Dalla padella alla - Francesco Tonelli Photography
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Dalla padella alla - Francesco Tonelli Photography
italiani d’esportazione francesco tonelli Dalla padella alla fotografia giorgio c. morelli Voleva diventare uno chef e ci è riuscito. Poi ha iniziato a fotografare i suoi piatti e non ha più smesso. Oggi è il più celebrato «photostylist» nonché «foodphotografer» degli Stati Uniti. Colpa di un Mac... I l più famoso, in senso high-tech, o comunque il più innovativo e rivoluzionario fotografo del New York Times? Il più trendy, tecnicamente, in quanto grazie al suo sapiente e inarrivabile uso dei sistemi Apple è diventato uno dei più famosi photo-stylist nonché food-photografer degli Stati Uniti? È italiano, ovviamente, e si chiama France- sco Tonelli. È nato 46 anni fa a Fano, nelle Marche, e ha studiato ed è cresciuto nelle nostre migliori scuole culinarie perché voleva diventare uno chef celebre e celebrato. E naturalmente il suo ristorante avrebbe ottenuto una o due stelle Michelin, perché i suoi piatti sono eleganti e raffinati e tradizionalmente innovativi. 53 italiani d’esportazione francesco tonelli Francesco si è diplomato all’Amerigo Vespucci di Milano nel 1982 ed è subito diventato uno chef apprezzato e di sostanza, perché la sua ricerca dei sapori antichi e l’elegante ripresentazione di antiche ricette rappresentano il suo Dna di vero esperto e cultore dell’eccellenza enogastronomica italiana. Giovanissimo, nei primi anni Novanta, già si parlava di lui nei due ristoranti milanesi dove era diventato lo chef de cuisine, l’Harbour Club e lo Sporting Club di Milano 3. Ma il suo sogno era l’America e New York, anche se la passione per l’arte fotografica non gli era ancora scoppiata tra le mani. La fotografia era un hobby che gli serviva per «ricordare» e archiviare - su una delle prime macchine digitali, un’Olympus D-500L da meno di 1 megapixel - i suoi piatti più raffinati e le sue creazioni culinarie, materia che insegnava con passione e animo sui banchi e nelle cucine del Culinary Institute of America, la più prestigiosa e antica università culinaria degli Usa. Al “Cia”, come viene chiamata dagli americani questa famosissima scuola, Tonelli impressionava tutti, studenti e colleghi professori-chef francesi, belgi, tedeschi e americani, perché i suoi piatti erano i più eleganti: inarrivabili. E non per caso, diversi famosi fotografi americani hanno iniziato a utilizzare il tocco elegante e raffinato di Tonelli, che veniva chiamato sempre più spesso per preparare e creare piatti da fotografare per il famoso inserto del New York Times, il Dining In: il più letto e venduto negli States. E dopo il quotidiano newyorchese, anche altri prestigiosi magazine americani hanno iniziato a usare Tonelli, soprattutto per le copertine. Lo chef marchigiano a questo punto, Ricetta di Rori Trovato fotografie di Francesco Tonelli: a sinistra, il servizio di copertina dell’ultimo numero di Cookking Light, la rivista di cucina più letta d’America. In basso, una serie di cover scattate da Tonelli per il magazine Fresh {Una buona foto è il frutto di quattro fattori: addobbo, luce, tecnica fotografica e ritocco al computer intorno al 2004, non ci ha pensato due volte: ha lasciato le pentole e la prestigiosa cattedra del Culinary Institute e si è messo in proprio: mettendosi dietro la macchina fotografica e diventando in pochi anni uno dei fotografi più innovativi e apprezzati negli Stati Uniti. Le sue foto sono diventate subito tra le più contese e ammirate, ogni giorno, dai maggiori e più diffusi magazine americani. Ovviamente, ma non è un suo vezzo da prima donna, è un photo-stylist: fa essenzialmente le copertine per riviste famose e per giornali a diffusione nazionale. Questo mese di aprile, per esempio, è sua la cover di Cooking Light, la rivista di cucina più letta e diffusa in America, e