ARISA "Guardando il cielo

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ARISA "Guardando il cielo
ARISA
"Guardando il cielo
Il singolo "Guardando il cielo" che Arisa porta in gara al Festival di Sanremo - dove torna dopo la vittoria
nel 2014 con "Controvento" e l'esperienza al fianco di Carlo Conti dell'anno scorso - è molto più di una
bella e delicata canzone - solare seppure con un tocco di nostalgia, nella quale la sua voce si rivela ancora
una volta un pregiato valore aggiunto. È la scintilla del progetto omonimo: il quinto album di inediti
"Guardando il cielo", in vendita dal 12 febbraio su etichetta Warner Music, che vede Arisa sempre più
coinvolta nella realizzazione dei dieci inediti (più la cover di "Cuore" di Rita Pavone incisa per la serata di
Sanremo in omaggio alla canzone italiana): dalla produzione artistica e gli arrangiamenti assieme a Nicolò
Fragile e Giuseppe Barbera alla scrittura di tutte le canzoni, anche se firma come autrice solo "Come fosse
ieri" e "Una notte ancora".
«Questo disco esprime il mio desiderio di ricongiungermi con la natura. Più passano gli anni, più io mi sento
una donna libera dalle convenzioni di questo tempo. Ho maggiore fiducia nel futuro, da quando ho iniziato
a crederci. Prima pensavo continuamente "e dopo?"; invece adesso ho un atteggiamento più positivo e
propositivo, perché so che qualunque cosa accada, non potrà mai essere troppo brutta. Il singolo
"Guardando il cielo" è una riflessione sulla condizione umana e sovrumana con una doppia coscienza,
perché il punto d'osservazione è al tempo stesso e in cielo e dentro la mischia».
Dopo lo straordinario debutto con la vittoria fra i giovani nel 2009 con "Sincerità" e il successo nel 2014 con
"Controvento", Arisa torna al Festival di Sanremo per la quinta volta con un brano scritto tempo fa dal suo
autore storico Giuseppe Anastasi. «Seguo l'insegnamento di mia nonna. Anche questa canzone per me ha
la forza di una preghiera: tante volte in cui mi sono sentita in difficoltà, ho cantato il ritornello e il malessere
è sparito. L'immensità del cielo su di me ha un effetto rasserenante, perché mi riporta a grandezza
naturale, e perché nasconde il caso, fonte di vita che scorre per vivere ancora.
Un futuro migliore per l'umanità passa necessariamente attraverso il rispetto per la Terra, a cui l'interprete
lucana dedica la canzone "Gaia", anche questa firmata da Anastasi (che ha una simbiosi totale con la
cantante) è una canzone preziosa poichè il primo ad averci messo le mani e ad averci creduto è stato il
maestro Carlo U. Rossi prima della sua scomparsa. È la traccia del nuovo album in cui è più evidente e
urgente l'impegno sociale di Arisa. «Io vengo dalla campagna e sono particolarmente sensibile ai dissesti
ambientali causati dalla nostra smania di vivere troppo comodi. Dobbiamo capire che in pericolo siamo noi,
perché la Terra comunque si rigenera e si adatta a qualsiasi situazione. Saremo noi umani a subire le
conseguenze delle nostre azioni irresponsabili. Ormai diamo per scontati i doni che riceviamo ogni giorno,
primo fra tutti l'aria che respiriamo, invece dovremmo averne grande cura. Se la gente crede davvero in
Dio, deve impegnarsi per custodire al meglio ciò che Dio ha creato».
Tutti possiamo contribuire a proteggere la Terra con semplici gesti quotidiani. Anche seguendo l'esempio
di Arisa. «Io uso l'auto solo se è indispensabile. Preferisco andare in bicicletta oppure a piedi. E nelle mie
tante camminate, raccolgo gli oggetti non biodegradabili che trovo gettati per strada (non tutti). Amo
vestirmi vintage e sponsorizzo il riutilizzo di tutte le cose utili e belle che resistono al tempo”.
