Notiziario Fanconi 22

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Notiziario Fanconi 22
Notiziario Fanconi
N. 22 ANNO XIV, luglio 2004
Guido Fanconi
ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA RICERCA SULL'ANEMIA DI FANCONI
ONLUS A.I.R.F.A.
Piazza Giovanni Bovio, 1414- 80133 Napoli
Tel.: 081081-5523773; 335335-6910060 - Tel e Fax: 081081-4202599; 081081-2296625
E-mail:
mail: [email protected]; [email protected]
Sito web: www.airfa.it
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NUOVA SEDE DELL'AIRFA
IL 9 LUGLIO U.S., L'AIRFA SI È TRASFERITA AL CENTRO DI NAPOLI. VI PREGHIAMO DI ANNOTARE LE NUOVE
COORDINATE CHE TROVATE NELL'INTESTAZIONE PER LE PROSSIME COMUNICAZIONI. DI CERTO IL CENTRO È
FACILMENTE RAGGIUNGIBILE ANCHE PER COLORO CHE ARRIVANO DA FUORI NAPOLI.
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NUOVO DIRETTIVO
E LETTERA DEL
PRESIDENTE
IN PAG. 2
NUOVE ACQUISIZIONI SULLA
PATOGENESI DELL'APLASIA
DELL'ANEMIA DI FANCONI
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CONSENSUS CONFERENCE
SULLA DIAGNOSTICA
DELL'ANEMIA DI FANCONI
Il FARF ideatore e sponsor di un meeting
internazionale a Chicago.
pagg. 3-4
PER MOLLY:
IN ITALIA NON C’È POSTO
La legge 40 confina alle coppie infertili le
procedure di procreazione assistita
di Carlo Dufour
di Giovanni Pagano
L’insufficienza midollare nota anche come
aplasia midollare è attualmente la principale
causa di mortalità….
I drammi delle nostre famiglie non erano già
abbastanza gravi. Ci mancava l’oltraggio,
formulato nella legge 40 del 19 febbraio 2004.
Continua a pag. 5
Continua a pag. 8
Gli articoli pubblicati rispecchiano opinioni personali degli autori.
Cari Amici,
colgo l’occasione di questo nostro notiziario per informarVi sugli ultimi avvenimenti che
hanno riguardato la nostra Associazione:
Il 20 marzo scorso si e’ riunita l’Assemblea Straordinaria dei Soci per le elezioni delle
cariche sociali 2004-2007, segnatamente per:
a) Consiglio Direttivo
b) Revisori dei Conti
c) Collegio dei Probiviri
a. Per l’elezione del Consiglio Direttivo (il cui numero legale previsto dallo Statuto
Sociale e’ di 9, tra Presidente, Tesoriere, Segretario e Consiglieri), si sono candidate 11
persone, delle quali 9, avendo ottenuto il maggior numero di voti, sono state elette. I
nominativi sono riportati qui di seguito:
1. Domenica Brosio (61 voti); 2. Albina Parente (59 voti), 3. Margherita Cottino (57 voti);
4. Adriana Zatterale (49 voti); 5. Carmela Illibato (48 voti); 6. Giovanni Melluso (46 voti);
7. Mariannina Calzone (45 voti); 8. Paolo Cammarota (43 voti); 9. Maria Cipriani (43 voti);
10. Giovanni Pagano (42 voti); 11. Anna Amendola (17 voti).
A sorpresa, il Dr. Giovanni Pagano, Presidente uscente e candidato, e’ risultato decimo e,
pertanto, non fara’ parte del nuovo Consiglio Direttivo.
Il Consiglio Direttivo, insediatosi il 29 marzo scorso, ha ritenuto opportuno ufficializzare
le seguenti cariche:
Presidente: Albina Parente; Vice-Presidente: Giovanni Melluso; Tesoriere: Domenica
Brosio; Segretario: Margherita Cottino; Consiglieri: Adriana Zatterale, Carmela Illibato,
Maria Cipriani, Mariannina Calzone, Paolo Cammarota.
Nel corso della riunione si e’ deciso di insignire il Dr. Giovanni Pagano della carica di
Presidente Onorario dell’AIRFA per i suoi meriti nella fondazione dell’Associazione, per
l’impegno profuso nel promuovere l’interesse della comunita’ scientifica per l’anemia di
Fanconi e nel ricercare costantemente il contatto umano con gli ammalati e le loro
famiglie. Purtroppo, il Dr. Pagano ha deciso di non accettare l’incarico, ma ci ha
assicuarato che continuera’ a lavorare in favore dell’ Associazione e delle attivita’ di
ricerca sull’anemia di Fanconi.
b. Per le candidature per i Revisori dei Conti sono stati eletti 1. Assunta Di
Carluccio (56 voti ), 2. Mario Coletta (52 voti) e 3. Donato Marotta (43 voti).
c. Per il Consiglio dei Probiviri sono stati eletti 1. Rita Scala (53 voti), 2. Giorgio
D'Angelo (52 voti) e 3. Renato Lordi (45 voti).
Nel frattempo, per motivi pratici, il Consiglio Direttivo, ha deliberato di spostare la sede
dell’Associazione in una zona centrale di Napoli. Dopo numerose ricerche, abbiamo
optato per un ufficio sito in Piazza Borsa, 14, e facilmente raggiungibile (si puo’, infatti,
raggiungere a piedi dalla Stazione Centrale, dalle Funicolari Centrale e di Montesanto, e
dalla Metropolitana di Piazza Dante, in attesa di poter usufruire della fermata “Stazione
Universita’” proprio in Piazza Borsa.
