispositivi in grado di ricevere ed eventualmente trasmettere informazioni ad un analogo apparato a bordo dell’automezzo. Tali dispositivi, da alcuni definiti come “segnaposto” o beacon o ancora balise, devono essere accuratamente posizionati lungo il tragitto e, in certi casi, più numerosi possibile. La loro quantità è ovviamente direttamente proporzionale alla frequenza di localizzazione dei veicoli e dunque al livello di precisione che si vuole ottenere. Tutti i veicoli o conducenti devono essere dotati/e di un dispositivo (per esempio, una targhetta magnetica), nel quale sono contenute varie informazioni (per esempio inerenti al carico pericoloso, la sua origine, la destinazione o dati personali, ecc.). Nel momento in cui il veicolo transita in prossimità del segnaposto, l’informazione di passaggio viene trasmessa ad una centrale di controllo che effettua il monitoraggio delle merci, mobili all'interno del territorio di sua competenza. Nel caso di veicoli, attraverso opportuni algoritmi è possibile stimare o prevedere la posizione dei mezzi nei tratti intercorrenti tra due segnaposto successivi, in modo da verificare, nel più breve tempo possibile, la loro posizione. Tale tipo di tracciamento dei veicoli trova la sua applicazione naturale nel campo del trasporto ferroviario in generale e nel controllo degli accessi e spostamenti in corrispondenza di varchi o portali, ad esempio presso le zone a traffico limitato, le aree di interscambio (interporti, porti, ecc.). I sistemi disponibili per l’identificazione automatica del secondo caso (2) si possono raggruppare nelle seguenti classi: a. codici a barre; b. sistemi basati sulla radiofrequenza; c. identificazione visiva; d. banda magnetica e carte “intelligenti” (smart card); e. sistemi biometrici. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 53 Per quanto riguarda i codici a barre, il principio sul quale essi si basano in generale è il riconoscimento di una sequenza di barre separate da spazi e contenenti l’informazione codificata secondo regole e simbologie predefinite. Attualmente, le principali applicazioni dei codici a barre nella mobilità riguardano il trasporto delle merci e delle unità di trasporto intermodali, in particolare: la gestione magazzini, il carico/scarico/smistamento delle merci, l’inventario e la gestione di listini, lo smistamento di colli, il controllo degli accessi. L’identificazione automatica basata sulla radiofrequenza consente di trasmettere i dati inerenti ad una persona o oggetto latore di un transponder14 ad un punto fisso, tipicamente un portale, una barriera di passaggio, una stazione, mediante un canale di telecomunicazione operante su medio-corto raggio. Le componenti essenziali di tale sistema sono dunque un lettore ed un transponder. Le informazioni contenute in quest’ultimo possono essere solamente leggibili, quindi definite all’atto della produzione, o modificabili dall’antenna. La mancanza di un’unica frequenza su un territorio internazionale ed in ambiti modali differenti, ha condotto all’impiego di diverse bande di frequenza in diverse applicazioni per l'identificazione di merci (ad esempio: 125 KHz, 433 KHz, 933 MHz, 2.45 GHz, 5.8 GHz, 9.9 GHz, 23 GHz,...). Nelle figure seguenti (Fig. 4, Fig. 5) sono riportati due schemi riferiti rispettivamente a: - sistemi di identificazione automatica in radiofrequenza a terra nei quali il veicolo può essere posto in comunicazione con il centro di controllo mediante collegamento continuo in rete mobile; - sistemi di identificazione automatica in radiofrequenza a terra, con veicoli posti in comunicazione con il centro di controllo mediante collegamento continuo in rete (fissa o mobile). 14 Il transponder è costituito da un circuito integrato e da un’antenna, presente anche sul lettore. Esso, entrando nel campo elettromagnetico attivo dell’antenna, trasmette il proprio codice d’identificazione, essendo dotato di una memoria interna ad un involucro di varie forme e dimensioni. 54 – Capitolo 1 Fig. 4 Sistemi di identificazione automatica a terra: veicolo in comunicazione con il centro di controllo mediante collegamento continuo in rete mobile centro di controllo del traffico e trasporti riferimento fisso “beacon” Fig. 5 Sistemi di identificazione automatica a terra: veicolo in comunicazione con il centro di controllo mediante collegamento continuo in rete (fissa o mobile) centro di controllo del traffico e trasporti riferimento fisso con capacità ricettive e trasmissive I sistemi basati sull’identificazione visiva consentono il riconoscimento dei colli o di un oggetto in generale attraverso l’analisi di un’immagine ad alta risoluzione. Tali sistemi d’identificazione automatica risultano di particolare interesse quando si debbano riconoscere o analizzare flussi di traffico, oggetti a distanza, targhe, ecc. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 55 Nel caso, ad esempio, di veicoli con percorso limitato all'ambito autostradale, l'identificazione visiva potrebbe forse essere applicata al semplice riconoscimento delle targhe dei veicoli stessi, con sistemi OCR. Lo stesso si può dire, ad esempio, per il controllo degli accessi nelle gallerie. L’impiego della banda magnetica per l’identificazione automatica è oramai assestato e largamente diffuso. Per le carte magnetiche è stato definito uno standard ISO, in base al quale sono definite delle tracce ed i relativi caratteri15. La banda magnetica potrebbe essere impiegata per il controllo degli accessi degli autisti in determinate aree, ma non per il monitoraggio delle merci, a meno dell'inserimento della stessa, magari in versione smart card (segue) in un sistema DSRC, di comunicazione dedicata a corto raggio. Le smart card costituiscono un’evoluzione delle carte a banda magnetica, in quanto dotate di circuiti integrati. Esistono sostanzialmente tre tipologie di carte “intelligenti”: le carte con memoria, le carte con microprocessore (unità intelligente) e le carte senza contatti (con antenna). Gli impieghi per la mobilità dei conducenti e per il trasporto di merci sono analoghi a quelli per le carte a banda magnetica, normalmente nel controllo degli accessi, ma anche per la memorizzazione di dati specifici (in genere associati alle persone). I sistemi biometrici possono costituire in alcuni casi un valido ausilio per il controllo di operazioni nelle fasi logistiche o di persone. Si tratta di sistemi in molti casi ancora in fase di sperimentazione; quelli principalmente impiegati sul mercato sono: a) riconoscimento vocale, b) riconoscimento di impronte digitali; c) scansione e riconoscimento della retina; d) riconoscimento geometria della mano; e) verifica della firma; f) verifica dell’iride. L’impiego dei sistemi biometrici potrebbe essere correlato al controllo degli accessi in aree molto riservate, al controllo dell’accessibilità a dati riservati. Non si ritiene che tali sistemi siano utili allo scopo in questione, se non per aspetti marginali. 15 Traccia 1 (79 caratteri alfanumerici), traccia 2 (40 caratteri numerici), traccia 3 (107 caratteri numerici). 56 – Capitolo 1 Per poter meglio evidenziare le diffuse possibilità di applicazione dei sistemi di identificazione automatica dei veicoli e delle unità di trasporto intermodali, si possono riportare alcuni loro principali impieghi nel trasporto merci. L’identificazione automatica può essere finalizzata a: riempimento di unità di carico; ad esempio, prima di caricare un autotreno, le palette (o pallet)16 saranno identificate per poter essere confrontate con la lista di carico (controllo di carico); ricerca delle unità merceologiche in fase di scarico; ad esempio, durante lo scarico di un camion le unità prescelte potranno essere rapidamente identificate e prelevate (ricerca in fase di scarico); necessità di puro controllo e verifica; le unità trasportate possono essere identificate secondo un criterio casuale e ne possono essere verificate alcune caratteristiche peculiari (controllo statistico); necessità di associare della documentazione alla merce in transito; ad esempio, la norma ISO 900X prescrive una documentazione del flusso delle merci scambiate e ricevute (identificazione qualitativa); necessità di deposito; l’utilizzo di spazio e di tempo di magazzino è contabilizzato in funzione dei luoghi occupati e della durata della sosta (identificazione di deposito); necessità di verificare un transito attraverso un varco; ad esempio, l’accesso e l’uscita di un veicolo stradale da un terminal o da un interporto richiedono la verifica del carico in transito attraverso la zona di confine dell’area. 2.5. Strumenti per la raccolta dati di traffico e rilevamento transiti I rilevamenti dei dati di traffico possono essere effettuati con sensori di varie tipologie, differenti per applicazioni, prestazioni e costi (di acquisto, installazione e manutenzione). Vengono di seguito classificati gli strumenti tecnologici della misura, ma non deve essere trascurata la modalità di misura manuale per il conteggio dei flussi, delle manovre di svolta o della classificazione veicolare. Allo stato attuale, i principali strumenti/tecnologie disponibili possono essere classificati nelle seguenti tipologie: 16 Unità di carico standardizzata - secondo le definizioni della CEMT (Conferenza Europa dei Ministri dei Trasporti) - in una limitata gamma di misure (CEN, ISO) e rispondente a definite norme costruttive, adatta ad essere movimentata con mezzi meccanici. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 57 a. b. c. d. e. f. g. spire induttive; video rilevamento; microonde, infrarossi ed ultrasuoni, basate su analoghi principi; magnetometri; acustici passivi; piezo-elettrici; pneumatici. Una distinzione importante è tra strumenti sulla o nella pavimentazione (GD, Ground vehicle Detector) e al di sopra o distante da questa (AGD, Above Ground vehicle Detector); in quest’ultima rientrano tipicamente i sistemi classificati come b, c, g (sopra la pavimentazione). Una differenziazione nell’utilizzo delle varie alternative può consistere nelle caratteristiche del flusso che deve essere rilevato. Si possono identificare gli scenari di alto o basso volume, alta o bassa velocità, tra cui anche i veicoli in coda. Una prima associazione tra strumenti di misura e possibili applicazioni è riportata in Tab. 2 e Tab. 3, nelle quali il conteggio di veicoli in movimento non fermi in coda - è considerata una prestazione scontata per tutti i dispositivi. In Tab. 4 viene proposta una sintesi dei vantaggi e svantaggi associati all'uso di una tipologia di strumenti. Tab. 2 Tipologie e principali applicazioni dei sensori automatici per i rilievi di traffico Tipologia Sensori induttivi/spire Applicazione Lunghezza, velocità veicolo, classi, numero di assi ed interdistanza, altri usi (con adeguato software) Sensori a raggi laser, infrarossi, onde Lunghezza, velocità veicoli, classificazione elettromagnetiche (radar) ed (con radar) ultrasuoni Sensori pneumatici (tubi) Velocità, altri usi con calibratura e software (numero assi, classi, più corsie,...) Video rilevamento con telecamere Velocità, lunghezze, classi, targhe Sensori capacitivi Peso, velocità Sensori piezoelettrici Peso, velocità, classi 58 – Capitolo 1 Tab. 3 Impieghi principali dei sistemi distanti dalla pavimentazione o AGD (Above Ground Detector) in funzione dell’obiettivo Impiego Obiettivo Conteggio veicoli Rilievo con velocità > 10 km/h Rilievo velocità veicoli Rilievo con velocità > 10 km/h Controllo intersezioni regolate - con buone condizioni atmosferiche - con cattive condizioni atmosferiche Rilievo veicoli fermi Rilievo veicoli fermi Controllo traffico in tempo reale Emulazione di spire induttive Installazione a bordo strada Classificazione veicoli Classificazione in lunghezza Classificazione veicoli Classificazione di profilo 17 VIP (Video Image Processing). Tecnologie Video rilevamento17 Microonde Doppler Infrarossi passivi Laser Ultrasuoni Video rilevamento Microonde Doppler Laser Video rilevamento Microonde Infrarossi passivi Sensori laser Ultrasuoni Video rilevamento, infrarosso Microonde Ultrasuoni Video rilevamento Microonde Infrarossi passivi Laser Video rilevamento Laser Microonde Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 59 Tab.4 Principali vantaggi e svantaggi delle varie tecnologie Tecnologie Vantaggi Svantaggi Le prestazioni possono diminuire per variazioni di temperatura e turbolenza dell'aria Ultrasuoni Dimensioni compatte e facile installazione Microonde Doppler Buone prestazioni con il cattivo tempo Misura diretta della velocità Non può rilevare veicoli molto lenti o fermi Richiede un'antenna a stretto raggio Microonde Buone prestazioni con il cattivo tempo Rileva i veicoli fermi Può operare su più corsie Richiede un'antenna a stretto raggio Infrarossi passivi Buone prestazioni in presenza di nebbia Misura diretta della velocità Cattive prestazioni in presenza di pioggia o neve VIP (Video Image Processing) Un'unica camera può servire più corsie Rilievo di grandi quantità di dati I veicoli di grosse dimensioni possono ostruire la visione Ombre, riflessi e passaggi da giorno a notte possono causare falsi rilevamenti Magnetometri Possono rilevare veicoli di piccole dimensioni (biciclette incluse) Ha difficoltà a separare i dati se i Utili dove si possono installare le veicoli sono molto ravvicinati spire Spire induttive Elevata affidabilità Tecnologia ben conosciuta Difficoltà di posa in presenza di flussi elevati Tra i sistemi relativi alla raccolta di dati di traffico, si evidenziano i sistemi WIM - Weigh In Motion, che consistono essenzialmente in strumenti in grado di effettuare un controllo completo e continuo del traffico circolante in termini di numero, tipologia e carico assiale permettendo analisi sul traffico delle merci. Si tratta sostanzialmente di sensori, di varie tipologie, inseriti direttamente o per mezzo di profilati, di diversa forma a seconda delle configurazioni, in appositi solchi ricavati nella carreggiata poi ricoperti generalmente con un primo strato di gomma e un secondo di sabbie silicee al fine di isolare la struttura da agenti chimici e atmosferici esterni. È necessario un attento posizionamento della struttura, mostrata in Fig. 6, a raso con il terreno in modo 60 – Capitolo 1 che essa riesca a deformarsi adeguatamente sotto il carico dinamico del veicolo in transito su di essa. Fig. 6 Esempio di installazione di un sensore WIM [fonte: Massload, 2007] L’importanza dell’argomento e delle tecnologie ad esso connesse, hanno già determinato specifiche in termini di prestazioni a livello di normativa europea delle strumentazioni WIM, regolarmente in uso in Francia, Germania e Svizzera. 2.6. Conteggio dei passeggeri Il conteggio dei passeggeri è un’importante attività delle società di trasporto e per l’ente preposto al controllo dell’esercizio; di seguito se ne fornisce qualche breve cenno in quanto solo marginalmente inerenti il trasporto delle merci. Le modalità di conteggio delle persone su veicoli possono essere raggruppate in 2 categorie: 1. in modo indipendente dal biglietto di viaggio; a. rilievo singole persone; b. rilievo del carico complessivo sul mezzo di trasporto; 2. in modo dipendente dal biglietto di viaggio (soluzioni ERF). Nel primo caso, il conteggio può essere basato sul rilievo o tentativo di rilevo delle singole persone oppure, in modo indiretto, tipicamente mediante la conoscenza del peso del veicolo. Qualunque sia il metodo utilizzato, l’obiettivo è ottenere un conteggio affidabile, possibilmente esatto o comunque Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 61 entro un margine di errore contenuto in poche unità percentuali rispetto al numero esatto di persone presenti sul veicolo. Il conteggio indipendente dal biglietto di viaggio deve essere realizzato con opportuni sensori in grado di rilevare il passaggio di persone attraverso dei varchi, normalmente le porte dei veicoli. A tal fine esistono produttori di tecnologie dette APC (Automatic Passenger Counting) in grado di svolgere questa funzione; una possibilità diffusa è basata sull’impiego di sensori ad infrarossi, che fungono da interruttori attivi; nel caso di sistemi passivi esiste la possibilità di usare sensori di tipo piroelettrico. In alcune applicazioni, si utilizzano solamente interruttori ad infrarossi, in altre si usano doppi sensori (IR attivi e piroelettrici, ad esempio) al fine di aumentare l’affidabilità del conteggio. I sistemi di conteggio di classe (1a) sono tuttavia ancora in fase di sperimentazione. Nei casi (1b), il conteggio può essere effettuato in modo indiretto, sulla base del carico a bordo oppure, sempre mediante la rilevazione del peso, ma direttamente attraverso sensori a piastra. Esiste anche la possibilità di operare con sensori termici applicati a telecamere che rientrano però, come principio di funzionamento, nel campo dei sensori ad infrarossi passivi, ossia piroelettrici. I sistemi basati sulla visione, mentre hanno applicazione nel conteggio o riconoscimento di oggetti, veicoli, scritte su container, targhe di automezzi, etc.), non trovano al momento applicazione pratica nel conteggio delle persone, al più nel riconoscimento della loro presenza. 3. L’architettura telematica per i sistemi di trasporto Dalle considerazioni emerse nei capitoli precedenti deriva l’esigenza di un quadro di riferimento unitario, che metta in luce le opportunità della telematica per i trasporti, le relazioni tra i vari sistemi e servizi, le necessità in termini di organizzazione, regole e normative tecniche, i possibili sviluppi: una architettura di riferimento18. 18 I paragrafi seguenti derivano da documenti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti inerenti all’Architettura nazionale per i sistemi ITS citati in bibliografia. 62 – Capitolo 1 L’architettura, come anticipato nei precedenti paragrafi, definisce le regole per assemblare i mattoni di base per arrivare ad un sistema ITS. Il mercato - nel rispetto delle regole e, laddove prescritto, di norme tecniche (standard) - è libero: pertanto ogni progettista e realizzatore di sistemi ITS può al meglio integrare i vari elementi di base (TLC, AVLS, AEI/AVI,…) rispettando una propria architettura oppure un’architettura di riferimento, nel caso in cui questa gli torni d’ausilio. Una Architettura costituisce la struttura che identifica le funzioni, le caratteristiche e le relazioni tra tutti gli elementi coinvolti dalla telematica nel perseguimento dei sistemi di trasporto intelligenti: servizi, sistemi tecnologici, attori, eventuali norme. L'Architettura è una rappresentazione funzionale, o logica, e fisica di un sistema - hardware, software o entrambi - che ne rappresenta la struttura e le relazioni tra le sue componenti, fornendo però nessuno o pochi dettagli costruttivi e tanto meno scelte tecnologiche. Un’architettura di riferimento, partendo dalle esigenze riconosciute di tutti gli utenti coinvolti, definisce, in un quadro evolutivo, l’insieme dei servizi necessari, le relazioni funzionali, le principali caratteristiche delle relazioni organizzative, fisiche e di comunicazione; da queste possono derivare le indicazioni per nuove normative, giuridiche e tecniche, necessarie affinché le proposte innovative siano fattibili, compatibili con l’esistente, capaci di utilizzare le opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici. La disponibilità dell'architettura ha quindi l'intento di fornire delle linee guida generali agli enti pubblici, agli enti di normazione, alle società concessionarie, alle aziende private nello sviluppo delle proprie decisioni, delle attività e sistemi inerenti alla telematica per i trasporti. Il fine è di facilitare lo sviluppo del mercato, perseguendo risultati di efficienza, con particolare riferimento all’interoperabilità tra modi di trasporto e servizi telematici, a livello nazionale ed europeo; essa consente inoltre il soddisfacimento degli obiettivi e requisiti prefissati. L’architettura offre visibilità dell’evoluzione della telematica a tutti gli attori: è la prima delle strutture abilitanti per lo sviluppo della telematica nel mondo dei trasporti. L’architettura è quindi uno strumento di ausilio per arrivare alla progettazione e sviluppo di sistemi telematici per i trasporti o ITS (Intelligent Transport System). L’architettura deve consentire quindi di coordinare, a livello nazionale e in modo compatibile con l'Europa, lo sviluppo della telematica per i trasporti. La sua definizione e successiva evoluzione vengono ottenute con le indicazioni e Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 63 l'ausilio continuativo degli operatori del settore, delle associazioni di categoria, degli enti nazionali di normazione tecnica, delle associazioni e degli esperti che si occupano di telematica per trasporti. 3.1. Lo sviluppo dell’architettura in Europa e in Italia Esiste un forte bisogno d’innovazione ed efficienza nello sviluppo dei trasporti, che implica una forte responsabilità da parte dell’Europa e dei suoi Paesi. La realizzazione di sistemi telematici per i trasporti deve produrre benefici al settore pubblico, agli utenti finali, all'industria privata ed ai fornitori di servizi connessi a tale settore. Un'altra importante considerazione è la concorrenza tra i produttori dell'industria ITS Europea, sul territorio e nel contesto internazionale. Occorre pertanto integrare a livello continentale i vari sistemi tematici, in particolare i loro elementi costitutivi di base. Uno strumento chiave per affrontare tale contesto è coinvolgere i “portatori di interesse” (stakeholder) ovvero i committenti ed utenti di ITS, nello sviluppo ed applicazione di un’architettura quadro europea condivisa e convenuta. L’architettura deve essere capace di conciliare i piani nazionali dei trasporti attuali e futuri, così come di sostenere i vari sforzi nella ricerca, nell’attività di normazione tecnica (standardizzazione), nell'investimento e sviluppo di tali sistemi. Inoltre un'architettura quadro deve fornire la base per lo sviluppo diffuso della telematica per i trasporti, comprendendo un piano per la migrazione da sistemi attuali, eventualmente “chiusi”, a sistemi interoperabili tra loro, anche a livello europeo19. 19 In Italia, a decorrere dal 2001, sono iniziate le attività di redazione dell’architettura nazionale compatibile con quella europea e con le altre architetture nazionali eventualmente esistenti, ACTIF (Francia) nella fattispecie. Con il 2002, l’architettura nazionale, ARTIST, è stata completata e messa a disposizione del pubblico; essa è sostanzialmente analoga a quella europea, seppure con variazioni ed aggiunte legate a caratteristiche tipiche del mercato italiano. Inoltre essa estende al trasporto merci multimodale ed intermodale la precedente versione monomodale di FRAME. Anche negli Stati Uniti l’architettura ITS (National ITS Architecture), cominciata peraltro con anticipo rispetto a quella europea, è in corso di evoluzione ed in continuo aggiornamento. 64 – Capitolo 1 3.2. Le caratteristiche generali dell’architettura e relative definizioni Come si è già avuto modo di introdurre, un'architettura ITS/STI definisce e descrive ciò che è necessario includere in un Sistema e che può consentire di adempiere le esigenze degli utenti; per l'architettura quadro europea, le “Esigenze dell'Utente” (User Needs) rappresentano il punto di partenza. Un’architettura quadro schematizza il processo di progettazione di un sistema nelle seguenti parti o punti di vista. A. Logico o funzionale: raccoglie le funzionalità necessarie al sistema per soddisfare le esigenze definite dall’Utente (user needs). B. Fisico: rappresenta il modo in cui una funzionalità può essere implementata come applicazione, al fine di soddisfare le esigenze espresse dall'utente. C. delle Comunicazioni: individua le caratteristiche relative allo scambio dei dati e delle informazioni tra le applicazioni definite nel punto di vista fisico e tra esse ed il mondo esterno. D. Organizzativo: individua il ruolo e le responsabilità degli attori coinvolti in un sistema. L'architettura quadro europea include anche l’analisi dei costi-benefici, ed in generale, degli impatti da essa generati sul sistema dei trasporti. In termini generici un'architettura ITS ha alcune caratteristiche principali o fondamentali. - - - Aperta: questo implica che tutti i fornitori, operatori ed utenti potranno avvalersi di quanto è contenuto nell'architettura; l'architettura non esclude nessuno. Multimodale: l'architettura deve poter essere applicata a più forme di trasporto, non solo all’uso dei veicoli privati. Indipendente dal punto di vista tecnologico: l'architettura non richiede o promuove l'uso di una particolare tecnologia: promuove soluzioni di carattere generale, per le quali diverse applicazioni tecnologiche possono essere implementate. Un'architettura non è e non va confusa con: - un progetto di sistema o di componente: non è possibile produrre un dispositivo o un sistema (hardware o software) direttamente dai contenuti dell'architettura quadro. Le definizioni e le descrizioni nell'architettura forniscono delle linee guida ad alto livello per la creazione o realizzazione di un sistema (ITS/STI). Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 65 - una specifica di sistema: le parti dell'architettura possono essere usate come il punto di partenza per la definizione di specifiche di sistema o per le componenti di sistemi particolari; essa però non fornisce di per sé delle specifiche di sistema. 3.3. Elementi principali dell’architettura Di seguito viene descritto il processo di sviluppo di un’architettura di un sistema telematico per i trasporti (ITS) al fine di aiutare a meglio comprendere come gli elementi principali dell’architettura stessa siano correlati tra loro. Il procedimento generale per lo sviluppo di un’architettura può essere illustrato dal diagramma in , attraverso il quale si possono ricavare le sue unità fondamentali. I Requisiti Utente sono la parte preliminare e determinante per tutto il successivo sviluppo del disegno architetturale. Essi contengono infatti la descrizione delle necessità, delle priorità e dei punti di vista dell’utente che l’architettura è in grado di soddisfare. Le domande alle quali essa risponde sono in effetti la sua stessa ragione e fondamento, rappresentano l’insieme minimo di necessità (in termini di servizi richiesti) per cui l’architettura fornisce una soluzione. Avendo precisato i requisiti d’utente, il passo successivo é sviluppare il cosiddetto Diagramma di Contesto (Fig. 7), per rappresentare schematicamente l’ambiente esterno con cui il sistema interagisce; questo risulta costituito dai Terminatori, i quali, oltre a rappresentare il collegamento tra l’architettura di sistema e il mondo esterno, permettono in un successivo momento di descrivere sia i dati che il nostro sistema si aspetta di ricevere dal mondo esterno, sia le funzioni che il sistema stesso deve saper attuare con i dati ricevuti. Un terminatore può rappresentare un’entità umana oppure fisica (un veicolo, una strada, l’ambiente,…) attraverso la quale si riesce ad avere informazioni inerenti, ad esempio, alle condizioni atmosferiche così pure allo stato della superficie stradale; proprio a tal fine, per verificare nel modo più semplice possibile che il terminatore stesso soddisfi esattamente le attese dell’architettura, si è proceduto ad assegnare una chiara definizione ad ogni terminatore. 66 – Capitolo 1 Fig. 7 Esempio di diagramma di contesto Driver Vehicle To/From Driver Transport Planner To/From Transport Planner Emergency Systems To/From Vehicle EmergencyInformation SYSTEM To/From Emergency Systems Quindi, per la progettazione di un ITS coerentemente con l’architettura, definiti i Requisiti Utente del sistema, si selezionano i terminatori effettivamente presenti nella realtà dell’applicazione e che possono interagire col sistema. L’insieme costituito dai Requisiti Utente, dal Diagramma di Contesto e dai Terminatori permette così di arrivare alla definizione dei dettagli dell’architettura Logica o Funzionale, ovvero la formalizzazione di alto livello dei processi, delle funzionalità e dei flussi di dati necessari per erogare i servizi individuati in precedenza dai requisiti utente. Sono state individuate nove Aree Funzionali relative ai diversi ambiti dei STI/ITS. In ciascuna area funzionale è possibile individuare due tipi di funzioni (questo avviene nell’architettura europea in modo formale, ma la distinzione cade nell’architettura nazionale, denominata ARTIST): 1. Funzioni di alto livello: queste funzioni risultano complesse, tanto che per permettere una loro più facile comprensione vengono ripartite in funzioni di livello inferiore; alcune di queste possono poi risultare a loro volta delle funzioni di alto livello (in quanto ulteriormente scomposte in altre funzioni di più basso livello) oppure costituire le funzioni di basso livello della categoria. Le funzioni di alto livello difficilmente soddisfano, da sole, i Requisiti Utente, ma li ricoprono pienamente mediante funzioni di basso livello; Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 67 2. Funzioni di basso livello: rappresentano funzioni che possono essere descritte senza il bisogno di dover ricorrere alla suddivisione in funzioni di livello inferiore. Fig. 8 Diagramma del processo di sviluppo dell’architettura Esempi precedenti Capacità iniziali Situazioni reali Situazioni reali Convenzioni Architettura Funzionale Requisiti Utente Altri vincoli Terminator i Diagramma di Contesto Convenzioni Architettura Fisica Proprietà del Sistema Architettura delle Comunicazioni ITS Requisiti del Sistema Come per le Aree Funzionali, ogni Funzione è definita da un proprio nome che permette d’individuare con precisione l’attività che riveste. Il passaggio dai Requisiti Utente alle funzioni è reso agevole grazie alle matrici di correlazione, nelle quali a ciascun requisito sono associate tutte le funzioni necessarie per il relativo soddisfacimento. I Flussi di Dati (Data Flows) funzionali o logici rappresentano l’insieme dei collegamenti tra le funzioni e tra queste ed i terminatori, permettendo così lo scambio di informazioni tra un elemento e l’altro; anch’essi, come per la categoria precedente, risultano indicati da un proprio nome e definiscono con accuratezza il tipo di collegamento che realizzano. Ciascun terminatore è indicato mediante un acronimo e, qualora si riferisca ad un’entità complessa, esso viene suddiviso in “Attori” che assumono una connotazione più specifica. Il veicolo in generale costituisce un esempio di 68 – Capitolo 1 terminatore, ma esso può riferirsi ad un veicolo privato, per le emergenze, per il trasporto merci o ancora per il trasporto collettivo: tutte queste tipologie di veicolo costituiscono gli attori del terminatore “veicolo”. Essi vengono solitamente indicati mediante le loro iniziali; così il generico “veicolo” sarà indicato con “v” e l’attore “veicolo di trasporto pubblico” con “v.ptv”20. Infine, gli alberi funzionali permettono di mostrare come le funzionalità di ogni Area Funzionale si dividano in Funzioni di Alto e Basso Livello mentre i Data Flow Diagrams (DFD) consentono d’indicare come le Funzioni stesse siano collegate tra loro e ai terminatori attraverso i Flussi di Dati (Fig. 9); inoltre, con la soluzione grafica, ponendo delle frecce all’estremità delle linee rappresentanti i Flussi di Dati, è possibile vedere la direzione dei dati stessi. Fig. 9 Esempio di DFD (Data Flow Diagram) td-mt_ outputs fv-mt_ inputs fomt_inputs fo-ptja_inputs mt.ptja_ informat ion to-ptja_outputs A3 ManageTraffic A6 Provide Traveller JourneyAssistance 20 Per quanto riguarda i flussi di dati tra un’area funzionale ed un terminatore, essi sono indicati con le iniziali del terminatore e dell’area funzionale, seguiti da un termine espressione del contenuto del dato; l’iniziale del terminatore è preceduta da una “t” o “f” a seconda rispettivamente se il dato arriva al terminatore (“t” sta per l’inglese to) o proviene dal esso (“f” sta per from). Ad esempio il dato “tdmpto_outputs” rappresenta le informazioni risultate dalla gestione del trasporto pubblico e parte dall’area funzionale “Manage Public Transport Operations” e finisce nel terminatore “driver”. Se ci riferiamo a flussi di dati scambiati tra aree funzionali, la procedura per la denominazione è analoga: “pepf.mffo_payment_receipt” rappresenta il dato contenente l’informazione della ricevuta di pagamento e nasce nell’area funzionale “Provide Electronic Payment Facilities” per terminare nell’area “Manage Freight and Fleet Operations”. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 69 Passo successivo nello sviluppo dell’architettura è la realizzazione dell’Architettura Fisica: essa permette di descrivere un modo d’utilizzo dell’Architettura Funzionale, suggerendo come si possono raggruppare e dislocare le funzionalità nelle diverse ubicazioni fisiche e formare così un sistema implementabile. All’interno di questa sezione si leggono le possibili localizzazioni per le funzionalità individuate in precedenza e, in questo modo, si associano le varie funzioni selezionate ad un sito fisico in modo che ogni localizzazione costituisca un sottosistema (Fig. 10); se più funzioni vengono associate alla stessa localizzazione, provenendo da aree funzionali differenti, allora il sottosistema può essere eventualmente scomposto in moduli, come avviene nell’architettura quadro europea. Fig. 10 Esempio di diagramma dei sotto-sistemi (Architettura Fisica) Traveller Related Road Systems fstemi_mayday_call trrs-emi_emergency_ or_incident_ notification emi_roadside_ mayday_call_first_ acknowledgement frrs-emi_emergency_or_ incident_notification tstemi_mayday_ac knowledgement P2. Roadside Emergency subsystem emi_roadside_ mayday_call P1. Central Emergency subsystem (d) Alla fine del processo, l’Architettura delle Comunicazioni definisce e descrive il processo di scambio delle informazioni che avviene tra le differenti parti costituenti il sistema; essa si sviluppa dall’Architettura Fisica e permette di definire i requisiti di comunicazione del sistema, alcuni dei quali possono risultare già presi in considerazione nell’ambito dei Requisiti Utente. Nell’ambito di questa fase ci si propone di raggiungere principalmente due obiettivi tra loro complementari: il primo consiste nel descrivere e stabilire il 70 – Capitolo 1 modello di connessione necessario al trasporto dell’informazione (per esempio: un allarme, i dati di localizzazione, la destinazione di un percorso, informazioni sul traffico,…), affinché questo risulti il migliore in termini di costi, variazioni ed efficienza; il secondo obiettivo é quello di far sì che l’informazione trasmessa da un capo all’altro del collegamento giunga a quest’ultimo senza variazione alcuna dell’informazione stessa. Infine un’architettura può prevedere la parte Organizzativa; questa implica che, per ciascun sottosistema e modulo bisogna definire: da chi é usato; quale persona o organizzazione ne ha la proprietà; quale persona o organizzazione lo gestisce. L’architettura per gli ITS può quindi fornire la base per pianificare la struttura organizzativa di servizi. 3.4. Il ruolo dell’architettura nello sviluppo di sistemi telematici per i trasporti Emerge dunque come, per favorire uno sviluppo armonico e rapido dei sistemi ITS e dei relativi servizi, sia necessario che a livello nazionale esista un quadro di riferimento unitario, che metta in luce le opportunità, le relazioni tra i vari sistemi e servizi, le necessità in termini di organizzazione, regole ed eventuali requisiti per normative tecniche, i possibili sviluppi: in pratica, un’architettura di riferimento. L’architettura è quindi – riassumendo - un quadro di riferimento, in evoluzione e soggetto a periodico aggiornamento, per la realizzazione e la diffusione dei sistemi telematici per i trasporti e la mobilità. Partendo dalle esigenze riconosciute di tutti gli utenti - inclusi coloro che li rappresentano con funzioni pubbliche - essa definisce l’insieme dei servizi necessari, le principali caratteristiche delle relazioni logiche/funzionali, fisiche, organizzative, da cui possono derivare indicazioni per nuove normative, giuridiche e tecniche, necessarie affinché le proposte innovative siano fattibili, compatibili con l’esistente e capaci di utilizzare le opportunità offerte dagli sviluppi tecnologici. La definizione dell'architettura comporta quindi la caratterizzazione dei confini, degli attori e delle strategie per tutto il processo di raccolta, controllo e gestione dell'informazione necessario al funzionamento di sistemi, servizi e Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 71 applicazioni nel settore della telematica per i trasporti. L’architettura, in qualità di strumento necessario a chi è interessato alla realizzazione e alla diffusione di sistemi telematici per la circolazione e i trasporti su strada e multimodali in ambito sia nazionale sia in un contesto europeo, serve alle istituzioni pubbliche e private che dirigono il mercato per identificare la necessità di azioni ed interventi mirati: - alla promozione di ricerche e studi per approfondire la conoscenza di aree specifiche dei sistemi ITS; alla definizione di norme legislative per la regolamentazione della circolazione e dei trasporti conseguentemente ai nuovi servizi; all’identificazione delle priorità d’intervento. L’architettura, inoltre, deve offrire agli attori pubblici e privati che investono nei sistemi ITS, sia acquistando che offrendo prodotti e servizi sul mercato, uno schema di riferimento per: definire i requisiti e le caratteristiche necessarie per garantire l’apertura del sistema, quindi la possibilità di estendere, aggiungere e migliorare le funzionalità integrando o sostituendo componenti e sottosistemi compatibili; specificare le caratteristiche dei nuovi sistemi e le interfacce in conformità con la rete nazionale per lo scambio dei dati e delle informazioni sul traffico e sui trasporti. L’architettura non deve essere un prodotto finito, ma deve essere vista piuttosto come un “processo”, soggetto a continuo adattamento alle esigenze dei diversi attori coinvolti in modo da soddisfarne bisogni ed esigenze che dinamicamente cambiano nel tempo al pari del contesto esterno; essa deve tenere anche conto dell’evoluzione tecnologica, che può condizionare ed orientare lo sviluppo ed il divenire dell’architettura stessa. La Fig. 11 mostra l’integrazione dei supporti telematici mediante le norme tecniche, al fine della loro combinazione nelle applicazioni ai trasporti. 72 – Capitolo 1 Fig. 11 Integrazione dei supporti telematici mediante le norme tecniche, al fine della loro combinazione nelle applicazioni ai trasporti 135 134 Supporti telematici 128 120 Reti di telecomunicazione 122 125 Sistemi di localizzazione automatica (AVLS) 124 Sistemi di identificazione automatica (AVI/AEI) Sistemi di raccolta dati di traffico e classificazione automatica 126 Protocolli per lo cambio elettronico dei dati (EDI) 127 Banche dati cartografiche e sistemi informativi territoriali (SIT o GIS) 131 Norme Quadro (enti di normazione tecnica) - richiamano standard esistenti inerenti alle tecnologie - definiscono le modalità per integrarli in base alle esigenze dei trasporti e colmare eventuali lacune normative esistenti. 134 Architettura telematica per il sistema dei trasporti e relative applicazioni 130 TELEMATICA PER IL TRASPORTO INTERMODALE (APPLICAZIONI) 136 Norme tecniche specifiche (standard) 4. L’ingegneria di sistema per lo sviluppo della telematica per i trasporti (ITS) Strettamente connessa all’architettura di sistema è l’Ingegneria dei requisiti, il cui scopo è la metodica della gestione dei requisiti, un approccio sistematico per identificare, organizzare, comunicare e aggiornare i requisiti di un sistema. Diviene quindi utile elaborare un’architettura organizzativa che, individuando ruoli e responsabilità dei vari attori, definisca l’intero processo, in coerenza con l’architettura di riferimento nazionale. La fase di modellazione dei requisiti funzionali può essere condotta in questo contesto mediante l'Unified Modeling Language (UML), maturato prevalentemente nell'ingegneria del software o il SysML, la sua evoluzione per l’Ingegneria dei Sistemi. Entrambi fanno riferimento, in particolare, ai modelli di Use Case che consentono di esplicitare i requisiti di carattere funzionale del sistema e ne permettono di evidenziare il comportamento. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 73 Riprendendo alcune definizioni (INCOSE Concepts and Terms WG, 1998) sul termine architettura, emergono i seguenti elementi: il riferimento alle componenti, da cui è composto il sistema (DERA); il concetto di interconnessione fra le componenti (DSMC); il riferimento alla struttura organizzativa (IEEE STD 610.12); l’organizzazione delle funzioni nel sistema (NASA MDP92); una rappresentazione del sistema che non fornisce dettagli di realizzazione (IEEE P1220); In un tentativo di aggregare i vari concetti si può affermare che l'architettura è una rappresentazione funzionale (o logica) e fisica di un sistema - hardware, software o entrambi - che ne rappresenta la struttura e le relazioni tra le sue componenti, fornendo però nessuno o pochi dettagli costruttivi e tanto meno scelte tecnologiche. Come si è visto, l’architettura quadro definisce il processo di sviluppo dei sistemi ITS secondo i seguenti punti di vista (Bossom et al., 2000; MIT, 2003): funzionale o logico, che raccoglie le funzionalità e flussi di dati necessari per erogare i servizi individuati in precedenza dai requisiti utente (user need); fisico, che rappresenta il modo in cui una funzionalità può essere implementata come applicazione, al fine di soddisfare le esigenze espresse dall'utente; delle comunicazioni, che individua le caratteristiche relative allo scambio dei dati e delle informazioni tra le applicazioni definite nel punto di vista fisico e tra esse ed il mondo esterno; organizzativo, che individua il ruolo e le responsabilità degli attori coinvolti in un sistema ITS. I requisiti d’utente recepiti dall’architettura sono soddisfatti dai DFD o Data Flow Diagram relativi alle funzioni e da una loro possibile allocazione con l’architettura fisica. 4.1. Dall’architettura all’ingegneria di sistema In presenza di sistemi ITS che operano nello stesso ambito è dunque utile definire un’architettura di sistema che agevoli l’interoperabilità, quindi favorisca lo sviluppo e l’impiego di tali sistemi nel settore dei trasporti. In questo contesto, l’architettura nazionale di riferimento per i sistemi ITS fornisce gli elementi di base, rendendo disponibili con una terminologia comune, numerose esigenze degli utenti (user need) collegate a funzioni di sistema, consentendo di definire architetture di carattere locale mediante selezione, ed eventualmente integrazione, di esigenze degli utenti. Le scelte a livello locale possono essere descritte da un’architettura fisica, per stabilire le 74 – Capitolo 1 relazioni fra i vari “oggetti” dei sistemi ITS, ed organizzativa, per definire i ruoli cui è associata la responsabilità delle funzioni individuate. A valle di questo processo, quando si vuole procedere alla realizzazione di un sistema ITS, l’Ente Pubblico deve affrontare la fase di stesura del Capitolato d’oneri che in sintesi raccoglie una lista di requisiti per il sistema da realizzare. Il soggetto che risponde alla gara e s’aggiudica l’appalto di progettazione propone il progetto del sistema con i dettagli su come sono implementate le funzioni, considerando sia l’allocazione fisica sia quella organizzativa. Il soggetto che risponde alla gara e si aggiudica l’appalto di realizzazione, che coincide con il precedente se le due fasi sono congiunte, ha il compito di realizzare il sistema in conformità al progetto. Al termine del processo di realizzazione del sistema, una fase di verifica dovrebbe accertare che il comportamento reale del sistema sia come voluto e definito dall’Ente Pubblico nel capitolato. Per i tecnici coinvolti in questo processo si presentano due questioni: il capitolato, inteso come lista di requisiti, è lo strumento adatto per descrivere il comportamento del sistema in fase di ideazione e per verificarlo dopo la realizzazione? con quale strumento è possibile verificare se i requisiti espressi sono stati inclusi nel progetto e, successivamente, nella realizzazione del sistema, quando il numero dei requisiti è elevato (ordine delle centinaia)? Di seguito saranno accennati alcuni concetti - derivanti dall’Ingegneria dei Sistemi ed applicati negli ultimi anni sia in Ingegneria del Software sia in ambito aerospaziale - che forniscono un supporto sia per la fase di descrizione e analisi del comportamento del sistema (UML/SysML) che per le attività di gestione dei requisiti. L’UML (Unified Modeling Language) è un linguaggio standard per la progettazione e la rappresentazione dei sistemi software, approvato da OMG (Object Management Group) nel novembre 1997 (AA. VV., 2004). In sintesi, UML può essere usato per catturare ed analizzare i requisiti del sistema durante l’intero ciclo di vita del progetto. In quanto standard, è utile anche per comunicare, e documentare, le caratteristiche del progetto tra soggetti diversi. Ulteriore motivo d’interesse per l’UML è legato alla complessità dei sistemi di trasporto, che costringe a dedicare maggiori risorse alla fase di definizione della loro architettura, logica e fisica, mediante modelli, prima di definirne le specifiche tecniche. In UML è possibile rappresentare con diversi modelli il sistema; i requisiti funzionali del sistema, che esprimono cosa il sistema deve fare, possono essere analizzati in particolare mediante i modelli di use-case, costituiti da diagrammi e da una parte testuale. Gli use-case hanno il fine di evidenziare il comportamento del sistema mediante una sequenza di eventi, Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 75 l’esplicitazione delle condizioni per l’avvio e la conclusione di un prestabilito comportamento (Bittner, Spence, 2003). Un ruolo primario nel modello è associato agli attori - persone o cose - che interagiscono con il sistema e ne definiscono i limiti. Uno use-case descrive le azioni utili che il sistema deve fare per i suoi attori e non descrive funzioni o caratteristiche del sistema. Il diagramma di use-case è una rappresentazione sintetica di cosa fa il sistema, indicando le relazioni con gli attori. 5. Lo sviluppo delle norme tecniche E’ noto come l’interrelazione tra i mercati, la standardizzazione delle procedure costruttive e, a volte, progettuali, abbia richiesto e richieda lo sviluppo di norme tecniche, aventi - per quanto possibile - validità a livello internazionale. Occorre premettere, in tale ottica, due definizioni inerenti alla normativa tecnica: 1. la norma è una specificazione tecnica approvata da un organismo (riconosciuto per lo svolgimento di attività normativa), per applicazione ripetuta e continua, la cui osservanza non sia obbligatoria; le norme possono essere internazionali, europee, nazionali; 2. la regola tecnica è una specificazione tecnica o altro requisito, la cui osservanza sia obbligatoria de jure o de facto per la commercializzazione in un stato membro, emanata dalla pubblica amministrazione a mezzo di disposizioni legislative, regolamentari o amministrative. E’ utile a tal fine delineare la struttura ed i compiti degli enti di normazione tecnica ai diversi livelli territoriali. Livello internazionale ISO (International Standards Organization): si occupa di tutti i settori tecnologici all’infuori di quello elettrico e delle telecomunicazioni; ITU (International Telecommunications Union): si occupa del settore delle telecomunicazioni; IEC (International Electrotechnical Commission): si occupa del settore elettrico/elettrotecnico. Livello europeo CEN (Comitato Europeo di Normazione), omologo dell’ISO. ETSI (European Telecommunications Standard Institute): omologo dell’ITU.; 76 – Capitolo 1 CENELEC (Comitato Europeo di Normazione Elettrica), omologo dell’IEC. Livello italiano UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione), omologo del CEN. Nel suo ambito, il settore della telematica per i trasporti21 - in generale, di tutta l’informatica - è affidato alla propria federata UNINFO. CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), omologo del CENELEC, nel cui ambito il TC214 (Technical Commitee), omonimo di quello CENELEC, si occupa del settore Traffico e Trasporti. A livello nazionale non esiste un vero e proprio ente di normazione corrispondente all'ETSI: è stata istituita un'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (1997), che, erede delle competenze del Ministero delle Poste e Telecomunicazioni, ha anche compiti relativi al recepimento di norme ETSI in materia. Gli enti normatori italiani, UNI e CEI, sono entrambi impegnati nelle attività sopra illustrate, sia come interfacce nazionali dei Comitati Tecnici europei ed internazionali, sia per lo sviluppo autonomo di alcuni moduli funzionali. La divisione istituzionale delle responsabilità prevede che il CEI si occupi dei dispositivi elettrici, e per estensione elettronici, mentre l’UNI si occupa di tutto il resto, in particolare degli aspetti sistemistici, funzionali, informatici e telematici che, come si è detto, sono affidati alla propria federata UNINFO. Fino alla fine degli anni novanta l’attività normativa è stata quasi esclusivamente dedicata al traffico e al trasporto su strada (RTTT, Road Transport and Traffic Telematics); in tempi più recenti ha lasciato spazio al trasporto multimodale, con il chiaro scopo di trovare alternative al primo nel perseguimento di obiettivi di riduzione del traffico, dei consumi energetici, quindi delle emissioni. Molte tra le principali attività di normazione tecnica nazionali hanno avuto un forte riscontro sia come applicazioni sul mercato (sistemi di telepedaggio; sistemi di controllo accessi; sistemi di riconoscimento automatico, per esempio, delle targhe), sia con riconoscimenti a livello europeo, come nel caso dell’estensione delle attività di normazione al trasporto multimodale ed intermodale, contestuali peraltro a quelle sul fronte dell’architettura per sistemi ITS. 21 La telematica per i trasporti può essere in generale riconosciuta, a livello internazione, in ITS (Intelligent Transport Systems). Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 77 6. Considerazioni generali sulle tendenze evolutive del mercato Alla luce dell’evoluzione in atto nel sistema dei trasporti, tutti gli operatori del settore devono guardare avanti con spirito critico, nella consapevolezza che solo quelli che saranno in grado di interpretare gli indirizzi strategici nazionali ma soprattutto la naturale evoluzione verso l’innovazione tecnologica, potranno costituire gli anelli fondamentali di una nuova rete europea per il trasporto merci, rete atta a fornire prestazioni e servizi ad alto valore aggiunto e con certificazione di qualità. Questa strada è seguita da quelle società che tendono ad offrire, a livello aziendale, una qualità totale in un panorama che coinvolga le infrastrutture, i servizi e la Pubblica Amministrazione. Il soddisfacimento della necessità e desiderio di spostarsi ha raggiunto oggi, nello spazio e nel tempo, condizioni talvolta oltre le aspettative e le reali necessità, creando contesti non accettabili in termini di condizioni ambientali, tempi di attesa, congestione del traffico, incidenti, che sono tra le prime cause di morte non naturale. Il nostro sistema economico sta pertanto passando da un contesto basato prevalentemente sulla produzione - industriale e civile, quest’ultima intesa, nella fattispecie, come costruzione di infrastrutture di trasporto - ad un altro basato su efficienza, qualità e sicurezza. Con particolare riferimento al trasporto delle merci ed alla logistica, si può riscontrare come nei veicoli stradali, nelle relative infrastrutture e nei sistemi di trasporto ad impianto fisso – treni nella fattispecie - la tendenza in atto sia migliorare l’esistente, in qualità e sicurezza; inoltre, dal concetto di efficienza, che include il consumo energetico e l’uso del suolo, deriva anche quello di impatto della mobilità dei veicoli, delle persone e del trasporto delle merci. La sicurezza a sua volta va intesa sia come sicurezza della guida ed incolumità delle persone (safety) sia come sicurezza e protezione dei veicoli e della merce, anche con riferimento ad incidenti conseguenti ad atti dolosi (security). Il ruolo della telematica, quindi delle tecnologie di telecomunicazione ed informatiche, spesso riconosciute a livello internazionale nella denominazione ITS – Intelligent Transport Systems, è quello di agevolare questo processo di migrazione verso sistemi con meno code, con percorsi ottimizzati, con un uso migliore della rete viabile e dell’energia, monitorando i carichi, evitando la propagazione di incidenti e prevenendo quelli cosiddetti primari, informando l’utenza, favorendo l’accesso remoto alle prenotazioni ed ai pagamenti, scongiurando danni alle persone, ai veicoli, all’ambiente in senso lato. 78 – Capitolo 1 Riferimenti bibliografici [1]. [2]. [3]. [4]. [5]. [6]. [7]. [8]. [9]. [10]. [11]. [12]. [13]. AA. VV. (2004) “Unified Modeling Language: Superstructure”; version 2.0 - formal/05-07-04; Object Management Group, Inc. (OMG). AA. VV. (2005) “Systems Modeling Language (SysML) Specification”; version 0.9; DRAFT; SysML Partners (www.sysml.org) AA.VV. 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Trasporto delle Merci Pericolose....................................................... 90 4.2. Trasporto Marittimo........................................................................... 92 4.3. Trasporto Aeronautico ....................................................................... 94 4.4. Circolazione veicolare........................................................................ 95 4.5. Progetti di maggiore interesse avviati in Europa .............................. 96 Agenzia Spaziale Italiana, Responsabile Funzione Navigazione 82 – Capitolo 1 1.3. GALILEO: struttura e applicazioni per i trasporti 1. Il Sistema europeo GALILEO Il programma europeo GALILEO è volto a realizzare il primo sistema globale di localizzazione e navigazione via satellite concepito per esigenze civili. Il programma GALILEO prevede, nella fase di sviluppo, la collaborazione fra la Commissione Europea e la Agenzia Spaziale Europea (ESA). Esistono attualmente due reti satellitari globali di radionavigazione: il GPS (Global Positioning System) americano ed il GLONASS russo, entrambi concepiti a fini militari; il secondo però non è attualmente completamente operativo. Il GPS può essere utilizzato per usi civili, come avviene di fatto, ma presenta delle limitazioni (precisione medio-bassa per usi civili, mutevole a seconda dei luoghi e dei momenti, bassa affidabilità, copertura non garantita ed assenza di garanzie legali sul servizio). Il carattere militare del GPS comporta, inoltre, il rischio di interruzione del servizio senza preavviso in caso di crisi. L’Europa ha iniziato le sue attività nell’ambito della navigazione satellitare con lo sviluppo del Sistema Europeo EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service), un sistema di “augmentation” del GPS (Global Position System), basato su un rilancio dati attraverso satelliti geostazionari, per fornire un servizio di navigazione adatto a supportare i cosiddetti sistemi “Safety of Life”. Il sistema EGNOS, attualmente in fase di validazione, è già operativo e inizierà nel marzo 2008 un processo di certificazione per i servizi cosiddetti “Safety of Life”. Il sistema GALILEO, la cui concezione è partita nella metà degli anni novanta ma ha visto la fase di definizione dal 1999 al 2002, è un sistema basato su una costellazione di 27+3 satelliti disposti su tre piani orbitali, ad una quota di circa 23000 Km dalla terra, e un complesso sistema di terra devoluto sia al controllo in orbita della costellazione di satelliti che al controllo della missione di navigazione. Il sistema GALILEO offre vari livelli di servizio: Servizio base gratuito (Open Service o Servizio Aperto) per applicazioni e servizi d'interesse generale, come GPS ma con una qualità ed un'affidabilità migliorate. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 83 Servizio dedicato alle attività che vanno sotto il nome di “Safety of Life” (aviazione civile, trasporto marittimo di passeggeri, trasporto ferroviario, etc.). Servizi ad accesso ristretto per applicazioni commerciali e professionali che richiedono prestazioni superiori per la fornitura di servizi a "valore aggiunto". Servizio per usi Governativi denominato “Public Regulated Service”. Servizi di Ricerca e Salvataggio (Search and Rescue). I satelliti del sistema GALILEO emettono una serie di segnali di elevatissima qualità. Tali segnali sono elaborati dai ricevitori per determinare la loro posizione. Tutte le altre funzioni, come la localizzazione della posizione su una mappa digitale o la trasmissione di informazioni sulla posizione per altri scopi, sono eseguite dal dispositivo dell'utente. L'infrastruttura di navigazione satellitare è di per sé "passiva", nel senso che ignora la posizione dell'utente. Rispetto ai segnali GPS (disponibili per l'uso civile), i segnali GALILEO offriranno una precisione superiore e costante, grazie in particolare alla struttura della costellazione di satelliti e del sistema di elaborazione del segnale. Mentre il servizio del sistema GPS accessibile al pubblico garantisce attualmente una tolleranza compresa fra i cinque e i dieci metri, tutti i servizi forniti da GALILEO assicureranno una precisione inferiore ai due metri, mentre per il servizio commerciale lo scarto sarà anche inferiore al metro. GALILEO, con i cinque servizi che offrirà, sarà in grado di rispondere alle esigenze di tutti gli utenti potenziali in qualsiasi parte del mondo. Inoltre il sistema GALILEO include un "messaggio d'integrità" che informa immediatamente l'utente sugli errori che possono essere presenti nel segnale ricevuto e garantisce, infine, la continuità di servizio con assunzione di responsabilità contrattuale sulla fornitura del medesimo, oltre ad offrire una copertura estesa anche a zone quali il nord dell'Europa, non servite adeguatamente dagli attuali sistemi. Queste migliori caratteristiche tecniche ma soprattutto la garanzia di servizio sono fondamentali per la crescita dell’utilizzazione civile e commerciale della navigazione satellitare. Infatti la navigazione satellitare presenta già ora applicazioni destinate a moltiplicarsi in settori molto diversi di notevole utilità per i cittadini e le imprese, a cominciare dalla sicurezza ed efficienza dei trasporti. Il controllo della navigazione aerea e marittima sono due settori fondamentali che beneficeranno a fondo delle caratteristiche tecniche e sopratutto della garanzia di servizio offerta da GALILEO. 84 – Capitolo 1 Il sistema GALILEO si inserisce perfettamente nella strategia per la crescita di Lisbona. Il Programma di realizzazione dell’infrastruttura GALILEO si trova attualmente nella Fase di IOV (In-Orbit-Validation), che comprende una fase di sperimentazione (GSTB-V2) con il lancio di due satelliti sperimentali dedicati alla verifica di tecnologie critiche ed alla la conservazione della priorità nell’assegnazione delle frequenze ed un fase di realizzazione dei primi quattro satelliti con lo scopo di verificare l’architettura del sistema e di valicare il segnale. Il primo satellite sperimentale, denominato GIOVE-A, lanciato con successo il 28/12/05, ha cominciato ad emettere il segnale necessario per la conferma della assegnazione delle frequenze il 12/01/06. Il secondo satellite sperimentale GIOVE-B ha subito alcuni malfunzionamenti in fase di test che hanno richiesto una revisione progettuale con conseguente posticipazione della data di lancio che oggi si prevede alla fine del 2007, primi del 2008. Il programma di fase IOV è finanziato pariteticamente da ESA (tramite la partecipazione al programma opzionale ESA che vede Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna quali maggiori contributori) e dalla Commissione Europea (CE). Le attività realizzative sono partite ad inizio 2005; il completamento della fase IOV è attualmente previsto al 2010. In parallelo allo sviluppo della fase IOV nel periodo che va dal 2005 alla primavera del 2007 si è sviluppata la fase di negoziazione per la assegnazione del contratto di Concessione GALILEO, mirato al completamento della infrastruttura GALILEO, sia satellitare (costruzione e lancio di altri 26 satelliti) che terrestre, e alle operazioni del sistema (con relativa manutenzione e rimpiazzo dei satelliti che terminano la loro vita operativa) per un periodo di 20 anni. La fase di spiegamento era stata stimata circa 3,2 B€ ed il processo di concessione in prevedeva che la parte pubblica finanziasse circa un terzo dell’intero valore. Tuttavia alla fine del 2006 il processo di negoziazione della Concessione ha incontrato una fase di stallo, anche a seguito di conflittualità sviluppatesi tra i partners del Merged Consortium. Inoltre, il sistema EGNOS che doveva essere messo in operazioni, attraverso un processo di transizione che vedeva il passaggio di questa infrastruttura da ESA alla GSA entro Marzo 2008, rischia di rimanere senza finanziamenti, in quanto legato alla Concessione GALILEO. A giugno 2007 il Consiglio dei Trasporti ha approvato una risoluzione che prevede di cancellare il processo di negoziazione della Concessione GALILEO che si è mostrato infruttuoso e di avviare un processo volto a definire le Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 85 condizioni per un finanziamento tutto pubblico della fase di spiegamento del Programma, rivedendo significativamente la Governance e la Pianificazione del Programma stesso che ora si pone l’obiettivo di completare il sistema entro il 2013. 