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Centro Regionale Servizi Educativi Culturali
Via Indipendenza n.12 - Barletta
Barletta nel ‘500
Manoscritto del Mons. Salvatore Santeramo
Can. S. Santeramo – calco in gesso
Del Prof. Mauro di Pinto
Trascizione a cura di Vincenzo Tupputi
socio aggregato della Società di Storia Patria
“Salvatore Santeramo” – Sezione di Barletta
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Centro Regionale Servizi Educativi Culturali
Via Indipendenza n.12 - Barletta
Coordinamento: Dott. Luigi Carruezzo
Progettazione, realizzazione informatica e grafica:
Pasquale Napolitano - Vincenzo Catino – Maria Rizzitelli
Copyrigt 2003 Regione Puglia
In copertina: Calco in gesso del Can. S. Santeramo eseguito dal
Prof. Mauro Di Pinto
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PRESENTAZIONE
Le fonti a cui attingere al fine di recuperare le radici storiche su cui si
basano lo stesso nostro vivere quotidiano e la civiltà da questo riveniente
sono molteplici, articolate, spesso insospettabili.
Abilità particolare dello storico è non solo il recupero documentale in sé
quanto la scelta prioritaria di queste fonti, indagando fra quelle che i più
ignorano e che quindi trascurano perchè, spesso a torto, ritenute
scarsamente prodighe di informazioni.
La particolare abilità dell’autore si estrinseca non solo nella puntuale e
originale narrazione degli eventi, nella trascrizione dei fatti, dei nomi e
delle informazioni; qui siamo di fronte all’indagine basata sul lavoro di chi,
origniariamente, nel proporio ambito di competenza non aveva con la storia
stretta correlazione.
L’attività professionale dei notai era, ed è, finalizzata alla estrinsecazione
del diritto fondamentale al possesso e alla gestione dei beni materiali, alla
migrazione dei diritti di uso e detenzione di questi tra soggetti diversi in
una società che, allora come ora, fondava l’economia sulla stretta relazione
fra proprietario e priorità.
E’ arduo, da questo specifico ambito operativo, estrapolare fatti
storicamente leggibili e non solo per la vetustà espressiva implicita in un
linguaggio tardo medioevale.
L’autore ci riesce e centra pianamente l’obiettivo che si prefigge, dopo
quello che certamente è un lavoro da stacanovisti; rende in questo modo
flruiibile ai più ciò che nella forma liquistica originale è appena leggibile per
i pochi specialisti della materia.
Il Resposabile
Dott. Luigi Carruezzo
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Introduzione
Ecco un’altra raccolta di notizie e documenti ricavate in massima parte dai protocolli dei
notai barlettani, esistenti nell’archivio distrettuale di Trani, oltre che dalle pergamene e
manoscritti della chiesa cattedrale.
Tale raccolta, avrei potuto pubblicarla come V volume del Codice Diplomatico Barlettano,
però, siccome la raccolta non assume la veste di semplice documentario, ma riguarda lo
sviluppo della città nelle sue linee generali, ho cambiato l’intestazione.
Considerando poi, che anche questo potrà essere un nuovo contributo che accrescerà la
conoscenza della nostra città, dopo improbo e diuturno lavoro di trascrizione, mi sono
sobbarcato a questa utile fatica che, come mi auguro, porterà una nuova luce alla Città e sarà
accolta con interesse dagli studiosi.
Trattasi del Cinquecento: del Cinquecento, che, mentre è stato definito il secolo del
Rinascimento, il secolo d’oro, per Barletta costituisce la chiave di volta, la spina dorsale che
mette in relazione l’alto e il basso Medio Evo con il moderno.
E qui non starò ad elogiare l’opera solerte ed assai benemerita dei notai che tante notizie
ci conservarono. Certo è che per loro mezzo (allora tutto si scriveva) saranno presi in
considerazione fatti e circostanze di rilievo, che inquadrati con la storia generale,
diventeranno indicazione e fonte davvero preziosa.
Tra i notai ricorderò che ancora sono superstiti i protocolli di Bernardino Santoro, la cui
scheda ha il merito di essere la più antica dell’archivio distrettuale di Trani (i protocolli
barlettani si trovano a Trani per disposizione di legge del 1809, essendo quella città sede di
un tribunale); e va dal 1498 al 1526.
E’ da essa che ebbi occasione di dar notizie della nobildonna Alessandra Benucci,
barlettana, moglie del poeta Ludovico Ariosto, sposata da lui in seconde nozze, e di Tito
Strozzi, suo primo marito, commerciante della ditta Benignati-Armellini e Soci di Firenze, nel
commercio del sale, nella salina di Barletta, verso l’anno 1499.
Il più copioso (il voto di chi scrive è che altri continuino la lettura e lo studio delle
numerosissime schede dal 1600 al 1700 ancora intatte nel predetto archivio tranese, sicuro
che la nobile fatica sarà di plauso e di merito per quello che verrà alla luce), dopo suo figlio
Pietro, per numero di protocolli è Giacomo de Geraldinis con una scheda di 45 anni.
Egli si distingue per l’importanza dei rògiti e per la passione che nutre per la città natale.
Difatti spesso accenna a fatti specifici. Son suoi parecchi distici latini e diverse poesie, un
brano di poesie di Mario de Leo conservato nella sua scheda.
Mario de Leo è avvocato barlettano, morto verso il 1548 e di cui mi sono occupato in un
articolo su “Eco di Puglia”, pubblicato in Trani (anno I–n° 1–1946).
Egli ha scritto il bel volume: “Amor prigioniero”. E’ da questo notaro che ho ricavato i
documenti di Mariano Santo e del Portulano di Puglia in Barletta, pubblicati su “Archivio
Storico” della Società di Storia Patria, anni 1938-1941, Bari.
Segue per importanza: suo figlio Pietro, con le stesse qualità del padre, con una scheda
che va dal 1556 al 1606 (cinquanta anni);
Bernardino de Paccis, il notaio della Giudecca barlettana, il quale redasse i suoi rògiti dal
1550 al 1575;
Matteo Curci, dal 1577 al 1594;
Gian Antonio Boccuto, dal 1573 al 1589;
Orazio de Leo, dal 1580 al 1593, (quello dalla cui scheda ricavai le notizie relative ai
Gonzaga, priori di San Sepolcro);
ed altri minori.
Parecchi sono i notai le cui schede non ci sono pervenute o perché bruciate
nell’invasione della città, avvenuta nel 1528, per opera dei francesi o perché distrutte per
altro motivo.
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LIBRO PRIMO
Il nome e la configurazione generale della città.
B ar letta ne i pr im i se co li d e ll’ era vo lg are d ai gr ec i fu ap pe llata Bard ulos ,
d ai latini B ar ulum o Baro le n , ne l 1500 p re nde il nom e d i B ar le tta, c ome s i
r ic av a d a un r òg ito de l no taio b ar le ttano Oraz io de Leo e d a una p erg am e na
d e l 1387 (n° 259 vo l. I I I C . D . B ar le ttano).
Av ev a uno s tem ma c he s’ ide ntif ic a co n q ue llo de lla f am ig lia C ar af a e c he è
b en d ef inito da un do c um ento d e l 15 14 , r ifer ito ne lla de lib eraz ione
d e ll’ Univers ità ( I te m c onc lusum f uit c he s i f ar à una b and ier a d e s e ta b actuta
c on le arme de oro de l nos tr o S ig nore il r e e t c on le las tr ine d e la d ic ta
U niv ers ità, e t c he s i in pe c to de l s ignor C ap itano e t Pr iur i. S i r ic ord a q ui che il
13 febb raio 1593 , a 90 anni d alla Disf id a, il no taio Or az io de Le o r ipo rta il
rog ito in c ui s i d ic hiar a c he Ce sare d e ll’Og lio fece do nativo de l v ex illum s e u
b ander ia de l p ittag io d elle c arro z ze al c ler o d i S . Sep o lcro , ves s illo che era
c os ì b laso nato : “ taffe ttà turc hino e b ianco co n la c roce so tto . S i r icor da ancora
c he in c ittà d ur ante la fe s ta e la f ier a d i S . Mar tino , per fe de ltà al re, si
e lev ava lo s te nd ardo che r if atto ne l 1581 dal p ittore bar le ttano N ar ciso
G uid one s i por tav a in pro ces s io ne dal c as te llo a lla p iazz a d’Ar achi. Lo portava
il s ind aco s u un cav allo. Dal no taio A nto nio Boc c uto è cos ì d escr itto : p alm i
28x20 por ta s ulle due f acc e lo stem m a de l re , d el v ic erè e d el c as te llano ).
E’ co mpo sto d a q uattro b urr e lle (las tr ine ) d i r oss o in c ampo b ianc o co n ai
f ianc hi le due iniz iali B . F . ( B ar le tta Fe de le ) cos ì c ome s i ve de sulle por te d e lla
c ittà (S an Leo nardo e Porta Mar ina e ai f ianc hi de ll’ altare d i S an R ugg ier o ).
La c ittà er a d iv is a in p ittag i o quar tier i, de i quali pr inc ip ali er ano q uelli di
S anta Mar ia o Mars icano, m es so ad or ie nte e c om pre nd ev a il p ittag io C am b ij;
al ce ntr o de lla c ittà v i e rano il p ittag io de lle S e tte R ue (R ug he o s tr ade )
ovv ero “ de lle C arro z ze” e co mpr endev a il p ittag io Santo S tef ano , ad oc c id ente
il p ittag io o lar go d i San G iacomo e co mpre nde va anc he il p ittag io d i S an
Laz z aro .
La c ittà, uno d e i p iù impor tanti ce ntr i d e l r eg no e r a d ife s a d a m ura con
por te ; d a un prof ondo fos s ato , d a torr i e d a un po te nte for tiliz io d i c ui d iamo
q ui appre sso br ev i ce nni; co n un p icco lo p or to , is ola, c he com pre nde va que lla
d e l por to che d al f aro c entr ale s i s te nd e ver so pone nte . I l gr an po rto è op era
d e l 1880 .
Le m ur a antic he er ano attac cate alle por te de lla c ittà, s i es tendev ano
lungo il lido de l mar e e d ab bracc iav ano so lo il q uar tiere di Santa Mar ia .
Av ev ano tr e por te : q ue lla m ar ina, q ue lla s ang uinar ia r icord ata p er la v ittor ia
r ipo rtata dal Fe ud atar io d e lla c ittà sul ne m ico , o nd e il “ V ico G lo r ia ” e q ue lla d i
m ar e de tta p ur e s ang uinar ia
Le d ette m ur a co minc iaro no a cos tr uir s i ed allargars i ve rso il 1 514 , m a nel
1556 no n erano anc ora co mp le te . D if atti nel 1514 , il no taio G abr ie le
Med ag lio lo, in un’ ad unanz a co nsig liar e , in qualità d i Pr iore de ll’U niv ers ità,
pro pos e che “ per la difesa e per il serv iz io de lla Re pubb lic a e d i s ua C atto lic a
Maes tà, s i abb ia ad attende re co n og ni d ilige nza alla f abbr ica d e lle m ur a, per
le q uali s i ab b ia a sp e nd ere d uc ati 200 al me se, m e ntr e pe r il fo ss ato se ne
s pe nde rebb ero 150 ”.
S ta d i f atto c he ne l 1541 , co me da d iv ers i atti d i no tai, s i co s tr uì p arte
d e lla m ur ag lia che v a d a S an Leo nardo alla c hiesa d i S an N ico la (p res so S anta
Luc ia) p er or d ine d e l Go ver natore Prov inc iale ; m e ntr e ne l 1556 i m ae s tri
app altator i er ano Luig i di B r ind is i, Ces ar e e N ardo S urdo di B ar le tta ed altr i.
Es s i dov ev ano star e al d iseg no dato d all’ U nive rs ità, com e d ic hiar ò A nto nio
G amb ino in altra s ucc es siv a ad unanz a co ns ig liar e .
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Le m ur a d e lla c ittà av evano c inque p or te ed er ano aff idate a p erso ne di
f id uc ia; d a e ss i d ipe nd eva la s alve zz a de lla c ittà e d ifatti do cume nti de l 1566 e
s eg ue nti, aff er mano c he la por ta Mar ina er a c us tod ita d a A nto nio d e Morante ;
la p or ta Nuova o S an S ebas tiano da Fr anco Tav er na; q ue lla d i S an Leo nardo da
G ian Pie tro d e Ecc le s ia; la por ta R e ale d a C ic co Po lito ; l’ altr a d i S an S epo lc ro
d al maes tro G iov anni Bailardo (1591 ).
Ec ce tto la por ta Mar ina, r icos tr uita d a Fr ance sco Sav er io Fr agg ianni nel
1763 , tutte le altre f ur ono mano m ano abb attute , q ue lla d i S an Leo nardo f u
d emo lita ne l 1925 ; l’ altra d i N apo li o d i Sant’Ago s tino e bbe poc hi anni d i v ita.
Il castello.
Er a uno de i quattr o p iù po te nti f or tiliz i d e l Re gno.
F u d i cer to ed if ic ato al te mpo de i N orm anni e amp liato al te mpo de gli
s vev i, com e ac ce nnano le d ue f ines tr e go tic he c o n b if ore anco ra es iste nti
ne ll’atrio . Er a d i f orm a q uadr ango lar e. Ave va una torre c ad uta pe r m ad ia
(1278 ) al tem po deg li ang io ini e r ied if ic ata in for ma r o to nda a d iv ers i p iani
c on ne lla c im as a d iv ersi m er li. La tor re to nd a, m es sa d i fro nte a que lla
q uadr ata, er a r ec intata da una s carpata d i p ie tra e d a un fo ss ato , ap er to s olo
d alla p ar te d e l mare . A ll’ e ntr ata av ev a un po nte lev ato io e , dentro il
q uadr ilatero il p alazzo d e l r e e la cappe lla de d ic ata a S . S ilve s tro (ve di
Re g is tr i A ng ioini de l 1278 , Napo li).
Pie tro d i A ng ic our t, archite tto , al te mpo de g li A ng io ini f u c hiam ato ad
allar garlo ed er a d es id erio d e l l’ ang io ino c he lo s i co s tr uis se “ c on perf ez z ione
e t ce ler iter , cuj us perf ecto satis re s ide t cord i no stro ” (1281 ).
N e l 1 271 , e ss e ndo co nte rg io ( c us tod e ) F ilipp o d i S anta Cro ce , ne l d e tto
c aste llo ve niv a ac co lta sfar zos am e nte , co n la c ognata Be atr ic e, I sabe l la mog lie
d i F ilippo , se co ndog enito de l re C ar lo I d’ Ang iò, pr inc ip e d ’Ac aia (126 7 -77 ).
(ve d i Reg istr i A ng io ini r ico struiti )
N e l 1526 , s u d iseg no de l Marc he se d i Mo nte sarc hio s i pe nsò d i r icos truire
la to rre c ad uta co n un muro d allo spe ssor e d i palm i o tto , m e ntre q ue lla cad uta
e ra d i p alm i tre ; s i r iv id e la co s tr uz io ne d e lla sala re g ia; all’e ntr ata del
c aste llo s i apr iro no due bo cc he d i f uo co ; s i r iv idero le cor tine d e lla f acc iata, s i
r affor z aro no le lam ie in v is ta de l lanc io de lle palle d i c anno ne p er lo s p aro
d e lle ar tig lier ie ; i m ergo li ( me rli ) de lle torr i dov evano f ars i p iù po ss enti,
alm eno d i p alm i otto. (notaio de Dom inic is )
Per tale lavoro v i er a s tato il co ns e nso de l v ic e -c as te llano A ntonio de
A iro la, de l por tulano D idaco V alde nisc io , d i G iaco mo S tup p a, sos tituto , e d ai
m aes tr i murator i Ber nard ino Go nne lla, G iov anni S urd o, To mm as o Lombardo ,
S antillo De cor ato ed altr i d i Bar le tta.
I ntanto i lavo ri co ntinuaro no , ne l 1533 , 1535 , co me d ic hiar ano d oc um e nti
ins er iti ne lla sc he da de l no taio G iaco mo d e Gerald inis ; anz i lo s te sso no taio ,
ne lla m ede s im a d ata, avv is a che co mm iss ar io d e i lavor i er a S eb as tiano
C hig no ne s ed appaltator e il m ae stro carpe ntier e G ian Filippo Terr ac ina d i
C av a, il q uale , per ag evolare i manip o li ( r ag az z i m anuali, una vo lta in 14 altra
vo lta in 20 ), f ec e co s tr uir e un po ntile pos tic c io sul fo ss ato p er il tr as por to del
m ater iale e , so pra q ues to po ntile co n r isp e ttiv i carre tti tr ans itav ano un m ulo
e d un cav allo , c he furo no as s ic ur ati dal p adr one , p er 40 d uc ati, per il p ericolo
c he po te ss ero p r ec ip itare ne l vuoto .
Q ue s to lavoro indefe sso, c o n m anodo per a acc res c iuta, serv ì ce rtame nte
alla cos tr uz io ne de lle q uattro p unte d i lanc ia mastodo ntiche iniz iate ai q uattro
ango li de l q uadr ilatero e, anz i, te ne ndo pr ese nte c he per il c as te llo d e ll’Aq uila
c on le me des ime p unte d i lanc ia, co n fos sato e p onte lev ato io , e sse ndo
id entico a q ue llo d i Bar letta, e lev ato anche ne l 1535 s u d is eg no de ll’ arc hite tto
Luig i S cr iv à d i V ale nz a, fanno pe nsar e c he lo S cr iv à, o ha c op iato d a q ue llo di
B ar letta opp ure ne lle due co s tr uz io ni v i è s tata c om unanz a di ve dute . Per
q ue s ta c os tr uz io ne de l c aste llo fur ono us ate p ie tr e e tuf i pre s i d ai petr ar i
pr es so B ar le tta e dalle chie se abb attute ne lla g uerr a d e l 1528 .
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N e l 15 39 s i co s tr uì il Tr oiano , c ioè la torre d i v ede tta c he , co me io r ic ordo,
e ra mes s a s ulla p unta d i lanc ia s ituata a po ne nte -m e zzo g ior no e po sc ia i lavor i
c ontinuaro no f ino al 1548 , f inchè c on D idaco F e liz es , com e d ic hiar ava
ne ll’ is cr iz io ne no n p iù esis te nte , me ss a s ulla f ac ciata, in que ll’ anno e so tto la
s ua d ire z io ne , il c as te llo f u “ in p ulcr am for m am r edac tum ”(C irc a i pre de tti
lavor i d i allarg ame nto de l c as te llo d i Bar le tta, d a alc uni s tud ios i s i d à p er
c er to c he d ise gnator e e c os tr uttor e s ia s tato l’arc hite tto Evang e lis ta Manc a.
Ma tanto è in co ntr add iz io ne co n i do c um enti da m e c itati).
I l c as te llo s erv ì co me de pos ito d i v iver i per i so ld ati e c iò r isulta d alle
s c hed e de l no taio Matteo Curc i (1552 ). Cos tui e le nc a le d iver se quantità d i
gr ano , d i fav e , 100 salme d i v ino , ac e to e o lio , dive rs i attre z z i, un m ulino p er
m ac inar e fr ume nto ; una f onder ia p er c os tr uire c anno ni il c ui maes tro e ra
G io vanni Mang io ne che ne l 1581 f us e un c anno ne d a 36 q uintali.
I l p ers onal e, l e armi di cui era fo rni to il cast el lo e l e s pes e d i
cos truzi on e.
I l c as te llo era attre z zato d i arm i d i q ualunq ue q uantità e , in d ive rsi
inve ntar i r ipor tati d ai no tai ne l 1537 /38 , ne l 1542 e ne l 1572 s i trovano
e le nc ate tutte le arm i che in es so er ano d epos itate .
S erv ì co me c arc ere e d if atti in e sso ve niv a c arc er ata g ente per f ur to e
g ente c he no n po te va p ag are i d eb iti. Cos ì avve nne ad un cer to Do n S alvatore
D av id d i Tr ani, il q uale er a leg ato anc he co n “ c ate ne e v inco li ” p er un debito d i
450 d uc ati; co s ì ne l 1552 s i trov a co nf inata Laura V ive s d i N apo li, d ato che il
m ar ito er a s tato e s iliato in pe rpe tuo p er m otiv i po litic i; cos ì Gabr ie le Barris e
Pie tro Med ina sp ag no lo ; c os ì tre d ic i p erso ne d ur ante la r ivo lta d i Mas anie llo .
Ep is od i v e ne s ar anno s tati in q ues to antico m anie ro e tanto p er ricord ar ne
uno , seb be ne no n s ia de l ‘500 , m a de l 1701 , r ipor tato dal no taio Fr anc esco de
Ro sa, lo r ifer isco a tito lo d i cro nac a.
I l c as tellano Fr anc esc o Malq uar to ne l s uo te s tam e nto d is ered a la f ig lia
G iusepp ina c he co n la mam ma, do nna A ndreo tta d e A lb is , er a f ug g ita de ntro il
c onve nto de lla S S . A nnunz iata d i Bar le tta, co m e as ser is ce , per aver co mm esso
d iso nes tà co ntro l’e s timaz ione d e llo s tes so tes tatore . Eg li d ichiar a c he s ua
f ig lia “ fattas i b ag iare da Do n F ab riz io d’ Ac unio di Tr ani, me ntre er a carce rata
ne l cas te llo , p erm ise c he il med es imo , f attas i far e una c hiave f als a in Tr ani,
do po av er ap er to una por ta de ll’ap par tame nto del tes tator e , ro tto il c ar acò ed
una ins err ina d e l cas te llo, G ius epp ina p erm ise c he il d ’A cunio fo ss e entr ato d a
le i co n q ue l p iù che p uò e ss ere se guito fr a loro . Lo s te sso f a co n la mog lie
c he , co ntro la s ua vo lontà s i o s tina a r es tar iv i co n la f ig lia, so lo al f ine d i
s tar e ne ll’ inte llig e nz a de l s ucce sso d e lla f ig lia. Le lasc ia, pe rò , so lo q ue llo c he
le spe tta p er pr amm atic a: la do te , e l’us ufr utto dell’ antef atto ” .
I po sse d ime nti di Malq uar to so no in Sp ag na.
S i r ipor tano in appe nd ic e i nom i de i c as te llani dal 1278 al 1809 e si
agg iunge c he ne l c as te llo , o ltr e il c as te llano c he e ra d i nom ina reg ia, v i er ano
alla c us tod ia d i e sso , un v ice -c as te llano ; un dr app e llo d i so ld ati; un
tamb ur ino , c he ne l 1547 er a un tale V ince nz o S altar e llo d i Tr ani; un
bo mb ard ie re , il quale, pe r alle gr ia, q uando arr ivav a il r e, sp arava d a 10 a 17
c olp i d i c anno ne . Lo s tes so f ac ev a ne lle s eg ue nti f es tiv ità r elig ios e: N atale,
Pasq ua, C orp us Dom ini, A ss unz ione , Ep if ania, A nnunz i ata, S an G iacom o (v edi
no taio de Dom inic is 1596).
P ersona l e d el ca st ell o ed el en co d ei cast ella ni .
I l cas te llo er a d ire tto dal c as te llano , il q uale av eva alle s ue d ip e nde nze un
pr es id io d i so ld ati ed er a no m inato ad ac ta d al R e.
Prendeva possesso del luog o in questa forma: si presentava col notaio alla
porta del castello ed alla presenza di testimoni, quali il vice -castellano ed altri
superiori costituiti, il notaio leggeva il documento di nomina. Richieste le chiavi
del castello, apriva la prima porta del rastrello, passava poi in rivista i soldati,
che gli prestavano giuramento, dopo aver aperto la seconda porta di ferro, entrando ed
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uscendo. Tanto avveniva nel 1567, il 31 gennaio, da parte del castellano
Ferdinando Malferio, nominato da Sua Maestà il Re Filippo, la cui nomina
portava la d ata d i Madr id. R ic evev a una p ag a d i duc ati 10 al m es e .
S i por ta q ui appre sso un br eve e le nco de i cas te llani f inor a ve nuti alla luce :
1278 – Angelo Santacroce; 1280 – Guglielmo de Braida; 1420 – Landolfo
Maramaldo; 1493 – Michele Geronimo; 1499 – Roberto de Loffredo; 1515 –
Scalata de Biamonte; 1525 – Antonio de Oriola (sostituito); 1533 – Marcello
Caracciolo; 1541 – Pietro Barba vice -castellano; 1543 – Antonio Vives; 1552 –
Consalvo Ogliola; 1567 – Ferdinando Malferio, vic e-castellano Pietro Alcarez;
1569 – Paolo Madoj, vice-castellano; 1582 – Didaco de Felizes; vice -castellano
Pietro Nugnes di Santander (Sposò una Costanza Marullo e fu sepolta in S.
Andrea il 24 settembre 1584. I l re Filippo assegnò al de Felizes aurei 350 0
perché accompagnò nelle Fiandre la madre del Serenissimo Don Giovanni
d’Austria e 300 scudi annui della bagliva di Valenza); 1574 – Pietro Valdrarasso,
cavallario della Cerda; 1585 – Fuendex de Vinsulo, cavallario de la Cerda;
Gabriele de Mendoza; 1588 – Alonzo de Lorda, vicecastellano, spagnolo; 1588 –
Cosmo de Supplana (sposò una Bartolomea de Bastardis);
1592 – Giovanni
Salazar; 1593 – Giovanni dell’Errera; 1594 – Giovanni de Resceda; 1610 – Gian
Donato Gentile cav. di Lesina; 1611 – Aloys de o Campo Fonseca; 1656 – Alonzo
Bravus de Sobromonte; 1698 – Francesco Marquarto, maestro di campo; 1720 –
Dichio Cabarria; 1736 – Giuseppe Mariconda; 1750 – Agnello de Mauro; 1762 –
Giovanni Castriota Scandemberg; 1767 – Galeazzo Anguissola; 1774 – Cristofaro
Evarardi; 1777 – Giacomo del Carretto; 1805 – Don Michele Porres y Leon.
A rm i cons ervat e nel cast ello n el ‘500 .
Ruggiero Bruno, munizionario di guerra, riceve in consegna per parte
dell’Università le seguenti munizioni che si conservano nel castello di Barlet ta:
2 mezze colubrine; 6 sacri forzati; 4 falconetti; tutti con cassetta e loro
apparecchiature; 14 smerigli con cavalletti; 2 mortalli di ferro, di cui uno sta sul
torrione di San Cimino; 5 altri smerigli con cavalletti, tra cui vi è una bombarda
e due che servirono per la salva di Mons. Ill.mo; 3 bombarde di ferro; 19
mascoli di ferro ed uno di bronzo; 12 archibusci senza cascia; 12 palle da
cannone; 85 mazzi di corda; 8 fiaschi grandi di smeriglio; 24 dadi di ferro per
mezze colubrine; 320 dadi per mosch etti di ferro; 530 dadi per falconetti di
ferro; 9 fiaschetti di palle per polvere; 2 pallottole di bronzo, una per mezzo
sacro, l’altra per falconetto; 1 stadera; 40 palle di ferro; 8 pare di tenaglie
grandi e piccule; 7 pare ozzi di ferro; 1 croce de fer ro per colare artiglieria; 3
altre croci de ferro; 1 serretta per tagliar metallo; 2 compassi di ferro, uno
grande ed uno piccolo; 1 manganello di ferro; 3 trapani grandi e due piccoli di
ferro; 1 orologio di ferro; 1 paio de bilanze con pesi di 4,2 ed un rotolo; 1
cocchiara per colar palle; 1 mazza de ferro; 1 raspa de ferro; 1 lampione di
ferro; 397 picche della Real Corte; 160 palle de petra per i dui curtaldi di
brunzo; 100 palle de petra per dui mortali di ferro; 4 rota ferrata per tirar petre
grosse; 2 banchi grandi per sedere; 1 scaletta con due brandetti; 3 gravite
grandi de abeto per assuttar polvere; 655 palle per colubrine; 146 palle per
sacro, tutte de piombo; 148 palle de ferro per mezze colubrine; 639 palle per
sacro tutte di piombo; 976 palle per mezzo sacro; 203 palle per falconetto; 441
palle de mezzo sacro da 3 libbre; 647 palle de piombo senza dado de smeriglio;
1.900 palle de piombo per moschetto; 98 palle de ferro per moschetto; 8
cantara de piombo e rotola 31; 10 cantara de zulfo e rotol i 6 de zulfo in 6
barrili.
Sp es e p er la cost ruz ion e d el cast el lo di B arl etta .
D all’A rc hiv io d i N apo li S ez io ne 1ª .
Co p ia tr atta d alla co llezio ne d elle perg ame ne de pos itate d al com une d i
B ar letta n° 167 .
C ar lo V I mpe rator e d ei Ro mani ec c. ec c .
Do n Pe tr us de To le do , Mar ches e d i V illafr anc a, V ice rè d e l Reg no .
10
Per par te de ll’U niv ers ità d i Bar le tta m i è s tata p re se ntata le tter a d e Vos tra
Maestà del tenor seguente:
All’Illustre don Pedro de Toledo Vicerè nel Regno di Napoli.
Intus vero: Al Rey Illustre ecc. Per p arte dell’Università et Homini di
Barletta ne he stato presentato memoriale del tenor seguente:
Sacra Cesarea Maestà per parte della Università et Homini di Barletta,
schiavi et vassalli de V. Maestà per soi servitij et fedelità sempre usata a li
retro principi de la milita casa de Aragona et signanter al Signor Re Cattolico de
felicissima et perpetua memoria ave di V. M. erano franchi immuni et exempti in
perpetuum dali ordinari pagamenti fiscali. Per lo chè dicta terra molto si venne a
populare etiam de g ente alienigene fora del prefato regno, maxime de la parte
di Dalmatia et così era gran concurso de facende et le maxerie de vectuaglie
erano ingrossate et se ne facevano gran quantità, del che pervenia gran utilità
alla Maestà Vostra et sua Regia Corte, s ì per la ragione delle intrate et
extratione de dicte victuaglie come per li dritti spectanti et intrate alla Regia
Dohana de dicta terra e per lo conficere de li sali in le sue Regie Saline di essa
terra et anchora le gabelle e datij di quella erano in gr ande aumento de le
entrate de essi supplicanti de le quali licet per causa de dicta exemptione ne
erano patroni; nihilomines quello che li superavanzava de dicte intrate sempre
lo distribuivano in servizio de la Maestà Vostra et di sua Regia Corte, parte i n la
fabbrica de le mura de dicta terra et parte in dare de contante a sua predetta
Regia Corte tutto quello che li Ministri de la V. M. erano recercati et sempre lo
hanno fatto bene et affezzionatamente per suo servizio, et de poi decta proxima
guerra, ip si supplicanti per li Commissarij de V. M. contra rebelli et per li dicti
soi ministri sono stati privati de dicta immunità et ultra composti et fattoli
pagare dicti trentamila scudi et supplire a dicti pagamenti fiscali et fabbrica del
castello sono state necessitate pigliare ad interesse de mercanti a ragione de
dece per cento, de modo che al presente se trovano debitori de dicti mercanti de
scudi cinquantamila, et per dicta concurrente quantità a la prefata ragione
hanno venduto et consignate a dicti mer canti tute le gabelle e le intrate de dicta
Università con facultà di posserli, redimere infra certo termine et de quillo
eoapso et non fata la redemptione restino in perpetuo de essi mercanti, et
quantunque la Sacra Cesarea Maestà essi supplicano per supp lire a dicti
interessi et a li pagamenti predicti fiscali et fabbrica del castello habbiano
imposte più et diverse nove gabelle et pagamenti, meno hanno possuto, ne
ponno complire a tanta summa, che ciascheuno hanno li bisogna, maxime perché
stante dicte gabelle et pagamenti non solum non li hanno concurso in dicta terra
da forrestieri, ma ancora li propij citatini per una bona parte hanno desabitato
et che de continuo desabitano da dicta terra per fugire a tanti pagamenti, di
modo che li altri che ne sono restati stanno assai poveri et malcontenti et non
possono prevalerse in fare.
Maxarie et altre industrie, per lo chè sono mancati et ogni dì più mancano li
dritti di Vostra Maestà et de la prefata R. Corte, che si percepano de dicta
extratione di vettovagl ie dalla Dohana et Regie Saline predette, et etiam hanno
mancato et mancano le gabelle et entrate de essa Università et per lo debito et
interesse et quindi ogni di più agumentano et non vi ha modo alcuno de posserlo
redimere et così resteriano scorsi a di cti mercanti in assai de servicio de la
Maestà Vostra et totale ruina de essa terra, che tanto importa al prefato suo
servicio. Pertanto humiliter supplicano la M. V. se digna per amor de Dio mirarce
et provederlo come li parerà più espediente che li sia g rato reintegrare dicta
Università a la pristina immunità de dicti pagamenti fiscali et revelarla et
disgravarla de li ditti annui ducati mille contribuisca a la dicta fabrica del
castello, a tale che dicta terra possa respirare, rehabitare et popularse et se
seguesca lo preditto servitio di V, M. et utile di sua Regia Corte, come prima era
dicta avanti guerra et se possono essi supplicanti recactare dicte loro entrate et
gabelle et de quelle seguire lo che seguiano et faceano per avanti in servizio
della M. V. et utilità della prefata sua Regia Corte ut Deus etc.
11
Semo stati supplicatine degnassimo provedere opportunamente et perché noi
volimo essere informati de quello che se supplica et ne farete relatione con lo
voto et parere vostro a tale che quello avut o se possa prevedere
opportunamente, che tale la nostra volontà; la presente al presentante.
Datum in Castello Novo nostro. Neapolis, die XXII mensis martij 1536; yo el
Rey. Vidit Majus vicesecretarius V. de Colle. R. V. Loffredius Regens. Vidit
Alfonsus S anchez, generale thesaurarius Secretarius salvit carolenum unum fol.
CXXXXII.
Et per obedire a li ordini comandamenti di V.M. come so obligato per quanto
ho potuto investigare, trovo che la prefata terra per la fideltà usata alli Principi
d’Aragona et signater al Catholico Re, Avo de V.M. de indelebil memoria era
tractata immune et francha de li pagamenti fiscali ordinarij, per lo che vene ad
impopularse grandemente, tanto da gente del regno, quanto de fora del regno et
in questa ultima invasione del regno, essendo mandati soldati de V.M. per
custodirla non permisero che intrassero, dicendo che da per loro si volevano
difendere et de poi senza altra defensione si rendono a li inimici per lo che essa
terra di Barletta è stata privata da dicti inimici quantunq ue a questo dicono et si
voleno excusare, che non fu fatto per vuluntà di tutta la terra, ma da alcuni
particulari che alora gubernavano et che quillo ad supplicatione de la medesima
Università so stati per V.M. reservati in lo generale indulto etc. Io al ritorno fece
della Provincia de terra d’Otranto per quello vedere convenire al servizio de V.M.
donai una visita per tutte le terre della Marina, che erano de importancia et
passar per dicta terra di Barletta et mi parve assai bella grande et assai
importancia et vidi molti edifici et case ruinate et la terra in molte parti
desabitata, per la prefata ultima invasione del regno, considerai che si trovava
molto dispopulata et per lo pagamento che hanno avuto da fare li trenta mila
scudi de la compositione et per la contribuzione prefata che hanno oggi se
obligati pagare per la fabrica de dicto Castello et ancho per poter supplire a li
pagamenti fiscali ordinari che de la guerra predetta in qua hanno pagato ala
Regia Corte si trova quella terra havere impignato et venduto tutte le entrate
sue con patto de retrovendendo fra certo termine, de le quale secundo ne hanno
informato, parte sene dispendeva in la fabrica de le mura nove de le quale ha
vista cinta gran parte de la terra et sono belle et forte, et parte in acconcio at
fabrica del Molo, et parte se ne dispendeva in tre occorrentie et la servevano de
due tre quattro mila ducati la volta; le quali suoventioni e fabbriche di mura
sono cessate da la predetta invasione in qua per le cause sudicte. E benchè
dicta Università con novi Datij et Imposizioni si habbia avuto forzare de
revelarsi non ha potuto fare per le cause predicte, de modo che li debiti predicti
sono in agumento di cinquanta mila ducati, de li quali pagano lo anno ducati
cinquemila de interessi, et di dicte intrate scarressero in potere de li compratori
ne seguiria non solo ruina a quella Terra, ma de servitio grande a la M. Vostra.
Per lo che mi pare che non ave forma, né manere da dove dicta terra da per
se possesse relevare né in tuto né in parte, stante lo mancamento degli
habitanti come da sopra ho dicto et anche pirchè, quillo che al presente
habitano et per la peste, guerra et mali tempi che sono stati et perché hanno
bisognato supplire ali pagamenti sopra dicti, sono restati pochi et costituti in
povertà, di modo che conveneria di molto allo Stato e Servitù de V.M. che quella
terra tornasse ad popularse maxime per ritrovarsi situati in lo loco di Marina,
dove sta ad essere de molta importancia. Per questo mi have parso, si per
quello so obbliga to ad Servitù de sua Maestà come per havermelo cossì
comandato di donarli tale particulare notizia. V.M. informata del tutto se digne
providere et ordinare quel tanto che più le parerà, piacerà et sarà suo Re al
servitio. Et nostro signor Dio la vita et im perial Stato de V.M. guardi con intiera
felicità come desidera.
Da Napoli uni Gennaro MDXXXiiij.
De vo s tra s acr atiss im a C es are a e t C atto lic a Maes tà hum ile Vaxallo er
S erv itore c he sue im per iali m ane basa.
12
Do n Pedr o de Toledo . Hiero nimus Co lle . S ig ismo ndi d e Loffr edo . B er nard ino
Mar tirano se cre tar io . Quib us q uide m liter is nos tr is pr ed ic te Maj es tatis in
pro x imo e j us adve ntu in I taliam in C iv itate Spetie nob is ib ide m p res e ntib us
le c tis e t pr es entatis , pe r laq ue pref ata Ces are a Mayes tas s ue v ive vo c is
or ac ulo p ro pe nso animo ac be nevo lo affe c tu erg a d ic tam U niv ers itatem et
ho m ines pred ic te terre B ar uli no b is j niux it pro o ppor tuna pr ev is io ne circ a
pr ed ic ta e t e x d ecr etatione , in terg o d ictar um liter ar um per ips ius secr e tarium
annotata re cog nov im us sub te no re huius mod i: V id e lice t:
A l V ice Rey q ue se info rm e d e to to y pro ve a to to lo q ue se pre nde hazer
p er b e nef ic io y co ns erv as io n de ss a C iv id ad hav iendo re spe c to ala q ualid ad e
im por tantia.
Ej usde m Majes tatis voluntati ad her entes , vole ntesq ue aj us o bed ire
m and atis e t s uper p re miss is s alubr iter prov idere anim o de cre tantes q uod Te rra
ip sa B ar uli, inter A p ulie C iv itate s , Urbs eg reg ia in loc is mar itim is pos ita, s itu
ac mo e nib us m unitiss ima. Hos tibus c hr is tiane f id e i ob yec ta ob temp or um
m alig nitate be llo rumq ue turb ine s e t ips ius Univ ers itatis ær is ali c ui co ntrac ti
gr ave p ondus nunc , nece ss itate s uccre sc e nte , sum m am d uc ator um Sex ag inta
d uor um m ilium asc endes s it adeo m ag na ex p ar te ruinis defo rm ata, e t
hab itato r ib us , p arv is tam e n ex cep tis his que p aupe r ib us e t in m ag na re rum
inop ia co ns titutis de so lata ut om nino pr ef ate Maj es tatys ind ig ere p res idio
d ino sc atur , pr out f id a re latio ne d id is c im us e t nos ip s i d um lo ca Mar itim a Reg ni
huj us e t p res er tim terr am ips am B aro li p lurie s c ir c um s tantijs oculari
insp ec tio ne per c ip ie m us s erv i c ium pr efate Maye s tatis e t bo num p ublic um
r esp ic ie ntes cum g lor ia Re gis s it in lata g e nte e t in d im inutio ne s av ij Re gis
p enes nos ass is te nte s c ons ilij s m atura acc edente d e liber atio ne e t a tanti
c ontr ac ti mo le s e ex imere valeat, e t U rb is ip s a hom inibus re p l e atur a so lutio ne
pr ef ator um d ucator um annuor um m ille pro f abbric a C astr i pre fati, p os t q uam
s olver int d ic to s duc atos m ille pro fabr ic a pref ata, s ing ulis annis p er annos
q uatuor , a pre se nti te r tia Me ns is A ug us ti inc lus ive co mp utandos . Pos tmod um
d ic tis quat uor annis f initis , per annos oc to im med iatos s eq ue nte s integ ros et
c ontinuo s. Jur ium vero f ac ular ior um e t s alis co llec tar um ac f untionum
f is c alium
tam
ord inar ior um ,
q uam
ex tr aord inar ior um
q uamc umq ue
et
do nativor um impos ito rum e t impo ne ndo rum , f ac to rum e t fac ie ndo rum duc atis
m ille e t quatord ec im qui exord inar ijs pref ato Illm i A ndre a Dor ia, Pr inc ipi
Me lf ie , v ir tute pr ivileg ij C es are e Maj es tatis s ing ulis annis so lve ntur , d um taz at
e xce ptis pe r anno s d uode c im , integ ros et co ntinuos a pr es enti ter tia mens is
A ug us ti inc lus iv e co mp utandos im m unitate m lib er tate m ac am nim od am
e xpe m tio nem pred ic te Univer s itates C iv ib us e t hab itator ib us d ic te terr e Bar uli,
no m ine pr ef ate Majes tatis , dam us , co nc ed imus , do nam us e t lib eraliter
e larg im us . I ta q uod ad so lutio ne m pr efato rum d uc ator um m ille annuor um pro
f abr ica Cas tr i pre d ic ti p er annos o c to pr efato rum y ur iu fo cular ior um e t salis ac
f is c alium f unc tio num ordinar iar um e t ex tr a or d inar ior um e t d onativor um p er
annos d uo dec im , ut s up ra, per q uos v is The saur ar io s , pe rce ptor es,
c om m iss ar io s off ic iales et s ubd itos reg io s , cog i, c omp e lli aut mo les tar i, d icto
te mpor e perd ur ante , nullate nus po ss int aut valeant, q uo ter m ine im m utatis
pr ef ate e lapso , pr ed ic ta U nive rs itas e t hom ines te me antur ad so lutionem
d uc ator um m ille annuor um pro f ab br i c a C as tr i p red icti e t fo c ular ior um
f is c alium ord inar ior um e t ex tr aord inar ior um donativor um ac ind e in ante a,
s erv ata f orm a ind ultu e t c ompo s itio ne f ac ta U niv er sitati e t ho m inib us p redic tis
p er Rever e nd um Ep iscop um B urge nse m e t alios c om m iss ar io s Ces aree
Ma yes tatis e t no n aliter , ne c alio mo do inve stie nte s eo s e t q uem libe t e or um de
e ad em imm unitate e t e xe ntio ne p er ex peditio ne m pr ese ntium ; q uam
inve s titur am v im , rob ur e t e ff ic ac iam no n re ale m e t co rpor ale m pos ses s ionem
e t effe ctuale m e sec utio ne m ob tiner e vo lum us e t Jub em us, vo le ntes et
d ecer ne ntes expr es se q uod huj us mod i imm unitatis e t exe mp tio nis g ratia s it e t
esse debeat eis prefato tempore durante, stabilis, realis, valida et firma nullumque in
Judicijs aut extra sentiat impugnationis abyectum defectum, incomodum alterius
cujuslibet detrimentum sed in suo robore et firmitate perseveret, non obstantibus
13
quibuscumque
legibus,
Juribus,
pregmaticis,
santionibus,
suspensionibus,
consuetudinibus, capitulis Regni huius ac alijs quibuscumque presentibus forte
contrarijs aut contrarium, forte disponentibus eisque presentium, que Regni Curia
introytum, et jurium foculariorum et salis functionumque fiscalium concessiones et
alienationes fieri prohibent, etiam si talia essent que specialem de eis presentibus
oporteret fieri mentionem – quibus vim quantum hinc concessioni et gratia in aliquo
refragarentur vel obsisterent ex certa scientia, pro bono pubblico, auctoritate Regia,
derogamus, mandates propterea Illustri Magno, Cuius Regni, Camerario, magistro
Justitiario eorumque locumtenentibus, residentibus et rationalibus, Regia Camere
Summarie Regens et Judicibus Curie Vicarie, scribe portionem Thesaurarie generali
Provintiarum, Thesaurarijs, Commissarijs et Exactoribus et signanter Perceptori
Provintie Terre Bari et Commissario deputato, vel deputando, super exactione
dictorum Ducatorum annuorum mille pro fabrica Castri predicti, ceterisque demum
Universis et singulis officialibus, Tribunalibus et sudditi Regijs, Majoribus et
minoribus, quocumque nomine nuncupatis officio titulo autoritate, potestate
preheminentia et Jurisdictione fungentibus, ad quos spectatis presentibus et futuris,
ut Universitates. homines. Cives et habitatores dicte Terre Baroli addictorum
annuorum ducatorum mille pro fabrica Castri predicti ac Eurium foculariorum et salis
collecta ac funtionum fiscalium ordinariorum et extraordinariorum et donativorum
impositorum et imponendorum, factorum et faciendorum solutionem, dicto tempore
perdurante, nullatenus cogant et impellant, seu cogant aut impelli patian tur, immo
eis et unicuique ipsorum jmaio labiter ac inconcusse observent observarique faciant
per quos decet omnia et singula desuper contenta, juxta presentiam continentiam et
tenorem pleniores et contrarium non facient aut fieri permittant, si gratiam pr efate
Majestatis et charam habent et penam ducatorum duorum mille Regio fisco
applicandorum cupiunt evitare. In quorum fidem presentes fieri, jussimus magno
prefato Sigillo pendente Munitas.
Datum in Castro Novo Neapolis die XXViij Mensis Julij MDXXXXI.
Don Pedro de Toledo – Vidit de Colle Regens et Vice Prothonotarius.
Vidit Martialis Regens. Dominus Vicerex Locumtenens mandavit mihi Berardino
Martiano. V. C. Loffredus etc.
Et servita V. E. che la cità di Barletta sia franca de ordinarij ragione de focola rij
et sale et de tutti extraordinarij et donativi fatti et faciendi, imposti ed imponendi per
anni duodecim, incominciando dala presente tercia de Augusto inclusive, excepti li
ducati mille et quattordici che lo Illustre Principe Doria tene de pagamenti f iscali et
con patto che per la fabbrica del Castello paghe li ducati mille, che soleva pagare per
anni quattro, incominciando da dicta tertia inclusive et finiti li predetti anni 4 sia
franco per anni otto et finiti detti termini che pague juxta la forma d e la compositione
fatta fra il Reverendissimo Vescovo di Burges et commissarij de Sua Maestà et
commissarij de S. M. et dicta cità cum inserta forma de la consulta, fo mandata e S.
M. et resposto in dorso de ipsa de Sua Maestà facta ….
Sul dorso della pergamena si legge: Die Vigesimoprimo Mensis Augusti, quinta
decima Inditione 1542, Bari. Presens privilegium exhibitum et presentatum ac
notificatum fuit magnifico Domino Bernardo Valdacera Regio Perceptori Provincie
Terre Bari per Egr. Felicem de Pellegrinis de Barolo, quod per eundem dominum
Perceptorem fuit supra caput cum omni quadecet reverentia et obtulit se obedire,
juxta ejus resiem et tenorem, presentibus pro testibus……
Manc ano le f ir me d e i te s ti.
Le Torri.
A nche le to rr i er ano c os tr uite per la d if es a de lla città.
E d if atti l’ U niver s ità per tale d ifes a co ntro “ l’ inasp e ttato arr iv o d i f us te
turc hesc he” , o ltre a te ner e una s entine lla d i g ior no e d i no tte s ul c am panile di
S anta Mar ia Magg ior e , ne te neva altre s ulla p unta de l mo lo , s ulla torre d e lla
por ta Mar ina, al Par aticc hio , alla por ta Re ale , d ietro S . Ag os tino , alla por ta
S an Leo nardo .
14
Av ev ano spe c iali c us tod i, tr a i quali, Pie tro C ar lo ne c us tod iv a la To rre
d e ll’Of anto ; G ian Do me nico d e l Cam illo la Torre d i Pie tr a; A lo nzo Ro mane z la
S alina; lo s p ag no lo G iov anni Erm ando la Torr e d i R ivo li.
A co nf erm a d i c iò il Re m ede s im o ne l 1605 , a me z zo de l S ind aco e Pr iori
d e ll’ Univers ità, ord inava ai m e de sim i c us tod i d i im ped ir e che v asce lli italiani
p ar tis sero pe r c ittà e luog hi d ipe nd e nti d ai tur chi. Tali e rano : Cos tantinopo li,
A less andr ia d ’ Eg itto , Levante , S copp ia, A lb ania, Co m ata, Po s tum ia, U ng he ria,
A mb urgo , A lem ag na, Empo liz za in Mo re a, Co lg uti, Elv a in C atalo g na, Vie nna in
A ustr ia, Br una in Mor av ia, Pior no pre sso Scop p ia, Se tan, Pr imor e t Co chian
pr es so C as te lnuovo , Be lgr ado , R ag us a, Le panto ed altr i luog hi.
I n c aso d i avv is tame nto d i nav i nem ic he , i c us to di s tess i erano o bb lig ati ad
allo ntanare de tte nav i con tir i d i canno ne.
I l g o vern o d ell a ci ttà .
La c ittà er a d ir e tta dall’Univer s ità.
L’o rd iname nto o S tatuto c iv ico pro m ulg ato d a Ferd inando I ° d’ Arago na per
il go ver no d e lla c ittà d i B ar letta, p o ic hé il p iù antico ed il p iù co mp le to , co me
s cr is se il prof . V ito V itale “ Ord iname nti d i una Univer s ità d e l se c . XV I, Mod e na
1915” no n so lo m er ita d i e ss ere r i cor dato in q ues ta r ac co lta s tor ic a, m a, pe r la
s ua impor tanz a, s e ne d à un br eve s unto .
Tale s tatuto pr ende le m oss e da ord inam e nti e co ns ue tud ini pr ece de nti,
for se d alle c ons ue tud ini ed ite da R inaldo Cog ne tta (G ian V ince nzo Cog ne tti
r ic ord a ne l s uo tes tam ento il 7 /7 /1564 che eg li por tò i cap ito li de ll’U nive rs ità
al r e , a c he r ipor tò i p riv ile g i d a co ns erv ars i d ai B one lli), d i c ui s i so n p erd uti
g li or iginali. F u s cr itto per B ar le tta com e d i una de lle pr im a c ittà d em aniali p er
tog liere abus i, p er promuove re i b uo ni c ittad ini e “ ad to llendos om nes abus us,
ad induce nd um p acis e t jus titiæ c ultum , e t bo nos m ores e t laudab iles
c ons ue tud ine s co nser vand as ” , c ome r ife r isc e il Loffr edo . (ved i vo l. I ° p ag . 299
“ Stor ia d i Bar le tta”) A d iff ere nza d i altr i s tatuti po s ter ior i, q ues to d i B arle tta
abbo nd a d i no tiz ie c irc a le c ar ic he e la po liz ia inter na.
Co s ì s i co nos ce c he il Co ns ig lio d e ll’ Univers ità era c ompo s to d i 70
p ar te c ip anti e c ioè 26 nob ili e 44 tr a m erc anti e popo lani.
D ai se ttanta co ns ig lier i og ni tr imes tre s i e l egg ev ano s e i pr ior i o r e ttori
ord inati, d i c ui d ue nob ili, uno m erc ante e tre popo lani. I loro no m i ve nivano
e s tr atti a so rte , co n s c he de s cr itte , a g iro , f inc hè s i co mp le tav a il numero di
70 .
N e l me se d i ago sto , i prior i facev ano es tr arr e d a un b amb ino i l nom e del
S ind ac o d a un’ ur na e s ia il co ns ig lio com e p ure il S ind aco r es tavano in c ar ica
un anno (dal 1 ° se ttem bre al 31 ago s to dell’ anno succ ess iv o ). Po i s i
e legg evano il Mae s tro o S ind ac o d e l D az io , 4 C atap ani c he pr ovved ev ano per
l’ anno na, 4 e rar i o c a s sier i, d ue am basc iator i uno nob ile e l’ altro p lebeo , i
q uali s i m and av ano dal Re q uando il Re l’ inv itava a C ons ig lio , il C ance llie re o
no taio de ll’U nive rs ità. L’ U niver s ità v eniva assis tita e co ntro llata da un
C ap itano c he rappre se ntav a il Re ; dal C as te lla no, da s e i Pr ior i e d ai Pr io ri dei
c onve nti de lla S S . Tr inità, d i San Do me nico e d i S . A nd re a.
L’o rd iname nto si es tende va ne i s uo i p ar tico lar i intor no alle m odalità di
ad unanz a, c irc a la pro b ità de lle p erso ne d e l Cons ig lio , c irc a le e le z io ni e le
vo taz io ni per me z zo d i pallo tto le o vo ti s cr itti.
I l re per tor io de lle Perg am e ne d i B ar le tta, r iprod uc e i no mi d i tutti g li e le tti
d i q ue ll’ anno 1466 - p ag . 155 , N apo li 1914 .
D el Regi o S ecreto o Mast ro P o rtula no di Pu gl ia .
I n ord ine d i d ig nità e d i g iur isd iz io ne er a pr im a il Mas tro Por tulano e po i il
C ap itano . D if atti ai d ive rs i atti uff ic iali e ne lla so ttos cr iz ione de i d ive rsi
c ontr atti s i trov a s cr itto pr ima il no me d el Po rtulano po i q ue llo d e l C ap itano.
(ve d i pre sso il notaio G . d e Ge rald inis ne ll’ atto del 27 /6 /1535 ) .
I l Mas tro Por tulano o Sec re to , s ucce duto ai Re g i C am er ar i de l tempo deg li
Sv ev i, er a un Uff ic io f isc ale c he s i oc cupav a d e i tr aff ic i e de i d ir itti por tuali.
15
Av ev a alla s ua d ipe nd e nza o ltre ai dog anier i, anc he i fo nd icar i, i p erc e ttor i, g li
e sattor i ed i g uar d iani. Si o cc up av a p ure de lle fore s te , d e i C as te lli e d e lle S icle
p er il co nio de lle mo ne te: S ic le c he avev ano la loro se de in Br ind is i, B ar letta,
S ic ilia.
Tutto il Reg no d i N apo li al te mpo d i C ar lo I er a div is o in 4 Sec re tie e c io è:
Pr inc ip ato c o n Terr a d i Lavoro e Abr uz z i, Pug lia, C alabr ia, S ic ilia.
La S ecr e tia p iù impo rtante e c he dur ò p iù a lungo f u q ue lla di Pug lia co n le
Prov inc ie d i B ar i e C apitanata a c ui s i uniro no spe sso q ue lle d’ Otranto e
B as ilicata.
La Se cre tia ve niv a c ed uta in appalto e s pes so no n uno m a p iù er ano i
s ecr e ti. U n do cume nto de l 7 apr ile 1272 s pec if ica le e ntr ate de l d etto uff iz io
c he erano : i prov enti d i b ajulaz io ne , la dog ana, le g abe lle , i fo nd ac i, le esiture
d i c ac io , o lio , car ne salata, d ir itti d i s tader a, sale , fer ro , ac c iaio , fe cc ia, s e ta,
c olte lli, f als i p es i, g io c hi d ’az z ardo , p e nnoni e b and iere .
I l Por tulano d im orav a in B ar le tta ed av eva alle s ue d ip ende nze i regg e nti
e d i por tulani de lle c ittà v ic ine .
N o n e bbe un p alaz zo f iss o, m a s i trov a or a ne l p alaz zo de i Ge n tile (oggi
B anco d i N apo li), o ra ne lla S tr ad a de l Camb io o altrov e .
D urò tale uff ic io s ino al 1799 è ultimo Por tulano f u il S ig. G iorg io Espe rti.
I l Por tulano r icev ev a una p ag a d i 12 d uc ati all’ anno .
Av ev a ne l s uo uff ic io un no taio , un asse ssor e o ud itor e , un alg uz ier e o
g iur ato , un tub itta o b and itor e .
For mava co sì un tr ib unale c he in un pr im o m ome nto s i c hiamò d i pr im a
is tanza, ma p oi r ec lam ò a sé le c ause d i app e llo , c aus e c he s i d is ting uev ano in
c aus e c iv ili, cr im inali, m is te , attiv e e p as s ive (c hi v u o l p iù larg a co no sc enza di
q ue s t’ uff ic io le gga l’ ar tico lo di fo ndo p ub blic ato su Jap ig ia, anno XII, f as c ic olo
I V , B ar i).
I l Cap itan o.
L’ autor ità c he im me d iatam e nte s eg ue pe r impor tanz a do po il Por tulano è il
Re g io C ap itano.
Co me abb iamo d e tto il Por tulano e s te nd eva la s ua g iur isd iz ione s ulle
pro v inc ie d i B ar i, Fogg ia e Lec ce e d alle vo lte anc he in B as ilic ata, il C ap itano
s opr a una s ingo la c ittà, p er e se mp io , B ar le tta e d il s uo terr itor io .
Lung he liti sor te a causa de lla co mp ete nz a d e lle due auto r ità aff ior a rono
d ur ante il per iod o d i e s is te nz a d i q ues ti d ue uff ic ij ed i do cum e nti
am mannisco no no tiz ie c ontr as tanti, d ati g li ab us i che v igev ano in c er ti
amb ie nti, sp ec ie durante il gov er no spagno lo .
Q ue s te d ue autor ità avev ano og nuna la sua C ur ia ed in cer te caus e r isulta
il Po r tulano s upe r iore al Cap itano ed in altre tutto il c ontr ar io , ne i lim iti di
B ar letta.
S i no tano ne i d ue uff ic i co ntr as ti e d if atti, ne l 1365 la Re g ina G iov anna ed
i Re pred ec esso r i ob b ligav ano i Cap itani a no n ve ss are i c attad ini d i Barle tt a
c hiede ndo pag lia, le tti, allogg i per i pr opr i dip ende nti; la s te ss a Reg ina
G io vanna s tab ilisc e c he le c aus e s iano r iso lte ne i r is pe ttiv i tr ib unali e non
ne lle c as e pr iv ate .
Co ntro il Por tulano , C ar lo I I ° d’A ng iò, a r ic hies ta de ll’U niv ers ità pro ib isce
c he eg li es ig a una s alma d i fr ume nto per og ni c arro c he s i s car icava ne l por to ,
im po nev a q uind i al R eg io Cap itano d i te ner d ur o co ntro q ue sto abuso
(Re per tor io de lle perg ame ne ).
S i co no sce po i c he il C ap itano è d i nom ina d e l Re , interv ie ne a tutte le
ad unanze de ll’U niv ers ità s o tto pe na d i nullità. D ue S ind ac ator i de bbono
v ig ilare s ul s uo op er ato “ perc hé hab ia ad obs erv are ad ung ue m tocte le
pr ag matic he , le cos tituz io ni r eali e le co nc lus io ni d i q ue sta Magnif ic a
U niv ers ità d i Bar le tta ” .
Eg li co me il Por tulano è Pres id e ne l s uo tr ib unale ed ha ne lla C ur ia un
g iud ice o un as ses sor e, un attuar io , un erario .
Pag her à d ai p rove nti d e l s uo uff ic io d uc ati 24 al giud ic e , 12 al no taio , p oco
d i me no all’e rar io . Q uando v a p er la c ittà vie ne ac comp ag nato da d ue scud ie ri
16
a c av allo e d a se i ar m iger i a p ied i, c ui ve rser à un r ispe ttiv o p ag am ento d i tar ì
12½ e 7½ .
N e l 134 3, al te mpo d i R e R ober to , s i aume ntò il num ero d eg li sc ud ier i a 4
e q ue llo d eg li arm ig er i a 12 .
Eg li ha il p otere d e l m ero e m is to imper o ; g iudic a le cause de i c ittad ini
ne lle cause c iv ili, cr im inali e m is te e ne lle cr im inali p uò g iud icar e que lle d a 15
tar ì in g iù e no n q ue lle d i le s a m aes tà e d i f als a m one ta (sec ondo il d ir itto di
q ue l tempo e il pr iv ile g io de lla C ittà: D e lictum ib i p unir i d ebe t, ubi
c om m ittitur ).
I l s uo è un tr ib unale d i pr im a is tanz a, es c luso d al d ir itto d i app e llo . Il
p alaz zo e d il s uo tr ib unale è d ove f unz io na l’Univer s ità. I l de tto palazz o è
c hiam ato cos ì anco r oggi e c ioè Palaz zo de lla Cor te : “ Palatio Justitiæ Te rræ
B aro li ”. I n de tto p alaz z o ne l 1541 v i e rano le carc er i e app ar tenev ano c ome
pro pr ie tà s ia all’ U niver s ità c he alla C es are a Maes tà.
Es se ndo sor ti d e i d is sens i tr a il C ap itano e l’U niv ers ità, al te mpo d el
S ind ac o d i uno d e lla Marr a, l’ Univers ità pro pos e d i d ip e nder e d al G ius tizie re d i
B ar i e no n d al C ap itano .
I l C ap itano s te sso , q ualche v o lta, e lev av a il tr ib unale anc he in case pr ivate
e ne l 1382 , ne lla c asa d i G iaco mo d e C and id a, già c as a d i G iac omo
S ans ever ino .
I C ap itani ad ev itar br ig he v e niv ano obb lig ati a d imo rar e in c ittà e no n
f uor i; ed e s iger e il ter zo d e lle m ulte pe r c hi por ta v ino , ace to, v inco tto ed
altre cos e d a altr i luo g hi e dalle S aline , e cc ettuata la m alv as ia.
Ec co il m odo c ome v ie ne inve s tito ne l suo uff ic io il C ap itano .
Eg li pr ese nta al S indaco ed ai Pr ior i d e lla ci ttà le le ttere d i no m ina d el
V icerè . Lo s tes so S ind aco ed i Pr ior i lo r ic evo no ne l loro uff ic io ed e ss i a lo ro
vo lta pr ese ntano i libr i de i Cap ito li e d e lle C ons ue tud ini d e lla c ittà e chiedono
al C ap itano c he ve ngano o sser vate , tutti e s ingo li i pr iv ileg i, le Co nsue tud ini, i
C ap ito li, g li us i s cr itti e non s cr itti. C iò avve nne p er inv ito de ll’U niv ers ità al
te mpo de l po ss ess o de l Re g io C ap itano A nto nio d e A ld ana (G . d e G er aldinis,
27 /12 /1540 ).
Er a pre se nte il Pres ide us ce nte : il Carnas c ial.
Lo s tes so avve n ne ne l 1540 , (G. de Ger ald inis ) in S anta Mar ia Magg iore
pr ese nti l’ Arc iv esc ovo di N az are th Ber nard ino de F ig ue roa, il S indaco Antonius
d e F alco nib us ed i Pr io ri. D ifatti, in ques t’anno il no taio le gge le le tte re de l
V icerè e v ien me sso in po sse sso de lla Re g ia C ap itania B las io d e Esq ue t.
A l C ap itano sp e tta appr ov are il pr ez zo d e lle g abelle q uando s o tto il sed ile
d i Er ac lio s i acc e nde la cande la p er l’ app e llo .
D inanz i al C ap itano le “ co m itive” d e i so ld ati f anno la cos id e tta mos tr a. Egli
s tes so li p as sa in r as se gna e d opo d istr ib uisc e loro la p ag a.
R ipor tiamo q ui appr ess o i no m i de i R eg i C ap itani e Gov er nator i de lla c ittà
d i Bar le tta: e le nco p iù agg iornato d i q ue llo p ubb lic ato ne l 19 26 s u la “ G uid a d i
B ar letta” .
1311 – G ualtiero Pantaleo ne de C atania; 1311 – F ilippo de Mass a; 1317 –
G io vanni de Roc c a; 1318 – G iov anni Malobos co ; 1319 – Is nar do R os tano ; 1319
– A ns aldo de Br iniano ; 1320 – Bre c hia de Ro mang ia; 1321 – Mazz eo Me lia;
1322 – France sco d e F ulg ine o; 1324 – Andre a d e Pro to j ud ic e d i Saler no ; 1327
– Gr is iatus Ler car ius d e G e nov a; 1331 – Rab allo d e Gr im ald is d e G e nov a; 1331
– Pie tro d e Ferr ag no ne; d i S . G erm ano ; 1333 – Lacc hinus d e Maro ce llis d e
G e nov a; 1335 – Tom m as o d e A nc ona; 1340 – Teob ald us d e Le cco ; 1341 –
G io vanni F as ano ; 1345 – G iovanno tto Caracc io lo ; 1349 – S tef ano d e Fr anc isco
d e Jod ar a; 1357 – G ianni d e Malatic his ; 1382 – A nto nio de B ar aballo; 1389 –
Mars ilio d e Co nf alo ner ijs co nte d i Morco ne ; 14 00 – Matteo de Norc hia m ile s;
1401 – F ilippo C ar ac zulo de Nap o li; 1403 – Pand e llo de Malano tte de
B e nev ento ; 1416 – Tas s ino G aud ino Mas tr o Por tulano ; 1419 – G iov anni
C ard ug no ; 1420 – R inaldo Montesor io d e Nap o li; 1420 – Ber nardo Pando ; 1464
– G alie no de Camp ite llis ; 1480 – Fr anc ino Miche le ; 1494 – Te s io S te llaz io ;
1504 – Diego de C ampo ; 1 507 – S allus tio F lor io de Lanc iano; 1514 –
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Pleg amans d e Mar imo n; 1515 – G iovanni de Majo; 151 9 – Ugo ne Loder ; 1521 –
B er nardo S err a; 1524 – G iacomo A nfor a; 1526 – A nto nio G allucc io ; 1534 –
D id aco de V illalta; 1536 – Pie tro d e Z ar ao s; 1538 – Me n d e Ro der ic o ; 1538 –
A nto nio A ld an a; 1540 – Piero He rm ando C ar nasc ial; 15 41 – Giovan Fr ance sco
R av asc hiero ; 15 43 – Ferd inando Cor ne lio ; 1544 – G iov anni Os or io ; 1545 –
B las io Esq ue t; 1549 – Fe rd inando de F ig uer oa; 1552 – Gasp are de Mardo nis ;
1554 – G iovanni A br il d e Mar z ille ;1555 – Fr ance sco Car rillo; 1556 –
Fer d inando C as tag nano ; 1557 – Fr ance sco Sancez ; 1558 – Fr ance sco Bo lle a;
1559 – Frances co R am ir ez ; 1559 – Sc ip io ne V ulp is U .I .D .; 1561 – G iovanni de
G ueb a Malg ares c ius ; 1563 – Marc o A nto nio Spar ano; 1564 – G iro lamo de
V illar ; 1569 – Pomp ilio C ar acc iolo ; 15 69 – D id aco Var gas ; 1571 – Varg as
(co nf erm ato ); 1572 – Pietro Pic c io li; 1 574 – G iovanni d e C hianes ; 1575 – Don
A lv aro de Jerro ; 1576 – Ber nard ino Me ndo za; 1577 – Do n G iovanni d e
V ale nz uo la; 1577 – G ian V ince nzo C hiodo de N or ito ne ; 1580 – G iro lamo
N az an; 1581 – Giovanni G uid otto d e B o log na; 1582 – id em ; 1582 – Lore nz o de
G usm an; 1583 – Tr is tano d e Av ina; 1 585 – A ntonio V e lasq ue z ; 1585 – Pietro
S cr iner ; 1585 – G iro lamo A sq uine z ; 1589 – D id ac o Ve larde de Aq uilar ; 1592 –
G io vanni de Her rer a; 1 593 – A nto nio S anc he z ; 1602 – B ar to lo meo B arbo ito
Mos coso ; 1603 – Dop ai S alg ati (sp ag no lo ); 160 4 – Do n Ro dr igo d e Mes s ia de
Pr ado R eg io ; 1654 – Par id e S alg ato I anto .
Uni vers ità .
L’ U niver s ità provv edev a alla nom ina d i d ue co nserv ator i de i pr iv ileg i d e lla
c ittà c he ne l 1577 f ur ono G iro lamo d e Po nte llus io ed il no taio G ian A nto nio
B occ uto .
N om inav a i d if ensor i ne lle c aus e de i tr ib unali c he po tev ano ess ere anc he
d ue . Ne l 1 267 s i trov a no m inato in q ues to uff ic io G ian Tom m aso d e B as tard is
d i Bar le tta, U tr iusq ue Juris Doc tor .
Og ni vo lta c he ve niv ano so ld ati ne lla c ittà no minava d ue grass ier i, d ue
m ag az zinier i, d ue p ane ttier i per la co nve niente d is tr ib uz io ne de i v ive ri e
pro vved ev a all’allo gg io ed ai le tti c he avev a d a m o lte c ittà de l b are se quali:
N oj a, A te lla, C anne to , V enos a, A cer e nz a, Tr icar ic o , V ale nz ano, C e llamare ,
C ap ur so , Fore nz a, Tr igg iano , C arbo nar a, B ine tto , C as amass ima.
Co no sc endo che a Monte cass ino es is tev ano pr iv ileg i e s cr itture c he
r ig uard av ano la c ittà, una vo lta il S ind aco d i B arle tta, a no me d e ll ’ U nivers ità
d e tte incarico ad A nto nio N ico la d e Marr a d i r ec ar s i in de tto Mo nas tero per
ob b ligare i Padr i a co nserv are opp ure a res tituire i d e tti doc ume nti (1555 ).
Mo lte altr e co se r ifer is co no i pro toc o lli de i notai, m a in mod o p ar tico lare
e d in f orm a abb rev iata r ip or tiamo in appe nd ice , spe c ialme nte d al de
G er ald inis , i b ilanc i d i e ntr ata ed e s ito, q ualc he es em pio d i daz i e d i g abe lle , il
m iser evo le v alore de lle quali è spr opor z io nato e d inco mpr ens ib ile d i f ro nte alle
r ivo luz io ni c he s i s catenaro no ne l sec o lo s uc ces s ivo , r ivo luz io ni c he furo no
m oss e p er l’ eso s ità de lle tass e e gabe lle .
I l Com une , a causa d e lle co ntinue g uerr e , tr ovando s i ind eb itato , r icorr eva
al B anco de i R av asc hier i e d i Co sm a Pine lli; ed ecc o alc uni es emp i:
3 agos to 1540 i Rav as c hiero ; G i ovan Fr anc es co , G ian A nto nio , G ian
B attis ta, G ian G iro lamo e d il loro cog nato C osma Pine lli d i A nto nio d i Napo li,
p ag ano per l’ U niver s ità d uc ati 2311 .3 .3 ,50 ai d iv ers i uff ic iali ed imp iegati e
c io è : al G iud ic e d uc ati 20 ; al Pre ce ttor e d ucati 31 ; al C ap itan o d ucati 120; per
s pes e d iver se : per la f abbr ica d e l cas te llo : in d ue vo lte d uc .110 e 104 = d uc.
214 ; p er c ompr e d i g rano d all’Ab ate C arr af a d uc. 77 .4 .12 ; p er c er i alla V era
Cro ce 4 .3 .12 ; per la caus a Salinas d uc . 19 ; p er il Pr inc ip e d i Or ia d uc .
347 .4 .11 ; pe r il p intor e m as tro A nto ne lli per la sua f atic a alla c app e lla d ella V.
Cro ce d uc . 19 .1 .15 ; al Sig . Mar io de Leo per i suo i libr i d i app re zzo e pe r la
s ua and ata com e S indaco a Napo li d uc . 9 ½ e 94.0 .4½ ; pe r cos tr uz io ne d e lle
m ur a se condo il d iseg no d i G i an Mar ia B us ac ar ino d uc . 60 .
16 Magg io 1541 : I l d etto B anco , co me sopr a, o ltr e alla spe sa p er g li
uff ic iali so pr ac itati, p ag a anc he al m ae s tro Fr ance sco Tadeo m aes tr o d i sc uo le
18
e d i gramm atic a d uc . 34; ai due m ed ic i C am illo Malleo e Luc io C es ar ano d uc .
58 ; al bo mb arde ro duc . 12 ; a Mar ino Santacro ce d uc . 4 per r is catto c ittad ini
c attur ati dai Turc hi; d uc. 6 per la fe sta d i S . R ugg iero ; d uc . 25 pe r la trulla
d e lla Mado nna d e lla C roce ; d uc . 12 a Fe lic e Me lillo p er la b uo na co ns erv azio ne
d e ll’oro log io ; d uc . 130 pe r l’e ntr ata d i S .E. il V ice rè p iù altr e spe se . In to tale
d uc ati 230 9
N e l 1545 a 2 N ove mbre , le sp es e pr ev is te e pagate dag li s te ss i banchieri
am mo ntarono a d uc ati 13499 .3 .15 ,50 ,20 , le e ntr ate d e lle g ab e lle app altate
d ag li s tes s i Ravasc hier i - Pine lli so no d uc ati 15000 .
N e llo s te sso 1547 compar is co no altre voc i e c ioè al c hir urg o d uc. 26 ; ai
j ume llar i d i por ta Re ale e d i S an Seb astiano d ucati 36 ; al pr ed ic atore S . Mar ia
Magg ior e , Frà G iro lam o Piace nz a, d uc . 8 . Spe se pe r la co nver s io ne d i 16 to mo li
d i g rano in b isco tti per l’e ser c ito , gr ani 16 p er ro to lo .
Q ue s te spe se so no per l’us c ita.
Per l’e ntr ata, inve ce , ne l 1544 , l’ U niver s ità e bbe d uc ati 13831 .3 .19 ½ cos ì
r ip ar titi: d ucati 978 .2 .5½ per d az io v ino mo sto ; d uc . 12 .4 .4 ½ p er d az io v ini
for es tie r i ve nuti per v ia m ar e ; d uc . 12 .1 .4½ p er daz io s u ac e to ; d uc .
1434 .2 .17 dalle s ed ic i g ab elle or d inar ie; d uc . 3666 .3 .6 ½ p er d az io s ulla
f ar ina; d uc . 6943 .3 .2 e ntr ata s ulla j ume lla.
N e l 1547 le e ntr ate f uro no : d ucati 2 3297 .1 .9 ; il de b ito co n i R av as c hier i d i
d uc ati 53335 co n l’ interes se de l 10% .
A ltr e e ntr ate :
N e l 1548 l’e ntr ate f uro no 18774 .1 .10 cos ì r ip ar tite : duc ati 9620 .2 .4½ per
la f ar ina; duc . 4150 .4 .12 p er le 16 g abe lle antic he .
Per il d az io sul v ino s i co no sce c he Lore nzo Pe tralbe s v ersò all’U niv ers ità
s u s alm e 7 .9 50 e q uar tar e 11 e me z zo , un d ucato a s alm a. Ne l 1546 le salme
d ichiar ate f ur ono 11 .647 e q uar tar e 11 ; l’ e ntrata fu d i d uc . 5823 .4 .4 .
D alla s c hed a de l 1 se ttem bre 1554 r ic avo e ntr ate de lle d iv ers e g ab e lle così
s pec if ic ate (notaio d e Ge rald inis ): g ab e lla d e lla b uc c iar ia, app altata co n o nce
118 , o ss ia d uc ati 708 ; g ab ella p esc i o nce 20 par i a duc . 120 ; g abe lla for ni
d uc . 174 ; g abe lla p is car ia d uc . 126 ; g abe lla animali v iv i d uc . 139 .0 .10;
g ab ella catap ania d uc . 144 .1 .10 ; g ab e lla de lle due gab e lle d uc . 168 ; g ab e lla
anim ali a bar da duc . 126; g abe lla d e lla m andra duc . 55 ; g ab e lla de i p anni d uc.
20 .4 ; g abe lla de lle B arde lle d uc . 20 ; g abe lle de i c arr i d uc .7 ; g abe lla d e lla
s anzar ia d uc . 80 ; g abe lla d e lla leg na d uc . 72 .
I Sind a ci .
N o n po te nd o r ipor tare tutti i no m i d e i co ns ig lier i, la q ual co sa r iusc ir ebbe
d i mo lto te d io , por tiamo q ui appr es so i nom i de i Sind ac i e so lo q ue lli de l 1500 .
Per q uanto la paro la S ind aco tr ae la s ua or ig ine d al temp o d e i Gre c i, però
in B ar le tta, alme no da q ue llo c he ho appr eso d ai d oc um e nti, s ia la paro la
S ind ac o, s ia la par o la “ U niv ers ità o Co m une ” sono in v igor e d al tempo d eg li
A ng io ini ed anc he pr im a.
Q ualc he e sem p io s i può r ic avare dal Rep er tor io de lle Pe rgame ne
d e ll’ Univers ità d i Bar le tta, o ltre que lli pr ece de nti d e l 1500 .
Ed , anz i, q ualc he per game na e i Reg istr i A ng io ini – o ltre i nom i de i s ind ac i,
c he pubb lic ai s ulla “ guid a per B ar le tta ” – han d ato f uor i q ues ti altr i po chi
no mi:
1253 – Jac zo lino de Marra; 1255 – N ico la Ac co nz aj oco ; 1269 – G iaco mo de
Co be llo ; 1284 – R icc ardo d e D io nis io ; 1344 – Pe tr ucc io de G alib er to e N ico la
B one lli; 1358 – Marc o de S tab ula; 1359 – N ico la F rances co de Marr a; 1361 –
Marco de G aje ta.
S ind ac i de l 1500 : 1501 – Ber nardo Co nte s tab ile; 150 2/3 – To mm aso Franco
B one lli; 1503 – V ale ntino de Pac c is ; 150 4 – Pr inc iv a llo Ge ntile ; 1506 – G io v.
V inc . De Marr a e Pietrucc io de Marra; 1507 – A ng e lo A cco nz ajo co e B one llo de
B one llis ; 1508 – G as pare C ar aldo ; 1510 – S tef ano A cco nzajoc o ; 1 511 – Pirro
A nto nio G e ntile ; 1513 – Jacob e llo de Do m inic is e G aspare C ar aldo ; 1515 –
Fr ance sco S p la d i Napo li e G iac omo B occ uto ; 1516 – G iov an B attis ta S tupp a e
19
A nto nio Gamb ino ; 1519 – N ico la d e Marra; 1521 – Pad uano de G aliano ; 1522 –
To nto Ro sso ; 152 6 – V inc e nzo R ubeo ; 1527 – S erg io Br uno ; 1530 – Se rg io de
Pe legr inis ; 1532 – G irolamo Papp ale t te re ; 1533 Lore nzo Maz uc a; 1535 –
G ianb attis ta Sc alc ina de Co me s tabulo ; 1536 – Pe lle gr ino de Pe lleg rinis,
B e ned e tto de Pom is e C ar lo d e Gae ta; 1537 - B ernard ino Pap pale ttere ; 1538 –
V inc e nz o Me dag liolo ; 1540 – A nto nio d e F alco nib us ; 1541 /42 – Lam ber to de
V ald enisc io ; 1544 – D amiano B uttaf oco ; 1543 – Fe der ic o Saxo de N ap oli; 1545
– B er nar d ino de B as tard is ; 1547 – no tar R ugg ie ro B uttafoco ; 1549 – To mm aso
C entur io ne e G iac into Boc c uto ; 15 50 – R ugg iero V ale ntino ; 1552 – F ilip po de
Marr a e N ic o la Br une tto ; 15 54 – N ico la Fr anc es co de Marr a e Do nato Bizo co;
1556 – Frances co A ntonio C araldo ; 155 6 – G ian Fr anc esc o Mauro ; 1557 –
Mar ino de Cec c a; 1559 – Mar io d e S tab ula; 1 564 – To mm as o de Galibe rto;
1565 – Mar io de S tab ile ; 1566 – G ian Tom m aso de B as tard is ; 1567 – G iro lamo
B one llo ; 15 68 – G iaco mo de Do minico ; 1 569 – R ugg iero de V ale ntinis ; 1570 –
A ng e lo de B as tard is ; 15 71 – Fr anc es co de Marr a; 1572 – D onato B izo co ; 1572
– no taio Matteo C ur tius ; 1577 – G ian Fr ance sco Mans us e Fr ance sco C araldo;
1578 – no taio C ar lo de Ge r ald inis ; 1582 – G iandonato F ilipp e llo ; 1585 – Ettore
Papp ale tter e ; 159 0 – notar Anto nio B occ uto ; 1593 – G ian A nge lo d e Ros s i;
1593 – G iaco mo Br une tto e G iaco mo Bo cc uto ; 1596 – Porf ir io Mans o; 1602 –
A nto nio S te llate lli; 1604 – no taio B ar to lo meo de Ad iutor i o .
A ss ess o ri e Giud i ci .
O ltr e ai g iud ic i a co ntratti c he pr ese nz iavano ne i c ontr atti no tar ili c ome
g ar anti, v i er ano in q uesto se co lo i g iud ic i od ass es sor i c he ass is tev ano ne lle
c aus e che s i d isc utev ano ne lla C ur ia d e l C ap itano e ne ll’Uff ic io d e l Re gio
Por tulano .
I no m i c he s i ripor tano q ui appr es so so no q ue lli c he appar te nnero
all’ Uff ic io de l R eg io Por tulano :
1272 – Giovan d e A mic is de B aro lo U .I.D . 15 24 – Nico la de R enzo U .I.D.
1533 – G iac omo de Caballus d e Lam antia U .I .D. 1535 – Jaco bus Balb es de
N e apo li U .I .D . 1536 – Pom po nius G amb inus d e Trop ea U .I .D . 1537 – Pirro Luigi
R asp ano de A vers a U .I .D . 1538 – G ian A nto nio Sp iz ic a C as co d e N eapo lis
U .I .D . 153 9 – Lantes de Laur o d e Lam antia U .I.D. 1540 – Jo hannes de Rus s is
d e Cerr ito U .I .D . 1542 – Fer d inando d e C ar nasc ial U .I .D . 1 545 – G ian Matteo
Muniz a U .I .D . 1546 – Pirr us Loy s ius R asp anus U .I .D . 1553 – Do me nico de
Por ta B is c iano U .I .D. 1 554 – Luig i de C amp ag na U .I .D . 1561 – A nto nio de
C as ile inus d e Fr anc av illa. 1 569 – G iov anni B er nardo Cog nitor U .I .D . 1582 –
D id aco V ars d e Leo n. 1603 – Anto nio B alufer R eg io G iud ice de ll’U niver s ità.
Mo vim ent o pol iti co e gu erres co .
I l Reg no d i N apo li, e , in par tico lare la Pug lia, er a s alita in gr ande
r ep utaz io ne al tem po d e i N or manni e d eg li Sv ev i; e ra tor nata a r isp le nd ere c o n
le s ue p rem ine nz e , co n i com mer c i, le sc ie nze e le ar ti al tem po d eg li
Ar ago nes i, ma po litic am ente era in tale de cade nza c he er a d iv entata una ter ra
d i co nq uis ta. Fr ance s i e Sp ag no li se la c onte nde vano e co n le s te ss e m ire
c erc av ano d i so ttom e tterla e d i far la p ropr ia.
B ar i avev a perd uto la supr em az ia de lla reg io ne a c aus a de lla d is tr uz ione
m e nata da G ug lie lmo il Malo e d e ra d ive ntata un f e udo (13 54 ), p as sato d ai
d ’A ng iò ag li S for za e po i alla R eg ina d i Po lo nia
N e l c ontemp o er a ass ur ta a m ig lior for tuna l a c ittà d i B ar letta, la q uale , al
te mpo d eg li A ng io ini, er a d iv entata la c ittà p iù bella e p iù r ic ca d e lla Pe uce z ia
s ino ad ess ere la c ittà “ C ap utis R eg io nis e t s pec ulum prov intie ” (v ed i
F ilang ier i, pref az io ne d e l v o lume X d e l Co d. D ip l. B ar es e ). E, d if att i, al tempo
d i Rob er to d’A ngiò (1325 ) ebb e l’o nor e di avere una v is ita de l V es covo d i
Po te nz a c he , in nom e de l Re , v e niva a r ingr az iare i B ar le ttani pe r g li aiuti a lui
pr es tati p er il rec up ero de ll’I so la d i S ic ilia e per c ui, ne l 1342 , aveva
continuato ad esortarli ad essere fedeli al suo Regno, dovendo egli iniziare la
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guerra contro la dominazione Aragonese. (vedi pergamene presso la comunale ed
il manoscritto in appendice)
Un tal prestigio Barletta l’accrebbe nel 1419 quando inviò alcuni suoi
rappresentanti a Firenze per l’incoronazione di Giovanna II e specialmente per
l’incoronazione di Ferdinando I d’Aragona, avvenuta in Barletta il 4 febbraio 1459.
Allora essa arrivò a toccare il sommo del suo prestigio, avendo visto affluire verso
di sé concessioni, privilegi, permessi di fiere, allargamento del porto ed
allargamento della città.
A seguito di questo primo atto gli amministratori della città si fecero animo e
nel 1496 la stessa Università invitò anche il Re Federico a voler prendere la
corona in Barletta, come l’aveva presa il Re Ferrante, per la qual cosa ottenne la
vittoria sui ribelli e sul duca Giovanni, sventato nel tempo stesso il tentativo di
irruzione dei turchi e la ribellione dei baroni contro il regno.
Si arriva al 1501 e fu in quest’anno che in Barletta si decisero le sorti del
regno.
Difatti con il trattato segreto stipulato a Granata il 1500, il regno venne diviso
fra Luigi XII di Francia e Ferdinando il Cattolico Re di Spagna.
Federico d’Aragona, vistosi tradito, sciolse i suoi sudditi dal giuramento di
fedeltà e rinunziò al regno in favore della Francia. Fu per questo che in quell’anno
o poco dopo sopra l’architrave della balconata della casa, oggi di Rizzi -Cuccorese
(via Duomo n. 19-21), dove si vuole abitasse Ettore Fieramosca e Consalvo da
Cordova, fu incisa su pietra l’iscrizione in cui si afferma che in Barletta stessa, in
quel 1501, mentre si era donato il regno a Federico e a Carlo, Consalvo Ferrante,
il gran Capitano, l’offrì a Ferdinando il Cattolico di Spagna, iniziando così il
Vicereame. Ecco l’iscrizione: “ Cum consilio collocutus, anno III, Ferrans
Consalvus, cunctando Baroli, Ferdinando III dedit regnum. Federico I et Carolo
gallico hæc urbs idem restituit, qui legis hec bene voleas urbi huic benemerenti
imprecare”.
Se non che i due Re conquistatori, dal primo momento, si guardavano in
cagnesco e puntarono le loro mire su Barletta che allora era piazza forte. Dei due
eserciti, quello spagnolo era in possesso della rocca di Barletta, il francese la
teneva in assedio.
I Francesi, non sapendo come vendicarsi, lanciarono parole di offesa e di
scherno ai soldati italiani che stavano al soldo degli Spagnoli. Così si venne al
celebre episodio della Disfida di Barletta combattuta il 13 febbraio 1503 fra 13
soldati italiani e 13 francesi. Tale episodio si concluse con la vittoria degli italiani.
Dell’episodio della Disfida, al di là “ del’Anonimo di Veduta” e dei diversi
scrittori contemporanei all’avvenimento, ho trovato in tre diversi articoli,
pubblicati sul giornale “ l’Eco di Puglia” (Trani 1947 anno I n° 5 -7; 1948 anno II
n° 17); di cui riporto qui lunghi sunti: con il Giovio, il Cantalicio, il Grumello, il
Faraglia, il d’Azeglio, il de Leon mi sono convinto che esso avvenne sopra lo
“steccato”, ossia sopra un braccio di tratturo, il qua le comunemente essendo di
proprietà dello Stato è di una larghezza di m. 112, comodamente si prestava al
movimento dei cavalli. Nel gergo popolare, infatti, è comune la parola “ steccato”,
usata invece di tratturo.
E in realtà, quando si va in Andria ad ass istere alle corse dei cavalli che si
svolgono sul pubblico tratturo si suole dire: “ vado a vedere le corse allo
steccato”. Si aggiunga poi che, essendo i tratturi di proprietà del demanio,
quando i 13 andarono a combattere non chiesero il permesso ad alcun a autorità.
Si aggiunga ancora che, essendo il tratturo dove si svolse la Disfida territorio di
giurisdizione del Regio Portulano di Puglia, dimorante in Barletta, senza dubbio
quella tenzone, anche per questa ragione, si deve chiamare Disfida di Barletta.
La Dis fida di B arl etta e il Gran Ca pitan o .
So no d ue no m i che la s tor ia d ovrà s empr e r icordare uniti, p erc hé una co sa
ha res o ce lebre l’ altra ed è anc he r im arc hevo le il f atto c he i Barle ttani d i q ue l
te mpo des ider ando che tale ep iso d io ve nisse e ter nato ne r iprod us se ro il
21
r ic ordo in d ue iscr iz io ni q ue lla ai p ied i d e l Cam panile d e lla C atte drale d i
B ar letta e l’ altr a s ull’ar chitr ave d e i b alco ni d e lla c asa p iù sopr a c itata.
L’ iscr iz io ne de l C amp anile è de l se g ue nte te nore : “ d e l G ran C ap itano in
B ar letta, ne ll’ anno d e l S ig nor e 1503 , fo la gran vittor ia e t pro pr ie in anno V I
ind ic tio nis . Fec it Do m inus Be lisar ius G aliber tus de B aro lo ” .
S i r ic ord a, ino ltr e, che no n av e ndo le de lib er azio ni de ll’U niv ers ità nè le
s c hed e d e i no tai de l 1503 e s uc ces s ive , pe rc hé br uc iate d ag li s te ss i fr ance s i,
ne ll’ invas io ne di B ar le tta, avve nuta ne l 15 28 mo lte altr e no tiz ie so no and ate
p erd ute .
Es is te
per ò
una
de lib eraz io ne
del
1514 ,
c he
r icord a
co me
per
l’ exp ug natio ne d i C as te l d e l Mo nte , il Co ns ig lio d e lla pr ede tta U niv ers ità di
B ar let ta d e liber ò d i p agare a B er nard ino de l Mas tr o Re nzo d uc ati 20 , pe rc hé
e g li res tituis se un c arro fe rrato c he la pre de tta U niv ers ità avev a do nato al
Gr an C ap itano p er la s u r if er ita exp ug natio ne d i C as te l de l Mo nte c he er a in
m ano ai fr anc es i.
L ’A non imo di V eduta .
S i è d ub itato de ll’autentic ità d i q ues to s cr itto ; e c hi pe r p r imo ne l 1883 lo
m ise in d ubb io p er le le tter e p erc hé r ipor tate in italiano , f u lo s tud io so F. N .
Fer ag lia (v ed i Ettore F ieramo sc a e la D isf id a).
Po i v e nne il p rofe ssor R aff ae le Ped ic ini il q uale in una co nf ere nz a te nuta a
B ar letta attac cò d i ap ocrif ic ità tutto il libre tto , so lo per c hé c hi lo scr isse, p er
f ars i c rede re c he e ra un r acco nto r eale , agg iunse la par o la d i Ve d uta. Dub ita
anc h’ eg li d e lle le ttere e r itie ne c he il co ntenuto d e l r ac c onto po tr ebbe ess ere
una cop ia r iv ed uta e co rre tta, s cr itta d al no taio G iuliano Passer o .
I o ne l co nfro nto d i tutte e se i le e diz io ni d e ll’ Ano nim o , ho po tuto s tab ilire
c he se è aute ntic a la narr az io ne de l Pass ero , altre ttanto aute ntic a è que lla
d e ll’ ano nimo . Le v ar ianti s o no po c hiss ime e d i ne ss una im por tanz a; la paro la
“d i V ed uta ” no n e s is te ne lle ed iz io ni p iù antic he e tale p aro la è agg iunta s olo
ne lla s tamp a de l 1869 es eg uita in Bar i d all’ed itor e Fe rd inando Pe tr uz ze lli. E’
m ia op inio ne pure c he la racco lta de ll’ep isod io , r ipor tata ne lla s tamp a de l
1547 , f u fatta dal no taio G ian Battista D am iani d i C ap ua p er dar e onore al s uo
c onc ittad ino Ettore F ier am osc a, co me eg li s tes so d ic hiara ne lla pr ef az io ne de l
libr e tto . Tale libre tto v iene co nse rvato dalla Co mm i ss io ne A ntic hità e B e lle Ar ti
d i Te rra d i Lavo ro . R ite ngo pure c he la cop ia mano scr itta de llo s te sso ep isod io
or a co ns erv ata ne lla B ib lio tec a N az io nale d i Napo li, f u scr itta v erso l’ anno
1618 , r icor dand os i ne llo s te sso f as cico lo m anosc ritto la s tor ia di un altro
e p isod io avv enuto ne l 1617 . L’ errore d e lla d ata de lla g ior nata d e lla D isf ida, s ia
ne lla s tamp a c he ne l m anos cr itto , co s ì com e r ipor tata al 16 feb braio inv ece d el
13 , ind ica la id e ntità d e lla fo nte da c ui prov e ngo no i doc um e nti.
I n q uanto alle corr ez io ni nes s una g lor io la po te va pe nsar s i dal tr as cr ittore,
v is to c he la tr as cr iz ione è ano nim a. (ved i i m iei tr e ar tic oli ne l g io rnale “ Ec o d i
Pug lia ” Trani 19 47 anno I ° nn. 5 e 7 ; anno 1948 anno II° n° 17 ).
U na cop ia m anosc ritta d e ll’A no nimo d i V ed uta è pr es s o il cano nico Don
G iusepp e D am ato , d e lla q uale eg li s tess o s i o cc up erà.
S are bbe da d irs i q ualc he p aro la intor no ai no m i d ei tr ed ic i e lo facc io se nza
m e no . Q ualc he s cr ittore de lla D isf ida affer mò che i tred ic i av ev ano scritto i
loro nom i so tto l’ ar co d el c amp anile d e lla Cattedr ale d i B ar le tta c on la punta
d e i loro p ug nali, m a q ues ta no n p uò e sse re altro c he una s emp lice ass er zione
c he no n r is po nde a ver ità, dal mom ento che io s te sso ho vo luto ind us tr iarm i a
le gger e alm eno uno d e i no mi de i tred ic i ne lle ini z iali c he es is to no ai p iedi d el
c amp anile , m a no n c i so no r iusc ito . R itengo pe rò c he, es se ndo c i pr ess o il
c amp anile un c im itero , nie nte d i p iù s ic uro c he s i tr atti d i no m i d i per so ne ivi
s epo lte .
D ai pro toco lli d e i no tai in ep oc a pos te r iore s i trov ano no m i c he
app ar te ngo no alle f am ig lie d e i tred ic i, s eg no ev id e nte c he alc uni di es si
c ontinuaro no a d imor are o v e nnero a d imo rarv i ne lla nos tr a c ittà. Co sì in
d iv ers e d ate s i tro vano dive rs i Cap occ i, e c ioè un G io van B attis ta C apoc ius, nel
22
1537 , pr elev a s ale dal le v ic ine saline in nom e de ll’ U niver s ità d i A cq uav iva; ne l
1540 , c omp ar is ce un G ian F rances co C apoc c i d i A sco li; un G ian Do me nico ,
r azionale de l libro r ubr icato (1570 ); de lla f am ig lia d i Br anc aleo ne co mpaio no
un G ian Tom m aso d i N ap o li, o sse rvato re de lle s a line , un G ian B attis ta,
arre nd ator e de l f erro lavor ato (1570 ); ne l 1572 un A le ss andro G ian Luig i d i
Sp inazz ola; de lla f am iglia S alom one , un Dome nico , pro pr ie tar io d i v ig ne
(1574 ); ne l 157 9 un G ian V ince nzo e G iulio d i Bar le tta, v iditor is d e l caste llo
d i Bar le tta.
De lla f am ig lia Coro llar io un V inc e nzo d i N ap o li, no m inato proc ur ator e de lla
v edov a d i G iacomo Marc one d i B ar le tta.
B arl etta da l 1513 al 1527 .
I l no taio B er nar d ino Santoro , g ià no to per la sc hed a p iù antic a de ll’ arc hiv io
d is tre ttuale , è m agg ior me n te r icord ato per la co ns erv az ione d i par te de l libro
d e l C anc e ller ato c he r ig uard a le “ Co nc lus io ni d e ll’ Univ ers ità de lla c ittà di
B ar letta” . Q ue s to libr o che abbr ac cia tutto il mov ime nto amm inis tr ativo e le
d ec is io ni d i f atti c he r iguard ano il mov ime nto gu err es co de g li anni d i cui s i
tr atta, iniz ia c on il s e ttem bre de l 151 4 ed in 64 f og li for mato pro to co llo, un
po ’ co rros i a c apo , ne l p iede e vers o il lato d es tr o , r ipor ta tutto l’op er ato
d e ll’ Univers ità ne l 1515 e par te deg li anni 1521 e 152 2 co n no n poc he lac une,
m e ntre la s ua sc hed a arriv a s ino al 1527 .
D ata l’ impor tanz a d e lla rac co lta, per utilità de l lettor e, r ipor to q ui in s unto
le pr inc ip ali no tizie c he rig uard ano tale p er iodo .
I fr anc es i, battuti a Nov ar a ne l 1513 , tentaro no ne l 1515 , co n Fr ance sco I,
d i r id isc e nder e in I talia.
A nche i tur c hi ed i v e ne ziani co ntro llav ano le co s te , sp ess o op erando ab usi
e sco rrer ie.
Ed allor a, s in d al 26 apr ile de l 1515 , l’U niv ers ità d i B ar le tta stab ilisce c he
in Rag us a res ti G ian A nto nio d e Jud ic ib us , p erc hé avv is i la c ittà d i B ar le tta di
q uanto sar à per oc correr e “ d e s usp ec tio ne de guerr a ” . La s te ss a U nivers ità
ord ina c he s ul camp anile d i S . Mar ia s i me tta una v ede tta e p o i s e ne me tta
un’ altr a alla p unta d e l mo lo , alla po r ta mar ina, al Paraticc hio , alla por ta Re ale ,
a lla f abbr ica nuova pr ess o S . Ago s tino, alla porta d i S an Leo nardo . C iò p er
s osp etto d i arr ivo d i fus te turc hesc he , a seguito d i avv is o av uto dalla
d uc hes sa. Q ues ta d uc he ss a p ar e s ia la V io lante de Sang ro , d uc he ss a d i Torre
Magg ior e c he sp ess o v eniv a in B ar le tta per s uo i affar i. (B . S antoro ,
27 /1 /1525 )
Si ordinano pure sentinelle fuori della città, si preparò d’urgenza un pezzo di
artiglieria con 20 cantaia di polvere, per cui occorrerà una tal quantità di Salnitro,
sulfi.
Le armi pronte nel castello come da inventario sono: pallottole, balestre,
lanczioni, gaviglie, caricaturi ed altre. Si ordina anche per la pulitura di esse e si
dà l’incarico a Mastro Antonello di Andria, tanto più che in Barletta deve venire il
consigliere Ludovico Montaldo, reggente la C ancelleria del Re; essendo già venuto
Bernardo de Ulnis, provveditore di castelli, l’Università, si appresta a dar loro dei
doni in torce (candele), scatole di confetti di Ragusa, vino, pane, pesce, capretti,
galline, vaccina (30 maggio 1515), per il buon trattamento.
Per ordine del Vicerè, essendo venuto nella Repubblica di Barletta, il Principe
di Melfi, nominato “generale a guerra” gli si danno i seguenti ordini: “ si tenga
pronta tutta l’artiglieria; si faccia fare il terrapieno del castello al Paraticch io; si
scelga da lui il disegno fra i due disegni della porta Reale, presentati da Mastro
Giovanni e da Mastro Ludovico”.
Per preparare tutto l’occorrente si dà incarico a Michele Gentile e a Benedetto
de Pomis. Si stabilisce che al Principe si farà un don ativo di 25 ducati. E difatti il
24 luglio, essendosi ammalato gli vengono offerti: “ pollami, due torte di
marzapane, due panetti di zuccaro fino ”. Al signor Marchese di Pescara che era
venuto in città nell’aprile dello stesso anno gli si offersero: 6 torze di 4 libbre
23
ogn’una, 4 libbr e d i cande lo tti d i 3 o nz e l’ uno , 4 sc ato le d i co nfe tti e q uattro d i
p ig no late .
I l 23 ago s to 1515 , G iac omo Pig nate lli, il V icer è d i C ap itanata, avv isa
l’ U niver s ità de lla “ s usp ic io ne de ll’ arr ivo d i g ale e ve ne z iane ” e l’ Univer si tà
s tes sa oltre i q uattro cav allar i ord ina d i te nere tre g uar d ie al Paraticc hio , a
por ta R eale e a po rta a Mare per avv is o alla c ittà ne l caso d i arr iv o d i ne m ic i.
I l V icer è Car do na, ne ll’ottobr e 152 1, d es id era c he le U niv ers ità s i quo tino
p er un co ntr ib ut o d i spes e al Re . B ar letta so ttosc rive p er 15 o nc e e m and a a
C er ig no la, p er lo s tes so sc opo , il nob ile Mar ino Br uno . S ic com e l’U niv er sità
e s ige la tass a s ul por te llo (g rani 5 al d ì p er og ni c arc er ato ), dal s ig nor
C ap itano , e m and ato a Napo li il de tto Mar in o p er l’ ab o liz io ne d i tale tas sa. Ma
il Re non acce tta e la tass a r es ta. I ntanto ne l 1522 la m ede s im a Univ ers ità p er
le pre se nti oc corr enze inv ia al Re 4000 d uc ati.
Per aver e un’ ide a de l com e avv e niv a la sos tituz io ne ne l s erv iz io m ilitar e,
pr es so lo s tes so no taio a 8 ge nnaio 1527 , trovo che il nob ile A nto nio d e l Clusa
d i A ndr ia s i obb lig a con l’ Ecc e lle nte Elig io de Marr a d i se rv ir lo d a c av al
le gg iero co n un comp agno so tto la d ir ez io ne d i Pie tro A nto nio d e Arz ia d i
N ap o li. D ur ante le op eraz ioni b e llic he in C amp ania il C lus a avreb be avuto a
s ua d ispos iz io ne un c avallo e d uc ati 5 al m es e. La s tess a som m a e cav allo
pro me tte al suo co mpagno , so tto pe na d i 100 o nc e . C as i s im ili d i so s tituz ione
s i trov ano ne l 1606 pre sso il no taio Pie tr o de G eraldinis c on la p ag a a l
s os tituto ne l serv iz io m ilitare d i d uc ati 11½ e d ucati 16 .
B arl etta n el 1528 .
I l 15 28 , o ltr e c he anno guerr es co , per B ar le tta f u anc he anno d i pe s te e di
g ue rra c iv ile co me eb be ag io d i scr ivere sulle pare ti d e lla c atted rale il c antore
Pie tro G iacomo T ar taleus: “ ne l 1528 per la d iscord ia de li c itad ini Bar le tta fo
tutta des truc ta ” .
R ig uardo alla pes te , s i p uò d ir e che in B ar le tta in q ue sto s eco lo si
v er if ic aro no spe sso cas i d i pes te . S ta d i f atto che dall’ep oc a de lla p es te del
B occ ac c io (1348 ) s ino al 1 656 es sa f u m ar tor iata.
L’ anno p iù terr ib ile f u il 1656 ne l quale la po po laz io ne f u d ec im ata d i c ir ca
la m e tà. (Ve di S anter amo : La p es te de l 1656 /57 a B ar le tta. A tito lo d i cronac a
ne l 1284 dai reg istr i A ngio ini r is ulta c he d alla R um ania tor nava ge nte m ut ila e
c iec a. Tali m utilati s i trov ano p ure a Ve no sa e d il r e Car lo o rd ina che s i
as seg nino loro d e lle pens io ni. A nche q ue sti son d anni d i guerr a.)
Cos ì d i
s eg uito d alla sc hed a d i B er nard ino S antoro , la più antic a, s i r ic av a c he ne lla
c hies a d i S an To mm aso d e i Teuto nic i, s i trov a co nf inata una cer ta Lucrez ia,
f ig lia de l Maes tro N ic o la d i Le cce co n altr i appe s tati, perc hé d i tal m ale le era
m or to il f ig lio .
U n altro d oc um e nto de l G iug no de llo s tes so anno d ic hiar a c he no n s i era
r eso no to in c ittà il pr ez zo d e i gr ani, alla vo ce d i S . O nofr io “ prop ter
s usp ic io nem p es tis ” .
Lo s tes so si no ta ne l Bo nor um p iù antico de lla c attedr ale (1492 -15 30 ),
dov e s i avv isa c he ne l 1499 alm e no d ie c i c hie ric i be nef ic iati e ne l 1504 ,
alm eno 15 pe rso ne , per isc ono per c aus a de lla p e s te .
Mo lti altr i S ac erdo ti s i trov ano anno tati co me mor ti ne l 1528 e d il
m ede s im o no taio G . d e G er ald inis , com me ntando in d iver s i atti no tarili la
d is truz io ne me nata d alla g uerr a, d ichiar a c he in q ue s t’ anno la pes te f u
c rude lis s im a “ acerr ima ” . S e no n c he i l 1528 , oltre c he anno d i p es te , ne i
do c um enti d i Bar le tta, p er tutto il seco lo, è r icord ato co me se co lo d i
d is truz io ni pe r l’ invas io ne d i Lautr ec h os s ia p er la g uerr a co mb attuta fr a Luigi
XI I d i Fr anc ia e Ferd inando il Catto lico d i Sp ag na. La c ittà d i Bar le tta, e sse ndo
c ons ider ata com e capo luogo d i prov inc ia e com e luo go d i co nce ntr am ento di
tr upp e , f u m agg iorm ente mar tor iata.
