Neorealismo - Liceo Galvani

Transcript

Neorealismo - Liceo Galvani
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
Neorealismo
1)
SCHEMA ORIENTATIVO
(RDA)
IL TERMINE: DAL CINEMA ALLE ALTRE ARTI; IL DENOMINATORE COMUNE
•
•
Il termine Neorealismo originariamente fu riferito a una corrente cinematografica
affermatasi nel secondo dopoguerra: i primi film sono Ossessione di Luchino Visconi, del
1943 (il primo), Ladri di biciclette di V. De Sica e Paisà di R. Rossellini1. Esso si valeva
spesso di attori non professionisti, presi effettivamente dalla strada, dai più disparati idiomi
e livelli culturali.
Il termine fu esteso poi a letteratura, pittura, architettura, fotografia ecc., arti tutte in cui
espresse una volontà di rappresentazione diretta del mondo reale:
- in arte, rifiutò i principi dell'astrattismo e del funzionalismo, recuperando i moduli
figurativi tradizionali. Esempi: R. Guttuso ed E.Treccani in pittura; il quartiere INA-casa a
Roma in architettura/urbanistica (edifici disposti irregolarmente, a simulare la spontaneità
delle edificazioni popolari, con spazi liberi;2
- in letteratura, il periodo che la critica oggi circoscrive è quello fra 1943 (anno preciso,
perché mutuato dal film citato di Visconti) e 1950: gli ultimi anni della seconda guerra
mondiale e l'immediato dopoguerra, in concomitanza con la spinta a fotografare e ricostruire
la realtà italiana devastata dal ventennio e dalla guerra.
LA LETTERATURA
•
Il N. non fu mai una "scuola", nel senso che gli intellettuali che espressero le esigenze che
riconosciamo come costruttive di tale corrente non costituirono un gruppo che elaborò un
manifesto (c ome era invece accaduto alle avanguardie del primo Novecento). La migliore
definizione è forse quella di Italo Calvino nella prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno scritta
nel 1964: "il neorealismo non fu una scuola, ma un insieme di voci, in gran parte periferiche,
una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle Italie fino allora più sconosciute
dalla letteratura."
•
•
Tornando alla cronologia, oggi si tende a non includere nel N. le esperienze degli anni '30
(da Pavese a Vittorini al primo Moravia, e poi Alvaro, Silone e Bernari), rubricate
piuttosto come antecedenti, in quanto esperienze fondamentali e diverse di ritorno al
romanzo e alla realtà in polemica o in alternativa alla coeva produzione della poesia e della
prosa d'arte che ruotava attorno alla rivista "La Ronda", che assegnava invece alla letteratura
una posizione e un ruolo avulsi dalla realtà sociopolitica. Questi autori, che maturarono una
coscienza antifascista e furono spesso perseguitati dal regime, vennero visti come maestri
dagli scrittori della stagione neorealista propriamente detta; ma in essi dominavano o
avevano pari importanza nella rappresentazione gli accenti lirici e psicologici, mentre la
corrente neorealista degli anni Quaranta ha una più spiccata tendenza a rappresentare
e sottolineare la dimensione sociale e politica, quindi il portato collettivo anche delle
vicende individuali, la vicenda umana insomma nella storia contemporanea. Il fenomeno si
protrasse, con gli epigoni, fino alla fine degli anni '50 del Novecento, e, dopo qualche
decennio di andamento carsico, forse conosce oggi, all'inizio del XXI secolo, una nuova
stagione, nella letteratura come nel cinema.
Costanti tematiche: tema della Resistenza o situazione sociale-economica-politica subito
successiva al '45; contestualmente, accento sul popolo, sia urbano, sia contadino, spesso
esaltato nella sua dignità, spontaneità, abnegazione, talché spesso il messaggio etico è,
1 Ancor oggi il cinema di molti paesi (come gli USA) riconosce ai maestri del cinema italiano di quegli anni un ruolo
fondativo e d'insegnamento.
