In Cisgiordania a difesa dei deboli
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In Cisgiordania a difesa dei deboli
IL MONFERRATO 21 Ve ne rdì 2 5 A g os to 2 0 0 6 Incarico bis lombardo per la Sovrintendente “madrina” del Museo casalese e del restauro di Crea Convegno al Balbo dal 6 all’8 settembre La Spantigati “conquista” anche Brera Migrazioni e cultura a A Carla Enrica Spantigati, attuale sovrintendente per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico del Piemonte, il ministro per i Beni culturali, Francesco Rutelli ha affidato l’incarico ad interim per la sovrintendenza delle province di Milano, Bergamo, Como, Pavia, Sondrio, Lecco, Lodi e Varese. La nomina comprende anche Brera con l’annoso problema di rilanciare il famoso museo a livello internazionale. Il doppio incarico è programmato per tutto il 2007. Carlenrica Spantigati, alessandrina, ha curato tra gli altri, gli interventi al Museo e alla gipsoteca Bistolfi di Casale di cui è un po’ la madrina “senza dimenticare il grosso lavoro di Germana Mazza”, ci dice subito dalla località del Lago Maggiore dove sta trascorrendo un periodo di “ferie lavorative”. “Sono soddisfatta e onorata della nomina afferma - Aggiungo che da tempo conosco il tessuto culturale del Milanese e non mi a Tutto pronto per la nona edizione del Convegno-corso di Aggiornamento di Geografia, in programma nell’Aula Magna dell’Istituto “Cesare Balbo” dal 6 all’8 settembre su “Migrazioni. Scontro o intercultura?” “I fatti che la cronaca nazionale ed internazionale ci racconta in questi giorni rendono ancora di maggiore attualità il tema centrale degli argomenti che si svilupperanno durante il convegno- sottolinea l’assessore alla Pubblica istruzione Fabio Lavagno - Non mancheranno inoltre riferimenti anche agli aspetti di multiculturalità, presenti in maniera sempre più frequente anche nelle scuole casalesi, con il racconto delle esperienze maturate ed il lancio di proposte che vadano nella direzione di un’effettiva integrazione nel tessuto sociale. La positiva attività svolta nelle scuole della nostra città da parte di dirigenti, personale, collaboratori a vario titolo, ma soprattutto da parte degli insegnanti sarà presentata durante il convegno, in uno manca la voglia di confrontarmi con le sue realtà compresi i grandi progetti come quelli di Brera e il suo ampliamento... Penso che ci saranno anche progetti comuni tra le due regioni”. E Casale? “Rimane il mio primo amore certo con qualche rimpianto. E’ nelle buone mani della dottoressa Guerrini”. E il Santuario di Crea? “Si, anche al Sacro Monte si sta facendo un buon lavoro, ogni tanto cerco di andarci”. Ricordiamo assieme i primi, decisivi, sopralluoghi al Paradiso e alle cappelle che crollavano, con padre Antonio, allora la Spantigati, semplice ispettrice, era affiancata da un altra funzionaria, la dottoressa Liliana Pittarello; oggi la Pittarello è direttore generale regionale dei beni culturali e paesaggistici della Liguria... Quanta (meritata) strada... Luigi Angelino Cultura &spettacoli A LTAV I L L A FOTO: la Spantigati e Umberto Eco all’inaugurazione del Museo Civico di Casale (1995). spazio che si annuncia questa volta più ampio delle passate edizioni.” L’appuntamento con il convegno casalese che si rinnova ad ogni biennio punta, come ormai abitudine radicata, su un percorso di indagine interdisciplinare, con un approccio di tipo problematico alla geografia, in grado di favorire nuove conoscenze e nuovi saperi. Il tema è “Migrazioni: scontro di civiltà o intercultura? Prospettive per la società, la ricerca, la didattica: il contributo della geografia”. “Il fenomeno della migrazione coinvolge ormai in modo globale