Informazioni e Tendenze Immobiliari
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Informazioni e Tendenze Immobiliari
GENNAIO 2013 NUMERO 20 Informazioni e Tendenze Immobiliari 1. Introduzione Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi delle abitazioni, in media, nei primi tre trimestri del 2012, sono diminuiti dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sintesi di un aumento del 2,7% dei prezzi delle abitazioni nuove e di una diminuzione del 3,7% dei prezzi di quelle esistenti. C’è da notare che, in un anno segnato da compravendite a picco, recessione e tassazione alle stelle il repricing si è accentuato solo a partire dalla seconda parte dell’anno appena trascorso, approdando ai grandi mercati, in special modo quello della Capitale. Il 2013 non avrà un andamento molto diverso dal 2012, difficile ipotizzare una svolta nel mercato immobiliare, soprattutto se lo scenario economico non dovesse dare segnali di ripresa. Occorre però precisare che in questo scenario si aprono delle opportunità di acquisto: il ribasso dei prezzi che si è avuto nel 2012 e quello che ci sarà nel 2013 potrà consentire a coloro che hanno un capitale o che potranno ottenere un mutuo la possibilità di acquistare a prezzi molto vantaggiosi. Nel campo dell’edilizia, invece, la caduta dei livelli produttivi ha coinvolto tutti i comparti, anche la produzione di nuove abitazioni che negli ultimi sei anni ha perso il 54,2%; solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali ha mostrato un aumento dei livelli produttivi. Nel comparto delle locazioni è cresciuto il numero degli affitti condivisi, ovvero di coloro che hanno ceduto a terzi una porzione della casa in cui vivono: la domanda, nel corso del 2012, è raddoppiata, passando dal 9% al 18%. Inoltre, nel primo semestre del 2012 i prezzi degli affitti per gli appartamenti destinati agli universitari sono calati rispetto al periodo precedente e la sempre maggiore attenzione degli studenti riguardo al budget da destinare per l’affitto fa sì che, nella scelta dell’immobile da abitare, abbiano un peso decisivo la presenza di riscaldamento autonomo e di spese condominiali il più possibile contenute. Infine, a novembre 2012, i prestiti bancari destinati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – pari a 366 miliardi di euro – hanno segnato una variazione annua prossima allo zero, valore inferiore a quello medio dell’Area euro, mentre l’ultimo mese del 2012 si è chiuso con un -27% per il terzo mese consecutivo, a evidenziare comunque un certo rallentamento del calo delle richieste. A ulteriore conferma della cautela adottata dalle famiglie italiane in questa delicata fase del ciclo economico va considerata anche la progressiva diminuzione dell’importo medio richiesto per i mutui, che nel 2012 ha fatto registrare un ulteriore calo. In questo numero 1 Introduzione 2 Le compravendite - Istat - Ance - Findomestic - Idealista.it - Casa.it - Tecnocasa 3 Le locazioni - Immobiliare.it - Tecnocasa 4 I mutui - Bce - Banca d’Italia - Abi - Crif - MutuiOnline.it - Mutui.it 2. Le Compravendite Istat Si accentua la diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti Ance In sei anni, dal 2008 al 2013, il settore delle costruzioni avrà perso circa il 30% degli investimenti collocandosi sui livelli più bassi degli ultimi quaranta anni Idealista.it Nel terzo trimestre 2012, secondo le stime preliminari effettuate dall’Istat, l'indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento registra una diminuzione dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il calo tendenziale nel terzo trimestre è il terzo consecutivo registrato nel 2012, dopo il -0,2% del primo trimestre e il -2,1% del secondo. Con riferimento alle diverse componenti, nel terzo trimestre del 2012 l'indice dei prezzi delle abitazioni nuove diminuisce dello 0,2% sul trimestre precedente e aumenta dell'1,9% rispetto allo stesso periodo del 2011. I prezzi delle abitazioni esistenti diminuiscono dell'1,6% su base congiunturale e del 5,4% su base annua. La crescita su base annua dei prezzi delle abitazioni nuove rallenta rispetto a quanto registrato nel secondo trimestre (+2,8%). Si accentua, invece, la