apparato circolatorio - Comitato Locale di Villar Dora

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SCHEDA
APPARATO
CARDIOCIRCOLATORIO
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Corso di Primo Soccorso
Ver.2.10
APPARATO CARDIO CIRCOLATORIO
L’apparato cardio-circolatorio o cardiovascolare è il sistema grazie al quale il sangue può circolare in tutto
l’organismo
Abbiamo visto che la vita di tutti gli organi del corpo umano dipende dall’assunzione di sostanze nutritizie e
ossigeno e dall’eliminazione dei prodotti di rifiuto.
La distribuzione ed il trasporto delle sostanze utili, la raccolta e l’allontanamento delle sostanze di rifiuto è di
competenza del sangue che irrora tutte le parti del corpo.
Il sangue circola in un “CIRCUITO CHIUSO” formato da “TUBI” di calibro diverso, questi sono collegati ad
un organo centrale che funge da POMPA.
Il “CUORE” (pompa) che spinge il sangue nel SISTEMA ARTERIOSO e lo aspira attraverso il SISTEMA
VENOSO (tubi).
IL CUORE
Il CUORE è un ORGANO CAVO situato al centro del torace, fra i due polmoni che
appoggia con la sua parte inferiore sul DIAFRAMMA, è protetto anteriormente dallo
STERNO e posteriormente dalla COLONNA VERTEBRALE.
La sua forma è idealmente conica con la punta rivolta in basso, in avanti e a sinistra.
Il cuore è diviso verticalmente in DUE PARTI INDIPENDENTI l’una dall’altra.
Un SETTO IMPERMEABILE divide la metà sinistra dalla metà destra; queste non
sono comunicanti fra loro.
Ogni metà è divisa in due parti: una SUPERIORE chiamata “ATRIO” e una
INFERIORE chiamata “VENTRICOLO” queste sono divise l’una dall’altra da un
setto trasversale perforato.
Il CUORE presenta quindi 4 cavità:
•
•
Due CAVITA’ superiori
Due CAVITA’ inferiori
ATRIO SINISTRO
VENTRICOLO SINISTRO
ATRIO DESTRO
VENTRICOLO DESTRO
Il cuore è costituito da TRE TESSUTI dall’esterno verso l’interno sono: PERICARDIO, MIOCARDIO,
ENDOCARDIO.
•
PERICARDIO
Il PERICARDIO è una membrana sierosa che avvolge il CUORE come un sacchetto e ha lo scopo di
proteggerlo. E’ composto da due pellicole fra le quali è interposto un sottile velo di liquido che ne
impedisce l’attrito
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ENDOCARDIO
L’ENDOCARDIO è una
membrana sottile, a contatto
con il sangue, che ricopre
tutte le cavità, questa ha la
caratteristica di essere molto
liscia per impedire qualsiasi
attrito del sangue.
•
MIOCARDIO
Il MIOCARDIO è situato fra
il pericardio e l’endocardio,
questo è costituito da un
muscolo striato simile ai
muscoli scheletrici ma con la caratteristica di essere un MUSCOLO INVOLONTARIO.
E’ quindi un tessuto particolare, unico nell’organismo umano, è un tessuto specializzato per diffondere
l’onda di contrazione lungo tutto il muscolo cardiaco.
Il cuore grazie alla capacità di contrarsi e dilatarsi continuamente ha la caratteristica di essere una POMPA
ASPIRANTE – PREMENTE.
Quando il CUORE si DILATA richiama il sangue dalle VENE, questa dilatazione è chiamata “DIASTOLE”,
viceversa quando il CUORE si CONTRAE spinge il sangue nelle ARTERIE la contrazione è chiamata
“SISTOLE”.
Gli ATRI non comunicano fra di loro come anche i VENTRICOLI non sono comunicanti. Comunicano fra loro
solo l’ATRIO DESTRO con il VENTRICOLO DESTRO e l’ATRIO SINISTRO con il VENTRICOLO
SINISTRO; quindi l’atrio di ciascun lato comunica con il ventricolo sottostante dello stesso lato.
Tra l’ATRIO e il VENTRICOLO di ogni lato c’è un setto divisorio con un orifizio munito di valvola che
aprendosi permette il passaggio del sangue dall’ATRIO al VENTRICOLO, e chiudendosi ne impedisce il
riflusso.
Il sangue nel cuore può solamente
passare dall’ATRIO al VENTRICOLO
e non viceversa
La valvola DESTRA si chiama:
“TRICUSPIDE”.
La valvola SINISTRA si chiama
“MITRALE o BICUSPIDE.
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Il muscolo cardiaco è irrorato dalle “ARTERIE CORONARIE” che prendono origine dall’ARTERIA
AORTA” appena questa esce dal ventricolo (sinistro).
Le ARTERIE CORONARIE si ramificano avvolgendo tutto il muscolo per nutrirlo e ossigenarlo.
LA CIRCOLAZIONE DEL SANGUE
La circolazione è l’incessante movimento del sangue – non continuo ma ad ondate successive – che avviene per
effetto delle contrazioni e dilatazioni del cuore (la contrazione sistole, la dilatazione diastole).
In un tempo inferiore al secondo, il cuore compie la sua rivoluzione (rivoluzione cardiaca). Battito dopo battito,
diastole dopo sistole, il cuore compie in un minuto una media di 72 rivoluzioni cardiache, 72 BATTITI AL
MINUTO.