tutto l’occidente ed ha risvegliato nelle coscienze europee problematiche, per non dire paure, vecchie e nuove - dichiara il prof. Evasio Soraci, Presidente del Comitato organizzatore - per trovare strumenti di intervento e soluzioni possibili è fondamentale porsi il problema in senso positivo, stimolando un confronto aperto e rispettoso delle altre culture in un’ottica di dialogo e confronto”. L’Avaro di Goldoni per il “Teatro in Distilleria” La quinta edizione del Teatro in Distilleria si terrà dal 8 al 10 settembre con la prima assoluta de L’Avaro ovvero La Dolce Musica del Nobil Danaro, di Carlo Goldoni, in collaborazione con la Compagnia Torino Spettacoli con le musiche di Bruno Coli e la regia di Enrico Fasella, debutterà venerdì 8 settembre alle 21,30, con repliche sabato 9 settembre (ore 21,30) e domenica 10 settembre (ore 16,30). Un vero e proprio musical barocco, un carnevale veneziano fuori stagione. Affascinante e curiosa location la Mazzetti d’Altavilla in viale Unità d’Italia 2. In concomitanza con l’evento verrà inoltre inaugurata e riaperta al pubblico, dopo un sapiente restauro in collaborazione con la Soprintendenza, la Cappella Votiva: un gioiello architettonico risalente al 1808, situata nel giardino della Mazzetti. L’ingresso al teatro è gratuito con obbligo di prenotazione (t. 0142/926147). Il diario di una volontaria monferrina da due mesi e mezzo al lavoro con i pacifisti di «Operazione Colomba» In Cisgiordania a difesa dei deboli «Non violenza» come deterrente a un clima di guerra - La paura dei bambini a (l. angelino) - Una giovane volontaria monferrina di cui per ragioni di opportunità se non di sicurezza indichiamo solo le iniziali (a.l.) sta partecipando in Cisgiordania alla “Operazione Colomba”, questa sigla è nata nel maggio del 1992 con la guerra jugoslava, dal desiderio di alcuni giovani e obiettori di coscienza della Comunità Papa Giovanni XXIII di provare a vivere la non violenza in zona di guerra e di condividere la vita di chi è costretto a subire la violenza dei conflitti. Attualmente “Colomba” collabora con alcune associazione pacifiste israeliane e in villaggi palestinesi in Cisgiordania: ad Aboud, paese a nord di Ramallah, dove si legge in un comunicato “svolge un’azione di monitoraggio e denuncia soprattutto rispetto alla costruzione del muro di separazione che anche in quell’area sta avanzando a dispetto delle proprietà degli abitanti della zona; ad At-Tuwani, a sud di Hebron, villaggio vicino ad alcuni insediamenti ebraici da dove, solo pochi mesi fa, mentre i volontari dell’Operazione Colomba accompagnavano alcuni bambini palestinesi a scuola, sono usciti estremisti incappucciati che hanno violentemente picchiato i ragazzi” e ancora “ad At-Tuwani, accompagniamo i pastori minacciati a pascolare le proprie greggi nei campi della zona, con la consapevolezza che anche una presenza internazionale non violenta è motivo di deterrenza ad ulteriori violenze”. Durante la recente guerra i volontari dell’Operazione Colomba si sono recati anche ad Haifa, nel nord di Israele, per portare sostegno e solidarietà alla popolazione civile israeliana e condividere la sofferenza e la paura di chi viveva sotto la minaccia dei razzi Katiuscia, e ne attendeva la fine pregando, tremando, con la paura nel volto. Ad Haifa i volontari sono anche andati a trovare il capitano elicotterista Roberto Punzo, italiano osservatore dell’Onu (missione Untso), gravemente ferito nel corso del conflitto nel Libano meridionale. La volontaria monferrina, su richiesta della stessa organizzazione per cui opera, ha mandato agli amici e poi ad alcuni giornali un suo lungo diario (“il mio scopo è tener viva la speranza” ci