scarica pdf Articolo "Uomo e grano, meravigliosa alleanza"
Transcript
scarica pdf Articolo "Uomo e grano, meravigliosa alleanza"
r t t l l | GD tr t i 0 La straordinariastoria delladietamediterranea Uomoe gtano, meravigliosa alleanza Peter Chapman nel suo libro "Fnel's Paradise" (1975) ttiÍzzò per la prirna volta" I'analísi energetica per stirnare il va-lore delle merci sulla base dell'energia necessaria per produrle e rendeile disponibili. Se applichiamo questa analisi ai nostri alirrrenti scopriamo che occorrono 280 MJ (milioni di Joule) per prodr-rrre e portare in tavola 1Kg di carne di rrrarTzo) mentre bastano 30,2 MJ per 1I{g di pane. Orbene, 380MJ è I'energia prodotla da 7litri di petrolio, oppure quella consumata da una lampadina di 100 Watt in 32 giorni di funzionamento continuo. Inoltre, per prodrrre 1Ig di carne si consumano 15.000 litri d'acqua, mentre ne occorrono 1500 per avere 1Kg di graÍo. I,analisi eterget)ca dirnostra che il grano è una materia prirna a basso costo, più econonrica di tutte quelle che mangiame, ecceito patate e tuberi, che tutlavia nori danno alsun contributo signiftcativo in termini di proteine, mentre il grano fornisce oltre 7/4 delle proteine della nostra dieta. In effetti, nelle abitudini alimentari italiane e dei popoli dell'area mediterranea, il grano soddisfa per 1/3 il fabbisogno medio giornaliero di energia (24O0 kcal). Qpesta eraergia (circa 330 kcal per 100 g di grano) proviene per l'80% dall'anido e da zuccheri semplici come glucosio, fruttosio o saccarosio e per il 15% datle proteine, presenti nella granella in una percentuale media delf' II-14o/o, con picchi superiori al 160/o. Ma non basta. Il grano fornisce altri fattori nutritivi importanti come vitamine (tiamina. rriacirra. ribo0avina, ritamina 86, acido folico, vitarnina E) e minerali (potassio, magnesio, ferro, fosforo, ratrte, ó ||IIDIITRRAI{IA IDIZtONI zinco, selenio) e nrrmerose altre sostanze come ftbre alimentari, poli(soprattutto fenoli e fttoestrogeni isoflavoni e lignarri) che fufluenzano positivamente il metabolismo del colesterolo, hanno effettt preventivi verso la carcinogenesi del colon, i tumori di seno e prostata, I'osteoporosi e l'aterosclerosi ed effetLi protettivi sulla penneabilita dei capillari. Nonostante I'alto contenuto in alcuni aminoacidi come cisteina e metionina, le proteine del grano non hanlo un elevato valore nutrizionale a causa de)Ia carenza di due aminoacidi "essenziali", lisina e treonina. Ma le cose carnbiano se le proteine del grano sono considerate come componenti della nostra dieta. I.e grandl civilta del bacino mediterraneo (Srrmeri, Ittiti, Babilonesi, Romani, Egizi, Fenici, Ebrei.Greci, ecc.), hanno usato come Etruschi alirnento-base il grano in abbinamento costante con i legumi. I,o stesso harmo fatto con i1 mais o il riso le civiltà centro-sudameicane (Aztectú, Maya, Incas) e quelle sorte sulle rive dei grandi Íìrrmi asiatici (Garge, Ilindu, Fiume Giallo, Fiume Azzrtrro, Mekong, Brahmaputra). (ad cereali-legumi Uabbinamento esempio pasta-fave. riso-soia. maisarachidi) ha il pregio di correggere la carenza di lisina e treonina delle proteine del grano e degli altri cereali con il surplus di questi arninoacidi tipico delle proteine dei legurni, le quali compensano la loro caîenzù di cisteina e metionina con le proteine dei cereali. Qpesta complementarietà cereali-legurni è alla base del successo della dieta mediterranrea da migliaia di anni, anche se i legumi stanno quasi scomparendo dalla nostra tavola a favore di caÍare e forrnaggi. I.a sh'aordlnaria storla del g;rano "Prendití anche del frumento, delI'orzo, delle faue, delle lentícchie, del míglio, del farro, mettili in un uaso, fattene del pane durante tutto íl tempo che starai sdraiato sul tuo Iato; ne mangerai per trecentorlouanta gíorni". Nel libro di