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1 “Hasta el divano Siempre” 2 “Sono un pigro. Rivoluzionario, ma pigro. Questo è il mio diario.” El Putrido 3 ONE MOMENT! Vuoi ascoltare musica figa mentre leggi? Clicca il bottone!!! Yes! I WANT Musica Feega! 4 24 aprile Marketing Domani è il 25 Aprile, giorno della Liberazione. Sarebbe fantastico cominciare la Rivoluzione proprio domani. Ho mandato l’evento a tutti i miei contatti su feisbuk, ma poi mi sono ricordato che domani, oltre ad essere l’anniversario della Liberazione, è anche l’anniversario di matrimonio dei miei genitori, e quelli avevano prenotato l’agriturismo. Ho dovuto annullare l’evento su feisbuk. Una bella figura di merda, visto che c’erano ben 12 amici che avevano cliccato “forse parteciperò”. Comunque, poco male. Roma non è stata costruita in un giorno e ho già un sacco di idee. Ho scritto il “Manifesto della Rivoluzione Senza Sbattimento”. Adesso ti scrivo qua sotto la bozza, POI magari lo correggo con calma che oggi pomeriggio devo andare ad un corso che ti insegna a non rimandare le cose. Ah, p.s. devo assolutamente ricordarmi di chiedere a Nico se vuole partecipare anche lui alla Rivoluzione. No, mica per niente. E’ che poi se scopre che faccio qualcosa senza 5 coinvolgerlo, mi infama sempre che non lo cago abbastanza. P.P.S. Il manifesto l’ho scritto come se fosse stato qualcun altro a raccontare di me quando ho avuto l’ispirazione. Geniale no? Così sembra che c’è già qualcuno che ne parla e si alimenta il mito. Ma quante ne so? Dovrebbero darmi il premio Nobel per il Marketing, a parte quello della Pace. Va bè, quello della Pace lo vincerò solo dopo aver portato la Pace. Ma prima devo fare la guerra. Cazzo, che fatica, sono già stanco al pensiero. Bozza del “Manifesto della rivoluzione senza sbattimento” (romanzata ndr) Ottobre, come si sa, è il mese delle rivoluzioni. Poi vai in un supermercato e inizi a vedere gli addobbi di natale e perdi il filo del discorso. “Babbo Natale, reazionario di merda”, esclamò un giorno El Putrido, il filosofo del nostro movimento. El Putrido tornò a casa e capì che la rivoluzione non ci sarebbe mai stata, senza prima fissare delle regole. Prese un Kinder fetta al latte e iniziò a scrivere il “Manifesto della nuova Rivoluzione”. Quando sfondammo la porta, preoccupati per la sua assenza alle assemblee del Komitato Rivoluzionario, lo trovammo senza vita… 6 disteso su un foglio, sporco di Kinder Fetta al Latte (p.s l’ autore dichiara di non aver percepito denaro o favori dalla Kinder per questa nota. Però il Kinder fetta al latte è buono e nutriente e vi posso assicurare che sono malelingue quelli che affermano che è morto per colpa del KINDER FETTA AL LATTE). Dopo aver rimosso il cadavere e finito di mangiare le scorte di Kinder fetta al latte, iniziammo a leggere quello che aveva scritto sul foglio. Lo riporto in questa nota, sicuro che il suo apporto cambierà tutto in questo Paese, tranne la bontà del Kinder fetta al latte MANIFESTO RIVOLUZIONE. DELLA NUOVA LA RIVOLUZIONE SENZA SBATTIMENTO di “EL PUTRIDO“ 1) La rivoluzione deve essere totale: culturale, sociale e militare. Ma perché devo cominciare proprio io? 7 2) La rivoluzione avrà il suo inno. Quando entreremo a Roma vincitori, canteremo tutti una canzone. Finché non avremo l’ inno ufficiale, i rivoluzionari dovranno allenarsi a fare entrate trionfali cantando la “Danza Kuduro”. Lo so non è rivoluzionaria, ma è l’ unica di cui posseggo mp3 legalmente scaricato da itunes. 3) Una volta portata a termine la rivoluzione, bisogna essere pronti a trovare qualcuno a cui dare la colpa, se qualcosa va storto. Visto che l’ idea è mia, evitate di dare la colpa a me, stronzi. 4) Alla rivoluzione parteciperanno tutti. Anche quelli che vogliamo cacciare. Lo so, sembra non avere molto senso, ma vedrete che andrà così. Siamo in Italia. 5) Abbiamo bisogno di un leader bello e intelligente. Se proprio dobbiamo scegliere, basta che sia bello. Deve venire bene sulle magliette e le bandiere. 6) La Rivoluzione non dovrà mai cominciare di sabato, o domenica (c’ è il campionato) 7) La rivoluzione non dovrà mai cominciare di martedì o mercoledì (c’ è la champions) 8 otto) La rivoluzione potrà cominciare di giovedì (perché l’ Europa League non la segue nessuno) 9) La rivoluzione non dovrà mai cominciare d’ estate (fa troppo caldo) o d’ inverno (fa troppo freddo). Ma neanche in primavera (cazzo, una stagione bella…che già dura poco…fatecela godere). L’ autunno forse va bene. Ma dobbiamo decidere tutti insieme. 10) La rivoluzione dovrà prendersi tutto il tempo che serve per essere portata a termine. Tanto io vi guarderò da qui… e non ho altro di meglio da fare. Il motto della rivoluzione è: Meglio un Kinder fetta al latte oggi che La fabbrica di cioccolato domani. (Anzi no, è troppo lungo… meglio...”Hasta el divano siempre!”) El Putrido 9 25 Aprile Agrivolution “Hasta el divano siempre” Oggi è stata una giornata campale. Arrivati all’agriturismo, per l’anniversario di matrimonio dei miei, ho capito subito che sarebbe stato difficile uscirne vivo da due cose: 1) la corriera targata Belluno che ha scaricato 50 Alpini e relative consorti per la consueta gita annuale 2) l’animatore, ingaggiato dai miei, che provava l’impianto con le basi Karaoke dei balli di gruppo. Dopo due ore, nella sala interna, gli alpini erano già alla grappa e intonavano “Quel mazzolin di fiori”, mentre nella veranda estiva, mio zio Eugenio, ubriaco, guidava gli irriducibili dell’ Alligalli. Io ero seduto proprio in mezzo ai due fuochi e mi arrivava “QUEL CONTINENTE NERO/CHE VIEN DAL PARAPONZI/ E BADABEN CHE LE GIRAFFE TE LO VOGLIO REGALAR!” Ho cercato un po' di pace sotto un albero di Albicocche e ho iniziato ad appuntarmi i cardini del piano rivoluzionario. Non sono ancora pratico con lo smartphone, per cui, 10 dopo mezz’ora ero riuscito a scrivere quanto segue: “La rivplyzionw è nwcesssariz. Non su può pi§ aspwttare. Perà non è chw posso perdwrmi il limoncwllo.” Dopo il quinto limoncello, mi sono un pelo rilassato anche io. Allora sono andato dagli