dice quando riusciamo a contattarla per telefono e ci promette una intervista al ritorno, tra una quindicina di giorno allo scadere del terzo mese di durissimo impegno, al suo piccolo paese collinare). Del diario pubblichiamo alcuni passi. Da Gerusalemme a Tuwani, un villaggio a sud di Hebron. «Qui non nego che il primo impatto sia stato duro.... Sulla porta d’ingresso della nostra casa leggo la citazione dantesca “Lasciate ogni speranza voi che entrate”. Immaginate di ritrovarvi in quella che in Italia poteva essere la vita nelle campagne cinquanta anni fa..... La casa in cemento e pietre è costituita da una piccola cucina, dividiamo una stanza di 25 mq in 4 o 5 persone, c’è un bagno senza la porta, ma con una tenda a difendere un po’ di privacy, un altro bagno all’ esterno. Non c’è frigorifero, telefono fisso o internet, un impianto idrico. Il clima è caldo torrido durante il giorno e freddo di notte e per lavarsi usiamo l’acqua presa dal pozzo che in questo momento è quasi in secca. L’elettricità arriva per qualche ora alla sera, grazie al generatore e giusto il tempo necessario per cucinare, ricaricare i cellulari, il computer, la telecamera e le pile che servono per le macchine fotografiche. Tutto può essere riparato, riusato, riciclato... Anche la lingua è un problema non da poco... Vi basti pensare che uno di questi giorni, parlando con un giovane, ho fatto confusione tra arabo e inglese e nel tentativo di dire che la valle di Abud è molto bella, mi è uscita una frase tipo “il muro (quello di separazione alzato dagli israeliani, ndr.) è bello”. Vi lascio immaginare il mio imbarazzo quando ho capito cosa effettivamente ho detto. IL CALORE DELLA GENTE - «Quello che mi ha aiutato tantissimo è stato il calore della gente di Tuwani. Non avevo mai sperimentato un accoglienza così grande. Le persone del villaggio, che vivono per lo più di pastorizia, non lesinano a parlarti, accoglierti in casa e anche se non parli arabo, fanno di tutto per farsi capire e amano condividere la quotidianità, il loro cibo, il the (Tchai Bi-nana), i momenti di difficoltà e di svago con i bambini....». Sottolinea anche in altre occasioni l’ospitalità della povera gente poi descrive una giornata tipo: «Ci si occupa della casa, si gioca con i bambini, si legge, si lavora al computer e si studia. Capitano poi le chiamate d’emergenza in cui bisogna uscire in fretta con telefoni, macchine fotografiche e telecamere per riprendere eventuali atti di violenza di coloni del vicino insediamento di Avat Maon o dei soldati o per monitorare la ripresa dei lavori del muro. Visitiamo spesso le famiglie ed è quasi inevitabile che camminando per le strade sterrate del villaggio ci invitino a bere il Tchai...... MONF250821.indd 1 Scorta anti aggressione ai bambini palestinesi da Tuba a At Tuwani Durante la mia permanenza, l’unico momento di tensione si è verificato domenica, per un aggressione avvenuta nella città di Susyia.... Alcuni di noi sono andati a Susyia per proteggere la gente . La nostra presenza riduce il livello della violenza perchè siamo testimoni neutrali verso il conflitto ma non verso le ingiustizie». Poi ad Abud a nord di Ramallah. «Abud è un altro mondo rispetto a Tuwani. Mentre sono qui, mi manca il calore delle persone di là, perchè qui sento già una distanza tra noi e i palestinesi e l’ospitalità ha il sapore di quella del buon vicinato... Sento che la nostra presenza è apprezzata, ma con la consapevolezza che inciderà poco sulla loro vita. Ho visitato il Palestinian Medical Relief, la scuola, alcune chiese e quella di Santa Barbara. Un altra cosa che ho capito è che il muro in fondo può essere tante cose e non solo una parete di cemento..... Può