2. Una infrastruttura di supporto ai trasporti Come indicato nel “LIBRO BIANCO — La politica europea dei trasporti fino al 2010”, la radionavigazione via satellite è una tecnologia che permette, grazie ad un apposito ricevitore, di captare segnali emessi da una costellazione di molti satelliti per determinare, in qualsiasi momento e con estrema precisione, oltre all’ora esatta anche la propria posizione in termini di longitudine, latitudine e altitudine. Tale tecnologia registra un successo crescente e trova ogni giorno nuove applicazioni, in molteplici attività di natura sia pubblica che privata. Nei trasporti (localizzazione e controllo della velocità di mezzi in movimento, assicurazioni ecc.), nelle telecomunicazioni (segnali per l’integrazione delle reti, interconnessioni bancarie, collegamento di reti elettriche), in medicina (teletrattamento dei pazienti), in giustizia (controllo di imputati ecc.), nelle dogane (indagini sul campo ecc.) o in agricoltura (sistemi di informazione geografica), ecc. Si tratta di una tecnologia dall’evidente carattere strategico, potenzialmente foriera di vantaggi economici considerevoli. L’Unione Europea, volendo essere indipendente in un campo così strategico, ha avviato un programma autonomo di radionavigazione via satellite, chiamato GALILEO grazie al quale disporrà di un sistema a copertura mondiale, sotto il suo completo controllo e conforme alle proprie esigenze in termini di precisione, affidabilità e sicurezza. L’Unione Europea potrà contare su di uno strumento essenziale per la politica di sviluppo dei trasporti. Galileo potrebbe così rivoluzionare i trasporti, com’è avvenuto con la liberalizzazione dei trasporti aerei o con la telefonia mobile. GALILEO rappresenta un progetto catalizzatore per lo sviluppo dei trasporti intelligenti permettendo di sfruttare in modo ottimale le infrastrutture classiche della rete transeuropea dei trasporti come strade e autostrade, ferrovie, porti o aeroporti. GALILEO aprirà l’accesso ad un mercato potenziale di 9 miliardi di euro all’anno per un investimento equivalente a circa 150 km di linee ferroviarie ad alta velocità. 86 – Capitolo 1 3. GALILEO “enabler” di una moltitudine di applicazioni Il mercato dei prodotti e dei servizi registra un tasso di crescita annuale del 25%. Si stima che entro il 2020 saranno operativi circa tre miliardi di ricevitori di navigazione satellitare. La navigazione satellitare diventa sempre più parte integrante della vita quotidiana dei cittadini europei. Oltre ai trasporti e alle comunicazioni, le applicazioni coprono una vasta gamma di settori, interessando mercati quali i servizi di rilevamento topografico, l'agricoltura, la ricerca scientifica, il turismo ed altri ancora. Particolarmente promettente è il mercato della telefonia mobile, che conta oltre due miliardi di abbonati. Con un volume di vendita annuo di mezzo miliardo di telefoni portatili, destinato ad aumentare ad un miliardo entro il 2020, si assisterà a una rapida penetrazione di servizi basati sul posizionamento satellitare. Il numero di autoveicoli dotati di dispositivi di navigazione è destinato ad aumentare fino a raggiungere, in base a stime prudenti, 50 milioni di unità vendute entro il 2020. Alcune centinaia di migliaia di container sono già dotati di dispositivi GNSS di rilevamento e tracciamento che consentono alle imprese logistiche di offrire ai loro clienti servizi più veloci ed efficienti. È inoltre possibile monitorare i movimenti dei container a fini di sicurezza. In campo aeronautico i servizi del GNSS sono da tempo uno strumento aggiuntivo di navigazione. Essi infatti forniscono servizi supplementari in molte fasi del volo, sia nei trasporti aerei per turismo che a fini commerciali. L'Organizzazione Internazionale dell'Aviazione Civile, ICAO, ha il compito di definire le capacità che un velivolo deve avere per navigare in un determinato segmento dello spazio aereo e consente al vettore aereo di scegliere la strumentazione specifica che garantisce tali capacità. Secondo gli analisti fino al 2025 il trasporto aereo dovrebbe registrare una forte crescita: il trasporto passeggeri sarà triplicato e il traffico merci aumenterà ancora di più. Grazie alla sua accuratezza e integrità, GALILEO permetterà di sfruttare maggiormente gli aeroporti esistenti che oggi non vengono utilizzati in caso di maltempo e di scarsa visibilità. In Europa, anche l'impresa comune "SESAR", che mette in atto il quadro giuridico per la fornitura dei servizi di navigazione aerea costituito dai quattro regolamenti sul cielo unico europeo, farà ricorso al GNSS. Le applicazioni GNSS nel settore del trasporto su strada coprono un'ampia gamma di funzioni, dai dispositivi telematici e di navigazione alla riscossione elettronica dei pedaggi autostradali o urbani (EFC, Electronic Fee Collection), Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 87 oltre alle applicazioni di sicurezza e alle assicurazioni pay-per-use. Pressoché tutti i 240 milioni di veicoli circolanti nell'UE potrebbero beneficiare di sistemi di navigazione d'avanguardia e GALILEO dovrebbe permettere di superare diverse limitazioni delle iniziative intese a sviluppare "sistemi di trasporto intelligenti". I sistemi di pedaggio autostradale hanno conosciuto un rapido sviluppo negli ultimi anni. Alcuni paesi hanno già introdotto sistemi di tariffazione chilometrica basati sulla tecnologia GNSS, in particolare per i veicoli commerciali pesanti circolanti su autostrade interurbane. Esistono inoltre sistemi di tariffazione concepiti per ridurre la congestione urbana. La direttiva 2004/52 dispone che i nuovi sistemi di riscossione elettronica dei pedaggi siano basati sull'uso di una delle seguenti tecnologie o di una loro combinazione: navigazione satellitare, telefonia cellulare, comunicazione dedicata a corto raggio. La navigazione satellitare, che non necessita di infrastrutture e offre un elevato potenziale di espansione, è raccomandata per la sua flessibilità e rispondenza alla politica di tariffazione europea. Tra le priorità affermate nell'ambito dell'iniziativa "eSafety", che comprende una serie di applicazioni che potrebbero far uso di sistemi di posizionamento preciso dei veicoli, figura la necessità di introdurre una norma che disciplini la chiamata paneuropea di emergenza a bordo dei veicoli: ciò consentirebbe di ridurre del 40-50% i tempi di risposta dei servizi di pronto intervento e di salvare 2 500 vite umane. Il mercato offre già servizi commerciali assicurativi secondo la formula payper-use, basati sull'impiego combinato della navigazione satellitare e della comunicazione con telefonia mobile. Le compagnie d'assicurazione che propongono questi servizi applicano tariffe stabilite in funzione delle distanze calcolate o offrono incentivi finanziari per l'utilizzo limitato dei veicoli. Le merci pericolose sono disciplinate da varie disposizioni di carattere tecnico e amministrativo. A causa delle loro caratteristiche potenzialmente distruttive, tali merci devono essere prese in considerazione anche nel nuovo contesto della sicurezza. Sarà dunque necessario aggiornare il quadro normativo per tener conto delle varie opportunità offerte da GALILEO. Se viene rilevata un'anomalia o se non vengono seguiti i percorsi predefiniti, il GNSS è in grado di rilevare e rintracciare le merci e di dare i segnali di avvertimento e di allarme necessari. Questa tecnologia permette infine di migliorare gli interventi di emergenza. Milioni di animali vengono trasportati ogni anno nell'Unione europea. La tracciabilità dei capi di bestiame è fondamentale per evitare frodi sanitarie, 88 – Capitolo 1 garantire la sicurezza dei prodotti alimentari e assicurare il benessere degli animali vivi. Il regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio stabilisce i requisiti applicabili al trasporto di animali; esso impone, in particolare, l'utilizzo di sistemi GNSS in tutti gli autocarri nuovi che effettuano lunghi viaggi. Combinato ai sistemi di comunicazione, il GNSS consente la rintracciabilità in tempo reale, permettendo di ridurre il carico amministrativo di veterinari e operatori e consentendo ai trasportatori di adottare le misure correttive eventualmente necessarie. In ambito ferroviario è stato dimostrato che è possibile realizzare sistemi di controllo dei treni conformi alle norme sulla sicurezza ferroviaria e che utilizzano il GNSS. La navigazione satellitare è già stata introdotta in varie applicazioni non legate alla sicurezza come gli strumenti di ausilio al controllo del traffico, la gestione delle risorse ferroviarie o il supporto ai clienti, oltre che per il sistema di comando PTC (Positive Train Control), come è stato fatto negli Stati Uniti. GALILEO consente infine di migliorare la sicurezza nei sistemi automatici di protezione e controllo dei treni. La navigazione in mare aperto e sulle vie navigabili interne costituisce la modalità più diffusa di trasporto merci su scala mondiale. I sistemi di navigazione satellitare possono contribuire significativamente ad aspetti essenziali quali l'efficienza, la sicurezza e l'ottimizzazione dei trasporti marittimi. Per la navigazione oceanica e costiera, l'IMO (International Maritime Organization) definisce requisiti in materia di navigazione e norme relative alle attrezzature di bordo. Di per sé, i sistemi di navigazione satellitare attualmente operativi non rispondono ai pertinenti requisiti, per cui è ancora necessario far ricorso a sistemi di potenziamento, per il momento non riconosciuti, al fine di migliorare le prestazioni del GNSS. Tuttavia GALILEO può offrire una serie di vantaggi per le applicazioni destinate alla salvaguardia della vita umana, per una maggiore sicurezza o per i "sistemi di identificazione automatica". Il ricorso al GNSS è raccomandato dall'IMO per l'approccio ai porti, per i porti e per le acque in cui si applicano restrizioni alla navigazione. Anche i sistemi esistenti e in corso di progettazione destinati a fornire una serie di servizi alle navi in mare, quali i sistemi di controllo del traffico marittimo e il sistema di identificazione automatica, dipendono dalla trasmissione di dati di posizione che il GNSS è ovviamente in grado di fornire. Il GNSS costituisce inoltre uno strumento essenziale del "Sistema mondiale di soccorso e sicurezza in mare" istituito dall'IMO, un sistema integrato di comunicazione che utilizza i satelliti e la radiocomunicazione terrestre per Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 89 garantire l'invio di soccorsi alle navi in difficoltà, ovunque esse si trovino. In un prossimo futuro la sicurezza marittima sarà ulteriormente rafforzata grazie al sistema di identificazione e di controllo a lungo raggio (Long Range Identification and Tracking system) adottato nel 2006, che consentirà di localizzare le navi al di fuori dell'area di copertura delle stazioni radio costiere e di trasmettere, ad intervalli regolari o su richiesta, i dati relativi all'identificazione, alla posizione, alla data e all'ora di registrazione della posizione della nave. La gestione della pesca è basata su norme volte a disciplinare l'accesso delle navi alle zone di pesca, le restrizioni in materia di attrezzi e periodi di pesca e i contingenti di cattura per determinate specie ittiche. Per garantire il rispetto della normativa sono stati istituiti efficaci sistemi di monitoraggio, controllo e sorveglianza. A partire dagli anni '90 gli strumenti di controllo tradizionali sono stati integrati dal cosiddetto "sistema di controllo dei pescherecci" (Vessel Monitoring System), un sistema di localizzazione satellitare utilizzato da circa 8 000 navi da pesca. Il trasporto merci è effettuato soltanto per il 6% su vie navigabili interne, contro il 76% del trasporto su strada: per intensificare il ricorso al trasporto fluviale vengono quindi adottate misure volte ad ammodernare questo settore. La direttiva 2005/CE/44 relativa ai servizi armonizzati d’informazione fluviale tra l’altro raccomanda il ricorso a tecnologie di posizionamento satellitare e la definizione di specifiche in materia di tracciamento e rilevamento dei pescherecci. 4. I Progetti applicativi nazionali di navigazione satellitare nel settore del trasporto Le iniziative applicative nazionali di navigazione satellitare, avviate con i finanziamenti della legge 10/2001 (legge “GALILEO”), si sono focalizzate in prima battuta sulla sicurezza del trasporto. Sono nati i cosiddetti “Macro Progetti”, la cui definizione è frutto di un processo che vede coinvolti, a diversi livelli, l’Agenzia Spaziale Italiana, l’utenza istituzionale e la filiera nazionale (imprese, ricerca ed enti operativi). I Macro Progetti infatti coniugano la ricerca e l’innovazione nel dominio della navigazione satellitare con gli obiettivi ed interessi dell’utenza istituzionale operativa, nell’ottica di ottimizzare gli investimenti Nazionali. La tematica dei Macro Progetti di Navigazione satellitare è quella della Sicurezza del Trasporto, nelle sue modalità: Aereo, Marittimo e Trasporto Merci Pericolose. 90 – Capitolo 1 I Macro Progetti prevedono uno sviluppo in fasi che comprende i Progetti preliminari, propedeutici al lancio dei Progetti Pre-operativi, a seguito dei quali sono auspicabili attività di spin-off di Progetti operativi a scala nazionale. Il lancio della fase dei Macro Progetti Pre-Operativi è legata alla formazione di Partnership con gli Enti governativi interessati al Progetto, che cofinanzieranno (in natura e/o in fondi) la fase pre-operativa e si faranno carico, successivamente, di avviare e gestire i relativi Spin-Offs. 4.1. Trasporto delle Merci Pericolose Il Progetto ha il fine di sviluppare un sistema per il monitoraggio e la gestione del traffico merci pericolose su strada, con particolare enfasi riguardo tutti gli aspetti di sicurezza (prevenzione e gestione delle emergenze). Fra gli elementi di innovazione nell’uso di strumenti di navigazione satellitare, particolare ruolo riveste l’utilizzo degli elementi locali di supporto all’infrastruttura di comunicazione, al monitoraggio delle interferenze, all’incremento delle prestazioni tramite l’invio di correzioni differenziali locali e al monitoraggio dei mezzi in zone non raggiunte dai segnali dei satelliti. Gli pseudoliti (o pseudosatellites) sono trasmettitori terrestri di segnali di navigazione che vengono utilizzati dai ricevitori in aggiunta o in sostituzione ai veri e propri segnali di navigazione provenienti dai satelliti (SIS – Signal-inSpace). Mentre il loro utilizzo esclusivo per la determinazione della posizione 3D è possibile in certe situazioni, ad esempio all’interno di un vasto volume, come una cava o una miniera, la loro applicazione si complica nel caso delle gallerie stradali o ferroviarie. Data la geometria di una galleria, non è pensabile poter ottenere la determinazione della posizione, anche solo bidimensionale, poiché sarebbe necessaria l’installazione di un numero eccessivo di pseudoliti per garantire una DOP (Dilution Of Precision) sufficientemente bassa in tutta superficie della galleria. Ai fini della sicurezza nel trasporto merci pericolose in ambito stradale è ritenuta sufficiente una misura monodimensionale per poter monitorare alcuni aspetti di fondamentale importanza ai fini della sicurezza (velocità di percorrenza, distanza percorsa dall’inizio della galleria). Nei casi in cui fosse necessaria l’informazione bidimensionale (ad esempio per il monitoraggio della condotta di guida), questa potrebbe essere ottenuta con l’ausilio di sistemi di navigazione inerziali (INS – Inertial Navigation Systems) a bordo del veicolo. La soluzione più semplice è l’adozione di almeno due pseudoliti, in modo da risolvere anche il problema della sincronizzazione con il ricevitore. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 91 Dati due pseudoliti A e B, posti alle estremità di una galleria, ed un mezzo M all’interno di essa, si possono trovare le distanze curvilinee AM e MB insieme allo sfasamento di tempo tra i due sistemi pseudoliti/mezzo con la risoluzione delle 2 equazioni di pseudoranging ideali, dove tu rappresenta la differenza fra il clock del ricevitore e quello degli pseudoliti, mentre tA e tB sono le misure dei ritardi di ricezione dei segnali (col vincolo che la somma di AM e MB deve dare la lunghezza della galleria AB): AM ct A tu MB ct B tu In tal caso si considera unicamente il segnale diretto o quello che subisce il minor numero di riflessioni. In realtà il problema della caratterizzazione della propagazione del segnale all’interno della galleria e degli effetti del multipath (ad esempio in funzione della geometria e del materiale della galleria) è aperto e necessita di ulteriori investigazioni. Per questa ragione ed a causa di altre problematiche specifiche dell’applicazione, una soluzione ibridizzata con sistemi inerziali appare necessaria. Ovviamente i due pseudoliti posti alle estremità della galleria dovranno avere un diverso codice identificativo ed essere sincronizzati. La soluzione più semplice per la sincronizzazione degli pseudoliti è possibile attraverso la ricezione dei segnali GPS/Galileo tramite antenne poste esternamente alla galleria. Il problema tipico dei trasmettitori pseudoliti utilizzati congiuntamente al SIS, è il cosiddetto effetto “near-far”, per cui il livello del segnale locale è troppo debole per essere ricevuto oltre una certa distanza ed è tale che nelle sue vicinanze il SIS sia disturbato da esso. Nel caso di utilizzo di un segnale analogo a quello trasmesso dai satelliti GPS, per esempio, il valore di riferimento comunemente considerato e’ un rapporto near/far pari a 1:6; va sottolineato che tale valore si riferisce a segnali in spazio libero, utilizzanti codici di gold con una cross-correlazione, nel caso peggiore, pari a 21.6 dB e con ricevitori che richiedono un rapporto S/I minimo di 6 dB. Questo effetto può essere contrastato con alcune tecniche che prevedono, congiuntamente o in alternativa, la separazione in frequenza, l’utilizzo di codici di lunga durata e la trasmissione impulsata. Nella pratica il sistema con minori impatti sui terminali ed efficace anche a brevi distanze dallo pseudolite è quello di trasmettere in modalità impulsata. In tal caso occorre scegliere le caratteristiche degli impulsi anche in funzione del numero di pseudoliti contemporaneamente presenti. 92 – Capitolo 1 Nel caso delle gallerie non è richiesta la ricezione simultanea degli pseudoliti e del SIS, eccetto eventualmente per la fase di handover dal sistema locale al SIS e viceversa, per cui potrebbe non essere necessaria l’adozione di tecniche per l’aumento del rapporto near/far. L’unico elemento da proteggere è sicuramente il ricevitore locale GPS/Galileo di ausilio alla sincronizzazione degli pseudoliti. In tal caso è richiesto un isolamento fra l’antenna ricevente e trasmittente (dipendente dalla potenza trasmessa dallo pseudolite) che ne determina il posizionamento. Fra le aree di ricerca oggetto di successive indagini rientra quindi, oltre che l’ibridizzazione del ricevitore con i sistemi INS, lo studio, per ciascun tipo di galleria: - del numero di pseudoliti da installare e della forma d’onda dei segnali trasmessi, del metodo di sincronizzazione degli pseudoliti, del posizionamento del ricevitore GPS/Galileo locale di ausilio alla sincronizzazione, della caratterizzazione del multipath in galleria. Infine, per consentire la necessaria comunicazione fra i mezzi ed il Centro Servizi, in caso di insufficienti infrastrutture in galleria, è opportuna l’integrazione di una componente di comunicazione negli pseudoliti stessi. In conclusione, l’impiego di pseudoliti potrebbe consentire di risolvere il problema della localizzazione all’interno di gallerie utilizzando il normale ricevitore GNSS installato sul mezzo (pur con opportune modifiche al firmware) e aggiungendo al sistema i trasmettitori pseudoliti (tipicamente due) per ogni galleria interessata. 4.2. Trasporto Marittimo In risposta alle esigenze di multimodalità del trasporto, il progetto prevede lo sviluppo di sistemi e tecniche basate sulla navigazione satellitare per incrementare la sicurezza e l’efficienza delle operazioni in ambito portuale (nodo di scambio); inoltre è previsto lo sviluppo di applicazioni e servizi per la prevenzione di situazioni di emergenza e per il soccorso nella nautica da diporto. Per le operazioni in porto si prevede l’utilizzo di sistemi di attracco semiautomatico, basati sulla navigazione satellitare con precisione aumentata, tramite tecniche differenziali che consentono accuratezze inferiori al metro. Inoltre, l’utilizzo dell’informazione di integrità – la pronta conoscenza di Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 93 eventuali indisponibilità del servizio GNSS - permette, tramite il passaggio ai sistemi tradizionali, di salvaguardare gli aspetti di sicurezza. Un altro aspetto innovativo è costituito dalla fornitura di servizi informativi e di sicurezza alle imbarcazioni da diporto, quali bollettini ed allarmi meteo, rotte preferenziali, situazione delle imbarcazioni in prossimità, oltre che invio automatico da parte dei terminali di richieste di soccorso in situazioni di emergenza. Tali servizi hanno la caratteristica di essere ritagliati sulla base della posizione e della rotta dell’imbarcazione da diporto che ne usufruisce. Circa il 92% dei soccorsi in mare effettuate dalle Capitanerie di Porto e dalla Guardia Costiera riguardano imbarcazioni da diporto (sono circa 70000 in Italia), e di questi una buona parte sono generati dalle condizioni meteomarine avverse. Le richieste di soccorso provenienti dalle imbarcazioni sono spesso lacunose e le informazioni che arrivano via radio VHF o telefono cellulare sono spesso insufficienti per ricostruire uno scenario di evento utile ad un efficace e pronto intervento. Il progetto prevede di adottare soluzioni basate sulla navigazione satellitare in grado di: - - diminuire la necessità di interventi in mare a soccorso dei diportisti attraverso azioni preventive (azioni/assistenza pre-intervento in mare), limitando l’intervento ai soli casi di effettivo bisogno, rendere, per quanto possibile, maggiormente “mirata” l’azione di ricerca in seguito ad una richiesta di soccorso. Il terminale da diporto è concepito come un apparato a basso costo con diverse funzionalità, quali l’integrazione con le comunicazioni (cellulare - in prossimità della costa - e VHF), la disponibilità di cartografia digitale, la possibilità di ricevere informazioni meteorologiche e di emettere richieste di soccorso con localizzazione. Il sistema comprende un ricevitore satellitare GPS/Galileo e un sistema di comunicazione dati che consente l’invio e la ricezione di informazioni al centro di controllo. L’apparato deve essere in grado di ricevere sia il segnale GPS che Galileo e di integrarsi con il sistema di comunicazione su VHF marino. Il terminale di bordo funziona, tra l’altro, come un “radar virtuale”, sul quale appaiono gli ostacoli fissi e le imbarcazioni presenti nella zona in cui si sta navigando. Inoltre permette la ricezione di previsioni meteo locali. L’apparato determina la propria posizione elaborando i dati provenienti dai satelliti delle costellazioni Galileo e GPS e, allo stesso tempo, riceve dalle stazioni costiere su VHF le informazioni su quanto si trova nelle vicinanze. 94 – Capitolo 1 Questi dati provengono dai sistemi VTS (Vessel Traffic Service – basato sul radar in costa) e AIS (Automatic Identification System) con i quali le Capitanerie di Porto monitorizzano il traffico marittimo. Lo scopo è favorire la “situational awarness” del comandante dell’unità da diporto, che risulta abilitato a vedere il traffico attorno alla propria imbarcazione, come se questo fosse generato da un radar posto a bordo dell’imbarcazione stessa. I dati che risultano essere di interesse per ciascuna imbarcazione dipendono dalla posizione (ed eventualmente anche della velocità) e per motivi di sicurezza (“security”) non debbono poter essere decodificati al di fuori della copertura del radar virtuale, ovvero non deve essere possibile risalire a set maggiori di dati, rispetto a quelli realmente utili alla navigazione della unità da diporto. Questo tipo di informazioni deve quindi essere distribuita in broadcasting su opportuno canale radio ma cifrata, e quindi venire poi estratta basandosi su informazioni dipendenti dalla posizione effettiva dell’imbarcazione. Nel decifrare, le chiavi devono essere generate combinando informazioni sulla “configurazione” del sistema di navigazione satellitare che assume un particolare “stato” nella posizione e nell’istante di acquisizione. A parte l’algoritmo di cifratura, le chiavi di decifrazione non debbono essere riprodotte con facilità, in quanto legate ad un’insieme di parametri del sistema i cui valori valgono in una particolare posizione e inoltre sono variabili dinamicamente nel tempo. 4.3. Trasporto Aeronautico Il settore aeronautico europeo, incluso quello dei Servizi per la Navigazione Aerea, è in un processo di profonda trasformazione, in accordo alla linea di indirizzo strategica dell’integrazione europea che vede come scenari di riferimento quello del “Cielo unico europeo” (Single European Sky) e del “Gate to Gate”. Presupposto comune ed essenziale, in tale processo, è sicuramente rappresentato dalla introduzione progressiva dei sistemi di Navigazione Satellitare (GNSS) in sostituzione delle attuali e tradizionali tecnologie tipicamente gestite a livello locale (nazionale). In questa necessaria transizione, tutte le nazioni europee più forti si sono attivate per governare tale processo, con l’obiettivo di ottenere un vantaggioso posizionamento strategico nel nuovo scenario che si andrà a definire nel breve e medio periodo e che sarà fortemente caratterizzato in senso “ transnazionale”. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 95 L’ASI e L’ENAV, con l’avvio del programma Europeo EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service) nel 1996, hanno collaborato efficacemente per garantire gli interessi italiani nel settore della navigazione satellitare ed attualmente hanno delineato, tra la fine del 2005 e i primi del 2006, un programma comune, fondendo le iniziative già avviate separatamente dai rispettivi enti, mirato a sviluppare le capacità di utilizzo dei servizi di navigazione satellitare basati sull’utilizzo dei due programmi EGNOS e GALILEO. Questo programma, denominato “Programma Nazionale di Navigazione Satellitare per l’Aviazione Civile”, attua gli indirizzi espressi nel DPCM del 13 Maggio 2005 ed assorbe le attività preliminari del Macro Progetto Aeronautico già avviate dall’ASI nell’ambito della iniziativa PERSEUS. Il Programma consiste delle seguenti attività: - Supporto alla Certificazione del sistema di navigazione EGNOS Verifica del livello delle Prestazioni EGNOS in condizioni operative nello spazio aereo nazionale - Introduzione della navigazione satellitare nella Aviazione Civile (procedure e sistemi) - Sviluppi servizi innovativi ed Applicazioni Avanzate della Navigazione Satellitare basata su Galileo - Sperimentazione delle tecnologie GALILEO, EGNOS che si sviluppano su di un periodo quinquennale che va dal 2006 al 2010. 4.4. Circolazione veicolare Le applicazioni della navigazione satellitare dedicate al Settore Stradale rappresentano un mercato mondiale che interessa diverse centinaia di milioni di veicoli, tra automobili, autobus, camion e mezzi per il trasporto leggero. La capacità di ridurre i costi e l'inquinamento indotto dagli ingorghi stradali, diminuendo i tempi di percorrenza, di sfruttare meglio le infrastrutture stradali preesistenti limitando la necessità di costruirne di nuove, la capacità di fornire rapido soccorso ed assistenza in caso di incidente, rendendo più breve la catena del soccorso, con un conseguente incremento delle vite salvate, di agire attivamente sulla sicurezza del veicolo permettendo un effettivo adeguamento della velocità del veicolo alle velocità ammesse nel percorso, anche in funzione delle diverse condizioni meteorologiche e di traffico, sono solo alcuni esempi che permettono di delineare gli enormi vantaggi che possono derivare da una adeguato utilizzo delle potenzialità offerte dalla navigazione satellitare nell’ambito del trasporto stradale. 96 – Capitolo 1 Il progetto intende studiare, sviluppare a livello prototipale e sperimentare applicazioni per: - il pedaggio ed il controllo dell’uso stradale e dell’accesso ad aree cittadine (varchi virtuali), - il monitoraggio e controllo del traffico, - il soccorso e l’assistenza in caso di incidente, che potrebbero basarsi su un unico sistema capace di beneficiare della navigazione satellitare, non solo per la determinazione della posizione e della velocità dei veicoli ma, e soprattutto, per ottimizzare l’uso della risorsa di comunicazione necessaria alle applicazioni. La sostenibilità economica del sistema sarebbe favorita anche dalla possibilità di supportare, con la medesima infrastruttura, servizi di natura prettamente commerciale (e.g. assicurazione pay per use, servizi di assistenza in caso di guasti e incidenti, controllo remoto veicoli per manutenzione, antifurto satellitare, infomobilità, tracking, route guidance, fleet management, ecc.). 4.5. Progetti di maggiore interesse avviati in Europa La Commissione Europea ha attivato, sin dalla Fase di Definizione del Programma GALILEO, una serie di progetti pilota volti a studiare le potenzialità applicative del sistema in vari settori della vita umana, in particolare nell’ambito trasporto. All’Indirizzo WEB di riferimento della Commissione Europea: http://ec.europa.eu/dgs/energy_transport/galileo/applications/pilotprojects_en. htm è possibile trovare maggiore informazione al riguardo. I Progetti pilota avviati sin dalla fase di definizione del programma GALILEO sono elencati di seguito. GIROADS (GNSS Introduction in the ROAD Sector), E’ un progetto volto a aggregare le proposte della comunità di utenti del settore trasporto su strada al fine di facilitare l’introduzione tecnica e commerciale della navigazione satellitare nel settore del trasporto su strada. GADEROS - Galileo Demonstrator for Railway Operation Systems E’ un progetto volto a dimostrare l’uso del servizio Safety of Life della navigazione satellitare nelle applicazioni di localizzazione dei treni per lo sviluppo di applicazioni ferroviarie mirate alla incremento della sicurezza, da integrare nel European Rail Traffic Management System (ERTMS) / European Train Control System (ETCS). Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 97 GALLANT - GALileo for safety of Life Application of driver assistaNce in road Transport E’ un progetto focalizzato alle specifiche esigenze dei sistemi ADAS (Advanced Driver Assistant System) per l’ambiente trasporto su strada. INSTANT - Infomobility services for safety-critical applications E’ un progetto che nell’indirizzarsi verso una mobilità sostenibile e una intermodalità si focalizza sulla gestione di situazioni di emergenza a larga scala. In particolare alcuni casi applicativi vengono affrontati in due ambienti differenti: mare e terra e quest’ultimo in ambito urbano e semi-urbano. Il progetto focalizza inoltre l’integrazione nei ricevitori GNSS con altre tecnologie quali la geo-informazione, le comunicazioni satellitari e non. NAUPLIOS - Improving safety in maritime navigation Il progetto è volto a dimostrare il valore aggiunto di GALILEO per quanto concerne la sua capacità di posizionamento e di Search&Rescue (SAR) nell’ambito delle applicazioni di navigazione commerciale marittima. NAPUPLIOS è volto a dimostrare come il monitoraggio e la sorveglianza del trasporto marittimo assistita dalla navigazione satellitare consente di la gestione del rischio incidenti, compresa la prevenzione dell’inquinamento marino. Altri progetti relativi al settore dei trasporti, avviati dalla GALILEO JOINT UNDERTAKING e, successivamente, passati alla attuale GNSS Supervisory Authority, sono descritti di seguito. Il progetto MARGAL è volto ad introdurre I servizi GALILEO nella comunità di utenti marittima attraverso l’utilizzazione di EGNOS. In particolare, vengono dimostrati l’uso di correzioni differenziali e di allarmi di integrità, al fine di fornire servizi di posizionamento più accurate, sia per navigazione in mare che nelle acque interne. Il progetto MARUSE si pone una serie di obiettivi di sviluppo tecnico: pseudoliti GALILEO per uso marittimo; prototipi di ricevitore GALILEO / GNSS capaci di ricevere i satelliti GSTB-V2 e gli pseudoliti GALILEO; elementi locali per uso marittimo; utilizzazione di link di comunicazione (VHF, IALA, AIS, WLAN, GPRS/UMTS). Inoltre, un numero di attività di supporto vengono realizzate quali: analisi di mercato; modelli di business; analisi della legislazione e delle regolamentazioni in atto; interazione con attività di standardizzazione e vari studi tecnici (autenticazione, impatto troposferico, ecc.). Il progetto HELICITY (Precision Helicopter Guidance Precision Helicopter Guidance for Cities and Emergency for Cities and Emergency Support) è volto 98 – Capitolo 1 allo sviluppo e alla dimostrazione di un sistema di supporto pre-operativo per servizi di posizionamento per elicotteri impiegati in operazioni critiche (voli notturni o in condizioni di scarsa visibilità). Il progetto M-TRADE: Multimodal TRAnsportation supporteD by Egnos, ha come obiettivo l’analisi e la validazione dell’introduzione delle tecnologie GNSS nel trasporto di merci multimodale. Il progetto comprende attività quali: sviluppo di servizi GNSS tesi a migliorare la qualità del trasporto merci; valutazione di indicatori “abilitatori di servizi” (tecnologia, mercato, standardizzazione, aspetti regolamentativi); dimostrazione e valutazione dei “differenziatori” GALILEO, in termini di sicurezza, efficienza e migliori prestazioni. Il progetto GIANT “GNSS Introduction in the AviatioN secTor”, ha come obiettivi: l’introduzione dei servizi GALILEO ed EGNOS nell’ambito dell’aviazione civile; la analisi e la valutazione dei potenziali operativi e dei benefici economici dell’introduzione della navigazione satellitare rispetto allo scenario attuale; analisi di mercato e do costo-beneficio; analisi degli aspetti legali e legislativi correlati; dimostrazione dei benefici operativi. Il progetto GRAIL (GNSS Introduction in the RAIL sector) ha come obiettivi: la specificazione dei servizi GNSS in ambito ferroviario (miglioramento dell’odometria, miglioramento delle applicazioni ETCS). Il progetto è teso a sviluppare un prototipo di sottosistema GNSS da testare in ambiente ERTMS/ETCS. Inoltre studi economici di settore e di aspetti legali fanno parte del progetto stesso. Maggiori informazioni possono http://www.galileo-services.org/ . essere reperite all’indirizzo WEB: 1.4 L’ARCHITETTURA NAZIONALE: Artist di TTS Italia Indice 1. La necessità di un’Architettura ITS Nazionale: ARTIST....... ……100 1.1 Gli obiettivi di ARTIST... ………………………………………….....100 1.2 Le priorità di ARTIST …………………………………………...101 1.3 Gli elementi di ARTIST…… .. ……………………………………….102 1.3.1 I Requisiti Utente…… .... …………………………………….103 1.3.2 L’Architettura Logica .... .…………………………………….103 1.3.3 L’Architettura Fisica ............................................................... 103 1.3.4 L’Architettura Organizzativa.................................................. .103 1.3.5 Il Tool di Navigazione .…………………………………..104 1.4 I benefici attesi..………………………………………….………..…104 2. L’applicazione di ARTIST: I Progetti Pilota.…………………..….105 100 – Capitolo 1 1.4 1. L’ARCHITETTURA NAZIONALE: Artist La necessità di un’Architettura ITS Nazionale: ARTIST Promuovere lo sviluppo e la diffusione degli ITS su scala nazionale richiede la definizione di un quadro di riferimento strategico unico valido a livello nazionale, un’architettura comune per gli ITS, nel quale le applicazioni, i sistemi e i servizi ITS siano integrati e interoperabili. Lo sviluppo di soluzioni proprietarie ostacola, infatti, l’interoperabilità fra i diversi sistemi e comporta inefficienze e costi maggiori, e conseguentemente scarsi benefici per gli utenti finali. Questo concetto, ampiamente dimostrato dalle esperienze condotte a livello internazionale, è stato pienamente recepito dal PGTL. Il PGTL, afferma, infatti, che: “sarà scopo del Piano creare un ambiente favorevole per lo sviluppo e l’innovazione di tecnologie e servizi innovativi che contribuiscano al miglioramento del sistema dei trasporti e, nello stesso tempo, accrescano la competitività dell’industria nazionale” [1]. E’ in questa ottica che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2001 ha promosso il Progetto per la definizione dell’ARchitettura Telematica Italiana per il Sistema dei Trasporti - ARTIST. L’obiettivo di ARTIST è di delineare quel contesto di riferimento di cui parla il PGTL, necessario affinché le diverse applicazioni ITS possano essere compatibili, integrabili ed interoperabili fra loro. La Versione 1 di ARTIST è stata pubblicata a Gennaio 2003. Gli Obiettivi di ARTIST Obiettivo primario di ARTIST è di fornire agli enti pubblici, agli enti di normazione, alle società concessionarie e alle aziende private le Linee Guida generali per indirizzare il progetto dei Sistemi ITS verso soluzioni e componenti “compatibili” con i sistemi nazionali ed europei. Questo anche al fine di facilitare ed armonizzare lo sviluppo del mercato dei sistemi e dei servizi ITS, con particolare riferimento all’interoperabilità tra i diversi modi di trasporto. Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 101 ARTIST è sostanzialmente uno strumento software di guida alla progettazione degli ITS basato sulla teoria dei sistemi. ARTIST, partendo dai requisiti utente che un sistema ITS deve soddisfare, consente di identificare gli attori coinvolti e le strategie da adottare per i processi di raccolta, elaborazione e gestione dell’informazione che sono alla base degli ITS, definendo uno schema di riferimento per [2]: L’Architettura Logica del sistema, ossia lo schema a blocchi dei flussi logici necessari per realizzare i requisiti utente prefissati L’Architettura Fisica del sistema, ossia quali componenti fisici costituiscono il sistema, le relazioni funzionali, logiche e fisiche fra i sistemi stessi e lo schema dei flussi informativi L’Architettura Organizzativa, ossia quali attori (organizzazioni/enti/aziende) devono essere coinvolti per garantire lo sviluppo ed il pieno funzionamento degli ITS ARTIST fornisce, quindi, una rappresentazione ideale di come deve essere fatto un sistema ITS per realizzare pienamente i requisiti utente di partenza. ARTIST, pertanto, costituisce una guida di riferimento per la progettazione e la realizzazione degli ITS a livello nazionale, dal momento che gli ITS progettati seguendo gli schemi di ARTIST sono fra loro interoperabili, perché sono realizzati sulla base di una stessa architettura di riferimento. ARTIST rappresenta una pietra miliare verso l’integrazione degli ITS a livello nazionale. Infatti, i diversi sistemi finora sviluppati a livello locale e nazionale, attraverso ARTIST, possono “dialogare” consentendo, quindi, di considerare l’intera rete dei trasporti come un unico sistema di cui i diversi modi sono degli elementi fra loro interoperabili. In questa “visione sistemica”, anche i singoli sistemi proprietari, adeguandosi ad ARTIST, non operano più in modo chiuso, ma in sinergia con sistemi analoghi, a beneficio di una maggiore efficienza.La compatibilità di ARTIST con l’Architettura di riferimento europea KAREN attraverso la rete tematica FRAME-NET assicura, inoltre, l’interoperabilità degli schemi proposti da ARTIST con le soluzioni sviluppate in ambito europeo. Le priorità di ARTIST La Versione 1 di ARTIST, pubblicata dal Ministero a Gennaio 2003, è il prodotto di un processo di elaborazione a cui hanno partecipato i più importanti attori italiani coinvolti negli ITS. 102 – Capitolo 1 Alla base dello sviluppo di ARTIST sono state poste delle priorità strategiche, per garantire la piena coerenza dell’Architettura Italiana sia con il quadro internazionale che con le esigenze proprie del sistema dei trasporti nazionale. Tali priorità sono: assicurare la compatibilità dell'Architettura Italiana con l’Architettura Europea, e in particolare con l’Architettura Nazionale Francese sviluppata dal Progetto ACTIF privilegiare gli aspetti intermodali del trasporto sia delle persone che delle merci, con particolare attenzione al trasporto strada-ferrovia-cabotaggio, per i quali le altre iniziative internazionali non hanno ancora delineato un quadro di riferimento approfondire gli aspetti organizzativi e di business specifici per la costruzione della catena del valore, essenziali per la creazione e lo sviluppo di un mercato concorrenziale dei servizi legati agli ITS supportare il decisore politico nella regolamentazione della circolazione e dei trasporti a seguito dell’introduzione di nuovi servizi È da sottolineare che l’approfondimento degli aspetti multimodali, organizzativi e di business degli ITS è una peculiarità propria di ARTIST. Tali elementi non sono stati ancora affrontati a livello Europeo, e costituiscono quindi un vero e proprio «valore aggiunto» dell’Architettura Telematica Italiana. 1.3 Gli elementi di ARTIST ARTIST è un’architettura aperta, ossia espandibile e modulare. Questo permette di espandere i sistemi senza doverli riprogettare, con notevoli riduzione dei costi. ARTIST, inoltre, non è un prodotto statico ma è un processo in continua evoluzione, concepito per adattarsi in modo dinamico alle esigenze di quanti operano nel settore degli ITS. Cinque sono gli elementi principali dell’Architettura Telematica Italiana: La Lista Generale dei Requisiti Utente L’Architettura Logica L’Architettura Fisica L’Architettura Organizzativa Il Tool di Navigazione Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 103 1.3.1 I Requisiti Utente I Requisiti Utente sono l’elemento base, il punto di partenza, per la costruzione dell’architettura. Essi rappresentano l’obiettivo che gli ITS devono realizzare, ossia quello che si desidera ottenere, il problema da risolvere. 1.3.2 L’Architettura Logica L’Architettura Logica fornisce il diagramma a blocchi del sistema che realizza i requisiti utente, ossia definisce le Funzioni, raggruppate per Aree Funzionali, e i flussi logici necessari al Sistema per soddisfare i Requisiti definiti dall’Utente. In pratica,quindi, l’Architettura Logica rappresenta la “catena logica” che porta dal requisito al servizio che lo soddisfa. 1.3.3 L’Architettura Fisica L’Architettura Fisica suggerisce ipotesi su come raggruppare e dislocare fisicamente le diverse funzionalità descritte nell'Architettura Logica, in modo da formare un sistema che possa materialmente essere implementato. L’Architettura Fisica rappresenta quindi il “momento di passaggio” dallo schema a blocchi (schema astratto) al sistema reale (come è materialmente fatto il sistema), ossia risponde alle domande “Quali elementi fisici stanno nello schema a blocchi e dove questi elementi sono collocati”. In pratica, l’Architettura Fisica assegna le funzioni dell’architettura logica a “siti” (localizzazioni fisiche), individua le interfacce fra gli elementi del sistema, analizza quali reti di comunicazione sono necessarie, quantifica i flussi di dati, e fornisce input per il quadro normativo identificando eventuali necessità di standardizzazione per gli elementi del sistema. 1.3.4 L’Architettura Organizzativa L'Architettura Organizzativa ha l’obiettivo di evidenziare quei determinati aspetti - organizzativi, ed inerenti ai modelli di business - in grado di rendere effettivamente erogabili i servizi che l'Architettura Logica definisce a livello funzionale. Perché gli ITS funzionino è necessario, infatti, il coinvolgimento di diversi attori, che devono collaborare fra loro. In caso contrario, c’è il concreto rischio 104 – Capitolo 1 che servizi anche ben disegnati sotto gli aspetti Logico e Fisico non trovano poi effettiva applicazione nel mondo del business in quanto i modelli organizzativi adottati non sono altrettanto validi. L’Architettura Organizzativa, quindi, offre uno schema di riferimento per individuare quali attori devono essere coinvolti in un’ottica di business e di creazione del valore. 1.3.5 Il Tool di Navigazione Per consentire l’impiego di ARTIST da parte della più ampia platea di utenti possibile, è stato creato un tool informatico di navigare in modo interattivo all’interno dell’Architettura Telematica Italiana in funzione delle proprie esigenze e necessità. In particolare, il tool di navigazione permette ad un utente generico di: navigare in ARTIST, secondo prospettive personalizzate, in maniera agevole e rapida consultare la documentazione relativa a parti o viste parziali dell'Architettura accedere ad un certo numero di capitolati tipo Lo strumento di navigazione è disponibile on line sul sito WEB www.itsartist.rupa.it. 1.4 I benefici attesi I benefici che possono derivare da ARTIST sono molteplici: La disponibilità di sistemi compatibili a livello nazionale e con lo scenario europeo assicura che i componenti e i terminali possano funzionare sul territorio nazionale ed europeo indipendentemente dall’operatore che gestisce l’infrastruttura; Con ARTIST si ha un riferimento chiaro per le normative e vincoli nazionali. In particolare, i produttori dei sistemi possono disporre di una chiara descrizione dei vincoli ai quali attenersi per avere una sicura commerciabilità dei prodotti a livello nazionale ed in un contesto europeo; I gestori delle infratrutture, i fornitori di servizi, le amministrazioni pubbliche o le aziende che acquistano sistemi ITS attraverso ARTIST possono parlare un “linguaggio comune”. Questo consente agli operatori e alle autorità locali di specificare con chiarezza le componenti dei sistemi da acquistare, ed ai produttori di rendere disponibili sistemi e dispositivi Le scelte di cornice a livello europeo e nazionale - 105 che rispondono alle stesse caratteristiche di base, in modo da creare le condizioni per lo sviluppo di un mercato aperto e competitivo, con una maggiore offerta e costi minori; ARTIST è un’architettura aperta e quindi i sistemi ed i servizi che derivano da ARTIST sono sistemi aperti che possono integrare facilmente nuove funzionalità e/o aggiornare ed estendere quelle esistenti. Questo permette di espandere i sistemi senza doverli riprogettare, con notevoli riduzione dei costi, e a vantaggio dell’efficienza dell’intero sistema dei trasporti; L’interoperabilità dei componenti stimola gli investimenti. Attraverso ARTIST si possono, quindi, realizzare prodotti e servizi efficienti e capaci di rispondere in modo mirato alle esigenze degli utenti, a tutto vantaggio della qualità e della competitività; L’integrazione dei sistemi e dei servizi ITS fa si che l’utente finale può disporre in ogni istante di informazioni attendibili, coerenti ed aggiornate sulle condizioni di traffico e sui servizi di trasporto. Da questo deriva che l’utente sarà messo nelle condizioni di fare scelte di viaggio più efficienti, incentivando l’uso di modi di trasporto diversi dalla strada e favorendo la sicurezza e il comfort del trasporto, a beneficio anche dell’ambiente. 2. L’ Applicazione di ARTIST: I Progetti Pilota ARTIST è uno strumento aperto e innovativo a disposizione di tutti, e può trovare immediata applicazione sia in progetti nuovi, sia in esperienze di sviluppo e implementazione di sistemi e servizi ITS già in atto. L’applicazione di ARTIST a progetti in corso di sperimentazione può dare a tali iniziative un ulteriore “valore aggiunto”, facendole rientrare in un quadro di riferimento consolidato e validato a livello istituzionale. Proprio a questo fine, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel periodo immediatamente successivo alla pubblicazione della Versione 1 di ARTIST, ha promosso una serie di accordi con Enti locali coinvolti in importanti progetti di sviluppo di Sistemi ITS. L’obiettivo è di favorire e accelerare l’uso di ARTIST come strumento operativo da parte delle Amministrazioni locali e del mondo del trasporto in generale, e fare si che i benefici che si attendono dall’adozione dell’Architettura ITS Nazionale possano essere ottenuti in tempi relativamente brevi. Nel PGTL erano state individuate tre tematiche prioritarie per testare e validare l’Architettura ITS Nazionale con progetti pilota [1]. Questi temi riguardano tre settori cruciali per il sistema dei trasporti italiano: la gestione integrata delle chiamate di emergenza – E Calls 106 – Capitolo 1 il trasporto multimodale delle merci pericolose la distribuzione delle merci in ambito urbano Gli studi di fattibilità delle tre applicazioni pilota sono stati completati a fine 2001 per quanto concerne il progetto della “Telematica per la gestione integrata delle chiamate di emergenza - E-Calls”, e nel 2002 per gli altri due. Bibliografia 1. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Nuovo Piano Generale dei Trasporti e della Logistica – PGTL”, Marzo 2001 2. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “ARTIST - Architettura Telematica Italiana per il Sistema dei Trasporti – Versione 1”, Marzo 2003 Capitolo II I SISTEMI E LE APPLICAZIONI: LO STATO DELL’ARTE 2.1 SISTEMI PER LA NAVIGAZIONE MARITTIMA…………………..…..…..109 di Ferdinando Lolli 2.2 TRACKING AND TRACING DEI CARICHI di Giuliano Lamoni ……………………….………..………..………….131 2.3 TECNOLOGIE FERROVIARIE INNOVATIVE PER LA SICUREZZA E LA CIRCOLAZIONE DEI TRENI……………………………………….....…..145 di Enzo Marzilli. 2.4 MERCI PERICOLOSE………………………….……………………...…183 di Gianfranco Burzio 2.5 I FLUSSI INFORMATIVI NEL TRASPORTO DI MERCI/CONTENITORI..….229 di Guido Nasta 2.6 L’ESAZIONE ELETTRONICA IN EUROPA….…….……………………..243 di Paolo Giorgi 2.1 SISTEMI PER LA NAVIGAZIONE MARITTIMA di Ferdinando Lolli* Indice 1. 2. Inquadramento ...................................................................................... .110 VTS Nazionale (Vessel Traffic Service)............................................... .110 2.1 Sottosistema PMIS (Port Management Inform. Services) .. …..115 2.2 Sottosistema PMIS/PCS (Port Community System).................. 118 2.3 Sottosistema MASM (Maritime Security Management)............ 120 3. 4. 5. 6. * Il sistema VTMIS (Vessel Traffic Management Inform. Services)… 123 Il sistema AIS italiano ............................................................................124 Il sistema GMDSS ..................................................................................127 Il sistema di centralizzazione TLC VoIP..............................................129 Ammiraglio Ispettore (CP), Direttore Marittimo della Liguria, Comandante del Porto di Genova, Responsabile Unico Procedimento VTS Nazionale 110 – Capitolo 2 2.1 1. SISTEMI PER LA NAVIGAZIONE MARITTIMA Inquadramento Il VTS (Vessel Traffic Services) italiano che risponde pienamente alle raccomandazioni IALA ed IMO, è il sistema finalizzato al controllo, da parte della Guardia Costiera, del traffico navale nell’ambito delle aree e delle acque d’interesse nazionale ed europeo. Di competenza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e gestito dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto, il sistema prevede il controllo di quasi 7.500 km di coste del nostro paese, va considerato come parte integrante del sistema logistico intermodale italiano, in grado di contribuire allo sviluppo delle cosiddette “Autostrade del mare”. Il Vessel Traffic Services è un sistema progettato e sviluppato per garantire la gestione e l’efficienza dei trasporti marittimi e delle rotte navali, la sicurezza della navigazione nella sua più ampia e completa accezione, la gestione delle emergenze in mare, la salvaguardia dell’ecosistema costiero e – non ultimo – per garantire un adeguato supporto telematico alle attività marittimo/portuali ed intermodali. Detto sistema – in continua evoluzione – si compone di moduli differenti, ciascuno dei quali dotato di un grado d’indipendenza dagli altri che gli permette di poter essere assemblato secondo le necessità di ogni scalo marittimo. Ogni modulo riguarda un particolare aspetto delle operazioni, legato alla strumentazione o alla gestione dei dati: la conduzione dei radar, la guida delle telecamere, il sistema per il controllo dei dati di traffico, il sistema per sovrintendere alla sicurezza, il sistema per i servizi info-telematici, ecc. 2. VTS Nazionale (Vessel Traffic Service) Il VTS (Vessel Traffic Service) è un sistema complesso di mezzi di rilevazione ed informazioni riguardanti la posizione delle unità in navigazione ed in porto, tra loro combinati, i cui dati vengono analizzati ed integrati da un software di gestione che rappresenta un’immagine del traffico complessivo su cartografia elettronica in una data area. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 111 Il tutto integrato con alcuni sottosistemi in grado di gestire e rendere disponibili tutte le informazioni relative a: operazioni amministrative (PMIS-Port Management Information Services); interscambio di dati informazioni e documenti legati al ciclo di trasporto marittimo portuale (PCS-Port Community System); monitoraggio dello stato di sicurezza delle infrastrutture portuali attraverso l’aggregazione funzionale delle informazioni statiche relative ai piani di sicurezza delle aree operative e dinamiche generate da allarmi originati dai diversi sensori presenti nel territorio portuale (MASM – Maritime Security Management). L’insieme delle applicazioni offre un servizio finalizzato a migliorare la sicurezza della navigazione, la sicurezza dei porti, l’efficienza del traffico marittimo e di quello portuale e a tutelare l’ambiente. Il VTS, pertanto, è un sistema atto a incrementare il livello di sicurezza della navigazione marittima e a rendere quest’ultima più spedita ed efficiente, contestualmente riducendo il rischio di incidenti in mare, causa di pericolo per la vita umana e per l’ambiente marino, a causa del possibile rilascio di sostanze inquinanti. Il sistema VTS, inoltre, con l’utilizzo delle tecnologie ICT (Information Communication Technology) e ITS (Intelligent Traffic Systems), rappresenta lo stato dell’arte anche per i sistemi informativi dedicati alla Navigazione ed alla Logistica ed a supporto delle Autostrade del Mare. Tali obiettivi vengono ottenuti mediante il monitoraggio continuo delle zone in mare interessate, utilizzando appositi sensori e sistemi di comunicazione, quali radar, radiogoniometri, ricetrasmettitori radio, telecamere a circuito chiuso, opportunamente dislocati lungo la costa ed i cui segnali vengono riportati a mezzo di ponti radio o di collegamenti terrestri in digitale a mezzo linee telefoniche ai centri di controllo ubicati negli Uffici Marittimi periferici. I capisaldi del sistema sono costituiti da: disciplina del trasporto marittimo di merci pericolose (HAZMAT) che come da raccomandazioni dell’organizzazione IMO e Safe Sea Net, prevede la fornitura preventiva di informazioni relative alle rotte ed alle merci, le norme di gestione del relativo traffico e degli eventuali incidenti; utilizzo dei sistemi AIS (Automatic Identification Systems) introdotti dall’IMO dalla fine del 2004 per tutti i natanti marittimi a cui si applicano le disposizioni del capitolo 5 della convenzione SOLAS con la quale sono tenuti a disporre di tale sistema - qualora effettuino dei viaggi internazionali - 112 – Capitolo 2 per le funzioni di gestione del traffico navale delle unità superiori alle 300 tonnellate di stazza lorda; obbligo di utilizzare un sistema di rotte navali definito come “sistema che organizza una o più corsie di traffico o prevede misure di organizzazione del traffico al fine di ridurre il rischio di sinistri”; comunicazioni preventive sulle destinazioni delle navi e relativi carichi in analogia ai piani di volo aeronautici (sistemi obbligatori di rapportazione navale); tali informazioni contribuiscono ad una migliore programmazione degli scali portuali, con conseguenti benefici per la catena logistica; installazione obbligatoria dei registratori dei dati di viaggio Voyage Data Recorder (VDR) sistema standardizzato di reportistica per quanto riguarda gli incidenti. Sulla base della normativa comunitaria, recepita con il D.Lgs n° 196/2005, il sistema VTS supporta l’interconnessione e l’interoperabilità dei sistemi tra Stati membri dell’UE in tempo reale e la cooperazione informatica, in termini di: promozione di ogni forma di collaborazione per lo scambio di dati che riguardano i movimenti, le previsioni d’arrivo delle navi nei porti e le notizie relative al carico; sviluppo e rafforzamento dei collegamenti telematici tra le stazioni costiere degli Stati membri ai fini di una migliore conoscenza del traffico marittimo e di un migliore monitoraggio delle navi in transito; stabilire piani concertati per l’accoglienza delle navi in pericolo. In tal modo viene reso sempre più efficiente e sicuro il trasporto delle persone e delle merci, anche in considerazione del forte incremento dei traffici, con unità navali sempre più veloci e capaci di grandi volumi di trasporto, quale primo passo verso le Autostrade del Mare. Il sistema VTS Nazionale che coprirà tutte le coste italiane, è strutturato gerarchicamente seguendo l’organizzazione delle Capitanerie di Porto, su diversi livelli organizzativi: A) VTS Centrale (VTSC), presso la sede del Ministero dei Trasporti (Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto), con funzioni di supervisione generale del sistema, di raccolta e valutazione dei dati di sintesi inerenti al trasporto marittimo. Le funzioni: Coordinamento globale dell’intero sistema VTS nazionale, mediante raccolta, diffusione e scambio dati con i Centri di Area (VTSA) I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 113 Supporto informativo all’Organo decisionale politico centrale per le scelte strategiche nel campo del trasporto marittimo e della sicurezza del Paese. B) VTS di Area (VTSA), presso ciascuna Direzione Marittima (14), con compiti di supervisione dello scenario operativo della Zona Marittima e di interfaccia verso il VTSC. Le funzioni: Coordinamento e razionalizzazione flussi informativi provenienti dai diversi livelli gerarchici del Sistema; Raccordo tra attività operativa dei VTS Locali e supervisione a livello strategico del VTS Centrale; Polo di riferimento operativo, informativo e tecnico funzionale a supporto dei livelli decisionali della Pubblica Amministrazione centrale e periferica. C) VTS Locali (VTSL), presso gli Uffici marittimi periferici (48), con compiti d’interazione diretta col traffico navale e dell’espletamento delle funzioni tipiche di un centro VTS. Ai centri VTS Locali sono associati i sensori, di tipo remoto o locale, collocati in idonei siti per la copertura delle aree marittime interessate. Sorveglianza del traffico marittimo per la prevenzione degli incidenti in mare Le funzioni Controllo delle situazioni di emergenza; Assistenza ai naviganti per migliorare l’efficienza e la sicurezza della navigazione; Mantenimento della costante rappresentazione dell’ambiente operativo in tempo reale; Gestione delle attività d’istituto attraverso l’utilizzo di sistemi telematici per l’interscambio di informazioni, dati e documenti. 114 – Capitolo 2 AIS GPS / GALILEO COSMO / SKYMED Meteo VHF / AIS Base Station MASM Maritime security Management PCS Port Community System Il sistema VTS è basato fondamentalmente su tecniche di avvistamento radar ed è completato da una grande quantità di dati provenienti da sensori diversi (telecamere, GPS, radiogoniometri,etc) gestiti ed integrati da un sistema centrale nel quale, per mezzo di cartografie, data-base e programmi di supporto si crea un’unica immagine e servizi per il traffico marittimo/portuale. Tutti questi dati vengono elaborati da un sofisticato processo di “Data-Fusion” e si traducono in una immagine del traffico marittimo, cioè nella conoscenza in tempo reale della posizione, della rotta, della velocità, dell’identità, del piano di navigazione, ecc., di tutte le navi nell’area di interesse (cooperanti e non). La dotazione del sistema VTS è completata da un sistema meteorologico con sensori fissi dislocati su terraferma, postazioni radar mobili, installati su camion e dal sistema AIS (Automatic Identification System), cioè un sistema di identificazione automatica per mezzo di sensori installati a bordo delle navi. Il sistema VTS raccoglie e correla dati provenienti da vari sistemi e sottosistemi. Oltre a quelli citati in precedenza il sistema acquisisce dati anche dai seguenti sottosistemi gestiti dalle Capitanerie di Porto: Gente di Mare – Sistema di gestione delle matricole della gente di mare e delle movimentazioni dei marittimi. SIDT (Sistema Informativo Direzione Traffico) che gestisce le informazioni provenienti dai sistemi periferici relativi ai dati sul traffico marittimo, merci trasportate, sinistri, porti, ecc. