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le medicine integrate Rivista di medicina fitoterapia omotossicologia floriterapia naturopatia psicosomatica Presenti a Cosmofarma Cassia angustifolia Spedizione in abbonamento postale – Allegato B Tipo B – (Tassa riscossa) – Autorizzazione n. 998 del 15.04.09 della Direzione Generale PP.TT. della Repubblica di S. Marino omeopatia Bologna 13-15 Maggio 2011 Pad. 26 - Stand B93-C92 Rivista quadrimestrale di informazione. Anno VII - n° 1 - Aprile 2011 - € 1.50 ® www.promopharma.it le medicine integrate sommario Direttore responsabile Diletta Vaselli Editoriale 05 Variazione dei parametri nutrizionali e metabolici di pazienti obesi dopo un ciclo di nutrizione enterale proteica (NEP) 06 Capo Redazione Maurizio Petix Redazione Comitato scientifico PromoPharma Dr. Giuseppe Castaldo, Dr. Leonardo Coscia, Dr. Guido Valentino, Dr. Luigi Monaco, Dott.ssa Laura Castaldo, Dr. Alfonso Pirone, Dott.ssa Luciana Giannelli Considerazioni sulle allergie 09 Insufficienza venosa 13 Kalcio plus: la giusta compliance tra efficacia e gusto 17 Centralità della funzione del fegato nella visione erboristica tradizionale 19 Iper-bambini: reattività e adattamento 21 Holly 23 I disturbi del sonno 25 Per un approccio biodinamico alla cellulite 29 Il trattamento fitoterapico nella disfunzione erettile e nelle turbe della fertilità 32 Notiziario corsi 34 Recensioni WEB 34 Grafica Studio Valenti 06014 - S.Maria di Sette Montone (PG) Editore Avalon di Gloriano Amici Redazione Avalon Strada Nona Gualdaria, 68 47895 Domagnano Repubblica di San Marino Tel. 0549 907025 Fax 0549 900104 e-mail [email protected] Pierdomenico Locatelli Dott.ssa Angela Ghiselli Claudio Tardelli Dott.ssa Silvia Calzolari, Gianni Verde Autorizzazione: Segreteria di Stato per gli Affari Interni Prot. n. 569/75/2009 del 27 marzo 2009. Copia registrata presso il Tribunale della Repubblica di San Marino. Gli inserzionisti sono gli unici responsabili dei contenuti negli spazi pubblicitari. Maurizio Di Leo Antonella Napoli Dr. A. Gessati Dr. Gennaro Crispo La riproduzione intera o parziale di articoli o immagini deve essere autorizzata dall’editore. PromoPharma Via Biagio di Santolino, 156 47892 Acquaviva (RSM) tel 0549 911030 fax 0549 956700 AVVISO IMPORTANTE È in corso il riordino del database degli indirizzi per la spedizione della rivista: tutti coloro che desiderano comunicare delle variazioni all’indirizzo di spedizione o vogliono disdire il servizio possono inviare una e-mail a [email protected] indicando nome, cognome ed indirizzo. Grazie. 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Per fortuna qualcuno ogni tanto capisce che è il caso di concedersi questo lusso, di fermarsi a cercare la vera felicità che è data dall’aiutare incondizionatamente gli altri mettendosi a loro piena disposizione. Qualcuno che ha saputo cogliere la grande occasione di mettere sè stessa al servizio degli altri, qualcuno che con molta umiltà ci ha chiesto aiuto e supporto per questo progetto rendendoci assolutamente onorati ed orgogliosi di parteciparvi. Quel qualcuno è la dottoressa Sabrina Anna Nervi (la mittente della mail di cui sopra), una ginecologa di Milano che, con il supporto logistico del Circolo Rotary del Lago d’Orta e delle Suore di San Vincenzo de Paoli, si è già recata in Burundi, e vi tornerà nella prossima primavera, per far si che il dispensario si trasformi in una vera e propria struttura ospedaliera con tanto di sala parto, sala neonatologia ed alcuni letti per il ricovero delle degenti in emergenza che altrimenti, come prassi comune, tornerebbero a casa addirittura un paio di ore dopo il parto. Ci siamo sentiti veramente molto onorati di partecipare a questo progetto, sarà solo l’inizio del nostro impegno nel sociale. Augurandoci che altri professionisti decidano di collaborare per creare un ricambio formativo ed informativo atto a rendere autonomi gli operatori locali, siamo noi di Promopharma a ringraziare la dottoressa Nervi per averci fatto cogliere questa grande occasione. 5 ® Variazione dei parametri nutrizionali e metabolici di pazienti obesi dopo un ciclo di nutrizione enterale proteica (nep) Traduzione del lavoro presentato come Poster al congresso EAHP di Vienna (30 marzo-1 aprile 2011) Dr. Giuseppe Castaldo1, Dr. Leonardo Coscia1, Dr. Guido Valentino2, Dr. Luigi Monaco3, Dott.ssa Laura Castaldo1, Dr. Alfonso Pirone1, Dott.ssa Luciana Giannelli2. UO Dietologia e Nutrizione Clinica Farmacia 3 UO Ecografia, A.O.R.N. S. G. Moscati, Avellino 1 2 Introduzione Per il trattamento dell’obesità grave sono presenti numerose pubblicazioni scientifiche sulle diete orali ricche di proteine, mentre non sono presenti pubblicazioni che utilizzano la nutrizione enterale proteica. I grandi obesi sono pazienti difficili da trattare con diete orali a causa della scarsa compliance, questi pazienti hanno bisogno per un breve periodo di tempo di ricevere trattamenti in maniera passiva, senza l’obbligo di rispettare da parte del paziente le regole della dieta. Per questo motivo all’ospedale, abbiamo sperimentato una nuova terapia: una nutrizione enterale proteica a bassissima presenza di calorie e carboidrati. Scopo Verifica della compliance, efficacia e sicurezza della NEP Materiali e Metodi Sono stati arruolati dal settembre 2009 al giugno 2010, in regime di D.H., presso la U.O. di Dietologia e Nutrizione Clinica della A.O.R.N. S.G. Moscati di Avellino, 133 pazienti grandi obesi, di cui 51 di sesso maschile e 82 di sesso femminile, con B.M.I. medio iniziale di 44,45 e peso medio iniziale di 125,5 kg; 6 l’età media dei pazienti è risultata di 40 anni con un minimo di 16 e un massimo di 68 anni. A tali pazienti è stata somministrata una soluzione enterale composta da aminoacidi, sieroproteine, minerali, quali potassio, magnesio e sodio, acido alfa linolenico, carnitina, coenzima Q10, policosanoli e fibre (Fos). La somministrazione è avvenuta tramite un sondino naso gastrico 8-CH collegato ad una nutripompa peristaltica, che ha permesso un’infusione continua di circa 2000 ml ripartiti nelle 24 ore. La quota complessiva di proteine ed aminoacidi è stata pari a 1.2 grammi pro kg di peso corporeo ideale, calcolato con la formula di Lorenz. Per via orale sono stati somministrati bicarbonati e citrati di potassio, magnesio e sodio, oltre ad una completa integrazione di minerali ed oligoelementi; sono state inoltre fornite tutte le principali vitamine lipo e idrosolubili secondo le R.D.A. Sono state infine utilizzate sostanze drenanti fitoterapiche. E’ stata praticata prima e dopo il ciclo terapeutico di nutrizione enterale proteica una valutazione nutrizionale completa; tuttavia in questo studio sono state analizzate solo le variazioni di peso, b.m.i. e circonferenza vita. Inoltre in questo lavoro scientifico sono stati valutati, tra gli esami praticati ai pazienti prima e dopo la terapia enterale proteica, la glicemia, l’insulinemia, l’ HOMA, l’azotemia, la ® Poster presentato al congresso EAHP di Vienna (30 marzo-1 aprile 2011) 7 ® creatininemia, il colesterolo totale, il colesterolo LDL e HDL, i trigliceridi ed il GH. E’ stata infine effettuata un’ecografia epatica e del grasso viscerale addominale localizzato tra aorta e mesenterica superiore (AMF), quale espressione del complessivo grasso presente a livello addominale; sono stati infine praticati, per ogni paziente, ECG e B.I.A ed è stata rilevata la pressione arteriosa. Risultati I pazienti che hanno portato a termine il ciclo di nutrizione enterale proteica hanno ottenuto in soli 14 giorni una perdita media di peso di 7.43 Kg ± 1.91; la riduzione percentuale è stata pari al 5,4% rispetto al peso iniziale. Si è registrata conseguentemente una perdita media di B.M.I di 2,7 punti ± 0.85, mentre la circonferenza vita è diminuita di 5.77 cm ± 2.13. Per quanto riguarda le modifiche metaboliche, sono stati rilevati una diminuzione media della glicemia pari a mg/dL 18.93, dell’insulinemia basale a digiuno di circa 9.95 mcUI/ml, mentre l’indice HOMA è calato da una media di 4.92 ± 3.15 a 2.05 ± 1.57 pari a una perdita percentuale media del 58,42 %; i valori medi di azotemia e creatinemia sono rimasti stabili o sono variati in modo non significativo (azotemia da 27.91mg/dL a 24.42 mg/ dL e creatininemia da 0.69 mg/dL a 0.79 mg/dL ). Infine i valori del metabolismo lipidico hanno mostrato le seguenti variazioni: riduzione del colesterolo totale pari a 44,19 mg/dL ± 33,24; riduzione del colesterolo LDL pari a 26,12 mg/dL ± 27,53; riduzione del valore dei trigliceridi pari a 80.60 mg/dL ± 34,78 (con valori medi iniziali di 173,11mg/dL e valori finali di 92.51 mg/dL). Abbiamo invece constatato un valore in diminuzione del colesterolo HDL, che partendo da un valore medio di 49.83 mg/dL, calava in media di 6,81 mg/dL. In ultimo è interessante rilevare sia il significativo incremento del GH (con valori medi iniziali di 1.29 ± ng/ml e finali di 2.29 ng/ml ) sia la riduzione di AMF ( con valori iniziali di mm 21,3 ± 9.1 e valori finali di mm 16.9 mm ± 7.4). Conclusioni I pazienti hanno mostrato una buona compliance nel seguire questo trattamento innovativo per la cura dell’ obesità; solo 9 pazienti non sono stati inclusi nello studio in quanto entro il secondo giorno hanno interrotto la terapia per scarsa tolleranza al sondino nasogastrico. Gli effetti collaterali con il protocollo di sicurezza che abbiamo elaborato sono stati rari e di scarso significato (cefalea, rari casi di crampi muscolari, stipsi, talvolta leggero senso di fame). L’unico evento che potrebbe essere considerato avverso è stata una diminuzione del colesterolo HDL. Nonostante la letteratura scientifica sulle VLCD indichi quasi sempre un aumento della HDL colesterolo, dopo l’effettuazione di tali diete, noi abbiamo evidenziato in questo ed anche in altri studi osservazionali una costante diminuzione dell’ HDL colesterolo. Per questo motivo abbiamo inserito nel protocollo una quota di policosanoli per minimizzare la riduzione di HDL. Riteniamo comunque, in accordo con quanto rilevato in alcuni recenti lavori scientifici, che sia importante considerare non solo il valore assoluto di HDL- C, ma anche il rapporto tra i trigliceridi e colesterolo HDL che esprime un aumento del rischio cardiovascolare quando tende ad un valore di 4 o 5 mentre sarebbe favorevole quando si avvicina al valore di 2; nel nostro caso siamo partiti da valori di 3.47 e alla fine del ciclo di nutrizione enterale proteica abbiamo rilevato valori medi di 2.15 (con una diminuzione percentuale del 38,04 %), dato che potrebbe essere in relazione ad un miglioramento del rischio cardiovascolare. 8 Prospettive I nostri obiettivi futuri saranno la continua ricerca di un miglioramento del protocollo terapeutico per implementare l’ efficacia e la sicurezza di tali terapie. In ogni caso la diminuzione del grasso viscerale, dei valori della circonferenza vita, la riduzione del B.M.I., il miglioramento dell’indice HOMA, il calo dei trigliceridi e del colesterolo totale ed LDL sono le basi di un decremento dei fattori di rischio cardio-vascolare, che rappresenta il principale outcome clinico per un paziente obeso. Integratori nutrizionali per la nep-therapy Una gamma completa di integratori per un protocollo di sicurezza e qualità Nepsond ® Buste da 450 g: integratore aminoacidico-proteico completo di sali minerali, fibre, policosanoli, carnitina, coenzima Q10 ed acido alfa linolenico utilizzato grazie alla sua solubilità nella NEP. Nepson ® Bustine da 20 g: integratore aminoacidico-proteico utilizzato nelle diete orali dopo il ciclo di NEP. Nepdren ® Soluzione di 200 ml: drenante fitoterapico con orthosiphon, equiseto, ortica, biancospino, silimarina e fucoxantina. ® Considerazioni sulle allergie Pierdomenico Locatelli Naturopata Heilpraktiker; diplomato in Agopuntura e Medicina Tradizionale Cinese nel 1991, inizio studi legati allo psicosomatismo e metodiche di lavoro sul corpo dal 1992, certificato in omeopatia e fitoterapia, Kinesiologia e Medicina Funzionale; esperto in Biorisonanza; Educatore Sociale con la Regione Lombardia negli sport da combattimento e discipline Orientali; Magnifico Rettore della Euroatlantic Academy of Scientific Studies. Abstract: “Chi ci protegge dall’intrusione di elementi estranei all’organismo come virus e microbi è il sistema immunitario, il quale possiede sia gli elementi di riconoscimento, sia elementi pronti ad intervenire nel caso di un eventuale mancato riconoscimento. La funzione del sistema immunitario è infatti di distinguere il sé dal non sé.”, l’autore propone alcune interessanti considerazioni sull’argomento e propone dei rimedi fitoterapici ed omeopatici per aiutare il soggetto allergico Abstract: “Who protects the body from the intrusion of foreign elements such as viruses and microbes and the immune system, which has both elements of recognition, both elements are ready to intervene in the case of any lack of recognition. The function of the immune system is to distinguish self from non-self,” the author offers some interesting observations on the subject and offers herbal and homeopathic remedies. Parole chiave: allergie, fitoterapia, omeopatia Le manifestazioni allergiche sono un fenomeno patologico in piena espansione in tutto il mondo e coinvolgono vari “organi bersaglio”: polmoni, bronchi, naso, occhi ecc… La loro incidenza, come dimostrano numerose ricerche epidemiologiche, è in continuo aumento. Questo inasprimento può essere dovuto a cause molteplici tra le quali c’è chi considera il fattore ereditario, rispondente alle leggi di Mendel. E’ stato individuato, a tal riguardo, un gene che sembra predisporre all’allergia e questo gene è situato nel cromosoma 11Q13. Si considera come fattore scatenante anche il continuo aumento dell’inquinamento atmosferico e non vanno dimenticate le malattie professionali dovute a meccanismi allergici. Gli allergeni, cioè quelle sostanze che causano allergia, sono sempre più numerosi, e questo perché, organismi sempre più indeboliti e intossicati fanno fatica a contrastare e reagire in modo naturale. L’allergia può essere scatenata o aggravata da fattori psichici o neurovegetativi. La sensibilizzazione è il risultato dell’incontro tra un allergene (e quindi un ambiente) ed un terreno geneticamente predisposto a reagirvi. Chi ci protegge dall’intrusione di elementi estranei all’organismo come virus e microbi è il sistema immunitario, il quale possiede sia gli elementi