IL TRAGITTO DEL SANGUE
Il Sangue OSSIGENATO esce dai polmoni per mezzo della
VENA POLMONARE entra nell’ATRIO SINISTRO che si
dilata per accoglierlo (diastole); successivamente si contrae
(sistole) e il sangue passa nel VENTRICOLO SINISTRO
attraverso la valvola MITRALE o BICUSPIDE. Il
VENTRICOLO SINISTRO va in DIASTOLE per ricevere
il sangue e successivamente in SISTOLE per spingerlo
nell’ARTERIA AORTA, attraverso la VALVOLA
SEMILUNARE AORTICA.
L’arteria AORTA si suddivide in varie arteriole che a loro
volta si ramificano in vasi ancora più piccoli che permettono
al sangue di irrorare tutti i distretti del corpo.
Il ritorno del sangue, RICCO di ANIDRIDE CARBONICA,
al cuore avviene tramite piccoli vasi che confluiscono nelle
venule che a loro volta vengono convogliate nella VENA
CAVA INFERIORE che risalendo ritorna al CUORE. Il
SANGUE entra nell’ATRIO DESTRO che si dilata per
accoglierlo (diastole), successivamente si contrae (sistole) e il
sangue passa nel VENTRICOLO DESTRO attraverso la
valvola TRICUSPIDE. Il VENTRICOLO DESTRO va in
DIASTOLE per ricevere il sangue e successivamente in
SISTOLE per spingerlo, attraverso la VALVOLA SEMILUNARE POLMONARE, nell’ARTERIA
POLMONARE che lo convoglia nuovamente ai polmoni per riossigenarsi.
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Si deve notare che quando l’ATRIO è in SISTOLE,
il VENTRICOLO è in DIASTOLE e viceversa
alternativamente . I due atri “lavorano insieme”
come anche i due ventricoli; una frazione di secondo
ne separa l’attività.
I VASI SANGUIGNI
I vasi sanguigni sono costituiti dalle arterie, dalle vene e da tutte le loro ramificazioni.
Si definiscono ARTERIE i vasi che TRASPORTANO IL SANGUE DAL CUORE ai TESSUTI.
Si definiscono VENE i vasi che TRASPORTANO IL SANGUE DAI TESSUTI al CUORE.
Quindi la definizione è data dalla direzione del flusso del sangue nei vasi e non in base al contenuto dei vasi
stessi.
SISTEMA ARTERIOSO
Il sistema arterioso è composto da una serie di vasi sanguigni chiamati ARTERIE che partono dal cuore. Man
mano che si allontanano da esso il loro diametro diminuisce troveremo quindi prima le ARTERIE, poi le
ARTERIOLE e infine i CAPILLARI ARTERIOSI
che hanno dimensioni microscopiche (qui avviene lo
scambio di ossigeno fra sangue e tessuti).
L’arteria che fuoriesce dal ventricolo sinistro del cuore
formando un arco detto “ARCO AORTICO” da cui
hanno origine tutte le altre arterie il primo tratto si
chiama:
AORTA
Dall’AORTA scendendo verso il tronco e gli arti
inferiori le principali arterie sono:
ILIACA
FEMORALE
POPLITEA
PEDIDIA
Dall’AORTA verso gli arti superiori le principali
arterie sono:
SUCCLAVIA
ASCELLARE
OMERALE
RADIALE
ULNARE
Dall’AORTA verso il capo si dirama l’arteria:
CAROTIDEA
L’ARTERIA AORTA è il vaso principale del sistema arterioso, attraversa dall’alto verso il basso la cavità
toracica e quella addominale. Si suddivide in diversi tratti: l’AORTA ASCENDENTE, l’ARCO AORTICO,
l’AORTA DISCENDENTE che nella prima parte si chiama AORTA TORACICA e poi diviene AORTA
ADDOMINALE, giunta all’altezza delle pelvi si divide in due ARTERIE ILIACHE (la destra e la sinistra).
Dalle arterie iliache hanno origine le due ARTERIE FEMORALI (la destra e la sinistra). Al di sotto del
ginocchio le arterie divengono di minor calibro e prendono il nome di ARTERIA POPLITEA, ARTERIA
TIBIALE (queste scorrono in profondità fra le ossa da cui prendono il nome) e successivamente il nome di
ARTERIA PEDIDIA.
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Dall’ARCO AORTICO emergono le ARTERIE CAROTIDI che irrorano il capo e le ARTERIE
SUCCLAVIE che si dirigono verso gli arti superiori; all’altezza dell’ascella prendono il nome di ARTERIE
ASCELLARI, divengono poi ARTERIE OMERALI e al di sotto del gomito si biforcano in due rami:
l’ARTERIA RADIALE e l’ARTERIA ULNARE (queste sprofondano fra le ossa dell’avambraccio).
Le arterie principali derivanti dall’AORTA e le loro derivazioni di minor calibro destinate ad ogni organo del
corpo si trasformano via via in ARTERIOLE ed in fine in CAPILLARI ARTERIOSI..
Questi come già detto sono minutissimi vasi e rappresentano la “PERIFERIA DEL CIRCOLO” che avendo la
caratteristica di possedere le pareti permeabili e penetrando in ogni tessuto del corpo, formano una rete delicata e
fittissima che permette il passaggio dell’OSSIGENO e delle SOSTANZE NUTRITIZIE dal sangue ai tessuti.