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 115 NISAT (Navigation Information System in Advanced Technology) – Sistema di monitoraggio del traffico marittimo attraverso i seguenti sottosistemi: ARES – Sistema per l’individuazione delle imbarcazioni; HAZMAT – Sistema per la gestione del trasporto delle merci pericolose; MAREM – Sistema per la gestione delle emergenze da inquinamenti; SITREP – Sistema di messaggistica ai fini della sicurezza della navigazione; BDN (Banca Dati Naviglio) – Sistema per la gestione delle informazioni sulle unità navali iscritte nei registri della pubblicità navale; SCP – Sistema di Controllo delle unità da Pesca; SAFE SEA NET – Rete telematica per lo scambio di informazioni relative alle merci pericolose tra gli Stati Membri della UE. Ad oggi, è in completamento la prima fase del Contratto che l’Amministrazione nel 1999 ha commissionato per la Progettazione Esecutiva di Dettaglio dell’intera rete costiera e la realizzazione della prima tranche. La prima fase del Contratto, prevede la realizzazione di n° 1 VTSC , n° 8 VTSA e n° 23 VTSL. La seconda fase - commissionata a dicembre 2005 - si propone di completare e sviluppare, soprattutto alla luce dei noti tragici eventi che hanno coinvolto pesantemente la sicurezza mondiale, sistemi atti a garantire il costante monitoraggio del traffico e la gestione complessiva della sicurezza. Ciò anche per rispondere alle esigenze di monitoraggio e gestione della sicurezza delle navi, degli impianti portuali ed all’interfaccia nave/porto. 2.1 Sottosistema PMIS (Port Management Information Services) Il PMIS nasce come modulo del sistema nazionale VTS. Esso è stato sviluppato allo scopo di facilitare l’espletamento dei compiti istituzionali delle Autorità Marittime, automatizzando i processi interni anche attraverso lo scambio telematico di dati ed informazioni con gli operatori pubblici e privati presenti nelle realtà portuali di rispettiva competenza. Il PMIS di prima tranche è stato realizzato per: controllare il traffico marittimo in rada e nell’area portuale mediante un semplice sistema informatico cartografico; 116 – Capitolo 2 permettere agli utenti della comunità portuale di scambiarsi i messaggi autorizzativi (accosti-merci pericolose); seguire i movimenti delle navi in porto e creare uno storico delle attività; agganciare al database la documentazione nave ricevuta in formato elettronico fra i soggetti della comunità portuale e l’Autorità preposta al controllo. Le principali funzionalità del PMIS sono: ricezione e trattazione delle previsioni di arrivo e partenza delle navi nel porto e predisposizione del piano accosti con relativa presentazione grafica portuale; raccolta dei dati sulle attività di sbarco ed imbarco di merci e/o passeggeri; gestione automatizzata delle pratiche autorizzative di arrivo e partenza delle navi; gestione “real-time” delle statistiche movimenti nave, merci, passeggeri, etc.; stampa e rappresentazione su grafici dei dati statistici a diversi livelli ed in forme attuali e correnti per le analisi storiche e previsionali. Il PMIS consente di registrare tutti i movimenti che una nave, seguita dal VTS fino alla fase terminale d’atterraggio, effettua in rada/area portuale: – – – – – – – Arrivo Fonda/Movimento da Rada Entrata/Uscita Attracco/Disattracco Modifiche di ormeggio Partenza/Fuori Vista Riconsegna alla funzione VTS Le principali funzioni documentali del PMIS sono: a) Certificati (39) Dichiarazione d’arrivo Dichiarazione di partenza Comunicazioni Telematiche di Arrivo e Partenza Atto di sequestro/dissequestro Tassa di ancoraggio Tassa supplementare di ancoraggio Tributi speciali b) Merci pericolose c) Tassazione I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 117 d) Mersit Arrivo (A3) Partenza (P3) 118 – Capitolo 2 Il PMIS consente il veloce interscambio di dati ed informazioni attraverso opportune soluzioni telematiche, basate su Internet, per la gestione elettronica delle necessarie attività correlate al processo autorizzativo. I vantaggi operativi indotti dall’utilizzo del PMIS sono: ricezione e condivisione dei dati controllati e sicuri archiviazione elettronica di dati e documenti utilizzo automatico e veloce dei dati ottimizzazione dell’attività lavorativa da parte dell’Amministrazione e dell’Utente gestione ed invio dei dati controllato e sicuro eliminazione di spostamento fisico degli Utenti e di attese agli sportelli disponibilità immediata e riutilizzo dei dati già introdotti in archivio Il sistema PMIS, per le sue funzionalità e la sua capillarità sul territorio nazionale costituisce uno standard (de facto) utilizzato dalle Autorità Marittime ed utilizzabile dalle stesse Comunità portuali presenti nei singoli porti. L’architettura del sistema, oltre a consentire l’interoperabilità con altri sistemi e servizi utili al mondo del trasporto, è facilmente integrabile con altre funzioni utili e necessarie a tutti i soggetti pubblici e privati che intervengono nel ciclo complesso del trasporto marittimo/portuale ed intermodale. Ragione per la quale il sottosistema ha trovato una sua naturale espansione con l’implementazione del sottosistema PCS (Porto Community System) di seguito riportato. 2.2 Sottosistema PMIS/PCS (Port Community System) Prima di fornire indicazioni sul PCS e quindi affrontare un argomento complesso come quello della telematizzazione dei processi della logistica occorre essere consapevoli che: i processi operativi, amministrativi ed autorizzativi che interessano il ciclo del trasporto sono particolarmente complessi e creano un numero altissimo di informazioni e documenti. Gli elementi emersi da diversi studi effettuati a livello nazionale ed internazionale indicano che: – – – il 70% dei documenti è prodotto automaticamente, stampato, spedito su carta e successivamente reintrodotto manualmente in altri sistemi basati su calcolatori; per effetto della digitazione manuale dei dati a fine ciclo la percentuale di errore sfiora il 50% con evidenti costi indotti; il costo di gestione dei documenti è compreso tra il 7% e il 10% del valore finale del trasporto stesso; I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 119 – ogni partita/contenitore nel ciclo nazionale genera mediamente 20 documenti e 180 fotocopie; l’interscambio di informazioni standardizzate per via telematica tra gli operatori pubblici e privati che intervengono nella gestione delle attività logistiche sia in ambito monomodale, intermodale e multimodale è ormai diventata una necessità ineludibile; nella maggioranza dei casi dette attività per il trasferimento dei dati, sono state sviluppate in modo proprietario con imposizione da parte del Cliente nei confronti del fornitore. Quindi attraverso l’utilizzo di sistemi chiusi, non interoperabili e non utilizzabili dai diversi attori che compongono la catena logistica dei singoli fornitori; lasciare lo sviluppo info-telematico di queste “complesse” attività orizzontali soltanto alle iniziative dei singoli soggetti operanti in una piattaforma logistica, porterebbe ad un rallentamento del processo di evoluzione dell’organizzazione trasportistica nazionale, con una proliferazione di sistemi disomogenei e di applicazioni non interoperanti e non compatibili tra loro; il sistema di logistica integrata più complesso e che vede presenti tutti i soggetti dell’intera catena del trasporto è sicuramente quello marittimo/portuale ed intermodale. Una realtà che vede presenti una molteplicità di soggetti che operano in ogni singolo segmento che va a costituire la complessa catena dello specifico trasporto. Un settore del trasporto che per la sua intrinseca complessità dei processi abbisogna più di altre realtà trasportistiche di sistemi info-telematici comunitari in grado di accelerare, migliorare e semplificare i processi ed i flussi documentali ed informativi, nonché di ottenere dalla gestione delle informazioni, dei servizi ad alto valore aggiunto per la gestione e la divulgazione di informazioni verso la propria organizzazione e quella dei propri clienti. Quindi un sistema che costituisca il vero punto di partenza per lo sviluppo della telematica applicata alla logistica integrata. Per rispondere alle crescenti necessità del mercato trasportistico e nell’interesse del “Sistema Paese”, verranno apportati ulteriori sviluppi al sistema VTS/PMIS, attraverso l’implementazione di un sottosistema PCS (Port Community System) con delle funzioni di base rivolte al mercato dei trasporti, per l’interscambio telematico di dati, informazioni e documenti in modo strutturato tra i diversi operatori pubblici e privati presenti nel ciclo complesso del trasporto marittimo/portuale ed intermodale. Il PCS è costituito da un insieme integrato e standardizzato di servizi – anche ai fini della sicurezza - quali: 120 – Capitolo 2 lo scambio di documenti, dati ed informazioni tra tutti i soggetti operativi che partecipano al ciclo logistico; lo scambio di documenti, dati ed informazioni tra i soggetti pubblici che intervengono nel ciclo logistico (Dogane, Autorità Marittime e Portuali) e tra queste ultime e gli operatori di trasporto; l’organizzazione del trasporto in arrivo e partenza dei porti attraverso la gestione delle prenotazioni e delle previsioni di arrivo delle merci e dei vettori; il monitoraggio del trasporto (tracking and tracing, localizzazione e pianificazione); l’accesso a banche dati di interesse comune; l’automazione delle procedure amministrative ed autorizzative. I servizi erogati dalla piattaforma PCS consentono: la connessione degli operatori del ciclo logistico; lo scambio di messaggi e documentazione in modo sicuro e certificato; il monitoraggio del trasporto; l’integrazione con i sistemi informativi esistenti. La piattaforma comune, ha l’obiettivo di connettere la comunità logistica presente nelle singole realtà portuali permettendo l’abbattimento dei tempi e dei costi dei processi logistici, innalzandone al contempo la qualità. 2.3 Sottosistema MASM (Maritime Security Management) Il MASM ha l’obiettivo di essere un “collettore di informazioni” rilevanti per la security, ossia per esempio non deve avere il controllo degli accessi ma deve riunire in sé tutte le informazioni rilevate dai sistemi di sicurezza portuali in modo da poter fornire in real-time un supporto decisionale. Il sistema è diviso essenzialmente in tre moduli: 1) modulo di gestione anagrafica e funzioni autorizzative – permette la registrazione di tutti i dati anagrafici e testuali riguardanti gli assessment e i piani di sicurezza. 2) modulo di monitoraggio – il modulo permette di avere una visione grafica del territorio controllato, gestisce la ricezione o l’inserimento dei dati operativi (movimenti navali, merci, passeggeri, aree di stoccaggio, accessi, impianti portuali in genere, ecc.). 3) modulo di reazione e controllo – si interfaccia con il modulo precedente, provvede all’allertamento dell’operatore a fronte di eventi critici e lo supporta presentando la lista delle possibili azioni da mettere in atto. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 121 Fornisce un completo supporto operativo alla gestione emergenze anche in termini di risorse e logistica delle attività. Il MASM potrà ricevere informazioni dai più disparati sistemi esterni sia per quanto riguarda informazioni operative del trasporto, sia per quanto riguarda eventi di sicurezza generati da sistemi esterni satellite (sistemi per il controllo degli accessi, protezione civile, 119, 118, ecc.) Il sistema MASM nel suo complesso è fortemente innovativo, è pensato per adattarsi a qualsiasi contesto portuale mediante un livello di programmazione utente, permettendo quindi di affrontare processi operativi anche molto diversi fra loro. Le funzioni di dettaglio del MASM: a) Gestione Documentale Bisogna tenere sempre distinte a livello di accesso e di funzionalità le due aree di Ship Security e Port Security che in caso di atti terroristici sono di competenze differenti, la prima è di competenza della Guardia Costiera e la seconda del Ministero degli Interni. Allo stato attuale, a livello di progetto, la gestione dei dati di ship e port security è comunque integrata nel modulo di gestione documentale. Una specifica analisi dovrà essere condotta circa il dominio di gestione di tali informazioni. b) Monitoraggio Il monitoraggio deve essere eseguito in stretto collegamento con il PMIS in quanto in esso risiedono la maggior parte delle informazioni significative come per esempio le navi in arrivo/partenza. Per quanto riguarda le navi in navigazione si è accennato al fatto che il MASM possa essere integrato con i messaggi di AIS quando viene intercettata nelle acque territoriali italiane una nave di cui si vuole richiedere informazioni di security. Il centro dell’operatività del MASM è principalmente nel VTSL, nel VTSC/A avranno informazioni non operative. L’architettura del MASM deve riflettere l’architettura VTS (VTSL/A/C) con aspetti peculiari essendo un sistema per la sicurezza con problematiche di rete e di ridondanza dei dati. c) Reazione e Controllo Il modulo di Reazione e Controllo sarà completo solo per la parte di Ship Securtiy che è di competenza della Guardia Costiera. Per la parte di Port 122 – Capitolo 2 Security, invece, in caso di atto catastrofico la reazione e’ di competenza del Ministero degli Interni. In tal caso, infatti, le Capitanerie sono solo di supporto e quindi per ricoprire entrambi le parti di security (Ship e Port) si potrebbe offrire il MASM al Ministero degli Interni come strumento utile anche allo svolgimento del loro operato (la soluzione ovviamente è da concordare). Quindi quando parliamo di dati da scambiare con sistemi esterni si deve intendere solo l’autorità massima di Polizia dello Stato che e’ il Ministero degli Interni o chi per esso è delegato a svolgere tali compiti (ossia il Ministero degli Interni dirama i comandi via Prefetto alle varie forze). L’Autorità Portuale implementa solo le predisposizioni per la Port Security , in caso di atto però è responsabile il Ministero degli interni. Per esempio a Genova la sala di controllo è collocata presso la Capitaneria perché è l’ente che raccoglie i dati e li monitorizza ma è predisposta per essere controllata dal prefetto. Altri servizi previsti dal sottosistema MASM: d) Gestione di interventi ispettivi Verifica dello stato di vigenza dei Piani di Sicurezza. Si evidenzia, inoltre, l’importanza di avere nel MASM versioni elettroniche dei piani di costruzione delle navi per semplificare gli interventi ispettivi a bordo. e) Controllo Passeggeri Per il controllo passeggeri la Capitaneria – attraverso il MASM trasferirà alla Polizia di Stato l’elenco dei passeggeri di una nave. Questa procedura ora avviene via manuale, in futuro la via telematica diminuirà significativamente i tempi di invio e di eventuale intervento da parte della Polizia di Stato. Il sistema MASM prevede altresì il collegamento funzionale con il sottosistema PMIS. Il PMIS gestirà la Ship Security Information (presentata ad ogni arrivo nave) ed il MASM “rimane a fianco” al PMIS in quanto può essere interrogato e fornire di conseguenza delle informazioni, warning etc. I due sistemi sono in stretta connessione sia per il monitoraggio di arrivi/partenza navi sia per la gestione dei piani di sicurezza. Ciò, garantendo al tempo stesso le relazioni tra gli utenti del MASM e del PMIS, le procedure da essi applicate ed il dominio dei dati di loro competenza. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 123 3. Il sistema VTMIS (Vessel Traffic Management Information Services) L’insieme delle attività VTS e del PMIS già sviluppate in Italia e quelle già affidate per la progettazione ed implementazione consentono al sistema nazionale di passare dal rango di VTS a quello più qualificante e richiesto dalla comunità internazionale di VTMIS. A ciò e come detto, il sistema italiano ha aggiunto altre due componenti software di notevole importanza: il modulo per la gestione della port security denominato MASM; il modulo più direttamente indirizzato al mercato dei trasporti marittimo/portuali ed intermodali denominato PMIS/PCS. Il tutto consentendo in modo trasparente di tagliarlo su una qualsiasi realtà attraverso la personalizzazione delle entità che lo compongono ed in particolare gli operatori del trasporto la cui produttività e competitività presente e futura è strettamente legata allo scambio veloce delle informazioni, alla velocizzazione e miglioramento dei processi ed alla dematerializzazione dei documenti cartacei. Il sistema VTMIS italiano VTS Vessel Traffic Service VTMIS Vessel Traffic Management Information Service Esempi PMIS Port Management Information Service Partenza - Arrivo Navi MASM Maritime Security Management Manifesti di Carico dati Esempi trasferimento trasferimento Partenza - Arrivo Merci Pericolose Liste Imbarco e Sbarco dati PCS Sistema info-telematico per il trasferimento dati, informazioni e Port Community System documenti Autorità Portuali e/o Autorità Marittime Operatori Privati Trasporto Intermodale Operatori Pubblici Trasporto Marittimo/Portuale 124 – Capitolo 2 4. Il sistema AIS italiano L’Organizzazione Marittima Internazionale, attraverso l’ITU (International Telecommunication Union), ha formalizzato uno standard tecnico per l’identificazione automatica delle navi (AIS - Automatic Identification System), che garantirà una maggiore sicurezza in mare. Questo sistema prevede lo scambio di informazioni tra navi e stazioni di terra attraverso l’utilizzo di un canale dati radio condiviso, utilizzando la tecnica TDMA (Time Division Multiple Access). Lo scopo dell’AIS è di integrare i sistemi esistenti di controllo del traffico marittimo (VTS) fornendo informazioni relative alla posizione ed ai dati di viaggio più dettagliate e più attendibili senza richiedere l’intervento di operatori, e rendendole disponibili a tutte le navi presenti nei dintorni e dotate di un sistema AIS. I vantaggi per la sicurezza (prevenzione delle collisioni, disponibilità di informazioni su eventuali carichi pericolosi, etc.) sono evidenti. La stessa IMO, all’interno del sistema AIS, ha previsto la realizzazione di stazioni costiere (Shore Stations) con l’obiettivo essenziale e preminente di garantire la sicurezza della navigazione. Lo stesso concetto è ribadito dall’ITU (ITU-R M.1371-1) il quale afferma che il sistema AIS deve essere utilizzato principalmente per la sorveglianza e la sicurezza della navigazione in applicazioni di tipo VTS; è possibile che sia usato per altri tipi di comunicazioni marittime, ma sempre legate alla sicurezza della navigazione. La rete AIS italiana I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 125 In Italia la rete nazionale AIS – gestita dalle Capitanerie di Porto - è stata realizzata rispettando quanto prescritto nella Raccomandazione IALA A-124 La rete è composta da 39 PSS (Physical Shore Stations), necessarie per avere la piena copertura del territorio nazionale. Ogni PSS è composta da 2 AIS Base Station (per ridondanza) che rispettano gli standard IEC 62320-1, ITURM.1371 e la IALA A-124. La stazione PSS è disposta nella maggior parte dei casi in siti montani e la comunicazione con la relativa stazione LSS è attuata utilizzando un collegamento wireless punto-punto dedicato. Tutti i dati provenienti dalle PSS sono elaborati da altrettante LSS (Logial Shore Stations). In ogni LSS è presente un server per la creazione del database locale dei dati AIS ed una o più workstation per la rappresentazione grafica dei dati. In più i dati locali sono trasferiti su WAN, via RUPA, al server centrale. Il dato locale AIS può essere reso disponibile, in ogni LSS, anche alla rete VTS per essere elaborato e rappresentato alla pari di altri sensori che appartengono al VTS. 126 – Capitolo 2 Schema a blocchi delle PSS ed LSS italiane R F L in e R F L in e VH F A n te n n a Y a g i A n te n n a 90 0 M H z Y a g i A n te n n a 90 0 M H z U H F L in k G PS A n te n n a s P RU 3 1 0 7 7 8 4 5 6 1 2 9 3 MI CRO 2A ON U S E NT E 0 D ig ita l R a d io L in k P R U -3 1 0 7 OP E N F US E ES C F EL M A N O FF 4 - C H A NN E L VO I C E/ D A T A R A D IO L I N K M a in L in k 1 28 k bp s M u ltip le x e r A IS B a s e S t a t io n A u d io R S 2 3 2 (2 4 k b p s ) 4 80 0 bp s PR U 31 0 7 E L M AN R F L in e 7 8 9 4 5 6 1 2 3 D ig ita l R a d io L in k P R U -31 07 O P E N F US E ESC 2A E NT ON U S E F M I CRO 0 OF F R S 2 32 38 4 00 b ps O th er u se rs 4 - C H AN N E L VO I C E/ D AT A R A D IO L I NK M a in L in k 1 2 8 kb p s M u ltip le x e r R F L in e S e r ia l L in e A IS B a s e S ta tio n R F L in e A u d io R S 2 3 2 ( 2 4 kb p s ) 4 8 00 b ps R S 23 2 P o rt M o n ito r LC D 17 ' R S 23 2 3 84 0 0 bp s O th e r u se rs A IS S E R V E R W in d o w s X P P ro O .S . S Q L S erver 2 00 5 D B A IS p ro g r a m ( S e rv e r ) L A N P o rt VHF A n te n n a EL MA N S e r ia l L in e B I TE M A IN BA CKU P B IT E DAT A L INK GPS A n te n n a ON S w itc h in g u n it C S U -1 1 0 3 GP S A N T K B D & D IS P L A Y DC US E VH F A N TE N N A F B IT E ON A M T - 11 0 3 I N 1 2 R F L in e 3 4 M o n ito r L C D 2 1 ' L A N /W A N N e tw o rk S e ria l L in e A L A R M & S E N SO R S S E R IA L P O R T S G ra p h ic W o rk s ta tio n N e tw o r k L in e CS U 1103 W in d o w s X P P ro O .S . A IS P ro g r a m (W S ) C a rto g r a p h ic d a ta V id e o L in e P rim a ry A IS T ra s p o n d e r A B T - 1 1 0 3 L A N P o rt GP S A N T A L A R M & S E N SO R S B IT E ON K B D & D IS P L A Y DC VH F A N TE N N A US E A M T - 11 0 3 F S E R IA L P O R T S G PS A n te n n a I N 1 2 3 4 S e ria l L in e R F L in e R e s e rv e A IS T ra s p o n d e r A B T - 1 1 0 3 N e tw o r k L in e K e y L in e R E M O T E S IT E O P E R A T IN G S IT E La rete nazionale si completa con la presenza di un server centrale che raccoglie tutti i dati delle LSS e costruisce il database Nazionale AIS e svolge la funzione di ASM (AIS Service Management). Il modulo di gestione ASM inizializza e configura tutte le PSS e le LSS. Il database nazionale è costruito dai dati ricevuti da ogni LSS (c’è uno scambio dati tra i server locali e il server centrale via IP). I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 127 Il Server Nazionale include le seguenti funzionalità: 5. filtraggio del dato ricevuto da ogni LSS distribuzione a soggetti esterni (nazionali e/o internazionali) del dato AIS in modo parziale o totale; il formato di dati per lo scambio è specificato sulla IEC 61993-2 configurazione, monitoraggio, gestione di allarmi ed aggiornamento firmware/software di tutte le Base Station gestione database e back-up analisi dei dati memorizzati e presentazione in forma tabellare o grafica Il sistema GMDSS Nella G.U. N. 53 del 14 Marzo 1992 il Ministero degli Affari Esteri ha pubblicato la “Entrata in vigore degli emendamenti alla convenzione internazionale per la salvaguardia della vita in mare, Solas 74/83” (International Convention for the Safety of Life at Sea), concernenti in particolare (ma non solo) le radiocomunicazioni per l’applicazione del “Global Maritime Distress and Safety System” (GMDSS). Tali emendamenti sono stati adottati con Risoluzione n. 1 dell’8 novembre 1988 dalla Conferenza IMO degli Stati contraenti la convenzione Solas 74/83 (di cui l’Italia fa parte). Tali emendamenti inoltre sono entrati in vigore, a norma dell’art. VIII (b) (vii)(2) della convenzione stessa, il 1° febbraio 1992. Con tale pubblicazione lo Stato Italiano, contraente la convenzione Solas 74/83, si è impegnato di fatto a far osservare le regole annesse alla Risoluzione 1, in particolare accertando che (cap. IV, parte A, regola 1, par. 5.2) “ogni nave costruita… dopo il 1° febbraio 1999 soddisfi a tutte le prescrizioni applicabili”, riportate al capitolo IV (che sostituisce interamente l’analogo capitolo della convenzione Solas 74/83). Ai fini della applicazione del capitolo IV (“Radiocomunicazioni”) sono stati dati i significati che seguono alle seguenti espressioni (regola 2):<< per “Chiamata selettiva numerica (DSC)” si intende una tecnica fondata sulla utilizzazione di codici numerici la cui applicazione consente ad una stazione radioelettrica di entrare in contatto con un’altra stazione o gruppo di stazioni e di trasmettere loro dei messaggi e che soddisfa alle raccomandazioni pertinenti del Comitato Consultivo Internazionale delle Radiocomunicazioni (CCIR)>>…<<per “zona oceanica A1” si intende una zona situata all’interno della zona di copertura 128 – Capitolo 2 radiotelefonica di almeno una stazione costiera che opera su onde metriche e nella quale la funzione di allarme DSC è disponibile in permanenza, così come può essere definita da un Governo contraente>>. Nella regola 4 (“funzioni da svolgere”) del Cap. IV, parte A, inoltre si precisa cosa deve poter fare ogni nave in termini di trasmissione e ricezione di allarmi di soccorso ed in particolare nella regola 7 (“materiale radioelettrico – disposizioni generali “) si chiarisce che:<<ogni nave deve essere munita : di un impianto radioelettrico ad onde metriche che consenta di trasmettere e di ricevere: con DSC sulla frequenza 156,525 MHz (canale 70). Deve essere possibile far scattare sul canale 70 la diffusione di allarmi di soccorso dal posto di navigazione abituale della nave; con radiotelefonia sulle frequenze 156,300 MHz (canale 6) 156,650 MHz (canale 13) e 156,800 MHz (canale 16)>> Alla luce di tali emendamenti si capisce la necessità di dotare tutte le imbarcazioni di sistemi DSC, in grado di ricevere ed inviare sul canale 70 degli allarmi di soccorso. Le caratteristiche tecniche e funzionali della DSC sono stata formulate dalla “ITU Radiocommunication Assembly” la quale considerando il Capitolo IV della convenzione Solas ha deliberato la raccomandazione ITU-R M.493 e ITU-R M.541. In particolare nell’annesso 2 della raccomandazione ITU-R M.439 vengono definite le classi che caratterizzano un dispositivo DSC (dalla Classe A, che include tutte le funzioni definite nell’Annesso 1 della stessa raccomandazione, e necessario a tutte le unità che effettuano soccorso in mare per ricevere chiamate di allarme e comportarsi eventualmente da ripetitori, alla Classe G). I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 129 In tale contesto, facendo proprie le direttive internazionali sulla sicurezza in mare, è stato progettato e prodotto un ricetrasmettitore VHF/FM, I.M.M. DSC RTV1077, le cui caratteristiche sono di seguito allegate, con integrato il dispositivo DSC in Classe A che risponde a tutti i requisiti elencati nella regola 4 (“funzioni da svolgere”) del Capitolo IV della convenzione. Tale apparato, per il compito che deve svolgere, è dotato di due ricevitori di cui uno sul canale 70, per le comunicazioni di soccorso, e l’altro sintonizzato sul canale marino impostato. Il controller DSC (dotato di modem) implementa tutte le funzioni richieste dalla Classe A, compreso la gestione dell’interfaccia NMEA0183 (per il collegamento ad un ricevitore GPS per la localizzazione) e la gestione del collegamento ad una stampante seriale (per la stampa dei messaggi di allarme). Tale ricetrasmettitore, per quanto riguarda la parte DSC, è conforme alle prescrizioni tecniche indicate dalle raccomandazioni ITU-R M.493 e ITU-R M.541 ed inoltre è dotato di un modem dati interno che consente la trasmissione fino alla velocità di 9.6 kbit/s su canali con larghezza di banda di 25 kHz. Insieme al ricetrasmettitore è stato progettato e prodotto un ricevitore-controller DSC MF-HF, mod. DSC 1097, per conferire agli apparati MF-HF la capacità GMDSS per l’area A2, ed avendo tale dispositivo una uscita separata di B.F. associato ad un qualunque apparato HF ne estende la copertura fino all’area A2, così come definito nella regola 2 (“termini e definizioni” - punto 13) del Capitolo IV della convenzione. 6. Il sistema di centralizzazione TLC VoIP La diffusione massiccia dell’uso di Internet come rete globale di informazione e la crescente esigenza di riduzione dei costi di infrastruttura per la gestione ed il controllo di sistemi radio distribuiti lungo il territorio nazionale hanno portato ad un’inevitabile forma di convergenza tra la tradizionale rete a commutazione di circuito e la rete a pacchetto (IP) di impronta Internet. In tale contesto è stata realizzata per conto delle Capitanerie di Porto, una piattaforma di comunicazione, totalmente integrata, basata su tecnologia VoIP, con funzioni di controllo radio, in una rete LAN/WAN di tipo standard. Scopo di tale sistema, di seguito indicato UNICOM, è quello di realizzare un’infrastruttura in grado di servire comunicazioni di tipo voce tra terminali inseriti in reti IP geograficamente distribuite, ma afferenti ad un’unica Virtual Private Network che riesca a controllare ed utilizzare apparati radio in banda HF, VHF ed UHF. 130 – Capitolo 2 L’architettura del sistema di comunicazione presenta tre moduli fondamentali: o Terminali Utente VoIP; o Gateway radio VoIP; o Server. Il Terminale Utente VoIP costituisce l’interfaccia uomo-macchina comprensiva di display (touch screen), tastiera, microfono, cuffie e/o altoparlanti, con le seguenti funzioni base: comunicazioni audio punto-punto con altri terminali appartenenti alla rete; comunicazioni audio in conferenza con altri terminali appartenenti alla rete; accesso alle radio HF/VHF/UHF in modalità half-duplex (Push To Talk) tramite il gateway radio VoIP; meccanismi di preemption per l’accesso ai terminali radio; visualizzazione dei parametri caratteristici della risorsa radio in uso (tipologia radio, frequenza e/o canale di lavoro, segnalazione dello stato di ricezione e/o trasmissione, etc.); controllo della risorsa radio al fine di variare lo stato operativo, ad esempio cambiando la frequenza e/o il canale di lavoro ed altri parametri; visualizzazione dei messaggi DSC ricevuti dalle risorse radio abilitate a tale servizio; composizione messaggi DSC da inviare o come risposta o come richiesta di informazioni a natanti remoti; visualizzazione lista Terminali-Utente e Gateway radio disponibili in un determinato momento (con caratteristiche principali). Aggiornamento di tale lista in tempo reale; gestione di più 4/8 comunicazioni contemporanee; possibilità di inviare l’audio verso più comunicazioni attive contemporaneamente; scambio messaggi di testo (Instant Messaging) tra terminali; comunicazioni telefoniche su reti PSTN; Il Gateway radio VoIP rende fruibile, ai Terminali Utente, un qualsiasi ricetrasmettitore MF/HF, VHF e UHF di tipo tradizionale. Il Server presenta le classiche funzioni di un sistema centrale tra cui: gestire e supervisionare la rete; memorizzazione su database dei messaggi DSC ricevuti ed inviati; sistema di registrazione flussi audio che coinvolgano gli apparati radio; Proxy SIP; interfaccia verso la rete telefonica PSTN; funzioni di Instant Messaging. 2.2 TRACKING AND TRACING DEI CARICHI di Giuliano Lamoni Indice 1. 2 3. 4. 5. 6. Premessa .............................................................................................. 131 Breve descrizione tecnica dei dispositivi............................................. 133 Applicazioni del RFId.......................................................................... 137 Prospettive di sviluppo del RFId nei prossimi anni ............................. 139 Notizie in breve circa le sperimentazioni............................................. 140 Conclusioni .......................................................................................... 142 Consulente, esperto di intermodalità. 132 – Capitolo 2 2.2 TRACKING AND TRACING DEI CARICHI 1. Premessa Le condizioni di partenza per la gestione del trasporto si stanno modificando ad un ritmo molto veloce. Le strutture delle merci, i nuovi concetti logistici relativi alla velocità del flusso, con la crescente domanda di qualità, combinati con le nuove sfide attraverso la progressiva integrazione dei mercati europei, presentano ai gestori del traffico merci compiti nuovi estremamente complessi. La catena delle diverse funzioni del sistema deve essere organizzata in termini di una architettura di sistema perseguibile anche attraverso l’ausilio di strumenti telematici Per indiscutibili ragioni amministrative di gestione e di controllo delle aziende è sempre più indispensabile avere a disposizione tutti i dati che regolano, quantificano e, più in generale, descrivono le attività svolte. È chiaro che oltre certe quantità di dati si rende necessario l’uso di tecnologie per snellire le procedure gestionali previste quali ad esempio la gestione di carico e scarico di magazzino. Le principali funzioni in questione relative al settore delle flotte e delle merci sono: la gestione della logistica, la gestione delle flotte e delle risorse, il monitoraggio delle merci pericolose, la gestione del veicolo e del carico ecc. È su quest’ultimo aspetto che va collocata la funzione del tracking and tracing dei carichi. Per quanto concerne le due tecnologie (tracking e tracing) va precisato che si tratta di due strumenti molto diversi. Il primo, il codice a barre, ampiamente sperimentato e conosciuto che trova già nel settore della distribuzione in senso ampio, un larghissimo impiego e che si è imposto nel tempo come la tecnologia vincente per motivi di economicità ed affidabilità. L’altro invece, RFId, già molto diffuso in altri paesi, trova ancora molte resistenze in Italia a causa del costo delle singole tag e a causa dei mancati approfondimenti e ricerche mirati ad espanderne le applicazioni specifiche. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 133 2. Breve descrizione tecnica dei dispositivi CODICE A BARRE È la traduzione ottica di un codice numerico o alfa-numerico che permette di definire una entità. Tale traduzione attiva viene rappresentata sotto la forma di una alternanza di barre verticali e di spazi. Vi sono diverse soluzioni delle quali alcune ampiamente diffuse, (Le più note sono quelle utilizzate nei supermercati), altre vengono impiegate in settori specifici, altre ancora sono impiegate in determinati paesi. Il computer ha un lato debole che ne ha limitato l’efficienza, è l’interfaccia con l’esterno e l’acquisizione delle informazioni. Superato il supporto della scheda perforata, l’acquisizione di dati avviene tramite l’operatore umano ma da ciò derivano dei problemi come la lentezza e l’alta probabilità di errore. Esistono molti sistemi operativi nei quali la quantità e la frequenza degli oggetti da identificare sono tali da rendere impossibile ad un operatore captare i dati per trasmetterli al computer. Da questa esigenza è sorta una modalità di codifica dei dati adatta a sistemi automatici di rilevamento. Dall’inizio degli anni 70 si sono sviluppate diverse tecnologie di cui la più significativa è risultata il codice a barre. In tutti i casi il sistema di identificazione attraverso un codice a barre deve possedere quattro caratteristiche fondamentali che sono: - attendibilità; il codice a barre si è rivelato il sistema più attendibile grazie a verifica di alcuni parametri. Attraverso la cifra di controllo (check digit) ed un numero di digit fisso si ottiene un altissima attendibilità delle informazioni. - Automazione: mediante l’utilizzo di lettori, decodificatori e scanner vi è la possibilità di leggere il codice a barre in modo automatico e senza la presenza dell’operatore. - Precisione: a differenza di altri sistemi il codice a barre presenta una estrema precisione e ciò fa si che i sistemi basati sul codice a barre lavorano senza errori - Velocità: l’assunzione di dati da parte del calcolatore avviene molto più velocemente che in modo manuale. Quella del codice a barre è di fatto una tecnologia “acquisita” nella nostra cultura industriale e commerciale, che si articola in soluzioni già pronte ed utilizzabili alle esigenze di utenti diversi ed in applicazioni specifiche per compiti particolari. 134 – Capitolo 2 Proprio per queste sue caratteristiche di diffusione il codice a barre è sostanzialmente una tecnologia “matura” e a basso costo che per il momento mantiene una posizione forte sul piano della utilizzazione in vari settori ed anche nel trasporto e magazzinaggio. Ovviamente, tenuto conto dei notevoli sforzi che sono in corso per l’evoluzione del RFId, siamo portati a supporre che nel giro di alcuni anni il codice a barre resterà soppiantato in molti impieghi. Pertanto limitiamo a questo punto la nostra descrizione ed indagine e poiché non giova insistere su tecnologie esistenti e mature, ci concentriamo sulla tecnologia alternativa più promettente. DISPOSITIVI RFId Si tratta di un dispositivo che è un assortimento di tecnologie utilizzate per varie applicazioni che vanno dalla lettura dei containers per treni ad alta velocità, ad applicazioni del commercio al dettaglio; possono essere viste come un potenziale successore del codice a barre che, come detto, è la tecnologia di identificazione fino ad oggi prevalentemente utilizzata. Esistono due tipi di transponders (o tags) RFId attivi e passivi. Entrambi sono complessi nel disegno ma sostanzialmente semplici: sono composti di un chip e di una antenna montata in un substrato. Il chip rimane dormiente finché la sua antenna riceve un segnale di radio frequenza trasmesso da un interrogatore: questo segnale è usato per dare energia al chip e comunicare i dati all’interrogatore. Le tags oggi disponibili sul mercato hanno una frequenza operativa che va da 60 Khz fino a 5,8 GHz. Le tag passive oggi disponibili possono immagazzinare circa 64 bit di dati, che è quanto basta per una identificazione e una modesta quantità di altre informazioni e può essere letta da una distanza di circa 2 metri. Il lettore che ha inviato il segnale è anche quello che riceve indietro i dati dalla tag. Il lettore legge i dati, li può immagazzinare, evidenziare, spedire in altro luogo o effettuare una combinazione di queste operazioni. Le tag passive sono considerate solo di lettura e possono durare all’infinito. Diversamente le tag attive dispongono di una antenna ed un chip, proprio come quelle passive, ma contengono anche una sorgente di energia e sono in genere dotate di una piccola batteria. Questa energia rende la tag attiva più versatile nel senso che può, immagazzinare più informazioni, le informazioni possono essere cancellate, ed ha una distanza di lettura più ampia (fino a quindici metri). Lo svantaggio è che costano più delle tag passive, sono di misure più grandi e durano per la durata della batteria. In alcune di esse la I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 135 batteria può essere rimpiazzata e quindi si può estendere la durata della vita utile ma questo ovviamente aggiunge dei costi. La varietà del packaging che tiene insieme il transponder, l’antenna ed il circuito integrato, rende questa tecnologia adattabile a molte applicazioni. I più importanti vantaggi e svantaggi delle RFId possono essere riassunti come segue: Vantaggi - non richiesta visione in linea - lettura di molti items - ampia capacità di contenimento dati - capacità di leggere scrivere riscrivere - resiste ad ambienti difficili - disponibilità di diversi confezionamenti Svantaggi - costi elevati - mancanza di standards - non dimostrata la lettura di tutte le tags multiple - lettura impedita da metalli o liquidi - problemi sulla privacy degli utenti consumatori Sebbene le tecnologie RFId non siano ancora standardizzate, i dispositivi possono essere separati in base alla radio frequenza utilizzata. Tab. 1 RFID technologies LF 125 & 148 kHz HF 13,56 MHz UHF 300–1200 MHz MICROONDE 2,45 & 5,8 GHz ISO Standard 7810 18000-2 11784/5 TAG type Passive 15693 14443A 14443B 18000-3 Passive & half-passive Storage time (years) 10↔20 ~10 1↔8 1↔8 <1 1↔2 >> 10 Power supply Without power supply With battery (half-passive) or without (passive) ~ 10 (active tag) With battery (active) or without (passive) Applications Access Control, Animal tracing, POS Goods tracing smart card Luggage tracing Range (meters) 18000-6 18000-7 18000-4 18000-5 Active & Passive Active With power supply Goods tracing and identification 136 – Capitolo 2 Data Rates (kbit/s) Principal producers LF 125 & 148 kHz HF 13,56 MHz UHF 300–1200 MHz MICROONDE 2,45 & 5,8 GHz 0,5↔20 0,5↔53 80 40↔160 Texas Instruments, Philips (HITAG), Atmel Texas Instruments, Philips (I.Code), TagSys Philips (I.Code), Alien Technology La standardizzazione in ambito RFId riguarda da un lato gli standard di architettura e di protocollo e dall’altro gli standard per le emissioni di radio frequenza. Relativamente agli standard di architettura e di protocollo vi sono ambiti applicativi in cui gli standard sono già completamente definiti e ambiti dove il processo di unificazione degli standard non è ancora completato. Relativamente agli standard di radiofrequenza la situazione è più complessa perché questi devono tenere conto della allocazione delle frequenze disponibili ad impieghi vari. Risulta quindi difficile individuare una o più frequenze (o bande di frequenza) ed i relativi parametri operativi da riservare al RFId su scala globale. Nonostante questa complessità vi sono segnali che testimoniano l’avvio di un processo di convergenza su scala internazionale. Il completamento del processo di unificazione degli standard all’RFId è essenziale per favorire applicazioni interaziendali ed internazionali e permettere uno sviluppo realmente concorrenziale della filiera dell’offerta di soluzioni tecnologiche. Quanto al posizionamento dei tag sugli oggetti, occorre distinguere tra: - tag su singoli oggetti - tag a livello di imballaggio multiplo (colli, fardelli) allo scopo di identificare un raggruppamento di oggetti finalizzato alla movimentazione del sistema logistico - tag a livello di unità di handling (pallet, container ecc) o di trasporto (container) allo scopo di identificare un raggruppamento di oggetti finalizzato alla movimentazione e/o trasporto nel sistema logistico. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 137 3. Applicazioni del RFId Tra gli ambiti applicativi più consolidati, troviamo il controllo di avanzamento di produzione negli stabilimenti produttivi, la bigliettazione elettronica nel trasporto pubblico locale, il controllo accessi ed il ticketing, il sistema telepass sulle autostrade, l’identificazione e controllo degli animali di allevamento. Sono tutti ambienti in cui la validità di queste tecnologie è stata documentata e l’applicazione accompagnata da una sostanziale riorganizzazione dei processi impattati. Vi sono poi ambiti applicativi che possiamo definire sperimentali in quanto presentano relativamente poche applicazioni già in fase esecutiva e molti progetti pilota e sperimentazioni tecniche: è il caso della logistica di magazzino, e del trasporto merci per il quale l’RFId ha dimostrato la sua validità in contesti specifici e ci si attendono notevoli estensioni di impiego. Vi sono infine ambiti futuribili in quanto il valore delle tecnologie è stato immaginato a livello di concept ma devono ancora essere progettate le soluzioni tecnologiche e/o gestionali in grado di dare concretezza al concept stesso. Tutto questo in generale. Quanto al nostro paese, la ricerca ha evidenziato come la realtà italiana si collochi in una situazione contraddittoria, caratterizzata da una parte da alcune esperienze di rilievo (come ad es. quelle relative all’utilizzo di carte contactless RFId nel trasporto pubblico, e dall’altra da ambiti applicativi dove siamo più arretrati come ad es. la logistica di magazzino ed il trasporto delle merci. Logistica di magazzino Si tratta di un cluster ricco di progetti ed analisi ma ancora poco popolato di applicazioni in fase esecutiva. Le applicazioni a supporto dei processi logistici tipici di un centro di distribuzione delle merci, sono molto simili, mutatis mutandis, nei loro elementi essenziali a tutti i settori industriali. In termini generali questi progetti hanno l’obiettivo di valutare l’applicazione di tag RFId di tipo passivo sia HF che UHF per l’identificazione univoca delle unità di movimentazione all’interno dei magazzini. I benefici, rispetto al codice a barre potrebbero essere molteplici. In primo luogo una maggiore produttività nella identificazione delle unità di movimentazione, beneficio tanto più rilevante quanto più le unità di movimentazione da identificare sono numerose e piccole (cartoni, singoli pezzi ecc.) e/o richiedono di essere aperte. In secondo luogo una maggiore 138 – Capitolo 2 accuratezza nella identificazione della merce, in relazione alla totale automazione della “lettura” dei codici identificativi. Infine, come ricaduta indiretta dei due punti precedenti, una riduzione delle differenze inventariali tra scorta fisica e scorta contabile, con risvolti positivi in termini di migliore efficacia ed efficienza di gestione dei riapprovvigionamenti. Le applicazioni più avanzate in questo ambito riguardano comunque contesti nei quali i vantaggi delle tecnologie RFId sono molto evidenti. Un primo esempio riguarda l’utilizzo delle tecnologie RFId in magazzini con condizioni microclimatiche difficili, magazzini a temperatura controllata, magazzini sterili ecc. Un secondo esempio può essere quello del Consorzio Latterie Sociali Mantovane dove i tag RFId sono utilizzati per l’identificazione delle forme di grana nei magazzini di stagionatura. Oggi sono molte le imprese che stanno effettuando progetti pilota di tipo tecnologico nei loro centri distributivi. Questi progetti sono volti a giustificare quanto le tecnologie RFId siano affidabili nella identificazione delle unità di movimentazione, soprattutto quelle composite (es. un pallet con più colli ciascuno dei quali deve essere singolarmente giustificato un collo con più pezzi ecc) ed in presenza di merci che possono interferire con i campi elettromagnetici (liquidi e metalli ) testando diverse alternative tecnologiche in termini di standard e fornitori. Altre aziende stanno invece conducendo una analisi di fattibilità economica volta a verificare la sostenibilità dell’investimento necessario, tentando di quantificare possibilmente in termini monetari i benefici ottenibili. È pertanto ragionevole pensare che in tempi brevi dovrebbero essere risolti i principali problemi tecnologici e dovrebbero essere identificate con maggiore precisione le aree applicative più interessanti. Sono invece rare le applicazioni RFI promosse dai principali fornitori di servizi logistici per conto terzi. I più attivi sono i servizi postali ed i corrieri espresso internazionali che hanno più o meno tutti attivato specifiche strategie di test e delle tecnologie RFId (In Italia sono ancora modeste o nulle le effettive applicazioni) a supporto di processi logistici, motivati dalla esigenza di migliorare la produttività ed il servizio offerto ai propri clienti. (es. Poste Italiane Divisione Corrispondenza). La maggior parte degli operatori logistici che operano nel trasporto e nei servizi logistici tradizionali ( vedi ad es. DHL Italia) è invece in attesa di conoscere quali saranno le future richieste da parte del mercato. Qualche I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 139 operatore (Come ad es. Number one) sta comunque già operando con i clienti per ipotizzare scenari di adozione collaborativi. (Nel grafico che alleghiamo a tergo riguardante il ciclo di popolarità sulle tecnologie emergenti nel 2006, si può notare come l’RFId, a differenza di molte altre tecnologie è collocato nella fase discendente della disillusione ed è ancora lontano dal “plateau of productivity” e in termini di popolarità risulta richiedere circa da 5 a 10 anni per raggiungere una diffusione significativa) 4. Prospettive di sviluppo del RFId nei prossimi anni Negli ambiti applicativi sperimentali della logistica di magazzino e del trasporto delle merci, i prossimi anni dovrebbero essere utilizzati per estrarre il massimo valore dai risultati delle sperimentazioni e dai progetti pilota e per estendere il numero di applicazioni in quei contesti specifici nei quali le tecnologie RFId hanno già dimostrato la loro superiorità rispetto a quelle tradizionali. Due sono gli obiettivi di fondo non ancora pienamente raggiunti in questi ambiti che la sperimentazione dovrà cogliere: - la verifica di fattibilità tecnica l’analisi dell’impatto sui processi aziendali ed interaziendali La sperimentazione tecnica deve servire a sviluppare una approfondita conoscenza dei limiti delle opportunità delle tecnologie RFId nello specifico contesto e indirizzare la scelta verso la più adeguata tra le alternative disponibili. Inoltre occorre procedere alle opportune sperimentazioni in campo, dal momento che in questi contesti non si può operare in modalità plug & play e l’applicazione RFId va progettata ad hoc. Non va infatti sottovalutato lo scetticismo di molti manager che seppure condizionato dal timore del cambiamento, deve essere vinto con efficaci dimostrazioni di fattibilità tecnica direttamente sul campo. Infatti l’analisi dell’impatto sui processi aziendali ed interaziendali è fondamentale per la dimostrazione di fattibilità economica e per la più chiara definizione tecnica necessaria. Emblematico al riguardo l’esempio delle applicazioni logistiche nella filiera dei beni di largo consumo. Le principali aziende stanno ancora cercando di disegnare i modelli di adozione delle tecnologie RFId nella catena logistica che oltre alle caratteristiche dei tag e dei reader, delle definizioni degli standard di architettura e di radiofrequenza, cercano di costruire una ovvia corrispondente stima dell’analisi dei costi benefici. 140 – Capitolo 2 La verifica di come si svilupperanno i progetti attivati dai principali retailers internazionali quali Wal-Mart, Metro, Marks & Spencer,ecc. e da alcuni principali produttori quali Unilever, Procter & Gamble, Gillette ecc. darà certamente a breve indirizzi importanti. Questo sebbene non vi siano nel nostro paese aziende altrettanto importanti, non le esime dal lavorare insieme per costruire scenari applicativi di riferimento. Va segnalata una recente ed importante iniziativa in Italia mirata alla diffusione dell‘EPC (Electronic Product Code uno standard mondiale dell’RFId) uno degli standard vincenti che si sta progressivamente affermando nel mondo. È stato creato a Milano un nuovo laboratorio che vede collaborare assieme il Politecnico di Milano, Hp e Telecom Italia. Negli altri paesi le sperimentazioni di EPC sono trainate dai grandi retailer e in Italia non ci sono aziende altrettanto potenti in questo settore. Per le aziende che devono compiere valutazioni strategiche della tecnologia EPC/ RFId come sopra evidenziato è essenziale disporre di elementi oggettivi. Non a caso a fronte del grande battage sulle potenzialità del RFId i Retailer italiani sono rimasti per il momento alla finestra. Riportiamo a tergo i risultati di una inchiesta effettuata dalla associazione nazionale TTS Italia nel 2005, per uno studio sui sistemi di identificazione del veicolo e del carico, mirato a valutare le prospettive di impiego nel settore dei trasporti e logistico di codici a barre e RFId. I codici a barre risultano ampiamente conosciuti e la loro diffusione è ugualmente molto limitata, e non va oltre il 10% nel 2009. I secondi risultano essere più adottate perché leggibili e perché sopportano variazioni della temperatura e gli urti durante il trasporto. Ad ogni buon conto nella prospettiva del 2009, anche le targhette magnetiche, sicuramente non supereranno il 15%. Le rilevazioni realizzate da TTS si riferiscono anche alla diffusione in funzione del raggio medio di azione, in funzione della dimensione aziendale e alla dimensione dalla azienda se piccola o grande. 5. Notizie in breve circa le sperimentazioni. Aziende internazionali. - Nella metà dell’anno DHL fornirà ai propri clienti del nodo farmaceutico un RFId sensor tag che permetterà alle case farmaceutiche di seguire la temperatura e la shelf life dei prodotti distribuiti dalla stessa DHL. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 141 - DHL sta sviluppando un “RFId enabled smart box for factory operation and automation” assieme al Fraunohfer Institute. Il sistema può identificare i container e la loro posizione e monitorare le condizioni interne allo stesso. - Considerazioni di tipo ambientale stanno avvicinando Deutsche post al RFId. Il curier sta considerando di passare ad RFId passive labels con integrated display screen per evitare di consumare 500 milioni/anno di labels di carta. - L’università di Brema, combinando RFId con una rete di sensori, sta progettando in container intelligente che comprende informazioni sulla temperatura interna, ed altre condizioni ambientali. Il sistema monitoreggia molto oltre le attuali soluzioni telemetriche per supervisione remota. - Peter Melander (Scandinavian Airlines). L’industria e prossima a vedere il decollo dell’RFId nell’equipment delle linee aeree ma ha bisogno del supporto degli attori delle stesse linee. Le esperienze realizzate negli ultimo 10 anni nel tracking and tracing dei carrelli hanno insegnato alla industria su come e dove sviluppare i nuovi passi nel settore. - Stefan Reidy. IBM Global Business services. IBM sta preparando una dimostrazione sul campo del suo SOA (Services Oriented Architecture) sullo shipment Information System. - Sybren Tuinstra .(TNT express) TNT trasporta laptops da una fabbrica in Cina ad un centro di distribuzione in Germania. Utilizza i dati raccolti attraverso una supply chain dotata di RFId arricchita da una varietà di soluzioni. L’obiettivo e quello di tracciare l’elettronica di grande valore ed utilizzare i dati RFId lungo la catena logistica. - L`impresa di produzione di abiti sportivi Gardeur AG sta sperimentando di applicare tag RFId agli abiti che passano dalla produzione ai magazzini utilizzando tag riusabili. Il risultato è stato così positivo che si pensa di estenderlo a tutta l’attività aziendale. Aziende nazionali Tappetificio Radici Produce e commercializza tappeti e moquettes. Utilizza da tempo la tecnologia RFId per la gestione delle attività all’interno del magazzino moquette. Ogni pezza viene taggata e da questo momento le attività di stoccaggio taglio e prelievo per la spedizione vengono gestite con il supporto RFId. I tag utilizzati contengono unicamente il codice identificativo del prodotto e sono letti e recuperati in fase di spedizione. Con i codici a barre precedentemente utilizzati infatti si avevano spesso problemi di lettura e l’operatore doveva scendere dal muletto per una verifica diretta. 142 – Capitolo 2 Goldwin È uno dei primi produttori nel settore dell’abbigliamento sportivo che distribuisce un numero importante di marchi. Goldwin Europe ha la sede logistica a Segrate. Su ogni prodotto in fase di produzione viene alloggiato un tag contente informative sul codice prodotto, colore, taglia ecc. in modo di avere un codice identificativo per ogni capo. I capi sono poi raggruppati per colli in base all`ordine del cliente finale e spediti al centro logistico di Segrate. Qui ogni singolo collo passa attraverso un varco dotato di lettore RFId per confrontarne il contenuto con l`ordine emesso. Lombardini Il gruppo conta circa 700 punti di vendita dislocati in Italia. Nel 2004 ha iniziato un programma per studiare e capire meglio la tecnologia RFId. Ad oggi sono ancora allo studio possibili aree interne di adozione legate alla movimentazione e riconoscimento dei pallets. La possibilità di leggere in maniera automatica anche il singolo collo offrirebbe sicuramente grossi vantaggi per la tracciabilità ed il miglioramento delle spedizioni ma per il momento l’implementazione a questo livello è prematura. Number one Number one, spin off del gruppo Barilla, è oggi in Italia il maggiore operatore logistico nel settore grocery. L’azienda, pur esprimendo interesse verso la tecnologia RFId, si trova in una fase “conoscitiva”. L’RFId viene considerata una tecnologia che può portare benefici per quei processi non coperti da tecnologie esistenti. Ad es. il progetto tracciabilità identifica gli articoli solo fino al livello pallet, mentre la tecnologia RFId consentirebbe di supportare anche l’attività di picking e i rientri dei prodotti dal mercato con evidenti vantaggi. 6. Conclusioni Questi flash sulle iniziative ed attività di sviluppo delle tecnologie RFId vogliono confermare il fatto che, in giro per il mondo, e, anche se in misura ridotta, nel nostro paese, è in corso una intensa ricerca di nuove applicazioni anche nei settori del trasporto e magazzinaggio mirate al contenimento dei costi ed alla efficienza della logistica. In verità per quanto concerne l’Italia ci collochiamo in una situazione in un certo modo contraddittoria, caratterizzata da un a parte da alcune esperienze di I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 143 un certo rilievo (vedi ad es. carte contactless RFId nel trasporto pubblico) e dall’altra da ambiti applicativi in cui siamo più arretrati (ad esempio la logistica di magazzino ed il trasporto delle merci. I protagonisti sono molti ma si collocano tutti a livello di grandi aziende che possono investire per una razionalizzazione delle imprese e miglioramento delle loro performances. Ora, se questo ci conforta sulle reali prospettive di un più largo impiego di tecnologie RFId, ci deve anche far riflettere sul fatto che nel nostro sistema di logistica nazionale potranno usufruire dei vantaggi dello sviluppo delle RFId soprattutto le aziende strutturate che hanno fatto della logistica un business a carattere industriale. Infatti il tema va posto proprio in termini di distinzione tra trasporto industriale e non. Sarà ovviamente e soprattutto il trasporto industriale attraverso i suoi molteplici attori a dotarsi di strumenti più sofisticati e a investire per i loro sviluppo, piuttosto che la categoria amplissima di aziende medie ed artigianali che non avrebbe accesso a tali iniziative se non attraverso gruppi e programmi di ricerca multicliente. In altri termini si vuol dire che sarebbe auspicabile uno sforzo di ricerca e sviluppo da parte di gruppi di operatori con interessi coincidenti. Non mancano certamente le fonti di finanziamento tra quelle del Ministero della ricerca e quelle dell`albo dei trasportatori. 144 – Capitolo 2 2.3 TECNOLOGIE FERROVIARIE INNOVATIVE PER LA SICUREZZA E LA CIRCOLAZIONE DEI TRENI di Enzo Marzilli Indice 1. 2. 3. 4. 5. Premessa .............................................................................................. 146 Interoperabilità ................................................................................... 146 Il Progetto AV/AC: i Corridoi interoperabili................................... 149 L’innovazione tecnologica: i Sistemi ATP e ATC ............................ 152 4.1 I Sistemi ATC: ERTMS ........................................................... 154 4.1.1 Principi base di ERMTS/ETCS ............................................... 155 4.1.2 L’ERMTS/ECTS di Livello 2................................................... 160 4.2 I sistemi ATP: SCMT e SSC.................................................... 168 4.2.1 Il Sistema controllo marcia treno (SCMT) ............................. 168 Conclusioni .......................................................................................... 181 RFI – Rete Ferroviaria Italiana, Direzione Norme, Standard, Sviluppo e Omologazione 146 – Capitolo 2 2.3 TECNOLOGIE FERROVIARIE INNOVATIVE PER LA SICUREZZA E LA CIRCOLAZIONE DEI TRENI 1. Premessa I principali gestori delle infrastrutture ferroviarie e le principali imprese di trasporto in Europa hanno avviato in modo graduale, ma sempre più intenso, un processo di introduzione delle tecnologie innovative (GSM-R, GPS, ERTMS, Interlocking a microprocessore, Sistemi di gestione della Circolazione Computerizzati, etc) allo scopo di rispondere alle esigenze del mercato (traffico passeggeri e merci) con criteri di ottimizzazione delle risorse, innalzamento degli standard di sicurezza, promozione dell’interoperabilità ferroviaria e della standardizzazione dei componenti. 