alpini per intervistare qualche valoroso ex partigiano, per fare amicizia ed esporre il mio progetto rivoluzionario. E magari, avere qualche buon consiglio, soprattutto di tecniche militari. Purtroppo, tutti parlavano in veneto stretto, per cui non ho capito una benemerita mazza di quello che mi dicevano, tranne che tutti erano d’accordo sul fatto che io fossi un “mona”. Credo che sia il loro modo gergale per indicare la gente coraggiosa. Tra l’altro devo essere risultato proprio simpatico, perché mi sorridevano tutti. Anzi, di più. Ridevano proprio. A mezzanotte, dopo aver ascoltato 5 volte di fila zio Eugenio che cantava il Waka Waka al karaoke, sono tornato a casa convinto di una cosa: quando la Rivoluzione avrà conquistato il potere, bisognerà per prima cosa rendere incostituzionali i balli di gruppo e punire con il carcere e il lavori forzati gli autori del “Pulcino Pio”. Buonanotte, El Putrido 11 26 Aprile Look Oggi sono andato in Montagnola a Bologna a comprare qualcosa per avere il giusto look rivoluzionario. Non è che puoi fare la rivoluzione con le All Star e la Lacoste. Oddio, se sulle Lacoste, invece del coccodrillo, ci fosse un iguana, magari saremmo meno fuori tema. L’idea era quella di andare sul cubano chic, cioè una roba che vada bene per sopravvivere tra i boschi in caso di guerriglia, ma che sia anche accettabile durante un aperitivo in via Gallucci a Modena, dove non è che puoi trascendere troppo il modo di presentarti. Qui in provincia puoi anche avere il cadavere di tua madre nascosto a pezzetti in freezer, basta che ti vesti in modo decente. Tra l’altro, mentre pensavo a questa cosa del look guerriglia-aperitivo, ho avuto l’illuminazione. Le riunioni dei collettivi rivoluzionari sono sempre tristi: se va bene sei in uno scantinato in mezzo a damigiane di vino vuote. Puzza di umido, lampadine che non fanno abbastanza luce e umore poco sunny. E’ chiaro che poi, quando cerchi di coinvolgere qualcuno alle riunioni, la maggior parte degli invitati non ti caga e quei pochi che vengono 12 sono dei depressi cronici e pessimisti che portano anche sfiga. Invece, se fai un “aperitivo rivoluzionario”, il successo è assicurato. Un bello spritz, veranda all’aperto, figa, magari la finale di Champions; e tra il primo e il secondo tempo fai un banchetto e raccogli le adesioni per formare un esercito. Se la metti sull’easy e offri un mojito per ogni amico che convinci a morire per la causa, in un quarto d’ora hai tirato su mezza fanteria. Mi sono appuntato l’idea pubblicando uno status in codice su feisbuk: “aperolution”. In dieci minuti sono arrivati 28 “mi piace”. Che cazzo clicchi “mi piace” se non sai neanche di che cosa sto parlando, idiota! Appena arrivato in Montagnola, prima di ricordarmi cosa ero effettivamente venuto a comprare, mi sono ritrovato con delle buste piene di cose che con la rivoluzione non c’entravano niente: una maglietta usata del Bayern del 1974, otto chili di incenso cancerogeno, un pelapatate, una rotella tagliapizza, un fermacarte intagliato in legno fatto a mano proveniente dall’Africa ma fabbricato in Cina e un vinile originale di “Gelato al cioccolato” di Pupo. Pupo mi fa cagare, ma costava solo 1 euro. Mi è sembrato un affare. Alla fine sono riuscito anche a prendere tutto l’occorrente per il look cubano-chic, compreso 13 uno Swatch col cinturino recante la bandiera dell’ Unione Sovietica. Era rotto, ma se mi serve sapere l’ora, ho il cellulare. Quando sono arrivato a casa ho provato i vari outfit davanti allo specchio per delle ore. Il futuro leader dell’aperolution era quasi perfetto. Mi mancavano solo una decina di lampade abbronzanti. Ho prenotato il centro estetico tramite Groupon e sono andato a letto con un solo pensiero: “speriamo che tutto questo aiuti il mio Paese e mi porti tanta figa. Ma se proprio devo scegliere, il mio Paese può anche finire in mano ai Talebani.” 14 27 Aprile Moka Stamattina mi sono alzato prima del solito. A mezzogiorno ero già con la moka in mano. A mezzogiorno e mezzo ero ancora con la moka in mano. Maldito Gobierno! E’ finito il caffè! A mezzogiorno (quindi mattina presto), scoprire che il caffè è finito il giorno prima può fare questo effetto. Ci rimani male. Rimani con la moka in mano e pensi “moka a mammt!” e decidi che quando la rivoluzione avrà vinto, magari non ci sarà lavoro e giustizia proprio per tutti, ma il caffè non dovrà mai mancare. Trasportato da questi pensieri, fai presto a scordarti che sei impalato davanti alla cucina con la moka in mano da mezz’ora. Capita, a noi filosofi della rivoluzione. Poi, il colpo di genio! Il bar! Cazzo, il bar. Al bar fanno il caffè! Sono andato al bar con la moka in mano, mi sono fatto mettere il caffè nel filtro e sono tornato a casa. Il barista mi ha guardato con una faccia un pò così. Forse deve essersi accorto che ero sceso senza lavarmi i denti. Appuntarsi questo pensiero: “la rivoluzione dovrà avere l’alito fresco”. Se aizzi il popolo contro il Governo e hai l’alito che sembra una fogna di New York, poi non ci rimanere male 15 se il popolo sta con il Governo. Sono piccole cose, sembrano banali, ma le guerre si vincono stando attenti ai particolari. Prendi gli americani nella Seconda guerra Mondiale: loro erano attenti alle piccole cose, particolari che gli altri non avevano. Tipo la bomba atomica. Mentre bevevo il mio caffè, ho telefonato a Nico. Come ti avevo già detto, Nico mi infama se non lo coinvolgo nelle cose che faccio. Una volta non l’ho chiamato per una partita a calcetto e mi ha tenuto il muso per un mese. Esattamente, fino a quando non ho scoperto che per ripicca mi aveva rigato la macchina. Quando l’ho smascherato, è diventato un pochino più accondiscendente, ma mi ha avvisato: “Non permetterti mai più di tenermi nascosto qualcosa!”