F,zechieIe, sacerdote e veggente ebreo vissuto in esilio a Babilonia circa 3500 anni fa, troviamo questa antica testirnonianza del legame tra uomo, legurni (fave, lenticchie) e grano (e altri cereali corne orzo e miglio). In realtài úlegane stretto tra la civiltà umana e il grano è molto più antico, risale a decine di migliaia di anni fa, quando il grano stesso si presentava in forme diverse da quelle delle due specie attualmente coltivate, cioè grano tenero e grano duro. Grano tenero e girtanro drrro, owerrr il frurnento giiorni dei nostui Il grano tenero, in latino Triticum aestirrrm, costituisce il 95% del frumento coltivato nei cinque continenti. Coltivato su oltre 210 milioni di A I ( ) ME I SAP()D RE I LG R A i l ( )I , ettari (1.5% circa clei 149 milioni di kmZ rli tcrre emerse), lo scorso a:mo ha 1>rodotto 620 milioni di tonnellarte cli qreurella. I prorlotti <li macinazionc rlella granella (farine e macirlati iltcqrali) prcsono tlasforrnati valcntcmente il pzrne, biscotti c dolci. Dei 111,8 milioni di tomellate di grano tenero lzrccolti annualrnentc irr flE, solo 3,5 rnilioni proyenqon() clal nostro l)aese, il qualc importzr oqrd aff1o 4-5 milioni di tonnellatc rli questo cercerle lter coprile il fabbisogno intemo, con un pesaltc aggravio clei conti corr I'estelo (819 rniliorri <li euro nel 3007). I1 griuro duro (Tiiticum turgi<hun ssp. rlrrnun) è molto meno diffuso. Ogri r.uuro si raccolqono circa 28 rniliorri rli tonnellatc di queslrr cerealc, (li crri I rniliorri di tonnellate in IiE. Lltalia rappresenta l48o/o clella lrro<luzione cornunitaria e il 16% di <1uella mondiale, ma irnporter pirì o mcno consistenti rpantilativi cli grzurella (o1tlc 2 nrilioni di tonnellatc nel 2007) pcr soddisfarc i fabbisogni clelf indust.ria rnolitoria nazionzrle, conúna spcsa che 1o scorso ru11lo hzr raggiulto i 500 rnilioni <li euro. I prodotti di marcinazione del grano rluro sono usati lrer produn'c pasta (85-90o/o), rna iulclÌe pane (1015%). Degli 11,4 rniliuri cli tor.urellate cli llasta proclotti amrualmente ncl nronrl<r, oltre 3 milioni (27,2o/o) sorut italiani, a rlirnostrazione che questo alincnto è ul prodotto sinrbolo rlcl "rnadc in Italy" e ru1 plulto di fova della dieta rnediterla-nca. 11 tlencl dei consrurri di pasta nei pr:inciltali rnerctrti rnondiali è oositivo ecl il v a l o l c r l c i s a l d i t l e l l a - l r i l a . r r c i ac o n l rnelciale del1a flliera "grano dru'o" n a z i o n a l c ( g r a n c l J i r .s c r r r r , l ac p a s t a ) è larga.rnente positivo, nrediarnentc oltre 600 milioni di euro nell'ultino quilquenrrio. Grano tcnero e grano tltu'o haluro due irnpoltanti caì:atted botzurici in comune. In primo luoqo, la loro spiga è rigicla e qualdo raqqiunqe la maturità non si frantuma lrer liberare nel terrcno la granellar che contiene. Sebbcne la rigidita della spiga sia rura most.ruosità bioloqica perché ostacoLa ler clispersionc <lel seme contemrto ncl chicco (tecrricamente noto comc cariosside), cssa è particolarmentc aplxezzala <1a11'aqricoltore. Al contrario, le sltccie selvatiche cli glal1o, comprese rprelle coltivate ai plimorcli dcll'zrqricoltula, hanno la spiga fragile che a mattu'azione si lì'ammenta c libera le cariossidi nel terreno cilcos&urte. L-r effetti, lÍì riqidità della sltiga è la prùna e pirì irnpor-taltc er4denza clella dornesticazione dcl qrano da parte dell'rrorno neolitico diventato agricoltorc. l1 seconrlo calattere ir-l comrure tra grano tencro e grano <luro è la cariossicle nrrda. La sqlzurzrtura meccanica (tleliriatura) della spiqa prorluce illatti cariossi<li libcre da rivestirnenti (glume). In cpreste condiz-iorri Ia granella può essere rlilettamente traslbnnata in farina o sernola. Altri poco frurnenti coltivati Lr aree rru'ali marginali sono coltivate altrc qrlattro specic cli grano, note con i