2 v. le immagini digitando in un motore di ricerca "ina casa Roma" oppure già in https://www.google.it/search?
hl=it&site=imghp&tbm=isch&source=hp&biw=1235&bih=466&q=quartiere+ina+casa+roma&oq=quartiere+ina+casa
+roma&gs_l=img.3...1183.11723.0.12724.23.10.0.13.13.0.263.1344.3j6j1.10.0...0.0...1ac.1.4.img.mKS9NDbKwew
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
•
•
•
•
•
attraverso i racconti, i dialoghi, le inquadrature, scoperto. Si tratta di una letteratura,
comunque, sempre impegnata. Anche in questo caso, il modello è di nuovo Elio Vittorini,
che dal '45 al '47 dirige per la casa editrice Einaudi la rivista "Il Politecnico", che nel nome
e nel programma riprendeva l'omonima rivista di Carlo Cattaneo, 3 sulla quale scrivevano
intellettuali dello spessore di Franco Fortini (saggista e poeta), il regista Nelo Risi, Carlo Bo
(scrittore e critico), il poeta Alfonso Gatto e molti altri.
Costanti formali: ricerca di riproduzione dell'oralità, a imitazione del linguaggio parlato,
anche dialettale, tanto nel lessico quanto nella costruzione sintattica – prevalentemente
paratattica quando non 'sgrammaticata' (vale a dire lontana dalla formalizzazione della
lingua scritta e alta). Come i cineasti, gli scrittori ricorrono a fonti documentarie di prima
mano: cartoline, lettere dal fronte, resoconti, biglietti ecc. Ma questo materiale linguistico
preziosissimo e nuovo non fu sempre rielaborato secondo un preciso lavoro di
approfondimento stilistico, anche se tutti guardarono al grande modello del naturalismo e
del verismo del II Ottocento, soprattutto al Verga delle novelle (la raccolta Vita dei campi
fra tutte), dei Malavoglia, di Mastro-don Gesualdo. Alcuni critici ravvisano proprio in
questo dato, che prese talvolta la forma del rifiuto netto dell'elaborazione stilistica, vista
come frutto di una tradizione letteraria non più utile né condivisibile ideologicamente, la
maggiore debolezza del N.
Eppure, come si è detto, forse la ricerca linguistico-stilistica non fu così carente, se fu così
attenta e focosa la lettura dei modelli che ho citato: Verga e in genere i naturalisti (quelloi
francesi poi erano sentiti assai consentanei alla visione progerssista di molti scrittori degli
anni Quaranta), i romanzieri italiani degli anni Trenta citati prima (Pavese, Vittorini, il
Moravia degli Indifferenti del '29) e gli americani come Hemingway, Dos Passos,
Faulkner, F.Scott Fitzgerald, tradotti furiosamente, verrebbe da dire, da Pavese stesso e da
Fernanda Pivano, a cui si deve, proprio nel '43, la traduzione dell'Antologia di Spoon River
di Edgar Lee Master.
Autori e libri fondamentali:
- Carlo Levi, Cristo s'è fermato a Eboli, 1945
- -E.Vittorini, Uomini e no (1945)
- V. Pratolini, Cronache familiari (1947)
- P. Levi. Se questo è un uomo (1947)
- I. Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno (1947)
- R. Viganò, L'Agnese va a morire (1949)
- F. Jovine, Terre del Sacramento (1950)
Oltre la data segnalata, ascrivibili allo stesso clima:
- B. Fenoglio, I 23 giorni della città di Alba, Primavera di bellezza, Il partigiano Johnny, La
malora
- M.Rigoni Stern, Il sergente nella neve (1953)
- E. Morante, La storia, addirittura nel 1974
A parte vanno considerati Moravia e Gadda.
3 v. sul manuale il paragrafo sulle riviste del secondo dopoguerra e anche, volendo,
http://it.wikipedia.org/wiki/Il_Politecnico_%28rivista%29
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
2)
APPUNTI DA WIKIPEDIA:
Il Neorealismo è stato un movimento culturale sviluppatosi in Italia tra l'inizio degli anni quaranta e la metà
degli anni cinquanta, che si è espresso soprattutto nella narrativa e nel cinema. Il film di Visconti
Ossessione, del 1943, è considerato il primo film neorealista[1]4.
Il dopoguerra, sinonimo di impegno nel reale, la seconda guerra mondiale e la conseguente lotta
antifascista sono gli eventi storici che fanno da sfondo ad un nuovo profondo rivolgimento culturale e
letterario. Come mai prima d'ora, il nesso con la realtà socio-politica è direttamente determinante anche
nell'elaborazione della nuova poetica.
In Italia, nell'immediato secondo dopoguerra, si fa vivissimo negli intellettuali il bisogno di un impegno
concreto nella realtà politica e sociale del paese. L'antifascismo represso prima, e l'adesione ai moti di
rivolta popolare poi, determinano in molti scrittori l'esigenza di considerare la letteratura come una
manifestazione e uno strumento del proprio impegno.
