Febbraio 2012

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Febbraio 2012
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IL MODO PIU' EFFICACE
DI COMBATTERE
LA CATTIVA STAMPA
E' SOSTENERE
E DIFFONDERE
LA BUONA !
Periodico di arte attualità cultura diretto da Paolo Rossi
Indirizzo Internet: http://urlin.it/155ee
Corrispondenza: Casella Postale 1008 * 80127 NAPOLI
Anno XXXX - N. 2 Febbraio 2012
Uno sguardo ...
sugli avvenimenti culturali
* 1° Corso nazionale gratuito per
disabili fisici di Fotografia professionale e Post-produzione digitale: In
collaborazione con il Museo Universitario dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti - Pescara e Digito.it, la onlus
Diritti Diretti offre il 1° corso nazionale
gratuito di Fotografia professionale e
Post-produzione digitale aperto a dieci
persone con disabilità fisica provenienti
da tutta Italia, con lo scopo di fornire
loro un’occasione per avviarsi al mondo
del lavoro da imprenditori di se stessi.
* Museo Nazionale Preistorico
Etnografico “Luigi Pigorini”: Giornata
in ricordo di Antonino Di Vita.
Interverranno Vincenzo La Rosa, Nicola
Bonacasa, Gianfranco Paci, Elena
Lattanzi, Maria Letizia Lazzarini.
Seguiranno quanti, fra i suoi amici,
vorranno portare una testimonianza
personale della sua profonda umanità.
Antonino di Vita (Chiaramonte Gulfi, RG,
19.10.1926 - Roma, 22.10.2011) è stato
Professore Ordinario di Archeologia e
Storia dell’Arte greca e romana presso
la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Macerata (dal 1968 al
2001), Preside della stessa Facoltà (dal
1970 al 1974), Rettore dell’Università di
Macerata (dal 1974 al 1977), Direttore
della Scuola Archeologica Italiana di
Atene (dal 1977 al 2000), Professore
emerito della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Macerata (dal 2004 al
2011).
È stato Consigliere del Governo Libico
per le antichità della Tripolitania (dal
1962 al 1965), Direttore di Missioni
Archeologiche Italiane in Algeria, Libia
e Tunisia, Direttore del Centro di Documentazione e Ricerca sull’ Archeologia
dell’Africa settentrionale dell’Università
di Macerata (dal 2005 al 2011).
Tra le onorificenze: Grande Ufficiale e
Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al
merito della Repubblica Italiana,
Medaglia d’Oro al merito per i Beni
Culturali, Cavaliere all’ordine di S. Paolo
e Tito della Chiesa ortodossa di Creta,
Patriarcato di Costantinopoli
Oltre che socio di numerose Accademie
italiane ed estere, è stato Socio Nazionale
dell’Accademia dei Lincei.
A Lui sono intestati il Museo
Archeologico di Licodia Eubea (Catania)
e una via nel comune di Haghii Deka
(Gortina-Creta).
È stato cofondatore e direttore (insieme
al Presidente del Dipartimento Libico)
della rivista Libya Antiqua (1964-2011),
direttore dell’Annuario della Scuola
Archeologica Italiana di Atene e delle
relative Monografie (dal 1977 al 2000).
È autore di alcune monografie e di circa
400 articoli che riguardano la storia
antica, l’archeologia e la storia dell’arte
greca e romana, l’archeologia feniciopunica.
L’ultima sua monografia, Gortina di Creta:
quindici secoli di vita urbana, è stata
pubblicata a Roma nel 2010 (Ed. L’Erma
di Bretschneider).
* Il senso del dettaglio: Una serie
fotografica in cui l’istantanea è concepita
come creta grezza, materia originale da
elaborare, parte di un insieme e non opera
finita; riproposta e riutilizzata sino a
trasformarsi in una nuova immagine, si
fa diversa, più forte, più lontana dalla
semplice osservazione dell’originale.