norni cli farlo, glano spelta, grano tirnofeer. (T tinoJtheer-ii) e qrano zhul<orskti (T, zhukovslg'i). Qrreste ultirne clue specic sr,rno strettamente inpzrrentate tra loro e sono coltivate iu Georqia occidentale e nei paesi caucasici tra il rnar Nero cd il mar Caspio, mentrc il fàrro e il qrano speltzr sono coltivati il aree collilari irr Italia, nei pacsi balcmri- I í T I T I II{II Iì A ci, in Turchier e in a del centro Eru'opa. Tìrtti quesfrì lì'tunenti heu.rno la spiga rigida. Tuttzn'ia il làrro e il grano spelta hanno carios"vestite", sidi cioè coperte da qhune, f'ogliolilc secche strcttamentc aderenti al chicco. I1 fàrro (T tur'gi<lum ssp. dicoccrrm) appnltiene alla stessa spccie del qrzuro rhuo, rnentre il grano spelta (T zrcstirum ssp. spelta) arppartiene allar stessa specie del grano tenero (Tàlrclla 1). Per concludere il nostro elenco manciulo drre tipi rli glalo che sono colti'".ati su estcnsioni mcrlto riclotte. ma oggetto cli particolare attcnzione rlcqli lútùni anrri. I1 prino è noto con il notne commcrciale di "Iiallrlrt", cli prolrrietà <lella società "Kalnut Enteqrrises of Europe" e rcqistrato rregli USA con il nome QJ<-77. Si hatta di un cereale apparlenente a1la stessa sl)ecie de1 grano <lulo, rna attribrrito rla alcuni espcrti, contestati da altri, erlla sottospecie polonícunt. Seconrlo i detentori rlcl rnarqrano delivcrel-rbe questo chio, direttamente dai semi rinvcrruti il rur sarcofàgo all'ilterno cli in rrna tornba egizia (li epoca irnprccisata e moltipLicati clagli americani Qrùrn, aqricoltori clel }Iontana, con l'antico nome egizio cli Ka'rnoet, cioè unima della tena. Non esistono er.idenze scientifiche a conferrna deller millenaria longerita dei serni origilari c1i Karnut. In realtà, i serni di cereali di ctti è stato J)ossibile rlirnostrare l'età millenada, tlovati il varie località clel lledio Oliente, sono risultati tutti non vitali. Record di longe\ità scicntificamente confemrati liguardalo alcuni serni di loto (Nchunbo nucifcrat) rirlveiruti nei scdimenti cli tur antico lago cilese e retrodatati con il radiocarrbonio a 1300 a:rni fa, pochi serni <li Canna contpcrctu vecchi cli arrneno TABELLA | . LE SPECIE Dl GRANO COLTIVATE T. urartu + T. soeltoides + Aegilopstauschii T.turgidumsspdurum AB T. aestivumssp spelta ABD T. urartu + T. speltoides AB AA'G Ve@ I T.urartu+T.speltoides i ltimooheevii+T.monococcum , Nuda AG I T. urartu + T. speltoides T. urartu + T. speltoides Pane I Nuda * Uso molto diffusofìno al 1500 d.C. . ^ Esistonomuanti a cariossioenuqa tl4tDlTtRRAli 7 tDtztoNl 600 aÍrú in r:na tomba in Argerrtina, atcuni semi di Cassiq multíjuga raccolti nel 1776, i semi dell'acacia di Costantinopoli (A7blzzia lflibrissin) raccolti in Cina nel L793 e pochi semi di Leucospertnun, Acacía e Líparía uíIlosa aptpartenetti ad una colTezione di 32 specie vegetali raccolte nel 1803-g dall'esploratore olandese Jan Tèerlink durante urr viaggio in Medio Orierrte. Tra i cereali, alcurri serni sono stati in gfado di germinare 110 anni dopo essere stati riposti in flaconi sigillati di vetro. Ma torniamo al nostro ultirno tipo di grano. Si tratta della forma geneticarnente. più semplice e più arrtica di grano, originaria della Turchia centrale e nota con il norne di grano monococco (Triticum monococcum). Questo grano ha dato inizio all'agricoltura neolitica rrLel7' area mediterranea ed ha visto nascere in Calrpadocia la città di Catal Huyrh, la più antica città del mondo ffnora nota (8500 armi fa), corne testirnoniano numerosi reperti archeologici. Anche i cittadini della città srrmerica di Umk nel 3500 a.C. si cibavano di grano monococco. Di questo ceteale e dei diversi tipi di birra prodotti con esso parla il codice del re babilonese Ammurabi, vissuto 3750 anni fa. In Val Venosta al conffne con I'Austria, 5200 axni fa il pane veniva