essere una strada asfaltata riservata solo alle vetture con targa israeliana come quella vista oggi mentre andavamo alla manifestazione a Bil’in, ma può essere anche la separazione per religione e cultura degli studenti nelle scuole e nelle università, delle case nei quartieri. Può essere un nastro arancione che i giovani estremisti israeliani portano sugli zaini ad indicare che vorrebbero insediamenti più grandi o le bandiere israeliane o palestinesi poste sui terrazzi delle case. Ad Abud noi abbiamo posta fuori casa una bella bandiera della pace e spero che prima o poi passi il messaggio del perchè siamo qui. MANIFESTAZIONI - Abbiamo preso parte alla manifestazione di Bil’in. Qui c’è stato il primo incontro con la dura reazione della polizia israeliana verso una manifestazione di pacifisti (Non violenti israeliani,palestinesi,internazionali).. .. E’ stata la prima occasione qui in Palestina in cui ho avuto un poco di paura, perche non avevo il controllo di quello che succedeva intorno a me». La volontaria aveva partecipato in precedenza a un’altra manifestazione pacifista a Tuwani svoltasi senza incidenti. LA REGATA - «Da Yatta a Tuwani ho fatto il viaggio con Hafez, uno degli abitanti di Tuwani. Mio papa sarebbe contento di sapere che qui la Fiat Regata, che e la macchina che uso in Italia e che va benissimo nonostante i vent’anni di usura, pullula per le strade polverose e sterrate della Palestina. Se penso che e da un poco che lui vorrebbe cambiarla, sorrido al fatto che qui e uno dei modelli più diffusi e più eleganti. Qui pero si vedono girare per le strade anche macchine che da noi sarebbero state rottamate già da anni. CONFUSA- «Ammetto di essere in questi giorni un po’ confusa.... piu leggo, mi documento e guardo e meno capisco la logica di quello che sta succedendo in questo pezzo di terra. Percepisco il mondo contromano... Non so se sono in gra- do di rendere l’idea, ma gli atteggiamenti reciproci di palestinesi e israeliani mi sembrano così assurdi da non trovare una logica. Quando osservo che Israele, rompendo la continuità territoriale della Palestina, cerca di negarne l’evidente esistenza, dall’altra parte noto che anche i Palestinesi disegnano la Palestina senza considerare la presenza dello Stato di Israele come ha fatto M. sul mio quaderno degli appunti. In questa settimana abbiamo continuato nella nostra attività di accompagnare i pastori al pascolo e per tre volte abbiamo avuto la visita della polizia. Direi che dopo tutti questi controlli possiamo stare tranquilli perchè siamo sicuri che i passaporti sono in regola.... A Tuwani ci sono molte zanzare (‘essez’ in arabo) e qualche pulce che ogni tanto ci tiene compagnia la notte. Durante il giorno poi molte mosche (‘debbeni’) si uniscono al gruppo. Quando alla sera spengono il generatore, la nostra casetta assomiglia alla Capanna di Betlemme sotto un cielo pieno di stelle.... LA TAZZA DEL GATTO - «Una delle difficoltà che ancora sento qui a Tuwani e il doversi adattare a standard igienici molto inferiori a quelli a cui sono abituata. Se ripenso alla lezione di igiene che ho tenuto a Rimini agli altri volontari, mi rendo conto che alcune dritte che ho dato erano assolutamente anacronistiche. Oggi, per esempio, dopo aver accompagnato i pastori al pozzo, una famiglia di Mufakara ci ha invitato a fare colazione da loro. Nella grotta vivono in 8 bambini, due genitori, molte mosche e due gatti. Ho avuto molta difficoltà a bere il thè dal mio bicchiere, dopo che che ci aveva bevuto il gatto, eppure qui l’ospitalità e sacra e non ci si può tirare troppo indietro per non offendere. L’unico effetto collaterale visibile è la poco ‘elegante’ l’abbronzatura da