diminuzione dei prezzi delle abitazioni esistenti, considerato il calo tendenziale del 4,1% registrato nel secondo trimestre. In media, nei primi tre trimestri dell'anno in corso, i prezzi delle abitazioni diminuiscono dell'1,8% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sintesi di un aumento del 2,7% dei prezzi delle abitazioni nuove e di una diminuzione del 3,7% dei prezzi di quelle esistenti. L’economia europea sta vivendo un nuovo rallentamento (Ue a 15: -0,4% del Pil nel 2012, dopo il +1,4% nel 2011), complici, soprattutto, il riacutizzarsi della crisi dei debiti sovrani e le rigide misure di austerity, che stanno incidendo negativamente sulla spesa pubblica e privata. Lo stesso FMI nel rapporto di ottobre 2012, ha evidenziato che le politiche di austerità fiscale hanno avuto un impatto recessivo sulla crescita di molti paesi Europei, più forte di quanto previsto dagli stessi Governi. In questo contesto il settore delle costruzioni sta vivendo la crisi più grave dal dopoguerra ad oggi. La situazione di crisi delle costruzioni, nel corso del 2012, ha subito un forte peggioramento. Tutti gli indicatori settoriali disponibili danno evidenza della gravità della situazione del mercato con intensità di cadute simili a quelle registrate nel 2009 e cioè nella fase iniziale della crisi. Sulla base di tali evidenze e dei risultati dell’indagine rapida condotta dall’Ance presso le imprese associate ad ottobre scorso, sono state riviste al ribasso le stime del 2012 e le previsioni per il 2013. Nel 2012 gli investimenti in costruzioni registrano una flessione del 7,6% in termini reali (contro il -6% stimato a giugno) ed un ulteriore calo del 3,8% è previsto per il 2013. Sul peggioramento delle previsioni incidono oltre al già citato aggravarsi dello scenario economico, l’allungamento dei tempi necessari per l’avvio di alcuni provvedimenti contenuti nel Dl sviluppo e dei programmi infrastrutturali approvati a livello nazionale e locale. In sei anni, dal 2008 al 2013, il settore delle costruzioni avrà perso circa il 30% degli investimenti e si colloca sui livelli più bassi degli ultimi quaranta anni. La caduta dei livelli produttivi coinvolge tutti i comparti, dalla produzione di nuove abitazioni, che nei sei anni avrà perso il 54,2%, all’edilizia non residenziale privata, che segna una riduzione del 31,6%, alle opere pubbliche, che registrano una caduta del 42,9%. Solo il comparto della riqualificazione degli immobili residenziali mostra una tenuta dei livelli produttivi (+12,6%). I prezzi di richiesta delle case esistenti nelle città capoluogo italiane hanno registrato un calo medio nell’ordine del 5% nel corso del 2012, secondo i dati del portale immobiliare idealista.it. Il calo medio è nell’ordine del 5% su base nazionale e nel quarto trimestre i ribassi riguardano il 70% delle città capoluogo analizzate; i cali maggiori a Padova (-16,4%), Bari (-7,1%) e Roma (-6,6%). Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 2 Solo 4 dei 39 capoluoghi italiani chiudono l’anno in terreno positivo Casa.it Si stima che a livello nazionale, su base annua, le compravendite di abitazioni saranno meno di 500mila Tecnocasa Nell’ultima rilevazione dell’anno appena trascorso, su un campione di 44.189 annunci del portale solo 4 dei 39 capoluoghi italiani - quelli per cui è stato possibile monitorare l’andamento dei prezzi nell’arco degli ultimi 12 mesi - chiudono l’anno in terreno positivo; per la prima volta nelle rilevazioni del portale il repricing si allarga a tutti i grandi mercati; su base trimestrale sono aumentate le città in segno negativo rispetto alla passata rilevazione (il 70% contro il 61% del terzo trimestre), ciò significa che la rincorsa verso il basso è cominciata a fine 2012. In un anno segnato da compravendite a picco, recessione e tassazione alle stelle il repricing si è accentuato solo a partire dalla seconda parte dell’anno appena trascorso, approdando ai grandi mercati, in special modo quello della Capitale, che sconta un taglio del 6,6%, sensibilmente sopra la media nazionale, mentre Napoli (-1,9%) e Milano (-1,0%) oscillano tra alti e bassi , ma mostrano una sostanziale tenuta rispetto al contesto