SISTEMA VENOSO
Il sistema venoso è composto da una serie di vasi sanguigni, chiamati VENE, I vasi principali più vicini al cuore
si chiamano VENE CAVE nelle quali confluiscono le VENE in cui si riversano le VENULE queste sono
collegate al sistema venoso periferico che è formato dalla ramificazione dei CAPILLARI VENOSI (che sono il
proseguimento dei capillari arteriosi).
Le due vene principali del corpo sono due grandi vasi
detti “VENA CAVA SUPERIORE” che raccoglie la
circolazione venosa degli arti superiori della testa e
del collo, e “VENA CAVA INFERIORE” che
raccoglie la circolazione venosa proveniente dagli arti
inferiori, dalla cavità addominale e toracica.
Dalla VENA CAVA INFERIORE scendendo verso
il tronco e gli arti inferiori le principali vene che si
diramano sono:
ILIACA
FEMORALE
SAFENA
POPLITEA
TIBIALE
Dalla VENA CAVA SUPERIORE verso gli arti
superiori le principali vene sono:
SUCCLAVIA
ASCELLARE
OMERALE
RADIALE
ULNARE
Dalla VENA CAVA SUPERIORE verso il capo si
dirama la vena:
GIUGULARE
Il sistema venoso seguendo un percorso parallelo a quello della rete arteriosa, ma in senso inverso, porta il
sangue privo di ossigeno e carico di sostanze di rifiuto (sangue venoso). Il sistema venoso in periferia è formato
dai CAPILLARI VENOSI che confluiscono in vasi venosi di calibro sempre maggiore, le VENULE , poi le
VENE .
Le vene dell’ARCO PEDIDIO confluiscono nella VENA SAFENA INTERNA ED ESTERNA la safena
esterna all’altezza del ginocchio prende il nome di VENA POPLITEA, salendo all’altezza della coscia prende il
nome di VENA FEMORALE. All’altezza dell’inguine la VENA SAFENA e la VENA FEMORALE si
uniscono dando origine alla VENA ILIACA PRIMITIVA.
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Tutte le VENE dei visceri addominali (“VENA MESENTERICA SUPERIORE e INFERIORE” intestino –
“VENA SPLENICA” pancreas – ecc) confluiscono in un’unica vena chiamata VENA PORTA che sbocca nel
fegato. La VENA EPATICA che fuoriesce dal fegato, la VENA RENALE che esce dalle reni e la VENA
ILIACA PRIMITIVA confluiscono nella VENA CAVA INFERIORE.
La rete venosa della mano congiungendosi in vene sempre più grandi salendo nell’avambraccio dà origine alla
VENA RADIALE, MEDIANA e ULNARE, queste unendosi proseguono nella VENA ASCELLARE da cui
ha origine la VENA SUCCLAVIA.
Il sangue proveniente dal capo viene convogliato nella VENA GIUGULARE. Questa unendosi alla VENA
SUCCLAVIA dà origine al BRANCHIO-CEFALICO il quale si riversa nella VENA CAVA SUPERIORE.
La VENA CAVA INFERIORE ascendente e la VENA CAVA SUPERIORE discendente raccolgono il sangue
di ritorno, lo convogliano alle cavità della parte destra del cuore .
PICCOLA E GRANDE CIRCOLAZIONE
IL sangue pompato dal cuore percorre due circuiti:
LA PICCOLA CIRCOLAZIONE o CIRCOLAZIONE POLMONARE, che dal cuore va ai polmoni e da qui
nuovamente al cuore.
CUORE – POLMONI - CUORE
Ha origine dal VENTRICOLO DESTRO passa
nell’ARTERIA POLMONARE (sangue venoso) arriva ai
polmoni e ritorna tramite le VENE POLMONARI (sangue
arterioso) al cuore nell’ATRIO SINISTRO.
La PICCOLA CIRCOLAZIONE o POLMONARE è detta
“FUNZIONALE” ha il compito di portare il sangue ai
polmoni perché si liberi dell’ANIDRIDE CARBONICA e si
RIOSSIGENI.
LA GRANDE CIRCOLAZIONE, che dal cuore va a tutti gli organi e da questi ritorna al cuore.
CUORE – TESSUTI – CUORE.
Ha origine dal VENTRICOLO SINISTRO passa nell’AORTA (sangue
arterioso) arriva agli organi e ritorna tramite le VENE CAVE (sangue
venoso) al cuore nell’ATRIO DESTRO.
La GRANDE CIRCOLAZIONE è detta anche “SISTEMICA” e
lavora per distribuire sostanze indispensabili alla vita dei tessuti ed
asportare le sostanze di rifiuto da eliminare.
La metà sinistra del cuore contiene sempre SANGUE ARTERIOSO e
attiva la CIRCOLAZIONE SISTEMICA.
La metà destra del cuore contiene sempre SANGUE VENOSO e attiva
la CIRCOLAZIONE FUNZIONALE.
Per convenzione il SANGUE ARTERIOSO, sangue ossigenato, che dal
cuore arriva in ogni organo del corpo è di colore “ROSSO”, mentre il
SANGUE VENOSO, sangue ricco di anidride carbonica, che dai tessuti arriva al cuore è di colore “BLU”.
