Centonove numero 21

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Centonove numero 21
REGIONE
Governo allo sfascio
Farmaci, multa milionaria
Raffaele Lombardo
centonove
Fra rimpasto, dimissioni e tradimenti
gli ultimi scampoli dell’era Lombardo
PAG. 9-11
ANNO XIX N. 21
1 GIUGNO 2012
EURO 1,50
SANITA’
Prescrizioni facili a Messina, 540 medici
dovranno dovranno restituire i soldi all’Asp
PAG.
17
Settimanale di Politica, Cultura, Economia
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME)
Il Duomo di Messina
in una elaborazione
fotografica
TERREMOTI
ALLERTA
MESSINA
CODICE ROSSO DA DUE MESI PER I SOCCORSI
NELLO STRETTO DOVE SI TEME IL PROSSIMO
SCIAME SISMICO. COSI’ LE AREE A RISCHIO
E I PIANI DELLA PROTEZIONE CIVILE
1 GIUGNO 2012
il punto
centonove
EDIT
L’offesa
alla Sicilia
LʼULTIMO A mollare è stato
lʼassessore DʼAntrassi. Ha
lasciato lʼAgricoltura, come ha
assicurato il presidente
Lombardo, per sopraggiunti
impegni professionali. A
sostituirlo arriva da Vittoria,
lʼex sindaco Aiello che ha un
doppio valore aggiunto, sempre
per Lombardo: è politico ed è
anche tecnico. Non è
bellissimo? Dopo le dimissioni
del prefetto Marino che ha
firmato una autorizzazione per
il degassificatore di Priolo a
marzo e ancora dopo mesi non
arriva la firma perchè la
Regione è in cerca dei
“camminatori”, il governo di
Lombardo, come un camalente,
cambia pelle. Colore. E si
acquatta su nuove posizioni: si
stacca dal Pd e guarda con
interesse a quellʼarea a metà tra
Pdl e Pid che fino a qualche
giorno fa assicurava il
presidente gli faceva venire il
“voltastomaco”. Lʼesperienza
del Pd-stampella così si riduce
in una mesta uscita di scena.
Ora pesa lʼindagine giudiziaria,
e prima? No, che cʼentra.
Cʼerano le fette di prosciutto
davanti agli oicchi: la riforma
delle Asi, il credito di imposta, il
riposizionamento delle
formazione professionale. Ora
le fette di prosciutto hanno
lasciato spazio alle macerie
politiche: si fa la conta per
chiedere la sfiducia. Se è vero
però che la dignità non è il
primo requisito dei politici,
forse a Sala dʼErcole è il caso di
chiamare i ragazzi di
Addiopizzo: un popolo che
elegge questi politici, è certo un
popolo senza nessuna dignità.
Papa Benedetto XVI durante un momento dell'Udienza Generale del mercoledì in piazza San Pietro
Terremoti nel corpo e nello spirito
Mentre i nostri fratelli emiliani combattono dignitosamente contro eventi naturali avversi, in Vaticano
la dignità e il senso dell’opportunità franano. Allo stesso modo in cui è crollato il duomo di Mirandola
DI DOMENICO BARRILÀ
I MIEI AMICI EMILIANI sono persone serie, laboriose e
simpatiche. Una sintesi quasi perfetta del miscuglio di emozioni e
razionalità che caratterizza il nostro paese. Dalle loro parti sono di
casa, in particolare a Carpi, una città di 70 mila abitanti, dove da
diverse edizioni dirigo una manifestazione, “Le radici le ali”,
questʼanno opportunamente tagliata per dare precedenza a
bisogni più impellenti, quelli che passano dallʼassessorato ai
servizi sociali. In questi giorni di terremoti e di panico sono stato in
contatto con alcuni funzionari e amministratori della mia “città”
nellʼEmilia, vicinissima allʼepicentro del sisma e dunque molto
colpita, nelle prossime ore andrò a trovarli con mia moglie, che
quanto me li conosce e li apprezza per lʼumanità, lʼallegria, il
coraggio. A loro in questi momenti va il mio abbraccio e quello del
nostro giornale. E mentre i nostri fratelli emiliani combattono
dignitosamente contro eventi naturali avversi, altrove la dignità e il
senso dellʼopportunità franano, allo stesso modo in cui è crollato il
duomo di Mirandola. Segno che tutto può cedere alla forza di
gravità, quando prevale il desiderio di potenza dei singoli.
Accade tra le mura del Vaticano per la precisione, dove lo
spettacolo non è esattamente quello che ci si aspetterebbe, ma
che probabilmente è lo stesso mandato in scena da secoli, con la
differenza che oggi è difficile tenere cotto controllo sia i media sia il
senso di ribellione che alberga nelle persone normali che si
aggirano per quelle stanze e rimangono stizzite dallo scollamento
tra il dire e il fare.
I metodi non sembrano tanto diversi da quelli che si usano
nellʼagone politico o nei gruppi malavitosi, dove le dispute si
Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segreteria di redazione:
Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto - Editore:
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA
CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
dirimono sopprimendo lʼavversario, cui magari non si spara, ma gli
si può distruggere la reputazione per sempre. Certo, in tutto quel
tintinnare di crocifissi e pendagli di vario metallo, esibiti come le
onorificenza dei generali, il Vangelo non lo si rileva nemmeno in
dosi omeopatiche, ma tanto, dicono i duellanti, la gente dimentica.
Forse si o forse no, dal momento che le chiese sono oramai
frequentate da congedanti in cerca di buoni lasciapassare per
lʼaldilà. Almeno questa meritoria funzione, consolatoria e
propiziatoria, regge. Il resto meno. Un danno terribile ad una
miriade di persone, che nella religione individuano il pilastro
portante della propria vita. Unʼora prima che mi accingessi a
scrivere questo articolo, una paziente bergamasca di cinquantasei
anni, laicissima, dunque non sospettabile di particolari debolezze
verso la dimensione trascendente, mi dice qualcosa di
commovente: “Quasi mi vergogno a parlargliene, ma oggi per la
prima volta sono riuscita a dire a Dio che gli voglio bene”.
Eʼ questa la posta in gioco, ciò che si rischia di incrinare nella testa
e nel cuore degli individui e dei popoli, la speranza di un orizzonte
pulito e il sentimento religioso, perché se è vero che le persone
devono fidarsi del proprio Dio a prescindere da coloro che dicono
di rappresentarlo, è altrettanto vero che quando vacilla la fede
delle guide più autorevoli e allʼinterno di luoghi simbolo, il dubbio e
la delusione possono allontanare lʼuomo dalla religione.
Nei giorni scorsi chiedevo ad un parroco-teologo cosa rimarrebbe
del cristianesimo se dʼincanto sparisse la Città del Vaticano. Mi ha
risposto sorprendendomi: “Non sparirà e se dovesse crollare la
ricostruirebbero subito. Il demonio non potrebbe farne a meno”.
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Graziella Lombardo
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Questo periodico è associato alla
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del 14/12/2011
Sommario
centonove
1 GIUGNO 2012
PRIMO PIANO
Il 1908 che verrà
È allerta a Messina dopo il terremoto
in Emilia Romagna. Tra addestramenti,
esercitazioni e scenari catastrofici
A PAGINA 6/7/8
TOP SECRET
SANITA’
POLITICA
Psichiatria, nuova
clinica a Saponara
Lombardo, le tre ipotesi
Il destino del presidente della Regione
A PAGINA
MESSINA. Antonio Tigano
apre a Saponara una Comunità assistita per 20 malati psichiatrici. Il titolare della clinica “Carmona” di Messina e di
altre case di cura a Siracusa,
avrà un budget annuale di un
milione e 200mila euro. La
convezione è stata firmata dal
manager dellʼAsp 5 Francesco Poli.
9
Pd-Pdl, crisi di “coppia”
I due principali partiti in bilico tra trasformazione
e disgregazione.
A PAGINA 10/11
Il tesoretto della dirigenza
Tutte le somme che i dirigenti di Palazzo
Zanca devono restituire allʼamministrazione
A PAGINA 12/13
SANITA’/2
Sono Lillo, risolvo problemi
Chi è il sindacalista che irrompe nella schiera
di candidati a sindaco del centrosinistra
A PAGINA 14
Forte Gonzaga a Messina
PAG.
De Luca fa quadrare i conti Nebrodi sexy
Il sindaco concede i revisori alla minoranza
A PAGINA
15
Rifiuti, una perla di consorzio
A Taormina, si prepara una nuova gestione
A PAGINA 16
Boom di locali in provincia di Messina.
ad animarli sono le ragazze dellʼEst
A PAGINA
Escursioni? Io me la Fido
Il libro-pocket di Amelia Crisantino
sulla storia dellʼisola
22
Dilaga a Ragusa il dog trekking, disciplina
eco friendly che fa sempre più proseliti
“Case” di Cosa Nostra
A PAGINA
23
Corazzata Irfis Finsicilia
A PAGINA
31
Edipower, rivoluzione A2A
La centrale termoelettrica di San Filippo del Mela
passa al gruppo lombardo
A PAGINA 32/33
Dottori, pillole amare
Carrefour, “ci penso io”
LʼAsp di Messina chiede a 540 medici
di pagare i farmaci prescritti in eccesso
A PAGINA
Il legale messinese Farrinella promette
il rilancio dellʼazienda milazzese
17
A PAGINA
Ato, assunzioni incriminate Radio Call? E’ fuori onda
Amministratori e membri del cda indagati
per i reclutamenti senza concorso del 2007
A PAGINA 18
Scioglimento sospeso
34
La società che gestisce il servizio di
prenotazioni dellʼAsp nel mirino della finanza
A PAGINA 35
POSTER
Su Barcellona il ministro ha deciso così
il cinema è “friendly”
Messina, canoni d’Autorità Palermo,
Fino al 7 giugno la seconda edizione
A PAGINA
19
Dalla Passeggiata al Parco Sabin,
il Comune paga per le aree della città
A PAGINA
Teatro in calcio d’angolo
Longanos, un fiume di siti
41
TRIBUNALE
Calunnia ai Franza,
Ricciardi va a giudizio
Social network al servizio dellʼarcheologia.
Su Facebook una “rete” di esperti barcellonesi
A PAGINA 42
Gonzaga da... espugnare
MESSINA. Il pm Vito Di Giorgio ha chiesto il rinvio a giudizio per lʼex medico sociale del
Messina calcio, Filippo Ricciardi. Il magistrato gli contesta la calunnia ai danni di Vincenzo e Pietro Franza, proprietari della società di calcio.
Ricciardi nellʼambito di un giudizio civile per 500mila intentato ai Franza aveva accusato
i due imprenditori di avere falsificato una liberatoria.
RUBRICHE
Tutti i compiti e gli incarichi della spa più
potente dellʼIsola
SICILIA
40
LʼIstituto nazionale dei castelli riapre per due
giorni il forte costruito nel 1540 da Ferramolino
A PAGINA 43
ECONOMIA
31
A PAGINA
Cronaca così Gentile
Ventʼanni di scatti in mostra a Palermo
Le iniziative sociali negli immobili confiscati
alla criminalità organizzata di Corleone.
Mentre a Messina...
A PAGINA 26/27
PAG.
MESSINA. Lʼassessorato alla
Sanità ha assegnato allʼazienda sanitaria 5 di Messina 28
milioni di euro in più per il
2011. Il bilancio si è così chiuso con perdite per 18 milioni di
euro invece dei 46 già rendicontati.
La Sicilia in miniatura
A PAGINA
Gaetano Armao
Asp 5, 28 milioni per
limitare le perdite
43
4/5
Settegiorni
30
Qui Scuola
30
Istruzioni per l'Uso
36
Uomini &
Business
36
Consulenti
36
Occorre Sapere
36
Consumatori
40
Libri/La
Classifica
41
Arte
44/45 Weekend
53
Animal House
53
Ecologia e Ambiente
46/47 Lettere & Commenti
46
MessinaDrastica
46
Heritage
46
Ecologia
47
Eliodoro
47
150 Parole
47
Antibuddaci
47
Animal House
REGIONE
Buzzanca incompatibile
Verifica in Assemblea
MESSINA. La Comissione verifica poteri dellʼArs,a sorpresa, ha inserito
allʼordine del giorno, mercoledì prossimo, la discussione sulla possibile
decadenza dalla
carica del deputato-sindaco Giuseppe Buzzanca.
del “Queer film festival”
A PAGINA
20
Il Comune e la Provincia intervengono per
salvare la fine della stagione
A PAGINA 21
Mamma... li russi
37
Monumento ai caduti che si prodigarono
dopo il terremoto del 1908. Ma cʼè un giallo
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A PAGINA 38/39
pagina 3
Lap Dance
PAG.
22
1 GIUGNO 2012
7giorni
centonove
SOCIETA’
CHI SALE
Teatro Siracusa, Ue finanzia la manutenzione
L Alberto Borgia
SIRACUSA. Cinque teatri romani in Italia, Tunisia, Algeria, Spagna
e Giordania, saranno sottoposti ad interventi di manutenzione nell'ambito di un progetto finanziato dall'Unione europea e diretto dalla Giordania, come reso noto dalle autorità di Amman. All'opera, finanziata nell'ambito del programma Euromed per il patrimonio culturale della Commissione europea, lavoreranno 60 esperti dei Paesi interessati. In Giordania i teatri interessati saranno quelli di Petra
e di Jerash, in Italia quello di Siracusa, in Tunisia quello di Cartagine, in Algeria quello di Cherchell e in Spagna quello di Merida.
MESSINA. Lʼeclettico infermiere ha fatto tesoro della
sua esperienza accanto ai
sofferenti di mente del Mandalari di Messina. Con “Paranoiando”, si è aggiudicato il
primo posto assoluto alla terza edizione del Premio nazionale di Poesia “Oasi” di Motta SantʼAnastasia.
L
Giornate del mare a Favignana
Mauro Federico
MESSINA. Il segretario
dellʼAssociazione docenti
universitari non demorde
dal denunciare le illegalità
nellʼateneo di Messina. Il ricercatore di Fisica ha rilevato che quattro nuovi Dipartimenti contano meno dei 45
professori richiesti dal nuovo Statuto.
L Santino Franchina
PATTI. Il consigliere nazionale è stato eletto allʼunanimità
presidente della Commissione amministrativa dellʼOrdine dei Giornalisti. La commissione è competente su
questioni tecniche concernenti assetto patrimoniale e
gestione amministrativa .
L Pippo Isgrò
MESSINA. Lʼassessore al
Waterfront del Comune di
Messina mostra una passione anche canora per il mare.
Al bar Rinascente, invitato
alla festa-karaoke da una dipendente comunale, ha intonato “sapore di sale” di Gino Paoli davanti a tre incantati spettatori: il sindaco
Giuseppe Buzzanca, lʼassessore Orazio Miloro e un
entusiasta Melino Capone
che ha commentato: “cumpari... pari Minu Reitanu...”
L Carmelo
Altomonte
MESSINA. Il vice segretario
generale del Comune di
Messina vuole chiudere in bellezza il rapporto con Palazzo Zanca.
Prossimo alla pensione, infatti, vuole lasciare con una ricca
chicca per i messinesi: aprire i "cantinati"
dellʼedificio, colmi di
cimeli e di testimonianze della storia cittadina.
BARCELLONA. L’OSPEDALE CHIUDERÀ I BATTENTI NEL 2013
Sos per lo psichiatrico
BARCELLONA. I suoi occupanti
dovranno “traslocare” verso
strutture più piccole, ma ancora
non sanno dove. Lʼospedale
psichiatrico giudiziario di
Barcellona Pozzo di Gotto, come
gli altri Opg italiani, a marzo del
2013 dovrà chiudere battenti. Ma
la Regione Siciliana non ha
ancora trovato delle alternative
per la cura e lʼaccoglienza dei
pazienti. La denuncia arriva da
un cartello di dodici sigle
sindacali del volontariato e del
mondo dell'associazionismo, che
per monitorare la situazione e
fare da pungolo affinché siano
realizzati gli interventi necessari,
ha costituito il comitato “StopOpg”. La Regione, secondo i
sindacati, sconta infatti enormi
ritardi nel percorso per
lʼindividuazione, la
regolamentazione e la messa a
regime delle strutture alternative
che rispondano alle esigenze di
accoglienza, cura e riabilitazione
dei pazienti. “La Sicilia lamentano i fondatori del
comitato - non ha ancora recepito
un decreto del 2008 che prevede
la presa in carico degli internati e
del personale dellʼOpg (oggi alle
dipendenze del Ministero della
Giustizia) da parte del servizio
sanitario regionale e
specificamente dei Dipartimenti
di salute mentale”. «Da
un'impostazione di tipo
penitenziario - spiega Elvira
Morana della segreteria
regionale Cgil - bisogna passare
ad una di natura che guardi al
bisogno di salute e alla dignità
delle persone, oggi non
assicurata in strutture che sono
delle vere e proprie carceri, nelle
quali gli internati rischiano di
restare a vita». Nell'Opg siciliano,
che ospita complessivamente
275 persone, attualmente sono
87 i ricoverati prosciolti ai quali è
stata prorogata la misura di
sicurezza. «Tutto questo a causa
della mancanza del progetto del
Dipartimento di salute mentale
(Dsm) per la riabilitazione
personalizzata. Con questo
sistema i ricoverati vengono
penalizzati con proroghe della
misura che dura anni, a volte fino
alla morte», ha commentato
padre Giuseppe Insana,
presidente di “Casa di solidarietà
e accoglienza”, una associazione
di volontariato che ha sede a
Barcellona Pozzo di Gotto e
attualmente accoglie 8 pazienti.
FAVIGNANA. L'avvio del progetto pilota dell'Enea per la certificazione ambientale delle strutture turistiche e il riconoscimento di Legambiente per le buone pratiche condotte sulla tutela del mare all'interno delle strutture scolastiche saranno due degli eventi della
manifestazione "Giornate del mare" che si svolgerà a Favignana
da giovedì a domenica prossimi. Quattro giorni di iniziative incentrati su mare, ambiente e turismo. Lʼevento è inserito da Legambiente nel calendario di appuntamenti di Voler Bene all'Italia.
Torregrotta, giornata dello sport il 3 giugno
TORREGROTTA. La giornata nazionale dello sport sarà celebrata domenica 3 giugno con una sinergia che lʼamministrazione comunale e il Csi, comitato Milazzo-Patti, hanno messo a punto con
la partecipazione delle associazioni locali Tirrenica sport, Neptunia, As Torregrotta, Cas, Club Atletica torrese, Gs indomita, Club
Cunico, Team Max bici. Al campo sportivo, in piazza e presso la
sede del Csi la giornata “I speak sport. E tu?” sarà vissiuta tra calcio, tennis tavolo, scacchi, atletica leggera, pallavolo e ciclismo.
I pupi Gargano al Centro “Tremestieri”
MESSINA. Sabato 2 giugno e anche sabato 9 giugno la famiglia Gargano, unica depositaria della tradizione dei pupi siciliani a Messina, allestiraʼ al terzo piano del Centro Commerciale “Tremestieri” una magnifica esposizione delle sue opere, oggi tutelate dai beni culturali.
MESSINA
L’Istituto Marino “al bando”
MESSINA. È stato affisso allʼAlbo Pretorio il bando per la progettazione esecutiva e lʼesecuzione degli interventi di recupero
architettonico e di rifunzionalizzazione dellʼIstituto Marino di
Mortelle. Le offerte dovranno essere consegnate entro le ore 13
del 4 luglio, mentre il pubblico incanto si svolgerà dal 9 luglio. Il
progetto completo con tutti gli allegati è disponibile negli uffici
dellʼarea comunale Programmi Complessi o sul sito del Comune. Nelle scorse settimane, la Giunta municipale aveva approvato il progetto di recupero del patrimonio edilizio preesistente
e delle aree esterne di pertinenza con lʼobiettivo di attivare servizi socio assistenziali ed educativi e assicurare attività benefiche e di assistenza alle fasce disagiate.
TURISMO. IL COLOSSO MSC PRESENTA LA SUA NUOVA AMMIRAGLIA A MESSINA
La Divina in visita
MESSINA. Un gigante del mare di oltre diciotto
piani, mille e settecento camere e poi ristoranti,
piscine e ogni genere di attrazione per i turisti.
Martedì scorso è attraccata in porto a Messina
alla banchina Colapesce la Msc Divina, nuova
ammiraglia del gruppo crocieristico. Il
comandante della nave, Giuliano Bossi, e il
country manager per lʼItalia della Msc, Leonardo
Massa, hanno ospitato a bordo le autorità locali
scambiando i rispettivi crest. Durante lʼincontro
pagina 4
lʼassessore alle politiche del mare, Pippo Isgrò, e
i presidenti della Provincia, Nanni Ricevuto, e del
Consiglio comunale, Giuseppe Previti, oltre ai
rappresentanti delle autorità militari e portuali
hanno avuto modo di confermare il rapporto della
città con la società armatrice. Sono stati inoltre
presentati i dati della stagione crocieristica 2012
che vedrà l’approdo di 175 navi e di oltre
500mila turisti, di cui 170mila provenienti da
navi del gruppo Msc. Durante la cerimonia a
bordo della “Divina”, inoltre, Massa ha
promesso un ulteriore aumento della attività
della Msc a Messina, prevedendo per il 2013
un ulteriore aumento di scali. (A.M.)
centonove
7giorni
MESSINA. SALTA LA MANIFESTAZIONE, LA POLITICA PROTESTA
Magnolia, niente festa
MESSINA. Tre assessori, il presidente del consiglio comunale, un dirigente, il
presidente del quartiere. Ai cancelli del cantiere del parco urbano della
magnolia, a Giostra la mattina di lunedi 28 maggio, cʼerano quasi più
rappresentanti delle istituzioni che cittadini in protesta. Perchè, allʼinterno del
cantiere, allʼombra dello storico albero, si sarebbe dovuta tenere una
manifestazione, stoppata dallʼIacp (titolare dellʼarea e dei lavori). “La richiesta è
stata giudicata carente dai tecnici dellʼIstituto”, ha spiegato il commissario
dellʼIacp Venerando Lo Conti. Il diniego è stato comunicato dalla dirigente
scolastica dell'Istituto Vann'Antò, organizzatrice della festa, nonostante, l'area
fosse stata spianata e resa agibile dalla ditte esecutrice dei lavori.
1 GIUGNO 2012
PALERMO
AGRIGENTO
Figlio nasce bianco
Coppia di colore in crisi
Triangolo saffico
finisce a coltellate
PALERMO. Appena ha
visto il piccolo è rimasto
di stucco. Poi è andato
su tutte le furie ed ha
inveito contro
la sua compagna.
Perché un figlio bianco,
con i capelli rossi e gli
occhi chiari, il neo padre
nigeriano proprio non se
lʼaspettava.
Considerando
soprattutto che anche la
madre del bambino è di
colore come il padre.
A chiarire “il fattaccio” è
stato il responsabile del
reparto di Ostetricia e
ginecologia del
Policlinico, Antonio
Perino, che ha
tranquillizzato i genitori.
E il padre in particolare,
che sulle prime era
andato in
escandescenza. Il
piccolo nato nei giorni
scorsi a Palermo non è
infatti frutto di una
relazione extraconiugale
e interazziale. Ma
semplicemente un raro
caso di albinismo. “Nella
popolazione nigeriana ha spiegato il medico - è
un caso che si verifica
ogni 14mila parti».
AGRIGENTO. Una
relazione saffica, gelosia,
coltellate e minacce. Sono i
piccanti ingrendienti di un
triangolo amoroso che
vede protagonisti un uomo
e due donne di Grotte,
piccolo comune
dellʼagrigentino. La vicenda
ha come episodio
principale la relazione tra le
due donne. Una sposata e
lʼaltra perdutamente
innamorata della consorte
del molestato. La quale,
per costringere lʼuomo a
lasciare la moglie, avrebbe
minacciato, perseguitato e
persino preso a coltellate il
malcapitato, che tuttavia
non ha riconosciuto con
certezza lʼaggressore
perché con il viso coperto.
In attesa di far luce sulla
vicenda, il gip Stefano
Zammuto ha intanto
imposto alla donna,
accusata di stalking, il
divieto di avvicinamento al
rivale in amore.
ROSA E NERO
Milazzo, addio all’ex consigliere Trio
MILAZZO. Addio all'ex consigliere comunale di Milazzo
Franco Trio. Il medico di base, morto il 30, ha seduto negli scranni comunali con gli autonomisti. Lʼultimo saluto a
Trio è stato il 31 nella parrocchia di Santo Pietro.
È morto il papà di Giuseppe Laface
ROMETTA. È morto Francesco Laface, padre dellʼex
commissario dellʼIacp Giuseppe. I funerali si sono svolti materdì 29 alla chiesa di SanʼAndrea di Rometta.
Santa Teresa saluta Rita Rasconà
MESSINA. AL VIA L’OTTAVA EDIZIONE DEL “VESPA TOUR”
In giro per le Eolie a bordo del Mito
MESSINA. Si sono dati appuntamento al Duomo di Messina, gli oltre 150
“vespisti” dello Stretto che parteciperanno allʼottava edizione del “Vespa Tour
Sicilia”, che si svolgerà questʼanno dal 31 maggio al 3 giugno alle Eolie.
«Essere vespisti - spiega lʼavvocato Mariano Munafò, responsabile del “Vespa
Club Area Sud” - è un vero e proprio stile di vita, improntato sullʼamicizia e
lʼamore per la natura». Una passione che nella sola città dello Stretto accomuna
più di 400 persone. Nel corso del raduno a piazza Duomo, dove sono stati
esposti alcuni esemplari storici, lʼazienda messinese “Idea Sole”, sponsor del
tour, ed “Nwg”, hanno presentato inoltre una rivoluzionaria macchina elettrica
(nella foto) concepita nel pieno rispetto dellʼambiente... e delle tasche. Il pieno
infatti costa appena 2 euro.
S. TERESA DI RIVA. Si è spenta il 27 Rita Rasconà, moglie dellʼex consigliere e assessore provinciale di Messina,
Giorgio Fleres. I funerali della signora, molto impegnata nel
sociale, si sono svolti a Santa Teresa martedì 29.
Santa Teresa, confetti in casa Cannata
S. TERESA DI RIVA. Carmelo Cannata, fratello del collega dellʼamministrazione di Centonove Massimo, è convolato a nozze, ieri 31 maggio, impalmando Lucia Casablanca. Agli sposi e ai familiari gli auguri della redazione.
Si è spenta l’avvocato Jole Cottone
MESSINA. Eʼ morta nella serata di martedì 29 maggio a
45 anni lʼavvocato Jole Cottone. I funerali si sono svolti
giovedì nella Chiesa del Carmine. A ricordarla, lʼOrdine
forense e tantissimi amici.
pagina 5
CHI SCENDE
M Domenico Cataldo
MESSINA. Il legale messinese pensa che il suo Ordine sia
regolato come la gendarmeria del Papa. Con una nota ha
chiesto al presidente Francesco Celona di agire “sui colleghi” che avrebbero fornito
alla stampa informazioni sugli incarichi fiduciari da lui ricevuti dal Tribunale. Un dilemma giuridico a cavallo tra
il diritto alla privacy e quello
allʼinvidia.
M Adele Fortino
MESSINA. A ben rivederci...
Adelina. Stavolta il salutino,
la giornalista più elegante e
ben pettinata di Messina, lo
dovrà fare in Tribunale al sindaco di Messina Giuseppe
Buzzanca. Che stanco di sentirsi chiamare “Buzzanchino...” lʼha citata in giudizio e
fatta condannare a pagare le
spese.Buzzanca sì, chino no.
M Salvatore
Giannone
MESSINA. Rampante e sempre alla moda, lʼavvocato
messinese cade clamorosamente sulla musica in auto.
Sorpreso a canticchiare una
canzone degli anni Settanta,
a chi gli chiedeva se la volesse inserita in un Cd, ha risposto: «Compact Disc? Ma io ho
ancora l'autoradio a cassetta,
in macchina!».
M Nanni Ricevuto
MESSINA. Il presidente della
Provincia di Messina, in nome del risparmio, ha messo in
garage la Bmw di rappresentanza, “sfrattando” la preziosa prima auto di rappresentanza dellʼEnte, unʼAlfa del
1960. Che, in poco tempo, è
già stata vandalizzata. Non
solo, a causa del mancato pagamento delle tasse, la vettura risulta “Senza Proprietà”.
M Raffaele
Lombardo
PALERMO. Ha ragione il sito
istituzionale o il presidente
della Regione? Per rispondere alle accuse di voler dare in
gestione le coste, Lombardo
ha dichiarato che il progetto
si è fermato perché la Cabina
di regia che lo seguiva “ è stata sciolta”. Peccato che su internet appaia ancora attiva. E
alle sue dipendenze.
primopiano
1 GIUGNO 2012
L’INCHIESTA. E’ allerta a Messina dopo il terremoto in Emilia
Il 1908 che verrà
Volontari e forze armate intensificano gli addestramenti, la protezione civile del Comune
studia gli scenari della catastrofe. Il più grave? 180mila coinvolti e ottantamila case crollate
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Lo scenario è questo:
magnitudo Richter di 7,24, undicesimo
grado della scala Mercalli, una replica
esatta del terremoto del 1908. E la città
scompare. Crollano 82mila e 583
abitazioni, su un totale di centoventimila,
quasi ventisettemila rimangono inagibili, in
183mila (su una popolazione di 250mila
persone) vengono coinvolti nei crolli e
quasi sessantamila restano senza un tetto
sulla testa. Messina viene di nuovo
cancellata dalla carte geografiche. Lo
scenario del disastro lʼha elaborato il
dipartimento di protezione civile del
comune di Messina, anni fa. Oggi,
allʼindomani del terremoto che sta radendo
al suolo metà dellʼEmilia, in riva allo Stretto
lʼattenzione è tornata alta. Altissima.
I MOVIMENTI. “Siamo stati allertati
dallʼospedale militare, senza pianificazione,
come invece è avvenuto nel 2011. Non era
mai successo prima”, spiega un volontario
della Protezione civile raccontando della
simulazione di qualche tempo fa, centrata
specificamente sui soccorsi da portare in
caso di catastrofe. E ci sono interi reparti
militari in regime di “prontezza operativa”:
vuol dire disponibilità a partire nel giro di
pochi minuti, ventiquattrʼore al giorno.
Perchè? Perchè gli studi, pur confermando
lʼimpossibilità di prevedere con certezza
quando e dove un terremoto colpirà, sono
arrivati ad un grado di approssimazione di
un evento particolarmente accurato. Lo ha
spiegato, nei giorni scorsi, Alessandro
Martelli, direttore dellʼEnea di Bologna:
“Lʼallarme per il sud è grave perchè cʼè da
tempo ed è il risultato di studi incrociati che
dicono tutti la stessa cosa. Lʼalgoritmo
Italiano individua il rischio nellʼarea del sud,
ma alcuni prestigiosi centri di calcolo di altri
paesi concentrano il rischio tra Calabria e
Sicilia”. Che un terremoto ci sarà è fuori da
ogni ragionevole dubbio. Al comune di
Messina lo sanno. E si sono attrezzati,
almeno sulla carta. Ma gli scenari non
fanno presagire nulla di buono.
UN NUOVO 1908. Esiste, a palazzo
Zanca, un piano di protezione civile
elaborato da Antonio Rizzo, esperto a
centonove
titolo gratuito e ingegnere, basato su tre
scenari: Il primo, catastrofico, che
corrisponde grossomodo ad una replica del
terremoto del 1908, e che ha numeri da film
dellʼorrore: un numero atteso di 82.583
abitazioni crollate (che potrebbero
diventare quasi 110mila), da 26mila a oltre
50mila case inagibili, la quasi totalità della
popolazione coinvolta in crolli ed un
numero atteso di senzatetto che oscilla tra i
59mila ed i 112mila messinesi. Un evento
che cancellerebbe la città una seconda
volta ma che fortunatamente, secondo i
calcoli, investirebbe lo Stretto di Messina
una volta ogni 2475 anni: ovvero quello che
i sismologi chiamano il “periodo di ritorno”,
lʼintervallo medio di tempo intercorrente tra
un terremoto e un altro di pari magnitudo (o
intensità) nella stessa zona. Il secondo
scenario è quello di un evento ugualmente
distruttivo, ma più lieve: nono grado della
Mercalli e 6,30 di magnitudo Richter,
esattamente la scala del sisma de LʼAquila
del 2009. Il tipo di catastrofe entro i limiti
della quale il piano del comune di Messina
funzionerebbe per come è stato progettato.
Si tratterebbe sempre di un evento di “tipo
c”, quindi non gestibile con sole risorse
locali, ma i numeri sono molto meno
drammatici: da 4258 ad oltre diecimila
abitazioni crollate, da 31mila a 41mila
inagibili, abitanti coinvolti in crolli compresi
tra diecimila e 23mila, ma un numero di
senzatetto che oscilla tra quasi
settantamila ed oltre novantamila. Lʼultimo
scenario, tra settimo ed ottavo grado della
scala Mercalli e di magnitudo Richter 5.39
(il sisma emiliano più forte è stato di 5.9
LA POLEMICA
Quell’esercitazione presa a babbiare...
MESSINA. “Lʼesercitazione? Benissimo le scuole. Gli enti...beh, cʼè da lavorarci”.
Antonio Rizzo è mediamente soddisfatto della settimana dʼesercitazione, la seconda, che ogni anno il dipartimento alla protezione civile di palazzo Zanca organizza su scala cittadina per una settimana. Per spiegare a chi non lo sa come comportarsi in caso di catastrofe. E i dipendenti come lʼhanno presa? Come una perdita di tempo. Come un “teatrino”. La chiacchiera, la sigaretta, mezzʼora per imboscarsi, lamentandosi. Per il tempo perso. Perchè “tanto, si veni na scutulata comu
Diu comanna cca facemu a fine di surici”. Lo racconta, allargando le braccia, uno
dei volontari che ha coordinato lʼesercitazione. “Cʼè un senso di fatalismo esasperante - racconta - la convinzione che basta non pensarci per far sì che una tragedia
non si verifichi. Dʼaltra parte, che bisogno cʼè di esercitarsi ed impegnarsi a prevenire un disastro - conclude sconsolato - quando si è convinti che basti toccarsi le
palle per scongiurarlo?” (A.C.)
CASA DOLCE CASA
Come ti costruisco
in cima alla collina
Nella relazione al complesso Aralia il pendio,
in condizioni sismiche: “Valori non soddisfacenti”
MESSINA. “In linea di principio le costruzioni cittadine dovrebbero essere in grado di reggere lʼimpatto del sisma.
Quelle nei villaggi invece, semplificando allʼeccesso, avrebbero molti problemi”. Secondo Antonio Rizzo, il panorama
edilizio cittadino è questo. Il problema, però, non sono solo
le abitazioni: sono soprattutto le infrastrutture. “Ho seri dubbi che il viadotto Ritiro reggerebbe, e di fatto, il suo crollo taglierebbe i soccorsi via terra. Per questo - spiega lʼesperto
alla protezione civile del comune di Messina - durante lʼultima esercitazione abbiamo simulato solo soccorsi via mare
e via aria”. Una lezione, quella del terremoto del 1908, che
nonostante le ferite ancora aperte Messina stenta a recepire, continuando a costruire in aree estremamente sensibili.
Un caso su tutti: nella relazione allegata al progetto del complesso
Aralia, il monolite che incombe sulla via Tommaso Cannizzaro, le
analisi alle quali è stato sottoposto
il versante della collina sul quale
dovrebbe sorgere un altro palazzo, secondo il progettista Pino Falzea, sono quella di stabilità del
pendio in condizioni naturali e di
progetto, e quella in “condizioni sismiche”. La prima, si legge,in preAntonio Rizzo
senza degli interventi previsti (pa-
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ratie di pali ecc) ha dato valori che evidenziano un coefficiente di sicurezza superiore a quello stabilito dalle norme”.
E lʼanalisi in condizioni sismiche? “Ha dato valori non soddisfacenti”, ammette candidamente Falzea, che poche righe
dopo ribadisce comunque che “lʼintervento si presenta idoneo a consentire lʼedificazione a monte prevista in progetto”.
In realtà, esiste un tipo di tecnologia costruttiva che permette maggior sicurezza attiva. Attualmente, a Messina ce lʼha
un solo palazzo, ancora in costruzione: lʼisolato 43 di viale
Europa, della ditta D&D, progettato da Manlio Marino e Alberto Dusi. Il palazzo, tra le fondamenta ed il corpo fabbrica, monta dei dissipatori di energia cinetica, che smorzano
le vibrazioni simiche, e permettono al palazzo di “muoversi”
senza danni. Una tecnologia del genere ha un costo del 20%
superiore a quello di un palazzo normale. Ma la struttura, essendo più elastica, peserebbe meno, richiedendo quindi meno materiali edili. Quindi il conto si pareggerebbe. Ma a nessuno dei costruttori sembra interessare granchè. (A.C.)
primopiano
centonove
GAETANO SCIACCA
Secondo lʼingegnere capo del Genio civile
di Messina, “Verificare lo stato di salute
degli edifici servirebbe anche per far girare lʼeconomia, dando lavoro a molte imprese. Oggi bisogna ripensare la città, non
servono nè sono più sostenibili progetti
faraonici che restano sulla carta, bisogna
ampliare gli spazi ed evitare di consumare
ulteriore suolo. Era questo il messaggio
che ho tentato di lanciare dopo il terremoto de LʼAquila, ma è rimasto inascoltato”.
gradi richter) vede tra 200 e 500 case
buttate giù dal terremoto, più o meno
quattromila inagibili, un migliaio di abitanti
coinvolti nei crolli e meno di diecimila
senzatetto. Però cʼè un problema.
GLI STUDI. Gli scenari di danno hanno un
livello di incertezza molto elevato, che
deriva dallʼutilizzo di modelli di calcolo
semplificati e dati di base “poveri”, di tipo
statistico, rilevati durante lʼultima
campagna di censimento Istat del 2001.Un
sistema “empirico” di questi tipo, però,
presenta due ordini di problemi per
Messina: non tiene conto
dellʼaccelerazione nellʼespansione edilizia
dovuta allʼentrata in vigore del piano
regolatore del 2002, che ha allargato
enormemente le maglie dellʼedificabilità in
zone “critiche”, e la presenza dei villaggi. E
nella cintura dei villaggi, spesso lʼedilizia è
di qualità parecchio scadente. E le nuove
costruzioni? Le norme antisismiche sono
restrittive, quando sono rispettate, quello
che preoccupa sono i luoghi in cui palazzi
sono stati edificati: quindi lungo declivi
scoscesi, o su suoli “non coerenti”. Un
edificio, in pratica, potrebbe sopportare un
sisma a livello strutturale, ma sprofondare
a causa della liquefazione del terreno o
addirittura “scivolare” lungo il pendio sul
quale è stato costruito”.
I DOCUMENTI RISERVATI. Tutti i dati
sulla resistenza degli edifici, si riferiscono a
una ricerca “a posteriori”. E nemmeno
completa, dato si fermano al 2001, un anno
prima del “boom” edilizio in cui si è iniziato
ad aggredire le colline di Messina. Il
Comune, infatti, è in possesso di schede
“rosse”, con previsioni statisticamente
meno esatte ma anche molto meno rigide e
ingabbiate nei dati ufficiali. Che derivano
dallʼosservazione del territorio. Dati che
non sono diffusi nè di pubblico dominio,
perchè non ufficiali, ma che derivano dalla
conoscenza diretta del territorio al di fuori
delle statistiche. E non sono rosei. Anzi.
Sono catastrofici.
CARMELO GIOEʼ
Geologo del dipartimento di Protezione
civile per il comune di Messina: “Il territorio comunale presenta un substrato rigido con a tetto depositi alluvionali o incoerenti, generando aree suscettibili ad amplificazione sismica, accanto a fenomeni
di deformazione permanente del territorio
dovuti a sismi e smottamenti. Per questo,
è stato individuato come area dove eseguire studi di microzonazione sismica,
avviata dallʼuniversità di Messina”.
1 GIUGNO 2012
SANTI TROVATO
Il presidente dellʼordine degli Ingegneri di
Messina, due anni fa, aveva firmato unʼintesa per il monitoraggio degli edifici, proposta sia al Comune sia allʼUniversità,
“ma il progetto - spiega -non ha avuto seguito. I problemi delle città sismiche tipo
Messina li affronteremo su scala nazionale
con lʼOsservatorio difesa del suolo, un organismo interno al consiglio nazionale degli Ingegneri, che sarà istituito su proposta dei professionisti messinesi”.
LA TESTIMONIANZA
Nino Libro, architetto sul campo
BOLOGNA. Le sue zie, ormai, gli
dicono scherzando: «Ti sei portato i
terremoti dappresso!». Ma lui, Nino
Libro, a dispetto degli amici
preoccupati che gli dicono di tornare a
Messina, ha unʼidea chiara e precisa:
«Proprio ora è il momento di esserci, di
stare nelle zone colpite dal sisma. Si
deve partecipare e dare una mano. E lo
dico al di là del mio metiere e delle mie
funzioni». Già, perché Libro, architetto
messinese emigrato come tanti, in
questi giorni sta girando in lungo e in
largo per lʼEmilia Romagna in qualità di
funzionario della Soprintendenza:
«Solitamente, il mio compito è quello di
responsabile della valorizzazione dei
musei, ma, di fronte a questi eventi
eccezionali, sono stato messo in campo
per la valutazione dei danni». Non è la
prima volta che Nino Libro si trova di
fronte a una emergenza sismica: «Il mio
“battesimo” è stato in occasione del
terremoto de LʼAquila. Anche in quel
caso, mi occupai della stima degli effetti
del disastro, ma anche e degli appalti
per la messa in sicurezza dei beni».
Racconta lʼarchitetto: «Sono partito da
una città con alto rischio sismico e ora
mi ritrovo in unʼarea che ne aveva uno
irrilevante fino a poco tempo fa ma che,
da qualche anno, sta subendo terremoti
abbastanza significativi. Penso a quelli
di Parma, recentissimo, di Umbria e
Marche del 1997 e dellʼAbruzzo».
Al di là delle vite umane, sotto gli occhi
di Libro scorrono le immagini dei danni a
un patrimonio artistico, ma anche etno-
antropologico, tutto da salvare: «Penso
al crollo della cupola della chiesa di
Pieve di Cento, che si è portato giù i
capolavori della pittura emiliana. Ma
anche ai tanti campanili e dei luoghi
della pianura che, al di là dellʼepoca di
costruzione, sono strettamente legati
alle comunità residenti. Anche per
questo, decidere la demolizione di una
torre pericolante, come un buon padre di
famiglia, sapendo che non se ne può
fare a meno, è un dolore per noi e per gli
abitanti».
Ma qual è la reale entità del danno?
«Non posso essere preciso, anche
perché la tutela passa dallʼevitare ogni
possibile sciacallaggio, ma posso
assicurare che ciò che si vede in tv è
molto meno di ciò che sta accadendo.
Stiamo portando avanti unʼoperazione
Il crollo della chiesa di Alberone
Nino Libro
chirurgica per salvare il massimo delle
opere dʼarte, e in questi due giorni ci
siamo fermati un attimo soltanto per
dare spazio ai soccorsi. Parallelamente,
stiamo allestendo un deposito presso
palazzo Ducale di Sassuolo». Cosa è
rimasto impresso di
più a Nino Libro? «A
LʼAquila, non
dimenticherò mai
quando entravamo
nelle case vincolate
con i proprietari e ne
vedevi la
disperazione. Ora,
non posso non
pensare che
martedì dovevo
essere a Carpi,
colpita duramente.
Ma sono stato
“salvato” da una
riunione...».
(D.D.J.)
L’ESPERTO
L’allarme di Ivo Caliò:
«Più sicuri negli anni ‘30»
Le criticità cittadine secondo il docente di Ingegneria.
«Fabbricati meno sicuri a causa delle sovrelevazioni»
Ivo Caliò
MESSINA. Meglio di Catania e Palermo ma peggio che negli anni
ʻ30. È la situazione della città dello Stretto dal punto di vista della sicurezza secondo il Docente di Ingegneria sismica dellʼAteneo di Catania Ivo Caliò, che analizza le criticità di Messina in previsione di
un nuovo terremoto. Che potrebbe far crollare un bel poʼ di edifici.
«Subito dopo il sisma del 1908 - spiega lʼesperto - le costruzioni cittadine vennero edificate seguendo le disposizioni della normativa
antisismica entrata in vigore ad aprile del 1909, la prima in assoluto
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a livello mondiale, che prevedeva degli edifici in muratura confinata,
fatti cioè in parte in cemento armato e in parte in muratura, e che non
fossero più alti di due piani. Nel dopoguerra, tuttavia, con lʼespansione edilizia, si sono imposte delle normative meno restrittive, che
hanno portato negli anni alla realizzazione di sovraelevazioni, spesso abusive, che hanno reso i fabbricati meno sicuri». Ma ad essere
a rischio non sono solo le vecchie costruzioni. «In caso di un sisma
paragonabile a quello del 1908 - conferma Caliò - sarebbero in pericolo anche i palazzi costruiti ex novo, e in particolare quelli a ridosso dei pendii. Eppure la città dello Stretto, “grazie” agli inteventi successivi al 1908, è ben più sicura delle altre città siciliane. Il dramma,
infatti, è che ci rendiamo conto dei pericoli a cui andiamo incontro
solo dopo le tragedie. E la responsabilità è da attribuire in parte anche agli imprenditori, che preferiscono un ingegnere che costa meno rispetto a uno bravo ma più costoso. Per scongiurare futuri cataclismi - conclude il docente - è necessario innanzitutto mettere in sicurezza le strutture strategiche, quindi scuole e ospedali, e avviare
degli studi per capire come prevenire i danni». (M.R.)