C hi le arr ecò mag g ior d anno f u l’ ese rc ito fr ance se, il q uale ave ndo la invasa
il 27 m ar zo , il 9 s e ttem bre ebb e or d ine d i s ac c hegg iar la. Le cro nac he de l
te mpo s ono p ie ne d i ques to s acc hegg io , m a a m e p iac e r ipor tare un br ano del
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te s tame nto d i Giacomo C ar aldo red atto il 10 g ennaio 1544 dal no taio G. de
G er ald inis , g ià c itato , e c iò per po ter co ns tatare la gr av ità d e l m ale , d ice : A
r ic hies ta d i Luig i C ar aldo e per p ar te de lla nob ile C ater ina C ar aldo , f ig lia d i
G iac omo , c i rec ammo ne lla c asa d i F rances co Anto nio e Cater ina C ar aldo , f ig li
d e llo s te sso G iaco mo , in p ittag io C am b ij . G iaco mo C ar aldo intes tò la s ua
pro pr ie tà ai d ue f ig li p iù g ran d i, Luig i e G iovanni, m a, es se ndo mor to d i p es te
G io vanni, Luig i d al 1528 al 1542 es erc itò la sua tute la s u i d ue p up illi. Non f u
f atto l’ inv e ntar io de i be ni, né lui s te sso d i se guito lo po tè far e , “ q uo d eve nit
p er v ig e ntem pe s te m ac err imam q uantum er at in ip s a terr a B aro li et ob
inv as io ne m dic te terr e ab ipso ex erc itu reg is Fr anc ie , c um ip s a ter ra f uer it a
d ic to exer c itu occ up ata a XX VI I d ie dic ti m ens is Mar tij pr ed ic ti anni 15 28. Inde
in q uo me nse d ic tus Jac ob us ob ij t. Et e tiam prop ter f ide m ad hib itam per
d ic tum Jacob um in e ius te s tame nto , c um no n ess e t inv entar ium, s tand um e s t
s imp lic i ver bo tutir is e tc . Et q uia, ut p red icitur , s uperv e nie ntib us in d ic ta
ter ra, p es tem , b e llum et p up lic um sacc um anno , f atto in d ic ta te rra d ie no no
S ep te mbr is p red icti anni 15 28 , in quo f ac ta s unt de pred atio ne s super
anim alib us e t v ittualis s is te ntib us tam in terr itor io d icte terr e q uam intus
d ic tam terr am Baro li, prop ter q ue f uer unt in huius mod i amfr ac tu o m ne s bov es
m asse r ie re lic te per d ic tum Jaco bum amm iss i, ne c no n e t v ic tu alia se u m ajor
p ars ip sor um am m iss a in d ic ta mass ar ia e t par tim co mb us ta e t incendio
tr ad ita, p ar tim dep erd ita in ips a terr a e t p ar tim o mm iss a oc cas ione
pr ed ic tor um . Pe s ti e t b e llis s ac cum anni depr ed atio nis ” .
Ed or a f atto il co nto il tutor e Luig i è c red it or e d a p ar te de i p up illi in d ucati
347 , tar i 2 e grana 11 o ltr e il v itto . G li er ed i ac ce ttano . Se no n c he i d anni
d e lla g uerr a m agg ior me nte s i accre bber o per la guerr a c iv ile , es se ndo la c ittà
d iv isa tra sp ag no li e p ar tig iani fr anc es i. E cos ì in p ittag io C am bij s i sanno
d is trutte le case d i V inc enz o e l’ altra d i G iov anni d e R is is , pre sso la chiesa di
S . G iov anni infr ac ase . I n p ittag io S ep ulcr i dal V ice rè s i abo lisc e altr a casa per
f ar ne s trada, e ne lla c asa g ià d i G iovanni d e C ic chillis la s o ldatag lia d is tr ugge
una c er ta q uantità d i me d ic ine , d i s tag no , un org ane tto , ar red i e mob ili. In
p ittag io S . S tep hani ne l 1546 s i ind icano d is tr utti d ive rs i c as alini pre sso la
c asa d i Pe llegr ino Maro ldo . S ab ino Loffr edo ne lla s ua s tor ia d i Bar le tta s ulla
s cor ta d e l G iov i o e de l G uicc iard ini e le nc a com e d is tr utti i bo rg hi di S .
G iac omo , d i S. V itale e d i S . Anto nio Ab ate , p iù una dec ina d i c hiese , io ne
po tr ò e le nc are una ve ntina in p iù, o ltre i co nve nti co me r is ulter à dal c ap ito lo :
“C hiese e mov im e nto re lig io so ” .
S i agg iu nge c he l’Ar c ivesc ovo d i N az are th, G iro lam o de C aro , s i duo le con
Papa Pao lo I I I d i no n po te r p agare le quattro dec im e im pos te d alla S anta S ede
p er le rov ine soff er te dur ante la g uerr a e la pe rd ita di var ie m as ser ie d e lla
Me nsa c he or a sta v ede ndo d i re cu per are .
L’ uff ic io de l Per ce ttor ato s ino al 1541 f unz io nò male , s empr e per la s te ssa
r ag io ne .
A ncora: Ge so tta d i As sis i no n po tè es eg uire il le gato a fav ore d e lla c hiesa
d i S . Mar ia Mag g iore e la SS . Tr inità, es se ndo s tata d is tr utta la s ua p ropr ie tà.
S erg io Elef ante ne l 15 63 d a r icco d ic hiar a d i e ss ere d ive ntato pove ro con
gr av e d anno d e i s uo i f ig liuo li a causa de lla guerr a d e l 1528 . N e ll’ inve ntar io d ei
b eni d i G ian Battista Bo navog lia no n si trov a la d is tinta d e i be ni per g li ere d i a
c aus a d e lla pe ste e de l la g ue rra avv e nuta al te mpo d e i fr ance s i.
Ro sa Gamb ino , mog lie d i A nto nio S antoro , def unto , no n po tè ver sare alla
f ig lia D ianor a d uc ati 3 00 per il d is as tro cr eato d alla g uer ra. F rances co d e lla
B isaz ar a (ve d i per game ne de l San Sepo lcro 3 m ar zo 1549 ) prom ise alla f ig lia
Pad uana, che s i s posò con G iacomo de l m ae s tro Giaco mo , una do te d i 12 onc e,
e ss endo s tati d is tr utti i be ni co nseg nati per g ue rra d e l 152 8. I l padre per
r if are parte d e lla do te le c onseg na altr i d uc ati 7 .50 .
I l no taio Pie tro d e Ger ald inis no n sa d are no tizia c irc a la do naz io ne del
c onve nto d i S . Ago s tino d eg li Ere m itani, es se ndo si per dute le c ar te d i q uel
c onve nto (15 74 ). O ltr e le c ar te p erd ute il no taio G . de Ge rald inis d ic hiara c he
“ i s o ld ati d e l re d i Fr ancia, d urante la s ac co mannaz io ne de l 1528 , br uc iaro no
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le s cr ittur e , i pro toc o lli e le s c hed e d e l no taio b ar le ttano V ittor io de Rosis
(do c . d e l 1536 ). Ed in un co ntr atto d e l 1539 (30 ap r ile ) agg iunge : pe r causa
d e lla s acc om annaz io ne s i per de tter o m olte e v ar ie s cr ip ture d iver sorum
no tar ior um e t s pec ialiter Jo hannis d e Ger ald inis ” , 30 que lli d e l no taio G abr ie le
Med ag lio lo, la c as a e le s cr itture d i tale Cr is tiano c he ab itav a c on lui, q ue lli
d e l no taio Pao lo de Sec und is . Per tali d anni C ar lo V il 26 f ebbr aio 1531
c once sse alla c ittà un ind ulto g e ner ale d i tutte le tass e (ved i m anosc r itto d e lla
B ib lio tec a C om unale ).
L’ U niver s ità d i Tr ani per ne ce ss ità de lla s te ss a g ue rra v ers ò alla Reg ia
Cor te duc ati 12140 d a pagar s i dall’app alto de lle g ab e lle . I l no taio de
G er ald inis o ss ervò c he de tta som m a no n s i po tè r es tituire a q ue lli, d a c ui era
s tata pr es a in pr es tito , p er c aus a de lla pe s te e de lla g ue rra, pur e sse ndo
p as sati d iec i anni d al d is astro . U n ep iso dio d i cor agg io è q ue llo co mp iuto d a
Mar ino Br uno , b ar le ttano, il q uale , s ap uto c he i fr ance s i per tr a d im e nto er ano
e ntr ati ne lla c ittà, m esso a c apo d i alcuni prod i c ittad ini affro ntò R enzo d a
C er i, co m andante d e ll’e se rc ito fr anc es e e fatto prig io nie ro d a cos tui f u pres o e
app eso sulle m ur a d e l c as te llo d i Bar le tta.
Per f ar e o nore alla f am iglia d i q ue s to prod e , r icordo c he f ù ne lla c as a d eg li
av i d i q ues to s ig nore c he ne l s eco lo XI V , allo gg iò S anta Br ig ida al r itor no d el
p e llegr inagg io c he f ece in Terr a S anta (ved i Lof fre do ).
Barletta ed il movimento guerresco contro i protestanti e contro i turchi.
Co n il trattato d i C ambr ai (1529 ) i france si cons eg naro no B ar le tta ag li
s pagnoli; co n q ue llo d i Cas te l Cambr es is (1559 ) tutta la Pug lia.
C ar lo V ave va abd icato ai pro pr i f ig liuo li, F ilippo e F erd inando , il reg no ; e
il Marc he se d e l V as to fac ev a il s uo ingr es so in N ap o li (25 d ic emb re 1554 ), e
c on g io ia e co n g aud io p er 4 g ior ni s i ce le brav a in tutto il r eg no la d ata
m em orand a. (G . de Ger ald inis , iniz io sc hed a anno 1554 /55 )
I n ques to te mpo d i grande s co nvo lg ime nto c iv ile ne r ise ntì anche la
Re lig ione a causa de i pro te s tanti e de i tur chi c he la infe stav ano e le s chede
d eg li s tess i no tai b ar lettani non m anc ano d i d ar ce ne no tiz ie .
E co s ì per i pro te s tanti luter ani s i co nos ce c he pe r ord ine d e l Re , p ar tì da
B ar letta la nave d i tale Rado d e N ico la d i Cattaro por tando s e co “ped ite s
C es are e Maj es tatis ” s ino a F ium e per im ped ir e “ l’ acc es sus c lass is m ar itime
c ontr a Lute rano s ” com e r is ulta da una d ic hiaraz io ne f atta d a Alfo nso Vive s,
m aes tro di c amp o de l R e , pr es so il no taio G . d e Ge rald inis a 26 g iug no 1546 .
Per i turc hi, s em pre p ro nti allo s barco , alle depor taz ioni ed alle p ir ater ie di
og ni
sp ec ie,
r ip or tiamo
q ui
ap pres so
mo lti
altr i
do c ume nti
c he
ci
d imos tr eranno com e C arlo V di Sp ag na, pur te ne nd o se mpr e d uro co ntro un
tale imp lac ab ile ne m ico , d a B ar le tta f a p ar tire ord in i ed appre s tame nti pe r le
g ue rre e sp ec ialm ente p er la battag lia d i Tunis i e d i Lep anto , le q uali
c ulm inano co n la sc onf itta de i tur c hi.
La battag lia d i Tunis i avve nne nel 153 5, m a g ià a B ar le tta s i f anno
pr ep arativ i. D if atti ne l 1534 il V icer è To ledo dà o rd ine all’ U niver s ità d i Grav ina
d i m and are a B ar le tta e Tr ani, g ior nalm e nte , 1 90 ro to la d i p ane ; a Tr initapo li
11 r oto la d i c ar ne all’ese rc ito cap itanato d a R uiz S anc he z . V ie ne impos to ad
og ni c ittad ino , pe na la c arc er az io ne , d i pagare la tass a de l po r te ll o , c ioè
c ar lini 15 (q ues ta tassa è q ue lla c he s i p agav a da og ni c ar cer ato c ome
p uniz io ne d e lle d iv ers e g ior nate d i c arc ere .) c ome p iù av anti s i è notato .
D a B ar le tta s te ss a s i spe d isco no 600 salme d i v ino al f ede liss imo e ser c ito
d e l R e C atto lico , p ag ando d uc ati 400 e tar ì 3 , o ltre a d uc ati 22 d i merc atura
(1535 ).
S e non c he i turc hi sco nfitti a Tunis i, r iv olgo no le loro ar m i co ntro V e ne z ia
e c ontro le s ue iso le . A nc he per q ue sto C ar lo V , il s alvatore de lla cr istianità,
d ’acco rdo co n C le me nte VI I m uove p er l a d ife s a e d a B ar le tta s te ss a parto no
Pie tro de Zamor a, c ap itano de lla c ittà, co n Luigi Pe res e G ian S tefano V aro,
s oldati sp ag no li, c on q uattro bomb ard ier i il c ui c apo è il maes tro Cr is tof aro d i
A ms te rd am , i quali tutti s ce lgo no il nob ile S tango, p erc hé c hie da una mer ce de,
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e avv is i “ la d om inaz io ne d i V e ne z ia ” d eg li aiuti d a inv iar e alla c ittà d i Cor fù
d is tur bata ed ass alita d ai Maur i (turc hi) (1537 ).
B ar to lo meo d e li Do nisse , d ’ord ine d e l V ice rè , avv is a le so ldatesc he che
s ono in Manfr edo nia, in B ar letta, Trani, B is ceg lie, d i tr asfer ir s i a Tar anto per
la sp ed iz io ne co ntro i turc hi (27 agos to 153 8). S tef ano de Luca c ar ic a ne l
por to d i Bar le tta q .li 148 e ro to li 25 d i b is cotti e po i q .li 140 e ro t. 15
c onfe z io nati in B isc eg lie e li traspor ta s ulla sua nav e a Cas te l N uovo d i
D alm az ia (attualme nte He rceg Nov i) per il r eg io es erc ito (1 539 ).
I no ltre , s i co nseg nano ne lla Reg ia Cor te d i Bar letta le c amp ane d i tutte le
c hiese per f ar ne c annoni, e cc e tto una c he r es ta a S . Mar ia Magg iore (15 39 ).
Per la d if es a de lla c i ttà ad uno sp unto ne d i terr a s i ed if ic a un for tiliz io (il
Paraticc hio ), abb atte ndo d ue case pr es so le mura. Per il c as te llo s i co mpr ano
200 arc hibusc i, 400 p icche , d ue pe z z i d i ar tig lier ia e le sp ese s i antic ip ano d ai
Pine lli e dai Rav asc hier i in d uc ati 28 00 .
I l lido de lla c ittà s i aff id a, p er la c us tod ia, a N ico la S tup pa, po i a Lor e nzo e
Fr ance sco Pe tralb es c he impeg nano un cer to nume ro d i c avalier i pe r la
is pe z io ne d iur na e no tturna.
Tanto avv ie ne in B ar le tta, m e ntr e i d ue r ivali per la s upre maz ia in Eur o pa,
C ar lo V e Fr anc esco I , com batto no la terz a e q uarta g uerr a d i pred om inio .
I l no taio G . de G er ald inis il 27 ago s to 1538 tras cr is se ne lla s ua sc heda
l’ ord ine d e l V icer è To ledo pe r la sp ed iz io ne co ntro i turc hi co s ì co nc ep ito : “ a
r ic hies ta de l Reg io Comm iss ar io B ar to lo meo de li Do nisse c i rec ammo alla
C ur ia d el Reg io C ap itano d i Barle tta. I l d e tto Com m is s ar io c i f ec e legg ere , alla
pr ese nz a de l S ig nor Ferd inando d i Stef ano , C ap itano d e lla f anter ia d imor ante
ne lla ter ra d i B ar le tta, alc une le tter e de l te nor e seg ue nte :
a tergo : “A l S ig no r e l Cap itan mo ns . Fer dinando y e n s u abse ntia ad su
A lf ere s e n B ar letta.
I ntus vero : Magnific i senor e t Pr inc ip e d e Or ia A ndr ea, lleg o A cq ui aper
y me tr az o orde n d e s u Maes tat p ar a q uanto da la infantar ia q ue e s ta in e s to
Re gno se u b arq ue y se mp lee e n es ta s anta empre sa co ntra el Turc ho po rtanto
al re cebr i d es ta q ue as dar à o c uvr ar à B ar tho lo de la Do niss a che co mm iss ario
hos levar e is d e ves tr o allogg iam ento y seg uire is la vo lta de Tar anto por al
c am ino y allogg iame nto c he l d izo Co mm is s ar io ha … . ord inaro n por q ue allis
hos have is de e mb arc ar e n alla ar mada Ces ar ea y e s to s e effe ttua luogo por
q ue a sy co nv ie ne al se rv itio de s u Maes tat no stro Se no r vos tr a Magnif ica
p erso na g uard a de so ma. A . XX aug us ti 1538 .
A lo q ue s e nnor m and ared es do n Pie tro d e Toledo” .
I l no taio po i pre se ntò al pr ede tto C ap itano , p er me zz o de l se rge nte
Fer d inando Mer iu, q ue s t’altra le tter a :
“A do n Pedro de To le do , Marc he se d i V illafr anc a, V icerè de lle loro Maes tà
c atto lic he e tc.
A tutti e s ingo li B ar uni, titulati e no n titulati, guber nator i, aud itor i,
C ap itane i, S ind ac i, e le tti, U niv ers itate e t ho m ini d e q uals ivog lia c ità, terre d el
pr ese nte reg no , tanto de m aniale q uanto d e B aruni, ad c hi sp e tter à o s arà
pr ese ntata, la re gia gr az ia e t bo na vo lo ntà. Per q u anto av emo or d inato al
Mag nif ico Bartho lo de Donis sa c he se hab ia ad confer ire in la c ità, d e ord ine de
S ua Mae s tà, et te rre v ide lice t: Manfr edo nia, Bar le ta, Trana e B is e lla, e t da lla
f are d is log iar e le co mp ag nie c he al pre se nte allogg iano in ditte te rre e t que lle
c ondur le in la c ità de ordine de S ua Maes tà.
Per tanto o rd inamo e t c om and amo ad tutti e t c iasc uno c he dove c ap itar anno
le de tte co mpagnie le deb iam o prov id ere de le tti, stanz ie et altr e co se e tc.
Datum in terr a S um m a die X XI aug us ti 1538 ; don Pedr o de To le do e tc . In
Diver sor um I I I , fo l. 106“.
F u le tta anc he q ue s ta letter a e f u r ic hies to c he s ub ito il d etto C ap itano e
S erge nte ord inino la p arte nz a d e i so ld ati im bar cando li per Tar anto . E s icc ome
il s ig nor C ap itano è s tato c hiamato a Napo li d a do n S an c hez de A lar ço n,
asp e tta ord ini anc he d a lui per la par te nz a e l’ imbarco d a B ar le tta, r im andando
la d ata d i altr i d iec i g iorni.
27
V i so no altr i d oc um e nti c he d i nuo vo acc ennano ad altr e g uerr e e i loro
pr ep arativ i, m a ne ll’ espos iz io ne , i no tai danno magg ior r ilievo al c ontratto e
no n alla c ausa d i un appre s tame nto guerre sco .
E cos ì in qualche doc ume nto s i no ta com e ne lla nos tr a c ittà e d into rni si
e seg ua il co ntro llo e la r eq uis iz io ne de lle arm i pr o ib ite , per c ui il Re g io
C ap itano , B las io Esq uet, tie ne car cer ato un tale Ce s are V iv ilacq ua pe rché in
po ss esso di una “ sp ata, d i una dag a, d i una iac cher a d e m ag lia co n m anic he ”.
I l V iv ilacq ua, pe rc hé al s erv iz io d el Por tulano , c hiede la s c arce raz io ne e la
r es tituz io ne de lle arm i che g li er ano s tate se ques tr ate (1545 ).
Fr ance sco R amire z , (1 559 ) altro C ap itano , ave ndo app ur ato c he un g aleo ne
por tav a due sme r ig lie ( p alle ) d ue m asc oli ( c anno ni ) d i ferr o e un b ar ile di
po lv ere lo fa ar res tare .
A l te mpo d i F ilip po I I si inv iano dal por to d i B ar letta 300 c arr a d i fr um e nto
p er la grasc ia de ll’ es ercito c he d imo ra a Pe sc ara e d un tale am masso v ie ne
for m ato da c ittad ini d e lle d ivers e c ittà v ic ine . Tr a i bar le ttani so no no tati:
Mic he le C icala, A ng e lo d e lla Cec c a, il Reg io Cas te llano Vives , To mm as o de
G alib er to . Tr a g li andr ies i, il Duc a d i A ndr ia, G ian Do nato Me le , B attis ta de
Ez ce ls is , G ian B attis ta Me mm o; e po i il Co nte C arac cio lo d i Mo nte S ant’A ng e lo ,
A nto nio N ard ucc i d i Ce rig no la, Lo ngo d i Lac edo nia, Bar ba d i V eno sa;
d e ll’ Univers ità d i S anteramo : Pirro Battis ta e Fe rrar a V ince nzo d i S avo na,
d imor anti in B ar le tta, Mar io R uff ini, V es covo d i Me lf i e R apo lla ed altr i.
I l gr ano s i paga duc ati 25 e tar ì 1 al c arro ; l’orz o a d uc ati 6 e tarì 4 .
Tr a le b arc he che tr aspor tav ano tali v iv er i v’ è q ue lla d i Andre a Cam inar o,
gr eco , q ue lla d i A ndr ea Br esc iano e l’ altr a d i G ianp ao lo d e Mo la.
S i r ico rda c he me ntr e traspo r tav a l’or zo , una m ar tiliana ass alita f ug g ì ed i
m ar inai f uro no f atti p r igio nier i e po r tati a Bar letta. I ntanto il co nte d i S an
V ale ntino , saputa la cosa, m andò un br ig antino p er la s cor ta e la m ar tiliana
arre s tata co n il fr um e nto arr ivò a d es tinaz io ne .
A ltr a vo lta co n tre nav i, che i doc ume nti c hiam ano “ f reg ate” s i
tr asp or tav ano tr uppe A lem anne (tede sc he) d a Tr ie s te e d a F iume app rod ando a
Pe sc ar a, Sulmo na, Br ind is i. D i q ue s te fre g ate d ue so no d e l s ig . A nto nio Ple imo
e la terz a deve por tare a Tr ies te S ig is mo ndo Pig nate lli, Re g io Se creto d i
Pug lia, il q uale per tale sp ed iz io ne una vo lta sp ende d uc ati 335 .3 .7 ; altra
vo lta d uc ati 2000 .
I ntanto ne l Magg io 1557 in B ar le tta stes sa il D uc a d’A lba, il f anatico
ter ror is ta, g e ner ale luogo te ne nte d i F ilippo II, acc e ntra in B ar le tta tr uppe c os ì
d iv ise : alla d ipe nd e nz a di Ber nard ino So mm a una c omp ag nia di 17 so ld ati, che
allogg iano in S . Ago s tino ; alla d ipe nde nz a d i Anto nio G uar ino d i Lec ce 114
s oldati che allogg iano in S . Maria d e C ar itate ; alla d ipe nde nz a d i Fabbr izio
C arr af a d i N apo li s oldati 136 e ancor a una q uar ta d i 159 so ld ati alla
d ip e nde nza d i G ian Fr ance sco Car acc io lo c he allogg iano in altre lo calità.
Per q ues ti so ld ati la so mm a pag ata f u d i d ucati 1933 .1 .9 .
Og ni sq uadr a ha un co mandante , un ser ge nte , un alf iere ; il C arr af a ha in
p iù un tamb ur ino ed un bo mb ard iere ; il C ar ac c io lo d ue tam burini, un
bo mb ard ie re e d ue p icc he .
I so ldati so no d i svariate città d ’I talia. Tr a q ue lli d e l G uar ino v i è un f er ito.
N e l 1559 F ilippo I I f a requis ir e tutto il g rano che è ne lle fos se d i Bar le tta e
lo manda a Pe sc ar a. Lo s copo è s em pre lo s tes so , te ner fro nte al nem ico
o tto mano c he è alle por te de lla c ittà co n sb arc hi, tag lie ed altre p ir ater ie .
B arl etta e l a s p edi zi one di L epant o .
A ltro fatto me mor ab ile che f a o no re a B ar le tta e in c ui la c ittà p re nde parte
attiva è la sp ed iz ione d i Lep anto . Q uando s iano iniz iati i p rep ar ativ i no n
s ap piamo , ma cer to tutto il mov ime nto di g ue rra acc ennato nel c apitolo
pr ece de nte f u pr ep ar az io ne ad una g ue rra c he no n s i prev edev a s are bbe
avve nuta.
28
I nd ic az io ni po sso no e ss er e o do nativ i f atti d alla c ittà al R e una vo lta in
d uc ati 607 m ila (1 549 ), una se co nd a in duc ati 300 m ila p er me zzo de ll’ impo sta
d i grana 4 per per so na (15 52 ). S i po tr anno coordinare , co n la g uer ra in v is ta,
le sp ese per la fabbr ic a d e l c as te llo in d ucati 2.000 ; l’ acc omodo e la f ab br ic a
d e lle mura de lla c ittà ese guiti se co ndo il d ise gno d i G iov an Mar ia B us ac arino,
c om m iss ar io de l V ic erè p er altr i d ucati 2500 . Tale cos tr uz io ne f u op er a d ei
m aes tr i murator i G ian Luc a, G ian Do nato e Do nato A nto nio Sp ata d i Lec ce ,
m e ntre il fos sato, sc av ato d a Por ta R eale a S . Ago s tino , f u op er a de i m ae s tri
Luig i d i Br ind is i, N ardo e C es are de S urdo d i Bar le tta co n la d ispo nib ili tà di
altr i 30 ope rai c he avrebb ero es eg uito la f ab br ica c o n la spe sa d i un tar ì p er
c anna q uadr ata e lo sc avo de l fo ss ato . Le somm e le av rebb ero antic ipate i
s oliti banc hier i: C alvo d i G e nov a e R av as chier i d i N ap o li co mpre s i i Pine lli.
N e l fr atte mpo s i r i p e to no tr aspo rti d i ve ttov ag lie d al Mo lis e e d ag li Abr uz zi
in c ar ra 300 d a c us tod irs i in B ar le tta da Pao lo Marce llo d i F ir e nz e e Donato
V isco d i B ar le tta so tto pena d i d uc ati 10 m ila d i multa.
S i po tr anno agg iunger e tutti i m ov ime nti d i tr upp a, arr iv i e pa ss agg i di
c omp ag nie m ilitar i co me s i d irà in seg uito , ma c hi pr ep arò la g uerr a f uro no le
c ontinue cattur e e le p irater ie com me ss e dai turc hi d i cui le sc hede ne danno
c ontinui ac ce nni.
U na p r im a no tiz ia d i r isc atto ne l 1515 è q ue lla f atta ad un tale B osco
s c hiav one per il q uale l’ U niver s ità p agò d ucati 1 0 in oro (c onc lus io ni
d e ll’ Univers ità).
N e l 1525 i tur chi ave nd o f atto una p untata d i sb arco s u V iesti
l’ asse d iar ono. I l Re g io Por tulano c he te nev a la c us tod ia de lla c hie sa d i S .
Leo nardo d e Matina e Pietro d e Cas te llis che er a il pro c urato re de ll’Ar c ivescovo
d i F ir e nz e pe r d ife nd er li d a un s ic uro s acc hegg io fec ero chiud ere tutti g li
og ge tti pre z ios i e c ioè : c alic i, p ar am e nti ed altre cose d e lla chies a in alc une
c asse e le fe cero tr aspor tare a Me lf i. I l d e G a dd is er a Com me nd ator e d e lla
c om me nd a d i S . Leo nardo . D al 1535 al 1559 le s c hed e de i no tai d anno altre
no tiz ie d i c atture d i altre nav i co n sale , v ino , gr ano , o ltr e g li eq uip agg i c he
q ualc he vo lta lasc iavano lib er i, fatte s empr e ad op era de i tur chi.
N e lle acq ue di S alp i pr es ero pr ig io nier i i f ig li d i Mar ino Mar ie lla d i Cas al
Tr inità: Pie tr o , A nto nio ed A ng e lo , pe r i quali lo ste sso p adr e p agò la tag lia d i
100 d uc ati d i oro c he dov e tte pre nde re in pre s tito dal b anco d i G iac omo de
N er li f iore ntino e Leo nardo S alv iati d i N apo li. Più g rav e tag lia f u impo s ta al
nob ile G ian A nto nio d e Tor aldo che , co n il no b ile V inc e nz o Picco lo m ini, mentre
s i trov av ano a d ipo r to ne l s uo fe udo d i C asal Tr inità, f uro no cattur ati e
p ag aro no d ucati 6 .52 8 (11 o tto bre 1547 ).
C attura s ub ir ono Nico la A cc onz aj oco , per il q uale lo Ar c ive scovo di
N az are th, G iro lamo de Caro , pag a 228 d ucati; G iov anni d e A mer uz io per i q uali
i fr ate lli Mar ulli ver s aro no 203 sc ud i in mo ne ta v ene z iana. Ug ual sorte
c ap itaro no G iro lamo d e Rib era sp ag no lo , Mar ian o Ar cano d i G iov anni, Marco d e
Sp ic za d i A lb ania e Fr ance sco de Janni d i Gr ec ia che v ers ano altre som me .
N e l 1541 ve nne cattur ata la nav e d ella Soc ie tà di Co m merc io appar te ne nte
ad U mb er to V alde nisc io e Cr is tofo ro Trom be ttino d i O tr anto . Pre sso C hiogg ia
f ù s ac c hegg iata la m ar tiliana d e V illano co n mer ce de l nob ile Donato d e Pine lli,
il q uale so lo in B ar i po tè r icuper are a me zz o d i un s uo proc ur atore una ce rta
q uantità d i mer ce c hiusa e nas cos ta in un’ arc a. Ne lle ac que d i B r ind isi fù
c attur ata la nav e de ll’A b bate Mar co S tupp a di B ar le tta m entr e and av a a
Taranto . I m ar inai s i salv aro no buttando s i a m are . S i o sse rva c he ne i v iagg i d i
m ar e attr aver so l’Adr iatic o e d il Tir re no er a talm e nte per ico loso il viagg iare
c he il p iù de lle vo lte s i e ra co s tre tti ad ass ic ur are la nav e co me fec ero g li
arre nd ator i de lle S aline pe r la nave S. Mar co c he dov ev a r ec ars i in S anta Mar ia
in V ico (Napo li) a s c iog liere un v o to alla Verg ine per e sser e lib er i d alle
s corr er ie d e i turc hi.
Tanto si dichiara in un documento del 1 dicembre 1 514, dal quale si
apprende che l’Università di Barletta spende carlini 10 per quattro individui che
si recano a Vico per questo scopo.
29
Essi sono Scavizio de Vincenzo , C ipr iano de B er uc zo , Ber nard ino de
S ard ig nia, Co la d e R apo lla. (ved i Co nc lus io ni de ll’U n iv ers ità d i Barle tta)
I ntanto la g uerr a av eva iniz iato le o stilità e B ar le tta g ià pr ep arata, co me s i
è de tto , s i ac c inse alla sp ed iz ione . Ave vano d i fatto i turc hi to lto ai ge nov es i
l’ iso la d i S c io e s i app re s tavano ad inv ad ere ne ll’Adr iatic o le Tr em iti, dopo
aver me sso a sacco e de se rtato d iver se c ittà d e l Mo lis ano e de ll’Abr uz zo .
I l c om ando de lla f lo tta rad unata a Mes sina fu affid ato da F ilippo II , a don
G io vanni d ’A us tr ia e d a B ar letta o ltr e la nave me ss a a d ispo s iz io ne dal nob ile
R aff ae le de lla Marr a, altre nav i p ar tiro no aff id ate ai nob ili Ge ntile , Sp ar ano, d e
C aro , F alco ne , S antacroce , Garg ano.
La v ittor ia arr is e ai c ris tiani e fù s tr ep itos a. Lo sc ontr o avve nne pre sso le
iso le C ur zo lar i, m e ntre le nav i tur c he us c ivano d al go lfo d i Lep anto.
v entic inq ue nav i furo no b r uc iate e affo nd ate , 190 (Manuale d i S tor ia d i G.
Z ippe l) f atte pr ig io nier e (7 o ttob re 1571 ).
I n tutte le c ittà f ù e ntusias mo e d i com and anti de lle nav i, co me trofeo di
g ue rra por taro no ne lle propr ie c ittà le band iere to lte ai tur chi.
La s te ss a co sa avv e nne a B ar le tta, la c ui U niv ers ità s ce lse c ome luo go di
c onserv az io ne de lle d e tte band iere la c hies a d i S anta Mar ia de lla Croc e c he era
allor a alla s ua d ipe nd e nza. F erd inand o C ar ac c io lo, Pr efe tto de lla Prov inc ia, nel
1583 , p er r icord o de l f atto , fec e apporr e s ulla facc iata d e lla c hies a una
c ub itale iscr iz io ne c he r ic ord a il gr and e avv e nime nto . La iscr iz io ne è r ip or tata
ne l p ar agr afo c he r ig uard a la c hies a d i S anta Mar ia d e lla Cr oce e l’ isc riz io ne
or a s i co ns erv a ne l nos tro c iv ico Mus eo .
B arl ett a da l 1573 al 1600 .
A ltr e no tiz ie c he pos so no e d ebbo no ess ere e lenc ate in q ue s to c ap itolo
“ Mov ime nto po litico e g ue rres co ” e che as sumo no m agg ior impor tanza alla f ine
d e l 1500 so no i p ar lame nti g e ner ali e le compag nie m ilitar i c on Capitani d i
v entur a.
I Pa rlam ent i g en era li .
Er a uso p res so il R e de lle d ue S ic ilie , d al te mpo d i R ug g iero il Nor manno ,
d i r ad unare ne l Reg no p ubb lic i p ar lame nti, as se mb le e , co ns ig li ge nerali; e
m e ntre ne i pr im i te mp i s i te nev ano p er p ub b lica utilità e p er mig lior are le
le gg i e l e co nd iz io ni de l R eg no , c on il vo lg ere de g li anni par e che s erv iss ero
p er otte ner e il co nse nso alle no ve lle im pos te de s ider ate d al gov er no , co me
alc uni s tor ic i affer m ano.
S i sos tie ne p ur e c he i r app res e ntanti d ovev ano ess ere do tti ed anche
nob ili. Ma, a m i o modo d i ve der e, q ue s te cose no n po sso no es ser e v ere ,
alm eno in par te , p erché il p iù de lle vo lte s i tr ova pe r B ar le tta il
r appr es entante do tto , ma q ualc he vo lta c hi r appr es e nta è de l ce to de l popolo e
lo scopo de l p ar lam e nto no n è aff atto q ue llo de lle tas se .
I nfatti, ne l 1552 s i rad unò il Co ns ig lio pe r il Par lam e nto ge ner ale a N apo li,
r appr es entante s ce lto dall’ U niver sità è Ferd inando F ig uer oa U .I .D ., il quale
p are ed è un nob ile . Lo s copo de ll’ ad unanz a f u il “ serv iz io r eg io ” .
N e l 1 562 s i v enne a co no sce n z a che le ad unanze s i fanno ne lla c hies a d i
S an Lor e nzo . Rappre se ntante de ll’ U niver s ità è Loffr edo F erd inando , m archese
d i Tr iv ico , il q uale v a a N apo li per tr attare co se c he r ig uard ano il “ Re , il
Re gno, il p ubb lic o, ed altr e propo s te c he eg li cre de rà ” .
N e l 1572 , me ntre è V ic erè il C ard inale Gr an V e la, il r app res e ntante
d e ll’ Univers ità è To mm aso S aler nitano, re gge nte d e lla Reg ia Camer a. Lo sc opo
d e ll’ ad unanz a è il “ se rv izio d i Dio , di S ua Maes tà e d il be ne p ubb lic o ” .
N e l 1582 , l’U niv ers ità m and a com e suo r app res e ntante al g e neral
p ar lam ento Ferd inando C ar ac c io lo (c he è de l c eto p opo lare ), se r ic hies to dal
Re pe r g li aiuti avr ebb e do vuto e sporr e “ lo s tato d i pove rtà e d’inop ia
d e ll’ Univ ers ità d i Bar le tta ” .
Lo s tes so avve nne ne l 1602 .
30
So lo ne l 1541 s i d ic hiar a c he il r app res e ntante Be rnard ino B iv iano d uca
d ’Ar io la e co nte d i B iccaro , e l’ inv ito d ic hiar a c he lo s copo d e ll’ ad unanz a è
“ tr attare cos e r ig uardanti S ua Maes tà ed il Reg no ”.
St rat iot es e fuo ru sciti , compa gni e mi lit ari , cap itan i d i vent ura.
Ab b iamo v is to ne i p ar agr af i pr ece de nti co me le g ue rre tor me ntas sero le
nos tr e prov inc ie, or a d iam o uno sg uardo alle co mp ag nie m ilitar i ed ai C ap itani
d i ve ntur a c hiam ati in città, or a p er pres id iar e il C as te llo , ora per pr end ere
p ar te al mov im e nto g uerr esco ge ner ale, ed o ra pe r te ner f ro nte ai m as nad ieri
e f uor ius citi c he infes tavano l’I talia ed il Re gno. I Po nte f ic i f ac ev ano sf orz i c o n
i Re per d is tr ugge r li, ma g li sfor z i r iusc iv ano vani, g iac c hè i band iti, es per ti
d e lle balze , de lle macc hie e de i bos c hi, r ius c ivano ad ev ader e d inanzi alle
d iv ers e r ic erc he de lle sc ar se miliz ie oper anti.
So lo al tempo de l V icer è Mir and a, le no s tre r eg io ni f uro no liber ate per
l’ interve nto de l Co nte d i Co nv ers ano .
N e i pr im i anni d e l 1500 co mp aio no in B ar le tta g li S tr atio te s (s tr ad io tti) c he
al com ando d e l capitano G iov anni Mathes , B arone d i S an Q uir ino , v anno in
c erc a d e i de linq ue nti e f uo riusc iti c he inf estano la terra d i Pug lia e
s pec ialme nte la pro v inc ia d i Bar i.
Es s i erano so ldati gr ec i e d alb anes i a cav allo al s erv iz io de lla R ep ubb l ic a
v ene ta, c he s i pr es tav ano p er q ue s t’ uff icio . Ne l 1557 sono in numero d i 14 alla
d ip e nde nza de l Cap itano Lauro d e C as tig lio e s o no c hiam ati cavallegg ier i.
R ic evo no una p aga d i d ucati 5 , m e ntre il C ap itano ne r icev ev a se tte .
Co ntempo rane ame nte ne l 1535 s i trov av ano d i s tanz a in B ar le tta la so c ie tà
m ilitar e de l Cap itano R uiz S anc he z d e V arg as e l’ altr a d i do n Fr ance sco de
To led o. A ppar tie ne a q ues t’ ultim a l’ alf ier e G iov anni Barb uta d i Sp ag na, il q uale
v enuto a co no sce nz a de l r ap ime nto d i una g iov inetta c he s i s tav a tram ando da
p ar te d i alc uni so ldati (1537 ), d enunz iò allo z io Mo nte murro l’ ac caduto e la
r ag az z a f u s ub ito re cuperata.
I n un altro d oc um e nto d e l 1542 s i avv isa c he , e s se ndo mor to il so ldato
Pie tro d e G ado de lla c omp ag nia de l C ap itano A le ss andro V ite lli, me ntre
op er ava in S an Marco , Ter mo li e d Ab ruz z i, s i pas sano le p ag he alla mog lie
Mar ia de A ze vedo c he d im ora in B ar le tta. S im ilme nte s i p as s ano le p ag he a 90
s oldati de lla “ com itiv a” d i F erd inando de To ledo c he prov e ngo no d alla c ittà d i
S . G iorg io (d i Pr incipato C itr a), Mo ntev erde , Palo , e r ice vo no il v itto per sé
(p ane , v ino , carne ) e per i c avalli p ag lia e orz o. Lo s tes so per la com itiv a d i
G ar c ia d e B alz ac , p rove nie nte da Giova (Pr inc ipato C itr a), C as ale d i Mag liano
V ecc hio , Casale d i C ard illi, C as ale d i Or ia, Pe lla.
Per inv ito d i F abr iz io C arr af a, C onte d i R uvo , c ui è aff idata la c us tod ia di
B ar letta s i pr ese nta una “ com itiv a d i ve ntur a ” , com pos ta d i un C ap itano gre co,
un se rge nte , tr e c apor ali, un tamb ur ino , 46 arc hib us ier i, 30 p ic c hier i, a cui si
v ers ano pe r m ez zo d e ll’ Univer s ità la som m a d i d uc ati 319 .4 .10 (154 4).
N e llo stes so anno s i trov ano in B ar le tta, se mpr e alle d ip e nde nze d e llo
s tes so Carraf a, 96 so ld ati, d ire tti d al C ap itano Gur ano Palag ano d i Tr ani e 99
d ir e tti d al C ap itano G iro lamo de Mas sarij s d i Taranto co n il s erge nte, il
c apo rale , il tamb ur ino , i f anti ed i p icc hier i.
N e l 1557 i Re g i C ap itani d i B ar le tta, Fr anc esc o S anc he z e Luig i Norbo is,
pro tes tano p erc hé il Cap itano d i Sp inaz zo la avev a fatto ar res tare c ome
d e linque nte e f uor iusc ito Se bas tiano d e C ur tij s U.I .D . e lo av ev ano m andato
ne lle car cer i d i B ar le tta, p res ume ndo c he avev a offe so co n ing iur ie uno
s p inaz zo les e .
N eg li anni d al 1545 al 1552 s i s ucce do no i Cap itani A lfo nso V ives , Pie tro de
S egov ia co n c omp ag nia e q ue s tre , il Pr in c ip e di A sc o li Fer d inando Go nz aga
(1551 ); me ntr e d al 1552 al 158 0 per l’ es tirp az io ne d e i d e linque nti “ et
fr ac to res s tratar um ” per le tr e Prov inc ie d i B ar i, Fog g ia e Taranto , prov vedo no
Lore nzo d i C as tig lia e po sc ia Pie tro C annav eral. N e l 1552 s i tr attie ne in c ittà
c on la s ua “ co mitiv a” il C ap itano a g uerr a Marco A ntonio de Loffre do d i N ap o li
(g iug no e lug lio ). I no ltre p ar te per N ap oli la “ So cie tà” d e i Cav alle gg ier i d el
31
C ap itano B arr ic e lli c he è d es tinata d al V ic erè nella prov inc ia d i C ap itanata e
p er acc omp ag nare N ic o la G az z illo d i Tur i, me ntre tr as por ta ne lla s ua ve ttur a
p er la c ap itale duc ati 2672 .2 .13½ , d a co nseg nars i ad O nofr io Mo les , cass iere
d e l Reg io Gove rno .
N e l 1553 arr iv ano co n le r is pe ttive f anter ie Fe rd inando de G uar ino d i Lecce
e Lupo Pe pe d i G a llipo li. Ess i r im ango no in c ittà pe r la d if es a ed e s igo no le
r is pe ttive p ag he . S i s uss eg uo no ne l 1555 le com itive d i Rod er igo Mendo za,
q ue lla de l Marc hese de lla V alle , q ue lla d i Cr is toforo Tor lo nia, q ue lla di
G io vanni Go nz ag a, c he è in Mater a, e r itor na in c ittà q ue lla d i Ferd inando
Go nz ag a. So no d i p ass agg io le altr e d i S anta Flora, q ue lla d i G io vanni d e Gado
(‘ 57 e ‘58 ), d i G iov anni N ugales , de l Pr inc ipe d i S ulmo na, de l Mar c he se Cam illo
Pig nate lli de Lauro che d ir ig e e re ca co n s é una com itiv a “ gr av is ar mature ”
(1564 ). Q ues t’ ultimo p ag a a B ar le tta il de b ito d i 600 duc ati p er me z zo dei
luogo tene nti D id aco d i San Mar tino e Tr is tano d i C aracc io lo , pr es i a pr es tito
p er la p aga deg li s te ss i so ld ati.
N e l 1565 r im ase d i s tanz a in c ittà il D uca d i Noc er a, il q uale p er la s ua
c omp ag nia r ic eve 10 le tti d a A ltam ura, 80 c arr a d i fr ume nto da Calitr i, Pote nz a
e S ant’ Agata e 50 d a B arle tta. G li s ucc ede Do n A lfo ns o C arr af a, d uca d i Noc era
d e i Pagani, d ep utato a guerr a in B ar le tta s tess a, c he r iceve per i s uo i sold ati
d uc at i 1636 .0 .5 in pre stito .
Co mp ar is ce ne l ‘68 una c om pagnia d i te des c hi c he pr e nde allo gg io ne lle
c ase pr ivate , me ntre nel p re s id io è il Cap itano Mar tino d’ Av ilos co n i s uo i
s pagnoli.
N e l ‘72 m entr e è ad hiber nand um il C ap itano Pie tro Pad illa, s i d ic hiar a c he
i s o ldati soffro no la f ame p er m anc anza d i p ag he .
N e l ‘67 e ‘77 co mp aio no altre comp ag nie c ap itanate da Ro der ig o V aldes s a;
d a Pie tr o Go nz ales , c he p er un d ato tempo s i trasf er isc ono in C alabr ia e p o i
r itor nano in B ar le tta; da do n G iovanni V e lasq ue z, d ip en de nte d al pr inc ipe di
S ulmo na; d a S cip io ne de Pe lle gr inis , b ar lettano, il q uale ac cus ato d i aver
tr atte nuto le paghe v ie ne d ife so d ag li stes s i so ldati co me s uper io re d i qualità
integ err im e .
D all’83 all ‘ 87 e ntr ano in attiv ità le co mp ag nie d i G iov anni d e Co rcer a (in
q ue s ta com itiv a, es se ndo s tato f er ito il s o ldato Mar tino de Par icc hio s i d ichiara
c olpevo le un so ldato c he er a inno ce nte ), q ue lla co n so ld ati “ gr av is arm ature ”
d i G ian B attis ta d e Or ia, q ue lla d i Go nzales O lg hini, l’ altr a di C ons alvo Mo nro i,
s pagnolo , il q uale c hiede p er c ar ità d i allogg iare i so ldati ne lle c ase pr iv ate .
Eg li era arr iv ato co n le c om pag nie d ue ore dopo me z zano tte e d o tte nuto lo
s copo , inv ece d i allo gg iar e d ue s o ld ati per f am ig lia, pre gav a d i accog lier ne 3 o
4 , p erc hé la com pagnia n o n e ra com pos ta d i 104 so ld ati, m a d i 208 .
I l mattino s uc ce ss ivo v i f u la pr otes ta de l S indaco , G iulio Gr anata, ed i
s oldati per g iunta, o ltre il v itto ord inar io , ave nd o c hies to ai pr iv ati c ibo
pr e lib ato , q uale , c ar ne , po lli, lattic ini, p ur es se ndo la v ig i lia de ll’As sunta (11
lug lio no taio d e Leo ), anc he p er q ues to v i f u p ro te s ta. I l C ap itano pro mise c he
i s o ld ati co lpevo li sarebb ero s tati p uniti ed inve ce d i p ar tire il g ior no
s ucce ss ivo , partiro no d ue g io rni dopo , d ato c he e ss i er ano s tanc hi.
N e l 1578 p as s ano le com itive de l pr inc ip e d i B is ignano e l’ altr a d i Mar co
A nto nio Co lo nna; e d i seg uito q ue lla de l C ap itano G ian A nto nio Cappe llar a c he
d a Ve no sa s i tr asf er isc e e s i fer m a a B ar le tta co n i suo i 48 s oldati (1594 ) e
r ic evo no la p ag a d a Cesare d i S an F e lic e d i Napo li; q ue lla d i Ces ar e d’Av alos
ne l 159 5 e l’altr a d e l pr inc ip e d i C onc a c he f anno p ar te de l p res idio .
D all’ e le nc az io ne de i docum e nti s opr a r ipo r tati saltano f uor i i d iv ers i corp i
d i c ui le c om itive er ano for m ate e le arm i d i c ui s i s erv iv ano c ioè : casc iale tti
c on ro be lla; ge late (os sia ce late o e lm i); c as c iale tti alla m oder na co n s uoi
m or io ni (arm ature de l c orpo ); mor io ni e g ranati infod er ati d i ar me sino;
tor ne tte indor ate (arm atur a de ll’alfiere F erd inando Er nardo Go nz ale s d i Toledo
d eb itore d i G ia com o So lfo d i Berg amo in duc ati 3 06 p er aver co mpr ato le
s opr asc ritte arm i - 1574 ); ar matur e d e c as c iale tto indor ato ; alabar da; d ue
s pade ; cappa de r asc ia; g o nna d i v e lluto r izo ; d ue p ar a d i c alzo ni d i ve lluto
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nero o verd e ; mo sc he tto ; for c ina; f ias c he d i p o lver e; z appo ne (ar m i lasc iate in
te s tame nto d a Luig i V ig lia d i Madr id e da A lonzo Rodr ighe z) e s im ili; ce late
alla b urg ug nio na; c e lata im b ir nizz ata (inver nic iata); sp ad a a d ue mani e ad
una m ano ; b ale s tra alla s tambe cc hina; z ag ag lie jo nne tto ni (ar m i de l c ap itano
Z ar aos 1535 ) e s im ili ar ne s i.
B arl etta n el 1610 .
U n doc ume nto de l notaio G ian B attis ta Pac e lla, m o lto s ib illiname nte c i
m e tte so tto lo sg uardo un f atto c he s e f oss e ve ro , seco ndo un m io modo d i
p ens are , apr ire bbe la v ia e d imos tre rebb e co me il gov erno sp ag no lo trov ava
op pos iz io ne anc he ne l c eto d ei no bili p er c ui l’ imm ed iata r eaz io ne da p ar te d el
gov er no d e l Re .
I l doc ume nto d ice so lo che “ Ettor e Mar ulli p er es ser e s tato de lla f attione
d e lli Cog ne tti, c ontr ar ia alli Ge ntile , fu per or d ine d i S . E. per me pos to allo
s fratto e so tto pe na d i mille duc ati co nf inato ne ll’is ola di Malta ”
C hi com m inò la p e na f u il co ns ig liere Sc ar ano , chi lo as so ls e f u il
m ede s im o F ilippo I I .
Ec co in s unto il do c um ento :
“20 d ice mbr e 1610 G iudic e Pie tro F or te .
Fr a Ettor e M ar ulli d i Barle tta, m ile s ge roso lo m itano ed il c hier ico Lor e nzo
G alib er to anc he d i B ar letta, s i d ic hiar a c he A nnibale G aliber to s i er a obb lig ato
d i com parire d inanzi al Reg io Co ns igliere Sc ar ano , allor a d imor ante in Bar le tta,
p er ord ine di S . E. d opo c he i l de tto Ettore Mar ulli e bbe or dine d i tr asfe r irs i in
Malta so tto p ena d i d uc ati 1000 ”.
I G alibe rto s i r ese ro so lid ali ne l p ag ar e i 1000 d uc ati.
I l Mar ulli r iv o lse s up p lic a al V ic erè e co s ì f u d ato ord ine , d opo no ve me s i di
p ena, p er il r imp atr io .
La r ispo s ta de llo Sc ar ano al V ic erè d ice :
“ I ll.m o ed Ecc e lle ntis s imo S ig nor e , vo le ndo ob edire com e devo a q uanto
Vo s tra Ecc .z a è s tato serv ito com and arm i sopr a l’e spo sto de l s upp lic ante , d ico
c he il S ig . Ettore Mar ulli, p er e ss ere s tato della f attio ne d e lli Cog ne tt i e
c ontr ar io alli G e ntile , f u p er ord ine d i Vos tr a Ec c .z a e per me pos to allo sfr atto
d alla terr a d i Bar le tta in s ic uro co n gli altr i, e c arc er ato per de tto effe tto g li f u
c hies ta p lagger ia d i d ucati 1000 co n l’ obb ligo d i co nf er irs i ne l term ine di un
m es e ne ll’ iso la d i Malta e f ra un altro me se m andar fed e d e lla s ua r es id entia in
q ue ll’ iso la e t de no n e ntrare più in Bar le tta se nz a lic e nz a d i V. E.
Per c iò do po tanti me s i d i sfratto c hied e il r impatrio ” .
I l 27 g iug no de l 16 10, d a N apo li, R e F ilippo v is to c he il Marulli era un
C av alier e Gero so lom itano, v is ta la s ua obb ed ie nz a ord inò la c anc ellaz io ne d e lla
p lagg er ia ed il r imp atr io .
Dop o la g uerr a d e i 30 anni se p otes s imo d ir e c he il Mar ulli co n i Cog ne tti e
i G aliber ti e rano ne lla f azione co ntr ar ia ai Gentile e c io è antis pagno lo o
alm eno so spe ttato , pe nso che s ia q ues to l’unico m o tivo c he il no taio ha tac iuto
ne l f ar c i co no sce re la pena e la p lagg er ia.
Ad og ni mod o a seg uito d e ll’e seg uita p ena si no ta la c le me nza de l Re , che
lo p erdo na, s icuro d i aver lo com e s u o seg uac e fe de le .
I l p ort o .
A nche il po r to ebb e p er s copo la d ifes a de lla c ittà e re alm ente es se ndo in
q ue s to te mpo cos tr uito d a un tr atto de l vero por to o sc og lier a, ind ip ende nte
d alla terr a f erm a, co m une me nte c hiam ata iso la.
Es so lim itava la s ua attiv it à al co mm erc io , mo lto op eroso al tem po de lle
c roc iate , ave ndo q ui i C av alier i G eroso lom itani, que lli Te uto nic i ed i m edes im i
Te mp lar i, nav i che par tiv ano dal nos tro por to , por tando ve ttov ag lie ai loro
fr ate lli (ed ai loro c av alli) c he er ano ne lle terr e o lt re m ar ine . Q ui s i cos tr uiv ano
ter ide , galee , galeo ni ed altr e nav i s ino al num ero d i 3 2 ad og ni ord inaz io ne,
d ir e tte dal nos tr o co nc ittad ino F ilippo Santacr oce per la s ped iz io ne de ll’o ttava
c roc iata (1 270 ), c he po i no n e bbe luog o.
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Q ue s to po r to d ur ante il 15 00 fu se mpr e attivo pe r la sp ed iz ione d i pe lli,
fr ume nto , v ino , o lio ed altre d err ate , anc he in altre c ap itali de l R eg no ed
e s ter e , co me ac c us ano d iv ers i altr i do c ume nti.
S i v uo le, da no tiz ie a m e q ui inv iate da tale Me lle Van Lang he nhove de
B ouv erk erc he , c he l’ is o la e s is te nte per il por to d i B ar le tta f u co s tr uita v ers o il
1525 e per s uo ord ine d a un s uo ante nato , Hughes de C lerk , m e ntre cos tui era
Go ver natore e C ap itano ne l D ucato d i Sor a ne l R eg no di N apo li.
I l de tto Hug hes spos ò in B ar le tta, Marg her ita d e i nob ili Per uz z i, mer canti
f ior e ntini, dimor anti in Bar le tta.
Lo s tem ma de lla f am ig lia C lerk è cos ì co nce p ito : c ampo az z urro co n f asc ia
dor ata co n tr e s te lle , una in te s ta e d ue ai p ied i.
L’ allarg am ento d e l por to ne lla form a attuale avve nne il 1880 e fu
fe s teg g iato co n l’interve nto d e l Minis tro Bacc ar ini.
I n q ue ll’ anno e nello ste sso g io rno s i inaug urò la s tatua d i Mas s imo
d ’A zeg lio , lo sc rittore d e lla D isf id a d i B ar le tta.
I l teo lo go C ic c are lli, p er i d ue av ve nim e nti ded icò un lod atis s imo so ne tto .
D al te mpo d e i B ard e i e d iver s i s eco li pr im a d e ll’e ra cr is tiana s i può
s up porre e s is te ss e un’ antic a r ad a d i app rodo pr esso il lido do ve po i sorse
“ Bar d ulos” , la c ittà nom inata ne lla tab ula Peutinger iana (se co lo 3° d e lla
pr ede tta e ra v o lgare ).
Tr a il f ium e Of anto e l’ Av eld ium , q ue lla rada serv ì com e appro do d i nav i e
nav ig ator i e d ive nne po i l’ attuale p or to d i B ar le tta. Por to em ine nteme nte
m erc antile e d i difes a g ue rres c a com e s i è r ite nuto per d iv ers i s tud ios i di
s tr ate g ia.
Le no tiz ie p iù antic he del por to d i Bar le tta so no q ue lle c he r icord ano co me
s i è d etto una iso la o d iga d i p ie tra loc ale cos tr uita dov e attr acc ano le nav i.
A l temp o d i C ar lo I d ’Ang iò il por to e bbe grand e sv ilupp o per il gr ande
aff lus so e d imor a d eg li Ord ini C av aller es chi.
S i r icord a infatti ch e i C av alier i Te uto nic i avev ano in B ar le tta la sede
pr inc ipale de l loro ord ine in S an Tom m aso ; avevano alle loro d ip e nde nze d ue
nav i: S ant’ Antonio e S anta Luc ia c he car icav ano d al por to d i Barle tta
v ettovag lie per i loro fr ate lli e c avalli: gr ano sino a 30 00 salme ; or zo s ino a
2000 ; leg um i s ino a 1000 e po i carne s alata, c ac io , c av alli, m uli, s ale , arm i,
e d ar mati e li tr aspor tav ano in G er us ale mm e , A lb ania, D almaz ia, Ro mania,
Me ss ina, Ac aia, V alo na e D ur az zo .
Lo s te sso f ac ev ano i Tem p lari co n l’ altra nave , c hiam ata Santa Mar ia d i
V alle Verd e , per ord ine d e i loro Pr ior i, Pietro de G r iffara, Am ulfo d e l Tem p io ,
U go ne Ber tr ando , G ug lie lm o d e Turr i. Lo s te sso i C avalier i O sped alie r i d i S an
G io vanni co n altr a pr opria nave . Tr a i Pr ior i Osp ed alier i s i no tano Pie tro de
N eoc as tro , Ug one Rev e l, Fr a G iaco mo Tax i (1277 -80 ).
Og nuna d i q ue s te nav i god ev a la f ranc higia de lla tass a d i usc ita, me ntre le
nav i com me rc iali p ag av ano per tale tass a d alle 25 alle 35 o nce p er og ni 100
s alme d i f rume nto .
Co s ì s i affer ma in una s pe d iz io ne d i f rume nto f atta dal mer cante Fo sc ar ino
Pis ano in V ene z ia.
Co s ì in q ue lla d i Pasq uale de Lilla, 1580 .
I n un’ord inanz a reg ia de l 7 g iug no 1271 , l’ Ord ine d i S an G iov anni v iene
ob b ligato a vers ar e la spe sa d i una b alis ta e anc he d i tre de l Por tulano R i so ne
d e Marr a, p er r ag io ne de lla s tes sa d ifes a c ontro i p ir ati d e l m are , com e io
s tes so de duco d ai do c ume nti.
I ntanto il po r to d i B ar le tta, com e ce ntro d i irr ad iaz ione fr a N apo li e
l’ Or ie nte , v ide arr iv are e p ar tire ge nte d i og ni c olor e ed autor ità.
E in p r imo luogo Ponz io d e F ai co n la s ua f am ig lia c he v a in U ng her ia e
S lavo nia, por tando ve ttov ag lie e c av alli; Fr a B er ling er io d e ll’O rd ine d ei
Do me nic ani e Be r ter aimo de Pro ie tto c he co n le loro f amig lie , me ntre s i
allo ntanano d al S ultano , ne l 1270 , v anno a N apo li, p as sando per Br ind is i e
B ar letta. G iov anni, prepo sito d i Ungher ia, e Miche le D ez adr a c he so no inv iati
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c ome nunz i ne lla m ede s im a naz io ne . La Reg ina Is ab e lla ne l 1271 e la R eg ina
Mar ia d i N apo li, r ispe ttivam ente approd ano in c ittà.
S i agg iunga c he A la rd o de A lne to d a B ar le tta p as sa in Rom ania c on 10 nav i
e 70 c av alli (1269 ).
Fr anco de F iandr a che p ar te per la Terr a S anta c on d ue ar m iger i, tre
g iov ani e d iver se ar m i.
I l c hier ico G iov anni d i D ur az zo che approdò nel por to d i Bar le tta e per
f also ve nne arr e s tato e pe r ord ine de l Re f u m andato in Br ind is i.
I vasce lli anco nitani m ede s im ame nte arre s tati
ne l med es imo porto
v engo no las c iati libe ri p er ord ine d el Pap a N ico la III. D ur ante i V espr i S ic iliani,
alm eno c inq ue galee , f uro no inv iate d a Barle tta in q ue l l’ is o la.
D ato q ues to gr and e mov ime nto , l’ is ola e la d ig a form anti il po r to d i
B ar letta, res i ins uff ic ienti, v e ngo no m ig lior ati p er m agg ior co modo e sic ure z za
d e lle nav i c he ap prod ano.
E d if atti, ne ll’ apr ile de l 1272 , il R e per me tte c he s iano d ate in p res ti to da
G io vanni Porf id o all’U nive rs ità d i B ar le tta o nc e 260 “ pro op ere por tus B ar uli ” .
N e l 1277 a tutto il 1280 , v ie ne no m inato cus to de d e l por to G iovanni
G erm iniaco o G erm inante.
Pre sso il por to d i B ar le tta v i era un c antiere di gr ande impor tanza c he con
a ltr i c antier i arr ivò a m etter e s u 25 e p iù nav i d a g ue rra c he dov ev ano serv ire
p er la sped iz io ne in Terra S anta (VI I I croc iata), tale cr oc iata, com e s i è d e tto
m ai s i f ece , s i co nosc e p erò c he il com and ante er a F ilipp o d i S antacro ce.
Pro to mag is tro per tali c os tr uz io ni, un A ndr ea C alef ato d a Bar le tta, c ome
r is ulta da un do c ume nto d e l 1281 . A nc he N ico la Galiano d a Bar le tta, te nne alto
il no me d e lla nos tr a c ittà m ante ne ndo in e ff ic ienz a 20 ter id e e 5 g alee , c he
s erv iro no p er la d if es a d e l R eg no , m a eg li p er no n av er ne te mpe s tiv ame nte
pr ep arate s ino al numero d i 32, do ve tte so gg iace re a d ive rse gr av i m ulte ed
e bbe s acc hegg iata d al popo lo la c as a e le s ue prop r ie tà. Co n Car lo II d’A ng iò
ne l 1300 , s i allungò l’ isola c he form av a il por to d i B ar le tta e s i provv id e a lla
s pes a, impo ne ndo la tass a di 10 tar ì s ul g rano e 5 s ull’or zo e le gum i p er o gni
c e nto s alm e da espor tar e. N e l 1309 , s i r icor da c he la c ittad inanza p rovv ide per
l’ im mag ine d i b ro nzo c he g iacev a ab band onata pres so la do gana, per
m ar egg iata, e la ere sse ne l 1491 in p iazz a dandole il nom e d i Er aclio . A l te mpo
d i Ferd inando d i A rago na m ig lior aro no le cond iz io ni d e l po r to con una
m anute nz io ne ord inar ia, lo s te sso av ve nne dur ante tutto il 1500 , g iac c hè da
no tiz ie ric avate d ai notai s i r ico nos ce , c he dai d ive rs i pe tr ar i “ de la Mo naca ” di
“ Mo ntaltino ” s i tr aspor tav ano mucc hi d i p ie tr e e tuf i, c ar pini, narro ni ec c. per
po ter lo me tter e in eff ic ienz a.
D a una de liber az ione del 1515 de ll’U niv ers ità, s i co no sc e c he s ul mo lo o
c ar icaturo d i B ar le tta, com e lo c hiam a il No taio Car is s imo d i Ad iutor io (1523 ),
f u p iantata una co lonna c he co n un’ altra s erv iva a leg are i gr ipp i c he e rano
ne lla r ad a. Ne l p or to s tes so s i c os tr uiv ano nav i, c om e d ice un do c um ento del
1585 e le nav i p ag av ano l’ arbor agg io
p ote ndo app rod are in luog hi e por ti
c onfede rati e no n in por ti nem ic i. Ma, com e s i è de tto , e sse ndo l’ iso la aperta a
tutte le m are gg iate , ed e ss endo m als ic ure le navi iv i ancor ate , fu al tempo d i
N ico lò Fragg ianni, c he pe r d are m ag g ior s ic ure zz a alle nav i, s i unì il p ic co lo
por to d i te rra all’ iso la c he e ra a d eb ita d is tanz a co n un go m ito tuttor a
e s is te nte . A l te mpo d i N apo leo ne Bo nap ar te , 1806 s i c os tr uì il f aro , il
laz z are tto , e so lo ne l 1880 , d ie tro ser io intere ss ame nto d i g aranti c ittad ini,
q uali Fr ance sco S aver io V is ta, il s ind ac o de Le on ed altr i s i po tè v edere
r ealiz zato il d es id er io d el gr an por to , av utos i dopo av er m esso in o ppos iz ione
pro ge tti d ’ ingeg nier i q uali Tom m aso Mati, il cos tr uttore de l po rto d i Livor no
c ontr o S allus te V ale ntini e Lo S ito , co n la s pesa d i tre m ilio ni, r icavati d al
gov er no p er inter ess ame nto de l Minis tro A lfredo B acc ar ini, che ass iste tte
all’ inaug uraz io ne ed in que lla o cc as io ne fu nom inato c ittad ino o nor ar io .
R ipor tiamo q ui appre sso il so ne tto de l teo logo G ius epp e C icc are lli,
pro nunz iato d ur ante l’ inaug uraz io ne de l por to e de lla s tatua d i Mas s imo
d ’A zeg lio :
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“Q ui, s i scop re una p ietr a e app are l’e le tta imm ag ine d i un uo mo , c he
f inc hè v iss e l’ I talia amò, d i un s uo tr ionfo s cr iss e e scr iv endo e ter nò la m ia
B ar letta.
Là s i sc eg lie altr a p ie tr a e be nede tta g i ttas i in mar p erc hé p iù no n ard isse
l’ avv erso f lutto c he s inor c i aff lis se s tr ugger l’ opr a c he andrà s u d i e ss a
e re tta.
So n p ie tre e ntr am be mem or ande e c are l’ una r ic ord a il naz io nal v alor e,
l’ altr a il do m inio c ’ intro me tte in m are .
Lod e a c hi s epp e i d ue g r an p as s i unire d i B ar le tta co s ì co n par i ardore si
fe s tegg ia il p ass ato e l’ avv enir e . ”
17 o tto bre 1880
C an.° G ius eppe C icc ar e lli.
T ri buna l e e d el itti .
Co me in o gni temp o , m agg iorm ente d ur ante il V ice re ame , s i ve r if ic ano c asi
d i de linq ue nz a c he i no tai r ife r isc ono co n il nome co m une d i fer ime nti, fur ti,
uc c is io ni.
I n altro p ar agr afo s i è p ar lato d i altr i d e linque nti, q uali i fr ac tores
s tr atar um alla c ui lo tta pe nsav a un p ic co lo cor po m ilitar e, g li s tr atioti di cui si
è parlato p iù av ant i. Per i f er im enti, i fur ti, le uc cis io ni pe ns av ano i tr ib unali.
I tr ib unali er ano d i v ar io g e ner e , loc ali in c ui si d isc utev ano le c ause di
pr im a is tanz a; c e ntrali pe r le c aus e p iù gr av i o in app e llo .
I n B ar le tta po i, a d iffere nz a d i altr e c ittà, o ltre al tr ib unale d e lla Reg ia
Cor te , d ire tta e pr es ied uta da un C ap itano o Gove rnator e , de tto p ure Pr es ide,
d al te mpo d eg li A ng io ini v ig ev a il tr ib unale de l Por tulano d i Pug lia, il quale,
m e ntre in un pr im o tempo f ù tr ib unale d i pr im a is tanza, po i rec lam ò a s é le
c aus e d i app e llo s ia c iv ili che cr im inali, f isc ali attiv e e p as s ive .
La Regi a Co rt e.
E’ un tribunale di prima istanza che ebbe luogo in tutte le città.
Era costituito da un Regio Capitano, da un Giudice o Assessore, da un
attuario, da un erario e da un a lguzzino. Il Capitano era nominato dal Re. Sotto
pena di nullità doveva essere presente a tutte le adunanze dell’Università e
fungeva da Presidente.
Egli stesso doveva essere vigilato da due sindacatori (vedi Conclusioni
dell’Università di Barletta del 151 4). Aveva il privilegio del mero e misto impero
e se girava per la città era accompagnato da due scudieri e sei armigeri a piedi.
Tale guardia nel 1343 era accresciuta di quattro scudieri e dodici armigeri. Egli
stesso era tenuto a versare loro una paga, d opo averli passati in rassegna.
D ip endev a d al g ius tiz iere e po tev a tr attare le cause c iv ili e p enali d a 15
tar ì in g iù, s e nz a p o ter prod ur re app e llo . Per antic o pr iv ile g io e gli d ic hiar a c he
i c ittad ini d i B ar le tta d ebb ano e ss ere c itati ne lla C ur ia d i B ar le tta, no n ne lla
Gr an Cor te d ella V ic ar ia né in altro tr ib unale, c om e ebb e a d ic hiarar e la Re g ina
G io vanna ne l 1434 , ed il Re A lfo nso ne l 1457 , s tando al pr inc ip io c he la c ausa
s i dev e s vo lger e là dove av v ie ne il de litto (Juris es t q uod p unir i deb e t ub i
d e lic tum com m ittitur – v ed i co nc lus io ni d e l do tt. Pao lo Mar zano d el
12 /9 /1514 ).
Questo principio dovè essere stato in vigore per un certo tempo, ma poi dovette
essere abolito.
Il medesimo repertorio delle pergamene di Barletta, da cui sono tratte tutte
queste notizie, dichiara pure che nel 1471 vigeva il privilegio che solo la Regia
Corte di Barletta doveva giudicare i cittadini di Barletta e dal 1512 al 1582, oltre un
Capitano, reggeva la città un Preside che aveva le stesse qualità del Giustiziere ed,
in più dei casi, in una sola persona erano riuniti tutti e due gli uffici.
Ciò avvenne perché, avendo Bari perduta la sua indipendenza, perché città
ducale, la giurisdizione e i diritti di giustizia, dal giustiziere passarono al Preside e
parte al mastro Portulano che risiedeva nella nostra città (vedi dott. Vito Lattanzio
in “Terra Baruli e Rinascita di Barletta, 1928). Su tale riguardo, ave nd o f atta una
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r ic erc a s is tem atic a sui no tai ho po tuto as sod are c he la mag g ior p ar te d e i R egi
C ap itani so no des ig nati d ai no t ai co n il titolo d i Pr es id e. Ed infatti in que s ti
anni og ni no taio iniz ia il s uo pro to co llo co n i r isp e ttiv i no m i de i Re , de l
C ap itano , d e ll’A ss ess ore e c o n la ind icaz io ne d e ll’ ind iz io ne cos ì e spres s a:
B ar ulum es t s ub p res id iatu e t cap itania d el C ap itano il cui nom e s i potrà
r is co ntr are nell’e le nco che v ie n p ubb licato q ui d i se guito .
Q uando il Re g io C ap itano s i imm e ttev a ne l suo uff ic io s i svo lgev a una
s pec iale cer imo nia d i cui r ipor to q ualc he es em p io ed in mo do p ar tic olare
r ic ordo d ue pos se ss i: q ue llo in p er so na de l s ignor A nto nio A ld ana, ne l 1540 , e
l’ altro in p erso na de l s ig nor Fer dinando F ig ueroa ne l 1546 . So no r ifer iti d al
no taio G . d e G er ald inis .
N e l pr imo d oc um e nto è de tto c he per inv ito de ll’Univer s ità, a 27 d ic emb re,
alla pre se nz a d e l Pre s ide C ar nas cial, d e l S ind aco s os tituto V inc e nzo Med aglio lo
e d e i pr ior i Frances co de G ae ta, R ober to d e Mo la, G iro lam o de S tab ulo e Mario
B uttafoc o , pre nd e po ss es so d e lla c ar ic a d i C ap itano ne lla terr a d i B ar le tta
A nto nio A ldana.
I l pre s ide pre se nta al s ind aco le le tt e re d e l V ic er è ed il s indaco e d i pr iori
lo imm e ttono ne l d e tto uff ic io c he eg li ac ce tta.
I l s ind ac o ed i pr ior i pre se ntano al C ap itano i libr i de i C ap ito li e d e lle
c ons ue tud ini de lla c ittà d i B ar le tta e c hiedo no al d etto Cap itano c he ve ng ano
o sser vate . I l C ap itano c he in q ues to c aso è un’ altr a per so na d iv ersa dal
Pre s ide “ tac tis scr ip tur is ” , g iur a d i o ss ervare tutti i s ingo li pr iv ilegi, le
c ons ue tud ini, i c ap ito li, gli us i ed i cos tum i scr itti e no n scr itti.
Lo s te sso avve nne il 6 giug no 1546 pe r il po ss es s o effe ttuato in S . Mar ia
Magg ior e ne lla
per so na de l s ig nor Fe rd inando F ig uero a. Er ano p rese nti
G ir o lamo de Car o Arc iv es covo Naz are no , il s ind ac o F rances co de Galib er to , i
pr io r i ed altr i cittad ini. I l C ap itano g iur a d i o ss ervare com e so pra de tto .
D ai pro to co lli no tar ili r ip e terò alcune no tizie s pe c ie d i B ar le tta c he
r ig uard ano q uas i tutti i tr ib unali e anz i d irò d i p iù, m o lte d i q ue s te c ause no n
s i p or tavano in tr ib unale e d i de litti non v e niv ano p uniti o pe r longam inità o
p erc hé g li off es i no n s i co stitu iv ano p ar te civ ile . I no tai com e attuari
r eg is tr av ano le de pos iz io ni e le c ompo s iz ioni d i as so luz io ne de lle p ar ti dopo
aver assod ata o no n assod ata l’ inno ce nza de lla par te sos pe ttata ed il proc esso
s i c hiudev a.
S e ne po rta qui ap pres so q ualc he es emp io d i o rd ine c iv ile co n r iso luz io ne .
A F usc o d e F usc his d i Cer ig no la ve ngo no re s tituiti d ue bov i a lui r ub ati da
G io vano tto Reg nante e da altr i sosp e ttati dopo av er e lev ata q uer e la pre ss o il
C ap itano d i Bar le tta (1539 ). La q uer e la s i e s tingue .
I l p riore d i S. G io vanni g ero so lom itano , G abr ie le Tod ino de Mar tine ng o,
e ss endo s tati arrr es tati pe r f utili mo tiv i lo staff ier e ed il c uo co da lui
d ip e nde nti go de ndo es si la e se nz ione (1536 ) v e ngo no se nza inchies ta libe rati.
I l C ap itano A ld ana per la d ife s a de i Pr iv ileg i di B ar le tta av endo av uto
r ic orso che A nge lo Pig nate lli e Nico la Mar tine lli er ano ve nuti in B ar le tta a
v endere una c er ta q uantità d i v ino e ac e to f uro no m ultati, co n l’ arr es to , di
q uattro bo v i pe r c ias cuno . Tali bov i ve nd uti, ave nd o fr uttato al C ap itano la
s om ma d i 49 d uc ati (1540 ) la c aus a no n e bbe luogo .
Es emp i d i c aus e d e nunz iate e no n r iso lte so no : q ue lla c he r ig uard ava
S imo ne d i Cre mo na alias Ar ald us , il q uale le gato e ge ttato in un po zzo d a
alc uni calabr es i, non f u d if eso in tr ib unale . Lo s te sso f u d i S il v es tro de Lov ano
d er ubato de lla b ug ia (bor s a), in c ui p or tav a p er co nto d ell’U niv ersità d i
G io v inaz zo in N apo li uno s c udo d ’oro e nove c ar lini.
Reg ia Cu ria d el Ca pitan o.
Ec co un c aso d i s ente nz a e me sso in p ie na rego la d alla Reg ia C ur ia d i Barletta
il 27 ago s to 1494 . E’ r ipor tato in una perg ame na de l Santo Sepo lcro , or a in
c atte drale . E’ tr as cr itto dal no taio A nto nio de S antis Elijs de Tr amo nto .
37
S i tr atta de ll’ ucc is io ne d e l b ucc er io N ico la d a B ar letta. I l de tto bucc erio
avev a ac c us ato A ng e lillo d e Co mo nte d e Fr anc ia d i av er co m mes so ad ulterio
c on la mo g lie C ater ina. I l Como nte ve nuto a d iv erb io fe r ì mor talm e nte il
b uc cer io c he po i se ne mor ì. I co ns ang uine i N ico la e V ito d i Tr ani s i
q ue re laro no c ontr o il Com o nte e co ntro C ater ina.
Do nato d e C arov ita de Eb ul o as se ssor e e luogo te ne nte d e l C ap itano di
B ar letta po se la c aus a se co ndo le Sacre Co s tituz io ni de l r eg no e do po aver
as co ltato la med es im a Cater ina, do po av er esc uss o i tes ti, pre te nde ndo s i che
la Cater ina fo ss e s tata la is tig atr ice d e ll’o m ic id io, ed e ss e ndo r is ultata la sua
innoc enz a e v is to c he i m ede s im i quere lanti avev ano f atta la re m is s io ne , v is to
c he ne l d ig es to de lle pe ne s i sos tie ne c he b is og na es sere p iù favore voli
all’ as so luz io ne , ne l se gno d ella Cr oce e ne l no me d i Cr is to e d e lla B eata
V erg ine , te ne ndo innanzi alla m e nte la ver ità, il g iud ic e de tte f uo ri que s ta
s e nte nza e c io è la de tta Cater ina v enga ass olta e liber ata d a de tta q ue re la
app unto p erc hé inno ce nte .
Q ue s ta se ntenz a f u letta e p ubb licata ne l palazzo , d ove s i re gge la C ur ia
p er vo lo ntà d el co ad iutore de lla m ede s im a C ur ia e d e l no taio S te fano Gr anata,
pro c ur atore e d ife nsore de lla stes sa Cater ina.
S ede nti ne l tr ib unale de lla C ur ia d i B ar le tta er ano: il C ap itano s igno r Te sio
S te llaz io , l’asse sso re Donato de Car ov ita.
I l no taio Gr anata a ca ute la de lla d e tta C ater ina c hies e d i trascr iv ere la
pr ede tta s e nte nza.
Es emp io d i ord inanz a d ata d al V ic erè al C ap itano d i B ar le tta, il 1538 , è
q ue lla inv iata all’ Univ ersità med es ima d a Tr is tano Lope sdo z d i pagar e duc ati
349 p er d anni ver if ic atesi d ur ante la d ecor sa inv as io ne fr ance se .
Tali d anni so no c os ì m ultati: per un le tto d uc ati 50 ; pe r una sp ad a d uc ati
10 ; p er d ue paia d i calze duc ati 4 ; per tr e p aia d i cam ic ie d uc ati 9 ; per un
c ap pucc io d uc ati 10 ; p er una c as acc a d i v e lluto duc ati 30 ; pe r altr a rob a
d uc ati 12 ; il r es to per mas ser iz ie d i c as a.
Es emp io d i c ause di app e llo p ass ate dalla C ur ia d i B ar le tta alla C ur ia
Prov inc iale e d i cause crim inali p er om ic id i e fer im e nti d is c uss e e pass ate per
as so luz io ne se nz a d is c uss io ne so no :
B ar to lo meo Manzo no d i B a r le tta, f ig lio d i Ges otta Mo tto la era stato
d er ubato d al s uo s ervo Mar tine llo d i Am alf i d i duc ati 19 d i oro e 19 grana.
Es se ndo Mar tine llo f uggito f u ass alito a s ua vo lta da un tale Galante da
Mur ano de lla ter ra d i Bo nab itaco lo e der ubato de llo s tes so d ena ro .
I l Manzo no e levò q uere la pr ima pr es so il C ap itano d i B ar le tta, po i pre sso la
U d ie nza Prov inc iale e pe r la interpo s iz ione di C amillo Malle o o ttenne il G alante
la re s tituz io ne de l d e naro . I l s ervo f ù cos ì perdo nato .
A ltro ep is od io pe r me trop po c ur io so e d ifeso “ ho nor is c aus a ” tr attato
d inanz i alla C ur ia de l Cap itano è q ue llo r if er ito d al no taio Oraz io de Le o (1
m ar zo 1585 ).
La g iov ane do nna G iud itta Morante , av e ndo av uto d iv ers e vo lte do manda di
m atr imo nio d a tale A nto nio C urc io d i Bar le tta e d og ni vo lta e sse ndo s tata
abb ando nata, s i q uere lò co ntro d i lui. Interve nne lo illus tr iss im o Po mp ilio
C ar ac c io lo d i N apo li p er p ers uader e la d e tta G iuditta dalla pro sec uz io ne de lla
c aus a. Ma e lla s i oppo se e d ic hiarò d i vo ler la a tutti i c os ti co ntinuare no n s olo
ne l la C ur ia de l Cap itano d i B ar le tta, ma in altri tr ib unali f inc hè le fos se stata
f atta g ius tiz ia. Pomp ilio le r ispo nde c he il de s is te re d alla causa tor nerebb e a
s uo onore . Ella prom e tte al Pomp ilio d uc ati 100 purc hè la causa co ntinui e g ià
c e ne v ers a 5 , pr e nde ndo li in pr es tito d a Mattia Mar ullo . I l Po mp ilio re sp inge i
100 d uc ati e ne s com me tte 200 ne l c as o G iud itta po tess e aver rag io ne nel
tr ib unale d i Bar le tta od in altr i tr ib unali.
Esempi di cause criminali trattate nella Regia Curia di Barletta e risolte con
piena assoluzione anche fuori di essa se ne hanno diversi.
Matteo Sparano d’accordo con i figli Marco Antonio, Cardonia e Prudenza
ricorsero alla Regia Camera del Capitano accusando Didaco Vargas e complici di
aver ucciso un figlio e fratello dello Spa rano. Ma essi sull’esempio di Gesù Cristo
38
che perdonò ai suoi crocefissori, perdonarono e fecero assolvere da tale delitto
Vargas e compagni.
E po i G ian Pao lo de Pao lino d e Mannia, pur av endo ucc iso la cog nata
I s abe lla de R ualdo , per ché v ivev a “ luxor ios e e t ino ne s te” , fu pe rdo nato d al
m ar ito e d ai nipo ti e non v enne c itato ne mm e no in tr ib unale .
A nche un tale Rugg iero d e Matera d i Monte A lbano no n s i c os tituì p ar te
c iv ile , perc hé av endo ins ultato un c er to Pie tro de Terg iano ed ave ndo lo
s c hiaf fegg iato e c hiam ato cor nuto e t caparr one f u d a lui f er ito e p o i ne mor ì.
U n c aso s im ile avve nne p er p aro le ing iur ios e tr a S c ip io ne d i A ndr ea di
C as te lnuo vo e Do nato A nto nio de Tor c hiar olo . I l Do nato a seg uito d i f er ite ne
m or ì (1565 ).
Fer ime nti d i v ar io g enere avv ennero t r a d ue e cc le s ias tic i e d un cantinier e,
tr a A nto nio de Crapula e G io vanni d e Morg ana, tr a Do nato Pirro , gre co e
Mar ino de llo Latte, tra il s o ld ato sp ag no lo Rodr igo Palo m ino e V inc enz o e
Pie tro Se rra. Tutti d ic hiar ano d i perd onar e i c olpevo li s ia p er seg uir e i
c om and ame nti di D io , s ia p erc hé non s i trov av ano co lpe ev ide nti.
S im ilm ente Muz io S antacro ce p ur av e ndo f er ito a s ang ue il p are nte Pietro
G iac omo Santacro ce per r ag io ne de lla p are nte la s i p erdo naro no .
I l pr iore de lla S S . Tr inità d i B ar le tta, p adr e A nto n io d i Pasq uale gre co,
e ss endo s tato fer ito in Ce rig no la d a tali G iov an Fab iano e Fr ance sco Br aida d i
Fog gia perc hé s uo i am ic i li d ichiarò inno ce nti.
V i è il c as o d i un uxoric id io c om mes so da S alv atore d i Rod i sp ag no lo,
c ontr o la mo g lie Lucre z ia d i Are no la, c he me nav a v ita d iso ne sta. La madre
d e ll’ uc c is a C armo s ina Ur sino com pre nd e ndo lo s tato d e ll’ animo de l genero
p erdo nò l’ atto d i v io le nza liber ando lo d a qualunque d enunz ia, lite od inf am ia
(1538 ).
Le d ue f ig lie d i Lo lita B aj ar do pur ave ndo v is ta uc c is a la m adr e il g ior no 9
g iug no 1536 , “ ang e lic a op er ante c leme ntia ” , p erdo naro no l’ ucc isore c hiunque
e g li fos se se nza dar cor so ad alc un pr oce sso .
N ico la B urs ug no , g rec o c oro neo , ab itante in Bar le tta d ichiar a d inanz i al
no taio che suo f ig lio Teodor o ve nne uc c iso i n N apo li propr io ne lla chies a d i S.
G iusepp e , m es sa ne lla str ad a d i G ian Mar ia p ane ttiere ge nove se . S i e bb e il
s osp etto c he g li ucc isor i fos sero s tati un tale A nto nio Dr ag uleo e s uo fr ate llo
N ico la anc he gre c i coro ne i. Ma d al m ome nto c he i d ue erano am ic i de ll’ ucc iso
f uro no perdo nati e d ic hiar ati innoce nti.
A ng e lo Pe lleg r ino Ve ne to ave ndo uc c iso il pr opr io p adr e, G iacom o Ve ne to ,
p er r ag io ni fam ig liar i, la m adre e g li altr i p are nti lo sco lp aro no d inanz i al
g iud ice Ber nard ino Me ndo z a (1576 ), e se nza altro lo dic hiararo no inno ce nte .
C aus e trattate ne lla C ur ia d i Bar le tta e po i tras mes se per app e llo alla
pro v inc ia d i Fog g ia f u q ue lla d e ll’o m ic idio d i V ico d e C io cco d i Ag no ne ; l’altra
r ipr es a ne lla Ud ienz a d i O tranto (1555 ), f u quella d e l fe r ime nto in d anno di
Fr ance sco A ntonio S antacro ce ; l’altr a tr attata pr es so l’ Ud ie nz a Reg ia d i
C alabr ia f u q ue lla com me ss a e avv e nuta per f urto ne lla v alle de l f ium e Cr ati
(C alabr ia).
Co n un c arr ucc io ass ic ur ato s i tr as por tavano in N apo li 200 d ucati d i cui
p ar te appar te nev a a I s ab e lla Sansev er ino e a France sco de C uc ullo , marc hese
d i Am endo la, s uo suocero , p ar te alla R eg ia C ur ia e p ar te a d ivers i pr iv ati. Il
c arr ucc io f u ass alito e de pred ato d a alc uni ladroni c ap itanati d a Pie tro Cord e .
I l c ess io nar io de ll’ ass ic uraz ione G iov an B a ttis ta Sur ano d i Mo nte leo ne d efer ì la
q ue s tio ne de ll’ass icuraz io ne alla Reg ia Ud ie nz a d i C alabr ia ne lla c ittà di
Mar tor ana il 27 ap r ile 1542 . Ma il no taio no n r iferis ce co n q uale e s ito .
A ltro furto de nunziato innanz i alla prov inc ia fu q ue llo co mme sso da
d e linque nti in numero d i c inq ue s co nos ciuti, armati d i lanc ia e tr ave s titi co n
“ copp ule a panaro e s tiv ale tti ” in danno de l nob ile G iov anni de Am er utij s d i
B ar letta. Eg li fu d is mo ntato d a cav allo , spog liato e de rubato d i 46 duc ati di
oro che por tav a se co . I l f ur to avve nne p res so Po te nz a ne l me se d i fe bbr aio del
1539 . A nc he p er q ue s to fur to no n v i f u ness una pro te s ta.
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D iamo qui d i seg uito l’e le nco d e i C ap itani e de g li asse ssor i de lla Reg ia
Cor te d i Bar le tta ad futuram r e i m em or iam .
1309 – Gualtier i Pantaleo ne d i Catania. 1 311 – F ilippo de Mass a. 1317 –
I s nard i Ro stanni. 1317 – G io vanni de R occ a. 1318 – G io vanni Malab osco . 1319
– A ns aldo B iv iano . 1320 – Br achia de R om ang ia. 1321 – Maz zeo Me lia. 1322 –
Fr ance sco de Fulg ineo . 1324 – A ndr ea d i S aler no. 1327 – Gr iso tto Lerc ar io di
G e nov a. 1330 – Pie tro d i F err ag no ne d i S . G erm ano . 1331 – R ab e llo de
Gr im ald is d i G e nov a. 1333 – Lucc hinus d e Maroc e llis d i G e nov a. 1335 –
Tom m aso d e A nco na. 1340 – Te obaldo d i Le cco . 1341 – G iov anni F as ano . 1345
– Giovanno tto Car acc io lo . 1 349 – S tef ano d e Fr anc is co d e Iod ara. 1 357 –
G io vanni d e Malatac his . 1382 – A nto nio Bar ab allo . 1389 / 1391 – Mars ilio de
Co nf alo ner ijs co nte d i Mor co ne . 1400 – Mar ino Pagano . 1400 – Matte o de
N orc ia. 1401 – F ilipp o Car acc io lo. 1403 – Pand e llo d e Malano tte d i Be neve nto.
1416 – Tass ino G and ino . 1419 – G iov anni C ard ug no . 1420 – R inaldo
Mo nte sor io d i N apo li. 1420 – Ber nardo Pando . 1464 – G aliano de C am p ite llis.
1480 – Fr anc ino Mic he le . 1481 – Fer dinando d ’Ar ago na. 1494 – Tes io S te llaz io.
1504 – D ie go d e C ampo . 1507 – S allus tio F lor io d i Lanc iano . 1514 – F le gam ans
d e Mar imo n. 1515 – Giov anni d e Maj o. 1519 – Ugo ne Lader . 1521 – Ber nardo
S err a. 1526 / 1534 – A nto nio G allucc io. 1534 – Did aco V ille tta. 1536 – Pie tro
d e G uar aos s pag no lo. 1537 – Pie tro R uiz . 1538 – Rod er igo . 1539 – A nto nio
A ld ana. 1543 – Fe rd inando Cor ne lio . 1545 – Blas io Esq ue t. 1547 – Pie tr o
Erm ando C ar nas c ial s pagno lo . 1549 – Ferd inando F ig ue roa. 1552 – G as pare de
Mardo na. 1555 – F ranc es co Cir illi. 1556 – Fer d inando C as tag no se de
Br acam ante . 1557 – France sco S anz . 1559 – Fr ance sco R am ir ez . 1560 –
G ir o lamo S alina. 1561 – G iov anni de lla Q uecc a. 1562 – G iro lamo de V illar.
1572 – Pie tro Picc ioli. 1572 – D id aco V arg as . 1 574 – V inc e nzo C hiodo . 1575 –
A lv aro d e Ferr o . 1576 – B er nard ino de Mendo z a. 1577 – G iov anni de
V ale nz uo la. 1580 - G iro lamo de Naz an. 1583 – Fe rd inando Caracc io lo (Ord inò
c he s i d onas ser o le b and iere pre se ai turc hi nella b attag lia d i Lep anto alla
c hies a d i S . Mar ia d e lla Cro ce . N e lla is cr iz io ne che una vo lta er a me ss a s ulla
f ac c iata d ella ch ies a om o nim a, or a ne l Museo, il C ar acc iolo v ie n appe llato
Pre s ide de lle Pr ov inc ie ). 1582 – G iov anni G uido tto . 1585 – A nto nio Ve las que z.
1603 – A ndre a Bo luf er . 1604 – do n R odr igo Mess ia de Pr ado R . Guber nator .
1610 – Bo emo ndo d e Capp ellis . 1 611 – B ald as sarr e Tunc ia. 1621 – A nto nio
Me ndo z a. 1643 – Ganino C ap ec is. 1656 – A ntonio Moc c ia. 1658 – Luig i de
Cor dov a. 1659 – Fr anc esc o Mo nre ale . 1661 – Pie tro V illam ar Torr eb lanc a. 1682
– A nto nio de G ar s ia. 1 693 – Lor e nzo Fer nande z .
Tutto il re s to s eg ue com e è ind ic ato ne lla g uid a d i B ar le tta.
V erso il 1810 in luogo dei C ap itani e Gove rnator i la c ittà f u am m inis tr ata e
d ir e tta dai so ttopr efe tti d e i q uali l’ ultimo fu Pie tro S c arc ig lia, d icem bre 1927 .
G iud ic i e as se ssor i.
1538 – Pie tro Luig i de R asp ano . 1540 - G iov anni de Russ is de Cerr e to.
1557 – Luig i N arb aix . 1561 – A nto nio C as ileno . 1549 – Pie tro A nto nio de
B occ uto d i Fo gg ia. 1552 – Do me nico d e Por tob is c ag no . 1553 – Sc ip io ne d e
V ulp is d i Madd alo ne . 1603 – Andre a Bo luf er (e bbe il tito lo di pro g ub er nator ).
P uni zi oni l eg ali .
Tr a le p uniz io ni d i c ui tr ovo r isco ntro pre sso i no tai e lenco le seg ue nti:
il c ar cer e e le c ate ne , l’es ilio , la co nd anna all’ iso la, la fr us ta.
Es emp i d i carcer e r is ultano in var i do c ume nti prec ede nti, es emp i d i es ilio e
d i c ondanna all’ iso la è que lla d i S ebas tiano Mar ulli r ipor tata p iù av anti pe rché
s osp ettati d i av er uc ciso C ar lo Br uno .
La le gge de lla fr us ta è r ip e tuta d al r eper tor io p ag. 773 d e lle per game ne in
c ui s i d ice c he ne ss un g iudeo e cr is tiano può aver e e com prare ogg e tti
app ar te nenti r ispe t tiv ame nte al cr is tiano e g iudeo se no n s i da p lag ger ia d i 25
o nc e al Cap itano . So tto pe na d i 4 o nce né l’ uno p uò and are a s erv ire od
allattare ne lla casa de ll’altro . La p e na è la s te ssa e s e no n s i p uò p ag are s arà
p ubb lic ame nte fr us tato .
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Es emp i d i cepp i e c ate ne so no co s ì r if er iti d al no taio A nto nio Bo cc uto e
Or az io de Leo .
I l r ever e ndo do n Salv ator e D av id d i Tr ani, “ so lutis v inc ulis e t c ate nis ” è
or a f uor i d e l c as te llo d i B ar letta do ve s i trov a c ar cer ato . D ic hiarò c he esse nd o
d eb itore d i d uc ati 450 d a ver s ar e ai co mme rc ianti S imo ne Tass ar à, G iro lam o e
Do nato Corre gg io ed altr i per co mpe ra d i orz o, grano , v ino , fave e no n ave ndo
s odd isf atto la so mm a f u c ar cer ato . Ma e g li av e ndo impe gnato alc une cas e e
v ig ne c he av eva in Tr ani f u lib erato d al c arc ere (1588 ).
Pie tro For te d i Bar le tta av endo pro mes so al m as tr o Por tulano , don
G ir o lamo C as te no , d i p ag are il de b ito c he av ev a co ntr atto co n il no taio Pietro
Pao lo de C es are , f u subito libe rato dal car cer e d al por tulano a “ v inc ulis et
c ate nis ” .Co s ì p ure f u d i G ian Fr an ce sco R av as c hie ri. Egli per o rd ine d e i s ig nori
S imo n C alvo e N ico lò d i G e nov a ave ndo ve rs ato a G iusep pe G ius tiniano anc he
d i G enova la som m a d i d uc ati 40 0 com e r is ulta da una le ttera d i c am b io ,
inte ndo no d i e siger la so tto pe na d i carcer e ne l c as o no n s i ve r s i (1545
G er ald inis ).
E ancor a. Era nelle c arc er i d e lla C ur ia d i Bar le tta G iac omo d e lle C alze . Per
po ter lo libe rar e , N ico la Anto nio e Mar io A nto nio Rus so d i G rav ina miser o a s ua
d ispos iz io ne una g ar anz ia di 100 libbr e d i c er a lavor ata se co ndo un de cre to d e l
V icar io d i B ar le tta e d if atti v enne liber ato .
Usi – D i ritt i (jus ) – Uffi ci di versi .
Av e ndo tr attato in q ues to c ap ito lo d i cose r ig uard anti i tr ib unali, i d e litti e
le pe ne , v a d a s é che m i o cc up i d i alc uni d ir itti e le gg i, d i alc une co ns ue tud ini
s cr itte e no n s cr itte c ome p ure d i taluni uff ic i c he aff ior ano d ai pr otoco lli.
Tr a i d ir itti p iù conosc iuti anno to :
il “ j us po nd er is e t s tad ere ” c he c ons is te va ne lla ve rif ic a d e i pe s i e m is ure e
d i un d ir itto d i es az io ne c he ne l 1551 ve niv a es erc itato in nome d i Ber nard ino
d e Marr a, il q uale god endo il b urge nsatico d i d e tto “ j us po nder is e t s tadere ” in
ter ra Baro li e ave nd o b is og no d i mo ne te per copr ir e un deb ito d i 50 d uc ati,
v ende tte tale d ir itto a G iov an Luig i d i A nd ria per c inq ue d uc ati annui.
I l “j us calam i” , c he cons is tev a ne ll’ es az ione d i una c er ta tass a d a c hi
tr as cr ivev a g li atti. Tale d ir itto è sp ieg ato co n il se gue nte e sem p io . A les s io
Landalo d i Noce ra d e i Pag ani, fittà al d uce d i Mo nte Leo ne l’ uff ic io d e l Magis ter
“ ac tatus ”, pr es so il C ap itano d i B ar le tta s ub annua lo catio ne d i d uc ati 84 . In
q ue s ti d uc ati 84 so no com pre se o nc ie 4 pro “ j ure c alam i” c he il de tto duce ha
d ir itto ad es ig ere o g ni 4 m es i. I l f itto f u f atto p er tre anni.
I l “j us pro thom iseo s” c he co ns is tev a ne lla pr efer e nz a de i lav oratori
c ittad ini ai f ores tier i e c iò r is ulta d a un contratto d e l 7 g iug no 1550 r iportato
d al no taio G . de G erald inis . Es so d ice : “ ne i lavor i de l pe tr aro d i S . V ito
app ar te nente all’ar c ipre tur a d i B ar le tta pe r j us pro tho m iseo s il d atore d i
lavoro d eve pref er ire i c ittad ini b ar le ttani ai f ore stier i ” .
I l “ j us g uid atic i” . La for ma e il d ir itto de l guid atico , sec ondo i d ue
do c um enti che q ui tr asc rivo d al pro toco llo d e l no taio G ian A nto nio Bo cc uto del
14 se tte mbr e e de l 24 nov emb re 1577 co ns istev a ne lla d ilaz io ne c he si
c onced ev a a c hi avev a un d eb ito . Ecc o il pr imo c as o:
S eb as tiano G am m ates a d i B ar le tta dov ev a ve rsare a N ic o la de A ne llis
d uc ati 13 in un te mpo de term inato dal c ontr atto , m a s tante la “ j us g uid atic i ”,
c once sso d ai S uper ior i, il de tto mas tro N ico la f u obb li gato a dare a S eb as tiano
la d ilaz io ne d i 16 me s i, s alvo l’ inter es se d e ll’8% s ulla so mm a o nd e N ic ola
avre bbe e satto do po 16 m es i d uc ati 13 p iù c ar lini 16 serv ata form a d ic ti
g uid atic i.
I no b ili Sc ip io ne Bo navog lia e t Ettore G nor ica, il 27 nov embr e 1577
dov e ttero dar e a Pad uano d e B ened ic to la dilaz ione di 16 m es i al p ag am ento di
60 d uc ati p er rag io ne del g uid atico , s alvo , anc he in q ues to c aso , lo intere ss e
d e ll’8 % c he s u tale so mm a eq uiv alev a a d uc ati 9.3 .0 .
" Jus sc annag ij e t j us adogo ” . I l d ir itto d i m ace ll az io ne è antic hiss imo , e si
e s igev a d alla f amig lia de Marr a. Es s a ne l 1584, se co ndo è r if er ito in altro
41
do c um ento avev a f ittato p er 4 00 d ucati il de tto jus al no bile Lo re nz o Fo rte d i
B ar letta, j us m inor ato de ll’ adogo (Adogo od adog a seco ndo altro do c ume nto
d e llo s tes so no taio Bo ccuto impor tav a una tass a c he s i p ag ava s ulle p ecor e e
c he and av a a b e nef ic io d e l serv iz io fe udale . 16 /8 /1586 ). L’ ado go , il f ittuar io
l’ avr ebb e p ag ato a terza a m e zz o de lla R eg ia Cor te , al p erc e ttore d i B ar i,
op pure s i sar ebb e pagato d ag li abr uzz es i o d a altri inter ess ati ne l caso foss ero
v enuti a mace llare o a v ende re anim ali g ià mo r ti pr ima d i ucc ider li ( mor tic ini ).
I l “j us parag ij” è un altro d ir itto co ns is tente ne lla ug uag lianz a e ne lla
p ar ità d i d is tr ib uz io ne de i b e ni. D if atti n e l 1537 p ar landos i de llo spos aliz io di
Co ntella d e Leo , co ntr atto co n Lore nzo Minno ia s i ac ce nna ad uno spo salizio o
m atr imo nio d i p ar agg io in r isp etto al frate llo G iovanni in once 40 . Er a pre se nte
Mar io de Leo . Lo s tess o s i fec e d a A ur e lia, la f ig lia d i M ar ino S antacro ce,
s pos andos i co n Fed er ico d e Minado is . I d ir itti d i par agg io li c ede tte ai ge nitori
e ai fr atelli.
A ltr a do te d i par agg io è q ue lla as seg nata dal no taio A nto nio Bo cc uto ne l
1511 in no me de i s uo i c inq ue f ig li (no taio G iuliano Gr anata – ques to s tr um e nto
è r ipor tato d allo stes so G . de Ger ald inis il 19/6 /1536 ), alla sor e lla Ele na,
m e ntre andav a spo s a a G iac omo de Tadde is . La do te co ns is tev a in o nce 46 e
tar ì 15 . Tale s om ma s are bbe s tata res tituita in c aso d i d iss olto m atr imonio .
Co me a D io p iacq ue Ele na mor ì ed og g i s i res tituis co no le do ti al frate llo
B occ uto .
I l “j us ar bor ag ij ” c he co ns is tev a in una per centuale d i 24 tar ì che si
e s igev ano s ul no legg io d i o g ni nav e in p ar te nza. Tale uff ic io ne l 1540 era
app altato da B ar to lom eo e F rances co Co mo nt e d i Fr anc ia pe r d uc ati 115 e nel
1564 da G iov an V ince nzo Co g ne tta per duc ati 106.
I l “ j us nund inarum S . Mar tini (11 nove mbr e) e S . Do nati” (7 agos to)
app ar te neva alla f am ig lia d i G ian Matteo de Marr a.
T ri buna li e a rb it rato .
I n q ue s to tempo er a mo lto com u ne l’ ar bitrato , c io è il g iud iz io dato d a una
o p iù pers one p er de c idere una q ualc he ver te nz a.
I notar i no tano q ues ta altra spe c ie d i de c is io ne pr iv ata c he il p iù de lle
vo lte pr e nde il p os to d i una ve ra s ente nz a e c he r iso lv eva in f orm a spe cif ic a
q ue s tio ni im por tanti.
D iamo q ui appre sso q ualc he e sem p io .
Mar ino Br uno avev a es atto d a Matteo Morre nis d i G iov inazz o duc ati 20 per
q uar ta e Meff io de lla sig nor a D anza A cco nc iajo co . La s tes sa Ac co nc iajoco
avev a do nato d e tti d uc ati alla c hie sa d i S . Mar ia Annunz iata d i N apo li.
A cco nzajo co pre tendev a ancor a d al de tto ge nero i lucr i mar itali c he il
g enero avev a c onfus i c on le do ti de lla m og lie . A d ev itare cause ,
am ichevo lme nte av evano sc elto co me arb itr i pe r r iso lv ere q ues ta v er te nza
Pad uano S te llate lli U .I .D. e d il no ta io Pie tr uc cio B occ uto , i q uali e sam inata la
c os a, de tte ro rag io ne alla Acc onz aj oco (no taio G iovanni d e Dom e nico , 6
s e tte mbre 15 25 ).
A ltro es em p io d i arb itrato lo r ic avo dal no taio G iac omo de Ger ald inis (8
agos to 1538 ). S i tr atta de l pos ses so d i una g ium en ta. La se nte nza d ice così:
“ I n De i nom ine ame n. N ui Tho maso de Grass is e t m as tro Dur ante de
B isc eg lie , citad ini de Bar le tta, arb itr i, arb itr atori am ic ab ili co mpo s itur i ele c ti
p er Jannino d e Jannino de B ar le tta e t p er Johanne Tud isco , c itad ini d e B ar le tta
a d dec idere loro d iffe renz a ad c onseg nare e t de tinere una g iom enta s ic come
app are per uno c ompr omis so . De c larar no v ide lice t c he il d itto Jo hanne To disco
d eb ia p ag are al ditto Jo hannino d uc ati 5 p iù il v iag io f atto per q uo nd am Lanzo
d e la m asser ia p er lo all og her o de la g iornata e t che la de tta g iom e nta r es ta in
po tere d e l d itto Jo hannino d e hoge ec t .”
Firmati: Thomasi de Grassis e Durante di Bisceglie.
Altri compromessi d’arbitrato furono emessi dall’avvocato Mario de Leo, priore
dell’Università e poeta. Egli per la stima che godeva nella città è spesso chiamato
come paciere amichevole. E mentre in una scadenza di arbitrato era detto che egli
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con quella potestà che gode può decidere e poi correggere, il che penso voglia
dire che le parti contendenti non si op ponevano al valore legale della sentenza.
I n un’ altr a co ntrover s ia le p ar ti d ic hiar aro no d i acc e ttar e la se nte nz a c ome
s e nte nza leg ale .
Ed ecco le p aro le d i c ui si s erv iv a il d e Leo .