di riconoscimento, sia elementi pronti ad intervenire nel caso di un eventuale mancato riconoscimento. La funzione del sistema immunitario è infatti di distinguere il sé dal non sé. Il suo compito è di riconoscere a livello molecolare ciò che fa parte dell’individuo ed è conforme ad esso e ciò che invece gli è estraneo. Di fatto esso riconosce ciò che gli è estraneo come microbi, virus e, nel caso delle allergie, gli antigeni (acari, pollini). Il sistema immunitario conserva il ricordo del primo incontro con ogni elemento estraneo, in modo da poter reagire in maniera adeguata nel caso di un secondo contatto. Possiamo fare ora una considerazione sull’importanza di poter permettere al bambino il normale decorso delle malattie esantematiche che potenziano dal punto di vista immunitario i 5 organi. Si ripropone così il dilemma delle vaccinazioni. Key words:allergy, phytoterapy, homeopathy Dopo il primo contatto l’organismo produce una grande quantità di IgE che sono un particolare tipo di anticorpi e nell’eventualità di un secondo contatto, l’allergene si fissa sulle IgE che si ritrovano sulla superficie delle cellule del sistema immunitario: i mastociti e i basofili. I mastociti si ritrovano prevalentemente nei polmoni, nelle mucose delle vie respiratorie superiori, negli occhi, nella pelle e nelle mucose del tubo digerente. I mastociti ed i basofili sono ricchi di granuli contenenti mediatori chimici la cui funzione si esercita essenzialmente sull’apparato vascolare e sugli organi a muscolatura liscia. Ciò spiega perché l’allergia è una malattia intermittente e si manifesta soltanto in determinate condizioni e in particolare, dal contatto antigene-anticorpo. Le manifestazioni allergiche, anche se apparentemente sembrano colpire solo alcuni “organi bersaglio”, interessano l’intero organismo. Possiamo avere congiuntivite, emicrania, orticaria, rinite stagionale, ma anche manifestazioni allergiche a livello epatico e renale, sindromi addominali acute, gastriti e coliti. Nelle reazioni allergiche immediate legate al contatto antigene-anticorpo sono ampiamente coinvolti gli allergeni pollinici, che provocano riniti stagionali soprattutto primaverili ed estive, congiuntiviti e asma. Diversi disturbi allergici, sono causati anche da spore e muffe presenti in collanti, moquettes, materiali edili. Incriminati nei disturbi allergici sono anche i minuscoli aracnidi che si nutrono di squame di pelle umana e più precisamente gli Acari i quali possono provocare riniti aperiodiche ed asma. L’allergene responsabile non è però l’acaro in sé, bensì la finissima polvere delle sue feci. Causa di allergia sono anche gli animali da compagnia, in primo luogo i gatti, ma anche cani, criceti, cavie, conigli. Gli allergeni alimentari sono talmente numerosi che è assurdo tentare di elencarli con le varie specifiche spiegazioni in questa breve descrizione. Voglio però far osservare che ogni alimento corrisponde ad un elemento, di conseguenza quando vi sono problematiche con un elemento specifico, si manifesterà un’allergia legata ad uno specifico alimento-elemento. Iniziamo così ad intravve9 ® dere una relazione psico-soma. Anche molti farmaci possono essere allergizzanti; sembra infatti che negli Stati Uniti circa il 5% dei ricoverati si trovi degente a causa di un’allergia farmacologica causata principalmente da antibiotici, oramai utilizzati indiscriminatamente. Le punture di api, insetti, calabroni, provocano una reazione locale che in molti casi è benigna, ma sono da tenere sotto controllo, poiché in soggetti particolarmente sensibili, possono causare edema laringeo o addirittura shock anafilattico. Le allergie da contatto rappresentano nel mondo circa il 10% dei problemi dermatologici. Gli allergeni possono essere sia molecole di sintesi come le resine, tinture ecc; di metalli come il nichel, cromo ecc..; di tipo vegetale ecc. Poiché l’allergia provoca alterazioni funzionali e non anatomiche, non si è mai trovata nel corso di scavi archeologici, alcuna traccia di questa malattia. In Asia Minore il re del Ponto Mitridate (123-63 a.C) nemico dei romani Pompeo e Lucullo fu, secondo la storia giunta fino a noi, il primo a tentare la tecnica della desensibilizzazione immunizzandosi contro i veleni mediante l’assunzione di quantità dapprima molto piccole e poi progressivamente crescenti, di quarantasei sostanze tossiche diverse. Tradito dal figlio Farnace mentre si preparava a invadere l’Italia, tentò invano di avvelenarsi e dovette chiedere ad uno schiavo di ucciderlo. Ci si rese conto delle malattie allergiche soltanto nel Rinascimento, quando Leonardo Botallo nel 1565 descrisse i sintomi del raffreddore da fieno; ma soltanto nel 1874 l’inglese Harrison Blackley dimostrò il ruolo fondamentale del polline nelle graminacee del raffreddore da fieno. Nel 1902 Richet e Portier scoprirono l’anafilassi sperimentale, nel tentativo di proteggere un cane dal veleno degli anemoni di mare o attinie. Nel 1906 Von Pirquet coniò il 10 termine allergìa. Essa è simile all’anafilassi in quanto vi si ritrovano gli stessi tre stadi: 1.Prima introduzione di antigene che determina la sensibilizzazione; 2.Pausa, detto “periodo silente”, che corrisponde alla maturazione degli anticorpi; 3.Nuova introduzione di antigene detta “reazione scatenante” che provoca lo shock anafilattico. Tuttavia se, in determinate condizioni chiunque può avere uno shock anafilattico, soltanto certi soggetti possono presentare una reazione allergica. Negli anni ottanta ci fu la scoperta dei vari mediatori dell’allergia come i leucotreni, mediatori chemiotattici, mentre negli anni novanta sono comparsi la biologia molecolare e l’ingegneria genetica. Secondo Hahnemann i sintomi con cui le malattie acute e croniche si esprimono, dipendono da un’alterazione della forza vitale. Con questo termine si deve intendere l’insieme dei meccanismi psicologici con cui l’organismo si mantiene in equilibrio, determinando lo stato di salute. I meccanismi vitali possono essere alterati da una perturbazione esterna, definita miasma; l’etimo greco della parola sta a rappresentare l’idea del contagio, dello sporco e coincide con gli agenti patogeni di natura infettiva. Analogamente a quanto detto per la forza vitale, il sistema immunitario ha la funzione di regolare e mantenere l’equilibrio di un individuo rispetto all’ambiente circostante. Questo equilibrio interno è molto instabile, poiché è continuamente perturbato dai diversi stimoli che provengono dall’esterno. • Stimolo fisico • Stimolo chimico • Stimolo psichico • Stimolo biologico ® Ogni individuo della stessa specie, possiede un codice personale chiamato HLA, il quale permette il confronto tra il sé biologico e la struttura molecolare dell’agente infettivo. Parlando di sistema difensivo, vediamo ora di fare una diversa considerazione addentrandoci nei meandri della mente. Quando noi ci chiudiamo a difesa, significa che non facciamo entrare nulla. Ogni forma d’amore è sempre riconducibile all’atto del lascia passare. In amore l’uomo dilata i propri confini e lascia passare qualche cosa, che era rimasto fuori. Generalmente chiamiamo questo confine Ego o Io, mentre tutto ciò che è al di fuori della propria identificazione lo chiamiamo Tu o Non Io. In amore questo confine si apre per lasciar passare il Tu in modo che attraverso l’unione diventi Io. Perciò, dopo questo, possiamo dire che dove noi poniamo dei confini non diamo amore. Freud definì “meccanismi di difesa” quei meati della coscienza che devono impedire la penetrazione dei contenuti minacciosi provenienti dal nostro subconscio. Ogni difesa rafforza il nostro Ego, perché accentua i confini. I meccanismi di difesa sono la somma di ciò che ci impedisce di essere completi! Si dice che la via dell’illuminazione sia facile da formulare: tutto ciò che è, è buono quindi, occorre essere d’accordo su tutto ciò che è; questa è la via dell’amore. Allora perché se tutto ciò che è, è giusto, noi dobbiamo sempre contrastare tutto? Perché ogni difesa dovrebbe essere un bene? Infatti lo è, perché ci aiuta in questo mondo polare a sentire quel contrasto che ci consente di evolverci; però è soltanto un aiuto destinato a divenire ben presto inutile. Anche la malattia in questo senso ha la sua giustificazione e tuttavia noi vogliamo trasformarla in guarigione. Come la difesa psichica è diretta contro i contenuti interiori della coscienza, avvertiti come pericolosi e quindi impediti ad emergere a livello di coscienza superiore, così la difesa fisica è diretta ai “nemici esterni”, chiamati agenti o veleni. Come già detto in precedenza, l’allergìa è un’iperreazione ad una sostanza ritenuta pericolosa, con riferimento alla capacità di sopravvivenza del corpo. L’allergico si costruisce un’armatura e vede nemici dappertutto. Un numero sempre più alto di sostanze viene dichiarato nemico e di conseguenza l’armatura si fa sempre più resistente per poter fronteggiare tutti questi “nemici”. L’allergico ha problemi con la propria aggressività, che però in genere non ammette, e quindi vive inconsapevolmente. Nel caso dell’allergìa, l’aggressività è passata dalla psiche nel corpo e qui infuria, viene difesa e aggredita, combattuta e vinta. Affinché questa piacevole occupazione non finisca troppo presto per mancanza di nemici, ecco che innocui oggetti vengono dichiarati nemici: pollini dei fiori, peli di gatto, polvere, detersivi, fumo, fragole, carni o pomodori. La scelta è illimitata; l’allergico non ha paura di niente, combatte con tutto e con tutti dando però la preferenza ai propri simboli favoriti. E’ noto quanto sia stretto il rapporto tra aggressività e paura. Si combatte sempre ciò di cui si ha paura. Osservando le sostanze a cui si è allergici, si identifica con facilità quale sia l’ambiente incriminato che tanto spaventa l’allergico, al punto che lo combatte appassionatamente in una rappresentazione simbolica. L’allergico cerca di evitare gli allergeni e anche gli ambienti corrispondenti, cosa nella quale la medicina piena di comprensione e le persone che gli vivono accanto, lo aiutano volentieri. Il metodo della desensibilizzazione come idea è molto valida, però sarebbe auspicabile applicarlo non solo sul piano fisico ma anche a quello psichico, se si vuole avere veramente un risultato.Si può guarire soltanto se si impara a confrontarsi consapevolmente con ciò che si evita e si teme, riuscendo a integrarlo nella coscienza e ad assimilarlo. Sicuramente, incoraggiare l’allergico nelle sue strategie difensive non è dargli un valido aiuto; egli deve conciliarsi con i suoi nemici, imparare ad amarli. L’allergìa può in certi casi aumentare fino a creare pericolose malattie autoimmuni in cui il corpo lotta strenuamente per poi soccombere. In questo caso il proteggersi, chiudersi, incapsularsi, raggiunge la sua forma più alta, quella che trova il suo compimento nella bara…… la vera stanza priva di sostanze allergiche. • Dopo aver cercato di fare una descrizione generale dell’allergia cercando di toccare a 360° cause, motivazioni, ambienti, occorre prendere in considerazione la sofferenza reale dell’allergico per poterlo concretamente aiutare. Per quanto riguarda il mio operato, quando un allergico si rivolge a me, considero per prima cosa la sua riserva energetica per poi consigliare un buon drenaggio epatico. E’ buona cosa considerare anche un corretto modo di alimentarsi; sarebbe opportuno non consumare mai lo stesso alimento principale più di una volta ogni quattro giorni, in modo tale che il tossico dell’alimento stesso possa avere il tempo di essere eliminato dall’organismo in modo da non essere accumulato, quindi non dare reazioni allergiche o di intolleranza. E’ importante poi prendere in considerazione l’intestino tenue sia con una giusta integrazione di probioti specifici, sia con un appropriato drenaggio e con un buon lavoro sui punti riflessi ( per chi lavora con terapie manuali), in quanto nel tratto iniziale del tenue avviene la prima attivazione del sistema immunitario intestinale (GALT). Non dimentichiamo però, che occorre stimolare in modo adeguato le surrenali per il controllo e la soppressione dei processi infiammatori, aumentando la produzione di cortisolo. • In natura esistono dei meravigliosi elementi che usati in modo adeguato e competente, possono dare un valido aiuto a chi soffre di allergie. • Primo fra questi prodotti è sicuramente il RIBES NERO presente allo stato spontaneo in diverse regioni dell’Europa centro settentrionale e orientale. Cresce sporadico anche in Italia, nella regione alpina, in posti freschi. Il ribes nero agisce particolarmente sulle ghiandole surrenali, stimolando la corteccia al rilascio di sostanze che possiedono azione infiammatoria e anti-allergica, comportandosi quasi come un cortisonico naturale (azione cortison - like). Le gemme servono a prevenire e ad inibire i processi di flogosi per azione delle catene enzimatiche che producono i prostanoidi. Abbiamo poi la Rosa canina, detta anche rosa di macchia, che cresce un po’ ovunque nelle nostre regioni sia in pianura che in montagna. La rosa canina è particolarmente ricca di vitamina C. Essa viene utilizzata nelle flogosi localizzate recidivanti e possiede inoltre un organotropismo per il sistema Reticolo Endoteliale, le prime vie respiratorie e l’apparato scheletrico.Precedentemente, descrivendo i meccanismi dell’allergìa, ho parlato di degranulazione dei mastociti; una pianta molto interessante, la Nigella damascena conosciuta anche come Fanciullaccia, Cominella o erba bozzolina, è in grado di riequilibrare l’iper risposta immunitaria stabilizzando i linfociti e normalizzando la degranulazione dei 11 ® mastociti. Essa interviene anche contro i parassiti intestinali. Tra gli oligoelementi abbiamo il Manganese descritto da Menetrier per riequilibrare la diatesi 1a o allergica che, se lasciata a sé, può purtroppo degenerare alla diatesi 3a o distonica, anche chiamata neuro-artritica. L’omeopatìa mette a disposizione dell’allergico numerosi preparati sintomatici come: • APIS che viene utilizzato in corso di edema delle mucose, di gonfiori nodulari, tumefazioni agli occhi, palpebre e faccia; miglioramento generale del freddo ed aggravamento con il calore. • EUPHRASIA rimedio molto rapido ad agire e di grande utilità nelle affezioni acute catarrali con o senza febbre; dolori di testa con corizza e disturbi dell’occhio. Molto efficace nelle congiuntiviti acute e croniche. • SAMBUCUS NIGRA agisce