muratore che mi sta venendo, perchè qui le donne hanno sempre le braccia coperte fino al gomito e le gambe fino alle caviglie... quindi sono “double-face” con quasi tutto il corpo bianco latte (palmi delle mani inclusi) e invece il collo, la faccia e le mani abbronzatissimi se non bruciacchiati.... PIZZA ALL’AGLIO - «Stasera ad Abud Murad, un amico palestinese ci ha invitato a mangiare la pizza fatta da lui ed e’ stata una scoperta... Era veramente buona. Anche se lui e’ convinto che il segreto per preparare una buona pizza stia nell’aggiungere aglio all’impasto... ma l’aglio fa bene e la pizza meritava davvero. Dopo abbiamo fatto visita ad H., il coordinatore del comitato contro il muro qui ad Abud, ha una famiglia enorme. Qui si sposano tra cugini e quindi e’ un Paese di parenti(fermo restando la separazione tra musulmani e cristiani divisi per quartieri)... chi si ricorda chi e’ cugino o zio di chi... GUERRA - «E’ difficile rendersi conto che a 20 km da qui Nazareth e’ stata colpita dai Katiuscia degli Hezbollah. Israele e’ in guerra e la Cisgiordania è stata chiusa ai palestinesi verso Israele, io personalmente ancora non mi capacito di come oggi si possa iniziare una guerra così.... Stasera su internet ho letto che gli americani hanno fornito “armi speciali” al governo Israeliano. Sul Monte degli ulivi c’e’ una targa, sul belvedere, su cui e’ riportato il brano del vangelo, detto da Gesu’, il cui concetto e’ questo: ‘Gerusalemme/ ti ho portato un messaggio di pace/ e tu non l’hai raccolto.../ ...sarai sempre in guerra...’ In questo momento sto cercando di credere con tutte le mie forze che non e’ vero che la pace è possibile. Sono di nuovo di corsa perchè oggi da Abud torno ad At Tuwani.. Qui sono i viaggi sui bus palestinesi che ‘stroncano’ perche’ fa caldo e per fare pochi Km (100) si impiegano ore.... Io dovrei riuscire ad arrivare in quattro ore, ma viaggiando da sola, parto presto perchè se ci sono check point sulla strada rischio di restare in zone a ‘rischio’ tipo Hebron in ore non prudenti. Io sono contraria a ogni forma di integralismo che non sia quello della pace e Hamas purtroppo è uno dei problemi della Palestina non ne e’ certo la soluzione... Per fortuna i palestinesi che conosco di At Tuwani in quanto pastori, sono gente sveglia e lo sanno che molti ebrei anche qui in Israele non vogliono e sono contrari ai sopprusi dei coloni. Noi qui lavoriamo spesso con TA’IHUS che e’ un associazione di pacifisti israeliani il cui ‘capo’ e’ un ebreo di Gerusalemme. Loro nelle manifestazioni sono presi di mira quasi più dei palestinesi...... perchè vengono visti come traditori di Israele. Mi piacciano... Ez. e’ molto gentile e quando sono ad At Tuwani, viene spesso a cercarci. L’AIUTO DEGLI ISRAELIANI AI PALESTINESI - «Sono molti gli israeliani che in qualche modo aiutano il popolo palestinese: avvocati che portano avanti gratis le cause di violazione dei diritti umani, gente che aiuta a ricostruire le case che lo Stato di Israele ha buttato giu’ per ‘motivi di sicurezza’. Io non identifico lo stato di Israele con il popolo ebraico.... ma temo che molti lo facciano. Io spero di riuscire ad essere coerente con le cose in cui credo...”NO HAY CAMINO PARA LA PAX, LA PAX ES EL CAMINO”...e’ scritto sul muro della nostra Capanna di At Tuwani. Ormai mancano circa 15 giorni al rientro, in questi due mesi e mezzo sono successe tante cose e il tempo che all’inizio non sembrava passare mai, dopo il primo mese e volato. Sono diventata l’esperta del gruppo proprio io che come dice M., preferisco stare dietro le quinte. LA MANO DEL SOLDATO E QUELLA DEL BAMBINO - «Ad At Tuwani durante la settimana siamo stati impegnati nello School