Nella realtà il sangue VENOSO è di un rosso scuro mentre sangue ARTERIOSO è di un rosso vivo.
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LE ARTERIE E LE VENE
La definizione di ARTERIE e VENE viene data in base alla direzione del flusso sanguigno di cui si fanno
carico e non in base al loro contenuto.
Le ARTERIE portano il sangue dal centro alla periferia , le VENE portano il sangue dalla periferia al centro.
Nella GRANDE CIRCOLAZIONE l’ARTERIA AORTA “ESCE” dal cuore e come le altre arterie contiene
sangue ARTERIOSO mentre la VENA CAVA “ENTRA” nel cuore e come le altre vene contiene sangue
VENOSO.
Nella PICCOLA CIRCOLAZIONE invece si inverte il contenuto, l’ARTERIA POLMONARE “ESCE” dal
cuore e contiene sangue VENOSO, le 4 VENE POLMONARI “ENTRANO” nel cuore e contengono sangue
ARTERIOSO.
Quindi tutti i vasi che ESCONO dal cuore sono chiamati ARTERIE e tutti i vasi che ENTRANO nel cuore
sono chiamati VENE.
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STRUTTURA DELLE ARTERIE
L’ARTERIA è formata da 3 tonache
• TONACA ESTERNA o AVVENTIZIA formata da un tessuto
connettivo che serve a proteggere il vaso.
• TONACA MEDIA composta da fibre elastiche e/o muscolari. Nelle
grosse arterie che si trovano in prossimità del cuore prevalgono le fibre
elastiche; mentre allontanandosi dal cuore nelle arterie di minor calibro
prevalgono le fibre muscolari.
• TONACA INTIMA formato da endotelio pavimentoso molto liscio.
Questo è a diretto contatto con il sangue e durante il corso della vita può
andare incontro a trasformazioni e ad alterazioni gravi (ateromi, trombi,
emboli)
Nelle ARTERIE di GROSSO CALIBRO prevalgono le fibre elastiche disposte
circolarmente sono prossime al cuore e hanno pareti molto robuste. Le pareti si
distendono durante la sistole contenendo il flusso del sangue e si contraggono
durante la diastole riprendendo elasticamente le dimensioni originarie e con
questa retrazione spingono avanti il sangue quando il cuore è a riposo.
Nelle ARTERIE di MEDIO E PICCOLO CALIBRO prevalgono le fibre
muscolari. La muscolatura liscia può contrarsi o rilasciarsi (vaso-dilatazione e
vaso-costrizione) esse sono in grado quindi di variare il loro lume regolando il
flusso di sangue ai tessuti. Il loro “tono” (costrizione) è regolato dal sistema
nervoso vegetativo (involontario).
Le ARTERIOLE sono piccoli vasi tissutali che regolano il flusso di sangue
immesso nei letti capillari.
STRUTTURA DELLE VENE
Le VENE differiscono dalle arterie perché sono più sottili e meno elastiche, più facilmente depressibili e
dilatabili e per la presenza nella parte interna di valvole
dette a “NIDO DI RONDINE”.
Anche queste come le arterie sono costituite da 3
tonache, la tonaca media è meno sviluppata e lo spessore
della parete di una vena è minore di quello di un’arteria
dello stesso calibro.
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POLSO ARTERIOSO
Il polso arterioso è dato dall’espansione della parete di un’arteria dovuta al passaggio di un’onda di pressione. Il
sangue pompato dal cuore durante la sistole scorre nelle arterie ad ondate, ed ogni fiotto sanguigno in uscita dal
ventricolo determina un’onda d’urto che si trasmette successivamente al liquido presente nelle arterie e alle
pareti elastiche delle stesse che si dilatano. In alcuni punti periferici dove le ARTERIE affiorano e poggiano su
di un piano osseo questa dilatazione è percepibile a tatto. Questo è il POLSO che riproduce il battito cardiaco in
periferia.
Nel corpo umano il polso è reperibile in diversi punti e a seconda del sito in cui è percepito si può definire
POLSO PERIFERICO o POLSO CENTRALE..
IL POLSO CENTRALE (principali) è quello dell’AORTA
impossibile da reperire con mezzi comuni, vengono quindi considerati
polsi centrali perché più vicini al cuore il POLSO CAROTIDEO ed
il POLSO FEMORALE
I POLSI PERIFERICI (secondari) più lontani dal cuore sono
POLSO RADIALE, POLSO OMERALE, POLSO POPLITEO,
POLSO PEDIDIO ecc.
Il polso si deve valutare tenendo conto di tre valori
• VOLUME piccolo (debole) o pieno (ampio)
• FREQUENZA lento o rapido
• RITMO regolare o irregolare
Le pulsazioni di una persona adulta in buono stato di salute sono circa 60 – 80 al minuto
Se la frequenza è minore di 60 battiti al minuto si parla di BRADICARDIA.
Se la frequenza è maggiore di 100 battiti al minuto si parla di TACHICARDIA.
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PALPAZIONE POLSO CAROTIDEO
PAZIONE POLSO FEMORALE
PALPAZIONE POLSO RADIALE
PAZIONE POLSO RADIALE
PRESSIONE DEL SANGUE
Il sangue viene spinto nelle arterie con una forza pari alla forza contrattile del muscolo cardiaco.