fatto macinando grano mon(rcocco, come dimostrano i reperti trovati nelf intestino di Ou| \a "mummia dei ghiacci" scoperta nel 1991 parzialmente dissepolta nel ghiacciaio del Sirnilaun. I1 monococco è un grano a spiga rigida e cariosside vestita, alto 130 cm o più, naturalmente resistente a diversi firrrghl patogeni, come oidio e ruggini. I,a granella ha un alto contenuto proteico (15-18% in media) e una qualità rratr.:ziorLe superiore a quella degli altri frumenti. Ia farina di monococco, quasi irnpalFabile, acquista un caratteristico colore giallo intenso quando viene mescolata con I'acqua per il suo elevatissimo contenuto (5-10 r'olte quello del grano tenero) in carotenoidi (precur- S |||TDITERRAIIII EDIZtONI sori della vita-rnina A) e altre sostaÍcome i tocoli fuitaze arrti-ossidarrti mlna D). I,a coltlazione del monococco è attualmente condotta su pic(poche migliaia cole superfici di ettari, complessivamente) in .{ustria e nella regione del Sault'in Francia. In Italia da due arrni è comrnercialnzzata la rrarietà di grano monococco Monlis, caraiLettzzata da elevata qualita paniftcatoria, con la quale si poche centinaia coltivano di ettari vicino a Cigole @rescia), Nfacerata e Roma. I,a produtLività di Nlonlis è piuttosto bassa (3-2,5 ton/ha), come quella di tutti i frumenti di questa particolaspecie. IJna caratteristica re del grano monococco riguarda la malattia celiaca. una forma ereditaria di intolleranza irreversibile agli alirnenti o bevande a base di grano, orzo o segale, che colpisce 1'1% degli italiani. In effetti, gli studi di laboratorio raon evidenziano nelle farine di grano monococco gli effetti tossici tipici degli altri cereali succitati. ag!:tcolturra Grano, ed alirrrentaz.lorrer Iievoluzione del fnrmento è avvenuta nel corso degli ultirni 6 rnilioni di anni in una vasta area che comprende Siria, Giordania, Libano, Palestila, Iral, Turchia, Iraq, Kazakistan e Afganistan. Il frurnento tr.nero ed il frumento spelta, le due specie più recenti ed evolute, sono colrrparse circa 10.000 anni fa in piccola del Llrlarea relatlatnerete nordovest iraniano, hmgo le coste del Mar Caspio. In ogni caso, abbiamo le prove archeologiche che già 33.0000 anni fa, una piccola comunità sedentaria di uomini dediti alla raccolta di vegetali e alla caccia, si cibava di forme prirnitive di grano monococco e farro a spiga fragile. Io stess an'eniva nella località siriana di -ìbu Hurega h:ngo la parte centrale dell'Eufrate, dove sono state rirr€nute le falci usate nel 9500 a.C. per mietcre frrrmenti a spiga fragile e granella r-estita da parLe di una comurrità runuula alcora dedita alla raccolta c alla caccia. Intorno a quegli aruri a\l€nne una innovazione tecnologica per gli straordilaria efletti che ha arrrto sulla nascita e la storia delle grandi cfiilta mediteranee: la rivoluzione neolitica dell'inr-enzione dell'agricoltura. Nelle località di Netiv Hagdud e a Gerico nella valle del Giordano a nord del rrrar llorto sono state trovate le prove archeologiche della coltivazione di gr€rno monococco e farro risalenti aI 8300-7500 a.C. All'epoca si coltivavaflo arcora îazze a spiga fragile e cariosside vestita, ma poche centinaia di aruri dopo (7000 a.C) nei campi del cosiddetto "Corridoio Irr-antino", la vasta fascia di territorio compresa tra Egitto e Turchia '.r ll_[[]l-l{itLrutL clelimitata acl oriente da"i fiumi mesopotamrici e ad occidcnte dal mar Mediterrruleo, erarro coltirate tazze di fn-rnento monococco e fan'o a spiga rigicla, fìrrtto della selezione (clomesticazione) u:rramtr. I)a al1ora, la ripro<lrrzione dei fnrmcnti dipenrlerà dall'azione dell'uomo-agricollorc. la crri sollran-ivcnza. rcciprot'arnente di.icntertì seflprc più dipendente dal1a quantità e cprarlità dei raccolti di grano. -A.ttlaverso il Corridoio Levantilo, il grano e I'aqricoltura si cliffusero in Lutta 1'alea mediterlancer. Nel 6500 a.C. il grarro si coltir.ava in tutti i nel 6000 l)aesi del Nlcrliter:raleo, zr.C. in tuttzr l'Europa corrtinentale, isole esclusc. La nascita dell'agricoltru'a a\Tenlc in ternl>i diversi in Cùra (8000 zr.C.). llessico (prima clel 3500 a.C.), :.'