La mia carica di Presidente non comportera’ alcun cambiamento nel prosieguo delle
attivita’ dell’Associazione, della divulgazione delle notizie sulla malattia e dell’assistenza
alle famiglie.
In qualita’ di neo Presidente ringrazio tutti della fiducia e del generoso supporto dato
alle iniziative della nostra Associazione. Per l’importante “missione” che mi accingo a
intraprendere, spero che tutti i soci, i ricercatori, e i sostenitori dell’Associazione
continuino a seguirci con interesse e ad offrire il loro prezioso contributo.
Augurando a tutti noi un buon lavoro, invio i miei piu’ cordiali saluti.
La Presidente
Albina Parente
2
CONSENSUS CONFERENCE SULLA DIAGNOSTICA
DELL’ANEMIA DI FANCONI
Rita Calzone – Servizio di Genetica ASL Napoli 1
Dall’ultimo convegno FARF ad Houston nello
scorso ottobre era scaturita l’esigenza di fare il
punto
della
situazione
sulla
diagnostica
dell’Anemia di Fanconi (AF) allo scopo di
pervenire ad una standardizzazione nella diagnosi
di laboratorio e nella citogenetica midollare. Il
FARF ha quindi promosso un workshop
sull’argomento, che si è tenuto a Chicago l’11 e 12
giugno scorsi.
Sono stati invitati e sponsorizzati i massimi
esperti mondiali nel campo, in tutto una trentina di
persone, che si sono confrontati sulla loro
esperienza.
Erano presenti: Blanche Alter, Diane C. Arthur
e Neelam Giri dal National Cancer Institute, Arleen
Auerbach e Orna Levran dalla Rockefeller
University, Grover Bagby dall’OHSU Cancer
Institute, David A. Williams, Saurabh Chandra e
Teresa Smolarek dal Cincinnati Children’s Hospital
Medical Center, John Wagner e Betsy Hirsch dalla
University of Minnesota Medical School, Suresh C.
Jhanwar dal Memorial Sloan-Kettering Cancer Center,
Jeffrey M. Lipton dall’Albert Einstein College of
Medicine, Akiko Shimamura e Lisa Moreau dal
Dana Farber Cancer Institute, Robb Moses, Susan
Olson e Carolyn Sue Richards dall’Oregon Health &
Science University, Steven A. Schonberg dal Quest
Diagnostic Nichols Institute; ed inoltre, dall’Europa,
Helmut Hanenberg (Università di Düesseldorf),
Holger Hoehn (Università di Würzburg), Hans
Joenje e Gerard Pals (Università di Amsterdam),
Christopher Mathew (Guy’s, King’s, and St. Thomas’
School of Medicine di Londra), Heidemarie Neitzel
(Università di Berlino), Jean Soulier (Hôpital St.
Louis di Parigi), Jordi Surralles (Università di
Barcellona), Adriana Zatterale (Servizio di Genetica
dell’ASL Napoli 1); Daniela Pilonetto dal Brasile e
Tommy Pearson dal Sud Africa.
Erano inoltre presenti, quali osservatori, Lynn
Frohnmayer, Deane Marchbein, Mary Ellen Eiler,
Suzanne Lauck, Bob Sacks e Mike Vangel del
FARF e Ralf Dietrich.
Le due giornate sono state di intenso lavoro.
La prima ha riguardato la diagnostica,
incentrando la discussione sui tre punti seguenti:
1) Diagnosi di AF con test citogenetico (DEB o
MMC?) e/o con western blotting (WB) della
proteina FANCD2.
2)
3)
Determinazione
del
gruppo
di
complementazione con fusione cellulare o con
l’impiego di vettori retrovirali.
Studio delle mutazioni.
1) I dati portati dai diversi relatori hanno
unanimemente confermato la maggiore specificità
e sensibilità del DEB rispetto alla MMC, fatta
eccezione per Hans Joenje che usa da vari decenni
un protocollo per la MMC che però si è rivelato
particolarmente complesso e quindi non facilmente
riproducibile.
È stata sottolineata l’opportunità di alcuni
accorgimenti - già in uso presso il nostro Servizio in particolare di ripetere sempre un test positivo
prima di comunicare la diagnosi, di lavorare con
cellule di controllo, di porre diagnosi differenziale
con la Njimegen Breakage Syndrome, che può
risultare positiva ai test di instabilità.
Si è quindi passati a discutere l’utilità della
determinazione con immunowestern blotting della
proteina FANCD2 nelle sue forme S ed L. Si è
concordato che tale test non può sostituire la
diagnostica citogenetica, ma deve attualmente
essere considerato quale test di screening
diagnostico dei pazienti (dà risultato informativo
in pazienti di gruppo A, C, D2, E, F, G ed L), e di
verifica nei test di complementazione con
retrovirus.
È stato poi affrontato il tema del mosaicismo,
che interessa il 10-20% dei pazienti con AF. È stata
sottolineata
la
necessità
che
lo
studio
dell’instabilità cromosomica con clastogeni e il WB
siano eseguiti su tessuti diversi, e che gli operatori
siano specificamente competenti. È inoltre emerso
quanto sia fondamentale un accurato studio clinico
del paziente, realizzato da persone con specifica
sensibilità, in grado di identificare anche segni
sfumati in modo da fare diagnosi anche con un
quadro clinico e cellulare non eclatante. Si è infine
concordato che nei casi di mosaicismo è
indispensabile lavorare su cellule non stabilizzate,
in quanto le cellule, se revertite a un genotipo
normale o corretto, presentano un vantaggio
selettivo di crescita in vitro, che può confondere
maggiormente il quadro.