L'album "Guardando il cielo" si apre con l'intrigante elettronica metropolitana di "Voce", che rivendica il
diritto a farci ascoltare anche quando siamo confusi fra tanta altra gente. «Mi sono immaginata immersa
nel caos di un quartiere cinese: sei solo una goccia in un mare di persone ma vuoi che qualcuno lo sappia.
“Voce” cela dietro l’urgenza di gridare al mondo il dolore per un amore finito, il diritto di vivere decidendo
per Se in armonia col mondo». Atmosfere cinesi anche nel brano "Fidati di me" con protagonista una
geisha mercenaria innamorata del suo cliente. «Sono affascinata dalla cultura cinese. Quando ho ascoltato
“Fidati di me” nella versione chitarra e voce ho immaginato una donna innamorata, che già dona tutto di se
al suo amato, ma per varcare la soglia del suo cuore procede a piccoli passi e chiede fiducia, perchè il loro
sarà un grande amore».
Due le canzoni che vedono Rosalba Pippa nel ruolo di autrice di parole e musica: la nobile melodia di "Una
notte ancora" e " Io e te come fosse ieri ". «Scrivendo il testo di "io e te Come fosse ieri", su una base di
Don Joe e armonia di Federica Abbate, mi sono ispirata ai colori che Mango riusciva a mettere nelle sue
canzoni con la sua voce sinuosa e limpida e alle atmosfere dei Matia Bazar negli anni ‘80 e ‘90, con la
divina Antonella Ruggiero ». “Una notte ancora” invece è una filastrocca super sexy, una sorpresa.
All’interno dell’album troviamo anche la soffice "Una donna come me" che si muove sul raffinato
connubio voce-contrabbasso. «Le donne in carriera sono temute dagli uomini e rischiano di restare sole.
Anche la donna che di giorno comanda, la sera ha bisogno di un abbraccio, di coccole, di avere vicino un
uomo con cui condividere la sua parte trasparente».
L'eterea "L'amore della mia vita" sembra giacere in acqua. «Nel mio caso è meglio parlare di suoni del
bosco. Questa canzone è dedicata ai miei genitori, che sono la forza che mi regge in piedi. Nulla è
comparabile con l'abbraccio di mamma e il sorriso di papà». La fisarmonica d'impronta parigina della
traccia finale "Per vivere ancora" è una dichiarazione d’amore che ci sussurra “si può fare!” Si può credere
nella costruzione di un amore, si fa. «Io non so vivere senza amore: per me il fine della vita è creare altra
vita, che sia un figlio o un percorso condiviso». Arisa vive l'amore con nuove consapevolezze e maturità e
anche il lato disilluso dei sentimenti raccontato nella ballata pop "Lascerò" sulla fine di una relazione
diventa un film che abbiamo visto tutti, almeno una volta nella vita. «Spesso piango quando canto questa
canzone, che è rimasta nel cassetto per anni perché non mi sentivo abbastanza completa come donna per
interpretarla. Finalmente sono riuscita a togliermi il peso di tutte le volte in cui avrei voluto abbandonare
una storia finita».
Nei suoi cinque album Arisa ha parlato di amori felici e infelici, dolore, sincerità, bizzarri tradimenti,
Democrazia, pace, condominii, Terra e Cielo. Non per autocelebrazione, ma per alleggerire la vita degli
altri con il suo straordinario talento vocale e la condivisione di emozioni comuni a molti. «Mi impegno per
fare in modo che nelle mie canzoni ci sia sempre un messaggio: vorrei essere testimone di un vissuto che
possa arricchire la vita degli altri. Sono sempre più convinta che l'arte sia l'unico mezzo per cambiare il
mondo. I giovani ne sono la prova».