La PRESSIONE ARTERIOSA è la forza esercitata dal sangue contro le pareti interne delle arterie; questa
pressione è ELEVATISSIMA all’uscita del cuore nell’ARTERIA AORTA (circa 120 mm Hg) e diminuisce
allontanandosi dal cuore, si arriva a circa 16 mm Hg nelle venule è a 4 mm Hg nelle grandi vene in prossimità
del cuore (la pressione sanguigna non è mai nulla).
I fattori che determinano la pressione arteriosa del sangue sono:
• LAVORO DELLA POMPA CUORE dovuta alla energia contrattile del MIOCARDIO
• ELASTICITA’ DELLE ARTERIE
• RESISTENZE PERIFERICHE resistenza opposta dalla muscolatura delle pareti delle arterie
• VOLUME DEL SANGUE quantitativo totale
• VISCOSITA’ DEL SANGUE
La resistenza periferica, la viscosità del sangue, la diminuzione dell’elasticità delle grandi arterie tende a far
aumentare la pressione sanguigna. Anche l’invecchiamento delle arterie (arteriosclerosi) con la perdita di
elasticità e la formazione di depositi di grasso (aterosclerosi) che restringono il lume dei vasi, contribuiscono
all’innalzamento della pressione arteriosa.
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RITORNO VENOSO
Il ritorno del sangue al cuore avviene tramite i capillari venosi che si riuniscono in venule le quali confluiscono
nelle vene che divengono sempre più grosse ed essendo munite di pareti muscolari convogliano il sangue al
cuore
Nelle vene il sangue fluisce di continuo non più ad ondate perché gran parte della forza impartita dal cuore si è
esaurita; a permettere il ritorno del sangue al cuore contribuiscono altri fattori quali:
• FORZA DI GRAVITA’ per il ritorno del sangue dalla testa
• AZIONE DELLE VALVOLE dette “A NIDO DI RONDINE “ queste si trovano dove il sangue
defluisce con maggior difficoltà (es. nelle gambe).
• POMPA RESPIRATORIA E POMPA CARDIACA la meccanica respiratoria e il lavoro del cuore
esercitano un’azione aspirante e spingente sul sangue
• POMPA MUSCOLARE la contrazione dei muscoli scheletrici fungono da massaggio (comprimono le
vene degli arti inferiori e spingono il sangue verso l’alto).
• VIS a TERGO “spinta da dietro” il nuovo sangue che arriva spinge il sangue da dietro facendolo
avanzare.
• RIPIENEZZA DEL SISTEMA il volume del sangue contenuto nel sistema circolatorio non può
variare.
CICLO CARDIACO
Il CICLO CARDIACO è la sequenza degli eventi che si svolgono nel cuore durante il battito cardiaco
Quando il cuore è a riposo cioè in DIASTOLE tutte le sue valvole (quelle situate fra atrio e ventricolo e quelle
che immettono nelle arterie aorta e polmonare) sono chiuse
Questo comincia quando il sangue inizia a riempire l’ATRIO che si dilata per accoglierlo (diastole) nel
momento in cui la PRESSIONE ATRIALE è maggiore della pressione esistente nelle vene le valvole si
chiudono; la pressione continua a salire quando l’ATRIO è pieno inizia a contrarsi (sistole) e raggiunta una
pressione superiore a quella presente nel VENTRICOLO si spalanca la valvola ATRIOVENTRICOLARE
permettendo il passaggio del sangue nel VENTRICOLO che si dilata (diastole) per accoglierlo; quando il
ventricolo è pieno inizia a contrarsi (sistole), raggiunta una PRESSIONE SISTOLICA VENTRICOLARE
maggiore della PRESSIONE SISTOLICA ATRIALE la valvola ATRIOVENTRICOLARE si chiude per
evitare il riflusso del sangue.
Per effetto della SISTOLE VENTRICOLARE la PRESSIONE VENTRICOLARE aumenta, quando questa è
superiore a quella della arteria si apre la VALVOLA SEMILUNARE che è all’ingresso di questo vaso ed il
sangue viene spinto forzatamente nel vaso, il ventricolo si rilascia nuovamente (diastole).
Il ciclo descritto avviene sia per la parte sinistra del cuore (lato della circolazione arteriosa) che per la parte
destra del cuore (lato della circolazione venosa).
I movimenti del ciclo cardiaco sono bilaterali , a destra come a sinistra.
Le sistole sono contemporanee, entrambi gli atri ricevono il sangue rispettivamente dalle VENE CAVE e dalle
VENE POLMONARI, contemporaneamente gli atri si contraggono e le VALVOLE TRICUSPIDE E
BICUSPIDE si aprono, i due ventricoli si dilatano e ricevono il sangue, contemporaneamente i VENTRICOLI
si contraggono ed entrambe le valvole SEMILUNARE AORTICA E POLMONARE si aprono ed il sangue
viene spinto nell’ARTERIA AORTA e nell’ARTERIA POLMONARE.
Questo ciclo di eventi richiede circa 0,8 secondi per compiersi
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AUTOMATISMO CARDIACO
La contrazione ritmica del cuore è detta BATTITO CARDIACO
Il cuore genera autonomamente l’impulso per la contrazione. Questo impulso si genera in una porzione speciale
della muscolatura cardiaca detta “TESSUTO NODALE” situata nella parte posteriore dell’ATRIO DESTRO
allo sbocco della VENA CAVA SUPERIORE.