2. Interoperabilità L’Europa dal punto di vista ferroviario è stata ed è tutt’ora caratterizzata da un insieme eterogeneo di sistemi di segnalamento che, pur presentando, in taluni casi i medesimi principi di funzionamento, risultano del tutto incompatibili dal punto di vista tecnologico. Alla fine degli anni ’80 furono dunque avviati alcuni studi preliminari con l'obiettivo di realizzare un sistema ferroviario paneuropeo integrato ed interoperabile. Per la prima volta i principali operatori ferroviari europei, le industrie del settore ed i Ministeri dei Trasporti si riunirono attorno ad un tavolo per tracciare le linee guida del nuovo standard ERTMS (European Railway Traffic Management System) ponendosi i seguenti obiettivi: stabilire uno standard di segnalamento comune che fungesse da base per l'interoperabilità della rete ferroviaria Trans-Europea. E questo non solo all'interno dei confini dell'Unione Europea, ma prevedendone l'estensione anche alle reti dell'Europa Centrale ed Orientale; creare un mercato unico che conducesse ad una significativa riduzione dei costi delle apparecchiature e, contemporaneamente, innalzasse le case costruttrici europee a leader mondiali del settore; ottimizzare il trasporto ferroviario, sia in termini di profitto per gli operatori che di qualità percepita dal cliente finale, garantendo allo stesso tempo: risparmio energetico, salvaguardia dell'ambiente e alta sicurezza. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 147 L'interoperabilità è definita come lo sforzo per rendere compatibili ed operativi i diversi sistemi ferroviari nazionali degli Stati membri. Ad esempio, la qualificazione professionale dei macchinisti è completamente diversa negli Stati membri e dipende in gran parte dalle aziende ferroviarie stesse. Per progredire verso l'interoperabilità, adottare approcci e metodi comuni, compresi gli scambi di esperienze ed informazioni. EBICAB 700/L 10000 ATB/ ATB-NG EBICAB 900 ZUB 123 AWS INDUSI/LZB/SELCAB KHP TBL INDUSI/LZB TVM/KVB EVM ASFA/LZB EBICAB 700 SIGNUM 04ATR654 BACC/RSDD L’interoperabilità si fonda su un insieme di condizioni per ottemperare a requisiti essenziali, con riguardo a tematiche quali la sicurezza, l’affidabilità, la disponibilità, la tutela della salute e dell’ambiente, la compatibilità tecnica di sottosistemi e componenti. E’ consuetudine distinguere due aspetti dell’interoperabilità: l’aspetto propriamente ‘tecnologico’ legato alla specificazione e realizzazione delle interfacce tra sottosistemi di terra e sottosistemi di terra che concorrono a realizzare l’Interoperabilità tecnica che consiste nella libera circolazione del materiale rotabile, inclusi i mezzi di trazione; l’aspetto insieme “tecnologico e normativo” legato alla specificazione delle norme comuni necessarie a realizzare l’Interoperabilità operativa che consiste nella libera circolazione del materiale rotabile, inclusi i mezzi di trazione e dell’equipaggio. L’interoperabilità mira a: 148 – Capitolo 2 stabilire le condizioni, relative alla progettazione, costruzione, assetto e gestione delle infrastrutture e del materiale rotabile, che devono essere soddisfatte; eliminare le “barriere” tecniche ed organizzative, per poter realizzare, nel territorio comunitario, la circolazione dei treni sicura e senza soluzione di continuità tra reti di gestori diversi. Ai fini della realizzazione di tali principi sono state emanate dalla Comunità Europea: la Direttiva 96/48/CE “relativa all'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo ad Alta velocità”, recepita in Italia con il D.Lg.vo n° 299 del 24 maggio 2001; la Direttiva 2001/16/CE “relativa all'interoperabilità del sistema ferroviario transeuropeo convenzionale”, che il nostro Paese ha recepito con D.Lg.vo n° 268 del 30 settembre 2004. La realizzazione dell’interoperabilità sulle linee ad Alta Velocità/Alta Capacità (AV/AC) e sulle linee convenzionali è disciplinata dalle Specifiche Tecniche di Interoperabilità (STI). La Commissione Europea ha incaricato l’AEIF (Associazione Europea per l’Interoperabilità Ferroviaria) di elaborare le STI sia per le linee AV che per le linee convenzionali. Tale attività è stata formalmente svolta dall’AEIF fino a dicembre 2004. Successivamente il Regolamento UE n° 881 del 2004 ha istituito l’Agenzia Ferroviaria Europea (ERA: European Railway Agency) che ha di fatto rilevato le attività precedentemente svolte dall’AEIF e ha ampliato il proprio ambito di competenza1. L’ERA ha il compito di innalzare il livello di sicurezza e di interoperabilità delle linee ferroviarie europee e quindi di promuovere l’integrazione tecnologica e la competizione industriale nel mondo ferroviario europeo. 1 La struttura dell’Agenzia, i principali compiti e le metodologie di lavoro sono descritte nel regolamento UE n°.881/2004. L’Agenzia è governata da un Comitato Amministrativo composto da un rappresentante di ognuno degli Stati membri, da quattro rappresentanti della Commissione e da sei rappresentanti del settore ferroviario. Il Direttore Esecutivo, nominato dal Comitato Amministrativo, gestisce un organico a staff di 90 membri per la maggior parte professionisti provenienti dalle ferrovie europee. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 149 Come parte della politica di trasporto comune, la Comunità Europea ha adottato una legislazione mirata a tracciare un percorso graduale per la realizzazione di un sistema ferroviario europeo, integrato sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista della normative. Ciò consiste nello sviluppo e nell’implementazione delle STI e nell’adozione di un approccio comune alle questioni concernenti la sicurezza ferroviaria. La Sicurezza Ferroviaria è entrata recentemente a far parte delle competenze dell’Unione Europea tramite la Direttiva 2004/49/EC sulla sicurezza delle ferrovie comunitarie, parte del cosiddetto “secondo pacchetto ferroviario”. Tale Direttiva definisce un modello per la gestione e la normativa della sicurezza nell’ambito delle ferrovie in Europa. Essa richiede che gli Stati membri istituiscano un’Autorità per la Sicurezza Ferroviaria ed un Organismo indipendente per le inchieste sugli incidenti ferroviari. Alle Imprese Ferroviarie ed ai Gestori delle Infrastrutture vengono rilasciati Certificati di Sicurezza ed Autorizzazioni per l’Esercizio dalle rispettive Autorità per la Sicurezza Nazionale. Tale Direttiva definisce un modello per la gestione e la normativa della sicurezza nell’ambito delle ferrovie in Europa ma lascia agli Operatori Ferroviari un certo margine per l’introduzione graduale delle misure proposte. Compito dell’Agenzia Ferroviaria Europea è tracciare un percorso per l’adozione di metodi e target comuni per la sicurezza, la definizione di indicatori comuni e l’armonizzazione della documentazione relativa alla certificazione di sicurezza. 3. Il Progetto AV/AC: i Corridoi interoperabili Per l’Italia, gli obiettivi principali connessi con il Progetto AV/AC possono essere così riassunti: trasformare il sistema ferroviario nazionale in un sistema Alta VelocitàAlta Capacità (con possibilità di traffico dedicato sia ai passeggeri che alle merci), con una capacità complessiva superiore al doppio dell’attuale; riqualificare e specializzare quindi le linee esistenti per il trasporto locale, regionale, merci; aumentare l’operatività delle linee esistenti con il fine di creare numerose interconnessioni per porti, interporti, aeroporti; dare un nuovo assetto funzionale alle aree metropolitane con riorganizzazione del trasporto urbano realizzando l’integrazione con i flussi di traffico merci nazionali e internazionali. 150 – Capitolo 2 Ciò dovrà costituire una parte della rete italiana ad Alta Velocità integrandosi con la rete AV/AC europea e con i corridoi trasnazionali europei stabiliti a livello degli Stati membri alcuni dei quali attraversano le linee ferroviarie italiane per integrare il trasporto con le autostrade del mare che aprono il Mediterraneo attraverso il canale di Suez ai porti del Middle e Far East, soprattutto di India e Cina. Parallelamente alla definizione, progettazione realizzazione e messa in servizio delle linee ad Alta Velocità iniziata nel 1991 i trattati e le direttive comunitarie (Trattato di Maastricht del 1992, Direttiva 96/48 del 1996) imponevano agli Stati membri di dotarsi di una rete ferroviaria interoperabile. Ciò in via prioritaria sugli assi ferroviari ad Alta Velocità di nuova costruzione ed anche in futuro sulle linee convenzionali adottando una opportuna strategia di migrazione dei sistemi di segnalamento preesistenti verso l’ERTMS/ETCS (European Train Control System). Nella figura seguente è mostrata la Rete Ferroviaria Italiana sulla quale è stata dichiarata all’Unione Europea la strategia di migrazione verso l’ETCS. Sono previste implementazioni a breve, medio e lungo termine con il tipo di attrezzaggio e livello ETCS impiegato e le possibili sovrapposizioni sui sistemi di segnalamento preesistenti. Legenda 1 ETCS Lev 1 overposed On SCMT ETCS Lev 2 only ETCS lev.2 (foreseen at very short term) Roma – Napoli ETCS lev.2 overposition (foreseen at medium term) Firenze – Roma ETCS lev.2 (foreseen at short term) Bologna – Firenze SCMT/BACC + + possible ETCS lev 1 (short term) Medium term before 2010 Long term after 2010 (all other blue lines) Short term before 2008 Very Short term before 2005 Legenda 2 ETCS lev.2 (foreseen at short term) Milano – Bologna SCMT/BACC + + possible ETCS lev 1 (short term) Verona - Bologna ETCS lev.2 (foreseen at medium term) Milano – Venezia SCMT/BACC + + possible ETCS lev 1 (short term) ETCS lev2 (foreseen at medium term) Milano – Alessandria – Genova Milano – Chiasso (Zurigo) Milano – Torino (Lione) SCMT/BACC + + possible ETCS lev 1 (short term) ETCS lev2 (foreseen at medium term) Verona – Brennero (Innsbruck) ETCS lev.2 (foreseen at short term) SCMT/BACC + + possible ETCS lev 1 (short term) ETCS lev2 (foreseen at medium term) Milano - Domodossola (Berna) I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 151 152 – Capitolo 2 Corridoi Transeuropei programmati 4. L’innovazione tecnologica: i Sistemi ATP e ATC L’introduzione sempre più intensa delle tecnologie di terra e di bordo nel mondo ferroviario nasce dalla necessità di svolgere il servizio potendo aumentare il traffico e le velocità d’esercizio garantendo tuttavia alti livelli di sicurezza, affidabilità e disponibilità. Per assicurare un servizio regolare e sicuro sia sulle linee convenzionali, sia sulle linee ferroviarie ad alto traffico ed esercite con mezzi che raggiungono velocità fino a 300 km/h è necessario che il macchinista sia adeguatamente informato sulla distanza da percorrere e sulla velocità che può essere mantenuta. È inoltre necessario tenere in considerazione la distanza di frenatura, relativamente lunga nel caso di servizio ad Alta Velocità. La I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 153 procedura convenzionale è quella di usare i segnali fissi di linea per fornire al macchinista indicazioni riguardanti lo spazio libero e la massima velocità consentita. Col passare del tempo sono stati introdotti sistemi di controllo della marcia del treno sempre più sofisticati, al fine di integrare e sostituire completamente i segnali di linea. Per quanto concerne il loro funzionamento è necessario distinguere tra sistemi a protezione automatica del treno (ATP: Automatic Train Protection) e sistemi a controllo automatico del treno (ATC: Automatic Train Control). Sistemi ATP Il sistema di protezione automatica del treno ha come principale scopo l'integrazione a bordo del sistema di segnalamento di linea, per garantire che il macchinista rispetti le indicazioni dei segnali. Il sistema normalmente non interviene se la guida è corretta, interviene invece sempre per fermare il treno prima di un punto pericoloso, nel caso di errato comportamento del macchinista stesso. Nel paragrafo 4.2 saranno descritti i sistemi SCMT (Sistema di Controllo della Marcia del Treno) e SSC (Sistema di Supporto alla Condotta) sviluppati e realizzati in Italia per l’esercizio delle linee convenzionali che possono essere classificati come sistemi ATP. I sistemi SCMT e SSC sono sistemi nazionali che si sovrappongono ai sistemi di segnalamento BEM, BCA, BAcc esistenti. In particolare SCMT si integra con il BAcc. Sistemi ATC Il sistema di controllo automatico del treno svolge tutte le funzioni già menzionate in relazione al sistema ATP, di cui rappresenta un’evoluzione tecnologica, ed inoltre fornisce al Personale di Condotta informazioni circa la visualizzazione della massima velocità permessa e della massima distanza percorribile nonché altre informazioni di carattere ausiliario. Il sistema ERTMS/ETCS specificato in ambito europeo è classificabile come sistema ATC. Sarà descritto nei capitoli seguenti. I sistemi ERTMS/ETCS Livello 1 e Livello 2 possono essere integrati e co-esistere con i sistemi di segnalamento nazionali pre-esistenti come specificato dalle normative europee. 154 – Capitolo 2 4.1 I Sistemi ATC: ERTMS ERTMS è il sistema ATC introdotto per ottenere l’interoperabilità sulla rete ferroviaria europea. I vantaggi attesi dal nuovo sistema consistono nella possibilità di far viaggiare i treni su tutta la rete europea interoperabile senza dover cambiare alle frontiere il personale di macchina o il materiale rotabile, nell’incrementare la sicurezza del traffico nazionale e internazionale, nel migliorare la gestione del traffico passeggeri e merci, nella possibilità di introdurre gradualmente la nuova tecnologia, nell’aprire il mercato della produzione ferroviaria ad una competizione estesa a livello europeo. Il sistema è composto dal nuovo sistema di controllo e comando ETCS (European Train Control System) e da GSM-R (Global System for Mobile Communications - Railways), un sistema di comunicazione radio per voce e dati derivato dal GSM. Nel sistema ERTMS/ETCS si sono distinti tre differenti livelli applicativi per permettere ad ogni ente ferroviario nazionale di stabilire il livello maggiormente appropriato alle proprie infrastrutture, alle prestazioni volute e alle proprie strategie di investimento. I tre livelli sono distinti principalmente in base all’equipaggiamento utilizzato nel sottosistema di terra e nel sottosistema di bordo, in relazione alla modalità di trasferimento delle informazioni tra terra e bordo e in relazione alle funzioni processate nei due sottosistemi. Il Livello 1 si basa su EUROBALISE per la trasmissione discontinua dei dati dalla terra al treno e viene applicato sopra il sistema di segnalamento già esistente. Il livello 2 si basa su EURORADIO (GSM-R) per la trasmissione continua via radio dei dati tra la terra e il treno e su EUROBALISE per la trasmissione discontinua e non richiede la presenza dei segnali lungo linea. Il livello 3 si distingue dal livello 2 per l’introduzione a bordo del sistema per la valutazione dell’integrità del treno. I treni equipaggiati con ERTMS/ETCS possono viaggiare sulle linee equipaggiate con i sistemi nazionali di controllo treno e supervisione della velocità grazie ad un equipaggiamento di bordo denominato STM (Specific Transmission Module). I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 155 4.1.1 Principi base di ERMTS/ETCS Come accennato prima il sistema ERTMS è costituito da due sottosistemi indipendenti dal punto di vista tecnologico ma fortemente integrati nelle funzionalità: 1) ETCS, che definisce uno standard di comunicazione tra terra e bordo per il segnalamento; 2) GSM-R, che rappresenta il supporto trasmissivo su cui si basano le comunicazioni dati ETCS ed anche le comunicazioni vocali. Forniremo di seguito alcuni elementi base di funzionamento del sottosistema ETCS. Dal punto di vista funzionale ETCS è a sua volta costituito da un sottosistema di bordo ed un sottosistema di terra. ETCS può operare in base a 5 livelli operativi che possono essere selezionati dal Personale di Condotta (PdC) o dal sistema sulla base del tipo di attrezzaggio dell’infrastruttura su cui il treno attrezzato con bordo ETCS si trova a dover operare. Il livello “nazionale” di funzionamento è costituito dal Sistem Transmission Module (STM), che prevede l’esercizio di ETCS su linee attrezzate con sistemi “nazionali”. Un apposito modulo integrato con o esterno al bordo ETCS fornirà a quest’ultimo le informazioni trasmesse dal sistema nazionale ai fini del controllo della marcia del treno. Livelli ERTMS/ETCS L’obiettivo di ETCS come parte di comando e controllo treni interoperabile dell’ERTMS, è quindi la creazione di un sistema di comando dei treni armonizzato a livello europeo. La standardizzazione riguarda in particolare la trasmissione delle informazioni tra binario e veicolo (interfacce aeree o “Air Gap”). Le informazioni che devono essere trasmesse tramite i componenti del sistema ETCS possono essere ricavate o derivate dagli impianti di sicurezza preesistenti. ETCS è suddiviso in vari gradi di attrezzatura e di funzione, detti livelli. La definizione dei livelli dipende dall’attrezzatura della tratta e dalla modalità di trasmissione delle informazioni al treno. Al treno vengono essenzialmente trasmessi il consenso per la corsa e la rispettiva informazione sulla tratta, che sono indicati al macchinista nella cabina di guida (“cab signalling”) con un’interfaccia standard definita dalle specifiche ERTMS. Un veicolo dotato di attrezzatura e funzionalità ERTMS/ETCS complete (EuroCab) può circolare senza limitazioni tecniche sulla tratta con tecnologia ETCS. 156 – Capitolo 2 ETCS – Livello 0 Se un veicolo ETCS viene impiegato su una tratta non ETCS, si parla di livello 0. L’attrezzatura a bordo sorveglia solo la velocità massima del treno. Il macchinista può viaggiare in base ai segnali esterni nazionali e con il sistema di segnalamento nazionale esistente. ETCS – Livello STM STM rappresenta un’attrezzatura supplementare a bordo e consente ai sistemi nazionali di sicurezza dei treni di essere letti e interpretati dall’apparecchiatura ETCS del veicolo. Questo è il modo in cui durante un periodo di transizione (fase di migrazione) i sistemi di sicurezza dei treni in uso possono essere integrati in ETCS utilizzando attrezzature a bordo e senza bisogno di investire nell’attrezzatura sul binario (parte ETCS di terra). In tal caso è un STM di tipo europeo. L’STM di tipo Nazionale utilizza invece le informazioni del sistema nazionale integrandosi ed utilizzando l’hardware ed il software del ERTMS/ETCS ma con un’interfaccia nazionale. ETCS – Livello 1 ETCS livello 1 è un tipo di segnalamento con ripetizione discontinua delle informazioni provenienti da terra in cabina di guida che può essere sovrapposta al segnalamento preesistente e ad esso si interfaccia. Le informazioni dei segnali luminosi del sistema di segnalamento preesistente vengono captate tramite adattatori di segnale e codificatori di telegrammi (Encoder o LEU -Lineside Encoder Unit-) e, insieme ai dati di tratta, vengono trasmessi al veicolo in modalità puntiforme tramite delle antenne passive poste sulle traverse dei binari (EuroBalise) sotto forma di segnali digitali. In base a questi dati il calcolatore di bordo, dopo la captazione dei dati di terra via antenna di bordo posta nel sottocassa dei rotabile, calcola e sorveglia costantemente la velocità massima consentita e la curva di frenatura. Poiché viene utilizzata la trasmissione puntiforme dei dati, il treno deve transitare sulla relativa EuroBalise per poter ricevere tramite l’antenna di bordo una nuova informazione per la sua marcia. L’inserimento di ulteriori EuroBalise (cosiddette “Balise Infill”) o di un antenna distribuita lungo una parte del binario (EuroLoop) permette la trasmissione al SSB della successiva informazione in anticipo. L’EuroLoop è il prolungamento dal punto di vista funzionale dell’EuroBalise per una determinata distanza e consente la trasmissione semicontinua dei dati al veicolo per mezzo di un cavo elettrico radiante. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 157 Altra possibilità di infill previsto da ERTMS/ETCS è quella via radio con il GSM-Red, un Radio infill Unit interfacciato al sistema di segnalamento (tramite LEU), attualmente in fase di primo sviluppo ed implementazione sulla parte italiana del corridoio Rotterdam–Genova. Realizza un ATC (Automatic Trani Control) dei treni di tipo discontinuo o semidiscontinuo con cab signalling interoperabile e blocco fisso. ETCS – Livello 2 ETCS livello 2 è un sistema radio digitale di segnalamento in sicurezza dei treni. Il macchinista riceve il consenso per la corsa e le informazioni equivalenti del segnale luminoso in cabina di guida. Ad esclusione di alcune tavole di avviso non luminose per i casi di degradi, è quindi possibile rinunciare ai segnali luminosi esterni. Sono necessari l’informazione di binario libero (circuiti di binario o conta assi) per la supervisione della completezza del treno lungo il binario, informazioni queste ricevute dagli apparati di segnalamento tradizionali o già esistenti. Tutti i treni ad intervalli spaziali e temporali regolari segnalano via radio automaticamente la propria posizione e direzione di marcia al Posto centrale di tratta (RBC: Radio Block Centre). I movimenti del treno sono costantemente sorvegliati da un posto centrale. Il consenso per la corsa, insieme ai dati sulla velocità e ai dati di tratta, viene trasmesso in modo continuo al veicolo tramite il GSM-R. Le boe/balise o meglio EuroBalise perché interoperabili secondo gli standard UNISIG, vengono utilizzate come semplici balise passive di localizzazione, come “pietre chilometriche elettroniche”. Tra una balise di localizzazione e l’altra il treno aggiorna la propria posizione tramite dei sensori (sensori assiali, rilevatori di accelerazione e radar dispositivi che costituiscono l’odometria). Le balise di localizzazione servono da punti di riferimento per la correzione degli errori del sistema di calcolo dello spazio percorso da parte del sottosistema di bordo. Il calcolatore di bordo sorveglia costantemente i dati trasmessi e la velocità massima consentita dalle caratteristiche del treno e della infrastruttura comandando in automatico la frenatura di emergenza se necessario. E’ il livello ETCS implementato nelle tratte AV/AC italiane già attivate (Roma-Napoli e Torino-Novara) e nelle tratte AV/AC da attivare. Realizza un ATC dei treni di tipo continuo con cab signalling interoperabile e blocco fisso. ETCS – Livello 3 Nel livello 3 ETCS non sono più necessari i dispositivi fissi per la rilevazione del binario libero (circuiti di binario o conta assi) necessari nel Livello 2 ETCS per la verifica della coda treno. Come per ETCS livello 2, i treni si 158 – Capitolo 2 autolocalizzano tramite Eurobalise di localizzazione (si prevede in un prossimo futuro di poter utilizzare al loro posto il GPS Galileo) e sensori (sensori assiali, rilevatori di accelerazione e radar) e devono anche essere in grado di effettuare la verifica della completezza del treno con il massimo grado di sicurezza. L’autorizzazione al transito sulla tratta non viene più trasmessa per sezioni di tratta a distanza predefinita. Con ETCS livello 3 si abbandona così la classica circolazione a blocco fisso e con intervalli di localizzazione sufficientemente brevi si ottiene un’autorizzazione continua al transito, il distanziamento dei treni si avvicina al principio della circolazione a distanza di frenatura assoluta (Blocco Mobile o Moving Block). E’ la fine della curva di frenatura del treno lepre l’inizio della sezione occupata a valle e rappresenta così il punto protetto. Realizza un ATC dei treni di tipo continuo con cab signalling interoperabile e blocco mobile . In ogni Livello ETCS il sottosistema di bordo presuppone obbligatoriamente l’implementazione del Livello precedente. La Figura 3.1 descrive i livelli di ETCS. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 159 Fig. 3.1 Livelli ETCS ERTMS/ETCS - livello 1 - Integrazione con i segnali ottici, blocco fisso ETCS - vuoto - vuoto LIV 1 Balise ETCS Roma, 23.02.99 ERTMS/ETCS - livello 1 - Integrazione con i segnali ottici, blocco fisso con "Infill" ETCS - vuoto - vuoto LIV 1 Balise Loop ETCS Roma, 23.02.99 ERTMS/ETCS - livello 2 - blocco fisso ETCS - vuoto LIV 2/3 LIV 1 Balise ETCS Roma, 23.02.99 ERTMS/ETCS - livello 3 - Blocco mobile Integrità ETCS LIV 3 LIV 2/3 LIV 1 Interlocking e Radio Block Centre Balise ETCS Roma, 23.02.99 ERTMS/ ETCS Applicazione - STM Operazioni - STM ETCS STM a bordo Sstema Non-ETCS ETCS Roma, 23.02.99 Il ERTMS/ETCS prevede 3 Livelli di implementazione con differenti tipologie di attrezzaggio a terra e bordo tutte con funzionalità di ATC (Automatic Train Control) al fine di rendere comunque ed interoperabile uniforme la funzionalità e visualizzazione grafica per i macchinisti. Il Livello 1 realizza un ATC discontinuo e può essere integrato con funzioni di Infill (riempimento) tramite boe, Loop o Unità Radio (GSM-R) di Infill (in caso di utilizzo del segnalamento luminoso laterale realizza l’interoperabilità tecnica ma non operativa). Il Livello 2 realizza un ATC continuo con distanziamento di tipo discreto (necessità di rilevamento coda treno tramite circuiti di binario o conta assi) e possono essere non necessari i segnali laterali luminosi (realizzando l’interoperabilità tecnica e operativa). Il Livello 3 realizza un ATC di tipo continuo con possibilità di Blocco Mobile perché utilizza fra il rilevamento sicuro della coda treno (realizza l’interoperabilità tecnica e operativa). Il ERTMS/ETCS prevede anche modulil di traduzione del segnalamento tradizionale sul SSB detti STM per consentire l’utilizzo dell’interfaccia e dei dispositivi di comando e controllo ETCS su infrastruttura non interoperabile (realizza l’interoperabilità tecnica ma non operativa) L’interoperabilità operativa implica la non necessaria conoscednza del sistema di segnalamento nazionale esistente. 160 – Capitolo 2 4.1.2 L’ERMTS/ECTS di Livello 2 Generalità Il sistema di segnalamento per le tratte AV/AC è composto da un sottosistema di gestione della via deputato al controllo e comando degli enti delle stazioni e dei percorsi o itinerari dei treni ed un sottosistema di distanziamento dei treni. I due sottosistemi utilizzano un sottosistema di telecomunicazione per interfacciarsi e per dialogare con i treni. Il sistema di segnalamento per le tratte AV/AC italiane prevede, come già detto, il sistema di distanziamento con controllo automatico e comando della marcia del treno ERTMS/ETCS di Livello 2 . Il fine ultimo di controllare la marcia del treno è realizzato dal suddetto sistema che sebbene sia suddiviso naturalmente da ciò che sta sui treni e si muove con essi (Sottosistema di Bordo di ETCS) e ciò che sta fermo a terra (Sottosistema di Terra di ETCS), è estremamente integrato a livello funzionale. Ogni sottosistema del distanziamento treni ETCS risulta complementare a livello di logica di segnalamento all’altro con il flusso di informazioni bidirezionale attraverso un diffuso utilizzo di sistemi di telecomunicazione, in particolare della Radio del GSM-R che è un’innovazione assoluta per il mondo del segnalamento. Il sistema ERTMS/ETCS Livello 2 realizza funzioni integrate di segnalamento direttamente in cabina di guida dei rotabili, distanziamento e controllo della marcia dei treni spostando una parte significativa del segnalamento da terra a bordo (il segnale luminoso tradizionale ora è di fatto sul cruscotto del macchinista). In Fig. 4.2, è mostrata una rappresentazione del principio di funzionamento del ERTMS/ETCS Livello 2. E’ mostrata l’interfaccia detta Air Gap fra il sottosistema di terra (SST) e di bordo (SSB), l’interfaccia fra i componenti del sottosistema di terra, una schematizzazione dei passi principali per calcolo di una curva di frenatura di emergenza e l’immagine mostrata sul cruscotto del macchinista (DMI: Driver Machine Interface), una sintesi dell’infrastruttura ETCS livello 2 con indicata la nuova “lingua” di comunicazione, il protocollo Euroradio. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 161 Fig. 4.2 Principio del ERTMS/ETCS livello 2 Dati Treno Dati Treno Profili Statici Calcolo del SSP più più restrittivo Profilo Dinamico Confronto Intervento curva di frenatura Air Gap Dati di linea Protocollo Euroradio Curva di Frenatura Le mie autorizzazioni dinamiche e la descrizione dell’infrastruttura sono tutte aggiornate sul DMI via radio e non ho bisogno di segnali luminosi Protocollo Euroradio + cdb Esso si basa sullo scambio bidirezionale di specifiche informazioni tra apparati di sicurezza di terra e di treno attraverso un collegamento continuo, realizzato tramite la rete GSM-R, ed uno discontinuo, realizzato mediante appositi Punti Informativi (boe) utilizzato principalmente per l’individuazione della posizione e senso di marcia del treno (Position Report), per le ricalibrazioni del misuratore di spazio percorso del treno (algoritmo odometrico) e per l’invio a bordo di determinate informazioni. Il linguaggio ed il protocollo utilizzato per lo scambio dati tra terra e treno (EURORADIO) è interoperabile ed è quello previsto dalle specifiche UNISIG conforme alla strategia di codifica ed al massimo livello di sicurezza richiesto dalle Norme CENELEC e dalle STI. Nei riferimenti del testo sono elencate le specifiche principali. Le principali caratteristiche del sistema di segnalamento per le Tratte AV/AC sono: telecomando della linea da un Posto centrale; possibilità di impostazione dei Rallentamenti ai treni da un unico Posto Centrale; velocità 300km/h (dipendente dalle caratteristiche del treno e dalla infrastruttura); interoperabile secondo STI ed a Norma CENELEC; 162 – Capitolo 2 cadenzamento treni 2,30’’; interoperabilità componenti (prodotti e applicazioni generiche); controllo velocità treno automatico e continuo; informazioni su caratteristiche tracciato e trazione elettrica aggiornate dinamicamente al treno e al personale di macchina; controllo velocità e rallentamenti anche in degrado; assenza segnali luminosi laterali; messaggistica a bordo treno da terra; spazio di frenatura a 300km/h di 9 km (ETR 500 in piano); tetto di velocità 1,5 km prima del punto di arresto di 90km/h; emergenza gestita direttamente da operatore terra su sistema di bordo dei treni; chiamate di emergenza anche vocali su Cab Radio. Gli Apparati Centrali Elettronici (chiamati ACS o ACC o NVP o IXL), situati nei Posti di Servizio della linea (stazioni senza fermata) presso i PPF (Posti Periferici Fissi), oltre alle funzioni di predisposizione degli itinerari, a seguito dei comandi provenienti dal Sistema di Comando e Controllo (SCC) che li telecomanda, inviano al o ai Radio Block Center (RBC) situati in un posto centrale, delle informazioni relative allo stato di libertà delle sezioni di blocco radio e dei circuiti di binario da essi controllati tramite un protocollo chiamato EURORADIO PLUS definito nello sviluppo del progetto italiano e diventato uno standard europeo (FIS tra RBC diversi). La comunicazione bidirezionale tra il Posto di Comando e gli ACC è garantita da una rete a fibre ottiche ridondata per lunghe distanze facente parte del sottosistema di telecomunicazione. Il RBC, tramite il GSM-R e le sue apposite antenne BTS (Base Transceiver System) poste lungo la linea e antenne GSM-R dedicate poste sui rotabili, realizza il flusso continuo di comunicazioni tra terra e treno e viceversa. Nella Fig. 4.3 sono evidenziati i principali flussi di comunicazione realizzati tra i vari apparati componenti il sistema ERTMS/ETCS L 22. 2 Gli acronimi ACS e ACC sono equivalenti. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 163 Fig. 4.3 Principali flussi di comunicazione realizzati tra i vari apparati componenti il sistema ERTMS/ETCS L 2 SC C R BC G SM-R BTS BTS C DB C DB ACS Collegamento di sicurezza Il collegamento di sicurezza fra apparato di cabina (ACEI/ACC) e segnale luminoso con i relativi comandi e controlli dei sistemi tradizionali è nel sistema di segnalamento che utilizza l’ETCS di Livello 2 distribuito in: logica ACC incluso bloccamento itinerario (con circuito di binario d’approccio)3; protocollo sicuro (Euroradio+) fra ACC ed RBC e relativo applicativo4; logica RBC con timer di controllo (ogni assenza di comunicazione con un ACC innesca un allarme)5; protocollo sicuro (Euroradio) e applicativo di interfacciamento con il SSB6; logica EVC con timer di controllo7 e DMI per visualizzazione delle informazioni. 3 In ETCS esiste la funzionalità di revoca concordata della movement autorità (attualmente non implementata). Tale cooperazione fra sottosistema di terra e di bordo consiste in pratica nel chiedere al treno, prima che il comando di SST venga stabilizzato, se la chiusura di quel segnale può essere rispettato dalle sue capacità frenanti nelle condizioni di marcia e di distanza dal punto di arresto richiesto e se in caso negativo possa essere spostato al successivo. Una funzionalità simile sarà implementata sulla tratta AV/AC della Bologna –Firenze per il rispetto dello stop del treno nelle sole zone di evacuazione rapida per la sicurezza in galleria 4 Vedi sezione approfondimenti - Interfacciamento ACC/IXL-RBC 5 Vedi sezione approfondimenti - Tempi di risposta sistema 6 Vedi sezione approfondimenti - Gestione chiavi crittografiche 164 – Capitolo 2 Inoltre il SSB effettua un controllo spaziale con il suo fronte sicuro aprendosi la via normalmente chiusa dal SST ad ogni nuova occupazione di un cdb. Tale funzionalità permette di eliminare anche i rischi di errori di posa dei riferimenti spaziali costituite dalle boe del Livello 2 ETCS. La Fig. 4.4, seguente illustra sinteticamente l’architettura dei flussi funzionali del sistema fra i Posti di Servizio posti nei PPF differenziati in Posti di Movimento (PM), Interconnessione (PJ), Tecnologici (PT), di Comunicazione (PC) che hanno una giurisdizione degli enti di piazzale (deviatoi, circuiti di binario, etc) di 12km, il RBC e l’SCC. La figura mostra inoltre l’esterno di un Posto periferico fisso PM (PPF di Anagni sulla linea Ro-Na) con le antenne BTS del GSM-R ed i treni in linea AV/AC durante una sessione di prova. Fig. 4.4 Architettura dei flussi funzionali del sistema 7 Vedi sezione approfondimenti - Gestione collegameto radio I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 165 Il sistema ERTMS/ETCS L2 garantisce, sulle predette linee, la circolazione ed il distanziamento dei treni in sicurezza autorizzando il movimento degli stessi attraverso segnalazioni e/o indicazioni visualizzate in cabina di guida dei rotabili (Autorizzazioni al Movimento in modalità di Supervisione Completa) nel rispetto dei parametri (sia della linea che del convoglio) necessari a garantirne la marcia in sicurezza ed intervenendo nei casi di mancato rispetto dei vincoli di marcia derivanti dai predetti parametri. Il sottosistema di terra invia al treno le informazioni di terra e di distanziamento dinamicamente ed è il sottosistema di bordo a calcolare con tali informazioni e le proprie la migliore curva di frenatura. In particolare i principali parametri gestiti dal Sistema ETCS livello 2 che fa parte del sistema di segnalamento complessivo sono: velocità massima ammessa dalla linea; velocità massima ammessa sugli itinerari (arrivo/partenza/transito) dei Posti di Servizio nei PPF (posti di movimento, comunicazione, interconnessione); rallentamenti predefiniti o impostati manualmente da operatore; riduzioni di velocità diverse dai rallentamenti; velocità massima ammessa dal materiale rotabile (veicoli e mezzi di trazione componenti il convoglio); velocità massima ammessa dalla frenatura; velocità sul punto obiettivo (punto di arresto oppure punto di riduzione della velocità); distanza dal punto obiettivo; condizione di libertà della via; profilo limite di carico e peso assiale; posti di rilevamento della temperatura delle boccole dei rotabili (RTB); posti di cambio tensione (POC) e posti di cambio fase (PCF); aree di “non stopping”. Ed inoltre il sistema nel modo operativo di supervisione completa detto Full Supervision, segnala direttamente in cabina di guida del macchinista tramite apposita interfaccia interoperabile (DMI): la necessità di abbassare il pantografo o la possibilità di risollevarlo; la presenza di un tratto neutro; i movimenti di manovra ed i movimenti di retrocessione all’interno di specifiche aree controllate dal sistema stesso. 166 – Capitolo 2 Il sistema ETCS funziona quindi in differenti modi operativi e a seconda o meno che ci sia un degrado permetterà la supervisione completa o parziale. Il modo operativo di Supervisione Completa (Full Supervision) della marcia del treno presuppone il regolare funzionamento di tutto il sistema ERTMS/ETCS L2 e dei componenti ad essi interfacciati. In presenza di particolari situazioni di degrado della linea (es: anormalità ad un circuito di binario oppure ad un deviatoio) il Sistema è in grado di realizzare delle Supervisioni Parziali attraverso: la concessione di autorizzazioni al movimento del treno con controllo da parte del sistema con marcia a vista non superando comunque la velocità di 30 km/h (Autorizzazioni al Movimento con Marcia a Vista – Modo On Sight); il consenso al movimento del treno in marcia a vista (con velocità massima di 60 km/h) a seguito del ricevimento di apposita prescrizione di movimento (Autorizzazioni al Movimento con Apposita PrescrizioneModo STAFF Responsible). Nelle suddette modalità il sistema segnala direttamente in cabina la modalità stessa e la velocità reale del treno. In sintesi le informazioni che devono essere scambiate tra il sistema di bordo e quello di terra affinché il sistema funzioni sono: da Bordo a Terra: Position Report (PR) . E’ un messaggio radio contenente, tra le altre cose la posizione, il modo operativo, la velocità e la direzione del treno, richiesta della autorizzazione al movimento (MA). da Terra a Bordo: Movement Authority (MA) .In base allo stato dell’Interlocking (ACC/IXL) e lo stato dei circuiti di binario, itinerari, ecc., ai dati della linea preconfigurati (velocità massime, pendenze, ecc.) e alle informazioni ricevute dal treno tramite PR, RBC genererà la MA (periodicamente e/o su richiesta) e la invierà al treno insieme ai Profili Statici di Velocità della linea (SSP: Static Speed Profiles), da cui il sistema di bordo ricaverà il tetto di velocità profili più restrittivo di velocità (Most Restrictive Speed Profile ) e quindi, in funzione della sua Movement Authority, la curva di frenatura del profilo dinamico di velocità (Dynamic Speed Profile). messaggi di conferma (acknowledgement) terra-bordo e viceversa dell’avvenuta acquisizione di informazioni. Il sistema si basa su dei riferimenti spaziali fissi e relativi fra loro costituiti da boe (tranponder) posti a terra sulle traverse dei binari 200 metri prima di ogni giunto elettrico di fine circuito di binario per entrambi i sensi di marcia e noti al RBC ed il calcolo dello spazio percorso dai treni a partire da tali punti I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 167 (servono anche per correggere l’eventuale errore dello spazio percorso calcolato dai dispositivi di odometria del SSB). Il necessario scambio di informazioni tra SST e SSB avviene in maniera continua, attraverso la rete di telecomunicazione radio GSM-R e di questo ogni treno ne ha sempre allocato almeno un canale di comunicazione. Sulle linee ERTMS/ETCS Livello 2 non è prevista la presenza di segnali laterali fissi luminosi per i treni né la presenza di segnali fissi di manovra, essendo sufficienti, in condizioni normali, per la condotta dei treni le segnalazioni ricevute in cabina. Per gestire adeguatamente le situazioni di degrado è stata installata la necessaria segnaletica esterna non luminosa di cui si tratterà in seguito che identifica la suddivisione dell’infrastruttura ferroviaria necessaria al sistema di Segnalamento ed al ETCS Livello 2 che ne realizza la parte di distanziamento, in Sezioni di Blocco Radio. In condizioni normali (FS: Full Supervision) il sistema dal Posto Centrale invia ad ogni treno l'autorizzazione ad entrare in una sezione della linea (MA: Movement Authority) solo dopo aver verificato: la posizione del treno; le caratteristiche del treno siano compatibili con quelle della sezione; non siano più in atto eventuali MA precedentemente concesse ad altri treni per quella sezione; non sia in atto nessun allarme gestito dal sistema (ad es. Emergenza); Inoltre, il sistema deve aver ricevuto la conferma da idonei sistemi e dispositivi che la sezione sia libera da rotabili e disponibile (cdb liberi, corretto orientamento del senso di percorrenza, eventuali itinerari bloccati). Nel caso in cui la sezione risulti occupata, ma non siano più in atto eventuali MA precedentemente inviate ad altri treni per essa, il sistema può inviare al treno l'autorizzazione ad entrare nella sezione in modalità di supervisione parziale On Sight (OS)8, che diventa efficace previo riconoscimento effettuato dal guidatore. Se manca una delle condizioni richieste per inviare una MA di FS od OS, il treno può accedere alla sezione in modalità STAFF Responsible (SR), previa specifica richiesta del PdM o, in alcuni casi, riconoscimento. Previa apposita selezione del PdM, il sistema può consentire la marcia del treno nelle ulteriori modalità riportate nella tabella seguente. 8 Al fine di semplificare la gestione tecnica e organizzativa del nuovo sistema ETCS, le modalità OS, Shunting, Sleeping non sono state utilizzate nelle prime applicazioni ETCS L2 sulle tratte AV/AC Ro-Na e To-No (tali modalità sono state sostituite con SR nel rispetto dell’interoperabilità). Lo saranno dalle prossime attivazioni delle tratte AV/AC. 168 – Capitolo 2 Modalità Da utilizzare Non Leading (NL): nelle locomotive non di testa dei treni in trazione multipla e nelle locomotive di spinta in coda Specific Transmission Module (STM) su tratti di linea attrezzati con sistemi nazionali di protezione/controllo della marcia dei treni per i quali il treno è fornito di apposito sistema di interfaccia con l'ERTMS/ETCS Unfitted (UN) su tratti di linea non attrezzati con l'ERTMS/ETCS livello 2 Isolation (IS) in caso di indisponibilità dell'apparecchiatura di bordo Shunting (SH) generalmente per l'effettuazione delle manovre. In caso di collegamento radio GSM-R attivo deve essere autorizzato dal sistema. I mezzi di trazione telecomandati dalla cabina di guida di altro rotabile marciano in modalità Sleeping (SL), predisposta automaticamente dal sistema. 4.2 I sistemi ATP: SCMT e SSC 4.2.1 Il Sistema controllo marcia treno (SCMT) Il sistema SCMT attua la protezione della marcia del treno, istante per istante, rispetto alle condizioni imposte dai segnali, alla velocità massima consentita dalla linea in condizioni normali e di degrado, alla velocità massima ammessa dal materiale rotabile attivando la frenatura d’emergenza, in caso di superamento dei limiti di controllo. Il sistema è “trasparente” per il macchinista che dovrà continuare a guidare con le attuali modalità di condotta. Il Sistema, costituito da un SottoSistema di Terra e da un SottoSistema di Bordo strettamente integrati tra di loro, è un progetto a tecnologia innovativa armonizzato con il nuovo standard europeo di interoperabilità tra le reti ferroviarie (ERTMS) ed ha richiesto una complessa fase di sviluppo ed omologazione secondo la severe regole di verifica e validazione recentemente introdotte in campo europeo (CENELEC - Enti Europei di normazione nel campo elettrico ed elettronico) e fatte proprie da RFI. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 169 Il Progetto SCMT risponde agli obiettivi strategici di incremento della sicurezza ed adempimento agli obblighi di legge del Piano di Priorità degli Investimenti . Il Progetto comprende: l’attrezzaggio di tutte le linee principali della Rete con il Sistema SCMT di Terra (SST – SottoSistema di Terra); l’attrezzaggio dei treni che circolano sulla Rete con equipaggiamenti di Bordo integrati (SSB- SottoSistema di Bordo) che interagiscono con il Sottosistema di Terra delle linee. La realizzazione degli interventi necessari a rendere omogeneo l’attuale attrezzaggio tecnologico per la ripetizione continua dei segnali a bordo presente sui collegamenti più importanti. Il SST, attraverso l’utilizzo di apparecchiature installate lungo le linee ferroviarie (transponder chiamate “Boe”) che si attivano al passaggio di un treno, invia informazioni al SSB che, effettuate le conseguenti elaborazioni anche sulla base dei parametri del treno introdotti all’origine della corsa, determina i tetti e le curve di velocità che consentono la protezione della marcia del treno. La trasmissione dei dati avviene solo fra le apparecchiature di terra (Sottosistema SST) e quelle di bordo (Sottosistema SSB) preposte a controllare la velocità del treno in quel determinato punto della linea. Salvo rare eccezioni (giusto un paio di indicazioni che in particolari casi possono "aiutarlo" nella condotta e che poi vedremo), il macchinista non vede in cabina niente di quanto trasmesso fra SST e SSB. Il macchinista deve pertanto guidare rispettando le indicazioni ricevute dai segnali della linea e dalle prescrizioni di movimento. Il sistema di trasmissione è discontinuo. La trasmissione avviene attraverso delle boe poste sul binario (agganciate alle traverse) pertanto la ricezione dei messaggi da parte del SSB avviene solo in corrispondenza di tali boe. I dati che vengono trasmessi dal SST sono: la velocità massima ammessa dalla linea; il grado di frenatura - pendenza della linea; la velocità massima ammessa rispetto a rallentamenti o riduzioni di velocità temporanee di un tratto di linea; l'aspetto del segnale appena superato. Attraverso questi dati il SSB calcola, tenendo conto delle caratteristiche di composizione del treno (% di massa frenata, lunghezza, ecc.), la velocità massima che deve tenere il convoglio in ogni momento della sua marcia. 170 – Capitolo 2 Qualora il dato ricevuto comporti una riduzione di velocità (compreso l'arresto) ad una determinata distanza (velocità obiettivo e distanza obiettivo), il SSB calcola una "curva di frenatura" che permetta al SSB stesso di controllare se il macchinista sta rispettando o meno le indicazioni ricevute dai segnali della linea e dalle prescrizioni in possesso. Lo schema generale del SCMT è il seguente: Fig. 4.5 Architettura del sistema SCMT Architettura del Sotto Sistema di Bordo Il Sottosistema di bordo, ha la funzione di captare ed opportunamente elaborare le informazioni che giungono dall’SST per calcolare la velocità massima di linea consentita punto per punto in base anche ai dati caratteristici del treno quali ad esempio: percentuale di massa frenata esistente, velocità dei veicoli in composizione, il rango di velocità ammesso dal materiale rotabile, ecc. Tali ultimi dati devono essere comunicati al sistema dal macchinista prima di partire dalla stazione origine corsa del treno. L’SSB calcola anche, in base alla variazione dei dati inviati dall’SST, le curve di velocità che il treno deve seguire al fine di regolare la sua marcia in relazione agli impedimenti incorsi in linea (presenza di altri treni, passaggi a livello aperti, incroci, precedenze, ecc.). I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 171 Segnalazioni in cabina di guida Il cruscotto SCMT, integrato con quello della ripetizione segnali continua (RSC), è costituito da un monitor che normalmente presenta uno schermo celeste con la visualizzazione della sola ora corrente, se è attivata la funzione RSC presenta una serie di indicazioni, normalmente vuote, con attiva solo quella del codice in linea presente al momento (vedi schema sottostante). Funzioni SCMT+RSC "prericonoscimento". inserite. Ricevuto codice RSC 120. Richiesto Il cruscotto è integrato a sinistra e a destra con una serie di pulsanti con gemme luminose che permettono di attivare/disattivare le varie funzioni offerte dal sistema e di indicare (se accese) i vari stati in atto. A sinistra del tutto una serie di pulsanti permettono l'immissione dei dati richiesti (composizione treno, massa frenata esistente, numero di agenti di condotta, lunghezza del treno, ecc.) nonché di regolare la luminosità del cruscotto (giorno/notte). Nella figura seguente, si riporta lo schema della cabina di guida di un ETR 500 con layout delle interfacce uomo-macchina per ERTMS ed SCMT . 172 – Capitolo 2 I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 173 Architettura del Sotto Sistema di Terra Punti informativi (PI) Ogni PI è costituito da almeno due boe poste a distanza ravvicinata (gli attuali sistemi prevedono solo due boe). Ciò consente di: verificare da parte del SSB la correttezza delle informazioni ricevute che vengono trasmesse in maniera ridondata; individuare se il messaggio è rivolto al proprio treno a seconda del senso di marcia dello stesso. Ad esempio il PI del segnale di protezione di una linea a semplice binario non deve essere "letto" da un treno in partenza; il PI di un segnale di partenza che comanda il senso di marcia opposto (rispetto al movimento del proprio treno) e posto all'inizio del binario di ricevimento, non deve essere letta da un treno in arrivo. Catene di appuntamento Il sistema è strutturato in modo tale che al passaggio su una boa viene trasmessa l'indicazione della distanza della prossima boa. Tale sistema è detto "catena di appuntamento" e permette la verifica della completa ricezione dei 174 – Capitolo 2 messaggi. In caso di guasto o indebita rimozione di una boa il SSB è capace di "sentire" la mancata ricezione dati e di far intervenire la frenatura d'urgenza. Encoder Tali dispositivi acquisiscono le informazioni inerenti lo stato dei segnali e degli enti di stazione e di linea e, sulla base di tali informazioni determinano il contenuto dei messaggi trasmessi dai PI (variabili) al passaggio del treno. Si differenziano in encoder di stazione o di linea in relazione alla collocazione sulla linea ferroviaria e, di conseguenza, in relazione alle loro caratteristiche tecnologiche (ingombri, protezione IP, specifiche di tipo, etc). Sistema di Supporto alla Condotta (SSC) Il Sistema SSC rappresenta l’ultimo ritrovato tecnologico nel processo evolutivo ed applicativo dei Sistemi ATP atti al controllo della marcia dei treni. Al contrario del Sistema SCMT sviluppato per linee ad alto traffico con velocità fino a 200 Km/h ed ERTMS per linee AV/AC fino a 300Km/h, l’SSC trova la propria collocazione sulle linee individuate come a scarso traffico ed aventi velocità massima di percorrenza di 150 Km/h prive di BACC (blocco automatico a correnti codificate) (linee ex Disposizione 35), con l’obiettivo quindi di completare l’attrezzaggio con sistemi di sicurezza ATP su tutta la Rete Ferroviaria Italiana. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 175 Il Sistema risulta essere applicabile a linee a semplice e doppio binario, a prescindere da quale sia il regime di circolazione, consentendo in taluni casi semplificazioni di attrezzaggio a scapito però di una diminuzione delle prestazioni. L’SSC, riprendendo la filosofia con cui sono stati sviluppati i Sistemi precedenti, è composto da due Sottosistemi, il Sottosistema di terra (SST) ed il Sottosistema di bordo (SSB). I due sottosistemi scambiano tra loro le informazioni per mezzo di elementi trasmissivi detti Punti Informativi (PI) o TAG secondo la tecnologia a microonde attuando una “ripetizione segnali discontinua” dato che lo scambio di informazioni avviene solo ed esclusivamente in corrispondenza di tali PI. Il Sistema SSC si caratterizza per la semplicità di installazione sia del SST, l’attività di posa cavi è molto limitata e le apparecchiature sono applicabili direttamente sui segnali Relè Schermo (RS), Specchi Dicroici (SDO) e Led sia che si trovino a sinistra o destra rispetto al senso di marcia del treno, che del SSB, ridotti tempi di fermo macchina. Ciò permette il rapido attrezzaggio delle linee previste, pur rispettando come previsto dalle Disposizioni RFI per tutti i sistemi di sicurezza applicati in Ferrovia, la rispondenza alle normative CENELEC. Protezioni Offerte L’SSC nasce come sistema di ausilio, secondo il proprio livello di protezione, al Personale di Condotta (PdC) nelle diverse situazioni di circolazione/impiantistiche che normalmente si presentano ed attivare la frenatura di emergenza laddove tali situazioni non venissero affrontate nel modo previsto. Il sistema deve supportare il macchinista nelle seguenti funzionalità: rispetto dei segnali fissi; rispetto delle velocità di linea; rispetto dei rallentamenti; rispetto della velocità massima ammessa dal rotabile. Laddove una delle funzionalità precedenti non venisse rispettato nel modo corretto, il sistema applicherà la frenatura di emergenza secondo due modi di funzionamento: riarmabile a treno in movimento qualora si siano ristabilite le situazioni di marcia corrette controllate dal sistema; riarmabile a treno fermo per le situazioni ritenute più critiche. 176 – Capitolo 2 SST e SSB Il Sottosistema di Terra, come detto, è composto da PI e TAG: per PI si intendono i complessi informativi in asse ai segnali caratterizzati da un encoder, direttamente alimentato dal segnale e da un transponder; per TAG si intende il transponder installato, qualora necessario, prima del segnale di avviso. Il Sottosistema di bordo è composto da un elaboratore digitale (SIL4) e da antenne riceventi il cui compito è quello di “interrogare” il SST in corrispondenza dei PI o TAG, modulare e decodificare il messaggio al fine di rendere in chiaro le variabili al SSB per applicare le protezioni necessarie. Il supporto che il sistema offre al PdC riguarda la gestione: dei segnali fissi (luminosi e segnali di protezione propria dei passaggi a livello); delle variazioni di velocità della linea; dei rallentamenti; della velocità massima ammessa dal rotabile. Il PdC in corrispondenza di ogni segnale ad aspetto restrittivo, esclusi quindi gli aspetti di verde e rosso/verde, dovrà interagire con apposita DMI (Driver Machine Interface) al fine di comunicare al SSB la presa visione dell’aspetto restrittivo del segnale. Qualora il SST trasmetta un’informazione di segnale restrittivo senza che il PdC ne abbia fatto comunicazione al SSB, il treno viene frenato fino alla condizione di treno fermo. Inoltre, il SSB di bordo elabora le diverse informazioni provenienti dal SST generando una serie di protezioni caratterizzate da tetti di velocità massima che il PdC deve rispettare man mano che affronta i diversi segnali. Il mancato rispetto dei tetti di velocità genera l’intervento della frenatura. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 177 Il sottosistema di bordo ha una versione ‘anfibia’ che potrà circolare sulle linee SSC ed SCMT anche con BAcc. Diagnostica remota via GSM Comunicazioni digitali wireless da terra a bordo(5.8 GHz ) Dispositivo energizzato dal segnale proveniente dal treno Installazione non intrusiva con ridotta interruzione dell’esercizio Interfacciamento minimo tra bordo e treno. 178 – Capitolo 2 Architettura SSC L’architettura del Sotto Sistema SSC si può schematizzare nella figura seguente. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 179 Sono già state svolte attività relative a esercizio scortato e Hazard Analysis. Vi è un piano di attrezzaggio che prevede l’allestimento di 400 locomotori con il SSC per un piano di esercizio progettato su 4000 km linea attrezzata SSC. Sviluppo interfaccia SCMT-SSC E’ in fase di revisione per emissione ufficiale la specifica di architettura e interfaccia necessaria a gestire la contemporanea presenza a bordo di un rotabile di SSB SCMT e SSB SSC. L’architettura prevede: cruscotti separati; odometria separata tra SSB SSC e SSB SCMT; unica piastra pneumatica (quella di SSB SCMT). Sviluppo interfaccia GPS/GSM Il sottosistema di bordo SSC è dotato di sistema GPS. I dati provenienti dal GPS ed inerenti la velocità del convoglio sono utilizzati dall’algoritmo odometrico del sottosistema di bordo SSC per compensare eventuali errori associati alla misura del diametro ruote ad altri possibili fattori di degrado dei parametri dinamici (pattinamento e slittamento). Inoltre, il SSB-SSC è dotato di apparato radio mobile GSM che può essere impiegato per ulteriori trasmissioni dati terra-treno. I sistemi GPS ed il GSM condividono la medesima antenna che è stata certificata per applicazioni ferroviarie. Applicazioni GPS/EGNOS PER SSC L’impiego del sistema GPS, che fa parte del sottosistema di bordo SSC, trova la sua immediata applicazione nell’interfacciamento con in la rete europea satellitare EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service). Le Applicazioni GPS/EGNOS per SSC implicano: maggiore disponibilità della copertura; 3 satelliti geostazionari aggiuntivi; maggiore accuratezza sulla misura della posizione geografica; disponibilità di un’informazione di integrità del segnale. 180 – Capitolo 2 Validazione Puntuale e Dinamica delle coordinate GPS/EGNOS L’integrità della posizione rilevata dal ricevitore GPS/EGNOS può essere verificata puntualmente in prossimità di punti informativi contenenti le informazioni sulle coordinate geografiche del punto informativo stesso. Dalle informazioni sulla posizione geografica può essere calcolata la distanza (D) percorsa dall’ultimo punto di controllo delle coordinate. Tale distanza può essere confrontata con quella (l) calcolata tramite generatore tachimetrico presente sulla ruota del rotabile. P2 d3 d4 d2 l d9 d8 d5 d6 d7 d1 D i 1 d i P1 9 Validazione Direzione di attraversamento del Punto Informativo Le informazioni di direzione rilevate dal GPS/EGNOS possono essere utilizzate per la validazione del punto informativo attraverso il controllo di congruenza del relativo verso di attraversamento, attraverso la misura dell’angolo tra la direzione del Punto Informativo e quella misurata dal GPS. Direzione Misurata dal GPS I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 181 Appuntamento Assoluto 2D Le informazioni di posizione provenienti dal GPS/EGNOS, precedentemente validate, possono essere utilizzate per la determinazione della posizione del treno nei confronti del prossimo appuntamento. ZONA DI PROSSIMITA’ 2D: come cerchio di raggio Rp, ZONA DI DISTACCO 2D: zona esterna cerchio di raggio Rd (con Rd>Rp) MANCATO APPUNTAMENTO: passaggio dalla “zona di prossimità 2D” alla “zona di distacco 2D” senza aver rilevato il segnale. Rp e Rd possono essere definiti in base alle caratteristiche di accuratezza del sistema GPS. Zona di Distacco 2D Rp Zona di Prossimità 2D Rd 5. Conclusioni Le Ferrovie italiane sono oggi le più sicure d’Europa e stanno compiendo un ulteriore balzo in avanti nell’innovazione tecnologica che le porterà al più alto livello di sicurezza, qualità, efficienza. Come per altri comparti industriali anche per le ferrovie la tecnologia interverrà a sostegno dell’uomo. In una struttura complessa come la nostra, il passaggio non può che essere graduale: stiamo attrezzando le nuove linee Alta Velocità/Alta Capacità con le tecnologie più all’avanguardia nel mondo, stiamo dotando gli oltre 16.000 chilometri di rete esistente con nuovi sistemi di controllo e adeguando conseguentemente migliaia di mezzi e di locomotori. Il processo è ormai al traguardo. 182 – Capitolo 2 2.4 MERCI PERICOLOSE di Gianfranco Burzio* Indice 1. 2. 3. 4. Il trasporto di merci pericolose: definizioni e scenario ................ 184 Normativa e telematica....................................................................185 Il mercato.......................................................................................... 188 Scenario tecnologico attuale............................................................ 190 4.1 Tecnologie veicolari .......................................................................190 4.1.1 Sensori di bordo ......................................................................................190 4.1.2. Reti di bordo ............................................................................................190 4.1.3. Dead Reckoning ......................................................................................192 4.2 Tecnologie di Centrale ...................................................................193 4.2.1. Reti e tecnologie di telecomunicazione................................................194 4.2.2 Scambio elettronico dei documenti ......................................................195 4.2.3. Banche dati cartografiche e sistemi informativi territoriali .............195 4.3 Tecnologie di localizzazione per la navigazione ............................ 196 4.4 Tecnologie di comunicazione ......................................................... 200 4.4.1 Satellitare .................................................................................................201 4.4.2 Terrestre ...................................................................................................204 5. Scenario tecnologico futuro............................................................. 216 5.1 Tecnologie veicolari .......................................................................216 5.1.1 Reti di bordo ............................................................................................216 5.2 Tecnologie di centrale ....................................................................219 5.3 Tecnologie di localizzazione........................................................... 