Tecnologie nuove per la glottodidattica nel 2006 - Cornetto

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Tecnologie nuove per la glottodidattica nel 2006 - Cornetto
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    -

!
Székely Gábor Balázs
O lasz nyelv és irodalom szak
.
Té m a v e z e t ő : d r. Fr i e d I l o n a
Eötvös Loránd Tudományegyetem

Dichiarazione
Il sottoscritto Gábor Balázs Székely dichiara che la sua tesi di laurea intitolata «Nuove tecnologie per la glottodidattica nel » è interamente il risultato del proprio
lavoro e che non include nessun materiale per il quale in precedenza gli sia stato
assegnato un titolo di studio. Dichiara inoltre che nella sua tesi ha citato fedelmente e con esattezza tutte le fonti utilizzate, compresi libri, riviste, handout e
manoscritti non pubblicati, come pure materiale proveniente da altri media, come
Internet, lettere e comunicazioni personali di una certa rilevanza.


Indice
Abstract
1 Panoramica delle possibilità
1.1 Considerazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.1 Concetti chiave . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.2 Fenomeni nuovi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.3 I media . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.4 Livello di conoscenza ed approccio alle nuove tecnologie
1.1.5 Glottodidattica per conoscenze approfondite delle nuove
tecnologie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.1.6 Punti di partenza per la glottodidattica . . . . . . . . . .
1.2 Testi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.1 Testi in generale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.2 Ipertesto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.3 Navigazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.4 Ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.5 Forum . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.6 Wikipedia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.7 I blog . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.2.8 RSS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3 Immagini fisse . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3.1 Formati e dimensioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3.2 Ricerca e fonti di immagini . . . . . . . . . . . . . . . .
1.3.3 Flickr, il fotoblog . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4 Suoni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.1 Incisione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.2 Formati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.3 Audio chat . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.4 Fonti – diritti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.5 Lettori mp3 e podcast . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.4.6 Streaming . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5 Presentazioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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I
1.6
1.7
ii
1.5.1 Basi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
1.5.2 Trappole comuni . . . . . . . . . . . . .
Computer Assisted Language Learning (CALL)
Altro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
2 Possibilità di adattamento
2.1 Consigli pratici . . . . . . . . . . . . .
2.1.1 Fasi di lavoro . . . . . . . . . .
2.1.2 Salvataggio . . . . . . . . . . .
2.1.3 Buone abitudini . . . . . . . . .
2.2 Lavorare con testi . . . . . . . . . . . .
2.2.1 Trovare testi . . . . . . . . . . .
2.2.2 Salvare testi . . . . . . . . . . .
2.2.3 Modifiche ed adattamento . . .
2.2.4 Usare in classe . . . . . . . . .
2.3 Lavorare con immagini fisse . . . . . .
2.3.1 Salvare immagini . . . . . . . .
2.3.2 Modifiche ed adattamento . . .
2.4 Lavorare con suoni . . . . . . . . . . .
2.4.1 Podcast . . . . . . . . . . . . .
2.4.2 Registrazione di suono . . . . .
2.4.3 Conversione tra vari formati . .
2.4.4 Cancellare una parte . . . . . .
2.4.5 Dissolvenza in entrata e in uscita
2.4.6 Copiare in un altro file . . . . .
2.5 Presentazioni nella pratica . . . . . . .
2.6 Il Webquest . . . . . . . . . . . . . . .
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57
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58
62
Conclusione
63
Mini dizionario informatico italiano-ungherese
69
Abstract
«Cambiamento» potrebbe essere la parola chiave di questa tesi. Negli ultimi anni
le nuove tecnologie hanno avuto un’evoluzione notevole che ha allargato le possibilità del loro utilizzo didattico. Vale la pena di offrire una panoramica per incoraggiare tutti quelli che hanno bisogno di aiuto: per poter servirsi delle possibilità
–contenuto e mezzi– bisogna conoscere meglio che cosa ci si può aspettare.
Parleremo soprattutto di un web in rapido cambiamento, alcuni mezzi nuovi,
nuove applicazioni e fenomeni come il movimento dei blog, i podcast, Wikipedia,
Flickr, programmi gratuiti, diritti d’autore, materiali accessibili, un approccio coraggioso verso il computer ed usi innovativi da parte di chi insegna o studia una
lingua: quello che abbiamo oggi, quello che arriverà nel futuro.
Per quanto riguarda le fonti, non ho dovuto utilizzare molti libri. Per la natura
del tema, molta informazione è accessibile on line. La struttura della tesi è nata
anche grazie al programma dell’Unione Europea, ECNTLT (European Curricula
of New Technologies in Language Learning), alla realizzazione del quale ho attivamente partecipato. Alcuni argomenti sono stati suggeriti a conferenze e dialoghi con colleghi, soprattutto con Alessandra Corda dell’Università di Amsterdam,
Franca Bosc dell’Università di Torino, Christel Doil-Hartmann dell’Università di
Brema, Ilona Fried dell’Università ELTE di Budapest, Roland Bühs dell’Università
di Brema e Dávid Falvay dell’Università ELTE di Budapest. Li ringrazio.
La presente tesi è divisa in due parti. La prima parte, Panoramica delle possibilità, di carattere piuttosto teorico, contiene un inventario delle tecnologie più importanti a disposizione nel 2006, utilizzabili anche per la glottodidattica. Richiama
l’attenzione su alcuni cambiamenti fondamentali come la crescita del numero di
utenti di internet. Presenta le informazioni più importanti sui tipi di media (testo,
immagine fissa, suono, filmato). Il lavoro con materiali digitali può essere suddiviso facilmente in quattro fasi: ottenere, salvare, modificare e utilizzare (in classe o per
lo studio). Il primo capitolo parla delle maniere di ottenere materiali, presentando conoscenze base ed elencando fonti. Strada facendo emergono questioni non
trascurabili come la navigazione, la scelta libera delle applicazioni, la personalizzazione dell’interfaccia dei programmi utilizzati. Si parla anche di presentazioni,
attraverso le quali si invita anche a riflettere sulle conoscenze informatiche insegnate alle lezioni d’informatica. Il capitolo offre una visione critica anche del
cosiddetto CALL (Computer Assisted Language Learning) inteso in senso tradi-
iv
zionale, indicando brevemente le manchevolezze e le difficoltà più gravi, offrendo come alternativa l’uso quotidiano delle possibilità trattate. Conoscere concetti
ed espressioni chiave è il primo passo verso conoscenze approfondite, soprattutto
nel mondo di internet dove con alcune parole chiave ben scelte è spesso possibile
ottenere informazioni ulteriori.
Il secondo capitolo, Possibilità di adattamento, offre un approccio pratico soprattutto per il salvataggio e la modifica di materiali. Anche qui emerge l’importanza di scegliere le applicazioni utilizzate: possibilmente devono essere programmi
gratuiti e di buona qualità. In ogni caso, il capitolo cerca di trasmettere informazioni pratiche indipendenti da programmi: l’utente dovrebbe svilupparsi una certa
flessibilità per poter lavorare in ambienti differenti. Internet cambia, programmi
cambiano, spariscono, altri nascono, materiali sono cancellati, altri sono creati.
L’utente deve tenere in considerazione una sola cosa: gli obiettivi.
Alla fine del secondo capitolo si trova la breve presentazione di una forma di
lavoro, chiamata Webquest, che secondo le esperienze degli Stati Uniti e altri Paesi
è capace di stimolare l’attività degli studenti. È adattabile per varie discipline. Il
Webquest stimola sia gli studenti che gli insegnanti a utilizzare in maniera integrata vari tipi di conoscenze. Il Webquest ha una struttura ben definita: il materiale
viene elaborato attraverso una serie di attività. Si utilizzano sia fonti on line che
off line. Alla fine spesso è preparato un ‘prodotto’ per verificare il lavoro.
La tesi si rivolge sia a insegnanti che a studenti. Da un lato, la moderna interpretazione della didattica sostiene che essa abbia due lati: lo studio e l’insegnamento,
quindi lo studente e l’insegnante. D’altra parte offre aiuto agli studenti che dovrebbero fare ricerche, presentare un loro lavoro, ecc.; l’insegnante deve preparare
materiali a casa, offrirli agli studenti.
Ogni link menzionato è valido nel marzo 2007.
Nell’allegato si trova un mini dizionario informatico italiano-ungherese, diviso
per temi.
Capitolo 1
Panoramica delle possibilità
1.1 C 
2
1.1 Considerazioni generali
1.1.1
Concetti chiave
Il tema è molto complesso per cui in un primo approccio consideriamo i concetti chiave più importanti: cosa suggerisce l’interpretazione quotidiana (Q) nel
contesto della glottodidattica cui aggiungiamo precisazioni (P).
1. Computer
Q
Uno strumento flessibile ma anche complicato che senza sforzi enormi
si può conoscere solo fino a un certo punto, per il resto ingenera paura. Paura
di rovinarlo, di non sapere come ottenere risultati.
P
Il (personal) computer in effetti è il più caratteristico delle nuove
tecnologie. È uno strumento veramente flessibile, capace di comunicare con
altri mezzi nuovi: è il centro della «nuova vita digitale» (digital hub).
Non è vero, però, che sia l’unica novità. Un proiettore, uno scanner, una
fotocamera digitale, un lettore mp3 con casse, una chiavetta usb, un CD
o DVD, un lettore DVD da tavolo con un televisore o monitor non sono
dei computer, anche se possono contenerlo. Per quanto riguarda le paure,
bisogna cambiare atteggiamento nei confronti del computer.
2. Internet
Q
È un’enorme quantità di pagine, ma non si sa che cosa c’è esattamente e che cosa ci serve. È pieno di fonti sconosciute pericolose come virus,
programmi maliziosi e hacker che vogliono irrompere nel nostro computer.
E poi com’è la qualità dei materiali? Si tratta di conoscenze affidabili?
C’è la paura che tutto quello che abbiamo trovato, bello, usabile, buono, per
il cambiamento continuo di internet potrebbe sparire da un giorno all’altro.
P
Internet non è solo il web. Microsoft ha avuto un ruolo non trascurabile
nella creazione di questo stereotipo chiamando l’icona del browser Internet
Explorer semplicemente «Internet».1
Internet è una rete di computer. L’essenza di una rete sono i servizi che i
computer collegati alla rete possono offrire o a è possibile cui accedere.
Il web è il servizio più importante per il momento, oltre a esso appartengono a internet per esempio l’e-mail, i vari tipi di chat (testo, audio, video),
1
Capita di sentire dalla gente frasi del tipo «apro internet». Intendono dire che aprono il browser della Microsoft poi si mettono a navigare. È vero che Internet Explorer è capace di leggere
(interpretare) tante cose, ma è lungi da essere ‘internet’.
1.1 C 
3
servizi di telefono, condivisione di file, podcast, radio e quant’altro. È vero che la maggioranza dei servizi può essere accessibile a volte anche per
un’interfaccia web. Per quanto riguarda i pericoli, sarebbe meglio conoscere
i rischi principali e le possibilità di difendersi con un firewall, un programma antivirus, un browser più sicuro e possibilmente anche con un sistema
operativo più sicuro.
Quanto ai materiali, lo stereotipo si riferisce a conoscenze che potremmo
chiamare enciclopediche che tanti aspettavano dalle nuove tecnologie, soprattutto da internet. In fondo le informazioni che troviamo su internet non
sappiamo se sono affidabili o meno, e poi non è questione secondaria che
gran parte di queste informazioni è relativa a internet, ad applicazioni e a
computer. Più autentici sono i CD-ROM perché conosciamo esattamente
le fonti, come nel caso dei libri. Fonti tradizionalmente considerate autentiche di solito non sono accessibili gratuitamente, per esempio per i diritti
d’autore. Non dobbiamo pretendere quello che non c’è. Fortunatamente dal
punto di vista della glottodidattica possiamo rivolgerci a tante altre cose che
però esistono.
È vero che tutto può sparire, l’unico punto fisso è il nostro computer, quello che riusciamo a salvare per noi stessi e che poi mettiamo da parte per
assicurare che non si perda per qualsiasi ragione.
3. Multimedia
Q
Parola magica, sarà qualcosa di interessante e buono per studiare lingue. Sono CD ROM con suoni e immagini, anche dizionari su CD
ROM.
P
Occorre demistificare un po’ il concetto di multimedia e vedere chiaramente che –in quanto si tratta di più tipi di informazione utilizzati insieme–
non è affatto un concetto nuovo (pensiamo a libri con illustrazioni), neanche
risolve tutte le difficoltà della glottodidattica. I CD-ROM sono abbastanza
rigidi, limitati sia per contenuto ma anche per un utilizzo in classe.
4. Applicazioni glottodidattiche
Q
Cruciverba on line, test grammaticali, corsi interi che gli studenti
fanno col computer. Sono buoni per esempio perché il computer attrae i
ragazzi.
P
Si tratta del cosiddetto Computer Assisted Language Learning (CALL),
in senso tradizionale. All’inizio del CALL gli insegnanti si concentravano
sul lato tecnologico senza considerare la didattica. Di solito i compiti si possono fare anche su carta. Ognuno può decidere se adottarli o meno, elencando i vantaggi e gli svantaggi rispetto a metodi più tradizionali. La creazione
1.1 C 
4
di attività per il CALL –anche se c’è l’aiuto dei cosiddetti sistemi d’autore–
richiede molto tempo e abilità da parte dell’insegnante, ci vogliono computer per poterli usare in classe. Bisogna sempre valutare prima di ricorrere a
queste applicazioni.
Se utilizziamo nuove tecnologie, non è detto che gli studenti debbano usare
il computer per avere accesso al materiale, non si parla di esclusività: né di
internet, neanche di computer. È difficile studiare attraverso il monitor, ci
stanca, ci sono troppi elementi che distraggono la nostra attenzione. Forse
il fascino del computer è una piccola consolazione.
1.1.2
Fenomeni nuovi
È difficile separare i vari tipi di novità. Tenendo conto dei chiarimenti sopra fatti,
ora ci concentriamo sul web: al suo sviluppo dinamico sono legati tanti altri fattori.
Il mondo di Internet, soprattutto la parte più notevole, cioè il web, ha avuto sviluppi importanti negli ultimi anni. Alle conferenze sul web è apparsa l’espressione
‘Web 2.0’ con cui si riferisce a tutta una serie di invenzioni tecnologiche che hanno
fondamentalmente cambiato il carattere del mondo on line. Sono apparse delle
invenzioni nuove accanto alle vecchie che poi si sono diffuse velocemente. I cambiamenti puntano verso un web più democratico e più interattivo – come vedremo,
i due concetti sono anche collegati. I cambiamenti, fondamentalmente, sono di
due tipi: tecnologici –hardware e software– ed umani.
Cambiamenti di hardware
La novità più importante degli ultimi anni per quanto riguarda l’hardware è l’accessibilità di gran lunga maggiore. Le connessioni a banda larga significano oltre a
una velocità maggiore anche connessioni illimitate nel tempo. Mentre prima con
le connessioni via modem di solito il tempo era un fattore determinante perché
si pagava per minuti, nel caso delle connessioni a banda larga più comuni, cioè
ADSL e via cavo, si paga di solito un canone mensile fisso, non importa quanto
tempo si passa utilizzando internet.
Col tempo è cresciuto il numero di utenti collegati grazie in parte a servizipacchetti più economici e più complete coperture di territori di vari fornitori.
Tra parentesi si può menzionare un fattore di cui fino alla fine degli anni ’90 si
parlava molto: abbiamo computer sempre più potenti. Per l’utilizzo del web in realtà
non abbiamo bisogno di apparecchi molto potenti, dal punto di vista di un utente
web medio è magari più importante notare che oggi di solito si vendono dei computer in cui è incorporato tutto per un’esperienza quotidiana più gradevole, rispetto
ai decenni precedenti soprattutto per quanto riguarda le capacità audio e video (per
cui ora intendiamo sia immagini fisse che in movimento), due settori caratterizzati
1.1 C 
5
da file di grosse dimensioni che rendono più faticoso anche l’elaborazione per il
computer.
La banda larga assicura un caricamento più veloce di file più grandi. Il computer più veloce rende in alcuni casi possibile, in altri più veloce il lavoro con essi.
Si veda anche I media a p. 7.
Cambiamenti di software
I cambiamenti dell’hardware già di per sé hanno portato novità nel mondo dei software. Per esempio le forme di comunicazione hanno avuto un’evoluzione: e-mail
e forum c’erano anche prima, il servizio e-mail è diventato più affidabile rispetto a
tanti anni fa. Forme di chat, conversazione in tempo reale, esistevano anche prima,
ora si sono diffusi soluzioni che si basano su programmi client che si collegano a
dei server centrali (pensiamo a MSN Messenger, Yahoo Messenger, Skype, AOL Messenger, iChat e altri). Questo modello ha reso possibile il miglioramento della chat
testo, funzionano sempre meglio la chat audio e ora, man mano, arriveremo a una
chat video molto migliore. La chat audio è una specie di telefono, con chiamate
gratuite, aggiungendo che per esempio il programma (e servizio) Skype si presenta
addirittura come soluzione per telefonare attraverso internet, si possono chiamare
anche telefoni veri e propri, in quel caso bisogna pagare.
Anche la crescita del numero degli utenti di internet comporta innovazioni.
Alcune tecnologie esistenti da anni si sono potute stabilire finalmente, per esempio lo standard UNICODE che, volendo, permette di utilizzare tutti i caratteri di
tutte le lingue del mondo – ci siamo scostati dal mondo di lingua inglese. Anche CSS (Cascading Style Sheets) è così, questa tecnologia ci porta più vicino allo
scopo originale del web, cioè separare il contenuto e la forma in cui il contenuto
è servito. Da un lato le pagine sono molto più belle di prima –l’aspetto del web è
più piacevole, invitante– e, se fatte bene, le dimensioni delle pagine sono minori, così viaggiano velocemente per la rete, dall’altro il contenuto è più facilmente
accessibile con altri mezzi.
Sono nati alcuni fenomeni che aspettavamo da molto che però non potevano
nascere subito, senza il lavoro degli anni passati. Ad esempio i grandi dizionari
come il DeMauro Paravia o della Garzanti. Abbiamo motori di ricerca migliorati,
dalla ricerca del testo lo sviluppo passa anche alla ricerca di immagini fisse (Google
Images), audio (Altavista) e video (Google Video, YouTube), un rivoluzionario sistema di carte geografiche efficace e facile da usare (Google Maps). Sono arrivati
dei browser nuovi, sempre migliori, con alcune caratteristiche che rendono l’uso
più conveniente (per esempio tabbed browsing), più sicuro e più veloce. Ci sono
applicazioni che rendono possibile la pubblicazione di contenuto proprio, come
vedremo.
1.1 C 
6
Cambiamenti nella mentalità della gente
È cresciuta una generazione con il computer e con le nuove tecnologie tra le mani.
La gente impara ad usare sempre meglio la tecnologia –il computer, il web e altri–
che col tempo si è anche semplificata. La crescita del numero di utenti collegati ha
generato naturalmente l’esigenza di allargare le possibilità di servirsi delle tecnologie
per la comunicazione dalle varie forme della chat ai blog.
Il web è diventato molto più «democratico» e anche più «interattivo». Democratico nel senso che le applicazioni che arrivano seguono vere esigenze della gente,
ci sono sempre idee nuove, e sempre più persone hanno la possibilità di creare e
condividere materiali (blog, fotoblog, podcast–audioblog, Google Video, YouTube, Wikipedia, RSS); interattivo nel senso che formiamo il web in base alle nostre necessità
da una parte con il nostro contenuto, dall’altra parte con applicazioni più flessibili
e capaci di soddisfare meglio le esigenze personali (un esempio è Wikipedia, si veda
a p. 20).