prevalentemente sulle mucose respiratorie, naso e laringe; interviene sulle mucose nasali secche, sul naso chiuso, voce roca con tosse e muco vischioso e nella dispnea asmatiforme con attacco notturno improvviso. • ALLIUM CEPA viene utilizzato principalmente nei raffreddori a sede diversa, naso, gola, laringe,bronchi, e quindi nella corizza, nella tosse. La rinorrea è di tipo acquoso e bruciante, mentre PULSATLILLA agisce sulla secrezione giallognola ed ha inoltre affinità con buona parte dei dolori dell’orecchio. • AMMONIUM CARBONICUM definito da Kent come indicato nelle affezioni di vecchie zitelle, è un medicamento profondo, costituzionale, antipsorico. Agisce prevalentemente sul sistema nervoso respiratorio, digestivo e vascolare. • SABADILLA viene utilizzato nel catarro nasale caratterizzato da starnuti costanti con senso di bruciore e occlusione; agisce in caso di rinite vasomotoria da pollinosi • LUFFA OPERCULATA interviene nelle infiammazioni delle mucose nasali • L’HISTAMIMUM è in grado di affievolire le reazioni allergiche (similitudine patogenetica) • POLLENS è l’insieme di molti pollini ( a seconda delle necessità) serve a desensibilizzare l’organismo, perciò si usa anche nella prevenzione delle crisi asmatiche. Le nuove informazioni che ci derivano dallo studio del sistema HLA, delle sottopopolazioni dei linfociti, degli effetti biologici delle citochine ecc. hanno consentito l’evolversi di una nuova strategia terapeutica cioè l’immunofarmacologia omeopatica, utilizzando prodotti innovativi basati sulla biologia molecolare immunologica: citochine, fattori di crescita, anticorpi antiidiotipo ecc. • INTERLEUCHINA -2: è una citochina prodotta dai linfociti TH1 e dai linfociti T attivati. I TH1 sono attivi contro le infezioni da batteri intracellulari (come il Mycoplasma, la Chlamydya ecc.) stimola la proliferazione dei linfocitiB e la loro differenziazione in plasmacellule (che secernendo IgM ed IgG inibiscono l’IL-4 e le IgE); induce l’interferone gamma che stimola la fagocitosi da parte dei macrofagi. • INTERLEUCHINA -4: è una citochina prodotta principalmente dai linfociti TH2, con la funzione di stimolare la differenziazione di linfociti B produttori di IgE. I TH2 sono attivi anche nei confronti delle infezioni da batteri extracellulari (ad esempio Streptococchi e Stafilococchi) e delle tossine. • BENZOCHINONE la cui azione è quella di entrare nel ciclo di Krebs, favorendo la produzione di energia, aiutando in questo modo la cellula ad eliminare tossine. 12 Allergie? Prenditi una tregua. ® ® Insufficienza venosa Dott.ssa Angela Ghiselli Farmacista Specializzata in Fitoterapia e Floriterapia di Bach. Master triennale di Omeopatia e Omotossicologia. Socio titolare della Parafarmacia-Erboristeria Il Giardino dei Semplici di Casalecchio di Reno (Bo) Abstract: l’insufficienza venosa, i suoi sintomi ed una carrellata sui più importanti principi fitoterapici che hanno dimostrato di possedere un’efficacia nel trattamento del linfedema e della IVC Abstract: venous insufficiency, its symptoms and a rundown on the major principles of herbal remedies that have been demonstrated to be effective in the treatment of lymphedema and CVI Parole chiave: insufficienza venosa, fitoterapia Per Insufficienza Venosa Cronica (IVC) degli arti inferiori si intende un corteo sintomatologico caratterizzato da un difficoltoso ritorno venoso. Si calcola che circa il 30% della popolazione italiana femminile e il 15% di quella maschile ne sia affetta in varia misura. L’IVC può essere suddivisa in due grandi capitoli a seconda delle cause: • IVC ORGANICA • IVC FUNZIONALE L’IVC ORGANICA è causata da vere e proprie patologie delle vene (varici, esiti di trombosi venosa, ecc.) L’IVC FUNZIONALE è invece l’espressione di un sovraccarico funzionale delle vene che, seppure normali, sono chiamate ad un lavoro eccessivo (insufficienza di pompa da alterazioni della postura, linfedema, ecc.). Il linfedema è uno stato patologico caratterizzato da un insufficiente drenaggio linfatico correlato ad ostruzioni o ad alterazioni funzionali dei vasi linfatici; in conseguenza di tale ostruzione si manifesta un aumento dei liquidi interstiziali e si possono formare edemi. Questi tipi di edema sono caratterizzati da un trasudato ad alto contenuto proteico, che può quindi fibrotizzare rendendo più difficile la lisi operata dai macrofagi, atta a mobilizzare l’accumulo edematoso. Numerose patologie di pertinenza ortopedica, specialmente quelle di interesse chirurgico, possono complicarsi con linfedemi acuti da prolungata immobilizzazione, tra cui ricordiamo fratture ossee, strappi muscolari, patologie capsulo-legamentose acute, sfibramenti legamentari, contusioni, distorsioni tibiotarsiche e traumi, inclusi quelli chirurgici. Le varici si definiscono come dilatazioni permanenti della parete delle vene; il numero di gravidanze, l’uso degli anticoncezionali orali, la ritenzione idrica e il sovrappeso contribuiscono alla loro formazione, così come la familiarità, il tipo di lavoro, la stipsi cronica sono altri fattori di base che ne favoriscono l’insorgenza. Anche una pregressa trombosi venosa delle vene profonde favorisce la comparsa di varici con un meccanismo di compenso emodinamico. Quando invece la postura è alterata (piede piatto o cavo, alterazioni posturali della schiena, ginocchia ecc.) le vene sono obbligate ad un lavoro eccessivo che comporta una serie di Key words: venous insufficiency, phytotherapy disturbi tipici dell’IVC, pur non avendo patologie venose. SINTOMATOLOGIA In tutti i casi l’IVC comporta una serie di sintomi che vanno dal semplice edema (gonfiore) fino ad alterazioni più severe che comportano gravi disagi per il paziente: pesantezza delle gambe, crampi specialmente notturni, senso di tensione, eczema da stasi, dolore serotino, fino alla comparsa di vere e proprie complicanze quali le flebiti, le trombosi o le ulcerazioni. La sensazione di facile stancabilità che si presenta tutte le volte che si devono compiere sforzi, come camminare troppo velocemente portando un peso, salire molte rampe di scale, giocare a tennis o fare semplicemente del footing, non dipende certo, come credono tutti, dallo scarso allenamento: le gambe diventano stanche perché la loro muscolatura non riceve la quantità di sangue adeguata e quindi l’ossigeno necessario per poter svolgere appieno il lavoro in eccesso richiesto. Non lo ricevono perché c’è la stasi. Un esempio è dato dal fatto che stando per molto tempo in piedi senza contrarre la muscolatura del polpaccio, oppure seduti per tutto il giorno dietro ad una scrivania, è come se i muscoli fossero addormentati ed a volte fanno persino male quando si cerca di muoversi. Il danno è proprio a livello delle fibre muscolari, che si assottigliano fino a diventare qualche volta addirittura atrofiche. Un secondo esempio molto calzante, è che la sera i piedi e le caviglie diventano gonfie ed una volta levate le scarpe diventa difficile ricalzarle. La causa del gonfiore è sempre la stasi a livello dei capillari, da cui esce un flusso costante di plasma che si riversa negli interstizi per andare a nutrire le cellule. Ecco che la stasi aumenta anche di 3, 5, 10 volte e questo flusso plasmatico si accumula in quantità tale da non poter più venir smaltito dalle venule e dai piccoli vasi linfatici. Il riposo notturno, ma soprattutto il fatto di essere distesi, facilita il ritorno venoso e perciò al mattino le caviglie ritornano sottili e la pelle è ancora rosea ed elastica. Tutto questo però può durare qualche anno e non tutta la vita senza che i tessuti e poi i grandi canali di raccolta che sono le vene di tutta la gamba ne risentano fino a soffrirne, modificando sia la loro struttura che la loro funzione. Quando il sovraccarico è eccessivo, le piccole venule si sfian13 ® cano, si dilatano e cominciano a diventare meno efficienti anche le fibre muscolari ed elastiche delle vene più grandi, sempre più verso l’alto. Cominciano a comparire, irregolarmente sparse qua e là, le teleangectasie, i cosiddetti “capillari”, vere e proprie mini varici delle piccole venule collettrici di primo e secondo ordine che si disegnano sulla superficie cutanea e spiccano per il loro decorso tortuoso, per le irregolarità di diametro, per il loro colore blu scuro, segno del sangue che scorre male. In seguito dopo anni in certi punti “le vene si vedono”, cominciano cioè ad essere più tumide, più grosse ed in qualche punto addirittura palpabili, venule e piccole venule che prima non c’erano o meglio non si vedevano: questo è il primo segno del fatto che cominciano a cedere le strutture. In seguito può iniziare il dramma delle varici: la safena, la grande e la piccola, e poi altre vene, si sfiancano, le valvole a nido di rondine non chiudono più bene e non sono in grado di bloccare la tendenza al ritorno verso il basso della colonna di sangue, per cui si instaura la vera e propria flebopatia da stasi venosa cronica con insufficienza venosa. A questo punto non resta che l’intervento chirurgico di safenectomia o la flebectomia ambulatoriale oppure il portare per tutta la vita bendaggi o calze elastiche, sottoponendosi ad una elasto-compressione che finisce col diventare insopportabile e condiziona negativamente sia la vita di relazione che lo stesso aspetto psico-affettivo di chi le porta. La diagnosi dell’insufficienza venosa è essenzialmente clinica, in quanto gli edemi vanno distinti da altre cause, come per esempio renali, cardiache o ematiche. In molti casi è possibile fare una diagnosi precisa con un esame innocuo, indolore e ripetibile che si chiama ecocolordoppler: con questo esame si valuta la morfologia e la funzione di quasi tutte le vene degli arti inferiori. La terapia dipende dalla causa: in caso di semplici varici, la loro asportazione o sclerosi comporta una guarigione totale con scomparsa dei sintomi. Nei casi di problemi del circolo profondo vanno invece prescritte calze elastiche, se invece alla base dell’IVC sussiste un deficit posturale o un linfedema, oltre alla calza elastica e ai farmaci, va prescritto un plantare emodinamico flebologico che ha lo scopo di migliorare la pompa muscolare e quindi l’edema. Vediamo ora i più importanti principi fitoterapici che hanno dimostrato di possedere un’efficacia nel trattamento del linfedema e della IVC. CENTELLA ASIATICA La Centella o Hidrocotyle asiatica è una pianta originaria del sud est asiatico. I costituenti più numerosi della Centella sono i triterpeni (acido asiatico e madecassico) e i glicosidi degli esteri triterpenici da loro derivati. Uno dei primi studi ha evidenziato che l’asiaticoside è in grado di accelerare la guarigione di numerosi tipi di ferite, anche grazie a una stimolazione selettiva dell’attività del sistema reticoloendoteliale. Studi clinici hanno messo in evidenza l’efficacia della frazione triterpenica della Centella nell’induzione della sintesi di collagene da parte di fibroblasti umani coltivati in laboratorio, nonché nell’aumento della fibronectina, proteina di struttura importante per la tenuta della parete dei vasi venosi. 14 Numerosi studi hanno inoltre evidenziato che la frazione triterpenica è efficace nel trattamento dell’insufficienza venosa grazie alla sua capacità di regolarizzare la struttura del tessuto connettivo della guaina perivascolare, di ridurne la sclerosi o l’indurimento e di migliorare il flusso di sangue negli arti colpiti. La globalità dei risultati sperimentali indica che l’azione antiossidante della Centella può essere importante per spiegare la sua azione cicatriziale e protettiva della parete dei vasi venosi. Per quanto riguarda gli aspetti clinici, la Centella si è rivelata efficace in diversi disturbi legati all’insufficienza venosa cronica, quali la formazione di placche a livello delle arterie femorali, l’ipertensione venosa e la microangiopatia diabetica. Una recente analisi ha inoltre valutato il razionale uso dei fitoterapici in pazienti con insufficienza venosa cronica con o senza ulcere varicose al terzo inferiore delle gambe. È stato evidenziato anche un miglioramento significativo dei sintomi soggettivi e obiettivi mostrati dai pazienti prima del trattamento. PUNGITOPO Il Pungitopo o Ruscus aculeatus è una pianta legnosa sempreverde alta fino a 80 cm diffusa in Europa e Medio Oriente; la parte usata in fitoterapia è il rizoma. Oggi il Pungitopo è impiegato, oltre che nelle emorroidi e negli edemi, anche nelle varici, nei postumi delle flebiti, nei gonfiori degli arti inferiori, nelle artriti, nei congelamenti e, sebbene raramente, anche come ipotensivo. I costituenti principali di questa pianta sono saponine a nucleo steroideo (ruscogenina, neoruscogenina, ruscina, ruscoside), flavonoidi, fitosteroli (sitosterolo, campesterolo, stigmasterolo). Vi sono poi benzofuramine e acidi grassi. Estratti di Pungitopo hanno rivelato, grazie al loro contenuto in saponine steroidee, proprietà antiessudative, antiflogistiche, vasocostrittrici sulla microcircolazione periferica e modulatrici della resistenza e permeabilità capillare. Sembra anche che esercitino un effetto protettivo sui capillari, sull’endotelio vasale e sulla muscolatura liscia. È stato dimostrato che il Pungitopo inibisce l’attività dell’elastasi, sistema enzimatico coinvolto nel turnover dei principali componenti della matrice perivascolare, opponendosi così alla sua demolizione. Vi sono alcuni studi clinici che supportano il dato che il Pungitopo abbia effetti positivi sui disturbi della circolazione, in particolare sulla fragilità venosa e sulle vene varicose, e si è visto che migliora notevolmente alcuni sintomi quali edema, prurito, parestesie, pesantezza degli arti, crampi. Sebbene la sua tollerabilità negli studi clinici sia ottima, il Pungitopo può interagire in maniera sinergica con farmaci alfa agonisti. MIRTILLO NERO Il Mirtillo nero, Vaccinium myrtillus, è una pianta della famiglia delle Ericacee, fiori bianco rosati, le parti usate sono i frutti ( bacche) e le foglie. Contiene antocianosidi, acidi organici, tannino, zuccheri, acido ascorbico, vitamina A, flavonoidi, manganese, cromo, vitamine, pectina, provitamina A, complesso B, vitamina C: in particolare i frutti contengono ® pillari, è decongestionante e calma il dolore, migliorando l’intera circolazione, si impiega come astringente nel caso di diarrea, enterocoliti e dissenteria, le bacche hanno un’azione antibiotica, sul bacterium coli, le foglie hanno un’azione ipoglicemizzante, antisettica