220 5.4 Tecnologie di comunicazione ......................................................... 223 5.4.1. Satelliti di comunicazione ......................................................................223 5.4.2. Terrestre ...................................................................................................225 * Centro Ricerche FIAT, Director of Electrical and Electronics Systems - Innovative Technologies Division. 184 – Capitolo 2 2.4 Merci pericolose 1. Il trasporto di merci pericolose: definizioni e scenario Per merce pericolosa s’intende qualunque bene economico mobile che possa comportare pericoli a persone o cose - ambiente incluso - quindi che possa generare una circostanza o situazione dalla quale può derivare un grave danno. Sono specificatamente da considerare, dunque formalmente classificate, come “pericolose” le materie ed oggetti il cui trasporto sia vietato dalla regolamentazione vigente, variabile da un modo di trasporto all’altro, o autorizzato unicamente alle condizioni previste dalla regolamentazione stessa. La fattispecie del “grave danno” - nel caso di un carico, trasporto o scarico – viene riconosciuta nell’incidente. Un incidente è da considerare tale se risponde ad almeno uno dei criteri di seguito enunciati (cfr. decreto legislativo 4.2.2000, n. 40): a. danni a persone o cose: la merce pericolosa trasportata, ovvero caricata o scaricata, deve aver avuto un ruolo determinante nel provocare l'incidente di cui al presente criterio, oppure nell'aggravarne le conseguenze. Si ha un incidente se si verifica almeno uno dei seguenti eventi: decesso di una o più persone; ferite o danni ad una o più persone; danni a cose od all'ambiente; b. perdite di materie pericolose: è da considerarsi incidente se la quantità di materia fuoriuscita o dispersa durate il trasporto, o durante le operazioni di carico o scarico, è superiore ai limiti di esenzione, per le varie materie, definiti dalla regolamentazione o normativa vigente; c. motivi precauzionali di ordine pubblico: sono parimenti da considerare incidenti anche quegli eventi, verificatisi in conseguenza del trasporto, carico o scarico di merci pericolose, in cui la merce pericolosa abbia avuto un ruolo determinante ed in conseguenza dei quali l'autorità pubblica abbia preso rilevanti provvedimenti precauzionali, quali evacuazioni o confinamenti di popolazione, chiusura al traffico di strade o altre infrastrutture, ecc. Il trasporto delle merci pericolose costituisce una quota importante del trasporto delle merci, specialmente in ambito stradale: da alcune statistiche dell'Unione Europea, risulta un valore variabile tra circa il 15 ed il 20%, in termini di quantità, sul totale; nel commercio internazionale questi valori I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 185 talvolta aumentano per la presenza del trasporto marittimo, utilizzato in modo preferenziale per il trasporto delle merci pericolose. Il vettore stradale è il più utilizzato per gli scambi con i paesi dell'UE di tali categorie merceologiche, il 63% circa tra esportazioni e importazioni. In ambito nazionale, le statistiche variano in base alle fonti, prevalentemente il Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti a cura del Ministero dei Trasporti e l’ISTAT; quest’ultima riporta, come incidenza del trasporto di merci pericolose sul trasporto totale in Italia, valori pari a circa il 5-6%, in termini di tonnellate per chilometro. Alcune stime del Ministero dell’Interno indicano che circa 70 mila veicoli adibiti al trasporto di merci classificate come pericolose utilizzano giornalmente la rete autostradale italiana; questi costituiscono circa il 16% dei veicoli pesanti medi giornalieri, che sono a loro volta il 23% del traffico complessivo autostradale medio giornaliero (in termini di unità di veicoli). I prodotti petroliferi costituiscono una quota consistente del trasporto merci su strada: nel 1999 questa rappresentava il 5.6% del totale delle merci trasportate, in termini di tonnellate, ed il 4.3%, in termini di tonnellate per chilometro. Per quanto riguarda la classificazione ADR, tre sole classi (le materie liquide infiammabili; i gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione; i materiali corrosivi) rappresentano oltre il 95% delle tonnellate di merce pericolosa trasportata su strada. Il trasporto per ferrovia delle merci pericolose ha subito negli ultimi anni una riduzione sulle quantità e sul valore delle importazioni: oggi esso costituisce in Italia circa l’8% dei traffici interni, in termini di tonnellate per chilometro. Quanto al trasporto per vie d’acque interne, la maggior parte delle nazioni europee, dal Mare del Nord al Mar Nero, dispone di una rete fluviale di rilevanti dimensioni, gravitante attorno a pochi grandi fiumi, quali Reno e Danubio: l’incidenza del trasporto di merci pericolose è elevata; il Volga costituisce l'asse principale dell'estesa rete russa, mentre i Paesi scandinavi hanno attrezzato importanti vie navigabili tra il mare e numerosi laghi interni. I paesi dell'area mediterranea, le cui condizioni idrologiche comportano generalmente un numero ed una dimensione limitata di canali e fiumi navigabili, hanno invece traffici contenuti. 2. Normativa e telematica La normativa di riferimento coinvolge diverse problematiche: dalla tipologia della merce, ai veicoli, ai vari modi di trasporto, alla necessità di proteggere e salvaguardare l’ambiente, le persone e le infrastrutture. Un comitato incaricato 186 – Capitolo 2 dalle Nazioni Unite redige periodicamente alcune Raccomandazioni, da applicare per tutti i modi di trasporto; queste vengono recepite nei regolamenti internazionali secondo la suddivisione seguente: ADR (Accord européen relatif au transport international des marchandises Dangereuses par Route), per il trasporto su strada; RID (Règlement International concernant le transport des marchandises Dangereuses par chemin de fer), per il trasporto ferroviario; IMDG (International Marine Dangerous Goods) code, gestito dall’IMO (International Marine Organization) per il trasporto marittimo; Annesso 18 (alla Convenzione di Chicago dell’ICAO - International Civil Air transport Organization) o Annesso A (alla risoluzione 618 e 619 del Consiglio IATA - International Air Transport Association), per il trasporto aereo; ADN (European Agreement concerning the International Carriage of Dangerous Goods by Inland Waterways), per il trasporto per vie d’acqua interne; poiché l’accordo riguarda le relazioni fluviali tra stati confinanti, non viene applicato in Italia; nella prassi, si fa riferimento alle norme ADR, IRD ed IMDG. Si evidenzia, in particolare per il trasporto su strada, come il Consiglio dell’UE abbia preso atto della diffusione dei sistemi telematici e ne abbia previsto impieghi operativi. Già l’entrata in vigore dell’ADR 2005 ha comportato peraltro l’introduzione del concetto di sicurezza e protezione dei veicoli e della merce, anche con riferimento ad incidenti conseguenti ad atti dolosi (security) oltre a quello di sicurezza della guida ed incolumità delle persone (safety), l’obbligo da parte del “consulente per il trasporto di merci pericolose” di predisporre un piano per la sicurezza per le merci ad alto rischio, misure operative (scelta itinerario,…), controllo a distanza, ecc. Ulteriore elemento di nota sono le disposizioni applicative del Regolamento (CE) sul cronotachigrafo elettronico, per i veicoli in circolazione già da tre anni. Da tale scenario emerge chiaramente che l’esigenza del monitoraggio del trasporto delle merci pericolose sta assumendo un carattere prioritario, per i problemi connessi con la mobilità, con la salvaguardia dell’ambiente e, soprattutto, per la crescente rilevanza del fenomeno terroristico internazionale. Nel trasporto su strada in particolare, sia nazionale che internazionale, la classificazione delle materie trasportate deve essere quella prevista dall’ADR (l’ultima versione è del 2007); questa classificazione deve essere riportata sui documenti che accompagnano la merce, che si trovano a bordo del veicolo durante il trasporto, compilati a cura dello speditore. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 187 In alcuni casi la documentazione contiene anche informazioni riguardanti il percorso e sono previsti trasferimenti dell’informazione agli organi competenti. In particolare, si evidenziano i seguenti documenti: il conducente deve portare con sé, oltre alla patente di guida, il CFP (certificato di formazione professionale) rilasciato dal Dipartimento per i Trasporti terrestri del Ministero dei Trasporti; per il veicolo sono previsti: carta di circolazione; certificato di approvazione ADR del veicolo per il trasporto internazionale (obbligatorio per cisterne o materie esplosive); ulteriori autorizzazioni eventualmente necessarie per il trasporto internazionale di particolari sostanze o rifiuti; se il veicolo trasporta esplosivi1, l’“Avviso di spedizione” [p. 340,400 TULPS] su cui è apposta l’autorizzazione della Prefettura con l’indicazione dell’eventuale percorso obbligato. Per gli esplosivi di II e III categoria, il titolare della licenza del deposito di partenza è tenuto a dare avviso del trasporto al Questore del luogo di partenza con il numero previsto di giorni di preavviso (l’avviso segue all’autorizzazione della Prefettura e deve trovarsi in copia a bordo); se il veicolo trasporta rifiuti pericolosi, il formulario di accompagnamento dei rifiuti, con l’indicazione di data e del percorso (se diverso dal più breve); per la merce trasportata sono previsti: il documento di trasporto (DdT), per i trasporti nazionali2; la lettera di vettura internazionale (CMR); se radioattiva, anche l’attestato di sicurezza per l’ammissione al trasporto stradale, rilasciato dall’ANPA, in cui sono indicati i percorsi alternativi della spedizione; per il trasporto in colli, le norme ADR stabiliscono i requisiti per l’etichettatura, oltre che per l’imballaggio e lo stivaggio sul veicolo. 1 2 Per il trasporto di esplosivi si applicano anche le norme TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza) che usano una diversa classificazione (5 categorie). Le licenze rilasciate dal prefetto possono essere temporanee (1 solo trasporto) o permanenti (se autorizzano più trasporti nel corso della validità) e possono riportare l’eventuale percorso obbligato. Se la merce pericolosa deve essere consegnata a più destinatari, è necessario riportare sul DdT l’elenco con le rispettive quantità al fine consentire di monitorare la merce durante il trasporto. 188 – Capitolo 2 3. Il mercato Nel 2005 sono state trasportate in Italia 1.508.702.320 tonnellate e 211.799.740.000 tonnellate∙km, in base alla nuova classificazione NST/R (Nomenclature uniforme de marchandises pour les Statistiques de Transport, Révisée). Dall’analisi incrociata della classificazione NST/R e della classificazione ADR emerge che solo i prodotti petroliferi e parte dei prodotti chimici risultano classificati come merci pericolose; più precisamente solo le seguenti merci, appartenenti a quattro classi NST/R, risultano classificate anche tra le merci pericolose: petrolio greggio; prodotti petroliferi; prodotti carbochimici, catrami; prodotti chimici, esclusi carbochimici, catrami. Nel complesso in Italia nel 1999 erano state trasportate su gomma 73.602.140 tonnellate di merce pericolosa per un totale di 10.817 milioni di tonnellate∙km. Se è vero che è aumentato negli anni il traffico di merci, è stato molto più determinante l’aumento di tipologie di merci classificate come pericolose, specie in seguito ad incidenti, come quello occorso nel tunnel del Monte Bianco, nei quali sono state direttamente coinvolte tipologie di merce prima non considerate tali. Sempre in Italia nel 2005 sono state trasportate su gomma 77.774.537 tonnellate di merce pericolosa, per un totale di 11.870 milioni di tonnellatekm. La maggior parte di tale merce è costituita da prodotti petroliferi (67.423.182 tonnellate e circa 9.262 milioni di tonnellate-km). Nel 2004 erano state trasportate su gomma 73.377.960 tonnellate di merce pericolosa, per un totale di 10.384 milioni di tonnellate-km. Per quanto riguarda la classificazione ADR ed in termini di tonnellate: nel 2004 il 75,4% era costituito da “materie liquide infiammabili” (classe 3, che comprende benzina, metanolo, carburante, petrolio grezzo, oli minerali), il 15,6% da “gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione” (principalmente propano ed ammoniaca e il 6,7% da materiali corrosivi (classe 8, che comprende acidi ed altre sostanze corrosive come l’oleum, l’acido solforico, l’acido nitrico e cloridrico, l’idrossido di sodio e potassio e le soluzioni di ipoclorito); al riguardo, solo queste tre classi rappresentavano, nello stesso anno, il 97,7% delle tonnellate di merce pericolosa trasportata su strada; I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 189 - - nel 2003, il 77,7% delle tonnellate era costituito da “materie liquide infiammabili, il 12,6% da “gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione” (principalmente propano ed ammoniaca) ed il 7,4% da materie corrosive, per un ammontare, in termini percentuali, del 97,7% delle tonnellate di merce pericolosa trasportata su strada; negli anni precedenti, sempre relativamente alle quantità, la distribuzione percentuale tra le diverse classi era rimasta simile (nel 2000 il 74,7% era costituito da “materie liquide infiammabili”, il 12,6% da “gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione”, ed il 7,0% da materiali corrosivi; nel 1999 il 78,5% era costituito da “materie liquide infiammabili” ed il 13,0% da “gas compressi, liquefatti o disciolti sotto pressione”, mentre il 5,7% da materiali corrosivi). In base alla normativa comunitaria vigente, dal 1999 i Paesi dell’Unione Europea sono tenuti a rilevare le quantità ed il tipo di merci pericolose trasportate su strada. L’Italia ha inserito questo item nel questionario del trasporto merci su strada dal 1998. Emerge che i Paesi in cui transita la maggiore quantità di merce pericolosa sono la Germania (13.158 milioni di tonnellate-km), la Spagna (12.474) e l’Italia (11.870). Naturalmente, per una corretta comparazione dei dati, tali quantità devono essere rapportati alla dimensione del territorio, alla popolazione o alla produzione industriale di ciascuno Stato. Andando più indietro nel tempo, comparando i dati relativi alle indagini ISTAT del 1998 e del 1999 con i valori medi calcolati sui cinque paesi che hanno comunicato i loro dati, il primo elemento che emerge è che le tonnellate di merci pericolose trasportate su strada incidono in Italia in modo più pesante sul totale del trasporto stradale rispetto alla media degli altri paesi. In Italia il trasporto di merci pericolose rappresenta nel 1998 il 6,4°% del totale e nel 1999 il 6,8%, mentre nei cinque paesi considerati il peso medio è del 4,8% nel 1999 e del 4,9% nel 2000. Se si effettua il confronto in termini di tonnellate chilometro il peso delle merci pericolose è 5,7% nel 1998 e 6,1% nel 1999 mentre la media dei 5 paesi è del 5,0% nel 1999 e del 5,1 % nel 2000. 190 – Capitolo 2 4. Scenario tecnologico attuale 4.1 Tecnologie veicolari 4.1.1 Sensori di bordo L’attuale parco dei rimorchi che viaggiano sulle strade prevede modelli di punta e modelli meno equipaggiati. Alcuni rimorchi possono essere dotati di sensori che permettono la rilevazione dello stato di temperatura e pressione del carico trasportato. Il contenitore di trasporto, spesso, integra questo tipo di sensori che, se presenti, possono essere interfacciati elettricamente con altri dispositivi e gestiti da una centralina elettronica che li alimenta, acquisisce e processa il segnale digitalizzato rilevato. Il rimorchio può inoltre essere equipaggiato con altri sensori specifici e dedicati che permettono di acquisire altri importanti parametri, quali ad esempio sensori per il rilevamento delle sostanze e sensori per la rilevazione di condizioni cinematiche come gli accelerometri. 4.1.2. Reti di bordo L’introduzione di dispositivi elettronici, azionatori, centraline elettroniche e sensori a bordo veicolo, ha fatto aumentare considerevolmente la quantità di informazione che i vari dispositivi debbono scambiarsi, rendendo sempre più necessaria la presenza di un bus real time di comunicazione affidabile e sicuro, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista protocollare. Nelle seguenti sezioni sono riportate alcune tra i principali protocolli di bordo attualmente in uso: il protocollo CAN è ampiamente utilizzato a bordo dei veicoli per uso privato (e non solo) delle principali aziende produttrici di automobili; il protocollo CAN J1939 è uno standard tecnico molto diffuso sui veicoli industriali; l’FMS è un protocollo nato per applicazioni di gestione flotte. CAN ISO -11898 Il protocollo CAN (Controller Area Network) fu studiato e sviluppato da Robert Bosch GmbH nei primi anni ‘80. La prima realizzazione su silicio, il controller 82526, fu dovuta ad una collaborazione con Intel Corporation. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 191 Nel 1991 la ISO (International Standard Organization) approvò il protocollo a bassa velocità (fino a 125 kbit/s) con lo standard ISO 11519-1. Nel 1993 fu pubblicata la norma ISO 11898 che definisce come standard il protocollo CAN ad alta velocità (CAN 2.0 parte A). Due anni dopo la norma ISO 11898 fu emendata con il protocollo esteso (CAN 2.0 parte B). Le specifiche descritte dalla normativa ISO 11898 definiscono per la rete CAN esclusivamente i livelli Data-Link e Fisico. Per il livello fisico esistono varie alternative sul mercato, non ancora standardizzate ufficialmente, per la maggior parte, proprietarie: CAL (CAN Application Layer) definito dalla CiA (CAN in Automation); CANOpen (un subset del CAL) anch’esso specificato dalla CiA; DeviceNet, definito da Allen&Bradley; SDS (Smart Distribuited System), della Honeywell. Il protocollo CAN è impiegato nell’integrazione di sistemi real-time e può operare sino a 1 Mb/s. Fu utilizzato per la prima volta da DaimlerChrysler nel 1992 per il multiplexing della classe S ed è ora diffuso su molti dei veicoli delle principali case automobilistiche. CAN (J1939) Il J1939, standard tecnico SAE (Society of Automotive Engineers), specifica una rete di comunicazione veicolare ad alta velocità, di classe C (classificazione SAE per le reti con baud rate tra 125 e 1000 kb/s), progettata per la mutua comunicazione delle centraline di controllo distribuite sul veicolo. Il protocollo, relativamente al modello ISO-OSI (Open Systems Interconnect), è suddiviso in sette livelli, dei quali: J1939/11 – livello fisico; J1939/21 – livello di Data Link (definisce la forma del frame -PDU) format, i protocolli punto-punto e broadcast; J1939/31 – livello di rete; J1939/71 – livello di Applicazione; J1939/81 – Gestione di rete. Basato sul protocollo CAN 2.0 parte B, il J1939 utilizza 29 bit di header per i messaggi per segnalare: la priorità; il contenuto; l’indirizzo del destinatario (un nodo specifico o messaggio broadcast); l’indirizzo del mittente. 192 – Capitolo 2 FMS Sei tra le principali case costruttrici di veicoli industriali, Daf Trucks, Iveco, DaimlerChrysler, MAN, Renault Tracks, Scania, Volvo Trucks, hanno formato l”FMS-Standard Group”, un gruppo di lavoro per la creazione di un protocollo comune per i dati veicolo utilizzati nella gestione delle flotte (Fleet Management System – FMS). Tale protocollo è nato allo scopo di fornire al gestore della flotta la possibilità di leggere alcuni dati provenienti dai dispositivi elettronici a bordo del mezzo, evitando una interazione diretta con il bus CAN per motivi di sicurezza e copertura assicurativa. Disponibile dal 2002 su alcuni dei veicoli delle aziende del raggruppamento, è uno standard industriale aperto. La quantità di informazioni a disposizione del gestore della flotta dipende dal veicolo e dalle centraline presenti a bordo. La specifica dell’interfaccia FMS adotta i livelli: fisico dell’ISO 11898 con data rate di 250kb/s (la norma ISO11898 nel 1993 ha definito come standard il protocollo CAN 2.0 parte A e nel 1995 un emendamento lo ha esteso al protocollo CAN 2.0 parte B); di Data Link specificato da SAE J1939/ 21; di Applicazione specificato da SAE J1939/ 71. Il contenuto dei messaggi, nel caso generale, riguarda principalmente informazioni: sul controllo di crociera, velocità del veicolo; provenienti dalla centralina di controllo motore (ad esempio, la posizione del pedale dell’acceleratore); sul consumo del carburante; sul peso del mezzo; sulla distanza percorsa; sulle ore di accensione del motore; sull’identificazione del veicolo; sulla velocità “overspeed”; sulle misurazioni del registratore tachigrafico di bordo; sulla temperatura del motore. 4.1.3. Dead Reckoning In ambito veicolistico ed in particolare relativamente ai ricevitori satellitari, il dead reckoning è una tecnica che permette di stimare la posizione di un I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 193 mezzo; questo è in particolare utile durante i periodi di temporanea assenza del segnale satellitare (ad esempio, a causa del transito all’interno di una galleria) o per migliorarne la stima, in presenza del segnale satellitare, integrando il dato di quest'ultimo con i dati provenienti da alcuni dei sensori del veicolo. Tale metodo di stima è classificato come “interno” perché calcola una posizione relativa da una di partenza, integrando i segnali provenienti da strumenti di bordo; i metodi “esterni”, invece, si basano esclusivamente sui dati forniti dai satelliti. Tipicamente, la posizione viene ricostruita a partire dalle seguenti informazioni provenienti da bordo: il modulo della velocità lineare istantanea (generalmente dedotto dal segnale odometrico o dalla informazione proveniente da un apposito messaggio dalla rete telematica – bus – del veicolo), il modulo della velocità angolare istantanea, velocità di imbardata (generalmente dedotto dal segnale girometrico proveniente da un giroscopio montato a bordo o da un apposito messaggio della rete telematica – bus – del veicolo, contenente l’indicazione del segnale odometrico differenziale), e dall’utilizzo di uno stimatore, basato su un filtro di Kalman, che tende a minimizzare l’errore di stima della velocità di imbardata e della velocità laterale. Il limite dell’algoritmo è dato dalla presenza di incertezza di misura e di rumore sui segnali sopra indicati, che portano ad errori di stima maggiori quanto maggiore è il tempo trascorso dall’inizio del calcolo in condizioni di mancato “aggiornamento” di informazioni da parte del satellite. La scelta dell’algoritmo basato sul filtro di Kalman, citato in letteratura, deriva dal fatto di: ottimizzare tra tutti i possibili “osservatori” di stato, sotto opportune ipotesi (conoscenza delle matrici del sistema, perfetta caratterizzazione del rumore supposto gaussiano e bianco); esso minimizza l’errore di covarianza o, in altri termini, la varianza dell’errore di stima; fondere al meglio i dati provenienti da sorgenti diverse. 4.2 Tecnologie di Centrale Una descrizione completa delle tecnologie attualmente utilizzate nelle applicazioni telematiche ai trasporti su strada è fornita dalla Norma Tecnica CEI UNI 70031:1999-07. Nel seguito se ne riporta un estratto orientato ai 194 – Capitolo 2 supporti disponibili per l’operatività della Centrale. Nello specifico al centro si utilizzano: le reti e le tecnologie di telecomunicazione per l’interazione con gli utenti remoti, i veicoli, gli altri centri, i sistemi d’identificazione automatica dei veicoli in transito in punti specifici della rete multimodale di trasporto (ad esempio eventuali sistemi RFID, Radio Frequency IDentification, di identificazione automatica basata su radiofrequenza, che si effettua presso portali con cui i veicoli comunicano via DSRC, Dedicated Short Range Communication); lo scambio elettronico di documenti fra gli attori coinvolti; i sistemi informativi territoriali. 4.2.1. Reti e tecnologie di telecomunicazione La fruizione dei servizi erogati dalla Centrale può avvenire mediante la Rete Internet, una rete fissa di comunicazione dati a copertura mondiale ottenuta interconnettendo una pluralità di reti ("networks") già esistenti, basate su tecnologie diverse. Internet utilizza un protocollo comune di comunicazione dati a pacchetto chiamato TCP/IP. Essa quindi risulta indipendente dalle diverse tipologie di reti in quanto non è realmente "posseduta" da nessuno. L’accesso alla Rete Internet da parte degli utenti remoti avviene normalmente via rete telefonica (PSTN) o, meglio, via ISDN (rete numerica integrata nei servizi per telefonia e dati) o ADSL (rete numerica digitale per comunicazione a banda larga). La centrale viceversa pubblica le funzionalità sulla Rete Internet per mezzo di una linea HDSL con la dovuta ampiezza e garanzia di banda, e possibilmente back-up ISDN o ADSL. Le comunicazioni fra la Centrale ed i sistemi telematici a bordo dei veicoli possono avvenire sfruttando i servizi HSCSD e GPRS offerti dalla Rete Radiomobile Digitale GSM. La rete cellulare digitale GSM (Global System for Mobile communications) è stata realizzata secondo uno standard ETSI; opera in una gamma di frequenze a 900 e 1800 MHz e consente agli utenti il roaming in tutto il territorio europeo ed eventualmente in altri paesi, usando lo stesso telefono e numero. La trasmissione digitale sul canale di accesso radio del GSM consente l'utilizzo di una vasta gamma di servizi evoluti, sia di telefonia che di trasmissione dati. Fra i servizi di trasmissione dati potenti e veloci offerti dal GSM vi è sia il GPRS (General Packet Radio Service), servizio dati in tecnica a pacchetto, e l’HSCSD (High Speed Circuit Switched Data), servizio dati in tecnica a circuito. Le interazioni fra la Centrale e i veicoli potranno avvenire anche mediante integrazione dell’UMTS (Universal Mobile Telecommunication System), rete I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 195 radiomobile di terza generazione caratterizzata da qualità del servizio comparabile a quella delle reti fisse. 4.2.2 Scambio elettronico dei documenti3 Lo scambio elettronico di documenti viene nella norma identificato con l’acronimo EDI ovvero “Electronic Data Interchange”: con esso si intende lo scambio di dati commerciali ed amministrativi direttamente tra computer di aziende distinte, tra operatori stanziali e mobili, secondo una determinata normativa. In termini analoghi, per EDI si intende il trasferimento elettronico di messaggi strutturati quali ordini, fatture, conferme d’ordine, ecc., conformi a normative preferibilmente internazionali, tramite reti di telecomunicazione pubbliche, private, servizi di rete a valore aggiunto o Internet. Le tecniche EDI differiscono dalle comuni tecniche di comunicazione fra operatori commerciali, in quanto presuppongono l’eliminazione dei documenti cartacei, comunque ottenibili qualora necessario. Nel caso della Centrale i messaggi strutturati trasferiti per via elettronica sono legati agli aspetti di autorizzazione dei viaggi ed includono dunque: la richiesta di autorizzazione presentata da chi effettua il trasporto di merce pericolosa, il documento di autorizzazione rilasciato dal centro servizi nel ruolo di supervisore “istituzionale”, la circolare informativa sul viaggio autorizzato inviata dal centro servizi a tutti gli attori interessati. 4.2.3. Banche dati cartografiche e sistemi informativi territoriali I sistemi informativi territoriali (SIT) o “Geographical Information Systems” (GIS), sono strumenti informatici che consentono di gestire ed elaborare informazioni di varia natura associate al territorio in modo fisso o variabile, nella fattispecie quelle attinenti ai sistemi di trasporto che vi sono impiegati. Su un sistema informativo territoriale possono essere controllate le flotte ed i singoli veicoli, le informazioni sui carichi in movimento, le infrastrutture stradali, ferroviarie, portuali ed interportuali a disposizione, le condizioni del traffico, le possibilità di carico in certe località per evitare il viaggio a vuoto, e così via. 3 “The use of electronic data processing (EDP) or electronic data interchange (EDI) techniques as an aid to or instead of paper documentation is permitted, provided that the procedures used for the capture, storage and processing of electronics data meet the legal requirements as regards the evidential value and availability of data during transport in a manner at least equivalent to that of paper documentation” [ADR2003 5.4.0]. 196 – Capitolo 2 La Centrale necessita quindi di siffatti strumenti informatici al fine di gestire ed elaborare informazioni geografiche di varia natura attinenti lo stato dei viaggi in corso, l’infrastruttura intermodale a disposizione, possibilmente le condizioni del traffico, il calcolo del percorso ottimale, e così via. 4.3 Tecnologie di localizzazione per la navigazione Nell’ottica di tracciare un quadro sintetico sui sistemi di localizzazione automatica adatti allo scopo, si può operare una possibile suddivisione in classi degli stessi, raggruppandoli in: sistemi di navigazione inerziali (quali accelerometri e giroscopi), montati a bordo, per la localizzazione dei soli veicoli; essi vengono solitamente impiegati insieme ad odometri, per la misura del percorso lineare, ed a cartografia elettronica, per la riconduzione del veicolo ad un punto su di essa (map matching); rilevatori di posizione e d’informazioni su corto raggio4 (basati su telecamere, radiofrequenza,...), per merci, contenitori o veicoli obbligati a percorsi prestabiliti oppure al transito attraverso varchi, eventualmente virtuali; sistemi basati sull’indicazione della cella di appartenenza di un terminale mobile in un certo istante (basati su reti con struttura a celle)5; sistemi basati su triangolazione a terra o via satellite, per la mobilità di persone, merci e veicoli. I sistemi per rintracciare la posizione di una persona partono da un presupposto molto semplice: dato un telefono GSM che emette un segnale radio è possibile, grazie alla triangolazione della posizione delle celle cui è collegato il cellulare, identificare la posizione geografica dell'individuo che utilizza quel telefono. A seconda del numero dei ripetitori presenti in una determinata zona e della portata della cella si potrà poi riuscire a localizzarlo nel raggio di un centinaio di metri o di qualche chilometro. Le tecnologie per l'mPositioning, sono già presenti nei comuni cellulari GSM e non occorre apportare modifiche al telefono per rintracciare un utente; la differenza tra un sistema e l'altro è solo la precisione con la quale ciò si realizza. 4 5 In sostanza, sistemi di identificazione automatica e/o di comunicazione su corto raggio (DSRC, Dedicated Short Range Communication). Questa classe di sistemi costituisce, nel panorama dei sistemi di localizzazione, una relativa innovazione, legata ai sistemi cellulari propriamente detti ed a sistemi con struttura a celle finalizzati alla comunicazione e localizzazione integrata. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 197 Non sono pochi i pericoli per la sfera privata che derivano dal conoscere la posizione di una persona, soprattutto per quanto attiene alle informazioni fornite da parte del localizzatore e all'uso scorretto che di queste si può fare ad insaputa dell'utente. I vincoli sulla privacy esistono, ma vengono sistematicamente elusi e violati, e i dati di posizionamento di persone e cose rappresentano un campo commerciale enorme, presidiato da grosse compagnie e governi di tutto il mondo. La stessa Commissione europea ha espressamente sottolineato come per il trattamento dei dati di localizzazione occorra in teoria il consenso esplicito dell'utente. Con un'eccezione: le chiamate di soccorso e di emergenza a vigili, carabinieri, polizia e ambulanze. Le tecnologie di localizzazione in questa classe (basata sulle celle) possono essere divise in tre categorie, a seconda dell’accuratezza del metodo di posizionamento: tecnologie di base; tecnologie “evolute”, enhanced; tecnologie avanzate. Il primo insieme di metodi è basato sull’uso della cella di identificazione (cell ID). Tale cella può essere utilizzata da sola oppure con il Timing Advance (TA) e con il Network Measurement Reports (NMR). Enhanced Observed Time Difference (E-OTD) appartiene al secondo gruppo. Altri fattori di distinzione, molto importanti, sono, per esempio, la complessità del sistema e gli investimenti necessari per il network. Le tecniche di localizzazione vengono poi classificate in base a “dove” viene implementata la PCF, ossia la Positioning Calculation Function: all’interno dello stesso dispositivo mobile (localizzazione terminal-based); dalla rete di comunicazione (localizzazione network-based); soluzione ibrida. La già citata tecnica E-ODT (Enhanced Observed Time Difference) è un classico esempio di localizzazione terminal-based applicata su terminali GSM/GPRS e basata sul calcolo della differenza temporale osservata nel ricevere pacchetti dati da differenti stazioni base (BTS). Per quanto riguarda invece la localizzazione indoor, vengono implementate sia soluzioni completamente network-based , sia soluzioni di prossimità (ad esempio con infrarossi o in radiofrequenza), per applicazioni nelle quali non è importante conoscere costantemente la posizione dell’utente. L’utilizzo di un metodo di localizzazione rispetto ad un altro comporta la valutazione dei trade-off derivanti da fattori quali la precisione che si vuole 198 – Capitolo 2 ottenere, l’ambiente di utilizzo (indoor e/o outdoor), i tempi di risposta accettabili (le soluzioni di prossimità non li prevedono) o il grado di invasività sia rispetto alla mobilità o alla trasportabilità del dispositivo mobile, sia rispetto ad architetture di rete già esistenti. Tab 1. Sintesi dei metodi di localizzazione riconducibili alla terza classe Livello Metodo Base CI, CI+TA, CI+TA+RX “Evoluto” E-OTD, TOA Avanzato A-GPS Per quanto riguarda i sistemi GPS, GLONASS, EGNOS ed il futuro GALILEO, in particolare , verranno ripresi di seguito. Il sistema gestito da Eutelsat è il sistema di localizzazione Euteltracs implementato dalla Qualcomm, che opera su satelliti GEO in banda Ku; esso permette: localizzazione del mobile mediante una triangolazione su due satelliti; trasmissione bi-direzionale di short message fra hub e mobile; trasmissione da mobile a hub dei segnali dei sensori che misurano le condizioni di trasporto; trasmissione di mappe da hub a mobile. La localizzazione del mobile è effettuata dal server della hub e da esso trasmessa al mobile. La hub del sistema Euteltracs è collegata via terra ai quartieri generali degli operatori delle flotte di mobili permettendo così agli operatori il monitoraggio e controllo remoto dei loro mobili. Naturalmente i messaggi fra operatori e mobili sono cifrati. Il terminale del sistema Euteltracs è composto da: antenna fan beam dotata di tracking nel piano azimutale e coperta da radome; transceiver; CPU, video monitor e tastiera. Da un punto di vista tecnico, rispetto ai sistemi esistenti, Galileo presenta i seguenti vantaggi: 1) aumenta la precisione della determinazione di posizione e tempo, 2) diminuisce il “Time-To-Alarm” (TTA), 3) è interoperabile con gli altri sistemi di posizionamento, I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 199 4) è il primo sistema che fin dal progetto iniziale preveda l’integrazione del sistema di posizionamento e dei sistemi di comunicazione. Da un punto di vista politico: a) è un servizio controllato da una entità Europea, b) è un servizio operato e controllato da entità civili, c) la determinazione di posizione e tempo è aperta a tutti con la medesima precisione. L’”Open Service” di Galileo permette una precisione molto maggiore di quella offerta da GPS e GLONASS per i servizi civili. Essendo Galileo interoperabile con GPS e GLONASS, un ricevitore Galileo potrà vedere simultaneamente un numero maggiore di satelliti. Ciò permette di migliorare la precisione e di aumentare la integrità e disponibilità del servizio (cfr Del. 4.2.3). La seguente tabella mostra il numero di satelliti visto da un ricevitore per diversi valori dell’angolo di oscuramento del campo di vista. Tab. 2 Numero di satelliti visto da un ricevitore per diversi valori dell’angolo di oscuramento del campo di vista Receiver Elevation Masking Angle N° of visible Galileo Satellites N° of visible GPS Satellites Total 5° 13 12 25 10° 11 10 21 15° 9 8 17 La tabella seguente mostra la precisione raggiunta utilizzando Galileo e GPS. Tab. 3 Raggiunta utilizzando Galileo e GPS Elevation Masking Angle = 10° Elevation Masking Angle = 30° Single Frequency Dual Frequency Single Frequency Dual Frequency Precisione Orizzontale 7-11 m 3-4 m 14-54 m 11-21 m Precisione Verticale 13-26 m 6-8 m 21-81 m 17-32 m Nel sistema EGNOS un insieme di stazioni riceventi i segnali dei GNSS (Ranging and Integrity Monitoring Stations - RIMS) è connesso ad un Mission Control Center (MCC) che determina l’integrità, le correzioni differenziali, i ritardi ionosferici dei segnali e genera le efemeridi dei satelliti GEO. Queste 200 – Capitolo 2 informazioni vengono trasmesse insieme con i segnali di ranging ai satelliti GEO che le ritrasmettono ai mobili su una frequenza della banda L1 del GPS. I satelliti GEO di EGNOS provvedono dunque tre tipi di dati: - posizionamento, - correzioni differenziali, - integrità. Nel sistema Assisted GPS (A-GPS) i server di assistenza comunicano ai mobili, mediante una rete terrestre wireless, una serie di informazioni che aiutano il ricevitore GPS a determinare la posizione. Tre tipi di dati sono inviati ai mobili: - informazioni precise sull’orbita dei satelliti GPS e segnali di clock, - stima di posizione e tempo iniziali, - scelta del satellite, distanza e variazione della distanza. Inoltre il server di assistenza può calcolare la posizione del mobile lasciando al ricevitore GPS il solo compito di raccogliere i dati di distanza. Le tecniche GPS Differenziale (DGPS) si basano sull’idea di correggere gli errori in un sito attraverso la misura degli errori in un sito di riferimento. Le correzioni debbono essere trasmesse ai ricevitori GPS. Il sistema proposto integra il ricevitore Galileo con terminali bidirezionali satellitari e terrestri. 4.4 Tecnologie di comunicazione I supporti di telecomunicazione possono essere inquadrati in due gruppi: a) tecnologie di telecomunicazione, impiegate nelle reti ad accesso pubblico ed utilizzabili per realizzare strutture dedicate (private) alla telematica per il trasporto su strada ed intermodale. b) reti di telecomunicazione: ad accesso pubblico, disponibili sul territorio quindi utilizzabili per le applicazioni della telematica nel trasporto su strada ed intermodale, di tipo fisso o mobile; reti mobili private e servizi di rete dedicati agli operatori del trasporto su strada. Il contenuto seguente pone quindi le basi sulla seguente struttura (elenco numerato), ma concentrandosi sinteticamente sulle tecnologie di maggiore interesse negli obiettivi di questo articolo: I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 201 1. tecnologie di telecomunicazione (su cavo, su fibra ottica, via radio, tecnologia analogica e numerica, modi di trasferimento dati, protocolli trasmissione dati, sistemi a larga banda, strutture trasmissione dati); 2. reti fisse, ad accesso pubblico e private (rete telefonica analogica, ISDN, rete comunicazione dati a pacchetto, linee affittate, rete numerica per comunicazione a larga banda, Internet, reti a valore aggiunto, reti private); 3. reti radiomobili ad accesso pubblico (reti radiomobili analogiche, digitali, cordless, satellitari, di radioavviso, di comunicazione personale universale, RDS/TMC e DAB/TMC); 4. reti mobili private e servizi di rete dedicati agli operatori del trasporto su strada (radiomobili privati, reti mobili per trasmissione dati, trasmissione agli infrarossi, DSRC, cooperative driving). Di seguito ci si concentra sui sistemi di comunicazione mobili in particolare, divisi tra comunicazione via satellite e terrestre. 4.4.1 Satellitare I servizi di comunicazione terrestre – sia di tipo cellulare che radiomobili privati - potrebbero essere estesi territorialmente all’intera superficie terrestre con un pager satellitare (quali Globalstar, Orbcomm, Inmarsat) in un terminale che lo preveda. Tuttavia, il controllo del trasporto di merci pericolose potrebbe richiedere un sistema di comunicazione che permetta simultaneamente: 1) trasmissioni di informazioni broadcast e multicast dai centri di controllo ai mobili (ad esempio, le informazioni tipo EGNOS, le informazioni che un gestore di flotta deve trasmettere ai mobili della sua flotta, informazioni meteorologiche e sullo stato delle strade in certe regioni, ecc.); 2) trasmissioni di informazioni dai mobili ai centri di controllo (es: allarmi e informazioni in caso di incidenti in certe zone, ecc.); 3) trasmissioni video in caso d’incidente per valutare la gravità dell’incidente e facilitare gli interventi di emergenza; 4) trasmissioni in tempo reale dai mobili ai centri servizio dei dati sullo stato dei mobili e delle merci trasportate; 5) trasmissioni audio fra conducenti e centri di servizio in caso di anomalia. Trattandosi di un sistema di controllo merci pericolose, la trasmissione dello stato dei mobili e delle merci in tempo reale da ogni mobile deve essere quasi continua. Le altre trasmissioni avranno luogo quando necessario. Di seguito (punti A e B) si propongono quindi sistemi satellitari ulteriori, diversi da quelli sopra enunciati, in quanto: 202 – Capitolo 2 1) sono sistemi progettati e ottimizzati per le trasmissioni dati e le trasmissioni multimediali; 2) sono sistemi a banda larga, quindi permettono di effettuare le eventuali trasmissioni video; 3) permettono di assegnare ad ogni rete una banda garantita che può essere condivisa fra più mobili e fra più applicazioni, secondo regole di priorità che sono gestite dal centro di controllo e si possono adattare in tempo reale alle differenti situazioni; 4) permettono di aumentare la banda assegnata alla rete in tempo reale ed a richiesta dell’utente. La quantità di informazioni, quindi la banda necessaria, potrà essere definita solo quando si avrà un modello di traffico e di trasmissione dati. Rispetto ad altri sistemi (es. Globalstar, Thuraya) si fa rilevare che essi: a) per il traffico dati hanno prestazioni inferiori a quelle dei sistemi proposti perché progettati per la telefonia mobile; b) non offrono la larghezza di banda necessaria alle trasmissioni video e, a maggior ragione, se esse devono essere simultanee a trasmissioni dati e audio. I sistemi Inmarsat hanno una copertura globale; tuttavia, la banda fornita da tali sistemi non è sufficiente ad applicazioni video. DSAT 2000 Il servizio DSAT 2000 é basato sul sistema Linkway, implementato da Viasat. Esso permette la creazione di reti a maglia bi-direzionali fra tutti I terminali collocati nei nodi del sistema. Si tratta di un sistema DAMA (Demand Assignment Multiple Access) in cui I terminali operano nel modo MF-TDMA Dinamico (MultiFrequency Time Division Multiple Access). L’assegnazione di banda alla domanda o di una Committed Information Rate (CIR) è effettuata da un Network Control Center (NCC) collegato a uno dei terminali, il quale gestisce la segnalizzazione, la sincronizzazione e il controllo della rete. La massima velocità d’informazione è di 4 Msymb/s nei due sensi, ma naturalmente si possono creare dei collegamenti asimmetrici. Ogni terminale puo’ esser dotato di interfaccia Ethernet, ATM, ISDN, Frame Relay. Il sistema DSAT 2000 puo’ essere dotato di antenne munite di tracking e piattaforme stabilizzate. In questa versione è attualmente usato sulle navi per assicurare telemedicina, comunicazioni telefoniche, accesso a Internet, videoconferenze, trasmissione dati con la terraferma. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 203 Il sistema permette la creazione di VPN (Virtual Private Network) e può essere interfacciato con GSM e WIFI. L’inconveniente del sistema è che, essendo esso hubless, richiede front end RF di una certa potenza e dimensione d’antenna, quindi costosi. D-Star Il servizio D-Star é basato sul sistema Linkstar, implementato da Viasat. Esso permette la creazione di reti a stella bi-direzionali fra tutti i terminali collocati nei nodi del sistema e una o più hub centrali. Il collegamento fra due terminali necessita quindi di un doppio balzo sul satellite. Si tratta di un sistema che soddisfa lo standard DVB-RCS. La hub invia ai terminali un segnale IP incapsulato in un transport stream DVB-S. I terminali trasmettono invece nel modo MF-TDMA Dinamico (MultiFrequency Time Division Multiple Access). L’assegnazione di banda alla domanda o di un CIR è effettuata da un Network Control Center (NCC) collegato alla hub, il quale gestisce la segnalizzazione, la sincronizzazione e il controllo della rete. La massima velocità d’informazione è di 42 Mbit/s dalla hub verso i terminali e di 1.024 Mbit/s da ogni terminale verso la hub. Ogni terminale è dotato di interfaccia Ethernet. Anche il sistema D-Star puo’ essere dotato di antenne munite di tracking e piattaforme stabilizzate. In questa versione è attualmente usato sulle navi per assicurare comunicazioni telefoniche, accesso a Internet, trasmissione dati con la terraferma. Il sistema permette la creazione di VPN (Virtual Private Network) e puo’ essere interfacciato con GSM e WIFI. Il vantaggio del sistema è che, essendo dotato di hub, è possibile realizzare delle hub sufficientemente grandi e potenti da ridurre drasticamente le dimensioni e potenze e quindi i costi dei terminali. Attualmente Eutelsat gestisce due servizi di comunicazione, il DSAT 2000 e il D-Star, basati entrambi su tecnologia Viasat. 204 – Capitolo 2 4.4.2 Terrestre Wired PSTN La rete PSTN (Public Switched Telephone Network) è la rete telefonica analogica, cioè la rete telefonica ordinaria, detta anche RTG (Rete Telefonica Generale), o Rc (rete commutata) per la comunicazione in fonia. Mediante l’impiego di modem ai due estremi può essere usata anche per trasmissione dati, in tecnica a commutazione di circuito. La qualifica di rete analogica è quasi esclusivamente dovuta alla tecnologia impiegata sul “doppino” (linea dal telefono alla centrale). L’interno della rete (centrali e collegamenti tra le centrali) è già in grande maggioranza digitale (omonimo di numerica). xDSL Il termine xDSL (dove DSL sta per Digital Subscriber Lines ed x indica le caratteristiche di banda) include ADSL (Asymmetrical Digital Subscriber Line) ed HDSL (High-data-rate Digital Subscriber Line) ed altre tecnologie per la trasmissione dati, che differiscono tra loro in termini di velocità e capacità di banda. Le tecnologie DSL utilizzano sofisticati schemi di trasmissione dati in tecnica a commutazione di pacchetto, e sono talvolta identificate come tecnologie dell’ultimo miglio, perché sono utilizzate solo per le connessioni fra il telefono e la centrale, e non fra centrali. xDSL ed ISDN (cfr. punto III) sono quindi molto simili, ma il primo offre velocità maggiori. L'ADSL si posiziona al centro della gamma in termini di velocità e prestazioni. L'acronimo ADSL indica che il trasferimento dei dati avviene in modo "asimmetrico", cioè con velocità diverse a seconda si tratti di ricezione o trasmissione, diversamente da quanto accade con i normali modem. Tale soluzione è ottimale per l'utilizzo di Internet: durante la navigazione, infatti, è necessaria una più alta velocità di ricezione (caricamento pagine web, download di file), mentre l'invio di dati dal computer alla rete è solitamente esiguo e può avvenire con una velocità inferiore. ISDN La rete ISDN (Integrated Services Digital Network), integrata per telefonia e dati, è il completamento evolutivo della rete telefonica ordinaria, in quanto prevede collegamenti digitali per l’utente. Per quanto riguarda la gestione della rete, vale tutto quanto detto in riferimento alla rete telefonica analogica. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 205 L’ISDN consente la comunicazione in tecnologia completamente digitale tra due utenti, i quali possono quindi usufruire sia dei servizi vocali che non (dati, testi, grafici ed immagini a colori in movimento). I servizi forniti sono: telefonia, videotelefonia, trasmissione dati in tecnica “a circuito”, fax veloci, connessione a “router” di LAN; l’utente dispone anche di un canale di segnalazione, sul quale trasmettere dati in tecnica a “commutazione di pacchetto”. Wireless Short range Il vantaggio principale nell’adozione delle tecnologie di comunicazione wireless a corto raggio risiede nella capacità di queste di far dialogare ed interagire dispositivi diversi fra loro, posti in un’area circoscritta, senza la necessità di collegamenti via cavo. Il settore delle wireless LAN, in particolare, è indirizzato all’utenza nomadica e comporta costi infrastrutturali minori rispetto alla tradizionale rete cablata. Secondo il Wireless Forum entro il 2005 il 30% delle aziende disporrà di una rete wireless ed il 20% sarà completamente basata sul nuovo standard. RFID Con il termine RFID si vogliono identificare tutti quei dispositivi che funzionano in radio frequenza permettendo di poter acquisire dati in modo automatico. Commercialmente i dispositivi maggiormente diffusi che rientrano in questa categoria, sono identificati con il nome di TAG. I Tag o Transponder possono essere di tipo passivo o attivo. Quelli passivi si autoalimentano ricavando energia, per effetto autoinduttivo, dalle onde elettromagnetiche che il lettore fornisce loro quando li interroga. La stessa onda radio serve per poter trasportare i dati dal Tag al lettore. Questa tecnica è chiamata backscatter. I Tag attivi hanno a loro disposizione una batteria che permette loro di avere una maggior autonomia e di poter avere un maggior raggio di azione. Anche questi dispositivi utilizzano la stessa tecnica di backscatter per trasmettere le informazioni al lettore. Il Tag è normalmente costituito da un’antenna, una memoria fisica e una certa potenza di elaborazione. La memoria può essere letta o scritta, in funzione del tipo di applicazione o dispositivo. La frequenza maggiormente utilizzata per i dispositivi passivi è quella di 13,56MHz, per i lettori ed i Tag attivi è di 2,45 GHz, ma esistono anche altre frequenze alle quale questi dispositivi lavorano. Recentemente infatti l’ETSI 206 – Capitolo 2 ha rilasciato un’altra frequenza, per l’utilizzo europeo di dispositivi passivi, a 869.50MHz. Il loro campo d’azione è compreso tra i 0,25 e 1 m, per i dispositivi passivi, fino a 13m per quelli attivi più evoluti, con una capacità di memoria che può arrivare attualmente fino a circa 2kbit. IEEE802.15.4 Lo standard IEEE802.15.4 fa parte del gruppo della WPAN (wireless personal area network) ed è definito fino al layer MAC e appartiene al gruppo dei low data rate WPAN. Le caratteristiche più salienti di questo standard sono: consumi energetici contenuti; ottimizzazione del duty-cycle; dual PHY a 2,4GHz e 868-915MHz; data rate: 250kbps @ 2,4 GHz; 40kbps @ 915MHz e 20kbps @ 868MHz; CSMA-CA channel access; range: 50m circa; 64 bit indirizzi IEEE. Lo standard IEEE802.15.4, per poter funzionare, è definito in due differenti modalità: Full Functional Device (FFD); Reduced Functional Device (RFD) Nella configurazione FFD ogni dispositivo può comunicare con un altro, ed è possibile utilizzarla in una qualunque connessione di rete (stella, PTP). Nel caso di RFD, ogni dispositivo comunica solo con il coordinatore di rete. In questo caso la sola configurazione di rete possibile risulta quella a stella. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 207 Network coordinator Full Function node Reduced Function node Communications flow Virtual links Fig. 1 Esempio di rete IEEE802.15.4 Bluetooth Diversamente da una LAN (Local Area Network), i dispositivi interconnessi non si limitano a calcolatori, stampanti, ecc., ma la tecnologia consente di far interagire apparecchi elettronici di diversa natura come cellulari, PDA, cuffie, proiettori, scanner, videocamere, fotocamere, elettrodomestici vari, collegati in rete fra loro. Questo tipo di reti wireless è generalmente chiamato “piconet”. Una piconet è costituita da due o più periferiche che condividono un canale di comunicazione utilizzando il Bluetooth, fino ad un massimo di 8 dispositivi connessi contemporaneamente. E' possibile connettere fra loro più piconet ed altre apparecchiature Bluetooth aumentando la possibilità di espansione della rete. I dispositivi comunicano tra loro creando e riconfigurando dinamicamente le piconet. La configurazione cambia in modo automatico sia quando si inserisce un nuovo dispositivo Bluetooth o una piconet, sia quando si elimina uno di questi. Ciò consente la sincronizzazione dei dati tra dispositivi. Tramite il protocollo SDP (Service Discovery Protocol) ogni dispositivo conosce i servizi disponibili in una piconet, servizi resi disponibili dagli apparecchi connessi. In un collegamento (una rete Bluetooth può supportare un collegamento puntopunto e multi punto) tutti gli apparecchi connessi sono generalmente in modalità di attesa (standby), seguendo un ciclo di scansione ad intervalli di 208 – Capitolo 2 tempo regolari al fine di verificare la presenza di eventuali altri dispositivi. La scansione effettuata può essere di due tipi: PS (Page Scan) e IS (Inquiry Scan): la scansione PS consente la ricerca di un collegamento con un altro apparecchio Bluetooth, che può risultare in modalità “connectable mode” o “non-connectable mode”, mentre la scansione IS, simile alla precedente, permette di identificare la tipologia di apparecchi disponibili nella picorete (discoverable mode o non-discoverable mode) e di preparare i necessari protocolli per il collegamento. La tecnologia Bluetooth opera nella gamma di frequenze tra 2,4 e 2,483 GHz, suddivisa in canali da 1 MHz, impiegando la tecnica FHSS (Frequency Hopping Spread Spectrum), tecnologia che consente a più utenti di condividere lo stesso insieme di frequenze, cambiando automaticamente la frequenza di trasmissione sino a 1600 volte al secondo, al fine di una maggiore stabilità di connessione e di una riduzione delle interferenze tra canali di trasmissione. Gli “hops” corrispondono ai salti della portante all'interno della gamma assegnata (2,402 GHz - 2,480 GHz, con salti di 1 MHz). La comunicazione è gestita dall'unità master tramite FHSS consentendo la sincronizzazione con le unità slave, fino ad un numero massimo di 7 dispositivi slave attivi. Nella piconet oltre alle sette unità slave attive possono rimanere sincronizzate con l'unità master altre unità in una modalità di attesa (park). Il sistema di comunicazione Bluetooth è progettato per funzionare anche in ambienti con forte presenza di interferenze, campi elettromagnetici, segnali radio, o gamme RF, e non è disturbato da oggetti interposti od ostacoli, garantendo collegamenti sempre efficienti e affidabili, cosa impossibile con tecnologie a frequenze superiori quali la tecnologia ad infrarossi Irda. Il data rate è prossimo ad 1 Mbit/s anche con piccole potenze nell'ordine di alcuni mW, impiegando la tecnica di multiplazione TDD (Time Division Duplex). Nella Tabella 3 sono indicate le classi di potenza in cui sono suddividibili i diversi dispositivi Bluetooth. Tab. 3 Classi di potenza dei dispositivi Bluetooth CLASSE DI POTENZA POTENZA MASSIMA NOTE 1 100 mW (20 dBm) - 2 2,5 mW (4 dBm) - 3 1mW (0 dBm) - I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 209 Nella Fig. 2 è riportata l’architettura dei protocolli del Bluetooth. Alcuni tra i protocolli in essa presenti sono stati adattati alla tecnologia in questione (ad esempio, TCP, UDP) e consentono l’interoperabilità, altri sono specifici (ad esempio, LMP, L2CAP). La specifica è aperta e permette la realizzazione di applicazione proprietarie basate sul physical layer e link layer Bluetooth. Fig. 2 Architettura dei protocolli Bluetooth IEEE802.11 Il primo standard IEEE 802.11 è stato pubblicato nel 1997. Nel 1999 ne è stata pubblicata una nuova versione che è stata riconosciuta dall’ISO ed identifica i requisiti tecnici minimi di interoperabilità e di conformità basati sugli accordi stabiliti tra Europa, il Giappone e l'America del Nord. Esso definisce le opzioni per lo strato PHY per la trasmissione wireless e lo strato MAC. La frequenza utilizzata e regolamentata è quella di 2,4 GHz e capacità trasmissive fino a 2Mbps. Gli altri standard 802.11a, 802.11b, 802.11e, 802.11g, 802.11h e 802.11i complimentano ed estendono lo strato MAC per la qualità del servizio e sicurezza, o lo strato PHY per l’aumento della trasmissione dei dati ad alta velocità. 