La citofluorimetria a flusso può fornire un
contributo alla diagnosi, a meno che i pazienti non
siano stati trattati con chemioterapici, o abbiano
una leucemia in corso. Non è chiaro però se le
3
alterazioni osservate nello studio del ciclo cellulare
siano legate alle rotture cromosomiche o alla
sopravvivenza cellulare.
2) Lo studio dei gruppi di complementazione
può essere eseguito per fusione cellulare o con
vettori retrovirali. La seconda procedura è più
rapida ed ha una resa maggiore in termini di casi
caratterizzati, ma risulta problematica per il
gruppo D2.
Per
mettere
in
evidenza
l’avvenuta
complementazione possono essere usati gli stessi
test impiegati nella diagnostica (DEB, MMC, WB,
citofluorimetria) o la sopravvivenza cellulare in
presenza di MMC.
3) Riguardo all’analisi molecolare, è stata
evidenziata l’estrema variabilità delle mutazioni
AF nell’ambito dello stesso gruppo di
complementazione. L’analisi di mutazione è infatti
agevole solo per geni di piccole dimensioni.
Sono stati concordati i seguenti criteri generali:
a)
utilizzare più di una tecnica (è stata
segnalata anche una metodica di
recente sviluppo, la multiplex ligationdependent probe amplification – MLPA);
b)
le mutazioni devono essere identificate
distintamente dalle varianti normali;
c)
è necessaria l’analisi di segregazione.
Si è parlato anche di diagnosi prenatale, ma non
c’è stato alcun accenno alla diagnosi pre-impianto
(nonostante la presenza di John Wagner, che dopo
cinque anni di tentativi è riuscito a realizzarla per
la famiglia Nash), verosimilmente per le difficoltà
ed i limiti tecnici che questo tipo di diagnostica
ancora comporta, che la rendono di difficile
applicazione, senza le considerazioni di ordine
etico, che ne rendono non unanimemente
condivisibili i principi.
La seconda giornata del workshop è stata
dedicata alla citogenetica midollare. Il quesito che
sottendeva questa sessione era la ricerca di
riarrangiamenti
cromosomici
specifici
che
potessero dare indicazioni sul management dei
pazienti.
In primis è stata sottolineata l’utilità di tale
studio, ricco di informazioni sullo stato del
paziente, ma non uniformemente diffuso. In Italia,
ad esempio, viene eseguito – e non sempre – solo
sui pazienti da trapiantare, come è emerso da
un’indagine da noi svolta, come Registro Italiano
dell’Anemia di Fanconi, nel periodo precedente il
Workshop.
Nel 44% dei pazienti studiati, prevalentemente
in USA e Germania, è stato riscontrato un cariotipo
midollare alterato. Le anomalie erano a carico
soprattutto del cromosoma 3, ma anche del 7, del
6, dell’1 e del 5. È stato evidenziato che l’aumento
e la maggiore complessità delle anomalie
cromosomiche midollari sono in relazione alla
trasformazione neoplastica del midollo e all’età dei
pazienti, suggerendo che costituiscano un marker
precoce di neoplasia. Per questo è utile
l’applicazione non solo della citogenetica
tradizionale ma anche di procedure di secondo
livello quali la FISH, lo SKY e la CGH, allo scopo
di evidenziare anomalie non rilevabili con le
tecniche citogenetiche tradizionali, oltre allo studio
dei telomeri di alcuni specifici cromosomi.
Un contributo è anche risultato venire dallo
studio dell’immunofenotipo midollare.
Alla fine dei lavori è emersa l’importanza di
elaborare delle linee guida, per i diversi aspetti
della diagnostica. Il compito è stato affidato a
diversi esperti: Arleen Auerbach per il test al DEB;
Hans Joenje per il test alla MMC; Akiko
Shimamura per il WB della proteina FANCD2;
Helmut Hanenberg e David A. Williams per lo
studio del ciclo cellulare, Betsy Hirsch per il
controllo di qualità.
L’esito della partecipazione a questo workshop
per noi è stato rilevante.
Oltre al riconoscimento al lavoro svolto in
questi anni dal nostro Servizio, implicito
nell’invito rivolto alla dr.ssa Zatterale (io ero
un’osservatrice
esterna),
abbiamo
ottenuto
conferma della correttezza delle nostre procedure
diagnostiche non solo per il test al DEB che
eseguiamo ormai da 15 anni secondo il protocollo
della prof.ssa Auerbach (abbiamo eseguito in
questo periodo 665 test con 103 risultati positivi, in
9 casi modificando errori diagnostici altrui) ma
anche per i test di WB e complementazione
(utilizzati finora solo in progetti di ricerca) che
stiamo perfezionando e che renderemo noti alla
comunità dei clinici italiani appena saranno
disponibili per uso diagnostico, con garanzia di
affidabilità.
Abbiamo inoltre recepito l’urgenza di
sensibilizzare gli stessi clinici allo studio delle
anomalie citogenetiche midollari, tenendo presente
che da campioni di midollo osseo dei pazienti
saremmo anche in grado di isolare fibroblasti per
lo studio del mosaicismo.
Nonostante il livello
di impegno e di
esperienza dei partecipanti, molti quesiti sono
rimasti irrisolti, richiedendo ulteriori futuri
approfondimenti.
4
NUOVE ACQUISIZIONI SULLA PATOGENESI DELL'APLASIA
DELL'ANEMIA DI FANCONI
…. e morbilità dei pazienti affetti da
Anemia di Fanconi. L’insufficienza midollare
consiste nella riduzione del numero delle
cellule circolanti del sangue ed è dovuta ad
una distruzione di quelle cellule progenitrici tecnicamente definite cellule staminalilocalizzate nel midollo osseo.
Non sono note con precisione le cause
che, nei soggetti con Anemia di Fanconi,
portano al danno delle cellule progenitrici
midollari e che quindi portano all’insufficienza
midollare.