delle vie urinarie, atireumatica ed antigottosa, d’aiuto anche nell’ulcera duodenale e gastrica, nelle flebopatie. Il Mirtillo Nero è essenzialmente impiegato nei problemi di circolazione e di dilatazione dei vasi cutanei, come la couperose, le emorroidi, utile anche in presenza di cistite, uretrite. antocianosidi, che hanno la proprietà di rinforzare il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni, migliorandone così l’elasticità, con un aumento della tonicità delle vene ed una diminuzione della permeabilità capillare (prevenzione delle microemorragie),contengono inoltre tannini, acidi organici, il citrico ed il malico, zuccheri, pectine, flavonoidi, Vitamine A e C. Le foglie invece contengono tannini, glicosidi ipotensivi, glucochinine, acido ursolico, arbutina, idrochinone, neamirtillina e quercitina. Gli antocianosidi, rinforzano il tessuto connettivo dei vasi sanguigni, migliorandone l’elasticità, con una azione antiemorragica, proteggono inoltre dai radicali liberi, e prevengono le microemorragie spesso particolarmente dannose a livello della retina, sono utili anche nella dilatazione dei capillari degli arti inferiori. Il Mirtillo Nero è coadiuvante nella terapia del diabete, migliora la circolazione sanguigna oculare, favorisce un maggior adattamento dell’occhio alla visione notturna, ha una buona azione nell’emeralopia, nei disturbi vascolari retinici, dovuti al diabete o all’ipertensione, indicato nella fragilità capillare, scarso tono venoso, couperose, cellulite con edemi, problemi di visione notturna, miopia nella fragilità del microcircolo, nelle flebiti, nelle varici, nell’insufficienza venosa. Il mirtillo aumenta inoltre la resistenza delle pareti dei ca- AMAMELIDE L’Amamelide, Hamamelis virginiana, è una pianta che è stata importata in Europa nel 1735. Il fatto di fiorire d’inverno, a differenza delle altre piante, e di non soffrire nemmeno le gelate più intense, fece sì che l’arbusto venne considerato come un elemento magico, speciale ed irreale. Se si pensa che gli indiani pellerossa usavano il liquido ricavato dai rametti di Hamamelis, dopo lunga ebollizione nell’acqua, per curare le ferite sanguinanti, e che l’applicazione faceva diminuire l’emorragia e cicatrizzare le ferite, è facile intuire come ciò potesse apparire magico e miracoloso ai primi colonizzatori di quelle terre. Per queste così antiche e ininterrotte tradizioni, il nome wict hazel (arbusto stregato) è stato popolarmente attribuito anche all’estratto oltre che alla pianta, a tal punto che, per più di due secoli, fu usata addirittura per fabbricare le bacchette dei rabdomanti. Più tardi, nell’ottocento, si cominciò ad apprezzare il distillato ottenuto dalle foglie, con il suo aroma vegetale aspro e gradevole, quale rimedio sicuro contro le scottature del sole e il gonfiore che talvolta colpiva gli occhi per una lunga esposizione alla luce. Poiché inoltre, in quell’epoca, ad essere abbronzate erano solo le contadine mentre le signore trovavano molto più elegante l’incarnato pallido, come segno di nobiltà e classe, si iniziò ad impiegare regolarmente l’acqua di Hamamelis allo scopo di mantenere la pelle bianca e vellutata. L’effetto fondamentale è sempre stato, quindi, quello di lenire l’arrossamento provocato dal sole, grazie all’azione rinfrescante dell’estratto che interrompe l’irritazione e favorisce il processo di guarigione, sia per arrossamenti leggeri che più importanti. Un altro campo d’applicazione invece, recentemente realizzato, consiste nell’uso del distillato di Hamamelis per il trattamento dell’ arrossamento spontaneo della pelle, comunemente conosciuto con il nome di couperose. Tale preparato si ottiene mediante il trattamento macerativo in acqua tiepida della mucillagine di Hamamelis fino a solubilizzare la parte. L’Hamamelis ha la proprietà di proteggere le pareti vasali (venose principalmente) e di normalizzare le pareti arteriose, decongestionare l’apparato genitale femminile (utile nelle cisti ovariche). È di grande utilità nelle turbe della menopausa e nelle alterazioni del ciclo mestruale. Le tinture trovano impiego nella cosmetica capillare e per frizioni nel trattamento del cuoio capelluto. Possiede anche delle attività antibiotiche non trascurabili nelle infezioni sia interne che esterne, come ad esempio nell’emorroidi, varici, varicocele, cellulite, congestione pelvica, emorragie, metrorragie, menopausa e vampe della menopausa, dismenorrea, couperose, eritemi. L’Amamelide non è tossica, è astringente, antiemorragica e vasocostrittrice venosa. 15 I N T E G R AT O R I N U T R I Z I O N A L I PromoPharma è DISTRIBUTORE ESCLUSIVO della linea LIFEPLAN. Tutta la linea LIFEPLAN è SENZA AGGIUNTA di lievito vivo, lattosio, glutine, amido, zucchero, sale, coloranti, aromi e conservanti chimici. Inoltre è l’unica linea di integratori alimentari riconosciuta dall’associazione VEGAN, adatta quindi a tutti coloro che seguono questa filosofia di vita. DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ® KALCIO plus: la giusta compliance tra efficacia e gusto. Quanto è importante per il nostro organismo l’omeostasi del calcio? Il calcio è il minerale più abbondante dell’organismo. Circa il 99% di esso è depositato nelle ossa e nei denti. Il rimanente 1% di calcio extraosseo è comunque fondamentale per diverse funzioni fisiologiche. Si trova infatti nei tessuti molli, nei fluidi cellulari e nel sangue, e interviene, per esempio, nell’eccitabilità cellulare e nella conduzione neuromuscolare, nella coagulazione del sangue e nella regolazione dell’espressione genica. Contribuisce anche alla regolazione dei valori pressori. Il calcio ha una funzione critica come costituente delle nostre ossa e quindi del nostro scheletro. Oltre a contribuire alla forza meccanica dell’osso funziona anche come deposito e come riserva, per garantire le funzioni fisiologiche che esso coordina anche durante i periodi di ridotto assorbimento o di aumentata mobilizzazione. In altre parole, è questa riserva presente nel nostro osso che libera gradualmente quantità diverse di calcio quando per esempio la nostra dieta ne è carente; ma se la dieta è persistentemente carente oppure, come succede in gravidanza e in allattamento, il fabbisogno è aumentato perché il bambino sta costruendo il suo scheletro, ecco che avremo una mobilizzazione massiccia da parte del calcio che può portare la donna potenzialmente all’osteopenia se non addirittura all’osteoporosi. Questo importante nutriente di per sé non riesce ad essere utilizzato se non è sostenuto da cofattori, amplificato da enzimi, trasportato da carrier specifici o se nell’organismo sono presenti sostanze che tendono a contrastarne l’effetto. Infatti, solo il 20 – 30 % del calcio ingerito viene solitamente assorbito e nelle donne dopo la menopausa questa percentuale può abbassarsi al 7%. L’efficienza del processo di assorbimento del calcio dipende dalla sua presenza e varia quindi durante le diverse età della vita. Essa è più alta durante l’infanzia (circa il 60%) per scendere nei bambini prepuberi (28%). Durante la prima fase della pubertà tale efficienza si incrementa al 34% per poi diminuire al 25% nel giro di due anni e rimanere su tale valore per un certo periodo. In età adulta, l’assorbimento del calcio aumenta durante gli ultimi due trimestri della gravidanza e declina con l’età. Nelle donne in post-menopausa si assiste ad un suo declino pari allo 0,21% ogni anno. Ma tale declino è proprio anche del sesso maschile. Quali sono i fattori che influenzano l’assorbimento del calcio? L’assorbimento del calcio sembra migliore se assunto a basse dosi: 500mg o inferiori. Inoltre, viene ottimizzato se associato a Vitamina D3 e Vitamina K1. La Vitamina D3 viene sintetizzata dal nostro organismo solo in certe situazioni che richiedono una serie di reazioni fotochimiche. Questa vitamina è il principale meccanismo regolatore dell’omeostasi del calcio nell’organismo. La sua azione si esplica a vari livelli: 1.Intestinale - facilita l’assorbimento del calcio. 2.Osseo - mette a disposizione dell’osso in fase di crescita le quantità necessarie di calcio, mantenendo stabile il livello ematico dello stesso. 3.Renale - influenza l’escrezione del calcio. Il deficit di vitamina D3 è caratterizzato da una mineralizzazione inadeguata o da una demineralizzazione dello scheletro. La Vitamina K presiede a diverse funzioni fisiologiche. Una di queste riguarda proprio il metabolismo dell’osso. In particolare la vitamina K è coinvolta nella funzionalità di alcune proteine che formano e mantengono forti le nostre ossa e secondo le ultime ricerche scientifiche vi sarebbe una relazione tra bassi livelli di vitamina K nel sangue e artrosi, fratture ossee ed osteoporosi. Cosa fare in caso di ridotta assunzione di calcio con la dieta o di aumentato fabbisogno? Integrare la dieta con supplementi che forniscano calcio in adeguate quantità e contemporaneamente ne aiutino l’assimilazione e la fissazione ove l’organismo necessita. Perché usare Kalcio plus? Kalcio plus è utile per ottimizzare il picco di massa ossea nell’età adolescenziale, mantenerlo durante la vita adulta, minimizzarne la perdita negli anni della senilità e in tutte le ipocalcemie indotte da trattamenti con farmaci o da patologie varie. Kalcio plus fornisce Calcio associato a Vitamina D3 e Vitamina K1 in una formulazione del tutto unica perché sottoforma di gustose caramelle al cioccolato, senza zuccheri, senza lattosio e senza glutine. e Senza glutin Utile nelle varie situazioni della vita in cui il fabbisogno di Calcio assunto con la dieta non è sufficiente: Kalcio plus fornisce: Calcio +Vitamina D3 +Vitamina K1 MASSIMO ASSORBIMENTO di Calcio AUMENTO DELLA FISSAZIONE di Calcio ® Centralità della funzione del fegato nella visione erboristica tradizionale Claudio Tardelli Erborista, naturopata, esperto di Ayurveda ed erboristeria tradizionale mediterranea. Insegna Ayurveda presso il corso biennale di Ayurveda, trattamenti e massaggi Ayurvedici dell’Accademia Olistica Dolce Armonia di Montecatini Terme e Dravya Guna ( la farmacologia Ayurvedica) al corso quadriennale di Naturopatia in Ayurveda presso A.I.A. (Ayurveda International Academy) di Firenze. Autore del libro Materia Medica Ayurvedica- M.I.R. Edizioni FI. Il fegato era per gli autori delle Antiche Tradizioni l’organo preposto al controllo e alla regolazione di tutte le funzioni legate all’umor “collerico” (bile gialla), Pitta per l’Āyurveda, intesi in senso molto più ampio del significato che diamo ai nostri giorni al termine bile. Per la nostra tradizione “Ippocratico-Galenica”, così come per l’Āyurveda (il sistema medico-filosofico dell’antica India) il fegato è l’artefice del secondo livello di “cozione” o la seconda fase di Agni (Bhūtāgni). Questa fase della digestione completa la trasformazione di sostanze “eterologhe” (diverse dalla nostra natura), come sono gli alimenti, in sostanze “omologhe” e quindi adatte ad entrare intimamente a “far parte di noi”. Anche noi moderni, del resto, riconosciamo al fegato un ruolo fondamentale nei processi digestivi e nei metabolismi di lipidi, glucidi e proteine così come riguardo alla sintesi dei vari componenti del sangue. Altra importantissima funzione che le antiche tradizioni e la moderna ricerca scientifica riconoscono al fegato è quella disintossicante sia nei confronti delle tossine endogene (nella nostra tradizione erano definite crudità, poiché derivate da inadeguati processi digestivi “cozioni” e che per l’Āyurveda sono Āma che significa la stessa cosa); così come rispetto alle sostanze tossiche esterne, con cui continuamente entriamo in contatto. La misura di quanta importanza si attribuisse al fegato nella visione scientifica antica ce la può dare una breve citazione da un testo di un Autore del XVII secolo, il Rosaccio: “Pose la Natura il fegato nel corpo à guisa di ampio oceano nel ventre della gran madre antica, al fine che mandar dovesse il tributo del nutrimento a tutto il corpo…”. (da Giuseppe Rosaccio – IL MEDICO – Venezia, 1621) Le Piante medicinali, naturalmente, rappresentavano i mezzi terapeutici più importanti a disposizione dei nostri Antenati, ma anche oggi sono gli strumenti migliori per mantenere o ripristinare la salute di questo organo. Esaminiamo brevemente le qualità di alcune, delle tantissime, piante “epatiche” che ci sono state tramandate dalla suddette Tradizioni. Andrographys paniculata Ness. In Āyurveda è considerata capace di tonificare e stimolare il fegato, colagoga e coleretica, aperitiva e gastrostimolante, antielmintica, antiparassitaria, depurativa del sangue, sudorifera e antipiretica, antiedemigena, capace di aumentare la resistenza alle malattie. Proprietà tutte confermate dalla moderna ricerca. Curcuma longa L. Altra pianta ayurvedica ma nota e apprezzata dai nostri Antenati Italici che la utilizzavano per molti degli usi tradizionali dell’ Āyurveda. Vediamone solo alcune proprietà, le più importanti in relazione al fegato. Pacifica Pitta Dosha (antibiliosa), colagoga, coleretica, è Āmapāccana, digerisce Āma le tossine derivanti da processi digestivi inadeguati, purifica il sangue, è emopoietica, antianemica, normalizza il colore delle urine (es. nell’ittero), disintossicante, cura le malattie della pelle, migliora la carnagione, stimola l’appetito, è antiemorroidaria, utile nel diabete (tipo II) e nell’obesità. Phyllanthus niruri L. Epatoprotettivo, antiepatotossico, lipotropico, antivirale (attività certa e priva di tossicità, dimostrata da studi condotti in vari paesi, di inibizione della replicazione del virus dell’epatite B e di epatoprotezione efficace nel trattamento preventivo del cancro al fegato). Depurativo del sangue, aperitivo, gastrostimolante, digestivo, antibilioso (riduce Pitta), antianemico, cura le malattie della pelle e il prurito, antipiretico, disintossicante. Picrorrhiza Kurroa Royle ex Benth. Pacifica Pitta, fluidifica la bile, epatoprotettore, aperitivo, gastrostimolante, stimolante la peristalsi intestinale (a seconda delle dosi), depurativo del sangue, antinfiammatorio, antidiabetico, elimina le malattie della pelle, antipiretico. Cichorium intybus L. Amaro-tonica, stomachica, aperitiva, stimolante le secrezioni gastriche, colagogo e coleretica, epatostimolante, depurativa del sangue, utile nelle malattie epatiche e nell’ittero. Silybum marianum Gaertn. Epatoprotettore, colagogo, digestivo, decongestionante la circolazione portale, utilissimo in