{irrni an<line e antazzotaic]ae : 'r'irrra tlcl 3500 a.C.) e Stati l-lniti :'icntali (?500 a.C.). Da <Frcsti cen:: rli oriqirtc I'aqricoltru'a si tliffuse :.. Ìlr arcc circostanti in tutti i conti:.:rti serlvo I'Oceeuda (Austlalia e \::,,ra Zclan<la) , srrpeltrnclo a:rche :r.i x rrlrurli lr:ur.iere geoqrafìche. . i cccctlcnzc alirnentari proclotte .--'lqricoltula sono statc f<rnda.::rtli lrcr la nascita di cornunità - r 1:rlrrcrrtc stlatificate catatteriz'i r la rura llrolrorzione clescente di - ::'c srri:rli non dedite alla produ::i rli alirtrenti comc trrtiqiani, -. . r-tloti. intellettuali. soldati di :.':si( )1rco amministratori pubblii., ' stilrrlrlxl rlell'aqricoltula causò :, rrtc inpulso demoqrafìco (si - ::.:t cltc all'inizio del neolitico la ' ' . 'lrrzionc lunana corrtassc 3 nilioir in(liti(lui , nel 3000 a.C. oltre . rrrili<nri) c allungò in moclo signi.'ir',r laurita rneclia clella popola: - ! . \ii palcolitico meno della meta . .,., lx4xrlazionc raggiturgcYa i 20 : : i solo il 10% deqli adulti riusci., \lrl)criu-c i 40, ierosinihnente :. rrn rìsl)ctto da centenalio, rnen. : cittarìili di Pornpei rlegli a1xú . ..r calastrofìca elÌ-zione de1 79 . IX)lC\-rulO Contare st1 1u1a spe:.,':t (li lita <li circa {0 tuui. 'i.',rnorÌriít <lclle granrli cir.ilta de1 . ::r,r rlcl )Iccliterra:reo si fondar,'a - -.ir roltivaz,iotTe e sul cornmercio . , tirrro c rlcll'orzo. I leperti di . ::11rci c l'r4rcra De re rustíca di .r:rttclla scrittiì nel I secolo d.C. :.i.'r-rnanrI l'rrso ill epoca imperiale . . : :''.I 1ìI Cli I i r-CStiti, famO SOltrattrrtto. - ::'trrrrcrrl0tììol.rococcoera già scom.:-,' rlli canrPi c dalle lavole a1la : . ,lcll'ctir <lcl ltr:onzo (900-1000 a.C), dopo 7000 aruri cli coltivazione irdnten'otta. Far.ro e grarlo spelta pirì coltivati rinasero i fìrrmenti durante tutto il rilascir-ncnto, come dinostra l'crpcra ()pus comrnodorttm ruraliutlr sclitta nel 1303 rla Pier de Crcscenzi. Il lrane salato tli cui si ciberà Dante rlrrrante I'esilio, come proÎetizzato dal suo antenato Cacciaguicla. nel X\llI canto del Perr:acliso - "Tu prouercti sî conte sa di stle lo pane clltruí, e conre è cluro 'l ccúIe Io scendere e salir per I'altrui -, scale" eLa rlunqrre fatto con fàrfure <li fnrmenti vcstiti, le quali lirnanrzurno il uso iurcora pel oltrc rlue secoli. NelLa seconda rnetà rlel ,\\l[ sccolo il pianura lrar<lala i ftrri craro orrrrai scoml>arsi clai carnpi, sostituiti <ìal grano lcucro. conrc si cr'furce rlalla lettru'a dcll'opela Giornate di Agostino Gallo scritta nel 1579, mcntre il farro e lo spelta si ritirarono nelle aeree collinari e rrelle valli dcll'Appemin<l centlale, rlove si trovarlo ancora osqi. Resti <li grano duro risalenti al 5500/4300 a.C. sono stati trovati a Can fIarssan, ul sito alcheologico vicino acl A.ntalya, nota citlà ballcare della costa meditcrl'arrea dclla Trrrchir-. Tirttar.ia qucsto grano è entlato in coltil'azione solo nel III secolo a.C. in Egitto, seml)rc come coltru'a rlrarginale rispetto eú farro. Sono state troyate anchc tlacce di ctrmlri colti'r'ati con grano tellero risalcnti a ó.700 aruli là, rna come erl>ltiamo r.isto, <presto qleuro ha semprc ar-uto mr rrrolo malgùnlc nelf itgricoltura mcditerranea lìlo a 500/600 anni l'a. I,a ragione del ritardo con cui si sono afl'ermati i grarri a cariosside nudA non è chiara. ma si sostiene che le -glurne dei grani vestiti poter'zuro dare una certa protezionc r.erso gli insetti e I'runiclità durante I'im(il nragazzil:rannento ed il trasporto greuro è stato pcl migLiaia cli