. Figurati se viene a sapere da altri che sono il leader della rivoluzione. Come minimo, pubblica su facebook le foto di quando mi sono addormentato dentro un cassonetto dopo un rave, per screditarmi di fronte all’opinione pubblica. - Nico, sono io. - Chi? - Il tuo migliore amico. - Tu non hai amici. - Devo parlarti in segreto. Puoi venire a casa mia? 16 - Non puoi venire tu? Sei tu che devi parlarmi. (Cazzo, è l’uomo giusto. Incarna la rivoluzione senza sbattimento perfettamente. E non lo fa neanche apposta. E poi è un ottimo rivoltatore di frittate. Quando sarò Presidente dell’Italia, lo nominerò Vicepresidente e Portavoce Ufficiale della Casa Bianca. Si si. Casa Bianca. Anche il Presidente Italiano, cioè io, risiederà alla Casa Bianca. Ma non quella roba insulsa che hanno in America. Sarà una bellissima Masseria tutta bianca immersa nei fichi d’India in Puglia. Faremo la capitale in Puglia. Così, dopo le consultazioni con i Parlamentari, prendiamo il gommone e ce ne andiamo a pesca. Da Roma al mare ci vuole troppo tempo. Senza contare che sul Grande Raccordo Anulare c’è gente che ci ha passato i week-end, mentre partiva per andare a fare i week-end. Adesso ho capito perché la chiamano la “Città Eterna”. E’ un’abbreviazione di “Città della fila in tangenziale eterna”.) - Ok, Nico. Capisco che vuoi che venga io da te. Però se sei curioso di sapere di cosa si tratta vieni tu. Se no, pazienza. Anche io non ho voglia di sbattermi. 17 - Senti, facciamo così. Incontriamoci a metà strada. Così ci rompiamo i coglioni tutti e due metà per ciascuno. - Ok ci sto. Ci incontriamo al terzo piano. Nico abita al quarto piano e io al secondo. 18 28 Aprile Amaca Nico è stato subito entusiasta della mia idea di fare la rivoluzione. Quando ho finito di enunciargli tutti i motivi per cui andava fatta, le strategie, e soprattutto il fatto che lui sarebbe stato il mio vice, mi ha solo chiesto: – Il vice Presidente ha diritto ad un’amaca? - Certo che sì - Allora ci sto! Quando si comincia? - Lunedì. - Perché non domani? - Domani è lunedì. - Allora dì “domani”, no? - “Lunedì” mi sembrava più preciso e professionale. “Domani” mi sa di promessa generica che poi non si mantiene. - Se è per questo anche “Lunedì” sa di promessa generica che non si mantiene. Tipo. “Da lunedì inizio la dieta”. Poi non si fa mai. Il Lunedì è il giorno dei perdenti. - Hai ragione. Facciamo da martedì. - Martedì c’è la Champions. 19 - Cazzo, vero. Quindi anche mercoledì è bruciato. C’è ancora la Champions. Quindi Giovedì. Restiamo d’accordo per giovedì. - Giovedì ho il corso di Zumba Fitness. Se non ci vado la mia ragazza mi molla. - Allora venerdì. No, venerdì non posso io. Ho un addio al celibato. Sabato e domenica sono sacri. Facciamo così: aggiorniamoci nel week end. Ero molto soddisfatto di come si stavano mettendo le cose. In Nico avevo trovato un alleato fedele, motivato e pieno di idee. All’amaca non avrei mai pensato. E’ bello fare brainstorming. Perché più cervelli sono meglio di uno. Ho preso la macchina e sono andato in collina, dove c’era la casa di campagna dei miei. Lì avremmo stabilito il nostro quartier generale. Nascosti tra i boschi, come dei veri guerriglieri. Cucinando sul fuoco la selvaggina cacciata da noi. Per sicurezza, ho preso anche venti chili di “quattro salti in padella”, nel caso la selvaggina fosse stata restia a sacrificarsi per la rivoluzione. Stando lì, sotto il portico, osservando il sole tramontare tra le chiome degli alberi dalla mia amaca comprata da Leroy Merlin, finalmente riuscivo a immaginare un nuovo futuro per il mio Paese. Un Paese in cui non ci sarebbero più state 20 ingiustizie, malaffari, corruzione e Talent Show. Un Paese governato dal Pueblo. Dove tutti avrebbero avuto gli stessi diritti e uno Stato che si sarebbe preso cura di loro. Come un Padre. Ma non come quei padri che per sentirsi a posto con la coscienza ti regalano la Playstation e ti lasciano lì a giocare da solo. Noi avremmo giocato alla Playstation con il nostro Popolo. Perché un bravo padre è questo quello che fa. Gioca a Playstation con il figlio, finché il figlio non si addormenta. Poi esce e va a puttane. Non dimenticherò mai questi momenti da solo sull’amaca a guardare il tramonto. Il tramonto di un regime marcio. Quasi quasi rimango sveglio per vedere l’alba. L’alba di un nuovo Paese. Unito dalla Lombardia alla Sicilia in nome della Rivoluzione. Dove Nord e Sud non siano uniti soltanto quando gioca la Nazionale di calcio. Anche il Rugby ha la sua dignità. La notte scende leggera qui in collina. Le zanzare tigre ci tengono a farmelo notare. Appuntarsi questo pensiero: “La rivoluzione dovrà profumare di citronella. Per difendersi dalle zanzare tigre dei politicanti corrotti, dei soldati mercenari e dei plastici di Bruno Vespa.” 21 29, 30 Aprile e 1 Maggio Arruolamento 29 Aprile Ecco il mio piano: manderò un messaggio su whatsapp a tutti quelli che conosco e li convincerò ad arruolarsi nel Kollettivo Rivoluzionario. Porca puttana! Qui in collina non prende internet sul cellulare! Il governo ne sa una più del diavolo! Lo manderò domani quando torno in città. P.s. appuntarsi questo pensiero: “C’è qualcosa che non va nella distribuzione della ricchezza. Non è possibile che, con tutta la gente che muore di fame, io non possieda neanche uno straccio di piscina.” 30 Aprile Sono tornato in città. La città è davvero rumorosa. Dopo due giorni passati in collina, non puoi fare a meno di notare questo particolare. In realtà, è un particolare che ho notato in seconda battuta. La prima differenza che ho riscontrato tra la città e la collina, è la 22 scandalosa disparità in rapporto alla quantità di figa. Una volta, la domanda che più spesso mi facevo era: “Qual’è il senso di questa vita?”. Oggi, nella hit parade delle mie domande esistenziali, al primo posto c’è: “Cos’hanno le fighe contro la collina?” Forse le cose cambieranno, quando le belle ragazze sapranno che tra queste colline, ci saranno dei baldi e aitanti giovani partigiani, pieni di coraggio e con l’ormonella che spara come un Kalashnikov. A tal proposito,ho mandato su Whatsapp il fatidico messaggio a 50 fortunati. I primi 50 che faranno la storia di questo Paese. Domani, saranno tutti presenti all’inaugurazione del quartier generale, ubicato nella mia casa in collina. Come faccio a esserne sicuro? Ecco il messaggio: “Domani tutti in collina da me. Grigliata, alcool e figa a go-go. Grigliata e alcool offerti da me. Non dovete portare niente. Portatevi solo uno zaino con l’occorrente per sopravvivere nel bosco. Poi vi spiego.” 