Studi
su
modelli
animali
suggeriscono che alcune sostanze come TNFα e IFN-γ possano uccidere le cellule staminali
midollari. Il nostro gruppo ha recentemente
pubblicato sulla rivista scientifica americana
“Blood” (15 Sep 2003, 102, 6, 2053-2059) i
risultati del primo studio condotto su cellule
del midollo osseo di soggetti con Anemia di
Fanconi relativo a tali sostanze dannose sulle
cellule progenitrici midollari. Tale ricerca
dimostra che nel midollo osseo dei pazienti
con Anemia di Fanconi esistono almeno due
molecole, TNF-α e IFN-γ, che possono
uccidere le cellule progenitrici. Abbiamo
inoltre dimostrato che, bloccando l’azione di
una di queste due sostanze e cioè di TNF-α, è
possibile migliorare la crescita in vitro dei
progenitori midollari dei globuli rossi.
L’importanza di tale studio è duplice.
Innanzi tutto ha permesso di individuare
alcune molecole “killer” nel “vero campo di
battaglia” e cioè nel midollo dei pazienti
confermando dunque i dati già noti in sistemi
più “artifciali” quali gli animali da esperimento
e le linee cellulari. In secondo luogo ha
dimostrato che è possibile contrastare in vitro
gli effetti negativi sui progenitori dei globuli
rossi di TNF-α. Ciò costituisce un progresso
nelle conoscenze dei meccanismi che
portano all’aplasia midollare dei pazienti con
Anemia di Fanconi e rappresenta la base
sperimentale per eventuali nuove future
terapie dell’insufficienza midollare che
possano affiancare quelle attualmente
disponibili quali a esempio il trapianto di
midollo osseo.
E’altresì possibile che vi siano più sostanze
capaci di uccidere le cellule staminali e
pertanto la attività del nostro gruppo si è ora
diretta verso altri possibili molecole “killer”.
Oltre al già citato IFN-γ che sappiamo già
essere presente nel midollo, intendiamo
studiare, dapprima su linee cellulari e poi, se i
risultati saranno confortanti, sulle cellule dei
pazienti, altre sostanze ad effetto negativo sul
midollo, tentando di capire come agiscono e
se, come è possibile, operano potenziando
l’una l’azione di altre. Al momento non siamo
in grado di anticipare alcun risultato di
questa seconda “tranche” di studi essendo
essi in pieno svolgimento.
Va sottolineato che il trasferimento dei dati
dalla ricerca alla pratica clinica richiede
tempi lunghi e che quindi al momento non è
legittimo parlare di terapie innovative per
l’insufficienza
midollare
dell’Anemia
di
Fanconi. Resta tuttavia da sottolineare il ruolo
della cosiddetta ricerca
traslazionale. In
effetti, mentre la ricerca di base ha il compito
di studiare i complessi meccanismi che
governano la biologia cellulare senza porsi
come meta un beneficio clinico immediato
per i pazienti, la ricerca traslazionale ne
rappresenta l’ideale prosecuzione verso il
piano clinico-pratico poiché cerca di
identificare e sviluppare quelle condizioni che
la ricerca clinica dovrà poi tradurre ad
esempio
in
nuovi,
migliori,
strumenti
diagnostico-terapeutici. E' quindi evidente
come una integrata ideale staffetta fra i vari
segmenti della ricerca, quella di base, quella
traslazionale e quella clinica, che è la più
vicina ai pazienti, sia premessa fondamentale
per scoperte innovative che migliorino le
prospettive e la qualità di vita dei malati.
Carlo Dufour
Responsabile U.O.S Ematologia Clinica e di
Laboratorio
Dipartimento di Emato-Oncologia Pediatrica
Istituto G.Gaslini- Genova
L’attività di ricerca sull’Anemia di Fanconi
svolta dall’Unità di Ematologia del Gaslini è
supportata
dal
2001
dall’A.I.R.F.A.
5
SCOPERTE NUOVE RELAZIONI
TRA ANEMIA DI FANCONI E STRESS OSSIDATIVO
I RISULTATI DEL PROGETTO EUROS PUBBLICATI SULLA RIVISTA CARCINOGENESIS
Parametro
Effetto genere
Effetto età
+
+
+
+
ND
+
+
NA
8-OHdG (GB)
8-OHdG (urine)
GSSG:GSH
MGlx
ICS
ND = non determinato; NA = non applicabile.
rapporto femmine:maschi (f:m) circa eguale a 1,4. Tale
rapporto era confermato nei pazienti trapiantati e nella
instabilità cromosomica spontanea (ICS), ma non nei
genitori, né nei soggetti di controllo, in cui il rapporto f:m
era prossimo a 1. Questi dati suggeriscono una
associazione tra danno ossidativo al DNA e ICS che, a sua
volta, costituisce un elemento-cardine nel fenotipo AF.
Altro aspetto, del massimo rilievo, emerge dalle
misurazioni della 8-OHdG urinaria (v. grafico).
Maschi
Femmine
10,0
nmol 8-OHdG/mmol creatinina
Sul numero di luglio 2004 della rivista Carcinogenesis è
stato pubblicato l’articolo che riferisce i dati del Progetto
EUROS nei pazienti con anemia di Fanconi e nei loro
genitori.* Il Progetto, sostenuto dalla Commissione
Europea e da contributi AIRFA, ha visto la nostra
Associazione come ente amministratore del contratto.