“In nomine Domini Nostri Jesu Christi, amen. Nos Marius de Leo U.I.D.
arbiter arbitratuum et amicabilis compositor et communis amicus, unicus,
concorditer electus ab honorabili mastro Ferdinando Sachomanno de Barolo ex
una, et honorabili Ferdinando de Jannino pro se et Tonta ejus uxore, pro qua de
rato promisit, parte ex altera , super differentia et controversia inter eos orta de
eo et super eo videlicet, quod dictus magister Ferdinandus Sachomannus
pretendebat dictos coniuges teneri ipso mastro Ferdinando ad vacuam ed
expeditam traditionem ab usu et habitione pretensa per hones tam mulierem
Cechiam Bofalardam medietatis cujusdam dannus a dictis coniugibus dicto
magistro Ferdinando vendite, sistentis Baruli, in pittagio S. Lazzari, in Panegirio
Sabati, juxta Ecclesiam S. Antonij, piculi, aliam medietatem dicti magistri
Ferdinandi Sachomanni juxta dannum heredum quod Sigismundi Pizzi Marini, et
alios confines, prout latius apparet ex forma compromissi desuper facti et rogati
egregij notarij Jacobi de Geraldinis, sub die VI mensis Februarij, XIII inditionis
MDXL, rogati per nos ex po testate nobis a partibus attributa, prout apparet ex
publico instrumento rogato manu ejusdem notarij, sub die VII februarij etc.
Cristi nomine invocato, ordinamus laudamus arbitrarum, definimus, dicimus,
declaramus, pronumtiamus atque precipimus dicto Ferd inando Sachomannus ex
causa predicta, jus non competere contra predictos coniuges, et quod
donationes ipsos et imperittione dicti magistri Ferdinandi absolventes dictoque
Ferdinando in premissis propie suum silentium imponentes. Et hac omnia et
singula ord inamus, laudamus definimus etc. Atque inviolabiliter fieri et observari
precipimus, sub pena in compromisso contenta, tamquam arbiter etc. Et omni
malioro modo et forma quibus melijs et efficacius possumus et volemus, ex
potestate nobis attributa, salvo no bis arbitrio corrigendi super predictes etc.
Testes: Matheus Curtius, Marius de Pellegrino, Pizzus Johannes Scortius et Cesar
de Filippello de Barolo.
I l caso di cui accettano la decisione del de Leo come sentenza Regia,
riguarda le diverse cause e senten ze avute e sostenute dai sigg. Cesare Lepore
di Barletta e Guglielmo Digiovanni di Pietrapertosa. Essi in base al presente
compromesso saranno definitivamente alle decisioni che darà il de Leo. E tale
sentenza varrà come sentenza Regia.
Altra sentenza di arbitrato per il possesso di una palombola o palmento su
quella data da Ferdinando Campanile, Vincenzo Cognetta e Mario de Leo tutti e
tre avvocati.
I litiganti Nicola Francesco de Marra e l’abate Marco Antonio Stuppa si
accordano amichevolmente.
L eg gi P ram mati ch e e Con su etud ini .
Molte sono le leggi, le prammatiche e le consuetudini che vengono fuori dai
protocolli. Tra esse si riferiscono alcuni casi distinti.
Una prammatica proibisce che le donne si potessero occupare dei mariti, nel
caso questi fossero carcerati.
Fu infatti carcerato nel 1553 Carlo Giovanni Castellano. La moglie Ciancia
Caputo temendo che il marito deperisse o morisse, arrestato come era nel castello,
supplicò il Vicerè di permettere che essa si occupasse del marito. Il Vicerè per
mezzo di Ludovico Luber ottenne un tale permesso, e radunate le somme per
risolvere il debito, il Castellano potè essere scarcerato. Un’altra prammatica o legge
stabiliva che nella tutela degli eredi venisse scelto come tutore il fratello maggiore,
in mancanza del genitore.
Essendo infatti morto il notaio Stefano Granata spettava far da tutore a
Bernardino Granata su i due fratelli Giuliano e Gian Antonio e sulla madre Altabella
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Adiutorio, ma Bernardino, essendo sacerdote, chiese la esenzione, c o sa c he
r ealme nte o tte nne d alla C ur ia d i B ar le tta ne l 1541 . La Reg ia Cur ia era
c os tituita dall’attuar io Matteo d e S iano , d al C ap itano e dal g iudice D anthes .
I n co ntr as to co n il cod ice italiano che stab ilisce il d ir itto d i leg ittim a da
inte star s i ad og ni so r ta d i ered i, ne l cod ice antico , s i trov ano c as i in c ui i
g enito r i d ise red av ano alc uni loro f igliuo li q uando q ue s ti aves sero com me sso
gr av i co lpe co ntro d i lo ro.
U n c aso s im ile è ne l tes tame nto d i Leo nardo de Mas io , off eso , per cosso
p erf ino as salito co n la s p ad a d a s uo f ig lio Mauro . Eg li lo d isere dav a
as seg nando tutti i s uo i b eni ai q uattro s uo i altri f ig li. Se d ove ss im o q ui di
s eg uito r ip or tar e tutte le c laus ule co n cui og ni no taio c hiude o gni co ntr atto
dov rem mo por tar ne un e le nco ind ef inito . Pe r tutti c itiamo s o lo il cas o
d e ll’ app alto d e lla b ucc er ia, f atto ne l 1540 dall’U niv ers ità d i B ar le tta per me zzo
d e l s ig nor G iov anni Rav as c hiero al no taio G iulio de Dom inic o per duc ati 360 .
I g aranti G iovanni d e D om inico e Mar ino de lla Cec ha pro me tto no in c as o d i
d if e tto d i p ag are i 3 60 duc ati e r inunz iano :
alla legg e : “ pr imo e t pr inc ipali no m inand o” ;
alla legg e : “S anc im us” ;
al Cod ice : “ de p id ej ubanti” ;
alla legg e : “ U nd e q ue ritur” ;
alla Pande tte : “ Co mme nd ata auc tor itate pres e nti be nef ic io
e xc us s io nis” ;
all’ Ep is to le d iv i A dr iani: “ ce de ntarum e t d iv ide ntar um ac tio ni
novo j ur i authe nticor um, sub ob latio ne in v im co ns titue nd i e tc ” .
Pr iv ileg io Bar o li ec t. cre d ito as ser tar io e tc . benef ic io ce ss io nis
bo nor um c os titutionis d e p lur ib us re is e tc . Jur a p re d ic ta ver a e ss e e tc.
Lo s tess o trov iam o se dalle le gg i e lor o c lauso le p as s iamo ag li us i e alle
c ons ue tud ini.
D iv ers i pro pr ie tar i, m ercanti d i fr ume nto , vo le ndo s c iog lie re la soc ie tà e
d iv id ers i il fr um e nto invo cano il pr inc ip io d i le gge g ià in us o pre sso i
b ar le ttani: “ Ne mo cog nitur in c om uni o ne p er maner e. ” (1544 )
S e m isurano il fr ume nto p or tano app res so lo s c andaglio “s e u me s ura
b ullata a terr a B aro li, co lla so lita b ulla do m ini de Leo Johannis” .
S e las c iano una er ed ità o una propr ie tà mo lte vo lte le lasc iano in “ s tipes e t
no n in c ap ita” , c io è a corpo e non d iv is a co me f ece N ico la Fr ance sco de A ne llis
c oi s uo i c inque f ig li e co n la m og lie A quilina d i Anto nio d e Corr ucc io (158 3).
S e s i tr atta d i una c om pr a alle vo lte la fanno in co ntanti alle vo lte a
“ cred e nz iam” . E anz i s e s i tr atta de lla co mpr a d i un as ino o d i un cavallo e
s im ili, il c avallo e l’ as ino s i comp ra o s i ve nd e con tutti i suo i d ife tti “ come un
s acho os s ium e d us um benev e ntanum ” (1536 ).
S e s i tr atta d i app alto o d i f itto d i g abe lle o d i d ir itti d i mace llaz io ne di
anim ali, il co ntr at to s i s tip ula a q ue ste co nd iz io ni:
1 –
“ ad por tas c laus as ” ;
2 –
“ ad m are go ag ulatum” ;
3 –
“ ad o m ne m m alam tacham ” ;
4 –
“ s ine aliq uo ex co mp uto” ;
5 –
” c um o m ni j ur e e t pr iv ileg io” (1540 ).
S e il p ag am e nto avv ie ne in b anc a o f uor i, s i no ta il d ef ic it, c he v ie ne diviso
tr a i r appr ese ntanti “ p er e s e t lib ram ” .
N e l te mpo d e lla m ie titura s i v endev a il fr um e nto, m a q ualc he me se pr ima,
in S . G io vanni Ro to ndo , s i annunc iav a il pr ez zo “ ad v oce m S . Pe tr i ” . E tale er a
il pr ez zo c he r es tav a ne lla p ug lia pe r tutta la s tagio ne d i ve nd ita. (1545 –1562 )
N e i co ntr atti p ers ever avano gli us i lo ngob ard i de lla co ns eg na o po sse sso
d e lla me rce e de lla ”r es d ata pe r f us tim” o s e s i tr attav a de lla c onseg na d i un
c ar cer ato “ per clam ide m ” (p allio o sopr a v es te m ilitare ).
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S e s i mis ur ava il grano alc uni gr as s ier i us av ano il p anaro , altr i la p ala. E
d if atti il 9 m ar zo 1565 V ito Co nte d i Napo li ne lla m isuraz io ne vo lev a usare il
p anier e , m a l’ U niver s ità d i Bar le tta se co ndo il s uo s o lito usò la p ala. (v ed i no t.
G . de Ge rald inis . Pe ns o c he dalla m is ur az io ne c on il p anaro p o tè v e nir e il
no me d ato alla nos tr a Piaz z a Ple b isc ito : in antico “Paniere de l S ab ato” ).
S e una nav e p ar tiv a car ic a d i merc i s i indic a il no lo , il luogo d i s bar co , la
s tazz a, anc he se er a e sc lus a d al “ lib r i d atij ” .
Mo lti co n tr atti, spe c ialme nte in ord ine al corr edo ad alla do te d e lla s posa
f anno app e llo ad una dis pos iz io ne o s tipulaz ione Aq uilina. Ve d i il caso di
C am illa de Garr ibbo d i B ar le tta e la re s tituz io ne c he Mar iano Sante f a a
Lucr ez ia d e S tabulo s ua nuor a in d uc ati 7 3 .1 co s titue nte la do te de l f iglio G ian
Pao lo , me ntre f a la sep ar azione “ q uo ad tor um” co n Luc re z ia. E anz i il f iglio a
s uo p iac ime nto p otev a p er no ttare ne lla c as a d e lla m og lie , “ absq ue p e na
p er iur ij de u pe c uniar a” . (1550 )
E r ig uardo al m atr im onio s i r icord a c he lo spos o ver s ava alla spos a il
m eff io ge ner alme nte in m o ne ta dop o il pr imo inc ontr o e po i il “ m urg incap ad
e xtaleum” c he for mav a la q uarta p ar te de i be ni c he il m ar ito le co nseg nav a.
(ve d i spo s aliz io d i Co nte lla de Leo , sor e lla d i Mar ia co n Lor e nzo M inno ia 1537 ).
E r ig uardo alla do te s i d a alle v o lte il c aso c he ne lla stes sa do te è
c ompr eso il “ do tar io antef ati se u ter tiar ia ” com e s i c o nos ce es ser e avvenuto
ne lla d ote che Por z ia C arr af a e Fabr iz io C arr afa, c o nti d i R uvo , fe cero ne lla
c onseg na d e lla do te de l f ig lio A nto nio , d uc a d i A nd r ia. I n d e tta do te e rano
c ompr es i anche i d ir itti d e lla “ me na p ec ud um” che po sse dev a in “ m ed iaria et
in c ap ite s ub co nting e nti fe udali se u adog a” . (1586 )
Og ni no taio ne llo sc r ivere g li atti ind ic a og ni m inuta c irc os tanz a e tra le
altre cos e l’or a in c ui s i s tipula e se d i s era indic a che s i tr ascr iv e a lum e d i
“d uo s aut tres lucer nas de u cande labr a ut v ider e e t scr ibere po tuiss em us ” .
Co s ì, co me s i espr ime Matteo C urc i no taio , m e ntre ne l cas te llo d i
C er ig no la, la ser a de l 1 3 s e tte mbre 154 3, trascr iv e l’ inve ntar io d e lle muniz io ni
d a mand ar e al c as te llo d i B ar le tta.
A ltr e curios ità d eg li us i e co ns ue tud ini d i q ue ll’epo ca so no : la c os tum anza
d i c ittad ini c he v ivo no “ more fr ancor um ” altr i “ more lo ngob ardo rum ” , altri
“ more b aro litanor um” , ed inf ine “ mo re mag natum ” c om e s i d ic hiar ano i Carrafa
d i Andr ia.
I n mo lti co ntr atti trattando s i d i baro nie , co nte e ec c ., i c ittad ini d ip e nde nti
d al b aro ne , dal co nte o d al d uc a, v e ngo no d ic hiar ati “ vass alli” ; in B ar le tta,
c ittà d em aniale , ve ng ono d ic hiar ati “ co lo ni e ope rai ” . Cos ì Miche le Ge ntile da
p ar te de l Pr ior e d i S . G iov anni, s tip ula un co ntr atto co n i co lo ni d e l fe ud o d i S.
Mar ia in Vulgano (C ap itanata) co n l’obb ligo de lla “ f ida e d iff id a ” e c on
c hiam ar e g li o per ai d i A lb ero ne per acco mod ar e i loc ali d e lla m as ser ia e
m ulino . S i agg iunge ancor a c he og ni s ind aco q uando amm e ttev a una per sona
c ome “ c iv is ” de lla c ittà lo aggr eg av a “ ad os culum p ac is ” . N e l 1579 tr attando si
d i una do nna il s ind ac o l’ ac ce ttò e aggre gò “ pe r tac tus manus ” . C os ì pure
q u ando le par ti acc e ttav ano le co nd izioni d i uno s tr um e nto g iur av ano di
o sser var lo so tto una pe na p ec uniar ia o s im ile g iur ando s ui V ang e li s e s i
tr attav a di cr is tiani, e me tte ndo la m ano s ul pe tto se s i trattav a d i ebre i.
P ri vi l egi d el la citt à d i B arl etta .
B ar letta p erc hé c ittà R eg ia e f ede le al R e godè lungo i s eco li la s tim a e
pro tez ione d ei me des im i e fu ar ricc hita d i mo lti e d is tinti pr iv ileg i.
Re Ferr ante I incor onato ne lla c attedr ale d i B ar letta il 4 fe bbr aio 1459 s in
d al 4 o ttob re 1458 le conc ess e l’ am nis tia per ogni de litto , la de no m inò c ittà
d em aniale , le co nf erm ò i d ir itti d i mo lte gabe lle g ià es is tenti, co ncess e ai
C ap itani il d ir itto d e i b aro ni.
I l s uo terr itor io f u allarg ato al tem po de l pr inc ipe Tancr ed i co n la
do naz io ne de lla p alude (1190 ), al tempo d i C ar lo II d ’A ng iò co n la unio ne de l
ter r itor io d i C anne (1294).
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Re F err ante , Re Ludov ico, Re A lfo nso e la R eg ina Marg her ita e G iov anna, le
c once sser o la f ier a d i S. Mar tino , S . Do nato o Fer ragos to , A nnunz iata e la
fr anc hig ia d e l luned ì e g iov ed ì n e l “loco d i Ar aco” .
I b ar le ttani gode vano la fr anc hig ia in B isceg lie , G io v inaz zo ed in tutto il
r eg no (1553 ).
Per i d anni patiti al tempo d e lla d is tr uz io ne de lla c ittà f atta da Lautrec h,
C ar lo V ° le co nces se l’ ind ulto d i no n pagar e pe r 12 anni i m ille d uc a ti per la
f abbr ica de l cas te llo .
I c ittad ini d i B ar le tta po tevano and ar e arm ati ne lla c ittà d i A ndr ia,
dov ev ano andar e d is ar mati in B ar le tta (19 d ice mbr e 1561 ).
Reg io S ecreto e Ma stro P o rtula no di Pu gl ia .
O ltr e il tr ib unale d e lla Re g ia Cor te d i B ar le tta v i e ra il tr ib unale d e l Reg io
S ecr eto e mas tro Por tulano d i Pug lia.
S ucce duti ai Reg i Camerar i d e l te mpo deg li sve v i, il R eg io Se cre to , c he era
un uff ic io f isc ale , c ontinuò ad o cc up ars i d e lla r is cos s io ne de lle impo ste c os ì
d e tte ind ire tte , e p erc iò d iv e nne una cos a so la c on il m as tro Por tulano c he
avev a la d ir ez io ne d e lle dog ane , e tutti e d ue g li uff ic i s i o cc up av ano de i
tr aff ic i e d ei d ir itti por tuali.
Tale uff ic io ave va alla pro pr ia d ipe nd enz a i do ganie r i, i f ondacar i, i
p erce ttor i, g li e s attor i e i g uar d iani. Es s i e s igevano le tas se s ul de m anio , s ui
“ mor tic ia e t exc ade ntia ” e d i seg uito f ec ero pro pr i l’ uff ic io de l s ale per
l’ amm inis traz io ne d e lle saline , q ue llo d e i “ m ag is tr i arac ior um ” c he avev a c ur a
d eg li anim ali, q ue llo de i “ m ass ar i” c he bad ava alle ma sse r ie , q ue llo de i
“ m ag is tr i sic lar um ” c he d ispo nev a d e l co nio d e lle mo ne te ne lla s ic la d i
Br indis i, B ar le tta e S ic ilia. B ad av a p ur e alla defe nse , alle fore s te , ai cas te lli
p er c ui impor tantiss ime dive nnero le lo ro attività.
A l te mpo d i C ar lo I ° tutto il r eg no d i Napo li s i d iv id ev a in 4 S ecr etie e
c io è : Pr inc ip ato co n Terr a d i Lavoro e Abr uz z i, Pug lia, C alabr ia e S ic ilia. La
S ecr etia p iù impor tante e c he d urò p iù a lungo f u que llo d i Pug lia (Bar i e
C ap itanata).
La Se cre tia v e niva c ed uta in app alto ed er a de tta ad “c ab e llam” in f itto e si
d enom inava “ ad cr ede ntiam se u ad ex tale um ” .
Sp es so me ntre il f ittuario e Mas tro Po rtulano è uno , altre vo lte se ne
trov ano d iv ers i.
I n ge nere le e ntr ate d i d e tto uff ic io so no : i prov e nti d i b aj ulaz io ne , le
do gane, le gab e lle , i fo nd ac i, le es iture d i c ac io, o lio , c ar ne s alata, d ir itto d i
s tad era, se go , s ale , ferro , acc iaio , pe ce , se ta, c o lte lli, f als i pe s i e m is ur e,
g io c hi d i az z ardo , p e nnoni e band iere .
N e i pr im i te mp i il Se cre to d i Pug lia no n eb be una f is s a d imo ra e d if atti una
vo lta s i trov a in s tr ata C am b ij , un’ altr a vo lta in s tr ata Bo ne lli. D is c uteva le
c aus e d i pr ima is tanz a, m a anc he q ue lle d i se cond a is tanz a c iv ile , cr im inale e
f is c ale . D ipe nd ev a d alla Re g ia C amer a de lla S umm ar ia. S e ne l ter m ine d i 40
g ior ni d al de litt o no n g iud icav a le c aus e s alinar i, la c aus a pass av a al C ap itano
d i Bar le tta. Mo lte so no le caus e tr attate in q ue sto tr ib unale .
A tito lo d i cro nac a ne r ipor tiam o q ualc una più impor tante .
D i tali cause ho tr attato ne ll’ ar tico lo “ il Mastro Por tulano d i Pug lia ”,
p ubb lic ato s u Jap ig ia 1941 f as c . I V .
I n ess o s i d a un ce nno alle c aus e c iv ili c he r ig uard ano il tr as por to d i sale,
un naufr ag io d i una nave, una c aus a d i s alnitro .
Tr a le c aus e cr im inali agg iungo l’o m ic id io p er l’ uc c is io ne d e lla s ig no ra
G ir o lama de Leo , mo g lie d i Ber nard ino de Ghe z i. L’ avvoc ato Fe rd inando
C am panile d ife se i sosp e ttati c he fur ono d ic hiar ati innoc e nti.
I l fer ime nto e la m utilazio ne d i una mano che f u c aus ata d a G iorg io de lla
C av ia, grec o , co ntro l’ altro gr eco G ior g io D ic andia me ntr e er a so pr a la nave
app ar te nente alla f lo tta v e ne ta (1562 ). A nc he p er ques to cr im ine v i f u il
p erdo no .
D iamo q ui appre sso l’e lenco de i Mas tr i Por tulani finor a ve nuti alla luce :
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1270 – N ico la Acco nz ajo co d i Rave llo . 12 71 – R is one d e Marr a. 1272 –
N ico la Fre cz a. 127 3 – Co s tantino Cacz io lo. 1274 – Ur so ne R ufo lo . 1 278 –
Co s tantino de Aff litto . 1280 – B er nardo de Maronuli e U rso ne Bo mb a. 1281 –
Matteo e Cos tantino R ufo lo . 1300 – Enr ico de Erv illa. 1320 – Jacob us de
S te lla. 1456 – S imo ne Co tze c ta di Tr ani. 1510 – B er nar do To re lli. 1515 –
G io vanni S is to (S tando il v alor e e la v ir tù d i q ues to por tulano l’U niver s ità g li
d ar à c asa fr anca). 1534 – N ico la Antonio Lambe rtino . 1535 – Mar io Loffre do.
1536 – Fe der ico S ace s, Cr istofaro Bre z eg na, G ian A nto nio Musc e tto la, e
S alv atore C ar ac c io lo d i N ap o li. 1539 – C es are Lamb er tino . 1539 – To mmaso e
Fr ance sco To lo sa. 15 41 – Fr ance sco Mo les . 1550 – A nto nio Baro ne . 1552 –
Fr ance sco Mo le s . 1559 – Fr ance sco A cc iajo li d i F ir enze . 1560 – G iov an A ndrea
B albo . 1565 – S ig is mondo Pignate lli. 1584 – G ian G iro lamo Co s te no . 1588 –
Liv io C ar ac c io lo . 1593 – F abr iz io Pig nate lli.
T ri buna li lo ca li E ccl es iast i ci .
Er ano q uello d e lla C ur ia N az are na e q ue lla della C ur ia Arc iv esc ov ile d i
Tr ani. G iud icavano i c hier ic i c he er ano alle loro d ip e nde nze . Per la C ur i a
N az are na i no tai c itano il c aso d i un c hier ico della s tes sa c hie sa co nd annato
alla p e na d e i S alm i p enite nz iali ed alla sp es a d i 5 aure i d a ver sar s i alla
f abbr ica d i S an Pie tr o ; per la C ur ia tranese c itano il c aso d e l d iaco no
B er nard ino Ge ntile so spe ttato d i av er ucc iso uno sp ag no lo , un c er to B iff aro,
m a d ife so com e inno ce nte d all’ avvo cato A nto nio Mo ttola ve nne asso lto d alla
im p utaz io ne .
T ri buna li central i.
Erano quelli della Magna Curia Vicaria, quello della Summaria ed il Sacro
Regio Consiglio. Questi tribunali esistenti in Napoli trattavano in modo particolare
le cause di appello. Il tribunale della Vicaria trattava cause civili e criminali; la
Summaria discuteva le cause del fisco; il S. R. Consiglio discuteva le cause
promosse dal Re od in cui si face va ricorso allo stesso.
Dai notai si ricava che:
nel 1537 e anni seguenti furono trattate le seguenti cause che riguardavano
Barletta nella “Magna Curia Vicaria”.
Guglielmo Andrea di Barletta avendo fatto scomparire i documenti che
riguardavano un debito c he egli aveva alla Vicaria fu tradotto in carcere.
I sospettati Marco Braido di Foggia, Giacomo Elefante di Barletta, Clelia di
Agliano per la masseria del Cervaro e Federico de Panis per Canosa, avevano
assalito i guardiani di quelle località a scopo di f urto con spade sguainate e poi
avevano commesse altre violazioni. Furono querelati dinanzi a questo tribunale
Supremo.
Gian Tommaso Carrafa, signore di Valenzano fa citare dinanzi allo stesso
tribunale il vassallo Nicola Nardo Cantacecca di Valenza perché accusato di
omicidio. (1557)
Francesco Antonio Stellatelli ed il nobile Natale di Giovanni di Ragusa agiscono
contro Raffaele Veneziano e Giacomo della Cecca ritenuti uccisori di Rodo di
Giovanni fratello del precedente (1555).
Le cause vengono trattate, ma i notai non indicano le rispettive decisioni.
Laura Vives e Lauro di Ligorio di Napoli rispettivamente moglie e sorella di
Fabio Vives, muovono causa in Napoli ed in Roma contro Annibale Galiota ritenuto
uccisore di Vincenzo de Ligorio marito e fratel lo dei precedenti (1563).
Eleonora de Castiglio, moglie di Martino de Trullone, vicecastellano del
castello di Barletta, muove querela nel tribunale di Napoli contro Prospero Pinelli
ed altri, ritenuti uccisori di Francesco di Castiglio fratello di Eleonor a (1564).
Non si sapeva chi avesse ucciso nei mesi precedenti al 26 agosto del 1560 in
Barletta il signor Carlo Bruno.
Il figlio Marco Antonio e la madre Ippolita mossero querela nella Magna Curia
Vicaria sospettando che l’uccisore fosse stato Sebastiano M arulli. Non avendosi
prove evidenti il tribunale condannò il Marulli a cinque anni di insula. Ma il M ar ulli
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s i ap pe llò e la co ndanna f u c om mutata a d ue anni d i e s ilio d a p as sar s i in una
c ittà lo ntana d a Bar le tta 20 m ig lia. I l Mar ulli dopo 10 me s i d i e s ilio c hies e il
r imp atr io per me zz o de i fr ate lli e di f ar p ace co n il Br uno . La s ig nor a Ippo lita
s up po ne ndo c he il c o lpe vo le no n f oss e s tato S eb as tiano e data la gr ande
am ic iz ia de lle d ue f am ig lie, co n s tr ume nto d el 15 magg io cor re nte anno,
p erdo nò S eb as tiano .
E la lis ta de i re ati de nunz iati ne lla V ic ar ia non s i arre s ta q ui.
Lore nzo Cas tig lia C ap itano d i una com pagnia di sold ati in B ar le tta, es se ndo
v enuto a q ue s tio ne co n S c ip io ne d e Pe lle gr inis, uff ic iale de lla C ap itania di
B ar letta, f u f er ito c on un co lpo d i s p ad a in un occhio .
I l C as tig lia s i appe llò alla V ic ar ia d i N apo li e Sc ip io ne ebb e tr e anni di
c onfine e d e s ilio d alla c ittà d i B ar le tta. I l C astig lia f ece po i la r em iss io ne
(1561 ).
A ltr a c aus a f u que lla d i Giov anni A lc ar az sp ag no lo .
La mog lie e i f ig li d i Alc ar az r itene ndo c he il c olpevo le f oss e il s ignor
Mic he le Ge ntile s i q uere laro no pr im a ne lla C ur ia d i B ar le tta po i in q ue lla d e lla
V icar ia. A llo ra Po rz ia d e N ic as tro , madre de ll’ ucc is o, co n il co nse nso de l fig lio
C laud io nom inò l’av vocato Prosp ero Tr ipe s d i N apo li e To mm aso Gentile,
d if e nsor i, p er d imos tr are l’ inno ce nz a de l Ge ntile dinanz i al tr ib unale .
S i e sc us sero i tes ti e tutto r is ultò f avorev o le al G e ntile c he f u d ic hiarato
innoc entiss imo .
S i e le nc ano anco ra in q ue s to tr ib unale d ue r ic ors i p er f ur ti: uno e lev ato da
Luig i Ferr ero co ntro A ndr ea Go rgog lio ne . Co s tui e ss endo amm alato d i puntura
e , non po te nd o re cars i in N apo li, pr ese nta un re c lamo d i d ue me d ic i f is ic i:
G iac omo Bo nave ntura e B as ilio Fano .
L’ altro e lev ato d ai fr ate lli G ian A ndr e a e A nnib ale P ig nate lli, i q uali f uro no
d er ubati d al lor o s ervo Mar io de Par is io d i un c er to q uantitativo d i s uppe lle ttili
d e lla cas a de l v alor e d i 200 d ucati.
I Pig nate lli nom inaro no loro avv oc ato G iro lamo Borg ia d i N apo li.
T ri buna l e d ella Summ aria .
Fr a le c ause tr att ate d alla Gr an C ur ia d e lla S umm ar ia v anno r ic ord ate le
c aus e pe r l’ uc c is io ne de i s ignor i V inc enzo de R is is e Mar io de Per egr ino .
Per la d e tta causa so no s tati c itati in N apo i a com par ire d inanz i alla Gr an
Cor te A le ss andro de Ge rald inis e O ttav io Co gne tti d e lla s te ss a fam ig lia.
Co s toro c on cer tif icato m ed ic o, red atto d al do ttor G iacom o Bo naventura,
d imos tr aro no d i no n poter acc eder e in Nap o li; il p r imo per c hé aff etto da
am icrania, l’ altro per ché am malato d i es coriaz io ni alla s p ina dors ale .
C er tame nte per la no n esc uss io ne d i q ue s ti tes ti la c aus a f u r imand ata (1555 ).
A ncora p er ord ine d e lla R . Camer a S um m ar ia il co mm iss ar io , Prosp ero
Mer cadante d i N apo li, a no me de l Per ce ttor e d i d e tta C am er a pre se pos se sso
d e lla c as a c he ogg i 10 apr ile 1565 s i app ar tie ne al s ig nor Raff aele Bo ne lli, in
v ia C arr oz ze (p ittag io S. S tef ano ), una vo lta a Lam ber to V ald inisc io pe r un
d eb ito d i d uc ati 512 .3 .8 c he gr avava su de tta c asa o ltre l’ intere sse de l 4% . Il
po ss esso f u es eg uito .
Per lo s tes so m o tivo d i un d eb ito d i d uc ati 1000 , p e nalità impos ta dalla
Re g ia C am era de lla S um m ar ia all’ U niver sità d i B ar le tta, er a ve nuto ne lla
nos tr a c ittà il com m iss ar io d i q ue l tr ib unale G ian Do me nico Car rer io , p er ché
pr e nde sse pos se sso de l p alaz zo de lla c ittà, f inc hè no n fos se s tata ver sata la
s om ma de lla pe nalità. S i trovò pr ese nte l’avvoc ato Ferd inando de Pe lleg rinis , il
q uale domo s trò che q ue l pos ses so era nullo d al mom ento c he il p alazzo
app ar te neva o ltre c he all’ U niver s ità alla C es are a Maes tà, d a po ic hé in e sso la
Re g ia Cor te tenev a il C apitano e le c arc er i.
Sa cro Regi o Co nsi gli o .
I bergamaschi Giacomo Galeazzo, Pagonsano Antonio e Giacomo de Jacobo,
commercianti di Barletta, vennero derubati di carri 7½ di grano da alcune fosse
che possedevano nella città. Essi si querelarono nel S. R. Consigli o contro
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Giovanni de Nicastro, Pietro de li Cani, Antonio Ignazio Riso, Ruggiero Valentino,
Ottavio de Galiberto e Pietro Fiorillo.
I l 26 m arz o 1544 il co mm iss ar io d e l d e tto R. C ons ig lio Galeo tto de
Fo ns ec a, p r im a d i e me tter e la s e nte nza, m andò in B ar le tta A nnib ale S ante lla d i
N ap o li per una c ons tataz io ne d i f atto .
Co s ì il grano f u c alc o lato a 12 c ar lini il to mo lo ed i r espo nsabili f uro no
c ondannati a ver sar e il to tale cos to de l gr ano , alle spe se de lla c aus a ed alla
v end ita de i loro be ni nel c aso no n ave sse ro p o tuto aff ro ntar e la som m a da
v ers are .
A ltro r icor so in q ues to tr ib unale ne l 1580 il sace rdo te do n A nto nio de
S antis , V ic ar io d e l S . Sepo lco , c ontro Elig io de lla Marr a, il q uale lo ins ultò con
p aro le ing iur iose e arm ata m ano .
I l de S antis s i fec e r appr e se ntar e ne l tr ib unale d a Pao lo Battista So lario
Lom e llino , ed il de Marr a f u p unito .
D a ques ta pag ina poco s im patica d i s tor ia c ittad ina s i d imos tr a ancor a una
vo lta com e in ques to per iod o turb inos o d i gove rno fore s tiero s ’er a p erd uta la
pr im itiv a se mp lic i tà de lla v ita soc iale . I r ivo lg imenti po litic i, le liti per so nali e
i r ancor i d e i pr inc ip i e fe ud atar i, le p as s io ni ed inv id ie de l c ittad ino c ontro il
c ittad ino , le faz io ni lo cali fe cero r iem p ire d i nuove legg i e pr amm atiche i
d iv ers i c od ic i c iv ili e penal i g ià es is tenti, ed in pro por z io ne aume ntaro no g li
avvoc ati, i leg ule i ed i tr ib unali. I n B ar le tta pe rò è un fe no me no c ur io so c he
m e ntre i fer ime nti, g li om ic id i ed i fur ti so no co sì num ero s i, co sa co m une alle
altre c ittà, ne lla esc uss io ne de i te s ti e ne ll a d isam ina, le cause vanno a finire
e s i co nc ludo no co n il pe rdo no ; o nde v ien f atto d a d ire c he “ do ve abbo ndò il
d e litto, s upe rab bo ndò la c lem e nz a e d il per do no ” .
I de litti però v i er ano e la m ano ne ra co ntinuò a m ie ter e le v ittime .
S everità d el Vi ceream e.
Ma me ntre tanta c lem enz a s i avve rav a ne ll’ ord ine d e l p ubb lico m inuto , al
c ontr ar io grand e s ever ità s i pr atic av a ne lle alte sf ere di com ando . C os ì ne l
1556 il v ic e C as te llano d i B ar le tta, G iov anni Q uadr ato , e bbe inc ar ico d i
c ondurre c arc er ato alla Gr an C or te, R aff ae le Ve ne z iano , per ché m anc hevole al
s erv iz io re g io , per c ui f u c onseg nato al c as tig lio d i B ar i.
N e l 1536 (G . de Ge rald inis ) la c ittà d i A ndr ia no n avev a pagato il do nativo
“ nov iter im pos ito p er Sacr am Ce sar eam e t Cato lic am Maje s tatem ” , allor a il
p erce ttore (cass ie re ) d i B ar i, Fr anc es co Mo le s fec e arre s tare m ille p ecore de l
nob ile A nto nio Malleo d i A ndr ia per m e zzo d e l s uo com m iss ar io N ico la Luigi
Perr e ns e, e lo fec e co ns eg nare al s ind aco d i Bar le tta, nob ile B e ned etto d e
Po mis . I l s indaco aff id ò t ale incar ico ai no bili N ic ola A nto nio d e Marr a e Luigi
C ar aldo d i Bar le tta, p erc hé so tto la loro p ersonale re spo ns ab ilità avess ero
c us tod ito un tale p eg no. S i tr attava d i un favor e al R e. Ma le pe cor e non
f uro no por tate a B ar le tta, g iacc hè i d ue andr ies i, nob ili R ic car do de Rob er tis e
A nto nio C onosc itor e s i r eser o g aranti che pe r tutta la fe s ta d i Pasq ua
avre bbero v ers ato al r ic ev itor e d i B ar i i c inq ue m ila d ucati come da
as seg naz io ne de l R e e d e l s uo d uce s otto pe na d i altr i m ille d uc ati e d il
s eq ue s tro f u e vitato .
Cap ito li mat ri mon ial i e co rredi di sp os e.
Ho accennato agli usi del matrimonio religioso quando ho parlato delle
consuetudini barlettane. Ora perdonerà il lettore se ritorno su questo argomento.
In primo luogo perché domandato da un laureando qu ale poteva essere la tesi di
laurea, gli risposi che per me poteva essere molto importante questo tema: “ il
corredo delle spose e gli usi del matrimonio dal tempo dei longobardi sino al
‘500”.
Un simile tema, avendo io contraddetto il Pompeati ed il Catala no circa la
pretesa dote di Alessandra Benucci moglie del poeta Ariosto, esposi qualche cosa
che riguardava il corredo di quella donna. (Vedi: Salvatore Santeramo “ Alessandra
Benucci moglie di Ludovico Ariosto ” Edizione Ugo Gallo –Bologna–Marzo 1950.)
49
Ora riporterò qui dati ed elenchi di corredi che daranno un maggior
ragguaglio su tale argomento.
E riguardo alle doti riscontro somme davvero povere e patrimoni vistosi da
non potersi mettere in paragone con i 700 ducati della Benucci. E così affermo
che la do te di Altabella de Adiutorio, moglie del notaio Stefano Granata (quello
che redasse i capitoli matrimoniali di Alessandra Benucci medesima) è davvero
misera e cioè di appena 40 ducati (1544); quella di Gesotta Medagliolo che
sposò Gian Battista Strazu, fu di ducati 400, quella di Jannarella de Galibertis
figlia di Centurione con Gian Francesco Cossa di Manfredonia, di ducati 600
(1544); ma poi sono da notarsi le seguenti: la dote di Eleonora Regnante,
sposata con Rinaldo Catalano fu di ducati 900 (1541); qu ella di Laura Malleo con
Gian Battista Galiberti di 1000 (1541); l’altra di Peiretta Sasso con Antonio de
Marra 1010, divisa in beni jocali, gioie e denari.
L’altra di Bartolomea de Bastardis “ vivens more nobilium Jure romano” ,
sposata con il Castellano sp agnolo Cosma Supplano, fu di ducati 2000. Le figlie
di Gian Vincenzo de Santis sarebbero state dotate, ciascuna di ducati 2500.
Camilla Marulli di Mattia andata sposa a Mario Santacroce nel 1596 portò di dote
ducati 5000.
Ed infine Porzia Carrafa contessa di Ruvo avendo sposato nel 1596 Antonio
Carrafa, il figlio del duca di Andria, portò come dote la somma di ducati 15500
oltre i beni immobili.
Ed ora veniamo ai corredi.
Di questi noteremo i più importanti, con gli oggetti più distinti e speciali e
così nel 1535 Jovina Carmosina de Rosella, promessa con il giovane Marco
Angelo della Bellapertica, espone la sua carta dotale da parte del padre, Michele
de Rosella, che è del valore di once 10 e 15 di moneta. Sono sottoscritti il R.
Portulano, il Capitano e mol ti nobili signori, cosa che avveniva in quasi tutte le
carte dotali. Oggetti speciali che io riproduco dalla elencazione: una vardacore
de fioretto de grana, una gonnella de stambetto, cinto guarnito dal valore di
un’onza, una corniola e calze di stambetto rosso, 20 piatti, 34 scodelle, 14
salserij di creta tutti di Venosa, piatti e piattelli di Montefusco, Urzolo, fiaschi e
friscaturo di Venosa, 5 piatti di Pesaro, 1 cantelabro di ottone.
Corredi questi, come si vede, con oggetti migliori di quelli segnati nel
corredo della Benucci. I n diversi casi di matrimonio però, prima della cerimonia
religiosa e civile si accenna agli sponsali con la indicazione del matrimonio
futuro.
I noltre siccome la donna era fuori di tutela all’età di 12 anni essendo quella
la maggiore età, secondo le leggi allora vigenti, poteva ricevere i capitoli
matrimoniali.
Un caso tipico narrato dal notaio G. de Geraldinis è quello riguardante Maria
Aruca di Nicola che il 12 aprile 1541 a 12 anni andò sposa a Luigi Barba, figlio
di Pietro B arba, vicecastellano del castello di Barletta. E difatti mentre la Maria
Aruca è in Galatina accetta il matrimonio che le viene comunicato per procura
datale da Pietro Barba. Un caso tipico ancora di sponsali che precedono il
matrimonio lo ricavo dallo spo nsalizio avvenuto tra Contella de Leo sorella del
poeta Mario de Leo e Lorenzo Minnoia (21 gennaio 1537). Chi riporta l’atto
legale è lo stesso notaio de Geraldinis. Ecco come lo descrive nei diversi rògiti.
Si presentano nella chiesa di S. Giacomo, la Con tella e Giovanni de Leo.
Giovanni prendendo per mano la sorella la consegna a Lorenzo. I due sposi alla
presenza degli altri parenti ed amici, dopo aver dato il consenso, ricevono la
benedizione sacerdotale, quale benedizione vien data dall’altro fratello Nicola
Giovanni de Leo sacerdote.
Si eseguono poi le altre solennità secondo la costituzione di Re Ruggiero.
Nello stesso giorno, dopo il primo bacio, lo sposo versa in mano dei fratelli
della sposa 10 augustali in carlini, secondo l’uso dei longobardi, e ciò per dono
del così detto “ meffio”.
I n terzo luogo la Contella in nome dei fratelli, i genitori erano defunti,
consegna il suo corredo e la sua dote di paragio a Lorenzo con l’obbligo dei patti
50
riversivi. I nf ine Lor e nzo pro me tte per “ morg enc ab” e per q uar ta p ar te de i s uo i
b eni ad “ ex tale um” alla d e tta s ua spo sa: 12 once d i c ar lini s eco ndo l’ uso d ei
b ar le ttani, v ive nti “ more lo ng obardor um ” . O ltre a c iò ecco altro ese mp lare
d e lla c ar ta do tale c he s i r ipo rta ne i c ap ito li m atr im o niali fr a Antone lla d e Fe o e
M ar io Sparano co me d al pro toco llo de l no taio Donato Bizo co (p erg am e ne d i S.
S epo lcr o ) 11 f ebbr aio 1585 . “ in nom e d e ll’ indiv id ua e SS . Tr inità, Padre ,
F ig liuo lo e S p ir ito S anto ” . I fr ate lli G iaco mo no taro e D ulger io de Feo
pro me tto no a Maria S par ano d i Lag no di dar g li in ispo sa la prop r ia sor ella
s eco nd o vog lio no e co mandano i S acr i C ano ni de lla Santa no s tra c hie s a. In
pr im is es s i vo g lio no p er q uanto è in lor o po tere che s i co ntr agg a il m atr imo nio
d e pre se nti per “ v erb a v is e t v o lo” e pro me ttono d i co nseg nare al pred e tto
Mar io , duc ati tr ece nto d i c ar lini e c ioè 60 in b e ni jo c ali e co n ess i tr e v igne et
ord ini 30 d i v iti e p iante fr uttife re , s ite in per tine nz a d i B ar le tta e t prop ie nel
c hius o d i S. Laz z aro , le q uali v ig ne c e le danno p er d uc ati 100 d i mo ne ta. I n
s eg uito v erse ranno g li altr i 140 duc ati.
D ’altr a p ar te il de tto Mar io pro me tte d i pr e nd ere in ispos a la d e tta
A nto ne lla d i spos ar la “ ante f ac iem Ec c le s ie” co n la be ne d iz io ne s ace rdo tale e
offr e per le i un meff io d i d uc ati 2 5 e in se co ndo “ d ie vo to rum” co s tituirebbe la
q uar ta de i be ni ad “ ex tale um” in d ucati 75 (perg am e ne d i S . Se po lcro ).
O sser va ancor a c he Lucr ez ia R avasc hie r i spo sò G iov anni C am por ale
B ar ense in S . A nto nio de B ie nna, tutti e d ue s tando so tto il p allio (19 m agg io
1570 ).
Pie tro de Med ina di Spag na pro me tte d i spo sar e A ng e lic a, f ig lias tr a di
G io vanni d i Br ind is i, r inunz iando ai pr iv ileg i d i Brind is i. I n se gno d i amore ad
“ inv icem osc ulati f ue rint” (4 g iug no 1536 ).
S tando alla s tip ulaz io ne Aq uiliana, C am illa d e G arr ib bo d i B ar le tta, dopo la
m or te de l m ar ito , r ic evette ind ie tro il corr edo e 24 d uc ati. Tr a g li og ge tti del
c orred o s i r icord ano : un g iupp one , d iv ers e c asc ie pe nte ve ne z iane, un
tor nile tto , se i gorg here p er do nna, una g av ita, una c ald ar a, d ue voc atur i, d ue
for liz ze d i fer ula, d ue chia nghe per lavar e , una nav ic ula, m ez z a q uar tar a di
v ino co tto , un br ig a, un br ig one , una c am as tr a, tr e p ignate d i c re ta, se i piatti
d i F ae nz a (1584 G iuseppe C urc i).
I n Santa Mar ia Madale na, B ernar dina de Santulo To nti, ne llo spo saliz io con
N ico la, f ig lio d e l no tar A ltob e llo de lla C icog na, pr ese nta la s ua c ar ta dotale .
Tr a g li og ge tti pr ome tte : una go tto nier a d i s aj a citr ina co n m anic he (spe cie di
g iac ca), una go nne lla d i s aja v erd e, un c ordo ne s e u lazo d e alab as tro , una
c ord a d e p aternos ter d e amb ra, q uattro mand ili cr ud i, q uattr o c epp e (f erre tti
p er c ap elli), quattro sc uff ie .
1537 , B las e lla d i G iacom o , p rom ess a sp os a d i B er nard ino Quiric i -Lo ngo,
tutti e due d i C ano sa, ne lla c ar ta do tale d e l valore d i d uc ati 22 e le nc a i
s eg ue nti ogge tti: una te la m as sar eg na, u no s prov ier o d i te la cr ud a con
s erpe nte lli, uno p anno d e sprov iero ad ram ag li, uno to rniale tto div is ato a
c olor i, una co tto nier a de parpagnano d e co lore inc anne llato , una co nnaca
(co llana) de p er le b ianc a, de i g org her e (r icc io c he s i me tteva intor no al co l lo)
d e te la d ’O landa, uno c into imbr ac ato g uar nito d’ ar ge nto d e op era ve ne tiana,
d e i for zer i v e ne tiani, pate rno s ter de cor alli.
1538 , Eleo nor a Sc alc ina s i spo sa c on G iovanni Br une tto e tr a g li o gge tti
d e l corr edo no ta: d ue c op ule ad p unto mor isco , un paio d e b andare lli de
c epp e , quattro s tang anari de aza, p ar unum de sc riner ij s ve ne tis , una c as a in
s tr ad a Pis ter ula.
1537 , N e l corr edo d i Svev a, f ig lia d e l giud ice Martino , spo sata co n m as tro
A lb er to d i Salvator e so no no te vo li: una co tto nier a v erde de p anno aq uilano c on
le manic he alla f errares e, una co tto nier a de s aj a ve rde d e F landr es , g uarnita
al pe tto d e ve lluto nigro v ene tiano , una c appa do nnes c a de p anno nigro
v ene tiano , una go rg her a d e te la d ’O landa, d ivers e co pp ule d e te la d ’Are nzo
c on re tice lle napo le t ane , q uattro c eppe d e te s ta nove , d ue p iane lli de ve lluto
e t d e oro , uno trap izo alla tede sc a, un par o de pater no ster de ambr a a trid ici
po s te co n g li ins ig nali d ’arge nto .
51
1542 , Lo s tess o S te fano G r anata, spos ato in sec onde no z ze co n R ebe cca
B occ uto r ic eve ne l corre do d e lla m og lie : una v ass ie tta in c ui so no o tto
m anig lie d’ oro , una catena de o ro lavor ata, una p ietra p ic ula de sm eraldo, una
p ietra d iam ante , un lap islaz zo lo , una fe de d i o ro , uno r ub ino .
A ltr i o gge tti d ’oro r is ultano ne lle carte do tali d i Lucr ez ia R av asc hier i con
G io vanni C ampor ale Barens e e d i A llio tta d i Manfre do nia rag use a c on G iacomo
Gr asso d i B ar le tta.
U n corre do imp or tante e r ic co d i og ge tti d i v ar ia pro ve nie nza è q ue llo che
po ss edev a B e ned etto de Po mis , c he in s ua mor te ve nne c os ì ind ic a to d al de
G er ald inis : un maz ze tto fe rrato, un mo rtale de br unzo , una c amp ana de bov e,
una s tader a, un canes tro cop er to c on de ntro una co cc hiara e una bro che
d ’arge nto , uno m ar zap ane co n de ntro d ue cocc hiare e s im ilme nte una bro che
d ’arge nto , d ue p are d e pa ter no str i de ambr a e t de c alam ita ec c . e cc .
A R icc ard a d e Tur io , e ss e ndo mor to il mar ito , Marco Antonio de Lave llo,
no n s i po te ttero e s ib ir e i c ap ito li m atr imo niali, e ss e ndo s tati d is tr utti d ai
s oldati d e l Re d i Fr anc ia co n i pro to co lli. Le sc hed e e le alt re c ar te d e l no taio
N ittas io d e Ro s is , per po te r aver e una p ar te d e lla sua propr ie tà, la d e Turio
dov e tte appe llar s i all’esc uss io ne d e tes ti e cos ì le f uro no r es tituite al po s to
d e lla do te , d ue c ase in p ittag io S . Laz ar i, s alvo il c e nso d i tar ì d ue e gr ani
d iec i a C am illa d e Mar ra (1536 G . de Ger ald inis ).
Lucr ez ia f ig lia d i Pad uano B ajalardo , il 27 s e tte mbr e 1 549 , no n p otè
s pos are , pe rc hé ne lle c hie se d i B ar le tta er a stata co mm inato l’ interd e tto . Co n
il p erm es so d el V ic ar io s posò in c as a il g io vane Ev ange li s ta se co ndo le le ggi
d e lla c hies a. R icev e ttero la be ned iz io ne d inanzi ad un altar e ere tto ne lla
pro pr ia c as a e s tr inge ndo la m ano tanto il p adr e q uanto l’avunco lo d i Lucre z ia
r ite nnero co n se il mund io . F uro no ese guite p ur e tutte le altre so lennità
s eco nd o la co s tituz io ne d e l d ivo R e Rugg iero “ supe r ho c hed ite e t te nac iter
ob serv ate ” . Er ano prese nti l’ Arc iv esco vo N az ar eno , d e C aro , il Vesc ovo
Mic he lius e mo lti nob ili s ig nor i (perg am e ne d e l S . S epo lcr o ).
S ilv ia d i B er nardo Caf ag na r icev e tte d allo spos o B e ned etto De s tas io in
m eff io c inq ue aug us tali, r atio ne p r im i o sc uli (1535 ).
E ancor a ec co p ar te d el co rredo m uliebr e d i Cater ina de A diuto rio che
s pos a G iaco mo d e Secund is (1554 ). Por tò i s eg ue nti ogg etti s eg nati ne i
c ap ito li m atr im oniali co n i lo ro pre z z i: uno sprove ro d e te la cre m asc a d i fe rse
18 , cos uto co n cordo ne napo le tano e co n c app ite lla, d ucati 12 .2 ; un p aro de
le nzo li a tre fers e d e lla s tes sa te la, d uc ati 2 ; d ue para inv is titure lle de lla
s tes sa te la lavor ata, d uc ati 1 .2 ; ite m q uattro m and ili de lla med e s ima te la
lavor ata, d ucati 3 .1 ; item q uattro cam is e co n m anic he de te la d e S ang allo ,
d uc ati 5 ; ite m go nnella de panno ar anc iato g uar nita co n f as ce d e ve lluto nigro
intag liato e re camato, d uc ati 2 0; ite m una go ttiner a d e sco tto b ianca, g uarnita
c on d ue f asc e de raso bianco e m anic he , d uc ati 4 ; una gor gher a co n c ollaro
d ’oro , d ucati 2 : una c annacc a d e pe r le b ianc he co n ins ig no li de or o, d uc ati 7.
(p erg ame ne de l S . Se po lc ro ).
52
LI BRO S ECONDO
LE CHI ESE E IL MOVI MENT O RELI GI OSO
Mo vim ento reli gi os o .
La dimostrazione più evidente che Barletta nel 1500 era uno dei centri
principali del movimento religioso nell’I talia meridionale la danno le chiese e gli
ordini religiosi e cavallereschi, qui costituiti per la difesa di Terra Santa.
Lo dimostrano pure fatti specifici relativi alla vita pubblica e privata dei
cittadini che piegano maggiormente alla via del bene.
Si dovranno in questo secolo XVI notare qua e là manchevolezze e defezioni,
ma l’ambiente in azione, nella stragrande maggioranza, resterà fedel e alla vita
ed alla morale cristiana.
Si è notato il caso di una pubblica peccatrice che si converte e non è l’unico
caso (1593); la sottrazione di una giovinetta che viene portata fuori dai soldati
della compagnia dello spagnolo Francesco de Toledo (1537) ; un’altra violentata
nell’agro di Canosa che subito viene liberata. Per il resto tutto va per il suo
verso.
Nei contratti commerciali l’interesse sui prestiti non supera il 10% ed il più
delle volte il debito, senza pagare interessi si risolve e soddisfa il prezzo del
calmiere, impegnando il prodotto del successivo raccolto secondo il prezzo della
piazza.
Per sovvenire alle necessità dei cittadini si fa sorgere in Città il Monte di
Pietà, e per esso il Vicecastellano ordina di dare 40 ducati per la cassett a del
predetto Monte. I l Vicerè “ contra provitatem usurariorum” dà mandato al
deputato Ferdinando de Figueroa U.I .D. di ricevere 2565,15½ ducati dal
tesoriere Alfonso Sanchez ad evitare l’usura. Dai libri di battesimi delle due
parrocchie allora esistenti si rileva un certo numero di figli illegittimi, a cui si
dava il nome e la qualifica di schiavi o figli dell’Università, ma queste
irregolarità andarono scomparendo nei secoli successivi.
Esse provenivano in buona parte dai ceti dei così detti nobili e be nestanti
della Città.
Così ancora se leggete qualche testamento vedrete che tutto si fa in nome di
Dio, della Vergine e dei Santi e questo non per imposizione o soddisfare il solito
formulario dei notai, ma la stessa cosa noterete nel leggere i testamenti
olografi.
E difatti il notaio Orazio de Leo comincia la scheda del 1591 con le parole
“Jesus, Maria, Joseph sint semper mecum. Os justi loquerum veritatem in
conspecto gentium et lingua mea non loquetur mendacium ”.
Se guardate qualunque contratto osservere te che tutti i testimoni firmano
anteponendo al proprio nome il segno di croce.
Anzi negli stessi testamenti troverete donativi spontanei fatti alle chiese ed
agli ospedali; legati pro -anima, Messe di S. Gregorio; Messe allo Spirito Santo,
di S. Nicola Tol entino; maritaggi, piccoli legati “ pro rebus male ablatis” . Contro i
giuochi di azzardo volontarie punizioni. E tra gli altri Alessandro Visco, mercante
di Barletta per non perdere la stima dei suoi amici mercatores si impegna per
almeno 5 anni da non gioc are più a dadi e ad “ taxillos”, sotto pena di ducati 50
da pagare a Francesco Giacomo Tatullo (1569).
Il chierico Bernardino Gentile di Barletta, dinanzi ad amici e gentiluomini
dichiara che essendo il giuoco la sua rovina si obbliga a non giocare più al g ioco
dei “due e dei tre dadi”, al giuoco del “parare”, all’altro dell’”incontro” e a “zara”
53
sotto pena del pagamento di ducati 50 al suo amico Muzio nel caso venisse meno
al suo impegno (1569).
Due setaioli dichiarano che debbono comprar seta in buona fede e senza
frode (1592).
I l Vice cas te llano Anto nio Maldo nato (8 nov emb re 1582 ) leg a 5 m ar itagg i
p er 5 f ig lio le sp ag no le pov ere e ino ltre leg a 40 duc ati per i so ld ati d e l cas te llo
e 30 per i so ld ati mor ti in g ue rra (1 582 ).
I l m ag nif ico G iov an Boz uta d i C hiog g ia f a p ar tir e da B ar le tta il suo
s c hiraz zo (nave ) c ar ico d i m erc i “ in nom e d i Dio e de l b uo n S alv am e nto ” per
Ter mo li e per il p ulo d i Mo lf e tta (1582 ).
D iv ers i s ig no ri per s cr upo lo d i cos c ie nza r endono liber i g li sc hiav i che
te ng ono p res so d i loro e c os ì f a Co s tanz a, mog lie d i Pie tro S antacro ce (1545 ).
Lo s tes so f a Fabr iz io C arraf a, s ig nor e d i A ndr ia e co nte d i R uvo .
Pe tr ucc io de C anib us , e la v edov a d i D idaco de Feliz es p er me z zo d i un loro
pro c ur atore las c ian leg ati d i Mess e a s ac erdo ti d i b uo na v ita.
E’ pro pr io co n l’ inf lue nza d e lle cos tituz io ni d e l Co nc ilio d i Tre nto c he la
p aro la sc hiavo v ie ne abolita e lo sc hiavo v ie ne chiam ato servo . A propo s ito di
c orre z io ne de l c lero , l’Arc iv es covo G ian B attis ta Og ed a il 1 ° apr ile 1566 r ad una
i tr e c ap ito li di S . Ma r ia Magg ior e , S . Sepo lcro e S . G iaco mo e per me z zo de l
s uo attuar io, d on G iov an B attis ta Br uno , in o sse quio alle de cis io ni de l Co nc ilio
d i Tr ento , me tte f uor i il se gue nte d ecr e to :
1 °) ne ss un pr e te s ’ im p lic hi in neg oz i se co lar i;
2 °)
ne ss un c hier ico dev e g i oc ar e a c ar te , “ ad tax illos v e l ad alios ludos non
p erm isso s” , in p ubb lico et in pr iv ato , so tto pe na di libb re 100 d i cer a lavorata;
3 °)
og ni chier ico in o rd ine d i mor alità s i atte ng a alle d ispos iz io ni d el
Co nc ilio e c ioè :
a )inc ed a co n l’ab ito c hier ica le , c on la to ns ura e s e nz a ane llo;
b )g li è pro ib ito por tare cam ic ie incres pate , c alze frapp ate e s car pe inc ise ;
c )- è p ro ib ito tr attar e co n do nne eq uivoc he , battez z ar e in casa, p or tar e armi
pro ib ite d i no ttetem po sonata la te rz a c amp ana.
4 °) - So no pro ib iti i te atr i e la cacc ia;
5 °) - nes suno p uò ac cede re in coro o a ce le brar Mes s a se nza l’ab ito talare s otto
p ena d i sco m munica.
Per o nore al m er ito r icord iam o c he uno de i Ves cov i interve nuto al Co nc ilio
d i Tre nto f u p ropr io il c ittad ino b ar le ttano G ian V inc e nzo Mic hæ lius , di c ui
ne lla c hies a C attedr ale co ns erv iamo un r itr atto . Eg li mor ì il 1 596 e f u mo lto
o sser vante .
A ltr i f atti sp ec if ic i che abb iamo coo rd inato in q ue s to cap ito lo de l
Mov ime nto Re lig io so in B ar letta. Fr a Ago s tino Pe pe d i B ar le tta d e ll’Or d ine d ei
S erv iti, d ive nuto s ace rdote , avreb be vo luto fars i pr e te s eco lare . So tto p ena di
r ic orrer e al “ b racc io s eco lare ” il s uo super ior e no n g li per m is e d i f ar q ue s to
p as so s e nz a il p erm es so d e l ge ne rale de ll’Ord ine (1538 ).
I fr ate lli Gr anata, f ig li d e l no taio G iulio , per far v iv ere o nes tame nte le
s ore lle , le do tano d i terre e d i case (1535 ).
E’ co n g ioia c he il no taio (è s empr e G . de Ger ald inis ) trascr iv e ne l suo
pro toco llo la d ic hiar az ione de l V iceco nso le de i Me ss ine s i, Mar ino Santac roce,
c he l’ is o la d i C ur zo la g ià so tto la do m inaz io ne d ei turc hi “ sem inator i d i r is se,
d i d isc ord ie ne l ge nere um ano ” , pass ata ne l dom inio de i ve ne z iani, d ive nne
c ris tiana. (1535 ).
Mar iano Sante per la p ac e f am iliare co ns ig lia il fig liuo lo Pao lo d i d iv id ersi
d alla mog lie Lucr ez ia d e S tab ulo “ q uo ad tor um” m a lo lasc ia libero d i e ntr are
ne lla c asa dove ab ita la m og lie .
Pasq uale d e C aro , p adre d i G iro lamo de Car o , Ar c ive scov o d i N az are th,
c ome s eg no d i corre z io ne d e l f ig lio in e tà m atura g li c ons ig lia d i s ceg lier e la
v ita c ler ic ale .
Og ni anno al te mpo d i q uare s im a s i so lev ano r ad unar e ne lle chies e le
e lemo s ine per il co s ì de tto g iub ileo . Ne l 1526 il 7 apr ile in S . Mar ia Magg ior e s i
r ad unaro no d ucati 29 .2 .1½ in er me llini coro nati, m e zz i c ar lini, tor ne s i p icc oli e
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c av alli e d e i tre co nseg natar i, Do n A nto nio de G alib er to , Do n G iaco mo F ilippo
A cco nzajo co e d e l S ind aco V ince nzo Rubeo , tale so mm a f u offe r ta al m ercante
N ico la de As s is is per co ns eg nar la a c hi d i dov ere .
N e l 1300 c ome narr a in una s ua no ve lla il Boc caccio e rano sor te in B ar le tta
gr av i d iscor d ie a c aus a d e i p ar titi. Per le strad e s i er a sp arso il sang ue ;
m ag g iorm e nte tali d iscord ie s i ac uiro no ne l 1528 il 19 m ar zo e d ifatti il
r ever endo do n Pie tro Giaco mo Tar tag lia s ulla f ac c iata se tte ntr io nale d e lla
c hies a cattedr ale sc r iss e: “ ne ll’anno 1528 B ar le tta s u sac heg iata e t de s truc ta
p er la d is cord ia de li c itad ini ” . S i co no sce d if atti che i de Marr a f uro no co ntro i
d e G attis ; i p ar tig iani fr anc es i co ntro q ue lli d eg li s pagnoli.
Tali r ancor i d i ce r to non furo no sed ati, anz i s i ac uiro no ne l 1586 il 19
m ar zo per ord ine de l V ice rè ne lla c as a d e l s ig no r Do me nico V is co alla pr ese nza
d e l Gover nator e de lla prov inc ia, D ieg o de V arg as s i r ad unaro no alcune nob ili
f am iglie e pro m iser o so tto pe na d i incorr ere in una m ulta d i 2000 d uc ati, di
v iv ere fra loro “q uie te e t p ac if ic e s incer iter s e nz a o d io e s e nz a rancore e se nza
off e nder s i e f ar o ffe nde re , nec in bo nis nec in p ers onis , ne c d irec te nec
ind ire c te ” .
Le fam ig lie in lite so no que lle d i Le lio e Sc ip ione U rs ino co ntro C e ntur io ne
e G ian V inc enzo G alib er to . Le lio e Sc ip io ne Ur sino co ntro G ian G iro lamo,
Or az io Sc ip io ne e C es ar e S antacro ce . Mic he le e To m maso Ge ntile co ntro
Marc anto nio Bo ne llo .
I n tale co nveg no interv ennero com e pac ier i e tes timo ni: il g iud ice Ettore
G nor ic a, i nob ili Ettore Papp ale tte re , G ian A nto nio S ans one U .I .D ., O ttav io
G alib er to , A le ss andro V is co , G ian B attis ta Mos ca, e com e g aranti: p er g li
U rs ino , G ian Mar ia e France sco Affaitati, pe r i G alib er to : G iro lam o G aliberto
(no taio A . B occ uto ).
I n ques te no s tre c ittà s in d a allor a, peg g io d i ogg i, v ig ev ano preg iud iz i e
s up ers tiz io ni onde co ntro la je ttatur a in un docum e nto d i P. de Ger ald inis ,
d e ll’o tto ge nnaio 1557 , trov o c he i p adr i C e le stini ne l ce dere la loro chiesa d i
S . Elig io , c he po i d iv enne la c hies a d i S . A nto nio , ai p adr i Fr anc esc ani,
avev ano impo sto l’ obb ligo d i no n apporv i s ulle por te d i ess a ferr i d i c avallo,
p erc hé se app os ti s ar ebbe ro s tati co s tre tti d i propr ia autor ità a tog lier li.
D ur ante lo s c is ma d’O cc id ente v i er ano s tate de lle defe z io ni d a p ar te d el
c lero e d e i r e lig ios i , m a q ue s ti r ico nos c iuto il lor o e rror e s ia il c lero di S . Mar ia
Magg ior e s ia le mo nache d i S . S imo ne e Giuda (Per game na de lla Cattedralle
d e l g iug no 1384 ) s ia le pr ece ttor ie de ll’Ord ine Ge roso lim itano , in Ac q uaviv a,
R uvo , B ar i, Mo nop oli, S. Leo nardo d i S t ile , s i s ottom is ero e furo no ass olte
d alla pe na in c ui erano inc ors i.
O ltr e alle bo lle ad alle c once ss io ni de l Po ntef ice , p ubb lic ate
ne i cod ici
pr ece de nti, qui s i r icor dano d ue ord inanze Po ntif icie de l 1428 e de l 1431 pe r le
q uali il c le ro co me p r inc ip ale attor e ha d imos tr ato tutta la s ua o bbed ie nza ed
ade s io ne al Po ntef ice .
I l p rimo doc ume nto r ig uard a l’ord inanz a data da Mar tino V p er co mporre,
s e pos s ib ile , una po te nza m ilitare per lo s term inio de i Bo em i er e tic i per c ui
e g li s te sso d à inc ar ic o a Perr as , Ve scovo di Bo jano e cos tui ai d ue mer canti
f ior e ntini Cos ma d i Lorenz o e G iov anni d e i Med ici p er la racco lta d e lle d ec ime
d alle d io ces i d i Taranto, Br ind isi, O tr anto , B ar i, Trani, Ac ere nza, S iponto,
Mo nopo li, N ardò , Me lf i, Rapo lla, Troj a (p erg am ena d e lla c attedr ale ).
L’ altro d oc um e nto è d e l Papa Eug e nio I V . In es so il Po ntef ice f a la gr ande
c once ss io ne a tutti co loro c he pre nd ev ano p ar te alla guerr a co ntro i turc hi,
c ontr o i sar ace ni e d altri inf ede li, d i e sse re as so lti da q ualunq ue co lp a e da
q ualunq ue co n fe sso re in “ ar tic ulo mor tis” . Tale bo lla, d ire tta alla chies a d i
A ndr ia, v ie ne co municata p er me z zo de l no bile Fra V inc ig ue rra de S alamoc his,
pro c ur atore de ll’ Ord ine d i S . G io vanni Geros olim itano (per game na d e lla
c atte drale d i Bar le tta).
N e l 1589 com e r is u lta d alle co nc lus io ni c ap ito lar i fu te nuto un S inodo
pro v inc iale d i cer to a Trani. I n ess o il c ap ito lo di S . Mar ia Magg iore tra le 14
55
p e tiz io ni pre se ntate dom andò c he ve nis ser o r is pe ttate tutte le co ns uetud ini
e s is te nti e c io è :
1 )c he i be nef ic i v anno d i sac erdo te in s ac erdo te ;
2 )c he og ni s ac erdo te , può e leg ger si, in ar tico lo mor tis il
s ucce sso re , q ue s ta è la vo lo nta de i fe ud atar i;
3 )c he i pr eti deb itor i non de bb ano inc arce rar s i;
4 )c he la c hie sa mad re ha il d ir itto d e lla pr ec edenz a ne l s uo no
d e lle c amp ane de l S abato Santo , ed i c ap itolar i di e ss ere r ilev ati d alle
c onfrater nite , q uando s i tr atta d i asso c iaz io ni;
5 )c he no n s i po ss a s eppe llire ed as soc iare mor ti ne lla c hies a de i
fr ati s e nz a l’ interve nto d i uno d e l C ap ito lo che ha c ur a d e lle anim e e cc . e cc.
A ltr i g ioc hi pro ibiti er ano : q ue llo de lla “ C ar te lla” , l’ altro de lla “ b usc e tta” ,
l’ altro de l “ c hiam are ” , q ue llo de tto “ Re ale ” e c io è il “ re al tr enta” , il “r eal
q uar anta” . A ltro g ioco anc ora er a q ue llo d e lla “ r iffa” , ne lla quale s i par la in un
do c um ento per c ui G ian B attis ta Marullo ne facev a uso , e d in un’oc cas ione si
r is erv av a d i g io care a “ r iff a” .
E’ da notar e c he s ulle carte da g ioco dal 15 18 , s i p ag av a una tas sa.
Le c ar te d a g ioco er ano tutte co ntrof ir mate d al s ig nor Do nato V isc o d i
B ar letta e d if atti, O raz io V olp ice lla d i Maj ur o , una vo lta co ns eg nò al d e tto
V isco d uc ati 10½ d i g ab e lla p er 105 pare d i c ar te v e nd ute e d i s eguito
G iac omo d e Enr ico ver sò d uc ati 6½ pe r altr i 65 p are d i car te e d uc ati 17 per
altre 175 paia d e lle s tes se c ar te .
L e chi es e.
U n pr imo sagg io s ulle chie se lo d e tti ne l vo lume tto “ Le c hie se d is tr utte ”
(1921 ) e ne lla g uid a di B ar le tta (1926 ). Or a c on la pre se nte r icer ca p iù
ac cur ata darò altre no tiz ie ined ite c he p er alc une d i es se po tr anno es se re il
c omp le tame nto .
N e lla e spo s iz io ne po tre i s eg uire l’or d ine d i apparte nenz a a c iasc una reg ola
r elig ios a, m a seg uirò l’ord ine alf ab e tico .
D irò pr im a q ualco sa s ulle or igini de l c ulto .
Ab o lito il c ulto d i Mitr a, p rove niente d alla Per s ia e q ue lli d i I s ide , Os ir ide
e Oro ; d i Ve s ta, d i Ce re re e Ve ner e (G uida d i B ar letta “S anter am o” 1926 –
B ag nor eg io ) es is te nti ne lla nos tr a p lag a d i Jap ig ia e Pe uc ez ia, c irc a il s eco lo IV
s i trov a in B ar le tta un pr imo s eg no d i c ulto cr is tiano ne l r ud ere de l s ar cofago
d i m armo p ar io co n is criz io ni gr ec he , rap pre se ntante Cr is to co n g li apos to li
ne ll’atto d i g uar ire la em orro is s a (pre sso il m us eo ). E’ d a q ue l temp o c he
B ar letta do ve tte ave re una c hie sa d i c ui non s i ha notiz ia, s ia e ss a S . Maria
Magg ior e , s ia es sa S . A ndr e a o altr a so tto altro nom e. Ce r ta co sa è c he
l’ ar coso lio co n sopr a la V erg ine Or ante , s ituata s otto l’ attuale c amp anile de lla
C atted rale d imo s tr a c he iv i dove tte es is tere una catacomb a f uor i ter ra
(Marucc hi: Manuale d i Ar cheo log ia, Herge nro ter “ Stor ia d e lla c hie s a” vo l. II;
N atale V ite lli “S tor i a de ll’ Ar te” , Tor ino 1914 ) p erlo me no d al se co lo VIII o p iù
tard i co n lo annes so c im itero c ris tiano . Que lla V erg ine Or ante , q ue ll’ aur eo la
c he po r ta in te s ta f anno c he e s is tess e un temp io p iù antico . Lo s tes so prov ano
le s e i co lo nne d i g ranito mo no liti, lo s tes so i c ap ite lli non e sattame nte
pro por z io nati al co llar ino de lle co lo nne . E q ue sta s propor z io ne trov a c red ito in
c hi li e s am ina con atte nz io ne . Per r ig uar do all’ antic hità i doc ume nti d el
Pro log o (le c ar te de ll’ar chiv io C ap ito lare d i Tr ani, 1877 ) c itano u n v ico
j uj ane llo co me lo calità bar le ttana de ll’ anno 845 e c ome d ipe nd enza
d e ll’ arc iv es covo d i Tr ani e po i la p arro cc hia d i Bar le tta dal 1063 co n bo lla di
A less andro I I co nfer mata ne l 1090 d a altra bo lla d i Urb ano II. La bo lla d i
A less andro I I d ic hiar a c he q ue lla p arro cc hia co mpr ende ne l s uo te rr itor io altre
c hiese cos truite “ intus et for is” e d iver s i “ mo nas ter ia tam latina q uam gr eca” .
L’ altr a d i Ur bano I I fa no to c he l’ arc iv es covo può ind oss ar e il Pallio in
d iv ers e f es tiv ità e d in modo p ar tico lar e ne lle tr e fe s tiv ità d i S . Mar ia c he s ono
q ue lle de lla N ativ ità, de ll’A nnunz iata e d e ll’ Assunz ione de lla Be ata V erg ine
Mar ia anc he in B ar le tta.
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Q ue lla Ver g ine Orante che è al d i so pra d e ll’ arco so lio com e s i è d e tto , è
d if atti un’ im mag ine de lla Ver g ine e no n un A ng e lo tanto p iù c he il p opo lo la
c hiam a Mado nna de lla libe ra.
I l me des imo Pro logo r ende no to che ne lla s tess a p arro cc hia d i Bar le tta
v erso l’ anno 11 44 es istev a una c hie sa d i tutti i S anti che l’ arc iv esc ovo
B isanz io co nc ede va a S alo mo ne , ab ate d e lla c laus ur a d i S . Mic he le Arc ang elo
d i o ff ic iar la co n l’obb ligo d i ver sar g li annualmente un’o nc ia d ’oro , in tare ni
s ic iliani.
Lo s tes so Pro lo go r icord a p ur e che le c hie se d i S . Sepo lcro e d i S .
S am ue le , d i c ui s i p ar le rà in s eg uito , ve niv ano uf f ic iate com e p arro cc hie,
g iac c hè av ev ano d ir itto d i te nere il c imitero , il battis tero e d i r ic ever e e
as cr iver e ne l loro ord ine i r e lig ios i.
S. Agostino.
E’ una chiesa del secolo XIII, costruita sull’area della chiesa di S. Tommaso,
già caduta e distrutta.
Di detta chiesa si ha notizia dal 1293 quando un tale Nicola Manso morendo
legò per l’apertura di questa chiesa tarì 6 (vol. I°, C.D.Barlettano). Nel 1297 è
invitato il clero di S. Maria Maggiore a celebrarvi un funerale per l’anima di Finisio
Comestabulo e ancora nel 1308 già s i parla dei Padri Agostiniani eremitani che la
officiavano. (vol. I°, C.D.Barlettano)
I padri furono soppressi nel 1809 e solo il 1 dicembre 1939 dall’Arcivescovo
Mons. Francesco Petronelli la chiesa fu eretta a parrocchia. Il convento
trasformato in ospedale anche prima della soppressione dei Padri è stato
abbellito, ingrandito e migliorato nell’attrezzatura medica. Uno dei benefattori è
Giuseppe Casardi, ma chi gli rende onore per la valentia delle operazioni
chirurgiche è il dottor Ruggiero Lattanzio fu Vito.
In chiesa si conservano 8 pannelli con Santi, 14 fondo oro attribuiti ad Andrea
da Salerno; un paliotto di altare con la scena dell’Annunziata in pietra e sullo
stesso altare una tavola della Madonna, detta di S. Samuele, ai piedi della quale
sono riprodotti i due devoti: il signor Masio o Tommaso Curci e la moglie con
questa iscrizione: “ Hoc opus fieri fecit Masius Curtius 1522 ”. Tali quadri
provengono dalla chiesa di S. Samuele come si vedrà in seguito e lo stesso notaio
Matteo Curci nel 1570 dà not izia di un altare della Vergine e del Salvatore per il
quale Prudenzia, sua figlia aveva legato alcune Messe.
I n questa chiesa o presso la sua muraglia pare sia stato sepolto Ermanno
Saltz nel 1239 Gran Priore dell’Ordine Teutonico in Barletta.
Verso il 1325 fu pronunziata la sentenza di scomunica per bocca del
provinciale degli Agostiniani, P. Matteo di Foggia, contro Ludovico il Bavaro che
si era ribellato a Dio, al Papa Giovanni XXII ed alla chiesa. (vol. II°
C.D.Barlettano) Da una pergamena di S. Lucia si ha notizia che essendo la
chiesa di S. Agostino in pessime condizioni, il padre Priore Quirico di Venosa,
chiese alle monache di S. Lucia, l’affranco di un censo sopra certe vigne per
poter riparare la chiesa, ed ottenuto il permesso dal padre provincia le Lucianus
Biblicus ordinò le riparazioni.
I n seguito si ha notizia di un altare dedicato alla Madonna del Soccorso,
edificato da Linera de Johanne de Scalcina di Barletta (1543); di cui una nicchia
di terracotta, alta otto palmi, ordinata dalla nobil don na Felicia Carrafa di Napoli
ed edificata, per la spesa di ducati 25 dal maestro Gian Antonio de lo Abbate di
Andria, in cornu epistole dell’altare maggiore è dedicata alla Madonna (1575).
I nfine nel 1577 un terzo altare con icona fu fatto edificare dal Pr iore frate
Tommaso di Andria e da Roberto de Nuczo di Bisceglie sotto il titolo di S. Maria
del Soccorso.
La chiesa non subì trasformazioni, giacchè nel 1580 i Padri dettero incarico a
Tommaso de Abbate e Cola di Andria di costruire la scala in pietra che dall’atrio
sale al dormitorio (claustro), servendosi delle pietre che erano nel convento. Altre
cappelle che erano in chiesa: Santa Maria Incoronata, dotata di una casa da
Alessandra de Mariella 1611 (13 febbraio notaio G. B. Pacella); S.Lorenzo, per cui
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Mastro C hicco do nò ducati 5 ½ . I l co nve nto era uff ic iato d a 9 Pad r i. Es si
avev ano pro pr ie tà a Pantanie llo , ai m ar i de lla Morte lla, a S. Arc ange lo ed a S.
V ito .
Sp es so il co nv ento ve niv a v is itato d al prov inc iale c he ne l 1582 e ra P.
Pie tro Pao lo d a Per ug ia e d al ge nerale c he er a il Mae s tro Sp ir ito V inc e nz o d i
c ui s i ha no tiz ia ne l 1583 . I n ques t’anno il Prov inc iale co m inc iò a d imor ar e in
B ar letta.
Ec co l’ e le nco de i p rior i c he ho po tuto r icav ar e d ai Pro to co lli de l 1500 ed
altre fo nti:
1458 – Fr a Q uir ico d e Venus io ; 1498 – Fr a A le ss andro d i Pav ia; 1524 – Fra
G ug lie lmo de B aro lo ; 1535 – Fr a A rc ange lo de B lanc a d i A ndr ia; 1 536 – Fra
G abr ie le de B aro lo ; 1543 – Fr a Mar ino d e Pad ua; 1545 – Maes tr o fr a N ico la d i
Tr ani S . Theo log ie do c tor , co n lui er ano Fr a Gabr ie l e e R ugg ier o d a B ar le tta;
1559 – Fr a To mm aso d i A ndr ia; 1564 – Fr a A go stino d i B ito nto ; 1569 – Fra
Pasq uale d i Lec ce ; 1572 – Fr a To mm aso d i A ndr ia; 1578 – Fr a G iro lamo R os uto
d a Bar le tta; 1579 – Mae s tro fr a Pie tro Pao lo pe rug ino, S . Theo lo g. doc to r;
1580 – Mae s tro fr a Ago stino de Per osc ia, S . Theo log . doc tor ; 1582 – I l
Maes tr o fr a Pie tro Pao lo d e Per us io ; 1 582 - I l Re vere nd o Nico la d e Per us io ;
1584 – Mae s tro Fr a A les s andro d i B ito nto , S . Theo log . do c tor ; 1585 – Fra
A nto nio d e Baro lo ; 1588 – Fr a N ico la S c io t a d e B aro lo , S . Theo log . d oc tor;
1594 – Mae s tro fr a S implic io d e Mo nte Padre Prov inc iale , S . Theo log . doctor ;
1596 – Fra N ic o la Sc io ta; 1604 – F ra G iuse ppe d e Gr ameg na; 1610 – Fr a
A less io da Bar le tta; 1611 – Fr a G ius eppe Surdo ; 1623 – Fr a G abr ie le da
B ar letta; 1658 – Pad re Car lo d i B ito nto . 1782 – Fra G iov anni Deo dato .
N e l 1 826 i Pad r i d i S . G io vanni d i D io c hieser o al co m une i loc ali d i S.
Ag os tino e ce de tter o in c amb io i lo cali d i S . G iov anni d i D io c he p oss edev ano
in A ndr ia.I l de cre to re ale è de l 6 /8 /18 26 .
S im ilm ente , ne l 1610 , a 11 o ttobr e (no t. G . B . Pac e lla), il med ico A nnibale
G atti d i C alitro leg a alla c hies a di S . Ago stino d i B ar le tta d uc ati 50 per
c omp le tar e la f abbr ica dov e haver à d a s tar e la glor io s iss im a Im ag ine de l S S.
S alv atore .
S . An drea.
Rimonta all’epoca del Vescovo di Canosa, S. Sabino, l’esistenza di una chiesa di S.
Andrea in Barletta. Consacrata da questo Vescovo come attestano la leggenda del suo
Ufficio, gli scritti dell’Anonimo Cannese (Vita di S. Ruggiero), e diversi altri autori.
Detta chiesa era situata fuori le mura della città, sulla via che menava alla chiesa di
S. Marco, come riferisce un documento del notaio Orazio de Leo del 27 gennaio 1595, e
sui fianchi di essa muovendosi da Barletta erano situati il giardino appartenente a Muzio
Caracciolo di Napoli e poi a Gargano de Marra, con l’altro di Ettore Pappalettere e quello
di Girolamo de Galiberto (Boccuto).
Secondo quanto scrissi nel volumetto “Le chiese distrutte” la chiesa di S. Andrea
sorgeva nella località delimitata dalle strade di Ferdinando d’Aragona, via dei Palatini e
S. Marco, campo sportivo, Barbarisco e Orto Girondi.
La chiesa in un primo tempo apparteneva ai Benedettini e certamente dal secolo XII
e anche prima amministrata dalle monache Benedettine, soppresse poi da Papa Pio II
verso il 1461, dal qual anno o più tardi è da supporsi che la chiesa sia passata ai Minori
Osservanti.
Avendo i francesi nel 1528 distrutta la chiesa ed il convento che erano fuori della
città, i Minori cercarono alloggio nella città e i de Marra che erano proprietari e
partigiani dei francesi cedettero loro la chiesetta o ædicola di S. Salvatore come la
chiamavano, che i padri allargarono con la costruzione del convento dell’attuale S.
Andrea.
Ma diciamo qualcosa su S. Salvatore. Dell’antica chiesetta di S. Salvatore che
comprendeva tutta la parte centrale dell’attuale S. Andrea, là dove si vede il soffitto,
riluce il portale, che è opera di grande pregio di stile romanico -bizantino ed è fattura
dello scultore Simeon Raguseus incola Tranensis. Qualche documento assegnerebbe
l’epoca della sua costruzione verso la fine del 1100, (La più antica notizia si ha dal
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Prologo: Le carte dell’archivio di Trani, Barletta. Vecchi 1877, dove in una
concessione f atta alla c hie sa di S. Ange lo in B ar letta so n o f irm ati i tes ti, fr a i
q uali un Gre gor io abb as S . Salv ator is )
o g iù d i lì. Ed io co nve ng o co n il
B er taux che il p or tale d i S . S alvato re è ope ra d i un p ug lies e, ma p erc iò non
po sso amme ttere co n lui c he S im eo n s ia d i R ag us a, pe nso , inve ce , c he
R ag us eo s i a il c og nom e m o lto no to tr a f am ig lie bar le ttane anc he ogg i.
E’ da por me nte po i c he lo sc ultor e , o ltre il s uo no me , co n q ue llo d i S.
G io vanni e le paro le scr itte s ul v ange lo , so s te nuto da Ge s ù: “ Ego s um Pas tor
bo nus ” , so no in scr ittur a latina, me ntr e i no m i d i Ge s ù Cr is to e d e lla V erg ine
c on le s ig le tanto co m uni s o no scr itte in gr eco “ IC XC :MP O V” . I l p or tale d e lla
c hies a è s tato r ico s tr uito c on i r ud er i de lla c hie sa d i N az ar e th, so lo co sì si
s p ieg a la ling ua gre ca dopo il 1528 .
Co s ì la De es is b izantina ap p are p iù sf o lgor ante tra le co lo nnine , i c ap ite lli
e le p ic co le bas i co n i s im bo li de l te tro morfo : B ov e, Leo ne , A ng e lo ed Aquila.
G es ù in Maes tà, è sed uto in tro no ; la V erg ine e S . G iov anni coper ti co n il
m ap ho r ion s ’ inc hinano dinanz i a Lui, me ntre agli e s tre m i d e lla lune tta due
ange li ing ino cc hiati b ilanc iano i r ispe ttiv i ince ns ier i.
Q ue s to tim pano c he r as so m ig lia a un tr ittico , c he no n è m arm o , m a p ie tra
luc entiss ima de l v ic ino C as te llo de l Monte , ne lle sue f igur e (p ros egue il
B er taux) no n è aff atto de llo s tile asp ro e v ig oroso de lle s c ulture de l por tale di
Tr ani ma g li or nati so pra una s uperf icie arro to nd ata e lisc ia so no inc res pati ed
il lavo ro d i s c alpe llo f a pe ns are al ces e llame nto de g li avor i b izantini,
inc as to nati ne lle par e ti d i S . Marc o d i Ve nez ia. Mo lto s im ili a q ues to por tale
s ono i lav or i d e ll’ Ambone de lla C attedr ale d i B ito nto , op era d e l S ac erdo te
N ico la il q uale co n il R agus eo è d a annov er ars i fra g li s c ultor i d i ar te p ug liese
c on r ifer ime nti arc aic i biz antini.
N eg li s tip iti d ello s tes so por ta le v anno no tati la r ipe tiz io ne d e ll’ imm ag ine
d e l Cr is to be ne d ice nte alla gre c a, la Verg ine Mad re c he allatta il D iv in I nf ante,
m e ntre p iù al d i so tto s i s vo lge la s ce na d e ll’ angelo c he imp ugnando una sp ad a
c acc ia d al Par ad iso terr es tre Ad amo ed Eva ancor a pr ess o l’ albe ro d e lla
s c ie nza de l b e ne e de l male .
Le f ig ur e , anche q ui f atte alla m anier a b izantina, so no lung he e s tilizz ate.
I c ap ite lli so no r app rese ntati d a d ue m as cheroni in p ie tra nera, s im ili ai
c ap ite lli d ella c hie sa d i Ruvo . Pec cato c he il p or tal e è m anc ante dall’ arc hivo lta
e d ei c o lo nnini, no n è c om p le to , se no avr ebb e una impor tanz a imp are gg iab ile.
E’ da s uppor s i c he s ia cro llato .
Entr iamo in c hie s a. Ec co S . A nd re a nuovo , und ici altar i, il pre sb iter io, il
c oro e le r isp e ttive altre d ue nav ate . G li altar i co me s i r ic av a d ai r ispe ttiv i
s epo lc r i s ono c os tr uz io ni f atte a spe se de lle p iù nob ili fam ig lie d i q ue l tem po:
d e Marr a, Mar ulli, Papp ale ttere , Cog ne tti, C agg iani, Esper ti, S amue lli,
Fr agg ianni e S almeg ia.
Per una de scr iz io ne comp leta d e lle op ere ar tistic he r im ando il le ttore al
m io libr e tto “ Guida d i B arle tta 1926 ” . So lo agg iungo c he la c hies a fu
c ons acr ata ne l 1593 dall’ ar c ive scovo Naz are no Giro lam o B ilac q ua c he l’ altare
d e l Cr is to mor to s i c hiamò anticame nte de i Re Mag i o altare de l Pr es epio
(1587 ), d ive nuto co n S . A ndre a nuovo altar e de lla N ativ ità per il q uadro d i
C es are F racanz ano ; c he l’ altare d i S . Anto nio s i c hiam ò de lla Tr inità e que llo
m ag g iore e de i S anti r ispe ttiv ame nte d i S . C ater ina e d i S . Mar ia d e l S occor so .
V i er a p ure un altare d e l C roc if isso . Es is to no e so no anco ra in c hie sa tavo le e
te le pr eg iatiss ime . Tra le altre , no to : la Mado nna d i A lo ix e , V iv ar ini co n s ua
f ir ma; la Mado nna co l Bamb ino d i C r is tofor o d a Le ntinar a, m e no p reg ievo le
altra Mad onna p ittur a d i m ano s ic iliana. Sopr a uno deg li altar i un S . A nto nio d i
Padov a e 17 fo nd e lli de g li s talli d el coro , 17 e ff ig i d i S anti tutti o q uasi
d e ll’or d ine m inor itico .
Sull’altare maggiore in cornu Epistole la pregievole statua di marmo
rappresentante S. Giovanni Evangelista della scuola di Sansovino; la statua di S.
Sebastiano Marulli e nella cappella dedicata a S. Anna: il busto di Nicolò
Fraggianni sulla parte dell’arco trionfale; il busto di suo padre Antonio di fronte a
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quello de llo z io e d e lla m ad re Fr ance sc a Ac quaviv a s u d is eg no d e l de Mur a e
s c ultura de l B ald i.
Fr a le tele so no da r icord ars i com e pr egevo li l’A ss unz io ne attr ib uita a Luca
G io rdano , la Mado nna co n S . C ater ina ed ang eli g ià s ull’ altar e m agg ior e e
m es sa so tto la vo lta de lla c hies a, attr ib uita a Mattia, Pre ti o al de Mat te is ; il
Cr is to co n la C roce in S ac res tia attr ib uito a Se bastiano d e l Pio mbo ; S . A nna e
S . Fr anc esc o d i Pao la attr ib uiti al de Mur a; la nativ ità d i Ce s are Fr ac anzano da
B ar letta ed altr i s im ili nel C oro e ne lla c hie s a so no d i s cuo la napo le tana. Anc he
i q u adr i de lla v ia Cr uc is s eco nd o il g iud iz io d i com pe te nti hanno il loro valore
e ss endo la v ia Cr uc is p iù antic a d i B ar le tta.
D is tr utta S . Andre a d i f uor i, per la g uer ra d e l 1528 , co mb attuta tr a
s pagnoli e fr ance s i, s i tr aspo rtò il S . Salv ator e , do nato dai d e Marr a ai
Fr ance sc ani, tutto il mater iale s uper s tite or a s ull’are a de lla æd ico la d i S.
S alv atore , com e la chiam a un do cume nto , f u e d if ic ata la nuov a S . A nd rea con
annes so co nve nto cos tr uito quas i tutto c ome q ue llo d i f uo r i co n co lo nnato e
atr io q uattroc ent es co , attualme nte co nve r tito in c ar cer e m and am entale e in
c aser ma de i c ar ab inier i.
I l de tto atr io co n co lo nne e cap ite lli rom anic i, ogg i c oper ti d a tufi e m ur i e
d iv iso in tante s tanz e d i ab itaz io ne p er i c arc erati. C o n d ati s ic ur i r ic avati d ai
no tai po sso ass ic ur ar e che dal 1545 s i c om inc iò la c os tr uz ione d e l c onvento e
l’ allarg am e nto de lla chie sa e fr a i magg ior i off ere nti van no tati Fede rico
Mar ullo , V ince nz o d e R isis , B uliza S tec hani, C ataneo R av asc hier i d i C hiavar i,
G io van d i Fr anc a Bar de ne i d el C as ale d i S iena, Pe tr e lla mog lie d i Luigi
C as as ag es , France sco d i G ae ta, A nto nio Santoro , Pas tor e V ale ntiniano , C ataldo
d e Be ned ic tis ed altr i. Tr a i m aes tr i m ur ator i s ono r icord ati Fer d inando
C am panile, F ilip po S urdo, Paduano d e Lio ne, Fr anc es co Lomb ardo , G ian F ilippo
Terr ac ina. I l co nve nto però ver so il 1585 , es se ndo in p ar te c ad uto , fu d i nuovo
r ic os tr uito p er m ano d e i m aes tr i Pe llegr ino , B ald ino e Or lando pr ende ndo la
c os tr uz io ne d alla terr a fe rm a e dando alla m ur ag lia una base alm e no d i o tto
p alm i.
Tr a le no tiz ie p iù imp or tanti ve nute f uor i dalla le ttur a de i no tai e le nc o le
s eg ue nti:
N ico la Papp ale tter e , “ legum doc tor ” , do nò ai p adr i (e rano 1 5 o ltre i laic i)
tutti i s uo i libr i “ j ur is c iv ilis et cano nici” (1492 ). La r ic onfer ma d i tale
do naz io ne avve nne il 1562 .
Il Vicecastellano, Antonio Maldonato, in testamento lega ai frati di S. Andrea
80 ducati per celebrazione di messe a favore dei soldati morti in guerra (Boccuto
1582).
Il nobile Gian Antonio Pinelli vuol essere sepolto nella cappella dei Salmegia
(oggi Sacrestia) e lega una Messa ad “ honorem Passionis Domini nostri Jesus
Christi” (1562).
E’ da quest’epoca come si vede che in questa chiesa si pratica la devozione a
Gesù Cristo morto.
Blanco Antonio di Corato per invito del Vescovo di Castellammare e per or dine
del Pontefice Paolo IV, raccoglie dalla chiesa di S. Andrea di Barletta l’obolo ed il
contributo che tutte le chiese sono tenute a versare per la costruzione della
chiesa del Principe degli Apostoli in Roma. Lo spagnolo Antonio Vargas, abitante
in Barletta, dona al convento alcune reliquie, ricevute in dono dal suo amico
Giovanni Vargas che a sua volta le aveva ricevute dalla viceregina Eleonora
Osoria. La viceregina le aveva a sua volta ricevute in dono da Papa Paolo III.
Le reliquie chiuse in un cass etto erano le seguenti:
Panno in cui fu avvolta la tunica di N.S.G.C.; Reliquia di S. Barbara; di S.
Sebastiano; dei Santi Innocenti; di S. Bartolomeo; di S. Lorenzo; di S. Giacomo;
Tunica di S. Francesco; Osso di S. Antonio; Capelli e manna di S. Caterina ; Manto
di S. Chiara; Velo di S. Biagio.
Si ricordano scritti dai PP. di S. Andrea il Pange lingua del Corpus Domini e
quello di Passione. Il Benedictus ed il Miserere della Settimana Santa. Presso il
notaio Francesco Paolo Scupì si trova il testamento di Porzia Cognetta moglie di
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Mattia Marcello dal quale ebbe sette figli tre maschi e quattro femmine. La detta
Porzia volle essere seppellita in S. Andrea nel sepolcro del marito e lasciava
ducati 100 per la fabbrica del Castello.
Si elencano qui di seguito i nomi dei padri guardiani e Superiori di S.
Andrea:
1542 – Fra Bonaventura da Bitetto: 1545 – Fra Francesco Rubeo da Barletta,
il Prov. è Serafino di Matera; 1546 – Fra Losito di Ostuni; 1549 – Fra Antonio de
Landulfo di Barletta; 1554 – Fra Bartolomeo da Bitetto; 1559 – Fra Bonaventura
da Molfetta; 1561 – Fra Angelo de Aversa generale dell’Ordine; 1563 – Fra
Serafino da Molfetta; 1568 – Fra Angelo da Bisceglie; 1582 – Fra Lorenzo da
Galatina, Ministro; 1584 – Fra Pacifico da Barletta; 1586 – Fra Francesco de
Oria con 11 frati; 1593 – Fra Pacifico da Barletta, indicò i Santi da mettere sugli
stalli del coro; 1611 – Fra Antonio Acquaviva; 1628 – P. Ventura da Brindisi,
insigne predicatore e scrittore di molte opere; 1663 – Padre Bonaventura da
Fasano scrittore del libro “ Memorabilis minoritica ”; 1697 – Fra Emanuele da
Conversano; 1700 – Fra Bernardo da Monopoli.
I Padri soppressi nel 1809 abbandonarono il convento che, consegnato al
Comune, fu convertito in carcere.
Curiosità. Dal notaio G. B. Pacella (a 3 giu gno 1611) ricavo la seguente notizia.
Paola Marulla, vedova di Alfonso Galiberto dichiarò che al figlio chierico Giovan
Battista erano stati donati dal padre una carrozza di cuoio, 100 bottoni di oro ed
un cintillo di cappello anche di oro. La madre, pensò bene di consegnare tali
oggetti per tenerli in deposito alla figlia Vittoria Galiberto, maritata a Giovan
Battista Galiberto, ma questi si servi degli oggetti come cosa propria.
La madre incontratala in S. Andrea dei PP. Minori le fece notare l’abuso e la
figliuola smise di portarli.
Dal notaio G. de Geraldinis ricavo che (7 marzo 1545). Essendo stata
sepolta in S. Andrea Rosa di Manfredonia, Ferdinando Campanile costituitosi con
un notaio ed un giudice presso la porta della chiesa, in nome della moglie
Altabella de Rubeo, suo cognato, che la predetta Rosa passato il tempo richiesto
fosse stata dissepolta e trasportata in Andria nella chiesa di S. Agostino, dove
aveva scelto la sua sepoltura.
Nella chiesa di S. Andrea è sepolto il Castellano Didaco de Feliz es, colui che
restaurò il Castello; Padre Bonaventura da Fasano lo scrittore della storia dei
conventi minoritici, presso la sacrestia; l’arciprete don Antonio Bonelli tra la
cappella di S. Didaco e l’altare dell’Assunzione; i genitori di Nicolò Fraggianni ;
gli ultimi eredi della famiglia de Marra nei rispettivi sepolcri; i Marulli e molti
altri personaggi illustri per censo e per santità di vita in altri luoghi della
chiesa.
Stando ad una relazione municipale del 1850 (27 giugno), S. Andrea nel
1807 fu ced uta alle truppe di passaggio, durante la guerra. Di seguito il
municipio stesso concesse tale chiesa al Capitolo Cattedrale come succursale
della Parrocchia di S. Maria Maggiore. I l 22 giugno 1865 il convento di S. Andrea
con decreto Regio del 28 aprile 18 10 fu ceduto al comune che lo usò come
carcere. I l 24 settembre 1823 però per 9 mesi il convento fu ceduto al Ministero
della Guerra per alloggiare il reggimento francese. Oggi è rettoria con una
confraternita canonicamente eretta sin dal 1888 e dedicata a S. Francesco da
Paola. I n questa chiesa è grande la devozione a Gesù morto. La chiesa è stata
restaurata nei tetti e nelle pareti a spese del Genio Civile con la spesa di due
milioni e mezzo a seguito di interessamento del Canonico Salvatore Santeramo
(1952-1953). Dal 1960 è stata eretta a parrocchia.
Riporto qui appresso un documento che riguarda l’altare della tomba dei
Marulli.
Banco Spirito Santo, a 16 aprile 1655.
D. Fabrizio Capece Bozzuto paga ducati 50 a mastro Onofrio Calvano
marmoraro in nome e per parte di Trojano Marulli, suo genero, in conto di ducati
170 per tutto il prezzo di marmi bianchi e mischi di buona qualità e condizione
mandati nella cappella di detto Trojano e nel tumulo del “ quondam” Sebastiano
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Marullo, suo padre, per l’opera del s uo magisterio per detti marmi conforme li
disegni di detta cappella et tumulo: quale opera promette darla spedita fra due
mesi al più dal 15 del presente affinchè quella possa mandarsi nella città di
Barletta a spese del detto Trojano, dove poi si ha da co llocare.
Questo documento mi è stato recapitato per mezzo del Dottor Giuseppe Ceci
di Andria.
Cap p el la o ch iesa di S. A ng el o e d i S . A rcang el o .
Tutte le c hie se de no m inate sant’A ng elo so no is cr itte ne ll’ ap pos ito Cano ne
pr es so la C ur ia d i Trani co n la d i z io ne S . Mic he le Ar cange lo .
D ai do c ume nti in pos ses so è m o lto d iff icile po ter de term inare se in B ar le tta
fo sse ro es istite co nte mpor ane am e nte d ue o tre c app e lle d i S . A nge lo o S.
Ar cange lo opp ure s e tale c app e lla, co s tr uita in un p r imo te mpo pre sso S.
S am ue le , s ia p as sata con il s uo tito lo e prop r ie tà a S . A nto nio , a S . C hiar a, a
S . Vitale ovver o s ia q uella c he ne l 1500 s i trova co s tr uita al largo d i fro nte
alla c hie sa d i S. G iaco mo . Tr e do c um enti p ubb lic ati da Arc ang e lo Pro logo la
id entif icano co n S . Sam ue l e .
I l pr imo do cume nto è d e l 1144 (n°41 ) e d ic hiar a c he la c hies a d i S.
Ar cange lo , d e loc o c laus ur a, ave va alla s ua d ip ende nza la c hies a d i Tutti i
S anti, ogg i orator io d i S. Mic he le . L’ altro è d e l 1180 (n°68 ) e de term ina me g lio
il luogo de lla c hie s a: p res s o le m ur a de lla c ittà. La c hie sa v ie ne no m inata c on
l’ ap pe llativo d i B as ilic a; ha tr e sacer do ti c he f uro no i fo nd ator i e c io è:
Eus tas io , S illito e B als am o , i q uali v iv e ndo in s anto pro pos ito , “ sobr ie et
c ano nic e” , pr ofes s avano la r ego la d i S . Ago s tino . D ip e nd ev ano d allo
Ar c ive scovo d i Trani, m a per e sser e es enti s i imp eg nav ano d i pagar e a lui un
m eke lino d ’oro annuo . Ave vano d ir itto d i r ice vere i c hier ic i ed i laic i, ne lla loro
r elig io ne ; d i te nere il Fo nte Battes im ale, l’O lio S anto ed il C r ism a e tre
c ap pe llani; po tev ano portare pro ce ss io nalm ente il SS . S acr ame nto pe r i sani e
p er g li am m alati.
I l ter zo d oc um e nto de l 1214 aff erm a c he S . A ng e lo co n S. To mm aso è la
s tes sa cos a c he la c hiesa d i S . S am ue le . I l d oc um e nto d ice cos ì: “ Ecc les ia S .
S amue lis cuj us vo c ab ulum es t S . A nge lus e t S . Tho mas ” era off ic iata d ai
Pre mo ns tr ate ns i. Av eva c ome la c hie sa d i S . Ar cang e lo il battis tero , l’O lio
S anto , il Cr ism a; p agava in altra mo ne ta il v alor e de l de tto m ek ilino , aveva
altr i pr iv ile g i co me la c hie sa d i S . S am ue le ed in m odo p ar tico lar e tutt’è due le
c hiese co n i lor o am minis tr ator i (e c io è i tr e fo nd ator i d i S . Ar cang e lo , co me
tutti i Pr emo ns trates i d i S . S am ue le ) er ano s otto la rego la d i S . A gos tino .
Do cume nti pos te r ior i f anno tro var e la d e tta c appe lla e la s ua pr opr ie tà p resso
la v ia d i C anos a, acc anto alla Pisc ar ia, altr i pr esso la v ia c he m e na allo
S terpe to ed a Co rato , inf ine pre sso la chies a d i S . G iacom o co me sopr a s i è
d e tto . Tr a i do cume nti che ne d anno l’ ind ic az ione r ic ordo d ue per game ne d i S.
C hiar a, or a pr e s so la C atted rale , una de l 4 lug lio 1 394 e l’ altr a de l 19 lug lio
1452 p ar lano d i un lo cus o c hies a d i S. Ar c ange lo , d ipe nd e nte d a S . V itale di
B ar letta, gr anc ia d i S . Lor enzo d i Aver s a. Q ue s ta S. Ar cange lo co n S . Vitale
e rano po s te in v ia S ter pe to e v ia Co r ato ed erano d e ll’Or d ine d i S . B e ned e tto
(ve d i c hie sa d i S . C hiar a e S . V itale ).
A ltr i due do c um enti de l 1558 e d el 1569 d e l no taio Matteo C urc i r if er is co no
c he pres so i v ig nali d ell’abb ad ia d i S. S am ue le e d i S . Arc ange lo v i è la torre
d i R aff ae le Bo ne ll i e s e tte v ig nali de lla c hie sa d i N az are t, p res so la tr ase nda
c he co nd uce a S . S eb as tiano ; (La cappe lla d i S . Se bas tiano er a pre sso la por ta
o mo nim a, o gg i Piazz a Ro ma) in lo co S . V italis e t S . A nge li , fuor i la terr a di
B ar letta, v i so no 13 v ignali app ar te n e nti alle p rede tte d ue c hies e .
U n’ altra p erg am e na d e l 1399 r if er is ce ancor a c he la Pis car ia è p res so il
luogo detto il Dattulo seu S. Arcangelo, la Piscaria come dice il documento del
1394 appartenne a S. Chiara e poi a S. Antonio, (volgarmente S. Antuono) con la
pretesa dei frati di S. Domenico che fossero padroni di alcune case vicine mentre
appartenevano a S. Chiara. Infine circa la chiesa di S. Angelo, messa al largo o di
fronte alla chiesa di S. Giacomo, ne parla chiaramente un documento di S. Visita del
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1567 e altro de l 1612 e r ife r isc e com e attor no a d e tta c hies a og ni seco nd a
do me nic a de l m ese la c onfr ater nita d e l S S . S acram e nto e d i S . G iaco mo f ac eva
la pro ces s io ne e com e d i po i d e tta c hies a p erc hé r uinata, no n avev a né r ettore
né e ntrate (ved i San teram o “ Le c hies e d is tr utte” p ag . 103 . 19 21).
D ai doc um e nti sopr ac itati s i ded uce c he la c hie sa d i S . A nge lo cambiò
loc alità.
S . Ann a.
Er a una p ic co la chies a c am pe stre m ess a f uor i le mur a de lla c ittà, al d i là di
S . Ago stino e S . N ico la, pr es so le for nac i d i G ir o lamo S tab ulo com e r if er isc e un
do c um ento de l 1551 .
Av ev a una e ntr ata d i c arlini 20 (1567 ) e ve niv a am m inis tr ata dal c hier ico
do n Pie tr uc cio d e Marra, c ome r ifer isc e la S . V is ita d i q ue ll’ anno . A ltro
do c um ento d i S . S epo lc ro (p erg am e na de l 12 lug li o 15 06 ) d ic e c he la chiesa
e ra pr es so il mo nte C ine ris . De tta c hies a f u d istr utta dur ante la g uerr a de l
1528 ed il Ves covo , a s eg uito d e lla S . V is ita, ord inò c he in que l po s to si
po ness e co me seg no de lla c hie s a una croc e .
A nnun ziata o d etta Santa Ma ria d el la Nunz iata
o N unz iat el la .
Tr asc rivo q uas i ad litteram un br ano r ig uardante q ues ta c hie sa d al m io
libr e tto : “ Le c hies e d is trutte ” e agg iungo d i se guito altre no tiz ie .