1 GIUGNO 2012
primopiano
MILAZZO. Il comitato tecnico regionale bachetta la Ram. A rischio di sisma
IL LUTTO
Se trema la Raffineria
In caso di terremoto non si conosce la reale tenuta di tubazioni, reattori e serbatoi.
Il comune non ha mai pubblicizzato i piani di evacuazione. Non ci soldi per la segnaletica
MILAZZO. E se un terremoto colpisse il
comprensorio di Milazzo, come si
comporterebbero le industrie? E i cittadini
saprebbero affrontare lʼemergenza? Le
risposte, purtroppo non sono delle migliori.
Il comune di Milazzo ufficialmente ha i
piani ma non sono mai stati pubblicizzati ai
cittadini. Non esistono le indicazioni sulle
piazzole di raccolta, deplians che
spieghino ai cittadini che tipo di
accorgimenti prendere. Senza considerare
che le notizie che arrivano dagli impianti
industriali del territorio non sono delle
migliori. La recente visita del Ctr, Comitato
tecnico regionale, alla raffineria di Milazzo
avrebbe portato alla luce una serie di
criticità in caso di un sisma e di alluvioni.
Sia per la salvaguardia del sottosuolo che
per i servizi antincendio. La relazione si
riferisce ai controlli effettuati al 15-16
maggio scorsi. Undici le criticità sollevate a
cui la Ram dovrà rispondere entro il 23
giugno con “un dettagliato
cronoprogramma per lʼesecuzione di
alcuni lavori”. Il Ctr ha sollevato perplessità
su quanto dichiarato dallʼazienda che, per
quanto riguarda gli aspetti sismici, ha
effettuato solo verifiche su edifici civili e
sulle fondazioni degli impianti. Allʼappello
mancherebbero colonne, reattori, serbatoi,
piperack e le tubazioni di fluidi pericolosi. Il
problema, dopo il sisma che ha colpito
lʼEmilia Romagna, comincia a diventare
sentito.
L'associazione ambientalista Adasc ha
scritto una nota al ministero dell'Ambiente
e della tutela del Territorio e del mare per
chiedere di avviare dei controlli allʼinterno
delle industrie ricadenti nellʼArea ad
elevato rischio di crisi ambientale di
Milazzo per accertare le specifiche
sismiche degli impianti soprattutto quelli a
rischio di incidente rilevante.
Lʼassociazione ambientalista presieduta
da Peppe Maimone si dice preoccupata
dalle indiscrezioni, sempre più insistenti,
GLI IMPIANTI INDUSTRIALI DI MILAZZO
che si stanno diffondendo sulla rete,
relativa ad un possibile sisma di inaudita
forza (7,5 della scala Richter) che,
secondo gli esperti, dovrebbe colpire
unʼarea tra Sicilia e Calabria. Tutto parte
da una inchiesta di Mario Sanna e
Maurizio Torrealta di RaiNews24 che
hanno mandato in onda mercoledì 18
aprile. Gli esperti intervistati hanno
presentato nuovi esperimenti e studi che
portano tutti alla stessa conclusione: al sud
Italia, e soprattutto in Calabria e Sicilia, cʼè
il rischio che si verifichi un terremoto di
magnitudo 7.5 Richter, più potente rispetto
a quello che ha distrutto LʼAquila poco più
di tre anni fa. Le attuali conoscenze non
centonove
sono in grado di stabilire dove e quando.
Alcuni esperti si sono anche soffermati sul
rischio che i nuovi eventi sismici possano
essere amplificati dalla devastazione di
stabilimenti industriali e chimici. Si
chiamano “Rir” in gergo tecnico, un
acronimo che sta per Rischio Incidente
Rilevante. E precisamente a Milazzo e a
Priolo (vicino ad Augusta). Totalmente
assente, invece, le informazioni alla
cittadinanza di Milazzo in caso di sisma.
«Quando il comune poteva permetterselo
dal punto di vista economico questi
problemi non sono stati affrontati - dice il
sindaco Carmelo Pino - oggi non siamo in
grado di fare campagne informative per
In ricordo di Paolo
Ricordi commossi e aneddoti. Incredulità e sgomento. La pagina Facebook di
Paolo Siclari (nella foto), il messinese
morto sotto le macerie dopo il crollo del
capannone della “Haemotronic”, a Medolla, è un concentrato di dolore.
Avrebbe compiuto 37 anni lo scorso
mercoledì, Paolo, ma il terremoto lo ha
sorpreso proprio il giorno prima, lasciando nello sconforto la moglie Viviana Lo Furno, i piccoli Riccardo ed
Erika, i genitori Gaspare e Concetta, e i
tanti conoscenti che hanno voluto ricordarlo sulla pagina del social
network. «Ma perché non sei rimasto
nella tua amata Sicilia?», si chiede un
amico, «Quanto ti è costato sto compleanno! Adesso ti toccherà pagare da
bere a tutti gli angeli!», commenta un
altro, mentre in tanti rimpiangono i suoi
modi gentili o i tempi dellʼinfanzia. Appassionato di calcio e di sport acquatici, Siclari si era trasferito nel 2001 a Castelmassa, il comune in provincia
di Rovigo da cui
partiva, ogni mattina, per raggiungere la cittadina
emiliana in cui lavorava. In una fabbrica che era stata
dichiarata agibile
e che invece gli è
crollata addosso.
(M.R.)
motivi economici (il comune si avvicina al
dissesto, ndr)». Il comune, comunque, non
sta con le mani in mano. Eʼ passato alla
fase operativa il protocollo di intesa
stipulato tra lʼAmministrazione comunale e
l´Ordine degli Ingegneri di Messina sul
monitoraggio delle criticità ambientali,
idrogeologiche e simiche del territorio
comunale.
I rappresentanti dell´Ordine hanno reso
noto di aver già ottenuto la disponibilità
gratuita di circa venti professionisti e di
poter dunque avviare una fase di studio e
monitoraggio del territorio, a cominciare
dalle scuole.
Gia.C.
LA SCHEDA
Una terra irrequieta
Tre placche, due regioni, un’area a rischio
Lo sciame sismico di inizio maggio rilevato dall’Ingv
MESSINA. Lo stretto di Messina si trova in una zona parecchio instabile dal punto di vista tettonico. Tra Sicilia e
Calabria, infatti, convergono ben tre placche continentali: ognuna di esse ha un proprio movimento che le porta a scontrarsi formando cosi un sistema di faglie normali
lungo complessivamente 370 km, tale sistema viene
chiamato “Siculo-Calabrian rift zone”. Durante il violento terremoto le coste della Sicilia e della Calabria, improvvisamente libere di muoversi, si allontanarono di colpo di 70 centimetri. In pratica, lo Stretto di Messina non
è altro che una depressione di natura tettonica formatasi in 125mila anni, grazie al ripetersi di grandi terremoti
che hanno gradualmente allontanato la punta nord-
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orientale della Sicilia dalle coste della Calabria meridionale e dal resto del continente.
Non è però solo lo Stretto ad essere irrequieto. Tra marzo ed aprile, lʼarea compresa tra il golfo di Patti, Milazzo
e le isole Eolie, è stato teatro di una lunga e persistente
ondata di piccoli terremoti, sciami sismici dellʼordine dei
due gradi della scala Richter a grande profondità. Una
prassi, per lʼarcipelago, in quanto area a “a vulcanismo
attivo”. Tutta lʼisola, in genere, è soggetta a terremoti: nel
settore orientale, da Messina a Siracusa, perchè soggetta a forti deformazioni determinate dallʼapertura del
bacino Ionico, lungo la catena dei Nebrodi-MadonieMonti di Palermo, perchè rappresentano il prolungamento della catena appenninica e quindi una porzione
del corrugamento determinato dallo scontro tra zolla Africana ed Europea. Oltre a quello di Messina, la Sicilia infatti è stata teatro di un devastante sisma nella regione
del Belice nel 1968. (A.C.)
1 GIUGNO 2012
Politica
centonove
EPILOGHI. Il destino del presidente della Regione tra dimissioni, leggine e “avvertimenti”
Lombardo, le tre ipotesi
L’opposizione punta allo scioglimento dell’Ars, ma presenta contemporaneamente due leggine
per togliere al governatore ogni potere fino al 31 dicembre. Mentre il Pd lo tiene sotto tiro
PALERMO. Cʼè chi preme per le
dimissioni di massa, chi, invece, ha pronte
alcune “leggine” per disinnescarlo e chi,
infine, prova ad aprire una nuova trattativa
per trovare una vicepresidenza “politica”
che garantisca tutti dopo lʼaddio
annunciato del 28 luglio. Lʼepopea del
presidente Raffaele Lombardo e del suo
governo tecnico ha tre scenari possibili:
uno di totale disgregazione, con tanto di
elezioni agostane rispetto al voto
anticipato di ottobre; il secondo con un
esecutivo senza alcun potere; un terzo, il
migliore per il governatore, che vede un
esecutivo di transizione fino al voto.
LE LEGGINE. Lʼultimo a proporre un testo
che “paralizzi” lʼattività di Lombardo (e del
suo successore), impedendogli di
procedere con nomine e iniziative
vantaggiose in vista delle regionali, è stato
il coordinatore regionale dellʼudc,
Gianpiero DʼAlia. Giorni fa, in realtà, a
pensare a uno strumento simile era stato il
Pid con un ddl che, vista lʼeccezionalità del
momento, prevede il congelamento
immediato di tutte le nomine (anche quelle
già effettuate) fino al 31 dicembre.
DIMISSIONI O SFIDUCIA. Il Pid,
comunque, non abbandona lʼidea
dellʼaddio dei deputati che
costringerebbero Lombardo a decadere
anzitempo: «Tutti i nostri sono pronti a
dimettersi se si raggiungesse quota 46,
numero necessario per lo scioglimento
dell'Assemblea regionale. Ritengono
migliore però la strada del dibattito d'aula
sulla mozione di sfiducia a Lombardo», ha
detto Rudy Maira. Per il capogruppo,
comunque, prima andiamo a votare meglio
è, anche ad agosto». Sulla strada della
mozione di sfiducia sembrava, in un primo
momento, anche il Pd allʼArs. Tanto da far
dire al leader dʼaula del Pdl, Innocenzo
Leontini: «Pdl e Pid, la mozione di sfiducia
a Lombardo l'hanno depositata da tempo e
se non è stata ancora discussa è solo per
senso di responsabilità e per opportunità
dato che bisognava chiudere il bilancio. Se
adesso altri intendono presentare una loro
mozione facciano pure, ovvio che quella
del Pd non avrà le stesse motivazioni della
nostra». I democratici, però, hanno fatto un
passo indietro.
IL CRACOLICI PENSIERO. Il capogruppo
allʼArs Antonello Cracolici, inizialmente
sul piede di guerra dopo la nomina da
parte di Lombardo di due assessori politici
(Alessandro Aricò di Fli e Giuseppe
Spampinato dell'Api) che hanno fatto
venir meno la natura “tecnica'” della giunta
(«Riteniamo esaurita e chiusa la fase del
governo tecnico, anche perché non c'é più
un governo tecnico», aveva tuonato), è
poi tornato sui suoi passi: «Il Pd non
presenterà una mozione di sfiducia a per il
semplice motivo che il presidente ha già
annunciato che si dimetterà il 28 luglio.
Dimissioni subito significherebbe andare al
voto ad agosto».
AL BIVIO. Raffaele Lombardo
DIMISSIONARIO. Giosuè MArino
A SORPRESA
Cuffaro, staff sotto la lente
La procura indaga sui derivati
PALERMO. Doppia tegola sulla testa
dellʼex presidente della Regione Totò
Cuffaro. Il procuratore generale Luigi
Patronagio ha chiesto la condanna dellʼesponente dellʼUdc a 13 anni nellʼambito del processo che lo vede imputato
di concorso esterno in associazione
mafiosa davanti alla Corte di Appello di
Palermo. A questo si aggiunge anche
unʼaltra indagine che lambisce ex uomini di fiducia del politico su derivati e
banche internazionali. A riportare la notizia, il Sole 24 ore. Tutto nasce da un
esposto del 2003 che denunciava pagamenti di tangenti "estero su estero"
in relazione a operazioni finanziarie tra
la Regione e la succursale londinese
della banca giapponese Nomura. Tan-
ANCORA INDAGATO. Totò Cuffaro
LʼAVVERTIMENTO. Sempre Cracolici ha
però chiesto «sobrietà e senso delle
istituzioni al presidente della Regione».
«Non vorremmo - ha aggiunto - che il
governo che deve accompagnare la Sicilia
al voto di ottobre diventi un elettorale. E'
chiaro che vigileremo». Se allʼassemblea
del Pd avesse prevalso la linea sua e del
senatore Beppe Lumia, ovvero la sfiducia
al segretario regionale Giuseppe Lupo,
Cracolici avrebbe fornito i nomi degli
assessori politici. Adesso, invece, ciò che
più gli interessa è riprendere
lʼinterlocuzione per assicurare una
vicepresidenza della regione “super
partes”. Solo quello. Perché, come ha
sottolineato, gli assesori tecnici dʼarea,
Marco Venturi, Mario Centorrino e Pier
Carmelo Russo, possono anche
dimettersi: «È una scelta loro». (D.D.J.)
genti che sarebbero andate a Marcello
Massinelli e Fulvio Reina, due strettissimi collaboratori di Cuffaro. Adesso,
quanto scritto appare confermato dalle dellʼinchiesta condotta dal procuratore di Milano Alfredo Robledo che ha
trasmesso gli atti a Palermo. Secondo
gli inquirenti, nelle operazioni Nomura
avrebbe incassato un ammontare totale pari a oltre 48 milioni di euro. Con profitti anche 10 volte superiori a quanto il
mercato normalmente non consenta.
La banca giapponese avrebbe a sua
volta riconosciuto provvigioni nei confronti di entità societarie riconducibili a
Massinelli e Reina per oltre 16 milioni.
Quasi 12 dei quali pagati sui conti esteri di una struttura creata all'uopo in Irlanda, la Profitview Investments Ltd.
RETROSCENA
Marino rompe su Priolo
Dietro l’addio, i tira e molla sul rigassificatore
PALERMO. La motivazione ufficiale è la trasformazione della natura dellʼesecutivo, da tecnico a sempre più politico. In realtà, dietro lʼaddio di Giosuè Marino, assessore allʼEnergia, a Raffaele
Lombardo e alla giunta cʼè ben altro. Ovvero il rigassificatore di Priolo. A mettere il presidente e il suo delegato uno contro lʼaltro è stata il diverso punto di vista sul progetto. Il presidente della Regione
vuole bloccarlo, mentre per Marino si tratta di una ipotesi che non
deve essere percorsa. Marino, già prefetto di Messina, è il terzo
tecnico, dopo Andrea Piraino e Sebastiano Di Betta, ad abbandonare lʼesecutivo. «Sono entrato a far parte della giunta di governo regionale - ha dichiarato - in ragione del ruolo dichiaratamente
ʻtecnicoʼ dei suoi componenti e nel tempo mi sono rigorosamente
e con convinzione attenuto a tale caratterizzazione. È nei fatti tut-
pagina 9
tavia una sempre più marcata, progressiva connotazione politica
dellʼesecutivo regionale, confermata dalle recentissime scelte, nel
contesto di un confronto politico destinato a diventare ancora più
serrato in vista delle consultazioni elettorali di ottobre. Preso atto
pertanto che sono mutate le condizioni che mi hanno determinato
alla scelta iniziale, alla quale ancora oggi resto coerente - ha aggiunto - ho deciso di rimettere il mandato conferito ringraziando il
presidente della Regione per avermi dato lʼopportunità di lavorare
nellʼinteresse della Regione siciliana e dei siciliani».
Per Lombardo si è aperta così unʼaltra “finestra” di trattativa politica con gli alleati. A questo punto, infatti, al posto di Marino potrebbe arrivare alla guida dellʼEnergia Riccardo Savona, esponente
del Movimento per la Sicilia allʼArs. Precedentemente era in odore di prendere il posto allʼEconomia di Gaetano Armao, in procinto di diventare presidente dellʼIrfis Finsicilia. Nel frattempo, Francesco Aiello (storico esponente del Pci di Vittoria e candidato sindaco da Lombardo alle scorse amministrative) è subentrato ad Elio
DʼAntrassi come assessore allʼAgricoltura. (D.D.J.)
Politica
1 GIUGNO 2012
centonove
PARALLELI. I due principali partiti in bilico tra trasformazione e disgregazione
Pd-Pdl, crisi di “coppia”
L’iniziativa del capogruppo all’Ars Leontini e del leader del Pid Rudy Maira mette in moto
il Popolo delle Libertà, che potrebbe diventare altro. Mentre i democratici “subiscono” Lombardo
A sinistra,
il capogruppo
del Pid allʼArs
Rudy Maira.
Accanto,
il presidente
dei deputati del Pdl
allʼAssemblea
regionale
Innocenzo Leontini.
I due hanno proposto
una coalizione
dei moderati
per le prossime
regionali.
Nella pagina accanto,
il coordinatore del Pdl
siciliano Giuseppe
Castiglione
DI DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Un partito potrebbe dividersi,
ma solo per rafforzarsi, allargando la
coalizione. Un altro, invece, rischia di
frammentarsi sempre di più, imboccando
una strada che potrebbe determinare una
emorragia di voti nonostante le posizioni
acquisite stando, nei fatti, al governo
della Regione. I destini di Pdl e Pd, in
Sicilia, corrono su due binari paralleli.
Lʼobiettivo sarebbe vincere le elezioni.
Come farlo e con chi, però, è il vero
problema, soprattutto in casa Pd.
LA SCOSSA DI LEONTINI. La bomba è
stata innescata il 30 maggio con una
conferenza stampa congiunta dei
capigruppo del Popolo delle Libertà,
Innocenzo Leontini, e del Pid, Rudy
Maira, alla presenza di numerosi deputati
di entrambi gli schieramenti. Lo scopo?
Costituire un nuovo soggetto politico che
raggruppi moderati, riformisti, laici e
cattolici e che vada al di là delle sigle di
partito, penalizzate dall'elettorato alle
ultime amministrative come riconoscono
molti esponenti del centrodestra. Il primo
appuntamento sarà il 7 giugno, con una
iniziativa politica che si terrà a Palazzo dei
Normanni: «Non è una iniziativa contro
qualcuno o di rottura», ha spiegato
Leontini. L'idea «parte dalla constatazione
che siamo in una fase di incomunicabilità
tra i partiti e all'interno degli stessi partiti a
livello nazionale e regionale». «Vogliamo
riaggregare le forze che si sono disgregate
negli ultimi quattro anni». I due politici
guardano allʼUdc, a pezzi del Pd e anche
del Mpa, «purché ammettano di avere
sbagliato in questi anni». Se andrà in porto,
il nuovo soggetto politico potrebbe anche
presentarsi alle elezioni con una propria
lista civica e con un proprio simbolo: «In
quel caso, ci confronteremo sugli
organigrammi e sul candidato alla
Presidenza della Regione».
COSA ACCADRAʼ. Spiega Maira: «Il 7, se
non ci saranno contromisure da parte dei
PUNTINI SULLE “I”
Ma l’alfaniano Roberto Corona prende le distanze
MESSINA. Alla conferenza stampa di Leontini e Maira, erano assenti i messinesi Giuseppe Buzzanca e Santi Formica, mentre era presente Nino Beninati, rispetto al quale, però, il coordinatore provinciale dello Stretto non ha dubbi: «Non
vuol lasciare il Pdl». Chi invece era stato annunciato, ma ha preso le distanze
come fedele “alfaniano”, è Roberto Corona: «Non ero presente alla conferenza
stampa per promuovere iniziative politiche e/o gruppi trasversali perché non
ancora deliberati dagli organismi del
partito. Faccio parte a pieno titolo del
gruppo parlamentare e del partito e intendo seguirne la linea politica e le indicazioni nel rispetto del mandato elettorale ricevuto dagli elettori».
Nino Beninati
Roberto Corona
vertici del Pdl, la riunione sarà importante
per la grande curiosità suscitata
dalliniziativa. Da Grande Sud al Pdl, fino al
Mpa, in molti si sono trovati dʼaccordo.
Lʼincontro potrebbe essere un momento di
rilancio della politica dei moderati che
potrebbe portare a un riavvicinamento
generale. Fino ad ora siamo stati separati e
questo non deve più accadere». Ma ci sarà
una separazione oppure no? Sul punto,
lʼesponente del Pid è chiaro: «Se si riuscirà
a determinare un “creatura” che aggreghi
tutti mantenendo le sigle, benissimo. Solo
di fronte a resistenze, potremmo pensare a
un soggetto politico autonomo».
LE REAZIONI “ESTERNE”. Primi ad
esprimersi gli ex Pdl di “Grande Sud”: «La
conferenza stampa merita grande
attenzione: è assai utile, direi
indispensabile, che si torni a parlare di
contenuti, di programmi e di azione politica
per risollevare una regione portata allo
stremo da Lombardo», ha detto il
capogruppo Titti Bufardeci. E un segnale
è arrivato anche dal “grande capo”
Gianfranco Miccichè, che è pronto anche
a fare un passo indietro rispetto al suo
desiderio di correre per la presidenza della
Regione. Ma di interessati al progetto ve ne
sono tanti. Racconta Maira: «Allʼinterno del
Mpa, si sono espressi a favore Paolo
Colianni e Roberto Di Mauro, che è il
capogruppo e il deputato di maggior peso
allʼArs. Per quanto riguarda lʼUdc, ho
incontrato per caso a Palazzo dei
Normanni Giovanni Ardizzone, e ci siamo
fermati a chiacchierare. Mi è sembrato
interessato».
E QUELLE DEL PDL. Getta acqua sul
fuoco e si dice ottimista, il coordinatore
regionale del Popolo delle Libertà,
Giuseppe Castiglione: «Lʼiniziativa di
Leontini e Maira è sicuramente positiva.
Mettere insieme diverse realtà dei
moderati, sarà un contributo
importantissimo alla costruzione di una
grande area dove il Pdl avrà un ruolo
fondamentale. Si deve parlare innanzi tutto
AI NASTRI
Dissidenti in Assemblea
Gli anti-Genovese ripartono da un convegno
Antonio Saitta
MESSINA. A Messina, lʼarea del Pd che non si riconosce nel “moderatismo” del leader dello Stretto, Francantonio Genovese (legato a livello nazionale a Giuseppe Fioroni), torna in pista con
un incontro pubblico oggi (venerdì 1 giugno, ndr) al Comune: “La
Sicilia e i Sud nella crisi. Quale politiche, quale politica”. A organizzare lʼassemblea, a cura del gruppo allʼArs, sono stati i Dem
(Democratici e messinesi) e lʼassociazione “Rifare lʼItalia”, ovvero quel gruppo di quarantenni del Pd che, a livello nazionale, sta
provando a spostare a sinistra la linea del partito. A testimoniarlo, la posizione di Stefano Fassina, responsabile per lʼeconomia
al pari di Enrico Letta, che non è per un europeismo di rigore ma
perché il Pd rientri nella grande famiglia della sinistra, seguendo
la scia di Holland in Francia. Un incontro, quello di Messina, per
pagina 10
discutere delle prospettive di politica europea, da cui dipendono
gli stessi destini della Sicilia, ma anche per “contarsi”. A parlare,
infatti, saranno il deputato allʼAssemblea regionale Filippo Panarello e lʼex vicesindaco (e fondatore di Vince Messina) Antonio Saitta, in prima linea con gli ex Ds, fino al 2008, per provare
ad arginare lo strapotere in città di Genovese. Gli altri relatori dellʼassemblea sono Giuseppe Provenzano (ricercatore dello
Svimz), Federico Nastasi (Coordinatore nazionale Run), Fausto
Raciti (segretario nazionale dei Giovani democratici) e Piero David (docente di Politica Economica allʼUniversità di Messina e dirigente esterno dellʼassessorato regionale alla Formazione professionale). A concludere lʼincontro, infine, sarà Matteo Orfini, responsabile nazionale per la Cultura dei Pd.
Alla stato attuale, a Messina, ancora è buio totale nel centrosinistra in vista delle prossime amministrative. Se dovesse reggere
lʼintesa con Fli e Mpa, Genovese potrebbe lanciare in pista lʼassessore alla Formazione Mario Centorrino. Da qui lʼincontro organizzato da Saitta e company per riprendere visibilità. (D.D.J.)
centonove
Politica
1 GIUGNO 2012
IL CORSIVO di Giovanni Frazzica
Galline, trote e qualche risata
- spiega - di programma e di coalizione,
andando al di là dei partiti. Il Popolo delle
Libertà traccerà la sua linea politica che
sarà di largo respiro. Il tema del futuro è
costruire un programma che superi il
disastro generato negli ultimi anni. Noi aggiunge - puntiamo solo ed
esclusivamente sul questo, lavorando a
una grande area dei moderati». Ma, a
proposito di moderati, dove andrà lʼUdc di
Gianpiero DʼAlia? «Secondo me può
stare tranquillamente con noi». Allʼincontro
del 7, assicura, Castiglione ci sarà.
BUZZANCA DIXIT. E su DAlia, Giuseppe
Buzzanca, sindaco di Messina e
coordinatore provinciale del Pdl, si lascia
andare a una confessione: «Sinceramente,
non capisco che posizione intenda
prendere in vista delle regionali. Certo è sottolinea - che bisogna uscire dalla fase
del corteggiamento». Mentre, riguardo
allʼiniziativa di Leontini e Maira, spiega:
«Penso che qualcunque incontro serva per
unire e allargare il centrodestra, che sia
“per” e non “anti”, ben venga. Ciascuno
deve però rendersi conto che è il momento
di pianificare. La mia reale
preoccupazione, piuttosto, è fare subito un
programma e affidarlo a un candidato alla
presidenza».
MESSINA. La carta stampata non mi diverte più. Il
Consiglio Direttivo di una
Associazione che opera
da tanti anni in provincia di
Messina ha monitorato, a
mia insaputa, il mio lavoro
ed ha scoperto che negli
ultimi quindici anni ho pubblicato circa mille articoli e
per questo vorrebbero anche darmi un premio.
Ma che cʼè paragone con
un passaggio in televisione? No, perché passi dalla stanza in cui sei solo col
tuo computer, allo studio
televisivo, un mondo pieno di luci e lucette, di attrezzi modernissimi e dove ci sono anche gli altri,
più o meno emozionati,
con cui confrontarti. E tu
pure sei emozionato, perché andare in diretta in tv
è ancora eccitante, ogni
volta è come la prima volta, come fare un salto mortale senza rete. La televisione ti può dare un successo immediato, ma ti
può fare un danno incommensurabile. Un mio amico nei giorni scorsi annotava sul suo profilo facebook che Antonio Banderas, che una volta parlava
alle belle donne, ora parla
alle galline. In effetti, quello che fino a qualche anno
fa era uno dei machi più
gettonati del cinema internazionale, ora appare in
una pubblicità televisiva
che promuove fette biscottate in cui parla proprio con una gallina. A me,
tanto per restare nel regno
animale, esattamente nel
settore ittico, è capitato di
parlare con una trota, anzi, probabilmente, con il
“Trota” in persona.
Ma andiamo ai fatti. Nel
corso di una trasmissione
televisiva condotta dallʼanchorman di OndaTv
Pippo Galipò, lʼon. Santi
Formica ha teorizzato che
alle prossime elezioni regionali, atteso che non avvenga la temuta riduzione
da 90 a 70 dei deputati regionali, che lui comunque
esclude per via delle lungaggini parlamentari, il Pd
non avrà più 29 deputati,
ma 14, per cui a Messina
ne toccheranno soltanto
2. Aggiungeva il Formica
che lʼon. Rinaldi, presente
in trasmissione, non aveva nulla da temere, perché
sarebbe stato comunque il
più votato. Io mi sono associato alle valutazioni
dellʼon. Formica aggiungendo però che la riduzione di rappresentanza imponeva qualche riflessione in quanto la presenza al
parlamento nazionale dellʼon. Genovese, cognato
del Rinaldi, determinerà la
concentrazione dei due
terzi della rappresentanza
politica nelle mani della
stessa famiglia, una sorta
BUFERA NEL PD. Se per il Pdl il discorso
è chiaro, “mai e poi mai rapporti con
Raffaele Lombardo”, il destino del Pd si
lega sempre più a doppio filo con quello del
presidente della Regione, divenuto ormai il
tema principale allʼinterno al partito. Il
problema, come ha sottolineato Tonino
Russo, esponente allʼArs è uno: «Il
segretario Giuseppe Lupo convochi
di “cerchio magico, stile
bossiano, in riva allo Stretto”. A questo punto si sono accese le proteste di
Franco Rinaldi che si è
sentito paragonato al
“Trota” e che ha ritenuto
“rancoroso” il conteggio
dei due terzi della rappresentanza mentre, con un
poʼ di difficoltà, mi sforzavo di spiegare che era matematica.
A salvarci dalla bagarre un
intervento un intervento di
alto profilo dellʼon. Ballistreri che ha parlato di politica europea, di Hollande, di destino dellʼeuro e
così la trasmissione si è
conclusa in maniera civile.
Ma verso le due di notte,
sulla via del ritorno, mentre mi ero assopito, non essendo alla guida della
macchina, squilla il mio telefono. Allʼaltro capo del filo una voce con accento
vagamente lombardo che
si qualifica come Renzo
Bossi.
Dice di volere essere lasciato in pace, che dimettendosi ha chiuso con la
politica ed ha recuperato
serenità e dignità e se gli
altri non vogliono essere
paragonati a lui, in condizione di reciprocità, lui non
vuole essere paragonato
agli altri e mi chiude il telefono. Ci mancava anche
questa, scherzi a parte sul
telefonino!
immediatamente la direzione regionale,
con procedura d'urgenza, per decidere la
posizione politica da assumere, visto che
38 parlamentari sarebbero pronti a
dimettersi per sciogliere anticipatamente
l'Ars. Il Pd - ha proseguito - non può
distrarsi e consentire a Lombardo di gestire
un notevole piano di nomine con un
governo agonizzante e senza prospettive,
LA POLEMICA
Messina, giovani contro
I Circoli pidiellini chiedono l’azzeramento dei vertici
MESSINA. Al grido di “Azzeriamo il Pdl”, sono scesi in campo, a
Messina, i giovani dei circoli della Giovane Italia, “Quo Usque Tandem…”, e del Popolo delle Libertà, “Catilina-Morgana”. A intervenire, Piero Adamo, Ferdinando Croce e Ciccio Rizzo, candidato a sindaco di Lipari alle amministrative. Tanta la “carne al
fuoco”. A cominciare dal “rammarico” per il totale fallimento della
linea politica del partito dettata dalla classe dirigente venuta fuori dal congresso provinciale del marzo scorso. Dissenso e rammarico espressi con una vignetta (a fianco). In occasione proprio
del congresso, ha ricordato Adamo, il mondo giovanile aveva manifestato ai vertici lʼimportanza di “aprire ad una nuova generazione”, ma la risposta era stata negativa perché le vicende giudiziarie di Roberto Corona (allʼepoca co-coordinatore) imponeva-
no di non modificare gli equilibri interni fra le correnti del
partito. Oggi, però, “quegli equilibri sono caduti rovinosamente ed hanno trascinato con sé lʼintero mondo
del centro-destra”. A tuonare è stato poi Rizzo, che ha ricordato
la “questione liparitana” sorta in seguito alla sua scelta di candidarsi a sindaco. Deferito ai probiviri, ha precisato che ad avere
violato le direttive di partito sono stati i vertici provinciali nel momento in cui hanno disatteso le indicazioni del segretario nazionale, Angelino Alfano, di svolgere le elezioni primarie per la
scelta dei candidati e di aggregare movimenti civici di area
centro-destra. Ma cosa dice dellʼiniziativa il coordinatore provinciale Buzzanca? «Ho profondo rispetto
per i giovani, ma deve essere chiarto a tutti
che per azzerare un vertice deve esserci un
congresso. Noi non siamo stati nominati, ma
eletti». Mentre, riguardo al deferimento di Rizzo, spiega: «Deve essere accettato dal direttivo provinciale, che
non si è ancora riunito». (D.D.J.)
pagina 11
funzionali solo alla campagna elettorale del
nuovo polo. Una mozione di sfiducia conclude - è, a questo punto, una soluzione
necessaria e quanto mai appropriata». E
sulla data della direzione, Lupo ha risposto,
convocandola per il 4 giugno, alle 14.30, a
Palermo, nella sala convegni dell'hotel Nh
al Foro italico Umberto I: «Sarà in quella
sede - ha detto - che, facendo seguito
all'assemblea, valuteremo, in particolare, la
situazione politica regionale e le
conseguenti iniziative del partito». Ma se
sulla fine del governo Lombardo sono quasi
tutti dʼaccordo, è il tema delle future
alleanze che potrebbe dividere. Per il
capogruppo allʼArs Antonello Cracolici,
uno dei fautori dellʼappoggio al quarto
governo regionale, «l'Udc è un interlocutore
essenziale», mentre riguardo al Movimento
per le Autonomie vuol vedere « chi sarà
l'interlocutore». «Lombardo - spiega - mi
pare che ha già detto che non si
ricandiderà, che si dedicherà al processo e
ho letto addirittura che vuol creare un altro
soggetto politico». Lʼarea che fa capo al
deputato e al senatore Beppe Lumia, in
sinergia con “Innovazioni” (che fa capo
allʼex segretario regionale Francantonio
Genovese, a Salvatore Cardinale e a
Nino Papania) propende per lʼipotesi di
una alleanza con i moderati (Udc, Fli e
Mpa), ritenuta indispensabile per vincere
alle elezioni. Unʼipotesi che cozza con le
altre componenti, che vogliono portare
avanti il “modello Vasto” con le altre forze
del centrosinistra o che, comunque, non
desiderano avere nulla a che fare con il
Movimento per le Autonomie. A innescare
lʼimpazzimento nel Pd, tanto per cambiare,
è stato proprio Lombardo con le
designazioni di due assessori “non tecnici”,
Alessandro Aricò (Fli) e Giuseppe
Spampinato (Api), che hanno reso la
giunta dichiaratamente politica. Una ipotesi
che mesi fa non dispiaceva a Cracolici,
Lumia e Innovazioni ma che, con
lʼapprossimarsi del voto, non è più
praticabile perché diventerebbe un
boomerang.
Politica
1 GIUGNO 2012
Francesco Barbalace
Manlio Minutoli
Antonino Torrisi
Provvidenza Castiglia
PALAZZO ZANCA. Tutte le somme che i dirigenti devono restituire all’amministrazione
Il tesoretto della dirigenza
Un anticipo da 500 euro al mese, in attesa delle nuove “pesature” è diventato un boomerang:
in quattordici hanno percepito un totale di 165mila euro che oggi il Comune reclama. Ecco perchè
DI ALESSIO
CASPANELLO
MESSINA. “Il mio stipendio lo prendo
dal comune di Nuoro, perchè non voglio
che tra qualche anno qualcuno venga
da me a dirmi che rivuole indietro dei
soldi”. Rossana Menne è arrivata a
Messina due anni fa, seguendo gli
spostamenti del marito colonnello dei
Carabinieri. Eʼ un dirigente distaccato
dal comune sardo, che a marzo del
2012 ha comunicato la volontà di
ricevere dallʼamministrazione dʼorigine
lʼindennità di posizione che gli spetta,
rinunciando a qualcosa come 30mila
euro allʼanno rispetto a quello che
prenderebbe in busta paga se ad
erogarle lo stipendio fosse palazzo
Zanca. Una mossa bizzarra, quella di
Rossana Menne, ma che ha una
spiegazione. E cioè la storia della
montagna di soldi che i dirigenti devono
al comune di Messina, dopo averli
trovati sotto forma di anticipo in busta
paga. Una storia che parte dal 2009.
LʼASSALTO DELLA DIRIGENZA. Ci
sono quattordici dirigenti, tre in servizio
e undici già in pensione, che al comune
di Messina devono più o meno 165mila
euro in totale: il conguaglio negativo
calcolato dopo la nuova graduatoria
della “retribuzione di posizione”, una
voce variabile dello stipendio
dirigenziale legata al “peso” della
poltrona occupata, il suo valore. Chi
centonove
sono? Provvidenza Castiglia, in
pensione da qualche mese che al
comune di Messina deve quasi 34mila
euro accumulando conguagli negativi
dal 2005, così come tutti gli altri
colleghi. Gli altri? Salvatore De
Francesco, che oggi ricopre lʼincarico a
Servizi Sociali e gli interim a Pubblica
istruzione, Sport e Cultura, deve
restituire poco più di tredicimila euro.
Poi cʼè Carmelo Giardina, oggi a capo
dellʼAvvocatura, che per un periodo di
pochi mesi a cavallo tra giugno e
settembre del 2005, e tra gennaio e
settembre del 2010, è debitore nei
confronti di palazzo Zanca perqualcosa
in più di cinquemila euro. Ultimo, tra i
dirigenti attualmente in servizio, è
Riccardo Pagano, fresco di
spostamento al dipartimento che si
occupa della valorizzazione del
patrimonio artistico e culturale della
città, che al comune dovrà ridare
qualche spicciolo in più di 9500 euro. Il
grosso dei dirigenti debitori di palazzo
Zanca, però, è già in pensione da
tempo. Francesco Barbalace, per
esempio, che ha girato praticamente
tutti i dipartimenti del Comune, è
debitore di poco meno di 21mila euro,
mentre Maria Beninati, storica
dirigente al Personale (e madre del
dirigente De Francesco, anchʼegli
debitore), dovrebbe restituire 5300
euro. Giovannino Corrente, ex capo di
Gabinetto di Salvatore Leonardi, ha
un debito di 7475 euro, ma nel
frattempo è morto. Poca roba per
Simone DʼAmico, in rosso di 1564
euro, mentre allʼex numero uno
dellʼAvvocatura, Giuseppe Gullotta, il
comune di Messina ha presentato un
salato conto da oltre 17mila euro. A
carico di Giovanni Marino il conguaglio
è risultato negativo per 13.546 euro,
così come per Manlio Minutoli, che ha
guidato lʼUrbanistica per anni e anni e
che al comune di Messina deve
rimborsare poco più di novemila euro.
Qualche spicciolo di debito per
DAI QUARTIERI
Terza circoscrizione, tre sedute
posson bastare...
Il consiglio vota a maggioranza, Marcellino (Fli)
si ribella: “stratagemma per non andare a lavoro”
Gianni De Salvo
MESSINA. Il terzo quartiere? Si ammazzano di lavoro. Tre consigli alla settimana, una commissione subito prima. Un poʼ troppo, secondo alcuni. A denunciare, e votare contro la decisione
presa dal consiglio, è stato Enzo Marcellino (Fli), spalleggiato
da Santi Interdonato e Nino Sciutteri del Pd. Come è andata la
vicenda? Lo racconta lo stesso Marcellino. “Un consigliere di
quartiere ha a disposizione lʼora precedente lʼinizio di una commissione e quella successiva alla fine. Il trucco? Soprattutto il lu-
pagina 12
nedi, le commissioni venivano convocate alle otto e mezza, poi
una seconda alle undici, e una terza dalle tre alle cinque. Di fatto
- spiega il consigliere - erano strategiche per non andare a lavorare. Lʼho detto anche in consiglio, sono dichiarazioni che ho lasciato a verbale”. La soluzione? Tre consigli alla settimana, preceduti da una commissione. Di male in peggio. “Unʼaltra furbata
- attacca Marcellino - tre consigli alla settimana, per quanto mi riguarda, sono assurdi: mandiamo solo fax allʼamministrazione, e
siamo regolarmente snobbati”. E adesso? “Non credo si possa
andare avanti così, a punto che sto meditando di chiedere lo scioglimento dellʼufficio di presidenza che ha reso possibile una stortura di questo tipo”, azzarda Marcellino chiamando in causa il presidente del terzo quartiere Gianni De Salvo.
Quello dei consigli di quartiere in orari strategici, e con durate improbabili, non è però una novità. Fino a pochi anni fa, una consuetudine era quella di convocarli in orari serali, e protrarli fino a
dopo la mezzanotte, in maniera da poter incassare la “diaria” di
due giornate di lavoro. (A.C.)
centonove
Politica
1 GIUGNO 2012
Carmelo Romeo, ex dirigente agli
Affari di Giunta (1713 euro), qualcosa in
più per Giuseppe Scalici (3673 euro) e
stangata, infine, per lʼex ragioniere
generale Antonino Torrisi, che a
palazzo Zanca deve oltre ventimila
euro. Come ci si è arrivati?
QUEI CONGUAGLI UN POʼ COSIʼ. A
marzo del 2008, a seguito di un
indirizzo fornito dallʼallora commissario
straordinario del comune di Messina
Gaspare Sinatra, a ciascun dirigente è
stato corrisposto, in aggiunta alla
retribuzione di posizione, un aumento
mensile di 500 euro (tredici mensilità,
quindi 6500 euro annui), con
decorrenza primo gennaio 2005. Tale
acconto veniva “anticipato” dal comune
di Messina con obbligo di conguaglio
positivo o negativo che sarebbe
scaturito dalla nuova graduazione della
posizioni da parte del nucleo di
valutazione. Acconto sospeso a luglio
del 2009 da parte del ragioniere
generale Nando Coglitore. Perché?
Perchè il nucleo di valutazione non ha
adeguato i criteri di valutazione delle
posizioni dirigenziali, motivo per il quale
sarebbero rimasti in vigore quelli del
2001. “Ciò comporterà inevitabilmente
che lʼacconto erogato in aggiunta ala
retribuzione di posizione non potrà mai
essere recuperato”. Nel frattempo, nel
2010 la giunta aggiorna la graduazione
delle posizioni dirigenziali. E si fanno i
calcoli, tra chi deve percepire arretrati e
chi deve invece parte di quegli arretrati
darli indietro. Come voleva intervenire
Coglitore? Col pugno di ferro, cosa che
lo ha reso inviso ai suoi stessi colleghi
dirigenti. Ai dirigenti ancora in servizio
Coglitore avrebbe voluto applicare il
recupero delle somme “in ragione di un
quinto della retribuzione in godimento
sino alla concorrenza delle somme
dovute”. E per i dirigenti in pensione?
recupero coattivo. In soldoni, cʼera chi
avrebbe dovuto restituire migliaia di
euro. Chi lʼha fatto? Nessuno.
LEI NON SA CHI SONO IO. Le cose,
per Coglitore, si sono messe male
dallʼinizio. “Il sottoscritto ha comunicato
lʼavvio del procedimento per il recupero
delle somme dovute dai dirigenti con
conguaglio negativo”, spiega il
ragioniere generale. E i dirigenti? Mani
in tasca e fuori il contante? Nemmeno
per sogno. “La stragrande maggioranza
dei dirigenti a cui è stato richiesto il
rimborso delle somme scaturenti dai
conteggi effettuati dal Dipartimento,
hanno fatto pervenire al sottoscritto,
nella qualità di responsabile unico del
procedimento, memorie scritte. In dette
memorie - continua Coglitore - vengono
addotti motivi interruttivi pretestuosi ed
irrituali e, in qualche caso, viene
minacciato anche il sottoscritto lamenta il ragioniere generale - che ha
osato richiedere delle somme che i
dirigenti hanno percepito in più rispetto
a quanto percepito da altri”. Come si
ovvia? Con una richiesta di parere
legale al collegio di difesa del Comune.
FIOCCANO I RICORSI. Per non
sbagliare, i dirigenti debitori sono
passati alle carte bollate, affidando al
Tribunale del lavoro le loro ragioni,
spiegando che “il Comune è
inadempiente relativamente alla
costituzione del fondo, alla annuale
determinazione del suo ammontare ed
alla corresponsione delle relative quote
di indennità ai dirigenti”, e che “La
giunta ha costituito il fondo per gli anni
2008 e 2009 ma in misura molto
inferiore rispetto allʼammontare
derivante dal corretto calcolo dei criteri
stabiliti dalla legge e dalla
contrattazione collettiva”. E infatti, il
collegio di difesa esordisce
pilatescamente spiegando che la
questione “non sia di immediata
soluzione in quanto sub judice”. Ai
giudici del lavoro, spiegano gli avvocati
del collegio di difesa, “spetterà ogni
valutazione e decisione sulle domande
prospettate dai dirigenti tenuto conto,
altresì delle difese spiegate dal comune
di Messina e dalla cui statuizione finale,
a parere di questo collegio, il comune di
Messina non potrà prescindere al fine
di avvalorare la correttezza del
computo delle indennità in questione”.
Riguardo al secondo quesito posto ai
quindici avvocati da Coglitore (cinque
dei quali assenti durante lʼestensione
del parere), e cioè a partire da quando il
credito del comune dovesse
considerarsi prescritto, i legali hanno
risposto rassicurando il ragioniere
generale: la prescrizione comincia a
decorrere dallʼapprovazione della
delibera di aggiornamento delle
posizioni del dicembre del 2010.