1 Maggio Si sono presentati tutti. Solo uno non è venuto, ma mi aveva già anticipato via Sms che andava al Concertone di Piazza San Giovanni a Roma. 23 Povera stellina! Crede di fare politica attiva solo perché sta 16 ore in piedi ad ascoltare artisti che non ha mai lontanamente cagato nella vita, mentre cantano per 15 minuti la loro versione di Bella Ciao. Gli altri 49, mi hanno legato ad un albero con l’intenzione di torturarmi, non appena hanno realizzato che non c’era la grigliata, la figa, ma soprattutto l’alcool. Nico, il mio migliore amico, ha subito fermato tutti urlando: - Un attimo, ragazzi! Come suo migliore amico, ho il diritto di pestarlo per primo! Tutti convennero che era sacrosanto. Ho approfittato di questo momento di sana democrazia riguardo al mio linciaggio, per calmarli ulteriormente: - Ragazzi, è vero. Ho mentito. La figa non c’è. Ma dov’è la novità? Le uniche donne con cui abbiamo mai avuto a che fare sono le suore degli asili dove andavamo da piccoli. Ma la carne per la grigliata e l’alcool ci sono! Ve lo giuro! Volevo farvi uno scherzo! Guardate nel mio furgone! Un paio dei ragazzi sono andati a guardare nel furgone e hanno riscontrato che c’era la carne e c’era l’alcool. 24 - Ci sono due pacchi di Wurstel e sei lattine di birra del discount! Uccidetelo! – Ha urlato il più ciccione del gruppo. Tutti si sono una attimo guardati in giro per cercare qualcosa di contundente. Ne ho approfittato per parlare ancora: - No, no ragazzi, calma! Lo spirito del Primo Maggio non è strafogarsi di salsiccia e di birra! Noi siamo qui per fare la storia! Ho usato questo stratagemma per assicurarmi che oggi foste qui. Ma siamo qui per qualcosa di molto più importante di una grigliata. Siamo qui per gettare le basi di un Paese nuovo, dove sia il Popolo che comanda e nel quale non esistano più ingiustizie. E se, per ottenere questo, dobbiamo rinunciare a una grigliata, beh, sapete che vi dico? Fanculo la grigliata! Se siete con me, liberatemi e urlate “fanculo la grigliata”. Altrimenti picchiatemi pure con la mazza da baseball che c’è sotto il portico. Nico si è girato verso il portico. Anche gli altri 48. Poi Nico ha detto – Ottima idea! Quando tutti e 49 hanno finito di sfogarsi, ero ancora vivo. Per fortuna la mazza da baseball era gommata. Comunque avevo fratture ed ematomi un po’ ovunque. Nico, approfittando del fiato corto di tutti e della apparente calma, creatasi dall’appagamento di aver pestato il sottoscritto, ha preso in mano la situazione. 25 - Ok raga. Non possiamo mica rovinarci la giornata per così poco. Facciamo la colletta. Andiamo in Paese e compriamo qualcosa. Tanto, con questa crisi, i negozi ormai sono sempre aperti. Compriamo anche i cerotti per questo stronzo e ammettiamolo: ha avuto coraggio. Si è preso le botte. Ha fatto tutto questo per una giusta causa. E poi io mi sono portato l’amaca e voglio usarla. Cazzo se la userò! Quindi io propongo: andiamo, compriamo, ci strafoghiamo, ci sfasciamo di alcool e poi sentiamo cos’ha da proporci El Putrido. Ah…Qualcuno ha una canna? Nessuno aveva una canna. Con un filo di voce sono riuscito a dire che avevo cartine, tabacco e Maria per un reggimento. L’ovazione che ne è seguita, e la mia immediata liberazione con relativa messa in trionfo, mi ha fatto capire, senza ombra di dubbio, che sono ancora il loro Leader. Certo, se mi giocavo la carta del fumo prima, adesso magari avrei ancora tutti i denti. 26 2 Maggio Fagioli e Rivoluzione Ho svegliato i ragazzi con la colazione. Ieri, dopo la grigliata e la relativa bevuta, abbiamo perso i sensi molto presto, per cui non c’è stata occasione di spiegare per bene a tutti il mio piano rivoluzionario. Per il resto, ricordo poco di quello che è successo ieri. Ho solo alcuni flash. Tipo Nico che si monta l’amaca e ci passa tutto il pomeriggio cercando di salirci. Quando è riuscito a sistemarsi comodo sulla sua amaca, gli è venuto da pisciare, ma per evitare di passare il resto del pomeriggio a cercare di risalire sull’amaca, ha deciso di pisciarsi addosso. Un altro particolare che ricordo è quando il ciccione mi ha chiesto: – Ma la rivoluzione ci porterà un po’ di figa? - A badilate – gli ho risposto - Allora ci sto! Dopodiché ci siamo addormentati. La colazione consisteva in 20 chili di fagioli stufati sul fuoco. 27 - Sveglia, soldati! C’è la colazione! – Ho iniziato a urlare, battendo il cucchiaio di legno sul pentolone. - Ma che cazzo…fagioli a colazione? Io voglio il cappuccino e il cornetto ai cinque cereali! Tutti hanno cominciato a borbottare qualcosa che assomigliava vagamente ad una serie di invettive verso di me e i miei fagioli. - Il riferimento culinario del nostro esercito sarà l’oste di “Lo chiamavano Trinità”. I fagioli sono buoni, contengono ferro, sono economici e mangiandone tanti non avremo bisogno del trombettista per l’alzabandiera…ahahahah! (Nessuno ha riso) - La tromba…le scoregge…l’inno nazionale con le scoregge. Dai…se mangi i fagioli… – ho spiegato. (Nulla. Palle di rovi che rotolano, come nel Far West, trascinate dal vento dell’indifferenza.) Appuntarsi questo pensiero: “La rivoluzione dovrà avere il senso dell’umorismo. Se sei troppo serioso poi il popolo sta col governo, perché se deve lasciare un leader con la faccia di un carro funebre per un altro leader con la faccia da carro funebre e rischiare anche la vita per questo, tanto vale che si tiene il leader che ha già.” 28 Ergo, oltre all’addestramento con le armi e le tattiche di guerriglia, l’esercito rivoluzionario dovrà fare dei corsi intensivi di umorismo. Dovrà saper smontare e rimontare un fucile con gli occhi bendati, ma anche saper raccontare una barzelletta sotto tortura. Dovrà avere il coraggio di sparare a suo fratello, se suo fratello sta col governo, ma anche di raccontare come l’ha ucciso, infarcendo il racconto di battute tipo: “E allora ho sparato in testa a mio fratello