FEDERAZIONE PUGLIESE DONATORI SANGUE Sezione di

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FEDERAZIONE PUGLIESE DONATORI SANGUE
Sezione di Castellana-Grotte
DUBBI E DOMANDE FREQUENTI
Perché dovrei donare?
Il sangue è indispensabile alla vita, non si fabbrica, si può solo donare.
Il fabbisogno di sangue è in costante crescita: molte cure non sarebbero possibili senza la
disponibilità di unità di sangue e di plasma.
Basti pensare ai servizi di primo soccorso e di emergenza-urgenza, alle attività di alta
specializzazione come la chirurgia e i trapianti di organo, alla cura delle malattie
oncologiche e alle cure in assistenza domiciliare.
Donare sangue è un dovere civico, è un atto volontario e gratuito di concreta solidarietà
verso chi ha bisogno.
È un importante momento di medicina preventiva per il donatore: i numerosi esami
effettuati sul suo sangue consentono un monitoraggio costante nel tempo del suo stato di
salute.
E, per finire, …prova a pensare se un giorno dovessi trovarti tu al posto di chi ha bisogno
di sangue.
Se dono, la mia salute ne risentirà?
La donazione di sangue non comporta nessun rischio per il donatore. Il sangue prelevato
è una quantità minima rispetto alla quantità totale del sangue che circola in noi: la legge
stabilisce che il prelievo sia nell’ordine di 450 cc +/- il 10%. Quindi la percentuale di
sangue donato è inferiore al 12-13% del sangue totale.
La parte liquida del sangue viene ricostituita nel giro di poche ore, grazie a meccanismi
fisiologici di recupero che tendono a richiamare liquidi nel letto vascolare; invece le figure
cellulari donate (bianchi, rossi, piastrine) si ricostituiranno nel giro di 15-20 giorni al
massimo.
Va ricordato che tra una donazione e l’altra di sangue intero devono trascorrere almeno 90
giorni e che gli uomini possono donare al massimo 4 volte l’anno, mentre le donne solo 2
in età fertile.
I controlli effettuati sul donatore prima e dopo il prelievo tutelano la sua salute e
rappresentano per lui un importante atto di medicina preventiva; inoltre rappresentano una sicurezza
per il ricevente.
Quanto tempo dovrò perdere per donare?
Si può calcolare che sia sufficiente una mezz’ora per compiere tutti gli atti della donazione
di sangue intero: compilazione del questionario, selezione, ecc. Questo tempo ovviamente non tiene
conto dell’eventuale tempo di attesa per l’affollamento del centro trasfusionale, che, solitamente, si
riscontra
nelle prime ore del mattino.
Esiste un rischio di contrarre infezioni durante la donazione?
Assolutamente no, perché tutto il materiale impiegato per la donazione è totalmente sterile
e viene eliminato dopo l’uso.
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Chi può donare sangue?
Chiunque abbia l’età legale (18 anni), non abbia superato i 65 anni, pesi più di 50 Kg. e
sia in buona salute può recarsi presso un Centro Trasfusionale dove avrà un colloquio con il medico,
verrà sottoposto ad accertamenti diagnostici per verificare l’esistenza di eventuali controindicazioni
alla
donazione. Tutto ciò, così come previsto dalla vigente legislazione nazionale ed europea,
serve a garantire la salute del donatore e del ricevente.
Che esami vengono fatti in occasione della donazione?
La legge attualmente vigente stabilisce che ad ogni donazione il donatore deve essere
sottoposti ai seguenti esami: emoglobina, ALT (transaminasi epatica), sierodiagnosi per la
sifilide, test per l’HIV (virus dell’AIDS), HBsAg (epatite B), anticorpi anti HCV (epatite C),
gruppo sanguigno (AB0, Rh, Kell), ricerca anticorpi irregolari.
Oltre questi il nostro Centro di riferimento (Putignano) effettua, per il momento,
altri esami, volti a valutare lo stato di salute del donatore (emocromo completo, assetto lipidico,
funzionalità epatica, renale e cardiovascolare).
È necessario essere completamente digiuni per donare?