Emerge la numerosità dei donatori reclutati: 56 pazienti
(42 non trapiantati e 14 trapiantati), 54 eterozigoti
(genitori) e 173 soggetti di controllo. Data la rarità dell’AF,
questi numeri elevati sono dovuti grazie alla collaborazione
di medici attivi in 11 centri clinici di due Paesi (Italia e
Turchia), e grazie a vasti numeri di “famiglie Fanconi” e di
volontari sani. Una iniziale obiezione, per cui ottenere
numeri così alti fosse impresa irrealizzabile e inutile, è
rimossa dalle conoscenze ottenute: oggi si deve
riconoscere la necessità di una casistica estesa, o
sarebbero mancate alcune osservazioni cruciali.
Il Progetto EUROS mirava a valutare una serie di
indicatori di stress ossidativo in pazienti affetti da sette
malattie genetiche, tra cui l’AF, da riferire ai dati dei
genitori e ad una popolazione di controllo. I parametri
esaminati erano costituiti da:
1. 8-OHdG (8-idrossi-2’-deossiguanosina), indicatore di
danno ossidativo al DNA, accumulata nei globuli
bianchi (GB) e, rispettivamente, escreta nelle urine;
2. glutatione [presente in forma ossidata (GSSG) e
ridotta (GSH)], molecola essenziale nella regolazione
degli equilibri ossido-riduttivi cellulari;
3. metilgliossale
(MGlx),
un
prodotto
della
degradazione ossidativa di carboidrati e aminoacidi;
4. alcuni antiossidanti (Vit. C ed E e acido urico).
Oltre alle analisi programmate in origine, sono state
condotte altre indagini, tra cui:
a) la valutazione della instabilità cromosomica
spontanea (ICS), riferita al danno ossidativo al DNA,
estesa alla casistica storica del Registro Italiano Anemia
di Fanconi (RIAF);
b) misurazioni di glicemia, connessa ai livelli di MGlx;
c) misurazioni di glucoso-6-fosfato deidrogenasi
(G6PD), per la possibile associazione con il glutatione.
7,5
5,0
2,5
0,0
I risultati hanno condotto a un’ampia conferma di uno
stato proossidante in vivo, cioè nell’organismo del paziente
con AF. Rispetto alle iniziali ipotesi di lavoro, sono
intervenute diverse informazioni impreviste. Sono state
osservate distinzioni in base al genere e/o all’età dei
pazienti non trapiantati, riassunti in Tavola.
Sono stati rilevati differenti livelli di 8-OHdG (sia
leucocitaria che urinaria) in funzione del genere dei
pazienti non trapiantati, in quanto le femmine hanno
mostrato valori più elevati rispetto ai maschi, secondo un
*
Pagano, G, Degan, P, d’Ischia, M, Kelly, FJ, Pallardó, FV,
Zatterale, A, Anak, SS, Akişık, EE, Beneduce, G, Calzone,
R, De Nicola, E, Dunster, C, Lloret, A, Manini, P, Nobili, B,
Saviano, A, Vuttariello, E and Warnau, M. (2004) Genderand age-related distinctions for the in vivo prooxidant
state in Fanconi anaemia patients. Carcinogenesis 25(7)
DOI: 10.1093/carcin/bgh194
Pazienti AF
Genitori
Controlli adulti Controlli 1-15 anni
Era atteso che i livelli di 8-OHdG urinaria nei pazienti
con AF fossero inferiori rispetto ai soggetti normali, in base
all’assunto – condiviso dalla quasi totalità degli studiosi – di
un deficit nella riparazione del DNA nell’AF. Si riteneva,
dunque, che il danno al DNA si accumulasse nelle cellule
(come confermato) senza venire rimosso adeguatamente.
Di conseguenza, alla mancata (o ridotta) rimozione del
danno al DNA, doveva corrispondere una diminuzione nei
livelli di basi danneggiate del DNA nelle urine. Questo non
è stato il caso, in quanto i pazienti maschi hanno livelli di
8-OHdG urinaria non significativamente inferiori rispetto ai
controlli, mentre nelle femmine questi livelli sono
significativamente elevati (p = 0,02) rispetto alle donatrici
di controllo. Questo dato, come minimo, testimonia che un
deficit nella riparazione del DNA non risulta rilevante in
vivo; in prospettiva di ulteriori verifiche, questo dato
potrebbe condurre a porre in discussione l’intera teoria del
deficit di riparazione del DNA, tuttora il “dogma centrale”
dell’anemia di Fanconi.
6
Le analisi della 8-OHdG leucocitaria nei pazienti hanno
mostrato una netta distinzione in base a due gruppi di età,
che comprendevano pazienti fino all’età di 15 anni, e un
gruppo di pazienti di età compresa tra i 16 e i 29 anni. E’
risultato che soltanto i pazienti del gruppo fino a 15 anni
mostravano livelli di 8-OHdG leucocitaria superiori ai valori
di controllo (nella stessa fascia di età), mentre i pazienti
adolescenti/adulti mostravano livelli sovrapponibili ai
controlli. Questa distinzione per gruppi di età ha condotto
ad analoghe verifiche per gli altri parametri esaminati.
Le analisi dei livelli ematici di glutatione (rapporto
GSSG:GSH) hanno condotto, inizialmente, a risultati che
sembravano indicare la sovrapponibilità tra i dati dei
pazienti (di tutte le età) e dei controlli. Una volta esaminati i dati in base all’appartenenza ai due gruppi di età,
emergeva una spiccata distinzione, per cui i pazienti (sia
non trapiantati che trapiantati), fino a 15 anni, mostravano
un rapporto GSSG:GSH significativamente innalzato
rispetto ai controlli di pari età; all’opposto, un gruppo di
pazienti dai 16 ai 29 anni mostrava una netta riduzione del
rapporto GSSG:GSH rispetto ai controlli di pari età.