arud il carico più comture delle nar.i che solca\r€u1o il mediterraneo) e poter.ano nrantenere 1a gerrninabilità delle scmcnti Lr rrrr rnondo a|caico lrrivo di sussidi chirr.ici. Non solo gframo Fil dal Neolitico, ceci, lenticchie, piselli e cicerchia sono stati una lbnte primaria di proteine nella dieta degli abitzurti del1'area me<liAll'epoca questi legrrmi terranea. erano colti'r'ati, raccolti, conservati e consrrmati insierne ai cereali (qrano nronococco, lallo cd orzo). Coàc ci inseqna Ezechicle, 1o stesso pane ereì u1l proclotto ete fatto di dei pornpeiani, come quella dei plirri agricoltori, dei Sruneri o clcgli eqizi, si Ibnclava prilcipahnerrte suqli stessi celeali e legtuni, rna comprendeva anche veldure (olive, cavoli, lattrlga, cicoria, cipolle, pon'i c Éìglio ecc), frrrtta (noci, mrcciole, meuxlorle, nrelc, melograni, pele, uva, fìchi, prrrqnc) c di tanto in ?urto pescc salato o lritto, fomraggi di cal)ra, pecora o vacca. Rararrrente (soprtrttutto compariva 1a carlle I)ecora, capra e rnaiale), rnentle le prilcipali bcvande erano itcq11a, Iatte di capra o'i'ino annacquato. in cpoca mediocvale Lagricoltura e rinascimentalc non cambiò il rnorlo significativo 1'alirnentazione delle genti eurol)ee e pur qarantendo una lenta cd alterna crcscita clclla popolazione, non ne fece crescere la speranza di r{ta, iltomo ai 40 eurni corne nella Pornpei imper:iale. Ncll'Europa rli Darrte e Ironardo e fìlo alla scopcrta clelle Arneriche, gli si consrunanono sostarziahnente slcssi ccrcali. tcgrumi verdru'c. 1lcàci e carrni il rrso nella Roma classica, e rinrasero le stesse grandi diffcrenze tlar la dieta dei licchi e ouella della popoì.azione qener-ale. lla a partire dal X\lI secolo cornirlcialono ad afferlr.arsi nuol.i alimenti chc cambiarono signiÍìcatir.arncnte la dieta clel Yecchio }Iondo, alinrenti ottemrti da piante irnportate dalle Ancriche quali rnais (gralottu'co), patate, pornodoli, fagioli di SpaEra, pcllcroni. lrelrclonclno. araclrirli. cioccolato, tapioca, zumlas, tacchino, I)er citame alcuni. llolti <li questi nuori alirnenti impiegarono anni acl iltegrare la rlieta europea basata furo a tutto il XVI secolo su l)ane, fagioli e cipolla, come testirnonia i1 fàrnoso quadro Il mangialttgiolí dipilto nel 1583-1585 dal bolognese Arribale Canracci. Duecentocilqnernta Îa il anli Olanda nacqlle 1'aglicoltrua intensil'a sostentrta clal costarrte uso di concirni organici e cta rotazioni settennali che mantener.ano 1a fertilita dei suoli. In quegli arrni cornparver'o le plime serninatrici meccarriche corne quel1a famosa nlessa a punto nel 7782 cla Jethro Tull. Dopo la rir-olrrzione neolitica, la rivoltzione industriale dell'Ottocento e1u'opeo cambiò per la seconda 'r-olta I'econornia dc1le popolazioni ulnÉule , anche se per rnolto tempo iulcor*a pa:re, patate e tur boccone occasionale <li came costitrrirono 1a clieta cli molti oocrai [4IDITERRAIIIA e TD delle esîopee. Alf inizio dello scorso secolo, îarne e denutri.zione erano comunissime. Ad esempio, circa 1 milione dei 2,5 rnilioni di giovani inglesi sottoposti a visita di leva nel 7917 venrre riforrnato per delarÍriziolre. A causa di scarsità di cibo, dieta squilibrata, tossicità e softsticazione degli alirnenti, la vita media delle genti enropee (42 anrn) norl era cresciuta di molto rispetto a quella dei pompeiard vissuti 1800 anni prirna . Grano, nello ag!:lcolhrra er alirnerrfaz.iorrre: straordlrranio K secolo "Chíunque úuscisse a far crescere due pannocclúe dí maís o due piantíne d'erba su un pezzo di terra doae prtma ne cresceaa solo una, seruirebbe meglio I'umanítà e fornírebbe al suo paese un sensízio mígliore dell'íntera razza deí politící messi assíerne". Nel libro I Viaggi di Gullíuer di Jonathan questa troviarno Swifl diclriarazione ch.e sembra scritta per alcuni apposta uornini dello scorso