U n doc ume nto d e l 1332 , avv antagg ia d i un s eco lo s u q ue lla r ip or tata d al
Loffr edo e dal V is ta la r ice rc a intor no a q ue sta c hie sa.
“ Sorgev a es sa, c ome d ic e il do cume nto in p arola, in p ittag io Mars icani,
pr es so la v ia p ubb lic a e la tr anse nd a p res so la c as a d i Malg er ius U mfre dus
B one lli e q ue lla d i Rog er ius S e llar ius . E’ d a e sc lude rs i q uind i il borgo S. V itale ”
(S anter am o : Le c hie se d is tr utte , p ag . 83 ).
C he
de tta
c hies a
av ess e
un
m onas tero
se
ne
p ar la
q uas i
c ontemp oraneame nte , g iac chè ne l 1360 (vo l. II de l C .D .B ar l.) il cappe llano ed
il p roc ur atore d i ques to m o nas tero , do n Do me nico de Lillo , pre se nta in C ur ia il
te s tame nto re datto ne l 1348 d a cer ta Flor iana, mog lie d i G iacomo d e O g iana,
la q uale do na alla c hiesa d i S . Mar ia Annunz iata una s ua c as a, in p ittag io S.
S tep hani, e v uo l e sse re se po lta in de tta c hie sa.
Do cume nti
pos ter ior i
affer m ano
c he
d e tto
m o nas te ro
app ar te neva
all’Or d ine de i Be nede ttini ce les tini e di ciò ne f an f ede , fr a g li altr i, il
do c um ento c he r ig uard a la f ig lia de l po e ta um anis ta N ico la G amb ino del 15
d icem bre 1550 . D ice : “ la b ade ss a d i S . Mar ia A nnunz iata, s uor A nto nia de
A ntico , r icev e tr a le relig io se d e lla S acra Co ngr egaz io ne d i S . B e nede tto
d e ll’Or d ine di S . Ce les tino , S aba, f ig lia d i N ico la G amb ino , U .I.D. co n la do te
d i un ce nso d i d uc ati 5 all’ anno inf is so su c ase a le i asseg nate ” .
La c hies a ed il co nv ento p er la inv as io ne Fr ance se d e l 1528 f uro no d is tr utti
e per c iò in un pr imo te mpo , com e attes ta il no taro G . de Ger ald inis, le
m o nache d imor aro no in Palatio terr e Baro li (1536 ) e o ff ic iav ano in Santa Mar ia
d e Por ta che , in pre sentiarum (1538 ) è app e llata S . Mar ia A nnunz iat a. Il
c onve nto nuovo , p erò , no n s orse se no n v erso il 1565 , g iac c hè ne ll’ anno 1562 ,
il 17 ottobre (G . de Gerald inis ) il R eg io C ap itano d i B ar le tta per m ise che p er
d uc ati 1144 s i co mpr as se ro le p ie tre app ar te nenti ai d ue s tab ili d is trutti per
f ar ne co s tr uz i o ne d e l C as te llo , me ntre il vers ame nto de lla so mm a f atta il 28
s e tte mbre 1565 , p er mano de l p erc e ttore Seb astiano F ilipp e llo , s erv ì p er la
c os tr uz io ne d e lla nuov a chie sa e co nv e nto .
I l nuovo co nv e nto sor se in loco palatij d i fro nte all’ od ier no teatr o C urc i . Si
agg iung a ancor a c he il 19 febbr aio de llo s te sso anno (1565 ) A nto nio Tupp uto
e d Erm inio C arro zz a di Andr ia s’ impeg naro no d i co ns eg nare al mo nas ter o d e lla
N unz iata 6000 c hianc hette d alle for nac i d i Andr ia per la coper tur a d e lla
c hies a; ed il 12 ottobre 1565 i m ae s tr i Serg io d e B e llis ano e G iov anni de l
m aes tro Co la S ab ino d i Bar i, p er d ucati 14½ pro me tto no d i into nac are d entro e
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f uor i la chies a ed il c amp anile , ed im b ianchir g li p ar te c on la sco pa, p ar te c on
lo s cupo lo d i se to le. I b ar le ttani f uro no prod ig hi ne ll’aiutare le pov ere
m o nache ne lla r icos tr uz io ne d e i due s acr i ed if ic i. D ifatti d i q ua e d i la d alle
s c hed e s i anno tano do nativ i. E tr a g li altr i il no taio G . de Ger ald inis ne l 1578
(4 agos to ) per 33 d uc ati co mprò la c ap pe lla d i S . Tom maso co n il s epo lcro
app ar te nente a G iac omo d e Marc hio nib us d i Tr ani. Pere gr ina d e Garr ibbo do na
al m o nas tero una s ua c as a ne lla s tr ad a d i S . Marg he r ita, pre sso la tr ase nd a di
q ue lla chies a, p urc hè le mo nac he la s epp e llisc ano ne lla loro c hies a e la
f ac ess ero ac co mpag nar e d ai c hier ic i d i S . S epo lc ro , S . Mar ia Magg iore , S.
Ag os tino , S . G iacomo , la SS . Tr inità (23 magg io 1538 ).
La c hies a in s eg uito p rosp erò , g iacc hè ne l 1636 co ntava 5 altar i, ded icati a
S . A nto nio , all’A sc e ns ione , a S . B iag io , a S . Tom m aso e d a S . C ater ina.
Mig liorò le s ue p ar e ti e co n la spe sa d i 60 d uc ati il m aes tro B ar to lo meo
Lom bar d i co s tr uì la soffitta a c ass e tto ni q uadr ati d i leg no c on roso lac ci al
c e ntro , s im ili a q ue lli c he o gg i s i amm ir ano ne lla c hie sa d i S . R ugg iero (1652 ).
I l co nv e nto s tes so s i aum e ntò d i 22 m onac he e 13 nov iz ie c onvers e f ino al
p unto d i tocc ar e il m ass im o , f inchè ve nne la soppr es sione per c ui le m onac he
annunz iatine s i uniro no co n le b enede ttine d i S . S te fano og g i S. R ugg iero
(1811 ). I no ltr e la c hie setta, la N unz iate lla, v ie n f uor i d ai doc um e nti v erso il
1566 . Sorgev a pres so la po r ta d i S . Leo nardo f or se p er r ico rd are il luogo ove
antic ame nte er a l’ Annunziata d is tr utta ne l 1528 dai fr ance s i. I n e ss a v i d imorò
il s od aliz io de lle A nime d e l Purg ator io , tr asf er ito p iù tard i ne lla c hiesa d i
q ue s to no me , app unto pe rc hé dove ndo s is tem arsi la p iazz a d e l C as te llo anc he
la N unz iate lla dove tte abb atter s i.
Es se ndo c i perv e nuti po chis s im i do c ume nti d iamo q ui appre sso il p icco lo
e le nco d e lle abb ad ess e che gover naro no il co nve nto :
1525 – S uor Tr us cia ; 1536 – Dr usc ia (s ic ); 1541 – S uor Truss ia
Mos c ar itula; 1544 – S uor Dr us c ia Putr is ino . I n que s to tempo ne l co nv e nto vi
e ra una s uor A nto nia Gonz ag a; 1550 – S uor A ntonia de A ntico ; 1564 – V ic ar ia
N unz ia d e Canus io; 1570 – A bb ade ss a Suor Lucr ez ia d e Magg io ; 1605 – Suor
G ero lam a Ro se lla; 1611 – A bb ade ss a V io lanta Manso .
Per la f ier a d e ll’A nnunz iata, s i r icord a c he pe r otto g ior ni s i f acev a d e tta
f ie ra c he avev a luog o s ulla v ia c he me na a S . Mar ia de lla Cr oce .
S . Anton io d e Bi en na .
L’o r ig ine d i q ues t’Ord ine , de tto d e i c ano nic i re go lari Osp ed alier i d i S.
A nto nio A bate , s i d eve ad un c er to G as to ne C av alier e d i V ienna, il q uale , a
s eg uito d i una v is io ne , tr asp or tò il cor po d i S . A nto nio da Cos tantinopo li a
V ienne (in F ranc ia), e po i mes sos i so tto la rego la d i S . A gos tino e d o ttenuta
l’ ap prov az ione d i I nnoc enz o I I I ne l 12 08 app e llò la sua co ngreg az io ne co n il
no me d i S . Co ng reg azione re go lar e d i S . A ntonio d i V ie nne . G li ag gre gati
v es tiv ano co me i pre ti sec olar i; por tavano s ul lato s inis tro d e l m ante llo un “ T”
az z urro co n appe so un c amp ane llino dor ato , c os ì com e rap pre se ntano S .
A nto nio . L’Ord ine e ra alle d ip ende nze de lla S . Se de . Ne l 1616 in un c apito lo
g ener ale ve nnero e le tti i s up er ior i d e lle pr inc ip ali case c he s i c hiamav ano
c om me nd ator i. Ess i s in d al 1630 s i de d icav ano alle cure osp edaliere d e lla
C ur ia Ro mana, e seg uiv ano il Pap a ov unq ue s i re cas se .
L’O rd ine f u s oppr esso da C le me nte XIV ne l 1769 . I n ce r te c hiese era
inv also l’ uso d i b e ned ire g li animali ne l d ì de lla fe s ta d i S . A nto nio Ab ate
(Moro ni, D iz io nar io e cc le s ias tico ) cos a c he in ce rti anni, s i è fatta anche a
B ar letta.
R ipor tiamo q ui appr es so le le ttere Apo s to lic he d e lla d e leg a d ata dal
Pace cco al Ve ne rab ile Leo nardo d e lla C ecc a U .I .D. v ic ar io d i B ar le tta (Ve ne z ia,
tip . Em iliana, 1841 vo l. VI I ) cos ì co nc ep ita:
“V e ner ab ile Padr e :
Et que esta os data lleva un breve jque su Santitate me embio para tornar la
possession en nombre de la Camera Apostolica del Priorato de San Anton de essa
ciudad, que vaco por muorto de Vincentio Carosio. Y por offrerse e star vo s ay que
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s oy c ier to q ue po ndr e ij s e n e llo la d ilige ntia q ue co nv ie n os em bio e l dicho
b iene co n la subde negatio n q ue ve neys to to loque e n e l se co nv ien p orq ue
te nd re d e llo co nte ntam iento y d e lo q ue … . Des nos av isar e is de Naples o II
d ice mbre 155 4.
P. C ard inalis S eg unti .”
Le le ttere Apos to lic he =
A tergo: “ Dilecto figlio nostro Petro tituli S. Balbine, presbitero Cardinali
Paceccho nuncupato, Regio in Regno Neapolitano Locumtenenti Generali”.
Dentro: “ Julius Papa III. Dilecto filio nostro salutem et Apos tolicam
benedictionem. Cupientes de Prioratu S. Antonij de Barletta, Ordinis S.
Augustini, Tranensis diocesis, quem quondam Vincentius Carosius commensalis
noster ex concessione Apostolica in commendam, dum viveret obtinebat,
commenda huiusmodi per obitum dicti Vincentij, apud Sedem Apostolicam cessat
adhuc, eo quod ante commendam ipsam vacat, stante reservatione ex abitu
familiaris continui commensalis nostri et apud Sedem Apostolicam affectione et
cessatione huiusmodi nullus preter nos hac vice disponere potuit seu potest in
favorem persone benemerite et ne prioratus huiusmodi ab alique indebite
occupetur, aut illius fructus distrahentur, opportune providere, circumspectioni
maque ad presens Carissimi in Christo filij nostri Philippi Anglie, Neapolis et
Hyerusalem Regis in regno Neapolitano de licentia nostra Locumtenentis per
presentes licteras committimus, ut corporalem possexionem alium capiat etc.
Datum Rome, apud S. Petrum, sub anulo pescatoris, die XVI nov. 1554,
pontificatus nostri anno V”.
Segue la delega fatta dal Cardinale nella persona del reverendo Nardo de la
Cecca, Vicario, ed il possesso preso dallo stesso, non potendosi dare nella
chiesa di S. Antonio de Bienna, la quale “ extra menia Terre Baroli” , era stata
equata al suolo per le passate gue rre, si dette nella chiesa di S. Agostino.
S. Antonio di Bienna o Vienne, diversissima da S. Antonio da Padova in
Barletta è una delle chiese distrutte, esistente già dal 1240 come ho ricavato da
una pergamena del 25 maggio, sorgeva presso l’orto del dattu lo del Sig. Eligio
de Marra, presso la Pescara, una volta al bivio tra la via vecchia Canosa e quella
dei Cappuccini. Essa è la stessa S. Antonio Abate o S. Antuono come lo
chiamavano i barlettani. Difatti un documento del 1568 (1° marzo not. Matteo
Curci) dice: I procuratori del reverendo don Domenico Grimaldo di Nocera dei
Pagani, abate della percettoria degli ospedali e cappelle di S. Antonio Biennese,
in Barletta, Borgia Girolamo e Giulio Refulo di Napoli, fittano i frutti, le entrate
ed i censi delle c appelle di S. Antonio Viennese ad Orazio Rufolo di Napoli per 12
tarì. Gli immobili consistono: in 5 vignali seminatori “ extra terram Baroli” ,
presso la cappella di S. Antonio, “ ubi primitur erat Ecclesia juxta carrariam per
quam itur ad S. Mariam de Cruce ”. Santa Maria de Cruce era sulla via vecchia di
Canosa e S. Antonio presso la Pescara, messa sulla medesima strada.
Nel 1521 S. Antonio si trova essere grancia dell’abbazia maggiore di Napoli e
difatti fra Mariano de Thiano, procuratore di don Alvaro Quad ro, Vescovo di
Venosa e generale percettore di S. Antonio Biennese fuori le mura di Napoli,
nomina in Barletta, suo rappresentante nella chiesa ed ospedale della predetta
S. Antonio, Cataldo de Benedicto di Barletta, invece di fra Antonio Frangenis
commiss ario. Costui riceve in beneficio dal detto ospedale due porci all’anno che
ora si vendono a grana 4 e 3½ il rotolo conoscendo che i porci pesano
rispettivamente rotola 117 e 97. L’abbadia di Barletta aveva alle sue dipendenze
quella di Andria e Cerignola, e tutt’è tre venivano amministrate dall’abate
Annibale de Paulis romano.
L’abbadia era sotto la regola di S. Agostino.
Nel 1528 distrutta la chiesa di fuori, l’abbadia con la chiesa venne costruita
al largo del Paniere del Sabato in pittagio S. Lazari con il titolo di S. Antonius
Parvus per distinguerlo da S. Antonio da Padova, come risulta da un documento
del 1540, riportato dal notaio G. de Geraldinis.
I n tre doc um e nti s uc ce ss iv i s i affe rm a c he l’ abbad ia ve niv a am m inis tr ata
come Commenda alla dipendenza dell’abate Alfonso de Marra (1535) e ancora come
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Co mm e nd a alle d ipe ndenz e d e l C ard inale Pie tro Pac ec co , r appr es entato da
Leo nardo de la Ce cc a U.I .D . dop o la m or te de l p red e tto C aro s io (1554). In
q ue s t’ ultimo doc um e nto p erò s ic com e la c hies a d i S . Antonio e r a g ià dis trutta,
il po ss ess o de lla Co mm end a avve nne ne lla c hies a d i S . Ago s tino.
La Com me nd a r icav av a un’ e ntrata d i d ucati 15 0 ne l 15 61 e d uc ati 250 ne l
1563 d alle v ic ine S aline p er la r ag io ne c he avendo ced uto alle m ede s im e un
ter r itor io c he le app ar tenev a, le ve nnero ce dute 15 c arr a d i s ale s in dal 2
apr ile 1538 (G . G er ald inis ).
Pos sed ev a un cas alino in p ittag io C am b ij , d ue v ig ne a Pag no ne co n un
c ano ne d i tar ì 2 , altre entr ate e ce ns i de l valore d i tar ì 1 2, alc uni be ni ne lla
c ittà d i Gr av ina. La mas ser ia de l Poz zo d i Gasp arro de A lef ante pre sso
B ar letta, ed un p arco con p asco lo di p ecor e pre ss o la v ia d i A nd r ia, s ulla v ia
c he me na a C allano , pre sso il pe tr aro d i S . V ito , f ittato p er duc ati 22 ad
A ndr e a de lla Torre d i A ndr ia.
Q ue s ta c hies a po te tte so ste ner s i co n i s uo i beni co me le altre , f inc hè
anc he per ess a no n si ver if icò la sop pres s io ne .
U n inv e ntar io de l 1581 d e l notaio O raz io d e Leo c i po tr à far co nos cer e la
s ua co ns iste nz a. A r ic hies ta d i Pom p ilio C ar ac c io lo co n l’ interv ento de l v icario
e d ar c ipre te A nto nio Bo ne lli si r ed as se tale inve ntar io mo lto p overo , d e i b eni
po ss ed uti d alla c hies a, che è il s eg ue nte :
Tre berrette di preite, una sottana di panno nero, un libro di musica scritto a mano,
un paro di paternoster con medaglia di rame, un breviario usato, un libro “Confessioni
di S. Antonio”, un paio di libri solfa a quattro,calice con piede di rame dorato, 12
purificatoi di tela, funicella con pianeta di seta figurata con arme, panni di altare di cui
uno pinto, messale per la celebrazione, panno di pelle d’oro con S. Antonio pintato al
centro, tovaglia d’altare, gamba d’argento e piastra per voto, diversi oggetti di casa,
borsa in velluto con 70 ducati in patacche, una sotto teglia di creta di Faenza lavorata,
candeliero, lampada, lucerna, caraffe ecc. In un canestro 26 scritture di credito.
In questa chiesa si celebravano diversi matrimoni. Tra gli altri si ricordano quello di
Lucrezia Ravaschiero con Giovanni Camparola barense di Foggia alla presenza del
sacerdote don Giovanni China, celebrato sotto il pallio e con lo scambio del bacio di
pace (19 maggio 1570) e l’altro tra Archimia de Apaco e Luigi de Sando alla presenza
del sacerdote Gian Antonio Musto (23 novembre 1578).
Nomi di abati ricordati dai documenti:
1534 – Alfonso de Marra, percettore e co mmendatore. 1544 – Fra Antonio
Francigenis. 1545 – Fra Cataldo de Benedictis. 1551– Fra Vincenzo Carosio,
referendario apostolico e percettore in vece del Cardinale Pietro Pacecco. 1561 –
Abate Lucio Gallo da Melfi percettore. 1568 – Abate Gian Domenico d e Grimaldo di
Nocera dei Pagani. 1580 - Abate Camillo Sighicello di Bologna. 1581 – Abate don
Carlo Forcella. 1586 – Abate Annibale de Paulis romano. 1606 – Bartolomeo
Bosisio, priore della Commenda di S. Antonio di Barletta. 1610 – Abate Donato de
Leo.
S . Ant oni o d a Pad ova.
Per le no tiz ie d i q ue s ta c hies a m i r ifer isco alla no ta s tor ica p ubb lic ata nel
m io libre tto “ Le c hiese dis tr utte ” . I vi a f irm a de l no taio Le onard o Ce llamm ar e
(apr ile 1 792 ) è r ip or tato una re laz ione c he co s ì r ie p ilogo :
I m inor i Co nv e ntu ali a se guito de lla d is tr uz io ne d e lla chies a e co nv e nto di
S . Frances co , avv e nuta ne l 1528 , nel 1556 s i trasf er iro no in d iver se località,
c ome s i d ir à ne lla no ta d i S. Fr ance sco , e f inalm ente pres ero s tanz a ne lla
c hies a d i S . Elig io c he app ar tenev a ai Ce le s tini, la q ual c hies a ogg i c hiamiamo
no n p iù S . Elig io o S . France sco , m a S . A nto nio . I n q ue l te mpo , pos sed endo i
p adr i C e le stini in B ar le tta d ue chies e una de lla SS . Tr inità, ac c anto dove og g i
è S . G io vanni d i D io, l’altra d i S . Elig io co n un so l p adre , f uro no pr eg ati
d all’ U niver s ità d i Bar le tta d i ce dere q ues to e d if icio co n g li annes s i g iar d ini ai
Fr ance sc ani, c os a c he avv enne , d ietro p ag am e nto d i 500 d uc ati co n atto d el
no taio Ve spas iano Cav alle ri d i Napo li il 19 g e nnaio 1557 co nf erm ato d alla S.
Co ng reg a z ione d e i Re lig io si il 4 m ar zo 1559 .
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La chies a f u pr im a d anneg g iata d alla g ue rra de l 1528 . Er ano r es tate in
p ied i le p are ti, il g iard ino e le c am pane, p erc iò , d ie tr o or dine d e lla S.
Co ng reg az ione la c hie sa f u c ed uta ai padr i Co nventuali d i S . Fr ance sco .
I ntanto , s in d al 153 9 ne lla c hies a d i S . Frances co , g ià ab battuta p er la
g ue rra pr ede tta s i ha notiz ia d i una Co nf rater nita d i S . Anto nio d a Padova, la
q uale co nce ss e ad A nto nio C af ag na d i Bar le tta in e nf ite us i d i 29 anni in 29,
una c is ter na de lla pre detta Co nfr ater nita, co n il d ir itto d i e ntr are ed us c ire
d alla c hie s a, anc he nel caso la c hie sa s i r icos tr uis se , all’annuo ce nso d i tar ì 2
e gr ani 10 d a p ag ars i ne lla f es ta d i S . A nto nio . La c is ter na er a pos ta in
“ Ec c le s ia S . Fr anc isc i, e xtra m enia Baro li; in lo co d ic to lo Se cre to d e lla
Co nfr ate rnita ” .
N e l me des imo anno com par isc e un fr a Gab r ie le d a B ar le tta, p riore de l
c onve nto e chies a d i S . A nto nio , c he co mpr a un c asalino . S i esc lud e la ipo te s i
m es sa s u d al V is ta c he es is tes se una c hies a d i S . A nto nio p r im a de ll ’ attuale .
Co n la com pra d i S . Elig io (Bo nor um de l 1601 /1625 de lla C attedr ale . S ulla
s tr ad a d i S . S im one e G iud a v i er a il dor m itor io d i S . Elig io al pr es ente d i S.
Fr ance sco ) i do c um enti tr attano d i S . A nto nio og ni vo lta c he i Minor i
Co nv e ntuali interv engo no ne i co ntr atti. Cos ì ne l 1563 i pro curator i di S.
A nto nio d a Pado va c omprano un c e nso d i d uc ati 2 sop ra un ce lliere de i s ignori
G io vanni d e Ad iuto rio e A ng e lo Pic e lla, me ntr e ne l 1590 il p adr e G uard iano d i
S . Fr ance sco , or a S . Anto nio in S . Elig io , fr a V inc enzo Bo nav entur a S .P.D.
c ompr a una cas a d i V ince nzo de R is is ed ap ro no la s tr ad a c he d a S. A nto nio
(os s ia S . Elig io) v a a S. Do me nico (Q ue s ta s trad a è s tata d i nuovo chius a
v erso il 192 0 per av er cre ato in q ue l luogo una pubb lica latr ina).
S eco ndo un b o nor um de l 1792 c he è in cattedr ale s i co nos ce che il p adre
G uard iano , F rances co A nto nio Palm ier i, e i p adr i: Rugg iero Pao lillo , Fr ance sco
Mar ia de l G iudice , Bo nave ntur a Pe nne s te , A nto nio Mar ia G ianq uie te e d il
pro c ur atore fr a Pasq uale Mater a, ord inano c he ve ng a comp ilato un libro c on
l’ e le nco de i be ni d e l co nve nto com pre se le Mes se e g li A nniver sari.
Tr a i be ni imm ob ili so no e le nc ati: la m as ser ia de lla V ag nana d i c arr a 5 ,
v ers ure 15 , tar ì 2 do nata da do nna A nto nia d e Micc o me tà a S . G iacom o e
m e tà a S . Fr a nc esc o. Detta m as ser ia antic am e nte appar te nev a a S . Leo nardo
d e Matina d e ll’O rd ine Teuto nico , passò al s ig nor N ico la d e Mic co c he la com prò
p er d uc ati 1079 .3 .10 .
La m ass er ia de lla Monacella, pre sso C as av ecc hia, e ra d i car ra 5 . S u d i e ssa
avev ano il dom inio d ir etto G iro lam a e I s abe lla Co mo nte . Tale masse r ia fu
c ed uta al nob ile Anto nio de F alc onibus per 24 tom o li d i gr ano e ½ tom o lo d i
f ave all’anno .
Pos sed ev a un canne to alla Palude co n una e ntrata d i d uc ati 78 .0 .2 ; terre
alla ripa de l B e lve dere s e u Miser icor d ia; a Tro jane llo o R av asc hier i, a S.
G io vanni. Poss edev a d ive rse c as e alla R om ania, d ie tro Naz are th ed altrov e.
Pos sed ev a tre c amp ane di c ui una d i c antara 5 ,60, e l’ altr a d i c antar a 1 ,05 , la
ter z a d i cantar a 0 ,55 .
N e l 1804 er a Padre g uard iano S erg io Mont er is i. A l te mpo no stro (1935)
l’I nte nde nz a d i Finanza, pro pr ie tar ia d e i lo c ali d i S . A nto nio ced e al Municipio
d i B ar le tta i lo cali d e l conve nto r icev endo in c amb io il te rre no d ie tro S . Luc ia
d i mq . 190 1.56 pe r ed if ic ar e una Case ma de i Carab inier i valutata £ 131 .000 di
d em anio de llo S tato .
A s censi on e del SS . Salvat ore.
F u cos truita e p ig liò il no me de l s uo fo nd atore, do n A ntonio d e Sanc to
S alv atore , il 1406 . Eg li s i e less e s ucce sso r i ed ere d i d ue j aco ni c hier ic i:
A nto ne llo de Matteo S eraf ino e Pie tro d i A n to nio S cam ald ano ed il c lero d i S .
S epo lcr o co n il d ir itto d i e legg ers i altr i s uc ces sor i. D al lib ro d i S . V is ita d el
1567 e d al no taio G . de G er ald inis (1564 ) s i r icav a c he de tta c hies a era po s ta
in loco c arro tiar um , in p ittag io S . S tep hani, d i fro nte al p alaz zo d e lla Marr a e
pr es so de tta c hies a v i era la c as a d i Dam iano Sc hiavo ne la q uale er a in str ad a
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S ar ac enor um , o gg i Mar iano S ante . (Sem br a c he il s ito de lla c hie s a fo ss e la
p iazz e tta d i fro nte a S . Mar ia de lla V ittor ia, re s tata liber a d a cos tr uz io ni)
I n q ue s to te mpo la c hies a av eva b iso gno d i r ip ar azioni ed i c hier ic i d i S.
S epo lcr o avev ano r ad unate de lle som me per le dette r ipar az io ni.
N e l 1610 in nove mbre (no t. G ian B attis ta Pace lla) Ettore S tup pa p aga
d uc ati 8 a f ra G iusepp e d a Mo lf e tta in sus s id io de l S S . Croc ifis so
d e ll’A sc ens io ne ed il medico A nnibale G atti d uc ati 20 p er nuove r ip araz io ni; m a
la chies a, in s eg uito , c om p le tam ente abb ando nata e no n r ip arata, fu r asa al
s uo lo .
S . Ba rbat o = S . Co sma o S. Cosm ai e S . Cosma no
= S anti Cosm a e Damian o = S. V ito = Cro ci fiss o .
I nom i d i q ues te c hiese tte o c app e lle c ampe s tr i (c hiese no n p iù es is te nti)
c he sp es so aff ior ano nei d oc um e nti d al s eco lo XIII al X VI, no n pos siamo
affer m are c he s iano la s tes sa co s a, la loro deno minaz io ne , per ò, v e ne ndo
s pes so pr ec e duta d all’ app e llativo “ c lus us e t loc us ” po tre bbe star e ad indic are
d iv ers e c hiese in un s o l luo go , ovv ero una so la c hies a c he c amb ia il nome
c ome c amb ia il p adr one .
S . Co sm ano no n s i s a se s ia lo s te sso S . Co sm ai; co mp le tam e nte d is tinta
p erò è la c hie sa d i S . Co sm a e S . D amiano , già es is te nte pre sso l’ ed if ic io
s co las tico Mass im o d’ Az eg lio (Sante ramo : Le c hies e d is trutte , p ag . 117 ).
R ig uardo al “ clus us S . B arb ati s e u S . Cos me ” o sser vo c he ess o r icorre
r is pe ttiv am e nte il 1 270 e ne l 1274 ed in una pe rgame na d e l 1517 s i re nd e
no to c he “ l’ Ecc le s ia S . Co sm a s e u S . Co sm ai” (S . Co sm ai s em bra s ia una
for m ula fr ance se es se ndo “ ai” ug uale ne lla pro nunc ia alla “ e” ) è p os ta ne llo
s tes so “c lus us ” in terr itor io d i B ar le tta, pre sso le v ig ne de l s ignor D obrosanio
S c lav one , pre sso q ue llo d i Fr ance sco Sp iz ag alla e le altre d i S ab ino de C anusio
e G iov anni C utig no la.
U n do cume nto de l 1430 po i affer ma c he S . B arbato , seco ndo un bo nor um
d e l 1639 d e lla c attedr ale è lo s tes so S . Vito “ c lusus S . B arb ati s e u S . V iti ” , il
q uale S. V ito ha un pe traro app ar te ne nte alla Mens a A rc ipr e tale d i Bar le tta ed
ha una p ropr ie tà anc he allo A vvantagg io , un “ c lusus ” alle Palud i.
A ncora il bo nor um d al 1697 al 1701 es te nde la d enom inaz io ne d i S .
B arb ato e q ue lla d i S . Co sm ano “ c lus us S. C osmai se u S . B a rb ati” , q uale S .
Co sm ano ad “ p res e ns” lo Cro c if is so e S. B arb ato , ad “ p res e ns” la Pis c ina come
r if er isc e lo s tes so bo nor um .
Le q uali de no m inaz io ni m e ntre c i ap ro no la v ia a c o nos cere co n pre c is ione
il luo go d ove er ano co lloc ate le c hie se ed i luog hi, i nom i s i avv ice nd ano tra
loro co me s e fo sse uno so lo , me ntre s i tr atta d i luog hi d is tinti.
Per S . V ito s i c onosc e p ur e che in città v i er a p ure una c hies a, ne lla s trada
dov e attualme nte v i s ono ab itaz io ni e c ase se g nate co n i num er i c iv ic i 32 , 34 ,
36 , 38 , pro -c onv e ntino e c asa C ano nic a ed il “ c lus us S . Viti” r appr ese ntere bbe
un c er to terr itor io c ens uale che g li app ar te nev a.
R ig uardo al C roc if isso si o sse rva c he ques ta è una c hie sa d i c ui s i ha
no tiz ia dal 150 0. E’ po sta in v ia A ndr ia a un km . e me zzo dalla c itt à e d è
attualme nte ne l terr itor io d e i s ig nor i Lattanz io . Ha un affre sco malame nte
r ito cc ato . F u pre sso q ue s ta c ap pe lla c he l’11 se ttembr e 1943 avv e nne uno
s co ntro g uerr es co tr a lo e serc ito italiano che e ra allogg iato pre sso le
C as erm e tte e q ue llo tede sco d i c ui avr em mo v o luto liber arc i dop o l’ar m is tizio
tr a g li italiani e g li ing le s i. I ted esc hi ve niv ano d a A nd r ia co n c arr i arm ati e
b lind ati co n l’ inte nz io ne d i oc c up are la c ittà. U n ser ge nte , tale Guido
G iand ile tti, tirato re scelto , co n un mor taio me sso s i s ulla s tr ada d a c ui
d isce nd ev ano i ted es chi, m ise f uor i co mb attimento se i car ri ar mati b lind ati e
d ue so ld ati te des c hi per iro no d ur ante il co mbattime nto .
I l 24 s e tte mbre la c ittà fu libe rata.
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S . Ba rto lom eo .
Le po che no tiz ie p erve nute c i intor no a q ues ta chie sa no n c i han dato la
po ss ib ilità d i s tabilire c on pr ec is ione la d ata de lla sua or ig ine .
La p iù antic a no tiz ia rim o nta al 1302 e d è de l 1 ° vo lume d e l C . D.
B ar lettano , Co n ques ta s i d ic hiara c he : “ un do mp nus Julianus pr es b iter
Ec c les ie S . B ar to lo me i de B aro lo , è es ec utore tes tame ntar io d i tale G iovanni,
f ig lio d i A ndre a Log no lo ”.
D i seg uito ne l 1310 s i ha no tiz ia d i 4 s ac erdo ti c appe llani de lla s tes sa
c hies a d i S . B ar to lo me o e c ioè : G uille lmus , Franc us , B ar tho lom e us et
Rob er tus , i q uali r is pe ttiv am e nte pag ano alla Sed e apos tolic a un c e nso di tarì
9 ,6 ,5 ,3 me ntre la c hie sa ne paga 5 e l’abate 15 . (Mo ns . Dom e nico V endo la
“R atio ne s De c im ar um I taliae” A rc hiv io V atic ano Po lig lo tta V atic ana. Ro ma
1935 ). N e l 1515 l’ U nivers ità s ceg lie per S . B ar to lo meo d iv ers i pr o c ur ator i ne lle
p erso ne d i G iovanni Bone lli, B ar to lo meo d i S . A nto nio , no taio Fr ance sco
B uttaf uoco , per ac com odare la chies a.
D ai no tai de l 1500 ho tirato a luce il no me d i 4 ab ati.
I l pr imo è G ian Fr ance sco N icov iz io ref ere nd ar io Ap os to lic o e Pr otono taro
(16 d ice mbre 1545 ).
Eg li trov andos i a Cr acov ia, co n abitaz io ne ne lla p iaz za co ntig ua “ Burse
j ur is” , alla pr es enz a d e l V es covo d i Cr aco v ia, do n Pietro d e G am e ato ed alla
pr ese nz a d e i te s ti: Martino nob ile S tej , G iov anni G r iz c i S tej , c ittad ini d i
Cr ac ov ia ed il notaio Matteo G iov anni G ez imala d i Po lo nia, c hier ico d i Cr acov ia,
no mina s uo i pr oc ur ator i p er la e s az io ne de i fr utti e d e lle re nd ite de ll’ab badia
d i S . Bar to lom eo in B ar letta, G iov an Fr ance sco R avasc hier o , G ir olamo
Lamb er tino d i Tr ani, Pao lo C ard ucc i e N ico la N ic oviz io s uo f rate llo .
I l s eco ndo ab ate è S tef ano d e Be ned ic tis d i Br esc ia. Co s tui per r inunz ia d i
B ar to lo meo C aro , c hier ico d i Mo lfe tta il 6 ag os to 1554 v ie ne e le tto ab ate d i S.
B ar to lo meo dall’Ar c ive scovo d i Trani.
I l terz o è G uid ano Palella che f a c ens ire ad A ng e lo S c ip io ne d i B ar le tta
v ig nali 3 e ord ini 17 a lo Piano d i Mar ig ula pe r tar ì 3 , gr ani 15 , de nar i 2 annui.
(Per game ne S . Se po lcro d e l 1 /10 /1557 )
I l q uar to è do n A nto nio Nico la Fr isar io d i B isc eg lie.
Co s tui s i tro va in c ar ic a g ià d al 15 6 4 (no taio P. d e G erald inis ) e d è in
q ue s to te mpo c he v e ngo no e le nc ati alc uni po ss ed im e nti ed alcune e ntr ate
app ar te nenti all’ abb az ia. Ess e so no : d iver s i v ignali in B ar le tta, un c arro d i
ter ra a Pao lo S timo lo , un tomo lo d i s ale d alle v ic ine S aline , d uc ati 9 s ug li
e rbagg i c he po ss ie de la do gana d i F ogg ia, 19 v ers ur e pr es so l’ Ofanto f ittate a
Fr ance sco A nto nio de Be ned ic to per tom oli 22 d i fr ume nto , una fo ssa per
d eporr e gr ano , f ittata a Tom m aso G aliber ti per tar ì 1 e gr ana 10 ; un ce ns o di
c ar lini 7½ c he l’ ab b adia e s igev a su vig nali 3 che S tefano R usso avev a v e nd uto
p er d uc ati 29 a Do me nico d a S alamo ne l’11 ge nnaio 1574 .
Tr asfe r itos i def initiv am ente in q ues ta c hie sa il cap ito lo d i N azar e th co n il
s uo Ar c ive scovo a seguito de lla d is tr uz io ne d e lla c hie sa Ar c ive sc ov ile d i
N az are th c he er a f uor i le m ur a do po il 1528, la c hie sa e l’ ab ate di S .
B ar to lo meo c amb iaro no il nome d e lla c hies a d i S . B ar to lom eo in q uello di
N az are th. I l Papa Pio I X ne lla b olla de l 1860 ave nd o e lev ato la c hie s a di S.
Mar ia Magg ior e d i Bar letta a C attedr ale , vo lle che s ulla Croc e pe ttor ale de i
C ano nic i foss e inc is a la s cr itta: “ Pius I X P.M. Ab ati N az are no . A nno Chr is ti
1860” . D a q ues t’anno e ss e ndo s tata la c hies a d i S . Mar ia Mag giore d i Barle tta
e lev ata a Cattedr ale e gualme nte e pr inc ip alme nte unita alla c hies a d i Tr ani,
tale tito lo f u unito alle d ue c hies e , m a p iù co ere nteme nte es so s i add ice alla
c hies a e d ioc es i d i B ar le tta co nse rvand o in B arle tta la c hies a c on il Trono
Ar c ive scov ile ed un b e n co modo p alazzo per l’Ar c iv esco vo .
I l C ap ito lo C at te drale p er tener v ivo il r icor do de lla S ede Arc iv es cov ile in
q ue lla chies a, s i rec a og ni anno in de term inate spe c iali fes tiv ità ad of fic iarla.
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S . Cat ald o.
Le p iù antic he no tiz ie c ir ca la c hies a d i S . C ataldo so no s tate p ubb licate
d ai Cod ic i D ip lom atic i loc ali. Que llo b ar ese (vo lum e VIII d oc . 251 p ag . 317 ) il
5 apr ile 1238 p ar la d i un ab ate d e lla c hie sa c he inter v ie ne com e te s te in una
c once ss io ne d i terr a, pr es so C anne , c he S tef ano , Ar c ipre te d i S . Mar ia
Magg ior e , f a a un c er to S imeo ne abate d i S . C atal do . Q ue llo Barle ttano (vo l. II
do c . V p ag .8 ) in data 19 d ic em bre 1265 co ntie ne la co nc ess ione d i una te rra
“ j ux ta Ec c les iam S . C as tald i” c he il Pap a C leme nte IV f a a F ilippo Santacro ce
p er la s ua fed e ltà ver so la s ede Apos to lica. U n te rzo è p ubb licato ne l vo lume
“R atio ne s de cim ar um I taliæ ” d i S. E. do n Do me nico Ve ndo la ne i numer i 662 ,
750 anno 1310 , d i c ui s i d à no tiz ia d i un “ dom p nus Laure ntius c app ellanus
Ec c les ia S . C atald i d e Bar ulo ” il quale p ag a annualme nte alla sed e Aposto lic a
tar ì 9 .
I l V is ta f alsam e nte sostie ne c he l’ antic a c hie se tta fo ss e la S agre s tia,
g iac c hè i re s taur i de l 1491 , de l 14 98 e q ue lli del 18 07, s tanno a dimo str are
c he non la s acr es tia, ma propr io la c hies a fu r is to rata ne lla facc iata e neg li
altar i d i m ar mo .
Q ue s ta chies a ne l 1 500 s i trov a alla d ipe nd e nz a d e ll’ U niver sità c he ne
avev a il p atro nato . L’U niv ers ità pre se ntava il c app e llano ab ate all’Ar c ive scovo
e l’Ar c ive scovo lo co nf erm av a.
D if atti ne l 1560 si trov a ab ate do n Mauro de Dom inico , m e ntre ne l 1567
v ie ne nom inato C es are de Dom i nic o c he v a a sos tituir lo .
Co ntempo rane ame nte con l’ abate , ne l 1585 s i trov a d i s tanza in q ue s ta
c hiese tta la co nfr ater nita de l S . Mo nte d i Pie tà (ve d i il g ior nale tto “La voce de l
Parroco ” , anno X XI , n° 6), d e tta co nf rater nita es se nd o la chies a mo lto espo s ta
al m are , sc e ls e com e s ua se de no n S . C ataldo m a il Mo nte V ec chio tr a il corso
G ar ib ald i e v ia Baldacc hini e po sc ia s i allo cò ne ll’attuale Mo nte d i Pie tà in v ia
C iald ini.
La s te ss a co nfr ater nita ino ltre , me ntre er a in S. C ataldo d al 2 febbr aio
1578 ne ll’ anno 1585 e ra c os ì c ompo s ta:
Pr ior e : O ttav io S tang a; Co nfr ate lli: Raf fae le Po nte llusio Ar tis e Med ic ine;
do c tor Jacob us Facc iuto; Jo hannes Fr anc esco C apor ale me d ic us C ir ugic us;
C es ar Des ider a; Fr anc isc us Sc ar amb e lla; Pe tr us N ico laus Pass aro ; S tef anus de
A m ic is ; Pe tr us Jo hanne s Spe c ialis ; N ico laus S io nis ; S alvato r C iminus;
Tarq uinius de A ure lijs .
N e ll’ anno 1567 l’U niv er sità co n 3000 later izi av ev a pr ovved uto ad
“ amm atto nar e ” la c hie sa sp e nde ndo duc ati 12 . N e l 1626 d ur ante la S . Vis ita,
Mo ns . d e To lf a, ave n do la trov ata scop er ta e q uas i d ir uta obb ligò l’U niver s ità a
r ip ar ar la ed a f arv i c e lebr ar e la Me ss a. I m ar ittim i ne c ur aro no il c ulto g ià
c os tituitis i in co nfr ater nita. E m e ntre ne l 1807 v i fec ero cos tr uir e a propr ie
s pes e g li altar i d i marm o , ne l 1906 d e t tero inc ar ic o al p ittor e Bar lettano
R aff ae le G iro nd i d i affr es c are le p are ti e la vo lta, c on la r appre se ntaz ione di
d iv ers i m ir aco li d i S . C ataldo e ne l c entr o la f igur a de l Santo c he as ce nd e in
c ie lo .
N o n è vero com e sos te ng ono alcuni s tor ic i che S . C atal do s ia s tato
pro te ttore de lla c ittà, no n av e ndo ne l r ig uardo ne s sun doc ume nto . E’ c er to
p erò c he la sua fe s ta ne l ce to marinaro e bbe s empr e una cer ta r iso nanz a, c he
la c hies a è propr ie taria d i una r ic ca s tatua d i arg ento acq uis tata ne l tempo in
c ui i m ar it tim i b ar lettani e rano propr ie tar i d i almeno 100 v e lier i.
A l temp o de l c ano nico do n Miche le Vanne lla la c hies a f u affr es cata, si
r ic os tituì la co nf rater nita so tto la pro te z io ne d i S . C ataldo , e s i pre se a fare la
pro ce ss io ne de l S anto sul mar e .
S anta Cat erina .
Di questa chiesa non più esistente si possono rivedere le notizie nel volumetto
“Le chiese distrutte”. Di seguito ne aggiungo altre venute alla luce, e dico subito
che questa chiesa era esistente sin dal 1470, giacchè una pergamena della chiesa
di S. Chiara, inedita, del 6 aprile, in una concessione fatta da Pietro e da Giacomo
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Bonelli ai fratelli Domenico e Liverio de Rosis, schiavoni, comparisce primo
firmatario un “ abbas Pascarellus S. Caterine” .
I n un’altra pergamena del S. Sepolcro dell’11 marzo 1518 si parla di un
censo assegnato come beneficio al sacerdote, don Antonio Mangione, della
stessa chiesa sopra una casa che tiene lo spagnolo Alonzo in “ ruga sante
Caterine” , presso la casa di Tommaso dei Teutonici. Detta ruga e chiesa erano
presso la strada che menava a S. Maria della Croce, come nella pergamena si
afferma. Difatti un altro documento del 13 maggio 1562 del notaio G. de
Geraldinis, dichiara, che Eusebio de Castellis di Trani, (abate delle chiese di S.
Salvatore S. Nicola, S. Maria della S trada e S. Caterina) priore della chiesa di S.
Caterina in Campobello, in Barletta rinnovò il canone o censo in ducati 2.4.10,
sopra due vignali, presso la chiesa di S. Caterina, diruta fuori le mura della
città. La predetta chiesa era presso la stalla di Giacomo di Valente e presso la
sopra citata strada di S. Maria della Croce. I censuari Nunzio de Aversa e i figli
Donato, Leonardo, Antonio e Tommaso, avendo occupato anche il suolo della
chiesa furono abbligati a pagare altri tarì 2 e grana 10, in tutto d ucati 3 e tarì
2.
La chiesa aveva inoltre un giardino, concesso da Felice della Marra, padre di
Giulio che era l’abate, a Giacomo de Florella, nel 1534 e a Santillo Riccanasio,
Arcidiacono di Nazaret, nel 1552, per il censo di tarì 1 e grana 10.
La direzio ne della chiesa nel 1534 era affidata a Giulio de Marra come sopra
si è detto e poscia nel 1552 a Eusebio de Castellis al quale nella Santa Visita del
1567 fu imposto che erigesse una cappella con Croce, nel luogo dove sorgeva la
chiesa, mentre l’altare fu trasportato in S. Andrea dove già si celebravano le
messe.
L’altare di S. Caterina potrebbe essere quello dei Santi essendo collocata
alla sua sinistra la statua della Santa e a destra l’Angelo Custode.
Dalle carte della Cattedrale risulta pure che Porzia Marulli aveva fondato un
benficio di Messe nella chiesa di S. Andrea in onore di S. Caterina, beneficio che
nel 1599 veniva amministrato da Giovan Battista Marulli. Nel 1628 si trova altro
legato della signora Vittoria Santacroce per celebrazioni di Messe in S. Andrea in
onore di S. Caterina, amministrato da fra Carlo e Orazio Marulli.
Santa Chiara.
Dai documenti del 1500 in Barletta risultano due chiese di S. Chiara: una
dentro e l’altra fuori le mura della città con rispettivo convento, ormai non più
esistenti. Appartennero all’Ordine Minoritico di S. Francesco e si distinsero per
la loro importanza.
Le prime notizie potrebbero rimontare al 1246, ma i veri documenti ormai
noti e pubblicati nei volumi del C. D. Barl. iniziano per quello di fuori dal 1295,
l’altro dal 1350. La prima abbadessa è una certa Caterina, ma quella che dette
grande impulso al convento di fuori fu una suora Elisabetta appartenente alla
famiglia della Marra. Essa proveniva dal convento di Salerno ed essa stessa in
un documento del 13 05 fa trascrivere da Papa Bonifacio VIII le indulgenze che
godeva il convento di S. Chiara di Salerno. Poscia in altro documento del 1318
oltre la bolla ad abbadessa del Monastero di Barletta, trascritta per mano del
Ministro Generale Gunsalvo, approvata n el Capitolo generale di Tolosa, vi fa
riportare le bolle di costituzione dell’Ordine di S. Chiara, secondo la regola di S.
Damiano, di cui una è dello stesso Bonifacio VIII, spedita ad Anagni il 3 luglio
1296, l’altra è del predecessore I nnocenzo IV, spedi ta da Lione il 12 luglio 1246.
Se durante queste due date il convento di fuori ebbe vita, è da supporsi
esistesse dall’epoca del suo fondatore. Ad ogni modo i de Marra continuarono ad
avere il governo del convento tanto è vero che nel 1339 si trova abbades sa
Maria de Marra, detta altrimenti Maria di Bari. Al tempo di questa abbadessa il
convento continuò la sua vita ascensionale, acquistando case, terreni e censi e
uno tra gli altri è la compra di una casa posta in pittagio Cambij, presso la
c hies a d i S an G io vanni infr ac as e . In questa casa appartenente ai nobili coniugi Nicola
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Santacroce e Nenna de Marra, le monache vanno ad abitare, visto che g li
U ngher i s ce s i ne lle Pug lie per ve nd ic ar e la mo rte d i re A ndre a di Ungheria,
ucciso in Napoli, dalla triste regi na Giovanna I sua moglie, lo depredavano e lo
invadevano, costringendo le monache a rifugiarsi nelle case dei predetti coniugi,
che poi comprarono. (12 febbraio 1350). Di tale casa ne parla un altro
documento del 1409 che così transuntiamo dall’originale:
Dinanzi al notaio Cicco di Matteo di Villanova, venuto con il giudice a
Contratti, Cicco de Scarpone, nel monastero di S. Chiara “ extra menia”: Le
monache d ic hiarano d i av er sodd is fatto a Re nzo d e V arv er io , proc ur atore de i
nob ili G iaco be llo , Elia e do n A nt o nio Abb ate i ce nsi co mpre so q ue llo d i c ar lini 6
s opr a la cas a pr es so la c hies a d i S . G iov anni infr ac as e “ in q ua alie m oniales
hab itant” . Le mo nac he pr ese nti ne l p ar lator io e rano : l’A bbades s a C hiar a de
V ito Am er us io d i B ar i, s uor Mar g her ita de Maro ldo , suo r Pipp a, suor
S imo nucc ia d e Bo ne llis , B eatrice de Palm er io e Mar ia Ber ter aj mo d i Bar le tta.
S i v ede d a q ue s to se co ndo d oc um e nto c he le monac he f ac evano la sp o la,
s eco nd o la ne ces s ità d i e mer ge nza, ab itando or a ne l nuovo , or a ne l v ecc hio
m o nas tero , il q uale ultim o , me ntre ne l doc ume nto pre de tto è ind ic ato ancora
c ome c as a, in d ue doc um e nti pr eced e nti de l 1385 e de l 14 00 è ind icato come
“ Mo nas ter ium nov iter ed if icatum in ho sp itio nob ilis Elig ij d e Marr a prop ter
pr ese ntiar um g uerr ar um turb ata te mpor a ” . A nz i ne l doc ume nto de l 20 g ennaio
1400 , l’ abb ade ss a, Jacob e lla de Me lf ic ta, ac ce tta il te s tam ento d i una tale
Mita, ve dov a d e l maes tro Mar ino Cord ane rio , la q uale le ga al c onve nto una
c asa e co s tituisc e la rend ita pe r l’ altare d i S . G iovanni Ev ange lis ta che si
s ar ebbe cos truito ne lla nuov a S . C hiar a.
E’ so lo d al 1416 c he s i p ar la se mpr e de lla c hiesa e d e l mo nas tero infra
m e nia, g iac chè tutti i contr atti c he i notai red ig ono , ve ngo no s tip ulati pre sso
le grate d el nuo vo co nv ento .
D if atti, dal 26 nove mbre 1416 le mo na c he vede nd o c he ve niv a m eno un
m ur o de lla casa d i un tale S tef ano d e R iso , pre sso la tr as e nda d i d e tta c hie sa
in p ittag io C amb ij , ad e vitar e un d anno al monas ter o co n l’ inte rve nto d el
g iud ice N ico la d i Mo nopo li d e ll’ as ses sor e Be nede tto de R ubo , no n e ss e ndo in
B ar letta il de R iso , le mo nac he lo fe cero r ico s tr uire s alvo po i a r iv aler s i d e lle
s pes e d al de tto de R iso .
A ltr a q ues tio ne impor tante avve nuta è q ue lla c he r ig uard a alcuni terr itor i
app ar te nenti alla c hies a d i S . V itale ed alla chie sa d i S . Arc ange lo d e tta
altr im enti de l Dattulo , d i c ui S . Chiar a s i trov a in p ie no p oss es so (ve d i c hie sa
d i S. A nge lo ).
S i er a ne g li anni 1452 -53 , quando d inanz i ai tr ib unali s i d ib atte tte la
questione a chi appartenessero i due predetti territori.
Le monache di S. Chiara che avevano in possesso, non così facilmente
cedevano una così vistosa proprietà. Chi protestò contro un tale possesso fu
l’Arciprete di Aversa, Pietro Barajano, il quale in nome della chiesa benedettina di
S. Lorenzo di quella città dichiarava che dette due chiese con i detti due territori
in Barletta, appartenessero ed erano grancie della detta chiesa di S. Lorenzo in
Aversa. Il Barajano ricorse alla S. Sede e fu per questo che il 19 luglio del 1452
nel “theatrum” del nobile Giovanni Bonelli, sito in “ pittagio S. Stephani, in loco
carratiarum”, si adunarono in tribunale il giudice Masio de Rigoliosis, il notaio
Cobello, il notaio Matteo de Piczis, l’abate Luigi Bonelli, Vicario dell’Arcivescovo di
Ursinis. Non si presentarono le monache. Il Vicario dell’Arci vescovo fece leggere
una sentenza di Papa Nicolò V con la quale si stabiliva che le monache di S.
Chiara falsamente si erano messe in possesso dei territori, dove sorgeva la chiesa
di S. Arcangelo e S. Vitale, tutte e due grancie di S. Lorenzo di Aversa. D al giorno
10 dicembre 1451 fu inviata una trina citazione alla suora Angela de Francia. Si
presentarono solo i seguenti testi: l’Arciprete Barajano, procuratore di S. Lorenzo
di Aversa e di S. Vitale di Barletta e dichiarò che egli esigeva i proventi di S.
Vitale e del territorio che è circum circa la chiesa di S. Arcangelo e che il detto
territorio ha un palmento antico presso la chiesa di S. Arcangelo che è di sua
appartenenza ed è messo sulla via che va alla Piscaria, presso le vigne di Angelo Petracca, il
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territorio di S. Bartolomeo, la terra di Renzo di Andria ed altri confini. (S. Vitale e
S. Arcangelo erano sulla via vecchia che menava allo Sterpeto ed a Corato. Vedi
chiesa di S. Vitale).
A ndr eo tta Mus ta, arc ipr ete d i Bar le tta, d ic hiarò c he la d e tta c hie sa d i S.
V itale e d i S . Arc ang e lo, or so n p iù d i 40 anni, la te neva in co mm enda il
C ard inale Mar am aldo co n q ue lla d i S . Lore nzo d i Av ers a e che eg li s tes so d a
s e i o s e tte anni pag av a il f itto a d e tto Car d inale. Lo s tess o te s timo niaro no fra
Fr ance sco B one llo pr iore d i S . S epo lc ro , d on G iac omo C ac zo lla, do n G iaco mo
Ar m atore . So n tes tim oni ne l rò g ito : Abb ate Nardo d e R iso , il c antor e G asp are
d e Nico la d e l maes tro Dom e nico , do n Matteo de Bar is ana, do n Ange lo C ucco , il
no tar A llius Luig i Bo ne lli, Matteo de l no taio Cob e llo d e Picz is , Mas io d e
Rogo lio, no tar Pie tro Pizz o , A ng e lillo de l no tar Cob e llo , Palmer io de G uarnerio
s ind aco e p ro to ntino d i Bar le tta.
A se guito de lla es cuss io ne de i sopr ascr itti tes tim oni il 2 4 d ic em bre 14 53 il
d iaco no G iro lam o d i N ico la d i Tr ipuz io d i Tr ani ins ieme co n il no taio tranese
Do me nico d e Caz arso , co n il g iud ice R ugg ero de A lb er to d i B ar le tta ebbero
l’ incar ico d al V ic ar io d i Trani d i pr ender e p osse sso d e l pred e tto terr itor io ,
app ar te nente a S . Lore nz o de ll’Ord ine d i S . B e ne de tto d i Ave rs a, impo ne ndo
alle mo nac he una m ulta d i d uc ati 6 per le spe se e d i r es tare in B ar le tta, anc he
p er un anno , f inchè le mo nac he co nv inte ave ss ero r eso g li im mob ili no n prop r i.
I n q ues ta seco nda p ergam ena è r ipor tata la se ntenz a de l Po ntef ice e
l’ incar ic o c he av eva l’ arcipr e te ed il V ic ar io d i Tr ani A bate do n F abr iz io S tang a
in d ata 12 o ttobr e 1452 . I l po sse sso de i pr ede tti ter r itor i avve nne per “ pelb as
e t fro ndes arbor um” d a p ar te de l d e tto g iud ice e no taio . Co munque s iano
andate le c ose il ter r itor io d i S . Arc ange lo con la “ Pisc ar ia se u c is ter na” ,
r imase in po ss ess o d e lle m o nache , le quali se d urante la c aus a s i d ic hiararo no
c ontumac i d e ll’O rd ine bened e ttino , f u fors e p erc hé avev avo acce ttato ne l loro
c onve nto mo nac he d i altr i co nve nti v ic inior i dell’ Ord ine d i S . Be ned e tto in
po ss esso d i d e tti terr itor i. U n do cume nto po i d e l 30 lug lio 1499 ancor a inedito,
affer m a c he l’abb ade ss a C ater ina de Te s aurar ijs f ittava ad A nto nio de R is is,
s ind aco d i B ar le tta, d ue im mob ili, il terr ito rio e la Pe sc ar ia r icev e ndo un ce nso
annuo d i un’o nc ia da p ag ars i ne lla fe s ta d i S . Mar ia d’ Agos to . I l doc um e nto
p erò , d ic hiar a c he la pesc ar a e ra f uo r i de l terr itorio d i S . Ar cang e lo .
La c hie sa d i S . C hiara “ ex tr a m enia” , v ers o il 1567 , p iù no n es is teva
e ss endo co mp letame nte c ad uta d u r ante la g ue rra d e l 1528 com e avv is a la S .
V is ita d i q ue ll’anno , né og g i se ne sa p iù ind icare la s ua ubic az io ne , salva
l’ ind ic az io ne de l C as ale d i S . V itale . I l co nvento po sse dev a la c os ì d e tta
m asse r ia d i S . C hiar a d i ver s ure 250 ; terr itori a Pantane llo , a S . Mar tino
Ro to ndo , la m ass er ia della Mo tta pre sso Canne, d onata d a C itula Bo ne lla d i
N ico la, ne l te mpo in c ui v e nuto me no un m atr im o nio , la med es ima pres ce lse
pr e nder e il v e lo nero e la s tes sa abb ade ss a c on le m o nac he , atte nendos i al
pr ece tto d iv ino co m e d ice la perg ame na: “ qui v enit ad me no n ej ic iam foras”
l’ acce ttaro no ne l mo nas te ro (1406 ). A ltro fatto ec latante f u q ue llo avve nuto il
1748 e narr ato ne l vo lum e tto I V d a Saver io Fr anc esc o V is ta ne lle s ue “ N ote
s to r ic he ” . I n ess o s i r acco nta l’ ep iso d io d i d ue monac he co ns acr ate , fugg ite dal
c onve nto no tte tem po tr as por tate co n una b ar chetta ne l mo nas tero d i F ium e e
c iò per la tropp a s eve rità d ell’ abb ade ss a. Le de tte mo nac he f uro no suor Mar ia
C ar lo tta Fr agg ianni, f ig lia d i N ico lò e s uo r Mar ia N ico le tta Abb a te . E’ d a que sto
e p isod io po co gr ad ito c he il co nv ento d i S . C hiar a s i fe ce le por te d i f erro,
o nd e nel p opo lo è re s tato c e lebr e il mo tto : “ S . Chiara pr im a f u r ub ata e po i s i
fe ce le por te d i fe rro ” . Co n l’ and ar deg li anni q ues to c onve nto andò d i m ale in
p egg io .
Nel 1895 fu ceduto in parte e nel 1911 totalmente per uso del Seminario
diocesano. Le 5 monache superstiti furono mandate, parte fra le benedettine in S.
Ruggiero e parte nel convento delle Clarisse di Trani. In seguito il seminario
scomparve ed in una notte del 1941 la chiesa crollò. Il convento fu abbandonato e
le suore d’Ivrea che lo tenevano per il loro Istituto di S. Giuseppe andarono via.
Solo nel 1947 il capitolo cattedrale che lo teneva in enfiteusi fece una donazione
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a l le S a le s i an e d e i S ac r i C uo r i l e q ua l i s p e nd e n d o d iv e r s i m i l io n i l ’ h an no
r ia t ta to e d ad a t ta to ad us o d i s c uo le .
I l s uo lo d o v e s o r g e v a l a c hi e s a p e r £ 8 0 .0 0 0 f u v e nd u to ai f r a te l li
S tr a n ie r o , m a le m o n ac h e lo r ic o m p r ar o no c o n l a p r o m e s s a d i r ic o s tr uz i o n e
d e l la c h ie s a . E ’ d a au g ur ar s i c h e c iò av v e ng a .
E c c o l’ e le nc o d e l le ab b ad e s s e d e l la c h ie s a d i S . C h i ar a:
1 2 9 5 – s uo r C a te r in a ; 1 3 0 9 – s uo r E l is ab e t t a d e Mar r a p r o v e n ie n te d a
S al e r no ; 1 3 3 9 – s uo r Mar i a d e M ar r a ; 1 3 5 0 – s u o r Mar ia d i B ar i ; 1 3 5 6 s uo r
E g i d i a d e M as e l lo ; 1 3 8 5 – s uo r I s a b e l l a d e Me lf ic t a ; 1 3 9 6 s uo r C hi ar a d e V ito
d e A m e r ut i j s d i B ar i ; 1 4 0 0 – s uo r J ac o b e l la d e M e lf i c t a ; 1 4 0 6 – s uo r C h iar a
d e A m e r ut i j s ; 1 4 2 6 s u o r C a te r i na d e A m e r u t i j s d i B ar i; 1 4 4 7 - s uo r
A ng e l uc c ia d i G io v a n n i d e F r a nc ia ; 1 4 9 0 – s uo r C h iar a d e V i to A m e r us i o d i
B ar i ; 1 4 9 1 – s uo r C a te r in a d e Te s aur ar ij s ; 1 5 0 6 – s uo r P ad u a na ; 1 5 3 5 – s uo r
I s ab e l l a d e G a l i ano ; 1 5 3 9 - s uo r O l im p i a d e R o s is ; 1 5 4 1 – s uo r N e n na
V e r na c c hio n a; 1 5 4 2 – s uo r L aur a d e S p l a ; 1 5 4 8 – s uo r El e o no r a R uf ulo ; 1 5 5 0
– s uo r N e nn a V e r na c c h io na ; 1 5 6 2 – s uo r B e r nar d i n a Te o t in a ; 1 5 6 4 – s uo r
L u c r e z i a Te o t i na ; 1 5 6 5 – s uo r A nto n ia V e r n io l a ; 1 5 8 4 – s uo r O l im p ia d e
R o s is ; 1 5 9 7 – s uo r G ir o la m a Lo m b ar d a ; 1 9 1 1 – s u o r C o nc e t t a d e G i l io .
S . C ri s t o fo ro .
A nc he S . C r i s to f o r o , i l
S a n to M ar t ir e
le g g e nd ar io d a ll a s ta t ur a
g ig a n te s c a , il p o r t ato r e d i C r is to , s p e s s o r ap p r e s e n t ato s u l le f ac c ia te d e lle
c a tt e d r a l i, e b b e in B ar le t t a i l s uo c u l to .
D a l l a s ua c h ie s a , m e s s a i n p it t ag io “ S . S te p ha n i s e u c ar r o t iar um ” p r e s s o
l a c as a g r a nd e d e i s ig no r i B o ne l l i e q ue ll a d i G ian V i nc e nz o C ic a l a e l’ a ltr a d i
P ad u ano d e G a l ia no e tr e v i e p ub b l ic he , ho tr o v a to no t i z i e s o lo p r e s s o i n o t ai
G . d e G e r a ld in is 1 5 5 2 – 1 5 6 1 – 1 5 6 5 e p r e s s o O ra z io d e Le o 1 5 8 1 – 1 5 9 6.
N e l l ’ e le nc a z io ne d e l m io l ib r e t to “ Le c h ie s e d is tr u t te ” ho c it a to un
d o c um e n to d e l 1 5 1 6 , s e c o nd o il q u al e s i af f e r m a c h e l a c hi e s a p o tè s o r g e r e
a l le s p a l le d e l l a c hi e s a d i S . B ar to lo m e o o g g i N a z ar e t h , m a i d o c um e n ti
p o s te r io r i, m e n tr e n ul l a af f e r m a no i n f av o r e d i t a le a s s e r z io ne , q uas i t u t ti
a s s e r is c o no c h e la c hi e s a f o s s e p r e s s o la c a s a g r and e d e i B o ne l l i . D if at t i al
n u m e r o c iv ic o 7 3 d i v ia N az ar e th , d i f r o n te al p al az z o V e s c o v il e , s o tt o il
p al az z o d e i B o ne l li v i è u n m ag az z ino ne l q ua le p uò e s s e r e e s is t it a la c h ie s a .
M a ne m m e no q ue s t a i p ot e s i p o s s o r i te ne r e c o m e la p i ù v e r a , g iac c h è u n
a l tr o d o c u m e nto d e l 1 4 g i ug no 1 5 9 6 r ip e t e c he l a c h ie s a r e s t av a p r e s s o la
c as a p al a z z ia t a d i D i a no r a B o ne l la (no t aio O r az io d e Le o ) . U n al tr o an c o r a
d e l 1 5 1 6 d i c h i ar a c he S . C r is to f o r o e r a al le s p a l le d i S . B ar to lo m e o .
O g g i d o p o c ir c a c i nq ue s e c o l i e s s e n d o c a m b ia ta q uas i c o m p l e t am e n te la
c o nf ig ur az io ne d e l le s tr a d e , d e l le c as e e d e l luo g o , s i r e nd e d if f ic i le p o te r
d e te r m i n ar e c o n p r e c is io n e il l uo g o d o v e s o r g e v a la c h ie s a .
S a n t a C ro ce d i G eru s a l em m e i n B a rl et t a .
E r a d ip e nd e n te d a l la c h i e s a d i S . Mar i a d i P ul s ano , s i tu a ta s u l Mo nte
G ar g a no (v e d i S a n te r a m o : “ C hi e s e d is tr u t te ” d i B ar l e t t a ).
N e l 1 5 7 5 i s uo i b e n i f u r o no f i t ta t i ad A nd r e a e F r a nc e s c o P iz o lo d i
B ar l e t t a .
E r a p o s t a p r e s s o l a c h ie s a d i S . D o m e n ic o e x tr a m e n i a.
A v e v a u n a e n tr at a d i d uc a ti 1 2 (1 5 6 7 ) .
D ip e nd e v a d a u n p e r p e t uo C o m m e nd a to r e c he ne l 1 5 4 1 e r a N ic o la
G ay e ta no d e A r a g o n i a, m e ntr e ne l 1 5 7 0 s i tr o v a C o m m e n d a to r e S c ip io n e
F o s c ar i d i N ap o l i .
L a ch i es a e i l co n v en t o d i S . D o m en i co
e i l co n v en t o d i S . Ma r i a Ma d d a l en a .
Parlare di una chiesa e di un convento che hanno la loro origine, dopo più di
sette secoli, dalla morte di S. Domenico, è compito un po’ difficoltoso, quando s i
74
p ens a c he ques ta c hies a e q ues to co nv ento hanno v is to adde nsars i s u d i loro
la f ur ia v andalica de lle g uerre e d e lle d is tr uzio ni co n la sc omp ars a d e lla
m ag g ior p ar te d e i do c um e nti. I l pr es ente c ap ito le tto d i ricos tr uz io ne che ho
m es so ins iem e alla m eg lio dopo il pr imo te ntativo d a m e f atto ne l 1921 nel
vo lume tto (“ Le c hies e d istr utte ” , Ed it. D e llis anti, B ar letta 1921 ) aug ur o s ar à di
g iov ame nto ai le ttor i.
Le pr im e no tiz ie d i S . Do me nico f uor i le m ur a d is tr utto ne l 1528 p er la
g ue rra d i pr edo minio tr a g li sp ag no li e d i fr ance s i, so no co eve all’ es is te nz a del
fo nd ator e S . Do me nico . D if atti il p iù antico do c um e nto c he è v e nuto a lla m ia
c onosc e nz a è una dec is io ne d i Pap a Gr egor io IX d e l 19 g iugno 1238 , d a m e
s tes so r icer cato ne ll’Ar chiv io V atic ano q uale s i fa no to ai Ves cov i v ic inior i di
Mo lfe tta, d i B ito nto ecc . e s i obb lig a l’Ar c ive scovo d i Tr ani d i las c iar libe ri i
p adr i Do me nic ani, per c hé p oss ano co s tr uirs i la loro chies a ed il c onv e nto in
B ar letta (C . D . B ar le ttano vo l. I I ° p ag . 2 n° 4 ) co n l’obo lo de i fe de li.
I n altr a perg ame na d e l 27 nove mbr e 1298 s i r icord a o ltre ai Mo nas ter i d i
S . S tef ano , d i S . S imo ne e G iud a, d i S . A nd r e a, S . C hiar a e d i S . Luc ia tutte
f uor i le m ur a, o ltre c he de l co nv e nto d e i f rati Minor i, e d i S . Do me nico de i
p adr i Pred icato r i anc he f uor i le m ur a, ed anzi un doc um e nto in p ar i d ata fa
app ar ire un Jo hannes d i S . Mar tino d e i p adri Pr ed ic ator i, pr ior e (C. D .
B ar lettano , vo l. I ° p ag . 226 do c . 84 ) d e lla c hiesa d i S . Do me nico dalla quale
d ip e ndev a S . Luc ia c hie sa c laus tr ale do me nicana s ia quando le monac he
d imor avano f uor i le m ur a, s ia q uando v e nnero ne l co nve nto ed if icato ne lla
c ittà. Ma dov e sors e l’antico c o nv e nto e la pr im itiva c hie s a d i S . Dome nico ,
s tando alla p ubb licaz io ne de i cod ic i lo c ali, il prim itiv o co nv ento e la chie sa
s orgev ano dov e ogg i è e d if ic ato il p alazzo a me tà s tr ad a d i v ia Bacc ar ini.
Av ev a attor no una p ropr ie tà terr ier a d i v ig nali und ic i, p ar i a circ a q uattro
e ttar i e c io è : s e tte v ignali ne l c ompr e nsor io che s i s te nde dalla s tazio ne
fe rrov iar ia s ino a v ia Matteo R e nato I mbr iani, rio ne S . A nto nio Ab ate e v ia
v ecc hia N az are th e q uattro v ignali su c ui in m ass ima par te s i s te nde il
m ede s im o r io ne S . A ntonio A bate .
S . A nto nio Ab ate avev a ne l s uo amb ito una p escar a, ne i c ui pr es si sor gev a
S . A nge lo il c ui terr itor io s i d is cutev a se ap parte ness e a S . V itale d i B ar le tta
op pure a S . Lor enzo di Av ers a o a S . C hiar a.
La chies a de l d etto S. Do me nico v ec c hio avev a la facc iata a po ne nte c on
un capace c am panile, co me r icor da q ualc he doc ume nto , de l s uo no de lle c ui
c amp ane par la Mas s im o d’ Az eg lio ne l suo ro m anz o “ La d isf id a d i Bar letta ”.
De lle de tte c amp ane e camp anile se ne p ar la in d iv ers i do c um e nti e d if at ti nel
1546 il pr ior e d i S. Do me nico , A les s andro de Pans a, d av a incar ico al maes tro
Luig i de B usco d i Milano d i fo nd ere una c amp ana d i se tte q uintali, la q uale
s ce sa d al c amp anile , f u rif us a ne l 1597 d al maes tro Luc a de Juliano d i Agno ne
p er d uc ati 42 a d e vo z io ne de lla nob il d onna D ianor a Ge ntile. (O . de Leo ,
12 /2 /1597 )
S i tr atta q ui de l c amp anile d i S . D ome nico d i f uori (co me io p e nso ) o d i S .
Do me nico cos truito s ui rude r i d i S . Mar ia Mad dalena?
Co m unq ue s ia è c er to che il s uo no d e lle c amp ane s i p uò as co lt are d alla
r iv a d e l mar e , c ome e sse risc e il p rede tto Mass im o d ’A zeg lio ne l suo r ife rito
ro manzo , p ur no n e ss e ndo m ai ve nuto a B ar le tta, co me e g li s te sso d ic hiara
ne ll’altr o s uo libr o “ I m iei r icord i ” .
I n altro doc ume nto d e l 1326 tro vo p ure c he F ilipp o Bo ne l li, sem pre ne lla
c hies a d i S . D om enico f uor i le m ur a f a c e leb rar e il s uo annive rs ar io ai pr eti di
S . S epo lc ro e ne l 1400 e s eg ue nti, altr i doc ume nti co ns im ili ac ce nnano ad altri
do nativ i e leg ati intes tati al co nv e nto .
A s eg uito d e lla c e lebr e “ Disf id a d i B arle tta” , comb attuta fr a 13 italiani e 13
fr anc es i, comp ar isco no d i nuov o i p adr i D ome nic ani com e q ue lli c he p re sero
p ar te alla pr oce ss io ne , d opo la v ittor ia o ttenuta dag li italiani, g iac c hè
c ro nache co eve e pos ter ior i lo asser isco no e lo stes so A no nim o d i Ved uta
d ichiar a c he inco ntro ai 13 v ittor ios i v enne por tata l’ imm ag ine de lla Madonna
Assunta in cielo, accompagnata processionalmente dal clero di Barletta. Al quale atto
75
di esultanza e di devozione, i 13 scesero da cavallo ed entrarono nella maggior
c hies a d i B ar le tta per r ingr az iare la Ve rg ine p er la v ittor ia r ip or tata.
N e l 1 5 2 8 l a c hi e s a d i S . D o m e ni c o c o n le m o l te al tr e f uo r i d e l l’ ab i tato
f ur o no d is tr ut te o d i n p ar t e ab b at t u te d a i f r an c e s i c ap it a na t i d a l ne f as to
R e nz o d a C e r i, c o m and an t e d i q ue l le tr u p p e .
I n t an to , no n p o t e nd o i Pa d r i s v o lg e r e le lo r o a t tiv i tà r e l ig io s e f uo r i d e l le
m ur a, i ni z iar o no le p r a ti c he d i c o m p r a d i a lc une c as e v ic i no a l la c h ie s a e
d e l la s t e s s a c h ie s a d i S . M ar i a M ad d a le n a s in d a l 1 5 3 0 .
E c c o c o m e c h iar am e n te s i e s p r im e un b o no r um d e l 1 7 0 0 – 1 7 1 4
c o ns e r v a to ne l l’ ar c h iv io d e l la c h ie s a C at te d r a le .
I ) – Te m p o q u and o s i p r e s e i l c o nv e n to c he p r im a e r a f uo r i d e l la c i t tà
d e n tr o B ar le t ta .
“ I l no s tr o c o nv e n to p r im o lo c o e r a f uo r i d e l l a c i tt à d i B ar le t ta , d o v e o g g i
s i c h i am ano l e te r r e d i S . Do m e n ic o v e c c h io , q u a l c o nv e n to f u d i s tr u t to in
t e m p o d e l la g ue r r a d e l l’ i n i m i c i , i n te m p o c he r e g nav a i l s e r e n is s i m o C ar l o V
I m p e r ato r e d e i r o m a n i , c o nf o r m e ap p ar e ne l f a s c ic o lo b o m b ac i no , f o l . 1 5 ,
d o v e v i è u n o r d i ne d i d e t to C ar lo V , c he g l i o f f i c i a l i d e l l a f ab b r ic a d e l
c as te l lo d i B ar l e t t a no n a r d is c ano p r e nd e r e le p ie tr e d e l no s tr o c o nve n to
d ir u to ; p e r l a q ua l c o s a f ur o no ne c e s s i ta t i l i no s t r i p ad r i d i p r e nd e r e u n a ltr o
c o nv e nto i n B ar le tt a e d av u ta c o nv e n z io n e c o n d o n R o b e r to d e G r ip h is ,
c ano n ic o b o to n t i no ; c o m m e nd a to r e d e l S . Te m p io G e r o s o lo m i t ano , ab b at e
d e l la c h ie s a d i S . M ar ia M ad d a le na , s it a d e ntr o B ar l e t t a c o n a lc u ne f ab b r ic he
e c as e a t ta c c a te a d e t t a c hi e s a c o n i l p a d r e B ac c e l l ie r e , f r a M a t ti a d a V ite r b o
d e l l’ O r d i ne d e i Pr e d ic at o r i , s i v e n ne i n ac c o r d io , m e d i an te l ’ as s e ns o
a p o s to l ic o d e ll a S an t i tà d i C le m e n te V I I e l a c o n c e s s io ne d i C ar lo V ,
c o nf o r m e ap p ar e ne l f a s c ic o lo I ° b o m b a c e no , f o g . 1 7 , c he d e t to ab b ate
c e d e s s e d e t ta c h ie s a , c a s e e c e ns i d i d e t ta ab b az ia c o n al tr e c o nd iz i o n i,
p o s te n e l l ’ i s tr um e n to s tip u la to i n A c q u av iv a i l 1 5 m ag g io 1 5 3 0 p e r m a no d e l
n o t a io A p o s to l ic o G ar z i a d e G ib r a l io ne , e g i à ne l 1 5 3 1 i no s tr i p ad r i p r e s e r o
p o s s e s s o d i d e tt a g r an c i a s e u c h ie s a d i S . M ar ia M ad d al e n a e d i l 1 5 3 5 p e r
m a no d e l no t aio F r a nc e s c o B u t taf o c o a l l i 8 m ag g io f u s tip u la to a ltr o
i s tr u m e n to d i c e s s io ne t r a i no s tr i p ad r i e d i l V e s c o v o d o n P ir r o G io v a n ni
M e le d i N a p o l i e r e t to r e d e l la c h ie s a d e l la Mad d al e n a , c o n l a c o nd i z io n e d i
p ag ar e le v is i te , i l s us s id io c ar i t at iv o e le d e c i m e im p o s t e e d i m p o ne n d e ” .
II) T e m p o q ua nd o s i e r e s s e s e u s i f o nd ò i l c o l le g io .
“ I l c o ll e g io f u e r e t to p e r o r d i ne d e l Pad r e r e v e r e n d is s im o g e ne r a le , f r a te
G io v a n B a t t is ta d e M ar in i s e d e l m o l to R e v e r e nd o p . Mae s tr o Pr o v i nc ia le d i
T e r r a S an t a, f r a te G r e g o r io A r a il z a , V ic ar io G e ne r a l e e V is i ta to r e d e l la
p r o v in c i a d i S . To m m as o d i P ug l i a, n e l m e s e d i m ag g io 1 6 6 1 , ne l C ap i t o lo
p r o v in c i a le , f a t to i n Ma te r a n e l m e d e s i m o a nno 1 6 6 1 ” .
S e c o nd o i l m e d e s im o b o n o r u m :
I l p r i m o r e t to r e d e l c o ll e g io f u il P . f r at e Lu ig i F r is ar i d i B i s c e g l ie , il
p r i m o r e g g e n te P . f r a te G i us e p p e d i A l ta m ur a , i l p r i m o B a c c e l l ie r e P. f r a te
A n to n io d a B r i nd i s i ; m a e s tr o d e g l i s t ud i P . f r a te To m m as o d e A le s s a no ,
l e t to r e d e ll e ar t i P . f r a te R af f ae le d a B i to n to .
L i c o l le g g i a li f ur o no li r e v e r e nd i Pad r i : f r a V i nc e nz o d a Po l ig na no ,
D o m e n ic o d a Mo lf e t ta , A m b r o g io d i C as te ll a ne ta , T o m m as o d a Mo l a, V i nc e nz o
d a R uv o e G i ac in to d a C o r a to .
T r a i p r iv i le g i, i l c o nv e n to d i S . D o m e n ic o , s e m p r e s e c o nd o i l b o no r u m 1 °
e s ig e v a u n d u c a to a l l’ an no p e r c o nc e s s io ne d i r e A lf o ns o s in d al 7 lu g li o
1 4 9 4 ; 2 ° p o te v a tr a s p o r tar e f uo r i d a l r e g no c ar r a 1 3 ½ d i g r ano e s e n ti d a
g ab e ll e p e r c o nc e s s io n e d i F e r d i na nd o , A lf o ns o e C ar lo V ; 3 ° e s ig e v a 1 0
c ar li n i d a l la r e g ia d o g an a d i B ar le tt a p e r i l C e r e o Pas q u al e ; 4 ° r ic e v e v a
t o m o l i 6 d i s a le p e r c o nc e s s io ne d e i r e d i S p ag na.
I l c o nv e n to p o s s e d e v a le m a s s e r ie d i B e l lo lo c o , C as av e c c h ia , S . Pr o c o c o ,
p ar c o d i S a n ta c r o c e in 4 6 v e r s ur e , le g a te d a F i l ip p o S a n tac r o c e p e r
c e le b r a z io ne d i 2 4 0 S ant e Me s s e , m e t à d e l la m a s s e r i a P is c i n a (l ’ a l tr a m e tà
e r a d e i p ad r i S e r v i t i, 1 8 l u g l io 1 6 7 6 ) .
76
Pos sed ev a due fos se de tte Palicc hio e C anale al Paniere d e l Sabato , do nate
d ai fr ate lli Quar to . Serv iv ano p er de pos ito d i fr um e nto . Pos sed ev a la sc he da
d e l no taio A les sandro Spallucc i, in 26 to m i co mprata da f ra Ange lico per duc ati
38 , ma c he allor a s i c ons erv av a d al no taio Ce llam m are , es se ndo pro ib ito p er
le gge la co ns erv az io ne ai p r ivati. Poss ede va mo lti altr i ce ns i e c anoni c he q ui
p er br ev ità s i om e tto no .
I ntanto i p ad ri in “ defe c tu eor um Ec cles ia d ir uta ex tr a me nia” , si
tr asf er iro no in S . Mar ia Madd ale na ne l 1 577 , quando per atto de l no taio G ian
A nto nio Boc cuto d i B ar le tta d e l 17 d ic emb re , d e ttero inc ar ico al m aes tro
A ng e lo Sp alle tta d i iniziare il p edame nto (fo ndaz ioni) d e lla f ab br ic a, d e lla
f ac c iata, de lle p ar e ti ecc. de lla nuo va c hies a d i S . Do me nico , pro me ttendo g li
p ietre , tuf i e s tr ume nti de l lavoro o ltr e c he una m ed ia d i p ag a d i c ar lini 7 per
og ni canna d elle pr ede tte cos tr uz io ni.
Per causa d e ll’ allarg amento de lla nuov a c hies a sor ta s ull’are a e p are ti
d e ll’ antic a c hies a de lla Madd al e na app ar tene nte ai Te mp lar i e po i ai c av alieri
G eros o lom itani s i abbatte tte l’ arco cos ì d etto de lla Madd ale na c he d ava
f as tid io alla chies a (app ar te nev a al s ig nor Ces ar e d e Marra). Lo s te sso s i fece
d e lla cas a c he es is tev a tra la c hie sa ed il p alaz zo d e i Mar ulli, og g i de Mar tino .
Tr a i co ntr ib uenti alla f abb ric a ve ne s aranno s tati, m a il bo no rum r ic orda
s olo che un Mode s tino Ottav iano co ntr ibuì co n 300 d uc ati, Luc a G ianne tta d a
C arp ino co n 10 0 d uc ati, S alv ator e Pe luso v ersò 20 d uc ati per la cos tr uz io ne
d e l coro .
Co no sc iamo
ancor a
c he
l’ ar is to cr az ia
bar le ttana
co ntr ib uì
co n
la
c os tr uz io ne d e lle cappe lle e tr a l’altr o no tiamo: l’ altar e m agg io re tutto di
m ar m i p reg iati f u ere tto a c ur a e spe se de l nob ile Luig i de Marr a. Tr a i m armi
è oper a d avv ero ar tistic a i l p alio tto d e ll’ altare magg iore co n intarsio
r appr es entante S . Maria Madd ale na p enite nte . D i r ece nte la sp alliera
d e ll’ altare de l S . Se po lc ro , p reg evo le lavoro in leg no dor ato , f u d onato
all’ altare magg iore d i q ue s ta c hie sa.
A de s tra d e ll’ altar e m agg ior e v i er ano le cappe lle s eg ue nti: q ue lla d i S.
Tom m aso d’A quino co n se po lcro de i Gargano B aldac chino ; l’ altra ded ic ato a S.
V inc e nz o Ferr er i è in m ar mo c on d ip into de l S anto attr ib uito a Corr ado
G iaq uinto , q ue st’ altare f u e le vato d al d uc a Mas te llo ne , gover nato r e d e lle
S aline d i B ar le tta ne l 1740 e co nsacrato d a Mo ns ignor Fr anc es co Q uer alt il 2
agos to 1755 , V esco vo d i Sq uillace , c ittad ino b ar le ttano ; la c app e lla de l
Cr ic if is so de tto p ure d e lla Mado nna de lla C intur a. A l ce ntr o v i è era una lap ide
s epo lc rale ded ic ato a do n C as te llani, una se cond a un tale Q uar atinas , una
ter z a a Pad uano de Leone ; la c app e lla d ed ic ata a S . G iac into co ns erv ato d ai
Q ue ralt (e co n una tom ba co n forb ice ) co n il d ip into d e llo s te sso Santo,
d inanz i a c ui è ing inoc chiato il d ivo to , d ivo to c he se co ndo m e è il no taio G ian
B attis ta Pac e lla, il q uale do tò la s te ss a cappella c ome è no tato ne l s uo
te s tame nto .
A s inis tr a de ll’altare m agg iore er ano no tevo li: la c appe lla d e lla Mado nna
d e l Ros ar io tutta in m ar m i po licrom i co n balaus tra, ne lla c ui pala er a
l’ im mag ine de lla Mado nna de l Ros ar io co n attor no i q uind ic i m is ter i d e llo
s tes so ro sar io in quind ic i q uad re tti ov ali, oper a ve nuta d a B ar i v erso il 1580 a
s pes e de lla co nfr ater nita de llo s tes so no me ; la capp ella de lla Pie tà co n gr an
te la de l d e Mur a e s epo lc ro de lla fam ig lia Santacro ce , f u do tata d al sig nor
Filippo Campomarino, mentre la sorella Vittoria, la duchessa di Frisa, le intestò un
vistoso legato di messe; vi era pure una cappella dedicata a S. Pietro martire;
spostata da destra a sinistra, un ’altra dedicata a S. Maria Maddalena come
riferisce il notaio G. de Geraldinis nella sua scheda del 15 maggio 1563, fatta
costruire a spese di suor Cobella Bonelli dal magister Giovanni Amoruso di
Bisceglie; come pure un’altra cappella che sarebbe stata co struita con pietre di
Corgiola, con capitelli, fogliame e stemmi delle famiglie: Gentile, Santacroce, di
Gaeta, de Nicastro, dai maestri Tommaso Riccio Sanno Pugliese, Vincenzo
Spalletta, Leonardo Surdo, Nicola Bardario, a spese della signora Dianora
Santacroce (notaio Orazio de Leo), ma di esse non si hanno precise indicazioni.
77
D al 1661 (s iamo g ià al te rzo ce ntenar io ) il co nv ento f u in p ie na ef fic ie nza
e d i p adr i m is ero s u il c olleg io , co me è de tto ne lla re laz io ne d e l bo nor um;
c olleg io c he dov e tte d ar e mo l to lus tro all’Ord ine Do me nic ano , g iacc hè da
q ue ll’ anno s ino alla soppr ess io ne , ed anc he in pre ced e nz a, d a q ue l co llegio d i
s tud i teo log ic i e f ilosof ici e d ai p adr i s tess i, s ar anno usc iti uo m ini ce le br i, per
do ttr ina, pe r pre d ic az ione e p er s antità d i v ita.
I do c um enti, anc he in que s to or d ine d i co se non c i s ono p erve nuti, ma
p ur tro ppo dall’e le nco dei pr ior i c he in calce a que s t’ ar tico lo abb iam o me sso
ins ieme , è d a aug ur ars i c he q ualc uno do po d i no i s ar à p iù for tunato nel far
c onosc ere m eg lio l’ im por tanz a de i padr i Pr ed icator i d imor anti ne lla no stra
c ittà.
S app iamo d ire p erò c he ne l nuovo c olleg io ve nnero tr asp or tate le librer ie,
(avanz i d i librer ie ), g li arr ed i e co nse g nati i be ni m ob ili ed im mob ili.
D ur ante la r ivo luz io ne del 1799 le cos e co m inc iarono d i nu ovo a pe gg ior are
p er i padr i e per il c onve nto , ed es se ndo p iom bato in B ar le tta l’ eser cito
fr anc ese , no n e sse ndoc i in c ittà luo go per allogg io , le so ld ates c he s i s erv iro no
d e lle c hie se pe r uso d i c as erm e e d i depo s iti, m e ntre ne lla c hies a e nel
c onve nto d i S . Dom enico pr ese s tanz a il q uar tier e g ener ale (1804 ).
D ai gover nanti s i d ispo se c he i padr i Do menic ani s i unis ser o co n i
Conventuali di S. Antonio. Ma tale mescolanza non piacque e molti dei padri o si
secolarizzarono oppure tornarono nelle proprie città . Più tardi essendosi
allontanati i francesi, per l’avvenuta soppressione nel convento s’istallò il Regio
Giudicato detto altrimenti Pretura. Nel 1862 tutto il convento si adibì a scuola
elementare nel piano terreno, la Regia scuola Tecnica nel piano super iore.
Dal 1925 però nel lato destro della chiesa ed il corso Cavour venne
alloggiata la Pinacoteca de Nittis ed il museo a richiesta dell’onorevole Società
Amici dell’Arte esistente da vari anni nella città.
I n quest’anno di grazia 1958 la chiesa è stata a bbattuta allo scopo di volerla
migliorare, essendo in gran pericolo le volte ed il soffitto.
La quistione è stata presa a cuore da sua Eccellenza l’Arcivescovo Monsignor
fra Reginaldo Addazi. E’ stata interessata la soprintendenza ai monumenti della
Puglia e si spera di volerla vedere riedificata.
Con grato animo, verso i predecessori Domenicani diamo qui appresso la
trascrizione della sapiente e dotta iscrizione esistente nel grandioso portale
barocco della facciata principale della chiesa con la speranza di poterli imitare.
D. O. M.
Nobilissima Baroli Pietas miraculum hos paupertatis
erexit, ne miserissine, magnificum penitenti colitur hospitium .
Hoc antr um ded it Magd ale ne hos ad iunx it Dom inico ab o m nib us laud atos .
Ab utr oq ue gr atias ab uno g lo r iam , V iator , ex pec ta. V ale .
A . D. MDCX XX III
Ele nc o de i pad r i Pr ior i d i S . Do me nico in B ar le tta d al 1298 al 1691 .
1298 – Jo hannes de S . Mar tino . 1363 – Fr a Modio d i Taranto . 1367 – F ra
A nto nio d i R uvo . 1372 – Fr a G iov anni d i Mo nopo li. 1 385 – Fr a Ange lo de
B aro lo , V ic ar io d i Pug lia. 1392 – Fr a G io vanni de Salp is A ntiq uior r ispe tto al
fr ate llo , Jo hannes c he er a j unior e inq uis itor ere tice pr av itatis . 1 409 – Fra
N ico la d i B itonto. 1432 – Fr a R ugg iero de G uard iano . 1460 – Fr a A nto nio di
Bitonto. 1471 – Fra Cobello di Andr ia, Vicario di Puglia. 1474 – Fra Antonio
Catinella di Bitonto. 1485 – Fra Giovanni di Taranto. 1494 – Fra Pietro di Nardò.
1513 – Fra Tommaso da Ferrandina. 1515 – Fra Marco de Canzo. 1518 – Fra
Vincenzo di Taranto. 1530 – Fra Mattia di Viterbo. 1535 – Fra Domenico de
Martino. 1535 – Fra Francesco de Modulio. 1537 – Fra Vincenzo de Vergellis.
1541 – Fra Luca de Venusio. 1542 – Fra Vincenzo de Vito. 1546 – Alessandro de
Pansa. 1547 – Fra Giovanni Tommaso de Adiutorio. 1547 – Fra Marino Bruno di
Manfredonia. 1549 – Fra Alessandro de Pansa. 1550 – Fra Raimondo de Aradei.
1553 – Fra Alessandro de Barulo. 1553 – Fra Girolamo de Gruttulis. 1554 – Fra
Vincenzo de S. Pietro de Galatina. 1555 – Fra Vincenzo Buserio di S. Pietro
Rigalanna. 1557 – Fra Agostino di Castellaneta.
78
1560 – Fr a G iaco mo d i C ar apre sa, Prov inc iale . 1574 – Fr a A nto nio de
S ab inis d i R utig liano . 1576 – F ra G iro lamo de Ad am d i Tar anto . 1579 – Fra
A nto nio de C and ia. 1580 – Fr a Mic he le d e N ico . 1581 – F ra Mic he le d e Ruvo .
1593 – Abate B er nar d ino G e n tile . 1594 – Fr a A less andro d i A nco na. 1596 – Fra
Po mpeo d e Mar tino . 1646 – D . Do me nico S ev a Re tto re . 1661 – P. Luig i Fr is ar i
d i B is ceg lie . 1661 – P. Luig i Mo nde lli d i Tr ani. 1674 – P. Maria V ince nzo di
B ar i. 1691 - Fra S is to d i C as te llaneta.
I n co ntr as to co n l’ isc riz io ne de lla f ac c iata e co n il r ispe tto c he avr ebbe
dov uto av ers i per tutto que l mo ndo d i op ere es is te nti ne lla c hies a, la chies a è
s tata de mo lita co n la pros pe ttiv a d i e d if ic ar la p iù b e lla e co n lo s tile o rig inale
c ome s i e ra scop er to d a un arc o f reg iato c on c ap ite llo or ig inale .
Sant a Ma ri a Mad dal ena . Las c iand o d a p ar te le d iver se suppos iz io ni di
alc uni s tud ios i loc ali c he r ig uard ano i Temp lar i e s tando ai do c ume nti c he
f inor a so no ve nuti alla luc e s i p uò s tab ilire c he B ar letta avev a ne lle s ue m ur a
la pr ede tta chies a d i S . Mar ia Madd ale na c on alc une fabbr ic he e case
addo ss ate . D if atti d i detta c hie sa s i p ar la g ià ne l 1156 dall’U ghe lli in una
q uis tio ne so rta tr a il Vesc ovo d i C anne e la “ Domus Temp li” d i B ar le tta c irc a il
po ss esso de lla “ Ec c le s ia S . Mar ie de S alinis” .
I l Pro logo in un doc ume nto d e l 1169 fa co nos cer e il p r imo re ttore d i e ss a,
c he è un tale G ug lie lmo , il q uale g iur ò fe de ltà e d ob bed ienz a a Ber tr ando
Ar c ive scovo d i Tr ani, con una pr ome ss a e g iur am e nto p ropos to d al R . Ab ate
d e l S . Tem p io de lla Cas a d i G er us ale mm e , approvato d al pred e tto A rc ive scovo
d i Tr ani e d i B ar le tta.
Ec co la for m ula: “ Io re ttor e de lla c hies a S . Maria Madd ale na, c hier ico o
laico , pr om etto e g iuro sui S anti V ange li c he ne l r egger e la c hies a d i S . Mar ia
Madd ale na, co ns erv i f edeltà, obb ed ie nza e s ogge z io ne all’Arc iv es covo , p ag herò
alla Madr ic e chies a la terz a p ar te d e ll’ob laz io ne de i v iv i e la q uar ta p er i m or ti
e se c iò no n oss erver ò la c hies a tor ner à all’Ar c ive scov o ” . Q ues ta c ar ta e bbe
c onfer ma in “ Capitulo Tem p li Do m ini” ne ll’ anno 1168 , r eg nante A lm er ico re dei
Latini. (Pro logo : Le car te d e l Cap ito lo Me tropo litano d i Tr ani) S iano s tati m o lti
o p oc hi i C av alier i d el S . Te mp io di B ar le tta no n s i sa, ma s tando
all’ impor tanz a de lla casa p e nso c he no n p otev an e ss ere d i me no d i una dec ina.
D alle s c he matiche no tizie d oc um e ntar ie s i r ic av a c he nel 12 04 la s te ss a
“ Do m us m ilitie Te mp li d e B aro lo ” av eva ne lla s ua c asa un tale Matteo Camb itor
(s pec ie d i pro curator e ) il q uale p er la cas a co mpra tre v ig ne q uadrang olari in
c luso B e l lov ider e p er tre o nc e d ’oro . (vo l. X C .D .Bare se , p ag . 67 )
N e l 1226 s ono pre se nti in B ar le tta “ fr atr es e t mag is ter S . Tem p li” i q uali
d isc uto no co n i c is te rce ns i c irc a il po ss esso d e l terr itor io p res so la c ittad ina di
S err a, co nfer m ato po i d a Pap a O nor io I I I a favore d e i padr i C is te rce ns i.
(V endo la: Doc um e nti V atic ani)
D ai R eg is tri A ng io ini (1274 -1280 ) s i c onosc e c he un A m ulf us è p erc e ttore
d e lla s tes s a “S . Do mus Te mp li” ed ha d ir itto d i e s tr arre d al p or to d i Barle tta
1 .000 s alme d i fr um ento e m ille d i orz o e por tar lo in Ac co n per la s uss is te nza
d e i fr ati.
A 9 se tte mbre 1275 il re C ar lo I v uo l sapere s e è v ero che d a B ar le tta o da
Tr ani deb ba par tir e una g ale a co n fr ate d e ll’Or dine de l Te mp io p er m and are
d e i nunz i in I adr ia ed in S ir ia.
D al 1275 al 1300 (è q ues to il p er iodo p iù f lor ido pe r la C as a de i Te mp lari
d i B ar le tta) d ata la s icur ez z a d e l luogo ove es s i d imor av ano , al c e ntro d e lla
c ittà, ne l 1277 il re depos itò ne lla “ Do m us Militie Te mp li” d i B ar le tta 30 0 once
d i o ro .
Altra volta Pietro Grifferio, nuovo Priore della Milizia del Tempio (1280) ha il
permesso di estrarre dal porto di Barletta medesimo oltre 1.000 salme di frumento
e 3.000 di orzo: frumento ed orzo preso dalle masserie dell’Ordine nella Puglia e
portato con piccole barche di 100 salme nel po rto di Manfredonia, dove era la nave
dei Templari che trasportava in Accon per i frati come sopra si è detto.
Si proibiva di accedere nei porti nemici, che in questo tempo erano quelli
dipendenti dal Paleologo.
79
L a c h ie s a d e i T e m p lar i c o ns e r v ò p e r u n c e r to te m p o i l v e c c hio no m e d i S .
M ar i a M ad d a le n a, m a p o i f in ì p e r c h i am ar s i S . D o m e n ic o .
E r a m e s s a p r e s s o la v ia d e l C am b io e d av e v a c o m e p r o c ur a to r e i l
s ac e r d o te N ic o la i nd ic a z i o n e q ue s ta c he s t à ad i n d i c ar e l a im p o r t an z a d e lla
c h ie s a c he s up p o n e u n’ am m i n is tr a z io n e r i le v an t e , d a ta l’ e s is te nz a d i un
p r o c ur a to r e .
L a m e d e s im a “ Do m us Te m p l i” p o s s e d e v a un f o r no i n “ c iv i ta te B ar o l i” ,
p r e s s o un a c as a d e l la c hi e s a d i S . La z z ar o ; av e v a u n o s p e d a le o d o s p iz io c o n
l e s te s s e at tr ib uz io ni d i q ue llo d e i Te u to n ic i e d av a al lo g g io ai f r a t i c he
p as s av a no p e r a nd ar e o t o r n ar e d al l a Te r r a S a n ta .
D a t a la lo r o g r a nd e i nf lu e nz a e d i lo r o p o s s e d im e n t i , s p e s s o i c av a l ie r i
ar r e s tav ano g li a n im a li e s tr a ne i c he a nd av an o a p as c o lar e ne l le lo r o
m as s e r i e , im p o ne nd o e d e s ig e nd o d a i p ad r o n i m a nc he v o l i , ta s s e e m u l te
e s o r b i t an t i .
D i c iò r e C ar lo s e n e d o l s e i m p o ne nd o l o r o la p r o ib iz io ne d i q ue s to lo r o
modo di procedere.
I n t an to m e ntr e q ue s t’ O r d i ne as s o lv e v a b e ne i l p r o p r io d o v e r e f u p r e s o a
p e r s e g u i tar e d a F i lip p o il B e l lo d i F r an c ia e d o p o p o c o i l r e R o b e r to d ’ A ng iò ,
n e l 1 3 0 8 ; c o m e r if e r i s c e i l L o f f r e d o , f e c e c at t ur ar e t u tt i i C av a li e r i c h e e r a no
n e l S . Te m p io i n B ar l e t ta e l i f e c e r in c h i ud e r e ne l c as te llo d e l la s te s s a c i t t à.
N e l 1 3 1 2 av v e n ne la s o p p r e s s io ne .
D i s e g ui to e s s e nd o m o r ti d i p e s te i tr e o q ua t tr o c ap p e l l a ni la c h ie s a f u
o f f ic ia t a d a l c le r o s e c o lar e f i nc hè ne l 1 5 3 5 v e n ne r o ad o f f ic iar l a i D o m e n ic an i
av e nd o ab b a nd o n a to S . D o m e n ic o v e c c h io c he e r a g i à d is tr ut to p e r la
r iv o l u z io ne p o p o l ar e .
Con la soppressione del 1809 la chiesa passò in commenda alla dipendenza
della Santa Sede, e ciò tanto è vero che due documenti, uno del 25 settembre 1577
riferisce come il reverendo Giulio Monaco Carrafa di Lucera, canonico Lateranense e
perpetuo commendatario teneva alla sua dipendenza l’abbadia di S . Maria
Maddalena. Il commendatore era rappresentato in Barletta dall’abate Giacomo
Bruno di Barletta, il quale a sua volta in quest’anno fittò al venerabile Pasquale de
Carrello di Andria i 40 vignali dell’abbadia di S. Maria Maddalena compresa la chiesa
di S. Maria de Chiangula, sita in territorio di Andria sulla via che mena a Barletta
per il censo di ducati 9. La procura fu fatta in Roma nell’anno V di Papa Gregorio
XIII.
L’altro del 20 dicembre 1581 (notaio Boccuto) più specificatamente a richiesta
del notaio Leonardo Pisciotta di Torre Maggiore, procuratore di Alessandro de
Sangro, nella chiesa di S. Maria Maddalena di Barletta “ alias Templum Domini”
dichiara essere state spedite Bolle di Papa Gregorio XIII, con cui il detto Alessandro
possa essere messo in possesso dei beni della chiesa di S. Maria Maddalena, quali
beni, oltre quelli della chiesa di Barletta, comprendevano quelli della chiesa di S.
Lorenzo, S. Lucia e S. Nicola di Lucera. Il possesso di tali beni fu preso da don
Giacomo Bruno alla presenza del Vicario dell’Arcivercovo don Scipione la Tolfa, del
Priore e padri Domenicani, aprendo e chiudendo le porte, al suono delle campane e
facendo altri atti concernenti il possesso.
Fu dopo la soppressione che il 26 settembre 1518 nella chiesa si cele brò il
matrimonio di Franceschella de Canibus, figlia di Pietruccio con Nunzio de Nunzio
dinanzi all’immagine di Gesù Cristo presenti il Vescovo di Canne Leonardo
Boccuto, Mariano Sante il chirurgo e Antonio Piscis il matematico.
Tutto il territorio del te mpio che era in Barletta passò in proprietà della chiesa
di S. Giovanni Gerosolomitano e poi al S. Sepolcro come si ricava dal bonorum di
questa chiesa, trascritto nel 1774 e che ora si conserva presso la biblioteca
comunale. Il detto territorio di versure 62, vignali 2, ordini 50 è messo fra la via
di Trani e la via che mena alla Palude. In questo territorio son comprese le torri
del signor Milone e l’altra del dottor Azzariti.
Abbati di S. Maria Maddalena:
1169 – Guglielmo, 1° rettore. 1274 – Arnulfus dell’Ordine del Tempio (nel
1277 si trova Priore di S. M. dei Teutonici . dai Registri Angioini). 1280 – Grifferio
80
della Milizia del Tempio. 1530 – Roberto de Griphis. 1535 – Pirro Giovanni Mele di
Napoli. 1537 – Giovan Stefano Altopasso. 1537 – Abbate Giulio Carrafa. 1541 –
Jacobus de Amerusio. 1600 – Fra Tommaso de Ursinis.
S . D onat o.
I l primo documento che parla di questa chiesa e per antichità la mette al
secolo XIII e non al XIV, come io stesso scrissi nel mio libretto “ Le chiese
distrutte ”, lo ricavo dal volume X del C. D. Barese. E’ di questo tenore: il
sacerdote don Pietro Speraneo di Barletta, dona a S. Maria dei Teutonici tre
case con il diritto di menar vita comune con i frati Teutonici. Una di queste case
con casile è presso la chiesa di S. Donat o e presso il suo cimitero. Il documento
è del 6 maggio 1292. Anche il libro “ Rationes decimarum Italiæ ” di Domenico
Vendola ricorda che nel 1310 questa chiesa pagava come decima alla Sede
Apostolica un tarì, mentre ai due cappellani, Simone e Giacomo, ne pagava
cinque.
Più tardi nel 1567 la chiesa si trova affidata a fra Paduano Pisorgio, il quale
da un’entrata di un tomolo di sale che riceve dalla Regia Curia, promette le
riparazioni. La chiesa era posta nella strada di S. Donato, in pittagio S. Lazzari
presso le mura ed aveva ad un lato la casa di Nicola Francesco de Alleis,
dall’altro la casa di Ottaviano Sanghe. Io penso che essa occupava l’area della
piazzetta dove oggi è la cappella della Madonna delle Grazie.
A 28 luglio 1570 (notaio Matteo Curci) er a officiata dall’abate Pietro
Tartaglia e da Donato Bonavoglia, i quali percepivano come beneficio tra gli
altri, un censo di 20 carlini, infissi sopra un casalino posto vicino alla chiesa di
S. Donato. I l medesimo Bonavoglia, che nel 1583 comparisce con i l titolo di
abate della stessa chiesa, dichiara di tenere in suo possesso i seguenti oggetti:
un calice di argento con il piede di rame; tre panni di altare; tre mandili; due
paia di vestimenti; una pianeta di velluto violato (molto sciupata); alcuni
oggetti votivi di argento.