Analogamente, i livelli plasmatici di MGlx risultavano
elevati nei pazienti di tutte le età, ma una valutazione per
fasce di età mostrava che l’aumento nei livelli di MGlx
risultava significativamente più elevato nel gruppo fino a
15 anni, laddove i dati dei pazienti adolescenti/adulti
mostravano livelli di MGlx sovrapponibili ai controlli. E’
notevole che i livelli plasmatici di MGlx abbiano mostrato
un significativo innalzamento nei genitori dei pazienti,
perfino superiore ai dati dei pazienti. In caso di conferma
in ulteriori studi, si potrebbe prospettare l’analisi del MGlx
come un eventuale parametro per valutare lo stato di
eterozigote Fanconi, nell’attuale assenza di un test
diagnostico.
Risulta confermato un significativo eccesso di glicemia
nei pazienti con AF, già riferito in letteratura e
coerentemente con l’osservato eccesso dei livelli di MGlx
(indicatore di diabete). Viceversa, non sono emerse
alterazioni significative nei livelli di antiossidanti (Vitamina
C, Vitamina E ed acido urico); tale risultato non trova
attualmente spiegazione e richiede ulteriori studi. Anche
negative sono state le misurazioni di G6PD.
Nel complesso, lo studio dà conto di uno squilibrio
metabolico a livello di organismo nei pazienti con AF, in
linea con le note relazioni tra i parametri esaminati e una
serie
di
complicazioni
(neoplasie,
malformazioni,
endocrinopatie) o aspetti clinici (macule cutanee), sui cui
meccanismi non risulta formulata una interpretazione
complessiva. Le osservazioni di questo studio possono
fornire un quadro unificante, nel contesto di uno squilibrio
metabolico centrato su uno stato proossidante che, a sua
volta, può costituire un fattore determinante nei vari
aspetti del fenotipo clinico dell’AF. I risultati dello studio e
recenti pubblicazioni sulle funzioni delle proteine Fanconi
(riferite in scheda) possono condurre a configurare un
quadro d’insieme verso la ridefinizione dell’AF come
malattia dismetabolica (v. figura).
Le distinzioni nei parametri di stress ossidativo,
riconoscibili in base al sesso e all’età, gettano luce su
possibili fattori in grado di modulare vie metaboliche
ossido-riduttive. Un fattore probabilmente coinvolto può
consistere nei livelli di ormoni gonadici, nei due sessi e
all’atto della pubertà. Questa ipotesi di interpretazione
va indubbiamente suffragata in ulteriori indagini: allo stato
attuale, comunque, un probabile
ruolo degli ormoni
sessuali trova conforto in una serie di studi che attestano
il ruolo di androgeni ed estrogeni quali modulatori nello
stress ossidativo. Inoltre, tale interpretazione sarebbe
in linea con la nota azione terapeutica degli androgeni
Neoplasie
Deplezione
midollare
Iperglicemia/
Diabete
Stato
Proossidante
Parametri di
stress ossidativo
Altre
endocrinopatie
Malformazioni
Macule cutanee
Proposta di un ruolo centrale dello stato proossidante nel fenotipo
cellulare e clinico dell’AF.
nella pratica clinica: finora basata su riscontri empirici e
carenti di interpretazioni meccanicistiche.
Lo studio ha condotto a una serie di informazioni che
potrebbero costituire le basi per studi clinici mirati a nuove
prospettive nella gestione clinica dei pazienti con AF.
NUOVE EVIDENZE MOLECOLARI:
RILIEVO DELLO STRESS OSSIDATIVO
NELL’ANEMIA DI FANCONI
Recenti studi* hanno riferito funzioni di alcune proteine
Fanconi (FANCA, FANCC e FANCG) direttamente connesse
con vie metaboliche ossido-riduttive (cioè connesse con lo
stress ossidativo). La complessità della materia
richiederebbe un esteso articolo di rassegna per questi
lavori, apparsi tra l’ottobre 2003 e il maggio 2004.
In estrema sintesi: i lavori di Reuter et al. (2003) e di
Zanier et al. (2004) riferiscono l’associazione o interazione
di estesi numeri (più di 100) di proteine, o RNA con le
proteine FANCA, FANCC e FANCG. Le funzioni di questi
“interattori” includono il metabolismo ossidativo e un
«ruolo antinfiammatorio». Proteine con funzioni implicate
nella riparazione del DNA non sono citate (Reuter et al.) o
sono state cercate, ma non trovate (Zanier et al.).
Saadatzeh et al. (2004) hanno verificato un diretto
coinvolgimento di stimoli ossidanti nell’induzione di
apoptosi in cellule difettive Fancc-/-. L’apoptosi viene
specificamente diminuita da antiossidanti ed è stata
associata alla attivazione di ASK1, via metabolica
direttamente interconnessa con l’induzione di stress
ossidativo.
L’influenza delle condizioni ossido-riduttive sulle
proteine FANCA e FANCG è stata dimostrata da Park et al.
(2004): il danno ossidativo interviene nelle funzioni e nella
struttura fisica di entrambe le proteine Fanconi, modulando
il loro stato monomerico/multimerico e la loro capacità di
formare complessi. In questo, FANCA e FANCG si possono
considerare due proteine redox-dipendenti.
*
Reuter, TY et al. (2003) Exp Cell Res 289:211-221.
Saadatzadeh, MR et al. (2004) J Biol Chem 279: 16805–16812.
Zanier, R et al. (2004) Oncogene DOI: 10.1038/sj.onc.1207677.