secolo. Ma andiarno con ordirre. Nella metà seconda prese awio una Lerza dell'Ottocento ivoluzione che diede i suoi frrrtti migliori nel secolo scorso. lrlel decermio 18Úfl1863 I,ouis Pasteur chiarì il rrrolo svolto dai rnicrorganie nel deteriosrni nella fornazione ramerrto delle bevande (vino. aceto, birra) e delle der:rate alirnerrtari. Il trattarnento termico noto come pastorizzazlone allrebbe anuto un ruolo duraturo nella rnoderna indudel7e derate stria di trasforrnaziote a.limentari, ma soprattutto contribuì a d.ebellare la causa prirna di mortalita infantile, 1a diarrea da latte infetto. Nel 1840 Justus von Liebig dirnoed anirnali strò che piante sono principalrnente costituiti di carboidrati, grassi, proteine e sali minerali e nel 1901 Christian Eijkman scoprì ur quinto eLernerrto, una nuova classe di componerrti biologici e alimentari essenzia-li, le vitannine. Alf inizio del secolo scorso, venivano compresi i risultati degli studi fondamentali condotti da Gregorio Mendel sulla eredità dei caratteri e nel 1901 il marchigiano Nazareno faceva i prirni incroci tra Strampelli piante di grano per ottenere proge- nie più produttive, fornendo negli anni compresi tra le due guerre mondiali agli agricoltori italiarri, nlssi, cfuiesi; australiard e argentìni decine di nuove varietà di grano almeno due volte più produttive. All'cpoca le piante di grano erano troppo alte per reggeîe afTe internperie senza "allettaîe", cioè cadere irrirrrediabilmerríe a terra, compromettendo il raccolto. Per questa ragione, nel decerirrio 194O/'5O, Ia Rockefeller Foundation ed il governo messicano ffnanziarono un prograÍrrna genetico di rnigliorarnento che portò allo sviluppo di nuove varietà di grano tenero a bassa taglia che diedero raccolti spettacolari per (oltre 3,5 volte què[a produzione delle varietà precedcrrti) e contenrlto proteico della granella. D'altra parte in Italia nel decennio 1965L975 lrei laboratori de1 CNEN a pochi chilometri da Roma i serri delle varietà di grano duro più diffuse in quegli anni vennero fu:raggiati con fasci di neutroni allo scopo di isolare mutanti a taglia bassa, ottenendo le varietà Casteldelmonte, Castelnuovo, Castelporzianro e Castelfusano. atadiaziori la varietà Esponendo di grano duro Cappelli si ottenne un rrrutarrte nano (Cp B 144) da cui venne prodotta rr:el 7974 1a varietà Creso, la prirna ad avere la stessa resa potenziale del grano tenero, ffno a 10 tonnellate per ettaro. Creso e le diverse decine di varietà di successo da esso derivate sono state coltivate negli ultirari 30 anni su oltre 25 rrrilioni di ettari. 1/+ delle varietà Ctca di grano paese duro coltivate nel nostro sono ffglie di Creso, le più note delle quali sono Arcangelo, Balsamo, Cirillo, Colosseo, Norba, Quadrato, Torrebianca, tesor, Varano e Vento. Se alf inizio del secolo un ettaro (10.000 rnetri quadrati) forniva 1,8 tonrrellate di grano tetrero, ora 1o stesso terreno coltivato con le varietà migliorate gerl.eLicarnette produce mediannerrte 5-6 tonnellate. Gli spettacolari risultati di questa "Rivoluzione Yerde", della microkriologia, della medicina e delle scienze alimentari danno ragione dell'esplosione demograftca dello scorso secolo (da 1,6 a 6,0 rniliardi di abitanti), della crescita della vita rnedia (oltre 75 axrai in Buropa) e della scomparsa della forte asimrnetria alirnentare tra le classi sociali. Tuttavia, nonostarlte 10.000 arni di storia, l'agricoltura non è ancora in grado di gararrtire un pasto al La copertìna di Tîme del 1961 fu dedicata ad Ancel Keys, scien2iato americano vissuto a lungo a Pioppi nel Cilento e morto centenario il 20 novembre det 2004. Nei suoi libri più famosi, "Eat well and stay well" e "HotN to eat well and stay welt the Medíterranean way", e alani alimenti, pasta inclusa, per Ia loro particolare composizione sono