Tracklist di "Guardando il cielo" con il commento di Arisa brano per brano
VOCE
"La senti questa voce
Senti questa voce
Senti com'è in croce
Senti come il fiato piano se la porta via
Senti come arranca
Senti come manca
Perché sente che non sei più mio"
Una richiesta d'aiuto dopo una perdita importante, ma soprattutto il desiderio che la mia voce venga
percepita nitidamente seppure confusa fra tante altre. Mi sono immaginata immersa nel caos di un
quartiere cinese: una goccia in un mare di persone. Fra tante voci che s'incrociano, voglio che anche la mia
si senta forte e chiara. È il diritto all'attenzione che ciascuno deve rivendicare, perché abbiamo tutti anima,
valori e dignità che meritano di essere ascoltati. Per la musica mi sono immaginata canne di bambù
gocciolanti in un mercato di periferia. È un pezzo elettronico con un'impronta metropolitana.
GUARDANDO IL CIELO
"Stringo i pugni e rido ancora che la vita è questa sola
Se un giorno un'altra vita arriverà
Mi sono già promessa di non viverla in città e quindi
Di ogni giorno prendo il buono
Tanto a cosa serve a un uomo
Svegliarsi e dire che oggi non andrà
È troppo presuntuosa la previsione di una verità"
Il singolo di Sanremo, scritto tempo fa, per me è una preghiera: più di una volta, quando mi sentivo in
difficoltà, ho cantato il ritornello e il malessere è sparito. Tutte le notti io rivolgo una preghiera a Dio. Mia
nonna mi ha rivelato per prima il suo nome così io l’ho imparato, ma non me lo immagino barbuto e
severo. Io credo nell’energia suprema che all’universo da la vita. Ogni volta che guardo il cielo, io assisto ad
un miracolo e so che posso rivolgermi a qualcosa che sposta le energie e cambia gli eventi, che traccia le
strade che percorriamo. Già il brano "Se vedo te" del 2014 era riferito al cielo, alla natura, al verde dei miei
boschi in Basilicata: osservare il cielo contribuisce a darmi misura, perché qualunque problema diventa
piccolo rispetto all'immensità dell'universo, che per la sua imprevedibilità può sempre riservare un domani
migliore, bisogna crederci. Non puoi pretendere che il cosmo ti assista se tu non ci credi, se non lo rispetti.
Uno dei miei modi per dimostrare gratitudine e rispetto è raccogliere oggetti non biodegradabili che trovo
per strada nelle mie tante e lunghe camminate (non tutti, se Milano è pulita non è certo merito mio, ma
contribuisco e costruisco ).
L'AMORE DELLA MIA VITA
"Cambiano i desideri e i confini sugli atlanti
E anche chi era qualcuno ieri adesso è solo uno dei tanti
Cambia la nostra età la direzione delle scelte
E a volte anche se tu non vuoi
Qualcosa poi si perde
Ma c'è qualcosa che resta sempre accesa
E vive dentro ad ogni cosa
Quando mi culli in un abbraccio
Ogni paura è cancellata ed io ritrovo in te da sempre
Per sempre
L'amore della mia vita"
Una musica eterea come un soffio che ti avvolge per cantare quegli amori che nascono con te e con te
rimangono per sempre, anche oltre la vita. È dedicata ai miei genitori, che sono la forza che mi regge in
piedi. Nulla è comparabile con l'abbraccio di mamma e il sorriso di papà. Fra quegli affetti che non hanno
bisogno di continue conferme, perché sono giustificati e giustificabili a priori, c'è anche la mia terra: questa
canzone è una sorta di richiamo della foresta. O per meglio dire, nel mio caso, richiamo del bosco.