generale. Tra le città maggiori, a Padova (-16,4%) è sboom da bolla, proprietari in fase di profondo ravvedimento anche a Bari (-7,1%), Bologna (-5.5%), Catania (-5,4% ) e Firenze (-5,3%). Tra le altre città capoluogo, Modena (11,1%), Parma (-9,8%) e Bergamo (-8,7%) sono quelle che scontano maggiormente gli eccessi degli anni addietro; 9 centri accomunati da cali sopra la soglia del cinque per cento da Nord a Sud Italia; 16 le città che registrano ribassi sotto la media, dal 4,9% di Torino e Genova a scendere fino al meno 0,8% di La Spezia. Nel 2013 si toccheranno nuovi minimi storici di compravendite. Alla fine del secondo semestre 2012 il mercato residenziale italiano conferma il momento di debolezza della domanda in acquisto: si stima che a livello nazionale, su base annua, le compravendite di abitazioni saranno meno di 500mila. È quanto emerge dall’Osservatorio semestrale di Casa.it, portale dedicato al mercato immobiliare italiano che ha analizzato l’andamento del mercato immobiliare con un particolare focus sull’andamento dei prezzi delle abitazioni, eseguendo un raffronto fra offerte e richieste dei potenziali acquirenti. Nel confronto fra prezzi richiesti dai proprietari e prezzi offerti dagli acquirenti a dicembre, si riduce la forbice fra i due parametri e a livello nazionale, lo scarto medio è del 4%. Nel confronto fra le medie macro regionali il Sud registra il calo più vistoso (-6%) rispetto al Nord (-3%) ed al Centro (-2,5%). Si confermano le tempistiche sulle vendite: gli immobili restano sul mercato da un minimo di 6 a un massimo di 12 mesi. Per gli operatori immobiliari la discesa dei prezzi su base annua è stata del 12%, in media, rispetto al 2011. A conferma che il mercato residenziale è ancora in una situazione di forte debolezza, le previsioni sui tempi di vendita permangono negative: difficilmente gli immobili sul mercato potranno essere venduti prima di 6 od 8 mesi di permanenza sul mercato. Sul fronte prezzi la maggioranza degli addetti ai lavori prevede nel prossimo semestre una conferma del trend di discesa generale che dovrebbe comprendersi fra il 3% ed il 5%. L’anno che si è appena chiuso ha visto il mercato immobiliare italiano in sofferenza. La diminuzione delle compravendite nei primi nove mesi del 2012 è il dato che, più di ogni altro, illustra la situazione attuale. Anche i prezzi sono in ribasso seppure con percentuali inferiori rispetto a quanto registrato per le transazioni. Il 2012 ha visto questo trend in tutte le realtà territoriali. Il 2013 non avrà un andamento molto diverso dal 2012, difficile ipotizzare una svolta sul mercato immobiliare, soprattutto se lo scenario economico non dovesse dare segnali di ripresa in grado di restituire fiducia e ridurre l’incertezza che tanto incide su una decisione di acquisto importante come quella della casa. A livello nazionale si ipotizza per il 2013 una discesa dei prezzi compresa tra -5% e -3%. Tra le grandi metropoli ci si aspetta una tenuta delle zone centrali di Milano e Roma; più difficile che questo accada nelle zone con immobili di qualità bassa, come Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 3 A livello nazionale si ipotizza per il 2013 una discesa dei prezzi compresa tra -5% e -3% certe zone popolari e periferiche. Infatti, anche nel 2013 sarà la qualità abitativa a fare la differenza. Un discorso a parte vale per l’hinterland delle grandi città dove, oltre a esserci importanti problematiche di accesso al credito, ci sono anche difficoltà legate al collocamento di abitazioni di nuova costruzione sul mercato (in alcuni casi per i prezzi troppo alti, in altri perché il prodotto offerto non sempre trova riscontro tra i potenziali acquirenti). Le tipologie nuove potranno subire un ribasso dei valori per essere collocate sul mercato, di conseguenza anche le tipologie usate dovranno essere vendute a prezzi più bassi. Anche nei capoluoghi di provincia ci aspettiamo un ribasso dei prezzi seppur più contenuto rispetto alle grandi città. Occorre però precisare che in questo scenario si aprono delle opportunità di acquisto: il ribasso dei prezzi che si è avuto nel 2012 e quello che ci sarà nel 2013 potrà consentire a coloro che hanno il