Patrol cioe nell’accompagnare i bambini di Tuba (palestinesi, ndr), circa una ventina, al Summer Camp. La strada per raggiungere la scuola di Tuwani da Tuba passa vicino all’insediamento di Maon e i coloni più volte hanno aggredito i bambini. Sembra incredibile ma purtroppo e proprio così... Israele ha assegnato una scorta ai bambini, che pero sovente arriva in ritardo o non arriva affatto. Il rischio che si cerca di prevenire è che la scorta, dopo il clamore dei media sulle aggressioni, venga sospesa. La nostra presenza serve oltre che a documentare e proteggere i bambini dai coloni, a controllare la regolarità e la continuità della scorta. Il mio inglese non e migliorato molto nella pronuncia ma diverse volte mi e capitato di chiamare l’ufficio dell’esercito, perchè la scorta non si presentava e ci siamo capiti, e una volta con mio sommo stupore si sono anche scusati per il ritardo. La maggior parte dei soldati non sembrano gradire l’espletamento di questo tipo di servizio. Arrivano sull’Hammer che segue i bambini che sono a piedi e nessuno di loro scende. Anche con noi i rapporti sono di diffidenza... Alcuni di loro, se si spingono in una parvenza di conversazione, ci chiedono come mai venendo da paesi ricchi, ci adattiamo a vivere senza acqua ed elettricità. Per questo l’altro giorno sono rimasta senza parole vedendo arrivare la scorta con due soldati a piedi che camminavano a fianco dei bambini e uno di loro con la mano stretta a quella di Mohammed. Il momento straordinario ha richiesto una foto discreta. Le foto, più di tante parole, danno la misura del pericolo reale in cui questa gente vive e lasciano immaginare la paura di questi bambini che neanche a scuola possono andare tranquilli. La paura e’ uno dei muri invisibili piu’ grande.... Spero che almeno su questo si possa fare qualcosa. Sabahalker-Buongiorno.... Tutto il giorno...». CASTELLI APERTI Domenica un tour da Razzano a Santa Croce a Continuano le domeniche di Castelli Aperti, rassegna che propone le visite nelle più belle dimore storiche del Basso Piemonte. Il comunicato stampa ufficiale della rassegna per il 27 agosto propone un tour nel Monferrato Casalese che comprende le visite alla Tenuta del Castello di Razzano ad Alfiano (nella foto) e Santa Croce a Casale. Il Castello di Razzano è un’antica dimora ricca di emozioni del passato: risale al 1697 e conobbe momenti di prestigio con la famiglia Caligaris per oltre 200 anni. Il castello è oggi una tenuta agricola di grande bellezza paesaggistica, che consente una visione prospettica sulle colline circostanti; degustazioni in ambienti raffinati. L’ex convento di Santa Croce di Casale è oggi sede del Museo Civico. Nell’antica struttura agostiniana di grande interesse è il ciclo di affreschi, con le Storie di San Nicola di Tolentino, eseguito da Guglielmo Caccia all’inizio del Seicento. Nelle ventiquattro sale sono ordinate oltre quattrocento opere suddivise nei settori Pinacoteca e Gipsoteca Bistolfi. E’ stata aggregata la Sala Archeologica, allestita con i reperti risalenti all’età del Bronzo Finale (X sec.a.C.) rinvenuti nelle vicinanze di Casale e successivamente depositati dalla Soprintendenza Archeologica del Piemonte. Questi i castelli aperti il 27 in Provincia: Acqui: Castello dei Paleologi (15.30-18.30); Alfiano Natta: Castello di Razzano (9,30-11,30; 15,0018,30); Casale: S. Croce (10.30-13.00 e 15.00-18.30, la domenica visita guidata ore 16.00); Conzano: Villa Vidua (15.00-18.00); Gavi: Forte (9.30-17.30 con visite ogni ora): Pozzolo Formigaro: Castello Comunale (15.00-18.30), Trisobbio: Castello (10.00 - 14.00 e 16.30 - 20.00); Vignale: Pal. Callori (10,00-12,00; 15,00-19,00) 24-08-2006 16:00:24