Le nuove applicazioni spesso servono per la creazione gratuita e la pubblicazione gratuita di contenuti propri, il che dal punto di vista della scuola e dell’insegnante è una questione importante. Applicazioni gratuite e servizi gratuiti sono
segni di una tendenza e una possibilità di internet: altruismo e cooperazione. Questi due fenomeni insieme, la voglia di aiutare e la possibilità di aggiungere quello
di cui le persone dispongono, hanno cambiato l’aspetto del web e del mondo dei
software: mentre prima dominavano applicazioni e contenuti che non si potevano
salvare o non c’era accesso gratuito, ora sono accessibili applicazioni gratuite di
ottima qualità (comunità open source) e contenuti propri. Di solito i creatori dei
materiali non rinunciano ai diritti d’autore ma rendono possibile un utilizzo più
libero. Un esempio potrebbe essere il passaggio da internet radio ai podcast, come
vedremo.
Un altro aspetto importante dal punto di vista della glottodidattica è la quantità
di materiali accessibili in una determinata lingua. Come abbiamo visto, il numero
di utenti è aumentato notevolmente con il tempo (secondo le statistiche del sito
global-reach.biz, nel 1996 ci sono 50 milioni di utenti, nel 2005 1,1 miliardo;
si veda anche la fig. 1.1) il che ha comportato anche la crescita delle dimensioni
(inteso come quantità di materiali) di internet e del web. Una seconda tendenza
si vede nell’utilizzo delle diverse lingue nei contenuti: nei primi anni era predominante l’inglese (secondo la pagina global-reach.biz/globstats/evol.html,
40 milioni su 50 nel 1996), poi sono apparsi in quantità sempre maggiore il cinese
(220 milioni su 1,1 miliardo nel 2005), lo spagnolo (80 milioni nel 2005), il tedesco (71 milioni), il giapponese (105 milioni), il francese (49 milioni), l’italiano
(42 milioni) e altre lingue, come si vede anche nella figura 1.2.
1.1 C 
7
1!100
1!100
Altro
21%
825
627
Giapponese
4%
550
245
275
Inglese
75%
50
0
1996
1999
2002
2005
F 1.1: Cambiamento del numero di utenti di internet (milioni di persone)
Altro
21%
Inglese
27%
Altro
32%
Giapponese
4%
Inglese
75%
(a) 1996
Italiano
4%
Giapponese
10%
Spagnolo
Cinese
7%
20%
(b) 2005
F 1.2: Popolazioni linguistiche su internet
1.1.3
I media
Ora per ‘media’ intendiamo
‘tipo di informazione’; di esso comunemente si afferma
Inglese
Altro
27%
che ne esistano
quattro tipi: testo, immagine fissa, suono, immagine in movimento.
32%
Se almeno due di questi media sono combinati, si tratta di multimedia.
L’ordine dei media non è arbitrario: col computer per primo si poteva lavorare con i testi. Le immagini
fisse, i suoni e soprattutto i filmati sono tipi di dati
Giapponese
10%
molto
più complicati rispetto
al puro testo. Non è facile comparare i vari tipi di
Italiano
Spagnolo
file appunto
perché
entità tanto diverse: per esempio, cosa sarebbe un tipico
4%
Cinese sono7%
20% La figura 1.3 compara le dimensioni di 4 file: un documento
file di testo, o audio?
1.1 C 
8
nel formato di Microsoft Word (5 pagine di solo testo; 0,05 MB), un’immagine
jpg (1024×768 px, milioni di colori, qualità buona; 0,12 MB), un suono mp3 (3
minuti, qualità buona – stereo, bit rate: 128kbps, campionamento: 44.100 kHz;
2,92 MB), un filmato avi (3 minuti, 480×360 px, qualità media, milioni di colori,
stereo, campionamento: 44.100 kHz, formato DivX, velocità dati: 528,26kb/sec,
FPS: 25; 9,45 MB). Le tendenze si vedono benissimo nel mondo on line dove
la velocità è un fattore importante (la velocità dipende dalle dimensioni del file –
quanto più grande è il file, tanto più lento sarà il caricamento): prima con connessioni lente si tendeva a disattivare tutto, tranne i testi, visitando i siti internet, per
rendere molto più veloce il caricamento. Poi con connessioni migliorate non c’era
più bisogno di disattivare immagini fisse. Oggi sono sempre più comuni anche i
file audio, e man mano i filmati. Per poter lavorare con file più grandi è necessario
avere computer più potenti. Nella tesi i capitoli seguono l’ordine dei tipi di media. L’ordine è anche un ordine di frequenza dei tipi di media nei computer e così
anche su internet.
9,45
10
7
5
2,92
2
0,05
0,12
Testo
Foto
0
Suono
Filmato
F 1.3: Dimensioni di file quotidiani (MB)
Che cosa si può trovare su internet?
La risposta è semplice: quello che ci hanno messo. Fermiamoci un attimo. Uno
slogan recentemente diceva: ‘Internet. Il mondo è conoscibile.’ È veramente così?
Sarebbe vero se ci fosse tutto il mondo. La gente non ci mette l’intero mondo,
sarebbe impossibile. Il mondo on line è una fetta del mondo reale, ma non solo
una riflessione di esso. Il mondo on line è un mondo per sé, una nuova realtà che
si collega alle realtà che esistevano prima.
Considerando i cambiamenti di cui prima si è parlato, completiamo la risposta:
su internet si trova quello che ci hanno messo o quello che ci abbiamo messo noi.
1.1 C 
1.1.4
9
Livello di conoscenza ed approccio alle nuove tecnologie
All’inizio tutti abbiamo paura, ci sono tante cose da imparare, come la tastiera, il
mouse, l’interfaccia, i programmi, funzioni… Mi ricordo che tanti anni fa quando il professore d’informatica ha annunciato che la lezione seguente ci saremmo
occupati di icone e come attribuire icone diverse a programmi, l’annuncio mi ha
provocato incubi perché sapevo già che cos’era un’icona ma credevo di dover creare, disegnare delle icone – e visto che prima o poi sarebbe arrivato il compito in
classe: la possibilità di un compito del genere mi aveva spaventato. L’esperienza
aiuta a vincere le paure.
La notizia buona è che per poter usare i programmi di cui avremo bisogno,
basta arrivare a un livello di uso quotidiano del computer, niente di più.
Non dobbiamo aver paura, con le dovute misure di cautela e un comportamento tranquillo e cosciente si può annullare tutto quello che abbiamo sbagliato.
Bisogna aver coraggio per lavorare: salvare, modificare, creare.
Per quanto riguarda i programmi e le funzioni, dobbiamo fermarci un attimo e
considerare i seguenti. Il computer è un mezzo, serve per fare qualcosa. Gli obiettivi sono vari. Invece di imparare ad utilizzare il mezzo, definiamo bene prima i nostri
scopi, poi troviamo le maniere di realizzazione.
È sempre bene avere idee chiare prima di toccare la tastiera, avere abbozzi,
progetti su carta. Mentre lavoriamo col computer è sempre utile separare le fasi:
non dobbiamo fare tutto nello stesso tempo perché ci stanchiamo, dimentichiamo
passi e il computer ci distrae l’attenzione.
Nella maggioranza dei casi è più facile essere ricevitori passivi all’inizio, cioè
usare il prodotto degli altri. Poi man mano si può passare ad un secondo livello:
trasformare quello che altri creano alle nostre esigenze. Il terzo livello, quello più
avanzato, è di creare contenuti propri, per i quali certamente possiamo utilizzare in
parte lavori di altri. Ad esempio nel caso dei blog, all’inizio li leggiamo, poi ne salviamo i testi, le conversazioni, raccogliamo le espressioni, alla fine possiamo creare
un blog anche per noi se serve per i nostri scopi. I tre livelli richiedono conoscenze
diverse, si potrebbe cominciare subito con la creazione, ma per conoscere meglio
la tecnologia di cui si parla e affinché diventi parte quotidiana dell’esperienza on
line, dà più sicurezza seguire la gradualità, senza perdere però il coraggio di poter
passare al livello seguente se e quando ci conviene.
Ricordiamo sempre che ci sono alcune cose che il computer fa molto bene,
altre di meno. Per esempio è molto bravo a cercare. Se un compito risulta troppo
faticoso e ripetitivo, ricordiamoci che di solito ci sono scappatoie e vie più veloci:
mettiamoci a pensare, a cercare o chiedere informazioni.
Se vogliamo lavorare con efficacia con i mezzi nuovi, vale la pena di tenere
d’occhio il mondo tecnologico. Esistono vari siti che si occupano di notizie del
mondo della tecnologia, per esempio index.hu/tech (da notare tra l’altro la sezione dedicata agli cosiddetti hoax). Anche i siti di programmi che utilizziamo,
1.1 C 
10
produttori di sistemi operativi, ecc. offrono notizie. Se si vuole sapere di più di
determinati temi, basta eseguire una ricerca con i motori di ricerca, per esempio
Google.
1.1.5
Glottodidattica per conoscenze approfondite delle nuove
tecnologie
Alle lezioni di informatica agli studenti per lo più insegnano solo i mezzi, le funzioni delle applicazioni. Spesso non vedranno usi veri delle funzioni. L’insegnante
di lingua può capovolgere la situazione avendo degli scopi per ottenere i quali può
scegliere i mezzi e le soluzioni: per esempio se vuole, può lavorare con le immagini,
le presentazioni o i suoni. Una studentessa una volta ha menzionato che al liceo
hanno studiato per settimane come si crea prima una cartella e poi una struttura
di cartelle, ma nessuno ha mai spiegato perché si fa, che importanza ha questa
conoscenza.
1.1.6
Punti di partenza per la glottodidattica
Parlando di nuove tecnologie e didattica occorre parlare brevemente di sussidi didattici e materiali didattici.2 Di per sé i mezzi nuovi, sia hardware che software,
sarebbero da considerarsi sussidi e cioè mezzi che aiutano il processo didattico. I
mezzi di nuove tecnologie però spesso contengono anche informazione (il computer sul disco rigido, un DVD, un lettore mp3 che già contiene qualche file audio, un
programma di presentazioni mentre esegue la proiezione) e quindi appartengono
ai sussidi. Con i mezzi nuovi si creano e utilizzano sussidi.
Da un lato le nuove tecnologie aiutano a usare con più facilità quello che c’era
anche prima: testi, immagini e audio, il tutto personalizzato. Dall’altra parte internet offre accesso a una fetta della realtà stessa della lingua e della cultura di cui
si tratta.
Tradizionalmente si insegnava con materiali creati apposta per insegnare e anche con testi letterari – erano una fonte relativamente abbondante di testo. I diritti
d’autore rendono difficile la pubblicazione di testi letterari su internet, soprattutto
di opere nuove, non ne troveremo molti.3 La glottodidattica moderna sottolinea
l’importanza del linguaggio quotidiano. L’insegnante di lingua e chi apprende una
lingua cerca soprattutto caratteristiche culturali e linguistiche. Le fonti più preziose sono materiali autentici, tracce di comunicazione, modi di espressione di
2
3
Didaktika, a cura di Iván Falus, Budapest, Nemzeti Tankönyvkiadó, 1998, p. 330.
Ci sono iniziative di pubblicazione gratuita di testi letterari di grande importanza, creando
una biblioteca telematica, per esempio il Progetto Manuzio a www.liberliber.it. Il sito spiega
dettagliatamente come si può contribuire e con quali materiali.
1.1 C 
11
intenzioni comunicative, uso vivo della lingua, reazioni vere, espressioni, interiezioni, abbreviazioni usate – internet è un ambiente accessibile che contiene tutto
ciò.
La didattica si concentra sia sul docente, sia sul discente: è la sintesi di due
approcci.4 Le nuove tecnologie danno una maggiore flessibilità allo studente. Richiedono e sviluppano l’autonomia nello studio con la libertà di scelta e scoperta. In fin dei conti è lo studente quello che deve lavorare per imparare la lingua,
l’insegnante è solo la guida per stimolare, orientare ed aiutare.
Queste fonti sono molto adatti allo studio e allo sviluppo individuali. Trovare
applicazioni per una comunità come una classe è più difficile. La parola chiave è
la condivisione. Pensiamo a proiezioni, ascoltare suoni (musica, radio, registrazioni ecc.), oppure condividere informazioni, scoperte (relative alla lingua studiata e
non), prodotti delle attività, offrire un punto di partenza comune per le attività.
Una vasta gamma di materiali autentici, vari tipi di fonti, varie tematiche, vari
usi linguistici. Internet è un ambiente multimediale accessibile. Ricordiamo che
per media intendiamo tipi differenti di informazione: testo, immagine fissa, immagini in movimento, suono; multimedia è la combinazione di almeno due di
questi.
La glottodidattica deve cambiare ottica e scoprire usi innovativi delle nuove
tecnologie che ci circondano. Potremmo individuare fondamentalmente quattro
tipi di attività. Vediamo in breve di che cosa si tratta.
1. Ottenere materiali
Se non creiamo noi quello che vorremmo usare (incisione della voce, scattare
delle foto, scansionare pagine), tipicamente usiamo internet per accedere ai
materiali – con un computer e programmi ideati per ricevere e visualizzare
informazioni di un determinato tipo. Soprattutto è un contenuto in qualche
maniera collegato al web, ma non necessariamente.
2. Salvare i materiali
Abbiamo paura che il materiale sparisca il giorno dopo? La soluzione è conservare una copia nel nostro computer. Spesso i programmi con cui riceviamo e visualizziamo il contenuto ci consentono di salvarlo. Il salvataggio può
essere ostacolato: a volte è più difficile, o addirittura impossibile. Conoscere
trucchi e fonti alternative è molto utile. (Si veda a p. 41.)
3. Modifiche ed adattamento
Secondo il tipo di materiale scegliamo un programma per editare il contenuto, se è possibile. Vale la pena di impegnarsi per trovare applicazioni gratuite
per lo scopo.
4
Didaktika, a cura di Iván Falus, Budapest, Nemzeti Tankönyvkiadó, 1998, p. 10.
1.1 C 
12
4. Usare in classe (per lo studio)
Dopo le modifiche necessarie –eseguite col computer– non è detto che in
classe tutti gli studenti utilizzeranno dei computer. Non dimentichiamo: per
varie ragioni è difficile cogliere informazioni dallo schermo, ci stanchiamo,
ci distrae l’ambiente. I documenti si possono stampare, usare un proiettore
con un solo computer, portare un lettore mp3 con casse, un lettore DVD
con un televisore.
L’utilizzo in classe di tecnologie del tipo streaming è problematico: durante
la lezione deve funzionare un computer che riceve i dati, il server che manda
i dati, la connessione deve essere di buona qualità. (Si veda ancora a p. 32.)
Gli insegnanti d’informatica redigono una classifica degli errori che possono
apparire durante una lezione (per esempio salta la corrente, un computer è
infettato da qualche virus, il computer non contiene un programma che ci
servirebbe, ecc.). È buona pratica prepararsi agli errori più comuni, esaminare la gravità di essi e quanto influenzano la lezione, se possibile, è meglio
trovare anche le soluzioni.
1.2 T
13
1.2 Testi
In questa sezione parliamo di alcuni concetti chiave, novità tecnologiche e fonti di
testo. Su internet il testo è spesso accompagnato da immagini, anche da suoni o
filmati, per cui teniamo presente che le fonti di testo saranno spesso multimediali.
I testi col computer hanno dei vantaggi: possono essere distribuiti facilmente,
in maniera veloce e gratuita, per esempio attraverso e-mail. È molto facile correggerli o modificarli senza dover riscrivere il tutto. Si possono stampare, proiettare
ecc.
1.2.1
Testi in generale
Per testo ora intendiamo testo scritto. È il tipo di media più comune e anche più
vecchio nel mondo dei computer. Principalmente possiamo parlare di due tipi di
memorizzazione di testo.
Puro testo
Il primo è il file puro testo (‘plain text’) che «contiene solo caratteri di scrittura
semplici, senza informazioni sul loro formato (dimensione, colore, ecc). Di solito
rappresenta un testo leggibile direttamente dagli utenti senza bisogno di installare programmi appositi. Il termine si usa in contrapposizione a file binario, che è
invece un file contenente dati generici non direttamente leggibili dall’utente.»5
Nel contesto del glottodidattica sorge un problema grave, è l’utilizzo di lingue diverse dall’inglese – senza menzionare più lingue nello stesso documento.
All’inizio i file di testo sono nati per contenere solo caratteri della lingua inglese
scritta, più alcuni simboli speciali come ad esempio &. I primi insiemi di caratteri
(‘character set’ erano piuttosto ristretti (si pensi ad ASCII ). Vi era la naturale esigenza di un’estensione per poter usare caratteri di lingue come il francese, il tedesco,
lo spagnolo. Ma la situazione era sempre più complicata a causa della mancanza di
standard:6 utilizzavano diversi codici su diversi tipi di computer e programmi. Nel
caso di altre lingue come l’ungherese che contiene solo 4 caratteri oltre il codice
ISO Latin-1 (chiamato anche ASCII esteso), si doveva ricorrere all’uso di trucchi
poco belli e scomodi.
5
6
it.wikipedia.org/wiki/TXT, febbraio 2007.
Un professore di informatica una volta ha spiegato al pubblico che gli standard nel mondo
dell’informatica nascono seguendo principi ‘darwiniani’: esistono contemporaneamente varie soluzioni, dopo alcuni anni ne rimane una che per qualche ragione è più ‘forte’ delle altre, quindi la
etichettano ‘standard’.
1.2 T
14
Oggi da un lato la standardizzazione ha semplificato la situazione, dall’altro per
fortuna appare sempre di più un sistema di codifica che si chiama UNICODE.7
Già il concetto base di UNICODE prevedeva la codificazione di 65.536 caratteri, un numero non comparabile ai 256 caratteri dell’ASCII esteso. 65.536 caratteri
bastano per tutte le lettere di tutte le lingue scritte del mondo.8 UNICODE non
è una novità: la prima versione è apparsa nel 1991, solo che non era adottata su
vasta scala. Le realizzazioni più comuni di UNICODE oggi si chiamano UTF-8
e UTF-16.
Una nota da fare è che la rappresentazione del testo avviene attraverso l’uso dei
file font. È logico che un font segue una codifica: con un font disegnato solo per
l’ASCII esteso non potremo mai scrivere in cinese. Parlando di font, bisogna menzionare i nomi Type 1 di Adobe e TrueType di Apple e Microsoft. Si tratta di due
realizzazioni di font in uso nei giorni nostri. Ora non entriamo nei dettagli: con un
po’ di ricerca su internet possiamo trovare informazioni abbondanti. L’importante
è che nel 1994 Microsoft in cooperazione con Adobe ha lanciato un progetto da
cui è nato lo standard OpenType che si basava su UNICODE, conteneva sofisticate
opzioni tipografiche e per di più era possibile utilizzare lo stesso identico file con
vari sistemi di computer.
L’uso di OpenType e UNICODE nel 2007 è in dinamica diffusione, dopo
tanti anni, per nostra fortuna. Il lavoro da fare è notevole, cioè mettere in pratica
le possibilità teoriche.9
Testi binari
Oltre ai file di puro testo esistono anche testi ‘binari’: i creatori di singole applicazioni hanno creato dei formati per codificare le istruzioni di formattazione e da qui
mancava soltanto un passo per l’inclusione di altri tipi di dati, per esempio immagini, e qui arriviamo alla frontiera della multimedialità.10 L’esempio più comune
è il formato DOC di Microsoft Word.
Questi formati non di rado sono cosiddetti formati chiusi: on line di principio
sono legati a un determinato programma, altri hanno difficoltà ad interpretarli o
perché manca la documentazione o perché il formato è protetto in qualche maniera
da leggi.
7
8
Ulteriori informazioni sono accessibili al sito www.unicode.org.
Ancora più ambizioso è l’ultimo suggerimento di implementazione di UNICODE con più di
un milione di caratteri per tutto il patrimonio scritto dell’umanità.
9
Per esempio se in un font OpenType ci mettono solo i caratteri dell’ASCII esteso, per iniziare
può bastare. Poi bisognerebbe procedere ad aggiungere tutti i caratteri di lingue che si basano su
una scrittura latina, greca, cirillica ecc.
10
Un caso estremo: Microsoft Word è capace di inserire certi tipi di filmati nei suoi documenti.
1.2 T
15
Tra testi binari e puri testi ci sono casi intermedi: file che in fondo contengono
puro testo ma anche le istruzioni di formattazione, interpretabili da programmi.
