RESISTENTI ai più severi crash test, con visiera

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RESISTENTI ai più severi crash test, con visiera
PERFORMANCE
STILE E PROTEZIONE
Sinora l’azienda Schuberth,
che segue Nico Rosberg fin
dagli esordi, ha prodotto per lui
quasi 100 caschi da F1.
Resistenti ai più severi
crash test, con visiera
antiproiettile e con i due
elementi di fissaggio in grado
di sopportare una trazione
di 1,4 tonnellate, i caschi
dei piloti di F1 sono dei veri e
propri capolavori d’ingegneria.
L’azienda Schuberth,
tra i leader del settore,
sviluppa quello che viene
indossato a ogni Gran Premio
da Nico Rosberg.
L’elmo
dei
campioni
d i f i l i p p o c ata l d o
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fotogr afie antonina gern
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PERFORMANCE
F
ino a circa 15 anni fa, l’azienda tedesca Schuberth di Magdeburgo non
aveva niente a che fare con la Formula 1; infatti, si occupava principalmente di caschi ‘da lavoro’ per
gli addetti dei cantieri o comunque
dell’industria, come anche per pompieri e forze
dell’ordine. Oggi, invece, realizza su misura i caschi da competizione per alcuni tra i maggiori piloti di Formula 1, tra cui Felipe Massa, Fernando
Alonso e Nico Rosberg, ed è leader nel settore dei
caschi da motociclismo. “I piloti ci scelgono per
una questione di fiducia. Il nostro impegno è quello di realizzare caschi per proteggerli da ogni evento che potrebbe ledere la loro incolumità”, afferma
Sven Krieter, 40 anni, l’ingegnere capo dell’azien­
­da che è anche una presenza costante ai box du­­
rante i Gran Premi. Lavora con discrezione dietro
le quinte, ma in caso di necessità è sempre pronto
a prestare assistenza ed, eventualmente, a fornire
al pilota uno dei caschi di riserva che tiene sempre pronti, ciascuno modellato e progettato ad hoc
in base alle misure della testa e alle esigenze del
driver in questione. Krieter, in ogni caso, non riesce a immaginare un lavoro più bello di questo; e
pensare che, quando gli venne proposto dall’azienda, inizialmente non si riteneva all’altezza del compito. Dovette pensarci un po’ su e, quando decise
di accettare l’incarico, non conoscendo neppure l’inglese fu costretto a frequentare un corso intensivo
di lingua. “La prima gara a cui partecipai fu quella di Silverstone nel 2005. Non avevo mai preso un
aereo prima di allora; oggi, invece, ogni anno volo
in media per oltre 250 mila miglia, da un capo all’altro del mondo”. “Il primo pilota di F1 in assoluto
ad aver indossato un casco Schuberth – prosegue
Krieter – è stato Nick Heidfeld nel 2000, seguito subito dopo da Michael Schumacher; quest’ultimo, tra l’altro, perfezionista e attentissimo a ogni
elemento che costituiva il suo equipaggiamento di
pilota, ha contribuito con tanti suggerimenti al costante miglioramento dei nostri caschi, come quando propose una doppia protezione in carbonio per
la sezione frontale”.
Tecnologia aerospaziale
Krieter, coadiuvato da altri 3 tecnici, segue la produzione annuale dei circa 80 caschi progettati per
i 5 piloti di F1 che hanno scelto Schuberth per il
Campionato 2015. Inoltre, il suo team sviluppa anche 20 caschi per i piloti del DTM e circa 150 esemplari del casco SF1 (dal costo di circa 5 mila euro),
destinati a quei piloti non professionisti che, tuttavia, desiderano avvalersi del meglio di quanto
esiste in commercio.
In un’apposita area dello stabilimento di Magdeburgo, il team di Krieter si dedica a una produzione hi-tech di alta artigianalità: sui loro banchi da
lavoro non mancano cacciaviti, forbici, morse, pi78
‘I caschi migliori per i piloti
migliori’: è questo il nostro motto”
M o d e ll i
Per controllare se l’imbottitura interna
sia posizionata correttamente, il casco viene
collocato sulla testa di un manichino
realizzato nelle stesse misure della testa
del pilota (nella foto, quello che corrisponde alle misure di Nico Rosberg).
Le orecchie di cera, estraibili, servono
a capire se il casco può venire indossato
e sfilato senza difficoltà.
sistenti impiegati, i caschi si mantengono integri
anche a temperature che superano i 740 °C. Prima
di passare a realizzare l’interno del casco, le calotte vengono decorate coi loghi del team e degli sponsor, col nome del pilota e, se da questi richiesto,
con speciali disegni realizzati con l’aerografo.
Miscele top secret
ARTE ARTIGIANA
Sembra quasi una
composizione astratta
questo intreccio di residui
di colla a caldo nera su
un foglio di carta.
stole per colla a caldo e tanti altri strumenti sconosciuti a un profano. Un lavoro manuale di alta
ingegneria, che si avvale delle più recenti scoperte in ambito tecnico-scientifico e sui materiali, oltre
che di test effettuati in galleria del vento per rendere i caschi sempre più all’avanguardia in termini
di sicurezza, aerodinamicità e comfort.