carabiniere e anche al suo collega. Purtroppo i carabinieri, si sa, vanno sempre in coppia, perché uno sa leggere e l’altro sa scrivere.” Cose così. Tutti questi pensieri mi hanno estraniato dalla realtà per un po’ di tempo. Infatti, mi sono ridestato grazie al concerto di rutti che ha concluso la colazione. Sinonimo che i fagioli sono piaciuti. Finita la colazione, ho radunato tutti in cerchio e ho fatto un breve discorso. - Abbiamo una grande opportunità che ci viene data dal destino. Sì, spesso il destino ci dà un casino di opportunità, è vero. Allora è difficile capire quale opportunità sia più opportuna. Magari trovi un portafogli per terra con mille euro dentro e pensi che hai avuto l’opportunità di fare un po’ di soldi facili. Oppure hai avuto l’opportunità di restituire tutto e dimostrare a te stesso che sei una 29 persona onesta. Magari un giorno una bellissima ragazza, senza motivo, ti sorride e ammicca. E tu hai l’opportunità di avvicinarti e conoscere la donna della tua vita. Oppure pensi che se ti sorride sicuramente non è normale. Perché si vede da lontano che sei uno sfigato e non c’è un cazzo da sorridere. Magari è psicopatica. Allora giri i tacchi e hai l’opportunità di evitare di conoscere una probabile rompicoglioni che, non avendo i soldi per lo psicanalista, deve devastare la nerchia a te. L’opportunità che ci viene data oggi, invece, non ammette dubbi. Siamo qui per cambiare il volto di questo Paese. La nostra vita e quella dei nostri connazionali. E’ vero, la maggior parte dei nostri connazionali ci sta sui coglioni. E’ colpa loro se Maria De Filippi ha un lavoro e se Silvio Berlusconi non raccoglie saponette nelle docce del carcere di San Vittore. La maggior parte dei nostri connazionali parla dei dialetti talmente astrusi che è più facile chiedere un’informazione a un cliente ubriaco di un pub di Edimburgo, che a un vigile urbano in centro a Padova. I nostri connazionali sono convinti di essere i più furbi di tutti, ma siccome anche quelli che noi riteniamo che siano coglioni, pensano anche loro di essere i più furbi di tutti, finisce che mentre cerchiamo di fare i furbi, lo fanno 30 anche gli altri. Per questo, in Italia, la fila al supermercato sembra un albero di natale, se la guardi dall’alto. E allora, se i nostri connazionali ci stanno così sul cazzo, perché decidere di fare una rivoluzione per loro? Semplice. Perché la nostra rivoluzione sarà talmente cool e priva di sbattimento, che non ci peserà farla. Anzi, quando la rivoluzione avrà trionfato e noi prenderemo le redini del Paese, la gente ci adorerà. Perché? Perché li avremo liberati? Ma no! Perché avremo ottenuto tutto senza farli sbattere. Ma, soprattutto, ATTENZIONE, avremo ottenuto la vittoria senza sbatterci noi! Sì, perché gli Italiani amano quelli che ottengono le cose senza sudare. Gli Italiani amano i calciatori di talento che si allenano poco. Amano i politici simpatici che vanno in televisione invece di stare in Parlamento. Amano i cantanti che ottengono il successo al quarto mese della loro carriera. Amano le donne che si affannano a dire qualcosa di intelligente per dimostrare che il successo si raggiunge con il cervello e con i pompini. E non solo con i pompini, come molti credono. E allora ameranno noi molto di più di qualsiasi idolo possano avere. Perché è vero: adorano Cristo, che si è sacrificato sulla croce per loro. Ma se avesse eliminato il peccato 31 originale organizzando Woodstock e suonando la chitarra meglio di Jimi Hendrix, non credo che oggi gli vorrebbero meno bene. Guardate qua. Dove vi ho portato? Siamo in collina, in mezzo alla natura. Abbiamo le amache. Ho anche la connessione a banda larga in casa. Cosa volete di più? Diventeremo talmente famosi che quelli che fabbricano le magliette di Che Guevara moriranno di fame. Saremo talmente pieni di figa che Rocco Siffredi sarà costretto ad appendere le palle al chiodo. Saremo talmente rock che Mick Jagger userà i nostri rutti come suoneria del Cellulare! Possiamo farlo. Qui! Ora! E senza sbattimento! HASTA EL DIVANO SIEMPRE! - HASTA EL DIVANO SIEMPRE! – Hanno urlato tutti. - Ce l’ho fatta! – ho pensato tra me e me. I ragazzi sono passati subito all’azione. Ognuno ha montato la sua amaca e ci si è stravaccato sopra. Dai un fucile ad un uomo e diventerà un soldato, probabilmente morto. Dagli un’amaca e diventerà un vero Rivoluzionario. Probabilmente con un ottimo umore. Appuntarsi questo pensiero: “La Rivoluzione vera è non fare un cazzo.” 32 Se lavori troppo per portare a termine la rivoluzione, stai già dando ragione al sistema: per ottenere le cose bisogna lavorare. E a furia di lavorarci sopra, alla fine ti scordi perché avevi cominciato a lavorare. Qualsiasi fosse il tuo obiettivo, rivoluzione, denaro, potere, o solo una bella casa, avevi cominciato a lavorare perché volevi arrivare alla fase in cui non avresti fatto un cazzo. La vera rivoluzione è non fare un cazzo da subito. Se poi la rivoluzione fallisce, male che vada ti toccherà lavorare. Ma almeno ci hai provato. Se la rivoluzione funziona, avevi fatto bene a non fare un cazzo. 33 3 Maggio La metafora di Zenigata Finalmente oggi è arrivato il corriere dal Venezuela con i mitra per armare il Collettivo Rivoluzionario. Aperta la cassa, abbiamo scoperto che mancavano i proiettili. Ho controllato sulla mia e-mail la fattura dei mitra. La ditta che fatturava era di proprietà del Governo che stiamo combattendo. Ci hanno gabbati ancora, maledetti. La dittatura si sta rivelando meno ingenua di quel che credevamo. Adesso i mitra li usiamo per sostenere le rampicanti del campo base. Einstein mi si è avvicinato per aiutarmi, mentre cercavo di piantare nella terra i mitra, a mo' di tutore, per le giovani piante di fagiolini. Lo chiamiamo Einstein perché ha il quoziente intellettivo di Einstein quando aveva due mesi di vita. E’ uno che si troverebbe molto bene ad avere una discussione filosofica con un palo della luce. Senza, peraltro, riuscire a convincere il palo con le sue argomentazioni. Insomma, uno con lo sguardo sveglio di un Maurizio Gasparri e la dialettica sopraffina di un Luca Giurato. 