ANCHE I DIRIGENTI PIANGONO. Nel
frattempo, oltre alla battaglia davanti al
giudice del lavoro, sui dirigenti è caduta
unʼaltra tegola: non percepiscono
indennità di risultato (altro capitolo
variabile dello stipendio tabellare) dal
2005. E non sono bruscolini: lʼindennità
di risultato, infatti, ammonta al 15% di
quella di posizione. Moltiplicata per
sette, tanti sono gli anni in cui non è
stata percepita, sono soldoni.
ZOOM
Serit bye bye, si riscuote “in house”
MESSINA. Dopo dieci anni, Serit Sicilia Spa e comune di Messina si dicono
addio. la giunta di palazzo Zanca, infatti, ha approvato un regolamento, che
adesso passerà al vaglio del consiglio comunale, per procedere alla riscossione spontanea diretta della Tersu, il tributo sulla spazzatura. “La proposta
deliberata dalla Giunta Buzzanca - ha spiegato l'assessore alle Politiche finanziarie di Palazzo Zanca, Orazio Miloro, - ha lo scopo di razionalizzare il servizio e le modalità di gestione e pagamento delle imposte e tasse comunali”.
Cosa cambia? La creazione di un portale telematico dedicato al dipartimento
Tributi attraverso il quale, fra lʼaltro, il cittadino potrà registrarsi e aprire la
propria posizione, lʼattivazione di un call center, lʼistituzione di un servizio di
front office per informazioni ed assistenza, che saranno forniti anche attraverso e-mail e con giornate dedicate interamente ai Caf ed agli ordini professionali. L'esecutivo ha anche esitato la delibera con le tariffe della tassa di
smaltimento dei rifiuti solidi urbani, secondo quanto deliberato dal Consiglio
comunale con provvedimento 18/C nella seduta del 27 febbraio 2012. (A.C.)
MESSINA. Annullate, dopo quattro anni, le procedure di gara
Zancle addio
Atto finale per la partecipata che avrebbe dovuto occuparsi
di tributi. La Soget, partner privato, lasciata “al palo”
MESSINA. Il tira e molla è Zancle insieme al
durato cinque anni, poi è
comune di Messina, dopo
bastata una determina a
il forfait della Maggioli
mettere una lapide
Spa, vincitrice della gara
sullʼesperienza Zancle, la
del 2008 ma dichiaratasi
partecipata che avrebbe
non più interessata dopo
dovuto essere lʼagente di
un tira e molla di tre anni.
riscossione di tributi e
Perchè?
canoni per palazzo
FUGGI FUGGI DALLA
Zanca, e che invece è
ZANCLE. Dalla gara
morta prima ancora di
dʼappalto bandita a
essere nata. Lʼaveva
settembre del 2008 per
creata lʼamministrazione
trovare un partner privato,
retta da Francantonio
era uscita vincitrice la
Genovese, ne ha
Maggioli tributi spa, già
officiato il funerale
quella di Giuseppe
Buzzanca. Nonostante
il sindaco in persona si
fosse speso perchè la
partecipata venisse
alla luce.
PARTECIPATA MAI
NATA. “Annullare le
procedure di gara
relative alla
costituzione della
Società Entrate Zancle
S.p.A.” e “notificare
copia del presente
provvedimento alle due
società che hanno
Orazio Miloro
partecipato alla gara”.
Firmato Giovanni Di
Leo e Nando
Coglitore, il primo in
qualità di responsabile
del procedimento di
gara ed il secondo
come ragioniere
generale. Il punto alla
storia della Zancle
arriva a metà maggio,
con una determina
dirigenziale in cui lʼarea
economico finanziaria
di palazzo Zanca
comunica alla Soget
Spa, azienda che
Nando Coglitore
sarebbe stata il partner
privato nella partecipata,
che non se ne fa più
partner del comune di
nulla. Una decisione che
Messina negli anni scorsi.
non arriva inaspettata,
Tre anni dopo, la doccia
visto che già sul finire di
gelata: la Maggioli lascia.
marzo, una delibera di
Perchè? Per via del
giunta aveva disposto la
“lungo lasso di tempo
devoluzione del mutuo
trascorso tra la data di
che il comune aveva
presentazione della
contratto con la Cassa
nostra offerta e quella di
depositi e prestiti per
convocazione davanti al
costituire la Zancle,
notaio per la costituzione
destinandolo al
di “Entrate Zancle spa”,
finanziamento di parte dei scrive lʼamministratore
debiti fuori bilancio per
Patrizia Mustica. Tempo
investimenti riconosciuti
che aveva fatto venir
dal consiglio comunale
meno la convenienza
non finanziati
dellʼaffare per lʼimpresa di
nell'esercizio 2011.
Santarcangelo di
Questo nonostante la
Romagna. Di fatto, la
Soget avesse dato
Maggioli non avrebbe
disponibilità a costituire la incassato più lʼIci, nel
pagina 13
frattempo cancellata dal
governo Berlusconi,
facendo così venire meno
il ricavo che avrebbe
giustificato agli occhi
degli azionisti la
creazione della Zancle.
Partita chiusa? No.
Perchè il comune, dopo
un consulto col collegio di
difesa, si rivolge alla
seconda classificata, la
Soget spa. Che dice si.
Ed è subito messa nel
mirino. A febbraio tre
consiglieri, Nello
Pergolizzi (Fli),
Giuseppe Melazzo
(Udc) e Felice Calabrò
(Pd), fanno notare che
“Il decreto Monti (D.L.
201/2011) vieterebbe
lʼesternalizzazione per
la riscossione dei tributi
comunali, infatti, sia
l'Imu (imposta sugli
immobili) sperimentale
e a regime, sia la Res
(tassa sui rifiuti)
dovrebbero essere
obbligatoriamente
riscosse dal Comune”.
Secondo il decreto,
effettivamente, unica
modalità di incasso per
lʼImu è il modello F24.
A che servirebbe
quindi la Zancle?
GLI INTERROGATIVI.
Un problema che
Buzzanca non si era
posto, dato che,
mentre i consiglieri
chiedevano
allʼassessore alle
Finanze Orazio Miloro
di “soprassedere” sulla
costituzione della
nuova partecipata, il
sindaco inviava una
circolare allo stessp
Miloro ed a Coglitore,
allʼinterno della quale
sostanzialmente invitava
chi di competenza ad
accelerare le pratiche di
costituzione della nuova
partecipata. Nel
frattempo spuntava la
grana Soget. Il potenziale
partner privato, infatti,
incappava in un discreto
grattacapo: a Taranto,
secondo unʼinchiesta
ancora in corso (prima
udienza a marzo 2012), la
Soget avrebbe prestato
illegittimamente denaro al
Comune, mascherando le
operazioni come
anticipazione sui tributi
riscossi. (A.C.)
Politica
1 GIUGNO 2012
PALAZZO ZANCA. Chi è il sindacalista che irrompe nella schiera di candidati a sindaco del centrosinistra
Sono Lillo, risolvo problemi
Il segretario provinciale della Cgil diventa il favorito, ma nella coalizione il dibattito è aperto.
Nel centrodestra crescono i disagi. E il gruppo Beninati considera l’idea di traslocare al centro
DI ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Gliele ha cantate in diretta
televisiva al sindaco Giuseppe
Buzzanca. Eʼ segretario provinciale del
più “chiassoso” dei sindacati. Ha avuto il
“via libera” da parte del maggiorente del
centrosinistra locale, Francantonio
Genovese. Per Lillo Oceano, la strada è
in discesa. Una strada che potrebbe
portare dritto dritto a palazzo Zanca.
UN OCEANO DI POSSIBILITAʼ. “Eʼ
lʼunico, in cinque anni di opposizione, che
si “ccattau a sciarra” con Buzzanca, e ne
è uscito vincitore”. Lo dichiara a mezza
voce un esponente del Pd che vuole
restare anonimo, ma che in sei parole ha
spiegato perfettamente il perchè
dellʼimprovvisa convergenza sul
sindacalista. Lillo Oceano ha tenuto testa
a Buzzanca in un faccia a faccia
televisivo, cosa che pochi, nel
centrosinistra, possono vantarsi di aver
fatto. Ed è diventato improvvisamente il
cavallo sul quale puntare per arrivare
primi al traguardo di palazzo Zanca.
Lillo Oceano fa parte di quella “nidiata” di
iscritti alla Cgil che si sono fatti strada
dagli anni ʻ80 in poi, sotto la direzione
dellʼattuale deputato regionale Filippo
Panarello, alla quale apparteneva
Tiziano Minuti, prima bellicoso esperto
di problemi legati alla navigazione e poi
passato dallʼaltra parte della barricata,
alle dipendenze di Caronte&Tourist
come responsabile del personale, e
Giovanni Mastoeni, che se Oceano
dovesse darsi alla politica attiva è in
predicato per diventare il nuovo
segretario provinciale della Cgil.
Vincitore di un concorso al ministero del
Tesoro, durante gli anni ʻ80 Lillo Oceano
va a lavorare in Veneto, e torna a
Messina con distacco sindacale dopo
lʼingresso nel direttivo provinciale della
funzione pubblica della Cgil. E il diretto
interessato cosa dice? Niente.
Minimizza. “Due settimane fa mi avete
ROMPO GLI INDUGI. Il sindacalista Cgil Lillo Oceano
dato candidato alla regione, oggi sindaco
- ride Oceano - Tutte queste candidature
si contraddicono. Il faccia a faccia con
Buzzanca - spiega - lʼho fatto per
lʼincarico che ricopro, in una città che
difficoltà a contrastare il pensiero unico,
e in consiglio chi ha fatto opposizione
non ha avuto troppa visibilità. Penso di
dovermi occupare del mio incarico conclude - poi quello che succederà lo
vedremo”. Le reazioni, nella coalizione,
non hanno però tardato ad arrivare.
centonove
“Bisogna vedere se il centrosinistra a
Messina vuole trovare un candidato
oppure un sindaco”, ha dichiarato
Gaetano Gennaro, che nel Pd
rappresenta lʼarea legata allʼex
vicesindaco Antonio Saitta. E Paolo
Saglimbeni, da poco rientrato tra i
Democratici dopo unʼinfatuazione di un
anno e mezzo per il Pdl sponda Roberto
Corona, ha gettato la provocazione. “Se
è così significa che siamo tutti candidati e
candidabili, anche perchè nessuno è
venuto a concordare niente nè con me
nè con la mia area (che a livello
nazionale guarda a Enrico Letta)”. Di
certo cʼè che lʼeventuale candidatura di
Lillo Oceano creerebbe serie perplessità
nel fatto che lʼampiamente annunciata
coalizione Pd-Udc ed eventualmente
Mpa e Fli possa effettivamente avverarsi.
Un problema che il centrodestra non ha.
Perchè non sa davvero se il Pdl esisterà
più nel volgere di qualche mese.
A DESTRA CʼEʼ TEMPESTA. Se nel centrosinistra cʼè unʼapparente calma piatta,
nel centrodestra invece lʼagitazione è palpabile. Perchè la sensazione è che il Pdl
sia in disfacimento, ed è necessario guardarsi intorno per non restare al palo. Chi
ha manifestato già in tempi non sospetti
parecchi mal di pancia è Nino Beninati,
deputato regionale che ormai non sembra
più disposto ad affondare con la nave battente bandiera ex Forza Italia. Non a caso,
i più attenti a guardarsi intorno sono proprio i consiglieri e gli assessori che a lui fanno riferimento. Lʼipotesi che è circolata, e
che sembra la più accreditata, è un passaggio armi e bagagli allʼUdc, per diventare il terzo polo del terzo polo. Una posizione intermedia, cioè, tra le anime del partito che fanno riferimento al senatore Gianpiero DʼAlia da un lato ed al deputato Pippo Naro dallʼaltro. Pippo Corvaja, assessore al Territorio, guarda però con interesse le evoluzioni regionali del Pid, ultracentristi nati da una costola dellʼUdc. Sembra tramontata invece lʼipotesi di accasarsi con Grande Sud, circostanza che avrebbe visto ricongiungersi Beninati e Francesco Stagno DʼAlcontres, che per anni,
uno a Palermo e lʼaltro a Roma, hanno
camminato assieme. Per tenerli stretti,
Giuseppe Buzzanca ha a disposizione la
presidenza dellʼAmam, che ormai sembra
certo non andrà a Tanino Sutera. In predicato per sedersi sulla poltrona cʼè Pippo
Capurro, che ha apertamente manifestato la volontà di cambiare casacca, lʼex An
di specchiata fede Giovanni Cocivera (in
quota deputato regionale Santi Formica)
e lʼoutsider Pietro Iannello, che fa riferimento a Beninati.
INTERROGAZIONI
Policlinico, acqua non potabile:
Sebastiano Tamà punta il dito
Il consigliere di Grande Sud scrive a Buzzanca:
“convochi i direttori generale e sanitario”
Giuseppe Pecoraro
MESSINA. Il direttore generale del Policlinico Giuseppe Pecoraro ed il direttore sanitario, Manlio Magistri, vanno convocati dal sindaco Giuseppe Buzzanca per spiegare come mai
lʼacqua dellʼospedale risulta “non potabile”. Lo chiede, in unʼinterrogazione, il capogruppo di Grande Sud al consiglio comunale, Sebastiano Tamà, che si rivolge a Buzzanca in quanto
“prima autorità sanitaria della comunità che amministra”. Cosʼè successo al Policlinico? Che da qualche settimana lʼacqua
pagina 14
che esce dai rubinetti risulta inquinata (anche quella delle sale operatorie) dallo pseudomonas aeruginosa, un batterio causa di infezioni letali in corsia. Per questo, dal 6 aprile, la direzione sanitaria ha emanato una circolare interna apponendo
su tutti i rubinetti, la scritta “Acqua non potabile”. che il liquido
con cui i pazienti ricoverati nei reparti dislocati negli undici padiglioni si lavano i denti o la faccia non fosse idoneo allʼuso
umano lo avevano stabilito, un mese e mezzo prima, il 20 febbraio 2012, gli esami dellʼacqua effettuati dai funzionari dellʼazienda sanitaria provinciale di Messina su richiesta dei Nas di
Catania, che a loro volta conducono unʼinchiesta coordinata
dalla Procura di Messina. I nuclei dei carabinieri specializzati
in ispezioni igienico sanitarie dellʼospedale di viale Gazzi erano arrivati nel pomeriggio del 6 febbraio 2012 attirati da una telefonata anonima che annunciava: «Lʼacqua del Policlinico è
avvelenata». Il direttore sanitario, Manlio Magistri, è stato così costretto ad ordinare la sospensione di tutta lʼattività chirurgica per alcuni giorni.
centonove
Politica
1 GIUGNO 2012
SANTA TERESA DI RIVA. Il sindaco concede la presidenza dei revisori alla minoranza
MISTRETTA
De Luca fa quadrare i conti
Il collegio è stato rinominato dopo la sentenza del tar che ha dichiarato illegittima
la votazione. Eletti Domenico Donato, Giuseppina Carnabuci e Franco Vito
DI
MISTRETTA. La commissione antimafia regionale si riunirà a Mistretta.
La convocazione è prevista mercoledì 6 giugno al municipio. Allʼordine del giorno la riorganizzazione degli uffici giudiziari in Sicilia e la paventata chiusura del tribunale di Mistretta. A promuovere la convocazione è stato lʼonorevole Santi Formica, su sollecitazione del consigliere provinciale Enzo Testagrossa
che si è fatto portavoce dellʼamministrazione comunale che da tempo
tenta di bloccare il paventato provvedimento disposto dal Governo
nellʼambito della razionalizzazione
delle spese. «Come lei ben sa - ha
scritto Formica al presidente della
commissione Lillo Speziale - le ragioni di questo dissenso sulla proposta che riteniamo dannosa per gli
interessi della nostra terra» è legato
«al contributo fondamentale che
questi presidi di legalità hanno dato
e danno alla lotta contro il fenomeno
mafioso. La prego, quindi, di venire
a Mistretta con la consapevolezza di
dare un contributo forte e convinto a
questa battaglia di civiltà che il comprensorio dei Nebrodi deve portare
avanti con risolutezza».
MASSIMO FERRARO
SANTA TERESA DI RIVA.
Lʼamministrazione
comunale sbroglia la
matassa revisori dei conti
dopo che la stessa aveva
destato lʼattenzione delle
aule dei tribunali. Eʼ stata
necessaria la revoca in
autotutela nella prima
seduta operativa del
nuovo consiglio comunale
per dare esecutività alla
sentenza di sospensione
del Tar contro la
precedente delibera
adottata dalla precedente
legislatura. In quella
occasione lʼallora
maggioranza trasversale,
con lʼastensione
dellʼattuale presidente del
consiglio Danilo Lo
Giudice, operò tre distinte
votazioni per lʼelezione dei Da sinistra Cateno De Luca e Danilo Lo Giudice
componenti del collegio
consiglio comunale ha partorito la nuova
dei revisori dei conti vanificando le
terna che è figlia di un accordo
aspirazioni degli oppositori. Vennero
eletti Gianfranco Moschella nella qualità preventivo tra i rappresentanti di Sicilia
Vera e quelli di Città Libera. Fornendo
di presidente, Giuseppina Carnabuci
un segnale di grande apertura il sindaco
come dottore commercialista, e
Cateno De Luca ha lasciato la
Giuseppe Panteoro in rappresentanza
presidenza al membro indicato
dei ragionieri. Elezione che venne
dallʼopposizione, Domenico Donato,
contestata dagli uomini di “Città Libera”
ossia il proponente del ricorso al Tar,
e che fu oggetto di ricorso presso il
mentre per il dottore commercialista è
tribunale amministrativo promosso da
stata confermata Giuseppina Carnabuci
uno degli esclusi, Domenico Donato,
e come ragioniere Franco Vito. Dei due
che contestò il sistema di votazione che
solo questʼultimo è di piena espressione
a suo dire doveva avvenire in unica
Sicilia Vera, mentre Carnabuci è
soluzione per garantire le istanze della
storicamente vicina allʼUdc. «Abbiamo
minoranza, tesi suffragata dalla
voluto dare un segnale di grande
sentenza che ha rimesso la “palla al
apertura - ha dichiarato nel corso dei
centro “ ed ha di fatto investito della
lavori consiliari il primo cittadino - alla
rinomina la nascitura amministrazione
minoranza della quale abbiamo rispetto
comunale. In un clima del tutto
rinnovato, e non solo per via degli undici e verso la quale avremo tutte le
attenzioni quando si tratterà di valutare
quindicesimi nuovi dei componenti, il
Commissione antimafia
a difesa del tribunale
proposte costruttive». «Aver ceduto a
loro la presidenza – continua De Luca –
è il messaggio reale e non a parole che
abbiamo voluto fornire a loro e alla città
che vuole vedere cessare una volta per
tutte i veleni degli ultimi lustri, adesso
dobbiamo stare uniti per far ripartire la
macchina amministrativa». Il consigliere
di opposizione, Antonio Di Ciuccio (Udc)
tiene a precisare che «lʼelezione di
Donato, candidato indicato dalla
minoranza, non è frutto né di accordo,
né di compromesso o inciucio col
sindaco, ma è semplicemente una libera
scelta del gruppo di Sicilia Vera del
quale apprezziamo il segnale di
apertura e di distensione che comunque
non condizionerà il alcun modo lʼattività
degli uomini di “Città libera” che
continueranno a svolgere il proprio ruolo
con spirito costruttivo in ossequio al
mandato ricevuto dagli elettori». Anche
il presidente del consiglio Danilo Lo
Giudice manifesta il suo assenso
allʼoperazione: «Sono contento di
respirare un rinnovato clima di
collaborazione indispensabile per
risolvere i problemi della quotidianità
amministrativa iniziando dal nodo dei
revisori dei conti che ci consente di
sbloccare una serie di atti propedeutici
allʼapprovazione del bilancio comunale.”
Nella stessa seduta
del consiglio comunale è stata nominata
la nuova commissione elettorale che per
ciò che concerne Sicilia Vera è tutta al
femminile con Cristina Ferraro e
Carmelina Rigano componenti e Giusi
Frulli e Carmelina
Cassaniti supplenti. Per la minoranza
Franco Brancato con Sebastiano Pinto
pronto a subentrare.
SANT’AGATA MILITELLO
Concessioni edilizie:
Il giallo dei posti auto
L’Udc contesta il rilascio di nulla osta
per ristrutturazioni. Eludendo la normativa
SANTʼAGATA MILITELLO. LʼUdc passa allʼattacco sulle
concessioni edilizie e sui parcheggi. Nel mirino la
Fondazione Mancuso. Nei giorni scorsi i consiglieri Calogero
Maniaci, Giuseppe Puleo, Calogero Carabotta, hanno
incontrato il responsabile dellʼarea Edilizia Privata,
lʼingegnere Monteleone al quale hanno rappresentato
perplessità sulla legittimità di alcune concessioni edilizie
rilasciate nei mesi scorsi e richieste nella forma della
“demolizione e ricostruzione” dellʼimmobile. La problematica
da rilevata dai politici è che lʼUfficio tecnico comunale
avrebbe rilasciato le concessioni, sulla scorta di un parere
della commissione edilizia presieduta da una figura politica,
il sindaco Bruno Mancuso, «in contrasto - scrivono in una
nota - con le direttive nazionali, per interventi che di fatto
stanno andando o andranno oltre la semplice ricostruzione,
con aggiunta di volumi a quelli esistenti e di ulteriori elevazioni
in difformità a quanto previsto dalla normativa che impone in
tale tipologia di interventi la ricostruzione dellʼimmobile
secondo la sagoma originaria riprendendone le dimensioni
orizzontali e verticali esistenti». «Riteniamo che la
metodologia della demolizione e ricostruzione sia diventata
a SantʼAgata un pretesto per eludere la normativa relativa
allʼobbligo di realizzare un adeguato numero di posti auto,
così come previsto dalla normativa - accusano mascherando da “ristrutturazione” un intervento con il quale
viene realizzato di fatto una nuova costruzione con
pagina 15
conseguente sottrazione di spazi per la collettività. Gli
esponenti delʼUdc chiedono una «immediata revisione delle
concessioni edilizie rilasciate». «Questa elusione delle
norme - riprendono - sta diventando a SantʼAgata Militello
una pericolosa regola che danneggia la collettività nella
misura in cui si consente di edificare senza il rispetto delle
norme che impongono la realizzazione dei posti auto,
aumentando così il carico urbanistico di una zona senza
alcuna soluzione allʼannoso problema dei parcheggi. Così si
fanno esclusivamente gli interressi economici dei costruttori
senza pensare agli interessi collettivi. Ci spiace avere rilevato
che tra i titolari delle concessioni edilizie di cui contestiamo
la regolarità ci sia addirittura la Fondazione Mancuso,
autorizzata a trasformare un immobile a due elevazioni
in uno a quattro elevazioni fuori terra oltre i locali tecnici,
senza la previsione di alcun posto auto». Già nel 2010
il gruppo aveva presentato una interrogazione, invitando
lʼAmministrazione a porre un freno a questi atti.
Politica
1 GIUGNO 2012
TAORMINA. Il comprensorio turistico crea una sinergia per gestire la raccolta in house
Rifiuti, una perla di consorzio
Mauro Passalacqua e i sindaci di Letojanni e Castelmola temono il danno d’immagine
dovuto ai disservizi di MessinAmbiente e Ato4. Così la strategia delle amministrazioni
DI ENRICO SCANDURRA
TAORMINA. Un consorzio tra i comuni
del comprensorio di Taormina per
risovere il problema dei rifiuti. La Perla
dello Jonio è letteralmente assediata, da
giorni, da una coltre di spazzatura,
riversata nelle vie principali. Lungo il
Corso Umberto sono presenti sacchi
stracolmi di immondizia che certamente
non conferiscono al centro storico quel
fascino che gli appartiene. Sono giorni
convulsi, dunque, nella città del
Centauro, messa a ferro e a fuoco a
causa delle agitazioni dei lavoratori di
MessinAmbiente dovuta al mancato
pagamento da parte del Comune degli
stipendi del mese di aprile. A dire il vero
nella cittadina era previsto un maxi
sciopero che sarebbe durato dal 31
maggio al 2 giugno: la situazione sarebbe
stata veramente deleteria, considerata la
presenza dei turisti. Una circostanza
davvero grave, considerato anche lʼarrivo
imminente della stagione estiva. Stagione
che sembra essere avvolta in un rebus.
Da un lato il Comune sta cercando di
risolvere il problema scongiurando altri
scioperi, dallʼaltro il segretario FP Cgil
Messina, Carmelo Pino, ha dichiarato che
«i lavoratori di MaessinAmbiente sono
ormai esausti e demoralizzati dalla
situazione attuale a cui devono far fronte,
con i problemi correlati alla mancata
programmazione familiare e personale».
«I lavoratori- continua Pino- non sono i
responsabili di tutto questo, e, quindi,
devono poter ottenere le proprie
retribuzioni, perché assolvono
pienamente il loro compito,
quotidianamente». Il 2 maggio il Comune
si è attivato per la presentazione delle
procedure relative al pagamento del
mese di aprile: lʼesito è stato negativo.
Come è stata negativa, anche, lʼassenza
dei vertici di Palazzo dei Giurati alla
Prefettura lo scorso 14 maggio. Nero
anche lʼumore dei cittadini e dei
Corso Umberto a Taormina
commercianti, che si trovano in uno stato
di stand-by. Il danno di immagine è
enorme, e lʼassessore Nunzio Corvaia lo
ammette. «Stiamo vivendo un periodo
certamente non felice qui a Taormina. A
causa della mancanza di liquidità non
siamo in grado di pagare gli stipendi
arretrati, che sono sicuramente la nostra
priorità. Purtroppo attualmente le casse
sono vuote e perciò non possiamo
inventarci nulla», ha affermato Corvaia,
che ha detto anche che cʼè uno spiraglio
per la risoluzione del problema: un
consorzio. Nonostante ci siano 3 milioni
di euro da pagare, cʼè chi parla già della
nascita di una S.p.a consortile che
coinvolga anche i comuni di Letojanni,
Giardini Naxos e Castelmola. Molti sono
gli intoppi. Prima tra tutte sorge una
domanda: che fine faranno i dipendenti di
MessinAmbiente e quelli dellʼAto Messina
4?. Domanda alla quale lʼassessore
Corvaia ha risposto, dicendo che saranno
reintegrati allʼinterno del
consorzio.«“Questʼultimo è necessarioha spiegato ancora-, per evitare che in
futuro si ripresentino episodi del genere.
Attualmente i costi per lo smaltimento dei
rifiuti in discarica ammontano a 800 mila
euro circa allʼanno. Abbiamo anche una
percentuale di differenziata che dal 3 % è
arrivata al 17 %. Ma evidentemente non
basta». Intanto il sindaco Passalacqua
sta lavorando con gli altri tre primi cittadini
del comprensorio, affinché questo
progetto divenga realtà nel più breve
tempo possibile. Alessandro Costa,
sindaco di Letojanni, e Orlando Russo,
sindaco di Castelmola, hanno partecipato
qualche giorno fa assieme a Nello Lo
Turco e Mauro Passalacqua ad una
tavola rotonda, discutendo di politiche
comprensoriali. Al centro della
discussione cʼera soprattutto la questione
centonove
MONGIUFFI MELIA
Si dimette il vice
presidente Lo Monaco
MONGIUFFI MELIA. Colpo di scena a
Mongiuffi Melia. Nellʼultima seduta
del Consiglio comunale Pietro Lo
Monaco ha rassegnato le dimissioni
da vicepresidente. I motivi sono
strettamente personali. Durante
lʼAssemblea sono decaduti anche i
consiglieri Giovanni DʼAgostino,
Maria Carmela Russo e Mosè DʼAmore, che da alcuni mesi non partecipavano più alle adunanze. Durante
questʼultima si è approvato il rendiconto della gestione per lʼesercizio
finanziario 2011. Cʼè stata, poi, la
contestazione sia per evitare il depotenziamento del presidio ospedaliero del polo oncologico di Taormina sia quella relativa allʼapertura a
giorni alterni dellʼufficio postale, in
merito alla quale lʼassessore Cosimo Barra ha chiesto al sindaco se vi
sono le condizioni e i presupposti
per adire alle via legali per il ripristino del servizio. Infine il primo cittadino Salvatore Curcuruto ha presentato la relazione annuale, che verrà
discussa nel prossimo Consiglio. In
questa occasione si eleggerà il nuovo vicepresidente.
E.S.
relativa allʼavviamento della società
consortile per la raccolta e lo smaltimento
dei rifiuti. «Bisogna lavorare in sinergia.
Solo così si potranno raggiungere gli
obiettivi sperati», ha affermato Costa.
Dello stesso avviso Passalacqua e tutti gli
altri esponenti politici locali. Intanto da qui
a poco questi ultimi andranno a Palermo,
alla Regione per cercare di risolvere il
tutto. Dunque Taormina e tutto il
comprensorio aspettano delle risposte
imminenti, non solo sotto questo profilo.
Cʼè da dirimere anche la questione della
programmazione degli eventi estivi.
«Oggi come oggi tutto tace. Niente
stagione lirica, niente cartellone delle
manifestazioni. Lʼestate è alle porte e
Taormina rimane impreparata», dice
lʼassessore provinciale alla Cultura Mario
DʼAgostino. Fra un anno ci saranno le
elezioni amministrative, e chissà se, per
quella data, tutto sarà risolto.
FICARRA
Ricciardo, l’assenteista
L’assessore fa il carabiniere a Bergamo e diserta
la giunta. La minoranza chiede le dimissioni
FICARRA. Un assessore assenteista nella giunta comunale guidata dal sindaco Pd, Basilio Ridolfo. Eʼ quanto sostiene la compagine di minoranza “Ficarra è ora” in una interrogazione indirizzata al primo cittadino del centro collinare. A finire nel mirino del gruppo consiliare guidato da
Francesco Marchese è lʼassessore Piero Ricciardo con delega al Patrimonio, Artigianato, Commercio, Agricoltura e
Contrade. Secondo quanto denuncia lʼopposizione, dallʼinsediamento del giugno 2011 ad oggi Ricciardo avrebbe partecipato soltanto al 21% delle deliberazioni di giunta: una
percentuale ritenuta incompatibile con le pressanti esigen-
ze dei delicati settori assegnati. “Il comportamento dell'assponde al vero che l'attività amministrativa da me prodotta
sessore - scrive la compagine di minoranza - appare ancor
sia inesistente. Ciò è veramente ingeneroso da parte del
più grave in considerazione del fatto che Ricciardo si era angruppo di minoranza, in quanto non ho mai fatto mancare la
che candidato in consiglio comunale, risultando eletto, e
mia fattiva collaborazione al sindaco benché io risieda ogquindi impegnandosi a rappresentare assiduamente i cittagettivamente distante dal mio paese. Numerosi sono stati i
dini, in particolare della contrada di provenienza, la popolomiei interventi nei campi di mia competenza, che sono stasa Matini”. Il capogruppo di opposizione Marcheti recepiti nell'azione amministrativa condotta sia
se parla di sostanziale latitanza dellʼassessore e
dal sindaco che dai miei colleghi assessori. In
al sindaco chiede di spiegare il motivo per cui conspecial modo intensa è stata la collaborazione
tinua ad avvalersi della sua collaborazione. Da
con l'assessore Nino Ricciardo sui problemi delqui la richiesta allʼassessore di rinunciare allʼinla contrada Matini dove, a breve, sarà attivo un
dennità di carica sino ad oggi “immotivatamente
ambulatorio medico. In quanto all'indennità di cae immeritatamente goduta”. La replica alle accurica, dei 252 euro lordi percepiti già da tempo ho
se dellʼopposizione arriva da Caravaggio, provindato comunicazione al sindaco di devolvere 100
cia di Bergamo, dove lʼassessore presta servizio
euro in attività socio assistenziali per i mesi in cui
come effettivo nellʼArma dei carabinieri. “La mia
sono stato e starò ancora lontano da Ficarra. Anassenza - scrive Ricciardo in una nota - non dicora per poco comunque, avendo già ottenuto il
pende dalla mia volontà e, tuttavia, non corri- Piero Ricciardo
trasferimento vicino casa”. (Franco Tumeo)
pagina 16
Sicilia
centonove
Francesco Poli
Giacomo Caudo
Lillo Panama
IL CASO. L’azienda sanitaria ordina ai 540 medici di famiglia di Messina di pagare le medicine prescritte in eccesso
Dottori, pillole amare
Alla base dei provvedimenti i controlli del Dipartimento del Farmaco che hanno segnalato incongruenze.
I medici: ”Una vergogna”. Il manager Poli: “E’ lotta agli sprechi”. In Sicilia, consumo pro capite record
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. A Lillo Panana, medico di
base di Messina, sono stati chiesti 4mila
e 613 euro. A Giuseppe David, dottore
di famiglia di Monforte San Giorgio,
piccolo centro dei Nebrodi, 127euro.
Lorenzo Bruccini, un altro medico della
città dello Stretto di via Palermo, dovrà
pagare quasi 8mila euro.
Ma richieste “di pagamento di somme di
denaro della medesima entità sono giunti
agli indirizzi di tutti i 540 medici di famiglia
della provincia di Messina”, come
conferma il presidente dellʼOrdine dei
Medici, Giacomo Caudo.
La ragione? “Prescrizioni incongrue di
farmaci”, come cʼè scritto sulle lettere
firmate dai dirigenti dellʼazienda sanitaria
provinciale guidata da un anno dal
commissario straordinario Francesco
Poli. In altre parole, grazie alle procedure
informatiche, i funzionari del
Dipartimento del Farmaco diretto da
1 GIUGNO 2012
Carmela Sgroi, hanno scoperto che ad
alcun pazienti sono stati prescritti farmaci
in quantità superiore a quella che il loro
stato di salute e i protocolli terapeutici
stabilivano a carico del Sistema sanitario.
SOSPETTI. Comparaggio, ovvero
accordo truffaldino tra medici ed case
farmaceutiche grazie alla mediazione
degli informatori scientifici? «Nulla di tutto
questo», assicura Giacomo Caudo, al
contempo segretario regionale della
Federazione dei medici di medicina
generale. «Basta dare uno sguardo alle
somme contestate ai vari medici»,
sottolinea. I medici dopo una prima
lettera di contestazione sono stati invitati
a giustificare lʼeccesso di prescrizioni. Ma
la sfilata al cittadella sanitaria del
Mandalari, dove ha sede il Dipartimento
del Farmaco, non ha prodotto alcun
risultato positivo per loro.
AFFEZIONATI ALLE PILLOLE. I dati
dellʼultimo rapporto Osmed (2011) sul
consumo dei farmaci mostrano che la
Sicilia è la regione dʼItalia con il maggior
consumo di farmaci per quantità ma
anche per costo. Quelli custoditi
allʼassessorato alla Sanità indicano i
cittadini della provincia di Messina in
cima alla classifica dei più affezionati ai
farmaci. «Grazie alle azioni intraprese tra
il 2010 e il 2012 cʼè stato un calo della
spesa farmaceutica di 10 milioni di euro. I
primi dati del 2012 mostrano un ulteriore
calo. Lʼazione di controllo è necessaria
per prevenire sprechi, per non dire altro»,
spiega il Commissario straordinario
dellʼAsp 5, Francesco Poli.
DIFESE. «I 127 euro di cui mi è stato
chiesto conto sono il frutto di prescrizioni
fatte ad un malato psichiatrico in misura
maggiore a quanto previsto dalla linee
guida sanitarie. Ma io mi sono limitato a
prescrivere i farmaci secondo le
indicazioni dello specialista. Non avevo
certo le competenze per sindacarle»,
racconta il medico Giuseppe David. Il
collega Lillo Panama è più duro: «Ho un
paziente di 85 anni che ha lʼasma e usa
un vasodilatatore che gli ha prescritto lo
specialista, che ci posso fare se ne
consuma troppo? Le dico che non glielo
prescrivo? Ancora, mi si contesta che ho
ordinato ad una coppia di persone
anziane troppi gastroprotettori. Eʼ vero,
mi consta che il figlio che li dovrebbe
pagare se ne appropria. Che faccio?
Lascio due persone anziane di 90 anni
senza farmaci? Ho eliminato dai miei
assistiti 8 persone che mi chiedevano
continuamente certificati medici ma non
posso certo escludere chi è malato e
consuma troppi farmaci. Il problema non
sono i soldi che dobbiamo restituire
quanto di essere additato come un
ladricello».
LA RIVOLTA. I medici dopo aver
ricevuto le lettere di contestazione si
sono rivolti al presidente dellʼOrdine,
Caudo: «Eʼ una vergogna. Lʼordine
professionale o il sindacato che guidi ci
deve tutelate». Il presidente dellʼOrdine
mette le mani avanti: «I controlli sono
sacrosanti ma credo una maggiore
elasticità nelle verifiche non guasterebbe.
Tuttavia lʼOrdine non può intraprendere
alcuna azione legale così come non può
farlo il sindacato». Lillo Panana non
gradisce le parole di Caudo. «Il
presidente Caudo smentisce se stesso.
Ha annunciato via mail che stava
preparando unʼazione sindacale. Come
mai è tornato sui suoi passi?». Una
risposta indiretta arriva dal manager
Francesco Poli: «I medici sono liberi di
fare tutte le azioni che vogliono.
Mostreremo con dati alla mano in quanti
casi le rimostranze sono fondate. Credo,
davvero in pochi».
POLICLINICO
L’indennità di produttività?
«Non la merito, la restituisco»
Il chirurgo Luigi Angiò rimanda al mittente 4mila e 300 euro.
E punta l’indice contro il sistema di valutazione. E i vertici
MESSINA. «Non me li merito. Mi sono stati dati in base ad una valutazione falsa. Lʼavevo già contestata ma ai vertici aziendali non è
interessato affatto. Restituisco i 4mila e 300 euro lorde (oltre duemila nette) che mi sono stati liquidati a titolo di produttività che non
mi riconosco per il 2011». Luigi Angiò, medico del reparto di Chirurgia generale del Policlinico universitario, non è nuovo ad iniziative clamorose. Ma questa, in tempi di crisi economica, ha il sapore di
unʼaccusa nei confronti del modo in cui vengono distribuite nellʼa-
zienda universitaria, le risorse del Fondo di produttività, che per legge vanno assegnate secondo i meriti e servono appunto ad incentivare la qualità dellʼattività. La valutazione gliela fece Giovanni Sturniolo, il primario del reparto di Chirurgia intestinale, in cui era in forza. «Tra le attività valutate positivamente con un punteggio quasi
massimo cʼera quella ambulatoriale, quella di sala operatoria in elezione e di collaborazione in ambito assistenziale. Tutto falso. Non ho
mai prestato questʼattività», spiega lʼex direttore di una delle Scuole
di Specializzazioni di Chirurgia. Luigi Angiò non ha aspettato di ricevere lʼavviso di pagamento. In una lettera dei primi mesi dellʼanno
diretta al manager Giuseppe Pecoraro aveva fatto presente che la
valutazione era errata a suo favore. Lo stesso concetto lo aveva ribadito dinanzi al Nucleo di valutazione. Ma nessuno gli ha dato retta. E così quando ha visto lʼavviso di pagamento ha preso carta e
penna e ha scritto a Pecoraro e al direttore amministrativo, Michele Vullo. La risposta è stata unʼaltra delusione: «Hanno pensato volessi più soldi e mi hanno annunciato che cʼè disponibile un Fondo
su cui sono accantonate ulteriori risorse», dice Angiò. (M.S.)
pagina 17
Luigi Angiò
Sicilia
1 GIUGNO 2012
L’EX PRESIDENTE. Franco Barresi
L’EX AMMINISTRATORE DELEGATO. Salvatore La Macchia
MESSINA. Ammministratore e membri del Cda indagati per il reclutamento senza concorso del 2007 all’Autorità
Ato, assunzioni incriminate
Il sostituto procuratore Santo Melidona accusa di abuso d’ufficio l’Ad La Macchia, il presidente Barresi e i consiglieri.
Stabilizzati 28 ex Lsu e 27 amministrativi precari con parentele “eccellenti”. Alla vigilia dei divieti di legge
DI MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Sono stati interrogati dagli
uomini della Guardia di Finanza come
persone indagate e quindi con lʼassistenza
del legale di fiducia, nelle scorse settimane
ma, i fatti sono della fine del 2006. Lʼaccusa
è di abuso dʼufficio, reato che è alle soglie
della prescrizione. Sulla graticola sono finiti
lʼamministratore delegato, Salvatore La
Macchia e i membri del Consiglio
dʼamministrazione dellʼAto Rifiuti Messina
3, Michele Giannetto, Edoardo Omero,
Giancarlo Quattrone, Carmelo Ruzzo,
Carmelo Romeo, autori della
stabilizzazione in extremis e, secondo gli
inquirenti illegale, di personale precario che
nel volgere di una notte è entrato in pianta
stabile negli organici della società pubblica,
ora in liquidazione. Ma nellʼimpianto
accusatorio non è finita la stabilizzazione
degli amministrativi, reclutati qualche
tempo prima sulla base della semplice
presentazione di un curriculum e per pura
coincidenza imparentati con esponenti
politici e sindacali, bensì lʼassunzione di 28
lavoratori socialmente utili. «Non servivano
per le esigenze dellʼAutorità dʼambito
ottimale. Gli inquirenti hanno accertato che
sono stati assunti per svolgere un servizio
che già effettuava Messinambiente Spa,
dove nello stesso periodo, allegando le
stesse esigenze sono state stabilizzati altre
58 persone. Non solo. Il magistrato Santo
Melidona, titolare delle indagini, si è
accorto che agli stabilizzati non è stato
attribuito il contratto degli enti locali, bensì
quello del settore privato che prevede un
trattamento economico per loro migliore
ma fonte di danno per le casse pubbliche.
Nel corso degli interrogatori, condotti dagli
ufficiali delle Fiamme Gialle, i membri del
Consiglio dʼamministrazione,
documentazione di supporto alla mano si
sono giustificati scaricando le
responsabilità di tutta lʼoperazione sul
presidente Franco Barresi e
lʼamministratore delegato Salvatore La
Macchia.
I FATTI. Eʼ il 29 dicembre del 2006 quando
si riunisce il Consiglio dʼamministrazione.
Allʼordine del giorno cʼè lʼapprovazione
della nuova pianta organica che prevede
una dilatazione del numero dei dipendenti.
A perorare la causa della necessità di
ampliare la pianta organica davanti ai
consiglieri si presenta il commercialista,
Paolo Bitto, consulente dellʼAto. Il Cda,
convinto, approva. Sulla scorta di questa
nuova pianta organica lʼamministratore
delegato e il presidente del Cda
procedono, senza alcuna procedura
concorsuale, ad assumere gli
centonove
amministrativi precari e gli ex Lavoratori
socialmente utili. A gennaio del 2007 lʼAto
finisce al centro di una bufera mediatica
non tanto per lʼassunzione degli ex Lsu
quanto per quella degli amministrativi. I
consiglieri chiedono lumi ai vertici. A
febbraio, al Cda appositamente convocato,
La Macchia e Barresi si presentato con il
legale Marcello Scurria, altro consulente
dellʼAto 3. «Le assunzioni si potevano fare
senza seguire le procedure dʼevidenza
pubblica. La normativa lo consentiva. La
nuova, entrata in vigore in questi giorni,
non lo consente più», ha spiegato
lʼavvocato. Il presidente del Collegio dei
revisori dei Conti, Giuseppe Cambria, ha
assicurato: “Farò delle verifiche”. I
consiglieri si sono tranquillizzati. La
tranquillità è durata 5 anni.
SCENARI. Il procedimento penale
nellʼambito dei quali risultano indagati
amministratore delegato, presidente e
membri del Cda dellʼAto 3 è stato iscritto
nel 2012. Eʼ solo uno dei frutti del lavoro
che i militari delle Fiamme gialle hanno
svolto negli uffici di via Cavalieri della
Stella, dove ha sede lʼAto 3, per alcuni mesi
tra il gennaio e il marzo del 2010. Dagli
uffici, i militari hanno portato via tutta la
documentazione dellʼattività compiuta dal
2005 in avanti. Lʼinchiesta è partita dalla
guerra combattuta a colpi di denunce tra
Franco Barresi, che insieme al Cda fu
esautorato a fine 2007 dal commissario
straordinario Gaspare Sinatra, e il suo
successore Enrico Spicuzza, nominato
dallo stesso dirigente regionale, arrivato a
Messina per sostituire il sindaco decaduto
Francantonio Genovese. Il consulente
del Lavoro ha contestato alla gestione
dellʼesponente del Pd, una vita spesa nei
Cda di vari enti pubblici, il ricorso smodato
a consulenti. Barresi, rimesso in sella per
un breve periodo dal Tar di Catania lo ha
ripagato con la stessa moneta,
muovendogli la medesima accusa.
LA PRECISAZIONE
Atm, Orazio Bruno: “Straordinario legittimo”
IN RELAZIONE allʼarticolo “ATM harakiri dei lavoratori”, pubblicato su Centonove dellʼ11 maggio del 2012, preciso che Orazio Bruno ha svolto ore di
straordinario del tutto legittime e giustificate da esigenze di servizio e non risponde a verità, per quanto lo riguarda, che “i carabinieri non hanno trovato
alcuna autorizzazione allo straordinario, né alcuna verifica sulla veridicità delle firme”. Inoltre, Orazio Bruno mai si è allontanato “dai locali aziendali” durante le ore lavorative, tanto di lavoro ordinario quanto straordinario.