Oltre gli abati sopracitati, risulta che nel 1583 era al governo della chiesa
un fra Antonio de Musagno, prior Ecclesia S. Donati dell’Ordine Domenicano. La
S. Visita del 1655 dichiara che la chiesa aveva l’altare maggiore e quello “ cum
icona S. Marie Carusene” ed aveva come rettore don Giuseppe Bonelli.
Nel 1572 siccome nella strada oggi S. Donato abitava don Angelo de
Cappellis, abate di S. Samuele, la strada veniva chiamata “ Ruga Abbatis S.
Samuelis” .
La chiesa era già andata a male dopo la guerra del 1528 e perciò i curatori
ebbero l’obbligo di eriggere una cappella o di mettere una croce, là dove era la
chiesa, onde poi è restata la edicola della Madonna della Grazia.
San Egidio.
E’ chiesa ormai distrutta.
Della sua esistenza se ne dà accenno nel libro “ Rationes decimarum Italiæ ”
di mons. Vendola, dichiarandosi che il cappellano pagava tarì 3 e altra volta tarì
6 alla Sede Apostolica. Un documento del 1364, in una donazione fatta dal
sacerdote don Angelo de Siligardo del S. Sepolc ro, si legano tarì 6 a fra Marino
che dimora in S. Egidio (vol. II C.D.Barl. pag. 329).
I n un altro documento del 30 maggio 1552 (G. de Geraldinis) si afferma che
S. Egidio era una chiesa “ diruta extra menia” il cui abate, il reverendo don
Giovanni Antonio Bonello, cede a Tommaso de l’Aglio un vignale di viti, in cluso
Scazzamurello, via Andria, appartenente alla stessa abbadia, per il canone di un
tarì.
Un secondo documento del gennaio 1597 (Orazio de Leo) dichiara che l’abbadia di
S. Egidio di Barletta possedeva 20 vignali di terra alla Piscina, nella via che mena ad
Andria, e alla chiesa di S. Maria dei Miracoli, il cui abate, don Giovanni Antonio Musto,
li cede in enfiteusi a Nicola Florio ed a Ottaviano Stanca per carlini 6½ annui.
Anche questa chiesa fu diroccata dalla guerra del 1528 e le pietre furono
consegnate al castello per ducati 8½. Di questa chiesa di cui gli storici non danno
81
alcun accenno ne ho parlato nel libretto “Le chiese distrutte”. Essa pare
app ar te ness e ai Be nedettini p osc ia m ess a so t to il p atro nato de lla f am ig lia
B one lli co n il tito lo di abb ad ia è s o tto la g iur isd iz io ne d i S . Mar ia Magg ior e,
e ss endo s tate ne l 1777 incor por ate le s ue re nd ite ne lla m ass a c ap ito lare . Il
pr imo altar e de lla Sc ala S anta a s inis tr a er a ded icato a S . Eg id io , es sendo c i
s opr a un q uadro d i S. Eg id io . D ai s uo i po ss ed ime nti, p er me z zo d i Eleonor a
B one lli, la c hies a r ic av ava d uc ati 2.2.0 per i q uali l’ Arc iv esc ovo ha l’obb ligo d i
c e lebr ar e una me ss a ed i p adr i d i S . Fr ance sco p ag av ano alla c hies a c ar lini 11
e ss endo i n loro p oss es so la terr a d ove sorgev a la c hies a.
La c hie sa er a s ituata ne l q uadr iv io d i v ia A ndr ia f uor i p or ta S . Leo nardo e
c iò s i r icav a d a un do c ume nto de l 1558 de l no taio Matteo C ur c i.
I n es so è de tto : “ La capp ella d i S . Eg id io è f uor i le m ur a d e lla c i ttà
all’ iniz io de lla car rer a d i v ia A ndr ia ” .
I l c ap pe llano d i de tta c hie sa è G ian A nto nio Bo ne lli d i B ar le tta. La c app e lla
è pr ess o il g iar d ino d e i Papp ale tter e ; G iro lamo Bo ne lli tie ne a c e nso 25 ord ini
d e lla de tta cappe lla e d eg li s te sso s i è impeg nato ad er ig ere la nuova. I l fig lio
S c ip io ne co me ered e ne ass ume la cos tr uz io ne . Co s ì in una S acra V is ita del
1570 .
S . El ig io .
La c hies a d i S . Elig io de ll’Ord ine d e i Ce les tini, c hiam ati in d iv ersi
do c um enti co n nom i d iale ttali d i c hies a d i S . A loy a, Loy a e Joy a è l’ attuale
c hies a d i S . Antonio. (Santer amo : “ Le c hies e d is trutte” )
F u ed if ic ata v erso la f ine de l 1200 , g iac c hè d ive rs i d oc um e nti p ar lano di
le i com e d i una c hies a g ià e s is te nte dal 1301 (v ed i vo l. X C .D .Bares e , B ari
1927 ) e ne l 1310 (vedi V e ndo la “ Ratio nes decim ar um Italiæ ” – Po lig lo tta
V atic ana 1939 ).
N e l pr imo doc ume nto s i p ar la d i un casale d i S . Elig io , in B ar le tta, in
p ittag io Camb i, do ve es istev a la c hies a, nell’ altro s i p ar la d i una de c im a che il
c ap pe llano do n V ito e la s tes sa c hies a p ag av ano alla S anta Sed e.
S eg uo no altr i q uattro doc ume nti r ic av ati d al C .D .B ar l. red atti e p ubb lic ati
d a mons . S anter am o. Due so no d e l I I vo lume e due ne l ter zo (B ar le tta 1926 1957 ). I l pr imo do c um ento è d e l 13 48 e d ic hiara c ome il m onastero d i S . Elig io
a me z zo d e lla c hies a d i S . Mar ia Magg ior e es igev a un’o nc ia e d ue tar ì d’ oro
s opr a una casa; il se co ndo de l 1364 d ic hiar a come il bar le ttano do n A nge lo de
S ilig ard o dov endo p ar tire p er Ro ma “ ad Lim ina Apo sto lor um ” fe ce te s tamento e
do nav a tar ì 15 pe r la c hie sa d i S . Elig io c he e ra in c os tr uzione .
I l terz o d oc um e nto de l 1373 r ig uard a il ve rs ame nto d e lla de c im a c he il
pr io re d i S . Elig io , fra R ugg iero , f a all’ ab ate d i Nap o li, do n To mm aso
Br anc acc io e co s tui alla S anta Sed e , e sse nd o Papa Gr egor io XI.
I l q uar to d oc um e nto de l 1387 r icor da che il mo nas te ro d i S . Elig io , in
B ar letta, era pre sso la c hie sa ed il mo nas tero d i S. S imo ne e G iud a.
I ntanto in se g uito alle de vas taz io ni, fatte in Pug lia all’epo c a de ll’inv as ione
d eg li ung her i, v e nuti in I talia per v end ic are l’ uccis io n e d i Andre a d i U ng he ria,
m ar ito de lla r eg ina G iov anna I , e po i p er la inv as io ne de i fr ance s i avve nuta ne l
1528 , B ar le tta ebbe m o lto a soff r ire anche S . Elig io . D ifatti d a un c abreo dei
Co nv e ntuali d i S . A nto nio (1792 ) c he è pr ess o la C attedr ale , e d a una s cheda
d e l no taio (v ed i Ar c hiv io D is tre ttuale d i Tr ani) bar le ttano P. de Ger ald inis (8
g ennaio 1557 ) s i r icava c he in B ar le tta v i er ano d ue c hiese d e i C e les tini: una
d ed ic ata alla S antis s im a Tr inità e l’ altr a a S . Elig io .
La S antiss im a Tr inità era in m ig lio r i co nd iz io ni e p iù ac cre d itata perc hé
avev a un osp ed ale ed era in c ittà; S . Elig io er a in c attiv e co nd iz ioni pe r caus a
d e lla guerr a, tirava av anti c on un so l fr ate .
I Co nve ntuali inv ec e , che erano in 13 , ave ndo av uto la lor o c hie sa e
c onve nto co mp le tam e nt e abb attuti d alla R . Cor te p er for mare la piaz za de l
c aste llo , tr a il ge nnaio ed il se tte mbre de l 1557 fe cero propo s ta per la com pr a
d i q ues t’ ultim a e v e nnero ai s eg ue nti p atti.
82
I l no taio Pietro de G er ald inis , l’8 ge nnaio 1557 s i r ecò ne lla c hies a d i S.
El ig io in p ittag io Camb ij , e lì tro vò : fr a N ico la V ince nzo Bo nav e ntura d e
B aro lo , prov inc iale d e ll’Ord ine d i S . Fr anc es co d e i Co nv e ntuali; il rev ere nd o,
m aes tro Cr is tofaro , v ic ar io b are se abate de ll’ Ord ine d i S . B e nede tto d e lla
c ongragaz io ne de i Ce le s tini in pro v inc ia d i Pug lia e pr ior e de lla S S . Tr inità di
B ar letta. Cos tui ag iv a in no me de l P. Teo f ilo Rota d i Berg amo , ge ner ale d ei
C e les tini e abate d i S . Bar to lo meo in Luc er a.
I l d e tto ge ner ale il 2 nove mbr e 1556 co n mo lti altr i pad r i, de tte il mand ato
d i pro cura al sudde tto p adr e maes tro p er la ve nd ita d i S . Elig io . I padri
pr ese nti furo no : fr a S ilve s tro d e B as to, prov inc iale d i Tos cana; fr a A nto nio de
B ar ulo pr ior e d i S . Bened e tto de Mo nte ; fr a Theod atus de A maleo , pr ior
Cor ropo li; fr a A ug us tino d e Litio , pr ior mo nas ter i S . Jo hannis B attis ta d e Oyr a;
fr a V ittor io da Milano, s oc ius d ic te v e ner ab ile Ab batie ; fr a C hr is tof ar us de
For lì; fr a N ico laus d e I sc a; fr a A lo ys ius d e Oyr a; fr a B e ned ictus de F ay enz a;
fr a Be ne dic tus de Be ne ve nto ; fr a S ere no de Manna; fr a Jo h annes C aro lus de
F aye nza; fr a Anto ne llus d e Tar ento ; fr a Pr ud entius de Aq uila. Mo nac i tutti
e s is te nti ne l mo nas tero di Luce ra.
D alle d ue p ar ti s i c onviene , d ie tro il c onse ns o della S . S ede d i v e nder e la
c hies a d i S. Elig io , tanto p iù c he i padr i Ce le s tini pos seg go no la c hie s a de lla
SS . Tr inità. Ed o ltre la c hie sa i p adr i ve ndo no i due g iard ini annes si, la
c amp ana, le p ie tre e tutto c iò c he alla c hie sa app ar tiene , ecc e ttuate le cose
s acre . E f atto appre z zar e il co mp le sso d eg li ed if ic i dal m aes tro m ur ar io ,
G io van F ilippo de Terr ac ina e d al f ale g name G iovan A nto nio Cer b io , a seguito
d e ll’ inc anto , il nob ile C es ar e S tupp a d a par te de l co nve nto d i S . F rance sco,
offr ì per la ve ndita d uc ati 449 . Ma il m ag nifico Rober to Br uno , avendo
appr ez z ata la c ampana duc ati 70 , s i s tab ilì che pe r la f abbr ica e anness i d e lla
c hies a s i s ar ebber o p ag ati d uc ati 430 p iù d uc ati 70 per la c am pana, in tutto
d uc ati 500 .
Intanto i padri Francescani l’11 giugno 1557 versano i primi 100 ducati al
reverendo maestro Cristoforo Barensi, priore della chiesa di S. Eligio in Barletta, il
resto lo pagherebbero a rate.
Il culto a S. Eligio. Se la chiesa attuale di S. Antonio da Padova, era come si è
detto la chiesa di S. Eligio, in stile gotico, così grande, a tre navate, da poter
contenere da tre a quattrocento mila persone, nel tempo della sua esistenza
dovette avere la sua importanza di culto e devozione in Barletta. Le notizie
tramandateci dai documenti, però, sono scarse sebbene non manchino notizie di
censi e canoni, di donazioni a beneficio del l’Ordine, della chiesa e del Santo. Le
guerre susseguite la impoverirono. Sta di fatto, però, che dal medesimo rògito
dell’8 gennaio 1557 dello stesso notaio de Geraldinis, i padri Celestini pur avendo
accettato la vendita della chiesa e di tutti gli annes si, come si è detto, per ducati
500, imposero le seguenti condizioni ai padri Conventuali: non celebrare la festa
di S. Eligio che resterebbe di diritto dei Celestini, dovendo essi stessi edificare
una cappella del Santo nella chiesa della SS. Trinità; non suonare la campana di
S. Eligio ad larma (allarme), non vestirsi con paramenti di mortella (cioè morto)
in detta festa; non permettere che sulle porte della chiesa si apponessero ferri di
cavalli e se affissi di toglierli. (Come si vede in quel tempo vi e ra chi fantasticava
con il pregiudizio della jettatura, anzi nel popolo di Barletta vi è questo motto di
imprecazione che si lancia contro chi fa male ad un altro “Sant’Alicio che ti scorce
“scortica”).
In un documento del notaio Antonio Boccuto del 22 feb braio 1580 si fa noto
che i beni dei padri Celestini, compreso certo quelli di S. Eligio ascendevano a
tremila ducati. Inoltre la cappella di S. Eligio, realmente dovette essere edificata
nella chiesa della SS. Trinità a destra dell’altare maggiore come af ferma il
documento sopracitato, però andati via i padri Celestini, che nell’ospedale furono
sostituiti dai padri di S. Giovanni di Dio e poi dai Benefatefratelli.
Le Confraternite. S. Eligio ebbe confraternite in Barletta? Forse sì, sebbene non
abbiamo argomenti diretti. Ad ogni modo dalle ricerche da me fatte nei diversi
archivi locali e fuori posso dire che le prime confraternite, esistenti in Barletta,
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sono quelle degli abbati di S. Giovanni Gerosolomitano e dei C is ter ce ns i (1284
vedi registri Angioini). Dal 1400 compariscono le confraternite che rappresentano
le arti. E difatti nella chiesa della SS. Trinità dipendente come abbiamo detto dai
padri Celestini nel 1596 si trova don Cristiano de Cristiano che era priore della
confraternita ivi esistente e pi ù tardi in S. Giovanni di Dio vien eletta la
confraternita di S. Giuseppe, formata tutta di falegnami e quella della SS. Trinità,
trasferitasi in S. Gaetano, che è formata da contadini proprietari.
Anche in S. Antonio dove prima era S. Eligio, con la venut a dei Conventuali
venne fondata una confraternita, prima formata di terziari Francescani, poi dai
confratelli Antoniani, composta tutta di operai di diverse arti. Nulla toglie quindi
che anche S. Eligio avesse avuto una confraternita ed un artigianato di d iversa
attività operaia. Diamo qui appresso alcuni nomi di priori di S. Eligio.
1310 – Vito cappellano di S. Eligio. 1524 – Frate Cristofaro di S. Eligio. 1526
– Fra Ruggiero di Barletta. 1531 – Fra Giulio di Lecce. 1538 – Fra Blasio di Oria.
1540 – Fra Antonio di Barletta provinciale. 1545 – Fra Mariano di Benevento. 1546
– Fra Antonio da Barletta. 1547 – Fra Giovan Vincenzo Bruno di Barletta. 1557 –
Fra Cristofaro, vicario barese. 1562 – Fra Ruggiero dei Celestini. 1596 – Fra
Cristiano de Cristiano.
Perché non si perdano, in ordine a questa chiesa, aggiungo le seguenti
notizie.
Da uno bonorum della cattedrale (1587 -1600).
I padri Conventuali di S. Francesco possedevano un giardino che una volta era
di S. Simone e Giuda presso lo dormitorio di S. Eligio con l’uso del pozzo et
giardini verso ponente ed altri confini (notai Pietro e Paolo de Angono 8 gennaio
1450).
Dai registri Angioini risulta che in Barletta le prime confraternite risalgono a
questo tempo ed esse sono costituite da oblati di S. Giovanni Gero solomitano,
chiesa esistente in Barletta e diretta da terziari Cistercensi appartenenti alla
chiesa e convento di S. Stefano oggi S. Ruggiero. Notizie simili non abbiamo per
le due chiese appartenenti a S. Eligio, sta di fatto, però, che appena la chiesa d i
S. Eligio fu cambiata in quella di S. Francesco si trova fondato un terzo ordine
Francescano ed una confraternita di diverse arti che poscia, prese il nome di S.
Antonio. Nella chiesa ed ospedale della SS. Trinità cui successe S. Giovanni di Dio
si trova installata una confraternita di ebanisti e falegnami. In S. Gaetano ove si
traslarono i Trinitari si trova la confraternita della SS. Trinità come più sopra si è
riferito.
S. Francesco
La chiesa che maggiormente soffrì disastri dopo la guerra del 1528 f u S.
Francesco. I padri Francescani certo abituati ad una vita di continuo sacrificio non
abbandonarono il luogo del convento dove S. Francesco era passato benedicendo
(così nel volume del Wadding) come riferisce il padre Bonaventura da Fasano.
Anzi mentre per combinazione vengono loro offerti palazzi per abitazione, verso il
centro della città, la realtà fu che presero sede nella periferia.
Per loro vi erano in giro false dicerie per cui il padre Nicola Sallustio, custode
della Custodia di Barletta, al gua rdiano ed ad altri frati, lesse una lettera del
Generale del 13 gennaio 1574 (G. de Geraldinis) in cui si afferma che l’attuale
chiesa di S. Francesco (oggi S. Antonio) non possiede cappelle rurali o
parrocchiali, ma cappelle dotate da cittadini barlettani , ed in detto convento non
vi sono “frati sbigorati amadei chiarini et schiarinati ” parole che indicano il
risentimento dei superiori verso chi addebitava ai frati tali qualifiche.
E’ purtroppo vero, però, che i frati, distrutta la chiesa di S. Francesco, in un
primo tempo si ricoverarono in S. Maria de Fratibus, dove in numero di 11 la
officiavano. S. Maria de Fratibus era posta sulla via che mena al castello.
La loro dimora in questa chiesa fu breve, tanto è vero che nel popolino vige
ancora quel detto: “hanno fatto S. Maria dei frati ”; il che significa una distruzione
violenta, repentina, uno sfratto da parte del governo. Difatti S. Maria dei Frati
restò in piedi fino al 1551 (Nel 1540 a 27 dicembre si celebrò in questa chiesa il
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matrimonio tra Palma di Fonsmorti ed il maestro Giacomo Tremolante di Barletta)
giacchè il governo per fare la piazza necessaria al castello dovette
contemporaneamente abbattere l’antica chiesa di S. Pietro, l’Annunziatella, S.
Maria della Pietà, S. Nicola incorporata con S. Luci a e come si è detto S. Maria dei
Frati, compresi i caseggiati.
Q ue s ta sec onda d is tr uz ione f u un’ altr a tego la c he c add e s ulla tes ta d i q uei
fr ati i q uali s i de ttero attor no per una ter z a d imo ra.
Ma dov e? Mis ero pr im a l’ oc chio s u S . Mar ta e sul p alaz zo d i Fe lice de lla
Marr a, co mpre s i i c as alini. R ad unar ono so mm e .
N e l 1531 co n il p erm es so d e l Papa C le me nte VII ve nd e ttero la croc e gr ande
d i arge nto e la p ic co la, d ue amp o lle , d iver s i s tab ili. Posc ia atte ne ndo s i alle
d ispos iz io ni d i A les sandro VI e d i Mar tino V a nor ma de lle cos tituz io ni e c on il
p erm ess o de ll’ Arc iv es covo d i Tr ani, mo ns . Ce s are Lambe r tini, v ende tter o oro ,
altr i arge nti, affr anc aro no ce ns i e c ano ni e tra g li altr i s i c itano i d ue terz i d ei
m ar i c he v anno “ a ganga f lum inis C annar um ad Po r tum Baro li e t usq ue ad
Por tum Pap e vers us Tranum ”, i d ue ter z i de lla m asse r ia d i Pas car e llo e d i S .
A nas tas io ; tr e v ig nali in “ c luse S. Mar ie de S tir peto” ; (G . de G er ald inis , 4/9 e
11 /10 /1543 ) 4 v ig nali in “ c luso S . V italis” , dov e er a l’or to grande d i S .
Fr ance sco , q uale o r to si te neva in anf ite us i d al no taio Car iss imo d e Ad iutor io e
po i dal fig lio G iaco mo , affr anc ato p er d uc ati 20 . (G . de G er ald inis , 19 /7 /1544 )
S u pr opos ta d i fr a Leo d i Gr av ina g uard iano (1549 ) e d i fra Pao lo , cus tode
d e lla C us tod ia d i B ar letta, d i f r a G iov anni V ic ar io , d i fra Pad uano d a B ar i
pro v inc iale e deg li altr i m o nac i, av e ndo r icav ato d uc ati 360 da altr i affr anc hi e
ne lla s per anz a d i o tte ne re d al gov er no i d ucati 750 per la v e nd ita de lle pie tre
d i S . Mar ia d e i Fr ati, d i c ui pe nd e tte la c aus a pr e sso la S umm ar ia, p er il res to
d e ll’e s az io ne s ino al 1571 , p er 600 duc ati fec ero la pro pos ta de lla com pra d i S.
Mar ta co n g li anne ss i c he re alm e nte c ompr aro no , m a q ues to prog e tto naufr agò
e d allo ra s i pe nsò a S . Elig io .
L’ antic a S . Frances co pr esso l’ attua le e d if ic io s co las tico G innas io Lic eo ,
dov e s ulla s tr ad a ap er ta ver so lev ante ne l 1930 f uro no s cop er te m o lte tom be
le c ui p ie tre sep o lcr ali furo no tr asp or tate ne l mus eo c ittad ino . Il Co nte Luigi
d ’Ar magnac f u s epo lto in S . Frances co d a Paola s ulla v ia c he po r ta alla
Mado nna de lla Cro ce .
S i tr as cr ive il tes to s co lp ito s ulla tom ba d i Luig i d ’Arm ag nac , d uc a di
N em our:
G ALLIC US HAC C LA U DO DU X OSSA N EMORS IU S UR NA
AR MEN IA CHQ U E CO MES , Q UI QU UM MO DO B ELLA MOV ER ET
G ALLOR U M I TA LIÆ Æ R EX, JUR A V IC ESQ UE G ER EBA M, V IC TU S A D
O BS ESS IS JA CU I , QU IS CR EDER E PO SS IT? CR EDE MIHI, HIS PAN OS
PO TERI T TU NC V I NC ER E G ALLUS , QU AN DO MIHI SU PERA S R EMÆR E
LI C EB IT AD ARAS .
La re laz ione de lla c hies a d i S . F rances co co s ì com e è data in un bo nor um
d e i padr i Co nve ntuali (1792 ) no n è es atta g iacc hè f a r imo ntar e l’o r ig ine d i S.
Fr ance sco al 1312 , (vedi no ta s u S . Antonio da Padov a) m e ntre d al prim o
vo lume d e l C . D . B ar l. la c hies a s i dic hiara com e già e s is te nte ne l 1298 .
I ntanto co me s i è d e tto i p adr i d is tr utta la ve cc hia v e nnero ne lla nuov a S .
Fr ance sco c he s i c om inc iò a co s tr uire s ul s uo lo e co n le s tes se p ie tr e e , c ome
io p e nso , co n lo s tess o s tile d i S . Elig io .
I m aes tr i cos tr uttor i f uro no G iaco mo C ap uto , Leo nardo de lla R ag io ne ,
G ir o lamo d e Leo ne . Q ue lli s te ss i c he te nev ano la d ir ez io ne de i lavor i d e l
c aste llo d i B ar le tta. Le do naz io ni per la cos truzio ne aff luiro no e tr a g li altri
r ic ord iamo , C obe lla Bo ne lli c he c os tr uì la c appella de l C roc if isso co n l’ altare
“ co na e s epo lc ro ” ; D ianor a Bo ne lli e il p adr e Bo nello d e i Bo ne lli (1563 ).
I n un ròg ito de llo s tes so no taio (G . d e Ger ald inis) de l 20 o ttobre 1565 , il
g uard iano de l co nve nto fr a N ico la d i Montepe lo so, r icord a c he d ai be ni del P.
Pad uano de Gr ass is , 400 duc ati, i s uo i ered i ave vano cos tr uito un’altra
c ap pe lla in S . Fr ance sco .
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I l 12 nove mbre 1571 i padr i d i S . Fr ance sco , nom inaro no loro proc ur atore
fr a N ico la V ince nzo B onave ntur a p er il r ic upero d i 750 d ucati, pre z zo d e lle
p ietre de lla d is trutta S . Mar ia d e Fratibus ; d uc ati 17 d a B ar to lom eo Cor te sio
p er la cus tod ia d e l S S . S acr ame nto ; duc ati 72 da l pr inc ipe d i Mo lf e tta Ce sare
Go nz ag a a s eg uito de l leg ato d e lla d uc he ss a A nto nia de l B alz o, intes tato alla
s ore lla D iana (G . de Ger ald inis ).
S i agg iunga alla nota sulla c hies a d i S . Fr anc es co c he il m agg iore fra i
d evo ti d e l co nve nto f u il nob ile Matteo S p arano d i N apo li, c ittad ino d i B ar le tta.
Eg li v ede ndo lo s tato d i s m arr im e nto in c ui si trov av ano i p adr i, tr a i q uali
c omp ar is co no s empr e Pad uano de Gr as s is e Nico la V inc e nz o Bo nave ntura,
m e tte a d ispos iz io ne la sua c as a gr ande co n g iardino e 4 c as alini c he pos s iede
pr es so la c hies a d i S . Mar ia deg li A nge li e S . Elig io e ac ce tta in c amb io il
p alaz z i d i Fe lic e de lla Marr a pre sso S . Mar ta c o n g li altr i annes s i d i un
g iard ino , 4 f oss e pe r r ipor re il gr ano e un c asalino in c ui er ano r iposte le
p ietre d i S . Fra nce sco d istr utto .
Q ue s ta propo s ta f u f atta v erso il 20 d ice mbre 1551 , e d il 1 3 febb raio 1552
s i co nve nne a q ues ta per muta, s timand o i p adr i, q ue s to luo go co me il luogo
p iù ad atto pe r la c hies a e d il co nv ento.
D ur ante q ue s to pe r iodo si er a cos tituita pre sso la c hies a d i S . Do me nic o la
c onfrater nita de l S . No me d i D io . Pe r inc ide nti avv enuti m a no n pr ec is ati, la
c onfrater nita p as sò in S . France sco e q uiv i perd urò s ino al 1593 . E d if atti ne l
1580 la s te ss a co nfr aternita c hie se alla S. Se de l’ ag greg az io ne alla Pr imar ia;
ne ll’o ttantatrè una tale D iana Grame gna dom and a d i e sse re sep o lta ne lla
s epo ltur a d e lla co nfr aternita de l S . Nom e d i D io , in S . France sco . S. Dom enico
f a pro te s ta d i vo ler avo care a sé il d ir itto d i costituz io ne de lla co nfr aternita,
m a p ar e c he a nulla s iano v als e le pro tes te de i Do me nic ani, g iacc hè ne ll’ anno
1585 il Ge ner ale de i Fr anc esc ani, p adr e C le me nte Bo ntados io d i Montef alc o, fa
la S . V is ita alla co nfr aternita e trov a tutto in or d ine ed ap prov a il lor o op er ato.
I l m ae s tro indor atore Giro lam o Santor o da Grav ina, ind ora la co rnice de l
q uadro d e lla C ir co nc is ione c he la co nfr ater nita d e l Nom e d i D io tiene ne lla
c hies a d i S . Fr anc es co (Or azio de Leo 1593 ).
D a ques t’anno de lla co nfr ater nita de l S . Nom e d i D io no n s i ha più no tiz ia,
s i ha notiz ia i nvec e de lla co nfr ate rnita d i S . A ntonio c he d a altr i doc ume nti si
r ic av a es is tes se ne lla c hies a d i S . Fr ance sco d is tr utta s in d al 14 98 . Si
agg iung a c he ne ll’attuale S . Fr anc esco v i era una c app e lla, una d e lle
pr inc ipali, ded ic ata a S . A nto nio , tanto è v ero c he una tale Por z ia, sp ag no la,
m ore ndo v uo le e sser e sepo lta ne lla c app e lla d i S. A ntonio e d un’ altr a d onna,
C ater ina d e Sp alato , mo re nd o leg a p er la co s tr uz io ne de lla c hies a d i S . A nto nio
d a Padov a, d uc ati 6 .
La co nfrater nita pr ima e la divoz ione de l popo lo al S anto d i Padov a f ecero
s ì c he la c hies a d i S . Elig io s i c hiam as se S . A ntonio e no n p iù S . Fr ances co .
(ve d i no ta s u S . A nto nio d a Padov a).
D iamo q ui appre sso alc uni nom i d i pr ior i e d i g uard iani d i S . F rances co :
1503 – Fr a Fr ance sco S iculo . 1534 – Fr a B er nard ino d e Mo nte pe lus io . 1535
– Fr a Mar ino de Bar ulo. 1536 – Fra Pad uano de Grass is in S . Mar ia de
Fr atr ib us . 1543 – Fr a Leo d e Gr av ina id em . 1544 – Fr a Pie tro de Tato ne id em .
1549 – Fra Leo ne d a Grav ina id em . 1555 – Fr a N ico la V ince nzo Bo nave ntur a,
pro v inc iale . 1557 – Fr a G io vanni d a B ar le tta, g uard iano . 1558 – Fra G iov anni
C ald aro ne , prov inc iale . 1562 – Fra G io vanni de S ue na. 1565 – Fr a N ic o la de
Mo ntep e loso . 1569 – Fr a G iov anni d i B ar le tta. 1571 – Fr a G iov anni Ber nard ino
d e To nto . 1574 – Fr a Cr is anz i o Camp anile . 1578 – Fra Palme r io d i S . G io v.
Ro to ndo . 158 1 – F ra G iov anni Ber nard ino d a B ar le tta. 1584 – Fr a Jacopo de
B ilardo . 1585 – Fr a G iovanni Ber nard ino de To nto. 1658 – Fra F e lic e de Julij s .
S . Ga etano .
C ir ca la d ata in c ui v e nne ro i p ad ri Te atini in B arle tta e c ir c a la fo nd az ione
d e lla loro c hies a, il de funto s tor ico F ranc es co Sav er io V is ta ha racco lto d iv erse
ipo tes i tr am and ate da div ers i scr ittor i.
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Eg li s te sso ha r ip or tato ad “ litteram” la iscr iz io ne mes sa s ulla facc iata
d e lla c hies a c he è de l 1 667 . Ma la d ata de lla is cr iz io ne d ovreb be ind icar e c ome
d if atti ind ic a, il co mp letame nto d e l S ac ro Te mp io c he è dov uto al
G iur eco ns ulto Rob er to d i Mo la, il q uale per itis s imo ne llo s tud io de lla
g iur ispr ude nz a, p ur e sse nd o d ive nuto c ieco , con lo scr itto e co n la paro la
animò i c ittad ini a metter s u q ue s to S acro Te mp io off ic iato d ai c hier ici
r ego lar i.
I c hier ic i r ego lar i, pe rò, o pad r i Te atini, iniz iaro no la loro d imor a in
B ar letta d al 2 8 f ebbr aio 1592 g iacc hè è d a q ue ll’ anno che la U niv ers ità di
B ar letta per la m agg io r g lor ia d i D io e per la s alv ez z a d e lle anim e d e liberò di
introd urr e in B ar le tta la re ligione d e i re vere ndi p adr i Teatini, de lla q ual co sa la
s tes sa U niver s ità c hie se il c o ns e nso ed il be ne plac ido de ll’Ar c ives covo e d el
Co ns ig lio Co llater ale .
E g l i e letti G ian G iacom o S antacro ce e Giuliano Gr anata d ’ ac cordo con
l’ U niver s ità per 330 d ucati co mpr aro no d a Mic he le Ge ntile una c as a g ià di
Pasq uale d e R us s is in “ p ittag io C arro tiar um se u S . S tep hani” , ne lla q uale a
s eg uito d i ce ss io ne ve nne ro ad ab itare i p adr i Teatini se u Pao lini. (O . d e Leo,
28 /2 /1592 )
Così ancora il 15 novembre 1593 Gian Girolamo Santacroce medesimo e Mario
de Cicchillis per l’introduzione dei detti padri in Barletta ebbero l’incarico dalla
stessa Università di comprare il sito e la cas a con scoperto di Giuseppe Barbarano
per ducati 260. Detta casa in pittagio S. Maria è presso la casa di Orazio della
Zecca e presso la trasenda (O. de Leo). Nel 1669 alcuni signori tra i quali vi era
Salvatore e Andrea Carbonaro, il prevosto Lorenzo de Mo la e il vicario di S.
Giuseppe, padre Giovan Battista Bonismiro promisero che durante il tempo della
fabbrica che al presente si sta costruendo in questa città nel luogo del Panagerio
del Sabato, di trasportare con carri propri, carrette ed animali tutte q uelle
quantità di tufi, pietre, calce, legname che serviranno per detta fabbrica,
cominciando da domani, 20 corrente con questi patti e condizioni: i tufi si
caveranno dalle tufare di Trani, di S. Luca anche di Trani e Barletta e da altre
tufare a ducati 1 1½ il migliaio; le pietre si caveranno dal petraro Lama Paolo, di
Trani si pagheranno ogni 24 palmi a carlini 9 il viaggio, quelle che verranno per
mare grana 12½, consegna sul molo; quelle del petraro di S. Luca carlini 2 il
viaggio; la calce della calcar e della Mannara, si pagherà ducati 7 per viaggio.
Se i carbonari mancheranno all’obbligo i padri restano liberi di chiamare altri.
La caparra di ducati 10 sarà scomputata.
In altro documento di Julio de Julijs del 1° novembre 1658 si dichiara che
essendo ammalata Laudonia Maselli in strada Cordoneria desidera di essere
seppellita nella chiesa di S. Giuseppe dei RR. PP. Teatini e perciò lega 100 ducati
per 1.000 messe che il suo padre spirituale Girolamo Buorasta ed il Prevosto
debbono far celebrare all’alta re di S. Gaetano.
S. Gaetano sin dal 1899 appartenne all’orfanatrofio militare di Napoli come da
verbale del Genio Militare di Barletta del 14 agosto 1854. E’ riportato nel catasto
militare.
Nel 1899 per £. 41.000 il municipio acquistò l’orfanatrofio, il g iardino ecc. ciò
mentre era sindaco il cav. Mario Scelza con rògito del notaio Luigi Carnevale di
Napoli.
Uno dei prevosti che amministrò la chiesa verso il 1792 fu don Vincenzo
Armincollo.
E’ importante rilevare che durante la festa del Santo si leggevano poesie e
prose in elogio del Santo e difatti il signor Nicolò Parrilli nel 1774 lesse una elogia
che poi fu stampata a Napoli.
Nella chiesa sono notevoli alcune tele riguardanti il Santo e due tele di S.
Anna e la Madonna del Suffragio nei due altari a de stra, vi ha pure un S. Antuono
proveniente da detta chiesa.
In sacrestia vi sono ritratti di Capece Zurlo, Papa Clemente XI, Gian Francesco
Albani Teatino. In chiesa si venera una Madonna della Misericordia statua molto
bella in legno e si conserva la rel iquia di una Spina di N. S. G. C. che si porta in
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processione per la città la domenica di Passione. All’inizio della scalinata una
bellissima statua di marmo di Carrara dello scultore Giovanni Berretta del 1933.
S . Gia co mo .
S ar e b b e s t at a un a d e l le p i ù b e ll e c hi e s e s e no n av e s s e s ub ito
t r a s f o r m a z io n i e s e no n l e av e s s e r o ad d o s s a te c o r p i ag g i u n ti . q u al i s o n o i
m ag a z z i n i a l c o r s o , u na m o d e r n a c ap p e ll a d e d ic a t a a l S ac r o C uo r e d i G e s ù ,
u n a c as a c he o s tr u is c e a l d i f uo r i l a f ac c ia t a e d i l s o p r as t an te r o s o n e , a l d i
d e n tr o il b a t ti s t e r o . Le q u a l i c o s tr uz io n i h a nno f at t o s c o m p ar ir e la b e l l a c r o c e
l a t i na d i c u i l a c h ie s a s i a d o r n av a .
C o m e s c r is s i n e l l a p r e f a z io ne d e l I I v o l um e d e l C . D . B ar le t t ano , e s s a
r im an e v a a l le d ip e nd e nz e d e i B e ne d e t t i ni d i Mo n t e S ac r o ( G ar g a no ) alm e no
d al 1 1 5 8 .
P uò e s s e r e c he s ia s o r t a s o p r a i r ud e r i d i un a n t ic o te m p io p ag ano
d e d ic a to a I s id e , c o m e p o tr e b b e r is ul t ar e d a l la s c o p e r t a d i a lc u ne m o n e te
v e n ut e a l la l uc e d a i s o t te r r ane i s e p o lc r i ( v e d i S an te r am o “ G u id a d i
B ar l e t t a ” ), m a f i no r a al tr o d o c um e n to no n ab b i am o .
L a p iù a nt ic a c ar t a d e l s uo ar c h iv io è d e l 1 0 7 5 ( v e d i X v o l um e d e l C . D .
B ar e s e ) m a d e l s uo m o na s te r o c o m e e s is te n te s i p ar l a d a l 1 1 6 4 .
L a c hi e s a e d il m o na s t e r o f ur o no o f f ic ia t i d a i B e ne d e t t in i il c u i c ap o e r a
c h ia m a to Pr io r e , c o ad iuv a to a nc he d a u n c e r to n u m e r o d i c ap p e l l an i c he p o i
f o r m ar o no i l C ap i to lo c o l l e g ia le d i S . G i ac o m o . N e l 1 3 1 0 , ne l l ib r o “ R a t io ne s
d e c i m ar um I ta l iæ ” (V e n d o l a : Po l ig lo tt a V at ic a n a , 1 9 3 3 ) i c ap p e l l an i s i
t r o v a no c o s ì e le nc a ti : N ic o l as To r tu s , Pa u lu s , Mat h e u s , N ic o l au s d e S . M ar c o ,
G o f f r id us , G r e g o r ius .
L a c h ie s a av e v a p r e s s o le s ue m ur a u n o s p e d a le c o m e r is u l ta d a l
m e d e s im o d o c um e n to d e l 1 1 6 4 , (C .D .B ar e s e v o l . V I II ) o s p e d a le c h e ne l 1 3 1 8
p e r c a us a d e l l a g u e r r a e r a d ir u to e q ua s i d is tr u t to , o nd e l’ A r c iv e s c o v o d i
S ip o nto , G iu s e p p e S ap i a, p r io r e e p e r p e t uo c o m m e nd a tar io d e ll a c h ie s a p e r
m e z z o d e l s uo p r o c ur a to r e , d o n S c ip io n e Mo nt ar ulo , c h ie r i c o d i S . G i ac o m o ,
f i ttò p e r un d uc a to l’ o s p e d a le c he e r a c o s t i t u ito d a un c a s a l ino c h e av e v a
b is o g no d i r ip ar a z io n i . (G . d e G e r a ld in is , 1 8 /6 /1 5 7 8 )
N e l 1 2 0 5 il r e F e d e r i c o I I d i S v e v ia c o nc e d e a l l a c h ie s a i l d ir i t to d i
c o s tr u ir e un m ul i no , un f o r no e d un a tav e r na p e r la c o m un i t à e p e r i
c i t tad i ni ; è i l p e r io d o d i m ag g io r p r o g r e s s o p e r i l c o nv e n to . D if a tt i d iv e r s e
p e r s o n e d e l p o p o lo av e nd o g r and e f id uc i a e s t im a d e i p a d r i B e n e d e t t i ni
d o nav ano i lo r o b e n i m e n tr e uo m i n i e d o n n e v e niv a no is c r i tt i c o m e
“ c o nf r a tr e s ” c o m e r is u lt a d a d iv e r s i d o c um e n ti d e l c o d ic e b ar e s e f r a c ui
q ue l lo d e l 1 2 1 3 r if e r is c e c o m e un a c e r t a G e m m a R o s a no n s o lo c e d e i s uo i
b e n i c o n l a c o nd iz io n a le d e l v i tto e d e l le v e s ti , m a p r e nd e l ’ ab i to d i r e lig io s a.
E ’ an c o r a d ur a n te q ue s to te m p o c h e a t to r no a q ue s ta c h ie s a s i af f o ll ano
c an ne s i e s a lp i t an i d o n an d o te r r e e b e n i (C .D .B ar e s e , 1 1 8 0 /9 3 ) e a l tr e t ta nto
f a D u ne lg ar d o c am e r ar io d e l r e .
I n t an to ac c an to a l la c o m u n it à r e l ig io s a c r e s c e v a i l c le r o s e c o l ar e d e l
q ua le s ’ i nc o m i nc i a ad av e r no t i z i a d a l 1 1 7 0 d a c h e B e r tr a nd o , A r c iv e s c o v o d i
T r a n i, d ic h iar a c he l a c hi e s a e d i p r e ti d i S . G i ac o m o d ip e nd e v ano
d al l ’ A r c iv e s c o v o d i Tr a ni.
Co n il p roce der e deg li anni es se ndo s i m oltip lic ate le nec es s ità d e l borg o e
d e lla c hie sa il c lero secolare aume ntò ed ecco c he ver so la sec onda m età d e l
s eco lo XI I I sorgo no q uistio ni inter ne d i or d ine ec onom ic o c he ve ngo no r is olti
c on co mpro mes s i d i c oncord ia.
D if atti un do c um ento de l C .D .B ar l. de l 23 f ebbr aio 1355 c onfer mato d a un
altro doc ume nto de l 1364 r ipor tato ne lla sc hed a d e l no taio G . de Ge rald inis d el
1 g e nnaio 1541 c os ì s i es pr im e (E’ da r icor dar e q ui c he in que lla d ata 1541
s e i co ntr atti in perg ame na f ur ono co nse gnati all’ ar cipre te d i S . Mar ia Mag giore
dallo Arcivescovo di Siponto che riguardavano S. Giacomo: uno di
88
q u e l l i è i l soprascritto, gli altri due riguardano le chiese dipendenti di Monte Sacro).
Si sono costituiti a noi notaio Angelo de Enrico, e giudice Pietro de Palmerio di
Barletta, il priore dei Benedettini di S. Giacomo, dipendente da Monte Sacro, Pietro de
Venusio; si è discusso circa le entrate della chiesa; c io è c irc a i c e ns i, i leg ati, i
do nativ i, le o ffer te, le e l emo s ine e s i è ve nuto in q ue s to accord o tr a esso
pr io re ed i c hier ic i d i S . G iac omo , do n G iov anni de Co mes tab ulo ; do n Robe rto
d e l m aes tr o A ndre a; do n N ico la d e Laz io de tto A malar te ; do n Tucc io de
B e lloc c io ; d on Luc a de B ac car e lla; alla pr ese nz a d e l V es covo c annes e fra
R ainald o : c he il pr iore avre bbe p erc ep ito la por z io ne co me q ue lla di un
c hier ico q uando i be ni av es sero r ig uard ato la co munità, diver same nte se
fo sse ro s tati inte s tati ad uno od a d ue c hier ic i. E ancor a, il pr ior e avre bbe
po tuto pe rce pire un’ i de ntic a por z io ne ne lle m es se c antate . A f avor e d i que s ta
c hies a ne l 1170 l’Arc ivesc ovo d i Trani, Ber tr ando , d e ter m inò d i liber ar e il c lero
d al p agame nto d i un’o ncia av endo r ice vuto in c amb io tre p ar ti d i una c as a s ita
in B ar le tta.
T a le c o nc e s s io ne v e nn e c o nf e r m a ta c o n b o l l a d i A le s s and r o V I ne l 1 4 9 4
( v e d i d o c um . d e l d e G e r a ld i n is l. c . ) .
A ltr e notiz ie impor tanti d a r ico rdare so no : q ues ta c hie sa com e S . A ndrea
ne l 1273 ave va r acco lto una cer ta quantità d i re liq uie d i Santi. Da un
do c um ento de l C .D .B are se so tt o que lla d ata s i r ic av a c he la c hies a era
pro vv is ta d i una c ass e tta d i le gno ne lla q uale s i r ipo nevano le S ante Re liquie e
p er una m ig liore c onserv azione un tale R icc ardo d i G iov anni C anialas ino d i
B ar letta pr ovved ev a d i fare una cop er tur a d i arg ento. Cos ì p ur e eg li s tesso
ord inò una c oper tur a d i arge nto ad una tes ta d i Evang e lar io e a copr ir e due
p icco le croc i in c ui era d a r ipor s i “ il vero leg no d el S ig nore ” . La sp es a per
l’ ar ge nto avr ebb e dov uto r agg iungere la s om ma di o nce 4 .22 .10 e la pe nale in
c ui avr ebb e po tuto incorr ere in caso d i inade mp ie nz a sar ebb e s tata d i
aug us tali o tto .
Altra necessità della chiesa occorse il 18 novembre 1538 (G. de Geraldinis 1°
ottobre 1558) quando otto chierici di S. Giacomo, Bernardino de Intella, Michele
de Nello, Sebastiano del Giudice, Marcone Andrea Lerra, Cataldo de Mariano,
Angelo de Florello, Ruggiero de Nuczo, diacono Angelo de Intella, in volgare
dichiararono: “Acteso sopra la tribuna dello Altare Maggiore di ditta Ecclesia di S.
Jacomo se trova costrutto uno campan ile, il quale poteva ruina et era periculoso.
Et volendo ipsi clerici evitare tal periculo et il danno, hanno deliberato abbatterlo
et quello riedificare in altro loco de ditta Ecclesia .” Per far danari vendono al
mercatore napoletano Alfonso del Castiglio un incensiere rotto al prezzo di ducati
22 e tarì 2, pesando l’incensiere libbre tre e once 4½. Due anni dopo, mentre la
costruzione del nuovo campanile era forse al completo, i medesimi chierici ebbero
l’offerta di 36 rotola di metallo e ne fecero una ca mpana. Si afferma ancora da un
altro documento che un tale Giovanni Romano di Canosa, figlio di Benincasa, per
sua correzione, avrebbe consegnato un qd. Ragusano con l’impegno che se per lo
spazio di due anni avesse servito bene la chiesa senza commettere né fuga né
furto gli avrebbe concesso la libertà. Per un tale compromesso i padri lo fecero
girare, in segno di giuramento, intorno all’altare.
Infine nel 1558 il vicario don Sebastiano del Giudice Morcone; paga un censo
di tarì uno e grana sette per la sp esa del nuovo organo (G. de Geraldinis 1°
ottobre 1558).
In vari documenti si fa la quistione della dipendenza di S. Giacomo
dall’Arcivescovo di Siponto e della antichità della parrocchia.
A nche in q ue s te d ue q uistio ni q ualc he par o la.
R ig u ar d o al t e m p o d e l la d ip e nd e nz a d i S . G ia c o m o d a S ip o n to i d o c u m e n ti
s o no c o n tr ad d i to r i . I l Lo f f r e d o s o s t ie ne c he c o n la b o l l a d i P io I I d e l 1 4 5 8 S .
Giacomo come altre grancie in quell’anno fu unita alla chiesa di Siponto e poi Sisto
V con decisione della S. Congregazione d el Concilio, rinnova l’ingerenza sipontina
nel 1515, reintegrava la giurisdizione dell’Arcivescovo di Trani su detta chiesa. I
documenti da me consultati presso i notai, di cui qualcuno riportato in altre
occasioni, dichiarano al contrario che la dipendenz a da Siponto è antica quanto la
89
chiesa e lo stesso la dipendenza da Trani. Difatti nel documento d e l 1 1 7 0
r ip o r t a to ne l la s c he d a d i G . d e G e r a ld in is (1 5 4 1 ) d all’A rc ive scov o Ber tr ando s i
s tab ilisce c he “ la Ec cles ia e t prey ti de S . Jacob o d e B ar le tta in m ult i cas i s ono
e se nti e t in m ulti altr i cas i li r ilasc ia s ub ie tti alla g iurisd iz io ne de Tr ani. Q ual
bo lla fy f atta nel anno 1170 ne l me se d i o ttobre d e la terz a ind iz ione ; e lo
d e tto trans unto è scr itto in Manfr edo nia p er m ano d i do nno Pasc hale d e Troy a
pr im ic er io s ip ontino , no tar io Ap os to lico , d ie V dece mbr is , I indic tio nis 1467 .”
Per la d ipe nd e nz a da S ip onto o ltre il doc ume nto s urr if er ito , altr i tre
pro vano la s tess a cos a e c ioè q ue llo de lle c hiese d ip e nde nti da S ipo nto anc he
s opr a r ifer ito (Ug he lli 1158 ). B o lla d i Ad r iano IV , q ue lla d i Papa A les sandro VI
c he com prov a la s te ss a c os a ed una m ed ag lia d i G iulio III, c ard inale G iov an
Mar ia C io cc hi de l Mo nte in c ui v i er a l’ ind ic az io ne d e ll’A rc ive sco vo d i S ipo nto
c on la d ata d e l 1550 (Tale mo ne ta m i ve nne mostr ata d al Prev os to B ale s tr uc ci
c on le mo ne te eg iz iane e si co ns ervano ne l r eliq uar io , anz i la med ag lia di
G iulio I I I s i c onserv a in una s cato le tta c on la re liq uia de lla lingua di S.
B ar to lo meo . Spero c he e s is tano ancor a). D all’ altr a p ar te inve ce la co ncord ia
f a tta tr a il pr iore e d i p re ti propr io d all’ Arc iv esco vo d i Trani Be r trando ,
l’ es ec uz io ne de ll’o nc ia d el ce nso che S . G iac omo pag ava all’A rc ive scov o stesso
e p o i i pag ame nti de i cens i annuali c he i cappe llani d i S . G iaco mo , co me pr e ti
d ip e nde nti da Trani face v ano alla S . Sed e dimo str ano la s te ss a d ip e nde nza d a
Tr ani.
Pare da tutto c iò c he le q uis tio ni e le liti s i m ante nnero s em pre v ive
f inc hè, sco mp ars i i re lig io s i, la S . Se de de tte un nuovo or d iname nto alla
d io ces i.
Per la p arro cc hia sos teniamo c he e ss a no n è antic a q uanto la c hies a. D ai
m o ltiss im i doc ume nti pubb licati no n s i f a alcun ce nno alla p arr occ hia. E’
am m is sib ile c he in una c hie s a d i r e lig ios i, ind ip e nde nte me nte s i po te sse
e ser c itar e un tale uff ic io c om e s i co nos ce d i S . Sam ue le e d i S . Sepo lcro , m a
d i S. G iaco mo nulla. S o lo al te mpo d e l Co nc ilio d i Tre nto in q ue lla c hies a p ig lia
p iede la p arro cc hia e sono g li A rc ive scov i d i Trani c he d e ter m inano la c osa
e ss endo in p ie na d ec adenz a S . S am ue le e S. Sepo lc ro .
D if atti ec co un s unto de lla bo lla d i G iulio C ar acc io lo , Ar c ives covo d i Trani,
e m anata il 10 o ttobr e 1594 d i c ui il Lof fredo ha pubb licato il tes to latino . (vo l.
I I ° pag . 82 -83 , “S tor ia d i B ar le tta”)
“A der endo ai s acr i c ano ni ed ag li ord ini de l Co nc ilio d i Tre nto co n il
pr ese nte decr e to s i s tab ilis ce il modo c ome la c ura de lle anim e in B ar le tta è da
d iv id ers i tr a le d ue c hies e d i S . Mar ia Magg iore e S . G iaco mo . A l riguardo si
pr ec is a il co nf ine per la g iur is d iz io ne d a attr ib uire a c iasc uno de i due C ap ito li
e de lle d ue c hiese , in modo c he no n sorg ano co ntrov ers ie .
La c ittà sar à d iv is a in d ue ver santi d alla s tr ad a che iniz ia d a Por ta N uov a o
S . S eb as tiano e v a s ino a S . S tefano e la c as a d i Mar io S tab ile : g li ab itanti c he
d imor ano ad or ie nte d i q ues ta s tr ad a d ip enderanno d a S . Mar ia Maggior e,
q ue lli d i oc c ide nte da S . G iac omo .
S i fanno s alv i in q ualunq ue mo do i d ir itti de lla c hies a Matr ice s eco ndo i
S acr i Cano ni se v e ne sono o v e ne sar anno ” .
Co n l’ is tituto d e lla p arro cc hia ad im itaz io ne d i S . Mar ia Magg ior e , S .
G iac omo aggr egò alla sua c hie sa una co nfr at er nita de l SS . Sacrame nto che ha
iniz io d ai pr im i anni de l 1600 com e ho d imo s tr ato in una no ta d e l B o llettino
d e l p arroco de lla s tess a c hies a.
La chies a av ev a ne l 1611 una c app e lla d ed ic ata a S . Matteo c he g odev a d i
una re nd ita d i 100 duc ati annui (1 3 feb b raio G . B . Pace lla).
La c hie s a po ss ie de un sar cofago d e l V esc ovo Paschalis canne se , mor to ne l
1340 ; un’ imp or tante tavo la b iz antina co n do d ic i apo s to li si c ui og nuno por ta
s cr itto a f ianco il proprio ar tico lo de l Cr edo (ve d i g uid a d i B ar le tta); una
tavo la b iz antina d e l 1563 , un croc if isso d i avor io ; un re liq uar io in c ui s ono
r ile vanti: le f uni d i N . S .; le S acr e S p ine , app ar tene nti ai Ce le s tini; la lingua di
S . Bar to lom eo co n la med ag lia d i Pap a G iulio III.
90
Co me in c attedr ale , anche in ques ta c hies a i libr i de i b atte z zati, de lle
c res ime e de i m atr imo ni r imo ntano al te mpo de l Co nc ilio d i Tre nto (1558 ).
D iamo q ui appre sso l’ e lenco d e i pr ior i Be ned e ttini, de i V ic ar i appar te ne nti
al c lero s eco lare d ive nuti po sc ia Re tto r i Prevo s ti parroc i o re ttor i de lla c hies a.
Pr ior i: 1164 – Be ne de tto, m o naco d i Mo nte Sacro. 1173 – S tab ilis . 1182 –
Pe tr us. 1188 – G uille lm us . 1191 – Fr a A ug us tinus. 119 4 – Fr a Pasc halis . 1196
– Falc us . 1200 – Fr a Dom inic us . 1207 – Bass allus . 1211 – Dom inic us . 1215 –
Fr a Robe r tus . 1218 – G uille lm us . 1249 – De me tr ius . 1257 – Goffr id us . 1265 –
Fr a N ico med es . 1316 – Fr a Mar tinus . 1 324 – Fra N ico laus . 13 45 – Jo hanne s de
V es tis . 13 55 – Fr a Pe tr us d e Ve nus io .
V icar i: 1540 – Ber nard ino de I nte lla. 1558 – Don S eb as tiano de l G iud ice
Marco ne . 1576 – Do n Anto n io S tab ile . 1578 – L’ Arc iv esc ovo
di
S iponto,
G iusepp e
S ap ia
pr iore
e
co mme nd ator e pe rpe tuo . 1578 – Do n Giov an
A nto nio d e N uz io . 1589
s ino al 1593 idem . 1604 – R e ttore d i S . G iacomo
N ico la A nto nio B ine tto .
Re tto r i C urati: 1600 – G iov anni A nto nio d e G iorg io . 1611 – Do n C es are de
N unio .
Ch ies e Grech e.
San Gio rgio e S . Maria d egli An g el i.
Il milite Goffredo, nobile cittadino barlettano, in uno degli anni
dell’Episcopato dell’Arcivescovo Samaro, fondò, come dice il Prologo, la
chiesa di S. Giorgio (1192-1202). L’Arcivescovo a lui concedeva di tenere
nella chiesa il battistero, il cimitero, di accettare donazioni e di ricevere
chierici, i quali a loro volta per sudditanza al Vescovo avrebbero pagato un
michelino di oro all’anno. Da documenti successiv i (vol. VIII C.D.Barese)
risulta che la chiesa viene amministrata da un cappellano che nel 1197 era
un magister Simeon e nel 1310 un Andreas (Rationes decimarum Italiæ ).
Da questo limitatissimo personale di direzione e dalle decime
scarsissime che il cap pellano pagava alla Sede Apostolica (un tarì, oppure
10 grana), non si può pensare ad una chiesa più grande di quella che oggi
si vede ridotta a magazzino e, contrariamente a quella che pensa il Vista, è
da sostenersi che la chiesa non cambiò mai sito. Ess a era posta, come da
un documento del 27 febbraio 1546, presso la casa con arco (porticato) di
Bonelli dei Bonelli, la quale confinava con la casa dei Galiberto da una
parte e la chiesa dall’altra. La casa aveva giardino, cisterna, arco et latrina
ed una trasenda esistente “ intus dictam domum et Ecclesiam S. Giorgij” .
Nell’enfiteusi che il Bonello conchiudeva con Marco Angelo Bellapertica per
ducati 5, a seguito di rinunzia fatta da Gaspare Brunetto di Barletta,
venivano conservate le pietre piccole e grand i “et una panca pro sedendo” .
In questo stesso documento del notaio G. de Geraldinis si dichiara che
la chiesa era discoperta.
Anche il documento del notaio G. A. Boccuto del 22 aprile 1586
conferma che Cesare de Galiberto possedeva una casa palazziata, po sta in
Barletta, in “strata dicta S. Georgij” , presso la casa di Bernardo Ferrara,
presso la chiesa di S. Giorgio, strade pubbliche ed altri confini. Su detta
casa del valore di ducati 600, si pose un censo di ducati 51 all’8½ % . Era
presente al contratto la nobile Costanza Marulli, vedova.
Verso la fine del 1400 essendo capitati a Barletta 200 famiglie di
schiavoni,
illiriciani
e
greci,
per
causa
di
guerra,
ebbero
ogni
riconoscimento di liberi cittadini ed i greci in modo particolare, costituiti in
colonia, presero alle loro dipendenze le chiese di S. Giorgio e di S. Maria
degli Angeli.
Difatti il 13 maggio 1601 come risulta dal notaio Orazio de Leo i sacerdoti
greci, don Antonio e don Emanuele Acconti, per 60 ducati si impegnavano a
celebrare messe nelle feste comandate e di amministrare i sacramenti ai
parrocchiani di nazionalità graca abitanti in Barletta, e la greca Bianca Fagnì nel
91
s uo te s t am e n to d e l 6 no v e m b r e 1 6 1 0 v o l e v a e s s e r e s e p o l t a ne ll a s e p o l t ur a
d e l la s u a f a m i g l i a, lo s te s s o c hi e d e v a G io r g io C a i c a i e as s e g n av a a d o n
M i c h e l e F ag n ì 2 0 c ar l i ni p e r c e r a e 2 0 p e r m e s s e d a c e le b r ar s i ne l la d e t ta
c h ie s a d i S . G io r g io (v e d i no t a d e ll e c hi e s e d is tr ut t e ).
G io v a n n i S c o nt i d e C o ro n c o m e r if e r is c e il no t a io B e r n ar d i no d e P ac c i
( c he c o m e s i v e d r à è i l n o ta io d e i g r e c i d i m o r an t i i n B ar le t ta ) , i l 1 3 ap r ile
1 5 5 1 d ic h iar ò n e l s uo te s t am e n to c he e g l i s c e g l ie v a l a s u a s e p o l t ur a p r o p r io
n e ll a c h ie s a d i S . G io r g io d i B ar le t ta .
S . Ma r i a d eg l i A n g el i . A nc he S . M ar i a d e g l i A ng e l i , s e c o nd o u n a p e r g a m e na
d e l la c a tt e d r a le d e l l’ 1 1 f e b b r a io 1 3 9 8 , f u e d i f ic a t a a s p e s e d i u n t ale
A ng e l il lo d e B e r te r a i m o (I n al tr a p e r g am e na d e l 1 4 0 2 A ng e l i l lo d e B e r t e r aim o
s i tr o v a c i ta to m und u alt o d i t a le Pa s q u a , m o g li e d i A n to n io Tr o p e a i n u n
c o n tr a t to d i p e r m u ta d i u n a s u a p r o p r ie t à ).
La c h i e s a d o n a ta a Ja c o b us ,
A r c iv e s c o v o d i Tr a ni , e p e r m a no d i q ue s t i a i p r e ti d i S . Mar i a M ag g io r e ,
av r e b b e d o v u to av e r e u n o s p e d al e p e r i p o v e r i c he i p r e t i m e d e s i m i
av r e b b e r o d o v u to o f f ic iar e .
P o s c ia i n u n t e m p o no n d e te r m i n ato l a c hi e s a f u c e d ut a a i g r e c i c o r o ne i
d i r i to g r e c o -c a tto l ic o e p ar e c iò s ia av v e n uto v e r s o la m e tà d e l 1 4 0 0 ,
q ua nd o m o l t i g r e c i e i l l ic e r i an i p e r m a l tr a t ta m e nti g ue r r e s c h i c o m e s o p r a s i è
d e t to e m ig r ar o no d a ll e r e g io ni d al m a te e g r e c he s ul le c o s te , s p e c i a lm e n t e ,
d e l l’ I ta l ia m e r id io n al e (v e d i S an te r am o : “ S to r i a d i Tr i n it ap o li ” ) .
D e l la c e s s io n e d e l l a c h ie s a a i g r e c i -c a t to li c i s i f a m e n z io ne ne i l ib r i d i S .
V is i te , s p e c ia lm e n te in q ue l la d e l 1 6 3 9 , i n c u i l ’ A r c iv e s c o v o d o n To m m as o
A nc o r a e s e g u e i n q ue l la c h ie s a la S . V is i ta lo c al e e p e r s o n a le e d i l c h ie r ic o
g r e c o d o n A nto n io d e F r a nc e s c o m o s tr a a l l’ A r c iv e s c o v o le s c r it t ur e d e l la
c e s s io n e d e ll a c h ie s a , i l l i b r o d e i b e ni e q u e l lo d e i b a t te s i m i . D ic h iar a c he p e r
l a c r e s im a inv e c e d e l la f o r m u la us a ta d a ll a c h ie s a c at to l ic a i g r e c i r e c i tano
u n ’ o r a z io ne g r e c a s ul b a t te z z a to e p e r c iò l’ A r c iv e s c o v o f a o b b l ig o d i te ne r
e s p o s t a in c h ie s a la b o l la d i P ap a C le m e n te V I I I c he r ig uar d a i r i t i g r e c i .
A l p r e te d o n M i c he le D e g n i p ar r o c o d i S . M ar ia d e g l i A ng e l i l’ A r c iv e s c o v o
r iv o l g e a lc un e al tr e d o m a nd e c h e r i g uar d ano l a v it a e l ’ o s s e r v an z a d e l la
l e g g e g r e c a. E g l i r i s p o nd e e s p i e g a a l l’ A r c iv e s c o v o le q ua t tr o q uar an te n e i n
c u i o s s e r v ano i l d ig i u no e la as t in e n z a d a ll a c ar ne e d an c h e d e l p e s c e ; i l r ito
c he e s e g uo no ne ll a m o r t e d e i c i tt ad in i g r e c i . (v e d i S a nt e r a m o : “ L e c hie s e
d is tr u t te ” ) .
E c c o a lc u ne no ti z ie c h e r ig u ar d ano i c i t tad i ni g r e c i d im o r a n t i i n B ar le tt a.
P i ù d i 4 0 g r e c i d i C o r o n e d i J an n in a , c o m p r e s o i l V ic ar io g e ne r a le , M ano b io
T r ac ic o c us e l ’ ar c ip r e te d o n N ic o la Ma l a ug ur o d e i c h ie r ic i c o r o n e i i n u n a t to
d e l no t a io P . d e G e r a ld i ni s d e l 5 m ar z o 1 5 5 3 , c o nv e n ne r o d i no m i nar e A nd r e a
D r ag u le o lo r o r ap p r e s e nt a n te i nn a nz i a tu t t i i tr i b un a li , p e r c h é s i c h ie g g a , s i
o t te ng a e v e ng a r ic o no s c i ut a d a l la S u m m ar i a e d al V ic e r è l a lo r o f r a nc hi g ia
c he l ’ U niv e r s it à d i B ar le t t a no n v uo l r i c o no s c e r e e c h ie d o no g li ar r e tr at i. P i ù
t ar d i , i l 2 7 s e t te m b r e 1 5 5 4 , a l lo s t e s s o D r ag ul e o s i d à l’ i nc ar ic o d i d iv id e r e
t r a i g r e c i i l g r a no c he s i r ic av a d a l l a C ur i a R o m an a .
D i s e g ui to q u i s i e le nc an o m o lt i c o n tr a t ti tr as c r i t t i d al no ta io B e r nar d ino
d e P ac c is c h e r e al m e nte è i l no t a io d e i g r e c i d im o r a nt i i n B ar le tt a . ( L a
s c r i t tur a d i q u e s to no t a io è d i d if f ic i le le t t ur a p e r c hé o g n i p ar o l a o m e t te s ia
l e v o c al i c o m e p ur e a lc un e c o ns o na n ti )
Nel 1550, 8 ottobre, l’Arcivescovo Benedictus coronen se, dimorante in
Barletta, per alcune somme che deve esigere in Napoli ed in Sicilia nomina
procuratore il medesimo Draguleo, che ora dimora in Napoli, dalla quale città,
detto procuratore, potrà spedire lettere di cambio del banco di Gian Francesco
Ravaschieri, dimorante in Barletta. L’Arcivescovo si serve di lui come interprete di
suo nipote Manolio. Tale procura egli la ripetette il 2 novembre dello stesso anno
a favore di Nicola Draguleo, non potendo l’arciprete Nicolò Malauguro anche di
Coron soddisfare in tale affare, egli esigerebbe in Napoli ed in Sicilia da tutti i
banchi ed anche dalla Regia Curia tutte le loro entrate. Non conoscendo
l’Arcivescovo la lingua italiana chiama suo interprete il nobile Olivieri Figueroa
92
a nc he d i C o r o n. I l 4 m ar z o 1 5 5 1 a lc u n i g r e c i d i C o r o n v o l le r o s i s c r iv e s s e r o
n e ll a s c he d a d e l lo s te s s o no t a io i lo r o c o nno ta t i c o s ì c o m e e r ano s e g na t i
n e ll a C a nc e l le r i a d i N ap o l i c o n i lo r o no m i e c o g no m i . S o no : il v e ne r ab i le d o n
M a no lio , A ng e lo S a n ta B r e s s e g ni e A n to n io D r ag u l e o ha n no g l i o c c h i b i an c hi;
A nd r e a D r ag u le o ha g l i o c c h i b i an c h i e la b ar b a c o lo r c as tag no , ha u n a
c ic a tr i c e s ul l a m ano d e s tr a e d u n ’ a l tr a s o t to il p o l li c e d e l la m a no s in is tr a;
T o d ar o V o j la h a i l na s o n e r o e d u n a c ic a tr i c e i n f r o n te ; G io v a n n i i l s e r v o ha
u n a c ic a tr i c e ; N ic o l a S ab ig ino h a g l i o c c h i i nf e r m i ; N i c o l a S ar c o p o la h a s ul
v e l lo d e l l’ o c c h io s in is tr o u n a c ic atr ic e ; A nd r e a C o l o n n a h a u n g r o s s o n as o .
I l 1 2 g i ug no d e l 1 5 5 1 le no b i l d o n ne S e r i n a, C at i ne l l a e A nu s s a f ig l ie d e l
c o n te Po l i ac z o d i C o r o n, c o n i l c o ns e n s o d e l no b il e N ic o la i Po l ia c z o
n o m in ar o no lo r o p r o c ur at o r e N i c o l a D r ag u le o , p e r c hé le av e s s e r ap p r e s e nt a te
i n t ut t i i tr ib u n al i p e r av e r e d a P ie tr o d i To le d o V ic e r é p ar te d e i 5 0 0 0 d u c a t i
c he s i d iv id o no tr a i g r e c i d i C o r o n .
L a s te s s a c o s a f e c e l’ arc iv e s c o v o B e ne d e t to , m o no p o l i t ano c o r o ne ns e e
c io è s c e ls e lo s t e s s o D r ag u le o p e r c h é p e r m e z z o d e l V i c e r é , P ie tr o d i To le d o ,
p r e s s o t ut t i i tr ib u na l i av e s s e s o s te n u to la q ue s t io n e d e l l a r e s t i t uz io ne d e i
b e n i c he i c o r o n e n s i p o s s e d e v a no ne l la c it t à d i C o r o n, s p e c ie q u e i b e n i c h e s i
t r o v av ano ne l te r r ito r io d i S ua Mae s t à (1 3 g i ug no 1 5 5 1 ) .
D iv e r s e al tr e d o n ne d i C o r o n e c io è E l is ab e tt a D r ag u le o , Pe tr o ne lla
R o m an a , V e ne r and a C a to y ti s , v e d o v a , s c e ls e r o c o m e p r o c ur a to r e lo s te s s o
A nd r e a D r ag u le o , p e r c hé p e r lo r o av e s s e e s a t to in N ap o li l e s o m m e c he e s s e
i v i p o s s e d e v a no . E’ d a r i te n e r s i a nc o r a c h e i g r e c i e s i g e v a no un as s e g no
s p e c ia le d a l r e e d i c iò s i p ar la d a l N o b il e A nd r e a C o lo nn a p e r i 1 5 d uc a t i d i
r e s to c h e d o v e v a e s ig e r e d a l la R . C ur i a o d al R . C r e d e nz ie r e d e ll a R .
C an c e ll e r i a d i N a p o l i c o m e d a at to d e l 4 m ar z o 1 5 5 1 .
L a s te s s a c o s a , e p i ù c h i ar am e n te d i c h i ar a la v e d o v a P ar r i ne l la , m o g lie
d e l d e f u n to c ap it a no , G io r g io R o m an a t is , d im o r an t e in B ar le t t a, c o m e r i s u l ta
d al lo s te s s o te s t am e n to r ò g a to d a l no ta io B e r nar d i no d e P ac c is d e l 2 1
d ic e m b r e 1 5 5 4 . I n d e t to te s ta m e n to l a P ar r in e l l a no m i na s uo i e r e d i El e na
P u l lo , s ua n ip o t e e R e s in a g r e c a , s ua f ig l i uo l a . E l e g g e la s u a s e p o l tur a n e lla
c h ie s a d i S . G io r g io d i B ar le tt a . “ I te m d e c l am a e s s a te s ta tr ic e c o m e n e ll i
a n n i p as s a t i p e r s e r v i t io d i S ua Mae s t à C e s ar e a.
S e r g io d e C o r o n s c a c c iat o d a i tur c h i e s e ne v e n ne i n q ue s te p ar t i d e
Y t a li a p e r lo c he p i ac e a S u a Ma e s tà d ar l i d uc a t i 3 0 d e m o ne t a d e p r o v i s i o ne
i n q uo l ib e t a nno d a l la R . C o r te , q ua l i d uc at i 3 0 e s s a te s ta tr ic e p as s a nd o d a
q ue s ta v i a p r o v id e r e v o le e t m e d ia n te la v o lo nt à d e l l i S up e r io r i e t d e l
S e r e n is s i m o e t i nv ic t is s im o r e no s tr o , F i l ip p o e t d e l r e v .m o e t i ll .m o
C ar d i n al e s uo Lo c o te ne nt e g e n e r a le , e t d e l la R e g ia C o r te , l i p as s a a l i d e t ti
s u i he r e d i , v id e li c e t d uc a ti 1 5 a l la d ic ta He le n a
e t d uc a t i 1 5 a l la d e t ta
R e s i na “ . Pe r i l r e s to d e l le r o b e E le na e R e s i na f ar an no m e t à p e r o g nu n a.
A nc he l’ U n iv e r s i tà d i B ar le t ta p r o v v e d e a l lo s tat o m is e r a nd o d e i g r e c i e d i l
n o t a io Ma t te o C ur c i r if e r is c e c he ne l s e tt e m b r e 1 5 6 7 l a d e t ta U niv e r s i tà,
e s s e nd o s i nd ac o G ir o l am o B o ne l l i, p r o v v id e p e r il v e s c o v o B u d uo un a c as a
p r e s s o S . Mar i a d e g li A ng e l i, p ag a nd o la s o m m a d i d u c a t i 3 5 , c o s a c h e
r is ul t av a d a u n d e l ib e r ato d e l l’ U n iv e r s i tà .
A l tr o d o c u m e nto im p o r ta n te è q ue l lo d e l 1 ° l ug l i o 1 5 7 4 , ( B e r nar d i no d e
P ac c is ) n e l q u a le Mar r u ll a Tr as ic o to g r e c a, a s e g u ito d e l l a m o r te d e l m ar ito
G io v a n n i R o m ano , c o n i l c o ns e ns o d i A nd r e a D r ag u le o , p e r 4 5 d u c a ti
v e nd e t te a T ir o b a d e Mar a ld it i j s , v e d o v a d i To d ar o R o m ano , tu t te l e ar m i e
d iv e r s e v e s t i d e l m ar i to e c io è : “ un g ia c ho d e m ag li e , u n p ar o d e ar m e p e r
ar m ar e , un c o r io d e c av a l lo , u no f e l tr o b io nd o , u no c ap p e l lo v e r d e , u na
c as ad r a r i nf o d e r a t a d i t e la n ig r a, u no s to c c o c o n c o l te l lo p un t ar ol o e
c o r r e g i a, d ue l ib r e t t i a s t am p a, u n a c as ac c a r o s s a , u no c ig n o e s o p r ac i g no ,
u no c o r d o ne d e c av a l li , u n a s e l l a, u na b r ig l ia , u n a b e r r e t ta n ig r a e d a l tr i
o g g e t ti ” .
I n altr i d ue r ispe ttiv i is tr um e nti, s em pre de llo s te sso no taio (de l 10 apr ile
1553 e 17 m ar zo 1575 ) s i trascr ivo no i d ue r iti c he i gr ec i e seg uo no pe r il
93
m a tr i m o n io e p e r l a s e p o l tur a d i u n d e f u n to . L a c h ie s a i n c u i s i s v o lg o no le
d ue c e r im o ni e è q u e l l a d i S . Mar ia d e g l i A ng e l i , c o s ì i n t u tt i i d o c um e n ti
l ’ ap p e l la il no ta io . Ec c o i l r ito d e l m atr i m o n io . I n na nz i a l g iud ic e G io v a n
B a tt is t a S p a l uc ti a e no taio , ne lla ve ner ab ile c hie sa d i S . Mar ia d eg li A ng e li,
do n S tam ato Agr is ti d e Cor on, p adr e d i Mic he le Ag r is ti, s uo f ig lio leg ittim o e
natur ale, alla pre se nz a d e l r ever endo V ic ar io Gener ale de i c hier ic i coro ne ns i,
ne i m es i tr asc ors i, s tip ulò il m atr imo nio d e l p red etto f ig lio co n la o nes ta do nna
Mar ia de Pig lior à, fig lia di tale mag nif ico Pig liorà. I l matrimo nio av ve nne “ ante
f ac iem Ec c les ie , interve niente s ac erdo tali be ne d ic tio ne , s ec und um us um,
m ore m e t co ns ue tud inem nob ilium Coro ne ns ium” . I l d e tto do n Stamato prese
p er mano la s ua nuor a Mar ia e la co ns eg nò al de tto Mic he le, il q uale la pr ese
c ome sua m og lie e d eg li s tesso p rom ise al p adr e ed al s uoc ero c he l’ avrebbe
tr attata com e v era s ua m og lie , gover nando la e m ai d ispr ez z ando la. Poi
s eg uiro no altre cer imo nie.
Per la sepo ltur a.
I l no taio co me s opr a e G iuliano C ur tius , g iud ic e, f uro no invitati per p ar te
d i Ar c ade gr ec a, mog lie d i Elia B is ceg lia, gre co di Coro n, ne lla c as a pr esso la
c hies a d i S . Mar ia deg li A ng e li, ne lla quale s i c e le brano i d iv ini uf fic i, d ai gr eci
e d ag li alb ane s i ab itanti in B ar le tta, trovano la d e tta Ar cada lang ue nte e
lacr imante. D if atti ne ll’or a quas i 24ª ess a mor ì ed il g ior no 17 , all’ora
s ed ic es ima, por tata ne lla c hies a in “ lec to mor tuor um” , s i ce lebr aro no i d iv ini
uff ic i de i m or ti e po i f u se po lta ne lla sepo ltur a d i d e tta chies a d i S . Mar ia d eg li
A ng e li.
S i anno ta ancor a c he tra i gr ec i d i Coro n ne lla d e tta sc hed a co mp ar is ce
ab itante in Bar le tta un nob ilis Antonio aur ife x. I l 6 se tte mbr e co mp ar isc ono
d inanz i allo s te sso no taio 21 gr ec i, i q uali es sendo occ upati in ar d ui ne goz i
s ce lsero com e loro p rocur atore Andre a Dr ag uleo c he pe r loro d eve c hied ere
pr es so la Mag na C ur ia V icar ia, pr es so la R . Cam era Som m ar ia e pr ess o il
v ic eré la f ranchig ia co nce ss a da S ua Mae s tà il re in og ni sp ec ie d i g ab e lle e di
d az i; c hiedo no la r e tro az io ne de lle som me v ers ate all’ U niver s ità d i B ar letta e
p erc iò pr ese ntano un loro mem or iale com e sopr a s i è de tto . S i ag g iunge
ancor a che i gre ci avev ano in Bar le tta una fabbr ic a d i m atto ni d i cr eta e d if atti
A ndr e a C am inar a d e Coro n e Tom m aso Serv us si o bb lig ano il 3 1 m ar zo 1551
c on S te fano Do loro de Cor on d i appro ntarg li otto m ila matto ni d i cre ta in
m ax ar ia pro me tte ndo g li d i co nseg narc e li per tutto il me se d i apr ile al pr ez z o d i
15 car lini il m ig liaio .
Tr a i g rec i s i tr ov ano d i q ue lli c he es erc itav ano l’ind us tr ia de l tr as por to di
m erc i co n b arc he prop r ie p er m ar e .
Co s ì il 1 ° lug lio d e llo s tes so anno 1551 , ne lla s c he da de llo stes so no taio , si
le gge c he G iov anni C ac co la d i Coro n, or a in Bar le tta, co nve nne co n Be ned etto
d e Lu c ij s d i B itonto e con A mbro s io de Be cc ar ijs d i tr as por tare , p er me zzo d i
c inq ue gr ipp i se u b arc he, 2176 to mo li d i s ale d alle saline d i B ar le tta, al luogo
d e tto il “ C hianco ne ” d i S anto Sp ir ito , al pre zz o corr ente s ulla p iaz za d i
B ar letta.
Co nc ludo q ues ta no ta dichiarand o ag li s tud ios i c he la s c hed a d i B er nard ino
d e Pacc is , im por tantissim a, no n è s tata le tta tutta d al s o ttosc r itto per
m anc anza d i te mpo .
N e l 172 2 la c hies a non f u p iù off ic iata e fu aff idata alle co s ì d e tte
“g es uite lle” d ire tte d a suor Pao la de lla C roc e al se co lo Pao la R ug g i g ià monac a
d e l mo nas tero d i S . O rso la a N apo li. La R ugg i mor ì il 1734 e d il 1772 furo no
s oppre ss i i Ge s uiti. Essendo to rnati in Bar le tta i gr ec i pre te sero per loro la
c hies a d i S . Mar ia de g li Ange li e g li annes s i p ag ando al r e 600 d ucati.
D al 1799 in B ar le tta v enne un “ p ap ass o” che la off ic iava, m a s c is matico o
gr eco or todo sso . Ess e ndo f inita la co m unità grec a la c hie s a r es tò in m ano a
po c hi ered i d i fam ig lia catto lic a. R ic hie sta d ai C onv entuali c he amm inis trano S .
A nto nio pe rc hé la lo ro chie sa ha bisog no d i r ip araz ioni, i de tti er ed i dal m ese
d i o ttob re de l 195 9 l’ hanno c ed uta a de tti p adri c he la off ic iano co n il r ito
c atto lic o .
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S an Gio vann i Geros ol im itano .
Co n q ues to altr o c ap ito le tto r ig uard ante le c hie se off ic iate in B ar le tta d ai
C av alier i de ll’ osp edale d i S . G iov anni Ger oso lo m itano pe nso d i dar e un nuovo
c ontr ibuto agg iunge ndo qualc he cos a d i più a q ue llo c he g ià s i è p ubb licato.
La c hie sa d i S . G iov anni G ero so lom itano me sso s u v ia Tr ani ne l parco de l
c aste llo , ne l tratt o d i s tr ad a fe rrov iar ia c he unis ce via Tr ani c on la ferrov ia
por to, è d i stile go tico prim itiv o a so m ig lianz a de lla c hies a d i S . Sep olcro co me
ac ce nnano alcuni r ud er i, c onserv ati ne l c iv ico m use o.
F u fo nd ata ve rso la seco nd a m età de l seco lo XII d al nob ile S ilv e no taro
G uttauro , f ig lio d i G iovanni, m ile s de lla c ittà d i B ar letta, c ome ne dà no tiz ia il
Pro log o in un doc ume nto d e l 1210 .
S ab ino , s uo pr imo pr iore, è no m inato g ià in altro do c ume nto de l 1180 . A l
te mpo deg li ang ioini i c av alier i sp ed iv ano fr ume nto sp ec ialme nte in A cco n p er i
loro fr ati e cav alli. I l fr um e nto lo pr e lev av ano d alle loro m as ser ie e ter r itor i e
ne m and av ano s ino a 3000 s alm e d i gr ano , 2000 d i or zo e 300 d i f ave . A ltre
vo lte sped iv ano c ar ni salate , c ac io , o lio , p er le q uali v e ttov ag lie c hie dev ano
l’ im munità de lla d og ana, dal fo nd ac o, d alla b ucc er ia e lib era us c ita, per la
q uale imm unità mos tr ano un pr iv ile gio loc ale d i c ui il r e ne c hie de r ag io ne .
A ltr e v olte spe d ivano arm i e d ar mati, altre vo lte c on p icco le b ar che da 100
s alme r ac cog lie vano s ale dalle s aline d i S alp i, Br indis i, Torre d i Mare e S.
Mar ia a Mar e c he sim ilm e nte d is tr ib uivano p er i loro fr ati e per le loro
m asse r ie e la s ped iz io ne avve niv a al d i q ua e o ltre m are a m ez zo d e lla gr an
nave d e ll’or d ine c hiamata “ S . Luc ia ” c he salp av a d ai por ti d i B ar le tta,
Manfredo nia e Br ind is i. Og ni car ico e spe d iz io ne ve niv a co ntro llata d ai d ue
b ar le ttani G uglie lmo N igro e B ar to lom eo Bo nelli ins iem e c on un Ve sc ovo,
no minati p er q ue s t’ uff ic io d al r e .
N e l 1280 , f orse p er le cre sc iute ne ces s ità d e i fr a ti, G iaco mo de Tax i, pr iore
d i S . G io vanni d i B ar letta, f a co s tr uire una nuov a te r ida per i b isogni d i
Terr as anta. Per la gr an fid uc ia c he il re ha de i cav alier i d e lla c as a d i B ar le tta,
ne fo rm a un ce ntro d i mov ime nto . E d if atti un d oc ume nto d e l 1273 d ic e che il
r e m and a in B ar le tta nell’ osp ed ale d i S . G iov anni G eros o lom itano , A ng e lo d e lla
Marr a per p re lev ar e e camb iar e , m ille o nce d i oro in d e nar i gros s i ve ne ti a
r ag io ne d i s o ld i 7 e de nar i 5 per og ni o nc ia; per la sec onda vo lta le c as e di
O tr anto e Bas ili c ata fanno il de pos ito d i 1 000 d ucati ne ll’os ped ale d i S .
G io vanni in B ar le tta e co n una nav e s ped is co no c av alli, c ar ne s alata e cac io ;
altra vo lta aff id ano i be ni mob ili d i G iov anni d e C lar iaco per c hé a tempo
op por tuno s i pos so no cons eg nare ag li ered i (12 79 ); il r e m ede s imo imp one a
G alg ano e A ng e lo de Marr a d i pr es tare ai m erc anti c he so no ne lla c ittà o nce
1000 d alle 2000 c he te ngo no d epos itate pr ess o il pr ior e de lla casa d i B ar le tta
(1283 ).
N e lla p ag a de lle de c im e alla Se de Apo sto lic a si r ic av a c he me ntr e le c hiese
pr im ar ie d e lla c ittà: S . Mar ia Magg iore , S . S epo lcro e N az are th p ag av ano
r is pe ttiv am e nte o nc e 7 ,12=3 , 14=3 , S . G iov anni G eros o lom itano ne pagava
72 , il che v uo l d ir e una tas sa c he mes s a in rappor to co n il p atr imo nio impor ta
una r icc hez z a s up er i ore a tutte le altr e c hiese de lla c ittà.
I nf ine un doc ume nto de l C.D.B ares e de l 12 24 r ip e te ins ieme ad una
p erg am ena de l 1398 , ancor a ined ita, pr ess o la catte drale , il d ir itto d i pr oprie tà
c he ave va S . Sepo lcro s ulla c hies a d i S . Mar ia a Mar e , po s ta s ulla foce
d e ll’Of anto . R if er is ce p ur e l’ obb ligo c ens uale d i tre g iov e nc hi c he i c av alieri
d e ll’o sped ale do vev ano alla me nsa d e l V es covo c annes e . D a q ue s te due
p erg am ene , so lo q ue lla d e l 1224 ag g iung e un ob b ligo aff atto nuovo del
m ante nime nto de lle d ue m o nache a cui il c onv e nto s i era r id o tto a c aus a d e lla
g ue rra e d e l m ante nim e nto d e l c app e llano lor v ita natural durante .
I l N itti c he tr as cr is se la p erg am ena de l 1224 l’ attac ca d i falso alm e no ne lla
p ar te r iguard ante le monac he ed il c appe llano , r ite ne ndo co me v er o il re sto
c he è ugualme nte r ip e tuto in una perg ame na de l 1226 , p ubb lic ata anc he d al
N itti, e ne ll’altr a ine d ita d e l 1398 .
95
Anche oscura in rapporto alla sua autenticità rimane la pergamena
riguardante lo scisma d’occidente.
Durante questo scisma tutta la c ittà, almeno la parte più colta ed importante
e cioè, il Capitolo di S. Maria Maggiore, ed i Cavalieri di S. Giovanni
Gerosolomitano avevano aderito allo scisma ritenendo come vero Papa,
Clemente VII e si erano messi contro Urbano VI (Bartolomeo Prignano)
Arcivescovo di Bari.
Lo scisma si iniziò diversi anni prima, ma il Capitolo di S. Maria Maggiore
abiurò con atto pubblico firmato da 37 appartenenti alla chiesa il 10 giugno
1384, mentre per i Cavalieri, una pergamena inedita del 27 febbraio 1396 rende
noto che diverse case in diverse città della Puglia erano state private delle loro
precettorie e affidate o assegnate ad un tale Petruccio de Falco dal Vescovo di
Giovinazzo. Tra le precettorie son nominate quella di S. Caterina di Bari, quella
d’Acquaviva e le altre di Gravina, Monopoli, Puccio, S. Leonardo di Stile. Nulla si
dice di quella di Barletta che si trovava in gravissime difficoltà di vita.
I ntanto durante questo periodo critico la chiesa di Barletta subì la sorte
dell’Ordine che vide la sua decaden za con il passaggio che fece da Gerusalemme
a Rodi (1310) e poi da Rodi sconfitta a Malta (1530) e quindi non è da
meravigliarsi se abbiamo accennato a documenti falsi e se anche di seguito si
vedono proprietà passate senza riserva da un ente ecclesiastico ad un altro.
Io non ripeterò qui, come feci nel vol. II del C.D.Barl. l’elenco delle
masserie e terre appartenenti a S. Giovanni Gerosolomitano giacchè fra quelle
ve ne qualcuna di dubbia provenienza.
A s e g u i to d i u n p r o c e s s o o r d in a to d a Pap a G r e g o r io X I , l’ A r c iv e s c o v o d i
T r a n i, G i ac o m o , i l 2 4 m ag g io 1 3 7 3 o r d i nò u n ’ in c h ie s t a c ir c a i b e n i , il
p e r s o n al e e l a c o ns is te nz a r e d d i t iz i a d e l Pr io r a to c he r i s u l tò c o m e s e g ue : il
c o nv e n to d i S . G io v an n i h a u n a g r a n c as a , “ q u e e s t c ap u t to t i us p r io r a tu s ” ,
n e l c u i p r i n c ip a le s alo ne c o m e af f e r m ò Tr o j ano M ar u l li p o te v a no g io c ar e a
p al l a d ue c o m i t iv e d i p e r s o ne ; p o s s e d e v a c as e ne l la c i tt à , d a c u i s i r ic av a un
f i tto ; p o s s e d e v a in p r o p r ie tà la m as s e r i a d i S . N i c o la i n B a ld e t to ; d i S . M ar i a
d e Mar i ; d i S . Mar i a d e S al i n is ; d i M a lt a ; d e l l a T r i n i tà ; d iv e r s i ap p e z z am e n t i
c o n a lb e r i d i ul iv i ; d iv e r s e v ig ne ap p ar te ne n t i a i Te m p lar i ; d iv e r s e v ig ne d e l
d e t to o s p e d a le d ip e nd e n t e d a B ar le t ta ; l a d o m us B e r s e n t i na ( d io c e s i d i
S ip o nto ) ; i l c a s t e l lo d i G u ar ag no ne ; l a m as s e r ia F o n t an a d e F u r a ; l a m as s e r ia
S . G io v an n i (d e l la d io c e s i d i A c e r e n z a ) ; la d o m us d i S . Mar i a d i R o v e r e to ; la
d o m us d i S . N ic o la in Mo lf e tt a ; a lb e r i d i o l iv i in G io v i na z z o ; l a m a s s e r i a d i
V al le d i C an ne l le ; d i S . P i e tr o in P a la z z o ; d i B o r g o N uo v o ; d i R ip a lt a no
R o m at u l a e B o n a F is c a (d io c e s i V e no s i na ) .
I f r a t i c he ap p ar te ng o no al l a c h ie s a e d al c o nv e n to s o no : i l p r io r e f r a
R a i m o d e Lab r am o d i an n i 3 0 ; Lu c a d i Mo nt e p i l o s o o s p e d a l ie r e e d i p r e ti
L e o n ar d o d i C e r ig no l a , R a i m o nd o G u ic z ar d o , N ic o l a d i V e no s a ; 2 s ac e r d o t i:
d o n E ug e nio d e A ia . d o n N i c o l a d i To m m as o d i B ar le t ta ; 4 j ac o n i : Ma tt e o ,
G u ir r i c o ,
P ie tr uc c io ,
M a nf r e d e s ;
e
poi
don
B e r tr a nd o
de
B r i nz a tij s
l uo g o te ne n te , d o n Lo d o v ic o d e B ar r a c c hio , d o n G io v a nn i d e M ar c o no , d o n
G io r g io d e R il l ano , d o n G ug l ie lm o G o t ta , d o n P ie tr o d i A r na ld o , f r a V i tal e d e
S an ax , c o nf r a te llo S i m o ne d e D i ano , d ue s o r e l le C e c c a e R o s a .
N e l l a c as a b e r s e n t in a d ue f r a t i e u n s a c e r d o te g ià no m i na t i ; ne l la c as a d i
G uar ag no n e i l f r a te p r e d e t to c o n u n s a c e r d o te c ap p e l l ano ; ne l la c as a d i
M o lf e t t a un s ac e r d o te c ap p e l la no , d o n Mar i no d i C o r a to ; ne l la c a s a d i
S o v e r e to f r a N ic o l a c ap p e l la no , e d i l c ap p e l l a no d o n G io v a n n i t u tt ’ e d u e d i
T e r li z z i ; ne ll a c as a d i Mo l f e tt a f r a M at te o .
C ir c a i f r u t t i l a c as a ap p r o s s i m a t iv a m e n te h a l e s e g u e n t i e n tr a te c he
o s c i l la no s e c o nd o le an na t e .
In Barletta censi e fitti delle case once 25; dalle terre ed ulivi presso Barletta
once 3; dalla masseria di S. Maria dei Frati once 7; dalla masseria della Trinità
once 17; dalla masseria di S. Maria de Salinis once 20; dalla masseria di S. N icola
in Baldetto once 4; da tutte le altre masserie date in erbaggio ducati 14; dagli
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erbaggi di Bersentino ducati 150; dai terraggi del Bersentino once 25; dagli erbaggi
del Guaragnone once 120.
Q ue s to è una sp ec ie d i c ens im e nto o rd inato d a Pap a Grego r io XI
all’A rc ive sco vo d i Tr ani de l 24 m agg io 1373 .
S i r if er isc e d ai pred e tti Re g is tr i A ng io ini un b attintor io o b alne ator io de l
f ium e Of anto pres so Me lfi d a c ui l’o sped ale di Bar le tta r ic av av a un aug ustale .
S ulla c ittà d i Trani e s igev a d uc ati 99 , d i c ui d uca ti 3 d alla co nfr ater nita di S .
G io vanni Evang e lis ta, dall’A rc ive sco vo d i Tr ani (notaio G . de G er ald inis 25
o ttobr e 1577 ). D a de tta s om ma s i esc lud ev ano duc ati 33 c he e s igev ano d alla
Matina d e lla Tor r ice lla.
Er ano po i gr anc ie d i S . G io vanni d i B ar letta le c hies e d i S . G iov anni
I nfr ac ase , S . Mar ia de Por ta, S . Sab ino, c hie sa d e l Cr oc if is so , chies a d e lla
Pe na (pe nna) o d e lla f ic a ne gra in Tr ani.
Lo s tes so no taio G . d e G er ald inis in un doc umento d e l 20 febb raio 1547,
d atato da Po z z uo li, r iportando lo pe r intero m e ntre s i dà il p oss es so de lla c asa
d i Bar le tta al pr io re Paolo S imeo ne per me z zo de l s uo pro curator e Mauro de
Pao lo s i v orreb be f ar r ilev are la impor tanz a d e ll’Ord ine c av allere sco , me ttendo
s otto lo sg uardo le s ue m ig lior i q ualità, e c io è: il nom e de l Gr an Maes tro
G io vanni d e Hom ede s c he è l’attuale maes tro de i pov er i d i Ges ù Cr is to .
F a no to tutti i p r iv ileg i s p ir ituali e m anati a pro d e ll’Or dine d ai Pontef ici
C allis to I I I , Pio I I , Leo ne X , C le me nte VI I e Paolo III. Elenc a per anz ianità i
pr io rati e b aj ula ti d’I talia ne lla s eg ue nte for m a: Rom a, Lo mb ard ia, Ve nez ia,
Pis a, Bar le tta, C ap ua, Mes s ina ed i b ajulati d i S . Eufe m ia, N apo li, S . S tefano e
V enos a.
I nf ine d ichiar a c he per la mo r te d e l pr ior e fra N unz io d i C os tanz io il
Pr ior ato d i B ar le tta v ie ne aff id ato a fr a Pao lo de S imo nib us, al q uale se ne fa
c om unic az ione de l V ice rè co n le tte ra d ire tta a Car lo Pando ne , proc uratore
d e ll’ am m ir ato de lla re lig io ne s te ss a. Ecco ne il te s to : “ Mag nif ico v ir , Re gi
f id e lis d ilec te ” .
Ad no i è s tata pr ese ntata le tter a m ede s im am e nte d e l te nore seg ue nte :
I ll/mo s ig nor C ar lo Pando ne , p roc ur atore d e l reve re ndo fr a Paolo S im eo ne ,
am m ir ato de lla S anta R elig io ne d e ll’Or d ine Gero so lo m itano e t C as te llano d e lle
C as te lla de N iz a et è que llo c he al te mpo de la g uerra, li tur chi p ig liarono
N i z a,
s occo rse d itto C as te llo e t lo te nne B arb aros sa, f a intendere
all’ exe ce lle nz ia vo s tra co me te ne b ulla d e anz ianità e t re serv a de Mo ns ig nor
Rev ere nd o e t d e la R e lig io ne c he v ac ando que llo d i Bar le tta av e acc e ttato.
Pre nd er à po sse sso so tto p ena d i 1000 d uc ati.
Datum Puteo li, d ie 20 febr uar ij 1547 . Do n Pie tro d e To ledo .
V id it de Co lle , Mar tialis , C icc hus Loffr edo , Mar tinus sex tus .
A tergo :
Reg io Cap itaneo Terre Baro li” .
Pare c he in S . G iov anni si s iano ce lebr ati v ar i m atr imo ni alm e no c inq ue d al
1565 a l 1 576 tr a i q uali è da no tars i q ue llo d i Doro te a, f ig lia d i N unz ia
C am panile ved ova de l po eta umanis ta avv oc ato N ico la G am b ino , ed un altro
c he espo ne g li us i lo ngob ard i d i me tters i l’ ane llo al d ito , d i c e lebr ar e la S anta
m es sa e d i dar s i il b ac io d e lla p ace .
I d oc um e nti p erò no n s tab ilis co no se tale S . G iov anni s ia q ue lla d i f uor i o
q ue lla infracase ; c er to è c he d al 1542 no n p o te ndo s i co nse rvar e p iù g li arr edi
S acr i ne lla c hies a d i fuor i si de tter o in co nse gna a do n N ico la d e Leo ,
r ic eve nd o li da do n A nton io S antoro , e po i d a fr a Pippo Loffr edo e s e ne
r edass e un inv e ntar io r ipe tuto ne l 1544 d al no taio G . de Ger ald inis il 3 o ttobr e
e 4 lug lio , c he io per rag io ne d i bre v ità tr ad uco com e s eg ue , in uno so lo .
Altare maggiore della trulla che una volta appartene va alla chiesa di S.
Leonardo; vi era un Cristo in Maestà con gli Apostoli, ora vi è una tavola della
Madonna; un calice di argento dorato del peso di una libbra e once 9¾ con arma
della religione e figure smaltate nel piede; una patena di once 5 anche di argento
dorato; strumento della pace di rame indorato con la figura di Cristo, ed Angeli in
rilievo; due libri graduali e due messali a stampa; un altro messale in pergamena
scritto a mano; un breviario nuovo; due candelieri; due campane sul campanile ;
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s ta llo nuovo per il coro in abe te ; d ue cam ic i; 4 am itti; 8 m ando li; p iane ta
b ianc a e nera; d ue p iv iali; d ue tonace lle co n arm i d i Fabr iz io Pig nate lli, o lim
pr io re .
A ltare nero e ros so de l te mpo de l pr io re do n Anto nio S antoro ; una p iane ta
ner a co n croc e g rec a; un altare d i taff età ros so ; una ico na d i S . G iov anni c on
l’ ar me d i Mic he le Ge ntile; ite m una f ig ura d i S . Leo nardo a r ilie vo s u leg no.
E’ v erso il 1557 c he i Go nzaga, C ard inali, e ntr ano in pos se sso d e i be ni di
S . G iov anni p ur es se ndo pr ior i d i S . Se po lcro . D i e ss i se ne p ar lerà d i
pro pos ito ne lla no ta r ig uard ante que l pr io rato e s se ndo s tati i b eni d i S.
G io vanni inco rpor ati in S. S epo lcr o .
I n S . G iov anni pr ende la c roc e d i G er us alem me (c av alier e ) F ab io Ors ini e
p ag a d uc ati 160 per il s uo p ass agg io nella r e lig io ne .
Pr ior i: 1180 – S av inus Cano nic us e t pr ior Ecc les ie S . Jo hannie d e B aro lo.
1184 – Fr a R inaldus monac hus pr io r Ecc le s ia S . Jo hannis de B aro lo. 1199 –
D is ig ius pr io r Ecc les ia S . Jo hannis d e B aro lo. 1253 – Jo hanne s pr io r Ecc lesia S .
Jo hannis d e B aro lo . 1269 – Fra Pe tr us de Ne oc as tro de A v inio ne pr ior
hos p italis S . Johannis d e B aro lo . 1272 – Fr a Jacob us Tax i pr ior S. Jo hannis de
B aro lo e t Mess ane . 1275 – Ugo d e Rubeo pr io r S. Jo hannis d e B aro lo . 1277 –
Jacob us de Tax i pr ior S . Jo hannis de Bar o lo . 1291 – G uillelm us d e V andolo na
pr io r S . Jo hannis d e Baro lo . 1284 – Tho mas Rap tus . 1373 – Fr a R aimo de
S abr ano . 1398 – Laur entius de B ic zos is . 1476 – Do n Bo nifac io G aetano . 1524 –
F abr itius Pig nate lli. 1534 – Fr a G abr ie le Tod ino d e Mar tine ng o. 1 544 – Don
A nto nio S antoro . 1545 – F ra Mutio de Cos tantio . 1552 – Fr a Paolo de
S imeo nib us. 1557 – G ian V ince nzo Go nz ag a, C ard inale . 1 572 – I l C ard inale
Es tense co n il tito lo d i S . Luc ia in S ilice . 1583 – Matro j ud ice A ttilio . 1592 –
S c ip io ne Go nz ag a, C ard inale . 1592 – Fr a A ler am o de la Langueg lia. 1593 –
Fer d inando Go nzaga, m inor enne C ard inale . 1598 – Fr a G io vanni Mass a.
N :B : s ug li ultim i se tte prior i nes s un d ub b io ver te , mo lto d ubb io s i ha c irc a
g li altr i tre cr eati co ntem por ane am ente co n i Gonz ag a. I Go nzag a f uro no e le tti
d a lla S . S ede , g li altr i d a Malta.
S . Gi o vann i in fra cas e.
E’ un p alaz zo tto m es so pr es so la s tre tto ia d i S . C hiar a, de tto per
antonom as ia il p alazzo d e l Gr an Pr ior e, per c hé iv i dal tem po de g li ung he ri
allogg iò il Gran Pr iore p er av ere , g li ung her i, in num ero d i 23 m ila, depr ed ato
e d invaso la c hie sa d i f uor i e mo lte altr e c he er ano s ulla s tr ad a d i Tr ani e nei
d ipr es s i de lla c ittà.
I n q ue l palazzo tto com e ac cus a un doc umento d e l 1398 allogg iò in
q ue ll’ anno e d i s eg uito Lore nzo d e B ic zo s is ed altr i d ue fr ati G u g lie lmo de
S anto S ever ino e G ug lie lm o d i Mo nte Pisano .
Co n l’allontanam ento deg li ung her i, r itornaro no i fr ati in S . G iov anni d i
f uor i, m a q ue lla c as a e c hies a a p oco a poco andò de pere nd o , f inc hè con la
d is truz io ne m e nata ne l 1528 dall’e ser cito fr ance se n on so lo q ue lla c hies a, ma
m o ltiss ime altre furo no rase al s uo lo .
N e ll’ anno 1569 a 9 m agg io (no taio Matteo C urc i) S . G io vanni infr ac as e s i
trov a alle d ip e nde nze d i S . Mar ia d e B ans o d e ll’Or d ine d i S . Be ne de tto,
d ip e nde nte d al co mm e nd atar io p erpe tuo d i q ues t a c hies a, c he è il c ard inale
Es tense A lo ys ius d i S . Luc ia in S ilice . Per il C ard inale er a am m inis tr atore d ei
b eni d i S . G io vanni in Bar le tta il rev ere ndo do n Giov anni de C hina, pr e te d i S .
S epo lcr o .
1 ) S . Laz za ro – Pad ri Cel est in i d ella SS . T rin ità
– S . Gi o vann i d i D io 2 ) F at eb en efrat el li – Ospeda li d i B arl etta .
Quando si parla di S. Lazzaro un’accolta di notizie vien fuori, riguardanti
diverse chiese e diversi ospedali che sorsero sulla area o presso quella chiesa.
S. Lazzaro era importante perché a veva dato il nome a tutto un rione della città.
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Er a un’ altr a te s ta d i po nte c he co me S . G iovanni e com e S . Sepo lcro
p ens ava alla d ifes a d i Terr a Santa e d al s occ orso d e i pe llegr ini inf erm i, m a non
avev a la r ic c he zz a d e lle pr ede tte d ue chies e .
L’ es iste nz a d e lla chies a c i f a r isalir e a mo lti anni p r im a d e l 1163 co me
ac ce nnano d ue d oc um e nti, de i q uali uno tr atta d i una v ig na, l’ altro d i una
c asa, pr ess o il for no de lla “ Dom us Temp li” , app ar tene nti alla c hie sa d i S .
Laz z aro . (C.D.B ares e vo l. X ) U n doc ume nto de l 1185 la chiama “ S . Laz z aro de
Lepr os is ” . (C .D .B are se vo l. VI I I )
N e l 131 0 la chies a er a off ic iata d a un pr ior e , d i cui m anca il no me e da d ue
c ap pe llani: do n Matteo e d o n A ng e lo , i q uali tr e ris pe ttiv am ente p ag av ano alla
S ede Apos to lica tar ì 15 , 1 e 3 . (Ve n d ola : “ Ratio ne s Dec im ar um Italiæ” )
La c hie sa d i S . Laz zar o no n po te ndos i reg gere da s é s ubì d ive rse v ice nde.
E d ifatti in un pr imo mom e nto fu aff id ata ai Cavalier i Ge roso lo m itani, pos c ia a
S . S epo lc ro , cos a c he acc usano sv ar iate perg ame ne d i S . Laz z aro g i à
c onserv ate in q ue lla c hies a or a in C attedr ale . Ne l se co lo XIV s i no tano i padri
d e lla S S . Tr inità c he so no g li s tes s i p adr i Ce le s tini so tto la rego la di S .
B e ned e tto f atti ve nire in B ar le tta d a G ianne tto Fr is ar i. I p adr i Ce le s tini per
po ter r egger e meg li o il co nve nto ce de tter o la c hies a c he ave vano in p ittag io S.
Mar ia de gli A ng eli ai Fr ance sc ani C onve ntuali. N e lla S . V is ita de l 1567
c omp ar is ce com me nd ator e de lla c hie sa il re ve re ndo Fr ance sco Arc ano e
pro c ur atore , Pad uano Pisorg io, a cui il V is itatore im p os e l’obb lig o d i r ip ar ar e la
c hies a c he ver sva in c attiv e co nd iz io ni.