capitale o che potranno ottenere un mutuo la possibilità di acquistare a prezzi molto vantaggiosi. Più difficile sarà vedere una corsa all’investimento immobiliare come è stato fino a qualche tempo fa, sicuramente chi deciderà di investire nel mattone o di acquistare una casa vacanza sarà molto prudente e riflessivo e potrebbe posticipare l’acquisto; probabile che chi possiede più immobili, a causa dell’aggravio fiscale, possa decidere di alienarne alcuni. I venditori dovranno capire che il mercato è cambiato, ma sarà più facile che a ribassare i prezzi possano essere coloro che devono realizzare un acquisto migliorativo. Il mercato delle locazioni continuerà ad assorbire la domanda di coloro che non riescono ad acquistare e le richieste saranno in aumento. Ci sarà anche una buona offerta sul territorio di immobili in affitto che potrebbe aumentare anche in seguito all’Imu mentre i canoni di locazione non dovrebbero registrare incrementi. 3. Le locazioni Immobiliare.it A spingere per questa nuova formula di coabitazione c’è anche l’assenza di contratti: uno su due è in nero Tecnocasa Cresce il numero degli affitti condivisi, ovvero di chi mette in affitto una porzione della casa in cui vive. Nell'ultimo anno sono aumentate del 14%, a conferma di un interesse in aumento e del 26,5% se si prendono in considerazione gli ultimi 24 mesi. E' quanto risulta da un'indagine effettuata da Immobiliare.it sugli annunci pubblicati nel periodo oggetto dell'analisi. La domanda, nel corso del 2012, è raddoppiata, passando dal 9% al 18%. Il vantaggio, dal punto di vista economico, ben compensa la limitata libertà di azione in casa propria: a seconda della città è possibile ricavare da 170 fino a 500 euro e oltre al mese. Si preferiscono soggetti come lavoratori e studenti, magari con settimana corta. A spingere per questa nuova formula di coabitazione, in parte, l’assenza di contratti: un caso su due è in nero. Casi comuni sono le famiglie i cui figli sono andati via di casa, perché studiano fuori città o perché ormai indipendenti: recuperare centinaia di euro al mese che possono, magari, servire per aiutare i figli stessi è un’idea ormai non più così insolita. In particolare, per la prima volta in assoluto i lavoratori superano gli studenti nella richiesta di affitto condiviso (58% vs 42%). In sensibile aumento, secondo l'indagine di Immobiliare.it anche il fenomeno degli uffici condivisi. A concedere in locazione stanze ad uso ufficio sono soprattutto imprenditori o piccole società per ragioni diverse ma soprattutto, nel 56% dei casi, per riduzione del personale. Si punta, così, a sinergie di spazi (sale riunioni o aree break), di tecnologie (wireless, stampanti o server) o di personale (receptionist, pulizie), col fine ultimo di avere una riduzione per tutti dei costi operativi. Nel primo semestre del 2012 i prezzi degli affitti per gli appartamenti destinati agli universitari sono calati rispetto al periodo precedente. A rivelarlo è l’ufficio studi del Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 4 Sono in aumento i genitori di studenti che preferiscono acquistare un appartamento invece di prenderlo in affitto gruppo Tecnocasa, il quale fa sapere che i canoni di locazione di bilocali e trilocali sono in calo rispettivamente del 2,1% e del 2% e che nelle grandi città si è avuta una diminuzione media del 2,3%. L’analisi semestrale Tecnocasa 2012 ha evidenziato anche che gli studenti rappresentano il 5,7% di quanti cercano una casa in affitto, in particolare nelle città universitarie che hanno iscritti provenienti da ogni parte del Paese. Il periodo durante il quale gli studenti iniziano a cercare in quale appartamento andare a vivere va da luglio a ottobre, ma i mesi in cui è maggiore il numero di richieste sono quelli di settembre e ottobre. Rispetto agli altri anni, l’analisi semestrale Tecnocasa 2012 svela che per gli studenti è sempre più importante la valutazione dello stato di manutenzione degli immobili. Si prediligono, infatti, abitazioni da poco ristrutturate e arredate, possibilmente con un collegamento a internet veloce e riscaldamento autonomo. Inoltre, sebbene sia ancora molto importante la vicinanza alle sedi