Avvocato Giuseppe Lo Schiavo
ZOOM
Scelti senza selezione,
ecco i loro nomi
Ventotto ex Lsu e 27amministrativi precari
diventati con un colpo di penna impiegati
MESSINA. Ma chi sono le persone per stabilizzare le
quali amministratore delegato presidente e membri del
Cda sono finiti sottʼinchiesta?
Ecco i nomi degli ex Lsu, lavoratori socialmente utili, da
anni in servizio al Comune: Giuseppa Aragona;
Graziella Bensaia; Nazzarena Bertuccelli; Mariano
Boemi, Teresa Bonansinga; Giuseppa Cardile;
Rosaria Chiesini; Marilena Costantino; Giovanni
Dellʼacqua; Santina Feminò; Flavia Finocchio; Paola
Finocchio; Rita Caterina Foti; Flavia Gerbasi;
Concetta Gerbasi; Concetta Giordano; Anna
Mangano; Antonino Merrino; Giuseppe Micali;
Concetta Mondello; Rosa Niosi; Concetta Panarello;
Caterina Randazzo Papa; Mattia Rizzitano;
Annunziata Rizzo; Domenica Romeo; Antonia
Schipelliti; Maria Viola; Marina Zucchetto.
Gli amministrativi invece erano stati assunti qualche
tempo prima del 2007 sulla scorta della semplice
presentazione di un curriculum.
Eccoli: Benedetto Alberti; Stefano Alessi, figlio del
sindacalista del Cgil, Filippo; Tiziana Barbagallo; Mario
Barresi, Fabio Capillo, figlio del segretario della Uil all
Provincia; Carmelo Coglitore, fratello del ragioniere
generale del Comune di Messina; Anna David, moglie
del Giudice per le indagini Preliminari, Giovanni De
Marco, nonchè sorella di Piero David, consulente
pagina 18
dellʼassessore, Mario Centorrino, e Daniele David,
segretario della Nidil Cgil, la siglia che tutela i precari;
Roberto Di Stefano, fratello di Emilio, responsabile
della Uil al Comune di Messina; Santi Interdonato,
consigliere del terzo quartiere; Santi Pino; AntonGiulio
Pinzone; Ruben Previti, figlio di Peppe, ex consigliere
provinciale di Rifondazione comunista; Gaetano
Ravidà, Benedetto Reale, Giovanna Restuccia, figlia
di un dipendente del Comune; Antonino Santapaola,
Michele Trimboli; Giuseppe Busà; Antonio Cattino;
Giuseppe Crescenti; Massimo Dardanelli; Antonino
De Luca, Giovanni Farina; Nicola Panarello; Mario
Scarlata; Bruno Vinci.
Alcuni degli stabilizzati senza concorso hanno scalato
velocemente gli scalini dell carriera guadagnando gradi
e uno stipendio più alto secondo procedure che hanno
attirato lʼattenzione degli inquirenti, come Giovanna
Restuccia e Michele Trimboli. (M.S.)
centonove
Sicilia
1 GIUGNO 2012
BARCELLONA. Gli ispettori non hanno convinto il ministro degli Interni sul pericolo di infiltrazioni mafiose
Scioglimento sospeso
La decisione abortita
Anna Maria Cancellieri ha sospeso 6 funzionari del Comune della città del Longano. Ma solo per 30 giorni
Le anomalie: modifica del Piano regolatore e appalti affidati a cooperative vicine ai clan criminali
BARCELLONA. Nel 2006 il Consiglio dei
ministri non si pronunciò affatto. Cinque
anni dopo, a maggio del 2012, ha deciso la
sospensione di 6 funzionari amministrativi.
Ma solo per 30 giorni, trascorsi i quali
possono tornare regolarmente al loro
posto.
Due commissioni prefettizie, a 6 anni di
distanza, dopo aver spluciato per
settimane documenti ed atti del Comune
della città del Longano erano giunti alla
stessa conclusione: «Cʼè il pericolo che
lʼattività amministrativa sia condizionata
dalle infiltrazioni mafiose. Eʼ opportuno lo
scioglimento del Consiglio comunale».
Lʼultima commissione che a fine aprile i tre
ispettori guidati dal viceprefetto Antonino
Contarino e formata anche dal capo del
commissariato di polizia di Barcellona
Mario Ceraolo Spurio e dal comandante
della sezione operativa della Dia di
Messina, Danilo Nastasi.
Modifica del Piano regolatore generale a
favore di persone vicine ad esponenti
mafiosi. Appalti affidati a cooperative
sociali costituite da parenti di affiliati ai clan
che imperano nella provincia. Erano
queste le anomalie che i tre ispettori
avevano rilevato al termine del loro
certosino lavoro.
La relazione della Commissione interforze
è arrivata sul tavolo del prefetto di Messina
alla vigilia delle elezioni amministrative
tenute il 7 maggio.
Francesco Alecci lʼha trasmessa
tempestivamente al ministro degli Interni,
Anna Maria Cancellieri. Il ministro però
non è stato del tutto convinto dalle
conclusioni dei tre funzionari, anche perchè
le elezioni ammi istrative incombevano. Ha
infatti adottato un provvedimento
sanzionatorio lieve, che suona come un
semplice ammonimento allʼoperato di
alcuni dipendenti comunali.
LA MONTAGNA E IL TOPOLINO. Il suo
decreto, datato 22 maggio 2012, il giorno
dopo la conclusione definitiva della tornata
elettorale nel Longano che ha dato alla
città una nuova Giunta guidata dal sindaco
IL PRECEDENTE
Il MINISTRO DEGLI INTERNI. Anna Maria Cancellieri
Il PREFETTO. Francesco Alecci
Il SENATORE. Mimmo Nania
Maria Teresa Collica, ha disposto soltanto
la sospensione di sei funzionari comunali
perché “le condotte poste in essere dai
suddetti funzionari hanno compromesso il
regolare funzionamento di alcuni servizi in
contrasto con i principi di buona
andamento ed imparzialità arrecando
altresì grave nocumento
allʼamministrazione comunale”, ed è quindi
necessario “procedere allʼadozione di un
provvedimento idoneo a far cessare,
immediatamente, il pregiudizio in atto e
ricondurre alla normalità la vita
amministrativa dellʼente locale».
I SOSPESI. Quindi è stata disposta la
sospensione dal servizio per il segretario
generale del Comune di Barcellona Pozzo
di Gotto Gaetano Russo, e per i funzionari
Roberto La Torre (dirigente dellʼVIII
Settore-polizia municipale), Rosario
MESSINA. Il 24 luglio 2006 il prefetto Antonio Nunziante, il vice questore Giuseppe Anzalone, il capitano dei carabinieri Domenico Menna e quello della
Guardia di Finanza, Domenico Rotella,
incaricati dallʼallora prefetto, Stefano
Scammacca, a sua volta attivato da una
relazione della Procura distrettuale antimafia, di verificare la sussistenza di un
pericolo di infiltrazioni mafiose, conclusero che “il complesso degli elementi
emersi, come sottolineato nel corpo della presente relazione e delle considerazioni finali, fornisce un pesante e convergente quadro sulla possibile e probabile capacità di penetrazione della locale criminalità organizzata di tipo mafioso nel tessuto connettivo e nei gangli
vitali dellʼamministrazione comunale,
con modalità dirette ed indirette, in numerosi e peculiari settori della sua articolata struttura, e sempre con il conseguimento di interessi economici”. Il
commissario prefettizio, però, a Barcellona Pozzo di Gotto non arrivò mai benchè allʼepoca ministro degli Interni fosse Giuliano Amato, esponente di un Governo di centrosinistra.
Maimone (vice comandante dellʼVIII
Settore-polizia municipale), Orazio
Mazzeo (dirigente del VII Settore-gestione
del territorio e ambiente), Carmelo
Perdichizzi (funzionario del VII Settorecapo servizio I), Salvatore Fazio
(funzionario del VII Settore-capo servizio
IV).
BATTAGLIA. Lʼistituzione della
commissione prefettizia e allʼaccesso agli
atti amministrativi stimolata dalle denunce
dellʼassociazione “Rita Atria”, aveva
portato alla discesa in campo di Mimmo
Nania. Il senatore di Alleanza nazionale,
uomo politico più influente di Barcellona, ha
presentato due corpose interrogazioni per
difendere lʼoperato dellʼamministrazione
comunale guidata dal cugino Candeloro.
«Il prefetto non poteva andare appresso
alla propaganda dell'Antimafia delle parole.
Lʼamministrazione comunale grazie alla
collaborazione continua con le forze
dellʼordine ha messo in sicurezza - ormai
sono quasi 8 anni - tutti gli atti
amministrativi "appetitosi" per le
organizzazioni criminali di stampo
mafioso”. (M.S.)
IL CASO
Si scioglie, non si scioglie
La Barcellona dei dubbi
La campagna elettorale avvelenate dalle ipotesi
Ora il risultato chiude una pratica ricca di veleni
BARCELLONA. Sei personaggi in cerca di autore. Così
è finita la mega indagine sul Comune di Barcellona, ritenuto nellʼimmaginario collettivo il caposaldo della mafia in
provincia di Messina. Sulla scorta di denunce mirate e di
accorate confessioni di pentiti, la prefettura di Messina ha
inviato la Dia e altri agenti di polizia giudiziaria per passare al setaccio il Comune. Argomento: le infiltrazioni mafiose dellʼavvocato Rosario Cattafi, nipote del letterato
poeta Bartolo Cattafi, apprezzato da Adriano Olivetti,
Paolo Volponi e Elio Vittorini, che dopo scapestrate vicende giudiziaria dallʼOrtomercato di Milano alla oscura
frequentazione del faccendiere messinese Filippo Battaglia, ha messo la testa....quasi apposto e ha deciso di fare un mega investimento in contrada Siena. Niente di speciale: un centro commerciale. Dopo i blitz, lʼenorme mole
di documenti sequestrati, la suspence in campagna elettorale sul provvedimento di scioglimento del Comune richiesto dal prefetto Alecci, arriva il provvedimento amministrativo derl ministro. Trenta giorni di sospensione per
sei funzionari comunali. Eʼ come la punizione a scuola:
sei funzionari dietro la lavagna. Scusate, e la mafia? Non
cʼè? . Quella è impalpabile. Si respira. Si deduce. Si deve de-criptare. Un modello al quale si dedicano pentiti e
investigatori che di queste cose sanno. Cʼè però nellʼopinione pubblica un che di sconcerto. Si parte per una mega indagine e si chiude tutto con un provvedimento di so-
pagina 19
spensione. Si dirà che lʼindagine è stata così scrupolosa, che non sono emerse zone dʼombra dʼaltro tipo se non
alcune irregolarità amministrative. Se ne deduce che la
richiesta avanzata dai commissari attraverso la Prefettura di Messina era...sopra i toni.
Ma lʼeffetto boomerang di questa indagini è che i personaggi chiacchierati dal giorno successivo hanno sul territorio una sorta di legittimazione: sono stati scafuliati
e...non è emerso nulla. Sarebbe forse il caso che queste
mega indagini fossero svolte con più discrezione. Si eviterebbe di fare le campagne elettorali con i si dice, con i
verbali di pentiti, con i sospetti delle bufere che da un momento allʼaltro possono abbattersi su una comunità. Perchè un effetto la mega indagine prefettizia e ministeriale
lʼha certo ottenuta: ha restituito allʼavvocato Rosario Cattafi, regolarmente iscritto allʼalbo, indicato da un pentito
chiamato Bisognano come la mente di Cosa Nostra a Barcellona, la regolarità delle sue iniziative imprenditoriali.
Sicilia
1 GIUGNO 2012
BALZELLI. Dalla Passeggiata al Parco Sabin, il Comune paga per le aree della città
Messina, canoni d’Autorità
Il trasferimento di alcune zone all’Authority, sospeso in un primo momento per i dubbi dell’Ufficio
tecnico erariale, costringe a una spesa di 40 mila euro. Mentre l’Ex Gil è ancora del demanio
DI DANIELE DE JOANNON
MESSINA. La Passeggiata a Mare?
Costa quasi tremila euro allʼanno.
Viaggiare sul Tram? Il prezzo da
pagare per le corse lungo le Vie Vittorio
Emanuele e Luigi Rizzo è di 10 mila e
ottocento euro, ai quali si aggiungono
altri 593 per la variante del percorso.
Portare i bimbi al Parco Belfiore o a
camminare nel verde di Villa Sabin?
Costa rispettivamente 950 e 3850 euro.
LʼInceneritore da demolire di San
Raineri? Un “colpo” da 5.276. Sono
queste alcune delle cifre che il Comune
di Messina eroga annualmente
allʼAutorità Portuale per la concessione
di spazi che, per gli abitanti,
apparterrebbero alla città. E invece no.
Perché subito dopo la nascita
dellʼAuthority, nel 1995, una serie di
aree furono trasferite al nuovo ente
senza che vi fosse certezza della loro
natura demaniale. E così, la
conclusione è che Palazzo Zanca paga.
Nel 2012, a viaggiare verso lʼAutorità
Portuale, sono stati 40 mila euro.
CONSEGNE E DUBBI. In due verbali
successivi del 1995, il passaggio delle
zone fu ampiamente discusso. E in una
riunione del 10 marzo, alla presenza di
Vincenzo Coco (allʼepoca commissario
dellʼAutorità Portuale), Domenico De
Michele (capitaneria), Andrea
Ferrante (direzione Territorio della
Regione), Antonino Genovese (Genio
Civile) e Giovanni Fiano (Ufficio
Tecnico Erariale), si discusse proprio
delle problematiche di alcune aree. A
porre qualche dubbio, Fiano: “Il
rappresentante dellʼUfficio Tecnico fa
presente che non è stato possibile
accertare catastalmente lʼappartenenza
di alcune aree rientranti nella
circoscrizione territoriale dellʼAutorità
Portuale, Tali aree, pertanto, essendo
alquanto dubbia la pertinenza
demaniale marittima vengono
provvisoriamente escluse dalla
presente consegna. E precisamente le
aree attualmente occupate dallʼEnte
Ferrovie dello Stato, per le quali si
suppone, data lʼubicazione,
lʼappartenenza al demanio marittimo
pur non riscontrando tale appartenenza
dai dati catastali”. Per quanto riguarda
“piazza Campo delle Vettovaglie, via
Luigi Rizzo, Via Vittorio Emanuele,
Passeggiata a Mare, Viale della
Libertà... per tali aree risulta non
In alto,
una foto dʼepoca
della Passeggiata
a Mare di Messina.
Sopra,
lʼInceneritore
di San Raineri
che dovrebbe
essere demolito.
Accanto,
uno scorcio
di Villa Sabin,
più conosciuta
come villetta
del “Baby Park”.
A destra,
il campo di atletica
“Santamaria”,
detto anche Ex Gil.
Per tutti questi luoghi
il Comune paga
un canone
pagina 20
centonove
accertata catastalmente lʼappartenenza
al demanio marittimo e anche per
queste ultime viene sospesa la
consegna”. Alla fine del verbale, si
legge anche che “lʼarea ex gazometro è
stata già individuata come possibile
sede della Capitaneria di Porto”. Cosa
accade dopo? Che, nonostante la
sospensione, le aree vengono
successivamente consegnate. Così, da
allora, si paga il canone per tutte.
COSA SI PAGA. Ecco i luogi e le cifre
per i quali il Comune sborsa denari ogni
anno: Parco Sabin (3.850 euro),
Terminale e sottostazione elettrica
del Tram (1.060), Condotta
raffredamento impianti del Teatro
Vittorio Emanuele (593), Inceneritore
di San Raineri (5.276), Impianto di
sollevamento viale Libertà (593),
Cabina elettrica Schipani (593),
Vasca Molo Norimberga (593),
Scarichi pluviali via BrasileAnnunziata (593), Condotta Acquario
comunale (593), Linea tramviaria vie
Vittorio Emanuele-Luigi Rizzo
(10.800), Variante Tram via Libertàvia Vittorio Emanuele (593),
Passeggiata a Mare (2.932),
Arretramento marciapiede lato mare
viale Libertà (593), Parcheggio ex
Gazometro (2.852), Parcheggio a
raso Annunziata (2.200), Accesso
parcheggio a raso Annunziata (593),
Piazza Campo delle Vettovaglie
(734), Sede ex IX Quartiere (593),
Parco Belfiore (950), Nuove
concessioni e depositi cauzionali
(3.416). Totale? 40.000 euro.
IL CASO DELLE CARROZZE. Tra le
spese di concessione si è aggiunto nel
2009 anche il canone per il deposito
delle carrozze storiche della famiglia
Molonia nel padiglione 18 della Fiera di
Messina. Circa tremila euro allʼanno in
più per le casse comunali, a cui si
aggiungono anche le altre spese
relative alla pratica. La richiesta di
concessione è stata fatta, a suo tempo,
dal Gabinetto del sindaco Giuseppe
Buzzanca.
GLI ALTRI CANONI. Cʼè poi tutto un
altro capitolo relativo alle aree ricadenti
allʼinterno del demanio e pagate allo
Stato. Il caso più clamoroso e
inaspettato riguarda il canone annuale
corrisposto allʼAgenzia del Demanio per
il Campo di atletica “Santamaria”,
conosciuto dai più come “Ex Gil”, che
nel 2009 è stato pari a circa 25 mila
euro. Sempre allo Stato, arrivano i circa
15 mila euro per i Forti Umbertini
utilizzati dal Comune.
centonove
Sicilia
1 GIUGNO 2012
TRATTATIVE. Il Comune e la Provincia intervengono per salvare la fine della stagione
LA PROTESTA
Teatro in calcio d’angolo
Ma per due spettacoli...
Andrà in scena come previsto il musical “Salvatore Giuliano” del messinese Dino Scuderi.
Ma la battaglia per il Vittorio Emanuele contro la Regione continua. Con queste iniziative
MESSINA. Una manifestazione in città,
Stati generali della Cultura a Palermo e,
soprattutto, un poʼ di “piccioli” per
permette la chiusura del cartellone di
Prosa. Il Comune e la Provincia di
Messina hanno deciso di scendere in
campo a favore del Teatro che aveva
annunciato lo stop per il tagli.
SOLDI IN ARRIVO. “Saranno gli enti
locali, insieme ai privati attraverso possibili
interventi straordinari a rendere concreta la
possibilità di salvare l'immediata
programmazione del Teatro”, così recita il
comunicato del Comune che racconta gli
esiti del vertice di martedì 29. Spiega il
presidente della Provincia, Nanni
Ricevuto: «Dobbiamo vedere come fare
per reperire le risorse necessarie per
sostenere le attività immediate e già
programma. La nostra posizione è
comunque di grande cautela. Resta fermo
che, finita questa fase di emergenza, il
Teatro dovrà avviare una seria spending
review per tagliare tutte le spese inutili. Noi
enti locali, certamente, faremo la nostra
parte». Si sbilancia, invece, il sindaco
Giuseppe Buzzanca. «La soluzione
ancora non è stata individuata del tutto, ma
assicuro che la stagione sarà conclusa».
CHI SI SALVA. Lʼintervento di Comune,
Provincia ed eventuali privati servirà a far
andare in scena “Salvatore Giuliano”, il
musical scritto e composto dal messinese
Dino Scuderi e diretto dal suo
concittadino Giampiero Cicciò. Con in
scena Giampiero Ingrassia e Barbara
Cola, lo spettacolo si troverà “intralciato”
dai saggi delle scuole di Danza che sono
stati programmati in fretta e furia quando la
sospensione sembrava definitiva. Il 31
maggio, però, è andato in scena anche un
piccolo giallo. La produzione di “Salvatore
Giuliano” si è vista recapitare una email
firmata dal sovrintendente Paolo
Magaudda che ribadiva la sospensione
dello spettacolo. Interpellato, il sindaco
commentava così, a caldo: «Ma,
veramente, non eravamo rimasti così!».
Più tardi, in serata, chiariva: «Si trattava
Il Teatro Vittorio Emanuele di Messina
PRUDENTE. Nanni Ricevuto
Resta lo stop per Baluci e Venuti
MESSINA. Se “Salvatore Giuliano” si
salva, la stessa sorte non è toccata alla la sezione “Messina: Teatro al femminile”, alla Sala Laudamo, che prevedeva “Amaro ma non troppo” di Patrizia Baluci e “Requiem for my
mother” di Donatella Venuti. I due
spettacoli, costo totale diecimila euro, non rientrano nellʼintervento
straordinario deciso insieme a Comune e Provincia. Così, per le due artiste
messinesi non cʼè niente da fare. Anzi, addirittura, Baluci e Venuti, ufficialmente, non hanno avuto alcuna
comunicazione della sospensione
degli spettacoli, ma solo una comunicazione orale che è seguita alle notizie di stampa: «Sia a me che a Donatella non ci hanno fatto né una telefonata né inviato una lettera. Dovevamo
Patrizia Baluci
solo di una risposta formale a una
richiesta. Lo spettacolo si farà». Per
quanto riguarda la stagione musicale, che
dovrebbe ricominciare a ottobre con
“Omaggio a Roland Petit”, si spera
recuperare i soldi mancanti dalla Regione.
LE ALTRE INIZIATIVE. I consiglieri e i
vertici dei due enti hanno deciso di dare
vita a una manifestazione cittadina per
protestare contro i tagli, ma anche di indire
e gli “Stati generali della Cultura siciliana” a
Palermo, coinvolgendo tutti i teatri. A
suggerire una task force per verificare le
spese, invece, sono stati i consiglieri di
amministrazione Ciccio Rizzo e Daniela
Faranda, che ha anche chiesto la
partecipazione dei direttori artistici alle
riunioni che riguardano la
programmazione. (D.D.J.)
Donatella Venuti
essere in scena già giorni fa», spiega
Patrizia Baluci. Che aggiunge: «Abbiamo chiesto del contratto che avevamo firmato con lʼEnte, ma ci è stato
risposto che non cʼè copertura finanziaria. E non mi si può rispondere così». Lʼattrice e regista ha una sua idea:
«Ora cosa vogliono da noi? Che facciamo un poʼ di chiasso? Perché, lasciando in sospeso solo i nostri spettacoli, sembra quasi che dobbiamo tenere viva la protesta. Ripeto, in questa vicenda ci sono un bel poʼ di incongruenze. Ora intendiamo far sapere a tutti quello che ci è successo.
E lʼarroganza che abbiamo subito. La
verità è che se la prendono sempre
con le pedine più deboli». (D.D.J.)
L’INTERVENTO
«Eravamo i magnifici 7»
Il racconto dell’ex consigliere Toldonato
MESSINA. Sulla vicenda del Teatro, giunge un intervento di
Franco Toldonato, membro del precedente consiglio di amministrazione: “Abbiamo amministrato per quattro anni con
problemi al limite del ridicolo per il succedersi di cinque presidenze. Il contributo regionale era di 6.200.000 euro,di cui
1.200.000 andavano spesi per lʼorchestra o restituiti alla regione.Appena nominati nel 2005, quando tutto a Messina era
commissariato, abbiamo convocato la deputazione regionale per fare presente: 1)Lʼincongruità di tale somma rispetto a
Catania e Palermo; 2) La precarietà dei lavoratori del teatro e
dei professori dʼorchestra; 3) Abbiamo illustrato il programma
che avevamo studiato per uscire, con un minimo aiuto,da quella situazione… Ma il minimo aiuto ci voleva! Ci siamo resi con-
to subito di parlare a sordi! Cominciammo allora un giro di cortesia, andando a trovare le autorità cittadine (sindaco, anzi
commissario straordinario, prefetto, rettore) facendo presente i disagi. I professori dʼorchestra, a ragione, erano in agitazione ed allora ci siamo inventati la tournè estiva dellʼorchestra. Partì una prima stagione da record con incassi al botteghino che superavano i contributi nazionali. Nelle difficoltà che
intanto sopravvenivano, abbiamo capito che bisognava pianificare una pianta organica credibile ed accettabile a costo
zero per la Regione Sicilia. In questa operazione fummo aiutati da un amministrativista che, in numerose sedute fiume, ci
aiutò a varare una pianta organica che prevedeva nel suo interno anche gli orchestrali, che, usando solo il 1.200.000,
avrebbero avuto una stabilità di lavoro. Concordammo con i
sindacati e seguimmo lʼiter a Palermo fino a che restammo in
carica. Quando nellʼaprile del 2009 scadette il nostro mandato, chiesi al presidente di allora di indire una conferenza stampa per informare lʼopinione pubblica sul fatto che lasciavamo
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senza un centesimo di debito, che cʼera in corso una pianta
organica da far approvare, che il pericolo, oggi attualità, di impossibilità di gestione era alle porte. Mi fu negata questa richiesta ed ebbi lʼimpressione che nessuno doveva sapere
niente! Non finirò mai di ringraziare per quello che hanno dato per il mio teatro, in quei quattro anni, Antonio Barresi, Pompeo Oliva, Geri Villaroel, Giovanni Cupaiolo, Adele Fortino, Paolo Vermiglio e Renato Palmeri, con me, magnifici
sette come ci definivamo. Mi meraviglia, ma credo si sia trattato di una mia cattiva interpretazione, sentire dire a Paolo Magaudda che “è vero fino ad oggi non si è fatto niente, ma questo consiglio ha lavorato seriamente”. Ero orgoglioso quando
la stessa frase la diceva a noi. Sicuramente questo consiglio,
presieduto da chi questo ente lo ha creato, avrà lavorato al meglio, ma noi non eravamo Cassandre, ma comuni mortali che
avevamo la voglia di accendere le luci su uno dei palcoscenici più grandi dʼEuropa nelle mani di maestranze di valore e ve
lo dice uno che il teatro lo ha fatto, non solo gestito”.
Sicilia
1 GIUGNO 2012
centonove
COSTUME. Boom di locali con ragazze dell’Est
Nebrodi sexy
Sono sei, distribuiti tra Rocca di Caprileone e Caronia.
La più alta concentrazione della Sicilia. Ecco perchè
DI
NINO DRAGOTTO
SANTʼAGATA MILITELLO. Da Marina
di Caronia a Rocca di Caprileone, lungo
il tratto della strada statale SS 113, su
un filo rosso di 25 chilometri, si
incontrano le invitanti insegne a neon di
ben sei locali di intrattenimento
notturno, club dai nomi che è più di una
promessa di evasione: Dubai, Moulin
Rouge, Life, Dolce Vita, Pasha, Déjà
Vu. Quel tratto della Settentrionale
Sicula 113 che attraversa il “cuore” del
litorale dei Monti Nebrodi di notte pulsa
per la “ola” di chi cerca o regala
divertimento “pepato”. Sei
club notturni, in una zona
ristretta, sulla carta non
avrebbero ragione di
esistere visto che non si
tratta di una realtà
particolarmente vivace dal
punto di vista economico,
tantomeno turistico. Eppure
le insegne continuano a
lampeggiare promuovendo
una inedita di immagine di
una Nebrodi...da bere. Il
richiamo a cui tanti non
sanno resistere è quello
delle avvenenti ragazze,
gran parte con passaporto
dellʼEst Europa, che rendono
animati gli ambienti dei club di
intrattenimento notturno.
Apripista dei club della notte è stato
il “Vip”, a poche curve dallo
svincolo autostradale di SantʼAgata
Militello, il primo ad iniziare
“lʼattività” nel dicembre 2005, che
vede sempre in trono “Santino” da
CastellʼUmberto. Auto di
grossa cilindrata, una moto
fiammante appena
immatricolata, “Santino”, è
un modello di
riferimento per le sue
ragazze ed il suo staff.
Per i suoi ospiti è
disponibile anche una
Limousine. Ma negli ultimi
anni in zona hanno aperto
altri locali e Santino ha
preferito trasferirsi a Patti, più
vicino alle città capoluogo di
provincia Messina e Catania,
da dove arrivano i soci più
generosi. Nella location del
“Vip”è cambiata lʼinsegna
adesso brilla “Moulin Rouge” .
Ma a SantʼAgata Militello da
poche settimane si è aperto un
altro club della notte, il “Life”, un
inno alle piacevolezze della “Vita”,
voluto da un rampante over 40 del
posto, che dopo varie vicissitudini, tra
cui quella di venditore di abbigliamento
per ballerine da Lap Dance, ha deciso
di darsi unʼopportunità con il club di
località San Bartolomeo, dove sono in
tante le ragazze diventate amiche
nelle sue scorribande per i locali
notturni. Per Aldo Prestianni, gestore
del “Life”, la vita ha aperto nuovi
orizzonti, sotto la luce dei neon colorati
la realtà può sembrare fantastica, ma ha
imparato che gli amici veri si
riconoscono anche quando tutto appare
buio e senza via dʼuscita. Yania 31anni,
rumena, da Bakau, esperta di
marketing, ha lasciato la Romania per
vivere in Italia, dove è più facile per una
ragazza graziosa guadagnarsi da
vivere, ma al tempo stesso essere
rispettata, soprattutto in Sicilia, dove il
rapporto interpersonale è più caloroso
ed autentico. Il suo nickname è
“Pantera nera”, ma al primo posto mette
i sentimenti. Isabella, 26 anni, rumena,
proviene da Jasi dove faceva
lʼinsegnate elementare, ma la sua vera
vocazione è viaggiare, e questa sua
scelta di vita le fornisce, molte
opportunità di conoscenze, senza far
prevalere il “cash”, perché la vita non è
solo il valore del denaro. Camilla, 26
anni, invece proviene da Bucharest
dove aveva un lavoro da impiegata
comunale con uno stipendio mensile di
150 euro. Le avevano dato un aumento
di 25 euro poi non più accreditato. Ha
deciso di trasferirsi in Italia dove fa la
ragazza immagine nei locali come il
Life o nei raduni motoristici.
Insomma, guadagnare
divertendosi aiutando la
famiglia. Allʼangolo bar,
invece, a miscelare cocktail, cʼè il figlio
di un pescatore. Ha rinunciato a seguire
le orme del padre e - complice il suo
primo amore conosciuto al “Vip” - ormai
ha “sposato” questo mondo. Per altra
clientela la città offre lʼopportunità da
alcuni mesi in via Caioroli, al numero
civico 22 A, angolo via Tomaselli, in
zona centrale della città a poche decine
di metri dalla sede dellʼistituto bancario
Unicredit e dalla parrocchia della chiesa
Santa Lucia dove ha aperto i battenti un
negozio “Sex Shop”, operativo 24 ore su
24. A turbare il clima di piacevolezze e
tranquillità dellʼambiente dei club della
notte giorni fa è stata la rissa che ha
visto coinvolte in un residence di
Acquedolci cinque avvenenti fanciulle,
una siciliana e quattro rumene. Le
cinque ragazze rientrate nel residence
a tarda notte, dopo aver svolto attività
al “Dubai”, il club della notte di Marina di
Caronia, hanno dato corso ad una
furibonda lite, colpendosi con le doghe
divelte dai letti delle loro camere.
Nellʼudienza preliminare del processo
per direttissima il giudice,
il pubblico ministero e gli avvocati
difensori hanno concordato di rimetterle
in libertà, fissando loro lʼappuntamento
per lunedì 4 giugno e rivederle
allʼudienza dibattimentale.
LA STORIA
Dj Rox, dalla sacrestia
ai locali di Lap dance
La mattina fa lo speaker nella radio locale
accanto la chiesa. Ma di notte si scatena..
SANTʼAGATA MILITELLO. Da quando lavora
al club della notte “Life” il 34enne Rosario Proto, in arte DJ “Rox “, ha dato uno sprint alla sua
vita. Le sue giornate sono cambiate, ma è meglio dire sono cambiate le sue notti. Di giorno conduce i
programmi radiofonici musicali di Radio Stereo SantʼAgata,
lʼemittente radiofonica che ha il suo studio nei locali attigui alla sacrestia della chiesa del Duomo. Di notte la sua
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passione per la musica si libera nel night club di località San
Bartolomeo. Un contrappasso tra sacro e profano che non turba per nulla il DJ “Rox”, che sa scegliere i brani musicali più
adatti ai luoghi ed alle ore.
«Riesco a farmi apprezzare per le mie competenze musicali e
non solo, ed in più guadagno qualche spicciolo che non guasta per le necessità di un giovane senza lavoro», dichiara Rosario, vincendo la sua timidezza che nasconde mimetizzandosi con le cuffie stereo. Nello studio radiofonico vicino la sacrestia “Rox” non sente le reazioni del suo pubblico che lo ascolta in luoghi lontani.
Allʼinterno del “Life” le emozioni sono più immediate, le ragazze lo apprezzano per la sensibilità professionale nel saper scegliere i brani musicali più adatti quando le luci si fanno più soft.
Per sfidare la timidezza di Rox le ragazze si avvicinano alla consolle. I timidi hanno sempre le loro rivincite. La musica è sempre quella giusta per le emozioni da vivere.
(NI.DRA)
centonove
Sicilia
1 GIUGNO 2012
Nella foto accanto lʼorganizzatore Enzo Cultrera in compagnia di Kira, il suo “compagno” a quattro zampe.
Nelle altre immagini alcuni momenti della “passeggiata” nelle campagne di Ragusa svolta lo scorso 19 aprile.
Nel corso dellʼultimo anno, lʼassociazione “Hereusium” ha organizzato 13 incontri, più o meno uno al mese,
ma lʼobiettivo, grazie anche ai tanti nuovi appassionati, è quello di intensificare gli appuntamenti
TENDENZE. Dilaga a Ragusa il dog trekking, disciplina eco-friendly che fa sempre più proseliti
Escursioni? Io me la Fido
Uno sport creato per tutti coloro che vogliono divertirsi in mezzo alla natura
col proprio cane. Ecco come si tiene in forma chi ama le passeggiate. E gli animali
DI TITTI ROMANO
RAGUSA. Consente di vivere in armonia
con la natura, facendo dellʼattività fisica
in compagnia degli amici a quattro
zampe. È il dog trekking, una disciplina
sempre più in voga che lentamente sta
prendendo piede in tutta la Sicilia, a
partire da Ragusa. Grazie soprattutto
allʼintraprendenza di Enzo Cultrera, da
sempre impegnato nella protezione civile
comunale nel gruppo cinofilo.
«Ci stiamo lavorando da qualche mese. Il
dog trekking è unʼattività particolarmente
gratificante sia per le persone che per gli
animali», spiega Cultrera, che racconta
tutti i preparativi e gli accorgimenti
necessari per organizzare lʼattività, dallo
studio dei percorsi alla valutazione
attenta dei bisogni e degli animali, la cui
tutela è sempre messa al primo posto. «I
percorsi sono studati a tavolino con
grande attenzione - racconta il
coordinatore - Percorriamo ogni volta tra
i 7 e gli 8 chilometri in percorsi circolari
che partono dallʼarrivo in automobile e si
concludono nello stesso posto. È un
modo salutare ed eccezionale per
migliorare la relazione tra uomo ed
animale trascorrendo del tempo di
qualità insieme ed agevolando la
socializzazione non solo tra i conduttoripadroni ma anche tra i cani». Piccoli
ostacoli della natura da superare in
percorsi che comunque non presentano
grandi difficoltà. «Sono percorsi che
spesso necessitano dellʼautorizzazione
del Corpo forestale - conferma Cultrera Sono luoghi incantevoli e gratificanti
sotto tutti i profili. Possono parteciparvi
tutti coloro che lo desiderino ma con
alcune avvertenze. Gli animali, ad
esempio, devono essere a digiuno
perché il movimento intenso
non fa bene a stomaco pieno. E
poi devono essere cani stabili
senza problemi di
comportamento, equilibrati e
che sanno stare in compagnia
di altri cani. Ogni padrone è
responsabile del proprio
animale e deve mantenere la
vigilanza sempre. I percorsi
sono volutamente ed
obbligatoriamente lontani da
zone abitate, da posti dove si
potrebbe correre il rischio di
incontrare cani liberi. Insomma
il tutto fatto per garantire una
grande tranquillità».
AL GUINZAGLIO. Curioso il
sistema con il quale il cane è
“legato” al padrone. Il
conduttore indossa una sorta di
imbragatura che somiglia a
quella degli scalatori. Non sono
ammessi cani con il collare ma anche gli
animali devono indossare una pettorina,
quella ad “h”, per intenderci. Il cane è
collegato all'imbragatura del padrone con
un guinzaglio che non deve essere più
corto di due metri e mezzo. Ma non
sembra un metoto penalizzante per i
cani? «Assolutamente no - assicura il
coordinatore - Si migliora nettamente la
relazione con il cane, è una occasione
importante per trascorrere il tempo
insieme, migliora anche l'intesa e la
fiducia tra cane ed uomo. Al cane viene
data una motivazione di specie. Lʼattività
è molto gratificante, ad esempio
l'esplorare il terreno con lʼolfatto. È uno
sport a tutti gli effetti che permette di
indirizzare e scaricare energie di cani e
padroni in modo intelligente e sano».
Sostenitore dell'addestramento dolce,
Enzo Cultrera punta molto sull'intesa tra
cane e padrone. La sua Elsa, un labrador
di 13 anni lo ha accompagnato anche
allʼinizio di questa esperienza. Un cane, il
suo, che ha effettuato salvataggi
importanti ed è stata protagonista di
ritrovamenti di persone scomparse.
«Elsa ha fatto da mamma a Kira, il cane
con cui sto proseguendo l'esperienza del
dog trekking, una insegnante speciale e
non solo in questo campo». Lo sguardo
di Enzo quando si posa su Elsa trova una
struggente risposta immediata. Sì, basta
lo sguardo per capirsi. «I cani, in queste
passeggiate, iniziano smaniosi di
esplorare e poi si calmano subito in
grande equilibrio con il loro padrone.
Tutti i cani sono adatti, lo sono un
pochino meno per i clima, i cani di grossa
taglia, Terranova e Sanbernardo ad
esempio. Con noi ci sono meticci e
anche volpini e la gioia di stare con
padroni si vede dall'espressione che
hanno i cani. Poi a casa, relax e buon
cibo. È una esperienza da provare». Pian
piano si sta spargendo la voce ed il
gruppo cresce. Cultrera non è solo ma
può contare sulla collaborazione di molti
appassionati anche nella definizione dei
percorsi. «Quest'anno - conclude abbiamo fatto 13 percorsi, uno al mese,
ma il prossimo anno contiamo di
aggiungere e calendarizzare in modo più
organico le uscite». L'associazione che
promuove il dog trekking a Ragusa è la
“Hereusium”, che abbraccia anche altre
attività (per tutte le informazioni basta
visitare il sito web www.hereusium.it)
OCCORRE SAPERE
QUELLO CHE SERVE A VOI. Per godersi una buona passeggiata con il nostro cane è importante equipaggiarsi nella maniera corretta, per evitare vesciche ai piedi, slogature, e fatiche inutili.L'attrezzatura base dovrebbe prevedere un buon paio di scarpe da trekking, calzoni sportivi (anche i jeans x
i primi livelli possono andare),meglio se con tasche laterali tipo militare, magliette e maglioni a seconda della stagione, e un giubbotto comodo da poter
all'occorrenza mettere nello zainetto. Lo zaino elemento importante nelle nostre escursioni dovrà contenere lo stretto necessario, e sulla scelta del tipo
lo spiegheremo a seconda del livello scelto nelle passeggiate.
...E A LUI. A parte il tipo di collare e guinzaglio, anche per il nostro amico è
buona norma portarsi dell'acqua, salviette di pulizia ecc. Non sottovalutiamo il
tipo di collare o guinzaglio nella scelta del materiale, da loro a volte dipende la
sicurezza del nostro amico e perciò sulla tipologia di modelli e materiali o accessori saremo ben lieti di consigliarvi quelli più appropriati. Esistono accessori di facile trasporto e pieghevoli come ciotole, trasportini, zainetti, da poter
usare in escursioni come queste per gestire meglio il cane in ogni situazione.
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Sicilia
1 GIUGNO 2012
centonove
RADIOTERAPIA ONCOLOGICA DEL PAPARDO-PIEMONTE, TECNOLOGIA E PROFESSIONALITA’
MESSINA. La radioterapia è una disciplina clinica che ha come obiettivo primario la cura dei
tumori maligni impiegando come “farmaco”
principale le radiazioni ionizzanti.
Lo specialista in radioterapia, medico radiooncologo, usa questo particolare farmaco associandolo o meno ad altre terapie oncologiche.
E’ stato calcolato che circa il 60% dei soggetti con cancro dovranno, durante il corso della
malattia, essere sottoposti ad una terapia ra-
diante. Numerose sono le patologie tumorali
che possono essere guarite con una irradiazione terapeutica (tumori prostatici, tumori cutanei, tumori della
sfera otorinolaringoiatrica, tumori ginecologici, tumori
polmonari iniziali,
linfomi, etc.) e numerose sono le patologie nelle quali
l’appropriato uso
della radioterapia
aumenta le possibilità di guarigione
completa o, comunque, migliora l’aspettativa di vita (tumori della mammella, tumori dell’apparato gastrointestinale, sarcomi dei
tessuti molli, tumori
del polmone operabili, tumori uro-genitali, etc.)
La radioterapia cura i tumori maligni e spesso li guarisce; nei casi più avanzati è un ottimo presidio nel controllo dei sintomi della malattia ed assicura un
miglioramento della qualità di vita (metastasi
ossee, sanguinamenti, compressione di organi
cavi, etc.).
Nell'erogazione dei trattamenti radioterapici
numerose sono le tecniche di irradiazione ma,
queste ultime, prescindono da un mero elenco di possibilità poichè ogni
tecnica richiede
una corretta procedura di elaborazione delle immagini
ed un preciso contornamento al fine
di distinguere senza dubbi i tessuti sani da quelli malati.
Per semplificare:
una volta ottenuto
un volume da trattare e dei volumi di organi sani "a rischio", ogni centro
potrà impiegare la
pagina 24
tecnologia a disposizione nel migliore dei modi a patto che vengano rispettate le dosi di tolleranza dei tessuti sani. Ad oggi, quindi, non
esistono malattie che possono essere trattate
con una particolare macchina in modo esclusivo tranne particolarissime eccezioni.
DOTAZIONE TECNOLOGICA AZIENDA
PAPARDO-PIEMONTE MESSINA
1. Un acceleratore Lineare Synergy Elekta con
due step di energia fotonica (6-10MV) e più
step di energia elettronica. Questo acceleratore è dotato di collimatore multilamellare con
80 lamelle.
Dotato di sistema EPID "I View GT" con silicio
amorfo* per verifica "on table" del set-up del
paziente e di sistema di ricostruzione tridimensionale^ Immagini paziente "X Ray Volume Imaging integrato" per IGRT (Radioterapia
Guidata dalle Immagini)
2. Un acceleratore Lineare Precise Elekta con
due step di energia fotonica (6-18MV) e più
step di energia elettronica. Questo acceleratore è dotato di collimatore multilamellare con
80 lamelle. Dotato di sistema EPID "I View GT"
con silicio amorfo* per verifica "on table" del
set-up del paziente.
3. Un sistema computerizzato per i piani di trattamento Pinnacle3 v9 con Tre work-stations per
Calcolo della dose e contornamento
centonove
Sicilia
1 GIUGNO 2012
4. Moduli Radiobiologici per enhancement calcoli IMRT
5. Un sistema "record and verify" EMR Mosaiq
6. Gestione elettronica delle cartelle cliniche e
gestione elettronica amministrativa
7. Una stazione per simulazione virtuale con
laser mobili allocata alla TC/PET
Nota *:
Il silicio amorfo permette una migliore risoluzione delle immagini portali con una maggiore accuratezza nel controllo del posizionamento del paziente.
Nota ^: si ha la possibilità di elaborare una immagine TC direttamente sul lettino di trattamento. In tal modo l'accuratezza del posizionamento è verificabile in modo altamente preciso, sicuramente migliore rispetto alle due
proiezioni ortogonali (0°-90° o 270°) o ad
altra inclinazione del fascio.
La seguente tabella riassume le attrezzature a
disposizione:
L’U.O. di Radioterapia Oncologica è
allocata al II piano
del P.O. Papardo
ed ha avviato l'attività clinica dal mese
di ottobre 2011. Ad
oggi sono stati osservati e trattati circa 90 utenti con una
media di 16 pazienti pro-die. E' fornita di spazi adeguati alle proprie
attività. L’ambiente
è accogliente ed
elegantemente arredato al fine anche
di rendere più “rasserenante” per l’utente l’accesso e la sosta in attesa delle varie prestazioni.
PRESTAZIONI OFFERTE
1. Visite specialistiche ambulatoriali di oncologia radioterapica
2. Visite di controllo pre-trattamento
3. Consulenze specialistiche per le altre
UU.OO. dell’Azienda
(degenti interni)
4. Visite di controllo in
corso di terapia
5. Visite ambulatoriali
di follow-up
6. Ambulatorio congiunto radioterapiachemioterapia (in collaborazione con la nascente UO di Oncologia Medica)
7. TC di preparazione
alla radioterapia (TC
di centratura) con
eventuale RM per fusione immagini
8. TC/PET di preparazione alla radioterapia (TC/PET di centratura)
9. Simulazione virtuale in TC e TC/PET
10.