epatopatie di diversa natura, epatiti virali, intossicazioni epatiche, steatosi, emorroidi da stasi portale. Verbena officinalis L. Epatoprotettrice, stimolante la funzionalità epatica e quella digestiva, spasmolitica, antinevralgica, utile nei disturbi epatobiliari e della colecisti. Agrimonia eupatoria L. Decongestionante il fegato e la milza, leggermente coleretica, eupeptica, regolatrice della funzione pancreatica sia endocrina che esocrina, ipoglicemizzante, anti-istaminica. Helichrysum italicum G. Don. Attivo contemporaneamente sulla funzione epatica, sull’immunità e sul metabolismo, coleretico, colagogo, epatoprotettore, favorisce la funzione epatobiliare in maniera delicata 19 ® senza eccessiva stimolazione; è indicato in caso di epatopatie in cui sia necessario disintossicare il fegato e ridurre lo stato infiammatorio e reattivo delle sue cellule. Arctium lappa L. Stimolante l’attività epatobiliare e pancreatica, depurativa generale, del sangue e della pelle, ipoglicemizzante, diuretica uricosurica. Piper longum L. Pianta molto apprezzata in Āyurveda come epatostimolante, depurativa del sangue, adatta alla eliminazione dei grassi e delle lipoproteine in eccesso, ottimo stimolante la capacità digestiva (con stimolazione non solo sul fegato ma anche dell’attività enzimatica del pancreas con aumento di lipasi, amilasi, tripsina e chimotripsina), consigliata nella splenomegalia (ingrossamento della milza), nelle epatopatie, nelle malattie addominali, dispepsie, indigestioni, flatulenze, costipazione e nelle emorroidi. Cassia fistula L. Pianta anche questa molto apprezzata in Āyurveda ma usata anche nella nostra tradizione per “spegner l’acutezza della bile gialla e senza molestia purgarla per di sotto e per chiarificare il sangue”. Per l’Āyurveda è epatostimolante, lassativo molto delicato, rinfrescante, antinfiammatorio (allevia le sensazioni di bruciore), depurativa del sangue, cura le malattie della pelle e il prurito, utile nelle malattie di fegato e milza, muove delicatamente verso il basso le feci e i gas intestinali, digerisce le tossine endogene, pacifica Pitta. Qualità e usi in gran parte comuni alla nostra tradizione (vedi Castore Durante – ERBARIO NUOVO – Roma 1585). Artemisia absinthium L. Amarotonica, coleretica, antidispeptica, antielmintica, utile in caso di difficoltà digestive, nausea, vomito, epatocolecistopatie, coliche e infiammazioni intestinali, enteriti, coliti, meteorismi, parassitosi intestinali, antipiretico, disintossicante. Taraxacum officinale Weber. Usato sia nella nostra tradizione che in Āyurveda come eupeptico, gastrostimolante, coleretico, colagogo, epatostimolante, leggermente lassativo, diuretico, sudorifero, antipiretico, antinfiammatorio, ipocolesterolemizzante, ipoglicemizzante, disintossicante, antielmintico, per l’ Āyurveda è anche Rasāyana (ringiovanente, che rallenta l’invecchiamento). Artemisia vulgaris L. Sia in Āyurveda che nell’area mediterranea è stimata come amaro-tonica, stomachica, aperitiva, digestiva, colagogo-coleretica, antielmintica, capace di promuovere il naturale movimento verso il basso di feci e gas intestinali, disintossicante, 20 depurativa del sangue, diuretica, antipiretica, mostra una decisa attività in senso antinfiammatorio sulla massa del sangue circolante nell’addome, sul fegato ha anche un’ azione dinamizzante delle funzioni metaboliche digestive in virtù del suo carattere tonico-stimolante. Angelica archangelica. Anche questa pianta è comune alle due Tradizioni che la utilizzano come tonico-digestiva, stomachica, colagoga, spasmolitica, carminativa, disintossicante, utile nelle malattie della pelle e nel prurito, nella riduzione della capacità digestiva, anoressia, nausee, acidità gastrica, gastalgie, colecistopatie, aerofagia, flatulenze. Aloe vera L. Il succo intero concentrato è usato nella moderna fitoterapia prevalentemente come lassativo mentre il succo privato degli antrachinoni come antinfiammatorio. Per l’Āyurveda è Pittavirecana, elimina l’eccesso di Pitta per via intestinale, è gastrostimolante, digestivo, epatostimolante, antielmintico, disintossicante, depurativo del sangue, antinfiammatorio, utile nelle malattie della pelle e nel prurito, nelle malattie e nell’ingrossamento del fegato e della milza, antianemico, anti itterico. Zingiber officinale Rosc. Aperitivo, gastrostimolante, digestivo, carminativo, allevia i dolori colici, antiemorroidario, è Āmapācana (digerisce le tossine metaboliche), pacifica Pitta (antibilioso), depurativo del sangue, antianemico, antinfiammatorio. Molto utile in caso di inappetenza, nausea, vomito, percezione dei sapori alterata, riduzione della capacità digestiva, indigestione, flatulenza, emorroidi, anemia, ittero. Erythraea centaurium Pers. Aperitiva, amaro-tonica, stomachica, forte stimolante la mucosa gastrica, digestiva, fluidifica e stimola la bile, ottimo decongestionante splenico, febbrifuga, utile in caso di inappetenza, atonia gastrica, dispepsie, epatocolecistopatie, febbre, debilitazione generale dopo malattie o dell’età senile. Lavandula vera DC. Sedativa, carminativa, coleretica, colagoga, diuretica, spasmolitica, antiemicranica, antisettica. Per l’Āyurveda le Lavande, in particolare la Lavandula burmanni Benth. e la Lavandula stoechas L. sono gastrostimolanti, promuovono il naturale movimento verso il basso di feci e gas intestinali, epatotoniche, epatostimolanti e sono usate in caso di riduzione della capacità digestiva, dolori gastrici e addominali, formazione eccessiva di gas intestinali, malattie del fegato, epatomegalia, malattie addominali compresa l’ascite. ® Iper-bambini: reattività e adattamento Dott.ssa Silvia Calzolari Medico chirurgo specialista in pediatria, esperta in omotossicologia e floriterapia di Bach, referente per la medicina biologica dell’associazione TAO NUOVA VITA Gianni Verde Naturopata e riflessologo, presidente associazione TAO NUOVA VITA Abstract: interessante lavoro sulle Iperattività dei bambini. L’iper-bambino è un essere che sta cercando di adattarsi al suo ambiente, fatto di luoghi, di cose e di persone che non pensano affatto di doversi adattare a lui. Le medicine naturali, ancora una volta, ci vengono in aiuto. Abstract: interesting work on hyperactivity in children. The hyper-child is a person who is trying to adapt to its environment, made up of places, things and people who do not think at all of having to adapt to him. Natural medicines, once again, help us. Parole chiave: floriterapia, iperattività La fanciullezza è la primavera della nostra vita, e come è impossibile imbrigliare il vento di marzo, così tentare di controllare un bambino in modo rigido e costrittivo non porta nessun frutto. C’è da chiedersi se l’aumento vertiginoso dell’irritabilità infantile, segnalato da genitori e insegnanti e suffragato da pediatri e psicologi, sia un fatto abnorme o non piuttosto un’esigenza di adattamento delle giovani strutture biologiche ad un ambiente esterno pretenzioso, per niente a misura di bambino. Il concetto di salute come tendenza all’omeostasi sottende quello di equilibrio dinamico, che è alla base della scienza biologica, modernamente espressa nell’omotossicologia medica di Reckeweg. La condizione di wellness (= star bene) indica che i sistemi biochimici, strutturali e mentali dell’ organismo concorrono in egual misura all’armonia del nostro essere. Lo squilibrio può interessare anche soltanto uno dei lati del triangolo della salute, ma ciò è sufficiente per determinare la messa in Key words: Flower Theraphy, hyperactivity atto di quei fenomeni di adattamento, che sono alla base dell’omeostasi. Nel caso dei bambini i tempi adattativi sono molto veloci; per questo motivo noi adulti osserviamo subito le conseguenze di una qualsiasi nota irritativa nei piccoli. La reattività è la caratteristica naturale dei bambini: ad ogni stimolazione il bambino reagisce in modo pronto ed eclatante al fine biologico di crescere, diventando ogni giorno sempre più competente, imparando ad adattarsi nel modo più conveniente all’economia del suo organismo. E tutto ciò in rapporto alla sua costituzione, alle sue naturali risorse, al suo patrimonio energetico, alla sua personalità. Più la reattività è accesa, più il bambino impara e cresce; a noi medici il compito di spiegare ai genitori che il loro bambino non può essere “sedato” ma può essere saggiamente guidato nel suo processo evolutivo, così rapido, intenso, delicato. 21 ® Certamente al di fuori di quello che è il fisiologico processo evolutivo, si evidenziano oggi iper-reazioni che fanno pensare che i bambini siano eccessivamente stimolati da un lato ed eccessivamente repressi dall’altro, in altri termini che vi siano dei blocchi nel processo adattativo. Da un lato le richieste dell’ambiente, sempre più ricco di stimolazioni non sempre adatte all’età; dall’altro lato i tentativi degli educatori (genitori e insegnanti) di contenere le reazioni eccessive dei piccoli. È il contenzioso tra ciò che offriamo ai nostri figli e ciò che vorremmo da loro che innesca l’iperattività: questa realtà è spesso pesante da ammettere ma è doveroso da parte di noi adulti riconoscere il nostro ruolo come determinante nel disadattamento dei nostri bambini. SINTOMI DI DISADATTAMENTO Ipereccitabilità Ipercinesia Iperestesia Ipersensibilità Insonnia Inappetenza Intolleranza glucidica Anoressia, bulimia Colon irritabile Cefalea Astenia Irritabilità Aggressività Difetto di concentrazione Disturbi del linguaggio Calo del rendimento scolastico FATTORI CAUSALI Fattori biochimici: malnutrizione - dieta iperglucidica (da eccesso di cibi dolci e raffinati) - dieta povera di vitamine e minerali (da carenza di frutta e verdura) - dieta energeticamente “vuota”(da cibi di qualità non biologica, surgelati o cotti in modo erroneo) - allergie - squilibrio della flora intestinale - disbiosi - celiachia non diagnosticata Fattori iatrogeni: - vaccinazioni - abuso di farmaci (in particolare cortisonici, FANS e antibiotici) - farmaci assunti nel periodo embrionario-fetale - stimolazioni farmacologiche durante il travaglio e il parto Fattori strutturali: - affaticamento muscolare (eccessiva attività fisica) - traumi (intrauterini e da parto) - traumi accidentali e malattie infettive (reazioni di stimolazione neurologica) - difetti posturali ( interessamento della circolazione del liquor cefalorachidiano) - mal occlusioni dentarie 22 Fattori mentali - iperstimolazione ambientale - scarso rispetto dei ritmi fisiologici del sonno - reazione alle dinamiche familiari - reazione all’ambiente scolastico - disadattamento caratteriale L’iper-bambino è un essere che sta cercando di adattarsi al suo ambiente, fatto di luoghi, di cose e di persone che non pensano affatto di doversi adattare a lui: dopo la drammatica separazione delle “donne che vengono da Venere” e degli “uomini che vengono da Marte”, ecco un altro impietoso caso di separazione, quello tra bambini e adulti, il quale ci fa comprendere ancora una volta che l’integrazione fra mondi diversi è un processo che ancora deve compiersi. Prestare maggiore attenzione alle esigenze dei bambini vuol dire metter in crisi il nostro sistema familiare e socio-economico. Come medici e operatori della salute abbiamo imparato che il disagio scompare quando si debella la sua causa, quindi sarà soltanto una profonda trasformazione della vita dei grandi che farà rientrare la sindrome dei bambini Iper. Nel frattempo che noi adulti prendiamo coscienza e ci risolviamo a cambiare radicalmente e coraggiosamente la nostra routine quotidiana, possiamo aiutare i bambini reattivi a ridurre il loro disagio con tecniche e rimedi naturali, senza però mai scordarci del fatto che ciò di cui hanno bisogno i nostri figli siamo noi. E noi di loro. AUSILI DIAGNOSTICI Nel bambino collaborante (> 6 anni) - test kinesiologico - esame iridologico - EAV TRATTAMENTI NATUROPATICI - massaggio tradizionale cinese - riflessologia plantare - tecnica metamorfica - trattamento cranio-sacrale - desensibilizzazione con tecnica kinesiologica AUSILIO TERAPEUTICO Integrazione nutrizionale con Magnesio e Zinco Associazione tra oligoelementi diatesici e fiori di Bach Nella diatesi allergica (bambini allergici) MANGANESE OLIGOELEMENTO + VERVAIN Nelle distonie (bambini con instabilità comportamentale) MANGANESE-COBALTO + WALNUT Nelle sindromi di disadattamento ZINCO + BEECH (nelle intolleranze alimentari) ZINCO/RAME + CRAB APPLE (nelle fasi di sviluppo puberale) ZINCO/NICHEL/COBALTO + WHITE CHESTNUT (negli scompensi del comportamento alimentare) Nelle diatesi iposteniche (casi di eccessivo impegno energetico e stress di affaticamento) MANGANESE/RAME + OLIVE ® Holly Maurizio Di Leo Erborista, ricercatore e fondatore del Laboratorio Erboristico Di Leo nel 1981, conduce vari corsi di aggiornamento per erboristi e farmacisti. Relatore a diversi congressi nazionali ed internazionali nel campo della Fitoterapia, scrive libri ed articoli su varie riviste. Ha portato per primo i Fiori di Bach in Italia, all’inizio degli anni ’80. Abstract: Holly, come Walnut è un fiore di protezione: quest’ultimo ci protegge dalle influenze esterne, mentre Holly ci protegge dalle influenze interne, cioè dai sentimenti negativi che sono dentro di noi. Abstract: Heather is a flower that protect from negative feelings that are inside us. Parole chiave: Floriterapia, Bach, Holly ILEX AQUIFOLIUM Agrifoglio E’ un arbusto sempreverde con foglie lucide di colore verde scuro, dentellate e acuminate; d’inverno compaiono bacche rosse; la fioritura avviene tra aprile e giugno con fiorellini bianchi. L’agrifoglio può crescere, a volte, in mezzo a boschi di faggi dove le condizioni non sono proprio favorevoli e in molti paesi è legato al Natale per cui è considerata la pianta dell’amore. Ma le sue foglie acuminate sono dolorose al tatto e servono da protezione. HOLLY è ottenuto con il metodo della bollitura. Parole chiave: GELOSIA, INVIDIA, SOSPETTO, ODIO, RANCORE. Holly, come Walnut è un fiore di protezione: quest’ultimo ci protegge dalle influenze esterne, mentre Holly ci protegge dalle influenze interne, cioè dai sentimenti negativi che sono dentro di noi. Holly è il fiore della rinascita, è il fiore che rappresenta l’amore universale verso tutto e verso tutti, soprattutto verso noi stessi. Infatti i sentimenti che compaiono nello stato negativo, quali la rabbia, il rancore, la gelosia, l’odio, sono spesso rivolti proprio contro di noi. E’ necessario imparare ad accettare e a guidare la nostra parte Key words: Flower Therapy, Bach, Holly oscura; bisogna prendere coscienza del male e delle emozioni negative e cercare di superarle. E’ importante esprimere la rabbia e il rancore in quanto le somatizzazioni, il continuo rimuginare sono spesso legate alla comparsa di malattie. Il soggetto Holly può essere rappresentato da un marito eccessivamente geloso, sempre pronto a sospettare di ogni piccolo gesto o parola; può essere il collega che si logora per l’invidia nel vedere gli avanzamenti degli altri e infine può essere il bambino geloso per la nascita di un fratellino. Ammettere di aver bisogno di Holly è importante perché si dimostra di saper riconoscere questi sentimenti negativi e di volerci lavorare sopra. Può però capitare che prendendo Holly esca la rabbia repressa che ci teniamo dentro: meglio! La rabbia che esce non ci farà ammalare. Holly ci aiuterà poi a saperla gestire. Spesso la gelosia è legata all’insicurezza, alla paura di perdere la persona che si ama; così come l’invidia è tipica di chi si sente in uno stato di inferiorità e vede gli altri sempre migliori. Anche l’odio non è altro che l’amore pietrificato. Ma l’amore e questi sentimenti negativi sono strettamente legati: un amore non corrisposto spesso si può trasformare in odio per quella stessa persona. Lo stato Holly acuto è facile da riconoscere: è il soggetto che per tutta la notte digrigna i denti, che si alza al mattino già arrabbiato, che durante la giornata si accende facilmente e guai farglielo notare: si infuria ancora di più dicendo “Ecco adesso mi hai fatto veramente arrabbiare!”