universitarie, si è ora molto più disponibili a spostarsi in quartieri ben collegati se vi si trova una soluzione adatta alle proprie esigenze. Ciò che è essenziale, in particolare come fonte di rassicurazione per i genitori, è che la zona sia tranquilla e con adeguati servizi. Stando ai dati emersi le tipologie di immobili più richiesti sono il bilocale con cucina abitabile (in quanto, nella maggior parte dei casi, il soggiorno viene sfruttato come seconda camera da letto) e i trilocali; i monolocali sono richiesti, in particolare, da studenti il cui corso di studi è già avanzato. In generale, il taglio dell’appartamento è scelto in base a quante saranno le persone che lo condivideranno; si tratta quasi sempre di amici o compagni di corso e si tende a preferire maggiormente, quando possibile, stanze singole. La sempre maggiore attenzione degli studenti riguardo al budget da destinare per l’affitto fa sì che, nella scelta dell’immobile da abitare, abbiano un peso decisivo la presenza di riscaldamento autonomo e di spese condominiali il più possibile contenute. Sono in aumento anche i genitori di studenti che preferiscono acquistare un appartamento invece di prenderlo in affitto, specie se ci sono più figli nella stessa città. In questo caso si tende a fare un investimento non solo per tutta la durata del corso di studi ma anche per quando, una volta laureato, il figlio inizierà a lavorare. Ad acquistare un immobile in zone universitarie sono anche quanti, pur non avendo figli studenti, decidono di fare un investimento a lungo termine. 4. I Mutui Bce Banca d’Italia Pur beneficiando dell’allentamento delle tensioni sui mercati finanziari, la riduzione dei tassi è frenata dalla percezione di un rischio di credito elevato da parte degli intermediari La Bce nel primo consiglio direttivo dell'anno ha lasciato il tasso di interesse di riferimento fermo allo 0,75%. La decisione era ampiamente attesa dal mercato. Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Banca d’Italia i prestiti bancari al settore privato non finanziario hanno continuato a ridursi; nei tre mesi terminati in novembre sono diminuiti del 2,6% (in ragione d’anno, al netto dei fattori stagionali e dell’effetto contabile delle cartolarizzazioni). La flessione ha riguardato soprattutto i prestiti alle imprese (-4%, contro il -0,8% di quelli alle famiglie). L’andamento del credito risente della debolezza, sia pure in attenuazione, della domanda da parte di imprese e famiglie – legata alla congiuntura economica sfavorevole e al peggioramento del mercato immobiliare – e di condizioni di offerta ancora tese. Il costo del credito alle famiglie ha continuato a flettere lievemente. Il tasso sui nuovi mutui è diminuito di due decimi (al 3,5%) per le operazioni a tasso variabile, che rappresentano oltre i due terzi delle erogazioni complessive; è rimasto invariato (al 4,8%) per quelle a tasso fisso. Pur beneficiando dell’allentamento delle tensioni sui mercati finanziari, la riduzione dei tassi è frenata dalla percezione di un rischio di credito elevato da parte degli intermediari. Il differenziale rispetto ai corrispondenti tassi in Germania è Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 5 di un punto percentuale. Nel terzo trimestre del 2012 il flusso di nuove sofferenze in rapporto ai prestiti (al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno) è salito al 2,2%. Il tasso d’ingresso in sofferenza dei prestiti alle famiglie resta relativamente basso, all’1,4%, come alla fine dello scorso anno. Il rapporto fra il debito delle famiglie e il reddito disponibile è rimasto al 65% nel terzo trimestre del 2012; tale livello si conferma nettamente più basso di quello medio dell’area dell’euro, che sfiora il 100%. Abi L’analisi del settore residenziale per macro aree geografiche evidenzia nel III trimestre 2012 forti contrazioni degli scambi in tutte le aree Secondo l’Abi alla fine di novembre 2012, i prestiti bancari destinati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni – pari a 366 miliardi di euro - hanno segnano una variazione annua prossima allo zero (-0,3%), in decelerazione rispetto a circa il +4,8% di novembre 2011, un valore inferiore a