Un esempio è il formato RTF (Rich Text). In alcune realizzazioni possono contenere anche immagini o altri tipi di media. In realtà anche un file HTML –di cui
parleremo brevemente a pagina 15– appartiene a questa categoria.
Possiamo menzionare ancora il formato (binario) PDF (Portable Document
Format) di Adobe che ormai è diventato un vero e proprio contenitore multimediale.11
Mentre un file di puro testo di solito è considerato piccolo –contiene solo
l’informazione essenziale–, un documento binario che contiene lo stesso testo,
magari con formattazioni e anche immagini, può avere dimensioni di gran lunga
maggiori.
1.2.2
Ipertesto
La parte più popolare di internet, il web, si basa su un tipo speciale di testo che si
chiama ipertesto. In parole povere, l’ipertesto è un tipo di testo che non è caratterizzato solo da una lettura lineare, ma anche da salti: ci sono dei punti di partenza
segnalati nel testo che ci danno la possibilità di saltare direttamente ad altre sezioni o dello stesso testo o un testo diverso.12 I punti di partenza si chiamano
riferimenti oppure link. In teoria tra un link e il ‘bersaglio’ dovrebbe esserci una
connessione logica: un nesso che lega una parte del testo ad un altro materiale. Il
linguaggio adottato dalla maggior parte dei documenti del web si chiama Hypertext Markup Language (HTML): un linguaggio descrittivo che si basa appunto su
una realizzazione del concetto di ‘ipertesto’. Il programma capace di interpretare
questo linguaggio si chiama browser,13 di cui esistono vari tipi. Nella variante più
comune i link si possono attivare con un clic del mouse, un esempio si vede nella
figura 1.4.
Ci sono tre cose da notare. La prima è che un ipertesto di solito non è composto
solo da salti, anche se non è impossibile crearlo – di conseguenza ci saranno tratti di lettura lineare. Il sito Proverbi Master all’indirizzo www.homolaicus.com/
linguaggi/proverbi per esempio contiene delle pagine che sono molto vicino
11
12
Di PDF parliamo ancora a pagina 42.
Nelle realizzazioni concrete i link possono puntare anche ad altri tipi di media, file che il
browser o scarica o cerca di elaborare.
13
Oggi i browser sono capaci di fare tante altre cose oltre a interpretare documenti HTML:
scaricano, si connettono a server FTP, visualizzano immagini, immagini in movimento, riproducono suoni, visualizzano file PDF, DOC ecc. I programmi hanno una struttura modulare, se
manca qualcosa, può darsi che con l’inserimento-installazione del modulo si ottenga facilmente la
funzione desiderata.
1.2 T
16
F 1.4: Un link in un browser, prima di attivarlo con un clic.
al caso estremo di ipertesto che contiene solo dei link: l’abbondanza in questo caso
è giustificata dal contesto e dalla funzione (si veda anche la figura 1.5).14
F 1.5: Proverbi Master, lemma ‘abbaia’.
La seconda è che la lettura ‘ipertestuale’ può caratterizzare anche testi stampati, di solito si menziona i dizionari in cui cerchiamo determinati lemmi, non li
leggiamo da capo a fine. Testi letterari d’altro canto di solito sono destinati a una
lettura lineare.
C’erano dibattiti accesi sulla natura di ipertesto, quanto sia superiore a un testo
normale, ecc… In base a quanto detto sopra, l’ipertesto non è superiore ad un
testo tradizionale. Offre semplicemente l’aiuto del computer per poter saltare a
parti predefinite, senza esitazione – il computer non deve ‘pensare’ tanto per sapere
subito dove puntano i riferimenti.
1.2.3
Navigazione
Il concetto di ipertesto è fortemente legato alla navigazione: seguendo i link facciamo un percorso. Chi voleva sottolineare i vantaggi dell’ipertesto, diceva spesso
che è bello perché un percorso personalizzato vuol dire libertà e autonomia, quindi anche nella didattica. C’è però un problema. Da utenti non vogliamo un solo
percorso: non vogliamo perdere niente di quello che c’è. Vorremmo sapere cosa c’è
14
Il sito elabora una raccolta di proverbi italiani. Per esempio se cerchiamo nella sezione della
parola abbaia il proverbio «Can che abbaia non morde.», vediamo che sono segnalate 3 parole come
link: can, che e morde, che tutte conducono alle rispettive sezioni.
1.2 T
17
dietro ogni ‘porta’, ogni link. Per lo più saremmo frustrati se non vedessimo tutto
e non valutassimo se ci interessa o meno.15
Se è vero che il web cambia e che i siti web da un giorno all’altro possono
cambiare, le pagine possono sparire e possiamo perdere i materiali che sono importanti per noi. L’unica possibilità di difendersi è conservare una copia sul nostro
computer di quello che ci interessa – la parola chiave è salvataggio (per più dettagli
si veda p. 41).
La navigazione è frustrante anche perché ci fa perdere tempo.16 Principalmente seguiamo un solo percorso, una strada alla volta. Navigando dobbiamo tenere
presente dove siamo attualmente, dove siamo stati prima, dove avremmo voluto
andare e quali vie ci conducono. Non separiamo almeno due attività: la navigazione stessa per trovare qualcosa (ripetiamo: cerchiamo possibilmente più cose), e
la valutazione di quello che abbiamo trovato, se ci serve o meno.
Come vediamo, la navigazione non è perfetta. Per fortuna già esistono soluzioni rivoluzionarie dell’interfaccia grafica che almeno in parte riescono a risolvere
queste difficoltà. Attualmente forse la più importante funzione è la navigazione a
pannelli o navigazione a schede (tabbed browsing) dei nuovi browser: in breve, in
una sola finestra possiamo aprire più pannelli ognuno con il suo contenuto, come se fossero varie finestre. Certamente possiamo aprire anche nuove finestre. Si
vedano le figure 1.6 e 1.7 e la breve presentazione a www.opera.com/support/
tutorials/flash/tabs. I browser gratuiti che utilizzano la navigazione a pannelli sono: Firefox, Apple Safari (solo Mac), Opera, Microsoft Internet Explorer
7 (anche 6 con un modulo). Nelle realizzazioni può esserci un problema che rende
praticamente inutile o inutilizzabile la funzione: se non possiamo chiudere i pannelli direttamente, senza attivare il loro contenuto come nella figura 1.7 (cfr. fig.
1.6 dove si può chiudere direttamente qualunque pannello).
A prima vista non sembra tanto importante questa funzione. Vediamo una
sessione tipica nel browser Firefox. Firefox in alto a destra ha un campo di ricerca
con il quale è possibile effettuare ricerche con vari motori di ricerca, senza aprire
la loro pagina iniziale, quindi risparmiamo tanto tempo. Come abbiamo visto,
Firefox è fornito anche della funzione navigazione a pannelli.
Il primo momento della navigazione per lo più è una ricerca. Apriamo una finestra di Firefox, inseriamo le parole chiave in alto a destra nel campo di ricerca,
quindi premiamo il tasto invio. Nella finestra appare la pagina dei risultati. Ci mettiamo a valutare quali risultati potrebbero interessarci: invece di sceglierli con un
semplice clic, apriamo i link premendo contemporaneamente il tasto Ctrl (sul Mac
il tasto ‘mela’) che così si apriranno in un nuovo pannello e cominceranno a caricarsi ‘dietro le quinte’. Noi procediamo con la selezione dei risultati interessanti,
15
16
Un’eccezione sono per esempio le 10000 favole di kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/favole.
In questo senso è frustrante la navigazione anche nel file system (si veda anche a p. 42).
1.2 T
18
F 1.6: Navigazione a pannelli, campo di ricerca
F 1.7: In Internet Explorer 7.0 si può chiudere solo il pannello attivo
per il momento non facciamo attenzione alla pagina che abbiamo selezionato prima. Apriamo quei 7-10 risultati che ci interessano, tutti in nuovi pannelli. Quelli
che sono già caricati, possiamo esaminarli ‘da vicino’. Se un risultato non ci serve,
1.2 T
19
basta chiudere il suo pannello e procedere al seguente.
In questa maniera riusciamo a separare la selezione preliminare dei risultati e
la valutazione del contenuto stesso. Non dobbiamo tornare sempre ad un punto di
partenza, non dobbiamo ricordare dove siamo nel nostro percorso: il percorso avrà
più rami contemporaneamente –ci sarà una dimensione orizzontale che sarà più
importante di quella verticale, e per di più, vedremo tutto in una sola finestra–, e
facilmente possiamo chiudere quelli che non c’interessano. Guadagniamo tempo e possiamo concentrarci, invece che sulla navigazione, solo su quello che è
importante: il contenuto.
1.2.4
Ricerca
1.2.5
Forum
Il computer non sa tutto meglio dell’uomo, ci sono però alcuni campi in cui è
veramente ‘bravo’. Uno di questi è senz’altro la ricerca, soprattutto la ricerca di testi.
Qualsiasi editor di testo o word processor dovrebbe essere capace di cercare
all’interno di un file testo. È sempre più importante la capacità di poter trovare
dei file sul nostro computer in maniera efficace. Apple in Mac OS X ha introdotto Spotlight, esiste Google Desktop per Windows, Launchy per Windows, e in
Windows Vista Instant Search: queste soluzioni mirano alla realizzazione di una
ricerca veloce ed efficace.17 I motori di ricerca locali menzionati sono capaci di
cercare anche all’interno di documenti testo, trovando così qualsiasi documento
che contenga una data espressione. La tecnologia si sta sviluppando e così anche
gli utenti devono cambiare le abitudini.
Per quanto riguarda il web, attualmente il motore di ricerca più usato per la
ricerca di testi è Google. La gente è abituata a usarlo, è abbastanza efficace. Per
quanto riguarda la glottodidattica, vale la pena di menzionare che prima il motore
non poteva classificare le pagine secondo lingue, ora c’è l’opzione. Ci sono problemi, basti pensare a lingue molto simili oppure se in una sola pagina si utilizzino
più lingue. Comunque, on line di massima funziona. A pagina 45 parleremo ancora più dettagliatamente della ricerca di testi con Google. Non dobbiamo mai
dimenticare che cosa c’è sul web, che tipi di testo si trovano (si veda anche I media
a p. 7).
I forum non sono una novità, sono vivi e vegeti anche oggi. Possono essere molto
utili perché registrano conversazioni. I forum spesso hanno la funzione di offrire
aiuto.
17
www.apple.com/macosx/features/spotlight; desktop.google.com; www.launchy.
net;
www.microsoft.com/windows/products/windowsvista/features/details/
instantsearch.mspx.
1.2 T
20
Ci sono regole per l’utilizzo dei forum, ‘Posting and You’ a www.starterup
steve.com/swf/posting.html per esempio è un breve filmato scherzoso su queste regole.
Bisogna menzionare che nei forum, soprattutto in quelli di opinione, non è
insolito trovare dibattiti accesi, attacchi aggressivi.18
Un nuovo mega-forum è Yahoo Answers su it.answers.yahoo.com 19 in cui
chiunque può fare una domanda, altri cercano di rispondere in forma di commenti.
Le risposte sono valutate e classificate.
1.2.6
Wikipedia
Da molto tempo ci aspettavamo un’enciclopedia on line, solo che nessuno voleva
farlo: ci voleva troppa energia, senza parlare dei diritti d’autore. L’idea era contraria
alla libertà e al carattere altruistico di internet. Poi è nato il background tecnologico di Wikipedia che è un’enciclopedia libera, basata su UNICODE (si veda a
p. 13), in teoria quindi capace di accogliere tutte le lingue scritte del mondo. In
Wikipedia chiunque può creare un articolo, correggere quelli esistenti. Si possono
aggiungere immagini, link ad altre pagine fuori Wikipedia, a volte anche suoni.
È bello vedere come si evolve un articolo. Jon Udell nel suo blog ha pubblicato un
filmato sul tema (The Heavy Metal Umlaut) a weblog.infoworld.com/udell/
gems/umlaut.html.
Il fatto che chiunque può creare pagine diminuisce la frustrazione di internet.20 Mentre prima creava il contenuto chi aveva un sito web, altri non potevano
modificare. Ora non è così: le persone contribuiscono anche per hobby e per il
piacere di aver scritto qualcosa di interessante per altri.
Ci sono questioni irrisolte a proposito delle soluzioni e della filosofia del sistema, per esempio il controllo di qualità. In argomenti di scienze esatte per lo più
non c’è troppo da discutere, comunque c’è sempre la pagina dei dibattiti dove gli
utenti possono discutere delle opinioni.
Ora non menzioniamo altri problemi –si possono trovare vari argomenti su
internet–, solo è da riportare che poco fa è apparso un articolo su internet, la notizia
era che Wikipedia potrebbe sparire da un giorno all’altro. Non è improbabile che
sparisca perché il tutto è finanziato da donazioni: bisogna mantenere i server che
la ospitano.
18
Patricia Wallace nel suo libro The Psychology of the Internet (Cambridge, Cambridge University
Press, 1999) parla molto di aggressività, polarizzazione e altruismo su internet.
19
20
Indirizzo della sezione in italiano.
Il tema può essere veramente qualunque cosa che interessi alle persone. Per esempio la voce en.wikipedia.org/wiki/List_of_Six_Feet_Under_deaths raccoglie particolarità di una
popolare serie dell’HBO.
1.2 T
21
Il tipo di applicazione sul web su cui si basa Wikipedia si chiama Wiki: con un
sistema del genere è facile lavorare in gruppi, per le caratteristiche sopra menzionate. Ci sono varie realizzazioni di Wiki, con varie opzioni. Wikipedia è realizzata
con l’applicazione gratuita MediaWiki, www.mediawiki.org/wiki/MediaWiki.
I progetti Wiki sono luoghi molto democratici sul web, anche interattivi: una
determinata cerchia di utenti ha accesso alle pagine del sito (gruppo può essere il
mondo o solo utenti registrati) ed editare gli articoli, lasciare commenti. Il Wiki
come tale contrasta fortemente il ‘Web 1.0’ in cui tipicamente non si potevano
modificare contenuti (eccetto per esempio i guestbook e i forum), ora non bisogna
più aspettare altri per aggiungere o correggere. Certamente anche per i sistemi
Wiki ci sono regole d’utilizzo, scritte e non.
Ogni luogo virtuale un po’ più interattivo ospita l’altruismo (forum, Wiki,
anche i blog, ecc).
1.2.7
I blog
Il termine blog deriva dalle parole web e log: si tratta di un diario sul web. Il blog
ha sostituito le pagine web personali che avevano una struttura tipo: curriculum
vitae, curriculum professionale, alcune poesie proprie, raccolta di link sull’hobby
e agli amici, si veda anche la figura 1.8 (adottata da Wallace, The Psychology of the
Internet).
Col blog chiunque può diventare un po’ giornalista. Il blogger condivide col
mondo quello che gli succede, quello che ha trovato da qualche parte su internet,
ha letto in un libro, analizza, pubblica risultati e scoperte di ogni genere, scatta
delle foto di eventi importanti, ecc.
Un blog tipicamente contiene testo, immagini (fotoblog), a volte anche filmati
(con YouTube o Google Video), file audio (podcast).
Ci sono sistemi gratuiti che rendono possibile la facile creazione di un blog
proprio, con soluzioni veramente semplici per la manutenzione e l’inserimento di
nuovi articoli. I siti fatti per la creazione di blog offrono una varietà di modelli
belli, così subito avremo qualcosa di bello, anche senza modifiche. Basta avere un
minimo di conoscenza del linguaggio HTML, in casi molto semplici si può anche
farne a meno. Visitate per esempio la pagina www.blogger.com.
Se abbiamo paura che il sito che utilizziamo per il nostro blog da un giorno
all’altro possa avere dei problemi, non è tanto difficile preparare un computer su
cui si mette un webserver gratuito e un’applicazione blog gratuita. Si veda ancora
brevemente a pagina 43.
Il formato stesso del blog è adatto anche ad altri tipi di comunicazione: le
aziende lo utilizzano per comunicare con gli impiegati, ma anche un professore
può utilizzarlo per coordinare progetti, indicare fonti interessanti per gli studenti
che poi possono fornire un feedback con i commenti.
Ecco alcune ragioni per cui i blog sono più popolari rispetto ai siti personali
1.2 T
22
Marco Savigni
Benvenuto nel mio sito personale. Grazie per la visita.
Non devi aver fretta, curiosa un po! e firma il mio Guestbook!
d
Y
Clicca per informazioni su Marco.
Il mio curriculum. Faccio l!ingegnere a Milano.
♥
Una poesia. L!ho scritta per mia moglie all!università.
l
Adoro pescare. Alcuni link ai miei siti preferiti.
W
Link alle pagine personali dei miei amici…
(Mica pensavi che ti avrei mandato dai miei nemici?)
F 1.8: Un sito personale tipo
di prima: facile creazione; hosting gratuito; si può aggiungere nuovi articoli facilmente e velocemente, anche senza conoscenze HTML; disegno di pagina già
pronto, facilmente personalizzabile; molti blog sono raccolti in un solo luogo, è
possibile effettuare ricerche.
1.2.8
RSS
Possono esserci dei siti che ci interessano molto e che hanno un contenuto che è
in cambiamento continuo. Aprire il sito ed aspettare che tutto il contenuto carichi
richiede tempo e magari non è cambiato niente dall’ultima visita.
L’RSS (Really Simply Sindication, Rich Site Summary oppure RDF Site Summary) è una tecnologia che permette di notificare automaticamente e in maniera
efficace all’utente i cambiamenti dei siti: tipicamente la adottano siti che contengono notizie (giornali, radio, agenzie di stampa), blog, podcast. Un client RSS controlla automaticamente i siti che scegliamo e ci notifica se hanno aggiunto articoli.
Se è ben fatto l’RSS, avremo un riassunto efficace dei nuovi contenuti che ci aiuta
a decidere se c’interessa quel contenuto e vale la pena di caricarlo o meno.
Bisogna aggiungere che la creazione di un feed RSS da parte di un sito web
1.2 T
23
sarebbe bello se fosse automatico e seguisse subito i cambiamenti del sito, ma non
è sempre così. Se c’è o non c’è il feed RSS, dipende dal sito. È ancora da aggiungere
che alcuni creatori di siti interpretano male l’RSS (probabilmente non sono progettati tenendo in considerazione l’utente) e il riassunto nel feed RSS non fornisce
abbastanza informazioni.
I nuovi browser spesso sono anche clienti per i feed RSS, la qualità di implementazione della tecnologia è varia. Le figure 1.9 e 1.10 mostrano il feed di Corriere.it in due browser differenti. Ci sono anche dei clienti dedicati, per ulteriori
informazioni si veda en.wikipedia.org/wiki/RSS.
1.2 T
24
F 1.9: Feed RSS di Corriere.it in Firefox 2.0
F 1.10: Feed RSS di Corriere.it in Safari 2.0
1.3 I 
25
1.3 Immagini fisse
Nella glottodidattica spesso si possono utilizzare immagini di vario tipo. Creiamo
illustrazioni, a volte anche disegniamo. È possibile disegnare anche col computer,
ma non è facile senza un’applicazione ben progettata e senza esperienza. Non ci
occuperemo particolarmente di creazione di disegni.21
In ogni caso può aiutarci internet con le immagini e illustrazioni già esistenti
che poi è possibile modificare alle nostre esigenze. Non dimentichiamo che si può
scansionare molto facilmente qualunque foglio; uno scanner dedicato all’uso quotidiano oggi costa poco. Con una fotocamera digitale è possibile creare foto digitali.
Quello che abbiamo detto sui testi è valido anche per le immagini: si possono
stampare, condividere, mandare per e-mail (per le dimensioni maggiori occorre
fare attenzione), proiettare ecc.
1.3.1
Formati e dimensioni
Il computer può registrare le immagini in vari modi, formati. Ognuno di questi
ha le proprie caratteristiche. In linea di principio ci sono due tipi di immagini:
vettoriali e bitmap. Troviamo una spiegazione della differenza per esempio sul
sito flash.html.it (corsivo mio):
«Le immagini vettoriali sono create da linee e curve (vettori) con all’interno i
valori circa la posizione ed il colore. Hanno la particolarità che a diverse risoluzioni
appaiono sempre con la stessa qualità; un’immagine vettoriale ridimensionata non
perde in definizione.