. Ma cosa nasconde tutta questa rabbia, tutto questo rancore: spesso alla base di ciò c’è un dolore come la perdita di una persona cara, o un grosso torto subito per cui si reagisce con rabbia perché non si sa gestire l’angoscia, il tormento interiore.Talvolta questa rabbia cresce dentro e viene sfogata sulle persone più deboli come i figli sui quali spesso scarichiamo le nostre frustrazioni. A livello fisico, Holly può aiutare nelle forme di prurito, acne e varie eruzioni cutanee che sono sempre legate alla rabbia. Chi si sente prudere le mani per il nervoso spesso soffre di infiammazioni o reazioni acute; e’ utile anche negli ascessi gengivali. E’ spesso utile nelle forme psicosomatiche, nelle quali Holly viene usato come drenante delle emozioni più superficiali 23 ® per far affiorare quelle più profonde. Holly, come Wild oat, è considerato un fiore catalizzatore da usare quando la persona ha stati d’animo negativi non facilmente individuabili: Holly in un soggetto dinamico e attivo, Wild oat se tende ad affrontare le situazioni in maniera passiva. Holly è un fiore legato al cuore e quindi a uno stato emozionale tipico dei bambini. Spesso questi bambini appaiono cattivi, ma sono solo molto arrabbiati: sono arrabbiati per la nascita del fratellino, per un amico che li delude, per una sconfitta, ecc. La rabbia è una delle prime emozioni che il bambino riesce a esprimere con manifestazioni anche molto intense. Pensiamo a un neonato che se non soddisfa immediatamente i suoi bisogni primari, quali il mangiare o l’essere cambiato, inizia a piangere e urlare fino a che non viene considerato dalla mamma. Piange e strilla quando non riesce a fare una cosa o a raggiungere un oggetto che lo attira. Segue poi il periodo delle sgridate, dei no e qui aumentano gli scatti di rabbia accompagnati spesso da calci, morsi, lancio di oggetti. E’ necessario dare a questi bambini Holly per sciogliere l’aggressività e ripristinare una certa serenità interiore. Holly è un fiore molto utile anche nell’adolescenza per attenuare i conflitti che vengono a crearsi con i genitori. La forza dell’amore è la stessa dell’odio solo con polarità opposta: Holly aiuta a cambiare la polarità. Nello stato positivo,Holly ci aiuta ad amare e a far fronte alle situazioni difficili della vita con amore, pur continuando a farci rispettare e affermare le nostre ragioni. Con Holly quelle situazioni che ci facevano perdere il controllo, ci aiuteranno a scoprire la nostra forza con la quale affrontarle. Aiuta a sviluppare l’amore per se stessi, cioè l’autostima. STATO NEGATIVO STATO POSITIVO Acidità di stomaco Amare Aggressività Amore disinteressato Amarezza Apprezzamento del lavoro degli altri Collera Armonia Competitività eccessiva Capacità di perdonare Difficoltà digestive Riconoscimento di sé Egoismo Simpatia Gastrite Umiltà Infelicità Insoddisfazione Invidia Irritabilità Permalosità Rabbia Rancore Senso di frustrazione Sfiducia Sospetto Vendetta Soluzione per Fiori Florit Soluzione per fiori è la miscela di Brandy ed acqua già pronta per la preparazione di composti floreali. Preparata con 1/3 di Brandy puro di madre di vinello della migliore qualità italiana invecchiato più di 5 anni in botti di rovere e 2/3 di acqua leggera dall’elevata conducibilità elettrica, si presenta in flacone da 30 ml, astucciato e con pipetta contagocce sterile. Pratico, veloce e sicuro per le Vostre miscele di Fiori di Bach 24 Soluzione idroalcolica di Acqua e Brandy per la preparazione di composti floreali ® I disturbi del sonno Antonella Napoli Floriterapeuta (iscritta al Rif, Registro Italiano Floriterapeuti), e Naturopata (iscritta al Finr, federazione italiana naturopati Riza) specializzata in lettura del corpo psicosomatica ed in Tecniche di Rilassamento. Nella sua professione usa ciò che la Natura mette a disposizione per un miglior equilibrio della persona, ma ama in particolar modo il mondo dei fiori. Lavora a Milano dove si occupa del benessere di bambini e adolescenti, donne in gravidanza, in menopausa, persone con problematiche causate dallo stress, e si prende cura anche degli amici animali (cani, gatti, cavalli, ecc.). Il suo sito che parla del mondo della floriterapia è www.fioriperlanima.com Abstract: il sonno, l’insonnia e i disturbi del sonno si dividono in 2 categorie: dissonnie e parasonnie. L’autrice propone l’utilizzo della Floriterapia come aiuto alla risoluzione di queste tipologie di problemi. Abstract: sleep, insomnia and sleep disorders are divided into two categories: dissonnie and parasomnias. The author proposes Bach Flower use for helping in solving these problems. Parole chiave: disturbi del sonno, Fiori di Bach Al contrario di quello che si può pensare, la parola “sonno” non è sinonimo di “inattività”, anzi nel periodo in cui si dorme si verificano molte attività complesse, sia nel cervello che nel corpo: i sistemi del corpo non vengono spenti, ma alcuni risultano anche più attivi che durante la veglia. Dormire è necessario al cervello per raccogliere gli stimoli della giornata, catalogarli, archiviarli, eliminando quelli superflui e predisponendoci all’elaborazione di idee, intuizioni, strategie. Per questi motivi possiamo pensare al sonno come ad un processo necessario, in alternanza alla veglia, per fare in modo che l’organismo si adatti all’ambiente circostante. C’è un’interazione, un equilibrio tra sonno e veglia, in cui senza l’uno non ci potrebbe essere l’altra: il sonno serve a stare svegli. Infatti in studi sulla deprivazione del sonno ci sono riduzioni, alterazioni sia delle prestazioni cognitive che di quelle fisiche. Questo però non vuol dire che esiste un numero di ore di sonno ottimali uguali per tutti. Dipende dalle necessità soggettive di ognuno: una buona notte di sonno varia da 3 a 10 ore. Quindi non è il numero di ore di sonno che può indicarci se abbiamo problemi legati al sonno, ma ci sono altri fattori importanti, ma il fondamentale è il fatto che il sonno di cattiva qualità causi malesseri e difficoltà sociali, di lavoro o in altre aree importanti del funzionamento durante la giornata. I disturbi del sonno si dividono in due categorie: dissonnie (insonnia, ipersonnia, narcolessia, disturbo del sonno correlato alla respirazione disturbo del ritmo circadiano del sonno) e parasonnie (disturbo da incubi, terrore nel sonno, sonnambulismo, sindrome da gambe senza riposo, bruxismo, enuresi notturna). L’INSONNIA E’ un’alterazione del sonno in cui c’è una difficoltà ad addormentarsi, o l’impossibilità di rimanere addormentati per tempi sufficientemente lunghi per potersi riposare. Questo causa reali problemi fisici o mentali alla persona. Se è di tipo TRANSITORIO, insorge in conseguenza ad un evento eccitante, a un’emozione intensa o a una notizia Key words: sleep disorders, Bach Flowers buona o cattiva. In questi casi l’ansia crea un’eccitazione del sistema nervoso che fa rimanere il cervello in uno stato di veglia permanente e possono esserci utili fiori come Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut) insieme a Florit 39 - Soccorso (Rescue) quando l’evento porta una tale eccitazione che non riusciamo a calmarci, a rilassarci e a toglierci dalla testa quello che è capitato. L’insonnia a BREVE TERMINE dura per un periodo di tempo limitato, non più di due o tre settimane consecutive, ed è conseguenza di eventi importanti, difficili, tragici della vita (per esempio un lutto, la perdita del posto di lavoro, ecc.). In questi casi possono essere utili: Florit 29 - Stella di Betlemme (Star of Bethlehem) quando siamo stati colti da una brutta notizia; Florit 30 - Castagno dolce (Sweet chestnut) se non si vede più una via di uscita e si pensa di essere arrivati al limite della sopportazione; Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut) per non rimanere sempre con lo stesso pensiero fisso: Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) se si ha la sensazione di non riuscire più a tenere sotto controllo la mente e si tenta di calmarla con fattori esterni che possano scaricare la tensione; Florit 38 - Salice giallo (Willow) se c’è un grande risentimento verso un destino ingiusto o verso la sfortuna; Florit 18 - Balsamina (Impatiens) Per allentare la tensione (impazienza ansia che emergono quando non si riesce a dormire). Lo stress del tempo che passa e noi che non riusciamo a dormire intensifica tensioni già esistenti, stabilendo così un circolo vizioso. L’insonnia CRONICA è abituale e persistente nel tempo. Qualunque motivo può scatenare l’insorgenza dell’insonnia, che può risolversi in tempi relativamente brevi e sopportabili, ma può anche assumere il carattere cronico e diventare un disturbo importante per i problemi che ne derivano. Quando l’insonnia si è cronicizzata i fiori da utilizzare sono molto individuali. 25 ® Elencherò i fiori più utili in casi frequenti, ma sarebbe utile conoscere la storia e le caratteristiche di ognuno. • difficoltà ad addormentarsi provocata da cambiamenti Florit 7 - Ippocastano (Chestnut bud); Florit 33 - Noce (Walnut); Florit 20 - Mimolo giallo (Mimulus); • difficoltà ad addormentarsi quando la giornata ci ha portato molte preoccupazioni e rabbia Florit 15 - Agrifoglio (Holly); Florit 22 - Quercia (Oak); Florit 31 - Verbena (Vervain); • la difficoltà ad addormentarsi avviene quando si è troppo stanchi Florit 23 - Olivo (Olive); • Insonnia alternata ad ipersonnia Florit 28 - Fiorsecco (Scleranthus); Florit 17 - Carpino bianco (Hornbeam); Florit 9 - Vitalba (Clematis); • insonnia o risvegli dovuti agli stessi pensieri che ci tormentano Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut); Florit 1 - Eupatoria (Agrimony); Florit 31 - Verbena (Vervain); • quando i pensieri sono sempre rivolti a qualcuno della famiglia per cui si è preoccupati (per esempio figli che devono rientrare di notte) Florit 25 - Ippocastano rosso (Red chestnut); Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut); • risvegli notturni frequenti dovuti a rumori o fastidi Florit 33 - Noce (Walnut); Florit 20 - Mimolo giallo (Mimulus); • risveglio anticipato pensando a tutte le cose che si dovranno fare il giorno dopo Florit 18 - Balsamina (Impatiens); Florit 35 - Ippocastano bianco (White chestnut). Esistono comunque delle “regole” o meglio dei comportamenti da tenere quando c’è un problema di insonnia cronica: • Non usare il letto per mangiare, rimuginare sulle preoccupazioni, discutere con il partner o discutere al telefono. Bisognerebbe evitare anche di leggere e guardare la televisione a letto. 26 • Mettersi a letto solamente se si ci sente sonnolenti • Quando ci si mette a letto, spegnere la luce e disporsi subito a dormire. Se non ci si addormenta entro 15 minuti (o ci si sveglia di notte e non ci si riesce ad addormentare sempre entro 15 minuti), bisogna alzarsi dal letto, andare in un’altra stanza, svolgere qualche attività rilassante finché non ci si sente di nuovo sonnolenti. A quel punto tornare a letto e provare a dormire. • Non fare sonnellini diurni • Non assumere alcolici nelle 2 ore prima di andare a letto • Non assumere sostanze eccitanti (esempio: caffeina) nelle ultime 6 ore prima di andare a letto • Evitare di fumare nell’ultima mezz’ora prima di andare a letto • Evitare di mangiare cioccolata, zuccheri o grosse quantità di liquidi prima di andare a letto o nei risvegli intranotturni. • Praticare attività fisica regolarmente • Rendere il più confortevole possibile la camera da letto IPERSONNIA E’ il bisogno di dormire un numero di ore superiore alla media e c’è una grande difficoltà a svegliarsi la mattina. La persona vorrebbe stare a letto, o dormire, anche durante il giorno, ma se lo fa questo sonno non ha effetti riposanti. Non hanno alcuna difficoltà ad addormentarsi la sera, ma al risveglio possono essere nervosi e confusi. Qui possiamo prendere in considerazione: Florit 17 - Carpino bianco (Hornbeam) per le persone che vivono la giornata come una routine, e per questo motivo la mattina fanno così fatica ad alzarsi e si sentono stanchi e pigri, ma quando gli viene proposto qualcosa di entusiasmante recuperano energia immediatamente. Florit 11 - Olmo inglese (Elm); Florit 21 - Senape sel- ® vatica (Mustard) quando diventa troppo pesante pensare di iniziare una nuova giornata Florit 28 - Fiorsecco (Scleranthus) per ristabilire i giusti ritmi del sonno Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) per riuscire a lasciarsi andare durante le ore del sonno e quindi avere un sonno che sia ristoratore. NARCOLESSIA Eccessiva sonnolenza durante il giorno. Si hanno attacchi irresistibili di sonno ristoratore che ricorrono quotidianamente per almeno tre mesi. A differenza dell’ipersonnia in cui l’aumento del sonno è graduale e non è ristoratore, nella narcolessia si presentano come veri attacchi improvvisi, al termine dei quali ci si sente riposati fino al ritorno di un