visti come fonte di salute, óenesseie{ il t ft -lrr,1-111; lter tutti gli abitanti di questo i,rancta. mentre la recente crescita ,le i c<xrsruni in Cina, India ed altri .ir:rn<li Paesi asiatici ed europei in ril <li sviltrppo ha esaurito le scorte :u')rì(liali di grano, ha fatto crescere ll prcz,z,o del pane e della pasta, riproponendo 1'eterno problema , I c I lir sicrrrez za ahrr,entare dell'runartitiì. Il ritorno deÍ frurnenti r-estiti PcstcL uartantente condita, ínsalaIe c()r7 utta spruzzata di olío d'olíua, tutti i típí dí t,erdura dí stagíone e .s7x,s.soI'onnaggio, íl tutto completato da Íruttct e ín molti casi accompaqnuto de wt bicchíere di oíno. A .\rr1;r.,/i gli infartí erano e//èttíuamen- .t' I'tt1'\li il (lr.!il À 5 1 l.t . \ l Ì 1 , I te rari, fatta eccezíone per Ia ristretta cerchía delle classí píù rícche, la cuí alimentazíone era díversa ríspetto a quella del resto della popolazione: mangíauano carne ogní gíorno anzíché ogní unct o due settímane'. Con queste parole Ancel Ke1's, noto anche con il sopralrlome di "Mister Colesterolo", descrisse per la prirna volta gli ingredienti prirnari della cosiddetta "Dieta mediterranea", mettendo chiaramente in luce il legame tra dieta e salute. Alcud alimenti, detti "furrziona1tr", grazie a particolari sostalze in essi contenuti aiutamo a correggere alcune carerrze fìsiolosiche e tnetaboliche, prevenire o contenere qli effetti di alcune malaltie, ritardaie I'irvecchiamento celltrlare e rniqliorare la qualita deJla vita, anché in { età aYarTzata. Alla baseYella ben nota "piramide alimentare" che ordina per inportanza quantilativa le categode di alirnenti della nostra dieta , si tror-ano gli alinenti di cui è consigliato il maggior consluno cioè cerea-li, legumi, ortaggi e firrtta, tutti particolarrnente dcchi di Íìbre naturali e di altri componenti bioattivi. Come abbiamo rdsto, i frrrmenti (gfano monococco, farro e vestiti grano spelta) sono stati per migliaia di anai, dalla 1as.i1o dell'aSricolhrra fìno a 50O ami fa, il più importante prodotto agricolo dell'area mediterranea e la base dell'alirnent-azione delle genti rnediterralee. .{ttualrnente essi sono coltivati in aree rrrrali marginali e trovano irnpiego nella preparazione di alirnentt ftadt'zionali o tipici. Il pitì antico dei frrrmenti I'estiti , il gra:ro monococco, è poco pirì di una curiosità botarrica. Olbene, fàno e grano rnonococco sembrano particolarmente interessanti dal prmto di 'i'ista dietetico per il 1or.o contenuto in fìbre alirnentari solubili dal noto effetto positivo sui livelli ernatici del glucosio post-prandiale e di altre sostanze come colesterolo LDL, trigliceridi ed insulina. Anche i tocoli (vitanrina E) e i carotenoidi sono contenuti in quantità relativamente elevate nella qranella del grano monococco. Èssi svolgono un'aziorre coadiuvante delle difese antiossidanti dell'oreanismo ed harno artivita antitrunoiale, soprattutto verso i trunori "o1-n1onali" che colpiscono seno e prostata. I.e ricerche condotte in diversi laboratori inclicano che fano e grano monococco (o almeno alcure varjeta rli qtresli cereali) sono priri o carenti di fattori tossici verso le cellule intestinali del pazientt celiaci. Ia. sperimentazione clinica non ha ancora conferrnato queste ossetraziorri e pertanto i celiaci devono escludere questi cereali clalla lor-o dieta senza glutine. Tuttavia , ci sono valide ragiolli per st-rrdiare quesli axlichi fnrmenti ai fini di chiarire le basi della malattia celiaca ed esplorare le loro potenzialità come componenti di una clieta meno "aggressira" per lo syezzanrl.etl:to e I'alirnenta zione della. popolazione generale alf interno della quale si nasconde rma quota rilevalte <li indir.idui più esposti geneticamente alf insorgenza del1a celiachia il età non pediatrica. *CRA-QCE, Romct [|tDlTtRRAlltA tr EDtUtONI