Lo scatto integro diventa così dettaglio;
moltiplicato, accoppiato, ruotato, crea un
nuovo originale generato da sé, ma con
un diverso significato e una forza
espressiva trasversale a quella originaria.
Da oltre un secolo meta turistica,
sportiva e naturalistica per eccellenza,
Cortina è come un tesoro a volte nascosto
a volte mostrato, che negli anni ha
affascinato poeti, scrittori e artisti. La
bellezza di questi luoghi è stata
immortalata in parole, ma anche in
immagini, pensate per album di famiglia,
reportage, servizi e documentari. O per
essere trasformate in vere e proprie opere
d’arte. Dal magico rapporto che lega il
fotoreporter Stefano Zardini alla natura
di questi luoghi e alla montagna sono nati
i 28 scatti esposti dal 4 febbraio al 22
aprile 2012 alla Ikonos Art Gallery, fulcro
della cultura e della tradizione fotografica
del luogo.
In M.I.N.E. Multiple Infringing Nature
Expression, la bellezza di un attimo, di un
dettaglio, si moltiplica, si modifica, per
creare nuove emozioni, si sdoppia per
amplificarne l’effetto, per sorprendere, per
proporre strade sconosciute, per osare
nuovi orizzonti in un turbinio di possibilità.
L’immagine di un istante si traduce in altri
istanti per forgiare emozioni e stati
d’animo penetranti e sorprendenti.
L’inquadratura si dilata su se stessa in
frammenti propri in un circolo di autogenerazione impetuoso, apparentemente
incontrollato, ma forte e coinvolgente.
L’evoluzione dell’immagine statica trova
soluzioni inaspettate e profonde,
lasciando all’osservatore ammaliato il
compito di goderne.
Per Stefano Zardini, la montagna – spesso
presente nei suoi lavori per celebrarne
l’unicità e la magnificenza – non è,
semplicemente, l’ambiente in cui è nato e
vive ma un’entità che ha forgiato la propria
vita personale e professionale. La
sensibilità che ha l’autore nel cogliere e
riproporre attraverso lo scatto la
meraviglia, lo stupore, l’appagamento
sensoriale di fronte alla natura nelle sue
manifestazioni più semplici, nei suoi colori
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Uno sguardo...
sugli avvenimenti culturali
(continuazione da pag. 1)
mai stonati, nella straordinaria varietà di
forme deriva dal sentirsi parte integrante
della natura nei suoi molteplici aspetti.
Stefano Zardini non è spettatore
distaccato di ciò che ritrae, e anche
quando il suo background di reporter
traspare nei suoi scatti per la lucida e
schietta sintesi, la passione e la sua
visione della vita si manifestano nei
dettagli, nella luce, nell’inquadratura; i
suoi scatti non rappresentano mai un
paesaggio statico ma si trasformano in
una natura in continuo e mutevole
divenire, imprevedibile, ma sempre
armoniosa, che mostra una possibilità
infinita di bellezza.
* Personale di Laurina Paperina:
Laurina Paperina è una giovane artista
sarcastica, ironica ed effervescente, come
si evince dallo pseudonimo scelto e dalla
presentazione che fa di se stessa:
“Laurina Paperina is a duck with a human
head”. Nei suoi dipinti, disegni,
installazioni e animazioni raffigura il
mondo filtrandolo con un’ironia
lampante, accattivante e intelligente, che
non giudica. Con una narrazione
frammentaria, tipica di videoclip, cartoon
ed sms, sintetica, ma che arriva dritta al
punto, ha creato un vivace mondo
bidimensionale con colori acidi, brillanti
e piatti.
I protagonisti delle sue opere vengono
messi alla berlina e sepolti da un sarcasmo
modulato e calibrato con perizia, privo di
pudore e di falsi moralismi. Grazie al gusto
per l’irrisione e per lo scherno sbeffeggia
manie, tic e debolezze dei soggetti che
ritrae. I supereroi, ad esempio, presentati
da un punto di vista atipico sono
impietosamente raffigurati pieni di difetti,
viziosi, goffi, ingrassati, invecchiati.