Questo è un centro autonomo che si chiama “NODO DEL SENO ATRIALE “ o
“PACEMAKER” (generatore di impulsi) che emette ritmicamente degli impulsi, questa
onda si diffonde su entrambe le pareti degli ATRI che vengono eccitati a contrarsi.
La muscolatura degli ATRI non ha continuità nella muscolatura dei VENTRICOLI (un
anello fibroso le divide) e quindi l’impulso deve essere trasferito ai VENTRICOLI per
mezzo di una seconda stazione, questa è localizzata alla giunzione fra ATRIO e
VENTRICOLO nella porzione inferiore dell’ATRIO DESTRO.
Questa seconda stazione si chiama “NODO ATRIO-VENTRICOLARE” da questo
nodo si diparte un fascio di fibre muscolari che si chiama “FASCIO DI HISS” questo
fascio prosegue dividendosi in un ramo sinistro e uno destro diretti ai due VENTRICOLI
dove si ramifica nella “RETE DEL PURKIGNJE”, grazie a questi tessuti che
trasmettono l’impulso ambedue i VENTRICOLI si contraggono contemporaneamente,
con una frazione di tempo di ritardo rispetto agli altri.
Benché il cuore origini da se gli impulsi per la contrazione la sua attività è regolata dal
BULBO RACHIDIANO che controlla la frequenza cardiaca.
IL SANGUE
Il sangue è una sospensione composta da una parte liquida “IL PLASMA” e una
parte in sospensione formata da “GLOBULI ROSSI, GLOBULI BIANCHI e
PIASTRINE”
I GLOBULI ROSSI
Sono detti anche EMAZIE o ERITROCITI sono elementi senza nucleo di
forma discoidale.
Il loro compito è trasportare l’ossigeno, per questo contengono una particolare
proteina–pigmento detta “EMOGLOBINA” nella cui molecola è presente il ferro
a cui si fissa l’ossigeno negli alveoli polmonari per essere trasportato in circolo; i
globuli rossi sono da 4,5 a 5,5 milioni per mm cubico di sangue, la loro durata in
vita è di circa 120 – 130 giorni. Alla loro sostituzione con dei nuovi globuli rossi
provvede continuamente il MIDOLLO OSSEO con un processo detto “EMOPOIESI”
I GLOBULI BIANCHI o LEUCOCITI
Sono cellule rotondeggianti provviste di nucleo più grossi dei globuli rossi, sono in numero inferiore, da 5000 a
8000 a mm cubico. Anche essi sono prodotti dal MIDOLLO OSSEO ed hanno la FUNZIONE DI DIFESA.
Sono in grado di difenderci da agenti patogeni essenzialmente in due modi, alcuni sono in grado di muoversi e
portarsi nei tessuti dove inglobano il germe patogeno (fagocitosi). Altri sono in grado di formare
“ANTICORPI” che sono sostanze proteiche specifiche che neutralizzano l’aggressore questi sono i
“LINFOCITI” che svolgono un ruolo fondamentale nel SISTEMA IMMUNITARIO.
LE PIASTRINE
Sono “FRAMMENTI DI CELLULE” senza nucleo di forma irregolare . Intervengono nel processo di
coagulazione del sangue accorrendo laddove la parete di un vaso ha perso la sua integrità. Le piastrine sono da
250000 a 300000 per mm cubico di sangue.
IL PLASMA
E’la parte liquida del sangue e contiene in sospensione i GLOBULI ROSSI, I GLOBULI BIANCHI, LE
PIASTRINE.
Il liquido è composto dal 91% di acqua in cui vi sono sciolte le sostanze nutritizie che vengono assorbite dalla
digestione. Il plasma contiene anche gli ormoni, prodotti da ghiandole, che provvede a trasportare nei vari organi
su cui devono agire.
Nel plasma troviamo anche proteine proprie tra cui ricordiamo il “FIBROGENO”
essenziale
per
la
coagulazione del sangue.
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LE FUNZIONI DEL SANGUE
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FUNZIONE RESPIRATORIA. Il sangue trasporta l’ossigeno dai polmoni ai tessuti e l’anidride
carbonica dai tessuti ai polmoni.
FUNZIONE NUTRITIZIA. Il sangue trasporta disciolte o sospese nel plasma le sostanze nutritizie.
FUNZIONE ESCRETORIA. Le cellule riversano nel sangue i prodotti di rifiuto
FUNZIONE TERMOREGOLATRICE. Il sangue interviene nella regolazione della temperatura
corporea.
FUNZIONE OMEOSTATICA. Il sangue mantiene costanti le condizioni interne del corpo regolando
il livello idrico e l’equilibrio acido-basico.
FUNZIONE DI REGOLAZIONE. Il sangue trasporta gli ormoni che regolano l’attività degli organi
FUNZIONE DIFENSIVA. Nel sangue si trovano i sistemi di difesa contro batteri e virus
FUNZIONE COAGULATIVA. Le eventuali perdite di sangue sono immediatamente bloccate
dall’intervento delle piastrine e da altri fattori del plasma.
TURBE DELL’APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
La mortalità per patologia cardiovascolare è in costante aumento nonostante la riduzione della mortalità e
dell'incidenza dell'infarto miocardio acuto. Il trend ascendente della mortalità per malattie cardiovascolari
trova una sua logica spiegazione nell'aumento dell'incidenza e della mortalità dovuta allo scompenso
cardiaco. Questo incremento è sostenuto da due elementi fondamentali:
•
Progressivo invecchiamento della popolazione;
Aumento della sopravvivenza di pazienti con malattie cardiovascolari che culminano nello
•
scompenso cardiaco.