FIDATI DI ME
"Fidati di me
Che sono un'imperfetta senza te
La vita va veloce amore mio
Servono certezze e servono carezze
Mi fai capire che hai paura
Ed io ti aspetto perché tu sei l'ultima creatura
Che ha dentro agli occhi
Il mondo intero ed un mistero
Tu sei la strada la direzione
Tra te e l'amore non c'è più nessuna distinzione
Ti chiedo adesso se mi è concesso metà del cuore"
Un'altra canzone ispirata ad atmosfere cinesi. Io vivo in via Paolo Sarpi, la cosiddetta Chinatown di Milano,
e ho un rapporto attivo e stretto con quella comunità. Sono affascinata dalla cultura cinese, che può
apparire inscatolata soltanto ad un osservatore superficiale. Noi occidentali ci sogniamo il loro rigore e
senso del sacrificio in onore alla vita che è stata concessa. La protagonista del brano è una geisha che
vorrebbe trasformare la sua relazione mercenaria in un amore autentico. L'arrangiamento musicale si
muove principalmente fra arpe e suoni acquatici in un atmosfera che evoca la mancanza assoluta di gravità
spazio temporale. L’amore della vita è per sempre.
LASCERÒ
"Lascerò te e questa casa
Non ho più domande non chiederò scusa
C'è stato un momento in cui tutto ogni cosa
Parlava di te
Lascio una storia finita
Tu non ne hai il coraggio e io mordo la vita
Il mio sguardo ha preso oramai un'altra strada
Ma senza di te e tu senza me"
Una ballata pop sulla fine di un amore. Mi suscita emozioni così intense che spesso mi sciolgo in lacrime
mentre la canto. Scritta dal vecchio amico bassista ed eclettico autore Stefano Galafate e da Giuseppe
Anastasi cinque anni fa, l'ho incisa soltanto adesso perché non mi sentivo abbastanza completa come
donna per interpretare questo distacco così adulto. Ora si.
IO E TE COME FOSSE IERI
"Basta dividersi avvicinarsi un po' stavolta non ti perderò
Senza nascondermi tra i si non detti e i no
Di cui non so neanche il perché
Io non rinuncerò al suono dei tuoi battiti
A quanto amore sei"
Il cuore si riapre a un amore di cui finalmente si comprende l'importanza. Per mantenere viva la fiamma
della passione bisogna mancarsi, desiderarsi e condividere il tempo insieme al massimo. Per scrivere il
testo di questa canzone, su una base di Don Joe dei Club Dogo e l’armonia di Federica Abbate, mi sono
ispirata al calore e ai colori di Mango: a quel sapore etnico che sapeva dare alle sue canzoni. Anche un
viaggio in Turchia ha influenzato il modo di cantare con certe inflessioni vocali. Sembra musica balcanica
con un arrangiamento elettronico anticipato da un'ocarina, perché l'elettronica con il legno sta
decisamente meglio.
UNA NOTTE ANCORA
"Se ogni giorno ed ogni sera
Non mi lascerai mai sola
E di notte stringerai
I miei fianchi e dormirai
Sui miei seni e allora
Ti concederò una notte ancora"
Volteggiando su una nobile melodia canto un amore da costruire, senza darsi mai per scontati. Lei ha
bisogno di avere fiducia nel partner e lui per riconquistarla dovrà dimostrarle forza e lealtà tenendola
stretta tra le sue braccia ogni notte. L'amore è come una bicicletta in salita: se smetti di pedalare, va giù.
UNA DONNA COME ME
"Anche una donna come me
Ha bisogno di un uomo
Come il lampo ha bisogno del tuono
Come il gelato del suo cono
Come il sasso della fionda
E la prima volta della seconda e..."
Le cosiddette "donne in carriera" sono temute dagli uomini e spesso restano sole. Questa canzone sulla
scia di "Sincerità" vuole semplicemente ricordare agli uomini che anche la donna che di giorno comanda, la
sera ha bisogno di un abbraccio, di coccole, di avere vicino un uomo con cui condividere la propria
trasparenza. La musica ha un arrangiamento minimale dominato da contrabbasso e voce.