La calotta esterna dei caschi Schuberth da F1 è
formata da 19 strati in fibra di carbonio e in fibra
ibrida di aramide e carbonio; gli strati vengono uniti, compressi a un’elevatissima pressione di circa
6 bar e scaldati in autoclave a una temperatura
variabile da 170 a 200 °C: una tecnica utilizzata anche per la produzione di missili e aerei, oltre che
per le monoscocche, ovvero le cellule di sicurezza
delle vetture di F1. Le calotte sono prodotte in tre misure standard; Nico Rosberg, ad esempio, predilige
la media. Grazie ai materiali ignifughi e termore-
Per quanto riguarda l’imbottitura interna, è fondamentale il suo corretto posizionamento e ingombro, in modo da garantire il massimo comfort alla
testa dei piloti, dato che questi debbono indossa­re
il casco per circa due ore di fila; il materiale utilizzato, inoltre, deve essere in grado di neutralizzare qualsiasi impatto. Internamente, quindi, la
calotta viene prima rivestita con del polistirolo e
in seguito viene aggiunta una speciale schiuma in
EPS a solidificazione rapida, in grado di consenti­
­re un ottimale assorbimento degli urti, la cui miscela, brevettata da Schuberth, è assolutamente
top secret. L’interno è poi sagomato e personalizzato sulle misure di ogni pilota.
Un altro elemento fondamentale nella progettazione del casco è quello di assicurare la corretta
ventilazione, dato che i piloti spesso debbono guidare affrontando temperature esterne anche superiori ai 40 gradi, con tassi di umidità fino all’80%.
Una portata di 10 litri d’aria fresca al secondo a
100 km/h è assicurata da 10 prese d’aria, di cui
4 interne, due ricavate nel cinturino sottogola e
due sulla visiera; l’aria viene poi incanalata attraverso 6 bocchette di uscita. Il casco di Nico Rosberg
è anche provvisto di due mini-spoiler, uno davanti
e l’altro dietro, accorgimenti aerodinamici, questi,
che servono a minimizzare l’effetto della spinta
ascensionale alle alte velocità; il principio si rifà a
quello dei diffusori applicati alla carrozzeria delle
monoposto. “Un altro aspetto fondamentale da tenere a mente nella progettazione di un casco, oltre al comfort e alla ventilazione, è il peso”, spiega
Krieter: “Riusciamo a produrre caschi di non oltre
1350 grammi, in cui la verniciatura influisce sul
peso totale per circa 30 grammi soltanto”.
Visuale nitida
Rifiniture
Una volta rivestito il casco internamente con
polistirolo e una speciale schiuma brevettata
da Schuberth, Krieter applica delle pennellate
di vernice nera per rendere uniforme il colore
dell’imbottitura. Può capitare anche che,
durante un Gran Premio, il tecnico debba
intervenire sul posto per modificare l’interno
di un casco qualora il pilota segnali dei fastidi.
“Un’ulteriore sfida è quella di garantire al pilota
una visione nitida e costante”, prosegue Krieter.
La visiera, in policarbonato antiproiettile, è dotata di alcuni strati di pellicola sovrapposti: in caso
di imbrattamento, il pilota può facilmente
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PERFORMANCE
IN GARA
Ogni casco Schuberth
è un piccolo capolavoro
d’ingegneria costituito
da 56 componenti. Nella
foto: un Nico Rosberg
estremamente concentrato
alla partenza
del Gran Premio.
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Gli aspetti
fondamentali da
tenere a mente nella
progettazione di
un casco, oltre alla
resistenza e agli
standard di sicurezza,
sono il comfort, la
ventilazione e il peso”
FOTO SCHUBERTH
rimuoverne uno anche mentre sta guidando a oltre
300 km/h. “Rosberg non vuole che se ne applichi­
­no più di tre o quattro per ogni corsa, ma alcuni piloti ne richiedono anche sette od otto”, aggiunge.
La visiera trasparente è realizzata in più sfumature di colore: “In caso di pioggia viene montata la
visiera più chiara, mentre quando i raggi del sole
sono più forti è necessaria quella più scura”, spiega. Talvolta, inoltre, i piloti hanno anche richieste
particolari, che alla Schuberth cercano di soddisfare nel modo migliore: “Purtroppo, però, un desiderio di Rosberg è stato impossibile da esaudire:
voleva per la visiera lo stesso colore verde-azzurrognolo utilizzato per scrivere il suo nome sul lato
del casco. Ci abbiamo provato, ma la visiera non
garantiva gli stessi standard di sicurezza in materia di visibilità, per cui Nico ha dovuto rinunciare
all’idea”. Invece, dal Gran Premio di Monaco dello
scorso maggio, il pilota del team Mercedes AMG
Petronas dispone di un’innovativa visiera che garantisce una visione “ad alta definizione – come
afferma Krieter – che ha superato i più severi crash
test e numerose prove in galleria del vento”.
Dall’inizio del 2015, la Schuberth fornisce anche
speciali caschi del modello SR1 ai meccanici che
si occupano dei pit stop delle monoposto di Hamilton e Rosberg, mentre per tutti gli altri membri del
team che lavorano nelle retrovie ha progettato un
apposito casco aperto superleggero sul modello
dei caschi da moto, che oggi l’azienda sta pensando di lanciare con lievi modifiche anche sul mercato dei caschi da sci.