"A che tante facelle". La Via Lattea tra scienza, storia e arte

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"A che tante facelle". La Via Lattea tra scienza, storia e arte
"A che tante facelle". La Via Lattea tra scienza, storia e arte
La mostra "A che tante facelle". La Via Lattea tra scienza, storia e arte ha permesso di aprire al
pubblico quella parte del Palazzo Reale meno nota ai visitatori denominata “Segrete”.
“Si è trattato di una mostra per i non addetti ai lavori che guardava alla volta celeste dalla
posizione scientifica, che la leggeva attraverso la letteratura e la interpretava tramite l’arte”.
Sono state esposte riproduzioni di opere d’arte ispirate alla Via lattea, nonché documenti storici
(tra cui le prime osservazioni di Galileo) e strumenti originari che hanno via via svelato la natura
fisica della nostra Galassia. Al centro della mostra – divisa in due sezioni, “La Via lattea
nell’immaginario del’uomo” e “La Via lattea nella storia della scienza” – è stato installato un
planetario di sei metri di diametro che riproduceva la Via lattea ed il cielo stellato. Infine, è stato
mostrato come la Via lattea sia una delle innumerevoli galassie che popolano l’universo: anche
la vastità della nostra galassia sembra ridursi ad un punto quando viene vista nell’ambito dello
spazio cosmico, nel suo insieme.
“Tanti sono i miti che ruotano intorno al cosmo: quello occidentale è rappresentato nella Tela di
Tintoretto che ci narra come è nata La Via Lattea, ha raccontato, in conferenza stampa, il
Vicedirettore dell’Osservatorio Astronomico dell’Università di Palermo, Antonio Maggio. E ha
continuato, questa mostra vuole creare meraviglia e stimolare curiosità, già insite nel titolo “a
che tante facelle?” che riprende e cita Leopardi con il suo canto notturno di un pastore errante
dell’Asia”.
Oggetto e contenuto della mostra, dunque, quell’arco di luce che attraversa il cielo, spettacolo
che ha riempito di meraviglia tutte le generazioni umane, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Le
civiltà antiche di ogni parte del mondo, dagli Egizi ai Cinesi, dagli Aborigeni agli Incas, hanno
costruito miti e leggende intorno a quella ineffabile nube celeste. E lungo la storia della nostra
Europa, numerosi poeti e pittori si sono ispirati alla sua luce vaga e argentea. Invero, diversi
sono i modi con cui l’uomo nel corso dei secoli si è posto di fronte alle meraviglie dell’universo.
Scienziati, filosofi ed artisti hanno, fin dall’antichità, tentato di scoprire cosa vi fosse aldilà della
Terra e di spiegare la struttura e le leggi del cosmo. Leopardi e Keats hanno cercato di cogliere
il senso della vita; Dante, descrive la grandezza di Dio attraverso la descrizione della bellezza
del cosmo da lui creato; infine, in campo artistico, Van Gogh, nei suoi tre dipinti, “Notte Stellata”,
“Notte Stellata sul Rodano” e “Terrazza del caffè in Place du Forum ad Artes”, ha riprodotto
sulla tela il cielo stellato in modo fedele a seguito di precisi studi ed osservazioni notturne.
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"A che tante facelle". La Via Lattea tra scienza, storia e arte
La mostra ci ha raccontato come la scienza moderna ha svelato la natura fisica della Via lattea,
riconoscendo in essa il bagliore diffuso della Galassia nella quale siamo immersi: una struttura
a spirale che contiene centinaia di miliardi di stelle, così vasta che un raggio di luce impiega
mille secoli ad attraversarla.
L’esposizione ha narrato la struttura, l’evoluzione, il movimento e la composizione della Via
lattea, spiegando come questa abbia un moto decisivo per la formazione e il mantenimento del
nostro pianeta e, in ultima analisi, della nostra esistenza. Anche i fenomeni più violenti ed
esotici della Via lattea, come il grande buco nero centrale, le esplosioni di supernovae o l’alone
di materia oscura che la circonda, in qualche modo hanno contribuito, negli anni, a dar luogo
all’ambiente in cui ci troviamo. Tramite questa mostra, dunque, si è venuti a conoscenza di
come ciò che, anticamente, appariva come una misteriosa scia luminosa, oggi, si rivela essere
una struttura complessa, caratterizzata da un ordine e da un’evoluzione che il progresso della
scienza ci ha permesso, almeno in parte, di comprendere. Si evince come l’esito della
conoscenza scientifica non è affatto quello di soffocare l’originale senso di mistero e di
meraviglia. Al contrario, la scienza amplifica a dismisura la nostra coscienza della vastità e della
bellezza della Via lattea, e ci rivela il suo nesso con la nostra esistenza, ben più profondo di
quanto qualunque fantastica visione pre-scientifica avesse osato immaginare. “... a che tante
facelle?”, la domanda di Leopardi, alla luce della scienza moderna diventa quanto mai acuta,
urgente e inevitabile.
{morfeo 23}
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