nuovo attacco di sonno. Due caratteristiche della narcolessia sono: là dove in seguito ad un’emozione forte si può perdere il tono muscolare, accasciarsi a terra senza riuscire a muoversi, ma mantenendo la coscienza di ciò che sta avvenendo e le ALLUCINAZIONI ipnagogiche, che sono una specie di allucinazioni o sogni angoscianti che la persona vive mentre si sta addormentando o mentre si sta svegliando, rendendosi perfettamente conto di ciò che avviene, senza tuttavia riuscire a svegliarsi. In entrambi i casi è utile al momento il Florit 39 - Soccorso (Rescue). In generale possono usarsi: Florit 9 - Vitalba (Clematis) e Florit 37 - Rosa canina (Wild rose) per l’eccessiva sonnolenza e gli attacchi di sonno Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum) per la perdita del controllo durante gli attacchi improvvisi e per il mantenere la coscienza, senza riuscire a svegliarsi durante la cataplessia o le allucinazioni Florit 2 - Pioppo tremolo (Aspen) e Florit 26 - Eliantemo (Rock rose) per i sogni angoscianti che sono come allucinazioni. Disturbo del sonno CORRELATO ALLA RESPIRAZIONE La sindrome più nota è quella delle apnee notturne dovuta ad ostruzione delle alte vie respiratorie (ad esempio: palato molle e/o base della lingua e/o ugola, o tonsille nei bambini) in cui c’è una sospensione del respiro di alcuni secondi, ripetuta per tutta la notte. Questo porta a sonnolenza durante il giorno, affaticamento, perdita della memoria, ipertensione, riduzione della libido ed è considerata un fattore di rischio indipendente per la patologia cardiovascolare (infarto, ictus). Nel caso si soffra di questo disturbo (solitamente si accorge chi dorme vicino) è quindi importante un controllo specialistico. Disturbo del RITMO CIRCADIANO DEL SONNO Insonnia dovuta ad uno squilibrio tra il ciclo sonno-veglia richiesto dall’ambiente in cui vive la persona e il suo particolare ritmo circadiano sonno-veglia. Utile in questo caso è Florit 28 - Fiorsecco (Scleranthus) per risistemare i ritmi sonno-veglia. INCUBI Quando i sogni avvengono nella seconda metà della notte (il sonno è più profondo), e provoca sogni terrificanti, caratteriz- zati da immagini vivide e molto emotive, che fanno svegliare. Al risveglio, la persona ricorda il sogno terrifico nei dettagli, e può presentare ansia, paura e difficoltà a tornare a dormire, tachicardia, sudorazione e tachipnea (accelerazione del ritmo del respiro). A differenza del pavor nocturnus, dopo l’incubo si ha un completo risveglio, e memoria del sogno. Subito al risveglio è utile Florit 39 - Soccorso (Rescue). Se gli incubi sono frequenti, i fiori consigliati da utilizzare sono Florit 26 - Eliantemo (Rock rose); Florit 1 - Eupatoria (Agrimony); Florit 20 - Mimolo giallo (Mimulus) PAVOR NOCTURNUS Compare all’inizio della notte e si manifesta con un brusco risveglio spesso accompagnato da urla, pianto, tachicardia, tachipnea, sudorazione e pupille dilatate (capita spesso nei bambini). Al contrario dell’incubo la persona ricorda solo frammenti di sogno, ma non i contenuti. Florit 2 - Pioppo tremolo (Aspen); Florit 26 - Eliantemo (Rock rose) SONNAMBULISMO Si compiono azioni mentre si sta ancora dormendo, senza rendersene conto. Di solito avviene all’inizio della notte. Spesso la persona affetta da sonnambulismo, se non disturbata, torna a letto spontaneamente, senza che abbia ricordi di quello che è successo. Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum); Florit 1 - Eupatoria (Agrimony); Florit 9 - Vitalba (Clematis) GAMBE SENZA RIPOSO Sensazione di fastidio alle gambe, che la persona avverte nel momento in cui va a dormire, o comunque quando è a riposo, formicolio, crampi, irrequietezza, prurito, a volte anche solo difficoltà a tenere le gambe ferme, ed un bisogno irresistibile di muoverle. Questo spesso porta la persona ad alzarsi dal letto e camminare, fino a che non sente che il disturbo diminuisce. Provoca difficoltà ad addormentarsi, e i possibili frequenti movimenti delle gambe durante il sonno possono provocare risvegli (stanchezza deconcentrazione durante il giorno). Ci sono varie cause per questa problematica e senza entrare nel’eziologia credo che quello che può essere più importante sia potersi adattare a questo sintomo quando non è doloroso, ma solamente fastidioso: Florit 18 - Balsamina (Impatiens); Florit 33 - Noce (Walnut) BRUXISMO Digrignamento dei denti che vengono sfregati tra di loro, senza accorgersene. Solitamente avviene poco dopo che la persona è andata a dormire e la persona non si rende conto di quanto succede. Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum); Florit 1 - Eupatoria (Agrimony) ENURESI NOTTURNA Difficoltà o incapacità di controllare la fuoriuscita di urine durante il sonno. Fenomeno abbastanza comune e normale se si presenta entro i 6 anni, se avviene più tardi vanno ricercate le cause. Florit 6 - Mirabolano (Cherry plum); Florit 7 - Ippocastano (Chestnut bud); Florit 26 - Eliantemo (Rock rose) 27 Per un dolce riposo COMPRESSE | GOCCE | TISANA ® Per un approccio biodinamico alla cellulite Dr. A. Gessati – Milano Medico Nutrizionista, Specialista in Terapia Tradizionale Cinese e Agopuntura Abstract: Nel campo della Medicina Estetica emerge un’accresciuta sensibilità nei confronti di tecnologie mininvasive per il trattamento delle patologie a carattere cronico-degenerativo; allo stesso tempo rimane la consapevolezza che una seria e corretta terapia domiciliare di supporto vasotropo, drenante e termogenico sia componente imprescindibile di una terapia vincente. Abstract: In the aesthetic medicine there is a greater sensitivity towards minimally invasive technologies for the treatment of chronic-degenerative problems, at the same time remain that a serious and proper home care support vasotrope, both draining and thermogenic are component essential for a successful therapy. Parole chiave: P.E.F.S. panniculopatia, edematosa, fibrosclerotica Introduzione Il presente articolo è intimamente legato ad un lavoro precedente, apparso nel numero 1 anno 2009 (Diamo alla cellulite il “peso” che merita) nel quale si è tentato di delineare un profilo clinico dei vari quadri eziopatologici e le diverse manifestazioni cliniche della pannicolopatia. Oggi proponiamo la “filosofia di approccio” ad una nuova metodologia terapeutica nata dalle recenti acquisizioni tecnologiche e da radicate consapevolezze interpretative. Nel campo della Medicina Estetica emerge, infatti, un’accresciuta sensibilità nei confronti di tecnologie mininvasive per il trattamento delle patologie a carattere cronico-degenerativo; allo stesso tempo rimane la consapevolezza che una seria e corretta terapia domiciliare di supporto vasotropo, drenante e termogenico sia componente imprescindibile di una terapia vincente. Nella genesi dei processi di fibrociti con tendenza alla degenerazione-sclerotizzazione ed alla cronicizzazione (e la cosiddetta cellulite cos’altro è) non vi sono, poi, fenomeni totalmente patologici, ma fenomeni che lo diventano, quando perdono la loro capacità di regolazione o sono mal localizzati. Ed è ormai concetto acquisito che la vera “restituito ad integrum” da una malattia non può essere compiuta se non dall’organismo stesso: lo impone la complessità dei processi regolatori che si sono perfezionati nel corso dell’evoluzione. Perché ciò avvenga, però, è necessario che il sistema oggetto sia al centro della dinamica patologica. Da ciò ne consegue, almeno da un punto di vista teorico, che gli interventi terapeutici dovrebbero essere mirati ad “orientare”, modulare la cascata di fenomeni, a prevenire effetti e complicazioni. E’ suggestivo, quindi, pensare alla possibilità di trattare patologie multifattoriali ad andamento cronico utilizzando nuove tecnologie che contemplino non solo l’ambito non squisitamente biochimico, ma anche quello biofisico. I sistemi a LED: una novità in campo dermo-estetico In campo dermo-estetico, la suggestione che deriva dall’utilizzo delle strumentazioni a LED (Light Emitting Diodes) è quella di riuscire a regolare alcune funzioni organiche agendo in maniera Key words: P.E.F.S “atraumatica” e non invasiva su strutture periferiche fisiologicamente deputate alla trasduzione di segnali di natura chimico-fisica in segnali biologicamente compatibili. I LED non inducono l’effetto di fototermolisi selettiva dei laser ma sfruttano direzione e frequenza dei messaggi luminosi al punto da formulare con i loro sistemi biologici di riconoscimento (cellulari e non) quello che è stato definito il “codice della luce”. Questo dialogo informazionale affascinante avviene a livello della Matrice Interstiziale: poiché i microcapillari, le fibre nervose vegetative e le cellule del tessuto connettivo sono reciprocamente informate tramite i prodotti cellulari liberati, il risultato è un vasto sistema umorale intercorrelato. Una sorta di network in grado di regolare ed al bisogno incrementare le capacità di prestazioni sistemiche. In questo microscopico spettacolo la matrice preserva i legami biologici sostenendo la capacità di modulare la relazione capillare/ recettore: la connessione tra microvasi e parenchima avviene sì ai margini dei connettivi, e per periodi elettivi di attività, ma con una riserva sostanziale. Il passo dell’informazione molecolare è sospeso tra legami debolissimi e superspecifici, giochi elettromagnetici infinitesimali di sotto-sovrastimolazione. Così, se adeguatamente stimolata da un codice luminoso che è in grado di decifrare, la struttura biologica matriciale sa caratterizzarsi come evento adatto al dialogo biologico “semplicemente” con passaggi molecolari in bassa concentrazione. Alcune strutture della matrice, infatti, sono in grado di modificare le loro stesse caratteristiche stereochimiche in funzione alle esigenze delle cellule e consentono alla matrice di riaprire, se non proprio di ospitare vettrici vascolari inespresse. E’ un po’ come se la matrice extracellulare (probabilmente attraverso proteasi ed endopeptidasi zinco dipendenti) facesse un trasloco interno: prima di ricanalizzare percorsi chiusi, se non proprio dare origine ad un nuovo vaso (processo di neoangiogenesi) bisogna creare lo spazio adatto. Basta davvero poco per attivare un meccanismo relativamente semplice basato sul passaggio gel-sol, sull’effetto tixotropico e piezoelettrico determinato da una variazione repentina e momentanea della carica elettrica dei proteoglicani ed il reticolo proteoglicanico, sintetizzato dai fibroblasti è capace di vibrare e reagire di fronte a 29 ® stimolazioni elettriche o elettromagnetiche. La velocità di queste trasformazioni giustifica l’ipotesi di modelli matematici che chiamano in causa la biofisica quantistica e che vengono letti in chiave di attivazione dei processi biochimici a cascata. La terapia domiciliare di supporto La terapia domiciliare di supporto adottata nel corso del nostro studio si compone nell’assunzione di integratori alimentari e nell’applicazione di cosmetici topici ad azione elasticizzante e drenante mirati al trattamento dell’insufficienza vasculolinfatica microcircolatoria, con particolare riguardo all’azione di attività antiossidanti e antiradicali. Le componenti principali di tali integratori (suddivisi per campo d’azione) sono: AZIONE VENOTROPA Centella asiatica (Hydrocotyle asiatica) - tit. 5% Asiaticoside L’utilizzo della Centella è legato alle sue attività venotropa ed antiedemigena, che si estrinseca in particolare sui fibroblasti, principalmente con azione sia sul connettivo perivascolare, sia nel miglioramento del tono endoteliale con il ripristino della permeabilità microcapillare. Meliloto (Melilotus officinalis) - tit. 2% Cumarina Importante per la contrattilità vasale e linfatica e per innescare processi antinfiammatori. AZIONE DRENANTE Lespedeza capitata - tit. 4% Flavonoidi tot. come Rutina La Lespedeza è in grado di aumentare la diuresi con minimo effetto sul bilancio idro-elettrolitico e pertanto con effetto risultante di tipo acquaretico. AZIONE ANTIOSSIDANTE Corteccia di Pino Marittimo francese (Pinus pinaster) - tit. 65% Procianidine oligomeriche Le proantocianidine oligomeriche (OPC’s) contenute nella corteccia di Pino Marittimo francese (Pinus pinaster), oltre alle ben note proprietà antiossidanti, possiedono proprietà vasoprotettive e preventive nei confronti delle patologie a carico dell’apparato cardiovascolare. L’azione flebotonica che esercitano è data dall’aumento della resistenza e dalla ridotta permeabilità delle pareti vasali. Camu-Camu (Myrciaria dubia) - tit. 50% Vitamina C Il suo impiego nella formulazione è dovuto all’azione antiossidante e vasoprotettrice dell’acido ascorbico che si esplica contrastando l’azione dannosa dello stress ossidativo e dei radicali liberi sulle pareti vascolari e il progressivo impoverimento e perdita di collagene delle stesse. Il frutto del Camu-Camu è probabilmente la fonte di vitamina C naturale più ricca. Mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) - tit. 25% Antocianosidi I cui frutti, ricchi di antociani, tannini, flavonoidi e vitamina C contrastano l’azione di enzimi proteolitici quali elastasi o collagenasi e svolgono azione regolatrice sulla contrattilità arteriolare. AZIONE TERMOGENICA Caffè verde (Coffea arabica) - tit. 45% Flavonoidi tot. come Acido clorogenico La scelta del Caffè verde nella formulazione è dovuta al fatto che spesso la P.E.F.S. si accompagna a situazioni di lieve o accentuato sovrappeso, che possono essere contrastate da un composto ad azione termogenica e ritardante l’assorbimento degli zuccheri, quale l’acido clorogenico. 