Questo diffuso bisogno di impegno concreto nel reale dà origine a romanzi ispirati alla Resistenza e a
importanti dibattiti che hanno per tema il ruolo e i doveri degli intellettuali nella società, il passato rapporto
degli intellettuali col fascismo e quello attuale col Partito Comunista Italiano. Molto rilevante è la
posizione acquisita dalle riviste, tra cui primeggiava Il Politecnico di Elio Vittorini.
In questi stessi anni si diffonde la conoscenza del pensiero gramsciano, che esercita un influsso
considerevole sull'elaborazione letteraria del secondo dopoguerra, attraverso la sua riflessione sul ruolo degli
intellettuali nella storia italiana, la sua proposta di una letteratura nazionale-popolare in cui la tradizionale
separazione tra intellettuali e popolo finalmente si annulli.
La vera Italia
Il Neorealismo è il libero incontro di alcune individualità ben distinte all'interno di un clima storico comune,
dotato di una carica di entusiasmo e di sollecitazione fantastica. Infatti "il neorealismo non fu una scuola, ma
un insieme di voci, in gran parte periferiche, una molteplice scoperta delle diverse Italie, specialmente delle
Italie fino allora più sconosciute dalla letteratura." (Italo Calvino, Prefazione a Il sentiero dei nidi di
ragno.)
Il Neorealismo in Italia è sorto come conseguenza della crisi tra il 1940 e il 1945 che, con la guerra e la lotta
antifascista, sconvolse fino alle radici e cambiò il volto all'intera società italiana. Il neorealismo si nutrì,
quindi, di un modo di guardare il mondo, di una morale e di una ideologia nuove che erano proprie
dell'antifascismo.
Diversità rispetto al realismo ottocentesco
La narrazione realistica prosegue dunque anche nel Novecento, ma spesso cambia di prospettiva. Se nel
secolo precedente i personaggi concorrevano alla rappresentazione di un dato ambiente, ora l'attenzione è più
concentrata sulle contraddizioni interne del personaggio, inquieto per i grandi dubbi esistenziali, sconvolto
per il devastante impatto di grandi tragedie storiche: è il caso di tanti protagonisti di Pavese.
Nel Novecento si afferma inoltre il filone della memorialistica, le cui opere, a essere precisi, non possono
essere considerate dei veri e propri romanzi; infatti in esse non ci sono invenzioni narrative, ma solo
testimonianze di fatti ed eventi realmente accaduti e vissuti in prima persona dai protagonisti: è il caso delle
opere di Primo Levi Se questo è un uomo e La tregua. Il romanzo realista, ormai con il nome di romanzo
neorealista, presenta dunque un panorama quanto mai vario e quindi anche tecniche diverse rispetto alla
tipologia di narratore e alla focalizzazione: in linea generale, si tende a far scomparire il narratore onnisciente
a focalizzazione zero fissa, più caratteristico del romanzo storico; si va dal narratore esterno a
focalizzazione esterna o interna, fino al narratore interno; spesso la focalizzazione è variabile e, nel caso dei
romanzieri veristi italiani, si tende ad assumere un punto di vista corale.
4 Disse Luchino Visconti in una intervista al settimanale "L'Europeo": Con Ossessione, venti anni fa, si parlò per la
prima volta di Neorealismo (L'Europeo, anno XVIII - n° 34 - 28 agosto 1962)
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
Cinema neorealista
Il neorealismo ha avuto dei riflessi molto importanti sul cinema contemporaneo (soprattutto negli anni
compresi tra il 1943 e il 1955 circa [1]). In ambito cinematografico i maggiori esponenti del movimento,
sorto spontaneamente e non codificato, furono, negli anni quaranta, i registi Roberto Rossellini, Luchino
Visconti, Vittorio De Sica, Michelangelo Antonioni, Giuseppe De Santis, Pietro Germi, Alberto
Lattuada, Renato Castellani, Luigi Zampa e lo sceneggiatore Cesare Zavattini, cui si affiancheranno, nel
decennio successivo, Francesco Maselli e Carlo Lizzani. In una posizione a sé stante si colloca Federico
Fellini (per la cui cinematografia si conierà, successivamente, il termine di realismo magico). Il cinema
neorealista è caratterizzato da trame ambientate in massima parte fra le classi disagiate e lavoratrici, con
lunghe riprese all'aperto, e utilizza spesso attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per
quelle primarie. I film trattano soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano, e
riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita: speranza, riscatto, desiderio di lasciarsi il
passato alle spalle e di cominciare una nuova vita, frustrazione, povertà, disperazione. Per una maggiore
fedeltà alla realtà quotidiana, nei primi anni di sviluppo e di diffusione del neorealismo i film vennero spesso
girati in esterno, sullo sfondo delle devastazioni belliche; d'altra parte, dall'aprile del 1937, il complesso di
studi cinematografici di che era stato il centro della produzione cinematografica italiana, ossia Cinecittà, fu
occupato dagli sfollati sino all'immediato dopoguerra, risultando quindi indisponibile ai registi.