210 – Capitolo 2 Lo standard WLAN funziona in modo simile allo standard Ethernet, infatti utilizza uno schema di accesso alla rete di tipo Carrier Sense Multiple Access senza Collision Avoidance (CSMA/CA), mentre lo standard Ethernet utilizza uno schema Carrier Sense Multiple Access con Collision Detection (CSMA/CD). Attualmente lo standard maggiormente utilizzato in Italia è IEEE802.11b. La WECA (Wireless Ethernet Compatibility Alliance), è stata formata per fornire una certa conformità nello standard per l’industria LAN. È stato infatti decretato lo standard Wi-Fi® che assicurerà ai consumatori la piena compatibilità tra i prodotti che espongono questo marchio. Lo standard precede che possano essere collegati due o più dispositivi, utilizzando una dei due tipi di profilo per la configurazione della rete wireless: ad hoc client/server La configurazione della rete ad hoc rappresenta una semplice rete creata tra gli utenti senza utilizzare un access point (punto di accesso) o server. Lo standard specifica quindi anche la modalità con la quale devono essere smistate le informazioni tra i diversi utenti connessi tra loro. La configurazione della rete client/server utilizza un access point che controlla la ripartizione del tempo di trasmissione per tutte le altre stazioni, permettendo così alle altre stazioni mobili possano spostarsi da una cella all’altra. Long range GSM Lo studio che ha permesso l’attuale utilizzo dei dispositivi portatili basati sulla tecnologia GSM (Global Mobile for communication Systems), risale ai primi anni 80. Il sistema di comunicazione GSM è di tipo PTP (Point To Point), è rispetta gli standard imposti da ETSI (European Telecommunication Standard Institute). Essendo quindi uno standard paneuropeo, è possibile instaurare comunicazioni con utenti anche all’estero, questo poiché esistono accordi bilaterali, tra i vari operatori, che consentono ai clienti di telefonia mobile di poter usufruire del servizio nei diversi paesi. Il sistema GSM permette di effettuare alcuni servizi base come la trasmissione voce, dati, SMS e Fax. Tutti i segnali sono digitalizzati prima di essere trasmessi. La tecnologia, la sua implementazione ed il suo utilizzo ha raggiunto una fase matura e stabile, lasciando quindi spazio per lo studio e l’applicazione di tecniche più giovani. La rete GSM, la cui architettura è riportata nella Fig. 3, identifica essenzialmente 3 sottosistemi principali: I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 211 Mobile System (MS): rappresenta il dispositivo portatile dell’utente che contiene la parte radiomobile, il display, un DSP (Digital signal Processing) ed una card chiamata Subscriber Identity Module (SIM); Base Station Subsystem (BSS): è essenzialmente composto da due sottosistemi (BTS e BSC) che permettono di poter interfacciare l’MS con il resto della rete. La Base Transceiver Station (BTS) gestisce le interfacce radio e la cella con la quale il MS deve comunicare. La Base Station Controller gestisce le diverse BTS; Network Sub System (NSS): è essenzialmente rappresentato dal Mobile services Switching Center (MSC). La sua azione è simile a quella effettuata da un normale nodo switching ISDN, in aggiunta però permette di poter effettuare la sottoscrizione del modulo mobile come, ad esempio, l’autenticazione e la registrazione. Fig. 3 GSM: architettura di rete Lo standard GSM utilizza la combinazione della tecnologia di accesso a divisione di frequenza (FDMA) con quella di accesso a divisione di tempo (TDMA). Questo permette di dividere la banda disponibile in un certo numero di canali radio, che sono a loro volta divisi per un certo tempo tra diversi utenti, permettendo di poter utilizzare un singolo canale da più utenti. Le frequenze utilizzate per la comunicazione E-GSM/GSM900/GSM1800 sono: 880-915; 1710-1785 MHz per up-link (trasferimento informazioni dal terminale utente) e 925-960; 1805-1880 MHz per down-link (informazioni dirette al terminale utente). GPRS Fin dalla metà degli anni ‘90, è stato studiato, e successivamente sviluppato, un nuovo servizio per il trasporto dati che prende il nome di GPRS (General Packet Radio Service). Esso utilizza un nuovo ed innovativo metodo di accesso alla rete che migliora e semplifica il collegamento stesso. L’accesso alla rete è di tipo a commutazione di pacchetto ed utilizza, in parte, la stessa 212 – Capitolo 2 rete impiegata della telefonia cellulare GSM, utilizzando quindi lo stesso spettro delle frequenze, alla quale questo servizio si affianca, permette di portare il bit rate di trasmissione, in download, a valori teorici pari a 171,2 kbps gestibili in modo flessibile secondo le reali necessità dell’utente. Fig. 4 Componenti della rete GSM e GPRS Al fine di poter utilizzare questo servizio per il trasferimento dei dati, sono stati sviluppati e aggiunti alla rete GSM, alcuni moduli come l’SGSN (Service GPRS Support Node) ed il GGSN (Gateway GPRS Support Node) per l’instradamento, la consegna dei pacchetti e l’interfaccia verso il mondo IP. Il servizio GPRS mette a disposizione degli utenti due tipi differenti di profilo: PTP (Point To Point) PTM (Point To Multipoint) Il profilo PTP può essere di tipo connection-less oppure connection oriented. Nel primo caso due pacchetti consecutivi sono indipendenti uno dall’altro ed effettuano percorsi di rete differenti. Nel secondo caso, invece, i pacchetti effettuano lo stesso percorso logico anche se in tempi differenti. Durante la comunicazione PTP, ogni terminale può essere in uno dei tre differenti stati: Idle: il terminale è sintonizzato su un canale di controllo Standby: il terminale non utilizza risorse fisiche I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 213 Active: il terminale invia e le riceve i pacchetti dalla rete Il profilo PTM permette di poter inviare le informazioni in funzione all’ubicazione sul territorio degli utenti indipendentemente dalla loro identità. Esistono pertanto due tipi di PTM: Broadcast: invio di dati a tutti gli utenti siti in una area specifica senza alcuna forma di indirizzamento, anche se gli utenti non ne hanno fatto richiesta; Multicast: dati diretti verso un sottoinsieme degli utenti presenti in un sito che solitamente rispondono con messaggi di riscontro. Il servizio PTM dipende dall’operatore con il quale si stipula il contratto di attivazione della comunicazione. Infatti non tutti gli operatori permettono di poter effettuare questo tipo di profilo. Il GPRS, a differenza del GSM base, ha il vantaggio di non richiedere alcuna procedura (visibile all’utente) per accedere alla rete, permettendogli così di inviare o ricevere immediatamente i dati. L’utente ha quindi la sensazione di disporre di un dispositivo che risulta sempre connesso alla rete e poter inviare e ricevere dati in qualsiasi momento, anche se questo dipende dal tipo di classe utilizzata del terminale a disposizione. Attualmente il GPRS viene utilizzato in svariate applicazioni, in ambiente Internet (www,e-mail, FTP,…), e distribuzione di messaggi di testo. Il GPRS inoltre, è stato progettato per poter, senza eccessivi costi di sviluppo ed aggiornamento delle infrastrutture, integrare anche sistemi funzionanti secondo lo standard IS-136 adottato negli USA. UMTS Il sistema di comunicazione UMTS (Universal Mobile Telecommunications System), standardizzato da normative ETSI, vuole raggiungere un punto di convergenza in termini di qualità e velocità, tipici delle reti fisse, in modo da poter offrire agli utenti un’ampia gamma di servizi ed applicazioni, che sono tipiche del mondo wired. Il sistema di comunicazione UMTS, differisce dal GSM principalmente per i principi introdotti nell'interfaccia radio di trasmissione. La tecnica di trasmissione utilizzata è CDMA (Code Division Multiple Access) e permette di poter riutilizzare l’intero spettro delle frequenze attraverso l’utilizzo di diversi codici di spreading. L’utilizzo di questa tecnica permette ai dispositivi UMTS di poter avere quelle potenzialità in termini di banda disponibili, paragonabili a quelli dei sistemi fissi. La bit rate prevista è di 384 kbps nella prima fase di implementazione, in futuro invece è previsto di poter raggiungere un velocità di trasmissione di 2 Mbps, permettendo di poter realizzare servizi multimediali, implementati su 214 – Capitolo 2 protocollo IP, utilizzando perciò un trasporto su rete a commutazione di pacchetto; analogamente però non si perderà la caratteristica fondamentale di poter effettuare traffico vocale utilizzando il trasporto su reti a commutazione di circuito. Fig. 5 UMTS: architettura di rete Come si può notare dalla Fig. 5, la rete UMTS ha essenzialmente due importanti domini di interazione: nucleo di rete (CN) e la rete di accesso (UTRAN). La funzione del nucleo di rete è quella di gestire organizzare e fornire la commutazione per il traffico utente. Il CN per l’UMTS è basato sulla rete GSM e GPRS e contiene il DB e le funzioni per la gestione della rete. Il modulo UTRAN rappresenta invece il modo di interfaccia aerea per l’accesso alla rete da parte degli utenti. La banda delle frequenze utilizzate è quella compresa tra 2110 e 2170 MHz per il down-link e 1920-1980 MHz per l’up-link. A titolo riassuntivo, nella Tabella 4 sono riportati alcuni riferimenti delle più diffuse tecnologie di comunicazione sul territorio italiano. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 215 Tab. 4 Tecnologie Wireless long range SISTEMA DOWN (MHz) LINK UP (MHz) LINK OCCUPAZIONE (MHZ) E-GSM 925-935 880-890 0,2 GSM900 935-960 890-915 0,2 GSM1800 1805-1880 1710-1785 0,2 UMTS 2110-2170 1920-1980 5 DI BANDA TETRA TETRA (Terrestrial Trunked Radio) è l’unico standard aperto per le trasmissioni radio-digitali sviluppato da ETSI che descrive le infrastrutture delle comunicazioni radiomobili (PMR, PAMR) in Europa. Questo tipo di infrastruttura è dedicata principalmente a utenti radio mobili legati ai servizi di pubblica sicurezza, trasporti, settori professionali e di pubblica utilità. La tecnica di comunicazione utilizzata è TDMA, nella quale sono utilizzati 4 slot di controllo per ciascuna frequenza radio. Le chiamate vocali utilizzano al più uno slot per utente, mentre le chiamate dati possono essere utilizzate fino ad un massimo di 4 slot. Gli slot sono suddivisi tra trasmissione voce e dati. I principali tipi di connessione possibili sono: Point To Point (PTP); Point To Multipoint (PTM); walkie-talkie; chiamate push&talk; chiamate di emergenza. In funzione del tipo di codifica e al numero di canali utilizzati, si possono ottenere bit rate differenti che vanno da un minimo di 2,4 kbps fino ad un massimo di 28,8 kbps. Questa tecnologia permette di fornire comunicazioni sicure e di alta qualità, indipendentemente dalla qualità del segnale. In Europa, lo standard TETRA utilizza questo set di frequenza: emergenza 380-383 MHz, 390-393 MHz (anche 383-395 MHz e 393-395 MHz); civile 410-430 MHz, 870-876 MHz / 915-921 MHz, 450-470 MHz, 385390 MHz / 395-399,9 MHz. 216 – Capitolo 2 5. Scenario tecnologico futuro 5.1 Tecnologie veicolari 5.1.1 Reti di bordo Attualmente sono in fase di definizione diversi protocolli real time per le reti di bordo veicolo. Due tra i più studiati protocolli, sono il FlexRay e il TTP/C, che sono entrambi caratterizzati da velocità di trasmissione superiore ad 1 Mb/s e dalla capacità di ovviare agli inconvenienti legati al possibile malfunzionamento di alcuni nodi della rete, questo anche per merito di un secondo canale di comunicazione. FLEXRAY Le aziende che hanno istituito il consorzio FLEXRAY (BMW, DaimlerChrysler, Motorola, Philips, GM e Bosch) stanno definendo un insieme di requisiti per un sistema di comunicazione avanzato per applicazioni future in campo veicolistico. Tra le principali applicazioni, per la quale questo protocollo è stato pensato e sviluppato, troviamo la risoluzione di problemi derivanti dalla comunicazione by-wire. La rete si basa su una struttura caratterizzata da un doppio canale di comunicazione che permette di poter ridondare alcune delle informazioni inviate tra i vari nodi. I nodi utilizzano la tecnica di trasmissione basata sul principio TDMA (Time Division Multiple Access) per scambiare informazioni. Il protocollo FLEXRAY è suddiviso in 2 parti: una parte statica ed una dinamica. La parte statica permette di poter assegnare un quanto di tempo ad ogni dispositivo per poter trasmettere le informazioni. Questo meccanismo evita che, in caso di invio anomalo di messaggi da parte di un nodo, questo comprometta il funzionamento di tutto l’intero sistema. La parte dinamica permette di assegnare più quanti di tempo consecutivi ad un messaggio. Un esempio del ciclo di comunicazione del bus FLEXRAY è riportato in Fig. 6: I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 217 Fig. 6 Ciclo di comunicazione del bus FLEXRAY L’utilizzo di un doppio canale di comunicazione, inoltre, permette anche di poter ampliare, rispetto agli attuali standard automotive, la banda disponibile che raggiungerà ora i 20Mbps lordi, con una massima lunghezza del messaggio di 12 byte. TTP/C (Time-Triggered Protocol classe C) Così come il FLEXRAY, anche questo tipo di protocollo è stato pensato e progettato per poter risolvere quelle situazione ritenute critiche e potenzialmente pericolose per il corretto funzionamento del mezzo. Il protocollo TTP/C utilizza una tecnica di comunicazione anti-collisione, basata su TDMA, che permette di poter effettuare trasferimenti di informazioni con un data rate pari a 25Mbps, utilizzando una modalità sincrono, e pari a 5Mbps in modalità asincrono. La massima lunghezza del messaggio è pari a 256 byte. La trasmissione del messaggio è inviata utilizzando due bus e trasmettendo i messaggi due volte su ogni bus. Il protocollo richiede che sia definito a priori il numero di byte in un messaggio, per la trasmissione su evento attivato con trigger; questo implica che la banda assegnata per i messaggi asincroni, non può essere suddivisa tra i nodi della rete, come invece accade con il FLEXRAY. 218 – Capitolo 2 Fig. 7 FTU, CNI, TTP Ogni protocollo studiato per la sicurezza in campo automobilistico, prevede di gestire quelle situazioni potenzialmente catastrofiche che potrebbero causare il totale inutilizzo del protocollo stesso e quindi pregiudicare il corretto funzionamento di tutto il sistema. Never Give UP (NGU) è la strategia con la quale vengono denominate le politiche di risoluzione di queste situazioni. L’NGU del protocollo TTP/C prevede che nel caso in cui si verifichi più volte una situazione di failure, l’applicazione può decidere di spostare il controllo dell’attuatore ad una periferica locale, e riavviare il sistema in qualche millisecondo. Il primo sistema disponibile sul mercato che ha utilizzato il protocollo TTP/C risale al 1998. Oggi giorno in ambito aerospaziale le applicazioni timetriggered sono già ampiamente utilizzate. Il TTP/C è certificato dalla FAA (Federal Aviation Administration) e rappresenta quindi lo stato dell’arte. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 219 5.2 Tecnologie di centrale Lo stato attuale del quadro tecnologico (disegnato, per la Centrale, alla sezione 4.1.2 del presente documento) consentirebbe già l’implementazione di un sistema per la gestione del trasporto intermodale di merci pericolose. Gli sviluppi applicativi in corso (si veda più avanti alla sezione 6.2 per i dettagli) confermano l’interesse ad una dimostrazione di fattibilità da parte della comunità scientifica ed istituzionale: il progetto ARGO Campania ha, ad esempio, l’obiettivo di realizzare un sistema pilota, identificando e validando una possibile soluzione organizzativa per l’integrazione dei sistemi esistenti e la cooperazione delle parti coinvolte. In questo contesto, l’introduzione di tecnologie innovative ha conseguenze dirette non tanto sulla fattibilità stessa del sistema quanto sulle prestazioni e sulla qualità dei servizi offerti. In particolare il sistema prototipo sviluppato da ARGO utilizzando soluzioni tecnologiche già disponibili sul mercato fornirebbe un banco di prova ideale per la sperimentazione dei nuovi sistemi globali di navigazione satellitare, GNSS, poiché realizza una struttura di base che consente di dimostrare e validare le potenzialità offerte dall’utilizzo combinato di GALILEO e del GPS, potendone quantificare i vantaggi e promuovendone in tal modo l’applicazione in un settore critico dal punto di vista della sicurezza come il trasporto delle merci pericolose. In corrispondenza dei paesi europei, rispetto ad una precisione media di localizzazione ottenibile con la sola costellazione di satelliti GPS pari a circa 20 m, con EGNOS/GALILEO si ottiene un netto miglioramento dell’informazione di posizione, che raggiunge un’accuratezza inferiore ai 5 m. Anche se il supporto tecnologico di localizzazione automatica è fisicamente utilizzato a bordo dei veicoli, l’informazione di posizione è evidentemente fondamentale per l’operatività del centro. La possibilità di disporre di un dato di geolocalizzazione più preciso ed affidabile, in quanto disponibile anche nelle condizioni ambientali più estreme ed accompagnato da un indicatore di qualità (il valore d’integrità del segnale di navigazione satellitare), produce importanti benefici a livello dei servizi erogabili dalla Centrale. Vista la criticità dell’ambito applicativo considerato, avere la possibilità di dimostrare, tramite EGNOS, i vantaggi ottenibili con GALILEO può significare favorirne la diffusione come standard de facto. 220 – Capitolo 2 5.3 Tecnologie di localizzazione Lo scenario disegnato dal futuro sistema di navigazione Galileo risulta essere l’elemento trainante per uno spin-off di servizi capace di produrre servizi avanzati per la navigazione dei veicoli adibiti al trasporto di merci pericolose. Le caratteristiche principali del sistema GALILEO, come già emerso in precedenza, sono le seguenti: indipendenza: sarà un sistema completamente autonomo; interoperabilità: gli utilizzatori potranno usare GALILEO e GPS insieme (un solo ricevitore); disponibilità: il sistema fornirà un servizio globale; affidabilità: il sistema incorpora un sistema di analisi delle prestazioni e sarà in grado di segnalare all’utilizzatore le eventuali carenze del servizio (integrità in tempo reale). I servizi offerti prevedono, per la navigazione: servizio libero servizio commerciale servizio per la sicurezza delle persone servizio governativo ricerca e salvataggio Il servizio libero (OAS): fornirà informazioni di posizione, velocità e tempo (senza oneri per l’utenza) sarà adatto ad applicazioni di massa come: car-navigation integrazione nei telefoni cellulari l’informazione di tempo potrà essere utilizzata per: sincronizzazione in network di telecomunicazioni; applicazioni scientifiche. Il servizio commerciale (CS) è finalizzato a: applicazioni professionali con prestazioni di navigazione superiore e dati addizionali; I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 221 disseminazione di dati fino a 500 bit/s6; servizio garantito a fronte di pagamento; permettere al sistema GALILEO di ampliare le applicazioni di interesse commerciale mediante un segnale addizionale a quelli del servizio libero. Il servizio per la sicurezza delle persone (SoLS) ha lo scopo di garantire: un servizio con garanzia; conferma dell’esattezza del segnale ricevuto; conformità alla regolamentazione ICAO ed IMO. Il servizio governativo (PRS) fornisce il più alto livello di protezione contro intereferenze e danneggiamenti ai segnali di Galileo attraverso appropriate tecniche di riduzione delle interferenze. L'obiettivo di tale servizio è migliorare la probabilità di continua disponibilità del segnali in aria (Signal in Space – SIS) in presenza di minacce interferenti. Le applicazioni tipiche includono: applicazioni a livello Europeo: o EUROPOL, Dogane, OLAF, etc. o servizi di sicurezza (e.g. Maritime Safety Agency) o di emergenza (keeping forces, interventi umanitari, etc.) applicazioni a livello nazionale: o Polizia, Dogane, Servizi Informativi, etc. o Alta affidabilità del servizio o Accesso al servizio limitato agli utilizzatori autorizzati (criptato) L'introduzione delle tecnologie di riduzione delle interferenze determina una responsabilità di accertarsi che l'accesso a queste tecnologie sia controllato adeguatamente, impedendo l'abuso di tali tecnologie contro gli interessi degli stati membri. L'accesso al servizio governativo sarà quindi controllato attraverso i sistemi di gestione condizionata approvati dai governi degli stati membri. Il Servizio di ricerca e salvataggio ha lo scopo di garantire: maggiore affidabilità e precisione dell’allarme; segnale di ritorno per confermare la ricezione dell’allarme; 6 Il contenuto di informazioni da disseminare per le applicazioni legate al controllo del trasporto di merci pericolose può risultare tale da rendere insufficiente la velocità di 500 bit/s del servizio commerciale di Galileo. Inoltre, per questioni di affidabilità, non sembra sempre opportuno che un servizio ad alta priorità come il controllo merci pericolose condivida la stessa banda dei servizi commerciali. Trattandosi di un servizio di comunicazione del Galileo, se ne rimanda comunque l’approfondimento alla sezione 0. 222 – Capitolo 2 compatibilità con il sistema COSPAS-SARSAT (radio-fari di emergenza a 406 MHz); prestazioni: 98% di probabilità di rilevamento entro 10 minuti dal primo segnale di emergenza; localizzazione entro 5 Km per beacon di prima generazione; localizzazione entro 100 m per beacon di seconda generazione. L’Architettura generale di GALILEO è riportata nello schema seguente. Fig. 8 Schema di architettura generale del sistema Galileo (Fonte: www.esa.it, 2004) Il sistema è basato su: una costellazione di 30 satelliti (27 operativi, 3 di riserva in orbita); orbita MEO di 23616 km; i satelliti trasmettono continuamente i segnali di navigazione; le correzioni per gli orologi e i dati di navigazione sono inviati al satellite ogni 100-200 minuti; i dati di integrità sono inviati ogni secondo e gestiti a bordo del satellite; i satelliti hanno un livello di autonomia sufficiente a garantire un servizio sufficiente anche in caso di perdita di contatto con le stazioni di terra; I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 223 l’accesso ai satelliti è protetto da ‘firewalls’ (encryption, authentication, etc.); la vita minima del satellite è di 12 anni. La Fig. 9 riporta le orbite dei satelliti del sistema. Fig. 9 Orbite dei satelliti del sistema Galileo (Fonte: www.esa.it, 2004) Il sistema GALILEO è nato per garantire all’Europa un sistema di navigazione satellitare indipendente e con garanzia di servizio. Offrirà servizi sia aperti che di carattere commerciale, e servizi indirizzati ad applicazione di sicurezza e governative. 5.4 Tecnologie di comunicazione 5.4.1. Satelliti di comunicazione L’evoluzione futura dei sistemi di comunicazione satellitare punterà a ridurre i costi dei terminali e della capacità spaziale e ad ottimizzare l’hardware. Per quanto riguarda la riduzione dei costi di capacità spaziale si sta lavorando all’introduzione di: standard DVB-S2 e modulazione 8PSK; codici più efficienti; 224 – Capitolo 2 sistemi più efficienti di assegnazione di banda alla domanda. Per quanto riguarda il costo dei terminali esso è destinato a decrescere rapidamente con l’aumento del numero di terminali prodotti. In questo senso, attraverso la diffusione dei terminali di comunicazione sui mezzi mobili, Galileo avrà un ruolo fondamentale nella riduzione dei costi dei terminali.7 7 Tutte le proiezioni del costo dei terminali mostrano che esso diminuisce rapidamente con il numero di terminali prodotti. Le imprese (es. Eutelsat) che stanno elaborando lo standard DVB-RCS reputano che la standardizzazione porterà ad un’accresciuta competitività fra i fornitori di terminali, quindi ad un abbassamento dei loro prezzi e ad un allargamento del mercato. Da qui la proposta del sistema di comunicazione DStar, che è un DVB-RCS. Il termine “Software Radio” è nato per indicare il passaggio da sistemi radio digitali, basati soprattutto su hardware specifici, a sistemi radio multibanda e multimodali basati sul software. In un apparecchio radio “software” è ridotta al minimo la parte in radiofrequenza, il segnale è, appena possibile, convertito in forma numerica e poi tutte le elaborazioni avvengono mediate processori di segnale DSP. La soluzione software offre indubbi vantaggi, soprattutto sul fronte della flessibilità ed aggiornabilità. I segnali satellitari GPS di nuova generazione (blocchi IIR e IIF) includeranno nuove forme d’onda GPS, per migliorare le prestazioni sia in applicazioni militari che civili. Un nuovo segnale M-Code sulle frequenze L1 e L2 potrà migliorare la resistenza del segnale al jamming (disturbo prodotto dal nemico sulle frequenza del segnale GPS); altre modifiche sono pianificate. Gli attuali ricevitori GPS non possono trarre alcun beneficio da questi miglioramenti, anzi, rischiano di diventare inutilizzabili. Con un approccio “software radio”, è invece possibile aggiornare tali terminali, semplicemente scaricando un nuovo software di elaborazione del segnale. Questo approccio consente sviluppo di moduli standardizzati che poi possono essere personalizzati (ad esempio per i vari standard, mercati, ecc.) tramite il caricamento di un software dedicato. Inoltre i terminali software radio consentirebbero anche un utilizzo non “ortodosso” del segnale satellitare, rendendo possibili applicazioni basate sullo sfruttamento del segnale satellitare con modalità non previste all’atto della definizione del segnale satellitare stesso. Per contro i terminali “Software Radio” sono maggiormente costosi rispetto alle soluzioni tradizionali. Lo sviluppo della tecnologia e gli enormi volumi potenziali portano a ritenere che questa differenza di costo sarà via ridotta e diventeranno preminenti, per la scelta della tecnologia, gli aspetti di riconfigurabilità resi possibili dall’approccio “software radio”. L’utilizzo del Radio Software Receiver riguarda solo la banda base e solo la ricezione e non la trasmissione. Il suo impatto, in questo contesto di analisi, potrebbe non essere significativo perché: 1)non incide sul costo dell’hardware a Radio Frequenza della catena trasmittente del terminale di comunicazione, I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 225 Per quanto riguarda l’ottimizzazione dell’hardware si può prevedere: diffusione dei phased arrays con tracking automatico nelle comunicazioni mobili (la tecnologia esiste già ma è troppo costosa); miglioramento dell’efficienza degli amplificatori a stato solido; miglioramento della cifra di rumore degli LNB; introduzione di nuovi sistemi di alimentazione trasportabili. B - Servizio di comunicazione Galileo CS Il servizio commerciale Galileo (CS) prevede la fornitura di un canale dati broadcast con un data-rate di 500 bit/s per la diffusione di informazioni legate a servizi a valore aggiunto: tra queste, ad esempio, dati utili per accrescere le prestazioni del sistema di localizzazione come la correzione differenziale. 5.4.2. Terrestre ZigBee ZigBee è un’alleanza tra i vari fornitori e produttori di semiconduttori, dei fornitori di tecnologie e degli OEM in fase di definizione e dedicato per applicazioni di interoperabilità di rete, di sicurezza implementate sopra lo strato di rete definito nello standard IEEE802.15.4, dal quale ne prende tutti i vantaggi specificati, in termini di potenza radio, costi e caratteristiche di connessione. Motorola è un driver dello standard IEEE 802.15.4 ed è uno dei promotori dell'alleanza di ZigBee. Osservando il lato sinistro della Fig. 10, è possibile visualizzare le interazioni esistenti con lo standard IEEE802.15.4 e il protocollo ZigBee; nella parte destra della stessa figura, sono invece evidenziate le possibili configurazioni/modelli di rete per la connessione. 2)il costo di un terminale “ibrido” la cui produzione avrebbe un numero limitato di unità può essere più forte della somma dei costi di due terminali (Galileo e DVBRCS) di grande produzione. 226 – Capitolo 2 APPLICATION/PROFILES APPLICATIONFRAMEWORK NETWORK/SECURTIY LAYERS MACLAYER PHYLAYER ZigBee Alliance Platform IEEE ZigBee Coordinator (FFD) ZigBee Router (FFD) Application ZigBee PlatformStack ZigBee EndDevice (RFDor FFD) Silicon Star Link MeshLink Fig. 10 Architettura di rete Essendo lo ZigBee un protocollo degli standard IEEE per l’area WPAN, riportiamo, nella tabella seguente, una sintesi delle caratteristiche che descrivono i due protocolli più comuni di questa area. Tab. 5 Comparazione ZigBee - Bluetooth ZIGBEE È UTILIZZABILE PER: BLUETOOTH È UTILIZZABILE PER: Controllo NOTE - Sensori Sincronizzazione tra cellulare e PDA Alto numero di dispositivi Hands-free audio Pacchetti di dati piccoli PDA verso stampante Basso consumo COMPARAZIONE RADIO DSSS FHSS 11 chips/ symbol 1600 hops / second 62.5 K symbols/s 1 M Symbol / second 4 Bits/ symbol 1 bit/symbol Data Rate range 50m ~20-250 kbps Data Rate range 10-100m - ~108-1000 kbps I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 227 GPRS Questa tecnologia, rappresenta per molti operatori telefonici, un passaggio dalla 2 alla 3 generazione dei dispositivi di comunicazione. L’obiettivo principale per gli operatori e gestori di servizi telefonici, è quello di poter fornire con questa tecnologia una maggior ampiezza di banda ai loro clienti, in modo che servizi sempre più evoluti e riservati fino ad ora alle postazioni wired, possa diventare a disposizione di chiunque in qualunque luogo ed a basso costo. Una delle applicazione più richieste dalla clientela di massa sono rappresentate dai servizio di ricezione di informazioni sul traffico RTTI (Road Traffic and Transport Informatics) e da transazioni finanziarie. UTMS L’evoluzione di terza generazione permetterà ai gestori e operatori telefonici di poter fornire ai propri clienti un più ampio e completo ventaglio di servizi. Permetterà inoltre di far accedere gli utenti al mondo internet da ogni luogo senza per questo penalizzare il servizio rispetto a quello offerto al mondo wired. Questa tecnologia sarà il vero salto tecnologico per veicolare anche la voce su protocollo IP, ma per questa innovazione si dovrà attendere che anche le reti di supporto (core network e backbone) siano pronte a fornire questo tipo di servizio. 228 – Capitolo 2 Riferimenti bibliografici [1] Ministero dei Trasporti, Conto Nazionale dei Trasporti e delle Infrastrutture – Anno 2005 – con elementi informativi per l’anno 2006 (CNTI 2005) [2] Ministero dei Trasporti e della Navigazione, Ministero dei Lavori Pubblici, Ministero dell’Ambiente, Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, Ministero dei Trasporti e della Navigazione, gennaio 2001 [3] Ministero dei Trasporti e della Navigazione, Ministero dei Lavori Pubblici, Ministero dell’Ambiente, Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, Appendice A 12.3, Capitolo 12, Documento tecnico "Le politiche per l’innovazione tecnologica: Telematica al servizio del trasporto merci pericolose", Ministero dei Trasporti e della Navigazione, gennaio 2001 [4] Ministero dei Trasporti, Piano Generale dei Trasporti, DPCM 10 aprile 1986, GU n.36/1986 [5] UNI - CEI, Allegato alla UNI CEI 70031 Norma Quadro - Prospetto generale delle applicazioni, riferimenti ed indirizzi normativi, UNI-CEI , Milano, Luglio 1999 [6] UNI - CEI, Telematica per il traffico ed il trasporto su strada - Norma quadro Prospetto generale delle applicazioni, riferimenti ed indirizzi normativi (UNI CEI 70031), UNI-CEI , Milano, Luglio 1999 [7] UNI/UNINFO, Norma Quadro per la Telematica per il Traffico ed il Trasporto Multimodale – Guida di riferimento, Parte II: Trasporto Merci, progetto E14.C018.02, Torino, maggio 2004 [8] United Nations/Economic Commission for Europe (UN/ECE), European Conference of Ministers of Transport (ECMT), European Commission (EC), Terminology on combined transport, United Nations, New York and Geneva, 2001 [9] ASI, “Capitolato Tecnico Gestionale: Progetto Preliminare del Macro Progetto Sicurezza nel Trasporto delle Merci Pericolose”, 29 Luglio 2003. [10] DANGER, “Deliverable D2.1.1 - Analisi degli scenari operativi, tecnologici e normativi”, ottobre 2004. [11] DANGER, “Deliverable D2.2.1 - Analisi di mercato”, settembre 2004. 2.5 I FLUSSI INFORMATIVI NEL TRASPORTO DI MERCI/CONTENITORI di Guido Nasta* Indice 1. 2. 3. 3.1 3.2 4. 4.1 4.2 4.3 * Il Contesto............................................................................................ 230 Il Sistema ............................................................................................. 231 La Piattaforma CCS ........................................................................... 232 L’Infrastruttura Telematica .............................................................233 Le funzionalità della Piattaforma CCS .............................................235 Messaggi............................................................................................... 237 Messaggi Operativi............................................................................... 237 Messaggi doganali................................................................................ 240 Messaggi autorizzativi .......................................................................... 241 Elsag Datamat, Area Sviluppo Commerciale, Senior Business Consulting, Transport & Security 230 – Capitolo 2 2.5 I FLUSSI INFORMATIVI NEL TRASPORTO DI MERCI/CONTENITORI 1. Il Contesto Il processo di globalizzazione cui si sta assistendo negli ultimi anni su scala mondiale ha portato ad una completa trasformazione nelle relazioni economiche, politiche e sociali. Tale trasformazione è amplificata dalla nuova modalità di organizzazione di tali relazioni e dall’insieme di fenomeni che vanno affermandosi nel tessuto sociale e che trovano una matrice comune nella denominazione “Connected Society”(Web 2.0), intesa come una nuova cultura globale interamente integrata grazie ai sistemi digitali di trasmissione dati che attraverso la rete permettono la connessione in tempo reale di chiunque, ovunque e in ogni momento. La “Connected Society” sta conducendo alla migrazione delle transazioni che riguardano la sfera del business, la sfera personale e quella dell’intrattenimento da un piano “reale” ad un piano “virtuale”, digitale. L’infrastruttura che sta abilitando tale trasformazione è Internet. Internet coinvolge in modo orizzontale i diversi settori della vita economica e sociale della società, connettendo il sistema industriale e produttivo, il sistema del commercio, la Pubblica Amministrazione, i Clienti e sta alterando le relazioni tra tali soggetti spostandone il baricentro dai produttori di beni e servizi ai beneficiari degli stessi, ovvero i Clienti. Il più grande cambiamento che l’era della “Connected Society” sta imponendo al mercato sta nel mutamento del ruolo del cliente, che sta divenendo il driver principale e centrale di ogni strategia di business, il perno attorno al quale vengono concepiti nuovi prodotti, servizi e modelli di business. Quindi una relazione stretta tra fornitore e Cliente per lo sviluppo di una fornitura condivisa in grado di generare - al tempo stesso - sistemi e prodotti da offrire al mercato specifico. Internet rappresenta l’infrastruttura della “Connected Society” e l’abilitatore della Società dell'Informazione. La pervasiva azione di Internet si esplica in una radicale trasformazione dei paradigmi relazionali che si riassumono sinteticamente nella trasformazione dei modelli tradizionali di comunicazione e trasmissione delle informazioni. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 231 Gli effetti di questo nuovo ambito di operatività modificano il contesto competitivo: o ambito spazio-temporale: il tempo e la vicinanza geografica per l’esecuzione di transazioni commerciali perdono importanza; o efficienza dei mercati: il Cliente/Fornitore acquista potere grazie alla diminuzione dei costi d’acquisizione delle informazioni e per la fornitura in real-time delle informazioni dinamiche legate al trasporto ai rispettivi Clienti; o ristrutturazione della catena del valore: la “supply chain” e la catena della domanda sono ridefinite per migliorarne l’efficienza e per adattarsi alla riorganizzazione delle attività generatrici di valore all’interno dell’azienda; o promozione di nuove comunità d’interesse: i soggetti e le organizzazioni si aggregano intorno ad interessi e obiettivi comuni velocizzando il cambiamento. I fenomeni appena descritti hanno portato ad un aumento delle aspettative del Cliente in merito al grado di flessibilità ed al tempo entro cui riesce a beneficiare del valore trasmessogli dall’acquisto di un bene o di un servizio. Tali aspettative hanno acuito e reso ancor ancora più palesi le aree di criticità del ciclo trasportistico, inteso come l’insieme degli operatori, dei mezzi, delle infrastrutture, dei processi e delle procedure che consentono la movimentazione delle merci e lo spostamento dei passeggeri, ed hanno reso ancor più problematica la fornitura efficiente di servizi logistici in grado di soddisfare le richieste provenienti dal mercato. Un elemento di svolta, in grado di supportare concretamente il superamento delle aree di criticità del ciclo logistico, è costituita dalla possibilità di avvalersi di servizi e dei prodotti info-telematici Tali servizi e prodotti consentono ai membri della comunità logistica di scambiarsi on-line dati funzionali all’esecuzione delle attività aziendali, aumentandone l’efficacia e l’efficienza. 2. Il Sistema La complessità dei processi della logistica dovuta alla molteplicità degli attori coinvolti nell’intero processo (produttori dei beni, fornitori di servizi finanziari e assicurativi, clienti, vettori, autorità di controllo), la mancanza d’integrazione tra i sistemi utilizzati dai diversi operatori nel segmento di processo di competenza, la carenza di standard a supporto, e lo straordinario impatto che la logistica ha sul costo del prodotto venduto (7/10%) fanno emergere nettamente la necessità di una piattaforma comune di connessione, in grado di garantire e 232 – Capitolo 2 certificare le informazioni necessarie all’intero processo, attraverso un insieme integrato e standardizzato di servizi quali: o lo scambio di documenti e informazioni tra tutti gli interlocutori che partecipano al ciclo logistico, o l’organizzazione del trasporto (informazioni inerenti servizi e tariffe, negoziazione dei contratti, booking, ecc.), o il monitoraggio del trasporto (tracking and tracing, localizzazione e pianificazione), o l’accesso a banche dati di interesse comune, o l’automazione delle procedure amministrative (fatturazione, pratiche doganali, statistiche, ecc.), o l’integrazione con altri sistemi e realtà (banche, assicurazioni, ecc.) per un’offerta di servizi integrata e completa. I servizi erogati dalla piattaforma CCS (Cargo Community System) consentono: o la connessione degli operatori pubblici e privati che intervengono nel ciclo logistico, o lo scambio di messaggi e documentazione in modo sicuro e certificato, o il monitoraggio del trasporto, o l’integrazione con i sistemi informativi esistenti. La piattaforma comune, ha l’obiettivo di connettere la comunità logistica e le imprese permettendo l’abbattimento dei tempi e dei costi dei processi logistici, innalzandone al contempo la qualità. Tutte le attività di movimentazione delle merci possono essere attivate attraverso l’infrastruttura di interconnessione che permette ai diversi operatori di integrarsi al meglio nei nuovi scenari del trasporto monomodale, multimodale e nell’outsourcing di funzioni logistiche. 3. La Piattaforma CCS Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel settembre 2001 ha promosso il Progetto ARTIST per la definizione di un’ARchitettura Telematica Italiana per il Sistema dei Trasporti. Il Progetto ARTIST trova origine nelle indicazioni contenute nel Piano Generale dei Trasporti e della Logistica - PGTL, ed ha l’obiettivo di delineare il quadro di riferimento a livello Nazionale per la realizzazione dei sistemi I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 233 telematici per i trasporti in Italia, in una prospettiva multi/intermodale, in un orizzonte temporale al 2010. (http://www.its-artist.rupa.it/home.htm) In questo quadro, la Piattaforma CCS di seguito presentata è stata concepita nel pieno rispetto dell’architettura ARTIST e delle norme UNINFO (Ente federato dell’UNI che segue l’attività di normazione tecnica sulla telematica per i trasporti) relative alla “Norma quadro per la Telematica per il Traffico ed il Trasporto Multimodale - Guida di riferimento (Reference Guide)”. Scopo della norma è stato quello di definire un inquadramento normativo per il trasporto multimodale, in conformità con le linee guida, nazionali (Piano Generale dei Trasporti e della Logistica, PGTL; Architettura Telematica per il Sistema dei Trasporti in Italia, ARTIST) ed europee, inerenti all'architettura per la telematica nei trasporti (FRAME (2), ITS) http://www.uni.com/uni/controller/it/comunicare/come_comunica/uec/uec_4_ 2005/telematica_trasporti_apr2005.htm La piattaforma illustrata è da tempo in esercizio nel porto di Genova. Una piattaforma - aperta e sicura che racchiude applicazioni “orizzontali” e “verticali” per il colloquio info-telematico tra i centri servizi, gli operatori pubblici (Autorità Marittime, Autorità Portuali, Dogane) ed i privati (Terminalisti, Agenti Marittimi, Case di spedizione, Doganalisti, Vettori Marittimi. Vettori Ferroviari e Vettori Terrestri). Tutti soggetti che interagiscono ed interscambiano dati, informazioni e documenti lungo la catena complessa del trasporto marittimo/portuale ed intermodale (stradaferrovia-mare). Applicazioni che - nei fatti - hanno generato una base informativa in grado di produrre servizi ad alto valore aggiunto in grado di migliorare, semplificare e velocizzare alcune importanti attività del ciclo logistico integrato. Detta base dati è utilizzata ed utilizzabile anche ai fini della sicurezza presso le piattaforme logistiche (porti. interporti, centri intermodali) e lungo gli assi monomodali del trasporto di merci (anche pericolose) e di passeggeri. 3.1 L’Infrastruttura Telematica Nella Figura 1 successiva è riportato uno schema che illustra l’architettura complessiva della Piattaforma CCS. 234 – Capitolo 2 Fig.1 Piattaforma Centro Servizi Ferrovie Localizzazione Veicoli Dogane Dispositivi Mobili Autorità Marittima Portuale Utenti non Automatizzati Centro Servizi INTERNET •Terninalisti •Vettori Marittimi •Vettori Ferroviari •Vettori Terrestri •Agenti Marittimi •Case di Spedizione •Doganalisti Sistemi Legacy •Depositi B2B-Enabled •Magazzini •Centri Intermodali •Interporti Legacy Connector Sistemi Legacy Non B2B-Enabled L’elemento fondamentale del sistema è costituito dal Centro Servizi - come sarà meglio chiarito nel seguito - eroga tutti i servizi offerti dalla piattaforma, quali il servizio di scambio dei documenti, il tracciamento di mezzi e merci, l’interconnessione delle Dogane, ecc. Questi servizi sono rivolti sia agli operatori logistici in senso lato, sia alle aziende (caricatori e ricevitori) che si avvalgono di servizi di trasporto per lo svolgimento delle proprie attività. Gli utenti possono essere classificati in tre gruppi in funzione delle modalità di accesso al Centro Servizi: 1. Utenti non Automatizzati Sono tutti gli utenti che utilizzano procedure manuali per svolgere i propri processi di business. Essi non dispongono né di strumenti informatici per il trattamento delle informazioni relative né impiegano sistemi informatici per scambiare tali informazioni con i loro partner commerciali. Questi utenti solitamente utilizzano il portale del Centro Servizi per svolgere le proprie attività. 2. Utenti che utilizzano sistemi legacy non B2B enabled In questa classe, sono compresi tutti quegli utenti che dispongono di un sistema informatico capace di processare le informazioni rilevanti ai loro I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 235 processi di business; tuttavia questi sistemi non sono in grado di interagire con il mondo esterno. Rientrano in questa classe una larga fascia di utenti che in modo tradizionale impiega appunto sistemi informatici per supportare i propri processi interni. Questi utenti normalmente impiegano il Legacy Connector, un’applicazione utile a collegare semplicemente i propri sistemi informatici al Centro Servizi. 3. Utenti che utilizzano sistemi legacy B2B enabled Questi utenti dispongono di sistemi informatici che sono impiegati sia per supportare i processi di business sia per comunicare con i partner commerciali. Rientrano in questa categoria non soltanto gli utenti maggiormente evoluti nel settore IT, ma anche comunità di utenti che fanno capo a centri EDI tradizionali o a portali e sistemi B2B. Questi utenti interagiscono con la piattaforma utilizzando direttamente i propri sistemi informatici che si collegano al Centro Servizi impiegando sistemi di trasporto standard quali SMTP. Va osservato che gli utenti possono ricadere in una o in un’altra delle categorie sopra elencate in funzione del processo che si prende in considerazione; in questi casi gli utenti impiegheranno non una ma diverse modalità di accesso, a seconda del processo di business preso in considerazione. La Figura 1 evidenzia anche come il Centro Servizi possa interoperare con una serie di sistemi esterni che contribuiscono, con i loro servizi, a formare i servizi offerti dalla piattaforma stessa. Internet è, infine, il sistema di comunicazione che collega tutti i sottosistemi citati, consentendo di globalizzare la soluzione che così può essere fruita dall’intera comunità logistica ovunque questa sia localizzata sul territorio. 3.2 Le funzionalità della Piattaforma CCS Come detto, il CCS si basa su un Centro Servizi che eroga tutte le funzionalità previste dalla piattaforma. Questo Centro è realizzato sostanzialmente attraverso i seguenti moduli: B2Bserver, per la gestione dell'interscambio dei messaggi, che rappresenta il fulcro del sistema. Data la sua complessità, esso è a sua volta suddiviso in vari sotto-moduli, integrati tra loro, in modo da acquisire e inviare i messaggi, registrarli e certificarne lo scambio. Accanto a queste funzionalità base, il modulo dovrà mappare i processi logistici in modo da promuovere il coordinamento tra i vari operatori interessati ai singoli trasporti rilasciando agli utenti notifiche automatiche di eventi (ad esempio 236 – Capitolo 2 l’ingresso della merce in una particolare area) e/o di solleciti a compiere determinate attività. Il modulo renderà inoltre disponibili tali servizi attraverso le moderne tecnologie disponibili e ormai diffuse nel mondo IT come SOA (Service-Oriented Architecture) che rende possibile l’interazione automatica tra i sistemi dei singoli operatori ed il miglioramento dei tempi di reazione agli eventi di ogni operatore. WME (Web Message Editing), l'interfaccia per la creazione e la gestione dei messaggi via Web. Il modulo costituisce il front end su internet del sistema e consentirà la gestione della mailbox in cui vengono depositati dal sistema i messaggi entranti ed uscenti e comprenderà particolari funzionalità di ricerca al fine di visionare contestualmente i vari messaggi scambiati dall’utente con gli altri operatori per gestire un singolo trasporto (ricerca per contenitore, per numero di booking, etc.). Il modulo di gestione dei messaggi dovrà guidare l’utente nel caricamento dei singoli campi attraverso due meccanismi fondamentali: riuso dei dati già scambiati (ad esempio attraverso la copia automatica di dati da messaggi ricevuti in messaggi da inviare) e utilizzo di anagrafiche standardizzate (navi, porti, etc.) o localizzate (banchine del singolo porto). Accanto a tali funzionalità generalizzate, il sistema ospiterà anche vere e proprie applicazioni web in gradi di meglio supportare gli utenti in singoli ambiti (pratiche di merci pericolose, scambio informazioni con Agenzia delle Dogane, etc.). CNV, un convertitore di formato 'any-to-any', per la traduzione dei messaggi tra due formati differenti. Il processo di conversione dei documenti è XML centrico, e si basa sulla composizione di traduzioni puramente sintattiche tra formati non XML a XML e viceversa e di traduzioni di merito solo tra stream XML. Ad esempio per convertire un messaggio da un formato EDIFACT ad un formato proprietario (flat) la procedura prevederà un passo iniziale di conversione da EDIFACT ad una formato XML avente struttura “analoga” all’EDIFACT; una conversione XSLT verso un formato XML avente struttura “analoga” al formato flat; una conversione, nuovamente sintattica, verso il formato flat. LC, per l'interfaccia dei sistemi legacy (ovvero proprietari) che gestiscono i dati ma non lo scambio elettronico standard dei documenti. LC ha lo scopo di integrare i sistemi legacy consentendo la loro interazione col B2Bserver. E’ perciò costituito da un modulo software a se stante che deve essere installato presso l’Utente da connettere, nel suo ambiente proprietario. Il modulo è completato da un'interfaccia propria, accessibile via Web, che consente la configurazione di tutti i parametri necessari al suo utilizzo: in particolare per definire i criteri di scambio dei documenti (quali documenti, dove prenderli e depositarli in ambiente legacy, con che cadenza attivare l'interscambio, eccetera) o le particolari attività da lanciare ad esempio per elaborare i messaggi ricevuti. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 237 Fig. 2 Standardizzazione dei messaggi EDIFACT EDIFACT Parser Serializer CSV CSV Parser Serializer Formati Flat XSLT Formati Flat Parser Serializer XML XML XML Input Output 4. Messaggi Di seguito vengono elencati alcuni dei messaggi maggiormente utilizzati nei processi del trasporto marittimo/portuale ed intermodale. 4.1 Messaggi Operativi Documento Richiesta Booking Conferma Booking Buono di consegna (Delivery order) Descrizione Mittente Richiesta della disponibilità di spazi su un Spedizioniere determinato viaggio Risposta alla richiesta disponibilità spazi; fornisce il numero di booking, che può essere Agente utilizzato come identificatore a tutti i livelli di comunicazione Permesso alla consegna, da parte del Terminal, di un Agente determinato container ad un determinato vettore. Destinatario EDIFACT Agente IFTMBF Spedizioniere IFTMBC Terminal COREOR 238 – Capitolo 2 Documento Manifesto di carico (Cargo Manifest) Prenotazione carri Conferma carri Master Bay Plan Descrizione Elenco dettagliato di tutta la merce presente a bordo nave, suddivisa per polizza di carico ed elencata per provenienza/destinazione. Nel caso di merce non containerizzata, costituisce l'unico documento disponibile per descrivere il carico della nave. Richiesta di mettere a disposizione per un determinato giorno un prefissato numero di vagoni Sigla e tipologia dei carri messi a disposizione Descrizione del contenuto di una nave con l'indicazione baia per baia del posizionamento a bordo delle/i merci/contenitori. È il documento che fotografa il contenuto di una nave in arrivo, modificato ad ogni scalo sulla base delle operazioni di imbarco e sbarco Mittente Destinatario EDIFACT Agente Terminal IFCSUM Centro Intermodale FS IFTSAI FS Centro Intermodale IFTSAI Armatore Terminal Terminal Armatore BAPLIE Distinta di sbarco/ imbarco (Loading/Unl oading list) Lista dei merci/contenitori da imbarcare sulla nave o da sbarcare da una nave e loro descrizione. Agente Terminal COPRAR Lista merci/ contenitori sbarcati/ imbarcati (Loading/Unl oading report) Lista dei merci/contenitori effettivamente imbarcati o sbarcati : può differire dall’elenco dei merci/contenitori previsti in imbarco, per situazioni contingenti Terminal Agente COARRI I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 239 Documento Distinta treno Istruzioni di Polizza Istruzioni di trasporto Ordine di scarico/ ricarico Report merci/ container entrati/usciti (gate In/Out) Descrizione Descrive la lista dei merci/contenitori caricati su un treno in partenza per il terminal, con l'indicazione precisa dell'abbinamento vagoni container. Questo messaggio può essere usato sia per fornire il piano di carico sia per descrivere la struttura effettiva del treno caricato. Informazioni necessarie a comporre la Polizza di Carico (Bill of Loading, B/L), contratto di trasporto, per l'effettuazione di una determinata spedizione. La polizza di Carico vera e propria è ancora attualmente gestita in via cartacea. Istruzioni per l’esecuzione del trasporto. I dati contenuti in questo messaggio possono consentire di produrre in automatico la lettera di vettura E' utilizzato per sancire la consegna o il ritiro di un container pieno o vuoto tra due partner (uno dei quali è un vettore stradale o ferroviario) allo scopo di formalizzare il passaggio di responsabilità tra due attori del trasporto. E' usato per fornire ad un partner l'elenco dei merci/containers di propria pertinenza entrati od usciti da un sito (Terminal, Deposito, ecc.) Mittente Destinatario EDIFACT Terminal Centro Intermodale MTO Terminal Centro Intermodale MTO BAPLIE Spedizioniere Agente IFTMCS/IF TMIN Spedizioniere Agente MTO Vettore IFTMIN Agente MTO Terminal Centro Intermodale Deposito Container COPARN Agente Deposito Container Terminal Terminal Agente Spedizioniere CODECO 240 – Capitolo 2 Documento Previsione di Arrivo Descrizione Mittente Preavviso di arrivo, in un determinato giorno/turno, al gate del Terminal per la Vettore messa a terra (scarico) o un prelievo di un container da un Vettore Destinatario EDIFACT Terminal COPINO Formato EDIFACT utilizzato a livello internazionale. 4.2 Messaggi doganali Documento Dichiarazione import/export Descrizione Documento formale con cui si richiede il permesso per l'esportazione della merce, dichiarando l'avvenuto pagamento di tutti i diritti doganali dovuti. Mittente Destinatario EDIFACT Doganalista Dogana CUSDEC Dogana CUSRES Nel contesto italiano, non viene utilizzato il formato EDIFACT ma un formato proprietario delle Dogane. Bolletta doganale Accettazione della dichiarazione da parte della Dogana: costituisce in pratica lo stesso documento iniziale, con in più un numero di accettazione (allibramento). Doganalista Questo documento è gestito per via elettronica. Riepilogo delle merci sbarcate ai fini doganali. Questo documento è solitamente Manifesto preparato dallo Spedizioniere arrivo/partenza su mandato dell'Agente, ma potrebbe essere preparato dall'Agente stesso o dal Terminal. Dogana Doganalista (Ufficio Manifesti) CUSCAR CUSREP Nel contesto italiano non viene solitamente utilizzato il formato EDIFACT ma un formato proprietario dell’Agenzia delle Dogane, assunto ormai come “standard de facto”. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 241 4.3 Messaggi autorizzativi Documento Gestione accosto Nota di arrivo/ partenza Sbarco/imbarco di merci pericolose in colli Sbarco/imbarco di rinfuse liquide Sbarco/imbarco di prodotti petroliferi Sbarco/imbarco di rinfuse solide Operazioni di bunkeraggio Scarico residui oleosi Permesso di ingresso in porto Descrizione Messaggio per la gestione completa di un accosto nave, che può riguardare una domanda di accosto, una richiesta di cambio accosto (per nave in porto) o una comunicazione di partenza Pratica nave: può essere una nota informativa di arrivo o una nota integrativa di partenza Richiesta di autorizzazione allo sbarco/imbarco di merci pericolose contenute in colli oppure in container Richiesta di autorizzazione allo sbarco/imbarco di rinfuse pericolose allo stato liquido o gassoso Richiesta di autorizzazione allo sbarco/imbarco di prodotti petroliferi (che sono pericolosi per loro natura) Richiesta di autorizzazione allo sbarco/imbarco di rinfuse pericolose allo stato solido Richiesta di autorizzazione alle operazioni di bunkeraggio (autobotte / bettolina) Domanda di scarico residui oleosi (acque sentina, ecc.) Mittente Destinatario EDIFACT Agente Capitaneria - Ufficio Accosti BERMAN Agente Capitaneria - Ufficio A/S n.n. (*) Agente Capitaneria - Ufficio Tecnica IFTDGN Agente Capitaneria - Ufficio Tecnica n.n. (*) Agente Capitaneria - Ufficio Tecnica n.n. (*) Agente Agente Agente Richiesta di permesso di ingresso in porto di persone o Agente mezzi Comunicazione con la quale lo Comunicazione Spedizioniere o l'Agente ingresso/Uscita richiede il permesso Spedizioniere Porto all'ingresso o all'uscita di merci pericolose per via di terra. Capitaneria - Ufficio Tecnica Capitaneria - Ufficio Tecnica Capitaneria - Ufficio Tecnica Capitaneria - Ufficio Tecnica Autorità Portuale, Servizio di vigilanza e controllo n.n. (*) n.n. (*) n.n. (*) n.n. (*) n.n. (*) 242 – Capitolo 2 Documento Descrizione Mittente Destinatario EDIFACT Comunicazione con la quale lo Autorità Spedizioniere o l'Agente Portuale, Comunicazione richiede il permesso allo Spedizioniere Servizio di stoccaggio stoccaggio di merci pericolose vigilanza e che usciranno per via di terra. controllo Messaggio inviato giornalmente dal terminal all'Autorità Portuale per notificare la situazione delle Autorità merci pericolose in deposito; Portuale, Rilevazione tali informazioni sono Terminal Servizio di giacenze utilizzate per conoscere vigilanza e esattamente la disponibilità del controllo deposito ad accogliere temporaneamente altre merci in arrivo. n.n. (*) COEDOR (*) Quanto riportato costituisce uno standard “de facto”, dal momento che viene utilizzato dal sistema VTS Nazionale gestito da tutte le Capitanerie di Porto in Italia. 2.6 L’ESAZIONE ELETTRONICA IN EUROPA di Paolo Giorgi Indice 1. 2. 3. 4. Premessa............................................................................................244 L’industria del pedaggio in Europa ................................................244 2.1 Paesi del gruppo IF.....................................................................245 2.2 Paesi del gruppo TB ....................................................................247 2.3 Altri paesi ....................................................................................248 La Direttiva europea sull’interoperabilità dei sistemi di esazione elettronica del pedaggio ....................................................................248 Aspetti normativi ..............................................................................252 4.1 Introduzione.................................................................................252 4.2 Gli standard CEN, UNI, ETSI .....................................................254 4.3 Normazione in ambito ETSI ........................................................255 4.4 All. A: Grafico del mercato europeo degli OBU.........................257 4.5 All. B: criteri di classificazione ed esazione nei paesi europei ..258 Autostrade // per l'Italia, Standard, Omologazioni e Progetti Europei 244 – Capitolo 2 2.7 L’ESAZIONE ELETTRONICA IN EUROPA 1. Premessa Il recepimento della Direttiva Europea sul telepedaggio 2004/52 da parte degli Stati Membri propone l’interessante confronto tra il sistema di esazione dinamica proposto dalla maggior parte delle industrie europee basato sulla tecnologia a microonde DSRC 5.8 GHz (nella versione a standard europeo CEN TC278 ed in quella a standard Italiano UNI-10607/Telepass) e sulla tecnologia satellitare, per adesso utilizzata solo in Germania. Pur consolidata tecnologicamente parlando (poiché le prime installazioni risalgono ai primi anni ’90) la tecnologia a microonde rimane per adesso la più affidabile nel rispetto dei limiti imposti dagli attuali schemi di classificazione dei veicoli per il pedaggio; inoltre, l’affidabilità del sistema di localizzazione satellitare non garantisce appieno la correttezza di misurazione, sia in termini di precisione nel tracciamento che in termini di collegamento all’interno di zone (canyon) nelle quali il sistema GPS non riesce a penetrare. Questo documento contiene una breve descrizione dei sistemi di Electronic Toll Collection utilizzati in Europa e cerca di identificare una road map per soluzioni a medio lungo termine che consentano al nostro Paese di mantenere una leadership guadagnata negli anni nel campo dell’interoperabilità del telepedaggio. 2. L’industria del pedaggio in Europa Per ragioni storiche, legate alle differenti politiche di gestione delle infrastrutture stradali di trasporto, il pedaggio non è concepito allo stesso modo in tutti i paesi europei. Se da un lato vi sono nazioni, generalmente con una lunga e consolidata tradizione nella gestione di autostrade a pagamento, dove il pedaggio rappresenta realmente il costo per l’utilizzo dell’infrastruttura, dall’altro ve ne sono alcune in cui il pedaggio è meramente visto come una tassa che ogni utente deve pagare al di là del suo reale utilizzo della risorsa. Oltre a questo esistono rilevanti differenze, anche all’interno degli stessi gruppi, per quanto riguarda i parametri utilizzati nella classificazione dei veicoli al fine della loro assegnazione ad una categoria piuttosto che ad I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 245 un’altra: in alcune realtà i parametri sono determinati in maniera dinamica, mentre in altre hanno un carattere predefinito. Ai fini della descrizione che segue i paesi europei possono quindi essere divisi, almeno in prima battuta, in due gruppi principali: IF (Infrastructure Funding): paesi che finanziano la costruzione di nuove infrastrutture di trasporto e la manutenzione delle esistenti tramite i proventi del pedaggio, utilizzando principalmente il sistema degli operatori in regime di concessione; TB (Tax Based): paesi che finanziano le proprie infrastrutture tramite la riscossione di tasse o con il sistema della vignette, il cui importo è calcolato in base a certi parametri (periodo di utilizzo, classe di emissione, …). Per un prospetto analitico dei dati raccolti sui sistemi di ETC dei paesi europei (comunitari e non) si rimanda invece alle tabelle dell’allegato B. 2.1 Paesi del gruppo IF Austria: il sistema austriaco (nato nel 2004) è gestito da un unico operatore (Europass-ASFINAG) e la rete autostradale interessata dal pedaggio si estende per circa 2000 Km. Al momento attuale sono sottoposti al pedaggio solo gli automezzi pesanti (massa complessiva > 3.5 tonnellate), tramite un sistema di esazione elettronica dinamica definito “free-flow multilane”, basato sullo standard CEN e sul modello di transazione CARDME. Belgio, Olanda: sono presenti solo alcune isolate infrastrutture a pedaggio di importanza minore quali ponti e viadotti. Danimarca: le infrastrutture poste attualmente a pedaggio sono i due importanti ponti dell’ Ǿresund, che collega la capitale Copenaghen alla città svedese di Malmö, e dello Storebǽlt, per un totale di 34 Km; è presente un sistema di ETC conforme agli standard CEN. Francia: la rete autostradale a pedaggio ha una lunghezza totale di circa 7.896 Km ed è gestita da 11 operatori non interconnessi che fanno capo all’ associazione nazionale di categoria ASFA. A partire dal 2000 le aziende concessionarie francesi hanno introdotto un sistema di ETC (Liber-T) conforme agli standard CEN. Dal Gennaio 2007 l’uso del sistema è riservato anche ai veicoli pesanti. Grecia: la rete autostradale a pedaggio ha una lunghezza totale di circa 1.000 Km ed è gestita da un unico operatore; il sistema di ETC utilizzato è conforme agli standard CEN. A questa rete originaria bisogna aggiungere l’autostrada 246 – Capitolo 2 Attiki-Odos (65 Km) posta a nord di Atene e completata in occasione delle Olimpiadi del 2004, nonché quella ancora in fase di costruzione sulla direttrice Egnatia-Odos e che una volta completata dovrebbe estendersi per ben 680 Km. Italia: la rete autostradale a pedaggio ha una lunghezza totale di circa 5.600 Km ed è gestita da 23 operatori interconnessi a livello operativo e gestionale grazie ad un accordo firmato in seno all’ associazione nazionale di categoria AISCAT. A partire dal 1990 Autostrade per l’Italia (ASPI) ha implementato e reso operativo, prima in Europa, un sistema di esazione elettronica DSRC a 5.8 GHz noto con il nome commerciale di Telepass, basato su tecnologia definita nella norma UNI-10607. Dall’Aprile del 1998 tutte le stazioni della rete nazionale sono attrezzate con almeno un casello abilitato all’uso del Telepass e ad oggi le piste Telepass sono nel totale più di 2.000; gli OBU distribuiti agli utenti superano i 5 milioni di unità. Le transazioni gestite con il sistema Telepass rappresentano una quota di circa il 50% sul totale. Il sistema di ETC italiano, a differenza di quelli implementati in altri paesi europei, non è conforme agli standard europei CEN e le sue specifiche tecniche sono descritte nel documento N882 del CEN e nella norma italiana UNI 10607 (“Road transport and Traffic telematics. Automatic dynamic debiting systems and access control systems using dedicated short-range communication at 5.8 GHz”, aggiornata nel Novembre 2006) che viene, tra le altre cose, citata come norma di riferimento nella legge che regola l’installazione e l’esercizio da parte delle amministrazioni locali di sistemi per il controllo accessi alle zone a traffico limitato (vedi Decreto del Presidente della repubblica n. 250, 2 Giugno 1999, articolo 7). Norvegia: sono presenti 33 operatori, riuniti nell’associazione nazionale NORVEGFINANS, che gestiscono principalmente singole infrastrutture (soprattutto ponti) per un’estensione totale di 775 Km. Il sistema EFC utilizzato è conforme agli standard CEN. Portogallo: la rete autostradale a pedaggio ha una lunghezza totale di circa 1.250 Km ed è gestita da 4 operatori non interconnessi; a partire dal 1995 è stato implementato un sistema di ETC (Via-Verde) che è conforme agli standard CEN. Slovenia: è presente un operatore che gestisce circa 400 Km di autostrade. Attualmente è in corso la migrazione da un sistema di esazione elettronica DSRC a 2.45 GHz ad un sistema a 5.8 GHz conforme agli standard CEN. Spagna: la rete autostradale a pedaggio ha una lunghezza totale di circa 2612 Km ed è gestita da 30 operatori non interconnessi che fanno capo all’ I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 247 associazione nazionale di categoria ASETA. La Spagna ha una buona tradizione nel settore dell’ETC e gli operatori spagnoli hanno recentemente implementato un sistema di ETC denominato VIA-T. Ungheria: sono presenti 2 operatori che gestiscono una rete di estensione pari a circa 600 Km; non sono utilizzati sistemi di EFC. 2.2 Paesi del gruppo TB Germania: a partire dal Gennaio 2005 è diventato operativo sull’intera rete autostradale nazionale (estensione pari a circa 12.000 Km) un sistema di pedaggio dei veicoli pesanti (massa complessiva > 12 tonnellate) di nuova concezione, basato sulla combinazione della tecnologia satellitare (GPS) e cellulare (GSM). Il sistema, ribattezzato LKW-MAUT, è completato da sistemi DSRC multifunzionali all’infrarosso dislocati lungo la rete autostradale, a supporto in particolare delle operazioni di enforcement. Il progetto tedesco ha accusato notevoli ritardi rispetto alla data di inizio delle operazioni prevista inizialmente (Agosto 2003) a causa soprattutto di problemi di natura tecnica, tanto da portare nel Febbraio del 2004 alla minaccia da parte del governo federale di cancellazione del contratto assegnato al consorzio vincitore Toll Collect. Nonostante permangano ancora dei dubbi sull’efficienza del sistema dal punto di vista non solo tecnico ma anche e soprattutto da quello operativo/gestionale, la road community europea (operatori, industrie automobilistiche e elettroniche, utenti) osserva con molto interesse e attenzione questa iniziativa in quanto si tratta a tutti gli effetti del primo sistema di pedaggio basato sul posizionamento satellitare. Regno Unito: al momento l’unica autostrada a pedaggio è un tratto della M6 di lunghezza pari a poco più di 43 Km completato alla fine del 2004, che collega la parte nord della città di Birmingham a quella sud; è utilizzato un sistema di ETC che conta all’incirca 200.000 clienti. Merita inoltre di essere menzionato il sistema di congestion charging della città di Londra, entrato in 2 funzione il 17 febbraio 2003 e che interessa un’area di 21 Km del centro della capitale inglese; il sistema è basato su un complesso sistema di telecamere che presidiano i punti di accesso e identificano in maniera automatica i veicoli in ingresso e uscita dalla zona di congestion charging. Svezia: l’uso delle infrastrutture stradali è gratuito per qualsiasi categoria di veicoli. Attualmente l’ unica eccezione è rappresentata dal link dell’ Ǿresund al quale andrà ad aggiungersi a breve il nuovo ponte dello Svinesund che collegherà la Svezia alla Norvegia attraverso il fiordo dello Ide. 248 – Capitolo 2 2.3 Altri paesi Svizzera: l’ente delle dogane svizzere ha implementato un sistema di pedaggio per i mezzi pesanti esteso all’intera rete stradale nazionale (estensione pari a circa 70.000 Km) basato sulla combinazione di diverse tecnologie (GPS, DSRC, tachigrafo o odometro). A differenza del sistema tedesco il GPS è semplicemente utilizzato per accertare la presenza del mezzo all’interno dei confini del paese. I veicoli leggeri continuano invece ad utilizzare la “classica” vignette annuale. 