Laurina Paperina colpisce tutto ciò che
viene preso troppo sul serio, incluso il
sesso. I “Sexual things” sono disegni
sessuali che destano più il riso che
l’imbarazzo, come appare evidente in
“Ninja Turtle in love”, “Hot dog” o “Bella
topona cercasi”. Nel periodo “You are
infected” si è concentrata invece sulle
fobie della contemporaneità, come la
minaccia di virus e i disastri ambientali.
Con un linguaggio semplice, diretto e
accessibile ha poi preso di mira rockstar,
attori, personaggi della tv e dello
spettacolo, mostri. “Braindead” è un
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progetto in cui l’artista dà una sua
interpretazione della materia grigia dei
personaggi famosi: Britney Spears viene
raffigurata rasata e con il vuoto nella testa,
dalla testa di Pollock sgorga
un’esplosione di colori, dal cranio di
Homer Simpson esce invece una
ciambella. Con il solito stile leggero e
vivace in “How to kill the artists”, infine,
si concentra sui maestri del sistema
culturale contemporaneo, raffigurandoli
paradossalmente uccisi per mano delle
loro stesse creazioni artistiche. Jeff Koons
viene ucciso dalla Pantera Rosa, Maurizio
Cattelan è schiacciato da un meteorite,
Takashi Murakami finisce divorato dai
suoi fiori multicolor.
Le opere di Laurina, oltre che in Italia e in
Europa, sono state esposte a San
Francisco, New York e Miami, in
Sudafrica, in Giappone e in Cina.
Catalogo a cura di Luca Beatrice, con
essay di Yasha Wallin.
* Rassegna di mostre e dibattiti sulla
cultura nel Mediterraneo: Lo scopo della
rassegna Ritorno al Mediterraneo è
scandagliare, usando come “pretesto”
l’arte, i fenomeni di cambiamento politico,
sociale, economico e culturale in corso
in quest’area geografica, culla di antiche
civiltà e in cui hanno fondamento le radici
di tutta la cultura occidentale. Un modo
per portare in sedi sociali e culturali le
riflessioni su questo periodo di
cambiamento.
Analizzando il fenomeno della migrazione
di massa dai Paesi di queste aree e la crisi
economica e politica che sta
attraversando innanzitutto la Grecia, ma
anche l’Italia, è quasi un paradosso
storico che lo sviluppo della “cultura
dell’euro” o se vogliamo del sistema
“economico/politico occidentale” sia
entrato in crisi proprio qui, dove è partito
lo sviluppo della nostra civiltà.
L’Italia è senz’altro luogo di crocevia
strategico in questa zona ed è in prima
linea sia nell’accesso degli emigrati
all’Europa, sia nella lotta alla crisi
dell’Euro. Inoltre, dopo la Grecia, a detta
degli esperti e del mondo della
comunicazione, siamo il Paese più a
rischio di default.
Sembra si stia ripercorrendo la storia in
chiave negativa: se prima della nascita di
Cristo, in Medio oriente e in Grecia si
svilupparono le prime importanti civiltà
fino a quella greco/romana, oggi, in
queste stesse zone, forse stiamo
assistendo al collasso di quel meccanismo
di accrescimento e sviluppo perpetuo nel
quale si è riposta una illimitata fiducia.
Cosa è successo, cosa è cambiato?
Perché l’Euro non sembra funzionare?
Siamo convinti che la crisi dell’Euro non
sia solo valutaria, ma di un progetto, di
un sistema di valori. Forse una crisi
dell’Uomo, così come la mostra a Spazio
Tadini Soldi D’artista, a cui hanno aderito
più di 54 artisti, ha voluto sottolineare
trasformando questa iniziativa in un
progetto permanente di rivalutazione del
concetto di “valore”.