Park SJ et al. (2004) J Biol Chem May 10 [Epub ahead of print]
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PER MOLLY: IN ITALIA NON C’È POSTO
La legge 40 confina alle coppie infertili le procedure di procreazione assistita
E’ la legge che “regola” la procreazione medicalmente
assistita: destinata alle coppie sterili o infertili, ha suscitato
boati di polemiche anche tra i “diretti interessati”, per le
sue incongruenze tecniche e concettuali. Tra le numerose
assurdità partorite dal legislatore, si possono citare la
limitazione a tre embrioni da generare e impiantare in
utero (tecnicamente privo di senso); la esclusione della
fecondazione eterologa (cioè da donatore estraneo alla
coppia: come se l’infertilità non fosse dovuta, in un gran
numero di casi, alla infertilità di un solo componente della
coppia) e l’obbligo di impiantare in utero anche embrioni
patologici (con penosi quanto evidenti dilemmi che qui si
tralasciano).
Se le obiezioni sono gravi e numerose per le coppie
infertili, ben altrimenti si pone la questione per le nostre
famiglie, come anche per le famiglie colpite da altre
malattie genetiche similari (ad esempio, talassemia e
drepanocitosi). Noi siamo per definizione esclusi da queste
procedure, in quanto fertili (art. 1 e 4) e, soprattutto, in
quanto la procedura che ci riguarda prevede «tecniche di
selezione» espressamente proibite dall’art. 13, 3° comma.
Per i medici che violino quanto previsto nell’art. 13, sono
previste pene detentive e pecuniarie, con l’esclusione dalla
professione: sicchè è davvero improbabile che si troverà un
professionista in Italia che proceda in aiuto di un bambino
con anemia di Fanconi, o con analoghe patologie...
Il motivo della contesa risale al caso Molly Nash. Molti
lettori possono ricordare l’annunzio di speranza dato su
queste pagine nell’autunno 2000. La piccola Molly, in
progressivo aggravamento e priva di donatori per un
trapianto, era stata salvata grazie un intervento che
includeva la diagnosi preimpianto (presenza/assenza di un
gene Fanconi e compatibilità o meno per un trapianto di
cellule staminali) e l’impianto in utero di un embrione privo
di malattia e compatibile per un trapianto. La procedura, al
quarto tentativo, portò alla nascita di Adam, il fratellino: il
cordone ombelicale di Adam venne in soccorso di Molly.
Oggi la famiglia Nash si è accresciuta di un’altra bambina,
Delaine, di 15 mesi. E’ una famiglia serena: la sciagura è
un lontano, brutto sogno di più di tre anni fa.
La famiglia Nash nel 2001.
Che dire ai soloni che invocano princìpi in astratto
rispettabili ma che, nei fatti, negano la sopravvivenza di un
bambino: nato, vivente e irrimediabilmente condannato? O
che rispondere ad altre obiezioni, paludate di tecnicismi,
circa le difficoltà di portare a termine una procedura ad
elevato rischio di insuccesso? Si potrebbero invocare i
massimi sistemi, pronunziare anatemi reciproci e non
smuovere la situazione di una virgola.
Nella pratica del dolore, che conosciamo, noi genitori di
bambini con AF seguiamo ogni percorso per salvare i nostri
figli. Se il bambino si mantiene ben compensato, siamo
sollevati e speriamo che non accada il peggio. Se troviamo
un donatore consanguineo, si va a un trapianto, con buone
speranze di successo (ben diversa è la prospettiva, con
donatore non consanguineo). Se poi il donatore non c’è e
si continua a non trovarlo; se il bambino si aggrava e non
abbiamo altre speranze, sappiamo che esiste una
possibilità tecnica e una concreta, per quanto difficile,
strada da percorrere. Vivendo in altri Paesi, prenderemmo
appuntamento con un centro clinico specializzato nella
diagnosi preimpianto e, in caso di successo, avremmo alte
probabilità di salvare il bambino altrimenti condannato.
La legge 40/2004*, in Italia, ci lascia innominati ed
esclusi, con due possibilità. Chi ha (molti) soldi, va
all’estero per ottenere quanto ci è negato in Italia. O ci
attrezziamo per andare al referendum abrogativo di questa
legge scellerata, così stigmatizzata da Umberto Veronesi:
«Come libero cittadino di un libero Paese, mi auguro che il
Parlamento, superando steccati ideologici, riveda una legge
che nella sua applicazione può arrivare a costringere una
donna a farsi impiantare contro la propria volontà tutti gli
ovuli fecondati, anche se portatori di una malattia
genetica. Non resta che essere d’accordo con il referendum
abrogativo di una legge ingiusta e giuridicamente non in
linea con lo statuto di un Paese democratico».
Chi vuole aderire alla raccolta di firme per il
referendum abrogativo della legge 40, può collegarsi al sito
http://www.lucacoscioni.it/
e
cliccare
sull’icona
“referendum”. Con buone memorie di battaglie civili negli
scorsi trenta anni, sappiamo che è possibile farcela!
Giovanni Pagano
*Nota di redazione: Attualmente il Parlamento sta
revisionando questa legge.
Giugno 2004: Delaine, Molly e Adam Nash.
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La voce dei soci
Questo spazio è dedicato alle comunicazioni dell'Associazione ai Soci, ma anche ai vostri brevi messaggi, alle vostre lamentele, ai vostri
suggerimenti e a tutto quello che vorrete pubblicare all'interno di questo piccolo spazio dedicato a voi.
Cari genitori e cari amici,
mi chiamo Maria Cipriani e sono la mamma di una bambina stupenda di nove anni, Irene, che ha l'anemia di
Fanconi. Le sue condizioni, al momento, sono buone, è in attesa di un trapianto ma i valori dell'emocromo non
sono ancora scesi a livelli pericolosi.