Elaborazione
3D dei volumi di trattamento
11. Calcolo fisico-dosimetrico in 3D
12. Trattamenti giornalieri
13. Verifiche portali in trattamento
TECNICHE DI IRRADIAZIONE
POSSIBILI
1. 3DCRT (Radioterapia 3D conformata)
2. IMRT (Radioterapia ad Intensità modulata
della Dose)
3. Radioterapia Guidata dalle Immagini
4. Radioterapia Stereotassica corporea
5. TOTAL Body Irradiation
(2013-2014)
L’accesso alla prima visita
ed alle visite di follow-up
per utenti esterni in possesso di impegnativa SSN, avviene tramite prenotazione al numero verde 800489999, o direttamente all'accettazione del reparto 0903996009.
L’ambulatorio per queste prestazioni è attivo
dal Lunedì al Venerdì dalle ore 09.00 alle ore
13.00
Le prestazioni vengono effettuate tutti i giorni
dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08.00 alle ore
15.20
Nell’U.O. di Radioterapia, la cui attività è coordinata dalla dott.ssa Anna Santacaterina, operano altri 4 specialisti,(Grazia Acquaviva, Carmela Palazzolo, Daniela Cespuglio, Manuela
Crispi), 2 Fisici, (Nicola Settineri, Fabio Platania),
4 tecnici sanitari di radiologia medica, (Anna De
Salvo, Ermelinda Scarci, Raffaele Barone, Francesco Ciro Niro), una coordinatrice, Francesca
Mazza ed un infermiere, Ferdinando Puglisi.
La radioterapia del Papardo è stata, di recente, oggetto della visita del prof. Giampaolo Biti, Ordinario di Oncologia Radioterapica presso l'Ateneo di Firenze, nonché Direttore della
S.C. di Radioterapia dell'A.O. Careggi e figura cardine dell'evoluzione nazionale in ambito della Diagnostica per Immagini e della Radioterapia che ha espresso commenti lusinghieri nei confronti delle risorse professionali
e tecnologiche della neo struttura sanitaria peloritana.
AZIENDA OSPEDALIERA OSPEDALI RIUNITI PAPARDO-PIEMONTE - MESSINA - TEL.090.3991
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Sicilia
1 GIUGNO 2012
SUL WEB LA MAPPA DELLE CONFISCHE
centonove
ADDIO AI LATTICINI PROVENZANO
In Sicilia, gli ultimi beni sequestrati alla mafia e
“riconsegnati” alla cittadinanza sono il feudo
Verbumcaudo di Polizzi Generosa, adesso sede
di unʼaula didattica museale, e un appartamento
di Misilmeri che ospiterà l'ufficio della Unità
operative della Soat. «A breve - spiega
lʼassessore allʼEconomia Gaetano Armao (nella
foto) - verrà realizzato un sito web che informerà
i cittadini sulle tipologie, la localizzazione e le
forme dʼuso di tutti i beni confiscati alla
criminalità organizzata».
In contemporanea con lʼanniversario della
strage di Capaci, è calato definitivamente il
sipario sullʼazienda di latticini “Provenzano”
di Giardinello, in provincia di Palermo.
Confiscata quattro anni fa alla famiglia
mafiosa di Giuseppe Grigoli, prestanome del
boss latitante Matteo Messina Denaro (nella
foto), lʼazienda, gestita in amministrazione
giudiziaria, era alle prese con un debito di 28
milioni di euro. Ventinove i dipendenti
licenziati.
CORLEONE. Le iniziative sociali negli immobili confiscati alla criminalità organizzata
“Case” di Cosa Nostra
Viaggio in un paese che lotta con tutte le forze per togliersi di dosso il marchio dell’infamia. Fra corsi
di giornalismo, lavoro nei campi e un “laboratorio della creatività” nella dimora del Padrino
DI MARINO RINALDI
CORLEONE. Fa un certo effetto pensare
che in quella stanza dalle pareti colorate,
con le immagini di Placido Rizzotto e
Bernardino Verro affisse alle pareti, fino a
qualche tempo fa ci dormiva Bernando
Provenzano. Il “capo di tutti i capi”, noto in
paese come Binni u tratturi per la violenza
con cui massacrava le sue vittime. La
stessa stanza che sabato 26 e domenica
27 maggio ha ospitato il primo corso di
giornalismo “Città di Corleone”, a cui hanno
partecipato 48 cittadini di tutta la Sicilia.
Molti dei quali hanno alloggiato in un altro
ex “santuario” della mafia, la casa dei nipoti
di Totò Riina, un tempo simbolo di morte e
terrore e adesso sede di un ostello gestito
dalla “Cooperativa Lavoro e non solo”.
Luoghi “maledetti”, dove sono state
partorite le peggiori efferratezze, riportati a
vita nuova dallʼimpegno e dallʼorgoglio di
decine di volontari. Ragazzi e ragazze, di
Corleone, ma non solo, che da anni lottano
con tutte le loro forze per strappare via il
“marchio di infamia” che come un male
incurabile, come un tara genetica, il paese
è costretto a portarsi addosso.
IL PECCATO ORIGINALE. «Chi nasce in
questa città - spiega Giuseppe Crapisi,
uno dei protagonisti del locale movimento
antimafia - porta con sé una sorta di
peccato originale, una “colpa” di cui non si
è mai macchiato ma con la quale è
costretto a convivere per tutta la vita. Non
Un momento del corso di giornalismo nel “Laboratorio della creatività”
bisogna negare la realtà. So bene che la
mafia in città è ancora viva, così come
sono tante le persone che non si schierano
o peggio, quelle che pensano che Cosa
Nostra sia un modello da ammirare».
Come testimonia una frase inequivocabile
scritta con un pennarello su una delle
chiese del paese: “Liberate i boss della
mafia”. «Eppure Corleone - prosegue
Giuseppe - ha una storia ricca e millenaria.
Non è solo la città di Leoluca Bagarella e
Luciano Liggio, ma anche quella di
Rizzotto, di Verro e di tanti cittadini onesti
che non hanno nessuna colpa. Sono
talmente orgoglioso della tradizione della
mia terra che lotto con tutto me stesso nel
Una scritta sul muro di una chiesa
I volontari di “Libera Terra” al lavoro nei campi con
tentativo di affermare “questa” Corleone».
E Giuseppe nella sua battaglia non è solo,
ma ha accanto a sé le centinaia di volontari
e lavoratori delle associazioni “Libera”, “Pio
La Torre” e “Placido Rizzotto”, che da anni
provano a sradicare lo spettro di Cosa
Nostra con la forza delle idee e il sudore
delle braccia. Perché se è vero che la
mafia è una montagna di merda, è proprio
dal letame, come cantava De Andrè, che
possono nascere i fiori.
A CASA DEL PADRINO. A poche decine
di metri dalla casa in cui fino a poco tempo
fa alloggiava la famiglia di Provenzano,
vive tuttʼora il fratello del boss. Pochi passi
di distanza da quellʼabitazione che dal 15
agosto del 2008 ospita il “Laboratorio della
legalità”, una struttura permanente, voluta
dal Comune di Corleone e dedicata alla
memoria di Paolo Borsellino, che ha lo
scopo di acquisire, valorizzare e rendere
fruibili materiali storici e informativi sul
fenomeno mafioso e sul movimento
antimafia, perseguendo finalità educative e
di studio. Ristrutturato grazie a un
finanziamento del Ministero dell'Interno e a
fondi regionali, lʼimmobile ospita al suo
interno una mostra permanente dei quadri
dal maestro partinicese Gaetano Porcasi.
Opere d'arte che costituiscono un percorso
visivo di forte impatto emotivo sullo snodo
degli avvenimenti più rilevanti del
fenomeno mafioso e del movimento
antimafia. È divenuta invece un ostello,
gestito dalla “Cooperativa Lavoro e non
solo”, la casa di via Crispi un tempo
LA LEGGE
Dalla petizione popolare
al Codice Antimafia
Umberto di Maggio di “Libera Sicilia”:
«La vendita dei beni? Favorisce i boss»
ERA Il 1996 quando il presidente di “Libera”, don Luigi Ciotti, consegnava allʼallora presidente della Camera Irene Pivetti una raccolta firme per lʼutilizzo sociale dei beni confiscati. Un milione di cittadini che chiedevano al Parlamento
di restituire alla collettività quanto sottratto dalle organizzazioni criminali. Da allora sono stati confiscati circa 10mila beni, fra palazzi, appartamenti, terreni e aziende, dei quali la
metà nella sola Sicilia. Un “tesoro” immobiliare da decine di
miliardi di euro gestito dallʼ”Agenzia nazionale per la gestione dei beni confiscati”, una struttura istituita nel febbraio 2010
con lʼobiettivo di accelerare le procedure di sequestro, confisca e assegnazione dei beni per finalità sociali. Conquista,
quella della “fruizione collettiva” dei beni, messa però “a repentaglio” dallʼentrata in vigore, nel settembre del 2011, del
“Codice antimafia”, che ha introdotto la possibilità di vendere allʼasta le proprietà confiscate. Eventualità, che di pari passo alle recenti dichiarazioni del ministro Anna Maria Cancellieri («La legge che regola il sequestro e la confisca dei
beni alle mafie va rivista, perché è stata concepita quando i
sequestri erano pochi»), ha scatenato un vespaio di reazioni. «Una modifica alla normativa antimafia - spiega il coordinatore di Libera Sicilia, Umberto Di Maggio - era doverosa,
soprattutto alla luce della presa di coscienza dellʼUnione Europea, che ha capito finalmente che la mafia non è un problema solo italiano. Il codice antimafia contiene però troppe
magagne, a partire dalla mancata tutela delle vittime, dato
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che non è previsto nessun riconoscimento ai familiari delle
persone uccise da Cosa Nostra prima del 1961. Eppure la
prima vittima, Emanuele Notarbartolo, risale al 1893. Sulla vendita dei beni confiscati - prosegue Di Maggio - nutro
parecchie perplessità, legate sia a questioni pratiche che etiche e morali. Mi sembra ovvio, infatti, che al 99,99 per cento, gli immobili tornerebbero di proprietà dei boss, che li riacquisterebbero tramite dei prestanome. Capisco lʼesigenza di
colmare le perdite con la vendita, ma se da un lato si dà una
mano, ma solo momentanea, allʼeconomia, dallʼaltro non si
dà esito a un necessario cambiamento culturale a lungo termine». «I beni confiscati - gli fa eco Andrea Campinoti, presidente di “Avviso pubblico” - hanno un valore simbolico che
rappresenta la vittoria dello Stato sul malaffare. Riconsegnarli alle comunità perché facciano impresa sana è un valore più importante della traduzione in euro. Piuttosto si prendano le risorse sottraendole alla corruzione che grava sul bilancio del Paese». (M.R.)
centonove
Sicilia
1 GIUGNO 2012
MESSINA. LA LISTA DELLE PROPRIETÀ CHE IL COMUNE STA CERCANDO DI METTERE A FRUTTO
Quell’appartamento restituito alla comunità
Dal bilocale di Lillo Sollima consegnato all’associazione Addiopizzo, alla villa “hollywoodiana”
di Luigi Sparacio, ecco che fine hanno fatto i “metri quadrati” sottratti alla malavita
nfiscati alla malavita
abitazione della famiglia Grizzaffi, nipoti di
Riina. Lì, in quella palazzina di tre piani
recentemente ristrutturata, hanno dormito i
48 aspiranti pubblicisti che hanno
partecipato al corso di giornalismo “Città di
Corleone”, al quale sono intervenuti, come
relatori, i giornalisti Rino Giacalone,
Salvatore Cusimano, Vittorio Corradino,
Salvatore Li Castri, Filippo Mulè, Franco
Nicastro e il presidente dellʼOrdine
Riccardo Arena. E lì, assieme ai 13 soci
della cooperativa, alloggiano ogni anno gli
oltre 700 volontari che giungono da tutte le
parti dʼItalia, in primis dalla Toscana, per
lavorare nei campi confiscati ai boss.
Centinaia di ettari di terreno dove vengono
coltivati grano duro e ceci, lenticchie e
pomodori, uva e fichidindia. Ingredienti
biologici alla base dei prodotti del circuito
“Libera Terra” che vengono
commercializzati in tutto lo stivale. «Più
volte abbiamo trovato i vigneti tagliati o i
campi bruciati poco prima del raccolto racconta Crapisi - Ma noi non ci
arrendiamo». «Investire sui prodotti tipici
del nostro territorio, e soprattutto su quelli
coltivati nei terreni confiscati - spiega il
neosindaco Leoluchina Savona - è uno
dei nostri obiettivi principali, insieme
allʼincentivazione del turismo. Fare il
sindaco a Corleone è più difficile che in altri
comuni, ma sono conscia delle
responsabilità a cui vado incontro. Per
sconfiggere la mafia è necessario puntare
sui concetti di legalità e trasparenza e
sullʼantimafia dei fatti».
MESSINA. Cʼè la villa “hollywoodiana”
del boss pentito, e quella con piscina del
boss morto suicida, cʼè il garage, il
lastrico solare, il box. Cʼè di tutto, nei
beni confiscati alla mafia che il comune
di Messina ha in carico, e che sta
cercando di mettere a frutto.
ADDIOPIZZO VINCE. Lʼultimo, in ordine
di tempo, è lʼappartamento da 72 metri
quadrati di via Roosevelt confiscato a
Lillo Sollima e aggiudicato, dopo un
bando di gara, dallʼassociazione
Addiopizzo. Il locale è stato consegnato
allʼassociazione con una delibera di
giunta del 18 maggio, proposta
appartamenti di Lillo Sollima, da
ottantuno e novantacinque metri
quadrati, sono ancora liberi, benchè
confiscati, e a Palazzo Zanca stanno
decidendo il da farsi. Due locali del
condominio Stella, allʼAnnunziata, sono
stati invece confiscati a Vincenza
Settineri, suocera del boss oggi
collaboratore di giustizia Luigi
Sparacio, e oggi sono occupati da due
presidii dei Vigili urbani. Al boss di
Bagheria Michelangelo Alfano, morto
suicida qualche anno fa, i beni confiscati
sono tre. Il primo, fuori dalla disponibilità
del comune di Messina, è un
Michelangelo Alfano
Luigi Sparacio
dallʼassessore al Patrimonio Franco
Mondello. Non è che lʼultimo dei beni
confiscati alla mafia restituiti alla
comunità. Ci sono, per esempio, i 38
metri quadrati di una bottega in viale san
Martino, una volta di Lorenzino Ingemi
e oggi centro servizi per il terzo
quartiere. Ad acqualadroni Santo
Sfameni, morto qualche mese fa,
possedeva unʼabitazione piccola, da
meno di sessanta metri quadrati, ma
con box, cantina e lastrico solare da 374
metri quadrati. Dopo la confisca, i locali
sono stati riutilizzati per far fronte
allʼemergenza abitativa del comune di
Messina. Sempre ad Aqualadroni, due
appartamento da 85 metri quadrati oggi
in uso ai Carabinieri, in via Nicola
Fabrizi. Una piccola abitazione a Mili
Marina, al piano terra di Vallone dei
medici, è ancora libera. Il terreno
circostante, invece, è tornato agli eredi
di Alfano dopo una causa. Una vicenda
singolare, invece, ha visto protagonista
di nuovo Santo Sfameni. Tra le sue
proprietà confiscate, ci sono tre
appartamenti in contrada campanella, a
Ortoliuzzo, di un poco meno di un
centinaio di metri quadrati ciascuno. Il
comune di Messina li ha ricevuti in
quanto beni confiscati alla mafia, ma ha
dovuto restituirli. Perchè? Perchè
nessuno dei tre appartamenti risultava a
norma: erano tutti e tre abusivi. Poi ci
sono le ville.
TRE PROGETTI PER UNA VILLA.
Rodia, negli anni ʻ80, era una meta
parecchio ambita. E infatti, Michelangelo
Alfano ci aveva fatto costruire la sua
villa. Quattrocento metri quadrati,
piscina olimpionica, protetta dagli
sguardi, indicata con un gesto della
testa ed un sussurro, “hollywoodiana”. A
pochi metri di distanza, di villa ce nʼè
unʼaltra, perchè Michelangelo Alfano
non era il solo a subire il fascino di
Rodia. Nelle acque del mar Tirreno
Santo Sfameni
amava fare il bagno Luigi Sparacio, che
a Rodia possedeva una villa che si
affaccia sulla statale 113, al km 28,225.
Anchʼessa sequestrata. Nessun
occupante, nessun gravame ipotecario.
Sparacio i conti li pagava fino allʼultimo
centesimo. Oggi la sua villa, sulla quale
il comune sta intervenendo per la messa
in sicurezza, è al centro di tre progetti:
un Cral per i dipendenti comunali, un
centro di recupero per comunità di ex
detenuti oppure, con le agevolazioni
concesse dal Governo Monti per
lʼimprenditoria giovanile in cooperativa,
una struttura di ricezione turistica.
Alessio Caspanello
LA STORIA
Se il Telefono amico
squilla a vuoto...
L’associazione non svolge il suo compito e risulta morosa:
l’assessore al Patrimonio Mondello revoca la concessione
MESSINA. Il telefono, che avrebbe dovuto essere “amico”, squillava per minuti interi. Ma dallʼaltro capo non rispondeva nessuno. Tanto che il comune di Messina ha deciso di “riprendersi indietro” lʼappartamento di via Placida occupato dallʼassociazione Telefono Amico e consegnato nel 2004 dallʼallora commissario del comune di Messina Bruno Sbordone. Perchè quellʼappartamento era uno dei beni
confiscati alla mafia poi a disposizione della Prefettura. A marzo, il
dirigente al Patrimonio Antonella Cutroneo scrive allʼassessore al
ramo Franco Mondello, informandolo del fatto che lʼassociazione
non stava rispettando gli impegni presi con lʼamministrazione allʼatto della consegna del bene, nè aveva inviato richiesta di proroga di
comodato delbene. Mondello manda i vigili urbani per vederci chiaro. E la relazione della polizia municipale è impietosa: il presidente
dellʼassociazione, Ennio Marino, spiega che lʼattività viene svolta in
modo saltuario, perchè gestita da volontari. “Si è tentato in giorni e
ore diverse di effettuare sopralluoghi, ma sempre con esito negativo, non trovando mai alcuna persona presente”, scrivono i vigili. Che
aggiungono che sia allʼesterno che allʼinterno del cortile non vi è alcuna targa identificativa, nè citofono, e che chiamando lʼutenza telefonica dellʼassociazione, non ha mai risposto nessuno. Non solo.
Il condominio lamenta la morosità delle quote condominiali (ma Ennio Marino presenta regolare ricevuta di pagamento). Alla fine, Mondello scrive alla Cotroneo: “lʼimmobile assegnato non viene adeguatamente utilizzato, lʼassociazione è venuta meno agli obblighi assunti con lʼamministrazione. Si invita ad avviare il procedimento di
revoca della concessione”, conclude lʼassessore. (A.C.)
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franco Mondello
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centonove
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Qui, scuola
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MESSINA. IL LICEO CLASSICO VINCE L’ULTIMA EDIZIONE DEL “TEATRO GIOVANI”. MA NON E’L’UNICO SUCCESSO
Il “La Farina” conquista Tindari
MESSINA
Una palestra
per il Majorana
Previti e Di Bartolo
consegnano la struttura
DI CHIARA MICCOLI
MESSINA. Lʼorrore della guerra,
la crudeltà dei più forti e il dolore
dei vinti sullo sfondo della città di
Troia distrutta sono il leitmotiv di
“Troades” da Seneca ed
Euripide, la tragedia greca
vincitrice dellʼundicesima
edizione del concorso-rassegna
“Tindari teatro giovani”, dedicato
alle scuole superiori. A metterla
in scena, il liceo classico “La
Farina” di Messina, che si è
aggiudicato il primo premio. «Siamo
molto soddisfatti di questo ulteriore
successo - ha detto il dirigente scolastico,
Pio Lo Re - Questo dimostra come a
contare non sia solo la quantità ma
soprattutto la qualità che una scuola
esprime. I nostri studenti primeggiano in
numerose competizioni e ritengo che tanti
premi non si vincano per caso». Lʼofferta
formativa del liceo non cambia, di anno in
anno si rinnovano e consolidano attività
già avviate con successo. «I punti forti
dellʼistituto sono il teatro, il giornale
scolastico, i corsi di lingue pomeridiani, i
concorsi di narrativa e poesia, le gare di
latino e greco e persino - aggiunge il
centonove
In alto il dirigente
scolastico
Pio Lo Re.
A destra
la squadra
di Pallavolo
del liceo
La Farina
preside - le olimpiadi di matematica. Un
terzo dei nostri alunni studia questa
materia con lo stesso impegno e
passione con cui studia il greco e non ci
stupisce se si classifica tra i primi posti».
Questʼanno la redazione del giornale
CONCORSI
Nove vincitori per il premio”Silvana Cavaleri”
MESSINA. Sono nove i vincitori della IX edizione della “Borse di studio Silvana
Romeo Cavaleri”. Si chiamano Gemma Whithorn e Alberto Nicotina (premio Cavaleri), Bruna Carnevale, Giuseppe Ilacqua, Giulia Bitto e Giulia Graziano (buoni FBP), Caterina Higgins e Carla D'Andrea (premio corso liceo “Empedocle”);
Domenico Garruzzo (corso speciale Cot). Le note di merito, invece, sono state
assegnate a: Marica Muffoletta, Valeria Vesto, Brunella D'Andrea, Valeria Scillia, Martina Minutoli, Stefano Vinci, Federica Sidoti, Maria Raffa, Valeria Chillè,
Marta Vicinanza, Maria Concetta Bombaci, Barbara Cannata, Aldo Baratta e Paola Benvenga. La premiazione avverrà, come di consueto, nellʼambito del IX “Convegno nazionale di Primavera” promosso dallʼOrdine dei Medici sabato 9 giugno al Teatro Vittorio Emanuele, quest'anno intitolato “Liberalizzazioni: nuovi
scenari non solo nella Sanità”. Il concorso è stato bandito dai licei Maurolico e
La Farina e istituito dalla famiglia per ricordare la figura di una madre e moglie
esemplare, prematuramente scomparsa.
dʼistituto “Stoà”, coordinata dalla
professoressa Patrizia Danzè, è stata tra
le vincitrici nazionali di “Fare il giornale
nelle scuole” 2012, il concorso bandito
dallʼOrdine nazionale dei giornalisti,
imponendosi su centinaia di magazine
provenienti da tutta Italia. Un successo
già ottenuto nellʼedizione del 2003, come
ricorda la responsabile. «I laboratori
pomeridiani, da quello teatrale a quello
giornalistico, sono - spiega - attività
formative che si affiancano al lavoro
curriculare, richiedono impegno e sacrifici
e soprattutto servono a fare maturare gli
studenti». E poi ci sono i Certamina, le
gare di traduzione di latino e greco. Il
primo giugno a Siracusa saranno premiati
due alunni che hanno conquistato il primo
posto e una menzione speciale nel
“Certamen Syracusarum”. Altri due
studenti si sono invece classificati al
primo e al terzo posto nel “Certamen
Peloritarum” per la categoria Seniores.
Infine lo sport. Il liceo si è imposto anche
nel torneo di pallavolo tra le scuole
secondarie cittadine. «Dietro tutti questi
successi - conclude la professoressa
Danzè - cʼè un gran lavoro di
preparazione e di squadra».
MESSINA. Lʼistituto tecnico Majorana
chiude lʼanno scolastico con una bella
notizia. Nei giorni scorsi La provincia
regionale di Messina ha consegnato la
palestra scolastica che rimaneva
incompiuta da decenni. Il
finanziamento della Regione che ha
consentito di realizzare la struttura
scolastica risale al 1985, ma la
palestra, per le solite pastoie
burocratiche, rimaneva un cantiere
aperto. La consegna dellʼimmobile al
preside Bartolo Speranza è stata fatta
dallʼassessore provinciale alla Pubblica
Istruzione, Pippo Di Bartolo
accompagnato dal consigliere Nino
Previti e dai tecnici che ne hanno
consentito lʼultimazione (Carditello,
Milioti e Cordaro). «Si tratta di una
bellissima palestra - ha detto
entusiasta Nino Previti - che potrà
aiutare non solo lo svolgimento
adeguato delle lezioni, ma anche tutto il
quartiere Giostra, sempre bistrattato e
privo di strutture idonee destinati ai
giovani». Burocraticamente manca
ancora il collaudo amministrativo. «Si
tratta di un passaggio che verrà definito
nel giro di poche settimane - continua
Previti - a confermarlo in commissione
consiliare è stato lʼarchitetto Milioti che
sta seguendo personalmente la
pratica. Posso anticipare pure che a
breve partiranno anche i lavori
dellʼaditorium nellʼarea adiacente».
Nino Previti
ISTRUZION PER L’USO di Andrea Smith
Semplificazione amministrativa
Nuovi chiarimenti
NEL NUMERO 2, Eʼ STATA data notizia della direttiva n°
14 del 22 dicembre 2011 del Ministro della pubblica amministrazione e della semplificazione sulla “decertificazione”, a seguito delle nuove norme introdotte dalla legge
183/2011, tra cui lʼapposizione sui certificati della dicitura:
“Il presente certificato non può essere prodotto agli organi
della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”. I dubbi per la concreta applicazione non sono
stati pochi e lo stesso Ministro ha fornito chiarimenti con la
circolare del 23 maggio scorso ed ha pubblicato sul sito
www.funzionepubblica.gov.it interessanti FAQ riguardanti, tra lʼaltro, i certificati rilasciati per lʼestero e quelli da depositare nei fascicoli delle cause giudiziarie. Posto che la
ratio della disposizione è quella di evitare che
le Pubbliche amministrazioni (PA) continuino
a chiedere al privato il deposito di certificati rilasciati da altre PA e garantire – a pieno regime – il ricorso allo strumento dellʼautocertificazione o dellʼacquisizione dʼufficio dei certificati, è indubbio che le PA non possono mai rifiutarsi di rilasciare un certificato, dovendo apporre sullo stesso la predetta dicitura. Le disposizioni non riguardano, però, le PA
diverse da quelle italiane e, quindi, nel caso di certificato
da consegnare a un privato residente allʼestero o ad unʼAmministrazione di un Paese diverso dallʼItalia, la dicitura non
deve essere apposta.
In suo luogo, per evitare che tale certificato venga poi di
fatto prodotto ad una PA italiana - e sia quindi nullo -, deve
essere apposta la dicitura «Ai sensi dell'art. 40, DPR
28/12/2000, n. 445, il presente certificato è rilasciato solo
per l'estero». Analogamente la norma non si applica ai cer-
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tificati da depositare nei fascicoli delle cause giudiziarie,
perché gli Uffici giudiziari quando esercitano attività giurisdizionale non sono annoverabili tra le PA. Costituisce, infatti, principio affermato dalla Corte di Cassazione che la
dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, così come
l'autocertificazione in genere, ha attitudine certificativa e
probatoria esclusivamente in alcune procedure amministrative, essendo, viceversa, priva di qualsiasi efficacia in
sede giurisdizionale. Per le acquisizioni dʼufficio e i controlli
sulle dichiarazioni sostitutive, nel caso venga rilasciato, il
certificato deve riportare solo la dicitura " Rilasciato ai fini
dell'acquisizione d'ufficio". I diplomi conseguiti al termine
di un corso di studio o i titoli di abilitazione conseguiti al termine di un corso di formazione, ai sensi dell'art. 42, DPR
28/12/2000, n.445, non sono certificati. Pertanto, devono
essere rilasciati in originale privi della dicitura prevista dal
DPR 445/2000, che va invece apposta sulla relativa certificazione.
1 GIUGNO 2012
Economia
IN RAMPA DI LANCIO. Tutti i compiti e gli incarichi della spa più potente dell’Isola
Corazzata Irfis Finsicilia
Dai Fondi europei alla programmazione, passando per la moratoria sui debiti, il ruolo disegnato
dal governo per la società di cui è unico azionista. Ma che è ancora senza un presidente
DI DANIELE DE JOANNON
PALERMO. Tutto è pronto. Dalla gestione
dei fondi europei in giù. Al nuovo irfis
Finsicilia, però, manca ancora il
presidente. Lʼultima assemblea dei soci
della spa diventata tutta regionale il 10
gennaio scorso (quando è stato
sottoscritto il contratto di cessione del
pacchetto di maggioranza del 76,26% da
UniCredit in favore della Regione), infatti,
ha registrato una fumata nera a causa
dellʼassenza dellʼunico azionista. Il motivo?
Politico. A presiedere la Finanziaria per lo
Sviluppo della Sicilia dovrebbe essere
lʼattuale assessore allʼEconomia, Gaetano
Armao, che così lascerebbe libero un
posto di peso nellʼesecutivo. Ma il
presidente della Regione, Raffaele
Lombardo, ha preso tempo per agevolare
le trattative con gli alleati anche alla luce
delle critiche di alcune associazioni di
categoria. Come la Confapi, che per bocca
del vicepresidente Gaetano Scarito ha
già tuonato: «Evitare le nomine politiche in
enti come lʼIrfis deve essere la regola e
non unʼeccezione. Tutti gli enti regionali
devono essere liberi da condizionamenti
politici e questo deve valere per ora e per il
futuro». A vigilare sullʼIrfis, anche il Cna.
Per segretario Mario Filipello, però, «il
problema non sono le nomine, ma capire
quali sono la mission e il piano industriale
che la Regione vuole affidare all' Irfis: se
deve essere uno strumento a servizio delle
imprese, si devono coinvolgere le aziende
nella sua gestione». A completare il
quadro, anche il recente “incidente di
percorso” del direttore generale della spa,
Vincenzo Emanuele, indagato a Catania
per la sua attività di commissario del
Comune.
DI TUTTO DI PIUʼ. Irfis Finsicilia, grazie
alla Regione, è destinata a diventare la
spa più potente dellʼIsola. La società,
infatti, potrà gestire i fondi comunitari
senza fare ricorso a bandi pubblici per
l'individuazione delle banche che
concedono le risorse alle aziende. Una
vera e propria finanziaria regionale che,
in regime di house providing, lavorerà
per finanziare i programmi di
investimento delle piccole e medie
imprese siciliane, gestendo i fondi
destinati alla realizzazione di piani e
programmi regionali e concedendo
finanziamenti a tasso agevolato alle
imprese e ai consorzi.
AL VIA LA MORATORIA. Cʼè poi il
decreto firmato il 15 maggio scorso, che
estende alla Sicilia l'accordo nazionale
del 28 febbraio 2012 tra Abi e
associazioni professionali per la
moratoria dei debiti contratti dalle
aziende. Si tratta dell'applicazione
operativa dell'accordo, in linea con
l'impegno assunto ad aprile con le 16
associazioni di categoria della Sicilia,
IL FUTURO PRESIDENTE. Gaetano Armao
con cui la Regione ha recepito e
integrato il testo nazionale, coinvolgendo
lʼIrfis, la Crias e lʼIrcac per la moratoria
sui debiti relativi agli investimenti delle
piccole e medie imprese dellʼIsola
E LE NUOVE INTESE. Irfis sarà poi al
centro di una intesa con lo Stato
presentata nei giorni scorsi, al Villino
Florio di Palermo, da Armao e dal
dirigente generale del dipartimento degli
Affari regionali, Antonio Caponnetto,
alla presenza del direttore Emanuele e
del vicepresidente Francesco Nicosia.
Si tratta di un progetto in quattro ambiti
che riguarda le regioni nelle aree a
obiettivo convergenza per favorire lo
sviluppo mediante l'impianto di strutture
finanziarie regionali, l'utilizzo dei nuovi
strumenti di ingegneria finanziaria,
l'impiego efficace delle risorse, nella
pianificazione finanziaria dello sviluppo
territoriale: trasferimento di know how
per impianto e gestione di strutture
finanziarie regionali; programma
integrato di sviluppo delle competenze
sui nuovi strumenti di ingegneria
finanziaria; programma di miglioramento
delle competenze sull'utilizzo di
strumenti finanziari rotativi; programma
di miglioramento delle competenze nella
pianificazione finanziaria dello sviluppo
locale.
centonove
APPUNTAMENTI
Imprese al Tavolo tecnico
Il punto sulle misure di sostegno
PALERMO. Lʼappuntamento è per il
prossimo 8 giugno, data in cui si riunirà il tavolo tecnico istituito per la verifica dell'impatto delle misure fin qui
introdotte a sostegno delle imprese siciliane. A comunicarlo, lʼassessore allʼEconomia, Gaetano Armao, che ha
informato le associazioni di categoria
sulle richieste rivolte al Governo nazionale per l'estensione anche alla Sicilia delle misure che stanno per essere adottate da Roma. Armao ha anche illustrato i contenuti di una nota rivolta alle categorie produttive che fa il
punto sui contenuti del protocollo
d'intesa in materia di iniziative di contrasto alla crisi economica sottoscritto il 20 aprile 2012, con la Commissione regionale abi della Sicilia ed i rappresentanti di diverse Associazioni di
categoria del mondo imprenditoriale.
Si tratta del primo accordo che interviene a livello regionale con l'Abi-Sicilia e si rivolge alle imprese che non
rientrano nell'ambito soggettivo di applicazione dell'accordo nazionale sulla moratoria dei crediti verso il sistema delle imprese. Armao ha auspicato che il Protocollo «possa essere sottoscritto anche dalle associazioni che
non lo hanno ancora fatto e che sono
conseguentemente invitate a farne conoscere il contenuto. Costituisce - ha
proseguito - uno strumento integrativo rispetto a quello posto in essere a
livello nazionale per realizzare un impegno comune per contribuire alla ripresa economica del tessuto produttivo siciliano». «Durante la prima parte dell'anno - ha aggiunto Armao - sono state introdotte misure di sostegno
che prevedono anche la ristrutturazione del debito della piccole e medie
imprese siciliane. Con Decreto dell'Assessore regionale per l'Economia
sono state emanate le direttive sulle
modalità e le procedure per la concessione delle agevolazioni in favore
delle pmi per il consolidamento di passività a breve termine esistenti nei
confronti del sistema bancario».
RIASSUMENDO
Crias e Ircac, si riparte
Sbloccato il Piano Turismo da 700 milioni di euro
PALERMO. E Crias e Ircac? I due istituti che reggono il credito e le agevolazioni per gli artigiani e le cooperative stanno
ripartendo dopo un periodo di blocco. La Cassa regionale è
ancora senza un presidente, nessuno ha sostituito Rosario
Alescio, ma la graduatoria del Bando Turismo, con 500 aziende turistico alberghiere ammesse al finanziamento per oltre
700 milioni di euro di investimenti, è ripartito dopo un lungo
stop pochi giorni fa. Tra le cose fatte, la gestione dei Fondi per
le scorte in agricoltura, lʼerogazione di oltre lʼ80% dei fondi a
valere sulla sottomisura 4.02.b Por Sicilia 2000-2006, il mantenimento di crediti di esercizio agevolati agli artigiani
(14.200), un incremento pari al 50%, rispetto al quadriennio
precedente, dei finanziamenti di scorte, pari a 1200 e la deli-
pagina 31
berazione di altrettanti finanziamenti a medio termine per lo
stesso comparto. Ma anche lʼattribuzione alla Crias di una dotazione finanziaria di quindici milioni di euro dedicata agli autotrasportatori. Per quanto riguarda lʼIstituto Regionale per il
Credito alla Cooperazione, invece, è stato pubblicata la circolare relativa a “Modalità e procedure per la concessione delle agevolazioni previste dalla legge 26 del 9 maggio 2012. Scopo dellʼintervento è di sostenere le imprese cooperative e loro consorzi che registrano situazioni di tensioni finanziarie e
che presentano prospettive economiche positive. Saranno
quindi possibili operazioni di finanziamento a breve, medio e
lungo termine concesse dallʼIstituto e sono ammissibili alla richiesta di sospensiva per 12 mesi del pagamento delle rate a
scadere. Al termine del periodo di sospensione, le cooperative e o consorzi potranno beneficiare dellʼallungamento dellʼammortamento per un periodo non superiore ad un anno per
i finanziamenti a breve termine e per un periodo non superiore a tre anni per i finanziamenti a medio e lungo termine.
Economia
1 GIUGNO 2012
centonove
SAN FILIPPO DEL MELA. La centrale termoelettrica passa al gruppo lombardo
Edipower, rivoluzione A2A
Sindacati e amministrazione comunale attendono il nuovo piano di investimenti.
Da mesi gli impianti lavorano al minimo della potenza. Incerto il futuro
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
SAN FILIPPO DEL MELA. A2A è il
nuovo proprietario della centrale
Edipower di San Filippo del Mela. La
multiutility lombarda ha ufficializzato il
passaggio di proprietà nei giorni scorsi.
Lʼazienda, proprietaria della struttura
siciliana con una potenza di 1200 Mw,
ha lasciato Edison in mano ai francesi di
Edf e ha rilevato la controllata Edipower
che gestisce nove impianti sparsi per lo
stivale: 6 centrali termoelettriche e 3
idriche. La notizia a San Filippo del
Mela si attendeva da tempo. Le
trattative per la transizione andavano
avanti da mesi, proprio per questo non
esiste un piano industriale e non sono
previsti investimenti a breve termine. I
sindacati stanno attendendo che A2A
definisca i quadri aziendali in modo da
fissare un tavolo di trattative. «Oggi
chiudiamo un negoziato lungo e
complesso -si legge in un comunicato
stampa - A2A è orgogliosa del risultato
raggiunto che porta alla conquista di
Edipower, il principale asset produttivo
della Edison. A2A diventa così il
Peppe Cocuzza
secondo operatore elettrico
italiano con circa 12mila MW
di capacità installata e un
efficiente mix produttivo. Una
parte rilevante di questo
portafoglio è composto da
impianti idroelettrici che
contribuiranno a migliorare in
maniera significativa la
redditività industriale del
Gruppo».
A2A è la multiutility
dellʼenergia, quotata alla
Borsa Italiana, nata nel 2008
dallʼaggregazione delle
storiche società lombarde
Aem Milano, Asm Brescia,
AMSA ed Ecodeco. Il Gruppo
A2A opera principalmente nei
settori della produzione, della vendita e
della distribuzione di gas e di energia
elettrica, del teleriscaldamento,
dellʼambiente e del ciclo idrico integrato.
Con un fatturato di 6,2 miliardi di euro,
più di 2 milioni di clienti e circa 9.100
dipendenti. «Definito questo passaggio dice Tanino Morabito della Filctem Cgil occorre parlare del nuovo piano
industriale. Senza nuovi investimenti
difficilmente la centrale potrà essere
competitiva nel mercato dellʼenergia
specialmente con la messa in funzione
del nuovo elettrodotto Terna, in fase di
realizzazione, che consentirà il
raddoppio del passaggio di energia tra
Villafranca (Sicilia) e Rizziconi
(Calabria)». Negli ultimi mesi la centrale
lavora a scartamento ridotto. Basti
pensare che ha a disposizione sei
gruppi da 1200 Mw e ne funzionano due
per un totale di 160-320 Mw. Nel fine
settimane, addirittura, gli impianti non
lavorano. «Diciamo che abbiamo risolto
il problema dellʼinquinamento industriale
- scherza amaro Morabito, facendo
riferimento alle polemiche degli
ambientalisti del territorio - possiamo
dire che in queste condizioni di certo
lʼEdipower non inquina». In realtà
lʼazienda rispetta le norme ambientali
poichè sono stati già effettuati (o sono in
fase di ultimazione) i lavori prescritti
nellʼAutorizzazione integrale ambientale
(Aia) rilasciata dal Ministero
dellʼAmbiente. Due gli investimenti
principali: lʼabbattimento di una
ciminiera da 120 metri, e la
realizzazione di un sistema di “osmosi
inversa” che consenta di recuperare le
LA SOCIETA’
La multiutility che pensa in grande
IL GRUPPO A2A è nato nel 2008 dalla volontà di creare una multiutility che si aprisse ai mercati dei servizi, mantenendo un rapporto stretto e particolare con il territorio. Nato dalla fusione tra AEM, ASM e AMSA, tre aziende con una storia di oltre
100 anni, oggi il Gruppo A2A è: la prima multiutility locale in Italia per ricavi, margini operativi e capitalizzazione di mercato; un player energetico, con una base di
clienti profondamente radicata nel Nord Italia e un portafoglio di asset distribuiti in
Italia; un operatore con una crescita selettiva a livello internazionale in Montenegro (produzione e distribuzione di energia), Francia (cogenerazione e teleriscaldamento), Regno Unito, Grecia e Spagna (sviluppo di impianti di trattamento dei rifiuti). Il modello di business di A2A comprende un mix di attività “green”. Con lʼacquisizione di Edipower è diventato il secondo gestore elettrico nazionale.
AMBIENTE
Alta tensione per Terna
Il comitato dei cittadini chiede
le concessioni edilizie... sotto i tralicci
PACE DEL MELA. A complicare il rilancio dela centrale
Edipower di San Filippo del Mela e la costruzione del
nuovo elettrodotto Terna. Unʼopera che si sta scontrando
anche con le proteste dei cittadini per il passaggio dei
tralicci in alcuni quartieri. Il comitato dei cittadini pacesi,
guidato da Angela Bianchetti, è ritornata allʼattacco e
chiede al comune la visione delle concessioni edilizie
rilasciate dallʼente nella fascia di interesse del
realizzando Elettrodotto Sorgente -Rizziconi. Nel mirino
lʼassessore allʼAmbiente Carlo De Gaetano che, secondo
quanto riporta una diffida del comitato, il giorno dopo la
sua nomina avvenuta il 30 giugno 2008 si sarebbe visto
rilasciare dagli uffici comunali la concessione edilizia per
la costruzione di un fabbricato proprio nel corridoio. «Il
comitato - spiega Angela Bianchetti - sta facendo un
censimento di tutti gli immobili ricadenti nella fascia di
intervento dell'elettrodotto per valutare i danni che la
costruzione dell' elettrodotto
provocherà ai cittadini di pace del
mela. Ma, nonostante le concessioni
siano atti pubblici, ci è stato negato
con scuse sterili la visione, e non solo,
ad oggi il sindaco Pippo Sciotto non si
è degnato di dare nessuna risposta.
Proprio per questo chiediamo le
dimissioni dellʼassessore per palese
conflitto dʼinteresse». Le tensioni
continuano anche tra i cittadini.
Angela Bianchetti
recentemente è nato un altro
pagina 32
comitato, “Alta tensione” che si aggiunge al
Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno,composto
dalle associazioni Tu.Dir.da.i., Adasc, Tsc , Pro Loco di
Pace del Mela e alla Tat. «Tali Associazioni vantano il
merito di aver attenzionato il problema
dell'attraversamento dell'elettrodotto Terna Sorgente Rizziconi sul nostro territorio comunale
- cntinua bianchetti - ed il loro impegno
ha determinato un cambio di direzione
della Provincia Regionale di Messina la
quale ha fatto capire al colosso Terna di
rivedere il progetto ed ha promosso
l'indizione di un referendum. A
promuovere “Alta Tensione” è un
consigliere che non ci ha mai
sostenuto. Ci dica in che cosa abbiamo
sbagliato. Così, si crea solo caos e si
favorisce chi vuole ostacolarci».
centonove
Economia
1 GIUGNO 2012
acque oleose per azzerare entro lʼanno
lʼutilizzo di acqua di falda. «La centrale
ha del personale qualificato e tutte le
carte in regola per essere competitiva conclude Morabito - però lʼazienda ci
deve dire quali sono i suoi programmi o
ci avvieremo verso una lenta agonia».
Sulla stessa lunghezza dʼonda anche
Carlo Caruso della Uil. «Auspichiamo
chiarezza al più presto - dichiara tenendo conto il mantenimento della
forza lavoro (attualmente 218
dipendenti, ndr) e le esigenze
ambientali del territorio. Eʼ logico che si
dovrà tenere conto del nuovo piano
energetico regionale e nazionale».
Contattato lʼufficio stampa di A2A ha
rinviato il rilascio di dichiarazioni in
attesa che vengano definiti i nuovi
vertici aziendali. Sul futuro della
centrale, nei mesi scorsi, si erano fatte
le ipotesi anche le più improbabili.
Destituita di fondamento lʼipotesi di
realizzare al suo interno un
termovalorizzatore. «La redditività di
questa centrale è bassa - rivela il
sindaco di San Filippo del Mela, Peppe
Cocuzza - e temiamo che in un progetto
di rilancio di Edipower e di
ottimizzazione dei costi la centrale
siciliana possa essere penalizzata».
Lʼamministrazione comunale ha seguito
da vicino la vicenda sul passaggio di
proprietà ed è in attesa di un incontro
con i rappresentanti di A2A. «Siamo
preoccupati che possa andare
lentamente verso la chiusura - conclude
Cocuzza - in base alle prescrizioni
dellʼAia, infatti, due gruppi da 160
dovranno essere smantellati. Sarebbe
un danno enorme per il tessuto sociale
del nostro territorio. Cʼè troppa
incertezza».
MELILLI. Il progetto da 800 milioni di euro sul tavolo del governatore
Rigassificatore, andamento lento
L’iniziativa proposta dalla joint venture tra Erg e Shell ha tutti i pareri positivi.
Manca solo la firma finale. I sindaci chiedono investimenti sul territorio
MELILLI. Rimane nel limbo il
progetto di un rigassificatore da
800 milioni di euro da realizzare a
Melilli. A presentare il progetto è
stata la “Ionio Gas” che vede
azionisti Erg e Shell. Ma dalla
Regione ancora non si ha notizia di
una decisione. Dal 30 marzo il
decreto rimane sul suo tavolo del
governatore Raffaele Lombardo
con il parere positivo
dellʼassessorato all´Energia. A
prendere la decisione, formalmente
deve essere la giunta, visto
lʼimportanza del procedimento. I
numeri sono da capogiro in un
momento di forte recessione
economica che sta attraversando il
paese: 800 milioni di euro di
investimento, un migliaia di nuovi
posti di lavoro, 32 milioni di
compensazioni ai Comuni. Eppure
lʼiter va avanti da sette anni.