3. La Direttiva europea sull’interoperabilità dei sistemi di esazione elettronica del pedaggio Nel Maggio del 2002 con le prime consultazioni tra i paesi della comunità interessati la Commissione Europea ha iniziato un lungo e faticoso processo per la stesura di una Direttiva sulla convergenza a livello europeo dei sistemi di esazione elettronica del pedaggio che si è concluso nell’Aprile 2004 con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo e la conseguente pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea della Direttiva 2004/52. I punti salienti del testo della Direttiva sono riassunti di seguito (per il testo completo in italiano della Direttiva vedi il file allegato a parte): Tutti i sistemi EFC che diventeranno operativi dopo il 1 Gennaio 2007 dovranno utilizzare una delle seguenti tecnologie: posizionamento satellitare, comunicazioni cellulari (GPS-GPRS), DSRC a 5.8 Ghz (microonde) o una loro combinazione; La Direttiva raccomanda comunque l’uso delle tecnologie di posizionamento satellitare e comunicazioni cellulari sia per motivi di versatilità sia perché possono favorire lo sviluppo di servizi ITS a valore aggiunto (vengono esplicitamente citati i sistemi EGNOS e Galileo); viene inoltre fissata la scadenza (provvisoria) del 31 Dicembre 2009 per la presentazione di un rapporto sulla diffusione e l’uso delle tecnologie di cui sopra accompagnato da eventuali proposte di migrazione verso i sistemi raccomandati; La soluzione individuata per l’interoperabilità a livello tecnico consiste in un OBE (On-Board Equipment) capace di dialogare con tutti i sistemi operanti negli stati membri, come viene chiaramente affermato nel secondo paragrafo dell’articolo 2: I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 249 … omissis Articolo 2 Soluzioni tecnologiche … omissis 1. È messo in funzione, ai sensi dell'articolo 3, paragrafo 1 il servizio europeo di telepedaggio. Gli operatori devono mettere a disposizione dell'utenza interessata un'apparecchiatura da installare a bordo dei veicoli, idonea per essere utilizzata con tutti i sistemi di telepedaggio in servizio negli Stati membri, che utilizzi le tecnologie di cui al paragrafo 1 e sia atta all'uso sui veicoli di tutti i tipi secondo il calendario di cui all'articolo 3, paragrafo 4. Detta apparecchiatura dovrà essere interoperabile e in grado di comunicare almeno con tutti i sistemi in funzione negli Stati membri utilizzando una o più delle tecnologie elencate nel paragrafo 1. Le relative modalità sono stabilite dal comitato di cui all'articolo 5, paragrafo 1, comprese le disposizioni sulla disponibilità dell'apparecchiatura da installare a bordo dei veicoli per soddisfare la richiesta degli utenti interessati. … omissis; In alcuni casi l’OBE può fare uso anche di altre tecnologie oltre a quelle elencate sopra per particolari applicazioni di enforcement (infrarosso, tachigrafo o odometro); L’utente potrà utilizzare il servizio europeo di EFC (European Electronic Toll Service, EETS) tramite la stipula di un singolo e unico contratto, che gli permetterà l’accesso all’intera rete stradale coperta dal servizio e sarà sottoscrivibile presso qualsiasi operatore o gestore di una tratta della rete suddetta; questo importante concetto è esplicitato nel primo paragrafo dell’articolo 3 di seguito riportato: … omissis Articolo 3 Creazione di un servizio europeo di telepedaggio 1. Un servizio europeo di telepedaggio è creato su tutte le reti stradali della Comunità sulle quali è riscosso per via elettronica un pedaggio o un diritto stradale d'uso. Tale servizio sarà definito da un corpus di norme contrattuali che autorizzano tutti gli operatori e/o gli emittenti a fornire il servizio, una serie di norme e requisiti tecnici e un contratto di abbonamento unico tra i clienti e gli operatori e/o gli emittenti che offrono il servizio. Si estende su tutta la rete mediante il suddetto 250 – Capitolo 2 contratto, che può essere sottoscritto presso qualsiasi operatore e/o emittente di una parte di questa rete. … omissis; Se gli Stati Membri hanno sistemi di EFC nazionali, gli operatori debbono accettare i provider del servizio EETS in accordo con le seguenti scadenze (per adesso provvisorie): - entro 3 anni dalla decisione sulla definizione dell’EETS (momentaneamente prevista per 1 Luglio 2007) per tutti i veicoli di massa superiore alle 3.5 tonnellate e per tutti i veicoli che possono portare più di 9 persone (autista compreso); - entro 5 anni dalla decisione sulla definizione dell’EETS per tutti gli altri tipi di veicoli. La Direttiva ha previsto inoltre il lavoro di un comitato di regolamentazione (Comitèe Telépeage) composto da rappresentanti dei 25 stati membri dell’Unione il cui compito è stato quello di vagliare le proposte e i documenti elaborati da 12 gruppi di esperti del settore su aspetti specifici del problema (tecnici e gestionali), allo scopo di supportare le Decisioni in materia da parte della Commissione Europea. Sono state redatte per adesso 3 Decisioni che dovranno essere votate entro il primo semestre 2007: la prima sull’applicazione ETC dei sistemi basati su microonde, la seconda sull’applicazione ETC dei sistemi basati su tecnologia satellitare GNSS, la terza basata sull’architettura gestionale derivante dai risultati del progetto CESARE 3. Una quarta Decisione a seguire le precedenti affronterà il problema del cross-border enforcement. La soluzione per l’interoperabilità tecnica prevista dalla Direttiva consiste nell’utilizzo di un OBE multi-profilo capace di gestire e portare a buon fine la transazione elettronica del pedaggio con qualsiasi sistema attualmente operativo in Europa. Qui di seguito vengono quindi riportate alcune considerazioni sulle caratteristiche tecniche di massima dell’OBE per il servizio di ETC “europeo” insieme ad alcune prime stime sulla sua futura diffusione rispetto all’attuale parco di OBE circolanti in Europa. Autostrade ha realizzato nel 2004 un apparato Dual-Mode che assembla, in un unico box di dimensioni poco superiori all’attuale OBU low-end usato in Italia, una parte a standard UNI-10607 ed una parte capace di dialogare, se opportunamente configurata, con tutti i sistemi a microonde 5.8 GHz Europei conformi allo standard CEN TC278 (Austria, Francia, Spagna, Portogallo). Questo nuovo tipo di apparato è già operativo in oltre 100.000 esemplari sulla rete Austriaca I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 251 ed è stato testato con successo nell’ambito del progetto Europeo RCI abbinato ai principali sistemi di terra (Road Side Equipment) degli altri paesi. A partire dai dati raccolti sui sistemi esistenti si deduce abbastanza chiaramente che esiste una domanda per due diverse classi di OBE “europeo”: OBE (On Board Equipment) ad elevata complessità che soddisfino i requisiti dei sistemi svizzero e tedesco (classe 1: costo stimato tra i 200 ed i 500 €); OBU (On Board Unit) a bassa complessità che soddisfino i requisiti degli altri sistemi di EFC esistenti incluso il sistema italiano Telepass (classe 2: costo stimato tra i 25 e 50 €). La prima classe di apparecchi deve avere almeno le seguenti caratteristiche e dotazioni: scheda integrata provvista di CPU, memoria interna e sistema operativo tali da poter implementare efficientemente svariate applicazioni di EFC; interfacce verso GPS, GSM-GPRS, tachigrafo, giroscopio e sensore per il rimorchio; link DSRC a microonde basato sugli standard CEN TC278 / WG9 e UNI; link DSRC a infrarossi basato sullo standard ITU; protocollo DSRC basato sugli standard EN 14906 ed UNI-10607 parte 4; protocollo per reti cellulari basato sullo standard ISO CD 17575; alimentazione da batteria esterna; interfaccia uomo-macchina (HMI): display a cristalli liquidi, tastiera, buzzer, LED, lettore di chip card. La classe di OBE a bassa complessità necessita invece delle seguenti: trasponder DSRC dual mode basato sugli standard CEN e UNI; link DSRC a microonde basato sullo standard CEN TC278 / WG9 e UNI; protocollo DSRC basato sugli standard EN 14906 ed UNI-10607 parte 4; protocollo EFC “europeo” unico per permettere lo scambio dei dati richiesti dale differenti applicazioni EFC usate in Europa; alimentazione da batteria interna; interfaccia uomo-macchina (HMI): pulsanti, LED, buzzer. Attualmente in Europa si trovano in circolazione oltre 10 milioni di OBU, dei quali ben oltre 5 milioni in Italia. Una precisa suddivisione all’interno di questo parco tra autoveicoli e mezzi adibiti al trasporti merci non è possibile con i dati ad oggi disponibili; se ne può comunque dare una stima di massima basandosi su alcune considerazioni. In primo luogo l’Austria, la Germania e la 252 – Capitolo 2 Svizzera, pur nella diversità delle loro politiche, applicano l’esazione elettronica del pedaggio per il momento solo ai veicoli commerciali e il numero complessivo di OBE distribuiti si attesta intorno al milione di unità. In altri paesi che utilizzano sistemi di ETC (Danimarca, Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) risulta in media una percentuale del 18,1 % di veicoli commerciali e dell’81,9 % per gli autoveicoli (fonte: ARAL, aggiornata al 1 Gennaio 2004). Assunto che questo rapporto sia applicabile al parco totale, ne risulta che ci sono ad oggi in Europa circa 8.000.000 autoveicoli e circa 2.500.000 veicoli commerciali equipaggiati con un OBU. Per quanto riguarda l’adozione del nuovo OBE “europeo”, si può ipotizzare che un 40 % degli OBE di classe 1 (circa 1.000.000) abbiano opzione europea (in considerazione del fatto che paesi come Austria, Svizzera e Germania sono localizzati nel centro del continente in una posizione strategica per i flussi commerciali tra sud e nord Europa, oltre ad essere attualmente le uniche nazioni che hanno adottato una politica di tassazione esplicitamente dedicata ai mezzi di trasporto pesanti) ed un 10% degli OBU di classe 2 (circa 800.000), in considerazione della vicinanza geografica di zone ad alta concentrazione di traffico/autoveicoli (Germania, Francia, Paesi Bassi). 4. Aspetti normativi 4.1 Introduzione L’applicazione Telepedaggio in ambito autostradale è stata quella per la quale si è maggiormente impiegato la tecnologia DSRC microonde a 5.8 GHZ, o almeno verso la quale si è maggiormente concentrato l’interesse delle industrie e del mondo della ricerca. A partire dalla fine degli anni ’80, si sono realizzate numerose sperimentazioni di tali tecnologie lungo la rete autostradale a pedaggio europea, benché non supportate dalla maggioranza degli operatori autostradali, sempre molto scettici sul successo di questa tecnologia per l’esazione dinamica. Le prime applicazioni si sono riscontrate in Italia, col sistema TELEPASS, ed in Norvegia, col sistema Q-FREE; in seguito la Commissione Europea ha finanziato in maniera cospicua studi in questo campo dando esplicito mandato al comitato CEN e di conseguenza all’istituto ETSI di ricercare una possibile convergenza tecnica per i sistemi DSRC a 5.8 GHz tra le industrie del vari paesi europei. Sono così nate diverse sperimentazioni in Francia, Svezia, Spagna, Grecia, Portogallo ed altri paesi, tutte peraltro incompatibili tecnicamente, ma mirate a valutare la robustezza tecnica del Telepedaggio. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 253 Le attività di normazione, però, sono state condotte tenendo in minimo conto le esperienze già realizzate od i sistemi già installati ed operativi, come il TELEPASS. Piuttosto, ci si è principalmente riferiti agli aspetti legati al protocollo di comunicazione radio a corto raggio e sono prevalsi vincoli normativi esistenti, soprattutto la volontà di sviluppo di standard in grado di operare in un ambiente multiservizio e in scenari non canalizzati. Questo ha portato alla nascita di standard che non sono compatibili con i sistemi già implementati in larga scala a livello nazionale e quindi è sorta a necessità di attivare opportune strategie per realizzare la convergenza tra i sistemi e quindi porre le basi per la interoperabilità a livello europeo. La necessità di una convergenza tra i sistemi esistenti ed i sistemi aderenti agli standard europei emergenti in materia, è stata tra l’altro richiesta da una Risoluzione del Consiglio d’Europa in merito ai sistemi elettronici di pedaggio e, più in generale, ai sistemi telematici per la gestione del traffico, adottata nel Marzo 1997. Riconoscendo perciò la necessità di adottare una strategia in tempi ragionevoli per la convergenza dei sistemi di Telepedaggio, gli Stati Membri e la Commissione Europea sono stati invitati ad operare in modo da raggiungere una interoperabilità su vasta scala europea. Il cammino sarebbe dovuto passare attraverso una progressiva migrazione dei sistemi esistenti e di quelli di prossima implementazione, sviluppati secondo gli standard localmente vigenti, verso uno standard europeo di seconda generazione che avrebbe garantito la funzionalità e le prestazioni sia agli operatori che all’utente finale. Dal punto di vista degli enti di normazione, il CEN ha emesso nel 2003 i documenti tecnici EN i quali sono coinvolti direttamente in attività legate alla migrazione dei sistemi di Telepedaggio in virtù della Risoluzione del Consiglio. I documenti considerano tecnicamente equivalenti entrambi i profili francese e norvegese, in tal modo, però, rinunciando ad una ipotesi di convergenza da tempo sostenuta la quale, per sua natura, dovrebbe indirizzarsi ad un unico profilo, piuttosto che consentire alternative. In questo senso risultava ancora più incomprensibile come lo standard italiano (che col TELEPASS è il sistema più diffuso in Europa in termini di apparati distribuiti, attualmente oltre il 50% su scala europea) fosse escluso dal novero degli standard accettabili, soprattutto dopo che la Commissione Europea aveva inserito la tecnologia satellitare, ancora tutta da scoprire, come target per il raggiungimento dell’interoperabilità. La stessa Commissione Europea, dopo varie pressioni del governo italiano, ha però riconosciuto la valenza del 254 – Capitolo 2 sistema italiano e, nella versione finale della Direttiva 2004/52, ha definito che le tecnologie accettabili sono: sistemi DSRC a microonde a 5.8 GHz sistemi che usano tecnologia di localizzazione GPS sistemi che usano tecnologie GSM/GPRS Come contropartita per l’accettazione del sistema italiano, la Commissione Europea ha richiesto che i documenti che compongono lo standard UNI-10607 avessero lo stesso livello di dettaglio di quelli analoghi del CEN TC278. Benché i sistemi siano stati sviluppati in momenti differenti con conseguenti differenti livelli tecnologici, abbiano vincoli e scenari operativi differenti (e.g. il Telepass classifica il veicolo al passaggio in pista, l’altro ha la classe a bordo), siano frutto di scelte operative differenti, la tecnologia (DSRC a 5.8 GHz) sulla base della quale i due sistemi sono stati sviluppati è la medesima. 4.2 Gli standard CEN, UNI, ETSI I sistemi di tipo telematico per la gestione del traffico sono riconosciuti a livello europeo e sono stati regolamentati tramite una decisione dell’ERC (Decisione ERC/DEC/(92)02 del 22 Ottobre 1992), che ha definito le bande di frequenza da allocare per tali applicazioni ed in particolare ha assegnato alle applicazioni di radiocomunicazione terra-bordo a corto raggio di prima generazione (quelle nella banda dei 5.8 GHz) la banda 57955805 MHz a livello europeo e la banda aggiuntiva 58055815 MHz a livello nazionale. I sistemi di Telepedaggio, rientrando tra i sistemi regolamentati da questa decisione europea, sono stati argomento di discussione da parte degli enti europei di standardizzazione, i quali hanno proceduto ad elaborare i documenti relativi. In particolare il CEN/UNI e l’ETSI hanno prodotto, negli ultimi anni, rispettivamente gli standard applicativi e gli standard per i test procedure dei sistemi (EN 300 674). Titolo Documento DSRC - Physical Layer using Microwave at 5.8 GHz DSRC – Data Link Layer: Medium Access and Logical Link Control DSRC – Application Layer AFC - Application Interface definition for DSRC/Application Service Objects Norme CEN Norme UNI EN ISO 12253 10607 parte 1 EN ISO 12795 10607 parte 2 EN ISO 12834 10607 parte 3 EN ISO 14906 10607 parte 4 I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 255 4.2.1 Deviazione di tipo-A da uno standard CEN Qualsiasi standard emesso dal CEN è cogente a livello europeo solo se supportato da framework legali che ne impongano l’utilizzo a livello nazionale. Le procedure interne di approvazione di uno standard prevedono però una via di uscita per quei paesi che avendo: sistemi in operatività per i quali siano stati effettuati investimenti cospicui; contesti legali/normativi nazionali definiti; una alta diffusione di apparati circolanti siano in gradi di giustificare l’adozione di standard nazionali diversi. Questa via di uscita è rappresentata dalla cosiddetta Deviazione di tipo-A che viene ratificata dal CEN tramite la pubblicazione di allegati che descrivano le ragioni della adozione di standard non conformi. In Italia, in virtù del D.P.R. 250 del 2 Giugno 1999 viene definito il contesto legale che le Amministrazioni locali debbono rispettare se intendono utilizzare i sistemi DSRC per il controllo accessi. Il Decreto descrive il “Regolamento tecnico recante norme per l’autorizzazione all’installazione e all’esercizio di impianti per la rilevazione degli accessi di veicoli ai centri storici ed alle zone a traffico limitato”. Dato che il suddetto Decreto contiene riferimenti espliciti alle norme UNI10607 e UNI-10772 queste automaticamente sono ritenute cogenti per chi intenda eseguire il controllo accessi con sistemi DSRC. Con questi presupporti, pertanto, l’Italia ha richiesto una Deviazione di Tipo-A, che consente di continuare ad utilizzare il Telepass su scala nazionale. 4.3 Normazione in ambito ETSI Gli aspetti legati alla omologazione degli apparati di terra e di bordo, in qualità di apparati che utilizzano lo spettro radio, sono stati invece analizzati dai comitati tecnici dell’ETSI, ed in particolare dal gruppo TC-RES/RES08 poi divenuto ERM/RP08. Il seguente standard è stato prodotto: EN 300 674 ERM-RTTT - Technical Characteristics and Test Methods for Data Transmission Equipment Operating in the 5.8 GHz - ISM Band, relativo ai test di omologazione per gli apparati radio di terra e di bordo operanti nella suddetta banda di frequenza e da utilizzare nell’ambito di sistemi telematici per i trasporti. 256 – Capitolo 2 Questo standard è stato sviluppato in connessione con i lavori del CEN/UNI, nel senso che riguarda l’omologazione di apparati conformi agli standard tecnici dei due diversi sistemi. A seguito di quanto richiesto dalla CE, lo standard ETSI è stato assemblato in un unico documento con due allegati normativi, riferiti rispettivamente ai sistemi a bassa velocità di trasmissione (vedi sistema Norvegese e Portoghese) e ai sistemi ad alto data rate (vedi sistema Italiano). Lo standard EN 300 674 è attualmente in fase di finalizzazione. Considerazioni finali La Road Map che è stata tracciata dalla Commissione Europea per il raggiungimento dell’interoperabilità del Servizio Europeo di Telepedaggio non è comunque semplice per vari motivi. Per anni si è considerato che l’ostacolo maggiore derivasse dalla non uniformità delle tecnologie utilizzate per il Telepedaggio. In Italia ben sapevamo già dal 1985 che questo non era vero. La rete italiana interconnessa nasce appunto nel 1985 dopo l’abbattimento delle barriere fisiche di divisione tra le Concessionarie ma soprattutto dopo l’adozione da parte di tutti gli Operatori di procedure gestionali e legali uniformi. Questa omogeneità di gestione è bel lungi dall’essere raggiunta in Europa a causa di storie diverse legate al pedaggio nei singoli paesi, nei quali, ad esempio, lo stesso calcolo dell’IVA sui pedaggi differisce in maniera sostanziale. Le 4 Decisioni della Commissione Europea sopra citate che dovrebbero mettere dei punti fermi alla Direttiva 2004/52 sono attese entro il primo semestre del 2007. Tecnicamente parlando, il mandato M338 che la DG Enterprise ha redatto per il CEN, prevede la scrittura di normative tecniche che includano tutti i sistemi che la Direttiva 2004/52 consente di usare per l’applicazione Telepedaggio, ed il progetto Road User Charging (RCI) coordinato dalla Società belga ERTICO sta affrontando proprio queste problematiche con l’obiettivo di realizzare un pilota per un On Board Equipment realizzato tramite tender tra le maggiori industrie europee costruttrici del settore. Gestionalmente, non sono molte le iniziative di interoperabilità realizzate sul campo con l’ottica europea. La più importante è sicuramente data dal progetto MEDIA, che si sta concretizzando nell’ambito dei paesi aderenti ad ASECAP e che riunisce nel pilota le esperienze di Austria, Francia, Italia, e Slovenia, con l’inclusione successiva della Spagna. I sistemi e le applicazioni: lo stato dell’arte - 257 Infine, quale sia la migliore soluzione tecnologica per l’attuazione del servizio europeo di Telepedaggio è una domanda che momentaneamente non ha soluzione univoca. Probabilmente, quando i costi delle apparecchiature basate su tracciamento satellitare saranno competitivi, quando i capisaldi dell’applicazione telepedaggio realizzata con questa tecnologia saranno ben definiti ed affidabili, la soluzione tedesca rappresenterà il futuro anche per la possibilità enorme di lanciare servizi a valore aggiunto non certamente fruibili tramite i sistemi a microonde. Questi ultimi, pero, si dimostrano momentaneamente insostituibili per le applicazioni di enforcement e si può quindi pensare che le due tecnologie siano utilizzate in maniera complementare. Per quanto concerne l’Italia, infine, si può auspicare che se salto di tecnologia ci dovrà essere, sarà effettuato quando l’affidabilità di un qualunque sistema superi quella dell’attuale Telepass che con i suoi oltre 17 anni di vita si sta dimostrando un prodotto tecnologicamente valido non solo per il Telepedaggio, ma anche per il controllo del traffico nelle zone a traffico limitato. 4.4 Allegato A: Grafico del mercato europeo degli OBU. La seguenti figure è tratta dal report Road User Charging Systems Market redatto nel 2003 da Frost and Sullivan. 258 – Capitolo 2 4.5 Allegato B: criteri di classificazione ed esazione nei paesi europei V=tutti i Veicoli VP=Veicoli Passeggeri VCL=Veicoli Commerciali Leggeri (3.5<ton<12) HGV=Heavy Goods Vehicles Nazione Austria E=categoria Emissione NA=Numero Assi APA=Altezza Primo Asse P=Peso PPC=Peso Pieno Carico L=Lunhezza R=Rimorchio TW=Twin wheels Classificazione (dichiarata/misurata) Tipi di veicoli V ≥ 3.5 ton CA=Central Account PoCA=Post-paid Central Account PrCA=Pre-paid Central Account OBA=On Board Account - NA (2,3,4, 4+) Dich. (OBU) - Controllo NA dichiarati Sistema di pagamento CA + OBA Croazia Danimarca Francia Germania V VP, VCL HGV ≥ 12t V V Regno Unito (M6) V Nazione Tipi di veicoli Grecia L CA L + P: 3 classi Dich. CA NA (2 classi) + E (3 cat.) Dich. NA + APA NA + APA NA + APA: 6 classi Classificazione (dichiarata/misurata) PoCA/PrCA CA CA PrCA Sistemi di pagamento Dich. Ungheria Irlanda Italia V NA + APA (A, B, 3, 4, 5) PoCA/PrCA Norvegia V P (2 cat.) + L (3 cat.): 3 classI CA Portogallo V NA + APA: 5 classi Dich. CA Slovenia V NA + APA – Dich. PoCA/PrCA Spagna V NA + TW – Dich. CA Svezia Svizzera Turchia HGV>3.5 t PPC + E Dich. CA Capitolo III IL CONTESTO ITALIANO 3.1 IL MERCATO DEL TRASPORTO: crescita, co-modalità, sicurezza……..261 di Rodolfo De Dominicis e Valeria Battaglia 3.2 IL MERCATO ITALIANO DEI SISTEMI ITS……………………………….281 di TTS Italia 3.1 IL MERCATO DEL TRASPORTO: crescita, co-modalità, sicurezza di Rodolfo De Dominicis e Valeria Battaglia Indice 1. 2. 3. 4. 5. Accompagnare la crescita dei traffici.......................................262 Il ruolo della modalità stradale e la co-modalità.....................263 Safety e Security.........................................................................273 Un’indagine sul campo ..............................................................274 L’iniziativa UIRNET .................................................................277 Presidente dell’Unione Interporti Riuniti e di Uirnet Spa. Responsabile del Centro Studi Federtrasporto. 262 – Capitolo 3 3.1 IL MERCATO DEL TRASPORTO: crescita, co-modalità, sicurezza 1. Accompagnare la crescita dei traffici La diffusione dell’innovazione ITS a servizio del trasporto di merci ha alcune utilità trainanti dirette: - la prima è consentire recuperi di costo e di qualità dei servizi, per sostenere la concorrenzialità dell’industria e delle imprese di trasporto nel confronto internazionale, - la seconda, di interesse collettivo, è fluidificare i traffici per ottimizzare l’uso delle risorse, grazie a sistemi intelligenti di supporto alla decisione e alla gestione della mobilità / circolazione delle merci e dei mezzi, a vantaggio della redditività degli investimenti pubblici in infrastrutture, e anche del sensibile contenimento degli effetti di congestione e inquinamento prodotti dalla crescita del trasporto e della prevenzione dei rischi, - la terza è rendere praticabile e più conveniente la multimodalità, riducendo le diseconomie legate alla discontinuità di un servizio multimodale che oggi si avvale di una pluralità, scarsamente integrata e interoperabile, di infrastrutture, operatori, standard, procedure, documenti, sistemi informativi. Questi benefici sono inerenti alle molte funzioni che gli ITS sono in grado di facilitare: la possibilità di scegliere, monitorare, correggere l’instradamento delle merci, in termini di tempi e modi, disponendo di un maggior ventaglio di informazioni sulle disponibilità di rete e di servizi; la dematerializzazione dei supporti documentali e doganali legati al trasporto; il controllo della movimentazione di carichi pericolosi; la prevenzione e gestione delle situazioni critiche; la gestione degli accessi e degli instradamenti nelle infrastrutture nodali che concentrano merci. Realizzare condizioni di uso ottimale delle risorse è del resto una necessità pressante, perché il trasporto merci continua a crescere in misura superiore al Pil e, in Italia, impatta su un territorio difficile che non solo è chiuso a nord dalle Alpi e per il resto dal mare, ma in cui la possibilità di potenziare la dotazione di infrastrutture fisiche, pur necessarie, è oggettivamente compressa da una serie di fattori quali l’orografia, la conformazione allungata, la diffusa Il contesto italiano - 263 urbanizzazione, la ricchezza di aree di pregio artistico o paesaggistico, la collocazione dei porti nel cuore storico delle città costiere. Tab.1 - Crescita del Pil, del trasporto passeggeri e del trasporto merci, UE-25, 1995-2005 PIL (prezzi costanti 1995) 1995-2005 p.a. 2,3 % 2004-2005 1,7 % Trasporto passeggeri (pkm) 1995-2004 p.a. 1,8 % 2003-2004 1,8 % Trasporto merci (tkm) 1995-2005 p.a. 2,8 % 2004-2005 2,2 % Fonte: Commissione Ue, DG Tren, Energy and transport in figures, 2006 Alle utilità dirette sopra indicate se ne affiancano altre più generali, come la maggiore attrattività del territorio per la localizzazione di attività produttive e logistiche e per investimenti esteri, o la partecipazione dell’industria nazionale al business internazionale nei settori di punta. Tuttavia l’ampiezza delle considerazioni possibili e pertinenti sull’argomento ITS dal punto di vista degli operatori del trasporto supera l’orizzonte di questo capitolo, nel quale riteniamo più utile richiamare in breve alcune caratteristiche del mercato nazionale del trasporto che appaiono essenziali alla comprensione delle esigenze e delle debolezze strutturali che determinano la capacità di assorbimento dell’innovazione tecnologica. In parte si tratta di dati ben noti, che meritano di essere qui richiamati. La fonte dei dati che riportiamo è di preferenza europea, anche al fine di evidenziare dove il sistema europeo dei trasporti o i nostri principali concorrenti presentino analoghe caratteristiche e dove il mercato nazionale se ne discosti. 2. Il ruolo della modalità stradale e la co-modalità Il comparto su cui sembra opportuno centrare la riflessione è l’autotrasporto per alcune ragioni semplici che attengono alle caratteristiche intrinseche del servizio su strada e alle specificità che presenta in Italia. L’autotrasporto è l’unica modalità praticabile per i trasporti di breve distanza, che sono di gran lunga prevalenti in tutta Europa (tab.2). Inoltre l’autotrasporto assicura una flessibilità di servizio che non è eguagliabile da parte di altre modalità ed è comunque destinato a servire i tragitti iniziali e terminali dei trasporti multimodali. 264 – Capitolo 3 Tab. 2 - Distanze medie percorse dalle merci caricate e scaricate per regione, trasporto su strada totale, 2005, km Caricat e Scaricate FR 1 Ile de France FR 2 Bacino di Parigi FR 3 Nord-Pas-deCalais FR 4 Est FR 5 Ovest FR 6 Sud-ovest FR 7 Centro-est FR 8 Mediterraneo 96 122 131 115 97 108 108 101 112 118 119 108 101 109 112 109 IT C Nord-ovest lT D Nord-est IT E Centro IT F Sud IT G Isole 136 134 150 183 127 DE l Baden-Wùrtt. DE 2 Baviera DE 3 Berlino DE 4 Brandeburgo DE 5 Brema DE 6 Amburgo DE 7 Essen DE 8 MecklenburgV. DE 9 Niedersachsen DE A NordrheinWestf. DE B RheinlandPfalz DE C Saarland DE D Sachsen DE E SachsenAnhalt DE F SchlesvvigHolst. DE G Turingia Fonte: Eurostat, 2007 114 112 96 114 165 144 118 100 124 112 113 105 83 107 119 80 Regione Caricat e Scaricate ES 1 Nordovest ES 2 Nord-est ES 3 Com. Madrid ES 4 Centro ES 5 Est ES 6 Sud ES 7 Canarie 104 114 92 95 102 95 24 89 105 124 94 100 90 23 135 125 149 200 139 BE l Brussels Capit BE 2 Fiandre BE 3 Vallonia 138 146 112 183 132 100 118 113 128 113 159 142 123 107 119 106 103 117 87 96 124 85 NL 1 Nord NL 2 Est NL 3 Ovest NL 4 Sud 105 124 121 125 105 117 105 109 AT 1 Est AT 2 Sud AT 3 Ovest 82 100 107 89 93 106 Regione Il contesto italiano - 265 Accanto a questo tratto generale, vi sono specificità nazionali di rilievo. La polverizzazione dell’autotrasporto merci in Italia è un dato noto. Le tabelle sottostanti quantificano lo scarto che separa il nostro Paese dai mercati di alcuni Paesi europei. Tab. 3 – Numero di imprese per modalità di trasporto (2004) Strada merci Passeggeri Trasp. marittimo Trasp. aereo Ferro Vie navigabili interne Ag. di Altre viaggio attività e tour ausiliarie operators 34 030 24 052 1 305 409 227 1 103 8 904 13 354 ES 131 816 65 579 192 51 7 29 7 972 13 072 43 865 36 240 752 451 25 1 216 4 882 7 182 IT 102 542 22 327 749 269 31 709 10 499 16 576 DE FR 6 818 4 628 11 115 16 63 1 484 1 078 AT Fonte : Eurostat (attività economica secondo la classificazione NACE Rev.1), 2006 Come si legge dalla tab.4, nella Ue-25 Italia e Spagna totalizzano da sole il 34% delle imprese di trasporto, il 21% degli occupati, il 20% del valore aggiunto, il 21% del fatturato, con una popolazione complessiva di circa 100 milioni di abitanti (58+43). Germania e Francia, con 140 milioni di abitanti, contano per il 17% delle imprese, il 29% degli occupati, il 33% del valore aggiunto e il 30% del fatturato. Non sorprende che Italia e Spagna registrino livelli di occupazione non retribuita – sostanzialmente quote di microimprese familiari – prossimi al doppio della media dell’Europa a 25. 266 – Capitolo 3 Il contesto italiano - 267 Un secondo aspetto riguarda la stima del coefficiente di carico dei veicoli e della percentuale dei viaggi a vuoto nel trasporto di merci su strada. Le analisi Eurostat sottolineano la rilevanza del fenomeno in tutta Europa, e giustificano la convinzione che un percepibile beneficio, sia economico sia ambientale, possa derivare dalla razionalizzazione dei traffici. Nel grafico 1, il coefficiente di carico medio italiano è indicato al 15%, sia per i servizi nazionali sia per i servizi internazionali: il dato nazionale risulta leggermente superiore alla media francese (13%) e tedesca (13%) e leggermente inferiore alla media spagnola (16%) ed austriaca (16%). A differenza dell’Italia, quasi tutti i Paesi dell’UE-15 registrano un coefficiente di carico superiore nei tragitti internazionali. Non riportano invece i dati per l’Italia la tabella e i grafici seguenti, che misurano la quota di veicoli-kilometro effettuati “a vuoto” in diversi Paesi europei, distinti per tipo di trasporto (nazionale/internazionale) e per tipo di servizio (conto proprio/conto terzi). I grafici misurano l’incidenza sensibilmente più marcata dei viaggi a vuoto nazionali sugli internazionali, e del conto proprio rispetto al conto terzi. Tab. 6 - Percentuale dei veicoli-chilometro effettuati a vuoto sul totale dei veicolichilometro per tipo di trasporto e per tipo di operazione, 2005 Trasporto Trasporto internazionale Totale nazionale Tot. Tot. totale Tot. Conto Conto Conto Conto Conto Conto proprio terzi proprio terzi proprio terzi 27 19 22 27 12 13 27 18 20 DE 41 30 33 37 10 10 41 25 28 ES 34 23 26 26 15 16 34 22 25 FR 32 34 33 26 23 23 30 28 28 NL 40 37 38 24 15 16 37 23 27 AT 21 24 24 17 12 12 21 23 23 SE 21 24 23 26 15 16 21 24 23 UK Graf. 1 – Coefficiente di carico medio dei veicoli nel trasporto nazionale, internazionale e totale, 2005, tonnellate 268 – Capitolo 3 Il contesto italiano - 269 Graf. 2 - Percentuale dei veicoli-chilometro effettuati a vuoto sul totale dei veicoli-chilometro per tipo di operazione, 2005 Graf. 3 - Percentuale dei veicoli-chilometro effettuati a vuoto sul totale dei veicoli-chilometro per tipo di trasporto, 2005 Per l’Italia le rilevazioni Istat copriranno a breve anche la misurazione dei viaggi a vuoto. Una stima disponibile, di fonte pubblica, risale al 2001 e indica nel 40% il valore medio nazionale, con percentuali nettamente più alte della media per i viaggi aventi come origine le regioni meridionali e destinazione il 270 – Capitolo 3 Centro-Nord, e percentuali alquanto più basse della media nelle relazioni inverse. Tab. 7 - Percentuale dei viaggi a vuoto per relazione O/D Fonte: PON Trasporti 2000-2006 Il documento aggiunge: “Ciò può essere spiegato sia dalla prevalenza, per il Centro-Sud, dei flussi in ingresso, sia da una più debole struttura delle imprese di autotrasporto ivi operanti. Le elevate percentuali di viaggi a vuoto sono infatti indice della attuale difficoltà, da parte delle imprese di autotrasporto, di integrarsi all'interno delle catene logistiche. I viaggi a vuoto, oltre ad un inutile carico sulla rete viaria, determinano spreco di energia e produzione immotivata di sostanze inquinanti.” È noto d’altra parte che in Italia, per molte ragioni, l’outsourcing delle funzioni logistiche è sensibilmente meno sviluppato che nei Paesi principali concorrenti. La domanda di terziarizzazione si concentra in prevalenza sulla componente “trasporti” della logistica e su servizi logistici elementari; in concreto ciò si traduce spesso nella semplice vezione su strada1. È quindi comprensibile che il processo di crescente esternalizzazione delle funzioni logistiche, rilevabile anche in Italia, poggi sulla crescita logistica di operatori di autotrasporto in misura nettamente superiore che in Europa. 1 Il Conto Nazionale Trasporti per l’anno 2005 indica al 31% la quota di traffico interno su strada (tonn.) gestito in conto proprio (di cui il 90% circa non supera i 100km di percorrenza). Sui tragitti internazionali il conto proprio supera di poco il 4% delle tonnellate trasportate. Il contesto italiano - 271 272 – Capitolo 3 Molto altro si potrebbe dire sulla struttura e le caratteristiche del mercato dell’autotrasporto in Italia. Tuttavia gli elementi sin qui richiamati possono fornire già elementi decisivi per trarne la conclusione che l’apporto di applicazioni ITS nel mercato italiano delle merci potrà essere benefico in termini di efficientamento del sistema complessivo solo se riuscirà ad attrarre l’utenza professionale del comparto dell’autotrasporto, al fine di promuoverne 1) l’efficienza interna, in termini di ottimizzazione dei carichi, pianificazione delle attività connesse, sicurezza integrata, tracing and tracking, sviluppo di funzioni logistiche avanzate, ecc. 2) la possibilità di integrazione con tutti i sistemi di trasporto disponibili in chiave di co-modalità: oggi solo il 2,7% delle tonnellate trasportate su gomma genera traffico intermodale. Le altre modalità del trasporto dovranno comporre il mosaico della comodalità anche attraverso la progressiva applicazione di sistemi ITS capaci di assicurare un sufficiente grado di interconnessione delle funzioni operative di comunicazione richieste dal mercato. In una prospettiva di sistema integrato della mobilità per le merci è importante ricordare che Rete Ferroviaria Italiana sta realizzando il piano per l’Alta Velocità / Alta Capacità, per un’estensione complessiva di circa 1.200 km lungo gli assi più frequentati del Paese. Il piano AV/AC implica, oltre ad aspetti tecnologici d’avanguardia, il quadruplicamento delle linee a maggior traffico con la realizzazione di corridoi veloci interconnessi con la rete convenzionale, in grado di più che raddoppiare la capacità complessiva, liberando significativi spazi sulle linee esistenti e rendendo possibile la separazione dei traffici (passeggeri regionale, passeggeri lunga percorrenza, merci), che è condizione di qualità e sviluppo di un’offerta di servizi dedicata anche per le merci. È tuttavia intuitivo che il trasporto aereo, marittimo e ferroviario, tanto più a seguito dell’innalzamento degli standard internazionali afferenti alla security, integrano per loro natura rilevantissime componenti tecnologiche, i cui standard si sono evoluti in tempi e contesti distinti e per finalità specifiche. I sistemi informativi che questi comparti applicano costituiscono in qualche misura un dato di realtà, evolutivo, ma “infrastrutturale” rispetto al sistema integrato che appare necessario allo sviluppo sostenibile delle attività di trasporto. L’esercizio che appare necessario è quindi rivolto in almeno due direzioni fondamentali: Il contesto italiano - 273 1) costruire una progressiva interoperabilità, inter-modale e internazionale, degli applicativi accessibili all’utenza, che censiscono e accompagnano i mezzi e/o le merci, soprattutto con riferimento a quelli in uso presso i soggetti nodali del sistema informativo e a finalità pubblica (porti, aeroporti, interporti, dogane), 2) sviluppare componenti ITS aggiuntive e integrative finalizzate a migliorare, per gli operatori professionali, il rapporto costi/benefici di scelte di trasporto convergenti con l’obiettivo generale dello sviluppo sostenibile e sicuro delle attività di trasporto, rendendo praticabile la comodalità. Considerata la struttura del mercato sopra illustrata, un obiettivo da ricercare con determinazione sembra essere il trasferimento tecnologico su larga scala, attraverso un’azione mirata alla diffusione di applicazioni ITS, optando di preferenza per applicazioni di basso costo e di facile uso e puntando ad attrarre almeno quella quota di imprese di autotrasporto che operano con standard industriali. Si deve presumere che esse abbiano, per struttura finanziaria, complessità e maggior copertura geografica dei servizi offerti, una più matura propensione all’investimento in innovazione. 3. Safety e Security Il Rapporto Isfort 2006 sul trasporto merci e la logistica rileva che i quattro criteri predominanti nella valutazione dei servizi logistici da parte delle imprese manifatturiere e di trasporto sono: la puntualità, la sicurezza, la velocità e il prezzo. Oltre alla ovvia considerazione che gli ITS sono in grado di apportare significativi benefici su tutti i quattro livelli, è interessante notare che la sicurezza è un criterio rilevante per il 77% delle imprese manifatturiere. La sicurezza è prevalentemente intesa, in quel contesto, come protezione dei prodotti da furti e danneggiamenti. Accanto a questo genere di sicurezza, crescono però anche le esigenze di prevenzione dei rischi e gestione delle situazioni critiche connesse al trasporto di merci pericolose, per effetto della crescita dei traffici, delle situazioni di congestione e dell’evoluzione delle normative internazionali e nazionali, che prescrivono, in maniera sempre più stringente, il monitoraggio del ciclo di gestione, la predisposizione di strumenti di intervento in caso di emergenza e la corresponsabilizzazione dei diversi soggetti della catena del trasporto 274 – Capitolo 3 (committente, caricatore, proprietario della merce) rispetto alla violazione delle regole a tutela della sicurezza della circolazione e della sicurezza sociale. Le merci classificate come “pericolose” rappresentano in Italia una quota pari al 5% delle tonnellate trasportate, in linea con la media europea (4,5%). È intuitivo come, rispetto ad esse, l’interesse alla prevenzione e alla gestione delle situazioni critiche non solo abbia una forte valenza pubblica, ma richieda la disponibilità di strumenti di monitoraggio e comunicazione in tempo reale che possono largamente avvalersi di applicazioni ITS. Non a caso le sperimentazioni e i progetti pilota in corso in Italia e in Europa guardano con particolare attenzione al trasporto delle merci pericolose Infine vi sono esigenze di security, che si sono imposte su scala globale soprattutto dopo l’11 settembre 2001 perché la globalizzazione dei trasporti e la crescita dei traffici internazionali e intercontinentali è per sé un “ambiente” suscettibile di costituire il vettore di atti a fini di terrorismo. Gli standard di sicurezza per gli scambi intercontinentali di merci, in particolare marittimi, hanno subito negli ultimi anni un forte innalzamento e implicano spesso l’uso di tecnologie avanzate per il controllo e la sigillatura dei carichi e il monitoraggio dei tragitti e dei mezzi. 4. Un’indagine sul campo In Italia l’analisi in dettaglio dello stato dell’arte, in termini di effettiva diffusione e familiarizzazione con gli ITS presso le aziende utenti è oggetto di approfondimento da pochi anni ed è svolta mediante indagini sul campo. Esse cercano opportunamente di individuare le dinamiche salienti nei diversi segmenti, distinti per tipologie di utenti professionali e per filiere del trasporto. Si tratta infatti di universi che esprimono sensibilità anche molto diversificate rispetto all’ottimizzazione di ciascuno dei fattori che compongono il servizio – puntualità, specializzazione, sicurezza, velocità, prezzo, modalità, ecc. Tra gli studi più autorevoli disponibili prendiamo qui a riferimento il Rapporto 2007 “Intelligent Transport Systems per le merci: la prospettiva degli utenti”, pubblicato nel giugno 2007 dal Politecnico di Milano2, che affronta l’analisi dal punto di vista delle aziende che intendano investire in ITS per il trasporto merci e ottenere un soddisfacente ritorno dall’investimento 2 Lo studio analizza i dati raccolti presso 75 aziende utenti e 158 applicazioni — 132 esecutive e 26 progetti in fase di implementazione — e 33 aziende fornitrici di soluzioni e servizi. Il contesto italiano - 275 Le conclusioni cui approda lo studio citato sono qui di seguito sintetizzate. Le applicazioni ITS sono state classificate in quattro principali categorie: Transportation Management: soluzioni software per ottimizzare la pianificazione del trasporto, con funzionalità di scheduling (attribuzione dei viaggi ai mezzi) e routing (attribuzione del percorso al singolo mezzo), e per il monitoraggio delle prestazioni e per il controllo di gestione; eSupply Chain Execution: soluzioni che automatizzano le attività di gestione e scambio di tutti i documenti legati al processo di distribuzione della merci (trasmissione dell’ordine di allestimento e di trasporto, trasmissione dello stato di avanzamento delle consegne, digitalizzazione dei documenti di trasporto, fatturazione elettronica); Field Force Automation: applicazioni basate su tecnologie Mobile&Wireless (reti cellulari, WI-Fi, RFId) per la comunicazione con operatori che lavorano sul campo, tipicamente gli autisti e, per porti e interporti, gli operatori che effettuano attività di piazzale; Fleet&Freight Management: applicazioni basate su tecnologie Machineto-machine in mobilità che consentono il monitoraggio della posizione (e a volte di altri parametri funzionali) dei mezzi e/o del carico. Per quanto attiene al grado e alla maturità di diffusione delle soluzioni la ricerca rileva una diffusa adozione delle soluzioni più tradizionali – ad esempio i sistemi di eSupply Chain Execution, utilizzate dal 60% delle aziende esaminate – ben al di sopra di quanto accada in altri settori produttivi. Risultano prevalenti le soluzioni di integrazione applicazione-applicazione basate su sistemi proprietari o standard EDI oppure di portali web-based a supporto dei processi di trasmissione degli ordini esecutivi, del controllo dello stato di avanzamento delle spedizioni e della certificazione dell’avvenuta consegna. Buono, anche se largamente al di sotto delle potenzialità, il grado di adozione di soluzioni di Transportation Management impiegate per la pianificazione delle attività e per il controllo di gestione; meno diffuse, e in alcuni segmenti del trasporto largamente inutilizzate, le soluzioni più innovative negli ambiti del Field Force Automation e del Fleet&Freight Management. Sono interessanti anche le evidenze che emergono rispetto alla diffusione delle tecnologie ITS rispetto alle diverse filiere del trasporto: filiera del trasporto primario su gomma (trasferimento di merce con viaggi a carico completo, effettuati con automezzi di grandi dimensioni, tipicamente su percorsi punto-punto): prevalenza di soluzioni ITS per lo scambio documentale e, con minore intensità, per la gestione dei trasporti. 276 – Capitolo 3 Scarsamente diffuse le soluzioni di Field Force Automation e di Fleet&Freight Management, ad eccezione dei box Gps/Gprs a scopo prevalente di prevenzione da furti. Tra le ragioni della modesta diffusione anche presso gli operatori logistici e le aziende di autotrasporto più strutturate è indicata la polverizzazione e frammentazione della filiera “con la conseguenza che ogni innovazione ITS ha di fatto implicazioni interorganizzative”; filiera del trasporto secondario su gomma (distribuzione per piccole partite, o a collettame): maggiore dinamicità, trainata dagli elevati livelli di qualità del servizio richiesti dal cliente, che implicano tempestività sia del ciclo fisico sia del ciclo informativo. In questo ambito risultano relativamente diffuse, soprattutto presso i corrieri espresso, le applicazioni ITS più tradizionali e progetti avanzati di tipo Field Force Automation a supporto dell’acquisizione dei piani, guida all’esecuzione delle attività e rendicontazione; filiera del trasporto intermodale (utilizzo di due o più modi di trasporto senza “rottura” delle unità di trasporto: semirimorchi stradali, casse mobili o container): propensione decisa verso le applicazioni ITS, percepite come un importante fattore di compensazione del gap di servizio che da sempre ne frena lo sviluppo, con applicazioni e progetti rilevati in tutti gli ambiti applicativi: gestione delle attività di piazzale o banchina, sistemi per l’integrazione e lo scambio documentale, controllo accessi basate su RFId ai box GPS/GPRS per la tracciabilità delle merci. È indicata come “la filiera più ricca di nuova progettualità con un ruolo trainante giocato dagli interporti e dagli operatori del trasporto intermodale più aperti all’innovazione”: filiere del trasporto a temperatura controllata e di merci pericolose: netto orientamento verso l’innovazione basata su soluzioni ITS, anche molto avanzate (ad esempio per la misura dei parametri di stato del mezzo e/o della merce o la ripianificazione dinamica dei viaggi). Alcune considerazioni conclusive della ricerca del Politecnico appaiono qui pertinenti. Lo scenario di adozione di soluzioni ITS per il trasporto merci risulta complessivamente molto al di sotto delle potenzialità teoriche, nonostante “in circa due terzi delle applicazioni esaminate siano stati riscontrati benefici in termini di riduzione dei costi e in altrettanti casi benefici di miglioramento del livello di servizio”. L’indagine delle ragioni di questa realtà evidenzia alcuni determinanti fattori di freno: Il contesto italiano - 277 “l’elevata frammentazione della filiera del trasporto merci in Italia, sia in termini di “nanismo” delle aziende ai diversi livelli, sia in termini di scarsa integrazione verticale (sono pochissime le aziende che forniscono un servizio di trasporto door-to-door); la necessità in molti dei possibili progetti ITS di ridisegnare i processi sottostanti; la difficoltà di stimare i benefici, soprattutto quelli di natura intangibile (miglioramento del servizio al cliente e aumento della sicurezza), spesso preponderanti in molte applicazioni rispetto a quelli più facilmente stimabili (miglioramento della produttività)”. D’altra parte, nel 90% dei casi analizzati le aziende segnalano una sostanziale assenza di criticità di implementazione e una buona accoglienza presso il personale operativo. Mentre “è stata spesso segnalata una grossa difficoltà nell’identificazione dei fornitori da coinvolgere nel progetto di implementazione, tanto che alcune aziende hanno deciso di ripiegare su soluzioni “fatte in casa”, eventualmente ingegnerizzate con il supporto della software house di fiducia”. 5. L’iniziativa UIRNET Tutto ciò che è stato fin qui illustrato in relazione alla struttura e le debolezze del mercato nazionale del trasporto e della logistica rende chiaramente “leggibile” le ragioni e gli auspici che hanno portato l’associazione nazionale degli interporti – UIR – a promuovere la realizzazione concreta di un progetto di sistema pensato per integrare e supportare il complesso mondo delle attività di trasporto e logistica a scala nazionale, mediante una piattaforma di servizi, modulare, ad alto contenuto di applicazioni ITS. UIRNET S.p.a è la società costituita nel 2005 dagli Interporti allo scopo di realizzare prima e gestire poi una piattaforma per la logistica integrata, capace di gestire almeno 250.000 trasportatori e altrettante aziende, e finalizzata a migliorare l’efficienza e la sicurezza del sistema logistico nazionale sviluppando servizi a supporto dell’intermodalità, servizi per i trasportatori, servizi a supporto delle aziende. Attraverso la fornitura di una serie di servizi specificamente modellati sulle esigenze, ben note, degli operatori del trasporto merci e della logistica, il progetto mira a promuovere, in combinazione o in parallelo, una serie di obiettivi ritenuti strategici per il sistema nazionale della mobilità merci: 278 – Capitolo 3 l’efficienza e la competitività del Paese, grazie alla riduzione dei tempi e dei costi del trasporto e delle operazioni di carico e scarico, l’incremento dell’offerta di trasporto intermodale, la possibilità di pianificazione dei viaggi negli orari a maggiore fluidità di traffico, la sicurezza del trasporto, specialmente per le merci pericolose e di valore, l’innovazione e la crescita, favorendo lo sviluppo e l’innovazione delle piccole imprese e la connessione rete del Mezzogiorno, la sostenibilità ambientale dei trasporti di merci, sulla quale incidono direttamente servizi in grado di contribuire a decongestionare la viabilità attorno ai grandi nodi urbani, favorire l’impiego di mezzi a minor impatto sull’ambiente, ridurre sostanzialmente i viaggi a vuoto o a mezzo carico su strada attraverso l’aggregazione della domanda (cargo consolidation), l’internazionalizzazione, puntando all’integrazione con i poli intermodali europei e asiatici e offrendo alternative al trasporto franco fabbrica. Il ruolo definito per UIRNET sarà quello di supervisore e garante della sicurezza, coordinatore e integratore dell’efficienza, gestore della Piattaforma di erogazione di servizi mirati alla comunità degli utenti aderenti e sviluppati da utenti esterni a UINET stessa. Più in dettaglio i servizi di UIRNET saranno organizzati su tre distinti prodotti di base. UIRNET Alert Rivolto prevalentemente a trasportatori, padroncini, aziende che gestiscono mezzi in contro proprio, UIRNET Alert • • • • è un servizio basato sul tracking & tracing di trasportatori, mezzi e/o carichi, rispondente alle esigenze informative (con focus sulla sicurezza) e comunicative di trasportatori, gestori di centri logistici (in primis interporti), operatori logistici ed aziende che gestiscono mezzi in conto proprio, è un servizio accessibile alle aziende aderenti alla Piattaforma attraverso un qualunque Posto di Lavoro con accesso ad Internet. Per i trasportatori su gomma la Piattaforma sarà invece accessibile da telefono cellulare. Requisito chiave del progetto sarà la sua completa apertura verso servizi di telecomunicazione e prodotti proposti da diversi operatori sul mercato, purché disponibili ad integrare i loro prodotti con la Piattaforma. Requisito fondamentale dei servizi offerti ai trasportatori è la geolocalizzazione dell’Aderente attraverso soluzioni semplici (ad esempio basata sulla localizzazione della cella che copra la SIM card del trasportatore operando in collaborazione con i telecom operator) o evolute Il contesto italiano - 279 • • (basate su prodotti dotati di positioning system come il GPS e in prospettiva Galileo). UIRNET Alert sarà inoltre aperto allo scambio di informazioni con centri servizi già presenti sul mercato con soluzioni di tracking e tracing (es. monitoraggio merci su rotaia o nave) che già gestiscono in autonomia la comunicazione con i propri aderenti. Oltre a mettere a disposizione una piattaforma di comunicazione integrata, il servizio UIRNET Alert gestirà direttamente servizi evoluti pensati per la sicurezza del sistema, attraverso un centro servizi denominato Sala Situazioni’, costituita da tools, processi e risorse umane per gestire in modo dinamico le esigenze di sicurezza del trasporto. UIRNET Web Services (1) Rivolto prevalentemente a organizzatori del trasporto, lato domanda (operatori logistici, spedizionieri / accettatori) e offerta (Trenitalia, MTO), UIRNET Web Services • • • metterà a disposizione interfacce applicative utili per integrare e rendere disponibili via web o in modo interoperabile via web services i servizi erogati dai singoli aderenti quali ad esempio: incontro tra domanda e offerta, prenotazione di servizi di base e accessori erogati da aziende di logistica e gestori di infrastrutture logistiche, gestione del workflow del trasporto (es. scambio documentale) con forte focus sulle esigenze del trasporto intermodale, sarà legato alla dimensione internazionale del trasporto, dove l’importanza dell’intermodale è più elevata e dove è maggiore l’opportunità di offrire soluzioni a valore aggiunto alle aziende (ad es.: oggi gli operatori italiani spesso delegano la logistica tramite la clausola di franco fabbrica). Da un punto di vista architetturale, UIRNET Web Services agirà come una rete di interconnessione e un broker di informazioni tra tutti gli attori della logistica, valorizzando anche le ‘connessioni’ sviluppate nel servizio UIRNET Alert. UIRNET Solutions Rivolto prevalentemente a gestori di infrastrutture logistiche (es. interporti, porti, gestori siti logistici), UIRNET Solutions • • è un insieme di prodotti e standard per una migliore gestione della logistica presso le zone di sosta, e in particolare presso alcuni interporti. Tali soluzioni sono pensate per consentire un migliore controllo dei varchi e la rilevazione della presenza tramite tecnologie standard di mercato (ad es.: telecamere OCR, RFID, ecc...). 280 – Capitolo 3 La strategia attuativa di UIRNET è basata su un approccio modulare: i servizi Alert, Web Services, Solutions saranno sviluppati in moduli separati per ridurre la complessità e i rischi del progetto. Il primo passo sarà rappresentato dallo sviluppo e messa in opera di un pilota del servizio UIRNET Alert, mntre saranno sviluppati in parallelo i servizi Web Services. Questo secondo modulo sarà avviato, in via opzionale, successivamente alla progettazione di dettaglio di UIRNET Alert. L’ultimo step del progetto sarà la diffusione delle UIRNET Solutions, che verranno sviluppate in funzione delle necessità dei singoli interporti e delle idee proposte dalle aziende terze interessate. Il progetto UIRNET nasce dalla convinzione che gli interporti, per la propria natura di operatori di nodo a vocazione multimodale, siano in una posizione favorevole per giocare un ruolo attivo e propositivo ai fini della realizzazione di strumenti operativi di rete, e quindi di sistema. 3.2 IL MERCATO ITALIANO DEI SISTEMI ITS di TTS Italia Indice 1. 2. 3. I Sistemi ITS: Uno strumento per l’efficienza del sistema dei trasporti........... 282 Il mercato dei Sistemi ITS................................................................................ 284 I dati dell’offerta di mercato in Italia dei Sistemi ITS...................................... 285 3.1. 3.1.1 3.1.2. 3.1.3. 4. La Metodologia dell’Indagine....................................................... 286 La Costruzione del Campione .............................................................. 287 Lo Strumento d’Indagine: il Questionario ......................................... 