Le immagini bitmap invece, sono create da pixel inseriti all’interno di aree specifiche. Quando si ridimensiona una bitmap, l’immagine potrebbe risultare ‘sgranata’ perdendo in qualità, questo perché i pixel che formano le immagini bitmap
sono fissati su una griglia di dimensioni fisse.»
Per un confronto tra grafica bitmap e grafica vettoriale si veda la figura 1.11.
Allora, perché non usare sempre le immagini vettoriali? Le immagini vettoriali
devono essere descritte da curve che il computer deve creare. Per disegni e logo è
conveniente, molto meno per foto. Delle possibilità di conversione tra i due tipi
non ci occuperemo, il web offre varie fonti a riguardo.
Ci sono anche casi intermedi: il formato PDF, per esempio, è un contenitore
in cui possono esserci tra l’altro grafiche, sia vettoriali che bitmap.
Per lo più incontreremo grafiche bitmap di cui esistono vari formati. Quelli
più semplici (come bmp) registrano semplicemente il colore di ogni pixel nella
griglia. Questi formati semplici occupano moltissimo spazio perché si tratta di
21
Chi è interessato, può consultare per esempio il sito del programma gratuito Inkscape a
www.inkscape.org. I programmi con cui si creano tipicamente organigrammi o diagrammi di
progettazione si chiamano UML, per esempio Dia (live.gnome.org/Dia).
1.3 I 
26
I!u"razione
I!u"razione
(a) Grafica bitmap
(b) Grafica vettoriale
F 1.11: Confronto tra grafica bitmap e vettoriale
molti dati. Per questa ragione hanno creato formati più adatti all’uso quotidiano.
L’idea è che il computer non deve conservare tutti i dati di un’immagine, solo
quelli necessari per poter poi calcolare approssimativamente come poteva essere
l’originale. A questi formati appartiene il jpg (o jpeg), il formato più usato per le
foto; gif e png che in caso di immagini con pochi colori sono da preferire a jpg, per
di più, possono avere anche aree trasparenti o semitrasparenti (se le mettiamo per
esempio poi in una diapositiva, lo sfondo trasparente è molto utile se non vogliamo
vedere sempre rettangoli bianchi attorno alle illustrazioni). Esistono anche formati
compressi senza perdita di qualità, per dimensioni questi file si trovano tra i formati
non compressi e quelli compressi con perdita di qualità.
Si può regolare la qualità delle immagini in questi formati, cioè quanti dati
omettere. Quanto più omettiamo, tanto più piccolo sarà il file, tanto più riduce la
qualità, come vediamo nella figura 1.12.
(a) JPG, qualità 100%, dimensioni: 88KB
(b) JPG, qualità 10%, dimensioni: 4KB
F 1.12: La stessa immagine in formato JPG con opzioni differenti
1.3 I 
1.3.2
Ricerca e fonti di immagini
1.3.3
Flickr, il fotoblog
27
Grazie allo sviluppo tecnologico e alla connessione a banda ‘larga’, la quantità di
immagini fisse è aumentata su internet. Il motore di ricerca Google offre una ricerca di immagini che è sempre più potente.22 Si possono scegliere le dimensioni
delle immagini da includere nei risultati, ecc.
Oltre alla ricerca con Google ormai esistono fonti ricche e gratuite per trovare
immagini, ecco una lista:
• www.flickr.com/creativecommons – forse è il migliore, ulteriore spiegazione
nel paragrafo Flickr, il fotoblog a p. 27.
• www.imageafter.com – una grande collezione di foto ad accesso gratuito. Si
possono scaricare le immagini (e strutture) per uso personale o commerciale.
• www.morguefile.com – collezione di immagini gratuite.
• www.sxc.hu – stock.xchng, contiene quasi 200000 foto.
• www.everystockphoto.com – più di 283000 foto.
• www.freepixels.com – foto per uso privato o commerciale.
• www.studio25.ro – 2500 foto.
• pstutorialsblog.com/44/free-stock-photos – questo blog di tutorial su
Photoshop contiene una lista di fonti gratuite di foto.
Oltre ai blog ‘tradizionali’ esistono anche i fotoblog con cui è possibile creare delle
gallerie personali. Flickr è il fotoblog più usato e popolare con tantissime opzioni
(si vedano le figure 1.13, 1.14, 1.15, 1.16): ricerca, parole chiave, commenti, varie licenze d’utilizzo, gruppi, varie dimensioni della stessa immagine, si possono
contrassegnare alcune parti di un’immagine per una spiegazione interattiva ecc.
Molti dei blogger utilizzano Flickr per pubblicare foto: ci sono spesso dei link
da blog a varie pagine di Flickr.
La sezione www.flickr.com/creativecommons è infatti molto importante:
la gente per propria volontà offre le immagini per utilizzo. Si tratta di immagini di
buona risoluzione. Le licenze variano, occorre esaminarle. Avere foto del genere
del tutto gratis è ora molto facile, mentre nel web 1.0 era impossibile.
22
Un’idea per la ricerca di immagini: inserite parole chiave insolite per immagini, per esempio
facile oppure velocità.
1.3 I 
28
F 1.13: Flickr, pagina iniziale
F 1.14: Flickr, una foto con un commento
1.3 I 
F 1.15: Flickr, ‘calendario’ con le foto ritenute interessanti
F 1.16: Flickr, foto con commenti ‘interattivi’ aggiunti
29
1.4 S
30
1.4 Suoni
Per la glottodidattica il suono è un media importantissimo, visto che essenzialmente e soprattutto una lingua è parlata. Nelle scuole tradizionalmente la lingua
scritta ha un ruolo molto più importante di quanto non abbia nell’uso quotidiano.
Le nuove tecnologie offrono la possibilità di dare maggior rilievo al parlato.
Anche per i suoni è valido quello che abbiamo detto per le immagini: a causa dell’evoluzione delle tecnologie l’audio conquista una parte sempre maggiore
del mondo on line. I file audio sono di grandi dimensioni, almeno rispetto ai file
di testo. Mentre prima avere un suono nel computer non di rado causava problemi (la scheda audio non era riconosciuta dal sistema operativo, per esempio),
ora le configurazioni base dei computer e soprattutto dei portatili contengono le
funzionalità audio. Con gli appositi ingressi è possibile incidere qualunque cosa,
per esempio la propria voce con un microfono (i portatili per lo più hanno un
microfono incorporato) o digitalizzare cassette o dischi vecchi.
1.4.1
Incisione
1.4.2
Formati
1.4.3
Audio chat
L’incisione di suono in contesto glottodidattico può servire da feedback per lo
studente stesso: registra la propria voce, poi riascolta e compara la registrazione
ad una registrazione di un madrelingua. Anche nella formazione e nel lavoro degli
interpreti è importante la registrazione –e la riproduzione– con cui si sviluppano
le abilità speciali di questo settore. Anche se la gente non è abituata ad ascoltare
la propria voce, è un mezzo utile.
Similmente alle immagini, anche per i file audio esistono vari formati. Esistono
due tipi anche di file audio: non compressi e compressi. I non compressi occupano
tantissimo spazio, però contengono tutti i dati. I compressi possono essere di due
tipi, tipicamente con perdita di qualità (per lo più mp3, o aac, magari Ogg Vorbis),
o anche senza perdita di qualità (FLAC, Apple Lossless), con dimensioni tra i non
compressi e i compressi con perdita di qualità. Nel caso dei formati compressi con
perdita di qualità si può determinare la qualità e così anche le dimensioni del file:
quanto più buona è la qualità, tanto più grande è il file.
Anche su internet si applicano sempre di più le capacità audio. Le chat audio diventano sempre più popolari (MSN Messenger, Yahoo Messenger ecc.), ci sono
soluzioni anche per telefonare (Skype, VoIP Free): chiamate computer–computer
1.4 S
31
(quindi una chat audio regolare), computer–telefono, computer–cellulare (per queste di solito bisogna pagare, però di meno rispetto alle chiamate ‘normali’). La diffusione è dovuta anche al fatto che gli algoritmi con cui si comprimono i file audio
sono sempre migliori, ottenendo qualità migliore e nello stesso tempo dimensioni
minori.
1.4.4
Fonti – diritti
1.4.5
Lettori mp3 e podcast
Prima le fonti di audio erano ristrette, da un lato per ragioni tecnologiche, dall’altro
per i diritti d’autore. C’era la possibilità teorica di creare contenuti gratuiti, ma
pochi lo facevano. Richiede tempo, fatica, soldi. Le uniche fonti di cui si poteva parlare erano le radio on line che però sono state deliberatamente create in
maniera che non si possa salvare il contenuto. Gli sviluppi hanno portato ad un
cambiamento notevole, come vedremo.
Un motore di ricerca che è capace di trovare file audio è Altavista (www.altav
ista.com) – anche se non è del tutto sufficiente, ma di tanto in tanto può servire.
Da alcuni anni sono apparsi lettori mp3 o lettori audio, piccoli, comodi aggeggi che
hanno una connessione rapida col computer e con i quali si possono facilmente
riprodurre file audio. Ne esiste una grande varietà, alcuni sono capaci di registrare
suoni, ricevere trasmissioni radio tradizionali, riprodurre anche filmati ecc.
Questi lettori non costano molto. Grazie alle loro capacità notevoli (all’inizio
del 2007 si tratta di 1 GB per quelli che utilizzano la tecnologia delle memorie
flash, 40–80 GB per quelli con dischi rigidi), possono essere utilizzati anche come
contenitori di dati (al posto di CD o DVD, senza parlare poi dei dischetti). Il loro
utilizzo per la glottodidattica ha profitti evidenti: molto facilmente si può portare
in classe i materiali audio trovati, creati, modificati. Ci vogliono solo le casse a cui
connettere il lettore e si può far partire la riproduzione. L’audio digitale ha sempre
la stessa qualità, anche dopo innumerevoli riproduzioni (a meno che l’aggeggio
non si rompa).
Attualmente la famiglia di lettori più popolare è prodotta da Apple, si chiama
iPod. La gente apprezza molto i lettori facili da usare, sono diventati accessori della vita quotidiana. Alcuni hanno cominciato ad incidere la propria voce, prendere
note, ascoltare libri audio oltre ai brani musicali. Man mano è nato il movimento
dei ‘podcast’ (da iPod + broadcast). Il podcast stesso non è altro che un file audio
(oggi tipicamente mp3) che si può scaricare gratuitamente, almeno per uso individuale. Molti si sono messi a creare dei podcast, una specie di radio economica. Lo
scopo è simile a quello dei blog: condividere esperienze, insegnare, divertire. Per la
glottodidattica i podcast possono essere molto importanti: non è difficile trovare
materiali autentici, di parlanti madrelingua. I podcast in teoria hanno più episodi.
1.4 S
32
Anche se un podcast finisce perché il creatore non ha più risorse, altri continuano
a creare, ce ne saranno sempre di nuovi. Un enorme vantaggio dei podcast è che
avendo scaricato sul nostro computer, non abbiamo più bisogno di internet per
utilizzarlo. Possiamo modificare il materiale tranquillamente e condividerlo con
chi vogliamo.
Il podcast è per lo più accompagnato da un feed RSS (cfr. p. 22), così chi
si iscrive ad esso, viene notificato automaticamente (o il programma che gestisce i podcast, come iTunes, www.apple.com/itunes) se un nuovo episodio è
accessibile.
1.4.6
Streaming
Lo streaming è un flusso continuo di dati. Prima, quando non avevamo connessioni a banda larga e soprattutto poco costanti, lo streaming cercava di assicurare
(con successo discutibile) l’accesso a fonti audio. Ascoltare un programma radio
dal vivo tramite internet si può solo con qualche tecnologia streaming. Lo streaming serve anche per ostacolare il salvataggio. Quindi, una trasmissione non dal
vivo può essere realizzata in due maniere: streaming (affinché non si possa salvare) e formato scaricabile. Se volessimo utilizzare una trasmissione con streaming
in classe, incontreremmo grosse difficoltà: ci vuole una connessione costante e di
buona qualità non solo a internet ma anche al server da cui arrivano i dati. Se aggiungiamo che gli studenti individuali potrebbero ascoltare per conto loro, ognuno
col suo computer, la situazione diventa ancora più difficile.23
Ci sono dei trucchi con cui è possibile salvare una trasmissione del genere,
ma le implementazioni di streaming sono tanto differenti e utilizzano ogni mezzo
per ostacolare il salvataggio, senza menzionare i diritti d’autore. Optiamo per i
podcast.
23
Sarebbe un altro conto se il professore volesse che gli studenti usassero qualche materiale audio
o video ma per qualche ragione non ci fosse la possibilità di salvarlo sul loro computer: potrebbero
usare un computer della rete della scuole come streaming server, per esempio con il programma
gratuito VideoLAN Client (www.videolan.org), disponibile per varie piattaforme tra cui varianti
Linux, Mac OS X, Windows ecc.
1.5 P
33
1.5 Presentazioni
1.5.1
Basi
1.5.2
Trappole comuni
Esistono programmi che possono essere considerati i corrispondenti elettronici
della lavagna luminosa. I documenti creati con un programma del genere hanno tipicamente pagine di orientamento orizzontale (landscape) che si chiamano
diapositive. Su una diapositiva è possibile collocare testi, forme, immagini, suoni
e anche filmati. Caratteristica di questi programmi sono le transizioni: compaiono e scompaiono diapositive o elementi di diapositive. Di solito la presentazione si esegue con un proiettore connesso al computer. L’applicazione più conosciuta del genere è PowerPoint, un’alternativa gratuita è Impress di OpenOffice.org
(www.openoffice.org), e un’altra che lavora molto bene è Apple Keynote per il
Mac.
Visto che una presentazione può contenere tutti i tipi di media, la creazione
richiede una sintesi della conoscenza dei media: come ottenere, come modificare
dati e come aggiungerli alle diapositive. Le applicazioni non sono difficili da usare,
sono molto simili per esempio a Microsoft Word.
Una presentazione fatta col computer ha i soliti vantaggi rispetto alla lavagna
luminosa: è più economico, più veloce, si può ripetere, copiare, condividere, ecc.
Alle lezioni di informatica anche nel caso delle applicazioni per presentazioni si
insegna quasi sempre solo il mezzo. Con le presentazioni ci sono vari problemi.
Bisogna conoscere le regole per poter creare presentazioni veramente buone e diventare buoni presentatori. Poter fare presentazioni di buona qualità potrà essere
molto importante per il futuro degli studenti.
Probabilmente la fonte di errore delle presentazioni è semplice: il presentatore vorrebbe ridurre al minimo il proprio lavoro (e –del resto– non si occupa
tanto dell’uditorio). Per evitare gli errori, basta che il presentatore si metta nei
panni del pubblico. Garr Reynolds sul suo sito (www.garrreynolds.com) tratta dettagliatamente com’è una buona presentazione. Ecco il suo messaggio più
importante:24
Esaminando le diapositive di una buona presentazione si può notare che esse non raccontano per niente l’intera storia, servono per
sostenere gli argomenti più importanti del presentatore e la connessione con il pubblico. Esse di per sé, al di fuori della presentazione tenuta –a parte il fatto di essere interessanti e magari di avere un
24
Traduzione mia dal sito web www.garrreynolds.com.
1.5 P
34
aspetto gradevole– non sono veramente utili, ma ciò va bene così. Le
presentazioni sono effimere, unici momenti nel tempo per collegarsi,
insegnare, convincere, vendere o qualunque sia lo scopo. Se è finita, è
finita. La versione stampata delle diapositive non sarebbe troppo utile.
Invece si può preparare e distribuire una nota scritta («handout») per
distribuire dopo la presentazione. In un documento scritto si possono aggiungere più dettagli, utilizzare un linguaggio preciso, evitando
i punti elenco brevi stampati da diapositive PowerPoint piene di testo
che confondono più di quanto informano, senza menzionare la noia.
Non è facile creare presentazioni buone. Prima di accendere il computer è bene
avere le idee chiare su cosa si vuole realizzare. Una diapositiva non può contenere
troppi dati, anche perché da lontano non si vedranno. Il pubblico –prendendo
appunti– spesso cerca di copiare le diapositive, e spesso non ci riesce visto che
il presentatore procede con ritmo sostenuto. Le diapositive dovrebbero avere un
aspetto gradevole, attraente. La proiezione sostiene e cerca di spiegare quello che
il presentatore vorrebbe trasmettere al pubblico. Per poter parlare liberamente, è
molto utile preparare un documento da distribuire al pubblico per non perdere
le informazioni. Il protagonista di una presentazione non è la proiezione: è un
dialogo tra il presentatore e il pubblico.
1.6 C A L L (CALL)
35
1.6 Computer Assisted Language Learning (CALL)
L’idea principale dietro il CALL era che il computer potrebbe fungere da insegnante privato –estremamente paziente e molto preciso– per gli studenti. Il mezzo
stesso e le capacità multimediali sotto gli occhi di alcuni professori era la garanzia di stimolo per studiare. Anche le idee di ‘percorso personalizzato’ e ‘studio
autonomo’ potevano essere molto attraenti.
Però, affinché il computer possa insegnare, bisogna preparare materiali. Programmi istruttivi soprattutto, oppure programmi con cui gli insegnanti possono
creare materiali, esercizi, test per gli studenti. Sulla prima categoria in Il computer
a lezione25 leggiamo per esempio (pp. 24–27):
«Esistono sul mercato prodotti poco omogenei, definiti ‘didattici’, tra i quali è difficile distinguere ciò che è davvero efficace per
l’apprendimento. I software ovviamente riflettono la posizione di ciascun autore su come la lingua deve essere insegnata. […] Un’altra indicazione utile per ‘capire’ un prodotto multimediale è la distinzione
di Warschauer (1996), secondo cui si possono evidenziare tre fasi che
riflettono le caratteristiche dell’evoluzione dei programmi software:
comportamentista, comunicativa e integrata. […]
La fase comportamentista è identificata dagli esercizi strutturali
(i classici drill) che presentano esercizi ripetitivi per la grammatica e
il lessico e non stimolano lo studente ad alcuna riflessione. In questo
caso la macchina funziona da canale e trasmette ciò che l’autore ha inserito nel software didattico; in confronto alla lezione tradizionale c’è
un guadagno nella quantità di interazione perché tutti sono attivi sul
loro computer, ma si perde molto in qualità e flessibilità (Mangenot
1994).
La fase comunicativa fa riferimento all’approccio comunicativo
dell’apprendimento linguistico; questi software sono più flessibili e lo
studente è stimolato a parlare e a scrivere attraverso esercitazioni di
simulazione. Anche se il computer è ancora il detentore della risposta esatta, lo studente ha un controllo maggiore sul processo di apprendimento e il programma dà suggerimenti per arrivare alla risposta
esatta.
La fase integrata è caratterizzata da un ambiente ipermediale in
cui lo studente può accedere a numerosi aiuti on line: glossario, spiegazioni grammaticali, traduzioni. Le abilità linguistiche si integrano e
lo studente può seguire il suo ritmo personale, entrare nel programma
25
Bosc–Conoscenti–Corda–Malandra, Il computer a lezione, s.l., Paravia Bruno Mondadori
Editori, 2001.
1.6 C A L L (CALL)
36
in un punto determinato e approfondire secondo le proprie esigenze,
avendo anche a disposizione materiale iconografico, audio e video.
Si possono far costruire dialoghi direttamente dagli studenti, a partire
da immagini che rappresentano degli interlocutori; inoltre lo studente
può registrare la propria voce e confrontarla con quella di una persona
di madre lingua. […]
L’aspetto didattico deve restare il protagonista anche quando si
utilizzano le tecnologie. In un processo didattico, il possesso di strumenti multimediali non deve portare a un utilizzo esclusivo della tecnologia. Questa va utilizzata solo in quei momenti in cui si pensa che
sia la soluzione ottimale dal punto di vista didattico. […]
Spesso poi i courseware presenti sul mercato non hanno le caratteristiche di un corso, cioè di un prodotto didattico che fornisce tutto
quanto è necessario per lo svolgimento di un percorso didattico.»