Infine lo scompenso cardiaco è una patologia estremamente debilitante e causa di un'alta frequenza di
ricoveri ripetuti. Tale patologia colpisce un alta percentuale (15%) della popolazione ultra
sessantacinquenne.
IL DOLORE TORACICO
Con l'aumento del benessere, del tenore di vita, iperalimentazione (mangiamo troppo e male) stress hanno
contribuito a far vincere all'attacco cardiaco il primato di causa di morte non traumatica. La causa di
decesso per problemi cardiaci colpisce una persona ogni 1000 abitanti /anno.
Definizione:
Per dolore toracico intendiamo quella sensazione dolorosa che può essere localizzata solo a livello del
petto ( zona retro-sternale), ma può essere irradiato in altre sedi (spalla sinistra, braccio sinistro, collo,
mandibola, stomaco). Può essere accompagnato da senso di spossatezza, da un senso di oppressione
toracica descritta come lancinante, a volte intensa. Si può avere la presenza o assenza di senso di nausea,
sudorazione e senso di morte imminente. Altro sintomo che si può avere è la dispnea. Questa sintomatologia
può comparire durante attività fisica ( sotto sforzo ) oppure a riposo (durante il sonno).
Perché avvertiamo il dolore?
Il cuore è un muscolo che per lavorare ha bisogno di ossigeno per lavorare bene. L'ossigeno gli arriva
attraverso le arterie chiamate CORONARIE. Se all'interno delle pareti delle coronarie, si formano dei
trombi (ostruzioni, tappi che chiudono in modo parziale o totale il lume dell'arteria. Possono essere
trombi costituiti da" grasso", da "aria" cioè emboli gassosi), arriva poco sangue (o se l'ostruzione è totale,
non arriva del tutto) ed il muscolo incomincia a lavorare senza ossigeno, senza nutrimento. (Avete mai
provato a correre e ad un certo punto dovervi fermare per un dolore improvviso ad una od entrambi le
gambe? Avete avuto un crampo causato dalla formazione di acido lattico. Il muscolo ha ricevuto meno
ossigeno rispetto al carico di lavoro che stava svolgendo). La zona di muscolo che si trova a valle
dell'ostruzione non riceverà adeguato ossigeno, inizierà ad essere danneggiato fino alla morte di quella parte
di tessuto.
Esiste solo questa causa?
Il dolore toracico avviene non solo per ostruzione "meccanica " causata da trombi. Pensate alle notizie date
dai telegiornali: tifoso muore allo stadio dopo un goal segnato dalla propria squadra". Una forte
emozione, come lo stress, causa una "VASOCOSTRIZIONE"( diminuisce il calibro dei vasi) delle arterie
diminuendo il flusso del sangue.
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A cura dei monitori di P.S. Prevot Bruna e Campazzo Davide
CROCE ROSSA ITALIANA
Comitato Locale di Villar Dora
Corso di Primo Soccorso
Ver.2.10
Anche malattie a carico del sistema respiratorio possono causare dolore toracico e sofferenza al cuore. Se il
sangue circola senza problemi, le nostre arterie sono pulite , ma l'ossigeno che trasportano è scarso, avremo,
in seguito ad un aumento del lavoro del cuore (fare le scale a piedi, portare la borsa della spesa, etc.) dolore.
Altra possibile causa è quando il sangue che trasporta l'ossigeno è poco (emorragie, anemie...)
ANGINA PECTORIS
Quando il muscolo cardiaco è sottoposto ad uno stress fisico e/o emozionale, le arterie coronariche sane si
dilatano per garantire maggiore apporto di sangue ossigenato al muscolo stesso. Se queste arterie sono
ristrette per una conseguente malattia coronarica come placche ateromasiche, sclerosi delle pareti e/o
formazione di trombi, il passaggio del sangue richiesto è difficoltoso provocando sofferenza del muscolo.
INFARTO MIOCARDICO ACUTO (I.M.A.)
E’ la morte del tessuto miocardico (il muscolo del cuore), causata dal mancato apporto di ossigeno. Questa
mancanza di ossigeno deriva dal restringimento o dall'occlusione di un'arteria coronarica.
ATTENZIONE!!!
Considerare tutti i casi sospetti di Angina ed Infarto nello stesso modo, come se si trattasse sempre di
Infarto miocardico acuto. Non è infatti sempre possibile distinguere tra i due nelle prime fasi del soccorso.
Segni e sintomi
• Il dolore viene spesso collegato allo stress ed allo sforzo, ma può verificarsi anche a riposo;
• I sintomi precoci vengono spesso confusi con quelli di un'indigestione.