34 La domanda che mi ha posto, però, non era stupida. Anzi. Forse gliel’aveva suggerita qualcuno. Forse l’Allegrone. L’Allegrone era molto intelligente. Ma era così timido che a scuola fu bocciato tre anni di fila per troppe assenze. Fin quando si accorsero che non era assente, semplicemente cercava di stare in disparte e non farsi notare. Insomma, come lo Stato quando fa l’amore con la Mafia. Passava così inosservato che a Natale, i suoi genitori si scordavano sempre di fargli i regali. Ed era figlio unico! Secondo me, l’Allegrone si vergognava di parlarmi e allora ha mandato Einstein per farmi quella domanda. Con Einstein andava molto d’accordo. Era l’unico con cui riusciva a parlare. Dopo un po’ che lavoravamo ai mitra-tutori per le rampicanti, Einstein mi fa: - Comandante, posso chiederti una cosa? - Certo, Einstein. - Tu hai detto che la vera Rivoluzione è non fare un cazzo, giusto? - Sì. - Però hai anche ordinato delle armi. Insomma, formare un esercito è uno sbattimento. E anche andare in battaglia. Per non parlare di piantare i tutori per i fagiolini. 35 - Hai ragione, Einstein. Ringrazia l’Allegrone per la bella domanda. Ti spiego: “non fare un cazzo” è un’espressione abbastanza sintetica. E’ chiaro che, nella vita, non fare un cazzo è impossibile. Siamo uomini, non pietre. Qualcosa dovremo farla. Ma saranno sbattimenti minimi e utili. Ad esempio, procurarci il cibo e tenere in ordine il campo è il minimo che possiamo fare. Siamo tanti, dividendoci i lavori, a ognuno di noi resterà molto tempo da impegnare col cazzeggio privato. Il mio “non fare un cazzo” si riferisce a tutte quelle attività del cittadino medio che sembrano innocue, ma fanno sì che il sistema che noi vogliamo combattere stia in piedi. La storia ci insegna che le rivoluzioni o le guerre sono sempre state vinte dal più forte, grazie alle armi. Per noi non sarà così. Tu immagina se domani, ad esempio, nessuno si alzasse per andare a lavorare, nessuno prendesse la macchina, nessuno facesse la spesa al supermercato, portasse i soldi in banca, usasse la televisione, andasse in pizzeria. Se tutti rimanessero per un giorno a casa a fare l’amore, o giocare, o semplicemente dormire, cosa succederebbe? Succederebbe che in un solo giorno l’intero sistema andrebbe in cortocircuito. Chi si arricchisce grazie al sistema si troverebbe in mano un pugno di 36 mosche, non avrebbe la forza di imporre le proprie regole a chi governa e chi governa non saprebbe che cosa fare perché nessuno glielo dice. Rimarrebbero tutti lì a chiedersi. “Ma che cazzo è successo?”. Come dopo un terremoto. E allora arriviamo noi, che siamo preparati, li spostiamo da un lato con delicatezza e diciamo loro: “Guarda, siediti là e bevi un bicchiere d’acqua, che adesso ci pensiamo noi.” Non ho ancora ben chiaro come risolvere il casino che avremo combinato. Però intanto ho ben chiaro come combinarlo. Hai capito, Einstein? - Cioè…credo di sì. Mi stai dicendo che se Lupin smette di rubare, Zenigata rimane senza lavoro? - Ehm…sì, dai può essere una metafora adeguata. - Non so cosa sia una metafora, Comandante, ma una cosa non mi torna. Se possiamo battere il Governo senza fare un cazzo, a che ci servono le armi? - Questioni di look, Einstein. Ad un uomo, per accoppiarsi con una donna, basta avere il pisello. A una donna basta avere le tette e la patata. Eppure l’uomo sente di avere bisogno di una bella macchina. E la donna di un bel rossetto e belle scarpe. Quelle cose ci fanno solo sentire più sicuri. Sono armi che vogliamo convincerci che ci servano davvero. In realtà lo 37 sappiamo benissimo che mentre facciamo l’amore, ci scordiamo di tutto quello che ci sta intorno. Ecco, fai finta che per noi le armi siano come mettersi il rossetto. - Ma non potevamo comprare del rossetto, invece delle armi? Spendevamo di meno… - Si, Einstein, come contabile del Collettivo ci saresti molto utile! Ho un compito per te: vai nel bosco e conta tutte le foglie che ci sono sugli alberi. Torna solo quando hai finito. Va ora, va! Non so se rivedremo mai più Einstein. Sarà anche poco intelligente, ma se gli dai un compito lui si impegna fino alla fine. E’ un generoso. Fossero tutti come lui, avremo già vinto la guerra. Purtroppo, in questo Paese, non sono tutti così ingenui….Un momento… ma sai che… 38 4 Maggio Tipo Trainspotting Le cose procedono bene. Senza grossi problemi, ci stiamo organizzando per tutto. Ci dividiamo i compiti per la cucina, il lavaggio, i lavori di raccolta. Turni per docce, computer e playstation. Abbiamo un solo computer, e un solo smartphone. Quindi su internet ci si può stare un quarto d’ora a testa. C’è qualcuno che sbarella un po’ per l’astinenza da feisbuk. I più gravi li chiudiamo in una stanza, dove sudano freddo e urlano per delle ore. Una roba alla Trainspotting, ma senza lo spacciatore che per farti ritornare nel giro, di regala un iPad di straforo. Insomma, ci aiutiamo davvero. Abbiamo avuto anche molte idee per quello che riguarda la propaganda: video da caricare su youtube, profilo twitter della Rivoluzione Senza Sbattimento e, soprattutto, un metodo innovativo di autopromozione, che abbiamo battezzato PeruLame. PeruLame nasce dall’incontro delle parole “Perugina” e “Salame”. L’idea è quella di infiltrarci di nascosto nelle scuole superiori e infilare dei bigliettini, tipo quelli dei Baci Perugina, nei panini col salame che vengono 39 venduti durante l’intervallo. Nei bigliettini, ci saranno frasi molto brevi. Ad esempio: “La rivoluzione aspetta te”, “Fanculo il diploma, prendiamoci Roma”, “Se il governo vuoi mandare via, boicotta la ragioneria” o “Combatti lo Stato e non sarai mai bocciato”. Abbiamo bisogno di forze fresche. ragazzi giovani e pieni di speranze. Tra l’altro, abbiamo fatto amicizia con i vicini di casa qui in collina. In mezzo a questi boschi ci sono poche case. Sono tutte abitate da dei nonnetti dell’età media di 90 anni. Gente che la notte infila i denti in un bicchiere, ma con le palle veramente quadrate. Sono tutte persone che hanno vissuto la guerra