Il movimento si sviluppò intorno a un circolo di critici cinematografici che ruotavano attorno alla rivista
Cinema, fra cui Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Gianni Puccini, Giuseppe De Santis, e
Pietro Ingrao. Lungi dal trattare temi politici (il direttore della rivista era Vittorio Mussolini, figlio di
Benito Mussolini), i critici attaccavano i film ascrivibili al genere dei telefoni bianchi, che al tempo
dominavano l'industria cinematografica italiana. In opposizione alla scarsa qualità dei film commerciali,
alcuni critici ritenevano che il cinema dovesse rivolgersi agli scrittori veristi di inizio secolo.
I neorealisti furono molto influenzati dal realismo poetico francese. Di fatto, sia Michelangelo Antonioni che
Luchino Visconti lavorarono in stretta collaborazione con Jean Renoir. Inoltre molti registi neorealisti erano
maturati lavorando su film calligrafisti, sebbene questo breve movimento fosse notevolmente diverso dal
neorealismo. Elementi di neorealismo sono rintracciabili anche in alcune opere di Alessandro Blasetti e nei
film - documentari di Francesco De Robertis. Secondo alcuni critici, i due più significativi lungometraggi
che negli anni trenta anticiparono alcuni aspetti del neorealismo, furono Toni (Renoir, 1935) e 1860 (Blasetti,
1934).
Il primo film chiaramente ascrivibile al genere viene considerato quasi unanimemente dalla critica
Ossessione (1943), di Luchino Visconti[2]. Il Neorealismo acquistò però risonanza mondiale per la prima
volta nel 1945, con Roma, città aperta, primo importante film uscito in Italia nell'immediato dopoguerra. Il
lungometraggio narra, con accenti fortemente drammatici, la lotta morale degli Italiani contro l'occupazione
tedesca di Roma, facendo coscientemente il possibile per resistervi. I bambini sono osservatori della realtà e
in essi ci sono le chiavi del futuro. Al culmine del neorealismo, nel 1948, Luchino Visconti adattò I
Malavoglia, il celeberrimo romanzo di Giovanni Verga scritta nel pieno del verismo, il movimento del XIX
secolo che fu per tanti aspetti la base del neorealismo. Ne ammodernò il soggetto, apportando modifiche
straordinariamente piccole alla trama o allo stile originale. Il film che ne risultò, La terra trema, fu
interpretato solo da attori non professionisti e fu girato nel medesimo paese, Aci Trezza, frazione di Aci
Castello (Catania), dove il romanzo era ambientato. Poiché il film venne girato in Lingua siciliana, esso fu
sottotitolato anche nella versione originale italiana.
Il neorealismo propriamente detto si esaurì attorno alla metà degli anni cinquanta, tuttavia influenzò
sensibilmente alcuni registi successivi, fra cui Pier Paolo Pasolini, che nei primi anni sessanta diresse alcuni
film apparentemente ascrivibili al genere, anche se l'attenzione al picaresco in quel momento era evidente e
apertamente dichiarata. Il contenuto neorealista fu allora nella rappresentazione, spettacolare e forse
documentaria, ma comunque accessoria, di alcuni elementi della vera vita comune in Italia dopo il cosiddetto
"boom" degli anni sessanta.
Caratteristiche del neorealismo
Ci sono vari aspetti che caratterizzano il neorealismo: i film neorealisti sono generalmente girati con attori
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
non professionisti; le scene sono girate quasi esclusivamente in esterno, per lo più in periferia e in campagna;
il soggetto rappresenta la vita di lavoratori e di indigenti, impoveriti dalla guerra. È sempre enfatizzata
l'immobilità, le trame sono costruite soprattutto su scene di gente normale impegnata in normali attività
quotidiane, completamente prive di consapevolezza come normalmente accade con attori dilettanti. I
bambini occupano ruoli di grande importanza ma non solo di partecipazione, perché essi riflettono ciò che
"dovrebbero fare i grandi".