D al co nfro nto d i altr i doc ume nti s i c onosc e c he re alme nte la c hie sa era in
c attive co nd iz io ni d a mo lto te mpo pr im a, g iacc hè anc he ess a d ove tte s ub ire le
v ic e nde de lle d is tr uz io ni d e lla g uerr a de l 1528 .
S e no n c he ver so il 1591 la de tta c hiesa v ie ne se par ata d alla
am m inis tr az io ne d e ll’o spe dale d e lla SS . Trinità, e l’ ospe dale v e nne aff id ato ai
F ateb enefr ate lli.
I ntanto i frati C e les tini ed i Fatebe ne frate lli ave vano b isog no d i una c hiesa
e d es se ndo c ad uta S . Laz zaro , d i com une ac cordo la ere sse ro , m a i
F ateb enefr ate lli vo llero c he s i appe llas se co n il no me de l loro fo ndatore , S.
G io vanni d i D io , m e ntre i Ce les tini c on a c apo do n C e les tino de Ange lis
c os tr uiv ano d alle fo nd am e nta il nuovo c onv e nto . (Ved i is cr iz io ne es is te nte
ancor a in loc o all’ iniz io de lla sc ala c he p or ta al p iano s up er iore de l co nve nto ).
E’ d a r ic ord are c he seco ndo un co nv enuto de l 7 o ttobre 1591 (no taio
Z ac c ard i) i p adr i d i S . G io vanni d i D io e d i gov ernanti Bo ne lli co nc esse r o al
G e nio Militar e S . G iovanni d i D io .
I n q ues ta c hies a ed in q ue s to co nv e nto , po i osp ed ale ne l 1580 , (no taio
A nto nio B occ uto ) s i r ad unaro no tutti i pr io r i de i co nve nti pr inc ip ali de ll’ Ord ine ,
c ompr eso il ge ne rale per m e ttere a fr utto ad utilità d e lla S . Co ngr eg azio ne
3000 duc ati.
Difatti il 22 gennaio si presentarono nella Curia del detto notaro Boccuto,
Matteo da Sulmona, generale abate della S. Congregazione dei Celestini dell’Ordine
di S. Benedetto; il maestro Tommaso Teotino, dottore in sacre scrittur e, visitatore
generale e priore di Napoli; don Giacomo de Terranova, visitatore generale; il
maestro Donato di Lecce S.P.D. (Sacre Pagine Doctor) senior; don Agostino di
Lecce, priore di Barletta; don Crisostomo di Firenze, priore di Monte Gargano; con
altri otto padri e nominano procuratore don Pietro de Circulo, Vicario generale della
detta Congregazione per esigere in Roma dal tesoriere di Papa Gregorio, don
Ludovico Taverna, ducati o scudi 3000, censi annui che ricevevano da tutti i beni
della S. Congregazione. Quale somma egli stesso dovrà collocare al 7 ed al 6%
perché richiesta dal Magnifico Girolamo Gonello e dal reverendo canonico Mandilio
della basilica di S. Maria Maggiore in Roma.
Questa concessione fu approvata ed eseguita.
Nel 1797 furono solen nemente ricevuti e dimorarono per diversi giorni
Ferdinando IV re di Napoli, la regina Carolina ed il figlio Francesco che andava
sposo all’arciduchessa Maria Cristina, figlia dell’imperatore Leopoldo II di
Ungheria, che si attendeva da Manfredonia. Per l’ occasione nel convento
99
intervenne il ge nerale d e ll’ Ord ine , S. E. Mons . Morm ile Ar c ive scovo d i Naz ar eth
e mo lte altre p erso nalità e tutta la c ittà pre se p ar te ai fe s tegg iame nti. N el
1799 co n la d is ce sa dei fr anc es i la c hies a e d il c o nve nto f uro no mes s i a
d ispos iz io ne d e ll’ eser c ito fr ance se , m e ntre i padri Ce les tini f uro no m and ati ai
Te atini. D iec i anni do po , ne l 180 9, av ve nne la so ppr es sione .
Per no n f ar le and are perd ute, ec co alc une no tizie c he ho r ic av ato d alle
p erg am ene de l S . Se po lcro e d ai no tai s u S . L az zaro .
S . Laz z aro pos sed ev a case , terre ni, tr a g li altri e s is te ancor a, pr ess o il
po nte de ll’Of anto , la mas ser ia d i S . Laz z aro , ne lla c ittà v i er ano d i s ua
pro pr ie tà f oss e d i gr ano de lla capac ità d i 340 c arr a, f ittate ne l 1567 per 300
d uc ati ai d ue ge nov e s i Anto nio d e Fr anco e G iacom o F ilisc o.
La c hie sa ne l 1 447 -1467 avev a c om e per ce ttor e fr a V inc e nzo de Je nco e
fr a S imo ne d e Ebulo; p iù tard i co mp ar is ce un pr ior e c he è fr a F ino de Eb ulo
(1495 ), d iver s i com me nd ator i de lla s tes s a c omm e nd a, d i c ui s i r icord an o il
r ever endo Alfo nso de Ac cia d e Capua, il r ev . Fr anc es co d e C ice lla, fra G io vanni
Ar cano , il rev . do n N ico la C ic e lla d i Cer ignola, Ce sare d e Ac c ia d i N apo li c he
r is pe ttiv am e nte te nner o la co mm e nd a ne l 1525 -1563 -1567 -1575 -16 05 .
N e lla s te ss a c hie s a a 23 n ov embr e avve nne lo spo saliz io d i F erd inando de
Piluso co n A nto nia C as amas sim a.
S embr a c he la c hies a d i S . Laz z aro no n av es se la s te ss a ub ic az io ne dove
po i so rse S . G iov anni d i D io e c he e ss a foss e ub ic ata s u v ia Manfr ed i dove s i
v ede que l c orpo d i f abbr ica av anzato pr esso il p or to ne de ll’ osp edale verso
lev ante , fabbr ic a c he posc ia incorpor ata d all’osp ed ale s uc c itato de tte ag io alla
c os tr uz io ne d ella chies a d i s tile b aro cco che ora (1952 -53 ) p er le attenz io ni
d e l d ire ttor e c ano nico G ius eppe Dam ato , è s tata q uas i tutta r if atta a spe se del
G e nio C iv ile .
Tra i beni del convento si ricordono la citata masseria di S. Lazzaro e la
masseria di Maltempo, fittata nel 1583 per 125 ducati della portata di 4 carra ed
era sulla via di Minervino ed esigeva alcuni censi in Manfredonia (1569).
L’Ospedale di S. Lazzaro ed altri ospedali. L’ospedale di S. Lazzaro fu uno
dei migliori ospedali della città e forse il più grande essendo stati distrutti quelli
di S. Giovanni Gerosolomitano e di S. Tommaso dei Teutonici. Nel secolo XIV,
come si è detto della chiesa, l’ospedale cambiò il nome di quello della SS.
Trinità a seguito della venuta dei Celestini, ma essendo in pessime condizioni, la
confraternita della SS. Trinità che ivi era istallata dal 1506 prese accordi con
l’Università per edificare presso la chiesa un nuovo ospedale che potesse
rispondere alle necessità della città. Si contavano sino allora circa sette ospedali
e cioè: S. Sepolcro, S. Maria Maggiore, Spirito Santo, S. Maria della Misericordia
ed i già nominati di S. L azzaro, S. Giovanni, S. Maria e S. Tommaso dei
Teutonici, ma siccome questi ospedali furono quasi tutti distrutti nell’invasione
francese del 1528, diversi nobili cittadini di Barletta si unirono nella chiesa di S.
Sebastiano con a capo la confraternita di detta chiesa e stabilirono di far
sorgere un unico ospedale che si sarebbe chiamato Ospedale degli Incurabili
(1539). L’ospedale sarebbe stato alla dipendenza dei padri Serviti di S. Maria
della Croce. Pare però che questi buoni propositi non sortirono fa vorevole
effetto poiché i documenti tacciono al riguardo. Dieci anni più tardi, nel 1549, la
confraternita della SS. Trinità di accordo con l’Università ed i padri Celestini si
proposero di far sorgere un nuovo ospedale sull’area di quello distrutto nel
1528. Nell’atto si dichiara che intervennero 21 confratelli, 4 padri Celestini, 5
rappresentanti dell’Università. (G. de Geraldinis, 12 settembre 1549)
E qui dobbiamo dire subito che un altro documento del 12 marzo 1550 alcuni
cittadini con a capo Gian Vince nzo Cognetta de Santis chiesero ed ottennero dal
generale dei Celestini, fra don Alessandro della Croce di Bologna, che
nell’ospedale della SS. Trinità fossero accentrati i diversi ospedali della città per
una miglior cura e difesa degli infermi. L’ospedal e difatti fu integrato “ et de novo
erectum”, come si esprime il medesimo notaio G. de Geraldinis il 31 ottobre nello
stesso anno e subito si ebbero dei donativi. Dal notaio Francesco Buttafoco ducati
10 (1550); da Giovanni de Stanco ducati 2 (1555); da Cat aneo Ravaschieri di
100
Chiavari (Bologna) civis Baroli ducati 200 (1570); dall’offerto fra Giovanni
Verniola, ammalato, tutta la sua proprietà (1570). E nello stesso anno da
Lucrezia de Taddeis ducati 100 mentre è superiore l’abate Pietruccio de Taddeis;
dai fratelli Gnorica Ettore e Ferdinando Giuseppe ducati 20 (1586).
Tali donativi che poi non dovettero essere gli unici, si dovettero moltiplicare
al tempo dei Fatebenefratelli. E difatti nell’anno dopo il loro arrivo (1592) da
uno strumento risulta che un ta le Ettore Grosso di Casamassima dona
all’ospedale della SS. Trinità dei padri di S. Giovanni di Dio ducati 100 per
compra di letti ed altro arredamento. Egli stesso dona pure 19 decine di lino. La
famiglia Vultabio versa altre offerte al reverendo priore A lonso Peres spagnolo.
I l 2/6/1565 notaio G. de Geraldinis, i procuratori dell’ospedale, che è
chiamato ospedale dell’Università, chiedono ai padri Celestini che cedano il loro
sepolcro per i poveri di G. Cristo e l’ottengono. I governatori sono: Cattaneo
Ravaschieri, Giovanni della Cecca, fra Cesare Desidera ed altri
Da due bonorum ancora presso l’archivio della chiesa cattedrale uno del
1687 e l’altro del 1750, ricavo quanto segue: l’Università continua a versare
all’ospedale (dei Fatebenefratelli) quello che versava a S. Lazzaro e poscia alla
SS. Trinità, ducati 1000 per legato di Leonardo Galiberto, intestato al predetto
ospedale di S. Lazzaro già dal 1592; ducati 17 di Girolamo Santacroce; ducati
120 per elemosine mensili raccolte in città; ducati 120 pe r vitto; ducati 6
mensili versati dalla famiglia Quarto; un terzo delle entrate dei mari vivi e dei
mari morti.
L’ospedale a sua volta versava alla commenda di S. Lazzaro annualmente
libbre due di cera bianca più ducati 60. Spendeva ducati 10 al cappellano per la
celebrazione di due messe settimanali; ducati 6 all’avvocato; ducati 7 al
barbiere per barba e per cavar sangue; ducati 9 a due lavandaie per lavar i
panni degli ammalati e dei padri che nel 1603 erano otto oltre il priore che era
fra Bonaventura d e Domenico; ducati 30 allo speziale, Marco Antonio de
Santillo. Tra gli ammalati ivi ricoverati ho annotato: una Luca Allegretti di
Terlizzi (1558), un Pietro di Castelluccio, venuto ammalato dalla masseria di
Felice Carrafa in Barletta (1585); Giovanni de Arguto soldato della comitiva del
Presidio di Barletta e lo spagnolo Alonzo Stefano moschettiere della comitiva
della compagnia di Luigi Enriquez, anch’egli arrivato ferito; il sacerdote Rocco
dello Grasso di Rutigliano ferito alla fronte da un colpo di f alce da un tale Orazio
Capograsso nella masseria di Girolamo Cafagna. Nel 1700 a 9 settembre (notaio
de Rosa) dalle saline portarono nello ospedale della SS. Trinità un ammalato di
cugno (ernia) che si era ferito col coltello. Intanto i Celestini ed i
Fatebenefratelli che per due secoli avevano di comune accordo amministrato la
chiesa di S. Giovanni di Dio e l’ospedale della SS. Trinità con l’arrivo
dell’esercito francese che prese stanza in Barletta, il 1799, dovettero cedere
tutti i locali compresa la chi esa e mentre i Celestini si unirono con i Teatini, i
Fatebenefratelli si allontanarono dalla città.
Se non che mentre nel 1809 con gli altri ordini religiosi furono soppressi i
Celestini, nel 1827 i Fatebenefratelli furono richiamati e non più in S. Giovan ni
di Dio ma in S. Agostino, dove nel 1867 fu eretto il nuovo ospedale con il titolo
di Principe Umberto alla dipendenza non dei religiosi, ma della cosidetta
Commissione della Carità.
Oggi l’ospedale si è completamente trasformato e migliorato per l’opera
fattiva del benefattore Giuseppe Casardi cui hanno eretto un busto, con le nuove
costruzioni e con i reparti di chirurgia, raggi X, reparto partorienti, reparti
bambini e con la direzione del Prof. Ruggiero Lattanzio valentissimo chirurgo che
per la sua g rande capacità richiama ammalati da tutte le città vicine. In seguito
ai danni della guerra del 1943 il Viceprefetto Nitti, Commissario Prefettizio fece
ottenere dal governo otto milioni ed ora si prevedono dei miglioramenti (1951).
Priori di S. Lazzaro e di S. Giovanni di Dio: 1495 – Fra Fino de Ebulo. 1523 –
Fra Francesco de Sulmona. 1534 – Fra Antonio de Barulo. 1538 – Fra Blasio de
Oria priore anche di S. Eligio. 1541 – Fra Antonio di Pasquale greco di Barletta.
1543 – Fra Angelo de Barulo. 1552 – Fra Antonio de Gracis de Barulo. 1556 – Fra
101
Cristoforo da Bari. 1559 – Fra Bernardo di Terranova di Calabr ia. 1562 – Fr a
Do nato Mar z ico (er a prov inc iale fr a C e les tino d e l V as to A iro ne , ge ner ale
G iac omo de Or to na). 1563 – Mae s tro Pietro de Mans utis d i Ur bino . 15 65 – Fr a
Palme r io de Av ig no ne V ic ar io . 1568 – Fra F rance sco de Jer ace S .P.D . (S acre
Pag ine Do c tor ). 1572 - Fr a G ius epp e d i S anse ver ino . 1570 – Fr a Pie tr uccio de
Tadde is . 1578 – Fr a Donato D im itr io d i Lec ce S.P.D . 1579 – Fr a Agos tino di
Le cce S .P.D . 17 82 – Don S alv atore Palic a. 1583 – Do n Mas se nz io d i Aquila.
1586 – Do n I g naz io Rom ano . 15 88 – Fr a Pad uano p roc ur atore . 1591 – Padre
Me lchiorre Bo nave ntur a d e ll’Or d ine d i S . G iov anni d i D io . 1592 – Do n Alo nzo
Per es sp ag no lo . 1594 – Do n G iaco mo de Tar anto . 1596 – D on Cr is tiano de
Cr is tiano pr iore de lla co nfr ater nita d ella S S . Tr inità. 1603 – Do n Buonav e ntur a
d e Dom inico . 1610 – Fr a Mar io Palumbo . 1611 – Do n Giacomo Rom ano . 1701 –
Padre Ce le s tino de A nge lis . 1 797 – Ab ate Per uz z i.
S . L eon ardo di Ba rl etta .
Intorno a S. Leonardo di Barletta si hanno pochissime notizie documentarie.
I l do c um ento de l 1201 pubb licato d al Pro log o, e c he p ar la d is tintame nte d i
S . Marg her ita co me c hies a Te utonic a, la m e tte alla p ar i ed aff erm a c he co me
la pr ima ha alla s ua d ire zio ne c anon ic i e d ir itti parro cc hiali.
Sor gev a pr es so la por ta d i S. Leo nardo e pre sso i v ig nali d i S. V itale .
Co ns ider ato il co ntinuo tr ap as so d e lle pr opr ie tà d a un or d ine r e lig ioso ad
un altro , p er c ompr av end ita o per ce ss io ne d alla S . Se de , è f ac ile ved ere una
m ede s im a c hies a o una m ede s im a pr opr ie tà p as sata s ub ito in d iver se mani e
q uind i m entr e S . Marg he rita re s ta te uto nic a anc he d opo le sopp res s io ni, S.
Leo nardo , ne lla S . V is ita de l 1567 v ie ne annunz iata co me d ipe nde nz a d e lla
c hies a d i S . G iov anni Ge ro so lom itano . Ed ec co c he i c o mpo ne nti de lla S . V is ita,
im po ngo no al pro curator e d i S . G iov anni d i prov vede re c he , non s o lo S.
G io vanni ve ng a r ied if icata in c ittà, m a anc he S. Le onard o e c he al po s to dove
e rano le d ue c hie se s i ed if ic hino due c app e lle c ap ac i d i copr ir e due altari s u
c ui s iano po ste le im mag ini d i S . G iov anni e d i S . Leo nardo (ve d i Santer amo
“ Le c hie se d is tr utte d i Bar le tta ” ).
E’ d a te ner pr ese nte c he s ia S . To mm as o com e p ure S . Leo nardo in un
c er to tem po f uro no alla d ipe nde nz a d i S . Sam ue le e q uind i m e ntre
app ar te nner o ai Te utonici po sc ia v ennero in po sses so d e i Pre mos tr ate ns i.
S . Lo ren zo .
Er a pos ta ne lla o d ier na str ad a d i R om ane llo d a For lì, una vo lta s tr ad a de li
p esc ator i, d ie tro il c ampanile d e lla c attedr ale . D i e ss a se ne p ar la g ià d al 1284
ne l vo lum e VI I I de l C.D .B are se e d al 1 8 ago s to 1 298 nel vo l. I del
C .D .B ar le ttano .
I l d oc um e nto d e l 12 84 atte s ta e p ar la d e lla do naz io ne pro anima c he s i fa
all’ arc ipre te Se nor iz io di S . Mar ia Magg ior e d a una c er ta A nge la, f ig lia di
U balc ite , me ntr e nell’ altro s i acce nna ad una c asa c he de tta chies a pos sed eva
in p ittag io Mars icani p ress o un’ altra c as a d i pr opr ie tà d i S . Mar ia Magg ior e .
La c hies a er a d i d ir itto p atro nato de l C ap ito lo di Trani com e s i acc enna
ne lla S . V is ita de l 1567 . Av eva una re nd ita d i 5 d uc ati c he s i r ic av ava d a una
s om ma d i 30 d ucati p er la ve nd ita de lle p ie tre de lla s te ss a c hie sa diruta pe r le
g ue rre p ass ate .
De tta so mm a inc ass ata d al C antor e Be lis ar io d e Galib er to no n ess endo
s tata ve rs ata a fra Paduano Pisor g io , pro c uratore de ll’Arc ives covo , il Be lis ar io
f u co nd annato al c arc ere d a l’Arc ives covo G ian B attis ta de Og ed a (G . d e
G er ald inis , 2 g iug no 1563 ).
Intanto il Belisario si impegnò a versarla per evitare la pena e difatti a 30
settembre 1563 consegnò la prima quota in ducati 20 ed il resto di seguito.
Più tardi nel 1565 per 20 ducati si affrancò una casa su cui gravava un censo
di 10 carlini, mentre su un’altra casa al Cambio gravava un censo di 20 carlini (O.
de Leo).
102
Per la s tes s a chies a lo s te sso C antore B e lis ar io s i imp eg nò d i f ar d ip in gere
un’ imm ag ine d i S . Lor e nz o c he s i po tr à m e ttere s opr a un altar e d a co s truire
alle spalle de l fo nte b atte s im ale d i S . Mar ia Maggior e .
La stes sa c hies a av eva un c ar ico d i una m ess a alla se ttim ana. E a q uesto
pro pos ito s i r icor da c he il d e tto Be lisar io G a liber to è q ue llo s tes so c he so tto il
c amp anile de lla c attedr ale f ece sco lp ir e le me morande p aro le che r icord ano la
D is fida d i B ar le tta.
“ De l gr an Cap itano d i B ar letta ne ll’anno de l S ig nor e 1503 fo la gr an
v ic to r ia e t pro pr ie in anno V I I nd itio nis , F ec it D. B e lis ar ius Galib er tus de
B aro lo ” .
N .B . – L’iscr iz io ne è s tata r ic alc ata co n q ue lla che r ic ord a la d is tr uz io ne
d e lla c ittà, in q ue s to me se d i lug lio 1 952 , a spe se d e l do ttor V ito Lattaz io,
app unto p erc hé le p aro le er ano q uas i ille gib ili pe rc hé co ns um ate da l tem po,
s otto la g uida de l tr as cr ittor e d i q ue s te me mor ie .
S . L ucia Ch i esa e Con vent o
I l defunto Francesco Saverio Vista nella sua monografia su S. Lucia, in base
ai documenti fino allora conosciuti pubblicò notizie errate circa la sua origine,
circa la ricchezza del convento e circa la torre detta di Romano. Dai Codici
Diplomatici da me pubblicati e da altre fonti posso stabilire quanto segue: S.
Lucia come pure S. Chiara ebbero prima un monastero fuori le mura poi dentro
la città. Anzi di S. Lucia si c onosce l’esistenza da una chiesetta dipendente dal
monastero di S. Caterina del Monte Sinai e che il Patriarca Randulfus di
Palestina nel 1299 venuto a Barletta nel 1300, a 25 febbraio dette il possesso
della chiesetta al frate Domenicano Giovanni (Santera mo “Le chiese distrutte ”).
Di S. Lucia in generale si ha notizia dal 1298 giacchè un documento del 27
novembre rende noto che Pietro de Caroangelo in testamento lasciò tra gli altri
un legato di sei tarì d’oro alla chiesa di S. Lucia, e nel 1309, a 23 marz o, si
parla pure della prima prioressa, Beatrice, la quale ebbe in dono da Carlo II
d’Angiò per parte del convento alcuni alberi d’ulivo che erano in quel di
Bisceglie. Più tardi nell’aprile del 1380 e il 21 novembre 1384 da due pergamene
inedite della ste ssa chiesa (ora presso la cattedrale) si apprende che a seguito
della uccisione di Andrea di Ungheria essendo sceso nei pressi di Barletta
l’esercito di re Luigi con masnadieri ungheri, alemanni e lombardi per vendicare
il fratello ucciso, non essendo le m onache di S. Lucia nel loro convento fuori le
mura, in un primo momento dimorarono nella casa di Giacomo di San Severino,
“prope Ecclesiam S. Marie de Episcopio” e poscia nell’ Ospitium di Gualberto de
Cuculo e più chiaramente da altra pergamena del 28 marz o 1392 trovandosi il
monastero “ extra menia totum dirrutum et explanatum” le medesime monache,
mandarono all’Arcivescovo di Trani Riczardus di permettere che esse possano
edificare de novo il loro monastero presso la cappella “ seu ecclesia S. Lucie diu
existens in pictagio Marsicano” . Le monache assegnano come dote al nuovo
monastero la casa di tale Pietro de Palmerio in pittagio Cambij, con l’obbligo che
la chiesa di S. Lucia possa divenire proprietà dell’Arcivescovo nel caso le
monache vengano a mancare “ quod absit” oppure che vadano ad abitare il
vecchio monastero. In questo caso sarà lecito all’Arcivescovo mettere il suo
cappellano. Son presenti la prioressa Mitula de Salpis e 12 monache; d’Angelo il
Vescovo di Salpi ed altri otto testi.
Nella chiesa e monastero di S. Lucia fuori le mura il 2 dicembre 1372, vi
abitano la prioressa Recha di Barletta con altre otto monache e cioè la
subprioressa Golia e le sorelle: Paladina de Riso, Pascuccia, Paganella, Mita,
Mitarella, Giovanna, Mattia.
I n altra d ata il notaio Tommaso de Palmerio, presente il priore dei
Domenicani, Giovanni di Monopoli, fittano una casa ai due fratelli don Roberto e
don Palmuzio de Jerusalem preti del S. Sepolcro. Dal che si ricava come S. Lucia
fuori le mura era in piena efficienz a e che la distruzione menata dagli ungari si
può calcolare essere avvenuta dopo il 1372.
Di tale distruzione si continua a parlare nel 1400 e nel 1500.
103
Pos c ia il 5 m agg io 1545 se mpr e il no taio de G er ald inis , atte s ta che la
c hies a d i S . Luc ia c i è c as c ata, e ne l 1412 un’ altra p erg am e na (no taio G iov anni
d e Mas tro lillo ) d à g ià e dif ic ato il mo nas ter o nuovo.
U n altro do cume nto d e l 23 m ag g io 1554 (G . de G er ald inis ) affer ma che S.
Luc ia de for a e S . C hiar a er ano pos te sulla v ia d i A ndr ia e a m io p are re tr a le
v ie Timavo , Ferd inando d ’Ar ago na e Patalini, dov e v i er a p ure una c is te rna
d e tta d i S . Luc ia ne i pr ess i d i S . V itale .
C ir ca la r icc he z z a d i S. Luc ia nes s un d oc um ento lo as ser isce anz i il
do c um ento sop rar icord ato de l 1372 , d ic hiar a c he il m onastero e le mo nac h e
e ss endo pov ere e no n po te ndo ac como dar e una c as a c he e ra d iroc cata la
f ittano ai d ue pr e ti d i S . Sepo lcro pro ve nie nti d a G er us ale mm e aff ic hè e ss i
s tes si l’ ac como dasse ro . E d i c er to il d is ag io de lla g uerr a, le spe se s oppor tate
p er la cos tr uz io ne de l nuovo mo nas tero avr à por tato un d isc ap ito no n com une
alle mo nac he . Q ue l c he s i no ta d ai do c um e nti è c he le mo nac he c on la
c os tr uz io ne d e l nuovo ed if ic io v anno r isp e ttivame nte aume ntando d i num ero ;
e cos ì da o tto ne l 1372 d iv e ntano no ve ne l 1427 e po i 16 ne l 15 39 , 74 ne l
1579 , d e lle q uali 52 so no v ere mo nac he , 12 nov iz ie e 10 co nver se .
A nche il V is ta in altro do c um ento de l 1601 ne co nta 27 m a q ui s iamo
s em pre d i fro nte al gr an num ero .
I n q uanto alla p ropr ie tà r is ulta c he ne l 1 300 e ne l 1400 poss iedo no po che
c ase , un canne to ne lle palud i, un m ulino c he er a in c o m une co n l’ar c id iac ono
S antillo Picc anas io , d ivers i pos sed ime nti antic hi, fr a c ui s i e le ncano : la matina
d i Mo nte Faragona in q ue l d i A ndr ia e la matina d e lle Gro tte S tomp ag nate , per
la q uale d alla “ m e na pe cud um ” d i Pug lia e s igev ano d ucati 4 .4 .
Tr a le case c he av evano una in p ittag io S . S tef ani c he c onf inav a co n q ue lla
d i S . G ug lie lmo d i Nusco (14 17 ), un’ altra in v ia C am b ij dove allo gg iavano
“p ed ito s” q uando “ v e nieb ant” (1562 ), una c as a gr and e c he co nf inava c on
q ue lla d i Elio Ur s ino , in p ittag io S . S tef ani, in “ s tr ata C arro tiar um ” q uale
ultim a il 23 m arzo 1545 d iv e nne pe r 100 d uc ati prop r ie tà d i A nto nio d e Marr a,
un g iard ino . R ig uardo alla pov er tà ec co un p ar tico lare c he d à il no taio G . de
G er ald inis (1579 ).
A r ichies ta de lla pr iore ssa s uor C ater ina de Rob ertis e d e lle altre mo nac he,
“v ir tute pr iv ileg io rum , brev is e t A pos to licar um prev is io num ” , in v is ta de lla loro
pov er tà i pro c ur ator i de l m o nas tero do n G io vanni V isco ed il no b ile Giovanni
d e Ad iuto rio e s am ina ti i libr i deg li intro iti e d e lle re nd ite d e l mo nas tero è stato
trov ato c he le e ntr ate arr iv ano ap pe na alla so mma d i d uc ati 350 , q uale som m a
no n è s uff ic ie nte a dar v itto ne mm eno alla me tà d i co loro c he d imor ano ne l
m o nas tero .
E’ d a o ss erv are però c he il V is ta atte ne ndo s i al co nte gg io te nuto al tempo
d e lla soppr ess ione (17 fe bbr aio 1861 ), trov a che le re nd ite d e l mo nas tero
as ce ndev ano a £ 39 .911 ,79 co ntro un es ito d i £ 8 .602 ,06 . Co me s i vede
q ue s ta pro pr ie tà r agg iuns e un magg ior v alor e g uard ata in s e s tes sa , m a s e si
tie ne pre se nte il numero d e lle 70 mo nac he , e l’ epo ca in c ui il co mp uto avvie ne
p er o gni m onac a, il m o nas te ro spe nd eva so lo d a 100 a 200 lire annue , q uindi
una sp es a d i f am e .
I n q uanto alla torre d i Ro mano , p iù c he a S . Luc ia e ss a fe ce p ar te de ll a
c os tr uz io ne de l c as te llo c ome p iù av anti s i è detto o alme no alle m ur a d e lla
c ittà. L’ antic a S . Luc ia, r app res e ntata d alla c hie se tta è cos tr uita s eco ndo il
m io m odo d i pe ns ar e da q ue lla cos tr uz io ne gotic a c he è v is ib ile d al c orso
C avo ur e che f a corpo co n l’ altar e m ag g iore ed i lo c ali anness i alla sacres tia.
Pos c ia s i e bbe l’ allar game nto .
Non abbiamo fatti specifici che riguardano il monastero e la chiesa. E’ risaputo
però che in questo convento vissero e si educarono le migliori giovinette della
nobiltà barlettana. In esso menò il resto della sua vita la vedova Beatrice Covelli
(Lo sposalizio di Beatrice con Fracanzano avvenne il 16/7/1628 nella propria casa;
da essi nacque Domenico Fracanzano il 30/4/1637 – vedi libri dei battezzati della
Cattedrale) appena morto il marito, il pittore barlettano Cesare Fracanzano, il cui
104
f ig lio D o m e n ic o d iv e n ne Pr i m i c e r io d i N a z ar e t . La s o r e l la d e l la C o v e lli
d iv e nn e p r io r e s s a .
D a q ue s to c o nv e n to s i c o ns e g nò ne l 1 7 9 9 l’ ur n a d e l V e ne r d ì S a n to ne l
m o m e nto c he i l c o m and an t e d e i f r a nc e s i im p o s e a l l a c it t à u na t ag l i a d i d u c a t i
2 0 m il a s e no n v o le v a ve d e r e l a s u a d is tr uz io ne . S e ne r ad u nar o no e d e t t e r o
6 5 0 0 c o n l ’ ur na d e l V e n e r d ì S a n to .
I n q ue s to c o nv e n to p e r l a p r o p r i a e d uc a z io n e s i c hi us e r o le s ig no r i ne
d o nn a C a te r i na e d o n na M ar i a d e Q u ig no n e s , f ig li e d i d o n D ie g o Q uig no ne s e
d i d o n n a F r a nc e s c a d e F e l iz e s .
S i p ub b l i c a q u i ap p r e s s o i l c o nt e n u to d i a lc un e le t te r e s c r i t te d a l s ig no r
C am i llo F ar i na c he e r a i l p r o c ur a to r e d i S c ip io ne R o v i t a, d uc a r e g g e n te e z io
d e l le d ue e d uc and e .
L e Q u ig no ne s p ar e s ia no e n tr a te i n m o n as te r o i l 1 6 3 2 e c he p e r la lo r o
a m m is s io ne s i s ia in te r e s s a to i l no b i le S e b as t ia no Mar u ll i p r o m e t te nd o u na
q uo t a d i p ag a m e nto d i 4 0 d uc at i . I l 9 ag o s to 1 6 3 5 , i l F ar i n a inv i a a l le
s ig no r i ne l le v e s t i ti d i S ai a al l a i m p e r ia le ne g r a ; 1 5 0 b o t to ni al l a g r a nd e c o m e
a l p r e s e nt e us a no f r a s ig no r e . A l tr a v o l t a ( ag o s to 1 6 3 6 ) i nv i a v e nt ag l i e
o c c h ia l i e ne l s e t te m b r e d e l lo s te s s o a n no s e i p al m i d i z ag ar e l le v e rd i e
c ar m o s i ne p e r le s c ar p e .
2 1 g i ug no 1 6 3 6 . E’ m o r to i l R e g g e n te e q u e s te s ig no r i ne l le ha nno p e r d uto
u n p ad r e t an to a m o r e v o l e c he le a m av a d i c uo r e e n ie n te l e ne g av a . Io c o n
a l tr i ab b i am o p e r d u to u no c o s ì b uo no p ad r o ne e t q u e s ta c i t tà e t t ut t o i l
r e g no hav e p e r s o un m in i s tr o c h e no n v e n e s o n o s ta t i e no n v e ne s ar a nno
p i ù. N e l t e m p o c he s t av a i n te r r a b is o g nò te ne r e a p e r te l e p o r t e d e ll e s tr a d e ,
p o ic hé t u tt a N ap o l i s i m o s s e p e r v i s it ar lo no n s e n t e nd o s i c he p i a nt i e s o s p ir i .
L o s ig no r e R e g e n te l i 3 d e l p r e s e n te m e s e ad ho r e 1 3 e m e z z a p as s ò d a
q ue s ta a m ig lio r e v i ta c o n c o r s i d i s a ng u e . I l R e g g e n te lo av e v a d e tto e d in
o t to b r e i f r a te l l i v e r r a n no a p r e nd e r e q ue s te s ig n o r i ne l le p e r v o le r le m ar i t ar e
i n N ap o li . I f r a te ll i e r a no : d o n B e r n ar d ino , d o n P i e tr o e d o n L uc e r io . Q ue s ta
l e t te r a è d ir e tt a a l la s ig no r a s o r a Mar i a d e F e l i z e s m o n ac a i n S . L uc ia d i
B ar l e t t a .
1 2 ag o s to 1 6 3 6 . Lo s te s s o F ar i na d à no t iz ia d e l le g a le r e e d e i g a l io ni
p ar t i t i d a N ap o l i e o r a n e ll a s p iag g i a r o m a na . L a t e r r ib i le s if o l a d i q ue s t i
g io r n i f e c e c as c ar e lo c a taf al c o d e l la S e ll e r i a c he o g n i a nno s i f a p e r la
s o le n ni t à d e l S S . S a c r am e n to e d i S . G io v a nn i , m a s i no r a no n s i s ap e d o v e
s i ano i g a l io ni .
9 ag o s to 1 6 3 6 . I g a l io ni s o n p ar t i ti p e r B i s e r ta e l ’ A lg e r ia . L’ a ltr a no tt e
f ur o no v ic i n i a N ap o l i d al l a p ar te d i C h ia ia e tu t ti q ue l li c h e v i ab i ta no r ic c hi
e p o v e r i f ug g o no .
2 0 s e t te m b r e 1 6 3 6 . N e l l ’ is o la d i S . Mar g he r i ta, d o v e è u na f o r te le z z a
n o v a f a t ta d a l no s tr o r e C a t to li c o , i no s tr i f u r o no r ib a t tu t i a f o r z a d i
c an no na te e t s e n e s o no s m ar r i ti , d i m o d o c he no n s i s ap e no v a d o v e s iam o .
I n N ap o l i m i s t a lo s ig n o r e d o n F r a nc e s c o S v e v o e t l’ a ltr o s i tr o v a in
M i l a no . I n M il a no no n v i è p iù g u e r r a e t l i f r a nc e s i s e ne s o no a nd at i . S o lo
q ua v i s o no inf i n it i s o ld a t i d i o g n i s o r t a e t q u e l lo s e g u ir à s ap r e m o . S p e r am o
c he s e g u ir à l a p ac e . C o s ì ho i n te s o p e r b o c c a d e l P ap a, q u al e no s tr o S ig no r e
c e l a c o nc e d e p e r s u a m is e r ic o r d i a.
13 settembre 1636. Domenica sedici fannosi una salva da tutte le castella per
allegrezza della vittoria che li anni passati il nostro re ebbe in Fiandra.
In una galitta del castello, dove erano tre barrili di polvere si pose foco e rovinò
molti palazzi et ecclesie con molti morti e storpiati. Il nuovo Regente è Zufia, il preside
è don Comes, il re è Filippo; tutti insistono perché Farina continui a corrispondere con
le signorinelle.
In altra lettera si ricorda che il priore dei Carmelitani è parente di queste
signorelle. Il Farina in diverse lettere fa uso di motti e proverbi popolari. Così in
una lettera del 13 febbraio 1636 dice: “ Prima si prega la zita che balli e poi si prega
che si fermi”. Ed in altra del 28 novembre 1637, a proposito di un dissapore tra il
duca e la duchessa ed il probabile ritiro della duchessa in monastero, dice: “ A me
105
d is p ia c e d e l l i p e c c a t i c he ne s e g u ir a nno , p e r c h é q u e l lo è g io v a ne ,
s ’ i nc ap r ic c e r à c o n q u a lc he v a s s a l l a e t le i p i g li e r à q u ag l ie d e n tr o q ua ttr o
m ur a e g u a i a c h i n e è s t a t a l a c au s a ” .
S eg ue : “ Do me nic a ser a il s ignor d uc a di Med ina c on la s ig nor a pr inc ipes sa
s e ne p as sar no in p alaz z o co n la c avalcata solita de lli S innico e fo tanto
app laud ito che p er q uanto io co no sc a g li ingr es s i d i unnic i (11 ) V ic erè m ai s i è
v is ta s im il cos a” .
11 d ice mbre 1637 .
La s ig nor a duc he ss a s i è r itir ata in m onastero . F ig ur ars i co n q uanto
d isg us to , no n e ss endo ver a off es a d alle d ue p ar ti .
Pr ior ess e Do me nic ane in S . Luc ia: 130 9 – B eatr ix f . He nr ic i de Rom a.
1332 – Franc is ca de Me lf ic ta. 1344 – Jo anna Luca de Me lf ic ta. 1372 – R ita o
Re c ha d e B aro lo . 1380 – Palad ina de R iso . 1417 – N e nna d e Ge li. 1433 –
Pe tr e lla Mus se tto la d e Baro lo . 1471 - G he tula Johannis de Be ned ic to . 1474 –
F lor a d e Tr is ore r ijs . 1502 – Eufe mia de Mir ob allo d i Nap o li. 1525 – Luc ia de
Sp la. 1530 - Cater ina d e Marr a. 1531 – U rs ula d e Co mm es tab ulo . 1 539 –
Lucr etia Lupo . 1542 – Co lo mb a de Ro ber tis. 1545 – Is ab ella Lupo . 1545 –
A ng e la Milio ta. 1547 – Apo llo nia de A d iutor io . 1547 – S uor A ng e la d e Milio ta.
1549 – Lucr e tia Lupo . 1551 – G ius tina de N icas tro . 1553 – S uor Lore nza
Gr anata. 1562 – A po llo nia de Ad iutor io. 156 9 – B arb ar a C hig no ne s. 1575 –
Pr ude nz a de Marr a. 1577 – B arb ara C hig no nes 1578 – C ater ina de R obe rtis.
1581 – G iov anna Malle o. 1585 – Lo is a Mo le s . 1592 – Ip po lita V ive s . 1597 –
B arb ar a C hig no nes 1597 – G iov anna Malleo . 1 611 – C am illa de Enr ico . U ltim a:
G iac inta Mar ia S traniero ne l 193 0.
S . Ma ria de B anz o.
L’ abb ad ia d i S . Mar ia de Banzo ne lla d ioce s i di Ac ere nz a pag av a o nce
24 .10 .8 co me gr anc ia d i Trani e tar ì 12 p er i co lle tto r i d e lla stes sa d ioc es i
tr anes e (“ R atio ne s de c imar um I taliæ” D . Ve ndo la 1939 ).
I l 30 s e ttem bre d e l 1595, il f ior entino , A nto nio Gino e Fr anc es co G iacomo
Tantulo d i Mo nte G ar gano , c ittad ino b ar le ttan o ; av eva d a v ar io te mpo pres o in
f itto d al co nte O ttav io Tos c ano es te nse l’ abb ad ia d i S. Mar ia d e B anzo .
Le e ntr ate e pro pr ie tà d e ll’ abb ad ia er ano : f rum e nto , v ino, o lio , leg um i,
c om merc io d i bov i, vacc he , porc i ec c.
I l Tantulo me nava av anti una par te d e ll e ter re e m ass er ie d e ll’ abb ad ia e
p ag av a d i s ua p ar te all’ abb ad ia 5000 duc ati.
Tutto c iò è r eso no to dal te s tame nto d i tale France sco Po gg io p res so il
no taio Or azio de Leo .
S . Ma ria d el Ca rmi n e.
Per d ef ic ie nz a d i no tiz ie , q ue s ta c hies a no n ha p otuto f ino r a vedere
s tab ilita la s ua o rig ine . Picco le scop er te hanno assod ato c he S . Mar ia de l
C ar m ine alm e no d al 1310 s i c hiam av a S . Maria d e C ar itate e d i se g uito S .
Mar ia N uov a, S . Mar ia in r ip a, S . Mar ia d i Cos tantinopo li. (V e ndo la: “R at.
De cim . I taliæ” )
N e l med es imo anno 1310 d e tta c hies a è off ic iata d a un c appe llano Pie tro e
d a un ab ate Sy no lus c he co nte mpor ane ame nte è ab ate d i S . Elena e S . Maria
N uova (d i S . Mar ia in R ip a s i ha no tiz ia d al B ono rum d e l 1492 c he è in
C atted rale e d i S . Mar ia d i Cos tantinopo li in un do c. de ll’11 ago s to 1606 – no t.
P. de Ger ald inis).
Per S. Maria Nuova si deve intendere la stessa S. Maria de Caritate per distinguerla
dalle altre S. Maria già esistenti.
Il 13 marzo 1311 il Papa Clemente V da Avignone, concede la facoltà di costru ire la
chiesa e il convento a Barletta ai PP. dell’Ordine della B. Vergine di Monte Carmelo,
ecco la Bolla:
Clemens V, Priori Generali et fratribus Ordinis B. Marie de Monte Carmelo concedit
facultatem acceptandi in Barolo, Tranensis diocesis, locum si eis donetur vel acquirenti
locum ut construere possint Ecclesiam, oratoria, domos et necessarias officinas .
106
Datum Av inio ne I I I I nd . Mar tij anno sex to S ac er or do ve s ter . (R eg istro
V atic ano 58 , f . 87 , n° 356 ).
Più tar d i ne l 1328 un do cume nto d e l C .D .B ar l. af fer m a c he S . Mar ia de
C ar itate po ss edev a un o sp ed ale .
D if atti un G r is us Com iti Rob er ti avev a leg ato una c as a p er la s ua sep o ltura
a S . Mar ia Mag g iore e in c aso d i negativ a a S . Mar ia de Car itate . Avev a le gato
p ur e d ue tar ì “ pro Miss is Cantand is ” al s acer do te Rober to e po i una co ltr e con
un co per tor io all’osp ed ale de lla pr ede tta S . Mar ia d e C ar itate .
D al med es imo cod ice s i ric av a c he S . Mar ia de C ar itate v ie ne c hiam ata ora
c on il nom e pre de tto , ora S . Mar ia de l Car m ine , alm eno d al 1364 , g iac c hè in
q ue ll’ anno una tale G iaco ma de Marr a, vedov a di Forg es G iacomo de Es culo ,
s oldato d i B ar le tta, do nav a ai pre ti d i S . Mar ia la s ua c as a osp iz io , pre ss o la
c hies a d i S . Mar ia de l Car me lo , dove er a pr iore de i C arm e litani fr a G iovanni d e
Av ers a. C on lo s tab ilir s i d e i p a dr i C arm e litani il no me de l Car me lo pre se il
s opr avve nto e g li altr i nom i antic hi sco mp arve ro .
D ur ante il 1500 la r icer ca de i doc ume nti è mo lto p iù co p ios a p er la
e s is te nz a d e i p ro toco lli de i no tai e d i altr e fo nti pe r c ui la v ita d e l co nve nto si
r ende p iù manif es ta.
L a c h ie s a e d i l c o nv e n to , f o r s e l’ o s p i z io d i G i ac o m a d e M ar r a , s o r g e v a
p r e s s o l a “ C o nf e c tar i a” , c io è d o v e s i c o nc iav an o l e p e ll i e d i f r o n te a l l i
q uar t ie r i c h e iv i e r ano s o r t i p e r a l lo g g io d e i s o l d a t i . L a c h ie s a av e v a ta n ta
i m p o r ta n z a c he d à i l no m e ad u n p i tt ag io , o nd e s i c h ia m av a “ p i t tag io d i S .
M ar i a in r ip a ” e q u a lc he v o l ta S . Mar i a d e C ar i ta t e d e F r a tr ib u s (v e d i i l 1 °
b o no r u m d e l 1 4 9 2 d e l la c a tt e d r a le 1 5 2 0 ) .
E d è p r o p r io i n q u e s to ‘ 5 0 0 e n e i s e c o l i s uc c e s s iv i c he l a c h ie s a s i ab b e l lì
d i ar t is t ic he t e l e ; tr a le a l tr e e m e r g o no q ue ll a d e l l a Mad o n na d e l C ar m ine
d e t ta ap p u nto d i C o s t ant i no p o l i i n un d o c um e n to d e l 1 6 0 6 (p e r la q u a le un
t a le F e r d i n and o C as t i llo d i B ar le tt a d o nav a 5 0 d uc at i p e r f ab b r ic a d e l la
c h ie s a o p e r s uo i o r nam e n t i ) e c he p o r ta la d at a d e l 1 3 4 4 ; q ue l la m e s s a
s o t to la v o l t a d e l la c h ie s a , la q u a le r ap p r e s e n ta l ’ ap p ar i z io n e d e l la V e r g i n e ,
m e n tr e d à lo s c ap o l ar e d e l l’ O r d in e a S . G io v an n i S to c k ; u n’ I m m ac o lat a d i
C e s ar e F r a c a nz a no , d iv e r s e te le d e l d e M ur a e d a l tr e .
L a c h ie s a av e v a p r o p r ie t à d i c a s e , p o d e r i e c e ns i , c o m e s i r ic av a d a un
g r an l ib r o d i b e n i ( b o n o r u m ) d e l lo s te s s o c o n v e nto , t u tt ’ o r a s up e r s t i t e ,
c o ns e r v a to n e l l ’ ar c h iv io d i S . Mar i a Mag g io r e . N e l f r o n te s p iz io d i d e tto lib r o
s i le g g e : “ L ib e r b o no r um o m n i um s t ab i li um c e n s iu m , t am i n e nf it he o s im ,
q ua m r e d im ib il i um V e n e r ab i l is c o nv e nt us S . M ar iæ d e C ar m e lo , o lim
n u nc up at i c o nv e n t us c h ar i ta t is , c iv i ta t is B ar ul i , c o nf e c t us i n a nno V III
p r io r a t us d o m i n i f r a El iæ N ic o l ai d e C o v ar a, 1 6 9 4 ” .
S uc c e s s iv a m e n te f u p r io r e f r a N ic o la Lup o e d il 1 7 0 3 i l p ad r e p r o v i nc i ale
f r a To m m as o L uc e r i , p r o v in c i a le d i Pu g l i a, a t te s ta c he ne ll ’ ap r i le d i
q ue s t’ a nno i l c o nv e n to p o s s e d e v a u n’ e n tr a t a d i c e ns i in d uc a ti 4 7 5 5 , tar ì 2 ,
c ar li n i 1 .
I l c o nv e n to p o s s e d e v a in o l tr e u na c as a p a l az z i at a c he è m e s s a al l ’ a n g o lo
t r a v i a D uo m o e v i a S . A n d r e a , c o m p o s t a d a d iv e r s i m ag az z in i a p i a n te r r e no
e d iv e r s e s t an z e e d u n a s c a l a a s e c o nd o p ia no o l tr e la te r r az z a e la c uc i na.
T a le c a s a f u d o n at a d a l c h ie r ic o G i ac o m o d e C am i l lo al c o nv e nto d e l C ar m ine
c o n r ò g ito d e l no ta io G i us e p p e B e r ar d i i l 2 5 l ig l io 1 6 8 6 .
P o s s e d e v a i l p e tr ar o d e t t o d i S . B ar to lo m e o c o n 4 v ig na l i c e d u t i al la
c h ie s a d i S . B ar to lo m e o , m e n tr e e r a ab at e d o n C ar lo d e F e r r ar is (1 6 9 6 ) il
q ua le i n q ue s to te m p o e r a s ta to no m in a to V e s c o v o d i B i to n to . Po s s e d e va un
c a p it a le d i d uc a t i 1 0 5 0 , s o p r a l a c i t tà d i N ap o l i , p e r le e n tr a te d e l la g ab e l la
“ d e l la f ar in a , o r g io , av e na , s p e l tr o e g r a no d ’ I nd ia ” . Ta le e n tr a ta f u
a s s e g n at a a l c o nv e n to d a t al e A n to nio S al e e p e r e s s o d al l a c o nf r a te r n i ta d i
S . R o c c o d e ll a c i tt à d i R ag us a , a l la q ua le i l S a l e av e v a f a tto l’ as s e g no d i
d uc at i 6 0 0 0 .
T a le s o m m a d i d uc a t i 1 0 5 0 i l p r io r e E li a l a e s ig e v a n e l b an c o d i S .
S alv a to r e in N ap o l i.
107
I l convento possedeva pure l’entrata di ducati 200 sopra l’arredamento seu
gabella del grano a rotolo della città di Napoli, ceduto dalla quondum Porzia
d’Ercole, per il capitale di ducati 195, da lui presi a censo dallo stesso convento,
il 10 agosto 1685 per rògito del notaio Giuseppe Berardi.
I l convento di Barletta aveva inviato al convento Maggiore del Carmi ne di
Napoli ducati 553 al padre Alberto Casella per farli fruttificare, avendoli ricevuti
in dono dai signori Carlo Bonaventura, Bartolomeo Cusmati, Giovanni Ronchi ed
altri.
Possedeva la gabella delle sarde con un’entrata di ducati 100 per ogni soma
che veniva a vendersi in Barletta. Tale entrata fu donata dalla qd. Eufemia
d’Aquino di Napoli, vedova del qd. Loisio de Marra di Barletta al padre maestro
Profeta, priore del convento e zio della donatrice (11 ottobre 1553 notaio de
Geraldinis).
Dall’Università di Acquaviva i padri Carmelitani esigevano ducati 14 annui
per il capitale di ducati 200 prestati ad Alessandro Spina di Bergamo, creditore
a sua volta di ducati 2000 che gli doveva il signor Gerardo Gritti.
Per mezzo del priore del Real Monte di Pietà, Flaminio Troisi, il convento
esigeva ducati 6 dalla gabella della Capitania; tale essegno era stato fatto dalla
città di Barletta con atto del notaio P. de Geraldinis (23 novembre 1565),
mentre era priore e provinciale del convento fra Benedetto de Alessi o.
I l convento possedeva terreni enfiteotici nel luogo detto “ La guardia dello
Sterpeto” al chiuso della Misericordia seu Belvedere, al Covone, al Trascine, a
Carlo Antonio d’Ambrosio, a li Patalini, alla Madonna della Croce seu Crapella
ecc.
Esigeva ducati 43 e grana 14 sopra la partita d’olio e del sapone, e ducati 17
e grana 60 sopra la partita della dogana di Napoli e ciò dalla morte della signora
Maria Campanile, vedova del barone Mattia Campanile. Ereditò ducati mille per
messe; un tarì per messa dall a signora Porzia d’Ercole di Bari; una verghetta di
oro da don Vincenzo Fernandez, castellano di Barletta del valore di ducati 5.
Nel 1611 (G. B. Pacella) Eleonora Acconzajoco legava alla chiesa ducati 63
per messe e per contributo dell’organo che si deve costruire in detta chiesa.
Da un inventario della chiesa si ricava che il convento era proprietario tra gli
altri di un calice d’argento per processione; di 4 calici con cappa di argento e
piede in ottone; di 9 voti di argento; di una sfera tabernacolo co n reliquario;
vasetto per l’olio santo e due corone tutte d’argento; di tre anelli d’oro; di un
parato di seta color cremisi;, un baldacchino di seta ricamato; di tre pannetti
con l’immagine della Madonna in lama d’argento e con l’impresa del duca di
Frisio il primo e l’altro con quello della marchesa di Campomarino. Durante la
rivoluzione francese fu abbandonata a seguito della soppressione dei padri e fu
usata come arsenale, ma i devoti protestarono e la famiglia de Martino che
esercitava gran commercio n el mare ne prese la tutela. La restaurarono,
l’aprirono al culto e per atto regio ne divennero i patroni 1835. Si ha notizia,
però, che con atto del 31 maggio 1894 stipulato dal Genio Militare, fu permutato
l’uso dell’ex convento di S. Pasquale di propriet à del comune con quello dell’ex
convento del Carmine di appartenenza del demanio. Avendo ivi l’orfanatrofio
militare, chi comprò fu Giuseppe de Martino di Carmine.
Tra i priori venuti a luce elenco:
1364 – Fra Johannes de Aversa.1539 – Fra Angelo de Angeli s di Brindisi.
1546 – Fra Giovanni Profeta di Barletta, S. P. D (Sotto il suo priorato per ordine
della S. Sede andarono a prendere possesso dell’Arcipretura nella Baronia di
Montemilone, fra Pietro de Venusio dell’ordine Carmelitano ed il notaio Pellegrin o
Zigo di Minervino, avendoli lui scelti come suoi procuratori, essendo morto
l’arciprete Ortensio Lupo – 15/4/1547 not. Matteo Curci). 1563 – Fra Parziale
Calillo di Lecce. 1565 – Padre maestro Cesare de Tripalta di Grottaglie e Fra
Benedetto Alessio con altri cinque padri. 1566 – Fra Antonio Marinario provinciale di
Puglia. 1574 – Fra Pietro de Cernovichio di Brindisi. 1576 – Fra Alberto Marchionne
di Barletta. 1580 – Fra Domenico Fonesco. 1581 – Fra Alberto Mandatorizio. 1582 –
Fra Roberto di Bitonto con altri sei padri. 1583 – Maestro Bartolomeo de Amato o
108
de Amatis. 1606 – Fra Bartolomeo Diamante. 1611 – Gian Battista Boccuto.
1618 – Fra Paolo Trojano. 1619 – Fra Giovan Battista Boccuto. 1658 –
Pietro Angelo Zarata. 1694 – Fra Elio Nicola de Covara. 17 03 – Fra Nicola
Lupo;
provinciale: fra Tommaso Luceri. 1808 – Priore fra Michele
Rossignoli.
Attualmente la chiesa del Carmine con le fabbriche furono acquistate
dai signori de Martino. Ecco l’istrumento legalizzato che è in loro possesso.
Istrumento d’acquisto del Comprensorio del Carmine in Barletta alla via
Marina, del 10 ottobre 1835 per il notaio Raffaele Servillo di Napoli.
Registrato in Napoli il 12 ottobre 1835, n° 15.383 libro I° volume 515, fol.
18 casello 2° grana 80.
Il 10 ottobre 1835 in Napo li – re Ferdinando II
Nello studio dello stesso notaio come sopra, via Toledo allo Spirito
Santo, quartiere S. Giuseppe, convennero:
Il principe di Gerace don Pasquale Serra, figlio del duca di Cassano don
G i u s e p p e M a r i a , G r a n C r o c e d e l R e a l O r d in e d i F r a n c e s c o I , q u a l e
amministratore della Cassa di Ammortizazione e del Demanio pubblico per
parte del re e del suo ministro di Stato, da una parte.
Dall’altra parte il signor Giuseppe de Martino fu Carmine ed eredi.
Le parti dichiarano che su domanda prodotta a ll’amministrazione
suddetta di ammortizazione il signor Giosuè de Martino il 22 maggio scorso
chiese di voler “comprare la diruta chiesa del Carmine con tutte le sue
adiacenze e membri niuni escluso in Barletta, di pertinenza dell’orfanatrofio
Militare di Marina, fittata al signor Giuseppe de Martino, per annui ducati
123 e grana 50 a fine di poter ripristinare la detta chiesa al culto Divino,
obbligandosi a tutte le riparazioni e darle il suo antico splendore ”.
Messisi d’accordo i due fratelli de Martino c ome sopra per il fitto che
ascendeva il 1850 ad un aumento da 123.50 a 130 ducati per evitare l’asta,
si addivenne alla compra.
Il Ministro accettò la proposta dell’aumento a condizione che la chiesa,
si restituisce al culto come sopra si è detto.
Si descrive lo stabile annesso con le sue camere, loggiato ecc.
Seguono le firme.
S . Ma r co .
E ’ c h ie s a c am p e s tr e d i c u i s i h a no t iz i a d a l 1 3 8 7 d a u na p e r g a m e n a d i S .
S e p o lc r o ( no t a io P ie tr o d i A nd r e a d e M ar o ld o ) .
L a p e r g am e n a r ic o r d a un m ae s tr o N ic o l a B r aid a M e l f it a no i l q u al e le g ò a i
p r e t i d i S . S e p o l c r o p r o a n im a , d u e v ig ne e m e z z a i n “ c l us o S . M ar c i” .
L a “ E c c le s ia S . Mar c i” e r a p r e s s o la tr as e nd a “ q ua i t ur C a l la n um ” , p r e s s o
l a v i a p ub b l ic a, “ q u a i t ur A nd r i am ” .
P r e s s o la c h ie s a e d i l c l us o , t e n e v a v ig n e B e n e d e t t o A l le g r e t to d i B ar le tta
e d A ng e lo d e B as tar d is (2 6 o t to b r e 1 5 8 1 no t a io G . B . B o c c u to ).
A l tr o d o c um e n to r i le v a to d a ll a s c h e d a d e l no t aio G . d e G e r ald i n is d ic e c he
l a c o n tr ad a Pi s c in a e r a s u l l a s tr ad a c he m e n a a S . M ar c o .
N e l 1 6 0 3 g l i e r e d i d i G ia n C ar lo d e N ic as tr o av e v ano v ig ne e F r an c e s c o
T r e m o la n te p al m e nt i p r e s s o i l c o r t ig l io d i d e t ta c h i e s a .
I f r a t i d i S . G io v an n i d i D io d e ll ’ o s p e d a le d e ll a S S . Tr in i tà p ag av ano
d uc at i s e t te s u s e t te v ig n e c he av e v a no in te r r i to r io d i S . Mar c o .
U n b o no r um d e l l a c a tt e d r a l e d e l 1 6 0 0 r if e r is c e c h e i l c l us us S . M ar c o e r a
l o s te s s o d i q ue l lo d e t to Tr e s c in i , lo s te s s o d e l l’ a l tr o d e t to P is c i na ; “ C lau s us
S . M ar c i s e u Tr e s c i n i, C la us us S . Mar c i s e u P is c in e ” .
S . Ma r g h e ri t a .
A v e v a u n o r d i na m e n to c o m e S . S am ue le : d ir it t i p ar r o c c h i a l i, c l a us ur a , un
f o r no d i r e g io d e m a n io , tu t t ’ o r a e s i s t e n te i n v i a F r a g g i a nn i . A v e v a c a no ni c i
109
teutonici alla sua direzione ed alla sua dipendenza. Nel 1202 Federico, re di
Sicilia donò questa chiesa già dipendente da S. Maria dei Teutonici in
Gerusalemme a Pietro, priore di S. Leonardo di Siponto. Chi mise in possesso il
priore fu Matteo Gentile. L’Arcivescovo di Trani, Samaro, nello stesso anno
consente che avvenga questa cessione e tra le altre impone le seguenti
condizioni:
che a lui venga data la qua rta dei vivi e dei morti; che i canonici dimorino
“infra septem plaustri” (esiste ancora il Claustrum o scoperto come lo chiamano
con cui comunicano le abitazioni circostanti) e non vaghino per la città; che,
invitati, il priore e i chierici vengano al Sin odo diocesano e prendano parte alla
processione delle Palme e delle Rogazioni con il clero della maggior chiesa di
Barletta; che il priore emetta lo stesso giuramento del priore dei Templari in
Santa Maria Maddalena; che il Giovedì Santo il preposito prior e intervenga al
discorso dell’Arcivescovo; che alla chiesa venga concesso il battistero ed il
cimitero. (C.D.Barese vol. X e A. Prologo, Le carte di Trani, doc. 93)
La chiesa di S. Margherita era situata a metà strada, ora via del Municipio,
dove si dice il pendio. Toccava le due strade, avendo la facciata principale in via
Municipio, la tribuna a via Fraggianni.
I l caseggiato attiguo doveva formare l’abitazione dei canonici con lo
scoperto o “ claustrum” circondato da abitazioni ridotte e rimaste ad un pia no.
I n quell’anno (1201) la chiesa aveva un priore Johannes e pare 11 canonici
che seguono immediatamente alla sua firma nel predetto contratto di cessione.
Essi sono: Giovanni, Giacomo, Leonardo, Simeone, Milo, Guglielmo, Lucasio,
tutti sacerdoti canonici ; altri 4: Mercurio, Graziano, Giovanni, Tancredo, sono
diaconi e suddiaconi.
Nel 1259 si trova prevosto di S. Margherita il monaco Tommaso e nel 1261
viene investito come priore don Roberto canonico di S. Leonardo di Lamavalona
perché quella chiesa era st ata distrutta dai saraceni ed il Pontefice non sapendo
come provvedere permise che i diversi canonici del detto S. Leonardo avessero
un appannaggio lor vita durante senza diritto di successione.
Nel 1310 la chiesa fu tassata per 1 tarì dalla S. Sede e altr ettanto pagava il
suo cappellano Lazio. (Vendola: “Rat. Dec. Italiæ” , nn. 679 -862)
Costituita la commenda, anche questa chiesa decadde, giacchè come
riferisce un documento di S. Visita del 1566 -67 “Santa Margherita, chiesa
dipendente dal Cardinale Sermonet a, si è trovata tutta profanata e si è invitato
il procuratore Federico di Monte a pagare una multa di 100 ducati per ripararla ”.
Nel 1722 la chiesa, ormai diruta, fu incorporata al pomario di Raffaele
Comestabulo e il Vescovo impose dopo la S. Visita di e rigere una cappelluccia
oppure una croce, nel luogo, per ricordo della chiesa distrutta.
La cappelluccia si trova sulla casa di via Municipio.
S anta Maria d el la Cro ce.
E’ una d e lle c hiese d is tr utte .
Sor gev a s ulla v ia ve cc hia d i Cano sa ed ecc o la s ua or ig ine .
V erso il 1514 in una capp ella c am pes tr e , mess a s u ques ta s tr ad a, s i
v ener ava d al popo lo un’im m ag ine de lla Be ata Ve rg ine de tta de lla C roc e. La
c ap pe lla er a alla d ipe nd enz a de lla per ce ttor ia d i S. A nto nio d i B ie nna.
I n de tta c app e lla la Mado nna co m inc iò a re nde rs i f amo sa per r ip e tute
gr az ie e m ir ac o li, o nde l’ U nive rs ità d i B ar le tta c hies e a Pap a Leo ne X il
p erm ess o d i allarg are la c ap pe lla in modo da po ter far c e lebr ar e i div ini uff ic i,
d i e r iger e un co nve nto ed inv itare i p adr i serv i d i Mar ia ad off ic ia rla. Co s a c he
po i avve nne , g iac chè il 19 m agg io 1516 ad is tanza de l padre Eliseo d e ll’Ord ine
d e i padr i Serv iti, d al sind aco d i B ar le tta, A nto nio G am b ino , dall’Ar c ipr ete
A nto nio Bo ne llo , d al pr ec e ttore d i S . A nto nio , A lfo nso de Marr a, s i otte nne la
c once ss io ne .
Per poter ovviare alle spese di costruzione al Vicerè, Carlo de Lannoy, si
domandò e si ottenne di tenere in Barletta una fiera quattro dì prima e quattro d ì
110
d o p o i l p r im o s ab a to d e ll a p r i m a d o m e n i c a d i Mag g io , g io r no d e l l a f e s ta d e l la
M ad o n na .
I n t an to la d e v o z io ne v e r s o la Mad o n na f u c o s ì g r and e c he l a c h ie s a e il
c o nv e n to s o r s e r o c o m e p e r i nc a n to .
I p r im i p ad r i f ur o no m an d a t i d a ll a c as a g e ne r a li z i a e d i l p ad r e s up e r io re
n o m in a to il p i ù d e l le v o lt e e r a u n f io r e n t i no .
D ag l i e l e n c h i d i d o ni v o tiv i r ip o r t at i n e l l a s c he d a d e l no t aio G . d e
G e r a ld in is (1 5 4 2 -1 5 6 3 ) tr o v o c h e no n m e no d i 3 00 a 4 0 0 s o no i d o ni d i o r o e
d ’ ar g e n to o f f e r t i al l a M ad o nn a .
S e ne tr o v ano c he r ap p r e s e n t ano p e r s o ne a f ig u r a in te r a , o p p ur e m a n i,
p ie d i , g a m b e , t e s ta , li ng ue , c uo r i , A g n us D e i, o r e c c h i n i, a ne ll i d ’ o r o . S o no
i n d i c a t i p o i no n m e no d i 1 7 4 p a ia d i o c c h i d i ar g e n to , s e t te c o r o ne o d iad e m i
c o n p ie tr e c o lo r a te , d e l le q u a li c o r o n e , u n a f u d o na t a d a l l’ U n iv e r s i t à d i M e lf i,
u n ’ a l tr a d al l ’ U niv e r s i t à d i B ar le t ta . S o no no te v o l i 5 1 p i as tr e d i ar g e nto c o n
r i li e v i d i b ar c he t te , c av a l l i e s p e c ia l m e n te c o n f ig ur e d e l la Ma d o n na . I n u na
d i e s s e la M ad o n n a è c o n la s c r i t ta “ F i a t V o l un t as T ua ” i n un ’ a l tr a v i è la
M ad o n na c o n l a m e z z a lu n a , i n u n a te r z a l a M ad o nn a è r ad i an te c o m e s o le .
I n u na q uar t a l a M ad o nna h a s ul l a t e s ta i l m o no g r a m m a J he s u s .
T r a i d o n ato r i p e r g r a z ie r ic e v ut e ap p aio no i no m i d i C a te r i na d i
B e ne d e t to d e Po m is , d i G ia n Pao lo d e S a n t is , l a m o g l ie d i m e s s e r A nto nio
B ar o n e , P ao lo d e V a le nt in o .
L a f a m ig l i a C ar o l i na Lo f f r e d o av e v a d o n a to un p a ll io t to d i a l tar e , lo
s te s s o l a f a m ig l i a d e Mar r a , C ar ac c io lo , F a lc o ne e C ar a ld o . D a i Ma n z on i f u
d o na to u n p ar a to c he av e v a p e r s te m m a u n b o v e i n c am p o v e r d e , d ai
B o c c u to , u n Le o n e i n c a m p o a z z ur r o . P ar a t i s ac e r d o t a li av e v a no d o na to le
f a m ig l ie : C a r o l in a , d e Mo la , d e V e r o na , l a f am ig l i a B r a id a av e v a d o n ato a ltr o
p ar a to in c u i e r a e f f ig i a ta l a M ad o nn a tr a S . G io v a n n i e S . M ic he le A r c a ng e lo .
I n un inv e n t ar io d e l 1 5 63 s o no e le nc at i a l tr i o g g e t t i v o t iv i e d a l tr i p ar a t i
d o na t i d a l le f am ig li e A nc o r a , C ap u to , Mag l io , L and u lf o , P ia z z o l la C ar r af a .
I n c h ie s a e ne l c o nv e nto e r a no c o ns e r v at i c i nq u e q u ad r i e c io è : S . Mar ia
M ad d a le na , S . A n to n io d i B ie nn a , S . S e b as ti a no , S . G io v a nn i , F ab r iz io
R o m ano .
S o no e le nc a t i p ur e u na c a s s e t ta d ’ ar g e nto d o na t a d a l l’ ar g e n t ie r e S is ino
L e r c ar io , d iv e r s e p r o p r i e t à te r r ie r e d o n a te d a C o l a n to n io C ar a c c io lo , A lf o ns o
d e Mar r a , A n to n io S a n to r o e N ar d o d i C as c e in a d i C a no s a .
T r a il 1 5 6 2 e d i l 1 5 7 0 l a c h ie s a e b b e b is o g no d i r ip ar a z io n i e d if a tti
m e n tr e i s ig no r i R af f a e l e d e B u tt u n is e d i l c o n t e d e V ic ar i ap p r o nt av ano
r is p e t t iv am e n te la s o m m a d i d uc at i 1 5 0 e 8 0 , i m ae s tr i c ar p e nt ie r i F i lip p o
T e r r ac i n a, d e Le o ne d e I s tr ia , Lo m b ar d i , le e s e g ui v a no .
S i c o no s c e p ur e c he l a c h ie s a av e v a a l la s u a d i p e nd e nz a S . S e b a s t i ano
c o m e d ic hi ar a u n d o c um e n to d e l 1 5 6 4 e d i l 1 5 8 0 , l a c o nf r a te r n i ta d e l S S .
S ac r a m e nto af f id ò a q u e i p ad r i la c h ie s a d i S . M ar ia d e l l a M is e r ic o r d ia
o b b l ig a nd o s i la c o nf r a te r ni t a a v e r s ar e un a l ib b r a d i c e r a i l v e n e r d ì d o p o la
f e s t a d e l C o r p us D o m in i i n s e g no d i s o g g e z io ne . ( E ’ i n q u e s t a c hi e s a c he ne l
1 6 1 1 v e n ne s e p o lt a i n lo c o d e p o s i t i, la m ar c h e s a L iv i a d e S i lv a d i N ap o l i,
m o g l ie d i G ia n G ir o la m o G e s ua ld o e i l c o nt e G ia n B a t t is ta P ac e l la c i r e nd e
n o to c he e s s a e b b e d a l p r im o m ar i to , il p r e d e t to G e s ua ld o , tr e f ig l i: C e s ar e ,
F ab io e G e s ua ld o . D a l s e c o nd o m ar i to , A nd r e a d e l T uf o , e b b e Pao lo a c u i f e c e
e r e d i t ar e il t i to lo d i m ar c h e s e . Mo r ì i l 2 7 g i ug no m e n tr e ab it av a i n c as a
M ar u ll i ) .
F u p e r t u t te q ue s te n e c e s s i t à c he i l n u m e r o d e i p ad r i S e r v i t i c r e b b e s ino
a d o t to e la U n iv e r s i tà p e r v e n ir g l i i nc o ntr o s c e g l ie v a tr e c o ns e r v a to ri e d
a m m i n is tr a to r i c he d o v e v ano am m in is tr ar e le p r o p r ie tà d e l c o nv e nto e
p r o v v e d e r e a l le o c c o r r e nt i ne c e s s i tà .
I n q ue s t a c h ie s a ne l 1 57 1 , d o p o l a v i t to r i a d i L e p a n to , f ur o no p o r t a te
m o l te b a nd ie r e p r e s e a i t ur c h i m a p o i p o r t a te v ia d ai s o ld at i f r a nc e s i d ur a nte
g l i a nn i d i lo r o o c c up a z io ne (1 7 9 9 -1 8 1 1 ) .
111
D all’ anno de lla pe s te (1656 ) e sse ndos i la c hies a e il co nv e nto us ato come
luogo d i iso lam e nto e lazz are tto p er g li app es tati la c hie s a no n f u p iù off ic iata,
il c o nve n to andò dep erendo s ino al p unto c he ne l 1782 f uro no sop pres si g li
ultim i d ue p adr i c he la off ic iav ano . F erd inando IV, ne l 1784 , tras loc ati i po chi
b eni pos sed uti dalla chies a all’orf ano trof io d e l S . Mo nte de lla Pie tà, e S . Mar ia
d e lla Croc e p iù no n e s is te t te .
Co me r if er is ce il Loffr edo e il V is ta s ulla por ta d ’ ingre sso de lla c hie sa di
s tile r inas c im e nto v i er a q ues ta is cr iz ione : “ Divæ Mar iæ Sace llum , pia
r esp ub lica bar ulitana ex c ollatitijs p ec unij s f ac ie nd um c ur av it ” .
S ul fro nto ne d e lla f ac c iata v i er a q ue s t’altr a is cr iz io ne in grande c ar attere
ro mano da m e sc oper ta in un or to d e lla c ittà e ora ne l m useo c ittad ino :
“ Car d inalis C aracc io lus A ero læ d ux V icar i co mes s ig na militar ia ad
Ec hinad as insulas prœ lio ho s tib us ere p ta De ip aræ d ic av it e iusd emq ue ins ulat
te mp lum c um prov inc ijs pr ae es se t d ecor av it. A .D. 1583 ” .
A lcuni r ud er i de lla c hie sa s i trov ano ne l g iard ino de l Mo nte d i Pie tà, altri
ne l m use o c ittad ino . I l q uadro d e lla Mado nna de lla Cr oce s i trov a s ull’altar e
m ag g iore de llo stes so Monte d i Pie tà.
V enuto m e no il c ulto de lla c hie sa de lla Mado nna d e lla Cro ce s i trova
inte ns if ic ato q ue llo de lla Mado nna de llo S terp e to. E tanto c iò è ver o c he per
c aus a de l te rre mo to d e l 1731 , es se ndo c ad uta la c hies a d ella Mado nna d e lla
Cro ce f u p or tata in c ittà la Mad onna de ll o S ter peto , co me sopr a s i è d e tto , la
q uale f u proc lam ata pro te ttr ice .
Pr ior i d i S . Mar ia de lla Cro ce : 1516 – Eliseo . 1521 – Jo hanne d e Jo hanne
d e Prato. 1538 – Fr a F ilipp o d i B ar letta. 1550 – Mae s tro A mbro gio de
Cr is toforo . 1551 – Mae stro To mm aso d i Bo log na. 1553 – Mae s tro Rodo lfo d i
F ire nze . 1555 – Mae s tro Er as mo d i Cutonia, V ic ar io de ll’ ord ine . 1562 – Rom olo
d i S ie na d e Par as co . 1563 – Mae stro A nto nio Lo rito S e nes e . 1564 – F ra
S tefano Janne tte s, S up er ior e e V ic ar io de ll’ord ine . 1564 – F ra S tefano de
G hiso lo , V ic ar io . 1564 – Fr a N ico la C io ff i, pr iore . 1568 – Fr a Carme lo de Tania.
1570 – Fr a N azar io d i N apo li. 1571 – Fr a G iulio de O liv is . 1574 – F ra Ro cco di
S . Co lom bano . 1578 – Maes tro Ro mo lo F ior e ntino. 1584 - Fr a G ian G iaco mo de
B as so di C if uni. 1604 – Fr a G iov anni A nto nio Guid ano . 1611 – Fr a G asp are
Elef ante .
S . Ma ria dei F rat i .
Ec co una re laz io ne s u S . Mar ia de i Fr ati r ic av ata dalla sc he da de l no taio G .
d e G er ald inis in d ata del 1 0 g ennaio 1566 . I p adr i de ll’Ord ine pr ese nti in S .
Fr ance sco f uro no : fr a N ico la d i Mo nte Pe lo so g uard iano , fra Cr is toforo Palm erio
pro v inc iale ed altr i d ie c i fr ati. S i co no sce c he il rev ere ndo F ab io e G iacomo
Elef ante co n altr i d i f amig lia fo ndaro no una c hies a in Bar le tta “ s ub voc ab ulo
V is itatio nis V irg inis Mar ie e t s ub titulo v ulg ar iter d ic to de Santa Mar ia d e li
Fr ati” , q uale c hies a do naro no ai p adr i d i S. Fr ance sco , c he re alm e nte
l’ amm inis traro no d a lungo tempo al c ulto d iv ino .
Per ord ine d e lla R . C ur ia “ pro s erv itio Reg io e t pro f ac ie ndo p lanitio Reg ij
C as tr i d ic te terr e” , l a de tta c hies a f u abb attuta, e le p ie tr e d ate per la fabbr ica
d e l cas te llo , il c ui intro ito in d ucati 750 , i p adro ni de lla c hies a lo devo lsero in
b enef ic io de lla c hie s a d i S . Fr anc es co in co s tr uz ione .
I p adr i s tess i co nve nne ro che de tta so m ma l’avr ebber o d ov uta sp endere
p er la tr ulla d e ll’ altare m agg io re s u l’ arc o d ella quale avr ebber o dov uto
m e tter e le ar m i de lla f amig lia Elef ante .
“ Et de po j f atta d ic ta tr ulla r ispo nd ere q ue llo c he s ar à nec ess ar io in f ar e la
f ac c iata e t por ta mag gior e e t appr es so d ic ta fa c tur a s i hab ia d a f are una
c ap pe lla so tto il tito lo de lla V is itatione vo lgar mente d i S . Mar ia de li Fr ati, al
c anto d es tro de la c hies a, la c ui f es ta c ap ita il 2 lug lio .
S i d ichiar a c he i p adr i pe r il mom e nto av evano e satto duc ati 45 a c ui g li
Elef ante ne av ev ano uniti altr i 15 ” .
112
S . Ma ria de Lu reto .
L’ unic a no tiz ia c he s i ha d i q ues ta c hie s a è d alla S . Vis ita de l 1547 .
Er a chies a fuor i Bar le tta, “ ruinata” per c aus a de lla guerr a; ave va di
e ntr ate un tomo lo d i sale ; ed a d on G iaco mo d e Mas c ia c he la ge stiv a si
ord inav a “ d i ac co mod are la c app e lla e d i far c i l’ im m ag ine de lla Mado nna ” nel
ter m ine d i 15 g ior ni.
S . Ma ria Magg io re.
Quasi tutti gli storici locali si sono occupati ed hanno pubblicato notizie della
maggior chiesa di Barletta, ma per poco essa quant o più si cerca sempre più
escono alla luce notizie nuove ed alle volte rare ed ecco perché in questo studio
prenderà anche il posto il presente capitoletto:
Trecentotrentaquattro documenti pubblicati nell’ottavo volume del C.D.Barese;
677 pubblicati nel C .D.Barlettano e molte altre pubblicazioni, son sempre piccola
cosa al materiale che resta ancora inedito nell’archivio capitolare e chi vivrà e con
intelletto d’amore si occuperà, ricavera chissà quante altre notizie inedite e
preziose. E’ un fatto assodat o che si deve proprio alle recenti pubblicazioni se si
sono accertate le epoche in cui la cattedrale fu costruita, il nome che sempre
ebbe di S. Maria e non di S. Maria de Auxilio, nome falsamente inventato in epoca
molto recente per il tentativo di difesa di diritti giurisdizionali.
L’architetto che la costruì (Simiacca), i re che la protrassero, la visitarono e la
sussidiarono; i molteplici arcipreti che la diressero e governarono, i vescovi e
arcivescovi, tranesi, cannesi, nazareni che per ben due volte la consacrarono e la
officiarono, sono l’aureola gloriosa che sempre dettero vita a questa chiesa madre
promotrice di morale e religione cristiana.
Tra i suoi fasti particolarissimi è da ricordare la incoronazione di Ferdinando
d’Aragona avvenuta in questa chiesa per mano del Cardinale Latino Ursini il 4
febbraio 1459 e l’ingresso trionfale dei tredici della disfida di Barletta il 13
febbraio 1503.
Un particolare sfuggito agli studiosi penso sia la Madonnina Orante messa
sopra un arcosolio romano sotto il c ampanile che, secondo mie vedute,
rappresenterebbe l’entrata a una catacomba fuori terra, non più esistente, la cui
costruzione potrebbe rimontare dal V al IX secolo e che potrebbe essere l’indice
dell’esistenza di una S. Maria precedente alla S. Maria cos truita da Simiacca,
“protomagister” del S. Tempio.
S. Maria Maggiore per la grande influenza dei suoi cittadini, per la forte
posizione politica della Università barlettana godè protezione da parte dei principi
che spesso l’arricchirono di privilegi e doni .
Essa fu devota come scrisse il Nitti nell’VIII Volume del codice barese, a
Ruggiero II il Normanno, a Guglielmo I, quali re io stesso ho visto raffigurati sulle
pareti della medesima chiesa (vedi Santeramo: simbolismo della cattedrale ).
Riccardo cuor di Leone durante la terza crociata, contribuì alla sua
costruzione, Tancredi principe di Taranto, Carlo I e Carlo II d’Angiò l’arricchirono
con la città di estesi territori e privilegi; Federico II e Guglielmo II non furono
restii a confermarle la decima dell a dogana e i diritti di bucceria, per il cereo
pasquale, nel 1355 il vescovo cannese Rinaldo decretò che la sede cavese si
trapiantasse in questa, non si oppose l’arcivescovo di Trani. Ferdinando I
d’Aragona le concesse salme 200 di sale da prelevarsi dall e vicine saline per il suo
culto.
Questa chiesa che fu riconosciuta quale monumento nazionale dal secolo
scorso, per il suo artistico ciborio dell’altare maggiore, per il suo ambone, per le
belle finestre e rosone romanici, per i suoi bellissimi portali, p er le sue colonne e
capitelli e per il suo presbiterio gotico e ottagonale, resta uno dei principali
esemplari dell’arte romanica pugliese.
Era aggregata a S. Giovanni in Roma, sul cui suolo era stata edificata, per cui
pagava nei primi secoli della sua es istenza un obolo mussamutino di oro, più tardi
once 7 e tarì 12.
113
Accentrò a sé diverse proprietà che le vennero tolte durante le diverse
soppressioni: la masseria delle Monacelle o S. Simone e Giuda, già appartenenti
al monastero di S. Andrea, a lei aggreg ata dalla S. Sede; la masseria di S.
Maria, censita dai Cafiero; Colavecchia dotazione della parrocchia; il Locone
donato dai Queralt; porzione di altre, dalle quali il capitolo in antico divideva
grano ed orzo; molte case e non pochi appezzamenti di terre ni, dai quali oggi il
capitolo ricava censi e canoni di valore insignificante e di cui il governo nella
soppressione non volle occuparsene per togliersi da fastidi non indifferenti.
Dal 1400 al 1700, cresciuto il clero in una forma rilevante, il Capitolo d i S.
Maria Maggiore continuò a mantenere 33 chierici di parte grossa e parte piccola
con a capo un arciprete e due cantori.
Nel 1818, in Barletta, soppressa la chiesa cattedrale di Nazareth con il
nuovo vescovado, Papa Leone XII , dieci anni dopo, impose l’ unione del capitolo
cattedrale di Nazareth con quello di S. Maria Maggiore. Dopo lungo attendere
per le opposizioni mosse da Trani contro la cattedralità che si voleva ripristinare
non più nella chiesa di Nazareth, ma in quella di S. Maria Maggiore, il 21 maggio
1860, Pio I X, di felice memoria, reintegrò Barletta del suo antico diritto e la
chiesa predetta divenne cattedrale arcivescovile ugualmente e principalmente
unita con quella di Trani. I canonici da 33 furono ridotti al numero di 12 secondo
la regola comune, comprese le quattro dignità e gli uffici. L’arciprete rimase
come prima dignità con il privilegio dei pontificali e con il titolo Protonotario. In
quella vicenda per poter ottenere la cattedralità il territorio della diocesi di
Barletta, sebbene con l’archivio e Curia separata, perdette la città di Margherita
di Savoia, Trinitapoli, S. Ferdinando, che erano alle sue dipendenze e furono
aggregate a Trani; Zapponeta fu incorporata nella diocesi di Foggia.
La chiesa cattedrale di Barletta conserva mol ti cimeli: e cioè due antifonari
in pergamena miniati nel secolo XIII , in scrittura gotica; un cofanetto con
scrittura araba; una cassettina di avorio in cui si conserva la SS. Eucarestia;
diverse tavole e quadri artistici di diversi autori rappresentanti Gesù Cristo, la
Vergine e diversi Santi; una lampada del secolo XIII. (Santeramo: Simbolismo
della Cattedrale di Barletta ) I l suo archivio conserva pergamene e carte
provenienti da Canne e dalle chiese di Nazareth, Monteverde, S. Giacomo, S.
Sepolcro, S. Lucia, S. Chiara. Ha alla sua dipendenza le chiese parrocchiali di S.
Maria della Vittoria, S. Sepolcro, Sacra Famiglia, esistenti nel suo antico
territorio così diviso dal 1910. Alla sua dipendenza anche la chiesa rurale o
santuario di S. Maria dello Sterp eto, dalla quale il capitolo cattedrale nel mese
di maggio porta in città e proprio nella sua chiesa il quadro della Madonna dello
Sterpeto per celebrarne la festa.
La chiesa fu costruita in tre epoche diverse di cui la prima dal 1147 al 1192,
la seconda d al 1192 al 1384, la terza nel 1400. (Pergamene della Cattedrale)
La prima parte è costruzione dell’architetto barlettano Simiacca e del figlio
maestro Luca. I l secondo allargamento fu promosso da Pipino nel 1307 e poi da
donazioni di privati, ed a esempio Nicola Renzo nel 1387 a 6 gennaio donava
come dal suo testamento once 25 “ convertende in opre fabbrice ipsius nove
Ecclesie” . Lo stesso fece il 6 settembre 1390 Rocca moglie del maestro
Benedetto Cordanerio nel suo testamento legando tarì 15. (Fra le tele, vi è
un’Addolorata del de Mura, un’Assunta, un Cristo con la Croce tra S. Pietro e S.
Lorenzo del maestro Andrea Bordoni romanus pietor – vedi simbolismo della
Cattedrale, pag. 151 – not. O. de Leo 15/5/1596).
Dalle schede notarili del 1500 ho ricavato qu este altre notizie: mentre il
capitolo nel 1500 versa le sue tasse alla S. Sede essa stessa esige dalla dogana
il 2½ % e ducati 150.2.1 per il cereo pasquale (O. de Leo, 27 ottobre 1580),
ducati 8 nel 1547 e ducati 20 nel 1572 per il predicatore della chie sa di S. Maria
Maggiore. L’obolo mussamutino che la chiesa versava alla S. Sede nel 1535 fu cambiato
in tre libbre di cera lavorata. Dal 1562 invece dei due carri di sale che ritirava dalle
saline in ricordo dell’incoronazione di Ferdinando d’Aragona I ricevette ducati 60
all’anno. Il capitolo di S. Maria Maggiore non fu secondo agli altri per preminenza
114
di studi e nel 1568 offriva ducati 10 al chierico Tarquinio Bruno perché
avesse conseguito il grado di dottore.
Co ltiv av a tra i s uo i co mpo ne nti lo s tud io de lla m us ica e ne l 1589
l’ ar c ipre te Tarq uinio B runo , già laur eato , co i s uoi c hier ic i co nv e nne d i p ag are
al rev ere ndo Mar io Pinto d i B isc eg lie , o ra in B ar le tta, d uc ati 40 annualme nte
s ino al 1590 co n il d ir itto d i do rm ir e co n il s acre s tano sopr a la camer a d e lla
c hies a e co n l’obb lig o d ’ imp ar tir e ai c ap ito lar i, c ioè ai sacerd o ti, d iac oni,
s ud d iaco ni e j ac oni ed altr i c hier ic i de lla c ittà, il c anto f er mo , il canto f ig ur ato,
il co ntr ap punto ed altre c ose nece ss ar ie , d ue vo lte al g ior no co m inc iando
s ub ito d al c anto de i Ves pr i e de lla mes sa.
I l c ap ito lo s tesso acc entrò a sé mo lte c app e llanie d i c hie se d is tr utte
op pure leg ati d i d ir itto patro nato, onde o ltre ag li altar i c he d escr itti ne l libro
“ il s im bo lis mo d e lla c atted rale d i B ar le tta ” , so no da r icor da r s i p ur e una
c ap pe llania d i S . Se bas tiano , aff id ata all’ arc ipre te A ntonio Bo ne llo , un altar e di
S . B iag io co n b enef ic io fo nd ato ne l 1522 da Mar io Bo nav og lia,. U na cappe lla
“ Ep if ania Dom ini ” , fo ndata pr ima de l 1570 da S ig nor e llo Papp ale tter e .
S i r icord a anc ora c he s i e ra c os tituita tr a i nob ili de lla c ittà una
c onfrater nita d e l SS . S acr am e nto in S . Mar ia Magg ior e , la q uale o ltr e al culto
Euc ar is tico pro mos se la e re z io ne d e lla cappe lla so tto q ues to tito lo nella ste ssa
c hies a, c ur av a a s ue spe se il tr aspo r to d e l S S. S acr am ento pe r la città c o n
off ic iare il Tab er naco lo che ne l 15 64 f u r ifatto d’arge nto co n il p ied e d i bro nzo
indor ato dal s ig nor A ntonio Mo les ; d onò una s tatue tta d i S . G iovanni Battis ta,
f atta ve nir e d a Napo li, il 159 6, e me ss a s ulla cop er tura de l b attis tero . Tale
do no f u of fer to d al co nfr ate llo ab ate G iulio Te rrac ina. La s tatua no n è c erto
p erve nuta s ino a no i e d or a in sos tituz io ne s ulla p or ta d i f ro nte al battister o
e s is te una te la d e l ‘ 600 rappr ese ntante S . G iov anni c he b atte zz a G es ù C risto .
N e l 1950 e 19 51 la c hies a ha s ub ito r es taur i ne lle d ue nav ate later ali per
c ir c a se tte m ilio ni. So no s tate to lte le co per ture di tufo e d i p ie tr a e so s tituite
le antic he sof f itte d i leg no co n le teg o le , g iacc hè p er il trop po pes o le p are ti s i
e rano ap er te me tte nd o in ser io p er ico lo la s tatica.
R ipor tiamo q ui ap pre sso l’ e lenco deg li ar c ipre ti p ubb lic ato s ul vo lume il
S imbo lis mo d e lla c attedrale d i B ar le tta.
1147 – Leo . 1162 – Manso . 1163 – Mundo . 1174 – Pereg r inus . 1219 –
Jaq uintus . 1220 – S tephanus . 1247 – S a lom on. 1278 – S e nor itius . 1291 –
Jo hannes de Rom a. 1313 – Pasc alis d e Palm er io . 1321 – Fr anc isc us d e Marr a.
1328 – G uille lmus R affens is . 1348 – N ico laus de Valva. 135 0 – A nto nius de
A lo js ia. 1357 – Marc us Musse tulus . 1361 – Fr anc is c us de Se nis . 1372 –
A nto nius d e Lilla. 1384 – N ico laus F arer ius . 1393 – A nto nius de Lilla. 1411 –
Jacob us d e S alp is . 1454 – Andreo tta Mus ca. 1466 – Laur entius C hir ita. 1467 –
Mar tinus Pe llaj . 1 497 – Re ntius de R is is . 1504 – A nto nius Bo ne llus. 1525 –
N ico laus Picco lo m ini. 1544 – Jaco bus Acc onzajo c us . 1565 – Jacob d e
V ale ntinis . 1580 – Jo hanne s A ntonius Bo ne llus. 1589 – Tarq uinius Br unus .
1600 – Franc isc us A nto nius de la Ze cc a. 1613 – Sc ip io ne Sp ar ano. 1625 – G ian
Lore nzo Vulpo ne . 1634 – Lodov ic o Marullus . 1649 – N ico lò A nto nio
d ’A le ss andro . 1679 – Tris tano de Quer alt. 1695 – F ilip po Bo ne lli. 1708 – C ar lo
d e Q uer alt. 1727 – Ag ne llo Fragg ianni. 1728 – Mic he lang e lo Abb ati. 1766 –
N ico la Deco rati. 1774 – Fr ance sco S av er io Ros s i. 1788 – Ger o lamo de Leo ne .
1795 – G iuse ppe C asale. 1800 – A les s andro Magno . 1809 – G iusep pe C as ale .
1836 - A ndre a S tag nì. 1841 – R ugger o Lop ez . 1850 – Ignaz io S tr aniero . 1880
– F rances co R utig liani. 1 903 – Carm ine A ntonio I talia. 1904 – G abr ie le
R utig liani. 1925 – Fr ance sco Sc ur o. 1940 – Mic he le S up pa. 1953 – S alv atore
S anter am o 31 /12 .
115
Di ciam o q ual ch e cosa int orno all a p ubb li ca zion e d el Giub il eo .
Er a so lito in un do c ume nto de l g iub ileo c he io r ipe to in q ues to m odo :
B ar letta p ubb lic ars i la bo lla de l cos ì d e tto g iub ileo e la cos a avve niva d i
fr eq ue nte . L’ uso s i c ontinuò s ino ai nos tr i te mp i e lo sco po er a q ue llo d i
le gger e la B o lla de l Pap a p er la p ia pratica de l d ig iuno e p er il pag ame nto de lle
d ec im e alla c hies a.
N e l 1587 il 6 ap r ile pr esso il no taio G . de Ger ald inis è tr asc ritto
“ E’ pre se nte all’ atto il g iud ic e a co ntratti Giulio C es are S te llate lli ed altri
te s ti, s i d ic hiar a q uanto s eg ue :
A nto nius d el S o le de Neapo lis , B aro li c om mor ans , unus ex pro c ur ator ib us
leg itim is co ns titutis per d om inum F ede r ic um Ortiz , hysp anum g uber natorem
V ener and i Mo nas ter ij Sante Tr initatis hy spano rum red e np tio nis c ap tivorum
c ons titutum in s trata ac p late a To le tana c iv itatis Ne apo lis ad p one nd i e t
p ubb lic ar i d ac ie nd i sacro santum Jub ile um nov ite r co nf ir matum per dom inum
Papam no strum S is tum Q uintum s uper R edem p tio ne cap tiv or um e t pr o
f ac iend is aliq uib us e lem os inis e t c ar itativ is op er ib us in his p ar tibus et
pro vinc ij s e t alia ex breve Apos to lico pr ed ic ti Santiss im i do m ini no s tr i Pape
nov iter imp etrato per dic tum Mo nas ter ium , s ub d ata Rom e , ap ud Santum
Pe tr um d ie 8 mad ij 1586 , in q uo d ic itur f uis se im pe tr atum Reg im us exquatur
d ie 30 j annuar ij, nec no n ad ex ige nd um et re cip ientum , q ui sep er iuntur in
po tes tate inf id e lium e t tur char um e tc .”
La pr ede tta b olla scr itta e s opr as cr itta d al no taio G iov an Leo nardo B ito n
por ta la d ata de l 6 febb ra io 1586 , Napo li.
I ntanto il pre de tto A ntonio de l So le , alla pre senz a d e l vic ar io ge ne rale,
ab ate Do nato Bo navog lia e l’ abate Tarq uinio Bruno U .I.D. d ep utati in “ d icto
j ub ileo” , pre se nta al no taio la bo lla e d ic hiar a d i es ser s i po r tato in B ar le tta p er
la p ubb licaz io ne de lla d etta bo lla, la q uale v e nne p ubb lic ata ne lle c hie se d i S.
Mar ia Magg iore , S . G iaco mo e S . Sepo lcro , co nte mpor ane ame nte s i o rd inò di
pr ep arare tre arc he (cas se ) p er depor v i le e lem os ine p er la c roc iata e la
r ac co lta av rebb e dov uto ave r luo go d al d ì de ll’Annunz iata a tutta l’o ttava d i
Pasq ua.
Ed ogg i 4 ap rile furo no aper te le c as se , so no s tate trov ate le s eg ue nti
s om me : ne ll’ arc a d i S . Mar ia Magg ior e d ucati 29 .2 .0 : in q ue lla d i S. S epo lcro
d uc ati 18 .0 .6 ; in q ue lla di S . G iacom o d uc ati 17 .2 .3 .
Es se ndo s tato prorog ato il g iub ileo le arc he s i son c hius e d i nuovo co n tre
c hiav i, d i cui una è te nuta d al s ind aco e d ue d ai dep utati, e le s om me s i son
c onseg nate all’ intere ss ato .
S . Ma ria di Naza reth .
A l nom e d i S . Mar ia d i Naz ar e th og ni c uor e es ulta a c aus a d e l r icordo de lla
nasc ita in q ue l luo go d i G es ù che è il s alvator e de l mo ndo .
B ar letta può and ar s uperb a se ne i fas ti de lla sua s tor ia ha annover ato la
c hies a d i q ues to nom e com e se de de ll’ar c ive scov o d i N az ar e th tr asf er itos i d alla
Pales tina ne lla c ittà d i Bar le tta.
A s eg uito de lla per sec uz io ne m e nata d ai tur chi co ntro i d ife nsor i de lla
le gge cr is tiana l’ arc iv escovo nazare no e ra f ug g ito d alla p ales tina e s ic come in
B ar letta e s is tev a d al 1169 una c hie se tta ded ic ata a S . Mar ia d i Nazare th
c os tr uita d al b ar le ttano Pie tro Bo naf ides , l’ar c ives covo r ip arò in q ues ta città.
La s ua c hie sa alla d ip ende nz a d i Naz are th in Pales tina alberg ò per c inque
s eco li l’ ar c ives cov ado , e b en 56 ar c ive scov i la gov ernaro no . D ur ante la g ue rra
d e l 1528 co mb attuta d a Luig i d i F r anc ia e C ar lo V d i Sp ag na, e sse nd o s tata la
c hies a d i B ar le tta abb attuta l’ ar c ive scovo G iro lam o d e C aro (1544 ) co n il s uo
c ap ito lo s i tr asf er ì ne lla c ittà murata e s ull’ ar ea d e lla c hies a d i S . B ar to lom eo ,
ne l 157 2 iniz iò l’ed ific io d e ll’ attuale N azar e th.
Più tard i l’ar c ive scovo F ilippo Co ndulmer io co ntinuò la co s tr uz io ne del
p alaz zo arc ive scov ile (1685 ) iniz iato dal de C aro e co mp le tato da monsig nor
N ico lò d e Jor io co me r isulta dalla S anta V is ita ad “ Lim ina Ap os to lor um” s in d al
1741 (v ed i s tor ia d i Mo nte ve rd e – 1928 - d e ll’ avv . B ug lione )
116
Tr a g li ar cives cov i N azare ni in B ar le tta s i d istins ero Maffeo B arbe r ini,
d iv e nuto po i Pap a Ur bano VI I I , e il car d inale Miche lange lo To nti, fo nd atore d el
c olleg io N az are no in R oma.
La sed e ar c ive scov ile d i N az are th eb be alla sua dip ende nza il ve sco vad o di
S alp i, Canne e Mo ntev erd e che f u incorp orato in s eg uito alla sopp res s io ne,
no nc hé d iver se c hies e , tra c ui S . Mar ia de l Pe tto , S . Mar ia de Salinis , S . Maria
a Mare (ter ritor io d i C anne ); S . Mar ia d e l Ros ar io in q ue l de l V ag li o ed altre .
D al 1415 s i ha no tiz ia d i una co nfr ater nita d i S . Mar ia d i N az are th d iv e nuta
v erso la f ine d e l 1500 co nfr ater nita “ Co nce p tio nis S . Mar ia V ig inis ” . A seg uito
d e ll’ unio ne d e l c ap ito lo cattedr ale d i Naz are th c on q ue llo d i S . Mar ia Magg ior e ,
Papa L eo ne XI I co n bo lla d e l 22 s e ttem bre 1828 o rd inò c he per r icor do d e lla
s oppre ss a s ede ar c ive scov ile e de l c ap ito lo naz areno , o ltre al tro no ep is cop ale
c he do vreb be res tare ere tto ne ll’attuale c hie sa d i N azar e th p er quattro vo lte
all’ anno e c io è ne lla f es ta de ll’I mm ac o lata, d i S . B ar to lo meo , d i Pe ntecos te e
d e l Corp us D om ini c amb iate p iù tard i co n q ue lle d e lla tr as laz io ne d e lla S.
C as a, il mer co led ì Santo S . B ar to lom eo e l’A nnunz iata. I l c ap ito lo d i S . Mar ia
Magg ior e dovr ebbe rec ars i ad off ic iare ne lla c hiesa d i Naz are th.
Ag g iungo le seg ue nti altre no tiz ie :
La c hie s a d i S . Mar ia d i N az are th er a f uor i le m ura e d e ra s ituata dove ogg i
è la d rog her ia de i s ig nor i de ll’Aq uila e il p alaz zo Patar go . (v ia M. R . Imbr iani e
p iazz a Mo num e nto )
N e i lavor i d i r iattam e nto f a tti a q ue s te d ue f abb ric he v e nnero f uo ri un
fro nte d i sarcof ago e d iv ers e is cr iz ioni c he s ono co nserv ati ne l museo
c ittad ino .
A l lar go O rti e s is te un b as sor iliev o d e l Cr is to in Mae s tà c he app ar te nne
all’ antic a f ac ciata d e lla chie sa es is te nte in q ue l luogo .
La c hie sa te nev a annes sa la c as a d e l ve scov o e q ue lla d e i c ano nic i.
La g iur isd iz io ne d e ll’ ar c iv esco vo d i N az are th s i es tendev a no n so lo s ui
s ud d iti c he avev a in B arle tta, ma s ulle c hie se c he avev a f uor i, C anne , Salp i,
Mo ntev erde , R oss ano e S apo naro d al cu i ar c iprete , Ber nard ino d e G aliber to ,
ne l 1562 e s igev a d uc ati 110 pe r le r iparaz io ni occ orre nti alla c hie sa madre in
B ar letta, s u S . G iuliano d e R untij s che e ra a d ue m ig lia da Carbo nara; su
A lb ano d e Tr icar ico per c ui ne l 1543 f u s celto un s uo proc ur ator e per
l’ es az io ne de ll’e ntr ata, s u tutte le gr ance che po ss edev a in Bas ilic ata e in
pr inc ipato C itr a c he g li v ers av ano d uc ati 100 p er e ntr ata d i v ino , o lio e
c astag ne ; s u la terr a d i V ag lio d a cui r icev ev a duc ati 26 .1 .0 ; s u S. Mar ia de l
Pe tto (te nime nto d i C anne ) d alla c ui m asser ia e s ig eva in gr ano e orzo , carr e 2
e tom o li 19 ; s ulla m as ser ia d alla Bas tia d alla q uale e s igev a d uc ati 40 (1581 );
s u S . C as s ano ogg i S Fer d inando r es tituita a N az are th ne l 1595 d a G ian
G ir o lamo S antacro ce ; s u la lam a d i Fr ig io ne c he va d a S . S amue le alla F ium ara
p er la e s te ns ione d i c arra 6 , oss ia c arr a 4 d i gr ano e d ue d i orzo ; s u le pe zze
d e lla Pera, Po z zo Co lmo c on altr e e ntr ate . Passata dalla c hies a d i Naz ar eth
f uor i le m ur a alla N az areth “ intr a m enia” l’ ar c ives covo , Fab io Mir to , co nve nne
c on il maes tro Jac obo C ap uti d i Taranto circ a la co struz io ne de lla fabbr ica
d e lla c hies a d i N az ar e th in B ar letta.
“ La fab br ic a dovev a co minc iare d al fer mo co n lo sp ess ore d i palm i 3 e a
m e tà altez z a dov eva co ntinuare c on lo sp es sore d i p almi 2½ .
La por ta dov eva ve nire là do ve e ra la po rta v ec chia d i S . Bar to lom eo .
La f acc iata dov eva e ssere or nata co n fr is i, cor nic i, ar c hitrav e . Il d is eg no
dov ev a es sere r ispo nd ente allo s tile dor ico . L’ occ hio dov eva es sere d i car pe no ,
s cor nic iato e larg o a perd imano d i c ir ca 5 palm i c on s e i co lo nne tte d i c arp eno
lavor ate . La c os tr uz io ne d i f uor i sarebb e s tata d i p ie tr a d i Tr ani lavor ata a
bo z ze (b ug ne ); ne ll’ inte rno r us tic a. La c hie sa avre bbe d ato tutto l’o cco rrente:
p ietre , tuf i, m arm i, c alce , ar e na, sc ale , cor de , l eg name p er l’ argato. A i d ue
e s tre m i de lla f ac c iata s i s ar ebbe ro co s tr uiti d ue c ontr aff or ti e al m ae s tro si
s ar ebbe ro p ag ati d ucati 9 per og ni canna d i p ie tra lavor ata e m es sa in ope ra;
c ar lini 8 p er i tuf i e c ar lini 6 p er il p edame nto ” .
117
Q ue s to co ntratto c h e po i no n f ù p untualme nte e se guito è de l 12 f ebbr aio
1581 e f u re datto per mano d e l no taro Or az io de Le o.
N e l 1596 il m aes tro Agos tino F ior e ntino d i Bar le tta per 100 d uc ati m ise in
op er a un pav ime nto in las tr e d i p ie tr a d i palm i 1½ x1 ed eg li s tes so prom e tt e
all’ arc ives covo B ilac qua d i inc id ere d ue is cr izio ni s ulle to mbe e sepo lcri
(e pitaff i) d i p alm i 3 x4 : una s ulla tomb a d i mo ns ignor Bo cc uto , l’altr o sulla
to mb a de llo s tes so arc ive scov o B ilacq ua. D ue s ec olo dopo , v erso il 18 85 fu
f atto il pav ime nto d i mar mo . D alle c ar te da me r is co ntr ate no n ho un e satto
c omp uto de lle e ntrate c he la me nsa incass av a d alle c hies e e c ittà d ipe nde nti.
L’ ar c ives covo Ber nard ino F iguero a e ra s tato e le tto ne lla sed e N azar ena,
pro ve niv a d alla c ittà d i Gr anata (Sp ag na) e il padr e Fer d inando ins ie me co n il
f ig lio Frances co , g ià cano nico de lla cattedr ale Naz ar ena d i B ar le tta av ev ano
p ag ato p er le b o lle alla S anta Sed e d uc ati 320 . (14 apr ile 1563 , G. de
G er ald inis ). N e l 1562 l’ ar cives covo G iro lamo d e C aro avev a r inunz iato al s uo
arc iv es co vado e d er a s tato no m inato a succ eder g li il d e tto F ig uero a.
Q ue s t’ ultimo ne ave va as s unto l’ inc ar ico co n l’ obb lig o d i ve rs are al
r inunz iatar io d uc ati 360 annui, aum entati s ino a 400 , pre lev ando li d al s uo
b enef ic io d i S . Mar ia de Ar cos in I s pagna.