e la Resistenza. Il più tranquillo di loro ha strappato a morsi le orecchie a qualche nazista. Insomma, abbiamo fatto amicizia molto in fretta e si sono offerti di sacrificarsi un’altra volta per la causa. Sono tutti pronti a morire (anche perché, se non sono pronti a 90 anni, quando dovrebbero esserlo?). Per ora, la loro morte non serve, per cui si rendono utili con offerte di vino, formaggio, salumi. Inoltre, ci danno consigli su come tenere l’orto e hanno messo a disposizione le loro case per ospitare eventuali nuove reclute. Grazie ai nonnetti, abbiamo anche pensato ad un programma di disintossicazione dalla 40 Playstation per i casi più gravi. I nonnetti faranno dei Workshop di Briscola, Tressette e Bocce. Vi ricordo che tra di noi ci sono dei ragazzi che sono nati con la consolle in mano e non hanno mai toccato in vita loro un mazzo di carte da Scopa. Quindi bisognerà organizzare dei corsi intensivi e un programma con degli educatori preparati, alternando la Briscola al metadone e a qualche damigiana di valium. Direi che siamo messi abbastanza bene, anche perché, se “il buongiorno si vede dal mattino”, forse, abbastanza presto, riusciremo ad alzarci prima delle dodici e mezza. El Putrido 41 22 Maggio Missione a Londra La settimana scorsa e Nico ci siamo presi alcuni giorni liberi per recarci a Londra e provare ad esportare la Rivoluzione Senza Sbattimento in Inghilterra. Sapevamo la parola chiave: “Couch”, “Divano”. Ma non eravamo molto convinti dello slogan “No sbattiment revolution”. A Londra avevamo alcuni amici. Erano lì da due anni, ma ancora non avevano trovato un lavoro. Quando su Skype ho chiesto loro cosa erano andati a fare fin là, visto che potevano fare benissimo i disoccupati a Bologna, mi hanno risposto: “Eh va beh, vuoi mettere non fare un cazzo a Londra? Non c’è paragone. Vieni a vedere, se non ci credi!” Allora sono andato a vedere. Abbiamo preso la Ryan Air, che con lo zero sbattimento non ha proprio nulla a che vedere, visto che si viaggia scomodi, parti a degli orari di merda e soprattutto, ci vuole più tempo per arrivare dall’aeroporto di Stansted a Londra città che dall’aeroporto di Bologna a Stansted. Ma soprattutto, ci vuole più tempo per arrivare dall’aereo (atterrato a Stansted) all’uscita 42 dell’aeroporto di Stansted, che a visitare Londra. Per non parlare del fatto che mentre stai per addormentarti, passa sempre una hostess vestita malissimo che cerca di venderti un gratta e vinci, continuando a parlarti in inglese, quando sa benissimo che sei Italiano (e ci scommetterei che lei è come minimo di Frascati, ma non vuole darti soddisfazione). Arrivati a casa dei nostri amici, abbiamo dovuto constatare con una certa tristezza che la moquette era color fungo porcino. Non che abbia niente contro il color fungo porcino, a meno che il colore non sia quello a causa del fatto che la moquette è così sporca che ci sono cresciuti davvero i funghi. Duilio e Walter, i nostri amici, si erano offerti di aiutarci nella traduzione del manifesto della rivoluzione senza sbattimento. Ma, avendo passato quasi tutti i 700 giorni della loro nuova vita londinese sul divano (da soli), il loro inglese era certamente migliore del nostro, ma tristemente peggiore di quello di Berlusconi. Insomma, a parte prestarci una mappa di Londra sporca di sugo, non è che ci abbiano aiutato molto. Così io e Nico ci siamo dovuti arrangiare da soli. Abbiamo girato in lungo e in largo, da 43 Wenstminster a Portobello, ma niente. Non c’erano facce che ci ispirassero. Alla fine, abbiamo deciso di prenderne uno a caso e cercare di spiegare a gesti cos’è la Rivoluzione senza Sbattimento e convincerlo ad aprire una succursale a Londra. Dopo mezz’ora, abbiamo scoperto che il prescelto era di Genova e non aveva capito un cazzo di quello che dicevamo. Però ci ha venduto della Maria. Due Etti. Abbiamo dovuto fumarla tutta in 18 ore, perché dopo avevamo l’aereo. Escluso che rischiavamo a portarcela dietro. Ancora più escluso che la lasciassimo ai nostri amici e ai loro funghi porcini. Comunque Londra è una delusione. La gente lavora, ha i soldi e ha un sacco di verde per passeggiare e rilassarsi. Si suona rock and roll anche alle due di pomeriggio. Non sono ancora pronti per la Rivoluzione. Devono mangiarne di pane duro. My name is Putrido. El Putrido. 44 29 Giugno Il concerto e la fine della Rivoluzione (?) Lo so. E’ più di un mese che non scrivo. Purtroppo, questo Blog si chiama “Rivoluzione senza sbattimento”. E a volte scrivere lo è. Uno sbattimento, intendo. D’altra parte perché fingere? Puoi cercare di apparire migliore di quello che sei, ma tanto, prima o poi ti sgamano. E allora diciamolo chiaro e tondo: non scrivo da un pò perché la Rivoluzione Senza Sbattimento si sta un po’ arenando. Nonostante il campo base fosse il regno del cazzeggio e della pigrizia, abbiamo iniziato ad avere qualche defezione. Qualche… Da 50 che eravamo, siamo rimasti di nuovo solo io e Nico. Eppure, notando che un certo malumore iniziava a serpeggiare tra la truppa, avevo provato a risollevare il morale delle reclute, portandoli al concerto di Vasco. Alle sette meno dieci eravamo tutti al piazzale Ovest di Bologna. (Lo so, forse le sette meno dieci sono uno dei motivi per cui la truppa dopo ci ha mollati) 45 Mancava solo il Bazza, che aveva voluto prima passare da casa sua. Stavamo per perdere il treno che ci portava a Torino - Eccolo! Arriva. Ma… che cazzo ci fa con la chitarra appresso? – Disse Nico - Non ci posso credere, si è portato la chitarra per venire al concerto! Diventerà una sottiletta con le corde, si dice che saremo in quarantamila. - Ciao, raga. Avete visto la stazione? E’ murata ! – Disse Bazza, come se non si rendesse conto che il suo ritardo aveva mandato in sbattimento 49 persone che aborrono lo sbattimento. Senza contare che avevo fatto la stronzata di dare tutti e 50 i biglietti del concerto a lui. - Ma come sei messo? Portare la chitarra in questo bordello! Comoda da portare in giro… meno male che non suoni il contrabbasso! - Cosa vuoi fare? Sostituire Steff Burns, nel caso in cui gli venisse un coccolone? Me lo vedo Vasco che dice: “…e alla chitarra acustica loffia… la bestia: Diego Bazzani detto Bazza!!!!” 