sarà sua anche la prossima a maggio. Come la cover del prossimo numero di Reader Digest, il magazine più letto dagli americani da circa 30 anni. E di cover Tonelli ne vanta un numero ampio e prestigioso, per esempio le innumerevoli copertine di Art Culinaire, una specie di Bibbia inarrivabile per chef stellari e sommelier alla moda (forse il magazine culinario più celebrato al mondo). Francesco da Fano crea le copertine dei magazine e le foto artistiche nel suo studio minimalista sulle colline 55 italiani d’esportazione francesco tonelli del New Jersey, a pochi chilometri da Manhattan. È uno studio raffinato, ma altamente high-tech, dove regna soltanto il marchio Apple e i pochi, modernissimi mobili sono Ikea. Siamo andati a fargli visita per capire e descrivere il suo successo quasi immediato: che è poi il segreto e lo stile del made in Italy che ormai ha conquistato il mondo. «Ho avuto un computer Apple fin dal 1990 e me ne sono innamorato da subito; per me è sempre stato piacevole e facile da usare», spiega il fotografo che tra i suoi clienti vanta anche Kraft, Pepsi, Taco Bell, Campbell Soup e General Mills che lo ha nominato “Top Food photografer” del 2010. «In Italia non ho mai praticato la fotografia; mai capito nulla di pellicola, diaframma e tempi d’esposizione, nonostante abbia lavorato per anni accanto a bravi fotografi della prestigiosa rivista Cucina Italiana. Poi, qui a New York, la mia abilità con i computer ha fatto sì che quando le macchine fotografiche sono divenute digitali, ho iniziato a fare i primi scatti veri. Era il 1998 e pian piano ho iniziato a capire i pixels e i programmi software per elaborarli. E mi sono buttato senza più timori in questo nuovo amore, che è ora il mio vero mestiere: il fotografo, ma sono anche un photo-stylist e soprattutto un food-stylist», racconta Tonelli, mentre mi mostra il suo ultimo raffinato libro dal titolo Italian Cooking, realizzato con due famosi chef italiani di New York, Gianni Scappin e Alberto Vanoli (il volume è nelle migliori librerie Usa e anche su Amazon.com). «Ma se Apple mi ha avvicinato alla fotografia digitale, è Adobe con Photoshop prima e poi con Lightroom che mi ha permesso di sviluppare il mio stile fotografico. Ossia la capacità di fondere o mantecare due o più immagini con diverse caratteristiche in una sola foto che ne unisce i pregi e ne filtra i difetti. Questo in sintesi mi permette di creare i miei lavori. Se i vari editor americani mi dicono che le mie foto sono uniche e particolari, rispondo che sono la combinazione di quattro fattori di eguale importanza. La prima è la mia relazione con il cibo e la capacità d’allestire un piatto o meglio un addobbo in maniera autonoma senza aiuto di stilisti vari; la seconda è l’uso della luce e delle ombre per esaltare la qualità della preparazione dei piatti o degli arredi che fotografo; la terza è la conoscenza tecnica della macchina fotografica in sé e di come ottenere il look e l’effetto desiderato tramite lenti, aper- ture e impostazioni varie; la quarta è la mia manipolazione digitale, passata di fronte al mio Apple computer in cui esamino i risultati ottenuti e rifinisco le foto per ottenere il risultato che mi ero prefisso». Per intenderci, questo è il segreto o i segreti di Francesco Tonelli che dalle pentole e padelle di prestigiosi ristoranti e dalla cattedra del Cia, la più famosa scuola di cucina americana, è passato alle luci e alle attrezzature tecniche fotografiche e quindi ai computer e software Apple per arrivare al New York Times e alle copertine dei più famosi magazine americani. E non è tutto: noblesse oblige, è il fotografo unico ed esclusivo di Daniel Humm, il più famoso chef americano, che usa solo le sue immagini e con il quale lo scorso anno ha pubblicato un libro d’arte culinaria, mentre altri due volumi Humm-Tonelli sono in cantiere per il prossimo anno. Succede «only in America». 57