quello medio dell’Area euro +1,2% (+1,9% Germania, -2,7% Spagna, +3,3% Francia). Stabile al 9,6% è risultata nell’ultimo anno la quota dell’Italia dei prestiti per l’acquisto di abitazioni sul totale Area euro (era pari al 6,5% a fine 2003). Laddove si considerino i flussi erogati dalle banche per l’acquisto di abitazioni, si rileva come nel periodo gennaio - novembre 2012 essi sono ammontati a 18,8 miliardi di euro, un valore dimezzato rispetto ai 36,3 miliardi di euro dell’analogo periodo del 2011. Il maggior decremento ha riguardato i finanziamenti a tasso variabile che sono passati da 27,5 miliardi di euro dei primi 11 mesi del 2011 a 13,2 miliardi dell’analogo arco temporale del 2012. Meno marcata la riduzione del segmento a tasso fisso (da 8,7 miliardi a 5,6 miliardi). Inoltre, i finanziamenti al settore delle costruzioni hanno segnato – sempre a novembre 2012 – una contrazione di oltre il 4%. Il rallentamento mostrato negli ultimi mesi è da attribuire, tra l’altro, a una marcata diminuzione della domanda di mutui: il dato aggregato, espresso come numero di richieste da parte delle famiglie italiane, nei primi 10 mesi del 2012 ha evidenziato una dinamica fortemente negativa, anche se nel mese di ottobre è emerso un lieve rallentamento di un calo. L’analisi del settore residenziale per macro aree geografiche evidenzia nel III trimestre 2012 forti contrazioni degli scambi in tutte le aree. Rispetto al calo registrato a livello nazionale (-26,8%) le aree del Centro e del Nord mostrano perdite maggiori con riduzioni delle transazioni rispettivamente del -29,6% e del -28,2%. Poco inferiori le perdite al Sud che segna una diminuzione del -22%. Un ulteriore elemento alla base del rallentamento dei finanziamenti al settore immobiliare è da attribuire all’aumento della rischiosità delle imprese edili: a fine novembre 2012 il rapporto sofferenze lorde/impieghi per le imprese di costruzioni ha raggiunto il 12,8%, in forte aumento dal 10,3% di fine 2011 e dal 6,7% di fine 2010. Crif È la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare quella maggiormente richiesta dalle famiglie italiane con una quota superiore al 30% del totale Per Crif la domanda di mutui riflette l’andamento pesantemente negativo delle compravendite di immobili residenziali che, nel corso del 2012, si sono di fatto riposizionate su volumi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli registrati negli anni di picco, tra il 2004 e il 2008. Il dato aggregato della domanda di mutui, espresso come numero di richieste da parte delle famiglie italiane, consolida nel 2012 una dinamica decisamente negativa, con un decremento pari a -42% rispetto al 2011, calo che risulta ancora più significativo nel confronto con gli anni precedenti. L’ultimo mese del 2012, dicembre, si è chiuso con un -27%, terzo mese consecutivo a evidenziare comunque un lieve rallentamento del calo delle richieste. A ulteriore conferma della cautela adottata dalle famiglie italiane in questa delicata fase del ciclo economico va considerata anche la progressiva diminuzione dell’importo medio richiesto per i mutui, che nel 2012 ha fatto registrare un ulteriore calo, attestandosi a 131.445 euro contro i 136.863 euro del 2011. Inoltre, analizzando la distribuzione delle richieste di mutuo in funzione dell’importo si consolida lo spostamento verso le fasce più basse: nel 2012, infatti, la classe in cui si sono concentrate le preferenze degli italiani è stata ancora una volta quella compresa tra i 100.000 e i 150.000 Euro, con una quota superiore al 29%. Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 6 MutuiOnline.it Il tasso variabile continua a essere preferito dalla maggioranza dei mutuatari: il 59,6% dei clienti lo ha scelto per il proprio mutuo Mutui.it Ben il 23% delle domande arriva da cittadini di età inferiore a 30 anni Relativamente alla domanda di mutui per fascia di durata, invece, è nuovamente la classe compresa tra i 25 e i 30 anni a risultare quella maggiormente richiesta dalle famiglie italiane, con una quota superiore al 30% del totale. I mutui erogati da MutuiOnline.it nel mese di novembre 2012 hanno registrato un calo nella principale finalità: rispetto a ottobre