C’erano corsi di aggiornamento per insegnanti di lingua in cui questi ultimi
cercavano di apprendere l’utilizzo di sistemi con i quali è possibile creare materiale didattico, senza conoscenze approfondite per esempio di HTML (a pagina 15), uno dei sistemi d’autore utilizzati era Hot Potatoes (hotpot.uvic.ca).
Creavano drill, cruciverba e test. Ora non vorremmo analizzare più a fondo queste
applicazioni.
La preparazione di materiali del genere richiede un enorme sforzo, e il risultato
non sarà quasi mai abbastanza flessibile. A volte investono tantissimo tempo e soldi
per creare per esempio un filmato semplice che spiega qualcosa di molto semplice,
subito comprensibile. Sono poco chiari i vantaggi rispetto ai metodi tradizionali.
Consideriamo un attimo anche i requisiti tecnici. Nel passato i computer non
erano abbastanza evoluti per poter offrire qualcosa di veramente buono. Spesso
c’erano solo disegni (pochi) e non foto, le macchine digitali costavano troppo, non
c’erano su internet raccolte simili a Flickr, per esempio (si veda a p. 27), i computer erano troppo lenti per visualizzare velocemente le immagini. Il fatto che gli
studenti usino il computer a lezione suppone che ci siano molti computer funzionanti a disposizione, possibilmente siano collegati con una rete (il materiale deve
in qualche maniera arrivare a loro). Se si tratta di un CD-ROM, di solito la scuola ha una sola copia. Il loro contenuto di solito non si può utilizzare (facilmente)
oltre il percorso offerto dal programma del CD-ROM. Ricordiamo che alla gente
piace raccogliere materiali e metterli da parte per un eventuale utilizzo ulteriore
nel futuro (si veda anche a p. 41). Per quanto riguarda il percorso e la navigazione,
cfr. p. 16.
I test on line potrebbero essere utilizzati anche oggi, ma bisogna renderli molto
flessibili.26 A proposito di test, consideriamo una cosa: spesso nei test non si può
26
La Società Dante Alighieri, per esempio, ha un test sul suo sito web, www.ladante.it. È
1.6 C A L L (CALL)
37
tornare indietro, non si può correggere. Forse è giusto perché si parla di un test,
in fin dei conti. Non dimentichiamo però che per l’utente può essere molto frustrante: l’ambiente del computer non funziona in questa maniera. Nell’ambiente
del computer quasi tutto si può correggere, quasi sempre si può tornare indietro,
ripristinare. La possibilità di correzione è una caratteristica base del computer e
delle applicazioni, è un aspetto che rispetto al mondo off-line è decisamente un
vantaggio (pensiamo alla macchina da scrivere, per esempio).27
La parola CALL suggerisce che si tratti dell’unica maniera in cui il computer si
utilizza per la glottodidattica. Quando la CALL è nata, forse era così, o pensavano
così. Ora alcuni cercano di allargare il termine a quello di cui abbiamo parlato
finora.
Il computer non deve per forza essere in classe. Le nuove tecnologie non sono
solo il computer.
un test abbastanza buono rispetto agli altri, ma ha evidenti problemi. Accetta una sola risposta,
per esempio. Se manca una parola dalla fine della frase e manca il segno di interpunzione, se lo
aggiungiamo insieme alla parola, la nostra risposta sarà sbagliata.
27
Qualcuno potrebbe obiettare che la possibilità di correggere sempre rende più pigre le persone
e meno curanti. È senza dubbio vero, come lo testimoniano anche i libri editi ora col computer.
1.7 A
38
1.7 Altro
Non abbiamo parlato di immagini in movimento. In realtà nel 2007 non è ancora arrivato il loro tempo: le videocamere ancora costano relativamente troppo, i filmati che si possono trasmettere attraverso la rete sono ancora piuttosto
piccoli e caricano lentamente. E, certo, ci sono anche i diritti d’autore. Tuttavia, possiamo menzionare i siti YouTube (www.youtube.com) e Google Video
(video.google.com).28
Il web ha avuto uno sviluppo notevole quando la Macromedia29 ha pubblicato
il programma Flash e il formato relativo con cui si possono creare animazioni che
sono riuscite a ‘rianimare’ il web. Anche oggi ci sono dei siti fatti con Flash, ma
il loro utilizzo di solito è forse meno facile in contesti glottodidattici, ricordiamo
anche le difficoltà di salvataggio.
L’e-mail è un tema di cui abbiamo parlato poco. È una funzione molto popolare di internet. Per la glottodidattica è utile se gli studenti e l’insegnante lo usano
per comunicare tra di loro, come nel caso di un forum o di un blog. L’insegnante
può mandare dei materiali (di dimensioni ristrette) agli studenti che possono fare
altrettanto, oppure mandano soluzioni, commenti, notizie. Un vero profitto dell’email si ottiene con i progetti tandem: l’idea è quella di accoppiare studenti che
studiano la lingua madre dell’altro. Esistono degli elenchi di scuole che vogliono
partecipare al programma. Funzionano bene per esempio tra l’Inghilterra e la Germania: lo studente inglese studia tedesco, manda un messaggio, metà in tedesco,
metà in inglese. Lo studente tedesco manda un messaggio simile. Gli studenti possono correggere l’altro, nel frattempo diventano anche più coscienti della propria
lingua. Oltre all’esercitazione linguistica, certo, si parla anche di amicizie, visite,
programmi di cambio.
Google Maps (maps.google.com) è un’applicazione rivoluzionaria di carte geografiche on line. Basta provarci per vedere le differenze rispetto ai tentativi precedenti. È comprensibile, abbastanza veloce, facile da usare. Molti siti cominciano
ad usarlo, per esempio Flickr ha aggiunto una funzione per poter vedere dov’è
stata scattata la foto che vediamo (se l’informazione è disponibile). Vale la pena
di menzionare Google Earth (earth.google.com), un’applicazione che utilizza il
servizio Google Maps. Si tratta di un esempio molto bello di come internet può
essere integrato nei programmi, per accedere a vari servizi già esistenti on line.
Per l’esecuzione di Google Maps ci vuole un computer potente e una connessione a
banda larga.
Non dimentichiamo neanche i DVD, invece delle cassette VHS. Un lettore
DVD da tavolo può riprodurre i DVD (in altri casi anche altri file video e audio che
28
29
Google ha già comprato YouTube.
L’Adobe ha comprato poco fa la Macromedia.
1.7 A
39
riproduce il computer); si può collegarlo a un televisore o un proiettore. Vantaggi
non trascurabili sono la qualità, il facile utilizzo, i sottotitoli opzionali.
Abbiamo menzionato lo scanner. Se qualcuno non ha una fotocopiatrice, la
combinazione di uno scanner e una stampante può essere una soluzione, anche
se stampare non è troppo economico. Uno scanner medio oggi costa poco, una
stampante laser di più. Esistono anche stampanti LED che invece di un diodo
laser adottano un LED, così sono più economiche.
I documenti scansionati sono sempre immagini. Se si tratta di testi, è spesso un’esigenza poterli editare ed utilizzare liberamente in un word processor. Per
questo scopo servono i programmi OCR (Optical Character Recognition), cioè
di riconoscimento automatico di caratteri. Ci sono dibattiti circa quali programmi siano i migliori. Per il momento in questo campo non ci sono buoni software
gratuiti.
Capitolo 2
Possibilità di adattamento
2.1 C 
41
2.1 Consigli pratici
2.1.1
Fasi di lavoro
2.1.2
Salvataggio
Un’esperienza molto importante a proposito del lavoro al computer è che bisogna
separare nel tempo i vari compiti. Per primo, possibilmente non buttarci mai subito in un programma. Il computer distrae l’attenzione. Dobbiamo avvicinarci con
scopi determinati. È spesso utile disegnare, scrivere prima su carta.
La separazione di fasi è estremamente importante mentre navighiamo (p. 16),
mentre lavoriamo in un word processor (p. 47), quando prepariamo una presentazione con diapositive (p. 58).
Sapere prima e lavorare in base agli scopi precisi, conoscendo regole, è sempre
meglio che imparare dopo, correggere. È possibile correggere, ma ci si stanca e ci
rimangono possibilità di presenza di errori.
Il mezzo con cui possiamo lottare contro il cambiamento continuo del web è il
salvataggio, cioè conservare nel nostro computer quello che abbiamo trovato. C’è
però un fenomeno da menzionare, potremmo chiamarlo «effetto hamster»: vogliamo
conservare tutto per un eventuale utilizzo nel futuro.
Ci sono varie domande. Si può salvare? Come si può salvare? Quanto è possibile conservare il formato originale? Quanto riusciamo ad automatizzare il salvataggio?
Le risposte fondamentalmente dipendono da tre fattori:
• il tipo di materiale e il modo di realizzazione;
• l’applicazione che usiamo per quel materiale;
• l’utente e le sue conoscenze sui fattori precedenti.
Ecco le ragioni per cui può essere è difficile o impossibile salvare:
• hanno utilizzato Flash per la realizzazione del sito (difficile da salvare o addirittura l’hanno ostacolato);
• si tratta di un programma eseguito dal web server, noi vediamo solo i risultati;
• il sito è stato realizzato con CSS in cui i mezzi con cui salviamo non riescono a
considerare tutte le informazioni;
• utilizza JavaScript complicati (la ragione è praticamente la precedente);
• ci vuole una password per accedere ai contenuti (è difficile automatizzare);
• hanno ostacolato deliberatamente il salvataggio: utilizzano streaming per il contenuto, bloccano il tasto destro con trucchi ecc.
Se si tratta di una pagina web realizzata con mezzi semplici (semplice non è
per niente sinonimo di brutto), il salvataggio non presenterà problemi. I browser
sono capaci di salvare in vari formati. In questi casi si può usare molto bene anche
un programma gratuito dalla linea di comando, come wget (wget.sunsite.dk).
2.1 C 
42
Questo programma ha tante opzioni, per esempio è capace di scaricare tutte le
pagine collegate con riferimenti tra di loro. È possibile specificare anche fino a
che livello seguire i riferimenti. Oppure in un file di puro testo si possono elencare gli indirizzi di file da scaricare. Certamente ha limitazioni: siti programmati,
JavaScript complicati, CSS complicato, siti in Flash, ecc.
Talvolta non è possibile salvare nel formato originale, o non vogliamo farlo.
Spesso sarebbe bello creare un file PDF dal contenuto del sito e metterlo da parte
per utilizzarlo dopo. In Windows attualmente non è possibile creare col sistema
operativo dei file PDF.30 Ora è disponibile un’applicazione gratuita, PDF Creator (sourceforge.net/projects/pdfcreator). Installa una stampante virtuale
PDF attraverso la quale è possibile «stampare» in formato PDF.
2.1.3
Buone abitudini
Organizzare, trovare
Si organizza per poter trovare dopo con facilità. I file si organizzano in cartelle, è
la ragione per cui dobbiamo sapere come crearle, come rinominarle e come cancellarle. Lavorando è meglio scegliere bene i nomi dei file e creare cartelle apposite.
La conoscenza della struttura dei file nel nostro computer (file system) è molto
importante, come lo è anche poter usare le capacità di ricerca del sistema operativo. Bisogna dedicare tempo per conoscerli. Il desktop è una cartella privilegiata
nei più popolari sistemi operativi. Serve a contenere i lavori attuali. È sempre bene tenere ordine sul desktop, utilizzando cartelle e, nel caso di Windows, ridurre
all’essenziale il numero di icone di applicazioni.
Copia riserva
Mentre lavoriamo è sempre importante salvare i nostri dati. Può saltare la corrente
in qualunque momento, il programma potrebbe bloccarsi e il nostro lavoro potrebbe facilmente perdersi. Per primo, bisogna salvare regolarmente mentre si lavora.
La scorciatoia da tastiera di salvataggio dovrebbe diventare un riflesso. Del lavoro
importante bisogna tenere almeno una copia, regolarmente creata dal file con cui
stiamo lavorando. Può essere un archivio oppure una semplice copia (in Windows
bisogna selezionare il file, poi Ctrl C e Ctrl V). Se è possibile, è bene conservare
una copia a parte: in un altro computer, su una chiavetta USB. Cerchiamo di non
lavorare mai direttamente su una chiavetta USB, sulla rete oppure su un dischetto.
Mettiamoci i dati solo dopo aver salvato la versione finale di quella sessione.
30
Con Mac OS X o Ubuntu Linux, per esempio, non ci sono problemi, si può creare un file
PDF da qualunque applicazione.
2.1 C 
43
Condividere, spostare
Spesso occorre spostare il materiale da un computer ad un altro. Lo si può fare
attraverso una rete, internet, o con un CD/DVD, una chiavetta USB (prima un
dischetto). Per poter spostare sono quasi sempre cruciali le dimensioni dei file.
Per questo è importante ridurre le dimensioni di foto troppo grandi, conservare i
file audio e immagini in formati compressi (per esempio mp3 e jpeg), poter creare
archivi (zip, rar…) dei nostri file. Talvolta bisogna spezzare in più parti un file
troppo grande, il programma gratuito HJSplit (www.freebyte.com/hjsplit),
per esempio, può aiutare.
Adattamento dell’ambiente di lavoro
È importante adattare l’ambiente alle nostre esigenze. Bisogna installare le applicazioni che ci servono. Bisogna scegliere e utilizzare programmi che ci sono utili
(scegliere un browser, un word processor, un editor audio, un’applicazione di fotoritocco ecc.). È bene massimizzare le dimensioni della superficie utile in tutta
l’interfaccia, specialmente nel word processor e nel browser: chiudere soprattutto
le barre strumenti che non servono, togliere i pulsanti che non si utilizzeranno mai
(figura 2.1).
F 2.1: Barre strumenti da chiudere
Le scuole spesso hanno un web server proprio. Per web server qui intendiamo un computer su cui è installata un’applicazione di web server (per esempio il
2.1 C 
44
gratuito Apache, www.apache.org) e che offre servizi del web. Se la scuola non
avesse un web server, ma avesse una rete funzionante, basterebbe installare il software su uno dei computer. A cosa può servire? Non deve offrire servizi al mondo
esterno, non è necessaria neanche una connessione a internet. Basta che per la rete interna offra documenti, sistemi blog (wordpress.org), forum (phpbb.com,
www.simplemachines.org), quello che è necessario per gli studenti e la scuola.31
31
Potrebbe essere necessario installare anche PHP (php.net) e un’applicazione di gestione
database, per lo più MySQL (www.mysql.com).
2.2 L  
45
2.2 Lavorare con testi
Ora non parleremo di conoscenze molto basilari visto che il lavoro con i testi è
una delle conoscenze principali che impariamo bene nelle lezioni di informatica.
2.2.1
Trovare testi
Se non scriviamo noi il testo, dovremo trovare una fonte. Bisogna sapere che cosa
ci si può aspettare da internet: on line di massima, legalmente e gratuitamente
non è accessibile materiale strettamente protetto da copyright, come manuali di
letteratura ecc.
Suggeriamo l’uso di Google (www.google.com) come motore di ricerca per
i testi. Col tempo si impara a chiedere parole chiave che daranno i risultati desiderati. I migliori browser (Firefox, per esempio, www.mozilla.com) hanno un
campo di ricerca incorporato nell’interfaccia con cui è possibile risparmiare tanto
tempo (si veda a p. 16).
Opzioni avanzate di ricerca:
• Utilizzando il segno che indica pollici (") è possibile cercare frasi (stringhe) esatte. Se cerchiamo per esempio
la settimana scorsa
senza aggiungere caratteri, tra i risultati avremo alcuni che non contengono quest’espressione. Per avere solo pagine in cui si legge esattamente questa stringa, bisogna scrivere:
"la settimana scorsa"
• A volte i risultati non contengono (esattamente) tutte le parole che abbiamo chiesto (alcune parole comuni sono anche escluse della ricerca, per esempio gli articoli).
Se vogliamo che siano incluse per forza e nella forma che vogliamo noi, occorre
aggiungere il segno + prima della parola (o espressione), attaccata a essa. Se cerchiamo per esempio
tutte le benedette volte
Google tenderà a includere benedetta, non solo benedette. Se scriviamo
tutte le +benedette volte
Google non trasformerà la parola.
• Se invece vogliamo che una parola o espressione non sia inclusa nelle pagine dei
risultati, occorre mettere un - subito prima della parola. Se vogliamo cercare per
esempio azzardo, spesso troveremo gioco d’azzardo tra i risultati. Per escludere la parola gioco, dovremmo scrivere:
azzardo -gioco
• Se vogliamo restringere i risultati a un dominio, per esempio .it, basta aggiungere alla ricerca
site:it
o nel caso di corriere.it:
2.2 L  
46
site:corriere.it
• Si possono ridurre i risultati a certi tipi di file, come pdf (o doc), aggiungendo
filetype:pdf
• Scegliendo Ricerca avanzata, è possibile ottenere altre opzioni, per esempio restringere ad una lingua i risultati (il computer non riesce sempre a decidere bene
la lingua usata dalla pagina; ci sono pagine che utilizzano più lingue), si veda la
figura 2.2.
F 2.2: Ricerca avanzata in Google
Idee ulteriori per la ricerca. Con una svolta possiamo vedere il database di Google non come la porta verso il web, ma una raccolta enorme di testi del web: sarà
esso il nostro database di corpus linguistico. Se non siamo sicuri di un’espressione,
di una reggenza, facciamo una ricerca tra due (") per effettuarla alla lettera. Se
entrambe le forme avranno dei risultati, bisognerà vedere la differenza nel numero di risultati. Vedremo che la lingua cambia, alcuni preferiscono dire in una
maniera piuttosto che in un’altra, alcuni si sbagliano. Si può esaminare anche in
che contesto si utilizzano – possono avere significati a cui non abbiamo pensato.
Nei dizionari non ci sono tutte le espressioni e anche se c’è quello che cercavamo,
è difficile valutare quanto lo si usa. Si può controllare in questa maniera anche
l’utilizzo di tempi verbali (per esempio ero malato e sono stato malato). Altre idee: non conosciamo il significato di una parola (anche ricerca di immagini);
non sappiamo una parola, solo alcune parole chiave del contesto. L’insegnante può
indicare agli studenti le parole chiave per trovare messaggi autentici su vari temi,
per esempio portafoglio smarrito.
2.2.2
Salvare testi
Se volete salvare solo testi, di solito non è un compito difficile. Basta selezionare,
copiare, poi incollare in un word processor. Invece di copia e incolla può funzionare
2.2 L  
47
anche selezionare il testo poi trascinarlo direttamente in un documento di word
processor. Se si tratta di un documento PDF, visualizzato nel browser (appare una
‘manina’), in alto a sinistra ci sarà un bottone Salva una copia.
Se nella visualizzazione del testo c’è qualche problema (cioè se il programma
cerca di interpretare il testo con il codice sbagliato e di conseguenza appaiono
caratteri strani), nel menù Vista del browser (o anche client di posta elettronica)
dovrebbe esserci un’opzione Codifica testo (Safari) o Codifica caratteri (Firefox).
2.2.3
Modifiche ed adattamento
Non vorremmo trattare dettagliatamente le modifiche dei testi, di solito sono cose
semplici, come cambiare font, colore, dimensioni dei caratteri. A volte bisogna
togliere spazi: basta cercare con la funzione ricerca due spazi e rimpiazzarli con
uno solo.
È importante notare che non è obbligatorio usare il programma Microsoft Word.
Costa molto e spesso non fa quello che vorremmo. Si può scegliere un altro word
processor, come Writer di OpenOffice.org (gratuito, www.openoffice.org). Oggi
il ruolo di un word processor è seriamente mal interpretato, in parte perché Word
è pieno di opzioni e la gente crede che se ci sono delle opzioni, si possano usare,
con buoni risultati. Sono colpevoli anche i manuali che suggeriscono che quest’applicazione sia il massimo dell’editoria elettronica, qualcosa con cui si può fare
di tutto. Raramente parlano di difficoltà (non menzionano che è molto facile creare
documenti che violano ogni regola tipografica; gli automatismi che innervosiscono
la maggioranza possono essere disattivati in varie preferenze del programma, per
il momento non è facile trovarle perché non sono tutte sotto Preferenze…).