Le e ntr at e d e lla m ens a ne l 1564 e rano co s ì de te rm inate : d ucati 1200 di
e ntr ata s ulla m e ns a e d uc ati 387 in f rume nto .
E c iò d a Mo ntev erde grano ed or zo to mo la 432; d a C arbo nar a gr ano ed
or zo 164 ; d al g iard ino pr es so l’ antic a chies a di N azar e th duc ati 18 ; dalla
m asse r ia d i Canne d i carr a 12 d uc ati 120 d i f itto (1 581 ); p er pr iv ileg io la
m e ns a d i Canne es ig eva dalle saline duc ati 120 ; avev a altr e e ntrate s ug li
e rbagg i d e lla “ m e na p ec ud um ” d i Fo gg ia. La sop pre ss io ne de lla s ede
arc iv es cov ile avv e nne il 1818 al te mpo d e l c o ncord ato co nc luso tr a C ar lo III e
Pio VI I . Lo s tesso arcive sco vo , Ber nard ino F ig ue roa, anc he a nome d i
Fr ance sco F ig uero a, c ano nico de lla m agg ior c hie sa d i Gr anata, sce lse c ome
pro c ur atore , in Ro m a, Andr ea Ve la, c ub ic ular io pr es so la Se de A pos to lica e il
r ever endo D idaco de Lata ne lla d io ces i d i To ledo per es ige re alc uni b enef ic i
c he loro app ar te nevano e c ioè q ue llo d i S . S atur nino d e G iorg ian e que llo di S.
Mar tino de No j a, be nef ici c o n c ur a ; q ue lli d i S . Mar ia de I nc ur a, d i S . Andr ea
d e Tro na, d i S . Satu r nino de G iorg ian, d i S . Fe lice d e F res c ie iro , d i S . Cr is tina
d e N em e nso , d i S . Cr is tina de C amb e la, d i S . S tefano de S ua be nef ic i s ine
c ur a . Tali b enef ic i eg li li of fers e p er sopp er ire alle sp ese de lla cos tr uz io ne
d e lla c hie s a “ inf ra m oe nia” co n le q uali e co n le pr eced e nti agg iuns e le e ntr ate
d eg li erb agg i de lla R . Cor te in d ucati 118 ; le e ntr ate de lla R . S alina in duc ati
120 ; la bagliva d e lla Univer s ità d i Bar le tta in d uc ati 18 ; le e ntr ate d e lla
m asse r ia d i S . Mar ia de Mar i, dov ute d al pr ior e di S . G iov a nni, in d uc ati 12 ; le
e ntr ate de lla f ie ra de ll’Annunz iata, non avev ano una c ifr a s tab ile ; d uc ati 40 su
le ter ze d i S . C ass ano d a p ag ars i da G iro lamo d i S anta Croc e ; il ter rag io d e lle
m asse r ie co me so pra, r es tano liber e alla m ens a d uc ati 600 annui prov e nie n ti
d alle me nse d i Canne e d i Mo ntev erde . (G . de Ger ald inis , 1 ge nnaio, 28
fe bbr aio 1564 )
Q uanto alla pe ns ione c he il F ig uer oa p as sa al de C aro s in d al 22 m arzo
1563 s i appr ende c he eg li no n la p ass ere bbe p iù ne l c aso il de C aro ave sse
v into una c aus a che s i d ibatte a Rom a c irc a un altro b e nef ic io c he e g li
e s iger ebb e in d uc ati 365 d all’ abb ad ia d i S . Be ned e tto in Bar i. La q ue s tione s i
b as a s ul pr inc ip io : se il b e nef ic io d i S . Be ne detto s ia d i or ig ine latina, d a
r ic ever s i d a un latino op p ure no . Ne l caso affe r m ativo e ntr ereb be nel
go d ime nto il de tto arc ives covo r inunz iatar io . (G. d e Ge rald inis )
I ntanto lo s te sso arc ive sc ovo il 28 nove mbre 1567 s i re c a a Rom a per la
ne ces s ità de lla c hies a N az are na e av e ndo pres o a pr es tito dal rev ere ndo G iulio
d e Turr i d uc ati 3 0 0 s i im peg na d i sodd isfar li v er sando a lui i 600 to moli di
fr ume nto c he r ic evev a d a Mo ntev erde e d a C arb onar a. (G . de Ger ald inis)
In quanto al de Caro in un documento del 24 agosto 1545 si dichiara che essendo
egli stato aggredito in casa propria e ferito “cum modica effusione sanguinis” dai fratelli
Giacomo, Leonardo e Girolamo Veneto, quest’ultimo suddiacono, il de Caro stando al
118
pr ece tto de l V ange lo : “ R im ittite e t re m itte tus vob is” , co n gr and e c lem e nz a
p erdo nò ag li off e nsor i.
S i ag g iunge ancor a c he il p a dre de l de C aro e ss endos i fatto c hier ico
interv e nne anche lui ne lla ques tio ne d e l f ig lio per la r iso luz io ne d e lla p e nsio ne
d e i 365 d ucati il 22 mar zo 1 563 in B ar i. A l te mpo d e llo s tes so de Caro i
m aes tr i Se rg io B ald ino , Pad uano e G iro lamo S altinc ip po d i B i s ceg lie per duc ati
40 co ns eg naro no pr es so la c as a d e l v esco vo carr a 25 d i calce per lav or i alla
c hies a. D alle s c hed e d el ‘500 s i hanno no tiz ie d i altr i ar c ive scov i. E così
l’ ar c ive scovo F ilippo d e Ade m ar is d à il pos se ss o d i arc ipr e te a S alv atore
Minnoj a ne lla s ua chies a N az are na (7 d icem bre 1540 )
F ab io Mir to f itta la m as se ria d i Canne a G ian A nto nio V ive s per 100 d ucati,
m asse r ia c he ha l’es te ns io ne d i c arr a 13 co mpr eso S . Merc ur io (28 apr ile 1574
Or az io d e Leo ). Eg li s te ss o f itta a Ve no s a e Lucera p er d uc ati 1 20 le s aline c he
po ss edev a per p ar te d e lla me nsa (1574 no t. Bernard ino de Pacc is ); nel 1576
p er d uc ati 10 s i fitta a C ar ac c io lo Po mp ilio d i Napo li il g iar d ino dov e s org eva
l’ antic a c hies a d i N azar eth, g iard ino g ià pos sed uto in prec ede nz a d al notaro
G i an Mar ia Lambe rtino . A prop os ito de ll’ arc iv es covo F ig uer oa, tr as cr ive un
do c um ento c he r iguard a la c hie s a d i S . Mar ia de l Cas ale d i Br ind is i.
16 lug lio 1 572 de l no taro G iacomo de G er ald inis .
N e lla c as a d i G ian V incenz o Cog ne tta de S antis , d ove d imor a l’rc i v esc ovo
B er nard ino , od ier no ar c iv esco vo d i Br ind is i e d i Or ia è avv e nuta la ce ss io ne
d e lla c hie s a d i S . Mar ia de l C as ale d i Br ind is i fatta ne l 1568 dal de gnis s imo
arc iv es covo do n G iov anni C ar lo Bov io ai fr ati Minor i Oss erv anti co n a c apo fr a
Lore nzo d e Tr e c as e . L’arc iv es covo c edev a q uella c hie sa app ar tene nte alla
m e ns a ar c ives cov ile d i Br ind isi a co nd iz ione c he i frati c e lebr as sero q uo tid ie i
d iv ini uff ic i co n me ss a sole nne e app licass ero s e ttim analm ente una m ess a p er i
pr inc ip i d i Tar anto , be nef attor i d i d e tta c hies a, e ss i ancor a dov evano te nere
q uattro p adr i d i v ita lod evo le per co nfe ss are ; d ovev ano v ita d ur ante d e l
v esco vo m and are gratuitam ente un pre te de lla Me tr opo litana a pr ed ic are
d ur ante l’ev ento e d ur ante la Q uare s im a a Br ind is i e Or ia. L’ ar c ives cov o si
r is erv av a s u de tta c hie sa tutti g li atti d i sua g iur is d iz io ne : po ntific ar e,
pr ed ic ar e, v is itare , ind os s are il pallio ec c . e il c ap ito lo d i B r ind is i v e nir e in
d e tta c hies a a so le nniz z ar e il ve spro e la fes ta d e lla N ativ ità de lla B .V .
L’ ar c ives covo s i r is erv ava l’ o live to che po ss edev a pr es so la c hie s a, la barca
c he r is ied eva ne l c ar ic aturo d i Br ind is i e il c atte dratico , co ns is te nte in una
tor c ia d i q uattr o libbr e che es ig ev a og ni anno .
G ir o lamo B ev ilacq ua d i Sp e llo nom inato ar c ive scovo ne lla s ede d i Bar l e tta
il 10 d ice mbr e 1587 co n B o lla d i Pio V pre se p os se sso de lla c hie sa N azar ena
p er pr oc ur a d i do n Pietro C avaz zo ne d i V ero na il 7 ge nnaio 15 88 ; pr ese
po ss esso anc he de i b eni d i Mo ntev erde alla pr ese nz a de ll’ arc ipr e te don
G io vanni Lore nzo De corato , do n Fr ance sco A nto nio Lapor ta pr im icer io , do n
Marco Antonio Turr i tesorier e e d altr i.
D iamo q ui ap pre sso l’ e le nco d eg li arc iv es cov i d i N azare th d i Pale s tina
c he co ntinuaro no a te nere la g iur isd iz io ne ne lla chie sa d i B ar le tta.
1327 – I v one O . P. 1330 – Pie tro d i N apo li O . P. 1345 – D urando
C ar me litano. 1348 – R iccardo . 1362 – D . 13 66 – R ic c ardo . 1 366 - Fra G uilb ene
B alv ais io O . F . M. 1368 – Fra G iovanni S alom onio O . P. 1390 – G iov anni di
Ro ma. 1400 – Fr a Pao lo d i Ar ez zo O . P. 1412 – G iov anni Teodor ico
C is ter c e nse . 1423 – G iovanni Mex io O . M. 1423 – Fr a Franco I ns te rio . 1445 –
Mar ino Ur s ino .
Ar c ive scov i N azar e ni c on il tito lo d i ve scov i d i Canne : 1455 – G iacomo de
A ur ilia. 1484 – G iov anni d i Br e tag na. 1 491 – G iov anni Mar ia Pod er ico . 1510 –
Or lando de C arr etto. 1510 – Or land o d e lla Rove re . 1 512 – G ior g io Benig no
S alv iati. 1513 – Fr a Gregor io Be nig nino O . M. 1515 – Pie tro Teb ano . 1 520 –
Pie tro de A lb is . 1520 – Leo nar do Bocc uto d i B ar le tta. 1526 – C ardinale
Rangone. 1526 – Pietro Francesco Ferro. 1528 – Gian Francesco di Potenza. 1528 – Filippo
Adimaro.
119
Ar c ive scov i N az ar eni co n il tito lo agg iunto d i v es cov i d i C anne e
Mo ntev erde : 1536 – Giro lam o d e Car o . 1553 – Ber nard ino de F ig ue roa
s pagnolo . 1572 – F ab io Mir to Fr ang ip ane d i Napo li. 158 7 – F ra Franc es co
Sp er a O . M. d i Fer mo . 1587 – Fr a G iro lamo B ilaq ua d i Spe llo O . M. 1604 –
Maffeo Barber ini, c ard inale . 1608 – Miche lange lo To nto , c ard inale . 1609 –
Do me nico d i A ler ie n. 1609 – Dom enico R iv aro lo, c ar dinale . 1627 – A nto nio
Lom bar do Ar e tino . 1639 – Antonio Sev ero lo di R ag us a. 1667 – Fr ance sco
A nto nio de Luca. 1677 – Fra Marz iale Pe lleg r ino O . M. C . 1685 – F ilippo
Co nd ulmer io d i Re canati. 1690 – G iusep pe de Rosa d i Ro cc a. 1 695 – Do menico
Fo lgo r i, nap o le tano. 1706 – G iulio Piaz z a, c ard inale di For lì. 1708 – G iuse ppe
I mp er a tore . 1710 – G irolamo Matteo d i R om a. 1717 – S alv ator e Mir ob allo d i
N ap o li. 1726 – Fr a G iov anni Cr is os to mo B ianc hi, e re mitano . 1726 – N ic ola
Jor io , s epo lto in Mo nteve rde . 1745 – A ntonio Mar ullo G aliber to , b ar le ttano.
1751 – G ius to de Marco , te atino d i C as a m asella. 1769 – Pasq uale Mar ia
Mas tr illo , te atino . 1792 – G iusepp e Mor m ile , ultimo arc ives covo .
N e l 1818 dopo lunga se de vac ante , Pio VII co n la le ttera “ U lter ior i”
s oppre ss e la s ede d i Mo ntev erd e une ndo la al v esco vad o d i S . A ng e lo d ei
Lom bar d i; q ue lla d i Naz ar eth e C anne la unì a Tr ani.
S eco ndo il Moro ni og ni arc iv es covo N azar e no era tass ato per 80 f ior ini
as ce nde nd o la Me ns a N azare na a 1400 s c ud i.
S . Ma rta .
La cappella o chiesetta di S. Marta in pittagio S. Stefano nel 1562, come
riferisce il notaio G. de Geraldinis il 22 agosto, era di diritto patronato dei
fratelli Giacomo e Gian Francesco Elefante, il quale ultimo perché decrepito di
età ebbe bisogno di essere sostituito.
I ntanto nel 1567 la chiesa subisce la S. Visita ed essendosi trovata in
pessime condizioni e per metà scoperta i visitatori imposero a Fabio Elefante
beneficiato e ad Antonio Barbetta ripararla. Più tardi (da un Bonorum del 1492 1500 della cattedrale) si ricava che la chiesa con il palazzo annesso cambia
padrone e difatti il Bonorum r iferisce che il primo proprietario della casa e della
chiesa di S. Marta fu Giovanni Ursino con una paga di carlini 30 alla nostra
chiesa (not. Giuseppe Curci 1590) poscia tale immobile passò al collegio dei
Domenicani mentre pagava il censo don Altobello Galiberti (1615).
I l collegio lo cedette a Felice della Marra; costui al figlio Ferrante per ultimo
nel 1667 comprato da Matteo Pandolfelli (1667).
Dal Bonorum del 1698 della stessa chiesa si ricava che Francesco Pandolfelli,
figlio ed erede di Matteo poss edeva un palazzo con sotto la chiesa e sacrestia di
S. Marta e pagava alla chiesa di S. Maria Maggiore carlini 15 per concessione
enfiteutica avvenuta il 22 novembre 1540 per atto del notaio Francesco
Buttafoco.
Questo Bonorum dichiara pure che il palazzo fu prima di Mauro de Ricciardis,
poscia di Didaco de Marra e infine di Matteo Pandolfelli, come sopra si è riferito.
Nel 1700 con Giuseppe e Francesco Pandolfelli compariscono proprietari i de
Leone, dai quali attualmente l’ha comprato Ruggiero Gentile.
La chiesetta con un solo altare ha dato il nome alla strada, ma ora è da
tempo che non è più officiata.
S . Ma rtin o.
Tre diverse denominazioni danno a questa chiesa o cappella campestre i pochi
documenti che sono venuti alla luce. Alcuni parlano di S. Marti no senz’altro
appellativo, altri di S. Martino Rotondo, altri di S. Martino piccolo e grande, ma
come pare dai documenti del 1500 due sarebbero le cappelle: S. Martino piccolo
era nel rione di S. Nicola (dal Bonorum della Cattedrale del 1698: S. Martino al ias
le fornaci; S. Martino Piccolo seu Marango), mentre S. Martino grande era nel
luogo di Nicolò Malanca seu Torrenova. Di S. Martino rotondo, dipendente dalla
chiesa di S. Chiara, si ha notizia dal 1312 e poi una pergamena del 1375 a 30
dicembre (nota Nicola de Nucio) riferisce come il suddiacono Giacomino, figlio di
120
A nto nio d i Mo lillo A nge lo R usso , legò all’ abb ade ssa s uor Eg id ia de Mas ane llo e
altre q uattord ic i s uor e d i S . C hiar a, la c hies a f uo ri le m ur a, 7 v ig ne e 20 ord ini
d i v iti q uadr ig inali. Le v ig n e er ano pos te in “c luso S . Mar tini Ro tond i” e ne lle
v ig ne er a co mpre sa “ d ic ta Ecc les ia S . Mar tini c um palme nto , p ila e t c ur ti, iv i
e s is te nti ”. I l sudd iaco no s i r iser va l’ us ufr utto , v ita s ua d ur ante , m e ntre le
m o nache dov rebb ero pr eg are per lui.
I l 3 m ar zo 1437 , d alle pe rgame ne de l S . Sepo lcro si co nos ce che S imeo ne
d e R igo lio sis le gò pro anim a ai pr e ti d i S . Sepo lcro tar ì 7 ½ d i ce nso inf iss o su
alc une v ig ne pos te in “ cluso S . Mar tini Ro to nd i” e il 18 m arz o 1579 , come s i
r ic av a d alle s c hed e de l no taro G . A . Bo cc uto il nob ile Ces ar e de Do m inic o di
A nto nio , p er d uc ati 10 , s alvo il ce nso d i un tar ì a S . C hiara, ced e tte a don
G io vanni de C hina un v ig nale e me z zo d i v iti ed alb er i ne l luogo d e tto d i S .
Mar tino .
Ev id entem ente q ue s to S. Mar tino è lo s te sso S. Mar tin o Ro to ndo come
s opr a r ifer ito .
S . Matt eo.
N o n se ne ha notiz ia s e no n d alla S . V is ita de l 1567 .
I n es sa è d e tto c he la c hie sa es is tev a s ulla murag lia e c he f u abb attuta per
f ar ne f or tiliz io .
N e lla “ R ationes d ec imar um I taliæ ” s i af fer ma (1310 ) c he p agava u n
c ontr ibuto d i 1 2 tar ì annui alla Se de Apos to lica e c he avev a per re ttore un
“d omp nus Jo hanne s ” .
Lo s te sso doc ume nto della S . V is ita d ic hiara c he d alle e ntr ate la c hie sa
avev a un c ar ico d i d iec i m es se all’ anno .
Mi seri co rd ia .
Anche questa chiesa bisogna a nnoverarla fra le chiese distrutte; e dire che
la distruzione è avvenuta in questi ultimi anni. Era posta a un km. dalla città
sulla via vecchia dello stesso nome. Di essa si ha notizia dal 1411 da che
Margherita regina di Durazzo e madre di Ladislao, re d i Ungheria, concesse
all’ospedale di S. Maria della Misericordia in Barletta e ai suoi poveri ricoverati
once 4 sopra i diritti di tratta. Tale concessione fu riconfermata il 4 ottobre
1412 dal medesimo Ladislao come si ricava da due pergamene conservate n ella
chiesa cattedrale di Barletta. La chiesa in un primo tempo e di seguito restò alla
dipendenza di S. Maria Maggiore la quale dette tale chiesa a fra Ludovico
Jannotto di Capua, affinchè la mantenesse al culto con la riserva a sé
dell’elemosina nel dì d ella festa della Madonna della Misericordia che come si
praticava all’epoca della sua esistenza (60 anni addietro) capitava la domenica
in Albis (1890). Nel 1431 (Pergamena di S. Lucia 10 ottobre 1431 not. Giovanni
del Mastro Lillo. I l Panulio era procurat ore della Monaca Masella di S. Lucia,
figlia di Maziotto confettario) Donato de Castelletto flasconerio di Barletta si
obbligava per un mutuo di once due e tarì 10 e cedere a Rinaldo Panulio,
confettario, vigne due e ordini 30 in cluso S. Maria della Miser icordia, nel caso
di non avvenuto pagamento. Nel 1572 era rettore Alessandro Stuppa al quale
Leonardo de Minnoia versava ducati 20 su alcuni beni posseduti dalla chiesa.
Verso il 1580 dietro deliberazione della chiesa della Misericordia si trova
affidata alla confraternita del SS. Sacramento in S. Maria Maggiore e difatti un
documento del 2 maggio di quell’anno, dalla scheda del notar G. A. Boccuto
risulta che l’arciprete Gian Antonio Bonello, vicario generale e rettore della
cappella del SS. Sacramento e t utta la confraternita del Santissimo, affidavano
ai PP. Serviti la chiesa di S. Maria della Misericordia. Il priore dei Serviti, il
reverendo maestro Ranulo che oggi ne assume il governo provvedeva a mezzo
del provinciale dell’Ordine di eleggere o far eleg gere a morte sua il successore
sempre con l’obbligo di offrire in omaggio alla confraternita una libbra di cera il
venerdì dopo la festa del SS. Sacramento. Nel 1583 dietro deliberazione del
capitolo di S. Maria Maggiore propose alla direzione della Miseri cordia Padre
Antonio di S. Francesco dei riformati.
121
D i tale ce ss io ne fatta alla co nfr ater nita se ne trov a no tiz ia neg li statuti
d e lla s tes sa co nfr ater nita, ne l libro d e lle r ego le ap prov ate d a re Car lo d i
B orbo ne , il 20 fe bbr aio 1756 , e pos cia co nfer mate d a l c ap pe llano m agg ior e, il
26 ago s to 1756 , al capo V . I n es sa s i e le nc ano g li obb lig hi c he ave va la
c onfrater nita e tr a g li altr i si annov er a il se gue nte :
“ La co nfr ater nita è te nuta al le gato d i 7 me sse p iane e una c antata alla
Mis er icor d ia co n f arv i il S . S epo lcro ” . Ne l Bo nor um d e l 1754 de lla s te ssa
c onfrater nita s i trov a: “ Me sse ne lla c appe lla de lla Mis er ico rd ia, la q uale è di
j us patro nato de l s ig nor I g naz io Q uer alt ” . Ig naz io Q uer alt ne l 1756 è uno d ei
c onfrate lli p iù anz iani de l S S . S acr am e nto .
La c app ella d e lla Miser icord ia ave va tr e altar i ed er a all’ ango lo d e l b ivio
c he co nd uc ev a uno alla p alude e l’ altra al m are . L’ altare m agg io re aveva un
affre sco r appr ese ntante la V er g ine co n il B am b ino . La c hies a chiam ata
Te mp lum in un d oc um e nto d e l 12 g e nnaio 1 61 1 , no t. G. de Ger ald inis , ebbe
te mp i d i p rosp er ità e anc he d ’ abb ando no . D al 1890 , da q uando bamb ino d i 10
anni la freq ue ntavo , que lla c hie se tta e ra aff idata a un pr ete d e lla c attedr ale e
un gruppo d i d ivo ti r ac cog lie va le e lemo s ine p er o ff ic iar la e i p aram e nti
v eniv ano d a ess i s te ss i cus to d iti.
V erso il 1900 cap itò a B ar le tta un tale do n Em ilio Loc c hi il q uale c hies e alla
Re v. C ur ia Arc iv es cov ile e d o tte nne la c us tod ia della c hie sa.
Ma a po co a po co la chies a fu abbattuta. D ur ante l’ ultim a g uerra s i p iazzò
s ul po s to un dr app e llo di so ld ati e co s ì sco mp arv e f inanco il s ito c he è s tato
v enduto a un p overo co ntad ino c he ha p iantato una v ig na. (1952 )
R ipor to q ui appr esso la r e laz io ne c he io s tes so de tti al do tto r V ito
Lattanz io il 25 nov embr e 1952 .
D alla sc hed a de l notaro G ian B attis ta Pac e lla de l 12 ge nnaio 1611 s i r ic ava
il s eg ue nte doc ume nto :
I l R e ttore d e l co lleg io d ei Ge s uiti, p adr e G ian A nto nio Puder ico , com prò da
A nto nio Mar ulli un g iard ino ( v ir id ar ium ), m ess o fuor i por ta S . Leo nardo ne lla
v ia c he “ m ena al Te mp lum S . Mar ie de lla Mis er icord ia, in loco d ie tro la Pisc ar ia
d i S. S tef ano” per d ucati 260 al r edd ito annuo d i duc ati 9 .
So ppre ss a la chies a è res tato il nom e de l luogo e d e l c lus us c he ne l 1531
d a un bo nor um de lla catte drale v ie n c hiamato c lusus Or lan d i.
Ec co il co mme nto c he Marg her ita m adr e de l re Lad is lao p er dev oz io ne
v erso la V erg ine f a in b enef ic io d ell’o sped ale :
“ Lad is laus e tc. Co nf ir m am um libe nter co nces s as gr atias q ue c onf irm atur
Ec c les ijs et ho sp italib us De i se rv itij s e tc . liberius c onfove m us . S ane o lim
c ons tr uc to in terr a nos tra B aro li q uo dam .
Hos pitali s ub v oc ab ulo S anc te Mar ie de Mis er ic ord ia ad rec ep tac ulum
eg e nor um c lar e m emor ie do m ine Margar ita e and em g ratiam dic tor um r eg norum
Re gina d uc iss a, q ue Durr ac hij v e ner ab ili Rev ere nd e Ge nitr ic i n os tre ad ips am
g lor io s am V irg inem De i G e nitr ic em pr inc ip ium g ere ns dev o tionis affec tum
e idem hos p itali pro v ita e t s ub s te ntatione paup erum hos pitantium in eodem , ut
ne ces s ar ia hab eant alime nta d e annuis unc ijs aur i q uatuor po nd er is g e ner alis
s olve nd is s ib i annuis s ing ulis in e t s up er j ur ibus Tr ac te dic te Terr e nostre
B aro li integre e t s ine aliq ua re tentio ne s erv itij e lemo s inaliter e t pro e j us
r em is s io ne pe cc aminum d e cer ta s ua sc ie ntia gr atios e prov id i pro ut he c et alia
in q uib us dam r eg inalib us litter is e id em ho sp itali co nc es s is e t s atisf ac tis .
Datum S aler ni, per manus q uo nd am R eg ie G e nitr ic is nos tr e, anno Do m ini
1411 , d ie I I I me ns is Januar ij , IV ind ic tio nis , p le nj us et ser ios ius co ntine tur .
N ov iter autem ac tio ne s laudab iles p er d ic tam do m inam . Ge nitr ic em no str am
c om me nd antes pr ed ic tas q uatuor unc ias s uper jur ib us pr ed ic te tr ac te jux ta
te nor um Reg inalium m ate rnar um lic ter ar um pr edic to hos p itali S ante Mar ie de
Mis er icor d ia co nf ir mam us e tc . Datum, N eapo li, p er m ag nif ic um B er nard um
Z ur ulum e c t. A nno Dom ini 1412 , d ie IV oc tobr is , V I ind ic tio nis regnor um
nos tr or um anno X XVI ” .
122
Mont e d i Pi età .
La c hie sa de l Mo nte d i Pie tà d e nom inata, d al te mpo de l s uo r ico no sc ime nto
g iur id ico , Re al Mo nte d i Pie tà, s i co s tituì e progr ed ì p rim a co me c assa d i
pr es tito in aiuto de i pove ri (ad e v itar e la us ur a), p o i c ome orf ano trof io , inf ine
c ome co lleg io d e i padr i d e lla Co mp ag nia d i Ges ù. La pr ima cos tituzione co me
c ass a d i pr es tito ebb e or ig ine d a 31 c ittad ini bar lettani e for es tier i c he m oss i a
p ietà ve rso i d is ered ati de lla for tuna, i l 2 febbr aio 1578 s i c os tituirono a
s oc ie tà ne lla chies a d i S . Cataldo , me tte ndo a m ass a un c ap itale d i app ena
d uc ati 9 ,33½ pe r c iasc uno e acc e ttando d epos iti e d ando so mm e a pre s tito a
m e zzo d i peg ni. La so c ie tà prog red ì e non po te ndos i rad unare p iù in S. Cataldo
p er la inc leme nz a de l luogo , espo s to troppo a mare , i co mpo ne nti, s u d ise gno
d e ll’ ing eg niere A nto nio d e A ud ito rio , c os tituirono una nuov a c hie sa su v ia
S e ller ia, ogg i G ar ib ald i, a f ianc o de l B anco d i N apo li e d i fro nte al p alaz zo de i
d e Mar tino , a llor a p alaz zo d i Tr oj ano Marulli co me d ic hiara un doc um e nto d e lla
c atte drale de l 15 98, ed iv i fo nd aro no l’orf anatrof io . I n tal modo i med es imi
c ompo nenti s i co s tituir ono in co nfr ate rnita; e bbe ro s ub ito il r iconosc ime nto
c ano nico d a p ar te de ll’Arc iv es covo d i Trani e a 11 giugno de l 1579 p er me zzo
d e l r eve re ndo A ng e lo di Po nte llus io , allor a in Ro ma, si o tte nne d al Papa
Gr egor io XI I I l’ aggr eg azio ne de lla co nfr ater nita d i B ar le tta alla pr imaria d i
Ro ma co n tutti i pr iv ileg i gr az ie e ind ulge nze . (A . B occ uto )
De l l’ is tituto d i pre s tanza e de lle s ue vice nd e for tunos e ne ha p ar lato il
do ttor Frances co Pao lo de Leo n in un s uo s cr itto stamp ato in Napo li il 1772.
L’o rfano tr of io s eco ndo il d e Leo n e il V is ta f u leg alm e nte r ico no sc iuto c on
s ovrana s anz io ne il 4 m ag g io 163 9 , e ap erto il 1641 al p ubb lico, ma
r ealme nte , c om e da una s c hed a de l no taro Do nato Bo navo glia (B ono rum d e lla
c atte drale ) il mo nas tero d e lle orf ane lle g ià s i e d ific av a s in d al 1 595 s ulle c ase
d i Pie tro A nge lo Ve le tr i, d i G ian To mm aso de Bas tard is ed altr i.
I l loro is tituto pr im a con 12 orfane lle e tre maes tre cr ebbe po sc ia nel
1717 , s ino a r agg iung ere il numero d i 50 r icov er ate . Ma co me d i og ni opera
um ana anc he q ues ta eb be rove sc i p er caus a de lla p es te e p er altre c irco s tanze
d i o rd ine e co nom ico .
Co nv ie ne in o ltr e r ic ordare c he o ltr e alle atte nzio ni d i do nativ i p ubb lic ati
d a d e Leo n e dal V is ta altre ne ho io r icavate d ai no tai.
E d ifatti il 3 dice mbre 1555 G iov anni de S tango leg a d uc ati 2 al Monte
d e lla Pietà nov iter co s tr uito ed ord inato in B ar le tta. (G . d e G eraldinis )
V inc e nz o d e R is is ne l suo ultimo tes tam e nto costituì ered e univer s ale dei
s uo i be ni il Mo ns . Pietatis , 1 570 . (Matte o C urc i)
I l pr iore d e l Mo nte d i Pie tà, G ian Frances co C apor ale r icev e da N ico la de
Mic co d uc ati 2000 pe r mar itagg i d i pov ere v erg ini. 2 g iug no 1585 (O . d e Leo)
De c io G e ntile pr es e il nom e d i pad re G iro lamo , s i f a G es uita e dona tutti i s uoi
b eni (G .B . Pac e lla, 1610 ); A nge lo S ac co b ar ese e d ebdo matar io d e lla
c atte drale d i N apo li e G iov anni Leo nar do Avo lio , in om agg io ai 4 vo ti ced o no
ad altr i i lo ro b eni ed entr ano ne lla s oc ie tà d i G es ù. (G.B . Pace lla) Miche le
G e ntile , mor to il 6 m agg io 1592 , le ga al Mo nte d i Pie tà un le gato d i duc ati
150 . I S antacro ce do nano d uc ati 100 . I l c av . Gero so lom itano fra Marco A nto nio
Tom asino d i N apo li v uo l e ss ere s epo lto ne lla c hies a d e i Ge s uiti. (G .B . Pace lla)
D a l’ altra p ar te ne l 159 2 e ’ 93 due orf ane lle f ig lie d e l Mo nte de lla Pietà e c ioè
I s abe lla Luc a A lb ane se , s pos ata co n lo s c hiav one Be nef ig lio d i Marco , r ic eve
d uc ati 42 ½ q uale as seg no d i m ar itagg i o prove niente dal sopr ad e tto leg ato di
N ico la de Micc o, lo s tes so f u fatto p er A nge la de l m as tr o Chicco , s pos ata c on
G io vanni d e Pe ttinaro d i R utig liano . (O . de Leo )
Se non che, contemporaneamente con la confraternita e le orfanelle un’altra
opera cresceva e si affermava nella città il così detto collegio dei Gesuiti con la
chiesa di S. Maria della Pietà messa in strata Carrotiarum, in pittagio S.
Stephani, presso la casa di Pirro Pappalettere, presso la casa di Lamberto
Valdeniscio e la trasenda chiusa, pe r distinguerla da S. Maria de Pietate, messa
presso la porta di S. Leonardo. Si ha notizia dal 1540.
123
Tale c hies a in epoc a era d i d ir itto p atro nale d ella f am ig lia d e G es ualdo,
g iac c hè me ntre in q ues to anno a 6 se tte mbre (G . de Ger ald inis ) s i trov ano
c omp a tro ne de lla s te ss a c hies a s uor Eug e nia e Br ig id a G es ualdo , mog lie de l
nob ile G iro lamo Bar b iano, p erò fo nd atore de l be nef ic io a fav ore d i d e tta chie sa
f u il loro av o G iov anni de Ges ualdo . I ntanto pe r mo rte de ll’arc ipr e te A nto nio
B one lli c he er a inv es tito ne l d is im peg no d eg li obb lighi de l d etto be ne ficio le
d ue pred e tte do nne no minaro no il s ace rdo te do n B er nar d ino d i Inte lla, co me
s ucce sso re . I no ltr e ver so il 1574 s i ebb ero in B ar le tta i padr i Ge s uiti e proprio
ad e ss i f u aff id ata S . Maria de lla Pie tà e d e cco com e .
Per ric hie sta d e l be ato B er nard ino Re alino i G es uiti d i Cer ig no la ve nnero
q ui a pred icare . Moss i d all’ e ntus iasmo d i ave rli p er la ed uc az io ne de lla
g iov e ntù, i c ittad ini e il Munic ip io d i B ar le tta in p ar tic o lar e s ’ im peg narono a
p ag are d uc ati 500 per i de tti gr ad iti o sp iti e 400 per la cos tr uz io ne del
c onve nto . S ul rig uar do e s is te ne ll’ar c hiv io d e lla c attedr ale una le ttera d e l
b ar le ttano Mar io F lor io de lla comp ag nia d i Ges ù s cr itta d a N apo li il 1 m aggio
1575 all’ Univers ità d i B ar le tta, ne l q uale s i att e sta com e re alm ente i s upe riori
d e ll’Or d ine co nse ntiro no c he i p adr i v e niss ero a fond are una c as a a B ar le tta.
S ta d i fatto c he tra i p adr i s i d is tinser o il p adr e Re tto re S er tor io Caputo e
il p adre Cr is toforo Cor guer a c he op erò d ive rs i pro d ig i. Ess i per la loro v ita
s anta e inte mer ata r isc oss ero l’ atte nz io ne e l’ appr ovaz io ne d i tutta la
c ittad inanz a e cos ì il Corg uera c he er a nato in N anclore s d i Sp ag na m or ì nel
c olleg io d i B ar le tta il 26 lug lio 1636 .
E m e ntre per es s i v i er a tanto entus iasmo per la f ondaz io ne d i un co lleg io
in B ar le tta, m anc av ano i m ez z i m ater iali p er la incr em e ntaz io ne d e ll’op era. La
pro vv ide nz a pe rò no n mancò . I l 2 6 nove mbr e 1630 er a mor ta ne l cas tello di
S av a la b aro ne ss a I ppo lita Prato, fe ud atar ia d i Sav a, A liano e Pe sano . Ess a in
p ubb li co te s tame nto d el 1624 d onav a d uc ati 30000 p er una c as a de lla
c omp ag nia d i G es ù da fond ars i a N ap oli e ne lle prov inc ie d i B ar i e d i Le cce ed
e se cutore de l te s tame nto er ano i padr i G iov anni d’ Am ic i e G iov anni G ianno ne
d e l co lleg io d i Tar anto , c app e llani d e l la b aro nes s a. Avv is ato ne d e lla c os a il
pro v inc iale s i te nne un’ ad unanz a ne lla quale do po m atura d is c us s io ne s i
c onve nne d i do tare il c olleg io d i B ar le tta. I l g e ner ale s te sso de ll’Ord ine
atte ne ndo s i alla claus o la de lla do nazione de term inò d i vo ler r insang ua r e la
c asa d i Bar le tta, g ià e sis te nte e il p adre R e ttor e F abr iz io Pig nate lli prese
po ss esso d i tutta la rend ita d e lla p ia e lib er ale do natr ic e . L’ altro ge ne rale
C ar af a co nfer mò la do naz ione e il co lleg io d i B ar le tta per le s ue ottim e
c ond iz io ni eco no m ic he d iv enne uno de i p r im ar i is tituti d i s tud io de lle prov inc ie
m er id io nali. (P. Sc hinos i e Sant’Ag ata: S tor ia de lla Co mp ag nia d i Ge s ù nel
Re gno d i Nap o li).
Tanto io s tes so s cr is s i ne l vo lum e tto “ Le c hie se d is trutte d i B ar le tta ” ne l
1921 . Or a p erò do po altr e r i ce rc he p oss o aff er mare c he il co lleg io d e i Ge s uiti
c om inc iò ad ed if ic ar s i il 1593 e il 1594 g iac chè è d i q ues t’ anno la d onazione
f atta d i d uc ati 1200 d a G iulia G e ntile per la quale do naz io ne i p adr i
c ompr aro no la c asa de i fr ate lli Ce sar e e G ian Paolo de S a ntis ne l g io rno de lla
fe s tiv ità d i S . R ug giero (O . d e Leo ), e i p adr i stess i per duc ati 330 co mpr aro no
la casa d i Pasq uale de Rus s is . I l 13 se ttembr e 1595 la s tess a s ig nor a Gentile
do nò altr i d uc ati 150 0 pe r i q uali s i comp raro no altr e c as e ne l p ittag io d i S .
S tefano e de lle carr oz ze, dov e fu ere tto il co lleg io . Tali case e cos tr uzio ni
app ar te nevano a G ian G iulio e Mic he le C ic ala, a Sc ip io ne To mm aso , a
Fr ance sco Giacomo S tupp a, all’ abate A nto nio Bo ne lli e ad altr i e alla co nse gna
d e lle som me fu co mpr ata una c er ta q uantità d i f rume nto , orz o, ve ttovag lie ,
le gum i che p erve nne ro ai p adr i ed al v icer e ttore p adre Matte o de A je llo per
m e zzo de l p adr e G iac omo F ac c iuto d i Me lf i (O . de Leo ) e l’ oper a pro gred ì.
D a tutto c iò s i p uò co nve nir e c he i tre nta m ila d uc ati d e l la baro nes sa di
S av a non f uro no g li unic i, ma s erv iv ano a c omp letar e la co s tr uz ione de lla
im po ne nte mo le de l co lleg io e de lla chies a.
R ipor tiamo q ui appre sso alc uni nom i d i pr ior i de lla co nfr ater nita e d i
Re tto r i de lla c hies a.
124
1578 – La confraternita ottie ne dall’Università le entrate di pesi e misure.
1579 – Priore Raffaele de Pontellusio, Artis et Medicine Doctor. 1580 – Giacomo
Facciuto. 1584 – Alessandro Culumbus , armerius. 1585 – Gian Francesco
Caporale. 1587 – Ottavio Stanga. 1592 – Prospero Vultabio . 1593 – Nicola de
Florio. 1595 – Annibale Gatto di Calitri. 1596 – Gian Battista Ruspino. 1597 –
Ferdinando de Jacobuzzo. 1609 – Pietro Giacomo Pappalettere. 1610 – Gian
Battista Perugino. 1611 – Orazio Candido di Napoli.
Rettori di S. Maria della Pietà: 1539 – Arciprete Antonio Bonelli. 1540 –
Bernardino de I ntella. Rettori della Compagnia di Gesù. 1575 – Sertorio Caputo.
1593 – Stefano de Majo di Napoli. 1594 – Claudio Migliarese. 1596 – Gian
Matteo de Ajello. 1597 – Benedetto de Januario di Napoli. 1630 – Fabrizio
Pignatelli. 1674 – Padre Giovanni Penna.
Nei medesimi anni 1593 -94, il notaio Orazio de Leo fa conoscere da uno
strumento del 5 aprile che in Barletta era stato introdotto il collegio e che la
chiesa già si costruiva. Per la qual cosa Francesco Scarabella donava 50 ducati;
Laura Galiberto, moglie di Orazio Santacroce donava 100 ducati dei quali 50 in
moneta e 50 imponeva come censo sulla casa palazziata della ” Gloria”,
appartenente a lei ed a Isabella Santacroce.
I l 22 aprile 1594 Giulia Gentile , la vedova del medico Gian Francesco
Abbate, dona al collegio ducati 600 per i quali pagherà annualmente al collegio
un censo di ducati 56.3.10 al 9% sui suoi beni.
L’Arcivescovo di Ragusa, il 27 aprile 1494, legò a favore dei Gesuiti un altro
censo su ce rti suoi vignali in Barletta.
Riguardo ai voti che si emettono dai religiosi, dalla Compagnia di Gesù, dal
barlettano Orazio Gentile si viene a sapere che oltre ai tre voti solenni (castità,
povertà, obbedienza) dovevano emettere il quarto voto detto voto di
indifferenza e che riguarda la obbidienza al Sommo Pontefice. Tale voto fu
promulgato nel collegio di Barletta.
Per volere del Papa Clemente sul riguardo si radunò la congregazione
generale dei Gesuiti e questa decise di informare della cosa le diverse comunità.
S . Sab ino .
D ic hiar ata g ià c hies a Gero so lom itana ne l vo lumetto “ Le c hiese d is tr utte d i
B ar letta” , res ta q uale è iv i ind icata.
N e l p ittag io Bor go d i S . G iac omo pr es so il poz zo d i S . S ab ino , c on l’obb ligo
c he v enga r ip ar ata d ai ge roso lo m itani (156 7 ). D i d e tta c hie sa s i ha no tiz ia e s i
affer m a c he il 6 se tte mbr e 1390 d a una p erg am ena de lla cattedr ale , c he Ro cca
m og lie de l maes tro Be ned e tto , cor daner io , leg ò alla c hie s a d i S . Dom enico una
c asa in “ r ug a pute i Santi S ab ini” , pre sso la cas a d i Lillo Pli m aro li in “ p ittagio
B urg i S . S ab ini ” .
U n’ altra p erg am ena d i S . Se po lcro d e l 9 magg io 1363 , d ic hiar a c he Jacono
Re nzo d i Matteo S urdo avev a una c as a in “ pittag io B urg i S . S ab ini” , la
p erg am ena è de lla c atte dr ale d e l 24 ago s to 1377 .
N ico la Maniag uad iano vend e a do n A nto nio Gr attac as io c hier ic o d i S . Mar ia
d i N az ar e th una c as a in “ p ittag io B urg i S . Jacobi” fer mo r es tando il p ittag io ,
bor go e s tr ad a d i S . Sav ino dov e s i trov ano f oss e e c as e de lla s te ss a c hies a di
S . C hiar a.
S antua rio d ell a Ma donna d ello St erp eto .
a)
La Chi esa .
Ha una antichità pari alla vastissima tavola della Vergine con il Bambino del
secolo XI.
La chiesa diverse volte caduta e rifatta è messa sulla via provinciale Barletta Trani e dista dalla città di Barletta circa tre km.
I documenti parlano di una chiesa che prende il nome dalla località dello
Sterpeto e per questo appellativo di S. Maria dello Sterpeto si riscontra già in un
documento del Prologo (n°103) del 15 gennaio 1212 che dichiara la chiesa come
esistente al tempo di Papa Celestino III (1191-1198) e dipendente dall’arcivescovo
125
di Trani ordinario della Diocesi. Aveva annesso un convento e nel 1236 -37 un
documento del vol. X del C.D.Barese rende no to il no me di un “ Theo dor us abas
Ec c les ie S . Mar ie de S tirp e to” e d i altr i frati che c ens is co no v ig ne e te rre per
inter ess e d e lla c hies a.
I l co nv e nto c on c laus ur a d ovev a ess ere ab bas tanz a in v ia d i pr ogre sso nel
1249 , g iacc hè una is cr iz io ne in c ar atter e go tico , ancora in lo co , sopra la
p are te d es tr a d e l pr esb iter io, e nunc ia la natura d e l c e nob io e l’ interd e tto al
s es so fe mm inile co n q ueste par o le :
“A nno ab I nc ar natio ne Do m ini Milles imo d uc e ntesim o
q uadr age s imo nono ind ic tio ne s ep tim a.
Fe m ina S anso ne m . Lus it Dav id e t S alo mo ne m
Ad am de sed e ; d e d ulc i d ep ulit ed e .
Re gula no stra datur . Huc q u o no n ingr ed iatur
Fe m ina c laus tr ales m ac ulat nam s pec iale s
He c interd icta, q ue sp erpit, s it m aled ica” .
S tor ic i loc ali vo g liono c he la c hie sa dipe nd ess e in te mp i re mo ti d ai
B as iliani se bbe ne c iò lo affer m i un so l do c um ento de l 1310 . Doc ume nti p erò
pr ece de n ti a q ues ta d ata affer m ano c he la c hies a e il mo nas ter o d i S . Maria
d e llo S terpe to d ipe nd ess ero dai Be nede ttini d i Mo nte S acro (G arg ano). D i
q ue s to te no re s ono d ue do c um enti de l 1236 e 1264 d e l vo l. X de l C .D .B are se ,
un ter zo d e l 1267 vo l. VI I e un q uar to de l 1278 vo l. VIII de llo s tes so cod ice
b are se .
I n co ncorr e nz a co n q ue sti doc ume nti d i app ar tene nz a lo cale so no ve nuti
f uor i altr i d ue doc umenti c he tr as latano il dir itto d i po ss esso de i p adri
C is terc e ns i (anc he so tto la reg ola d i S . Be nede tto ) d i Ar abo na ( d ioc es i di
C hie ti) e so no uno de l 23 agos to 1258 r ic av ato dai d oc um e nti V atic ani re lativi
alla Pug lia, tr ascr itti dal Mons ig nor Do me nic o V endo la; l’ altro de l 1259
r ic av ato d alle Cro nac he de ll’Ord ine C is terce nse .
N e l pr imo s i d ice c he in s eg uito alla p ers ec uz ione me nata de ll’ imp erato re
Fe der ic o co ntro il m o nas te ro d i S . Mar ia de l Mo nte B alneo lo (d io ce s i d i Andr ia)
q ue i mo nac i ve nner o ad ab itare ne l co nv e nto di S . Maria d e llo S terp e to in
B ar letta da c ui que l mo nas te ro d ip e ndev a ed il Pap a Ales sand ro IV ne lla s te ssa
d ata annes se il pr ede tto mo nas tero d i A ndr ia al s opr acc itato d i Ar abo na
d e ll’Or d ine de i C is te rce ns i.
N e ll’ anno s ucce ss ivo il me des imo Papa f ec e lo s tes so pe r il co nve nto d i S.
Mar ia de llo S terp eto d i Bar le tta co me dalla med esim a cro nac a s i r ileva.
A l te mpo de ll’ inv as io ne d eg li U ng her i e p er la lontananza d e l co nve nto di
Ar abo na i C is terc e ns i c am b iano re s ide nz a e aff idano ad altr i la d ir e zione d e lla
c hies a e de i loro be ni.
D ur ante il 1400 e il 1500 la c hie s a è alle d ipe nd enz e d i un r e ttore .
E difatti nel 1554 comparisce in tale ufficio un Petrus Laurentius de Minnoja
per parte del rev. Pietro de Castellis de Florentia “ rector Ecclesie S. Maria de
Stirpeto” ; nel 1565 è a reggerla un minore Francescano fra Paduanus Pisorgius,
abate e rettore della chiesa di S. Maria dello Sterpeto, arciprete di Trinitapoli,
procuratore del convento di S. Chiara e nel 1585 un frate Crisantius Campanile
“ordinis S. Francisci Conventualium” . Tutti e due di Barletta.
Si arriva così al 1670 e il libro di S. Visita di quest’ann o avvisa che la chiesa
prima alla dipendenza dei padri Cassinesi (Benedettini) è al presente grancia dei
S. Apostoli di Roma e le entrate sono dei detti S. Apostoli. Di seguito si trova a
reggere il santuario il clero secolare. Anche nel 1731 a causa del t erremoto
furono iniziati lavori di restauro; al tempo delle nuove strade provinciali si aprì
il viale che conduce al santuario e si edificò il prospetto messo all’inizio di esso.
La commissione delle feste religiose nel 1929/31 presieduta dal Comm. Luigi
Scuro, oltre agli abbellimenti arrecati al santuario provvide alla compra di una
vasta estensione di terreno, dando inizio al convento e al lavoro di un magnifico
porticato che avrebbe dato alla chiesa il vero aspetto di un santuario.
126
b)
Il quad ro d ell a Mad onna d ello St erp eto .
N e l libro d e l s imb o lism o d e lla c atte drale d i B ar le tta (d i S . Santeramo , tip .
De llisanti, 1917 ) è d escr itto ne l modo se gue nte :
E’ una tavo la in q ualc he p unto sc repo lata d i m.1 .05 d i alte z z a per m t.
0 ,75 d i larg he z za. Ne l s uo fo ndo d orato s i pre se nta la V erg ine , a me z zo b us to ,
c on tunica ros sas tra e m anto verd e s c uro dalla frangia dor ata e s te lla
s ull’om ero s inistro . Rec a ne l br ac c io de s tro il Div ino I nfante ves tito d i una
c am ice tta b ianc a s tre tta co n ane llo alla p iegatura de l br ac c io ne ll’ atto che il
B amb ino in m odo af fe ttuos o appo gg ia il s uo capo pre sso q ue llo d e lla SS .
Madre , care zz ando la c on la s ua manina s inis tr a. D ue ang e li al d i so pra d e l
c apo s os te ng ono il d iad em a de lla V erg ine las c iando v eder e neg li sp azi
s ottopos ti d ue cer c hie lli c o n le s ig le gr ec he : “ MP TU m e ter Teo u” : Madre di
D io .
I l quadro come si presenta oggi, è rivestito nella parte posteriore e laterale
di una lamina di zinco per conservarla dalla corrosione. La divozione dei fedeli vi
ha adattato, tutto a rilievo gl i intrecci di anelli, di orecchini e di altri monili, una
così detta pettiglia, ai cui piedi in caratteri moderni è scritto: “ 1887 – I
lavoratori delle masserie dei fratelli de Leone” .
La Madonna dello Sterpeto di Barletta, come l’immagine della Vergine
esistente nel cimitero di Priscilla (sec. II ) in Roma, ha il Bambino nel braccio
destro a differenza della Madonna di Costantinopoli che ha il Bambino a sinistra.
La Madonna che ha il bambino a destra esprime il riconoscimento della dignità
del Figlio, quell a che lo ha a sinistra, la dignità della Madre di Dio.
La Madonna dello Sterpeto di Barletta poi, è nera, appunto perché così la
pitturarono gli antichi, fondati su quel passo della sposa dei Sacri Cantici:
“Nigra sum sed formosa” . E’ opera di mano locale, che con i Basiliani e i
Bozamanos fiorirono nelle nostre regioni tra il mille e secoli posteriori.
Lo stato attuale della tavola è così descritta in una relazione della pontificia
commissione centrale di Arte Sacra: (La relazione sottoscritta dal Prof. Me zzana
della Commissione Pontificia il 18/3/930 fu inviata al Presidente della
Commissione interdiocesana di Arte Sacra)
La Madonna bizantina che si vorrebbe far risalire al secolo IX più
probabilmente è opera Bizantina -italiana del secolo XI – XII. Veneratissima dai
barlettani dei quali è protettrice.
“ Ho potuto esaminarla, dopo che alla presenza delle autorità laiche e
religiose è stata calata dal suo altare, liberata dal vetro, dalla cassa di zinco che
la ripara posteriormente ed ai fiachi, dallo schermo ricamato che ne nasconde la
metà inferiore, dalle raggiere dorate. Non è stata tolta la tela verniciata
inchiodata sul rovescio.
Ho potuto constatare che il legno è in buone condizioni e che l’opera dei
tarli, oggi quasi certamente inattivi, non ha arreca to gravi danni. L’imprimatura
invece ha avuto notevolissime mosse ed essendo stata rozzamente fissata con
mastice e colature di cera, presenta forti sporgenze e rientranze. Il pigmento,
malamente ripreso sulle parti stuccate, è fortemente annerito e qualch e incauta
lavatura ha determinato sul volto della Vergine una vasta zona sbianchita.
Ritengo che le cattive condizioni della tavola siano ormai stabilizzate e che
non ci siano pericoli vicini di ulteriori deperimenti, tanto più che si munirà di
tenda una f inestra laterale in modo da impedire i raggi del sole di giungere alla
tavola e che, prima di riporre la pittura nelle sue custodie, si è provveduto a
cospargerla abbondantemente di petrolio nelle parti posteriori.
Penso però che le stesse ragioni di devoz ione e di fede che per dichiarazioni
dei presenti, renderebbero invisa alla popolazione ogni temporanea rimozione
del venerato simulacro, dovrebbero invece consigliare un accurato restauro onde
poter assicurare alla venerazione ventura qualche cosa più che una semplice
larva.
Il restauro dovrebbe consistere nel trasporto della pittura su tela doppia o su tavola
nuova debitamente rinforzata, nella pulitura del colorato antico, nel rinnovamente
127
coscienzioso delle parti restaurate, nella ripresa del colore mediante velatura sulle zone
sbianchite.
Corrado Mezzana”. Firmato
La Mad onna d el lo St erp et o d i chi arata prot ettri ce .
R iandando ai te mp i antichi, ne ss una no tiz ia s i ha d e l q uadro de lla Mado nna
d e llo S terp e to . D ue p ergam ene de l 1374 e 1375 ac ce nnano alla d iv o z io ne c he
il c le ro d i S . Mar ia Magg ior e av ev a vers o la Mado nna de llo S terpe to talc hè i
p adr i ce de ttero ad e sso la d ir ez ione d e l s antuar io. N e l 1731 po i, a c ag io ne d el
ter rem o to , avv e nuto il 20 m ar zo alle or e 9¾ , ed e ss endo cro llato in B ar letta il
c amp anil e go tico de l S . Se po lcro , la f ac c iata de lla c hies a d i S . R ugg iero , q ue lla
d e lla Mado nna de l C arm ine , d iver se c as e d i pr iv ati ed altr i ed if ic i, f u portata
l’ im mag ine de lla Mado nna de llo S ter pe to d alla chie sa rurale ne lla c attedr ale ,
d a tutti r ite nuta m ir aco los a.
I c ittad ini cors ero a fro tte a preg ar e la Ve rg ine per ché la c ittà fo sse
lib erata d al terr emo to , che p er d ive rs i m es i c ontinuò a f ar s i se ntir e , in for ma
p iù leg ger a, f inc hè to talm ente f ù sco ng iur ato . Per tale f atto la c ittà di
B ar letta, es se ndo res tat a inco lume da danni alle pers one , e les se a s ua
Pro te ttr ice la Mado nna d e llo S terpe to , e d if atti no n so lo e s is te l’ atto d e lla
pro c lam az ione d a p ar te d e l Munic ip io e d a p ar te d e l c ap ito lo d e lla Madr ic e d i
S . Mar ia Magg ior e in Bar le tta, m a l’ asse nso e il co ns e nso de ll’ ar c ives covo d i
Tr ani f irm ato il 31 m agg io 1732 .
De liber az ione d ella U niver sità o Munic ip io d i B ar letta.
D alla sc he da d e l no taio Mic he lang e lo Palm ites sa s i è es tr atta la cop ia de lla
do m anda fatta all’ Univer sità d i B ar le tta e d e ll’appro vaz io ne de ll ’ ar c ives covo
ne lla for m a se g ue nte :
“31 m agg io 1731 . I llmo e R ev.mo Signore .
L’ U niver s ità d i B ar le tta, d io ces i d i Tr ani, s upp lic ando es po ne a V. S . Illma
c ome v e ne ndo ess a c ittà d i B ar le tta, g ior nalmente as s is tita e pro tetta d al
Patroc inio de lla Be atiss im a Ver gine d e llo S terpe to , c he co n tante gr az ie e
m iraco li ha lib erato e ss a c ittà da tanti per ic o li d ei p res e nti e p ass ati terrem o ti,
d alle cattiv e inf lue nz e de ll’ ar ia e ne i b isog ni d i p iog gia p er le c amp ag ne ave
inter ced uta dal S ig no re I dd io la g raz ia de ll’ a cq ua; c he per c iò gode ndo e ssa
c ittà d i s ì po te ntis s imo Patroc inio , per d i loro d ivo z io ne e pe r magg ior c ulto e
ve ner az io ne d i ess a Be atis s im a V erg ine av e e ss a U niver s ità in ge neral
p ar lam e nto c onc hiuso c he co mp iac endos i V . S . Illm a d i sec ondar e la divozio n e
d e lla s upp licante il d are il s uo b e nig no as se nso e co ns e nso , d i e ligg ere e ssa
B eatiss ima V erg ine pe r p adro na e sp ez ial Pro te ttr ice , obb lig ando s i e ssa
U niv ers ità d i so le nniz z are co n d ivo ta pom pa e ss a Fes tiv ità, e dar e per tr ib uto
e o m agg io d ie c i lib bre di c era lavor ata, og ni anno in de tto g ior no , co me da
c op ia d i p ub b lic a co nc lus io ne , c he anness a, pr es e nte app ar isc e . C he per ciò
s up p lic a V.S . I llm a d i conso lar e il dev oto d es id er io d i es s a Univ ers ità c he in
m odo p ar tico lare v uo le god ere s ì autorevo le p atroc i nio e l’ avrà d a V .S . Illm a a
gr atia ut De us .
Tanto p iù c he tr ovand os i V . S . I llm a in annuale S acr a v is itaz io ne ha tutta
la p ie na po tes tà e no n s olo d i po ter e liger e p er Pad ro na e Pro te ttr ice e ssa
B eatiss ima V erg ine , ma po ters ene anche c elebr are l’ uff ic io e cos s ì s upp lica et
De us ” .
De liber az ione d el c ap ito lo d i S . Mar ia Magg ior e .
“3 giugno 1732. Canonici presenti: l’arciprete, Zicolillo, Balestrucci, Consales,
Decarlucci, Germinario, Gissi, de Pascarellis, Candido, Moriglia, Decorato, Mennea,
Piacenza, Acquaviva, Pietrangelo.
Il signor arciprete propone con alta et intelligibile voce: signori miei riveriti,
essendo venuti questa mattina il signor sindaco ed eletti della città di Barletta con
dire che avevano eletta la Gloriosissima Vergine dello Sterpeto per Padrona di
questa nostra città, pro causa che la medesima ha liberato questa città dal flagello
del terremoto, hanno richiesto il consenso di questo nostro Rev.mo Capitolo, che
però tal consenso si deve da noi dare; li medesimi signori, dignità e canonici,
128
unanimiter, nemo decrepante hanno dato detto consenso et sic fuit conclusum. Ita
est Ca. Acquaviva. Cancellarius”.
Approvazione dell’Arcivescovo.
“V iso s upp lic i libe llo porr ec to e t pr es e ntato per m ag nif ic um ge ner alem
S ind ac um e t Elec tis c iv itatis Bar o li, nec no n p er r ever e nd um dom inum
Fr anc is c um Xav er ium de Q uer alt, dep utatum Rev ere nd i Cap ituli S . Mar ie
Major is B ar uli, ac v is it co nc lus io nib us tam mag nif ice Univers itatis , quam
Rev .d i Cap ituli cum q uib us e lig unt in Dom inam e t Patro nam d icte c iv itatis
B eatiss imam V irg inem Mar iam sub invoc atio ne “ de llo S terp e to” o b to t be nef ic ia
e t to t c ontinuas gr atias re cep tas , v igo re auc toritatis e t f ac ultatis annex e in
ac tu s anc te v is itatio nis, in q ua ac tualiter re per itur , s uum co nse ns um,
b enep lac itum e t ass ensum imp ar titur e t pr es tat, ita ut in Dom inam e t
Patro nam d ic te c iv itatis re cog nos cant, te ne ant e t c e lebr e nt s ub r itu, dup lici
s eco nd e c las s is in dom inic a sec und a maj i q uo libet anno . Et ita. Datum Trani,
d ie 31 me ns is m aj i 1732 , e t mand at ad no tar i in tabe lla d ier um fe s to r um in
s agr is tia d ic te ecc les ie : Jos ep h A rc hiep iscop us Tr anem . Jos ep h S ar lo
C anc e llar ius. Ade s t s ig illum e tc ”.
Q ue s ta cop ia è s tata e s tr atta dal s uo or ig inale es is te nte nell’ arc hiv io d i S .
Mar ia Magg iore , c on la quale è s tata co llaz io nata.
F ir mato Mic he lan ge lo Palm ites sa pubb lico no taio p er autor ità Apos tolic a,
as cr itto alla C ur ia Ro m ana. Se gue il tabe llio nato .
A seg uito d i tale pro c lamaz ione il 3 g iug no de llo s tes so anno es eg uita una
pro ce ss io ne per tutta la c ittà com e atto d i r ingr az iame nto alla s tes s a V e rg ine
d e llo S ter pe to .
Og g i il s antuar io è m e ta d i f req ue nti pe llegr inagg i d a p ar te no n so lo de i
b ar le ttani, m a anc he d elle c ittà c irco nv ic ine s pec ie d i Marg her ita d i S avo ia,
Tr initapo li e S . F erd inando .
La devo z io ne alla Mado nna de llo Sterp eto è d iff us a an c he ne i lo ntani p aes i
d i Abr uz zo , Camp ania, B as ilicata e ancor a dovunq ue s i trov ano e m igranti
b ar le ttani (e so no m ig liaia) no n so lo ne lle d ue A me ric he , m a anc he in A us tr alia
e ne ll’ es tre m a Afr ica (Cap e tow n).
N e l 1932 co n l’ inter ve nto d i un pr inc ipe d i S . C hies a S . E. il c ard inale Luigi
C apo to s ti, s i so le nnizz ò il se co ndo c e nte nar io de lla proc lamaz io ne d i Mar ia SS .
d e llo S ter pe to a Pro te ttr ic e de lla c ittà d i B ar le tta.
S i r icord a ancor a che co n d ecr e to de l 4 m ar zo 1952 la S. C . de i Riti
appro vò la le z io ne s to r ica e due inni de ll’ uff ic io d e lla Verg ine de llo S terpe to e
c on r ito dop p io d i pr im a c las se co n o ttav a, s tab ilì la fe s ta d e l sab ato
antec ede nte alla s eco nd a dom e nic a d i mag g io . I l q uadro f u r es taur ato d al pro f.
A mer ig o B ar ac c hia il 1948 . Ogg i co n mo lta lo d e r egg ono il s antuar io i p adr i
G iusepp ini d i As ti, i q uali non s o lo hanno di s ana p ianta abbe llito il santuar io,
m a hanno allarg ato il c onve nto co n nuove fabb ric he e te ngo no alla loro
d ip e nde nza l’ is tituto d e l C ar is s im ato , co mpo s to d i c irc a 70 g iov ine tti c he si
pr ep arano per la v ita r elig io sa de l lor o ord ine .
N e lla sala de i m ir aco li, ne l 1957 ve nne s epo lto il lor o p rimo s up er iore,
p adr e G iov anni V io la, uom o d i s anta v ita c he tutto s e s te sso ded icò per ché il
s antuar io de llo S terp e to pro gred iss e.
A ttuale s up e r iore è pad re Mar io Cre spo ld i c he con lode c ontinua l’op er a del
pr ede ces sor e.
S . S epo l cro .
A ltro p r iorato o r ig inato e fo nd ato p er la d if es a d i Terr as anta è il S .
S epo lcr o . E’ d i p ar i im por tanz a e r icc hez z a co me S . G iov anni Gero so lo mitano
d is trutta. La c hies a pr im a f u off ic iata d ai c ano nic i d i S . Sep olcro poi d ai
c av alier i. (Sante ramo : “ Le c hie se d is trutte” )
Gli uni e gli altri avevano alla propria dipendenza una parrocchia e un
ospedale. Le prime notizie della chiesa possono rimontare al 1063, ma le noti zie
di una vera parrocchia, costruita come le altre della città con battistero, cimitero ,
129
c ar naio , p arro cc hiani, r im o ntano al 1162 sec ondo il doc um e nto d i A ng e lo
Pro log o. (c ar te d e lla Catte drale d i Tr ani, 1877 )
S eco ndo il c itato do cum e nto la p arro cc hia p ar e no n abb ia po tuto
f unzionar e , o pp ure f unz io nò per po co a c aus a d e i d ir itti g iur is diz io nali c he
go dev a s ulla c ittà la c hie sa m atr ice d i S . Mar ia Magg iore . So lo ne l 1908 la
c hies a d i S . Sep o lcro con bo lla p ontif ic ia de l 1910 f u r iab ilitata ad avere una
p arro cc hia o v ic ar ia c ur ata, d ipe nde nte d alla c atte drale .
Or a e ss a è e lev ata a b as ilic a m inore p ontif ic ia (27 apr ile 1951 ).
U nica s upers tite , d i s tile go tico pr im itivo , la c hies a f u com p le tata ve rso la
f ine d e l XI I I sec o lo . Ha qualc he r as som ig lianza con la bas ilic a d i S . S epo lcro in
G er us ale mm e .
Co nserv a d ive rse tavo le ar tis tic he , aff res c hi e sono m olto rar i i c ime li d a
e ss a co ns erv ati de i q uali alc uni po r tati d al Patr iar ca R ad ulf us . Tra g li altri si
e le nc ano una cro ce b inata c on gr ande re liq uia d e lla v era Cro c e d i Ge s ù Cr is to ,
una co lo mb a serv ita p er c o nte ner e le S . Spe c ie Euc ar is tic he ; un’ ur ne tta d el
g iov ed ì e v e nerd ì santo , tutte in m e tallo sm altato; un c ale nd ar io c on brev iar is
abbr ev iato , se rv ito pe r i c ano nici d i S . Sepo lcro , in c ui è scr itta una cronaca
d e lle cro c iate d alle or ig ini s ino al 1202 , al m ar g ine de l c ale nd ar io so no
r ipo rtati i nom i d e i pers onag gi app ar tene nti alla c hie sa e tr a g li altr i v i è
q ue llo de l Patr iar c a Radulf us mor to il 2 nove mbr e 1304 . A nc he S. Sepolcr o
c ome S . G iovanni, p erd uto lo s co po pr inc ip ale de lla pr opr ia is tituz io ne,
d ec add e.
N e l 153 0 i due p riorati pas saro no ne l dom inio de i c avalier i d i Malta e v erso
il 1557 f uro no amm inistr ati e d ire tti dai Go nzag a. Tra q ue s ti so n noti: il
c ard inale G ian V inc e nzo , f ig lio d i F err ante p rinc ip e d i Mo lf e tta, la d ire sse d al
1557 al 1592 ; il card inale Sc ip ione , f ig lio d i Car lo dal 1592 al 10 gennaio
1593 , il c ard inale Fer d inando , ancor a fanciullo , d al 1593 al 1612 , cos tui ne l
1607 r inunz iò al c ard inalato e s posò C ater ina d e i Me d ic i allo s copo d i non
p erder e la s uc ces s io ne ne l ducato d i Mantova. Co me s ucce de ne lle c ose
um ane , eg li no n ebb e f igli e la f am ig lia Go nz ag a a po co a p oco andò in rov ina
(ve d i p ubb lic . S anter amo “I Go nz ag a, la Pug lia e i Pr ior ati d i S . G iov anni e S .
S epo lcr o d i B ar letta” ).
Po tre i d ilungarm i ne ll’ es ame ar chite tto nico e sim bo lico de l mo num e nto
ne lle ind ic az io ni par tico lar i r iguar danti i c amp anili; il br ev iar io abbr ev iato , le
c onfrater nite ma d i q ues te co se è stata c onvenie nte me nte trattato in altr i
s tud i. (ved i Ped ico : S . Se po lcro e i suo i camp anili. – S anter am o, C .D .B ar l. vo l.
I ° - v ed i V is ta, R us so , Santer amo “Le Co nfr ater nite , B o lle ttino p arroc c hiale d i
S . G iaco mo ). I n una p erg am e na de l 1496 s i r icord a c he la c hie sa avev a una
p icco la c app e lla, pr es so la por ta d i e ntr ata, d ov e er a “de p ic tum p ræs ep ium
N ativ itatis Dom ini” . Aveva un’ altra cappe lla de tta d i S . Mar ia de i f ior i. F uor i la
c hies a i c hier ic i f ittav ano una buc zar ia p er 25 d ucati (1572 ) e alc une bo tteg he
p er uso de i s oldati attor no alla c hie sa (1575 ).
La c hies a avev a una co n fr ater nita d e lla S . Croc e, d i c ui s i ha no tiz ia d al
1415 unif ic ata co n la f rater ia de l Co rpo d i Cr isto ne l 1515 e vers o il 1674
c omp ar is ce anc he una confr ater nita d i S . Car lo . Le d ue de l Corpo d i Cr is to e di
S . Car lo so no orm ai e s tinte , r im ane in v igo re so lo que lla de lla V era Croc e. Un
do c um ento c iv ile de l 7 apr ile 17 84 f irm ato dal s ind aco Leo nardo C e llammare,
d all’ e le tto G io vanni Ce le ntano e d al notaio G iaco mo Lupo li, in nom e de lla
c ittad inanz a, g iur ano e d ichiar ano d i vo ler ve ner are la S . Cr oce co me ins ig ne
pro tte tr ic e de lla c ittà. Tale ass er z ione no n ha ne ss un v alore s tor ico né
c ano nico , g iacc hè è stato d ic hiarato dalla S . Congr egaz io ne de i R iti c he una
r eliquia p er q uanto ins igne no n può es ser e pro te ttr ic e d i una c ittà.
D al libro de l 1774 red atto d al no t aio Leo nardo Ce llam m are e or a ne lla
b ib lio tec a c om unale r ic avo le se g ue nti no tiz ie .
La chiesa è officiata da 11 canonici insigniti di tale titolo da Mons. Andrea
Cavalcanti. La Vera Croce è conservata sotto la cupola dell’abside, dove sorgeva
il campanile costruito dal bitontino, ing. Valentino, è di stile barocco, sostituito
da quello precedente di stile gotico e caduto nel 1731 durante il terremoto. Tale
130
c amp anile b aro cco d i for ma o ttago nale av ev a una c upo la d i p io mbo . Tale
c up o la e sse ndo s i corro sa a c aus a de lle inte mper ie , d al pr iore Picco lo m ini s i
ord inò f ar s i una cop er tur a in tufo , la q uale per c aus a d e l peso o r ig inò d e lle
le s io ni che p o i f uro no c aus a per c ui il c am panile s i de mo lì (1 902 ). Or a s i p ensa
d i r ied ific are s u d is egno de ll’ ingeg nere Pasquale C arbo nara arc hite tto di
Pug lia, co n appro vaz io ne d e lla Sovr inte nd e nz a d e i Mo num e nti d i B ar i.
Sopra l’atrio della chiesa, dice la relazione del Cellammare sorgevano due
arconi e sopra di essi vi era una abitazione nella quale anticamente abitavano i
padri Templari. Poscia la chiesa passò alla S. Religione Gerosolomitana. Che in S.
Sepolcro abbiano abitato i Templari è una notizia apertamente falsa dal momento
che i Templari erano di stanza in S. Maria Maddalena, mentre in S. Sepolcro
fiorivano prima i Canonic i di questo nome, poi i Cavalieri Gerosolomitani, inoltre i
Cavalieri di Malta, dei quali avvenne la soppressione nel 1810.
Di poi la chiesa rimase alla dipendenza del clero secolare.
Si sostiene che nel 1772 il priore Castelli fece stuccare (sic) tutti i capitelli
della chiesa “per renderla più leggiadra”. E ciò è anche vero. La chiesa fu
consacrata il 24 febbraio 1726 da Mons. don Nicola Abbate patrizio di questa città
e Vescovo di Cerinola e di Squillace nel 1733.
Si ricorda che il quadro in tela di S. Giovanni è opera del celebre Fracanzano,
la pittura del crocifisso fu fatta da Paolo Lasala e nell’elenco dei quadri succitati
quello di S. Biagio e la Madonna di Costantinopoli che sono secondo me le tavole
di maggior valore; tra gli oggetti il baldacchin o di argento che costò 1000 ducati,
fatto il 1748, per situare sopra la reliquia della Vera Croce quando va in
processione (not. Delia) e due baldacchini o palij uno di seta rossa e l’altro di
seta nera per la processione della stessa S. Croce nel Venerdì Santo.
La chiesa ha un’ospedale, l’ospedale dei pellegrini, prima alla dipendenza dei
Cavalieri poi del clero secolare.
Attualmente (1774) dispone di 13 letti ed è così composto: un salone o sala
comune, uno stanzino per sacerdoti pellegrini. L’ospedale pa ssa vitto e alloggio e
anche la cavalcatura gratuita agli ammalati pellegrini sino al primo paese d’arrivo.
Lo dirige un’ospedaliera che riceve 5 carlini al mese e 3 per la lampada. Le spese
dell’ospedale si prelevano dai censi e canoni infissi sulla propr ietà dell’ospedale
stesso.
Ecco alcune notizie che gli riguardano.
Michele Gentile, morto il 5 maggio 1592, nel suo ultimo testamento redatto il
30 aprile dotò l’ospedale di S. Sepolcro di 100 ducati e gli donò la masseria di S.
Aloja olim posseduta dal poeta Mario de Leo e poi venduta nel 1578 a Giovan
Angelo de Russis U.I.D. in fine passata nelle mano del detto Gentile.
Nel 1577-78-80 ho trovato in tre schede di notai tre ammalati alloggiati nel
detto ospedale fra i quali una tale Laura de Palomba la qual e lega ducati 5 ai preti
di S. Sepolcro per il suo funerale e in caso di morte. Giorgio de Brundusio nel
1514 e Paolo de Arciporta di Basilicata legano all’ospedale tutti i loro beni pro
anima.
Nel 1538 lo stesso ospedale è amministrato da un tale Santulus , procuratore
del capitolo di S. Sepolcro; nel 1540 dal rev. Andrea Spina e poi nel 1548 dal rev.
Giacomo de Mascia. Felice de Feo dall’ospedale compra un lago e terra per 60
ducati (O. de Leo 1593).
Secondo il Cellammare nel 1774 era alla dipendenza di S. Sepolcro la chiesa
del SS. Crocifisso, messa di fronte a S. Maria della Vittoria nel piccolo largo
tuttora esistente. La chiesa fu abbattuta il 1741 come da rògito del notaio Delia e
le pietre furon vendute a S. Maria della Vittoria. Tale chiesa era detta pure chiesa
dell’Ascensione del Santissimo Salvatore (vedi chiese distrutte pag. 62).
9 dicembre 1596, essendosi rotto l’anello della campana grande del S.
Sepolcro per cui è cascato il battaglio che restava appeso e volendosi voltare sia
questa come la campana mezzana, affinchè il battaglino non continui a consumare
il labbro, nello stesso luogo, il vicario del S. Sepolcro, don Antonio de Santis
conviene con il maestro Luca de Juliano de Agnone, “ uxoratus Baroli”, di rimettere
131
a posto le due campane pagandogli la somma di 25 ducati purchè conservino lo
stesso suono.
I l v ac ar io g li dar ebb e p ure tutto l’oc corre nte d i leg nam e , manic o tti, arc ani,
fe rm ag li, c e ntre ed altre c ose occ orre nti.
S i d ic hiara anc he c he il pr io re no m inav a ne lla c hie sa de l S . S epo lcro il suo
v ic ar io e g li altr i uff ic iali e p er s pec iale pr iv ile g io de lla S . Sed e av ev a la
g iur isd iz io ne c ivile , c r iminale e m is ta. I n c hie sa s ed ev a in “ cor nu ev ange lij”
s otto il s uo b ald ac chino e d av ev a il d ir itto d i S . V is ita, e co nf er iva i be nef ic i.
La c hies a però er a sogge tta alla S . S ede e alla S . R e lig io ne Ge roso lo m itana
c ome c hie sa “ nullius” .
Av ev a una e s tes iss ima prop r ie tà, d i ver sure 96 89 ⅓ e in e ss a e ra co mpreso
il fo nd o d i A lbero na c on i c ittad ini, la chies a e il te rr itor io ; il f e udo d i S . Maria
in V ulga no ; una m atina in Co rato e d iv ers e mas ser ie , e c io è : S . Bres c ia,
Sp inalb a se u po zzo d e lla bagliva, Os ped ale , S . G io vanni, S . N ic ola, S . Pietro
in N auce llo , Pantane llo , Lago d’Ar co , Mado nna de l Pe tto , Lag ac c hio ne , Pe z za
d e lla V e la, terr itor io d e l Te mp lo c h e va da Bar le tta s ino alla p alude tr a v ia
Tr ani e il m are , il Co ntufo , la p esc a de ll’Of anto e po i c as e in B ar le tta, Tr ani,
B isc eg lie , G iov inaz zo , R utig liano , C eg lie ec c . A ltr i te rr itor i in C anos a, e po i le
m asse r ie d i Tup por us so , Po zz omo naco , la Tor re tta, Torre d i Lam a, Pe z za d e lla
Do haner a, Pe zz e d e lle Jero le .
S i o sse rva c he ne l 1587 la m as ser ia d i S . Pie tro d e A uce llo alias C im iner a,
ne l q uar to d i Cano sa ne l te nim e nto d i C anne , era te nuta in arr endame nto d a
Mic he le G e ntile , v ers ando al pr ior ato c arr a se t te d i “v ic tualia” o ss ia 4 ,28 di
gr ano e 2 ,16 d i or zo . Lo s te sso Ge ntile te ne va in f itto la mass er ia di
Pantanie llo c he era d i 2 carr a d i ter ra.
Pr ior i: 1160 – Az o . 1162 – N ic o laus. 1273 - Johannes A lb er ic us . 1368 –
Fr au Paulus Pe tr i. 1373 – Fr au N ico laus . 1376 – Frau R aimus de S abr ano . 1518
– G ian G iac omo d e Toc to, pro to no tar io Ap ulie . 1526 – Fr a C ar lo Pando ne . 1532
– Fr a F abr iz io Pig nate lli. 1562 – Fra Le onard o Me rc ader . 1565 – I l card inale
G ian V inc enzo F err ante , f ig lio d e l pr inc ip e d i Mo lfe tta. 1582 – B ar nabò de
Marr a, r inunz ia ai p riorati d i S .S epo lcr o d i B ar le tta e Br ind is i 1583 – Fr a Attilio
d e Mas tro j ud ice s i trov a no minato co n bo lla de l 1578 de l Gran Pr iore d i Malta.
1588 – A ttilio Mas tro j udic e . 1592 – C ard inale Sc ip io ne Go nz aga d i Mantov a.
1592 – Fr a A ler am o d e i c o nti d e la Lang ueg lia no m inato d a Malta. 1594 –
Fer d inando Go nzag a, m inore nne , f ig lio de l d uc a d i Mantov a. 1598 - Fra Paolo
Mass a. 1602 – Ferd inando Go nzag a – f ig lio de l d uc a di Mantov a. 1664 – Fra
Co c her ani D anie le. 1666 – Fr a G iuse ppe Mar ulli e in s ua vec e fr a Fr anc es co
Maz z ing hi.
S . Ma ria d el la V itto ria (S . Pa squa l e).
La be lla mo nog raf ia pubb licata ne l 1933 d al c ano nico do n R ugg iero
D ic uo nzo , m entr e er a parro co d i ques ta c hie sa sareb be la p iù co mp le ta sinor a
p ubb lic ata per le mo lte no t iz ie r acc olte d a d ive rse fo nti. Per ò s icco me da
q ue ll’ anno ad ogg i altro m ater iale è v e nuto a luc e , co s ì io m i ado prerò ad
agg iunge re al ve cc hio q ualc he cos a d i nuov o.
L’ illustre annalis ta Luc a W add ingo ne lle sue cro nac he d e ll’Or d ine
Fr ance sc ano e le nca il co nve nto d i S . A ndre a al XIV pos to , tr a q ue lli d e lla
pro v inc ia m inor itica ed e g li s te sso o ltre alla donaz io ne de lla c hies e tta d i S .
S alv atore , f atta d al rev . do n G iulio de Marr a abate e re tto re c on ap prov azio ne
d e l Pap a C lem e nte I ai padr i Co nve ntuali, c it a tr a le c hie se d ipe nde nti da q uel
c onve nto il m onas tero d i S . C hiar a e q ue llo d i S . Mar ia de lla V ittor ia.
Per S . C hiar a so s tie ne e rro ne am ente c he il c onve nto in c ittà fos se più
antico d i q ue llo f uor i le m ur a, m e ntre la re altà è tutta il c o ntr ar io . Per S.
Mar ia de lla V ittor ia è anc he err oneo sos te nere che la p r im a m onaca c he pr ese
il ve lo , fo ss e una tale A nto nia de Ros e llis . S ta d i f atto c he la c laus ur a s arebbe
c om inc iata dal 1576 e no n ne l 1568 e c he le mo nac he , de tte altr im e nti
“V iz zoc he de l ter zo O rd ine d i S . Frances co ” , ne l 1584 dive ntano vere
c laus tr ali. Ed ecc one la prov a.
132
S eco ndo una p erg am ena d e lla c attedr ale de l 25 g iug no 15 76, m entr e era
m inis tra A ng e la d e Ecc le s ia, s uo r A nge la d e Ad iutor io , in seg uito al m o tu
pro pr io , sped ito d al Som mo Po ntef ic e s i d ichiar a “ Monialis d ic ti m onaster ij ”.
Es sa s te ss a prop one co me do te 4 v ig nali c he po i ve nd e p er 92 d uc ati.
Co me s i v ede d a q ue s to do c ume nto , q ues te ter z iar ie no n av evano v era
c laus ur a anz i, s e si de ve s tare ai nom i, d urante il te m po d e lle “ V izzo c he ” la
s up er ior e de l co nve nto s i chiama Minis tr a, e Ministr a è la d e Ros e llis (1581).
La pr ima A bb ade ss a inve ce è s uo r A nge la d e Ecc le s ia, a c ui co n lo
s tes so tito lo le s ucce ss e ne l 1588 la s te ss a de Ro se llis , nom inata abb ad essa
un’ ultima v o lta ne l 1593 (ve d i e le nco ).
N e l 1610 es sa app ar e com e s em plice s uor a e nulla p iù.
E’ al tem po de ll’ultimo abb ad is s ato d i q ues ta suor a (1593 ) c he la chiesa
o ltr e a chiamar s i S . Maria de lla V ittor ia, in r icordo d e lla v ittor ia d e i cr istiani
c ontr o i tur c hi a Le panto , pre se la form a attuale e co m inc iò ad ador nars i di
b e lle p itture . Ed ec co un c ontr atto c he r icav o d alla s c hed a d el no tar o Or azio de
Leo de l 6 d ice mbre 1593 .
L’ abb ad es sa s uor A nto nia d e R ose llis d i accor do co n le altre mo nac he d i S.
Mar ia de lla V ittor ia, as s is tita d a fr a F ranc es co d e Or ia, O rd inis d e Ob serv antia,
c onve nnero co n il m ag ister Hiero nim us de lo B uf alo , p ittore ro mano , q uanto
s eg ue :
“ I n tutta la f acc iata de ll’ altare m agg iore d i de tta nova c hies a d i S . Mar ia
d e lla V ittor ia d i B ar le tta, q uanto tie ne d a l’alt o e b as c io pe nger c i e t lavor ar ci il
Jud ic io U niv ers ale c he have rà d a f are no s tro S ig nor e Jhe sus C hr is to ne l ultimo
g ior no e t f ine d e l mo ndo, d i q ue lla s tes s a m anera, o per a, fattur a e lav oriero
c ome sta p ittato e t desig nato il d etto j ud ic io p er il s ig no r Mi c he le Ange lo
B onaro ta, et co nfo rme lo d iseg no de l s udd e tto fac to per de tto Miche lange lo,
q uale d is eg no s i co nse rva e t tie ne il m ede s imo no tar io Pie tro de Ge rald inis di
B ar letta, ver um d eb ia f ar e tutti li per so nag g i c he e ntr eranno in d e tto Jud icio
d i q ue lla pr opor tio ne e t gr ande z za c he s i r ic erc a in d e tta f acc iata e t co pr ir e d i
c olor i q ue lle p ar ti e t per so nagg i e t in q ue lli mem br i c he li s ar à ord inato da
d e tto fr a Fr anc esco e t non altr im e nti. Q uale modo s ia te nuto lui s tes so poner e
la c alce c ur ata, sopr a la q uale haver à da p intare d e tto Jud ic io ; e t c i habb ia da
lavor are e t po nere s opr a la calce fr esc a; e t d ebb ia co m inc iare de tto maes tro a
p engere s ub ito , f inite la pro x ime v e nture fe s te d i N atale de l S ignore d i q ue sto
pr ese nte m ese d i d ice mbr e e t deb b ia lui f a re d e tto lavor ier o s ino alla ve ntura
Pasq ua de l 1594 . I l maes tr o me tterà a s ue sp ese i co lo r i, q uali co mpre si nel
lavoro avrà un p agame nto d i d uc ati 60 da d is tr ibuire in tre r ate . Le mo nac he
d ar anno la c alce c ur ata e tutti g li arg ani ” .
S i ved e c he q ue s to quadro non f u ese guito e inv ec e il bravo ar tis ta p itturò
la G lor ia de lla V erg ine co n il Bamb ino , acc lam ata da d ue sc hier e d i S anti e
S ante de ll’Ord ine . La c hie sa è in po sse sso d i quadr i d e l C es are Fr ac anz ano
v es tito da ter z iar io e d iv erse s tatue ar tis tic he , tr a le q uali S . Pasq uale e S.
Pie tro d’ A lc antar a.
N e lla med es im a c hie sa il s ace rdo te G iaco mo R omualdo spe nd e d ucati 20 e
v i fa c os tr uire una c ap pe lla, dove i padr i O ss erv anti d ovranno c e lebr are S.
Me sse
ne lle
fes tiv ità
de ll’A nnunz iata,
d e lla
V is itaz io ne ,
Ass unzio ne,
Pre se ntaz io ne , Co nc ez ione de lla B eata V erg ine . (A. B occ uto , 30 g iug no 1584 )
I n q uanto al co nve nto s i hanno no tiz ie de lla cos tr uz io ne iniz iata d a q ues to
te mpo e d if atti la s ig nor a Lucre z ia Com onte , ne l 1592 , do na d uc ati 210 proprio
p er la co s tr uz io ne de l monas ter o (O . de Leo , 2 s e tte mbr e) ma tutta la fab br ica
no n f u co mp le tata se non s i arr iv a al 1631 , epo ca in c ui il co nv e nto co ntinuò
ad ingrand irs i sp ende ndo la som ma d i d uc ati 3600 s eco ndo una r elaz io ne da
m e s te sso r ic avata d a un Bo nor um de ll a c hie sa, B ono rum tr asc r itto dal no taio
Leo nardo C e llamm ar e . Tale re laz io ne f u d a me s tesso co nse g nata al c an.
D ic uo nzo e r ipe tuto ne l suo libr e tto s u S . Mar ia de lla V ittor ia.
In codesta relazione si parla pure dei possedimenti che aveva il convento, tra
i quali si elencano: i mari vivi e morti di cui ⅔ appartenevano a detta chiesa un
terzo all’ospedale di S. Giovanni di Dio; possedeva la matina di Piano Padulo e la
133
m a tina d i Lam a C am inata in q ue l d i A ndr ia e ne ll’ ag ro b ar le ttano ; la m ass er ia
d e lla Po lver e ; d e lla O livo lla; q ue lla de i Merc anti; Torr e A rs a e V ado de R iso,
te nuta d ai Q uer alt. N e l 1700 le mo nac he co ns acrate er ano alme no 5 0.
N e l 1811 av ve nne la soppr es sione . La c hie sa e il c onve nto f uro no ce duti ai
p adr i A lc antar ini che la off ic iarono d al 1831 a l 1861 . Ne l 1908 la c hiesa fu
e lev ata a p arr occ hia, me ntr e il co nv e nto f u ad ib ito pr im a a s c uo la e po i a
d ir ez io ne d i c aser ma.
N e l 1 728 il V is ta racconta l’ep isod io sgr ad itis s im o che le mo nac he non
ave ndo loc ale ad atto , o cc up aro no i loc ali de l co lle g io d e i Ges uiti e non
vo levano las c iar li d ate le loro nec es s ità. Ma il ves covo so tto cer te p e nalità le
ob b ligò a r itir ars i ne l propr io mo nas te ro .
Minis tre ed abad es se : 1536 – Minis tr a s uor C ater ina C avo la. 1562 –
A nto nia d e l m aes tr o Donato d e l Mo naco . 1565 – S uor A nge la C ic ala. 1576 –
A ng e la de Ec c le s ia. 1581 – Minis tr a A nto nia d e Ro se llis de lle V iz zoc he de l 3 °
Ord ine d i S . F rances co . 1584 – Abb ad ess a s uor A ng e la de Ecc le s ia. 1591 –
Ab bad. D ianor a d i Monte. 1593 – Abb ad . A nto nia d e Ros e llis . 1595 – Abb ad.
Pr ude nz a d e Mor e llis . 1610 – A bbad . Lucr ez ia Barb e tta. 1656 – Ab bad . Giulia
d e N ic as tro . 1788 – Abb ad . Mar ia A nto nia de Leo ne. 1790 – Ab bad. Mar ia
A ng e la Ze ula.
S an N i co la .
E’ chiesa distrutta il cui nome è passato da un luogo all’altro.
Nel 1185 il Prologo dà notizia di una chiesa di S. Nicola esistente in Palude
Baroli, verso la fine del ‘200 si parla di un S. Nicola presso S. Lucia e anche nel
tempo presente si continua a nominare un borgo S. Nicola, nei quartieri nuovi al
di là di S. Agostino. La chiesa però di cui qui si fa cenno è quella presso S. Lucia.
Il più antico documento dice che in detta chiesa si conservava la misura Regia
degli aridi e delle lunghezze e ciò si faceva per incutere in ognuno il dovere di
giustizia, ritenendo che la verifica dei pesi e misure fosse un dovere sacro. Nel
1500 tale privativa passò al Monte di Pietà per dare una certa entrata alle povere
orfanelle che ivi venivano ricoverate (vedi Monte di Pietà).
Nel 1310, dal libro “ Rationes decimarum Italiæ” si ricava che l’abbazia pagava
alla S. Sede sino a 15 tarì e aveva alla sua direzione un abbas Egidio de Argione,
un cappellano Tommaso che pagava tarì 4½ e Nicola che ne pagava 1½.
La chiesa secondo un documento del 1277 possedeva una casa. Aveva nel
1333 alla sua direzione il prete don Angelo, figlio di Francesco Miracapillo, ed era
situata in pittagio Marsicani, presso il palazzo della nobile Costanza Santacroce,
fuori le mura della città e più chiaramente presso la casa di Felice della Marra e la
trasenda e poi nel 1555 -57 presso il giardino dei signori Cesare e Tommaso de
Tolosa, divenuto in parte proprietà di don Nicola Stuppa.
Il 24 settembre 1545 il notaio G. de Geraldinis la elenca con le altre chiese di
Tutti i Santi, di S. Salvatore, S. Margherita e dichiara che essendo mort i Giulio de
Marra, abate di esse e il rev. Luigi Lorito, l’Arcivescovo di Trani, cardinale Gian
Domenico, vescovo di Ostia, nominò deputato per il possesso di questa e delle
altre di sopra nominate, il chierico don Fabrizio Brancaccio di Napoli, il quale
prese possesso di S. Salvatore entrando ed uscendo, aprendo e chiudendo le
porte. Prese possesso di quella di Tutti i Santi, toccando gli anelli delle porte e
lanciandovi dentro una pietra. Prese possesso di S. Maria della Strada e S. Nicola
lanciandovi dentro una pietra. Il medesimo notaio avvisa che S. Maria della Strada
era grancia di S. Nicola e di S. Salvatore.
Altro documento importante per questa chiesa è quello della S. Visita fatta il
18 settembre 1567. In esso si avvisa che S. Nicola, S. Salvatore, S. Margherita e
S. Maria della Strada hanno come abate Eusebio del Castello, che S. Nicola ha una
rendita di appena 20 carlini, ed essendo scoperta si obbliga a volerla riattare.
Ai procuratori, fra Paduano Pisorgio e don Giulio d’Aversa, sotto pena di
scomunica e di 100 ducati, dai visitatori s’impone l’obbligo di versare tutti gli
arretrati e cercare di ripararle.
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A ltr e no tiz ie s i hanno d i s eg uito dal Bo nor um della c atted rale , s i aff erm a
c he la Ec c le s ia d i S . Nicola e ra in p ittag io C amb ij , in p late a S . N ico lai (1623 ),
dov e s i trov av a la c as a d i A nto nio G alline lla e l’altra d i G iaco mo de ll’Ac qua e
c he po i f u inc orpor ata al m o nas tero di S . Luc ia.
S . O rso la .
La c hiese tta d i S . Or so la de no m inata co n l’ app ellativo d i chiuso e luo go di
S . Ur so , S . Orso e S . Or so la, d al 1500 fa capo lino in mo lti Bo nor um e in
d iv ers i altr i do c um enti.
Co s ì un do c um e nto r iportato dalla s c hed a de l notaio Ber nard ino d e Pacc is
(1553 ) d ice c he Pe llegr ino de Pe llegr inis d i B ar le tta all’ ab ate Eus erg io A nto nio
d e llo Lavanio , abate d i S . N ic o la, S . S alv atore , S . Cater ina e S . Mar ia d e lla
S tr ad a, co nc ede or d ini 13 d i terr a in lo co S anc te Ur s ule per gr ana 1 5 d i ce nso
annuo ; A nto nio D icataldo ve nde a R ug g iero d i Canos a in Bar le tta 30 or dini di
are na d ie tro S . U rso la allo C ontufo per duc ati 40 (d e Pacc is , 1574 ).
D al Bo nor um de l 1600 de lla c atted rale s i r ic av a q ue s t’ altr a no tiz ia: l’ ab ate
A nto nio Bo ne lli p ag a d i ce nso e uf es tino g rana 25 s opr a una vig na d i mo sc ate llo
in “c luso S ante Ur s ula” , o lim d i V ince nzo Magno m ed ico , pre sso le vig ne
d e ll’A r c ive scov o N azar e no , pr es so il m osc ate llo d i G ian Fr anc esc o Rav asc hie ri.
S . Pa ol o.
D i q ues ta c hie s a to lte le po c he no tiz ie che q ui s i p ubb lic ano no n se ne
trov a p iù tracc ia. S orge va ne l p ittag io d i S . S epo lcro , ma m anc a una
ind ic az io ne pr ec is a. U n do c um e nto d e l 1343 d ice che er a s ituata “ ex par te
adver s a Ec c les iæ Naz aret” ; e là attor no dov e e s is tev a un “ c as alis S . Pauli” e
una taver na. U n altro do c um ento d e l 1521 anc he d e lla c hies a cattedr ale ,
attes ta che la c hie s a ave va d i fro nte a sé una fo ss a d i p ropr i e tà d i Dionisio
Mo la ne lla s tr ad a d e lla Cor te d el C ap itanio per la q uale p ag av ano gr ana 5 di
c e nso e nf ite o tico co nc ess o al c hier ico Antonio Go nne lla. D ue perg ame ne d i S.
S epo lcr o : uno d e l 6 m arz o de l 1487 e l’ altro de l 3 nove mbr e 1496 , af ferm ano
c he la c hies a d i S . Pao lo , sem pre in p ittag io S . S epo lcr i, er a pr esso un
c asalino de lla c hie s a d i S . To mm as o e pre sso la c asa d i tale G iov anni de lo
Muc cillo o Marz illo .
Più sp ec if ic atam ente un do c um ento d e l 3 d ic embr e 15 59 de l no taio G . de
G er ald inis r if er is ce c he la c hies a d i S. Pao lo, sem pre in p ittag io S . S ep ulcr i e
ne lla s tr ad a d e lo C ap itanio , er a pr esso la cas a d e l no taro G iov anni de
Do m inico , pre sso la casa de l s ig nor D ip ac e Tam b urro m ed iante tr ans enda .
Pre sso de tta c hies a av ev a la s ua c as a il no taio Julius d e Do m inico . U n altro
do c um ento de l 1555 aff er ma anc ora c he la c hies a d i S . Pao lo er a in p ittag io S.
S ep ulcr i in s tr ad a de lla Cord oner ia ed avev a ne lla p ar te d i d ietro la d e tta c asa
d e l no taio de Do m inico , tr anse nda med iante .
N e l 1390 da una p ergam ena tutto r a
ne lla cattedr ale , la c hies a sub ì
d is truz io ne e d if atti la S . V is ita d e l 1 5 se tte mbr e 1567 d ic hiar a c he la c hies a è
p er un ter zo e q uata al suo lo . Ed e ss endo alla d ipe nd e nz a d i S . Maria Magg ior e
i v is itator i fanno l’obb ligo all’ ar c ipre te d i r ip ar ar la.
Ec co un lung o do c um ento de l 3 d ice mbre 1580 redatto d al no taio Or az io d e
Leo c he s i oc cupa es c lus iv am e nte d i ess a.
N e lla c hies a d i S . Mar ia Mag g iore c on il no taio , interve nnero l’ arc ip re te
ab ate G ian A nto nio Bo nello , pro to no tar io apos tolic o, il q uale d i acc o rdo co n il
c ap ito lo de libe rò d i co nc eder e il “ c as ale no se u c app e lla qued am v ulg ar iter
d ic ta d e S . Pao lo ” a Po mpeo d e Dom inic is , il q uale ne vo le va f are un
“p om ar ium ” . D e tto c as alino e c app e lla, in p ittag io S . S epo lcr i, er a s ituato
pr es so la c as a d i F ab io d e O ir a, ver so se tte ntr ione , pre sso il cas ale no nov iter
e mp tum d e llo s tes so Pom peo d a tale Ro mane llo de Ur so , ad or ie nte , e d i
fro nte alla casa d i A nto nio d e Mar inar ijs me diante tr ans enda .
135
I l ce nso s areb be s tato d i c ar lini 5 in f avor e e be nef ic io de l d e tto c ler o. Per
tale r e nd ita f u nec es sar io no n so lo il per me ss o de ll’ arc iv esco vo d i Tr ani,
S c ip io ne d e lla Tolfa, m a tr attandos i d i c hies a da s oppr imer s i, il 7 g iug no d el
1580 , s i c hie se il p erm es so al Papa Greg or io XIII . L’ arc iv es covo e il po ntef ice
c onse ntiro no alla v end ita a co nd iz io ne c he la im m ag ine d i S . Pao lo fo sse
tr asp or tata e d i nuovo pittata ne lla c hie sa d i S . Mar ia Magg ior e , e il c ap ito lo
ne lla fe s ta d i S . Pao lo l’av ess e so le nniz zata co n la ce leb raz io ne d i S . Me sse.
D if atti nel 1595 g li er ed i d i Po mpe o d e D om inico p agavano un ce nso a S.
Mar ia Magg iore p er d e tto g iard ino e pe r de tta fe s tiv ità.
S . P i etro .
D i una c hie sa d i S . Pie tro s i ha no tiz ia d al 1172 (vo l. X de l C .D .B are se)
dov e s i ac ce nna ad un pre te Eus tas io , abate d i S . Pie tro in B ar letta. La s t e ssa
c os a s i r ipe te ne l 1188 d al Pro logo in un doc ume nto in c ui alc uni pre ti e laici
d e lla c ittà di B ar le tta chied ono alla Re v. C ur ia d i Tr ani d i vo ler as segnare
c ome ab ate de lla c hies a d i S . Pie tro un tale Ruggier o d i v ita lo devo le . La q ual
c os a f u f atta.
A nche il C .D .B ar le ttano ha altr i doc ume nti c he m e tto no in re laz io ne S.
Pie tro co n le app ar te nenz e d el v ic inato. Cos ì un pr imo doc ume nto d el 18
agos to 129 4 dic hiara che S . Pie tro p oss edev a una c as a pr es so la c as a d i
Lore nzo e q uella d i un tale A nd re a de Re nzo d i Munde lla in pittag io Marc ic ani.
(vo l. I ° C .D .B ar le ttano )
A ltr i d ue do c ume nti de l C.D .B are se acc e nnano alle propr ie tà d i altre c ase e
ter re do nate a S . Pie tro: le terr e in q ue l d i C anne so no of fer te d all’ ar c ipr ete
S tefano d i S . Mar ia e lo s tes so una c as a in p ittag io Marc icani. (vo l. VIII°
C .D .B ar ese , 1236 -1280 )
N e l 1300 dal v olume “ R atio nes de cim ar um Italiæ ” e d al II vo lum e del
m ede s im o C . D . B ar le ttano so n ve nute f uor i altre no tiz ie d i un tale do n Mar ino
R us se llo c he per un b enef ic io c he e s ige va d all a chie sa d i S . Pie tro p ag ava tar ì
1½ ; com e p ure il c ap pe llano do n Pie tro ne p ag a tar ì 4½ e d on C lem e nte tarì
9 ½ e grana 10.
Resta da assodare se S. Pietro sia sorto nello stesso luogo dell’antica chiesa
come qualche documento accenni oppure no. Una S. Vis ita del 1567 dichiara che
S. Pietro è posta al largo del castello, mentre è rettore Pietruccio de Taddeis e
poi se ne costruisce un’altra davanti S. Maria Maggiore come risulta da
istrumenti del notaio Gian Battista Bruno.
Le somme che pagherà il cantore T artaglia, scelto da S. E. l’arcivescovo, S.
Pietro secondo il Bonorum del 1492 era posta in pittagio S. Maria de Episcopo,
in strada “ Episcopi Cannensis” , rispondente secondo mie ricerche attuali a vico
S. Pietro. Aveva un cimitero come sopra si è visto ne l documento del 1286,
confermato nel documento del 1515, già da me pubblicato nel libro della peste
del 1656. I l documento del cimitero dice: 10 gennaio 1515:
“Congregati tutti i consiglieri dell’Università di Barletta conclusero che tucti
le osseri delli morti, quali foreno posti in lo giardino de S. Pietro de Barlecta,
nella moria seu pesta passata, se debiano levare de dicto Jardino et reponerse
et suptorarsene intro la Ecclesia de Santo Petro ad expense de epsa Università ”.
I l documento della strada del l’Epicopus Cannensis dal predetto Bonorum del
1492 (porta la data del 1528), dice “ In ruga Episcopi Cannensis cum Jardeno vi
è una casa con censo della Cappellania dell’arciprete presso la Ecclesia S. Petri,
in pittagio Marcicani ”. Dal medesimo Bonorum del 1492, presso la ruga del
vescovo cannese, fan capolino la “ ruga hospitalis nostre Ecclesie” , la quale
potrebbe essere la strada del campanile, dove si vede una casa di tale Francesco
Francia confinante con la strada del vescovo cannese con il forno della Curia. Fu
anche in questi dipressi che verso il 1504 e il 1505 si trova citato un “ secretum”
dove i confratelli della chiesa di S. Maria Maggiore “ confraterna Ecclesie nostre ”
cominciarono ad avere esistenza. E difatti prima si parla di una camera presso i l
campanile dove facemmo il “ secretum” poscia comprarono una stanza presso S.
Pietro, infine assunsero l’impegno per la costruzione e sistemazione della nuova S.
136
Pietro. Ecco un primo documento del 20 ottobre 1580 (Orazio de Leo) dove si
parla di una tale Orsola del Cicericchio di Barletta, vedova, che per ducati 4 e
carlini 4, vende alla confrateria del Santissimo eretta nella chiesa di S. Maria
Maggiore (è priore Centurione de Galiberto) una parete di una sua casa presso la
chiesa diruta di S. Pietro, “ prope dictam Ecclesia vetus S. Petri , que ad presens
est predicte cappelle” , dovendo i confratelli “ conficere secretum dicte cappelle” .
Un altro documento del 20 novembre 1580 redatto dal notaio Antonio de
Anellis di Andria merita per il contenuto una più l arga redazione, ecco cosa dice:
Noi giudice a contratti, Luigi Florido e notaio Antonio de Anellis di Andria, ci
recammo nella sacrestia presso la chiesa di S. Maria Maggiore e là, alla
presenza del Rev. abate don Giovanni Antonio Bonelli, arciprete, retto re della
confraternita “Santissimi Corporis Christi” della chiesa di S. Maria Maggiore, e al
Rev. Giacomo Bruno, abate di S. Pietro di Barletta trovammo congregati i fratelli
e cioè: il rettore Gian Antonio Bonelli, il priore Federico Gentile e poi: Gian
Angelo de Russis, Donato Visco, Centurione de Galiberto, Annibale de Vico,
Marco Antonio Bonello, Dionisio de Mola, Lucio de Bastelli, Mario de Leo,
Leonardo, Pompeo e Gian Carlo de Galiberto, Gian Vincenzo de Galiberto,
Trojano Marulli, Nicola de Alessandr o, Francesco Antonio de Geraldinis, Gian
Donato de Mola, Leonardo Stellatella, Ottavio Quarto, not. Lorenzo Alfano, Gian
Battista e Gian Girolamo Pappalettera, e il rev. abate di S. Pietro Giacomo Bruno
agente per sé e per i suoi successori nella detta abb azia. I detti abati in nome
del capitolo e della confraternita asserirono che negli anni passati dal rev. clero
e capitolo di S. Maria e la confraternita del SS. Sacramento fu concesso ad
enfiteusi perpetuo al quondam rev. abate di S. Pietro, Pietruccio de Taddeis di
Barletta “partem anteriorem unium domus” concesse alla detta confraternita dal
rev. don Pietro de Alexandro della città di Bisceglie; generale vicario della
diocesi di Trani e procuratore dell’I llmo e del rev. Gian Domenico de Cuppis,
arcivescovo della diocesi di Trani, devoluto alla Mensa Arcivescovile per i canoni
non pagati: quale casa è posta nel pittagio “ Sante Marie Majoris prope et ante
dictam Ecclesiam sub annuo canone caelenorum sexdecim, solvendorum anno
quolibet” alla predetta Mensa A rcivescovile come da istrumento del notaio
Matteo Curci di Barletta del 14 agosto 1549 e con l’obbligo che l’abate di S.