No, prima della donazione è consentito (anzi, consigliato) assumere the, caffè, succhi di frutta,
biscotti, pane non condito; insomma può essere fatta una piccola colazione.
Chi non può donare?
Vi sono molti motivi per cui una persona può essere ritenuta non idonea o può essere
momentaneamente sospesa.
Tutti questi motivi servono a tutelare la salute del donatore e del ricevente.
Cause di esclusione permanente: malattie cardiovascolari, del sistema nervoso
centrale, neoplasie, diabete insulino-dipendente, epatite B, epatite C, AIDS, alcolismo
cronico, assunzione di droghe, comportamenti sessuali a rischio, ecc. (vedi pagina “Chi
può donare”).
Cause di esclusione temporanea: tubercolosi, toxoplasmosi, esposizione accidentale al
sangue o a strumenti contaminati, trasfusione di sangue o di emocomponenti o di
plasmaderivati, endoscopie di vario genere, interventi chirurgici di una certa importanza,
piercing, tatuaggi, trattamenti con agopuntura, rapporti sessuali occasionali a rischio
potenziale, viaggi all’estero, vaccinazioni.
La durata della sospensione dalla donazione o è prevista per legge o la determina il
medico trasfusionista.
A ciò si aggiungano condizioni che emergono al momento della visita di selezione e
valutazione: pressione troppo bassa o troppo alta, emoglobina al di sotto della norma, ecc.
La donazione periodica di sangue non può determinare il rischio di assuefazione,
per cui alla fine si è costretti a donare sempre?
È questo ancora un luogo comune che sembra duro a morire e che ogni tanto ci sentiamo
ripetere.
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È assolutamente falso, perché la donazione periodica non determina nessuna
assuefazione, se per assuefazione intendiamo l’impossibilità a smettere di donare.
La ripetizione regolare e periodica della donazione è solo una libera scelta che ci fa sentire
utili e felici di aver contribuito ad aiutare qualcuno meno fortunato di noi.
Il sangue può essere comprato o venduto?
Il sangue a pagamento deve da tutti essere rifiutato per i rischi che esso comporta nella
trasmissione di malattie infettive, oltre che per motivi morali.
In Italia l’articolo 22 della Legge 219/2005 prevede pesanti sanzioni per chiunque prelevi,
procuri, raccolga, conservi o distribuisca sangue umano (reclusione da uno a tre anni e
multa da 206 euro a 10.329 euro). Se il colpevole di questo traffico è una persona che
esercita la professione sanitaria, oltre la condanna vi è l’interdizione dall’esercizio della
professione per un periodo da uno a tre anni anni.
Inoltre chiunque ceda il proprio sangue a fini di lucro è punito con l’ammenda da 154 euro a 1.549
euro.
I lavoratori hanno diritto ad una giornata di riposo?
L’articolo 1 della legge 13 luglio 1967, n.584, modificato dall’articolo 13 della Legge
107/90, stabilisce che “i donatori di sangue e di emocomponenti con rapporto di lavoro
dipendente, ovvero interessati dalle tipologie contrattuali di cui al decreto legislativo 10 settembre
2003, n. 276, hanno diritto ad astenersi dal lavoro per l’intera giornata in cui effettuano la
donazione, conservando la normale retribuzione per l’intera giornata lavorativa” e che “i
relativi contributi previdenziali sono accreditati ai sensi dell’articolo 8 della legge 23 aprile
1981, n.155”.
Cosa s’intende per “donatore periodico”?
Il donatore periodico è quel donatore che ad intervalli regolari si reca presso un Centro
Trasfusionale per donare il suo sangue. È anche un donatore volontario, anonimo,
responsabile e, spesso, associato, cioè iscritto ad un’associazione di donatori.
È un donatore molto controllato dal punto di vista sanitario, in considerazione di tutti gli
esami ai quali è sottoposto, e perciò rappresenta una garanzia di donazione “sicura” per il
ricevente.
Oltre alla sicurezza il donatore periodico è utile per le situazioni di emergenza (viene
convocato dal Centro trasfusionale), può facilmente diventare donatore di emocomponenti
attraverso la procedura dell’aferesi e consente in certi casi la programmazione della
raccolta di sangue.