Abbinate alle esposizioni si vogliono
organizzare delle occasioni di dibattito.
Il 16 febbraio, giorno d’inaugurazione si
apre la rassegna di mostre, che avra’ come
intinerario i Paesi che si affacciano al Mar
Mediteraneo, con lo scopo di
approfondire e presentare, nelle loro
differenti espressioni, l’unita’ di una
cultura trilennaria che è la culla della
nostra cultura occidentale. Si prevede la
partecipazione del viceministro alla
cultura Greco, Georgios Nikitiades e di
esponenti della politica, della cultura e
del giornalismo, oltre a rappresentanti dei
Paesi che gravitano attorno a questo
mare-lago che chiamiamo Mediterraneo.
L’inaugurazione della prima mostra e delle
altre a seguire saranno occasione di
confronto e dialogo per ascoltare anche
dalla viva voce dei protagonisti spunti e
riflessioni sulla crisi dell’Euro e del
meccanismo finanziario su cui si regge
l’economia oggi.
L’arte riteniamo sia un buon punto di
partenza, perchè è sempre stata un valore
e anche uno strumento di comunicazione
e di potere, nonchè precursore di
cambiamenti. Inoltre, più di ogni altro
settore artistico si è fatta contaminare dai
moderni meccanismi di speculazione
finanziaria e crediamo che l’arte stessa
debba interrogarsi oggi sul suo ruolo
sociale.
I cinque artisti Greci che si presentano
allo Spazio Tadini hanno accolto questa
sfida. Le loro opere sono strumento di
espressione del valore del loro popolo a
prescindere dai mercati borsistici, ma al
tempo stesso, diventano spunto per
avviare una riflessione su questo e altro.
Noi crediamo che l’Italia, collocata nel
cuore del mediterraneo non debba solo
essere terra di conquista e di frontiera,
una sorta di “breccia nel muro
dell’Europa” per tutti gli emigrati che
cercano una vita migliore, ma anche terra
di cultura, di rinascita, di progettualità.
Per farlo la conoscenza, il dialogo e la
cultura rimangono elementi essenziali e
questo nonostante le magre risorse che
(cont. pag. 3)
Uno sguardo...
sugli avvenimenti culturali
(continuazione da pag. 2)
ormai rimangono a questo settore.
Con Ritorno al Mediterraneo si parte
dalla Grecia non solo perché è diventata
simbolo, suo malgrado, del rischio
recessione, ma anche perché è la nazione
più vicina a noi per cultura e storia.
Melina Scalise
Breve biografia degli artisti di Ritorno
al Mediterraneo
Lisa Sotilis, e’ nata ad Atene, ha
conseguito studi classici e artistici in
Grecia, e in Italia si diploma all’Accademia
di Brera. Giovanissima, partecipa a
mostre nazionali e internazionali e vince
premi importanti come San Fedele,
Ramazzotti, Suzzara, Michetti, medaglia
d’oro dell’Accademia di Carrara e la
Coppa del Presidente della Repubblica.
Appena diciottenne, scrivono per lei
Raffaele De Grada, nel 1960, e Franco
Russoli nel 1961, per la personale alla
galleria Gian Ferrari di Milano, oltre a
Kaisserlian, Morlotti, Guttuso, Minguzzi,
Mascherini, Carluccio e altri. Nel libro
Visti da Quasimodo (edizione 32), Lisa
giovanissima risulta con tutti i «Big».
Nel 1964, alla sua personale al Museo di
Berlino, viene presentata dal celebre
professor Jannasch come «enfant
prodige». Dal 1965 fa parte dei grandi
nomi di artisti in esclusiva scelti dal
famoso Alexander Iolas.
Con Iolas Lisa espone a Ginevra, Parigi,
Roma, Madrid, New York, Los Angeles e
altre città.
Oltre alla pittura e scultura, Lisa si dedica
all’arte del gioiello, che la rende famosa
in tutto il mondo per le sue creazioni di
pezzi unici.