l’Osservatorio mutui indica, infatti, una flessione sui finanziamenti per l’acquisto della prima casa, i quali sono scesi da 81,4% a 77,6% (-3,8%), mentre guadagnano punti percentuali le quote relative all’acquisto seconda casa che arriva all’8,7% (+1,7%), quella di ristrutturazione e costruzione (+1,4%) e la finalità di sostituzione e surroga (+0,8%). A novembre diminuiscono le principali durate scelte dai mutuatari: calo più lieve per la durata di 30-40 anni che ora si trova a 36,1% (-2,4%) e per quella di 25 anni (-0,2%), mentre la durata di 20 anni scende di più del 5,4% e si ritrova ora a 19,1%. In risalita rispetto a ottobre sono, invece, le durate più piccole: quella di 15 anni guadagna infatti l’1,5% (quota a 7,3%) e anche le durate inferiori a 10 anni registrano un +2,7% (8,7% la quota sul totale). Per quanto riguarda i tassi, quello variabile continua a essere il preferito dalla maggioranza dei mutuatari: 59,6% di clienti lo ha scelto per il proprio mutuo. Risultano invece in calo i mutui a tasso fisso che registrano -0,5% nel mese di novembre tra le quote di erogati. Rispetto a ottobre sono in flessione anche i mutuatari che scelgono il mutuo a tasso variabile con Cap che passano da 13,4% a 13%. In lieve aumento i mutui erogati con tasso misto (+1,9%). A novembre è aumentata la quota di erogati (+5,8%) relativa ai clienti che hanno tra 36 e 45 anni che rappresenta il 49,1% di coloro che hanno ottenuto un mutuo attraverso MutuiOnline.it. L’Osservatorio mutui ha rilevato, invece, in calo l’importo medio del mese: dai 130.331 euro di ottobre si è passati a 127.040 euro. Mutui miraggio per i più giovani: il comparatore Mutui.it, in collaborazione con Facile.it, ha analizzato le richieste di finanziamento per l’acquisto della prima casa compilate negli ultimi sei mesi, evidenziando come ben il 23% delle domande arrivi da cittadini di età inferiore a 30 anni. Quasi un preventivo su 4 arriva dagli under 30, ma le condizioni economiche dei richiedenti e la precarietà lavorativa in cui si trovano rendono difficile ottenere il finanziamento. Nell’arco di tempo preso in considerazione, luglio 2012 - gennaio 2013, i mutui erogati con un primo intestatario di età inferiore a 30 anni rappresentano solo il 16% del totale. Una differenza notevole, questa, che sottolinea come i progetti di vita adulta siano destinati, per il momento, a restare progetti. Analizzando il dettaglio dei mutui erogati, poi, si scopre che chi è riuscito nell’ardua impresa è stato aiutato: i mutui mono-firma rappresentano solo il 5,7% del totale; quelli ottenuti da una coppia di giovani sono il 4,8%, per raggiungere il 16% del totale bisogna considerare i finanziamenti in cui vi è un garante o cointestatario adulto, quasi sempre un genitore: questi rappresentano quasi il 6% dei mutui stipulati nel periodo preso in esame. Quindi il 37% degli under 30 che hanno ottenuto un mutuo ci sono riusciti solo perché supportati da un genitore. Passando in esame il campione di oltre diecimila domande di mutuo pervenute da luglio ad oggi, si nota come la richiesta tipo fatta dai giovani aspiranti mutuatari sia di valore inferiore rispetto alla media dei finanziamenti richiesti in Italia per l’acquisto della prima casa, ma miri a coprire una percentuale maggiore del costo da sostenere (70% del valore dell’immobile rispetto al 60% registrato a livello complessivo). Quanto all’importo del finanziamento, chi ha meno di 30 anni oggi vuole ottenere dalla banca 122.000 euro (erano 150.000€ a settembre 2011), segno di una buona consapevolezza della crisi di liquidità degli Istituti. Il tasso preferito, in media con le richieste over 30, è quello variabile (49%), mentre il tasso fisso raccoglie solo il 34% delle domande di mutuo. Informazioni e Tendenze Immobiliari Pag. 7 t "HFO[JF""DDSFEJUBUF t 7BMVVUB[JPOJ$FSUJåDBUF t -JTUJOP6GåDJBMF t .PEVMJTUJDBBQQSPPWBUBEBJ$POTVNBUPPSJ La Borsaa Immobiliiare di Roma, istituuita dalla Camera di Commercio di Roma, è un evoluto sistema di servizzi peer garanntire qualitàà e trasparenza del mercatto. BORSA IMMOBILIARE DI ROOMA. IL SISTEMA CHE TUTELAA Cerca le Agenzie Accrreditate su www.biroma.itt o chiama il numeroo verde 8000-116422