46 - Scommetto che nella premura di portarsi la chitarra, si è scordato i biglietti del concerto. - Non ho scordato proprio niente. E la chitarra servirà anche a voi. Catalizza la figa. - Il mio pisello di figa ne catalizza poca, però almeno entra nelle mutande… - Specialmente il tuo.. di spazio ne occupa poco. - Ma a voi che vi frega? Tanto la devo portare io, no? E poi almeno inganniamo il tempo. Arriveremo allo stadio verso l’una, non possiamo grattarci il pacco per otto ore. Avete preso il fumo? - L’ ho nascosto dentro la carta stagnola in mezzo ai panini con la mortadella. Neanche quelli di Miami Vice ci beccherebbero. – disse l’Allegrone, (il nostro futuro ministro delle politiche sociali e delle sostanze stupefacenti legali) con tono soddisfatto e, stranamente, di buon umore. - Direi che siamo pronti. Il treno è sul primo binario, andiamo. - fece Nico. 47 - Dove andate… dobbiamo fare il biglietto del treno! – urlò preoccupato Einstein. - Ma che biglietto! Secondo te in un treno pieno di scoppiati come noi, sistemati come carne bovina in una scatoletta, passa il controllore? Quello non ci pensa neanche a infilarsi in quei vagoni putridi, starà due ore a ronfare nel suo scompartimento, tanto sai chi lo controlla al controllore… - Ha ragione. E anche se fosse che si presenta a chiedere il biglietto, non ne uscirebbe vivo, quindi… don uorri. Mentre il treno arrivava sul primo binario, centinaia di ragazzi si accalcarono lungo il marciapiede, tanto che alcuni agenti di polizia dovettero intervenire per evitare che qualcuno si facesse male, visto che nessuno rispettava il divieto di sorpassare la linea gialla di sicurezza. Quella massa rumorosa e festante di capelloni bandanati-zainettati e un po’ esagitati mise paura a Bazza, che forse iniziò a chiedersi quanto fosse opportuno per una chitarra andare a vedere Vasco Rossi. Dopo attimi interminabili di spinte, gomitate, 48 vaccagare e vaffanculi vari, riuscimmo a salire su quel benedetto treno. Camminammo lentamente come delle pecore per i corridoi, vagone dopo vagone, in cerca di un chimerico posto a sedere. Il treno veniva da Reggio Calabria ed era una babele di accenti mai sentita prima: calabresi, napoletani, romani, toscani ed emiliani si fondevano in un unico ambiente guardandosi in cagnesco. All’ improvviso qualcuno partiva con un coro da stadio: OE’ OE’ OE’ OE’ OE’ VASCO’ VASCO’ e tutti diventavano tutto ad un tratto amici, come quando la nazionale di calcio giocava il Mondiale e tutto lo Stivale sembrava un’unica famiglia. Alla fine, io, Nico e Bazza, trovammo un buco libero nell’ultima carrozza, dove due ragazzi stavano appendendo uno striscione fatto con un lenzuolo e la bomboletta spray. C’era scritto SALERNO SPAPPOLATA e i due sembravano molto fieri del loro lavoro, visto che fino a Piacenza non fecero altro che parlare di come era stato difficile convincere la madre di uno di loro a rinunciare a quel pezzo di stoffa e soprattutto di quanto “è importante usare della carta da giornale quando si fanno certi lavori perché lo spray vola dappertutto e bla bla bla”. 49 Inutile dire che l’ aria era talmente impregnata del fumo di sostanze stupefacenti che anche un fumatore passivo avrebbe visto i pinguini, con gli occhiali da sole e la bandana in testa, intenti a fare wind surf. Arrivammo a Torino che pioveva. Ma nonostante la pioggia, il viaggio da bestie e la nebbia che si respirò in quel treno, il popolo rockettaro invase la stazione centrale con la carica di un gruppo di ultrà in trasferta, mentre i pendolari in valigetta, che loro malgrado avevano condiviso il convoglio con noi, tirarono un sospiro di sollievo, visibilmente distrutti dall'esperienza. Nessuno sapeva come arrivare allo stadio Olimpico, ma il fiume umano si muoveva unito e sicuro di sé, come se fosse guidato da un pastore invisibile. Prendemmo un autobus. E ad un tratto, finalmente, dal vetro dell’autobus: - Hey, guardate, lo stadio!! - Me lo immaginavo più grande. - Ma se è enorme! - Me lo immaginavo più enorme. 50 - Ma ci pensate che calpesteremo la stessa erba che hanno calpestato…chi cazzo ci gioca allo stadio Olimpico? - Non lo so, io non seguo più il calcio da quando non gioca più Roberto Baggio, mi spiace. - Scendiamo, dai, che scendono tutti. - Finalmente, devo fare una gran pisciata! - Sei sempre così fine perché hai studiato a Oxford o è una dote di famiglia, Bazza? - Scusate, Milord! Vi dispiacerebbe se io mi appropinquassi in qualche recondito anfratto per adempiere alle mie ineludibili funzioni idriche? - La accompagnerei con diletto e abnegazione, Sire, anche io ho la vescica che grida vendetta! Poi entrammo. E da quel momento, fino all’ultima nota di Albachiara, fummo fratelli più che mai. Pensavo che l’umore della truppa tornasse quello del primo giorno al campo, quando ero riuscito a convincerli che la Rivoluzione li avrebbe resi persone speciali. Invece, sul treno che ci riportava indietro, ad uno ad uno mi presero da parte e mi dissero che sarebbero ritornati a casa. Così, senza darmi una motivazione. 51 L’unico che espresse un’idea sul perché mollava, udite udite, fu Einstein. Incredibile che il più stupido di tutti fosse la sola persona che avesse la spiegazione, a suo modo. - Guarda Vasco, Putrido. Raccoglie centinaia di migliaia di persone attorno a sé. Noi siamo solo 50 e vogliamo fare la rivoluzione. Lui è il Comandante di un vero esercito, ma la Rivoluzione non la fa. E sai perché? Perché la gente vuole cantare, ballare, ridere, piangere, bere e urlare la rabbia per la vita di merda che fa. Poi torna a casa e continua a fare quello che faceva prima. Si accontenta di questo. La musica di Vasco dà loro una speranza. - Ma anche la Rivoluzione dà una speranza – dissi. - No, Putrido. La Rivoluzione, per farla, DEVi essere già disperato. Fine? Vuoi saperne di più? Credi che NON POSSA FINIRE COSI'? Tieniti sempre in contatto: PIACIMI SU FEISBUK! Sì! Clicco qua e ti PIACIO su feisbuk! 52