Lisa inventa gioielli per tutti i personaggi
dell’elite internazionale, come Farah Diba,
la regina Maria Jose di Savoia, la
principessa Maria Beatrice di Savoia,
Rudolf Nureyev, Claudia Cardinale, Anni
Girandot, armatori greci, i magnati della
Coca Cola e della Pepsi Cola. In Italia nomi
come Boriati, Alemagna e Rizzoli hanno
collezioni delle meravigliose creazioni di
Lisa.
Giorgio de Chirico, per la realizzazione
delle sue sculture in bronzo, sceglie Lisa
Sotilis come sua assistente e l’unica
autorizzata a toccare le cere.
Ma il primo amore di Lisa, fin da bambina,
si manifesta con miriadi di colori caldi,
esotici e sensuali, che intreccia nei suoi
infiniti giochi di sfumature di arcobaleni
gioiosi. Con singolare naturalezza e
semplicità, Lisa rimane sempre fedele e
costante nel suo giardino colorato
dell’infanzia e del mito, senza mai tradire
il suo mondo solare. E questa la vera forza
di Lisa: la sua fede naturale, millenaria e
subconscia prima ancora di prendere
coscienza e forma. E’ fedele alle sue origini
cromosomiche, troppo forti per cedere a
influenze e forme accademiche, perche
Lisa e nella «Genesi», nella
«Cosmogonia», la «purificazione» è la
«Catarsi» dello spirito che si rinnova
senza fine. E una continua metamorfosi
che si innalza a sfere senza confine come
eterno sigillo dell’Autentica Creatività.
Athena Nikolaou è nata ad Atene nel
1970. Ha studiato scultura alla School of
Fine Arts alla Aristotle University a
Thessalonica. Ha ottenuto la laurea MFA
(Master in Fine Arts) presso l’Edinburgh
College of Fine Arts. Vive e lavora ad
Atene. Lei crede che l’arte e la creatività
possano aiutare le persone a migliorare
la loro vita, più felice, rendendola più
equilibrata, libera e sofisticato..
Dimitris Hordaki è nato a Larissa, I
Grecia. Dopo aver terminato gli studi
presso il Liceo Classico di Volos ha
studiato per un anno presso la Scuola di
Arti Decorative Doxiadis e Grefica sotto
la guida del professore Dimitris Mitaras.
Nel 1977 si trasferisce a Firenze dove ha
studiato presso l’Accademia di Belle Arti
diretto dal professore Silvio Loffredo.
Dopo la Laura nel 1980 ha iniziato a
studiare restauro di opere d’arte e
freuquentare per un anno la Scuola
Internazionale di Belle arti di Firenze
(Università internazionale dell’Arte),
diretta dal professore Carlo Raggianti. Un
anno dopo, fu ammesso alla Scuola di
Restauro d’Arte diretto da Umberto
Baldini, da dove si è laureato nel giugno
del 1983, specializzato nell’arte della
scultura e affreschi. Nell’ottobre del 1983,
ha studiato litografia presso la Scuola
Internazionale di Grefica (Il Bisonte
Firenze), regia di Luigia Guaita, la laurea
a maggio del 1984. Nel 1991 si trasferisce
a Parigi e lì vi risiede e lavora per otto
anni. Oggi vive tra Firenze e Atene. Opere
di Dimitris Hordaki si trovano in diverse
collezioni pubbliche e private a livello
internazionale (Grecia, Italia, Francia,
Svizzera, Stati Uniti, Spagna).
Genny Kodonidou è nato ad Atene. Si è
laureata con lode alla Scuola di Belle Arti
dell’Università Aristotele di Salonicco.
Ha ricevuto borse di studio dal club
rotariano di Salonicco e dall’Istituto
Nazionale di Borse di studio della Grecia.