Word non è stato progettato per produrre testi tipograficamente corretti. Lo
scopo vero di un word processor è quello di facilitare l’immissione di testo, possibilmente in maniera strutturata. Purtroppo, il programma di Microsoft non rende
obbligatorio scrivere in maniera strutturata il che in caso di documenti un po’ più
lunghi è già un problema e fonte di frustrazione.
È un consiglio che tutti riceviamo quando ci insegnano ad utilizzare un word
processor: bisogna separare l’immissione del testo e la formattazione. Con un sistema
WYSIWYG32 è molto difficile la separazione: mentre scriviamo, sappiamo che
alcune parti vanno enfatizzate, per esempio. Non si può tornare più tardi perché
ci sarebbe il rischio di dimenticarsi. In un programma WYSIWYG apparentemente non c’è problema. Spesso la gente, però, non si ricorda che soluzione ha
scelto per evidenziare determinate parti del testo (è un tema delicato perché evidenziando spesso si ignorano le tradizioni tipografiche). L’aspetto grafico, quindi,
potrebbe essere poco consistente. Se consideriamo che Word per esempio fa tante
32
“What You See Is What You Get”, ciò che vedi è ciò che ottieni.
2.2 L  
48
formattazioni per conto suo in base a quello che crede che stiamo facendo, si può
intuire che i risultati saranno soddisfacenti solo dopo ‘battaglie’ lunghissime. A
causa della formattazione il programma ci toglie continuamente l’attenzione dal
contenuto. Bisogna decidere i margini, i titoli ecc. Come facciamo a seguire quindi
il consiglio se il mezzo utilizzato lo sostiene pochissimo?33
Arriviamo quindi alla deduzione che, oltre a un buon programma di word processor, abbiamo bisogno anche di un altro programma che sia capace di produrre
un testo tipograficamente corretto, cioè di un programma di impaginazione.34
Per primo, alle lezioni di informatica tutti dovrebbero imparare come immettere correttamente il testo (per esempio dove ci vogliono spazi, quanti tipi di trattini ci sono, quando e come si usano ecc.). Per secondo, bisognerebbe insegnare e
imparare anche l’utilizzo del programma di impaginazione.
Purtroppo i programmi di impaginazione più usati (Adobe InDesign e QuarkXPress) costano troppo per l’ambiente scolastico. C’è però un’applicazione gratuita che potrebbe essere utilizzata. Si tratta di qualcosa di molto potente. Il sistema base si chiama TEX. Pacchetti che facilitano l’uso sono per esempio LATEX,
teTEXe altri. (Questa tesi è stata preparata con il sistema XETEX.) TEX stesso è
stato preparato da Donald E. Knuth nel 1978 (!), ormai è un programma molto
maturo e stabile.
La localizzazione e utilizzo di TEX e derivati per la glottodidattica meriterebbe
da sola una tesi, almeno un sito Wiki.
Vediamo cosa dice di LATEX il manuale Una (mica tanto) breve introduzione a
LATEX 2ε 35 nel capitolo 1.2.1 L’autore, il grafico editoriale e il tipografo36 .
«Per pubblicare qualcosa, gli autori consegnano il loro manoscritto
dattilografato a una casa editrice. Uno dei grafici editoriali stabilisce
quindi il layout del documento (la larghezza delle colonne, i font, lo
spazio prima e dopo le intestazioni…). Il grafico editoriale riporta
quindi le proprie istruzioni nel manoscritto e lo consegna al tipografo,
che impagina il libro in base a queste istruzioni.
33
Non è impossibile contrassegnare parti di testo in Word seguendo una struttura. Ma non è
comodo. Con la formattazione locale otteniamo un’illusione di struttura che in caso di documenti molto brevi è conveniente. Un’unica osservazione: anche se adottiamo le indicazioni di struttura, non è detto che Word faccia poi veramente quella formattazione che vogliamo a causa di
formattazioni locali, per esempio.
34
35
Si veda anche la pagina ricardo.ecn.wfu.edu/~cottrell/wp.html.
www.ctan.org/tex-archive/info/italian/lshort/itlshort.pdf, traduzione italiana
del gruppo Gilda/Guild, guild.prato.linux.it del lavoro di Tobias Oetiker e altri, The Not So
Short Introduction to LATEX 2ε , www.ctan.org/tex-archive/info/lshort/english/lshort.
pdf.
36
Titolo originale del capitolo: Author, Book Designer, and Typesetter
2.2 L  
49
Un grafico editoriale in carne e ossa cerca di scoprire cosa aveva in
mente l’autore durante la realizzazione del manoscritto; egli stabilisce
i titoli dei capitoli, le citazioni, gli esempi, le formule, etc. basandosi
sulla sua competenza professionale e sui contenuti del manoscritto.
In un ambiente LATEX, LATEX impersona il ruolo del grafico editoriale e si serve di TEX come tipografo, ma LATEX è “solo” un programma e necessita di conseguenza di maggiore assistenza; l’autore
deve quindi fornire informazioni aggiuntive che descrivono la struttura logica del documento. Queste informazioni sono inserite nel testo
come “comandi LATEX”.
Questo modo di agire è piuttosto diverso dall’approccio WYSIWYG che hanno la maggior parte degli attuali word processor come MS
Word o Corel WordPerfect; con queste applicazioni, gli autori specificano il layout del documento interattivamente durante la digitazione del
testo al computer e, strada facendo, possono osservare sullo schermo
come apparirà l’opera finita quando sarà stampata.»
Abbiamo parlato di questi problemi perché conoscere vie alternative ci concede
la libertà di scegliere e, ultimamente, di lavorare in maniera efficace.
2.2.4
Usare in classe
Forse non occorre parlare tanto di usi di testi in classe, è come nel mondo tradizionale. Non bisogna sempre stampare, a volte basta mandare per e-mail, mettere su
un web server, proiettare ecc. Volendo è possibile utilizzare anche parti di progetti
CALL se il contesto lo giustifica.
2.3 L   
50
2.3 Lavorare con immagini fisse
2.3.1
Salvare immagini
Se abbiamo trovato delle immagini che ci servono (cfr. p. 27), di solito vorremmo
conservare una copia sul nostro computer.
In casi semplici basta cliccare con il tasto destro del mouse sopra l’immagine
nel browser e quindi scegliere il comando adatto (Salva immagine con nome… nel
caso di Firefox 2.0). Un metodo molto più veloce, che non funziona con tutti i
browser (Firefox 2.0 e Safari lo fanno sicuramente) è prendere l’immagine, trascinarla direttamente in una cartella e rilasciare il pulsante del mouse. Se non
fosse possibile salvare un’immagine con questi metodi, vale la pena di chiedere al browser quali file visualizza esattamente. Con Firefox possiamo andare su
Strumenti > Informazioni sulla pagina > Media oppure Link, il programma offre un’anteprima anche delle immagini, il bottone Salva con nome… ci
salva direttamente l’immagine selezionata.
A volte sarebbe bello ‘fotografare’ un’intera pagina web. Il problema è, però,
che tutta la pagina di solito non c’entra nella finestra del browser. Esistono programmi che utilizzando l’indirizzo della pagina sono capaci di crearne un’immagine
che è esattamente così come il browser la visualizza. Ci sono anche dei moduli con
cui si possono allargare le capacità dei browser. Il modulo addons.mozilla.org/
firefox/3408 serve questo scopo (non funziona con tutti i sistemi, per il momento). Con Linux e KDE si può usare il programma khtml2png (khtml2png.
sourceforge.net). Con Mac OS X, Paparazzi! (www.derailer.org/papar
azzi).
Al tema apparterrebbe anche l’utilizzo degli scanner ma visto che modelli diversi possono avere programmi di scansione diversi, è difficile dare indicazioni.
Quello che bisogna sapere è che non è difficile usare uno scanner, basta leggere la
documentazione allegata.
Se volessimo catturare schermate o l’intero schermo, nel caso di Windows
dobbiamo ricorrere a un programma. Premendo il tasto PrtSc (print screen, si
trova vicino al tasto F12) il contenuto dell’intero schermo è copiato negli appunti,
premendo contemporaneamente Alt PrtSc la finestra attiva sarà copiata. Da qui
abbiamo bisogno di un programma in cui incollare. Può essere Paint, chiediamo
un documento nuovo, incolliamo e salviamo come immagine. Oppure si può incollare direttamente nel programma in cui vorremmo utilizzarlo, se esso è capace
di accogliere immagini. Con Linux e, per esempio, in KDE si può usare il programma KSnapShot. Con Mac OS X la situazione è altrettanto semplice: ! " 3
salva il contenuto dell’interno schermo in un nuovo file sul desktop, con ! " 4
è possibile selezionare aree (rilasciando il tasto del mouse il computer salva l’area
in un file), premendo una volta il tasto spaziatore possiamo scegliere una finestra,
con un clic salva la finestra in un file. Può aiutare anche l’applicazione Grab.
2.3 L   
2.3.2
51
Modifiche ed adattamento
Le applicazioni per modificare immagini possono essere molto complesse per cui
spaventano l’utente medio. Nell’uso quotidiano, però, basta saper eseguire solo
le modifiche veramente necessarie. Utilizzeremo due programmi principalmente:
Paint di Windows e Gimp. Paint è molto semplice, per le modifiche di base è accettabile. Gimp37 è un programma di fotoritocco, molto più potente, anche molto
più complicato rispetto a Paint. Si può scaricarlo gratuitamente da www.gimp.org
per varie piattaforme.
Uno degli scopi delle modifiche deriva dal fatto che le immagini spesso occupano molto spazio (sono anche troppo grandi come immagini) e bisogna renderle
adatte alla condivisione.
Modifiche più semplici:
• Cambiare orientamento (ruotare). In Paint, Immagine > Capovolgi/Ruota… >
Ruota di 90° o 180° o 270°. In Gimp, Immagine > Trasforma > Ruota di 90 gradi in
senso orario, oppure Ruota di 90 gradi in senso antiorario, o Ruota di 180 gradi.
• Riflettere. In Paint Immagine > Capovolgi/Ruota… > Capovolgi orizzontalmente o
Capovolgi verticalmente. In Gimp Immagine > Trasforma > Rifletti orizzontalmente
oppure Rifletti verticalmente.
• Ridimensionare. In Paint Immagine > Allunga/Inclina e nei campi Orizzontale
e Verticale inserire la percentuale desiderata. Affinché la trasformazione conservi
le proporzioni originali dell’immagine, occorre inserire la stessa percentuale. In
Gimp: Immagine > Scala immagine. Sotto Dimensione immagine si trovano Larghezza e Altezza. La ‘catenina’ lega le proporzioni, si deve cliccarla per poter trasformare indipendentemente da esse le immagini. Pixel (puntino) è l’impostazione
predefinita, si può impostare anche Percentuale, ecc. Visto che si tratta di una trasformazione molto frequente, ci sono anche soluzioni automatizzate.
• Ritagliare. Se vogliamo solo un pezzettino dell’immagine, è possibile ritagliarlo.
In Gimp è molto facile: basta selezionare la parte che vorremmo tenere (con il
mezzo Seleziona regioni rettangolari), poi scegliere Immagine > Ritaglia immagine.
In Paint non è tanto facile perché non c’è un comando specifico. Una soluzione è
selezionare la parte desiderata, poi copiarla o tagliarla, quindi chiedere un documento nuovo ed incollare.
• Salvare in altro formato (convertire tra formati). Il formato principale (per formati si veda la p. 25) di Paint è bmp. Attualmente conosce tra l’altro anche jpg,
gif (senza trasparenza), png (senza trasparenza) e tiff. Il formato si può scegliere
quando si salva (File > Save As) con l’opzione Salva come. Gimp conosce una grande varietà di formati, tra cui il nativo xcf, bmp, jpg, gif, png, tiff, psd e pdd (Adobe
Photoshop), ps, eps, svg e altri. Nella versione 2.0 si sceglie il formato al salvatag37
In realtà si chiama The GIMP, cioè The GNU Image Manipulation Program. Sul significato di
GNU si veda, ad esempio, it.wikipedia.org/wiki/GNU.
2.3 L   
52
gio, aggiungendo il suffisso del tipo voluto al nome del file. Per esempio, gio.jpg
salverà un file jpg, gio.png salverà un file in formato png. Se ci sono opzioni per
un formato (per jpg la qualità oppure per png la trasparenza, per esempio), una
finestra compare avendo assegnato il nome al file. Oltre a Salva con nome c’è anche
Salva una copia.
• Aggiungere testo. In Paint cercate il bottone con una lettera A nella barra degli strumenti. In Gimp, sempre nella barra degli strumenti, si trova una lettera T
(come Text). In tutti e due i programmi è possibile cambiare le caratteristiche del
testo (font, dimensioni, colore). Avendo finito la modifiche in Paint, non è possibile modificare di nuovo, in contrasto con Gimp. Il testo in Paint non dà risultati
tanto belli perché mancano opzioni sofisticate.
Modifiche più complicate (solo in Gimp):
• Aggiungere trasparenza. Il primo passo è duplicare lo sfondo nella finestra Livelli, Canali, Tracciati, Annulla. Poi è possibile cancellare parti, per esempio con
la Gomma nella barra degli strumenti. Oppure si può applicare una maschera per
bei gradienti con cui un’immagine può sfumare nella trasparenza totale. (Si veda
l’Aiuto di Gimp su livelli, maschere e gradienti.)
• Migliorare colori. Sotto Livello > Colori è possibile controllare tra l’altro bilanciamento colore, tonalità e saturazione, luminosità e contrasto (ci sono anche correzioni
automatiche). Si può sperimentare tranquillamente, con Modifica > Annulla si possono ripristinare varie modifiche.
• Combinare più immagini. Con File > Apri come livello… si può aprire un’altra
immagine che comparirà nell’attuale come un nuovo livello.
Se vogliamo aggiungere immagini a documenti di testo, è sempre veloce semplicemente importare l’immagine nel documento con un trascina e rilascia che
scegliere la voce apposita nei menù.
Ingrandire immagini non è di solito un’ottima idea: una versione piccola ha una
risoluzione minore, cioè contiene meno informazioni. Ingrandendo, l’immagine
diventa sfocata in caso di immagini bitmap (spiegazione a p. 25), cfr. anche figura
2.3.
2.3 L   
F 2.3: Un’immagine, rimpicciolita e poi ingrandita di nuovo: perdita di
qualità
53
2.4 L  
54
2.4 Lavorare con suoni
I temi di questo paragrafo sono i podcast (come trovarli, come iscriversi e come
gestirli) e le modifiche più frequenti che si fanno con i file audio.
2.4.1
Podcast
Per gestire i podcast utilizzeremo il programma gratuito di Apple, iTunes (www.
apple.com/itunes, per Windows 2000, XP).38 Per la ricerca, iscrizione e scaricamento di episodi è necessario essere collegati a internet.
iTunes è capace di consultare una lista di podcast in cui possiamo effettuare ricerche. Avendo avviato il programma, andiamo su Podcast (a sinistra), poi
Directory podcast (in basso). Andando su Power search ora è possibile cercare per
titolo, autore, descrizione, categoria e lingua. Se abbiamo trovato una che ci piace,
scegliamo Iscriviti (come in figura 2.4).
F 2.4: Ricerca di podcast in iTunes
Tra le opzioni del programma è possibile determinare come si vuole che gestisca i podcast, quali episodi scaricare, ecc. (come in figura 2.5).
38
Non è l’unica applicazione capace del compito. Con un po’ di ricerca è possibile trovarne altre.
2.4 L  
55
F 2.5: Opzioni podcast in iTunes
2.4.2
Registrazione di suono
2.4.3
Conversione tra vari formati
Non è per niente difficile registrare suoni, incidere la propria voce. Ci vuole un
microfono e una scheda audio funzionante con l’ingresso apposito, e ovviamente anche un programma. Visto che ne esistono vari, alcuni gratuiti, alcuni no,
ora ne scegliamo uno per Windows, che poi potremo utilizzare anche per le altre
modifiche necessarie: si chiama WavePad (www.nch.com.au/wavepad).
Quando apriamo il programma, nella schermata principale in basso troviamo il
bottone Record, cliccandolo appare la schermata Record Control con cui è possibile
controllare la registrazione. La registrazione finisce con il bottone Stop. Dopo la
registrazione possiamo anche modificare il file se è necessario. Salviamolo con il
solito File > Save. Di conversione tra i vari formati parleremo ora.
Esiste una grande varietà di formati, come già detto a p. 30. È importante la conversione tra essi, soprattutto perché i file audio di solito li conserviamo nel computer in un formato compresso (oggi molto spesso mp3), perché occupa molto meno
spazio rispetto a un file audio non compresso (di solito wav). I formati non compressi sono utilizzati dai programmi creati per la manipolazione di suoni, come
WavePad.
È da tener presente che una volta compresso un file con perdita di qualità, è
possibile trasformarlo di nuovo in un formato non compresso, ma non si recupereranno i dati persi: la qualità sarà quella del file compresso. Per questo, vale la
pena di comprimere il file quando è già pronto, dopo le modifiche necessarie. A
volte vorremmo modificare un file che arriva in formato mp3 per esempio, in questo caso quindi c’è già una perdita di dati. Dipende molto dalla configurazione di
qualità del programma con cui si comprime.
2.4 L  
56
Per la semplice conversione mp3 > wav e wav > mp3 si possono utilizzare vari
programmi, per esempio iTunes – che abbiamo già installato per i podcast. Prima
bisogna impostare in Preferenze… > Avanzate > Importazione il formato voluto,
poi selezionare il file da convertire nel programma (certamente può essere anche
un episodio di podcast), poi scegliere Avanzate > Converti la selezione in… (se il file
da convertire ancora non c’è in iTunes, cliccando su Avanzate è possibile premere
il tasto Alt, così il comando sarà Converti in…, si può sfogliando cercare il file da
convertire). Alla fine bisogna chiedere al programma dove ha messo il nuovo file,
cliccando con il tasto destro del mouse nella lista dei brani e scegliendo Mostra
brano.
iTunes è capace di importare i brani musicali di un CD audio, basta impostare
il formato desiderato come abbiamo visto prima, inserire il CD, selezionare i brani
da importare poi trascinarli in Libreria, a sinistra.
WavePad è capace di salvare direttamente in formato mp3.
2.4.4
Cancellare una parte
Avendo aperto il file in WavePad, basta selezionare la parte da togliere (bisogna
fare clic, poi senza rilasciare il tasto del mouse trascinare a destra o sinistra, alla
fine rilasciare il tasto del mouse si veda la figura 2.6), poi scegliere Edit > Delete.
F 2.6: Selezione in WavePad
2.4 L  
2.4.5
Dissolvenza in entrata e in uscita
2.4.6
Copiare in un altro file
57
È possibile modificare il file audio aggiungendo dissolvenze di due tipi: in entrata
ed in uscita. Basta selezionare la parte da modificare, poi scegliere Effects > Fade In
oppure Effects > Fade Out. (Scegliendo Fade Out and Trim dopo la trasformazione
dissolvenza in uscita il programma taglierà la parte obsoleta del file fino alla fine.)
Non è niente di sorprendente rispetto all’uso di un word processor: basta selezionare la parte desiderata, quindi scegliere Edit > Copy (oppure Ctrl C), aprire un
file nuovo con File > New, quindi incollare con Edit > Paste (o Ctrl V). Con questo
metodo è possibile anche unire dei file audio.
Ci sono vari documenti che offrono un aiuto molto più specifico, per esempio www.cornetto.elte.hu/pc_studio_registrazione.pdf, trovato sul sito
della Mondadori.
2.5 P  
58
2.5 Presentazioni nella pratica
Una presentazione è un progetto complesso in quanto include testi, immagini, a
volte anche suoni. Bisogna soprattutto avere idee chiare su cosa si vorrebbe realizzare, poi occorre trovare, modificare ed inserire gli elementi da includere nella
presentazione.