Come mai, quando giunge l’estate, si parla di emergenza?
In una situazione di carenza cronica di sangue il sopraggiungere dell’estate determina una
forte riduzione nella raccolta, con impossibilità di soddisfare i fabbisogni che, invece,
rimangono stabili.
Il problema è legato al fatto che in questo periodo sono concentrate le ferie di tutti i
lavoratori e, quindi, anche dei donatori volontari e periodici.
Si creano, perciò, seri problemi per molti malati che, invece, in ferie non vanno.
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È un aspetto sul quale abbiamo iniziato a lavorare, cercando di sensibilizzare
maggiormente la pubblica opinione, invitandola a donare prima di andare in ferie.
Come associazione abbiamo ritenuto di contribuire alla risoluzione di questo problema
organizzando, proprio in pieno agosto, una “giornata della donazione”, che, con nostra
grande soddisfazione, ha dato buoni risultati (non meno di 30 donazioni).
In questo modo cerchiano di ridurre il ricorso alle donazioni occasionali, che sono sempre
fattori di grosso rischio nel campo della sicurezza delle trasfusioni.
Che cos’è la plasmaferesi?
È oggi possibile prelevare direttamente il componente ematico che si desidera ottenere,
mediante l’impiego di apparecchiature denominate “separatori cellulari” e tramite una
procedura che è detta di “aferesi”.
Tra i componenti del sangue è possibile effettuare una donazione mirata di solo plasma
(plasmaferesi). Il separatore cellulare, al quale il donatore viene collegato, separa il
sangue che defluisce dal braccio del donatore, trattenendo il plasma e restituendo al
donatore le figure cellulari (rossi, bianchi, piastrine). Con questa procedura si ottiene un
concentrato di plasma maggiormente idoneo per la terapia prevista.
Il plasma così raccolto viene conservato con gelato e può essere utilizzato, se trattato a
temperatura inferiore a –30° C, per un periodo massimo di 12 mesi.
Chi può donare con il separatore cellulare?
I criteri per la selezione dei donatori sono, per grandi linee, gli stessi seguiti per la
selezione dei donatori di sangue convenzionali, con l’aggiunta di qualche esame in più a
seconda del componente ematico che si vuol prelevare (esami per la valutazione della
coagulazione e dello stato proteico).
È una donazione che si fa per appuntamento o su chiamata del servizio trasfusionale.
Con che frequenza si può donare con il separatore cellulare?
La donazione con separatore cellulare può essere effettuata più frequentemente rispetto
alla donazione convenzionale, ma, comunque, deve avvenire ad almeno un mese di
distanza da una donazione di sangue intero; bisogna, poi, attendere almeno 14 giorni
dopo una donazione al separatore cellulare prima di effettuarne una convenzionale di
sangue intero.
Quanto tempo si perde per una procedura in aferesi?
La donazione mediante separazione cellulare si differenzia da quella convenzionale per la
maggiore durata; infatti possono essere necessarie fino a 1,5 ore di tempo per completare
una procedura di piastrinoaferesi, o 30-35 minuti per una di plasmaferesi.
Esiste il rischio di contrarre infezioni con la procedura di aferesi, dal momento che il
sangue, prima di essere reinfuso nel donatore, viene fatto passare attraverso
circuiti della macchina?
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Assolutamente no, in quanto, per il funzionamento della strumentazione, vengono
impiegati set preconfezionati di sacche, tubi di raccordo e dispositivi centrifughi,
completamente sterili e monouso.
Che cos’è l’autotrasfusione?
L’autotrasfusione è una procedura in cui il donatore ed il ricevente sono la stessa persona.
Tra le procedure di autotrasfusione vi sono: il “recupero intraoperatorio di sangue”, la
“emodiluizione normovolemica” e il “predeposito”.
Quella più usata è il predeposito. In pratica, in occasione di un intervento chirurgico
programmato, il paziente può sottoporsi al prelievo di unità di sangue, in fasi successive,
alcuni giorni prima dell’intervento stesso; il sangue così prelevato è conservato con i
metodi tradizionali ed è reinfuso, se necessario, al paziente-donatore o nel corso
dell’intervento o nel periodo post-operatorio.