Ha inoltre ricevuto menzioni d’onore dal
Centro d’Arte Contemporanea di
Salonicco e nella quarta Biennale dedicata
agli studenti delle scuole greche di Belle
Arti. Qui ha ricevuto il 1 ° premio con un
lavoro di gruppo realizzato presso
l’Istituto Goethe di Salonicco. Dal 2004
ha partecipato a mostre collettive in
Grecia, Germania e Canada.
Vivien Dimitrakopoulou nata Londra nel
1984, risiede e lavora in Grecia ad Atene.
Si diploma alla Higher National B-Tec in
pittoura. Nel 2004 è ammessa alla School
of Fine Arts di Atene presso la facoltà di
scultura con il professore Lappas. Nel
gennaio 2006 espone per la prima volta
in una collettiva ad Atene in una Galleria
Medusa. Si laurea nel 2011.
* L'ultima carovana: Immagini, suggestioni, interrogativi. Meraviglia. E’ un
viaggio e ritroso nel tempo, ma senza
tempo, quello che ci racconta la mostra
“L’ultima carovana sulla via della seta”
ospitata ai Mercati di Traiano dal 15
febbraio al 15 aprile 2012.
Attraversare la Via della Seta con una
carovana di cammelli. Un’idea – dice il
capo carovaniere Arif Aºçi –
apparentemente impossibile, ma l’unico
modo per sentire concretamente il peso
della storia dentro di noi.
E da un viaggio a dorso di cammello nasce
questa esposizione, organizzata
nell’ambito della Biennale Internazionale
di Cultura Vie della Seta, evento realizzato
grazie alla sinergia tra il Ministero degli
Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali e Roma Capitale.
La mostra è promossa dall’Assessorato
alle Politiche Culturali e Centro Storico –
Sovraintendenza ai Beni Culturali, con la
collaborazione del Ministero della
Cultura e del Turismo della Repubblica
di Turchia, dell’Ambasciata della
Repubblica di Turchia in Italia e
dell’Ufficio Cultura e Informazioni
dell’Ambasciata di Turchia. I servizi
museali sono di Zètema Progetto Cultura.
La Via della Seta, una delle aree comuni
del patrimonio culturale dell’umanità
lungo cui viaggiavano religioni, scoperte
e credenze. La Via della Seta che iniziava
in Cina e si sviluppava verso l’Europa.
La Via della Seta, che si intersecava con
città storiche come Samarcanda, Istanbul
e Roma, ed è stata una solida base per il
dialogo interculturale che anche oggi si
cerca di sviluppare.
E proprio dalla lettura dei grandi
viaggiatori del passato e dalla
consultazione di tutti i libri scritti sulle
Vie della Seta, prende avvio questo
progetto. Per oltre un anno, i viaggiatori
hanno segnato sulle mappe le vie da
(cont. pag. 4)
3
Uno sguardo...
sugli avvenimenti culturali
(continuazione da pag. 3)
percorrere, cercando di capire perché i
cammelli a due gobbe – quelli asiatici –
siano più resistenti dei dromedari, o quale
sarebbe stata la stagione più adatta per
attraversare il deserto di Gobi e
Taklamakan.
Ha quindi inizio il viaggio, diciotto mesi
tra il 1996 e il 1997, durante i quali i
moderni carovanieri, partendo dalla Cina
per arrivare ad Istanbul, hanno percorso
trenta chilometri al giorno per un totale
di dodicimila, dormito in tenda, nutrito
cammelli con piante del deserto, senza
bisogno di macchine o trucchi ma solo
con l’emozione del corpo e del pensiero.
Circa novanta foto documentano la
scientificità ma anche la magia di questo
sogno: i volti dolci e pieni delle ragazze
di Tajika, i mercati con il loro mare
fluttuante, quasi ipnotico, di sete rosse,
le ombre dei carovanieri proiettate sulla
sabbia del deserto, i templi buddisti o
l’ingresso superbo a Samarcanda.