I film neorealisti proponevano storie contemporanee ispirate a eventi reali e spesso raccontavano la storia
recente come Roma città aperta di Roberto Rossellini. Questo film è l'epopea della Resistenza, messa in
pratica grazie all'alleanza tra comunisti e cattolici a fianco della popolazione. Ben presto però l'attenzione fu
rivolta ai problemi sociali contemporanei, fra questi emerge Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, nel film è
raccontato il dramma di un operaio, nella narrazione si rappresenta la durezza della vita nel dopoguerra. La
denuncia del disagio sociale è ancora più forte nei film Riso amaro di Giuseppe De Santis e La terra trema di
Visconti. Tuttavia l'immagine dell'Italia, un paese povero e desolato, che traspariva da questi film infastidiva
una certa classe politica. A questo proposito è emblematico l'episodio di Vittorio Mussolini che, dopo aver
visto Ossessione di Visconti, era uscito dalla sala urlando Questa non è l'Italia!. Anche la chiesa cattolica
condannò molti film per l'anticlericalismo e per come venivano trattati argomenti come il sesso, mentre la
sinistra non accettava la visione pessimistica e la mancanza di un'esplicita dichiarazione di fede politica.
Nel 1949 fu emanata una legge, presentata dall'allora sottosegretario allo spettacolo Giulio Andreotti, che
doveva sostenere e promuovere la crescita del cinema italiano e al contempo frenare l'avanzata dei film
americani ma anche gli imbarazzanti eccessi del neorealismo. A seguito di questa norma, prima di poter
ricevere finanziamenti pubblici, la sceneggiatura doveva essere approvata da una commissione statale.[3]
Inoltre se si riteneva che un film diffamava l'Italia poteva essere negata la licenza di esportazione, insomma
era nata una sorta di censura preventiva.[4]
Influssi del neorealismo
Il neorealismo italiano fu uno dei più significativi movimenti cinematografici, ed ebbe profondi e vasti
impatti nella storia del cinema. Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, e Luchino Visconti, tre dei più
importanti e noti registi di tutti i tempi, iniziarono le loro carriere col neorealismo e ne portarono alcuni
elementi nelle loro successive opere. I critici della Nouvelle Vague celebrarono il neorealismo e ne
incorporarono l'esperienza nel proprio movimento. Altri movimenti negli Stati Uniti, Polonia, Giappone,
Regno Unito e altrove svilupparono molte delle idee articolate per la prima volta dai neorealisti.
Il neorealismo italiano fu ispirato dal cinéma vérité francese, dal Kammerspiel tedesco. Ispirò profondamente
la Nouvelle Vague francese; influenzò il movimento documentario americano e la scuola cinematografica
polacca. I suoi effetti si possono riconoscere anche nel recente movimento danese Dogma 95.
Opere principali
Precursori ed influenze
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Le opere realiste di Giovanni Verga
Il romanzo Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi (1947)
1860, di Alessandro Blasetti (1934)
Toni, di Jean Renoir (1935)
La nave bianca (1941), Un pilota ritorna (1941), L'uomo dalla croce (1943), di Roberto Rossellini
Uomini sul fondo e Alfa Tau!, di Francesco De Robertis, (1941)
Quattro passi fra le nuvole, di Alessandro Blasetti (1942)
Avanti c'è posto, di Mario Bonnard (1942)
Campo de' fiori, di Mario Bonnard (1943)
I bambini ci guardano, di Vittorio De Sica (1943)
L'ultima carrozzella, di Mario Mattoli (1943)
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
• Il film O sole mio, di Giacomo Gentilomo (1945)
• Il documentario Gente del Po, di Michelangelo Antonioni (1943)
I film
Massimo Girotti e Clara Calamai in Ossessione
Luchino Visconti
• Ossessione (1943)
• La terra trema (1948)
• Bellissima (1951)
Roberto Rossellini
•
•
•
•
•
Roma, città aperta (1945)
Paisà (1946)