288 La Raccolta dei dati e l’analisi dei risultati ....................................... 289 L’Offerta Italiana degli ITS.............................................................................. 290 4.1. 4.2. 4.3. 4.4. 4.5. 4.6. 4.7. 4.8. 4.9. 4.10. 4.11. Un settore variegato e dominato dalle piccole .............................. 290 La dislocazione territoriale: il baricentro è al Nord ..................... 291 La produzione e il travaso delle attività......................................... 292 Il personale e l’occupazione ritrovata ........................................... 294 Il fatturato e l’inversione dei trend ................................................ 295 Un mercato a metà fra grandi e piccole......................................... 296 I segmenti. Squilibrati verso la strada ........................................... 297 Export & Import. Un mercato ancora chiuso ................................ 299 Gli investimenti in Ricerca & Sviluppo.......................................... 303 Le prospettive di sviluppo degli ITS a breve-medio periodo.......... 304 L’offerta degli ITS in Italia. Conclusioni ....................................... 306 5. Il Confronto con il Mercato Internazionale ...................................................... 307 Considerazioni finali ................................................................................................... 310 Associazione Nazionale per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza. Costituita nel 1999, riunisce organizzazioni sia pubbliche che private attive nello sviluppo e nella implementazione dei sistemi intelligenti per il trasporto e la sicurezza. 282 – Capitolo 3 3.2 IL MERCATO ITALIANO DEI SISTEMI ITS 1. I Sistemi ITS: Uno strumento per l’efficienza del sistema dei trasporti I trasporti rivestono un ruolo centrale per lo sviluppo economico e sociale di ogni Paese. Un sistema di trasporto efficiente consente di creare nuovi mercati e di potenziare quelli esistenti, e costituisce pertanto una leva essenziale per favorire e sostenere una crescita economica forte, creatrice d’occupazione e di ricchezza. Un sistema poco efficiente o inefficiente, riduce le possibilità di raggiungere nuovi mercati, allontana l’orizzonte degli scambi, comprime la capacità produttiva, limita le potenzialità di crescita economica e sociale. Su questo versante, le società industrializzate stanno giocando una partita complessa e delicata. In tutte le Nazioni economicamente avanzate negli ultimi decenni si è assistito ad un notevole incremento della domanda di mobilità sia di persone che di merci. Tale crescita quantitativa è stata anche accompagnata da una profonda modifica strutturale della domanda. In particolare per i passeggeri, infatti, al tradizionale modello di mobilità “a spostamento singolo”, nel quale il viaggio aveva come origine e destinazione il domicilio, si è sostituito un approccio “a spostamenti multipli”, nel quale un viaggio tipo è costituito da un insieme concatenato di trasferimenti effettuati per compiere attività di varia natura. Per il trasporto merci, il passaggio da un’economia di “stock” ad un’economia “di flusso”, la delocalizzazione sul territorio degli insediamenti produttivi, l’estensione dei mercati e la diffusione della logistica hanno determinato una variazione nella struttura spaziale e comportamentale della domanda di trasporto. Questo incremento della domanda di mobilità che aveva segnato e addirittura anticipato la curva della crescita, rischia di saturare la capacità delle infrastrutture stradali, senza che le altre modalità riescano a porsi, a breve, come alternative realmente competitive alla strada. La conseguenza è un aumento esponenziale delle congestioni, con impatti negativi sull’ambiente, la qualità della vita, la sicurezza, che comportano costi per la collettività. Tutti i problemi complessi richiedono risposte complesse. Così la difficile questione del recupero della mobilità a beneficio della crescita e della competitività, sta spingendo le Pubbliche Amministrazioni ad un salto di qualità delle politiche del settore, che consiste nel passaggio da un approccio improntato al «controllo dei trasporti» ad una vera e propria «gestione dei trasporti», che distribuisca i flussi di traffico in modo equilibrato tra le varie modalità, ottimizzi l’utilizzo delle infrastrutture, permetta spostamenti più Il contesto italiano - 283 sicuri, veloci ed economici, e rilanci - nel quadro di un riequilibrio modale - il ruolo del trasporto marittimo e ferroviario. I Sistemi di Trasporto Intelligenti (ITS) sono lo strumento più efficace per l’attuazione di queste politiche. Attraverso l’integrazione dei diversi sistemi e servizi, l’impiego delle tecnologie avanzate, le potenzialità comunicative della telematica, essi consentono di sviluppare nuove soluzioni per un trasporto dei passeggeri e delle merci più efficiente, più competitivo e soprattutto più sicuro. L’esercizio dei Sistemi finora realizzati, sia a livello urbano che extraurbano, ha permesso di valutare in modo tangibile i benefici apportati dagli ITS. Dati della Commissione Europea rivelano che in diverse applicazioni realizzate in Paesi dell’Unione Europea sono state ottenute riduzioni dei tempi di spostamento nell’ordine del 20%, aumenti della capacità della rete del 5-10%, e miglioramenti in termini di sicurezza del 10-15%. Questi risultati positivi provano i vantaggi che i Sistemi ITS possono apportare, in una logica di sviluppo sostenibile, all’ambiente e al miglioramento dell’efficienza, alla sicurezza dei cittadini ed alla competitività, e confermano come gli ITS costituiscano ormai uno strumento indispensabile per l’attuazione delle politiche di mobilità. Per quanto concerne in particolare l’Italia, nel nostro Paese quello degli ITS è un settore attivo sin dagli anni Ottanta, ma con notevoli sviluppi a partire dal decennio successivo, in parallelo con la crescita del settore negli altri maggiori paesi industrializzati. Aziende, amministrazioni locali, istituti di ricerca e università italiane hanno preso parte a tutti i Programmi Quadro di Ricerca e Sviluppo della Commissione Europea con risultati significativi. ITS per la gestione del traffico e della mobilità sono in esercizio in numerose città italiane, tra cui Roma, Torino, Milano, Firenze, Bologna, Genova, Perugia, Napoli, Brescia, Salerno, ecc.. Inoltre, quasi l‘80% delle Aziende di Trasporto Pubblico Locale sono dotate di sistemi di localizzazione e monitoraggio delle flotte mirati a migliorare l’offerta del servizio. In campo autostradale, il Sistema Telepass sviluppato dalla Società Autostrade è diffuso sull’intero territorio nazionale ed è stato preso ad esempio anche da altri Paesi Europei, così come altri sistemi avanzati realizzati da aziende italiane. Notevoli progressi sono stati fatti anche nel settore dei sistemi di bordo, al fine di aumentare il livello di sicurezza dei veicoli, compresi quelli pesanti, e numerosi sono i progetti promossi in diverse località poste sui corridoi strategici del trasporto merci al fine di favorire lo sviluppo dell’intermodalità e della logistica integrata. La definizione, da parte dell’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, dell’Architettura Telematica Italiana ARTIST, all’inizio di questo decennio, ha 284 – Capitolo 3 segnato un primo importante passo per promuovere l’integrazione degli ITS, favorendo da una parte la diffusione del loro impiego (finalità sociali) e dall’altra la creazione di un mercato dei sistemi e dei servizi (finalità economiche). 2. Il mercato dei Sistemi ITS I Sistemi ITS costituiscono anche un’importante opportunità di mercato. Analisi condotte su scala internazionale riportano che nella sola Europa gli ITS nel 2002 hanno generato un mercato di circa 1,44 miliardi di dollari, con un aumento stimato fino a 2,6 miliardi di dollari nel 2006 [6]. Per il 2002, il mercato degli ITS su scala mondiale è stato valutato in circa 5,7 miliardi di dollari. Nel 2010 il mercato mondiale è ipotizzato in circa 18,5 miliardi di dollari, con un trend di crescita medio annuo del 15,11% nel decennio 2000 – 2010. La figura 2.1 sintetizza l’andamento stimato del mercato ITS dal 2000 al 2010 in Europa, Stati Uniti, Giappone e Resto del Mondo (*). Fig. 2.1 Il Mercato Mondiale dei Sistemi ITS - Valori attuali e previsioni future Fatturati ITS (milioni di $) 8000 7000 6000 5000 4000 3000 2000 1000 0 2000 2001 2002 USA 2003 2004 Europa 2005 2006 Giappone 2007 2008 2009 2010 Resto del mondo Fonte: GIA – Global Industry Analysts, 2003 [6] (*) Resto del mondo: dato aggregato che comprende Canada, Australia, Malesia, Cina, India, Corea del Sud, Brasile, Medio Oriente Il contesto italiano - 285 Le proiezioni rivelano un mercato in forte espansione in tutte le aree geografiche considerate, caratterizzato da un tasso di crescita rapido, specie in Paesi emergenti come quelli asiatici. Per quanto riguarda in particolare il mercato italiano, un’indagine promossa nel 2004 dall’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e realizzata da TTS Italia ha permesso di tracciare un quadro il più possibile realistico del “conto economico” del settore ITS nazionale per ciò che concerne il settore della produzione ed alcuni importanti attori della domanda: Amministrazioni Locali, aziende di Trasporto Pubblico Locale, concessionari autostradali e interporti. Oggetto della ricerca sono stati i fatturati ITS registrati dal comparto produttivo nel triennio 2001÷2003, gli investimenti sugli ITS realizzati dal mondo della domanda, il personale coinvolto nel settore, le tecnologie esportate e importate, e le previsioni di sviluppo nel breve-medio periodo. Nel 2005 è stata condotta una seconda indagine che ha riguardato in particolare il settore della domanda dei Sistemi ITS per il trasporto delle merci. 3. I dati dell’offerta di mercato in Italia dei Sistemi ITS In Italia gli ITS rappresentano un settore ancora poco noto dal punto di vista statistico-economico. Nonostante tali tecnologie siano ormai una componente fondamentale del nostro sistema dei trasporti urbano ed extraurbano, non sono noti in letteratura studi aggiornati (**) sui reali volumi economici del mercato degli ITS, sia per quanto riguarda lo stato attuale che le prospettive a brevemedio termine. Mancano, quindi, dei dati realistici di «conto economico» che possano consentire di evidenziare i settori di maggiore crescita, le tecnologie con un più elevato tasso di domanda, le potenzialità e le eventuali criticità del mercato, in un’ottica non solo nazionale, ma anche internazionale. Inoltre, al momento non sono neppure disponibili i dati strutturali del settore negli ultimi anni (numero di imprese, addetti, fatturato) e i valori di interscambio commerciale (mercato interno, importazioni, esportazioni, principali mercati di esportazione). L’assenza di tali dati non permette di stimare con un sufficiente grado di affidabilità il livello di rendimento di tale comparto per l’economia nazionale. Questa carenza è particolarmente grave, in quanto comporta che la base di conoscenza attualmente utilizzata a supporto delle decisioni strategiche relative (**) Uno dei primi studi sul mercato italiano degli ITS è: “Telecomunicazioni e Informatica per i Trasporti – Tecnologia e Mercato al 2005”, a cura di Carlo Maria Guerci, pubblicato dall’Isfort nel 1996 286 – Capitolo 3 ad eventuali investimenti consente solo una visione parziale e, comunque, non del tutto oggettiva dei reali valori del settore nazionale degli ITS. Allo scopo di colmare questa lacuna, l’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in collaborazione con TTS Italia, l’Associazione Italiana per la Telematica per i Trasporti e la Sicurezza, nei primi mesi del 2004 ha promosso un’indagine finalizzata a delineare un quadro il più possibile strutturato del mercato italiano degli ITS. L’indagine, durata dieci mesi, è stata realizzata dalla Segreteria di TTS Italia. Obiettivo primario dello studio è stato di tracciare una mappatura del mondo dell’Offerta nazionale degli ITS, nonché di alcuni settori della Domanda (Amministrazioni Locali, aziende trasporto pubblico, gestori di infrastrutture autostradali, interporti), in termini di: > > > > > fatturati per il triennio 2001 ÷ 2003; segmenti di mercato di maggiore sviluppo; esportazioni ed importazioni; investimenti previsti; previsioni di crescita in un orizzonte di breve-medio periodo. Per completezza, l’indagine ha riguardato anche i volumi dei finanziamenti ottenuti da dipartimenti universitari per attività di ricerca e progetti sugli ITS. I risultati ottenuti sono stati anche messi a confronto con i dati del mercato internazionale degli ITS, in modo da evidenziare la posizione attuale dell’offerta nazionale e le prospettive di sviluppo in un orizzonte temporale di cinque anni. 3.1. La Metodologia dell’Indagine Allo scopo di ricavare un quadro il più possibile realistico dei valori attuali del mercato ITS italiano, si è scelto di adottare una metodologia di indagine basata sulla stima diretta delle grandezze significative, utilizzando dei questionari progettati ad hoc da sottoporre ad un campione rappresentativo del comparto ITS nazionale. L’indagine è stata realizzata in quattro step successivi: 1. Costruzione del campione di indagine; 2. Elaborazione di una serie di questionari strutturati, uno per ogni singolo settore analizzato; 3. Invio dei questionari e raccolta dei dati; 4. Analisi dei risultati. Il contesto italiano - 287 3.1.1 La Costruzione del Campione Il punto di partenza per la costruzione del campione è stata la base dati sugli ITS di TTS Italia. L’Associazione, infatti, ha realizzato un database che comprende tutte le principali categorie di attori del settore degli ITS, in particolare: i) i fornitori di servizi, ii) i produttori di componenti, iii) i produttori di sistemi, iv) i gestori delle infrastrutture urbane ed extraurbane, v) gli organi istituzionali, vi) le amministrazioni locali, vii) le aziende di trasporto pubblico, viii) gli operatori del trasporto merci, ix) i gestori degli interporti; x) i costruttori di veicoli, xi) le università e gli enti di ricerca. Nella prima fase dello studio è stata effettuata una vasta ricerca bibliografica su riviste di settore e su Internet per aggiornare il database ed integrarlo con nuovi riferimenti. Il database è stato ulteriormente arricchito nel corso dell’indagine stessa, grazie alle indicazioni che venivano riportate nei questionari dagli stessi intervistati riguardo ai principali clienti e fornitori di tecnologie ITS. Il campione di indagine è risultato alla fine costituito da: > Settore dell’offerta: > Settore della domanda: > 160 aziende produttrici e fornitrici di ITS 99 amministrazioni comunali 81 aziende di trasporto pubblico locale 24 operatori autostradali 26 interporti Università: 18 dipartimenti universitari Per un totale di 408 soggetti. Sulla base dei riscontri effettuati, in particolare per quanto concerne l’offerta si può ragionevolmente affermare che il campione su cui è stata condotta l’indagine risulta costituito da più del 90% dell’intero settore produttivo ITS, e pertanto è ampiamente rappresentativo del comparto ITS nazionale. Riguardo, invece, alla domanda, in questa prima indagine si è scelto di focalizzare l’attenzione su alcuni dei settori che negli ultimi anni hanno più investito negli ITS. Non si esclude, comunque, di ampliare l’indagine in un secondo round anche ad altri soggetti rilevanti come, ad esempio, gli operatori del trasporto merci. 288 – Capitolo 3 3.1.2. Lo Strumento d’Indagine: il Questionario Negli studi di mercato, il questionario è considerato uno strumento particolarmente efficace per reperire le informazioni necessarie [7]. L’uso dei questionari, infatti, oltre ad essere più economico rispetto ad altri metodi come, ad esempio, l’intervista diretta face to face, permette anche di raggiungere una popolazione molto vasta e dispersa, e, quindi, di condurre in modo veloce survey nelle quali sono coinvolti un gran numero di soggetti. Scegliere il questionario come mezzo per rilevare i dati del mercato ITS è sembrata, pertanto, la soluzione più opportuna, vista l’ampiezza del campione di indagine e la sua distribuzione sul territorio. I questionari presentano tuttavia dei limiti, come il basso tasso di risposta e l’incompletezza e la non uniformità dei dati. Specie nel caso di questionari troppo lunghi e complessi, questi fattori possono compromettere il successo stesso dell’indagine [7]. Il progetto del questionario è stato orientato, quindi, verso una struttura snella e sintetica, costituita da un numero ridotto di domande seguite da una indicazione di possibili risposte, con un duplice obiettivo: facilitare gli intervistati, in modo da ottenere un tasso di risposta di almeno il 30% (***), e, nel contempo, acquisire dei dati già organizzati per le analisi successive. In totale sono stati elaborati sei questionari: uno per l’Offerta, quattro per la Domanda e uno per le Università. Ogni questionario consta di due parti: nella prima, uguale per tutti, vengono richiesti i dati generali dell’azienda/ente/università (anno di fondazione, anno di avvio delle attività sugli ITS, settore produttivo, personale complessivo e personale dedicato ad attività sugli ITS nel triennio 2001 ÷ 2003). La seconda, invece, è specifica per ciascun settore e riguarda i valori economici, in termini di: a. per l’Offerta: fatturati totali e fatturati generati dagli ITS nel triennio 2001 ÷ 2003, ripartizione del fatturato ITS 2003 nei diversi segmenti di mercato, principali clienti, volumi delle esportazioni e delle importazioni nel 2003, previsioni di crescita nel breve-medio periodo; b. per la Domanda: investimenti in ITS nel triennio 2001 ÷ 2003, ripartizione degli investimenti ITS 2003 nei diversi segmenti di mercato, principali fornitori, previsioni di crescita nel breve-medio periodo, settori di maggiore interesse; (***) Il 30% è considerato un tasso di risposta più che accettabile in indagini condotte su gruppi numerosi che coinvolgono soggetti eterogenei [7]. Il contesto italiano - 289 c. per le Università: entrate dei dipartimenti universitari per progetti ed attività di ricerca sugli ITS nel triennio 2001 ÷ 2003, settori di ricerca di maggiore interesse, fonti di finanziamento. Per verificarne i requisiti di chiarezza e semplicità, i questionari sono stati testati su alcune Aziende/Enti pilota. Questo ha permesso di affinare ulteriormente la struttura dei contenuti, ai fini di rendere la compilazione del questionario il più possibile agevole e rapida da parte dell’utente. 3.1.3. La Raccolta dei dati e l’analisi dei risultati In accordo con l’ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, i questionari sono stati inviati da TTS Italia direttamente ai responsabili delle Aziende e degli Enti oggetto dell’indagine (amministratori delegati, presidenti, direttori generali, assessori, direttori di dipartimento), con allegata una lettera di presentazione del Ministero stesso, nella quale erano sottolineate le finalità e la rilevanza dello studio. L’obiettivo era di informare i decision maker di questa iniziativa e, nello stesso tempo, fare in modo che essi stessi provvedessero ad inoltrare il questionario alle persone più idonee alla compilazione. All’invio del questionario hanno fatto seguito telefonate ed e mail di sollecito, volte anche a fornire eventuali chiarimenti sull’indagine ed assistenza ove necessario. Le percentuali di risposta sono riportate in tabella 3.1. Tab. 3.1 – % di risposta ai questionari % Tasso di risposta Aziende del settore dell’Offerta 52,5 Settore della Domanda Amministrazioni Comunali 22,2 Aziende di Trasporto Pubblico 38,3 Gestori Autostradali 58,3 Interporti 46,2 Università 66,7 Tasso di risposta complessivo 42,9 I tassi di risposta ottenuti, in generale decisamente soddisfacenti, dimostrano che l’indagine è stata accolta con interesse da parte dei soggetti contattati. Occorre tuttavia fare una serie di considerazioni: a. il dato sull’Offerta risulta influenzato dal fatto che circa il 20% delle aziende intervistate, per una precisa scelta di riservatezza aziendale, hanno 290 – Capitolo 3 trasmesso solo i dati informativi generali sull’azienda, ma non i valori economici. Questo gruppo di questionari, anche se pervenuto, non è stato considerato ai fini dell’indagine in quanto non significativo; b. per quanto concerne le Amministrazioni Comunali, che presentano il tasso di risposta più basso (22,2%), si è registrata un difficoltà oggettiva da parte degli intervistati a reperire i dati sugli investimenti. Nel 22,2% sono compresi, pertanto, solo i questionari ricevuti con un numero sufficiente di informazioni. c. La stessa difficoltà di reperimento dei dati è stata manifestata anche da più del 10% delle aziende di trasporto pubblico contattate. Pure in questo caso, si è scelto di conteggiare nella percentuale di risposta (38,3%) solo le aziende che hanno fornito delle indicazioni sui valori economici; d. i gestori autostradali che hanno risposto all’indagine (58,3% dei soggetti contattati) rappresentano l’81,5% dell’intera rete autostradale italiana (****). Questo rende tale dato ancora più significativo. I dati dei questionari sono stati elaborati con tecniche di market analysis e valutazione statistica [8]. I valori anomali o dubbi sono stati verificati e validati con gli stessi intervistati. 4. L’Offerta Italiana degli ITS 4.1. Un settore variegato e dominato dalle piccole Gli ITS sono sistemi complessi, che richiedono tecnologie e competenze diverse. Questo è ampiamente rispecchiato dal panorama delle aziende che in Italia si occupano di tale settore, il quale risulta, infatti, contrassegnato da una molteplicità di attori, che agiscono su segmenti di mercato disparati. L’indagine, condotta su 160 aziende, ha interessato produttori di componenti, aziende di sistemi e servizi ICT, aziende di system integration, fornitori di servizi per la sicurezza del veicolo, per l’infomobilità e per la navigazione, ecc., ottenendo un tasso di risposta del 52,5%. Dall’analisi dei dati generali riportati nei questionari emerge che quello degli ITS è un comparto che si è sviluppato in larga parte nell’ultimo decennio, prevalentemente nel Centro-Nord del Paese, caratterizzato da un numero prevalente di piccole e piccolissime aziende. Del campione intervistato, infatti, (****) Con riferimento ai dati del Conto Nazionale delle Infrastrutture e dei Trasporti 2002 Il contesto italiano - 291 il 78,6% è costituito da piccole e piccolissime aziende (*), il 9,5% da aziende di media dimensione e l’11,9% da grandi imprese. L’identikit che ne risulta, quindi, è quello di un’azienda generalmente di piccole dimensioni, relativamente giovane, ma con un’esperienza consolidata nel più ampio settore della tecnologia applicata, e proprio per questo capace di cogliere al balzo l’opportunità offerta dagli ITS, tuttavia proiettata quasi esclusivamente verso il mercato interno, e quindi ancora poco presente sul piano internazionale. 4.2. La dislocazione territoriale: il baricentro è al Nord Per quanto concerne la distribuzione geografica, dall’indagine si rileva che la grande maggioranza (75,6%) delle aziende è situata nel Nord Italia. Segue il Centro Italia con il 20,6%, mentre fanalino di coda sono il Sud e le Isole, dove si registra la presenza di appena il 3,8% delle aziende (figura 4.1). Fig. 4.1 Distribuzione geografica delle aziende 3,8% 20,6% 75,6% Nord Centro Sud e Isole Riguardo alle singole regioni, dal grafico in figura 4.2 si evince che le regioni in cui è concentrato il maggior numero di aziende sono Lombardia e Piemonte, rispettivamente con il 27,5% ed il 20%. Al terzo posto il Lazio, dove è (*) Secondo la nuova definizione di PMI della Commissione Europea in vigore dal 1 Gennaio 2005 292 – Capitolo 3 localizzato il 12,50% delle aziende, a cui seguono Emilia Romagna (8,38%) e Veneto (8,75%). E’ necessario tuttavia sottolineare che la possibilità di una disponibilità di finanziamenti per gli ITS prevista nei piani di sviluppo di alcune regioni del Mezzogiorno, sta spingendo diverse aziende ad aprire succursali in città come Napoli, Salerno, Catania, Messina, ecc., a favore di una maggiore presenza di competenze sugli ITS nel Sud Italia. Fig. 4.2 Distribuzione geografica per regioni delle Aziende ITS 30 27,5 25 20,0 % Aziende 20 15 12,5 9,4 10 8,8 6,3 5 3,8 3,1 3,1 1,9 1,3 1,3 0,6 0,6 4.3. Basilicata Trentino A. A. Umbria Abruzzo Marche Friuli V. G. Campania Toscana Liguria Veneto Emilia R. Lazio Piemonte Lombardia 0 La produzione e il travaso delle attività Relativamente all’anno di fondazione delle aziende intervistate, l’indagine ha evidenziato un 16,7% di aziende ben consolidate perché presenti sul mercato da oltre un ventennio. A partire dagli anni Ottanta, il numero delle aziende entrate sul mercato è aumentato notevolmente, anche se il vero boom si è verificato negli ultimi dieci anni, periodo nel quale sono nate il 51,2 % delle aziende (fig. 4.3). Il contesto italiano - 293 Fig. 4.3 Anno di fondazione delle Aziende 29,8 % Aziende intervistate 30 25 20 21,4 16,7 14,3 15 11,9 10 6,0 5 0 < 1979 1979 - 1983 1984 - 1988 1989 - 1993 1994 - 1998 1999 -2003 Anni Andando ad esaminare nel dettaglio quando le aziende intervistate hanno iniziato ad occuparsi di ITS, il grafico riportato in figura 4.4 conferma che le aziende italiane sono attive sugli ITS già dalla fine degli anni Settanta, con un trend crescente nel tempo, in particolare nel decennio 1994 ÷ 2003 dove si è registrato l’avvio delle attività ITS del 70% delle aziende intervistate. Quest’ultima circostanza, in particolare, è da attribuirsi al fatto che a partire dal 1994 cominciano a svilupparsi aziende, prevalentemente di piccole e piccolissime dimensioni, per le quali gli ITS costituiscono il principale core business, e che, inoltre, nello stesso periodo aziende più grandi e consolidate cominciano a considerare gli ITS come un settore su cui puntare. Questo fenomeno si precisa meglio nell’esame dell’evoluzione del personale e dei fatturati, configurando in molte imprese una sorta di «travaso delle attività» all’inseguimento di una produzione dai fatturati in crescita, mentre contemporaneamente veniva rallentata - se non abbandonata del tutto - quella i cui fatturati (segnatamente per le imprese collegate all’automotive) subivano continui ridimensionamenti. 294 – Capitolo 3 Fig. 4.4 Anno di avvio delle attività ITS 45 40,5 % Aziende intervistate 40 35 29,8 30 25 20 14,3 15 8,3 10 4,8 2,4 5 0 < 1979 4.4. 1979 - 1983 1984 - 1988 1989 - 1993 1994 - 1998 1999 -2003 Il personale e l’occupazione ritrovata L’analisi dei dati sull’occupazione nelle aziende intervistate rivela che, nel triennio 2001÷2003, il personale totale è diminuito, mentre si è registrato un trend crescente del numero di addetti coinvolti in attività legate agli ITS. In particolare, la tabella 4.1 evidenzia che il personale dedicato al settore ITS presenta un incremento del 32,6% nel triennio analizzato, passando da 1.158 persone del 2001 a 1.536 nel 2003, mentre il personale totale subisce, nello stesso triennio, una diminuzione del 8,2%, passando da 18.932 occupati nel 2001 a 17.380 nel 2003. Tab. 4.1 – Personale delle Aziende intervistate nel triennio 2001÷2003 2001 2002 Personale ITS 1.158 1.326 1.536 2003 Personale Totale 18.932 17.784 17.380 % ITS rispetto al totale 6,1% 7,5% 8,8% Il contesto italiano - 295 Disaggregando i dati in tabella 4.1 per categoria di aziende, ossia grandi, medie, piccole e piccolissime imprese (**), si ricava che, nel complesso, il personale si riduce unicamente nelle grandi aziende, dove dal 2001 al 2003 si perdono l’11,8% dei posti di lavoro, mentre, nel contempo, sia le medie (+11,3%), che le piccole (+23,9%) e le piccolissime (+35,4%) lo aumentano. Il personale ITS, al contrario, nelle grandi aziende dal 2001 al 2003 cresce del 26,5% arrivando nel 2003 a rappresentare il 2,6% del personale totale, nelle medie del 33,5%, nelle piccole del 30% e, infine, nelle piccolissime del 49,1%. Nel settore, dunque, parallelamente al «travaso delle attività» si manifesta un «travaso occupazionale», dalle produzioni tradizionali a quelle ITS, consentendo di ritrovare, proprio grazie agli ITS, nuovi sbocchi di lavoro. L’occupazione determinata dagli ITS, pur non essendo ancora in grado di assorbire per intero gli esuberi delle produzioni più mature, nel corso del triennio è passata dal 6,1% all’8,8% del personale totale, con un ritmo di crescita incoraggiante ma che potrebbe essere potenzialmente molto più elevato in presenza di un mercato diffuso dei sistemi e dei servizi. 4.5. Il fatturato e l’inversione dei trend I valori economici globali riportati nei questionari evidenziano, per il triennio 2001÷2003, un volume di affari di tutte le attività delle aziende intervistate pari a circa 9.200 milioni di €. Il fatturato è caratterizzato da un trend decrescente lungo l’intero triennio, con una riduzione complessiva del 12% dal 2001 al 2003. Per lo stesso triennio, dall’indagine emerge che il fatturato dovuto agli ITS risulta essere di circa 736 milioni di €, con una crescita complessiva dal 2001 al 2003 del 24%. In particolare (tabella 4.2), il fatturato ITS cresce dell’8,2% dal 2001 al 2002, passando da 221,6 a 239,8 milioni di €, e del 14,6% dal 2002 al 2003, con un valore al 2003 pari a 274,7 milioni di €. Tab. 4.2 – Fatturati delle Aziende intervistate nel triennio 2001÷2003(Milioni di €) Fatturato ITS Fatturato Totale % ITS rispetto al totale 2001 2002 2003 TOTALE 221,6 239,8 274,7 736,1 3.290,2 3.013,8 2.895,6 9.199,6 6,7% 8,0% 9,5% (**) Le aziende di piccolissime dimensioni sono quelle caratterizzate da un fatturato > 2 Milioni di €. 296 – Capitolo 3 Per gli ITS, quindi, anche il dato del fatturato, come quello dell’occupazione, si presenta in controtendenza rispetto ai valori economici globali delle aziende intervistate. Il parallelismo dell’inversione dei trend arriva a percentuali analoghe a quelle calcolate per l’occupazione: nel triennio, la quota di fatturato ITS passa dal 6,7% al 9,5% del fatturato globale. Particolarmente rilevante a questo proposito è il caso delle grandi imprese, nelle quali il fatturato ITS cresce complessivamente del 37,6% nel triennio 2001÷2003, attestandosi, nel 2003, al 5,1% dell’intero fatturato della loro produzione. Un ulteriore elemento da rimarcare è il fatto che, nel 2003, circa 4,8 milioni di €, pari al 13,7% dell’intero incremento di fatturato registrato nell’anno (14,6%), risultano prodotti da nuove imprese, perlopiù di piccole e piccolissime dimensioni, a conferma della dinamicità del settore e delle sue interessanti potenzialità in termini di business e di occupazione. 4.6. Un mercato a metà fra grandi e piccole L’analisi della distribuzione del fatturato ITS nel triennio 2001÷2003 per le diverse tipologie di aziende intervistate rivela che il mercato degli ITS risulta diviso a metà fra grandi aziende da una parte, e PMI e imprese di piccolissime dimensioni dall’altra. Il grafico in figura 4.5 riporta i volumi di fatturato ITS nel triennio in esame per le grandi imprese, le PMI e le microimprese, mettendo in evidenza il trend crescente dei fatturati specie per le grandi e per le piccolissime imprese. Queste ultime in particolare hanno registrato un volume di affari di 17,6 milioni di € nel 2002 e di 25,7 milioni di € nel 2002, con una crescita percentuale rispetto al 2001 rispettivamente del 20,6% e del 75,8%, arrivando a rappresentare nel 2003, in termini di fatturato, all’incirca il 10% dell’intero mercato ITS. Tale dato appare ancora più significativo se si considera che il 40% delle microimprese intervistate sono aziende create dopo il 2000. La rapidità con la quale stanno conquistando fette crescenti di mercato è un fenomeno che dimostra che quello degli ITS è un mercato variegato ed aperto, nel quale non sono ancora emersi soggetti dominanti, e che quindi offre anche a soggetti piccoli la possibilità di sviluppare il proprio business ed essere competitivi. Il contesto italiano - 297 Fig. 4.5 Distribuzione del fatturato ITS per tipologia di aziende nel triennio 2001-2003 140 120 Milioni di € 100 80 60 40 20 0 2001 2002 GI 4.7. PMI 2003 PPI I segmenti. Squilibrati verso la strada Gli ITS comprendono un insieme molto vasto di sistemi e di servizi, che trovano applicazione in tutti i campi in cui è articolato il settore dei trasporti. In questo studio, come riferimento di base per l’analisi strutturale del mercato, si è scelto di adottare la schematizzazione che classifica gli ITS nelle seguenti sei macroaree: > > > > > > sistemi per il controllo e la gestione del traffico e della mobilità sistemi per l’informazione all’utenza per il trasporto stradale sistemi per la gestione del trasporto pubblico sistemi per la gestione delle flotte e del trasporto merci sistemi per il pagamento automatico sistemi per il controllo avanzato del veicolo e la navigazione Per una visione il più completa possibile, l’indagine ha riguardato anche le applicazioni ITS per il trasporto ferroviario e per il trasporto marittimo. Per il trasporto ferroviario, queste comprendono, in particolare, i sistemi di telelocalizzazione, monitoraggio e gestione del traffico, di informazione ai 298 – Capitolo 3 passeggeri e di bigliettazione elettronica. Per il trasporto marittimo, sono stati considerati i sistemi di navigazione satellitare e i sistemi per il controllo del traffico marittimo e portuale delle merci, dei passeggeri e dei vettori. Nello studio non sono state invece considerate le applicazioni per il trasporto aeroportuale, che sono previste comunque in un eventuale secondo round dell’indagine. Ai fini dell’analisi, i sistemi di gestione del trasporto pubblico ed i sistemi per la gestione delle flotte e del trasporto merci, per semplicità, sono stati aggregati sotto l’unica voce “gestione flotte”, dal momento che nei questionari le aziende intervistate, sotto l’aspetto della produzione, non hanno fatto distinzione fra questi due segmenti. La tabella 4.3 riporta i dati del fatturato ITS 2003 per i diversi segmenti di mercato. Tab. 4.3 – Fatturato ITS 2003 delle Aziende intervistate per segmenti di mercato (Milioni di €) Gestione Informazione Gestione Pagamento Controllo Trasporto Traffico all’Utenza Flotte automatico del veicolo e Ferroviario e navigazione Mobilità 66,92 17,20 61,05 16,62 60,43 46,58 Trasporto Marittimo Totale 5,92 274,72 La tabella 4.3 mostra che i segmenti più produttivi nel 2003 sono stati quelli degli ITS per la gestione del traffico e della mobilità, per la gestione delle flotte e per il controllo avanzato del veicolo e la navigazione. I sistemi ed i servizi per l’infomobilità nel 2003 hanno registrato un fatturato di 17,20 milioni di €, che rappresenta un valore di per sé significativo, specie se si considera che quello dell’infomobilità è un mercato ancora in fase di decollo. Per quanto concerne i sistemi di pagamento automatico, è necessario sottolineare che il dato emerso dall’indagine (16,62 milioni di €) è sottostimato, in quanto non tiene conto del fatturato prodotto dalla Soc. Autostrade per l’Italia nella vendita di sistemi Telepass per applicazioni sia urbane che autostradali. Secondo la stessa Soc. Autostrade per l’Italia, questo fatturato nel 2003 può essere valutato in circa 15 milioni di €. Pertanto, il volume di affari reale legato ai sistemi di pagamento automatico si può stimare superiore ai 31 milioni di €. Il segmento in cui si registra la maggiore concorrenza è quello degli ITS per le flotte: il 71,4% delle aziende intervistate offre prodotti e servizi legati alla gestione delle flotte di TPL e merci. Il 50% circa delle aziende propone sistemi di bordo per il controllo del veicolo e la navigazione. Quest’ultimo, insieme a Il contesto italiano - 299 quello degli ITS per le flotte sono i due settori che hanno visto, a partire dal 2001, la nascita del maggior numero di nuove imprese, principalmente di piccole e piccolissime dimensioni. Dall’indagine emerge, infine, che in modo del tutto analogo a quanto avviene per la ripartizione modale, fortemente sbilanciata a favore della strada sia per quanto concerne il trasporto passeggeri che quello delle merci, anche il mercato degli ITS si presenta sostanzialmente incentrato sulle applicazioni per la modalità stradale. Queste, infatti, nel 2003 hanno prodotto circa l’81% dell’intero fatturato ITS, mentre solo il 17% è venuto dalle applicazioni per la ferrovia (fig. 4.6). Del tutto trascurabile, invece, è la quota di mercato delle applicazioni ITS per il trasporto marittimo (2,2%). Fig. 4.6 Mercato ITS 2003 per modalità di trasporto 2,2% 17,0% 80,9% strada ferrovia mare 4.8. Export & Import. Un mercato ancora chiuso Riguardo alla situazione degli scambi commerciali, il quadro che deriva dall’indagine è quello di un mercato ancora troppo proiettato verso la clientela nazionale. Nel 2003, infatti, solo il 34,5% delle aziende intervistate ha esportato all’estero i propri prodotti, per un volume di affari complessivo pari al 7% dell’intero fatturato ITS 2003. Il restante 93% del fatturato ITS è assicurato da clienti interni, sia pubblici che privati. Fra i principali clienti istituzionali vi sono Ministeri, Amministrazioni Locali e Forze dell’Ordine, mentre, nel settore privato, i maggiori acquirenti sono le aziende di trasporto pubblico, i gestori di infrastrutture autostradali e le aziende di trasporto merci. 300 – Capitolo 3 Un discorso a parte meritano i servizi di infomobilità, per i quali stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante gli utenti privati; questi possono ricevere il servizio o attraverso un operatore telefonico, oppure sottoscrivendo un abbonamento direttamente con l’azienda stessa. In entrambi i casi, il servizio presuppone l’utilizzo di un sistema di telefonia mobile. Questo lascia prevedere che la diffusione su larga scala di tecnologie di comunicazione come il GPRS e l’UMTS possa determinare, a breve, una penetrazione rapida di questi servizi presso una larga fetta di pubblico. Andando ad esaminare nel dettaglio il panorama dell’Export & Import degli ITS nel 2003, dalla tabella 4.4 risulta che il volume delle esportazioni delle aziende intervistate è stato di circa 20 milioni di €, mentre si è importato per un totale di 10 milioni di €, con un’incidenza rispettivamente del 7,0% e del 3,45% sul fatturato ITS 2003. Occorre tuttavia tenere presente che questi valori non includono i dati delle aziende multinazionali, l’11% circa di quelle intervistate, le quali hanno fornito solo i numeri relativi al mercato Italia, dal momento che le operazioni estere sono competenza delle diverse sedi locali. Tab. 4.4 – Export & Import degli ITS nel 2003 Aziende (%) Fatturato Milioni di €) Incidenza sul Fatturato ITS 2003 (%) Esportazioni 34,5 20,3 7,0 Importazioni 28,6 10,0 3,45 Per quanto concerne la distribuzione delle esportazioni per i singoli segmenti di mercato, nel 2003 i settori di maggiore interesse per il mercato estero sono risultati gli ITS per la gestione flotte e gli ITS per il controllo del veicolo e la navigazione, esportati rispettivamente dal 26,5% e 24,5% delle aziende. Seguono i sistemi di gestione traffico e mobilità e le soluzioni ITS per l’infomobilità con il 20,6% e il 10%. Sono solo il 4,1%, invece, le aziende che hanno venduto all’estero sistemi di pagamento automatico ( ***), mentre soluzioni ITS per il trasporto marittimo e ferroviario sono state esportate rispettivamente dall’8,2% e dal 6,1% del campione delle aziende esportatrici. La totalità delle aziende esporta in Paesi Europei. Riguardo agli altri continenti, dalla figura 4.7 risulta che il 22,4% delle aziende che esportano hanno un mercato anche con Paesi asiatici, principalmente Cina e Corea del Sud, con (***)In questa percentuale non è inclusa la Soc.Autostrade per l’Italia Il contesto italiano - 301 Stati Uniti e Canada il 20,4%, con i Paesi del Nord Africa il 16,3%, ed, infine, con il Sud America il 14,3%. In particolare, nel 2003 i Paesi europei destinatari dell’offerta ITS italiana di mercato sono stati: > > > > > > > Gestione del traffico e della mobilità: Olanda, Portogallo, Svezia, Belgio; Informazione all’utenza: Germania, Francia, Inghilterra, Ungheria; Gestione flotte e merci: Grecia, Romania, Belgio, Spagna; Pagamento automatico: Grecia, Inghilterra, Austria Controllo avanzato del veicolo: Francia, Spagna, Inghilterra, Belgio; Trasporto ferroviario: Germania, Svizzera, Austria; Trasporto marittimo: Svezia, Norvegia, Olanda, Francia. Fig. 4.7 Paesi di destinazione delle esportazioni 100,00 100 % Aziende (34,5% delle aziende intervistate) 90 80 70 60 50 40 22,45 20,41 30 14,29 16,33 20 10 0 Europa Nord America Sud America Nord Africa Asia Relativamente alle importazioni, dall’indagine risulta che nel 2003 il 28,6% delle aziende intervistate ha importato prodotti ITS dall’estero, per un investimento complessivo di 10 milioni di €. Sono stati acquistati perlopiù componenti per il controllo avanzato del veicolo, per i sistemi per la gestione del traffico e della mobilità e per le applicazioni ITS per il trasporto ferroviario. In modo analogo alle esportazioni, la maggior parte (66,7%) delle aziende ha importato i prodotti da Paesi Europei. Seguono l’Asia e il Nord America 302 – Capitolo 3 rispettivamente con il 31,3% e 29,2%, quindi l’Africa e l’Australia con il 2,1% (fig. 4.8). I principali Paesi europei da cui provengono le importazioni per il 2003 sono risultati: > > > > Gestione traffico e mobilità: Germania, Inghilterra, Olanda, Grecia; Informazione all’utenza: Germania, Inghilterra, Svezia; Gestione flotte e merci: Germania, Inghilterra, Belgio; Controllo avanzato del veicolo: Inghilterra, Germania, Olanda, Francia; > ITS per il trasporto ferroviario: Germania; > ITS per il trasporto marittimo: Svezia. Fig. 4.8 Paesi di provenienza delle importazioni di ITS % Aziende (28,6% delle aziende intervistate) 70 66,7 60 50 40 29,2 31,3 30 20 10 2,1 2,1 0 Europa Nord America Asia Africa Australia Il contesto italiano - 303 4.9. Gli investimenti in Ricerca & Sviluppo La ricerca e l’innovazione sono determinanti per la competitività delle aziende che operano negli ITS. Il livello elevato di concorrenza che caratterizza questo mercato, soprattutto in ambito internazionale, spinge, infatti, gli operatori italiani ad innovare continuamente i prodotti ed a ricercare nuove soluzioni, per non perdere la propria posizione sul mercato. Questo è ampiamente dimostrato dai risultati dell’indagine: nel 2003 il 90% delle aziende intervistate ha investito in Ricerca & Sviluppo, per un totale di 28,5 milioni di €, pari al 10,4% dell’intero fatturato ITS registrato nell’anno. Dal grafico in figura 4.9 si evince che le aziende che hanno investito di più in R&S nel 2003 sono state le PMI, con 15 milioni di €. Il dato interessante è tuttavia quello presentato dalle piccolissime imprese (PPI), che hanno affrontato investimenti per 3,5 milioni di €, equivalenti al 10,2% del fatturato totale da loro prodotto nel 2003 (13,6% del fatturato ITS 2003), a dimostrazione del livello di fiducia e di aspettativa che questa categoria di aziende ripone negli ITS. Per quanto concerne, invece, le grandi aziende, queste hanno investito circa 10 milioni di €, pari ad “appena” il 7,5% del loro fatturato ITS 2003 (0,4% del fatturato totale); a questo proposito occorre sottolineare che questo valore non risulta, però, completamente significativo dell’entità delle attività in R&S operate sugli ITS dalle grandi imprese, in quanto, come da loro stesse dichiarato, notevoli investimenti sugli ITS erano stati stanziati negli anni precedenti. Fig. 4.9 Investimenti in R&S nel 2003 16,00 14,00 Milioni di € 12,00 10,00 8,00 6,00 4,00 2,00 0,00 GI PMI PPI 304 – Capitolo 3 4.10. Le prospettive di sviluppo degli ITS a breve-medio periodo Nell’indagine è stato richiesto alle aziende intervistate di fornire delle previsioni a breve-medio periodo sullo sviluppo del mercato degli ITS in Italia. Come orizzonti temporali sono stati considerati il 2005 ed il 2009, allo scopo di pervenire ad una visione quanto possibile realistica delle prospettive di questo settore e di cosa gli operatori si attendono nel breve-medio termine. I risultati sono sintetizzati in tabella 4.5. Le previsioni fornite dalle aziende intervistate confermano il trend crescente del mercato ITS registrato nel triennio 2001 ÷ 2003. Per il 2005 si prevede un mercato per gli ITS di 341,5 milioni di €, con un incremento medio annuo tra il 2003 e il 2005 dell’11,5%. I numeri al 2009 appaiono ancora più incoraggianti: infatti, secondo gli operatori, la diffusione su larga scala dell’UMTS e dei servizi satellitari disponibili con EGNOS dal 2005 e con GALILEO dal 2008, dovrebbe far crescere il mercato ITS fino a 613,3 milioni di € nel 2009, con un tasso medio annuo di crescita del 15,8% tra il 2005 e il 2009. Tab. 4.5 – Previsioni di breve-medio periodo del mercato ITS Fatturato ITS 2003 274,7 Milioni di € Previsione Fatturato ITS 2005 Previsione Fatturato ITS 2009 341,5 Milioni di € 613,3 Milioni di € + 24,3% rispetto al 2003 + 79,6% rispetto al 2005 + 11,5% tasso medio annuo + 15,8% tasso medio annuo 2003/2005 2005/2009 Il grafico di fig. 4.10 riporta l’andamento del mercato ITS italiano rilevato dal 2001 al 2003 e le previsioni fino al 2009. Il contesto italiano - 305 Fig. 4.10 Mercato Italiano degli ITS - Analisi attuale e previsioni future 700 Milioni di € 600 500 400 300 200 100 0 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Passando, infine, ad esaminare le previsioni per i singoli segmenti di mercato, il grafico in figura 4.11 riassume i valori rilevati dal 2001 al 2003 e le previsioni fino al 2009. Dall’indagine emerge che i settori con il maggior tasso di crescita al 2005 risultano essere gli ITS per la gestione del traffico e della mobilità e gli ITS per l’informazione all’utenza, per i quali è previsto rispettivamente un mercato di 87,9 milioni di € (+14,6% tasso medio annuo) e di 21,6 milioni di € (12,1% tasso medio annuo). Seguono gli ITS per il controllo del veicolo con l’11,6% di crescita media annua, gli ITS per la gestione flotte (+10,7%) e gli ITS per il ferroviario (+8,9%). Riguardo al 2009, invece, le tecnologie che avranno più mercato saranno i sistemi e servizi di infomobilità (+19,3%) e gli ITS per il controllo del veicolo e la navigazione (+17,7%), per i quali si prevedono fatturati rispettivamente di 43,8 milioni di € e 144,3 milioni di €. Questi dati rispecchiano l’influenza che si prevede possa avere sugli ITS l’introduzione massiccia sul mercato delle nuove tecnologie di comunicazione mobili e satellitari, come l’UMTS e EGNOS (Galileo a partire dopo il 2012), per la creazione e lo sviluppo di nuovi sistemi e servizi per la mobilità, sia per il trasporto dei passeggeri che per quello delle merci. 306 – Capitolo 3 Fig. 4.11 Previsioni per segmenti di mercato 160 140 Milioni di € 120 100 80 60 40 20 0 2003 2005 2009 Gestione traffico e mobilità Informazione all’utenza Gestione flotte e merci Pagamento automatico Controllo avanzato del veicolo ITS per il trasporto ferroviario ITS per il trasporto marittimo 4.11. L’offerta degli ITS in Italia. Conclusioni Nonostante la crisi economica che l’Occidente sta attraversando negli ultimi anni, dall’indagine condotta il settore ITS appare come un settore nuovo, emergente e soprattutto di business. Ciò è dimostrato non solo dal trend crescente del numero di aziende che si occupano di tali attività e del personale dedicato a tale settore, ma soprattutto dalla crescita dei relativi fatturati, in controtendenza rispetto all’andamento decrescente del mercato in genere. Per le aziende intervistate, infatti, il fatturato prodotto dagli ITS nel 2003 supera il quarto di miliardo di €, con un trend di crescita nei tre anni considerati (2001, 2002 e 2003) di assoluto rilievo: l’11,4% annuo di media complessiva, con incrementi dell’8,2% nel 2002 e del 14,6% nel 2003 sull’anno precedente. Volendo fare, inoltre, un’estrapolazione di tali dati sull’intero comparto, considerando che il tasso di risposta ottenuto è stato del 52,5% e che la distribuzione per tipologia di aziende (grandi imprese, PMI, imprese di Il contesto italiano - 307 piccolissima dimensione) di chi non ha risposto –o, per motivi aziendali, non ha potuto rispondere- riflette quella del campione intervistato, facendo una stima prudente si può ipotizzare per gli ITS un mercato complessivo annuo valutabile intorno a 500-550 milioni di euro. Una nota negativa riguarda, invece, l’import-export. A fronte di un mercato interno dai numeri decisamente interessanti, e di cui si prevede una crescita significativa specie in particolari settori, il volume complessivo delle esportazioni si presenta, invece, ancora basso –nel 2003 è stato solo del 7% rispetto all’intero fatturato ITS registrato-, a significare che è necessaria un’intensa opera di internazionalizzazione di questo settore in concerto con le Istituzioni, al fine di promuovere il comparto ITS italiano specie in quei mercati che presentano attualmente i maggiori tassi di sviluppo e penetrazione di questi sistemi, come, ad esempio, il mercato asiatico, su cui è concentrata l’attenzione di tutti gli operatori internazionali. 5. Il Confronto con il Mercato Internazionale Lo sviluppo degli ITS rappresenta un obiettivo acquisito anche a livello internazionale, specie in quelle Nazioni in cui l’esigenza di fronteggiare una domanda di mobilità in continuo aumento ha spinto le Pubbliche Amministrazioni ad intraprendere un processo di riorganizzazione del sistema dei trasporti nazionale, attraverso l’integrazione delle reti e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle infrastrutture. Sono sempre più numerosi, quindi, i Paesi che guardano con interesse agli ITS, e questo è confermato anche dalla crescita rapida registrata da questo mercato nell’ultimo decennio. Per quanto concerne, tuttavia, i valori del mercato degli ITS, sembra opportuno sottolineare che in bibliografia sono disponibili diversi studi di mercato che però riportano delle stime a volte contrastanti ([6], [9], [10]), e comunque estese alle aree geografiche nel loro complesso e non ai singoli Paesi. Una verifica condotta con le Associazioni ITS di altri Paesi Europei ed extraeuropei, che a livello nazionale rappresentano i principali focal point informativi sugli ITS, e con Ertico - l’Associazione ITS europea – ha confermato l’assenza di tali dati per le singole Nazioni. Questo porta a concludere che l’Italia è stata il primo Paese a promuovere un’indagine mirata alla caratterizzazione economica del settore ITS nazionale. Ai fini dell’indagine, è sembrato comunque utile confrontare i dati del mercato italiano rilevati dall’indagine con quelli, sia pure di massima, del mercato internazionale. Allo scopo, sono stati presi come riferimento i risultati dello 308 – Capitolo 3 studio “Intelligent Transportation Systems: A Global Strategic Business Report”, pubblicato da Global Industry Analysts nel 2003. Questo studio riporta i valori –stimati- del mercato mondiale degli ITS dal 2000 al 2010 in Europa, Stati Uniti, Giappone e Resto del Mondo (dato aggregato che comprende Canada, Australia, Malesia, Cina, India, Corea del Sud, Brasile, Medio Oriente). In tabella 5.1 sono indicati i valori del mercato mondiale stimato per gli ITS dal 2000 al 2010. Nel 2003 si è valutato un mercato complessivo per gli ITS pari a circa 6,6 miliardi di dollari. Nel 2010 il mercato mondiale è ipotizzato in circa 18,5 miliardi di dollari, con un trend di crescita medio annuo del 15,11% nel decennio 2000 ÷ 2010. Gli Stati Uniti, con 2,7 miliardi di dollari nel 2003, rappresentano il più grande Mercato ITS nel mondo, caratterizzato da un tasso di crescita medio annuo del 14,3%. Per l’Europa, invece, è stato stimato, nel 2003, un mercato di circa 1700 milioni di dollari, che nel 2006 dovrebbe raggiungere un volume pari a 2601 milioni di dollari, con un tasso medio annuo del 16%. Questi ultimi numeri sono confermati anche dallo studio sul mercato europeo degli ITS condotto nel 2002 da Frost & Sullivan [9], che prevede per l’Europa, nel 2006, un mercato di 2176 milioni di €, con un tasso di crescita annuo del 16,5%. Sembrano piuttosto modesti, invece, i dati del mercato ITS nel Resto del Mondo (1536 milioni di dollari al 2006 con un tasso di crescita annuo del 17,8%), specie se si considera che in questo valore è compreso il mercato ITS cinese, attualmente caratterizzato da un’espansione molto rapida. Un altro studio [10], specifico per l’Asia, stima infatti in 9 miliardi dollari il mercato degli ITS nel 2010 solo per i Paesi di quell’area. Tab. 5.1 – Mercato ITS Mondiale per aree geografiche (Milioni di dollari) – Valori 2000 ÷ 2010 Regione / Paese 2000 2001 2003 2006 2010 Tasso di crescita annuo (%) USA 1.901 2.117 2.728 4.064 7.204 14,3 Europa 1.115 1.258 1.668 2.601 4.920 16,0 Giappone 899 996 1.269 1.857 3.207 13,6 Resto del Mondo 604 689 942 1.539 3.108 17,8 4.529 5.061 6.607 10.062 18.438 15,1 Totale Fonte: GIA 2003 Il contesto italiano - 309 La tabella 5.2 riporta la distribuzione percentuale del mercato ITS nelle diverse aree geografiche per gli anni 2001, 2003 e 2010. Secondo queste stime, il mercato europeo copre un quarto dell’intero mercato mondiale. Tab. 5.2 – Ripartizione percentuale del mercato mondiale degli ITS per aree geografiche (Valori al 2001, 2003 e 2010) 2001 2003 2010 USA 41.8 41.3 39.1 Europa 24.9 25.2 26.7 Giappone 19.7 19.2 17.4 Resto del mondo Fonte: GIA 2003 13.6 14.3 16.8 Per quanto concerne la distribuzione dei valori del mercato ITS per i diversi segmenti di mercato, in particolare con riferimento all’Europa, l’analisi in [6] è stata condotta considerando per gli ITS la seguente classificazione: > Advanced Traffic Management Systems (ATMS): sistemi per la gestione del traffico; > Electronic Toll Collection (ETC): sistemi di pagamento elettronico; > Public Vehicle Transportation Management Systems (PVTMS): sistemi per la gestione delle flotte di trasporto pubblico; > Commercial Vehicle Operations Systems (CVOS): sistemi per la gestione del trasporto merci; > Others: includono i sistemi di sicurezza del veicolo e l’informazione all’utenza. La tabella 5.3 sintetizza la distribuzione del mercato europeo degli ITS per i singoli segmenti di mercato dal 2000 al 2010. Tab. 5.3 – Ripartizione del mercato ITS Europeo per segmenti di mercato (Milioni di dollari) Segmenti di Mercato ITS 2000 2001 2003 2006 2010 Crescita annua (%) ATMS 626 709 947 1494 2861 16,4 ETC 225 255 345 552 1081 17.0 PVTMS 112 125 162 245 446 14.9 CVOS 67 74 95 141 245 13.8 Altri 85 94 119 170 286 12.9 1.115 1257 1668 2602 4919 16.0 Totale Fonte: GIA 2003 310 – Capitolo 3 Confrontando i dati 2003 del mercato italiano -per la sola strada- con quelli del mercato europeo riportati in tabella 5.1, si evince che il volume di affari sugli ITS delle aziende intervistate dovrebbe essere pari a circa il 16% del mercato europeo, ed al 3,3% dell’intero mercato mondiale. Se poi si estende per quanto possibile il confronto ai singoli segmenti, ne deriva che, per esempio, il mercato italiano degli ITS per il controllo e la gestione del traffico rilevato nell’indagine è pari a più del 10% dell’intero mercato europeo di questi sistemi. Se poi il raffronto viene effettuato sui i dati complessivi stimati per il mercato ITS italiano per il 2003 (500÷550 milioni di €), si giunge alla conclusione che, in base ai valori forniti da [6] e [10], il mercato ITS italiano risulterebbe essere maggiore di un terzo dell’intero mercato europeo. Nella realtà questo dato sembra alquanto improbabile, dal momento che Paesi come Inghilterra, Germania, Francia, Spagna e i Paesi Scandinavi, vantano una tradizione sugli ITS consolidata quanto quella italiana se non di più. Questo risultato avvalora le perplessità sui valori dichiarati negli studi di riferimento e porta anche a concludere che il mercato ITS europeo in termini reali è maggiore rispetto alle stime disponibili. Considerazioni finali L’indagine ha permesso di dimostrare che gli ITS, oltre ad essere uno strumento indispensabile per l’attuazione delle politiche di mobilità volte ad un trasporto più efficiente, più competitivo, e, soprattutto, più sicuro, costituiscono anche un’importante opportunità di business. I risultati presentano gli ITS come un settore in crescita costante, con prospettive di mercato del tutto positive nel breve e nel medio periodo nei diversi i segmenti di mercato, capace quindi di generare occupazione e di stimolare la creazione di nuove iniziative imprenditoriali. Il fatto che il 13,7% dell’intero incremento di fatturato registrato nel 2003 risulti prodotto da nuove imprese conferma la dinamicità e le potenzialità di questo settore nell’attrarre capitali e competenze. A fronte di un quadro dai toni decisamente incoraggianti, occorre tuttavia rimarcare degli elementi di difficoltà. Innanzitutto, la carenza di standard rischia di rallentare, se non di ostacolare, il pieno decollo del mercato dei sistemi e dei servizi. C’è quindi la necessità di linee guida generali per orientare i sistemi verso soluzioni aperte ed interoperabili, fondate su standard comuni che possano essere condivisi dai diversi attori della domanda e dell’offerta, al fine di stimolare lo sviluppo di un mercato concorrenziale dei servizi basati sugli ITS. Il contesto italiano - 311 L’Architettura Nazionale ARTIST, rappresenta un primo, decisivo, passo in questa direzione. ARTIST, tuttavia, fornisce un impianto generale che deve essere necessariamente applicato in progetti concreti, in modo da identificare le eventuali barriere -realizzative ed organizzative- che frenano la diffusione degli ITS, e proporre interventi adeguati. ARTIST, quindi, deve essere considerata come un punto di partenza per tutta una serie di iniziative, mirate a favorire la diffusione degli ITS, anche capitalizzando ed ottimizzando i risultati delle esperienze già condotte e di quelle in corso, allo scopo di creare le condizioni per accelerare la crescita della domanda stessa degli ITS. Un’ulteriore criticità riguarda, infine, la presenza ancora troppo scarsa dell’offerta ITS italiana sui mercati internazionali. Dall’indagine è risultato che, nel 2003, le esportazioni hanno rappresentato solo il 7% dell’intero fatturato ITS. Sarebbe quindi opportuno, da parte sia dei privati che delle Istituzioni, promuovere una massiccia azione di internazionalizzazione di questo settore, con attenzione soprattutto a quei mercati che presentano attualmente i maggiori tassi di sviluppo e penetrazione di questi sistemi, come, ad esempio, il mercato asiatico, su cui è concentrata l’attenzione di tutti gli operatori internazionali. La conclusione che emerge è che perché gli ITS possono rappresentare un’opportunità –sociale ed economica- importante e concreta per il nostro Paese, è necessario che tutti gli attori –Istituzioni, aziende, mondo della ricerca- collaborino insieme, sulla base di un programma strategico definito, per superare le barriere che ancora ne ostacolano la piena diffusione. A questo proposito, sull’esempio anche di quanto avvenuto in altri Paesi, sembra auspicabile promuovere anche in Italia un Piano strategico nazionale per gli ITS, nel quale siano indicati gli obiettivi e le priorità degli ITS in Italia nel breve-medio termine, le azioni necessarie per conseguirli attraverso lo strumento dell’Architettura Nazionale, e i benefici attesi, e che possa costituire anche da riferimento per le iniziative di internazionalizzazione di questo settore. Questo permetterebbe di indirizzare gli investimenti in un quadro di maggiore certezza, e stimolare, quindi, la crescita del mercato tenendo conto anche delle sfide poste dalle esigenze di interoperabilità dei sistemi a livello europeo e dall’entrata in esercizio, nel 2012, di Galileo. 312 – Capitolo 3 BIBLIOGRAFIA 1. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “Nuovo Piano Generale dei Trasporti e della Logistica – PGTL”, Marzo 2001 2. Commissione Europea, “Intelligent Transport Systems – Intelligence at the Service of Transport Networks”, Novembre 2003 3. Commissione Europea, Libro Bianco “La politica europea dei trasporti fino al 2010: il momento delle scelte”, Settembre 2001 4. TTS Italia, “Risultati dell’indagine su Sistemi ITS e mobilità nelle Amministrazioni Locali e nelle Aziende di Trasporto Pubblico: stato attuale e prospettive di sviluppo”, Report aggiornato 2003 5. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “ARTIST - Architettura Telematica Italiana per il Sistema dei Trasporti – Versione 1”, Marzo 2003 6. Global Industry Analysts, “Intelligent Transportation Systems: A Global Strategic Business Report”, USA, 2003 7. C.A. Moser, G. Kalton, “Survey Methods in social investigation”, 1992 8. A. De Luca, “Le applicazioni dei metodi statistici alle analisi di mercato”, Ed. Franco Angeli, 2002 9. Frost & Sullivan, “European Intelligent Transportation Systems Markets”, 2002 10. P. Sayeng, P. Charles, “ITS in Asia – Market trends and prospects to 2015”, TRA Publications, 2004