Lʼautorizzazione già firmata
dall´assessore Giosué Marino (da
pochi giorni dimissionario) e dal
dirigente generale Gianluca Galati,
«autorizza a realizzare un
rigassificatore nel Comune di Melilli
della capacità di 8 miliardi di metri
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pagina 33
cubi di gas all´anno incrementabile
fino a 12 miliardi». LʼErg, secondo
lʼatto, si dovrà assumere una serie
di investimenti in materia
ambientale: dalla predisposizione
di un piano di monitoraggio della
qualità dellʼaria, alla viabilità, a
interventi per il miglioramento delle
acque marine del comprensorio
Melilli-Priolo. Una situazione di
stasi contestata anche da
Confindustria Sicilia. Di fuoco le
parole dell´ex presidente Ivan Lo
Bello che più volte ha attaccato
Raffaele Lombardo
Palazzo d´Orleans. A chiedere
interventi a favore del territorio (la
Raffineria ha avviato una cassa
integrazione per 400 dipendenti)
tramite un documento firmato dalle
aziende e dai sindacati insieme
anche ventuno sindaci della
provincia di Siracusa. Chiedono un
incontro al governatore per dare
respiro allʼeconomia locale. In cima
all'agenda proposta dai sindaci e
dalle associazioni, ci sono le
proposte per rendere cantierabili i
progetti per le opere pubbliche che
ammontano a cinque miliardi
di euro e riguardano i lavori
per i tre lotti dell' autostrada
"Siracusa-Gela" nel tratto
che collegherà Rosolini a
Modica, il raddoppio della
superstrada CataniaRagusa. Lo sblocco di
finanziamenti privati per due
miliardi di euro e una serie di
progetti necessari per il
rilancio dell' area industriale
di Priolo. Il riferimento è in
particolare al rigassificatore
di Melilli e all' impianto di
cogenerazione della "Esso".
Economia
1 GIUGNO 2012
MILAZZO. Il legale messinese Parrinello promette il rilancio dell’azienda traino del Centro commerciale
Carrefour , “ci penso io”
Il docente universitario manda all’aria i piani di Immacolato Bonina e Nino Giordano.
Il titolare della Sigma aveva accarezzato il sogno di comprare il marchio e i dipendenti
DI
MICHELE SCHINELLA
MESSINA. Lʼincarico glielʼha attribuito il
ministro dello Sviluppo Economico,
Corrado Passera. Il legale messinese,
Marcello Parrinello, non ha perso
tempo e si è subito tuffato nellʼavventura
di commissario straordinario di Grande
distribuzione meridionale Spa, azienda
titolare di vari supermercati in Calabria e
in Sicilia e da tempo in crisi. Su di lui
sono riposte le speranze delle famiglie
dei 495 lavoratori dipendenti
dellʼazienda che gestisce gli ipermercati
della francese Carrefour in Calabria e
Sicilia più numerosi supermercati dei
marchi Quiiper, Dìperdì e Docks market:
104 di questi lavoratori erano fino allo
scorso anno impiegati al Carrefour
aperto nel Centro commerciale di
Milazzo, di proprietà dell'imprenditore
messinese Nino Giordano: sino al 7
luglio 2012 sono in cassintegrazione.
La nomina di Marcello Parrinello
scompagina i piani di Immacolato
Bonina, imprenditore titolare del
marchio Sigma e Mercati alimentari, che
da tempo trattava lʼacquisto del punto
vendita e della licenza commerciale. La
trattativa era seguita con favorevole
attenzione dallo stesso Nino Giordano,
che vanta crediti nei confronti di Gdm e
è molto preoccupato per il calo di
presenze nel Centro commerciale dopo
la chiusura della Piattaforma alimentare.
Al docente universitario di diritto civile
sono stati sufficienti alcuni giorni di
lavoro, infatti, per arrivare a tre
conclusioni che lasciano intravedere
quale sarà il leit motiv dellʼazione di
amministratore: «Il contratto dʼaffittto
dʼazienda con Eurologistick Spa sarà
sciolto per inadempienza. Lʼazienda è
risanabile. E, per questo, chiederò
lʼaccesso ai Fondi sulle grandi aziende
in crisi». Come dire, “Ci penso io” a fare
quello che non sono riusciti a fare gli
imprenditori che mi hanno preceduto.
Tradotto in termini concreti, significa
che il commissario straordinario non ha
alcuna intenzione di cedere il punto
vendita e vuole continuare a portare
avanti lʼattività di impresa. «Non cʼè
dubbio che la nomina del commissario
straordinario segna un battuta
dallʼarresto dellʼintera operazione che
era sul punto di andare in porto. Credo,
anzi, si possa affermare sia del tutto
saltata», sottolinea lʼimprenditore di
Barcellona Pozzo di Gotto.
IL PIANO BONINA. Lʼimprenditore
Immacolato Bonina si era detto
disponibile a riassumere tutti i 103
dipendenti ma attendeva che dalla
cassa integrazione passassero alla
mobilità. Il motivo? Assumere personale
in mobilità, grazie agli sgravi contributivi
previsti dalla legge, costa il 40% in
meno circa per due anni.
La proposta avanzata dal patron del
“Gruppo Bonina” prevedeva lʼipotesi di
impiego nellʼex Carrefour, inserito nel
Marcello Parrinello
Centro commerciale “Milazzo” di
Olivarella, di 40 unità di personale. I
restanti 63 dipendenti sarebbero stati
reimpiegati invece in altri tre punti
commerciali di prossima apertura: il
primo un punto vendita a Villafranca che
si sta realizzando in prossimità del
lungomare e altri due nel capoluogo: a
Messina Zir, nellʼex edificio del Gruppo
Franza adibito a sede del Messina
Calcio, il terzo in località Zafferia. Ma
lʼinteressato tergiversare di Bonina e
lʼavvento di Parrinello ha fatto saltare
lʼoperazione.
LE REAZIONI. Carmelo Garufi,
segretario provinciale della Filcams
della Cgil, commenta: «Se Marcello
Parrinello ha idee chiare e può contare
su un management serio, la sua
annunciata opera di risanamento e di
rilancio è benvenuta, altrimenti cʼè il
rischio che tra un anno ci si trovi punto e
Immacolato Bonina
centonove
daccapo ma ne frattempo lʼunico
imprenditore serio che sinora si è fatto
avanti magari sarà sparito».
DELUSIONE. Il naufragio del piano di
Bonina è stato accolto con delusione da
Nino Giordano, imprenditore con
interessi che spaziano dal campo degli
aerei, alle pulizie e al settore
immobiliare, che teme la moria degli
esercizi commerciali e quindi un calo
degli introiti derivanti dagli affitti
dellʼimmobile.
«Da quando il Carrefour ha abbassato
le saracinesche cʼè stato un calo
notevole delle presenze in contrada
Olivarella», osserva il sindacalista
Carmelo Garufi.
Alla discesa in campo di Bonina così
guardavano con ansia non solo i 104 in
cassintegrazione ma anche gli 87
dipendenti che costituiscono lʼindotto
della piattaforma alimentare.
DECISIONISMO. Per rilanciare in prima
persona Gdm Spa Marcello Parrinello
deve sciogliere il contratto dʼaffitto con
Eurologistick Spa, a cui i precedenti
amministratori aveva affittato il ramo
dʼazienda. «Ho studiato le carte. Ci
sono i margini per risolvere il contratto»,
ha dichiarato il docente di diritto
societario.
A dispetto dell'accordo siglato in
Prefettura, il mese di luglio del 2011
infatti, molti operai ancora non sono
stati riassorbiti al lavoro proprio a causa
delle difficoltà economiche in cui naviga
Eurologistick, che non ha neppure
pagato regolarmente i lavoratori
riassunti e non ha pagato neppure il
canone di locazione.
Nino Giordano
IL PERSONAGGIO
Impresa, che passione
Il docente con un passato burrascoso al gruppo Versaci
MESSINA. Avvocato e professore universitario Marcello Parrinello la passione per lʼimprenditoria ce lʼha da tempo tanto che da
docente di diritto Civile alla Facoltà di Giurisprudenza si è “trasformato” docente di diritto Societario alla facoltà di Economia dellʼateneo di Messina. La passione del giurista per lʼimpresa e lʼeconomia risale agli anni a cavallo degli anni duemila quando il Tribunale e la Procura di Messina gli attribuirono la curatela e lʼamministrazione giudiziaria di alcune tra le imprese più importanti della
città: tra queste le società del gruppo imprenditoriale dei tre fratelli Versaci, Pippo, Carlo e Nino, finito nella bufera di tangentopoli.
Nominato il 25 ottobre del 2001 amministratore giudiziario delle
quote di Nino Versaci, finito agli arresti, Marcello Parrinello ci prese tanto gusto ad esercitare lʼattività dʼimpresa che si alleò con gli
pagina 34
altri due fratelli, entrati nel frattempo in rotta di collisione con Nino.
La fiducia di Carlo e Nino nei suoi confronti fu tale che lo nominarono presidente del Cda di Cariboni Autostrade e Gallerie Spa e
Benedetto Versaci Spa, le due società operative del gruppo, titolari di commesse per milioni di Euro in tuttʼItalia. Non solo. Parrinello costituì due imprese con i figlio di ciascuno dei due fratelli suoi
alleati. Quando lʼamministrazione giudiziaria cessò, nel 2004, e Nino tornò nella piena titolarità delle sue quote lo scontro con il docente fu feroce. Nino Versaci impugnò in Tribunale, senza successo, vari atti di Parrinello, che accusava tra le righe di non fare
gli interessi della società di non essere trasparente nei confronti dei
soci. La fiducia degli altri due fratelli venne meno nel 2007. Uno dei
soci gli chiese come andavano le cose in Cariboni Spa, Parrinello
prima rispose che tutto andava bene ma dopo qualche settimana
comunicò che bisognava ricapitalizzare (ipotesi che poteva aprire
il varco per lʼavvento di altri soci) con milioni di euro se non si volevano portare i libri in Tribunale. Un consulente disse che non era
necessario. Parrinello fu defenestrato. (M.S.)
centonove
Economia
1 GIUGNO 2012
PIRAINO. La società che gestisce il servizio prenotazioni dell’Asp di Messina nel mirino della Finanza
Radio Call? E’ fuori onda
Secondo le Fiamme Gialle ci sarebbe stato uno scambio di fatture false con una società
dello stesso gruppo. Evasi quasi 2 milioni nel 2008. Senza stipendi i 90 dipendenti
DI CATERINA SCAFFIDI
PIRAINO. Fornisce servizi di call center per
lʼAzienda Sanitaria Provinciale di Messina,
lʼAzienda Ospedaliera Ospedali riuniti
Papardo e Piemonte e lʼAzienda
Ospedaliera Universitaria Vittorio
Emanuele di Catania. Radio Call Service
s.r.l, impresa di Piraino con una novantina
di dipendenti provenienti da tutto
lʼhinterland nebroideo è finita nel mirino
della Guardia di Finanza per un giro di
presunte fatture false scoperte dagli
inquirenti della Guardia di Finanza di Capo
Una protesta delle dipendenti di Radio Call di fronte alla prefettura
Nella foto grande
la protesta
dei dipendenti
di Radio Call service
di fronte
alla prefettura
di Messina.
La società
di Piraino fornisce
servizi di call center
per lʼAzienda Sanitaria
Provinciale
di Messina, lʼAzienda
Ospedaliera Ospedali
riuniti Papardo
e Piemonte
e lʼAzienda
Ospedaliera
Universitaria Vittorio
Emanuele di Catania.
Ad amministrare
lʼazienda
è Michela Pizzino
che ha preso le redini
dal padre Giuseppe,
ex patron delle
camicerie Castello.
Secondo i vertici
di Radio Call service
i problemi economici
sarebbero legati
ai ritardi
dei pagamenti
da parte dei diversi
fornitori.
dʼOrlando. Sette milioni e mezzo di euro la
cifra contestata e riguarda, oltre che la
prima società di telecomunicazioni, anche
unʼazienda dello stesso settore con sede a
Ficarra. Pare, infatti, che le due aziende
avrebbero occultato al fisco nel 2008, costi
non deducibili per 725 mila euro ed evaso
1.793.000 euro di Iva. Inoltre il bluff fiscale
riguarda 37 mila euro di Irap e lʼomesso
versamento di Irpef, Ires ed Inps per oltre
600 mila euro. È stato accertato, infatti, che
lʼazienda pirainese priva di patrimonio e
dunque non “punibile” dal fisco, attraverso
lʼemissione di fatture false avrebbe
permesso alla seconda società, con sede a
Ficarra, di annullare il carico fiscale
eludendo il pagamento delle imposte. Alla
fine delle indagini il risultato che ne è
scaturito è stato la denuncia a piede libero
del legale rappresentante di entrambe le
aziende con le accuse di emissione di
fatture false e dichiarazione fraudolenta.
Ma il comandante Stefano Musumeci, della
Guardia di Finanza di Capo dʼOrlando,
sostiene che lʼindagine potrebbe rivelare
retroscena più ampi che riguardano
unʼaltra inchiesta di maxi evasione che fu
realizzata lʼanno scorso e che vide
protagoniste altre società di Brolo e Piraino
del settore tessile e vicina allo stesso
gruppo imprenditoriale di Radio Call
Service. Non è la prima volta che questa
società balza agli onori della cronaca, a
dicembre le dipendenti hanno protestato
per ottenere gli stipendi arretrati. La
situazione non è migliorata.
Radio Call Service nasce nel 1984, oggi
può far leva su un fatturato che va oltre i 50
milioni di euro, ideatore dellʼiniziativa
imprenditoriale è stato il brolese Giuseppe
Pizzino. Sin dagli ultimi anni ʼ80, infatti,
Pizzino individuò professionisti, medici e
imprenditori e propose loro la possibilità di
essere rintracciati in ogni momento della
giornata. Allora lʼepoca dei telefonini era
lontana, così Pizzino scoprì sui mercati
esteri i cercapersone e trovò così la
“mission” della sua azienda. Lʼazienda fa
capo a una delle società da lui dirette, tra
queste vi è anche la “Castello S.r.l”, nota
impresa siciliana del settore tessile. Ad
oggi, però, per una serie di problematiche
giudiziarie che hanno visto protagonista
lʼazienda non è più Giuseppe Pizzino
lʼamministratore unico dellʼimpresa, ma la
figlia Michela. Riguardo alla questione degli
stipendi arretrati la famiglia Pizzino si
difende sostenendo che la crisi di liquidità
dellʼazienda è dovuta al mancato incasso
dei crediti vantati nei confronti della
Regione. «Si tratta di un milione e 200 mila
euro- dice Michela Pizzino- a questi si
aggiungono altri i crediti commerciali, circa
un milione di euro».
VILLAFRANCA
Telcom, di sicute al consiglio Femca Cisl
VILLAFRANCA. Tenere alta lʼattenzione sulla vertenza Telcom e sulle problematiche del tessuto produttivo industriale
del territorio. Questo lʼobiettivo della Femca Cisl che ha scelto di svolgere il prossimo Consiglio Generale del sindacato
il 18 giugno nellʼaula consiliare del comune di Villafranca Tirrena. Una riunione aperta alla cittadinanza - si legge nella nota del sindacato - nella speranza che possa emergere un dibattito costruttivo e concreto sul futuro del comprensorio industriale che va da Villafranca a Milazzo. Intanto la scorsa settimana è stata raggiunta l'intesa con la Telcom impegnatasi
a privilegiare le eventuali proposte di acquisto del capannone dellʼarea ex Pirelli e nel riconoscere agli ex 18 dipendenti
l'indennizzo di 3.600 euro ad integrazione del regime di mobilità. (Antonio Bonaccorso)
pagina 35
Economia
1 GIUGNO 2012
OCCORRE SAPERE di Salvatore Cifalà
UOMINI&BUSINESS
Scambi di studenti, record Erasmus
LA MOBILITA DELL'APPRENDIMENTO
è un obiettivo chiave della strategia Europa
2020 per la crescita e l'occupazione ed è il
fulcro dell'iniziativa della Commissione
'Youth on the Move' che prende le mosse
dal successo di Erasmus. Lo scorso
settembre la Commissione, nell'ambito
della sua strategia per la modernizzazione
dell'istruzione superiore ha ribadito la
necessità di offrire maggiori opportunità agli
studenti di acquisire abilità grazie a uno
studio o a una formazione all'estero.
L'obiettivo europeo in tema di mobilità
studentesca complessiva è raggiungere
almeno il 20% entro la fine del decennio.
Attualmente, circa il 10% di studenti studia o
riceve una formazione all'estero con il
sostegno di Erasmus o di altri sistemi
pubblici e privati. Circa il 4,5% di loro riceve
una borsa Erasmus. Erasmus non si
occupa solo degli studenti e del personale
degli istituti di istruzione superiore, ma
attraverso il finanziamento di progetti e reti
transnazionali, consente anche alle
istituzioni di istruzione superiore di
collaborare tra loro. A novembre la
Commissione ha presentato la propria
proposta relativa a 'Erasmus for All', un
nuovo programma globale che accorpa
Erasmus con gli altri programmi su scala
internazionale nel campo dell'istruzione,
della formazione, della gioventù e dello
sport, rimpiazzando sette programmi attuali
con uno solo. La Commissione ha proposto
un bilancio di 19 miliardi di euro per
Erasmus for All nel periodo 2014-2020, il
che rappresenta un aumento di circa il 70%
rispetto all'attuale bilancio settennale per i
programmi esistenti. Due terzi dei
finanziamenti nell'ambito di Erasmus for All
erogheranno borse per accrescere la base
di conoscenze e competenze. L'importo
rimanente sosterrà la cooperazione tra
istituzioni, aziende e altre organizzazioni.
Venticinque anni dopo il suo avvio Erasmus
è diventato il programma dell'UE più noto e
il più efficace sistema di scambio di studenti
al mondo. Più di 231 000 studenti hanno
ricevuto borse Erasmus per studiare o
ricevere una formazione all'estero nel corso
dell'anno accademico 2010-11 – ciò
costituisce un nuovo record e un aumento
dell'8,5% rispetto all'anno precedente. Con
l'attenzione che consacra alle lingue,
all'adattabilità, alla consapevolezza
interculturale e alla leadership, Erasmus
conferisce ai giovani abilità essenziali per
accrescere la loro occupabilità e assicurare
il loro sviluppo personale. Da quando ha
preso il via nel 1987 il programma ha offerto
a più di 2,5 milioni di studenti europei
l'opportunità di andare all'estero per
studiare presso un'istituzione di istruzione
superiore o per un collocamento lavorativo
in impresa. Se si confermano le tendenze
attuali, l'Unione europea raggiungerà il
proprio obiettivo di recare sostegno a 3
milioni di studenti Erasmus entro il 2012-13.
Nel 2010-11 le tre destinazioni più popolari
tra gli studenti sono state la Spagna, la
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Credito d’imposta per nuove assunzioni
SEMBRA SBLOCCARSI FINALMENTE il credito di imposta sulle assunzioni
previsto dal decreto legge 70/2011. Ne ha dato notizia la Presidenza del Consiglio dei Ministri l'11 maggio scorso, la quale ha annunciato che è stato approvato il decreto attuativo previsto dal Dl 70/2011.
Si tratta di un incentivo pari alla metà del costo del lavoro sostenuto dai datori di
lavoro che assumono nelle aree svantaggiate lavoratori a tempo indeterminato
in sovrannumero rispetto alla forza al 13 maggio 2011.
I lavoratori interessati sono quelli individuati dal regolamento Ce 800/2008 tra i
quali: disoccupati, disabili, ultra cinquantenni, donne che lavorano in settori che
registrano una occupazione minore rispetto alla media. La durata del beneficio
varia da 1 a 3 anni a seconda del grado di svantaggio del soggetto inserito. Non ce ne vogliano
gli ottimisti, ma dopo i precedenti annunci di imminente avvio dei mesi scorsi, la prudenza é comunque d'obbligo.
Già un comunicato stampa del Ministero del Lavoro nel mese di ottobre scorso dava per imminente l'avvio della misura agevolativa in quanto si leggeva - era giunto l'ok comunitario. Se dopo
oltre un anno (l'incentivo é in vigore dal 14 maggio dello scorso anno, ma finora é rimasto sospeso), quindi, i datori di lavoro delle aree svantaggiate del Paese che ne hanno diritto, dovrebbero poter finalmente
recuperare le somme spettanti e da essi anticipate in un periodo peraltro così difficile, occorre ricordare che ancora la compensazione non é possibile. La palla
passerà infatti alle Regioni che dovranno stabilire termini e modalità di fruizione
del bonus con decreto dirigenziale, adottato entro 30 giorni dallʼentrata in vigore
del citato provvedimento, attuativo della legge. Per accedere al beneficio, i datori di lavoro ed i consulenti del lavoro che li assistono dovranno inoltrare apposita istanza alla Regione competente che successivamente comunicherà lʼammissione al bonus, nei limiti delle risorse disponibili stanziate. Ricordiamo, infatti, che le risorse stanziate sono: Abruzzo (4 milioni di euro), Molise (1 milione di
euro), Basilicata (2 milioni di euro), Campania (20 milioni di euro), Calabria (20
milioni di euro), Puglia (10 milioni di euro), Sicilia (65 milioni di euro) e Sardegna
(20 milioni di euro). L'euforia, quindi, va quantomeno rinviata ad un momento successivo e cioè a quello in cui lʼagevolazione sarà effettivamente fruibile.
centonove
Francia e il Regno Unito. La Spagna ha
anche inviato il maggior numero di studenti
all'estero, seguita da Francia e Germania. Il
Lussemburgo ha inviato all'estero il maggior
numero di studenti in proporzione alla
popolazione studentesca nazionale. Il
bilancio Erasmus 2010-11 consacrato alla
mobilità degli studenti e del personale delle
istituzioni di istruzione è stato di circa 460
milioni di euro. "Il programma Erasmus, di
cui quest'anno celebriamo l'anniversario
d'argento, è una delle maggiori success
stories dell'Unione europea. In questi tempi
difficili le abilità acquisite grazie agli studi e
ai collocamenti Erasmus sono più preziose
che mai," ha affermato Androulla Vassiliou,
commissario europeo responsabile per
l'istruzione, la cultura, il multilinguismo e la
gioventù. Sul numero complessivo di
studenti che hanno fruito di un sostegno nel
2010-11 circa 190 000 hanno scelto di
trascorrere fino a 12 mesi del loro
programma di laurea all'estero presso
un'università o un'altra istituzione di
istruzione superiore in uno dei 32 paesi che
partecipano ad Erasmus. Il numero di
studenti che hanno scelto l'opzione di studio
è aumentato del 7,2% rispetto al 2009-10.
I collocamenti lavorativi in imprese estere
hanno ricevuto un sostegno da Erasmus sin
dal 2007 e sono sempre più popolari. Nel
2010-11 uno studente Erasmus su sei, pari
a un totale di circa 41 000 studenti, ha
scelto questa opzione. Ciò costituisce un
aumento del 15% rispetto all'anno scorso.
ALIMENTARE
Ficodindia San Cono
Richiesta dop in Gazzetta
PALERMO. "E' stata
pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale dell'Unione Europea
la domanda di registrazione
del disciplinare di produzione
della Dop 'Ficodindia di San
Cono'. La denominazione di
origine protetta è riservata ai
frutti provenienti dalle seguenti
cultivar della specie 'Opunzia
Ficus Indica': 'Surfarina', detta
anche 'Gialla' o 'Nostrale';
'Sanguigna', detta anche
'Rossa'; 'Muscaredda' o
'Sciannarina'. detta anche
'Bianca'. E' ammessa anche
una percentuale non superiore
al 5% degli ecotipi locali delle
selezioni di 'Trunzara'. Tra le
caratteristiche distintive del
'Ficodindia di San Cono' ci
sono le grandi dimensioni dei
frutti, la buccia dai colori
intensi e vivi, un profumo
molto delicato e un sapore
molto dolce. La zona di
produzione del 'Ficodindia di
San Cono' comprende il
territorio posto ad altitudine
compresa tra 200 e 600 metri
s.l.m., dei comuni di San
Cono, San Michele di
Ganzaria, Piazza Armerina e
Mazzarino.
pagina 36
CAMERA DI COMMERCIO
Montante rieletto a Caltanissetta
CALTANISSETTA. Si è insediato il nuovo consiglio della Camera di Commercio di Caltanissetta che ha riconfermato, all'unanimità, alla presidenza Antonello Montante. La conferma arriva dopo due anni di mandato e di un percorso avviato con la nomina di Marco Venturi, nel dicembre del 2006.
CITTA’ DEL MIELE
A Sortino la presidenza
SIRACUSA. E' il sindaco di Sortino, Vincenzo Buccheri, il nuovo presidente de
Le Città del Miele, la rete nazionale dei
territori che danno origine e identità ai
mieli italiani. Buccheri è stato eletto nel
corso dell'assemblea nazionale.
BORGHI PIÙ BELLI DI SICILIA
Bartolo Vienna coordinatore
GERACI SICULO. Nuovo coordinatore
dei Borghi più belli di Sicilia è il sindaco
di Geraci Siculo Bartolo Vienna che subentra al sindaco di Castelmola Antonietta Cundari. In unʼassemblea che si è
tenuta a Brolo, il primo cittadino è stato
eletto coordinatore degli 11 comuni Siciliani, Brolo, Castelmola, Castiglione di
Sicilia, Cefalù, Gangi, Geraci Siculo,
Montalbano Elicona, Novara, San Marco d'Alunzio, Savoca e Sperlinga.
CONSUMATORI
Le clausole vessatorie
DI FRANCESCO SURIA
LE CLAUSOLE vessatorie, ovvero le condizioni
contrattuali che stabiliscono, a favore di colui che le
ha predisposte, limitazioni di responsabilità, facoltà
di recedere dal contratto o di sospenderne
l'esecuzione, ovvero sanciscono a carico dell'altro
contraente decadenze, limitazioni alla facoltà di
opporre eccezioni, restrizioni alla libertà contrattuale
nei rapporti coi terzi, tacita proroga o rinnovazione
del contratto, clausole compromissorie o deroghe
alla competenza dell'autorità giudiziaria non hanno
effetto, se non sono specificamente approvate per
iscritto. Sul punto è recentemente intervenuta una
sentenza della Corte di Cassazione che ha
confermato il principio che l'adempimento della
specifica approvazione per iscritto delle clausole
vessatore può dirsi assolto soltanto quando le stesse
siano oggetto di una approvazione separata,
specifica ed autonoma, distinta dalla sottoscrizione
delle altre condizioni dell'accordo.
Ciò al fine di richiamare l'attenzione del contraente
debole verso il significato di quella determinata e
specifica clausola a lui sfavorevole.
Quindi se la distinta sottoscrizione richiami più
condizioni generali di contratto può considerarsi
valida solo se tutte le clausole richiamate siano
vessatorie mentre il richiamo in blocco di tutte le
condizioni generali di contratto
o di gran parte di esse, comprese quelle prive di
carattere vessatorio, determina lʼinefficacia delle
clausole.
Adiconsum Messina
centonove
MONUMENTI,
MAMMA... LI RUSSI
A Messina, Taormina e Reggio iniziative
in memoria del terremoto del 1908
PAG. 38
poster
1 GIUGNO 2012
FORTE GONZAGA
DA ESPUGNARE
Lʼistituto nazionale dei castelli riapre
la struttura di Messina
PAG.
43
MURALES DI UMANITA VARIA
EVENTI. FINO AL 7 GIUGNO LA SECONDA EDIZIONE DEL “QUEER FILM FESTIVAL”, RASSEGNA DEDICATA AL MONDO OMOSESSUALE
Palermo, il cinema è “friendly”
Fra gli ospiti
Vladimir Luxuria
ed Emma Dante
LA PARATA
.”Gay
Pride”,
via alle danze
Eliseo Laganà
DI STEFANIA PREVITE
PALERMO. Dopo il successo dello
scorso anno, torna a Palermo il “Queer
Film Festival”, rassegna
cinematografica dedicata al mondo gay
e lesbico. Alessandro Rais e i suoi
collaboratori hanno deciso infatti di
scommettere nuovamente sul
capoluogo siciliano, che ospiterà il
festival dallʼ1 al 7 Giugno. La madrina
della kermesse, ospite durante la serata
inaugurale presso il Cinema Rouge et
Noir, sarà Vladimir Luxuria, da sempre
in prima linea per lʼabbattimento delle
strutture mentali e sociali che danno
una connotazione negativa al nuovo,
allo strano e al diverso. La giuria di
esperti sarà presieduta invece
dallʼattrice, regista e
drammaturga Emma Dante.
IL PROGRAMMA. Saranno sette giorni
frenetici per i partecipanti al film fest,
che questʼanno è il più trasversale
possibile e cerca di abbracciare quante
più forme di espressione, con 57 film
presentati (tutte prime in prima
proiezione per la Sicilia e con anteprime
nazionali e internazionali), 4 tavole
rotonde, 4 presentazioni di libri, 3
mostre di arti visive e 1 spettacolo
teatrale. I concorsi promossi dagli
organizzatori sono il “Queer Short”, gara
di cortometraggi con 15 titoli provenienti
da tutto il mondo, e il “Panorama
Queer”, con lungometraggi e
documentari nazionali e internazionali.
Il festival però sarà anche un modo per
omaggiare tutti gli artisti che con il
proprio lavoro hanno contribuito ad
arricchire e sdoganare le “nuove
visioni”. Il primo omaggio sarà per
Serge Daney, critico cinematografico
francese scomparso 20 anni fa, che
Andrea Inzerillo, curatore dellʼevento,
ricorda così: «Ci piacerebbe, con
Daney, scoprire e riscoprire una vitalità
della visione e trovare il senso di
indignazione contro quei prodotti che la
nostra epoca, senza cinema, si è
rassegnata a subire passivamente». A
tal proposito verrano invitati ad una
tavola rotonda sul senso della “critica
cinematografica oggi” numerosi giovani
che scrivono su riviste on-line. Un altro
omaggio dovuto è quello al regista
Werner Schroeter, maestro del nuovo
cinema tedesco, che verrà ricordato con
la proiezione del documentario
realizzato da Elfi Mikesch “Mondo Lux”
e con la proiezione del film che
condusse il maestro Schroeter in
Sicilia: “Palermo oder wolfsburg”, tratto
dal romanzo di Giuseppe Fava “La
passione di Michele”. Nella sezione
“Letterature Queer”, coordinata da
Silvia Antosa, saranno presentati
quattro libri: le poesie di Vittorio
Lingiardi “La confusione è precisa in
amore”; “Il porno espanso”
di Maina e Zecca; “Feticci” di Massimo
Fusillo, presentato da Giampiero
Piretto e “Lʼinvenzione della virilità”,
di Sandro Bellassai. La giuria del
festival assegnerà il premo intitolato a
Nino Gennaro, “esempio di intellettuale
siciliano eclettico e non allineato,
coscienza civile scomoda e poetica”, al
giornalista spagnolo Eduardo
Mendicutti, uno degli autori più
importanti della letteratura omosessuale
spagnola. Il premio è dedicato agli
intellettuali che promuovono e
diffondono la cultura “queer”
e che sono impegnati nella
difesa dei diritti dei Glbt.
Il trailer dellʼevento
sarà realizzato da
Stefano Savona,
vincitore questʼanno
del David di
Donatello per il
miglior film
documentario. Il
regista presenterà
in anteprima il film
“Palazzo delle
Aquile” vincitore del
“Festival Cinéma
du Réel a
Parigi nel
2011”.
pagina 37
Vladimir Luxuria
PALERMO. Con molta probabilità ospiterà lʼedizione 2013 del “Gay Pride”, ma
in attesa della decisione del movimento Lgbt nazionale, che dovrà “rispondere” alla candidatura del capoluogo
siciliano proposta del Consiglio nazionale di Arcigay, la città di Palermo si appresta a fare le “prove generali” del raduno nazionale con la prossima edizione del “Palermo Pride”, che si svolgerà il 16 giugno. Lʼevento è stato presentato mercoledì 30 giugno
nel corso di una conferenza
stampa a cui hanno partecipato, fra gli altri, il sindaco Leoluca Orlando,
lʼassessore alla cultura
Francesco Giambrone e
lʼassessore alle politiche sociali Agnese Ciulla. Non parteciperà invece alla sfilata finale dei
vari pride il comitato
“Makwan Arcigay” di
Messina, che tramite il
suo presidente Rosario
Duca ha comunicato
la decisione in segno di rispetto
verso le vittime
del terremoto che
ha devastato lʼEmilia Romagna. «Il
comitato messinese - spiega Duca parteciperà dove potrà alle iniziative culturali che precedono il
corteo finale, ma non
alla sfilata finale dei vari
Pride».
postereventi
1 GIUGNO 2012
centonove
MESSINA. Monumento ai marinai che si prodigarono dopo il terremoto del 1098. Ma c’è un giallo
Mamma... li russi
Una storia aggrovigliata nata con un bozzetto dello scultore
Kufferle. Dove il dono lo riceve chi avrebbe dovuto farlo
DI FELICE IRRERA
MESSINA. La storia è lunga. Parte da più di
cento anni fa. Esattamente da quando,
allʼindomani del catastrofico terremoto del
1908, per diversi mesi non si fece che
parlare dellʼaiuto prestato a Messina dai
marinai russi e del fatto che occorreva in
qualche modo ringraziarli con un
monumento o dedicando loro una piazza
quando la città fosse risorta dalle macerie.
Già nel 1911 la nave “Aurora”, giunta a
Messina, ricevette onorificenze del Regno e
della città, alcune delle quali sono oggi
custodite nel Museo della Marina Militare di
San Pietroburgo, insieme ad un bozzetto di
monumento ad essi dedicato dallo scultore
italiano Pietro Kufferle, che, trasferitosi a
San Pietroburgo, tra fine Ottocento e inizio
Novecento condusse lì una brillante carriera
di scultore e sperò di vedere realizzata al
più presto in Italia la sua creazione, senza
però che il progetto vedesse la luce.
Dovevano passare molti anni dal tragico
evento (esattamente settanta) perché per la
prima volta Messina si ricordasse dei Russi
con lʼapposizione di una lapide sulla
facciata del Municipio; e quasi altri trenta
(2006) perché lʼallora Ministro della Difesa
Antonio Martino (con il collega russo
Sergey Ivanov), in occasione del convegno
“Italia e Russia nel nuovo scenario di
sicurezza”, scoprisse una nuova targa e
intitolasse ai Russi una via… che però non
appare oggi segnata da nessuna parte,
nemmeno sulla targa.
Altre proposte per unʼiniziativa comune
giunsero da parte russa nel 2008, ma sui
marinai non si fece nulla (però, venne
apposta al teatro Vittorio Emanuele una
targa a Nicola II, per iniziativa di un erede
dello zar che vive in Francia!).
Ed ecco che il 1° marzo dellʼanno scorso, si
apprende, lontano da Messina, da una
notizia riportata da “Agrigento flash”, di
unʼintervista rilasciata al periodico on-line
“Russia Oggi”, da Aleksandr Lukashevich,
portavoce ufficiale del Ministero degli Esteri
della Federazione Russa, che, esaltava gli
ottimi rapporti tra Italia e Russia e
dichiarava come lʼanno di interscambio
inaugurato il 16 e 17 febbraio avrebbe
contribuito “a far conoscere allʼopinione
pubblica quanto siano sviluppate le nostre
relazioni negli ambiti più disparati”. Il
periodico agrigentino aggiungeva che a
ricordare questo eroico gesto della Marina
Russa verso la popolazione messinese,
proprio in occasione delle celebrazioni
dellʼanno di fratellanza tra le due nazioni,
lIrina Zobacheva, presidente
dellʼAssociazione “Il mondo culturale” con
La proiezione computerizzata del monumento che sarà dedicato ai marinai russi
sede ad Agrigento, stava concretizzando un
progetto finalizzato alla realizzazione di un
stranamente pochi riscontri sulla stampa
preliminari ad un successivo gemellaggio,
monumento dedicato ai marinai russi e al
messinese, che sarebbe dovuta essere la
presente, tra gli altri, Andrej Ljalin, direttore
loro nobile intervento del 1908. Si diceva
più interessata alla notizia: lʼAssociazione
del Museo Centrale della Marina Militare di
pure che lʼopera, realizzata dal famoso
“Messina-Russia”, però, che lʼaveva notata, San Pietroburgo, dove si conservano le
scultore russo Vasily
cominciava a chiedersi con quali soldi si
testimonianze, i “cimeli” della spedizione di
Selivanov, alta circa 4
sarebbe fatto il monumento e come mai il
Messina, il console russo Michail Kolombet
metri, aveva il patrocinio
console di Russia a Palermo dicesse di non e le nostre autorità locali stabiliscono,
del governo russo e
saperne nulla: fra l'altro, il progetto proposto riguardo al monumento, di formare una
lʼadesione del sindaco di
dall'agrigentina russa sembrava
commissione di esperti, di cui avrebbe fatto
Messina Giuseppe
decisamente di
parte lʼAssociazione culturale “MessinaBuzzanca, che aveva anche
dubbio valore
Russia”: si faceva strada lʼidea di realizzare
individuato la collocazione
estetico: qualcuno
due copie dello storico bozzetto di Kufferle,
della statua nel centro della
lo definì “Madonno
da porre una a Kronstadt, sede storica della
città; nellʼarticolo si
con bambina”.
Marina russa, e lʼaltra a Messina, per
concludeva che allʼincontro
A maggio, sempre
sottolineare il legame tra le due regioni.
con Buzzanca,
dello scorso anno,
Ed ecco presentarsi, nellʼagosto del 2011, i
nellʼambito della
nel corso di
rappresentanti di “Gloria Nazionale”,
presentazione della
colloqui tra
organizzazione russa non governativa, ma
bozza dellʼopera
Kronstdat
molto ben inserita, che intende realizzare il
bronzea era presente
(unʼisola-fortezza
monumento disponendo dellʼautorizzazione
anche Tatiana
di fronte a San
del proprio governo: anche in questo caso il
Tabolina,
Pietroburgo,
console non ne sa niente e lʼassessore
dellʼAccademia di
già “culla” delle
Dario Caroniti e i rappresentanti di
Scienze di Mosca e
navi che
“Messina-Russia” fanno notare che si è già
funzionario del
aiutarono la
stabilita una commissione attraverso la
Ministero della
nostra città) e
quale si doveva passare.
Cultura Russa.
Bozzetti precedenti l’opera
Messina,
Il nuovo console russo subentrato a fine
La notizia trovava
L’INTERVISTA
«Una posa che ci rende felici»
Il presidente Voitenko soddisfatta: «Ma
è mancata una commissione di esperti»
MESSINA. L'associazione culturale “Messina-Russia” si
occupa di promuovere la conoscenza del “pianeta” Russia
in città. Formalmente è nata nel 2009, ma già da molti anni
un piccolo gruppo di amatori della cultura e della lingua
russa operava in città nelle “retrovie”, trovando
espressione soprattutto in un sito, www.russianecho.net,
che ha portato unʼeco della Russia sul web. Abbiamo
rivolto alcune domande sulla vicenda ad Alexandra
Voitenko, presidente dellʼAssociazione.
Allora, finalmente il monumento ai marinai russi, dopo
più di cent'anni.
Vedere il monumento ai marinai russi a Messina, non può
che renderci felici. La posa del monumento risponde non
soltanto alla delibera del Comune del 1909 ma anche al
sentimento di gratitudine verso quei marinai che traspare
nei “ricordi” del terremoto dei messinesi.
Come valutate la scelta del progetto “Kufferle”?
Senza alcun dubbio positivamente, anche perché
l'immagine del bozzetto di Kufferle, realizzato nel 1911, ha
fatto da tempo il giro del mondo, a tal punto che qualcuno
nel passato ha creduto che il monumento fosse stato già
eretto a Messina. Non nascondiamo di aver
personalmente insistito, quando è stato richiesto il nostro
parere, perché la scelta cadesse proprio su Kufferle.
Qualche commento sulle vicende intricate dell'ultimo
anno?
È mancata nei mesi passati la costituzione in loco di una
commissione di esperti che avrebbe potuto valutare con
pagina 38
maggior tranquillità e ponderatezza tutti gli aspetti collegati
alla realizzazione del monumento. Ad esempio, sarebbe
stato auspicabile un maggior coinvolgimento di San
Pietroburgo, città con la quale nel maggio scorso sono stati
firmati dei protocolli di intesa per un futuro gemellaggio, in
particolare con la circoscrizione di Kronstadt, sede storica
della marina militare russa e quindi luogo di provenienza
delle navi che giunsero a Messina.
Non le sembra che manchino, però, adeguate
iniziative collaterali?
Per quello che sappiamo, qualcosa ci sarà. Certo, se ci
fosse stato più tempo a disposizione (teniamo presente
che il progetto definitivo del monumento è stato presentato
solo a marzo di questʼanno) si sarebbero potute
organizzare iniziative di più largo respiro e durevoli nel
tempo: intendo, ad esempio, pubblicazioni di nuove
ricerche legate agli eventi.
F. I.
postereventi
centonove
agosto, Vladimir Korotkov, afferma che
continuerà proprio su questa linea, ma in
realtà le cose cominciano a cambiare,
perché la commissione rimane solo sulla
carta, mentre il console si muove in
direzione diversa, puntando ora sul
sindaco, mentre prima si era stabilito
che il coordinamento spettava al
presidente della Provincia Nanni
Ricevuto, mentre scompare del tutto il
discorso di San Pietroburgo e dei due
monumenti.
In effetti, a novembre, varie notizie di
stampa riportano che il Console
generale di Russia a Palermo, ministro
plenipotenziario, aveva incontrato a
palazzo Zanca, il sindaco di Messina e,
a valle di importanti approfondimenti su
temi economico-politici, i due avevano
ipotizzato possibili collaborazioni tra
Messina e varie città russe, valutando
anche sotto il profilo culturale la
possibilità di realizzare un monumento
che testimoniasse il legame risalente ai
soccorsi che la popolazione messinese
ricevette dalla Divisione navale orientale
della Flotta russa, dopo le tragiche ore
del terremoto del 28 dicembre 1908.
A gennaio 2012, il console giunge a
Messina con i rappresentanti del “Centro
per la Gloria nazionale” e della
“Fondazione S. Andrea”: portano con sé
il bozzetto del monumento, che appare
tuttavia molto difforme dallʼoriginale di
Kufferle e che per questo non trova
l'approvazione dei messinesi interpellati;
ciò viene fatto notare ai Russi prima
dellʼincontro col sindaco e questi
promettono che apporteranno delle
modifiche. In realtà, la delegazione
russa (formata dal console, da Michail
Yakushev, vice presidente del centro per
la “National Glory of Russia” e della
“Fondazione Sant'Andrea”,
accompagnato da Elena Parfenova e da
Vladisalv Mechangin) il giorno
successivo non incontrerà il sindaco ma
lʼassessore Caroniti, che dà la
disponibilità dellʼamministrazione in
sinergia con la Provincia. La
delegazione afferma che le dimensioni
del monumento saranno di tre metri di
base per quattro di altezza,
confermando che l'iniziativa era assunta
direttamente dalle due Fondazioni, di cui
è presidente Vladimir Yakunin, direttore
delle Ferrovie Statali russe: nelle
settimane successive le due fondazioni
avrebbero formalizzato la proposta al
sindaco Buzzanca e si sarebbe definito il
percorso per realizzare il monumento
prima dell'estate 2012. È, comunque,
solo dal mese di marzo in poi che si
ricomincia a parlare con insistenza
dellʼoperazione. Notizie dʼagenzia che
rimbalzano su periodici on-line e fogli
locali informano che Messina avrebbe
avuto finalmente il suo monumento
dedicato a quei prodi che allʼalba del 29
dicembre 1908, con le unità “Admiral
Makarov”, “Giljak”, “Koreec”, “Bogatyr”,
“Slava”, “Cesarevic”, portarono i primi
soccorsi alle persone intrappolate sotto
le macerie delle abitazioni crollate.
Dopo lʼultima riunione di maggio alla
Provincia, è dunque ormai certo che il 9
giugno prossimo, nella villetta
antistante la prefettura, in uno spazio,
quindi, messo a disposizione dal
Comune, per iniziativa delle due
Fondazioni, sorgerà il monumento,
realizzato a Mosca nello studio di
Vjaceslav Klykov, che riprenderà, a
quanto risulta dal fotomontaggio a
nostra disposizione, fedelmente il
modello in scala ridotta di Pietro
Kufferle: le osservazioni dei cultori
locali, e forse anche qualcuna giunta da
San Pietroburgo agli enti donatori,
sembrano aver sortito il loro effetto.
Sappiamo per certo che la delegazione
russa, guidata dallʼambasciatore in
Italia, sarà numerosa (oltre un centinaio
di persone), che approderà nel nostro
porto una nave da sbarco russa, che ci
saranno un gran numero di giornalisti
russi, che è previsto il concerto di
unʼorchestra russa e che sarà presente
persino una troupe (sempre russa) per
realizzare un documentario,
probabilmente per filmare anche una
prevista esercitazione (questa volta
italo-russa) di protezione civile e il
momento di preghiera che si svolgerà
nel Duomo con rito cattolico e
ortodosso.
