Il cibo dell`anima-Storia [download] - Vergnano News
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Codice cliente: 12324574 14 Giovedì 1 Dicembre 2016 IL CIBO DELL’ANIMA Corriere della Sera Food LA STORIA Esperienze glocal Il rito del caffè torinese alla conquista del mondo di Gabriele Principato, foto di Elena Heatherwick La catena Sono oltre cento i coffee shop Vergnano presenti in 18 Paesi del mondo: gli ultimi ad aprire sono stati Singapore e Bruxelles. Tutto è cominciato nel 2001, con la trasformazione in caffetteria dell’antica bottega di Chieri, città sulla collina di Torino dove il fondatore dell’azienda, Domenico Vergnano, iniziò nel 1882 l’attività di torrefazione. Oggi la catena piemontese serve ogni giorno 50 mila espressi, realizzati con 145 mila chili di miscele prodotte nei suoi stabilimenti L’ aroma dei chicchi macinati sale dalla macchina per fare il caffè e si mischia con l’aria del deserto di Doha. Intanto, su ampie poltrone in legno, accomodati fra i cuscini, degli uomini avvolti nella tradizionale kandura bianca bevono un espresso italiano. Fanno lo stesso dei businessmen coreani, appoggiati al bancone a semicerchio di una caffetteria di Seoul. Ad accomunarli è la miscela dentro la tazzina calda, in entrambi piemontese, e l’insegna bianca e rossa su sfondo nero: Caffè Vergnano 1882. «Questi locali parlano della nostra azienda, ma anche della cultura e del modo di bere il caffè in Italia», spiega Carolina Vergnano (foto), quarta generazione dell’omonima azienda sabauda. «Tutto è cominciato quasi centoquaranta anni fa con il mio bisnonno Domenico e la sua passione per la torrefazione», racconta. «All’inizio il caffè tostato fresco era venduto in pacchetti color havana, sigillati a mano, nella piccola bottega di Chieri», una cittadina di 36 mila anime sulle colline torinesi. Oggi la famiglia Vergnano è titolare del sesto gruppo italiano del settore nella grande distribuzione e esporta i suoi prodotti, realizzati nello stabilimento piemontese di Santena, in novanta Paesi del mondo. Dove sorgeva l’antica torrefazione Vergnano, il profumo del caffè è ancora forte. La tostatrice continua a fare il suo lavoro e i clienti sono tanti. La bottega è stata trasformata in una raffinata caffetteria in stile piemontese di inizio secolo. «Proprio qui — spiega Carolina —, bevendo un caffè con un partner inglese sul grande bancone che domina la caffetteria, è nato nel 2001 il progetto di esportare la cultura dell’autentico espresso italiano». E il locale è diventato il modello per il primo indirizzo all’estero, a Londra. «La scommessa è stata vincente e in quindici anni ne abbiamo aperti oltre cento», racconta con voce carica di soddisfazione. Il traguardo delle tre cifre l’ha regalato a ottobre Singapore. Il coffee shop è a pochi passi dalla baia di Marina Bay, all’interno, le sedute intorno ai tavoli bassi, che rispecchiano i gusti orientali, si affiancano a un lungo banco bar — diventato il simbolo dei locali Vergnano — su cui campeggia la tradizionale macchina da caffè Belle Époque. «Nei coffee shop abbiamo voluto che la cultura locale desse la propria interpretazione di caffetteria e la nostra tradizione si fondesse con gli usi e i costumi dei clienti del luogo», spiega. Così, nel locale di Mark Lane a Londra, nel tardo pomeriggio, l’atmosfera tipica della caffetteria italiana si fonde con quella di un pub ingle- se in cui le persone del quartiere si ritrovano per giocare a calcio balilla. All’interno del coffee shop di Casablanca vi sono ampi salotti dove sostare a parlare per ore o soffermarsi a mangiare italiano in pausa pranzo: spaghetti aglio e olio magari, pizza, oppure dolci da pasticceria. «Perché in Marocco i caffè sono luoghi di relazione». Nella caffetteria di Neuhauser Strasse a Monaco di Baviera, invece, al caffè e al cappuccino fanno compagnia brezel e birra alla spina. Nonostante le differenze, ad accomunarli sono l’attenzione al- Un viaggio nelle abitudini Vogliamo che i nostri clienti scoprano il rito, tutto italiano, di bere l’espresso al banco bar Nei Caffè Vergnano 1882 la tradizione piemontese e la cultura locale si fondono, unite dall’aroma dei chicchi appena macinati l’ambiente, che si rispecchia nei mobili e nei pavimenti in legno non trattato, e una visione del gusto italocentrica. «Non vogliamo imporre il nostro modello — spiega Carolina —, ma ci piace l’idea che i nostri clienti scoprano l’espresso (all’estero non è ancora fra le bevande più ordinate, come invece il cappuccino e il latte macchiato, ndr) e lo bevano al bancone: si tratta di uno degli aspetti più simbolici del rito del caffè». Con le sue tazzine nere, Vergnano propone così un viaggio nelle abitudini italiane, alla scoperta di un’atmosfera di socialità e condivisione che circonda l’espresso. Ogni giorno nei coffee shop dell’azienda torinese vengono servite 50 mila tazzine in diciotto Paesi. Una vera e propria rete del caffè che utilizza 145 mila chili di miscele prodotte in modo tradizionale.