Germania anno zero (1948)
Stromboli terra di Dio (1949)
Viaggio in Italia (1953)
Vittorio De Sica
•
•
•
•
•
Sciuscià (1946) - Oscar onorario
Ladri di biciclette (1948) - Oscar al miglior film straniero
Miracolo a Milano (1951) - Palma d'oro al festival di Cannes
Umberto D. (1952)
Stazione Termini (1953)
Pietro Germi nel suo film Il ferroviere
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
Giuseppe De Santis
•
•
•
•
Caccia tragica (1947)
Non c'è pace tra gli ulivi (1950)
Riso amaro (1949)
Roma ore 11 (1952)
Alberto Lattuada
• Il bandito (1946)
• Senza pietà (1948)
Pietro Germi
•
•
•
•
Gioventù perduta (1947)
In nome della legge (1948)
Il cammino della speranza (1950)
Il ferroviere (1956)
Anthony Quinn e Giulietta Masina nel film La strada
Renato Castellani
• Sotto il sole di Roma (1948)
• È primavera (1949)
• Due soldi di speranza (1952) - Palma d'oro al festival di Cannes
Luigi Zampa
• Anni difficili (1948)
• Processo alla città (1952)
Federico Fellini
• I Vitelloni (1953) - Leone d'argento alla Mostra di Venezia; 2 nastri d'argento (miglior regia e miglior
attore non protagonista)
• La strada (1954) - Oscar al miglior film straniero; Leone d'argento alla Mostra Cin. di Venezia; 2
nastri d'argento (miglior regia e produzione)
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
Carlo Lizzani
• Achtung! Banditi! (1951)
• Cronache di poveri amanti (1954)
Francesco Maselli
• Gli sbandati (1955) - Menzione speciale alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia
Guardie e ladri, di Monicelli e Steno: commedia drammatica, ma che richiama palesemente lo stile
neorealista
Francesco De Robertis
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Uomini sul fondo (1941);
Fantasmi del mare (ottobre 1948);
Il mulatto (1949);
Gli amanti di Ravello o Fenesta ca' lucive (1950);
Carica eroica (1952);
I sette dell'Orsa maggiore (1953);
Uomini ombra (1954);
Mizar (Sabotaggio in mare) (1954);
Ragazzi della Marina (1958).
Note
1. ^ Se esiste univocità di giudizi, o quasi, sull'anno in cui ha avuto inizio il fenomeno del neorealismo
propriamente detto (il 1943, allorquando venne presentato al pubblico italiano il capolavoro di
Visconti Ossessione ), le certezze vengono meno al momento di stabilirne la durata. Il celebre critico
francese Georges Sadoul, ad esempio, lo fa dilatare cronologicamente fino alle soglie degli anni
sessanta e cita a tale proposito Rocco e i suoi fratelli che egli definisce «une grande tragédie néoréaliste». Cfr. George Sadoul, Histoire du Cinema Mondial, des Origines à nos Jours, ottava
edizione, rivista e ampliata, Parigi, Flammarion, 1966, p. 333.
2. ^ Dice Luchino Visconti in un'intervista al settimanale "L'Europeo": Con Ossessione, venti anni fa,
si parlò per la prima volta di Neorealismo (L'Europeo, anno XVIII - n° 34 - 28 agosto 1962)
3. ^ Andreotti era stato Sottosegretario per lo Spettacolo dal maggio 1947 all'agosto 1953. La norma è
prevista all'art.6 della legge n. 958 del 29/12/1949. Lo stesso anno era stato emanato anche il D.P.R.
20 ottobre 1949, n. 1071
4. ^ Mass media e anni cinquanta
Bibliografia
• Gian Piero Brunetta, Storia del cinema italiano, Vol. III (Dal neorealismo al miracolo economico
Prof.R.D'Alfonso: neorealismo: 1) schema orientativo; 2) appunti da Wikipedia
•
•
•
•
1945-1959), Roma, Editori Riuniti, 1993. ISBN 88-359-3788-4
Carlo Lizzani, Il cinema italiano. Dalle origini agli anni ottanta, Roma, Editori Riuniti, II edizione
1982, p. 99-160. CL 63-2470-3
Lino Miccichè, «Neorealismo», Enciclopedia del cinema, vol. IV, Istituto dell'Enciclopedia italiana
Treccani
Georges Sadoul, Histoire du Cinema Mondial, des Origines à nos Jours, ottava edizione, rivista e
ampliata, Parigi, Flammarion, 1966, pp. 326-338
Mario Verdone, Il Cinema Neorealista, da Rossellini a Pasolini (Celebes Editore, 1977).