I termini di scadenza del sangue depositato e le modalità di conservazione sono uguali a
quelli previsti per le unità di sangue donate da terzi (omologhe).
I vantaggi principali di questa procedura consistono nella eliminazione delle reazioni di
incompatibilità e del rischio di trasmissione di malattie infettive. Vi è, inoltre, una riduzione
del rischio di immunizzazione da antigeni diversi e un notevole risparmio di sangue;
quest’ultimo aspetto è particolarmente importante in riferimento ai gruppi sanguigni più
rari.
Il recupero intraoperatorio consiste nel recuperare, con un’apparecchiatura adeguata, il
sangue che va perso nel corso di un intervento, nel ripulirlo e nel reinfonderlo nel paziente.
L’emodiluzione normovolemica si realizza con il prelievo di una certa quantità di sangue
dal paziente che deve essere operato e con la infusione di identica quantità di fisiologica
che serve a mantenere inalterata la volemia e, quindi, la pressione sanguigna.
L’emodiluizione è ritenuta utile per ridurre i rischi di trombizzazioni post-operatorie e
consente di avere sangue da trasfondere, senza alcun rischio di reazione, nel paziente
durante il periodo post-operatorio.
È vero che la carenza di sangue può vanificare la legge sui trapianti?
Se, come si pensa, l’attività chirurgia dei trapianti in Italia aumenterà a seguito dell’entrata
in vigore della nuova legge sulla donazione di organi, sarà necessario aumentare il
numero delle donazioni di sangue, dalle quali dipende strettamente la realizzazione
dell’intervento di trapianto.
Per questo motivo, infatti, si ritiene che la Puglia nel 2004 potrebbe trovarsi molto distante
dal raggiungimento dell’autosufficienza, che sembrava a portata di mano; infatti la nostra
regione comincia a muoversi molto bene nel settore dei trapianti, attraverso l’attivazione di
diversi Centri altamente specialistici.
Non vorremmo che qualche trapianto, come purtroppo già successo, possa essere rinviato
o annullato per mancanza di un’adeguata scorta di sangue trasfondibile.
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Come vive l’Associazione? Di che finanziamenti dispone?
La nostra è un’associazione di volontari; ciò significa che nessuno, né soci né dirigenti,
riceve alcun compenso.
Se i volontari “non costano”, il volontariato, però, ha bisogno di fondi e finanziamenti per
svolgere la propria azione di promozione della donazione, per l’organizzazione delle
“giornate della donazione”, per la spedizione degli inviti ai soci, per l’organizzazione di
diverse manifestazioni, ecc.
La FPDS-FIDAS Puglia, della quale facciamo parte, riceve annualmente il finanziamento
stabilito dalla Legge Regionale n.14 del 1991, in ragione del numero delle donazioni
effettuate dai suoi associati.
Di questo finanziamento un terzo viene dato alle sezioni, sempre in rapporto al numero
delle donazioni.
A questa entrata va aggiunto il contributo del Comune di Castellana-Grotte, pari ad un
milione e mezzo delle vecchie lire.
A queste uniche due entrate si aggiungono gli atti di liberalità che singoli cittadini, aziende
ed altre istituzioni eventualmente offrono nel corso dell’anno.
Poiché tali entrate non sono comunque sufficienti per affrontare le spese di affitto per la
sede, le spese normali di gestione (telefono, luce, postali, ecc.), ci impegniamo ad
organizzare manifestazioni sportive, musicali e altro per racimolare quanto necessario per
far sopravvivere la nostra sezione.
Perché dovrei iscrivermi alla vostra Associazione?
Iscriversi ad una associazione dà la possibilità di aggiungere, alla gratificazione morale di
aver contribuito alla soluzione dei problemi di quanti soffrono, il senso di appartenenza ad
un gruppo, che lavora quotidianamente nel campo del volontariato socio-sanitario, che
rappresenta uno strumento di grande importanza per le attività dei Centri trasfusionali e
che rappresenta un punto di riferimento importante in caso di bisogno e per risolvere i
piccoli dubbi che possono nascere sui diversi aspetti della pratica trasfusionale.