La nostra famiglia vive a Ceccano (FR) nel Lazio; io e mio marito, Fabio Di Mario, abbiamo anche un altro
figlio, Andrea di tredici anni.
Dal 2004 sono membro del Consiglio Direttivo dell'AIRFA alla quale siamo associati dal 2001. Nel 2001 ho fatto
anche "conoscenza" con l'anemia di Fanconi quando, in ottobre, dopo varie peripezie, veniva diagnosticata alla
mia bambina che aveva allora sei anni.
So per certo che i miei sentimenti, la mia disperazione, l'ombra che da allora mi porto dentro il cuore,
purtroppo sono anche i vostri. Dopo tante lacrime però, si deve affrontare la vita, si abbraccia la croce e si va
avanti, cercando l'oblio nel quotidiano, cercando fino a quando sarà possibile, di non pensare a cosa ci riserva il
futuro, tenendo la mente imprigionata così che non vada troppo lontano.
Quando mi sono messa in contatto con l'AIRFA, l'ho vista con gli occhi di un naufrago che avvista la terra:
cercavo il contatto con gli altri che percorrevano il mio stesso cammino, sentivo e sento tuttora il bisogno di
confrontare le esperienze, di dare e ricevere conforto, di scambiare il bagaglio personale del vissuto.
Nell'ultima riunione del Direttivo, si è discusso anche di questo aspetto: dei rapporti interpersonali e si è
sentita la necessità di costruire una rete di contatti che renda l'AIRFA una associazione viva, una piccola
comunità. Sentendo questo bisogno in prima persona, ho dato subito la mia disponibilità ricevendo l'incarico di
tenere i contatti con le famiglie. La distanza geografica, in molti casi, limiterà la conoscenza personale ma, con
internet, essa non è più un vero ostacolo. Vorrei riuscire a far si che ci appoggiamo gli uni agli altri, per poter
insieme risolvere i nostri piccoli e grandi problemi, per sentirci meno soli e sentirci in grado di affrontare anche
tutto il mondo, se necessario, per combattere questo male che ci affligge.
Se avete voglia di contattarmi potete telefonarmi ai seguenti numeri: casa 0775-604679 cell. 349-1369527
oppure potere scrivere al mio indirizzo di posta elettronica: [email protected] oppure per posta ordinaria al
mio indirizzo : Maria Cipriani - Via Madonna delle Grazie, 34 - 03023 Ceccano (FR).
Vi abbraccio tutti con affetto,
Maria
DAL TESORIERE Cari amici,
Qui di seguito la situazione economico-finanziaria dell'Associazione dell'anno 2003 per tutti coloro che non
hanno partecipato all'Assemblea dei soci del 20 marzo u.s.:
Consuntivo 2003
Contributi da soci, donazioni e lasciti
Proventi netti da manifestazioni varie
Proventi finanziari
Spese di gestione
Disponibilità attiva
Disponibilità precedente
Disponibilità totale
Erogazioni
Disponibilità fine esercizio
5.158,27
33.445,35
41,88
23.700,84
14.944,66
27.982,71
42.927,37
22.688,05
20.239,32
Preventivo 2003
Contributi da soci, donazioni e lasciti
Proventi netti da manifestazioni varie
Spese di gestione
Disponibilità attiva
Disponibilità precedente
Disponibilità totale
Erogazioni
Disponibilità fine esercizio
7.000,00
50.000,00
18.500,00
38.500,00
27.982,00
66.482,00
56.500,00
9.982,00
Il Tesoriere
Domenica Brosio
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LE ATTIVITÀ DELLA NOSTRA ASSOCIAZIONE
Nuova raccolta fondi Natale 2004
Cari amici!
A settembre partirà la nuova campagna di raccolta fondi "Natale 2004" e speriamo di migliorare i risultati della
campagna precedente. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato negli anni scorsi, anche solo
con un minimo contributo. Ma soprattutto grazie a tutti coloro che decideranno di unirsi per questa nuova
iniziativa anche solo con pochi pezzi da distribuire. Per qualsiasi informazione sulle modalità, tempi di
consegna, e prodotti realizzati, Vi preghiamo di contattare la nostra segretaria Francesca Panzeri presso la
sede dell'AIRFA che Vi darà tutti i chiarimenti possibili in merito e tutta la disponibilità a venire incontro alle
Vostre esigenze.
Trovate di seguito una tabella esplicativa delle due Campagne di raccolta fondi relative a Natale 03 ormai
completa e e Pasqua 04 dove invece aspettiamo ancora alcuni contributi per un totale di 2.350,00 Euro:
Natale 2003
Entrate
Uscite
Totale netto
39.972,00
19.929,00
20.043,00
Pasqua 2004
Totale netto
☺ ☺
17.850,00
10.182,00
7.668,00
☺ ☺ ☺ ☺
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AIRFA: Piazza Giovanni Bovio, 14
80133 Napoli
Tel.:081-5523773; 335-6910060
Tel e Fax: 0814202599; 0812296625
E-mail: [email protected]; [email protected];
C/c postale: 17987801
Coordinate bancarie: c/c 1089 Banca Nazionale del Lavoro,
Ag. 10 Napoli; ABI 1005; CAB 3413
L’AIRFA, fondata il 1.VI.1989, è iscritta al Registro Regionale Campano delle Associazioni di Volontariato (L.
266/91 e L.R. 9/93).
Consiglio Direttivo:
Albina Parente (Presidente); Giovanni Melluso (Vice-Presidente); Domenica Brosio (Tesoriere); Margherita Cottino
(Segretario); Mariannina Calzone; Paolo Cammarota, Maria Cipriani; Carmela Illibato; Adriana Zatterale.
Stampato dalla Ditta G. Calabrò, Napoli
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