PDF - Spaghetti Writers

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Degenze, #1
Francesco Casini
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Navigavo su internet. Forum, Youtube, Facebook e poi BUM. La sedia è esplosa. Mi sono ritrovato
pezzi di metallo, stoffa e plastica, conficcati nel culo. Senza preavviso, cigolii, segni di cedimento, è
semplicemente esplosa. A posteriori ho saputo che le sedie ad altezza regolabile hanno un pistone a gas
nella colonna centrale. Uno su un milione può saltare in aria. Adesso devo stare sdraiato sui fianchi
altrimenti sanguino e la notte sto a pancia in giù. Non riesco nemmeno a camminare, ho il catetere e
tutto il fondoschiena fasciato, sembra un pannolone. La sedia mi ha aperto il sedere come un melone.
Non ho più l’ano, è schizzato sul soffitto. Per cacare mi hanno fatto un buco nella pancia, ileostomia si
chiama. L’intestino rosso vivo spunta dal ventre e rilascia gli escrementi in un sacchetto. Al pronto
soccorso mi hanno detto che sono stato fortunato, c’è gente che è morta su quelle sedie. Dovrò aspettare
un bel po’ per tornare a usare il cesso. Nel frattempo mi fanno mangiare minestra di verdure, minestra
di cereali, minestra al farro e vellutata di ceci. Da bere mi danno succo al mirtillo per diminuire gli
odori intestinali. Con tutte queste fibre cambio il sacchetto dieci volte al giorno. E pensare che ero
stitico.
Ricevo messaggi calorosi sulla bacheca di Facebook ma nessuno viene a farmi visita. Ogni tanto ricevo
sms preoccupati da sconosciuti e io ringrazio. Quando te la passi male la gente stranamente s’interessa a
te. Magari racconta anche di te in giro. Hai sentito tizio? gli è scoppiata una sedia sotto il culo. Sì! una
sedia da ufficio, giuro! Adesso caga in un sacchetto. Occhi sgranati, espressioni meravigliate. Magari c'è
pure qualcuno che si vanta di conoscerti. E così tutta la città viene a sapere del tuo culo a brandelli.
Quando te la passi alla grande invece la voce non si sparge, se non per invidia. Strano fenomeno quello
della solidarietà.
Il medico che mi segue è una donna avvenente di mezz'età, capelli lisci biondo cenere, con la voce
rovinata dal fumo. Non porta la fede e mi perdo nei suoi occhi quando parla. Dice che possono usare
un po’ di carne delle cosce per rifoderarmi il sedere. Le ho consigliato di prendere un po’ di grasso dalla
pancia, che lì non manca mai, ma pare non funzioni così. Non importa, mi farei fare qualsiasi cosa da
lei. Se mi avesse chiesto d’amputare il braccio per allungare il pene, perché a lei soddisfano solo i
superdotati, non avrei esitato un secondo. Ha uno stile acqua e sapone che mi fa impazzire. Voglio
corteggiarla ma è difficile farlo mentre parliamo del mio culo. Non sono mai finito sotto i ferri quindi le
ho chiesto se in sala operatoria mi avrebbe tenuto la mano. È scoppiata a ridere dicendo di non
preoccuparmi, interventi del genere sono di routine. Poi ha sculettato via con un sorriso malizioso.
Sono parcheggiato in chirurgia d’urgenza. Nella mia stanza abbiamo tutti problemi al didietro. Il letto
accanto al mio è di un vecchio rinsecchito. Ha gli occhi brodosi, la pelle macchiata e un cancro al colon.
Di fronte a me c’è un ragazzo gay, dicono si sia perforato l’intestino con un dildo gigante. Non sembra
preoccupato, si fa le sopracciglia e discute di make-up con le infermiere. È un bel ragazzo un po’
stempiato con gli occhi azzurri. Un sacco di amichette vengono a fargli visita portando fiori e
cioccolatini. A me e al vecchio non viene a trovarci nessuno. Lui è scorbutico come tutti quelli della sua
età. Ce l’ha con le infermiere incompetenti, col materasso troppo morbido, col cibo insipido, i
termosifoni non funzionanti, le coperte sfilacciate, il cuscino floscio, gli spifferi, i medicinali. Ce l’ha
con tutti tranne col suo cancro. Ce l’ha perfino col gay, dice che è troppo appariscente, che gli sbatte in
faccia il suo essere invertito. Invertito lo chiama, quasi lo urla. Dice che ai sui tempi gli invertiti li
purgavano. Rispondo che magari al nostro compagno di stanza le purghe piacciono. Lui solleva gli
occhi al cielo e si fa il segno della croce. Lo vorrei soffocare coi cuscini che odia tanto ma non posso
ancora alzarmi.
Ho bisogno di distrarmi. Muoio dalla voglia di fumare una sigaretta. Nemmeno il caffè ti portano qui
dentro. Protesto che se la passano meglio in galera ma l’infermiera pensa che scherzi. Domando se
hanno almeno dei libri, delle riviste, un quotidiano, un opuscolo, qualsiasi cosa, andrebbe bene perfino
la Bibbia. Non c’è problema dice. Torna dopo due ore con Io Donna del 2004. La copertina è sciupata
dall'umidità, mancano delle pagine e ci sono macchie sospette ovunque. Il gay sembra interessato.
Colgo l’occasione per fare due chiacchiere. Gli chiedo se il comportamento del vecchio gli dia noia ma
lui scuote la testa. È abituato a essere schernito. A scuola era grassottello e lo bullizzavano. A una recita
scolastica trovarono delle gonne tra i costumi di scena e gliele tirarono. Vestiti per noi, gli urlavano,
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facci vedere come sculetti! Guarda come sei grasso, scommetto hai le tettine! Invertito è quasi un
complimento a confronto. Gli chiedo se ha fatto le scuole in Nord Corea. In Calabria risponde. Dice gli
insulti gli scivolano di dosso, sembra sincero. Se lo vogliono perseguitare solo perché prova amore per
altri uomini, che facciano pure, la storia gli darà ragione. Gli chiedo se si crede Gesù a fare certi discorsi
e ci facciamo una risata. Il vecchio ha ascoltato tutto. Alla fine si rigira nel letto borbottando che siamo
dei maledetti deviati.
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