Ecco i consigli pratici più importanti per la realizzazione di presentazioni da
Garr Reynolds (www.presentationzen.com):
1. Idee chiare
Prima di avviare il programma di presentazioni (Keynote, PowerPoint, Impress di OpenOffice.org, altri) bisogna considerare qual è il vero scopo del
discorso. Cosa si aspetta il pubblico? Quali sono le parti più importanti per
il pubblico del tema che dovrebbe portare poi con sé dopo la presentazione?
Il semplice trasferimento delle informazioni è di solito poco soddisfacente
dal punto di vista del pubblico.
È sempre utile cominciare con un approccio analogo, vale a dire, pianificare
la presentazione su carta. Una superficie grande può aiutare – per esempio,
una lavagna– per vedere il flusso logico del ragionamento. Non è da dimenticare che anche si utilizzeranno tecnologie digitali tenendo la presentazione, l’atto stesso di parlare e connettersi al pubblico –convincere, vendere,
informare– è di carattere analogo e non digitale.
2. «Prova dell’ascensore»
È bene controllare la chiarezza del messaggio con la «prova dell’ascensore»,
cioè cercare di ‘vendere’ il messaggio in 30-45 secondi (come se si dovesse spiegare una nuova idea ad un direttore di marketing mentre scende
l’ascensore). È molto probabile che gli organizzatori chiedono di ridurre
le presentazioni per esempio da 20 minuti a 10 (oppure a 30 da un’ora).
Anche la prova dell’ascensore è da fare prima di aprire l’applicazione di
presentazioni.
3. Semplicità
Le applicazioni per presentazioni per le diapositive hanno un’orientamento
orizzontale (landscape). Questi programmi sono stati concepiti per poter far
vedere visualmente l’informazione che può servire da sostegno per il presentatore per completare la presentazione. Le diapositive stesse, però, non
devono essere le ‘star dello show’ (che sarebbe il pubblico). La gente viene
ad ascoltare voi sia per essere stimolata o informata (o entrambi) da voi sia
per apprendere il vostro messaggio. Non lasciate che il messaggio e la vostra abilità di raccontare una storia siano sopraffatti da diapositive che sono
inutilmente complicate, piene di ‘grafici spazzatura’. Nella diapositiva non
ci può essere nulla di superfluo, mai. Le diapositive dovrebbero contenere
2.5 P  
59
sempre tanto spazio vuoto. Non dovete sentirvi obbligati a riempire aree
vuote con loghi o altre immagini non necessarie, o con testi che non contribuiscono ad una comprensione migliore. Quanta meno confusione c’è nella
diapositiva, tanto più forza avrà il messaggio visuale.
4. Punti elenco e testi limitati
La presentazione serve al pubblico. Annoiare il pubblico con una serie di
punti elenco gli serve poco. Così si arriva anche al problema dei testi. Le
migliori diapositive possono essere anche senza testo – potrebbe suonare
insensato oggi per la diffusissima dipendenza da diapositive con testo, ma le
migliori diapositive non hanno nessun senso senza il discorso pronunciato.
Le diapositive sono ideate per dare un sostegno al discorso del presentatore,
e non per rendere superfluo il presentatore.
La gente spesso dice cose come ‘Mi dispiace tanto, ho perso la tua presentazione. Ho sentito che è stata fantastica. Potresti mandarmi le diapositive?’
Se sono diapositive buone, però, senza di voi avranno poco senso. Invece di
una copia delle diapositive è molto meglio preparare un documento scritto
che sottolinea il contenuto della vostra presentazione e lo spiega. Al pubblico serve molto di più avere un documento dettagliato (handout) che può
portarlo con sé che non il file di diapositive. Avendo un documento dettagliato –o qualche pubblicazione– da dare al pubblico dopo il discorso, il
presentatore non si sentirà costretto a riempire le diapositive con una gran
quantità di testo.
5. Transizioni ed animazioni senza esagerazione
Bisogna utilizzare le transizioni tra le diapositive e le animazioni in entrata e
in uscita degli oggetti con giudizio. Le animazioni di oggetti come di punti
elenco non dovrebbero essere vistose su ogni diapositiva. Un po’ di animazione è cosa bella, ma è preferibile limitarsi alle più sofisticate e più professionali (simili a quelli che si vedono anche in un telegiornale, per esempio).
Una ‘comparsa a tendina da sinistra a destra’ (Wipe Left-to-Right) può andar bene per un elenco ma per esempio un effetto ‘in entrata’ (Move) oppure
‘avvicina’ (Fly) è troppo noioso e lento (eppure usato in tante presentazioni
oggi). Il pubblico sarà annoiato presto se deve tollerare animazione dopo
animazione in ogni diapositiva. Per le transizioni tra diapositive è meglio
utilizzare non più di due-tre tipi di effetti e non adottarli dappertutto fra
due diapositive.
6. Illustrazioni di alta qualità
È bene usare sempre illustrazioni di alta qualità, comprese le foto. Si possono utilizzare foto proprie fatte con una fotocamera digitale, oppure rivolgersi all’abbondanza di internet, tenendo conto dei problemi di copyright. È
da evitare l’ingrandimento di foto piccole a bassa risoluzione: la risoluzione
2.5 P  
60
scende insieme alla qualità.
È bene evitare l’utilizzo delle Clip Art di PowerPoint o altri disegni di tipo
cartone animato (cfr. figura 2.7). Probabilmente all’inizio degli anni ‘90 erano ancora interessanti, ma visto che fanno parte del pacchetto Office, tutti li
hanno visti, e mettono in dubbio la professionalità del presentatore. Certo,
ci sono eccezioni e non tutte le Clip Art sono orrende, ci vuole giudizio.
Le foto di persone spesso aiutano il pubblico a connettersi alla diapositiva a
un livello emozionale. Le modifiche sono necessarie per adattarle alla diapositiva, dipendendo dalla rilevanza dell’immagine sotto la prospettiva del
contenuto.
(a) Diapositiva con Clip Art
(b) Diapositiva con foto
F 2.7: Confronto di due diapositive
7. Tema visuale
È necessario avere un tema visuale per tutta la presentazione per creare
una certa ripetizione, continuità e coerenza. Occorre però evitare i temi di
PowerPoint: tutti li conoscono.
8. Grafici adatti
Bisogna avere idee molto chiare su come usare grafici. Per prima cosa bisogna chiedersi di quanti dettagli si ha bisogno. I presentatori spesso fanno
l’errore di metterci troppi dati. Le tendenze devono essere chiare. Il tipo di
grafico è determinato dai dati da rappresentare e dal loro rapporto.39 Con un
diagramma circolare (grafico a torta) si rappresentano percentuali, proporzioni. Con un istogramma a barre verticali potete rappresentare il cambiamento di quantità nel tempo, con uno a barre orizzontali si può comparare
la quantità. Un grafico a linee rappresenta le tendenze.
39
Cfr. office.microsoft.com/it-it/excel/HA010346071040.aspx per alcuni tipi di
grafico.
2.5 P  
61
9. Colori
I colori suscitano emozioni, occorre fare attenzione. Su internet si trovano
varie fonti su quest’argomento.40
10. Font
Anche i font utilizzati trasmettono messaggi. Di solito font sans-serif (chiamati anche ‘bastoni’ o ‘senza grazie’) sono i migliori per una presentazione.
Il sito di Garr contiene anche una pagina di informazioni pratiche per la creazione di diapositive: www.garrreynolds.com/Presentation/tutorial.html.
Per fonti di immagini da utilizzare in diapositive si veda la pagina 27. Dei consigli
per tenere la presentazione occorre sottolineare il ‘test dell’ascensore’: il buon presentatore è capace di riassumere in 3 minuti quello che vuol trasmettere al pubblico.
Per ulteriori consigli si veda il sito di Garr e le fonti indicate nella sua raccolta di
link.
40
María Claudia Cortés ha creato una presentazione –Color in Motion– molto bella e stimolante sui colori, si trova all’indirizzo www.mariaclaudiacortes.com. Il sito della serie Dummies contiene un corso breve e conciso sull’utilizzo di schemi di colori in PowerPoint 2003:
www.dummies.com/WileyCDA/DummiesArticle/id-2221.html
2.6 I W
62
2.6 Il Webquest
Il Webquest è una forma di lavoro in cui gli studenti utilizzano anche le nuove
tecnologie in maniera integrata. Ha una struttura elaborata a partire dal 1995.
Negli Stati Uniti è molto diffuso.
Richiede da parte dell’insegnante soprattutto un obiettivo da ottenere, qualcosa da insegnare, poi buone capacità di utilizzo del computer: deve creare un percorso per gli studenti, controllare siti (salvare i materiali che ha trovato, caso mai il
web cambiasse), e gli altri materiali a disposizione, poi creare una semplice pagina
web (si può usare il modello già pronto) che guiderà gli studenti nel loro lavoro.
Durante un Webquest anche gli studenti devono utilizzare varie competenze.
Il Webquest contiene elementi obbligatori: l’insegnante sceglie un tema, una
questione da scoprire. Poi raccoglie materiali relativi, sia on line che tradizionali. Gli studenti devono seguire le indicazioni e i percorsi, poi spesso sono pregati
di preparare qualche prodotto (un documento, una presentazione, ecc.) che testimonia che hanno scoperto e capito il tema. La valutazione avviene secondo criteri ben definiti, conosciuti precedentemente dagli studenti. Qui purtroppo non
abbiamo la possibilità di presentarlo in maniera più dettagliata, quindi offriamo
solo degli spunti. Il Webquest integra le conoscenze informatiche degli studenti
(e dell’insegnante), mentre si occupano veramente della materia.
Per ulteriori informazioni ed esempi, si vedano i seguenti siti:
• webquest.sdsu.edu/about_webquests.html – introduzione al Webquest. Parti obbligatorie, struttura, esempi, passi per la creazione.
• www.webquest.org – sito centrale sui Webquest, con notizie ed esempi.
Conclusione
A causa della limitatezza di una tesi, abbiamo potuto presentare alcuni aspetti solo
brevemente. Chi fosse interessato, conoscendo parole chiave potrà trovare ampia
documentazione dei temi trattati su internet.
Alcuni temi dovrebbero essere scoperti ampiamente per uso didattico. Sarebbe
bello creare un sito con le informazioni, i corsi, per dare una mano sia agli studenti
che agli insegnanti.
In Francia esistono centri di lingua dove gli insegnanti hanno la sensazione
che un giorno saranno i computer a insegnare. Questa tesi ha cercato di far vedere
che ancora ci vogliono ‘guide umane’ (non parliamo di autodidatti). Il computer
per il momento non è abbastanza intelligente per insegnare in maniera flessibile.
Il primo tentativo del genere è il CALL, vediamo quali problemi lo ostacolano.
L’utilizzo di nuove tecnologie non deve escludere metodi più tradizionali. Nella maggior parte dei casi siamo capaci di fare la stessa cosa con i nuovi mezzi che
prima, solo che è spesso molto più facile. La vera novità della tecnologia è lo sviluppo della rete mondiale per mezzo della quale è possibile vincere –almeno in parte–
le distanze. Per esempio il libro di Tamás Nyitrai, Parole, parole, parole,41 pubblicato recentemente, dimostra molto bene i vantaggi: contiene tante foto proprie
dell’autore, adattamenti di testi da siti (ATAC, messaggi, linguaggio degli SMS).
41
Nyitrai Tamás, Parole, parole, parole, Budapest, Nemzeti Tankönyvkiadó, 2006.
Bibliografia
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Bruno Mondadori Editori, 2001.
[2] Didaktika, a cura di Iván Falus, Budapest, Nemzeti Tankönyvkiadó, 1998.
[3] N, T, Parole, parole, parole, Budapest, Nemzeti Tankönyvkiadó,
2006.
[4] W, P, The Psychology of the Internet, Cambridge, Cambridge
University Press, 1999.
[5] index.hu/tech. Notizie sul mondo della tecnologia (ungherese).
[6] www.ict4lt.org. Risorse CALL.
[7] www-writing.berkeley.edu/chorus/call. CALL e ‘Cutting edge CALL demos’.
[8] www.ladante.it. Sito della Società Dante Alighieri. Ora contiene dei test dal
livello A1 a C2.
[9] www.liberliber.it. Progetto Manuzio. Biblioteca telematica italiana on line.
Opere letterarie.
[10] global-reach.biz. Statistiche su internet stesso.
[11] provvbo.scuole.bo.it/cliccando. Tecnologie multimediali per l’handicap.
[12] ricardo.ecn.wfu.edu/∼cottrell/wp.html. Articolo di Allin Cottrell. ‘Word processors: Stupid and Inefficient.’
[13] webquest.sdsu.edu/about_webquests.html. Introduzione ai Webquest.
[14] www.webquest.org. Sito centrale dei Webquest.
[15] it.wikipedia.org/wiki/GNU. Articolo di Wikipedia sull’acronimo GNU.
(GIMP, mondo Linux).
B
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[16] en.wikipedia.org/wiki/RSS. Articolo di Wikipedia sull’RSS (Really Simple
Sindication o Rich Site Summary).
[17] it.wikipedia.org/wiki/TXT. Voce di Wikipedia sul semplice file di testo.
[18] en.wikipedia.org/wiki/List_of_Six_Feet_Under_deaths. Voce di Wikipedia su
una serie TV. Un esempio di un web più democratico ed interattivo.
[19] www.mariaclaudiacortes.com. ‘Color in motion.’ An animated and interactive
experience of color communication and color simbolism.
[20] www.dummies.com/WileyCDA/DummiesArticle/id-2221.html.
Dummies sull’utilizzo di schemi di colori in PowerPoint 2003.
[21] kidslink.bo.cnr.it/irrsaeer/favole. ‘Favole infinite.’ Il visitatore del sito può
comporre la propria fiaba, di immagini pronte.
[22] www.garrreynolds.com. Sito personale di Garr Reynolds (presentazioni).
[23] www.garrreynolds.com/Presentation/tutorial.html. Tutorial sulla creazione di
diapositive.
[24] www.presentationzen.com. Blog di Garr Reynolds sulle presentazioni.
[25] office.microsoft.com/it-it/excel/HA010346071040.aspx. Tipi di grafico in Excel
(dalla versione 2000 in su).
[26] flash.html.it. Sito di tutorial e informazioni sulla tecnologia Flash. Spiega
anche la differenza tra immagini bitmap e vettoriali.
[27] www.ctan.org/tex-archive/info/italian/lshort/itlshort.pdf. Una (mica tanto)
breve introduzione a LATEX 2ε . Ovvero LATEX 2ε in 93 minuti.
[28] guild.prato.linux.it. Sito del gruppo Gilda/Guild, traduttore del manuale Una
(mica tanto) breve introduzione a LATEX2.
[29] www.lulli.net/scripta/plmlManualIT/4.html. LATEX in breve.
[30] www.opera.com/support/tutorials/flash/tabs. Tutorial sull’utilizzo della navigazione a schede (tabbed browsing).
[31] www.starterupsteve.com/swf/posting.html. ‘Posting and You.’ Filmato scherzoso sulle regole d’utilizzo di forum.
[32] www.homolaicus.com/linguaggi/proverbi. Proverbi Master 2003 (esempio di
ipertesto estremo).
[33] www.unicode.org. Informazioni sullo standard UNICODE.
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[34] weblog.infoworld.com/udell/gems/umlaut.html.
sull’evoluzione di articoli di Wikipedia.
66
Filmato
di
Jon
Udell
[35] www.altavista.com. Raccomandato per la ricerca di file audio.
[36] www.blogger.com. Sito per la creazione e hosting gratuiti di blog.
Proprietario: Google.
[37] www.google.com. Raccomandato per la ricerca di testi e immagini fisse.
[38] video.google.com. Condivisione di filmati da Google. Ora collegato con
YouTube.
[39] it.answers.yahoo.com. ‘Yahoo! Answers.’ Un forum di nuova generazione.
[40] www.youtube.com. YouTube.com – sito per la pubblicazione di filmati. Anche
videoblog. L’ha comprato Google.
[41] www.everystockphoto.com. Più di 1.042.000 foto gratuite.
[42] www.flickr.com/creativecommons. Fonte abbondante di foto gratuite, fotoblog. Licenze varie.
[43] www.freepixels.com. 181.900 foto gratuite.
[44] www.imageafter.com. Foto gratuite, grande collezione. Immagini, strutture
per uso personale e commerciale.
[45] www.morguefile.com. Collezione di foto gratuite.
[46] pstutorialsblog.com/44/free-stock-photos. Blog di tutorial su Photoshop, contiene una lista di fonti gratuite di foto.
[47] www.studio25.ro. 2500 foto gratuite.
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[49] sourceforge.net. La più grande fonte di applicazioni gratuite (spesso Open
Source).
[50] www.apache.org. L’applicazione web server più popolare di internet (nel novembre 2005 più del 70% del web era servito da questo programma). È
gratuito.
[51] live.gnome.org/Dia. Un’applicazione gratuita UML (per organigrammi e
diagrammi di progettazione).
B
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[52] www.gimp.org. The GNU Image Manipulation Program. Applicazione di
fotoritocco gratuita.
[53] maps.google.com. Applicazione web innovativa di carte geografiche.
[54] earth.google.com. Applicazione con uso innovativo di tecnologie su internet,
si basa tra l’altro su Google Maps.
[55] www.freebyte.com/hjsplit. HJSplit aiuta a spezzare grandi file e poi riunire i
pezzetti.
[56] hotpot.uvic.ca. HotPotatoes, sistema autore gratuito per la creazione di compiti
CALL (test, drill, cruciverba).
[57] www.inkscape.org. Applicazione gratuita per disegni vettoriali.
[58] www.apple.com/itunes. iTunes, programma gratuito per gestire i file audio e
i podcast, riprodurre.
[59] www.keyspan.com. Telecomandi per presentazioni al computer.
[60] khtml2png.sourceforge.net. Con Linux (e KDE) salva immagini di siti web.
[61] www.launchy.net. ‘Open Source Keystroke Launcher for Windows.’
[62] www.mediawiki.org/wiki/MediaWiki. Applicazione gratuita MediaWiki,
una realizzazione di wiki, è la base tecnologica di Wikipedia.
[63] www.mozilla.com. Sito per esempio del browser Firefox, estremamente
popolare; e del client di posta elettronica Thunderbird.
[64] addons.mozilla.org/firefox/3408. Un compontente aggiuntivo tra i tanti del
browser Firefox. Salva un’immagine di un sito web.
[65] www.mysql.com. Attualmente MySQL è l’applicazione gratuita per la
gestione di database più popolare.
[66] www.openoffice.org. Pacchetto di applicazioni per ‘produttività personale’,
offre un’alternativa gratuita a Microsoft Office.
[67] www.derailer.org/paparazzi. Salva immagini di siti web. Per Mac OS X.
[68] sourceforge.net/projects/pdfcreator. Con PDF Creator è possibile creare
gratuitamente file PDF con Windows.
[69] phpbb.com. PHPBB è una delle applicazioni più popolari per gestire dei
forum.
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[70] php.net. Interprete per il linguaggio php, spesso usato per siti web
programmati.
[71] www.simplemachines.org. Un’altra applicazione per forum.
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[73] wget.sunsite.dk. Il programma wget aiuta a scaricare materiali in maniera
automatica.
[74] www.videolan.org. VideoLan Client, applicazione gratuita per riprodurre file
audio e video in vari formati. È anche una soluzione di streaming.
[75] wordpress.org. WordPress è un’applicazione flessibile, gratuita e popolare per
gestire dei blog. Se abbiamo un nostro web server, può essere preferibile.
[76] www.apple.com/macosx/features/spotlight. Ricerca istantanea di file e cartelle
sul proprio computer, anche per contenuto. Spotlight.
[77] desktop.google.com. Ricerca rapida sul computer in email, cronologia web e
file, e altri. Per Windows Vista/XP/2000.
[78] www.microsoft.com/windows/products/windowsvista/features/details/instant
search.mspx. Ricerca istantanea in Windows Vista.