GAIA
"La Lapponia meta del turista
Con temperature tropicali tipo Hawaii
Il Sahara arriva fino all'Austria
L'Amazzonia è un ettaro di terra oramai
L'acqua è come l'oro
L'oro dei potenti
Tutti bravi in coro
4 i continenti l'Africa non c'è più davvero
L'Africa non c'è più lo giuro"
Gaia è la Terra "assediata da quello che resta dell'umanità... da questa strana civiltà". Io vengo dalla
campagna e sono particolarmente sensibile ai dissesti ambientali causati dalla nostra smania di vivere
troppo comodi. La Terra è in difficoltà per le azioni degli esseri umani che ospita, ma quelli davvero in
pericolo siamo noi, che saremo chiamati a pagare i danni che le provochiamo. La Terra comunque si
rigenera e si adatta a qualsiasi situazione: saremo noi umani a subire le conseguenze delle nostre azioni
irresponsabili. In certi paesi della Lucania l'acqua è più preziosa dell'oro. La mia gente in basilicata è in
pericolo, troppi sono i malati di tumore intossicati dai gas di scarichi dei pozzi petroliferi, il cibo cresce in
terre malate, bisogna fermarsi, pensare all’economia con misura e profitto. La gente non si cura, o finge di
non sapere, che chi getta i rifiuti dove non si deve, non uccide la Terra bensì tutti noi. È una questione di
mancanza di educazione civica, è bello prendersi cura del mondo, è la nostra casa. Solo chi ha visto cose
belle proverà a fare cose altrettanto belle... chi ha visto solo brutture, non farà nulla. Ciascuno di noi può
contribuire a proteggere la nostra Terra con piccoli e semplici gesti quotidiani: io, per esempio, giro per
Milano quasi sempre a piedi o con una delle mie tre biciclette. Uso l'auto solo se è indispensabile.
Oltretutto oggi ci sono svariate possibilità per condividere la stessa auto con altri e inquinare di meno.
Siamo stati creati dall'universo in modo perfetto: dobbiamo avere cura dei doni che riceviamo ogni giorno,
primo fra tutti l'aria che respiriamo, invece li diamo per scontati. Se la gente crede davvero in Dio, deve
impegnarsi per custodire al meglio ciò che Dio ha creato. Anche Papa Francesco ha parlato di questa
emergenza nella sua enciclica.
CUORE
"Sto vivendo con te
I miei primi tormenti
Le mie prime felicità
Da quando
L'ho conosciuto
Per me, per me più pace non c'è"
Volevo dedicare una canzone al cuore, che mi permette di emozionarmi e cantare in un certo modo. Così
ho scelto questo bellissimo brano della grande Rita Pavone (cover italiana della hit statunitense Heart,
scritta da Barry Mann e Cynthia Weil)da interpretare al "Festival di Sanremo" nella serata in omaggio alla
canzone italiana. Anno dopo anno, spero di instaurare un dialogo con il mio cuore che mi permetta di non
soffrire troppo e d’imparare a gioire e godere profondamente.
PER VIVERE ANCORA
"Non cerco la gloria è solo un momento
In cui sono lieta di questo coraggio
Ma è tanta la voglia di starti vicino
Che quasi respiro a fatica
E a piccoli sorsi io bevo i tuoi occhi
Così mi ubriaco d'amore
Lo so ti confondo con troppe parole
Ma sai quando ho una certezza
Io spero che accada
Che tu non te ne vada
Aspetto una sola carezza
Per vivere ancora"
Una dichiarazione d'amore speciale, composta e delicata. Io sono così: non so vivere senza amore.... sono
innamorata dell'amore. Per me il fine della vita è creare altra vita: un figlio o un percorso condiviso. La
musica ruota attorno a una fisarmonica dall'incedere parigino. Mi fa venire in mente il manga "Lupin III": le
rocambolesche scorribande di questo ladro molto romantico che ha sempre un pensiero per la sua Margot.