30 AZIONE FISIOLOGICA Magnesio Minerale essenziale dotato di importanti funzioni fisiologiche, soprattutto a livello muscolare e delle ossa. Vitamina E (alfa-Tocoferolo) Esplica un’importante attività antiossidante e protegge le strutture lipidiche cellulari dal danno causato dai radicali liberi. Vitamina B6 (Piridossina cloridrato) È una vitamina idrosolubile pertanto va continuamente reintegrata e svolge un ruolo importante come coenzima nella trasformazione e utilizzazione di carboidrati, grassi e proteine. Facilita la liberazione di glicogeno da parte del fegato e dei muscoli per la produzione di energia e contribuisce a mantenere l’equilibrio di sodio e potassio che regola i fluidi dell’organismo. Il protocollo operativo Abbiamo voluto valutare i risultati estetici ottenuti nel rimodellamento della silhouette (foto 1/2) e le (eventuali) modificazioni microvascolari sia acute che croniche in 20 pazienti di sesso femminile di età media di 37,9 anni (+/- 8,1) affette da pannicolopatia edematofibrosclerotica (11/20) e/o adiposità localizzata (9/20). Le immagini correlate danno merito anche dei risultati estetici ottenuti per quello che riguarda il rimodellamento della silhouette. Viene eseguita, in tutte le pazienti, una doppia valutazione strumentale all’inizio ed al termine del ciclo di trattamenti: una ripresa Foto 1-2. Tele-termografica (foto 3/4) ed una microangiologica mediante Video-Capillaroscopia a Sonda Ottica (VCSO dopo un intervallo di 15-20 min. in posizione clinostatica ed in ambiente termostatato a T°C costante) allo scopo di valutare in modo riproducibile le condizioni microemoreologiche e la (eventuale) presenza di patodismorfosi dei microvasi (foto 5/6). Il quadro microvascolare comune a tutte le pazienti è rappresentato dalla presenza di una severa riduzione della velocità di flusso della colonna ematica endoluminale, da una spiccata tendenza all’eritroaggregazione della medesima, dalla presenza di estroflessioni, ectasie ed incisore parietali plurifocali plurisegmentarie plurime a carattere bilaterale ad indicare la perdita del tono venulare. In 13/20 pazienti erano anche presenti aree metacromatiche in differenti stadi evolutivi indicanti i diversi, fisiologici processi di riassorbimento di pigmento emosiderinico travasato all’esterno del ® ® Foto 3-4. Foto 5-6. vaso per verosimile pregressa ressi di microaneurisma parietale: tali reperti microvascolari sono tipico e patognomonico quadro di Microangiopatia da Stasi Venulo-Venosa. Tipicamente costante, inoltre, era l’abiotrofismo regressivo come reperibile nelle patologie del tessuto adiposo, ed in 12/20 pazienti erano pure evidenti aree crateriformi, stigmata peculiare della P.E.F.S. Inoltre, degno di peculiare menzione appariva il reperto microvascolare, in 11/20 pazienti, di pregresse micro-TVP, alcune delle quali (6/11) in fase riorganizzativa. Le pazienti si sottopongono ad un ciclo di 12 sedute di fotobiomodulazione LED rosso ed infrarosso (strumentazione Physis Tech con sonda a 24 emettitori a lunghezza d’onda 880 nm – foto 7) a cadenza settimanale. La terapia domiciliare consiste nell’assunzione di 2 compresse di integratore fitoterapico (mattino e pomeriggio lontano dai pasti). Al termine dello Studio Clinico, il quadro microvascolare dominante (16/20) era rappresentato dalla tendenza ad un rinforzo della trama vascolare capillaro-venulare, con incostanti ma significative anse a staffa di cavaliere (10/20), dalla ricomparsa di microflussi identificabili (12/20) mediante Foto 7. opportuna ottica (400-X) seppur in presenza di movimenti va e vieni della colonna ematica (7/12), nonché dalla presenza di sfigmicità e progressione della colonna ematica (6/20), ad indicare una riduzione delle resistenze venulari con conseguente incremento della vis a retro arteriolare. Degno di menzione era la riduzione della tendenza alla eritroaggregazione della colonna ematica. Sembra lecito il pensare che la sinergia creata tra l’emissione fotonica dolce del LED e gli attivi biodisponibili dell’integratore sia stata in grado di operare modificazioni all’interno di alcune strutture della Matrice Extracellulare con conseguente cambiamento delle condizioni biochimico-umorali e/o funzionali del microvaso indirizzate alla più fisiologica espressione dell’ attività del medesimo. C’è una bella differenza tra stare bene e stare in forma MODELLA crema corpo 250 ml RIDUCE crema corpo 250 ml MoviCELL® MODELLA e RIDUCE sono state formulate e testate in collaborazione con il DIPARTIMENTO di SCIENZE FARMACEUTICHE dell’UNIVERSITÀ degli STUDI di FERRARA. 31 ® Il trattamento fitoterapico nella disfunzione erettile e nelle turbe della fertilità Dott. Gennaro Crispo – Napoli Medico chirurgo, Specialista in medicina dello sport ed in fitoterapia, docente di medicina tradizionale cinese. Abstract: Nel mondo industrializzato vi sono, statistiche alla mano, oltre 90 milioni di uomini affetti da impotenza. L’autore passa in rassegna le diverse cause di questa patologia e propone alcuni rimedi fitoterapici. Abstract: In the world there are more than 90 million men suffering of impotence. The author reviews the various causes of this disease and suggests some herbal remedies. Parole chiave: impotenza, fitoterapia Key words: impotence, Phytoterapies Con il termine disfunzione erettile, si definisce l’incapacità ripetuta di ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per un rapporto sessuale soddisfacente. Spesso questo termine può anche essere usato per descrivere altri problemi che interferiscono con il rapporto sessuale e la riproduzione, compresi la mancanza di desiderio sessuale o problemi di eiaculazione o d’orgasmo. L’impotenza può essere totale, quando il soggetto non ha la capacità di raggiungere l’erezione, o parziale, caratterizzata da un iniziale inturgidimento del membro, che non viene mantenuto nel tempo necessario a terminare un rapporto sessuale. Nel mondo industrializzato vi sono, statistiche alla mano, oltre 90 milioni di uomini affetti da impotenza. Il disagio della problematica è dimostrato dal fatto che, in Italia, solo 1 uomo su 10 decide di affrontare e curare i suoi problemi sessuali; tale reticenza fa presumere che le statistiche, in realtà, sottostimino un problema più vasto. Ma quali sono le più frequenti cause di disfunzione erettile ? • Gravi patologie come: il diabete, nefropatie, le malattie neurologiche come la sclerosi multipla, aterosclerosi e malattie vascolari ad essa connesse (rappresentano circa il 70 per cento delle cause di deficit della funzione erettile). • Abitudini voluttuarie come: il fumo, l’eccesso di alcolici, le sostanze stupefacenti. • Cattiva igiene di vita (sovrappeso e sedentarietà). • Interventi chirurgici in particolare della prostata e la chirurgia radicale per cancro della vescica (possono danneggiare i nervi e le arterie afferenti all’area peniena). • Lesioni del midollo spinale, della prostata, della vescica così come dei tessuti fibrosi dei corpi cavernosi. • Farmaci che possono alterare la funzionalità sessuale maschile, tra questi: antistaminici, antidepressivi, beta bloccanti, tranquillanti, soppressori dell’appetito e cimetidina. • Fattori psicologici quali: stress, senso di colpa, depressione, bassa autostima, ansia da prestazione. Forte è stata l’attenzione dell’industria del farmaco nei confronti di questo diffuso problema, la “pillola blu”, la “pillola gialla” sono ormai patrimonio dei nostri tempi, rivoluzionando di fatto i costumi e le abitudini di uomini di tutte le età. 32 Quale può essere il ruolo della fitoterapia, nel contesto terapeutico della gestione della disfunzione erettile? Da sempre la tradizione medica di tutte le epoche si è occupata di rimedi, spesso fantasiosi, utili a dare vigore al maschio desideroso di esprimere la propria sessualità anche a dispetto del tempo che avanza. Non a caso molte piante “afrodisiache” sono di origine orientale, segno anche dell’impegno dei medici imperiali nell’ausilio al monarca, impegnato su più fronti amorosi tra innumerevoli mogli e concubine. Molte piante medicinali, che appartengono alla categoria degli adattogeni, sono state utilizzate da secoli per rinvigorire la sessualità maschile. Tra le più note ricordiamo il Ginseng, la Muira Puama, la Damiana o Turnera afrodisiaca e rimanendo nella tradizione nazionale ricorderemo sicuramente l’umile peperoncino, uno dei sovrani della nostra cucina, il più noto afrodisiaco naturale nazionale. Fitoterapia e impotenza, leggende popolari o realtà scientifica? Nel valutare i meccanismi che sono alla base dell’erezione, fenomeno legato al riempimento di sangue arterioso dei corpi ® cavernosi, sotto lo stimolo del nitrossido, sostanza liberata nel sangue al momento dell’eccitazione, valutiamo come utili ausili della virilità anche rimedi a specifica azione vascolare. Tra questi uno dei più adatti è il Gingko Biloba, un rimedio noto per la sua azione di supporto del circolo arterioso e venoso, venuto alla ribalta del mondo scientifico occidentale per i numerosi studi che ne supportano la valida azione vasoprotettrice e antiossidante, data dai ginkgo-terpeni, componenti attivi della droga. Lo stesso capsicum o peperoncino supporta chimicamente la sua fama con due meccanismi d’azione propri della capsaicina, principio attivo cui sono legate le doti terapeutiche della pianta, che provoca vasodilatazione dei corpi cavernosi sia penieni che clitoridei, mentre sulla mucosa intestinale provocherebbe il rilascio di VIP (vasoactyve intestinal polipeptide) che favorirebbe la chiusura delle giunzioni artero-venose, utile supporto alla funzione erettile. Anche l’alimentazione, è un importante presidio da utilizzare nella soluzione dei problemi maschili, soprattutto con la preferenza di quei cibi che incrementano la produzione di ossido nitrico. Caratteristica comune di questi è la loro ricchezza in nitrati che vengono convertiti nella molecola ad azione vasodilatatrice, tra questi ricordiamo l’anguria che ne contiene ingenti quantità, così come la rucola. Recenti studi andrologici asseriscono infatti che un principio attivo in particolare, contentuto nel cocomero, la citrullina, sembrerebbe essere responsabile, trasformandosi più stabilmente in arginina, di una maggiore produzione di ossido nitrico. Un’attenzione ulteriore dovrebbe essere rivolta anche a rimedi capaci di apportare un aiuto in quelle situazioni in cui la componente ormonale, data da deficit di increzione del testosterone, può essere supplementata naturalmente. Numerosi sono i rimedi ricchi di principii attivi ad azione steroidea, tra i più noti ricordiamo: la Pfaffia Paniculata o Suma o Ginseng Brasiliano, il Tribulus Terrestris e la Maca o Lepidyum Meyenii. Questi rimedi hanno mostrato, sulla base di numerosi studi scientifici, la capacità di aumentare i livelli di testosterone sierico, in particolare la Maca ed il Tribulus Terrestris hanno mostrato sperimentalmente anche un significativo effetto stimolante sulla spermiogenesi. Riassumendo quindi, la fitoterapia può avere un ruolo significativo nella gestione della disfunzione erettile, soprattutto se mirata a correggere le componenti vascolari ed ormonali che possono accompagnare la problematica. Concludo ricordando che qualsiasi rimedio diventa inutile, quando l’armonia e l’alchimia della coppia non hanno la forza di riscaldare la nostra passione e parafrasando la Scuola medica Salernitana, ricordo che anche per una buona sessualità: “Si tibi deficiant medici, medici tibi fiant haec tria: mens laeta, requies, moderata diaeta” (Se ti mancano i medici, siano per te medici queste tre cose: l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta). Una nuova carica di Potenza 33 ® notiziario corsi Pianeta Nutrizione. PArma 15-17 aprile 2011 Pianeta Nutrizione che ha già debuttato a Cibus 2010, ha registrato oltre 1000 presenze tra medici e nutrizionisti, oltre 30 società scientifiche accreditate e più di 80 tra relatori e moderatori.L’obiettivo è di approfondire, con seminari, corsi e workshop accreditati al Ministero della Salute per il conferimento dei crediti ECM, le tematiche della “sana alimentazione e integrazione” e conoscere meglio le caratteristiche nutrizionali dei diversi alimenti. I temi che verranno trattati nel corso della Edizione di Pianeta Nutrizione 2011 saranno: - Corretta alimentazione e stili di vita quale strumento di prevenzione in tutte le fasce d’età - Sale e Salute - Obesità e altre patologie correlate all’alimentazione nelle varie fasce d’età CORSI ECM Recensioni WEB è on-line il nuovo sito ufficiale del metodo dimagrante AMINBIODIET® Tanti consigli e suggerimenti per ritrovare il benessere e la forma perduti. www.aminbiodiet.com Akesios Group srl è una Società specificamente dedicata ai Convegni / Congressi / Workshop e Scuole di Formazione per i quali sia richiesto l’accreditamento ECM. Il Ministero ha già accordato ad Akesios Group Srl la qualifica, a livello Nazionale, di Provider ECM, per la formazione RES (Residenziale) con il numero identificativo 403 dell’Albo Provider. LE STRATEGIE DIETETICHE NELLE ADIPOSITA’ GENERALIZZATE E LOCALIZZATE Dalla dieta VLCD alla dieta di tipo Mediterraneo: il loro utilizzo nella pratica clinica A cura del Dott. Giuseppe Castaldo Nel 1973 il Prof. Blackburn inventò e sperimentò una dieta VLCD di tipo proteico in grado di determinare il dimagrimento assicurando al contempo un bilancio azotato equilibrato, tale da evitare catabolismo muscolare. Il Dott. Giuseppe Castaldo ha modificato il protocollo terapeutico del Prof. Blackburn, sperimentando un metodo combinato che associa varie tecniche dietetiche, al fine di trattare efficacemente le adiposità localizzate e generalizzate. Tale corso ha l’obiettivo di illustrare i vantaggi dell’applicazione di tale metodologia ed insegnarne i principi cardine, a partire dalla corretta valutazione nutrizionale dei pazienti fino alla prescrizione di un protocollo terapeutico personalizzato. Il Corso è rivolto ai medici specialisti o specializzandi in Scienze dell’Alimentazione, agli Internisti, a medici esperti in Medicina Estetica ed in Medicine Non Convenzionali, oltre a tutti i medici interessati alla Dietologia ed alla Nutrizione Clinica. www.akesios.it Il sito ufficiale REN, per una cura della pelle e del proprio corpo nel rispetto della natura. www.renskincare.com ELENCO PROSSIMI APPUNTAMENTI: 15 aprile Presso Pianeta Nutrizione 26 maggio Roma Info: Manuela Biserni Tel 0549 911030 Fax 0549 956700 mail: [email protected] 34 Il metodo MAS.CUR.INT.® ed il sito web relativo. www.mascurint.com LA MEDICINA MEDITERRANEA Dall’insieme delle conoscenze che provengono dalla tradizione mediterranea (di derivazione Ippocratico-Galenica) e da quella Ayurvedica (la millenaria tradizione indiana) nascono le formulazioni di Equidiger, Epa, Menogas. Equidiger: stimola la digestione nella sua interezza, essendo attivo sulle funzioni digestive di stomaco, fegato, pancreas ed intestino. Epa: valido sostegno alle funzioni metaboliche e di disintossicazione del fegato. Menogas: utile per ridurre la formazione dei gas intestinali e favorire il naturale movimento verso il basso, migliorare le funzioni digestive, l’assimilazione e l’equilibrio della flora batterica intestinale, eliminare infiammazioni e dolori addominali. ® è arrivata la nuova dieta www.dimabiodiet.com ®