Mini dizionario informatico
italiano-ungherese
A –  
70
hardware [m] – hardware, hardver
accendere – bekapcsol
adattatore [m] – adapter
altoparlanti [m, pl] – hangfalak
avvio del sistema – rendszer elindulása
avviare il sistema – elindítja a rendszert
cablaggio – kábelezés
cache [f] – gyorsítótár, cache
casse [f, pl] – hangfalak
cavo di alimentazione – tápkábel
chiavetta usb – usb pendrive
circuito stampato – nyomtatott áramkör
connettore [m] – csatlakozó
connettore di alimentazione – tápcsatlakozó
connettore di interfaccia parallela – párhuzamos csatlakozó
connettore di interfaccia seriale – soros
csatlakozó
connettore video – videocsatlakozó (monitorcsatlakozó)
cortocircuito (andare, essere, mandare in c.)
– rövidzárlat
CPU, processore [m] – CPU, processzor
disco ottico – optikai lemez
dispositivo – eszköz
dispositivo di acquisizione immagini – képbeviteli eszköz
dispositivo di immissione dati – (adat)beviteli
eszköz
dispositivo di input – (adat)beviteli eszköz
dispositivo di puntamento – mutatóeszköz
dispositivo di rete – hálózati eszköz
gruppo di continuità (o UPS) – szünetmentes
táp(egység)
hard disk, disco rigido, disco fisso – merevlemez, winchester
in automatico – automatikusan
jack ingresso microfono – mikrofonbemenet
lettore cd / dvd – cd / dvd olvasó
masterizzare un cd / dvd – megír egy cd-t /
dvd-t
masterizzatore [m] cd / dvd – cd / dvd író
modem [m] – modem
monitor [m] – monitor
montare / unire – felcsatol (eszközt)
pen [m] – usb pendrive
periferica (= dispositivo) – periféria (= eszköz)
porta – kapu (bemenet)
porta usb – usb kapu
premere e rilasciare il pulsante – megnyomja
és elengedi a gombot
pulsante di accensione – bekapcsológomb
RAM, memoria (primaria) – RAM, (elsődleges)
memória
riavviare – újraindít
risoluzione [f] – felbontás
ad alta / bassa risoluzione – nagyfelbontású /
alacsony felbontású
scheda audio – hangkártya
scheda di espansione – bővítőkártya
scheda di rete – hálókártya (hálózati kártya)
scheda grafica – videokártya
scheda madre – alaplap
scheda video – videokártya
segnale [m] – jel
segnale analogico – analóg jel
segnale digitale – digitális jel
spegnere – kikapcsol, leállít
spegnimento – leállítás, lekapcsolás
stampante [f] – nyomtató
stampante a getto d’inchiostro – tintasugaras
nyomtató
stampante ad aghi – mátrixnyomtató
stampante LED – LED nyomtató
stampante laser – lézernyomtató
stampante termica – hőnyomtató
subwoofer [m, inv] – „mélynyomó” (hangfal)
tenere premuto il pulsante per x secondi – x
másodpercig lenyomva tartja a gombot
unità ottica – optikai meghajtó
workstation [f] – munkaállomás
tastiera – billentyűzet
barra spaziatrice – szóközbillentyű
dattilografia – tízujjas „vakírás” / gépírás
digitare sulla tastiera – gépel a billentyűzeten
layout [m] – billentyűzet-kiosztás
premere il tasto – megnyomja a gombot
ritorno a capo / invio – return / enter (régen:
kocsivissza)
tastierino numerico – numerikus billentyűzet
batteria – újratölthető elem, akkumulátor
codice [m] a barre – vonalkód
cursore [m] sullo schermo (puntatore) – kurzor, egérkurzor, mutató, egérmutató
fare clic (su) – kattintani (vmire)
mouse [m] – egér
mouse con rotellina – görgős egér
mouse ottico – optikai egér
mouse senza batteria – elem nélküli egér
mouse senza cavo – vezeték nélküli egér
penna ottica – optikai toll vonalkód olvasására
pila – elem
pulsanti programmabili – programozható
gombok
puntamento, puntare – rámutatás, rámutat
rotella cliccabile – gombként is működő görgő
rotellina / rotella di scorrimento – görgő
(egéren)
rotellina laterale – oldalsó görgő
scorrere i documenti – görgeti az oldalt
A –  
scorrere in su e in giù – föl-le görget
selezione, selezionare – kiválasztás / kijelölés,
kiválaszt / kijelöl
tasto destro – jobb gomb
tavoletta grafica (digitizer) – digitalizáló tábla
trascina e rilascia – fogd és vidd (drag & drop)
trascinamento, trascinare – húzás / húz
wireless – vezeték nélküli
rete [f] – hálózat; internet
rete aziendale – vállalati hálózat
firewall [m] – tűzfal
incorporato – beépített
monitoraggio di pacchetti – (adat)csomagok
figyelése
pacchetti in transito – átmenő (adat)csomagok
router [m] – router
sottorete – alhálózat
traffico di rete – hálózati forgalom
monitor a tubo catodico (CRT) – katódsugárcsöves monitor (CRT)
71
schermo – képernyő, monitor
schermo / monitor / display – képernyő /
monitor
schermo piatto – lapos monitor (TFT)
sensore – érzékelő
touch screen (schermo sensibile al tocco)
– érintőképernyő
scanner, scansionatore – scanner, szkenner
scannerizzare, scandire, scannare – szkennel
(scandire sokaknak betűzés inkább, scannare másodjelentése: valakinek a torkát
elvágja, így ezt néha viccesen használják)
scansionare (è il verbo migliore) – szkennel
(neologizmus az olaszban is)
scansione – szkennelés
scandito / scansionato / scansito (immagine
~a) – beszkennelt (kép) [gyakorisági
sorrendben]
A –  
72
software [m] – software, szoftver
a schermo intero (visualizzazione / riproduzione a …) – teljes képernyős (megjelenítés, lejátszás)
a tutto schermato – teljes képernyős
abbassa volume – halkíts
accedere a risorse / computer / servizi
– hozzáfér erőforrásokhoz / gépekhez /
szolgáltatásokhoz
accesso / connessione / collegamento / servizi / tecnologie a banda larga – szélessávú elérés / csatlakozás / szolgáltatások /
technológiák
aggiornamento – frissítés
aggiungi account – kontó / felhasználói fiók
hozzáadása
aiuto – segítség
algoritmo – algoritmus
alza volume – hangosíts
alzare / abbassare il volume – hangosít / halkít
ambiente grafico – grafikus környezet
amministratore [m] di sistema – rendszeradminisztrátor
anteprima [f] – előnézet
applicazione – alkalmazás (felhasználói program)
appare la schermata – megjelenik egy ablak
apri recenti – nyisd meg a legutóbbiak közül
archivio – fájl, archívum
assistenza – segítségnyújtás
attivare / disattivare il firewall – bekapcsolja /
kikapcsolja a tűzfalat
attivazione rete – hálózati kapcsolatok elindítása
autenticazione – autentikálás, jogosultság
igazolása (általában jelszó beírásával)
avviare (un programma / il sistema) – elindít
(programot / rendszert)
brano musicale – zeneszám
canali (m, pl) audio – hangcsatornák (bal /
jobb)
caricamento – beöltés
caricare – betölt / feltölt
cartella – mappa / könyvtár
casuale (riproduzione c.) – véletlenszerű (lejátszás), random
cavalli di Troia – trójai faló (program)
chat [f] – chat
client [m] – kliens (program, gép)
codice (m) – kód, programkód
composizione – szerkesztés
compromettere la sicurezza – veszélyezteti
a biztonságot (megkerüli a biztonsági
gátakat)
connessione [f] – csatlakozás, kapcsolat
connettersi (a) – bejelentkezik (gépbe, chatre,
stb.), csatlakozik vmihez
copia e incolla – másol és beilleszt (copy &
paste)
cronologia – történet (látogatott webhelyek
listája pl.)
desktop [m] – asztal
digitalizzazione – digitalizálás
diritti di accesso – hozzáférési jogok /
jogosultság(ok)
dischetto – floppy
disinstallare – letelepít / leszed programot
disinstallare – letelepít / leszed programot
disponibile – elérhető
elaborare – (adatot) feldolgoz
elaborazione dati – adatfeldolgozás
eseguire – végrehajt, programot lefuttat
essere in esecuzione – épp fut a program
fa girare – futtat
far partire (un programma) – elindít (egy
programot)
fare clic su avanti – kattints a tovább gombra
finestra – ablak
fonte [f] attendibile – megbízható forrás
formati supportati – támogatott formátumok
fotoritocco – képek retusálása
freccia – nyíl
girare – elfut rajta a program
guide in flash – flash oktatóvideók (tutorial)
icona – ikon
impartire comandi – parancsokat ad ki
impostazione [f, sg] – beállítások
impostazione predefinita / (di) default – alapértelmezett beállítás
indirizzo (web) – webcím
indirizzo di posta elettronica – e-mail cím
indirizzo e-mail – e-mail cím
infettato da virus – vírusos
infilare – bedug, csatlakoztat
inizia riproduzione – kezdd a lejátszást
in riproduzione – lejátszás folyamatban
inserire il cd – behelyezi a cd-t
installazione – telepítés
installare – telepít
intelligenza artificiale – mesterséges intelligencia
interfaccia – felület
interfaccia grafica (GUI) – grafikus felhasználói
felület
interrompi riproduzione – állítsd meg a
lejátszást
la verifica fallisce – nem sikerül az ellenőrzés
larghezza di banda di rete – (hálózati) sávszélesség
linguaggio di programmazione – programnyelv
logout / disconnetti utente – kijelentkezés
manuale d’uso – használati útmutató
A –  
manuale d’utente – felhasználói kézikönyv
mappare i comandi – hozzárendel billentyűzetparancsokat
memoria tampone – ideiglenes tár, v. buffer
menu di avvio – start menü
modifica – szerkesztés (edit menu)
muto – némítsd el
nuova modalità di ricerca – új keresési opció
OCR, riconoscimento ottico dei caratteri
– optikai karakterfelismerés
pannello – fül (tab)
pannello di controllo – beállítások, kontrollpanel
personalizzazione avanzata – további (‘haladó’) beállítások
piantarsi / bloccarsi – lefagy
piattaforma [f] (sistema operativo) – platform
(operációs rendszer)
potenza di processione – számítási teljesítmény (processing power)
preferenze di sistema – rendszerbeállítások
preferiti – kedvencek
proprietà [f, pl] – tulajdonságok / opciók
provenire – származik
puntamento – mutatás (egérrel)
selezione – kiválasztás
trascinamento – elhúzás (egérrel)
quadratini di ridimensionamento – (átméretező) fogópontok
registra – mentés
registra col nome – mentés más néven
registra playlist – a lejátszási lista mentése
riavviare – újraindít
riconoscimento delle immagini – képfelismerés
rilasciare – kiad, megjelenik (program); è stata
rilasciata una nuova versione di…
rimozione sicura hardware – hardware biztonságos eltávolítása
ripeti tutto – ismételd mindet
ripeti un elemento – ismételj egy elemet (dokumentumot / zenét)
riproduci solo la selezione – csak a kijelölteket
játszd le
riproduci tutti i filmati – játszd le az összes
filmfájlt
riprodurre – lejátszik
salva – mentés
salva con nome – mentés más néven
scaricare – letölt
scaricamento – letöltés
scegliere avanti – kattints a tovább gombra
scegliere ok al termine dell’installazione – a
telepítés végén nyomj ok-t
schermata – ablak
schermo – képernyő
schermo intero – teljes képernyő
73
scorciatoie [f, pl] da tastiera – billentyűkombinációk
segnalibri [m pl] – könyvjelzők, ‘kedvencek’
selezionare – kijelöl
sequenza di dati – adatfolyam, adathalmaz
server [m] – server
servizio in linea – on-line szolgáltatás
sistema operativo – operációs rendszer
sito commerciale – kereskedelmi weboldal
sito lanciato da – vki által indított weboldal
slide [m] (diapositiva) – dia (prezentációkészítő programban)
spegnere – lekapcsol
staccare – kihúz
supporto – támogatás
sviluppatore [m] – (program)fejlesztő
taglia e incolla – kivág és beilleszt
traccia audio – hangsáv
trascina e rilascia – fogd és ejtsd (drag & drop)
uscita forzata – program kiléptetése (mentés
nélkül)
verifica – ellenőrzés
virus [m, inv] – vírus (program)
vista – nézet
visualizzazioni – vizuális effektek
worm [m, inv] – féreg (program)
zippare – zip tömörítővel becsomagol
zippato – zip tömörítővel csomagolt
editor di testo – editor (szövegszerkesztő sima
szövegfájlokhoz)
foglio di calcolo (foglio elettronico) – táblázatkezelő
word processor (elaboratore testi) – szövegszerkesztő
allinea a destra – igazítsd jobbra
allinea a sinistra – igazítsd balra
allineamento – igazítás
allineamento di tabulazione – tabulátor
igazítása
allineamento verticale – függőleges igazítás
annullo – esc
azzerare posizioni di tabulazione – töröld a
tabulátorpozíciókat
blocco note – jegyzettömb
bordato – körvonalas
cella – cella
centra – középre igazítsd
campi di stampa unione – körlevélmezők
colonna – oszlop
configurare il sistema operativo per supportare altre lingue – beállítani az operációs
rendszert, hogy több nyelvet is támogasson
coordinata – koordináta (táblázatkezelőben,
pl. A3)
correttore [m] grammaticale – nyelvhelyesség-ellenőrző
A –  
correttore [m] ortografico – helyesírás-ellenőrző
corsivo – dőlt
dati numerici – számadat
dati testuali – szöveg típusú adat
documento – dokumentum
fogli di stile – stíluslapok
formattazione a colonne multiple – többoszlopos formátum
formula – képlet
giustifica – igazítsd sorkizártra
grassetto – félkövér
immissione di testo – szövegbevitel
indicatore del mouse – egérmutató, egérkurzor
inserire / immettere – beilleszt, beír
installare gli strumenti per il controllo
ortografico e grammaticale – telepítsd
a helyesírás-ellenőrző és nyelvhelyességellenőrző eszközöket
interlinea – sorköz
interruzione – töréspont
interruzione di sezione – szakasztöréspont
intestazione – fejléc („élőfej”)
lettera tipo – „formalevél”
margine (m) – margó
note a piè di pagina – lábjegyzetek
note di chiusura – végjegyzetek
numerazione delle pagine – oldalszámozás
numerazione delle righe – sorszámozás
origine dati [m] – adatforrás
pagina – oldal
paragrafo – bekezdés
piè di pagina – lábléc („élőláb”)
pollici (m, pl) – inch, hüvelyk
posizioni di tabulazione – tabulátorpozíciók
predefinito – alapértelmezett
premere i tasti – megnyomja a gombokat
(billentyűzeten)
punti di allineamento (a sinistra, destra,
centrato, decimale) – tabulátorpozíciók
(jobbra, balra, középre zárt, decimális)
punti di tabulazione – tabulátorpozíciók
riga – sor
righello – vonalzó
rileva lingua automaticamente – automatikus
nyelvválasztás
rimpiazza – cserél
ritorno – enter
scorrimento – görgetés
sezione [f] – szakasz (section)
sostituisci – cserél
sottolinea – aláhúz
spaziatura (prima o dopo i paragrafi) – térköz
(bekezdések fölött vagy alatt)
stampa unione – körlevél funkció
strumenti di correzione – nyelvhelyességi
eszközök
74
unità di misura del righello – a vonalzó mértékegysége
font [m] – betűkészlet
dimensioni [f, pl] – méret
mostra anteprima – mutasd az előnézetet
origini dati – adatforrás (pl. körleveleknél)
caratteri – karakterek
tipografia – tipográfia
modifica dimensioni – változtasd meg a
méretét
gestisci font – fontkezelés
browser [m, inv] – böngészőprogram
aggiungi cartella preferiti – új kedvencek
mappa
annulla – visszavon
apri documento – megnyitás
apri nei pannelli – nyisd meg füleken
avanti – előre
barra degli indirizzi – webcímsor
caratteri speciali – speciális karakterek (szimbólumok)
cerca – keres
cerca precedente – keresd az előzőt
cerca successivo – keresd a következőt
chiudi finestra – csukd be az ablakot
codifica testo – szövegkódolás
collegati all’indirizzo – nyisd meg a webhelyet
controlla ortografia mentre scrivo – helyesírás-ellenőrzés gépelés közben
copia – másol
copia pagina in una e-mail – küldd el az oldalt
egy e-mailben
elimina – töröl
esci da – lépj ki a programból / állítsd le a
programot
esporta preferiti – exportáld a kedvenceket
finestra a comparsa (blocca le f.e a c.) – popup [ablak] (blokkold a pop-upokat)
importa preferiti – importáld a kedvenceket
incolla – beilleszt
indietro – vissza
ingrandisci testo – szövegméret növelése
inizio – első oldalra (menj)
invia il link di questa pagina per e-mail
– küldd el e-mailben ennek a weboldalnak a címét
licenza – felhasználási feltételek
mostra – mutasd
mostra barra di stato – mutasd az állapotsort
nascondi – rejtsd el
nuova finestra – új ablak
nuovo pannello – új fül
ortografia – helyesírás-ellenőrzés
porta tutto in primo piano – hozz mindent
előre (előtérbe)
reinizializza – állítsd vissza alaphelyzetbe (a
programot)
ricarica pagina – oldal újratöltése
A –  
riconoscimenti – készítők (a programhoz hozzájárulók) listája
riempimento automatico moduli – űrlapok
automatikus kitöltése
rimpicciolisci testo – szövegméret csökkentése
ripristina – visszaállít / mégis (kérem a módosítást)
seleziona tutto – mindent kijelöl
stampa – nyomtatás (nyomtass)
taglia – kivág
visualizza codice – mutasd a forrás(kódo)t
vuota la cache – ürítsd az ideiglenes tárat
client [m] di posta elettronica – e-mail kliensprogram
abilita filtro posta indesiderata – spam-szűrő
aktiválása
aggiungi – új / hozzáad
aggiungi mittente a rubrica indirizzi – vedd
fel a feladót a címjegyzékbe
applica regole – alkalmazd a szabályokat
avvisa prima di omettere messaggi superiori
a – figyelmeztess, mielőtt kihagynál …nál nagyobb e-maileket
bozze – piszkozatok
casella di controllo / flag [m] (selezionare /
deselezionare) – pipa, checkbox (bepipál/pipát elvesz)
cestino – kuka
connessione criptata – titkosított kapcsolat,
biztonságos kapcsolat
contrassegnare – jelöli a gép
destinatari precedenti – korábbi címzettek
duplica – duplikál / másolatot készít
espandi / contrai – kinyit / becsuk
inoltrare – továbbküld üzenetet (forward)
75
inviata (posta ~) – elküldöttek
livello citazione aumenta / riduci – növeld /
csökkentsd az idézet behúzását (szintjét)
indesiderata (posta / lettera ~) – spam (e-mail)
mail [f; più frequente, perché ‘posta’] – e-mail
mail [m; meno frequente, ‘messaggio’] – email
messaggi criptati – kódolt / titkosított levelek
modifica – módosít
mostra intestazione – mutasd a fejlécet
mostra messaggi non letti in grassetto – az
olvasatlan leveleket mutasd félkövérrel
nome utente – felhasználónév
pannello indirizzi – címjegyzék-ablak
password [f, inv] – jelszó
rimuovi – töröl
rimuovi allegati – mellékletek törlése
rimuovi la copia dal server dopo aver recuperato il messaggio – töröld le a szerverről az e-mailt, ha letöltötted
rispedisci al mittente – visszaküld a feladónak
rubrica di posta elettronica – e-mail címjegyzék
segnala con contrassegno – jelöld meg (pl.
zászlóval)
server di posta in entrata – bejövő levélszerver
server posta in uscita – kimenő levélszerver
sottolineature ondulate rosse – hullámos
piros aláhúzás
stato connessione – kapcsolat állapota
utilizza font a spaziatura fissa per i messaggi
in solo testo – a csak szöveg típusú üzenetek megjelenítésekor használj állandó
betűszélességű fontot
visore [m] attività – aktivitásmutató
visore [m] messaggio – üzenetnéző ablak