I Russi hanno voluto fortemente questo
monumento ed adesso vengono a
godersi il frutto dei loro sforzi, a disdoro
di una città che, dopo più di un secolo,
non è riuscita, bisogna pur dirlo, a dare
corso alla prima delibera della prima
seduta del Consiglio comunale della
città distrutta, che prevedeva lʼerezione
di un doveroso monumento.
Nellʼoccasione, come detto, il Comune
si è limitato solo a mettere a
disposizione lo spazio e si è occupato
dello scavo. Speriamo garantisca
almeno lʼospitalità.
L’ALTRA SPONDA
Reggio Calabria non sta a guardare
REGGIO CALABRIA. Evidentemente, visto che erano in zona, i Russi hanno pensato, trovando evidentemente opportune sponde, di approfittare per
fare unʼaffacciatina anche a Reggio Calabria, dove, nei giorni del monumento
a Messina, verrà apposta da qualche parte una targa di tale tenore:
AL GRANDE CUORE DEI MARINAI RUSSI
La popolazione delle Città dello Stretto di Messina / In ricordo / dellʼazione eroica della Flotta Russa durante il terremoto in Calabria e Sicilia del
28 dicembre 1908.
Anche in questo caso non sono “le popolazioni” locali ad apporre la targa, ma gli stessi “rappresentanti” dei benefattori che occorre tuttavia ricordare, a Reggio non operarono mai. Per la verità, in Calabria arrivò a
scavare tra le macerie un folto gruppo di studenti russi di Napoli. Ma questa è un'altra storia...
F. I.
1 GIUGNO 2012
TAORMINA. CERIMONIA PER IL MEZZOBUSTO IN BRONZO DELL’IMPERATORE
E spunta pure Nicola II
Si rende omaggio alla “dubbia” presenza dello zar nella Perla dello Jonio.
Dietro le quinte promozione del territorio e intrecci economici
TAORMINA. I munifici Russi
sbarcheranno anche nella
Perla dello Jonio. Il Console
Generale della Federazione
Russa, Vladimir Korotkov, sin
da marzo scorso ha scritto al
sindaco di Taormina Mauro
Passalacqua, assicurando
che il Governo russo,
aderendo ad una sua
iniziativa, aveva realizzato il
busto in bronzo dello Zar
Nicola II da collocare al Parco
“Giovanni Colonna Duca di
Cesarò” alla presenza di
autorità governative russe, l'8
giugno 2012. Il Governo
russo, dunque, che ha
riabilitato la figura dello Zar,
aveva deciso di regalare la
statua in segno di amicizia
con la cittadina turistica.
In realtà, secondo quanto
riportato dal giornale online
“Tempo stretto”, già a
settembre, Dino Papale,
esperto di Promozione e
Grandi Eventi del Comune di
Taormina, dopo aver
organizzato la premiazione
del premio letterario italorusso “Raduga” al quale
erano presenti anche
lʼambasciatore di Russia
in Italia Alexey
Meshkov e il
Console stesso,
aveva manifestato
agli ospiti la
speranza che il
Premio “Raduga”
(che in russo
significa
arcobaleno e la cui
premiazione
questʼanno avverrà
al Palazzo Imperiale di San
Pietroburgo) diventasse un
“ponte dʼamicizia e di cultura”
fra la Russia e Taormina.
Lʼesperto, in quellʼoccasione,
raccontò delle visite che a
Taormina, agli inizi del
Novecento, aveva fatto lo Zar
Nicola II con la Zarina
Alessandra e i figli,
soffermandosi sui lunghi
soggiorni a Taormina proprio
della Zarina per curare il figlio
malato Aleksej, nonché quelli
del cugino dello Zar il
Granduca Paolo con la
moglie Olga e dellʼaltro
cugino, il Principe Yussupov,
colui che aveva ucciso il
monaco-stregone Rasputin e
che dopo la rivoluzione
dʼottobre si rifugiò a
Taormina.
Ed ecco che, alla fine dello
scorso mese di marzo, Enzo
Coniglio (Capo sezione
internazionalizzazione
pagina 39
università del Ministero degli
affari esteri), si ritrova a
Taormina con il presidente del
Consiglio comunale Eugenio
Raneri e con Dino Papale,
assieme ad una delegazione
russa (di cui facevano parte,
fra gli altri, Vladimir Korotkov,
console generale della Russia
a Palermo e Vladislav
Meshchianguin, vice
presidente della fondazione
internazionale della scrittura e
cultura slava) per definire i
dettagli della manifestazione
dellʼ8 giugno. In
quellʼoccasione, Coniglio
affermava che la cultura
poteva essere la via principale
per sancire la pace nel
Mediterraneo. In tal senso,
lʼiniziativa andava ben oltre la
posa del
semplice
busto,
quasi per
suggellare
lʼamicizia
tra Italia e
Russia,
visto che
questʼanno
si celebra,
Mezzobusto dello Zar Nicola II
appunto, la vicinanza tra le
due nazioni; ma appariva
evidente che dalle intese
culturali il passo è breve per
quelle economiche. Non a
caso Coniglio accennava ad
investimenti ed iniziative
reciproche, e si spingeva fino
a parlare di cooperazione
sociale, salvaguardia del
territorio, uso dellʼenergia
pulita e persino di un design di
pregio nelle abitazioni.
Korotkov, dal canto suo,
affermava che si era scelta la
figura dello Zar perché egli
era stato ormai storicamente
rivalutato ed era anche un
Santo per la Chiesa cristiana
ortodossa, affermando inoltre,
con una sicurezza fondata
sulle dichiarazioni di Papale
ma non supportata da fonti
storiche, che Taormina era
stata visitata dallo Zar almeno
tre volte ed era quindi meta
ideale per effettuare
questʼiniziativa, che
prevedeva pure la presenza
di una nave-scuola ancorata a
largo di capo Taormina. La
partecipazione dei marinai
avrebbe fatto riferimento al
fatto che la flotta russa era
stata la prima ad intervenire
nel terremoto di Messina del
1908. Il momento solenne, al
quale sarebbe prevista la
partecipazione di almeno 250
personalità russe, che
arriveranno a Taormina con
due voli speciali, dovrebbe
insomma aprire le porte a
tante iniziative di prestigio in
collegamento con la lontana
steppa. Anche numerosi
organi di informazione della
Federazione Russa da San
Pietroburgo a Rostov sul
Mar Nero, da Mosca a
Samara sul Volga, da
Oremburg negli Urali a
Vladivostok sul Mar del
Giappone, davano spazio
allʼevento.
Come spiegare tutto questo
fervore? È sicuro lʼintento
promozionale del territorio.
Ma non è strano che sia
stato il Governo russo a
decidere di regalare la
statua di Nicola II, in segno
di amicizia con la cittadina
turistica e non sia stata
questʼultima a farlo? La
promozione non spetta farla
a chi vorrebbe attirare i
turisti (e non solo)? E
soprattutto: siamo
veramente sicuri che lo zar
sia stato a Taormina?
Lʼunica pubblicazione che
ne parla, invero in maniera
molto vaga, è quella di
Francesco Amendolagine
“San Domenico in Taormina”
(Marsilio), che afferma:
“Durante il suo viaggio di
nozze, nel 1906, il giovane
erede dellʼimpero germanico,
Guglielmo Augusto, figlio di
Guglielmo II, soggiornò al San
Domenico con la moglie (…).
Ospite sul panfilo del Kaiser,
lo zar Nicola II (…) passeggiò
per le vie della città”. Invece la
vera notizia su cui soffermarsi
riguardante Taormina è
lʼintitolazione di uno dei viali
della Villa Comunale alla
grande poetessa russa del
Novecento, Anna Achmatova.
Che a Taormina ci fu di certo
nel 1964. Lei sì che avrebbe
meritato un monumento. E
evitato tante polemiche sorte
tra i cittadini sullʼopportunità di
rendere omaggio ad una
figura discussa.
(F. I.)
posterlibri
1 GIUGNO 2012
centonove
NOVITA’. Il libro-pocket di Amelia Crisantino sulla storia dell’isola
La Sicilia in miniatura
Dalla fondazione della Palermo fenicia agli sbarchi a Lampedusa. Le riflessioni fruibili anche
per giovani studenti, cariche di contenuti. Smascherando la mistificazione dell’autonomia
DI MARIA DʼASARO
dellʼarea mediterranea a favore di
quella atlantica esclude poi la Sicilia
dalle grandi correnti dei traffici
internazionali”. E sottolinea ancora
che: “Nella società meridionale, solo
i nobili possiedono la terra e i
contadini diventano protagonisti di
un lungo processo di impoverimento
che nei secoli impronterà di sé tutta
la società ostacolando ogni crescita
(…): infatti nelle compagne non ci
sono poderi e contadini ma latifondi,
braccianti poverissimi e gabelloti, i
grandi affittuari a cui in seguito
sarebbe stato molto spesso
associato lʼaggettivo mafioso”.
La studiosa usa toni netti per
smascherare la mistificazione
dellʼautonomismo isolano, mero
“velo ideologico di una lotta per il
potere, condotta da un baronato che
Amelia Crisantino
esige obbedienza dai ceti inferiori
ma ha una vocazione anarchica nei
astronomia, fisica sperimentale,
confronti dello Stato”: equivoco storico
matematica e dellʼorto botanico. Al ritratto
che, dai tempi dei Normanni allo statuto
del viceré, lʼautrice affianca quello del
autonomista approvato con regio decreto
canonico Gian Agostino De Cosmi, che
il 15 maggio 1946, subordina lo sviluppo
civile e sociale della Sicilia alla sua
pretesa di autonomia politica da un potere
centrale. Domenico Caracciolo, già alla
di Felice Irrera
fine del 1700, aveva invece individuato
nelle riforme capaci di far crescere il ceto
Fruttero e Lucentini, I nottambuli,
medio e nel rispetto delle
Avagliano, pp. 304, € 15,00
regole le soluzioni più
Non una semplice raccolta di ritratti letterari, ma molto di più. “I Nottambuli”, come Erodoto,
adeguate per un autentico
Beckett, Aristofane, Fellini, Calvino, Simenon, sono i rari paladini dellʼintelligenza e della belprogresso della società
lezza in un mondo mortificato da brutture e idiozie. E non manca la struttura, cara a F. & L.,
siciliana. Di Caracciolo,
del poliziesco, dove gli indiziati rispondono ai nomi di De Amicis Edmondo o di Manzoni Alesviceré illuminista a Palermo
sandro. Godibile..
dal 1781 al 1786, viene
ricordato il tentativo di istituire
Massimo Gramellini - Fai bei sogni Andrea Camilleri - La regina di Pomeun catasto isolano,
Longanesi
rania e altre storie di Vigàta - Sellerio
indispensabile premessa a
CarloVerdone - La casa sopra i porFrancesco Guccini - Dixzionario delogni giustizia fiscale, la
tici - Bompiani
le cose perdute - Mondadori
liquidazione formale del
Carlos
Ruiz
Zafón
Il
prigioniero
del
Palov - La città perduta dei templari
Tribunale dellʼInquisizione,
cielo - Mondadori
- Newton Compton
wuz.it
lʼistituzione di cattedre di
PALERMO. Per il saggio di Amelia
Crisantino: Breve storia della Sicilia (Di
Girolamo, Trapani 2012, € 12.90), si
potrebbe utilizzare il noto detto “Il vino
buono sta nelle botti piccole”. Si tratta
infatti di un libro/pocket, che racchiude
contenuti densi e di grande sostanza,
ugualmente fruibili sia dallo studente di
scuola superiore che dal lettore medio
desideroso di approfondire in modo serio
ed efficace le linee portanti degli
avvenimenti storici siciliani, “tentando –
come ci promette lʼautrice – di ritrovare
qualcuno dei fili smarriti e ingarbugliati che
tessono i nostri giorni”.
Dalla fondazione della Palermo fenicia
allʼavvento di Arabi e Normanni,
Aragonesi e Spagnoli, di Austriaci e
Borboni, fino allʼannessione al regno
dʼItalia e agli sbarchi a Lampedusa, le
riflessioni della Crisantino sono un mix
convincente che comprende una salda
ossatura di matrice braudeliana, accurati
ritratti a tutto tondo e preziose notazioni
antropologiche, unite a note di colore che
mantengono sveglia e interessata
lʼattenzione dei lettori.
Tra i fattori di lungo periodo, lʼautrice
afferma che nellʼantichità “I chicchi
formano il filo conduttore della
storia isolana” e che “assieme
al grano, le strade sono fra
quegli elementi di lunga durata
preziosi per comprendere la
storia della Sicilia”. Mentre,
dopo il 1400: “La Sicilia è una
frontiera disarmata come può
esserlo unʼisola senza flotta,
dove il commercio è
controllato da forestieri che
hanno tutto lʼinteresse a
mantenerla in un ruolo
coloniale (…) E il decadimento
A CURA DI CARMELO CELONA
non fu solo insigne pedagogista, ma
anche strenuo sostenitore del riformismo
del Caracciolo: una sorta di cattolico di
sinistra “ante litteram”, in quanto
affermava che la povertà “è un ostacolo
insormontabile alla formazione della
mente e dei sentimenti” e pertanto la
politica che coltiva la povertà e lʼignoranza
è malvagia e disumana.
La narrazione degli avvenimenti è
impreziosita da particolari che ne
arricchiscono la portata storica: sappiamo,
ad esempio che Gerone II, tiranno di
Siracusa, era anche uomo dʼaffari che
commissionò un enorme vascello che
aveva a bordo una palestra, una
biblioteca, giardini pensili e 20 stalle per
cavalli; sappiamo che, non fossero venuti
gli arabi a battezzarli così, non
chiameremmo babbaluci le piccole
lumache, giuggiulena il sesamo e cassata
la cassata; che, nel 1231, Federico II
emanava leggi che tutelavano le donne, al
punto che uno stupratore era soggetto alla
pena capitale, ed era vietato il matrimonio
riparatore, bollato come “antiqua
consuetudine”, ben prima che, nel 1965,
lo rifiutasse Franca Viola, che volle
scegliere lei chi sposare.
Da segnalare infine le riflessioni sui
movimenti contadini, protagonisti prima
dei Fasci Siciliani di fine ʻ800 e delle lotte
per la riforma agraria nel dopoguerra;
quelle sullʼAutonomia regionale “edificata
sotto il segno del privilegio che corrompe
le coscienze” e la trattazione approfondita
dei rapporti tra mafia e politica: pagine
queste che confermano il valore del libro,
tra le cui righe leggiamo, oltre che la
profonda competenza storica dellʼautrice,
la sua autentica passione civile.
LA CLASSIFICA
1
2
3
LACERTI DI LETTURE
L’alba del lunedì
Bisogna vivere lʼagone dellʼesistenza, standoci dentro da
protagonisti e non da spettatori. “Abitare la battaglia è
lʼespressione che mi riguarda”. Il trucco e certi
atteggiamenti vezzosi oltraggiano lʼelemento divino che cʼè
nella bellezza femminile. “Qualunque donna parlando di
un lutto, o di Heidegger o di Lacan , estrarrà fatalmente
dalla sua trousse qualcosa, un rossetto, un poʼ di cipria
e scimmiescamente, anche parlando di sua madre
appena morta, dirà: Era così buona…. . Tra un
colpettino e lʼaltro del piumino sulla gota. In questa
polvere bianca, svanisce la Madonna. Smarrisce il
divino in terra”. Lʼala dellʼimbecillità ci sorvola proprio
quando siamo convinti di fare qualcosa dʼintelligente.
“Ecco il peccato di guardarci cretini mai abbastanza.”
Perché spesso sospendiamo il pensiero? “Lʼidiozia del
4
5
6
frasi che fanno un racconto, diverso da quello narrato dall’autore
depensamento.” Per essere un grande professionista
prima bisogna essere un grande uomo.
“Non può esserci «Attore Grande» che non sia
soprattutto !Grande» senza attore, al di là dellʼattore.”
La ragione spesso scandalizza o diviene oggetto di
scandalo. “Lo scandalo della ragione. E loro ne fecero
invece ragion di scandalo”. Il mediocre rassicura la sua
inferiorità cancellando cinicamente ogni merito altrui,
soprattutto quelli che possono essere utili al progresso
dellʼumanità. “La mediocrità, carenza tecnica e mentale
che non basta limitarsi a detestare, ma è dovere
estetico affrontare e distruggere.” Vivere è anche
cullare i propri sogni, far crescere i propri progetti e spesso
vederli svanire. “Che sarebbe dei nostri progetti, se,
subito compresi dal prossimo nostro, venissero
esauditi, realizzati, prima di essere stati intrapresi? Che
ne sarebbe della nostra vita se già vissuta.”
La suggestione mistica prescinde dalle presunte
pagina 40
apparizioni. “Ci sono cretini che hanno visto la Madonna
e ci sono cretini che non hanno visto la Madonna. ”
La preghiera non è una domanda di equità, bensì la
richiesta di un favore che trova risposta nella misericordia e
mai nella giustizia. “La devozione è quellʼaffanno
misero di chi la nostra preghiera ansima e se ne
muore. ” Siamo un paese in cui i comici dicono cose serie
e le figure istituzionali si comportano in maniera risibile.
“Questo nostro è un paese dove niente si fa sul serio,
ma guai ad aver lʼaria di voler scherzare ”
Quel grande trucco chiamato democrazia. “Tutta questa
brava gente che, sepolta nelle urne elettorali, è soltanto
testimone ad una partita di calcio.” Il piacere non è
abbandonarsi agli istinti, bensì gestirli, dominarli. Decidere
lʼorgasmo e non farsi sopraffare da esso inermi e selvaggi.
“Se vuoi sei tu lʼamplesso; quando baci la bocca sei tu.”
Lacerti tratti da: “Sono apparso alla madonna ” – 1983
Carmelo Bene
posterarte
centonove
1 GIUGNO 2012
OMAGGI
Mimmo Centonze,
da Riina a monicromi
ROMA. C'é il famoso ritratto del boss
mafioso Totò Riina, conservato nel
Museo della Mafia di Salemi, ma
soprattutto quelli, di grande vigore e
intensità, dei parenti e degli amici più
stretti nella bella mostra dedicata da
Palazzo delle Esposizioni a Mimmo
Centonze, il giovane artista lucano che
tiene molto a cuore la lezione degli
antichi maestri sia per ispirazione sia per
la straordinaria qualità della sua pittura.
Da domani al 10 giugno sono allestite 40
PALERMO. Vent’anni di scatti in mostra
Cronaca così Gentile
Il fotoreporter che ha regalato alla storia l’immagine simbolo
di Falcone e Borsellino torna a raccontare i terrbili anni ‘90
DI CHIARA MICCOLI
PALERMO. Un sorriso complice fermato
nellʼattimo di uno scatto. Si apre su
quellʼistantanea, divenuta unʼicona, che
ritrae i giudici Falcone e Borsellino
poche settimane prima della morte,
“Agenda, 1992-2012” , la mostra del
noto fotografo palermitano, Tony
Gentile. Ventʼanni di scatti che
raccontano, attraverso lʼobiettivo della
macchina, gli anni Novanta a cavallo
delle stragi di Capaci e via dʼAmelio.
Inaugurata giovedì 24 maggio e visibile
fino al 3 giugno presso la residenza
universitaria Schiavuzzo (via dello
Schiavuzzo, 28), lʼesposizione è una
raccolta dʼimmagini, di luoghi, di
personaggi, di fatti di cronaca che sono
diventati storia. A cominciare dal ritratto
di due eroi nazionali. «Quando ho
scattato quella foto non potevo sapere
quello che sarebbe successo dopo dichiara Gentile - Quellʼistantanea è
divenuta unʼicona perchè i suoi
protagonisti sono morti per una giusta
causa. Io sono stato probabilmente più
veloce, più istintivo e più fortunato di altri
colleghi che erano lì con me e che non
possiedono il mio stesso scatto. Non
saprei dire comʼè nato. Mi ha colpito quel
gesto di complicità e lʼho fotografato».
Organizzata dal Circolo della stampa di
Palermo in collaborazione con l'Ersu,
l'Università degli Studi, l'Ordine dei
giornalisti di Sicilia, Camera 21,
l'Associazione Agorà e la redazione di
Iostudio, la mostra racconta la Palermo
degli anni '90, gli omicidi, i rapporti tra
mafia e politica, i protagonisti della lotta
a “Cosa Nostra”, le stragi, i funerali, la
reazione del popolo e dello Stato, gli
arresti. «Da giovane reporter ho assitito
a fatti sconvolgenti che dal punto di vista
professionale mi hanno fatto crescere in
fretta - racconta Gentile, che oggi lavora
per l'agenzia di stampa internazionale
Reuters - Arrivavo sul posto senza
sapere quello che avrei trovato, dovevo
lasciare da parte lʼemotività, mettere un
filtro e sintetizzare con scatti veloci la
notizia per poi correre al giornale». E
conclude: «Quello della mostra è un
percorso di cronaca, di storia, ma anche
di speranza».
MURALES
Acquedolci, il tirono del Dino Sauro
ACQUEDOLCI. Comincia il conto alla rovescia per riprotare in vita Dino Sauro, il murales
storico della discesa per la Stazione Ferroviaria di Acquedolci. L'operazione artistica è
stata assunta dall'Associazione Culturale Mediterraneo con il progetto "Afrodite", che mira
al recupero della storia artistica del centro nebroideo. Il Murales origianario, cancellato
dalle intemperie, era stato disegnato nel 1984 da due giovani di allora, Delfo Artino e
Mario Falci. Il primo è prematuramente scomparso in un incidente stradale a Torino,
mentre il secondo è un architetto che attualmente svolge la propria professione a Milano.
LʼAssociazione Mediterraneo ha chiesto l'autorizzazione all'Amministrazione comunale
per il ripristino nella sua forma originaria di Dino Sauro; i lavori saranno portati a termine
da una squadra di artisti volontari che doneranno il loro tempo, il loro lavoro e le loro
capacità per riportare alla luce un'opera d'arte che era entrata nella coscienza collettiva di
molti giovani, acquedolcesi e non. Nell'ultimo weekend di luglio (28 e 29 Luglio 2012) e il
primo di agosto (4 e 5 Agosto 2012) si svolgeranno i lavori. L'azione artistica non si avvale
di nessun finanziamento pubblico, ma si sta cercando di mettere in campo un'operazione
di "crowdfunding", per coprire le spese vive dei materiali.
Particolare del murale
pagina 41
opere, scelte da Vittorio Sgarbi tra quelle
più significative del pittore che il critico
avvicina idealmente al genio del grande
Lucian Freud, scomparso circa un anno
fa. La mostra romana propone dipinti e
sculture provenienti da collezioni italiane
pubbliche e private, tra cui il celebre
ritratto del boss mafioso Totò Riina,
prestato per la prima volta dal Museo
della Mafia di Salemi. Una selezione
voluta da Sgarbi per tracciare gli ultimi
dieci anni di sviluppo di un energico
percorso artistico. Ecco quindi gli intensi
ritratti e le maestose e al tempo stesso
intime figure immortalate nello studio
dell'artista, fino ad arrivare ai grandi
spazi luminosi dei capannoni e dei
monocromi ad essi ispirati, quasi fossero
mistiche intuizioni protese verso il divino.
posteriniziative
1 GIUGNO 2012
BARCELLONA. Social network al servizio dell’archeologia
Longanos, un fiume di siti
Geologici, architetti e studenti creano su facebook “la rete” di volontari per la tutela
e la riscoperta del patrimonio. Avviato un censimento dei beni. Con queste scoperte
Volontari al lavoro a Barcellona
DI PIERO GAZZARA
BARCELLONA. La “rete” sostiene
lʼarcheologia. Scoperte recenti sono state
rilevate a Barcellona, infatti, grazie al
gruppo facebook, (in alcuni casi sono
riscoperte di ipogei noti ma abbandonati e
in alcuni casi distrutti o modificati in barba a
vincoli). L'iniziativa di un folto gruppo di
volontari, tra cui archeologi, architetti,
ingegneri, geologi, studenti, passa dal
gruppo facebook composto da cittadini
desiderosi di ridare alla comunità la
conoscenza del loro territorio, le radici di
una città, di unʼarea della Sicilia tirrenica
ancora tutta da scoprire. Barcellona
presenta una storia millenaria, tradizioni e
feste religiose importanti, siti storici e
archeologici di notevole interesse, aspetti
culturali, artistici, etnici e antropologici
rilevanti. Unʼidentità territoriale che
riemerge dallʼoblio grazie allʼamore e
allʼimpegno di studiosi e di cittadini operosi.
Tra i siti web che puntano sulle ricerche
storiche quello di Filippo Imbesi. «Durante
alcuni lavori edilizi», spiega lʼarchitetto
Imbesi, ideatore del progetto web, «mi fu
segnalata lʼesistenza di una tomba a
grotticella artificiale ricavata nel tufo. Una
breve ricognizione portò al rinvenimento di
altre strutture analoghe site nelle strette
prossimità. I ritrovamenti effettuati, ubicati
nelle prossimità del torrente San Giacomo,
non erano menzionati nelle pubblicazioni e
nelle ricerche archeologiche che furono
effettuate da Carmelo Famà e Pietro
Genovese negli anni ʻ70. La probabile
presenza di una necropoli nella ricca
vegetazione che avvolge la zona, ha indotto
a effettuare ricerche più approfondite.
Grazie allʼaiuto di amici e cittadini è stato
creato un gruppo di appassionati»
(composto inizialmente, oltre allʼarchitetto
Imbesi, da Francesco Giunta, Salvatore
Antonio Natale, Giovanni Perdichizzi e
Nicola Siragusa, a cui seguentemente si
sono aggiunti gli apporti di Nina Simona
Biondo, Angelino Pantè, Giorgia Tedeschi,
Annita Imbesi, Marcopaolo Calafiore,
Rosaria Puleo, Mariano Francesco Sottile e
Salvatore Torrisi, Mario Barresi 74 e Mario
Barresi 78) «che ormai da mesi, attraverso
esplorazioni nel territorio, sta censendo
tutto il patrimonio archeologico che viene
rinvenuto. Le analisi, ancora in corso,
hanno consentito, in modo particolare, di
creare una continuità archeologica che
abbraccia tutta la fascia medio collinare del
territorio barcellonese (secondo una
direttrice di massima che, partendo dai
territori di Castroreale e di Terme Vigliatore,
prosegue per Monte S. Onofrio – Gurafi Santa Venera – Torrente S. Giacomo Maloto – Praga – Migliardo - Spadolelle –
Lando – Pozzo di Gotto), allʼinterno della
quale i rilievi e le tipologie riscontrate si
presentano in molti casi uguali (risultati
parziali: insediamenti di popoli protostorici e
di successiva popolazione greca).
Unʼipotesi in corso di studio orienta i
ritrovamenti sullʼesistenza di un
insediamento, che occupava le colline
barcellonesi proseguendo verso i territori
dei comuni limitrofi». Allʼarea del
comprensorio barcellonese è legato
lʼinsediamento sicano-greco di Longane, la
cui esistenza è attestata dal ritrovamento di
monete (riportanti lʼiscrizione Longanaion e
raffiguranti nel diritto la testa giovanile di
Eracle e nel rovescio la testa del dio fluviale
Longanos), e di un caduceo di bronzo (oggi
conservato al British Museum di Londra).
Le fonti storiche (Diodoro Siculo e Polibio)
ricordano invece il fiume Longanos, sulle
cui rive, nel 269 a.C., si svolse la battaglia
tra i vittoriosi Siracusani di Gerone II e i
Mamertini di Chione. La mancanza di
riscontri ha portato numerosi studiosi ad
avanzare varie ipotesi sullʼubicazione del
fiume Longanos. Tra le varie tesi ebbe
maggiore credito quella dellʼingegnere
milazzese Domenico Ryolo, che lo
identificò con lʼattuale torrente Termini o
Patrì. In seguito a tale identificazione, lo
stesso Ryolo e Luigi Bernabò Brea,
ricercando insediamenti nelle prossimità del
torrente Termini, individuarono una cinta
muraria, necropoli e tracce di antichi edifici
nel territorio di Rodì Milici, identificandoli
centonove
con Longane. Nel 1974, lʼarchitetto
barcellonese Pietro Genovese, a seguito
del rinvenimento di resti di un villaggio
fortificato posto sulla sommità di monte S.
Onofrio (territorio di Barcellona) e di una
campagna di scavi (1975-1976) della
Soprintendenza, ritenne che i ritrovamenti
effettuati (VI-V sec. a. C) fossero da riferire
allʼantica città di Longane (tesi avanzata
considerando lʼesistenza, nel territorio
barcellonese, del torrente Longano).
«Le ricerche in corso», spiega Imbesi,
«volte anche alla redazione di una mappa e
di una pubblicazione, farebbero invece
pensare a Longane come a una cittàterritorio ricadente nel comprensorio
barcellonese». Allʼarchitetto Imbesi si
devono anche numerose scoperte nellʼarea
barcellonese: le cripte rinvenute nelle
chiese dei Cappuccini, di San Vito e
dellʼImmacolata, le ricerche storiche e le
pubblicazioni di documenti inediti, che
consentono di riscoprire e leggere un
territorio che vanta ancora oggi significative
tracce di un glorioso passato.
Il monastero di Gala, di cui sopravvivono
gran parte delle strutture monastiche
(rifondato dal camerario bizantino Nicola nel
1104-1105 e dotato di cospicui beni fondiari
e diritti tali da renderlo il più importante
monastero di rito greco fondato o rifondato
dai normanni prima dell'istituzione
dell'Archimandritato del SS. Salvatore in
Lingua Phari di Messina), il casale Nasari
(concesso nel 1127 con i 32 abitanti uomini
residenti in esso dal conte normanno
Ruggero II ad Ansaldo vicecomes di Arri) e i
5 antichissimi feudi di Lando, Nasari, Gurafi,
Migliardo e Centineo (su cui confluirono
numerose famiglie nobili siciliane),
costituiscono alcune delle tantissime
certezze storiche del territorio barcellonese,
riemerse dallʼoblio grazie alle numerose
pubblicazioni scientifiche di Imbesi,
divulgate anche su riviste e siti specializzati.
«I significativi contributi forniti in questi
anni», spiega Imbesi - a cui si devono
anche il recupero della chiesa di San Vito di
Barcellona e i rinvenimenti nella chiesa
bizantina di Rometta, di cui si attende il
finanziamento del progetto di recupero - «e
anche i recenti apporti di cittadini,
professionisti, studiosi ed esperti esterni, a
cui vanno i miei ringraziamenti, risultano
tuttʼoggi sconosciuti a livello locale ed evitati
dai giornalisti, operatori culturali e politici,
quando, al contrario, dovrebbero costituire
la base dellʼidentità territoriale volta ad una
rinascita sociale che punti su cultura, storia
e tradizioni come patrimonio di tutta la
comunità da valorizzare e recuperare».
COSA CERCARE
www.ricerche e dialetto
BARCELLONA, è diventata un polo dʼattrazione sui social
networks grazie ai numerosi gruppi facebook e siti web dedicati.
Eccoli:
Barcellona Pozzo di Gotto tra storia, beni culturali, studi e
ricerche (di Filippo Imbesi, con lʼobiettivo di diffondere documenti
storici inediti, rinvenimenti archeologici, beni culturali e studi);
Tradizioni Barcellona (di Francesco Giunta, con lʼobiettivo di
divulgare e censire tutte le feste religiose e le tradizioni
barcellonesi); Chiesa dei Cappuccini di Barcellona Pozzo di
Gotto e Convento S. Antonino - Barcellona Pozzo di Gotto
(dedicati ai due seicenteschi monumenti barcellonesi e curati
rispettivamente da Francesco Giunta e Mario Barresi);
Dallʼitalianu al dialettu baccialunisi (gestito da Salvatore Antonio
Natale e dedicato al recupero del dialetto locale); Sicilia Terra Di
pagina 42
Suli Di Mari Di Ventu (fun club dedicato alla Sicilia gestito da
Angelino Pantè); Forma Architettura (gestito dagli architetti
Mariano Francesco Sottile, Rosaria Puleo e Marcopaolo
Calafiore). Numerosi anche i siti web locali e le collaborazioni con
studiosi e gruppi di altri comuni tra cui si segnalano:
www.barcellonaricerchestoriche.it (ricerche storiche e documenti
inediti sul territorio barcellonese, di Filippo Imbesi);
www.vesmessina.altervista.org (promozione e valorizzazione del
turismo storico-culturale del territorio di Messina e della sua
Provincia, gestito da Antonino Teramo e Armando Donato
Mozer); http://www.rometta.sicilia.it (ricerche e pubblicazioni su
Rometta e sulla provincia di Messina); http://web.tiscali.it/drisino
(dello storico Franco Biviano), http://www.getcited.org/mbrx
/PT/99/MBR/11069799 (dellʼarcheologo Michele Fasolo) e i
gruppi facebook Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto – Sicilia,
¬Siciliantica Sede di Sant'Angelo di Brolo, Giovani Siciliani nel
Mondo e Sicilia Terra di Tradizioni.
posteriniziative
centonove
IL “CICERONE”. Franz Riccobono
IL CASTELLO. Forte Gonzaga come appare oggi
Micaela Stagno d’Alcontres
MESSINA. L’Istituto nazionale dei Castelli riapre per due giorni il forte
Gonzaga da... espugnare
Costruito nel 1540 circa da Antonio Ferramolino su ordine del vicerè Ferrante Gonzaga,
è chiuso al pubblico per restauri che si sono fermati. E si stanno perdendo per incuria
MESSINA. Due giornate per far pensare
“che peccato!” a quasi mille visitatori, un
progetto di rifunzionalizzazione regalato al
Comune di Messina (che lo ha fatto
proprio) e una richiesta di finanziamento
pendente da 14 milioni e trecentomila euro
per completare i restauri. Restauri che,
come spiega con una battuta Franz
Riccobono (cultore a tutto tondo di storia
patria e consulente dellʼIstituto Nazionale
dei Castelli) «dovranno innanzi tutto
“restaurare” quelli operati anni fa che, nel
frattempo, si sono persi per incuria e
vandalismo». Tutto questo è Castel
Gonzaga, dai più conosciuto come Forte,
che dal 1540 circa domina il capoluogo
dello Stretto. Intorno alla struttura difensiva
di Montepiselli voluta da Don Ferrante
Gonzaga, viceré di Sicilia, nell'ambito della
realizzazione di un imponente sistema
difensivo esteso all'intera città (su ordine di
Carlo V), la città è cambiata più volte. Dagli
spalti, il panorama di Messina è stato
trasformato da due terremoti e dallʼondata
di cemento degli ultimi decenni, lasciando
come riferimenti stabili il Duomo, il coevo
Forte San Salvatore, la zona falcata e,
ovviamente, lo Stretto. La progettazione
della fortezza si fa risalire Antonio
Ferramolino da Bergamo. Oggi, il Castel
Gonzaga, che ha vissuto battaglie,
ospitato i suoi comandanti e difeso per
lʼultima volta la città dai bombardamenti
anglo-americani, rivive periodicamente
solo con interventi esterni. Lʼultimo, il 26 e
27 maggio, a cura dellʼIstituto Nazionale
dei Castelli, che grazie allʼiniziativa della
delegata per Messina, Micaela Stagno
dʼAlcontres, ne ha aperto le porte con
visite guidate affidate a Riccobono,
rimasto letteralmente senza voce. Una
due giorni messa in piedi assumendosi la
responsabilità di far entrare le persone in
un cantiere aperto. Anzi, in un cantiere mai
chiuso dalla Soprintendenza di Messina,
che ne custodisce le chiavi.
LA “FARFALLA”. “Di Castel Gonzaga,
ancora oggi risultano impressionanti le
bastionature scarpate che, come una prua
nel cielo, sembrano fendere l'aria. Angoli
taglienti che raggiungono i venti metri di
altezza, coronati da eleganti garitte,
scandiscano i contorni di una planimetria
che, osservata dall'alto, somiglia a
leggiadra farfalla”, scrive Riccobono nel
depliant di presentazione delle giornate
divisita. Aggiungendo: “Sostanzialmente si
1 GIUGNO 2012
tratta di tre distinti corpi di fabbrica
poligonali. La parte centrale, rivolta a nordest è quella più articolata, con ambienti
disposti su due elevazioni, mentre il
bastione rivolto a sud contiene la grande
cisterna visibile dall'alto del terrazzo. Il
terzo bastione che guarda ad ovest,
conserva sugli spalti diversi ambienti tra
cui la cappella. Il castello, restaurato dalla
Soprintendenza, ormai da quasi vent'anni
attende adeguata destinazione. Di recente
l'Istituto Italiano dei Castelli, assieme
all'Associazione Amici del Museo, hanno
proposto in questa sede il progetto del
"Parco-Museo" redatto dallo Studio
Galeano di Messina e adottato
dallʼamministrazione comunale. Parere
unanime e scelta indifferibile è quella di
aprire comunque ed in maniera
permanente questo insigne monumento
alla pubblica fruizione, restituendolo così
alla Città e alla Cultura”.
LEGGENDE E VERITAʼ. Sullʼedificio è
stato detto di tutto: che fosse luogo di
apparizioni, come raccontato in un libro;
che nel suo fossato nuotassero i
coccodrilli; che fosse collegato da
attraverso tunnel a Forte Castellaccio (che
domina la collina a Nord di Montepiselli,
oltre il torrente Portalegni, oggi via
Cannizzaro) e al Forte San Salvatore; che
sia ancora oggi sede di riti satanici; che
custodisca un tesoro. Rispetto a tutto ciò,
Riccobono taglia corto: «I coccodrilli? Mi
sembra assai improbabile. Come,
improbabili, sono anche i collegamenti con
le altre fortezze. È sicura, invece,
lʼesistenza di una uscita di emergenza. Ne
parla, infatti, Romano Colonna. Molte
gallerie, però, sono state murate e mai
esplorate». E riguardo a tesori, fantasmi e
riti satanici? «I castelli generano sempre
questo tipo di suggetioni. La ricerca del
“tesoro”, però, sta costando allʼedificio
danni continui per via degli scavi di
improvvisati tombaroli. I riti satanici, sì, si
sono svolti. Ne ho visto con i miei occhi le
tracce».
LO STATO DELLʼARTE. Passata dal
demanio militare al Comune di Messina, la
Fortezza è ancora sotto la custodia della
Soprintendenza, intervenuta con alcuni
restauri anni fa, anche nellʼottica del
progetto “Poseidon”, relativo ai terremoti.
Lʼindirizzo, però, è cambiato nel corso
degli anni. La conclusione? Il restauro
continua (ma è fermo) e quanto fatto si sta
perdendo. Nel frattempo, il
lʼamministrazione municipale è ritornata ad
avere la concessione. Ma, senza soldi, il
bene resta chiuso. (D.D.J.)
LA SCHEDA
Galeano firma il recupero
Il progetto regalato al Comune dall’architetto
I carotaggi della Soprintendenza
MESSINA. ll progetto regalato al Comune dallʼIstituto Italiano dei Castelli e dallʼassociazione “Amici del Museo”, per realizzare il quale si
spera nei fondi europei del Por 2077-2013, è stato firmato dallʼarchitetto messinese Antonio Galeano. Lʼobiettivo è quello di rendere Forte Gonzaga un Parco-Museo totalmente aperto alla città. Il piano prevede, come primo punto, il completamento del restauro e la
rifunzionalizzazione degli ambienti a scopo museale. Galeano ha
previsto anche un Centro servizi ipogeo (sottoterra) per ospirare un
parcheggio coperto, unʼarea dʼaccoglienza e congressuale, un punto di ristoro, aree espositive e funzioni integrate allʼattività museale.
Parallelamente, nellʼarea circostante, verrà realizzato un vero e proprio parco urbano. Per fare tutto ciò, è necessaria una spesa di quin-
pagina 43
dici milioni di euro: tre per il restauro e la funzionalizzazione degli ambienti e 12 per il centro servizi e i parcheggi. Spiega Galeano: «Il progetto, rispetto allʼoriginale, ha avuto lievi cambiamenti. Rimane sempre a impatto visuale zero, ma adesso è divisibile in lotti funzionali in
relazione ai finanziamenti che arriveranno». Ma cosa andrebbe a
ospitare il Castel Gonzaga? Lo spiega Franz Riccobono: «Lʼidea è
renderlo un museo della città a tutti gli effetti, raccontando secoli di
storia della città attraverso le testimonianze delle diverse attività che
vi si sono svolte, non soltanto quelle artistiche. Dentro alla struttura,
inoltre, potrebbero trovare posto i tanti pezzi lapidei, tra le quali moltissime iscrizioni, che attualmente sono abbandonate alle intemperie allʼesterno del Museo regionale Accascina». Per la precisione, le
lapidi saranno collocate nel giardino dʼinverno ricavato nel fossato e
sul piano degli spalti. Il centro servizi avrà accesso pedonale e carrabile (attraverso una bretella con via Gelone), sarà dotato di due livelli sottostanti di parcheggi per circa 100 posti coperti e 4 stalli di
pullman, più altri 200 scoperti realizzati nelle vie dʼaccesso. (D.D.J.)
posterweekend
1 GIUGNO 2012
come... dove... quando...
venerdi' 1 giugno
CATANIA. Brunori
Sas live ai Mercati
Generali ore 22
CATANIA. Romance
Frames, spettacolo di
danza, musica e
parole in prima
nazionale. Teatro
Piscator ore 21
PALERMO. 'Point De
Vue' di Betty Lo
Sciuto e Silvia Giuffrè.
MUSICA
sabato 2 giugno
Teatro Libero ore
21.15
RAGUSA.
Presentazione libro di
Federico Guastella e
Raffaele Puccio
'Colapesce', con le
illustrazioni di
Giuseppe Bertucci.
Centro Studi
Feliciano Rossitto
Ore 18
S.VITO LO CAPO. In
piazza Santuario
concerto dei Merce
Fresca, sette
musicisti siciliani che
faranno ballare il
pubblico a ritmo di
ska, reggae e
rockʼnʼroll.
MESSINA. La
Rondine al Teatro
Vittorio. Ore 17.30
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per la
rassegna chitarristica.
Galleria Provinciale
d'Arte Moderna - ore
18
MESSINA. Concerto
pianistico di
Marialuisa Broso alla
Cappella S. Maria
all'Arcivescovado ore 20.
Il nuovo Pat Metheny
DOPO “WHATʼS IT ALL ABOUT”, uscito lo scorso anno, Pat Metheny ritorna nel mercato discografico con
“Unity Band”. Lʼalbum, in uscita il 12 giugno, è stato realizzato con unʼinedita band acustica, che vede al suo interno musicisti nuovi e collaboratori di lunga data. Si tratta di un quartetto con il
batterista Antonio Sanchez, il sassofonista Chris Potter, e Ben Williams al contrabbasso. Il gruppo suona nove nuove composizioni di
Pat Metheny. Per la prima volta dall'album 80/81, uscito nel 1980, e
dopo collaborazioni con artisti del calibro di Dewey Redman e Michael Brecker, il celebre chitarrista statunitense torna quindi ad inserire nei suoi dischi un sassofono tenore, che si affianca ad una robusta ritmica disegnata dal consueto Antonio Sanchez alla batteria
e dal talentuoso Ben Williams al contrabbasso. “Unity Band” è il quattordicesimo album in studio di Pat Metheny: trentʼanni di carriera costellata di successi e sperimentazione musicale, e non solo in ambito esclusivamente jazzistico, con diciannove Grammy Awards vinti
in dodici diverse categorie.
di Marco Olivieri
Il cinema italiano dopo Cannes
QAUTTRO ANNI dopo “Gomorra”, Matteo Garrone
ha vinto ancora il Grand Prix al Festival di Cannes
grazie al film “Reality”. Il risultato, da parte dellʼautore di un film come “Lʼimbalsamatore”, induce a continuare a sperare che sia ancora possibile invertire la tendenza sul piano produttivo e distributivo. Il cinema italiano potrà davvero rinascere se
si creerà unʼindustria sana, senza monopoli. Occorre costruire un
ponte culturale che unisca nuove generazioni e vecchi cinefili, i
grandi schermi e le potenzialità del web, le scuole e le Università,
le televisioni e la realizzazione di serie tv di qualità. Come ricorda Roberto Andò nel romanzo “Il trono vuoto” (Bompiani), il disastro antropologico di oggi ha radici lontane: quando Federico Fellini si batteva contro le interruzioni pubblicitarie nei film, sul piccolo schermo, conduceva una battaglia politica. Da artista visionario, aveva compreso che la posta in palio era la difesa poetica
di una civiltà.
CATANIA. Miseria e
Nobiltà con Tuccio
Musumeci e
Marcello Perracchio.
Dal capolavoro di
Eduardo Scarpetta.
Ore 17.30/21, al
Teatro Maugeri
S.VITO LO CAPO.
Concerto di Max
Gazzè nellʼambito
del Cous cous fest
DI GIGI GIACOBBE
utilizzare qualunque
superficie come
"schermo", trasforma il
rapporto fra video e
supporto, sfruttando le
caratteristiche
architettoniche come
vero elemento
comunicativo. I contenuti
video devono essere
studiati sulla base
dell'architettura
selezionata e questo
rende la performance
unica e non riproducibile
in un altro luogo,
coinvolgendo
maggiormente il
pubblico, che vede un
pezzo della propria città
traforsmarsi
PACE DEL MELA.