Lo spirito dei viaggiatori di allora è
tornato a rivivere in queste immagini,
anche se sono solo una piccola sintesi di
ciò che i moderni carovanieri hanno visto
e vissuto nel susseguirsi dei giorni. Ma
sono sufficienti per far nascere in chi le
guarda il desiderio di affidare i propri beni
al dorso di un cammello, affrontare le piste
del deserto e perdersi nella Via della Seta.
* Porte aperte agli innamorati: Il 14
febbraio la Certosa di San Lorenzo, a
Padula (SA), gestita dalla Soprintendenza
BAP di Salerno e Avellino derogherà alla
consueta chiusura settimanale ed aprirà
le porte agli innamorati. Con un biglietto
si potrà entrare in due. Il Soprintendente
Miccio, inoltre, per arricchire e rendere
ancora più interessante la visita dei turisti
al monumento ha predisposto
l’allestimento della mostra “Gli angeli
dell’amore in Certosa”, a cura di Eufemia
Baratta. La mostra resterà aperta fino al
28 febbraio 2012. L’esposizione, allocata
negli ambienti della Foresteria Nobile, è
composta da tre dipinti – olio su tavola –
raffiguranti vivaci angioletti che portano
corone di fiori nelle mani oppure una
palma, vagamente avvolti in un colorato
manto rosso e con bianchi cartigli
svolazzanti recanti iscrizioni tratte dalle
sacre scritture. I tre quadri, tutti inediti,
ascrivibili alla fine del XVI secolo, sono
stati prelevati dai depositi che
custodiscono le poche opere d’arte
superstiti dell’ex Monastero Certosino di
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Padula. Probabilmente decoravano
ambienti cenobitici del Convento, anche
se non è da escludere un originario uso
degli stessi quali ante di armadio, viste le
raffinate tracce di decorazioni
geometriche presenti sul retro. In ogni
caso, esse appartengono ad un più vasto
ciclo composto da dodici tavolette (cm.
73 x 56 ciascuna), tutte raffiguranti angeli,
con simboli delle virtù certosine e sacre
iscrizioni che citano frammenti di brani
biblici in cui si elogiano tutte quelle anime
che amano e servono Dio, meritevoli della
futura e preziosa ricompensa celeste,
come espresso in uno dei cartigli meglio
conservati: “Accipient Regnum decoris,
et diadema speciei de manu Domini .
Sap. V.”.
* Tour Music Fest 2012: L’Italia è ricca
di nuove idee musicali e proposte
artistiche mai scontate che provengono
da tutta la penisola e fanno riferimento a
ogni genere musicale. Il Tour Music Fest,
anche quest’anno, apre le iscrizioni a
ogni categoria (Cantautori, Original
Band, Cover Band, Interpreti, Junior,
Musicisti) e soprattutto a ogni genere
musicale, portando in primo piano le
proposte emergenti che meritano
visibilità.
Un approccio internazionale e al tempo
stesso attento alle dinamiche italiane
provenienti da ambienti differenti: è così
che negli anni passati il Tour Music Fest
è stato trampolino di lancio di personaggi
diventati famosi.
Con trenta città di selezione e una giuria
di qualità itinerante, il Tour Music Fest
torna a raggiungere uno per uno tutti i
partecipanti, rendendo protagonista la
musica di tutto lo stivale, nessuno
escluso.
E se la sesta edizione conferma la formula
vincente di un festival che è stato
promosso come il più autorevole della
scena italiana, per questo 2012 arrivano
tante e grandi novità tra cui gli stage
formativi del TMF ospitati dal CET di
Mogol: la scuola di musica più nota e
stimata d’Italia.
Un’ulteriore possibilità per gli iscritti
che,come ogni anno, si contenderanno a
suon di note i premi in palio (produzione
e distribuzione, videoclip, tour internazionali) durante l’ormai tradizionale e
seguitissima finale nello storico Piper
Club di Roma, di fronte a una giuria
d’eccezione composta dai massimi
esponenti della scena discografica
nostrana e capitanata da Mogol.
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