Pietro e successori per la detta porzione di casa dovevano versare alla Mensa
tranese un censo annuo di carlini 11. L’abate Pietruccio si obbligava per detta
concessione della predetta casa ceduta dalla confraternita di costruire de novo
la detta cappella o un’altra in onore di S. Pietro Apostolo, in modo che detto
luogo “ angeretur de bono in melius” . Sul riguardo appare altro istrumento dello
stesso notaio del 19 marzo del 1557 nel quale si afferma che l’abate Petruccio
aveva de novo costruite le pareti e la facciata di detto luogo. Né il suo
successore Giacomo, abate di S. Pietro, dopo la morte di Pietruccio pagò l’annuo
censo ai confratelli né costruì la cappella e l’altare del Santo. Perciò i confratelli
citarono il detto Giacomo dinanzi alla Curia del rev. vicario di Barletta
pretendendo che fosse condannato al pagamento del censo e che il luogo fosse
devoluto alla confraternita. Dopo diverso altercare le parti convennero che
l’abate dovesse cedere il luogo e la confraternita s’impegnava a costruire de
novo la chiesa o la cappella di S. Pietro e che sull’altare vi si ponesse una
pittura di S. Pietro circondata da Santi e che l’abate s’i mpegnasse a proprie
spese di celebrare Messa; specialmente nella festa di S. Pietro ornando l’altare
di cera. Son firmati: il giudice Luigi Florido, il rev. abate Fabio Elefante, don
Antonio Bonelli, don Pietro Gambino, sudd. Antonio Francavilla, magnifico
Fabrizio de Bastellis, chierico Florido Paolo di Barletta. Così preso possesso del
luogo la confraternita costruì e completò la chiesa che è l’attuale e a questa sua
benemerenza è accennato nell’iscrizione che nel 1595 fu messa sulla facciata
della chiesa. La confraternita per godere dei privilegi spirituali si aggregò alla
primaria di Roma, a S. Maria sopra la Minerva, il 12 aprile 1549. Più tardi il 26
agosto 1756 la confraternita eretta in S. Pietro chiese ed ottenne l’approvazione
dello Statuto secondo il quale la confraternita segue in buona parte le sue
tradizioni di culto . I n d e tto S tatuto so no indic ate le fe s tiv ità in c ui la
137
c onfrater nita interv ie ne alle f unz io ni e ag li o bb lig hi d i cer a, mantenime nto d i
lamp ad e in c atte drale e al c as te llo . Ob bligo d e l gov er nato re , g iov ed ì e vener dì
S anto , C orp us Dom ini, ce lebr az ione d i Mes se in S . Pie tro in c atte drale , alla
Mis er icor d ia.
I n t an to l a c o nf r a te r n i ta r ic e v e v a le g a ti d a l s ig no r A n to nio B r anc i a
d ’ O t t av io d i S o r r e n to i n d u c a t i 2 5 p e r c e r a d a s e r v ir e p e r a c c o m p ag n ar e il
V ia t ic o . ( no t . P ao lo Z a c c ar d i , 7 ap r i le 1 6 4 9 ) I s ig no r i G ia n B a tt i s ta
d ’ A l e s s and r o e V i nc e n z o S c ar ab e l la d i B ar l e tt a c o n le r i s p e tt iv e m o g li
F r a nc e s c a e G io v a nn a d ’ A le s s io c o n s tr um e n to d e l no ta io G r e g o r io U ng ar o
l e g ar o no a ll a c o nf r a te r ni t a m e t à d e l le e n tr at e d e l la S e lv a d i Te r l iz z i d e l la
p o r ta t a d i v ig n e 1 0 2 0 s u l l a v i a c h e m e na a S . M ar i a d e S uv e r i to (B i to nt o ) e
d i q u a p r e le v av ano l a s p e s a d i 4 0 to r c e c he ne l l a p r o c e s s io ne c he s i f ac e v a il
v e ne r d ì S a nto a no t te , i c o nf r at e l l i v e r s av ano a l C ap i t o lo d i S . G ia c o m o e S .
S e p o lc r o (2 0 + 2 0 ) e 1 3 0 c he s e r v iv a p e r i l c l e r o d i S . Mar i a M ag g io r e e p e r il
r e s to d e l c le r o s e c o lar e e r e g o l ar e .
L a c ap p e l la d e l S a n t is s im o i n S . Mar ia M ag g io re e r a s t at a c e d u t a a l la
c o nf r a te r n i ta d al l a f am ig l i a Pap p a le tt e r e .
L ’ ur n a d i ar g e nto d e l v e n e r d ì S an to e r a s t a ta f a tt a a s p e s e d i d o n I g na z io
Q ue r a l t s p e nd e nd o d uc ati 8 0 0 . Q ue l la p o i ne l 1 7 9 9 s i e r a c e d u ta a i f r a nc e s i e
d i s e g u i to ne av e v a d o na t a u n’ al tr a la c o nf r a te r n i t a ne l 1 8 0 0 s p e n d e nd o 7 0 0
d uc at i . (S an te r am o : L a p e s te d e l 1 6 5 6 /5 7 i n B ar le t ta ) C o m e ap p ar e d a
d iv e r s i B o no r um l’ ab b ad ia d i S . P ie tr o e la c o nf r a t e r n i ta p o s s e d e v a no b e n i a
P a n ta n ie l lo , a S . C us m a i, a l la d o g a na d i F o g g i a .
S . Ro cco .
E r a c h ie s a d ip e nd e n te d a S . M ar ia Mag g io r e , q ua s i s uc c ur s al e , e r a s i t uat a
a l C an g io , d i f r o n te a S . C h iar a; av e v a c ir c a ne l 1 5 2 8 q u a ttr o f o s s e d i
p r o p r ie tà d i G io v a n n i V e n e z i ano c h e le d o nò al l a c h ie s a .
N e l 1 5 6 5 s i d ic h iar a c he l e d ue m o n ac he d e l l ’ A nn u nz i at a , S c o l as t ic a e d
E l e n a V e n e to d i F r an c e s c o p o s s e d e v a no a l tr e tr e f o s s e , i n na nz i a l la c h ie s a d i
S . R o c c o d e l la c ap a c i t à d i c ar r a 8 0 d i f r um e n to , i n s tr a ta C am b ij e c he iv i n e l
1 5 5 8 , p r e s s o l e m ur a d i d e t t a c h ie s a v i e r a l a c as a d e l m ae s tr o G i an
V i nc e nz o Te r r a c i n a, c o m p r at a d a G i a n V inc e n z o L o f f r e d o d i N ap o l i . N e l 1 5 6 8
s i tr o v a , p r e s s o d i e s s a , l a c as a d e ll i b ar r i l i e f ina l m e nt e l a c a s a d e l r e v . d o n
L o r e n z o Pi g n a te ll a , n e l 1 5 8 6 u n al tr o B o no r um d e l la c a t te d r al e av v is a c h e la
c h ie s a d i S . R o c c o e r a g ià d ir o c c a t a (d ir u ta ) e p o i p iù no n s e ne p ar l a.
A v e v a p o c hi s s im e e n tr a te .
T r e n t a c ar l i n i i nf is s i s o p r a u na c as a i n p i t tag io S . S te f a no in e n tr at a d e li
S ar ac e n i , g i à p r o p r ie tà d e l m ae s tr o F r a nc e s c o d i P r o c id a . I l no b il e N ic o la d e
G r as s is le d o nò al c u ne v ig n e c o n p a lm e n to , c o r t ig l io , c as e l lo e p uz o (n o t .
F e d e r ic o V e ne z ia no ).
I n c a t te d r a le e s i s t e u n a s ta t u a e u n a r e l iq u ia d e l S an to c e r t am e n te d i
q ue s ta c h ie s a .
S . Rugg i ero . A nti ca chi es etta
N e ll’ anno 1276 erano s tati tr aspo rtati in c ittà i res ti mor tali d i S . R ugg iero
in S . S te f a no d i B ar le t t a, m a nc av a p e r ò la c h ie s a d e d ic a ta al s uo no m e .
I s i g no r i d e ll a M ar r a c he g r a nd e as c e nd e n te av e v a no ne l la c i tt à e g r a nd e
d e v o z io ne a l S a n to p e ns ar o no d i e r ig e r e u na c h ie s a in s uo o no r e .
D if a t ti s c e ls e r o c o m e s i t o i l l uo g o d o v e ab it av a no e d o v e e b b e i n iz io
l ’ an t ic a Te r r a B ar o l i , d o v e un a v o lt a e r a l a p o r ta c he d e t te o r ig ine a l lo
s te m m a d e l l a c it t à e là d o v e e r a il S e d i le d e i N o b i l i. E r e a lm e n te t r a i
f a b b r i c a t i, c as i li e p a l az z i , ap p ar te n e n t i a l la p r e d e t ta f a m ig l i a d e l l a Mar r a e
p r e s s o i l g r a nd e p al az z o g o ti c o d e i s ig no r i Ys e r io , s o r to v e r s o i l 1 3 0 7 e p o i
c o m p r a to d a i s ig no r i B o ne l l i, f u e r e t ta l a c h ie s e tta d i S . R ug g i e r o .
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I l G r im ald i v uo le fo ss e s tata e d if ic ata d a G iacom o d e lla Marr a ver so il
1361 , m a G alg ano d e lla Marr a co mp atro no d e l s uo lo dove sorg ev a la c hies e tta
e ss er isc e , ne l ròg ito de l no t. O raz io de Leo d e l 23 ge nnaio 1593 , c he b isog na
r is alir e alme no a 30 0 anni o ss ia ne l 1293 d a q uando i s uo i pred ec es sori
c os tr uiro no e fo nd aro no in Bar le tta la c app e lla d i S . R ugg iero . I l do c um e nto
intero c he r ig uar da q ue s to G alg ano è r ipor tato ne l vo lum e pubb lic ato d a mo ns.
Mo nter is i e d al can. S anter amo “ I l c ulto d i S . R ugg ie ro ” e ne ll’o p usco lo “ Il
nuovo p alaz zo de lla B anca d ’I talia ” (De llisanti 1939 ).
I l do c um ento r ife r isc e c he tale cap pe lla pr im a vener ata c ad de per ve tus tà
e d es se ndo s tata prof anata e ved e ndo c he v e nivano r ub ate f inanco le p ie tr e,
no n es se ndov i po ss ib ilità d i r ied if ic az io ne , il Galgano s tes so ve nd ette le pie tre
p er 16 duc ati alla c hies a d i S . Laz zar o e il suo lo de lla c hie s a ai fr ate lli
A less andro e G io vanni Battis ta V isco co n l’ obb ligo d i far d e l s u o lo d e lla chie sa
un g iard ino e co n un ce ns o annuo d i un tar ì infisso so pr a il pro pr io p alaz zo c he
e ra po i una p ar te de l palaz zo Bo ne lli. I l g iar d ino è q ue llo attuale es is te nte con
il p alaz zo V isc o , alle s palle de lla B anc a d ’I talia e chi g uard a il p alaz zo d i V is co ,
a c ui s i acc ede dal 2° por to ne m esso so tto il por tic ato go tico d e l d e tto p alazzo
B one lli, d i f ro nte alla chie sa de l Pur gator io, entr ando ne ll’ atr io e d a q ue l
c or tile co n co lo nnato s i e ntr av a ne lla chies etta de l S anto . Intanto d is tr utta la
c hies a d i S . R ug g iero l’ app e llativ o d i S . R ugg iero p as sò p er uso e co ns ue tud ine
alla c hies a d i S . S tef ano do ve d a o tto s eco li si ve nera il corpo d e l Santo
pro te ttore de lla c ittà.
S . Samu el e.
La chies a d i S . S am ue le ne l s ub ur bio d e lla c ittà er a de tta pure c laus ur a d i
S . Sam ue le e ve rso il 1500 chiuso ag li s c hiavo ni.
E’ una de lle ab baz ie p iù antic he app ar te ne nte ai c ano nic i Pre mo ns tr ate nsi
d imor anti in I talia.
D al s ac erdo te P. Norb er to Bac hm und Ord ine Pr emo ns tr atense cano nico
d e lla c hies a d i W indbe rg in B av ier a, il q uale ne l 1949 v is itò B ar le tta, e
r ac co ls e
le
no tiz ie
d al
c ano nico
Sante ram o ,
ne l
s uo
“ Manostico n
Præ mo ns tr ate nse” (S tranb ing , 1949 ), s i d ic hiar a c he il pr imo ab ate d e lla
c hies a s udd etta f u un tale S alomo n (1144 ) d ell’ Ord ine d i S . B enede tto o S .
B as ilio. S eco ndo una cronac a de ll’ Ord ine , fo nd ata d al r e R ug g iero II l’abbad ia
è r innovata nel 1149 . Pare ab b ia av uto or ig ine d ai tr e s acerdo ti Eus tac hio ,
S illisto e Balz ano (Pro logo : Le c ar te d e ll’ arc hiv io d i Tr ani).
L’ abb az ia d i B ar letta eb be alla s ua d ipe nd e nz a Brind is i e C am ero ta. I l suo
ab ate e ra m itr ato e la c hie sa gode va p ie ni d ir itti p arro cc hiali.
D ip endev a d all’ ar c ive scovo d i Trani e ne l 121 4 s i c o ntano in que lla c hie sa
no n m e no d i 17 c anonic i, sacerdo ti e c hier ic i.
L’ abb ad ia er a r ic c hiss ima e ss endo alla s u a d ipe nd e nz a le masse r ie d i
C hiav ic e lla
p icco la,
Po z zoco lmo ,
R ug atelle ,
Ser ro ne ,
A nte nis i,
Gr o tte
S to mp ag nate , Prof ico , e m o lte c as e . La masse r ia d i S . Sam ue le co npre ndeva
1000 v ers ur e .
La c hie s a er a s ituata sopr a un dirupo v erso il mare , pre sso il Par at ic c hio
dov e tutt’or a è lo s tab ilim e nto d ei Borg ia.
N e l 1348 il c onve nto e la c hie sa furo no dev as tati d ag li ung her i e un ab ate
d ec ap itato . Peg g io succe ss e ne l 1528 perc hé allor a l’ abb ad ia f u d is tr utta e
br uc iata. Più tard i ne l 1535 l’ ab ate Antonio d e C app e l lis s i prop os e d i
ins taur are l’ab bad ia co n la d ipe nd e nz a d alla S . S ede , ma il suo co nato r iuscì
infr uttuoso . S i s uc ces sero g li ab ati a c aus a de lla pro pr ie tà c he po i fu c amb iata
in com me nd a, m a vers o l’ anno 1750 la c hie sa era q uas i to talm ente sco mp ars a
e un a p ar te de i suo i be ni f u ced uta al se m inario di Tr ani.
Ora restano superstiti il rione di S. Samuele che è formato da nove strade, il
che dimostra l’importanza di questa canonia, una torre detta dell’abate Elia, alcuni
quadri (otto tavole di Santi) fra cui una Madonna detta di S. Samuele e consegnati
alla vicina chiesa di S. Agostino. Si vuole che siano opera di Andrea da Salerno.
Dalle pergamene di S. Chiara, ora in cattedrale, a 4 febbraio 1408, si ricava che
139
un Pie tr ucc io de Y ser io e N ico la de Yser io , nipo te , c e ns iro no a G iovanni
Pittalana Uc ce llatore un v ig nale d i terr a, dove era il lago de tto d i S . S amue le
in “ lo co p alud um ” al c ens o d i tar ì tre , un paio d i m allard i e uno d i tor tore lle.
D a ques ta c hie sa p are d ip endes se S . Tom maso e S . Leo nardo c he p ri m a er ano
d e i Te uto nic i. (ve d i c hie se Teutonic he )
G li A bati d i S . Sam ue le : 1144 – Salomo n. 1180 - Eus tas ius . 1214 –
D ur and us . 1219 – R ic hard us . 1310 – N . 13 19 – Ange lus . 1 349 – N . 1374 – Fra
Fr ance sco d e B aro lo . 1409 – Elia. 1509 – S im eon de Me cc his . 1535 – A nto nio
d e Cappe llis . 1555 - A ndr ea d e Cappe llis . 1568 – Ago s tino de G aliano. 1576 –
Pao lo G hise lli. 1585 – Mo ns . Tro ilo. 1589 – Annib ale d e Paulis Ser mone ta.
1591 – S er tor io V ulc ano. 1 618 – G iro lam o G e ntile . 1641 – O ttav io Aff aitati.
1670 – Dom enico Aff aitati. 1611 .
La c hies a d i S. Sam ue le ha per ere m ita un fr a Mar tino , il s ig nor Ettore
S to ppa p er aiuto d e lla chie sa offr e al de tto laico un so nar ino e la sp esa la
pr e nde dal “ j us e x itur e” de lla se ta c he e serc ita d a p ar te de lla Cur ia p er
un’ e ntrata d i duc at i 312 , a r ag io ne d i gr ana 1 0 per lib bra.
S . S ebast ian o.
La c hie sa d i S . S ebas tiano e ra pos ta dov e sor se la por ta o mo nim a. I l 20
apr ile 1538 , com e s i r if er is ce in uno s tr ume nto di G . d e G er ald inis , in q ue sta
c hies a s i r ad unò la co nfr ater nita d i S . Seb as ti ano c he fo ndò l’o sped ale de g li
I nc ur ab ili so tto la dire z ione de i S erv i d i Mar ia.
A d e tta co nfr ater nita app ar te nne ro mo lti no bili tr a i q uali l’ ab ate d i S.
S am ue le , com e s i d ice in altr o do c ume nto rig uard ante g li os ped ali. La
c hiese tta d i c er to no n ebb e lun g a v ita, m a dov è f inire co n l’ abb attim e nto de lla
por ta d i S . Se bas tiano .
S . Sim on e e Giud a.
D a d ue per game ne p ub b lic ate ne l s eco nd o v o lume de l C .D .B ar le t., n° 251 252 , s i r ic av a c he la chies a com inc iò a ed if ic ar s i ne l 1255 . Er a alla d ipe nde nza
d i S . Mar ia d i Valleverde , in Me ss ina, ed er a dire tta da mo nac he s otto la
r ego la d i S . Ago s tino, chiam ate po i Be nede ttine . Sors e ne i p res s i de ll’ attuale
c hies a d i S . Antonio, allor a S . Elig io , e pre sso S . Mar ia deg li Ange li.
N e l 1310 la c hie s a p agav a alla S ede A pos t o lica una dec im a d i tar ì 12
(V endo la: Ratio ne s Dec im ar um I taliæ ) e po sc ia ne l 135 6 Jacob us , ar c ives covo
d i Tr ani, acc usò le re lig io se di d iso bbed ie nz a e m inacc iò d i sco munica la
Pr ior ess a A lfar ana, prov inc iale d i S . S imo ne e G iud a in B ar letta.
D ife se dal p ro cur ator e d e l mo nas tero , N ico laus C aro s ius d i Tar anto , le
m o nache f uro no r ite nute inno ce nti, g iacc hè il v esco vo r ico nob be il torto d i
aver ab us ato es se ndo entr ato nel c onve nto v io le nteme nte imp adro ne ndo si d i
le ttere e pr iv ile g i.
D al 1 362 al 1384 il co nve n to ebbe a s ub ire alter ne v ic e nde . D if atti
trov iamo c he ne l 1362 s i mo nacò la f ig lia ado ttiv a d i A ndr eo tto d i Bari; e
B uzo lus G uirr as ius e la s u no m inata A lfarana fe cer o d iv ers e do naz io ni al
c onve nto ; anz i l’ A lfar ana, m or ta il 7 o ttobr e 1381 , de tte oc cas io n e alle
m o nache d i ce le brar e co n so le nnità il s uo f une rale e il g ior no s uc ces sivo
r ad unate in co ngr es so dopo av er c antata la Mess a so le nne allo Sp ir ito Santo
e les sero Pr ior a una bar le ttana per no me Pasq ua. I n q ue l co ngr es so f urono
pr ese nti le r e lig ios e : G al g ana, Co nte ss a, C lare lla d i B ar i, G io vanna, Mar iula,
A ng e la, A nto ne lla d i B ar le tta. (S anter amo : Le chie se d is tr utte ) F u annunziato
al popo lo la no m ina d i Pas qua e po sc ia s i cantò il Te D e um d i r ingraz iam e nto .
D a altra perg ame na de l 2 apr ile 1382 s i r ic av a c he la c hie sa d i B ar le tta
o tte nne g li s tes s i pr iv ile g i de lla pr im ar ia d i Me ss ina co nces s i d al Pap a
A less andro I V e c he la ge ner ale d e ll’O rd ine , s uor Mar ia d e G uarre llis,
c onfer mav a s uor Be atr ice S c arano no m inata nuov a Pr iore ss a de l m onas tero d i
B ar letta.
140
A cc us ate di nuov o d i aver ade rito allo sc is m a de l f also p ap a C lem ente VII
s i dove ttero d if endere , co me p ur e s i d if es ero d alle acc us e d i er es ia, ad ulte rio,
s imo nia, invo c az io ne de l d emo nio , b es te mm ie co ntro D io , c ontro la V erg ine e i
S anti, e il c ard inale G ug lie lmo , d al tito lo d i S . S tefano in C e lio Mo nte , m andato
d i propo s ito p er q ues ta c ir cos tanza, co me leg ato d e lla S . Sed e , a seg uito di
e sc us s io ne d i tes tim oni, le as so ls e d a tali gr av i acc use (2 d ic em bre 1384 ). Co n
la d isce s a de g li ung her i, in B ar le tta, i l mo nas tero se gnò la f ine , g iacc hè ne l
1447 la nos tra c atted rale er a g ià in poss es so de lla m ass er ia d e lle Monace lle di
S . S imo ne e G iud a, co sa c he f u co nf erm ata per tutti i suo i be ni ne l 1461 per
ord ine d i Pio I I (Ved i Catte drale libro “Racco lta d i do c um en ti e p erg ame ne”).
La c hies a d i S . S imo ne e G iuda f u abb attuta pre sso la m ur ag lia ver so il
1528 co me acc e nna la S . V is ita de l 1566 /67 ed ora d i ess a p iù no n s e ne trov a
tr ac c ia.
La m ass er ia de lle Mo nac e lle o d e lle m onache di S . S imo ne e G iuda era
po s ta p er d ue ter z i ne l co sì d e tto q uar to (terr itorio ) d i C anos a e prop r iame nte
“ al Puz zo d i S . C iuro ” , com e r ic avato d a un me mor iale co ns erv ato in un libro di
r ac co lta d i doc ume nti in S . Mar ia Mag g iore . Av ev a pe r co nf ine le terr e d i S.
Do me nico d i A nd r ia, la m asse r ia de lla C im iner a, la v ia d i A ndr ia e C anosa. U n
ter zo d i e ss a er a ne l te nim e nto d i Barle tta e co nf inava co n Puzzo Franco e non
è mo lto ne i tito li d i conf ine s i no tano le s ig le S .I . Tale m emor iale r ic ord a
ancor a che l’es tens io ne d e lla m ass er ia er a d i c arr a 16 , me ntr e un ròg ito p iù
antico de l no taio Or az io d e Leo r ifer isc e c he la mas ser ia era d i c arra 20 e c he
f ittata ne l 1592 al c ap ito lo fr uttava una re nd ita d i car ra uno e to mo la 14 di
gr ano e c arro uno e tom o la 17 d e orzo . S e non c he ne l 1645 il pr inc ip e d i
C anos a e po i l’ Univ ers ità o mo nim a ave ndo affac c iato d ir itti d i p adro nanz a
r ic ors ero alla Summ ar ia, la q uale in d ata 7 g iugno 1770 s tab ilì c he de i se d ici
c arr i d i terr a, d i c ui s i r ite nev a l’e s te ns ione de lla m ass er ia, und ici
app ar te nevano all’U nive rs ità e c inq ue a S . Mar ia Magg ior e . Tr a g li altr i b eni
c he p ass aro no alla nos tra c hie s a un Bo nor um de l 1585 e le nc a d ue c as e in S .
Mar ia deg li Ange li.
D iv ers i ce ns i s u d iv ers e c ase in B ar i, s ituate in r ug a S . N ico lai e d iver se
ter re ne l luo go de tto la Turr ic e lla.
A nche i fr ati d i S . Fr ance sco p ag av ano alla c hiesa d i S. S imo ne e G iud a il
c e nso d i un duc ato “ sopr a tre c as alini ” al p res ente f atti g iar d ino co n “ c inq ue
z opp enne e t altro g iard ino e t cor tig lio de S . S imo ne e t Jud a e t altro g iard ino
e t cor tig lio co n l’ us o de l p uz zo f ora de la s tr ad a d e tta d i S . S im eo ne ; vers o li
m uri de lla ter ra, j ux ta lo dorm itor io e t g iard ino d e S . Elig io” al pre se nte S.
Fr ance sco (no tai Pie tr o e Pao lo d e A ngo no 8 ge nnaio 1450 ).
S pi ri to Sant o.
I l V is ta attr ib uisc e alla c hies a d e llo Sp i r ito S anto un doc ume nto d e l 1180
d e l Pro logo , c he il Pro logo s te sso r ifer isc e a una c hies a d e llo S pir ito Santo
e s is te nte in agro tr ane ns i, com unq ue s ia il do cum e nto res ta d isc utib ile non
ave ndo altr e prov e po s ter ior i.
N e lle per game ne de lla cattedr ale d i Ba r le tta p erò es is to no d ue ac ce nni in
d ue d iver s i c ontr atti, d i un os ped ale de llo Sp ir ito S anto e po i bisog na arr iv are
al 1500 per ave re d oc um e nti c hiar if ic ator i. E in p r imo luo go una perg am e na
d e l 16 agos to 1386 de l no taio Nico la de N uc io d ice :
“ Ne l par lato r io de l mo nas tero d i S . S tef ano l’ ab ad ess a, Is ab e lla de R iso , e
s e i altr e mo nac he de ll’Ord ine d i S . B enede tto , rappr ese ntate d al proc ur ator e,
m aes tro Lillo A rge ntar io e d all’ am m inis tr atore e gover natore d e ll’o spe dale
d e llo Sp ir ito S anto d i Bar le tta, s ig nor Cas tald o, c om mutaro no una loro c asa
c he era pr ess o l’osp ed ale e c he a q ue llo s i acc ede ss e, me ntre le mo nac he
pr e ndev ano per s e una cas a o tab er na d e ll’o spedale co n la r e tr ib uz io ne di tre
tar ì annui” .
U na sec onda per game na d e l 9 ottobre 1390 d e l no taio Ang e lus Johannis
r ipo rta il tes tam e nto de l s ignor G entile S tac cionario ne ll’o sped ale de llo Sp ir ito
S anto le gò alla c hies a d i S. Mar ia d e Ep is cop io una pod ere co ltiv ato a v iti
141
d e ll’e s te ns ione d i tr e v igne c he p oss edev a in c luso C allani, co n l’o bb ligo che i
c hi er ic i lo sep pe llis sero ne lla loro c hie sa a p ropr ie spe se .
N om inò es ec utore tes tam e ntario do n Bar tolomeo d i S . N ico la, s uo padre
s p ir ituale, N ic o la Sp atar io , pr oc ur atore de l d e tto o sped ale .
De l ‘500 abb iamo v ar i atti c he co nfer mano l’ es iste nz a d i una s trada de llo
Sp irito S anto e d i una c hie sa.
I nf a tt i G i a n Pao lo d e S e c u nd is i n u no s tr um e n to n o t ar i le d e l 1 5 2 9 af f e r m a
c he l’ U n iv e r s i t à d i B ar le t ta ac q u is tav a u n a tav e r na p r e s s o c u i s i e d if ic ò la
P o r t a N uo v a , s it u at a n e l l a s tr ad a d e llo S p ir i to S an to , e ne l la s tr a d a d e llo
S p ir ito S an to ab i tav a i l s ac e r d o te S e r af i no d e i S e r af i n i d i B ar l e t t a, c he v o lle
e s s e r e s e p o l to in S . S e p o lc r o , m e ntr e un a l tr o s tr um e n to d i c h i ar a c h e il
n o b i l e G ir o la m o d e C ur ta to ne d i B e r g am o , p r o c u r a to r e d e i f r a te l l i Lo r e n z o ,
G io v a n n i e N ic o la B a t tag l in i , av e nd o p r e s t ato a G ia n L ui g i e G ab r ie le d e
C am p o r a d uc a t i 1 5 .1 8 4 e t ar ì 2 e no n av e nd o o t t e n u to la r e s ti t uz io ne e n tr ò
i n p o s s e s s o d i al c u n i b e n i d e l C am p o r a c h e av e v a i n B ar le t ta e C e r ig no l a. Tr a
i b e ni d i B ar le t ta è e le nc a ta un a f o s s a p e r d e p o rr e v e t to v ag l ie , d e ll a p o r t a ta
d i c ar r a 1 6 , q ua le f o s s a e r a s it u at a “ a n te i m ag in e m G lo r io s e V ir g i ni s Mar ie ,
d e p ic t am i n p ar ie te V e ne r ab i l is Ec c l e s ie S p ir i t us S a n ti ” . L’ u no e l’ a l tr o
i s tr u m e nto d e l no ta io G . d e G e r al d i n is s o no r i s p e t t iv am e n te d e l 4 m ar z o e
d e l 2 5 s e t te m b r e 1 5 3 6 . D unq ue p r im a d e l 1 5 3 8 d a q u and o A n to n io C ap ut o d e
B ar u lo ad o no r e d e llo S p ir ito S a nto e r e s s e l a c a p p e ll a d e l lo s te s s o no m e “ a
f und am e n t is ” c o m e d ic hi ar av a la is c r iz io ne s i tua t a s o p r a la p o r ta l a te r a le
d e l la c h ie s e t t a, e s is te v a l a c h i e s a , q u a le c h ie s a i l C ap u to d o v è ab b e l l ir e
o p p ur e
r af f o r z ar e
ne ll e
f o nd a m e n t a
v e ne nd o
m e no
per
v e t us tà
e
s g r e to l am e n to d e l le p ar e t i . D if a t ti d e ll a p ar e te s u c u i s o r g e v a l ’ im m ag ine
d e l la V e r g in e c he d o v e v a e s s e r e p it t a ta i n af f r e s c o no n s e n e tr o v a tr ac c i a
a p p u n to p e r c hé le p ar e t i d e l la c h ie s a d o v e tt e r o e s s e r e m e s s e tu t te a n uo v o .
Q ue s ta n o t i z i a è c o nf e r m a ta d a l la S . V is i ta d e l 1 5 s e t te m b r e 1 5 6 5 i n c ui s i f a
o b b l ig o a J ac o no d e Le o , r e t to r e d e l la c hi e s a d i c o m p le t ar e i l r e s ta ur o e s o tto
p e na d i 3 0 0 l ib b r e d i c e r a , i l r e s to d e l la “ i m b ia nc a ta ” c he p e r c ir c a d ue t e r z i
e r a s ta ta c o s tr u i ta . I l no v e g i ug no d e l 1 5 1 7 ne ll a c h ie s a d e l lo S p ir i to S a nto
s p o s ar o no P ac io l l a d i Me t to e G io v an n i d e S c ip p o d i G r um o . D iv e r s i a l tr i
i s tr u m e nt i m e t to no i n e v i d e nz a d o na t iv i f a t t i a l la c h ie s a . E c o s ì i l 6 d ic e m b r e
1 5 6 2 , p e r at to d i B e r nar d ino d e P ac c is , l’ ab a te G ia c o m o d e A m e r u t ij s l e g ò
a l l a c h ie s a o c ap p e l la d e l l o S p ir i to S an to 8 0 d uc at i s o p r a u na c as a, m e s s a f r a
l a c h ie s a e Po r ta N uo v a , d a as s e g nar s i c o m e b e ne f ic io al r e t to r e d o n G iac o m o
d e Le o .
S imo n C alvo de Jud ice d i G e nova ve nde una c as a s u c ui g rav av a un ce nso
d i tar ì 3 e gr ana 10 a pr o de lla c hies a de llo S p ir ito S anto . (no t. G. de
G e r a ld in is , 9 g iug no 1 5 5 4 ).
I l no b il e A n to nio C ap u to il 9 g e nn a io 1 5 7 5 a m e z z o d e l no t a io P . d e
G e r a ld in is p e r la c h ie s a d e l lo S p ir i to S a n to , d i c u i s i m e r i tò i l t i to lo d i
f o nd a to r e , is t it u ì un b e ne f ic io a f av o r e d e ll a c h ie s a c r e a nd o s i i l d ir i t to d i j us
p atr o n ato p e r la no m ina d e l c ap p e l la no . E’ as s o d a to d a l d o c u m e n to c h e i l
f ig lio d e l C ap u to , c h ie r i c o M ar ti no , av e nd o e l e t to c o m e c ap p e l l ano d o n
G io v a n n i A n to n io d e N unt i j s as p e t tav a l’ a p p r o v a z i o n e d e ll ’ ar c iv e s c o v o .
Un altro abate fu Tarquinio Bruno U.I.D. protonotario apostolico a cui
Giovan Battista Lomellino lasciò 60 scudi. Il 15 giugno 1596 un alt ro
rògito del notaio Orazio de Leo fa conoscere che l’abate della chiesa è il
cantore Giacomo de Leo successore del reverendo abate Giacomo de
Amerutijs.
Circa questo tempo comparisce la confraternita la quale come scrissi sul
bollettino “Voce del parroco” ottobre 1949 (O. de Leo, 20 agosto 1600) con il
titolo di “Confraternitas S. Marie Succurre miseris ” di recente eretta nella chiesa
dello Spirito Santo sotto il vessillo della morte, aveva da 30 -35 aggregati e i suoi
regolamenti furono approvati da Ferdin ando IV (1748-1788). Nel 1855 si aggregò
alla primaria di Roma ed elevata ad arciconfraternita. La chiesa fu abbattuta circa
l’anno 1930 e i resti della chiesa con la confraternita pass aro no alla p arroc c hia
142
o m o n i m a c h e s o r g e ne l q u ar ti e r e d i v ia B o g g ia no . S u l s uo lo d e l l ’ an t ic a
c h ie s a d e l lo S p ir i to S a n to è s o r to il g r a nd e p a l az z o d e l l ’ I N A n e l 1 9 5 2 .
S . St efan o in Ba rl ett a. La chi es a e il Mon ast ero
Le più antiche notizie che riguardano la chiesa e il convento di S. Stefano le
pubblicai nel 1937 in un artico lo inviato alla rivista “ Pax: quaderni di vita
benedettina”, anno VI, 5 che si pubblicavano a Sorrento. In esse si dice che chi
per primo accenna all’esistenza di una comunità di Vergini e Pie donne sotto la
regola di S. Benedetto e che da tempo remoto han no la loro dimora nel “ quarto o
fortezza dell’Imperatore greco ” è lo scrittore anonimo Cannese che scrisse la “ Vita
di S. Ruggiero”, mentre lui viveva o almeno nello stesso tempo in cui il Santo
passava all’altra vita (1060 -1128), cosa che per lo meno dovè avvenire nella
seconda metà del secolo XII. E questo deduciamo dal fatto che in seguito alla
devastazione menata da Roberto il Guiscardo su Canne, questa città non si rifece,
onde fu pensiero dei barlettani e dei cannesi portare il corpo di S. Ruggiero da lla
cattedrale di Canne a Barletta e l’affidarono in custodia proprio alle monache di S.
Stefano. Tanto avvenne nel 1276, poi ne danno notizia i Regesta Angioini in due
documenti del 17 agosto 1274 e del 1284 in cui il re Carlo I° impone ai Bajuli e
ufficiali di Barletta, Canne, Canosa, Salpi, Tressanti, Cerignola, di non molestare
le religiose di S. Stefano di Barletta sia nella fiera, sia negli animali (pascolo
acqua) sia nei jornali degli aratri e mietitori, esigendo delle tratte ingiustificate, e
poi le assolve dal pagamento sopra una casa in cui fanno la refezione.
Dopo tanti secoli, se si è conservato ancora intatto il sacro e venerato
deposito del Corpo del Santo, ciò è merito delle pie religiose le quali per onorarne
la memoria, con il clero da quel tempo e poi sempre in seguito, celebrarono gli
uffici divini propri del Santo; e se nel leggere i documenti alla spicciolata nel
C.D.Barese e nel C.D.Barlettano poche son le notizie che vengono alla luce, ciò si
deve al fatto che nel 1709 (vedi de Leon: Storia di Barletta) un forte incendio
distrusse buona parte dei documenti, compresa la vita di S. Ruggiero in
pergamena, come anche il monastero. Da quei pochi resti però si ha l’impressione
della straordinaria importanza e antichità della chiesa che ha dat o il nome a tutto
il rione, chiamato con l’appellativo di “ pictagium Sancti Stephani”. Di questo
“pictagium”, già si parla dal 1281, mentre nel 1283 e anni successivi si accenna a
possedimenti di terre e di case di proprietà della chiesa e del monastero.
Più tardi, il 4 novembre 1298, un tal Loysius de Comestabulo (C.D.Barl.) e la
moglie Romana eleggono la loro sepoltura in “ Ecclesia S. Stephani de Barolo” . Lo
stesso si riferisce in un’iscrizione gotica messa presso una scalinata del convento.
“Hic Jacet Guilelmus speciarius. Orate pro eo ”.
Guilelmus con la indicazione di “ Filius Sanguinis” camparisce nello stesso
Codice firmato come teste il 27 novembre 1298 in una donazione fatta da Petrus,
“filius Caroangeli Judicis Johannis” , al medesimo monastero.
Altre notizie del convento sono così indicate: ogni monaca veniva dotata con
una dote di 100 ducati come avvenne di Antonella Buttafoco di Paduano nel 1545.
Fra le proprietà del monastero viene ricordata la masseria del Profico comprata da
Girolama Medagliolo moglie di Camillo Pappalettere (1584 Orazio de Leo); terre
alle Paludi ai Cappuccini, a Carlantonio, all’Impalata, case in città, metà dei mari
pescosi della Mortella (O. de Leo 1593), la Pescara su via Trani e alla
Misericordia, l’orto dello stesso monast ero che si estendeva lungo le mura dalla
parte della Carità (Carmine) sino alla Chiavica de la Trinità. Tale orto fu dato a
Graziano Bruno che doveva far sorgere un conso di salnitro (de Dominicis 1553).
In uno strumento di P. de Geraldinis del 24 settembr e 1574 si ricorda che la
Vicaria del convento, donna Laudonia Vives, fa costruire nella chiesa di S. Stefano
dal barese Nicola Marciano lignario la “ cona” in legno per l’altare di S. Stefano,
secondo il disegno presso il notaio.
La cona avrà due colonne ai fianchi per un terzo lavorate e per due terzi
scanellate. Il prezzo del lavoro è di 23 ducati.
143
La ico na s ar à p ittur ata d al m ae s tro p itto re A lex ander de Fr anc isco
p ad uano . Pare però c he in q ues to te mpo inv ece d i S . S tef ano fu co s tr uita
l’ im mag ine d i S. R u gg iero c he è al c entr o de lla sp allier a d e llo altare magg ior e,
m e ntre S . S te fano pre se il s eco ndo pos to ins iem e co n S . Be ne de tto . I d ue
q uadr i de g li altar i sec ond ar i so no attr ib uiti a Ce sare Fr ac anz ano . Co me r is ulta
d al Bo nor um de l 1721 c onserv ato d e ll’ arc h iv io de lla c atted rale , abb ad ess a
Mar ianna Camp anile . S i c onosc e pur e c he la s ignor a Mar ia Malag a p er ròg ito
d e l no taio Seb as tiano G is s i (1753 ) do nò il s uo g iard ino c he d al p ar lato r io d el
c onve nto v a s ino al Panie re d el Sabato per f ar ne p iazz a e c iò p er co m od ità alle
d ue pro ces s io ni che s i face vano in o nore d i S. R ugg iero il 30 d icem bre e la
s eco nd a d ome nica dopo Pasq ua d i R es urr ez z io ne .
A lle s te sse claus trali il 10 apr ile 1301 Mob ilia, “ f ilia Pauli d e Jo rd ana et
r elic ta Thom as ij Bo ne lli de B isantio” do nò d ue tar ì d’oro e a Pesc ar ella,
m o naca de llo s tes so S . Stef ano , tar ì 6 .
La re g ina G iov anna per l’ amor e c he po rta ver so la re lig io sa, s uor Mar ia
f ig lia de l m ile s R icc ard us , s ig nor e de l cas te llo Cald ana, o lim abbades s a d i S.
S tefano , le ass eg na annualme nte , v it a d urante, la so mm a d i once 20 s ulle
e ntr ate de lla dog ana d i B ar letta e ne l caso d i manc ato pagame nto f a is tanz a a
R aimo nd o d e l Balzo , gran camer iere de l Re gno d i S ic ilia, p erc hé alle 20 si
agg iung ano altr e 10 o nce (C ar ab e lles e , 17 apr ile 137 2). L’abb ades s a ino ltre
r ic eve l’ appro vaz io ne dell’ ar c ive scovo d i Trani a s eg uito d e lla s ua nom ina,
c ome r is ulta dal doc umento de l 4 o ttobr e 1373 (ide m Carab e lle se ) e g ià d a
q ue s to temp o s i trov a fr a le mo nac he , o ltre l’ abb ad es sa, I nte lla de R iso , la
pr io ra Fr ode nia, la s uperior a Mar ia de Co rno lo e altre se i mo nac he . A nc he ne l
1400 i doc ume nnti so no s c ars i.
Tr a g li altr i notiamo d ue c ar te d i ind ulge nze co nce ss e nel 1459 alla chiesa
d e lle mo nac he , d ove s i c onserv a il corp o d i S. R ugg iero : una de l c ard inale
Ludov ic o d i S . Lore nzo in Dam aso , s o tto papa Pio II; l’altr a d e l c ard inale
Latino Or s ini d i S . Giovanni e Pao lo . I nf ine la donaz io ne d i una ce r ta som m a
f atta “ e le mos inaliter” nel 1495 d a Car lo VIII d i Fr anc ia alle s tes se m onac he
p er no n f ar v e nire me no il c ulto d e l S anto ne lla s tes sa c hies a (P. Gr im ald i,
S .I : “V ita d i S . R ugg iero ” ).
Più inter ess ante ap par e il 1500 . Com e m i r is ulta d alla s ched a d el no taio G.
d e Ger ald inis e da altr i, il 26 m ar zo de l 1544 , le m onac he d i S . S tef ano sono
d ichiar ate de lla r elig io ne d i S . Be ned e tto d e ll’Or dine de i Ce le s tini. E c iò tanto
è vero c he se ne ha la confer m a de l seg ue nte inc id ente .
L’ abb ad es sa d i S . S tefano , B e atr ice Caracc io lo , ave nd o r inunc iato al suo
abb atis sato , ave va f atto la s ua ce ss io ne ne lle mani de l po ntef ice dal q uale la
s ua c ar ica dipe nd eva, propo ne ndo p er la s ua s ucc es s io ne C ater ina de Marr a,
d e lle Do me nic ane d i S . Luc ia, anc he in Bar le tta.
L’ abb ad es sa d ic hiara c he ne l s uo mo nas te ro una so la mo naca, se condo
l’ antic o uso , è ve lata co n v e lo nero , Aure lia Cog netta.
Ma, me ntre s i atte nde la nom ina de lla de Marr a, d i no tte te mpo si
introd uc e in S . S tef ano s uo r Dr us ia Pe tr os ina, abb ad es sa de l mo nas tero d e lla
SS . A nnunz iata co n un gr uppo d i mo nac he de l m ede s imo ord ine d i S.
B e ned e tto anc he d i Barletta.
I nterv iene il r ev .m o ar cipr e te d i S . Maria Maggior e co n i tes ti: il poe ta
Mar ius de Leo U .I .D ., Par is Lo me llinus , Fr anc isc us Pig nate lla e ins ieme
all’A rc ive sco vo d i Tr ani inv ita la Dr us io a r itir ars i ne l s uo mo nas tero . La Dr us io
r es is te , p erc hé d ichiar a d i e sser e in c as a s ua, tanto p iù c he le mo nac he d i S.
S tefano le hanno pre s tato la propr ia ubb id ie nz a. Ma il 3 ap r ile de llo ste sso
anno ar r iva da Rom a la Bo lla d i Pao lo I I I per la d e Marr a.
Paolo III accetta la rinunzia della Caracciolo; torna a chiedere che in detto
monastero una sola monaca è professa; denomina il monastero di S. Stefano con
la qualifica “Ordinis S. Benedicti” , dà incarico, per il possesso della nuova
abbadessa, all’arcivescovo di Nazaret, al vescovo di Feltre e all’abate di S.
Samuele di Barletta; non tralascia di rico rdare che il monastero è di diritto
metropolitico e quindi dipendente dall’arcivescovo di Trani. Il notaio de Geraldinis
144
c ontinua a d ire ne l s uo ròg ito c he il pos se sso de ll’ ab bades sa avve nne s eco ndo
il c ons ue to : co n l’ impo siz io ne de ll’ane llo al d ito , co l s eder e alla s ed ia
abb aziale in coro , co n l’ac ce ns io ne d e lle c ande le ne ll’ altare m agg ior e , con il
s uo no de lle camp ane , co n l’ e ntrare e l’ usc ire dalle por te de lla c hie s a e de l
c onve nto , c on r ic ever e l’ob bed ie nz a d e lle mo nac he e le c hiav i de l mo nas te ro,
c on il c anto de l Te De um.
La Dr us ia, co s tre tta d alla Bo lla dov è las c iare S . Stef ano e r itor nare
ne ll’A nnunz iata, dove com par isc e d i nuovo ab bad ess a nel s uc ces s ivo mes e d i
m ag g io .
N e l 1 6 0 0 l a c o m un i tà è a s s ai nu m e r o s a e an z i d a u n d o c u m e n to d e l 1 6 11
r is ul t a c h e , o l tr e a l le p r o f e s s e e le no v i z ie , i l c o nv e n to p o te v a r ic e v e r e le
z i te l le c o m e e d uc and e c o n l a c o nd iz io ne c he us c i te u na v o l ta d a l S . l uo g o n o n
v i p o te v a no f ar p i ù r i t o r no . L a c ir c o lar e è e m a na z io ne d e l c ar d in a le
P r e ne s t ino A n to n io G a llo .
E a q ue s to s c o p o i l s e g r e t ar io d e l c ar d in a le c h i e d e l ’ am m is s io ne d e lla
g io v ine t t a G i u l ia R o s s i . A r r iv iam o a l 1 7 0 0 .
C o n l’ av v e n to d e l la d o m i na z io n e d e i B o r b o ni n e l r e g no n ap o le ta no ,
B ar l e t t a v e n ne p r e s a i n g r and e c o ns id e r az io ne , ta l c hè i l 2 0 ag o s to 1 7 9 0 v id e
s a lp ar e d a l s uo p o r to tu t t a la f am ig l ia r e a le : F e r d i na nd o I V d i B o r b o n e , la
r e g i na M ar ia C ar o l i na ar c id uc he s s a d i A u s tr i a , c he ac c o m p ag n ar o no le d ue
f ig lio le , M ar i a Te r e s a e L u is a Mar i a A m a li a , c o n l a f lo t t a, p r i m a i n F ium e e
p o i a V ie n na , p e r f ar l e a nd ar e s p o s e a F r a nc e s c o G i us e p p e e a F e r d i nand o
G i us e p p e , f ig li d i P ie tr o L e o p o ld o ar c id uc a d i A us t r ia U ng he r ia e B o e m ia .
N e l 1 7 9 7 i l r e e s s e nd o all o g g ia to ne l c o nv e nto d e i C e le s t i n i d i S . G io v a n ni
d i D io p r im a d e l le al tr e c h ie s e v i s i tò l a c h ie s a e i l m o n as te r o d i S . S te f a no .
L e m o n ac he s e c o nd o l ’ us o d i q ue l te m p o b ac iar o no la m a no d e l r e e f ur o no
c o n te nt e d i q ue s t a d is ti nz io ne . S e no n c h e le c o s e no n p r o c e d e tt e r o s e m p r e a
l o r o v a n tag g io . N e l l a r iv o lu z io n e f r a nc e s e d e l 1 7 9 9 f ur o no p r e s e ne l v o r t ic e
d e l la s o p p r e s s io ne e s i c c o m e no n s i e r a no u n i te c o n al tr e d i a ltr o m o n as te r o ,
c o m e c o m a nd av a u n d e c r e to d i G io ac c h ino N ap o le o ne d e l 2 9 no v e m b r e 1 8 1 0 ,
i l 2 5 g iug no 1 8 1 1 e b b e r o l’ o r d in e d i us c ir e d a l la c l a us ur a : no n f e c e r o a ltr o
c he p i a ng e r e , m a l ’ o r d in e no n s i e s e g u ì, p e r la g r a n f id uc i a c he s i av e v a
n e ll a c le m e n z a d e i c ap i d e l la c i t tà .
I n t an to i l 9 l ug l io p e r a c c o r d i p r e s i , i l s ind ac o d i B ar le tt a , il v ic ar io
d e l l’ ar c iv e s c o v o d i Tr a ni e la c o m m is s io ne r e al e lo c al e , s t ab i lir o no d i f ar
t r a s p o r t ar e le r e l iq u ie e l a s ta t ua d i S . R ug g ie r o ne l Mo nt e d i P ie t à, m a
m e n tr e av v e n iv a i l tr as lo c o le m o nac he g r id ar o n o d a l le g r a te ; “ ac c o r r e t e s i
p o r ta no v ia S . R ug g ie r o ”
L a p o p o la z io n e ac c o r s e e av v e n ne u n p a nd e m o n io .
L e a u to r i t à, ad e v i t ar e c o ns e g ue nz e o r d i nar o no d i f ar c hi ud e r e le o s s a d e l
S an to s o t to l ’ a l tar m ag g io r d i S . S te f a no , e s e b b e ne l a s t a tu a f o s s e g i à
ar r iv a ta ne l Mo n te d i P i e t à , s i p r o m is e a lla p o p o l az io ne d i r e s t it u ir la
a l l ’ a n ti c a s u a d im o r a , c iò c h e av v e n ne i l 2 8 l ug lio c o n l’ in te r v e nto
d e l l’ ar c iv e s c o v o P ir e l li , d o p o av e r l a p o r ta ta i n p r o c e s s io n e p e r t u t ta la c i tt à .
I l g io r no 2 1 d e llo s te s s o m e s e i n ta n to s i d e tt e l’ u l t im o o r d i ne p e r e n to r io
a l le m o n ac he p e r l a lo r o us c i ta . A lc u ne d i e s s e c e r c ar o no r if ug io p r e s s o le
p r o p r ie f a m ig l ie : al m e no s e i e n tr ar o no tr a le D o m e n ic a ne d i S . L uc ia .
L a c h ie s a f u af f id a ta a l g o v e r no d e l l a c i t tà , m e n tr e i l m o n as te r o r e s tò
c h iu s o a m ur o p e r d ue a n n i e q u at tr o m e s i , f in c h è i l 1 2 no v e m b r e 1 8 1 3
p r e s e r o p o s s e s s o d e l l uo g o le m o na c he d e l l a S S . A nn u nz i at a in n um e r o d i 6 0 .
I n q u e s to nu m e r o e r a no t r e n ta m o na c h e d e l l’ A n n u n z i a ta , 6 r ito r na te d a S .
L u c i a , e p ar e c c h ie a ltr e d al le p r o p r ie f am ig l ie o l tr e a l le c o nv e r s e . C o s ì q ue l la
u n io ne c he no n e r a av v e n ut a i l 1 5 4 4 , av v e n ne i l 1 8 1 3 , s e b b e n e i n b e n p i ù
t r is ti c o nd i z io n i .
P e r c ir c a u n s e c o lo l a v ita d e ll a c o m u n it à r im an e av v o l t a ne l s i le n z io ; f ino
a l 1 9 1 6 q ua nd o i l m o n as te r o v e n ne c o m p r a to p e r l ir e 1 2 m i l a d al l a a ttu a le
a b b ad e s s a D . M. S c o l as t ic a L a tt a nz io . Er a l’ a lb a d i u n nuo v o g io r no r i c c o d i
145
promesse. I l 15 ottobre 1931 il monastero veniva elevato a ente morale col
riconoscimento della personalità giuridica in seguito al Concordato dello Stato
italiano con la S. Sede.
Qualche anno prima nel 1925 la medesima abbadessa donava un terreno di
mq. 412 per una chiesa sotto il titolo di S. Benedetto che già si costruisce in via
Saline, esprimendo quest’atto lo zelo vivissimo per l’onore del B. Padre.
Attualmente il monastero conta 14 monache che, coadiuvate dalle dieci
converse, passano la loro vita tra le preghiere e il lavoro, cercando di migliorare
con i loro sacrifici le condizi oni del monastero. Il desiderio di rivivere
integralmente la vita benedettina anche nelle sue forme esteriori fece sì che nel
1933, per interessamento del canonico Santeramo, allora confessore delle
monache, si invitasse dal collegio di S. Anselmo in Roma il rev. padre
Benedettino don Benno Got, che per una settimana impartì lezioni di canto
gregoriano alla comunità, così si è introdotto il canto liturgico nel monastero.
Anche la visita fatta da S. Eminenza il cardinale Luigi Capotosti in occasione del
centenario della Madonna dello Sterpeto, protettrice della città, nel 1931 fu di
nuovo incitamento per la comunità che attraverso i secoli e le varie vicende ha
cercato di conservare intatto il patrimonio monastico spirituale del passato.
Anche l’edificio mona stico ha conservato qualcosa delle antiche opere d’arte:
un portale bizantino del 1200 e due bassorilievi rappresentanti S. Stefano e S.
Ruggiero del 1300, una statua in legno ed un mezzo busto di argento del
medesimo Santo rispettivamente del 1500 e del 1 700, ed altre cose ancora. Ma
il tesoro maggiore è costituito dal sacro deposito delle ossa di S. Ruggiero che si
conservano sotto l’altare maggiore in un’artistica urna d’argento di stile
romanico, dove furono riposte nell’occasione dell’ottavo centenario della morte
del Santo nel 1928.
Tuttavia al nostro desiderio di conoscere la vita benedettina svoltasi in
questo monastero può riuscire interessante la pietra sepolcrale dove si
seppelliscono le monache e su cui si distingue lo stemma delle antiche
benedettine di S. Stefano rappresentato da una fascia accompagnata da tre
corvi, due in capo affrontati e uno in punta.
I noltre in una sala del convento si può vedere una pittura rappresentante
uno stemma e ai due lati due vedute del monastero. Il monastero è co sì
raffigurato: tre caseggiati, due di forma rettangolare a un piano e torre
rettangolare più alta. Vicino un trofeo trasportato da cavalli su cui svolazzano
tre uccelli.
I l trofeo sembra rappresentare il trasporto delle ossa di S. Ruggiero e i
caseggiati il quarto dell’Imperatore greco su cui fu edificato il convento,
secondo la relazione data dall’anonimo cannese. La pittura però è da assegnarsi
alla fine del 1600 se non addirittura al 1700.
Da una visita eseguita alle fondamenta del convento mi risulta c he tutto il
piano terra era formato da magazzini serventi da deposito i quali hanno le
feritoie di forma gotica in pietra, mentre le volte sono di tufo di carpo. Più
interessante è una stanzetta quasi quadrata costruita in mattonelle di pietra
rustica con bella e alta porta gotica. Dà l’idea del basamento della torre di una
piccola fortezza.
Ma più care delle notizie archeologiche e artistiche del monastero è per noi il
ricordo di due anime morte in concetto di santità: donna Angela Maria di
Gennaro, deceduta il 3 dicembre 1838, e donna Giustina Niccoli di Trinitapoli,
morta il 25 aprile 1897. Questi due fiori sbocciati all’ombra del vetusto
monastero di S. Ruggiero, hanno tramandato fino a noi quella luce di santità che
si sprigiona dalla Regola Benedettina intimamente e profondamente vissuta.
Così ancora oggi dopo otto secoli in questo solitario romitaggio, messo di fronte
alla distesa del mare Adriatico e sulla riva del golfo di Manfredonia, su cui
troneggia col suo miracoloso santuario il Monte Gargano, c ontinua assidua e non
interrotta, sebbene spesso contrastata, la preghiera fervorosa di queste pie
vergini, che implorano da Dio la protezione sul mondo e sulla nostra città,
inginocchiate presso i sacri avanzi del nostro Santo Protettore.
146
Ab ad es se d i S . R ugg ie ro : 1372 – Maria Militis R ichard i. 137 3 – Intella de R iso.
1386 – I s ab e lla d e R is o. 1 514 – A nto ne lla G allio ta. 1526 – G iro lama
C ar ac c io lo . 1540 – Be atr ic e Car acc io lo . 1544 – Cater ina d e Marr a (e altre
o tto ). 1544 – D rus ia Pe tro sina. 1551 – Be atr ic e Ca r acc io lo d i N apo li (co n altre
19 ). 1579 – C ater ina V isc o. 1581 – Laudo nia V ive s . 1588 – A nto nia de Turr i.
1589 – F e lic io na de N ico . 1593 – Mar ia Mar ghe rita d e Pe lleg r inis . 1595 –
V ir gilia Galib er to . 1721 – Mar ianna C am panile.
S . Ma ria d ei T euto ni ci .
P i ù am p ia r is o na n z a as s um e ne i d o c um e n t i S . M ar ia d e i Te uto n ic i in
q ue s to 1 5 0 0 .
S o r g e v a c o n S . To m m as o ne l q u ar ti e r e d i S . G i ac o m o .
I d o c u m e nt i no n i nd i c a no il l uo g o e s a t to , m a q ua l c he s to r ic o lo c al e v uo le
s o r g e s s e c o n S . To m m as o d o v e p o i f u c o s tr u i to S . A g o s t i no “ p r o p e m e nia
c iv it a t is B ar o l i ” (v o l. X C . D . B ar e s e , 1 2 0 9 ) .
N e l 1 2 2 5 s i tr o v a all a d ip e nd e nz a d i S . M ar i a d e i Te uto n ic i d i
G e r us a le m m e , m a g ià ne l 1 2 0 1 F e d e r ic o r e d i S i c i li a p e r i b uo n i s e r v iz i r e s i
a l r e g no d a i c av a l ie r i a v e v a d o n a to q u e s ta c h ie s a c o n i l f o r no d i S .
M ar g he r i ta a P ie tr o , p r io r e d i S . M ar ia d i S ip o n to .
M o l t i d o c um e n t i d a ta l a s ua im p o r t an z a i n t u t ta l a P ug l i a, l a c h i am ar o no
S . M ar ia d e i Te uto n ic i d i P ug l ia , al tr i d i S . Mar i a d e i T e u to ni c i d e B ar o lo .
D if a t ti ne l 1 2 6 0 i l P ap a A le s s a nd r o I V e s s e nd o v e n uto a c o no s c e n z a c h e la
c h ie s a d i S . L e o n ar d o d i L am av o lar ia e r a s ta t a r id o t ta a m a l p ar t i to a l t e m p o
d i Ma nf r e d i , d o p o la b a tta g l i a d i B e ne v e n to , s ino a l p u n to c he e r a s ta t a q u as i
d e l t u t to d is tr ut t a d a i s ar ac e n i d i L uc e r a , d o p o u na in c h ie s t a e s e g u it a d a l
V e s c o v o d i Mo lf e t t a e d al p r io r e E us tas io d e i D o m e n ic a ni d i B ar le t t a, l a m is e
a l l a d ip e nd e nz a d i S . Mar i a d e i Te u to n ic i i n A p u l i a , a s s e g na nd o a c i as c uno
d e i s e tt e c ano n ic i d i q u e ll a S . C as a u na c hi e s a e d u n a p e ns io ne lo r v ita
d ur a n te . ( lo c o c i t ato n ° 1 0 2 )
S . Mar i a e b b e a p r e c e p to r e a n z i a M ag nu s p r e c e p to r lo s t e s s o p r e c e p to r
Baldujnus, il quale, come si è detto, ora prendeva il titolo di S. Maria dei
Teutonici in Apulia, ora di S. Maria dei Teutonici de Barolo. (loco citato)
Il medesimo Alessandro IV concede ai confrati di S. Maria dei Teutonici
l’assoluzione dai peccati purchè passino in terra santa per sostituire i
fratelli defunti e Onorio III nel 1218 conferma la donazione di Federico di
versare ai Teutonici di S. Maria di Barletta 200 oncie in tarì” boni ad
pondus Baroli super Sicla” .
I frati Teutonici accettano donativi per la loro S. Casa e nel contempo
ammettono nella loro comunità persone che diventano oblati e che in certe
occasioni fan vita comune con loro.
E ad esempio fra gli altri c asi notiamo un Ramundus Provincialis, il
quale si offre a Baldovino, precettore, come oblato, dichiarando che se vive
la moglie prenderà il pallio e metà croce, premorendo la moglie prenderà la
croce intera. (1264)
Il sacerdote Pietro Spanadeo, per aver of ferto case e la sua opera di
cantar messe, di celebrare i divini uffici ottiene che i frati lo alloggino nella
loro casa e lo facciano sedere alla loro mensa.
Due molfettesi per aver donato i loro beni riceveranno vitto e vestito.
Un Vitale di Gualberto e la moglie, Benvenuta, per aver donato alcuni loro
beni ottengono che possano sedere alla mensa dei frati una volta all’anno,
che passino loro una tunica di panno camelino e nelle domeniche pane e
vino con due rotoli di carne e alla moglie due salme di frum ento, uno staio
e mezzo di olio, due pese di cacio e di ricotta, un tumulo di fave e mezzo di
ceci.
Galgana, figlia del milite Guidone di Barletta, per aver donato all’ospedale della
predetta S. Casa dei Teutonici alcune sue case e nove vigne con palmenti, ottiene
d ai f r at i l’ as s e g n az io ne p e r un an no d i q u a nto g l i è ne c e s s ar io p e r i l v i t to ,
147
s ua v i ta d ur an te , e c io è : 1 9 s a lm e d i f r um e n to , 3 s al m e d i v i no , u na p e s a d i
c ac io e un a d i r ic o t t a.
E i c o ni ug i , no tar L e o ne d i A ng e lo e N as c a nd a i d i B ar to lo m e o , b ar le t ta ni ,
v e ng o no as s u n ti ne l l’ O r d i ne d e i T e u to n ic i c o m e c o nf r a te e s o r e l la p e r av e r
d o na to i lo r o b e ni ; lo s te s s o o t te ng o no To m m as o d i Ma no p p e l lo e I s ab e ll a d i
F il ip p o d e A m ic is . ( tu tt i q ue s t i d o n a t iv i s o no r ip o r t at i ne l v o l . X d e l
C .D . B ar e s e ) I f r at i d i S . M ar i a d e i T e u to n ic i p o s s e d e v a no u n a s a li n a p e r l a
l av o r az io ne d e l s al e ne l t e r r ito r io d i C a n ne p e r la q ua le i l r e C ar lo I o r d in ò ai
c ab e l lo t i c he i f r a t i no n v e n is s e r o m o l e s ta t i. (1 2 7 1 )
F r a A r na ld o , p r io r e d i S . M ar ia d e i Te uto n ic i in B ar l e t t a f a tr a s p o r t ar e in
A c c o n p e r i f r a t i m e d e s im i e p e r i l P a tr iar c a T . in G e r us a le m m e s a lm e 5 0 0 d i
f r um e n to , 5 0 0 d i o r z o e 1 0 0 d i le g um i .
A l la d ir e z io ne d e l l a c h ie s a ne l 1 2 0 6 -1 2 0 9 v i e r a u n f r a te U r s o ne e un
f r a te R o b e r to ; d i s e g u ito s i tr o v a no .
P r e c e t to r i: 1 2 2 5 – C o r r ad o d i B as il e a . 1 2 2 9 – U g o . 1 2 3 0 – F r a te
A b e l ar d o . 1 2 5 1 - F r at e E r m an no . 1 2 5 2 – F r a te C o r r a d o Pr io r e . 1 2 5 7 – F r a te
R o d ulf us . 1 2 6 1 – D o n R o b e r t us . 1 2 6 4 – B a ld u i n us . 1 2 6 6 – F r a He nr i c us . 1 2 6 7
– F r a J ac o b us . 1 2 7 0 – F r a Jo ha n ne s . 1 2 7 3 – F r a S ar r a c e nu s . 1 2 7 7 – F r a
A r nu lf us . 1 2 7 9 – F r a G u i l le lm us d e O r ne . 1 2 8 1 – F r a H e nr ic us . 1 2 9 0 – F r a
G u id u s d e A m and o le a . 1 3 0 9 – F r a R o b e r t us d e Pr e c i na . 1 3 0 8 – F r a S e v e r in u s .
C o m m e nd a to r i d i S . Le o nar d o e S . To m m as o : 1 5 4 0 – C ar d i na le G ad d i
N ic o l a. 1 5 5 7 – Tad d e o d e G ad d is . 1 5 6 5 – C a r d i n a le N ic o l a G a e t ani
S e r m o ne t a , no m i na to c ar d in a le a 1 2 a n ni . 1 5 7 2 – I l C ar d i na le S ab e l l i c o n i l
t i to lo d i S . M ar ia i n C o s m e d in . 1 5 9 6 – E nr ic o G ae ta n i a nc he d e i d uc hi d i
S e r m o ne t a , n ip o te d e l p r e c e d e nt e .
N e l 1 4 0 0 q u e s ta c h ie s a c o m e le a l tr e p e r d e la s u a p r e m i ne nz a e ne l 1 5 0 0
è r ic o r d at a s o lo d i r ad o . I nc am e r a le r e nd it e d i S . To m m as o .
C h i es a d el l ’ O rd i n e T eu t o n i co . 1 ° - S . Le o nar d o d i S ip o n to o d e Ma t i na .
N o n è u na c h ie s a b ar l e t ta na , m a un a c h ie s a s it u at a ne l t e r r i to r io
s ip o nt i no .
N o i p ar le r e m o d i e s s a p e r c h é al l a s u a d ip e nd e nz a av e v a d ue c h ie s e
b ar l e t t an e S . To m m a s o e S . Mar g he r i ta . Le no ti z ie c ir c a l a s ua o r ig i ne c e
l ’ am m a nn is c o no i d o c u m e n t i p ub b l ic a ti d a l F i la ng e r i ne l v o l. X d e l
C .D . B ar e s e , i n nu m e r o d i 9 0 , e v a nno d a l 1 1 9 7 al 1 3 0 3 .
Q ue ll i r i nv e nu t i d a m e s o no ne l le s c h e d e d e i no ta i b ar le tt a ni .
E ’ r is ap u to , c h e l ’ O r d i ne T e u to n ic o è i l 3 ° f r a g l i o r d in i c av a l le r e s c h i c he
c o m b a t tè p e r le c r o c ia te , e p e r ò m e n tr e S . Le o nar d o i n q u e s to te m p o f io r iv a
p e r la s ua e s te s a p r o p r ie tà , S . To m m as o av e v a i n B ar le t ta un Mag nus
P r e c e p to r c he c o m a nd av a s u t u tt e l e c as e d e ll a Pu g li a .
L o s te s s o d o b b i am o d ir e d i S . M ar g h e r i t a.
A l te m p o i n c ui l ’ ab b ad ia d i S . Le o nar d o f u c o s tr u it a a c o m m e nd a
c o m i nc iò a d e c ad e r e . E c iò p o tè av v e n ir e v e r s o i l 1 5 4 0 . D if a t t i ne l c o l le g io
d e i c ar d in a li i l p r im o c o m m e nd a to r e c he e b b e q ue s t a c hi e s a a lla s u a
d ip e nd e nz a f u i l c ar d in al e N ic o la d e G ad d is d i S . Te o d o r o , i l q ua le d a l s uo
p r o c ur a to r e P ie tr o d i C as tig l i a d i F ir e n z e , r ap p r e s e n t ato i n B ar le t ta d ai
s ig no r i R av as c h ie r i e P in e ll i , p r o p r io ne l 1 5 4 0 /4 1 r i c e v e c o m e i ntr o i to d al la
s ua c o m m e nd a d uc at i 1 40 4 e p o i d u c a t i 4 0 0 p e r v e nd it a d i f r um e n to , d i o r z o
e d i c as tr a t i. Le s o m m e v e ng o no s p e d i te d a N ap o l i a m e z z o d i le t te r e d i
c am b io d a i b a nc hi e r i G ia c o m o e F i l ip p o d e C av a g n is . A ltr i p r o c ur a to r i d e llo
s te s s o C ar d in a le ne l 1 5 5 1 c o m p ar is c o no V in c e nz o e G ir o lam o C i nom o d i
Lucia.
I l secondo cardinale è Taddeo de Gaddis del titolo di S. Silvestro il quale il
17 ottobre 1557 riceve da Sigismondo Pignatelli secreto di Puglia ducati 572
come sovvenzione della c ommenda e l’inventario dei suoi beni. Il terzo cardinale
commendatario è Nicola Gaetani dei duchi di Sermoneta. Il Gaetani era cardinale
presbitero di S. Eustachio. Egli da Paolo V ebbe il permesso d i v e nd e r e a lc uni
beni della commenda, appunto perché detti territori erano divenuti passivi e in
buona parte venivano usurpati dai vicini. Fra i territori da potersi vendere venivano
148
elencati: l a m a s s e r ia d i S . L e o nar d o d i c ar r a 4 e v e r s ur e 1 5 p r e s s o l a B o c c u ta
e A n te ni s i ; 1 4 v e r s ur e c o m p r e s a l a c h ie s a d i S . M ar ia d e l Pe t to ; c ar r a 4 e
v e r s ur e d ue a l l a C o nc a , p r e s s o Tr i n i tap o l i. P e r ta l i te r r i to r i d al s ig no r N ic o la
d e M ic o g li v e n iv ano o f f e r t i d uc a t i 1 0 7 9 .3 .1 0 .
U n q u ar to c o m m e nd ar io d e l l’ O r d in e , ne l 1 5 7 2 , f u i l c ar d i na le S ab e l li c o n
i l t i to lo d i S . Mar i a i n C o s m e d in c o n la p r e c e t to ri a d e l l ’ O r d i ne d i S . M ar ia d e i
T e u to n ic i (G . d e G e r a ld in i s ) . L’ u l ti m o c o m m e nd at o r e d e l l’ ab b ad i a f u E nr ic o d e
G ae ta n i (1 5 9 6 ) n ip o te d e l p r e c e d e n te , i l q u a le d a S i s to V e b b e d iv e r s i
i n c ar ic h i tr a g l i a l tr i q ue l lo d i f ar e le g g e r e in F r a nc i a un r e c a tto l ic o , e d i
p ie g ar e il r e d i Po lo n i a a c o m b a t te r e i l t ur c o .
N o n r iusc ì e m or ì ne l 1599 .
Eg li er a pr esb itero c ard inale d al titolo d i S . Prude nz iana. D al notaio Or azio
d e Leo r is ulta c he es igev a alc uni ce ns i in S . Tom m aso , ce ns i c he do po una
c aus a f uro no agg iud ic ati a tale C es are S c io to e no n p iù a S . Leo nardo . F u di
q ui c he l’abb az ia andò in s face lo . D if atti ess a f u c omp res a tr a que lle c he no n
p ag av ano p iù le ind e nnità alla R . Cor te e pe rc iò c on ord inanz a d el 6 ge nnaio
1557 d ate f uor i pe r m ez zo d e l v ic erè d e l re F ilippo , S ig ism ondo Pig nate lli ebbe
inc ar ic o d i s eq ues tr ar e tutti i be ni d i S . Leo nardo il che eg li ese g uì f ac endo si
ac comp ag nare ne l s eq uestro da 12 so ld ati arm ati.
Co lo ro c he acco mp ag naro no il por tulano ne ll’ es ec uz io ne d e l s eq ues tro
f uro no : G iulio F und ur ig lia, B er nar d ino Mac ius , Giov anni de C alic hio , maestro
G iac omo Boc cuto , Bartolo meo d e Monopo li, V inc e nzo de S cav o d i N apo li,
G io vanni A nto nio de Amb is ino, G iacom o Sp alluz za, N ic ola d i mas tro Pasquale,
A nto nio de C alic hio , S ebas tiano de G am b ates a e S alv atore d i m as tro C ipr iano.
Es s i d ic hiar arano d inanz i al no taio P. d e G er ald inis d i ave r r ice vuto
d all’ ec ce lle nte S ig is mo ndo Pig nate lli duc ati 21 .3 .0 p er mer ced e d i g io rni 9 da
q uando il s ig nor Pig nate lli pre se po ss esso d e ll’ abb ad ia S . Leo nardo e s uo i be ni
a r ag io ne di un tar ì al g ior no per p erso na.
I l 31 magg io 1557 s i p re se pos ses so e f u f atto tutto l’ inve ntario de i beni
d e lla c hies a com e s i rilev a d alle rispe ttiv e s c hede de i no tai G iac omo e Pie tro
d e G erald inis , q uali inve ntar i p er no n r ipe te r s i abb inerò in uno so lo . D al
c ard inale Tad deo Gadd i ar cives covo d i Co se nza era s tata f ittata la m atina d i S.
Leo nardo al mag nif ico F elic e Ur s ino .
I l co ntr atto d i f itto de corr eva dal 1 7 agos to 1555 al 1561 .
So c io f ittavo lo e ra Greg or io de B er nard ino d i S ul m o na.
Le co nd izioni de l co ntratto erano :
c onseg na d i 10 .000 p ecor e ge ntili, 1700 por c i tr a gro ss i e p icco li, 200
c apr e , 35 g iume nti. Po i si agg iunge vano :
S . Leo nardo po sse dev a la m ass er ia de lla Cand elor a; 250 sc ud i d i oro;
r ic eve c arr i 10 d i s ale d alle s al ine d i Manfredo nia.
I f ittaio li pro me tto no d i m ante ner e in de tta abb ad ia a propr ie spe se se i
fr ati e tre se rv ie nti. Og ni fr ate o ltre al v itto e allog g io deve r isc uo ter e duc ati
s e i all’ anno d i pro vv ig io ne .
Per la sc e lta d e i f rati de ve pe ns ar e l’ arc iv esc ovo . In caso d i guerr a, di
m or talità e d i altro d anno for tuito alle pec ore l’ ar c ive scovo , se co ndo l’uso
d eg li Ab ruz z i e Pug lia def alcher à d al f itto l’o tto p er ce nto d e lla so mm a. Le
p ecor e r es tano fr anc he d i f id a co me l’ ha p er p r iv ile g io l’abbaz ia ne lla dog ana
d i Pug lia.
L’ ar c ives covo è te nuto a r ip ar are le fo sse d i gr ano ne lla Torr e de A le manni;
c ede ai f ittaio li la m asser ia d ell’ abb ad ia e cce ttuate le s tanze p er l’ osp edale e
d ue s tanz e nuove p er i frati.
I l s ig nor F e lice term inato il f itto è obb lig ato a co ns eg n are tutto in ord ine
s ia la m asse ria com e g li anim ali.
I l f itto c onve nuto è d i scud i 4500 annui; gar anti s ono: il co nte d i Pace ntro
s uo co g nato , Latino Ur sino s uo z io , e O liv iani C ar ac c io lo altro cog nato di
N ap o li.
149
I ntanto s icc ome il s ig nor F e lice Urs ino no n intende dare p lag iar ia alla R .
Cor te de l suo fitto , cos ì la R . C or te inv iò s eq ues tr o alle e ntrate , be stiam e e
rob e d i d e tta ab bad ia ed e ntrò in pos ses so .
In
for z a
d e ll’or d ine
av uto
S igism ondo
Pignate lli
pr es e
po sse sso
d e ll’ abb ad ia, e ntr ando e us ce ndo d al la c hie sa, g e nuf le tte ndo all’altare
m ag g iore , apre nd o e c hiude ndo le por te e co nvo cando i frati c he la g es tiscono
c he so no q ue lli d e ll’ Ord ine Do me nic ano e c ioè : fr a Co smo Maur iz io di Mar tina
s acres tano , fr a N ico la C ar ac c io lo d i C ose nz a, fr a G iov anni de B or ijs di
B is ig nano , fr a A le ss andro d i Co se nz a. So no ass enti fr a S c ip io ne d i G allipo li e
fr a G iovanni d i Mar tina.
D al no taio e d ai reg i ag enti f u chiamato il s ignor Fe lice Urs ino il q uale
s otto p e na d i 2000 d uc ati co ns eg nò l’ inve ntar io d e i b e ni d e lla m asse ria , dei
c e ns i c he l’ abb az ia e s ige in m o lte c ittà d e lla prov inc ia d i B ar i e O tr anto e
s pec ialme nte in Monopo li, O s tuni, Br ind is i, B isce g lie , Minerv ino e B ar letta e fra
le altr e cos e s i d ic hiara: “ Pie tro de C as te llis , pr oc ur atore d e ll’ ar c ivescovo
c ose ntino attes ta c he al te mpo in c ui la c ittà d i Vie s ti f u asse diata d a l’ arm ata
turc hesc a ess o per ev itar e per ico li c he po tev ano s ucc eder e all’ abb az ia di S.
Leo nardo c he è mo lto v ic ina a q ue lla c ittà ord inò a fr ate G iov anni d i Mar tina
s acres tano , d i chiud ere in alc un e c asse i c alic i, le arge nte rie e i p arame nti, d i
s err are le c as se co n c hiav i e por tar le in Me lf i ” .
Ec co in s unto l’ inve ntar io, pr es entato d al s ig nor Fe lice Urs ino :
N e lla camer a re ale v i er ano un le tto , m ater ass i, c ap itale , m ante , sed ie,
nove altr e s tanz e , c ucina, d ispe ns a, cantina e cc .
N e lla c hies a. Ha q uattro altar i later ali, S . Elisabe tta, S . Leo nardo , S .
Leo nardo nuovo e la V erg ine . L’ altare m agg ior e è anc he d ed ic ato a S.
Elis abe tta, la c ui ico na è c ir co nd ata d ai m ir aco li de lla S anta r ipor tata su
alabas tro , un cr oc if is so gr ande , un panno p er altare , un p iv iale d amascato
c e le ste , tre tov ag lie de altar e , q uattro c and e lieri d i o tto ne , p ulp ito d i leg no ,
un c ande lier e grande d i o tto ne c on cere o d av anti al S ac rame nto , se i mante lli
d i bom bace , una c as ce tta d e a vor io d ove s ta ripo s to lo Sacr am ento (Posso
s bagliar m i, m a pe nso che se i be ni d i S. Leo nardo f uro no soppr es si, in un
te mpo po s ter ior e al 1500, la c as se tta d i avor io p er r iporv i il SS . S acr am e nto e
i d ue antifo nar i m iniati co nserv ati ne lla C atte drale d i B a r le tta po ssono
pro ve nire d a S . Leo nardo ). I nto rno al S acr ame nto un panno ve cc hio d e una
s tatua c he s ta alli grad i de l de tto S acramento , un p anno z am be llo tto
p avo naz zo c he serv e per il p ulp ito quando s i c anta l’Evang e lio .
N e ll’ altare d i S . Elis abe tta e s eco ndo G . de Ger ald inis d i S. C ater ina, una
c av a v ecc hia d e lla Santa, d ue c ande lier i d i fe rro , tov ag lia p anno e cc .
N e ll’ altare o c app e lla vec c hia d i S . Leonar do : una co na v ec chia de l S anto,
p anno d i te la co n cr oce as tile , tre tov ag lie , d ue c is cini, un m and ile , d ue
c and e lier i p icco li d i o ttone .
N e ll’ altare o c app e lla nuov a d i S . Leo nardo : co na gr ande d i S . Leo nardo a
r ilie vo indor ato , p anno c on cr oce , q uattro cande lier i di o tto ne , tre tovag lie ,
c roce as tile .
Nell’altare della Madonna: una cona vecchia della Mad onna con panno croce
e crocifisso grande; organo di ferro scordato, è da due anni che non si suona,
come riferiscono i frati; un libro che serve per le messe cantate; due antifonari
vecchi ; uno briviario scripto ad mano in lictera francesa in carta da cog ro
monacale; due spalterij de coyro vecchi tutti antiqui; uno pulpito del coro.
I n s acre s tia: d ue c alic i co n p ate ne d i arge nto ; un altro c alice c on capp a e
p ate na anc he d i arg e nto; un taber naco lo d i rame dove c’ è una r e liq uia d i S .
Leo nardo ; d ivers e p iane t e ; cam ic i ed altra b iancher ia; fe rr i per le os tie ; uno
s tainato co n la coc hiara pe r lav orare la c er a; d iv ers e c as ce ; un armad io
v ecc hio ; se i ange letti d i bro nzo ; c inque c am pane d i bro nzo ; d ue camp ane lli;
un altar e por tatile ; un s ec c hie tto d i ottone .
Nella dispensa e cucina: tre banchi; capifochi; camastra; caldara; cinque spiti;
una sartagina. Nella cantina diverse botti. Son numerati gli animali della masseria,
150
come sopra, oltre le vacche, i cani, diversi arnesi di a g r i c o l t u r a , c inq uanta tom o li
d i g rano c he F elice Urs ino co nse gnò al s ig nor Andr ea de Lio ne .
N e lla torre A lem anni d i S. Leo nardo v i è la c hies a d i S . Jaco mo c on tutti g li
arre d i s acr i. 600 porc i, se tte cani. I l s uo terr itor io è cos ì d iv iso : v ers ure 156
s em inate a gr ano , 31 ad or zo , 52 a magge se .
I n q ues ta torr e v i è una p ane tte r ia co n m ulo , mulino , m ac ine, co lte lli per
tag liare pas ta, 12 tav o le per te ne r p ane , c ac abo d i r ame p er sc ald ar ac q ua, 7
c up e ti d e apev am i, mor tale di bro nzo e uno d i p ie tr a co n p is to ne , nov e barr ili
nov i.
N e lla m as ser ia d e l la Gavita: ver s ure 88 a g rano , 32 a or zo , 33 a magge se .
D i seg uito sono e le ncati tutti i c e ns i.
Le robe de lla c hies a di S . Leo nar do so no s tate aff id ate dal co mm iss ar io a
fr a Cos mo Marv is io e q ue lle di S . G iac omo de lla torr e A lem anni a fr a G iov anni
d i Mar ti na. Le altre , mob ili ed imm ob ili, dop o il p os ses so il Pignate lli le
aff ide rà ad altr e per so ne d i s ua f iduc ia.
S . Vit al e.
E’ una c hies a d ip ende nte d a S . Lor e nz o d i Av ers a.
Er a sulla v ia v ecc hia d i A ndr ia pre sso S . Arc ange lo . I l 14 nove mbr e 1569 ,
la c hie s a avev a un’ e ntrata d i d ucati 25 sop ra 12 v ig nali che po ss edev a “ e xtra
ter ram B aro li” .
Er a b enef ic iar io de lla c hies a il c hier ic o G ian F erd inando d e Jud ic e,
r appr es entato d al p roc uratore Pie tro A ng e lo Ferr ig no . (no t. Matteo C ur c i)
La c hies a abb attuta p er c aus a de lla g uer ra d e l 1528 s eco ndo un’ord ine
d e ll’ arc iv es covo , dov ev a r ie d if ic ars i in c ittà.
I l 16 agos to 15 91 s i trov a ab ate d i S . V itale di B ar letta do n D onato de
Aff litto d a A malf i. Eg li avev a com e s uo proc ur ator e in B ar le tta l’abate G ian
B attis ta B arb e tta d i B ar letta.
I n q ues to doc ume nto s i affer m a che i v ig nali d i s ua propr ie tà er ano 16 e
c io è und ic i er ano pr ess o S . V itale in B ar le tta, g li altr i c inq ue alla Pisc ina. (no t.
G /pe C ur c i)
N e i v ig nali pr es so S . V itale v i er a un po zz o c he se rv iva all’U niv ers ità co me
abb ever ato io d eg li animali. Tale po z zo p are s ia q ue llo c he d a mo lti anni s i è
abo lito alla p unta d i v ia Tim avo .
S i ag g iunge che p ar te d i de tti v ig nali co nf inavano c on la c hie sa d i S.
Leo nardo là do ve ne l 1571 il r ever e ndo do n Raimo nd o Ag os tino d i Bar l e tta
v ende tte tr e d i d e tti v ig nali per d uc ati 230 al s ig nor G iulio C apoc c ia.
Per altr e no tiz ie ved i nota s u S . Arc ange lo .
S . V ito .
D i S . V ito abb iamo ne l borg o d i S . G iaco mo una str ad a ded icata a S . V ito e
p er c er to una c hies a o m ai d iv e nuta ab itaz ione s e gnata co n il nume ro … .
Ab b iamo po i un c hius o S . V ito e un pe tr aro co n lo s te sso nom e.
Ap par te nev a alla me nsa de ll’arc ipr e te ed er a pr esso la c arrer a c he v a ad
A ndr ia: co s ì s i espr ime un Bo nor um che seg na nell’ atto la d ata de l 1548 e poi
d e l 1630 .
D al no taio C ar is s imo de Ad iutor io s i r icava che B enede tto d e Po m is
po ss edev a q uattro v ig nali in “ loco S . V iti” in B ar le tta (11 lug lio 1524 ) e un
altro doc ume nto de l 1698 (Bo nor um d e lla c atte dr ale ) d ic hiar a che S . V ito era
lo s tes so c he l’ Avvantaggio .
Ch ies e fo rest i ere.
F eud o dell a ch i esa di Tressa nti .
2 ago s to 1586 , no taio A nto nio Bocc uto .
Or az io Fog lia d i N apo li sub aff ittò , c ome proc ur ator e d i Pie tr o de Car av ig lia
d i N apo li a Le lio Urs ino , 30 ver sure d i N av ales e 59 d i r is to pp ia ne l f e udo di
Tre ss anti, p ag ando pe r te rrag io un tomo lo e m e zz o d i g rano pe r v ers ur a e un
151
c arro e m ez zo d i o rzo s ulle r is topp ie . Le lio Ur s ino avr à il d ir itto d i f ar p ascere
20 b uo i ne lla me z zana d i Tre ss anti.
Mont e S ant ’Ang elo .
D a un d oc um e nto d e l no taio G. de G erald inis d e l 27 ago s to 15 4 4 s i co no sce
c he la co nte ss a d i A ltav illa, Lucre z ia Z ur ula, ve dov a d i B ar to lom eo d e C apua e
m ad re d i Luig i de Cap ua, po ss edev a in Barle tta una c as a p er la q uale p ag ava
alla c hies a d i S ant’ A nge lo un c enso d i d ucati 10 p er una mes sa alla s e ttim ana
d a ce lebr ars i a s uo m ar ito in d etta c hie sa d a q ue i c anonic i. La casa er a me ssa
in p ittag io S . Lazz aro .
Mon ast ero di S. L eo ne i n Bito nto .
12 ago s to 1550 , no taio G. d e Ge rald inis .
I l rev . A ttanas io Caracc io lo d i N apo li, ab ate s uper ior e de l mo nas te ro d i S.
Leo ne in B i to nto de lla congr egaz io ne de g li O live tani, re s tituì se nz a inter es s i a
G ian F rances co Rav as c hier i d i N apo li, os s ia p er il d iritto d e lla leg ge del
tag lio ne “ j us talio nis” , s pe ttando al d e tto mo nas te ro d uc ati 110 e c iò p er
s odd isf ar e le d ec ime impo ste d alla S . S ede .
Co me s i ved e la legge d e l tag lio ne in q ues to caso s i r iso lv eva in p e na
p ec uniaria (v ed i Enc ic lope d ia Vallard i).
S anta Maria di Ripa lta in Cerigno la .
14 giugno 1550, notaio G. de Geraldinis.
Leonardo Caracciolo, conte di S. Angelo dei Lombardi, e la moglie
Giustiniana Caracciolo, come veri padroni avevano il “ jus patronatus” sulla
cappella “seu Ecclesia sub titolo S. Maria de Ripalta, in territorio Ciciniole” . La
chiesa era in “ strata Ecclesie S. Caterine” , presso i beni di Fusco de Fusco. Per
detto “jus patronatus” in quest’anno nominarono rettore e cappellano il rev. don
Aurelio de Urso di Piombino dell’Ordine degli Eremitani, dottore in S. Teologia, e
come aiuto seu offerto un fraticello dello stesso ordine per la custodia della
cappella. I l conte dotava la cappella con 30 ducati, rilevati da censi di case e la
signora con ducati 20. Venendo meno detti beni impiegavano le entrate della
defensa, nominata Pesco del Drago, bene burgensatico presso Monteverde. Il
cappellano aveva l’obbligo di celebrar e tutti i giorni la S. Messa.
S . Ch ia ra . Nap oli
2 nov emb re 1596 , no taio Or az io d e Leo .
A lfo nso Gae ta S antacro ce d i B ar le tta anc he a no me de l fr ate llo Ce sare
G ae ta, f ittò i m ar i di R igo li, me ss i in te nime nto d i B ar le tta, co nf inanti c on i
m ar i d e lla Fos s a v erso Bar le tta ad or ie nte e co n i m ar i d i S . C hiar a d i N apo li
v erso Manfre do nia ad o ccid ente .
De tti m ar i f uro no f ittati p er d uc ati 210 ad Anto nio Pe llegr ino d i B ar le tta.
L e Chi es e Roton d e.
I l no taio G iaco mo de G er ald inis in un co ntr atto d e l 23 o ttobr e 1 541 c i fa
c onosc ere c he le c hie se Ro to nd e er ano pre sso B ar le tta tr a la Pis c ina, Mor itano
e S . Mar tino . App ar te nev ano alla Me ns a de l V es covo d i A ndr ia, co nf inav ano
c on la Mas ser ia ap par te ne nte all’ ar c ipre te A nto nio Bo ne lli e in par te ag li e redi
d i Fr anc es co A nto nio d e Marr a.
N o n s i s a q uante erano le d ette chies e, s i c o nos ce però c he ess e
for m avano una Mass er ia d e ll’e s te ns ione d i carr a 6 , d i c ui f u er ede Bar tolo meo
B one lli (Or az io de Le o 28 se tte mbre 1540 ).
I l 29 apr ile 1589 (O . d e Leo ) com par isc e prop r ie tar io A nto nio de Marr a e la
m og lie Laura Malle o r icev endo d alla dog ana a cui le av ev ano f ittati g li or tagg i
d e lle d e tte c hiese R o to nde in doc . 9 -3 -10 .
152
A nche S . Mar tino com e si è de tto ne lla r isp e ttiva no ta avev a il no me d i S.
Mar tino ro to ndo .
Mont e Sa cro .
N o n è una c hies a bar le ttana, m a una c hie s a c he ha re laz io ne co n B ar le tta.
C hie s a d i cui s i v edo no i r ud er i s u Mo nte S antange lo e di c ui ha p ar lato nel s uo
s tud io il s ac erdo te Pr inc ip e d i Mattinata. Ave va alla s ua d ipe nde nza, S.
Tom m aso e S . Marg her ita d e i Te uto nic i.
N e l 1539 s i trov a g ranc ia d i q ues ta c hies a S . Te c la d i V ies ti, la c ui
pro pr ie tà terr atic a er a s tata f ittata ad un b ar le ttano . Ec co il do c ume nto .
I l re vere ndo do n Antonio Bo ne llo propr ie tar io Apo s to lico e A rc ipr e te d i
B ar letta, pro c ur atore d el C a rd inale do n G io vanni de l tito lo d i S . V itale de
Mo nte , le gato d e lla Gallia C is alp ina e pe rpe tuo co mm endato re de ll’ arc iv es covo
s ipo ntino f ittò al b ar le ttano Pellegr ino de Maro ldo, ab itante in V ies ti la granc ia
d e tta d i S . Tec la, vo lg arm e nte S . Tec hia, granc ia de l Mo nas tero d i Mo nte S acro
d ip e nde nte dall’ arc iv escovo s ipo ntino . Da de tta granc ia s i r icav av a un ce nso d i
d uc . 35 .
Ch iesa di S. Gio vanni in Lam is .
S an G io vanni in Lam is non è c hies a d i B ar le tta.
U n doc ume nto però de l 23 se tte mbr e 1544 pre ss o il no taio G iacomo de
G er ald inis , affer ma c he il s ig no r Frances co V eneto d i Bar le tta è proc ur atore
d e l c ard inale A les sandr o F ar ne se d i S . Lore nzo in D am aso , d iaco no C ardinale
d i S . Ro m ana C hies a e ab ate d i S . G iovanni in Po mis de ll’Ord ine C is te rce nse
(d io ces i S i po ntina). Eg li co me ab ate s eu C om me nd ator e sos tituito d al rev.
F ab io A rce lla d i N apo li, in te rra S anti Merc ur ij , pr ende p oss es so de lla
Co mm e nd a d i S . G iovanni in Lam is .
Sant a Ma ri a d ei Miracol i .
E’ una c hies a be nedettina ap par te ne nte alla c ittà d i Andr ia de lla
c ongreg az io ne de i C as s ine s i com e d ic hiara un do c um ento d e l 26 se ttem bre
1593 de l no taio O . de Le o. I mo nac i G iovanni Mic he le d i Pav ia, abate d i S.
Mar ia d e i Miraco li d i A ndr ia, rappre se ntato da d on Lore nzo e d a do n G iustino
d e Som mo , ce llar ar io dell o s tesso co nve nto , f ittaro no ad Ottav io Co g ne tta di
B ar letta la Matina de tta “ La scor c ula ” in te nim ento d i Andr ia, pro pr ie tà de llo
s tes so co nv e nto , de ll’e s te ns io ne d i c arr a 12 s eminator ie p er d ucati 250 . Con
q ue s ta c hie sa av eva re laz io ne la c hies a d i S . Ma r ia de llo S terp e to in B ar letta.
Mont everg in e.
I n pertinenza di Barletta, dice un documento del 1547, vi era un “ clusus
Montis Virginia” che apparteneva alla chiesa di S. Maria di Monteverde, intendi il
santuario esistente in provincia di Avellino.
Difatti per esigere i censi, “ jura, redditi et introytus” , spettanti al detto
monastero come si ricava da altro documento del notaio G. de Geraldinis, a dì
23 luglio 1564, era stato mandato in Barletta per atto di procura fra Sebastiano
Rogirello de Carisio prov eniente dalla chiesa benedettina di S. Donato, in Ascoli,
il quale veniva ad esigere in Barletta le predette entrate del monastero di
Montevergine.
Sta di fatto che Sebastiano Pepe per 5 vigne in cluso “ Montis Virginia”
(presso Barletta) pagava tarì uno e grana 10. (1547).
Le monache di S. Chiara possedevano in detta località vigneti 3 ed esigevano
da Nicola Miccoli de Luca, asinario di Barletta, tarì 4. La cessione si faceva per 29
anni (29 settembre 1428 pergamene presso la cattedrale). Lo stesso avveniva da
parte del maestro Nardo de Alessandro, costui, avendo fatto testamento, ai preti
153
di S. Sepolcro legò pro anima alcune vigne che egli possedeva in “ cluso Montis
Virginia” (16 settembre 1428 pergamene cattedrale).
Cas al Trinit à.
I n un fog lio d i S . V is ita attr ibuito al 1572 -1582 s i leg ge : la c hies a d i S.
Stefano si è trovata scoperta ed è stato dato ordine a don Benedetto arciprete
di ripararla.
Nella chiesa della SS. Trinità fora detto Casale sul fonte battesimale si è
trovato “un panno fermato con un pe zzo di chinco e dentro si è trovata una
serpe cucitana viva e un cento pede morto con molte altre brutture ”. Si è
ordinato di buttare la serpe e il centopiede nel sacrario, di accomodare la fonte
e di creare il libro dei battezzati. La chiesa ha tre altari oltre quello maggiore,
uno dedicato al SS. Sacramento e gli altri due uno alla Madonna della Grazia e
l’altra alla Madonna dello Rito.
Casal Trinità come pure Margherita di Savoia o Saline dipendevano dalla
parrocchia di S. Giacomo in Barletta. Lo stesso fu di S. Ferdinando (vedi: storia
manoscritta di Trinitapoli del canonico Santeramo presso l’archivio Municipale
della detta città).
Le Confraternite e il culto della Vergine e dei Santi.
I l movimento religioso in Barletta, trova una chiara conferma oltre che nella
esistenza delle diverse chiese e dagli Ordini religiosi, anche nelle confraternite e
nel culto della Vergine e dei Santi.
Di questi due argomenti se ne fa cenno nel trattare delle singole chiese,
però è necessario ricordare che delle confraterni te ho dato un saggio abbastanza
rilevante su la “ Voce del parroco” giornaletto pubblicato dal sacerdote Sabino
Cassatella e in diversi numeri dal 1947 al 1949.
I n detto studio si mettono in evidenza l’epoca e le benemerenze per cui le
confraternite furono istituite nelle chiese di Barletta ed erano ben 15.
Di quelle ancora esistenti una sola è di benemerenza: quella del Monte di
Pietà, le altre sono tutte di culto e vengono così elencate: due del SS.
Sacramento canonicamente erette una in S. Maria Maggiore e una in S.
Giacomo, una dedicata alla S. Croce in S. Sepolcro, una allo Spirito Santo, una
alla Sacra Famiglia e quelle di S. Antonio, S. Cataldo, S. Domenico, S. Gaetano,
nelle chiese omonime, e poi, S. Giuseppe dei Foresi in S. Maria della Vittoria, S.
Giuseppe degli artieri in S. Giovanni di Dio, l’Immacolata in Nazaret, quella del
SS. Salvatore in S. Agostino, quella di S. Francesco da Paola in S. Andrea,
quella del Purgatorio.
Lo stesso si deve dire per quello che riguarda il culto della Vergine e dei
Santi. Per essi non solo si è dato lo spunto quando si è parlato dei quadri
artistici esistenti nelle chiese e di altre opere monumentali quali il Graduale e il
Vesperale miniati della cattedrale e il breviario abbreviato del Santo Sepolcro,
ma in modo particolare si è trattato e si è dato un saggio quando si è pubblicato
il volume: “ Studi e documenti su S. Ruggiero ” di mons. Nicola Monterisi.
Uno scrittore parlando di Napoli ha scritto che “ il reame di Napoli nel ‘500 e
nel ‘600 fosse un paradiso abitato da demoni”. Però lo stesso scrittore aggiunge
che “l’ardore di quella vita, il lusso gentilizio e le opere di carità davano
l’illusione del lavoro e dell’amore più forte in opposizione alla nausea dell’ozio e
del vizio”.
E come in Napoli così in Barletta.
Quando io leggo che la signora Silvia Strozzi, moglie di Francesco de Marra,
vuol essere sepolta in S. Domenico scalza, con una pietra sotto il capo (1594),
che Marino Santacroce anche egli vuol essere sepolto con l’abito di S. Domenico
e coperto di sargia bianca (coperta bianca) (1544); che Stefano Granata, notaio,
appena spirato vuole si suoni la campana grande di S. Maria Maggiore (1542);
che Cataneo Ravaschieri vuol essere vestito con gramaglie nere e accompagnato
da tutti i cleri alla sepoltura (1570); osservo che il pensiero della morte è valso
a qualche cosa, e in modo particolare a mantenere in buona correzione di vita
almeno da queste persone che rappresentano la parte più cospicua della città.
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E qui dovremo parlare delle Sante Quarant’ore già in vi gore nella nostra
città dal 1540; della processione del Venerdì Santo che ha inizio dal 1504;
dovremmo parlare della processione del Santo Legno della Croce, ma di questi
argomenti ho trattato nel libro della Peste del 1656 in Barletta.
Ora con grande ramm arico noterò che le nostre chiese con la soppressione
degli Ordini religiosi e dei loro beni non hanno potuto progredire e che i beni
stessi dopo aver arricchito tre o quattro di quelli che ne seppero approfittare,
nessun vantaggio hanno apportato né allo Stato, né alla popolazione.
Le relazioni della chiesa di Barletta con quella di Trani.
Le relazioni della chiesa di Barletta con quella di Trani non furono sempre le
più amichevoli. La chiesa di Barletta sorta a grande importanza dopo la
distruzione di Ca nosa, sin dal secolo I X (presso padre Raschini, Roma) a
malincuore si assoggettò alla giurisdizione dei vescovi e poi degli arcivescovi di
Trani, tanto più che dal 1317 al 1554 albergarono in Barletta i vescovi di Canne
e poscia dal 1327 al 1818 gli arcive scovi Nazareni, e gli stessi re la tennero in
gran conto dichiarandola “ caput regionis” .
Le prime notizie della esistenza di un arciprete in S. Maria Maggiore
rimontano al 1147, ma prima di questa data un arcosolio, messo sotto l’attuale
campanile con al d i sopra una SS. Vergine Orante indicano l’esistenza di una
catacomba fuori terra che può rimontare al secolo VIII e quindi di ammissione
dell’esistenza di una chiesa parrocchiale molto più piccola, ma molto più antica
dell’attuale.
Nel 1063 già si parla di una parrocchia di Barletta dipendente da
quell’arcivescovado (Arcangelo Prologo: Le carte dell’archivio Metropolitano di
Trani – Vecchi – Barletta 1877) e poscia di privilegi che la chiesa di Barletta da
tempo godeva ed esercitava, principale quello della processione delle Rogazioni,
delle Palme e di alcune altre non elencate e che l’arcivescovo a suo arbitrio e a
sua stima disponeva di eseguire in modo particolare di venire in Barletta il
Giovedì Santo “pro facienda alsolatione”.
Questo documento del 1214 riportato dal Prologo in un altro documento che
riguarda S. Samuele non ha altri riscontri dell’uso vigente se non in un
documento del 1505 dell’Università di Barletta, pubblicato nel repertorio delle
pergamene di Barletta il 1904 (Prologo: Documenti su S . Samuele, n° 102 pag.
209).
Quest’ultimo è stato attaccato di falso dal Vito Vitale in un opuscolo da lui
stampato il 1907 (Tip. d’Auria, Napoli, n° 48 pag. 224), avrebbe tutti i caratteri
di un vero falso. Si tratta di una convenzione stipulata fra l’arc ivescovo di Trani
e la città di Barletta, relativa agli obblighi che lo stesso arcivescovo assumeva
per la sua venuta a Barletta nelle diverse festività. Di seguito in esso si afferma
che venne redatto in Venezia nella chiesa di S. Samuele il 20 dicembre 1 504,
indiz. VII , anno II di Papa Giulio II , essendo arcivescovo di Trani il cardinale de
Helva, rappresentato dal suo vicario l’arcidiacono Nicola Antonio di Trani,
assume un aspetto di falsità secondo quello che dimostra il Vitale, appunto
perché si fa approvare una bolla da Papa Leone X il 1° novembre 1524, mentre
Leone X era già morto il 1° dicembre 1521. E la cosa più strana è questa, non
solo il repertorio delle pergamene (n°125) riporta questo madornale errore di
data, ma tutti i notai di seguito lo r ipetono (G. de Geraldinis, 1566 e 16 marzo
1579 – P. de Geraldinis, 30 marzo 1564).
Io non starò qui a riportare il contenuto di ciascun documento ma mi basta
dire che in ognuno di essi con particolari diversi di persone e di circostanze si
ripetono le date papali errate, le aggiunte di una decisione rotale del 12 maggio
1561; gli obblighi dell’arcivescovo e la multa pecuniaria a lui stessa inflitta e
che nel caso del non intervento si sarebbe passata ad altro vescovo.
Quello che è da notare però è questo c he mentre nel più antico documento si
parla solo delle processioni delle Rogazioni, di quella delle Palme, negli altri
documenti ripetuti si parla dell’assoluzione del Giovedì Santo e sua processione,
e della festa del Corpus Domini oltre che dell’assoluzi one della Cresima, della tassa
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nell’amministrazione del matrimonio, del tribunale in cui i chierici di Barletta
dovevano essere giudicati, e della collazione dei benefici, cose che
generalmente risultano da leggi canoniche e da consuetudini ben note, mentr e è
molto strana la multa che l’autorità civile debba imporre ad un arcivescovo e
che l’approvazione di tale multa debba pretendersi sia stata sanzionata da una
bolla di Papa e da un Breve della S. Rota.
Ad og ni mo do a me p are c he il V itale alme no in q ue s t ’ ultima p ar te s embra
aver r ag io ne s ebbe ne la d ata può e ss ere s tata un gros so lano er rore di
tr as cr iz io ne co me anc he lui asse r isc e . Difatti in un libro c ap ito lare in c ui s ono
r ipo rtate altre b olle e pr iv ile g i la bo lla d i Leo ne X, s tilata in q ue l libro vers o il
1647 è cos ì datata “ Datum Ro me ap ud Santum Pe tr um , A nno Do m ini 1517
Kale nd is Nov embr is , Po ntif ic atur no s tr i Leo nis X anno V ” .
La s tess a bo lla è po i aute ntic ata d al no taro De lia e tro vas i in o r ig inale
ne ll’arc hiv io civ ico .
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PUBBLICAZIONI CURATE DAL C.R.S.E.C. DI BARLETTA
- HISTORIAE
Luoghi, miti e leggende di Puglia, 1987
- Vita religiosa ed ecclesiastica a Barletta nel Medioevo, 1993
- Nuove acquisizioni sull’opera e sulla vita di Mauro Giuliani, 1993
- FEDERICO II
Cronaca della vita di un imperatore e della sua discendenza, 1995
- BARLETTA:
Custode di insigni reliquie della passione di Cristo, 2000
- La processione del Venerdì Santo a Barletta, 2000
- Giornale autografo di S.E. Don Antonio De Leone
Cavaliere dell’Ordine Reale delle Due Sicilie, 2001
I parte
- Biblioteche e scrittori illustri a Barletta, 2001
- GIUSEPPE GABBIANI
La vita, la personalità, l’attività e gli onori di un artista per
passione e un collezionista d’arte per cul to, 2002
- I Templari a Barletta – Nuove acquisizioni, 2002
- Il prestito obbligazionario della Città di Barletta 2003
- I borghi antichi di Barletta – 2003
- 8 settembre ’43 – La rifondazione della Patria
2003
- Barletta durante l’occupazione alleata - 2004
- Giornale autografo di S.E. Don Antonio De Leone
Cavaliere dell’Ordine Reale delle Due Sicilie, 2004
II parte
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