Dal medico della mutua
allʼAuditorium
comunale - ore 18.30
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per la
rassegna chitarristica.
Galleria Provinciale
d'Arte Moderna - ore 18
MESSINA. Musica
Milonga Retronouveau
Piccardi, è godibile dallʼinizio alla fine, per merito
soprattutto dʼun cast affiatato che sʼè espresso in
colorite parlate dialettali, dalla Ciociaria alla Sicilia, con
battute salaci e beffarde. Semplice la scena di Lorenzo
Ghiglia (alcune colonne mozze, qualche capitello e
una facciata lignea con due porte) sobri i costumi di
Daniela Cernigliaro, indovinate le musiche di Stefano
Marcucci. In evidenza Marco Simeoli nei panni di
Palestrione, motore dello spettacolo, nonché lʼastuto
architetto della sonora stangata e i servi Artotrogo di
Antonio Silvia e Sceledro di Francesco Silella, nei
rispettivi idiomi catanesi e baresi.
Raffinata paradigmatica e metateatrale questa
versione dellʼAndromaca (1667) di Racine, ispirata
allʼoriginaria versione di Euripide e al 3° Libro
dellʼEneide di Virgilio restituitaci, nella messinscena di
Massimiliano Farau, in una forma più purificata. Non
solo perché Racine ha tolto allʼeroina del titolo il figlio
(Molosso) natole da Pirro, ma anche perché dei
cinque atti originari Filippo Amoroso
ha ricavato un solo tempo di due
ore chiaro e asciutto, una
riduzione efficace,
travagliata e aderente allo
PATTI. Chi ama il teatro si rechi al Teatro greco di
Tindari per assistere a giorni alterni sino al 10 giugno
con inizio alle ore 19 ad una divertente commedia di
Plauto, il Miles gloriusus, e ad una tragedia dalle forti
tinte, Andromaca, di Jean Racine. Il lavoro di Plauto
è una sonora beffa intentata ai danni del fanfarone
Pirgopolinice (con gonnellino, mantello bordeaux
sbiadito e imbracato in una corazza di seconda
mano, usurata e ramata quello di Edordo Siravo) un
soldato sbruffone che si vanta oltre dʼaver ucciso in
battaglia migliaia di nemici e dʼaver conquistato il
cuore di altrettante donne. Ma male gliene incoglie
quel giorno in cui decide di rapire la bella
Filocomasia, vestita da Lara Balbo, celato oggetto
del desiderio, fidanzata con lʼelegante Pleusicle di
Ruggero Cecchi in frac e poi in divisa di ufficiale di
mare, razionale e un amante che non molla mai
lʼosso. Perché dopo tanti stratagemmi, come
lʼinvenzione dʼuna gemella inesistente di
Filocomasia, un buco praticato nel muro
della casa del vecchio Periplectomeno (con
maschera pulcinellesca quello di Renato
Campese a ricordarci quanto Plauto
influenzò la Commedia dellʼArte) giusto
accanto a quella di Pirgopolinice e
lʼingaggio di due cortigiane
pacchiane, Acroteleuzio e Milfidippa
(Giulia Di Quilio e Leidys Candy
Rojas Martinez), che fingeranno di
sbavare dʼamore per quel vanitoso
soldataccio, faranno sì che
questʼultimo si buschi delle
sonore legnate che si ricorderà
per tutta la vita. Lo spettacolo,
propiziato dal Teatro dei due
Mari nella sua XII stagione,
Una scena di Andromaca
messo in scena da Alvaro
cortei
Mapping sulla Palazzata
Preview. In Piazza
Santuario ore 22.30
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per
la rassegna
chitarristica. Galleria
Provinciale d'Arte
Moderna - ore 18
MESSINA. Musical
“Sulle strade della
città”. Palantonello
ore 21.30
Se Plauto parla in dialetto
esperimenti
MESSINA. Secondo
esperimento di mapping
a Messina dopo quello
dello scorso autunno alla
Galleria Vittorio
Emanuele.
Lʼappuntamento è
nellʼambito di “save your
brain/into the visual”,
lʼevento creato dai Kill
The Pop che inizierà
sabato 2 alle 22 e trenta
al “Goccetto” di Via
Vittorio Emanuele
(chiusura alle 3 di notte).
Il mapping architettonico
è una nuova tecnica di
comunicazione che sta
facendo il giro del mondo
lasciando stupefatti gli
spettatori. Permette di
S.MARCO
DʼALUNZIO.
'Giornata
Medievale' con
delegazioni dei
cortei storici più
importanti della
Sicilia. La Kermesse
vedrà le Dame dei
quartieri contendersi
'lo scranno di Dama
del Castello'.
domenica 3 giugno
TINDARI. Miles Gloriosus e Andromaca al Teatro Greco fino al 10 giugno
di Cesare Natoli
NUOVEVISIONI
centonove
letteralmente, grazie alla
luce. La sera del 2 giugno
ad essere illuminato sarà
il prospetto sud
dell'isolato VII della
palazzata, l'ex palazzo
Littorio, progettato da
Giuseppe Samonà e
Guido Viola (edificato nel
1940), le cui superfici
chiare e lisce e geometrie
regolari sono
particolarmente adatte a
questo tipo di
istallazione. Parte della
performance sarà
dedicata alla Palazzata di
Messina, tramite la
ricostruzione virtuale dei
prospetti pre e post
terremoto del 1908.
L'istallazione è a cura di
Vincio Siracusano, con la
collaborazione di
Giuseppe Murabito, Mosè
Previti e Samuel Tuzza
per la realizzazione dei
contenuti audio/video,
Edoardo Caminiti,
Alessandra Malfitano,
Miriam Sferrazza e
Barbara Trimboli per la
ricostruzione vettoriale
della palazzata del
Minutoli. Per i Kill The
Pop (composti da
Siracusano, Fabio
Blundetto, Marco
DʼAndrea e Fabrizio
Delia), il mapping è
“quella condizione
mentale in cui non sai
ancora se stia per arrivare
una sorpresa, e, quando
poi arriva, spalanchi gli
occhi!”.
convegni
San Marco medievale
S.MARCO DʼALUNZIO.
Migliaia di visitatori che
parteciperanno alla V
giornata medievale del 2
giugno, organizzata con il
mondo delle
associazione e del
volontariato. Le più
affascinanti delegazioni
dei cortei storici della
Sicilia parteciperanno
allʼevento: Gruppo
Katabba di Monforte
S.Giorgio, Ass.Pro
Roccavaldina di
Roccavaldina, San Piero
Patti, Corteo Storico
Ventimigliano di
Castelbuono, Ass.Palio
dei Sestrieri di Misilmeri,
Ass.Antiche Torri di
pagina 44
S.Lucia del Mela, Geraci
Siculo, Pettineo,
Montalbano, Gruppo
Storico Cutelli di
Valledolmo, San Marco
dʼAlunzio.
Il centro storico rivivrà in
meravigliose scene di
vita medievale, con
spettacoli, giullari,
buttafuoco, dame e
cavalieri, incantatori di
serpenti e falconieri, per
un giorno faranno rivivere
meravigliose ed
indimenticabili atmosfere.
La kermesse della V
giornata medievale del 2
giugno vedrà questʼanno
contendersi le scranno di
dama del castello 2012.
In memoria di Castronovo
MESSINA. “Ettore
Catronovo – Una vita
dedicata al prossimo”. E'
il tema dell'incontro
voluto dal Rotaract Club
di Messina, che si è
svolto il 30 maggio al
Salone delle Bandiere.
Lʼevento, patrocinato da
Provincia e Comune,
mira a far conoscere ai
giovani, a 58 anni dalla
sua morte, il contributo
che l'eclettico scienziato
ha dato alla scienza
medica. Ettore
Castronovo fu il primo ad
intuire e a sperimentare
l'uso dei raggi X nella
cura dei tumori. E proprio
per condurre le proprie
ricerche, si espose in
modo incessante e
senza protezioni alle
radiazioni ionizzanti,
sacrificando le mani e sé
stesso. Al termine
dellʼincontro sono stati
premiati gli studenti
vincitori della I Edizione
del Concorso “I grandi
del passato per i
messinesi del futuro”
mentre in data da
destinarsi, verranno
scoperti due pannelli
commemorativi, in
italiano ed in inglese, che
verranno posizionati nella
piazza a lui intitolata
nonché a Gesso, suo
luogo natio.
posterweekend
centonove
lunedi' 4 giugno
(Via Crocerossa 39)
ore 21.30
MESSINA. Evento di
beneficenza “Messinesi
per Messina”. Musica al
Teatro Cristo Re alle ore
19
MESSINA.
Controcorrente, mostra
di Francesca Borgia al
Monte di Pietà
ore 10 - 13/ 16 - 19.30
SIRACUSA.
'Uccelli' di Aristofane,
traduzione
Alessandro Grilli,
regia Roberta Torre.
Ore 18.30
MESSINA.
Spettacolo di magia
“The Real Talent
Magic Show”. Al
Giardino Corallo
ore 21.
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per la
rassegna
chitarristica. Galleria
Provinciale d'Arte
Moderna - ore 18
TAORMINA. Giò
Pomodoro. Mostra
nel centro storico di
Taormina per la
rassegna Il Mito
Contemporaneo
spirito poetico del tempo. Il dramma si svolge nella
reggia di Pirro che lo scenografo Michele Ciacciofera
ha trasformato in un cerchio di grano visto dallʼalto, con
uno scranno di spalle e una serie di cubi sparsi lungo
la circonferenza, tanti quanti i protagonisti in scena:
una sorta di tavola-rotonda-senza-tavola in cui i
personaggi possono lanciarsi lʼun lʼaltro sguardi ferali,
come strali, esprimenti le passioni più recondite. I
quattro protagonisti principali affogano in un amore
mai corrisposto.. Oreste ama non riamato Ermione.
Ermione ama non riamata Pirro. Pirro ama non
riamato Andromaca. Questi amori negati e contrastati
ricchi di sfumature psicologiche, causano due morti:
quella di Pirro ad opera di Oreste e il suicidio di
Ermione che esclamerà a quel cicisbeo di Oreste:
«Qui te lʼa dit? - Chi te lʼ ha detto dʼammazzare
Pirro?». Su tutti i personaggi si erge la figura regale e
superba di Andromaca, vestita in modo mirabile da
Manuela Mandracchia in abiti rigorosamente neri che
ha conferito al personaggio valenze rare dʼuna madre
sventurata con gli occhi condannati ad un eterno
pianto, che nel ricordo del suo amatissimo Ettore,
ucciso da Achille padre di Pirro, non può mai accettare
che il suo figlioletto Astianatte venga ucciso per mano
di chi dovrebbe sposare e amare. E se ad un tratto
accetterà di fare questo passo, per lei dolorosissimo,
sarà solo perché subito dopo si toglierà la vita.
Accanto a lei, un autorevole Graziano Piazza nel ruolo
di un giusto Pirro cieco dʼamore per Andromaca con
abiti vagamente di colonnello dei carabinieri (i costumi
postmoderni sono di Ilaria Albanese, le musiche di
Emiliano Branda) e allʼoscuro di ciò che un destino
crudele sta tramando alle spalle. Da canto suo Silvia
Siravo vestita di bordeaux alla greca, incarna
benissimo il personaggio di Ermione: stizzosa e odiosa
nei confronti di Andromaca, adorante verso Pirro e
rigettante verso lʼOreste di Fabio Cocifoglia, il quale
con abiti verdi di militare di terra è colui destinato a
vestire i panni di giustiziere della notte (nellʼOrestea di
Echilo è colui che uccide la madre Clitennestra e il suo
amante Egisto) e sarà sempre costretto a fuggire
lontano questa volta in compagnia dellʼamico Pilade
(Simone Ciampi). Si fanno notare le due confidenti di
Andromaca ed Ermione, rispettivamente la Cefisa di
Paola Surace e la Cleone di Antonella Nieri e il sempre
presente Renato Campese nei panni militari di Fenice,
precettore di Pirro.
certamen peloritanum
Gara di latino, così gli studenti premiati
MESSINA. Si è concluso il XXIV
“Certamen Peloritanum”, gara
nazionale di latino aperta agli
alunni di tutti i liceo aperta agli
alunni di tutti i Licei organizzata
dalla Delegazione “P. Sgroj-G.
Morabito” dellʼAssociazione
Italiana di Cultura Classica di
Messina e svoltasi il 19 maggio
nei locali del Liceo “La Farina” di
Messina. La Commissione
esaminatrice era presieduta dal
prof. Antonino Grillo
dellʼUniversità di Messina
Sezione Juniores (V Ginnasio, I
Liceo classico, II e III Liceo
scientifico, linguistico, ecc.):
1° premio a Marcello Cosenza (I
A Liceo Classico “Eschilo” di
Gela), che riceverà Euro 400;
2° premio a Martina Minutoli (V C
martedi' 5 giugno
Liceo Classico “Maurolico” di
Messina), Euro 300;
3° premio a Susanna Adornato
(V ginnasiale Liceo Classico “
Campanella” di reggio), Euro
150.
Inoltre, una menzione è stata
assegnata a Maria Sofia
Morgante (I F Liceo Classico
“Maurolico” di Messina).
Sezione Seniores (II e III Liceo
classico, IV e V Liceo scientifico,
linguistico, ecc.):
1° premio a Silvio Trotta (III C
Liceo Classico “La Farina” di
Messina), che riceverà Euro 500;
2° premio ad Antonio Aliberti (III
A Liceo Classico S. Teresa Riva),
Euro 350;3° premio a Caterina
Higgins (III C Liceo Classico “La
Farina”), Euro 200.
MESSINA.
Giovani
Esecutori 2012
per la rassegna
chitarristica.
Galleria
Provinciale
d'Arte Moderna ore 18
MESSINA.
Controcorrente,
mostra di
mercoledi' 6 giugno
CATANIA.
Presentazione del libro
di Paolo Rossi intitolato
'1982. Il mio mitico
Mondiale' (Kowalski).
Ore 18, presso la
Feltrinelli (Via Etnea,
285
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per la
rassegna chitarristica.
Galleria Provinciale
Francesca
Borgia al Monte
di Pietà
ore 10 - 13/ 16 19.30
TAORMINA. Giò
Pomodoro.
Mostra nel
centro storico di
Taormina per la
rassegna Il Mito
Contemporaneo
INIZIATIVE
1 GIUGNO 2012
giovedi' 7 giugno
d'Arte Moderna - ore 18
MESSINA.
Controcorrente, mostra
di Francesca Borgia al
Monte di Pietà
ore 10 - 13/ 16 - 19.30
TAORMINA. Giò
Pomodoro. Mostra nel
centro storico di
Taormina per la
rassegna Il Mito
Contemporaneo
CATANIA.
Presentazione del libro
'L'altra Storia - Le vite
spezzate degli agenti
di scorta di Falcone e
Borsellino di Laura
Anello. Alla Feltrinelli
ore 18
MESSINA. Giovani
Esecutori 2012 per la
rassegna chitarristica.
Galleria Provinciale
d'Arte Moderna ore 18
MESSINA.
Controcorrente, di
Francesca Borgia al
Monte di Pietà ore 10 13/ 16 - 19.30
TAORMINA. Giò
Pomodoro. Mostra nel
centro storico di
Taormina per la
rassegna Il Mito
Contemporaneo
DE GUSTIBUS di Massimo Lanza
Se cresce in Sicilia la scena
contemporanea
A Catania e Palermo
le prime riunioni
per creare
la rete
C.Re.Sco
PALERMO. Non cʼè tempo più da perdere: se è vero infatti che lʼambiente teatrale siciliano sta cominciando a soffrire con durezza oggi le difficoltà che la
crisi economica impone ad ogni segmento produttivo della realtà (si pensi ai pesanti tagli ai bilanci degli
Stabili, dei Teatri dʼopera, delle principali rassegne e
si pensi alle manifestazioni di protesta che ne stanno
seguendo) e se è vero che questʼambiente ha goduto e poi sofferto delle principali distorsioni della nostra
terra (individualismo, assistenzialismo, incapacità di
fare sistema, familismo se non proprio clientelismo,
arretratezza culturale, cecità, disordine e mancanza
di strategie di lungo corso nellʼ uso delle risorse pubbliche), è anche vero che da qualche hanno cominciato a farsi strada, soprattutto nel settore del teatro
contemporaneo e della ricerca teatrale e coreografica, dei processi di consapevolezza politica e gestionale molto interessanti e nuovi per la Sicilia. Si pensi
alle fasi preparatorie allʼapprovazione delle legge 25
del 2007, relativa alla gestione delle risorse regionali per i piccoli teatri e per le piccole compagnie di ricerca e produzione teatrale, si pensi alla nascita appena lʼanno scorso della rete regionale di produzione e distribuzione “Latitudini”, si pensi questa volta allʼadesione formale di alcune realtà della ricerca teatrale siciliana al “Coordinamento delle realtà della
scena contemporanea” (in acronimo C.re.s.co), avvenuta mercoledì 30 maggio a Palermo per iniziativa
di Giuseppe Cutino (lʼassemblea sʼè tenuta al “Teatro delle Balate”) e giovedì 31 maggio a Catania per
iniziativa di Turi Zinna e Salvo Gennuso (lʼassemblea
si è tenuta a ZO). Unʼiniziativa che val la pena di segnalare: si tratta di un coordinamento nato nel settembre del 2010 a Bassano del Grappa che, con lʼadesione delle realtà della scena contemporaneamente siciliana, ha raggiunto oggi una diffusione davvero nazionale. «L'obiettivo di questo Coordinamento è mettere assieme gli operatori e gli artisti italiani
della scena contemporanea e farli lavorare congiuntamente per costruire un progetto e una sensibilità
che siano insieme poetici e politici, necessari per continuare a creare bellezza e pensiero ma anche funzionali alla difesa della dignità lavorativa di chi opera
in questo settore, al recupero di un ruolo riconosciuto per gli artisti del contemporaneo nel contesto sociale nazionale, alla crescita complessiva dei linguaggi della ricerca e dell'innovazione».
Paolo Randazzo
pagina 45
Toscana, le cantine-gioiello
SONO APPENA RIENTRATO da un giro in Piemonte, regione di grandi vini, che hanno fatto grande lʼItalia enologica e che
sono tra i più venduti allʼestero. Parlo di Barolo e Barbaresco
prodotti da uve Nebbiolo e coltivati nelle belle colline delle Langhe. Vini dalle grandi capacità di invecchiamento tanto da essere immessi sul mercato diversi anni dopo la vendemmia. Tra
le cantine visitate quella del grande Angelo Gaia, nome che
viene pronunciato anche allʼestero con deferenza. Tra gli assaggi effettuati in questa cantina uno splendido Barbaresco
2008, giovanissimo, appena uscito in commercio, da uve Nebbiolo ovviamente ha un naso elegante caratterizzato da piccola frutta rossa, note minerali e floreali in bocca è tannico, fruttato e dotato di grande persistenza. Dopo Gaia sono stato in
unʼaltra gran bella tenuta, Cisa Asinai dei Marchesi Di Gresy,
42 ettari di cui 12 a Nebbiolo, dove insieme al marchese Alberto ed il suo enologo abbiamo provato lʼintera gamma prodotta ma anche delle vecchie annate dei loro famosissimi Barbaresco. Di gran livello i bianchi, mi è piaciuto tanto il Langhe
Sauvignon 2011 ricco di frutto, delicato ed elegante nei profumi. Eccellente il Barbaresco Gaiun Martinenga 2008 vino dai
profumi di frutta rossa, anice, liquirizia, ma anche floreale e ricco di sapida mineralità, godibile adesso ma che sarà ancora
più buono nei prossimi anni. Ultima tappa della prima giornata i Poderi Einaudi storica azienda appartenuta allʼeconomista
piemontese che è stato anche Presidente della Repubblica che
può vantare ben 52 ettari vitati, dove ovviamente si produce
anche dellʼottimo Barolo, mi ha colpito molto il Barolo Cannubbi
2006, uno dei migliori cru piemontesi, succoso, ricco, molto
persistente al palato mentre al naso si presenta fitto, sfaccettato, con profumi che virano dalla frutta rossa sino alle note di
humus e sottobosco, floreali, minerali, di cioccolato, spezie e
liquirizia. Le altre cantine alla prossima settimana.
SICILIA DA ASSAGGIARE!
Zuppa di fagioli badda con pasta fresca
IL FAGIOLO BADDA è un fagiolo bicolore di taglia media e tondeggiante, chiamato "badda" cioè palla. Ingredienti Per la zuppa :300 g di fagioli badda, 1 carota, 1 cipolla, 1 gambo di sedano, 1 spicchio d'aglio, 1 cucchiaio di salsa di pomodoro, sale,
pepe (o peperoncino), olio extravergine. Per la pasta: 200g farina, acqua, q.b. 1 cucchiaiata di finocchietto selvatico tritato fino,colatura di alici o un paio di Masculine da Magghia. Preparazione: Mettere a bagno i fagioli, per almeno 12-14 ore. Scolarli, sciacquarli e metterli in pentola, con le verdure e acqua sufficiente. Fare cuocere a lungo per circa due ore. Preparare la
pasta. Sulla spianatoia, fare una fontana con la farina, all'interno mettere il trito di finocchietto. Impastare con acqua, fino ad
ottenere un impasto morbido e liscio. Far riposare la pasta, avvolta nella pellicola, poi stenderla in sfoglie sottili. Tagliarla a strisce, poi a losanghe. Lasciare asciugare coperto da un telo. Poi
eliminare le verdure e salare. Con un cucchiaio sollevare un po'
di fagioli e schiacciarli con una forchetta.
Riportare a bollore e unite la pasta. Portare a cottura. Condire poi con olio extravergine, un poco di pepe o peperoncino.
Disio Hostaria
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1 GIUGNO 2012
posterlettere&...
MESSINA DRASTICA di Fabio Amato ATTUALITA’
Tutti al mare
MESSINA. Sta arrivando
l'estate e quindi andremo al
mare. Ma per andare al mare
bisogna avere il fisico. Tutti si organizzano
per "farsi il fisico" . Le palestre traboccano
di pseudo atleti che di sport sanno solo che
è una parola formata da 5 lettere e
purtroppo non si mangia. Sono vestiti con
tute extra-spaziali colorate ed extra
tecnologiche, con i-Phone annesso e tablet
incorporato e pensano che se sudano un
mese possano eliminare le tossine
accumulate con giorni pieni di braciole,
salsicce e pasta al forno. Le donne sono
spettacolari, perchè vanno in palestra tutte
truccate e con gli orecchini, che sembrano
anelli di calamari fritti e fanno gli
addominali per la prima volta nella loro vita
dopo aver fatto la cyclette. Hanno delle tute
variopinte e sembrano tanti salamini
sant'angelo colorati e stagionati. Poi ci
sono quelli che preferiscono l'aria aperta, e
quindi vanno a correre alla passeggiata a
mare (cosiddetta) e qui si raggiunge il
delirio cromatico e demenziale. Corrono
tutti, gli uomini avvolti nel cellophane,
perchè pensano di sudare e dimagrire, e
rischiano sistematicamente l'infarto, e
sembrano tanti preservativi impazziti. Le
donne sono tutte colorate, truccate, con le
collane, ma fornite di airbags privati,
anteriori e posteriori. Oppure hanno delle
tutine super-aderenti, che i cotechini di
Modena, che hanno ingerito senza pietà,
durante l'inverno, al loro confronto
sembrano figure stilizzate. La fauna
comunque è molto variegata, ci sono infatti
uomini che sembrano arancini, donne che
sembrano pitoni messi in piedi, e
mozzarelle variopinte. Infine ci sono i
professionisti, quelli che vanno a correre
sulla pista ciclabile, e qui c'èdi tutto . Atleti
veri, che corrono ore ed ore, uomini che
arrancano, ed ogni tanto si fermano a
mangiare la focaccia, nei vari posti vicini,
donne che corrono e fanno anche la
spesa, moto che scorazzano, con gente in
tuta e pantaloncini, qualche bicicletta, e
tanti motorini posteggiati. Infine per la città
incontri tanta gente che corre,
specialmente la sera, cercando di schivare
la merda dei cani, la spazzatura, e le
macchine posteggiate, ma questo è un
altro problema.
ECOLOGIA E AMBIENTE
di Francesco Palazzo
centonove
HERITAGE
Mafia e punti di vista
Ancora un libro di storia?
DI SERGIO BERTOLAMI
PALERMO. Quando si parla di mafia, che differenza c'è tra il politico, il giudice, lo
scrittore e l'artista? Sono figure che hanno ruoli diversi e possono utilizzare differenti
punti di vista. Ad esempio. Quando il 23 maggio di quest'anno, tutta la politica, a
cominciare dalla Presidenza della Repubblica e da quella del Consiglio, chiede ai
magistrati di andare sino in fondo nella ricerca della verità circa i tanti lati oscuri dello
stragismo del biennio 92-93, forse intende affermare che la magistratura non ha svolto
sinora per intero il proprio lavoro? La politica sa che vi sono stati, e vi sono, inconfessati
intrecci tra mafia e politica che portarono alla stagione stragista e chiede a gran voce che
vengano svelati. Chi indaga e giudica, tuttavia, potrà muoversi in tal senso quando avrà
solide prove per perseguire questo o quel politico, questo o quel pezzo dello Stato
eventualmente infedeli. Lo schema è abbastanza comprensibile. Non ci sarebbe molto
da aggiungere. Senonché, oltre che in tutta la campagna elettorale per le amministrative,
e pure nel giorno del ventesimo ricordo di Falcone, della moglie e degli agenti della
scorta, si è rispolverata la polemica dolorosa che vide protagonisti Giovanni Falcone e
Leoluca Orlando, proprio in relazione alle responsabilità politico-mafiose. Si è chiesto al
sindaco di porgere le scuse. E non ci si è accorti che, contemporaneamente, proprio dal
massimo livello delle istituzioni repubblicane, giungeva la richiesta alle toghe di andare
avanti e ridisegnare scenari che possano avere il marchio della verità. Certo, le parole
pronunciate allora da Orlando furono formalmente molto più brusche e non è un aspetto
secondario. Ma il clima che in quel periodo si
viveva era tale che da più parti i toni risultavano
esasperati e talvolta lontani dal rispetto umano.
Ma, nella sostanza, la richiesta del sindaco della
città del tempo, e del nuovo sindaco che adesso
si dichiara pronto a reiterarla nei contenuti,
speriamo non più nella forma, della quale egli
stesso si rammarica, somiglia molto alla odierna
impellente domanda di verità e giustizia che
giunge chiara e forte un po' da tutte le parti.
Senza per questo, ripetiamo, che il lavoro della
Leoluca Orlando
magistratura, che forse il alcuni frangenti, vedi la
vicenda di Via D'Amelio, poteva essere svolto in
maniera più oculata, se ne possa sentire discreditato o messo alla berlina. L'importante è
che le parole e le eventuali critiche, a cui tutti gli umani dobbiamo essere sottoposti,
nessuno escluso, siano pronunciate alla luce del sole. Utilizzando, cioè, la stessa
procedura che nel 1987 fu propria di Leonardo Sciascia. Che con l'articolo sui
professionisti dell'antimafia investì sia il politico, Orlando, che il giudice, Borsellino. Che
magari, soggettivamente, avevano mille motivi per prendersela, ma oggettivamente il
grande scrittore e intellettuale si esprimeva sul registro espressivo che gli era proprio e si
doveva leggere oltre le parole e le personalizzazioni in quel contesto utilizzate.
Recentemente abbiamo avuto una dimostrazione ulteriore di come è necessario tenere
separati ruoli e funzioni e consentire a tutti libertà d'espressione. Beppe Grillo, durante la
sua puntata elettorale a Palermo, ha proferito una frase provocatoria e paradossale su
mafia e Stato,venuta fuori più dalla sua vena artistica che non da un ragionamento su
dati effettivi. Apriti cielo. Il politico, il giudice, lo scrittore, stavolta uniti e parlanti con
medesima voce, l'hanno fatto nuovo. Ma come si è permesso di affermare che lo Stato
strozza e invece la mafia non lo fa? Presa alla lettera la cosa sorprende, ma l'artista si
può permettere una simile sintesi, ardita e fuorviante quanto volete, senza far volare in
aria gli stracci. Siccome, quindi, a giro, i protagonisti della vita pubblica, quando si parla di
mafia, perdono di vista il fatto che ciascuno utilizza contenuti e tonalità del mondo di
appartenenza, si discuta pure intorno alle dichiarazioni di chicchessia. Ma non si
trasformino i confronti e i dissapori in guerre infinite, dove la pace può essere raggiunta
solo con la marcia indietro del peccatore di turno.
MESSINA.LʼIstituto Salvemini ha presentato nellʼAula
Magna dellʼUniversità di
Messina il frutto del suo ultimo lavoro. Un tomo di 652 pagine sulle
vicende della città negli anni che precedettero e seguirono il terremoto del 1908.
A chi chiedesse a cosa serve un nuovo
libro di storia, si potrebbe rispondere così: «Per educare la mente a sentire ed osservare la complessività della struttura
sociale, la continuità del processo storico, la relatività delle istituzioni e delle
idee, i rapporti di causalità e d'interdipendenza che stringono fra loro i fenomeni sociali consecutivi e contemporanei... non tanto a mettere nella memoria
un gran numero di fatti, quanto ad educare lo spirito perché sappia osservare,
criticare e valutare i fatti con pensiero non
semplicista non intollerante non esclusivo». Ho preso in prestito la riflessione che
Gaetano Salvemini proponeva al pubblico in una conferenza a pochi anni dal sisma. A questo meridionalista convinto,
padre del socialismo liberale, trentacinque anni fa un gruppo di studiosi ha intitolato lʼIstituto di studi storici, fondato come stimolo al sapere critico dei cittadini.
Con sistematica continuità, si è mantenuto fede allʼimpegno iniziale, sicché, negli anni, lʼIstituto Salvemini ha saputo acquisire un prestigio che ha varcato i confini della città e dellʼisola. È il prodotto di
una identità reale. Le pubblicazioni connotano qualità scientifica. I convegni di
studi ne riverberano gli effetti. La Biblioteca di oltre 9.000 volumi, lʼemeroteca
con 35 riviste, le grandi testate quotidiane raccolte in microfilm, sono come “pubblici granai”. È la cultura vissuta ogni giorno con vivacità intellettuale, da radicare
in un tessuto sociale reso più maturo per
capire le ragioni di un legame alle proprie
radici. Ben oltre la narrazione dei fatti.
Perché, per citare ancora Salvemini, «la
cultura vera - come con un paradosso
profondo è stata definita - è "ciò che resta in noi dopo che abbiamo dimenticato
tutto quello che avevamo imparato"».
[email protected]
di Anna Giordano
Catastrofi e responsabilità
ì
TERREMOTI, ALLUVIONI, incendi, erosione costiera,
hanno un denominatore comune: tragedie annunciate o,
nella migliore delle ipotesi, danni da ingenti a ingentissimi. E tutti hanno un altro denominatore comune: si possono prevenire (terremoti) ed evitare e/o contenere (alluvioni, incendi, erosione costiera). La parola terremoto è
tabù, quindi, a parte norme ultimamente a mio avviso pericolose, non si fa nulla. Ben vengano le esercitazioni, un
grazie per averci pensato finalmente, anche se a 100 anni dallʼevento del 1908, ma la realtà sarà ben diversa. Le
strade sempre più congestionate e strette di questa città
di Messina cresciuta senza ordine né logica, diventerebbero impraticabili, anche ammesso (ma ahimè non concesso) che tutto possa reggere. Si scopre intanto che la
superficie terrestre e gli strati sottostanti seguono dinamiche poco note, arrivando a tremare e a fare danno dove non
si credeva possibile. E mentre le alluvioni colpiscono territori sempre più feriti
che in pochi vogliono salvare, arriva la
notizia che il governo non darà più un euro in caso di calamità, salvo aumentare nuovamente le
accise per la benzina. Quindi, quando si brucia una collina e nessuno chiama chi dovrebbe, quando chiamando
chi si dovrebbe poi non ci sono mezzi e uomini a sufficienza e la collina continua a bruciare, estate o inverno
che sia, quando il mare vi mangerà la casa perché poco
più in là hanno distrutto la posidonia oceanica o fatto un
porticciolo o messo massi a difesa di qualcun altro, beh,
prendetevela con tutti coloro che non fanno prevenzione
né pensano che chi spegne fuochi è più importante di chi
viene lautamente ricompensato (con fondi pubblici) per
pagina 46
continuare a propinarci un ponte che non serve e che non
ci salva dai disastri, anzi. Prendetevela con chi decide di
fare 5 porticcioli (5) su Ionio e Tirreno, con chi inquina e
chi fa strascico con le reti quando arriverà la mareggiata.
Prendetevela con il pastore che ha dato fuoco e poi ci va
a pascolare e i pochi che possono controllare (e lo fanno)
sono appunto pochi perché la Regione Sicilia non fa un
concorso per guardie forestali dal 1984. Prendetevela con
chi in un territorio fragilissimo, lascia che siano pochissimi i vigili del fuoco a fronteggiare i pazzi criminali. Prendetevela con chi anziché far fare le verifiche sulla stabilità antisismica, continua a credere che lʼunica e sola economia sia quella del cemento ovunque e a tutti i costi.
Prendetevela con voi stessi, silenti, conniventi, assuefatti, complici di scelte amministrative che prendono vita il
giorno del voto, qualunque esso sia. La migrazione sta
scemando, si torna allʼimpossibile, combattere lʼindifferenza e la stupidità umana.
poster...commenti
centonove
ALFABETO MINIMO
di Giovanni Merenda
ELIODORO
I come ingiustizia
LA CRISI CHE STA sconvolgendo
l'Europa viene da molto lontano.
Viene dall'America che prima ha
inventato i titoli “spazzatura”, bolle
gigantesche che si gonfiavano
prima di esplodere nelle mani di
quelli che erano rimasti col cerino
acceso e poi i mutui sulle case
concessi dissennatamente e
rivenduti ad altri soggetti sempre
con lo stesso cerino in mano.
E se vogliamo guardare nel nostro
giardino viene ancora da più
lontano da un debito pubblico
gigantesco accumulato dai governi
italiani, che hanno speso molto
con risultati miserrimi.
E per venire a tempi più recenti a
certe decisioni dei governi europei
intese solo ad imporre il rigore
senza fare niente per la famosa
crescita. Hanno stabilito dei
parametri, e non c'era dubbio che
questa operazione andasse fatta,
ma nel decidere le cifre non hanno
pensato che una medicina che
poteva andar bene per la
Germania non aveva lo stesso
effetto per gli spagnoli o gli italiani o
i portoghesi. Per curare il malato lo
stanno uccidendo con dosi troppo
forti per il suo fisico. Evidentemente
se c'è stato un tale disastro ci
devono essere dei responsabili,
stavolta non è uno tsunami, non
possiamo prendercela con la
natura. E per non fare nomi i
responsabili vanno cercati in due
categorie: i finanzieri in primis e gli
uomini politici che questi finanzieri
non sono stati capaci di fermare e
che hanno aggravato la crisi con
decisioni sbagliate.
E quindi ora viviamo in pieno
dramma e non parlo solo dei
suicidi, ma anche di quelli che la
vita la conservano, ma è una vita
grama e senza speranze per il
futuro. Le vittime sono decine e
decine di milioni.
Bene... anzi, male... adesso
considerate queste vittime e
considerate i colpevoli e ditemi se
vedete un solo caso in cui una di
queste vittime trova posto anche
tra i colpevoli. Io questo solo caso
non sono riuscito a trovarlo.
Quindi tanta gente sta oggi a
chiedersi come riuscirà a trovare i
soldi per mangiare domani, a
trascinarsi per casa senza un
lavoro quando potrebbe e vorrebbe
lavorare e i colpevoli stanno bene
come prima e probabilmente
ancora meglio.
Avete letto di qualcuno dei boss
delle società finanziare che si è
sparato un colpo alla testa oppure
di un ministro che ha favorito la crisi
con la sua ignavia che ha aperto
una finestra e si è buttato di sotto?
Viviamo in una società sempre più
deteriorata, si guarda con sospetto
gli emigrati che fanno il lavoro che
noi non vogliamo più fare e lo fanno
per quattro soldi perché loro alla
miseria ci sono abituati.
Le religioni, alcune grandi religioni,
fanno la loro spregevole parte.
Le punte estremiste dell'Islam
pensano a come massacrare non
solo gli stranieri ma la loro stessa
gente con attentati suicidi. E larghi
strati dello stesso Islam dedicano
tutte le loro forze a far sì che
vengano applicate delle regole
assurde di un libro di più di mille
anni fa, regole che stroncano la
libertà e il vivere civile.
In Italia abbiamo il Vaticano. La
religione cattolica è la religione di
gran lunga preponderante. Niente
da dire sugli insegnamenti del
Vangelo, hanno anche adesso una
loro logica a differenza di quelli del
Corano. Ma qui non parliamo del
Vangelo ma parliamo del Vaticano,
che del Vangelo se ne fotte, e
quindi del Papato. E quanti degli
italiani sanno che la chiesa
cattolica ha ucciso più gente del
nazismo tra gli indigeni delle terre
conquistate? E gli eretici e le
supposte streghe arse sul rogo...
E quanti italiani sanno che tanti
Papi nel Medioevo e nel
Il bilancio comunale... svizzero
Rinascimento erano assassini e
strupratori e che alcuni sono
diventati Papi senza essere mai
stati neanche preti? Benedetto IX, il
più dissoluto dei pontefici, aveva 12
anni quando fu eletto Papa.
Il Vaticano chiede, negli spot
televisivi, il cinque per mille con
immagini di quei pochi missionari
che fanno il loro dovere e a cui se
tutto va bene andrà solo un quinto
di quel cinque per mille.
E le alte sfere del Vaticano
continuano a romperci le palle con i
gay, l'aborto, il preservativo e le
coppie di fatto.
A questo punto come unica
soluzione ci viene in mente una
parola che credevamo non fosse
più di moda: rivoluzione.
E quando diciamo rivoluzione non
pensiamo al sangue e alle barricato
o alla presa della corazzata
Potemkin o peggio ancora a quei
quattro cretini che la mattina si
svegliano, si mettono il casco
integrale e vanno a gambizzare.
No, noi la rivoluzione ce la
immaginiamo come la stragrande
maggioranza della gente che una
mattina si sveglia e decide, alla
luce di quello che la storia ci ha
insegnato e delle condizioni attuali
dell'umanità, di creare una nuova
società con al centro l'uomo e la
natura non il denaro e la religione,
spazzando via tutte le regole che
sono state fatte dai potenti a loro
favore. E via le ingiustizie.
Ridistribuiamo le ricchezze,
proclamiamo immorali e illeciti i
grandi patrimoni. E mandiamo a
lavorare in fabbrica o nei campi
quelli che si occupano di finanza, è
immorale usare i soldi per fare i
soldi, la finanza deve essere ridotta
all'essenziale. Una ditta deve
perdere parte del suo valore solo
se fa cattivi prodotti che non si
vendono, non perché qualcuno ci
specula in borsa. E agli speculatori
tagliamogli il pisello se sono uomini
e la lingua se sono donne.
ANIMAL HOUSE di Roberto Salzano
Vuoi un cucciolo? Vai al canile
MESSINA. Ancora una volta si accendono i riflettori sul
traffico dei cuccioli dallʼEst europeo. Ancora una volta il
Friuli Venezia Giulia intercetta. Pochi giorni fa la guardia
forestale ha fermato lungo la A4, nei pressi di Palmanova
(Udine), due grossi furgoni. Allʼinterno dei mezzi stavano
400 esemplari, appartenenti tutti a razze pregiate, subito
posti sotto sequestro. Il napoletano e lo straniero che
erano alla guida sono stati denunciati. Il viaggio dei
cagnolini si sarebbe concluso con la loro vendita sul
mercato di Napoli: da lì sarebbero stati smistati nellʼintera
penisola. Sarebbe andata così per i più “fortunati”. I
cuccioli arrivano in Italia dopo aver sopportato un lungo
inferno di fame e sete, ammassati lʼuno sullʼaltro e
ricoperti dei propri escrementi. Un incubo che spesso
non lascia scampo a creature di età inferiore ai tre mesi,.
Anche in questo caso non sono mancate le vittime: sette
1 GIUGNO 2012
esemplari non sono sopravvissuti al
viaggio. Una rete criminale costantemente
attiva, formata da individui senza scrupoli,
che, attratti dalla prospettiva di un facile
guadagno, commerciano in esseri viventi
senza minimamente curarsi delle
sofferenze che provocano. Prezzi compresi tra i
settecento ed i tremila euro. La gente li acquista senza
sospettare nulla, vedendoli sani e vispi per lʼeffetto dei
farmaci di cui sono stati imbottiti, ma il tasso di mortalità
nella fase compresa tra il trasporto ed i primi mesi dopo
lʼarrivo in Italia tocca il 50%. Lʼincremento del traffico di
cuccioli è conseguenza dellʼelevatissimo numero di
richieste che giungono dai molti che vogliono regalare o
regalarsi solo animali di pura razza. Un fenomeno
drammatico che potrebbe essere arginato con una
scelta semplice e responsabile: chi vuole godere della
compagnia di un cane si faccia un giro al canile.
pagina 47
CATANIA. Oggi no, domani
neanche, dopodomani forse.
Ormai lo stipendio per i circa
3.500 dipendenti del Comune
di Catania è sempre più
un'ipotesi. I problemi di liquidità
si continuano a ripetere. Nei
primi mesi era un problema
"fisiologico" spiegavano dalla
ragioneria, ma adesso a metà
anno è una patologia
cronicizzata. Il sindaco
Stancanelli aveva assicurato
una gestione ordinaria, ancora
non è riuscito a garantirla
nonostante la cura dimagrante.
La procura, intanto, spedisce
una raffica di avvisi di garanzia.
La seconda sindacatura di
Umberto Scapagnini viene
esaminata ai raggi X e per
assessori e dirigenti in carica tra
il 2005 e il 2008 sono guai,
anche per il ragioniere generale
Francesco Bruno, che con
poteri da supereroe
amministrava in
contemporanea il Comune e la
Provincia e il commissario
straordinario a palazzo degli
Elefanti Enzo Emanuele,
protagonista, in poche
settimane, di abbagli clamorosi.
Bilancio: 28 indagati e 21
pagine di capi di imputazione.
Per ora.
150 PAROLE DA PALERMO
Riti di primavera
A PALERMO, COME in tutta lʼItalia, le domeniche di maggio
e giugno sono quelle in cui si amministra il sacramento della Prima Comunione, uno dei sette previsti dalla Chiesa cattolica. In queste domeniche, vicino alle chiese, ci sono sciami di persone che sfoggiano costosi abiti da cerimonia e acconciature perfette, in attesa di “transitare” dalla parrocchia
al ristorante dove lʼevento sarà festeggiato. Mi chiedo cosa
rimanga, nellʼanima e nella prassi di bambini e parenti, del sacramento celebrato: temo davvero poco di spirituale, fagocitato da pranzo, lustrini e regali. E mi domando ancora cosa
aspetti la Chiesa cattolica per recidere lʼabbraccio perverso
tra celebrazione del sacramento e festa mondana. Utile sicuramente a far girare lʼeconomia, offrendo occasioni di lavoro
a parrucchieri, ristoratori e centri commerciali. Sicuramente
inefficace, anzi senzʼaltro inutile e dannoso, per dare ali alla
vita spirituale dei ragazzini e delle loro famiglie.
Maria DʼAsaro
ANTIBUDDACI di Dino Calderone
Laboratorio Barcellona
MESSINA. Barcellona, da sempre roccaforte del
centrodestra, è stata espugnata da Maria Teresa Collica,
ricercatrice allʼUniversità di Messina e promotrice dal 2006 del
movimento Città aperta. Chi si spiega la sua vittoria come
conseguenza locale della protesta nazionale tende a
nascondere o ignorare le responsabilità dellʼamministrazione
locale. Cosa è accaduto nella città del Longano? Il successo
viene da lontano. Ha affermato Don Salvino Raia, salesiano: “a
Barcellona si stanno raccogliendo i buoni frutti di una semina
sociale avviata da anni, non si tratta di un voto estemporaneo”.
Il punto debole di questo successo è semmai un altro. La
maggioranza del consiglio comunale è andata al centrodestra
per cui il neosindaco farà non poca fatica ad amministrare
senza il consenso previo di almeno una parte dellʼopposizione (
nel voto amministrativo prevale, come si sa, soprattutto il voto
per parenti e amici). Collica è perfettamente consapevole del
problema e da subito, per fortuna, sembra muoversi come un
esponente politico navigato (il successo elettorale può produrre
brutti effetti da ubriacatura, in particolare sulle persone meno
mature politicamente). Le dichiarazioni del primo cittadino
lasciano infatti ben sperare perché sono aperte alla
collaborazione di tutti quelli che vogliono contribuire a fare
crescere il territorio, senza rigide contrapposizioni
fondamentaliste, noi il bene voi il male, come spesso accade
agli esponenti di sinistra. Comunque, una rondine non fa
primavera e se a Barcellona è successo qualcosa di
politicamente rilevante lo diranno le prossime elezioni regionali.
[email protected]