• Man mano che l'attacco peggiora, il dolore origina dietro lo sterno e si irradia verso: una o entrambe
le estremità superiori (generalmente estremità sinistra) con dolore che prosegue verso la spalla, il
braccio ed il gomito. In alcuni casi il dolore può estendersi lungo tutto l'arto fino al mignolo;
collo - mascella — mandibola; parte superiore della schiena;
• A volte anche alla parte superiore mediana dell'addome; (Il dolore può anche non avere origine
dietro lo sterno. Alcuni pazienti provano dolore solo alla mandibola ed ai denti);
• il dolore perdura per tutto l'attacco e non è influenzato dal movimento, dalla respirazione o dalla
tosse;
• Il riposo generalmente non allevia il dolore (mentre a volte nell'angina è sufficiente)
• I dolore dura da 30 minuti a molte ore (anche se in casi di angina il dolore dura generalmente da tre
a cinque minuti;
• Spesso vi sono aritmie associate;
• La pressione sanguigna è spesso ridotta, sebbene molti pazienti presentino una P.A. sanguigna
normale";
• respiro breve; nausea;
• Il paziente si può presentare: pallido, sudato e agitato.
• frequenza cardiaca aumentata;
Attualmente il principale intervento territoriale nell'emergenza cardiologia consiste nel trasporto più
rapido possibile verso il Pronto Soccorso o un'Unità di Terapia Intensiva Coronarica in quanto in questa
patologia il tempo che intercorre tra la comparsa dei sintomi e la somministrazione delle prime cure
specifiche è di vitale importanza.
• Mantenere sotto controllo le funzioni vitali
• Valutare segni e sintomi dell'ammalato: sudorazione, dolore, dispnea..?
• Tranquillizziamo il paziente
Se il paziente perde conoscenza:
• Allertare la C.O. e chiedere l'invio di Mike;
• Aprire e mantenere pervie le vie aeree;
• Provvedere alla rianimazione polmonare (ventilare con ambu e ossigeno) o, se necessario, alla
rianimazione cardiopolmonare (BLS)
EDEMA POLMONARE ACUTO CARDIOGENO
Condizione patologica caratterizzata dall'aumento dell'acqua extravascolare polmonare. Con il termine
edema polmonare acuto (EPA) s'intende una gravissima sindrome clinica caratterizzata da un aumento del
liquido extravascolare nel polmone a causa di trasudazione o di essudazione di liquido sieroematico
nell'interstizio, negli alveoli e nei bronchioli polmonari.
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L'edema polmonare acuto è causato da una funzione cardiaca inadeguata. In presenza di insufficienza
cardiaca, l'atrio sinistro non riesce a svuotarsi e questo aumenta la pressione atriale. L'aumento della
pressione nell'atrio sinistro si ripercuote nei capillari polmonari: aumenta la permeabilità con passaggio di
liquidi dai vasi all'interstizio. I polmoni perdono l'elasticità, i liquidi si accumulano impedendo la diffusione
dell'ossigeno attraverso la membrana alveolare e causando ipossia. Il paziente si sente soffocare, come se
stesse annegando.
Segni e Sintomi
Troveremo facilmente il paziente in posizione seduta se non in piedi che si sostiene con le braccia a una
superficie.
• dispnea ad insorgenza improvvisa in paziente a rischio (angina e IMA pregressi, stenosi mitralica,
stenosi aortica, insufficienza aortica, ipertensione, ecc.);
• ortopnea obbligata con frequenza respiratoria >30-40 atti/min: in pratica riuscirà a respirare solo a
fatica, e necessariamente da seduto (il liquido si accumula in basso, lasciando libera parte dei
polmoni..)
• si sentirà un respiro gorgogliante, fino alla emissione di bava schiumosa bianco/ rosata
• capita più spesso la notte, stando stesi a letto;
• dolore toracico;
• rantoli crepitanti;
• frequenza cardiaca elevata (tachicardia)
• impegno dei muscoli accessori della respirazione;
• tosse con espettorato rosato schiumoso;
• pallore;
• stato ansioso;
• sudorazione profusa, fredda;
• la pressione arteriosa può essere aumentata o abbassata (una pressione arteriosa ridotta è un segno
prognostico sfavorevole, indice di probabile evoluzione in shock cardiogeno).
Cosa fare
Una volta che pensiamo di trovarci di fronte ad un EPA si deve:
• valutare lo stato del paziente secondo l'ABC
• attivare se necessario le procedure rianimatorie;
• garantire comunque sempre la pervietà delle vie aeree;
• monitorizzare l'attività cardiaca attraverso un monitor-defibrillatore (cardiolina)
• monitorizzare la saturazione arteriosa di OSSIGENO con un pulsiossimetro;
• misurare la Pressione Arteriosa (PA);
• erogare OSSIGENO
Importante: Il paziente con edema polmonare acuto è un paziente critico, estremamente instabile. Continuare
a monitorare i parametri vitali e tenersi pronti per un'eventuale RCP.
IPERTENSIONE ARTERIOSA
Una crisi ipertensiva si verifica quando la pressione risulta troppo elevata rispetto alla media delle condizioni
normalmente presentate dal paziente. Rappresenta probabilmente il più importante problema concernente la
salute pubblica nei paesi sviluppati. È estremamente frequente, di facile diagnosi e di agevole controllo.
Tuttavia se trascurata può portare ad una serie di complicanze, anche mortali.
Segni e sintomi:
• Disturbi della vista (dovuti ad aumenti di pressione sanguigna a carico della retina);
• Epistassi (fuoriuscita di sangue dalle cavità nasali);
• Cefalea (spesso pulsante).
Cosa fare:
• Tranquillizzare il paziente
• Nel caso di epistassi non tamponare, ma lasciare fluire il sangue.
• Trasporto in pronto soccorso
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